OSCAR STORIA DI UN GRANDE AMORE

di terryoscar
(/viewuser.php?uid=1060074)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricominciare ***
Capitolo 2: *** Strani pensieri ***
Capitolo 3: *** Finalmente ho capito di amarti ..... ***
Capitolo 4: *** Gelosia ***
Capitolo 5: *** L'insolenza di Girodelle ***
Capitolo 6: *** Caos in caserma ***
Capitolo 7: *** Verso Arras ***
Capitolo 8: *** Cambiamento ***
Capitolo 9: *** Confessione ***
Capitolo 10: *** Una dura realtà ***
Capitolo 11: *** Ritorno a palazzo Jarjayes ***
Capitolo 12: *** Rivelazione ***
Capitolo 13: *** La decisione di Oscar ***
Capitolo 14: *** 14 Luglio 1789 ***
Capitolo 15: *** Il dolore dei Jarjayes ***
Capitolo 16: *** Verso una nuova vita ***
Capitolo 17: *** Inizio ad Arras ***
Capitolo 18: *** La disperazione di Andrè ***
Capitolo 19: *** Madame Marguerite ***
Capitolo 20: *** Alba ***
Capitolo 21: *** Orgoglio ***
Capitolo 22: *** Ripensamenti ***
Capitolo 23: *** Partenze ***
Capitolo 24: *** Confronto ***
Capitolo 25: *** Discussione tra innamorati ***
Capitolo 26: *** Riconciliazione ***
Capitolo 27: *** La realtà del Generale ***
Capitolo 28: *** Ritorno al passato ***
Capitolo 29: *** Preparativi di nozze ***
Capitolo 30: *** Confessione di una figlia ***
Capitolo 31: *** La sorpresa di Andrè ***
Capitolo 32: *** Un giorno tanto atteso ***
Capitolo 33: *** Finalmente sposi ***
Capitolo 34: *** Il cambiamento di Oscar ***
Capitolo 35: *** Emozioni ***
Capitolo 36: *** Quando i fiori sbocciano ***
Capitolo 37: *** Vigilia di Capodanno ***
Capitolo 38: *** Un romantico duello ***
Capitolo 39: *** La confessione di Alain ***
Capitolo 40: *** Sentimenti contrastanti ***
Capitolo 41: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 42: *** Rinascita ***
Capitolo 43: *** L'amicizia ritrovata ***
Capitolo 44: *** Alle Tuileris ***
Capitolo 45: *** La proposta di Andrè ***
Capitolo 46: *** Ritorno a Versailles ***
Capitolo 47: *** L'onorificenza ***
Capitolo 48: *** Festeggiamenti al palazzo Jarjeyas ***
Capitolo 49: *** Il nipote di Bouillé ***
Capitolo 50: *** Il nuovo sindaco di Arras ***
Capitolo 51: *** Il coraggio di Alain ***
Capitolo 52: *** Il regalo di Andrè ***
Capitolo 53: *** Ritorno ad Arras ***
Capitolo 54: *** La fabbrica tessile ***
Capitolo 55: *** I provvedimenti di Alain ***
Capitolo 56: *** Il cesto delle more ***
Capitolo 57: *** La verità ***
Capitolo 58: *** Il complotto ***
Capitolo 59: *** La rivincita di Alain ***
Capitolo 60: *** Uno strano incontro ***
Capitolo 61: *** Una proposta per André ***
Capitolo 62: *** 25 Dicembre 1790 ***
Capitolo 63: *** La minaccia di Bouillé ***
Capitolo 64: *** Ritorno a Parigi ***
Capitolo 65: *** La richiesta del Generale ***
Capitolo 66: *** I sospetti di Oscar ***
Capitolo 67: *** Il consiglio comunale ***
Capitolo 68: *** Una nuova nascita ***
Capitolo 69: *** Il ritorno del Comandante ***
Capitolo 70: *** La richiesta di Oscar ***
Capitolo 71: *** L' ultimo incontro ***
Capitolo 72: *** La sfida ***
Capitolo 73: *** Notizie da Parigi ***
Capitolo 74: *** Un nuovo arrivo in casa Grandier ***
Capitolo 75: *** Gelosia di padre ***
Capitolo 76: *** Il tormento di Alain ***
Capitolo 77: *** Dolci ricordi ***
Capitolo 78: *** Un tuffo al cuore ***
Capitolo 79: *** La danza delle lucciole ***



Capitolo 1
*** Ricominciare ***


Non fermatevi al primo capitolo, la storia prenderà una diramazione differente dall'anime. Buona lettura!


25 Dicembre 1755



Ricominciare

Lieto evento nella villa del generale Francois Augustin de Jarjayes, anziché festeggiare, tutti erano impietriti dal terrore, in attesa dello scoppio d’ira del capofamiglia perché era nata la sesta figlia.
Il generale furibondo, guardò la nuova arrivata, la prese in braccio e sbraitò: “Anche se il cielo non ha voluto concedermi un maschio, ti crescerò come se lo fossi e ti darò il nome di Oscar Francois de Jarjayes!”


A soli quattordici anni, Oscar ebbe l’incarico suo malgrado, di capitano delle guardie reali. Il suo compito era quello di difendere la principessa Maria Antonietta D’Austria, che inseguito divenne regina di Francia.
Oscar non voleva affatto quell' incarico, anche se  le spettava per rango. La fanciulla allevata insieme al giovane André, nipote della sua governante, era consapevole che per seguire il volere del padre, doveva rinunciare alla vita di ogni ragazza della sua età.
André aveva solo un anno in più di lei. Venne affiancato da suo padre, affinché la proteggesse.
Per volere della regina Maria Antonietta, a soli diciotto anni, Oscar fu nominata colonnello delle guardie reali.
Tra intrighi di corte e un infinità di pericoli, immancabilmente al suo fianco c’era sempre lui, Andrè Grandier pronto a difenderla da qualsiasi pericolo.
In cuor suo Andrè celava un sentimento molto profondo. Infatti, il giovane era pazzamente  innamorato  della bellissima Oscar, che ignara dei suoi sentimenti, lo considerava semplicemente un amico fraterno, lei invece, era segretamente innamorata del conte Hans Axel di Fersen, amante della regina di Francia.
I sentimenti che Oscar provava per il conte svedese, non erano un mistero per Andrè.
I due giovani erano cresciuti insieme sin dalla tenera età: sua nonna la governante Marie, lo portò a vivere a palazzo Jarjeyes subito dopo la morte dei suoi genitori.


Oscar era così presa dai sentimenti  che provava per Fersen, che un sogno prese forma nel suo cuore.
Per la prima volta, indossò vesti femminili, quegli abiti che lei giurò di non indossare mai, senza che nessuno la riconoscesse in quei panni del tutto inusuali, partecipò a un sfarzoso ballo a corte.
Hans presente al ballo, fu attratto da quella bellissima donna misteriosa e la invitò a danzare.


“C’è una persona che vi somiglia molto! ... Nasconde il suo corpo incantevole sotto l’uniforme di ufficiale … è bella come voi … è coraggiosa, darebbe la sua vita per i suoi ideali. La persona di cui vi parlo è il mio migliore amico!"


Il mio migliore amico


Quella frase le spezzò il cuore. Oscar sconvolta, si allontanò bruscamente, rifugiandosi piangendo in un angolo buio.


“Fersen non potrà mai amarmi, sono solo il suo migliore amico… se solo non mi avesse conosciuta con quella dannata uniforme! ... Devo rinunciare a lui.”


André geloso della sua Oscar, quella sera trascorse tutto il tempo in un osteria a ubriacarsi, cercando inutilmente di non pensarla tra le braccia del bel conte svedese.
Stordito dal vino, André fece ritorno a casa, aprì la porta della sua stanza, e gettandosi sul letto, sussurrò: "Come faccio a non pensarla!? ... Non è possibile .. Lei è con lui, con Fersen, ed io qui, ad aspettarla! Dio aiutami a sopportare questo supplizio, mi sembra di impazzire!"


Con stizza si alzò dal letto, andò alla finestra, alzò le tende e vide arrivare la carrozza su cui Oscar era andata via.


"E' già qui! ... Ma cosa le sarà successo?!"


Oscar scese dalla vettura ed entrò frettolosamente a palazzo, percorse lo scalone ed entrò in camera sua sbattendo la porta.
 Sconvolta e delusa, si tolse con rabbia le vesti, si gettò sul letto e si addormentò tra i singhiozzi.

Albeggiava.
Andrè si svegliò stanco e affaticato, con addosso ancora gli abiti della sera prima, e alzandosi dal letto sussurrò:" Come sono ridotto! Ieri ero così ubriaco che mi sono addormentato vestito! ... Devo darmi una ripulita prima di affiancare la bellissima madamigella Oscar! ... Oscar, ieri sera, il conte svedese ti ha stretta a lui ... ed io invece, ho bevuto per dimenticare! ... Ma come si può dimenticare la donna che ami più di te stesso con la consapevolezza che, è tra le braccia di un altro uomo?!"


Come tutte le mattine Nanny la nonna di André, entrò nella stanza di Oscar per riporre  gli asciugamani puliti.


“Oscar sei ancora a letto!”
“Nonna ... sei già qui? “Sono quasi le sette bambina, devi sbrigarti, la colazione è pronta da un pezzo.”
“Oh! Ma è tardi! ... Non ho voglia di alzarmi!"
"Ma cosa dici?! Devi prendere il tuo posto a Versailles, non puoi ancora rimanere a letto! ... E poi, non è da te parlare in questo modo!"
"Si, lo so nonna , adesso mi alzo."

Nanny sgranò lo sguardo, vide il povero abito gettato sul pavimento, le scarpe lanciate da una parte, la biancheria abbandonata a terra stropicciata.

“Oscar, ma cosa hai fatto al vestito? Perché lo hai gettato a terra?” lo raccolse, lo appoggiò sul sofà e tirando le tende, continuò: "Tu e mio nipote, prima o poi, mi farete impazzire!" “Oh nonna … ho male alle testa e la luce del sole mi da fastidio!”
"Allora Oscar, si può sapere cosa hai combinato? Perché il vestito era gettato sul pavimento? E come se non bastasse, lo hai strappato."
“Volevo togliermelo ... ma era tardi e non volevo svegliare nessuno, così mi sono svestita da sola. Ma non è stato facile con tutti quei bottoncini…”
“Ho capito piccola, ma non era il caso di trattarlo il quel modo! ... La prossima volta, fatti aiutare da qualcuno.”
“Non ci sarà una prossima volta ...”
"Oh ma cosa dici!! Eri così bella! E poi, dovresti finalmente deciderti a comportarti come una donna. Sarebbe ora!"

Oscar annuì.
Pigramente si sedette sul bordo del letto, appoggiò i gomiti sulle ginocchia portandosi le mani alla testa, domandò: “ Dov'è André?”
“Ha già fatto colazione, ti sta aspettando di sotto. Neanche lui stamattina ha una bella cera, sono sicura che ieri sera, avrà fatto baldoria in qualche postaccio!" rispose Nanny mentre riordinava la camera.
 Oscar sussurrò appena: “ André mi sta aspettando. Oh Andrè, perché siamo diventati grandi?! Era così bello quando eravamo bambini! ... Eravamo felici e spensierati, invece adesso ....”

Oscar scese in cucina e fece colazione in compagnia di André, entrambi erano silenziosi.
 
“Andrè cos’hai? Non hai detto una sola parola da quando siamo qui!”
“E a te cosa ti succede?! A quanto pare, nemmeno tu hai voglia di parlare!”

Il tono di voce di Andrè è duro, sarcastico quasi, forse offeso.

“... Stamattina,  andrò da sua maestà la regina, rassegnerò le mie dimissioni ... ho deciso di lasciare la guardia reale .... Voglio prestare servizio da qualsiasi altra parte, ovunque, l'importante è dimenticare ... desidero dimenticare! … André, ero così felice quando credevo di essere un maschio, era tutto più semplice...” sentì salire le lacrime. “André, ora so come voglio vivere …”
“Dici davvero, Oscar?”
“Si, voglio vivere come un uomo. Voglio imbracciare un fucile, andare sui campi di battaglia per ritrovare quel tempo, che credevo di essere un maschio.” -
" Ho capito!... Vuoi fuggire dai tuoi problemi, vero Oscar?”

Sento lo sguardo di Andrè addosso, mi osserva in un modo così ….. strano.

“Che cosa vuoi dire André?”
“Sai perfettamente cosa intendo. E' inutile che te lo dica!…”
“Sta zitto! Non ho voglia di ascoltare le tue prediche!” rispose con tono severo. Lasciò la cucina, si diresse in giardino, raggiunse il suo cavallo e partì a galoppo.
 


Versailles


“Non posso accettare la vostra richiesta madamigella Oscar, non voglio.”
“Maestà, è la prima supplica che vi faccio a mio nome, vi prego, datemi il vostro assenso, qualsiasi incarico per me andrà bene, anche andare in marina!”
“Perdonatemi ma non posso farlo.” continuò prostrata, con il capo abbassato.
La regina angustiata, si alzò in piedi e sentenziò: “E va bene, sarete accontentata. Vi farò conoscere quanto prima il vostro prossimo incarico.”
“Vi ringrazio maestà, vi ringrazio dal profondo del cuore.”


Era sera, Oscar varcò il cancello di palazzo Jarjayes e portò nella stalla Cèsar il suo cavallo. Varcò il portone del palazzo e percorse velocemente lo scalone che la separava dalla sua stanza. In tutta fretta si liberò dalla divisa e indossò una camicia bianca e il pantalone. Con lo sguardo nel vuoto, rimuginò sulla giornata ormai giunta al termine.
 
Il suo sguardo cadde sui tasti al pianoforte, si sedette e cominciò a strimpellare alcune note, fino a suonare una melodia malinconica.


André era al piano di sotto, seduto davanti al camino scoppiettante, ascoltava le note struggenti provenire dal piano superiore.


Oscar, l'amore per Fersen, ti ha resa irrazionale, hai lasciato la guardia reale per allontanarti dalla donna che lui ama! ... Oh Oscar, sapessi quanto ti amo! ... Sono costretto a soffocare i miei sentimenti, sento che il legame che unisce da più di vent’anni si sta lentamente spezzando. L'amore che provo per te, mi logora l'anima.


“Andrè, André si può sapere a cosa stai pensando?"
"Io?!! A nulla nonna!"
" André, invece di stare qui senza far niente, porta questo vassoio a madamigella Oscar. Ho avuto una giornata molto pesante e sono stanca." >br> "Non preoccuparti nonna, ci penso io, va pure a dormire."
"Grazie André. Buona notte!”
“ Buona notte nonna!" rispose prendendo il vassoio.
André lasciandosi trasportare dalle tristi tristi note provenire dal piano di sopra, si diresse nella la stanza di Oscar.


"Oscar, posso entrare?" “Vieni André, entra! ... Oh grazie André, mi hai portato la cioccolata calda!”
Il giovane appoggiò il vassoio sul tavolo e con sguardo velato e voce roca disse: “Se non hai più bisogno di me, vado a dormire. Buona notte Oscar.”

Andrè ha la testa bassa, in segno di rispetto ma anche a causa del malumore che lo agita.

 Oscar prese la tazza del  cioccolato la sorseggiò, la  posò  sul tavolo, disse: “Aspetta, un momento André, ho qualcosa da dirti! ... Dal momento che ho deciso di vivere come un uomo non ho più bisogno del tuo aiuto, voglio cavarmela da sola; non ho più bisogno di te, da domani potrai fare tutto ciò che desideri!... Buona notte André.”

Andrè ha la testa bassa, in segno di rispetto ma anche a causa del malumore che lo agita.


Aspetta Oscar … anch’ io devo dirti una cosa... una rosa è una rosa che sia bianca o rossa, resta sempre una rosa.  Una rosa non potrà mai diventare un lillà.”
“Che cosa vorresti dire?! Che una donna resta pur sempre una donna, qualsiasi cosa faccia? ... Rispondimi André! …”

Lo sguardo di Oscar si spalancò, fuori di sé, sollevò la mano e rabbiosa colpì il giovane in pieno volto.
Andrè rimase freddo e impassibile.
“Rispondimi Andrè! ... Ti ho detto di rispondermi!"
 
Erano viso contro viso, André con una presa decisa l’afferrò per i polsi e la guardo intensamente.
L'azzurro fiero e battagliero fino a quel momento, divenne improvvisamente timoroso.
Oscar ebbe l'impressione di avere di fronte un perfetto sconosciuto freddo e severo.

“Così mi fai male André ...”

André avanzò ancora e con un gesto deciso dettato dalla disperazione, le si avventò sulla bocca, rubandole un bacio. Un bacio pieno di rabbia che racchiudeva tutta la sua passione e la sua disperazione.
 Oscar indietreggiò, entrambi caddero sul letto. André le stava addosso, labbra su labbra, sguardo nello sguardo.
Oscar riuscì a divincolarsi appena, e con tutte le sue forze urlò: “Lasciami André o chiamo aiuto!”
André fuori di sé, si sollevò appena e con impeto, le strappò la camicia scoprendole il petto.
Oscar, per la prima volta in vita sua, ebbe paura di André, il suo amico di infanzia, colui che fino a qualche istante prima lo riteneva un fratello ma in quel momento lo vide come un uomo.
Copiose lacrime scesero sul suo viso e tra i singhiozzi, sussurrò: “Bene e adesso ... che cosa vuoi farmi Andrè, che cosa vorresti provare?!”
Lui la guardò e con gli occhi pieni di lacrime arretrò, si sollevò e coprendola con il lenzuolo, mormorò: “Perdonami Oscar, giuro su Dio che non ti farò mai più una cosa simile...Per più di vent’anni ho vissuto con te … solo per te, se fuggire fosse una soluzione, io  sarei fuggito da te tanto tempo fa, Oscar! Io ti amo Oscar, ti amo da impazzire … credo di averti sempre amato!”

Andrè uscì  dalla stanza ancora più confuso e disperato di prima, lasciando Oscar in lacrime.

Riversa ancora sul suo letto e in lacrime, poco dopo Oscar udì lo scalpitio di un cavallo. Era André che lanciò al galoppo il suo Alexander.
Distesa sul letto e  in preda alla disperazione, Oscar singhiozzando, disse: Com’è possibile, che non mi sia mai accorta dei tuoi sentimenti?! Mi hai sempre amata André, ed io, ti ho confessato di amare un altro uomo … tutto questo è pazzesco, non è possibile! … Ti ho fatto soffrire, perdonami  Andrè, però tu non dovevi ... Oh André ...”


Era quasi l’alba quando Oscar si addormentò.


Il sole ormai era già alto, il cinguettio degli uccelli la destarono dal suo breve e travagliato sonno, gli occhi si schiusero, si era addormentata si addormentò con addosso la camicia strappata. Si alzò dal letto frastornata per quanto accaduto la sera prima. Si liberò in tutta fretta degli abiti che indossava e frettolosamente indossò l'uniforme. Il suo unico pensiero era recarsi al Quartier Generale per conoscere il suo prossimo incarico. Uscì correndo dalla sua stanza ma incontrò Nanny per il corridoio.
 
“Oscar la colazione è pronta ...”
“Non ho fame!”
"Ma come non hai fame?! Non vorrai uscire di casa senza aver fatto colazione?!"

"Per favore nonna, non ho voglia di ascoltarti, scusami!"
" Oscar ma ... hai litigato con André?"
"Tranquilla, André non centra." disse allontanandosi a passo marziale.  
"Ma non puoi uscire senza aver mangiato, ti ammalerai! ... Oscar , Oscar aspetta! ..."


MARZO 1787   Quartier Generale

Oscar ricevette il suo nuovo incarico.

“Oscar Francois de Jarjeyes,a partire dal prossimo quindici  Aprile, vi sarà assegnato il  comando dei soldati della guardia.”
“Io con i soldati della guardia!”
“C’è anche un messaggio da parte di Sua Maestà la regina: “Attualmente è l’unico incarico disponibile, se non fosse di vostro gradimento, siete pregata di comunicarlo a Sua Maestà …”
  “No. Vi prego di riportare quando segue, ringraziate  Sua Maestà da parte mia, ditele che, sarò per sempre un suo fedele servitore.”

Oscar si diresse nella piazza militare, dove si svolse la parata di commiato in suo onore. Alla parata prese parte anche il tenente Girodelle che da sempre, era al suo servizio come vice comandante.
Conclusa la parata, Oscar entrò per l'ultima volta nel suo ufficio, dove fu raggiunta da due ufficiali e da Girodelle, quest'ultimo disse: “Comandante, perché avete deciso di lasciare il vostro incarico?! Forse, è per qualcosa che, ha fatto qualcuno di noi?”
“No, Signori! E' una decisione strettamente personale, anzi, desidero ringraziarvi per la fedeltà che mi avete dimostrato in tutti questi anni.”
“Comandante, i soldati della guardia sono rudi e violenti, non è certo un ambiente adatto a voi! Vi preghiamo di ripensarci …”
“Girodelle, ho chiesto e ottenuto che prendiate voi il comando della guardia reale ... Vi affido i miei soldati.”
 
rispose decisa lasciando il suo ufficio. “Comandante … aspettate …”

 


Un capitolo doloroso della mia vita si è concluso. Voglio cambiare vita, allontanarmi da tutto e da tutti, non voglio vedere nessuno. Devo dimenticare Fersen. Ma ciò che è accaduto con André l'altra notte, mi ha sconvolta ... André mi ama ma io non potrò mai contraccambiare i suoi sentimenti. Lui per me è un amico, un fratello, nulla di più. Devo assolutamente dimenticare....


Ancora pochi passi, Oscar svoltò l'angolo. André l'aspettava con il suo Cèsar, appena la vide arrivare e abbassò lo sguardo.
Con atteggiamento fiero e, a passo deciso, gli passò davanti, montò a cavallo, sussurrò: “André, in attesa di ricevere il  comando dei soldati della guardia, parto, andrò nella villa di famiglia in Normandia.”
“Va bene... Oscar ...."
“E per quello che è accaduto l’altra sera, non ce l'ho con te, comunque preferisco dimenticare.” disse dando un colpo secco sui fianchi del cavallo partendo al galoppo e lasciando solo André.
 

Oscar raggiunse la Normandia.
Trascorse tutto il tempo in solitudine, ripensando agli ultimi avvenimenti che avevano sconvolto la sua vita.


"Fersen, mi ha fatto capire di essere una donna come tutte le altre; ha risvegliato in me un sentimento che non ho mai provato per nessuno. Potrò mai dimenticare tutto ciò che mi è successo? ... E' terribile, amare e non essere amati. André mi ama. Sto soffrendo, sono terribilmente confusa.
E' stata la soluzione migliore allontanarmi dalla regina, dalla donna che Fersen ama.
Se penso allo sguardo disperato di André, alle sue forti braccia che mi hanno stretta, al bacio che mi ha rubato ... io ... non avrei mai pensato che un giorno mi avrebbe fatto una cosa simile! ... Dio che tormento! Non credo che riuscirò a superare tutto questo!


Andrè era seduto a un tavolo di un osteria, un soldato alto con un fazzoletto rosso al collo gli si avvicinò e disse: " Ehi amico, possibile che tutte le sere tu debba venire qui a ubriacarti? Non ti va di fare amicizia! Ah ah ah ..."
A testa china André sussurrò:" Voglio restare solo ..."
"Umm .. credo che tu abbia problemi di cuore non è vero? ... Mi presento, sono Alain Sassoin, soldato della guardia metropolitana. Dimmi almeno come ti chiami!"
"... André ..."
"André. e poi?"
"André e basta."
"E va bene amico, ti lascio in pace. Ma dimmi, è colpa di una donna se passi tutte le sere in questo lurido posto? .... Ho capito André, non hai voglia di parlare, e va bene, ti lascio in pace, però se ti guardassi intorno, ti accorgeresti che il mondo è pieno di belle donne! Ah ah ah ..." disse il soldato allontanandosi.

“Non voglio nessuna donna che non sia tu, Oscar. Non potrò mai perdonarmi ciò che ho fatto, non mi basterà tutta la vita per chiederti perdono!" sussurrò mandando giù l'ennesimo bicchiere di vino. Si alzò e avvicinandosi al soldato e disse:" Alain ..."
"Cosa hai amico?"
"Poco fa, mi hai detto che fai parte dei soldati della metropolitana..."
Certo! Ma dimmi, non vorrai mica arruolarti per dimenticare il tuo amore perduto?"
" Alain, voglio arruolarmi anch'io ..."
"Ah ah ah .. dici sul serio amico?!! Ti avverto che la nostra, è una vita molto dura, siamo continuamente sottoposti a lunghi turni di guardia."
"Allora, mi aiuterai?"
"Se lo desideri, va bene, ma adesso devi unirti a noi! Ah ah ah ..."





Palazzo Jarjyes


“Andrè ..."
"Sissignore!"
"Sono stato appena informato dal Generale Bouillè, che Oscar ha lasciato il comando della guardia reale. Dimmi, perché mio figlio ha preso questa decisione tanto improvvisa?”
“Non ne ho idea, Signor Generale .... ”
“André se ti ho messo al suo fianco, e perché tu la proteggessi e le impedissi di commettere delle pazzie.”
“A me ha detto solo, che non mi dovrò più occupare di lei."
“Ma cosa crede quella folle?! Di avere vita facile con i soldati della guardia? Tornerà a casa con l’orgoglio spezzato … sciocca!”  


Sento il generale allontanarsi mentre butto ancora qualche seme ai piccioni.



La carrozza su cui viaggiava Oscar, varcò il cancello di palazzo Jarjayes.


Tornare a casa significa affrontare me stessa, il mio passato e ... André!


André era seduto al bordo della fontana, quando riconobbe la carrozza. Si alzò e aspettò che Oscar scendesse. Erano l'uno di fronte all'altro, occhi negli occhi, l’emozione fu tale che non si salutarono nemmeno.


“Bentornata bambina, finalmente sei tornata a casa!” disse Nanny andandole incontro per abbracciarla.
“Grazie nonna.”
Oscar tirò su lo sguardo, André le era di fronte, ancora occhi negli occhi.
La nonna continuò: "Tuo padre, vuole parlarti, ti sta aspettando nel suo studio.”
“Va bene nonna, lo raggiungo immediatamente.”  
" Oscar, ti preparo una buona minestra calda!"
"Grazie nonna! Verrò in cucina non appena avrò parlato con mio padre!" rispose allontanandosi a grande falcate.


"Padre, posso entrare?"
"Su entra! ... Ti ho vista arrivare!!"
" Volete parlare con me padre?"
“Cos’è questo colpo di testa? ... Su avanti parla, non rimanere in silenzio! Almeno abbi la compiacenza di rispondermi, Oscar …”
“Ho lasciato la Guardia Reale, sono il nuovo comandante dei soldati della Guardia Metropolitana.”
“Questo lo so già ....” sbraitò il generale battendo i pugni sulla scrivania. “Voglio  sapere il motivo della tua decisione!”
“Ho preso questa decisione e non torno indietro.”
  “Cosa vuoi dimostrare? Sai a quanti turni massacranti verrai sottoposta? Dovrai pattugliare non solo le strade di Parigi che, in questo momento, sono molto pericolose ma dovrai portare l'ordine nelle taverne, dove quasi ogni sera scoppiano i disordini e come se non bastasse, ti manderanno a perlustrare i bordelli della città!! Senza contare che, non troverai  dei gentil uomini ai tuoi ordini! Sei una sciocca, che cosa ti sei messa in testa?"
“Scusate padre ma ora devo andare.”
“Aspetta … non puoi andartene così, senza dare una spiegazione! .... ASPETTA OSCAR!!”

Oscar lasciò lo studio, ignorando le parole di suo padre.

Il generale, fuori di sè, si precipitò in camera di André.

Un tocco deciso.
"André, sei qui?!"
"Prego generale, avanti ..."
“André sta vicino a mia figlia, proteggi quella sciocca! Temo che possa accadere l'irreparabile! Ti ordino di arruolati immediatamente.”
“Siete preoccupato Signore?!”
“Sono disposto a tutto pur di proteggere mia figlia."
“Signore, mi sono già arruolato, prenderò servizio stasera. Lei ancora non lo sa, ma sono sicuro che quando lo scoprirà, andrà su tutte le furie! ... Ma non importa, io la proteggerò!"
“Benissimo André adesso mi sento più tranquillo! Vedrai, quell'insensata tornerà con la coda tra le gambe!”
“Ne dubito signore! Oscar è molto orgogliosa, ma su una cosa concordo: conosco quei soldati, e Vi assicuro che non sono affatto dei tipi tranquilli."
“Lo so Andrè, ed è per questo motivo, che ti ho chiesto di arruolarti!”.
"La proteggerò come sempre ...."
"Tutto questo è assurdo! ... Come posso stare tranquillo?!! Un solo uomo, non potrà difenderla da un branco di delinquenti!!"  


Oscar si presentò in caserma in anticipo. Prese possesso del suo nuovo ufficio e iniziò a familiarizzare con l’ambiente spartano in attesa del vice comandante della caserma militare.



“Mi presento, sono il colonnello D’agouit’, vice comandante di questa caserma.”
“Lieto di conoscervi colonnello!”
"Comandante, vi aspettavamo domani ..."
Ho preferito prendere servizio un giorno prima, per conoscere il mio reggimento. Colonnello, desidero visitare le camerate dei soldati."
“Vedete comandante, gli alloggi non sono splendidi ed io non vorrei che …”
“Non ha alcuna importanza colonnello, andiamo!"
"Agli ordini comandante!


A passo marziale i due ufficiali si diressero alle camerate.


Il primo soldato protestò: “Dannazione, proprio adesso doveva arrivare!”
 “Ma non doveva prendere servizio domani?!! Certo che cominciamo proprio bene.” lamentò il secondo.
"Eccoli, stanno arrivando, allineiamoci presto, presto!"
 

Oscar, seguita dal vice comandante fece il suo ingresso, con tono severo tuonò: “Soldati della Guardia sono il vostro nuovo comandante, il mio nome è Oscar Francois de Jarjeyes!”
Alain il capo squadra ordinò: “Soldati della guardia salutiamo tutti il nostro nuovo comandante.”

I soldati sbatterono i tacchi e fecero il saluto militare.

Oscar scrutò le camerate, si rese conto di una nuova realtà: le camerate dei soldati della guardia erano ben diversi dagli alloggi della guardia reale, la stanza era grande, imbiancata a calce, umida e sporca. Sulle pareti vi erano dei disegni sconci, le brande erano spartane, regnava il disordine..
Lo sguardo di Oscar si sgranò, quando vide André tra i soldati.

Tornata in ufficio e fuori di sé ordinò al soldato di picchetto: "Fa venire qui immediatamente, il soldato Grandier!"
"Agli ordini comandante!"

 
Intanto nelle camerate, un soldato disse:" Ehi amici, avete visto il nuovo comandante?! Non vi sembra un tantino strano?“
" Beh, a dire il vero, ha l'aspetto di una femminuccia! Ih ih ih ..."
"Secondo me, è più adatto a comandare le donnicciole della guardia reale!"
"Secondo me, lo hanno mandato qui, per farlo diventare un vero uomo! Ah ah ah ..."
"Ed è quello che faremo amico! Ah ah ah ..."
Il soldato di picchetto entrò nella camerata, disse: "Soldato Grandier, il comandante Jarjayes vuole vederti nel suo ufficio."
"Ehi Grandier, che storia è questa?! Sei appena arrivato e il comandante ti vuole vedere?!" "Cosa vuoi che ne sappia amico!" rispose uscendo dalla camerata.

Raggiunse l’ufficio del comandante, pronto ad affrontarne l’ira.

"Mi avete fatto  chiamare comandante?” disse André mettendosi sull’attenti.
Pugni stretti, braccia sollevate Oscar fuori di se protestò: “Si può sapere perché ti sei arruolato? Avevo detto che non avevo più bisogno di te!”
"Mi sono arruolato e basta. Se proprio lo vuoi sapere, ho un amico tra i soldati, mi sono arruolato tramite lui e poi, qualunque cosa tu possa dire, soltanto io sono in grado di proteggerti! ... Sempre ai vostri ordini comandante!”
“André io …”
André le diede le spalle e aprì la porta.
“Un momento non ho ancora finito! ... E' stato mio padre ha ordinarti di seguirmi?”

Andrè si voltò un attimo per rispondere alla domanda.

“Quando me l'ho chiesto, mi ero già arruolato.”
“Perché? Voglio sapere perché lo hai fatto?”
“Te l’ho già spiegato. Tu hai bisogno di me, non posso lasciarti da sola.”
“Ma io …”
“Tu niente Oscar, non sai in che guaio ti sia cacciata, non so nemmeno se sarò veramente in grado di... proteggerti.”
“Ti assicuro che non avrò affatto bisogno della tua protezione, Andrè.”
“Presuntuosa come sempre Oscar, non ti smentisci mai. Staremo a vedere!” rispose lasciando l'ufficio.
“E va bene André, fa come ti pare!”


Non passò molto tempo che, tra i soldati della guardia vennero a conoscenza che, il nuovo comandante era una donna.


“Alain che ne pensi, del fatto che abbiamo una donna al comando?” domandò il primo.
"Cosa vuoi che ti dica amico?!"

“Alain,ma secondo te, se è vero che il nuovo comandante è una donna, che diavolo ci fa in mezzo a un branco di uomini scalmanati!?” ridacchiò con malizia Gerard.
“E’ chiaro! ... Sicuramente “quella” è alla ricerca di emozioni forti!”
"Ah ah ah ah ah....." risero all'unisono.
"Hai perfettamente ragione Gerard, la donnetta è alla ricerca di emozioni forti! Ah ah ah ..."
"Vedrai che con noi, cambierà presto idea, scapperà a gambe levate! Ah ah ah..."
Alain ribatté:" Io non prendo ordini da una donna. Quindi, non prenderò parte alla parata di benvenuto in onore del nostro biondo comandante, preferisco dormire! Ih ih ih ..."
"Ben detto Alain, mi riposerò anch'io! Ah ah ah ..."

André ascoltò con preoccupazione i discorsi dei suoi compagni.


Era prevedibile che i soldati si ribellassero. Adesso cosa succederà?!


L'indomani, Oscar e il vice comandante si recarono in piazza d'armi, con la certezza di trovare schierati i soldati, per il saluto di rito al nuovo comandante..
D'aguille sibilò: " Ma cosa succede! Un momento fa, erano tutti schierati ma dove sono finiti?"
I soldati delegarono André, in veste di loro rappresentante, a trasmettere un messaggio al comandante: "Signori, i soldati si rifiutano di prendere parte alla parata .."
Oscar, tuonò: "E per quale motivo si rifiutano?"
"Perché non vogliono prendere ordini da una donna!"
"Cosa!!"

Fuori di sé e, a passo marziale, Oscar seguita dal suo sotto posto, fece irruzione negli alloggi.

“Ehi Gerard, che ne dici, il comandante sarà brava a comandare a letto?” Disse il primo.
“Non lo so ma sono sicuro che, sarà favolosa sotto le lenzuola!” Esclamò un secondo.
“Però amico mio, possiede degli occhi bellissimi, e che dire della bocca, è così sensuale! Certo, non si può negare che sia davvero molto bella!” Commentò Paul, il terzo soldato.
“Ehi non ti sarai mica innamorato della comandante!” – Incalzò un altro ancora.
"Ma che dici! Ah ah ah ..."


"Non faccio che ascoltare commenti sgradevoli sul tuo conto Oscar, non lo sopporto!" Sussurrò tra sé.

Senza che nessuno si accorgesse della sua presenza, Oscar ascoltò le parole dei suoi uomini, e con tono minaccioso digrignò: “Fuori di qui! Vi voglio schierati in piazza d’armi, entro cinque minuti!”
Alain sdraiato sulla sua branda, rispose con tono canzonatorio: “Non abbiamo voglia di marciare a passo di parata!”
 “Se hai qualcosa da dire alzati in piedi e dimmelo in faccia. Questo non è un ospedale ma una caserma!"
“Scusate comandante ... Vedete, noi soldati della guardia non abbiamo voglia di prendere ordini da una donna.”
“Io non sono certa violenta per natura, ma sono stata educata a misurarmi con chiunque, sono a vostra disposizione! … Spada, pistola non ho preferenze. ” Disse uscendo dalla camerata.
Uno dei soldati esclamò: “E’ coraggiosa! ... Almeno a parole lo è!”
“Dai Alain ti riteniamo il nostro capo, dalle la lezione che merita.” Disse uno di loro porgendogli la spada.
Alain divertito la impugnò, disse: "E va bene, le darò ciò che si merita. Vedremo se avrà ancora voglia di rimanere, quando l'avrò umiliata!"

Alain seguito dai soldati, raggiunse la piazza d'armi.
André non poté che assistere al duello, impossibilitato ad intervenire nel duello.

Il comandante e il soldato erano faccia a faccia, occhi negli occhi. Alain era un uomo decisamente robusto, forte e molto più alto di lei.
Oscar sapeva perfettamente che non sarebbe stato facile battersi con un uomo pronto a tutto, pur di mandarla via.
I due furono accerchiati dai soldati, che osservarono il duello con interesse e partecipazione, tifando per il proprio compagno. .
Oscar sguainò la spada, con tono perentorio sibilò: “Se vinco io dovrete marciare, se perdo, lascio il comando.”
“Ummm mi pare accettabile”- Rispose soddisfatto Alain sicuro di avere  già la vittoria in pugno. Oscar guardò il vice comandante che ordinò: “Colonnello, qualsiasi cosa accada, non dovrete intervenire.”
“Ma comandante ….”.
“Questo è un ordine!!”
Incrociarono le spade ed cominciarono a battersi, entrambi erano degni avversari. Alain era in vantaggio per la forza fisica. Tutti i soldati inneggiavano il loro compagno ma riconobbero che, il biondo comandante era un degno avversario; nessuno incitava più il loro compagno. Scese l'assoluto il silenzio.
Oscar era in difficoltà, ma grazie alla sua agilità e, ai suoi attacchi imprevedibili e veloci, batté Alain, ferendolo al braccio.
Il soldato lasciò cadere la spada, portandosi la mano alla ferita.
 
“Maledizione!! Sono stato battuto da una donna!!" “Non da una donna ma dal tuo comandante Sassoin!”/>
"Non è possibile! Ma come hai fatto fatto?! ... Una donna che è riuscito a battermi!"
“Squadra medica, portatelo in infermeria!"
"Si Comandante!"
"E non Appena ti avranno medicato, voglio vederti marciare in mio onore come tutti gli altri soldati, tanto la ferita non è grave ... soldato!"
"Maledizione!"

Dopo alcuni giorni, Alain e Andrè erano di pattuglia a Parigi. Il soldato, non perse occasione di chiedere ad Andrè: “Che rapporto hai con quella donna vestita in uniforme?”
“Che cosa vuoi dire?”
“Lo sai benissimo Andrè, tu non sei come noi … hai tutta l’aria di essere un aristocratico.”
“Io non sono un aristocratico.”
“Non ho detto che lo sei ma che l’ho sembri e poi, ti comporti in modo strano con il comandante mi spiego: tu la stai proteggendo, non è così soldato Grandier?”
“Si Alain, mi sono arruolato per vegliare su di lei, anche se non vuole!"
"Ma ne sono accorto! Ih ih ... E' una donna che non teme nessuno. Ma tu, che ruolo hai nella sua vita? Perché tutto questo interesse per quella donna?"
Se proprio lo vuoi sapere, te lo dirò: fin da bambino ho vissuto nella sua casa, ho ricevuto la sua stessa educazione e sono sempre stato al suo fianco per proteggerla! ... Sappi, che continuerò a farlo. Quindi badate bene a quello che fate! ... Guai a chi oserà sfiorarla, mi sono spiegato Alain?" Andrè rispose con tono minaccioso e deciso.
“Certo ... ho capito, oltre ad essere il suo galoppino, ne sei perdutamente innamorato! Immagino che è il comandante la responsabile delle tue ubriacature, vero amico?"
" "Smettila Alain!"
"Certo, a ognuno le proprie pene! ... Voglio darti un consiglio amico, io da una così, me ne starei alla larga, non sembra una donna facile, anzi, è indomabile! ... Fa attenzione amico, per un amore impossibile, si può perdere l'uso della ragione! ... Tzé ... il comandante e il soldatino, però che strano, mai sentito una cosa simile in tutta la mia vita! ...Ah ah ah ..."

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Strani pensieri ***


Strani pensieri


Erano trascorse oramai due settimane, da quando Oscar aveva preso il comando della Guardia Metropolitana.
Nonostante che André e Oscar frequentassero la stessa caserma, non avevano modo di parlarsi.
Oscar ripensava alla notte in cui André le dichiarò il suo amore e superato lo smarrimento iniziale, nel suo cuore si fece strada una nuova incomprensibile sensazione. Qualcosa di caldo, nuovo, le faceva palpitare il cuore ogni volta che pensava ad Andrè, ogni volta che lo vedeva allenarsi nel piazzale della caserma. Era come se lo vedesse per la prima volta, con occhi nuovi.

Nei giorni successivi, Oscar e André si ritrovarono a casa per trascorrere un breve periodo di licenza, l’imbarazzo tra i due era tale che a stento si rivolgevano la parola.
 André interpretava i suoi silenzi, come una sorta di rimprovero e di risentimento.
Come spesso avveniva, una sera, durante una cena a cui era presente anche André, il generale non perse l’occasione di esternare il suo disappunto con sua figlia, riguardo alla sua nomina di comandante della Guardia Metropolitana.



“Mi è stato riferito, che i tuoi soldati hanno scritto una lettera a Sua Maestà il Re.”
“Davvero Padre? …E per quale ragione lo hanno fatto?!"
“Non lo immagini Oscar? Lo sai perfettamente, che i tuoi soldati non vogliono prendere ordini da una donna! Tu piuttosto, cosa mi dici al riguardo!?”
“Dico che prima o poi, dovranno rassegnarsi! .. Non rinuncio al mio incarico!” Rispose fiera, sostenendo lo sguardo del padre.

“Oscar, sai benissimo che non approvo la tua scelta, preferirei che rivedessi la tua decisione.”
“Non posso farlo, penserebbero che ho paura. Non gli darò mai loro una simile soddisfazione. ”
“Devo dedurre che ne hai fatto una questione di orgoglio?”
 “Il mio non è soltanto orgoglio, quindi, non intendo rivedere la mia decisione! ....... André, anche tu concordi con mio padre?”
“Preferisco non rispondere, non vorrei metterti in imbarazzo davanti al Generale! .. E poi, lo sai benissimo come la penso ... In caserma se ne dicono di cose!”
“Domani ho un doppio turno di lavoro, preferisco andare in camera mia! ... Ho bisogno di riposare, piuttosto che intrattenere inutili conversazioni. Buona notte!”


Oscar si allontanò, il generale ribatté: “André sono preoccupato … mia figlia non sente ragioni. Vorrei che lasciasse l’incarico.”
“State tranquillo signore, Oscar sa bene come farsi rispettare.”
“In che modo André?! Sfidando i più indisciplinati a duello! Me l’ha detto Bouille’ questa mattina. André, temo che quella marmaglia le possa fare del male!"
"Signore, darei la mia vita per Oscar ..."
"Ne sono certo. Ma ciò che succede in quella caserma, non mi piace per niente! ... Preferisco andare a dormire, piuttosto che ascoltare le gesta eroiche di quell’ incosciente! ...... Proteggila André. Temo per la sua incolumità.”
“State tranquillo Signore, veglierò su di lei come sempre!”
 

Dopo essersi evitati per giorni, la mattina seguente André e Oscar fecero colazione in cucina.


“Bella cosa che hai fatto André, ti sei arruolato senza dirmi niente! Non bastava il colpo di testa di Oscar … anche tu ..."
  Oscar ammonì bonariamente la cara Nanny : “Dai nonna adesso basta! André e io non siamo più dei bambini, sappiamo badare a noi stessi.”
 “Ah si, certo!! … Già mi immagino ... tu circondata da uomini irriverenti e debosciati! Sta attenta bambina, potrebbero importunarti. E tu, André, fa in modo che non le accada nulla! ”
Andrè   guardò severamente Oscar ribatté: “Sta tranquilla nonna, madamigella Oscar sa come difendersi.”
"Si certo! Ma rimane pur sempre una donna e quei soldati non sono dei gentiluomini!"
"Non credi di esagerare adesso?"
"Niente affatto André. E' inutile che tu voglia tranquillizzarmi! Per fortuna che ti sei arruolato, altrimenti ... prima o poi, voi due, mi farete morire di crepacuore!"



Oscar  rimase in silenzio, pensò: André, so che  sei  preoccupato per me, ed è per questo motivo che ti sei arruolato. Sei sempre stato al mio fianco, so bene che non posso più fare a meno di te.
 
“C’è qualcosa che non va Oscar? Forse ti hanno infastidito le mie parole?”
“No ... niente, niente André!”
“Vado a sellare i cavalli, ti aspetto fuori.”
“Va bene André.”


Ma cosa mi sta succedendo?! Perché la sola presenza di André mi turba così tanto?! E poi … spesso mi ritrovo a pensare a quel … bacio. ...
”. 


Una voce severa distolse i suoi pensieri.
“Oscar, sbrigati è tardi!”
“Si, arrivo André.”
 
 


I due arrivarono in caserma ma non videro nessun soldato di guardia.

"André, ma cosa succede? Non c'è nessuno!"
"Non so ... probabilmente il Colonnello Da Guillè li avrà passati in rassegna..."
"E' assurdo lasciare incustodita un'intera caserma! Il colonnello Da Guillé dovrà darmi delle spiegazioni!"


Oscar si presentò nell’ufficio del Vice Comandante.


"Colonnello, cosa sta succedendo, perché non c'è un solo soldato in tutta la caserma?"
"Non ne ho idea Comandante! ... Fino a poco fa, erano tutti ai loro posti!"
"Ho capito, forse so dove trovarli!"
" Un momento Comandante, dove volete andare?"
"Nella sala di ricreazione, sono sicura che mi stanno aspettando!"


Decisa e a passo spedito, Oscar seguita da André e dal colonnello si diresse nella sala ricreazione.

Oscar spalancò la porta ed entrò decisa.
I soldati appena la videro entrare, scattarono in piedi e con atteggiamento canzonatorio si misero sull’attenti, uno di loro esclamò: “Bentornata Madamigella! Cioè volevo dire Comandante!”
“Che cosa significa tutto questo? Perché siete qui, non è certo l'ora di ricreazione!" La voce di Oscar tuonò squillante nella sala, fredda e decisa.
Alain con atteggiamento beffardo, rispose: “Non facciamo nulla di male, bel Comandante! Vogliamo solo darvi il nostro benvenuto! ... Sapete, dopo la breve  licenza che vi siete concessa, dobbiamo ammettere che siamo stati bene con il Colonnello Da Guillè!”
Il Colonnello ribatté: “Muovetevi andate ai vostri posti! Fino a poco fa, eravate tutti schierati nelle vostre postazioni. Che cosa Vi prende, perché vi comportate in questo modo? ”
Uno di loro ribatté: “Possibile che non l'abbiate ancora capito Colonnello Da Guillé!!? Vuol dire che saremo più espliciti: non vogliamo prendere ordini da una donna.”
Un terzo ribatté: "Ben detto Antonin, non la vogliamo, che se ne vada! Che torni da quei damerini dei soldati di Sua Maestà, è il posto che le compete."
Con sguardo fiero e voce sdegnosa, Oscar avanzò verso il soldato e ribatté: “Donna, donna, donna … quasi, quasi mi fa piace essere chiamata così, sapete, nessuno dei miei ex subalterni  si è mai ricordato di questo piccolo particolare, perché no, tutto sommato ne sono lusingata! ..... Cosa ti succede Muriell, arretri  per caso davanti a una donna?!!!” E portandosi la destra sul fianco sguainò la spada, continuò:" Muriell visto che ti senti tanto uomo, prendi la spada e andiamo in piazza d'armi! Ma ti avverto, questa volta non sarò tanto magnanima, come lo sono stata con il tuo compagno! Sta pur certo che non mi fermerò al primo colpo, e non avrò alcuna premura a non farti del male!”
 
Alain sarcasticamente ribatté: “Va bene Comandante, abbiamo ricevuto il messaggio. Non volevamo sfidarvi a duello ma semplicemente darvi il nostro benvenuto.”
“Che io  naturalmente ho apprezzato … Alain!” Rispose Oscar sorridendo beffarda.
Il Colonnello Da Guille, intimò: “Fuori da qui o vi sbatto tutti dentro e vi giuro che stavolta, vi mando davanti al tribunale militare per insubordinazione!”

I soldati mestamente e con sorriso beffardo lasciarono la sala, uno di loro ignorando la presenza del loro comandante, disse:“Alain, non capisco ... dopo tutto quello che le facciamo, perché il Comandante non ci punisce!?”
“Boh! Va a capire le donne.”

Un terzo intervenne: " E' una donna! E le donne sono magnanime! Ah ah ah ..."

Oscar, mormorò: “Che stupidi!”
André protestò: “Dovresti prendere dei seri provvedimenti disciplinari, non puoi andare avanti in questo modo.”
“André a cosa servirebbe!? Diventerebbero più ostili nei miei confronti, non voglio piegarli con la forza e poi, punirli tutti significherebbe svuotare l’intera caserma! Ah ah… Suvvia André non fare quella faccia!"
"Sinceramente non capisco cosa tu abbia da ridere!"
"Per favore André, fa venire nel mio ufficio Alain.”

"E va bene Oscar, come vuoi! Ma io continuo a pensare che dovresti punirli! ...."  
 

Alain era del suo alloggio, intento a lucidarsi gli stivali.
André entrò e disse: "Alain, il Comandante te sta aspettando ..."
Il soldato alzò lo sguardo e con occhi maliziosi, rispose: “Forse il bel Comandante mi desidera nel suo letto?”
"Cosa hai detto?!"

Andrè fuori di sé, gli si avventò contro, lo strattonò e lo colpì, scaraventandolo a terra.
Il trambusto fu tale che venne udito lungo i corridoi, giungendo fino all'ufficio di Oscar, che udendo le urla degli altri soldati, si precipitò immediatamente negli alloggi. La scena aveva dell' incredibile: sedie scaraventate, tavolo rovesciato, i due soldati se le davano di santa ragione.


“Alain, André, fermatevi maledizione! .... Colonnello Da Guillé siete qui, vi prego aiutatemi, dobbiamo separarli ... ”
“Smettetela voi due, non avete sentito il vostro Comandante?!! ... Sassoin, Grandier, BASTA!! ... Comandante è tutto inutile, non hanno nessuna intenzione di fermarsi! ...... Soldati dividete Grandier e Sassoin, MUOVETEVI, ALTRIMENTI VI SBATTO TUTTI DENTRO!" "
"Sissignore!" Risposero in coro.
Uno dei soldati disse: "Avanti, smettetela! Se continuate così, qui finisce male per tutti!"

Andrè e Alain furono divisi e trattenuti dai compagni, con non poca difficoltà.

Alain riluttante inveì: “Grandier sei il galoppino di quella donna, vattene!! Tornatevene a casa, non vi vogliamo!.”

André trattenuto dai compagni, tentò di vincolarsi ma senza riuscirci, replicò: " ALAIN NON NE HAI AVUTO ABBASTANZA?!! ... E VOI LASCIATEMI!!"
Oscar esasperata digrignò: “Basta Alain! Finiscila! Vieni con me, questo è un ordine!”
Da Guille, concluse:: "Hai sentito Sassoin!! SU MUOVITI!!"

Gli animi di ciascuno erano in subbuglio a passo spedito, Oscar seguita da Alain raggiunse il suo ufficio, che con tono severo ordinò: “Entra e siediti.”
“No, preferisco rimanere in piedi.”
“Come vuoi, rimani pure lì!”
“Si può sapere cosa volete ancora da me?”
“No, soldato Sassoin, sono io che pretendo di sapere, cosa TU vuoi da me!”
“Che ve ne andiate …”
“Forse ti metto in imbarazzo con la mia presenza Alain? Oppure ti senti ferito nel tuo amor proprio, perché devi sottostare agli ordini di una donna!… Non è così ALAIN?"
“Non è così.”
“A no! … Allora dimmi, qual'è il vero motivo della tua ribellione, nei miei confronti?! Perché non credo che sia dovuto solamente al mio stato femminile! ... Avanti parla! ........ E va bene, se proprio non vuoi darmi una spiegazione, dimmi perché sei stato degradato, visto che sei un nobile e hai frequentato l’ accademia militare!”
“La cosa non vi riguarda.” Rispose fiero e deciso, senza alcuna esitazione.
“Come vuoi, tanto ci metterò poco a scoprire”.
“....... Ho spaccato la faccia al Comandante che era in servizio prima di voi.”
“E per quale ragione lo hai fatto?"
“Durante una delle visite che mi fece mia sorella, quel porco, ha tentato di violentarla.”
“Cosa!!”

“Di cosa Vi meravigliate comandante?! Non è inusuale che tra gli ufficiali accadano certe cose! … Voi certo non avete questo genere di tentazione, dato la vostra condizione femminile!… Però le cose  potrebbero sempre ribaltarsi!"
"Continui con la tua insolenza soldato Sassoin?!!
" Insolente io?!! Ma no! ... Piuttosto, Voi, mio bel Comandante, che ci fate in un postaccio come questo, se non sbaglio eravate Colonnello delle guardie reali! … Eravate, niente poco di meno al servizio della nostra “amata regina," ...... Forse anche Voi siete stata degradata? Magari avete suscitato delle particolari tentazioni a qualche povero soldato che bramava per Voi, o magari, era un vostro superiore! Ih ih .... ”
“Ti sbagli Alain, non sono stata degradata. Molto probabilmente sono finita in questo posto, perché dovevo confrontarmi con tipi indisciplinati e rozzi come te! Ed ora, fuori di qui!”
“Agli ordini Comandante ah ah ah ah!.” Disse Alain mettendosi sull'attenti e sbattendo i tacchi, uscì e chiuse la porta.



Nei giorni avvenire i soldati adempirono con rigore alle loro mansioni. Spesso accadeva che Alain e André si trovassero fianco a fianco a pattugliare le strade di Parigi.
 
“Siediti Andrè tanto qui non succede nulla, è tutto tranquillo! ..... Rilassati amico, l’unica cosa che potrebbe accadere e che i poveri di Parigi, ci portino via il rancio.” Disse Alain tirando fuori la bottiglia, sorseggiando continuò: “Tieni … dai un sorso anche tu.”
“No grazie, non mi va.”
“Dai amico, non sarai ancora arrabbiato con me! ....... Ih ih .. Soldato Grandier, si vede che sei cresciuto in una famiglia di nobili, hai l’aria di un damerino!”
“Smettila Alain.”
“Oh..su non prendertela! … Capisco che tu l’abbia seguita per amore, ma sai cosa ti dico?!! .. Ho l’impressione che il nostro bel Comandante stia fuggendo da qualcosa! ... E’ una donna da ammirare non d’amare! .. E' inarrivabile per qualsiasi  uomo! ...E' fredda, sembra fatta di ghiaccio.”
“Alain!! Ti proibisco di mancarle di rispetto.” Andrè rispose furioso, quasi sul punto di perdere la sua compostezza.
“Calma amico, non era mia intenzione urtare i tuoi sentimenti! ... André, comunque non capisco, come il nostro Comandante si sia scelto questo genere di vita! E come se non bastasse, è sempre in prima linea, potrebbe delegare a qualcun altro le incombenze diciamo così … particolari, del resto lo fanno tutti gli ufficiali!... Lei invece no, è sempre tra i piedi non ci lascia respirare. Ieri per esempio, la nostra squadra ha ricevuto l’incarico di perquisire un bordello alla periferia di Parigi, sai cosa ha fatto quella donna?!! E' entrata senza riguardo e con una certa disinvoltura. Noi credevamo che mandasse qualcuno a ispezionare, invece niente. Sempre lei in prima fila a dirigere l'operazione!"
"Io non mi meraviglio affatto Alain, è il nostro comandante, quindi, dovrete abituarvi ...."
" André, in tutta sincerità, credevo che in quel genere di posti, ci andasse solo gente alla buona e invece mi sbagliavo: a quanto pare è frequentato da svariati nobili. Pensa, che il nostro Comandante in una di quelle stanze, ci ha trovato perfino una sua conoscenza. Mi pare che fosse un Duca!... ih ih ih .... Dovevi vedere André, il mandrillo era imbarazzato, lei invece era fredda, neanche lo ha guardato. Oh che sia ben chiaro, il tizio non era proprio  svestito, però non sapeva dove mettere la faccia! Ah ah ah ah... Che spettacolo! Lei è rimasta sul ciglio della camera, mentre noi abbiamo fatto la perquisizione! ... André, dovevi vedere il mandrillo, come balbettava: ma … ma ... madamigella ... ah ah ah ... ma il comandante non gli ha prestato la ben minima attenzione.  E' uscita dalla stanza ignorandolo completamente. Che donna!
Ripeto André, sembrava un pezzo di ghiaccio. Maledizione, non mi sono mai imbattuto in una donna simile! ... Senti Andrè, ma il Comandante che accidenti di vita ha condotto? Non è possibile che una donna abbia un atteggiamento simile, se mai poi fosse davvero una donna! Ih ih ih ..."
"Non ricominciare ..."
"No, no, non ho alcuna voglia di discutere con te amico. E poi, siamo di guardia, se litigassimo, verremmo rinchiusi in isolamento, non ci penso nemmeno! .... Ehi André, riferisci al Comandante, che ci lasci un po’ tranquilli e ci onori meno della sua presenza.”
“Perché non glielo dite di persona?!"
“Ti assicuro amico, che lo faremo!”


Terminato il suo turno di lavoro, André aspettava Oscar in piazza d'armi per tornare a casa.

Oscar ripose i documenti che erano sulla scrivania e lasciò il suo ufficio.
A passo spedito attraversò il corridoio, non appena svoltò l'ultimo porticato, qualcuno le mise una mano sulla bocca e la trascinò di peso.


“Oscar sta tardando troppo, meglio che vada a cercarla ….”

André andò nel suo ufficio, vide la porta aperta ed entrò.
“Oscar, sei ancora qui? .... Oscar ..... Che strano, non c'è! .. Ma dove sarà? ...... Non vorrei che .....”


Andrè tornò cercarla in  piazza d’armi ma non la trovandola, si recò nell’ufficio del Vice Comandante.

“Cosa succede Grandier?”
“Colonnello, avete visto il Comandante Oscar?”
“No, non l’ho vista! ... Ma non dovevate tornare a casa?”
“Signore, il comandante non è da nessuna parte. Temo che i soldati le abbiano tirato qualche brutto scherzo.”
“Grandier, io vado a cercarla nella stanza degli ufficiali, tu invece, recati nella sala di ricreazione.”
“Si signore, vado immediatamente!”



Ancora una volta Oscar fu vittima  dei suoi subalterni.
Legata a una sedia, era circondata dai suoi soldati.


“Avete svolto un ottimo turno di guardia, si può sapere cosa volete?”
“Ah-Ah non stiamo mica pensando di ucciderti Comandante … però vogliamo solo farti capire, che sei soltanto una donna, di modo che lasci al più presto la guardia.”
“Non ho l’abitudine di giocare Alain e poi, gli uomini più giovani di me, non sono di mio gusto!”
“AH-AH ... Amici, l’avete sentita? .. Però, non c'è che dire, che fegato! Non credo che sia il caso di dire certe cose Comandante.” Le disse Alain sfiorandola con le dita sulle gote. Occhi negli occhi viso su viso, continuò: “Che bella che sei … saresti una donna splendida se ti vestissi con l’abito da sera, e ti truccassi un po’! .... Secondo me Comandante, è un peccato lasciarti in uniforme.”
Risentita dall'insolenza di Alain, Oscar lo colpì in pieno volto, con un sostanzioso sputo.
Con lentezza, il soldato si portò la mano sul volto pulendosi con rabbia.
Ancora occhi negli occhi e tono minaccioso, continuò: “Vattene dalla guardia, altrimenti non finirà così perché tutti noi moriamo dalla voglia di una donna … se non lo hai capito .... tu ....”

Improvvisamente la porta si spalancò, l'attenzione di tutti si riversò su André che fece irruzione. Era sconvolto. Vide Oscar legata alla sedia e accerchiata dai soldati.
Rosso in viso, respiro affannato e fucile imbracciato, digrignò: “Volete veramente che vi ammazzi, bastardi?”
Uno di loro inveì: “Cosa! Su vieni avanti, provaci galoppino.”

Poche parole e i due soldati vennero alle mani finchè dal fucile di André partì un colpo.


Da Guille udendo lo sparo,  si precipitò in sala ricreazione, spalancò la porta deciso e vide Oscar legata e i due soldati picchiarsi.

“Che diavolo sta succedendo qui? ... Comandante Oscar, cosa Vi hanno fatto? Maledetti soldati, questa volta non la passerete liscia, farò rapporto al Generale Supremo!” Disse liberandola dalle corde.
Fredda e decisa, Oscar esordì :“Colonnello e voi tutti, non è successo niente, tornate negli alloggi e riposate signori! ... Ne avete bisogno.”
Alain indispettito digrignò: “Come niente? E se provassi a punirci? Sei la figlia del Generale, non dovrebbe esserti difficile.”
“Non ho alcuna intenzione di punirvi, tornate ai vostri posti ho detto!… Andate!”
Oscar uscì dalla sala, seguita da André, lasciando i soldati interdetti.

“Oscar aspetta …”
“André, è ora di tornare a casa.”
“Ma perché non li punisci? .... Aspetta non andare, guardami in faccia, e dimmi perché non li hai sbattuti dentro?!"
“A che serve André? Te lo già spiegato! ... Su prendiamo i cavalli e torniamo a casa.”
 
"Come sarebbe a dire?! Ma ti rendi conto di quello che ti hanno fatto? Cosa vuoi che ti accada ancora?"
"André, sta tranquillo, non mi accadrà nulla!"
" Ne sei sicura Oscar? Le loro intenzioni erano più che evidenti e tu dici che, non potrebbe succederti nulla!!"
"Si André, dopo quanto successo, non si permetteranno di commettere altre insubordinazioni!"
"Oscar, tu non puoi, non prendere provvedimenti."
" André, ora basta! Torniamo a casa!"
"Si, ho capito!! Come volete Comandante, sempre ai Vostri ordini!"
"Andrè ma ..."


Cavalli al passo, animo in subbuglio, silenzio assoluto, complice il chiarore della luna e la quiete della campagna, nella mente dei due passarono pensieri opposti.



Andrè è davvero preoccupato per me. Certo, in caserma sta accadendo di tutto ma io non posso andarmene, penserebbero che ho paura! ....... L'unica cosa che mi spaventa e che, i soldati possano farti del male André. Se ciò dovesse accadere, non me lo perdonerei! .... Oh André, solo quando mi sei vicino, mi sento bene. Vorrei che tu .... vorrei dirti che ... non mi sei indifferente ma non ho il coraggio di dirtelo!... Io l'indomito Comandante Jarjayes che non riesce ad ammettere i propri sentimenti, che assurdità!! ”-



Oscar mi sta guardando, chissà a cosa starà pensando?! Stasera è mancato poco che accadesse una tragedia ma non vuole rendersene conto. Vorrei che abbandonasse il suo incarico ma cosa pretendo?! Io non sono nulla per lei!



Mancava poco per varcare il cancello del palazzo, quando Oscar arrestò il cavallo e decise di rompere il silenzio.


“André non hai detto una sola parola durante tutto il tragitto."
" Non sono stato l'unico!"
" ..... André, perché l’altro giorno hai discusso con Alain? ..... André sto parlando con te!”
Tirò le redini del suo Alexander, la guardò severamente e digrignò: “Forse non lo immagini?! Comunque preferisco non dirtelo, tanto non servirebbe a nulla!”
“Non ti capisco, perché mi parli in questo modo?”
“Perché?! lo sai benissimo come la penso. Tu, in quel postaccio non dovresti starci. Non immagini nemmeno, quante oscenità dicono sul tuo conto!"
“Invece lo so André, mi è capitato di ascoltare qualche battuta irriverente nei miei confronti, non credere!"
“Tu dici qualche?! No!! Oscar, ogni giorno se ne dicono di cose, ed io sono costretto ad ascoltarle una ad una senza poter reagire. Sono sicuro che arriverà il momento che, non riuscirò più a controllarmi! ... Sta sicura, che se le cose andranno avanti in questo modo, prima o poi, succederà l'irreparabile! ..... Non so se riesci a comprendere, mio bel Comandante! Sai è così che ti chiamano i più rispettosi.”
“André non devi fare un bel niente, vedrai che si stancheranno e mi accetteranno come loro superiore.”
Stizzito dalle quelle parole, André scese da cavallo.
“Cosa fai André, non vuoi tornare a casa?”
“No, Comandante, ti sbagli! Tu non puoi neanche minimamente immaginare cosa dicono di te!”
“Certo che lo so, cosa credi che non li abbia mai sentiti?!!”
“Se ti riferisci a quella volta che sei entrata in camerata per la rivista,  ti dico che è ben poca cosa in confronto a ciò che devo sopportare! .. Mi capisci ora? Non vorrai mica costringermi a scendere nei dettagli, spero! Non riuscirei ad assere tanto sfacciato con te!”
“Dai su André!… Non dare alcuna importanza a ciò che dicono!
“Come puoi parlarmi così?! Ma ti rendi conto di quello che succede quasi ogni giorno?! Oscar, vorrei che scendessi da cavallo, desidero parlarti.”
"Non ne vedo il motivo!"
" E invece dobbiamo parlare e non lo possiamo farlo così ... su vieni, dammi la mano! ... Sto aspettando! ... E va bene, allora ti aiuto a scendere ..." Disse tirandola giù.
“André, si può sapere cosa ti prende? Sei per caso impazzito, cosa fai?”
“Ora mi devi ascoltare … se proprio vuoi sentirmelo dire, ti accontento: io ...non... posso... rimanere indifferente a tutto quello che ti sta succedendo, chiaro?”


Oscar avvampò per le parole di André e per la poca distanza che la separava da lui.
Il suo cuore batteva all'’impazzata. Arretrò di un passo, un altro, un altro ancora, l’emozione saliva, fino a non riuscire a sostenere il suo sguardo, il suo profumo. Erano vicinissimi.


“Cosa ti succede Comandante, ti è passata la voglia di scherzare dopo quando ti ho detto?”
“A .. Andrè .. non … non fare caso a loro...” Rispose dandogli le spalle.
“Non ti voltare, voglio che mi guardi negli occhi! ... Devi abbandonare l'incarico ..... Disse fronteggiandola.
“Andrè cosa dici, sei per caso impazzito?”
Viso avvampato, un respiro profondo.
“Può anche darsi che stia  impazzendo, ma è soltanto per colpa tua! .. Non pensi che sia giunto il momento di mandare al diavolo tuo padre e questa dannata divisa che ti è stata cucita addosso!?!”
“Ma cosa dici André!”
“So bene che non sono nessuno per … per poterti dire certe cose, sono solo il tuo … attendente però …”
“Basta André, non dire idiozie, non ho più voglia di ascoltarti! Torno a casa ....”-
Oscar mise il piede nella staffa e salì a cavallo partendo al galoppo.


Arrivò alle scuderie legò Cèsar, poco dopo fu raggiunta da André.

“Andrè … non pensare che io non ti capisca! ... Sei sempre stato al mio fianco, mi hai sempre difesa, protetta dai pericoli. So che sei stanco di tutta questa situazione, mi dispiace! … E'  giusto, che pensi un poco a te, che ti faccia una vita … io … io  appoggerei qualsiasi decisione prenderai! ... Desidero solo, che tu sia felice! .. Io vado Andrè! ... Scusami per tutti i problemi che ti sto causando!” Oscar era imbarazzata, titubante, pronunciò quella frase meno decisa del solito, triste persino.

“Un momento Oscar, vuoi davvero, che io sia felice?”
“Si André .... lo desidero con tutto il cuore."
“Ne sei davvero convinta di quello che dici Oscar?! ”


Confusa, rimase di spalle. Un passo dietro di lei e un altro ancora. Sentiva André avanzare lentamente.
I battiti del cuore diventavano sempre più veloci, le mani  sudavano, tremavano, desiderava solo lui.


“Allora Oscar? .. Aspetto che tu me lo ripeta, vuoi davvero che io sia felice?"

Le mani di Andrè erano appoggiate sulle sue spalle, un sussulto, l’emozione saliva sempre di più.

“Sto aspettando... rispondimi ... vuoi davvero che io sia felice?”

La voltò verso di lui, erano così vicini che le  loro labbra quasi si sfiorarono.

“Ti prego Oscar, non abbassare lo sguardo, voglio che tu ora me lo ripeta guardandomi negli occhi. Desideri davvero che io sia felice?”
“Si, desidero con tutta me stessa, che tu sia felice Andrè…”


Andrè, le impedì di dire altro, la strinse a sé e si avventò sulle sue labbra che si schiusero in un bacio dolce e appassionato prima, impetuoso e pieno di desiderio poi.
Oscar sentiva le mani  di Andrè accarezzare i suoi fianchi, per poi risalire lungo la schiena.

André si allontanò appena, sussurrò: “Ti amo Oscar …”

Si avventò nuovamente su quelle labbra inesperte con più passione che, lei ricambiò con altrettanta bramosia.


Una voce spezzò l’idillio.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Finalmente ho capito di amarti ..... ***


Finalmente ho capito di amarti ......



“Oscar … Andrè …”
Una voce familiare distolse le loro bocche, la ragione prese il sopravvento. Labbra rosse e gonfie, occhi languidi, guance avvampate, un attimo di smarrimento si allontanarono d’impulso l’uno dall’altra.
Una figura minuta fece irruzione nelle scuderie.
“Cosa è successo nonna?” Domandò Oscar,evitando lo sguardo indagatore di nanny.
“Oscar, tuo padre è nel suo studio, ti sta aspettando con un ospite. Desidera parlarti! 

Oscar era confusa e smarrita. Il cuore batteva all'impazzata, sentiva il viso avvampare, fece un respiro profondo per ritrovare la padronanza di sempre.


"Si, nonna ... arrivo! ...Ma ... E’ forse successo qualcosa? Sai perché, mio padre vuole vedermi?”
“Oscar, bambina mia … hai ricevuto una proposta di matrimonio ... ”
“Cosa! Stai parlando sul serio?!” br> " Si, certo che parlo sul serio."
Confusa più di prima, Oscar guardò per qualche istante il volto inespressivo di André, ribatté:“Ma che scherzo è questo? Cos’altro si è messo in testa mio padre!  Ha davvero deciso, di rendermi la vita impossibile!”
“ Oscar, tuo padre è ben felice della proposta che hai ricevuto che, mi ha perfino ordinato, di portare il miglior vino dalle cantine, per brindare all’evento!” -
“Bene, se è così, voglio proprio vedere chi ha il coraggio di fare una simile proposta a me, sicuramente deve essere un folle!”
“E’ il tenente Girodelle, Oscar.”
“Cosa!! Ma è assurdo io dovrei sposare un uomo che fino a poco tempo fa, ho dato degli ordini e mio padre è d’accordo? Chissà perché, a me viene solo da ridere! ........Aspetta nonna ci penso io, vedrete farò  passare la voglia di scherzare, sia a mio padre che a Girodelle!”


Oscar lasciò in tutta fretta le scuderie, corse verso casa, varcò il portone, a grandi falcate percorse lo scalone.

 Nanny e Andrè entrarono in cucina, Andrè tirò a se la sedia e si sedette.
Il tavolo era apparecchiato per la cena. André con un gesto di stizza, allontanò ogni cosa e appoggiando i gomiti  sul tavolo, con tono disperato mormorò: “Nonna, preferisco morire piuttosto che vederla accanto a un altro uomo.”
 “André ti prego non dire queste cose  ma anche tu, benedetto figliolo, cosa ti eri messo in testa?!! Speravi davvero che tra voi, un giorno potesse cambiare qualcosa!? No ragazzo mio! Per quanto tu possa amarla, non credo che lei ti potrà mai vedere come uomo. Per Oscar rimarrai sempre un amico, un fratello, nulla di più..."  - Disse la nonna asciugandosi le lacrime..


Augustin e Girodelle erano seduti l’uno di fronte  a l’altro, sorseggiando del vino.

“Sono davvero felice  Generale Jarjeyes che mi diate l’assenso per corteggiare vostra figlia. Credetemi Signore, sarei l’uomo più felice del mondo, se Madamigella Oscar accettasse la mia proposta di matrimonio, vi assicuro che la renderei felice.” 
“Su questo non ho il minimo dubbio Conte Girodelle! .. So perfettamente, che siete un gentiluomo e mia figlia non potrebbe ambire a un partito migliore in tutta Versailles ..... ” 
La loro conversazione fu interrotta dallo scalpitio dei passi.

“Credo che sia mia figlia, è arrivata finalmente!”
Un tocco forte e deciso alla porta, Oscar non attese alcuna risposta, entrò.  

“Buonasera”.
“Ah Oscar, finalmente! Su vieni avanti, accomodati!” 
Girodelle, appena la vide entrare, si alzò in piedi e la salutò con un inchino.
“Buona sera madamigella Oscar,mi fa piacere rivedervi, ho sentito tanto la vostra mancanza.”
“Prego Tenente non dimenticatevi che sono un vostro superiore, Vi invito a rivolgerVi con il dovuto rispetto.”
"Madamigella, da quando  sono al comando della guardia reale, posseggo il grado di Maggiore, e per quanto riguardano le formalità, mi dispiace, non posso farlo, non sono più al vostro servizio. In questo momento ho di fronte, una bellissima dama!”
  -“Padre, cosa succede? Cos’è questa pagliacciata?” 
“Vedi, figlia …”
“Figlia?! Ho udito bene? Non mi avete mai chiamata così ... miei titoli sono sempre stati: Conte, Signore, Comandante, devo continuare?”
“Oscar, è giunto il momento che tu lasci il servizio, ti sposi e mi dia un erede. Il conte Girodelle ha chiesto la tua mano, ed io sono lieto di concedergliela.”

Fredda e severa, ribatté: “Neanche a parlarne, io non sono il vostro soldatino! Cosa credete, che  mi sottometta al vostro volere e vi accontenti? Be vi sbagliate! Se mai un giorno mi sposerò, sarò io a decidere, quando e con chi.”
 
 Il Generale batté la mano sulla scrivania, e digrignò: “Non ti permetto di parlarmi in questo modo, te lo proibisco!”
Con atteggiamento fiero, Oscar continuò:“Tenente, non ho alcuna voglia di sposarmi! Dovete dimenticarmi! ... E poi, Girodelle, non immaginate nemmeno a cosa andreste incontro. Sono abituata a comandare non ad obbedire! Scusatemi.”
Il generale scattò in piedi spostando nervosamente la  poltrona all’indietro, e sbraitò: Un momento Oscar, non ho ancora finito!”
“Per me invece è tutto padre, non ho nient’altro da dire! ...”

“Oscar Francois torna indietro! ... OSCAR!!…”

Oscar, ignorando le parole di suo padre, a grandi falcate andò in camera sua. Ad aspettarla c'era nanny, che con voce flebile disse:“Oscar,tuo padre …”
  “Mio padre è fuori di sé, che se la faccia passare questa idea assurda! Altrimenti mi vedrò costretta a lasciare immediatamente la sua casa! ... Cosa pensa di fare con me? Obbligarmi a sposare come ha fatto con le mie sorelle? Beh, Se è così, si sbaglia di grosso! .. Non sono più la ragazzina da piegare al suo volere!”


 Andrè dopo aver ascoltato Oscar in silenzio, lasciò il corridoio insieme a sua nonna.
Rimasta sola in camera sua, mormorò: “Tutto questo è assurdo! .. Io sposata con il Conte Girodelle! ... E' ridicolo!”
Con un gesto di stizza, sbottonò a uno a uno  i bottoni dell’uniforme, se la sfilò e la gettò sulla sedia, si sedette sul letto, continuò: “Maledizione!! Mio padre, sa come rendermi la vita impossibile!"


Intanto, il Generale e Girodelle uscirono mestamente dallo studio, quest’ultimo sicuro di se disse: “Insisterò finché non l’ avrò conquistata Signore! So benissimo che vostra figlia, non è una donna calma e tranquilla ma vedrete, le farò cambiare idea! ... Io vado Generale, attendo Vostre notizie quanto prima. Sono sicuro che la prossima volta che ci vedremo sarà per organizzare le nozze! Buona sera Generale!”
" Buona sera Girodelle ..."


A passo deciso, il Generale raggiunse sua figlia, bussò e senza attendere alcuna risposta entrò.
“Cosa volete padre?”
“Sai bene, di cosa voglio parlarti! "
“Padre, non vorrete tornare sull’argomento,spero! Sarebbe tempo sprecato!”
“Oscar, voglio che ti sposi e che mi dia un erede sano e bello!”
“E magari, un maschio, vero Padre?... Ditemi, ma dove nasce questa idea assurda?! Io non riesco a capirvi, non volevate che un giorno prendessi il vostro posto? Sto facendo del mio meglio, non credo che possiate lamentarVi! ... E poi, vi immaginate, una donna a capo di un esercito con una prole al seguito, sarebbe ancora più ridicolo! Già immagino i miei subalterni ... mi canzonerebbero ancora più, di quanto già non facciano!”
"Oscar, ti proibisco di prendermi in giro! Non puoi parlarmi in questo modo, sono tuo padre! E poi, ti ho già detto un'infinità di volte, devi lasciare il tuo incarico! E' giunto il momento che cambi vita, è chiaro?!”
“Padre una soluzione ci sarebbe ...Se volete un erede, adottatelo da una delle mie sorelle ... E poi, l’educazione che mi avete impartito, non è certo adeguata per diventare  una brava moglie, al contrario, sarei ribelle e indisciplinata, non sono certo una donna che si sottomette a un uomo, tanto meno a un marito! ... Ih ih ... Sarei costretta a sfidare a duello Girodelle o chiunque altro sposassi e voi, mi fareste da padrino ogni santo giorno!
Credetemi, ci vuole davvero coraggio sposare una come me! Ah ah ah! .... Padre scusatemi sono stanca, domani devo tornare in caserma.”
“Devi congedarti …”
“Sapete, stasera  non siete il primo a suggerirmelo! Probabilmente non mi sono spiegata: della mia vita faccio quello che voglio, voi non mi ordinate più niente!”

Il Generale esasperato dall’atteggiamento della figlia, alzò la mano per colpirla, Andrè assistendo alla scena dal corridoio, gli si avventò, bloccandogli il braccio.
“Non fatelo generale …”
“Cosa fai Andrè?”
“Lasciatela stare, non Vi permetto di toccarla!"
“Non hai alcun diritto di intrometterti, va via Andrè!"
“Invece vi sbagliate! Il diritto me l’avete dato voi, mettendomi al suo fianco per proteggerla. Se fosse necessario la difenderei anche da Voi, Signor Generale!”

“E magari Andrè, vorresti sposarla, non è vero?!”
“Si, se solo Oscar lo volesse!”
“Andrè io … -Mormorò Oscar.
“No!Non è possibile! Un nobile prima di sposarsi deve chiedere il permesso a Sua Maestà!”
“Si lo so! Ma se sua maestà s’innamora di una donna, deve forse chiedere il permesso a qualcuno?”
“Basta Andrè, quello che dici è assurdo! ........ Oscar, ho capito!! E' per André che rifiuti Girodelle, non è vero? RISPONDIMI!!! ... E va bene! Ne ne vado, ma l'argomento non è ancora concluso!


Il Generale, lasciò in tutta fretta la stanza, Oscar e Andrè rimasero soli. Sguardo nello sguardo.
Silenzio.


“Andrè, grazie per avermi difesa, ma adesso lasciami sola per favore,sono terribilmente stanca ... e confusa ....”

" Si, certo.... Buona notte!"
"Buona notte .... André ...."


A passo spedito il Generale raggiunse nanny, domandò: “Tu, conoscevi le intenzioni di tuo nipote nei confronti di mia figlia, non è vero?” 
“Io non so niente dei ragazzi Signore! .. So solo che, Andrè darebbe la vita per Oscar ma questo lo sapete già!”
“Non ti credo! E' chiaro che André è innamorato di Oscar e tu lo sai!
"E anche se fosse?!! Cambierebbe qualcosa Signor Generale?"
"Nanny, non ti ci mettere anche tu!"
"Avreste qualcosa in contrario, se i ragazzi si amassero?"
"Nanny, io non ho nulla contro Andrè! So bene, che è un bravo ragazzo, è cresciuto in questa casa e possiede la medesima educazione di mia figlia ma Oscar deve pensare al suo futuro. E poi, mia figlia non ha detto nulla a riguardo.Sono sicuro che mia figlia veda tuo nipote come un fratello ... Credo ....."





Era notte fonda.
Oscar dal suo letto, guardava attraverso la finestra i riflessi della luna che, illuminavano la stanza ormai buia, rischiarata appena dalla luce flebile di una candela.
Si girava e rigirava nel letto, non riusciva a dormire, nella sua testa c’era soltanto lui, Andrè. Tanti pensieri imperversavano nella sua mente ......


”Sono stata innamorata di Fersen, ho perso tanto tempo per rincorrere un amore effimero, che schiocca che sono stata!
..Finalmente ho capito che l'unico uomo che potrei amare veramente è André! ..... Il mio compagno di giochi, mio fratello, il mio confidente, colui che che mi conosce più di chiunque altro. Mi è servito troppo tempo per capire che, il mio unico e vero amore è André! Il mio André.
Quello che è successo nelle scuderie, non è stato altro che la dimostrazione di quanto l'ami! ..... Sento il cuore battere, scoppiare, mi sento impazzire! ... E' lui che voglio ... Cosa faccio? ...... E' mai possibile che per me, è più facile sfidare qualcuno a duello, piuttosto, che confessare ad Andrè i miei sentimenti?! ... "

Con impeto, scaraventò via le coperte, si tirò su, mormorò: “Lui ha avuto il coraggio di sfidare l’ira di mio padre, invece io,  l’indomito Comandante non ho il coraggio di dirgli che l’amo!! … Devo andare da lui, non vorrei che si stancasse di aspettarmi! ... Io … non voglio perderlo.”


Si alzò dal letto e a piedi nudi, andò verso il tavolo, accese un'altra candela, prese il candelabro, in punta di piedi percorse il lungo corridoio, scese lentamente le scale e senza esitare s’incamminò verso la stanza di Andrè.


Disteso sul letto, Andrè pensava e ripensava alla sua amata Oscar ......

Non mi sembra vero, Oscar non mi ha respinto, si è lasciata accarezzare .... Ho sentito il calore del suo corpo, il profumo della sua pelle, ha corrisposto il mio bacio. Si, mi ha baciato, ci siamo baciati. Forse mi ama .....

Un tocco alla porta, un sussurro: “Chi sarà mai a quest’ora?”
“Andrè sono io ... Oscar! … Andrè apri …”
“E’ lei!! ... Oscar …”

Un tuffo al cuore, un sussulto, André si precipitò ad aprire la porta, erano l'uno di fronte all'altra era rossa in viso, con la candela in mano, tremante e timorosa.

“ Andrè  posso entrare?”
“ Oscar, tu qui! Ma si, certo entra pure ....”

Oscar entrò in camera e posò timidamente il candelabro sul tavolo.


I loro sguardi si accarezzarono, un breve silenzio .....

“Andrè …”
“Oscar …”

“Ecco ... Andrè io …”
“Oscar,tu … tu nelle scuderie … mi hai detto che … io …”
“André .. ecco ... io volevo dirti che … André .... per me, tutto questo è molto difficile ...” 

 Erano vicinissimi, i loro sguardi si cercavano.
André non esitò, la prese tra le braccia, sussurrò: “Sei tutto ciò che desidero per essere felice! ... Oscar non so, se per te è lo stesso ma io ti amo Oscar, ti amo da impazzire ....”
" ... André ..."
Con impeto, André la strinse a se, fece sue quelle labbra tanto desiderate, perdendosi in un lungo bacio appassionato....

“Oscar, ti ho sempre desiderata, ti desidero ......”

Ancora un altro bacio ......

Oscar si abbandonò nuovamente tra le braccia di André, ricambiando quel bacio appassionato ....


 “Andrè …”
  “Oscar …”
Ancora un bacio e un altro ancora, si strinsero con ardore, con passione , con amore....

“Io ti amo Oscar … ti amo sopra ogni cosa …”

 Viso arrossato, occhi umidi, l’imbarazzo, l’emozione saliva. Oscar non riusciva più a sostenere l'infinità di sensazioni che sentiva. Prese le sue mani e le allontanò. Oscar era spaventata, disorientata; scappò via,  lasciando André confuso ma felice.
Oscar percorse in tutta fretta i corridoi del palazzo per rifugiarsi in camera sua.
Andrè sentiva il cuore battere con forza, un sussurro appena: "Oscar perché sei fuggita da me! ...."

Guidato dall'impulso, André si lasciò trasportare dai suoi sentimenti, decise di raggiungerla.

Oscar era appoggiata a una parete della sua stanza, ansimava, lo vide entrare.
André la guardava con amore con passione, le sussurrò: “Aspetta Oscar, sei scappata via, cosa ti ho fatto?!! ... Non voglio che tu fugga ancora da me ... dal mio amore, da ciò che sento per te e sopratutto, da ciò che tu provi per me ....”
 Occhi negli occhi.
André intrecciò le mani alle sue, con affanno le disse:“Oscar, tu sai cosa provo per te ... io ti amo! Ma adesso voglio che tu mi dica, cosa provi per me! ... Ho bisogno di sapere, non voglio ancora vivere nell'incertezza… ”
Ancora occhi negli occhi, labbra appena sfiorate.
Oscar si lasciò travolgere dai suoi sentimenti, gli si gettò tra le braccia,   sussurrando: "Io ti amo Andrè … ti amo tanto … ti amo come mai avrei immaginato ..... ”
"Oscar ...."


I due innamorati si abbandonarono completamente a quel abbraccio tenero e pieno d'amore.



 Poche parole sussurrate, finalmente entrambi si fecero condurre dal loro amore .......

Andrè non attese oltre, la prese tra le braccia e la portò sul letto adagiandola delicatamente come se fosse un prezioso tesoro da custodire gelosamente. 
Si appoggiò delicatamente su di lei, divorando i suoi baci con estrema passione fino a spogliarla con un tocco leggero ma deciso.
Oscar  era stordita dalle carezze  e da quelle labbra dolci e appassionate che sentiva percorrere su tutto il corpo, completamente nuda e in balia dello sguardo pieno di desiderio di Andrè che pronunciò appena una frase  con respiro affannato che racchiudeva tutto il suo amore.
“Sei bellissima...”
La voce  tremante, le sue mani  accarezzavano il suo corpo.

"Ti ho sognata un infinità di volte, desiderata, niente e nessuno potrà separarci ... Oscar ..."
 “André, siamo  nati per amarci ... ti amo, ti amo...”
Lo baciò con tutto l’amore  racchiuso nel suo cuore, in preda dalla passione, sentì il corpo del suo amato affondare in lei. Si abbandonò a lui stringendolo a  sé.

“Oscar ... come ti senti?”
“Sto bene e sono felice, André!”
“Temevo di averti fatto … troppo male.”  La strinse ancora più a sé. Lei sorrise appena e arrossì stringendosi ancora di più a lui, attimi fatti di silenzi e un lungo respiro, mormorò“Andrè, vedi, io mi ero ripromessa di non fartela questa domanda, però …”
“Però?”
“Tu, tu hai avuto molte donne?”
“Cosa?”
“Se non vuoi dirmelo, non importa.”
Andrè sorrise, le sfiorò le labbra, sussurrò: “Nessuna.”
“Cosa!... no, non ti credo, tu mi sei sembrato così … sicuro che …” 

“Oscar, ti ho desiderata così tanto che, volevo te soltanto, te e nessun'altra! ..... Non pensare che non lo desiderassi ma a cosa sarebbe servito?!...... Non ci sono riuscito. Ho affogato le mie pene, bevendo! ...Ora una domanda voglio fartela io amore, quante volte mi hai visto ubriaco?”
“Diverse volte.”
“Sei stata tu sola, l’unica responsabile delle mie sbronze, mio bellissimo Comandante!”- Sorrise.
Oscar non rise affatto, le si riempirono gli occhi  di lacrime e con la voce rotta dall’emozione rispose:“Grazie Andrè di avermi aspettato.”  Si strinse a lui, poggiando dolcemente la testa sul suo petto baciandolo.
“Oscar … Avevo quasi perso la ragione quando ti eri invaghita di Fersen, il desiderio di te era diventato delirio, il mio corpo desiderava solo il tuo. E poi è arrivato Girodelle !!... Anche se mi sentivo rincuorato dal bacio che ci siamo scambiati nelle scuderie, però ho temevo che tu …”
"André, in questo momento l'unica certezza che ho, è l'amore che sento per te! ... André, io ti amo, non dubitarlo mai!"
Oscar  l'ho interruppe con un bacio, il suo era un bacio pieno di passione. Il  nuovo contatto risvegliò in lei sensazioni appena appagate,  carezze proibite e piaceri sconosciuti …
André la strinse a sé e la fece ancora sua. 
Stremati rimasero abbracciati, si addormentarono. 



Come tutte le mattine, nanny entrò nella stanza di Oscar per portare gli asciugamani puliti, lo fece distrattamente come ogni giorno, pensando che avrebbe trovato la sua bambina in procinto di svegliarsi, invece trovò i due a letto e abbracciati.

"Santo cielo!! Ma cosa succede!!" Disse lasciando cadere gli asciugamani a terra.
Oscar si svegliò e con un gesto veloce si copri con il lenzuolo, e disse: " Nonna, cosa ci fai qui?!!"
" Come sarebbe a dire cosa ci faccio?! Ti ho portato come ogni giorno i tuoi asciugamani!..... André che cosa le hai fatto?"
" Nonna, per favore non gridare, così sveglierai tutti ..."
"André, Oscar, vi rendete conto della vostra situazione?”
“Nonna, Andrè non ha nessuna colpa e non ha fatto nulla che io non volessi.”
" Oscar, figliola. io non riesco a credere alle mie orecchie! Tu, davvero ami mio nipote?"
"Certo nonna! Amo André, con tutta me stessa."
Andrè intanto si era rivestito.
La nonna continuò: "E il generale, madame … cosa diranno quando verranno a sapere?”
“ Non ci ho ancora pensato nonna, mi sono lasciata trascinare dai miei sentimenti e il resto non conta. Ora non voglio pensarci e poi la scelta che ho fatto è irremovibile … dovesse costarmi l’affetto di tutti! Ciò che ho fatto non si può cambiare …”
Lo sguardo di Andrè era colmo di amore.
"Cosa fai sciagurato, la baci davanti a me?!"
"Nonna tu lo hai sempre saputo, io amo Oscar ..."
"Ma André, adesso cosa succederà?" Oscar ribatté:" Nulla nonna!"
Andrè la guardò con tenerezza, le diede ancora un bacio e disse: "Vado a sellare i cavalli, ti aspetto di sotto!"
"Faccio in un attimo André!"
Nonna non è il caso che ti preoccupi, vedrai, il Generale capirà. A dopo!"
André lasciò la camera, nanny e Oscar rimasero sole.
“Nonna desidero diventare la moglie di Andrè, il resto non conta!"
"Oscar, quando tuo padre lo saprà ..."
“Basta nonna! Adesso debbo rivestirmi, devo andare.”
“Aspetta bambina ti aiuto! Oscar, tu e mio nipote ….”
“Nonna, lui è tutto per me. Lo amo e desidero diventare sua moglie, il resto non conta! ”
“Oh bambina mia! Vi auguro di essere felici!” 
Oscar le posò un bacio sulla fronte e poi disse: “Nonna, mio padre adesso, avrà da me ciò che desidera: un marito.”
" Piccola mia!"
" A dopo nonna!

Nanny ordinò subito la stanza e levò le lenzuola prova di ciò che era avvenuto tra Oscar e suo nipote. I due teli bianchi erano macchiati da piccole tracce di sangue, testimonianza di ciò che la sua bambina aveva donato per sempre al suo caro nipote.


Oscar e Andrè partirono a galoppo dirigendosi in caserma. Lungo il tragitto lei arrestò l’andatura del cavallo e si portò vicino a lui,  con lo sguardo abbassato  gli sussurrò :“Andrè farai di me tua moglie?”
“E' la cosa che desidero più al mondo, la mia vita senza di te non avrebbe più senso!”
"André ...."

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Gelosia ***


Gelosia




Al comando dei soldati della guardia, arrivò il Generale Boulliè per impartire personalmente degli ordini, circa una missione da affidare al Comandante Jarjeyes.



"Generale Bouillé, voi qui!"
"Problemi colonnello Jarjayes? Forse avete deciso di abbandonare il vostro incarico?"
"Si, ho deciso di congedarmi ma non è come pensate."
" "Spiegatevi."
"Generale, per motivi strettamente personali, chiedo di essere congedata con il soldato Grandier!"
"Umm ...Non nego che la vostra decisione mi faccia piacere visto che, i vostri soldati non vi vogliono!"
"Generale, come già ho detto, la mia decisione non riguardano i problemi che ho con i miei uomini."
"Si, certo, certo! L'importante che siate arrivata a questa decisione!"
"Ma generale Bouillé!!"
" Colonnello Jarjayes, sia voi che il vostro attendente sarete congedati ma prima, dovrete svolgere un ultimo incarico."
" Di cosa si tratta?"

"Come saprete, il principe di Spagna è in visita nel nostro paese e tra una settimana, dovrà lasciare Parigi. Vi affido l'incarico di scortare il principe Spagnolo con la sua famiglia, fino ai confini."
"Ma signore, no è un compito che spetta a me alla guardia reale!"
"Si, certo, avete ragione! Ma come sappiamo, il nostro paese sta attraversando un brutto momento, i ribelli sono ovunque, ed io non posso distogliere la guardia reale dalla protezione dalle loro maestà."
"Ai vostri ordini generale! Provvederò personalmente a un particolare addestramento ai mie soldati."

"Perfetto! Comunque prima di andare, voglio passare in rassegna il vostro reggimento."
"Bene, farò radunare i miei uomini."



Oscar diede l’ordine ai suoi soldati in piazza d'armi.
I soldati al passaggio del generale supremo, sbattettero i tacchi e con fucili alla mano si misero sull'attenti. Il generale Bouillé attraversò la piazza a cavallo, portandolo al passo. Al suo passaggio, Alain deliberatamente fece partire un colpo dal fucile, il cavallo del generale Bouillè si imbizzarrì, emise un nitrito e lo scaraventò al suolo.
Oscar assistette all’ennesima insubordinazione da parte del soldato.


"Generale Bouillé, Vi siete fatto male!” Disse soccorrendolo.
“Colonnello Jarjeyes, che significa tutto questo? Voi state istruendo i vostri soldati subordinati, a insultare i loro superiori?”
“Mi dispiace generale!"
“Non ho parole neanche per vostro padre, va bene credere nella propria figlia ma in fin dei conti è impensabile far fare il servizio militare a una donna! ... Colonnello Jarjayes, vorrei che si limitasse alla sua indulgenza di padre!”
  “Mio padre è mio padre, io sono io.”
 
 Buillè infervorato, guardò Alain, sentenziò:“Tu resterai in cella di rigore, e dovrai mantenerti a disposizione in qualsiasi momento! ..... E voi avete qualcosa da dire Jarjeyes? Se tutto questo finisce con una punizione così blanda, è grazie alla mia magnanimità! .... E' incredibile! .. Un Generale dell'esercito francese, oggi è stato offeso e umiliato da subalterni rozzi e ignoranti! ..... Solo perché il loro Comandante non è in grado di impartire la disciplina! Colonnello, sappiate che farò rapporto al Quartier Generale! " Disse stizzito. Fuori di sé, il Generale Bouillé andò via a passo marziale trascinando con sé il proprio cavallo .
Oscar scrutò i suoi sodati, e con tono severo sentenziò: "Soldati, tutti a i vostri posti. Tutti, tranne Sassoin!"
"Con aria di sfida il soldato ribatté: "Cosa c'è Comandante, forse, non volete che finisca in prigione?!"
“Non ci penso nemmeno! Andrai in prigione, farò in modo che tu ci rimanga fino all'ultimo giorno! ... Voglio dirti che sei stato davvero magnifico Sassoin! ... Complimenti, ci sei riuscito! ... Hai ottenuto ciò che volevi, desideravi già da tempo che venissi richiamata dai miei superiori,vero?! Ma se credi che mi senta umiliata, ti sbagli di grosso! ... Qualche giorno in cella di rigore, non ti farà certamente male!”
“Non  intrometterti donna! Andrò in carcere, non è affar tuo.”

Una strana luce brillava nello sguardo del soldato, che avanzava lentamente con aria minacciosamente, verso il suo Comandante. Erano l'uno di fronte all'altro, attimi di silenzio e con sfrontatezza, Alain afferrò Oscar per le braccia, erano viso contro viso. Il suo sguardo insolente si immerse nell'azzurro del suo comandante. Le braccia del soldato avvolsero i suoi fianchi, stretti l'uno all'altro, ancora occhi negli occhi.
Lei digrignò: " Ti ordino di lasciarmi!!"
" Non posso ..." Alain sfiorò le sue labbra, fino a farle sue. Le mani contro il petto, Oscar tentò di vincolarsi.
Tutto accadde in pochi istanti e sotto lo sguardo incredulo di Andrè, che lasciando la sua postazione e munito di fucile, corse  in aiuto della sua donna.
André raggiunse  Alain, lo colpì prima alle spalle con il calcio dell’arma per poi gettarla via, lo afferrò per la giacca, lo voltò a sé sferrandogli un pugno dopo l'altro, fino a che, il malcapitato stramazzò al suolo.
/

"André .. André, lascialo ti prego! Non riesce a muoversi ..... BASTA ANDRE'!!
" LASCIAMI OSCAR!! IO LO AMMAZZO!!"
"André ora basta!! .........ANDRE' TI ORDINO DI LASCIARLO ANDARE!!"




Il colonnello Da Guillé assistette la scena dalla finestra del suo ufficio,sbraitò: "Ma non è possibile!!! Sassoin è davvero impazzito!" Disse uscendo di corsa e radunando i soldati fermi alle loro postazioni, ordinò: " Venite con me! ..... Presto soldati, dividiamo quei due! ......GRANDIER LASCIALO .... TI HO DETTO DI LASCIARLO! .... "
"ALAIN!! NON OSARE TOCCARE OSCAR, CAPITO?"
" Coff ...coff ...."

Alcuni soldati trattennero André mentre Alain giaceva esanime al suolo.


"Uno dei soldati, disse: " Basta Grandier!! Non credi di averne date a sufficienza?!"
“LASCIATEMI .. LASCIATEMI HO DETTO!! ..... ALAIN!!! LASCIALA STARE, O GIURO CHE TI AMMAZZO!"
 
Oscar gli si avvicinò, ribatté : “André calmati!! ... Calmati André!"

Alain fu soccorso dai suoi compagni, uno di loro mormorò: " Dai alzati! Questa volta l'hai fatta davvero grossa."
Ancora un colpo di tosse, con un gesto di stizza si pulì la bocca sporca di sangue.
Alain scrutò severamente il suo comandante, sussurrò: “Avete portato lo scompiglio in questa caserma, andatevene! ..... Coff ....”

André liberandosi dalla stretta dei sodati, a grandi falcate raggiunse il malcapitato.

Da Guille digrignò: “Cosa vuoi fare Grandier?”
“Nulla Signore! Devo scambiare solo qualche parola con Sassoin.” Disse con decisione afferrandolo per il bavero e trascinandolo via, continuò: “Vieni con me!"
"Coff .. coff ... Cosa vuoi Grandier, non ti è bastato come mi hai ridotto? Vuoi finire quello che hai cominciato ... Coff ...."
Ora capisco!! Alain, ammettilo, ti sei invaghito di lei, non è vero?!!”
“Cosa diavolo vai farfugliando Grandièr? Il Comandante ti ha dato di volta al cervello?”
“Non serve negare, è tutto chiaro! ... Ti avverto, lasciala in pace o ti ammazzo!" - Disse spingendolo con forza, facendolo   indietreggiare e cadere nuovamente a terra.
Il Colonnello Da Guille si avvicinò con due soldati, sentenziò: "Sassoin, resterai in cella di rigore fin tanto che non decideremo cosa fare!! ... Uomini, portatelo via!"
I due soldati, lo sollevarono per le braccia, Alain stizzito sussurrò: “So camminare anche da solo, lasciatemi! ... Coff ... coff ...”
" Non possiamo farlo e tu lo sai bene! Ma si può sapere che ti ha preso? Sei davvero diventato matto?"
"Sta zitto imbecille! Fa il tuo dovere: rinchiudetemi nella cella. Magari, riuscirò a ravvedermi ... Coff ... coff ..."

Attraversando la piazza d'armi, i due soldati lo condussero in cella, uno di loro bisbigliò: “Ci dispiace Alain, ma stiamo facendo il nostro dovere.”
“Non ho bisogno della compassione di nessuno, fate ciò che dovete! ... Su .. chiudetemi dietro le sbarre!”


Alain fu rinchiuso nella cella di isolamento. In piedi, appoggiato al muro grigio e sporco di muffa, si fece scivolare a terra, chinò la testa, mormorò: " Grandier ... sento dolore dappertutto, non credevo che picchiassi tanto duro! .... Quando si tratta del tuo bel Comandante diventi una belva! ..... IH IH IH ... Grandier .. cosa ti è saltato in testa? Io innamorato di lei! … Andrè sei fuori, la gelosia ti ha annebbiato il cervello!”

Stanco di quel lurido e gelido pavimento, il soldato si sollevò da terra, guardò la branda e disse:" I cani vengono trattati meglio.Non è altro che, uno squallido tavolaccio di legno. Fortuna che ho almeno una coperta!"


 Sdraiato mani intrecciate dietro la nuca, Alain osservava imperterrito il soffitto grigio e fatiscente, stizzito posò lo sguardo alla cancellata di ferro, sussurro ancora:“Come faccio a liberarmi di te?! ... sei sempre dannatamente nei miei pensieri .... mio bel Comandante.”
 
 

Era Giugno, l'estate ormai era alle porte.
Il sole tramontava, l’aria era piacevolmente gradevole, il canto insistente degli uccelli, rallegravano le campagne dove Oscar e Andrè si stavano addentrando. Erano sulla strada del ritorno, entrambi portarono i cavalli al passo.


“E’ evidente, Alain è attratto  da te!"
“André non vorrai fare una scenata di gelosia, spero! In questo momento, non riuscirei a sopportare altro! ”
“Non ti adirare! Dico semplicemente come stanno le cose, Oscar ... scendiamo da cavallo ... Su vieni, dobbiamo parlare.”


Si ripararono dal sole sotto una grande quercia. Oscar e André erano l’uno di fronte a l’altra.

“André, mi hai appena detto che, Alain sarebbe attratto da me ma cosa ti salta in mente !?”
“Mi correggo Oscar, Alain è innamorato di te.”
  “Ma André … io non credo che …”
“Oscar, tu sarai anche un ottimo Comandante ma lasciami dire che nelle questioni amorose, sei terribilmente inesperta! Possibile che non te ne renda conto?!! Alain è disperato! Lui ti ama!”
“André, ma cosa dici?! Alain innamorato di me!!”
“Credi che si sia comportato in quel modo, solo per metterti a disagio?”
" Io veramente ..."
“Allora Oscar, non dici niente?”
“Non è possibile!”
  “Oscar questa situazione è diventata davvero insostenibile! Alain, oggi si è preso la libertà di baciarti, chissà da quanto tempo desiderava farlo!   

“Andrè, ascoltami per evitare ogni genere di problemi, farò in modo che quando uscirà di prigione, contrapporrò i nostri turni ….”
Un passo e ancora un altro, erano vicinissimi, con tocco leggero le accarezzò il viso.
“Oscar, credi davvero che così potrai risolvere tutti i nostri problemi? Ti sbagli! Fino a quando le cose dovranno andare avanti in questo modo? Questa vita non fa più per te!"
“André …”
“Desidero un futuro con te! ... Stamattina mi hai chiesto di sposarmi! ... Ammetto che, mai avrei sperato tanto ... non solo mi hai concesso il tuo amore ma addirittura, mi hai fatto una proposta di matrimonio!” Gli occhi del giovane brillavano per l’emozione.
 Oscar appoggiò la testa sul suo petto e con voce giocosa rispose: “André, se mio padre lo sapesse, sarebbe orgoglioso di me! ... Ah ah ah ...”
-“Sapesse cosa?”
“Ho appena fatto una proposta di matrimonio, ti sembra cosa da poco per una donna? Ah ah ah ah..."
"Su dai vieni qui, sediamoci all'ombra."


Il vento leggero scompigliava i capelli, lui le tolse una ciocca dagli occhi e con infinita dolcezza, sussurrò: “Oscar, mia nonna ha detto il vero..."
"Riguardo a cosa?"
" A tuo padre non farà  affatto piacere, sapere che sua figlia sposi uno come me ...”
“André, credo che mio padre, l'abbia già capito.”
“Dici davvero?”
“Si, ieri sera dopo che l'hai affrontato, mi ho chiesto se, è per te, che ho rifiutato la proposta di Girodelle.”
“Cosa gli hai risposto?”
“Ho taciuto. In quel momento ero terribilmente confusa e smarrita. E poi, come potevo dirgli che ...ti amo se, non te l'avevo  ancora detto!”

"Oscar ... ti amo mia Oscar .... mia ... mia .. di nessun altro ..." Disse impadronendosi della sua bocca.
Entrambi si persero in un dolce bacio appassionato .....



“André, tra non molto chiederò il concedo.”
“Dici davvero?”
“Desidero con tutto il cuore essere tua moglie ma non posso lasciare il servizio così, su due piedi.”
“Lo immaginavo …”
“André ascoltami, stamattina, ho parlato con il generale Bouillè a proposito delle mie dimissioni ma, mi ha detto che, al momento non può concedermele e come se non bastasse, mi ha affidato l’incarico di scortare il principe Andelos e la sua famiglia ai confini della Francia."
"Oscar, quell'incarico spetta alla Guardia Reale ..."
" Vero! Ma data la situazione politica che il paese sta attraversando, l’incarico è stato affidato ai Soldati della Guardia, in questo momento non può essere distolta dalla protezione dei sovrani.
“Tra quanto tempo andremo in missione?”
“Tra sei giorni. Dopo di ché, ci spetterà un mese di licenza e al nostro rientro, ci accorderanno il congedo! ...Infine, chiederò a sua maestà la regina la dispensa per nostro matrimonio.”
“Me lo prometti Oscar?”
“Certo che te lo prometto André! .... Io ti amo .. ti amo André ...".
“Ti amo tanto anch'io Oscar ... ti desidero …”
 Ancora un bacio .......
 

Seduto sul divano con le gambe incrociate e la pipa tra le dita, Augustin attendeva con impazienza l'arrivo di sua figlia.
Era in compagnia di André quando la vide arrivare, con tono deciso disse: “Oscar hai preso in considerazione la proposta di Girodelle?”
“Ancora con questa storia!” .
“Se non ti piace Girodelle, troveremo un altro pretendente, l'importante che ti sposi! ... Stamattina è venuto nel mio ufficio il Duca Montiel a chiedere la tua mano...”
“Chi!!.. Quel vecchio sporcaccione?!! Scusatemi padre, ho innumerevoli faccende  da sbrigare! A dopo.”
“Oscar, ma cosa dici!E non andartene, ti sto parlando!"
“Forse, non sapete che Montiel è un depravato?!!" E’ risaputo in tutta Parigi, che il duca passi le sue notti di bordello in bordello!"
"Ma ..."
Sapete, con tutte le perlustrazioni che effettuo con il mio reggimento, ne so più di qualunque altro! ... Mi chiedo, con quale coraggio il Duca mi faccia una proposta di matrimonio?! Proprio a me che, non molto tempo fa, l'ho sorpreso in un bordello di periferia! ...Ah ah ah ... Dovevate vederlo padre, il duca era alle prese con una meretrice! …Probabilmente ha esaurito i suoi svaga e vedendomi in quella bettola, avrà pensato di fare  qualche giochetto strano con una donna in uniforme!"
“ Oscar, che indecenza!! E' questo il modo di parlare con tuo padre!?  Da quando presti servizio in quella caserma e frequenti quei uomini rozzi e ignoranti, io  sinceramente non ti riconosco più!”
“Ignoranti o no,ho imparato più negli ultimi mesi, che in tanti anni di servizio nella guardia reale. Padre,tornando a Montiel, sareste l’unico a non essere informato, dei suoi intrattenimenti notturni. Dubito che abbiate piacere di dare in moglie vostra figlia a un depravato simile!” –
Il generale scattò in piedi e spostando con stizza la poltrona,sibilò: “Basta! Con te è impossibile parlare! E poi, non ho detto che debba essere lui, il tuo futuro marito ma devi deciderti!”
“Padre, io non capisco: all'improvviso vi siete accorto di avere una figlia da maritare?! Avete tutta questa voglia di liberarvi di me, o meglio ancora, desiderate stipulare un buon contratto di matrimonio come avete fatto con le mie sorelle!?”
“Pazza, pazza!! … Voglio solo che tu lasci il servizio militare prima possibile! Cosa credi, che non mi venga riferito ciò che accade  in quella dannata caserma? IO SO TUTTO!..."
“Padre, non preoccupatevi, so difendere il mio onore e non lo farei sposando un tipo simile.”
“LO SO!! Sei mia figlia, conosco il tuo valore, so che sei in grado di difenderti ma a quale prezzo? Non ne vale la pena, credimi.”
“Padre, vi informo che a breve lascerò l’esercito.”
“Cosa?”
“Ma non lo faccio per i motivi che voi pensate, anzi, tutto sommato è uno stimolo per me visto che, nella guardia reale non succedeva mai nulla di interessante, invece tra i soldati della Guardia le giornate passano piuttosto in fretta.”-br /> “Non ti capisco, giuro che non ti capisco! .... Posso sapere almeno il motivo della tua decisione?”
 “Riguarda la mia vita personale ma vi assicuro che a breve vi metterò a conoscenza delle mie decisioni.”
 “Spero che tu non commetta altre pazzie …”
“Sarò  più chiara: darò le dimissioni ma non  affannatevi a cercarmi marito, sarebbe tutto inutile! Sono abbastanza grande per fare le mie scelte.”



La cameriera entrò annunciando: “Signori, la cena è in tavola.”
“Dov'è mia madre?”
“E’ nella sua stanza Colonnello!” Rispose la donna.
"Bene padre, ci vediamo dopo!"
 
 
 
Oscar raggiunse André in cucina.
“Ceni con noi?”
“Stasera preferisco rimanere con mia nonna, è tanto che non trascorriamo del tempo insieme.”
"Non vedo la nonna, dov'é?"
"E' nell'orto ..."
“Va bene André, ti aspetto in camera mia, ci vediamo dopo!”
 
"No, aspetta Oscar ..."  
"Cosa c'è André? ... Sei preoccupato?!"
"Stanno accadendo troppe cose che ... Oscar, temo la reazione di tuo padre quando saprà di noi."
"André Grandier! Soltanto ieri sera lo hai sfidato senza alcun timore, si può sapere cosa ti succede adesso?"
"Vedi, Oscar, io non temo per me ma per te ..."
"Smettila di dire sciocchezze André! Conta la mia volontà, non quella di mio padre. A più tardi!"

"A dopo Oscar ..."Mormorò André con tono affranto.



Oscar era assorta dal suo libro, quando udì bussare.


“Oscar posso entrare!!…”
“Vieni avanti Andrè.”
André entrò, chiuse la porta e disse:“Stai leggendo la nuova Eloise?”
“Si.”
“L’ho letto anch’io ... è una storia molto triste, spero che al contrario dei due protagonisti, la nostra, abbia un lieto fine!”
Oscar lo guardò con tenerezza, posò il libro sul tavolo, gli si avvicinò, e si strinse a lui.
“Ne dubiti André?”
“Non dubito del tuo amore, ma ....”
  “Alludi a mio padre,non è vero?"
"Si, Oscar, lo sai che non gli farà piacere sapere di noi."
"André, inizialmente   avrà da ridire ma poi vedrai, se ne farà una ragione! ... Ha fiducia in te, ti vuole bene! Almeno di questo ne sono sicura..”
“Si, è vero ma da qui, a concedermi sua figlia …”
“André, lui non deve concederti nulla ... mi sono già concessa a te, al mio amore! ... Non ho bisogno del suo consenso. E poi mio padre sa bene che, non è un uomo qualsiasi che può sposare sua figlia. Ci vuole coraggio prendere in moglie una come me: poco incline all'obbedienza e propensa alla ribellione. Adesso che ti ho detto ciò che penso, sei ancora in tempo di metterti in salvo soldato Grandier! ah ah ah ah ...”
Lui la strinse sé, sussurrò: “Ti conosco benissimo Comandante Jarjeyes, so perfettamente cosa mi aspetta, Sei testarda, bellicosa e autoritaria.”
“E non hai paura?”
“No. Mi piacciono le sfide, ed io ho deciso di rischiare Comandante!"

Ancora un bacio .....

"Ascolta Oscar, avremo un mese tutto per noi!! Sai, dove mi piacerebbe andare?!!"
"Sentiamo..."
" Vorrei trascorrere l'intero mese ad Arras!"
"Arras!!"
"Cosa c'è, forse lo trovi irriverente tornarci con me, come mia … moglie?! Si perché per me, lo sei già!”
  “Ma no, cosa dici!! Lo desidero quanto te! ..... Stringimi André ... Stringimi forte! ......... Andrè, ti ha visto entrare qualcuno?”
“Nessuno.”
“Allora … dai la chiave, rimani qui con me questa notte!"
“Davvero Oscar?”
“Però, non dobbiamo fare tardi, lo sai che domattina presto dobbiamo tornare in caserma!"
"Si, lo so!"
" Soldato Grandier cos'è quella faccia? non siamo ancora in licenza!”
“Lo so, mio bellissimo Comandante! ... Aspetta Oscar, chiudo la porta a chiave ..."


André, le si avvicinò e la baciò con passione .....


:“Sento il tuo cuore battere forte ...... Ti amo Oscar ...."
“Oh Andrè … Andrè anch’io ti amo, ti amo, ti amo.”
 “Oscar, desidero solo amarti con tutto il mio cuore!”
“Ti desidero anch’io Andrè … Andrè ...amami …”

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** L'insolenza di Girodelle ***


L'insolenza di Girodelle


I soldati della guardia erano schierati nei loro alloggi. Il comandante Jarjayes e il vice comandante Da Guillè misero al corrente dell’incarico affidatagli dal Generale Boulliè.
L'ordine era quello di scortare il principe di Spagna e la sua famiglia.
Il generale Bouillè decise di mettere a disposizione il maggior numero di uomini, facendo scarcerare Alain dopo aver trascorso una settimana in isolamento.
Uscito di prigione, Alain raggiunse i compagni nelle camerate, ad attenderlo c'erano Oscar e Da Guillé.


Alain entrò nella camerata, fece il saluto militare ai suoi superiori e si schierò con i suoi compagni, sussurrò a Gerard: “Voglio proprio vedere, cosa sarà capace di fare il nostro algido comandante!”
Il Vice Comandante lo richiamò immediatamente all'’ordine.
“Sasson, non pensare di aver ricevuto un premio per la tua bravata! Non voglio insubordinazioni e tanto meno disordini, stavolta giuro, non sarò clemente. Un altra ribellione da parte tua e ti ritrovi davanti al tribunale militare, è chiaro? ........ Soldati, confido nel vostro coraggio.”
Oscar continuò: “Partiremo tra meno di un ora, staremo fuori circa una settimana. Il nostro compito è quello di scortare il principe spagnolo e la sua famiglia ai confini francesi. Dobbiamo munirci di cucine e tende da campo ..." L'attenzione di Oscar si riversò su uno dei soldati, continuò: " La Salle dov’è il tuo fucile?”
“... Ecco .... io ... non lo so …non so dove sia ....."
“Ma cosa dici?! Come si può perdere un fucile!! Lo sai che potresti finire davanti al tribunale militare?”
“Lo so, ma non ce l’ho e basta.....”
“Colonnello Da Guille dategli un fucile, trovate voi una spiegazione all’ addetto alle armi.”
“Sissignore.”
 
 
Oscar uscendo dalla camerata ordinò: "Soldati, vi aspetto tra dieci minuti in piazza d'armi!!


Oscar percorse il porticato fino a raggiungere la piazza, ad attenderla c’era Girodelle.

“Madamigella Oscar, permettete?!... Vorrei parlarvi.”
“Maggiore Girodelle, credo di essere stata molto chiara, l'ultima volta che ci siamo visti.”




"Ehi Alain, tutto bene?"
"Benissimo Mattew, in prigione me la sono spassata, ho riposato per tutto il tempo! ih ih ih!"
"Sarà come dici amico ma è meglio restare fuori! ... Spero che adesso, ti dia una bella calmata!"

André nonostante fosse preso dai preparativi della partenza, udì con attenzione la conversazione dei due soldati. André e Alain evitarono di guardarsi, finché quest'ultimo gli si avvicinò.



“André ... mi dispiace amico per quanto accaduto, non so cosa mi sia preso! ...... Andrè non sono molto bravo con le parole, spero che  tu accetta le mie scuse!"
Sguardo nello sguardo, Andrè annuì.
"André, prima di partire, presenterò le mie scuse al Comandante! ......... Amici, tra tutti gli imbecilli che ci hanno impartito degli ordini, il Colonnello Jarjeyes, è il migliore Comandante che abbiamo mai avuto! ... Dobbiamo rispettarla! .......... Andrè, davanti ai nostri compagni, ti chiedo di accettare le mie scuse ...."
Furono istanti di tensione fatti da silenzi.
Alain tese la mano. Andrè anche se contrariato, gli porse timidamente la mano, trovando il favore di tutti.  
Un boato di consensi travolse la camerata, Alain sottovoce, continuò:"André, giuro sul mio onore che mi dispiace per quanto accaduto. Sono stato un verme, ho mancato di rispetto a una donna, non ho mai fatto nulla di simile in vita mia ... non so cosa mi sia preso.  
"Alain, preferisco non pensarci ma bada ..."  
"Si ... lo so amico mio!"


Nella camerata, i soldati continuarono ad prepararsi per partire, quando Alain scrutando dalla finestra disse:"Ehi Andrè, vieni a vedere!"
" Cosa c'è Alain?!"
"Conosci  quel damerino che sta discutendo con il nostro Comandante?”


Andrè si avvicinò alla finestra, vide Oscar discutere animatamente con Girodelle.

“ Non trovi che il nostro Comandante sia piuttosto infervorata?! ..... Ehi amico, che ti prende? Hai paura che quel damerino te la porti via?! ... Con uno come quello che le gironzola intorno, non hai alcuna speranza. E poi, dovresti saperlo, che i nobili si sposano tra di loro!”
“Smettila Alain! Cosa fai, ricominci!”
“Scusami amico, non era mia intenzione farti arrabbiare ma devi riconoscere che quel tipo, non fa altro che gironzolarle intorno. E' così evidente che la corteggi!"


  • André si sentiva geloso, non fece nulla per nasconderlo.
    "Alain continuò: " Ti conviene calmarti, se non vuoi finire nei guai!" Da Guille, intervenne: “Voi due smettetela di discutere. Vi voglio tutti schierati in piazza, muovetevi!"




    “Maggiore Girodelle, vi invito a non importunarmi ancora.”
    “Madamigella smettetela di darmi ordini, non sono più al Vostro servizio ...”
    "Girodelle, dimenticate che sono un vostro superiore, per tanto, Vi invito a rispettare i gradi che ci separano.”
    “Ve l'ho già detto e ve lo ripeto: Voi non siete più il mio Comandante.”
    “Poco mi importa ciò che pensiate, lasciatemi in pace altrimenti …”
    “Sentiamo, altrimenti cosa?! Mi sfidate a duello? Umm ... La prima volta che lo avete fatto, ero ancora troppo giovane e non ho saputo apprezzare la vostra  avvenenza. Eravate bellissima ... Eccitante ... "
    La reazione di Oscar non si fece attendere, colpì Girodelle in pieno viso con un sonoro ceffone, scena che non sfuggì all’ intero reggimento.
    André, mormorò: "Oscar ..."
    Il colonnello Da Guille sussurrò: "Non è possibile! Adesso anche il Maggiore Girodelle!


    Oscar, con disinvoltura, montò a cavallo, ordinò: "SOLDATI DELLA GUARDIA IN MARCIA!"
    Oscar partì con l suo reggimento lasciando Victor Clement de Girodelle, offeso e umiliato.


    Durante il tragitto, Alain si accostò con il suo cavallo ad André, sussurrò: “Andrè, ma che accidenti avrà detto quel damerino per beccarsi un trattamento simile dal Comandante?!! .... Ehi Andrè, parlo con te, mi senti? ... Io al posto del Comandante mi preoccuperei ... Non credo che quel tipo rimarrà indifferente dopo aver subito un simile trattamento. Lo conosco bene, abbiamo frequentato la stessa accademia militare, quel tale è arrogante e presuntuoso! ... Amico, visto che non hai voglia di parlare, raggiungo i nostri compagni! .... André, di al comandante di stare in guardia!”
    André annuì ma non appena ne ebbe l’occasione,  si accostò ad Oscar.

    “Cosa è accaduto con Girodelle?”
    “L’argomento lo conosci ... continua a insistere.”
    “Ti conosco perfettamente, non è per la sua insistenza che lo hai schiaffeggiato. Dimmi, cosa ti ha detto?”
    “E’ stato un tantino impertinente, da meritarsi il trattamento che gli ho riservato.
    André dobbiamo tenere gli occhi aperti, torna alla tua postazione.” -
    “Va bene Comandante ma appena tutto questo sarà finito, mi dirai cosa è successo.”
     
     


    I nobili non erano ben visti dal popolo, scortare i principi spagnoli era rischioso.
    Oscar e il suo gruppo di uomini erano sottoposti a lunghi turni di guardia. Giunsero ai confini francesi, quando la carrozza su cui viaggiavano i reali, fu attaccata. Oscar a capo dei suoi soldati, riuscì a sventare il piano dei ribelli, portando in salvo la famiglia reale.
    Dopo una settimana estenuante, il reggimento della Guardia Metropolitana rientrò in caserma.

    Era notte fonda, quando delle raffiche di vento  si abbatterono lungo la via del ritorno. Stretti nei loro mantelli e cavalli al passo, André e Oscar rientrarono a palazzo Jarjeyes.


    “Finalmente siamo a casa André! ... Non c’è anima viva, dormono tutti. Ho bisogno di un bagno caldo ma sto crollando dal sonno.”
    “Anch’io sono stanco! E' più di una settimana che non ci concediamo un po’ di riposo.”

    "E' vero! Abbiamo bisogno di riposare! Ciao André, a domani ... Buona notte!"
    "Ehi tu, dove credi di andare senza avermi  dato un bacio! Sono giorni che non abbiamo avuto modo di scambiare nemmeno una parola.”
    “Hai ragione soldato! ... Invero, vorrei dividere il mio letto con te ma sono sicura che domani ci sveglieremo tardi! André, non possiamo farci scoprire proprio adesso.”
    “Avete ragione Comandante, lo scandalo è meglio rimandare almeno fino a quando, avremo recuperato le forze. Però adesso, voglio rubarti un bacio, mio Colonnello Jarjayes ......"


    Un lampo seguito da un tuono, squarciò il cielo, rompendo il silenzio che regnava a palazzo. Per tutta la notte si abbatté un violento temporale, che svegliò tutti gli abitanti della casa, tranne i due soldati che avevano appena fatto ritorno.
     
     
    Era quasi mezzogiorno. Dopo un sonno e un bagno ristoratore, Andrè e Oscar si ritrovarono a trafugare in cucina.


    “Buongiorno Oscar …”
    “Andrè, sei riuscito a tirarti giù dal letto stamattina! Non ci posso credere, soldato Grandier! ah ah ah ..."
    André le si avvicinò e carezzandole il viso, sussurrò: “Invece pare proprio di si, mia signora! ... Oscar, desidero ardentemente che mi baci.....”
    La nonna entrò in cucina e protestò: “Voi due, non riuscite proprio a stare lontano dai guai! Un po’ di discrezione ragazzi! Immaginate, se vi vedesse la servitù, sapete quanti pettegolezzi che farebbe?!! Per non parlare del Generale o di madame!! Oh .. non ci voglio nemmeno pensare!”-
    "Nonna, Andrè ed io abbiamo fame, vorremmo almeno una fetta di torta prima di pranzo!”
    “La torta è nella credenza ma non mangiatela tutta, altrimenti non avrete più appetito!"
    "Oscar, stai ascoltando mia nonna?! Crede ancora, che siamo dei ragazzini! Ah ah ah ...."
    "Andrè, è inutile che tu faccia dello spirito, tanto sai benissimo che ho ragione!"
    "Nonna, con la fame che mi ritrovo, vedrai, non lascerò nulla nel piatto!"
    "Nonna conosci André, sta tranquilla, che divorerà tutto! Ah ah ..."
    "Si, bambina hai ragione! Ma sbrigati, fa presto, tuo padre ti aspetta nel salone con il Generale Boulliè.”
    Oscar aprì la credenza e tirò fuori il dolce.
    “Umm deve essere deliziosa!... Su Andrè, prendine un pezzo! .... Cosa dicevi nonna, a proposito di mio padre?”
    “Che ti aspetta nel salone in compagnia del generale Boulliè.”
     “Non sarà venuto anche lui a chiedere la mia mano?!!”

    “Ma cosa dici! Non scherzare bambina!! Quel uomo oltre ad essere troppo vecchio per te, ha moglie, figli e nipoti.”
    “Allora l'ho scampata! Almeno per oggi non dovrò discutere con mio padre! Ah ah ah ah ...… A dopo!! ”

    Nanny rimasta sola con suo nipote, disse: "Oscar è davvero felice, glielo si legge in faccia! .. Ma non mi illudo, il Generale non accetterà mai la vostra unione.”
    Andrè l' abbracciò, disse: “Nonna stai tranquilla, vedrai che andrà tutto bene!”
     
     
     
    I due militari erano  seduti davanti al camino, sorseggiavano del buon vino, quando udirono dei passi.
    “Buongiorno Signori.”
    “Buongiorno Colonnello Oscar! Che piacere rivederVi!”-
    “Che sorpresa Generale!! Vedervi a palazzo Jarjayes è piuttosto insolito, spero che non sia accaduto nulla di grave!”
    “Ah Ah ... Voi siete sempre così diretto Colonnello! Comunque, sono qui per salutare vostro padre e soprattutto desidero congratularmi con voi, per aver portato a termine con successo l’incarico che vi ho assegnato.”
    “Vi ringrazio per le vostre parole Generale, il merito non è soltanto mio ma di tutti i miei soldati!”
    “Naturalmente Colonnello! Ma solo se a capo di un reggimento c’è un ottimo stratega, una missione può andare a buon fine. Se fosse accaduto l’irreparabile durante l’attentato alla famiglia reale, il nostro paese avrebbe perso credibilità, solo Dio sa, quali conseguenze ci sarebbero state! Naturalmente Colonnello per qualsiasi cosa che abbiate bisogno, sono a vostra completa disposizione.”
    .
    “Vi ringrazio Signore.”
    Boulliè alzandosi dalla poltrona, concluse: “Bene Generale Jarjayes, tolgo il disturbo! ... Vi auguro una buona giornata! ...Ah ... dimenticavo: Madamigella, so che tra qualche giorno usufruirete di una lunga licenza."
    "Sissignore!" "
    " Al Vostro rientro, potreste ricevere dei nuovi ordini. Come tutti sappiamo, la situazione a Parigi non è delle migliori, si temono disordini.”
    “Sissignore, ne sono al corrente, però riguarda al mio congedo ...”-

    "Madamigella, farò di tutto per farvelo ottenere ma intanto, resterete a nostra disposizione. Bene, non mi resta che augurarvi un meritato riposo Comandante Jarjayes! .... Generale ... buongiorno!"
    " Buongiorno a voi Generale Bouillé!"

    Oscar e suo padre rimasero soli, quest'ultimo ancorato alla sedia, fumando la sua pipa, disse: “Guadagnarsi la stima di Boulliè, equivale ad ottenere qualsiasi favore.”
    “Padre, non ho bisogno dei favori di nessuno.”
    “Ummm… se tutti la pensassero come te, non ci sarebbero favoritismi ma … Spesso abbiamo  bisogno anche degli altri, è inevitabile.”
    -Silenzio.
     “Siete preoccupato padre!”
    “In questo momento la mia unica preoccupazione sei tu! ..... Come ha detto Boulliè, la situazione a Parigi potrebbe precipitare, ed io non voglio che venga coinvolta con il tuo reggimento. Oscar, desidero che lasci il servizio e ti sposi.”
    “Non dovete preoccuparvi per me padre, come vi ho già annunciato, lascerò l’esercito. Al mio ritorno rassegnerò le mie dimissioni e poi, l'avete appena sentito il generale Bouillé! ...Non so quando ma le otterrò. Comunque padre, come vi ho detto poco fa, parto ..."
    “Parti, per dove?”
    “Trascorrerò l’intera licenza ad Arras! ....... Padre c’è qualcosa che desidero chiedervi.”
    “Sentiamo … Cosa vuoi?”
    “Arras ..."
    “Cosa?...Non capisco ... ma è già tua.”
    “Sarò più chiara: voglio che passi a mio nome.”
    “Sinceramente continuo a non capire ma se è Arras che desideri, sarà tua. Oggi stesso darò disposizioni al notaio affinché venga avvallato l’atto di proprietà, dopo tutto ti spetta di diritto. Come sai, ho donato alcune proprietà in dote a ciascuna delle tue sorelle, ovviamente tu che sei il mio erede, ti spetta non solo Arras ma anche gli altri beni della famiglia Jarjeyes …”
    “Vi ringrazio padre, a me interessa solamente Arras, non voglio nient'altro. Scusatemi, devo andare .....”

    "Oscar ..."
    "Si ..."
    "Oscar, voglio che tu prenda in considerazione ciò che ti ho detto: desidero che ti sposi."
    " Vi prometto che ci penserò, magari al mio ritorno. A dopo!"



    “Nonna dov’è Andrè?”
    “Mi ha detto di dirti che, ti aspetta nelle scuderie.”
    “Grazie nonna, lo raggiungo immediatamente!"
    “Un momento bambina!”
    “Si, nonna cosa c'è?”
    “Ecco Oscar … Io voglio dirti … fate attenzione a non esporvi, almeno finché la faccenda tra te e Andrè  rimarrà segreta.”
    “Non preoccuparti, io amo Andrè e per nulla al mondo vorrei che abbia a soffrire a causa mia! Ora vado . .. a dopo!” "A dopo bambina!"
       

     “Andrè .... Andrè dove sei? .........Ma che strano, prima  mi fa venire qui e poi non c’è.”


    “Ohhh ...."
    Un sussulto, si sentì afferrare per i fianchi e stringere. Un bacio sul collo, una risata, una voce:“Non pensavo, che ti spaventassi ancora, come quando eri bambina ....”
     “Andrè!! Ma sei impazzito, mi hai davvero spaventata!”
    "Può darsi che sia impazzito davvero come dici ...ma sono completamente pazzo di te! .... Abbracciami, stringimi, baciami ...."


    “A … Andrè, ho qualcosa da dirti …”
    "Dopo Oscar ... dopo, continua a baciarmi, ti prego ...."

    Ancora un altro e un altro bacio .....



    " Vieni, sediamoci su questa panca! ..... Cosa volevi dirmi?!!"
    “Co … come posso parlarti se …”
    “Se?”
    “Se mi stai così vicino e mi accarezzi in questo modo ...."

    “Hai ragione, mi allontano appena un poco ... Ecco così va bene? …  Sentiamo, cosa hai da dirmi di tanto importante?"
    “Andrè, ho chiesto a mio padre, di diventare la legittima proprietaria di Arras.”
    “Ma perché!! Non ti capisco! Tu non hai mai dato importanza a queste cose, perché proprio adesso?”
    “Arras è un luogo a noi molto caro. Abbiamo trascorso gli anni più belli della nostra fanciullezza.”

    “Si, però ....”
    “Andrè, quando mio padre saprà di noi, chissà come reagirà! Forse dovremo lasciare il palazzo, se così fosse, avremo un posto dove andare! E poi mio padre,  me l’aveva destinato da tempo. Io ho soltanto accelerato i tempi, tutto qui.”
    Andrè annuì.
     Uno scalpitio, dei passi .
    “Andrè … Oscar”
    “Nonna siamo qui.”
    “Oscar il pranzo è in tavola, il Generale e Madame ti stanno aspettando.”
    “Ora vado! Ascolta nonna, tra tre giorni Andrè ed io saremo in licenza per un mese. Abbiamo deciso di partire per Arras ....”
     “Cosa?!! Voi due … insieme?”
    “Cosa ti prende nonna!? Non è la prima volta che Oscar ed io trascorriamo le vacanze insieme .....”
    “Lo so svergognato! E’ solo che prima voi … voi … non … eravate … si insomma … come dire …”
    “Su nonna, nessuno sa nulla, a meno che, non sia tu a informare i miei genitori."
    "Ma cosa dici! Non potrei mai fare una cosa simile!"
    " Quindi … Andrè e io possiamo stare tranquilli! Ah ah ah ....”
    “Oooh ma sentila! Mai avrei pensato di udire simili parole da te! Meglio che vada via! E non tardare, ricordati che il generale e madame ti stanno aspettando."
    "Si, nonna adesso arrivo ma prima devo salutare André!"
    La nonna lasciando le scuderia, borbottò: " Incredibile! Oscar che mi parla in questo modo! Lo so, è tutta colpa di mio nipote se è diventata tanto sfacciata!"



    Andrè la strinse nuovamente e sussurrò: "Oscar, stasera ti aspetto in camera mia.”
    “Preferirei che venissi da me.”
    “Umm siamo in vena di dare ordini mio Comandante! E va bene come desiderate, verrò nella vostra stanza ... Ma  non posso fare a meno di baciarvi ......."
     



    Albeggiava.
    Oscar si svegliò tra le braccia di André, lo guardava con tenerezza, con le dita sfiorava il suo petto, una carezza, un piccolo bacio.

    “Andrè, Andrè, su svegliati!”
    “Oh.. cosa c’è Oscar, lasciami dormire ancora un po’!”
    “Neanche a parlarne, devi alzarti dormiglione! Ma guardati, non si direbbe affatto che sei un soldato ... Su sbrigati e lascia il mio letto!
    André divertito, l’afferrò per un braccio e la tirò a sé facendola cadere addosso.
    “Ma cosa fai? Devi andare via, prima che la servitù si aggiri per casa... sei nudo André, rivestiti.”
    “Cosa c’è, per caso ti da fastidio che non sia vestito?"
    " Ma André, tu devi andare ..."
    E poi, riguardo al fatto che io sia diventato un soldato, ti rammendo che, se mi sono arruolato, è stato perché inseguivo un amore impossibile! Ed ho combattuto la battaglia più cruenta di tutta la mia vita! Che questo vi sia ben chiaro Colonnello!"
    "Andrè, sei impossibile!"
    " Sarò anche impossibile ma adesso, non ti lascio finché, non mi avrai dato un'altro bacio ......."

    Labbra su labbra, parole appena sussurrate. “Devi andare …”
    “Ne sei sicura?”
     
     


    Oscar e André erano in procinto di montare a cavallo per prendere servizio, quando Margherite li raggiunse in tutta fretta.

    “Oscar, aspetta …”
    “Cosa succede madre?”
    “Tuo padre prima di uscire, mi ha detto di riferirti, che stasera devi tornare a casa, prima del solito, è per la questione dell'atto di proprietà di Arras. Il notaio sarà qui alle sei e tu dovrai firmare i documenti!”
    “Vi ringrazio madre, sarò puntuale.”

    "Buona giornata ragazzi!" "Grazie Madame!"


    Appena varcarono il cancello di palazzo Jarjayes, André arrestò il passo del suo cavallo e guardò Oscar con insistenza.

    “Cosa hai da dirmi André?!”
    “Abbiamo una conversazione in sospeso.”

