You'll be back again

di DonutGladiator
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** perdita ***
Capitolo 2: *** determinazione ***
Capitolo 3: *** ostinazione ***
Capitolo 4: *** risoluzione ***



Capitolo 1
*** perdita ***



Storia scritta per il COWT-8
Missione 2: Tenacia
You'll be back again

* perdita
 
C’era qualcosa che non andava.
Una volta atterrati, erano usciti dai loro leoni per arrivare a quello nero, che si era abbandonato dentro l’hangar.
Il terrore lo aveva attanagliato dall’inizio, quando Shiro non aveva risposto, nemmeno dopo averlo chiamato più volte dalla trasmittente.
Quando avevano aperto la porta che dava sulla sala di controllo del leone nero, aveva sentito come se una ferita all’interno del suo cuore si fosse appena riaperta, nel vedere che davanti a lui la stanza era completamente vuota.
Shiro era scomparso nel nulla, e nessuno di loro aveva la minima idea di come fosse potuto succedere. Lui non riusciva a credere a quello che vedeva. Era come se per la seconda volta qualcosa gli fosse scivolato via dalle mani.
Quella volta peggio della sua prima scomparsa. Quella volta lui era lì con lui, e non era riuscito a proteggerlo come avrebbe dovuto.
Strinse i pugni, cercando di trattenere le emozioni nascoste dentro di sé, per evitare di fare una scenata davanti agli altri paladini.
Allura, Pidge e Hunk furono i primi a uscire, la ragazza aveva un’idea su come poter in qualche modo tracciare il segnale del pilota scomparso, e gli altri due volevo a tutti i costi aiutarla nel realizzarla, sicuri che avrebbero portato un contribuito utile alla ricerca.
Lance era rimasto nella sala per qualche altro istante, indeciso se seguirli, protendendo per l’ultima soluzione quando Coran gli aveva messo una mano sulla spalla, invitandolo a lasciare l’altro solo, come capendo cosa stesse passando in quel momento.
Keith dal canto suo, non aveva idea di cosa stesse passando nella mente degli altri. Sapeva solo quello che in quel momento stava passando per la propria.
Una volta solo, con un grido tirò un pugno contro la struttura metallica del leone nero, sconfortato dalla situazione in cui si trovavano per colpa dei Galra, ancora una volta.
Devastato dalla perdita di una persona a cui teneva più della sua stessa vita, e, che per la seconda volta gli era stata portata via.
La mano iniziò a pulsare dolorosamente, ma la sofferenza che provava dentro era più forte di quella all’esterno. Sbattendo anche l’altra mano sul muro, abbassò la testa e sentì le lacrime pungere fastidiosamente sugli occhi. Si lasciò quindi scivolare al suolo e scoppiò a piangere.
Shiro l’aveva lasciato di nuovo da solo.
 

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Capitolo 2
*** determinazione ***


* determinazione
 
Quando si fu calmato, con le lacrime che avevano finalmente smesso di scendergli sulle guance, si passò una mano sul viso, grato che quella reazione avesse aspettato di trovarlo da solo. Non amava mostrare le sue emozioni, soprattutto quelle così forti.
Si alzò a fatica, gli occhi pesanti e stanchi, e si diresse verso il sedile da cui Shiro pilotava il leone nero. Gli sembrò per un attimo di vederlo, girato verso di lui, le mani sui comandi, che gli sorrideva con la sua solita espressione serena. Sfiorò il pannello di comando e si avvicinò a quella mano immaginaria, che però, scomparve quando poggiò la propria, interrompendo l’illusione che aveva creato nella sua mente. Si sedette alla sua postazione.
Il leone rispose alla sua presenza, lanciandogli un impulso che percepì all’interno del suo corpo, come una scarica elettrica.
Lui la sentiva la differenza? Il leone riusciva a capire che quella persona lì seduta non era Shiro? Riusciva a capire dove fosse potuto essere finito? Rintracciarlo in qualche modo?
Keith fece una smorfia infastidita, ripensando alle parole del pilota, che gli aveva affidato il compito di prendere il suo posto nella squadra nel caso gli fosse successo qualcosa.
A quel tempo non aveva voluto nemmeno prendere in considerazione quell’ipotesi, e il ragazzo era più che convinto che non l’avrebbe presa nemmeno in quel momento, con Shiro disperso chissà dove.
Lo sguardo arrossato si fece risoluto.
Avrebbe trovato Shiro, fosse l’ultima cosa che avrebbe fatto.
Si alzò dal sedile e uscì fuori dal leone, iniziando la sua personale ricerca del paladino nero.

