Scene sparse di Cinzia N Spurce (/viewuser.php?uid=127674)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Delle tre volte in cui Derek disse ti amo ***
Capitolo 2: *** Quasi felicità ***
Capitolo 1 *** Delle tre volte in cui Derek disse ti amo ***
Note: Buongiorno,
questa è una raccolta di drabble, oneshot, flashfiction
scritte grazie a dei prompt trovati in giro su internet (Livejournal
per lo più), io ne ho presi 100, ma non ho la presunzione di
utilizzarli tutti con Teen Wolf, men che meno tutti con la Sterek, non
escludo infatti di utilizzare anche altri pairing o personaggi singoli
su cui scrivere.
Spero vi piaccia, pace, amore e fantasia.
Cinzia N. ^^
Prompt:
Scrivere una drabble composto da tre periodi di 100/110 parole
ciascuno, che rappresenti l'evolversi in tre tempi di una situazione
(es. tre volte in cui due personaggi si incontrano a distanza di tempi,
la nascita dilazionata di tre figli, tre volte in cui il personaggio
ripete una medesima azione, tre visite in un medesimo luogo).
[Sterek | Triple-Drabble | 110 parole per drabble | Slice of Life]
Delle
tre volte in cui Derek disse ti amo
La
prima volta che Derek gli dice ti amo, Stiles è in fin di
vita, su un letto d’ospedale, privo di sensi e con una
fasciatura stretta all’addome che copre i segni profondi
degli artigli di un Alpha che l’ha quasi ucciso. Derek gli
stringe una mano, ha gli occhi lucidi e la paura folle di perdere
nuovamente la persona a cui tiene di più.
«Ti prego,» mormora con le labbra sulla sue mani
pallide «ti prego, svegliati.»
Tira su con il naso mentre cerca di assorbirgli il dolore.
«Non puoi andartene così, okay? Perché
ti amo e ho bisogno di dirtelo guardandoti negli occhi, quindi, ti
prego, svegliati, Stiles!»
***
La secondo volta che Derek gli dice ti amo sono distesi, placidamente
rilassati sul piccolo letto di Stiles. Derek ha passato ore a baciargli
le cicatrici e i nei, ha accarezzato con la punta delle dita quelle
linee frastagliate che porta sull’addome come delle medaglie,
respirandogli sulla pelle fino a farlo rabbrividire e sussurrandogli
frasi che gli hanno fatto contorcere lo stomaco.
Ha gli occhi nei suoi, scuri, liquidi e felici. Se esiste un Dio lo sta
ringraziando per avergli concesso di averlo ancora lì, tra
le sue braccia. Strofina il naso contro quello di Stiles, facendolo
sorridere.
«Ti amo» gli sospira sulla labbra.
È lì ed è al sicuro.
***
La terza volta che Derek gli dice ti amo sono tesi come due corde di
violino, aspettano, dentro una sala d’attesa
dall’aspetto spoglio, di incontrare quello che sperano
diventerà il loro figlio. Stiles non parla da quella mattina
e non mangia dalla sera prima, poche volte nella vita l’ha
visto così nervoso.
«E se non fossi un buon padre?» lo sussurra con
voce talmente sottile che Derek si chiede se l’abbia detto
veramente. Gli afferra una mano e se la porta alle labbra, prima di
parlargli.
«Certo che lo sarai, perché sai prenderti cura
degli altri senza chiedere nulla in cambio ed è uno delle
ragioni per cui ti amo.»
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Capitolo 2 *** Quasi felicità ***
Note: c'era un
prompt una volta, che aveva molta più importanza,
poi è finita com'è finita e siccome è
una challenge che sto facendo con me stesso non m'importa. XD
Prompt:
Caffè e sigarette.