    “A cosa ti riferisci?”
    “ Il giorno che siamo partiti per la missione, perché hai schiaffeggiato Girodelle?”
    “E va bene Andrè, se proprio lo vuoi sapere, te lo dirò!... E' stato insolente.”
    “ Cosa intenti? ... Forse le sue parole sono state irriverenti, ti ha offesa? ”
    “Gli ho chiesto di lasciarmi in pace e lui ironicamente, mi ha domandato se in caso contrario,  l’avrei sfidato a duello e …”
    “Cosa!!! E poi? ..."
    “ La prima volta che lo sfidato a duello, era troppo giovane per non aver apprezzato la mia bellezza ..."
    "Soddisfatto André?"
    "No!! Credo che, non ti abbia detto solo questo, altrimenti non l'avresti colpito. Cos'altro ti ha detto?"
    "Ti prego André!!"
    "Oscar, voglio che tu sia sincera con me!"
    "Sig ... e va bene! ... Mi ha detto che sarebbe stato ... eccitante se, l'avessi sfidato qa duello! Adesso che lo sai, possiamo chiudere qui il discorso. Si è fatto tardi André, andiamo!”
    “Maledizione! No, un momento …”
    “André sbrigati e non fare quella faccia!"
    "Come sarebbe a dire ..."
    "Non vedo il motivo, perché tu debba essere geloso. Lo sai bene, che voglio solo te! Adesso che ti ho raccontato ogni cosa, possiamo andare.”
    “ Ma si può sapere come fai a rimanere così tranquilla? Girodelle potrebbe vendicarsi e …”
    “Ma cosa dici Andrè!!! Girodelle non mi impensierisce per niente, su andiamo!"
    "Credo che tu stia affrontando il problema con molta leggerezza."
    "Andrè, potrei dargli una lezione in qualsiasi momento. Dimentichi che è stato un mio sottoposto per tanti anni, so come trattarlo!.”
    “Oscar, so bene che non sarò io a cambiarti, però desidererei che, fossi meno impulsiva e più riflessiva.”
    “Andrè, si sta facendo tardi, dobbiamo andare.” Disse, lanciando Cèsar al galoppo.
    "Oscar aspetta ...."

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Caos in caserma ***


 
Caos in caserma




 Oscar entrò nel suo ufficio, ad attenderla c'era il generale Boulliè.

“Voi qui generale! E’ successo qualcosa?”
 “Purtroppo si, Colonnello.”
Boulliè, fece cenno a uno dei suoi uomini di mostrare un oggetto che, era all'interno di un fodero posto sulla scrivania.
Il soldato con molta cura tirò fuori un fucile.

“Vedete, questo fucile è stato ritrovato sul mercato nero e attraverso il numero di serie, siamo risaliti alla Vostra caserma! Colonnello Jarjayes, uno dei vostri soldati ha tentato di venderlo. Vi informo, che il soldato in questione è stato scoperto e arrestato questa notte.
  “Cosa avete detto?!! No, un momento generale aspettate, non potete farlo!”
“Non ne vedo il motivo. Quel soldato, si è reso colpevole di aver venduto un arma che appartiene all'esercito francese! Sarà processato.”


Intanto Andrè recatosi in armeria, avvertì una particolare tensione da parte dei suoi compagni.
“Cosa succede? Perché quelle facce?”
 “Forse non lo sai? Gerard è stato arrestato”. Disse il primo.
“Gerard arrestato!! Ma perché?"
Alain continuò: " E' stato accusato di aver venduto il suo fucile."
 “Cosa!”
“Siamo sicuri che è stata lei a denunciarlo.”
"Lei chi?”
“Il comandante, chi se no?!”.
“Non dirlo nemmeno per scherzo! Oscar non farebbe mai una cosa simile!"

" Invece l'ha fatto! Secondo te, chi poteva denunciare Gerard se non lei?! Noi? O forse tu? ... E' stata il comandante, non abbiamo alcun dubbio!"


 
Vi prego Generale Bouillé, rilasciate il soldato."
Non ci penso nemmeno Colonnello. Il soldato La Salle ha commesso un atto gravissimo e poi il caso è ormai in mano al Tribunale Militare."


All'improvviso la porta si spalancò, il colonnello Da Guillé fece irruzione.
 “Comandante!!! Stanno massacrando Andrè in armeria”.
“Andrè ..."
Oscar seguita da Boulliè e i suoi uomini, si precipitò sul posto.

Con respiro corto e affannato, urlò: “FERMI! LASCIATELO STARE!”
 Andrè esanime era riversato sul pavimento.
 Bouillè sbraitò: "Cosa sta succedendo?"
Oscar soccorse André e sollevandogli il capo, esclamò: " Cosa ti hanno fatto!”
L'affondo di Alain: “Ecco ci mancava solo questo: il Comandante che soccorre il suo spasimante.”
 Oscar sollevò il capo e con sguardo minaccioso, si rialzò. Un passo, ancora un altro, erano l'uno di fronte all'altro, strinse la mano e gli sferrò un pugno, colpendolo in pieno volto.
 Il generale Boulliè fuori di sé, inveì: "Soldato!! Ma come ti permetti di rivolgerti così a un tuo Superiore?!! Verrai punito!! .... E voi altri, spiegatemi immediatamente, perché Grandier è stato picchiato!!”
 “Rispondo io, Generale!”
 “Ah sempre tu, qualificati soldato.”
“Sono il caposquadra Sassoin, questa donna ha denunciato e fatto arrestare il soldato La Salle! ..... Comandante Jarjayes, immagino che l'abbiate fatto, per ricevere un ennesimo riconoscimento dal Quartier Generale, non è vero?”
Boulliè alzò i toni: "Soldato, non ti permetto di parlare in questo modo a un tuo superiore, CHIARO!!! E poi, il Colonnello Jarjeyes é stato informato della questione, poco fa!! Ma ciò che non capisco, cosa centra Grandier in tutto questo?!” -
 Un giovane soldato avanzando, spiegò: "Ecco, vedete ...André ha difeso il Comandante dalle nostre accuse."
"Ormai siete sull'orlo della follia!!" Tuonò il generale.
"Uno dei soldati mormorò: " Ci dispiace Andrè per il malinteso."
Alain timidamente, sussurrò: "Comandante vi chiedo di perdonarmi per … tutto.”
 All' uniscono replicarono: " Perdonateci Comandante.”
 Un breve scambio di sguardi.
Oscar era accoccolata accanto ad Andrè, sussurrò: “Su Andrè, cerca di alzarti,devi andare in infermeria.” .
Bouillé con atteggiamento minaccioso, concluse: " Soldati, da questo momento siete tutti a mia disposizione!! Sarete tutti puniti!!


André sorretto da alcuni compagni e seguito da Oscar, fu accompagnato in infermeria.

"Andrè, ti lascio alle cure del dottore, devo risolvere una questione con Bouillé, torno dopo!"
"Non preoccuparti, va pure Oscar ..."


"Generale Boullié, cosa avete intenzione di fare?"
" Mi pare ovvio Colonnello che, i responsabili dell'aggressione subita dal soldato Grandier verranno arrestati! Torno al Quartier Generale, ho altre faccende di cui occuparmi."
“Un momento signore, aspettate!”
 “Comandante Oscar,voi avete portato a termine una missione in maniera eccellente ma non siete in grado d’impartire la disciplina ai vostri uomini! Non è la prima volta che accadono cose simili nella vostra caserma. Esigo che mi diate una spiegazione.”
 “Generale ascoltate, vi chiedo di non prendete alcun provvedimento disciplinare nei confronti dei soldati.”
 “Come! Ma cosa dite, Jarjeyes?! Voi li difendete ancora?! Ma avete visto cosa hanno fatto al vostro attendente? Per fortuna che si è arruolato per vegliare sulla vostra persona, altrimenti non so cosa sarebbe accaduto!”
 “Signore vi prego di dimenticare quanto successo e di prosciogliere La Salle.”
 “Vi ho già detto, che ho investito la faccenda al Tribunale Militare.”
 “Vi prego perdonatelo, anche lui ha avuto il merito nella missione. Ve lo chiedo in nome della stima che mi avete accordato.”
 “Colonnello, non vi capisco.”
“Generale, non voglio perdere la stima dei miei uomini che, ho faticosamente conquistato.”
 “Comandante, Voi mi state mettendo in una situazione difficile!”
 “Sono sicura che, dopo quanto accaduto, non succederà più una cosa simile, vi do la mia parola.”
 “E va bene ... Avete vinto.”
 “Vi ringrazio Generale!”
 

 A passo veloce, Oscar entrò nelle camerate, i soldati non appena la videro si misero immediatamente sull'attenti.

Con tono severo, tuonò: “Siete impazziti? Prima di accusare qualcuno dovete esserne sicuri! Con il vostro gesto sconsiderato, avete messo a repentaglio la vita di Andrè, o chiunque sarebbe stato al suo posto. Non voglio che accadano mai più episodi di questo genere, altrimenti sarò io stessa a sbattervi davanti al Tribunale Militare, MI SONO SPIEGATA!!!" - Concluse sbattendo la porta.
.
"Alain, dobbiamo riconoscere che questa volta, l'abbiamo fatta davvero grossa ..."  
Hai ragione amico ... il comandante ha tutto il diritto di arrabbiarsi."  
"Alain, credo che sia il caso di scusarci ..."  
"Si, hai ragione ...."


A passo marziale, Oscar tornò in infermeria. André era ancora disteso nella branda.
“Dottore come sta il soldato Grandièr?”
 “Non preoccupatevi Comandante, si rimetterà in un paio di giorni. Adesso Vi lascio. Arrivederci colonnello!"

"Arrivederci dottore!"

Andrè, sussurrò: " Grazie dottore!"
Il dottore lasciò l'infermeria, André con un mezzo sorriso mormorò: Comandante, credo di essermi guadagnato qualche giorno in più di licenza!”
"Andrè, ormai manca poco e saremo ad Arras!"
"Non vedo l'ora di trascorrere qualche settimana con te! Ma ci pensi?! Io e te,soli e nessun altro!"
" André, al nostro ritorno, saremo congedati.”
 “Finalmente Oscar! ... Desidero allontanarmi da tutto e vivere con te .... "
“Andrè, anch'io desidero ritirarmi a vita privata. E' giunto il momento di pensare a noi, alla nostra vita insieme! Disse accarezzandogli la mano.
Si persero nei loro sguardi carichi di emozioni.
Silenzio.

Un tocco alla porta.
" Avanti."

“André, possiamo entrare?”
“Siete voi ......”
 I soldati fecero mestamente il loro ingresso in infermeria.
Il primo disse: “Andrè ci dispiace! ... Siamo stati degli stupidi, abbiamo agito senza riflettere! .... Comandante avete ragione! ...Ci siamo comportati in maniera discutibile, ed è giusto che ci puniate! ... Ma prima, vogliamo porgervi le nostre scuse."
Oscar annuì.
" Vedete, sin dall'inizio, eravamo prevenuti nei vostri confronti, e come se non bastasse, ci siamo comportati male in svariate occasioni! ... Comandante avete tutto il diritto di punirci, ce lo meritiamo! ..... Però, permetteteci di dirvi che, vi riteniamo il miglior Comandante che abbiamo mai avuto. Vi diamo la nostra parola d'onore, che, non accadrà mai più una cosa simile! Scusateci ancora, togliamo il disturbo.”
 
 “Un momento!Anch'io ho qualcosa da dirvi! Qualche tempo fa, ho fatto presente della vostra situazione a chi di dovere, sono riuscita ad ottenere un aumento della vostra paga ..."
" Cosa!!!"
"Premetto che, se sono riuscita ad ottenerlo, è stato grazie all’ impegno, che avete dimostrato durante la missione che, abbiamo portato a termine con successo.”
 I soldati esultarono, uno dopo l'altro dissero: "Grazie Comandante!"
" Un momento, non ho ancora finito! ... Per quanto riguarda La Salle verrà scarcerato.”
“Davvero!! Grazie, grazie Comandante!"
“Adesso tornate ai vostri posti.”
" Sissignore!"

Dal corridoio giungevano le risate e le voci gioiose dei soldati, uno di loro esclamò: “Ehi Alain, chi l’avrebbe detto che il nuovo Comandante ci avrebbe considerati persone e non topi di fogna! Ancora non riesco a crederci che, una donna aristocratica abbia fatto tutto questo per noi!”
 “Già!” - Farfugliò Alain grattandosi la testa .


“Io torno nel mio ufficio Andrè, debbo catalogare alcuni dispacci e poi, ci sono le licenze da firmare. Tu, invece, devi rimanere in infermeria.”
“Si ma stasera torno a casa con te.”
“Davvero te la senti di fare il viaggio di ritorno?"
 
"Oscar, quante volte siamo tornati a casa ubriachi e malconci?!"  
"Hai ragione André, più tardi passo a prenderti. Ciao!"  
"Ciao ... amore mio!"  
 
Oscar gli sorrise e lasciò l'infermeria.



“Aspetta, Andrè, ti aiuto a legare i cavalli!"
"Tranquilla, riesco a farlo da solo ...."
"Andrè, ho l’impressione che tu non voglia entrare in casa.”
 “Credo di avere delle ottime ragioni per tardare l’incontro con mia nonna: devo prepararmi ai suoi rimproveri."
"André, troveremo una giustificazione plausibile ....”
“Ne dubito, con i lividi in faccia che mi ritrovo! Comunque prima o poi dovrò affrontarla, meglio farlo subito.”
 
 
 
 Il generale e sua moglie erano seduti davanti al camino mentre nanny serviva il tè.
Oscar e André fecero il loro ingresso.
Marguerite, appena li vide arrivare, guardò con preoccupazione André, esclamò: “Santo cielo! André, cosa ti è accaduto?!”
Il generale e nanny posarono lo sguardo sul giovane, quest'ultima con tono preoccupato, domandò: “Si può sapere cosa hai combinato? Cosa sono questi segni sulla faccia?”
 “Emm … Vedi nonna, ero in armeria, sono inciampato e ho battuto la testa, non so neanche come sia successo!”
 
 “André, possibile che tu sia così sbadato?! Io non so, dove hai la testa ragazzo mio!! Invece di vegliare su Madamigella Oscar, tu ... tu ... è meglio che vada in cucina a preparare la cena! Oh André, mi farai disperare!”



“Allora Andrè, altri guai in caserma, non è vero?”
 “Signore è stato un malinteso.”
 “Un malinteso che ti ha ridotto in questo modo?!! .......Oscar tutti questi problemi non li avresti avuti nella Guardia Reale.!”
“Padre …”
 “Non interrompermi per favore. Ma ti rendi conto, che da quando presti servizio nella Guardia Metropolitana, ogni giorno ne succede una nuova?!! Non voglio neanche immaginare cosa sarebbe accaduto se Andrè non si fosse arruolato!”
“Il Vostro, è un suggerimento del generale Bouillè, affinché io lasci il comando?!”
“ Non dire sciocchezze Oscar!! La situazione politica si sta complicando, non vorrei che il tuo esercito venisse impiegato per un intervento armato.”
“In questo caso, non sarebbe la prima volta che …”
“Evidentemente non ti rendi conto, siamo sull l’orlo di una guerra civile!”

Una cameriera entrò nel salone in compagnia di un uomo distinto.
“Signore, è arrivato il notaio.” -
"Vi stavo aspettando! Prego, accomodatevi!"
 “Buona sera Generale!"
 
 Andrè disse: " Scusate Signori, vado in camera mia."
“Andrè, ti raggiungo più tardi, ho bisogno di parlarti.”
 “Sissignor Generale, vi aspetto.”


I presenti si accomodarono intorno al tavolo, il notaio tirò fuori il documento e appoggiandolo sul tavolo, disse: " E' tutto pronto signor Generale, ecco qui l'atto di proprietà. Non appena saranno apportate le vostre firme, Vostra figlia diventerà la nuova padrona di Arras."
"Bene!"
" Prego Generale, dovete firmare questi fogli! ...... E Voi Colonnello una firmare dove indicato, prima qui e poi infondo."
Oscar prese penna e calamaio e firmò il foglio.
Il notaio strinse la mano ai presenti e congedandosi, concluse: “Bene, adesso siete la nuova proprietaria di Arras, congratulazione!"


Oscar prese il documento e disse: “Padre vi ringrazio, spero che un giorno capiate e appoggiate le mie scelte.”
“Aspetta Oscar ...”

"Cosa c'è padre?"
“Tempo fa, mi hai detto, che avresti lasciato l’esercito .....”
 “Ho già presentato la richiesta ai miei superiori, sarò congedata al mio rientro!"
" Sono immensamente felice, per la tua decisione! ... Oscar, domani parto con il mio esercito, resterò fuori per un mese, hai tutto il tempo necessario per scegliere un marito.”
 Oscar sorrise e ribatté:"Al Vostro ritorno, sono sicura che non rimarrete deluso ....."


Improvvisamente Oscar sentì un forte dolore al petto, accompagnato da un colpo di tosse inarrestabile. Si coprì la bocca, le sue mani erano sporche di sangue. Strinse il pugno, impedendo che i presenti se ne accorgessero.
Augustin e Margherite avanzarono verso di lei, quest'ultima spaventata disse: “Oscar, Oscar che ti succede?”
“Niente, niente sto bene Madre! ... Buona notte.”
Lasciò in tutta fretta la sala, alle sue spalle giunse la voce di André: “Oscar fermati, aspetta …"
“Andrè, sono stanca, vado in camera mia.”
“Oscar, ti aspetto stanotte, verrai?” “Si,certo, certo Andrè! Ma adesso scusami ......”




" André, posso entrare?"
" Prego Generale, Vi stavo aspettando ...."  
"André, cosa ti è successo, esigo che tu mi dica la verità."  
"Signore, credo che non sia il caso di scendere nei dettagli, ciò che conta, che Oscar abbia deciso di abbandonare l'esercito."  
"Si, certo André,hai ragione! ... L'unica cosa che conta per me, che Oscar sia felice! .... André riconosco di aver sbagliato, non dovevo allevarla come un uomo! ... In quel momento mi sembrava la cosa più giusta da fare ma adesso, mi rendo conto che è stata una follia. Vorrei che mia figlia si sposasse e vivesse come tutte le altre donne. Non posso negare che sono in ansia per lei. Spero che almeno tu, mi capisca."
" Certo, Vi comprendo Generale."
Buona notte André!"
"Buona notte Signore."



 Era notte fonda, al palazzo Jarjeyes scese il silenzio assoluto.
André era nella sua stanza, disteso sul letto aspettava impaziente l'arrivo di Oscar.

“Andrè posso entrare?”

 “Oscar sei tu!! Su, entra!”
 
“André Cosa fai, rimani a letto, non muoverti!"
"Non sto poi così male, da non poterti accogliere in camera mia! Su, vieni qui, voglio che tu stia accanto a me!"
" Oh André caro, come ti senti?”
“Ora che sei qui, decisamente meglio! ..... Su dai, cosa aspetti, vieni qui accanto a me!”
 “Aspetta, temo di farti male ..."
 “Come potresti farmi del male! Ti voglio vicino a me ...." E accarezzandole i capelli, continuò: " Il profumo dei tuoi capelli mi fanno impazzire ...."
“Cosa!...Andrè ....”
 “E' un sogno averti vicino e abbracciarti. Vorrei che questa notte fossi mia ma non posso, ho preso tanti di quei pugni che ...
 “Ma cosa dici sciocco! Mi basta essere tra le tue braccia e dormirti accanto! ... Ti amo André .....”
"Oscar, ti amo con tutto il cuore, ti amo ... ti amo .....




 “Andrè, hai raccontato a mio padre di stamattina?”
 "Oscar, tuo padre è stato qui, ti assicuro che è davvero preoccupato per te.”
“Io proprio non lo capisco! André, nemmeno quando ero una ragazzina, ha dimostrato tutto questo interesse nei miei confronti.”
 “Perché prestavi servizio nella guardia realè, lì non c’erano mai problemi: tu comandavi, loro obbedivano. Adesso invece oltre ad avere problemi con i soldati, ci si mette anche la crisi che sta attraversando il paese, si temono disordini o peggio ancora rivolte.”
 “Anche se cerco di non pensarci, devo darti ragione Andrè! ..... Domani mattina prima di recarmi in caserma, andrò da Sua Maestà, le chiederò la dispensa per il nostro matrimonio, sempre che tu abbia ancora voglia di sposarmi!"
“So cosa mi aspetta starti accanto, chi più di me ti conosce.”
 “Um .. Sentiamo, a cosa andresti incontro sposandomi?!”
“Oh, vediamo da dove comincio, dunque … sei testarda come un mulo, impulsiva, ribelle e avventata.”
 “Andrè, se qualcuno ti ascoltasse, ti consiglierebbe di scappare non di sposarmi! Ah ah ah ....”
"Questa si, che è bella! Ah ah ah ah... Ma dimmi, come posso scappare da te, se non aspetto altro da una vita! Per poco non perdevo il senno per colpa tua! ..... E poi amore, malgrado la tua ostinazione, qualche volta riesco anche a portarti alla ragione" Ih ih ih ...”
“No, basta Andrè!! Stai parlando di me, come se fossi una sprovveduta.”
" Ah ha ha ha .. Su, non arrabbiarti e baciami ........."
"Si, certo soldato Grandier, anch'io ho voglia di baciarti ..." Disse dandogli un piccolo morso sulle labbra.
“Ahi.. che male!”
 “Oh..Andrè mi dispiace! Le tue labbra sono gonfie .”
 “Ti prego Oscar, continua a farmi male ... mi piace ..." “Andrè …”
 
 

La mattina seguente, Oscar uscì di buon ora per recarsi al palazzo reale. Fu ricevuta in udienza privata dalla regina.


“Cosa!! ...Davvero volete sposarvi con Andrè!!”
“Si, Maestà! ... E ciò che più desidero.”
 “Ma Oscar, sono al corrente che, vostro padre si stia prodigando per cercarvi un marito tra i nobili di Versailles.”
 “Maestà, ciò che pensa mio padre, per me non ha alcuna importanza, dovrà accettare la mia decisione.
Vedete Maestà, domani, André ed io partiremo per qualche settimana, andremo ad Arras."
"Ad Arres!! Che posto incantevole!"
Maestà, al mio ritorno, informerò mio padre della mia decisione. Se sarà necessario, sposerò Andrè anche contro la sua volontà.”
 “Capisco Oscar, è inutile che io aggiunga altro, firmerò il mio assenso alle vostre nozze. Non posso certo negarVi questa gioia amica mia!"
"Grazie Maestà!"
.
La regina si diresse verso lo scrittoio, prese il documento dove era posto il sigillo reale e firmò l’assenso.

“Vi auguro con tutto il cuore di essere felice madamigella Oscar!”
 “Vi ringrazio Maestà, Vi ringrazio dal profondo del cuore!”

 
 
 
Lasciato il palazzo reale, si recò al comando, attraversò il cortile, percorse il corridoio fino ad arrivare davanti alla porta del suo ufficio. Intanto negli alloggi si festeggiava la scarcerazione di La Salle.

“La Salle che bello rivederti tra noi!"
"Grazie amici! ... E' tutto merito del nostro Comandante, se sono tornato!"
Alain ribatté: "Già amico mio, è per merito suo che sei ancora tra noi! Adesso scusatemi."
" Ehi, dove vai Alain?”
 “Tra poco monto di guardia al suo ufficio e poi, voglio ringraziarla per quello che ha fatto per noi! Tu ancora non lo sai La Salle ma è per merito suo che abbiamo appena ricevuto una paga più alta.”
 “Dici davvero Alain!! Che bella notizia! Aspetta, vengo con te, voglio ringraziarla per avermi fatto scarcerare!”


 “E’ una donna meravigliosa, Andrè è davvero un uomo fortunato ... io mi sono innamorato della donna del mio amico. Devo assolutamente dimenticarla …
 
 

“Cosa volete Maggiore Girodelle?”
“Su ... non siate prevenuta comandante Oscar! ... Desidero parlarvi.”
“Non abbiamo nulla da dirci Girodelle!”
 “Vi assicuro non è nulla di personale ….”
 “E va bene, entriamo nel mio ufficio ma sbrigatevi, non ho tempo da perdere! .... Allora cosa volete?”
“Voi …”-
“Fuori di qui!”
Avanzando verso di lei, con tono insolente continuò: “Madamigella, io non capisco, perché mi rifiutate? ... Forse siete innamorata di quel plebeo?!!”
" Ma come osate Girodelle?!! Uscite immediatamente dal mio ufficio!"
Un passo e un altro ancora, fino a farla arretrare contro la parete,viso su viso continuò:" Non è così Madamigella Oscar? Volete negarlo?"
 "Girodelle, lasciatemi andare!"
" Oscar, io vi amo, possibile che non riusciate a capire? ... E così difficile accettare che Vi desidero ...."
"Non osate parlarmi in questo modo, ve lo proibisco!!"
"Sfidatemi a duello, non aspetto altro! Sarebbe bellissimo vederVi avanzare su di me! ... Oscar sono pazzo di Voi! ... Non faccio che pensarvi ... sognarti e amarti anche solo nei miei pensieri, Baciami ti prego ...."
“LASCIATEMI GIRODELLE!!”
“Noo … Non ci penso nemmeno! Siete bellissima! Mi fate impazzire …”- Le disse avventandosi prima sul collo posandole dei baci ardenti.
 “NO!! HO DETTO DI LASCIAMI!!!”.
Ancora altro grido.
Le braccia erano tese e bloccate, Oscar tentava inutilmente di respingerlo ma lui era troppo forte.

  “Perché mi respingi ... ”
 “SIETE UN VIGLIACCO ....”

 Alain e La Salle erano in prossimità dell' ufficio del loro Comandante, quando all'improvviso udirono le sue grida.

“Ma è il Comandante Oscar! Su presto La Salle, sbrigati …”

Alain spalancò la porta, vide il suo Comandante che tentava di liberarsi dalla presa di Girodelle .
Alain senza un attimo di esitazione, si avventò sull'ufficiale sbattendolo contro il muro e colpirlo con un pugno dopo l'altro, fino a stramazzarlo al suolo.
La Salle cercando di trattenere l'amico, urlò: “Lascialo Alain! lo stai ammazzando! BASTA, FERMATI!"
 Oscar si unì alle suppliche del soldato.
“ALAIN LASCIALO... TE LO ORDINO!!"
Ma la rabbia e la gelosia, ormai presero il sopravvento, Alain continuava a colpire.

Il colonnello Da Guille udendo le grida, si precipitò nell'ufficio del Comandante.

“Ma che succede?!!”
La Salle rispose: “Aiutatemi Colonnello.”
 " Sassoin che ti salta in testa!!! Stavolta nessuno ti salverà dal tribunale Militare!! Lascia stare il Maggiore!! La Salle, tentiamo di bloccarlo! ... Dannazione Sassoin, che diavolo stai facendo!! ”
 Alain fu trattenuto dai due,con respiro affannato ribatté: “Chiedetelo a lui Colonnello, voglio proprio vedere se avrà il coraggio di dirlo!”
 
"INVECE LO CHIEDO A TE SASSOIN!! PARLA!!!

Girodelle tirò su la testa, un colpo di tosse e ancora un altro.

Alain ansimante, inveì contro il mal capitato:“Forza, vediamo adesso se, sei tanto uomo da raccontare al Colonnello cosa hai fatto al Comandante!”
Coff .. coff .."
Alain puntò il dito contro Girodelle e guardando il vice comandante, continuò: “Signore, questo depravato ha mancato di rispetto al Comandante Oscar.”
 “Cosa? Ci mancava solo questa!”
La Salle continuò:  “E’ così Signore! Il comandante è stata aggredita dal maggiore Girodelle!"
 Oscar annuì.
Da Guille ordinò al soldato La Salle: “Va a chiamare la squadra medica.”
 “Sissignore”.
Il Vice Comandante guardò il malcapitato, sussurrò: “Sassoin, lo hai quasi ammazzato."
“Ha avuto quello che si meritava!"
  “Maggiore avete commesso un atto gravissimo! Rischiate non solo di finire agli arresti per molto tempo ma di essere sbattuto fuori dall'esercito! Farò immediatamente rapporto al Comando!!"
Oscar arretrò di pochi passi e si accasciò al muro.
 Da Guille, la soccorse e domandò: “Comandante, vi sentite male?”
“Sto, bene Colonnello, non ho nulla!"
 “Vi porto un bicchiere d’acqua.”
 
“Vi ringrazio colonnello, non voglio nulla!”
  “E’ meglio che torniate a casa!...Sassoin accompagna il Comandante.”
 “Sissignore.”
 “Non è necessario.”
“Comandante non avete una bella cera: siete pallida, non state bene. Sassoin, si occuperà di Voi!”
 “Si, forse avete ragione, tornerò a casa! ..... Colonnello nel cassetto della scrivania ci sono le licenze che ho firmato, pensateci voi ...”
 “Provvederò ad ogni cosa, andate tranquilla!” 
"Grazie Colonnello Da Guille!'

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Verso Arras ***


Verso Arras

La notte precedente, un forte vento si abbatté su Parigi, il viale di palazzo Jarjayes era ricoperto dai petali di fiori.
Seduto sul bordo dell’imponente fontana, André assorto dai suoi pensieri, giocherellava nervosamente con un fiore che aveva raccolto da terra.
André pensava alla sua amata Oscar: "Spero che non ti accada nulla! ... Non so perché ma ho un brutto presentimento ..."


I suoi pensieri si distolsero, dallo scalpitio di alcuni passi, alzò la testa, vide arrivare il generale e alzandosi, esclamò: “Siete voi Generale!” “Sei preoccupato Andrè! … Stai forse pensando a mia figlia, non è vero?”
“Si, signore! Penso ad Oscar e, a tutti i problemi che sorgono in caserma.
“Cosa c'è Andre! .. Cos'altro è successo?”
“Nulla Signore! E solo che, non passa un solo giorno che non succeda qualcosa. Per fortuna che Oscar ha deciso di congedarsi.”
“Già! ... Ma non ha voluto dirmi, per quale ragione ha deciso di farlo! ... Andrè, tu sai, cosa le passa per la testa?”
“Signore, spetta ad Oscar  mettervi a conoscenza delle sue decisioni ....”
“Ummm… Quindi debbo aspettarmi qualche altro colpo di testa da parte sua, vero André?!!”

La conversazione si interruppe, quando i due udirono lo scalpitio dei cavalli, seguito dal cigolio delle ruote di una carrozza.
André con espressione sorpresa esclamò: " Ma è la carrozza della Guardia Metropolitana! Cosa è successo ...."
Il Generale accigliò lo sguardo e sussurrò: " La carrozza militare! ... Davvero strano ....."
"Cesàr, il cavallo di Oscar, è stato attaccato alla carrozza, ma cosa sta succedendo?!!"
La vettura si arrestò all' ingresso del palazzo, lo sportellino si aprì, videro uscire Alain e poi Oscar.
André e il generale, si avvicinarono alla vettura, quest'ultimo farfugliò sottovoce: “Ma cosa succede?”
André gli andò incontro e domandò: “Alain, Oscar cosa è successo, perché siete qui?”
Oscar lanciò un occhiata al soldato e ribatté severamente: “Alain!”
“Comandante non potete tacere sull'accaduto, dovete informare la vostra famiglia! Se lo riterrete necessario, punitemi ma io ho l'obbligo morale di parlare!"
"Alain! Si può sapere cos'altro è accaduto!"
" ....... Generale, Andrè ... stamattina il damerino è venuto in caserma …”
“Il damerino?!! Parli del maggiore Girodelle?” “Si, lui Andrè! E' entrato nell’ufficio del comandante .... L’aggredita .... "
“Ma cosa dici soldato!”
"Quello che avete sentito Generale!"
Andrè digrignò: "Cosa?”
“Il resto è giusto che ve lo racconti il Comandante!"
“Soldato, ma che assurdità è questa?!! Girodelle è un gentiluomo, non è possibile!"
“Padre, per favore!! Girodelle, mi ha mancato di rispetto …”
“Io lo ammazzo” Sbraitò Andrè.
“Calmati  amico! Non è il caso che tu faccia così e poi, ci ho già pensato io ..." "Cosa intendi Alain?"
" Gli ho dato una sonora lezione, che se lo ricorderà per tutta la vita! ... Al resto, ci ha pensato il Colonnello Da Guille, lo ha messo agli arresti.”
"E' assurdo! Ma come può essere! ... Girodelle, proprio lui che l'altro giorno è venuto a chiedermi la tua mano! Dovrà rispondere delle sue azioni!!! Soldato, hai detto che il colonnello Da Guille, l'ha messo agli arresti?"
"Sissignore!"
"Benissimo! Vedremo il da farsi! ..... Vado nel mio studio, ho bisogno di rimanere solo."
Andrè e Oscar si scambiarono uno sguardo fugace, quest'ultima disse: "Scusatemi vado in camera mia! ... Grazie Alain! ..."


"André, secondo me, quell’ imbecille ha perso la testa per la tua donna. Ammettilo, è inutile che lo neghi, te lo leggo in faccia che il Comandante è la tua donna! ... Solo uno stupido non se ne accorgerebbe! ..... Stalle vicino amico! Ti auguro buona fortuna, ne avrai bisogno! .. André, penso io al cavallo del comandante, meglio che tu vada da lei!
"Grazie Alain ..."Rispose atterrito mentre varcò il portone del palazzo.




  •  “Oscar, posso entrare?”
    “Vieni Andrè, entra pure!”
    “Temevo che potesse accaderti qualcosa! Lo sentivo ... ma non avrei mai immaginato una cosa simile! Dimmi, cosa ti ha fatto?” “Niente, non è successo niente, sta tranquillo. ”
    “Cosa ti ha fatto?”
    “Ho detto niente .... ”
     “Se non è successo niente come dici, allora spiegami, perché Alain lo ha picchiato?!!"

    Oscar gli diede le spalle.
    Un passo e ancora un altro, Andrè era dietro di lei, l'abbracciò e con tono suadente sussurrò: “ Desidero, che tu capisca, che non sei più sola! ... Se ti infastidiscono le mie parole allora, non dirmi nulla ... ma vorrei, che  ti fidassi di me come come hai sempre fatto ...”
    Silenzio.
    La voce del Generale indusse i due ad allontanarsi.
     “Oscar,posso entrare?”
    “Si, certo Padre.”
    “Sei qui Andrè!!”
    "Sissignore! ... Ma stavo per andare via. A dopo Oscar!"


    Oscar e il generale rimasero soli, quest'ultimo disse: “All’alba, parto con il mio reggimento, non ci vedremo prima di un mese. Fortunatamente vai in licenza, ed io mi sentirò più tranquillo! Intanto avrai tutto il tempo di decidere, cosa fare della tua vita …”
    “Padre, non Vi capisco ....”
    “Arrivo al dunque! Tra non molto otterrai il congedo, avrai un lungo periodo a disposizione per riflettere e sceglierti un marito.”
      “Tranquillizzatevi padre, al vostro ritorno avrete ciò che desiderate."
    “Mi fa piacere, che tu abbia compreso! ... Oscar, sposarti è la cosa più sensata che tu possa fare! ... Non sai quanto sono felice! Bene, ora ti lascio, devo risolvere alcune questioni prima della mia partenza. A dopo!
    " A dopo Padre!"



    Poco dopo, Andrè tornò in camera, le disse: “Oscar ..."
    “Cosa ti succede André?”
    “Oscar, non appena tuo padre saprà di noi, succederà il finimondo.”
    “Lo so... ma non possiamo farci nulla! .... Sei un soldato Andrè, non avrai mica paura di affrontarlo?!"
    "Oscar non scherzare ..."
    " André, con o senza la sua approvazione, noi ci sposeremo comunque! Lasceremo il palazzo e andremo a vivere ad Arras. Invero, l’idea non mi dispiace affatto.”
    La strinse a sé e con un fil di voce, sussurrò: "Oscar, se fosse necessario, per te, sfiderei non solo tuo padre ma il mondo intero … stanne certa! ...  Io ti amo Oscar!"
    "Anch'io ti amo .... Ti prego Andrè, stammi vicina ... non lasciarmi ...."
    "Oscar ...."  

    L’indomani si svegliarono l’uno nelle braccia dell’altra.
    André la svegliò con un bacio e abbracciandola, sussurrò: “Buongiorno dormigliona!”
    “Buongiorno Andrè!"
    " Hai dormito bene?"
    " Con te accanto, ho dormito meravigliosamente!"
    "Oscar ....."

    Sguardo nello sguardo, si abbandonarono a un lungo bacio appassionato .....

    "André, voglio partire immediatamente, desidero allontanarmi da qui, quanto prima.”
    “Si, si, anch'io voglio andare via, ma desidero rimanere ancora un poco con te .....”


    "Su dai André, prendi i vestiti e fa presto, voglio arrivare ad Arras entro sera,"
    All'improvviso sentirono bussare alla porta.
    “Oscar, posso entrare?”

    André spaventato balzò dal letto, disse: “Oscar, è tua madre!! Cosa facciamo!! Su, vestiamoci, fa presto! ... Non abbiamo nulla addosso! ... Sbrigati Oscar …”


     
    “Oscar, figlia mia, tutto bene?! Perché ci metti tanto per aprire?”

    "Un momento madre, adesso arrivo!!"
    "Oscar, dai!! ... Ecco qua i tuoi pantaloni, muoviti ...."
    " E' inutile che ti affanni André, sta calmo ...."
    "Oscar guarda il letto! Oh no!! Chiunque capirebbe cosa è successo..."
    " Hai ragione ma o ci vestiamo oppure lo sistemiamo." Disse rivestendosi in tutta fretta.  
    Con la camicia ancora sbottonata André, replicò:" Almeno diamo una piccola sistemata ..."
    Credi che con le facce che abbiamo, mia madre non lo capirebbe comunque? Non è certo questa l'ora delle visite! Come glielo spieghiamo che sei qui?"
    "Ti prego, non rendere le cose più difficili di quanto non lo siano."

    Nanny passando per il corridoio, vide Madame Margherite bussare alla porta con una certa insistenza.

    "Oh Santo Cielo è la fine! Madame scoprirà la verità ....”

    “Oscar …”
    “Un attimo solo madre, adesso apro.”

    “Ma come fai a controllarti in questo modo?! Io vorrei scomparire …” Farfugliò Andrè, infilandosi i pantaloni in tutta fretta.  “Ahi! Il piede … accidenti! .. Che male!! Ci mancava solo che battessi contro il letto!"
    “Calmati Andrè, non è il caso che ti agiti tanto!
    "Ma Oscar, come fai a mantenere la calma in un momento come questo?! .. Ascolta, non trovo le mie scarpe..."
    "Saranno sotto il letto..."
    " Adesso guardo ...... si sono qui! ... Ma non ho il tempo di metterle, esco dal balcone ....”
    “Ma si può sapere che razza di soldato sto per sposare?!!”
    “Co..cosa dici, ti rendi conto in quale situazione ci troviamo!! Se non l'hai ancora capito,là fuori c’è tua madre!”
    “Ma si può sapere dove vai?”
    “Che domanda! Esco dal balcone!”
    “Tu non vai da nessuna parte Grandier, resta qui e dimostrami di essere un vero uomo! Vuol dire che mia madre sarà la prima, a sapere di noi.
    “Ma lo deve sapere proprio in questo modo? Il letto poi, è tutto .... Dio che situazione! Almeno riordiniamolo ancora un poco!”
    “André! Non credi che lo capirebbe comunque?! Ormai non siamo più dei ragazzini!"
    "Oscar ..."
    "Andrè, infondo ci è andata bene, pensa se dietro a quella porta ci fosse stato il Generale! "
    "Non scherzare Oscar, non è il momento ...


    Ennesimo tocco alla porta.
    “Oscar … apri…”
    Finalmente la porta si aprì.
    Marguerite entrò nelle stanza, domandò: “Oscar va tutto bene? Andrè ... tu qui?!!!” Lo sguardo si posò sul letto disfatto e con atteggiamento sospetto continuò: “ Oscar, André …. Voi … Oscar cosa sta succedendo?!!…”
    Andrè fece un passo in avanti e timidamente mormorò: “Madame…”
    "Scusami Andrè, voglio che sia mia figlia a spiegarmi! ..... Allora Oscar, sto aspettando! Cosa significa?!”
    Occhi negli occhi.
    “Madre, vedete, io e Andrè ci amiamo ....”
    “Davvero credevi che non l'avessi intuito?!"
    “Madre, vi assicuro che l’avremmo fatto...”
    “Tra quanto tempo?"
    “Al nostro ritorno da Arras. Non è più nostra intenzione nasconderci."
    “Madame noi ci amiamo, è nostro desiderio sposarci. Probabilmente, non mi ritenete degno di vostra figlia e lo capisco.”
    “No,no Andrè, cosa dici! Hai vissuto con noi sin da bambino, per quanto mi riguarda, ti ho sempre considerato il figlio che non ho mai avuto! ... Ma venire a sapere così, in questo modo ....... Nanny, tu ne eri a conoscenza?”
    “Si Madame.”
    Margherite si sedette sul sofà e abbassando il capo, disse con rammarico: “Ho avuto ben sei figlie, mi rendo conto che, non ho mai saputo nulla di loro …” br>Gli occhi  brillavano per l'emozione. Oscar avanzò verso sua madre, si piegò sulle ginocchia, prese le sue mani e con tono suadente mormorò: “Non avete nulla da rimproverarvi, siete stata una madre meravigliosa!”

    “Oscar …”
    “Siete preoccupata per mio padre e Vi capisco, non  temete, al suo ritorno, Andrè ed io gli parleremo! ..... Mio padre desidera che mi sposi, ed io, lo accontenterò.”
    “Oscar, vedrai cara, risolveremo ogni cosa …”
    “Ne sono certa! .... Madre, ho già chiesto e ottenuto da Sua Maestà la dispensa per sposarmi”
    La nonna intervenne:“Santo cielo, cosa dirà il Generale!?”
    “Nulla nonna! Vedrai, se ne farà una ragione!"
    André continuò: “Madame, Oscar ed io partiamo per Arras, staremo fuori per tutto il periodo della licenza, non appena torneremo, sarò io stesso a informare il Generale delle nostre intenzioni."
    “Madre, André ed io potremmo sposarci ad Arras ma preferiamo attendere il ritorno di mio padre! ...  Entrambi desideriamo la sua benedizione ma se, si dovesse opporre,  ci sposeremo comunque.”
    " Oscar ... figlia cara!" Disse Marguerite abbracciando prima sua figlia e poi Andrè e guardandolo negli occhi, continuò : “Mia figlia, non poteva scegliere un uomo migliore di te! Vi auguro di essere felici!”
    “Grazie madame.”


    Nanny e Marguerite mestamente lasciarono la stanza ma prima Oscar chiese a quest'ultima: “Madre, perché siete venuta in camera mia a quest’ora, dovevate dirmi qualcosa?”
    “Già! L’avevo dimenticato! Oscar, ero in giardino quando a palazzo è arrivato un soldato, mandato dal Generale Bouille .."
    " C'è forse un messaggio da parte del Generale?"
    "Si, Oscar. Il soldato mi ha detto di riferirti che, il Generale ti sta aspettano al tuo comando.”
    “E per quale ragione?”
    “Non lo so Oscar, il soldato non ha aggiunto altro.”
    “E adesso cosa sarà accaduto? .... Andrè, prima di partire dobbiamo andare in caserma.”
    “Spero davvero, che ci lascino andare via!"
     
    "André, non possiamo recarci in abiti civili, dobbiamo indossare l'uniforme."  
    " Si, Oscar, vado a cambiarmi, ti aspetto di sotto."


    "Oscar, ci sono dei problemi?"
    "Madre, saranno le solite noie, non preoccupateVi! Adesso scusatemi, debbo prepararmi."
    "Si, cara, ti lascio! ... Oscar ..."
    Si, Madre ..."
    "Ti auguro buon viaggio e goditi questo mese lontano dai problemi."
    " Grazie Madre!"


    Oscar e Andrè salirono sulla carrozza che li condusse al Comando dei soldati della guardia.

    Fianco a fianco, a passo spedito, percorsero i corridoi della caserma.
    Oscar e André entrarono nell'ufficio, spalancò gli occhi quando si rese conto che ad attenderla non c' era solamente il Generale Bouillé ma erano presenti anche il colonnello Da Guillé, Victor de Girodelle e suo padre il Conte de Girodelle.
    Fredda e distante chiosò: “Buongiorno signori.”
    Il generale Bouille’ era seduto dietro la scrivania, scrutò i due militari, disse:“Colonnello Jarjeyes dobbiamo  parlarvi ...”
    “Immagino già l’argomento che tratteremo Generale!"

    “Bene.. Come avrete compreso, riguarda proprio quello che è avvenuto ieri in questo ufficio.” Con alterigia, Bouillè posò lo sguardo su Andrè, continuò: “Grandier aspettate fuori il vostro comandante.”
    Oscar ribatté: “Un momento Signore! Se la nostra conversazione, riguarda il maggiore Girodelle, il soldato Grandièr ha tutto il diritto di restare qui ad ascoltare ..."
    "Bouillé sorpreso, ribatté:" Come?!!"
    "Generale, Grandièr è il mio promesso sposo!”

    L’ espressione di Girodelle s’inorridì, sollevò lo sguardo da terra e scrutò i due.
    “Cosa avete detto Colonnello?” - Domandò Bouillè.
    “Avete udito benissimo Signore! ..... Allora generale, cosa avete da dirmi a riguardo?!!”
    “Sono stato informato di quanto accaduto! Ovviamente condanno il gesto inqualificabile del Maggiore. Avete tutto il diritto di denunciarlo al Tribunale Militare, verrà privato dei suoi gradi …”

    Lo sguardo tagliente di Oscar.

    Girodelle padre intervenne: “ Colonnello, mio figlio con il suo comportamento, non solo ha disonorato la nostra famiglia ma ha messo in discussione l’amicizia che mi lega da sempre con vostro padre. Colonnello, vi porgo le mie scuse, mi dispiace davvero per il comportamento sconsiderato di mio figlio. Non avrei mai pensato che un giorno mi sarei trovato in una situazione simile! ... Colonnello, non appena sarà tornato vostro padre, presenterò personalmente le mie scuse. Spero che Augustin le accetti! ... Sono desolato ... mi dispiace!"
    Oscar annuì.

    Bouillé continuò: “Ecco Colonnello, vedete, il Conte de Girodelle …”
    “E’ inutile che continuiate Generale, ho inteso perfettamente la questione. Voi Signori mi chiedete di non presentare alcuna denuncia nei confronti del Maggiore, non è così? ........ Ma siete davvero a conoscenza della gravità del suo gesto?! Signori, il Maggiore Girodelle mi ha offesa non soltanto come soldato ma sopratutto come donna!! Non so se ho reso l'idea! Ed è stato grazie all’intervento dei miei soldati, se, il Maggiore Girodelle non è riuscito nel suo intento. Voi adesso, mi chiedete di non denunciarlo?!! ... Ma è assurdo!"
    Andrè, sentì la rabbia salire,posò lo sguardo minaccioso sul Maggiore mentre Oscar  ritrovando la freddezza di sempre continuò:“Colonnello Da Guillé…”
    “Si signore.”
    “Datemi il documento.”
    ”Comandate, dovete firmare qui."Disse puntando l'indice.
    Con impeto Oscar afferrò il foglio, ebbe un attimo di esitazione, guardò il Maggiore Girodelle e con aria di sfida sentenziò: “Tranquillo, non vi denuncerò! ... Girodelle, Voglio che rammendiate che, Oscar Francois de Jarjeyes non vi sottrae l’onore, perché non lo avete mai avuto! ....... Generale Bouillè, è mio diritto chiedere per il Maggiore  gli arresti per un mese!"
    “E sia!... Maggiore Girodelle, a partire da questo momento, siete in arresto per un periodo di trenta giorni.”
    Girodelle padre avanzò timidamente verso Oscar, disse: “Colonnello, dopo quanto appreso, mi rendo conto che non avrei dovuto intercedere per mio figlio. Ribadisco ancora una volta, che mi dispiace! ... Chiedo scusa anche a voi signor Grandièr …”
    Victor fuori di sé sbraitò: “Padre!! Voi avete appena chiesto scusa a un servo che è l’amante di una ..…”
    Poche parole e André, gli si avventò addosso sferrandogli  un pugno dopo l'altro. Girodelle già provato dai colpi inferti di Alain, si ritrovò a terra.

    Il Colonnello Da Guille trattenne André, disse: “Calmati Grandièr, lascialo stare! Il Maggiore verrà condotto immediatamente in cella! Ti capisco, anch'io al tuo posto avrei reagito alla stessa maniera ma adesso calmati!"
    Victor si sollevò lentamente da terra, aggrappandosi ad una sedia.
    Il vecchio Girodelle, gli si avvicinò e sibilò: “Sei un uomo senza onore!”- Sollevò la mano e  lo colpì in pieno volto.
    Il generale Bouillè tuonò: “Victor Clement de Girodel, siete in arresto per un mese! ... Colonnello Da Guille, ordinate ai soldati di accompagnare il Maggiore in cella di rigore ........ E Voi Colonnello Jarjeyes, siete sempre dell’idea di non esporre denuncia?”
    “Signor generale, per quanto mi riguarda sono in licenza dalle prime luci dell’alba. Preferisco dimenticare l’accaduto! ........ Signori!”
    Disse mettendosi sull'attenti, lasciando l'ufficio con Andrè.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cambiamento ***


 Cambiamento

10 Giugno 1789


Una carrozza percorreva la strada che portava ad Arras.  Dopo quanto accaduto  nella caserma Metropolitana, lo stato d'animo dei due passeggeri era turbato. I silenzi e gli  sguardi valevano più di mille parole. Erano l'uno accanto all'altra. Entrambi desideravano allontanarsi per qualche tempo, per vivere intensamente quelle poche settimane lontano da tutto e da tutti, pur essendo consapevoli che al loro rientro, attendeva loro un'infinità di problemi.
.
Oscar si era assopita tra le braccia di André, quest'ultimo pensava: "Hai sempre protetto gli altri, senza mai pensare a te stessa ma d'ora in avanti, mi occuperò di te, amore mio!

La carrozza guidata da Joacquine il cocchiere di palazzo Jarjayes, all'improvviso prese uno scossone per via del sentiero sterrato.
Oscar si svegliò, si sciolse dal tepore di quell'abbraccio e guardando fuori dal finestrino esclamò felice: "André, finalmente siamo arrivati!”
Gli occhi malinconici di André le erano addosso.
“André, cosa c’è, perché mi guardi in questo modo?”
Sulle labbra si insinuò un sorriso, la sua voce divenne calda e profonda, rispose: "Vederti così contenta, mi ricordano i giorni spensierati che abbiamo vissuto ad Arras.”
“Già … Da bambini, i miei genitori, ci portavano spesso per le vacanze! .. Ero molto piccola ma ricordo vagamente quando c'erano le mie sorelle ...."
"Come potrei dimenticarlo!... E' stato il periodo più bello della mia vita!"
Ho trascorso poco tempo con loro, senza aver mai condiviso nulla...."
"Parli delle tue sorelle, vero Oscar!" "
Si ... Ricordo le mie sorelle poco più grandi di me, giocare con le bambole, mio padre, mi impediva di condividere del tempo con loro! .....Oltre al fucile e alla spada, il mio unico compagno di giochi eri tu ... tu soltanto André!”
Occhi negli occhi, ancora un altro scossone,  un altro breve tratto e varcarono il cancello della tenuta.
Ai margini del giardino padroneggiavano degli alberi secolari piantati dal nonno di Augustin; al centro erano situati numerosi roseti di svariati colori ma nella parte antistante della casa padroneggiavano le rose bianche che, tempo addietro, Oscar fece piantate. Erano le sue preferite .
Finalmente la carrozza si fermò, davanti all’ ingresso principale.

Avvertiti del loro arrivo, ad attenderli c'erano i coniugi Joland e Lucièn Frerrer, custodi della tenuta. Prima di Lucièn c’era stato suo padre.
Da generazioni, i Frerrer, erano devoti servitori della famiglia Jarjeyes.
Lussien era già un ragazzo,  quando Andrè poco più di un bambino entrò a far parte della famiglia Jarjeyes. I due si conoscevano da sempre, ed erano legati da una profonda amicizia.
Il cocchiere arrestò i cavalli, il primo a scendere dalla carrozza fu Andrè seguito da Oscar.
Joland e Lucièn gli andarono incontro.


“Buongiorno Lucièn, buongiorno Joland!”
“Ben tornata Madamigella Oscar!”
Lucièn strinse la mano ad André, disse: “E’ davvero passato tanto tempo dall’ultima volta che sei stato qui, sono felice di rivederti, Andrè!”
“Già! E' passato più di un anno dall'ultima volta che ci siamo visti! ... Ma dimmi come stai?”
“Bene, bene Andrè.”
“ Come vanno le cose?”
“ Mia moglie ed io come sempre ci occupiamo della tenuta! ... Ma dimmi, quanto tempo vi intratterrete?”
“Circa un mese.”
“Un mese! E’ davvero una bella vacanza André! Mi fa davvero piacere!”



Oscar seguita da Joland entrò in casa.
“Come potete vedere Madamigella, ho apportato qualche cambiamento …”
“Cambiamento?”
" Come potete notare, ho rinnovato i tendaggi, quelli che c'erano non andavano più bene...."
“Ma si, Joland, non preoccuparti, fai ciò che ritieni opportuno! .... Piuttosto dimmi, come sta tua figlia Marie?”
“Marie si è sposata quasi un anno fa, a breve avrà un bambino! ...... Madamigella, come  stanno Madame e il Generale?”
“Bene, grazie!”
Oscar arrestò il passo obbligando l’altra a fermarsi, il tono divenne severo: “Come vanno le cose qui? Mi riferisco al villaggio.”
“Madamigella, non è cambiato assolutamente nulla dall'ultima volta che siete venuta.”
“Capisco …”
Oscar si voltò, vide Andrè e Lucien scaricare il bagaglio.



“Questo è il tuo bagaglio Andrè?”
“Si Lucièn, invece quelle altre sono di Oscar.”


Oscar era al piano superiore, quando dall'alto vide i due percorrere il corridoio che portava nella stanza di Andrè, con tono deciso disse: “Un momento Lucièn.”
“Dite, Madamigella?”
“Il bagaglio di André lo devi portare in camera mia.”
 
Gli occhi di Andrè si sgranarono,sul viso trasparì disappunto e imbarazzo, André mormorò:"Oscar, ma cosa dici!

Lucién sbigottito dall'ordine della sua padrona, si diresse al piano superiore, finché André disse:“Lucién, è giusto che vi dia una spiegazione …”
“Andrè non hai motivo di farlo ...”
“Si, invece!... Vedete, Oscar e io tra non molto ci sposeremo … ”
“Vi sposerete?!! Ma dici sul serio? Em ... scusatemi ... Comunque, non preoccuparti André! Come ho già detto prima, non è necessario che ci diate alcuna spiegazione!" E guardando Oscar, continuò: "Permettetemi di dirvi che, sono felice per voi padrona ... e per te André..... non mi resta che farvi i nostri  auguri.”
"Grazie Lucien!"
Oscar guardò l'uomo, disse: “Lucièn, d'ora in avanti, per qualsiasi problema inerente ad Arras, dovrete rivolgervi a me o ad André. La Contea di Arras non appartiene più a mio padre. André ed io siamo i nuovi proprietari.” -
“Mi fa davvero piacere Madamigella Oscar! Sono sicuro che d'ora in avanti le cose andranno meglio! .... Madamigella, voi siete al corrente dei problemi che affliggono Arras, la povertà è ogni angolo della strada! .... Scusatemi per quello che ho detto, purtroppo è la realtà che vivono i contadini del villaggio!"

Oscar annuì ed entrò mestamente nella sua camera.


Il bagaglio fu portato in camera, Oscar e Andrè rimasero  soli.
 
“Andrè, non fare quella faccia, so cosa vuoi dirmi, non vedo perché ti sorprendi per quello che ho detto ai Frerrer! Dovrai occuparti delle problematiche che affliggono il villaggio, non pretenderai che me ne occupi da sola?! E poi, non saprei da che parte cominciare. Sai benissimo che mio padre non permette a nessuno, tanto meno a me, di interferire nei suoi affari ma adesso, la situazione ad Arras, dovrà cambiare!.....Ma cos’ hai? Perché hai quella faccia corrucciata? Vuoi forse tirarti indietro? Non vorrai davvero che affronti tutto da sola!"
“Ma non è solo per questo! Oscar ... insomma ... è per …”
“Per?” Lo interruppe divertita facendolo indietreggiare.
“Ma insomma Oscar, per la faccenda della camera …”
“Forse vorresti dormire in camere separate? Se lo desideri davvero, fa pure André ma dopo, non provare ad intrufolarti in camera mia nel cuore della notte!"
“Non voglio che ti esponga alle chiacchiere! ... Avrei preferito un poco di discrezione.”
“Cioè, entrare nel mio letto nel cuore della notte, vero André!! .... Credo che non ti convenga, lo sai che potrebbe essere estremamente pericoloso? ... Potrei, scambiarti per un ladro e potrei aggredirti. Dimentichi che dormo con la spada sul tavolo e la pistola sul comodino! Ah ah ah ..."
“E’ inutile discutere con te!... Per fortuna che i Frerrer sono persone discrete.”
 “Andrè, sarebbe stato peggio se l’avessero capito  in altro modo, credimi! ... Dobbiamo rimanere qui per un mese, prima o poi l’avrebbero comunque scoperto. Meglio averglielo detto subito. Non ho più voglia di nascondermi.” Disse avanzando ancora di un altro passo rifugiandosi tra le sue braccia, lui l’avvolse stringendola con ardore.
"Oscar ... Oscar ...."
"Cosa c'è Andrè? .. Non sei felice?"
"Certo che lo sono! ...Sono tanto felice! .... Non riesco ancora a crederci .. io e te ... qui ... insieme! .... Oscar, ti amo, ti amo tanto!"
"Oh Andrè, ti amo anch'io ......"
Si persero in un bacio dolce e appassionato, fino ad abbandonarsi l'uno all'altro ........
 
Giunse la sera,  Joland servì la cena.
“Joland…”
“Dite Madamigella.”
“Puoi tornare a casa con tuo marito, ci vediamo domani."
  “Come desiderate Madamigella.”
Andrè continuò: “Aspetta Joland! Domani non dovrai preparare il pranzo: Oscar ed io mangeremo fuori.”
“Si, va bene Andrè,volevo dire Signore …”
“Joland, non voglio che, ne tu e nemmeno tuo marito, mi chiamiate signore, sono stato chiaro?”
“Si ... si,va bene Andrè, come desideri! ... Per domani mattina, troverete in cucina la colazione. Nella credenza ci sono i biscotti, il pane e la marmellata di more che a vi piace tanto …”
“Grazie Joland, va pure, non preoccuparti.
“Con permesso.”
Joland uscì in tutta fretta dal retro della cucina, percorse il giardino,  raggiunse suo marito nelle scuderie che stava ferrando i cavalli.
“Lucièn ti manca molto?”
“Ho quasi finito, questo è  l’ultimo! ... Cosa succede? Hai già terminato il tuo lavoro?”
“Madamigella Oscar, ci ha dato il permesso di tornare a casa e mi ha detto che domani, non devo nemmeno preparare il pranzo! .. A quando pare, la padrona e André rimarranno fuori per tutto il giorno! ... Lucièn che ne pensi che Madamigella sia diventata la nuova padrona di Arras?”
“Sono fiducioso Joland! ... La conosco, ha buon cuore. Sono convinto, che risolleverà le sorti del villaggio."
"Dici davvero Lucien?! Come fai ad esserne tanto sicuro?"
"Si, moglie mia, credimi, è così! Ti assicuro che ha più cuore lei che tutti i suoi predecessori messi assieme!”
“Chi più di te conosce i padroni!! La tua famiglia per generazione ha servito i Jarjayes, io invece, non essendo di questo posto, dei padroni ne so ben poco e poi, non mi hai mai parlato di loro.”
“ La Padrona è una donna generosa: ricordo che, quando era poco più di una ragazzina trascorse qualche giorno ad Arras, come sempre era accompagnata da André! ....... Ovviamente ha vissuto in un’ altra realtà, fatta di agi e di lussi, non era certo consapevole di come vivessero i contadini del villaggio. Quando si rese conto della triste realtà, ne rimase sconvolta, fu in quella occasione che salvò la vita al povero Gilbert, il figlio minore di Sugean."
"Dici davvero Lucien?"
"Si, Joland! ... Gilbert era malato, la famiglia di quel ragazzo era talmente povera che, non poteva curare il piccolo e la padrona appena lo seppe, portò Gilbert dal dottore.
Una persona che fa un simile gesto, non può che essere buona e generosa! ... Come sappiamo,  i nobili non danno la minima importanza a quelli come noi!"
" Lucièn, riconosco che Madamigella è sempre stata comprensiva con noi!" 
“ Sai cosa penso Joland?! Non mi meraviglio affatto che abbia scelto André come marito. E' un ragazzo onesto e generoso, proprio come lei. Qualità che, non avrebbe trovato in nessun nobile in tutta la Francia! .... Joland, Arras  è in buone mani!”

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Confessione ***


Confessione

Dopo aver cenato, Oscar e André si recarono in giardino.

Era una serata tranquilla, l’aria era piacevolmente calda, la quiete della campagna era interrotta da un assordante frinire delle cicale e il chiarore della luna illuminava i volti dei due giovani innamorati.

Un tocco leggero, labbra su labbra, un lieve bacio.

Con tono suadente, André  sussurrò.” E’ meraviglioso Oscar, non mi sembra vero e come se, vivessi in un sogno. Non desidero nient’altro dalla vita!”

Viso su viso, labbra su labbra, abbracci, carezze e baci ....
 
“Ti amo Andrè ..." Disse appoggiandosi sul suo petto. " Sento il tuo cuore battere forte ..."
"Il mio cuore batte solo per te..."
Lui la strinse a sé. Ancora occhi negli occhi. Ancora un altro bacio ......


"André, ho bisogno di aprire il mio cuore ..."
"Oscar ..."
“Andrè, è bene che parliamo!"
"Cosa c'è ... hai un espressione triste! ... Oscar, desidero vederti felice!"
" Lo sarò accanto a te ma ... ho bisogno di esternare ciò che sento! ... André, quando ho capito di amarti, ero  spaventata, confusa ... disorientata! ... Ti ho visto sempre come un fratello e non riuscivo a vederti in un altro modo.”
" Lo so Oscar! ... Quel sentimento che nutrivi per me, mi feriva profondamente. È terribile amare una donna, che non ti vede come uomo ma come amico o peggio ancora, come un fratello!
“ Oh Andrè! ... Ho sentito la mia vita stravolta, volevo solo ragionare come un dannato soldato: freddo e spietato ma non ci sono riuscita. Pian, piano il sentimento che provavo per te si è fatto largo nel mio cuore, finalmente avevo capito di amarti ...."
Occhi lucidi, sguardo abbassato.
Andrè annuì. Posò un lieve bacio sul suo capo,  un abbraccio, un lungo silenzio.

Viso su viso, labbra sfiorate, un lieve sorriso e con voce profonda, André mormorò : “Oscar, quando hai capito di amarmi?
 “Non lo so ... non lo so André! ... Ma quando ero in Normandia, desideravo fuggire non solo da … Fersen ma anche da te! ...... Quella notte che mi hai confessato i tuoi sentimenti, ero sconvolta …”
“Ti prego Oscar, non voglio ricordare, mi fa troppo male!... Ero fuori di me, accecato dalla rabbia e dalla gelosia. ... Mi vergogno, vorrei dimenticare ma non riesco! .... Perdonami Oscar, io non avrei dovuto. Mi fa male parlarne." “No, Andrè! Invece dobbiamo parlare. André, se quella sera, non mi avresti confessato i tuoi sentimenti, probabilmente io non mi sarei mai accorta di te come uomo. Sono sicura e non avrei mai fatto chiarezza nel mio cuore!"
"Già! ... Mai, avrei pensato che tu, mi potessi amare! ... André, quando ero in Normandia, ho passato intere notti a pensarti e ... a pensare Fersen. E' stato il periodo peggiore della mia vita, non desideravo vivere, credo ... di aver toccato il fondo …”
  “Oscar, non è stato facile per nessuno dei due. Mi sembrava di impazzire ... non facevo altro che bere, tornavo a casa sempre ubriaco ..."
"Volevi dimenticarmi?"
" Ma no, cosa dici! Desideravo dimenticare quello che ti avevo fatto! ... Ero disperato, confuso, mi mancavi. Non immagini quante volte ho desiderato raggiungerti per chiedere perdono ma non l'ho fatto! ... Tu non volevi vedere nessuno e sopratutto, non volevi vedere me. E poi, non avevo il coraggio di affrontarti, dopo quanto ti ho fatto quella notte...”
Fronte sulla fronte.
Oscar con infinita dolcezza prese le sue mani e gliele baciò.
“André, mi dici sempre che sono testarda, però, hai dimostrato  che lo sei quanto me! ... Non mi hai mai abbandonata, ti sei arruolato per starmi accanto ... Ammetto che in principio, ero arrabbiata perché mi avevi seguita ma poi, anche se, non volevo ammetterlo, ho provato un immenso piacere riaverti vicina! Sei sempre stato con me, nei momenti più difficili della mia vita! ... Non immagini quante notti ti ho pensato ..."
Ancora un bacio...
André la strinse nuovamente a sé e con voce tremante sussurrò: "Oscar, vita mia! Sapessi, quanto mi sei mancata!"
"André, anche tu, mi sei mancato! ... Era inammissibile vivere senza di te! Ho sempre dato tutto per scontato invece, ho sentito il mio cuore cercare disperatamente il tuo ma non avevo il coraggio di confessartelo.”
“Però, mi hai cercato quella notte in camera mia!”
“Temevo, che prima o poi, ti stancassi di aspettarmi, ed io non volevo perderti.”
Le lacrime rigavano il viso.
“Stancarmi di aspettarti? Ti avrei aspettata tutta la vita se fosse stato necessario! … Io ti amo Oscar, ti amerò per sempre!”
Anch'io ti Amo Andrè .. ti amo .. ti amo!"
Un lungo e appassionato bacio, sancirono le loro parole d'amore.
 
 
" Che ne dici di rientrare?"
"Beh, si è fatto tardi ..."
"Sei stanca?"
"Un pochino ..."
"Quindi, non abbastanza da voler dormire!" "André ... ah ah ah ..."


All'improvviso, Oscar si sentì sollevare da terra.

"André cosa fai?"
"Ti prendo in braccio ..."
No! Ah ah ah ... Smettila André, mettimi giù! Ah ah ah .."
"Non ci penso nemmeno, voglio varcare la porta della nostra camera da letto, con te in braccio! E' la prima volta che, trascorriamo la notte in questa casa come marito e moglie!! ... Si, perché, tu sei già mia moglie ... la mia dolcissima e bellissima sposa!” Sussurrò con tono suadente, ancora un piccolo bacio e salì gli scalini che l'avrebbero condotti nella loro stanza..


André varcò la camera da letto con Oscar tra le braccia e con un calcio chiuse dietro di sé la porta. L'adagiò dolcemente sul letto, le sue labbra s'impadronirono avidamente del suo collo, delle sue guance, della sua bocca.

“Andrè hai dato la chiave?”
“Dimentichi che siamo soli in casa! ... Madame Grandier, non dobbiamo preoccuparci di niente e di nessuno! .... Non ce la faccio più, ti voglio adesso .... sei mia Oscar ....."  
 



“Buongiorno Andrè sei già sveglio?”

“Già sveglio!! Amore sono le undici …!”
“Le undici! Dici davvero?! ... Ma è tardissimo! Non mi sveglio mai a quest'ora, nemmeno dopo aver fatto i turni di notte! ..Però devo ammettere che sono ancora stanca! ... Almeno, non devo prendere servizio in caserma! ..... "
" Oscar sei diventata improvvisamente taciturna! ... Cosa stai pensando?
“Vedi Andrè … e che ... si, insomma ...le prime volte che abbiamo fatto l’amore,  era così strano che non facevo che pensare a .... ”
“Su, coraggio, racconta!" “Te lo dico ma non ridere”.
“Promesso.”
“Vedi André, trovo davvero assurdo ..."
" A cosa ti riferisci?!"
" Che io sia il tuo comandante di giorno e la tua amante di notte!”

"Ah ah ah ah .. Oscar ti prego, dai!"
“Lo sapevo che avresti riso di me ..."
“Ah ah, su Oscar non prendertela! Sei incredibile!! Però tutto questo è bellissimo e non mi dispiace affatto, anzi!"
“Stai scherzando?”
“Assolutamente no, amore mio! Comunque hai ragione: effettivamente è strano che due soldati dividano il letto ma nel nostro caso, io lo trovo incredibilmente romantico! .... Su vieni, abbracciami! ... Ti amo Oscar ...."
"Andrè, il mio André ......"
Ancora un bacio ......



“Oscar, ho fame! Ti propongo di vestirci e di andare in cucina!"
" Cosa fai André?"
"Mi alzo dal letto mia bellissima Oscar! ... E mi metto i pantaloni. Su, rivestiti, voglio trascorrere l'intera giornata fuori!”
" Tutto il giorno?"
"Te l'avevo detto ieri, ricordi? Su dai, sbrigati pigrona!"
"Io pigrona Andrè?"
"Si tu, amore mio! ... Però prima voglio che tu mi dia un altro bacio! ... Ti amo Oscar ....."
"Andrè, amore mio ...."

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Una dura realtà ***


Una dura realtà
 
Oscar e André attraversarono a cavallo gran parte del villaggio, lo sguardo di entrambi era rabbuiato da uno scenario orripilante: le strade erano delle fangose latrine, dove albergavano cimici e pidocchi, i bambini si aggiravano scalzi con indosso abiti sudici e stracciati, il tutto contornato da un tanfo indicibile.
Gli abitanti del luogo osservarono con curiosità i due forestieri aggirarsi per il villaggio, finché Oscar e Andrè lasciarono i borghi per proseguire nelle vie principali, lasciandosi alle spalle marciume e povertà.

 
“Andrè, Arras è la vergogna della famiglia Jarjeyes. Mio padre non si è mai interessato dei contadini, si è  soltanto preoccupato di trarre profitto e nient’altro!”
“Profitto che divideva con la corona!”
“Si, certo! ... So, che  buona parte dei proventi finiscono nelle mani della nobiltà e del clero, comunque, il restante che non era poco, andava nelle tasche di mio padre! .....Dobbiamo fare assolutamente qualcosa, ora siamo noi i responsabili di questo posto, non voglio vedere mai più ciò che ho visto oggi.”
 “I tuoi propositi sono buoni ma da dove cominciamo? Qui è tutto da ricostruire, non è per niente facile. Tu sei un Comandante dell’esercito ed io, mi sono sempre occupato di cavalli.” “Lo so, non sarà facile! La tua collaborazione sarà indispensabile, da sola non potrei mai farcela. Appena lasceremo l'esercito, ci occuperemo di risollevare le sorti di Arras. Intanto la prima cosa da fare, sarà la bonifica delle strade, domani stesso cominceremo ad occuparcene.”


Continuarono ad aggirarsi per il paese, lo scenario cambiava di poco: c’era qualche locanda, un modestissimo negozio di sartoria, delle botteghe di artigiani dove gli operai lavoravano il ferro. Oscar si soffermò a guardare i fabbri, quasi le pareva vedere Re Luigi da ragazzo fabbricare le serrature.


“Se solo si fosse occupato dei suoi sudditi come delle sue serrature, non saremo arrivati a tutto questo.” 

 
 
I suoi pensieri furono distolti dalla voce di Andrè: “Oscar, cosa ne dici di prendere qualcosa da mangiare?”
“Si, ma dopo, andiamo via, per oggi ne ho avuto abbastanza, preferisco consumare il pasto in aperta campagna!”
“Per me va bene. Oscar guarda, alla nostra sinistra c’è un fornaio, compriamo qualcosa da mangiare.”


Davanti la vetrina della bottega, c’era un giovane che bramava alla vista del pane, scena che non sfuggì a entrambi.


Buongiorno!"
Buongiorno a Voi Mounsuer, in cosa posso esserVi utile?!"
André rispose: "Prima di servirci, portate del pane al ragazzo là fuori!"
"Oh ... si ... si ... come desiderate Mounsuer ...."
"Un momento! Per favore dategli queste monete!"
" Si certo .. certo Mousuer."

L'uomo incredulo da tale richiesta, confezionò dei sacchetti di pane e consegnandoli al ragazzo, disse: “Tieni Gilbert, porta questo a casa!”
“ COSA?!!" .. Grazie! Ma perché fate questo per me?
“Quel signore che è appena entrato nel mio negozio, mi ha detto di darti non solo il pane ma anche queste monete. Ecco ... prendi!”
" Delle monete? Ma io ..."
"Non preoccuparti Gilbert, adesso torna a casa, su presto!"
Il ragazzo commosso strinse il denaro e mormorò: “Ringraziate quel Signore da parte mia!”  


  
Dopo aver trascorso tutto il giorno fuori, Oscar e Andrè tornarono a casa.

Joland servì la cena ma si accorse che Oscar non toccò quasi nulla e guardandola con una certa insistenza, disse:“Madamigella,vi sentite bene?”
“Non ho molta fame ...”
“Siete rossa in viso, avete gli occhi lucidi, ho l'impressione che abbiate la febbre.”
André posò la mano sulla fronte, ribatté: “Joland ha ragione! Oscar hai la febbre ed è piuttosto alta! Possibile che non te ne renda conto?”
" Ho un leggero mal di testa ma nulla di più."
Joland poggiò la mano sulla fronte, ribatté: “Si, è vero André, Madamigella ha la febbre ed è molto alta! ..... Con questo caldo vi ci vuole un bagno freddo, ve lo preparo immediatamente.”

La donna in tutta fretta riempì dei paioli d’acqua, per portarli al piano superiore.

Suo marito disse:“Aspetta Joland ti aiuto.”

"Lucièn, la padrona sta davvero male, dobbiamo fare in modo che scenda la febbre!"


“Oscar,tirati su! ... Forza appoggiati a me.”
“Ce la faccio da sola André … sta tranquillo ...
Ma appena si alzò dalla sedia, Oscar sentì le gambe piegarsi e la testa girare.
André mormorò:"Oscar cosa ti succede? Oh Dio!!"
Andrè la prese tra le braccia e la portò in camera.
Erano nella stanza da bagno, André l'aiutò a liberarsi dei vestiti  e la immerse nella vasca.



"André, voglio uscire dalla vasca, ti prego, adesso basta, ho freddo, non resisto più ..."
"Aspetta, prendo l'asciugamano! .... Tirati su, ecco ... così! ....Oscar stai tremando ..."
"Ho molto freddo ... non ce la faccio ..."
"Un momento, ti aiuto ad infilati la camicia da notte! ...... Ecco da brava così!"
"Andrè, voglio mettermi a letto, non riesco a stare in piedi ..."
"Dai Oscar, ancora qualche passo ... ci sei..... Aspetta che ti copro con il lenzuolo."
"Joland entrò nella stanza con un catino e delle pezzuole, disse: " André, ho portato tutto per gli impacchi, bisogna tenere fresca la fronte ... André non fare quella faccia! ... Sono sicura che si tratta di un malanno passeggero. Adesso vado a preparare un infuso per aiutare a scendere la febbre.”
“Grazie Joland!”


Era notte fonda, Andrè rimase al suo capezzale per tutto il tempo, finalmente  la temperatura scese, lei si svegliò.
“Oscar, finalmente! ...Come ti senti?”
“André...Sei qui accanto a me!"
"Certo, dove vuoi che stia! ... Allora, dimmi, come ti senti?"
Molto meglio … ma sono molto stanca e ho male alla testa.” Rispose tentando di tirarsi su.
 “Cosa fai!? Sta giù, devi riposare.”

"Si ... sono stanca, ho bisogno di dormire ..."


André la vegliò per tutta la notte, finché non si addormentò accanto a lei.


I primi raggi di sole illuminarono la stanza, svegliando André di soprassalto. Oscar era al suo fianco, dormiva profondamente. Le passò la mano sulla fronte per sincerarsi che la temperatura fosse scesa.

Sussurrò: "Finalmente Amore mio non hai più la febbre! .... Dormi ..... Quanto sei bella Oscar ....."
André si riaddormentò, posandole una mano tra i capelli.
Il sole era alto.
Oscar si svegliò sudata, e passandosi la mano sulla fronte mormorò:" Cosa mi succede, perché sento questo forte senso di nausea?!! Sto davvero male ...."

Si voltò,  vide Andrè, dormire profondamente con addosso gli abiti del giorno precedente, sul comodino c’era un catino con una pezzuola immersa nell’acqua e accanto al letto una sedia.

Andrè si è occupato di me  per tutta la notte!
Pensò, guardando il suo André con amore e accovacciandosi sul suo petto lo sentì mugugnare. Oscar gli posò un lieve bacio sulle labbra e si lasciò cullare dal suo abbraccio.

“Oscar … ti sei svegliata!? Come ti senti?”
“Molto meglio André! ... Ma ho bisogno di un bagno e poi ti confesso che ho tanta fame!”
“Ma  che strano!! Di solito sono sempre io che mi sveglio affamato, non tu! ... Aspetta, ti porto immediatamente la colazione e ti faccio preparare un bagno! ... Ferma lì non ti muovere, adesso arrivo!”
"Ma dove vuoi che vada?! Ah ah ..."
"Se ridi, significa che stai meglio! ... Sentiamo se hai la febbre .." Disse passandole nuovamente la mano sulla fronte. " Direi che è tutto passato! ... Adesso metto le scarpe e vado a prendere la colazione, torno subito!"


“Buongiorno Joland, è pronta la colazione?”
“Oh buongiorno a te Andrè! .. Si, è nel vassoio. Volevo portarla di sopra ma temevo che dormiste ancora. Madamigella Oscar ha ancora la febbre?"
“No, per fortuna sta molto meglio! Porto su  la colazione, Oscar si è svegliata affamata.”
 “E’ un buon segno André, vedrai che si riprenderà molto presto!"
Lo spero Joland ..."
"André, ieri siete stati tutto il giorno fuori, faceva molto caldo e poi, c’è stata quella brezza fresca a calar del sole, sicuramente è stata la causa del malore.”
 “Può darsi che sia stato così! .... Per favore Joland, preparale un bagno.”
“Si certo, lo faccio subito.”


Andrè percorse la scalinata, infine, il corridoio che portava  alla loro stanza.
Un colpo di tosse, ancora un altro e un altro ancora.
“Oscar … Cosa ti succede?”
“Nulla, nulla Andrè, va tutto bene è solo un po’ di tosse.”
“Deve vederti un medico.”
“E’ tutto passato, non ho niente!”

"Ne sei sicura?"
"Si, certo! Su, facciamo colazione, non capisco cosa mi succede, ho davvero tanta fame!"

 
Erano passate tre settimane da quando erano arrivati ad Arras,  le giornate trascorrevano tranquille. Gli abitanti del villaggio non parlavano d’altro della nuova padrona che, si stava occupando del risanamento del villaggio.
 
Ormai l’estate era alle porte, la natura intorno era rigogliosa, le lunghe distese dei campi erano ricoperti dai fiori.
Sdraiati sull’erba, alle loro spalle c’era un imponente albero secolare.


“Andrè vorrei tanto rimanere qui per sempre, lontana da tutto e da tutti ma almeno per il momento non è possibile! ... A Parigi ci attendono un mucchio di problemi ....”
“Hai ragione … ma ora non pensiamoci! ... Su vieni qui, abbracciami!”

"Occhi negli occhi, un bacio ancora un'altro ....

Oscar sfiorava con le dita il viso del suo Andrè.

" Ti amo Andrè ... ti amo tanto!"

"Uno scambio di sguardi, momenti di tenerezza, carezze e ancora baci ......


“Oscar, sai cosa facciamo?"
"Dimmi André, cosa ti piacerebbe fare?!"
"Andiamo alla locanda di Pierre, beviamo una birra e magari mangiamo qualcosa."
"Umm .. Buona idea, mi piace!"
" Ma prima, mia adorata Oscar, desidero che mi dia ancora un altro bacio ......"
"Un bacio soltanto, altrimenti rimaniamo qui! Ah ah ah ..."
"Cominciamo con un bacio, poi si vedrà ......"

Oscar era stretta tra le sue braccia, quando all' improvviso avvertì una stretta al petto seguito da un bruciore, indietreggiò, lo spinse con vigore e cominciò a tossire.

“Oscar, ancora la tosse ... cosa ti sta succedendo?”


Tosse, tosse e ancora tosse. Si piegò sulle ginocchia portandosi le mani alla bocca.

“Oscar ma …”

“Niente, non è niente, Andrè ...”

Lo sguardo si spalancò quando vide la mano sporca di piccole tracce di sangue e per non farle vedere ad André, si mise di schiena. Tirò fuori il fazzoletto, si ripulì velocemente e lo nascose in tasca.

“Oscar, mi preoccupi, ti sento troppo spesso tossire, che cos’hai?”
"Nulla Andrè ... non è nulla!"
“Nulla dici?!! Sei sicura di stare bene?”
“Si,si ... sto bene Andrè, per favore sono stanca voglio tornare a casa."
"Oscar ....."
"Oscar ...."
" André, non fare quella faccia, ti ho detto che non ho nulla. Su dai, ho fame andiamo alla locanda di Pierre." .”

"Oscar sei pallida ...."
"Andiamo André ..... Sono terribilmente affamata!"  
"E va bene, come vuoi ..."


“Buona sera Pierre.”
“Buona sera ragazzi, che bella sorpresa" E' un piacere avervi nella mia locanda!”
“Grazie Pierre, portaci qualcosa da mangiare e due boccali di birra, per favore!”
“Arrivano subito!"


La locanda non era molto affollata, c'era qualche avventore che non appena li videro entrare, uno di loro bisbigliò:“Ehi, guardate! ... E' proprio lei, la figlia del padrone!”
 
“George, il padrone non è più il padrone, cioè voglio dire che, adesso è lei la padrona e al villaggio non si parla d’altro!” – Chiosò confuso e a voce bassa il secondo.
“ Si, lo so Michel, l'ho vista l’altro giorno con la squadra operaia, lei era insieme a quel giovane. Quel ragazzo è stato tutto il tempo a controllare i lavori, affinché tutto fosse svolto alla perfezione ...”
“Però che stravaganza questi nobili, il vecchio padrone ha tirato su, una figlia femmina come se fosse un  maschio!”
“Stravagante o no, l’importante che, la nuova padrona abbia un po' di buon cuore!”.
 “ Speriamo bene!”
Uno dei due alzò il boccale che seguito dai compari, disse a gran voce: “Diamo il benvenuto alla  nuova padrona di Arras e anche a te ragazzo. Grazie!"
Andrè e Oscar si voltarono verso la piccola comitiva, annuirono e ringraziarono con un sorriso e un cenno della testa.

 L'oste arrivò con ii boccali di birra e disse: “Madamigella,  dopo quanto avete fatto per questa gente, siete diventata davvero popolare. I contadini sono ben felici di avervi come  nuova padrona, tutti sperano che le cose possano migliorare.”
“Pierre, per quanto ci sarà possibile, cercheremo di fare del nostro meglio!”
“Grazie madamigella, Vi siamo davvero grati! ...Madamigella, cosa c'è di vero circa le voci che provengono da Parigi? Ma è proprio vero che, i parigini siano sull'orlo della rivolta?"

“E' così Pierre, la situazione non è per niente facile. Dobbiamo sperare che i sovrani si accordino con l’ordine del terzo stato."
" Madamigella, questo paese è diventato invivibile, la povertà è ad ogni angolo di strada! ... Scusatemi, non era mia intenzione mortificarvi, tolgo il disturbo! ... Vi auguro una buona serata.”
L'oste si allontanò, André disse: “Oscar, bando alle preoccupazioni, ora assaggiamo queste squisitezze!”
 
" Si, hai ragione! ... Le portate hanno un aspetto davvero succulento! .......... Umm .. davvero buono!"
"Però, non so da quanto tempo che non ti vedo mangiare con tanto appetito, che strano!"
"Lo trovo strano anch'io André, però ho fame. Su mangia!"


"Ecco a te, le monete Pierre!"
"Grazie André! Spero che di rivedervi molto presto!"


Oscar e André erano sull’uscio della porta, quando incrociarono  due vecchie conoscenze: Bernard e Robespierre.


“Ciao Bernard!”
 “Ciao André, buona sera Oscar!”
“Da quanto tempo che non ci vediamo amico mio! Vedo che sei in compagnia del tuo amico Robespierre …”

"Vero André! E' passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti!"
Oscar ribatté: “Bernard come sta la mia amica Rosalié?”
“Bene, sta bene. E tu Oscar, non pensavo di vedervi qui!”
“Bernard, ti credevo impegnato nei lavori dell’assemblea.”
“Infatti, siamo qui per risolvere alcune questioni, domani mattina torniamo a Parigi.”
André domandò: “Bernard, siamo qui da tre settimane, cosa sta accadendo a Parigi?”
“Il re ha sciolto gli stati generali, non ha nessuna intenzione di collaborare, anzi, ha inasprito il dialogo con i rappresentanti del popolo.” 
Robespierre guardò Oscar e con tono severo, disse : “Colonnello, vi credevo impegnato con i vostri soldati a Parigi.”
“Come ha detto André, siamo qui da tre settimane e poi, la nostra presenza non è indispensabile!”
“Almeno per il momento! ... Colonnello se avvenissero dei disordini in città e vi arrivaste l’ordine di soffocare la rivolta, cosa farete?Avreste il coraggio di puntare le armi contro il popolo?”
“Non vedo perché, dovrebbe accadere una cosa simile!”

Bernard intervenne: “Ehi calmati Robespierre, non attaccarla in quel modo.”

“Lascia stare Bernard! ... Robespierre, sinceramente non ho pensato a una simile eventualità e poi, non ne vedo perché, dovrebbero ricorrere a noi, visto che a Parigi sono stati impiegati altri eserciti.”
André intervenne: “Oscar lascia stare, andiamo. via”
“Si André, è meglio andare, non ho voglia di discutere! ... Buona sera Signori!”



Uscirono dalla locanda, con addosso lo sguardo malevole di Robespierre.
Pierre assistendo alla conversazione, si avvicinò ai due, disse:“Signor Robespierre, non so perché abbiate trattato in malo modo la padrona, Vi assicuro che, non se lo merita affatto!”
“Come sarebbe a dire, la padrona?”
“Come, non lo sapete? Arras non appartiene più al Generale Jarjayes ma a sua figlia, che si sta dimostrando davvero una persona generosa! ... Non avete notato il risanamento delle strade?"
"Ecco ... si ... ma ..."
"Ed è merito della padrona se ciò è avvenuto. Tutti la rispettano."
Robespierre mormorò:"Cosa hai detto Pierre!!"
"Ha fatto distribuire non solo il pane ma anche le vivande! Adesso vogliatemi scusare, torno al mio lavoro!" Concluse l’uomo, lasciando i due con espressione interdetta.


"Guarda André! E' il ragazzo che abbiamo visto fuori la panetteria, ed è in compagnia di Sugean!”
" Si, è lui, è Sugean ...."


I due si avvicinarono.
“Andrè, madamigella Oscar!”
“Come stai Sugean?"
“Come sempre Andrè.”
Oscar guardò il ragazzo, domandò: “Questo giovane, chi è?”
“Madamigella, lo avete conosciuto tempo fa! ... E' Gilbert, mio figlio. Gli salvaste la vita quando era ancora un bambino."
"Tu sei Gilbert! Sei diventato un uomo!"
" Madamigella Oscar, mia moglie ed io, non Vi ringrazieremo mai abbastanza, per quello che avete fatto!”
“Suvvia Sugean, non ho fatto niente di eccezionale!"
“Gilbert ti ricordi di Andrè e Madamigella?"
“Certo che mi ricordo di loro …”
L'uomo continuò: “Madamigella, non solo io ma tutti gli abitanti di Arras, vi siamo riconoscenti per quello che state facendo per noi!... Conosco il vostro buon cuore, sono fiducioso.” -
“ Sugean, Vi prometto che faremo del nostro meglio!”
Grazie Madamigella Oscar!" "Arrivederci Sugan." "Arrivederci!"


“Padre, sono stati loro a darmi il pane e le monete!”
“ Il tempo non l’ha cambiata, è rimasta la ragazza buona e generosa di allora! Sembra incredibile che sia la figlia del generale!”

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Ritorno a palazzo Jarjayes ***


-
Ritorno a palazzo Jarjayes


“Sei pronta Oscar? ... Joland ha già preparato la colazione!”
“Andrè, vieni, dobbiamo parlare!”
"Oscar ti stai pettinando ..."
" Ho quasi finito, aspetta!"  
No, no, rimani seduta, davanti allo specchio! ...Sai, mi piace guardarti mentre spazzoli i capelli ...."

Ancora qualche passo, André era alle sue spalle, scostò i lunghissimi capelli biondi e le posò un tenero bacio sul collo.

“Ummm... Quanto mi piace il tuo profumo ..."
"Ah ah ... Dai André ... ti prego non farmi il solletico!"
" Ma io non ti solletico, ti bacio ...."
"André .... dai ... non è vero ...ah ah ... lasciami mi fai il solletico ... ah ah ah ..."
"E va bene! ... Oscar, vuoi che ti aiuti?"
"Davvero mi pettineresti i capelli?"
Certo! Mi piacerebbe moltissimo! ...Um ... Ma prima, voglio darti ancora un bacio ....."
"Ah ah ... André smettila di mordicchiarmi l'orecchio! Ih ih ... Ti prego André debbo parlati di una questione importante! Ah ah ...."
"Puù importante di questa? ... Ne dubito ..."Disse continuando a baciarla.


"Adesso ... mi lasci parlare?!"
" E va bene, ti lascio ma non è finisce così, ho appena cominciato! ... Allora, cosa hai da dirmi!"!”
Oscar guardò le loro figure riflesse nello specchio, ripose la spazzola e voltandosi, disse: “Andrè, non voglio che i contadini vivano ancora in condizioni estreme, quelle non sono case ma baracche. Dobbiamo assolutamente ristrutturarle..."
"Io e te? Ma noi siamo due soldati! Ih ih ih ..."
"André, parlo sul serio! Ascolta, devi cercare un  capo mastro che si occupi della ristrutturazione, naturalmente deve essere una persona seria e affidabile."
“Oscar, possiamo chiedere a Lucien di aiutarci, magari conosce persone qualificate."
“Andrè, non è tutto ..."

"Cos'altro c'è?"
"Dobbiamo stimare la cifra che, annualmente va versata alla corona, quella che serve per gestire l’esigenze del territorio, infine, dobbiamo rivedere la somma che ci spetta. Quindi, ci serve un contabile.
“Oscar, i tuoi propositi sono buoni ma il denaro  che ci occorre, è piuttosto ingente, dove pensi di trovarlo?” “Andrè, io non dispongo del denaro di mio padre ma, non ho mai sperperato la paga che ho ricevuto in tutti questi anni. Credo di disporre una somma adeguata per il progetto che intendono attuare, nel caso che non dovesse bastare, attingeremo il resto da una parte delle imposte che comunque, andranno decisamente riviste.”

“E così in meno di un mese, da soldato quale sei, vuoi trasformanti in amministratrice terriera!”
“Non scherzare André! Il nostro compito sarà  molto arduo, non voglio perdere altro tempo; oggi stesso dobbiamo trovare una squadra operaia, desidero che i lavori comincino prima della nostra partenza!”
“Oscar tra una settimana lasceremo Arras, servirà una persona fidata che visioni ogni cosa.”
“Ho pensato  a Lucien mi fido di lui. Allora, cosa ne pensi?”
“Perfetto! Oggi stesso, parleremo con lui!"
 Un tocco alla porta.
“Andrè ,Madamigella Oscar, la colazione è pronta!”
“Ora scendiamo Joland, grazie! ....... Andrè, mi aiuterai?"
"Potrei mai tirarmi indietro mio comandante?"
"Non hai alternative soldato Grandier!"
" "Come sempre ai vostri ordini signore!" Disse abbracciandola, poi continuò: "Però non credere che sia tanto semplice!"  
"Lo so, ma ci riusciremo, ne sono sicura! ... E adesso che ne dici di fare colazione, ho tanta fame!"  
"Ai vostri ordini, mia Signora!"
"André! Ah ah ah ..."
"Su, dammi il braccio e andiamo a fare colazione!"




“ Lucien che ne pensi?”
“André, Madamigella Oscar, la fiducia che mi state accordando, è dir poco  singolare …”
“Non esagerare Lucien! Dovrai semplicemente visionare i lavori,  affinché vengano eseguiti in maniera corretta. Ovviamente , cerca qualcuno che ti dia una mano alla tenuta, non puoi occuparti di tutto.”
“Va bene Madamigella, farò del mio meglio!”
 
5 Luglio 1789

  Il periodo di licenza era giunto al termine, ancora un giorno e Oscar e André avrebbero fatto ritorno a palazzo Jarjeyes.

Il sole era tramontato, il caldo afoso della giornata aveva lasciato il posto alla brezza fresca della sera, il chiarore della luna piena illuminava il magnifico paesaggio della tenuta.
André e Oscar erano seduti in giardino a sorseggiavano una buona tazza di tè.

“Oscar, hai gli occhi lucidi e sei pallida! Cosa ti succede, non ti senti bene?”
“Ecco ... vedi André, ho un leggero fastidio allo stomaco e già da qualche tempo che soffro di nausea.”
“Aspetta, voglio sentire se hai la febbre!" Disse posando la mano sulla fronte. "Sei un po’ accaldata! ... Oscar devi farti vedere dal dottore e subito.”
“Domani torniamo a casa, se la nausea dovesse persistere, mi farò visitare dal dottor Lassone.”

Un ticchettio, qualcuno si avvicinava, erano Joland e Lucièn, quest'ultimo disse:
“Scusami Andrè, ho preparato la carrozza e ferrato i cavalli, è tutto pronto per la partenza di domani.”
Joland, continuò: “Madamigella, sentiremo la vostra mancanza, spero che torniate quanto prima!”
“Non sappiamo quando torneremo, ma una parte del bagaglio rimarrà qui. Joland, partiremo domani mattina  all’alba, avrete tutto il tempo di riordinare la casa, quindi, potete tornare a casa.”
“Come desiderate madamigella!  Spero che al vostro ritorno, daremo una bella festa di nozze!”
“Sarà senz’altro così Joland! ... Lucien, ormai i lavori al villaggio sono in pieno svolgimento, ma se dovessero sorgere dei problemi, ti basterà mandare notizie a palazzo Jarjayes.”
“Si, certo Madamigella, state tranquilla ... sono sicuro che tutto andrà per il meglio! ... Bene, mia moglie ed io torniamo a casa. Vi auguriamo buon viaggio, a presto!”
 
" Grazie!"


"Oscar e Andrè rimasero soli e quest'ultimo disse: “Abbiamo deciso di partire domani ma, se la febbre dovesse salire .....”
“ Non preoccuparti, sono semplicemente accaldata, vedrai, domani mattina saremo in viaggio per Parigi!" "Spero che sia come tu dici..." "André, non pensiamo a nulla, godiamoci queste ultime ore di tranquillità! ... Non sappiamo, cosa ci attende!”
“Si, ma ribadisco, che appena arriveremo a palazzo, dovrai farti vedere dal dottore.”
"Va bene André, promesso! ... André, abbracciami....."
"Oscar, vieni qui, amore mio! ... Ti amo ......"



Alle prime luci dell’alba, André e Oscar  si misero in viaggio.
Durante il percorso, Oscar si assopì abbracciata al suo amore.
André la stinse a sé, sentendosi immensamente felice e, accarezzando dolcemente i suoi capelli, pensò: " Non mi sembra vero... ti stringo tra le mie braccia, sei mia ... mi ami. Sei il mio unico amore, saremo tanto felici ... ma adesso dobbiamo affrontare tuo padre ......  


Giunsero a tarda sera  a palazzo Jarjeyes,vennero accolti da nanny e Margherite.


“André, Oscar … ben tornati ragazzi!”
“Madre, nonna come state?"
Marguèrite esclamò: “Siete arrivati con qualche giorno di anticipo!”
“Madame, abbiamo preferito  anticipare il nostro rientro, Oscar ha bisogno di riposare prima di tornare in caserma."
Marguerite ribatté:" Oscar spero che veniate congedati quanto prima!"
" Madre, mio padre è tornato?".”
" E' ancora fuori con il suo esercito!"


Il maggiordomo del palazzo diede l'ordine alla servitù di scaricare il bagaglio.
Oscar ordinò: “Un momento!! Portateli nelle nostre camere ma non disfateli.”
Marguerite, incalzò: “Oscar, non capisco, cosa dici?
“Madre, tutto dipenderà dall’atteggiamento che, assumerà mio padre quando saprà di me e di André.”

La nonna ribatté: “Oscar, tuo padre non farà certo i salti di gioia, lo sai che per te, desidera un matrimonio adeguato al tuo rango. Non voglio neanche pensare alla reazione che avrà, non appena saprà di voi, bambina mia! ..... E tu André non dici niente?”
Lui tacque.
“Basta nonna, non è il caso di preoccuparsi tanto e poi, mio padre vuole che mi sposi e mi ritiri a vita privata. Bene lo accontenterò, quindi, può ritenersi soddisfatto, sua figlia darà ascolto ai suoi preziosi consigli. Che gli piaccia o no, deve farsene una ragione. Madre, cosa sapete di lui?”
“Ho ricevuto una sua lettera, rientrerà tra qualche giorno! ..... Oscar, sei pallida e  sciupata, non stai bene?!!”
“Non ho niente madre, sto benissimo,  sono semplicemente stanca.”
"Spero che sia così figlia mia ma io, non ti ti vedo affatto bene."
Ma no madre, sono solo stanca per il viaggio."
"E va bene, adesso è meglio che ti lasciamo riposare!"
La nonna, continuò: "Oscar, tua madre ha ragione, non hai un bell'aspetto! .. E tu André lasciala tranquilla."
"Si nonna!"

Oscar rimase sola nella sua stanza in compagnia di André.

 “Lo vedi? Non è soltanto la mia impressione, anche tua madre e mia nonna se ne sono accorte, tu non stai bene. Domani ti accompagnerò dal dottore e ti farai visitare e non voglio sentire ragioni.”
  “E va bene, domani mattina dopo  colazione andremo da Lassonne.”
 


L’ indomani mattina, Oscar e Andrè erano a tavola  per la colazione. Margherite che era in loro compagnia, osservò sua figlia e disse: " Oscar, ho l'impressione che il cibo ti dia fastidio ..."
" Madre, io ... non so cosa mi stia succedendo, avete ragione... l'odore dei pasti mi irrita ...." 
All'improvviso Oscar sentì salire la nausea, si alzò di scatto facendo cadere all'indietro la sedia e portandosi la  mano alla bocca scappò via.

André le  corse dietro.
“Oscar, aspetta! Cosa ti succede, è ancora la nausea? Ora basta! Che ti piaccia o no, il dottore dovrà visitarti immediatamente!”-


Oscar entrò nella salone centrale, si appoggiò al muro, ansimava, la fronte era imperlata dal sudore, André  la raggiunse e con tono severo continuò: “Preparo immediatamente la carrozza, porto qui il dottore Lassone.” -
 Margherite e Nanny presenti alla scena, rimasero atterrite, quest'ultima profetizzò: “Madame, il matrimonio dei ragazzi non sarà l’unico argomento che, dovremo affrontare con il Generale.”
“Nanny, credo che ci sia un bimbo in arrivo...”
 
 
“Oscar come ti senti, hai ancora la nausea?”Chiese sua madre che, la raggiunse in camera, seguita da Nanny.
“Madre, dov'è André?"
“E’ andato a chiamare il dottore.”
“André esagera. Sono stanca del il viaggio.”
La nonna ribatté: “Non dire sciocchezze Oscar! La stanchezza non riduce una donna in queste condizioni.”
“Che cosa vuoi dire?”
“Nulla bambina! Ma sono troppo vecchia per ascoltare simili sciocchezze, non voglio aggiungere altro. Aspettiamo che arrivi il medico!”
 
 



“Prego dottore, da questa parte.”
“Vi prego lasciateci soli, devo visitare Madamigella."
“Dottore, vorrei rimanere con mia figlia!"
“Vi prego Madame, non adiratevi ma ho bisogno di restare solo con lei.”
E va bene dottore, aspetterò fuori!”


“Madamigella Oscar,ditemi, cosa Vi è successo?”
“Vedete dottore, stavo facendo colazione e all' improvviso ho avvertito un forte senso di nausea.”
“André mi ha detto che, non è la prima volta che vi succede!”
“Si, è vero! E' da diverso tempo che soffro di nausea ma stavolta è stato molto più violento del solito! ... Dottore... "
"Dite Madamigella ..."
" Negli ultimi tempi, ho attacchi di tosse, mi ritrovo la bocca sporca di sangue e come se non bastasse, mi è salita la febbre ...."
“Un momento, andiamo per ordine. Dunque ... Voi, mi avete descritto due sintomi differenti, è necessario che vi visiti.”



“Allora dottore, qual'è la diagnosi?”
“ Madamigella Oscar, scusatemi ma debbo farvi alcune domande strettamente personali …!
"Dite pure dottore!"
"Da quando tempo non avete  le vostre perdite?”
“Cosa!!! ... Ecco io ... Credo … da quasi tre mesi, forse più...”
“Madamigella, la nausea  e il vostro ritardo, sono i sintomi di una gravidanza.”
“Ma.. dottore …”
“Madamigella, il ventre è teso, non c’è dubbio voi siete incinta.”
“Cosa!! Ma, dottore me siete davvero sicuro?”
“Sicurissimo! E poi, voi dovreste saperlo più di qualunque altro! ... Sapete cosa intendo, parlo della vostra vita intima.”
“Si, certo! ... Ho capito... Beh ... vedete, tra non molto sposerò André e …” –
“Capisco madamigella! Quindi per quanto riguarda la vostra gravidanza non ci sono problemi! ... Adesso, non Vi resta che dare la bella notizia al vostro futuro marito!"
" Si ... certo ..."
" Cosa avete Madamigella, Vi vedo confusa ... preoccupata!”
“Ma io non ne so niente di bambini, sono un soldato.”
“Non preoccupatevi di questo, nessuna donna ne sa niente finché, non diventa madre.”
“Io diventerò madre! …”
“Madamigella non è tutto, c’è dell' altro …”
“A cosa vi riferite ?”
“Vedete, la febbre, la tosse, le tracce di sangue, sono tutti i sintomi che mi portano a pensare a una bronchite mal curata oppure …”
“Alla tisi ...”
“In passato avete avuto sintomi riconducibili a quelli che mi avete descritto?”
“A causa dell mio lavoro, spesso, sono costretta passare le notti all' addiaccio. E poi, l'ultima volta che sono stata in missione, mi sono sentita poco bene, forse a causa del freddo …”
“Ascoltatemi Madamigella, è assolutamente necessario che  cambiate le Vostre abitudini. Dovrete osservare il riposo più assoluto, alimentarvi in maniera adeguata, niente più corse a cavallo, niente duelli e soprattutto, la vita militare non si addice alla vostra condizione. Non dimenticatevi che adesso non siete più sola, presto avrete un bambino, dovete pensare non soltanto al Vostro bambino ma anche a voi, poco fa mi avete appena detto che sposerete Andrè ..."
"Si, a breve ci sposeremo ...."
"Madamigella Oscar è giunto il momento di dare una svolta alla vostra esistenza!”
“Dottore, vorrei avere una diagnosi più dettagliata riguardo alla mia malattia.”
“Dovrà visitarVi un mio collega specializzato nella cura dei polmoni. Lo contatterò immediatamente, intanto Vi darò degli infusi.”
“E il bambino?”
“Per il momento non c'è da preoccuparsi ma dovete assolutamente riguardarvi.”
“Ho capito, Vi ringrazio dottore! Vi prego non fate parola con nessuno riguardo alla mia probabile malattia. Non voglio che, la mia famiglia si preoccupi, magari non è nulla di grave!”
“Come desiderate Madamigella ma prima o poi,  André lo capirà! .. Quando uscirò dalla vostra stanza mi chiederanno le origini dei vostri malesseri, non dirò nulla, spetta a Voi dare la notizia! Arrivederci Madamigella!”
"A presto dottore!"
 
 
“Allora dottore, perché Oscar sta male?”

“André parla con lei!”
“Ma dottore ….”
“Va da lei, ti sta aspettando!"



“Oscar..il dottore non ha voluto dirmi nulla, mi ha detto di parlare con te.”
“André ... ecco ...Presto avremo un bambino!”
"Cosa!!... Un bambino!! Ma ... ne sei davvero sicura Oscar?!!"
“Si, André! .. Me lo ha appena detto il dottore. Avremo un figlio, tuo e mio .... ”
“Non è possibile! Un bambino! Oh mio Dio!! La donna che amo più della mia vita, mi darà un figlio! Oscar ....” -
Il verde brillava, l' emozione prese il sopravvento.
Impetuosamente, André si gettò tra le sue braccia, la strinse a sé con ardore, con amore, un bacio, un sussurro: “Ti amo .. ti amo Oscar ..."
Ancora un bacio .. tenero e appassionato .....

Un tocco alla porta.
“Possiamo entrare?"

“Madame, nonna, venite avanti!...”
Mano nella mano, André e Oscar si avvicinarono alle due donne.
Marguerite e nanny erano commosse, quest'ultima disse: "Oscar … Il dottor Lassone ci ha detto che …”
“Madame, nonna … Oscar avrà un bambino!”
Marguerite felice, strinse a sé sua figlia, mormorò: “Oscar, Oscar cara … sono così felice, figlia cara!”
"Madre ...."
Marguerite, le diede un bacio, si asciugò le lacrime, continuò: “André, mia figlia non poteva scegliere un uomo migliore. Sono davvero felice!”
“Grazie Madame.”
“Oh Madame!...Qui scoppierà il finimondo quando lo saprà il generale.”
Oscar ribatté:“Ti preoccupi sempre troppo nonna! Credo invece, che mio padre, ne sarà felice: avrà il nipote che tanto desidera!”
“Non vi rendete conto dello scandalo che darete! Tu bambina avrai un figlio da mio nipote, che tra l'altro è il tuo attendente e come se non bastasse, sei anche nubile.”
“Oh basta nonna quante sciocchezze! André, non è mai stato il mio attendente!" E guardandolo con tenerezza continuò: "E' sempre stato il mio amico, mio fratello, il mio confidente! ..... E per quanto riguarda il mio nubilato, rimedieremo presto, André adesso è costretto a sposarmi, perché il nostro, sarà un matrimonio riparatore! ah ah ah..."
 " Oh Santo cielo bambina, ma cosa dici?! Io non so come tu faccia a scherzare in un momento come questo!"
"Nonna, Oscar ed io ci amiamo e niente e nessuno potrà separarci ...."

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Rivelazione ***


Rivelazione
 

“Comandante Oscar …”
“Cosa c’è Alain?”
“Ho l’impressione che il periodo di licenza non vi abbia giovato affatto!”
“Cosa?” “Siete pallida come un cencio e …”
 “Io sto benissimo. Tu piuttosto, perché sei venuto nel mio ufficio?”
“Io?..A si, quasi dimenticavo! … Volevo darvi notizie riguardo a quella specie di damerino; mi riferisco al Maggiore Girodelle …”
“Si, si, ho capito! Cos’altro è successo?”
“E’ stato scarcerato ieri mattina e ieri sera, era in una bettola malfamata, la stessa che frequentiamo noi soldati della guardia! Il damerino era seduto a un tavolo e beveva come una spugna. Dovevate vederlo, era  ubriaco fradicio.”
“La questione non mi riguarda, per me può anche andare all’inferno!”
“Comandante, comunque vi consiglio di fare molta attenzione!"
"Cosa vuoi dire Alain?"
Probabilmente sarà stato l’effetto del vino ma l'ho sentito inveire contro di voi.”
“Ti ha visto?”
“Chi, quello? Era talmente sbronzo che secondo me, in quelle condizioni non avrebbe riconosciuto nemmeno sua madre!”
“Um ... Capisco, ti ringrazio Alain,va pure.”
Alain si mise sugli attenti e concluse: “Agli ordini Comandante! ...... Comandante, scusatemi ma ... prima dicevo sul serio, non avete una bella cera, riguardatevi!”-
" Ho un mucchio di dispacci da catalogare, torna alla tua postazione."
"Sissignore!"

 Subito dopo entrò in ufficio il colonnello Da Guillé.
“Ben tornata Comandante!”
“Grazie Colonnello! Novità?”
“Immagino che abbiate già letto i dispacci e siate informata della situazione a Parigi!"
" Si, li stavo leggendo."

"Comandante, stanno giungendo eserciti da ogni parte della Francia, la gente scende in piazza, ovunque ci sono proteste, c’è stato anche un morto”.
“Si lo so, ho appena letto gli ultimi dispacci! .... Spero solo che questa caserma non venga coinvolta, ci sono già le milizie in città, non vedo perché, dovrebbero ricorrere a noi."
“Lo spero! ... Comandante …”
“Si?”
“Volevo informarvi che il maggiore Girodelle è uscito di prigione.
"Si, sono stata appena informata."
"Comandante, siete stata via per un mese e non siete al corrente della decisione che il generale Bouillè ha preso in seguito a ciò che è accaduto nel vostro ufficio."
" A cosa vi riferite?"
" Vedete Comandante, il Generale Bouiilé era così indignato  per il comportamento del Maggiore che, ha deciso di sospenderlo temporaneamente dall’esercito.”
“Cosa! Questo vuol dire, tenerlo fuori e richiamarlo solo in caso di effettiva necessità!”
“Si, è così! … Permettetemi, ecco ... Comandante …”
"Dite pure Colonnello."
“Mi fa davvero piacere che abbiate chiesto il congedo! ... Mi auspico che lasciate quanto prima il comando. Evitate i tumulti!”

“.......... Colonnello, la mia decisione è dovuta al fatto che sposerò Grandier e le mie condizioni di salute non mi permettono di condurre ancora la vita militare.”
“Capisco! Mi  congratulo con voi Comandante.”
“Grazie Colonnello! .... Per favore, fate venire nel mio ufficio il sodato Grandier!”
 
"Sissignore, agli ordini!"  


“Cosa c’è Oscar, perché mi hai fatto chiamare?”
“André, fa preparare la carrozza, devi accompagnarmi al palazzo reale.”
“Cosa hai intenzione di fare?”

“Parlare con la Regina, spero di persuaderla: le chiederò di ritirare le truppe da Parigi.”
 

 

La Regina Maria Antonietta e Madamigella Oscar, si incontrarono nei giardini di Versailles.
Gli splendori di un tempo, non esistevano più. Gran parte dei nobili che un tempo si erano fregiati dei privilegi ricevuti dalla famiglia reale, avevano lasciato Parigi. La famiglia Jarjeyes era tra le poche famiglie nobili, rimasta fedele ai sovrani.


Il vento caldo di Luglio scompigliava i loro capelli, attimi fatti di silenzi, di incomprensioni.

Oscar era prostrata innanzi alla regina.

" Maestà, Vi prego, ritirate le truppe da Parigi!"
“Mi dispiace Madamigella Oscar ma non posso farlo.”

“Maestà non dovete permettere che la famiglia reale, punti le armi contro il popolo.”
“ Si, Oscar … ma se questo dovesse accadere, mi rimarreste accanto?”
“Maestà, ho lasciato da tempo la guardia reale! Vi prego ... vi supplico, datemi ascolto ...”
Per la Regina Maria Antonietta annuì.
Oscar capì che, nessuna supplica avrebbe convinto la regina Maria Antonietta a rivedere la sua decisione. Copiose lacrime rigarono i volti di entrambe.
Ancora silenzio.
Oscar si levò dal suo inchino e prima di lasciare i giardini di Versailles, la Regina commossa domandò: “Oscar, perché piangete, è forse l’ultima volta che ci vediamo?"
"Oscar annuì.
"Spero di rivedervi ...”
“Lo spero anch’io,Maestà!”


Entrambe sapevano che non si sarebbero più riviste.
Le incomprensioni e gli eventi politici avevano incrinato un’amicizia che durava da vent’anni.
 
 
“Andrè, torniamo a casa.”
“Dalla tua espressione, capisco che l'incontro non abbia avuto l'esito sperato ...”
“Infatti! ... Andiamo André!”
 

13 Luglio 1789

Era una tipica giornata di Luglio: il vento caldo, l’aria afosa, il frinire insistente delle cicali rendevano insopportabile le ore più calde delle giornate.
André e Oscar erano seduti sul bordo della fontana, di palazzo Jarjeyes, discutevano della situazione che si era ormai creata in città.

“Oscar, è passato più di un mese da quando abbiamo presentato la domanda di concedo ma non ci è stato ancora accordata! ... Molto probabilmente è a causa della situazione politica che stiamo attraversando. Sono sicuro che, il Quartier Generale vuole disporre un maggior numero di soldati, in caso che, avvenga una rivolta popolare! .... Oscar, io non voglio, che ti esponga ancora! ..... Cosa c'è, perché sei così pensierosa?”
André, non so fino a quando presteremo servizio ma sono perfettamente cosciente della gravità della situazione, però ..."
Lo scalpitio degli zoccoli dei cavalli, catturarono la loro l'attenzione. Videro arrivare due soldati a cavallo, uno di loro era Alain.

I soldati si misero sull’attenti, Alain disse: “Comandante Oscar, è giunto l’ordine di intervenire. Domani mattina, il nostro esercito dovrà recarsi a Parigi. L' ordine è di soffocare la rivolta armata..”
“Doveva accadere …”
“Purtroppo si, Comandante.” 
“Adesso tornate pure a i vostri alloggi, domani mattina, mi presenterò in caserma.”
“Sissignore, agli ordini!”

I due soldati lasciarono palazzo Jarjeyes.

“André … cosa facciamo?”
“Oscar, vieni, entriamo in casa, voglio parlarti.”
Mestamente, senza dire una sola parola, i due giovani lasciarono il giardino
.
"Oscar, preferisco parlarti dove non ci possa ascoltare nessuno."
"Meglio andare in camera mia."
"Si, andiamo!"

Salirono lentamente il salone e percorsero il corridoio.



André pose la mano sulla maniglia, spalancò la porta, attese che Oscar entrasse.
Le porte del balcone erano spalancate, una brezza di vento caldo entrava nella stanza. I fiori posti sul tavolo emanavano un inteso profumo.
André chiuse la porta, pochi istanti di silenzio, finché lei disse: “André, ascolta, non posso dare l’ordine di sparare sulla folla … e poi, sono sicura che i soldati non lo farebbero mai ...”
“Oscar, è un momento difficile per tutti noi, ed io non posso che appoggiare ciò che hai detto! ... Oscar, non voglio che, metta a repentaglio la tua vita, se ti dovesse accadere qualcosa, ne morirei! ... Devi abbandonare l’uniforme, non voglio che domani, tu vada in caserma.”
 “Andrè ma io non …”
Un ticchettio alla porta.
“Oscar, Oscar sei qui?!! Posso entrare?”
“Oscar, è tuo padre.”
“Dobbiamo mantenere la calma André, è giunto il momento che sappia la verità!”
"Si, ormai non possiamo più tacere! ... Oscar, lo sai, qualsiasi cosa accadrà, io sarò al tuo fianco."

"Lo so André, sono tranquilla! ..... Entrate padre.”


Il Generale fece il suo ingresso, seguito da sua moglie.

“Sono appena tornato! ...André vedo che sei qui!”
“Buona sera Signore.”
“Oscar, tua madre, mi ha detto che sei tornata pochi giorni fa.”

" Si, sono tornata tre giorni fa."
“Dunque, cosa hai deciso di fare?”
“Se vi riferite alla situazione a Parigi, credo che lo sappiate ...”
“Si lo so! Ma non è di questo che voglio parlarti ma del tuo congedo.”
“Sono ancora in servizio, il Quartier Generale non ha ancora accolto la mia richiesta.”
“A questo punto c’è solo una cosa da fare: devi abbandonare il servizio militare. Oscar hai avuto a disposizione un mese per sceglierti un marito, dunque, hai deciso?"
“Si, padre.”
“Era ora! Finalmente, hai capito che, è giunto il momento di dare una svolta alla tua vita! Dimmi, chi è l'uomo che sposerai?”
“André...”
“Cosa! E’ uno scherzo oppure, hai ancora deciso di sfidarmi?”
“Non è uno scherzo e non ho nessuna intenzione di sfidarvi! Credevo che voi l’aveste già capito da tempo! Sposerò André.”
“TU SEI PAZZA!” Urlò battendo un pugno sul tavolo.
Margherite  avanzò timorosa e disse: “Ascolta Augustin, i ragazzi si amano e desiderano sposarsi.  André è un bravo ragazzo e …”
“STA ZITTA!”
André avanzò e guardando negli occhi il Generale, disse: “Signore amo vostra figlia e lei ama me. Oscar ed io chiediamo la vostra benedizione.”
“Cosa significa? Voi chiedete la mia benedizione!” Chiosò velenoso il Generale afferrando André per il bavero.
Oscar con fermezza sibilò: “Lasciatelo stare.”
“Tu sta zitta, fatti da parte e non intrometterti!! Adesso è lui che mi deve delle spiegazioni. .... Su parla André!”  Disse spingendolo all’indietro.
Nanny attirata dalle grida del Generale si precipitò nella camera e assistette terrorizzata alla scena.

“Allora Andrè, mi credi uno stupido? Non sono nato ieri... avanti parla!”
“Avete ragione Signor Generale! Avete tutto il diritto di sapere che Oscar ed io avremo un bambino.”
" Cosa!!!"
Gli occhi del generale si sgranarono che, preso dall’ ira, si avventò su sua figlia, alzò la mano e  con rabbia la colpì.
Oscar arretrò di un passo e un altro ancora.
Margherite soccorse sua figlia e in lacrime, digrignò: “Augustin, cosa hai fatto?”
André, le si avvicinò, la prese tra le braccia e stringendola a sé, sussurrò: “Oscar stai bene?”
“Sto bene André, non preoccuparti ..."

André con impeto, si avventò sull’uomo e afferrandolo per la giacca digrignò minaccioso: “Non vi azzardate mai più a metterle le mani addosso. Adesso, Oscar è mia moglie e non permetto a nessuno di trattarla in questo modo, nemmeno a voi, Signore Generale!”
Oscar avanzò e prendendolo per il braccio, urlò: “NO!! LASCIALO ANDRE', LASCIALO STARE!
Per qualche istante i due uomini si fronteggiarono, finché, André ansimando mollò la presa.
Oscar si contrappose tra i due e, allontanandolo da suo padre con tono peculiare tuonò: “Padre, cosa pretendete ancora da me? Mi avete impartito un educazione maschile, svolgendo mansioni che non sono alla portata di altre donne e di questo ve ne sarò riconoscente per tutta la vita. Ma ciò non significa, che Voi non dobbiate accettare le mie scelte. E' André che voglio e non sarete certo Voi a impedirmelo..."
“Oscar …”
“Non ho ancora finito! Padre, ricordate queste mie parole: non potrò mai ringraziarvi abbastanza di avermi messo accanto André l’uomo della mia vita, l’uomo che io amo e che sposerò."
"Ma cosa dici! Lo sai che per sposarti ti servirà l'autorizzazione di sua maestà!"
Non preoccupatevi per questo: già tempo, ho ottenuto della Regina, la dispensa per poter sposare André."
Il generale annuì, Oscar continuò: " Potevamo sposarci ad Arras ... ma Andrè ed io abbiamo preferito attendere il vostro ritorno, affinché, avessimo la vostra benedizione ..."
" Oscar ..."
"Desidero andare all’altare al braccio di mio padre! ... Ma non importa, non posso certo costringervi! ... Lo ammetto, mi sono illusa. E' giunto il momento che tolga il disturbo, lascio la vostra casa! Padre vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me, perdonatemi se vi ho dato dei dispiaceri.”
Il generale era visibilmente commosso.

Oscar abbracciò sua madre e continuò:“Non preoccupatevi, André si prenderà cura di me!”. " Oscar, figlia mia!"

Oscar le posò un lieve bacio sulla fronte poi, salutò nanny era in lacrime, accovacciata sul pavimento.
Oscar le tese le mani e disse: “Su, nonna, alzati ... non è il caso che tu pianga, il peggio è passato!"
"Bambina mia ..."
"Nonna per favore, fa portare i nostri bagagli ad Arras...”
“Avevi pianificato tutto! Per questo motivo che mi hai chiesto Arras, vero?"
"Credevo che l'aveste capito."
" Certo che l’avevo immaginato ma non ci volevo credere!”
“Si, è così padre! ... Anche se, speravo che mi appoggiaste, in cuor mio ne dubitavo. !”
“Mi era parso strano che mi chiedessi una proprietà ...”
"Addio padre! ... André possiamo andare!"
 Oscar fece ancora qualche passo ma suo padre, le sbarrò la strada e guardandola negli occhi, continuò: “So, che ti hanno dato l’ordine di andare a Parigi, cosa intendi fare?”
“Non ho nessuna intenzione di sparare sulla folla!"
“Se è questa la tua decisione, voglio sapere dove stai andando!!!”
Dove volete che vada, se non in caserma! Il mio reggimento mi sta aspettando.
“Che intenzioni hai!! Oscar .. aspetta, non andartene così!”

Lei annuì, lasciando la stanza seguita da André.
Il generale disperato, continuò: “Stai aspettando un bambino, sei un’insensata! Torna indietro!!!”
Oscar, si voltò e con freddezza, digrignò: “Ditemi, Vi importa qualcosa di lui? Non è certo figlio di un nobile!"

“SCIOCCA! E’ MIO NIPOTE!! Non voglio che vi succeda nulla!! .... Resta a casa Oscar, non andare …”
“Padre devo presentarmi in caserma, il dovere mi attende. Vi prometto che sarà la mia ultima battaglia! .... Dopo tutto mi avete allevata come un uomo, ho sempre messo a repentaglio la mia vita."
No, aspetta!"
Non è il caso che Vi preoccupiate per me, so quello che faccio.”
“Ma tu non sei.. un uomo!”


Oscar uscì, ignorando le parole di suo padre.
Il generale afferrò con decisione il polso di André e con lo sguardo spaventato, implorò: “Fermala, impediscile di commettere stupidaggini, non voglio che vada a Parigi."
"Signore ..."
"André, proteggi quell'insensata! ... Marguerite, solo adesso mi rendo conto dell’errore che ho fatto, allevandola come un maschio! ... André, so perfettamente che sei l'unica persona che possa starle accanto. Mia figlia è ribelle, testarda, orgogliosa! … Proteggila André … sta aspettando un bambino … mio nipote ..."Disse il generale coprendosi il volto con le mani, mentre copiose lacrime rigarono il sul volto.
“State tranquillo signor Generale, la proteggerò a costo della mia vita!”

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** La decisione di Oscar ***


 
La decisione di Oscar
 
 
“André, cos'altro ti ha detto mio padre?”
“Mi ha chiesto di prendermi cura di te!... Oscar, tuo padre si è ravveduto.”
“Ma cosa dici André! Lui non è contento che diventi mio marito e soprattutto che che avremo un figlio.”
“Invece ti sbagli! Oscar, tuo padre ha reagito in male modo, perché non si aspettava ..."
"Non si aspettava cosa?"
" Di noi Oscar! E poi, sapere in quel modo che aspetti un bambino, per lui non è stato facile. Forse …”
“André, lo stai giustificando? Se davvero fosse così, mio padre potrà anche accettare il nostro matrimonio ma se sapesse che …”
“Sapesse cosa?”
“André, cosa intendi fare riguardo all'ordine che abbiamo ricevuto? Sai benissimo che l’ordine è di soffocare la rivolta in città, significa sparare sulla folla."
"Si, lo so."
" Te l'ho già detto, non potrei mai fare una cosa simile!"
"Questo me lo hai detto già! ... Ma non mi hai detto ancora, cosa intendi fare!"
"Se i soldati della guardia lo vorranno, mi unirò a loro, con i rivoltosi! ... Come vedi André, mio padre potrà anche accettare la nostra unione ma non certo la nostra ribellione, ovvero il tradimento di sua figlia contro la corona! ...... Perché non dici nulla?”
“Oscar, io sarò con i miei compagni ma saperti a capo dei soldati e scendere in battaglia, mi spaventa, non voglio.”
“André sono un soldato e questo lo sai, abbiamo sempre sfidato insieme il nostro destino, ho deciso di starti accanto, i tuoi ideali sono anche i miei. André questa è la nostra ultima battaglia, poi si aprirà un nuovo capitolo della nostra vita.”
“E non hai pensato alle conseguenze? Ma ti rendi conto?! Tu, un ufficiale dell’esercito che si schiera con i rivoltosi?! Saresti condannata.”
“In quel caso André andremo via.”
“E' assurdo, inammissibile ciò che sto ascoltando!"
"Non capisco di cosa ti meravigli!"
" ..... Vedo che hai deciso. A quanto pare, tuo padre ha ragione: non sarà affatto facile starti accanto.”
“Cosa!! Lui ti ha detto questo! Quando?”
“Poco dopo che hai lasciato il suo studio. Oscar, non sarò certo io a cambiarti, questo lo so bene ma desidero che tu pensi un poco a noi, a nostro figlio.”
"André, voglio che lui viva in un mondo migliore!"
“E va bene, vedo che sei irremovibile come sempre. Dopo quanto deciso, non possiamo più rimanere, dobbiamo andare via.”
“Non abbiamo altra scelta, passeremo la notte in caserma …”
André l'avvicinò e avvolgendola tra le sue braccia, disse: “No Oscar! Passare la notte in caserma, significa dormire separati, non voglio! D'ora in poi, voglio trascorrere tutte le mie notti accanto a te.!”
“Andrè ... Caro ....”
 
   


“Andrè…”
"Nonna, cosa c'è?"
"Vi ho portato i vostri zaini da viaggio, ho messo dentro delle vivande e alcune coperte." disse asciugandosi gli occhi.
Oscar, le si avvicinò e con tono rassicurante, mormorò:“Grazie nonna!...Sei così premurosa. Ti ho sempre voluta bene come se fossi davvero mia nonna!”
"Oh bambina, tu lo sai, quanto ti voglio bene!"
"L'ho sempre saputo nonna! ... Da te, ho ricevuto tutto l'amore di cui avevo bisogno, non lo dimenticherò mai!"
" Grazie bambina! ...... Oscar, ascoltami, tuo padre ha compreso la scelta che hai fatto: non disapprova la tua unione con mio nipote."
" Lo credi davvero nonna?"
"E così! ... Lui ti vuole bene, sei la figlia prediletta ..."
" Nonna ...."
"Oscar, tuo padre in questo momento ti sta guardando dalla finestra dello studio, non vuole che te ne vada.”
“Nonna, ti assicuro che domani, non sarà più della stessa opinione.”
“Ma cosa dici bambina!”
“Nulla! .... Ciao nonna.”
 
"Aspetta Oscar, cosa intendi dire? ..... André, ti prego proteggi la mia bambina!"  
"Sta tranquilla, non preoccuparti!"  
Oscar, aspetta!"
"Cos'altro c'è nonna!"
"Riguardati!... Ricordati di avere cura del mio nipotino che porti in grembo."
"Nonna ...."
"Ti voglio bene, piccola mia! E voglio bene anche a te nipote! disse abbracciando prima l'una e poi l'altro.



Oscar e André lasciarono il palazzo.
Dopo una lunga corsa per le campagne, si addentrarono in un bosco portando i cavalli al passo.
La natura era rigogliosa nella sua esplosione di colori. Il sole tramontava lasciando il passo all’imbrunire della sera.


“E’ meglio fermarci un po’, devi riposare e mangiare qualcosa. Dobbiamo arrivare in caserma prima di notte, nelle tue condizioni hai bisogno di dormire.”
“André non sono malata e poi, mi avevi detto che …”
“Ricordo quello che ho detto ma deve prevalere il buon senso. Non possiamo andare a Parigi e prendere alloggio in qualche locanda, potrebbe essere pericoloso! .. Su dai, scendi da cavallo."
"E va bene, qualche ora di riposo non può che giovarci."
"Un momento, prendo le coperte.
“Aspetta, ti aiuto.”


" Dopo avere steso le coperte sul prato, André prese lo zaino delle vivande, l’aprì, tirò fuori il pane e del formaggio.

“Guarda Oscar, la nonna ci ha messo anche la torta di mele! ... Umm che buona!”
“La nonna è sempre così premurosa!"
“Tieni Oscar, prendi, mangia, devi nutrirti.”
“Andrè, mi chiedo, se sarò una buona madre ....”
“Non ho dubbi, sono sicuro che sarai una madre meravigliosa!”
“Lo sai! ... Ho ricevuto pochissimo affetto dai miei genitori, non ricordo di aver avuto un solo bacio o una carezza da mia madre ... mio padre temeva che diventassi come le mie sorelle, una donnicciola.
Ho ricevuto più amore e tenerezza da tua nonna che da loro. Adesso mi chiedo, che madre potrei diventare e poi, io non ne so nulla di bambini.”
“Vedrai, sarai una madre meravigliosa, amore!" André sorrise, le accarezzò il viso e la baciò. " Ti darò tutto l'amore che meriti! .. Su finiamo di mangiare ..."



Andrè ed Oscar erano distesi all'ombra di una grande quercia, le loro mani intrecciate, sguardi languidi, momenti fatti di silenzi e di complicità.


“Oscar, vorrei che il nostro bambino avesse i tuoi occhi … questi splendidi occhi azzurri, che mi incantano ogni volta che li guardo! .... Ti amo ...."
“André, così mi lusinghi, però ammetto che non mi dispiace affatto! Ah ah ..."
“Sei bellissima quando ridi!" disse accarezzando il suo viso.
Oscar arrossì, sussurrò appena: " André ... ti amo ..."
"Oscar, ti amo con tutto me stesso!"



Si persero nei loro sguardi , nei loro gesti fatti di carezze e dolci parole appassionate mentre intorno a loro, un'infinità di lucciole cominciarono a danzare invitandoli all’ amore.
Era una serata meravigliosa, il silenzio del bosco era interrotto dal canto delle cicale. Niente tumulti, niente grida, niente spari.
Il caldo afoso di luglio nelle ore notturne lasciava il posto alla frescura della notte. Le cime degli alberi si muovevano dal soffio sottile del vento.
I due giovani innamorati si amarono.
Unici testimoni di quell'atto d'amore furono la luna, le stelle e un'infinità di lucciole che danzarono intorno. Carezze, baci, parole sussurrate e mille promesse d’amore. Corpi affannati, accaldati sudati. All’unisono, mani intrecciate, labbra tremanti, battiti di cuore, una sola parola: “Ti amo.”
 
 


 
Andrè e Oscar partirono al galoppo lasciandosi alle spalle un luogo incantevole, testimone del loro infinito amore, senza sapere quale sarebbe stato il loro destino.
 
 
Era notte fonda quando Oscar e André arrivarono in caserma.

“Andrè, nessuno ci ha visti arrivare! ... Dormono tutti tranne i soldati di guardia. Resta con me, non andare via.”
“Oscar, non voglio che nascano delle maldicenze ....”
“Andrè, ormai mancano poche ore all’alba, non andare, desidero dormire accanto a te!”
 

14 Luglio 1789

Alle prime luci dell'alba, Oscar e Andrè percorsero a passo marziale il corridoio della caserma. Prima di entrare negli alloggi dei soldati, si scambiarono uno sguardo fugace, lei sussurrò: "Il momento tanto atteso è arrivato ..."


I soldati appena la videro arrivare, si alzarono in piedi senza mettersi sull'attenti. Erano tutti pronti ad ascoltare il loro Comandante.
Pochi istanti di silenzio che sembravano interminabili. Davanti a lei non c'erano i soliti soldati della guardia, fieri e spavaldi ma un gruppo di uomini severi e trepidanti.
Sentiva addosso lo sguardo di ciascuno di loro e con tono severo disse: “Soldati, come già sapete, abbiamo ricevuto l’ ordine di soffocare la rivolta a Parigi, questo significa sparare sulla folla. So che molti di voi non lo faranno, perché tra loro trovereste i vostri amici, i vostri parenti ... e io vi capisco! ... Non so cosa avete deciso di fare ma so quello che farò io! ... Soldati, ho deciso di rinunciare all’uniforme, da questo momento non ho più ne gradi ne titoli, questo perché, l’uomo che amo, l’uomo della mia vita, so che si unirà a voi! ..... Amici io sono la compagna di André e come tale lo seguirò! .... André, dimmi cosa devo fare?”
“Oscar …”

La risata di Alain interruppe il loro discorso.
"Ah ah ah .. Comandante, sapevo che prima o poi sarebbe finita in questo modo. Tra tutti i nobili, siete la persona più buona e onesta che abbia mai conosciuto! Vedete Comandante, prima che voi arrivaste, avevamo deciso che se qualcuno ci avesse dato l’ordine di sparare sulla folla ci saremmo rifiutati. Ma visto che vi unirete a noi, potete rimanere al Comando! ... Ai vostri ordini Comandante!”
All' unisono replicarono: “Agli ordini Comandante!”
Alain porse la mano, e concluse: “Ora non mi resta che farvi i miei auguri ragazzi.”
“Grazie Alain! Vi aspetto in piazza d’armi.”
"Sissignore!"


Oscar lasciò la camerata seguita da André, che la prese per un braccio e le bisbigliò: “Vieni con me, andiamo nel tuo ufficio, debbo parlarti.”
 
 
 
“Poco fa, davanti a tutti, mi hai chiesto cosa voglio che tu faccia, bene, io non voglio, che tu venga con noi. Torna a casa!”
“André cosa dici! Ne abbiamo già parlato!”
“Lo so! Ma possibile che tu non capisca ciò che io desidero per te e per nostro figlio?"
“Sinceramente non ti capisco André.”
“Ho paura che ti possa accadere qualcosa, ho paura, capisci?!”
“André, ormai è una vita che stiamo insieme, abbiamo affrontato le imprese più disperate e non ci siamo mai separati.
“Appunto! Adesso ho paura per te, là fuori c’è la rivoluzione! Dannazione, lo vuoi capire?” “André, probabilmente le parole di mio padre ti hanno condizionato, non ci siamo mai separati e non lo faremo certo adesso. E poi, come potrei aspettarti mentre rischi la vita?!” “Appunto, lo hai appena detto: rischiare la vita. Oscar non pensi a nostro figlio?”
“André, te l'ho già detto: è anche per lui che voglio combattere. Desidero quanto te, un mondo migliore!”

“Tuo padre aveva perfettamente ragione, quando mi ha detto che non sarebbe stato affatto facile starti accanto, testona!"
“Non mettere in mezzo mio padre!”
“E va bene comandante Jarjeyes, se è questo che hai deciso, non posso impedirtelo! Agli ordini!" .
"André ... ma ..." .
 
André la guardò con disappunto e lasciò l'ufficio, lasciando Oscar dietro di sé. Percorsero in silenzio il corridoio e raggiunsero la piazza d'armi.  


I soldati della guardia Comandati da Oscar Francois de Jarjeyes marciarono verso Parigi.
 
 
In breve tempo le strade della città divennero dei campi di battaglia, si udirono spari, grida, lungo le vie lo scenario era terrificante: corpi senza vita di uomini, donne e bambini. La rivoluzione era in atto, non risparmiò nessuno ne soldati ne rivoltosi. Furono alzate le barricate per evitare il minor numero possibile di vittime tra i civili e per portare al riparo i feriti. Tra i rivoltosi c‘erano persone appartenenti a diverse classi sociali. Oscar e i suoi soldati si unirono ai ribelli.
 
 

Intanto al Quartier Generale si riunirono i Generali dell' esercito francese, tra cui erano presenti: il generale Bouillè e il generale Jarjeyes. Erano riuniti nella sala del consiglio per discutere della situazione a Parigi, quando a passo veloce, un ufficiale della guardia reale fece irruzione.
 Gli occhi di tutti erano puntati sull’ufficiale che con affanno disse: “Signori, la situazione a Parigi è davvero drammatica, si è scatenata una vera e propria guerra civile! Sembrerebbe che i ribelli stiano avanzando contro gli eserciti, hanno saccheggiato svariate armerie e si sono appropriati  di alcuni cannoni.”
Bouillé lo interruppe: “Ma come è possibile?” 
L'ufficiale aggiunse: “Generale Bouillè, con gli insorti si sono uniti anche i soldati della Guardia Metropolitana.”
COSA AVETE DETTO?!!"
Nella sala si udì un fragoroso bisbiglio.
  Il generale supremo, tuonò: "Cosa dite? ..Ma quella compagnia, è comandata dal colonnello Jarjeyes!!”
L’ufficiale con tono grave sentenziò: “Infatti signore, è la compagnia del Colonnello Oscar Francois de Jarjeyes! ....... Generale Jarjayes, mi dispiace che sia proprio io, a dovervi informare.... ma vostro figlio Oscar con il suo esercito, si è unito ai rivoltosi.”  
Augustin confuso e costernato, sbiancò in volto, tremava, sudava. L'uomo ebbe un mancamento, sentì una fitta al cuore e portandosi una mano al petto, pensò: “Hai disonorato la famiglia, per me è finita!
Il viso dell’uomo  divenne inespressivo, quelli che fino a poco prima riteneva suoi amici, divennero i suoi peggiori nemici.