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Capitolo 3
*** ostinazione ***


* ostinazione
 
Non si era perso d’animo dopo i primi tentativi andati a vuoto. Keith aveva cercato Shiro dappertutto. Con una tenacia e forza d’animo invidiabile.
Anche gli altri paladini di Voltron si erano uniti in quella ricerca, ma Keith era quello che stava più degli altri fuori, con il suo leone, cercando Shiro in lungo e in largo.
Era uscito con Red più volte nel corso dei mesi in cui l’altro era scomparso, e aveva controllato pianeti di cui non avrebbe mai nemmeno immaginato l’esistenza. Lo aveva cercato nelle galassie più lontane e se avesse potuto, anche in altri mondi paralleli.
Avevano quasi pensato che Shiro potesse essere intrappolato in un punto di incontro tra le dimensioni, o che magari una risonanza potesse aver aperto un portale verso un’altra realtà. Ma le loro ricerche non avevano prodotto, nemmeno in quel campo, nessun risultato.
Di Shiro, non c’era nessuna traccia. Il ragazzo era come scomparso nel nulla, ingurgitato chissà dove dopo lo scontro contro Zarkon.
C’era un unico posto in cui non avevano ancora potuto controllare, e quel posto era la fortezza dei Galra, impossibile da penetrare senza qualcuno che li aiutasse dall’interno. Keith più passavano i giorni e più era sicuro che Shiro si trovasse lì dentro, prigioniero dell’esercito dell’impero a loro ostile.
Al solo pensiero che potessero alzare un solo dito su Shiro, una furiosa rabbia si faceva strada dentro di lui, e nemmeno la vicinanza dei suoi compagni aveva attenuato il fastidio che provava quando passava davanti il leone nero, privo del suo pilota.
Più volte era rimasto a osservare la creatura addormentata, che attendeva solo la venuta del suo paladino per poter prendere di nuovo a volare nello spazio e a guidare tutti loro.
Non avevano più formato Voltron da quando Shiro era scomparso. Lui non era più salito all’interno del leone nero, e anche se questo avesse di nuovo risposto al suo richiamo, lui non intendeva prendere il posto di Shiro.
Non aveva intenzione di arrendersi nella sua ricerca.
L’avrebbe trovato.

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Capitolo 4
*** risoluzione ***


* risoluzione
 
La mente di Keith aveva perso stabilità quando il paladino nero era scomparso. Era come se qualcosa si fosse rotto dentro di lui a causa della sua perdita e forse non si sarebbe completamente potuta riaggiustare con il ritrovamento dell’altro.
Non si era mai sentito un leader, e mentre gli altri chiedevano che fosse lui a guidarli, lui pensava soltanto a ritrovare Shiro.
Ogni tanto, soprattutto agli incontri diplomatici, gli tornavano alla mente le parole del paladino, che la pazienza porta alla concentrazione. E la concentrazione avrebbe portato a una migliore visualizzazione del problema e la sua risoluzione.
Aveva tentato di seguire quel consiglio, ma a un certo punto era semplicemente esploso ma proprio quell’esplosione gli aveva fatto capire che aveva un atteggiamento sbagliato, soprattutto nei confronti dei suoi compagni, che si trovavano con lui nella medesima situazione.
Quando alla fine si era costretto a pilotare il leone nero, aveva provato sensazioni contrastanti. Seduto al sedile che doveva essere di Shiro, era come essere carezzato dalla sua presenza, che sentiva più forte all’interno della sala comando che in qualsiasi altra parte del castello, ma allo stesso tempo la rabbia che provava per averlo perso diventava come più forte quando si trovava lì.
E poi, pochi giorni dopo quella decisione, l’aveva sentito.
Era sicuro che il leone avesse percepito la sua presenza.
Senza che nemmeno toccasse i comandi, il leone era partito misteriosamente per proprio conto, portandolo davanti a una navicella. Il leone nero si era fermato davanti a essa, come in attesa, come se la sua ricerca fosse finalmente conclusa.
La nave, volteggiava nello spazio senza una meta, probabilmente senza più alcun briciolo di energia all’interno. Sentì la sua voce e dovette trattenersi dall’uscire e raggiungerlo immediatamente, mentre sul suo volto nasceva un sorriso.
In qualche modo era sicuro che all’interno della navicella ci fosse lui.
Mentre lo trasportava indietro al Castello, il macigno che si era formato sul suo cuore si era come alleggerito, anche se non completamente scomparso, sapendo che aveva finalmente trovato Shiro.

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