Scene sparse

di Cinzia N Spurce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Delle tre volte in cui Derek disse ti amo ***
Capitolo 2: *** Quasi felicità ***



Capitolo 1
*** Delle tre volte in cui Derek disse ti amo ***


Note: Buongiorno, questa è una raccolta di drabble, oneshot, flashfiction scritte grazie a dei prompt trovati in giro su internet (Livejournal per lo più), io ne ho presi 100, ma non ho la presunzione di utilizzarli tutti con Teen Wolf, men che meno tutti con la Sterek, non escludo infatti di utilizzare anche altri pairing o personaggi singoli su cui scrivere.
Spero vi piaccia, pace, amore e fantasia.
Cinzia N. ^^


Prompt: Scrivere una drabble composto da tre periodi di 100/110 parole ciascuno, che rappresenti l'evolversi in tre tempi di una situazione (es. tre volte in cui due personaggi si incontrano a distanza di tempi, la nascita dilazionata di tre figli, tre volte in cui il personaggio ripete una medesima azione, tre visite in un medesimo luogo).


[Sterek | Triple-Drabble | 110 parole per drabble | Slice of Life]




Delle tre volte in cui Derek disse ti amo



La prima volta che Derek gli dice ti amo, Stiles è in fin di vita, su un letto d’ospedale, privo di sensi e con una fasciatura stretta all’addome che copre i segni profondi degli artigli di un Alpha che l’ha quasi ucciso. Derek gli stringe una mano, ha gli occhi lucidi e la paura folle di perdere nuovamente la persona a cui tiene di più.
«Ti prego,» mormora con le labbra sulla sue mani pallide «ti prego, svegliati.»
Tira su con il naso mentre cerca di assorbirgli il dolore.
«Non puoi andartene così, okay? Perché ti amo e ho bisogno di dirtelo guardandoti negli occhi, quindi, ti prego, svegliati, Stiles!»

***

La secondo volta che Derek gli dice ti amo sono distesi, placidamente rilassati sul piccolo letto di Stiles. Derek ha passato ore a baciargli le cicatrici e i nei, ha accarezzato con la punta delle dita quelle linee frastagliate che porta sull’addome come delle medaglie, respirandogli sulla pelle fino a farlo rabbrividire e sussurrandogli frasi che gli hanno fatto contorcere lo stomaco.
Ha gli occhi nei suoi, scuri, liquidi e felici. Se esiste un Dio lo sta ringraziando per avergli concesso di averlo ancora lì, tra le sue braccia. Strofina il naso contro quello di Stiles, facendolo sorridere.
«Ti amo» gli sospira sulla labbra.
È lì ed è al sicuro.

***

La terza volta che Derek gli dice ti amo sono tesi come due corde di violino, aspettano, dentro una sala d’attesa dall’aspetto spoglio, di incontrare quello che sperano diventerà il loro figlio. Stiles non parla da quella mattina e non mangia dalla sera prima, poche volte nella vita l’ha visto così nervoso.
«E se non fossi un buon padre?» lo sussurra con voce talmente sottile che Derek si chiede se l’abbia detto veramente. Gli afferra una mano e se la porta alle labbra, prima di parlargli.
«Certo che lo sarai, perché sai prenderti cura degli altri senza chiedere nulla in cambio ed è uno delle ragioni per cui ti amo.»

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Capitolo 2
*** Quasi felicità ***


Note: c'era un prompt una volta, che aveva molta più  importanza, poi è finita com'è finita e siccome è una challenge che sto facendo con me stesso non m'importa. XD

Prompt: Caffè e sigarette.

[Sterek | 607 parole | Fluff | Slice of life]


Quasi felicità



Derek lo guarda disteso sul letto, con la coda dell’occhio: ha il lenzuolo bianco poggiato malamente sul corpo, gli lascia scoperti i piedi e parte delle spalle. Lui è seduto su una poltroncina posta sotto la finestra, tiene tra le mani un thè nero caldissimo e sulle gambe un vecchio libro di suo nonno che sfoglia senza davvero prestare attenzione.
Stiles dorme beato, ha trascorso gli ultimi tre giorni chiuso a casa di Derek, è tornato dal college dopo due mesi di vita inesistente, stress accumulato addosso e telefonate a Derek, nel pieno della notte, per dirgli qualche parole strascicata e poi cadere addormentato per qualche ora.
Il primo giorno lo ha trascorso dormendo nella penombra della sua stanza, è arrivato con due occhiaie violacee e i capelli arruffati, avrebbe voluto stare con Derek tutta la sera, ma dopo appena mezz’ora si era addormentato sulla sua spalla e aveva continuato a dormire per quasi ventiquattr’ore. Si era svegliato il giorno dopo, nel tardo pomeriggio, in overdose da sonno, con lo sguardo perso e il profumo del caffè accanto. Derek gli è di fianco con aria divertita, gli porge la tazza e gli lascia un bacio sulla fronte.
Stiles è tornato sveglio e pieno di energie, lo saluta baciandolo e la sua pelle sa di caffè, sudore e felicità.
«Vado a farmi una doccia» gli mormora sulle labbra, con ancora metà del suo caffè in mano e la voglia inesistente di spostarsi da qualsiasi luogo in cui non ci sia anche Derek.
La sua doccia dura appena qualche minuto, giusto il tempo di togliersi di dosso l’intorpidimento e il sudore, quando torna in camera la sua pelle profuma di bagnoschiuma al cocco e dentifricio alla menta, che però non sono riusciti a togliere dalla sua pelle il resistente odore di caffè.
Gli sale a cavalcioni perché vuole sentirlo premuto sulla sua pelle e lo bacia con tutta la mancanza che ha sentito durante quei due mesi, indossa solo i pantaloni morbidi di una tuta, ha le mani piccole, magre e nodose sul collo di Derek e passa il tempo ad accarezzargli le guance, la nuca le spalle, mentre Derek lo tiene stretto per i fianchi.
Stiles è impaziente, tocca le spalle di Derek come se volesse avere tutto e subito nelle sue mani, come se volesse tenere Derek sempre con sé.
Fanno l’amore così, senza troppi preliminari, senza spogliarsi del tutto, basta solo essere uniti in qualche modo, sentire il proprio odore addosso all’altro, la consistenza del corpo dell’altro schiacciato contro il proprio. Il fiato caldo di uno sul volto dell’altro, il piacere strozzato in gola.
Trascorrono così il resto della notte, pelle contro pelle, come se alla fine potessero fondersi insieme per non separarsi più.
Non sanno nemmeno più che ore sono, si staccano controvoglia ormai privi di forze, Stiles sorride giocando con i capelli di Derek, baciandolo continuamente sulla mascella o sul collo. A Derek manca quello più di tutto il resto, manca l’affetto dolce di Stiles, il modo che ha fargli scemare i cattivi pensieri.
«Voglio una sigaretta…» mormora Stiles sulle clavicole di Derek.
«Non fumerai nella mia camera da letto» gli risponde sbuffando.
Alla fine fuma lì, con la finestra aperta e un sorriso pigro stampato in volto, è ancor nudo, ma non gli importa del freddo.
Adesso Derek è lì, sulla poltrona, non legge nulla di quel vecchio libro, ha smesso anche di far finta di sfogliarlo. La camera odora di Stiles e di tutto il sesso che hanno fatto, del caffè che ha bevuto e delle sigarette che ha fumato la sera prima. Profuma di casa, di finalmente e amore.
Sembra quasi felicità.

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