Il Generale Bouillè, sentenziò: “Generale Jarjeyes quello che ha fatto vostro figlio Oscar Francois è estremamente grave; ha tradito la Corona,  la Nazione, ha disonorato la sua famiglia. Chiederemo a Sua Maestà di confiscare tutti i beni  che appartengono alla famiglia Jarjeyes! ... Che venga dato l’ordine a tutti i reggimenti di sparare a vista quel esercito di traditori, insieme al loro comandante!”

Parole fredde e spietate. Parole che avevano inferto il colpo di grazia. Nonostante la sua forza d’animo, la sua freddezza, Augustin si sentì  annientare. Il dolore che gli aveva inferto sua figlia era indicibile.
Stordito, frastornato, si alzò lentamente, sussurrò: “Vi chiedo scusa Signori, devo tornare a casa.”


In breve tempo, tutti gli eserciti erano a conoscenza che i cinquanta soldati della Guardia Metropolitana comandati da Oscar Francois  avevano tradito. L'ordine era di sparare addosso ai soldati e al loro Comandante.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14 Luglio 1789 ***


 
14 Luglio 1789
 

“Comandante … Andrè è stato ferito!”
“Andrè non morire ....ANDRÈ NOOO ....”


Andrè si portò la mano al petto che in brevissimo tempo si intrise di sangue. Qualche passo, e il giovane soldato si accasciò al suolo.


Oscar fu presa dall' angoscia, sentiva le gambe tremare, raccolse tutto il suo coraggio, mormorò: Andrè, ti prego resistiti, non morire! .... Alain, presto, portiamolo al riparo!”
" Ci penso io Comandante! ... Su amici, mettiamolo in sella sul mio cavallo. Aiutatemi!”


Oscar fuori di sé, si mise alla testa dei suoi uomini, non lasciò nulla di intentato, sfidò qualsiasi ostacolo riuscendo ad oltrepassare lo schieramento nemico.
L’ordine era di proteggere Alain, su cui cavallo c’era Andrè.
 
 
 
Riuscirono a raggiungere le barricate.
Andrè fu adagiato su un lettino. In ginocchio al suo capezzale, Oscar prese la sua mano e la strinse a sé, copiose lacrime rigarono il suo viso.
Intorno ai due giovani si riunì una piccola folla, tra cui c’erano Bernard e Rosalié.

Oscar mormorò singhiozzando:“Vi prego cercate un dottore! .... Ti prego Andrè resisti!”
 Bernard a grandi falcate, si arrampicò su un mucchio di legnacci che fungevano da barricate e a gran voce disse: “Amici ascoltate! Uno dei soldati della guardia che si è battuto con noi, è stato ferito, c’è  bisogno di un dottore!
 “Io sono un medico!” esclamò il primo.
“Anch’io sono un dottore ...”  rispose un secondo.

Tra la folla c’erano diversi dottori, tutti si presero cura di André.
Oscar era   sopraffatta dal dolore. Piegata sulle ginocchia, rimase immobile al suo capezzale.

“Oscar, ti prego ... non piangere …. ti prego, pensa al nostro bambino .."
“Ti amo André, ti prego resisti, non arrenderti."


Uno dei medici disse: "Comandante Oscar calmatevi e lasciateci visitare il ferito." .
"Dottore, Vi prego salvatelo!"
"Faremo il possibile ma adesso dovete allontanarvi."
Delle mani grandi e forti si posarono sulle sue spalle, una voce sussurrò: “Comandante venite con me, in questo momento siamo solo di intralcio ...”
“Si ... hai ragione Alain...”

“Ecco, prendete il mio fazzoletto e asciugatevi gli occhi."
"Grazie Alain..."
" Comandante, dovete calmarvi! .. Poco fa... ho sentito che aspettate un bambino, ora dovete pensare anche a lui.
“Si ... però ... Oh Alain!”
Alain l'aiutò a sollevarsi e posandole le mani sulle braccia, continuò: "Su, venite con me."
"André ..." mormorò Oscar tra le lacrime mentre si allontanò dal suo capezzale.


Dopo aver visitato il ferito, i medici le si avvicinarono e uno di loro proferì: "Comandante, dobbiamo parlarVi."
“Dottore, come sta André?”
“La ferita è molto profonda, dobbiamo estrarre immediatamente il proiettile, non c'è tempo da perdere!"
"André si salverà, vero?!!!"
"Comandante, faremo tutto il possibile per salvarlo! ..... Presto, che qualcuno porti dell’acqua, dobbiamo intervenire, non c'è tempo da perdere!”
Oscar, gli si avvicinò e accarezzandogli il viso mormorò: “André, fatti coraggio, vedrai che andrà tutto bene! ... André cosa ti succede, perché non parli!!... Dottore, perché non mi risponde?"
“Non preoccupatevi Comandante, ha perso conoscenza. Dobbiamo intervenire presto! Maxim dobbiamo intervenire, presto sbrighiamoci!"
 
" Marcel è tutto pronto, possiamo cominciare."  
Ancora uno sguardo, ancora lacrime. Oscar lentamente si allontanò dal capezzale del suo André.  



"Finalmente i medici, uscirono dalla baracca, con lo sguardo cercarono Oscar che era seduta su uno sgabello; accanto a lei c'era Alain che le porgeva un bicchiere d'acqua."
"Alain, credi che ce la farà?"
"Certo, ne sono sicuro. André è un osso duro! E voi non dimenticate di essere l'indomito comandante dei soldati della guardia, fatevi coraggio..."
"Non è questo il momento di scherzare. André è ferito gravemente ed io temo che possa morire!" disse asciugandosi le gote.
"Comandante, ad André non farebbe piacere vedervi così!..... Guardate, stanno arrivando i dottori!"
Lei si alzò e porgendo il bicchiere al soldato, gli andò incontro.
"Come sta André?"
"Non è stato facile ma siamo riusciti ad estrarre la pallottola."
Volete dire che ce la farà?"
"Si... ma ha bisogno di cure adeguate e questo non è certo un posto adatto a un ferito nelle sue condizioni."
"Dottore, vado da lui..."
"Andate ... ma il paziente è ancora incosciente ..."

Oscar non attese oltre, si precipitò nel piccolo ospedale da campo.

"Alain domandò: "Dottore, il comandante è andato via, ditemi la verità."
"Non possiamo negare che il soldato abbia subito una grave ferita. Per fortuna che la pallottola non ha sfiorato i vasi del cuore, altrimenti non ce l'avrebbe fatta..."
"Volete dire che ..."
"Ancora qualche centimetro in basso e non ce l'avrebbe fatta."
"Grazie dottore!"


Era una calda notte di luglio, la pioggia battente scendeva copiosa. Sulla città in tumulto era sceso il silenzio: niente spari, niente grida.
André come tutti gli altri feriti, giaceva in ospedale da campo. Oscar non si allontanò un solo istante dal suo capezzale. Tirò fuori dallo zaino le coperte, le stese sul pavimento accanto alla branda del suo André.


Piegata sulle ginocchia, Oscar gli era accanto. Lo guardava con tenerezza e smarrimento.
"Andrè, sono qui accanto a te, ti prego, fatti forza ... reagisci! Desidero rivedere il tuo sguardo, il tuo sorriso .. ti prego André ...."

Il giovane era ancora in stato di incoscienza.
Oscar si sdraiò accanto per vegliarlo ma poco dopo si abbandonò al sonno.


Era quasi l'alba, quando alcune fitte al ventre la svegliarono di soprassalto. Oscar si sollevò e piegandosi sulle ginocchia istintivamente si portò le mani al ventre e l'accarezzò.
 Udì dei passi, si voltò e tra le brande dei numerosi feriti, vide avanzare una figura scura, una voce familiare disse: “Comandante Oscar, come sta il mio amico?" "Sei tu Alain! .. André non si è ancora svegliato." "André è forte, vedrete che si riprenderà molto presto! ... Ma Voi cosa fate su quella coperta? Possibile che non abbiate trovato una sistemazione adeguata, dato la vostra condizione?”
“Io sto bene Alain! E poi le brande servono ai feriti, non a me!”
“Potevate trovare posto da un’altra parte, anziché rimanere qui!”
“Io non lascio André da solo! .... Cosa c’è Alain, mi stavi  cercando?”
 “Bernard e Robespierre vogliono parlare con Voi.”
“Con me? Cosa vogliono?”
“Non lo so ma dovete venire, vi stanno aspettando.”
“Dove sono?”
“Con gli altri, nella baracca accanto.”
“Adesso arrivo.”
Ancora uno sguardo al suo André prima di allontanarsi.
Oscar e Alain si fecero strada tra tutti i lettini posti ordinatamente l’uno accanto all’altro, tra i lamenti e le imprecazioni dei feriti, raggiunsero l’uscita.
Smise  di piovere. Nella piazza antistante, protetti dalle barricate, c’erano le persone che si erano accampate per trascorrere la notte.
I due entrarono nella baracca adiacente, dove erano riuniti i vari esponenti dell’ordine del terzo stato, tra loro c'erano persone di ogni ceto sociale.


“Buona sera!"
“Buona sera Jarjeyes!" rispose Robespierre.
“Bernard cosa succede?”
“Oscar ti abbiamo convocato in quanto  Comandante dei Soldati della Guardia, vogliamo metterti al corrente di ciò che sta accadendo.”
“Bernard spiegati per favore!”
“Vedi Oscar, il Comandante della Bastiglia ha dato l'ordine ai suoi soldati di puntare i cannoni sulla città.”
“Cosa! Ma è assurdo!”
Robespierre intervenne: “Già, è un assurdità Jarjeyes!!  Hanno intenzione di bombardare Parigi, evidentemente temono di essere sopraffatti."
“Cosa pensate di fare?” 

Alain domandò:“I cittadini sono stati informati della situazione?”
“ I parigini hanno deciso di attaccare la Bastiglia.”
“E come pensano di farcela?! Con le baionette o peggio ancora, con i forconi? In questo modo, ci  saranno  un infinità di perdite umane! ”
Bernard ribatté: “Alain anche noi abbiamo i cannoni! Come vedi, non siamo disarmati come tu pensi.”
 
 
 
 
 
Dopo aver lasciato Bernard e gli altri, Alain e Oscar rimasero a lungo in piazza, in silenzio.
Oscar alzò lo sguardo al cielo. Il sole stava sorgendo.

“Alain, è l’alba del quattordici Luglio, mi chiedo cosa accadrà!”
“Non lo so!... Comandante, siete particolarmente taciturna, state pensando a qualcuno, vero?”
“Alain, sto pensando a mio … padre!"
"Vostro padre?!"
"... Dimentica ciò che ti ho detto. Vado da André!”

Alain  la vide allontanarsi velocemente, la seguì con lo sguardo fino a che, non entrò nel piccolo ospedale.

Mormorò: “Ti capisco! ... Non sarà stato facile per te prendere una simile decisione: un ex ufficiale della guardia reale, una nobildonna, una contessa che ha rinunciato a tutto per i suoi ideali. Che donna!! .... Nonostante tu stia aspettando un bambino, dormi su una coperta per vegliare il tuo uomo! ..... Sei una donna straordinaria, comandante! ... André è un uomo davvero fortunato! ... Spero che un giorno riesca a toglierti dalla testa e dal mio cuore!


 
 
 Sdraiata sul suo giaciglio, si abbandonò nuovamente al sonno, un sussurro la destò.
“Oscar …”
  “André, finalmente ti sei svegliato!”
Il suo dolce sorriso, interrotto da insistenti colpi di tosse.

“Oscar, ancora quella tosse...”
“Sto bene André non è niente, sta tranquillo! ... Tu invece resta giù, non tentare di alzarti!” “Oscar mi dici sempre che non hai niente … ma io comincio a dubitare che sia così..." André guardò il giaciglio accanto alla sua branda. "Oscar hai passato la notte a terra .... Oh Dio ...Dio che situazione! ... Non avrei mai voluto tutto questo per te … no … no ... non volevo ma tu ... testarda come sempre …" “Basta André, non serve lamentarsi. Te l'ho già detto, staremo insieme fino alla fine. E poi, non è la fine del mondo, dormire qualche ora su una coperta. Ricordi, l'abbiamo fatto tante volte da bambini ..."
Oscar ..." Sussurrò André con le lacrime agli occhi.
André, ci aspettano giorni migliori, ne sono sicura!"
"Oscar ... nelle tue condizioni ..."
Appena  tutto questo sarà finito torneremo ad Arras e dormiremo nel nostro letto. Sta tranquillo, sto bene!”
“Oscar, cosa succede là fuori?”
“André, dalle torri della Bastiglia hanno puntato i cannoni su Parigi." “Cosa!! ... Vogliono bombardare la città?” “Sembrerebbe di si …”
Le parole furono spezzate da un boato: erano i cannoni. Ancora e ancora un altro.
Si udirono i rumori di vetri in frantumi, di calcinacci: le case dei parigini si schiantarono al suolo.

“Maledizione André, stanno bombardando Parigi!”

Qualche passo verso l’uscita.
"Oscar, dove stai andando? Torna qui!”
“Sta calmo, non ti agitare, non vado da nessuna parte.” Oscar vide sull'uscio della porta Alain e Bernard discutere. “Cosa sta succedendo!!"
"Oscar stanno bombardando la città e noi non possiamo rispondere al fuoco..."
"Bernard, non capisco, stanotte avete  detto, che  siete in possesso dei cannoni, perché non sparano?”
“Nessuno sa usarli!"
"Cosa!!"
"Gli unici soldati su cui possiamo contare sono i vostri...”
André ascoltò trepidante e con un fil di voce, sussurrò: “Oscar …”
"Cosa c'è André?"
“Oscar, so a cosa stai pensando ... non voglio!”
“André so perfettamente che non approvi e mi dispiace! ... Ma non posso ascoltarti, devo andare. Ti prometto che tornerò! ..... Bernard non  preoccuparti anche i nostri cannoni spareranno. Alain raduna gli uomini ….”
“Non andare Oscar, non voglio!”
“André, comprendimi, ti giuro che non mi accadrà nulla! .... Presto Alain,andiamo!!" ordinò.
"Oscar, ti prego ... non andare ..."
Oscar uscì, lasciando André nella disperazione più assoluta.
 Spaventato e con affanno mormorò: “Alain, ti prego ... proteggila, riportamela ... Ti prego Alain!!”
“Sta tranquillo amico, ti prometto che la proteggerò a costo della mia vita. Te lo giuro!”


“Alain,  muoviti, non c'è tempo da perdere! I cannoni della Bastiglia stanno distruggendo Parigi, è una carneficina!”
“Agli ordini Comandante.”


Oscar e i suoi soldati erano sotto a quelle maledette torri della Bastiglia.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Il dolore dei Jarjayes ***



Il dolore dei Jarjayes
“AVANTI ... AVANTI SOLDATI DELLA GUARDIA, CARICATE I CANNONI ....PUNTATE SULLA PARTE PIU' ALTA DELLA BASTIGLIA!… FUOCO ...... FUOCO ...FUOCOOO ....     


 "FUOCOOO ....” -


E ancora … ancora ….
Fino a far tremare le mura della fortezza.
Le torri cominciarono a cedere sotto i colpi dei cannoni.
I soldati dall'alto che erano all'interno della fortezza, compresero che le mura non avrebbero resistito ancora a lungo.
Uno dei soldati disse al suo comandante: “Generale de Launay, in questo modo non resisteremo a lungo, dobbiamo fare qualcosa!"
Il generale sbirciò dal bastione della torre e digrignò: "Dovevo immaginarlo! ... E' Jarjeyes con i suoi soldati ...... Fucilieri puntate le armi al loro Comandante ... e puntate al petto!”
"Sissignore!"

Dall’alto delle torri ci fu uno spiegamento di soldati pronti a sparare.


In poco tempo il fumo e l’ odore acro della polvere si sollevò, Alain alzò lo sguardo, vide i fucili puntati   nella loro direzione.


Un grido: “OSCAR ... NOOO .... .”

Lo scenario era raccapricciante: all'improvviso si sollevò la polvere, le pallottole si riversarono al suolo una dopo l'altra.
 
Alain con scaltrezza, l'afferrò per le braccia e la trascinò con sé, portandola al riparo.
Erano dietro ai cannoni, Oscar era sotto il corpo massiccio del soldato, che le fece da scudo. Una raffica di proiettili vennero scaraventati  al suolo nella loro direzione.
Ancora polvere, ancora grida, ancora spari.  

Dopo il fuoco nemico, i soldati della guardia continuarono a sferrare gli ultimi colpi dei cannoni, in breve tempo le torri caddero giù, il ponte si abbassava, la Bastiglia si arrendeva.
Centinaia di persone si accalcarono lungo il ponte della fortezza, la rivoluzione era in atto.
 
 
Stretta al suo soldato, Oscar sussurrò: “Alain cosa è successo? …”
L’uomo sollevò appena il capo, erano viso su viso, occhi negli occhi, respiri affannati, lui su di lei lei. Il cuore di Alain batté così forte che Oscar lo sentì.
L’emozione saliva ma prevalse la ragione, un respiro profondo, si sollevò, domandò: “State bene Comandante?”
 
“Credo di si, Alain! .... Io non mi sono accorta di nulla.”
“L’avevo capito! ... Comandante, era un esecuzione in piena regola!”
“Alain ma si può sapere come fai a scherzare in questo momento?!"
"Voi dite?! Ma io non sto scherzando affatto. Comandate guardate cosa sta succedendo! .. Siamo passati alla storia! Ah ah ah ..."
"Ti prego Alain, non dirlo ad André …”

"Comandante ....."
"Non voglio che si preoccupi ..."
"Comandante Oscar ma si può sapere di cosa dovrebbe preoccuparsi, visto che tornerete da lui sana e salva?!"
Già... sono viva grazie a te..."
Ancora occhi negli occhi.
Alain non riuscì a sostenere il suo sguardo e smorzando quegli attimi di silenzio fatti di emozioni, con il solito tono canzonatorio, continuò: " Guardate quante macerie! ... Comandante, certo che l' abbiamo combinata grossa! .... E' mancato poco che buttassimo giù l'intera Bastiglia!"
 “Alain, cosa accadrà adesso?”
“Cosa volete che accada! La rivoluzione vera e propria è appena cominciata. Per quanto che mi riguarda, ho già  dato il mio contributo!”
“Alain sei ferito, il tuo braccio sta sanguinando!!” “Non è niente Comandante .....”
“Aspetta fa vedere! ... Sei stato preso di striscio, meglio tamponare.”

Oscar tirò dalla tasca il fazzoletto, per fasciare la ferita.

“E’ così che mi dimostrate la vostra gratitudine Comandante?! Se solo copriste il mio braccio con quel sudicio pezzo di stoffa, sono sicurissimo che morirei immediatamente! Sarebbe il colmo rimetterci la pelle da idiota, dopo essere sopravvissuto alle cannonate della Bastiglia, non credete? Ah ah ah ..."
“Hai ragione Alain ... ah ah ah … Su adesso andiamo!”
“Ma dove andate così di corsa?”
“Che domanda! Vado da André. Sarà in pena per me!”
“Comandante ..."
"Cosa c'è Alain?!"
"Sono sicuro che, sia André che Vostro figlio non avranno una vita facile accanto a Voi... Ih ih ih ... avranno l'impressione di vivere in una caserma militare! Ah ah ah ..."
“Ma cosa ti salta in mente Alain! .... Dici un mucchio di sciocchezze! .. Io vado, non ho tempo per ascoltarti!”
 
 

Il generale tornò a palazzo e, a passo marziale entrò nel suo studio e dirigendosi  verso le finestre, tirò le tende con rabbia, digrignò: "Non voglio vedere nemmeno il sole di questa maledettissima giornata! ... Voglio rimanere al buio senza vedere nessuno!"
Con forza, tirò a sé la poltrona della scrivania, si accasciò con rabbia e con infinita disperazione. Lo sguardo blu, si posò sulla pipa adagiata sul tavolo. Augustin era assente e frastornato, rifletteva sugli ultimi avvenimenti, nella sua mente c’era un solo un nome che rimbombava con ferocia: “Oscar … perché lo hai fatto? ..."
Appoggiò i gomiti sul tavolo e con le mani si tratte il capo. "Sono disperato, mia sua figlia ha disonorato la sua casa...

Dei passi, una voce: “Augustin, cosa ti succede? ... Sei sconvolto ..."
“LASCIAMI SOLO! .. Non voglio vedere nessuno, non voglio parlare con nessuno!”
“Non ti capisco Augustin, si può sapere cosa ti succede? .... Forse ci sono cattive notizie? ..... Oscar ... Riguarda nostra figlia?! Augustin, ti prego .... non dirmi che, è stata mandata a Parigi con il suo esercito?!! Dimmi che non è vero, ti prego! ..... Ma perché non mi rispondi Augustin!! ... Cosa è successo a Oscar? .......... Ti supplico Augustin parla! Dimmi qualcosa …”

Il generale sollevò la testa e con stizza scaraventò sul pavimento tutto ciò che era sulla scrivania, sotto gli occhi intimoriti di sua moglie.

“Vuoi davvero sapere cosa è successo? ... Ne sei proprio sicura Marguerite?!!" "Certo Augustin ...."
"Ebbene te lo dirò! ... Tua figlia con il suo esercito, si è unita ai rivoltosi, capisci? Lei ha abbracciato la causa dei ribelli!”
“Oscar …”
“Sai, qual'è stato l’ordine di Bouillè?!"
Ti prego, non dirlo ..."

" Il generale Bouillè ha ordinato di spararle addosso!” L’espressione del generale pareva quello di un folle. 
“Oh mio Dio!

“Marguerite, Bouillè chiederà le confische delle nostre proprietà ma non è questo che mi preoccupa..."
La donna si portò le mani sul volto rigato dalle lacrime e sussurrò: "Augustin ..."
"Marguerite, questo sarebbe l’ultimo dei mali se non fosse che ….”
“Augustin … e … Oscar .... cosa è accaduto a nostra figlia?”
“Nostra figlia dici?!... TUA FIGLIA al comando dei suoi soldati, ha guidato i cannoni contro la fortezza della Bastiglia e la fatta buttare giù! MALEDIZIONE!” disse sferrando un pugno sul tavolo.
“Vuoi dire che …”
“Voglio dire che grazie a quella traditrice, i rivoluzionari hanno vinto! La monarchia  sta  vacillando, accidenti!” ancora un altro colpo sul tavolo. “Dannazione non ci posso ancora credere! Un Jarjayes che si è macchiato di tradimento!” La fronte si imperlava di sudore.
“AUGUSTIN!!! Oscar sta bene?”
“Non hai nient’altro da chiedermi?”
“A me interessa solo mia figlia! Dov’è?” La voce tremava, un nodo in gola, le lacrime scendevano. La povera donna si sentì annientare dal dolore.

Il generale si accasciò nuovamente sulla sedia appoggiò i gomiti sulla scrivania portandosi una mano alla fronte e distrutto dal dolore, disse: “Non so niente di cosa ne è stato di lei. L'unica cosa che ti posso dire ..... Oddio Marguerite!! ... Il generale de Launay mi ha informato personalmente, di aver dato l'ordine ai fucilieri che erano appostati sulle torri della Bastiglia, di spararle addosso .... nessuno  sa più nulla di lei …" Il volto di Augustin era rigato dalle lacrime.
Margherite stordita, si sentì mancare, lasciandosi andare sul sofà, mormorò: " Oscar …"
Un tonfo. Augustin sollevò la testa,  vide sua moglie accasciarsi, si alzò di scatto facendo indietreggiare la sedia e a grandi falcate si precipitò da sua moglie che giaceva inerme.
– “Margherite … ti prego, non voglio perdere anche te!”
“Oscar … figlia mia ... perché ... ”
"Ti prego Marguerite, reagisci, non voglio vederti così! ... Dobbiamo sopportare insieme questo dolore atroce, non puoi lasciarmi anche tu!" Agustin si piegò sulle ginocchia, appoggiò la testa sulle sue gambe e infine scoppiò in un pianto liberatorio."Oh Marguerite, quarant'anni insieme, non ho mai visto tanta disperazione in te! ... Marguerite, nostra figlia ....."


Oscar seguita da Alain, fece irruzione nell'ospedale da campo.
“Andrè … Andrè ... Sono qui!”
“Oscar …”
“Andrè ..."
Oscar si gettò al suo capezzale e accarezzandogli il viso, disse: “Non ci lasceremo più! ...E’ finita! E' finita Andrè! D’ora in poi, ci saremo solo noi. Io e te!”
“Oscar, temevo di non rivederti più....”
“Cosa c’è Andrè, perché mi guardi in questo modo?”.
“E che, non ti ho mai vista così ...."
"Così come?"
"La tua divisa è strappata, sudicia! .. Soltanto da ragazzi, quando ci rotolavamo nel fango e ci prendevamo a pugni ti i conciavi in questo modo! ... Oscar ... sono felice!.

Alain smorzò un sorriso, pensò:“Ed io credevo che fosse fatta di ghiaccio! ... Comandante .... quanto sei bella!
 
“Alain ....".
“Sono qui amico, dimmi...”
“Ma tu sei ferito!”
“Non è niente di grave, sono stato preso di striscio.”
“Cosa è successo Alain, per favore, dimmi la verità.”


Un breve scambio di sguardi tra Alain e il suo Comandante, un lieve accenno di diniego’ da parte di Oscar.

“Non è successo niente, ti ho già detto che sono stato colpito di striscio, ho bisogno solo di essere medicato.”
“Lo sai bene, io non mi riferisco alla ferita, cosa è successo sotto le torri della Bastiglia?”
Oscar, ribatté:“Andrè … I nostri cannoni l’hanno buttata giù, tutto qui! ..... Alain devi assolutamente medicare la ferita, vado a cercare il dottore!" disse guardandolo in malo modo, invitandolo a tacere.

“Alain, adesso che siamo soli, voglio che tu mi dica la verità, cosa è successo?”
Un sospiro di resa. “Certo che con voi due, non si discute!"
"Avanti Alain, sto aspettando ..."
" André, Lei non vuole che tu sappia come sono andate realmente le cose..."
“Me lo devi dire, altrimenti quando mi alzo dal letto …”
“Ho capito amico, tanto se non è lei, sei tu a farmela pagare! .. Tanto vale essere onesto con te, in fin dei conti, hai tutto il  diritto di sapere! ......... André, tu la conosci più di qualunque altro. Il Comandante era in prima linea e ... ha dato l’ordine di puntare i cannoni nella parte alta della fortezza e quelle dannate torri quando ormai erano giù ...…”
“Quando, cosa, continua!!…”
“Ecco André, quelli sentendosi con le spalle al muro … cioè ... vedi ...insomma ... i fucilieri, hanno puntato le armi su …”
“Su di lei, non è vero Alan?!!" gli occhi si sgranarono dal terrore.
“Si, su di lei! ... Cosa vuoi che ti dica amico, era un’esecuzione in piena regola! ... La fortuna ha voluto che, nonostante tutto quel fumo che si era sollevato, mi sono reso conto di cosa stesse per accadere! ... Sono riuscito a portarla in salvo.”
“Facendole da scudo con il tuo corpo, vero Alain? E così che ti sei procurato quella ferita?”
“Si, è così!... Devi portarla via da qui, subito. Non dimentichiamoci che è un ufficiale dell’esercito che ha tradito la corona! ...André, potrebbe essere arrestata …”
Alain si interruppe, Oscar tornava con il dottore.

“Allora ragazzo, fa vedere la ferita, devi togliere la giacca così vedo ben poco.” disse il medico, sistemandosi gli occhiali e tirando fuori dalla valigia i suoi arnesi e guardò accuratamente la ferita. “Non è nulla di grave ma devo estrarre le schegge, su vieni con me.”  
 
 Andrè e Oscar, rimasero soli.

“Oscar, dobbiamo lasciare questo posto.”

“Andrè, dobbiamo tornare ad Arras ma tu non puoi muoverti in queste condizioni. Ci serve una carrozza, oggi stesso chiederò aiuto a Bernard.”
Dei passi, una voce: “Oscar ..."
“Bernard, Robespierre ......”
“Oscar Francois, siamo qui per ringraziaVi, se non fosse stato per Voi e i vostri soldati, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Per qualsiasi cosa, non dovete che chiedere. Siamo pronti ad aiutarvi.”
“Vi ringrazio Robespierre! ... Veramente ...."
"Dimmi Oscar, di cosa hai bisogno?"
Bernard, devo chiederti un favore ... André ed io dobbiamo lasciare questo posto, come vedi, è ferito, abbiamo bisogno di una carrozza.”
 Bernard dapprima esitò, poi disse: “Entro stasera sarete in viaggio.”
“Bernard, forse per te è un problema?”
“No, no, cosa dici! E solo che ... Oscar, adesso sono io a chiederti un favore.”
“Cosa c'è Bernard?”
“Sono preoccupato per Rosalie’, vorrei che si allontanasse per qualche tempo da Parigi, temo per la sua incolumità! ... Sono sicuro che le violenze e i disordini sono appena cominciati.”
“Bernard, Rosalie’ può rimanere con noi, tutto il tempo che vorrà!”
“Grazie Oscar, tra tutti i nobili, sei la persona più generosa che io abbia mai conosciuto! ..... Sarà da voi tra un paio di giorni, il tempo di organizzare la partenza, appena sarà possibile la raggiungerò. Ti ringrazio ancora, a dopo.”
“Ciao Bernard.”
 
 
 
 
Su un tavolo c’era un catino d’acqua  tinto di rosso con dentro delle piccole pezzuole, il dottore aveva appena medicato Alain e fasciandogli il braccio, disse: “Bene, le schegge sono state rimosse ma la ferita va ripulita tutti i giorni per evitare che si infetti. Ora devo andare da  André, la sua ferita è piuttosto seria.” disse ripulendo gli arnesi e riponendoli nella valigia.
“Grazie dottore!”


Il dottore avanti, Alain un passo indietro, percorsero il piccolo edificio. C’erano brande ovunque, occupate da numerosi feriti.
Oscar,era seduta accanto ad André. Occhi cerchiati, stanca, pallida, un sussulto , ancora una fitta al ventre, gli occhi si spalancarono in una smorfia di dolore, istintivamente si portò la mano sul ventre.
“Oscar! … Tu stai male …”
“André, sto bene, è stata solo una fitta, credo che sia normale nella mia condizione …”
“A questo punto, non so più cosa intendi per normalità...”
“Sta tranquillo André, tra qualche ora saremo in viaggio e tutto questo finirà.”
"Oscar ......."
"André, domani saremo ad Arras! ... Io e te insieme, verso una nuova vita!"

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Verso una nuova vita ***



Verso una nuova vita  


“Andrè, come ti senti?”
“Dottore, i miei movimenti sono piuttosto lenti e mi sento tutto indolenzito.”
“E’ naturale! Hai una brutta ferita, qualche centimetro più in basso e non saresti più con noi, ragazzo mio! ..... Su, adesso devi toglierti la camicia, devo medicarti."
"Aspetta André, ti aiuto!"
"Oscar, ti prego fa piano... sento dolore ..."
" Sta tranquillo André ... Ecco .. così va bene?!!"
"Si ... Oscar ..."

Il dottore tirò fuori tutto il necessario per la medicazione e con molta cura ripulì la ferita.

“Dottore, questa sera lasceremo Parigi.”
“Comandante Oscar volete affrontare un viaggio con André in queste condizioni? Ma non è possibile!” .
“Non possiamo rimanere qui, è troppo pericoloso.”
“Capisco! Siete un ex ufficiale di sua Maestà che si è unito ai rivoltosi, ebbene che andiate via immediatamente. Comunque, André necessita di cure, vi dirò cosa fare ..."
"Farò tutto quello che mi direte."
La ferita deve essere pulita tutti i giorni e sopratutto dovrà essere monitorata da un medico. Non escludo che gli possa salire la febbre, in tal caso bisognerà abbassarla con degli impacchi con acqua fresca, infine dovrete  somministrargli delle medicine.”
“Si, certo dottore, mi prenderò cura di André, vi ringrazio!”
“Bene, vi auguro buona fortuna ragazzi, adesso debbo occuparmi degli altri feriti.”
"Un momento dottore, non conosciamo nemmeno il vostro nome …” -
“Il mio nome è Marcel." disse andando via.  
" Grazie dottore!"  

“Alain. mi piacerebbe che tu venissi a stare da noi per qualche tempo..."
"André, davvero vorresti che io venissi con voi?"
"Si, certo! ... Se lo vorrai, potrai rimanere alla tenuta ... il lavoro non manca e tu desideri cambiare vita ...”
“Be io … non so se …”
Oscar continuò: “Alain, sbaglio o hai detto che desideri allontanarti da Parigi?"
"Certo che lo voglio! Sono stanco di questa vita. Sono alla ricerca di un poco di pace."
"Perfetto! Ad Arres la troverai. Alain ascolta, in prossimità della nostra casa, ci sono altre piccole abitazioni, potrai startene per conto tuo, vedrai che non ti pentirai!"
" Mi piacerebbe vivere in campagna lontano da tutto."
" Allora hai deciso?”
“Vi ringrazio! .... Verrò per qualche giorno e poi amico mio, nelle condizioni in cui ti ritrovi, credo che tu abbia bisogno di aiuto, poi si vedrà!”
 
"Mi fa davvero piacere che tu abbia accettato Alain."  
"Grazie André!"  



Dopo un viaggio estenuante per il ferito, finalmente i tre arrivarono ad Arras.
La carrozza  condotta dal soldato si fermò davanti alla residenza.
Alain aprì lo sportello, disse: “ Comandante, André, finalmente siamo arrivati!"
"Alain, dobbiamo aiutare André a scendere."
"Non preoccupateVi, a lui ci penso io! ..... Su avanti amico mio, appoggiati a me!"
" Grazie Alain ... ma non sarà facile ..."
" Lo so amico ... ma devi fare ancora uno sforzo, ormai ci sei quasi! ... Dai ... Forza André, appoggiati a me ... ecco ... da bravo. Ora scendi lentamente ... così ... fa piano, sta tranquillo, vedrai che ce la faremo! ... Comandante, ditemi dove dobbiamo andare.”
“Entriamo in casa, venite da questa parte.”

I tre varcarono l’ingresso principale fino ad attraversare il salone.
"Alain, dobbiamo andare di sopra. André devi fare ancora uno sforzo..."
"Spero di farcela ..."
"Vedrai, ce la farai! ... Appoggiati a me .." ribatté Alain. "Dai ... sono rimaste ancora pochi scalini .... ancora un altro ..."


" André, è pallido, sta davvero male, ha affrontato un viaggio difficile!" pensò Oscar mentre spalancò la porta.



Alain con non poca fatica, riuscì adagiare l'amico sul letto.

“Ci siamo, dai, ancora qualche passo .... ce l’abbiamo fatta!”


André si sdraiò sul letto lentamente, Oscar sistemò i cuscini e gli sfilò gli stivali. Aprì un cassetto, prese degli abiti puliti, con tocco leggero, gli cambiò la camicia. Una smorfia di dolore si lesse sul suo viso.

“Al resto ci penso io Comandante, date a me!”
“Ti ringrazio Alain!"  
Andrò domandò: “Oscar, i coniugi Frerrer non sono alla tenuta ...”
“Dopo li andrò a cercare, probabilmente saranno nella loro casa! ... Adesso devi riposare, hai affrontato un viaggio lungo e faticoso." ”
"Oscar, sono davvero stanco, cercherò di dormire." “André, accompagno Alain nel suo alloggio poi, andrò a cercare Joland."
"Va bene Oscar, ti aspetto ..."
Alain vieni con me,ti accompagno nella tua nuova casa. Penso che ti farà piacere sistemarti nella casa adiacente.”
Vi ringrazio Comandante!"

Scesero al piano di sotto, attraversarono  il salone e andarono in giardino.
Alain arrestò il passo, il suo sguardo si soffermò sulla parte centrale del giardino dove c'erano un'infinità di rose bianche.
Oscar sussurrò:“Sono le mie preferite!” “Comandante, chi si prende cura della casa?”
“ Joland e Lucién si occupano della tenuta, abitano poco più in là, ome vedi ci sono diverse case adiacenti!"
"Già ... vedo..."
"... Un tempo ci venivo con la mia famiglia! ... vieni, andiamo da questa parte."
“Volete dire che quando venivate con la vostra famiglia, occupavate tutte queste case?”
“No, Alain! Con le mie sorelle e i miei genitori alloggiavamo nella casa patronale e …”
 “Avete detto sorelle? Voi, dunque, avete delle sorelle?”  /> “Si Alain, ho cinque sorelle, io sono la sesta,della famiglia Jarjeyes.
“Cosa! E sono tutte come voi? Cioè voglio dire ... anche loro sono dei sodati?”
Ah ah ah .. Ma no Alain! Sono l'unica ad avere intrapreso la carriera militare..."
"Ma voi siete una donna, sinceramente non riesco a capire la vostra scelta."
"Vedi Alain, mio padre esasperato per l’ennesima figlia femmina, decise di darmi un nome e un educazione maschile, affinché un giorno diventassi l'erede della famiglia Jarjayes.”
“Che cosa!! Scusatemi Comandante se mi permetto ma secondo me, vostro padre doveva essere proprio fuori di testa!”
Oscar sorrise e annuì, poi rispose:"Io invece, non l'ho mai pensato! ........... Eccoci qua, siamo arrivati. Su entriamo! ... La ritengo la più accogliente tra tutte, è piuttosto grande, come vedi ci sono diverse stanze, ha il camino ed è confortevole. Puoi sistemati qui e rimanere tutto il tempo che vorrai, spetta a te decidere.”
“Vi ringrazio Comandante, siete davvero generosa!”
“Ti devo la vita Alain, ti sarò sempre riconoscente!"
"Comandante, sono sicuro che anche Voi, lo avreste fatto per me!"
Oscar sorrise e disse: "Dimenticavo, dentro l'armadio troverai dei vestiti......."
" Comandante, cosa vi succede, siete diventata taciturna!"
"Non ho niente Alain..."
"Ne siete sicura? Dalla vostra espressione non si direbbe! ... Scusate, non volevo essere indiscreto ..."
"... Ecco, André ed io da ragazzi abbiamo trascorso giornate spensierate ... emm .. quindi si spiegano i vestiti che troverai nell'armadio. Alain, mai avrei immaginato, che un giorno sarebbero serviti per una simile circostanza! .... Bene appena ti sarai sistemato raggiungici, dobbiamo pur mangiare qualcosa."
"Grazie comandante, a più tardi!"
“Alain prima hai detto che mio padre doveva essere fuori di testa, io invece, non lo ringrazierò mai abbastanza per aver fatto di me ciò che sono: una donna libera e indipendente. Sono stata davvero fortunata! ... Le mie sorelle sono andate in spose a soli quindici anni con un regolare contratto di matrimonio! ... E non credere che mio padre non ci abbia provato anche con me; almeno in questo, non è riuscito a piegarmi! … André è arrivato nella nostra famiglia quando aveva appena sei anni, siamo praticamente cresciuti insieme. Mio padre me lo affiancò come compagno di giochi, voleva che mi comportassi come un maschio..."
"Che assurdità!"
"Quando ormai eravamo diventati grandi, il compito di André divenne un altro ..."
"Quale?"
"Proteggermi. E come ha ribadito più volte mio padre, doveva impedirmi di commettere pazzie."
"Ah ah ah ... Scusatemi comandante ma credo che voi non abbiate bisogno della protezione di nessuno!" "Ah ah ... Alain ma cosa dici?!"
"Comandante, nessuno di noi potrà mai dimenticare che vi siete fatta rispettare da un intero reggimento di soldati! Ah ah ah... Comandante ma André ha famiglia?"
Oscar accennò a un sorriso appena, continuò: "La sua unica parente è sua nonna Marie, ed è un poco anche la mia."
“ Immagino che vostro padre si sia opposto alla vostra relazione con André …” -
“Non l'ha presa molto bene ma penso che  in fondo se lo aspettasse! ..... Bene Alain, credo di averti annoiato abbastanza con i miei problemi, ad essere sincera, mi meraviglio di me stessa, non mi sono mai lasciata andare in questo modo con nessuno! ..... Ti aspettiamo per mangiare, ora vado a cercare i Frerrer. A dopo Alain!"   
"A più tardi Comandante!"  
 
Alain, la seguì con lo sguardo fin tanto che non lasciò la sua abitazione, sussurrò: "Comandante, siete una donna eccezionale. Tu, André sei davvero un uomo fortunato!"


Oscar bussò alla porta dei Frerrer, uno, due, tre tocchi.
Nessuna risposta.
 Una vicina le disse: “Se cercate Lussien o sua moglie, non ci sono.
"Sapete quando torneranno?"
"Non ne ho idea ma non sono ad Arres ..."
"Come! Dove sono?""
"Sono partiti per andare dalla figlia, che abita non so dove. Mariè ha appena avuto un bambino.
“Vi ringrazio Madame!" disse Oscar tornando alla tenuta. "Non è possibile, ci mancava anche questa! Adesso dovrò cavarmela da sola!”
 

André  era ancora sveglio, aspettava il ritorno di Oscar. Udì dei passi percorrere frettolosamente la scalinata.

“Oscar …”
“André, i Frerrer sono partiti e non so quando torneranno."
"Sono partiti?"
"Si, andati dalla figlia che ha appena avuto un bambino ... quindi, dovremo cavarcela  da soli.”
“Come faremo? Io così ... e tu come pensi di farcela?”
“André siamo stati in missione per giorni, abbiamo dormito nelle tende da campo e non dovrei farcela a casa nostra?!"
“Questa poi …”
“Cosa c’è André? Non hai fiducia in me? Credi che non possa farcela?”

“Dovresti prenderti cura della casa! Tu?... Scusami Oscar ma neanche se lo vedessi con i miei occhi riuscirei a crederci! Ih ih ...”
“Oh, smettila André, non prendermi in giro! … Comunque qui è tutto in perfetto ordine, c’è ben poco da fare! E poi, non è   una tragedia arrangiarsi per qualche giorno.”
“Si, si va bene Oscar, se lo dici tu, sono sicuro che ce la faremo!”
“Continua pure a prendermi in giro, io intanto vado in cucina a preparare da mangiare, di sicuro troverò qualcosa nella dispensa.” sibilò toccandosi il ventre.
“Oscar, stai male?”
“Tranquillo André, non ho nulla, era solo una fitta, nient'altro! ..... Sono sicura che il nostro bambino sta bene e poi, se ha resistito alle cannonate, sono sicura che nostro figlio resisterà a tutto questo e sarà forte e coraggioso! ... Come desidera suo nonno …”
“Non puoi fare a meno di pensare a lui, vero?
“Mi odierà per tutta la vita per quello che ho fatto, chissà quante volte avrà puntato il dito contro mia madre, dicendole che sono il disonore della famiglia, avrà dato sfogo della sua rabbia scagliandosi anche contro la povera nonna! .... Sono sicura che mi ha rinnegata come figlia, per lui, non sono altro che un traditore ..."
"Non voglio vederti triste ..."
"André, lo sai che non mi illudo, conosco mio padre, so come la pensa ... magari avrà dato alle fiamme il mio ritratto.”

“Oscar, sei pentita?”
“André, cosa dici! Ho fatto una scelta, non torno in dietro e non mi pento di nulla!"
“Oscar, vorrei che d'ora in avanti, ti prendessi  cura di te, del nostro bambino e di me, che ti amo più di qualunque altro al mondo.”
“André ti prometto che sarò meno avventata e più assennata. Adesso nella mia vita, ci sei tu e il nostro bambino.” disse dandogli un piccolo bacio sulle labbra.


“Devo preparare qualcosa da mangiare ma prima vado a rinfrescarmi un poco e poi, ho bisogno di abiti puliti, questi sono sudici e come vedi anche strappati. Faccio in un attimo André!”
 

                           17 Luglio 1789


  Augustin percorreva mestamente i corridoi del Quartier Generale. Fu convocato al Comando Militare dal Generale Supremo dell’ esercito, ovvero dal Generale Bouillé.
L'uomo era angosciato, gli unici pensieri ricorrenti erano rivolti a sua figlia. Immaginava già l'argomento di cui i suoi superiori avrebbero trattato. Arrestò il passo, era dietro la porta, un tuffo al cuore, sollevò la mano, la strinse, bussò.
“Avanti Jarjeyes, vi stiamo aspettando, dobbiamo parlarvi.” Avanzò severo a passo deciso.
Augustin si ritrovò per l'ennesima volta faccia a faccia, con gli esponenti  degli eserciti francesi; era cosciente che si dava inizio a un processo nei confronti di sua figlia Oscar. Rimase in piedi, non arretrò lo sguardo davanti a Bouillè, attese in silenzio.

“ Jarjeyes sapete benissimo qual'è il motivo della Vostra convocazione: ciò che ha commesso Vostro figlio, è un atto  di tradimento nei confronti della corona e contro l'esercito Francese."


La fronte era imperlata di sudore, con un gesto di stizza Augustin si passò la mano sulla fronte e alla parola tradimento interruppe Bouillè con tono fermo e deciso: “Che ne è stato di mia figlia?”
 “Jarjeyes, spero che i fucilieri non abbiano mancato il bersaglio ….”
Augustin strinse le mani e con rabbia batté i pugni sul tavolo,  uno, due volte e infervorato sbraitò: “State parlando di mia figlia Bouillè, che per vent'anni non ha esitato a mettere la sua vita al servizio della Francia …”
“Generale Jarjayes, forse non vi rendete conto dell'atto che ha commesso vostro figlio! E se voi non l'avete ancora capito ciò che ha fatto, ve lo ripeto: VOSTRA FIGLIA HA TRADITO LA CORONA! Il suo tradimento è la vergogna, ricadrà sull'intera famiglia Jarjeyas! Vedrete, non appena le loro Maestà saranno informati della faccenda, emetteranno l'ordine di cattura nei confronti di Vostro figlio! ... Sempre che sia ancora vivo, Jarjeyes!!"
“Non vi scomodate Bouillé, sarò io stesso a informare Sua Maestà dell’accaduto, non prendetevi alcun disturbo … Generale Bouillè!” -Digrignò velenoso,  lasciando a passo marziale la sala del consiglio.
 
 
 
Versailles  

Sguardo basso, prostrato dinanzi alla regina Maria Antonietta, il generale Jarjayes concluse:“Ecco Maestà questo è quanto … avevo il dovere di informarvi personalmente.”
“Generale Jarjeyes, qualche giorno fa, ho avuto un colloquio con madamigella Oscar, mi ha supplicato che allontanassi gli eserciti dal paese, mi aveva avvertita di una possibile rivolta popolare a causa di questa mia decisione ... Ha tentato di dissuadermi ma io sono stata irremovibile.... mi sono rifiutata di capire! ... Adesso mi rendo conto, che la mia testardaggine ha portato il paese alla rivoluzione! ..... Ormai ciò che è stato, non è più possibile tornare indietro. Generale capisco, che madamigella Oscar è stata spinta da buoni sentimenti, spero che non le sia accaduto nulla! ...Non prenderò alcun provvedimento nei confronti di Oscar e della sua famiglia, lo metterò per iscritto. Generale Jarjayes, spero che la troviate sana e salva! ... Ditele da parte mia che non le serbo  rancore!” 
Copiose lacrime rigarono il volto del Generale. "Grazie Maestà, grazie dal profondo del mio cuore! ... Sarò per sempre un Vostro umile servitore!"         

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Inizio ad Arras ***



Inizio ad Arras

Le mani erano occupate da una grossa cesta, con il piede  spinse  la porta della cucina.

“Buongiorno Comandante!”
“Buongiorno a te Alain,  cos’hai portato?” chiese Oscar mentre tirava fuori alcune pentole.
“ Sono stato nell’orto come mi avete chiesto ieri sera..."
"Già!! L'avevo dimenticato! .. Vedo che hai raccolto anche le more."
"Non solo le le more ma ho portato anche le mele.”
“Ma sono tante!”
“ Beh ... si ... ma gli alberi erano colmi che quasi mi dispiaceva lasciarle marcire! ... Voi piuttosto cosa fate con la pentola in mano? Volete per caso darla in testa a qualcuno? ih ih ih ..."
“Prendimi pure in giro  ma dobbiamo preparare il pranzo, ed io sinceramente non so da che parte cominciare.
Ieri sera, ho detto ad André che ce l'avrei fatta senza l'aiuto di nessuno ma adesso, mi rendo conto che non è così semplice! ..."
"Umm ... mi basta vedere come sono state tagliate quelle povere verdure!"
"Povere?! ... Beh, a guardarle non sono tagliate perfettamente ma l'importante che siano buone per essere mangiate!"
"Ah ah ah .... Scusate comandante!!"
"Si può sapere cosa ti prende? Forse le sai tagliare meglio di me?"
"Ih ih ih ... Credo che me la sarei cavata un poco meglio! Ih ih ..."
"Smettila Alain!"
"Ih ih ... Non arrabbiatevi ... Ih ih ih ... E' evidente che non avete eguali con la spada ma con il coltello ... ih ih ..."
"... Io ... però sono brava a lanciare i coltelli e colpire il bersaglio, vuoi vedre?" disse impugnandone uno.
"Eh ... no, grazie! Ah ah ah ... Non ho alcun dubbio! Ah ah ah ..."
"Alain, devo cercare assolutamente qualcuno che si occupi della casa.”  
  “Beh ... debbo dire che sul tavolo non manca assolutamente nulla per preparare un buon pranzetto!”   
“Già, ma … come si fa ...”
Alain con aria divertita avanzò verso di lei e togliendole il coltello dalle mani, esclamò:  “Su, lasciate fare a me, date a me il coltello e la pentola! ... Mi pare ovvio, che non siano mansioni adatte a Voi! … Sapete, prima di arruolarmi nella Guardia Metropolitana, davo sempre una mano in cucina a mia madre e mia sorella. Debbo dire che a qualcosa mi è servito, visto che dovrò mettermi ai fornelli, almeno, fin tanto che non torni la cuoca di  casa! ... E poi, sinceramente, siete più adatta a impugnare una spada che un cucchiaio! Ih ih ih ...”
“Grazie Alain! .... Dobbiamo comunque trovare qualcuno che ci aiuti, non puoi occuparti di tutto e adesso anche della cucina. André è in quelle condizioni, ed io che non sono certo d’aiuto. E poi, anche se Joland e Lucien tornassero presto, comunque non riuscirebbero a gestire ogni cosa, siamo in tre e ci sono un mucchio di faccende da sbrigare! ... Guarda in quella cesta quanto bucato sporco!" disse indicando con la mano. "André aveva ragione, quando mi ha detto che non ce l'avrei mai fatta da sola.”
“Non vedo perché prendersela in questo modo Comandante!... André sa benissimo che siete abituata a un altro genere di vita, nessuno può farvene una colpa. E' vero, non sapete cucinare e occuparvi della casa ma non esistono nemmeno donne che sanno impugnare una spada e fronteggiare un uomo! .. Comandante vedrete, tutto si aggiusterà! ... Se può  tranquillizzarvi darò una mano in cucina per tutto il tempo che sarà necessario! Ih ih ih ih..."
“ Grazie Alain! .... Alain, intanto che prepari il pranzo, vado al villaggio per cercare qualcuno che si occupi della casa.”
“Ma come pensate di arrivarci, dato che non potete andare a cavallo nelle vostre condizioni!”
“Non ci avevo pensato! Comunque il villaggio non è poi così distante, vuol dire che andrò a piedi, farò una passeggiata.”
“Aspettate Comandante, non pensateci nemmeno, prenderemo la carrozza.”
“E il pranzo?” “Come avete detto prima, il villaggio non è distante, torneremo in tempo. Vado a preparare i cavalli.”
 
 
 
Oscar mestamente percorse il corridoio che la portò nella sua stanza, entrò.
André era disteso sul letto, appena la vide entrare, disse: " Dovresti riposarti, sei molto pallida .."

“Lo farò non appena sarò tornata dal villaggio .."
"Cosa succede, perché devi andare al villaggio?"
" Abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti in casa e ….”
André incalzò divertito: “Dicevi Oscar?”
“Alain non può occuparsi anche del pranzo. André non guardarmi in quel modo."
"Ih ih ... Si può sapere in che modo ti guarderei?"
"Smettila di prendermi in giro!"
"Io in giro?! Ma cosa dici! Tu lo sai che non ho pretese, mi sta bene qualsiasi cosa che prepari!"
"André, se non vuoi che ti avveleni, dobbiamo assumere una cuoca."
"Ma come Oscar non avevi detto che te la saresti cavata da sola? Ih ih ..."
"André è inutile che tu faccia lo spiritoso! E poi, adesso che ci siamo trasferiti alla tenuta, Joland e Lucien avranno bisogno di aiuto, da soli non potranno più farcela, quindi servirà altra gente al nostro servizio."
"Umm ... dici davvero Oscar?! Ih ih ..."
"André, è inutile che continui a ridacchiare e a prendermi in giro! C’è un mucchio di roba da lavare e se ci tieni tanto a cavartela da solo, puoi occuparti del lavatoio!”

" Ah ah ah ah .. Calmati Oscar, ti prego!! Io non ti ho detto nulla di tutto ciò!”
“Non hai detto nulla ma la tua risata vale più di mille parole!”
“Su non ti arrabbiare, dimmi, chi hai pensato di assumere?”
“Andrò a casa di Sugean, chiederò a sua moglie di prestare servizio nella nostra casa. E poi, voglio andare al villaggio per rendermi conto di come procedono i lavori. Torneremo prima possibile!”
"Torneremo? Vai con Alain?"
"Con chi altri se no?!! Alla tenuta non c'è nessuno, ci siamo soltanto noi!" “Ho capito Oscar, va bene.”
Oscar indispettita per le parole di André, gli si avvicinò con sguardo impertinente.

"Oscar, perché mi guardi in quel modo, quasi, quasi mi fai paura ..."
"Ma nulla André, cosa dici?!! ... Credo di guardarti come sempre ..."
"Non mi fido, conosco quello sguardo."
"Umm... Allora mi conosci davvero poco ... voglio semplicemente darti un bacio ......"
Oscar,affondò le mani tra i suoi capelli per poi, sfiorare delicatamente le sue labbra per perdersi in un lungo bacio. Le sue labbra, continuarono ad assaporare il suo viso, il suo collo, fino ad arrivare all'orecchio.
 
 
"Ahi mi hai morso .. mi hai fatto male!"
"Cosa c'è André, non ridi più?"
Ah ah ah ... Sei davvero dispettosa ah ah ah ... non cambierai mai! Ah ah ah ah ..
"Dispettosa io?! Non credo mio caro! Tra noi, il più dispettoso sei tu!"
"Ih ih ... Ahi che male! Non posso nemmeno ridere che sento male alla spalla!"
"Se non mi prendessi in giro, non rideresti e non ti farebbe male la ferita. Ora ti lascio, devo andare ma sappi che abbiamo un mucchio di problemi da risolvere, rischi perfino di non mangiare e nelle condizioni in cui ti trovi non sarebbe l'ideale!"
"Ih ih ih h ... Oscar sei davvero incorreggibile!"


La carrozza attraversò parte del villaggio, Alain dall'alto della cassetta, osservò un gran numero di casupole in ristrutturazione, mormorò: "Ma cosa succede? Questo villaggio è un intero cantiere! Chissà a quale nobilastro apparterà?! Ma!! Davvero strano che qualcuno si interessi di questa gente.
Oscar sbirciò dal finestrino e con soddisfazione, vide un gran numero di operai eseguire i lavori.
 

Oscar si sporse dal finestrino e ordinò: “Alain ferma la carrozza, siamo arrivati!”
 
"Agli ordini comandante!" disse arrestando i cavalli. Alain scese dalla cassetta, sistemò il predellino, aprì lo sportello della vettura. "Prego comandante!"
"I Sugan abitano qui, non ci vorrà molto, faccio in un attimo!"
"Fate con comodo comandante!"


Un tocco alla porta.

“Madamigella Oscar, voi qui!”
"Buongiorno Adeline, ho bisogno di parlarvi ...”
“Ma si, certo, certo, accomodatevi madamigella! ... In cosa posso esservi utile?!”
“Adeline sareste disposta a prestare servizio presso la mia casa?"
"Ma come madamigella, non se ne occupa Joland?"
"Si, certo! Ma per il momento non c'è ..
"Si, lo so! ... Mi ha detto che andava da sua figlia ma credo che tornerà tra qualche giorno."
"Adeline, nel frattempo ho bisogno che qualcuno si occupi delle faccende di casa. Vedi, alla tenuta siamo in tre e non c'è nessuno per darci una mano. Ecco, vorrei che ti occupassi di tutto, ovviamente da sola non potresti farcela, magari presentati con qualcun altro che ti dia una mano."
"Se siete d'accordo, potrebbe venire mia figlia."
" Perfetto!"
"Non preoccupatevi madamigella, saremo al vostro servizio fin tanto che tornerà Joland."
"No, ascolta, mi sono trasferita ad Arres, ovviamente, Joland non potrà occuparsi di tutto, avrà bisogno di qualcuno che l'aiuti; quindi vorrei che tu e tua figlia rimaneste al mio servizio." “Ma si, certo Madamigella con molto piacere!" “Bene, ti aspetto domani mattina.”
“Grazie Madamigella, sarò puntuale.”
“A domani! .... Ah ... Adeline salutami Sugan e  Gilbert.”
“Loro sono nei campi Madamigella, saranno ben felici di sapere, che lavorerò nella Vostra casa!”  
 

Alain aspettava pazientemente che Oscar uscisse dall’abitazione di Adeline. Osservava con attenzione gli operai che stavano eseguendo i lavori di ristrutturazione. Spinto dalla curiosità, si avvicinò ad alcuni di loro e domandò: “Ma cosa sta succedendo? Da quando mi sono addentrato nel villaggio, non ho visto altro che operai!”
 “Ma come Signore, non lo sapete?"
"Sapere cosa?"
"La padrona ha dato l’ordine di mettere in sesto il villaggio: dapprima abbiamo ripristinato le strade, adesso, ci stiamo occupando della ristrutturazione delle case dei contadini." “Hai detto la padrona, ragazzo? Quindi questo posto appartiene a una donna?"
Un secondo operaio intervenne: “Fino a poco tempo fa, queste terre appartenevano a suo padre, ora per fortuna, sono passate a sua figlia. Che sia benedetta! … Qui al villaggio, è ben voluta da tutti!”
“Accidenti non ho mai sentito  elogiare   un riccone in questo modo, soprattutto se parliamo di una donna! Solitamente le donnette aristocratiche, sono più avide  ed egoiste dei loro uomini. Giuro che stento a crederci! ”
“ Anche se può sembrarvi strano, la nostra padrona è una Contessa! E come sappiamo, non esistono dei nobili che si occupano dei poveri disgraziati come noi! A proposito Signore, Voi siete un forestiero?"
"Si, vengo da Parigi ..."
"Avete detto Parigi!!"
"Sissignore!"
“Perbacco!! Vi prego, raccontate cosa è successo esattamente a Parigi?"
"Possibile che voi non ne sappiate niente?"
"Beh, vedete, qualche forestiero che è passato di qui, ci ha raccontato che in città c'è stata una terribile la rivolta ..."
"Si, è vero! E poi cos'altro avete saputo?" " Mi hanno detto che alcuni soldati avrebbero buttato giù la Bastiglia! ”
Alain con orgoglio, ribatté: “Buon uomo, quei soldati hanno fatto un ottimo lavoro! Ih ih ... l'hanno buttata giù a suon di cannoni ed infine, c’è stata la resa!”
“Prima o poi doveva accadere! La fame e la disperazione sta annientando il nostro paese. Se solo ci fossero più nobili come la nostra padrona …”
“Voi la conoscete? .. Mi riferisco  alla padrona!"
“Personalmente no. Ma, mi hanno detto che è una donna bellissima anche se strana …”
 “Strana! In che senso strana?
“Dicono che sia un ufficiale di Sua Maestà!” Gli occhi di Alain si sgranarono, con un fil di voce domandò:  “Cosa avete detto!!! Un ufficiale di Sua Maesta!!! Buon uomo conoscete almeno il suo nome?”
“Il suo nome è Jarjeyes! ... Non solo è un ufficiale, ma come ho già detto prima è anche una contessa!"
"Cosa? Ma ...."
Lo sguardo di Alain si spalancò, rimase sbigottito da tale rivelazione, sussurrò: "Ma non è possibile!!!"
"E' ciò che diciamo tutti noi. Infatti, è una donna fuori dal comune. Spero che un giorno la possa conoscere!"
Alain intontito da tale rivelazione annuì, quando La vide avanzare.

“Possiamo andare Alain,è tutto risolto: dovrai sacrificarti solamente per oggi, da domani, Adeline si occuperà della casa! … Alain, mi senti? Cos’hai, perché quella faccia? Hai visto per caso un fantasma? Su sbrigati  Alain, non rimanere lì impalato, torniamo a casa,André è rimasto solo, potrebbe avere bisogno di me!”
 
"Sssi ... Comandante ... possiamo andare, sono pronto! ..."  
"Ma si può sapere perché continui a guardarmi in quel modo?"  
" Nulla Comandante ... non ho nulla! Possiamo andare ..."  



“Hai ancora dolore Andrè? “Se ti riferisci all’orecchio, si, mi fa ancora male. E' tutto indolenzito!"
"Così impari a prendermi in giro!"
"Ih ih ih .... Oscar sei rimasta la bambina dispettosa di sempre! ... Ma io ti amo ... ti amo da impazzire ..."
Lei, gli si avvicinò e sfiorando le sue labbra gli disse: "Oh André .... anch'io ti amo!"
Con un tocco leggero,  Oscar gli accarezzò il viso, entrambi si persero in un bacio dolce e appassionato .......


Un tocco alla porta.
Le labbra si distolsero, ancora una carezza, un sorriso .....
"André, deve essere il dottore Lassone, vado ad aprire.”
“Aspetta Oscar …”
“Cosa c’è?”
“Credo che tu abbia la febbre …”

"Ma no, André, cosa dici! Sto bene, non ho nulla! .. Vado ad aprire!"
"No, aspetta ...."


“Buona sera Madamigella!”
“Buona sera dottore! Prego venite da questa parte, André è di sopra.”
Oscar seguita dal dottore percorse la scalinata. Erano davanti alla porta  della camera da letto, quando Lassone le domandò: “Madamigella come Vi sentite? Vi è salita ancora la febbre? Avete ancora gli attacchi di tosse?" "Veramente dottore, non ho più avuto febbre ma la tosse persiste ..." "Madamigella, ho contattato il mio collega e gli ho parlato di Voi. Verrà a visitarvi domani nel primo pomeriggio.”

"Ssccc ... Dottor Lassonne, Vi prego, André non sa ancora nulla!"
“Capisco.”




“Venite dottore da questa parte.”

"Madamigella, ma se non siete Voi che avete bisogno di cure, perché mi avete fatto venire ..." “Vedete dottore, André è stato colpito da un'arma da fuoco, gli è stato estratto il proiettile ma adesso ha bisogno delle vostre cure.”

"Buongiorno André!"
"Buongiorno dottore!"
“Dobbiamo togliere le bende, noto che sono sporche di sangue, presumo che la ferita sia piuttosto profonda."
"Si, lo è!... Il dottor Marcell che mi ha estratto la pallottola, mi ha detto che sono vivo per miracolo."
"Fa vedere André.”

Il dottore tolse le bende, guardò con attenzione la ferita e la pulì accuratamente.
Durante la medicazione, André era visibilmente teso, rimuginava sulla conversazione che aveva udito tra Oscar e il dottor Lassonne. Comprese che i due, gli stessero nascondendo qualcosa di importante .


“E davvero una brutta ferita André! Riconosco che il dottor Marcell ha fatto un ottimo lavoro. Non posso negare che sei salvo per miracolo.”
“Dottore, questo lo so. Ma io adesso, voglio sapere altro …"
"Cosa vuoi che ti dica André?"
"Perché Oscar deve essere visitata da un altro medico? Cosa mi state nascondendo? ...... Il Vostro silenzio fa presagire nulla di buono, non è vero Oscar? disse scrutandola negli occhi. "Forse è meglio che sia tu a dirmelo.”
Oscar arrossì e con un fil di voce, sussurrò: “Vedi André, la febbre … e la tosse … il dottore crede che io sia affetta da una bronchite  non curata. Sai, tutti quei turni di guardia, le sere passate al freddo .... la pioggia …”
“Hai detto una bronchite non curata?! Allora spiegami, perché deve visitarti uno specialista? ... Dottor Lassone, credo che siate un medico competente per diagnosticare una bronchite, perché volete attenerVi al parere di uno specialista? Forse sospettate che ci possa essere dell' altro?"
Lassonne annuì e guardò Oscar.
André sibilò: "Oscar perché sei rimasta in silenzio, avanti parla, dimmi qualcosa!"
"Io ... veramente ...."
"E va bene Oscar, se non hai niente da dirmi, allora esigo che me lo dica il dottore."
“Madamigella è giusto che André sappia la verità."
Oscar abbassò lo sguardo, timidamente mormorò: “André, il dottore sospetta che io abbia la tisi.”
Lo sguardo di Andrè si sgranò, le sue labbra cominciarono a tremare, si sollevò lentamente per appoggiarsi sui cuscini. “Tisi!! Hai detto tisi! Cosa! … Ma, ma cosa dici? ... Perché non mi hai detto nulla Oscar?”
 
"Andrè ... veramente .. io ..."
 Lassone  intervenne: “Calmati Andrè, non agitarti, hai una brutta ferita, devi stare tranquillo."
"Ma dottore ..."
"André ascolta: ora siete qui, ed è il luogo perfetto, affinché entrambi vi ristabiliate! ... André, madamigella Oscar aspetta un bambino, come puoi immaginare, ha bisogno di attenzioni  e di tranquillità. Deve vivere serenamente, senza recriminazioni. Come le ho già detto, non deve assolutamente condurre la vita di prima. Niente duelli, niente vita militare, assolutamente nulla delle mansioni che ha sempre svolto. E' chiaro André? Madamigella ha bisogno di riposo assoluto e di una buona alimentazione! .. Almeno per il momento, questa è l'unica medicina a cui deve sottoporsi, poi, vedremo il da farsi! ... Tornerò domani con il  dottor Monfort, solo lui potrà dissipare i miei dubbi.”

Andrè annuì guardandola severamente.

Fu Oscar ha rompere il silenzio: “Dottore, prima di andare, dovete visitare un altro ferito."
"Di chi si tratta Madamigella?"
"Di un giovane che è stato ferito. Anche se non è nulla di grave, preferisco che lo vediate."
"Ma si, certo! Ditemi dov'è?"
"Il suo nome è Alain, lo troverete nella casa adiacente."
“Andrò da lui! ... Madamigella, ho l’impressione che voi abbiate la febbre! Ecco ... tenete, preparate questo infuso! .... Mangiate qualcosa e mettetevi a letto.”
André, disse: “Un momento dottore, ho da chiederVi ancora un ultima cosa! ... Il bambino che Oscar sta aspettando …”
“Ascoltami André, almeno per il momento il bambino non corre alcun pericolo, però è preferibile che ne ne parliate domani, con il dottor Monfort.”
“Va bene dottore, vuol dire che pazienterò! .. Vi aspetto domani … Vi ringrazio.”
"Aspettate dottore, Vi accompagno ..."
"Non scomodateVi Madamigella, conosco la strada! .. Mi raccomando, riguardarVi."
"Si, certo dottore, grazie!"


Lassone andò via, Andrè e Oscar rimasero soli.
 
“Da quanto … tempo lo sapevi?”
“.... André ...."
“Allora? Attendo una risposta! … Perché non me lo hai detto? Oscar si precipitò al suo capezzale e disse: “André sta giù, non muoverti, potrebbe riaprirsi la ferita …”
“Oscar ... lascia stare la mia ferita e parla! .. Su avanti, dimmi, da quando tempo mi nascondi la verità?”
“André, vedi ...... lo so ... da quando il dottore mi ha detto del bambino.”
  “Non è possibile!!! Perché me lo hai nascosto?!... Perché Oscar!!”
“Ero spaventata! ... E poi André, non c’è alcuna certezza sulla diagnosi, non vedo perché farti preoccupare!?
“Si da il caso Oscar, che adesso sei febbricitante.”
“E’ solo un po’ di febbre non è niente.”
“Niente, niente, sai dire soltanto questo Oscar!" “Per favore André, tu non puoi ancora muoverti, hai una brutta ferita, io ho la febbre, sono stanca  e non ho alcuna voglia  di discutere con te adesso!" Rispose afferrando con rabbia il sacchetto del medicinale, che il dottore aveva lasciato sul tavolino. “Vado in cucina a preparare l'infuso.”
“Sai qual'è la verità Oscar Francois?!! Dimentichi, che adesso faccio parte della tua vita!! ... E tu continui ad assumere con me, il solito atteggiamento del Comandante a cui non dare alcuna spiegazione, per nessun motivo al tuo soldato!
  “CHE COSA!!! Ma sei davvero impazzito André?!! Sai che ti dico! Che se riesci a strillare così tanto André Grandier, significa che stai già molto meglio e la cosa mi fa immensamente piacere! Però, mi risulta, che fino a prova contraria, non ti sia dispiaciuto così tanto di esserti innamorato del tuo Comandante,  anzi, morivi dalla voglia di avermi .. Andrè Grandier!”
“Testarda come sempre, Comandante, non è vero? ... Ahi la ferita, che male!"
"Lo vedi André! Tra noi due chi sta peggio sei tu. Vedi di riguardarti!"
 
" Oscar sei davvero impossibile!"
"Credo che mio padre, ti abbia detto di come sia fatta, non è vero André!!"
"Non è possibile! Sei sempre la solita bambina prepotente!!"
"E tu, il bambino piagnucolone di sempre! ... Vado in cucina a prepararmi l'infuso. A dopo, André!!"


Non curante e un poco divertita dalle parole di André, Oscar lasciò la stanza e scese in cucina. Con stizza, afferrò un pentolino, lo riempì d'acqua e ci versò le erbe medicinali.


Oscar era seduta a tavola, soffiava svogliatamente l'infuso bollente.
Ripensava al battibecco che aveva appena avuto con André, mormorò: "Però ... devo ammettere che André ha ragione, avrei dovuto dirglielo! ... Ma lui testardo com'è, si rifiuta di capire che non voglio che si preoccupi per me!


Dopo aver sorseggiato l’infuso, prese il vassoio della cena  preparata da Alain e lo portò di sopra.
André la vide arrivare e la guardò severamente.
Oscar avvertiva il suo sguardo corrucciato ma con assoluta indifferenza  appoggiò la cena sul comodino, disse: “Dobbiamo cenare, su Andrè, ti aiuto!”
“Non preoccuparti faccio da me, ho ancora l’altro braccio!”
“Va bene come preferisci.”  
“Oscar, il dottore ha detto che devi nutrirti, secondo me, questa cena non è abbastanza sufficiente per te!"
“Invece lo è! André,  non  riuscirei a mangiare di più e poi, vuoi che diventi grassa prima del tempo?" “Ma cosa dici? Sono sicuro che il bambino nascerà ed io non riuscirò a vederti con il pancione che solitamente le altre donne hanno."
"Tu credi?"
"Non so perché ma non riesco a immaginarti con in ventre vistoso. Su adesso devi mangiare ..."
"Ventre vistoso? Sai che non ci ho mai pensato?"
"Invece, dovrai cominciare a farlo. Su avanti, devi nutrirti bene, non voglio che tu mi dia altre preoccupazioni!"
"Ma quali preoccupazioni André!"
" Dimmi, come vuoi che ti chiami?! Amica, sorella,moglie amante!? Visto che non ho ancora capito, che ruolo io abbia nella tua vita!” –
“Va bene André, farò come desideri, basta che non ti arrabbi più con me.”
Occhi negli occhi.
-“Hai bisogno di riposo, l’hai sentito Lassone?”
“Si, certo che l'ho sentito! Va bene riposerò!”

 “Andrè poco fa, le tue parole mi hanno lusingata.” /> “Come?”
“Ti sei rivolto in tanti modi piacevoli: amica, sorella, moglie e poi mi hai addirittura apostrofata come amante!”
“E ti fa piacere?”
“Certo che si! Arrabbiato com’eri, ho rischiato di essere additata come un Comandante despota e prepotente o peggio ancora, Signora e padrona! Ah ah ah ah ah ...”
Andrè  continuò a guardarla severamente, lei gli tolse il vassoio che era appoggiato sulle gambe e lo mise sul tavolo.
A piccoli passi tornò da lui, gli diede un piccolo bacio sulle labbra e gli sussurrò: “Ti amo soldato Grandier ... non voglio che ti arrabbi ancora con me! … E adesso se non ti dispiace, fammi posto, sono davvero stanca! E poi, il dottore ha detto che anch’io ho bisogno di riposare.”    
André sorrise appena e sospirando, sussurrò: “Vieni qui, accanto a me, abbracciami”.
 
“Andrè ..."
"Si .."
"Perché sei così pensieroso?”
“Sei febbricitante, non è un buon motivo per esserlo?"
"Non preoccuparti, vedrai che domani starò meglio!"
" Hai preso l’infuso?”
“Si, certo che l'ho preso! ... Non penserai davvero, che io sia tanto sconsiderata, spero!"
Attimi di esitazione, l'amore traboccava dai loro gesti, dagli sguardi dolci e carichi di passione, un sussurro: " Ti amo André ..."
" Oscar ... Oscar, tu sai quanto io ti amo ma promettimi che d'ora in avanti, non mi nasconderai più nulla!"
"Te lo prometto André!"
" ... Lo sai che desidero starti vicino e sostenerti anche nei momenti difficili!" "Si, lo so André ..."
Occhi negli occhi, una carezza. I loro cuori si fusero in un lungo bacio appassionato......
Quella notte, si addormentarono con la consapevolezza che ormai niente e nessuno li avrebbe mai separati.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** La disperazione di Andrè ***


 
 La disperazione di Andrè
 
19 Luglio 1789


Trascorsero cinque giorni  dalla presa della Bastiglia, Augustin non ricevette ancora  alcuna notizia di sua figlia.

 “Quella figlia che era cresciuta come un uomo."
Era notte fonda.
Augustin chiuso nel suo dolore, sentiva l’anima logorarsi e la testa scoppiare. Un bicchiere dopo l’altro e la pipa fumante, lo sguardo incessante sul ritratto di sua figlia. “ Marte il dio della guerra”



Da quando il pittore lo dipinse, era sempre stato nel salone delle feste ma dal giorno che il generale non seppe più nulla di sua figlia, lo fece mettere nel suo studio. Il dolore e la disperazione di non sapere più nulla, lo gettarono nello sconforto più totale nonostante avesse ottenuto la clemenza dei sovrani. Il suo orgoglio era ormai stato spezzato dal gesto a "suo dire," sconsiderato di sua figlia.
Coloro che credeva suoi amici, lo allontanarono definitivamente, erano in pochi quelli che ancora lo ritenevano degno della loro considerazione.

Con il bicchiere in mano e lo sguardo sul dipinto, il generale sussurrò:"Dare l’ordine di tirare giù la Bastiglia, non è certo cosa da poco! .. Mai ... mi sarei aspettato una cosa simile da te, Oscar! ..... Spero che almeno tu sia viva ... figlia mia!"

Occhi bagnati. Erano le lacrime di un padre disperato.
 

 
"Arras"


L’alba era passata, quando Oscar si  svegliò sudata e tremante.

"Cosa mi succede? Sento  il petto bruciare e sono terribilmente assetata. André è accanto a me, dorme profondamente. Mi alzerò dal letto senza svegliarlo." Pensò, alzandosi per andare a prendere il bicchiere dell'acqua che era sul tavolo. "Oddio! Le gambe le sento tremare ... ma devo farcela!"
Con affanno raggiunse il tavolo, dove  c’erano due bicchieri e una brocca colma d’acqua.
Afferrò il recipiente, le mani cominciarono a tremare, la brocca si frantumò sul pavimento, un tonfo.
André si destò di soprassalto, vide Oscar accasciarsi a terra.

“Oscar cosa ti succede?”
“Non lo so ... ho tanto freddo e  molta sete …”
Oscar, vengo ad aiutarti!"
Con affanno e respiro corto, sussurrò: "Tu ... non puoi ..."
"Ma cosa dici, non posso lasciarti sul pavimento!... Cercherò di alzarmi dal letto." disse alzandosi lentamente dal suo giaciglio e portandosi la mano al petto, mormorò con affanno e un fil di voce:"Che dolore lancinante, ho l'impressione che la ferita si stia riaprendo ... ma Oscar ha bisogno di me ... devo farcela."

Pochi passi ma la distanza gli sembrò un enormità, finché la raggiunse. Lentamente piegò le ginocchia, era accanto a lei che  riversava sul pavimento. Con la mano le scostò i capelli dal viso e con voce tremante, sussurrò:
“Oscar, ti prego dimmi cosa ti succede!”
 “A … André cosa fai ... torna a letto!
Furono le ultime parole  prima di perdere conoscenza.
  Le mise la mano sulla fronte e spaventato disse: "Oscar hai la febbre altissima! ... Stai tremando...
“Oscar … Oh Dio aiutami! ... Ti prego Oscar, torna in te ... non riesco a tirarti su, non ce la faccio! … Oscar ... Oh Signore come faccio!! Non c'è nessuno che può aiutarmi ..."

Le lacrime salirono prepotentemente, André era disperato, non sapeva cosa fare, quando udì delle voci provenire dal piano di sotto.

“CHIUNQUE VOI SIATE, AIUTATEMI, VI PREGO!!”


Bernard, hai sentito?" "Alain ma è André! Cosa sarà successo?!"
Rosaliè senza indugiare, percorse velocemente la scalinata e disse: "Su presto, andiamo di sopra!"

I tre a passo spedito, raggiunsero la camera di Oscar.

Andrè si voltò in direzione della porta, vide arrivare  i suoi amici.

“Siete voi, sia ringraziato il cielo!... Vi prego aiutatemi!
“André, si può sapere cosa sta succedendo? Perché il comandante è riversa sul pavimento?"

"Alain, Oscar ha la febbre molto alta! .. Alain, Bernard, vi prego aiutatemi!"
“Madamigella Oscar!” esclamò timorosa Rosaliè.

“Spostati Andrè …” disse Bernard che la prese tra le braccia e l’adagiò sul letto. “Ha la febbre altissima! Presto Rosalie prepara gli impacchi di acqua fresca, bisogna che la febbre scenda.”
“Si Bernard, corro immediatamente in cucina.”  
In tutta fretta, la ragazza uscì dalla stanza seguita da Alain.
“Rosalie,sai dove trovare tutto ciò che serve?
“Certo che lo so! Alain per molti anni ho vissuto a  palazzo Jarjeyes, qui, ci sono venuta spesso per le vacanze!
 
“Aspetta ti aiuto! Prendo il catino sullo scaffale, spostati per favore!"
 “Non capisco cosa sia successo a Madamigella Oscar! Sono anni che la conosco e non l’ho mai vista così, è sempre stata una donna   forte! ... Dai Alain, ho preso il necessario, portiamo tutto di sopra!”
Durante il tragitto Alain mormorò: “E così tu hai vissuto con lei?”
“Si Alain, si è presa cura di me per più di dieci anni, ed è per merito suo che non sono finita sulla strada. L'ho conosciuta nel periodo peggiore della mia vita ..."
"Dici davvero Rosalie?"
"Certo! Vivevo a Parigi, avevo appena quattordici anni .... fermai la sua carrozza. Quando lo ricordo, provo ancora vergogna …”
“Vergogna!! Si può sapere cosa hai fatto?" 
“Te lo dirò dopo, ora pensiamo ad Oscar!”
 
 
“André abbiamo portato tutto l’occorrente. Penserò io a lei, è meglio che ti riposi  magari in un’altra stanza.”
“Ti ringrazio, ma da qui non ho nessuna intenzione di muovermi.”
"E va bene come vuoi ma sappi che in questo modo, la ferita ne risentirà!"
"Sto bene Rosalie, adesso pensiamo ad Oscar!"
 
 
 
“André, è il caso di chiamare un medico.”
“Bernard nel pomeriggio verrà il dottor Lassone e un suo collega a … visitarla.”
Alain intervenne:“Allora sai perfettamente cosa sta accadendo al Comandante …”
“Più o meno...”
“Ti dispiace spiegarlo anche a noi!"

"Alain, il dottor Lassone non è certo della sua diagnosi, però sospetta che Oscar possa avere la bronchite ..."
"Bronchite!"
"Probabilmente ce l'ha da tempo e non si è mai curata ..."
"Santo cielo!" esclamò Rosalie."
Alain ribatté: "Ed è per questo motivo che il dottor Lasson verrà con uno specialista?"
"No ... ecco ... lui non è sicuro della sua diagnosi ..."
"André, giuro di non capire più nulla."
"Alain, Lasson non esclude neppure che Oscar possa essere affetta dalla tisi!"
"Tisi hai detto?"
"Si, tisi! ...E' per questo motivo che verrà con uno specialista, vuole esserne certo."
Rosaliè sconvolta mormorò: "Oh mio Dio!"
“Ma André, è già da un po’ di tempo che non sta bene. Me ne sono reso conto, quando siamo tornati dalla licenza. Le avevo detto che non aveva un bell'aspetto ma lei sai com’è fatta, mi ha messo  subito al mio posto.”
“Infatti Alain, lei già sapeva delle sue condizioni e non ha detto nulla a nessuno.”
“Possibile! Nemmeno a te?"
"Nemmeno ..."
"Comunque, c’era d’aspettarselo: tutte quelle notti che abbiamo passato al freddo, in posti malsani e poi, le ronde, i turni di guardia. La vita militare è troppo dura, sopratutto per una … donna!”
Bernard intervenne: “Ascolta André, posso rendermi utile in qualche modo?”
“I cavalli hanno bisogno di essere governati Bernard.."
 “Ci penserò io, non preoccuparti.”
“Vengo a darti una mano Bernard!”
“Alain il tuo braccio …”
“Non è nulla di grave, ormai sto bene!”
“Sta tranquillo Alain, vado io …”
Rosali’ disse: “Andrè, dobbiamo cambiarle la camicia, è  tutta bagnata di sudore.”
“Rosalie’ da sola non puoi farcela. Tra non molto arriverà Adeline.”
“Adeline?”
“E’ la donna che si occuperà della casa.”
“Ma come! Dov'é Joland?”
“E’ con suo marito, sono andati da Marie che ha appena avuto un bambino, non sappiamo quando torneranno. Per il momento Adeline, prenderà il suo posto.” –
“Ho capito, nel frattempo prendo i vestiti puliti, Oscar ha bisogno di essere cambiata e poi, andrò di sotto ad aspettare Adeline. Andrè ma tu, hai bisogno di riposare ..."
"Non mi allontanerò da Oscar per nulla al mondo."
" Ti capisco ma hai una brutta ferita, non puoi stare ancora su quella sedia.”
“Hai ragione Rosalie sento le forze venire meno, non ce la faccio più!  Intanto che vai di sotto, io mi sdraierò un poco sul divano. Non voglio lasciarla nemmeno per un istante.” disse prendendo la mano di Oscar.
“Ti capisco André…”
 
 
Poco dopo Rosalie entrò in camera con Adeline .

“Andrè, siamo qui, dobbiamo cambiarle la camicia …”
“Fate pure, aspetterò fuori.”
 
 
Adeine andò in cucina a preparare il pranzo, Rosalie’ rimase  in camera per prendersi cura di Oscar, invece Andrè  si sdraiò sul divano, poco dopo cedette al sonno.
Era quasi mezzogiorno, quando si svegliò di soprassalto, vide  Oscar ancora priva di sensi, spaventato domandò: “Rosalie, Oscar ha ancora  la febbre?”
“Si, ma è diminuita notevolmente.”

"Dici davvero?!!"
"Certo André, sta molto meglio!"
"Sia ringraziato il cielo!"

Andrè era sudato,si sentiva stanco e frastornato. Si alzò lentamente dal divano, si avvicinò al catino colmo d'acqua, immerse la mano per poi passarsele prima sul viso e poi sul collo.
La calura di Luglio  non dava tregua, il sole cocente di mezzogiorno, l’assordante frinire delle cicale entravano prepotentemente nella stanza.
Passo dopo passo, André si avvicinò al letto dove giaceva la sua Oscar.
Rosalie si alzò dalla poltroncina, disse: “Vieni a sederti qui! ... Ora ti lascio, vado in cucina, appena il pranzo sarà pronto,  ti porto da mangiare!" “Grazie Rosalie!”
 
 Andrè era seduto accanto a lei, le prese la mano e portandosela delicatamente alle labbra, la baciò.
“Oscar ti prego svegliati, dimmi qualcosa … ti prego …”
 

Alain gironzolava in cucina, Rosalie e Adeline erano  indaffarate  a preparare il pranzo.

 “Alain, dov’è Bernard?”
“Mi ha detto che andava al villaggio. Ma dimmi, hai notizie del Comandante?”
“Anche se la febbre è diminuita, è molto debilitata. Spero che riesca a superare questo brutto momento!”  
“Scusami Rosalie se ti lascio ai fornelli ma devo stendere il bucato. Se madamigella ha bisogno di qualcosa non esitare a cercarmi.” disse la Adeline uscendo.
“Va pure, stai tranquilla, mi occuperò io della cucina! .... Alain, io non so che opinione tu abbia di Oscar, so che è stata il tuo Comandante ma per quanto mi riguarda, ti assicuro che è la persona più buona e generosa che io conosca.”
“ Rosalie,vorrei che mi raccontassi del vostro incontro.”
“E va bene …”
La ragazza tirò a sé la sedia, si sedette dietro al tavolo, Alain fece altrettanto.


“Vivevo con mia madre e mia sorella poco più grande di me, eravamo molto povere, riuscivamo  malapena a sopravvivere facendo le lavandaie. Mia sorella stanca di quella vita di stenti, un giorno andò via da casa e non so come, andò a vivere nel palazzo della contessa de Branberì. Io e la mamma rimanemmo sole! ..... In quel periodo mia madre era molto malata … povera mamma, quanti sacrifici che ha fatto per noi! ... Ricordo quella sera come se fosse  ieri: la mamma era a letto, non mangiavamo da giorni, decisi allora di andare a chiedere aiuto a mia sorella, lei invece, mi fece cacciare in malo modo da un uomo che inseguito divenne suo marito. Fu quella sera che conobbi Oscar e Andrè. Ricordo che ero in lacrime, stanca e affamata, girovagavo per le strade senza meta quando mi si avvicinò un uomo che mi offrì del denaro in cambio di … tu mi capisci, vero Alain?"
"Si, certo, ho capito ..."
"Io lo cacciai in malo modo ma la disperazione fu tanta che fermai una carrozza su cui viaggiava un ufficiale dai lunghi capelli biondi. Ricordo che lo guardai appena, mi offrii per .... compagnia …”
“Al Comandante?!!”
“Ma io non sapevo che Oscar fosse una donna!”

“E … e il comandante, cosa ti disse?
“Veramente Alain,  scoppiò a ridere e poi mi disse che avevo frainteso e lei non era un uomo …”
“Certo che a quella donna, le è capitato di tutto, accidenti! E poi, cos'altro è successo?”
“Mi coprii il viso per la vergogna e scoppiai a piangere. Oscar scese dalla carrozza, chiese il mio nome e mi diede una moneta d’oro. Lo fece con una tale umiltà che ricordo ancora la dolcezza del suo viso. Andò via, ed io non seppi neanche il suo di nome, finché un giorno non raggiunsi il palazzo Jarjeyes con l’intenzione di vendicare la morte di mia madre ..."
"Cosa è successo a tua madre?" "Una nobildonna la investii sotto le ruote della sua carrozza e la uccise senza nemmeno prestarle soccorso."
"Povera donna! E poi, cosa è successo?"
"Mi appostai tra i cespugli e aspettai fnché non vidi giungere una carrozza. Scese prima un giovane dai lunghi capelli biondi e poi una donna con un abito a fiori, credevo che fosse l'assassina della mia povera mamma ma mi sbagliai, non era lei ma Madame Jarjeyes ...."
"Vuoi dire che hai confuso la madre del comandante con l'assina di tua madre?"
"Si, è così!... Alain, non voglio giustificarmi ma allora, ero una ragazzina sprovveduta. E senza riflettere, mi scagliai su madame jarjeyes con un pugnale, l’intenzione era quella di ucciderla. Per fortuna la ragazza bionda che riconobbi in seguito, non so come, mi disarmò, ed io mi resi conto dello scambio di persona.”
"Non è possibile! Che storia incredibile!"
“Anche se può sembrarti incredibile, è la verità....."
"E poi Rosalie, cos'altro è successo?"
"Le raccontai tutto! ... E invece di mandarmi in prigione, Oscar mi accolse in casa sua, come se fossi un membro della famiglia! .. Mi ha educata e dato un istruzione adeguata. Lei per me è come se fosse mia sorella!” Il viso si rigò nuovamente di lacrime.
“Accidenti Rosali’ che storia incredibile! ... E pensare che quando si è presentata in caserma come nostro  Comandante, l’abbiamo derisa e rifiutata! ..Tutti noi pensavamo che fosse una donnetta aristocratica, presuntuosa ed  egoista, venuta a darci ordini, solo per il gusto di farlo! .... Ricordo quel giorno che la conobbi, mi colpirono i suoi occhi: erano   freddi e severi.Ti assicuro Rosalie, che non le abbiamo risparmiato assolutamente nulla.” Con un gesto infantile, Rosali’ si passo la mano sugli occhi e alzandosi disse: "Credo che la minestra sia pronta, scusami ma devo preparare il vassoio per André. Spero che Oscar si sia svegliata e che mangi qualcosa! .... Alain poi scendo e preparo il pranzo anche per noi.”
“Non preoccuparti Rosalie, possiamo aspettare! ....Rosalie ..."
" Si, Alain ..."
" Cosa ne è stato di tua sorella?”
“Immagino che ricordi lo scandalo della collana …"
"Si, certo, chi non lo ricorderebbe!"
" beh, Janne Ballou era mia sorella del suo caso, se ne occupò la Guardia Reale, che a quel tempo  era comandata da Oscar.”
“Cosa hai detto Rosalié?"
“Ti prometto Alain che un’altra volta te lo racconterò! .. Adesso devo andare di sopra. A dopo Alain!"
 
 
“Oscar  ti prego svegliati … ti prego parlami!"
“André  ho portato da mangiare. Come sta Oscar?”
“Non ha ancora ripreso conoscenza ...... continua a dormire, non so, ho paura Rosalie.... ”.
“Su  André, devi mettere qualcosa nello stomaco, devi farlo per lei.”
“Mangerò dopo, adesso non ho fame…”
“No André, se ti ammalassi, chi penserebbe ad Oscar?! Su André fa uno sforzo.”
"Va bene Rosaliè, poggia il vassoio sul tavolo, mangerò qualcosa! ......... Oscar, ti prego non puoi lasciarmi, desidero vivere con te e con nostro figlio …”
 
“Cosa! Un bambino! André, Oscar avrà un bambino?”
“Si, se Dio lo vorrà, avremo un bambino.”
Le lacrime scendevano copiose.
Oscar schiuse le labbra, un lamento e con voce flebile, sussurrò:  “André …”
Oscar .... Finalmente!!…”
Lei sollevò la testa, gli occhi si spalancarono, sussurrò: “Andrè, su vieni con me … ti assicuro che l'acqua del fiume non è fredda … non avrai paura, spero... forse non sai nuotare?”

" Cosa!.... Oscar, sta delirando!" André era ancora più sconvolto.
Alain entrò nella stanza, mormorò:  “André... ma cosa sta dicendo?”
“Sta sognando di noi, di quando eravamo bambini! ......Oscar …”
“André, André, sono qui ..... senti come è calda l'acqua del fiume .....”
 

Finalmente arrivarono i medici accompagnati da Bernard.
“Andrè, sono arrivati i dottori ..."
“Finalmente, dottor Lassone, siete qui!”

“André, sono venuto con il mio amico, il dottore  Riccardo Monford. André, ma cosa succede a madamigella Oscar? Ieri non era in queste condizioni!"
“E’ così da stamattina dottore, ha perso conoscenza e delira."
Lassonne, guardando l'amico disse:“Riccardo, a quanto pare la situazione è precipitata nelle ultime ore.”
“Signor Grandier, voglio sapere dettagliatamente cosa è successo!?”
“Dottor Monford, ieri sera, Oscar era febbricitante, ha preso l’infuso che il dottor Lassonne le ha lasciato e poi, abbiamo cenato."
"E poi cos'altro è successo?"
" Dopo un po' di tempo la febbre è scesa e ha riposato per tutta la notte, finché stamattina quando mi sono svegliato, l'ho vista riversata sul pavimento e tremava. Credo che la febbre sia salita all'improvviso! ... Dottore fino a poco fa, Oscar delirava.” –
“Devo visitarla. Per favore uscite fuori Signori! Può rimanere solo Madame.” ordinò Monford, riferendosi a Rosalie.
“Vieni Andrè, lasciamoli soli e appoggiati a me amico!” disse Alain.

Mestamente i tre uscirono dalla stanza e attesero nel corridoio.
Ci furono attimi di silenzio, finché Bernard disse: “Ascolta André, non credi che la sua famiglia lo debba sapere?”
“Bernard, pensi che possa morire?"
Alain ribatté: “Amico non dire idiozie! .. Ma sua madre e suo padre hanno il diritto di avere sue notizie.”
“Probabilmente avete ragione ma … dimenticate che Oscar è la figlia del Generale! .. La figlia  che ha portato lustro e onore alla famiglia Jarjeyes ma che non ha esitato a disonorare il suo casato.”

    "André ...."

 "No, Alain, Voi non sapete ... ma... una volta Oscar disubbidì gli ordini del re, fu accusata di tradimento e suo padre per cancellare l’onta del disonore, decise di  ucciderla e di uccidere anche me, perché l’avevo difesa!"
"Andre, ma cosa dici?" .
" Hai sentito benissimo Alain! ... Se non è successo e perché Oscar ottenne la clemenza di Sua Maestà la Regina! ... L’onore era salvo e suo padre la perdonò! ..... Figuriamoci ora!.... Già mi immagino cosa penserà di lei che si è unita ai rivoltosi. Avete forse dimenticato, che qualche giorno fa il Comandante Jarjeyes ha dato l'ordine di bombardare le torri della Bastiglia?  ... Oscar si è macchiata di alto tradimento, ha disonorato il buon nome della famiglia.”
Alain appoggiò la mano sulla spalla dell'amico e disse: “Su coraggio André, ho inteso benissimo che razza di suocero che ti è toccato ma io insisto, la famiglia deve sapere. Riguardo a tuo suocero, è giunto il momento che dovrà decidere se comportarsi da buon padre oppure da perfetto imbecille!”

La porta della camera si aprì, uscirono i dottori.

André non esitò a chiedere: "Come sta Oscar?”
Il dottor Monford emise la diagnosi: “Madame ha la tisi.”
"La tisi ... Nooo Signore! ..... Non è possibile!!!!" Bernard, domandò: “Ce la farà?”
“Le darò delle medicine che dovrà prendere scrupolosamente. Madame non solo dovrà nutrirsi adeguatamente ma dovrà osservare il riposo assoluto!"
" "Statene certo dottore, mi prenderò cura di lei!"
"Signor Grandier, madame ha bisogno di tranquillità e deve allontanare dalla sua vita qualsiasi genere di emozioni. Infine dovrà trascorrere più tempo all’aria aperta, fortunatamente siamo in piena stagione estiva, questo non può che giovarle. Per quanto riguarda la probabilità di guarigione, non posso dirlo ma vi  assicuro che la malattia non è in stato avanzato, quindi possiamo ben sperare! ... Ma ricordate Signor Grandier, Madame deve rispettare le mie prescrizione col il massimo rigore.”
André timidamente, domandò:“Ma dottore, Oscar è ancora incosciente …”
“Non preoccupatevi, la sua incoscienza e il delirio è causata dalla febbre alta. TranquillizzateVi, tornerà in sé!”
“E il bambino che sta aspettando?”
“Cosa posso dirvi al riguardo … se la madre ce la farà, potrebbe farcela anche la creatura.Tornerò tra tre giorni, spero di trovarla meglio. Per qualsiasi problema venite pure a cercarmi.”
André tirò fuori dalla tasca alcune monete  e le porse al dottore.
“No, vi prego non voglio niente! Il mio amico Lassone, mi ha raccontato che è merito di Madame, se c'è stata la presa della Bastiglia e Parigi non è stata rasa al suolo! Sapete, è mancato poco, che fosse colpita la casa dei miei vecchi genitori ... sono vivi per miracolo! ... Molto probabilmente, è per merito di Madame se sono sopravvissuti! ....Ho un debito di riconoscenza!” esclamò commosso Monfort.
“Così mi mettete in imbarazzo dottore!”
“Assolutamente no, Grandier!”
Lasson disse: “André, adesso tocca a te,  devo medicarti.”
 
"Si, dottore, andiamo nell'altra stanza."  
 
 

Andrè tornò da Oscar.
" Rosalie, non si è ancora svegliata?”
“No, anche se la febbre è scesa, non ha ripreso ancora conoscenza! .. E’ molto pallida e dimagrita!"
Bernard, ribatté: " André, insisto, credo che sia il caso  di informare Madame Jarjeyes!”
“ Si, Bernard, hai ragione! Ti prego, pensaci tu, va da loro!"
“ E' la cosa più giusta da fare! ... Allora io vado, mi preparo per il viaggio! ...... Su coraggio, vedrai che Oscar ce la farà!”

“Lo spero Bernard, come spero di non pentirmi che il generale sappia dove si trova sua figlia.”
"Su, vedrai che tutto si sistemerà! ... Io vado ....."
"Grazie Bernard!"

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Madame Marguerite ***




Madame Marguerite


Era notte fonda quando un uomo a cavallo giunse a palazzo Jarjeyes. Colpì il battente del grande portone, uno, due tre volte.


Aprite!!!... Debbo parlare con il Generale Jarjayes! ”

 Un servitore del palazzo fu svegliato dal  trambusto.
“Ma chi sarà mai a quest’ora?” 
L'uomo si alzò dal letto goffamente, accese una candela, con gesti veloci si tolse la camicia da notte, indossò gli abiti che erano riposti ordinatamente sulla sedia, mise le scarpe, prese il candelabro e s’incamminò verso la porta d’ingresso.
 

“Si può sapere chi è a quest'ora della notte?”
“Sono Bernard Chathele. Aprite devo parlare con il Generale …” 
"Con il Generale! ... Un momento..."

L'uomo tolse il chiavistello e girò la mandata. Il portone si aprì.
Bernard si trovò di fronte un uomo basso e tarchiato avanti con gli anni, capì che era un servitore della famiglia.

“Ho notizie di Oscar, devo parlare con il Generale e sua moglie!”
“Avete detto .. Madamigella Oscar? .. Allora è viva?! Signore, ditemi per favore, anche André è vivo, non è vero?"
"Si, certo, sono sani e salvi! .. Ma adesso, per favore, lasciatemi parlare con il vostro padrone!"
" Sia ringraziato il cielo, sono vivi!"
"Si, si ma ditemi dov'è il generale, ho bisogno di parlare con lui!"
" Il Generale è in servizio ma potete parlare con Madame, vado a svegliarla immediatamente! .. Prego Signore, non rimanete là fuori, entrate!”
"Vi ringrazio!"
"Intanto che andrò a svegliare madame Marguerite, potete accomodarvi, faccio in un attimo!" disse l'uomo felice.

Bernard  si accomodò a una delle poltroncine che erano nel salone mentre l’anziano servitore percorse in tutta fretta il corridoio, che portava alla camera di Madame Jarjayes.

Uno, due tocchi, la voce timida " Madame … Madame svegliatevi!”

“Cosa succede Michel?” rispose Marguerite svegliandosi dal sonno leggero e poco ristoratore mentre infilò velocemente la vestaglia.
“C’e un uomo di sotto Madame, un certo Bernard Chathele, dice di avere notizie di vostra figlia Oscar.”
“Cosa! .. Oscar!!" Margherite si precipitò alla porta, l'aprì e disse: "Davvero?! Ma ne sei sicuro? Non avrai capito male?"
"No, madame, ho capito perfettamente! Quell'uomo è venuto a cercare il padrone ma gli ho detto che è fuori con il suo reggimento."
"Michel, davvero quell'uomo ha notizie di mia figlia? Non ci posso credere! Dimmi, ti ha detto dove si trova?"
" Madame non lo so. Quell'uomo non ha detto altro! Madame, sono vivi, madamigella è Andrè sono vivi!"
"Signore vi ringrazio, è un miracolo! ... Michel va subito a svegliare Nanny e dille di raggiungermi immediatamente."

" Vado Madame, corro!"


A passo veloce, Marguerite lasciò la sua stanza e percorse lo scalone che la separavano da Bernard. L’uomo appena la vide arrivare fece un inchino e disse: “Buona sera Madame, il mio nome è Bernard Chathele, vi porto notizie di vostra figlia e di Andrè.
“Che Dio sia lodato!! Allora è vero, sono vivi!”
"Si, madame, sono vivi ...
I passi spediti e la voce di Nanny li interruppe: “Come stanno i miei ragazzi?”
“Vedete, Andrè è ferito ma non è in pericolo di vita, invece Oscar è malata e ha bisogno di cure!”
“Oscar è malata! Cosa è successo a mia figlia?!”
“Ha la febbre alta ...
"Ma come! Mia figlia è sempre stata una donna forte ..."
"Madame non temete, vedrete andrà tutto per il meglio.”
“Oscar aspetta un bambino ....."
 
“State tranquilla madame, la gravidanza non c'entra nulla.”
“E’ stato mio nipote che vi ha mandato?” domandò Nanny
“Si, madame! E'  stato lui.”
“Dove sono?” incalzò Margherite.
“Sono ad Arras, mia moglie Rosalie si sta occupando di vostra figlia.”
“Hai detto Rosalie? E’ forse la ragazza che ha vissuto qui a palazzo tempo fa?” “Si, Madame.”
“Vi ringrazio signor Chathele, partiamo immediatamente per Arras. Voi sarete sicuramente stanco per viaggio, vi faccio preparare la stanza.”
“No madame, non è il caso che Vi disturbiate, torno nella mia casa di Parigi.”
“Voi non andrete da nessuna parte, siete mio ospite! ...... Michel fa preparare la stanza per il signor Chathele ma prima sveglia il cocchiere, digli di preparare immediatamente la carrozza, partiamo per Arras. "
" Subito Madame!"
" Nanny andiamo a preparare il nostro bagaglio.”
Il servitore ribatté: “Madame, il generale ..." 
“Rientrerà domani mattina. Lascerò una lettera dove gli spiegherò ogni cosa e poi, il signor Chathele potrà informarlo personalmente, visto che è nostro ospite..”  
 
 
 
Il sole era già alto. Bernard era nelle scuderie  pronto per sellare il cavallo e ritornare ad Arras. Percorse l’ampio giardino del palazzo Jarjayes,  briglie alla mano, era  pronto per partire, quando vide avanzare un uomo in divisa in sella al suo cavallo.
Era il Generale. L'uomo arrestò l'animale e scrutò Bernard con diffidenza, scese dalla sella, esortò:
“Mi sembra di conoscervi … Voi non siete quel tale che tempo fa, mia figlia aveva catturato per la faccenda del cavaliere nero.”
“Si generale Jarjayes, sono proprio io.”
“ Cosa pensi? Che io abbia creduto veramente a quello che mi disse mia figlia!! Tu non eri affatto estraneo alla faccenda. Eri tu il cavaliere nero! Delinquente!!
C' è mancato poco che André perdesse l’occhio a causa tua."
"Signor Generale avete ragione ma adesso non sono qui per discutere quella vecchia faccenda ..."
"Ah no, davvero?! E poi, mia figlia, non l’ho mai capita! Se allora ti aveva protetto, c’era d’aspettarselo che facesse quello che ha fatto! … Ma si può sapere cosa ci fai qui?”
“Sono arrivato  la notte scorsa per parlare con voi e vostra moglie, per darvi notizie di Oscar.”
“E’ viva?” “Si, è viva ma è malata, ha la tisi.”
“Ma cosa dici? Mi stai prendendo in giro?
“Non sono qui per prenderVi in giro, vi ho detto semplicemente la verità. Madame Jarjayes e la nonna di André sono partite questa notte, probabilmente a quest’ora saranno già arrivate. Io non ho detto nulla a vostra moglie delle reali condizioni di Oscar, le ho solamente detto, che non sta bene e che  ha la febbre alta.

“André è con lei?”
“Si,  ma è ferito, è mancato poco che un proiettile gli trapassasse  il cuore.”
“Dove sono?”

“Quali sono le vostre intenzioni?"
“Che cosa vorresti insinuare? Che io potrei far del male a mia figlia?”
“Non ho insinuato un bel niente Signore ma il dottore ha detto che Oscar ha bisogno di stare tranquilla!”
“Ma come ti permetti?!!”
“Lo dico nell'interesse di Vostra figlia."
"Credi che io non abbia a cuore la vita di mia figlia?"
"Non lo so! Ma forse voi, neanche vi rendete conto del suo valore.”
“Si certo, tu non puoi che parlare in questo modo, visto che sei un rivoluzionario! E come se non bastasse, mia figlia e quell’altro scellerato di André, si sono uniti alla vostra causa. Che assurdità, che un ex Colonnello della Guardia Reale dia l'ordine di fare buttare giù la Bastiglia, solo a pensarci divento matto!!… Un membro della famiglia Jarjayes che fa una cosa simile, ribellarsi a sua maestà. Tutto questo è pazzesco!”
“Si, è vero. Oscar ha abbracciato la nostra causa ... ma sapete perché si è messa a capo dei suoi uomini e ha ordinato di bombardare la Bastiglia?" Occhi negli occhi. "Perché dall' alto di quelle maledette torri, i soldati di sua maestà bombardavano Parigi!! Ed è grazie al tempestivo intervento di vostra figlia e dei suoi soldati, la città non è stata rasa al suolo, Signor Generale!”
“ADESSO BASTA! Non voglio sapere più nulla di questa faccenda. Ora mi interessa soltanto sapere dov’è mia figlia, nient’altro!”
Se  proprio volete saperlo, vostra moglie vi ha lasciato una lettera, leggetela! Mi chiedo come sia possibile che  un uomo come voi, superbo e privo di buon senso, abbia  una figlia assennata e generosa ... "
" Ma come ti permetti?!"
"Mi è bastato aggirarmi per Arras, per capire quanto lei sia amata e rispettata da tutti. Certo, non posso dire la stessa cosa di Voi, signor Generale!”
“Dannato rivoluzionario come osi? Esci immediatamente dalla mia casa e non metterci più piede!”
Bernard, mise il piede nella staffa della sella e concluse: “Io sarò anche un dannato rivoluzionario ma voi per anni da buon padrone  quale siete stato, avete sfruttato Arras riducendola a una latrina. Se oggi quel villaggio ha acquisito un minimo di dignità, è grazie a vostra figlia che ha più cuore lei, che tutta quella marmaglia di nobili che per anni hanno portato il nostro paese sull'orlo del precipizio!"
"MALEDETTO RIVOLUZIONARIO, ESCI FUORI DI QUI!!"
"Con molto piacere Generale!" fu l’affondo di Bernard, che partì al galoppo.
Augustin fuori di sè dalla rabbia a passo marziale si diresse nel suo studio, sapendo che avrebbe trovato la lettera lasciata da sua moglie.
 
Con rabbia spalancò la porta, fece irruzione nello studio. Lo sguardo cadde su un foglio ripiegato, appoggiato sul tavolo della scrivania, lo aprì, riconobbe la grafia, con un gesto di stizza tirò a se la sedia e con tutto il peso si accasciò.
Aprì il foglio ripiegato con cura, erano poche righe ma sufficienti a sapere ciò che desiderava.


“Augustin, parto con Nanny, vado ad Arras.
Oscar è viva. Non conosco le sue reali condizioni di salute ma mi hanno detto che sta molto male. Tornerò appena sarà possibile, spero che tu mi raggiunga quanto prima.

  "Margherite"

Il volto di Augustin si corrucciò, strinse la lettera tra le dita, l'accartocciò e la gettò via con forza. Tirò su lo sguardo e guardando il ritratto di sua figlia,  mormorò:  “Sei viva, questo è ciò che conta.”

Il blu brillava, il suo volto era stanco e affranto.
 
 
Adeline era indaffarata a preparare il pranzo, mentre Alain era in cucina seduto dietro il tavolo, sorseggiava una tazza di tè. Lo sguardo cadde sulla  ferita ormai rimarginata. Ripensava agli ultimi avvenimenti della sua vita; nella sua mente riaffioravano i ricordi di quel quattordici Luglio: le urla, il fumo, sentiva ancora rimbombare la voce di Oscar che dava l’ordine di puntare i cannoni nella parte più alta della Bastiglia. Il volto acceso, turbolento, deciso. Pensava ai suoi meravigliosi capelli biondi che al primo, al secondo colpo  vide scompigliare dal vento, mentre i cannoni sparavano per ordine del suo comandante.
Ripensava all’ incredibile esecuzione  decisa dall’ alto delle torri. Non faceva che ripetersi: quella donna è una vera forza della natura,  adesso sta lottando contro la morte, dannata malattia!”

Dei passi  provenienti  dalla porta secondaria che dava nella cucina, distolsero non solo Alain dai suoi pensieri ma anche Adeline dalle sue pentole.

“Voi chi siete? Cosa ci fate qui?”
Alain scattò in piedi, rispose: “Io!Voi piuttosto, ditemi chi siete, perché mi parlate con tanta esuberanza?”
“Come vi permettete di parlarci in questo modo? Noi siamo i custodi della tenuta e voi signori non siete certo i padroni a cui dare delle spiegazioni!” esclamò Lucien guardando Alain e la  donna che era ai fornelli.
“Oh capisco!... Credo che ci sia un malinteso. Mi presento: sono un amico di Oscar e di Andrè e …"
Joland lo interruppe: “I padroni sono tornati? Mi riferisco a Madamigella Oscar e André. Ditemi, dove sono?
“Madamigella Oscar è di sopra, non sta bene.”
“ Forse ha ancora quella strana febbre? Sapete signor ….”
  “Alain … Alain Sassoin Madame! Ma come, siete a conoscenza delle condizioni di salute del comandante?" 
“Vedete signor Sassoin, l’ultima volta che la padrona è stata qui, non è stata affatto bene; per ben due volte ha avuto la febbre alta. Ma ditemi, adesso dov'è?
“E’ di sopra ..."
"Lucièn vado da lei!" disse senza indugio precipitandosi verso le scale. La porta della stanza di Oscar era spalancata. Joland vide la sua padrona a letto, assistita da una giovane donna che riconobbe immediatamente. Subito dopo, posò lo sguardo su André e ne rimase esterrefatta: André non aveva l’aspetto curato dell’ultima volta, il suo volto era stanco, profondi solchi avevano segnato il suo sguardo, i lineamenti erano ricoperti dalla peluria della barba ormai incolta da giorni.

La donna visibilmente preoccupata, domandò: “André, cosa è accaduto a Madamigella? E la tua spalla è fasciata... sei ferito …”  -
“Vedi Joland … Oscar ha la tisi e … aspetta un bambino …”
“Oh Santo cielo André! Hai chiamato il dottore?”  
"Si, Joland, il dottore l'ha visitata....."  
 
 
Erano appena le otto del mattino, era un'ennesima giornata calda e  il tepore del sole di fine Luglio non dava tregua.
Intanto la carrozza su cui viaggiavamo Marguerite e Nanny, varcò il cancello della tenuta
Il balcone era spalancato, la stanza di Oscar si affacciava sull ’ingresso principale del giardino, una folata di  vento fresco sollevò le tende, portando un poco di sollievo.

André era ancorato al letto della sua amata.

“Oscar ti prego apri gli occhi …”  i suoi pensieri furono distolti dal cigolio di una carrozza che si fermò davanti alla porta principale.


 Due donne scesero dalla vettura e in tutta fretta varcarono la porta d’ingresso, dove Margherite e Nanny incontrarono Alain.
“Madame ...”
“Dov’è mia figlia?”
“Voi siete madame Jarjayes?"
"Si, sono io. Ditemi, dov'è mia figlia?"
" Oscar è di sopra nella sua stanza...."
Margherite non ascoltò altro, si precipitò nella sua stanza seguita da nanny.

Dei passi, Andrè si voltò, vide entrare Marguerite e sua nonna, quest'ultima animatamente domandò: "André, cosa è successo?
“Nonna, tu qui!”  
"Certo che sono qui!" disse commossa abbracciandolo appena. E con occhio vigile scrutò le bende che si intravedevano sotto la camicia aperta.“Oh André, nipote caro, temevo di non rivedervi più!"
"Nonna .. nonna cara ..."
" André cos’ha la mia bambina?” domandò l'anziana donna mentre Margherite si avvicinava al suo capezzale.
Marguerite si piegò sulle  ginocchia, prese la mano di sua figlia e la portò al viso, in una timida carezza e con un fil di voce domandò: “André, devi dirmi la verità, che cos’ha mia figlia? Perché è priva di sensi?”
“Madame , Oscar ha la … tisi!”
“Tisi? Ma cosa dici André!!!! Da quanto tempo mia figlia è malata?”
“Non lo so madame, forse … saranno stanno stati tutti quei turni di guardia! ... Eravamo soliti ad aggirarci nei sobborghi putridi … non lo so Madame, so solamente che la mia Oscar è malata!”
“Dimmi André, l'ha visitata il dottor Lassone?”
“Si, ma è stata visitata anche da un altro medico, uno specialista..."
"Cosa ha detto?"
"Fortunatamente la malattia non è in stato avanzato. Il dottore ha detto che possiamo sperare in una guarigione.”

 “Oscar, figlia mia! …” Marguerite si sedette accanto a sua figlia, la sua mano era stretta alla sua. "Oscar, ti supplico, svegliati,parlami! … André da quanto tempo è in questo stato di incoscienza?”
“Dall'altra notte Madame..."
"Vuoi dire che da allora è in questo stato d'incoscienza?"
"Si, madame. Ha aperto gli occhi per pochi istanti e a causa della febbre altissima, ha delirato!"
“Ma ora non ha febbre, perché è in questo stato di incoscienza?Quando tornerà il dottore?”
“Dopo domani Madame! … Siamo riusciti a somministrarle le medicine  che il dottore ha dato, adesso non ci resta che aspettare.”
Lo sguardo di Margherite si posò all'interno della camicia e domandò: “André cosa ti è successo, perché quelle bende!?”
“Non è niente di grave Madame, sto già meglio!”
 
“Sarà come dici nipote, chissà perché non ti credo! Quella fasciatura è troppo importante per essere una ferita da poco. Non sono mica nata ieri!  
"Dai, su nonna, ti assicuro che sto bene, ormai il peggio è passato, sta tranquilla!"  
 


“Joland...”
“Lussien sono in cucina!!”
“Joland come sta la padrona?”
“Sempre uguale, non si è ancora svegliata!....Certo che questa volta, la febbre l'ha ridotta davvero male! .... Lucien hai finito di pulire il giardino?”
" Si, ho finito poco fa!"
"E' bastata una sola settimana per trovare tanto lavoro arretrato!
“Per fortuna che in casa  c’è anche Adeline, altrimenti non so come avrei fatto!”
“A proposito Joland, il nostro vicino Charles mi ha raccontato cosa è successo a Parigi …”
“Ti riferisci alla rivolta?”
“Non solo!... Ascolta! Charles mi ha raccontato, che i parigini hanno assaltato la Bastiglia …”
“Dici davvero? .. Non saranno dicerie!”
“Assolutamente no, Adeline! ... Charles mi ha detto anche, che dalla fortezza hanno bombardato la città, l'intento era quello di raderla al suolo."
" Ma non è possibile!! ... Lucien ma è terribile!"
Joland, l'esercito, non riusciva a sedare la rivolta e così sentendosi braccati hanno deciso di puntare i cannoni sulla città.”
“E mai possibile, che gente senza mezzi sia riuscita a fare quello che dici?”
 “Aspetta, non è tutto: Charles mi ha riferito che se Parigi non è stata distrutta, è stato grazie all'intervento di un ufficiale dei Soldati della Guardia ..."
"Cosa dici!"
"Pare che il comandante dei soldati della guardia abbia dato l'ordine di buttare giù la Bastiglia e ci sono riusciti."
"Cosa! Non riesco a crederci!! .. Un ufficiale di Sua Maestà che fa una cosa simile!"
"Io non so quanto ci sia di vero in quello che si dice però, per quanto ne so, la nostra padrona comanda i Soldati della Guardia Metropolitana e ho pensato ..."
"Tu credi che sia stata lei?"
"Ascolta Joland, credo che sia andata proprio così …”
“Ma cosa dici Lucien! Per quanto Madamigella sia una donna generosa, comunque  appartiene a una famiglia notoriamente devota al re! ... Non credo affatto che abbia tradito la famiglia reale, passando dalla parte dei rivoltosi ..."
"Ne sei sicura Joland?"
"Lucien, tu sostieni che la padrona abbia dato l'ordine di bombardare la Bastiglia, io sinceramente non riesco a crederci ...”
“A no!! Guarda caso che soltanto un nobile può ricoprire la carica di ufficiale e adesso sembrerebbe che quel Comandante non solo a Parigi ma in tutta la Francia sia diventato un eroe!... Joland, sono sicurissimo che sia stata proprio lei. Non dimenticare che Madamigella Oscar sta risollevando le sorti di Arras e come se non bastasse, ha scelto come marito André che non è certo un nobile damerino!"
"Credo che tu abbia ragione marito mio. Sono davvero rimasta senza parole!"
" Sono sicuro che il vecchio padrone non farà salti di gioia, quando verrà a sapere che  diventerà nonno per merito di un servo!"
"Già ... chissà come reagirà? ...Lucien, se davvero è stata lei ad aiutare i parigini, significa che ad Arras abbiamo un eroe!"
"Spero che non le accada nulla!”
 
 
 
Alain assorto dai suoi pensieri, era seduto all’ombra di un ciliegio quando dietro di se, udì prima dei passi poi una voce:  “Scusate signore sapete dov’è mia madre?”
Alain si voltò, vide una bellissima ragazza dai capelli castani e gli occhi verdi, aveva poco più la sua età.
“Avete detto vostra madre?!” “Sissignore! Adeline è mia madre e lavora presso i padroni."
“Così Adeline ha una figlia! Non mi ha mai parlato di voi. Comunque se cercate Vostra madre, credo che sia in casa.”
“Grazie Signore.” disse la ragazza facendo timidamente  un inchino per poi, allontanarsi quasi correndo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Alba ***




Alba
Il sole era alto, l’orologio sul settimino segnava mezzogiorno, Margherite e Nanny nonostante avessero affrontato il lungo viaggio, insieme ad André, rimasero a vegliare Oscar.

Finalmente l'azzurro si schiuse, il primo viso che Oscar focalizzò fu quello di sua madre.

“Madre … dove sono?”  
"Oscar, figlia mia, finalmente ti sei svegliata!"
“Oscar …” “André ci sei anche tu! ... Credo di aver dormito a lungo …”
“Cosa te lo fa pensare?” rispose stringendole la mano. “Me lo dice la tua barba André ....”
“Bambina …”
  “Nonna ci sei anche tu! .... Allora significa che sto davvero male!”
“Oh piccola, tu hai sempre voglia di scherzare! ... E poi bambina mia, ti assicuro, che da qui non me ne andrò finché non ti sarai ristabilita completamente!”
“Come ti senti Oscar?” domandò Margherite.
“Sono tanto stanca, mi fa male un poco la testa! ..... Ma io .... non ho quasi nulla addosso, cosa mi è successo?"
“E’ stata un' idea di Rosalie: avevi la febbre molto alta e così ti abbiamo lasciata in camicia. Rosalie è stata tutto il tempo qui con te …”
“Adesso dov'è?”

"Era molto stanca, ed è andata a riposare!”
 
Nanny rincuorata disse: "Vado in cucina a prepararti qualcosa da mangiare. Bada, non ti permetterò di lasciare nulla nel piatto, mi sono piegata Oscar?"
"Ah nonna, non cambierai mai!"  
Margherite esclamò: "Oscar cara, come ti senti?"
"Un po' confusa ... "
"Mi pare ovvio, hai avuto la febbre altissima! .. André mi ha detto che hai perfino delirato."
"Ho ... delirato!"
André la guardò felice e sussurrò:"Si, ma adesso è tutto passato, è meglio non pensarci."
"André, ti ho fatto preoccupare, mi dispiace ..."
" Oscar l'importante che tu stia meglio, il resto non conta!"



Su presto Joland ..."
Cosa ti succede Nanny?"
"Oscar finalmente si è svegliata, dobbiamo preparate un pranzo leggero ma succulento."
"Ho appena cucinato del brodo di carne."
"Perfetto! Voglio che la scodella sia colma e non devono mancare le verdure ... ah già, voglio una brocca di succo di frutta."


Poco dopo, Nanny tornò in camera con il vassoio colmo di pietanze.
André esclamò: “Nonna, quanta roba hai portato!”
“Voi due che vi piaccia o meno, dovete mangiare!"
"Ma è davvero tanta!"
Sia tu che Oscar siete diventati pelle e ossa e come se non bastasse, quella barba ti rende ancora più scarno, devi darti una bella ripulita nipote mio!... E tu Oscar, devi nutrirti bene, ricorda che aspetti un bambino!"
"Ti prego nonna, non ho fame!"
Marguerite con tono pacato continuò: "Oscar devi mangiare, devi pensare alla creatura che porti in grembo.”
 


“Bernard  stava legando il  cavallo nella stalla, quando fu raggiunto da Alain.
“Ciao Bernard! Vedo che sei tornato!"
"Si, e sono tutto impolverato, ho bisogno di una ripulita."
"Dimmi, com’è andata con il Generale?”
“Non me lo ricordare Alain! ... Sapessi!! Quel uomo, mi ha detto di tutto …”
“E’ così temibile  come dicono?”
“No, non temibile, però, è un tipo molto orgoglioso ed è attaccato alle sue convinzioni. Pensa che si è ricordato di me per la faccenda del cavaliere nero.”
“Mi meraviglio come non ti abbia denunciato.” -
“Credo che non l'abbia fatto, per rispettare la volontà di sua figlia che a sua volta assecondò il desiderio di André.”
“Capisco Bernard ma il vecchio che intenzioni ha? Verrà?”
“Ma!! E chi lo sa! ... Lui comunque è risentito per quello che ha fatto Oscar. Mi ha detto  apertamente,  che sua figlia si è unita a un dannato rivoluzionario, parlava di me, ovviamente!”
“Ti ha detto proprio così amico?”
“Più o meno  il senso era quello.”
“Cosa gli hai detto del Comandante?”
“La verità, che ha la tisi. Devo dire, che aldilà del suo sfogo, è davvero preoccupato per la salute di sua figlia. Ora vedremo cosa intenderà fare!”
 
 
Nanny  portò via il vassoio quasi vuoto. Oscar si distese nuovamente e si riaddormentò per poi, risvegliarsi nel pomeriggio. A vegliarla c'era sua madre.
"Madre, dov'è Andrè?"
" Povero ragazzo, nonostante che fosse sfinito, è rimasto fino a poco fa. Lo quasi costretto, ad andare nella stanza degli ospiti, spero almeno che stia riposato un poco! ... Oscar, come ti senti?"
"Molto meglio madre! ... Madre ..."
"Dimmi cara!"
" Ho bisogno di un bagno, fate preparare la vasca!"
"Oscar, sei sicura di farcela?"
" Si, certo."
E va bene, adesso ti faccio preparare il bagno!"

 
Era quasi sera, Oscar appoggiata ad Andrè scese al piano inferiore. Margherite , Nanny, Rosalie, Bernard e Alain erano in giardino a godersi un poco di tranquillità.
Una  leggera brezza fresca aveva preso  posto al caldo torrido della giornata.
Alain appena li vide arrivare, esclamò: “Andrè, comandante che bello vedervi, su venite a farci compagnia! .. Ora prendo le altre sedie! .... Eco qua, prego accomodatevi!”
“Grazie Alain!" rispose Oscar con affanno, sedendosi accanto a sua madre.
“Andrè come va la ferita?”
“Meglio Rosalie! Comincio perfino a muovere il braccio. Domani verrà il dottor Lassonne per medicare la ferita.”
“Tanto nipote, finché vivrò, voi due mi farete morire di crepacuore! .... Senti bambina, non resisto, è più forte di me ma debbo chiedertelo!"
Cosa vuoi sapere nonna, ti ascolto."
" Ecco ... bambina, quanto c’è di vero su quello che si dice ..."
"Riguardo a cosa?" "
"E' vero che hai dato l’ordine di bombardare la Bastiglia?”

"Si, è vero nonna. Sono stata costretta, altrimenti Parigi sarebbe stata rasa al suolo."
"Allora è la verità, non sono dicerie!”
"Si, è la verità!"
"Immagino che mio nipote fosse con te,vero?"
" Si, certo nonna, André era con me! ....... Madre, mio … padre …”
Sguardo nello sguardo. Margherite esitò.
Oscar si alzò e disse: “Ho capito!... Non c’è bisogno che mi rispondiate, immagino che mio padre abbia detto che l'ho disonorato! ... Io, per lui sono soltanto un traditore. Ma sapete cosa vi dico?! Che non mi importa cosa pensa di me e non mi pento di ciò che ho fatto!”
“No Oscar, non è così e non devi pensare a queste cose .... ”
Alain, Rosalie e Bernard si lanciarono uno sguardo di intesa e quest'ultimo sussurrò: "Amici, si è fatto tardi, noi andiamo a dormire. Buona notte!"
"André con un fil di voce, mormorò: "Buona notte!"
Nell'atrio della casa oltre a Marguerite, Oscar e André, rimase anche Nanny che vedendola agitata si avvicinò e con tono persuasivo, disse: “Dai Oscar, calmati, il dottore ha detto che non devi agitarti!”

Sua madre, continuò: “Oscar! ... E' vero che tuo padre in un primo momento era fuori di sé per quello che avevi fatto e non sarò certo io a criticare le tue scelte. Tu non puoi nemmeno immaginare cosa abbiamo provato, quando ci hanno detto che  … forse ti avevano uccisa! Per non parlare dello stato d'animo di tuo padre, quando, il generale Bouillé lo ha convocato al Quartier Generale per informarlo personalmente che aveva dato ordine di uccidere te e i tuoi soldati e come se non bastasse il generale de Launay ha infierito dicendogli che aveva  dato l’ordine ai suoi fucilieri di … ucciderti ...” Margherite non riuscì a concludere, le parole rimasero prigioniere, un nodo in gola rotto dal pianto.
“Madre …”

“No, aspetta Oscar, non ho ancora finito!... Tuo padre al comando, ha discusso violentemente con Boulliè, sai perché?! Il caro Bouillé che si è sempre professato il suo migliore amico, ha continuato a infierire su tuo padre, dicendogli che se  malauguratamente tu fossi sopravvissuta, avrebbe fatto in modo che  venissi arrestata e processata per alto tradimento!!" attimi di esitazione, le lacrime continuavano a scendere. "Tuo padre, non ha dato loro la soddisfazione di informare sua Maestà di ciò che avevi fatto. Tu lo conosci, è un uomo estremamente orgoglioso, nonostante ciò, ha preferito informare personalmente la Regina ..."
"Madre ..."
"Sua maestà ancora una volta si è dimostrata magnanima nei tuoi confronti non prendendo alcun provvedimento. Certo, tutto questo perché spinta dall’affetto che la regina nutre nei tuoi confronti. Oscar, voglio che tu capisca che per te, tuo padre ha messo da parte orgoglio e onore, passando sopra alle sue convinzioni! ... Lui ti vuole bene ... in questo momento è solamente l’orgoglio che lo separa da te!”

“Vi prego madre non continuate, ho compreso perfettamente ciò che volete dirmi.”

“No, Oscar, non ho ancora finito e ti prometto che in futuro non tornerò più sull'argomento! .... Quando tuo padre è tornato dal Quartier Generale era disperato, si è rinchiuso nello studio e non è uscito da lì per giorni. Era affranto al solo pensiero, che tu, sua figlia fossi morta! Quando sono andata da lui e mi ha raccontato ogni cosa, l'ho visto piangere come un bambino. E quando andavo da lui per consolarlo, lo sorprendevo a contemplare il tuo ritratto …”

“Il mio ritratto? Ma non era nel salone centrale?

“Lo ha fatto mettere nello studio lo stesso giorno che sei andata via da palazzo.”

La nonna strinse le dita alle sue vesti, continuò: “E’ tutto vero bambina! Anch’io l'ho sorpreso tante volte a guardare il tuo ritratto come un disperato, non sopportava l’ idea di averti perduta. Dopo giorni è uscito di casa solo perché, gli era stato affidato un incarico a cui non poteva tirarsi indietro. E quando l'ho visto indossare l’uniforme e uscire dal palazzo, ti giuro che davanti a me c’era un uomo affranto e distrutto!”
Oscar era commossa e con la voce rotta dal pianto, sussurrò: “Mio padre sa che siete qui?”
“Quando siamo partite, non era ancora rientrato da Parigi, ho lasciato una lettera nello studio, credo che ormai lo sappia!”                                
 

1 Agosto

“ André, possibile che i medici ci mettano così tanto tempo?” domandò Alain.
“Già!! Sono dentro da un pezzo, spero che ci siano buone notizie …” “Tranquillo  vedrai che tutto si aggiusterà! ... Il comandante è una donna forte! ... André, tua suocera  ha fatto preparare la carrozza, ha deciso di tornare a casa.”
“Si, lo so. Ma tornerà la settimana prossima. Prima però, vuole accertarsi delle condizioni di Oscar! .... Sono sicuro che ha deciso di tornare a palazzo per parlare con il Generale.”
 “Sai André, credevo che tua suocera fosse una donna remissiva, invece mi sbagliavo; nel periodo che è stata qui, ho avuto modo di conoscerla, mi sono reso conto, che non solo è una donna buona e generosa ma è anche forte e combattiva. Qualità che certo non mancano a sua figlia! ... Io credevo, che fosse come suo padre, almeno per quello che mi è stato raccontato.”

"Si, è vero Alain! ... Oscar è buona e generosa come sua madre ma testarda e orgogliosa come suo padre.
Le poche volte che hanno avuto modo di confrontarsi, ho avuto l’impressione, che stessero su un campo di battaglia ...."
La porta si aprì, un passo e ancora un altro, il dottor Monfort era di fronte ad André.
"Dottore cosa mi dite?!"
"E' ancora presto per potermi sbilanciare in una diagnosi definitiva, quindi, non me la sento di dire che la malattia stia regredendo."
"Però dottore, Oscar non ha avuto più la febbre ..."
"Si, me l'ha riferito Madame Oscar. Appunto per come si presentano le sue condizioni, deduco che l’organismo stia reagendo alle cure. Tuttavia ci vorrà ancora del tempo per avere l'assoluta certezza della sua guarigione.”
“Dottore, la gravidanza?...”
“Il bambino è tenacemente aggrappato alla vita. Comunque, Madame ha superato il terzo mese, periodo particolarmente delicato per qualsiasi donna in stato interessante! ... Su, non fare quella faccia ragazzo mio, dobbiamo aspettare!” disse mettendogli una mano sulla spalla.
 


"Oscar, torno a palazzo ma sarò qui la settimana prossima. Promettermi, che continuerai ad avere cura di te!"
"Si, certo Madre, andate tranquilla! E poi, con me ci sono André e la nonna. Vedrete, al Vostro ritorno, starò meglio!"
" Ne sono sicura, figlia mia!" esclamò abbracciandola.

Durante il viaggio, Margherite pensava a come avrebbe affrontato suo marito, desiderava ardentemente che padre e figlia si riconciliassero.
 
 
Il generale  era nel suo studio in piedi dietro finestra spalancata, quando vide avvicinarsi la carrozza su cui viaggiava sua moglie.
 Vide Margherite, scendere dalla vettura ed entrare a palazzo.

La donna fu raggiunta dalla cameriera. “Madame il generale vi aspetta nel suo studio.”

"Fa portare il mio bagaglio in camera mia." disse prima di lasciare l'ingresso del salone.


La porta dello studio era spalancata.
Margherite entrò a passo deciso, erano l’uno di fronte all’altra. Augustin era seduto dietro la scrivania, sorseggiava nervosamente un bicchiere di vino, nell'attesa che sua moglie parlasse.

“Buona sera Augustin! ... Come avrai appreso dalla lettera, sono andata da nostra figlia.”
Il generale fece un gesto di stizza con la mano.
“E’ inutile che tu reagisca in questo modo. Fino a prova contraria, Oscar è il tuo erede, non lo  hai forse deciso tu?!”

Augustin si accese la pipa  e cominciò a tirare nervosamente la prima boccata, si alzò in piedi dando le spalle a sua moglie senza proferire parola.

“Augustin, speravo che tu mi raggiungessi .....”
“ Dammi una sola ragione per cui l’avrei dovuto fare!”
“Per la stessa ragione che l’hai difesa da Bouillè, per la stessa ragione che hai ottenuto la grazia da sua maestà e per la stessa ragione che hai sofferto sapendola morta!”
“E’ mia figlia! Ma devi riconoscere che mi ha deluso profondamente. Non avrebbe mai dovuto fare ciò che ha fatto. Anche se sua maestà non ha preso alcun provvedimento nei suoi confronti, ciò che ha fatto non può essere cancellato.”

“Anche la regina ha riconosciuto i suoi errori, perché non puoi farlo tu? Tra qualche giorno tornerò da lei, vorrei che tu venissi con me.”
“Ma ti rendi conto di quello che dici!!! Vorrebbe dire, ammettere che tutto ciò che rappresento, venga messo in discussione!"
“Quindi il tuo orgoglio è al disopra di tua figlia? Rispondimi!”
“Smettila Margherite!"
“L’hai tirata su come un uomo. Augustin, solo adesso riconosco che non avresti potuto  fare di meglio in tutta la tua vita! Hai fatto di lei, una donna forte e coraggiosa come nessuno. Non puoi che esserne orgoglioso!”
“ORA BASTA MARGUERITE'!!.”
“Tu stai fingendo Generale Jarjayes! So, che sei preoccupato per lei ma come lei, sei maledettamente orgoglioso!”

Lui la guardava senza trapelare alcuna emozione, gli occhi blu sembravano lame taglienti, lo stesso sguardo intenso di sua figlia.

“Augustin, Oscar ha la tisi, stata molto male! ... Anche se risponde bene alle cure, la malattia potrebbe mettere a repentaglio la sua vita! .... Augustin, spero che guarisca e porti alla luce nostro nipote!”
Il suo viso si addolcì e mormorò: "Nipote ....."
"Augustin, Andrè è con lei, dovresti vederlo, nonostante che abbia una brutta ferita si prende cura di nostra figlia, non la lascia un solo momento. Credo che nessun altro uomo al mondo l’avrebbe amata così tanto! ..... Per quanto mi riguarda, tornerò da loro. Un ultima cosa Augustin, Oscar mi ha chiesto di te, spero che tu metta da parte il tuo dannato orgoglio e vada da lei. Pensaci!” concluse la donna uscendo, tirando dietro di se la porta.    
 




QUESTO CAPITOLO è L’ULTIMO ABBOZZATO SUL PC, DA STASERA APRIRO' IL MIO VECCHIO QUADERNO, PER PROSEGUIRE LA MIA STORIA CHE CREDEVO DI AVERLA SCRITTA VENT’ ANNI FA, INVECE CON MIA GRANDE SORPRESA, HO SCOPERTO UNA DATA PICCOLA, PICCOLA, CON UN APPUNTO NELL’ ULTIMA PAGINA       
 “QUI TERMINA IL MIO RACCONTO 1984”
MAI AVREI IMMAGINATO CHE UN GIORNO L’AVREI PUBBLICATA E L’AVREBBERO LETTA IN TANTI. GRAZIE DI CUORE!!!!! VI ASPETTO AL MIO PROSSIMO CAPITOLO .............

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Orgoglio ***


Orgoglio


“Se Dio vorrà, tra pochi mesi nascerà mio nipote!” esclamò sottovoce il Generale rimasto solo nello studio, battendo con rabbia le mani sui braccioli della poltrona dove era seduto. Infervorato si alzò di scatto, spostandola all’ indietro, guardò la pipa sul tavolo, l'afferrò con rabbia e la strinse con forza. Un passo e ancora un altro, si avvicinò alla finestra, lo sguardo irrequieto cadde sulla fontana che sgorgava  rumorosamente.
Chiuse gli occhi  un istante per poi riaprirli.  I ricordi lo riportarono indietro nel tempo, pareva di ascoltare le voci infantili e gioiose che un tempo riempivano la sua casa. Aveva l'impressione di vedere Oscar e Andrè da bambini. Sguardo assorto nel vuoto, tanti ricordi ……..


