Un uragano di nome Alexander Stone

di Nica93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa succede? ***
Capitolo 2: *** 8 Mesi Fa ***



Capitolo 1
*** Cosa succede? ***


Ciao a tutti, mi chiamo Amanda, ho 26 anni e non sapevo cosa significasse amare fino a 8 mesi fa. Vi state chiedendo perché e avete ragione, non ho mai avuto una vita facile. Mia madre è un cardiochirurgo e quando ero piccola non la vedevo mai e mio padre vendeva il petrolio, si vendeva, è morto quando avevo 12 anni, il suo aereo è precipitato in mezzo al mare e lui e il personale di bordo morirono sul colpo. Dopo la morte di mio padre mia madre mi mandò in un collegio di sole ragazze, ma non ci volli stare e fu costretta a portarmi con se in tutti i suoi viaggi e spostamenti. Avevo 15 anni quando ci stabilimmo in America, e la mia mamma divenne una persona molto influente, riuscì ad aprire un ospedale e decise che dovevo seguire la sua strada. A 18 anni penso di aver visto un numero di interventi inimmaginabile, vivevamo in ospedale ormai, tutti i chirurghi sapevano che se entravo in una sala ci uscivo quando terminava un intervento. Amavo vedere come "Si aggiustavano le persone" Iniziai gli studi, non sapevo quale strada seguire, amavo la cardiochirurgia, amavo ortopedia, amavo ginecologia, amavo tutto. Mi fu facile laurearmi presto, sapevo già tutto, saltai tanti anni di studio, gli esami per me erano facilissimi. E a soli 24 anni fui la più giovane della mia classe a diventare Cardiochirurgo. Lavoravo con mia madre, ancora non operavo da sola, ci sarebbero voluti anni, ma assistere e chiudere per me era fantastico. Credevo di vivere una favola, ma un giorno nel mio studio entró lui. Alexander Stone. Chi era ? Sarebbe stato il nuovo Primario di Ortopedia, aveva 35 anni ed era un genio.

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Capitolo 2
*** 8 Mesi Fa ***


Sveglia. Maledetta sveglia. Suonava senza sosta e ciò voleva dire che dovevo alzarmi. Forza Amanda alzati. Parlavo anche da sola ormai. Dopo che la sveglia ormai suonava senza sosta decisi di alzarmi. Mia madre era in Giappone e mi aveva chiesto di gestire il reparto al posto suo, cosa che non mi entusiasma molto ma dovevo. Mi deci due caffè, mangiai due pacchi di biscotti e dopo che addentai anche una fetta di pizza decisi che era giunto il momento di prepararmi. Mi feci una doccia veloce e mi lavai i capelli. Mi asciugai con attenzione ogni riccio e andai a prendere i vestiti. "Essere mia madre" voleva dire doversi mettere quei completi eleganti che compravo ma non mettevo mai. Ne presi uno bianco e misi un top rosso sotto la giacca, presi i sandali con il tacco nero e ci abbiano la borsa. Misi il mio fedele rossetto rosso e i miei cerchi di oro bianco. Mi guardai allo specchio e mi dissi "Amanda sembri tua madre" Forza e coraggio. Guidai il mio maggiolino nero fino all'ospedale pensando che per due settimane dovevo svolgere i compiti più rompiscatole che ci fossero. Colloqui. Riunioni. Cene. Forza Amanda. Parcheggiai e corsi a prendere l'ascensore Era tardi, alle 9 sarebbe arrivato il nuovo Primario di Ortopedia, mia madre era andata fino in Russia per convincerlo e lui aveva accettato. " Ciao Susy " salutai un fretta la segreteria di mia madre e andai ad accendere il computer Mi tolsi il soprabito e mi sedetti. Chiamai Susy sul suo interno e le chiesi di portarmi un caffè. Mentre attaccavo ecco che entrò nel mio studio Lui. Alexander Stone. Non avevo mai visto un uomo così. Era alto, molto alto, occhi grigi e capelli neri. Aveva uno sguardo magnetico. " Buongiorno." Lo salutai. Lui mi guardò male. " Scusi lei chi è ? Avevo appuntamento con Annabeth Price. " Mi disse con una voce che mi fece accapponare la pelle " Si accomodi, mia madre è in Russia, per due settimane sarò io a sostituirla, mi chiamo Amanda, è mi dia del tu."Mi presentai e gli allungai la mani Lui i deve di stringerla me la bació. Parlammo per un paio di ore; li fece vedere un paio di foto di suoi pazienti prima e dopo l'intervento, mi disse che aveva deciso di andare in Russia perché si era innamorato di Mosca. Indagò anche sul nostro vecchio primario che aveva deciso di andarsene, pensava che non si fosse trovato bene, ma in realtà era andato a Londra. Gli mostrai l'ospedale e gli feci vedere il reparto di Ortopedia. Era simpatico e professionale. Saremmo andati daccordo.

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