[Sterek | 607
parole | Fluff | Slice of life]
Quasi felicità
Derek lo guarda disteso sul letto, con la coda
dell’occhio: ha il lenzuolo bianco poggiato malamente sul
corpo, gli lascia scoperti i piedi e parte delle spalle. Lui
è seduto su una poltroncina posta sotto la finestra, tiene
tra le mani un thè nero caldissimo e sulle gambe un vecchio
libro di suo nonno che sfoglia senza davvero prestare attenzione.
Stiles dorme beato, ha trascorso gli ultimi tre giorni chiuso a casa di
Derek, è tornato dal college dopo due mesi di vita
inesistente, stress accumulato addosso e telefonate a Derek, nel pieno
della notte, per dirgli qualche parole strascicata e poi cadere
addormentato per qualche ora.
Il primo giorno lo ha trascorso dormendo nella penombra della sua
stanza, è arrivato con due occhiaie violacee e i capelli
arruffati, avrebbe voluto stare con Derek tutta la sera, ma dopo appena
mezz’ora si era addormentato sulla sua spalla e aveva
continuato a dormire per quasi ventiquattr’ore. Si era
svegliato il giorno dopo, nel tardo pomeriggio, in overdose da sonno,
con lo sguardo perso e il profumo del caffè accanto. Derek
gli è di fianco con aria divertita, gli porge la tazza e gli
lascia un bacio sulla fronte.
Stiles è tornato sveglio e pieno di energie, lo saluta
baciandolo e la sua pelle sa di caffè, sudore e
felicità.
«Vado a farmi una doccia» gli mormora sulle labbra,
con ancora metà del suo caffè in mano e la voglia
inesistente di spostarsi da qualsiasi luogo in cui non ci sia anche
Derek.
La sua doccia dura appena qualche minuto, giusto il tempo di togliersi
di dosso l’intorpidimento e il sudore, quando torna in camera
la sua pelle profuma di bagnoschiuma al cocco e dentifricio alla menta,
che però non sono riusciti a togliere dalla sua pelle il
resistente odore di caffè.
Gli sale a cavalcioni perché vuole sentirlo premuto sulla
sua pelle e lo bacia con tutta la mancanza che ha sentito durante quei
due mesi, indossa solo i pantaloni morbidi di una tuta, ha le mani
piccole, magre e nodose sul collo di Derek e passa il tempo ad
accarezzargli le guance, la nuca le spalle, mentre Derek lo tiene
stretto per i fianchi.
Stiles è impaziente, tocca le spalle di Derek come se
volesse avere tutto e subito nelle sue mani, come se volesse tenere
Derek sempre con sé.
Fanno l’amore così, senza troppi preliminari,
senza spogliarsi del tutto, basta solo essere uniti in qualche modo,
sentire il proprio odore addosso all’altro, la consistenza
del corpo dell’altro schiacciato contro il proprio. Il fiato
caldo di uno sul volto dell’altro, il piacere strozzato in
gola.
Trascorrono così il resto della notte, pelle contro pelle,
come se alla fine potessero fondersi insieme per non separarsi
più.
Non sanno nemmeno più che ore sono, si staccano controvoglia
ormai privi di forze, Stiles sorride giocando con i capelli di Derek,
baciandolo continuamente sulla mascella o sul collo. A Derek manca
quello più di tutto il resto, manca l’affetto
dolce di Stiles, il modo che ha fargli scemare i cattivi pensieri.
«Voglio una sigaretta…» mormora Stiles
sulle clavicole di Derek.
«Non fumerai nella mia camera da letto» gli
risponde sbuffando.
Alla fine fuma lì, con la finestra aperta e un sorriso pigro
stampato in volto, è ancor nudo, ma non gli importa del
freddo.
Adesso Derek è lì, sulla poltrona, non legge
nulla di quel vecchio libro, ha smesso anche di far finta di
sfogliarlo. La camera odora di Stiles e di tutto il sesso che hanno
fatto, del caffè che ha bevuto e delle sigarette che ha
fumato la sera prima. Profuma di casa, di finalmente e amore.
Sembra quasi felicità.
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