 
“Su André fatti sotto! ... Tanto lo sai che ti batto anche questa volta … ”

“Non è giusto Oscar, sei leggera e imprevedibile, i tuoi movimenti sono troppo veloci …”
“Ah, ah, Vediamo André se sei capace, prendimi …”
“Aspetta Oscar … non scappare … se ti prendo …”

Le lacrime bagnarono ancora una volta il viso del generale.
“Oscar …..”
 
7 Agosto 1789


“Mamma …”
“Sei di nuovo qui, Anne!"
"Ho sbrigato tutte le mie faccende..."
" Tuo padre e Gilbert sono ancora nei campi?” “No mamma, hanno finito di lavorare già da un pezzo, dovevano darsi una ripulita prima di venire alla tenuta con gli altri contadini. Ho sentito dire da mio fratello che devono incontrare i padroni per versare le imposte!” “Si, lo so. Ascolta Anne, Joland è impegnata con il bucato ed io ho bisogno che mi dia una mano.”
“Cosa vuoi che faccia?”
“Devi andare nell'orto e devi raccogliere le verdure che mi servono per la padrona.”
“Va bene mamma, vado subito!”

Anne a passo veloce s’incamminò verso l’orto, prima di addentrarsi, guardò attentamente per non calpestare il seminato, ma con un passo maldestro, scivolò e si imbrattò le mani e i vestiti di terra.
Scena che  non sfuggì ad Alain.

“Oh no!! Questa proprio non ci voleva! ... Mi sono sporcata il vestito …” disse Anne a voce alta mentre tentava di ripulirsi.
" Ih ih ih ..."
“Si può sapere cosa avete da ridere signore, forse non siete mai scivolato?”
  “In questo modo mai, Madamigella Anne …”
“Vi credevo un gentiluomo  Alain, invece Vi prendete gioco di me!”

“Non credo di essere mai stato un gentiluomo ma vi assicuro che non era mia intenzione offendervi  e per dimostrarvelo, vi aiuterò! ... Ditemi in che modo posso servirvi?"
“Devo raccogliere le verdure per la padrona!”
“Su, lasciate fare me! Ma prima ditemi quale Vi servono?"
"Quelle in fondo alla staccionata."
" Bene, faccio in un attimo aspettate." disse raccogliendo velocemente le verdure. "........ Eccole qua, tenete! Queste possono bastare?"

“Credo di si, signore Alain, grazie!”
“Di Signore credo di non avere proprio nulla e come mi avete fatto notare poc'anzi, sono piuttosto insolente!”
“Lo avevo capito subito, che siete non solo  insolente ma soprattutto maleducato. Comunque, vi ringrazio Signore Alain, siete stato gentile.”
 
"Ih ih ih prego Madamigella! Ih ih ...."  


La schiena di André era appoggiata al tronco di una grande quercia secolare, Oscar invece, era appoggiata sulle sue gambe. Entrambi contemplavano il tramonto mentre uno stormo di rondine  si allontanava all’orizzonte.


“Ti ricordi André, le splendide albe che abbiamo visto da ragazzi?!! Non avrei mai immaginato che un giorno sarei stata qui con te come …  come cosa André? Perché sai, non so ancora cosa sono io per te!"
André l'adagiò delicatamente sul prato, l'abbracciò, occhi negli occhi, sguardi dolci e appassionati, un sussurrò: “Sorella, amica, moglie …e la mia meravigliosa amante …”
"André ....."
"Ti amo Oscar ....."

André si avventò sulla sua bocca, perdendosi in un bacio lungo e appassionato ......

“Oscar … ti amo ... ti desidero ... mi manchi …”
Respiri affannati, dolci carezze, mani  che accarezzavano il suo corpo.
“André sta attento alla tua ferita …”
“Credo che ormai sia guarita, non sono più messo tanto male!”
“Ne sei sicuro?”
“Sicurissimo! … E' passato troppo tempo dall’ultima volta che sei stata mia, mi sembra quasi di impazzire  dal desiderio di averti!”
Ancora un bacio e un altro ancora .......


Su, dai André, si è fatto tardi, dobbiamo andare via!"
"No! Sei mia prigioniera, non ti lascio andare ..."disse solleticandole i fianchi.
"André, basta, mi fai il solletico ...ah ah ah ..."

Una figura minuta si avvicinava frettolosamente nella loro direzione, una voce spezzò l’incanto.

“André, Oscar …”


I loro sguardi carichi di desiderio, respiri ansimanti, affannati ...
André si allontanò appena e mormorò: “E’ la nonna ... a quanto pare, possiede  il dono di arrivare sempre nei momenti meno opportuni.”  
“Dai Andrè, se è venuta fin qui a cercarci, deve essere importante! ....Nonna, siamo qui!”
“Finalmente vi ho trovati!"
" Cosa succede nonna?"
“Alla tenuta, sono arrivati i contadini, hanno chiesto di parlare con i padroni.”
“Vogliono parlare con noi? Cosa vogliono?”
“Sono venuti per versare i  tributi.”
  “I tributi!! .... André con tutto quello che è successo, non  ci abbiamo più pensato! ... Su dai sbrighiamoci, andiamo!"
“Forse tu non ci hai pensato ma non io! Devi sapere che nei giorni scorsi, prima che Bernard partisse per Parigi, ne ho parlato con lui ..."
"Davvero André?"
" Abbiamo rivisto i conti e stabilito le quote  da far pagare  ai contadini.”
“A quanto ammonta il tributo da versare?”
“Esattamente un terzo di quello che percepiva tuo padre! Ti assicuro, che comunque rimane una cifra sufficiente per sostenere tutte le spese di gestione!”
“André, devi parlare con loro!”
 

I tre entrarono nell’ atrio della casa, dove attendevano  i contadini. Le loro figure, erano le medesime di sempre: abiti smessi e gente mal nutrita. La miseria era evidente.
Appena videro arrivare i nuovi padroni, esclamarono quasi in coro: "Buongiorno padroni!"
“Buongiorno a voi signori …” rispose André.
Il primo a porgere il sacchetto delle monete fu Sugean.
“Ecco, abbiamo portato il vostro denaro, tenete, questa è la mia quota.” André e Oscar si guardarono, quest'ultima ribatté: “André devi parlare con loro.”
“Ascoltate, io e mia … moglie non abbiamo avuto il tempo necessario per i informarvi della questione relativa ai tributi da versare ma come avrete già intuito, d'ora in avanti le cose ad Arras cambieranno …”
Gli uomini rimasero perplessi, si scrutandosi gli uni con gli altri e annuirono.
André aggiunse: “ Tornate alle vostre case, a breve vi faremo sapere l’ammontare della cifra che dovrete versare. Comunque sappiate che sarà circa un terzo di quella che avete sempre versato al nostro predecessore.”
Uno dei contadini, commosso, fece un passo in avanti e timidamente, disse: “Non ci saremmo certo aspettati tanta generosità da parte vostra, non sappiamo come ringraziarvi …”
“Non è il caso di aggiungere altro, è giusto che sia così!” esclamò Oscar.
 
 
 
 
 
 
Scese la sera, André ed Oscar erano nella loro camera da letto. Davanti al balcone spalancato erano stretti, abbracciati l'uno all'altra, lui disse: “Abbiamo un certo discorso in sospeso, mia Signora!” –
“Si può sapere a quale discorso ti riferisci André?”
“Naturalmente a quello di stamattina, ricordi?”
“Hai detto un mucchio di cose, non so a cosa ti riferisca.”
 
"Aspetta, comincio da qui ....


Un bacio e ancora un altro.

"André ... in tutti questi giorni, mi hai quasi evitata, ho avuto l’impressione che avessi paura di me, adesso invece ...”
“Non avevo paura di te ma di me! ...Starti così vicino mi fa perdere il controllo e tu sei stata stata davvero male ed io con te!" disse posandole un bacio sulle labbra. "Credo che sia giunto il momento che te lo chieda …”
“Chiedermi cosa André?”
Lui si sciolse dalle sue braccia, infilò la mano in tasca e tirò fuori un piccolo sacchettino azzurro allacciato da un nastro dello stesso colore, lo apri, prese il palmo della sua mano e ci riversò due cerchietti d’oro. Occhi negli occhi.
“ Erano dei miei genitori,desidero con tutto il mio amore che adesso diventino nostre! … Non molto tempo, fa sei stata tu a chiedermelo, adesso tocca a me ... Oscar vuoi sposarmi?

“André ... André caro, è tutto ciò che desidero al mondo!” disse stringendosi a lui, con tutto l’amore che sentiva nel cuore.

“André perdonami …”

“Perdonarti di cosa Oscar?!

“Ti averti fatto soffrire, di non averti amato prima, di essere stata sorda e cieca al tuo amore! ... Tu non lo sai ma spesso mi assalgono i sensi di colpa per averti inflitto tanta sofferenza …”

"No basta Oscar, non dire altro e abbracciami ... stringimi... Questi attimi, mi ripagano di tutti i momenti tristi della mia vita! .. Non dobbiamo più pensare a ciò che è stato, ciò che conta adesso è il nostro futuro!"
“André la mia vita è con te e con nessun altro! … Io ti amo, André!”

Le mani si intrecciavano con passione e desiderio.
“Ti ho amata contro la mia volontà, ti ho amata sopra ogni cosa e soprattutto, ti ho amata contro la tua stessa volontà … Scoprirti così dolce e sensuale, ha fatto in modo che io ti desiderassi ancora di più. Sapevo che dietro la tua freddezza, nascondevi un grande fuoco, mai avrei pensato che un giorno avremmo bruciato insieme …”
Fu ultima frase prima di prenderla tra le braccia e portarla sul letto. “

Ti desidero … voglio averti adesso ... per tutta la notte e sempre ....”
 

8 Agosto


Era appena scesa la sera, Margherite era nella sua stanza, indaffarata con i preparativi per la  partenza, quando vide la porta spalancarsi, una voce grave disse: “Hai preso tutto il necessario?”
“Dovresti far preparare anche il tuo bagaglio e andare da tua figlia!”
“E’ sufficiente che ci vada tu! ........ Mi hai detto che domani verrà visitata nuovamente da quell’altro medico …” –
“Si! ... Prego Dio affinché la malattia continui a regredire.” “Se ci fosse bisogno di un altro consulto non esitare a …”
“Nostra figlia non ha bisogno di un altro medico ma di suo padre che le stia vicina e che le dimostri il suo affetto.”
“Va pure tranquilla mia cara, pensa a lei e … portami sue notizie.”
“Come vuoi Augustin ma rammenta, il tuo stupido  orgoglio non ti porterà da nessuna parte. Rimarrai solo e disperato!”
L’affondo di Margherite lo ferì terribilmente e non riuscendo a sopportare il colloquio inquisitorio di sua moglie, Augustin uscì in tutta fretta dalla stanza sbattendo dietro di sé la porta, cercando di ricacciare giù le lacrime che prepotentemente salivano.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Ripensamenti ***



Ripensamenti  

Era pomeriggio inoltrato, Oscar si era appena destata dal sonno.
Un tocco alla porta.
“Madame Oscar …”
“Avanti, entra pure Joland!”

“E’ appena arrivata Vostra madre …”
La donna non terminò, che Margherite fece irruzione nella stanza e abbracciandola domandò: “Come stai Oscar? Ti è ancora salita la febbre?”
“State tranquilla madre, non ho avuto più febbre, ora sto meglio!”
“Che sollievo, figlia mia! Questi giorni che sono stata via, non ho fatto altro che pensarti.”
“Madre vi prego non voglio che stiate in pena per me.....”  Un attimo di esitazione.
“Cosa c’è Oscar, vedo un velo di tristezza nei tuo occhi!”
“Ma no, madre, cosa dite! Non ho alcun motivo per essere triste! .... Sto molto meglio, Andrè è con me e voi siete così premurosa! Cos’altro potrei desiderare!
“Come sta il mio nipotino?”
“Credo che stia bene. Guardate madre, ho l'impressione che il ventre sia un poco pronunciato."
" Mi pare ovvio, dopotutto hai superato il terzo mese. Oh figlia mia, non vedo l'ora di stringere il tuo piccolo tra le mie braccia!"
"Madre ..."
"Cosa c'è Oscar, non sei impaziente di avere il tuo bambino?"
" Ma si, certo, però... è tutto così strano!"
"Vedrai che non appena lo avrai stretto tra le tue braccia, tutti i tuoi timori spariranno."
"Lo spero ..."
"Vedrai che sarà così! Ma non vedo André, dov’è?”
“E’ andato al villaggio con Alain, per delle questioni da risolvere.”
“La ferita alla spalla?”
“Ormai è quasi guarita …”
"Bene, sono davvero contenta, tutto sta andando per il meglio."
“Madre, Andrè ed io ci sposeremo …”
“Oh Oscar, che gioia mi dai! Sono sicura che con Andrè sarai molto felice!” esclamò abbracciandola ancora.

“Madre, io sono molto felice!"
"Lo so Oscar, come potresti non esserlo! André è un ragazzo meraviglioso!"
"Madre ... come sta mio padre?”
L’espressione di Margherite si rattristò.
“Sta bene …...... Ti pensa …”
Lo sguardo di Oscar si posò sulle proprie mani che si intrecciarono nervosamente.
“Vi ha detto qualcosa … di me?”
“E’ quasi sempre assorto nei suoi pensieri, ci vuol ben poco a capire che sono rivolti a te! … Ieri sera, mentre preparavo le ultime cose da mettere in valigia, mi ha detto, che se fosse necessario di consultare un altro medico! ... Oscar, vuole tue notizie.”

Dei passi, una voce: “Oscar posso entrare?”
“Avanti Rosalie, entra!” –
“Ben tornata madame Margherite, ho portato del tè e dei biscotti …”
 “Vedete madre, tutti hanno deciso che debba ingrassare!”
“Ma cosa dici?! Tra non molto diventerà inevitabile, anche se a guardarti bene, ci vorrà ancora  un bel po’ di tempo prima di vederti con il pancione, sei troppo magra!”
“Avete ragione Madame Margherite, pensate che mia nonna  ha  mandando via dalla cucina Joland e Adeline , per occuparsi personalmente della mia Oscar e non le permette di alzarsi da tavola fin tanto che non finisca tutto!”
 
“Andrè!! ... E' inutile chiederti come stai ragazzo mio, ti trovo perfettamente e sopratutto felice! .. Mia figlia mi ha detto che vi sposerete.”
“Si madame non è il caso di aspettare ancora, lo faremo quanto prima.”

Andrè e Oscar si scambiarono uno sguardo complice e pieno di tenerezza.

“Allora Andrè com’è andata?” “Bene! Ho assegnato ai contadini le quote da versare, è superfluo dirti che c’è stata una soddisfazione generale.”
Margherite confusa domandò: " Ma cosa succede al villaggio, forse ci sono problemi?"
“Vedete madre, le cifre che versavano i contadini, erano davvero esorbitanti, le abbiamo semplicemente rese più eque.”
Lo sguardo di Margherite brillò   riempiendosi d’orgoglio   e soddisfazione, sussurrò:" Ne sono davvero felice!"
 
 
 
 
“Allora madame Oscar ditemi, avete ancora gli attacchi di tosse?”
“Sono  diminuiti dottore ma ho notato che il sangue è più scuro del solito. Cosa significa?”
“Ne siete sicura?”
“E’ un cattivo presagio dottore?” domandò Margherite allarmata.
“Affatto Madame, anzi, non vorrei essere precipitoso ma credo che i polmoni si stiano cicatrizzando. Madame Oscar continuate scrupolosamente a prendere le vostre medicine come avete sempre fatto e fate attenzione alla vostra dieta, naturalmente niente alcolici …”
“Statene pur certo dottore, sono io stessa a vigilare.” interruppe Nanny.
“Sono passati venti  giorni da quando vi ho visitata e debbo dire che avete fatto progressi. Certo, è ancora presto parlare di guarigione, però ammetto che rispondete magnificamente alle cure. Tornerò la settimana prossima, naturalmente per qualsiasi problema, sono a vostra disposizione.”
“Grazie dottore!” esclamò Oscar.  



 
Palazzo Jarjayes  

Era sera Augustin, cenava nella sala da pranzo, ormai la tristezza e la solitudine incombevano nel grande palazzo. Intorno al grande tavolo, c’erano soltanto sedie vuote.
Erano passati  cinque giorni dalla partenza di Margherite, Augustin si sentiva terribilmente solo, aspettava impaziente il ritorno di sua moglie, desiderava avere notizie di sua figlia.
Posò le mani sulla nuca, quasi a trattenerla, sussurrò: “Ho sbagliato, sono stato intransigente, ho allontanato tutti da me … e Oscar … non so niente di lei … come starà?
 

La porta si spalancò, il generale vide entrare Margherite, si finse severo e disse: “Sei tornata, credevo che ti intrattenessi ancora.”
“E' tutto quello che mi sai dire? Non mi chiedi di nostra figlia?”

    Il generale annuì.
    Margherite avanzò verso di lui, gli mise la mano sulla spalla, continuò: “Perché non ti riconcili con lei?”
    Augustin afferrò la mano e con un gesto di stizza la tolse rispondendo amaramente: “Sei sicura che lei lo vorrebbe Margherite?”
    Ma cosa dici Augustin!! Lei mi chiede sempre di te ed io sinceramente, non so più cosa risponderle. Oscar è convinta che tu  le serbi rancore.”
    “Ora basta Margherite!”
    “E va bene Augustin Francois!  Se ti da fastidio parlare di nostra figlia, ti prometto che non la nominerò mai più! ... Sono stanca, vado a dormire!" disse lasciano il salone.
 
 
 
Arras  


Anne gironzolava in cucina, la buona Nanny era indaffarata a preparare la cena, disse alla ragazza: “Figliola mi hai portato le uova che ti ho chiesto?”
“ Si, le ho messe sul tavolo ... vi servono per Madame Oscar non è vero?”
“Si sono per lei! … Ascolta bambina mia, devo parlarti …”
“Ho fatto forse, qualcosa di sbagliato Nanny?”
“No Anne, non hai fatto niente, però ho notato come guardi quel giovane, lasciami dire che non mi piace per niente…”
“Giovane?! Quale giovane Nanny?”
“Lo sai benissimo che sto parlando di Alain, con me non devi fingere! ... Non sta bene che una ragazza a modo, guardi con tanta insistenza un uomo …”
“Ma cosa dite! Io, nemmeno lo guardo e poi è così indisponente!”
“Ascolta ragazza mia, ho molti più anni di te, so come vanno queste cose. Alain ti piace ma lui ha il pensiero da un'altra parte, devi togliertelo dalla testa se in futuro non vorrai soffrire!”  
" Ma io .... Nanny ma on è così ...."  
Lo dico per te bambina, sta attenta!"


Le lancette dell’orologio segnavano le undici, il sole era ormai alto, quella giornata di Agosto era più calda e afosa del solito.
André   si svegliò abbracciato alla sua amata Oscar, la guardava estasiato, sentiva il cuore traboccare di gioia, non riuscì a trattenersi e la svegliò ricoprendola di baci .

“Umm ... Andrè ti sei già svegliato …”
“Buongiorno dormigliona …”
“Perché dormigliona!? Che ore sono?”
“Sono appena passate le undici, è tardi!” “Davvero Andrè, sono le undici?!”
“Si amore mio …”
“Abbiamo dormito tanto …”
“Be così tanto non direi, visto che ci siamo addormentati  all’alba …”
“Chissà cosa penseranno di noi adesso …”  
 “Penseranno semplicemente che abbiamo fatto l’amore per tutta la notte!”
“André sei uno sfacciato. Non credi che se lo sapesse la nonna ti ammazzerebbe?”
“Forse! E non mi dispiacerebbe morire da eroe! Ih ih ... su vieni qui e dammi un bacio, quello del buongiorno…”  
!Ih ih ih ... Buongiorno André ...."  
 
 
“Buongiorno nonna cosa c’è per colazione?”
“Per colazione dici! Oscar, tra meno di un’ora verrà servito il pranzo.”
Andrè rispose: “Su dai nonna non infierire, solo perché, abbiamo fatto tardi! .. Abbiamo fame, ci sta bene qualsiasi cosa.”
“Fatto tardi!? Ma senti!! Ascolta nipote degenerato, è meglio che non dici più nulla, altrimenti …”
“Suvvia nonna, Oscar e io abbiamo solo tardato un poco ....”
 “Basta, ti ho detto di non continuare …”
“E invece non ho finito, devi  sapere …”
“Sapere cosa?”
“Bene, se mi lasci parlare te lo dirò."
"Dirmi cosa?"
" Ho chiesto alla mia fidanzata di sposarmi e lei ha accettato.”

“Fidanzata! Ma quale fidanzata?!! Mi stai prendendo in giro nipote? Hai dato della fidanzata alla mia bambina?! Per quanto mi riguarda, è come se fosse già tua moglie da un pezzo!"
"Ah ah ah ..."
“E non ho finito! Smettila di prendermi in giro, non ridere! ... Andrè sei proprio un ragazzaccio …”
“Io? Si può sapere cosa ho fatto?”
“ Non hai nemmeno la decenza di nascondere che dormi nella stanza di Oscar!”
“Non vedo perché dovrei nasconderlo. Dimmi, a cosa servirebbe? Tutti sanno che presto avremo un bambino.”
“Dai nonna, te lo già detto una volta, Andrè ed io abbiamo perso fin troppo tempo …”
“Se non ricordo male, ti dissi che la vicinanza di questo sprovveduto, ti ha tolto il senno.”
“Sono convinta nonna, che non l’abbia mai avuto! Ah ah ah ah ...”
“Solo a sentirti, mi fai arrabbiare! … Tuo nonno, Andrè, solo per avvicinarmi ci ha impiegato ben …”
“Su avanti nonna, continua …”
“Oh no! Ma che dico! … Che imbarazzo!”

Ah ah ah ... Su, dai, nonna!"
Nanny cambiò espressione e con piglio severo continuò:  “Andrè devi andare dal Generale e chiedere la mano di Oscar.”
I due giovani si guardarono smarriti.
“E' inutile che vi guardiate in quel modo! André, è tuo dovere andare dal generale e informare personalmente le tue intenzioni. Dopotutto, se non ricordo male, voi due volevate la sua benedizione o sbaglio? Altrimenti vi sareste già sposati da un pezzo, non è così?"
"Ecco .. nonna ... io ... si, la mia intenzione era questa, però adesso...."
"Adesso un bel niente! Devi andare dal Generale e fare il tuo dovere!”
Oscar sgranò gli occhi contrariata.
"Oscar, è inutile che tu faccia quell'espressione. Mio nipote ha il sacro santo dovere di comportarsi da gentiluomo.
Dopo un attimo di esitazione Andrè con tono misurato disse: “ Oscar, la nonna ha  ragione, non sarebbe corretto sposarci, senza chiedere la tua mano a tuo padre."
“Andrè ma io …”
“Non ti preoccupare, non accadrà nulla, te lo prometto! Tutto al più può cacciarmi ma non credo che lo farà. Sono sicuro che ne sarà felice!"
“Lo pensi davvero Andrè?”
“Si Oscar, vedrai che ho ragione! ... E poi, prima che lasciassi palazzo Jarjayes, mi ha chiesto di prendermi cura di te.”
“Va bene Andrè, se lo ritieni giusto, va pure.”
“Non voglio rimproverarmi nulla, desidero sposarti con la consapevolezza di non aver lasciato nulla di intentato! ... Non voglio ombre nella nostra vita futura, desidero essere felice senza che nessuno soffra a causa del mio comportamento. Partirò dopo domani ma solo dopo che il dottore ti avrà visitato.”
 “Finalmente ti sento dire qualcosa di sensato, nipote!” esclamò la nonna..
 
 
 
Era notte, il generale si coricò prima di sua moglie  non riusciva ad addormentarsi, si girava e rigirava nel nel suo letto, pensava a sua figlia.  
“Non so più nulla di Oscar ... dopo l’ultima discussione che ho avuto con Margherite,non mi ha detto nulla ed io non ho il coraggio di chiedere! … La sesta delle mie figlie, il mio erede, l’erede della famiglia Jarjeyes … la figlia che amo più di tutte le altre.  Il mio maledetto orgoglio vorrebbe che l’allontanassi dalla mia vita ma non ci riesco e non voglio.
La porta della camera si apriva, era Margherite, prese la camicia da notte che era appoggiata sulla spalliera della poltroncina, andò dietro il paravento, si cambiò e si mise a letto, dando le spalle  a suo marito.
Augustin l'abbracciò e disse: “Sei fredda Margherite …”
Lei tentò di voltarsi ma lui glielo impedì.
“No, rimani così per favore … “
“Cosa c’è Francois?”
“ Ti prego non chiamarmi così! ..."
"Dammi una sola ragione perché io non debba chiamarti in questo modo?"
"Quando mi chiami così e perché sei arrabbiata con me...”
“Non sono arrabbiata con te, è solo che … spesso gli eventi e la tua intransigenza ci allontanano ...”
Margherite voleva  parlargli guardarlo negli occhi, ma lui, ancora una volta non le permise di voltarsi, la teneva stretta tra le sue braccia.
“Hai qualcosa da dirmi Augustin?”
“No!”
“Invece si!... Dopo tanti anni, ho imparato a conoscerti, quando hai da dirmi qualcosa preferisci non guardarmi negli occhi.
Augustin annuì.
Allora cosa c’è, parla ....”

    Ancora silenzio, un lungo respiro.-

“Come sta?”
“Oscar?”
“Si .....”
Margherite si commosse, gli occhi si riempirono di lacrime, sapeva che suo marito stava soffrendo.
“Meglio Augustin! ... il dottor Monfort ha detto che risponde bene alle cure.”

Margherite non poteva vedere, ma sentiva le lacrime scivolare sul volto del marito, gli sfiorò la mano che le cingeva i fianchi.

“La settimana prossima tornerò ad Arras verrai con me?”
Ancora silenzio.
“Augustin non rispose, non voleva che sua moglie ascoltasse la sua voce rotta dal pianto.
Ancora un lungo silenzio, poi le domandò: “ Si sono già sposati?
“No, ma lo faranno a breve.”
“Sono contento Margherite ... sono contento!”
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Partenze ***


 
Partenze
 
20 Agosto 1789
 
“Bene madame, finalmente posso dire che la tisi sta regredendo ma le  raccomandazioni rimangono le stesse di sempre.”
"Davvero dottore?! Che bella notizia!” ribatté Oscar allacciandosi la camicia.
“Madame, tornerò  tra due settimane per visitarVi."
"Grazie dottore!"

"Bene, ho finito, vado da Andrè, sta aspettando con  ansia di conoscere l’esito della visita!"
"André è in pena per me, lo so ..."
" Dovevate vederlo ... quando sono arrivato, mi ha fatto un mucchio di domande riguardo la vostra salute ma non potevo dirgli nulla se prima non vi visitavo! .... Ora vi lascio madame, tornerò tra due settimane.” disse Monford prendendo la sua borsa.

"Grazie dottore, arrivederci!"
"Arrivederci madame!"


Andrè aspettava trepidante che il dottore uscisse dalla camera, appena lo vide gli andò incontro e con tono ansioso, domandò: "Dottore, ditemi come sta mia moglie?”
“Rilassati Andrè, la malattia sta regredendo! ... Madame deve continuare a prendere le medicine regolarmente e qualche passeggiata in  più non può che farle bene..."
"Dite davvero!!"
"Tranquillizzati, vedrai che andrà tutto per il meglio. Tornerò  tra due  settimane." concluse stringendogli la mano.

"Grazie dottore, vado da lei!" disse in tutta fretta per precipitarsi nella sua stanza.


Erano l'uno di fronte all'altro, André la guardò con infinita dolcezza e impetuosamente le si gettò tra le braccia e la baciò.

“Finalmente Oscar, come sono felice! …”
Ancora un altro bacio .....

"André ... guarirò, lo sento ..."
Ennesimo bacio ...


"Oscar preparati, andiamo via.”
“Dove vorresti andare?”
“Al villaggio, ovvero nella piazza del mercato..."
"Perché vuoi andarci?"
" C’è una fiera, ed io voglio che tu venga con me.”
“Una fiera! Ma perché?”
“Desidero fare una passeggiata con te. Ci sei mai stata?”
“Beh si, qualche volta, quando eravamo di pattuglia …”
“Quindi, non ci sei mai andata! ... Su preparati, ti aspetto di sotto!”
 
"E va bene, faccio in un attimo!"  


Alain era nell’orto ad estirpare l’erbacce, quando vide Andrè con aria felice uscire di casa e dirigersi nella stalla.
Alain prese uno straccio che era appoggiato sulla staccionata e se lo passò tra le mani mani impregnate di terra, uscì dall’orto e lo raggiunse.


“Andrè, buone notizie? Cosa ha detto il dottore?”
“Sta meglio Alain! Non sai quanto sono felice!”
“L’avevo immaginato, te lo si legge in faccia. Sono felice per il Comandante.”
“Alain, parto domani mattina all'alba …”
“Per andare dove?”
“Dal generale a chiedere formalmente la mano di sua figlia.”
“Sarebbe ora! Se continuerete a indugiare, la creatura assisterà alle vostre nozze! In quel caso il vecchio avrebbe tutto il diritto di gridare allo scandalo e non te la farebbe passare liscia! ih ih ... Ma dimmi,  non hai paura che ti prenda a calci, amico?” “No! Non credo che lo farebbe e se dovesse accadere, non sarà certo peggio della pallottola che ho preso nel petto! .... Grazie Alain …”
“Grazie per cosa?”
“Per averle salvata sotto a quelle dannatissime torri. Se Oscar è viva, è solo per merito tuo!” Occhi negli occhi.
Alain perse la sua allegrezza e con tono pacato rispose: “Scusami per la mia sfacciataggine ma ti prometto che sarà l’ultima ....
"Cosa c'è Alain?"
"Andrè, falla felice ....”
Lunghi attimi di silenzio che fecero presagire quali fossero i veri sentimenti che nutriva nei confronti di Oscar.

André annuì esterrefatto.
Alain finse di trovare un’allegria che non sentiva, continuò: “Prendi la carrozza?”
“Si, porto Oscar al  villaggio.  Il dottore le ha concesso un poco di libertà, voglio che si distragga, è stata reclusa per troppo tempo!”
 
"Mi fa piacere..."

Una figura minuta lo stava aspettando sul ciglio di casa, la sua voce: “Andrè … sono pronta possiamo andare.”
“Arrivo Oscar! ..... Come vedi, mi sta aspettando! Ci vediamo dopo Alain.”
“Andrè …”
“Si....”
“Ti auguro di essere felice amico, te lo meriti!”
 
"Grazie Alain!"


Alain li guardò andare via con  malinconia, sottovoce farfugliò: “Che pazzo che sono, mi sono innamorato come un idiota di una donna inarrivabile! ... Oscar è la donna di Andrè, devo togliermela dalla testa!"
Si infilò pesantemente  le mani nelle tasche e con aria strafottente diede un calcio a un ciottolo.
Una voce gioiosa lo distolse dai suoi pensieri che lo fece voltare.
“Signore Alain …”
“Ah siete voi Anne, vi ho già detto che di Signore non ho assolutamente nulla, tanto meno l’educazione, quindi, chiamatemi semplicemente Alain e basta.”-
“Cosa avete, perché mi parlate in questo modo? Vi ho per caso infastidito?”
“No, voi non centrate nulla, scusatemi. Dovete dirmi qualcosa Anne?” “Io … ecco … no niente ... scusatemi.” disse scappando via piangendo prima che Alain se ne accorgesse.
 
 
 
 
 
 Fianco a fianco Oscar e André si aggirarono tra le vie.
Il villaggio era gremito di gente, alla fiera si vendeva di tutto: dalla frutta al bestiame.

“Andrè, la nonna prima di uscire, mi ha raccomandato di dirti che non devo stancarmi.”
“Lo sei?”
“No, per niente.”
“Meglio così, perché ho intenzione di vedere tutta la fiera! .. L’unico rammarico che ho, è quello di non poter camminare con te al braccio: pensa a cosa direbbe  la gente se ci vedesse in certi atteggiamenti, tu vestita con abiti maschili."
“A questo non ci ho mai pensato ma se credi di convincermi di vestirmi in altro modo, ti assicuro che non ci riuscirai.” “Indubbiamente sarà così, almeno finché entrerai nei tuoi vestiti ma dopo, sono sicuro che dovrai cambiare idea, Madame! Ih ih ih .....”

    "Ah ah ah .... Non ci sperare, lo sai ch sono un osso duro!"
    "Lo so, madame Grandier! Ah ah ah ..."

    "André, guarda quei cavalli, sono esemplari bellissimi! Andiamo a vedere, su presto!"
    "Em.. scusami Oscar, va pure, tra poco ti raggiungo ..."
    "Cosa ti succede André?"
    " "Nulla e che ho visto alcune cose che mi interessano, sai è per la prossima semina, faccio in un attimo!"
    "Va bene, ma fa presto, ti aspetto."
    "Non ci metterò molto ..."

André approfittò che Oscar si allontanò per avvicinarsi a un banco dove vendevano alcuni ciondoli. La sua attenzione andò a uno in particolare, era una perla a forma di cuore, si avvicinò al banco, lo prese e guardandolo con soddisfazione, tirò fuori alcune monete. “Prendo questo.” disse al commerciante, infilandoselo frettolosamente in tasca prima che Oscar lo vedesse.
"Bene Signore!"
Oscar cercò con lo sguardo André, lo vide arrivare.
“Andrè, non hai comprato nulla?"
"Em .. no! Credevo che ... Ma vedo che ci sono dei cavalli bellissimi!"
"Si, André guarda questi esemplari, sono stupendi!”
“E' un bellissimo puro sangue! ... Oscar fa molto caldo, hai sete?”
“Beh si, non lo nego ...”
“Ascolta, siamo vicini alla locanda di Pierre, prendiamo qualcosa da bere …”
“Andrè dimentichi che io non posso …”
“Non ci sono soltanto alcolici, possiamo prendere un succo di frutta, oppure una tazza di cioccolata, andiamo!”
 
 
 
 
L'osteria era gremita di gente, i due presero posto a un tavolo per gustandosi una tazza di cioccolata calda. Oscar soddisfatta esclamò: “Andrè è la prima volta che veniamo in una locanda a bere della cioccolata!”
“Um ... E’ vero! Ed è davvero squisita!”
  “A che ora pensi di partire domani?”
“Partirò alle prime luci dell’alba, voglio essere a palazzo quanto prima."
"Non hai preparato ancora la borsa."
"Non mi serve molta roba, porterò con me poche cose, voglio tornare prima possibile.”

    "... Spero che mio padre capisca ..."

“Su non fare quella faccia, vedrai che andrà tutto bene!”
“Andrè, desidero sposarmi qui ad Arras, voglio che sia una semplice cerimonia."
"Se è questo che desideri, non ho nulla in contrario e poi, questo posto mi piace moltissimo!"
" Scriverò alle mie sorelle, voglio che siano presenti al nostro matrimonio. Dall' ultima volta che ci siamo viste è passato tanto tempo, inoltre è tanto che non vedo i miei nipoti.”-
“Qualunque cosa tu desideri a me sta bene, ciò che conta e che tu diventi mia moglie!”
“Andrè non parlarmi e soprattutto non guardarmi in questo modo, la gente potrebbe pensare male!” esclamò divertita.
 
"Già, hai ragione! Se solo ti decidessi a indossare un abito come tutte le altre donne, non dovremmo più fare attenzione a questi piccoli dettagli! Ih ih ih ..."
 
"Cosa!"  
"Ah ah ... Su, finiamo di bere, voglio continuare a vedere la fiera!"  
"E va bene..."


Era sera, Andrè era in camera a preparare la borsa da viaggio mentre Oscar era sul balcone, guardava la luna con malinconia.
Dopo aver chiuso accuratamente la sua borsa, André le si avvicinò quasi in punta di piedi, le cinse i fianchi, l'abbracciò e posandole un bacio sul collo mormorò:" Sei particolarmente silenziosa, sei forse preoccupata?"
“Ma no, osservo la luna, stasera è così limpida che sembra quasi di poterla toccare!"
"Ne sei sicura?"
"Di toccare la luna?! Ah ah ah ..."  
"Oscar, hai capito perfettamente a cosa mi riferissi ..."
“Ecco ... Penso a tante cose … per favore Andrè torna presto!”
“Ci puoi giurare che lo farò!” disse sciogliendosi dal tepore del suo corpo poi, infilò la mano in tasca e prese la catenina che aveva comprato alla fiera.“Questa è per te amore.”
“Ma è una perla a forma di cuore!”
“So che non ti piacciono i gioielli ma spero che almeno questa la porterai con te come pegno del mio amore.” disse appuntandogliela al collo.
Oscar si portò la mano al ciondolo, sussurrò:“Il tuo cuore lo porterò sempre con me!”
 
Occhi negli occhi. I due innamorati si persero in un lungo bacio appassionato ......  
 
 
Alain era appena tornato dal villaggio, ubriaco e di cattivo umore, spalancò la porta di casa e si gettò rovinosamente sul letto.

"Maledizione ... sono ubriaco fradicio ed ho pure male allo stomaco! .... Non bevevo così tanto da un pezzo, che schifo! ... Nemmeno la compagnia di quella donna mi ha fatto dimenticare almeno per una sera il mio ormai ex Comandante! ... L’unica cosa che ho ottenuto e che sto peggio di prima, povero me, non ne posso più!... Che tortura vederla ogni giorno accanto al mio migliore amico .... Dio, aiutami a superare il mio tormento! ... Lo so che non sono un buon cristiano ma ti prego aiutami ..." farfugliò per poi addormentarsi. Nel cuore della notte Alain si svegliò di soprassalto sudato e ansimante, sentì il cuore battere all’ impazzata, si portò le mani alla testa e con disperazione rammentò di averla sognata.
"Non è possibile! ... Ho sognato di stringerla tra le braccia e di ... stare con lei .... Tutto questo è assurdo! ... Non posso restare più in questo posto, devo andare via e subito, altrimenti impazzirò. Vederla ogni giorno e perdermi nei suoi occhi è troppo anche per un Santo, figurarsi per me che di santo non ho proprio nulla!" disse fuori di sé raccogliendo le sue cose che infilò in tutta fretta in una borsa. "Ma prima di andare via, debbo scrivere almeno una lettera al mio amico, non sono un ingrato!"
Alain decise di lasciare Arras.

Montò a cavallo e partì a galoppo.
 
 
 
Non era ancora l’alba che un altro viaggiatore si apprestava a partire. Andrè con molta cautela cercava di non fare rumore, non voleva che Oscar si svegliasse. Prima di lasciare la stanza le diede un leggero bacio e prese la sua borsa da viaggio. Era davanti alla porta quando udì la sua voce: “Grandier, dimentichi che sono un soldato, come pretendi di uscire da quella porta senza svegliarmi!”
“Oscar, io volevo che riposassi …”
“Senza salutarmi?”
Si alzò dal letto e a passo deciso, si gettò tra le sue braccia, lui le accarezzo i capelli per poi baciarla appassionatamente.
“Tornerò presto, adesso però, torna a letto!”

Ancora un altro bacio.
"Mi mancherai Andrè!"  
"Anche tu ... amore! .... Ti amo ....."  
 
Stretti in un lungo abbraccio, si cambiarono ancora un altro bacio .....


Andrè scese in cucina per prendere le vivande che la nonna gli aveva preparato la sera prima, quando esclamò:“Nonna! .. Si può sapere cosa fai,in piedi a quest’ora?”
“Come avrei potuto lasciarti partire senza essermi assicurata che tu avessi preso tutto e sopratutto facessi colazione, nipote!"
"Su nonna non sono più un bambino, potevo pensarci anche da solo.”
“Su dai Andrè, vieni a fare colazione, è già tutto pronto, siedi!"
"Nonna, quante cose buone che hai preparato! Um .. che delizia!"
"Dimmi, sei pronto per affrontare il Generale?
“Per Oscar sfiderei chiunque.”
"Oh Nipote, sono orgogliosa di te!"
"Ehi nonna, adesso mi commuovi! ah ah ah...."
"Smettila Andrè di prendermi in giro! Piuttosto pensa a mangiare!"



"Adesso devo andare e tu torna a letto!"

"Andrè, hai preso tutto?"
"Si certo, ho tutto ciò che mi serve, sta tranquilla. Su dammi un bacio ..." disse abbracciandola per poi baciarla sulla fronte. " Ciao nonna!"
"Fa buon viaggio Andrè!”

" Tranquilla, vedrai, tornerò sano e salvo dall'incontro con il Generale!"
"Oh nipote, hai sempre voglia di scherzare!"


Andrè partì al galoppo lasciando Arras.
 
 
Viaggiò per tutto il tempo, fece appena qualche sosta per ristorarsi.
Il sole di fine Agosto era coperto dalle nuvole cariche di pioggia mentre Andrè era ormai arrivato a palazzo Jarjeyas. Varcò il cancello.


"Che strana sensazione che provo ... tornare in questo luogo mi fa un certo effetto eppure non è trascorso poi tanto tempo da quando sono andato via! Adesso sono qui per affrontare il Generale, tra poco entrerò a palazzo Jarjayes come futuro marito di Oscar."

Dopo aver tirato a galoppo Alexander, André entrò nell’ampio giardino potandolo al passo.
Portò l'animale nelle scuderie e lo legò.
Con passo lento ma deciso, percorse il viale che lo avrebbe condotto nell’atrio.


"Non c'è nessuno, che strano, forse è meglio che passi per la cucina, lì troverò certamente qualcuno! disse entrando. “Buongiorno Marì!”
“Andrè, sei tu! Ma che bella sorpresa! Come stai ragazzo?" /> “Bene Marì! Ma non c’è nessuno? Dove sono il Generale e Madame?”
“Sono alla reggia,torneranno questa stasera. Tu piuttosto come stai? Ho saputo che sei stato ferito gravemente .”
“E’ tutto passato Marì, ora sto bene …”
“Andrè figliolo ben tornato, come sono contento di rivederti!”
“Ciao Michel, come vanno le cose a palazzo?”
“Va tutto bene ma tu piuttosto, lo sai che ci hai fatto prendere un bello spavento?! Ci hanno detto che hai rischiato di morire ..."
"Ormai è tutto passato, sono vivo e felice!"
"Bene, mi fa piacere! Forza, dicci come sta madamigella Oscar? Madame Margherite ci ha detto che è stata davvero male!"
“Ora sta meglio Michel, il peggio è passato.”
Marì asciugandosi gli occhi al grembiule, ribatté: “Sono davvero felice per madamigella Oscar! André, non puoi nemmeno immaginare l'angoscia che abbiamo provato quando non abbiamo avuto più notizie. Vi credevamo morti."
"Su Marì, non è più tempo per le lacrime, ormai i brutti momenti sono passati."
"Si, certo, hai ragione ragazzo mio! ... André, preparo la tua stanza, metterò le lenzuola di bucato così potrai riposarti, immagino che avrai viaggiato per tutto il tempo."
"E’ vero sono stanco ma non rimarrò qui. Tornerò stasera …”
"Ma cosa dici Andrè, non vorrai alloggiare altrove!” “Vedete, sono successe molte cose dall’ultima volta che ci siamo visti e finché non avrò parlato con il generale, preferisco aspettare da un’altra parte.”
“Ma Andrè, tutti ormai sanno di te e di Madamigella Oscar, non è il caso di preoccuparti in questo modo!"

“Ascoltatemi, Oscar e io ci sposeremo, ed è per questo motivo che sono venuto, devo parlare con il Generale per chiedere la sua mano e non so che reazione potrebbe avere. Quindi, fino ad allora preferisco non rimanere.” Michel esclamò: “Hai ragione ragazzo, è meglio che torni stasera!”-
 
 
 
Prima di lasciare il palazzo, Andrè si recò in quella che un tempo era stata la sua stanza, fermo sul ciglio della porta guardava minuziosamente ogni angolo della camera, un tuffo al cuore, ricordi di un intera vita.
Precorse la lunga scalinata e si diresse nella camera che non molto tempo prima era appartenuta alla sua Oscar, con un nodo in gola l’aprì, lo sguardo cadde sul letto perfettamente in ordine.
"E pensare che in questa stanza ti ho dichiarato il mio amore in una maniera imperdonabile!.... Oddio, potrò mai perdonarmelo?... E poi, qualche mese fa qui, su quel letto sei stata mia! ... Quanti ricordi!" Con un nodo in gola chiuse dietro di sé la porta.

Ripercorse lo scalone, attraversò il salone, lasciò il palazzo per recarsi nelle scuderie, prese il suo cavallo e partì al galoppo.


Andrè in sella sul suo cavallo si aggirò per le strade di Parigi, un tuffo al cuore, ripensò agli avvenimenti che aveva vissuto nei giorni precedenti.

Non è possibile, che scenario! Ho l'impressione che gli scontri e la ribellione popolare non siano serviti a niente. Continua ad esserci il malcontento e la povertà ad ogni angolo di strada. A peggiore il tutto sono le diverse palazzine che sono state colpite dai cannoni della Bastiglia, vedo solo un mucchio di macerie! .... Arras è ben lontana da tutto questo. Parigi, purtroppo, vive una brutta realtà, poveri parigini!"pensò mentre continuava a girovagare per le vie.

Andrè decise di fermarsi in una locanda di periferia, entrò disse al ristoratore: "Ho bisogno di una stanza per qualche ora .."
"Perfetto! Ho quello che vi serve signore! Lenzuola pulite e una bella donna per scaldarvi il letto!"
" No, avete frainteso: ho bisogno di riposare e non mi serve altro."
"Ne siete davvero sicuro signore? Vedo che siete un gentiluomo distinto ed io posso offrirvi una donna pulita e a modo."
"Non è il caso che insistiate, vi ho detto che ho bisogno di riposare."
"E va bene signore, come desiderate ma non sapete cosa vi perdete!" l'oste disse al garzone. " Accompagna il nostro ospite nella camera tre."
"Venite con me signore!"
 

Il ragazzo tirò fuori la chiave, aprì la porta e disse: " Prego signore, accomodatevi, questa è la chiave della vostra stanza, buon riposo!"
André tirò fuori una moneta e porgendola al garzone, rispose: "Grazie!" Diede la mandata alla porta, posò la sua borsa sul tavolo, si tolse gli stivali e gettandosi pesantemente sul letto, mormorò: "Come sono stanco!" poco dopo si addormentò.


Era pomeriggio inoltrato quando André fu svegliato dal rombo di un tuono susseguito da un lampo che squarciò il cielo, poco dopo la pioggia si abbatté violentemente sulla città.
Pigramente André si alzò dal letto, chiuse la finestra e scese di sotto, si sedette ad un tavolo e ordinò qualcosa da mangiare.
Una ragazza di bel aspetto e con atteggiamenti volgari, gli si avvicinò, e passandogli la mano tra i capelli, disse: “Bel giovane, ti andrebbe un poco di compagnia?"
Andrè prese le sue mani e con garbo l'allontanò.
La ragazza rifiutata da primo avventore, si avvicinò a un secondo cliente che era seduto in un angolo a tracannare vino.
"Signore volete che vi porti in paradiso?"
"Che domanda! Certo che lo voglio madame, su venite qui e sedetevi sulle mie ginocchia, sono un gentiluomo, almeno un tempo lo ero!"
"Ma cosa dite!! Voi avete l'aspetto del gentiluomo!" rispose passandogli la mano sul viso."Ora che vi guardo bene, avete dei lineamenti molto delicati ..."
“Su Madamigella venite qui, ho bisogno di voi!”
Andrè udì una voce familiare, si voltò e guardando l'uomo che era alle sue spalle, mormorò: "Ma è Girodelle! ... Ed è ubriaco fradicio, come si è ridotto!"
Il capitano della guardia reale si alzò dalla sedia avvinghiato alla ragazza e salendo al piano di sopra farfugliò tra i fumi dell'alcol:" Siete quasi bionda come il mio amore perduto, spero che mi facciate felice madame!"
"Sono tutta vostra, mio bel giovane!" rispose la giovane mentre si chiusero in una delle stanze.



La pioggia cadeva a dirotto mentre Andrè seduto al tavolo aspettava pazientemente che smettesse di piovere per poter far ritorno al palazzo. Dopo minuti di attesa, André vide entrare un piccolo gruppo di uomini stretti nelle loro cappe e bagnati fradici.
Andrè, li riconobbe, esclamò: “Bernard, Robespierre!”
“Andrè tu qui?”/> “Andrè, come sta Rosalie?”
“Sta tranquillo Bernard, tua moglie sta bene.”
“Vedo che ti sei perfettamente ripreso. Ma dimmi, Oscar come sta?”
“Ora sta molto meglio Bernard.”
“Cosa c’è perché sei qui Andrè per caso ti annoiava la vita tranquilla di Arras? “Niente affatto, anzi! Sono qui per risolvere alcune questioni.”
Robespierre incalzò: “Mi fa piacere rivederti in salute, l'ultima volta che ti ho visto, stavi davvero male, sinceramente credevo che non ce l’avresti fatta.”
“E' tutto passato Robespierre! ... Ma raccontami, come vanno i lavori dell'assemblea?”
“Due settimane fa,l’assemblea ha votato il decreto per l’abolizione del sistema feudatario, ti assicuro che questo è solo l’inizio. Ci saranno nuovi cambiamenti nel sistema, la monarchia dovrà cedere! Piuttosto Andrè, Bernard mi ha detto con mia grande soddisfazione che ad Arras in qualche modo ci avete preceduti! Avete abolito il sistema feudatario e Oscar ha fatto risanare il villaggio!”
“Ha soltanto fatto ciò che riteneva giusto.”
" Però ... e pensare che Arras è in mano a degli eroi! Nessuno di noi ha dimenticato quello che ha fatto l’ ex Comandante della Guardia Reale: ha salvato gran parte di Parigi risparmiando un infinità di vite umane, non è cosa da poco! ... André, come ho detto a Bernard qualche giorno fa, Oscar ha salvato la sua famiglia dalle persecuzione …”
“Che cosa intendi dire Robespierre?
Bernard continuò: “Te lo spiego io: Oscar non è perseguitata dalla famiglia reale per l’antica amicizia che la lega alla Regina; anche la sua famiglia ha ottenuto la protezione e il favore delle Loro Maestà. Non dimentichiamo, che il re ha ancora il potere in mano, se solo lo volesse la farebbe arrestare. D’altra parte, Oscar schierandosi con i rivoltosi, ha ottenuto la benevolenza dei rappresentanti del terzo stato, quindi come ti diceva prima l’amico Robespierre, la famiglia Jarjeyes è intoccabile in entrambi gli schieramenti. Sono gli unici nobili che non subiranno alcun tipo di persecuzione.
Andrè annuì.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Confronto ***


 
Confronto

Era quasi l’ora di pranzo, Joland e Adeline si davano un gran da fare per servire a tavola.
Oscar era seduta stancamente in un angolo del giardino quando vide arrivare la nonna.

“Oscar, è pronto in tavola, vieni che si fredda!"
“Va bene nonna, adesso arrivo.”
“Su bambina, cos’è quella faccia?! E’ mai possibile, che tu stia già in pensiero per quel furfante di mio nipote che è appena partito?"
“Ma no, cosa dici nonna! Sono solo un po’ stanca. Mi sono svegliata all'alba quando Andrè è partito e non sono più riuscita a dormire, tutto qui!” disse alzandosi goffamente.
"Oscar cosa ti succede, perché ti aggrappi in quel modo al tavolo per alzarti? Stai male, hai la febbre?"
"Ho un leggero capogiro, credo che sia dovuto alla stanchezza ...."
“Umm ... dopo aver pranzato, andrai dritto in camera tua per riposare."
" Si, nonna, ne sento davvero il bisogno!"  
"Certo! Ma adesso andiamo a mangiare!"  


Sedute a desinare, Oscar notò il posto vuoto che solitamente occupava Alain, disse: “Nonna, perché Alain non è qui?”
“Non ne ho idea, però, non l'ho visto per tutto il giorno!"
"Forse, è andato al villaggio e magari si ferma all'osteria!"
"Non credo. Solitamente, Alain avverte quando decide di pranzare fuori! ... Comunque, non l'ho visto per tutto il giorno, chiederemo a Joland se sa qualcosa di lui! ...Ah eccola che arriva!" “Madame Oscar, scusate se vi disturbo ..."
"Joland, cosa succede?" "Forse è andato al villaggio!"
" No Madame! Nessuno l'ho ha più visto da ieri sera e così mio marito, è andato a cercarlo nel suo alloggio ma di lui non c'è alcuna traccia. Però sul letto ha trovato questa lettera indirizzata ad Andrè.”disse porgendola. “Non capisco,cosa significa? ”
“E’ chiaro Madame, Alain è andato via, ha lasciato la tenuta.”
“Ma come, senza dire nulla! ... Ma ne sei sicura Joland?"
 
Si Madame, non ci sono nemmeno le poche cose che aveva con sé!"  
" Davvero strano! Perché Alain è andato via in questo modo?!"
Nanny mormorò: "Quel ragazzo non sta affatto bene ..."
"Nonna cosa intenti?"
"Umm ... aspettiamo che arrivi André per aprire la lettera, comunque una mezza idea io l'avrei. Mangia bambina che si fredda!"



Palazzo Jarjayes

Il sole tramontava, la carrozza su cui viaggiavano Margherite e il generale fece ritorno al palazzo. Il cocchiere fermò la vettura davanti al portone.
 Il generale fu il primo a scendere, porse la mano a sua moglie, disse:"Vieni cara, entriamo in casa."
"Grazie!" 
"Margherite hai l'aria affranta, forse non stai bene?"
"No Augustin, voglio rimanere un poco qui, seduta alla poltrona."
Il generale si avvicinò al tavolo degli alcolici, domandò: " Vuoi qualcosa da bere?"
“No grazie Augustin, mangio qualcosa e poi vado a letto.”
“A quest’ora? Ma è ancora presto!
“Sono stanca. E' dall’alba che sono sveglia! ... Augustin hai visto anche tu cosa sta succedendo a Versailles …”
“Già... quasi tutti i nobili hanno abbandonato la famiglia reale! ... Coloro che un tempo hanno ottenuto i loro favori, si sono allontanati deliberatamente ....... Li hanno abbandonati!” esclamò sorseggiando nervosamente.
Dei passi, una voce:“Scusate Generale …”
“Cosa c’è Michel?
“Stamattina è venuto Andrè …”
“Cosa? Andrè è stato qui? Ma ne sei sicuro?!! Voglio dire, tu lo hai visto?
“Certo Generale! Abbiamo parlato e ha chiesto di voi.”
Lo sguardo di Margherite era felice e al contempo spaventato, sussurrò: “Oscar!... Michel, è successo qualcosa a mia figlia?”
“No, no Madame tranquillizzateVi! Madamigella Oscar sta bene. André è venuto per parlare con il Generale …”
“Vuole parlare con me!!” “Sissignore!"
“Dov’è adesso?”
“Quando gli ho detto che sareste tornati in serata, non è voluto rimanere, ha preferito andare altrove per riposare …” 
“Cosa? Ma che storia è questa? Almeno ti detto quando tornerà? “Sarà qui in serata.”
“Va bene! Appena arriva, mandalo nello studio.”
 
"Sissignore!"  


All’imbrunire della sera, Andrè varcò nuovamente il palazzo Jarjeyes. Legò il suo cavallo e a passo spedito si incammino verso l’ingresso.

 
 
“Andrè, Andrè, figliolo … I Padroni sono qui! Il generale ti sta aspettando  nello studio. Buona fortuna ragazzo!”
“Grazie Michel …”
André fece un respiro profondo e attraversò l'ala est del palazzo che l'avrebbe portato dal Generale.

Margherite, lo attese nell’ anticamera, vedendolo arrivare, gli andò  incontro e senza alcun convenevole, domandò: “Andrè, dimmi come sta Oscar?”
“Madame, ieri l'ha visitata il dottore, mi ha assicurato che è in via di guarigione.”
“Oh Andrè come sono felice! ... Michel ci ha detto che sei  qui per parlare con Augustin, immagino che chiederai la mano di mia figlia, vero?”
“Si Madame, sono qui per chiedere la sua mano! ... Madame, non avrei mai immaginato che un giorno avrei osato tanto con Voi e il Generale!”
“No, Andrè, non parlare in questo modo! Sei tutto ciò che mia figlia desidera,  ed io non posso che essere felice! E adesso va, Augustin ti sta aspettando. Mio marito ha già intuito il motivo della tua visita, non farti intimorire dal suo atteggiamento, lui non aspetta altro.”
"Grazie Madame, siete davvero un Angelo!" disse baciandole la mano.

A passo deciso, André raggiunse la porta, ancora un respiro profondo, per nascondere l'inquietudine.
 Un tocco.
Una voce severa giunse da dietro la porta.

“Ti stavo aspettando, entra!”
Il Generale era seduto alla scrivania, la mano stringeva nervosamente la pipa fumante.
Un passo, un altro e un altro ancora. Erano di fronte, l’uno all’altro.

“Buona sera signor generale.”


Sguardo accigliato e severo quello dell’uomo.
Ci furono attimi di silenzio.
“Signor generale devo parlarvi di Oscar …”
Occhi negli occhi.
Il Generale tacque, si alzò in piedi e diede le spalle ad Andrè dirigendosi verso la vetrata.
Ancora qualche boccata, ancora silenzio.
 
Il generale intuì che Andrè aspettasse che lui si voltasse.
 
Erano nuovamente faccia a faccia.

“Signore, sono qui per avere la vostra approvazione, Oscar ed io presto ci sposeremo!"
Il generale irruppe con voce severa e carica di rimprovero: “Era ora!! E' già da un pezzo che attendevo la tua visita! ... Vivere insieme, nella vostra condizione, senza essere sposati e per giunta con un bambino in arrivo, è inaudito!! André il vostro modo di fare, mi da enormemente fastidio. Nessuna delle mie figlie ha osato tanto! …”
Ancora sguardo nello sguardo, Andrè gli sorrise e gli porse la mano.
" Avete ragione Signor Generale, mi dispiace di avervi deluso..."

Gli occhi severi di Augustin si rabbonirono, un attimo di esitazione e il gesto fu contraccambiato.
“Grazie Signor Generale per la vostra comprensione!”
Margherite fece capolino, Augustin appena la vide, disse : “Vieni avanti, dobbiamo brindare all’ unione di Oscar e Andrè.”
"Augustin, come sono felice!" esclamò Margherite commossa.
Il generale prese tre calici, li riempì, porse il primo a sua moglie, il secondo ad Andrè e infine l’ultimo era per lui, disse: “So perfettamente che Oscar, può essere felice solo accanto a te ma una cosa voglio dirti, in futuro spero che tu non venga a lamentarti per il temperamento di mia figlia. Tu la conosci fin troppo bene, non è una donna come le altre, non sarà mai una moglie arrendevole e sottomessa.” “Lo so Signore! La conosco da sempre e la voglio esattamente così com’è. Forse, è per questo motivo che ne sono pazzamente innamorato!”
“Era quello che volevo sentirti dire! ... Vi auguro di essere felici!”

"Grazie, Signor Generale!"

Dopo aver sorseggiato il vino, Andrè tirò su lo sguardo e vide il ritratto di Oscar, sollevò il calice sorrise, pensò: “A te, amore.”
 
 
 
 
Augustin, Marguerite e André erano a tavola per la cena.
Tra i tre si stabilì l’antica armonia di un tempo ma adesso c’era un motivo in più per sentirsi rallegrati: la loro riconciliazione e il matrimonio dei due giovani.

Andrè, come sta Oscar?"
"Meglio Signore! Il dottore l'ha visitata ieri mattina, mi ha detto che Oscar risponde bene alle cure!" "
"Sono contento, Andrè! ....... Andrè ..."
"Sissignore ..."
" Vi state occupando di Arras, vero?"
"Si, Oscar ha fatto risanare il villaggio ...."
"Si, lo so. Ho saputo che i contadini sono felici di averla come padrona."
"Sissignore, è così!"
" Immagino! ... Lei è sempre stata ... generosa, nulla a che vedere con suo padre! ... Riconosco che in questo assomiglia a sua madre!"
André annuì.
Margherite continuò: "André, ho fatto preparare la tua stanza, quando lo desideri puoi andare a riposare. Immagino che tu sia stanco."
" Grazie Madame! Andrò a dormire presto, ho intenzione di partire domani mattina alle prime luci dell'alba!"
" Si, certo André, capisco!"
Bene, se non Vi dispiace, vado ... in camera mia."
“Aspetta Andrè stasera abbiamo parlato di tutto ma non di ciò che mi sta più a cuore.”
“A cosa vi riferite Signore?”
“Al vostro matrimonio naturalmente!”
“Generale, Oscar ha espresso il desiderio di invitare le sorelle, desidera che la famiglia si riunisca nuovamente!"
"Bene André, è ciò, che desidero anch'io!"
E poi, desidera sposarsi ad Arras ..... ”

“Cosa!!! Andrè, tutti i matrimoni delle mie figlie si sono celebrati nella cappella dei Jarjeyes, non vedo il motivo perché lei non debba fare altrettanto!”

Signore io ....!"
" Andrè, forse non ti fa piacere che le nozze si celebrino qui a palazzo?"
" No, no Signore, cosa dite! A me, interessa solamente sposare Oscar, il resto non mi importa!! ... E solo che ..."
" André che sia chiaro: le nozze avverranno qui e non ad Arras!" “Augustin caro, ti prego calmati! Rimandiamo a dopo questo piccolo dettaglio, ciò che conta che nostra figlia stia bene e che sia felice! Ora dobbiamo prepararci per la partenza, Oscar ci aspetta! ... E poi Augustin, avete cose più importanti di cui parlare. Andrè, saremo ad Arras tra qualche giorno, riferisci a mia figlia che rispetteremo la sua volontà. Se desidera una semplice cerimonia così sarà, il resto vedremo in seguito, vero Augustin?”

"Marguerite ..."
"Ne riparliamo dopo caro, adesso André ha bisogno di riposare!"
“ Signor generale, partirò domattina mattina molto presto, credo che non avremo modo di vederci! ... Generale, vi ringrazio e vi aspetto ad Arras!”
 
Marguerite ribatté: "Fa buon viaggio Andrè! E da un bacio da parte mia a mia figlia!"
" Si, certo Madame!"  


Era notte fonda. André era nel suo letto e il ricordo di una notte d’amore passata con lei, gli impediva di addormentarsi. Tese il braccio e appoggiandolo sul cuscino, mormorò: "Oscar, quanto mi manchi! .... Non riesco a dormire senza di te!... Ho l'impressione di sentire il tuo profumo ... mi sento terribilmente solo ......."


André si svegliò alle prime luci dell'alba, decise di partire per tornare quanto prima dalla sua Oscar.
 
Sotto il sole cocente di fine estate, Andrè in groppa al suo cavallo, percorreva la strada che l'avrebbe portato ad Arras.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Discussione tra innamorati ***


Discussioni tra innamorati
 
Nanny era indaffarata a preparare un dolce per il pranzo mentre Oscar era seduta a tavola a sorseggiare l’infuso medicinale.

“Mi chiedo cosa sia accaduto a quel ragazzo che è andato via senza dire nulla!”
“Nonna, nemmeno io riesco a capire perché Alain si sia comportato in questo modo. Credevo che si trovasse bene alla tenuta, invece ci ha lasciato senza dare alcuna spiegazione.”
"Capisco che avesse un mucchio di problemi ma un saluto poteva anche farlo."

Anne entrò in cucina, ascoltò la conversazione e con aria smarrita domandò:“Cosa avete detto? … Il signor Alain ha lasciato la tenuta! Ma ... non capisco, perché è andato via?
“E chi lo sa piccola! Stamattina Lucien non vedendolo arrivare, è andato a cercarlo a casa sua ma di lui nessuna traccia, non ci sono nemmeno i suoi effetti personali. Ha lasciato soltanto una lettera indirizzata ad Andrè.”

Gli occhi di Anne si riempirono di lacrime e scappò via.
“Nonna, ma cosa le prende, perché Anne ha reagito in questo modo?”
“Ma com’ è possibile, che non ti sia resa conto che quella ragazza ha perso la testa per quel bellimbusto di Alain e lui nemmeno la vede! ...Visto che siamo in tema, ti dirò di più, Alain è innamorato senza essere corrisposto di un'altra donna!
"Cosa hai detto nonna?! Alain è innamorato!
" Oscar, quel ragazzo è poco giudizioso visto che ha perso la testa per la donna di qualcun’ altro!” “Ma nonna come fai a sapere certe cose?”
"Sei una donna ma manchi di esperienza. Bastava guardarlo in faccia, per capire che moriva d’amore dietro a una gonnella e non era certo per quella di Anne!... Sono sicura che prima o poi, quella ragazza sarebbe finita nei pasticci se Alain fosse rimasto ancora qui. Tutto sommato è stato un bene per tutti che sia andato via …”
"Ma nonna, io non ti capisco, hai detto che Alain è innamorato di una donna che a quanto pare non lo corrisponde ..."
“Non fare quella faccia Oscar, se vuoi saperla tutta, io ho notato come ti guardava …”
Oscar scattò in piedi stizzita, digrignò: “Cosa! Non dire assurdità!”
“Le mie non sono assurdità ma tu sei completamente cieca.
 
Nonna, io non so perché, parli in questo modo! Alain non ...."
"Cosa Oscar!! Ma se era sotto lo sguardo di tutti che sbavava quando ti era vicino! Sono sicura, che anche mio nipote se ne sia reso conto. L'unica a non averlo capito sei tu!!"

Lo sguardo cadde nel vuoto, un ricordo lontano imperversò nella sua mente: “Tempo fa, anche Andrè, mi ha detto la stessa cosa ma poi è passato così tanto tempo che non ci ho più pensato e poi, Alain non mi ha dato mai modo di sospettare una cosa simile. Però, quella volta in caserma che mi ha … baciata … ma  ho pensato che fosse un modo per infastidirmi e convincermi ad abbandonare il mio incarico ... dopo di ché non mi ha più mancato di rispetto, anzi, mi ha difeso da Girodelle e soprattutto mi ha salvato ... la vita. Mi chiedo se è mai possibile che le cose siano arrivate fino a questo punto! ”
 


“Sei silenziosa, stai pensando a quello che ti ho appena detto, vero?”
“Quello che hai detto nonna è assurdo, ed è meglio che non ne faccia parola con nessuno e tanto meno con Andrè! Non sopporto la sua gelosia, visto che non ne ha alcun motivo!” disse sedendosi nuovamente.
"Su, non reagire in questo modo e finisci di bere la tua medicina!"
"Si... certo ..." rispose titubante.

La nonna continuò a rassettare la cucina mentre Oscar fu assorta nuovamente dai suoi pensieri che non sentì qualcuno entrare ed essersi fermato  alle sue spalle. Era André che in punta di piedi le  si accostò, si reclinò e le diede un bacio sul collo.
Oscar sussultò, si girò appena, intravide delle ciocche scure e alzandosi di scatto si gettò tra le sue braccia, esclamò: "Andrè sei tornato!"
“Se questa è l’accoglienza che mi riservi ogni qualvolta che vado via, vuol dire che partirò più spesso! Ih ih ....”

“Sei già di ritorno nipote?! Credevo che ti intrattenessi più a lungo a palazzo.”
“Non avevo alcun motivo di rimanere ancora, dato che ho portato a termine la mia missione!”
“Oh ma senti come parla, neanche se avesse fatto chissà cosa!”
Oscar gli prese la mano e avvicinandosi al tavolo, disse: “Per essere qui tanto presto, significa che hai viaggiato senza riposarti. Su vieni, mangia qualcosa!
“Ho fatto giusto qualche sosta per far riposare il cavallo e ammetto di averlo sfiancato per arrivare prima possibile. Non vedevo l’ora di tornare da te ... mi è bastato trascorrere una notte in solitudine per convincermi a ripartire immediatamente. Oscar non puoi nemmeno immaginare quanto mi sei mancata, soprattutto stanotte!”
La nonna con tono severo, borbottò: “Andrè! ... Ma dico, non puoi almeno aspettare che io esca? Piuttosto nipote parliamo di altro, com’è andata con il Generale?”

"Nonna è così che accogli tuo nipote? Non mi hai preparato nemmeno una fetta di torta!"
“Certo che l'ho preparata ma la devo ancora cuocere!"
Oscar incalzò: "Dai Andrè cosa aspetti a parlare! Mio padre disapprova, vero?! E magari ti avrà umiliato, dicendoti che sono la vergogna della famiglia Jarjeyes...”
“Ti sbagli, niente di tutto questo, anzi, se proprio lo vuoi sapere, quando gli ho chiesto la tua mano che tra l’altra la stringo già, mi ha detto testuali parole: “Andrè era ora che vi decideste, la vostra situazione mi infastidisce. E poi ha aggiunto, nessuna delle mie figlie ha osato tanto quanto Oscar...”
"Cosa!"
"E non guardarmi così! Dovevi vedere che faccia avevo, quando tuo padre mi ha parlato in questo modo. Giuro che mi sono sentito terribilmente in imbarazzo. Certo  non possiamo negare che non abbiamo rispettato le regole della buona decenza, come direbbe la nonna!”
“Una volta tanto nipote debbo darti ragione! Pensa se un giorno aveste una figlia e facesse quello che avete fatto voi due! Tu Andrè, ti garantisco che non faresti certo salti di gioia. Quindi abbiate un po’ di comprensione per il povero Generale!"
"Ma nonna ..."
"Meglio che non aggiungi altro nipote, e poi, sarebbe inutile discutere all'infinito. Meglio che vi lasci, ho altre faccende da sbrigare, a dopo!"
"A dopo nonna ..."


“Andrè, davvero mio padre non si è opposto al nostro matrimonio?”
“Assolutamente no. Lui n’è felice! ... E non è tutto... tuo padre ha aggiunto che sono praticamente un eroe a prenderti in moglie! Ih ih ih ...”
“Cosa!"
"Beh, più o meno questo era il senso."
Immagino che alludesse al mio modo di vedere le cose!”
“Io direi invece che si riferisse alla tua testardaggine, alla tua irruenza e al tuo spirito libero, forse meglio dire ribelle! Ah ah ah..."
Indispettita, ribatté:“Evidentemente non ti conosce quanto me!! Lui pensa che tu sia una specie di Santo e poi, parli come se non avessi difetti.”
“Su Oscar non ti arrabbiare.”
“Non ti sopporto quando fai così Andrè!” esclamò alzandosi di scatto.
Lui, l'afferrò per la mano la tirò prima a sé e poi, la fece indietreggiare spingendola lentamente alla parete.
“Si può sapere dove credi di andare Madame Grandièr?"
"André non credi di aver detto abbastanza?"
"Niente affatto, non ho finito. I tuoi genitori saranno qui tra qualche giorno e se, non ti trovassero, penserebbero che tu non abbia più voglia più sposarmi, allora si, che tuo padre griderebbe allo scandalo e morirebbe di crepacuore a causa tua! E’ questo che vuoi Madame Grandièr?!!”
"Andrè smettila di dire stupidaggini!"
"Oscar non scappare ... non ti resisto, voglio baciarti ...."
"Andrè ... la ... lasciami ... sei davvero prepotente!"
"Non quanto te, Madame Grandier ...." ribatté impadronendosi delle sue labbra. Oscar si sciolse in un bacio tenero e appassionato .....


In quel momento entrò in cucina Adeline che immediatamente indietreggiò.



Ancora bacio, una carezza, parole appena sussurrate: “Oscar ... ora dobbiamo stabilire la data del matrimonio … e decidere dove celebrare  la cerimonia.”
Ancora un altro bacio ....
Lei si allontanò bruscamente e ribatté:“Come sarebbe a dire, dove dobbiamo celebrare il matrimonio? Ma qui, naturalmente! Avevamo deciso che ci saremmo sposati ad Arras, o sbaglio?”
" Vedi Oscar, non so come dirtelo ma ..."
“Cosa c'è Andrè, perché hai quella faccia?”
“ Oscar, tuo padre desidera che ci sposiamo nella cappella di famiglia.”

“Co ..cosa Andrè!! Lui vuole questo?”
“Si, Oscar, lo desidera davvero e non transige!”
“Ma come! ... Tu cosa gli hai detto?”
“Assolutamente niente.”
“Come sarebbe a dire niente?! Andrè, dovevi dirgli semplicemente che ci sposeremo qui!”
“Credimi, glielo detto ma lui non vuole sentire ragioni. Sai, com'è fatto! … E poi, mi ricorda qualcuno di mia conoscenza …”
"Smettila André!! Continui a prenderti gioco di me?"
" Ma no, perché dovrei! ...Ammettilo, avete lo stesso temperamento. Lui non vuole sentire ragioni e tu nemmeno."
"Però André..."
Oscar ma cosa potevo dirgli? "
Non è possibile!" rispose dandogli le spalle.
Andrè le passò davanti fronteggiandola.
Lei strinse i pugni e con alterigia protestò: “ Così penserà, che sono sempre io la ribelle che gli  contesta qualsiasi cosa! Insomma Andrè,  potevi dirgli che non è solamente un mio desiderio ma anche il tuo!"
"Ma come facevo, spiegamelo!"
"Bell’aiuto che sei!”  
“Ascoltami Oscar, ero cosi felice per il suo assenso che ho dimenticato ogni cosa e …”
“Bella scusa la tua! Intanto quando sarà qui, avremo un  motivo in più per discutere.”
“Dai su, non ti arrabbiare! ... Vieni qui ... abbracciami.”
“Non sono arrabbiata e solo che non è giusto …”
Andrè la baciò impedendole di parlare ancora. Oscar fuori si sé puntò le mani al suo petto nel tentativo di divincolarsi ma la bocca impudente di André la esigeva con prepotenza, ed Oscar non poté che cedere a quel bacio lungo e appassionato.......

Questa volta fu la nonna ad entrare in cucina che appena li vide scambiarsi un bacio ardente, spalancò gli occhi sotto le lenti, smorzò un sorriso e in punta di piedi uscì, tirando a sé la porta silenziosamente.

 
Andrè la condusse in giardino, si sedettero su una panchina all’ ombra di un cespuglio, la strinse a sé, le accarezzò il ventre e con tono pacato domandò: “Come ti senti? Il nostro bambino è ancora irrequieto?
“No, sto bene Andrè, sto bene! .... Abbracciami, stringimi forte ....”
“Se continui  a stringermi in questo modo, sarò costretto a portarti di sopra e data l’ora di pranzo non mi sembra il caso di scandalizzare ancora la nonna, almeno fino al nostro matrimonio.”
Ancora carezze e baci ......
 
 
“Andrè dimenticavo, Alain è andato via …”
“Come sarebbe a dire che è andato via! E’ successo qualcosa in mia assenza?”
“No, non credo! Aspetta, ho in tasca la lettera che ha lasciato per te! .... Eccola qui!"
"Cosa è scritto?”
“Non lo so, non l'ho aperta, su avanti, aprila!”
“Ma, non ti ha nemmeno salutato?”
“No, è andato via senza dire nulla.”

"Ummm ....."


“Amico mio, ormai mi sono ristabilito, non ho più la necessità di rimanere. Mi conosci, sono uno spirito libero. Ho deciso di tornare a Parigi, nella casa dove un tempo ho abitato con la mia famiglia.
Credo che mi arruolerò nuovamente.
Aspetto l’invito del tuo matrimonio, ti prego saluta il Comandante per me, io non posso farlo. A presto!
Il tuo amico Alain.



“Allora Andrè, cosa ha scritto?”
“Tieni, leggi! ... Ho l'impressione che la sua, sia più una  fuga che una partenza!”
"Non ti capisco ...."
André annuì, il suo pensiero era rivolto al suo amico: “Alain è andato via perché è innamorato di Oscar, ne sono sicuro!
E’ viva grazie a te,  ti sarò riconoscente per tutta la vita!”

25 Agosto 1789


Era pomeriggio inoltrato, André e Oscar erano distesi sul prato, i loro sguardi erano rivolti al cielo ormai rosso.
André tese il braccio e avvolgendo i fianchi Oscar, esclamò: “Oscar hai freddo, stai tremando, meglio tornare a casa!”
“No, Andrè, sto bene, voglio rimanere ancora! ... Andrè tra non molto arriverà l’autunno, quante cose sono accadute negli ultimi mesi.”
André fece un respiro profondo, si alzò,le  porse le mani, disse: "Su dai, non pensiamo agli avvenimenti passati, soprattutto a quelli tristi! ... Adesso ci siamo solo noi e dobbiamo pensare al nostro futuro! Oscar, desidero essere felice con te!" disse guardandola negli occhi, facendola indietreggiare, fino ad appoggiarla con la schiena all'albero.
“Cosa fai Andrè?”
“Sei bellissima e ho voglia di baciarti e poi, non voglio che tu mi sfugga.”
"Andrè, non vedo perché dovrei fuggire da te! ...Ti amo Andrè, ti amo tanto ......"
 

 
“Oscar, di qui non andiamo via, se prima non decidiamo la data del nostro matrimonio.” “Andrè, che ne dici se ci sposassimo tra due settimane! Così diamo tempo alle mie sorelle di organizzarsi per il viaggio."
"Ma non avranno tempo a sufficienza per organizzare la partenza, come credi che potranno farcela in così poco tempo!"
"Vedi Andrè, credo che abbiano già ricevuto la mia lettera. Ho scritto loro poco dopo che tu mi hai chiesto di sposarmi..."
"Dici davvero?"
" Certo! Quindi, avranno tutto il tempo di giungere in tempo! ... Adesso mancano solo che ... arrivino i miei genitori, sempre che mio padre non abbia cambiato idea!”
“Tranquillizzati, vedrai che saranno qui da un momento all’altro. Ti prego Oscar evita qualsiasi   discussione con lui e ricorda, che è tuo padre a fare il primo passo!"
"Si ... lo so ..."
"Me lo prometti?"
"Si, te lo prometto Andrè!"
 
 

“La cena è in tavola.” “Grazie, ora arriviamo Joland!”
 
Oscar e Andrè erano seduti a tavola in compagnia della nonna, che scrutandola con attenzione, disse: “Oscar hai l'aria stanca ....”
“Si, è vero! Non so spiegarmelo ma ultimamente ho sempre voglia di dormire, nemmeno quando pattugliavo le strade di Parigi ero così stanca! Ti assicuro nonna, che i turni di guardia sono davvero massacranti. Che strano, adesso dormo molto di più, non faccio nulla e ho sempre sonno!”
“E' la tua condizione che ti fa sentire in questo modo! Ma ti sembra poco  portare in grembo un bambino?!! Anche se non si vede ancora, sei già al quarto mese!”
Andrè sorrise e disse: “ Quando non entrerai più nei tuoi abiti,finalmente avrò il piacere di vederti vestita da donna."
“Veramente ... io non ci ho ancora pensato. Credo che quando arriverà quel momento, dovrò adeguarmi .... in qualche modo.”
“Adeguarti Oscar? Non penserai di entrare per tutto il tempo della gravidanza nei tuoi vestiti?!! Se è così, sarebbe davvero impensabile!"
La nonna ribatté:“ Un momento Oscar, prima di quel momento dovrai indossare un altro abito, mi riferisco ovviamente al tuo abito da sposa."
"Il mio abito da sposa! Già dovrò provvedere...."
"Certo che dovrai provvedere, non vorrai mica sposarti in alta uniforme?”
“Nonna adesso anche tu mi prendi in giro come Andrè?”
“Niente affatto piccola mia! Dico solamente che dovrai avere un abito degno per l’occasione.”
Andrè ribatté:“A questo proposito, non devi preoccuparti, tua madre ha già incaricato madame Beltran per l’evento.”
“Che sia ben chiaro dovrà essere un abito molto semplice senza fronzoli e soprattutto senza panier, altrimenti, mi sposo davvero in alta uniforme!"
"Ah ah ah ah ... Questa poi Oscar!"
"Santo cielo Oscar, ma cosa dici! In alta uniforme?"
"Dai nonna, l'ho detto tanto per dire, vedrete, avrò il mio abito da sposa ma sarà semplicissimo, almeno su questo non transigo!"
"Che sia l'alta uniforme o un semplice abito da donna, l'importante che tu diventi mia moglie ... Oscar ...."
"Santo cielo André!! Non dirai sul serio spero!"
"Ah ah ah ... Nonna! ah ah ah ..." risero all'unisono.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Riconciliazione ***



Riconciliazione
Andrè e Lucién erano nella stalla ad assistere una cavalla che da li a poco avrebbe dato alla luce un puledro.


 “Non manca molto! ... Andrè, questo sarà il secondo puledro che avremo dall’inizio della stagione!”
“Come sta andando?” “Secondo me, ci vorrà almeno  un’ altra ora.”
“Ascolta Lucien, domani mattina andrò al villaggio per vedere come procedono i lavori di ristrutturazioni. Credo che  le squadre operaie siano ormai a buon punto."
"Penso che tra un paio di settimane il villaggio sarà sgomberato dai cantieri."
"Comunque domani dovrò occuparmi del compenso degli operai.”
“Ho già segnato le ore di lavoro, il registro contabile l'ho messo nel cassetto della scrivania.”


Dei passi,una figura fece capolino nella stalla: era Joland.
 “Andrè sono appena arrivati i padroni.”
“Li hai fatti accomodare in casa?”
“La padrona è salita di sopra da madame Oscar mentre il generale ha preferito aspettarti nel patio.”
“Ho capito, va bene Adeline, adesso lo raggiungo! … Lucièn qui procede tutto per il meglio, puoi sbrigartela da solo.”
“Va pure André, ci penso io.”


Andrè lasciò la stalla e a passo  deciso andò verso il patio.

 
Un tocco alla porta, Marguerite fece capolino. 
  “Oscar posso entrare?”
  “Madre siete qui!! …”
Margherite  abbracciò sua figlia e disse: “Oscar, figlia mia!! Che bello, ti trovo bene!! ...Ma il tuo ventre è piatto, evidentemente mio nipotino non vuole farsi ancora notare!”

Oh Madre ... io ..."
“Cosa c’è? Perché ti sei irrigidita? ... Ecco io ... madre, mio padre è qui?” “E’ di sotto nel patio, sta aspettando Andrè! ...... Oscar quando lo incontrerai, sii affabile, evita qualsiasi discussione, dovete riconciliarvi! ... Ricorda che è stato lui a fare il primo passo e non è cosa da poco per un uomo orgoglioso. Sarò sempre riconoscente ad Andrè per aver abbattuto questo muro che ancora vi separa!”

 “Madre non voglio che vi preoccupiate, non desidero affatto inasprire i rapporti con mio padre.”  
 

“Buona sera Signor Generale!” “Buona sera a te, Andrè! ... Andrè, sono anni che non vengo in questo posto, noto con piacere, che i Frerrer gestiscono bene la tenuta.
"Sissignore! Sono brave persone e sopratutto affidabili!.... Poco fa ero con Lucien nella stalla, sapete, sta per nascere un nuovo puledro! ...Ma signore, non rimaniamo qui, entriamo in casa!”
"Si, fai strada!" disse il Generale camminando al fianco di Andrè. I due entrarono  nel salone.
Oscar e sua madre erano nel corridoio al piano superiore quando dall'alto intravidero le  due figure.
Margherite incoraggiando sua figlia, disse: “Su vieni cara, di sotto c’è tuo padre.”

Gli ultimi raggi di sole, squarciarono prepotentemente la stanza, impedendo così Oscar, di guardare il volto di suo padre anche se ne riconobbe la figura. Dall’ alto lo vide avanzare, ancora di qualche passo, era davanti alla scalinata ad attenderla.

Margherite,sussurrò:“Su, dai Oscar, andiamo.”

Oscar sentiva salire l’emozione, i battiti del cuore erano incontrollabili. Era passato più di un mese, da quando lei e suo padre si  erano lasciati in malo modo, entrambi provarono un fortissimo imbarazzo.
Oscar avanzò, percorse la scalinata seguita da Margherite.
 Lo sguardo orgoglioso del generale era su sua figlia.
Finalmente padre e figlia erano l'uno di fronte all'altro.
Blu nel blu.
Oscar si fermò sull’ultimo scalino.
Ancora occhi neghi occhi. Il passo di lei che fino a poco prima era timoroso, divenne deciso e fiero.
  Ancora qualche passo, padre e figlia erano vicini.
Sguardi fieri e pieni di orgoglio, fecero presagire ai presenti nulla di buono.
 

“Mio padre è qui! ... E non è poco per un uomo orgoglioso come lui! ... Adesso tocca a me fare il prossimo passo.”
 
 

Lei tese la mano e con tono affettuoso, disse: “Benvenuto padre, sono felice di rivedervi!”

Sguardo nello sguardo, ancora silenzio. Gli occhi del Generale erano lucidi, era commosso, non riusciva a proferire parola.
Ancora silenzio .....
Il disagio che entrambi provavano, fu cancellato in un istante, suo padre l’attirò a sé e l’abbracciò commosso.
 Gli sguardo addosso di Andrè e di Margherite, quest’ultima si portò le mani al viso soffocando il pianto ma fu inutile  le lacrime rigarono le gote.
 
 
Quelle mani che avevano colpito più volte il volto di sua figlia, adesso accarezzavano il suo viso. La  strinse ancora a sé, posandole la mano sul capo, un sussurro:“Sono felice di rivederti … figlia mia ....”

" Padre ... anch'io sono felice ....."


Si sciolsero commossi da quell'abbraccio senza guardarsi. Oscar si passò la mano sul viso bagnato.
Ancora un respiro profondo, disse con voce roca: “ Immagino che sarete stanchi per il viaggio, la nonna ha già fatto preparare la vostra stanza.”
Dei passi, Nanny era dietro di loro.

“Signor Generale che piacere rivedervi!” “ ...... Nanny, grazie per tutto quello che fai per mia figlia ....”
“Generale non avete nulla di cui ringraziarmi, Oscar è come se fosse mia figlia ..."
" Lo so Nanny ......" "Generale, prima che mi commuova ancora, è meglio andare a tavola! .... Non so come spiegare ma avevo la sensazione che sareste arrivato da un momento all'altro e così ho preparato le vostre pietanze preferite.”
 
"Grazie Nanny! ...."


Per l’occasione  Nanny  imbandì la tavola a festa. L' apparecchiò con cura,tirò fuori la tovaglia più bella e addobbò il tavolo con i fiori .
I quattro entrarono nella sala da pranzo, Oscar notò che mancava un coperto, guardò severamente Nanny, disse: “Nonna manca una pietanza, perché non c'è?”
“Non manca nessuna portata …”
“Si, invece! Manca il tuo posto, non capisco il motivo, perché tu oggi non debba desinare con noi!”

“Ma bambina …”
“Ho capito, vado da Joland e  faccio aggiungere il tuo posto.”
Oscar senza esitare andò in cucina da Joland.


Il Generale guardò Nanny e disse: “Oscar ha ragione, adesso il tuo posto è qui con noi, sei la nonna di Andrè, il futuro marito di mia figlia! Ho sentito che dividi da tempo la tavola con i ragazzi, non   vedo perché adesso tu non debba cenare con noi!”
Oscar tornò con Joland che apparecchiò anche per Nanny.
 


Il generale si sedette al posto d’onore, guardò Andrè, disse: “Andrè avete stabilito la data del matrimonio?”
“ Sissignore, ci sposeremo tra quattordici giorni, esattamente il dodici Settembre! In modo che le vostre figlie abbiamo tutto il tempo di arrivare.”
“Ne sono felice! ... Speravo che la famiglia si riunisse per un occasione tanto importante!"
"Generale, Madame Marguerite, che ne direste di accomodarci in salotto?"
"Si, certo Andrè! E poi, dobbiamo discutere sui i preparativi delle nozze."  


Presero tutti posto alle poltrone, Andrè versò del liquore al Generale, glielo porse e disse: “Non c'è molto tempo per organizzare  il matrimonio.”
Il Generale scrutò con attenzione prima Andrè e poi Oscar, domandò: “Sbaglio o voi due avete qualcosa da dirmi?”
“Padre, Andrè ed io desideriamo una semplice cerimonia con accanto solo la nostra famiglia e i nostri  amici, nessun altro!"
"Umm ... Capisco! ..."
"...Padre, desidero sposarmi ad Arras.

Il generale si alzò lentamente dalla poltroncina, pose il bicchiere sul tavolino, disse: “Capisco che desideri una cerimonia molto semplice con pochi invitati e a me sta bene. Riguardo agli ospiti, ci saranno le tue sorelle con le loro famiglie e immagino i vostri amici ... rivoluzionari, non è vero Oscar?!!"
"Cosa!!! Avete detto rivoluzionari?! "
" Se, è questo che desideri non ho nulla da obbiettare, accetterò anche loro, però, su una questione non transigo ..."
"Quale questione?"
"Da generazioni, i membri della nostra famiglia si sono sposati nella cappella di palazzo Jarjeyes, quindi, non vedo il motivo, perché tu, l'ultima delle mie figlie, il mio erede, dovrebbe sposarsi in un altro luogo! Oscar, ho l’impressione che tu voglia sposarti di nascosto, non è così?!”
  “Padre capisco le vostre ragioni ma vi prego di capire anche le mie, ho sempre desiderato sposarmi ad Arras e poi, non voglio clamori intorno a me. Il mio nome è già argomento di conversazione …”
“Oscar, che ognuno dica ciò che vuole, poco mi importa!”
Occhi negli occhi.
Margherite, Andrè e Nanny ascoltavano con trepidazione.
“Padre vi conosco bene e non potete negare che io, vostra figlia sulla quale avete riversato tutte le vostre aspettative, vi abbia messo in imbarazzo con i vostri amici! ... Io, la figlia del generale Jarjeyes, che passa dall’altra parte della barricata, quella che ha tradito la corona e  la sua stessa famiglia, si sposa nella Vostra casa ...."
"Ti ho già detto che non mi importa di ciò che altri possano dire o pensare."
"Ne siete davvero sicuro padre?!! ... Già immagino i vostri amici cosa vi avranno detto. Sono sicura che vi avranno umiliato a causa mia, non è così?”
“Oscar …” “Lascia stare Andrè!! E'giusto che si chiarisca ogni cosa, senza remore, senza rinfacciarsi più nulla! .... Allora Padre, rispondetemi!"
"....Non lo nego, in un primo momento volevo sprofondare per la vergogna ... la nostra è sempre stata una famiglia notoriamente devota al re e tu l'hai disonorata! ....... Ma quando Boullie e Deronè avevano decretato la tua condanna a morte, in me c’e stato un miscuglio di sentimenti: da un lato c’era la rabbia del tuo tradimento, della tua ribellione, l’onta che aveva macchiato per sempre la nostra famiglia e dall’ altra ... c'era la disperazione di un padre che aveva perso sua figlia! ... In quel momento ho capito che tu, per me, sei più importante di qualsiasi cosa! ... Per giorni ti ho creduta morta ... ero disperato, avevo perduto mia figlia, la mia prediletta, il mio erede! ........ Ed è stato grazie a tua madre che non ho perso il senno! .... E quando  Chatelet, mi ha detto, che la ribelle di casa Jarjeyes era viva, il mio pensiero è stato per te e per la creatura che porti in grembo! ......... Oscar, desidero con tutto il cuore, che vi sposiate nella nostra casa, perché quella resta la tua casa ed io sarò orgoglioso di accompagnarti all’altare. La mia famiglia è molto più importante di coloro che un tempo ritenevo miei amici.
Occhi  negli occhi.
 Lei , gli diede le spalle e si diresse verso la vetrata, immobile guardando le sue rose nel giardino, sibilò: “Padre desiderate davvero, che le mie nozze vengano celebrate a palazzo Jarjeyes?"
“Assolutamente si!”
Oscar si voltò e guardandolo, mormorò: " E va bene, farò come desiderate, André ed io ci sposeremo a palazzo Jarjayes! ....Grazie Padre ...."

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** La realtà del Generale ***



La realtà del generale

Era notte fonda.
 Andrè si intrufolò di soppiatto nella stanza di Oscar.
 

“Oscar …”
“Andrè fa piano e chiudi la porta! ... Non vorrei che ci scoprisse qualcuno!”
“Se quel qualcuno è riferito ai tuoi genitori, sta tranquilla, non preoccuparti, nessuno mi ha visto entrare! ... E poi a parte tuo padre, tutti sanno che dormiamo insieme.”
“Ma come fai a scherzare in una situazione simile?”
“Non scherzo affatto! ... Su dai abbracciami e dammi un bacio ....."
“Andrè, non è per mia madre che mi preoccupo ma mi sentirei terribilmente in imbarazzo, se mio padre ti scoprisse in camera mia nel cuore della notte!”
“Tuo padre sa perfettamente che da mesi viviamo sotto lo stesso tetto, credi che non abbia ancora capito che io e te non siamo dei semplici fidanzati. Mia cara Oscar se fosse così, come potrebbe pensare che qui, nel tuo ventre, ci possa essere suo nipote!” .
“Oh smettila Andrè ti piace infierire. Tutti dicono, che siamo al limite della decenza a parte la servitù, ovviamente loro non contano, visto che assecondano i capricci dei loro padroni. Che sia chiaro, non mi interessa, però m’infastidisce lo sguardo pudico di mio padre.”
“Allora ti importa solo del suo giudizio?”
“Si, è così! E' il mio senso del pudore che parla, adesso chiudiamo qui il discorso.”

“Come vuoi! ... Ma non sfuggirmi e vieni qui.”
“Andrè che ore sono?”

“Mezzanotte e un minuto.”

“Davvero!! Buon compleanno amore!”
“Grazie amore mio! Sai, sarebbe stato davvero deprimente trascorrere la notte da solo, sono sicuro che non avrei riposato per niente bene …”
Le mani di Andrè sfiorarono lentamente i suoi fianchi, con gesti leggeri ma decisi le sfilò la camicia tirandola su con delicatezza, le sue labbra si posarono sul collo per ricoprirla di baci. Si alzò lentamente e perdendosi nell’azzurro dei suoi occhi, sussurrò: “Sei bellissima, finalmente non porti più le tue fasce!”
Lunghi gemiti e respiri affannati …….
 
 
Dopo l’amore, rimasero abbracciati, André le accarezzò il ventre, disse: "Anche se tutti dicono, che non si vede ancora nulla, il tuo corpo sta cambiando, il ventre è più gonfio!”
"Dici davvero Andrè, mi trovi cambiata?"
"Un poco si! ... Sei ancora più bella, più dolce di prima ...."
Le labbra scesero giù fino a posarsi sul grembo materno e posò un bacio mentre il chiarore della luna illuminava la stanza. I due giovani si abbandonarono nuovamente all’amore.
 
 
 
“Andrè devi andare via prima dell’alba. Lo sai che mio padre è mattiniero, su alzati.”
“Oh no! Ci risiamo! Credevo che non l'avrei più rifatto e invece ne avrò ancora per altre due settimane!”
“Come! André dimentichi che tra due giorni dobbiamo tornare a palazzo Jarjeyes per i preparativi del matrimonio, pensi davvero che ci daranno la camera matrimoniale?!!”
“Già, non ci avevo pensato! … Vuol dire che ….”
“Che?”
“Niente, saremo costretti a vederci in un altro posto. Ma non è questo che mi preoccupa, la cosa più triste, e che dovrò dormire solo, è sarà terribilmente angosciante!”
“Suvvia non esagerare, devi avere ancora un po’ di pazienza! … E poi a quanto mi risulta, tra noi due, quello paziente sei tu non io! ... Non protestare adesso, su alzati, torna in camera tua.”
“Credevo che la mia camera fosse questa!” “Non scherzare!! Ti ho detto di andare via.”
“Il tuo è un ordine?”
“Oh, dai Andrè, smettila, non è il momento!”
André l’afferrò per le braccia la tirò a sé e la baciò e con voce suadente disse: “Prima o poi mi farai impazzire, guarda cosa mi tocca fare per amor tuo, Comandante!”
 
 
 


Andrè entrò nelle scuderie con la borsa in spalla, soddisfatto, vide il nuovo puledro ricevere le attenzioni della madre. Si avvicinò al banchetto, prese la sella e l’allacciò al cavallo, briglia alla mano andò verso l’uscita. Percorse gran parte del recinto, quando incontrò il Generale.
“Buongiorno Signore!”
“Buongiorno a te Andrè e buon Compleanno!"
" Grazie Signore!"
" Sei di partenza?”
“Vado al villaggio, è da un po’ che manco, voglio dare un occhiata ai lavori e poi, oggi è giorno di paga! ... Volete venire con me Signore?"
"Veramente ...."
“Allora?
“Beh … io non saprei …”
“Generale, mi farebbe piacere se veniste con me.”
“Vedi Andrè io non vorrei che gli abitanti di Arras vedendo il loro vecchio padrone, magari … insomma hai capito.... credo che io non sia ben visto.”
“Vi capisco Generale, avete ragione!"
“Andrè aspetta … ho deciso, vengo con te ma prima vado a cambiarmi d'abito, mi faccio prestare qualcosa da Lucien, voglio che nessuno mi riconosca."
“Va bene Signore vi aspetto qui, intanto vi sello il cavallo.”
“Faccio presto André!”
 
 

"Buongiorno padrone!"
"Buongiorno! ... Lucien ascolta, ho bisogno che mi presti i tuoi abiti da lavoro."
" I miei abiti da lavoro, Signore?"
"Si, proprio quelli! ... Allora puoi prestarmi?"
"Si, certo padrone, un attimo solo vado a prenderli, ho qualcosa nella baracca accanto, faccio in un attimo!"
"Preferisco venire con te."
"Bene, allora andiamo!"


"Ecco qua Signore!"
"Grazie Lucien!"
"Con permesso, torno al mio lavoro!"  
 
 
Rosalie era indaffarata a stendere il bucato,quando Oscar la raggiunse.
“Rosalie!”
“Oscar sono qui …”
“Rosalie devo parlarti!”
“Cosa c’è Oscar!"
" Ieri non eri in casa, dato che sei stata fuori tutto il tempo con Bernard, quindi non sai nulla di quanto è accaduto."
“Joland mi ha detto che Madame Marguerite e tuo padre sono alla tenuta, spero che non sia successo nulla di grave!”
“Mio padre ed io ci siamo riconciliati, è proprio per questo motivo che voglio parlarti! ... Vedi, lui desidera che mi sposi a palazzo Jarjeyes e dopo quanto ha fatto per me, non me la sento di negargli questa gioia! ... Tra due giorni lasceremo Arras per organizzare le nozze, poi arriveranno le mie sorelle con le loro famiglie, naturalmente verrai con noi. Bernard non avrà alcun motivo di preoccuparsi per te, lui sa bene che a palazzo sarai a tuo agio.
“Ma io non posso venire con te! Come hai detto prima, ci sarà la tua famiglia e io …”
“Tu niente Rosalie, non hai motivo di cui preoccuparti. Capisco i timori di Bernard, a Parigi la situazione è ancora delicata ed essendo un seguace di Robespierre, teme che ci possano essere ritorsioni nei confronti della tua persona. A palazzo Jarjeyes non può accaderti nulla, se a te va bene, potrete occupare la dependance, almeno fin quando lo vorrete ed io sarei più tranquilla.”
“Ma Oscar tuo padre non credo che sarebbe d’accordo. Io e Bernard siamo dei rivoluzionari ....”
“Ti sbagli Rosalie! Nonostante ciò che si possa pensare anche mio padre ha cominciato a capire. E poi, basti pensare che ha accettato me, dimentichi che anch’io sono una rivoluzionaria!"
"Beh ... si ma tu sei sua figlia ..."
Oscar alzò lo sguardo e vide André e suo padre lasciare la tenuta a cavallo, esclamò sorpresa:" Ma quello è mio padre! ... Ma perché si è vestito in quel modo!!"
"Hai ragione ... è lui! .. E c'è anche Andrè"
"Impossibile!! ... Mio padre sta andando con Andrè al villaggio con indosso gli abiti da contadino! ... Cosa significa?"
"Oscar, credo che tu l'hai capito perfettamente:tuo padre non vuole farsi riconoscere dagli abitanti del villaggio, ecco perché si è vestito in quel modo."  



 
I due si addentrarono al villaggio. Il Generale osservò con stupore che l'intero villaggio era in subbuglio: gli operai erano in pieno svolgimento di ristrutturazione, le case completate avevano assunto tutt’altro aspetto, anche le strade erano risanate e la gente vestiva con più decoro.
Il Generale percepì un’armonia differente da quella che ricordava.
 
I due si recarono, su uno dei cantieri dove gli operai erano intenti a svolgere le loro attività. Poco più in là c’era una baracca adibita come  ufficio, dove  il responsabile  organizzava la gestione dei lavori.  La porta era spalancata, un uomo seduto alla scrivania era tutto preso dalle sue scartoffie.


“Buongiorno Arthur …” 
L’uomo alzò la testa dalle carte e lasciando il suo posto, disse:“Buongiorno Andrè, che sorpresa vederti!”
"Come procedono il lavori di ripristino?"
"Bene Andrè, ormai li stiamo ultimano! ... Il Signore che è con te, chi è?"
 “Il signore è …”

“Sono Auguste, uno dei suoi braccianti.
Andrè rimase attonito ma stemperando la situazione continuò: “Si, lui è un mio dipendente! Allora cosa dicevi riguardo i lavori?”
“Andrè, con tutti gli operai che sono stati impiegati, tra un paio di settimane i lavori saranno completati.”
“Bene, ho portato il salario degli operai! .... Ecco qui il registro, sono annotate le spettanze di ciascuno! ..... Arthur, lascerò Arras tra due giorni e non so quando tornerò. Come tutti sapete, il mio incaricato è   Lucien quindi è lui che provvederà ai conti di gestione e al salario per le prossime settimane.”
 
Va bene Andre, non preoccuparti, Arras è in buone mani!"
"Ne sono certo. Grazie Arthur!"

Il generale osservò André e pensò: "Chi l'avrebbe mai detto, che Andrè sarebbe diventato il responsabile di Arras! ... E poi debbo ammettere che è un ragazzo davvero capace.
  

“Ormai manca poco alla pausa pranzo, per favore Arthur  avvisa gli operai che sono qui!”

"Si, vado immediatamente!"

 

" Bene Arthur, dopo aver remunerato gli operai, posso andare." "
"Fa buon viaggio André e saluta la Padrona da parte mia."
"Non mancherò!"
" Grazie di tutto André."
"Arthur, a breve mi sposerò, naturalmente sei invitato alle mie nozze con la tua famiglia, spero che non manchiate!"
"Oh André, Come potremmo mancare! Per noi è un onore intervenire alle tue nozze."
"Mi fa piacere Arthur. A presto!"
" A presto Andrè! .... Signor August buona giornata!"
"Grazie, anche a Voi!"


"Augustin e Andrè lasciarono l'ufficio, quest'ultimo disse: " Signore che ne direste se andassimo a mangiare qualcosa in osteria?"
 
" Va bene André, andiamo!"


Pierre era indaffarato a servire i tavoli, quando vide entrare Andrè e il suo accompagnatore.


  “Ben tornato Andrè, è da un po’ che non ti fai vedere!”
“Buongiorno a te Pierre, portaci qualcosa da mangiare.”
“Si, certo, cosa vuoi che vi porti da bere?”
Andrè guardò il generale, domandò:“Va bene un boccale di birra gene … Auguste?
“Una birra andrà bene.”
“Vi porto subito le birre e il vostro pranzo! .... Oggi mia moglie ha preparato delle squisitezze, vedrete vi leccherete le dita! .... Andrè, come sta Madamigella Oscar? ”
“Lei sta bene grazie, sono venuto con il mio amico perché dovevo vedere Arthur.”

"Come vedi André, qui va tutto a meraviglia! Arras, grazie alla padrona e naturalmente a te, è rinata! Tutti viviamo meglio, la gente vive dignitosamente, nessuno più muore di fame. Mi dispiace che non sia così nel resto nella Francia. Scusatemi, mi sono fin troppo dilungato, vado a prepararVi il pranzo, con permesso."



Dopo che il garzone servì il pasto ai due avventori, André domandò al generale: "Signore, immagino che non siate mai stato in un posto simile."
"No, mai! E' la prima volta che pranzo tra popolani. Invece ho appena appreso che tu e mia figlia non sdegnante questi generi di posti.
"Ecco, veramente ci veniamo di tanto in tanto per bere un bicchiere ..."
"Immagino! Non posso nascondere il mio disappunto ma ormai con mia figlia mi sto abituando a tutto!"

Un avventore che era seduto a un tavolo poco più distante, lo riconobbe, disse: “Ben tornato Andrè, era da un po’ che non ti facevi vedere! Oggi la padrona non è venuta con te?”
“No, è rimasta alla tenuta!"

"Porgile i miei omaggi!"
" Grazie."




“Infondo di cosa mi meraviglio, l'ho cresciuta in un certo modo e solo che adesso la vedo come una donna! ... Mi sembra tutto così così assurdo!”
 

 
La voce dell’avventore lo fece rinsavire.
 “La Padrona è stata una benedizione per tutti noi! Ci ha restituito la dignità, che quel despota di suo padre non ci ha mai concesso!”

Un secondo continuò: “Tutti ormai sanno, che è stata la Padrona con i suoi soldati a tirare giù la Bastiglia, che donna! Sembra incredibile,  che sia la figlia di quell’uomo, che da sempre ha tiranneggiato la gente di questo posto. Comunque Andrè giustizia è fatta! Evviva la Padrona di Arras!!
"Si, amico mio, lunga vita alla Padrona e al suo sposo!" conclusero i due brindando.

Augustin si portò le mani sulle ginocchia e con fervore strinse con forza la con la stoffa dei pantaloni. André notando il volto imbarazzato del Generale, chiamò il garzone.

"Portaci il conto per favore!"
" Subito Signore!"

"Poco dopo i due lasciarono la locanda, senza proferire parola montarono a cavallo, e partirono.
 

Era pomeriggio quando fecero ritorno a casa, Andrè era nella stalla per liberare i cavalli dalle selle. Rimuginava su quanto accaduto alla taverna.


" Andrè mi sono appena cambiato, ho lasciato gli abiti di Lucien, nella baracca accanto!"
"Signore, mi spiace per quanto avete ascoltato alla taverna ..."
"Andrè, non devi rammaricarti su quanto è accaduto, non è certo colpa tua. Immaginavo già i discorsi di quella gente! .... Per un uomo come me, è difficile rimettersi in discussione, mi rendo conto che il mondo sta cambiando! Bene figliolo, ci aspettano a tavola e poi, dobbiamo festeggiare il tuo compleanno!" esclamò il generale mettendogli una mano sulla spalla. "Su, entriamo in casa, le nostre donne ci aspettano.”

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Ritorno al passato ***



Ritorno al passato  

Gli ultimi squarci di sole dipingevano il cielo di rosso corallo. Un’altra giornata di fine Agosto volgeva al termine.
Oscar e Andrè per tutto il giorno si erano visti appena. Gli impegni dell’intera mattinata al villaggio, gli avevano tenuti lontani.
Oscar e sua madre erano nel patio a sorseggiare una tazza di tè, accompagnata da dei biscotti preparati da Rosalie.


“Oscar i bagagli sono quasi pronti, domani metteremo via le ultime cose rimaste.  Appena arriveremo a casa, ci recheremo alla sartoria di Madame Beltran non solamente per il tuo abito da sposa ma anche, per gli abiti che ti serviranno a breve.”
“Madre io credo che non mi sentirò a mio agio, con addosso dei vestiti femminili,  vorrei trovare un’altra soluzione.” “Oscar altre soluzioni non ci sono e poi, come potresti continuare a vestirti in questo modo con la pancia che tra non molto verrà fuori! Vedrai, all’inizio ti sembrerà strano ma poi, non ci farai caso.” “ Madre, Andrè è mio padre non sono ancora tornati, è tutto il giorno che sono fuori, ormai è sera.”
“Tuo padre mi ha detto che facevano un giro per le campagne ma sicuramente tra non molto saranno qui. Oscar sono davvero felice che vi siate conciliati e poi figlia mia, sono molto contenta che ritorni a casa, ho sentito tanto la tua mancanza!”
“Madre non voglio che mi parliate in questo modo, dimenticate le mie sorelle …” “E’ vero! Ma le tue sorelle hanno lasciato la  nostra casa, quando erano poco più delle ragazzine invece, tu hai trascorso molto più tempo con noi anche se, non ci vedevamo molto per via degli  impegni che entrambe avevamo alla reggia; mi bastava saperti in camera tua o sentirti suonare il pianoforte.
“Madre, come vanno le cose a Versailles?
“ Versailles non è più quella di un tempo ma se ti riferisci alla regina, posso dirti che  nonostante la tue scelte politiche, lei non ti porta rancore, anzi, prima che venissi da te,  mi ha detto  di porgerti i suoi saluti e che ti ricorda con affetto.”
Oscar annuì, chiuse per un istante gli occhi, i suoi ricordi la portarono indietro di vent’anni: erano appena due ragazzine quando scortò per la prima vota la regina a Parigi.
 
Dei  passi lenti ma decisi la distolsero dai suoi pensieri, arrivò nanny con il solito infuso.
“Ecco qua la tua medicina! ... Sono contenta che tu stia recuperando la salute. Non ti è più salita la febbre e non ti sento nemmeno tossire come prima.” “Si, Nanny hai ragione! Oscar sta decisamente meglio, non ha più il pallore di qualche settimana fa! ... Adesso bisogna avvisare il dottor Monfort che la prossima settimana dovrà recarsi a palazzo.
 
 
Si udirono il rumore degli zoccoli di cavalli.

“Madre, devono essere loro!”


“Buonasera, siamo tornati.”
“Augustin, Andrè, immagino che siate stanchi visto che siete stati tutto il giorno  fuori!”
"Beh, si, però ne è valsa la pena Margherite! Erano anni che non venivo! ... Andrè mi ha portato in posti che neanche più ricordavo. Scusatemi ma adesso vado di sopra, ho bisogno di una ripulita. Farò in fretta, dobbiamo festeggiare il compleanno di André!
"Si, certo caro! Aspetta vengo con te!”


  Oscar e André appena rimasero soli si abbracciarono e si baciarono con passione.

“Oscar, mi sei mancata, non vedevo l’ora di tornare a casa! Su vieni, sediamoci un poco qui, voglio restare solo con te!”
“Andrè il tuo viso è diventato più scuro.”
“Siamo stati tutto il giorno fuori, stamattina al villaggio e poi il pomeriggio nelle campagne …”
“A proposito di stamattina Andrè, mio padre era vestito in modo strano…”
“ Si è fatto prestare alcuni vestiti da Lucien, per passare inosservato tra gli abitanti del villaggio.”
“Dici davvero Andrè? Ci è riuscito?”
“No l'hanno riconosciuto ma è stato costretto ad ascoltare commenti poco piacevoli sul suo conto.”
“Immagino … era prevedibile! Come l'ha presa?"
" Beh, non gli ha fatto piacere ascoltare certe cose ma infondo lo ha accettato di buon grado!......Su dai Oscar non fare quella faccia, vieni qui, abbracciami! ...... Stasera, non dimenticare di lasciare aperta la porta della nostra stanza!”
 
"Andrè, prima o poi ci scopriranno!"
"Ti importa Oscar?!!"
"No! .... Anch'io desidero stare con te ...."
Si persero ancora in un bacio appassionato .....  

Giunse il giorno della partenza, tre carrozze lasciarono la tenuta di Arras.
Il viaggio fu piuttosto faticoso per Oscar, cominciava ad avvisare i primi disagi dovuti alla gravidanza. Dovettero fare svariate soste prima di arrivare al palazzo.
Dopo qualche ora di viaggio, Oscar si addormentò tra le braccia di Andrè.  
 
Finalmente le carrozze varcarono il cancello, si fermarono davanti alla residenza. La servitù era schierata davanti all'ingresso principale, pronta ad accoglierli.


“Oscar, su svegliati siamo arrivati!”
“Andrè credo di aver dormito tanto, sono tutta indolenzita.”
Immagino! Hai dormito profondamente ma adesso potrai sdraiarti un po'! Aspetta che scendo prima, così ti aiuto."
"André, ti prego! Ho sempre fatto da sola, non è il caso che tu mi porga la mano!Ih ih ..."
"Oscar, spero che un giorno, tu mi dia la gioia di vederti indossare un abito femminile e che mi porga la mano per scendere dalla carrozza!"
"André! Ah ah ah ..."
Sei sempre stata un maschiaccio, credo che non avrò mai quest'onore!"
"Ah ah ah ..."


Gli ultimi a scendere furono Oscar e Andrè,che vennero accolti  calorosamente dalla servitù.
Il primo a farsi avanti fu Michel, commosso,  avanzò timidamente e disse: “Sono immensamente felice di rivedervi Madamigella Oscar!”
“Grazie Michel, anch'io sono felice di rivederti.”

 
 
 
“Nipote, il tuo bagaglio naturalmente va in camera tua e non ti venga in mente di dormire nella stanza di Oscar, capito Andrè?”
“E perché no, spiegamelo! Dammi almeno due motivi perché dovrei dormire da solo!”
“Come perché? Adesso il generale sa tutto di voi, non è bene, che dormiate nella stessa stanza sotto il suo naso, senza essere sposati …”
“Questo è un motivo, adesso dimmene un altro.

“Non dimenticare, che a breve saranno qui le sorelle della tua fidanzata con i loro mariti e figli a seguito! ... E poi, chissà cosa direbbero, se sapessero che la loro sorella avrà un bambino innanzi tempo?!! Non voglio neanche pensarci! ... Se penso che è tutto per colpa tua Andrè!"
“Nonna ciò che è stato non può cambiare e poi, non vedo perché fare una tragedia se Oscar avrà, come dici tu, un figlio anzi tempo.”
“Sei senza vergogna nipote, parlare in questo modo con tua nonna!”
"Ah ah ah ah .. Nonna per adesso vado in camera mia! Ah ah ah ....."
 
 
La porta lasciata  socchiusa l'aprì silenziosamente, André la chiuse alle spalle girò la chiave, appena un sussurro:  “Oscar … Oscar, sei sveglia? .... Oscar ... ti sei addormentata! Eri davvero stanca amore mio!"
Andrè sollevò lentamente la coperta, si distese  accanto e l'abbracciò. Nonostante che Oscar dormisse si strinse ad André che poco dopo si addormentò.
 

“Buongiorno Oscar!
“Buongiorno André! ....Oh no!"
"Cosa ti succede Oscar?"
"Andrè, guarda l'orologio, è tardissimo! Abbiamo dormito fino a tardi! Adesso come facciamo a uscire da qui senza che nessuno ci scopra?”

"Dai Oscar, tranquillizzati! Vedrai che uscirò, senza che nessuno capisca che ho dormito nella camera di Madamigella Oscar!"
“Andrè, come fai a rimanere calmo e tranquillo, me lo vuoi spiegare?”
“Oscar, dimentichi che ci sono i miei vestiti, credo che sia mio diritto far visita alla mia fidanzata. Vedrai,nessuno se ne accorgerà e poi, tuo padre a quest'ora sarà già al comando! .... Vieni qui e non pensare a nulla ......"
 
Oscar si strinse a lui e rispose:" Trovi una soluzione a tutto, vero Grandier?"  
"Pur di stare con te, si!"  


Oscar e Andrè erano seduti sul  bordo della fontana, si godevano gli ultimi squarci del sole di Agosto, quando videro avanzare Margherite.

“Oscar, André, stamattina vi ho lasciati dormire ma adesso dovete prepararvi..."
"Per andare dove?"
"Come Oscar, l'hai forse dimenticato? Dobbiamo andare a Parigi alla sartoria  di Madame Beltran.”
“A Parigi!”
“Si, certo dovete scegliere i vostri abiti per la cerimonia, Nanny è già pronta, ci sta aspettando.
"Madame, vado a preparare la carrozza..."
"Aspetta André, vengo con te!" disse Oscar seguendolo nella stalla.

André preparava i cavalli, Oscar lo guardò e disse:" E' la prima volta che torniamo a Parigi, dopo l’attacco della Bastiglia."
 
"So, cosa stai pensando, forse ti intimidisce tornarci?"
"No... forse ... però ammetto che è tutto così strano ...."
"Strano o no, dobbiamo affrontare il nostro passato ..."  
"André, mi chiedo se qualcosa sarà cambiato..."
"Non aspettarti nulla di diverso, sono sicuro che a Parigi la situazione non è cambiata! .. Su, andiamo Oscar, ci stanno aspettando!"


La carrozza  percorreva le strade della città, Oscar  di tanto in tanto sbirciava fuori dal finestrino. Lo scenario che aveva d’innanzi, era ben diverso da quello che aveva lasciato ad Arras. Osservava la gente, le case e le macerie provocate  dai bombardamenti  del quattordici Luglio.


“Andrè, qui non è cambiato assolutamente nulla!”
“Oscar non siamo ad Arras, abbiamo risanato il villaggio e portato un po’ di benessere a quella gente, perché hai provveduto personalmente con il tuo denaro, la tua decisione è strettamente personale. Ma qui, chi amministra sono i sovrani. Sappiamo che le finanze della corona sono al limite e il re ha respinto un ingente numero di decreti approvati dall’assemblea, tra cui l’abolizione dei diritti feudali. Quindi come pensi che le cose possano cambiare, se i sovrani non collaborano!”.
Margherite e Nanny annuirono mentre Oscar ribatté:  “Andrè, ma se siamo appena arrivati ieri pomeriggio, come fai a sapere tutto questo?”
“Me l'ha detto Bernard, quando è venuto l’ultima volta ad Arras.”

" E così i sovrani continuano a non capire, tutto questo è davvero triste ......."  
 
 
Nella sartoria di madame Beltrin


“Bene Oscar, io ho finito in sartoria, tornerò più tardi!”
“Ma dove vai Andrè?”
“A cercare Alain!... Nella lettera  ha lasciato scritto, che sarebbe tornato nella sua casa di famiglia, voglio andare da lui, deve spiegarmi perché è andato vi in quel modo! ...... Madame Margherite, quanto tempo credete che vi occorrerà ancora?”
“Credo un paio d’ore Andrè.”
“Così tanto madre?”
La nonna intervenne: “Certo bambina!! Non dimenticare che non siamo qui solo per l’abito da sposa ma dovrai provvedere anche per gli abiti che ti serviranno in futuro! ... Tu va pure Andrè, un paio d’ore saranno sufficienti.”
“Va bene nonna, ci vediamo più tardi, a dopo Oscar.”
"A dopo Andrè ..."


“ Oscar  hai scelto l’abito da sposa ma non basta!"
" Cos'altro c'è, Madre!!"
"Dimentichi gli accessori cara! .... Madame Beltran, dovete mostrarci l’acconciatura e le scarpe e l'intimo!”
“Si certo Madame Jarjeyes, per gli accessori dobbiamo spostarci dall’altra parte della sartoria. Voi madamigella Oscar avete qualche preferenza?”
“Desidero qualcosa di molto semplice come l’abito. Voglio mettere nei capelli solamente qualche perla e nient’altro.”
“Ma figlia mia …”
“Madre vi prego, dovete comprendermi, per me tutto questo è già tanto, non desidero nulla di più!”
“Si, certo ti comprendo ma ...."  
" Ma niente! Madre credo di essere stata chiara sin dall'inizio.  
" E va bene figlia mia, come desideri."  


André bussò alla porta, un tocco e ancora un altro.
  “Alain ... Alain ci sei?”
Una vicina di casa,  paffuta e di mezza età uscendo di casa rispose: “Signore, se cercate Alain non è in casa, oggi è di servizio.”
“Servizio? Volete dire Madame, che Alain si è arruolato! Dove?”
“Si è arruolato nella Guardia Nazionale. E così che si chiamano adesso i Soldati della Guardia. Alain presta servizio nella caserma della compagnia B.”
“Compagnia  B?! Ma è la stessa di cui abbiamo fatto parte! .... Grazie Madame siete stata davvero gentile! ............. Ho ancora del tempo, vuol dire che andrò a cercarlo.”
 

Dopo più di un mese, André varcò nuovamente il cancello della caserma di cui aveva fatto parte.
 La  piazza d’armi era deserta, c’erano solamente i soldati di guardia.
André rallentò il passo, i ricordi riaffiorarono. Aveva l’impressione di vedere la sua Oscar percorrere quella piazza con la sua divisa scintillante. Gli sembrava di rivivere il suo tormento, le  sue preoccupazioni, il  rifiuto da parte dei soldati di averla come loro Comandante,  la sfida e il duello con Alain.
Un passo dopo l’altro si ritrovò a percorrere il corridoio che lo portò all’ufficio del Comandante.
Un tocco un altro e ancora, una voce rispose: “Avanti!”
André girò la maniglia, la porta si aprì, un soldato era di spalle.
“Buongiorno Comandante! Sto cercando il soldato Sassoin Alain!”
Il Comandante  si girò lentamente e rispose: “Ti stavo aspettando soldato Grandièr, ti ho visto arrivare!”
“Alain! Sei tu! Non ci posso credere! ... Alain, tu sei ... il Comandante di questa caserma?!”

“Ben arrivato Andrè e  non fare quella faccia amico, anch'io stendo a crederci! Ah ah .... Sai, quando mi sono arruolato, mi hanno dato il grado di Comandante, sai perché? Sono il primo soldato volontario nella nuova Guardia  Nazionale che insieme al Comandante Jarjayes, ha tirato giù le torri della Bastiglia!”
“Ma cosa dici?”
“Diciamo che mi è stato assegnato, una specie di premio! Ah ah …"
"Cosa!"
"Ma non ti illudere André, anche se questo reggimento ha un nuovo nome, il compito è sempre lo stesso: dobbiamo mantenere l’ordine pubblico! ...... Su Andrè non ci siamo nemmeno salutati come si conviene a due amici, da qua la mano, amico mio!...."
Dopo la stretta di mano, Andrè disse:" Alain, tutto mi sarei aspettato, meno che ritrovarti qui! Ma si può sapere cosa ti è preso? Non stavi bene in campagna? Se non ricordo male, era sempre stato una delle tue aspirazioni vivere liberamente!"
“E' vero amico ma a volte accadono cose che vanno al di là della nostra volontà! ... Avanti Andrè, accomodiamoci.”
Alain prese posto dietro la  scrivania, Andrè gli era di fronte.

“Dimmi, sei venuto a invitarmi al tuo matrimonio?”
“Si, anche per questo! ... Oscar ed io, ci sposseremo a Palazzo Jarjeyes il dodici Settembre.”
“Allora vuol dire che si è riconciliata con il vecchio?”
“Si, si è riconciliata con suo padre. Ma tu, adesso, mi devi spiegare la vera ragione del tuo comportamento. Perché sei andato via in quel modo senza dire una sola parola?”
“Possibile che tu non l’abbia ancora capito Andrè?”
“Credo di si! Ma lo voglio sentire da te!”
Alain si alzò dalla sua poltrona con le mani dietro la schiena e guardandolo negli occhi disse: “Andrè, sei il mio migliore amico, desidero essere sincero con te! ... Non voglio che nascano malintesi e la nostra amicizia ne risenta per quanto sto per dirti.....”

Andrè si alzò dalla sua sedia e senza distogliere lo sguardo da quello di Alain, rispose: "Avanti parla! Sono qui per ascoltarti!"

Qualche passo in avanti, Alain prima gli diede le spalle, poi si voltò e con tono deciso ribatté:  “Oscar mi è entrata nella testa e nel cuore, sto facendo l’impossibile per dimenticarla ma non ci riesco! .... Non volermene André ma sai meglio di me che le ragioni del cuore non hanno nulla a che vedere con il buon senso. Come potevo rimanere ancora alla tenuta? ...Mi dispiace amico ma non posso farci nulla! ”

André annuì.


“Amico mio, volevi conoscere la verità ... adesso che lo sai, sono ancora invitato alle tue nozze?”  
“Ti aspettiamo Alain! ... Oscar e io ne saremo felici!”
"Non vorrei deludere il mio comandante, ci penserò!" "André prese la direzione della porta e prima di uscire concluse: "Saranno presenti tutti i nostri amici, spero che che non mancherai. Arrivederci Alain!" disse tirando dietro di sé la porta.

Alain rimasto solo, mormorò: "Mi dispiace amico ma dovevo essere sincero con te!"

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Preparativi di nozze ***


 
Preparativi di nozze
 
Dopo aver concluso gli ultimi dettagli in sartoria, Marguerite, Nanny ed Oscar aspettarono davanti alla carrozza l’arrivo di Andrè.

“Madre, lo immaginavo, Andrè non è ancora tornato! Quando è in compagnia di Alain, non si accorge del tempo che passa.”
“ Bambina, temo che quel ragazzaccio, l’abbia portato in qualche osteria a ubriacarsi.”
“Ma cosa dici nanny, Andrè è un ragazzo serio, non si lascia trascinare da certi vizi! Vedrete che tra non molto sarà qui! ...... Oscar, guarda!"
 “Cosa vi succede Madre?
  “Oscar ho l’impressione che quel ... gentiluomo stia arrivando da questa parte! ... Ma non è possibile!"

Un uomo vestito di tutto punto, si pose di fronte alle  donne e con modi gentili disse :“Permettete .....”
Lo sguardo delle donne si sgranò, Oscar ribatté stizzita: “Voi!!”
“Si madamigella, sono io e ho bisogno di parlarVi.
“Non abbiamo nulla da dirci Girodelle!”
“Non è mia intenzione infastidirvi Madamigella, desidero soltanto chiarire alcune questioni!"
Margherite risentita ribatté: “Conte de Girodelle come osate avvicinarvi ancora a mia figlia? A quanto pare non conoscete la decenza!”
“Madame Jarjeyes ... Vi prego, voi avete dei validi motivi per avercela con me e lo capisco ma è già da tempo che desidero parlare con Vostra figlia!... Madamigella, per giorni, ho atteso fuori dal palazzo Jarjeyes sperando di incontrarVi ma non ho avuto modo di rivederVi! ... Ho chiesto di Voi ai vostri servitori ma nessuno ha voluto dirmi nulla, finché questa mattina, vi ho rivista a Parigi con il vostro … sposo …”
“Girodelle, credo che Voi abbiate tergiversato abbastanza. Si può sapere cosa volete ancora da me?!!”
“Vi prego, vorrei parlarvi in privato.”
“No! Se proprio avete qualcosa da dirmi, fatelo in fretta e andate via immediatamente!”
“No,  vi prego, non adiratevi! .... Ecco, vedete .... Madamigella, sono qui per chiedervi perdono! .... Mi dispiace per quanto accaduto, ero fuori di me …”
“E’ sufficiente così Girodelle, non voglio ascoltare altro.”

Un tono di voce altrettanto piccato, provenne  alle spalle dell'uomo.

“ Come Vi permettete di avvicinarvi ancora alla mia fidanzata?”
“Ecco io … non è mia intenzione mancare di rispetto nessuno, voglio solo chiedere scusa  a Madamigella .... e a voi. So che per il mio comportamento, non merito alcuna attenzione da parte Vostra. La mia è stata una mancanza di riguardo nei confronti della vostra sposa! ... Certo non pretendo che Voi accettiate le mie scuse ma  vi chiedo comunque di perdonarmi." Girodelle la guardò ancora una volta, fece un inchino. “Comandante, Vi prego ancora di scusarmi! …”
L'uomo lasciò tutti senza parole allontanandosi sotto lo sguardo severo di ciascuno.
Fu la nonna a interrompere il silenzio: “ Nipote hai fatto benissimo a lasciarlo andare! ... Quell'uomo non merita un minimo di considerazione!”
 
"Nonna meglio non parlarne! ...Bene, immagino che in sartoria abbiate finito, possiamo tornare a palazzo?"  
"Si, possiamo andare!" Rispose Oscar.
I quattro giunsero a palazzo, Marguerite prima di varcare il portone d'ingresso disse:" Nanny sono davvero soddisfatta per ciò che abbiamo comprato, domani ci consegneranno parte del corredo di Oscar..."
"Madame Margurite, sono davvero felice dell'abito da sposa, è bellissimo!"
"E che dire degli accessori! Certo avrei voluto che Oscar indossasse qualcosa di più ..."
"Nonna cosa dici? E' più che sufficiente ciò che avete scelto per me." "Se ti riferisci al tuo abbigliamento notturno, beh, almeno quello l'ho abbiamo scelto io e tua madre!"
"André ribatté: "Abbigliamento notturno? Vuoi dire Oscar che ti vedrò finalmente indossare una camicia da notte femminile? Non ci posso credere! Davvero?"
Oscar arrossì per le parole di André e Nanny, ribatté:"Sfacciato che non sei altro, come osi parlare in questo modo alla tua fidanzata!"
"Ma nonna, si può sapere cosa ho detto di male? Sin da bambino ho sempre visto Oscar indossare camice da notte maschili ..."
Marguerite, sorrise e ribatté: "Nanny, André ha ragione! Ah ah ... Su entriamo in casa!"
"Si, certo madame! ... Comunque André, tu rimani uno sfacciato!" concluse la nonna lasciando i due da soli.

"Oscar, non capisco perché la nonna si sia arrabbiata in quel modo! Comunque, non vedo l'ora di vederti indossare una di quelle camice solo per me!" disse abbracciandola.
"André, come ha detto la nonna poco fa, sei uno sfacciato!"
"Non riesco a capire cosa c'è di male a vederti in abbigliamento femminile!"
"Ecco ... io ... credo che non mi sentirò a mio agio ..."
"Ma cosa dici! Sarai bellissima!"
"... Em ... A proposito André hai rivisto  Alain?”
André perse la sua allegrezza e rispose: “Si, certo che l'ho visto ..."
"Allora?! Su avanti, dimmi!"
... Si è arruolato nella Guardia Nazionale …”
“Cosa!! Ma come, lui detestava la vita militare, desiderava vivere in campagna. Ma cosa gli è preso? Ti ha spiegato almeno perché è andato via in quel modo?"
"Ecco ... veramente ...."
"Andrè, perché non dici nulla? Forse Alain ha qualche problema?”
“Ma no! ... Alain non ha alcun problema. Tu lo conosci, è sempre stato uno spirito libero."
"Andrè, dimmi in quale caserma presta servizio."
"Alain ha preso servizio nella compagnia B …”
“Vuoi dire che è tornato nello stesso reggimento di prima?”
“E’ così, ma non è tutto..."
"Cos'altro c'è?"
" Non è un soldato semplice, gli hanno assegnato il grado di Comandante …”
“Cosa! Dici davvero Andrè?”
“Pare che avrebbe ottenuto il grado di ufficiale perché non solo è stato il primo tra i Soldati della Guardia ad arruolarsi ma soprattutto per aver preso parte all’ attacco della Bastiglia. Comunque, secondo me, la verità è un’altra ..."
"Quale?"
Alain è un nobile anche se decaduto e poi, ha frequentato l’accademia militare e in passato, non si era certo arruolato come semplice soldato. Come sappiamo, Alain è stato degradato per la faccenda di sua sorella.”
“Si, Alain aveva il grado di tenente. Ma cosa ha detto, verrà al nostro matrimonio?”
“.... Mi ha detto che verrà! ....." rispose timido. "Oscar, ho l'impressione che tu senta freddo, hai le guance rosse e le mani fredde..." "Si, Andrè, l'aria si è rinfrescata, meglio entrare."
Stringendola a sé, continuò: " Su andiamo!... Dai raccontami, così hai scelto l’abito da sposa ..."
"Si ..."
"Sono sicuro che sarai bellissima!”
 “Andrè, credi, che sarei potuta uscire dalla sartoria senza aver scelto l’abito?! Sta sicuro che la nonna e mia madre, non l’avrebbero permesso." “E gli abiti per dopo?”
“Sei davvero curioso Andrè, quelli saranno una sorpresa!”
 
 
  1 SETTEMBRE 1789


Due carrozze si fermarono davanti al Palazzo Jarjeyes.
Scese prima un uomo che porse la mano alla consorte: era la primogenita dei Jarjeyes: Joséphine  e suo marito Charles. Invece nella seconda c'erano i loro quattro figli che erano poco più dei ragazzi: il maggiore era Francois, seguito da Agnes, Aubry e la  più giovane Margherite. Francois poco più che ventenne era il nipote maggiore dei Jarjeyes,  i suoi capelli erano del colore del grano e i suoi occhi erano azzurri come quelli della zia Oscar.

Ben presto a palazzo arrivarono le altre sorelle Jarjeyes: Loren, Silvie,  Michaela  e Marianne, tutte erano a seguito di mariti e figli, tranne quest'ultima che da molti anni ormai era rimasta vedova.
Marianne era andata in sposa un uomo molto più anziano che in seguito  si ammalò, lasciandola senza eredi ma in compenso ereditò l’intera fortuna del defunto.
 
La famiglia Jarjeyes al completo, era riunita nella sala da pranzo per festeggiare il fidanzamento di Oscar. 
Dopo la cena, tutti i membri della famiglia, si spostarono nella sala centrale. Augustin  fece portare nel buon vino per brindare al matrimonio che da lì a poco sarebbe avvenuto.

Oscar era in compagnia di Andrè quando suo nipote si avvicinò, disse: “Zia, mi piacerebbe misurarmi alla spada con voi!

" Oh ... beh ... vedi Francois .... dovrai pazientare ... almeno per il momento non sarà possibile ... vedi ..." Andrè vedendola in difficoltà, continuò: “Francois, dovrai aspettare qualche mese prima di poter duellare con tua zia.”
La nonna sconvolta dalle parole di suo nipote, si portò la mano alla bocca, fece cenno a suo nipote di zittire ma Andrè continuò: “ Francois, tra qualche mese  nella famiglia Jarjayes, arriverà un nuovo nipote!" André alzò il calice. "Colgo l'occasione per brindare con tutti Voi, non solo alle mie nozze ma anche a mio figlio che a breve nascerà!”


Le parole di Andrè lasciarono sbigottiti i presenti, il generale visibilmente imbarazzato, pensò: "Nella famiglia Jarjeyes non era mai accaduto una cosa simile! Ma con Oscar ormai dovrò abituarmi a tutto!"


Marianne sorrise, alzò il calice, disse: “A mio nipote! ... E a te sorellina, che sei sempre stata la più coraggiosa di tutti noi!”

Le parole di Marianne lasciarono esterrefatti i presenti mentre Oscar avvertì amarezza nelle parole di sua sorella.

Superato lo smarrimento iniziale, i presenti sollevarono i calici e all'unisono dissero: “Auguri agli sposi”


" Zia, aspetterò ma voi dovrete darmi qualche lezione di scherma!”
“Francois, nel frattempo potrai esercitarti con lo zio Andrè, ti assicuro che è bravo quanto me. Mi sono sempre allenata con lui e tante volte ho davvero temuto che mi battesse!”
“Si certo Oscar! Ma dimmi quante volte sono riuscito a batterti! .... Francois, non ricordo nemmeno a quanto risale l’ultima volta che ho avuto la meglio su tua zia."
"Dici davvero zio?"
" Certo! Oscar non ha peso, le sue mosse sono veloci e imprevedibili. Pensa, che quando comandava i Soldati della Guardia, ha battuto perfino il caposquadra del reggimento, un uomo alto e robusto che tra l'altro, ha frequentato  l’Accademia Militare.”

“Zia, ci sarà stato qualcuno che ti avrà battuta?”
Oscar guardò suo padre, disse: “Il nonno! ... E' stato lui, il mio maestro d’armi.”
“Nonno non sapevo che Voi foste tanto bravo con la spada.”  
“Dimentichi nipote, che tuo nonno è un Generale dell’esercito francese. Ho addestrato mia figlia finché non mi ha battuto!In seguito ne ha fatto le spese Andrè!  Sapessi, quante volte l’ho visto cadere nella fontana! Ih ih ih ...”

"Già, è vero Signore! Durante i nostri duelli, ero quasi sempre bagnato fradicio... ah ah ah!"
Charles incalzò: “ Generale, se continuate a narrare le Vostre gesta, rischio di tornare a casa con un figlio in meno!”
“Non potrebbe che farmi piacere avere qui con me, mio nipote!"
 

5 SETTEMBRE 1789

“Dottore Monford come sta Oscar?”
”Stai tranquillo André, il peggio è passato. Naturalmente deve continuare a prendere le tisane, ancora per qualche settimana. Come avevo diagnosticato, la malattia era agli inizi anche se, il suo organismo ha reagito nei peggiori dei modi!”
“Grazie dottore vi sarò riconoscente per tutta la vita!”
“Ho fatto semplicemente il mio dovere. Ti lascio Andrè, tornerò per la fine del mese.”
“Dottore aspettate!"
"Cosa c'è André?"
"Oscar e io ci sposeremo la settimana prossima, sarei ben felice di avere voi e la vostra famiglia alle nostre nozze, tra gli invitati ci sarà anche il Vostro amico, il dottor Lassonne.”
“Sarà un vero onore per me e la mia famiglia, intervenire alle vostre nozze, non mancheremo!”
 
" Grazie dottore!"


Era notte fonda, al palazzo regnava l’assoluto silenzio, ormai tutti erano nella loro stanza, tranne Loren che soffriva d’insonnia. Era sull' uscio della sua camera, quando arretrò di un passo e rimase nascosta dietro la porta. Loren vide Andrè percorrere furtivamente il corridoio per intrufolarsi nella stanza di Oscar. La donna sorrise e aspettò che la porta si chiudesse.


Oscar dormiva profondamente, quando sentì alle sue spalle, qualcuno  entrare nel suo letto, si voltò di scatto, un sussulto, digrignò:  “Andrè ….”
“Sccc … sta calma sono io, sono io! Mi dispiace di averti spaventata! ... A quanto pare, non hai perso le tue abitudini di soldato.”
“Andrè, cosa dici! Non potevo che svegliarmi di soprassalto, io non ti aspettavo …”
“Appunto amore, sono giorni che non vengo in camera tua, precisamente da quando è arrivata la famiglia. Ma vedi in che situazione ci troviamo, ci hanno dato delle camere separate, come se tu e io fossimo fidanzati!"
" Ma noi lo siamo!"
"Oscar, sai cosa penso?"
"Cosa!!!"
"La verità e che non siamo mai stati due fidanzati. Mia nonna e i tuoi genitori, fingono di non sapere che tra qualche mese avremo il nostro primo figlio, non sopporto più questa situazione, non voglio starti ancora lontano!”
“Andrè, sei sicuro che non ti abbia visto entrare nessuno?”
“Nessuno! ... E poi, anche se qualcuno mi avesse visto, dopo tutto sono camera di mia moglie!! Mi ritengo tuo marito già da quasi cinque mesi.”
“Andrè sei impossibile! Ah ah ah .…”
Andrè le mise un braccio intorno alla vita e tirandola giù, esclamò: “Vieni qui, vicino a me! … Turbolento Colonnello Jarjeyes!”
“Ma cosa dici Andrè?”
“E’ così che stasera, Adrien il marito di tua sorella, ti ha chiamato.” –
“Accidenti Andrè! Adesso sarei anche turbolenta!”
“Io aggiungerei altro …”
“A si!! Sentiamo, continua pure …” disse stringendosi a lui.
“Autoritaria,bellicosa e sopratutto testarda!"
"Non credi di esagerare adesso?"
"Assolutamente!! Comandante, mi hai piegato alla tua volontà!”  
" Umm .. Adesso tocca a me dire qualcosa, soldato Grandièr.”
“Avanti, ti ascolto ..."
“Sei piacevolmente paziente, comprensivo e tanto dolce con me!."
“Qualità che dovevo tirare fuori, visto che ti ho aspettato pazientemente per una vita intera!... Ti amo Oscar ...”
"Andrè, anch'io ... ti amo .... ti amo tanto ....."

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Confessione di una figlia ***


Confessioni di una figlia

I preparativi per le nozze procedevano senza sosta. Nonostante la volontà espressa da Oscar di volere una semplice cerimonia, il generale diede disposizione che la festa di nozze fosse degna del suo erede.



Era pomeriggio inoltrato, André era seduto sul bordo della fontana in compagnia di Oscar, quest'ultima disse: "André, tutti sono in fermento per la nostra cerimonia, e come se non bastasse mio padre si sta occupando personalmente affinché la cappella e il giardino vengano allestiti nei migliori dei modi, ed io che desideravo nulla di sfarzoso!"
"Già! ... Oscar, guarda là tuo padre, sta dando disposizioni ai servitori di come disporre il giardino!"
"Giuro che mai avrei pensato di vederlo tanto entusiasta! ...
"Già ..."
"André hai notato lo strano comportamento di mia sorella   Marianne?"
"Si, l'ho notato!"
"Non solo è taciturna ma è particolarmente malinconica. Mi chiedo cosa le stia succedendo!"
"Oscar, tua sorella è vedova ormai da molto tempo, non credi che possa essersi innamorata?"
"Tu credi André?"
"Ne sono certo! Alla sua età mi pare più che naturale ..."

"André, mio padre sta arrivando da questa parte..."


"Buona sera!"
"Buona sera signor Generale!"
"Padre ..."
"Oscar, ho dato disposizione alla servitù affinché il giardino sia sufficientemente illuminato per la festa. Siamo a Settembre, le giornate cominciano ad accorciarsi rapidamente, la festa di un matrimonio certo non deve svolgere al buio!
"Padre, ma noi ci sposeremo in pieno giorno ..."
"Si, ma non pretenderai che la festa di nozze termini con la cerimonia nelle cappella?"
No, certo ..."
I tre videro arrivare Marguerite che avvicinandosi, disse: "Tra non molto sarà servita la cena, ci stanno aspettando!"
"Il generale ribatté: "Adesso arriviamo Marguerite!"

Durante il percorso madame Marguerite disse:"Ormai mancano pochi giorni al vostro matrimonio, spero che non manchi nulla e che tutto sia perfetto!"
"Oscar ribatté: "Madre, voi e mio padre state facendo più di quanto desiderassi, non è il caso che vi preoccupiate."
"Oscar, desideri che tutto si svolga nella maniera più semplice e così sarà ma tuo padre ed io faremo in modo che tutto sia ben organizzato."
"Vi ringrazio!"
"Su, entriamo, ci stanno aspettando!"  


Nanny era sola in cucina, immersa nei suoi ricordi........


Ho trascorso l'intera vita, al servizio di questa famiglia, ho cresciuto le figlie del Generale come se fossero mie! .... E quando è nata Oscar ... oh povera bambina! Cresciuta come un maschio e privata dell'affetto di sua madre e delle sue sorelle, l'unico punto di riferimento è stato suo padre. La mia bambina è cresciuta in solitudine finché non ho portato mio nipote a palazzo. Povero caro rimasto orfano in tenera età!... Oscar e André sono cresciuti insieme, sono stati compagni di giochi, si comportavano come fratello e sorella, almeno fino a che mio nipote non si è innamorato della mia bambina! E adesso, tra qualche giorno diventeranno marito e moglie .....

Alcuni passi, una voce: “Nonna sei qui, la cena è stata servita, ti stiamo aspettando!" Oscar vide Nanny, asciugarsi gli occhi." Nonna, perché quelle lacrime?”
“Niente bambina mia, desidero soltanto dirti che ti voglio bene!... Mio nipote è davvero fortunato a prenderti in moglie!”
“Nonna, credo che la più fortunata sia io! Sto per sposare un uomo meraviglioso che mi ama più di se stesso ... ma anch'io lo amo!"
"Lo so bambina ed è per questo motivo che piango, le mie sono lacrime di gioia!"
Oscar posò le mani sulle piccole spalle dell'anziana donna e con atteggiamento scherzoso ribatté: "Nonna, comunque riconosco che André è davvero coraggioso, sta per prendere in moglie una donna per niente docile! Ah ah ah ...”
Nanny si passò ancora il fazzoletto sugli occhi e rispose: “Hai sempre voglia di scherzare, in questo somigli molto al mio Andrè!”
 
"Dimentichi che siamo cresciuti insieme, credo che in qualche modo ci siamo amalgamati, non trovi? Su nonna andiamo, ci stanno aspettando. ."  
"Andiamo bambina ..."


Durante la cena, Silvie disse: “Padre, non riuscivo a credere ai miei occhi, quando, ho ricevuto la lettera di mia sorella che annunciava le sue nozze. Credo che anche per voi sia stata una sorpresa!"
Il generale sorrise e rispose: “Sorpreso?! Forse qualcosa di più! Speravo davvero che Oscar si sposasse, per me è stato un fulmine a ciel sereno.”
Marianne con tono ironico incalzò: “Forse perché sta per sposare André, vero padre?"
Il generale, aggrottò lo sguardo e annui.
Marianne continuò: " Visto che mia sorella non vi ha permesso di sceglierle marito e addirittura sposerà André!”
 Augustin, pacatamente, ribatté: “Non  lo nego! Avevo altri progetti per lei ma loro, mi hanno messo di fronte al fatto compiuto. In seguito, ho compreso che Andrè è l'uomo adatto a tua sorella! ... André vive con noi da quando era poco più di un bambino, ed io non solo gli sono affezionato ma lo ritengo degno della mia fiducia." il Generale voltò lo sguardo ai suoi generi. “Naturalmente la stessa considerazione ho per voi, altrimenti non vi avrei dato in moglie le mie figlie!”
Gerard il marito di Silvie intervenne:“Generale, in fondo c'era d'aspettarselo, come avete detto poco fa, André e Oscar sono praticamente cresciuti insieme ed era ovvio che prima o poi si innamorassero! .... Propongo un brindisi, alla coppia più consolidata della famiglia Jarjeyas!”

All'unisono:"Auguri!"


 
 
Finita la cena Oscar si recò nella camera di sua sorella.


Un tocco alla porta.


“Marianne, posso entrare? Sono Oscar!”
“Entra pure,  è aperto!"
Oscar entrò e chiuse dietro di sé la porta.
Marianne era dietro  il paravento per indossare la camicia da notte.
Oscar avanzò timidamente e dopo qualche istante di silenzio disse: “Dobbiamo parlare Marianne.”
"Accomodati sorellina, non rimanere in piedi nelle tue condizioni!" disse uscendo dal separé e con molta disinvoltura si presentò in camicia da notte, prese la vestaglia che era appoggiata alla poltroncina, la indossò e si sedette.
 Erano l'una di fronte all'altra. Gli occhi di Oscar si posarono inevitabilmente sul suo ventre esclamò:  “Marianne ma tu aspetti un bambino!”
“Era ora che te ne accorgessi sorellina! Anche se debbo dire che durante il giorno faccio di tutto per nasconderlo.”
"Ma ... io ..."
“Cosa c’è Oscar non eri qui per parlarmi o sbaglio? Se sei venuta in camera mia avrai senz’altro qualcosa da dirmi!”
“Avevo intuito che dietro il tuo atteggiamento, nascondessi qualcosa! Gli altri lo sanno? Mi riferisco a nostra madre e le nostre sorelle.”
“Gliel'ho detto appena sono arrivata.”
“Marianne, posso aiutarti?”
“Ti ringrazio Oscar ma ne tu, ne nessun’altro, può fare nulla per me. E poi, cosa potresti fare per aiutarmi, sentiamo!" rispose sarcastica.
“Ehi  Marianne non metterti sulla difensiva ...”
“Oscar, riconosco che sei un bravo soldato, sei molto scaltra, non ti sfugge mai nulla! … Ma ti rendi conto, cosa ha fatto di te nostro padre? Non solo hai un nome da uomo ma ho l’impressione  di parlare con un soldato, sei fredda e distaccata.
“Non sei la prima a dirmelo! Probabilmente devo ringraziare la mia freddezza se ho avuto la meglio su nostro padre. Ti sbagli se pensi che non abbia provato a piegarmi al suo volere. Voleva che mi sposassi, naturalmente con un uomo scelto da lui ma io non gliel'ho permesso.”
“Ma tu non hai sedici anni come li avevo io!” “E’ vero!... Ma adesso sei una donna e se hai fatto una scelta non temere il giudizio di nessuno e tanto meno quello di nostro padre.”
“Nostro padre!… Conoscendolo, mi chiedo come abbia potuto perdonarti!... Hai voltato le spalle alla corona schierandoti con i ribelli e prendendo parte ai tumulti di Parigi! Ah ... come minimo ti avrà apostrofata "rivoluzionario!" disse alzandosi nervosamente dalla sua poltroncina. “E come se non bastasse, aspetti un figlio da Andrè e addirittura te lo sposi. Sinceramente non riesco a capire come  abbia  potuto accettare tutto questo!”
Oscar si alzò, avanzò presso di lei e con voce suadente rispose: “Non credi che stia cambiando?”
“No! Il Generale Jarjayes è un egoista, pensa solo a se stesso. E se ha accettato la tua unione con Andrè, avrà sicuramente  il suo tornaconto! … Immagino già cosa avrà detto a nostra madre: “Una delle mie figlie in sposa a un servo.” Chissà quante parole di disprezzo avrà avuto per il povero Andrè!”
“Ammetto che in principio si è opposto alla nostra unione ma ti assicuro che non ha mai detto nulla di tutto questo…” rispose toccandosi il ventre. “Forse si è intenerito per il bambino, comunque nostro padre sapeva perfettamente che con o senza il suo consenso  avrei sposato André! .... Marianne non siamo più delle ragazzine, nostro padre non può imporci più nulla! Anche se fai fatica a crederci, lui sta cambiando! ... Marianne chi è il padre del tuo bambino?”

“Si chiama George, lavora presso la mia casa. Che ne dici sorellina, il Generale accetterà un altro servitore nella nostra  famiglia? Ma non mi importa! Come hai appena detto, non siamo più delle ragazzine, nostro padre potrà fare qualche scenata, nulla di più.”

“Da quanto tempo hai una relazione con lui?”
“Da sempre! … Ci amiamo ancora prima che mi sposassi. L'ho conosciuto a una festa, George serviva in casa dei Legran e da quella sera non ci siamo mai separati. Dopo il matrimonio è venuto a lavorare presso il mio palazzo, è stata l'unica cosa che sono riuscita ad ottenere dal mio defunto marito."
"Lui ne era a conoscenza?"
"Non lo so, era troppo occupato a correre dietro alle sue molteplici amanti! ... Oscar mi stai giudicando, vero?”
  “Non sono nessuno per giudicare e poi, il tuo matrimonio è stato imposto da …”
“Dal generale.”
“Ora capisco cosa hai provato …”
“No, tu non puoi capire cosa ho provato! ... Fortunatamente non sai cosa significa stare con un uomo che non ami e provi solo repulsione..” le lacrime rigarono il viso.
“Hai ragione Marianne, non lo so ma adesso non devi pensarci più! ... Tra quanto tempo nascerà mio nipote?”
“Tra quattro mesi.”
“Lui dov’è?”
“Mi ha accompagnato fino a Parigi, alloggia nella pensione di Madame Loren.”
“E' per questo motivo che tutti i pomeriggi lasci il palazzo, per tornare la sera?”
“Si Oscar, e così ma non è tutto! ... George è già da tempo mio marito, ci siamo sposati sette mesi fa, naturalmente viviamo liberamente in casa mia. La servitù è sempre stata a conoscenza della nostra relazione, è gente fidata!”
“Marianne, rimane un ultima cosa da fare, devi presentarlo a nostro padre.”
“No, non adesso.”
“Si può sapere perché?”
“Tu e Andrè tra qualche giorno vi sposerete, non voglio rovinare questo momento, preferisco rimandare dopo le vostre nozze.”
“Domani mattina, Andrè ed io andremo a Parigi e tu verrai con noi. Desidero conoscere tuo marito.”
“Ma Oscar …”
“Stai tranquilla, vedrai, andrà tutto bene. Stasera ne parlerò con Andrè.”
 
 



Il giorno dopo una carrozza lasciò  palazzo Jarjeyes e si diresse verso Parigi.

I tre entrarono nella pensione di madame Loren, che riconobbe Marianne.
  “Buongiorno Contessa!
“Buongiorno a Voi Madame, mio marito è di sopra?”
 
“Si, poco fa, ho ritirato il vassoio della colazione ed è rimasto in camera per tutto il tempo!” “Grazie madame Loren! ...Oscar, Andrè venite con me.”

I tre salirono la scalinata di legno, percorsero il corridoio fino ad arrivare dietro la porta.



 George era un ragazzo affascinante, alto, moro, con occhi scuri.
Era assorto dai suoi pensieri quando udì bussare alla porta.
"George sono Marianne …”
“Marianne?! Ma cosa è successo, perché è qui a quest'ora?!"Sussurrò precipitandosi alla porta. "Cara, non ti aspettavo ma ... non sei sola!
"Infatti George, ci sono visite!"disse avanzando in camera. “Sono venuta con mia sorella Oscar e il suo fidanzato André!”
"Oh ma ... scusatemi per l'imbarazzo! ... Ma prego accomodatevi! Marianne mi ha parlato tanto di Voi!"
“George, loro sanno tutto e desideravano conoscerti.”
"Veramente io ..."
Oscar incalzò: “ George, mia sorella mi ha detto che siete sposati già da un po' di tempo, quindi è giunto il momento che ti presenti al resto della famiglia!”
“Volete presentarmi alla Vostra famiglia Madamigella? Ma io .... non credo che mi accetteranno, sono solo un servo che ha lavorato per anni in casa di Vostra sorella, ed io ..."
"George, anch'io tra qualche giorno sposerò un uomo che è stato il mio attendente, anche se, non l'ho mai considerato tale! ... Quindi, non capisco il motivo del tuo disagio."
"Madamigella Oscar, Vi ringrazio per la comprensione che mi state dimostrando, però... presentarmi al Generale Vostro padre ... io .."
Marianne incalzò: " No, Oscar! Non voglio rovinare il vostro matrimonio …”
“ Voi non rovinerete un bel niente, anzi, dobbiamo trovare il modo di risolvere la vostra situazione! Non sarebbe giusto che alle nozze di tua sorella, te ne stia in disparte mentre tuo marito rimane qui alla pensione! ... Dunque George, te la senti di affrontare il Generale Jarjeyes?”
“Si, certo, Madamigella Oscar! ... Sono pronto!"  
"Bene, possiamo andare!  
 
La carrozza arrivò a palazzo.
Marguerite e le sue figlie avvertite da Oscar, stavano aspettando il loro arrivo mentre il generale ignaro, era nel suo studio a riordinare alcuni documenti.

I quattro fecero ingresso a palazzo, Marguerite li andò incontro e guardando il giovane disse: "Benvenuto nella nostra famiglia George!"
Timidamente il ragazzo rispose: " Grazie madame!"
" Marianne, tuo padre è nello studio, dobbiamo andare da lui!"
"Oscar rispose: "Madre, mio padre non sa nulla. E' il caso di parlargli, prima che conosca George.
Marianne sussurrò:"Oscar, verrai anche tu, vero?"
"Certo Marianne e con noi verrà anche nostra madre. Andiamo!"


La porta dello studio era spalancata, Augustin era seduto dietro la scrivania immerso tra le sue scartoffie quando le vide arrivare.
"Cosa succede? Perché siete qui?"
Con tono deciso, Oscar rispose: : “Padre, Marianne deve parlarvi.”
“ Umm … su avanti figlia, ho molti documenti da rivedere, fa presto.”
Marianne esitò.

“Cos’è questo mistero, su avanti parla!”
Marianne fece un respiro profondo e disse: “Padre, mi sono sposata sette mesi fa e da cinque aspetto un bambino.”
“Cosa!! …” tuonò suo padre alzandosi dalla poltrona e posando lo sguardo sul ventre di sua figlia.
"Padre, presto avrete un altro nipote ..."
L'uomo scrutandola ancora ribatté: "A quanto pare hai saputo perfettamente nascondere la tua condizione con le vesti!"
"Si, è così!"
Pur sbalordito da tale rivelazione, il Generale ritrovò la sua compostezza, prese la pipa, l’accese con lentezza, e guardando negli occhi sua figlia disse: “Se, non mi hai detto nulla per tutto questo tempo, evidentemente ci sarà un motivo, forse, sai che non approverò la scelta che hai fatto, è così Marianne?”
Un’altra boccata, occhi negli occhi.

“ Si chiama George, stiamo insieme da sempre, ancor prima che mi sposassi ... ma non è tutto, immagino che non vi farà piacere sapere ... che mio marito ha lavorato presso la mia casa come servitore."
Silenzio e ancora occhi negli occhi.

“Anche tu, mi hai messo con le spalle al muro! … Un’altra figlia ribelle, un’altra fuori controllo! ... Marguèrite, immagino che lo sapessi e hai preferito tacere, vero?!!”
“Augustin, nostra figlia me l'ha detto il giorno del suo arrivo...”
“Immagino che lo sappiano tutti, tutti tranne me ovviamente!"
"Padre ...."
"Margherite quando sono nate le nostre figlie, immaginavo che prima o poi, mi avrebbero dato pensiero, non mi sbagliavo affatto! Secondo voi, io ero il pazzo che sbraitava per la nascita delle mie figlie?! ... Marianne, ma si può sapere che razza di uomo è tuo marito? Non ha avuto nemmeno il coraggio di affrontarmi! ”
“Padre, George sta aspettando fuori la porta del Vostro studio.”
Augustin posò la pipa sul tavolo, disse: “Si, certo ... dopo ben sette mesi! Avanti Marianne fallo entrare.”
Marianne spalancò la porta, disse a suo marito: “ George entra, mio padre desidera conoscerti!”
Il giovane entrò, timidamente, mormorò: “Buona sera signor Generale, il mio nome è George Laurent, sono il marito di Vostra figlia Marianne ..."
Il generale lo scrutò severamente e annuì.
"Voglio che sappiate che amo Vostra figlia da sempre, ed è tutto ciò che ho di più caro!”

Nello studio scese il silenzio, finché il generale con tono severo rispose: “Come sempre, sono l’ultimo a sapere ciò che succede alla mia famiglia ma ormai, mi ci sto abituando! ..... Marguerite, l'unica cosa che posso dire e che tra non molto arriveranno altri due nipoti ed io, ne sono davvero felice!”



"Oscar, sei pronta, ci sono tutti, ti stanno aspettando!"
"Si, Andrè, ho quasi finito, devo solo spazzolarmi i capelli! .... Andrè, per fortuna che si è tutto risolto, adesso mia sorella potrà condurre una vita serena!"
"Sono felice per lei! .... La cena di questa sera, sarà un modo per festeggiare la loro unione. Oscar dovevi vedere tuo padre! Oggi pomeriggio l'ho visto davvero felice!"
"Si, lo so! Mia madre mi ha detto che è stato lui a dare disposizioni alla servitù, affinché fosse tutto curato nei minimi dettagli!"
"E tutto questo è per merito tuo, amore mio! ... Su lascia la spazzola, i tuoi capelli sono perfetti!"
"Tu credi soldato Grandier?"
"Sei bellissima Oscar, vieni qui, abbracciami! .... Oscar, ti amo ...."disse stringendola a sé. "Sto contando i giorni, desidero che diventi mia moglie, non ce la faccio più!! Ti amo ... ti amo Oscar ... "
"Oh Andrè, anch'io ti amo tanto ......."

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** La sorpresa di Andrè ***



La sorpresa di André
 
Dopo una giornata impegnativa, la famiglia Jarjeyes era nuovamente riunita nella sala delle feste.
Margherite era in compagnia delle sue figlie, i nipoti più grandi erano  impegnati nelle loro conversazioni, gli uomini invece discutevano della situazione politica che il paese stava attraversando.
Adrien il marito di Silvie disse: “Finalmente l’assemblea costituente ha proclamato non solo la libertà di opinione di stampa ma anche la libertà di  religione.”
Charles ribatté: “Pensi che in futuro  non ci saranno ritorsioni  sulla libertà di stampa?”
“Sicuramente i propositi sono buoni, non vorrei essere pessimista ma i cambiamenti radicali spesso sfociano quasi sempre in violenze che come sappiamo sono  già avvenute, temo che ce ne saranno altre.”

Gerard aggiunse: “ La Fayette ha combattuto in America, adesso è un deputato dell’Assemblea Costituente, bisogna sperare che faccia da tramite con i sovrani sperando che collaborino senza che facciano alcun genere di resistenza, altrimenti potrebbero scoppiare altre rivolte.”
 

Fu servito il vino, Charles prese la sua coppa e avanzò verso Andrè e disse:   “Andrè ormai manca poco al fatidico giorno, però non ci hai ancora detto come sei riuscito a conquistare il Colonnello Jarjeyes.”
“Ti darò la stessa  risposta   che diedi tempo fa  a un mio amico: ho aspettato vent’anni!”
“Caspita!!! ... Signor Generale ma lo avete sentito?! Solo per aver corteggiato vostra figlia per così tanto tempo, dovreste consegnargli una medaglia al valore, un altro al suo posto si sarebbe arreso! Deduco che è più testardo di mia cognata! Ah ah ah ....
 
Augustin sorrise e sorseggiò il suo vino.  
Bene, propongo un brindisi: alla tenacia di nostro cognato André! Ah ah ah ..."


Era notte fonda, André e Oscar erano nel letto abbracciati.
“Andrè, immaginavo che stasera saresti venuto.” “Umm ... Davvero!” “Per tutta la sera ho sentito il tuo sguardo addosso, credo che se ne siano accorti tutti.”
" Come posso non guardarti, mi fai impazzire!"
"André danni la tua mano! ........ Senti il mio ventre, non trovi che sia più gonfio?" "Certo! E continuo a chiedermi come fai ad indossare ancora i tuoi vestiti!”
“Possibile che non ti sia accorto che indosso dei nuovi  pantaloni?”
“Ma cosa dici?"
“Te lo spiego subito!"disse tirandosi su. "Ho chiesto a madame Beltran di far cucire dei abiti maschili più grandi …”
“Cosa hai fatto!! Oscar, tu ... tu sei incredibile! Allora non ho alcuna speranza di vederti in abiti femminili!”
"Beh, adesso non esagerare! ... Andrè, dovevi vedere le facce che avevano  mia madre e la nonna quando ho chiesto a Madame Beltran di cucire dei pantaloni più grandi! Ah ah ... Comunque per farti felice, ho comprato anche degli abiti da donna. Così avrai la tua rivincita di vedermi enorme! Ah ah ah ..."
“A questo punto,spero che non ti presenti al braccio di tuo padre vestita da uomo! Ih ih ...”
“Questa poi, sarebbe impossibile! La nonna griderebbe allo scandalo! Ah ah ah .... André, domani pomeriggio devo tornare in sartoria per l'ultima prova dell'abito, verrai con me?”
“Certo! Approfitterò per andare al giornale, anche se Rosaliè vive a palazzo, è tanto che non vedo Bernard! .... Su vieni qui ..."
“No, aspetta …”rispose alzandosi dal letto.
"Si può sapere perché mi lasci in questo modo?"
"Sii paziente ... devo darti qualcosa ...."
Oscar aprì l'ante delll’armadio, frugò all’interno, prese uno scrigno, tornò da André l'aprì e disse: “Dammi il polso.”
“Cosa?”
“Hai paura di me, non ti fidi della tua fidanzata Andrè?”
“Hi hi ... Cosa!!”
“Su Andrè sbrigati! Ti garantisco che non tiro fuori lo stiletto! Ah ah ah ... ”
“E va bene voglio fidarmi.” disse porgendo il braccio.
Oscar tirò fuori dallo scrigno un bracciale e glielo appuntò.
  “Questo è il pegno del mio amore!"
"Ma Oscar, questo è il dono che ti fece tuo nonno Francois il giorno del tuo decimo compleanno!"
"Hai una buona memoria André! Già, apparteneva a mio nonno! ... Me lo regalò  perché ero l’erede  della famiglia, mi disse che mi spettava di diritto, dimenticandosi però che sono una donna! ...L'ho  tenuto in questo scrigno per tutto il tempo, non l'ho mai indossato. Quando lo guardo, ricordo  mio nonno  con affetto.”
“Oscar, è un oggetto troppo importante, non mi sembra il caso che tu …”
“Ma cosa dici Andrè?! Chi più di mio marito potrebbe portarlo! ... Guarda sta meglio a te che a me, infondo è un oggetto adatto a un uomo! … Se non ricordo male, una notte in questa stanza,  mi  hai ricordato che sono una donna, forse in una maniera poco galante ma …”
“Non ricordarmelo, ti prego.”

Si strinse a lui e disse: “Schhh …. Invece te ne sono grata! Beh , almeno adesso ma in quel momento forse ti avrei ammazzato volentieri Grandier! Ih ih ... Però riconosco che da quella sera, ho cominciato a capire …”
" Oscar, mi dispiace ..."
"Di cosa Andre? Di avermi dichiarato il tuo amore?"
"Vedi ... io .... mi sento in colpa per quello che ti ho fatto ..."
" Sono io che mi sento in colpa per averti fatto soffrire! .... Adesso basta Andrè! ..... Andrè qualsiasi cosa possa accadere, non dimenticare che io ti amo e ti amerò per sempre! E affinché tu non lo dimentichi ... guarda, l'ho fatto incidere qui, all'interno del bracciale, leggi ...."
André con un flebile sussurro, lesse: "Ti amo ..." la strinse a sé con impeto e la baciò.
Quella notte si amarono con tutta la passione e l’amore che sentivano l’uno per l’altra …..
 


8 SETTEMBRE 1789
 

Sentendo il bisogno di rimanere in solitudine, Oscar andò nello studio di suo padre. Entrò e inevitabilmente lo sguardo si posò sulla parete dove era riposto il suo  ritratto.
Si sedette dietro la scrivania ripensando con  malinconia a quei giorni così lontani.

"Quanti diverbi che ho avuto con mio padre, in quel periodo non abbiamo fatto altro che discutere! ... Voleva impormi la sua volontà ma io mi sono ribellata. Tutto è cambiato, anche mio padre. Ne sono immensamente felice ..."
Oscar fu distolta dai i suoi pensieri quando la porta si aprì bruscamente.

Era suo padre seguito dalla servitù che si apprestò a rimuovere il quadro di Oscar dalla parete.
<
“Oscar non pensavo di trovarti qui! Cosa fai tutta sola?”
“Ecco ... Ma padre, perché stanno togliendo il quadro dalla parete?”
“Deve tornare nella sala centrale insieme agli altri.”
“Non capisco ….”
“ L'ho fatto mettere qui, perché ti ho creduta morta! ... Ero disperato, ho passato intere giornate in questa stanza, per vedere il tuo volto, senza che nessuno mi disturbasse!”
"Padre ..."
Una voce familiare li interruppe:“Oscar, hai visite.”
“Nonna, chi è venuto?”
“Lucien e un certo Arthur."
" Forse è successo qualcosa ad Arras?"
"Non lo so! Andrè li ha fatti accomodare in salotto ma chiedono  anche di te.”
“Va bene, adesso arrivo! .... Padre, venite con me?” chiese lasciando lo studio.
“Va pure Oscar, ti raggiungo dopo! ... Oscar .... ”
“Si, Padre?! …”
“Immaginavo che avresti portato dei cambiamenti ad Arras!… Ricordo ancora quando mi rimproverasti, per le condizioni di indigenza in cui versavano i contadini. Ti dissi con rimprovero che non ti saresti dovuta  occupare di faccende che non ti riguardavano, sono stato davvero duro con te!”
“Non pensateci più, ormai appartiene al passato."
“Oscar, non ti ho ancora ringraziato di aver steso l’invito al mio amico Legran."
“Forse, è l’ unico amico sincero che avete Padre!”
"Si .... è vero!"  
 

Appena André la vide arrivare, disse: “Vieni Oscar, abbiamo visite!”
“Arthur, Lucien, ci sono problemi ad Arras?”
“Nessuno Madamigella! Siamo qui per consegnarVi un presente …”
"Cosa!"
“Ad Arras, tutti sanno che tra qualche giorno Vi sposerete e gli abitanti del villaggio hanno pensato di farvi un dono …” disse Arthur, mentre degli uomini consegnarono un bronzo.
“Signori ma non era il caso!”
“Dovete accettare, è un gesto di riconoscenza da parte degli abitanti di Arras.” ribatté Lucien.
“Ma …” 
Andrè prese la mano di Oscar e guardando i due uomini disse: “Ringraziate da parte nostra gli abitanti di Arras, siamo davvero onorati!”
“Si, certo …”  mormorò Oscar.
“Lucien, Arthur, Vi aspettiamo alle nostre nozze!"
"Contaci Andrè, ci saremo!”
 
Il generale esclamò:“Oscar guarda! E' Marte il dio della guerra! ... E' stupendo! Direi di metterlo accanto al tuo ritratto, cosa ne pensi?”
 
"Si ... certo padre. Credo che sia il posto perfetto! ...Lucien, Arthur ringraziate tutti da parte mia!"  



Parigi, fuori la sartoria di madame Beltran.

Marguerite disse: “Andrè, non credo che ci metteremo molto.”
“Va bene passerò più tardi a prendervi! .... Approfitto per andare al giornale.”
“Andrè,non dimenticarti di noi! Quando sei con Bernard  non ti accorgi del tempo che passa!”
 
" Oscar, sarò qui tra un'ora, ci vediamo dopo!"  
"A dopo Andrè!"


Le Journal de Paris


“Buongiorno Signori! Sto cercando Bernard …”
Un uomo alle prese con l'inchiostro, rispose: “Chi siete?”
“Un amico. Il mio nome è Andrè Grandièr.”
“Aspettate un attimo, vedo se il direttore può riceverVi."


All'interno della piccola stanza c'era un rumore assordante di macchine che mandavano in stampa i giornali mentre alcuni uomini si davano un gran da fare riordinare quelli già pronti per essere venduti.
Poco dopo tornò l’uomo, che disse: “Prego, il direttore vi sta aspettando, andate in fondo.”
“Grazie!”
Andrè percorse un piccolo corridoio, la porta era spalancata, Bernard era seduto dietro la scrivania.

“Andrè che bella sorpresa, non pensavo che saresti venuto a trovarmi!”
“Come stai Bernard?"
"Bene!"
"Anche se vieni a far visita Rosalie a palazzo, è da un po’ che non ci vediamo!
“Ho davvero un mucchio di impegni, tra il giornale e i miei incontri con i membri dell’assemblea, non ho neanche il tempo per gli amici! Ma dimmi come stai?”
“Bene Bernard, ho accompagnato Oscar e sua madre  in sartoria e ho fatto un salto al giornale.”
“Hai fatto benissimo ma ti prego accomodati! …” "Grazie Bernard!"
“Allora Andrè dimmi, sei pronto per il grande passo?”
“Ormai manca qualche giorno, piuttosto non prendere impegni.”
“Tranquillo! Non potrei mancare alle nozze dei miei amici! Ascolta ma sei davvero sicuro che al Generale non dispiaccia la  presenza di un rivoluzionario nella sua casa? Sai quella volta che sono stato a casa sua per parlargli di Oscar, ci siamo lasciati in malo modo, non vorrei che abbia qualcosa da ridire.”
Se può tranquillizzarti, ti dirò di più: tra i nostri invitati ci saranno operai, servitori e gli ex Soldati della Guardia, quindi Bernard non sarai l'unico rivoltoso che prenderà parte alla mia festa di nozze. Infine ci saranno i medici che hanno curato Oscar, anche loro sono dei simpatizzanti della causa. Come vedi, non hai nulla di cui preoccuparti e poi non dimenticare che gli stessi sposi sono dei rivoluzionari!”
“Possibile che il Generale accetti tutto questo?”
“Potrà sembrarti strano ma per sua figlia lo ha fatto! ... Bernard, ti assicuro che sta cambiando! Anche se il generale è rimasto attaccato alle sue convinzioni e frequenta Versailles, non sdegna i lavori dell’Assemblea. A proposito Bernard come procedono?”
“L’assemblea costituente ha dichiarato i diritti degli uomini, ora tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, tra qualche giorno i deputati proporranno la legge per confiscare le terre al clero, il motivo di ciò, è risanare in parte i gravosi debiti statali. Ecco prendi una copia del giornale che abbiamo appena stampato.”
“Grazie Bernard, lo leggerò a casa! … Bene, mi ha fatto piacere rivederti, ti aspetto alle nozze. Adesso devo andare, Oscar mi sta aspettando. A presto Bernard!"
“A presto Andrè!”


 

Alla vigilia  delle nozze, ci fu l'ennesima riunione di famiglia ma quella sera c’era una’atmosfera decisamente felice. Il salone era particolarmente illuminato, in un angolo della sala, c’erano i regali che gli sposi ricevettero da parenti e amici; voci festanti dei presenti e risa felici dei più piccoli, facevano da cornice.
Oscar era sedute al divano intorno a un tavolino in compagnia di sua madre e delle sue sorelle, dove furono servite le vivande, accompagnate da bicchieri  colmi di vino e liquori.  Andrè era in compagnia degli uomini anche se la sua attenzione e il suo sguardo erano rivolti costantemente alla sua sposa, finché posò il bicchiere e la raggiunse.

Josèfhine appena lo vide, esclamò:  “Andrè, benvenuto tra donne!”

"Grazie! ... Se permettete vi porto via un attimo la mia fidanzata! .... Oscar, mi dedichi qualche minuto?"
"Ma si, certo Andrè!"
André le porse la mano e si appartarono in un angolo della sala sotto lo sguardo divertito delle sorelle, Marianne disse: " Sorelle, che bello vederli così!" Silviè ribatté: " Fa piacere vederli tanto innamorati!... Anche se fanno di tutto per non dimostrarlo in pubblico, glielo si legge in faccia che si adorano!"
Michaela continuò: "Credo che André stia contando i minuti che lo separano da nostra sorella!"
"Separano?! Ma se non appena ne ha l'occasione entra in camera di Oscar! Ah ah ah ..."
"Già, anch'io l'altra notte l'ho visto! Ah ah ah ..."  


" Cosa c'è André?!!"
"Vedi, anch'io ti ho fatto una sorpresa ....."
"Sorpresa!! ..."
Andrè tirò fuori dalla tasca le fedi nuziali e mostrandole disse: “ Da domani saranno al nostro anulare ma questo lo sai già! ... Quello che non sai, che all’ interno degli anelli, ho fatto incidere i nostri nomi e la data del nostro matrimonio! ... Ecco guarda!” disse porgendole nella mano per poi baciarla.
Lo sguardo di Oscar si illuminò, non riuscì a trattenere le sue emozioni, portò la mano di Andrè alle sue labbra e ricambiò il bacio.



"Guardali Augusti! Che gioia, vederli tanto innamorati!"
"Marguerite, non ho mai visto trasparire tanta dolcezza dal volto di nostra figlia, sono davvero felice!"



“André vado un attimo di sopra,aspettami qui!”
“Aspetta Oscar …”
  Ma la mano piccola di Nanny lo trattenne.
“Si può sapere cosa vuoi fare nipote?!! Lasciala andare per un momento, non vedi che ha bisogno di stare un po’ da sola! Vieni qui devo parlarti.”

" Cosa c'è nonna?"
“Ascolta nipote furfante, almeno per questa notte, non intrufolarti nella sua camera …”
“Oh nonna! Ma se dormiamo in camere separate!”
“Certo, è vero! Ma questo non vi ha impedito di dormire insieme! Credi che qui nessuno se ne sia accorto nipote? Sei davvero convinto che sia tanto tonta da non averlo capito?...”
"Ah ah ah ... Nonna!"
“Ti prendi gioco di me?”
Andrè l’avvolse tra le braccia, le diede un bacio e disse: “Grazie nonna per tutto quello che hai fatto per me!”
“Andrè sai come tenermi buona! ... Se fai così mi commuovi! .... Andrè quelle fedi erano dei tuoi genitori?!”
“Si, nonna! ... E' l’unico ricordo che ho di loro.”
“Vedrai nipote, sarai felice accanto alla mia bambina ma tu comportati bene, devi renderla felice!”
“Come potrei non farlo?! Oscar è tutta la mia vita!... Tu sai bene, quanto ho sofferto per lei. L’ho aspettata per tutti questi anni ma ne è valsa la pena! ..... Eccola, sta tornando, vado da lei!"
"Andrè, non andare!"
"Ma perché nonna?! Possibile che vuoi impedirmi di starle accanto!"
"André, i suoi nipoti le vanno incontro, lasciala un po' tranquilla!"
“Nonna, hai avvertito Madame Margherite, che domani mattina, dovrà fare in modo che Oscar non vada in giardino, se non quando dovrà recarsi in chiesa?”
“Si Andrè , sta tranquillo! Mi sono raccomandata con tutti, affinché la tua sorpresa rimanga tale! Mi chiedo come ti sia venuta in mente un’idea simile!”
" Ah ah ah ... Nonna, possibile che non ti sia mai innamorata? Ah ah ah..."
"André sei uno sfacciato!!!"
"Nonna, è semplicemente una sorpresa, sono sicuro che alla mia fidanzata farà piacere! Vado da lei!
"André!!"

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Un giorno tanto atteso ***


 
Un giorno tanto atteso

12 SETTEMBRE 1789
 

Albeggiava da poco, quando Oscar si svegliò e portandosi la mano sul ventre, mormorò: "Non ci posso credere stamattina il ventre è molto più gonfio e come se non bastasse sono terribilmente affamata! ... André, ti prego portami qualcosa da mangiare!" Oscar guardò alla sua destra e vide il posto intatto. "L'avevo dimenticato! André ha dormito in camera sua! ... Basta, non resisto più, devo andare immediatamente in cucina per mangiare qualcosa, ho troppa fame!"
Oscar si alzò velocemente dal letto e indossò i suoi pantaloni. "Lo immaginavo, riesco appena ad entrare! E pensare che sono quelli che ho fatto cucire su misura!... Oh no! Per la gioia di André, temo che tra qualche giorno dovrò davvero indossare quei orribili vestiti! Pazienza, meglio non pensarci! ... Ho troppa fame, spero di trovare la colazione già pronta."

Oscar lasciò la sua camera in tutta fretta, per recarsi in cucina.

“Tu qui Andrè! Sei già sveglio e fai colazione?!!"
" Oscar, ma tu cosa ci fai a quest'ora?" rispose alzandosi da tavola. "Su, vieni abbracciami e dammi il buongiorno amore mio!"
"Buongiorno André!"
" "Amore, ma perché ti sei svegliata così presto, forse non ti senti bene?"
"No, no sto benissimo! Ecco, mi sono svegliata con i crampi allo stomaco, sono affamata ma tu ..."
"Non sei la sola!... E poi, mi sono svegliato prima dell'alba e non sono più riuscito a dormire..."
"Andrè, credevo che tra noi due, chi aspettasse un bambino fossi io, non tu! Visto che tuo figlio, mi ha tirata giù dal letto di buon ora!”
"Ah ah ah ..."
"Si può sapere cos'hai da ridere?" "
"Mi sono svegliato perché l'idea che tra qualche ora diventerai mia moglie, mi agita non poco!"
"E questo l'effetto che ti faccio soldato Grandier?"
"Ah ah .. Su, vieni a sederti a tavola, facciamo colazione!"
"Ma come, non hai finito?"
"Si, ma ... sono nervoso e quindi ho ancora fame!"
"Nervoso!Sposarmi ti rende nervoso?"
"Beh, un poco si, visto che sto per sposare il colonnello più temibile dell’esercito francese! Ah ah ah ...”
“Prendimi anche in giro se ti diverte così tanto! Dimmi, almeno mi hai lasciato qualcosa per colazione?”
"Che domanda, certo che si!... Ehi, un momento, noto con piacere che rispetto a ieri sera sei più rotonda!”
“Già! Me ne sono accorta stamattina quando ho indossato i pantaloni.”
“Credo che sia normale, tra una settimana sarai al quinto mese di gravidanza e per quanto ne sappia, non si nota poi così tanto!”
“Tra un po’ non potrò entrare nemmeno in questi abiti, ed io proprio non mi ci vedo con i vestiti da donna!”
Andrè la strinse ancora a sé, ribatté: “Invece sarai bellissima! ... E poi vederti in pantaloni con la pancia non riesco proprio a immaginarti!”
“Oh smettila, Andrè!” ribatté allontanandosi appena da lui, sbirciando nel vassoio.
"Su vieni, siediti e fai colazione.”

Erano seduti l’uno di fronte a l’altro.

Andrè la guardava felice mentre lei aveva l’espressione compassata.
“Ehi ...cos’è quella faccia? Ci hai ripensato, forse non vuoi più sposarti?”
“Tu hai sempre voglia di scherzare!”
 “Su fa colazione e  godiamoci questi ultimi momenti di tranquillità, come vedi, dormono ancora tutti.”
“Non credo che tutti stiano ancora dormendo, c’è qualcuno in giardino, prima ho udito dei rumori.”
Andrè fece una smorfia eludendo il discorso:  “Stanotte, mi sei mancata molto, non mi piace dormire da solo!”
“Anche a me non piace dormire  sola, ho sentito la tua mancanza ma è stato meglio così. Ieri sera, ho avuto la sensazione che tutti ci spiassero.”
“Infatti, ieri sera prima di recarmi nella mia stanza, mia nonna mi ha fatto una delle sue solite ramanzine al riguardo e ….”
Una voce interruppe il loro idillio: “Buongiorno!"
 “ Buongiorno Signore!”
“Buongiorno Padre!"
“Vedo che vi siete svegliati di buon ora!” “Padre, stamattina mi sono svegliata in preda alla fame.”
“Credo che sia normale nel tuo … stato. Tua madre quando era in stato interessante si alzava anche di notte per mangiare, ed io sapevo dove cercarla. Era sempre qui, in cucina …”

"Dite davvero padre?! Quindi è normale che io abbia continuamente fame! Povera me, diventerò enorme!"
"Su, non temere, il tuo è un evento passeggero, nulla di più!"
 “Padre,Siete pronto ad accompagnare all’altare l’ultima delle vostre figlie?”
“Aspettavo da tempo questo momento e lo sai. Certo, non pensavo che nel frattempo accadesse tutto il resto! ... Noto che comincia a intravedersi mio nipote ..."
"Padre ...."
" Ormai mi sto abituando ai colpi di testa delle mie figlie! ..... Andrè, ho sempre avuto fiducia in te e lo sai, come so che continuerai a proteggerla e a prenderti cura di mia figlia! ... So che è in buone mani!"
"Grazie signore!"
".... Riguardo a te Oscar, so  che sei impulsiva e testarda tanto quanto tuo marito è calmo e riflessivo!"”
“Padre ….”

Qualcun'altro fece il suo ingresso in cucina.

“Buongiorno Generale.”
“Buongiorno Nanny.”
“Oscar, André siete già qui! Vedo che avete fatto colazione …”

L'attenzione di Oscar andò ai rumori che provenivano dal giardino.

"Andrè, ma si può sapere cosa sta succedendo là fuori?"
"Ma cosa vuoi che succeda! La servitù sta allestendo il giardino per la festa ..."
" Ma se l'hanno addobbato ieri! Vado a vedre!"
André la bloccò prendendole la mano e ribatté:“Vieni qui, dove vai?”

"Come dove vado! Ma in giardino, voglio vedere cosa stanno facendo, c'è troppa confusione!”
Il generale e Nanny si lanciarono un'occhiata d'intesa, quest'ultima intervenne:“Ma cosa vuoi che sia bambina! Come ti ha già spiegato André, è la servitù che sta allestendo il giardino per la festa, su vieni con me devi prepararti!”
“Non prendermi in giro nonna?! Era già tutto pronto ieri sera..."
"Oscar ma lo sai che sei davvero curiosa? E poi, ricordati che per organizzare un ricevimento alla perfezione c'è sempre qualcosa da fare all'ultimo momento!"
"Ma ..."
"Adesso andiamo di sopra, devi prepararti."
"Ma è ancora presto e poi comunque voglio andare a vedere....”
"Neanche per sogno! Lo farai dopo, quando uscirai da quella porta con addosso il tuo abito da sposa. Ora vieni con me!”
“E va bene nonna, tanto con te è tutto inutile discutere!" rispose lasciando la cucina.



Il Generale sorrise e Andrè felice tirò un sospiro di sollievo e mormorò: "Ci è mancato poco che scoprisse la mia sorpresa."
"Conosco Nanny, non le avrebbe mai permesso di averla vinta! Ah ah ah ... André andiamo in giardino a vedere come sta venendo questo tuo omaggio floreale per la sposa! Ah ah ah ..."
"Sissignore!"


Nanny e Oscar percorsero lo scalone, quest'ultima arrestò il passo.

“Cosa c’è Oscar? Perché ti sei fermata?”
“Nonna, Andrè somiglia più a sua madre oppure a suo padre?”
Nanny addolcì lo sguardo e con tono sovente rispose: “E’ il ritratto vivente della sua povera mamma. Aurora era bellissima! Aveva i capelli scuri e gli occhi verdi, proprio come il mio Andrè.”
Questo lo so già! Mi riferisco alla sua indole.”
"Andrè mi ricorda tanto il mio povero Gabriel, povero figliolo! Era un ragazzo buono e generoso, possedeva una nobiltà d’animo ineguagliabile, proprio come il mio caro nipote! ... Su Oscar andiamo nella tua stanza.”
Ancora qualche gradino e percorsero il corridoio fino ad entrare in camera, si sedettero e continuarono a conversare.
“Insomma nonna, Andrè possiede la bellezza di sua madre e la dolcezza di suo padre!"
“Si figliola ma il tuo promesso sposo possiede un’altra virtù che non mi piace affatto ..."
"Quale?"
" Te lo dico subito, è testardo come un mulo proprio come te!”
"Ah ah ah ..."
“Ridi pure! Voi due mi ricordate, il mio povero Gabriel e la bella Aurora..."
"Come!"
" Mio figlio appena la vide se ne innamorò pazzamente. Ricordo che le fece una corte talmente spietata che alla bellissima Aurora non le restò che cedere al suo amore. Ohh quanto si amavano! ...Ora basta! Non voglio diventare triste nel giorno che miei ragazzi si sposano. Ti preparo la vasca!”  
 



Oscar guardava con dolcezza,   il suo abito da sposa che era adagiato sul letto.

"Tra qualche ora diventerò la moglie di André, che emozione! Sento il cuore palpitare!" sussurrò portandosi la mano al ciondolo che Andrè le aveva regalato quando erano ad Arras. I suoi pensieri furono distolti dall’irruzione  in camera, fatta da sua madre e le sue sorelle.
Marguerite appena entrò, disse: “Su Oscar devi prepararti, è arrivata madame Beltran e Madame Loren per vestirti e acconciarti i capelli!”
Oscar fece un respiro profondo per tirare fuori tutta la sua arrendevolezza, mormorò:"Sono pronta ..."


Oscar finalmente indossò il suo abito da sposa.
Il corpino aveva una leggera scollatura ed era modellato sul  punto vita che faceva intravedeva appena le sue rotondità. Il tessuto di seta scivolava addosso con molta eleganza, la gonna era appena gonfia senza panier, le davano un tocco di classe e di un eleganza ineguagliabile. Lo strascico poco più lungo del vestito, era orlato da un semplice e raffinato pizzo, esaltando il tocco di eleganza che mettevano in risalto i suoi modi eleganti. I capelli biondi erano raccolti appena da qualche forcina  accompagnate da alcune perle. Si truccò appena, per dare un poco di colore alla sua pelle diafana.
 


“Sei uno splendore figlia mia!... Dai, vieni allo specchio! ..... Guardati, sei davvero  bellissima!! ... Non riesco nemmeno a immaginare cosa penserà Andrè quando  ti vedrà!”
 
Oscar si guardò allo specchio e il suo pensiero andò immediatamente al suo sposo: Andrè, è la prima volta che indosso un vestito da donna per te! ... Ma questo è un abito molto speciale, è il mio vestito da sposa ....

"Oscar, Oscar!"
"Si.... Cosa c'è Josefhin?"
"Veramente lo chiedo a te! Cosa ti prende, perché sei rimasta imbambolata davanti allo specchio?"
Marianne, incalzò: "Cosa vuoi che abbia? Nostra sorella non ha mai indossato un abito femminile, mi pare ovvio che le sembra tutto così strano, vero sorellina?" "Si ... si ..."
"Magari stai anche pensando ad Andrè, lui ti ha sempre vista in pantaloni. Sono sicura, che quando ti vedrà non ti riconoscerà nemmeno ah ah..."
La nonna, ribatté: “Oscar, le tue sorelle hanno ragione, André rimarrà folgorato da tanta bellezza!”

" Nonna ..."


Intanto nel salone centrale, era riunita il resto della famiglia e alcuni amici. Andrè, appena li vide arrivare, gli andò incontro e disse:"Dottor Lassonne, dottor Monfort prego accomodatevi, unitevi al brindisi!" "Grazie Andrè!"

" Dottor Marcel, che piacere averVi qui!"
"Andrè, sono felice di rivederti ragazzo mio! Grazie per aver invitato me e la mia famiglia in un giorno tanto importante!"
"Non potevate mancare! Non dimenticherò mai che mi avete salvato la vita! Se non fosse stato per Voi ..."
"Andrè, in un giorno importante come questo, non dobbiamo pensare alle cose tristi."
"Si certo dottore, avete ragione! Ma prego, unitevi a noi!"
" Grazie André!"


Poco dopo arrivarono altri ospiti che preferirono rimanere in giardino:erano i Soldati della Guardia.

" Gerard, meglio rimanere fuori ..."
"Si, hai ragione Jan .... è così imbarazzate essere qui ... in casa del comandante!"
"Un terzo ribatté: "Ma avete visto che meraviglia il giardino?"
"Già! ... e che dire quell'omaggio floreale per il comandante!"
"Come fai a pensare che è per il comandante.." "Jan stai scherzando? Ma secondo te i fiori non sono per la sposa?" "Ah ah ah ... si ... ah ah ah ... Però che strano immaginare il nostro comandante vestita da donna e per di più in abito da sposa. Mi chiedo come sarà!" "Gerard, ci siamo tutti ma manca Alain! Perché non è ancora arrivato? Sai niente di lui?" "Nulla! A parte che tre giorni fa, l'ho visto in osteria a ubriacarsi."
"Ma si può sapere cosa gli prende? Di questo passo, lo sbatteranno fuori dall'esercito!"
"Già ... un ufficiale ubriacone ..."

"Guardate! André viene da questa parte ...."


“Su amici, cosa fate fuori, entrate in casa!”
“Andrè noi non …”
“Siete miei ospiti, non voglio che rimaniate in disparte, unitevi a noi.”

"Lucien, Joland, Arthur, finalmente siete arrivati anche voi!"
"Si André ..."
"Avanti, non rimaniamo in giardino, entriamo. Dobbiamo brindare tutti insieme prima di recarci in chiesa!"
"Si ... Grazie André ..."

"Congratulazione amico mio!"
"Grazie Bernard, Rosalie come stai?"

Il Generale raggiunse Bernard con due calici e disse:“Bentornato nella mia casa Chatelet! ... Spero che questa volta non ci siano diverbi tra noi."
"Non è mia intenzione discutere con voi generale! Sono qui per festeggiare le nozze dei miei amici!"
"Perfetto! Almeno per oggi gli affari politici lasciamoli fuori dal cancello!"
“Sono assolutamente d’accordo con Voi Generale!”
"Prego Rosalie ..."
"Grazie signor Generale!"
"Chatelet ..." disse il generale porgendo i calici ai due ospiti. "Facciamo un brindisi per lo sposo!"


I Legran erano gli unici nobili presente all'evento, ed erano gli amici rimasti ad Augustin dopo quanto successo.
L’armonia festante si udì fino al piano di sopra, dove  la sposa era in compagnia delle donne di famiglia.
La porta si spalancò,una figura rimase sulla porta, un esclamazione: "Oscar sei bellissima!"
“ Rosalie entra! ... Hai forse deciso di rimane sulla porta!”
“Oscar non ho parole! Non appena ti vedrà André rimarrà folgorato da tanta bellezza! …”
 
" Grazie Rosaliè!"  


Madame Beltran con la sua accompagnatrice prima di lasciare la camera della sposa disse: "Il nostro lavoro è finito! ... Contessa, Vi auguriamo una vita felice, accanto al vostro sposo!"
"Grazie, Madame!"  


Le due donne, scesero nel salone, madame Beltran si avvicinò ad André e disse entusiasta: “La sposa è pronta, potete aspettarla nella cappella.”
“Madame, ditemi ... Oscar ... ”
"E' bellissima! La vedrete tra poco!”



"Oscar, sorellina, è giunto il momento di raggiungere i nostri mariti. Ci vediamo in chiesa, a dopo!"

Sua madre aggiunse:"Oscar, anche Nanny ed io andiamo di sotto, tra poco ti raggiungerà tuo padre per condurti all'altare."
" Andate pure, lo aspetterò!...Madre, grazie per tutto quello che avete fatto per me!"
A dopo bambina mia!"rispose Marguerite con gli occhi carichi di emozione.



“Nonna hai visto Oscar?!! Immagino che sia bella!!"
"Bella è a dir poco André, tua moglie è bellissima!!"
"Davvero nonna?!"
"Come potrebbe essere altrimenti!! ... Dai Andrè, la vedrai più tardi, adesso dobbiamo lasciare il palazzo, non possiamo restare ancora qui!”

Augustin, disse: "Dai ascolto a tua nonna, lo sai che non devi vedere la sposa prima che arrivi in chiesa."
"Sissignore! ... Nonna prendi il mio braccio, andiamo!"



Il Generale con calma e a passo deciso, percorse prima lo scalone e poi il corridoio, finalmente era dietro la porta di sua figlia.

La porta era spalancata, il Generale lentamente avanzò, la vide, esclamò: "Oscar figlia mia, sei bellissima!!!…”
L' azzurro di entrambi brillava.
Oscar arrossì e rispose: "Grazie padre, siete davvero gentile ..."
"Ci stanno aspettando, dobbiamo andare in Chiesa."
"Sono pronta Padre, possiamo andare!"
Il generale le porse il braccio, sussurrò con orgoglio: "Andiamo figlia mia!"
Oscar al braccio di suo padre, percorse il corridoio, erano in cima alla scalinata quando suo padre guardandola disse: "Oscar appoggiati a me, sta attenta ..."
"Grazie ... Padre ..."


Padre e figlia scesero lentamente  lo scalone. Dall'alto Oscar vide la sala centrale addobbata a festa. I tavoli erano impreziositi da tovaglie candide e orlate di pizzi, ovunque c'erano vasi colmi di fiori.
Oscar arrestò il passo, guardò suo padre, sussurrò commossa: “Grazie padre! ... Ciò che desideravo più di qualsiasi altra cosa, era avere mio padre al mio fianco!”

Augustin accarezzandole la mano, sussurrò:
"Grazie per le tue parole, figlia mia!"


Padre e figlia avanzarono verso l’uscita, ammirando il giardino allestito a festa.
 Il Generale osservò l'espressione sorpresa di sua figlia, che con un fil di voce sussurro: "Ma ... cosa ..."
“E’ la sorpresa che ti ha fatto il tuo ... fidanzato!”

"Andrè ...."
Oscar continuò ad avanzare al braccio di suo padre fino ad arrivare dinanzi alla fontana centrale, l'emozione era indescrivibile, vide due parole scritte con  un’infinità di rose bianche:   “ Ti amo”

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Finalmente sposi ***


 

Finalmente sposi

 
Era una bella giornata di sole, una leggera brezza e il cinguettio degli uccelli rendeva l'atmosfera dolce e soave. Nonostante che fosse Settembre, la vegetazione conservava ancora i suoi colori vivaci.
La chiesetta delle famiglia Jarjayes era situata alle spalle del palazzo ed era circondata dai giardini addobbati a festa.
Una piccola folla era radunata all’ interno della chiesa mentre André aspettava impaziente l'arrivo della sua sposa davanti all'ingresso della cappella. A fargli compagnia c'erano i suoi amici: gli ex soldati della guardia.
Armand, uno di loro disse, disse: “Andrè, finalmente ci sei riuscito a conquistare il cuore del nostro Comandante, eppure nella storia dell’esercito non si è mai sentito che un soldato sposasse un suo superiore! Ah ah ..."

"Già! Armand, credimi, non riesco ancora a convincermi che tutto questo stia succedendo proprio a me!"
"Amico mio non c'è che dire, sei davvero un uomo coraggioso ah ah ah!"!
"Certo Loius, il nostro amico, ha davvero fegato! Ma ci pensate, Andrè Grandier sposa il Colonnello Jarjeyes ah ah ah!"
" Ehi, ma manca qualcuno! Andrè, non vedo Alain, perché non è ancora arrivato?!"

" Sono sicuro che sarà in tempo per la cerimonia, non può mancare....."
Gerard, scrutando poco più il là, ribatté: "Eccolo ... sta arrivando!"


"Buongiorno a tutti amici!"
"Finalmente sei arrivato Alain! Pensavo che non venissi più!”

“Ma cosa dici André! Come avrei potuto mancare al matrimonio del mio migliore amico e del mio ex Comandante!”

"Ehi, Alain!Non ci saluti? Che bello rivederti!"
"Grazie Marcel!"
" Alain, abbiamo saputo che ti sei nuovamente arruolato ma si può sapere cosa ti è saltato in testa? Non ci dicevi che ne avevi abbastanza della vita militare?”
“Sapete amici, sentivo la mancanza dell'esercito! Ma questa volta vi assicuro che la paga è molto più alta! Ah ah ah ah..."
" Bella questa Alain ah ah ah!"
La nonna si avvicinò, gli disse: “Giovanotto,cosa ti è successo, perché sei in ritardo? Mancavi solo tu!”
“Non credo che sia così Madame! Ih ih ... a quanto pare manca ancora la sposa! ... Andrè ti trovo benissimo quasi non ti riconosco ma vedi che eleganza, sembri un damerino!”

“Effettivamente abbiamo passato tanto di quel tempo con la divisa addosso che adesso vederci vestiti in maniera così elegante fa un certo effetto. Guarda i nostri amici, sono  irriconoscibili!”

“Già, vero! ... Allora Andrè, sei pronto per sposare il Comandante dagli occhi di ghiaccio?"

“Giovanotto come ti permetti di parlare così della mia bambina?
“Madame la vostra bambina, ci ha dato del fino da torcere e vi assicuro che quando indossa l'uniforme, è un vero tiranno, vero amici? Ah ah ah ah ...”

"Vero Alain! Ah h ah ah ..."
“Ragazzo smettila di dire sciocchezze! E Voi tutti ascoltatemi! Evidentemente non meritavate un trattamento migliore di quello che vi ha riservato la mia Oscar. Capito!!..... Su, adesso filate via, andate a prendere posto in chiesa e lasciate tranquillo lo sposo. Mio nipote è già abbastanza irrequieto. Su via, andate!”

Alain ribatté: “Andrè ora capisco l’atteggiamento del Comandante Oscar, non solo ha un padre Generale ma a quanto pare in casa ha avuto anche una generalessa ancora più temibile! Ah ah ah ah... Su amici, adesso basta, andiamo a prendere posto in chiesa! ... A dopo Andrè!" disse con aria baldanzosa dandogli una pacca sulla spalla.
 
 

Madame Margherite che era seduta al banco in prima fila,  lasciò il suo posto e raggiunse lo sposo.


“Andrè, non preoccuparti, tra poco Oscar e suo padre arriveranno!”
“Madame, credo che ci stiano mettendo troppo tempo …”
  “Ma cosa dici André! Il palazzo è poco distante dalla chiesa  non ci metteranno molto ad arrivare! ... Adesso che ci penso, anche se Oscar dovrà fare un breve tratto di strada, sono sicura che avrà difficoltà a muoversi con le gonne ...”

"Madame Margherite, desidero ringraziarVi, per la comprensione che avete sempre dimostrato nei miei confronti!"
" Andrè, te lo già detto in un'altra occasione, ti ho sempre voluto bene come se fossi mio figlio. Sono contenta che tu sposi mia figlia!"
"Grazie Madame per le vostre parole!"

Dei passi alle spalle altri due invitati lasciarono il proprio posto per salutare lo sposo.

“Ehi zio Andrè rilassati! ...Sono sicuro che zia Oscar starà ancora contemplando la sorpresa che le hai fatto. Sono sicuro che è per questo motivo perché sta tardando, vero Rose?"
"Si, certo Francois! ... Zio,  spero  che un  giorno anch’io  trovi un marito romantico come te!”
“Ehi, Voi due, il fatto di essere i miei testimoni di nozze, non vi da alcun diritto di prendermi in giro.”  
"Ma zio cosa dici, noi non ti prendiamo in giro, vero Francois?!! Ah ah ah!"  
 


Oscar al braccio di suo padre percorreva il sentiero che da lì a poco, l’avrebbe portata in chiesa.



“Oscar, figlia mia .... sono sempre stato orgoglioso di te, anche quando abbiamo avuto delle divergenze! ... Per me, è un onore accompagnarti al braccio vestita da sposa!”

 “Padre anch’io sono onorata di avervi accanto in un giorno così importante della mia vita! ... Grazie padre, per per aver fatto di me, ciò che sono, vi sarò riconoscente per tutta la vita!”


Mancava poco per raggiungere la chiesa quando Oscar e suo padre videro una carrozza modesta e priva di stemma ferma a pochi metri da loro. Una donna minuta  e vestita con  modestia, era immobile ad  aspettare il loro arrivo.
Oscar riconobbe la figura e sussurrò: "Ma non è possibile! Padre, andiamo da lei!"
"Si, certo!"

I due lasciarono il sentiero per andare incontro alla donna che riconobbero immediatamente.


  “Sua maestà la regina è qui!”

Il generale mormorò: “Ho preferito non dirtelo, temevo che sua maestà non sarebbe riuscita nel suo intento.”

Un passo e ancora un altro, erano lì, l’una di fronte all’altra, occhi negli occhi. Entrambe trattennero le lacrime.
Il generale fece si inchinò e mormorò: “ Maestà, per noi è un onore averVi qui!.”
Oscar chinò il capo, la regina le si avvicinò, disse: “No Oscar qui non ci sono titoli ma soltanto due amiche che non si vedono da tempo! .... Sono venuta a porgervi le mie felicitazioni, vi auguro di essere felice!"
"Vi ringrazio maestà!"
" .... Amica mia, Vi ringrazio di avermi servita in tutti questi anni con devozione e affetto, siete stata la persona più leale e sincera che io abbia mai conosciuto....”
Le lacrime scendevano copiose.”  

“Maestà, se sono felice lo debbo a Voi! Desideravo ringraziarVi personalmente ma non mi è sembrato il caso di tornare  a Versailles dopo quanto successo …”
“Le vostre scelte non hanno nulla a che vedere con la nostra amicizia. Per quanto che mi riguarda, ricordo tutte le volte che mi siete stata vicina e questo compensa ogni cosa! ......... Vi ho fatto recapitare un presente, non solo per ricordarvi della profonda amicizia che ci lega ma anche per l’affetto che ci ha unito in tutti questi anni!”-
"Maestà, non so come ringraziarVI!"
“Siete davvero bellissima! .... Siete fortunata... diventerete la moglie dell’uomo che amate! .... Adesso andate, non fate aspettare ancora Andrè e porgetegli i miei auguri!”

"Grazie Maestà!"



La regina salì sulla carrozza e tornò a Versailles sotto lo sguardo commosso dei due.


Un respiro profondo e Oscar prese nuovamente il braccio di suo padre e scambiandosi uno sguardo malinconico, sussurrò: "Padre, possiamo andare!"
Blu nel blu, occhi pieni di lacrime.
Passo dopo passo, padre e figlia erano l’uno accanto all’altra.
Finalmente intravidero la chiesa, dove  Andrè stava aspettando con impazienza la sua amata Oscar.
 


Andrè vide avanzare una figura vestita di bianco, rimase immobile quasi inebetito, una voce lo riportò alla realtà.

“Cosa fai lì impalato non devi vederla adesso, su nipote entriamo in chiesa!"
"Si, si nonna Andiamo ..."
Andrè porse il braccio a sua nonna e percorse la navata della chiesa.
 
Si fermò davanti al sacrale ad attendere l’amore di tutta una vita.


Oscar fece il suo ingresso al braccio di suo padre.
L’organo suonava una struggente melodia mentre i presenti si alzarono in piedi per accogliere la sposa.
I soldati della guardia, erano schierati di fianco alla navata, appena la videro arrivare, fecero il saluto militare. Ad aprire la fila dei soldati fu Alain che la guardò con insistenza. E passo dopo passo gli era sempre più vicino  una frase, un pensiero: "Comandante ... sei bellissima!”   
 

Andrè la vide avanzare, era emozionato.
Oscar ... sei  la donna più bella che abbia mai visto!... Sei l’amore della mia vita, sei qui per me, solo per me!"

Un passo l’immagine da bambini.
Un passo l’immagine da ragazzi.
Un passo l’immagine da adulti.
L’ultimo passo e la mano lasciò il braccio di suo padre.
Occhi negli occhi, sguardo nello sguardo, occhi scintillanti, l’emozione saliva ancora, le lacrime salivano ma prontamente ricacciate giù.


“Andrè, ti affido mia figlia, so che con te, sarà felice!"
"Grazie Generale!"

Uno scambio di sguardi, una stretta di mano, il Generale prese posto accanto a sua moglie.

“Margherite non piangere, dobbiamo essere felici  per nostra figlia.”
“Lo so Augustin ma non riesco a trattenere le lacrime.”

    Anche gli occhi di Nanny erano velati, un sussurro appena:“Non riesco ancora a crederci! Andrè, tu che hai tanto tribolato per il suo amore, stai per sposare la tua amata Oscar!”


Ancora uno scambio di sguardo tra gli sposi, lui sorrise, le prese la mano e gliela baciò. Le loro mani si intrecciarono, gli sposi avanzarono verso il sacrale. Erano davanti al sacerdote.
Mano nella mano, ancora sguardi dolci e colmi d'amore.



Giunse il momento della promessa, dei sussurri ....   un “Si” e un altro ancora. Erano marito e moglie.
La promessa, lo scambio degli anelli e le firme sul registro.
“Andrè Grandiè e Oscar Francois de Jarjeyes”


Uno scroscio di battimano.
Andrè sfiorò le labbra di Oscar.


Raggianti, si voltarono verso gli invitati, Andrè prese la sua mano, occhi negli occhi un sussurro: “Te l’avranno detto in tanti ma adesso tocca a me ... sei bellissima! Io ti amo, nessuno al mondo potrà separarci!”
"Andrè ... ti amo ..."

Percorsero insieme la navata, erano fuori la chiesa, le voci degli invitati: “Auguri agli sposi”.
 

Mano nella mano, Oscar e André percorsero il sentiero che portava al palazzo Jarjeyes.



Il giardino era addobbato a festa.
C’erano gli orchestrali, Andrè e Oscar aprirono le danze.



"Oscar, è la prima volta che balliamo."
“E’ vero Andrè! ... Ma in compenso, abbiamo duellato un infinità di volte! … ah ah ... Andrè, non ti ho ancora ringraziato per la meravigliosa sorpresa che mi hai fatto! ... Ti amo Andrè!”
“Oscar, le parole non sono sufficienti per dirti quanto sei bella! ”

Le labbra si sfiorarono appena.

“Andrè cosa fai, ci guardano tutti!”
“Lasciali guardare non mi importa, ora nessuno avrà più nulla da ridire, siamo marito e moglie!"


Conclusosi il primo ballo, la voce del generale distolse gli sposi: “André permettimi di ballare con mia figlia!”
"Certamente Signor Generale!"

Padre e figlia si lasciarono condurre alle note di un valzer.

“E’ incredibile! Non avrei mai immaginato, che un giorno avrei ballato con mio padre!”
“Ti auguro di essere felice figlia mia.”
“Grazie padre.”



L’atmosfera gioiosa faceva da cornice, ovunque si formarono i gruppi di invitati, risa di gioia imperversavano nell' immenso giardino.


Alain lasciò il suo bicchiere e timidamente, si avvicinò alla sposa, disse:“Permettete Generale che balli con Vostra figlia?”

"Ma si, certo! ..."
"Grazie Generale! ... Comandante permettete che danzi con Voi?"
"Certo Alain."

Lo sguardo geloso di Andrè, li accompagnò per tutto il tempo.


“Non ti ringrazierò mai abbastanza Alain …”
"Per cosa Comandante?"

“Per avermi salvato la vita.”
“Comandante, lo avreste fatto anche Voi per me! ..... Certo che vedervi senza uniforme ma con l'abito da sposa, ho l'impressione di danzare con una dama una sconosciuta! ..... Ora capisco Andrè perché Vi ha aspettato tutta una vita …”
“Alain.......”

“Qualsiasi uomo potrebbe perdere la testa per voi...”
"Alain, cosa dici?"
"Nulla Comandante! ... Andrè è un uomo davvero fortunato!"

Andrè, posò il calice e raggiunse la sua sposa.

“Permetti Alain? ”
“Certo Andrè! ... Grazie Comandante! Per me è stato un onore aver danzato con Voi!”
 

"Oscar era nuovamente tra le braccia di Andrè.
 La festa proseguiva, la musica invitava gli ospiti a danzare.



"Dammi la mano, vieni con me!"
"Dove andiamo André?"
"Ti va una cioccolata calda?"
Cero che si! E poi, è l'unica bevanda che mi è concesso bere."
"Sediamoci qui! .... Su prendi, è ancora calda!"
"Umm ... Davvero buona André, su dai assaggia, cosa aspetti!"
Ah ah ... Oscar ..."
"Cosa c'è Andrè, perché ridi?"
"Aspetta Oscar, che prendo il tovagliolo, hai tutte le labbra sporche di cioccolata! ... Per un attimo ho ricordato la Oscar bambina che andava in giro con il viso sempre sporco di cioccolata!"
"Andrè ah ah ah!"

“Oscar guarda Francois! E' tutta la sera che balla con la figlia del dottor Monfort.”
“Si, l'ho notato anch’io!... Credo che suo padre abbia avuto ragione, quando ha detto che non sarebbe più ripartito! Ah ah ah!"

"Oscar, vieni con me!”

"Dove Andrè?"
" Scccc.... seguimi."

Mano nella mano si allontanarono dalla festa, la musica si udiva appena.

“Andrè, ma si può sapere dove mi stai portando?”
“Nello posto, dove una sera per la prima volta hai ricambiato il mio bacio.”

La porta delle scuderie si spalancò. Con impeto e dolcezza, André fece sue quelle labbra che per tutto il giorno aveva desiderato.
 


Il Generale porse il calice all'amico Legran e disse: “ Robert, non ti preoccupano i commenti che domani faranno sul tuo conto?"
"Riguardo a cosa amico mio?"
" Sei qui, con la tua famiglia a una festa di nozze dove sono ospiti: operai, camerieri, soldati e come se non bastasse ci sono anche dei sovversivi!"
“Sai che ti dico Augustin?"
"Cosa amico mio?"
" Che brindo alla salute degli sposi! Ah ah ah ah ....”

"Salute agli sposi ah ah ah ..."


Dopo il dolce nuziale  arrivò il momento del brindisi.
All’ unisono esclamarono: “Auguri agli sposi!”
 

 

Mani intrecciate, Oscar e Andrè si accingevano lungo la scalinata, per raggiungere quella che adesso era diventata la loro camera nuziale. Appena Oscar salì il primo scalino, si ritrovò tra le braccia del suo sposo.

“Cosa fai Andrè?”
“Ti porto di sopra come vuole la tradizione!”
“Ma l'hai già fatto nella nostra casa di Arras.”
“Appunto nella nostra casa di Arras ma non nella tua camera di palazzo Jarjeyes …”
Un passo e ancora un'altro entrarono nel loro nido d'amore.
 Lei era ancora tra le sue braccia, l’adagiò delicatamente sul letto, lui era appena su di lei.
"Desidero ardentemente che dimentichi quella notte ... che come un disperato, ti ho rubato il primo bacio! ... Cosa farei, per tornare in dietro nel tempo e cancellare quel gesto ...."
"Andrè, ti prego io ...."
Sccc .... Sei qui, mia dolce sposa, tra le mie braccia! ... Voglio che senta il battito del mio cuore, il mio cuore che ti ama da sempre e che ha sempre vissuto solo per te! ... Stanotte... e tutte le altre che verranno, ti amerò con tutta la passione che solo la mia anima e il mio corpo può darti! ...... Ti amo mia dolce e bellissima sposa .......

Un lungo e appassionato bacio sancì il loro amore.
 Si amarono per tutta la notte e molto presto arrivò una nuova alba!

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Il cambiamento di Oscar ***


 
Il cambiamento di Oscar

Dopo qualche giorno dalle nozze di Oscar e André, le sorelle Jarjeyes ripartirono per le loro residenze.
 Al palazzo rimasero ancora per un giorno, Marianne e George.  Josefhin  invece, si apprestava a preparare i bagagli.
Francois e il nonno erano nello studio.

“Nonno, mi sarebbe piaciuto rimanere ancora qualche giorno ma non posso assentarmi ancora dall’accademia militare. Se vi fa piacere, tornerò per le festività di capodanno.”
  “Se lo desideri puoi rimanere tutto il tempo che vuoi potresti concludere qui l’ accademia militare!"
Poco dopo entrarono Charles e Josèphin che  udendo  la conversazione tra i due, quest'ultima incalzò: “Padre, vostro nipote  parte a malincuore, vi prego, non incoraggiatelo a restare.”
“Madre ne abbiamo parlato, vi ho già  messi a conoscenza dei miei progetti, è inutile discutere ancora, ormai ho deciso.”
Il generale rimase perplesso da quella che era diventata una discussione in piena regola.
“La tua decisione Francois si chiama Christine Monfort.”
“Padre ho vent’anni, ormai sono un uomo, non mi sembra il caso che mi parliate in questo modo. Appena avrò concluso l’accademia militare entrerò nell’esercito, so perfettamente che il nonno può aiutarmi. ”
“Intanto adesso completa l’anno accademico, poi se lo vorrai, potrai tornare per le festività!"
"Bene, vado a salutare zia Oscar, ci vediamo in giardino per la partenza, a dopo!" rispose il ragazzo lasciando lo studio.  
 

La porta era socchiusa, un tocco.
“Zia posso entrare?”
“Entra pure Francois …” Oscar era seduta davanti allo specchio, si pettinava i capelli.
“Sei sola?”
 “Si, sono sola, vieni avanti!” Oscar dal riflesso dello specchio si accorse che il ragazzo era pensieroso, posò la spazzola e voltandosi, domandò : “Ti è successo qualcosa Francois?”
“Niente zia! La carrozza è pronta, stiamo per partire, desidero salutarti in privato. Zia tornerò per le festività di fine anno …” disse il ragazzo stringendo i pugni nervosamente per poi, incamminarsi verso il balcone. Francois guardava di sotto, la servitù caricava gli ultimi bagagli sulla vettura. “A mio padre, non fa piacere che io intraprenda la carriera militare, gli ho espresso il desiderio di vivere qui a palazzo ma  lui si oppone. Come figlio maggiore, vuole che rimanga al suo fianco per occuparmi dei suoi affari.”
“Ti capisco, ma credo di capire anche lui! ... Vedi Francois, Charles teme per la tua incolumità …”
“Non ti capisco zia …”
“Non è certo un bel periodo che sta attraversando il nostro paese, non sappiamo ancora cosa succederà. Tuo nonno ha avuto lo stesso atteggiamento con me negli ultimi mesi, anch'io come te, mi rifiutavo di capire …”
“Hai parlato con loro?”
“Si, ed è per questo che ti chiedo di comprendere le loro ragioni.”
“Veramente credevo che si opponessero per Christine. Sai zia, lei mi piace e desidero frequentarla.”
“No Francois, loro non hanno nulla in contrario riguardo a Christine. L'unico consiglio che ti possa dare, è quello di concludere l’accademia militare! ... Sii sereno e poi,  riparlane con i tuoi genitori.”
“Va bene zia, farò come dici. Per il momento è meglio rimandare la questione alla prossima primavera.”
Un tocco alla porta.
“Oscar vieni, ti stanno aspettando!” 
“ Si nonna, ora scendo!”
"Andiamo di sotto Francois!"


Andrè era in giardino con Charles mentre la famiglia si apprestava alla partenza.
"Charles, vi auguro di fare buon viaggio."
"Grazie Andrè!"
Margherite abbracciò i  nipoti, disse: "Ci mancherete nipoti miei! Spero di rivedervi presto!"
"Nonna, saremo qui per le prossime vacanze, magari riusciremo a convincere i nostri genitori di venire con Francois e poi, vogliamo conoscere il nostro cuginetto! Arrivederci zia Oscar e riguardati!"
"Si, certo ..."
"A presto cari!"
"Nonno, nonna a presto!"
  

Le carrozze varcarono il cancello di palazzo Jarjeyas.
 

 Andrè avvolse Oscar tra le sue braccia e disse: “Senti freddo, stai tremando, meglio entrare, comincia a fare freddo devi indossare degli indumenti più pesanti. Oscar, domani verrà Riccardo Monfort a visitarti!”
“Si lo so! Andrè, io credo di essere guarita."
”Lo spero davvero Oscar."
"Andrè, non ho più la febbre e poi, non tossisco più, ti pare poco?"
"Oscar stai meglio lo so, però voglio che me lo dica il dottore! ... Su, adesso entriamo in casa!"
Si strinse a lui, salirono mestamente le scale.
Erano dietro la porta della loro stanza, Andrè aveva il braccio intorno ai fianchi, disse: “Sta crescendo ogni giorno di più, quando ti deciderai a indossare degli abiti più adatti?!
“Non preoccuparti Andrè,  entro ancora in questi."
"Ne sei proprio sicura? Guarda che ti ho vista stamattina, non riuscivi a chiudere i pantaloni!”
“Ti piace infierire, vero?” Lui  le accarezzò il viso, rispose: “Non ti dirò più nulla, tanto prima o poi dovrai arrenderti all’evidenza.”  
 
 
Oscar  era nella camera di Marianne che ultimava i preparativi per la partenza mentre la servitù portò i primi bagagli bagagli nel salone centrale.

“Oscar, grazie per avermi aiutata! Quando sono arrivata a palazzo, ero arrabbiata con il mondo intero, mi dispiace dirlo ma ero rancorosa nei tuoi confronti! ... Ti ho sempre invidiata, sei sempre stata forte e coraggiosa ed io invece, non sono stata capace a ribellarmi al volere di nostro padre, tu invece mi hai resa forte e più sicura!”
“Non è vero! Sei una donna coraggiosa e indipendente e l'hai dimostrato sposando George. L'ultimo passo che dovevi  fare, era dirlo a nostro padre.”

“I nostri genitori saranno da me a Dicembre per la nascita del mio bambino, probabilmente tu e Andrè passerete il Natale a palazzo da soli.”
Sta tranquilla, pensa a te Marianne.”
Marianne scrutò sua sorella, e disse: “Oscar negli ultimi giorni ho notato che ti è venuta fuori la pancia, dimmi come fai a vestirti ancora in questo modo?"
“Ah ah ah ah ... Marianne, la stessa cosa me l’ha chiesto anche Andrè! ... E' vero, devo decidermi a indossare le vesti, anche se  lo nascondo, ormai i pantaloni non si chiudono più!”
"Oscar, sei tremenda! Ah ah ah ...."
 
 
Erano trascorsi due mesi dal matrimonio di Oscar e André, nel salone  di palazzo Jarjeyes un altro quadro fu attaccato alla parete: il dipinto di Andrè e Oscar in abiti nuziali.
Il quadro realizzato dietro l’insistenza di Andrè nonostante le proteste di sua moglie.

"E' davvero stupendo!! ... Meraviglioso! ... Guarda Oscar, in questo ritratto sei bellissima, un sogno!"
"Grazie Andrè, anche tu non sei niente male! Anzi, sei bellissimo!"
"Andrè, lo attacchiamo alla parete della nostra camera."
"Niente affatto Oscar! Quel quadro, verrà messo nel salone principale, dove sono tutti gli altri."
"Ma padre io non ..."
"Non capisco la tua opposizione!"
" E va bene padre, se proprio lo desiderate, e sia!"

"Mi pare ovvio, visto che ci sono i quadri nuziali delle tue sorelle!"


Ottobre 1789

Oscar era in camera sua in compagnia della nonna e di sua madre quando qualcuno bussò alla sua porta.
"Avanti!" La nonna entusiasta, disse: "Andrè, sei tu? Su vieni nipote, guarda! ... Vedi com'è bella la nostra Oscar!"
"Non .... non è possibile!!! Oscar finalmente!! Sei ... Sei ... bellissima!!"
"Andrè, si può sapere cosa ci troviate voi tutti di così bello? Questi abiti che indosso sono ingombranti! Io mi sento davvero ridicola! ... Guarda tu che aspetto curioso che ho!"
Andrè avanzò verso di lei, e sfiorandole i fianchi, disse:" Nemmeno immagini quanto sei bella! Certo che per indossare le vesti sei davvero arrivata al limite..." "André, finché madame Beltran è riuscita a cucirmi altri abiti maschili, ho evitato di indossare questo orrore ..."


Nanny e Margherite, si scambiarono un occhiata, e quest'ultima disse: "Lasciamoli soli, siamo di troppo!"
"Si, certo Madame!"

"Andrè, davvero non mi trovi ... strana?" "
"Strana no, ma bellissima si ....."
Oscar sorrise, entrambi si persero in un bacio appassionato ....
 
 

Oscar era in camera sua e credendosi sola, si specchiò scrutandosi con attenzione il ventre ormai gonfio e con la mano accarezzava le sue rotondità.

"Non è possibile, sono davvero enorme, come può Andrè trovarmi bellissima?!"
Andrè  entrato da poco nella stanza, la osservò in silenzio, sorrise divertito alle parole di sua moglie.
Oscar si voltò e protestò: “Cosa fai, adesso mi spii!! Ti diverte tanto vedermi così?”
“Mi beavo non solo della tua espressione ma anche della tua bellezza!"
“Ma guarda come sono diventata, sono irriconoscibile e non mi riferisco al ventre che ormai è esploso ma a queste vesti che mi rendono così ridicola!”
“ Ah ah ah Ma cosa dici Oscar! E poi, con l' atteggiamento che avevi poco fa, mi hai ricordato i tempi di quando eri il Comandante delle Guardie!"”
“ Ti piace prendermi in giro,non è vero!! Comunque sappi che sono irriconoscibile.”
“Sarà, ma negli ultimi tempi, mia cara mogliettina,  ti specchi  un po’ troppo … ah ah ah ... Secondo me sei diventata vanitosa!”
“Oh questa poi! Scherza pure quanto vuoi Andrè, tanto non sei tu ad essere diventato  una balena!”
“Balena o no, tu mi piaci comunque, anzi, a dire il vero, sei diventata più bella! La maternità ti dona moltissimo, penso che dopo la nascita del nostro bambino … Non dovremmo far passare molto tempo per averne un altro.” /> “Ma sei per caso diventato matto? Un altro figlio immediatamente?
"Ah ah ah ...Forse hai ragione! ... Ma sappi che è tutta colpa tua ...."
"Colpa mia? Si può sapere a cosa alludi?"
"Em ... dunque, vedi, sono perfettamente cosciente di non essere  più quello di un tempo ..."
"Cioè, non ti capisco!"
" Vieni qui, abbracciami e te lo spiego! ... Ero calmo e tranquillo perché tu non mi consideravi come uomo ma adesso da quando sei diventata mia, riconosco di essere irruento, insensato e spudoratamente focoso! ... Baciami ...."
“E così che la pensi?
“Certo! … E desidero che mi dia almeno quattro figli!”
“Tu sei fuori Andrè! Non siamo più dei ragazzini …”
“Dunque, ne fai una questione di età ?”
Lo sguardo di Oscar era corrucciato mentre André aveva l'espressione divertita.
Stretto a lei, all'improvviso André diede uno scatto all'indietro, e sgranando gli occhi sussurrò appena: “Cosa è stato?”
“Cosa c’è Andrè ti spaventi per così poco? E’ tuo figlio che scalcia, lo sento continuamente  e non riesco neanche a dormire e tu mi parli di quattro figli!”

“Ah ah ah Davvero Oscar, è stato lui?"
"Lui o lei non mi lascia riposare!"
"Su dai, non ti arrabbiare! ... Vuol dire che di questa faccenda ne riparleremo più avanti!”
Un attimo di esitazione.
“Cosa c’è, hai qualcosa da dirmi?”
“Vieni qui! .... Andiamo a sederci sul divano, devo parlarti.”
“Cosa c’è Andrè?”
“Ecco, ... ho dei progetti per Arras …”

"Progetti hai detto?"
“Vedi Oscar, tu non ci sei più tornata da quando ci siamo trasferiti a palazzo ma io invece che ci sono stato la settimana scorsa, ti posso assicurare che a differenza di Parigi, gli abitanti di Arras vivono dignitosamente e il numero dei contadini è aumentato. La gente che un tempo ha abbandonato le campagne è tornata …”
“Non ti capisco Andrè, cosa vuoi dire!?”
“Quello che voglio dire e che alle porte di Arras c’è un enorme casolare abbandonato …”
“Si, un tempo era adibito alle scuderie inseguito divenne un magazzino, adesso è in stato di abbandono.”
“Vorrei che venisse ristrutturato e in futuro diventasse una fabbrica tessile … Oscar, perché mi guardi in quel modo?”
“Io?”
“Si tu. Per caso ti sembra un idiozia?”
“Ma no, è solo che mi hai preso alla sprovvista. Su avanti Andrè, continua."
“Ascolta, il mio è un progetto che ovviamente richiede un po’ di tempo. La mia idea è di acquistare tutto il necessario per mettere su una produzione tessile, naturalmente ci servirà la manodopera; per cominciare ci serviranno una decina di operai, poi vedremo in seguito come andranno le cose!....... Oscar, se continui a guardarmi in questo modo, mi convinco di essere ammattito.”
“Andrè, non so come io ti stia guardando ma sono curiosa di ascoltarti, continua!”
“ Per la realizzazione di questo progetto, è sufficiente utilizzare il denaro proveniente dai tributi che  versano gli abitanti.”
“Quindi, lo vorresti investire in questo modo?”
“Esatto! Lo trovo inutile accumulare del denaro senza trarre alcun beneficio soprattutto, potremmo offrire lavoro alla gente del posto e poi, chissà come potrebbe evolversi in futuro.”
“E’ un progetto al quanto ambizioso Andrè, se ne sei convinto fa pure, vediamo cosa ne viene fuori.”
“Ascoltami Oscar i tempi stanno cambiando, la monarchia non ha più il potere assoluto. Dobbiamo pensare al futuro, il cambiamento deve partire da noi che comunque, siamo dei privilegiati. Sono dell'idea che dobbiamo   vivere con il nostro lavoro!”
“Sono orgogliosa di te Andrè, il tuo progetto è insolito ma fantastico! ....... André dammi la tua mano ..... senti, è tuo figlio che continua a scalciare!"
“Non è possibile!”
“Invece si, è nostro figlio!...
" Ma è tremendo non sta un attimo fermo! ..... Oscar, ti amo!"
"Andrè ... Ti amo tanto ... Andrè!"  
 

Era sera, Oscar e Andrè erano seduti sul divano davanti al camino. Ormai l’inverno era alle porte e il freddo diventava sempre più pungente. Andrè si alzò per ravvivare il fuoco, prese l’attizzatoio e spostò i legni mentre lo sguardo di Oscar si posò sull’orologio che era sopra al camino. Lo guardava e pensava a quel dono ricevuto dalla regina in occasione delle sue nozze. Le capitava spesso di pensarla, le voci che le venivano riportate non erano affatto rassicuranti.
Andrè era accovacciato davanti al fuoco la guardò e disse: "Cosa c'è Oscar, sei pensierosa stasera!"
"Stavo pensando ai sovrani ..."
"Dovrebbero collaborare di più con l'assemblea..."
"Andrè, bussano alla porta!"
"Vado a vedere."

 “Bernard, Rosalie che bella sorpresa! ... Avanti amici, entrate!”
Oscar, esclamò: “Rosalie!"
Rosaliè abbracciando l'amica disse: “Non ci vediamo dal giorno del vostro matrimonio. Oscar sei cambiata moltissimo, finalmente ti vediamo in abiti femminili che tra l'altro ti donano moltissimo!”
" Ma non rimaniamo in piedi, avanti amici, accomodiamoci davanti al fuoco!"
Rosaliè ribatté: " Si, certo! Non si può negare che comincia a fare freddo, l'invero ormai è alle porte! Ma tu Oscar dimmi come stai?"
"Bene! Ma raccontatemi di voi, visto che vi siete trasferiti a Parigi?"
" Si, Oscar, siamo tornati nella nostra casa."
Andrè domandò:  “ Bernard, come vanno le cose al giornale?”
“Veramente Andrè, ho lasciato il mio lavoro di giornalista. I lavori dell’Assemblea Costituente mi portano via molto tempo.”
Con tono basso e sguardo scrutatore, Oscar domandò: “Cosa sta succedendo Bernard? Nessuno mi racconta nulla ma intuisco che stiano accadendo degli avvenimenti spiacevoli.”
Andrè e Bernard si guardarono, quest'ultimo disse: “ Dopo la marcia delle donne a Versailles, i sovrani non vivono più la reggia,  si sono trasferiti alle Tuilleries! ”
“Quale marcia?”
"Ma come Oscar, tu non sai nulla?"

"Certo che no, altrimenti non te l'avrei chiesto, allora?"
“Mi dispiace credevo che lo sapessi.”
Oscar guardò severamente Andrè, continuò: “A quanto pare Bernard nessuno mi dice nulla per via della gravidanza, sinceramente non ne capisco la ragione.”
Rosaliè, incalzò: “Non prendertela Oscar, se nessuno ti racconta nulla, perché desiderano che tu stia serena! Andrè e i tuoi genitori conoscono  i sentimenti  che ti legano alla regina e non vogliono darti dei dispiaceri.”
“Va bene,ho capito! Però adesso Bernard, mi devi spiegare  perché le donne di Parigi hanno marciato su Versailles.”
“Per la scarsità del pane mentre alla reggia si facevano i banchetti con i reggimenti  delle Fiandre!”
“E così ... hanno commesso l'ennesimo errore!”
“Andrè, mi dispiace …”
“Non fa niente, non preoccuparti.”
“Rosalie,continuò: “Sai Oscar, sono al servizio della famiglia reale, non devi preoccuparti, loro stanno bene.”
Andrè per stemperare l’atmosfera prese tre calici e ci versò del vino, disse a sua moglie: "Oscar, ti faccio portare una tazza di cioccolata calda!"
"Grazie Andrè!"
Rosaliè, timidamente ribatté: “Andrè, se no ti dispiace vorrei anch’io una tazza di cioccolata calda, preferisco evitare il vino per qualche mese!” 
Il volto di Oscar  s’illuminò, esclamò: “Rosalié tu forse ..."
" Si, Oscar, presto anch'io avrò un bambino!"
"Congratulazione Rosalie , sono felice per voi!”

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Emozioni ***


1 DICEMBRE 1789   PALAZZO JARJEYES


“Madre sono diventata enorme!”
“Oscar è normale, non devi preoccuparti cara! Tra circa sei settimane nascerà il  bambino! …... Però, riconosco che hai ragione! Sembra quasi che tu sia prossima al parto! "
"Dite davvero madre!"
"Oscar, a meno ché le settimane siano più di quanto dici.”

“Ma no, cosa dite! Ecco ... sono sicura, vedete, so perfettamente quando ... quando ... Oh madre, per me è così imbarazzante parlare di certe cose!"
"Non preoccuparti Oscar, ti capisco!"
Madre, mi sorge un dubbio, non saranno due bambini?”

“Due bambini! Umm ... dimmi, da quanto tempo non ti visita il dottor Lassonne?”
“ L’ultima volta è stato tre mesi fa ed è venuto con il dottor Monford.”
“Sai cosa facciamo Oscar?! Mandiamo Danielle a chiamare  Lassonne, voglio che ti visiti, prima che io parta per andare da Marianne.”
Va bene madre, mi farò visitare dal dottor Lassonne!"

 
                                     



Oscar alzandosi dal letto, domandò:“Allora dottore, come procede la gravidanza?”

“Direi bene Madame Oscar! Stando ai calcoli, il bambino dovrebbe nascere tra circa sei settimane ma sinceramente, credo che la vostra condizione è decisamente più avanzata di quando sembri a meno che …. "
"Cosa dottore?"
"Non vorrei essere avventato ma potreste aspettare  due bambini.”
"Come dite dottore?! Due bambini!"

Nanny ribatté: “Ma ne siete sicuro?”
“La certezza non può darla nessuno, la mia è solo una supposizione!”
Margherite disse: “Dottore, domani parto per Chantille, mia figlia Marianne è prossima al parto, non vorrei che anche  Oscar …”
“Partite tranquilla Madame,  anche se l'evento dovesse anticipare, non credo che avverrà prima di Natale.”
“Madre non preoccupatevi per me, partire pure con mio padre! Se dovesse nascere prima del previsto c’è sempre la nonna con me, invece Marianne è sola.”

"Oscar .... e va bene, farò come dici..." “Madame Oscar le mie raccomandazioni sono sempre le stesse: riposo assoluto ma dovete fare lunghe passeggiate.”
“Grazie dottore.”
"Arrivederci Madames!"




Oscar si alzò dal letto,

 indossò velocemente  la vestaglia, domandò:   “Madre, Andrè non è ancora tornato da Arras, possibile che debba trattenersi per così tanti giorni?!"
“Oscar devi pazientare, lo sai che André è dovuto andare per visionare i lavori riguardanti alla fabbrica.”
“Già! ... Da quanto si è messo in testa questa idea, non esisto più!" “Dai Oscar non parlare in questo modo! Lo sai che stanno ultimando i lavori di ristrutturazione, queste cose richiedono del tempo.”
“Nonna, non è lui che deve ristrutturare il casolare. Io non capisco perché debba recarsi tanto spesso ad Arras, potrebbe delegare Lucien come ha sempre fatto!
Margherite con voce suadente, ribatté: “Oscar, sai che Andrè desidera che la fabbrica vada in funzione quanto prima. L'ultima volta che tuo padre, l’ha accompagnato,mi ha detto che Andrè si sta dando un gran da fare pur di concludere quanto prima i lavori.
"Si … però …”
Nanny e Marguerite si lanciarono un occhiata, quest'ultima le si avvicinò, disse: “ Oscar, il dottor Lassonne ti ha consigliato di camminare, te la senti di passeggiare in giardino?”

“Si madre … metto il cappotto e scendo.”
 



Madre e figlie passeggiarono nel giardino, Oscar guardò l’orizzonte, disse: “Madre, guardate il cielo! ... E' grigio, tra non molto scoppierà un temporale! ... E poi, rispecchia il mio stato d’animo...”

“Oscar non devi essere i malinconica, dimmi piuttosto, hai visto che splendidi vestitini hanno mandato dal negozio, sono davvero deliziosi!”
“Si madre,sono molto belli ma preferisco il lavoro che avete fatto a maglia! .... Madre avete messo nei bagagli, i vestitini che avete realizzato anche per il bambino di Marianne?”
“Si certo, è stata la prima cosa che ho messo nel bagaglio! .... Oscar, è meglio rientrare, si comincia a gelare, su dai andiamo!"
 


Trascorsero tre giorni e Andrè non fece ancora ritorno.

Era sera, cominciarono a cadere i primi fiocchi di neve.
Oscar era sola, seduta davanti al camino guardava l’orologio scandire le dieci. Minuto dopo minuto le lancette segnarono la mezzanotte. Oscar si distese sul divano e tirando su la coperta, si addormentò.
Le candele sul tavolo erano ormai consumate, l’unica luce che illuminava la sala  erano le lingue del fuoco che emanava il camino.

All'improvviso una folata di vento gelido imperversò la sala, la porta si aprì, due stivali impregnati dalla neve si avvicinarono lentamente al camino: era André.
Andrè si tolse la cappa umida e l’appoggiò sulla sedia accanto al fuoco, nella penombra, intravide una ciocca di capelli biondi che fuori uscivano dal bracciolo del sofà.

 La sua espressione stanca si addolcì, quando vide sua moglie addormentata sul sofà. Sorrise, le toccò il braccio, sussurrò: “E così, Madame Grandièr sei qui ad aspettarmi! ... Oscar, su dai svegliati …”
“Andrè sei tornato! …”
Oscar schiuse lentamente gli occhi, lo sguardo dolce divenne improvvisamente  freddo e tagliente, la mano di Andrè era ancora sul suo braccio che  con un gesto di stizza lo allontanò bruscamente.  

“Oscar … cosa ti succede?”
“Cosa vuoi che mi succeda Andrè!!! …”
“Ma Oscar … perché reagisci in questo modo, cosa ti ho fatto?”
“Niente, niente Andrè …”
“Oscar …”
“Andrè!!!! …” – Replicò sarcastica alzandosi goffamente dal divano.
Andrè le sfiorò la mano ma lei si ritrasse e tuonò: “Andrè va via! …”
“Oscar calmati …”
“Dici che devo calmarmi?!! Andrè, ma ti rendi conto?!Vai via all’alba quando ancora dormo e se sono fortunata ti vedo tornare a notte fonda, oppure torni dopo giorni! ... E pretendi che io stia calma!! Tutto questo ormai, succede da settimane … Andrè …”
 “Conosco quello sguardo Oscar, so perfettamente che non prometti nulla di buono. Dimmi a cosa stai pensando? Dimmelo, sii sincera.”
“Certo che te lo dico Andrè! Mi lasci troppo tempo da sola.”
“Hai ragione, ma presto tutto questo finirà! I lavori sono quasi ultimati e poi, mi farò aiutare da un incaricato di mia fiducia, così ridurrò  i miei impegni! ... Amore te lo prometto! Su dai vieni, abbracciami!"
Oscar si allontanò, i suoi occhi divennero lucidi.
Lui la strinse nuovamente a sé, sentì il suo cuore battere all'impazzata.
“Oscar mi dispiace, ti prometto che …”
“Non promettere nulla Andrè, so che per tutto il mese sarà così! ......... Lo vedi, non rispondi."
Occhi negli occhi, Oscar continuò: “Tu … non è che … che …”
“Che? Oscar, non mi piace quello sguardo, ti conosco, cosa stai insinuando?"”

“Hai un’altra ...donna?”
“Questo è troppo anche per me! Ascoltami bene  Oscar, puoi rimproverarmi di trascurarti, puoi rimproverarmi che non ti stia vicino negli ultimi tempi, puoi rimproverarmi che ti lascio all’alba per tornare a casa quando stai già dormendo, puoi rimproverami su tutto ma, mi rifiuto di ascoltare una cosa simile.  Ti pare che dopo aver agonizzato una vita intera per averti io … io … potrei interessarmi a … un’altra … donna?!!”
"Andrè, però ... io ..."

Andrè l'abbraccio ancora e con tono calmo e tranquillo continuò: “Oscar, so bene che stai attraversando un momento delicato, ti prometto che ti resterò accanto il più possibile ma tu, non devi dubitare mai più del mio amore, promettimelo Oscar!”

“Va bene Andrè … scusami, io non volevo arrabbiarmi con te in questo modo ...”
"Su vieni qui ..." le disse stringendola teneramente. Le carezzò il viso, per poi abbandonarsi a un bacio lungo e appassionato.


Stretti, abbracciati, lasciarono il salone per recarsi nella loro camera.

 
 
“I tuoi genitori sono partiti?”
“Si, l’altro giorno. Però sono andati via a malincuore.”
“Perché cosa è successo?”
“Vedi Andrè, mi ha visitato il dottor Lassone, lui dice che probabilmente sono diventata così … grossa perché il bambino potrebbe nascere prima del previsto, oppure … potrebbero essere due.”
Andrè arrestò il passo, un attimo di smarrimento, poi ribatté: “Dici davvero! Non ci posso credere! Ma ... ma che notizia!! .... Oscar, ricordi quando ti ho detto che desidero almeno quattro bambini?”
"Andrè ma ..."
“Significa che dobbiamo provvedere ad altri due! Ah ah ah"
"Ma Andrè, tu ... ma dico ..."
"Dai Oscar non ti arrabbiare! Entriamo in camera, devi riposare e anch'io sono molto stanco!"
"André, spero che tu stia scherzando!"
"Dai, non fare quella faccia,certo che scherzavo! Su, andiamo a riposare!"  
 
 
Come promesso, da quella sera Andrè rimase più tempo accanto a sua moglie, nel frattempo i movimenti di Oscar divennero sempre meno rapidi, camminava poco e le gambe le facevano male; ad Andrè non restava che placare pazientemente i suoi sbalzi di umore.
 
Era l’alba del 25 Dicembre 1789
 Andrè e Oscar, si svegliarono l'uno nelle braccia dell'altro, un bacio un sussurro: “Buon compleanno Oscar!”
“Grazie Andrè!”
“Ti ho sentita, hai dormito pochissimo!"
“Già, il bambino non ha fatto altro che muoversi per tutta la notte. Sono stanca e ho sonno! ... André ..."
"Cosa c'è, amore mio!"
"Se qualcuno  mi avesse  detto che un giorno ci saremmo sposati, non ci avrei mai creduto! E che dire di questo enorme pancione! ... André guarda le caviglie, sono gonfie e mi fanno male ..."
"Aspetta, te le massaggio! .... Ecco così va meglio?"
"No, fermati, mi dai fastidio. Ti prego lascia stare e vieni qui!"
"Come vuoi! .. Però abbracciami!"disse stringendola a sé.
"Andrè..."
"Cosa c'è Amore mio?"
" Però, sono tanto felice!"
"Anch'io lo sono!"
" André, ma ci pensi, tra poco diventeremo genitori! E pensare che l'anno scorso ero un'anima in pena!"


“Ti amo Andrè!”
“Ti amo Oscar!”
 
 
Due giorni dopo Augustin e Margherite fecero rientro a palazzo.
 
“Avanti …”
“Oscar come stai? Eravamo in pensiero per te!”
“Sto bene madre! Ma perché siete già qui? Mio nipote è già nato? …”
“E’ nata Adeline ed è bellissima!”
“Come sta mia sorella?”
“Bene Oscar …”
Un tocco alla porta, una voce: “Madame, la cuoca ha bisogno di voi.”
“Adesso arrivo Michel! .. Oscar vado in cucina, ci vediamo dopo!”
Margherite uscì, Augustin rimase solo con sua figlia.
“Quando siamo arrivati, ho visto Andrè ferrare i cavalli, certo che quel ragazzo non riesce a stare senza far nulla …”
“Padre, a chi somiglia la mia nipotina?”
“Somiglia poco a Marianne, ha gli stessi lineamenti di suo padre. E' molto bella! Come del resto lo sono tutti i miei nipoti!”
“Padre ho ricevuto una lettera di Francois, sarà qui, per capodanno. Si intratterrà per due settimane.”
“Anche se, ai  suoi genitori non fa piacere, sarei molto felice, se si trasferisse a palazzo!"
Sono sicura che lo farà, Francois è innamorato di Christine Monfort."
" .... Oscar, noto che sei cambiata radicalmente."
"Si, padre, ormai sono diventata davvero enorme!"


“Già, davanti a me, vedo una donna bellissima!"
Padre ...."
"Adesso scusami, vado al comando, voglio informarmi cosa è accaduto in mia assenza …”

“Padre, non credo che le notizie siano buone!”
“Cosa altro è successo?”
“Cosa posso dirVi!! Quando  chiedo notizie  ad Andrè, lui è sempre tanto evasivo. Ormai non gli domando più nulla! ... Padre Vi prego, almeno Voi informarmi di ciò che sta succedendo a Parigi e alla famiglia reale.”
"Va bene Oscar, ora vado!"
A dopo Padre!"

 
 



“Alain che bella sorpresa, sei finalmente venuto a farmi visita!”

“Non ci vediamo dal giorno del tuo matrimonio Andrè! Ma dimmi come stai? ... E il Comandante?”
“Bene, lei sta bene ma accomodati Alain, ci versiamo qualcosa da
bere …”
“Ti ringrazio Andrè con questo freddo, è proprio quello che ci vuole!"

Alain e
“Andrè, ho saputo da Bernard dei tuoi progetti. Devo ammettere amico che non sono per niente male!”
“Credo che la fabbrica andrà in funzione la prossima primavera. Ma dimmi, come mai da queste parti?”
“Desideravo rivedere i miei amici e …”
Una voce alle loro spalle l'interruppe:“Buona sera Alain …”

Andrè e Alain si alzarono in piedi, quest'ultimo sgranò  gli occhi e balbettò: “Oscar … Co ... Comandante Oscar … co … come state? Siete ... davvero irriconoscibile!"

“Immagino! Anch'io non mi riconosco più! Comunque sto benissimo! ... Alain, come stai?”
  “Comandante ... giuro che se vi avessi vista per strada non vi avrei riconosciuta!”
 "Su dai Alain, non credi di esagerare adesso!!"
"No, no ... dico davvero, siete irriconoscibile ..."
"Ah ah ah ... meglio che ci accomodiamo e parliamo di altro!"
"Sssi ... si comandante..."
"Alain ci hai fatto davvero una bella sorpresa!" "Beh .. si ... diciamo che la mia è una sorpresa ...." " Forse la tua visita  ha uno scopo ben preciso?”


“Cosa?”

 
Andrè ribatté: "Ma Alain, tu stai scherzando?"
“Assolutamente no, amico! Sono qui, appunto per informarvi che tra tre mesi mi sposo.

“Non è possibile!!"
"Amico hai una faccia!!"
"Alain hai davvero messo la testa a posto oppure è uno scherzo?"

“Ah ah ah ah ... No Andre! ... Forse vi sembrerà uno scherzo ma è così, mi sposo davvero.”  
Oscar domandò:“Chi è la fortunata?”
“Si chiama Alice, l'ho conosciuta nella sartoria di madame Beltran, lavora lì! ... Sapete, ormai sono un assiduo cliente di quella sartoria, visto che mi faccio rammentare le divise! Ah ah ah ...."
“Mi fa davvero piacere Alain, quando avremo l'onore di conoscere la tua fidanzata?”
“A breve Andrè, ma adesso devo chiedere un favore a te e al Comandante.”
“Dimmi Alain se possiamo aiutarti, lo faremo con piacere.”
“Ecco io vorrei che mi facciate da testimoni alle nozze!”
 –
Un breve scambio di sguardi, André rispose: “Certo Alain per noi sarà un onore, vero Oscar?"
"Si, certo Alain!"

“Vi ringrazio ma non è tutto! .... Comandante vorrei chiedervi un altro favore..."
"Dimmi Alain!"
" Come ben sapete, io non ho ne mia madre e sfortunatamente nemmeno mia sorella. Potreste accompagnare all’altare?

“Ma certo Alain, lo farò con immenso piacere!”
“Grazie Comandante.”
“Allora non ci resta che farti i nostri auguri!” esclamò Andrè.
“Grazie amici, sapevo che potevo contare su di Voi!

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Quando i fiori sbocciano ***


Quando i fiori sbocciano

 
"Oscar ...."
"Cosa c'è André, perché mi guardi in questo modo?"
"Penso, che sin da bambina venivi a cercarmi in cucina, per fare colazione con me!"
"Si, è vero! .... Appena mi svegliavo, la prima persona che cercavo, eri tu! ...Tu sei stato mio fratello, il mio amico del cuore e il mio confidente!"
"Oscar, hai dimenticato tutte le volte che ti arrabbiavi con me, perché non approvavo le tue birichinate!"
"Andrè, adesso sei mio marito, io non avrei mai immaginato che un giorno, tu ed io ...."
"Ci saremmo sposati e magari diventati genitori?!"
"Già, io e te, sposati!.......... André, tra non molto nascerà il bambino e non abbiamo ancora deciso il suo nome.”

“Veramente, ci sto pensato ... però, non so, sono confuso!”

“Accidenti André, non ti credevo tanto indeciso! …”
“Non so Oscar ....”

“Sai cosa facciamo Andrè? Se sarà un bambino, il nome lo sceglierai tu, se invece, sarà una bambina deciderò io.”

“Perfetto! E se il dottore avesse ragione e fossero davvero due?

“Preferisco non pensarci, rabbrividisco solo all’idea! ... Negli ultimi tempi sono diventata il tuo passatempo  preferito, mi guardi di continuo e non fai altro che sghignazzare.”

“Non ti arrabbiare! Io, ti trovo a dir poco bellissima! Ma non posso dire la stessa cosa dei tuoi continui sbalzi di umore! Ah ah ah ..."

“Oh basta André, quando vuoi sai essere insopportabile.”
"Ah ah ah ... Dai, finiamo di fare colazione e non ti arrabbiare!"
 

31 Dicembre 1789


"Cosa c'è Oscar, non riesci a dormire?" "Ma come faccio Andrè? Il bambino non fa che muoversi, ed io in qualsiasi posizione che mi metta non riesco a dormire!"
Oscar, è quasi l'alba, cerca di riposare almeno un poco!"
"Andrè ... Giuro che ho tanto sonno ma appena mi sdraio, il piccolo comincia a muoversi ..."
"Oscar, su vieni qui, sdraiati accanto a me, magari adesso riusciamo a dormire un poco!"


Quella notte, nevicò incessantemente, il giardino del palazzo Jarjeyas era completamente ricoperto dalla neve.
Oscar schiuse  gli occhi, un sussulto, si accorse che il letto era bagnato. Presa dall’angoscia,  sentì il cuore battere all'impazzata, posò  la mano sul braccio di Andrè scrollandolo  dal sonno, con voce concitata disse: “Andrè, Andrè svegliati …”
“Oscar ti prego, lasciami dormire ancora un po’, non importa se mi scoprono nel tuo letto …” “Andrè non sognare e svegliati, ti prego!"
André schiuse gli occhi e in preda all'agitazione domandò: “Oscar che ti succede, stai male?”
“André guarda! ... Il letto è  tutto bagnato, non so cosa sia successo!”
Andrè si alzò di scatto  e infilandosi velocemente i pantaloni, disse: “Vado dalla nonna, lei certamente ne saprà di più …”
" Andrè, cosa fai! Esci senza camicia?"
"Dov'è, dov'è la camicia? Non la trovo..."
"Andrè, la camicia è riposta sulla sedia!"
" A ... si, eccola qua!"

Preso dal panico, André spalancò la porta e si precipitò per le scale, stava per entrare in cucina, quando vide Margherite.
“Madame presto, venite di sopra …”

"Cosa succede André?"
"Madame, Oscar ... il letto è bagnato!"
Il quel momento entrò la nonna e disse: "Su presto andiamo, il bambino sta per nascere!"
"Co ... cosa! Nonna dici davvero?"
" André non fare quella faccia, forse credevi che sarebbe stato tutto il tempo nella pancia di sua madre?"
Ma nonna!! Cosa dici! Certo che no!"
"Appunto! Quindi calmati!"


I tre risalirono frettolosamente lo scalone ed entrarono nella camera di Oscar.
Margherite si avvicinò a sua figlia e guardando le lenzuola, disse: “Andrè a breve nascerà il bambino, va a chiamare immediatamente il dottore!”
“Ne ... ne ... siete sicura madame?”
“Andrè, perché sei tanto agitato? Guarda che devo partorire io, non tu!”
“Oscar tu … tu stai bene?”
“Sto perfettamente Andrè, e non guardarmi così che mi rendi ancora più nervosa!”
“Su sbrigati nipote, tra non molto diventerai padre, va a chiamare il dottor Lassonne!”
"Sssi .. si .. nonna, vado, Oscar sei sicura di sentirti bene?"
"Andrè ti prego, se non vuoi che il bambino nasca da solo, va a chiamare il dottore!"
“Ora ... Ora vado ..."
Sua madre disse: "Sta tranquilla Oscar, vedrai che andrà tutto bene!"  
"Madre, sento dei ... strani dolori..."  
"E' normale cara, su fai un bel respiro..."


 
La neve scendeva giù lentamente, Andrè guidava la carrozza verso il palazzo Jarjeyes con a bordo il dottor Lassonne.
 
 

"André e il dottore entrarono nel salone centrale, quest'ultimo disse:" Tu rimani qui .."
"Ma io ..." "Conosco la strada e tu sta calmo, non posso occuparmi di te, è tua moglie che in questo momento a bisogno di me!"
"Sssi dottore, andate da Oscar, su fate presto!" ribatté con tono concitato.


Nella stanza con Oscar, c’erano Margherite, nanny e il dottore, che dopo un'accurata visita, disse: “ Oscar siete in pieno travaglio, il vostro bambino verrà alla luce per il nuovo anno!”
 
Margherite, disse:“Nanny tranquillizza il povero Andrè, è la fuori davanti alla porta, sono sicura che sarà molto agitato!".
“Si Madame ora vado.”

“Andrè …”
“Nonna come sta Oscar?”
“Tra non molto diventerai padre! ... Andrè tranquillizzati, vedrai che andrà tutto bene!”
“Nonna però … sento che … sta male.”
“Nipote!! Cosa credevi che i bambini venissero al mondo passeggiando?”
“Nonna!...”
“E’ naturale che stia così, su va di sotto adesso, sei troppo agitato, non vorrei che ti sentissi male. Il dottore in questo momento non può soccorrerti! Su va via ho detto, è meglio che tu non rimanga dietro la porta!”
Una voce dal piano sottostante tuonò: “ Andrè hai sentito? Vieni qui!”
Andrè fece capolino dalla ringhiera e disse: “Signor Generale …”
“ Andrè, è meglio che tu non stia dietro a quella porta.”
Generale ... veramente ...."
"Su, sbrigati! Non possiamo fare nulla!"
"E va bene Signore ..."

Andrè lasciò il corridoio a piccoli passi mentre sentiva sua moglie lamentarsi.
Scese le  prime scale.
Un grido.
Andrè arrestò il passo.
Ancora un altro.
“Andrè cosa aspetti? Su dai, non rimanere lì impalato."
"Ecco .. io .. arrivo generale ..."

Mestamente scese anche l’ultimo scalino.


Il generale gli tese il bicchiere e porgendolo disse: “Su tieni, credo che tu ne abbia bisogno! ... Oscar è forte, non dimenticare che è un soldato…” disse il generale mandando giù tutto d’un fiato il vino. “Ci sono passato anch'io per ben sei volte ma riconosco che con la propria figlia è diverso …” posò il bicchiere con stizza.
Andrè lo guardò con sconcerto, vide una strana luce negli suoi occhi, capì che l'uomo era timoroso.

Andrè camminava nervosamente per il salone, lo sguardo si posò prima sul quadro di “Marte, il dio della guerra”, ancora qualche passo, osservò con tenerezza, il dipinto che lo ritraeva con Oscar nel giorno del loro matrimonio.
Il generale che era seduto sulla poltroncina, scrutava nervosamente Andrè battendo i polpastrelli sui braccioli.
Andrè avanzò verso la grande vetrata, contemplava il giardino ormai completamente innevato.

“Generale, Francois non è ancora arrivato, credo ... che sia rimasto bloccato per via della neve …” “Lo penso anch'io André! .. Spero almeno, che abbia trovato rifugiato in qualche locanda …”
Una figura minuta fece capolino dalla cima delle scale: “E’ nato! E' un bellissimo bambino!”

“Nonna dici davvero? E ... E Oscar come sta? Ora vado da lei!"
“Andrè ma dove credi di andare? Rimani lì! …” “Nonna cosa succede? Perché non posso andare da mia moglie?!”
“Perché caro nipote a breve, verrà alla luce un altro bambino, è chiaro?”
Andrè si voltò e guardando il generale mormorò: “ Allora il dottor Lassonne aveva ragione! … Oscar …”
Mani dietro la schiena, Andrè continuava a camminare avanti e in dietro nella sala.
Il generale era emozionato, felice di aver appreso che sua figlia Oscar, gli avesse dato un nipote.
 
Ancora minuti interminabili.
 
Il generale si alzò dalla sua poltrona, prese la pipa che era appoggiata sul tavolino e l’accese.   Con lentezza si avvicinò alla vetrata che dava sul parco innevato. Momenti fatti di silenzi e di ricordi.
 Pensava a sua figlia quando era bambina, aveva l'impressione di vederla correre e giocare per casa insieme ad Andrè.

Minuti e ancora minuti interminabili.
 
Stavolta dalla stanza uscì Margherite felice, percorse le scale esclamò: “Adesso abbiamo anche una bambina ed è bellissima come sua madre!”
“Madame, posso andare da lei?”
“Non ancora Andrè il dottore non ha finito!”
Il Generale riempì nuovamente i due bicchieri, disse: “Su vieni Andrè, brindiamo ai due nuovi arrivati! .... Ai miei nipoti!”
 



Il dottor Lasson finalmente uscì dalla camera andò di sotto e disse: “Andrè, puoi andare da tua moglie.”
“Grazie dottore! Corro ........”
Il dottore sorridendo esclamo: "Generale, vi porgo i miei auguri! Siete diventato nonno di due splendide creature!"
"Grazie dottore! Su unitevi per un brindisi!"
"Ma si, certo!"
 

Oscar era distesa sul letto, aveva il volto stanco ed era pallida.  Poco dopo, Margheritè entrò in camera con la culla, disse: "Ci serve un'altro lettino per la mia bellissima nipotina!"
Madre, dov'è Andrè?"
"Credo che ....."
La porta si spalancò all'improvviso.
"Oscar ........"
Andrè, cosa c'è, sei rimasto senza parole?!"
“Oscar .... credevo di morire quando ti ho sentita …" disse avanzando.
"Andrè, sto bene …"
"Le dita sfiorarono il suo viso, la voce rotta dall'emozione: " Oscar... ti amo Oscar!"
Le labbra di Andrè sfiorarono delicatamente il suo viso.
"Andrè, mi dispiace per averti trattato male! ... Riconosco che negli ultimi tempi, sono stata davvero intrattabile!”
"Ma no, amore mio, non pensarci..."

Si scambiarono sguardi colmi d’amore, tocchi leggeri, carezze, e baci. Un gemito interruppe il loro idillio.
“Andrè, non li hai ancora visti, che ne dici adesso di fare la loro conoscenza?!”
Ancora un'altra carezza, un piccolo bacio, passo dopo passo, André si avvicinò alle culle, il suo volto era luminoso, felice, e guardando la bambina disse: “Tua madre ha perfettamente ragione, è identica a te!...... Lui invece, anche se ha i capelli scuri di mio credo che abbia ben poco, ti somiglia moltissimo. Spero solo che siano più docili della loro mamma …”
Una figura fece irruzione nella stanza, era il Generale.
“Come ti senti?”
“Bene padre, Vi ringrazio.”

Margherite prese il piccolo tra le braccia e disse:"Augustin, vieni a vedere! ... Guardali come sono belli!"
"Si, hai ragione, sono bellissimi!"
"Nipote, non dici nulla?" 
Nonna, l'unica cosa che riesco a dire in questo momento, sono davvero felice!"
Il Generale commosso, ribatté: "Margherite, oggi per la nostra famiglia è un giorno memorabile! ... Sono davvero contento!


La porta della camera da letto si aprì e la cameriera annunciò: “Madame Margherite è arrivata la marchesa Josefhin con tutta la famiglia!”
Il generale orgoglioso,rispose: “Margherite, oggi è la vigilia di capodanno, assicurati che tutto sia perfetto per la cena, voglio che sia una serata indimenticabile! .... Su, adesso andiamo tutti di sotto a brindare!”  

Rimasti soli, André disse: “Oscar, dobbiamo decidere i nomi dei nostri bambini!… Ricordi cosa abbiamo detto qualche settimana fa?”
“Certo Andrè, comincia tu.”
Andrè si avvicinò al piccolo e disse: “Gabriel Francois Augustin Grandièr. E’ il nome di mio padre, il tuo secondo nome Oscar infine quello di tuo padre! ... Adesso tocca a te.”
“Aurora Marie Margherite Grandièr, anche se la chiamerò semplicemente Aurora. Desidero che abbia i nomi delle tre nonne! … Sai Andrè, non credo proprio che ne avrò ancora altri due! Ah ah ah ah ..."
Andrè l’abbracciò, sussurrò: “Sei la mia vita! ... Grazie Oscar …”

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Vigilia di Capodanno ***


Vigilia di Capodanno
 
“Che bella sorpresa! Aspettavamo solo Francois, invece ci siete tutti!"

"Padre abbiamo deciso di trascorrere insieme le festività di fine anno! .... Madre ... ma dov’è Oscar?”
“Joséphine, tua sorella è di sopra, ha appena avuto i bambini!”
Un coro all’unisono: “I  bambini!...”
“Si avete sentito bene! Oscar ha appena avuto due bellissimi bambini!”
“Nonna possiamo vederli?” chiesero felici i più piccoli.

"Ma si, certo ragazzi, potete andare!"

"Su, dai andiamo! Francois, vieni anche tu!"
"Si, certo, arrivo Marguerite! Ma non correre per le scale, potresti farti male."
"Uffa fratello, mi ricordi nostro padre. Su avanti, muoviti!"
"E va bene ma tu non correre!"
Charles esclamò: “E’ incredibile, mia cognata è davvero sorprendente!”
 


“Zia possiamo entrare?
“Si certo, venite avanti!”
Oscar era a letto mentre Andrè era accanto alle culle.

Margherite esclamò:“Ciao zia, che meravigliosa sorpresa ci hai fatto! Aspettavo il nuovo cuginetto invece ne ho avuti addirittura due, che bello!"
“Zia Oscar, zio Andrè congratulazioni! Ma adesso vogliamo conoscere i nostri cugini.”

"Certo Francois, venite avanti!"
I ragazzi si avvicinarono alle culle e uno dopo l'altro disse: "Sono bellissimi! .. Che meraviglia!"
Oscar, rispose felice: "Grazie ragazzi!"

Poco dopo nella stanza entrarono Charles e Joséphine quest'ultima avvicinandosi a sua sorella chiese:“Come ti senti?”
“Decisamente meglio!”
Charles strinse la mano ad André e disse: “Voi siete davvero incredibili! Avete addirittura messo al mondo due bambini anziché di uno solo! Ih ih ... Dimmi André, cos'altro dobbiamo aspettarci da voi!"  
"Credo nulla Charles! Ah ah ah ..."
"Comunque Andrè, adesso dovrai armarti di santa pazienza ...."
"Charles ..."
"Non fare quella faccia cognato, preparati a dormire poco e a sottostare ai tuoi figli! Ah ah ah...."
"Joséphine, quasi piegata sulle due culle e guardando con attenzione i nuovi arrivati, esclamò:" Non c'è che dire ... sono bellissimi! .... André, certo che avere due figli in una sola volta .. beh ... non so se mi spiego! Ih ih ih ... Comunque sono davvero felice per voi!"
Grazie Joséphine!"
"Adesso cara sorellina devi ristabilirti, vogliamo vederti in piedi quanto prima!"
"Ci puoi giurare Joséphine, lo sai che non riesco a resistere a lungo a letto!"
"Lo so, cara, però devi riguardarti!"
"Certo!"



Era la vigilia di capodanno il tavolo della sala da pranzo era allestito da un banchetto sontuoso. Erano disposti diversi candelabri, ogni dettaglio era stato curato nei minimi particolari. Erano tutti a tavola per festeggiare non solo l'arrivo del nuovo anno ma anche la nascita dei bambini. Oscar e Andrè rimasero nella loro camera dove fu servita la cena.


“Oscar è la più bella vigilia di capodanno di tutta la mia vita!”
"Andrè sei felice, vero?"
" Moltissimo! Credimi, non potrei desiderare nulla di più! .. Oscar, baciami ...."
Labbra su labbra, carezze, momenti di tenerezza che furono interrotti da un gemito che sfociò in un pianto.
UEEEE.....
"Oscar, è la piccola! Cosa facciamo?"
"Andrè portala qui. Vediamo cosa le succede!"
"Aspetta, vado a prenderla! ..... Su piccolina, cosa c'è, vieni dal tuo papà!"
UEEEE....
"... Oscar, continua a piangere ...."
“Cosa facciamo Andrè?”
“Io? E lo chiedi a me! … Cosa ne so! Secondo te cosa le prende?”
“Ma se ne so meno di te!"
UEEE....
"Oscar, Aurora sta strillando … forse … ha fame …"
"Dici che ... ha fame?! E solo che io …”
“Certo! Vedi come si agita?! Non c'è dubbio, ha fame!"
"Lo credi davvero Andrè?"
"Ma certo che si!"
"Ecco .. io ... cosa facciamo..."
"Vuoi dire, cosa devi fare!"
"Non ti capisco ..."
"Oscar, conosco solo un modo per sfamarla..."
"Cosa!"
" Oscar, perché mi guardi in quel modo? Mi fai paura!"
“André, il tuo, mi sembra quasi uno scherzo!”
“Oscar, da che mondo è mondo le cose vanno in questo modo: lei ha fame, tu l'allatti."
"Come!"
"A meno ché tu non voglia assumere una balia per sfamarla. Ma a questo, ci penseremo inseguito visto che non è il caso di andarla a cercare adesso, nel frattempo dovi accontentarla se non vuoi che continui a strillare!"
"Io ... ma ..."
"Oscar, credo che tra non molto protesterà anche Gabriel devi fare in fretta!” ribatté André cullando la piccola tra le sue braccia.
“Sembra proprio che ti diverta a mettermi in difficoltà, vero Andrè?!”
“Io, metterti in difficoltà! Cosa potrei fare secondo te, sostituirmi alla loro mamma!!"
UEEEEE...
"Senti come piange? Certo, che non si può dire, che non abbia il tuo caratterino, è davvero prepotente! ih ih ih ...”
 
"Andrè io ...."
"Cosa c'è Oscar?"
"Nulla Andrè, non ho nulla! Dammi la piccola Aurora e smettila di sghignazzare!"
"Si ... si ... Eccola, tieni ..."

Oscar avvampando si sbottonò la camicia e con gesti lenti ma decisi, prese la piccola tra le braccia e l’avvicinò al petto. E appena la piccola Aurora  ne avvertì la presenza, si attaccò avidamente al petto della sua mamma placando la sua disperazione.

“Allora Andrè, dimmi, ti piace anche questa versione di tua moglie?”
“Oscar, questo è ciò che mancava per completare il quadro.”
“Andrè, se continui a prendermi in giro, giuro che appena mi alzo dal letto, ti do una bella lezione!”
“Sinceramente, non aspetto altro, voglio che ti alzi dal quel letto per sfidarmi a duello come ai vecchi tempi! Sai, è tanto che non lo facciamo, sinceramente comincio a sentire la mancanza! Ah ah ah ah ..."

"Oh Andrè! André! Vedrai, giuro che non appena mi riprenderò ...."
"UAOOO"
"Senti?... E Gabriel, anche lui ha fame! Vado a prenderlo, spero che riesca a calmarlo nel frattempo che allatti Aurora!" rispose precipitandosi dal piccolo. "Su ... Gabriel non piangere, vieni in braccio al tuo papà! ... Così da bravo!"
 
Oscar, osservando André cullare il piccolo, sussurrò: "Incredibile!"
"Cosa?!"
"André, credo che tu sia più bravo di me a tacere i bambini, peccato che tu non possa provvedere al loro sostentamento!"
"Ah ah ah ... Oscar, non dirai sul serio, spero!""
"Certo che si! Ah ah ..."
"Oscar ..."
All'unisono: "Ah ah ah ..."
UEEEEE....
"Oh no!! Credo che Gabriel si sia spaventato! E adesso cosa facciamo?!"
"Che ne so, il più bravo tra noi sei tu non io!"


1  Gennaio  1790


“Charles, non ho visto Francois per tutto il giorno, dov'e andato?”
“Generale ormai vostro nipote ha perso la testa per Christine Monford, non c’è verso di dissuaderlo! ... Ma non è questo che mi preoccupa, piuttosto la sua decisione di entrare a far parte nell’ esercito de La Fayiette.”
“Ti capisco,  ho avuto gli stessi problemi con mia figlia. Ma lei è diventata Capitano delle guardie quando era poco più di una ragazzina e non era certo la Francia che conosciamo adesso! ... Francois è ancora in tempo per rivedere la sua decisione.”
“Vi chiedo di aiutarmi Generale.”
“Parlerò con lui, vedrò cosa potrò fare!”
 
 


 Madame Marguerite e Joséphine fecero capolino nella stanza di Oscar, André appena le vide entrare le andò incontro.
"Madame Marguerite, Joséphine, grazie per aver passato tutta la notte con noi. Senza il vostro aiuto, non ce l'avremmo fatta!"
Joséphine, rispose: "André, i bambini hanno pianto per tutto il tempo ma finalmente stanno dormendo, su, cosa stai aspettando, riposa anche tu. Immagino che Oscar stia dormendo ..."
"Si, lei dorme già da un po' ..."
"Non aspettare ancora, vai!"
"Si, approfitterò che dormano! ... Grazie!"
"Marguerite, rispose:"Su, coraggio figliolo, tira giù le tende e mettiti a letto!"
"Grazie madame!"

Appena le due donne lasciarono la camera, André si diresse alla finestra, afferrò i due teli e prima di chiuderli sbirciò il giardino e sussurrò:" Finalmente si intravede  un tenue  raggio di sole dopo tanta neve, era ora!" chiuse le tende e per non disturbare il sonno di sua moglie, si avvicinò alle culle e si assicurò che i suoi bambini dormissero ancora. "Bene, visto che dormite, posso farlo anch'io!" sollevò le coperte lentamente, si sdraiò e si addormentò abbracciato a sua moglie.
 

"Margurite scese al piano di sotto per recarsi in cucina.

“Nanny dobbiamo trovare qualcuno che aiuti i ragazzi, non possiamo gestire la situazione in questo modo.”
“Madame Marguerite, possiamo chiedere alla figlia di Marie di aiutarci.”
“Si, ma non è sufficiente. E poi, servono due balie per i bambini. Comunque, appena Oscar si sveglierà, le chiederò come pensa di gestire la situazione, non credo che vorrà allattare a lungo i piccoli.”
“E perché no, madame?! Io penso che a vostra figlia non dispiaccia per niente!”  
"Tu credi?"  
"Certo Madame, ne sono convinta!"  
"Ma ... non so.. vedremo cosa dirà ..."


“ Francois sei stato quasi tutto il giorno fuori, sei stato con Christine?”
“Si, nonno ma dopo sono andato a Parigi.."
"Umm a Parigi? Cosa hai fatto in città?"
"Semplicemente un giro. Nonno, mi sono reso conto che c’è il malcontento generale!...."
“Cosa ti succede, sei preoccupato?”
" Vedete ... sono stato in un osteria a mangiare qualcosa e ho ascoltato da alcuni uomini dei discorsi che mi hanno lasciato esterrefatto …”
“A proposito di cosa?”
“A proposito  della zia Oscar.."
"Cosa dicevano?"
"Che zia Oscar e i suoi soldati della Guardia avrebbero bombardato la Bastiglia …”
“Cos’altro hai sentito?”
“Niente, solamente elogi per la zia e per il suo reggimento. Erano tutti soddisfatti dato che un nobile e per di più un ex ufficiale della guardia di Sua Maestà si fosse schierato dalla loro parte!... Naturalmente  ho stentato a crederci! ... E così, facendomi passare per un forestiero, ho chiesto all'oste di raccontarmi ciò che sapeva ...."
"Cosa ti ha detto quell'uomo?"
" Dovevate sentirlo! Nonno, la zia è considerata un eroe! ..... Nonno, non capisco  perché mi abbiate tenuto all'oscuro una cosa così rilevante! Se zia Oscar ha fatto una scelta di questa portata, avrà avuto i suoi buoni motivi, immagino!”

“Ascoltami Francois, per vent'anni tua zia è stata  al sevizio della famiglia reale, poi non so per quale motivo ha abbandonato il suo incarico e si è arruolata nella Guardia Metropolitana. Lì, ha conosciuto un altro genere di persone ... una realtà ben diversa dalla nostra, la realtà di Parigi." lo sguardo di Augustin era fisso sulle lingue di  fuoco. “Credo che abbia visto la povertà, la differenza tra Versailles e Parigi, credo che le sue idee siano maturate in quella circostanza ... forse! .... Ma adesso i tempi sono davvero cambiati. La situazione politica non promette nulla di buono, come ufficiale dell’esercito prevedo tempi difficili per il paese …”
“Ho capito cosa volete dirmi, se cercate di convincermi non ci riuscirete. Ormai ho deciso, in primavera terminerò i miei studi e farò parte dell’esercito de La Fayette!"
"Quindi hai deciso ..."
"Si. Visto che siamo in argomento, vi metterò al corrente dei miei progetti futuri .."
"Sentiamo, quali sono?"
"Sposerò Christine entro l'estate.”
Il generale fece spallucce, in un primo momento annuì, poi ribatté: "Non mi resta che congratularmi della tua tua decisione nipote!"
 
"Grazie nonno!"  
 

Un vagito e ancora un altro ma Oscar e Andrè dormivano profondamente.
Ancora dei vagiti finché non sfociò in un pianto disperato ma la stanchezza dei due genitori era tale che non sentirono nulla.
Il pianto del piccolo era così insistente che fu udito da Josefhin fino nella sua stanza.
"Ma cosa succede, perché piange in questo modo? Meglio che vada a vedere, forse hanno bisogno di aiuto!" mormorò lasciando la sua camera.
Joséphine era dietro la camera di Oscar e sentendo il pianto divenire sempre più insistente, aprì  lentamente. Rimase sorpresa quando vide i neo genitori abbracciati e dormire profondamente.
 Joséphine a passo marziale si avvicinò alla culla, prese il bambino tra le braccia lo avvolse nella copertina e cercando  di calmarlo, andò a sedersi sul divano in fondo alla stanza.
" Scc... lascia riposare ancora un poco la tua mamma che è tanto stanca! ... Su ... fai il bravo... così ...."  mormorò cullando il piccolo fino a che non si addormentò.
 
Oscar si svegliò tra le braccia di Andrè, tentò di alzarsi quando udì la sua voce: “Dove vuoi andare, rimani ancora qui con me!”
“Credo di aver dormito troppo, non voglio più rimanere a letto.”
"No ... rimani, ti prego!"
"André, voglio assicurarmi che i bambini stiano bene!" rispose divincolandosi dal suo quell'abbraccio e sedendosi sul letto, guardò nella culla del piccolo che vedendola vuota, disse con tono concitato: “Andrè il bambino dov'è?”

“Calmati sorellina il piccolo è con me.”

Oscar vide avanzare sua sorella con il frugoletto tra le braccia.

“Eravate così stanchi che non l’avete sentito piangere.”
“Cosa!"
“Ho preferito tenerlo in braccio per fare in modo che non si svegliasse e vi lasciasse riposare ancora un poco! ... Guardalo Oscar, comincia a lamentarsi, ha fame, ora tocca a te! ... Ecco, prendilo è tutto tuo!" improvvisamente si udì anche il pianto di Aurora. " Senti, Adesso anche tua figlia reclama il suo pasto!"
"Ma io, come faccio?"
"Tranquilla Oscar, tenterò di tenerla buona almeno fino a che non avrà finito Gabriel."

Andrè si alzò dal letto, stanco e frastornato, s’infilò le scarpe e disse: “Com’è possibile che neanche io l'abbia sentito piangere!”
"Non preoccuparti, è successo anche a me con il primo figlio! Andrè, dovete cercare qualcuno che vi aiuti, da soli non potete farcela.”
Margherite entrò nella stanza, ribatté:“Josèphine ha ragione! … Nanny e io abbiamo pensato a Loren la figlia di Marie ma lei da sola non basta, dobbiamo trovare assolutamente un’altra donna che si occupi dei bambini! E poi dobbiamo pensare alla balia.”

Oscar guardò timidamente Andrè e disse: “Non posso negare che ho bisogno di qualcuno che mi aiuti ma in quanto ad allattarli, è compito mio, non voglio che lo faccia un’altra donna.”

"Se è questo che desideri Oscar, per me va bene! ... Allatterai i nostri bambini!"  
Sua madre, stupita, ribatté: "Ma ne sei davvero sicura? Credi di farcela?"  
"Certo madre! Ho solo bisogno di qualcuno che mi aiuti ad accudirli per poter riposare!"  
"E va bene Oscar, provvederemo immediatamente!"  


Trascorsero quattro giorni dalla nascita dei bambini, Oscar si alzò dal letto e prese i suoi vestiti dal cassetto.

“Oscar, cosa fai?”
“Non lo vedi Andrè!? Desidero lasciare questa stanza, non voglio rimanere più reclusa e per di più non voglio indossare ancora la camicia da notte. Stasera voglio cenare con gli altri.”
“Sei sicura di farcela? Devi percorrere l’intera scalinata!”
“Certo che ce la farò. E se così non fosse, vorrà dire che mi porterai in braccio! ... Se non ricordo male lo hai già fatto in altre occasioni, vero André?!”
“Non mi spaventa, sai?”
“Meglio così, perché non intendo  ancora crogiolarmi in quel letto.”
"Oscar, sei davvero tremenda!"  
"Su André, passami le scarpe per favore!"  
"Ora le prendo!"

Era l'ora di cena,  Augustin e Margherite erano riuniti a tavola con l’intera famiglia. Oscar, appoggiata ad Andrè e a passo lento, fece il suo ingresso nella sala da pranzo.
La piccola della famiglia appena la vide arrivare, lasciò il suo posto le corse incontro esclamando:   “Zia che bello, stasera cenate  con noi!”
“Si Marguerite, stasera sarò con voi.”
“Su, Marguerite lascia tranquilla la zia e torna al tuo posto.”
 
"Si, madre!"
Nanny, esclamò: “Oscar sei un'imprudente, scendere tutte quelle scale. Un altro giorno a letto non ti avrebbe fatto male!”
“Sto  bene nonna e poi, era ora che lasciassi la mia stanza, non ne potevo più.”
Il generale ribatté: "Se Oscar ha deciso di unirsi a noi, significa che si è ripresa perfettamente! Su, figliola accomodati!"  
"André, accompagnandola al braccio tirò la sedia, disse: "Vieni Oscar ... siediti!..."
"Grazie André!"


Durante la cena, Francois, disse: “Approfitto che siamo tutti riuniti, per darvi una notizia: a primavera concluderò l'accademia militare, dopo di che, mi arruolerò nell’esercito de La Fayette che come saprete, è il Comandante in capo della Guardia Nazionale.”
Suo padre dissentì:“Sappiamo chi è La Fayette! Io, ti volevo con me per gestire i nostri affari ma vedo che è tutto inutile discutere con te!"
"Padre, vi prego, è inutile parlarne ancora!"
"Si, certo, lo so! Sei testardo!"
" Padre, non è tutto ... sposerò Christine l’estate prossima..."
" Come vedo hai pianificato la tua vita Francois! ... Ormai non mi resta che accettare le tue decisioni! .... E per quanto riguarda Christine, voglio che tu sappia che io e tua madre non abbiamo nulla in contrario.”
“Grazie Padre, sono contento che accettiate la mia fidanzata! Però, ho da chiederVi un’ultima  cosa ..."
"Cosa?"
" Prima di ripartire, voi e mia madre dovrete venire con me a casa del dottor Monford  per  ufficializzare il nostro fidanzamento.”

Il Generale guardò Charles un po’ perplesso e sollevando il bicchiere, disse:"Brindo al tuo futuro Francois!"
 
"Grazie nonno!"


 
La cena era giunta al termine, Oscar si alzò da tavola, disse: “Vi chiedo di scusarmi ma ho bisogno di tornare in camera, sono stanca!”
Sua madre esclamò: “Va pure Oscar!”
Andrè alzandosi, disse: “Vieni, appoggiati a me ...”
 
 
Era trascorsa una settimana dalla vigilia di capodanno, Oscar si ristabilì dalle fatiche del parto, intanto Margherite assunse due bambinaie.
Ancora un altro giorno e Josefin sarebbe ripartita con la sua famiglia. Nei giorni precedenti si ufficializzò il fidanzamento tra Francois e Christine.

 
Agnes e i suoi fratellini erano nella camera della zia, contemplavano i cuginetti che dormivano nelle loro culle.
“Zia sono bellissimi!” esclamò la più piccola toccando la manina della piccola Aurora.
“La trovi davvero tanto bella la tua cuginetta?”
“Si zia! Zia, non so se somiglia più a te, oppure a mio fratello.”
Josefhin incalzò: “Margherite ha ragione, la piccola ti somiglia moltissimo …”
 
"Joséphine, immagino che Charles sia davvero avvilito per la decisione di Francois ..."
"Oscar, mio figlio non solo ci darà pensiero per aver preso la decisione di arruolarsi ma ... addirittura dopo il matrimonio si trasferirà con sua moglie qui a palazzo! E pensare che il povero Charles lo voleva al suo fianco visto che è il suo unico figlio maschio..." All'improvviso entrò nella stanza Francois, che disse:“Zia Oscar hai visite!”
“Visite? Chi sono?”
“I tuoi ex soldati della Guardia, desiderano vederti.”
 “Cosa! Davvero! Ecco ... digli che tra poco arrivo.”
"Va bene zia."
Francois lasciò la stanza, Oscar disse a sua sorella: "Josefin indosso ancora le vesti ..."
"E allora?!! Si può sapere perché quella faccia? Dov'è il problema?"
"Ecco, sinceramente mi imbarazza che mi vedano così.”
“Non capisco il motivo perché, tu debba sentirti in imbarazzo! Io invece, ti trovo benissimo e poi, non entri ancora nei tuoi abiti."
" Si, lo so Josèphine ma vedi, loro mi hanno sempre vista in uniforme e adesso ... così ... con questi vestiti ..."
" Vuol dire che adesso conosceranno un’altra versione del loro Comandante. Avanti, non pensarci!” 
“E va bene, hai ragione! Dopo tutto la mia vita ha subito innumerevoli cambiamenti, uno in più non farà alcuna differenza! ”
"Va di sotto Oscar, penseremo noi a portare i piccoli."
"Grazie Josèphine!"
Oscar uscì  dalla stanza, percorse il corridoio, udì  le voci e le risate provenire dal basso. Scese lo scalone per ritrovarsi nella sala. In compagnia dei suoi ex soldati c'erano anche Andrè e Francois. Erano tutti comodamente seduti a sorseggiare un bicchiere di vino, quando i presenti udirono dei passi. Gli ex soldati si voltarono, le loro bocche si spalancarono, nessuno proferì parola.
Alain, appena la vide, si alzò in piedi e disse: “Buona sera Comandante Oscar …”
Tutti gli altri alzandosi e uno dopo l'altro replicarono: "Comandante, che piacere vederVI!"
“Suvvia, non sono più il vostro Comandante!”
Gerard ribatté: “Voi sarete sempre il nostro Comandante!”
Oscar avanzò verso di loro, rispose: “Vi prego non rimanete in piedi, accomodatevi.”
Andrè le si avvicinò, esclamò: “Su, Oscar, vieni a sederti qui!”

Marcel, un altro soldato ribatté:  “Comandante abbiamo saputo da Bernard che è nato il vostro bambino! ... Bernard si scusa per non essere ancora venuto a farVi visita ma, mi ha incaricato di dirVi, che varrà quando prima con sua moglie Rosalie."
Lo sguardo stupito di Alain le era addosso, Oscar sibilò divertita: “Cosa c’è Alain, hai visto per caso un fantasma?”
“Scusatemi Comandante, ma negli ultimi tempi siete diventata irriconoscibile ...”
L'ennesimo soldato intervenne: “E’ vero Comandante!! Forse saranno quegli abiti a rendervi così diversa, noi siamo abituati a vedervi in uniforme e adesso ... ih ih ih... Scusatemi …”
André ribatté: “Alain, qualche settimana fa ci hai detto che ti sposi, però non abbiamo ancora avuto il piacere di conoscere la tua fidanzata.”
Gerard, ribatté:“Fidanzata? Io piuttosto la chiamerei moglie, dato che a breve avranno un bambino!”
Andrè con una smorfia di sorriso, esclamò: “ Bambino! Quindi avrai un figlio? E da quanto tempo?”
“Da ... da circa tre mesi …”
“Ti faccio i miei auguri Alain!” esclamò Oscar.
“Vi ringrazio .... comandante...”
Poco dopo Josefhin e sua figlia Agnes, fecero il loro ingresso con i due bambini avvolti nelle copertine.
I presenti rimasero sbigottiti nel vedere due pargoli, uno dei soldati disse: “Ma … chi è vostro figlio?”
Andrè divertito incalzò:  “ Prova a indovinare!"

"Andrè ... veramente ... non saprei, sono confuso ..."
" Amici miei, vi presentiamo i due piccoli Grandier!"
“Stai scherzando Andrè? Bernard non ci ha detto che sono due!”
“A Bernard, gli ho detto semplicemente che sono diventato padre e nient’altro.”
 Oscar sorrise divertita, prese in braccio il piccolo, e disse: “Lui è Gabriel!”
Andrè con la piccola in braccio, aggiunse: “Lei invece, è Aurora la mia bambina!”
Luis, sussurrò: “Andrè ho la netta impressione che somiglino al Comandante, soprattutto la piccola!”
“Non è la tua impressione Luis, di me hanno ben poco.”
Robert continuò: “Andrè ci hai messo un bel po' di tempo per conquistare il cuore del Comandante ma a quanto pare, non hai perso tempo! ... Oh scusatemi Comandante!" 

Oscar vide Alain smorzare appena un sorriso, notò che la sua espressione non era più quella di un tempo. Sentendosi scrutato ex soldato ritrovò la sua solita baldanza e disse: “I miei compagni hanno ragione, la bambina è tutta sua madre, speriamo almeno che sia più docile! Ah ah ah ...”
 
Francois domandò: “Scusatemi signori, ma dopo quanto ho ascoltato, vorrei che mi parlaste di mia zia! ... Naturalmente, vorrei sapere com'era nelle vesti di Comandante!”
“Ci ha dato filo da torcere ragazzo!” continuò Alain.
Joséphine ribatté: “Se mia sorella vi ha dato filo da torcere come dite,  evidentemente voi non eravate degli stinchi di santi.” .
Alain rispose con tono canzonatorio: “Madame dobbiamo riconoscere che avete ragione! ... Mi sembra di aver capito che siete la sorella del Comandante..."
"Esatto!"
" Bene, allora Vi racconterò di come sono andate le cose. Dunque, dovete sapere che quando Vostra sorella è arrivata nel nostro reggimento, come avrete già intuito, non le abbiamo certo riservato un buon trattamento, anzi...”
Francois intervenne: “Zio Andrè mi ha accennato qualcosa in proposito, siete stati fortunati, un altro al suo posto, non ve l’avrebbe fatta passare liscia.” Loius incalzò:“Em … già, infatti, per questo motivo l'abbiamo proclamata come miglior  Comandante delle Guardia Metropolitana! Ah ah ah ...”

Il Generale che era entrato da poco nel salone, ascoltò in silenzio la conversazione dei soldati.

Gerard guardò Francois, continuò: “E poi sapete, per degli uomini rudi e indisciplinati come noi, non era certo il massimo essere comandati da una donna. Ma il nostro comandante ha saputo guadagnarsi il rispetto e la stima di tutti noi.”

Alain sorrise e concluse: "Già, vero amici ... Il Comandante Oscar Francois de Jarjeyas, è stato il miglior Comandante che la compagnia B abbia mai avuto! ......"

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Un romantico duello ***


 
Un romantico duello
 
20  GENNAIO 1790
“Oscar, per quanto riguarda la cena di stasera,cosa vuoi che prepari ai nostri  ospiti?”
“Nonna, lo sai che per me qualunque cosa va bene, fa quello che ritieni opportuno."
"Va bene cara, ci penserò io..."
Nonna, però lascia fare alla servitù, devi riposare, hai lavorato anche troppo!”
“Lo sai che lo faccio con piacere e poi, mi ci vedi a non fare nulla tutto il santo giorno?”
“Non è così  cara nonna! … Se davvero vuoi tenerti impegnata, puoi sempre goderti i tuoi nipotini! ... A proposito, dov’è Andrè?”
“E’ nella stalla a strigliare Cesar, lo sai che vuole occuparsi personalmente dei vostri cavalli!”
“Si certo che lo so!... Approfitterò che i bambini dormano per andare da lui.”
"Copriti bene, lo sai che non devi prendere freddo!"
"Si... certo ..."



Oscar indossò velocemente la mantella e aprì il portone di casa, una folata di vento gelido imperversò la sala e a passo deciso raggiunse le scuderie.

 La porta delle scuderie si aprì, Andrè udì dei passi, una voce: “Andrè …”
“Oscar cosa  fai qui? Fa molto freddo, non puoi certo ammalarti! ... Ricordati che rappresenti il sostentamento per nostri figli!”
“Andrè se non la smetti di prendermi in giro, giuro che prima o poi pagherai tutto con gli interessi.”
Le si avvicinò e abbracciandola con insolenza continuò: “Credimi, sto aspettando con impazienza che arrivi quel momento!…”
“Non ce la fai proprio più, vero? Se davvero desideri che ti dia una bella lezione, sono a tua completa disposizione!" ribatté con sguardo tagliente e scintillante.”
André la strinse ancora di più a sé e sussurrò: “Magari, non vedo l'ora! Ma  so che per il momento non è ancora possibile …”
“Ma ... si può sapere cos’hai capito?!"
“Esattamente quello che hai inteso mammina!”
“E’ inutile, sei davvero incorreggibile.”
“Oscar, sei una tentazione, la mia tentazione e come se non bastasse mi tratti anche male!”
“Ma cosa dici! Se la mia vicinanza ti fa tanto soffrire, me ne vado e poi, se per te è diventato un problema aspettare ancora, è meglio che dormi in un’altra stanza!"
Ma si può sapere cosa dici? Possibile che ti arrabbi in questo modo?"
Divincolandosi ribatté: "Andrè, lasciami, preferisco andare via!"
Afferrando la sua mano e tirandola a sé con impeto, André  l'abbracciò nuovamente e continuò: “Dove credi di andare Madame! Tu resti qui, con me!”
“Ah ah ah .. dovresti vederti, hai la faccia da seduttore! Comunque, la tua tentazione torna a fare la balia!”
“Non ci pensare nemmeno, non voglio che tu vada via ma non devi nemmeno, torturarmi in questo modo.”
"Ma si può sapere cosa vuoi da me? Prima dici che la mia vicinanza ti fa soffrire poi che ..."
Da qui non ti muovi, almeno finché non mi avrai dato un bacio...” sussurrò baciandola con passione. “Mi manchi Oscar… mi manchi tanto ... ”
“Anche tu mi manchi,Andrè … ti amo ...”




 
 
“Finalmente stasera conosceremo la fidanzata di quel furfante di Alain!”
“Si, nonna, ci saranno anche Bernard e Rosalie! ....Nonna, Oscar è ancora di sopra?”
“Povera piccola sta allattando i bambini..."
"Povera?! Ma nonna, se hai appena detto che sta allattando, non capisco perché hai quella faccia sconsolata!"
"Lo vuoi davvero sapere?"
"Certo! Su, avanti parla!"
"Dovresti vederla Andrè …”
“Cos'altro è successo?”
“Vorrai dire  cosa sta succedendo!"
"Nonna, cominci a preoccuparmi ..."
"Ecco, entrambi strepitavano per la  fame e la povera Oscar non sapeva  chi accontentare per prima … e …”
“Allora?”
“Allora niente! … Povera bambina si è messa a letto sistemandosi alla meno peggio per accontentare entrambi! Povera Oscar! ... Mai avrei immaginato che un giorno avrei visto una cosa simile..."
"A dopo nonna!"
" Ehi tu, nipote, si può sapere dove stai andando?!! Tua moglie ha detto che non vuole vedere nessuno …”
 “Io non sono nessuno!" rispose precipitandosi per  le scale.
"NO! Aspetta dove stai andando?!... Ahhh quei due davvero mi faranno uscire di senno!"


André era dietro la porta, girò la maniglia ed e fece irruzione nella loro camera. Lo sguardo si sgranò quando vide Oscar a letto allattare entrambi i piccoli che erano sostenuti comodamente su dei cuscini.
Appena Oscar lo vide entrare, sibilò con tono minaccioso: “Se provi a prendermi in giro o a dire una sola parola, giuro sul mio onore che stavolta mi alzo dal letto e non ti do nemmeno il tempo di chiedere aiuto!”
“Sta... sta calma Oscar non è mia intenzione  prenderti in giro, se può farti piacere esco immediatamente.”
“Ma dove credi di andare Grandièr? Resta qui!"
"Io ... ecco.."
"Questa poi! Credi davvero di andartene? Resta qui e non varcare l'uscio di quella porta!”
"Si, come vuoi, però dove sono le bambinaie?”
"Le ho mandate via, desideravo rimanere sola, invece, adesso, ho cambiato idea. Voglio che tu rimanga ma non ti azzardare a fare nessuna allusione, chiaro?!”
“Tranquilla ... ti ho già detto che non dirò una sola parola! .... Ecco ... Vedi.... Mi siedo accanto a te e non dico nulla, giuro...”

 

Oscar, finalmente hanno finito ..."
"Già e dopo aver mangiato così tanto adesso sorridono felici, guardali! ..."
" Oscar, prendo la piccola per metterla nella culla ..."
"Si ....poi pensa anche a Gabriel ..." sussurrò mentre si allacciava il vestito.

"Finalmente anche tu sei più serena .."
"André, lo sono se non li sento strillare! ... Credo che ci vorrà ancora del tempo per abituarmi alla situazione!"
"Vedrai che ce la farai!"
"Lo spero ..."
"Ma certo che si, ne sono sicuro!"
"Come fai a dirlo?"
" Se sei riuscita ad adattarti senza alcun problema ai soldati della guardia, non vedo perché, non dovresti riuscirci con loro!"
"Ma André .. cosa dici, non è certo paragonabile ..."

Un tocco alla porta.

“André,Oscar, posso entrare? …”
“Prego madre! ....”
“Oscar, sono arrivati i vostri amici, li ho fatti accomodare nel salotto.
"Adesso scendiamo!"
" Oscar, come ti ho già detto stamattina, tuo padre e io, stasera siamo ospiti dai Legran... quindi, se non hai bisogno di nulla, noi andiamo!”
“Non preoccupatevi madre, andate pure. Vi ringrazio!”
"Buona serata ragazzi!"  


Oscar e André avvolsero i bimbi nelle copertine per raggiungere gli ospiti. Ad attenderli nella sala centrale c’erano: Bernard, Rosalie, Alain e la sua fidanzata Alice.
I quattro li videro percorrere la scalinata con i bambini in braccio, la prima ad andargli incontro fu Rosalie che esclamò: “Oscar ti trovo benissimo! ... Se non ti dispiace, prendo il piccolo! Voglio che conosca la zia Rosalie! ........ Andrè, anche se tuo figlio ha i capelli scuri, è tutto sua madre!”
"Rosalié, ti assicuro che i miei figli assomigliano in tutto e per tutto alla loro madre, credo che di me abbiamo ben poco! Ah ah ..."
"Oscar ribatté: "Non è vero, ti somigliano eccome: sono sempre affamati! Ah ah ... Benvenuti amici!"

Mentre gli ospiti erano presi dai piccoli, Alain inebetito guardava Oscar con insistenza.
Oscar continuò: “Allora Alain cosa aspetti a presentarci la tua fidanzata!” “Si … Si certo! … Comandante vi presento Alice la mia fidanzata. Vi ho già parlato di lei.”

 Alice era una splendida ragazza alta, slanciata e dai capelli lunghi, scuri e ricci.
La  ragazza dopo i convenevoli guardò Oscar e disse: “Alain mi ha parlato tanto dei suoi amici, soprattutto di Voi Madame Oscar!”
"Beh .. certo ... ho raccontato qualche avventura ... in ... in caserma Comandante!" Alain si avvicinò ad André che aveva tra le braccia la piccola e guardandola continuò: ..... Rosaliè non hai ancora visto la bambina, ti assicuro che è identica a sua madre!”

 Bernard esclamò: “Alain hai perfettamente ragione  somiglia ad Oscar ed è davvero molto bella!”
Alice esclamò: “Sono sicura che quando sarà grande, farà strage di cuori!”
 Andrè indispettito dalle parole di Alice, strinse a se Aurora facendo trasparire la gelosia di padre geloso.
Bernard sorrise e aggiunse: “Non vorrai mica tenertela tutta per te, spero!”
“Bernard, la mia bambina è ancora piccola, per ora non ne voglio parlare.”
"Ah amico mio! Adesso ti scopro, anche padre geloso! Ah ah ah ah ..."

Il viso di Oscar si addolcì, sussurrò: "Amici, non rimaniamo qui, accomodiamoci nella sala da pranzo."


La cena giunse al termine,  Nanny che era con loro, si alzò e prese i piatti per portarli in cucina poi disse: “Bene ragazzi, vi lascio alla vostra conversazione, io sono stanca e vado in camera mia.”
Oscar prese la sua mano e le fece adagiare i piatti sul tavolo, sussurrando: “Cosa fai nonna?”
“Li porto in cucina!”
Questo non è più compito tuo e lo sai, lascia che lo facciano gli altri!”
“Tu bambina vuoi farmi sentirmi inutile.”
“Nonna tu per noi sei indispensabile e lo sai! Hai lavorato abbastanza, adesso meriti un po’ di riposo.”
“E va bene, non dire nient’ altro, ho capito. Bene, vi lascio a una buona serata ragazzi!”
 
Buona notte a voi Madame!"


"Oscar, tu non puoi nemmeno immaginare quando Bernard ed io abbiamo appreso da Alain, che avevi avuto ben due bambini!"
Ti assicuro Rosalié che anche per me è stata una sorpresa! Ah ah ah ..."
"Bernard osservando Alain, domandò: "Alain sei taciturno, cosa ti succede?

" Emm .. Nulla Bernard ... nulla!"
“Dicci almeno, se avete stabilito la data del vostro matrimonio.”
“Em  … si ...come vi avevo accennato qualche tempo fa ad Andrè, ci sposeremo a  Marzo … il ventuno.”
La ragazza felice, incalzò: “Abito con i miei genitori in una casa di campagna poco distante da Parigi dove c’è una chiesetta ed lì che ci sposeremo. Daremo il ricevimento in casa dei miei genitori, nulla di sfarzoso, ci saranno la mia famiglia e i nostri amici naturalmente! ...Madame Oscar, Alain mi ha detto che siete legati da una profonda amicizia ed è per questo motivo che ha espresso non solo il desiderio di avervi come nostri testimoni di nozze ma che sarete voi ad accompagnarlo all’altare. Naturalmente per noi è davvero un grande onore!”
“Per favore Alice, chiamatemi semplicemente Oscar. Alain è nostro amico e vorrei che lo foste anche Voi.
“Va bene Oscar, come desiderate.”
 
Andrè, incalzò: "Che ne direste se continuassimo la nostra conversazione davanti al camino, con un buon bicchiere di vino!"
Alain annuì pensieroso mentre Bernard ribatté: "Ma certo André!"

La piccola comitiva si spostò nella sala accanto, Marie servì del vino agli uomini e del cioccolato caldo alle signore.
Oscar domandò:“Rosalie cosa mi dici dei sovrani, continui ad andare alle Tuilleries?”
“Da quando aspetto il bambino, ci vado molto di rado.
"Capisco ..."
"Comunque ci sono andata l'altro giorno. La regina mi ha chiesto di te e dei tuoi bambini ma io le ho detto che li avrei conosciuti solo stasera! ... Comunque mi ha chiesto di salutarti e ti chiede di andare da lei non appena ti sarà possibile.”
Oscar rimase in silenzio, poi guardando Bernard domandò: "Che genere di atteggiamento hanno assunto i sovrani nei confronti dell’Assemblea Costituente?”
Bernard bevve l’ultimo sorso di vino, posò il bicchiere sul tavolo, rispose: “ Alain te lo può confermare, visto che il suo reggimento ha l'incarico di sorvegliarli..."
"Spiegati Bernard."
"Sono costantemente sorvegliati dalla Guardia Nazionale, sono praticamente agli arresti! ... Comunque, la regina continua a svolgere le sue funzioni di rappresentanza e quando si fa vedere in pubblico si veste con molta semplicità. Riguardo all'atteggiamento che hanno per i lavori dell'assemblea non sempre li condividono ..."
Alain ribatté:“Basta Bernard! Non diventiamo malinconici, è meglio parlare d’altro! ... Andrè come vanno gli affari ad Arras?”
“Mi auspico che la fabbrica vada in funzione prima dell’estate. Anche se è prematuro dirlo, sono fiducioso. ”
 “Se le cose andassero per il verso giusto, ricordati del tuo amico che dell’ esercito ne ha le tasche piene!"
"Ne sei davvero sicuro Alain?"
" Ti assicuro che verrei volentieri a lavorare in mezzo alle tue stoffe! Ah ah ah...”
Oscar  non si esimette a chiedere: “A questo punto Alain, non capisco perché ti sia arruolato?!! ”
Alain sorseggiò tutto d’un fiato il vino e stordito da quella inaspettata osservazione rispose di rimando: “Certe volte noi uomini ci comportiamo in maniera irrazionale! ... Il mio è stato un ennesimo colpo di testa! Ora basta parlare di me, dimmi amico, i bambini come si comportano, ti lasciano il tempo necessario per riposare? Sai, anche noi dobbiamo prepararci al lieto evento ma spero che ne arrivi soltanto uno! Ah ah ah ah ...”
" Alain, noi siamo dei soldati, abbiamo resistito a tutto o sbaglio?! Quindi riuscirò a resistere ai mie figli! ah ah ah ah..."
"Con questa affermazione vuoi dirmi che debbo prepararmi al peggio?"
"Non credi di esagerare adesso Alain? Su, dai, vuoi un altro bicchiere di vino?"
"Credo che mi servirà per non pensare a ciò che mi hai appena detto! Ih ih ih ..."
"Che esagerato che sei soldato Sassoin! Ah ah ah ..."


La serata proseguì tranquilla finché arrivò la balia e chiamò in disparte Oscar.
"Madame, la piccola Aurora Vi esige, tra un molto si sveglierà anche Gabriel."
“Si, certo, adesso arrivo!" Oscar tornò dai suoi ospiti e si congedò. "Scusatemi ma devo andare, devo occuparmi dei bambini! ... Ma voi rimanete pure in compagnia di Andrè.”
Rosalie, incalzò:“Va pure non preoccuparti per noi …”
Oscar si avvicinò ad Alice, disse: "Mi ha fatto piacere averti conosciuta.”
“E’ stato un piacere anche per me Oscar.”
"Buona sera a tutti amici!" Uno dopo l'altro risposero: "Buona notte Oscar, a presto!"
"Buona notte comandante!" sussurrò Alain accompagnandola con lo sguardo finché si allontanò.
 
 
 
Oscar allattava il piccolo Gabriel mentre Aurora era tra le braccia della bambinaia quando arrivò Andrè che disse a quest'ultima: “Tornate dopo, rimango io con mia moglie!”
“Si signore” risposero le donne uscendo dalla stanza.

"André, i nostri ospiti sono andati via? …”
"Si ..."
“Hai una strana espressione, cosa ti succede?”
“Andrè con la piccola Aurora tra le braccia, si sedette sul divano di fronte a lei, ribatté:  “Alain non mi convince, non ha l’aria di un uomo felice che sta per sposarsi.”
“L'ho notato anch’io Andrè! ... Secondo me, si sente coinvolto dalle circostanze.”
“Vuoi dire che si sposa solamente per il bambino?”
“Credo proprio di si Andrè, al contrario di Alice che mi sembra davvero innamorata.”
Andrè annuì, nel frattempo la piccola si addormentò.
"Si, è addormentata, meglio che la metta nella sua culla!" disse alzandosi dal divano e adagiandola delicatamente. "Anche Gabriel si è addormentato, aspetta Oscar, ci penso io, dallo a me ..."
"Grazie André! ... Andrè sei strano, cosa ti prende?"
"Strano?!"
"Certo che si, a cosa stai pensando?”
“A ciò che stai pensando tu ... solo che non hai il coraggio di dirlo.”
“Non ti capisco! Cosa vuoi dirmi?! Parla, dimmi a cosa stai pensando!”
“ Alain è  innamorato di un’altra donna e Alice non è nient’altro che un ripiego nella sua vita! ...... Cosa c’è? Non dici nulla? So che la pensi esattamente come me …”
Lei annuì.
"Oscar ... Alain è innamorato di te!"
Oscar non riuscendo a sostenere lo sguardo di suo marito, si alzò di scatto e inalberandosi digrignò: “Si può sapere che cosa dici? Ancora con questa storia!!!”
“Ti assicuro che non mi fa piacere ammetterlo e tanto meno mi diverto a infierire! Purtroppo è la verità.”
“Andrè, se davvero Alain fosse innamorato di una donna che non è la sua fidanzata, a questo punto davvero non capisco perché abbia deciso di avere un figlio con lei e non con l’altra! E non guardarmi in questo modo!..."
"Con l'altra dici?!"
"Smettila André! E poi, perché l'altra dovrei essere io?!"
" Oscar... ma, mi hai ascoltato? Lui è innamorato di te, non dirmi che non ti sei accorta di come ti ha guardato per tutta la sera, che non ti credo.”
“E anche se fosse?! Cosa posso farci, dimmelo!! E poi lo sai, che certi discorsi mi infastidiscono!”
“Oscar non era mia  intenzione farti arrabbiare …” disse avanzando verso di lei per abbracciarla e con tono suadente sussurrò: “Ti prometto che non ti infastidirò mai più con questo argomento, però, ciò che ho detto è la verità! .... Perdonami, non volevo farti arrabbiare!”

"Andrè ....."
"Su, comincia a far freddo, andiamo a letto...."

 1O MARZO 1790

Il sole splendeva alto, Andrè era in giardino seduto al bordo della fontana, a testa china mangiava una mela.


Oscar lo raggiunse nel giardino con due else tra le mani e con tono di sfida disse: “Andrè lascia quella mela, e prendi al volo la spada, vediamo cosa sai fare!”
La voce di Oscar ruppe il silenzio. André alzò di scatto la testa e con i riflessi pronti lanciò via la mela e afferrò la spada.
“Ma … cosa...”
“Dai Andrè non protestare, è tempo di riprendere i nostri allenamenti. Ormai siamo fermi da troppo tempo! ..... Andrè  vediamo se riesci a battermi ... credo che per te sia più facile vincere, visto che non mi alleno da diversi mesi!”
“Non solo sei agguerrita ma noto con piacere che finalmente hai indossato gli abiti di sempre! Quindi ... deduco che tu voglia tornare il maschiaccio di sempre, vero mia dolce mogliettina?!"
"Certo mio impertinente marito! E adesso in guardia André!"


In men che non si dica incrociarono le lame scintillanti, provocando un antico tintinnio che da tempo a palazzo Jarjeyes non si udiva. Il rumore inconfondibile non sfuggì agli abitanti del palazzo, la prima ad udire il suono delle lame fu la nonna che affacciandosi alla finestra, li vide imperterriti a battersi come un tempo.

“Quei due non cambieranno mai!... Povera me, prima o poi mi faranno morire per lo spavento. Ma che strazio! ...Adesso sono diventati più battaglieri di prima. Santo cielo!”
 
“Allora Oscar … vedo che sei affannata, che ne diresti di arrenderti?”
“Arrendermi io? Ti sbagli di grosso, hai forse dimenticato  quanto sono ostinata?” rispose tra un colpo e l’altro.

" Certo che non l'ho dimenticato, come potrei! ...infatti... lo sguardo agguerrito che hai in questo momento, mi ha sempre mandato fuori di testa!"
".... Davvero?! ... Però... che rivelazione mi hai appena fatto ....Difenditi!"
".... Non posso fare altro mio comandante! ..... Però ... riconosco che se ... anche non ti alleni da mesi ... riesci a destreggiarti bene ...." continuò André tra un affondo e l'altro.
" ... Presuntuoso ..." ribatté Oscar con un fil di voce indietreggiando e sentendosi in difficoltà.

“Allora Oscar ,credi ancora di battermi tanto facilmente?”
“Se credi di spaventarmi, ti sbagli Grandièr! … Se te la cavi meglio  di me e perché ti sei allenato con Francois … ora ti faccio vedere io …”-
Avanzò di qualche passo.
“Non hai perso la tua insolenza Madame Grandièr!”


Il generale stava firmando alcuni documenti nel suo studio, quando fu attratto dal frastuono delle spade. Si alzò dalla poltrona, e sbirciando dalla finestra, vide i due  duellare.
Sorrise soddisfatto e mormorò: “Mi mancava vederli battersi! ... Era ora che Oscar riprendesse gli allenamenti. Devo dire che se la cava benissimo nonostante tutto il tempo di inattività.”


Ormai esanime, Oscar indietreggiò, finendo con spalle al muro. Era rossa in viso e respirava con affanno,  Andrè fece incrinare le spade e le lanciò via. Soddisfatto per la vittoria, l'afferrò per i polsi e bloccandola al muro con sguardo fiero e impudente sussurrò:"Allora Madame Grandier, ti arrenderti?!"
"Io non mi arrenderò mai Andrè Grandier!" rispose ansimando.
"Nemmeno al mio amore? Non ti credo!"
"Sei prepotente ..."
"Non quanto te! Comunque, se non hai nessuna intenzione di arrenderti allora ti ruberò un bacio ......"
"Ma cosa fai? Non farlo qui, potrebbero vederci!"
"Invece ti bacio qui e non mi importa. Sei terribilmente irresistibile!"disse avventandosi sulla sua bocca.

Augustin vide concludersi il duello in maniera alquanto insolita, sorrise e tirò giù le tende. E tornando al suo lavoro mormorò: “E si, per la prima volta si sono confrontati da marito e moglie! Ih ih ih ..." 
"Generale, ho portato il Tè che mi avete chiesto..."  
"Veramente, non l'ho chiesto a te Nanny ma alla servitù. Possibile che tu debba ancora servirmi?"  
"Ma generale, lo faccio con piacere!"
"Si, lo so, però ..... e va bene, non sarò certo io a obbligarti a non fare nulla! Ah ah ..."
"Generale, ho notato che vi ha fatto piacere vedere i ragazzi duellare!"
"Ovvio! .... Sono il mio orgoglio!"
"Scusate Generale, ma debbo andare, sento che il piccolo continua a piangere, vado da lui!"
Che cos'hai il bambino?"
"Ha fame, e sua madre è impegnata a duellare, pazzesco! Meglio che vada, a dopo generale!"
"A dopo Nanny!" rispose l'uomo sorridendo.


“Non è giusto Andrè, cosi mi hai fatto perdere la spada …”
“E’ colpa tua, lo sai che in amore e in guerra tutto è lecito!? Dammi un altro bacio se non vuoi che questa volta sia io a sfidarti!"
“Basta Andrè potrebbero vederci .”
“Non mi importa, sei mia moglie ed io ti adoro!”
 
Occhi negli occhi, carezze e ancora un bacio appassionato.....  

"Ti amo Oscar ...." "Anch'io ti amo ... ma adesso torniamo in casa, credo che ormai sia l'ora di allattare i piccoli!"
"Umm ... Ma senti che mammina attenta e premurosa! Ah ah ah ..."
"André dimmi, ti piace così tanto vedermi allattare i bambini?"
"Che domanda, certo che si! Tu forse non ti rendi conto ma vederti tanto materna, per me è ... meraviglioso!"
"Su, dai, affrettiamoci, quasi, quasi, ho l'impressione di udire gli strilli dei bimbi!"
" Si, ma dammi la mano se vuoi rientrare!"
"Prepotente! Ah ah ah ..."


La nonna era nel salone ad attenderli con il piccolo tra le braccia, appena li vide entrare protestò: "Finalmente voi due, siete tornati!"
Oscar lasciò la mano di André e andandole incontro disse:"Nonna, dammi Gabriel."
"Si è appena calmato ma fino a poco fa, non ha fatto che piangere, devi allattarlo."
“Si nonna adesso penserò a lui!..... Vieni qui Gabriel ...”
“ Bambina, ma guardati, sei tutta sudata, potresti ammalarti!  E’ mai possibile che voi due non cambierete mai?... André, sono quasi morta dallo spavento vedendovi duellare, temevo che potessi farle del male e poi, sembrava un duello senza fine!”
“Ma dai nonna, potrei mai fare del male a mia moglie? …Piuttosto, dovresti preoccuparti per me, visto che tutte le volte rischio di essere infilzato dalla lama di mia moglie! Ah ah ah ..."
“Oh André, smettila di scherzare! E poi, mentre io temevo che vi poteste fare del male, il Generale invece, era felice di vedervi battere..."
"Co.. cosa! Mio padre!"
"Si, tuo padre! Giuro che non lo capirò mai,Oscar! …”
“Non è possibile!... Mio padre ci ha visti duellare!”
"Non solo duellare ma ha visto anche tutto il resto!"
Oscar, arrossì in volto, e guardando suo marito, mormorò: "Oh André ... mio padre ci ha visti!"
Con sorriso sornione rispose:" Sapessi quanto sei bella quando arrossisci..."
"André!!"
"Andiamo di sopra, ti aiuto con i bambini!" ribatté felice mentre prese tra le braccia il piccolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** La confessione di Alain ***



LA CONFESSIONE DI ALAIN

Le lancette dell’orologio scandivano  la mezzanotte, Oscar e Andrè erano stretti, abbracciati nel loro letto.

“Non mi sembra vero Oscar, i bambini stanno dormendo e noi finalmente abbiamo ritrovato la nostra intimità.”
“Si, vero!... Andrè..."
"Dimmi ..."
"Mi preferisci in abiti femminili o con i miei vestiti di sempre?!”
“Mi piaci vestita in qualsiasi modo … mi stai bene soprattutto così come sei in questo momento…”
“Così!! Ma  non ho nulla, ho soltanto le coperte addosso!”
“Appunto e sei bellissima!… Baciami Oscar, baciami come soltanto tu sai fare ....."

 
“Stamattina quando ti ho vista con con la spada in mano, mi hai fatto perdere la testa, eri … eri … bellissima, incredibilmente bellissima!"
"Andrè, se continui a parlarmi in questo modo, mi farai arrossire ..."
"Mi piace soprattutto quando arrossisci!"
"André ti prego, adesso basta!...Smettila! Ah ah ah ... André, quindi preferisci che io torni quella di un tempo?"
"Di un tempo, di oggi, di sempre! ... Non sai quanto ti amo!"
"André, anch'io ti amo tanto!"
"Ripetilo, ti prego..."
"Ti amo André, sei tutta la mia vita!"
"Oscar ..."
Un bacio e ancora un altro e un altro ancora .....
 
 
 
Oscar e Marguerite, erano in salotto, quest'ultima disse: “La settimana prossima ci saranno le nozze di Alain! ... Oscar dobbiamo tornare da Madame Beltran per scegliere l'abito e gli accessori che dovrai indossare."
“Madre, ma è proprio necessario?”
“Non puoi negare che ti servono degli abiti appropriati, almeno in alcune occasioni.”
“Madre avete ragione ma …”
Dei passi, la voce di Andrè: “Oscar, da retta a Madame! Oltre agli abiti che hai indossato durante la gravidanza  non hai nient’altro. Non vorrai presentarti alla cerimonia con una veste larga, spero! Oppure preferisci andare in abiti maschili? ... Madame, credo che sia il caso di acquistare diversi vestiti, in previsione del matrimonio di Francois.”
“Andrè, credo che tu stia esagerando, due abiti saranno più che sufficienti. Lo sai che io non faccio vita mondana, figurarsi poi andare in giro vestita da donna! ... Madre, preferisco che madame Beltran venga qui, non posso lasciare i bambini per molto tempo sono  troppo piccoli,  loro dipendono completamente da me.”

"Si, hai ragione, faremo venire qui madame Beltran!"
Andrè, ribatté: “Oscar, dobbiamo trovare una balia per lasciare i piccoli il giorno delle nozze.”
“Andrè loro verranno con noi, insieme a Marie e Loren, non ho alcuna intenzione di lasciarli a casa e poi, non credo che si attaccherebbero al petto di una sconosciuta.”

"Ne sei davvero sicura?"
"Certo, loro verranno con noi."  
"E va bene, come vuoi .."
"André, non sei convinto vero?"
"Ecco... veramente ..."
"So, cosa state pensando tu e mia madre ..."
Marguerite ribatté:"Vedi e che solitamente in alcune circostanze i bambini vengono lasciati a casa ..."
"Lo so madre che il mio atteggiamento vi sembrerà alquanto inusuale ma i miei figli verranno con me."
"Se è questo che desideri, per me va bene!"


 
PARIGI  

Alice era nel salotto, indaffarata ad attaccare le tende, Alain invece, era appoggiato alla finestra, guardava l'orizzonte. La sua espressione era triste e malinconica, i suoi pensieri erano solamente per lei: Oscar.


“Alain è tutto pronto per domani, ho ritirato il mio vestito dalla sartoria, sapessi quanto è bello! ... Alain, su vieni a vedere le tendine che ho cucito."
Alain annuì, si voltò con lentezza per guardare la donna che l’indomani sarebbe diventata sua moglie.


“Devo reagire, lei per me non potrà mai essere nulla  se non un ricordo struggente e doloroso. Non mi resta che concentrarmi su Alice e il bambino che mi darà.
Sono stato uno stupido a volere che fosse proprio lei ad accompagnarmi all'altare, adesso devo trovare la forza di dare una svolta alla mia vita.”


“ Alain, non stai bene'! ... Su dai, vieni a vedere quanto sono belle le tende che ho cucito.”

"Si, adesso arrivo."

A passo lento, Alain entrò nel soggiorno, vide la sua futura sposa felice. “Allora, cosa ne dici, ti piacciono?”
 “Ecco, io ... non ne capisco molto ma hai reso la casa molto più accogliente, sei stata davvero brava!”
"Grazie Alain! So che non dai importanza a queste cose ma era tutto quello che volevo sentirti dire."
Alain sorrise e la guardò con tenerezza e con le dita le sfiorò il viso.

“Ti amo Alain! Tu non immagini quanto sia felice di diventare tua moglie!” sussurrò stringendosi al suo fidanzato.


Alain accarezzò i suoi capelli e mormorò: “Alice .... ti voglio, ora, adesso!”

La baciò con passione, la prese tra le  braccia e la portò nella loro stanza da  letto, l'adagiò sul letto e le sue labbra impudenti continuarono a baciarla avidamente, facendola sua con tutta la passione che sentiva dentro, pur sapendo che il suo cuore apparteneva a un’altra donna. Almeno in quel momento finse  di dimenticare la donna che amava.

 
PALAZZO JARJAYES 21 MARZO 1790


Un tocco alla porta.
“Oscar sei pronta?”
“Non ancora Andrè! … La nonna vuole raccogliermi i capelli, è andata a prendere le forcine! ..... Cosa c'è Andrè, sei rimasto in silenzio, forse non ti piace il vestito che indosso? Non mi sta bene?... Su, avanti, parla!"
Ecco ... veramente ..."
“Allora, sto così male che non hai proprio nulla da dirmi?”
“Dici che non ti sta bene! Oscar, ma ..."
"Ma che faccia che hai, cominci a preoccuparmi ..."" Sei bellissima!"…”
rispose avanzando verso di lei per poi abbracciarla con impeto. “Sei talmente bella, che te lo strapperei di dosso.”
  "Ah ah ah ... Ma possibile che tu non pensi ad altro?"
"Cos'altro vuoi che pensi, vedendoti così bella!"
"Su dai Andrè, questo non è il momento di parlare di certe cose! ... Io invece, mi preoccupo di dover portare tutto il giorno queste scarpe, nonostante non siano molto alte, so che mi daranno fastidio.”
“Fastidio o no, ti voglio esattamente così come sei! .... Desidero ardentemente che tu mi baci, madame Grandier!"
Oscar gli accarezzò il viso, sorrise e ribatté:" Se desideri baciarmi, fallo, non aspetto altro!"
Stretti in un dolce abbraccio, si scambiarono un tenero bacio ....



“Madame i bambini sono pronti, quando volete, possiamo andare.” disse Marie.
“Sono pronta, possiamo partire anche adesso.”
 
 
La carrozza lasciò palazzo Jarjeyes, alle loro spalle si chiuse il cancello.

Era il primo giorno di primavera, il sole era radioso, era una giornata calda e piacevole.
 
 
Davanti alla chiesa erano radunati gli invitati. Erano gli amici di sempre:Bernard, Rosalie, i soldati della guardia con le loro famiglie e naturalmente gli ospiti della sposa.


“Ehi Alain, sei pronto per il grande passo oppure ti tirerai indietro all’ultimo momento! Ah ah ah ..." disse Gerard.
“Ti piace prendermi in giro ma c'è poco da ridere. Forse hai dimenticato che ci sei passato prima di me?”
“Sarà anche come dici ma tu, Alain, che sei amante della libertà e delle belle donne, non riesco a immaginarti a un tale sacrificio!” fu l'affondo di Luis.
“Ma sentite che amici che mi ritrovo! Anziché incoraggiare il vostro compagno di bagordi, lo incitate a fuggire! Ah ah ah ... ”
 
"Quindi ammetti di voler scappare! Ah ah ah ..."

Una carrozza avanzava lentamente lungo il  sentiero, finché non sostò davanti alla chiesa.
Il cocchiere sistemò il predellino, aprì lo sportello. Il primo a scendere fu Andrè seguito da  Marie a cui fu affidato il piccolo Gabriel, dopo toccò a Loren che prese tra le braccia la piccola Aurora. L'ultima a scendere dalla vettura fu Oscar che alzò appena il pizzo del vestito mentre André le porse la mano.
Alain appena la vide ne rimase affascinato e osservò ogni suo singolo movimento.

"Cosa mi sta succedendo?! Appena l'ho vista ho sentito il cuore battere all'impazzata, non è possibile!Però ... sei bellissima Comandante!" pensò inebetito.

Bernard, Rosalie e i soldati della guardia appena li videro si avvicinarono per salutarli.
“Benvenuta Comandante, è un piacere rivedervi! ”
“Grazie amici.”
Andrè, che meraviglia hai portato con te i marmocchi, vogliamo vederli!”chiese uno di loro.

"Si, certo, venite, guardateli non sembrano angelici? Ma vi assicuro che sono davvero tremendi, non fanno che strillare! Ah ah ah..."  
“Sono bellissimi, somigliano sempre di più alla madre!” esclamò il primo.
“Andrè, il Comandante a quanto pare si è fatta valere anche stavolta!” osò il secondo.
Tra la piccola folla che si radunò intorno a loro, si fece largo Alain che strinse la mano ad André e disse: “Come stai amico mio?! Vedo che sei riuscito ad arrivare in tempo!”
“Ti assicuro che non è stato semplice ma alla fine ce l’abbiamo fatta.”

 “Mi fa piacere! rispose guardando Oscar. "Ben arrivata Comandante!"
" Grazie Alain!"
" Immagino che il viaggio non sia stato dei migliori con due bambini al seguito!”
“Invece, è andato tutto per il meglio. I bambini hanno dormito per tutto il tempo.”
“Mi fa piacere.”


Con lo sguardo scintillante Alain concluse timidamente: "Scusatemi Comandante, vado a salutare i miei amici."  
" Va pure Alain."  

Cavalli a passo, una carrozza  si avvicinava alla piccola chiesa: era la sposa.

"Un'invitato esclamò: "Stanno arrivando!"
Alain mestamente voltò lo sguardo al sentiero e vide avvicinarsi la carrozza sulla quale viaggiava la sua futura sposa, mormorò:" Alice è qui..."

André disse a sua moglie: "Oscar, Alice sta arrivando. Io prendo posto in Chiesa, tu invece devi rimanere con Alain! ... Alain prima di entrare, voglio farti i miei auguri!"
"Grazie, amico mio!"   

Gli invitati entrarono in chiesa mentre la carrozza continuava ad avanzare lentamente.

Alain porse il braccio al suo comandante e guardandola intensamente, disse: "Comandante Oscar, permettete?"
 "Si, certo Alain, possiamo andare."


Alain e Oscar percorsero lentamente la navata della chiesa. Alain sentiva le gambe tremare per l’emozione.



“La donna che amo con tutto me stesso, è qui al mio braccio, stiamo percorrendo insieme la navata!Però non sposerò lei ma Alice! ... Alice, perdonami, non meriti tutto questo ma io amo Oscar! … Dio cosa ho combinato, mi sembra di impazzire!... Signore aiutami....!”


Oscar e Alain avanzarono verso il sacrale.
Andrè  occupò il posto d'onore, era in prima fila.
Poco dopo ci fu l’ingresso della sposa. Alice era bellissima. Il suo abito bianco orlato dai pizzi e nastri della stessa tinta, contrastavano il colore scuro dei suoi capelli.
Alice accompagnata al braccio di suo padre percorse la navata. Felice guardava Alain che l'aspettava davanti al sacrale.
 Alain,  guardava Alice con rassegnazione, in quel momento i suoi pensieri erano tutti rivolti per la persona che gli stava accanto.
Un passo e ancora un altro.
 Lo sguardo di Alice brillava per l'emozione, guardava l'uomo che da lì a poco, sarebbe diventato suo marito.
La sposa lasciò il braccio di suo padre per prendere quello del suo sposo.
Poco dopo Oscar prese posto accanto ad Andrè che gli porse la mano.
 


Il sacerdote li unì in matrimonio.
Ci fu lo scambio degli anelli e le firme su sugli atti: prima quelle degli sposi, infine quelle dei testimoni.

Alain e Alice uscirono dalla chiesa accolti da un caloroso applauso.


La festa si svolse nel cortile della casa della sposa.



“Oscar,  Andrè, vi presento la mia famiglia! ... Loro sono i miei genitori e i miei fratelli. Come vedete sono ancora dei ragazzi, io sono la maggiore!”
 
Il padre della sposa disse: "Benvenuti! Per noi è un onore averVi qui, per le nozze di nostra figlia!"  
Andrè ribatté: " Grazie Signore!"
La madre della sposa, esclamò: "Madame, avete due splendidi bambini! Mia figlia mi ha detto che sono nati il giorno della vigilia di capodanno!"
"Si, madame! Non hanno ancora compiuto tre mesi!"
"Ma che belli, sono una meraviglia!"
"Vi ringrazio!"
"Madame Oscar, avete a vostra disposizione la camera degli ospiti, prego venite da questa parte!" disse la donna facendo strada, e giungendo davanti alla porta l'aprì." Come vedete madame non manca nulla, i bambini saranno a loro agio!"
" Grazie, siete davvero gentile!"

La festa era in pieno  svolgimento, il cortile era gremito di fiori e tavoli addobbate a festa. C'era una piccola orchestra che invitava gli sposi alle danze.
Andrè e Bernard  chiacchieravano  allegramente con gli ex soldati della guardia mentre Oscar era in compagnia di Rosalie.

"Rosaliè stai bene?"
"Si, la gravidanza non mi da alcun problema! Certo i primi tempi ho sofferto di nausea ma adesso non più!"
Rosaliè quanto tempo è passato da quando vivevi a palazzo Jarjayes!"
"Davvero tanto! ... Sono accadute troppe cose! Oscar, non avrei mai pensato che un giorno avrei sposato il cavaliere nero! Ah ah .."
"Ah ah ... Rosalie, ti avevo mandato Bernard a casa tua affinché si ristabilisse, mai avrei immaginato che sarebbe diventato tuo marito!"
"Già! Oscar guarda, arriva Loren, una delle bambinaie!..."
"E' l'ora di allattarli devo andare da loro."

La donna si avvicinò e disse:"Madame la piccola comincia a lamentarsi e tra non molto anche Gabriel avrà fame."
"Ora vengo! ... Per favore Rosalie, avverti Andrè, dovrò assentarmi per un po' di tempo."
"Non preoccuparti Oscar, va pure."


br>
Oscar rimase con i bambini e le due donne. Allattò prima Aurora che dopo essersi addormentata fu adagiata sul letto, poi attaccò al petto anche Gabriel che si addormentò poco dopo.


“Loren, Marie, io torno alla festa.”
“Andate pure madame Oscar!”


Oscar lasciò la stanza e a passo marziale, percorse il corridoio. Attraversò la prima stanza ed era in prossimità della seconda quando vide improvvisamente aprirsi la porta, Oscar sussultò. Era Alain.
 Per pochi istanti i loro sguardi si incrociarono, lui disse:  “Scusami se ti ho spaventata, non era mia intenzione!"

 “Alain, sei tu! Non mi aspettavo che la porta si aprisse all'improvviso... ecco, la verità, che ero distratta e …”
“Hai messo i bambini a letto?”
“Si, è l’ora del sonnellino!" rispose Oscar turbata.


Ma che strano! E' la prima volta che Alain mi parla con tono confidenziale ma cosa gli prende?! Perché mi guarda in questo modo?....



Dopo pochi istanti di silenzio, Oscar continuò: "Scusami Alain, torno alla festa.”
“Aspetta Oscar! ... Voglio parlarti!"
“ Alain, non abbiamo nulla da dirci. Dimentichi che Alice è una brava ragazza e non merita la tua indifferenza!"
"Dammi la possibilità di parlarti..."
"Alain, non credo che tu debba dirmi nulla di importante."
"Invece si ..."
" Sei un uomo fortunato, tra non molto avrai un bambino, non potresti desiderare di più dalla vita! Adesso scusami, devo raggiungere mio marito.”

“No aspetta!... Può darsi che come dici, io abbia  tutto ma non ho ciò che desidero …”

"Taci Alain, non aggiungere altro!"
“Sono  disperato ... perdonami ma io ti amo e non posso farci nulla! Il mio cuore vive per te solamente..."
“Alain,credo che tu sia semplicemente confuso ma questo non deve impedirti di pensare a tua moglie e tra non molto diventerai padre!"
"Oscar io non posso vivere senza di te, sto impazzendo d'amore ...."
"Andrè mi sta aspettando, gli ho promesso il prossimo ballo!”

Alain avanzò di un altro passo e continuò: “Io ti amo Oscar, hai sentito? Voglio che tu sappia che ti ho amata sin dal primo momento che ho imparato a conoscerti, quando ho capito che donna sei! Ho celato i miei sentimenti facendo lo stupido con te! Sei costantemente nella mia testa e non riesco a strapparti dal mio cuore, purtroppo non posso farci nulla! ... Perdonami se puoi, so di aver rovinato la nostra amicizia ma sentivo il bisogno di confessartelo! ... Ti giuro che non ti importunerò mai più!”


Oscar annuì e lasciò il corridoio a passo marziale.


“Non è possibile quello che è successo! Sento il cuore balzare dal petto ... le mie mani sono gelate e il mio viso è avvampato. Non posso farmi vedere così da Andrè, non riuscirei a sostenere il suo sguardo, sono troppo scossa da quanto è accaduto!.... Quando eravamo ad Arras la nonna me l'aveva detto e poi André ... ed io che non volevo crederci! .. No, tutto questo è assurdo!"


 Oscar uscì in tutta fretta e senza che nessuno la vedesse, si appartò in un angolo buio del cortile, desiderava rimanere sola nel tentativo di cercare la serenità che difficilmente avrebbe ritrovato.


Alain disperato, rimase chiuso in camera.

Seduto, gomiti appoggiati sul tavolo e mani tra i capelli i suoi occhi divennero lucidi e non riuscì a trattenere le lacrime.
"Cosa ho fatto Mio Dio! .... Le ho mancato di rispetto ancora una volta! ... Hai fatto l'ennesima bravata, vero Alain?! ... Sono un uomo disperato, ho distrutto la nostra amicizia! Non credo che avrò più il coraggio di guardarla in faccia! ... E poi André ... il mio amico Andrè ... Signore cosa ho combinato!"
 

“Alain … Alain, dove sei? ..... Sei qui Alain! Cosa fai tutto solo?"
" Ecco ... niente ... niente Alice, mi sono semplicemente allontanato un attimo per via della musica. Avevo un po’ di mal di testa ma adesso è tutto passato! ... Alice, su vieni forse è meglio tornare alla festa."

"Alain, amore mio sono tanto felice, perché non mi dai un bacio?"
" Ecco .. io .. si, Alice, baciami ... ho bisogno dei tuoi baci ...."


Il viso di Oscar, si soprappose a quello di sua moglie, Alain la baciò con passione e disperazione.
 
 
“Rosalie, hai visto Oscar?”
“Doveva allattare i bambini, credo che sia ancora con loro.”
“Rosalie, è passato troppo tempo, non è possibile!... Vado a cercarla!”disse varcando il patio quando si trovò di fronte Alice  al braccio di Alain. “Avete visto Oscar?”
Alain imbarazzato abbasso lo sguardo e annuì.
Alice rispose: “Andrè, credo che sia  nella stanza degli ospiti, doveva occuparsi  dei bambini! ..... Ahh eccola! Sta arrivando da questa parte!"


Oscar sussurrò: "André è con Alain, almeno per stasera dovrò fingermi serena ...."

 
"Oscar, ti ho cercata dappertutto, dov'eri?"
Senza distogliere lo sguardo da suo marito e rispose: “Ecco... Andrè i bambini si sono appena addormentati.”

Alice, disse:“Oscar, dovevi vedere tuo marito, cominciava a preoccuparsi ...."
"Non ne vedo il motivo ..."
"E che ci hai messo troppo tempo, forse i bambini non stanno bene?"
"Loro stanno benissimo!"
Alice incalzò: " Sei fortunata Oscar ..."
"Co ... cosa dici Alice?"
"André è perdutamente innamorato di te ... ”/>
“Credo che la più fortunata sia io! Anch’io sono perdutamente innamorata di Andrè!”
Alain confuso e imbarazzato sussurrò a sua moglie: “Alice vieni, andiamo a ballare.”
“Si certo Alain! ... Oscar, Andrè noi andiamo, vi unite alle danze?!"”
  “Si, certo! ... Oscar se non sbaglio mi avevi promesso un ballo!”
“Si André, andiamo!”


Sono tra le braccia di André, vedo l'espressione felice di mio marito ma desidero solamente che questa serata finisca quanto prima.


Giri e giri di valzer e minuetto, finché non toccò ad Oscar finire tra le braccia di Alain. Entrambi evitarono di guardarsi, finché prima di lasciarla andare via tra le braccia di un altro cavaliere, le disse:" Perdonatemi Comandate Oscar, non avevo alcuna intenzione di offenderti."
 
Lei annuì.

Per il resto della serata Oscar, rimase tutto il tempo accanto ad Andrè e si unirono ai loro vecchi amici, evitando il più possibile di rimanere in compagnia degli sposi.

Finalmente la festa si concluse, prima di andare via Oscar e André salutarono gli sposi, Andrè disse loro: "Alain, Alice vi auguro di essere felice!"
"Grazie André! rispose timidamente Alain."
Alice felice continuò:"Grazie ancora per tutto quello che avete fatto per noi, non lo dimenticherò mai!" "Oscar sussurrò:" Grazie a te Alice! Scusaci ma dobbiamo andare! André i bambini sono già sulla carrozza, andiamo!"

"Si, andiamo..."


Il dondolio della vettura, fece nuovamente addormentare i bambini. La carrozza rientrava a palazzo Jarjeyes.
Oscar era ancora sconvolta da quanto accaduto quella sera.


" E' assurdo ciò che è successo! ... Alain mi ha confessato di amarmi! Non ci posso credere! .... Andrè è qui accanto a me, siamo sulla carrozza che ci sta portando a casa .... mi sento a disagio! Alain perché, perché lo hai fatto? ..... Sono tanto confusa! .... Come posso dirlo ad André?! .... No... non posso .... non posso fare parola con lui .....

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Sentimenti contrastanti ***


SENTIMENTI CONTRASTANTI


Gli sposi giunsero nella loro casa di Parigi.
Alain mestamente infilò la chiave nella serratura, aprì la porta ed entrarono.
" Alice ho fame ti dispiace se mangio qualcosa?"
"Non vedo perché dovrebbe dispiacermi, dammi qualche minuto per cambiami d'abito e ti preparo da mangiare!"
"Ma no! Ci penso io, non voglio che lo faccia tu. Mi dispiace ma non ho toccato nulla durante la festa!"
"Alice con occhi sognanti rispose:" Eri talmente emozionato che hai mangiato soltanto il dolce! Però voglio pensarci io, aspettami ..."
Alain prese delicatamente le sue mani e le baciò. "No, meglio che riposi. E' stata una giornata faticosa immagino che sarai stanca! Vai, poi ti raggiungo!"
"Come vuoi tesoro, vado a cambiarmi e approfitterò per darmi una rinfrescata, ti aspetto!"
"Si .. certo, adesso va!"
Appena Alice entrò in camera da letto, Alain  andò in cucina, prese una bottiglia di liquore e un bicchiere e li appoggiò sul tavolo. Tirò a sé con forza la sedia e si sedette pesantemente. Appoggiò i gomiti sul tavolo e portandosi le mani alla testa, mormorò:"Sono un uomo distrutto ... finito ... ho l'impressione che una lancia mi abbia trafitto il cuore. La mia vita non ha alcun senso..." Afferrò la bottiglia e riempiendo il bicchiere cominciò a bere fino a stordirsi. “Ho distrutto la mia vita, ho distrutto la vita di Alice e ho distrutto l’amicizia e la stima che Oscar aveva per me! ... Adesso mi chiedo con quale coraggio guarderò ancora in faccia Andrè!”

Ancora un bicchiere, ancora un altro.
Dei passi alle sue spalle, una voce: “Cosa c’è Alain non ti senti bene, perché non vieni a letto?”
“Non ho niente, ho solo un po’ di mal di testa, va a dormire, io rimango qui.”

"Co... cosa! ... Ma Alain, tu ... sei ubriaco!"
"Ti ho detto di lasciarmi solo!"
"A ... Alain .. io non ti riconosco più! Perché bevi in questo modo?"
"Alice, ti è così difficile capire che voglio rimanere solo?!"
"Alain, tu non sei mai stato villano con me ..." mormorò piangendo. Ferita da quelle parole, Alice gli diede le spalle e tornò in camera sbattendo la porta.
Alain balzò dalla sedia e serrando gli occhi con forza tentò di ricacciare le lacrime e con andatura traballante,  raggiunse la camera da letto.
Alice si getto sul letto in lacrime e appena lo vide arrivare si voltò di spalle.
Alain barcollante si sedette sul letto, si tolse le scarpe e con rabbia le gettò via infine si sdraiò accanto a sua moglie. Nella sua mente rimbombava la dichiarazione d'amore che aveva appena fatto ad Oscar.


"Sono uno stupido, come ho potuto ...Oscar, immagino che tu sia tra le braccia di tuo marito, come lo invidio!


Alain era troppo preso da  se stesso per accorgersi che Alice singhiozzava. All'improvviso udì una voce rotta dal pianto: “Tu non mi ami,  mi hai sposata solo per il bambino! Sniff ... sniff ...”
“Ma che diavolo dici?... Cosa ti viene in mente! Non sono certo un uomo che si sposa per passatempo! ..... Io ... ti amo … ti amo più della mia vita e muoio dalla voglia di averti! Vieni qua che te lo dimostro.” rispose ancora più confuso.
"No! Sei ubriaco!"
Alain la guardò con tenerezza e con tono suadente ribatté:"Ti ho sposata perché ti amo e voglio dimostrartelo!" Preso dai fumi dell'alcool contrappose il viso di Oscar con quello di Alice, con tocco leggero la baciò con passione come non aveva mai fatto."Io ti amo... ti ho detto che ti amo, ti dimostrerò che sono sincero ... come potrei mentirti su una cosa simile, amore mio!" le mani accarezzarono i capelli, fino a scendere sulla camicia che l’aprì con desiderio e baciandola con bramosia, sussurrò: “Ti amo da impazzire!”

Con gli occhi pieni di lacrime Alice, si gettò tra le sue braccia e mormorò: "Alain, ti amo ... sei tutto per me!"
Anche tu, sei tutto per me, amore mio! ... Perdonami se ho bevuto, non era mia intenzione farti del male, giuro che non ti mancherò più di rispetto, parola di soldato!" sussurrò confuso più di prima, immaginando di stringere a sé il suo comandante.
 
 

 

Distesi nel loro letto, abbracciati, Andrè disse:"Oscar, sei taciturna, non hai detto una sola parola, cosa ti succede!”
“Sono semplicemente stanca, nient’altro.”
"E' stata una giornata faticosa, però è stata una bella festa! ... Mi ha fatto piacere trascorrere una bella serata con i miei amici, era tempo che non succedeva."
"Direi, dal giorno del nostro matrimonio."
"Si, però quel giorno ero troppo preso da te, non certo da loro! ...... Oscar, sei strana, distante, ti è forse successo qualcosa?"
" Nulla André, adesso se non ti dispiace vorrei dormire!"
" Va bene, come desideri, buona notte."
Buona notte Andrè, a domani!"
 
André, la vide rigirarsi sul fianco e tirarsi le coperte.


Che strano! ... Oscar è turbata!... Forse è davvero stanca! ... Ma no, la conosco , sono sicuro che è successo qualcosa ....

 
Era l’alba, Alice si svegliò, vide che Alain non era accanto a lei. Si alzò dal letto, indossò velocemente la vestaglia, mise le ciabatte e lo cercò per tutta la casa ma senza trovarlo. Apri l’armadio per cercare i suoi abiti,  vide che mancava la sua divisa.

“Possibile che sia andato in caserma? Eppure gli hanno dato due settimane di licenza in occasione del nostro matrimonio!… No … non è possibile! Non può essere!” mormorò la ragazza tra i singhiozzi.
 
 
Le lancette dell’orologio segnavano le sei, il piccolo Gabriel si  svegliò, un gemito fece schiudere gli occhi della sua mamma. Oscar scostò le coperte, si alzò e a piedi nudi raggiunse la culla. Lo prese in braccio e lo portò con se nel  suo letto, si scoprì il seno e lo allattò.
"Buongiorno Oscar ... buongiorno Gabriel!"
" Andrè, ti sei svegliato!"
"Come potevo non sentire questo birbante! .... Hai fame, vero piccolo? .... Oscar è davvero affamato, guarda come succhia! .... Gabriel sei davvero ingordo!"
"Mi ricorda vagamente suo padre!"
" Ih ih ih ... No, Oscar, credo che lui mi superi!"
"Allora glielo chiederò alla nonna, magari lei non la pensa come te!"
"Oscar, sono contento di vederti più tranquilla, ieri sera eri così ..." "Stanca, ero stanca André!"
Le dita di Andrè le sfiorarono il viso, lei sorrise e disse:“Ti amo Andrè, ti amo tanto!”
“Ti amo anch’io Oscar, non sai quanto!”


Gabriel  udendo il suono della voce del suo papà, lasciò il capezzolo e girò la testolina nella sua direzione.
André guarda! Ha sentito la tua voce!"
"Si, Gabriel, sono qui, cosa c'è? .... Guarda come sorride! Oscar è una meraviglia!"
"E' tuo figlio, mi pare ovvio che per te sia bellissimo!"
"Tu credi? Io dico che è davvero bello!"
"André! Ah ah ..."

Uuueeee...

"André, l'hai sentita? Anche Aurora si è svegliata!"
Andrè si alzò dal letto e prese sua figlia che giaceva nella culla.
 “Arrivo principessa! Il tuo papà viene a prendere anche te! ...... Eccoci qua, adesso siamo tutti nel letto! ..... Oscar, appena saranno svezzati, la prima cosa che faremo sarà quella di trascorrere una serata tutta per noi come ai vecchi tempi.”
“Cioè vuoi dire, che andremo  in un osteria e bere finalmente un bicchiere di birra?”
“Ehi, non dimenticare che il dottor Monfort non ha ancora detto che sei guarita completamente! Lo sai, che dobbiamo aspettare fino alla la prossima settimana.”
“Andrè, io credo che ormai sia guarita. Non ho più febbre e poi, non tossisco più.”
“Si è vero! Ma voglio che me lo dica lui! Dai Oscar, non essere impaziente!”
“Va bene … Andrè.”
 
 
 
“Ehi Alain! ... Alain svegliati se hai ancora voglia di dormire, torna a casa da tua moglie! ... E da prima dell’alba che sei qui! Hai bevuto come una spugna e come se non bastasse  oltre ad essere sbronzo, non hai fatto altro che dormire sul tavolo! ... Adesso basta, torna a casa! ... Non è possibile! Nonostante che ti sia sposato solo da qualche giorno, sei già qui ad ubriacarti. Possibile che tu non abbia ancora messo la testa a posto?! Ci manca solo che tu vada a rinchiuderti di sopra con qualche donnina!” esclamò l’oste.
“Piantala imbecille! ... O ti sbatto dentro e ti metto agli arresti per un mese.”
“Torna da tua moglie Alain! Se solo ti vedesse! Sei ubriaco fradicio.”  
" E piantala, lasciami in pace ...."
 
 
Oscar passeggiava pensierosa per giardino del palazzo. Ripensava a quanto successo con Alain.


Ho deciso... oggi stesso racconterò tutto ad André, non posso ancora tacere!


“Oscar, vado a Parigi, vorrei che venissi con me."
"Andrè, i bambini?!"
"Sai cosa facciamo? Non appena gli avrai allattati, andiamo via! Credo che per un paio d’ore se ne staranno tranquilli.”
“Mi stai tentando Andrè …”
“Su Oscar, non farti pregare!"
E va bene, mi hai convinta. Vado da loro, dammi il tempo che mi occorre!"
"Intanto vado a sellare i cavalli.”
 
                         
 
Era  primo pomeriggio, la giornata assolata era piacevolmente invitante. Avvolti nelle loro cappe, Andrè e Oscar partirono a galoppo.

Arrivarono a Parigi e portarono i cavalli al trotto.

"André, sono passati sette mesi dall'ultima volta che sono stata qui! ... Mi rammarico vedere che lo scenario è sempre lo stesso. Nulla è cambiato, la povertà è ad ogni angolo della città.
 
"Oscar, non credo che la situazione cambierà tanto facilmente. Credo che ci siamo illusi pensando che la rivoluzione portasse a qualcosa di buono."
  Andrè, un po' di tempo fa, Rosalie mi ha riferito che Sua Maestà desidera incontrarmi! … Ho deciso che ci andrò nei prossimi giorni.”
“Cosa vuoi che ti dica, se lo desideri va pure.”

" Tu verrai con me."
"Va bene, ti accompagnerò ....."

Passarono davanti a un osteria quando udirono una voce familiare provenire alle loro spalle.
 “Dai Alain tirati su.”
“Lasciami stare Luis non ho nessuna intenzione di tornare a casa e poi, non c’è nessuno che mi aspetta, cosa ci torno a fare...”
 Andrè e Oscar si scambiarono uno sguardo e arrestarono i cavalli, si girarono, assistettero ad uno spettacolo pietoso: Alain portato a spalla dal suo amico ed era completamente ubriaco.

“Io vorrei capire che diavolo ci fai con la divisa, visto che non sei in servizio e poi, non sei ancora in licenzia matrimoniale?"
" Zitto stupido, sei davvero in idiota!!! ....E poi, chi si sarebbe sposato?! Non certo io ....."
"Sei proprio ubriaco fradicio, vergognati Alain! Non so come non ti caccino dall'esercito. Non si è mai visto un ufficiale dirotto in queste condizioni."

"Oscar, ma è Alain!"

"Su, forza Alain, tirati su, non possiamo mica portarti in spalla! ... Io non capisco amico, sei in licenza matrimoniale, dovresti stare con tua moglie, invece passi tutto il tempo a ubriacarti nelle osterie e come se non bastasse, hai fatto in modo che Alice ti mollasse in così poco tempo! ... Certo che il tuo è davvero un bel primato!"
“Oh …  ti ho già detto che non voglio tornare a casa.”

"Oscar ... ma hai sentito? Non è possibile, cosa gli sarà successo? Perché è in quelle condizioni?” disse Andrè scendendo da cavallo. "Vado a dare un mano ai miei amici."

“Andrè dammi una mano, guarda come è ridotto, portiamolo a casa.”
“Ti ho detto imbecille che a casa non c’è più nessuno ad aspettarmi, si può sapere come te lo debbo dire?.”
“Alain cosa hai combinato, perché ti sei ridotto in queste condizioni?”
“Ah ... sei tu! ... Lasciami stare Andrè, sappi che sei l’ultima persona che desidero vedere …”
 “Ma cosa dici Alain! Appena qualche giorno fa, abbiamo festeggiato le tue nozze e oggi ti ritrovo in queste condizioni, perché!! Cosa ti è successo?”

Oscar non perse una sola sillaba dei due, sentì le guance avvampare e il cuore battere all’impazzata, temeva che Alain potesse raccontare ogni cosa.

“Vuoi davvero sapere perché mi sono ridotto così ... amico? Ebbene te lo dirò! Sono in queste condizioni, per la stessa ragione che lo facevi tu …”

" Ma si può sapere cosa stai farfugliando Alain?!!"

"No, Alain, devo dirlo io. Ti prego taci." ensò Oscar prima di chiamare disse a suo marito: “Andrè, ad Alain ci penserà Luis, noi dobbiamo tornare a casa tra non molto i bambini avranno fame!”
“Alain udì la sua voce, sollevò la testa e ridacchiando, continuò: “Ah … siete qua Comandante! Ma che bello rivederVI!!! Non siete cambiata affatto! ... Sempre in sella al vostro cavallo bianco, proprio come hai vecchi tempi!! … Cosa c'è, sentivate la mancanza delle perlustrazioni nei bordelli di Parigi? Se è così, indosso immediatamente la divisa .... possiamo anche andare … Vi accompagno ... ovunque, dappertutto Voi vogliate ... l'importante che io rimanga al Vostra fianco! ... Ih ih ih ...."
Louis ribatté: “Alain smettila di dire idiozie, stai davvero esagerando!   … Va pure Andrè, a lui ci pensiamo noi.”
“Si ... si .... certo Luis! ....... Luis, tu sai perché Alain si è ridotto così? E Poi, perché   ha detto, che a casa non c’è nessuno ad aspettarlo, dov’è Alice?”
Alain stordito dall’ alcool, guardò negli occhi Oscar, disse: “Alice mi ha lasciato, è tornata dai suoi genitori. E' convinta che io non l’abbia mai amata ... capito adesso?! .... Ih ih ih ..... forse ha ragione, chi lo sa! Io non sono certo un buon marito ... e non lo sarei per nessuna donna! ... No, forse sarei perfetto solo per una! ... Arrivederci Comandante …. alla prossima perlustrazione ah ah ... Ahhh dimenticavo, sempre ai vostri ordini Comandante ih ih ih …”


"Non ho più alcun dubbio: tra Alain e Oscar è accaduto qualcosa.
 
Lasciarono Parigi e portando i cavalli a galoppo ben presto si ritrovarono in aperta campagna.


Oscar fermò il cavallo e disse: “Andrè, devo parlarti.”

"L'avevo intuito da un pezzo che tu avessi qualcosa da dirmi."rispose scendendo da cavallo.

Erano faccia a faccia, ci furono istanti di silenzio,lo sguardo di entrambi era severo.

André attese, lei disse: “Andrè, la sera della festa, Alain, mi ha confessato di amarmi.”

"Oscar ....."
"Ti prego, lasciami finire! ..... Alain ed io ci siamo incontrati nel corridoio, credo che mi stesse aspettando, sapeva che ero con i bambini nella camera degli ospiti! ... Mi ha detto che mi ha sempre amata. Io non gli ho dato modo di dirmi altro e tanto meno ho preteso una spiegazione...."
" Ma quale spiegazione doveva darti?! Io l'ho sempre saputo! Oscar, quando sono andato a cercarlo in caserma, lui mi ha confessato di amarti ma, non avrei mai immaginato che si sarebbe spinto a tanto!"
"Cosa! E perché non me l'hai detto?"
"Non era il caso di turbarti visto che aspettavi i bambini e poi, eri tu, che dovevi dirmi qualcosa, visto il tuo strano comportamento e i tuoi silenzi di quella sera!"
"Si, lo ammetto, hai ragione ma ormai è fatta! Andrè, credo di essere stata molto dura con Alain ma non potevo fare altrimenti! Lo lasciato senza dargli la possibilità di parlare. Sono andata via immediatamente, questo è tutto!”
“Questo è tutto!! Ma a te pare poco?”
“Non capisco cosa intendi dire?”
“Perché non me lo hai detto subito, anziché aspettare!" “Andrè non era il caso di parlarne quella sera, ero troppo confusa. Certo non mi aspettavo una dichiarazione d'amore da un amico che tra l'altro si era appena sposato!”
“Potevi dirmelo quando eri più tranquilla, invece hai preferito tacere!"
"Anche tu hai taciuto."
"Oscar è inutile che tu stia a rimproverarmi per non averti detto nulla, io non potevo e lo sai. Stavi male dimentichi la tisi e la gravidanza."
"Credo ne abbiamo parlato abbastanza, non è il caso di discuterne ancora! André, spero che tu non  voglia fare una scenata! Se non ti ho detto nulla, è stato perché non mi aspettavo certo, che accadesse una cosa simile! Ero sconvolta e poi, secondo me, Alain non era in sé, altrimenti non avrebbe osato tanto …”
“Certo che era fuori di sé, era semplicemente disperato, so cosa significa, visto che ci sono passato anch'io e ti assicuro che non è cosa da poco.”
“Dobbiamo dimenticare …”
“Ma come puoi dire una cosa simile?! Ma l'hai sentito? Alice lo ha lasciato, tu credi che lei non conosca la verità?”
“Non voglio pensarci Andrè …”
“E invece si …”
“Andrè, ma si può sapere cosa ti prende? Non è certo colpa mia se Alain si è innamorato di me!”
“Certo che non è colpa tua! Però me l'hai tenuto nascosto e non avresti dovuto.”
“Non capisco André, che intendi e poi, come debbo dirtelo che non mi aspettavo una dichiarazione d'amore da parte di Alain?”
“Andrò a parlare con lui …”
“Non ne vedo il motivo. Se Alain ha avuto un momento di debolezza, questo non significa che dobbiamo dimenticare cosa ha fatto per noi, soprattutto per me. Dimentichi che mi ha difesa da Girodelle e mi ha salvato la vita!”
“Lo ha fatto perché ti ama.”
“La gelosia ti offusca la mente Andre!!! Alain l’avrebbe fatto comunque, questo tu lo sai bene. Non è giusto, che lo pregiudichi in questo modo e sopratutto, che  reagisca così! ... Non credo che sia il caso di dilungarci. Torno a casa i bambini avranno fame! ... Andrè non essere avventato! Tra noi, quella  impulsiva sono io, non tu. Sei un uomo riflessivo e ragionevole ed è soprattutto per queste qualità che ti amo e  non vorrei che tu mi deludessi! ... Capisco che tu sia accecato dalla gelosia ma lo sai, non hai motivo di esserlo! .... Non ho altro da dirti André, ti aspetto a casa!"
No aspetta Oscar .....”
Oscar, mise il piede dentro la staffa, montò a cavallo e partì a galoppo, lasciando André, confuso e geloso.  

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** Ritrovarsi ***


 
  
 
RITROVARSI
 
L’indignazione era tale da renderla irrequieta e lanciò il cavallo al galoppo fino a sfiancarlo.


André si rifiuta di capirmi, la gelosia l'acceca. In questo momento desidererei allontanarmi da tutto come un tempo ma non posso, i bambini sono a casa, hanno bisogno di me.


Portò Cesar nella stalla e gli tolse la sella, legò, l'animale e a passo marziale lasciò le scuderie.
Entrò nel salone sbattendo la porta e percorse alcuni gradini quando udì il pianto disperato del piccolo.
Marie la bambinaia aveva Gabriel tra le braccia che tentava in tutti i modi di rabbonirlo e appena riconobbe il passo di Oscar, scese la la prima rampa dello scalone e le andò incontro e con tono concitato disse: “Madame, Gabriel sta protestando da molto tempo, non riesco a calmarlo!”
“Si adesso arrivo.” rispose precipitandosi percorrendo l'ultima rampa delle scale e con respiro affannato entrò nella stanza preceduta da Marie.
Si tolse il mantello, la camicia e infine le fasce per poi indossare nuovamente la camicia. Prese in braccio Gabriel che imperterrito continuava a strillare, tirò a se la sedia, si sedette, avvicinò il piccolo al petto che senza indugio,si attaccò avidamente, placando la sua disperazione. 
"Finalmente ti sei calmato Gabriel! Certo che quando hai fame non senti ragione!" sussurrò al suo bambino mentre la sua mano accarezzava la testolina.

 “Loren, Aurora dorme ancora?”
“Si madame ma tra non molto anche lei sveglierà.”

"Bene, l'importante che mi dia il tempo di allattare Gabriel."

Dopo che Oscar finì di allattare i piccoli, bussarono alla porta.

“Oscar …”
“Nonna entra!”

“Oscar la cena è pronta.”
“Nonna, Andrè è tornato?”
“Si, è arrivato poco dopo del tuo arrivo ma non capisco perché  sia rimasto nella stalla.”
“Cosa sta facendo?”
“Ma! E chi lo sa! Sono andata a cercarlo per dirgli che la cena è in tavola ma aveva un'aria pensierosa ed era seduto su una panca ..."
"Cosa ti ha detto?"
"Mi ha detto di non avere fame e poi, ha aggiunto che stasera preferisce fare compagnia ai cavalli piuttosto che rientrare a casa! Bah, va a capire cosa gli passa per la testa!”
“Cosa? Ma è diventato matto?”

I piccoli erano adagiati nei loro lettini, la nonna li guardò e soddisfatta disse: “Oscar sono una meraviglia, non avrei mai immaginato che un giorno, tu e mio nipote, avreste messo al mondo due creature tanto belle!”
“Parli così, perché sono  tuoi nipoti.”
“Cosa dici! Ma non li vedi?! Sono bellissimi!"
"Si, certo! Però sono ancora più belli perché sono i figli di André! Ih ih ..."
"Scherza pure, intanto ho detto il vero: sono i bambini più belli che abbia mai visto!..Oscar, la cena è pronta, vieni a mangiare che si raffredda.."
"Si, certo ... anche se non ho molta fame."
"Non dirlo nemmeno per scherzo. Hai deciso di allattare i piccoli, quindi devi mangiare anche se non hai fame!"
"Si, lo so nonna, andiamo!"
“Oscar ho apparecchiato in cucina, tuo padre e tua madre mangeranno più tardi!"
"Dove sono andati?"
"Alle Tuilleris.”
 “E’ forse accaduto qualcosa ai sovrani?”
“No, tranquilla! Sono andati per una semplice  visita di cortesia.”
“Ah bene!”


Oscar e Nanny entrarono in cucina, la tavola era apparecchiata per tre ma Andrè non c’era.

“Benedetto ragazzo è ancora nelle scuderie qui si fredda tutto. Ma si può sapere cosa gli ha preso, si sta comportando come uno sciocco!”
Oscar annuì e si sedette a tavola.
  “Adesso basta con  questo atteggiamento, vado a chiamarlo.”
“Nonna, lascialo stare. Evidentemente sta meglio con i cavalli che con noi. Digiunare un po’ non gli farà certo male, così avrà tutto il tempo di ordinare le idee!”
"No, signore! Invece andrò da lui, vedremo se continuerà a comportarsi in questo modo!"
"Fa come vuoi nonna, tanto sono sicura che non ti darà ascolto! .... Per lo meno, è nelle scuderie a sbollire la rabbia!"
"Vedremo!" ribatté Nanny coprendosi con una grossa mantella di lana lasciando la cucina.
 Il freddo pungente di Marzo, fece in modo che la donna  si stringesse ancora di più nella mantella. Percorse il sentiero che la portò alle scuderie.
Nanny spalancò la porta e disse: "Non è possibile! Nipote, ti trovo esattamente dove ti ho lasciato,sulla panca!

"Nonna ti prego lasciami da solo, non ho voglia di vedere nessuno." “Andrè, io non sono nessuno, quindi mi ascolterai. Si può sapere cosa fai qui da solo? Tua moglie è in cucina ed è sola  proprio come te! ..... Andrè per favore, di almeno qualcosa, perché non parli? Non voglio vedervi così …”
“E’ lei che ti ha mandata?”
“Ma cosa dici?! Certo che no! Sono venuta di mia volontà.”
“Già! ... Dimenticavo che madamigella Oscar è troppo orgogliosa per mandare qualcuno ad avvisare suo marito che la cena si fredda!"
"Ma quante stupidaggini dici André! Smettila!”
Non sono stupidaggini, è la verità."
“Figliolo, non so cosa vi sia successo ma di una cosa sono sicura... Oscar ti ama e anche tu l'ami. Qualunque sia stato il motivo della vostra discussione, non può indurvi a questo e soprattutto, non può pregiudicare ciò che sentite l’uno per l’altra! ... Ora ti lascio, spero che rimanendo ancora da solo, tu rinsavisca e torni da lei! ... André figliolo, ho più anni di te, so come vanno queste cose, non fare in modo che le incomprensioni e il rancore prevalgano sui vostri sentimenti! ... Me ne vado, testone che non sei altro!”
Nanny, lasciò le scuderie quando vide Oscar sul ciglio della porta. Soddisfatta sorrise e senza dire una sola parola, si allontanò.
Oscar entrò lentamente nella stalla, lo vide seduto sulla panca con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le mani giunte.
Andrè udì dei passi avvicinarsi e sollevò la testa.
Lei avanzò verso di lui, si guardarono con tenerezza e sorridendo sussurrò: “Se hai deciso di dormire qui stanotte, ti avverto che non sarai l'unico. Magari, dormiremo sul fieno come quando eravamo bambini e la nonna ci sgridava.

"Oscar ...." mormorò alzandosi dalla panca. “Non mi dispiacerebbe affatto dormire sul fieno ed essere sgridato dalla nonna ma a una condizione...
"Quale?"
"... "Che tu rimanga con me!”

"Andrè ........" sussurrò gettandosi tra le sue braccia che l’accolsero con infinito amore.
le mani di Andrè accarezzarono il suo viso un sussurro: “Ti prego … vorrei che non mi escludessi ancora dalla tua vita! ... E' stato così per tanto tempo ma allora non eri mia! .. Adesso, sei mia moglie e sentirmi messo da parte, mi fa soffrire terribilmente.”
“Andrè, ti giro che non era mia intenzione escluderti dalla mia vita. Lo sai che ti amo e solo che non mi aspettavo nulla di quanto è successo, non volevo che tu stessi male …”

" Basta così Oscar ....."
"Invece dobbiamo parlare. Non voglio che tu faccia nulla contro Alain, sta soffrendo moltissimo e ha già tanti problemi. Credo che sia meglio lasciarlo tranquillo, vedrai che gli passerà.”

La strinse forte a sé mormorò: "Aspetta Oscar ..."
 
"Cosa fai Andrè?" .
"Sprango la porta, non voglio che nessuno entri ..."
"Ma ..."  
"Non avevi detto che eri disposta a dormire con me su quel pagliaio?"
Si... certo che si, Andrè!"
"E allora vieni come ... dammi la mano!"


Distesi sul fieno, dopo l'amore rimasero abbracciati.

"Oscar, devo farti una confessione ..."
" Umm ... Ti ascolto!"
"Tante volte, ho immaginato di averti qui ..."
"Qui?! Perché non me l'hai mai detto, ti avrei accontentato!"
"Non credo che l'avresti fatto ..."
"Non ne vedo il motivo, è stato bellissimo! ........ Cosa c'è? Perché non rispondi?!"
Vedi ... non mi riferivo adesso che sei mia moglie, ma ......."
"Quando ero cieca e sorda al tuo amore, vero Andrè?"
" Si... allora! .... Sapessi quanto ti ho sognata e desiderata! .... Non solo ti ho immaginata su questo pagliaio ma anche nel mio letto ... nel tuo letto e chissà dove ancora!"
"A si?!! Su dai, avanti, continua a rivelarmi i tuoi sogni proibiti, vedrò di accontentarti. Voglio rimediare alla tua indicibile sofferenza!"
"Dici davvero Oscar? ... Esaudiresti tutti i miei desideri?"
"Certo, perché no!... Su, avanti, sto aspettando! Voglio rimediare ..."
" Allora preparati, voglio averti ancora e ancora ... qui, su questo pagliaio ...."

Ancora un bacio intenso e si persero nuovamente nell'amore .....
 

"Andrè dobbiamo sbrigarci! .. Sono sicura che i bambini staranno nuovamente protestando per la fame, dovevano mangiare già da tempo!"
"Oscar, aspetta, devo toglierti ancora la paglia tra i capelli ..."
"Andrè, fa presto ti prego!" >br> "Aspetta, ce ne ancora un altro ...... Ecco fatto!"
"Andrè, andiamo!"
"Aspetta Oscar, i miei capelli! ... Di sicuro avrò anch'io la paglia tra i capelli!"
"Andrè, li toglierai quando saremo in casa ...."
"Ma Oscar, cosa dici, li vedrebbero tutti e capirebbero che ...."
"Che ci siamo crogiolati tra il fieno?! ... Senti Andrè, io devo scappare, tu rimani pure, a dopo!"
"No, aspetta Oscar ...."
"Ti aspetto a casa, ma sappi che la tua cena adesso è diventata fredda! Ah ah ah ...." rise lasciando le scuderie in tutta fretta.

" Oscar ... non avrei mai immaginato che sarei stato tanto felice con te! ... Sei la mia vita, amore mio!"


Le lancette dell’orologio segnavano  le otto, Oscar si girò nel letto,  suo marito non era accanto a lei.
 
 
Andrè partì a galoppo, era sulla strada di Parigi,  ebbe la sensazione di non arrivare più.


Ormai mancava poco, ancora qualche isolato e arrivò a casa di Alain.
Varcò  il portone e a grandi falcate percorse la scalinata. Era dietro la porta, bussò deciso.
Attese ma non ricevette alcuna risposta.
Ancora un altro e un altro ancora.


“Alain sono Andrè, so che sei in casa aprimi!! Dobbiamo parlare.”
Ancora un altro tocco ...
“Alain, non me ne andrò, finché non avremo parlato! Sappi che rimarrò qui, tutto il tempo necessario ... Apri!"



Alain era in cucina che barcollava con la bottiglia in mano e sentendo una voce provenire dall'esterno percorse il piccolo corridoio e rispose: “Va via, non ho nessuna intenzione di parare con qualcuno, tanto meno con te! Va via, LASCIAMI IN PACE!!”

“Sei tu che non vuoi parlare con me, non io! Apri o giuro che butto giù la porta, lo sai che sono capacissimo di farlo.”

Una vicina ascoltando il trambusto, uscì di casa e disse: “E' meglio che lo lasciate stare! Povero ragazzo! Da quando la moglie lo ha abbandonato, non fa altro che bere!”

"Grazie signora ma sono qui per aiutarlo! ... Alain, la vicina mi ha appena detto di lasciarti in pace ma è tutto inutile! Io di qua non me ne andrò! Apri ho detto!!"
"Alain si posizionò davanti alla porta d'ingresso con il fiasco di vino in mano e farfugliò a gran voce:" VATTENE HO DETTO!"
" E va bene, allora l'hai voluto tu! ... Butterò giù la porta.” ribatté, sferrando un poderoso calcio in prossimità della serratura. La maniglia si abbassò, la porta si aprì e Alain prese un calcio in pieno petto e cadde rovinosamente sul pavimento mentre la bottiglia si ruppe in mille pezzi e ciò che restava del vino si espanse per la casa.  Esanime e privo di sensi, Alain, respirava appena, un lamento flebile: "Ahhh ...."
"Alain ... Alain! Ti ho fatto male Alain! .. Io non volevo ..... Alain, ma tu sei ubriaco fradicio! ... Possibile che ti sia ridotto in questo modo!" disse con tono di rimprovero mentre gli passò un braccio sotto la testa e lo sollevò. “Alain anche se  lo  meritavi, non era mia intenzione ridurti così e poi, così ubriaco, non c’è alcuna soddisfazione.Rimanderemo la questione a un’altra volta.”
Con un fil di voce Alain ribatté: “ Coff ... coff...Te l'ha detto, vero? ... Coff ... coff ..."
“Si, Oscar, mi ha detto tutto.”
“Adesso ho davvero toccato il fondo! ... Mi dispiace per averla offesa ancora una volta ... coff ... e mi dispiace di averti mancato di rispetto. Amico ...so di non avere più alcun diritto di chiamarti così, hai tutte le ragioni di questo mondo per avercela con me. Come uomo non valgo niente! …. Con il mio comportamento, ho fatto del male soprattutto ad Alice, non meritava uno debosciato come me! ... ahi ... che male allo stomaco ...."
“Per essere ubriaco, riesci ancora  a fare un discorso sensato. Adesso su, alzati, non puoi rimanere disteso sul pavimento.”
“Lasciami qui e va via, vedi come sono ridotto!... E pensare che sono diventato un ufficiale della Guardia Nazionale! ... Non valgo niente ...
“Ho detto di alzarti, devi reagire Alain.”
“Ed io ti ho detto di andartene, non valgo nulla... desidero morire, tanto non servo a nessuno, sono capace solo di fare del male a chi mi è intorno ....”
"Non ti lascio, almeno finché non starai meglio!" ribatté guardandosi intorno. André vide sul tavolo un catino colmo d’acqua, posò delicatamente la testa di Alain sul pavimento, lo prese e gliel'ho versò addosso.

"Splascccc ...."
“ANDREEE' sei per caso impazzito? Non ti è bastato avermi dato un calcio nello stomaco e ridotto in queste condizioni?"
“Alain, se ti sei ridotto in questo modo, non è certo per colpa mia! E adesso alzati e datti una ripulita se vuoi che non continui!

"Dannazione a te, Andrè, sono uno schifo ..."
"Su ... aiutami ad alzarti, basta piangerti addosso!"
"Parli bene tu che hai realizzato il tuo sogno con il Comandante .... io invece, vedi cosa ho combinato?! ... Avrò un figlio da una donna che non amo, che per giunta mi ha lasciato! ... E tutto questo in meno di una settimana!"
" Ora basta!Non credi di aver detto abbastanza stupidaggini?"
"Soffrire per amore è forse una stupidaggine?"
"Smettila! Non sei coerente, altrimenti non mi parleresti in questo modo. Adesso devi darti una ripulirti, su vieni, ti aiuto."
"Amico mio, io non merito nulla! ... Va via, lasciami agonizzare nel mio dolore, magari riesco a morire rapidamente così non do alcun fastidio a nessuno ...."
"Stai dicendo una stupidaggine dopo l'altra, sei proprio fuori di testa."
"Certo che sono fuori di testa, amo tua moglie ih ih ih ...."
"Sei davvero ubriaco, altrimenti non avresti ancora osato ripetermelo. Vieni andiamo ..."
"Si può sapere dove mi porti amico mio?"
"In bagno, ti aiuto a darti una rinfrescata e poi, devi toglierti la divisa, è sudicia. Si può sapere da quanto tempo la indossi?"
" Ih ih ih L'ho indossata la mattina dopo che mi sono sposato ... già è vero mi sono sposato, me n'ero dimenticato ... Ih ih ...e da allora non me ne sono più separato, invece mia moglie mi ha lasciato! Ih ih ih ..."  
"Su, andiamo!"


“Nonna sai dov’è Andrè?”
“Lo visto uscire molto presto, ha preso una mela ed è andato via senza dire nulla.


Lo sguardo di Oscar si rabbuiò, un pensiero si fece largo: E’ andato da Alain ne sono sicura! Spero solo che tutto si sistemi.
 


Era pomeriggio inoltrato, Andrè era in cucina, aspettava che Alain si svegliasse, appena lo sentì lamentare, lo raggiunse nella camera da letto. Vide Alain portarsi le mani alla testa, e mormorò: “Ohi  ohi ... sono confuso ... non capisco nulla! Che dolore … ho male dappertutto … avevo dimenticato quanto picchi duro amico …"
“Amico dici?! Guardati come sei ridotto! Ma ti rendi conto di cosa hai combinato? Avevi tutto: una carriera da ufficiale, una moglie e la cosa più assurda che hai dimenticato che tra non molto diventerai padre!”
“Non farmi la paternale, lo sai benissimo che quel bambino  è stato un errore ... un incidente di percorso... nient'altro che un momento di svago! .... Io non l'ho cercato …”
“Spero che almeno, tu non l'abbia detto ad Alice!”
“Alice?!! … Andrè, mia moglie non è una stupida, ha capito benissimo che non l’amo e che ….”
“E che sei innamorato di Oscar?! Le hai detto che si tratta di lei?”
“No! Cosa dici! Sei pazzo oppure mi credi pazzo fino a questo punto?!”   
"Non lo so Alain, ormai, non so più cosa pensare!"
“Ho toccato il fondo, lo so, dimmi, cosa posso fare?!! Non riesco a togliermi dalla testa tua moglie … nonostante che non mi abbia mai dato alcun motivo di sperare!"
"Alain l'alcol ti fa ancora sragionare …"
"Smettila!! E' così amico! Vuoi accettare che amo tua moglie?! Dimmi, cosa debbo fare per toglierla dalla testa?! … E non guardarmi con quella faccia da  imbecille, non lo sopporto! ... Non non credo che riuscirò a venire fuori da tutto questo! ..... Amico, non hai nulla da rimprovere, lei non ha nessuna colpa. In questa storia l’unico colpevole sono io e nessun altro! … In fondo non dovresti meravigliarti, te l'ho detto quando sei venuto a cercarmi in caserma! ... Ohi che male alla testa!”
“Si è vero, hai ragione! Ma non dovevi prenderti la libertà di … di … dichiararti a mia moglie, tutto questo è assurdo!”
“Lo so, lo so, è inutile che mi rimproveri, non sono un ragazzino, lo so da me! Se continui a guardarmi in questo modo, mi fai sentire peggio di un verme.”
“Cosa pensi di fare con Alice, andrai a cercarla?”
“Non lo so … e poi perché prenderla ancora in giro, se quando sto con lei penso a …” “Sta zitto Alain, non osare aggiungere una sola parola se non vuoi che ti ammazzi davvero!” digrignò avanzando con aria minacciosa.

“Anche se lo nascondo e non  vuoi ascoltare, è la verità. Non faccio che pensarla in ogni momento della giornata. Ora fa di me quello che vuoi, tanto la mia vita non vale niente!”

 “Ascolta Alain, hai bisogno di riordinare le idee, devi prendere coscienza della tua situazione e  decidere  cosa fare della tua vita! ... Se poi, hai deciso di cadere nel baratro della disperazione, fa pure, tanto  prima o poi dovrai riemergere e affrontare la realtà. Che ti piaccia o no, non puoi fare altrimenti.
"Impossibile che riesca a uscirne amico, sto davvero male, se non l'hai ancora capito ho toccato il fondo!"
 "Non è vero, dipende solo da te!Spero che la prossima volta che ci vedremo, ritrovi l’amico di sempre! ... Ciao Alain, e rimetterti in sesto, ci conto! ” concluse tirando dietro di sé la porta.

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Rinascita ***


Rinascita


Era sera.
Il forte vento, i lampi all’orizzonte e le nuvole grigie cariche di pioggia minacciarono il ritorno di Andrè. Un lampo e un tuono squarciarono il cielo.

I legni scoppiettavo nel camino, due culle erano nella sala centrale del palazzo. Il Generale e sua moglie vezzeggiavano amorevolmente i loro nipotini, si deliziavano dei loro sguardi e dei loro teneri sorrisi. Gabriel era in braccio a suo nonno mentre Margherite coccolava la piccola Aurora.
Un altro lampo, un altro tuono squarciò il cielo illuminando il palazzo.

Oscar era seduta davanti al fuoco guardava i suoi bambini giocare con i nonni.
Le mani si stringevano l'una contro l'altra, l’angoscia saliva.


Andrè non è ancora tornato, cosa sarà successo? E poi, questo tempo! ... Tra non molto diluvierà e lui non è ancora tornato a casa.


Ancora un lampo, ancora un tuono squarciarono  il cielo scuro, infine la pioggia battente.


La nonna entrò con il vassoio in mano, portò due tazze di cioccolata e un bicchiere di vino.

“Nonna, Andrè non è ancora arrivato...”
“No bambina! … Benedetto ragazzo, non capisco dove si sia cacciato. E' da stamattina che andato via. Con questo tempo poi!”


Le lancette segnavano le otto, le nove, le dieci.


“Ora basta! Vado a cercarlo!” disse afferrando con forza il mantello che era appoggiato sulla spalliera della sedia, si coprì il capo e mentre lasciava il salone, udì la voce della nonna: “Ma si può sapere dove hai intenzione di andare?”
“A cercare Andrè …”
“Ma sei impazzita? Hai visto che tempaccio? Le raffiche di vento sono violentissime e la pioggia non arretra! Non ci pensare nemmeno! .... Oscar ... Oscar ... non andare!”

Marguerite e Augustin annuirono mentre Oscar aprì il portone di casa e una folata di vento gelido sollevò il mantello. Chiuse la porta dietro di sé e in tutta fretta andò nelle scuderie.


“Chi è là?”

"Andrè ...." “Oscar cosa fai, perché sei qui?”
“Andrè, è da stamattina che sei andato via, si può sapere dove sei stato?" “Sono stato da Alain …”
“Tutto il giorno?”
“Si, tutto il giorno! ... Ho lasciato Parigi nel tardi pomeriggio, ero quasi arrivato a casa quando mi ha sorpreso il temporale. Sono stato costretto a fermarmi in una bettola e non appena ha smesso di piovere, sono ripartito ma il temporale mi ha sorpreso nuovamente! ... Guarda sono bagnato fradicio, ho bisogno di cambiarmi! ... Cosa c’è? Perché mi guardi in quel modo?"
“Voglio sapere cosa è successo ma dopo che saremo entrati in casa."
Si, certo, ti racconterò ogni cosa, se riusciremo ad entrare, guarda che tempo! ....” rispose andando verso la porta.
"Dove vai André?" "Voglio vedere se riusciamo raggiungere casa, aspetta!" ribatté guardando fuori. " ... Piove a dirotto ma ... Oscar guarda il cielo, dobbiamo entrare immediatamente in casa tra non molto diluvierà e dobbiamo passare per il retro della cucina!.... Oscar, dammi la mano e cerchiamo di arrivare prima possibile …”
“Va bene André, sono pronta, andiamo!"
"Dobbiamo stare attenti a non scivolare!... Uno, due tre via!! … Su corri Oscar …”

Con le mani intrecciate, correvano come due bambini.La pioggia sembrava inghiottirli,mancavano ancora pochi passi ma avevano l’impressione di non arrivare mai.


“Dai, Oscar ... ci siamo quasi …”

La porta si spalancò, Andrè ed Oscar entrarono in cucina.
Ancora un lampo seguito da un tuono assordante .

“Andrè,Madame Oscar! Accidenti come vi siete combinati!! Siete bagnati da capo a piedi! … Aspettate vado a prendervi degli asciugamani.”
Oscar si tolse la mantella e disse: “No aspetta Michel, oltre agli asciugamani, ci servono degli abiti asciutti! Così conciati, combineremmo solamente un pasticcio.”

"Dirò a Mercedes di prendervi gli abiti puliti, aspettate!"  
"Grazie Michel."

"Andrè, non ci posso credere,guarda come siamo bagnati!"
"Il temporale non accenna a diminuire, senti!"
"Già! ... Sembra essersi scatenato il fini mondo!"


Mercedes, cosa fai con quei vestiti?"
"Nanny sei tu?! Ecco, li devo portare a Madame Oscar!"
Capisco! Immagino che quei due furfanti per rientrati in casa si siano bagnati da capo a piedi!"
"E' esattamente ciò che ha detto Michel,"
"Da qua Mercedes, glieli porto io!"
"... Tieni ...!"


"André, si può sapere cosa fai nel cassetto degli strofinacci?"
In attesa che Mercedes ci porti gli asciugamani usiamo questi."
"Ah ah ah ... Andrè, ma cosa dici!"
"Beh, sono sempre meglio di niente!"

"Metti giù quella roba nipote! .. Ecco qua, vi ho portato il necessario per rimettervi in sesto!"
"Grazie nonna!"
“Benedetti ragazzi! A guardarvi sembra che il tempo si sia fermato! Combinate le stesse marachelle di quando eravate bambini. L'unica differenza che avete messo al mondo due bambini!”

Oscar , ribatté divertita: "Oh nonna! Ah ah ah ah...."
" Non capisco cosa ci sia da ridere! Fate in fretta ad asciugarvi, se non volete prendervi un malanno!"
"Agli ordini nonna!"
"E vedi di non fare lo spiritoso Andrè! Ormai sei adulto per combinare certe cose!"
"Nonna che colpa ne ho, se fuori diluvia!"
" Ah nipote, vuoi avere sempre l'ultima parola! Vi lascio, così potrete cambiarvi! Dopo verrò a raccogliere gli indumenti bagnati."
"Grazie nonna!"

Andrè prese l’asciugamano si avvicinò ad Oscar e lo passò tra i capelli. “Sono tutti bagnati, aspetta che li asciugo…”
“Ma cosa fai, lascia fare a me! …”
“Non ci penso nemmeno! Desidero asciugarli io e tu sta buona!"
" Andrè, così mi fai sentire una ragazzina!"
"Oscar, non immagini nemmeno quante volte ho desiderato asciugarti i tuoi capelli! />
"Dici davvero Andrè?"
"Davvero! ... E adesso lasciami fare! ... Come sei bella!"
" Andrè, ti prego, fa presto, comincio a sentire freddo."
"Si, subito, mio bellissimo Comandante!"


"Ecco qua! ... Adesso che ci siamo cambiati e possiamo tornare in camera nostra!"
"André, abbiamo messo in subbuglio l'intera cucina."
"Su dai Oscar, dammi la mano, andiamo ..."
"Vuoi la mia mano André? Ma tu ce l'hai già insieme al mio cuore! Ah ah ah ....."
Sei bellissima quando ridi!" sussurrò guardandola con tenerezza perdendosi in un dolce bacio appassionato .......


Mano nella mano, percorsero allegramente lo scalone, senza accorgersi che il Generale e Margherite li stessero osservano con i bambini in braccio.


"Augustin, li hai visti?
"Certo Margherite!"
"Che bello vederli tanto felici!"
"Già .... sono davvero contento Margherite!"

Entrarono nella stanza, Andrè la tirò a sé, la strinse ancora e disse: "Vieni qui, dove scappi?"
" Da nessuna parte... sono qui accanto a te!"
"Oscar, sono l'uomo più fortunato del mondo! .... Ti amo ...."

Si sciolsero in un dolce abbraccio, un bacio e un altro e un altro ancora più appassionato..........
 
 
“Oscar perché sei venuta a cercarmi nelle scuderie?”
 “Andrè, sei andato via da stamattina senza dirmi una parola, ho temuto che ti fosse accaduto qualcosa! .... Andrè cosa è successo con Alain?”
“Credimi, ho stentato a riconoscerlo. Era ubriaco fradicio e chissà da quanto tempo che non si sbarbava!  … Oscar, Alice ha capito che Alain non l’ama. Lo ha lasciato, ed è tornata dai suoi genitori.”
“Cosa! Ma, forse, sa quello che è successo …"
“Per fortuna, quello sciagurato non le ha detto di chi si è innamorato! ........ E’ meglio dimenticare questa brutta storia. Per quanto riguarda Alain, soltanto lui può venire fuori dal guaio in cui si è cacciato!”
“André, cosa è successo? ”
"Vuoi sapere se ci siamo picchiati, vero Oscar? ....... Lui è stato estremamente sincero con me! Mi ha detto che ... ti ama ... e non solo! ... Non posso negare che mi ha dato molto fastidio ciò che mi ha detto! ... Ero tentato a prenderlo a pugni ma non sarebbe servito a niente!”
“Cosa ti ha detto?
Un respiro profondo, si alzò e le diede le spalle:  “Oscar non voglio pensarci più, ti dico soltanto che le sue parole non mi hanno fatto per niente piacere.”


Un pianto proveniva da fuori la porta, la voce del Generale: “Oscar …”
“Entrate padre …”
"Lo senti quanto strilla? Non lo reggo più, ha bisogno di te!"
"Datelo a me." "Eccolo qui, è tutto tuo!”
"Padre, Aurora dov'è?"
"E' di sotto con la nonna, si è appena addormentata! .. Io vado, a dopo!"
"Grazie Padre!"
Oscar si liberò delle fasce e portò suo figlio al petto.
 


"Ecco ... si è addormentato, adesso lo metto a letto."


"Oscar, ti va una cioccolata calda?"
" Si certo, è quello che ci vuole dopo aver preso freddo."
"Vado in cucina a prenderla, faccio in un attimo."
"Andrè ..."
"Si?!"
" Ti amo ..."
"Voglio che me lo ripeti non appena sarò tornato! ... Ma intanto, metti il piccolo nella sua culla!
"Si ...certo ... amore mio!"

29 MARZO1790
 
Il dottor Monford era nella stanza di Oscar. Alla visita assistettero Margherite e Nanny.

“Allora Riccardo cosa mi dite?”
“Madame Oscar, finalmente posso dirVi che siete guarita!”
“Davvero dottore?”
  Margherite esclamò: “Oh Signore che siate lodato!

Nanny sussurrò con le lacrime agli occhi: "Bambina mia!"
Oscar si allacciò velocemente la camicia,  si alzò dal letto e a piedi nudi si precipitò  alla porta,  l’apri. Andrè le era di fronte.  In quel momento il Generale percorse il corridoio per avere notizie di sua figlia. Vide Oscar gettarsi tra le braccia di Andrè.

“Andrè, sono guarita!”
  “Giura che mi stai dicendo la verità!”
Lei non rispose, gli rubò un bacio e ripeté: “Sono guarita, Andrè!”
"Oscar Oscar, come sono felice! ...." la strinse a sé, copiose  lacrime, bagnarono le guance di entrambi.
Il generale commosso si passò la mano agli occhi, in silenzio ripercorse il corridoio, lasciandoli soli.

Abbracci, carezze e tenerezze.
“Oscar ti avevo promesso, che quando sarebbe arrivato questo momento, avremmo festeggiato! ... Che ne diresti se andassimo  a Parigi?! I bambini hanno mangiato da poco, abbiamo un paio d’ore tutte per noi. “Si, si Andrè, aspetta, prendo le cappe.
 
 
 
“Andrè, Colonnello, che bella sorpresa! Sono davvero felice di rivedervi!” esclamò l’oste.
“Grazie Fhilippe, per favore, portaci due birre!” disse André prendendo posto a un tavolo.
“Si certo, arrivano subito!”

 

Poco dopo, il garzone portò le birre.
Andrè raggiante alzò il boccale e disse: “ Oscar, voglio brindare all’amore della mia vita che ha deciso di rimanere e di invecchiare accanto a me!”
"Ah ah ah ... A noi due André!"
 


Prima di lasciare la locanda, Andrè domandò a Fhilippe: “Alain continua a venire?”
“No! Sono due giorni che non si fa vedere.”
“Sai niente di lui?”
“Luis  mi ha detto che trascorre quasi tutto il tempo in casa e se non fosse per la vicina che l’ha preso a cuore, morirebbe di fame!”
Oscar  annuì.
“Ho capito. Grazie Fhilippe, buona serata!”
“Buona sera a voi ragazzi!”
 
 

"Oscar e André portarono i cavalli al passo, quest'ultimo disse:" Ti andrebbe di fare una breve sosta?"
"Si, ma che sia davvero breve, non vorrei che al nostro rientro i bambini ci sgridassero! Ah ah ..."
"Vedrai che torneremo in tempo. Dai, scendiamo da cavallo!"


Fianco a fianco rimasero lungo la Senna, Oscar sussurrò: "L'aria comincia a scaldarsi..."
"E' piacevole passeggiare lungo la Senna, è una splendida serata di primavera! Oscar, guarda il chiarore della luna riflettere nell'acqua, ha reso indimenticabile questa magnifica giornata!

"André come sei romantico! Ah ah ... e non guardarmi in questo modo, dimentichi che entrambi indossiamo gli abiti maschili!"
Questa poi, vuoi che indossi le gonne! Ah ah ah ..."

“Sarebbe divertente! Ah ah ah .... Andrè, dobbiamo andare, i bambini, mi aspettano.”
“Si amore mio, hai ragione! .. Ma prima lasciati baciare ..... ”
 
Nemmeno per scherzo! Vuoi che ci arrestino per sodomia?"
" Ahh già, dimenticavo! Ah ah ah ..."


10 Aprile 1790

Dopo un estenuante duello, Oscar e André erano sfiniti. Si sedettero al bordo della fontana, Oscar si passò il braccio sulla fronte per asciugarsi il sudore e disse:  “Andrè, Robespierre mi ha fatto recapitare il permesso per far visita ai sovrani. Nel pomeriggio mi recherò alle Tuelliers, vorrei che mi accompagnassi.”
  “Non potrei lasciarti andare via da sola e lo sai. Verrò con te!”
“Grazie Andrè!”
“Oscar, ho ricevuto una lettera di Lucien, sono arrivate le macchine che aspettavamo. E' indispensabile la mia presenza ad Arras,  devo partire! .... Devo partire domani."
"Quanto tempo starai via?"
" Ti prometto, che sarà solo per qualche giorno! ...... Mi mancherai …”
“Anche tu, mi mancherai!”
 

Al palazzo delle Tuileries

Due soldati erano di guardia all’ingresso delle Tuileries, Andrè mostrò il lasciapassare e si addentrarono nel palazzo.
 

“Oscar amica mia, che meravigliosa sorpresa! Quando mi hanno detto che eravate qui, non riuscivo a crederci! .... E’ quasi un anno che non ci vediamo!"
"Oh maestà, anch'io sono felice di vedervi!"
"Come stai Andrè?”
“Bene, maestà, mi fa piacere rivedervi dopo tanto tempo.”
Luigi, ribatté: “Non è il caso di rimanere in piedi, prego accomodiamoci! ... Certo questa non è la reggia di Versailles ma dobbiamo riconoscere che comunque, l'abbiamo resa confortevole! ... Andrè, dovevate vedere questo posto quando siamo arrivati, era invivibile! Ma, con l'aiuto dei nostri figli siamo riusciti a dare una sistemata! ... Poi ci hanno mandato quella ragazza,Rosalie. Madamigella, una volta la portaste a corte! … Quanto tempo è passato!”
Maria Antonietta incalzò: “Oscar, Andrè, raccontatemi dei vostri bambini …”  
“Stanno diventando grandi, adesso hanno tre mesi.”
“ Che bello! Il Generale e vostra madre sono stati qui qualche giorno fa, mi hanno parlato di loro con orgoglio. Mi hanno detto che non solo Aurora vi somiglia ma anche  il piccolo Gabriel, però il generale mi ha detto che Gabriel ha gli occhi verdi e i capelli scuri come i tuoi André!”
“E’ così maestà! Entrambi somigliano alla madre, di me hanno ben poco.”
“Sicuramente, saranno bellissimi! ... Mi piacerebbe conoscerli.”
“Ma certo Maestà! Vi prometto che li porteremo la prossima!”
 “Grazie Oscar! ... Sapete, non riesco a immaginarVi con un bambino in braccio! Vi ricorderò sempre, come il Comandate della Guardia Reale, l'amica che mi dava i consigli e che era sempre al mio fianco, sopratutto nei momenti difficili!"
"Vi ringrazio Maestà!" >br>"Mi hanno che Robespierre è stato eletto presidente di turno.”
“ Si maestà, ne sono stata informata.”
Luigi con tono scherzoso, disse: “Sapete, ci hanno assegnato una cifra a nostro favore per le  spese personali, non è buffo tutto questo Andrè? Ah ah ah!"
Due ragazzini entrarono nella stanza, erano Maria Teresa e Luis Charles, appena la videro le corsero incontro e gettandosi tra le sue braccia, quest'ultimo disse: "Madamigella Oscar, che bello, siete qui!”

"Principe, principessa! ... Sono felice di vedervi!..." rispose commossa.



"Adesso, dobbiamo andare via!" Luigi, disse: “Oscar, Andrè, per noi sarà sempre un piacere ricevere una vostra visita! So che non è semplice ottenere il lasciapassare, ma spero di vedervi quanto prima!”
“Faremo il possibile maestà!”
La principessa Maria Teresa prese la mano di Oscar e con gli occhi scintillanti, disse: “Dovete prometterci che la prossima volta che verrete, porterete anche i vostri bambini!”
“Certo principessa Maria Teresa! Ve lo prometto!” 
 

Oscar e André lasciarono il palazzo delle Tuileries e salirono in groppa ai loro cavalli, prima di partire a galoppo, Oscar disse:“Andrè, che tristezza! ... Mi chiedo come finirà tutto questo! Temo che possa accadere qualcosa di irreparabile.”
“Purtroppo, stanno pagando le conseguenze del loro mal vissuto!"
"... Già ..."
" Su Oscar dobbiamo affrettarci, ho la sensazione di sentire  fin qui gli strilli di Aurora e Gabriel!"
"Andiamo ...."

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** L'amicizia ritrovata ***


L'amicizia ritrovata
 
Il sole era appena sorto, Oscar e André erano in camera e avevano appena fatto colazione. Sul sofà c'era la borsa da viaggio, André indossò la mantella e abbracciando sua moglie, disse:" Tornerò a casa appena mi sarà possibile..."
"Mi mancherai..."
"Anche tu ..." disse dandole un bacio. "Lo sai che ci sono impegni a cui si richiede la mia presenza. Non ho scelta, debbo recarmi ad Arras."
"Si, lo so! ... Ti aspetterò con ansia."
Ancora un abbraccio e un altro bacio. André prese la sua borsa da viaggio e uscì.


Oscar dopo aver  fatto il bagnetto ai suoi bambini, li affidò a Marie e Loren. Lungo il corridoio, Oscar incontrò il Generale.
“Buongiorno padre.”
“Buongiorno a te Oscar! Andrè è partito?”
“Si, stamattina molto presto. Tornerà tra qualche giorno.”
“E’ incredibile! E' come se Arras non facesse parte del nostro paese! L'ultima volta che ci sono stato, ho avuto la sensazione che i problemi della Francia fossero ben lontani da quel villaggio!” “Padre, la politica che si è adottata in questi anni, ha portato sull’orlo del fallimento il nostro paese; eppure bastava pensare un po’ meno all’egoismo e agli interessi di pochi.”
“Tu e Andrè avete dato una bella lezione a molti di noi. Una volta Chatelet mi disse che era impensabile che io avessi  una figlia come te! ... Adesso, a distanza di tempo, mi pongo la stessa domanda: Come sia possibile che tu sia tanto diversa da me...”
Dei passi, Michel interruppe la loro conversazione.
“Madame Oscar, c’è una visita per voi.”
“Chi è?”
“Madame de Sassoin, vi sta aspettando in salotto.”
“Cosa? Alice è qui?!”
"Si Madame!"
  “Michel fa accomodare Madame nello studio e fa in modo che nessuno ci disturbi.”
“Come desiderate madamigella.”
“ Padre, vogliate scusarmi, come avete sentito, ho un ospite che mi attende.”
“Va pure Oscar a dopo!”
 
"A dopo padre!"

Oscar lasciò il corridoio e a passo marziale si diresse nello studio.

Forse Alice ha capito che sono io la donna di cui si è innamorato suo marito?! ... Non ho altra scelta, devo affrontare la situazione.

Un ultimo passo, era dietro la porta, girò la maniglia ed entrò.
 La giovane era di spalle, Oscar la vide e fece un respiro profondo.

“Buongiorno Alice!”
La ragazza non appena udì la sua voce, si alzò in piedi. Oscar la guardò, il suo stato di gravidanza era avanzato.
Alice era timorosa, pallida in viso,i suoi occhi erano pieni di lacrime.

“Alice …"
“Oscar scusami  se ti importuno ma sei l’unica persona che possa aiutarmi.”
“Io veramente … ”
“Immagino che tu sappia, cosa mi sia successo con Alain! .... L'ho lasciato …” copiose lacrime cadeva giù.
“Ti prego,  non piangere ... pensa la tuo bambino, ormai vedo che manca poco alla nascita. In queste condizioni, non puoi che fargli del male!”
Alice si gettò disperata tra le sue  braccia singhiozzando.
“Oscar,  tra due mesi avrò il mio bambino. Sono sola, con questa terribile angoscia che mi porto dentro! ..... Alain si è disinteressato non soltanto di me ma anche di nostro figlio!”
“Calmati Alice, vieni qui, sediamoci!" rispose prendendola per mano per farla accomodare sulla poltrona."Alice, tu vorresti tornare  da lui?”
“Oscar io lo amo con tutta me stessa ma lui è innamorato di un’altra donna. L'ho capito solamente la notte del nostre nozze! ... Sai,lui è rimasto in cucina fino a  tarda sera e ha cominciato a bere e come se non bastasse, è stato con me pensando all’altra ....
"Ma .... cosa dici ..."
"Ne sono sicura! Alain non è riuscito nemmeno a nasconderlo. Non immagini quanto mi sia sentita umiliata!” continuò tra le lacrime.
br> Oscar si sentì terribilmente in imbarazzo e dopo attimi di esitazione, domandò:  “Alain non ti ha cercata?”
“No, non mi ha mai cercata. Come potrebbe farlo se non mi ama!... Ma il bambino cosa centra, il piccolo non ha alcuna colpa! Ti prego, aiutami, parla con lui. Almeno che si occupi di nostro figlio …”
“Ma Alice io …” “ Oscar, ti prego non negarmi il tuo aiuto. I miei genitori desiderano che torni a casa da mio marito ma  dopo averlo lasciato non  me la sento! Ti prego parla con lui oppure che lo faccia André …”
“Andrè è ad Arras, tornerà tra qualche giorno."
“Non voglio aspettare fino ad allora! Per favore parlargli, voglio sapere se  mi vuole ancora con lui. Se così non fosse, giuro che mi rassegnerò ma almeno vorrei che si interessasse di suo figlio.”
“Ora basta  Alice, asciugati le lacrime … vedrò cosa posso fare! ... come sei venuta fin qui?”
“Mi ha accompagnata mio fratello in carrozza. Oscar, comunque vadano le cose, ti ringrazio.”disse la ragazza andando via, lasciando Oscar nell'angoscia.


Rimasta sola nello studio, Oscar sussurrò: “Cosa posso fare?... Parlare con Alain significa rivederlo, non so se faccio bene! … E poi, non so, se ad Andrè farebbe piacere! … Oh Dio che situazione! Come debbo comportarmi?!”
 
 
Nel primo pomeriggio, un uomo bussò con insistenza alla porta di casa Sassoin.
Alain era svogliatamente disteso sul letto, era trascurato e la barba ormai ricopriva i lineamenti del viso. E non appena sentì bussare, si mise il cuscino in testa urlò: “CHIUNQUE VOI SIATE, LASCIATEMI IN PACE!”
“Aprite Signore Alain, sono Jacques il servitore di palazzo Jarjayes! Ho un messaggio per voi … aprite!! …” ribatté l'uomo bussando ancora più forte.
“Che diavolo ha detto quel imbecille?! Viene dal palazzo Jarjayes! … Sono stordito ma ci sento ancora benissimo …”


Alain si alzò barcollando trascinandosi con forza fino ad arrivare alla porta.

"Che diavolo vorranno da me? ... Ma perché non mi lasciano in pace! ...."protestò Aprendo la porta con riluttanza.

Il servitore si ritrovò di fronte Alain stordito e scialbo e ne rimase sorpreso.

“Si può sapere cosa diavolo vogliono i Jarjayes?”
“Mi manda madame Oscar, desidera parlare con voi, immediatamente!”
“Cosa! Hai detto Oscar! Vuole parlarmi! Ma si può sapere cosa vuole ancora da me?”
“Buon uomo, se ci tenete tanto sapere, basta che vi rechiate a palazzo! Spero che non vi presentiate in queste condizioni, dateVi prima una bella ripulita!"
" Ma come ti permetti ... ”
"Buona sera!"
"Buona sera un accidente! Siete venuto fin qui ad offendermi ...." disse sbattendogli la porta in faccia.
Alain a passo lento tornò in camera da letto, si guardò allo specchio e tentando di sistemarsi la giacca farfugliò: “In quali condizioni sarei?! Io ... sto benissimo ... sono presentabile! ... Oscar non poteva mandarmi, un altro servitore magari meno imbecille? …. Quel uomo ha detto che vuole vedermi. Cosa vuole ancora da me, non basta che mi abbia annebbiato il cervello?!! ... Per colpa sua, sono ridotto uno straccio! ….. Ma che diavolo dico! … Sono proprio fuori di me se parlo in questo modo! ..... Però quell'idiota ha ragione non posso certo presentarmi in queste condizioni!”


Un tocco alla porta.


“E adesso chi accidenti sarà …” disse andando ad aprire nuovamente.
“Alain apri! Sono io! ... Ti ho portato il piatto di minestra!
“Ah … E' quella rompiscatole della mia vicina …”
"Non sono una rompiscatole! Sei tu che devi reagire, capito Alain?"
“Madame  Lulù, vi prego! Vi ho già detto tante volte di non disturbarvi, non ne vale la pena! ... Spero di morire prima possibile!" …”
La donna entrò decisa in cucina e ribatté: “Su smettila di dire un'idiozia una dopo l’altra, vieni a mangiare che si fredda! Se non sbaglio, stamattina dovevi essere al comando!"
“Al comando? Ah no, certo che no. Pensano che io stia male. Mi hanno dato ancora un’altra settimana vi vacanza! Ih ih ih ,,, che meraviglia, così potrò bere ancora qualche giorno! Ih ih .. e poi, davvero non sto bene …”
“Beh certo ragazzo mio, bene non ti vedo! … Ma dico io, se stai così male per tua moglie perché non vai a cercarla? Chiarite una volta per tutte i vostri problemi! E poi, non devi dimenticare che tra due mesi nascerà il bambino! Vuoi forse che venga al mondo senza suo padre?”
Alain si sedette alla sedia dietro il tavolo e passandosi le mai tra i capelli, rispose: "Vi prego Madame, niente ramanzine, ho male alla testa..."
"Alain, ti conosco fin da bambino, lo sai che ti voglio bene e non voglio vederti così!"
"Si .. si ... lo so, madame Lulù ...."
“Su Alain mangia e datti una ripulita, sappi che sei davvero inavvicinabile! … Ora devo andare, ho il bucato da stendere. A stasera!" disse La donna uscendo di casa.
“Oh basta! Tutti che hanno da rimproverarmi qualcosa, non ne posso più!" protestò mentre guardò il piatto." Meglio assaporare la minestra, spero che sia mangiabile! .... Cosa vorrà da me, il bellissimo Comandante dagli occhi di giaccio! .... Ma no! .. Cosa dico?!! Il suo sguardo è talmente bello ... dolce!!! ... No, no, no!!! ... Basta! Se continuo di questo passo, la collera di Andrè, si abbatterà su di me e magari mi fa il favore di ammazzarmi! ....Ma cosa vorrà Oscar da me? ... Ma no, di sicuro che quell'idiota di Jacques si sia confuso, sono sicuro che è Andrè, che vuole parlarmi.... magari per ammazzarmi! ...Magari! ... Sarebbe una liberazione per me! … Sono ancora ubriaco, ma cosa vado a pensare, se non mi ha fatto a pezzi, quando gli ho fatto intendere che immagino sua moglie nel mio letto, perché dovrebbe uccidermi adesso?!! … Forse ha cambiato idea … ci avrà ripensato … bah … Dopo mi darò una bella ripulita, non voglio che mi vedano così, chissà che penserebbero di me!"

 
Era pomeriggio inoltrato, Oscar era nel salone seduta sul divano, aveva tra le braccia la piccola Aurora, mentre Gabriel dormiva nella sua culla.
Udì dei passi, era Michel in compagnia di Alain. “Madame, avete visite...”
Oscar si voltò  con la piccola Aurora in braccio e si ritrovò faccia a faccia con Alain.
“Grazie Michel puoi andare.”

Rimasti soli, Alain sorrise e disse: “E’ davvero bellissima! Proprio come sua madre!”
“Alain devo parlarti!”
“Dunque, siete davvero Voi che volevate vedermi, non André!"
"Si, io. Avanti, siediti!"
"Se mi parlate con questo tono, avrò l'impressione di avere di fronte il mio ex Comandante ..."
"Hai finito di dire idiozie?"
" Tranquillizzatevi Comandante, sono serissimo! … Allora di cosa volete parlarmi, sono qui per ascoltarvi!”
“Alain, ho parlato con tua moglie …”
“Moglie! Ma quale moglie?! Se ci sono stato meno di un ora in sua compagnia....
“Sta aspettando un figlio tuo, ed è tua moglie …”
“Oscar … cioè Comandante … il fatto che stia aspettando un figlio mio non significa che …”
“Mi stai deludendo Alain, Non puoi voltare le spalle ad Alice e tanto meno a tuo figlio. Io non ti riconosco più. Dov’è finito il ragazzo buono e generoso di un tempo?! L’amarezza e la delusione non può distruggerti in questo modo! ... Hai tutta la vita davanti, non puoi lasciarti andare e fare ancora la vittima, quando le vere vittime sono tua moglie e tuo figlio!"
"Ma .. io ..."
"No, aspetta, lasciami finire! ... Alain, tu pensi di essere l'unica persona ad avere questo genere di problema? Invece ti sbagli! .. Ti capisco sai .... un tempo anch'io ho provato, quello che stai provando tu ..."
"Cosa ..."
" Alain, quando ho preso il comando della guardia, mi trovavo  in una situazione confusa, esattamente come la tua! E' stato uno dei peggiori periodi della mia vita! ... Anzi, devo ancora ringraziarti per tutti i brutti momenti che tu e gli altri soldati, mi avete fatto passare in caserma ..."
"Ma cosa dite! ... Chi è quel pazzo che vi ha rifiutata?”
“Qualcuno che amava un’altra donna! ..... Inseguito, mi sono resa conto, che l’amore era a due passi da me. Ero cieca proprio come te Alain!"

" Comandante ...."
Alice ti ama ed è disperata. Tra pochissimo tempo, diventerai padre, sono sicura che la nascita di tuo figlio ti farà maturare! … Ecco, era tutto ciò che volevo dirti. Ti consiglio di pensa bene a ciò che fai! ... Alice è una bellissima ragazza, se credi che potrà aspettarti per tutta la vita, ti sbagli! Potrebbe innamorarsi ancora! ... E' questo che desideri? Pensaci bene Alain, prima di prendere una decisione”

Gli occhi di Alain brillarono, fece un lungo respiro e disse: “Forse avete ragione Comandante Oscar! .. Ho fatto soffrire troppe persone intorno a me, non voglio che soffra anche mio figlio! … Vi ringrazio per le vostre parole, ne farò tesoro.”
Alain si alzò dalla poltrona e sbirciando nella culla vide Gabriel e disse: “Forse per mio figlio vale la pena di tentare, voglio darmi un’altra possibilità.”
“Alain vale sempre  la pena di ricominciare, se vogliamo essere felici! Spero sinceramente che le cose si appianino tra te e tua moglie! ... E che un giorno, tutto ritorni come prima!”
“Niente potrà tornare come prima, Comandante! Anche se ce la metterò tutta!... Vi porterò sempre nel mio cuore Comandante Oscar! ... Non potrò mai dimenticarVi!" Occhi negli occhi, un lungo silenzio, concluse:" Prima dicevo sul serio, Aurora è bellissima come sua madre! ... Addio Comandante!"
Oscar annuì..
 
 

>Arras
“ Andrè adesso questo posto, ha tutta l’aria di una fabbrica! Abbiamo tutte le macchine, ora mancano solo gli operai.”
“ Lucien, sono soddisfatto! Voglio che la fabbrica vada in funzione, prima possibile.”
"I primi dieci operai  si presenteranno domani mattina. Andrè, sapessi che lista che abbiamo! Tutti vogliono lasciare il lavoro nei campi, per lavorare con noi.”
“Lucien, mi piacerebbe accontentare tutti ma dobbiamo vedere prima le cose come andranno! ... Sono dispiaciuto che Oscar non sia qui, ad assistere all’apertura della fabbrica, i bambini sono ancora troppo piccoli, per affrontare un viaggio tanto lungo.”  


Alcuni giorni dopo

"Lucien, ormai è da qualche giorno che la fabbrica è andata in funzione ed è ora che torni a casa. Quindi, fino al mio ritorno, sarai tu il responsabile."
"Grazie della fiducia che mi hai accordato André!"
"Lucien, come ti ho già detto, non solo devi prendere i contatti per la fornitura dei materiali ma devi far conoscere il nostro prodotto! .. Fatti aiutare da Jordy, lo sai che ho fiducia in voi!"
"Va tranquillo Andrè, vedrai, rimarrai soddisfatto di noi!"  
"Ne sono sicuro Lucien!"

19 APRILE 1790
 
“Due anni fa entravo a far parte della Guardia Metropolitana ... Com’è cambiata la mia vita in così poco tempo! ... Ero confusa, triste ... improvvisamente mi sono accorta che il  grande amore della mia vita è lui: il mio Andrè. E poi, questi meravigliosi bambini che sono arrivati in così in poco tempo .... ”


Era sera, Oscar era sdraiata sul letto, giocava con Aurora e Gabriel.

"Aurora, cosa fai? Non tirare i capelli alla mamma! ... Su dai ... lasciali! .... E tu, Gabriel, cosa fai?! Ti mangi le manine?!! Sono buone, vero? Ah ah ah ..."

Improvvisamente la porta si spalancò, Oscar alzò lo sguardo dai suoi bambini, vide entrare Andrè.
Oscar si alzò dal letto in tutta fretta e gli si gettò tra le braccia.
“Andrè finalmente sei tornato a casa!”

"Oscar ... sapessi quanto mi sei mancata!"
Si scambiarono un tenero bacio ..... Ancora carezze e baci ..... mano nella mano raggiunsero il letto, dove i piccoli giocavano allegramente.

“Ehi piccolini! In una sola settimana, siete diventati più grandi! .... Sapete, mi siete mancati!”
“Anche tu Andrè, mi sei mancato!"
Oscar ..."
" Soprattutto la sera quando ero a letto! ... Ormai non ci sono più abituata ..."
" Anche tu mi sei mancata Oscar, non sai quanto!"

Ancora un bacio ......

Ma dimmi André cosa è successo con la fabbrica?”
“Madame Grandier, ti informo che la fabbrica è andata in funzione!"
"Dici davvero Andrè! Così presto?"
"Si, abbiamo anticipato i tempi di apertura. Oscar, non sai che emozione che ho provato! Avrei voluto che ci fossi anche tu ma appena i bambini saranno più grandi, voglio tornarci con te, magari per rimanerci l’intera estate! Sarebbe bellissimo!”
“Mi piacerebbe tanto tornare ad Arras."
“Dimmi Oscar, ci sono novità?”
“Andrè, è venuta Alice. Era in lacrime, mi ha chiesto di aiutarla ..."
"Intuisco che le cose tra lei e Alain siano rimaste come prima..."
"Ho parlato con lui, di Alice....”
“E di nient’altro?”
“Di cos’altro dovevamo parlare!? ... Ho tentato di fargli capire, che il suo atteggiamento è sbagliato e che deve darsi una possibilità con sua moglie! .... Credo che si sia convinto.”
“Spero che sia come dici Oscar! ..... Vieni qui, abbracciami ancora!”

Stretti l’uno a l’altra guardavano i loro bambini giocare vivacemente sul letto di mamma e papà.

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** Alle Tuileris ***


Alle Tuileris
 
20 GIUGNO 1790
"Oscar, è arrivato il benestare per andare a far visita ai sovrani!"
“Finalmente! André, domani prima di partire per Arras ci recheremo alle Tuileris.”
“Oscar, i bagagli sono pronti?”
“Si, è tutto pronto per la partenza e poi, dobbiamo portare solo il necessario per Aurora e Gabriel, visto che lasciamo alla tenuta una parte dei nostri vestiti. Andrè, l’unico rammarico che ho  e che non potremo rimanere più di due settimane per via del matrimonio di Francois.”
“Vuol dire che  ci ritorneremo.”
“Andrè, sono così felice di tornare ad Arres, quanto tempo è passato!... Pensa, siamo andati via in due, adesso, ritorneremo addirittura in quattro!”  
" E' vero! Vedrai quanti cambiamenti, stenderai a riconoscerla!"


L’indomani, la servitù caricò il bagaglio sulla carrozza.
Andrè e Oscar erano in giardino pronti per la partenza, con loro partivano anche Loren e Marie.


“Oscar, Andrè abbiate cura dei nostri nipotini!”
“Ma certo padre, non preoccupatevi!”
“Mi mancheranno moltissimo i miei angioletti!” incalzò Nanny asciugandosi gli occhi con il grembiule.
“Su dai nonna, non fare così! Staremo via solo due settimane …”
“Lo so ... ma mi mancheranno comunque!”
“Nonna, se continui a parlare in questo modo divento geloso! Ah ah ah ah .... ”
“Oh nipote, ti piace prendermi in giro!”
Margherite accarezzò le gote dei piccini, esclamò: “Fate buon viaggio ragazzi!”

"Grazie, Madre ..."

La carrozza lasciò il palazzo Jarjayes e varcò il cancello.
 


Alle Tulleries

Andrè scese per primo dalla vettura, aiutò  Oscar  con i bambini mentre le due accompagnatrici rimasero in carrozza.

Con i bambini tra le braccia, Oscar e André si presentarono alle guardie, André mostrò il lasciapassare e disse loro: "Siamo i coniugi Grandier, abbiamo il permesso di far visita le loro Maestà!"
Il soldato, guardò con attenzione il documento, ordinò all'altro soldato: "E' tutto in regola, possono passare!"

Le porte del palazzo si spalancarono.
Accompagnati da un soldato, Andrè e Oscar dovettero attraversare un infinità di stanze, prima di giungere nell'ala del castello occupata dai sovrani.
 

Ad attenderli nel salotto, c’era  la famiglia reale.
Luigi passeggiava avanti e indietro per la stanza, Maria Antonietta era seduta alla poltrona invece Maria Teresa e Luis Charles erano trepidanti nell' l’attesa di conoscere i due piccolini.
Il soldato spalancò la porta e disse: "Sono qui, potete entrare!"

La famiglia reale vide avanzare Oscar con la piccola Aurora tra braccia, seguita da Andrè con  il piccolo Gabriel.
I principini felici gli andarono incontro Maria Teresa esclamò: “Madamigella Oscar, che bello, siete qui! Avete portato i vostri bambini!”
La regina si alzò dal sofà ed insieme a Luigi si unirono alle voci festanti dei loro figli.

"Andrè, Oscar, vi aspettavamo. Ieri sera il vice comandante delle guardie, ci ha comunicato che stamattina avrei ricevuto una vostra visita!"
"Maestà, desideravo tanto venire già da tempo ma il benestare è arrivato solamente ieri pomeriggio."
"Non fa nulla Oscar, ciò che importa che siate qui!"la regina si avvicinò ad André e guardando il piccolo continuò: "Fatemi conoscere vostro figlio, credo che Gabriel visto che ha il colore dei tuoi capelli!"
"Si, maestà, è Gabriel" rispose porgendole il piccolo.
"Ma è bellissimo! Anche se ha i capelli scuri come i tuoi, somiglia tantissimo alla madre!"
Maestà, è talmente evidente la somiglianza che non posso concordare con Voi!"
Oscar, mostrò la piccola e disse:" Maestà, lei è Aurora ..."
"E' bionda come Voi!"
"Luigi, ribatté: "Ma non rimaniamo in piedi, accomodiamoci!"
"Grazie Maestà!"
La Regina incalzò:"Oscar,Vostra madre aveva ragione, quando mi ha detto che i piccoli sono identici ai Jarjayes! ... E poi, la piccolina vi somiglia molto!”


Charles e Maria Teresa vezzeggiarono i piccoli ospiti e carezzandogli le manine quest'ultima disse: “Come sono belli! Grazie per averli portati madame Oscar!”

Oscar sorrise e rispose: "Principessa,avevo fatto una promessa ...."  


“ Andrè come vanno le cose ad Arras?” chiese Luigi.
“Siamo in viaggio per Arras maestà, ci intratterremo per due settimane. La fabbrica è andata in funzione un mese fa.”
“Mi fa piacere che le cose vadano per il meglio.”

Poco dopo, la cameriera che era al servizio dei sovrani entrò nel salotto con un vassoio, disse:"Vi ho portato del tè e i dei biscotti."


Oscar  e la Regina, si appartarono, quest'ultima disse: “Da quando siamo qui,  non ho avuto la possibilità di rivedere Fersen! ... Mi hanno detto che è tornato in Svezia! .... Amica mia, voi non sapete quanto siete fortunata! ... Avete sposato l’uomo che amate, la vostra è un famiglia meravigliosa! Io invece, ho potuto rubare qualche attimo di felicità e nulla più …”
Le parole si interruppero per l’emozione.

"Maestà, spero che le cose si sistemino e che voi ritroviate la serenità ..."
"Oscar, non voglio illudermi, so perfettamente che la nostra situazione è molto difficile! ... Spero solamente, che i miei figli abbiano un futuro sereno, lontano da tutto questo! ... Per quanto mi riguarda, non mi importa cosa potrebbe accadermi ...."
"Maestà, Vi prego, non parlate in questo modo! Voi siete la Regina di Francia, non potete abbatterVi in questo modo."
"Grazie per le Vostre parole ma lo sconforto è tale che non presagisco nulla di buono! ...Oscar, meglio lasciare questi discorsi tanto tristi, parlatemi della vostra famiglia. Ditemi, come stanno le vostre sorelle?"
"Bene Maestà! Tra due settimane si sposa il figlio maggiore di mia sorella Josèphine. Gli sposi hanno deciso di festeggiare le loro nozze a palazzo Jarjayes."
"Che bello...."


 
Il sole era ormai tramontato, la carrozza continuava il suo percorso. Dopo qualche sosta forzata a causa dell’esigenze dei piccoli, finalmente i viaggiatori erano alle porte di Arras.


“Guarda Oscar, la fabbrica si vede da qui, pensa che già in piena produzione! Ci andremo non appena ci saremo sistemati. Vedrai, ne rimarrai entusiasta!
 
"Sono contenta André, spero che tutto vada per il meglio."

La carrozza si fermò davanti alla tenuta, ad accoglierli nel patio c’erano  Joland e Lucien. 
I viaggiatori scesero dalla vettura, Oscar aveva in braccio Aurora.

“Madame Oscar che bella sorpresa! Da quanto tempo che mancate! Vi prego, datemi la piccola! ..... E’ bellissima Madame, è una meraviglia!”

"Grazie Joland!"  
Lucien, disse: "Ben tornato André!"
"Grazie Lucien! Dimmi, come vanno le cose alla fabbrica tessile?"
"Bene, poi ti racconto. Aspetta André, ti aiuto a scaricare il bagaglio!"
"Oscar disse: "Joland, devi preparare la stanza degli ospiti per le ragazze. Si occuperanno dei bambini."
"Certo Madame Oscar, metterò le lenzuola fresche di bucato. Riguarda alla Vostra stanza, l'avevo già sistemata! Andrè ci aveva avvertito che sareste arrivata!"
"Grazie Joland!"

Oscar, spalancò la porta della loro camera, esclamò:“Andrè, ma ... ci sono i lettini per i bambini!”
“Speravo  che prima o poi mi avresti accompagnato e quando sono venuto l'ultima volta, li ho fatti fare dal falegname del paese, ti piacciono?"!
"Si, certo! André, davvero dubitavi che ti avrei accompagnato?"

“Un poco si. I bambini sono ancora troppo piccoli. Sinceramente non pensavo che saresti venuta tanto presto.”
“Andrè non possiamo certo negare che il viaggio è stato faticoso, abbiamo dovuto fare svariate soste.”

"Però, ci siamo riusciti."
"Si André, ce l'abbiamo fatta!"


>br> Era sera, qualcuno bussava alla porta.
"Madame Oscar … "
Entra Joland!"
Madame, la cena è in tavola!"
"Adesso scendiamo! .... Ascolta Joland, Adeline continua  a lavorare presso la tenuta?”
“Si madame, lavora nella tenuta come avevate stabilito."
“Benissimo! Joland, come hai visto,siamo in tanti e i bambini procurano molto lavoro. So benissimo che da sole non potreste farcela, quindi, trovate un' altra donna che vi aiuti! ... Non so magari  Anne, vedi tu cosa fare.”
“Grazie per la vostra comprensione Madame!”



Scese la sera, la luna illuminava con tutto il suo splendore il giardino della tenuta, le stelle brillavano numerose nel blu del cielo, l'aria fresca rendeva gradevole la passeggiata dei due innamorati.
 
"Oscar, la luna è così luminosa che si vede perfino l'orizzonte!"
"Andrè, guarda le stelle come brillano, stasera sono bellissime!!"
"Si, è vero... ma nessuna stella è più bella di te!"
"André, però, non pensavo che fossi tanto romantico! Ah ah ...."

Occhi negli occhi. Con tocco leggero, Andrè, sfiorò il suo viso, erano stretti l'uno all'altro ......



“Sei taciturna, a cosa stai pensando?”
“Penso a quanto siamo fortunati! .... Non tutti hanno la facoltà di scegliere la persona d’amare. ”
“Alludi alla regina, non è vero?”
“Non solo a lei ma anche le mie sorelle. Non dimenticare che mio padre ha scelto per loro. Deve essere terribile dividere la vita con un uomo che nemmeno conosci! ....... “
"... Già ..."
Ti amo Andrè …”

"Oscar .... mia Oscar ..."

Si scambiarono un bacio lungo e appassionato mentre il chiarore della luna illuminava i loro visi ......
 


“Su da bravo Gabriel, fa vedere alla tua mamma come mangi la minestrina! …. Ma bravo! Hai finito la tua pappa …”


Andrè era sul ciglio della porta, guardava sua moglie esternare tutto il suo amore di madre, sorrise e pensò: "Oscar sei una madre meravigliosa, sono orgoglioso di te!"
 
 

"Andrè, sei qui! Non ti ho sentito arrivare..."
Oscar vado a sellare i cavalli, ti aspetto fuori.”
“Va bene, tra poco arrivo, Gabriel ha quasi finito di mangiare la sua minestra!" disse passando il tovagliolo sul musetto del piccolo. E prima di andare diede un bacio ai suoi bambini.


"Marie, Loren, Andrè ed io staremo fuori qualche ora.”
 
"Andate tranquilla Madame, ai piccoli ci pensiamo noi!"  


Oscar andò nella stalla a cercare suo marito.
“Andrè, sono qui, dove sei?”
“Ho appena finito di sellare i cavalli.”
"Sono pronta. Possiamo andare!”
 

Si allontanarono dalla tenuta portando i cavalli al galoppo.
 Era primo pomeriggio i due attraversarono le campagne di Arras e dopo un lungo percorso arrivarono in fabbrica.
Legarono i cavalli alla staccionata e ancora prima di entrare dall'esterno della palazzina si udirono i rumori delle macchine in funzione.
La porta era spalancata, i due entrarono. Oscar ebbe davanti a sé una visione del tutto nuova: il casolare abbandonato di un tempo era adibito alla lavorazione del materiale. C'erano delle macchine a cui lavoravano gli operai, l’attività operativa era in pieno svolgimento.
"I due proprietari si aggirarono per la fabbrica, un uomo si avvicinò ad Andrè esclamò: “ Andrè sei tornato!”
“Si Jean, sono arrivato ieri con mia moglie  Oscar.”  
L'uomo si tolse il cappello e disse: “Per me è un'onore conoscervi padrona, ho sentito tanto parlare tanto di voi!”
“Vi ringrazio.”
"Jean come va la produzione?”
“Bene Andrè, vieni a vedere! .... Tu  ancora non lo sai ma alcune sartorie hanno già acquistato i primi materiali e i clienti sono rimasti  soddisfatti sia per il costo che per la qualità dei materiali! Abbiamo ricevuto altre richieste che consegneremo la settimana prossima."
"Bene Jean! ... Jean, gli operai, vedo che lavorano con impegno."
"Si. Come saprai, gli operai sono i figli dei contadini! ... Bravi ragazzi che svolgono il lavoro con entusiasmo." " Mi fa piacere!"

I tre si aggirarono per l'azienda, Jean mise al corrente di ogni cosa ai proprietari.
 Gli operai appena videro  arrivare i padroni, li salutarono.

"Buongiorno padroni!"
"Buongiorno a voi ragazzi!"
"Tutto bene?"
"Sissignore!"
"Bene, mi fa piacere..."



"Oscar, prima di tornare a casa, che ne diresti se andassimo al villaggio?!"
"Ottima idea André, desidero rivedere Arras! L'ultima volta che ci sono stata i lavori non erano ancora ultimati."
"Prendiamo i cavalli."



"Andrè, non immagini quanto sia soddisfatta! E' tutto come immaginavo. Le strade sono completamente risanate, il degrado che ricordavo, è un lontano ricordo e soprattutto le case non sono più delle baracche! .... Andrè possiamo ritenerci soddisfatti! ... Desidero che la Contea progredisca e la povertà di un tempo venga dimenticata!"
"Così sarà. Vedrai, ci riusciremo!"  
 
“Oscar siamo arrivati alla locanda di Pierre, prendiamo qualcosa da bere.”



Legarono gli animali ed entrarono.
“Buona sera Pierre.”
“ Andrè, che bella sorpresa rivederti! ... Ops .. scusate Padrona! ... E' un piacere rivederVi! E' tanto che mancate!”
“ Grazie Pierre! E' vero! E' trascorso quasi un anno dall'ultima volta che sono venuta!"”
"Da allora, sono cambiate tante cose ed è tutto per merito vostro, padrona! Ma ditemi, cosa vi posso servire?”
André ordinò: “Due birre per favore.”
"Le porto subito!"
"Vieni Oscar, prendiamo posto al quel tavolo."

Alcuni avventori della locanda li riconobbero, uno di loro disse:" Sono loro, i padroni!"
Un secondo incalzò:" Si Loris, sono qui! ... Ma con Andrè, c'è anche la padrona!"

Poco dopo l’oste servì al tavolo i due boccali di birra.

“Padrona, se permettere voglio porgerVi le mie congratulazioni  per il vostro matrimonio!"
"Grazie Pierre!"
"L’ultima volta che Andrè è stato qui, mi ha detto della nascita dei bambini, vi porgo ancora i miei auguri padrona!”
“Ti ringrazio Pierre!”
“Ora vi lascio, gustatevi le birre.”



“Umm ... davvero buone queste birre!”
 
"Come ai vecchi tempi Oscar!"
" No. Almeno per questa Contea prospetto tempi migliori! Ah ah ..."


." In breve tempo, si sparse la voce che i padroni erano al villaggio nella locanda di Pierre. Appena ebbero saputo del loro arrivo, la delegazione municipale formato da sei persone, si recò nell'osteria.


 “Buongiorno Padroni, scusate se disturbiamo …”
 Andrè rispose: “Buongiorno a voi Signori, in cosa possiamo esservi utile?”
Il delegato  si presentò:“Il mio nome è Patrick Dubois! ... Noi tutti, siamo i membri del comitato della municipalità di Arras. Contessa, eravamo in procinto di venire a Parigi, per parlarvi..."
"Cosa succede?"
" Ecco ... vedete .. siamo  qui per farvi una proposta.
" Di cosa si tratta?"
 “Arres, ha bisogno di un sindaco..."
"Come!"
"Vedete, il sindaco di questa cittadina si è dimesso!"
" E per quale ragione lo ha fatto?"
"Vedete padrona, non ci è dato saperlo! ... Ha lasciato il villaggio da un giorno all'altro senza dare alcuna spiegazione ..."
" Sentito Andrè?! Ma che strano!"
"Già ... molto strano! ... Chissà cosa gli sarà successo!"
“Vedete signori, abbiamo discusso a lungo del problema e, a unanimità abbiamo concordato  che soltanto voi, in quanto padrone di questa Contea potreste gestire la cittadina, signor Grandièr.”
  “Cosa! Io sindaco! Ma ... Signori, vi ringrazio per la stima che mi avete accordato ma io non posso  adempiere a un simile incarico! E poi, mia moglie ed io abbiamo la nostra vita a Parigi, sarebbe impossibile gestire la Contea data la distanza! ... Comunque, anche se non posso accettare la Vostra proposta, ho un candidato: è una persona che gode la nostra fiducia ma dovrò parlare prima con lui.”
“Per noi va bene Signor Andrè, aspetteremo Vostre notizie! Speriamo davvero che la persona di cui avete parlato, accetti. Bene, togliamo il disturbo.”


Non appena la piccola comitiva andò via, Oscar basita, ribatté:“Andrè, hai sentito!! Vogliono che tu sia loro sindaco!? E’ incredibile …”

“Non riesco a crederci  nemmeno  io!”

"Andrè, però che strano, perchè il sindaco ha lasciato Arras?"
"Ma! Chi lo sa! ... Oscar dobbiamo andare via, si è fatto tardi!”


Si recarono al banco per saldare il conto, l'oste disse: "Lascia stare Andrè,  è stato già pagato da quegli uomini che erano qui quando siete arrivati.”
“Come?”
“Di cosa ti meravigli, credo che la stima che questa gente abbia per voi sia più di quanto immaginate!”
 

Lasciarono l’osteria, prima di montare a cavallo,Oscar domandò: “Andrè, a chi hai pensato di proporre la carica di nuovo sindaco?”
“Non lo immagini Oscar? Ad Alain naturalmente! Sarebbe perfetto. Alain è un uomo onesto, sono sicuro che saprà gestire Arres più di qualunque altro!"
"Cosa!"
" Non capisco perché ti sorprenda! Sbaglio o lui detesta la  vita militare! E' giunto il momento che decida cosa intende  fare della sua vita!"

"Hai ragione! Sono sicura che accetterà. Allontanarsi da Parigi, lo aiuterà a schiarirsi un po' le idee, magari riesce a ritrovare se stesso!"
"Lo spero per lui Oscar. Per lui, per Alice e per suo figlio! ... Dai, andiamo ..... "


Il sole tramontava, l’aria  era calda e gradevole, era una magnifica giornata di Giugno che volgeva al termine. Alzarono lo sguardo al cielo, videro le rondini scomparire  all’orizzonte, il silenzio della campagna era disturbato dal frinire assordante del canto delle cicale.

" Andrè, montiamo a cavallo, vediamo chi arriva prima!”

"Su dai Oscar, è tanto che non facciamo una corsa ...."


Lanciarono i cavalli  a galoppo, alle loro spalle c'era il sole rosso del tramonto.

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** La proposta di Andrè ***


La proposta di André.


Sotto una grande quercia secolare un tempo piantata dal  nonno di Augustin, Oscar e Andrè stesero un lenzuolo per adagiare i loro piccoli. 
La famigliola era distesa sul prato, i neo genitori osservavano il sole che tramontava. Un'altra giornata di Giugno volgeva al temine, accompagnata dal canto degli uccelli.

“Oscar la nostra vacanza è giunta al termine. Domani mattina, lasceremo questo posto incantevole per fare ritorno a palazzo. Ci aspettano giorni di confusione. Il matrimonio di Francois é ormai imminente, magari saranno già arrivate le tue sorelle!”
Oscar prese in braccio Gabriel, disse: "Mi immagino il trambusto e le voci festanti dei nipoti e penso a Francois che mi aspetta per un confronto.  Sono mesi che attende di misurarsi con me! Ha ha ha ...".
“Quel ragazzo ti somiglia in tutto e per tutto! Ih ih ....”
“Ti piace punzecchiarmi, non è vero Andrè?”
“Assolutamente no. E poi, lo sai che mi piaci da impazzire, testardaggine compresa!”disse dandole un piccolo bacio.
“Andrè quando saremo tornati, andrai da Alain a proporgli la tua idea."
"Contaci. Sarà la prima cosa che farò."
" Mi sembra incredibile! ”
“Sinceramente non riesco a immaginare la sua faccia quando glielo proporrai. Ma ci pensi, Alain sindaco di Arras ah ah ah ..."
“A te diverte molto Andrè?”
“Un po’ si. Se Alain dovesse accettare l'incarico, sono sicuro che si troverebbe bene in questa comunità! ... Dopo tutto, lui ha sempre desiderato condurre una vita tranquilla in campagna e Arras avrebbe un degno rappresentante.”
“... Spero che si sia riconciliato con Alice.”
“Ma! ... Ci penso spesso... chissà!"


“Andrè dobbiamo rientrare, c’è vento e come se non bastasse l'aria si è rinfrescata. Non vorrei che i bambini si ammalassero.”
“Si, mammina, hai ragione dobbiamo tornare a casa!" rispose André ripiegarono il lenzuolo bianco. Oscar e André coprirono i piccoli nelle copertine e fecero ritorno alla tenuta.
 
Dopo aver cenato, si intrattennero nel salone principale. Oscar era seduta sul divano, guardava André che era sul tappeto giocare allegramente con i bambini.
I piccoli ridevano per le moine che faceva il loro papà mentre Oscar si deliziava nel vedere il suo Andrè tanto felice.


“Oscar, mi chiedo come sia possibile che questi piccoli esserini abbiano tutta questa energia! Guardali, sono instancabili!" "Andrè, forse hai dimenticato quanto eravamo tremendi da bambini! ... La nonna ci rincorreva ovunque!"
"E noi ci nascondevamo dappertutto pur di non farci trovare! Però le sgridate toccavano sempre a me, tu ne eri quasi sempre immune! Ah ah ah ..."
"Ah ah ah ... vero Andrè ah ah ah ..."

Era sera inoltra, Aurora si era appena addormentata,   Gabriel invece, si era rabbonito tra le braccia della sua mamma.
 Entrarono nel salone Loren e Marie, la prima disse: “Madame  dobbiamo mettere a letto i bambini.”
“ Aurora si è già addormentata a Gabriel ormai manca poco.”
Andrè aveva  tra le braccia la sua bambina, disse: “Non preoccupatevi, la porto io di sopra, potete andare.”
“Come volete Signore, a domani!”
 
Oscar e Andrè salirono al piano superiore con i piccoli, entrambi si erano addormentati. Entrarono nella loro camera e li adagiarono delicatamente nei loro lettini.
Oscar osservava amorevolmente i piccoli, Andrè che era alle sue spalle, avanzò, le cinse una  mano intorno ai fianchi e con l’altra le scostò i capelli, posandole dei piccoli baci sul collo, sussurrò: “Non sarai mica stanca?”
“Niente affatto …”
“Allora a noi due, madame Grandiér … ti voglio ...”


Le mani di Andrè esplorarono la sua camicia, e tirandola fuori la slacciò con tocchi decisi, infine, le liberò dalle sue fasce.
  Era davanti a lui con tutta la sua provocante bellezza ,viso su viso, occhi negli occhi, la sua bocca catturò le sue labbra avidamente, carezze e abbracci incontenibili, la fece indietreggiare fino a che non si sdraiarono sul letto delicatamente . Carezze, baci, gemiti e sussurri ......
 Trascorsero così, l’ultima notte d’amore di quella meravigliosa vacanza ad Arras.
 

5 Luglio 1790
 
Il sole tramontava. Il giardino di palazzo Jarjeyes era gremito dai schiamazzi gioiosi dei nipotini più piccoli.
Una carrozza avanzava attirando l’attenzione dei più piccoli.
“E’ arrivata zia Oscar! … Evviva … conosceremo finalmente i nostri cuginetti!”


L’annuncio gioioso dei ragazzini, attirarono l’attenzione dei più grandi.
La carrozza si arrestò davanti all’ingresso del palazzo. Appena Oscar e André scesero dalla vettura, furono circondati dai nipotini.
“Che belli!... Come sono piccoli! Zia, ti prego vieni con noi, vogliamo dargli un bacino!”
"Un momento nipotini, aspettate ...."
Rose e Francois andarono incontro agli zii, la prima disse: “Ben tornati!! … Zia Oscar, zio Andrè, vogliamo vedere anche noi i nostri cuginetti!”
“Ciao ragazzi, ben tornati!…”
 Rose avanzò ancora di qualche passo, tese la braccia a Loren, continuò: “Dammela un poco per favore, voglio conoscere mia cugina!”
Rose prese la piccola, la guardò con dolcezza, poi conobbe Gabriel.

"Sono bellissimi! Gabriel, ha gli stessi occhi dello zio Andrè .... La piccola invece, ha lo sguardo dei Jarjayes!" Andrè incalzò: " Ti assicuro Rose che non ha solamente lo sguardo della famiglia! ah ah ah ..."

Entrarono in casa, in breve tempo si radunò l'intera famiglia, dopo i saluti, Oscar domandò: "Dov’è Marianne?”
Sua madre rispose:“Non è ancora arrivata! La settimana scorsa ho ricevuto una sua lettera, dove ci comunica che arriverà per l’inizio della settimana prossima.”


Gabriel e Aurora passarono dalle braccia di uno zio all’altro, finché cominciarono a protestare.

"Loren, Marie, per favore portateli di sopra, hanno bisogno di riposare."
"Si, certo, Madame!"
Oscar, continuò:“Bene, se permettete anche noi abbiamo bisogno di riposo, viaggiare con i bambini è estenuante! Scenderemo per la cena …”
 
Josèphine, ribatté: "Non preoccupatevi, andate pure. A dopo!"  
La famiglia Jarjayes era riunita nella sala da pranzo.
 Il generale come sempre occupava il suo posto d’onore, Margherite invece era seduta alla sua destra; tra i commensali c’era anche Christine: la futura sposa di Francois.


Silvie, disse: “Dunque, caro nipote, hai terminato l’accademia militare, tra non molto ti assegneranno l’incarico di ufficiale ed infine tra una settimana  ti sposi e rimarrai a vivere qui a palazzo con Christine! ...Francois come ti senti ad affrontare un cambiamento tanto radicale nella tua vita?”
“Zia,sto realizzando i miei progetti di vita, mi ritengo soddisfatto.” –
Il Generale, intervenne: “Credo che tra tutti, il più felice sia io, visto che mio nipote verrà a vivere a palazzo Jarjayes. La sua decisione non può che rendermi felice!  Mi dispiace per voi, Josefhin e Charles!"
Charles, ribatté:“Signore, so che mi figlio si troverà bene con voi, anche se Josèphine ed io sentiremo la sua mancanza!"
 
Charles, potrete intrattenervi a palazzo per tutto il tempo che vorrete ..."  
" Vi ringrazio Generale ma non posso, devo occuparmi dei mie affari, però, il fatto che mio figlio abbia deciso di vivere al palazzo, sarà un motivo in più per tornare più spesso!"
"Ed io non posso che rallegrarmi!" il generale prese il calice e concluse: " Brindo a questa meravigliosa famiglia!"


 
 
 
Oscar, si tolse le scarpe, si distese sul letto e disse: “Andrè sono davvero stanca! E' stata una giornata faticosa! Tra il viaggio e la riunione di famiglia sono davvero distrutta, ho bisogno di dormire! Spero solo che i bambini me lo permettano!”
Andrè, le si accoccolò accanto e rispose: “Domani mattina, andrò da Alain ... mi chiedo se, ha preso nuovamente sevizio in caserma!”
“Andrè, sono sicura che accetterà la proposta che gli farai. Cambiare ambiente non può che fargli bene.”
 

L'indomani Andrè partì a galoppo per Parigi.

Arrivò in città, percorse la strada che lo portò a casa dell'amico. Legò il cavallo e salì frettolosamente le scale della palazzina.
Un tocco alla porta.

“Alain ci sei? ... Sono André!”

La porta si aprì, Andrè si trovò davanti Alice  ormai in stato di gravidanza avanzata.

“Buongiorno Andrè che bella sorpresa vederti!”
“Buongiorno a te Alice, sono davvero felice di vederti a casa tua.”
“Avanti Andrè, entra!”
"Grazie!"
I due percorsero il piccolo corridoio e si accomodarono in cucina.
“Alice, dov’è Alain?”
 “Stamattina è di servizio, se vuoi vederlo, puoi  trovarlo in caserma.”
La ragazza guardò Andrè con  esitazione.

 “Vuoi dirmi qualcosa Alice?”
“Si... Andrè, io desidero ringraziare Oscar per quanto ha fatto per me. Mi piacerebbe parlarle, però così, in queste condizioni, non sono  in grado di affrontare un viaggio in carrozza.”
“Non preoccuparti per questo, devi avere cura di te! … Sono contento che  le cose si sono appianate tra te e Alain.”
“Andrè è questa l'impressione che hai? Invece non è così!"
" Come .. vuoi dire che .."
"Alain si comporta bene con me ... è premuroso, gentile, attento ma intuisco che non è felice. I suoi pensieri sono rivoti altrove, ovvero il suo cuore è altrove. Non sono una stupida, Alain non mi ama. Ma non m’importa, apprezzo la sua buona volontà … mi accontento di poco, magari un giorno imparerà ad amarmi!”
“Alice vedrai che con il tempo tutto si sistemerà. Il fatto che Alain abbia cambiato atteggiamento, è un buon inizio. Abbi fiducia!.... Bene, adesso vado. Grazie per l'ospitalità!" le disse alzandosi dalla sedia.
" Grazie a te che mi hai ascoltata!" rispose accompagnandolo alla porta.
“A presto Alice.”
“Ciao Andrè e saluta Oscar da parte mia!
 
"Lo farò senz'altro!"  
 

Cavallo al trotto, Andrè varcò il cancello della caserma, una guardia che era di picchetto domandò: “Chi siete?”
 “Sono Grandièr Andrè. Sono qui per vedere il Comandante de Sassoin …”
“Un momento, adesso vedo, se può ricevervi."



Alain era seduto dietro la scrivania, era indaffarato a firmare alcuni dispacci, quando udì bussare.

"Avanti!"
“Comandante Sassoin c’è una visita per voi.”
“Chi è?”
“Mi ha detto di chiamarsi  Grandièr Andrè.”
“Andrè!! … Lascialo entrare!"
Sissignore!"
"Soldato, non voglio essere disturbato per nessun motivo.
“Agli ordini Comandante! ......... Prego, entrate!"

“Andrè, ma che bella sorpresa amico mio! disse felice andandogli incontro e stringendogli la mano. "Ma vieni, accomodiamoci! …”
“Ciao Alain ti vedo meglio dall’ultima volta che ci siamo visti! Sono andato a cercarti a casa tua ma tua moglie mi ha detto, che eri in sevizio.”
“Mi trovi per caso, perché quasi sempre, sono in perlustrazione con i soldati! ... André, a Parigi non è cambiato nulla, dobbiamo continuamente fare ronde e sedare disordini! … Diamine,non sopporto più questa vita, maledizione! E poi sapessi! Una sera, ho addirittura avuto a che vedere con quell' imbecille di Girodelle..."
"Davvero?"
"Si! Disgraziatamente, ci hanno affidato un incarico e non ti dico quanto ho dovuto strillare per farmi ascoltare. Sai, il damerino non voleva sottostare agli ordini del nostro superiore e aveva tutta l'intenzione di prevaricarmi. Ahhh ma che sia chiaro, non glielo permesso."
"Immagino..."
"Si André, è stata una situazione riluttante! ...Te lo dico io amico, a quello bruciano ancora i pugni che gli ho dato! Credimi, ci è mancato poco che gli spaccassi nuovamente la faccia! .... L’imbecille si è reso conto che non scherzavo affatto e così, ha collaborato. Sai, voleva scaricare tutto il suo lavoro al mio reggimento, però .. ih ih ... mi è bastato intimorirlo un po’, così alla fine, si è convinto a fare il suo dovere! Ih ih "
“Le tue solite maniere forti Alain, non sei cambiato affatto! Ih ih ih ..."

    Alain batté le mani sui braccioli della sedia e alzandosi con stizza, disse: “L’unica differenza amico mio, sai qual è? Una volta avevo l’abitudine di passare tutto il mio tempo libero nelle osterie a ubriacarmi e mi divertivo  nei bordelli, invece, adesso, sono costretto a comportarmi da bravo maritino,  se non voglio mandare nuovamente tutto all’aria!... Almeno ci voglio provare! … Ma parliamo d’altro, dimmi, cosa ti ha spinto fin qua? Perché non credo che dopo tutto il casino che ho portato nella tua vita, tu sia venuto per una semplice visita di cortesia.”
    “Infatti Alain, se sono qui e perché sono spinto da un motivo ben preciso..."
    "Cosa succede amico?"
    "Non molto tempo fa, mi hai chiesto di assumerti in fabbrica …”
    “Emm … Si .... Non ti capisco André, vuoi offrirmi davvero un posto tra le tue stoffe? No, non ci posso credere!! Ah ah ah Mi manderesti davvero a vivere in campagna?
    “Molto di più amico mio! Ti offro la possibilità di chiudere con questa vita definitivamente, ti propongo un lavoro prestigioso  …”
    “Non ti capisco, vuoi che lavori per te?”
    “Non proprio! Ti do la possibilità di lavorare per la comunità di Arras in veste di primo cittadino.”
    “Ah ah ah ah .... Cos’è uno scherzo il tuo? Vuoi prendermi in giro per vendicarti di me? Questa poi è l’ultima cosa che potevo aspettarmi da un tipo serio come te!”
    “Non sto scherzando Alain, dico sul serio, accetta di diventare il sindaco di Arras, hai la possibilità di lasciare questo lavoro che ti sta stretto e di trasferirti in campagna. Allora che mi dici, accetti?" “Allora tu non stai scherzando Andrè?”
    “Non potrei mai su una cosa così importante.”

     “Andrè se davvero il tuo non è uno scherzo, presento immediatamente le mie dimissioni, al Comando del Quartier Generale.”
    “Allora sbrigati, non perdere altro tempo. Appena avrai risolto ogni cosa vieni a trovarmi!”
    “Grazie amico, spero che non ti penta. Sai, Con un matto come me, le cose funzioneranno sicuramente ma potrei portare scompiglio al villaggio! Ah ah ha ..."
    “Accetto il rischio Alain! Ah ah ah ..."
    "Grazie, amico ...."

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** Ritorno a Versailles ***


 
Ritorno ad Versailles

Oscar era seduta sul muretto del giardino, vide un ombra avanzare alle sue alle sue spalle.
Una voce, un gesto, i riflessi pronti.

“Zia, abbiamo qualcosa in sospeso … prendi al volo!" disse Francois lanciando l'elsa, che prontamente l'afferrò.
Con un mezzo sorriso, Oscar sguainò la spada e con tono di sfida rispose: “ Come vuoi, caro nipote, sono a tua disposizione!... Aspettavo da tempo questo momento. Avanti fatti sotto …”



Il generale  non  perse una sola sillaba dei due, si appoggiò al muro del patio e a braccia conserte assistette con orgoglio il duello appena cominciato.

I due incrociarono le spade e sferrando un colpo dopo l’altro, zia e nipote era al centro del giardino.

Poco dopo Andrè tornò da Parigi, aveva appena varcato il cancello del palazzo quando udì il rumore inconfondibile delle lame, ridacchiando mormorò: “Questi solo loro!... Francois non è riuscito ad attendere ancora!

Andrè con le briglie alla mano portò il cavallo a passo, si avvicinò, ai duellanti e osservò con attenzione la disputa.


Oscar era una furia, non lasciava spazio al suo avversario.
Sotto il sole cocente di Luglio, i due si batterono come due valorosi avversari, nessuno dei due lasciava lo spazio all’altro.
Il sibilo delle spade in breve tempo fece radunare gli ospiti del palazzo che assistendo a un duello così acceso, rimasero esterrefatti.


"Charles hai mai visto nostra cognata battersi?"
"Mai, Louis! ... E'la prima volta..."
"E' davvero incredibile! ... Io non ho mai visto nulla di simile!"
"Già... ho sempre sentito decantare la sua destrezza ma, mai l'ho vista maneggiare con le armi ..."


Andrè che nel frattempo si avvicinò al Generale disse: “Francois non ha più il controllo, non riuscirà a batterla.”
“Come potrebbe! Guardala, è una furia! Sembra che il tempo di inattività l’abbia giovato. Sta tirando fuori tutta la destrezza di un tempo!" ribatté con orgoglio.
"Già ... Ormai Francois è in difficoltà..."


Charles stupito da quel incredibile duello, si passò la mano sul mento e sussurrando ad Adrien, disse: “E’ incredibile! Non ho mai visto nulla di simile!”
“Non a caso nostra cognata è stata al servizio dei sovrani per ben vent’anni! Non ti pare?”

"Già ....."


“Avanti Francois... basta indietreggiare prova ad attaccare …”


I colpi erano così veloci e imprevedibile che il ragazzo a malapena riusciva ad ammortizzarli. Tra un colpo e l'altro, i due sfidanti erano davanti alla fontana, Oscar fece un salto portandosi sul bordo, ancora un ultima mossa e fece balzare la spada in aria per poi incrociarla con la sua.
Gli occhi azzurri del ragazzo si sgranarono, rimanendo impressionato  da quel incredibile duello.

Oscar  si passò il braccio sulla  fronte bagnata, disse: “Francois hai ancora molto da imparare, devi allenarti se vuoi far parte nell'esercito!

"Zia ... io .... non credo che riuscirò mai a batterti!"
"Non dire sciocchezze, devi solo allenarti!"

I più piccini che assistettero allo spettacolo batterono le mani esclamando: “Bravissima zia Oscar!”


Respiro affannato, gocce di sudore impregnate sul viso del ragazzo che incalzò: “Zia sei incredibile!... Nemmeno in accademia ho avuto maestri del tuo livello.
“Devi allenarti ancora tanto, la destrezza con  le armi è indispensabile se vuoi davvero intraprendere la carriera militare.   Potresti trovarti  in situazioni difficili e rischiare la vita in qualsiasi momento. Non dovrai mai abbassare la guardia .”
“Si, zia, avete ragione. Riconosco di avervi sottovalutata. D’ora in poi  mi impegnerò negli allenamenti, ma promettetemi che mi darete qualche lezione.”
“Certo, se lo vorrai,  ci alleneremo tutti i giorni.”

 
 
Il sole  cocente e il caldo torrido, costrinse  tutti ad entrare in casa,  commentando ciò che avevano appena assistito.
 
Oscar, passò per la cucina e domandò alla servitù: "Il bagno è pronto?"
"Si, certo, madame!"
"Bene!" rispose salendo in tutta fretta in camera sua. Prese i vestiti puliti che erano nel cassetto ed entrando nella toillette mormorò: "Sono tutta sudata, ho bisogno di rinfrescarsi un poco.

Si immerse nella vasca e rilassandosi, sussurrò: “Un bagno rilassante era proprio quello che ci voleva! ... Chissà se André è tornato da Parigi?! Non l'ho visto per tutto il tempo...” la porta si aprì improvvisamente che la fece sussultare. “Chi è là?”
“Sta calma sono io, non hai nulla da temere.”
“Sei tu Andrè? Mi hai spaventata!”
“Chi altri poteva osare entrare senza bussare!... Ih ih ...”
“Perché mi guardi così? E soprattutto perché continui a ridacchiare in quel modo!”
“Forse non lo sai?!!  Eccetto tuo padre e me, hai lasciato l’intera famiglia sbigottita, forse è meglio dire sbalordita!” rispose avanzando verso di lei.
“Non esagerare! Quindi eri presente? Non ti ho visto ..…” rispose strofinando la pezzuola sul corpo.
“Come potevi vedermi se eri presa dal duello! E poi, riguardo a ciò che ho detto prima, non esagero affatto!... Di sotto non parlano d’altro. Dovresti vedere tuo padre con quanto orgoglio sta raccontando le tue gesta eroiche.”
“Oh finiscila Andrè! Basta, non aggiungere altro …” concluse immergendosi completamente nella vasca lasciando galleggiare l’oro dei capelli.
 Andrè eccitato da quella quella  improvvisa immersione appoggiò le mani al bordo vasca e disse: “Desidero aiutarti.”
“Aiutarmi? A fare cosa?"
"Non lo immagini?"
"André sei incredibile, non ti stanchi mai! Ah ah ah ..."
"Stancarmi di chi? Di te? Mai!..."
"Su, dai! Piuttosto raccontami, Arras ha il suo nuovo sindaco?”
“Si, Arras ha il suo nuovo sindaco, adesso non mi resta che comunicarlo ai membri del comitato municipale.”
“Chi l’avrebbe mai detto! Alain sindaco! Chissà cosa accadrà a quella gente! Ah ah ah ah ...” rise immergendosi nuovamente nella vasca, lasciando Andrè ancora una volta in balia della sua passione.
"Basta, non resisto più. Sono un uomo non un Santo!" mormorò togliendosi gli abiti e infilandosi nella tinozza, mettendosi dietro di lei.
“Questa poi … cosa fai?"
“Raggiungo la mia spadaccina che mi ha provocato per tutto il tempo! ... Credevi di  passartela liscia! Beh, hai fatto male i tuoi calcoli … Sono seduto dietro di te e ti lavo la schiena .... ” disse in un soffio di voce baciandole il collo. “Sei splendida signora Grandièr!”
“Tu sei pazzo Andrè … Ah ah ah ... ”
“E’ vero sono pazzo, ma pazzo di te!”
 

11 Luglio 1790


Al palazzo Jarjeyes giunsero Marianne, George e la piccola Adeline, furono accolti con gioia. La piccola fu coccolata da tutti, era appena più grande di un mese  di Aurora e Gabriel.


“Sorellina sei unica!! Anche in questo ti sei distinta! Hai messo al mondo ben due bambini contemporaneamente, certo che tu e André non avete perso tempo.” Sua sorella Michaela incalzò: “E’ non è niente! Immaginate se decidessero di avere un altro figlio, raggiungerebbero immediatamente il numero di Josefhin che di figli ne ha ben quattro!” “Ma cosa dite?”
"Ah ah ah ah ......"
 
 
10  LUGLIO 1790

Mancavano cinque giorni alle nozze di Francois e Christine, ormai, tutto era pronto. La cerimonia si sarebbe svolta come da tradizione nella cappella dei Jarjayes e il ricevimento sarebbe avvenuto nel giardino del palazzo.
Quella mattina, al palazzo non c’era nessuno all’infuori  di Oscar e Andrè che  rimasero a chiacchierare nel salone mentre il generale  felice giocava in giardino con i suoi nipoti .


“Oscar sei sicura che non ti occorre nulla per la festa?”
“Assolutamente nulla, Andrè! Non ricordi che mi hai fatto comprare più abiti in occasione del matrimonio di Alain? Ho tutto l'indispensabile per prendere parte all'evento!”
“A differenza delle tue sorelle che sono andate  a Parigi per gli ultimi acquisti, tu come sempre non hai bisogno mai di nulla!” “Ma Andrè, cosa me ne faccio di altri abiti se sono davvero rare le occasioni in cui l’indosso! E' sciocco acquistare il superfluo!”  
“Sicura che non ti servono nemmeno le scarpe?”
“Sicurissima! Quelle che ho, andranno benissimo.”

"Come vuoi ..."

Michel accompagnò in sala un ospite.


“Andrè è appena arrivato il tuo amico Alain!”
“Buongiorno Alain!”
“Buon giorno a voi, amici! ..... Comandante, prima di entrare ho visto vostro padre giocare con i nipotini! ...... Accidenti! Però! ... Andrè come si è ammorbidito tuo suocero. Sinceramente da un uomo come lui non me lo sarei mai aspettato! Sembrava un osso duro invece al vecchio despota gli è bastato avere a che fare con qualche marmocchio per cambiare atteggiamento! Scusatemi comandante!”
“Alain è mai possibile che tu debba essere sempre tanto irriverente?”

“Non dire così amico! Al momento opportuno, so essere anche rispettoso con i miei superiori! .... Allora Andrè mi sono finalmente liberato dalla divisa. Adesso sono a tua completa disposizione per l’incarico di sindaco; anche se, sinceramente non saprei da dove cominciare!”  
“Sii serio Alain! Comunque sappi che ho già informato i membri del comitato.  Da questo momento Arras ha  un nuovo sindaco.  Ti aspettano la settimana prossima per l’investitura.Io verrò con te!”
“Alain, come l’ha presa Alice del tuo nuovo incarico?”
“Bene comandante, anzi, non vede l’ora di mettersi in viaggio e cambiare aria! Naturalmente tutto questo dopo che sarà nato il bambino. Ovviamente la precederò. Tornerò per l’evento e la porterò con me! .... E poi, sono anche curioso di vedere la  fabbrica.”
 
 

Il Generale  era in giardino  giocava con  nipoti, quando vide arrivare un soldato  in sella al cavallo che avanzando in tutta fretta si   fermò davanti  all’ingresso  del portone. La voce del messaggero fu udita anche dai   tre che erano all’interno della casa.

“Ho un messaggio per il Colonnello Oscar Francois de Jarjayes …”
Oscar trasalì, mormorò: "Cosa!! Ma ... che sta succedendo? Perché mi hanno interpellato con il mio grado militare?"
André ribatté: "Andiamo a vedere..."

Seguita da Andrè e da Alain si precipitò in giardino.
Il soldato continuò: “Chi di voi è il Colonnello de Jarjayes?”
Oscar fece un passo avanti e con tono fermo e deciso rispose: “Sono io. Cosa volete?”
“Siete pregato di recarvi immediatamente al Quartier Generale per una comunicazione urgente! …”
"Cosa sta succedendo?" mormorò Oscar mentre i quattro presi alla sprovvista si guardarono sbalorditi.
Il Generale istintivamente strinse a sé il piccolo Gabriel.
“Cosa vogliono da me da me!” domandò Oscar al soldato.
“Non mi è dato saperlo ma vi informo che la nuova sede del Quartier Generale è a Versailles.”


Dopo il rapporto, il soldato si mise sull’attenti e ripartì a cavallo. Oscar e gli altri ancora  increduli, lo videro allontanarsi e sparire oltre il cancello.


Alain  sussurrò: “Cosa diavolo vorranno da Voi Comandante?... Non credo che vorranno arruolarvi nell’esercito dopo aver buttato giù la Bastiglia! Ih ih ...”
“Alain ti prego!! ....Però, non capisco! … Andrè sella i cavalli non posso aspettare, voglio sapere immediatamente cosa vogliono da me …”
“Oscar calmati …” “Padre, sapete qualcosa in proposito?”
“Vengo dal Quartier Generale ma non mi hanno detto assolutamente nulla! Lo sai, sia Bulliè che Deronè sono stati rimossi dai loro incarichi ed io conosco ben poco i nuovi membri del comando, quindi non posso dirti nulla al riguardo.”
“Bene significa che lo sapremo oggi stesso. Su Andrè andiamo!
 
 
Cavalli a galoppo, i due percossero la strada che portava alla reggia.

Ancora cavalli al galoppo, fino a scorgere  l'orizzonte e infine  il cancello della reggia.


"Sento il cuore sobbalzare dal petto, ma cosa vorranno da me?" pensò mentre era davanti al cancello che era sorvegliato da due soldati.


“Sono il Colonnello Oscar Francois de Jarjeyes,sono stata convocata al Quartier Generale. Aprite il cancello!"


Il cancello si spalancò, Oscar e Andrè percorsero i giardini della reggia   in sella ai loro cavalli.

La visione di quei luoghi era cambiata:  un tempo era  gremito   da  dame e  gentil uomini, adesso le uniche presenze erano quelle dei soldati.
Gli splendidi fiori che un tempo ornavano i giardini, fecero posto alle erbacce. Lo splendore di un tempo apparteneva a un passato ormai  lontano.


Oscar e André  legarono i cavalli e percorsero l’entrata che portava al palazzo. Quando alle loro spalle udirono una voce familiare: “Colonnello Jarjayes …”
 “Girodelle, cosa sta succedendo? Perché sono stata convocata al Quartier Generale?”
“ Non è compito mio informarvi della faccenda. Vi stanno aspettando nella sala del consiglio..."
"Posso almeno sapere chi mi sta aspettando?"
" Oltre ai capi dell’esercito, ci sono gli esponenti dell’Assemblea Costituente. Mi riferisco a Robespierre e a Chatelet. Venite con me!”


A  Passo deciso percorsero i corridoi del palazzo.
Ogni stanza, ogni angolo della reggia che Oscar percorreva, sentiva il passato tornare prepotentemente.

Un passo e ancora un altro, erano dietro la porta.
Girodelle bussò, l’apri e annunciò: “Signori, è arrivato il Colonnello Jarjayes.”
Bernard Chatelet, rispose: “Fate passare …”


Girodelle si fece da parte e mettendosi sull'attenti, invitò Oscar e Andrè ad entrare.


“Buongiorno signori …”
Bernard, incalzò: “Prego, venite avanti, accomodatevi! ... Oscar, André, siete due nostre vecchie conoscenze e non abbiamo bisogno di formalismi .”

"Certo Bernard!" rispose Oscar accomodandosi con suo marito. “Bernard ma cosa succede?”
Robespierre intervenne: “Ve lo spiego io Colonnello! ... Vedete, tra qualche giorno ricorre l’anniversario della presa della Bastiglia. Per l’occasione, è stata organizzata una festa della Federazione che si svolgerà presso il Campo di Marte di Parigi. Abbiamo deciso di organizzare una manifestazione. Ci saranno i rappresentanti delle truppe federate del paese; oltre  La Fayette,  saranno presenti i sovrani che giureranno fedeltà alla nascente costituzione. Ci saranno le parate militari e infine, verrà celebrata una messa. Per l’occasione, verranno distribuiti   vivande ai cittadini …“

 “Scusate ... ma io cosa c’entro in tutto questo?!”
“Centrate eccome Colonnello! Siete invitata con i vostri Soldati della Guardia a presenziare alla manifestazione, proprio per il ruolo fondamentale che avete avuto per la presa della Bastiglia!”
“Cosa! Ma signori …”
Bernard continuò: “La tua presenza è fondamentale, non puoi tirarti indietro. Naturalmente, tu  e gli ex soldati della Guardia Metropolitana dovrete  presentarvi in uniforme al Campo di Marte alle dieci del mattino. La comunicazione arriverà in giornata anche agli ex soldati." Robespierre incalzò: "Allora Jarjayes è tutto chiaro? Vedo che siete sbiancata in volto!... Non preoccupatevi, il nostro sarà solamente un omaggio  per il contributo che avete dato in favore alla nostra causa. I francesi devono ricordare che è stato grazie a voi e ai vostri uomini che Parigi non è stata rasa al suolo quel quattordici Luglio! E non è tutto, accanto al nome della piazza dove sorgono ancora i resti della Bastiglia, verrà  eretto un monumento in memoria ai caduti di quelle giornate, inoltre, affiggeremo una targa non solo in vostro onore ma anche dei vostri soldati.”


I due annuirono.

Bernard continuò: “Andrè, Oscar non avete nulla da dire?”
Oscar ribatté: “Signori per quanto mi riguarda credo che tutto questo sia eccessivo.”
Robespierre incalzò: “Niente affatto! Questo è  un riconoscimento per il contributo che avete dato. I parigini non dovranno mai dimenticare che è stato merito vostro e dei soldati della guardia che Parigi non è stata rasa al suolo! ... Sapete bene che la vostra famiglia a differenza degli altre, non è stata costretta a fuggire all’estero  per via delle persecuzioni nei confronti dei nobili e come se non bastasse, tutti noi sappiamo quello che state facendo per Arras! ... Tranquilla Comandante, non ci sono doppi fini in tutto questo. Dopo la cerimonia non sarete legati a noi in nessun modo, a meno che non sarai tu a volerlo. Per quello che mi riguarda non ho più nulla da aggiungere!”
Uno dei Generali, concluse: Jarjayas non Vi resta che accettare, questo è una decisione presa dall'Assemblea Costituente che al momento ha il potere decisionale!"
Oscar, mormorò:" E va bene Signori! ... Saremo al Campo di Marte il quattordici Luglio!"


Erano sull’uscio della porta, quando un ultima frase di Bernard gli fecero arrestare il passo: “Oscar, vi aspettiamo con i vostri uomini al campo di Marte il quattordici Luglio!”
“Si, certo Bernard.”

Oscar tirò a se la porta e guardando Andrè disse: “Tutto questo è assurdo! ... Dovrò ... indossare la divisa ... ma questa sarà davvero l’ultima volta!”

Percorsero nuovamente i corridoi dalla reggia di Versailles senza voltarsi indietro con il proposito di gettarsi definitivamente alle spalle un passato diventato davvero ingombrante.

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** L'onorificenza ***


 
L'onorificenza


In preda all’impeto, Oscar tirò Cesar al galoppo, lasciando André dietro di sé.
 

Arrivati nelle scuderie di palazzo Jarjayes, André legò i cavalli e ripose le selle mentre Oscar si sedette sullo sgabello, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e intrecciando le mani annuì.
Andrè vedendola pensierosa, si avvicinò e mormorò: “Cos’hai? Sei taciturna da quando abbiamo lasciato Versailles.”
“Andrè tornare  alla reggia mi ha turbata non poco, è stato come aver rivisto il passato …"
“Oscar, a te non fa piacere ricevere l’encomio.”
“Andrè ma ci pensi, il mio nome insieme a quelli dei cinquanta soldati che hanno fatto parte del reggimento,  affisso in piazza! E'… così … assurdo!  Dopo tutto, abbiamo fatto qualcosa che  ritenevamo giusto e poi, immagina di partecipare a una parata militare anti monarchica in presenza dei sovrani. Tutto questo ha dell’incredibile!... Stendo a crederci!”
“Ascoltami Oscar, è vero quello che hai appena detto ma ricorda, la stima e l’amicizia che ti lega ai sovrani va oltre alle tue scelte politiche. Certo visto in questo modo sembra un paradosso ma i tempi devono cambiare ed è giusto che sia così!" disse avanzando e prendendo le sue mani la fece alzare. " Abbracciami e non tormentarti più! ...... Su andiamo, ci stanno aspettando.”
 

Era quasi ora di pranzo, il tavolo era apparecchiato, c’erano tutti, mancavano soltanto Oscar e André.
Aurora era in braccio a Francois che appena vide il papà attirò la sua attenzione lanciando un grido.
Andrè tese le braccia e abbracciandola disse: "Mi stavi aspettando, vero principessa? Su vieni dal tuo papà!
Anche Gabriel appena vide la mamma si gettò tra le sue braccia e stringendo il suo bambino, sussurrò: "Ti sono mancata! ... Ache tu, tesoro mio! ..."
Silvie intenerita dalla scena, disse: " Ehi, questi due piccini hanno sentito davvero la vostra mancanza, però che accoglienza!"
"Già...." sussurrò Oscar accarezzando il piccolo.

Il Generale domandò: “Allora cosa è successo al Quartier Generale, perché ti hanno convocata?”
Oscar fece un respiro profondo e rispose: “Padre ciò che ho da dirvi ha dell’incredibile! Non avrei mai pensato che un giorno avrei indossato nuovamente la mia uniforme …”
“Cosa intendi dire?”
“Il quattordici Luglio al Campo di Marte alla presenza dei membri dell’assemblea, ci sarà il giuramento da parte dei sovrani per la costituzione e al contempo ricorre il primo anniversario della presa della Bastiglia. Come tutti sappiamo,la Bastiglia rimane il simbolo della rivoluzione …”
“Si, però ... non capisco, perché ti hanno convocata.”
“Padre l’Assemblea Costituzionale capeggiata da Robespierre e Bernard, ha deciso di conferire l’encomio solenne al reggimento dei soldati della Guardia Metropolitana e … al loro comandante..."
"E per quale motivo?"
"Per aver impedito ai cannoni della Bastiglia di distruggere Parigi, evitando così di commettere una strage …” -
Gli sguardi di tutti erano attoniti.
Oscar continuò: “Nella piazza dove ci sono ancora i resti della fortezza, verrà affissa una targa dove sarà inciso il mio nome e quelli dei miei soldati.”
Un bisbiglio nella stanza così grande che fece un boato.
Francois esclamò: “E’ incredibile!! Nonno, ci pensate il nome dei Jarjayes affisso in piazza?!”
“Bene Augustin hai sempre desiderato che il nome della nostra famiglia non scomparisse con le nostre figlie, adesso, sta pur certo che rimarrà nella storia di Francia!” esclamò Margherite, travolgendo tutti in una sonora risata.


Oscar con in braccio il piccolo Gabriel, si sedette sulla poltrona avvertendo un senso di spossatezza .
Andrè disse ai servitori: "Portate del vino, questo evento merito un brindisi!"
Sissignore!" ribatté Michel versando il liquido rosso nelle coppe.

Andrè alzò il calice e disse: “So che Oscar non è molto propensa a fare discorsi, quindi Signor Generale tocca a voi innalzare per primo il calice e dissertare! ..... Pendi il calice Oscar, devi brindare con noi."

Augustin alzò il bicchiere, esclamò:“Brindo a questa meravigliosa famiglia!”
Oscar, mormorò:“ Non è possibile il mio nome, quello di Andrè e degli altri soldati affissi in piazza! E' incredibilmente assurdo!”
 

14 LUGLIO 1790
 

“Sei sicura che ti entrerà ancora la divisa?”
“André, cosa vorresti dire?”
“Non puoi negare che stai meglio adesso che prima …”
“Non capisco cosa intendi con prima e adesso! Vuoi forse dirmi  elegantemente che sarei … ingrassata?”

“Ah ah ah ah ... Su non prendertela, sto scherzando! .... A me piaci così!”
“Allora insisti a dire che sarei …”
“Veramente Oscar e da una settimana che ti vedo un po’ appesantita e …”
“Basta Andrè! Smettila se non vuoi che stasera, tu faccia compagnia ai cavalli! Stavolta giuro che non vengo  a salvarti dalla solitudine!”
"Ah ah ah ... Su sbrigati! Non vedo l’ora di rivederti vestita di blu come un tempo! ... Abbracciami e non arrabbiarti!”
“Non sono arrabbiata ma adesso esci che devo vestirmi.”
“Cosa? E da quando in qua devo uscire perché tu debba vestirti!”
 “Da adesso. Ti conosco Andrè, hai uno sguardo che non mi convince, sono sicura che non mi faresti ….”


Andrè, le si avventò sulla bocca, perdendosi in un bacio appassionato .......

“Devo ammettere che mi conosci alla perfezione. Quindi, sai che non uscirò affatto da questa stanza. Io resto qui…..”
 
 

Andrè e Oscar indossarono le loro divise, percorsero il corridoio  e scesero  la scalinata.

“Oscar, dobbiamo radunarci davanti al cancello dalla caserma, è lì che i nostri amici ci stanno aspettando.”
“Ma non c’è nessuno!”
“Ci hanno preceduti, sono tutti sul luogo della commemorazione, in casa sono rimasti i più piccoli! .... Mi dai la mano Comandante?”
“Quella te l’ho  già data da un pezzo soldato!”  
 
"Vero ... ma desidero ancora un bacio dal mio bellissimo Comandante ......."  


Partirono a galoppo lasciando il palazzo Jarjayes.
 
Davanti alla caserma dalla Guardia Nazionale, si radunarono gli ex soldati della guardia.
“Ehi Alain! E cosi diventerai il primo cittadino di Arras!"
"Ih ih ... Già, come volano le notizie!"
" Non oso nemmeno immaginare lo scompiglio che porterai! Ah ah ah."
“Io! … Gerard, spero di essere migliore di quella marmaglia che ci ha governato fin ora!”     
“Ah ah ah ... Sassoin, sono sicuro che i tuoi concittadini, saranno ben lieti di sapere che hanno come sindaco un soldato che addirittura oggi, verrà proclamato eroe nazionale ah ah ... ” esclamò Martin che coinvolse tutti gli altri in una fragorosa risata.

Da lontano i soldati scrutarono altri due soldati, uno di loro si distingueva dall’oro dei capelli.


“Eccoli, sono arrivati!”
Alain vedendola arrivare, ebbe un tuffo al cuore.


Quanto sei bella!... Più di allora!


I due cavalli si arrestarono. Il comandante era di fronte ai suoi soldati che si misero sull’attenti.
Il primo disse: “Ben tornata tra noi Comandante!”
“ Soldati, a quanto pare, siamo radunati ancora una volta davanti a questo cancello! ... Credo che nessuno di noi  avrebbe immaginato che un giorno ci saremmo ritrovati nuovamente qui con addosso le nostre vecchie uniformi! ... Sono rammaricata per i nostri amici che non sono più tra noi. Il mio pensiero in questo momento va a loro!”...

Ciascuno abbassò il capo  per omaggiare i loro compagni caduti in battaglia.

“ Io non sono di molte parole e lo sapete ma mi è parso doveroso, omaggiare la loro memoria! ... Bene, non ci resta che partire per il Campo di Marte.”
"Agli ordini Comandate!"

In sella ai loro cavalli, il comandante con i suoi soldati partirono al galoppo. Mancava poco per arrivare a destinazione, da lontano si percepiva aria di festa.
Il reggimento di Oscar scorse una moltitudine di persone e portarono i  cavalli al passo.
Gli ex soldati della guardia furono  in prossimità  dei  capi dell’Assemblea Costituente e la gente non appena li videro arrivare, presi dal fervore, esclamarono a gran voce: “Evviva il Comandante Jarjayes! Evviva i Soldati della Guardia! Evviva la Francia!”

Dopo l’ovazione, si susseguì uno scroscio di applausi. Tra la folla c’era anche Alice che guardava con ammirazione il suo Alain.
Girodelle a capo del suo reggimento presidiava l'ordine pubblico.
Augustin e Margherite erano mescolati  tra la folla insieme alla loro famiglia.
Lo sguardo di Augustin brillò per l'emozione, Margherite invece, si passò il fazzoletto sulle gote.
Ancora cavalli a passo, i Soldati della Guardia si fecero largo tra la folla raggiungendo i membri della Assemblea.
 Oscar sollevò lo sguardo, qualcuno dalla tribuna  la osserva: erano i sovrani.
Sguardo nello sguardo.
Furono attimi di imbarazzo che si annullarono dal discorso di Robespierre che invitò il Comandante e i suoi soldati a raggiungerli in tribuna. L'uomo strinse la mano prima ad Oscar ed  a susseguirsi i Soldati della Guardia.
Robespierre parlò alla folla: “Cittadini! … A nome dell’Assemblea Costituente e di tutti i francesi, vogliamo ringraziare  il Comandante Oscar Francois de Jarjayes e i suoi soldati della Guardia Metropolitana, non solo per aver preso parte alla lotta per la libertà ma per aver difeso la nostra città dalla distruzione certa …”
Ancora una volta, ci fu l'ennesimo scambio di sguardi tra Oscar e la regina.
Robespierre continuò: “Ed è per questo motivo che conferiamo un encomio  solenne al Colonnello Oscar Francois de Jarjayes e ai suoi Soldati della Guardia.”


Dopo gli applausi a ciascuno venne appuntata la medaglia al valore davanti a centinaia di persone. Fu una giornata memorabile.
 Quel giorno i sovrani giurarono fedeltà alla Costituzione.
 
In piazza, davanti alla Bastiglia fu eretto un monumento  in onore ai caduti e fu affissa al muro una targa.
Bernard Chatelet prese la parola: “Da questo momento, questa  via  prende il nome di “Piazza della libertà," sotto è riportato quanto segue:"In onore di Oscar Francois de Jarjayes e dei suoi soldati ….”

Furono letti,  tutti i nomi dei cinquanta soldati  che presero parte alla rivoluzione.
 
Dopo la cerimonia solenne, la folla si radunò intorno agli eroi per omaggiarli. Ancora una volta furono acclamati. Ennesimo scroscio di battimani.
 
 

Palazzo Jarjayes

Dopo il pranzo, la famiglia Jarjayes si  riunì nel salotto a sorseggiare l’ultimo bicchiere di vino mentre  i più piccoli furono mandati nelle loro stanze  per il sonnellino pomeridiano.


“Oscar hai l’aria stanca, è stata una giornata piuttosto difficile!” disse Adrien.
“Per fortuna che è finita! Ho avuto l’impressione  che la cerimonia  non terminasse mai.”
“Dai sorellina, tutto sommato è andata bene! Quando ho visto la folla accalcarsi, ho temuto che non ne uscissi indenne.” incalzò Michaela.
Silvie guardò suo padre e continuò: “Padre da oggi il nome dei Jarjayes è esposto in piazza! Cosa ne dite?”
Oscar ribatté: “Veramente Silvie ci sono altri nomi tra cui quello di Andrè e quello del nuovo sindaco di Arras! Ah ah ah ...”
 

“Andrè si avvicinò a  Francois, disse: “Mancano solo tre giorni al tuo matrimonio, le tue zie sono in fermento per i preparativi.”
“Si, tutte, tranne zia Oscar che non si preoccupa minimamente di cosa indossare! br>“Se fosse per lei indosserebbe gli abiti di sempre Francois!"
“A proposito zio, mi hanno assegnato  l’incarico di Comandante nella Guardia Nazionale! Adesso occupo il posto del tuo amico Alain.
“Dici davvero?! Ma lo sai che in quella caserma, Oscar ed io abbiamo prestato sevizio!”
“Davvero!!”
“ Si, proprio in quella compagnia!”
 
 

“Scese la sera, Andrè e Oscar erano nella loro camera, sdraiati sul letto e giocavano con i loro bambini.


"Ma ... Mamma..."
“Andrè l’hai sentita? Aurora mi ha chiamata mamma!”
“Si, Oscar, l’ho sentita! E' meraviglioso!... Ormai stanno diventando grandi!”
Aurora e Gabriel rotolavano allegramente sul lettone emettendo nuove parole, emozionando ancora mamma e papà!
 
 
 
 
 
Desidero dedicare un piccolo spazio a “ Francois 79”
 


Mi è parso doveroso riconoscere pubblicamente, che grazie ai tuoi  suggerimenti hai stuzzicato la mia fantasia,  rendendo la storia che tutti noi stiamo leggendo e apprezzando “Più avvincente e intricata.”
 
 La storia non appartiene solo a chi la scrive ma a tutti coloro che come voi  sanno consigliare e soprattutto incoraggiare.
Come ha detto qualcuno, questa non è una gara da “Professori di premio Nobel”
L’importante è trascorrere qualche minuto  a sognare e perché no, divertirci un po’, lontano dai nostri problemi quotidiani.
 
Ringrazio ancora una volta  tutti coloro che continuano a recensire. Un saluto anche a tutti i miei lettori silenziosi e buon proseguimento.

Ritorna all'indice


Capitolo 48
*** Festeggiamenti al palazzo Jarjeyas ***


Festeggiamenti al palazzo Jarjeyas


Nanny era in cucina, preparava l’impasto per il dolce quando udì dei passi alle sue spalle.
“Nonna, hai visto Oscar?”
“Tua moglie è in giardino con Francois. Quei due si stanno battendo come  forsennati!… Benedetta ragazza, sta facendo impazzire suo nipote con questi allenamenti!”
“Impazzire!"
“Tu la conosci, non c’è una sola volta che gli conceda  la vittoria e quel ragazzo  si incaponisce ancora di più a volersi allenare. Si è messo in testa di  battersi con la zia tutti i santi giorni! … A pensarci bene,  buon sangue non mente! ... Non so chi dei due sia più testardo. Spero almeno che non si facciano del male.”
“Su nonna, temi sempre per l'incolumità di Oscar, perché piuttosto non riversi un poco della tua  l’attenzione sui nipotini più piccoli!.. Nonna, ieri per la prima volta, Aurora ha chiamato mamma la tua madamigella Oscar!” raccontò felice abbracciando sua nonna. Poi prese una mela dal cesto che era sul tavolo e guardandola, continuò:"Cosa ti prende adesso? Perchè quelle lacrime?”
“Come sarebbe a dire che mi prende! Non mi hai appena detto che Aurora ha chiamato mamma la mia bambina? Non è forse, un buon motivo per emozionarmi?"
"Nonna, invece di gioire, tu piangi?"
" Nipote irriverente, esci fuori dalla cucina!"
"Ih ih ih .. Vado nonna! .... Vado a vedere come la mammina batterà il suo nipotino! Ah ah ah..."
"Oh André sei uno screanzato!"


Andrè si sedette su un muretto per mangiare la sua mela e assistendo al duello tra un boccone e l’altro mormorò: “Non hai scampo Francois, non riuscirai a batterla.”

“Sei qui Andrè?!”
“Siete Voi Signore!”
“Quei due si stanno battendo come due leoni.”
Andrè diede l’ultimo morso alla mela, ribatté: “Sarà, ma guardate! Francois, non riuscirà ancora per molto a sostenere gli affondi di Oscar …”
Dei passi, una voce: “Scusate Generale …”
“Cosa c’è Michel?
“E’ arrivato per voi un dispaccio dal Quartier Generale.”
“Arrivo subito! Andrè, vado nel mio studio, dopo mi racconterai come è finita la disputa.” “Come volete che finisca Signore! Ah ah ah ...”


Un tonfo.
André vide il ragazzo cadere nella fontana, si alzò, e stiracchiandosi mormorò: “Lo sapevo che prima o poi, sarebbe toccato anche a te!”
 

"Francois, non era mia intenzione farti scivolare nella fontana..."
Andrè andò incontro ai due disse: “Immaginavo che sarebbe successo anche a te!”
“... Sono inciampato!"
mormorò il ragazzo tirandosi su.
Oscar incalzò: “Tutto bene Francois?”
“Oh ma senti mia moglie!…No c’è stata una sola  volta che ti sia preoccupata per me quando  ci sono finito dentro! Anzi, ti è sempre piaciuto  prendermi in giro!”
“Dai Andrè per noi era diverso! Ci allenavamo e al contempo ci divertivamo.”
“Peccato però che l’unica a divertirsi  eri sempre  tu, visto che ci sono sempre finito io dentro la fontana! Ah ah ...  Francois sei fortunato che siamo in pieno Luglio, un rinfrescata non è poi così spiacevole, soprattutto che oggi fa particolarmente caldo! .... Pensa, che una volta ci sono scivolato in pieno inverno, era Gennaio ...
"Andrè ricordi addirittura il mese!"
"Come potrei non ricordarlo! Dopo due ore nevicò! ... Se ci ripenso sento ancora i brividi di freddo! Ah ah ah...” “Aspetta Francois ti faccio portare degli abiti asciutti, intanto puoi andare nella stalla, c'è tutto l’occorrente per questo genere di inconveniente. Se dovessi entrare adesso in casa, sentiresti la nonna strillare! … Su vieni con me! ........... Su entra … guarda! Qui c’è un mobile con degli asciugamani."
" Nelle scuderie c'è un armadio?!"
"Si, è stata un'idea di André: da ragazzi giocavamo spesso con l'acqua della fontana quindi eravamo quasi sempre bagnati e per non sentire i rimproveri della nonna, abbiamo pensato di mettere un piccolo armadio! ... Guarda, ci sono degli asciugamani!”
“Deduco che da ragazzini eravate alquanto vivaci!”
“Vivaci? Prova a parlare con la nonna! Ah ah ah ....”
“Comunque zia, credo che tu non sia cambiata molto.”



André entrò nella stalla con gli abiti asciutti e disse: “Ho portato i vestiti! ... Asciugati bene! Anche se siamo in piena estate, potresti raffreddarti e non mi sembra il caso, visto che dopo domani ti sposi!”

"Grazie zio!"
"Oscar sei incorreggibile. Pensa che la nonna poco fa, si è lamentata perché a suo dire, non lasci nessuna possibilità di vittoria a tuo nipote.”
“Secondo te, dovrei perdere deliberatamente?!”
“Assolutamente, altrimenti lo pretenderei anch’io! Aha ha ha .. Meglio andare, così potrai cambiarti! A dopo Francois!"
" A dopo!"  
 
“Nanny … Nanny, dove sei?”
“Sono in cucina Signor Generale!”
“Hai visto Francois? Devo parlargli.”
“Andrè mi ha detto che è nelle scuderie per cambiarsi d’abito …”
“Come?!”
“Già! … Come supponevo, è finito nella fontana a suon di spada!”
Il generale smorzò un sorriso e annuì.
“Non vedo cosa ci sia da sorridere Signore! Anche se siamo in piena estate comunque quel ragazzo potrebbe prendersi un malanno e come se non bastasse, dopo domani si sposa.”

Dei passi, una voce “Buongiorno padre.”
“Buongiorno a  te Oscar”
 “Nonna dove sono le mele?”
“Le ho messe nell’angolo sul  piano cottura.”
“Si eccole! … Che strano non è da tanto che ho fatto colazione, eppure ho ancora fame.”

Il Generale disse: "Oscar ho ricevuto una comunicazione dal Quartier Generale, devo parlare con te e con Francois. Andiamo nel salone ad aspettarlo."
"Si, certo padre."


Poco dopo, Francois entrò nel salone.
“Cercavo te nipote …”
“ Cosa c’è nonno?”
“Devo parlarti, andiamo nello studio … ”


Riuniti intorno alla scrivania, il generale prese la sua pipa e con lentezza l’accese. Una boccata e ancora un’altra, una nuvola di fumo si propagò nella stanza.

“Come sapete, l’assemblea Costituente ha decretato la divisione del territorio francese in dipartimenti, allo scopo di rendere uniforme la struttura organizzativa della Francia, mantenendo le amministrazioni locali …"
" Padre, pensano che in questo modo il paese possa essere governato in maniera più efficiente, comunque non capisco cosa voglia da Voi il Quartier Generale ....."
"Vedi, mi hanno appena mandato un dispaccio. Vogliono nominarmi  Prefetto."
“Cosa!”
“Già proprio così, spetta a me decidere, se accettare o meno …” il generale si alzò dalla poltrona e dirigendosi alla finestra spalancata tirò un’altra boccata. “Sapete, è già da tempo che avevo deciso di lasciare l’esercito. Stare fuori intere giornate in missione è diventato estenuante. Desideravo ritirarmi a vita privata …”
“Padre, se lo desiderate, fatelo!”
Il tabacco si era consumato, il generale appoggiò la pipa sul tavolo, continuò: “Ho ancora un poco di tempo per decidere cosa fare, non voglio essere precipitoso … dopotutto, il mio lavoro si svolgerebbe all'interno di un ufficio! ...... Francois, c’è una comunicazione che ti riguarda …”
“Cosa succede nonno?”
“Come saprai ti hanno assegnato  il grado di Comandante delle Guardie Nazionali, è la stessa caserma dove prestava servizio tua zia. "
"Si, lo so nonno."
"Mi hanno  informato, che dovrai prendere servizio tra un mese.”
“Cosa! Questo significa che occupi l'incarico di Alain?”
“Si zia, credevo che lo zio Andrè te l’avesse detto!”
“Non ne sapevo nulla, comunque Francois l’incarico che ti hanno assegnato è piuttosto arduo. Ti consiglio avere una perfetta conoscenza dell’uso delle armi!”
Fuori dallo studio si udì  un lamento. Qualcuno bussò, una voce:  “Oscar …”
“Entra Andrè ...”
La porta si aprì e il pianto divenne sempre più insistente.
Oscar si alzò dalla poltrona e avvicinandosi al piccolo, esclamò:“Cosa ti succede Gabriel!"
 il piccolo con le manine stringeva la camicia del suo papà ma non appena udì la voce della sua mamma, si girò, la guardò e allentando la presa si tuffò tra le sue braccia protestando.
Il nonno sorrise.
“Oscar ti esige sta protestando già da un po’!”
Lo strinse a se e  accarezzandogli la testolina, disse: “Cosa c’è Gabriel?  Su piccolino adesso sono qui con te! ... Ascolta Francois,  sei alla tua prima esperienza, ricorda che la maggior parte di quei uomini si arruola per  necessità. Dovrai dimostrare tenacia e fermezza, se vorrai essere rispettato ma allo stesso tempo dovrai tirare fuori le tue qualità umane. Non dimenticare che prima di essere soldati si è uomini!” concluse lasciando lo studio.
Non lo dimenticherò... zia!"  


15 Luglio 1790
Il sole era in alto, era l’ennesima giornata assolata di Luglio. Una vocina svegliò la mamma che ancora dormiva. L’azzurro si schiuse lentamente, la voce roca: “Chi si è svegliato!?”
“Sicuramente è il mangione di Gabriel, lui è sempre il primo.”
“In questo ti somiglia Andrè. Gabriel ha sempre fame …”
La vocina diveniva sempre più esigente.
“Sono stanca Andrè, pensaci tu ..."
“Impossibile Oscar, io non posso sostituirti! E poi, dobbiamo alzarci, oggi si sposa Francois.” disse Andrè precipitandosi dal piccolo per poi portarlo nel lettone.
“Andrè ho ancora sonno ed è tutta  colpa tua!”
“Chissà perché è sempre colpa mia …” le si avvicinò e abbracciandola   continuò: “Invece, è solo colpa  tua!... Sei troppo bella perché possa rimanere insensibile al tuo fascino …” un piccolo bacio che fu interrotto dalla vocina che continuava a protestare.
“Su alzati Andrè togliti di dosso, devo andare di sotto per far preparare la pappa. Tra un po’ si sveglierà anche Aurora.”
Andrè le diede un bacio sul collo, si sollevò, disse: " E va bene, ti lascio andare ma solo perché i bambini cominciano a protestare!"
Umm ... Sei davvero comprensivo mio adorato marito! Ah ah .... Vado di sotto."

Oscar lasciò il letto, si tolse la camicia, si rivestì in fretta e andò in cucina.


"Buongiorno Marie …"
"Buongiorno madame!"
"Gabriel si è già svegliato, è pronta la pappa?”
“Si madame, adesso ci penso io!”



“Nonna dove sono gli altri?”
“Hanno già fatto colazione, gli unici rimasti, siete tu e Andrè!"
"…. Oscar …”
“Si nonna …”
“Vedessi com’è agitato Francois! Povero ragazzo è in piedi da un pezzo!”
“Dov’è adesso?”
“L’ultima volta l'ho visto in giardino.”
“Vado da lui …”
 
 
 
“Ehi!  Francois … cosa fai tutto solo?!”
“Buongiorno zia Oscar!”
“Desidero  scambiare  qualche parola con te prima che cominci questa frenetica giornata. Dunque nipote sei pronto per dare una nuova svolta alla tua vita?”
“Sono emozionato …”
“Lo ero anch’io il giorno del mio matrimonio…”
“Sei felice zia, te lo si legge in faccia.”
“ Andrè è tutto ciò che desidero, come potrei non esserlo! … Ti auguro di essere felice!”
“Grazie zia!”
"Torno di sopra, ho lasciato tuo zio alle prese con Gabriel, sono sicura che si sarà svegliata anche Aurora! ... Francois voglio dirti che sei migliorato moltissimo con la spada.”
“Ma cosa dici?  Se non riesco a  batterti!”
“Questo non significa che tu non stia migliorato.  A dopo!”
 
 
 
 
“Oscar come sempre non sei mai pronta.” “André, io sono sempre veloce quando mi vesto e lo sai! Ci metto più tempo invece, quando devo indossare questo mucchio di stoffe!”
“Cosa! Mucchio di stoffe?!”
“Invece di prendermi in giro, aiutami ad allacciarmi il vestito.”
" Certo, vieni qui, lo faccio con vero piacere!" André sfiorò la sua schiena prima con le dita e poi con le mani. Un tocco e ancora un altro, un bacio sulla schiena e un altro ancora....
“Ah ah ah ..Andrè ti ho chiesto di allacciarmi il vestito, non di baciarmi e poi mi stai facendo il solletico!”
“Si, hai ragione... ma è così difficile resisterti! …”
 
" Difficile dici? Vuoi che chiami qualcuno per aiutarmi ad allacciare il bustino?"  
" No! Desidero farlo io!"

Oscar era pronta nel suo abito azzurro lasciando ancora una volta il suo Andrè inebetito.
“Cos’è quell' espressione?”
“Em … è così raro per me, vederti vestita in questo modo che ogni volta mi stordisci …”
“Ma va Andrè, le tue sono tutte parole, stai esagerato! …”
“Ma cosa dici?! Sei stupenda!”
“Sarà! ... Secondo me, non è proprio l’abito che ti da quell'espressione! Ah ah ah .... !”
“Oscar è meglio raggiungere gli altri, altrimenti rischiamo di non presenziare alla cerimonia …”
 
" Ah ah ... André ...."

 
La cerimonia si svolse nella cappella Jarjayes.
Riccardo Monford e sua moglie erano ben felici di aver dato in sposa la loro unica figlia al nipote di Oscar.
 La festa si svolse nel giardino del palazzo.

L’atmosfera era gioiosa: c’erano gli orchestrali, fiori sui tavoli e vivande di ogni genere, si aprirono le danze, a poco a poco tutti gli invitati si cimentarono nel ballo.
Il generale intrattenne la conversazione con il suo caro amico Legran, invece i bambini di Oscar e la piccola di Marianne erano in compagnia dei cugini più grandi mentre le sorelle Jarjayes discutevano allegramente.
 

“Josèphine,dov’è Oscar?”
“Dove vuoi che stia Silvie?!! E’ con Andrè, quei due sono sempre insieme, non si separano un istante, guardateli!"
“Adesso ci penso io.” rispose Michaela avanzando verso i due.
“ Scusa Andrè se te la porto via ma sai, ci vediamo così di rado che desideriamo la compagnia di nostra sorella!”
 "Eh .. si .. si! ... Oscar, va pure ma ricordati che devi concedermi un ballo!"
"Ah ah ah ... Tranquillo cognato, non te la mangiamo mica! Ah ah ah..”
“Si certo …” replicò impacciato.
Charles divertito gli sussurrò: “Ehi Andrè, te l’hanno portata via! .. Non prenderla, sai come sono fatte le tue cognate! Ah ah ..."
 
La musica diffusa, le risate, le voci dei più piccoli.
 
 
“Finalmente ci siamo tutte!” esclamò Marianne.
 “ Oscar, possibile che Andrè non ti lasci mai un istante da sola?!”

" Beh .. ecco ..."
“Ma su sorellina scherzavo! E' naturale che sia così! Infondo siete sposati da così poco tempo!”
“Si saranno anche sposati da poco ma è una vita che stanno insieme!” ribatté Michaela.
“Si però, almeno raccontaci come ti sembra adesso la tua vita, visto che fino a poco tempo fa eri un soldato e adesso sei  diventata addirittura madre!”
“Ecco e che … è successo così in poco tempo, che non mi sembra vero! A volte ho l’impressione di vivere la vita di qualcun’altro …”
Poco dopo giunse Margherite.
"Tutto bene figliole?"
"Certo madre! Abbiamo solo fatto qualche domanda a nostra sorella, nient'altro!"
" Bene, mi fa piacere vedervi insieme!"


La festa proseguiva, le note degli orchestrali invitavano a danzare.

Gli uomini stanchi della conversazione decisero di unirsi alle danze con le proprie mogli.
Gerard il marito di Silvie disse: “Scusatemi ma desidero fare  un giro di valzer con mia moglie!"
Charles ribatté:" Anch'io farò la stessa cosa, andiamo a divertici con le nostre spose.
Pian piano anche tutti gli altri raggiunsero le consorti.
Andrè si avvicinò ad Oscar per invitarla a ballare quando fu preceduto dallo sposo che disse: “Sono desolato ma zia Oscar balla con me!”
" Va bene Francois ma il prossimo ballo è per me!......"
"Andiamo zia!" disse Francois, prendendola tra le braccia cimentandosi in un valzer.
André andò dalla sposa e disse: " Cristhine mi concedi l'onore di questo ballo?"
"Ma certo zio!"
 
Ancora un giro di valzer, Francois disse: “Zia sei davvero molto bella!”
“E tu sei un adulatore caro nipote.”
 
"Non ti sto adulando, dico solo la verità! ... Sei molto bella vestita così. Peccato che non ti si vede mai in queste vesti!"
"Le tue parole mi mettono in imbarazzo ma ti ringrazio! ...."


Augustin e Margherite guardavano Oscar e Francois nel loro giro di danza, quest’ultima disse: “Guarda Augustin, come si somigliano! Sembrano fratello e sorella! ... E poi li accomuna la stessa testardaggine. Me ne sono resa conto in questi giorni vedendoli sfidarsi a duello.”
“Margherite la verità che abbiamo una bellissima famiglia!”
"Vero mio caro, non sai quanto ne sia orgogliosa!


"Francois, se permetti, ti porgo la tua sposa, ed io mi prendo la mia!"
" Si, certo zio! Immaginavo che non avresti aspettato ancora!"

Un giro e ancora un altro, Andrè prese tra le braccia sua moglie.
" Finalmente! Non vedevo l'ora!"
"André, non sapevo, che ti piacesse ballare!"
" Con te, mi piace fare tutto, anche ballare! .... Sei bellissima, mia dolce e odorabile sposa!"

Ritorna all'indice


Capitolo 49
*** Il nipote di Bouillé ***


 
Erano passati tre giorni dalle nozze . Francois e Christine partirono per la luna di miele mentre le sorelle Jarjayes tornarono alle loro residenze. Prima che tutti lasciassero palazzo Jarjayes, il Generale mise a conoscenza che avrebbe accettato l'incarico di prefetto.
 
 
 
“Svegliati dormigliona sono le dieci, i bambini sono già di sotto con Marie e Loren.”
“Dai Andrè, ti prego lasciami dormire un ancora un po’ …”
“Non è possibile, non fai che dormire! Ieri, mi avevi promesso che saresti venuta con me a Parigi, perciò, ti alzi, altrimenti ti torturo …”
Oscar si mise il cuscino in testa e con voce soffocata ribatté: “Voglio dormire. E poi, come pensi di torturarmi?”
“Come penso di torturarti?! ... Umm... vediamo ... a dire il vero, le idee non mi mancano! ... Potrei solleticarti la schiena oppure … potrei mordicchiarti l'orecchio. Avanti, scegli, cosa vuoi che ti faccia? …"
“Andrè ti prego così non vale! No, non farlo, nooo... ti prego ... ah ah ah...”
“Dammi un motivo valido perché non dovrei ....”
“Perché mi stai torturando per davvero! Ah ah ah ...”
“E’ esattamente quello che desidero …”
“No, lasciami .... non essere dispettoso! Ah ah ah...” disse girandosi di scatto portando Andrè di sotto. “Adesso tocca a me!
“Cosa vorresti fare?”
“Lo vedrai …” nel tentativo di sollevargli la camicia, Oscar si accorse che Andrè  indossava  i pantaloni. “Ma sei già vestito!”
“Sono quasi le dieci. Se l'hai dimenticato, ti ricordo che dobbiamo andare a Parigi.”
“Andrè lascia stare Parigi, tanto Alain sa già che partirete tra quattro giorni. Adesso preferisco restituirti ciò che mi hai fatto!” mugolò baciandogli il petto.
"No... ti prego non fare così, mi fai impazzire..."
“Allora Andrè come è sottostare e subire?
“Magnificamente ma …”
“Ma?!”
Andrè si sollevò e  la riportò giù, ribatté: “Questo gioco preferisco condurlo io!"
Le sue labbra assaporarono la sua pelle, un bacio e ancora un altro ...
“Sei prepotente Andrè.”
“Di cosa ti lamenti, ho avuto un ottimo maestro ...”
Ancora un bacio, baci che divennero sempre più esigenti. Si desiderarono e non pensarono più a Parigi ….
 

“Andrè ti amo …”
“Ti amo anch’io Oscar! ..... Se continuiamo in questo modo, presto daremo un fratellino o una sorellina ai nostri bambini...”
“Cosa!! Non scherzare Andrè!”
“Perché?! Forse non ti piacerebbe avere un altro figlio?”
“Ti rendi conto di quello che hai appena detto?”
“Ti dispiacerebbe?”
“Andrè!”
“Oscar!”
“André, i nostri bambini hanno appena sette mesi!”
“Su vieni qui e abbracciami … Ho sempre desiderato  averti e di formare con te una famiglia! .. E vero, i nostri bambini sono ancora piccoli ma è anche vero che non facciamo nulla per evitare che arrivino altri ......"rispose stringendola a sé.
Ancora baci e carezze .......


“Oscar, vieni a fare colazione, su alzati e metti la vestaglia!”
“Ma cosa dici? Io non vengo di sotto in vestaglia!”
"Ma no! Cosa hai capito!? La colazione è pronta in tavola, l'ho portata prima che ti svegliassi.”
"Andrè, grazie! ... Ma è magnifica!!”
“... Beh, ti ho portato una colazione piuttosto abbondante...”
“Ma no! Non mi riferisco alla colazione ma alla rosa che hai messo nel vassoio!”
Tese le mani e disse: “Dai, avanti alzati, tra non molto è ora di pranzo.”
“Andrè, quanto tempo credi di intrattenerti ad Arras?”
“Una settimana al massimo. Il tempo necessario per l’investitura del nostro primo cittadino e poi, devo accertarmi di come vanno le cose in fabbrica. Ti prometto che tornerò prima possibile.”
 


Oscar e Andrè erano in giardino seduti sul bordo della fontana, quando videro avanzare uno sconosciuto a cavallo.

“Buongiorno Signori!”

Era un giovane uomo, dai i capelli castani e di bel aspetto.
“Buongiorno a voi! Con chi ho l'onore di parlare?! domandò Andrè.
"Il mio nome e Alexander Boulliè, desidero parlare con  il Colonnello Jarjayes.”
“Sono io, cosa volete?”
"Sono un allievo dell’accademia militare … Vorrei che mi deste lezioni di scherma!”
“Cosa! Vi sbagliate signor Boulliè, io non sono un maestro d’armi.”
“Lo so Colonnello ma, non è necessario essere un maestro d’armi per impartire delle lezioni a un allievo desideroso di apprendere quando è a conoscenza delle vostre abilità …”
André, interruppe: “Avete detto Boullié? Siete per caso parente al Generale Boullè?”
“E’ mio nonno!”
Andrè e Oscar si scambiarono uno sguardo fugace, quest’ultima disse: "Scusate Signor Bouillé, credo che non siate a conoscenza che vostro nonno ha additato la mia casa come un covo di traditori!”
“Ne sono informato Colonnello e non mi importa! Mio nonno può pensare quello che vuole, non è un mio problema. Lui ormai fa parte di un  sistema superato, noi invece, rappresentiamo il futuro di questo paese. Allora Colonnello mi darete qualche lezione di scherma?”
“Ma perché proprio io, non capisco!”
“Perché siete la migliore spadaccina di Francia, almeno questo ci hanno insegnato in accademia.”
“Ma cosa dite!! ”
“Forse non lo sapete?”
“Assolutamente …”
“Strano! Comunque se è per il compenso …”
“Ma cosa dite!! Non è il compenso che m’interessa …”
“Allora ci vediamo domani a quest’ora. Vi ringrazio Colonnello.”
“No un momento … io …”
“ Non preoccupatevi Madame, vi chiedo solo qualche lezione, nulla di più.”
Il ragazzo le prese la mano e guardandola intensamente negli occhi gliela baciò, montò a cavallo e partì a galoppo.

“Oscar, quel ragazzo è affascinato da te!”
“Ma cosa dici Andrè?”
“Cosa dico! Possibile che non te ne sia accorta?"
"Andrè non scherzare ..."
"Parlo sul serio Oscar! .. Molto probabilmente, avrà udito le tue gesta eroiche e chissà cosa ha immaginato nella sua testa.”
“Andrè ma l’hai visto? E' un ragazzo! Avrà circa l’età di Francois.”
“Si, certo che l’ho visto!! Lui è un ragazzo e tu oltre ad essere un personaggio famoso, sei anche una bella donna. Vedrai il tempo mi darà ragione!”
“Non è possibile Andrè, vedi corteggiatori ovunque! .. Meglio che torni in casa prima che cominciamo a discutere!"


Era pomeriggio. Andrè ed Oscar si recarono a Parigi.
 


“Alain, apri, sono Andrè!”
“Buongiorno amici, prego accomodatevi!”
I tre entrarono in cucina dove Alice era seduta sulla poltrona, felice esclamò: “ Andrè, Oscar  che bella sorpresa! Desideravo tanto rivedervi, soprattutto te, Oscar!"
“Ciao Alice,vedo che ormai sei prossima al grande evento.”
“Mancano solo due settimane!”
“Accomodatevi Comandante, prego venite da questa parte!”



"Alain, sei pronto per diventare il sindaco di Arras?"
"Prontissimo Andrè! .. Spero solo di esserne all'altezza!"
"Sono sicuro che lo sarai Alain. Sei un uomo giusto e saggio ..."
"Ah ah ah ... Ti prego Andrè, in fatto di giustizia è probabile ma riguardo alla saggezza non credo!Ah ah ah!"


 Alice si appartò con Oscar, e disse: “Non ho avuto modo di ringraziarti per aver parlato con mio marito!”
“Alice, io gli ho semplicemente fatto capire  cosa stesse perdendo. Vedrai tutto si risolverà.”

Alain, le interruppe:“Comandante, siete finita su una pubblica piazza, proprio voi che detestate essere al centro dell’attenzione! Ah ah ah ... ”
“Veramente Alain, non sono finita soltanto io su una pubblica piazza ma anche voi altri! E poi dimentichi che c'è il nome del sindaco di Arras! Ah ah ah ...”

"Chi mai avrebbe immaginato una cosa simile!.. Io Alain de Sassoin che ero ai vostri ordini, ho buttato giù la Bastiglia ed ora mi ritrovo sindaco di Arras! Ah ah ah ... Come cambiano le cose nella vita! E la mia, ha avuto una svolta non indifferente!"  
André ribatté: "Alain, la vita di noi tutti è cambiata. Dobbiamo essere felici che tutto sta andando per il verso giusto!"  
"Come sempre amico mio, hai ragione!" “Alain dobbiamo andare via! Come puoi immaginare, le nostre visite a Parigi avvengono di rado! Oscar ed io dobbiamo approfittare di questa occasione per far visita a Rosalie, sapete, ha avuto da poco  una bambina.”
“Si va bene amico, allora ci vediamo tra quattro giorni alle porte di Parigi.”




Oscar e Andrè portarono i cavalli a passo e si aggirarono per le vie principali di Parigi. Passarono davanti alla sartoria di madame Beltran, dove, un gruppo di signore in compagnia dei loro mariti appena li videro, una di loro disse: “Guardate è lei!…”
“Lei chi?...”
“La figlia del Generale Jarjayes …”
"Dove?"
“Eccola, sta passando!.. E' la bionda sul cavallo bianco!"
"Bionda? Ma è un uomo!"
" Non fate caso al suo abbigliamento, veste sempre cosi!”
"Dici davvero, è la figlia del Generale?!"
“Si, è lei ti dico! Quella che si è schierata con i rivoltosi e ha fatto tirare giù la Bastiglia! ... Pensa che qualche giorno fa, ha ricevuto addirittura un riconoscimento dall’Assemblea  Costituente.”  chiosò velenosa.
“Schhh ... sta arrivando, non vorrei che ci sentisse! … Sapete, suo padre, ha ricevuto l’incarico di Prefetto!"
Dici davvero?! ... Non si può mai dire! Potrebbe farci comodo,  dato che mio marito lo conosce e sono amici.”
“Ma quale amicizia se non vi ha nemmeno invitato alle nozze di suo nipote! ... Quella donna non sarà ben vista da pochi ma  è praticamente un’eroina per molti!”
“Sarà amica mia ma gli uomini dimenticano certe cose quando si tratta di una donna! Pensa che anche mio cugino Victor de Girodelle ne è rimasto talmente affascinato che per poco non ci rimetteva il senno oltre ai gradi! Invece, lei ha preferito sposare il suo attendente!”
“Probabilmente lo avrà trovato molto più eccitante di vostro cugino mia cara! Però, avete visto che bel uomo è l'attendente?”
"Sarà anche un bel uomo ma rimane pur sempre un plebeo.” “Non sarà per caso invidia la vostra?”
“Assolutamente!"
 
 

“Oscar hai notato quelle donne, come ti hanno guardata?”
“Guardata! Io direi piuttosto come hanno spettegolato. Andrè si capisce da un miglio che gente sia. Sinceramente non mi interessa! Dopo tutto a Versailles era ancora peggio!”
 

“Ecco siamo arrivati.”
Un tocco, la porta si aprì, un esclamazione “Oscar, Andrè che bello rivedervi!”
“Ciao Rosalie ti trovo bene …”
“Ma su entrate …” “ Dov'è Bernard?”
"André, i lavori dell’Assemblea lo impegnano tutto il giorno, è quasi impossibile trovarlo in casa! .... Andrè, Oscar su venite a conoscere la mia bambina!"

“E’ bellissima! Ha i capelli scuri come quelli di Bernard!”
 
"Grazie amica mia!"


"Oscar siamo davanti alla "Bonne table” che ne dici se entriamo per bere un bicchiere di vino?"
" Perché no, Andrè! Così ricordiamo i vecchi tempi! ... Su, dai, andiamo!"


La locanda era gremita di avventori, i due si sedettero a un tavolo dove furono serviti due bicchieri di vino.


“Non puoi immaginare quante volte sono venuto qui per tentare di dimenticarti!”
“Ci sei riuscito André?"
"Mai!! ... L'amore che ho sempre provato per te, non poteva dileguarsi con un bicchiere di vino."
Anch’io voglio farti una confessione ... Una volta, anch'io sono venuta a bere per non pensarti …”
“Ma cosa dici!”
“Quello che hai appena sentito. Non ti credere … ho sofferto davvero tanto, non avevo il coraggio di confessarti di amarti! ... E poi, ero convinta che mi avessi dimenticato!”
"Ma cosa dici! Come potevo dimenticarti?! Io ti ho sempre amato disperatamente!"
"Adesso lo so... ma allora ....."
“E' tutto passato, siamo felici, molto felici!”
 
 




"Oscar, Bouillé non è ancora arrivato?" "Strano! Di solito è sempre in anticipo, anzi, direi puntuale."
"Credo che quel giovane, sia negato per la scherma e lui lo sa bene!"
"Già! ... Evidentemente desidera migliorarsi ma con poche lezioni, non gli saranno sufficienti.
"Farebbe meglio a cercarsi dei precettori! ..."
" Comunque Andrè, per quanto mi riguarda, domani sarà la sua ultima lezione."


Il servitore bussò alla camera di Oscar e disse:"Madame Oscar, Alexander Bouillé è appena arrivato, Vi aspetta in giardino."
" Grazie Michel, digli che che arrivo! ... Io vado Andrè, a dopo!"



Rimasto solo nella stanza, André mormorò: "Quel ragazzo, non mi piace per niente! ... Mi basta guardarlo per capire che è affascinato da mia moglie! ... Fortunatamente domani sarà l'ultima lezione."


“Bene Alexander, domani sarà l'ultima lezione.”
Il ragazzo rispose malizioso: “Come desiderate Madame! Anche se avrei preferito disporre ancora del Vostro tempo!"  
"Sono spiacente Bouillé ma ho due figli di cui occuparmi e un marito a cui pensare! Domani sarà la nostra ultima lezione. Vogliate scusarmi!"  
"A domani, Madame!"


Alle prime luci dell’alba, Andrè si preparava per la partenza. Prima di andare via, carezzò i suoi bambini che dormivano nelle culle. Ancora uno sguardo e un sorriso alla sua Oscar che dormiva profondamente, un lieve e amorevole bacio sulla guancia, prima di lasciare la camera.


Alcuni passi dietro di lui, la sua voce: “Andrè cosa fai? Vuoi andare via senza salutarmi?”
"Hai dormito pochissimo e non volevo svegliarti."
"Non importa! Non voglio che tu parta senza avermi dato un bacio.
“Oscar mi mancherai! ... Tornerò il prima possibile, te lo prometto!”
“Torna presto Andrè, lo sai che non mi piace dormire da sola!"
“Ti prometto che sarò via, non più di una settimana.”

Stretti, abbracciati, le sue mani carezzavano i lunghi capelli biondi. Ancora un altro bacio prima di lasciarsi.
 
 

“Buongiorno Madame.”
“Buongiorno a voi!... Bouillé, non perdiamo tempo, i miei figli mi aspettano! ... Prendete la spada!” chiosò con sguardo freddo e tagliente lanciandogli la spada che prontamente il ragazzo afferrò al volo.
L'allenamento ebbe inizio. Oscar fu battagliera più che mai, non lasciò nulla di intentato, aveva intenzione di metterlo in difficoltà quanto prima. Lo fece arretrare, fino a mettere il giovane Alaxander di spalle al muro facendogli perdere la spada.
Con tono freddo e severo disse: “Questo è tutto Signore Bouillé, le nostre lezioni finiscono qui!”
“Si, certo! ... Ma lasciatemi dire che siete magnifica Madame! Vostro marito è un uomo fortunato, voi non potete congedarmi in questo modo tanto spietato …”

Lo sguardo di Oscar, divenne gelido, alzò il braccio e gli puntò la spada alla giugulare.

Lo sguardo del giovane si sgranò.


“Siete uno spudorato, fuori da casa mia, se non volete che vi rispedisca  infilzato dal Generale Boulliè! FUORI!!…
"Occhi negli occhi.
Oscar allontanò la lama dal viso del ragazzo che mestamente raccolse la sua spada e la ripose nel fodero. Il giovane sbiancato in viso e con la fronte imperlata dal sudore mise il piede nella staffa, montò a cavallo e lasciò il palazzo.



“Vedrai Oscar, il tempo mi darà ragione ...... ”



Respiro affannato e rossa in viso, Oscar mormorò: “ André aveva ragione!"

Ritorna all'indice


Capitolo 50
*** Il nuovo sindaco di Arras ***


Il nuovo sindaco di Arras
 

“Andrè facciamo una sosta, ho bisogno di fermarmi. “
“Più avanti c’è una locanda, potremo riposarci un poco prima di arrivare.”
“Va bene!”

Cavalli a galoppo, giunsero al ristoro.

“Buongiorno Martin.”



“Ben tornato Andrè, è un piacere rivederti!”
“Per favore, portaci due birre e qualcosa da mangiare.”
“Subito Andrè!”
“Alain prendiamo posto da quella parte.”


Si sedettero al tavolo, poco dopo arrivò l’oste con le portate e i boccali di birra.


“Andrè, come sta la padrona?”
“Bene grazie! Questa volta sono venuto con il mio amico Alain.”
“Gli amici di Andrè sono i benvenuti.” rispose l'oste. 
“Grazie!”
“Andrè, ho saputo che a breve verrà nominato il nuovo sindaco …”

Alain sorrise e guardò l’oste  con strafottenza.

“Speriamo solo che non sia un altro disonesto buono annulla come l' altro! ... Perché questa volta, gli abitanti di Arras sono talmente  inferociti che sarebbero  capaci di fargli la pelle, altro che prenderlo a pedate come hanno fatto con quell'altro!”
Alain sorseggiò appena la birra e domandò: “Scusate buon uomo ma cosa ha fatto il vecchio sindaco per guadagnarsi simili epiteti?”
“Volete davvero sapere cosa ha fatto?!"
"Si ... certo ..."
"Quel maledetto ladro ha raddoppiato i tributi  come se, non fossero già sufficienti quelli che versiamo alla corona..."
"Buon uomo, quindi volete dire che si è approfittato della sua carica?!"
"Certo! E non soltanto si è arricchito alle nostre spalle ma  ha anche dissipato senza vergogna il nostro denaro  con le donnacce, facendo orge senza alcun ritegno nei bordelli dei dintorni...”
"Perbacco André! Che gran d'uomo di sindaco che aveva la Contea!"
“ Però, prima che i cittadini lo mandassero via, quel furfante ha ricevuto il ben servito …”
“Il ben servito! cosa intendete dire?” incalzò Alain.
“Bene ora vi spiego!" continuò l'uomo sedendosi con i due avventori. "Dunque Signori, una notte, il nostro ex primo cittadino è stato assalito da alcuni mal viventi … beh ... chiamiamoli  pure così ma bisogna vedere chi, effettivamente, fosse più malvivente dell'altro..."
"Parlate buon uomo..."
"Ecco, dopo che questi galantuomini, chiamiamoli così, gli hanno dato una sonora lezione, lo hanno  abbandonato nei campi. La  famiglia di quel ladruncolo, l'ha ritrovato il giorno seguente ancora esanime, tutti in paese hanno commentato il fattaccio come: giustizia è fatta. Non so se rendo l’idea signore!"
"Alain preoccupato rispose: "Si, certo! Avete perfettamente reso l'idea."
"Bene  adesso vogliate scusare ma  devo tornare al banco!” ribatté l'oste alzandosi dalla sedia.
"Prego ... andate.... tornate al vostro lavoro ..."

L'oste si allontanò e Alain con aria smarrita, disse all'amico: “Andrè, si può sapere in quale posto sono capitato?!! Non vorrei che in futuro nascessero degli equivoci e riservassero la loro rabbia su di me!”
"Ah ah ah .. Alain, giuro che non ne sapevo niente! Certo, Martin non ti ha incoraggiato, però, vedrai che andrà tutto bene!"
"Lo credi davvero André?"
"Sii fiducioso amico mio, dopo tutto sei stato un soldato della guardia, certe situazioni non dovrebbero impressionarti!”
 
"Sei bravo a parlare amico, tanto non sei tu a dover affrontare questa gente inferocita e prevenuta nei confronti del nuovo sindaco!"
"Alain, almeno per ora meglio non pensarci. Su, beviamo!"  
"Si, meglio! ... Alla nostra amico!"


I due amici lasciarono la locanda e ripresero il loro viaggio lanciando i cavalli al galoppo.


“Alain guarda! Da qui riusciamo a vedere la fabbrica. Prima di proseguire per la tenuta, facciamo una sosta.”

"Sono proprio curioso di vedere cosa hai combinato!"
"Su, forza allora, andiamo!"


Dopo una lunga corsa a cavallo, i due arrivarono alla fabbrica tessile.


Appena Jean vide arrivare il padrone gli andò incontro.
“Buongiorno Andrè, sei già tornato!”
"Sono qui per sbrigare alcune faccende! Ma dimmi come va la produzione?"
"Andrè stavo per mandarti una lettera ..."
"Cosa succede Jean, problemi?"
"No, Andrè, anzi ..."
“Aspetta Jean prima di raccontare, voglio presentarti il mio amico Alain.”
“Molto lieto Signore!" disse l'uomo porgendo la mano.
"Piacere mio! Il mio nome è Alain Sassoin!" ribatté contraccambiando la stretta di mano.
Jean continuò: " Andrè, la produzione è aumentata, è diventato quasi impossibile accontentare tutti i nostri clienti.”
 “Quindi, di conseguenza, la manodopera è insufficiente?!”
“Esatto! Dobbiamo raddoppiare i turni di lavoro ma certe iniziative non le prendo senza il tuo consenso.”
“Jean, dovrò prima revisionare i conti, poi,  deciderò sul da farsi. Ti farò sapere.”
“Andrè, prima era tutto più semplice gestire la fabbrica ma adesso, non più. In soli pochi mesi tutto è cambiato, da solo non riesco più ad occuparmi del settore amministrativo e anche quello  di produzione.
“Ascoltami Jean sono appena arrivato e sono molto stanco, consegnami i registri contabili, li guarderò con calma. Domani mattina  deciderò cosa fare.”
“Si, certo! Dobbiamo andare in ufficio, come tu sai i registri sono lì .... ”
“Un momento! Le stoffe che ti avevo chiesto?”
"Sono in ufficio. Vedrai Andrè, la padrona ne rimarrà entusiasta.”
“Lo spero Jean, mia moglie è poco interessata a questo genere di cose!”



I tre si recarono in ufficio. Jean tirò fuori i fascicoli dal cassetto della scrivania, li porse ad André e disse: “Ecco, questi sono i registri contabili, adesso ti prendo le stoffe.”

L'uomo aprì l’armadietto, prese una scatola e l'appoggiò sulla scrivania.

"Queste sono le stoffe per la padrona! ... Guarda! ... Dimmi, non sono una meraviglia!"

Andrè sollevò il coperchio, esclamò: “Sono magnifiche! Il colore poi, è un bellissimo rosso porpora!”
“Andrè, sono sicuro che la padrona l'apprezzerà!”

Andrè ripose con cura la stoffa, rispose:“Lo credo anch'io! ... Ti ringrazio Jean! Tornerò appena avrò revisionato i registri.”
"Va bene André. A dopo!"  
 

André e Alain lasciaro l'ufficio e quest'ultimo disse: "Complimenti amico! Però, chi l'avrebbe mai detto che saresti diventato un ottimo uomo d'affari! Ih ih ..."
"Già! ... Come nemmeno io avrei pensato che saresti diventato primo cittadino di Arras! Ih ih ih ..."
"Amico mio, c'è poco da ridere e molto da preoccuparsi, credimi!"
"Ah ah ah ... Rilassati Alain, vedrai che non appena gli abitanti ti conosceranno, impareranno ad amarti ..."
"Amare! Ih ih ... Credo che sia un poco troppo! L'importante che non mi sequestrino e non mi riempiano di botte...."
"Dai, Alain, non credi di esagerare?"
"Chissà cosa mi attenderà, chissà!"


Ancora cavalli a galoppo, i due arrivarono alla tenuta.
Lucien falciava l’erba quando udì gli zoccoli degli animali, alzò la testa e asciugandosi la fronte mormorò: “Ma quello è Andrè ... l’altro chi sarà? ... Sembra Alain....”




"Ben tornato André! Alain sei tornato!"
"Si, amico, sono tornato! Vedi, sono stato talmente bene qui con voi che ne sentivo la mancanza! Ah ah ah ..."
Spero che questa volta, non te ne vada senza salutare!”
esclamò l'uomo stringendo la mano. “No, no, sta pur certo Lucien che non me ne andrò. Vedrai, ben presto sentirai parlare di me! ih ih ...”
 
"Cosa vuoi dire Alain?"  
"Lo saprai a breve, è una sorpresa!"

I due entrarono in casa.
 
 
"Buongiorno Andrè!"
"Buongiorno a te Joland!"
Alain che sorpresa, sei tornato!"
"Tornato per restare Joland!"
"Mi fa piacere! ... Preparo subito le stanze, non ci metterò molto. Intanto potete portare i bagagli di sopra!"
"Dai Alain, andiamo!"


Palazzo Jarjayes
Era sera, Oscar e sua madre erano nel salone, in compagnia dei piccoli che giocavano allegramente.
Aurora e Gabriel sillabavano le prime parole, deliziando la mamma e la nonna.

"Che teneri che sono, figlia mia!"
"Madre, stanno crescendo in fretta, non passerà molto tempo che cammineranno da soli! ... Madre, ho la sensazione che mio padre sia stanco, non capisco perché abbia accettato l'incarico di Prefetto."
" Oscar, effettivamente anch'io lo vedo affaticato, credo che la sua decisione non perdurerà a lungo."


“Buona sera!”
"Buona sera padre!"

Augustin si avvicinò ai bambini, diede loro un bacio.

“Come state piccolini?”
“Padre come va il lavoro al prefetto?”
Il generale si sedette stancamente e passandosi l’indice intorno al collo della camicia, rispose: “Sinceramente, non pensavo che sarebbe stato così impegnativo. Non solo debbo occuparmi delle scartoffie ma c'è gente che non fa altro che chiedere favori! ... La maggior parte di loro sono gli stessi che un tempo mi hanno voltato le spalle per via … si insomma hai capito...”
“Che genere di atteggiamento assumete con questa gente?”
“Rappresento la giustizia, non posso certo cacciarli in malo modo! Però che sia ben chiaro, da me non ottengono nessun favore!...  Sapessi quanto è difficile gestire tutto questo per me!”


Poco dopo Marie e Loren presero con loro i bambini e una cameriera disse: “Signori la cena è in tavola"
 


Durante la cena, Augustin raccontava l'evolversi della sua giornata mentre la nonna che era seduta di fronte a Oscar, la osservò con attenzione, disse: “Non hai toccato quasi niente,forse, non stai bene?”
“A dire il vero, sono stanca, vorrei andare a letto …”
Marguerite ribatté:“Va pure Oscar! Per i bambini non preoccuparti, a loro, penseremo noi altri.”
“Grazie Madre!... Io vado.”
Oscar si alzò da tavola, all'improvviso sentì salire la nausea, vide girare intorno, dovette aggrapparsi alla sedia per non cadere.
Margherite che le era accanto, si alzò immediatamente per sorreggerla.
 “Oscar cosa ti succede?”
“Niente madre …”
Gli occhi si chiusero, il buio intorno. Oscar perse i sensi. Augustin si precipitò da sua figlia, la sorresse, la prese tra le braccia e la portò sul divano.
La nonna esclamò: “Oscar, bambina …"
“Cosa è successo? .... Per un attimo non ho visto più nulla...”
Il generale, immediatamente ordinò: "Nanny, manda qualcuno a chiamare il dottor Lassone."
" Si, si, vado subito!" Oscar, mormorò: “Voglio andare in camera mia.”
"Appoggiati a me, ti accompagno."
" Grazie padre!"


Sorretta da suo padre, Oscar salì lentamente lo scalone.



"Eccoci, siamo arrivati! ... Margherite occupati di nostra figlia. Io vado di sotto ad aspettare il dottore!"
" Va pure caro!.....Oscar come ti senti?”
“Madre, sono stanca e ho la nausea.”
“Questi sono  i sintomi di una donna incinta!” esclamò la nonna.
"Cosa! ... Nonna .. secondo te io ..."
“Vedrai Oscar il dottore mi darà ragione.”
 Margherite incalzò:“Oscar ti è già successo altre volte?”
“Sono giorni che mi sento stanca e ... di tanto in tanto, avverto la nausea …”
“Nanny hai ragione! Sono sicura che Oscar avrà un altro bambino! Vedrai, ce lo confermerà il dottor Lassone.”
“Non è possibile! …"  
"Come sarebbe a dire che non è possibile! Bambina mia, hai già avuto dei bambini e dovresti saperlo!"  
" Beh ... ecco .....forse è meglio aspettare il dottore."


Il dottore Lassonne, arrivò e dopo un'accurata visita, Oscar chiese: “Allora dottore, cosa mi succede? "
“Presto, avrete un altro bambino.” disse riponendo i suoi arnesi della valigia.
Oscar annuì.
“Cosa c’è Madame Oscar, non siete contenta?”
“Si, certo dottore! ... Solo che … non è passato molto tempo che …”
“La vostra è una bella famiglia e l' arrivo di un altro bambino, non può che portare gioia nella vostra vita.”
“Si, avete ragione! Il mio, è stato solo un momento di smarrimento, tutto qui!” rispose infilandosi la camicia nei pantaloni.
“Ci vedremo per i soliti controlli. Dovete riguardarvi, le mie raccomandazioni sono le stesse: niente passeggiate a cavallo, niente duelli e sopratutto niente alcol. Insomma queste cose voi già le sapete.”
" Certo dottore!"
" Non mi resta che salutarVi madame Oscar!"
"Grazie!"
Lassone prese la borsa, andò via.

Il generale, Margherite e nanny aspettarono trepidanti l’esito della visita.
“ Dottore cos'ha mia figlia?" domandò Margherite.
“Vostra figlia avrà un bambino. Vi faccio i miei auguri per l’arrivo di un altro nipotino!”
"Un altro bambino, che bello! .... Nanny che bella notizia!"
"Si, Madame Margherite, mio nipote è davvero un birbante! Poteva aspettare ancora un poco. Povera bambina!"
Il Generale sorrise, si versò da bere, sollevò il calice e guardando il ritratto di Oscar, disse:" Nanny, questa notizia merita un brindisi! .... Al prossimo erede!"
 
 
Arras

Le porte spalancate,il sole illuminava la stanza, il caldo torrido di fine Luglio e il cinguettio insistente degli uccelli disturbarono il sonno di Alain che con lentezza sussurrò: “Sono ad Arras nella mia nuova cittadina! ... Spero di non cacciarmi nei guai! ... Qui, la gente è davvero diffidente.”
Stancamente si alzò dal letto, si diede una rinfrescata con dell’acqua che era nel catino, indossò la camicia e i pantaloni. La sua attenzione fu catturata dal canticchiare di una voce femminile che proveniva dal giardino; incuriosito si affacciò al balcone, riconobbe Anne.
“E’ quella dannata mocciosa! Spero che non mi tormenti e soprattutto, non mi metta nei guai con Alice!... Mi sono svegliato affamato, meglio che vada in cucina!" mormorò lasciando la sua camera.


“Buongiorno Joland.”
“Buongiorno a te Alain!”
“Dov'è Andrè?”
“E’ in piedi da un pezzo, ti sta aspettando in sala da pranzo.”
"Umm ... Lo raggiungerò non appena avrò fatto colazione!"  
"Come vedi, è già pronta! ... Alain, ti lascio, vado a stendere il bucato!"
disse la donna uscendo.


Una voce allegra e spensierata fece irruzione in cucina: "Buongiorno Joland..."
Alain era di spalle riconobbe la voce di Anne, con tono grave e riluttante rispose: “Joland non c’è, è nell’orto.”
“Oh! Siete voi signor Alain! Siete tornato!”
“Si, sono io.”
“Ma che bella sorpresa!”
Alain non rispose si passò il tovagliolo sulle labbra e con gesti poco gentili, lasciò la cucina senza dire una sola parola.
La ragazza mormorò:“Io non capisco … ma cosa gli ho fatto!?” />  


“Andrè sei già a lavoro?”
“Alain vieni, siedi qui accanto a me!"
"Cosa fai André?"
" Verifico il bilancio finanziario della fabbrica! Ho constatato che in breve tempo, ha fruttato  più di quanto sperassi. Effettivamente la produzione è aumentata, quindi prima di tornare a Parigi, dovrò assumere almeno altri sei operai ma il problema diventa la gestione …”
“Cosa pensi di fare? A quanto ho capito, quel  tipo  non può più farcela da solo.”
“Infatti, ho pensato che Oscar dovrà occuparsi dell’area finanziaria.”
  “Pensi davvero che il Comandante lasci il palazzo per venire a vivere qui?”
“Non solo lo penso Alain ma ne sono sicuro.”
“Ma! … Se lo dici tu!”
Andrè ripose i documenti e concluse: “Alain dobbiamo andare alla sede municipale!”
 
"Sono pronto! ... Però, lasciami fare una preghiera prima di recarmi sul mio nuovo posto di lavoro! .... Signore vi prego proteggetemi!"
"Ah ah ah ah ... Alain, sei davvero tremendo!"
"Tremendo dici! Io sono preoccupato! Di sicuro, mi attendono un mucchio di guai!"
"Umm ... può darsi! Ma io sono ottimista. Su, andiamo!"


I due arrivarono davanti al palazzo, varcarono la porta e incontrarono i membri del comitato municipale.


“Ben ritrovati signori.”
“Signor Grandièr, vi stavamo aspettando, finalmente siete arrivati!…”
“Bene come vi ho comunicato tramite lettera, sono venuto con il nuovo sindaco di Arras. ”
Alain si raddrizzò su tutta la sua statura, disse: “ Il mio nome è Alain Sassoin."
"Il primo disse: "Ben arrivato Signor Sindaco, Vi stavamo aspettando!"
"Grazie per l'accoglienza Signori!"
Un altro continuò:“Il mio nome è Albert Roux,   sono il responsabile della sicurezza, anche se devo dire che la nostra cittadina è alquanto tranquilla …”
“Ne siete proprio sicuro?”
“Umm … vedo che siete  stato già informato su  quanto è accaduto al vostro predecessore. Vi informo che, a parte quell'increscioso episodio, Arras è una tranquilla cittadina! ... Comunque ormai è un capitolo che appartiene al passato, adesso, dobbiamo pensare ad amministrare nei migliori dei modi.”
Alain ribatté:“ Albert, siete piuttosto evasivo, non credo  che quel episodio sia stato accantonato. Ho avuto modo di parlare con alcune persone per capire che c’è molta diffidenza nei confronti del nuovo arrivato.” “Signor Sindaco, spetta a voi, conquistarvi la fiducia dei cittadini e …”
“Scusate ma per quello che so, il mio predecessore, come lo avete appena chiamato, ha rastrellato il denaro dalle casse comunali, vero?"
"Beh, ecco ..."
"Di sicuro non è l’unico colpevole, avrà avuto sicuramente  dei complici! ... Ditemi, queste persone sono state rimosse dai loro incarichi oppure risiedono ancora tranquillamente  nella sede municipale?”

L’altro tirando fuori il fazzoletto dalla tasca per passarlo sulla fronte, rispose: “Ma Signor Sindaco, non è venuto fuori alcun nome.”
Alain si strofinò la mano sul mento e con lo sguardo severo tuonò; “Questo non significa, che non ci siano altri colpevoli. Comunque, mi accerterò se gli ex collaboratori del mio predecessore siano realmente estranei ai fatti. Che si sappia, qui ormai tutto cambierà, niente sarà più come prima! Se a qualcuno di voi non sta bene, può anche alzare i tacchi e tornare tra i campi!”
"Ma Signor Sindaco, cosa dite?! Non vedo perché dovremmo a lavorare la terra!"
"Signori, non ho detto di abbandonare il vostro incarico ma di sottostare alle mie condizioni e se qualcuno di voi non sono gradito, può andare via. Spero di essere stato abbastanza chiaro!"
"Oh.. ma che maniere caporalesche!"
“Vedo che avete da ridire! Forse non mi sono spiegato? …”
Un sussulto, all’unisono: “No, no, abbiamo compreso … non abbiamo nulla da ridire Signor Sindaco, siamo completamente a vostra completa disposizione!”
“Benissimo, era quello che volevo sentire! Dunque, da questo momento mi autoproclamo Sindaco di Arras!”
“Ma signor Sindaco, questo non è il modo appropriato …”
“Come sarebbe a dire? Cos’altro si deve fare per essere nominato Sindaco?”
“Dobbiamo organizzare una  cerimonia per rendere pubblica la Vostra carica!”
“Ma non avete appena detto, che non c’è più denaro nelle casse comunali? …”
"Co come? ... Ma veramente ..."
“E allora, se volete organizzare la manifestazione per il mio insediamento vuol dire che sarete  voi a tirare fuori il denaro necessario!”
“Come!" incalzò l’altro.
“Certo signori, perché io non dispongo di una sola moneta! .... Guardate le mie tasche, sono vuote, non posso rimetterci per una festa che non interessa a nessuno!” esclamò Alain tirandole fuori.
Ancora un brusio di protesta.
Andrè si passò la mano sulla bocca nel tentativo di soffocare la risata.
“Co … come volete Signor Sindaco, non ci sarà nessuna festa!... Annunceremo la vostra investitura affissando i manifesti sugli angoli delle strade.”
“Signori, naturalmente per questo incarico, non dovrete assumere nessuno. Sarete voi stessi a scrivere i manifesti e infine, li affiggerete personalmente.
“Noi!!!”
“Forse non vi sta bene?”
“Non, no … faremo ciò che ci avete chiesto non preoccupatevi Signore Sindaco.”
“Benissimo vedo che cominciamo a intenderci! Adesso, alzate i tacchi e andate via! Devo parlare con il mio amico, ovvero, il padrone di questo posto.”
"Sssiiii... Signor Sindaco, Vi lasciamo parlare con il padrone. A dopo Signor Sindaco." sussurrò l'uomo lasciando la sala seguito dagli altri.
"Signori, avete dimenticato di chiudere la porta ma non importa, lo farò io!" disse divertito Alain, sbattendola.

SLAM ...."

"Roux intimidito dai modi del neo sindaco, disse ai suoi compagni: "Accidenti, ci ha sbattuti la porta in faccia!"
" Amici miei, credo che sia stato un grosso errore chiedere aiuto ai padroni per la nomina del nuovo Sindaco."
"Belle parole le tue! Intanto nessuno di noi ha voluto prendersi la responsabilità visto che non c'è una sola moneta di cui disporre!"
"Adesso vedremo cosa farà questo bifolco! ... Temo, che ci metterà alle strette."
“Ma da dove verrà questo ignorante zoticone?”

“Sicuramente i padroni l’avranno trovato in qualche osteria  a ubriacarsi oppure in una caserma! Ho avuto l'impressione che ci trattasse come se fossimo suoi soldati.”
“Questo bifolco ci darà filo da torcere, ne sono sicuro!”



" Ah ah ah ah ah ... Alain, sei tremendo! Ah ah ah ... Li hai messi tutti in riga ah ah ah!"
"Non a caso sono stato un militare, non ti pare?! E poi, un poco di disciplina a questi sfruttatori va insegnata. Ti prometto che sarò io in persona a dargliela. Contaci!"
“Ah ah ah ah ..."
Cosa ti prende Andrè, sei per caso ammattito? Non ti fermi più.”
“Alain ti rendi conto dell’impressione che hai dato a quella gente?”
“Ho prestato servizio nella Guardia Metropolitana per molto tempo e non ne conosco altri modi!”
" Ah ah ah ah ..."
 
"Bene, allora fa del tuo meglio! Ah ah ah ..."

Ritorna all'indice


Capitolo 51
*** Il coraggio di Alain ***


 
Il coraggio di Alain

Al villaggio di Arras


"Alain non pensavo che fossi tanto ansioso, cerca di calmarti!"
"Io non sono ansioso ma calmarmi è impossibile. Adesso Spiegami! Solo perché ti ho chiesto di aggirarmi in incognito per il villaggio sarei ansioso? Amico mio, voglio ascoltare con le mie orecchie, ciò che pensa di me questa gente. E poi, non sono ansioso, diciamo che tengo alla mia vita!"
"Mi fa piacere Alain!... Ciò significa ci tieni seriamente al tuo incarico di sindaco!"
"Amico non scherzare, non è solo per questo! ... Dimentichi che tra qualche settimana nascerà mio figlio e desidero conoscerlo e questa gente ha brutte intenzioni con il sottoscritto."
"Non credi di esagerare?"
"Ma quale esagerare?! André ma tu, li hai ascoltati quei tipi?"
"Ti riferisci ai consiglieri comunali?"
" Ma quali consiglieri comunali! Faresti meglio a chiamarli dissipatori, ladri oppure imbroglioni! André, quei tipi insieme al mio predecessore hanno dissipato tutto. Ed io dovrò farmi carico di questo villaggio senza una sola moneta in cassa!"
"Sono sicuro che in breve tempo saprai come riempirla..."
"Si, certo, un modo sicuro l'avrei ma non posso farlo..."
"Ih ih ... avanti, sfogati ..."
"André, se solo potessi, li prenderei per il bavero ad uno a uno e li farei sputare fino all'ultima moneta di cui si sono indebitamente appropriati! ... Ma non posso farlo!"
"Ih ih ... Vedi, avevo ragione quando ti ho detto che Arras avrebbe avuto un sindaco onesto e saggio! Ih ih ih ..."
"Scherza pure se ne hai voglia, ma io sono davvero preoccupato!.... Dunque vediamo se quei imbecilli hanno attaccato i manifesti!"
"Si, Alain, ci sono, guarda là!"
"Umm .. vedo che si sta radunando un pò di gente per leggerli, sentiamo cosa dicono!"
" Vuoi che rimaniamo dietro l'angolo nascosti?"
"Ovvio! Non voglio che si accorgano di noi, cioè di te, visto che non mi conoscono ancora! ... Sccc... ascoltiamo ...."


“Ehi! Ma che storia è questa! Ci affiggono dei  manifesti come se non sapessero che non sappiamo leggere. Chissà  cosa c’è scritto?!” disse il primo.
“Chissà, cosa vogliono dirci!” rispose un secondo.
“Cos’è una tattica per aumentarci le tasse?”
 “Se questa è la loro intenzione, allora a cosa è servito che i nuovi padroni le abbiano ridotte!” protestò un altro.
Un uomo che sapeva leggere appena, si avvicinò al manifesto e cominciò a scandire le parole a bassa voce.
Tra la folla qualcuno disse: “Scrivano, vogliamo sentire anche noi! Su, forza alza la voce!”
“Un momento, lasciatemi leggere con calma, altrimenti non ci riesco. Dice che ... il nuovo sindaco si chiama Alain Sassoin...”
“Che storia è questa?! Ci comunicano il nome del  sindaco con dei manifesti?!! Come se quegli imbecilli che lavorano al comune, non sanno che nessuno di noi sa leggere a parte lo scrivano!"
"Jack, possibile che tu non abbia capito? Questa è un'altra tattica di quei farabutti."
"Già! C'è ne sempre una nuova! E poi, a noi cosa importa come si chiama il nuovo sindaco, tanto sarà un altro mascalzone!”
 “Probabilmente questo Sassoin  non ha il coraggio di farsi conoscere per paura che faccia la stessa fine dell’altro! Ah ah ah... "


Alain spalancò gli occhi guardò intimorito André e continuò ad ascoltare con preoccupazione.


“E poi chi sarebbe questo?! … Come hai detto che si chiama? Su dai rileggi  di nuovo scrivano.”
“Si chiama Alain Sassoin.”
“Chi diavolo sarà! Qualcuno di voi lo conosce?”

"No... nessuno...."
"Chissà chi è? E da dove viene?"
"Vorrai dire, chissà da quale posto l'avranno trovato!!"
"Magari in qualche bordello dove i nostri rappresentanti frequentano abitualmente! Ah ah ah .."
"Ah ah ah ah ..." risero all'unisono.
Uno di loro continuò: "Non ho mai sentito il suo nome, di sicuro non è delle nostre parti!”
Un altro ancora intervenne: “Che fili dritto, altrimenti altro che la rivolta di Parigi! Ah ah ah ah ... Gli facciamo vedere noi i cannoni! Però quelli che hanno buttato giù la Bastiglia! ah ah ah ah..."



"Maledizione Andrè... ma li hai sentiti? Quella gente è prevenuta e non mi accoglieranno certo a braccia aperte. Anzi, corro il rischio di essere salutato a suon di pedate!"
  “Sta calmo Alain, non possiamo dargli torto!! Ricorda che anche la famiglia Jarjayes si è dovuta riscattare agli occhi di questa gente. Adesso tocca a te farlo come Sindaco!”
Andrè è meglio che ci allontaniamo prima che sia io a prendere a calci  qualche imbecille. Allora si, che parlerebbero di me.”
“Alain, non ci abbiamo pensato ma  dovrai tenere un discorso e farti conoscere da questa gente, quindi è il caso di affiggere altri manifesti.”
“Altri manifesti! Ma cosa dici Andrè?! A parte quello scrivano che a mala pena riesce a  sillabare, non sa leggere nessuno! Quindi, se farei affiggerne altri, avrebbero un motivo in più per schernirmi. No, preferisco mandare quei citrulli nulla facenti a divulgare il comunicato.”
“Ah ah ah ah Alain, non credo che ai tuoi collaboratori farà piacere una cosa simile!”
“Sai cosa mi importa se a quei mentecatti farà piacere o meno?! Se vogliono tenersi stretto l'incarico al municipio,  dovranno sottostare agli ordini di Alain de Sassoin! Dopo tutto Andrè, oltre ad essere stato un Soldato della Guardia, ho anche il grado di Comandante! Ih ih ih ... E come se non bastasse, mi hanno proclamato eroe nazionale! Ah ah ah ah ah ... Pensa che onore!”
"Alain, sei incredibile! Ah ah ah ah ah ... Ih ih .. Su, forza amico, torniamo al municipio per impartire nuovi ordini a quei citrulli! Ih ih ..."  


André e Alain si recarono alla sede municipale, quest’ultimo convocò Roux.
 

“Dunque, avete capito? Questa volta niente manifesti, dovete fare una specie di comizio a quella gente. Insomma, dite ai miei concittadini che stasera mi conosceranno.”
“Come! Ma Signor Sindaco, dobbiamo andare in piazza e parlare con quella gentaglia con il rischio di essere aggrediti?!
“Ehi tu hai sentito benissimo!! E poi, se devo presentarmi io a quella gente, non vedo perché non lo potreste farlo  anche voi!"
"Ma sindaco ..."
"Signor sindaco! Non sindaco, chiaro?!"
"Si, si .. Signor Sindaco!"
"Bene, adesso, andate e predicate.”
“Predicate?!
“Si, insomma, hai capito! E' inutile che fai la parte del finto tondo a meno che non mi salti in mente di rivedere i vostri  emolumenti, oppure di trovare qualcun altro disposto ad occupare i vostri incarichi! Credo, di essermi spiegato perfettamente!”
“Come volete Signor Sindaco! Avviseremo  personalmente i bifolchi della Vostra presentazione  di stasera. A proposito Signor Sindaco, servirà un palco per tenere il discorso e …”
“Ma quale palco! Uno sgabello andrà benissimo a meno che non lo facciate a vostre spese!!"
"COSA!!!"
Di cosa vi meravigliate mio fedele e obbediente collaboratore, visto che solo ieri, tu e i tuoi amici mi avete informato che le risorse municipali sono state prosciugate dal mio predecessore e chi per lui!”
Informerò subito gli altri consiglieri, Signor Sindaco!” esclamò l’uomo lasciando ufficio in tutta fretta.
“Un momento Roux … ti chiami cosi, non è vero?”
“Si, Signor Sindaco, dite pure.”
“Mi raccomando ... lo sgabello deve essere piuttosto alto e spazioso. Ne ho visti tanti nella stanza accanto, prendi uno di quelli.”
“Sissignore …”
“Ancora una  cosa Roux, controllalo per bene prima di portarlo in piazza, non vorrei che qualcuno di voi gli segasse le gambe, altrimenti, vi riterrò responsabile di eventuali incidenti alla mia persona .”
"Sissignore!! ... E poi, non vedo il motivo perché qualcuno possa farVi una cosa simile..."
"Non si può mai sapere Roux! Ih ih ihi ih .... Sono un uomo molto previdente! ah ah ah ... E voi tutti imparerete a conoscermi! Ah ah ah ah ... AVANTI MUOVITI, VIA!!" Ah ah ah ..."
"Agli ordini Signor Sindaco!" rispose l'uomo uscendo dall’ufficio, sudato e sconcertato, tirando dietro di sé la porta.


“Ah ah ah ah No! Ah ah ...Alain sei impossibile! Ah ah ah ha...."
“Amico, cominci a preoccuparmi …”
“Alain ti prego basta ... Ih ih ih ...”  
"Credi, che ci sia andato pesante?"
" Ma no! Alain sei andato benissimo! Ah ah ah ah ah!"
"Meglio così! Ah ah ah ah ..."


“Allora, cosa voleva il bifolco?”
“Non ci crederete ma il bifolco vuole uno sgabello per tenere il suo discorso ... "
"Cosa! Ma è forse uno scherzo?"
"Ma quale scherzo! ... Il bifolco infine ha aggiunto che se dovesse accadergli un incidente ci riterrà responsabili.”

"Cosa! Ma .. ma ..."  
"Amici, purtroppo il bifolco è meno stupido di quanto pensiamo!"
"Impossibile!"
"Ho l'impressione di trovarmi agli ordini di un ufficiale ..."  
".. Um ... e se lo fosse?"
"Un ufficiale! Chi?! Quello! Ma no! Magari è stato un soldato.."
"Lo scoprirò..."
"Comunque, chiunque esso sia, rimane un dannato bifolco!"


Con aria infastidita e pensierosa, Alain passeggiava con le mani in tasca sotto il sole cocente di Luglio. Alle sue spalle giunse una voce a lui poco gradita.
“Signore Alain …”

“Oh Santo cielo!! Ma che male ho fatto! Ancora quella rompiscatole! ...Non bastano i miei problemi adesso ci si mette anche questa ragazzina!”
“Signor Alain, dove andate! Aspettate!”
“Cosa volete madamigella Anne? Sappiate che ho una certa fretta!”
“Signor Alain, ho saputo da Joland che siete il nuovo sindaco di Arras! Ecco, volevo farVi, le mie congratulazione!”
“A … si, si ...”
“Questo significa che rimarrete a vivere qui?"
"... Ecco ...."
"Cosa c’è, perché non rispondete? Non siete felice di essere diventato il nostro Sindaco?”
“No!”
“Ma cosa dite …”
"Scusate Madamigella, sta arrivando Andrè, devo parlare con lui!
André avanzò, e disse:“Buongiorno madamigella Anne.”
“Buongiorno Andrè!... Vi lascio da soli, io vado. A dopo Signor Alain.”

"Si, si, addio Anne ..."
“Alain, cosa stai combinando? Ti ricordo che sei un uomo sposato, quindi, sta lontano dai guai!”
“Come se non  ne avessi abbastanza! Andrè ma cosa diavolo vai a pensare?! Quella ragazzina mi perseguita, nonostante la ignori.”
“ Meglio così! ... Ascolta Alain, ho sistemato tutte le faccende riguardanti alla fabbrica..."
"mi fa piacere!"
" Assisterò al tuo discorso di stasera e domani mattina all’alba torno a casa. Vuoi che porti un tuo messaggio a tua moglie?”
“Messaggio?! .. No, non ho nessun messaggio da farle recapitare, non ho nulla da dire! Devi solo avvisarmi quando nascerà il bambino. Se poi riesco a liberarmi dagli impegni, tornerò  a Parigi prima del previsto.”
“E va bene, come vuoi! ... Alain sei pronto per la presentazione di stasera?”
“Andrè, ho preparato il mio discorso, spero che mi diano almeno la possibilità di parlare. Ma hai visto che tipi? ”
 
"Su, coraggio Alain, ora non pensarci."  
"Ma lo sai che sei un grande oratore amico?"
"Chi? Io?"
"Si, tu! Intanto, stasera sarò io a salire su quello sgabello, non tu!"
"Alain! Ah ah ah ... Su entriamo in casa che fa molto caldo! Ah ah ah ...."


Andrè, Alain e i rappresentanti comunali erano in piazza.
Per l’occasione Alain indossò l’abito migliore e intorno al collo mise la fascia tricolore. Prima di salire sullo sgabello lo prese in mano e lo esaminò con attenzione.
Roux timidamente sussurrò: "Signor Sindaco, mi sono assicurato personalmente dell'integrità dello sgabello..."
"Con tono canzonatorio, Alain rispose: "Non lo metto in dubbio! Appunto per questo voglio verificare!... Posso?"
"Ma .. certo, certo, Signor Sindaco!"
André, trattenendosi dal ridere, ribatté: "Alain, lo sgabello è integro?"
"Così sembrerebbe André!" rispose appoggiandolo a terra. "Bene, adesso posso fare il mio discorso. Ora salgo, spero solo che mi regga."

Il neo sindaco si apprestava a fare la sua arringa ma la gente radunata, assunse,  un atteggiamento di sfida e di strafottenza, uno di loro con tono canzonatorio disse: "Dai Sassoin fa presto che mia moglie mi sta aspettando! Se poi ti fai male, ti portiamo personalmente dal medico! Ah ah ah..."
"Un secondo ribatté divertito: "Si, certo Raffael, il sindaco è anche fortunato visto che finalmente disponiamo di un medico al villaggio! Ah ah ah ..."
"Alain divertito, rispose: "Grazie amici ma pero di non averne bisogno! Magari, se dovessi cadere davvero, il medico lo chiamerete per i miei collaboratori! ... Vero Roux?"
"Co .. cosa centro io?"
Allunisono: "Ah ah ah ah ...."
Un contadino, divertito continuò a gran voce: "Ehi Sassoin, se Roux dovesse aver bisogno del medico, ti offro un bicchiere di vino! Ah ah ah ..."

André non riuscendosi a trattenere rise, portandosi la mano alla bocca mentre Alain saliva con decisione sullo sgabello e con fermezza cominciò il suo discorso.
 
“Cittadini di Arras, sono il vostro nuovo sindaco. Dico vostro, perché mi ritengo al vostro servizio. So che diffidate di me e vi capisco. Ovviamente non posso pretendere  che abbiate fiducia in me, dopo che, il mio predecessore ha fatto sparire tutti i soldi dalle casse comunali ..."

Un uomo tra la folla, lo interruppe: " Sei davvero sicuro di voler riaprire le casse? Sai, troveresti soltanto l'aria! Ah ah ah ..."
All'unisono: "Ah ah ah ..."

"Lo so, amico! Ah ah ah ..." rispose Alain.


Roux sussurrò al suo compare: "E' proprio uno zoticone!"
"L'altro ribatté: "Già... e ci darà filo da torcere ..."



Alain continuò: "Magari vi state chiedendo di dove sono?! Ebbene, io vengo da Parigi..."


L'ennesimo contadino ribatté: "Quindi sei parigino! Hai preso parte alla rivoluzione?"
Alain pieno di sé, ribatté:"Emm ... Amico, ti basti sapere che hai come sindaco, un rivoluzionario. Proprio perché ho visto in faccia la fame e la morte, so perfettamente quello che vi aspettate da me. Quindi, non giudicatemi per ciò che ha fatto il farabutto che avete mandato via, ma giudicatemi  per ciò che IO farò! ... Se, dovessi deludervi, allora sarò io stesso a lasciare l’incarico, naturalmente prima che qualcuno di voi, mi prenda a calci o peggio ancora, mi faccia la pelle! ... Grazie per avermi ascoltato.”
Qualcuno esclamò: “Ci puoi giurare Sassoin! Se non fili dritto, la pelle te la facciamo eccome ah ah ah ah ha!" "Ah ah ah ah ah ..." risero all'unisono.


Roux disse ai suoi compagni: "Amici, meglio filarsela, queste risate non mi piacciono per niente, hanno tutta l'aria di essere una minaccia."
"Hai ragione amico, andiamo via!"
" Aspettate dove andate, devo prendere lo sgabello! ..... Preso, andiamo, VIA!!! ... Maledizione ma l'avete sentito? E' un rivoluzionario!!"
"Già, chissà cosa avrà combinato a Parigi!.. Meglio andare, presto!"

Alain, vide i suoi collaboratori allontanarsi in tutta fretta e urlandogli dietro disse: "EHI, VOI! DOMANI MATTINA ALLE OTTO, VI VOGLIO TUTTI SUL POSTO DI LAVORO E CHI NON SARA' PUNTUALE, TORNERA' TRA I CAMPI, CAPITO!"
"Sissignore!" risposero tutti.
La piccola folla scoppio in una fragorosa risata.  

br> “Allora Andrè che ne dici, come sono andato?
“Bene Alain, adesso devi conquistare la loro fiducia!  Ti consiglio di andare da loro per salutarli.”
“Tu credi che sia il caso?"
“Certo! Sarebbe un buon inizio e poi, ho l'impressione che ti stiano aspettando. Vedi, ti stanno guardando! ... Su fatti coraggio.”
"Emm .. si, credo che tu abbia ragione!"

Alain, timidamente si avvicinò al primo omone gli tese la mano e disse: "Amico, se mi stringi la mano, ti darò il diritto di essere il primo a tirarmi un calcio se non righerò dritto!" "Emm ... Come!!!... Ma stai scherzando o cosa? Ah ah ah ah ... Comunque ci puoi giurare che sarò il primo a prenderti a calci! Ah ah ah ...."

Gli altri incuriositi, si avvicinarono ai due, Alain continuò: “Salve a tutti! Sappiate che non è mia intenzione deludervi e …”
“Se veramente non vuoi deluderci manda via quei tipi che si definiscono tuoi collaboratori! Sono tutti complici di quello scellerato che abbiamo mandato via!”
Alain freddo e severo ribatté: “ Se non faranno ciò che gli dirò,  giuro che sarò io stesso a prenderli a pedate! .... Ma scusatemi, perché non gli avete riservato lo stesso trattamento del loro compare?”
 
Uno dei presenti, ribatté: Questa poi! ah ah ah ah ah ..."  
Un altro ancora: "E che non ci abbiamo pensato, altrimenti l'avremmo fatto! Ah ah ah ah ah!"  




Palazzo Jarjayes

Era primo pomeriggio.
Dopo aver passeggiato in giardino, Oscar si sedette all'interno del patio su una poltrona e si addormentò. Poco dopo, il suo sonno fu disturbato dallo  scalpitio  di un cavallo, schiuse gli occhi, vide avanzare una figura.
"Ma ... è André!!" mormorò correndogli incontro.
André tirò le redini, scese da cavallo e le si gettò tra le braccia.


“Oscar , quanto mi sei mancata!…”


Si persero in un lungo bacio appassionato .....

“Oscar mi sei mancata!... Non vedevo l'ora di essere qui con te!”
 "Anch'io ho sentito tanto la tua mancanza..." sussurrò abbandonandosi al suo abbraccio.
“Come stanno i bambini?”
“Bene, adesso dormono! Sai, André, ieri sera anche Gabriel mi ha chiamata mamma!”
Davvero! ... Su andiamo, voglio vederli!”
  “No aspetta, ho qualcosa da dirti.”
"Cosa c'è Oscar?"
"André prima di partire mi hai detto che desideri un altro figlio …”
" Oscar ... Tu, tu …”
“Avremo un altro bambino! … Almeno spero che sia soltanto uno!” 
"Oh Oscar ... Oscar!... Sono felice! ... Baciami .....
“Aspetta André, così non mi fai respirare..”
“Ti amo … ho paura di impazzire dalla felicità!”
 


Oscar e André entrarono abbracciati nella loro stanza, quest'ultimo disse alle due donne che vegliavano il sonno dei bambini: "Potete andare."
"Sissignore, con permesso!" disse una di loro chiudendo la porta.
André si avvicinò ai lettini, baciò piano i suoi bambini e disse: “Oscar, sono diventati più grandi! Aurora ha più capelli!”
“Si. E non immagini nemmeno quanti progressi che hanno fatto in questi gioni!"
"Non vedo l'ora di scoprirlo! .. Vieni qui madame Grandier! Voglio che mi baci ancora! ... Ti amo da impazzire amore mio!"


"Andrè dimmi come è andata?”
“Non so da dove cominciare! Nemmeno te lo immagini cosa è successo. Dunque …”
 




"E così alla fine, i cittadini di Arras, hanno accettato Alain come loro sindaco!"
"Mi fa piacere André! Sono sicura che Alain si farà rispettare da tutti!"
"Ad Alain è sempre piaciuto vivere in campagna e Alice non aspetta altro che raggiungerlo! .... Oscar, c'è dell'altro..."
"Dimmi, cosa è successo?"
"Per quanto riguarda la fabbrica, la richiesta dei materiali è aumentata, quindi, la manodopera non era più sufficiente." “Vuoi dire che hai assunto altro personale?"
"Esattamente! Ma non è tutto! Ho bisogno che ti occupi dell'aria finanziaria ...."
"Cosa! Io dovrei occuparmi dell’area amministrativa! Ma questo significa trasferirci ad Arras!”
“Ti dispiacerebbe?”
“No. Però, non pensavo che … si insomma un cambiamento tanto repentino …”
“Se non lo desideri possiamo trovare un’altra soluzione e …”
“Va bene André. Ci trasferiremo ad Arràs!”
"Grazie Oscar! Immaginavo che mi avresti appoggiato!"  
"André, lo sai che ho sempre desiderato vivere ad Arras, in campagna, lontano da tutto ......"
"Lo so! .. Ed è per questo che non avevo alcun dubbio!" ribatté dandole l'ennesimo bacio.
 
Andrè era nel salone, giocherellava con Gabriel, quando vide rientrare il Generale.

“Buona sera Signore.”
“Buona sera a te, vedo che sei tornato!”
“Signore, il vostro lavoro al Prefetto …”
“André, comincia starmi stretto, molto probabilmente lo lascerò. Credo che sia meglio che certi incarichi vengano affidati a qualcuno più giovane. Io non ho più pazienza per certe cose! ... Preferisco passare del tempo con i miei nipotini! .... A proposito André, tu e Oscar mi darete un altro nipote, la notizia non poteva che rendermi felice!”
“Grazie Signore.”



“Andrè, mi stai osservando da tempo, hai qualcosa da dire?
“Sissignore... ma non so da dove cominciare."
"Avanti, parla, sono qui per ascoltarti!"
"Mi avete appena detto che lascerete il vostro incarico al prefetto....”
Il generale che aveva tra le braccia il piccolo si sedette alla poltrona e rispose: “Andrè, credo che sia giunto il momento di abbandonare tutto …”
“Vi piacerebbe trasferirvi ad Arras?”
“Come! Ad Arras?! Andrè non capisco …”
“Ora vi spiego …”
 


Andrè illustrò la situazione riguardo alla fabbrica  e le nuove esigenze che erano sorte.
 
 
“Allora signore cosa mi dite? Voi sareste molto utile se veniste con noi! Ci dareste una mano e poi ci sono i vostri nipoti!”
“André, sinceramente non mi dispiacerebbe ritirarmi in campagna ma abbandonerei la mia casa.”
“Signore, questo non significa, non tornare più, anzi, lo faremo in svariati periodi dell’anno.”
“E va bene Andrè, tutto sommato non mi piacerebbe passare le giornate senza fare niente, vuol dire che  mi troverò un occupazione più consona alle mie esigenze.
 
"Perfetto, generale!"  
 

Era sera, la famigliola era riunita nella loro camera. I piccoli si addormentarono, Oscar aveva da poco indossato la camicia da notte, André che era disteso sul letto, ricordò del regalo per sua moglie. Si alzò dal letto, prese la scatola che aveva riposto sul mobile, e porgendogliela, disse: “L'avevo dimenticato, questo è per te!”
“Per me! Cosa c'è dentro?"
“Apri!…”

Oscar sollevò il coperchio, vide un magnifico tessuto rosso porpora.
“Oh ... ma ... è davvero molto bello!”
“E' il primo prodotto dalla nostra fabbrica! Volevo che fosse  tuo!"
"André ma io ... cosa ne devo fare!"
"Voglio che ti faccia cucire un bellissimo abito!”
“André ma io non …”
“Di occasioni per indossarlo ne avrai e se, non ce ne fossero, vorrà dire che lo indosserai  solo per me. Sono sicuro che sarai bellissima!!!!"



Ritorna all'indice


Capitolo 52
*** Il regalo di Andrè ***


 
Il regalo di André

"Nonna, dov'è Andrè?.
“Ti sta aspettando in giardino.
“Nonna, guarda questa stoffa..." disse Oscar aprendo la scatola.
“Ma è stupenda! Che meraviglia!!! E’ di ottima fattura e il colore è bellissimo!”
“ E' il  primo tessuto che è stato realizzato nella fabbrica tessile. Andrè desidera che mi faccia un abito. Infatti, dobbiamo andare a Parigi da madame Beltran!”
“Oh Oscar!... Sono sicura che sarà un abito stupendo!”
“Bene nonna, adesso vado, ci vediamo dopo.”

"A dopo mia cara!"


“Il sole cocente, il canto insistente delle cicali rendevano quella giornata d’estate ancora più  soffocante. Andrè era davanti alla carrozza quando la vide arrivare.

“Andrè possiamo andare, sono pronta!”

"Ti stavo aspettando!"

Oscar, salì in carrozza, Andrè chiuse lo sportello, prese posto a cassetta e partirono per Parigi.


La carrozza giunse davanti al laboratorio di sartoria.


“Oscar ti aspetto qui!”
“Non credo che ci metterò molto, vedrai, farò presto!”


“Ben tornata Madame Oscar, come state?”
“Bene madame, grazie!.”
“In cosa posso servirvi?”
Oscar adagiò la scatola sul tavolo, l'aprì, tirò fuori la stoffa e disse: "Voglio che mi cuciate un abito..."

“Madame, ma è stupendo!" disse la donna prendendolo tra le mani il tessuto. "E’ di ottima fattura! ... L’avete acquistato in Italia?”
“Assolutamente no, madame! E' francese, precisamente è stato  prodotto ad Arras in una nuova fabbrica tessile che è in funzione da qualche mese.”
Madame Beltran continuava a maneggiare il tessuto e continuò: “Non ho mai visto nulla di simile! Ma ditemi precisamente dove l'avete acquistata? Sapete, sono interessata per i la mia sartoria!”
“Nella la fabbrica di mio marito, madame!”
“Cosa! Non sapevo che vostro marito fosse il proprietario di una fabbrica tessile! E poi, se il materiare è di questa finissima fattura verrò senz'altro a dare un occhiata! Dovete sapere che a breve dovrò fornirmi di un certo quantitativo di stoffe, desidero vedere cosa produce la Vostra fabbrica!”
“Ma certo, Madame Beltran, siete la benvenuta! Vi darò tutte le indicazioni che desiderate ma prima dobbiamo discutere di come utilizzare il tessuto…”
“Si, certo, dite pure!”
“Desidero un abito molto semplice e senza fronzoli. Voi conoscete i miei gusti visto che ne avete realizzati altri.”
“Certo Madame, ora vi mostro qualche disegno, venite con me.”
 
 
André aspettava pazientemente sua moglie, quando la vide arrivare.

 “Allora, tutto bene?”
“Più di quanto possa immaginare! Madame Beltran è rimasta esterrefatta dal tessuto che a deciso di acquistare i nostri materiali!”
“Dici davvero?!"
"Mi ha detto che si metterà in viaggio per la fine del  prossimo mese.”
“Per allora, ci saremo già trasferiti!"

"André, possiamo andare."
"Oscar prima di tornare a palazzo, vorrei andare a casa di Alice.”
“Buona idea!”
 
 

“Che bella sorpresa Andrè! Ciao Oscar ci sei anche tu! Accomodatevi!”


Lo sguardo di Oscar, cadde sul ventre della ragazza e disse: "Ormai sei prossima all'evento!"
"Si, tra non molto nascerà il mio bambino. Sono impaziente, non vedo l'ora che arrivi quel momento, non ne posso più. Soffro continuamente di mal di schiena e come se non bastasse, Alain non è qui con me!"
"Hai ragione Alice! Ma molto presto vedrai che tutto si risolverà."
“Dimmi Andrè, cosa fa Alain ad Arras?”

"Dovresti vederlo! Ce la sta mettendo tutta per sistemare ogni cosa! Ah ah ah... "
"Non ti capisco, spiegati."
"Vedi Alice, Alain non è stato accolto nei migliori dei modi dagli abitanti del villaggio, però sono sicuro che saprà come farsi rispettare! Ora ti racconto ........."
 


“Nel bene e nel male, Alain è un uomo onesto.”
“Si hai ragione Alice!  Alain sarà un ottimo sindaco, ne sono sicuro.”
“Ti ha dato una lettera per me?”
“Mi ha detto di riferirti di riguardarti e che tornerà appena gli sarà possibile!
"Lo spero ..."
" Tranquilla! Sarà qui, non appena saprà del bambino."
“Cosa non farebbe per suo figlio! .. André, tu pensi che Alain si troverà a suo agio ad Arras?"
"Alice, conosco Alain, se ha accettato la mia proposta e perché ama la tranquillità della campagna!"
"Si, lo so. Me l'ha sempre detto! ... Forse l'ama più di me ..."  
Tra André e Oscar ci fu un veloce scambio di sguardi, quest'ultima disse: "Non dire queste cose... Alain è un uomo buono, onesto e generoso. Ti ama ..."  
"Ne sei davvero sicura?"
"... Altrimenti non sarebbe tornato da te. Alain è soltanto confuso, devi dargli tempo. Vedrai che riuscirete a superare gli ultimi timori!"
Gli occhi di Alice brillarono, rispose: "Lo spero! ... Grazie Oscar ..."


La carrozza fece una sosta in prossimità della Senna. Oscar e Andrè fecero una breve passeggiata.


“Oscar, mi dispiace per Alice! … Ho mentito, Alain, non le ha mandato alcun messaggio. Mi ha detto solo, di avvisarlo nel caso che il bambino nasca prima del previsto.”
“Ma è terribile! Povera Alice!”
“Lo so! ... Spero solo che dopo la nascita del bambino le cose cambino tra loro.”
Oscar annuì, il suo sguardo cadde sulle acque della Senna.
“Cos’hai? Sei silenziosa!”
“Pensavo al bambino che avremo …mi chiedo se sarà un maschio o una femmina.”
Lui avanzò e sorridendo ribatté: “Tu cosa vorresti che fosse?"
"André non avvicinarti, non indosso abiti femminili e due uomini  troppo vicini non passano inosservati!”
“Già! ... Oscar, mi piacerebbe tanto venire a Parigi con te al mio braccio vestita da donna …”
“André, così faremmo ancora più scalpore! Immagini se entrassi in un’osteria a bere un bicchiere di birra con un abito simile!"
"Dimentichi che adesso non puoi più bere alcolici, quindi, per i prossimi mesi, non frequenteremo alcuna osteria!"
 Oh no! Dimenticavo! Adesso, dovrò nuovamente privarmi di ciò che mi piace, bere un bicchiere, andare a cavallo e allenarmi con la spada."
“A proposito di spada, Oscar, quel tale che ha il nome del mio cavallo, mi riferisco ad Alexander Bouillé, è rimasto soddisfatto per le lezioni che gli hai dato?”
“Non credo! ... Vedi Andrè, il nostro l’ultimo incontro non è stato dei migliori."
"Perché è scappato? Forse l'hai spaventato? ih ih ..."
"Si, è scappato via …”
“Come sarebbe a dire scappato?”
“Si, perché … Andrè avevi ragione sul suo conto ..."
"Cosa intendi dire?"
"E' stato insolente, ha detto delle cose che … si insomma, hai capito!"
"Non ho capito, spiegati!"
" ... Bouillè ha detto delle cose che mi hanno infastidita ed io, gli ho puntato la lama alla gola ...."
"Cosa! Ma non è possibile!!"
"Invece si! Infine gli ho detto che se, non fosse andato via immediatamente, l’avrei infilzato e rispedito da suo nonno …”
" Questa poi! Ah ah ah ah Oscar ..."
“Andrè! Ma cosa ti prende? Lo trovi tanto divertente quello che è successo?”
“No, certo che no. Però, Oscar e che ho avuto l'impressione di vederti!... Immagino la scena: tu che gli punti la lama alla gola e lui scappa!"
"Già, è andata proprio in questo modo!"
" E così quel presuntuoso è scappato con la coda tra le gambe! ....Comunque l'avevo capito sin dall'inizio ma tu come sempre, non hai voluto ascoltarmi.”
“Oh André, ti prego smettila!”
 Lui avanzò ancora di un passo e guardandola negli occhi sussurrò: "Sei bellissima!"

 “Ti ho detto di stare lontano. Ma non lo vedi che poco più in là c'è gente?!”
“Si, ho capito! ... Però, visto che per un po’ di tempo dobbiamo stare lontani dalle osterie, potresti accontentarmi ..."
"In che modo?"
"Promettimi che quando faremo le nostre rare apparizioni in pubblico, tu indosserai abiti femminili.”
"Umm ... vedremo, ci penserò! Su dai andiamo adesso!"
 
 
Il sole del mattino illuminava la stanza.


“Buongiorno Andrè.” 
“Buongiorno dormigliona!.. Su vieni, la colazione è già pronta, ho preferito portarla in  camera!”
“Tu sei già sveglio e vestito, beato te!”
“Questa poi! Dormi fino a tardi e mi dici, beato te?! … Su sbrigati, prima che le nostre piccole pesti si sveglino.”
“Davvero! Dormono ancora? Non ci posso credere!  
Si udì una vocina, delle manine si  sollevarono.
“Ma … mamma …”
“Ecco, non abbiamo fatto in tempo a  far colazione che la biondina si è svegliata!" disse André andando verso la culla. "Principessa, ti ho sentita, adesso arrivo! ..... Ma quanto sei bella stamattina! Su, vieni, dal tuo re!”
“Andrè non avrei mai pensato che saresti stato un padre tanto premuroso …”
“Nemmeno io! Ma ne dubitavi?”
“Sinceramente si!"
" Davvero! Sono felice che ti sia ricreduta."
"André, abbiamo investigato, sventato attentati, messo a repentaglio le nostre vite ma non abbiamo mai pensato alla nostra vita. Figurarsi poi, una vita insieme!”
“E invece eccoci qui! Genitori di quasi tre figli. E poi, io non ho mai immaginato la mia vita accanto a un’altra donna, piuttosto mi sarei rinchiuso in un monastero!”
“Non ti credo! Ah ah ... Dopo averti conosciuto intimamente, non penso che ti saresti trovato a tuo agio in mezzo a dei frati! Ah ah ah...”

"Ah ah ah .. No!! Abbiamo svegliato Gabriel!"  
 

Tornarono  a Parigi da madame Beltran, nemmeno questa volta Oscar accontentò Andrè, indossava come sempre i suoi immancabili abiti di taglio maschili.  
 
“Guardate Madame Oscar, ditemi se non è una meraviglia!" esclamò la donna mostrando l'abito.
"Si, riconosco che è molto bello."
"Adesso lo ripongo.
“Madame Beltran, desidero indossarlo.”
 “Volete indossarlo?! Ma certo! Andiamo nell'altra stanza!”


Oscar era splendida nel suo abito. Il punto via era messo in risalto da un corpino attillato e la gonna era piuttosto ampia e priva di panier e le maniche era appena a sbuffo. Madame Beltran allacciò l'abito e disse: “Siete bellissima! Non appena vi vedrà vostro marito, sono sicura che rimarrà senza parole!”
“Grazie madame, siete davvero gentile.”
"Aspettate, non ho ancora finito, voglio acconciarvi i capelli ..."  
"Per favore, voglio che li alziate appena ..."
"Fidatevi di me madame Oscar, ormai so cosa vi piace!" ribatté la donna soddisfatta.

Andrè aspettava la sua Oscar, era di spalle quando udì la sua voce: “Possiamo andare Andrè, però non ho voglia di tornare a casa, desidero passeggiare lungo la Senna ma questa volta al tuo braccio.”
“Come desidera la mia signora …” disse voltandosi e rimanendo annichilito per la sorpresa. “Sei ... sei incantevole ... bellissima! Sei la donna più bella che abbia mai visto! …”
“ Ah ah ... Non credi di esagerare?"
"... No non esagero! ..."
Grazie André! Come vedi, indosso l’abito che mi hai regalato, però le scarpe sono quelle che avevo ma tanto non si vedono! Ah ah ah!”
 
Ah ah ... Oscar sei l'unica donna che va in giro con un abito femminile ma che indossa delle scarpe maschili! Ah ah ah ... Su aspetta che ti aiuto a salire in carrozza!"
"Grazie André! E riguardo alle scarpe, sinceramente sono molto più comode di quelle che avrei dovuto mettere! Ah ah ..."

 
Passeggiarono mano nella mano lungo la Senna lontano da occhi indiscreti. Sguardi languidi, baci, abbracci e mille promesse d’amore. Una, due, tre volte un’unica piccola frase: “Ti amo.”
 
 
 Una notte, qualcuno bussava a palazzo Jarjayes.


Il servitore aprì e domandò:" Chi siete?"
"Sono il marito della vicina di Alain. Dite al Signor André che Alice sta per dare alla luce il bambino!"
" Tranquillo buon uomo, lo avviserò immediatamente!"

Michel percorse in tutta fretta lo scalone per poi raggiungere la camera di Andrè. Con tocco deciso, lo svegliò: "André .. André sveglia!"
André e Oscar si svegliarono, quest'ultima sussurrò: "Ma cosa sta succedendo?"
"Aspetta Oscar, ora vado a vedere!" ribatté lasciando il letto e in tutta fretta aprì la porta. "Cosa succede?"
"André, poco fa è venuto un vicino di casa di Alain, mi ha detto che Alice sta per avere il bambino!"
"Michel, manda immediatamente qualcuno ad Arras per avvisare Alain!"
"Si, Andrè, manderò il figlio di Marie!"

Oscar disse: "Andrè, dobbiamo andare da Alice e avvisare il dottor Lassonne!"
"Si, Oscar, prepariamoci!"


Arras

Il ragazzo viaggiò per tutta la notte, finalmente giunse alla tenuta.
Buongiorno Madame! … Sto cercando Alain, mi manda Andrè.”
“Sei arrivato giusto in tempo ragazzo! Alain è nella stalla, tra poco si recherà al municipio. Vieni con me che ti accompagno.”
 

Alain stava sellando il cavallo, quando udì una voce: “Signore Alain …”
“Oh no basta! Ancora lei! … Anne!!”
“Andate in comune signore Alain?”
“Scusatemi Anne ma voglio dirvi che... vedete, io non voglio sembrare maleducato però … accidenti non so come dirvelo …” “Dirmi cosa Signore!”
“Sono sposato e a breve avrò un figlio.”
"No!! Non è possibile!!!"

La ragazza impallidì e scappò via con le lacrime agli occhi.
“Mi dispiace Anne, spero che adesso mi lasci finalmente in pace.” disse salendo in sella al cavallo. Stava per partire al galoppo quando vide avanzare Joland, seguita da un ragazzo, quest'ultima disse: “Aspetta! Alain non andare! Questo ragazzo è venuto a cercarti.”
“Chi siete?”
“Vengo da parte di Andrè …”
“Alice …”
“Sissignore! Vostra moglie sta per avere il bambino …”
Alain in preda all'ansia, disse alla donna: “Per favore Joland, di a Lucien di recarsi in municipio. Deve avvisare a quegli imbecilli di collaboratori che mi ritrovo, che mancherò per qualche giorno e nel frattempo dovranno occuparsi delle faccende che abbiamo in sospeso. E se nel caso non dovessero rigare dritto, dica loro che al mio rientro li  metto a tirare l'aratro nei campi al posto dei buoi!"
"Si, Alain, glielo dirò!"
Mi raccomando Joland, ne una parola in più, ne una in meno.”
“Sta tranquillo Alain, mando immediatamente mio marito, va pure!”
"Grazie Joland!"

Cavallo al galoppo, Alain era sulla strada di Parigi.
 
 
L’attesa fu piuttosto lunga. Alice era in pieno travaglio. Le doglie perdurarono l'intera notte fino al primo pomeriggio. Ad assisterla, c’era Lulù la sua vicina di casa e il dottore Lassone. Mentre i genitori di Alice erano nel salotto in compagnia di  Oscar e André.
 
“Oscar non sopporto sentire lamentare Alice, torno più tardi. Forse è meglio che tu venga con me.”
“No, Alain non tornerà prima di stasera ed io  preferisco rimanere con lei.”
“Come vuoi, a dopo.”

 
Era ormai pomeriggio, Oscar era seduta sulla poltrona del salotto, quando udì un grido seguito da un pianto, poco dopo la porta si aprì, uscì Lulù: “E’ nata! Finalmente è nata!”
I volti felici dei signori Blanc, erano diventati nonni. Oscar si alzò dalla poltrona, vide avanzare la donna felice che esclamò: “Signori è una bambina, ed è bellissima!”
La mamma di Alice, chiese commossa: “Mia figlia come sta?”
“Sta perfettamente Madame!”


Dopo le prime cure Chaterine, Robin e Oscar entrarono in camera.

La nonna, disse:“La mia nipotina è davvero bellissima, figlia mia!”
"Mamma, dov'è Alain?"
"Non è ancora arrivato. Ma non preoccuparti, presto sarà qui! André ha mandato un servitore ad avvertirlo."
"Spero che venga davvero!"
"Figlia mia, non vedo perché non dovrebbe venire!... E' nata sua figlia! ... Vedi caro, come è bella nostra nipote!!" disse la donna orgogliosa.
"E' bellissima Chatrerine! Bella come nostra figlia!"


Poco dopo, il Signor le Blanc, disse: "Alice, tua madre ed io siamo stanchi."

"Padre, potrete riposare nella camera degli ospiti."
"Figliola, anche tu sei stanca, devi riposare."
"Si, padre, lo farò.."


Oscar e Alice, rimasero sole nella camera, quest'ultima disse: “Oscar aspetta rimani con me! .... Oscar tu credi che Alain sarà felice di essere diventato padre?”
“Ne sono sicura! Sta tranquilla!”
Le lacrime bagnarono il volto di Alice.
Un tocco appena, la porta si spalancò era Alain in compagnia di Andrè.



“Alain sei tornato!”
"Certo che sono tornato! Alice come ti senti?" disse abbracciando sua moglie per poi, darle un piccolo bacio.
Accanto ad Alice era adagiata la piccola, con tocco leggero, Alain le sfiorò il viso, esclamò: “E’ una meraviglia!”
Andrè ed Oscar, si lanciarono uno sguardo di intesa e lasciarono la stanza.
Alain disse loro: “Un momento André! Capisco che siate stanchi e vogliate tornare a casa ma prima di andare via, dobbiamo brindare! ... Aspettate, vado a prendere i bicchieri.” felice lasciò la camera. Poco dopo Alain tornò con un vassoio, i  bicchieri, della birra  e del succo di more. Nei primi due boccali versò la birra, si accinse a versarne il terzo, quando Oscar disse: “No, Alain, preferisco anch'io il succo di more.”
“Comandante, so che la birra vi piace, perché la rifiutate?”
 “E' vero la birra mi piace moltissimo ma, per qualche mese ne dovrò fare a meno.”
“Certo! .... Ho capito, Comandante! .. Allora non mi resta che congratularmi con Voi!"
Oscar, ribatté:" Grazie Alain! ... Adesso devi dire qualcosa, per tua moglie e tua figlia!"
Alain sollevò il bicchiere, disse: “Brindo alla famiglia e all’amicizia sincera!”

Ritorna all'indice


Capitolo 53
*** Ritorno ad Arras ***


Ritorno ad Arres
 
 
Davanti al palazzo Jarjayes c'erano le carrozze pronte per partire per Arras.
Con André e Oscar  partivano anche la nonna e Margherite mentre Loren e Marie rimanevano a palazzo a causa dei loro impegni familiari.


“Augustin ti aspettiamo quanto prima, adesso più che mai i ragazzi hanno bisogno di noi.”
“Margherite, non posso lasciare all' improvviso il mio incarico. Prima di raggiungervi, devo attendere che venga nominato il nuovo prefetto! ....... Oscar, è superfluo dirtelo ma abbi cura dei miei nipotini e riguardati.”

“Mi riguarderò Padre, attendiamo il Vostro arrivo!”


Il viaggio fu piuttosto lungo e faticoso con i bambini al seguito. I viaggiatori dovettero fare svariate fermate, impiegando cosi molto più tempo. L’ultima tappa la fecero presso la locanda di Martin, dove Andrè e Alain si fermarono prima di arrivare al villaggio.


“Che piacere rivedervi, soprattutto Voi madame Oscar! E' passato, davvero tanto tempo dall'ultima volta che siete stata qui!”
“Grazie Martin.”
“Che meraviglia! Sono i Vostri bambini?!"
" Martin, ti presento Gabriel e Aurora."
"Sono bellissimi! ... Avanti, su, venite a prendere posto da questa parte.” disse l'oste facendo strada ai nuovi arrivati.

“Martin, portaci da mangiare e qualcosa da bere.”
“Subito Andrè, vi porto dei pranzetti squisiti che la cuoca ha appena preparato.”
"Ti ringrazio!"



Durante il pranzo la nonna domandò: "Andrè, quanto manca ancora per arrivare?"
"Tra meno di un ora saremo ad Arras."
Margherite, intervenne:" Viaggiare con dei bambini al seguito, non è affatto facile."
" Vero... ma ormai ci siamo quasi!"
" Poco, piccola? Manca ancora del tempo!"
" Dai nonna, pazienta ancora un poco."


"Madame, nonna, prendete posto in carrozza. Oscar ed io saldiamo il conto e salutiamo Martin."
" Si certo! .... Nanny, cominciamo ad andare!"
"Si, Madame!"
I bimbi erano in braccio alle nonne che presero posto sulla vettura.


 “Andrè, prima che tu vada, voglio dirti che mi dispiace per l'altra volta di aver parlato in quel modo del nuovo sindaco. Io non sapevo chi fosse! ... Credo di averlo intimorito. Però, ho saputo che il Sindaco Sassoin in soli pochi giorni  si è guadagnato la simpatia di tutti i paesani. Speriamo bene!”
Andrè tirò fuori le monete e rispose: “Non preoccuparti! Imparerete ad apprezzarlo, Alain è un uomo onesto e generoso. Vedrete farà del suo meglio.”
“Se è tuo amico, sono certo che non ci deluderà.”
“Tra non molto tornerà con la sua famiglia. Sta pur certo che farà una breve sosta alla tua locanda.”
“Per me sarà un vero piacere!”
 
"Bene Martin, il nostro viaggio riprende!"
"Buon viaggio e a presto!"  
 


Oscar scrutò felice dal finestrino, I ricordi, la riportarono indietro nel tempo ......



E' passato quasi un anno, da quando sono sono andata via per traferirmi a palazzo! .... Andrè era ferito gravemente ed io ero incinta e malata. Adesso torno per sempre in questo posto con mio marito e i mie figli e tra non molto avrò un altro bambino! ... La mia vita è cambiata, non avrei mai immaginato che sarei stata tanto felice!



La carrozza si fermò davanti all’ingresso principale della tenuta.
Lucien era nell’orto quando li vide arrivare,  passò per la porta della cucina e andò da sua moglie.


“Joland, su presto, sono arrivati i padroni! Andiamo a dargli una mano!”
" Arrivo Lucien!"


“Bentornati!”
“Grazie!"
Joland non appena vide i piccoli, sorrise esclamò: “Come sono cresciuti dall'ultima volta che li ho visti e sono diventati ancora più belli!”
"Madame Oscar, vedo che non siete sola, c'è anche la padrona!... Madame Marguerite ben tornata!"
" Grazie Joland!"
" Nanny ci sei anche tu, che bella sorpresa!"
" Grazie figliola!"
" Accomodiamoci in casa! .. Ho preparato le stanze ma non so dove alloggerà la padrona, così ho preparato quella degli ospiti."
Oscar, ribatté: "A questo, penseremo dopo."


"Andrè ti aiuto a scaricare i bagagli, devi dirmi solo dove li dobbiamo portare."
"Si, certo! ... Lucien, come avrai appreso dalla lettera che ti ho mandato, ci siamo definitivamente trasferiti, quindi, adesso, dobbiamo cercare gente fidata disposta a lavorare per noi.”

“ Andrè, conosco qualcuno che potrebbe darci una mano, è gente di cui ci si può fidare.”
"Bene, allora non appena avremo finito di sistemarci, mandali da me."


"Madre, dovete decidere, se alloggiare all'interno della casa oppure nella dependance!"
"Oscar, fin tanto che tuo padre è a Parigi, preferisco sistemarmi nella camera degli ospiti poi, occuperemo la dependance."
" Come desiderate madre! ... Nonna dove desideri alloggiare?"
"Mi va bene la camera dell'altra volta."
"Perfetto!"


"Madame Oscar, la cena è pronta in tavola!"
Adesso scendo Joland! ..... Joland ..."
" Si, Madame ..."
"Sai dov'è Andrè?"
E' di sotto con Lucien, discutono della fabbrica."
La nonna disse:“Oscar, non possiamo certo pretendere di mettere tutto a posto?! Penseremo domani al resto e poi, non devi affaticarti, lascia fare noi!”
“Madre, a parte Joland e Adeline  che tra l’altro oggi aveva la giornata libera, non c’è nessuno che può aiutarci in casa e noi siamo in tanti. Senza contare che ci sono i bambini, che danno un gran bel da fare. Dobbiamo assolutamente trovare qualcuno che ci aiuti. ”
“Sta tranquilla, vedrai che la troveremo. Su vieni Oscar andiamo a tavola, approfittiamo che i piccoli dormano, il viaggio li ha stancati."
 
 
La porta del balcone era spalancata per il gran caldo, il sole illuminava la stanza. Era il primo giorno di Agosto.  Andrè e Oscar dormivano profondamente quando la piccola Aurora svegliò la sua mamma.

“Andrè … Andrè ti prego svegliati …” disse Oscar rigirandosi dall'altra parte.
"... Umm .. Ho sonno..." rispose appena. Poco dopo un urlo forte e deciso della  piccola, fece sussultare suo padre.“Co cosa succede?
“E’ tua figlia che ti chiama Andrè.”
“Sei sicura che chiede di me?”
“Sicurissima! Ho sentito benissimo, chiama suo padre!”
"UEEEE"
"Ho capito, adesso arrivo!" disse alzandosi stancamente dal letto. "Buongiorno principessa, sei già sveglia? Ma non potevi dormire almeno un altro poco? Sai, il tuo papà ha ancora sonno!... Su vieni nel lettone!"
“André, ha smesso di protestare, hai visto?! .... Era te che cercava non me. ”
“Secondo me, più che chiedere del suo papà voleva infilarsi nel nostro letto!”
“André, fin tanto che non troviamo qualcuno che ci aiuti con loro, non possiamo passare la notte a fare l’amore.”
“Oh ma senti che linguaggio spudorato che hai...”
"Io avrò anche usato un linguaggio spudorato ma tu sei quello che era disposto a rinchiudersi in un monastero!"
"Non è possibile, mi stai provocando ancora. Vieni qui che ti faccio vedere io!"

    “Ti prego Andrè così mi fai il solletico e poi, c'è Aurora che ci divide .... lasciami, non solleticarmi i fianchi .. ah ah ah ...”

"Aspetta, allora, passo dall'altra parte ..."
No, André, non è giusto! ... Lasciami andare ... basta .. Ah ah Ah..."
“Sei una strega … hai rubato il mio cuore, baciami ......”


Ancora un bacio e un’altra vocina li portò alla realtà.


“Andrè porta qui anche Gabriel!”
 
 


“Oscar sbrigati, dobbiamo andare in fabbrica! Non preoccuparti, ai bambini ci penseranno le nonne!”
“Andrè da sole non possono farcela. Aspetta ho avuto un idea! ... Un momento che vado da Joland.”
>br>
“Joland, dov’è Adeline?”
“Si sta occupando del bucato.”
“Ascolta, Andrè e io torneremo nel primo pomeriggio, non preparare il pranzo per noi.”
“Va bene Madame.”

Oscar uscì dal retro della cucina e a passo marziale attraversò la veranda, da lontano vide Adeline indaffarata a stendere il bucato.


“Buongiorno Madame.”
“Buongiorno a te,Adeline! Ascoltami, dov’è tua figlia Anne?”
“L’ho mandata nell’orto, è successo qualcosa Madame?”
“Fin tanto, non troveremo qualcuno che si occupi dei bambini, Anne dovrà dare una mano alle nonne per accudirli.”
“Si certo madame. Se permettete, posso dire a due mie parenti che si sono sempre occupate di bambini di venire a lavorare per voi.”
“Molto bene Adeline falle venire quanto prima.”
“Si certo madame.”  
 

“Andrè possiamo andare. Almeno per oggi è tutto sistemato. Anne darà una mano con i bambini."
"Perfetto."
" Sembra che Adeline conosca delle sue parenti disposte a lavorare per noi.”
“Va bene Oscar ma adesso, andiamo."

Andrè salì in cassetta e partirono.
 
 
Arrivarono in fabbrica.
Dopo essersi aggirati tra gli operai, Oscar e Andrè andarono in ufficio. Oscar si guardò intorno un poco smarrita.
L'ufficio era molto piccolo, c’era un tavolo che fungeva da scrivania, c'era una sedia di legno con il fondo di paglia e un armadio dove erano riposti i registri contabili.

"Cosa c'è Oscar, perché quell'espressione?"
Ecco vedi Andrè e che ... si insomma, è così diverso da come l'avevo immaginato ..."
"So a cosa stai pensando, non è certo l'ufficio di un Colonnello. Potrai adattarlo alle tue esigenze. Dietro alla scrivania faremo mettere una poltrona e poi serve un divano per quando ne sentirai bisogno …”
Andrè aprì l’armadietto tirò fuori i registri contabili, l'apri e disse: “Guarda qui! Questa è la cifra del capitale iniziale,adesso, è praticamente aumentata del quaranta per cento. Pensa che abbiamo cominciato a produrre meno di quattro mesi fa!”
“Davvero Andrè?”
“Luis mi ha detto che una buona parte delle richieste vengono dalla nostra Contea, proprio perché la gente ha la possibilità di acquistare e non è tutto, molti vengono dai villaggi vicini.
Un tocco alla porta.
“ Avanti! ... Entra Louis entra!"
“Scusate! ... Andrè ci sono delle signore che vengono da Parigi, sono interessate al nostro prodotto.”
Oscar, esclamò: “Deve essere Madame Beltran! Falle passare.”
“Si madame.”
Luis fece accomodare le due donne.
“Buongiorno!"
"Buongiorno Madame Beltran, prego accomodateVi!"
" Madame Oscar, Signor André, incredibile vedervi qui e, proprietari di questa fabbrica! ... Come Vi avevo già accennato Madame, sono qui per dare un occhiata ai Vostri tessuti.”

"Dobbiamo andare ai magazzini Madame! ... Louis fai strada!"
"Prego, da questa parte!"



Andrè espose: “Come avete appena visto Madame, produciamo diverse qualità di materiali a seconda l’esigenza e la disponibilità del compratore.”
“Acquisteremo diversi metri di stoffa ma di diversa fattura. Anche noi dobbiamo soddisfare l’esigenza dei nostri clienti.
Oscar ribatté: “Bene Madame, dobbiamo accomodarci nel mio ufficio e prendere gli accordi necessari.”
“Oscar pensaci tu, devo andare al reparto di produzione, sul catalogo sono esposti il costo di ciascun materiale! ... Masdames a dopo, e grazie per esserVi fornite nella nostra fabbrica!"
"Arrivederci Signor André!"  
 

Dopo che le due donne lasciarono l'ufficio, Oscar rimasta sola, si sedette dietro la scrivania, sussurrò: " Io, da Comandante dell'esercito francese sono diventata dirigente e amministratrice di questa fabbrica tessile! Tutto questo ha dell' incredibile! .... Anziché discutere di armi e di attentati, adesso devo occuparmi di bilanci e contabilità. Come è cambiata la mia vita!"
 

E così per Oscar cominciò il suo primo giorno di lavoro nella loro fabbrica tessile.
 
Oscar era seduta dietro la scrivania, dalla finestra spalancata vedeva il suo Andrè indaffarato ad aggirarsi con il suo collaboratore Luis.
 
 
L’ora di pranzo era passata da un pezzo, Oscar era davanti alla finestra assorta dai pensieri quando udì dei passi alle sue spalle, si voltò.
“Andrè!”
“Oscar dobbiamo mangiare qualcosa ..."
"Dove vorresti andare?"
"Andremo alla locanda di Pierre, non dista molto da qui. Ho già preparato la carrozza possiamo andare.
 
 

“Buongiorno Pierre.”
“Che piacere rivedervi, soprattutto voi Madame Oscar! ... Volete un tavolo?
"Si, Pierre, dobbiamo pranzare."
Benissimo, accomodatevi da questa parte."
André disse: “Portaci qualcosa da mangiare, dell’acqua e del succo di more.”
“Non volete che vi porti del vino o delle birre?”
“No, Pierre va bene così.”
Non appena l'oste si allontanò, Oscar prese la sua mano e sussurrò: “André, chi aspetta un bambino sono io, non tu; non vedo perché dovresti privarti di un bicchiere di vino!”
“Ti sbagli, il bambino lo aspetto anch’io, con te! ... E poi, le bevande ci sono, ho chiesto dell’acqua e del succo di more. Ricordo che da bambini abbiamo fatto delle grandi scorpacciate all’ insaputa della nonna! ih ih ih ...”
 
" Già e macchiavamo sempre i nostri vestiti!"  

Seduti ad un tavolo poco lontano da loro, c’erano due membri della giunta comunale, non si accorsero che Andrè era alle loro spalle, il primo disse: “Il bifolco non è ancora tornato!"
Non me lo ricordare! Da quando c’è lui, non riusciamo più nei nostri intenti! Quello si crede di essere il paladino della giustizia …”
“Spero amico mio che il cafone, stia più a lungo possibile lontano da qui! Senza di lui, stiamo decisamente meglio! ”
"Già! Ma hai sentito cosa ci ha mandato a dire il bifolco?">br> "Certo che si, ero con te quando è arrivato il suo servo. Quel rozzo ignorante ci ha minacciati di rispedirci nei campi!"
"Si, lui ci vede bene a tirare l'aratro al posto dei buoi!... Maledetto parigino!" Oscar e Andrè si lanciarono un occhiata di disappunto, quest'ultimo si voltò verso i due e con tono severo disse: “Se non sbaglio, qualche tempo fa, siete venuti da me a propormi di essere il vostro sindaco, forse pensavate che io fossi diverso dal mio amico Alain? Ebbene vi sbagliate! Anzi, adesso mi chiedo, come faccia Alain a non rimuovervi dal vostro incarico. Se non vi sta bene essere suoi collaboratori, non aspettate che vi mandi via, dimettetevi immediatamente!”
I due imbarazzati dalla presenza dei padroni scattarono in piedi, uno di loro disse balbettando: “E’ sta stato un ma malinteso e …”
Oscar incalzò: “Abbiamo ascoltato benissimo!! Come ha detto mio marito, se non vi sta bene, rinunciate al vostro incarico, nessuno vi obbliga a rimanere, intesi!!”
“Sssii padrona .. però ... ecco ...noi ... è stato un malinteso ....”
" Non è stato un malinteso! Per quanto mi riguarda, questa conversazione finisce qui!!"
"Si, Padrona, togliamo il disturbo ..."  
 
Oscar e André li videro andare via, quest'ultimo mormorò: "Credo che il povero Alain non abbia vita facile con questi disonesti."
"Andrè, conosciamo Alain, sono sicura che li metterà a loro posto, vedrai!"
"Dai calmati, adesso mangiamo..."


" Era pomeriggio, Oscar e André erano sulla strada di ritorno quando Andrè arrestò la carrozza.

"André, cosa succede, perché ti sei fermato?"
"Niente! Voglio fare una breve sosta sotto la nostra quercia!"
Ma Andrè, cosa ti prende?"
"Nulla!" ribatté lasciando il suo posto dalla cassetta e spalancando lo sportello della carrozza le tese la mano." Dai, qualche minuto soltanto, poi, ripartiamo."
"E va bene, ora scendo."


Seduti sotto la grande quercia, André disse: "Oscar, quante volte da ragazzi siamo siamo stati qui a guardare il tramonto ..."
"Umm... Andrè, sei in vena di ricordi o sbaglio?"
"Non sbagli affatto, anzi, sai cosa ti dico?!! .... Mi sento nostalgico e tremendamente romantico!"
"André, riconosco che abbiamo trascorso in questo posto gli anni più belli della nostra vita!"
" Già! ... Mai avrei pensato che un giorno questo luogo sarebbe diventato la nostra casa!"
"Ti piace, vero?"
Le si avvicinò e guardandola negli occhi, sussurrò: " Sono molto felice Oscar! Sapessi quanto ho desiderato trascorrere la mia vita qui con te e con i nostri figli. Sono un uomo davvero fortunato ...."
" André, non so chi è il più fortunato tra noi, se tu che hai pazientato per vent'anni, oppure io!... Mi hai attesa tutta una vita!"
"Oscar, al di là di tutto, noi siamo nati per stare insieme, niente e nessuno potrà separarci!"

Le sue dita, sfiorarono la pelle candida e morbida del suo viso, un sorriso, il verde scintillante si perse nell'azzurro mare, un sussurro:" Ti amo ..."
Si persero in un bacio dolce e appassionato .............


Giunsero a casa, Aurora e Gabriel erano in braccio ad Adeline e Margherite, appena videro mamma e papà spalancarono le braccia.
"Andrè, strinse a sé la piccola e sorridendo disse: "Ehi principessa, su abbraccia il tuo papà! .... Oscar, guarda che accoglienza che ci hanno riservato i nostri figli!"
" Gabriel piccolo mio, anche tu mi sei mancato!" disse abbracciandolo teneramente e passandogli la mano sulla testa lo baciò.


Dopo cena, André e Oscar erano nella loro stanza. Distesi sul letto giocarono con i loro bambini finché non si addormentarono abbracciati a mamma e papà.


"Oscar, si sono addormenti, dobbiamo metterli nei loro lettini."
"Andrè, sono davvero instancabili, stasera ho avuto l'impressione che si volessero addormentare."
"Erano felici di giocare. Ma li hai visti?! Non si sono staccati da noi per tutto il tempo!"
Dopo averli messi nei loro lettini, Oscar mormorò: "André, guardali! Sono bellissimi! Sono nostri ...."
"Oscar, loro sono il frutto del nostro amore!"
André avanzò verso di lei, la strinse a sé, continuò:" Sei tu il mio amore Oscar!"
"André caro, io ti amo, ti amo tanto ....."

Ritorna all'indice


Capitolo 54
*** La fabbrica tessile ***


La fabbrica tessile
 
Erano passate due settimane da quando la famiglia Grandièr si era trasferita ad Arras.
Andrè e Oscar si recavano ogni mattina in fabbrica, tutto procedeva per il meglio nonostante che non si fossero mai occupati ne di conti e tanto meno di stoffe.




Come ogni giorno, Oscar svolgeva il suo lavoro in ufficio, stava riordinando alcuni conti quando udì bussare.
“Avanti …" “Volevate vedermi Madame?”
“Luis, non appena gli operai avranno terminato il turno di lavoro, falli passare per l’ufficio per ritirare il salario.”
“Si madame! ..... Madame, ieri, come vi ho già accennato sono arrivati al villaggio dei forestieri..."
"Ebbene?"
"Mi hanno incaricato di dirvi che saranno qui domani mattina.”
“Va bene Luis, se non ce altro puoi andare. Devo finire i conti prima che arrivino gli operai." “Sissignore.”


Oscar vide Louis lasciare l'ufficio e mormorò: “E' mancato poco che si mettesse sull'attenti, mi ha risposto con un Sissignore ..... Incredibile!! Nemmeno se fossimo in caserma! ... Senza rendermi conto gli ho parlato come se fosse un mio soldato.”


Luis fuori l'ufficio, sussurrò: “Caspita! La padrona ha proprio l’atteggiamento di un militare! Si vede da un miglio che ha prestato servizio nell’esercito.”
“Luis, cosa ti prende, perché sei così pensieroso?”
“Niente, niente André, è tutto a posto.”
“Allora vieni con me, ho bisogno del tuo aiuto.”
“Si, ma prima devo fare una comunicazione agli operai.”
“Comunicazione?”
“Il Comandante … cioè volevo dire la padrona, mi ha incaricato di avvisare gli operai che non appena avranno concluso il loro turno di lavoro devono passare per l'ufficio.”
“Va bene Luis, ti aspetto in magazzino!”
Andrè vide Luis allontanarsi, mormorò: "Oscar, qualsiasi lavoro tu svolga, rimani piacevolmente la stessa di sempre: il mio Comandante Jarjayes!”
 
 
Alle porte di Arras

Alain e Alice con in braccio la piccola Diane fecero il loro ingresso nella locanda di Martin.

“Buona sera signor Sindaco! Madame, prego accomodatevi da questa parte!”
“Caspita! Però!!! Quanta cortesia da parte vostra Martin!”
“Signor Sindaco, mi dispiace per l’altra volta …”
“Non preoccuparti, non potevi sapere chi avevi di fronte e soprattutto non potevi immaginare che razza di sindaco vi avrebbero rifilato! Ah ah ah ... Adesso se non ti dispiace portaci qualcosa da mangiare. Mia moglie ed io vogliamo arrivare ad Arras prima di sera.”
“Si, certo Signor Sindaco. Scusatemi vado in cucina."
Alain guardava Alice accarezzare amorevolmente la sua bambina, con voce roca, disse: “Diane è bellissima! Appena nata aveva i capelli scuri ma negli ultimi giorni sono diventati castani! .... Mi ricordano tanto i capelli della mia povera sorella.”
“ Ne sono felice Alain. Spero che le somigli! .... La nostra vicina Lulù, mi ha detto che era molto bella.”
"Mia sorella, oltre ad essere bellissima era tanto dolce ...."

Il pensiero di Alain andò indietro nel tempo: quando sua sorella si recava in caserma.
Il suo sguardo divenne malinconico, appena un sussurro: “La mia povera e bellissima Diane .....”
" Signor sindaco, ecco le vostre portate ...."
La voce di Martin interruppe i ricordi nostalgici di Alain.
“Ecco qua! ... Madame, Signor Sindaco, Vi auguro buon pranzo!” –
"Grazie Martin!!" Alain ritrovò allegria di sempre e guardando l'oste disse: “Ascoltami buon uomo, se ad André lo chiami per nome ed è il padrone di questo posto, voglio essere chiamato anch’io con il mio, intesi?”
Alice sorrise.
“Si … Alain.”
“Benissimo!E' adesso torna al tuo lavoro.” rimasto solo con sua moglie, domandò: " Cosa c'è Alice, perché mi guardi in questo modo? Forse non condividi ciò che ho detto a Martin?"  
" Alain, sono tanto orgogliosa di te!"
"Alice ....."

Conclusasi l'ennesima giornata di lavoro, Andrè e Oscar tornarono a casa nel primo pomeriggio, dedicando il resto del tempo ai loro bambini.
Il sole tramontava, l’aria diventata sempre più fresca. La bella famigliola passeggiava felicemente in giardino.Oscar aveva tra le braccia Aurora che deliziava tutti con le sue prime parole.


L’hai sentita André , tenta di farsi capire!”
“Dobbiamo ammetterlo Oscar, diventano sempre più loquaci. Certo,almeno in questo, non si può dire che somigliano a noi!”  
" Già, vero André! Ah ah ah ..."  
"Oscar ... sei bellissima quando ridi!"
"Oh André, ti amo, André!"


Alain e Alice giunsero nella loro nuova casa che era situata accanto alla sede municipale.
Alice fu accolta dalla governante. Denis era una donna di mezza età, ed era sempre stata al servizio dei Sindaci di Arras.


"Ben tornato Sindaco! Finalmente avete portato Vostra moglie! ... Ma che bello, avrò un angioletto che rallegrerà le mie giornate!
Alice sorrise, Alain incalzò: “Ehi Denise, fate attenzione, adesso divento geloso!”
“Ma cosa dite Signor Sindaco, avete sempre voglia di scherzare!”
“Ascoltatemi Denise, potreste essere mia madre, quindi desidero che mi chiamiate Alain, chiaro! Gli unici a cui consento di chiamarmi Signor Sindaco, sono quegli imbecilli dei miei collaboratori e nessun altro!. Spero di non ripetermi più!”
“Certo, va bene Alain.” disse la donna con lo sguardo addosso divertito di Alice.
 
“Denise, per favore, aiuta mia moglie a sistemarsi, io intanto vado in municipio per sapere cosa è accaduto in mia assenza! .. A dopo Alice, ciao mia dolce principessa! disse dando un piccolo bacio prima a sua moglie poi a sua figlia”
 
Alice sussurrò: "Ciao Alain..."
 

Alain entrò inaspettatamente nella sala municipale dove sorprese i membri della giunta comunale a giocare a carte, tracannare vino e dire battute sconce sulle signore del villaggio.

"Ehi, Roux hai visto la moglie del fattore che gran bella donna!"
"Certo che l'ho vista, è favolosa! Purtroppo ha un terribile difetto: quello di essere fedele a suo marito!"
"Vuoi dire che ci hai provato?"
"Certo, ma non ho combinato nulla! ... E inutile che ci vai dietro, è tempo perso." Con tono grave e canzonatorio, Alain tuonò: “Che meraviglia! Mi sembra di essere tornato ai tempi di quanto facevo parte dei Soldati della Guardia! Uaooo!! Qui si parla di donne! ... Che bello!!! Invece di lavorare, facciamo festa! Posso unirmi anch'io?"
I presenti scattarono in piedi e Albert timoroso rispose: “Ben tornato Signor Sindaco.”
“Grazie Rox …”
“Roux, Signor Sindaco, il mio nome è Roux.”
“A già Roux... e solo che non riesco a pronunciare bene il tuo nome, chissà perché!... Bene signori, spero che oltre a giocare a carte e bere vino, mi abbiate anche procurato il rapporto del bilancio, anche se, sono convinto che ci sia ben poco da sapere con le risorse ridotte a zero.”
Paul si precipitò al cassetto dove erano riposti i fascicoli.


“ Ecco qua Signor Sindaco.” Alain prese il fascicolo, si sedette al suo posto, con la mano si fece spazio sul tavolo tra le carte da gioco e i bicchieri di vino e canticchiando sbirciò il registro.
I consiglieri comunali si guardarono con preoccupazione, quando udirono un fischio seguito da un esclamazione: “Accidenti che dispersione di denaro! … E’ inutile chiedervi spiegazioni, tutti sanno che l’intera giunta comunale insieme al loro scagnozzo frequentavano i bordelli!"
" Ma Signor Sindaco cosa dite!"
"Dico ciò che hai sentito Roux! ... Intanto il registro contabile lo porto a casa, lo controllerò con molta attenzione. Vedrò come affrontare la questione! Penso che faremo dei sacrifici, se sarà necessario ridurrò i nostri emolumenti.”
Le facce dei consiglieri comunali erano sconvolte, alcuni di loro si passarono il fazzoletto sulla fronte.
Alain ironicamente continuò: “Sentite caldo signori? Strano l’aria si è rinfrescata!”
“Un momento Signor Sindaco …”
“ Dite pure George.”
“Ammesso che ci sia un ammanco, non potete risanare il bilancio con nostri emolumenti …”
“Ma non posso nemmeno rifarmi sui nostri concittadini, non sarebbe giusto. Invece, con un piccolo sacrificio da parte nostra, in breve tempo risaneremo la situazione! E poi, se non sono io a lamentarmi che sono arrivato da poco e non centro nulla con i vostri intrallazzi, non vedo perché, dovreste protestare, visto che siete gli unici responsabili di questo tracollo finanziario ..."
"Come!!! Noi!!"
"Certo Signori, Voi tutti!! So perfettamente che ve la siete spassata a fare le vostre orge nei bordelli e magari non solo là! ... Adesso scusatemi, me ne vado, a dopo! ..... A proposito, ripulite tutto e rimettetevi immediatamente a lavoro, se davvero non volete essere rimossi dai vostri incarichi!"disse lasciando la sala.



“Maledizione! Cosa possiamo fare? Siamo in balia di quel bifolco.” disse il primo.
Intervenne un secondo: “Non possiamo fare assolutamente nulla, ha la protezione dei padroni, ci mancava solo che quelli si trasferissero. Siamo tutti controllati.
"Dobbiamo rassegnarci amici, ormai i tempi d’oro sono finiti!”
 
"Già!! Se solo ci fossimo contenuti un poco di più con l'altro Sindaco, tutto questo non sarebbe successo!"  
"Ma l'avete sentito il bifolco? E' un ex un soldato della Guardia Metropolitana....
"Si, l'ho saputo stamattina ..."
"Davvero!! E perché non ce l'hai detto?"
"Mi è passato di mente. Lo sapete che quando giochiamo a carte e parliamo di donne non penso più a niente ..."
"Avanti George racconta, cosa sai di lui?"
"Che il bifolco oltre ad essere un ex soldato, ha fatto parte dei cinquanta soldati che hanno partecipato alla rivoluzione ..."
"COSA!!!"dissero tutti in coro.
"Lo zoticone è stato al sevizio della nostra padrona ed è stato anche proclamato eroe!"
Non è possibile!"
Invece è possibilissimo! .. Abbiamo a che fare con un osso duro che si è battuto per la causa!"
"Pazzesco! ... Quindi, non dobbiamo aspettarci nulla di buono...."
"Vedrai amico, troveremo il modo per neutralizzarlo, tutti hanno un punto debole!"


La mattina seguente Alain prese il registro dei bilanci e si recò in fabbrica.


“Avanti.”
“Non ci posso credere! Il Comandante è tornato al suo posto, dietro la scrivania! Ih ih ... Però stavolta Vi ritrovo, non a dare ordini a dei soldati ma a dei poveri operai! Ih ih .... ”
“Sono io quella sorpresa, soldato Sassoin! ... Si può sapere cosa ci fai nel mio ufficio?”
“Va bene, Comandante, messaggio ricevuto. Voi comandate io obbedisco! ah ah ah..." “Alain sei tornato! Dov’è Alice?”
“Dove, se non nella casa del Sindaco!”
“E la piccola Diane?”
“Sta benone, è cresciuta moltissimo. Quando la vedrete, sono sicuro che non la riconoscerete.”
“Su dai non rimanere in piedi e accomodati.”
“Sempre al posto di comando Comandante! Ma ditemi, vi sentite a vostro agio con questo nuovo incarico?”
“Bene, anche se, inizialmente mi sembrava tutto così strano.”
“Già!! Da comandare dei soldati, adesso vi ritrovate a bacchettare dei poveri operai!... Ah ah ah ..." Un tocco alla porta.
“Avanti.”
“Mi avete fatto chiamare?”
“Si Luis avvisa gli operai che domani mattina dopo la pausa pranzo, ci sarà una riunione, voglio che non manchi nessuno! .... Naturalmente dovrai essere presente anche tu. "
" Sissignore!"
" Aspetta Louis, fa venire Andrè nel mio ufficio! Adesso puoi andare.”
“Si Comandante …emm .. scusatemi, Madame, vado!” disse l'uomo lasciando l'ufficio.
"Ah ah ah ah ah .. Questa poi! Lo sapevo che avreste trasformato questo posto in una specie di caserma! Ah ah ah ...Ci avrei giurato! Addirittura Luis vi ha chiamato Comandante ah ah ah!"
“Veramente io ho sentito Madame."
Si, si, ma dopo avervi chiamato comandante.

" Alain, se smetti di ridere potrai dirmi perché sei qui!"
"Ah ah ah .... ih ih ... Si, certo, adesso Vi spiego ....Ih ih ih ..."

La porta dell’ufficio si spalancò, era André.

“Alain sei tornato!”

“Ah ah ah ah ah .... Ciao Andrè! Amico toglimi una curiosità, tutti gli operai chiamano la padrona, Comandante?!!”
"Ah ah ah ah No, Alain! Ti riferisci forse a Luis?”
“Si, proprio a quel poveraccio che si è messo quasi sul l’attenti! Ih ih ih..."
“Smettetela voi due, adesso state esagerando!”
 
"Si, Comandante, avete ragione.. ah ah ah ..."
" Dimmi Alain, cosa ti ha spinto a venire qui!"
André, sono venuto per parlare con voi due, su delle questioni importanti!"
"Allora Alain, cosa succede?"
"Andrè, Comandante, sono qui, per mettervi a conoscenza dei bilanci comunali! ..Guardate che disastro! I paesani non esagerano, quando dicono che quei citrulli hanno dissipato le risorse comunali.”

"Ecco, date un occhiata al registro! ... E' assurdo che abbiano dissipato tutto, in cassa non c'è nulla! " " Umm ... Già, vedo!"

I tre studiarono attentamente i conti e alla fine Oscar sentenziò: “Devi ridurre completamente le spese superflue e soprattutto devi dimezzare gli emolumenti dei tuoi collaboratori che tra l’altro, sono cifre esorbitanti.”
“Ho già accennato loro della possibilità! Dovevate vederli, per poco quei parassiti non ci rimanevano stecchiti ma non m’importa, che dicano quello che vogliono! Sapete, ieri li ho sorpresi a bivaccare nella sala comunale, taglierò loro anche le spese di rappresentanza; se vorranno mangiare e bere che lo facciano a loro spese. Il guaio è che non posso nemmeno mandarli via: sono gli unici imbecilli che sanno leggere e scrivere.”

"André .."
"Si, Oscar!"
“Dobbiamo mettere a disposizione uno dei nostri edifici abbandonati per aprire una scuola.”
Alain incalzò: "Questa si, che è un ottima idea Comandante! Ma chi dovrà insegnare a questa gente?! A parte noi, i vostri genitori e Alice, nessuno al villaggio sa scrivere e leggere.”
“Lo chiederemo ad Alice, naturalmente riceverà un compenso.”
“Ma Comandante Oscar, con la bambina così piccola, Alice non è in grado di farlo!”
“Ascoltami Alain, prima che il progetto si realizzi, dovrà passare ancora qualche mese, la bambina nel frattempo diventerà più grande e poi, potranno occuparsene le donne che si prendono cura dei miei bambini! Sempre se a voi sta bene.”
Alain rimase perplesso, si passò una mano in testa e disse: “Per me va bene, ne parlerò con mia moglie.”
 
" Benissimo! Sono contenta!"  
 

"Oscar e André avevano appena lasciato i cavalli nella stalla e percorrevano il viale che li avrebbe portati alla tenuta.

“Finalmente siamo tornati a casa! Oscar, hai l’aria stanca, è meglio che ti riposi, non preoccuparti per i bambini, a loro ci penserò io!"
"André, sono stanca, ho bisogno davvero di riposare!"
" Vieni qui, abbracciami, entriamo in casa!"

"Andrè, ascolta!! Sento delle voci provenire da casa, chissà cosa sta succedendo, entriamo!"
"Si, si, ma prima dammi un bacio ...."


I due entrarono in casa, la loro espressione si illuminò quando videro il generale giocare con i suoi adorati nipotini.
“Padre, siete arrivato!”
“Oscar, André, siete arrivati!”
“Mi fa piacere rivedervi Generale …”
I bambini appena videro mamma e papà, tesero le braccia e lanciarono dei gridolini per attirare la loro l’attenzione.
André sorrise, disse: "Aurora, Gabriel, su venite dal vostro papà!"
"Aspetta Andrè, come fai con tutti e due, prendo Gabriel! ... Andrè, guardalo come mi abbraccia!"
" Adesso, si, che divento geloso!"
Il nonno sorrise.


“Generale, chi ha ricevuto l'incarico di prefetto?”
“Forse ti sembrerà incredibile André ma il nuovo prefetto è il vostro amico Chatelet.”
“Bernard!?”
“Si, proprio lui Oscar! All’inizio era un po’ titubante non voleva accettare l'incarico ma dietro l’insistenza di Robespierre, Chathet ha accettato.”
“Generale, come vanno le cose a Parigi?”
“Andrè, la politica di Robespierre non mi piace affatto, ritengo che sia troppo aggressiva. Non credo che durerà a lungo.
Oscar domandò: “I sovrani?”
“Collaborano poco con l’Assemblea Costituente, questo accresce l’ostilità nei loro confronti.
“Capisco! ... Padre vi ho fatto preparare la dependance.”
“Si, l’ho appena vista! Tua madre e Nanny sono lì, per sistemare il mio bagaglio.
“Vogliate scusarmi Padre ma sono stanca, ho bisogno di riposare.”
“Va pure Oscar, dai a me il piccolo.”
Gabriel protestò non voleva lasciare la mamma ma il generale lo prese con sé.
 
 
Su, vieni dal nonno, Gabriel! .. Bravo giovanotto, andiamo a giocare!"

Ritorna all'indice


Capitolo 55
*** I provvedimenti di Alain ***


I provvedimenti di Alain
 
 
“Oscar sei pronta?”
“Un momento Andrè adesso arrivo.”
“Ti aspetto fuori in giardino.”
“Va bene, tra non molto ti raggiungo!”
"Ti aspetto alla carrozza!" rispose recandosi in giardino.
Un calpestio alle sue spalle, una voce: “Buongiorno Andrè.”
“Buongiorno Signore!"
Augustin stringeva tra le mani la sua pipa fumante, l'ennesima boccata poi disse: “Andate in fabbrica?”
“Si, signore, sto aspettando Oscar. Stamattina, i bambini si sono svegliati prima del solito e Oscar si sta occuparsi di loro ma credo che tra non molto sarà qui.”
L' ultima boccata, un tenue sorriso.
“Non ho mai immaginato mia figlia madre e soprattutto tanto premurosa con i suoi figli.”
"Io invece, non avevo alcun dubbio al riguardo. Oscar è sempre così dolce e allegra quando è compagnia dei bambini! .... Eccola, sta arrivando!"

“Buongiorno padre.”
“Buongiorno Oscar! Andrè mi ha appena detto che i bambini sono già svegli.”
“Si, Padre, hanno già mangiato. Adesso stanno giocando con Anne e Louise, se volete potete andare da loro.”
“Lo farò più tardi! .... André, domani verrò con voi, voglio dare un occhiata alla fabbrica.”
“Certo Signore! Mi fa davvero piacere che veniate, magari anche adesso se lo desiderate.”
“No, oggi preferisco rimanere con i miei nipotini! ... Bene, vado da loro. Vi auguro una buona giornata!”
"Grazie generale!"
“Un momento padre, Francois e Christine sono tornati dal loro viaggio?”
“Si, sono tornati e si sono sistemati nella dependance del palazzo. E' inutile dirti che Francois è rimasto alquanto sorpreso per il nostro trasferimento. Ormai sono gli unici rimasti a palazzo Jarjeyes! Però mi ha detto che trascorreranno il prossimo Natale qui, alla tenuta.
“Mi fa davvero piacere!”
 
" Vado dai bambini. Buona giornata ragazzi!"
"Anche a Voi Generale!"
Appena il generale si allontanò, André disse: "Oscar stavo pensando che non abbiamo fatto il nostro viaggio di nozze...
"Ah ah ah ... Se è per questo non abbiamo fatto nemmeno i fidanzati!"
"Già Ah ah ah ..."
"André, è pensare che non mi sono mai accorta dei tuoi sentimenti, figurati se potevi corteggiarmi! Ah ah ah ..."
"Vedo che stamattina sei in vena di ricordi, madame Grandier! Su, avanti andiamo, il lavoro ci attende!"


André e Oscar erano nell'ufficio, quest'ultima disse: “Andrè, stamattina verrà una nuova cliente, ha sentito parlare dei nostri prodotti da Madame Beltran."
Anche lei è di Parigi?"
"Non lo so. Ma è interessata al nostro prodotto. André, dopo la pausa pranzo, dobbiamo informare gli operai di quella faccenda che abbiamo discusso la settimana scorsa.”
“A quanto pare, oggi sarà una giornata particolarmente impegnativa.”
“Già, meglio sbrigarsi, su dai andiamo.”
 
 
 
In casa Sassoin

“Che ne pensi Alice dell’idea di Oscar?”
“Io insegnare?! E’ una proposta alquanto insolita, queste cose se ne occupano i precettori non certo una donna!”
“Ascoltami, fino a qualche tempo fa, ero convinto che la vita militare fosse adatta per i soli noi uomini, però mi sono ricreduto! ..."
“Finché non ti sei imbattuto con Oscar, vero Alain?!!”
“Esattamente! E se lei è vissuta come un uomo, perché tu non potresti insegnare?! ... Allora che ne dici?”
“E va bene Alain, accetto.”
“Benone Alice, sono orgoglioso di te! … Ora devo andare in municipio, mi aspetta un impresa ardua con quei citrulli, devo metterli a conoscenza di alcune decisioni che ho preso. Sono certo non le digeriranno tanto facilmente ma poco mi importa!”
Alain sfiorò le labbra di sua moglie con un piccolo bacio, carezzò la piccola Diane che dormiva nella culla e uscì di casa. Alice rimase interdetta dopo quello slancio affettuoso, si passo le dita sulle labbra, mormorò: " Oh Alain ... se solo ti innamorassi di me! ....."
 
 
 
 
L’intera giunta comunale era riunita intorno al tavolo, aspettavano con preoccupazione l'arrivo del neo sindaco.

“Il bifolco non è ancora arrivato. Amici, temo che possa costringerci a qualche altra stramberia!”
“Albert, l’idiota ci ha minacciati. Molto probabilmente ci ridurrà il nostro onorario e …”
Registro sotto il braccio, camminata baldanzosa, mezzo sorriso beffardo, Alain fece il suo ingresso nella sala comunale, prese il suo posto fischiettando e disse: “Ti sbagli Albert, l’idiota non ridurrà i vostri emolumenti ma li dimezzerà.”
“Ma cosa avete capito Signor Sindaco, non parlavamo certo di voi ma ….”
“Si, si, ho capito benissimo! Ma non preoccuparti per l’epiteto, sono abituato a sentirmi dire anche di peggio! ... Ih ih ... E poi, anch’io mi rivolgo a voi, Signori, con certi appellativi! ... Comunque non è questa la discussione che dobbiamo affrontare ma un'altra!!! E' mia premura che vi metta a conoscenza delle mie decisioni.” Alain aprì il registro del bilancio e cominciò ad elencare le problematiche riguardanti al villaggio."Dunque signori, adesso passiamo ai provvedimenti.”
Albert si passò il fazzoletto sulla fronte, Alain lo osservò e richiamandolo immediatamente, disse: “Rox …”
“Roux Signor Sindaco.” “Si, si …c’è poco da sudare e molto da rimediare.” ribatté Alain sfogliando una pagina dopo l’altra del registro finché non si fermò. “Ecco qua! Come vi avevo predetto, dobbiamo fare tutti dei sacrifici se vogliamo recuperare le uscite ingiustificate.”
Li aveva tutti di fronte, con i loro sguardi severi addosso.
“ Oltre al vostro compenso dimezzato, non potrete nemmeno accedere alle spese di rappresentanza, quindi qualsiasi cosa di cui necessitiate, dovrà uscire prettamente dalle vostre tasche.”
Bocche e occhi spalancati, si guardarono esterrefatti, rimasero in silenzio.
Alain continuò imperterrito: “Chiuderemo le stanze del palazzo a cui non è necessario accedere; così facendo, risparmieremo sulla pulizia, l’illuminazione e manutenzione. Anche perché, chi se ne occupa, è la mia governante che a maggior ragione, adesso, ha un gran da fare con la mia famiglia.”
“Ma Signor Sindaco, chi penserà a pulire la sala del consiglio?”
Un momento George adesso arrivo alla questione! … Visto che non possiamo permetterci nemmeno la donna delle pulizie, rimarrà accessibile solo questa sala, il mio studio e la toilette …”
“Le pulizie Signor Sindaco …” insistette George.
"Naturalmente le farete voi signori!"
"COSA!!! Ma è assurdo!!"
"Assurdo?!! Voi lo trovate assurdo?!! Io invece, trovo che sia un idea eccellente! ... A meno che non assumiate qualcuno a vostre spese. Ovviamente io non sono dovuto a contribuire, dato che non sono responsabile di questo tracollo finanziario."
Uno dei presenti protestò a voce alta: “Ma cosa dite! …”
“Se non sbaglio cittadino Dubois, vi ho già detto in svariate occasioni che io non centro nulla nei vostri intrallazzi. Sono diventato Sindaco di questo comune trovandolo in un completo dissesto finanziario. E come se non bastasse, nessuno di voi ha voluto assumersi la responsabilità di succedere al mio predecessore se non che vostro complice. Ed è per questo motivo che vi siete rivolti al mio amico Grandièr, vero Signori? ... E nonostante che io non centrassi nulla, mi sono dimezzato il compenso esattamente come voi!! E adesso, pretendete che io contribuisca alle spese di mantenimento di questa struttura?!! Beh, cari collaboratori, vi sbagliate di grosso! .... Mi dispiace ma io non ero con voi a saccheggiare le casse comunali e tanto meno ho preso parte alle vostre orge nei bordelli limitrofi!! Ripeto, io non centro nulla con voi.”
Un brusio di protesta.
Albert incalzò: “Non credete di esagerare Signor Sindaco?"
" Io esagerare!! Su avanti, spiegami!! Perché avrei esagerato?"
" Come perché! Avete dimezzato i nostri emolumenti, ci avete tagliato le spese di rappresentanza e adesso pretendete che paghiamo di tasca nostra la donna delle pulizie?”
“Assolutamente si, Albert!! Non ho detto di pagare qualcuno che si impegni al vostro posto, potete tranquillamente occuparvene voi! ... Signori ho concluso.” ribatté Alain soddisfatto, richiudendo il registro e battendoci la mano di sopra. Si alzò, lasciando la sala del Consiglio sentendo un coro di proteste alle sue spalle arrestò il passo, concluse: “Ancora un ultima cosa, naturalmente vi occuperete anche delle manutenzioni che necessiteranno i locali messi a disposizione. Adesso ho davvero finito, posso tornare al mio lavoro! Signori, buon proseguimento di giornata!” Alain chiuse la porta dietro di se fischiettando allegramente, lasciando l’intera giunta infervorata.
 
" Non è possibile!! Dobbiamo trovare la maniera di metterlo in difficoltà."  
" E in che modo?"  
" Nel suo punto più debole ..."  
" Quale? Lui non ne ha!!"
"Vi sbagliate Signori! Tutti hanno delle debolezze, anche il bifolco ..."
" A cosa ti riferisci Albert?"
"Alla sua famiglia!! Ha una moglie, non è vero!! E noi lo colpiremo nei suoi affetti! ... Vedrete, gli passerà la voglia di fare lo sbruffone con noi!"



La porta dell’ufficio di Oscar si aprì, era Louis.
“Madame, stanno arrivando le persone che aspettavamo.”
“Non appena saranno qui, falli accomodare immediatamente. Louis fa venire André nel mio ufficio.”
“L'ho già avvisato Madame …”

"Oscar, sono qui!"
“André, stanno arrivando i nuovi clienti.”
“Si, ho visto la carrozza! ... Louis, va ad accoglierli.”
“Si, certo!” disse l’uomo uscendo.
 
“Oscar sei pallida non stai bene?”
“Non molto. Mi sento strana, ho fame ma al contempo ho la nausea.”
“Appena andranno via queste persone, potrai sdraiarti sul sofà e dopo, mangerai qualcosa.”
“Ma come posso mangiare se ho la nausea?”
Andrè le baciò la mano e disse: "Coraggio Oscar, cerca di resistere, poi torneremo a casa ...."
La porta si spalancò era Luis, esclamò: “Prego signori da questa parte!”

Entrò una giovane donna di bel aspetto ma con atteggiamento civettuolo. Indossava un abito molto sfarzoso con una profonda scollatura. I suoi capelli castani erano raccolti dai nastri, occhi scuri e sguardo ammiccante. La donna era accompagnata da due signori.

Oscar e Andrè si lanciarono uno sguardo di intesa, quest'ultimo disse: "Prego Madame, accomodatevi! ..."
" Grazie! ... Sono Madame Rose Morell … i Signori qui presenti, Lucas e Vincent, sono miei collaboratori.” 
 “Il mio nome è Andrè Grandiér e …”
 “ Il mio nome è Oscar Francois Grandièr.”
La donna guardò André e con tono ammiccante, disse: “Sono un’amica di Madame Beltran, vengo da Saint-Nicolas e anch’io posseggo una sartoria. Elisabeth, cioè, Madame Beltrin, mi ha mostrato i tessuti che ha acquistato nella vostra azienda e debbo dire che li trovo decisamente interessanti.”
Lo sguardo impertinente della donna non sfuggì ad Oscar che con atteggiamento sbrigativo ribatté: “Benissimo madame Morell!! A quanto pare, avete le idee molto chiare, quindi, non ci resta che condurvi ai magazzini e mostrarvi le stoffe! Andrè accompagniamo Madame e i suoi collaboratori.”
“Si, certo Oscar! .... Madame prego accomodiamoci da questa parte.”

I tre seguiti da Andrè e Oscar uscirono dall' ufficio. Per accedere al magazzino, dovettero percorrere il terreno sterrato.

All’interno c’era il magazziniere che riponeva accuratamente i tessuti, l’uomo udì dei passi, distolse l’attenzione dal suo lavoro, quando vide arrivare i padroni in compagnia di tre persone dall’aria distinta.
“Matthew ..."
"Si, André!!" " Madame Morell è interessata ai nostri materiali.”
“André alla tua destra c'è l'ultima produzione!”
"Di quelli me ne occupo io, tu invece, mostra a Madame i tessuti che sono sul banco.”

Madame Rose era così presa da ogni singolo movimento di Andrè che non si accorse di avere lo sguardo addosso di Oscar, che con tono freddo e severo disse: “Scusate l’ardire Madame ..."
"Dite pure Signor Oscar ..."
" Avete davvero affrontato un lungo viaggio per arrivare fin qui, non penso che in tutta la Francia non si producano tessuti di altrettanta fattura!”

“Vedete Signor Oscar, ho una vasta clientela e debbo acquistare un quantitativo di materiale piuttosto considerevole. Mi rendo conto che nella vostra fabbrica si producono svariate qualità di tessuti e, i vostri materiali oltre ad essere eccellenti, hanno un costo conveniente; quindi trovo che sia ulteriormente vantaggioso.”
Oscar annuì.
Matthew e Andrè prendevano tutte le stoffe che erano poste sugli scaffali.
Lo sguardo sfacciato di madame Rose era costantemente addosso ad André, atteggiamento che infastidì non poco a sua moglie. All'improvviso, Oscar sentì salire la nausea e portandosi la mano alla bocca, uscì di corsa dal magazzino.
Andrè allarmato, si precipitò verso la porta e prima di uscire disse: “Mattew occupati dei signori! ...Scusatemi Madame ma debbo andare da mia moglie, sta poco bene!”
Rose Morell guardò il magazziniere e con aria sorpresa ribatté: “Moglie? Il Signore Andrè ha detto moglie a … Oscar?!!
“Si, Madame! Evidentemente c’è stato un malinteso, infatti mi sono stupito quando vi siete rivolta a Madame Oscar, chiamandola signore.”
La donna impallidì e sentendosi a disagio, mormorò: “Non potevo certo immaginare che una donna vestisse in quel modo e soprattutto che avesse un nome da uomo.”
 
"Si, la nostra padrona ha un nome maschile, riguardo al suo abbigliamento, si è sempre vestita in questo modo."  
"Come! Ma non è possibile!"
 

Oscar era sdraiata sul divano, quando Andrè entrò nel suo ufficio.

" Oscar come ti senti?”
“André, come vuoi che mi senta?!! Sto male. Ma tu, cosa ci fai qui! Non dovevi andare via dal magazzino. Piuttosto, vedi di concludere quanto prima con quella donnetta civettuola!”
“Oscar ....."
" Cosa c'è André?"
"Sei sicura di sentirti meglio?”
“Certo! E adesso sbrigati a concludere l'affare con quella gente! Voglio che quella donna se ne vada quanto prima!... Se mai vorrà ancora concludere con noi.”
“Va bene Oscar, vado da loro ma tu sta calma.”

"Si, certo! Ma sbrigati!"  
 
Andrè tornò in magazzino, appena Rose lo vide arrivare disse: “Come sta vostra moglie signor Grandièr?”
“Meglio, grazie madame!”
"Sono spiacente per il malinteso, sinceramente credevo che foste fratelli.”
André con disinvoltura, ribatté:" Non preoccupatevi Madame! ... Bene, continuo a mostrarVi i nostri campioni! Matthew prendi le altre stoffe che sono sull'altro scaffale."
"Si, André ... Eccole qua!"


"Signor Grandier, le stoffe sono di mio gradimento, non ci resta che concordare!"
" Bene madame, possiamo tornare in ufficio! .. Prego, da questa parte!" rispose facendo strada.



”Mi dispiace per l’equivoco Madame Oscar, io credevo che voi …”
“Non preoccupatevi, adesso ditemi cosa avete deciso di fare.
“Ho deciso di fornirmi da voi. Prendete accordi con i miei collaboratori, sono loro che si occupano della gestione finanziaria.”

"Bene, possiamo cominciare ...."

Oscar spiegò ai due uomini le procedure contrattuali mentre la donna nervosamente stringeva le mani nelle gonne, sentendosi ancora imbarazzata per l’accaduto anche se, sentiva una forte attrazione per quel giovane moro.
 
 
 
 
Appena la nuova cliente lasciò l'ufficio, Oscar si sdraiò nuovamente sul divano.

“Oscar, come ti senti?”
“Decisamente meglio, la nausea si è attenuata! ..... E’ stato terribile, avevo la sensazione che da un momento all’altro non sarei riuscita a trattenermi.”
“Oscar, il contratto che abbiamo stipulato con quella gente, è davvero vantaggioso. Hanno fatto una richiesta tale di quantitativo che lavoreremo per per i prossimi sei mesi.”
Oscar lo guardò gelosa e con tono sarcastico esclamò: “Peccato che tuo fratello Oscar in realtà si sia rivelato tua moglie, altrimenti quella donnetta insolente avrebbe acquistato l’intera fabbrica!”
“Ehi, ehi, cosa ti prende?”
“Nulla! Ma non puoi negare che quella Madame Rose non sia stata insolente con te! Ti ha guardato per tutto il tempo senza alcun ritegno in una maniera spudorata! E per giunta in presenza di altri.”
“Non puoi pretendere che tutte le donne siano morigerate come te!”
“Accidenti Andrè! A sentirti parlare, dai l’impressione di un uomo con molta esperienza..."
Cosa!"
" Evidentemente, tutte quelle serate passate nelle osterie con i soldati della guardia, ti è servito a conoscere ogni genere di donne! … Andrè, dimmi, quando frequentavi quei posti, quante donne si sono offerte a te?”
“Io giuro che non ti capisco. Comunque, non posso negarlo, sono state tante che si sono offerte per denaro e altrettante volte le ho rifiutate! ... A me interessava soltanto una sola...."
" André ..."
"Devi sapere che quella donna di cui sono stato eternamente innamorato e che fortunatamente ho sposato, ogni qualvolta sta per darmi un figlio, mi tormenta con la sua ingiustificata gelosia! ... Però tutto sommano devo dire che non mi dispiace affatto!”
“E’ vero!! Ammetto che mi arrabbio quando sei tu a fare il geloso e poi, mi rendo conto che anch'io lo sono!” disse stringendosi a lui.
“Ih ih ih ... Per un momento ho temuto che mio fratello Oscar, infilzasse con la spada la nostra cliente.”
“Cosa dici Andrè!”
“Cosa dico?! Dovevi vedere la tua faccia, quando quella signora mi guardava! Eri furiosa, ho temuto davvero qualche tua reazione.”
“André, riconosco che la gelosia è una cattiva consigliera e ammetto di essere terribilmente gelosa anche se, so perfettamente di non averne alcun motivo.”
“Oscar, anch'io sono sempre stato terribilmente geloso e non mi vergogno di ammetterlo! ... Ti amo ......” disse baciandola con passione....
 

“Oscar, dobbiamo mangiare qualcosa, tra poco abbiamo la riunione con gli operai."
"Per fortuna che la nausea mi è passata."
" Bene, vediamo cosa ci ha preparato la nonna! ... Umm... La nonna non si smentisce mai! Guarda quante delizie! Sono sicuro che le ha preparate prettamente per la sua bambina! Ah ah ah ..."
"Esagerato! Come se non sapesse di avere un nipote ingordo! Ih ih ..."
"Quale nipote? Forse ti riferisci al piccolo che hai in grembo?"
"André! Ah ah ah ..."


Poco dopo la scrivania dell’ufficio, si improvvisò a tavolo da pranzo. Si sedettero l’uno di fronte all’altro, pranzarono scambiandosi le stesse occhiate di quando da bambini erano complici di qualche marachella.

Ritorna all'indice


Capitolo 56
*** Il cesto delle more ***


     
Il cesto delle more
 
 
Terminata la pausa pranzo, gli operai si radunarono davanti all’ufficio.
“Luis, cosa succede, perché la padrona vuole vederci?”
“Ne so quanto voi amici, non mi ha detto nulla! ... Dobbiamo aspettare che arrivi, per sapere cosa succede!”
 
La porta dell’ufficio si spalancò e dall’alto del fabbricato gli operai videro uscire Oscar seguita da Andrè.
Scesero il primo, il secondo e il terzo scalino e si unirono agli operai.
Andrè guardò sua moglie, fece un cenno con la mano, e disse: “Dai Oscar, tocca a te parlare!”
Lo sguardo di tutti era puntato sulla padrona che con tono deciso disse: “Innanzi tutto, voglio ringraziarvi per il lavoro che quotidianamente svolgete con serietà e professionalità; questo è uno dei motivi per la quale siamo apprezzati dai nostri clienti. Infatti la produzione giornaliera è aumentata, quindi, assumeremo altri dipendenti.
Sorrisi festanti tra gli operai, qualcuno avanzò: “Madame, mio nipote vorrebbe lasciare i campi per lavorare in fabbrica.”
“Certamente! Ma ne riparleremo dopo, adesso devo informarvi circa delle questioni che vi riguardano. Il motivo perché vi ho riuniti e per mettervi a conoscenza che ciascuno di voi può fare richiesta per accedere a dei prestiti personali.
Naturalmente prima di concederlo, valuterò con attenzione le motivazioni. La restituzione dell’importo avverrà attraverso il vostro salario. Verrà mensilmente trattenuta una percentuale adeguata in proporzione alla vostra paga, fino al saldo finale.”
La notizia fu accolta con grande soddisfazione da parte degli operai.
"Jack hai sentito che notizia!!"
" Si, ma è fantastico!"
" Tutto questo ci sembra impossibile, che fortuna!"

“Questo è tutto, ora potete tornare al vostro lavoro! .... Maxim ..."
"Dite padrona!"
"Domani, fa venire nel mio ufficio tuo nipote."
"Grazie Madame, glielo dirò non appena tornerò a casa!" disse facendo l'inchino.
 
 
Oscar e Andrè rientrarono in ufficio, quest’ultimo chiuse dietro di sé la porta e disse: “Oscar oggi è stata una giornata molto impegnativa, propongo di tornare a casa prima del solito.”
"Ma ci sono delle pratiche da catalogare e …”
“Non è la fine del mondo se il lavoro lo rimandi a domani."
“Va bene Andrè, torniamo a casa!”

 
 
Domenica 31 Agosto 1790

Era una giornata soleggiata, ultimi squarci di sole riscaldavano l'aria fresca del primo pomeriggio.
Un uomo a cavallo si avvicinava alla tenuta.
“Buongiorno Lucien!”
“Buongiorno Arthur! ...Da quanto tempo che non ci vediamo!”
“Precisamente da quando abbiamo collaborato per il ripristino del villaggio. In un solo anno ad Arras, ne sono accadute di cose! Tutto è cambiato in meglio, grazie hai nuovi padroni …” incalzò Arthur. Senza accorgersi che alle sue spalle c’era Augustin. Lucien continuò: " Dimmi Artur, come mai sei qui alla tenuta, problemi?"
“Ma no! Ho portato un invito ai padroni da parte degli abitanti del villaggio.”
“Aspetta, vado a chiamare Andrè ma intanto accomodati!”
“Non preoccuparti, aspetto qui, nel patio.”
L'uomo sentì alle sue spalle una voce, era Augustin: “Buongiorno Arthur.”
“Buongiorno signore! .... Ho l’impressione di avervi già visto ma non ricordo dove.”
“Anch’io ho la stessa sensazione, comunque,il mio nome è Augustin.” Alcuni passi, qualcuno arrivò: “Buongiorno Arthur!”
“Buongiorno Madame Oscar, è un vero piacere rivedervi dopo tanto tempo!”

“Anche per me è un piacere rivederti! ... Vedo che hai appena conosciuto mio padre.”
“Vostro padre! Il padrone?!! Mi dispiace Signore … io …”
“Tranquillo Arthur! Comunque ci siamo visti l’anno scorso nel tuo ufficio, quando ti occupavi dei cantieri. Ricordi?!! Ero con Andrè, indossavo gli abiti da contadino e portavo un grosso cappello! Ah ah ah ..."
“Si, adesso ricordo Signore.”
“Allora Arthur, Lucien ci ha detto che hai un invito per noi!”
“A si, si … Vedete, stasera al villaggio, i contadini hanno organizzato una festa. Le donne stanno preparando da mangiare e ci saranno anche i musicisti.
Gli abitanti dicono che vogliono salutare l’estate che volge al termine. In realtà, è la prima volta da quando ho memoria che si organizza una cosa simile giù al villaggio. Come ho detto poco fa, tutti gli abitanti del posto sono invitati ma gli ospiti d’onore sono i padroni della Contea e il nostro amato sindaco con sua moglie.”
Andrè e Oscar si scambiarono un rapido sguardo, quest’ultima disse:"Se gli abitanti di Arras si sono disturbati per noi, mio marito ed io non possiamo mancare. Ci saremo senz’altro!”
“Bene padrona, allora ci vediamo stasera! ..... Generale... naturalmente aspettiamo anche voi! I miei rispetti.” concluse l'uomo. E montando a cavallo, partì.
Augustin sorrise e guardando sua figlia disse: " E' un evento a cui non potete certo mancare! Ai bambini ci penseremo tua madre ed io." disse allontanandosi.
André la guardò con tenerezza, l'abbracciò e disse: “Oscar desidero che stasera indossi l’abito rosso, sono sicuro che sarai la più bella di tutte!”
“Andrè, dici così perché mi ami!"
“Può darsi che sia come dici ma per me, sei sempre la donna più bella che abbia mai conosciuto! ... Su, entriamo in casa e diamo la notizia agli altri.”


André e Oscar erano nel salone quando arrivò la nonna in compagnia di Joland e disse: “ Joland, desidero preparare un dolce per merenda ….”
“Nonna, vorrei che preparassi la torta di more.”
“Vorrei accontentarti ragazzo mio ma in casa non ci sono more.”
“Oscar che ne diresti se andassimo a procurarcele?!”
“Ma certo Andrè, hai avuto una magnifica idea! Ci andiamo immediatamente, vado a prendere il cesto.” rispose entusiasta, precipitandosi in cucina.
Oscar prese una cesta, raggiunse Andrè. “Sono pronta, possiamo andare.”
"Oscar non prendi la giacca?"
"Ma no, André, non serve! E' una giornata molto calda, su dai sbrighiamoci!
"Come vuoi! A dopo!"
"Nipote, non mangiatele tutte, portate le more a casa, altrimenti non potrò preparare il dolce!"
Ma certo nonna, non dubitare! Ah ah ah ..."rispose felice.
Nanny, li guardò amorevolmente, ebbe un tuffo al cuore, un ricordo lontano, gli occhi brillarono per l'emozione.
Poco dopo entrò nel salone Margherite, domandò: “Ho visto Oscar e Andrè uscire con una cesta, dove stanno andando?”
La nonna commossa si asciugò gli occhi con il grembiule e rispose: “Quel birbante di mio nipote, mi ha chiesto di fargli la torta di more .... Oscar ed André sono andati a raccoglierle.”
" Nanny, come sono contenta di vederli tanto felici!"
" Madame Marguerite, i nostri ragazzi, meritano di essere felici!"
"Su, dai nanny, andiamo in cucina! ... Oltre al dolce, dobbiamo preparare anche la cena."
"Si madame..."
 
 
 
“Andrè guarda qui, quante ce ne sono!”
“Dove?”
“Qui... vieni …”
“Aspetta non è facile addentrarsi nei cespugli. Ma si può sapere come hai fatto?”
“Sei sempre il solito! Su, dai, entra da questa parte!”
"Un attimo .... arrivo! .. Ecco, mi faccio spazio tra i tralci."
" Ci sei André!! Hai visto quante more ci sono!"
“Perbacco!! Ma sono tantissime!! .... Oscar hai la faccia tutta sporca di rosso e nel cesto, ce ne sono pochissime! ... Non cambierai mai! Ah ah ah...."
“E tu sei sempre il solito, André ti piace prendermi in giro! ... Umm ... non sai quanto siano buone ... ”
“Voglio assaggiarne qualcuna anch’io.”
“Prendine dai tralci, guarda quante ce ne sono!”
“No, non le voglio dal cespuglio.”
" Ah ah ah ... André vuoi forse quelle ho raccolto?"
“No, non voglio nemmeno quelle … Le voglio assaggiare dalla tua bocca...” Andrè le tolse il cesto tra le mani e lo posò a terra. "Vieni qui ... voglio perdermi tra le tue labbra! .... Ti Amo Oscar .... ti amo con tutto me stesso .......”
 
 
 
Joland e nanny erano in cucina che si dedicavano al pranzo, quando arrivarono Oscar e André, quest'ultimo aveva il cesto tra le mani e appoggiandolo sul tavolo disse: “Nonna siamo arrivati! ... Ecco le more, guarda quante ne abbiamo portate!”
La nonna li scrutò divertita e disse: “Oscar e Andrè, voi due non cambierete mai! Ma cosa avete combinato?”
"Cosa c'è nonna?"
“Come cosa c'è!! Ma vi siete visti?!! Avete la faccia e i vestiti macchiati di more!”
Oscar mostrò le mani e ribatté divertita: “Non solo quelli nonna, guarda le mie mani, sono diventate scure! ah ah ah ah ..."
 
Voi due siete rimasti i ragazzacci di sempre! Ah ah ah ..."  
 

Era pomeriggio inoltrato, Oscar e Andrè erano nella loro stanza. Andrè era sdraiato sul letto, giocava con i bambini mentre Oscar si preparava per la festa.

Appena vide uscire sua moglie dal il separè, esclamò:" Ma che meraviglia che sei!"
“Sono pronta! .... Allora André, anche se l’ho già indossato, cosa ne pensi?"
Andrè si alzò dal letto, ribatté: " Sei bellissima, uno splendore! Ti immaginavo esattamente così ..."
" Su, dai, adesso non esagerare! ... André ho messo questi nastri rossi tra i capelli, credi che stiano bene?”
“Sei un incanto! Quei nastri rossi risaltano l’oro dei tuoi capelli! ... Sei ancora più bella di allora, ti sta benissimo! E' un abito molto semplice senza fronzoli e poco scollato, proprio come piace a me!...Madame Grandiér adesso abbracciami!" disse stringendola per poi avventarsi prima sul collo e poi all'orecchio."
"Cosa fai André?!!"
"Nulla! Ti mordo, voglio assaporarti lentamente! ... Sei bellissima Oscar!" sussurrò baciandola ancora.
Oscar si lasciò trasportare dai baci del suo amato marito.
Era ancora abbracciata ad André quando i suoi occhi si sgranarono: vide la piccola Aurora che stava per ruzzolare giù dal letto. Con tutte le sue forze, spinse Andrè all’ indietro per precipitarsi dalla piccola.
“Oscar... ma cosa ti succede? Perché mi hai spinto in quel modo?!!" domandò Andrè che voltandosi, vide Oscar afferrare la piccola mentre Gabriel in segno di protesta si avvinghiò al braccio della mamma.
“Non è possibile! Non stanno un attimo fermi, sono davvero irrequieti! Temo che siano più vivaci di quanto lo sia stata tu!”
“André, quando eri bambino, nemmeno tu sei stato uno stinco di santo!”
“Ma io, mi adeguavo ai tuoi dispetti.”
“E va bene, ammetto tra noi due la combina ero io, però tu ... tu ... non eri da meno!"
“Eri?!! Ah ah ah ..."
“Andrè ... ah ah ah ...”
 
 
 
Oscar al braccio di Andrè percorse la scalinata con lo sguardo pieno di ammirazione dei suoi genitori.
Margherite appena la vide, esclamò: “Oscar sei bellissima!”
Augustin sorrise imbarazzato, abbassò il capo e mormorò: “Divertirvi! ... Tua madre ed io penseremo ai bambini.”
“Padre, Madre avete deciso di rimanere a casa?!”
Marguerite rispose: “Figliola abbiamo trascorso l’intera vita a Versailles, adesso desideriamo solamente goderci la pace familiare. Per noi, non c'è evento più bello di trascorrere la serata con i nostri nipotini!"
Augustin incalzò: "Su, adesso andate, vi stanno aspettando. Siete gli ospiti d’onore, questa serata ve la meritate!”
“Grazie Signor Generale.”



I due erano in giardino in prossimità della vettura, Andrè prese la mano di sua moglie la baciò, disse:"Oscar, prima di salire in carrozza, voglio dirti che sono orgoglioso e felice di prendere parte alla festa accanto a mia moglie!"
Oscar guardò con tenerezza suo marito, sorrise e prima di salire rispose: "André, anch'io sono orgogliosa di essere al tuo fianco!" Ancora uno scambio di sguardi, un piccolo bacio e Andrè si mise a cassetta.
La carrozza percorse il sentiero che portava al villaggio, da lontano si udivano la musica e le risate della gente.


I tavoli erano addobbati a festa: erano decorati da fiori di diversi colori, imbanditi da svariate pietanze accompagnate da numerosi boccali di vino e di birra. Alla festa partecipò tutta la gente del villaggio tra cui anche il personale di casa Grandièr. Erano presenti Alain e Alice che furono accolti con gioia dalla piccola comunità.
Una piccola folla si radunò intorno a loro.
“Salve Gerard come va?”
“Vi ricordate il mio nome Signor Sindaco!?”
“Come potrei dimenticarlo! Eri tra i pochi che ha assistito al mio discorso di insediamento, aspetta vediamo se ricordo i nomi degli altri! ... Tu sei Pierre, Jack e Nicolas, li ho azzeccati tutti, vero?”
"Certo, certo Signor Sindaco!" " Ah ah ah Evidentemente Jack, il Sindaco si è talmente impressionato per la scarsa presenza dei suoi concittadini che non ha potuto dimenticarsi di noi! Ah ah ah..."
"Ah ah ah ... Vero amici, è così!! Voi non lo sapete ma giuro che quel giorno solo a guardare le vostre facce, ho davvero temuto che come minimo, mi avreste lanciato dietro le vostre scarpe! Ah ah ah..."
"Forse scherzate Sindaco? Come avremmo potuto fare una cosa simile, se erano gli unici paia che avevamo! Ah ah ah.... "
" Forza Sindaco, venite a bere qualcosa con noi!!"
"Ma .. no, veramente mia moglie ... Un momento, non l'ho ancora presentata! ... Signori, questa splendida dama è mia moglie! La nostra piccola invece, è rimasta a casa con la governante."
"Madame, è un onore per noi conoscerVi! ... Permettete che portiamo via vostro marito per qualche minuto?! Vi promettiamo che sarà solo per un bicchiere e scambiare due parole!"
"Ma si, certo!"
"Alice, torno subito ..."
" Tranquillo Alain, va pure!"
"Su, andiamo! Spero solo che non mi facciate la pelle! Ah ah ah ..."
"Sindaco! Ah ah ah ..."

La bellezza di Alice catturò l’attenzione di molti, tra cui di un giovane in particolare, il suo nome era Brune e lavorava presso la fabbrica di André.
 
 
La carrozza finalmente giunse al villaggio.
Andrè scese da cassetta, aprì lo sportello, porse la mano e aiutò Oscar a scendere dalla vettura, sotto lo sguardo ammirato di tutti.
Bocche spalancate, uomini e donne non potettero che ammirare la bellezza della loro padrona.
Per pochi minuti la musica si fermò, i paesani accolsero i padroni con un caloroso applauso.
Tra la folla si fece largo Alain che gli andò incontro seguito da sua moglie.
Alain guardò senza alcun riguardo Oscar e inebetito dalla sua bellezza, mormorò: "Benvenuta Oscar..."
Alice resasi conto dell'atteggiamento di suo marito, non gli distolse lo sguardo nemmeno per un istante.

“Buona sera comandante! ... Ciao André ...”
" Buona sera Alain! Alice come stai?!!”
"Bene ... Oscar ...."
André incalzò:“Ben ritrovato Alain! Alice non ci vediamo dal giorno che è nata Diane.”
"Si, è vero! Infatti è passato davvero molto tempo! .... Oscar, desidero che domani sera siate nostri ospiti, vi aspetto a casa nostra.”
“Ma certo Alice con piacere.
 
" Comandante, Andrè, uniamoci ai festeggiamenti!"
"Si, certo Alain! ... Oscar, vieni, andiamo!"

La musica riprese a suonare e con essa le danze.
"Oscar, stasera ho voglia di divertirmi! ... Desidero ballare!"
" Ma quanta fretta! Andrè!"
"Ho voglia stringerti tra le mie braccia per tutto il tempo! ... E' la prima volta che balliamo dal giorno del nostro matrimonio, quindi, non voglio perdere l'occasione di trascorrere una magnifica serata sotto le stelle con la mia bellissima e amata sposa!"

"Andrè ...."
"Cosa c'è mia adorata Oscar?!!"
"Niente Andrè! ... Uniamoci anche noi alle danze!"

Un giro di valzer e un altro ancora sotto lo sguardo ammirato dei presenti.
Alain fu nuovamente trascinato via dai suoi concittadini.
“Su, Sindaco, venite a bere un altro bicchiere con noi.”
Alice rimase sola a sorseggiare un bicchiere di succo di frutta, quando Brune le si avvicinò con atteggiamento insolente e disse: “Buona sera Madame ..”
Alice alzò lo sguardo, ribatté: “Non credo di conoscervi signore.”
“Avete ragione madame! Infatti, rimedio immediatamente ...”
“Signore non credo che sia il caso, sono una donna sposata, andarvene via.”
 
“Non metto in dubbio che voi siate una donna per bene, certo non si può dire lo stesso di vostro marito. Guardate là, è in compagnia di Anne.”
 
 
 
“Anne, non voglio essere scortese, vi prego, lasciatemi tranquillo. Come avete visto, ho una moglie. Cos’altro devo fare per farvelo capire!?”
“Si, vostra moglie! Guardatela signor Alain, in questo momento, è con Brune che per tutta la serata non ha fatto altro che guardarla! Non ha occhi che per lei!... Brune ha aspettato il momento propizio per avvicinarla e a quanto pare a Vostra moglie non dispiace affatto!” “Ma cosa dite Anne?!!”

Alain guardò Alice in compagnia del giovane e si infastidì moltissimo. Si incamminò a passo marziale verso i due e fronteggiandolo disse: “Ehi tu, perché gironzoli dietro a mia moglie?”
Niente, ecco ... io volevo offrirle solo qualcosa da bere, nient’altro.”
“Lo hai fatto?!! Adesso alza i tacchi e sparisci!!”

"Ma si, certo Sindaco! Non era mia intenzione mancarVi di rispetto, tanto meno alla Vostra Signora! ... Madame, è stato un piacere fare la Vostra conoscenza!" disse il giovane sicuro di sé che per nulla intimorito dalla presenza di Alain si allontanò.
Alice guardò severamente suo marito, ribatté: “Alain, sei sempre così sgarbato?”
“Forse non mi conosci? Non sai come sono fatto?”
“Conoscerti! Mi rendo conto che non ti conosco affatto!” disse la ragazza mentre intorno a loro la musica festosa inebriava l’aria.
“Cosa vorresti sapere di me?!"
“Per esempio, chi era quella ragazza con cui parlavi?”
"Cosa!! ... Quale ragazza?" "
"Non fingere con me!! ... Allora Alain, perché non rispondi! Chi è?”
“Non è niente di ciò che pensi. E' una ragazza che ho conosciuto alla tenuta quando sono venuto la prima volta …”
“Sarà! Ma ho notato un atteggiamento molto confidenziale, forse siete stati intimi amici?" “Ma cosa dici!! Ma quali intimi?! Ammetto che un tempo mi gironzolava dietro ma nulla di più! Non mi è mai interessata!”
“Certo perché tu sei sempre stato innamorato di un’altra donna! ... E quella donna non ero e non sono certo io...”
“Ma si può sapere cosa vai a pensare?! Su dai, adesso andiamo a ballare, vieni! dammi la mano, andiamo!”
Alice l’assecondò ma imperterrita tra una stretta e un volteggio con sorriso sarcastico e malizioso, ribatté: “Ho notato sai?!"
" Notato cosa?"
"Come guardavi Oscar quando è arrivata! ... Sai cosa ho pensato Alain?"
" Alice ...."
" Che la donna misteriosa di cui sei innamorato sia proprio lei.” l'affondo e un sorriso, occhi negli occhi. Ancora a passo di danza.
Alain non riusciva a sostenere il suo sguardo, tentava di celare il nervosismo ballando con lei avvolgendola ancora di più sui fianchi e ribatté: “Ma cosa diavolo dici?
Forse il tipo di prima, ti ha fatto bere più del dovuto?”
“Quel tipo, neanche lo conosco, invece tu ad Oscar la conosci da tempo! Tanto è inutile che lo neghi, te lo si legge in faccia. E' lei la donna che ti fa soffrire perché non l'hai mai potuta avere!!"
"Ma sei impazzita?! Cosa dici!"
" No, non sono pazza! ... E tu, lo sai benissimo!! Quando la guardi, ne rimani estasiato. Possibile che nessuno se ne sia mai accorto?!! Nemmeno Andrè e la stessa Oscar?! ... Non ci credo!"
“Smettila di dire idiozie Alice!! Mi dici queste cose, perché ho mandato via quel tizio in malo modo...” “Ti stai arrampicando sugli specchi, marito mio! Se non vuoi confessarlo, potrei sempre chiederlo ad Oscar stessa …”
Alle parole di Alice,  Alain arrestò il passo di danza.
“Continua a ballare Alain, ci guardano tutti!”
“Alice non penserai di fare  uno scandalo, le tue sono tutte fantasie e …”
“Non sono fantasie ora ne sono sicura. Te lo leggo in faccia, tu sei innamorato di Oscar! L’ho capito quando è arrivata e poi, la certezza me la dai tu, con la tua reazione, la tua faccia, il tuo sguardo spaventato che hai in questo momento ... Mi credi una stupida, vero Alain?”
"Alice ...."
Cosa c'è Alain, stai tremando, hai freddo? Continua a ballare! ... Sono  più che sicura che Andrè ne è a conoscenza e forse anche la stessa Oscar. Non è così Alain? Magari ti sarai anche dichiarato e lei ti ha respinto ..."
“Ora basta Alice, smettila!!!.” La musica cambiò ritmo, ci fu lo scambio di dame, Alice si trovò tra le braccia del  giovane corteggiatore che tra un volteggio e l’altro le sorrise soddisfatto; atteggiamento che diede molto fastidio ad Alain che ballava con un’altra dama.
Alain vide Alice e il ragazzo sorridersi nuovamente e lasciando la sua dama si  avvicinò ai due e con tono severo digrignò: " Fila via, mia moglie balla solo con me!"

" Si, certo Sindaco, prego ....."
Tornata tra le braccia di suo marito con ironia continuò: “Cosa ti prende Alain? Perché sei stato nuovamente scortese con quel giovane che non centra nulla!… Credo che non cambierai mai!! Sei sempre così poco delicato ..."
“Qualità che se non sbaglio, ti ha affascinato non poco, altrimenti non ti saresti innamorata di me!"
“E tu Alain,  cosa ti è piaciuto di me, anzi,  cosa ti ha fatto innamorare di me?"
"Alice, la tua domanda ha il sapore di una provocazione! ... Comunque sappi che mi piaci, mi piaci molto!”
“Lo so! … Altrimenti non mi avresti sposata! … Bella festa non è vero Alain?”
 
Musica e danza si inoltrarono fino a notte fonda.
Andrè e Oscar trascorsero una bellissima serata.
Andrè corteggiò la sua amata per tutto il tempo ricoprendola di attenzioni.
 
 Quella notte Alice e Alain affrontarono una realtà celata ormai da troppo tempo.
 
Intanto la musica invitava tutti a danzare sotto un cielo stellato, e la luna piena che rischiarava il cuore di alcuni.

Ritorna all'indice


Capitolo 57
*** La verità ***


La verità


Denise era appisolata sulla sedia, vegliava il sonno della piccola Diane.
Dei passi e la porta si aprì, una mano sulla spalla, un sussulto.
“Siete voi!"
Alain ribatté: "Buona sera Denise, siamo tornati!"
"Buona sera a voi! Spero che vi siate divertiti al villaggio!"
"Alain sussurrò appena: "Certo... certo... è andato tutto bene. Bella festa...."
"Mi fa piacere Alain. Siete giovani e dovete divertirvi. E poi, hai una moglie tanto bella e buona che merita di essere felice!" "Si, certo certo... lo so!"
Alice, smorzò appena un sorriso e domandò: "Danise, si è comportata bene la mia piccola Diana?"
"Si,madame. Il mio angioletto si è svegliato soltanto una volta per bere il suo latte e poi, si è addormentata! Madame, avete ancora bisogno di me?”
“No, Denis, grazie, adesso va a riposare.”
“Bene! ... Buona notte Madame Alice, buona notte Alain.
“Buona notte Denise.”

I due rimasero soli nel silenzio più assoluto. Alice in tutta fretta prese la sua camicia da notte e andò dietro il paravento. Alain timidamente si avvicinò alla culla, vide la piccola Diane dormire profondamente e l'accarezzò.

Furono istanti di silenzio e di imbarazzo finché Alain timidamente sussurrò: “Alice non hai detto una sola parola durante il tragitto, perché?”
La ragazza non appena indossò la camicia da notte fece capolino e  guardandolo basita  esortò: “Alain, mi pare di averti detto tutto durante il ballo.”
".... Credo che tu abbia esagerato …”
Alice uscì dal separé, si mise a letto e con disinvoltura ribatté: "Tutto qui Alain? Non hai nient'altro da dirmi?!! .... Forse non ti rendi conto ma il tuo atteggiamento è molto più eloquente di mille parole ....”
“Ma insomma Alice per tutta la serata non hai fatto altro che … che dire …”
Le parole di Alain, infastidirono Alice che sollevò la coperta e lasciando il letto, avanzò verso suo marito, lo guardò negli occhi e ribatté con stizza: “Dire sciocchezze! E' questo che vuoi dire? Alain abbi almeno il coraggio di confessare i tuoi sentimenti per Oscar e ti giuro che non tornerò mai più sull'argomento. Cosa c'è Alain, perché non riesci più a guardami?! Forse non hai il coraggio di confessare? ... Avanti, parla! Dimmi qualcosa! Voglio sapere la verità. Ne ho tutto il diritto, visto che sono tua moglie."
“Perché domani sera hai invitato Andrè e Oscar?”
“Non cambiare discorso, rispondimi! Oppure è tutto quello che hai da dire? Di cosa hai paura Alain? Di confessarmi la verità? Tanto lo so, tu ami Oscar, lhai sempre amata e hai paura di dirmelo in faccia.”
“Di cosa dovrei avere paura?!” rispose dandole le spalle.

" Alain, non voltarti, guardami!"
"Alice .... io ...."
La ragazza gli si mise di fronte e continuò: "Non pensavo che tu fossi un vigliacco...."
"Non sono un vigliacco e lo sai."
"Allora perché, mi stai dimostrando il contrario?"
"Alice, non posso negare che mi spaventi."
"Non ne vedo il motivo! Alain non devi avere paura di me, so accettare le sconfitte. Purtroppo ho capito solo il giorno del nostro matrimonio che sei innamorato di un'altra donna."
"Sono... sono tue fantasie..."
"Perché continui a mentire? Ciò che asserisco non sono mie fantasie, tu lo sai bene."
"Non so, dove tu voglia arrivare ..."
"Alla verità Alain, nient'altro che alla verità. Ma ciò che mi ferisce profondamente e che tu non sei innamorato di una donna qualunque ma di Oscar, che oltre ad essere una nostra amica, è una donna davvero unica. Alain, Oscar è stata il tuo comandante per più di due anni, cosa c'è stato tra voi?"
"Ma cosa dici?!! Sei per caso impazzita?"
Con le lacrime agli occhi Alice ribatté: "Non sono pazza. Dimmi, l'hai mai baciata? L'hai mai desiderata? O meglio, quando eravamo in intimità, pensavi che fossi lei? Avanti, rispondimi! Ho tutto il diritto di sapere."
"Non ho nulla da dire..."
" E va bene, mi arrendo!... Se non desideri essere sincero con me, allora non abbiamo più nulla da dirci! Ti auguro una buona notte!! … Se per te possa essere davvero una buona notte!”
“Aspetta! … Non mi hai ancora detto cosa hai in mente di fare domani sera!”
“Niente di ciò che pensi! Ho invitato i nostri amici senza alcuno scopo."
"Stento a riconoscerti, non sei più la stessa ..."
"E tu, Alain?! Sei mai stato te stesso con me?"
Io ..."
" Mi rendo conto che noi due non ci conosciamo affatto. Alain, mi hai sposata solo perché sono rimasta incinta."
"Ma ..."
"E tutto quello che mi sai dire?!! Potevi essere sincero e dirmi che sono stata la compagna di una notte, non ingannarmi in questo modo e burlarti di me!" le lacrime continuavano a scendere. " Io, ti ho amato, amato tanto! ... Sei stato il mio unico e grande amore. Ti odio Alain, ti odio con tutte le mie forze!! Va via, esci fuori dalla mia camera!!” disse Alice fuori di sé mentre scostò le coperte per rimettersi a letto. Alain l'afferrò per le braccia e guardandola negli occhi ribatté:“E va bene, se è questo che desideri, ti dirò la verità …”

“ Finalmente ti sei deciso! Hai trovato il coraggio di dirmelo in faccia!! .... Allora Alain sto aspettando. ”
Lui allentò la presa e allontanandosi appena disse: “E’ inutile che lo neghi ancora … è vero, l'ho amata …”
“ Amata! Cosa fai, continui a mentire?!! Io direi piuttosto che l’ami, l'ami follemente! Mi è bastato vederti stasera come la guardavi, sembravi inebetito! Sono una sciocca, possibile che non me ne sia accorta prima?! Oddio! .. E pensare che ti ha accompagnato all'altare ed è stata la nostra testimone di nozze! Mi sembra di impazzire!”
“Non è come pensi .... lei non ha nessuna colpa, non centra …”
“Di questo ne sono più che sicura Alain! E' evidente che lei nemmeno ti guarda come uomo e non ti ha dato alcuna speranza! Lei ama suo marito. Si amano, si appartengono! .... Invece non si può dire lo stesso di noi! …”

Attimi di silenzio.
 
“Ascoltami Alice, quando ... Oscar  ha preso il comando dei soldati della guardia, nessuno di noi immaginava che fosse in realtà una donna; appena l'abbiamo scoperto, io per primo e gli altri poi, le abbiamo reso la vita impossibile! ... Lei, Oscar, anziché, lasciare il comando, si è fatta rispettare, non si è piegata alle nostre vessazioni! ...... Andrè si era arruolato per proteggerla, già da allora l’amava, lei invece, veniva fuori da una situazione confusa! ...... Per sfida o forse per orgoglio mi accanivo sempre di più contro di lei. Sai, farsi sottomettere da una donna in quel modo non era piacevole! … Credevo di detestarla... inseguito mi sono reso conto …”
“Di amarla?”
“Si, mi sono reso conto di amarla! ...Questo è tutto.”
“No, non è tutto Alain, hai ancora altro da dirmi!"
"Cos'altro vuoi sapere, ti ho detto tutto."
"Non è così! ... Abbi il coraggio di dirmi che l’ami ancora!... Quante volte sei stato con me e hai pensato a lei? ........ Cosa c'è Alain, non rispondi!! ...... Avanti, parla!.... Non fa niente, ho capito.
"Alice, ti prego .... basta..."
" Questo è tutto ciò che volevo sapere Alain, non devi aggiungere altro! ...... Domani abbiamo una cena con i nostri amici, mi farò aiutare da Denise. Preferisci che prepari qualche piatto in particolare?” chiese la donna mentre copiose lacrime continuavano a cadere sul viso." Buona notte Alain!"
Alain tirò fuori il fazzoletto, tentò di avvicinarla per asciugare il viso ma Alice indietreggiò di un passo e ancora un altro.
“Non lo fare! Non ti avvicinare! … Decidi dove vuoi dormire, se in questa stanza o in quella degli ospiti!”
“Qui con te!”
“Mi dispiace Alain ma la donna di un tempo non esiste più. Allora, vado via io o vai tu?”
“No! ... E'giusto che sia io a lasciare la nostra stanza! ... Mi dispiace Alice, so che non meritavi tutto questo, perdonami ....” sussurrò mestamente lasciando la camera da letto mentre Alice in lacrime, si gettò sul letto e si addormentò tra i singhiozzi.
 
 
Alain non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte, ripensando a tutto ciò che gli era accaduto. Era ancora buio quando si vestì in tutta fretta, lasciò la sua casa per recarsi in municipio e a passo marziale si recò nel suo ufficio e si mise a lavoro.


Trascorsa qualche ora, cominciò a sentirsi stanco, lasciò le sue carte per sdraiarsi sul sofà e mormorò: "Non ce la faccio più, sono davvero stanco!... Non ho chiuso occhio per tutta la notte, come faccio a concentrarmi?! Ciò che è successo ieri sera è stato davvero terribile! .... Alice sa tutto, sa che amo Oscar e mi ha cacciato dalla nostra camera. Cosa sarà di noi, della mia bambina? ... Mi sento terribilmente confuso .... non me la sento di tornare a casa. Con quale coraggio riuscirò ancora a guardarla in faccia! Ho finto finché ho potuto ma adesso .... che situazione!"mormorò affranto finché non si addormentò.


"Erano le otto del mattino quando i consiglieri comunali presero servizio in municipio. Lungo i corridoi in prossimità dell'ufficio del sindaco, uno di loro sussurrò a bassa voce: "Ehi Roux, guarda! La porta dell' ufficio del bifolco è spalancata, è già qui!"
Strano, solitamente arriva dopo di noi, cosa sarà successo?"
Un terzo incalzò: "Forse ha avuto problemi con la mogliettina riguardo a quella faccenda di ieri! Ih ih ..."
"Già! ... E' mancato poco che Brune la corteggiasse sotto il suo naso! Ih ih ..."
"Ma come, forse non l'hai visto? E' ciò che ha fatto! Certo, io avrei voluto che fosse più sfacciato ma è meglio accontentarsi! Ih ih ih ... pur di dar noia al bifolco mi sta bene tutto."
Roux continuò:" Sccc.... adesso andiamo da lui e comportiamoci come sempre e vediamo stamattina cosa si inventerà."
Il piccolo gruppo di uomini si avvicinò all'ufficio ed entrarono timidamente. Videro Alain sdraiato sul divano e dormire profondamente. Roux e gli altri lasciarono la stanza in punta di piedi e uno di loro sghignazzò divertito: "Ih ih ih ... Se il bifolco ha dormito qui, significa che la faccenda è davvero grave! Ih ih .... Sono sicuro che è tutto merito di Brune..."
"Sarà come tu dici ma adesso è meglio andare, abbiamo un mucchio di lavoro da sbrigare e non vorrei che il bifolco si svegliasse all'improvviso e ci facesse una delle sue solite ramanzine."
"Non credo! ... Ma non lo senti come sta russando?!!! Il cafone non ha chiuso occhio per tutta la notte! Ih ih ... Forza amici andiamo a lavorare! Ih ih ... Ben gli sta! Così, ci lascerà un poco tranquilli!"


Dopo un paio d'ore la luce del sole svegliò Alain di soprassalto e guardando l'orologio disse stancamente: "Accidenti.... sono le dieci, ma è tardi! .... Chissà quegli imbecilli dove saranno?! .... Meglio che vada a dare un occhiata nella stanza del consiglio!"

"Alain era dietro la porta della sala quando udì uno dei collaboratori: "Chissà se il bifolco si è svegliato!"
Roux continuò: "Come vorrei tirargli un secchio d'acqua in faccia..."
"Alain entrò all'improvviso e tuonò: "E' COSI' CHE LAVORATE?!!! QUESTA COMUNITA' NON VI PAGA PER NON FARE NULLA! SIGNORI, SE NON AVETE VOGLIA DI SBRIGARE IL VOSTRO LAVORO, BASTA CHE ME LO DICIATE, IO DI CERTO, NON VI OBBLIGO A FARLO!"
"Ma no, cosa dite Signor Sindaco! Abbiamo già catalogato le pratiche che riguardano le illuminazioni delle strade, adesso..."
Alain ribatté severo: "C'è tanto altro da fare! Vi siete occupati degli addetti ai servizi?"
"No, non ancora, ecco ..."
"Cosa state aspettando?!! MUOVETEVI!!" disse prendendo posto tra i suoi collaboratori.

Alain trascorse tutta la giornata in municipio. Il sole giunse al tramonto quando decise di tornare a casa, durante il tragitto, disse tra sé: " Tra non molto arriveranno a casa i miei ... amici. Spero che Alice non commetta nessuna sciocchezza, non voglio che metta in imbarazzo Oscar a causa mia. In questa storia, lei non centra assolutamente nulla! .... Ma in che guaio che mi sono cacciato!"


"Madame Alice..."
"Dite Denise..."
"La cena è quasi pronta."
"Perfetto!"
"Madame, spero che vi piaccia come ho apparecchiato la tavola!"
"Si, certo! Io non avrei saputo fare di meglio, grazie Denise!"
La donna prima di lasciare la sala da pranzo disse: "Madame, permettete che vi dica una cosa?"
"Ma certo, lo sai che fai parte della nostra famiglia!"
"Vedete, ho più anni di voi, ho una certa esperienza quindi, certe situazioni le intuisco..."
"Non vi capisco Denise ..."
"Madame, io non so cosa sia successo tra voi e vostro marito, ma vi assicuro che è un bravo ragazzo. Credo che in questo momento sia confuso. Sostenetelo, non trattatelo male, vedrete che tutto si aggiusterà..."
"Vi ringrazio per le vostre parole Denise ma voi non sapete..."
" Madame, qualsiasi problema che abbiate con Alain, non dimenticate che avete una bellissima bambina e vostro marito è un brav'uomo!.... Vi chiedo di scusarmi ancora, non volevo essere invadente, con permesso!"
"Non preoccupatevi, so che siete una persona sincera e che ... mio marito non è cattivo, almeno su questo non ho alcun dubbio."
"Bene, ne sono lieta!"
"Denise, vado di sopra. Avvisatemi non appena arriveranno i nostri ospiti."
"Si, certo!"



Andrè e Oscar erano sul letto, giocavano felici con i loro bambini.
Aurora era aggrappava alla camicia del suo papà regalandogli un’infinità di sorrisi, Gabriel invece, era sdraiato addosso alla sua mamma che tentava di mordicchiarle le guance e di tanto in tanto lanciava dei gridolini.
"Cosa c'è piccolino? Vuoi davvero mordere la tua mamma?! Ah ah ah... dammi un bacino piccolo mio! ... André, Gabriel mi ha bagnato tutto il viso! Ih ih ..." rise stringendolo a sé.
"Che dire, invece della mia piccola principessina?! ... Quanto sei bella amore mio!"
"André, lo sai che sono gelosa! Ah ah ah ...."
"Non hai motivo di esserlo, voi siete le donne più importanti della mia vita!" disse dandole un piccolo bacio.
Lo so!... André, sono tanto felice!"
Anch'io amore mio! ... Ti amo ..."

Andrè guardò l’orologio, disse: “Oscar, dobbiamo prepararci, Alice e Alain ci stanno aspettando.”
“Andrè, ma io sono già pronta, devo solo mettere le scarpe.”
“Ma Oscar ... vuoi venire vestita così, in pantaloni?! Non ti cambi d'abito?!!"
"André vorresti che indossassi un ... vestito?"
" Beh, si ... ecco, mi farebbe piacere." Oscar adagiò il piccolo e ribatté:"Veramente, ecco, ma ... André, è una cena tra amici, non è nulla di formale!"
"Umm ..."
"Su, dai André, non guardarmi in quel modo! ... E va bene, hai vinto, come desideri! ... Indosserò un abito!”
“Davvero?!!! Oh che bello!... Ascolta, vorrei che indossassi l'abito turchese. Su, dai sbrigati, a Gabriel ci penso io, va a cambiarti!”
 
"E va bene, vado! disse adagiando il piccolo sul letto per poi cercare l'abito nell'armadio. "Eccolo qui .... però ammetto che è davvero molto bello! ... Farò in un attimo!... Intanto avvisa le donne che devono occuparsi dei bambini!"  
"Si, ma tu sbrigati!"
"Ma quanta fretta che hai! Ah ah ..."
Veramente, fremo all'idea di vederti con quel vestito..."
"Possibile che un vestito ti faccia tanto felice?"
"Si, perché sei bellissima e mi fa piacere vederti ogni tanto vestita in abiti femminili..."
"André! Ma se ne ho indossato uno ieri!"
"Ieri? Non ricordo! Ah ah ... Dai Oscar, non credo di pretendere molto!"
"No no, certo!"
"Grazie amore mio!"


André e Oscar erano pronti per lasciare la tenuta quando videro in giardino il generale e madame Margherite, quest'ultima disse: "Andate tranquilli, ai bambini ci penseremo noi!
"Madre, credo che tra un paio d'ore saremo di ritorno ..."
"Oh no,Oscar! Ma cosa dici! Non avere premura di tornare e godetevi la serata in compagnia dei vostri amici!"
"Grazie madre!" disse salendo sulla carrozza.

"A dopo ragazzi!"


Le giornate si accorciavano sempre di più, il caldo torrido ormai aveva lasciato posto all’aria fresca settembrina.
André arrestò la carrozza, si fermò davanti alla casa del sindaco. Scese da cassetta, sistemò il predellino, spalancò lo sportello e porgendole la mano, disse: "Attenta a non inciampare..."
"Ah ah ah ...Se dovesse accadere, sarebbe soltanto per colpa tua! Tanto hai fatto che ho indossato questo abito......solo per la tua insistenza!
"Accetto il rischio, tanto sono qui, pronto per prenderti al volo! Ah ah ah ... sbrighiamoci, si è fatto tardi!" disse colpendo la porta con il battente.


Alice era in camera sua per acconciarsi i capelli mentre Alain era seduto in sala da pranzo con in braccio la piccola Diane quando udì bussare.
"Denise precipitandosi alla porta disse: "Vado ad aprire!"
"Devono essere loro!"ribatté alzandosi.

La donna spalancò la porta e disse: “Buona sera signori! Prego! Madame Alice e il sindaco vi stanno aspettando.”

"Grazie!"
Alain con la piccola tra le braccia gli andò incontro mestamente e con un timido sorriso disse: “Denise sono arrivati i nostri ospiti per favore avvisa mia moglie..."
"Si, certo vado..."
"Non è necessario, sono qui!" rispose la ragazza sorridendo. "Entrate amici, accomodatevi! Oscar dai a me la mantella.”
“Grazie Alice.”
“Ciao Alain!"
" Buona sera Comandante! Ben arrivato André!"
"Grazie Alain!"
Oscar guardò la piccola, disse: " Quanto è cresciuta! Ma è bellissima! … Guardala Andrè!”
“Si, è ' molto bella! Mi dispiace Alain ma tua figlia non ti somiglia affatto! Ah ah ah ...”
“Hai ragione amico, mi somiglia davvero poco.

Poco?! Io direi per niente!"
"Già!! .. Ma non rimaniamo qui, su, accomodiamo in camera da pranzo ..."
Alice continuò:" Si, la cena è pronta. Dirò alla cuoca di servire!" "Grazie!"

Durante la cena Alice domandò: "Oscar, come stanno i tuoi bambini?"
"Bene. Sono diventi grandi e scandiscono la prime parole."
"Ma che bello! Immagino che sia emozionante sentirsi chiamare mamma!
Si, è vero, è una bella sensazione! ... Però, ti assicuro che sono due combina guai! Prima che arrivassimo qui, è mancato poco che Aurora cadesse dal letto ..."
"Davvero!"
Andrè continuò:"Si, se Oscar non l'avesse afferrata in tempo, la piccola si sarebbe fatta male!"
Alice ribatté: " Ritengo che questo sia il periodo più delicato per un bambino. Ho accudito i miei fratelli, quindi so che non è per niente facile, figurarsi allevarne due della stessa età!"
"Già! Infatti Gabriel e Aurora non soltanto sono accuditi dalle bambinaie ma anche da mia madre e la nonna, visto che André ed io trascorriamo quasi tutto il giorno in fabbrica."
"Oscar,non credo che potrai mantenere a lungo questo ritmo, visto che aspetti un altro bambino. Hai bisogno di riposo."
"Hai ragione Alice! Ma ci andrò finché non sentirò la necessità di ritirarmi."
André ribatté: "Dunque, lavorerai finché nascerà il piccolo! Ih ih ..."
"Può darsi! Ah ah ..."
"Sentito amici? Mia moglie è davvero un osso duro!"
Alain annuì, Alice invece continuò: "Di cosa ti meravigli André? In fondo tua moglie è stata un ufficiale!... Farsi rispettare da un reggimento di soldati rozzi e ribelli non sarà stato facile, vero Oscar?"
"Beh ... si ... non erano certo tranquilli e disciplinati come i soldati della Guardia Reale."
" Quindi non mi meraviglio affatto che Oscar sia una donna dalla tempra dura! André sei un uomo davvero fortunato, poche donne sono indipendenti e determinate come tua moglie!" disse Alice guardando negli occhi suo marito che abbassò immediatamente lo sguardo.
Oscar ribatté timidamente: "Non so quanto sia stato davvero fortunato André, visto che spesso gli ho reso la vita impossibile!"
"Ah ah ah ... vero! Però che soddisfazione sentirtelo ammettere! Ah ah ah ..." André guardò il suo amico e domandò: "Cosa c'è Alain?! Per tutta la sera non hai detto una sola parola! Forse non ti senti bene?"
"No no, sto benissimo..."
Alice ribatté: "Mio marito è solo preoccupato per il suo lavoro in comune, vero Alain?"
André domandò: "Ci sono problemi?"
"Si... no.. sono quelli di sempre, poi ti racconterò, adesso gustiamoci il dolce!"

André continuò: "Complimenti Alice, era tutto così squisito!"
"Grazie André! Ma il merito non è soltanto mio, mi hanno aiutato Denise e la cuoca!
"Alain intervenne: " Bene, direi di accomodarci in salotto per sorseggiare un liquore. André voglio che assaggi un dolcetto davvero delizioso."
"Posso fidarmi Alain?!! Non vorrei che mi facessi ubriacare come ai vecchi tempi! Aha ah ah.."
"Su, amico mio, i tempi dei bagordi sono finiti da un pezzo! Adesso siamo degli uomini adulti, abbiamo la responsabilità di badare alle nostre famiglie! Su andiamo a bere un bicchiere!"
"Ih ih .. Alain, stendo a riconoscerti, hai davvero messo la testa a posto! Ah ah ah ...."

Alain e André seguiti dalle loro mogli, si accomodarono nel salotto.
Alain versò il liquore nei bicchieri, li porse prima alle donne e poi ad André.
"Oscar disse: "Ti ringrazio, ma io non posso."
"Comandante, è un dolcetto privo di alcol potete bere!"
Alice continuò: "Non preoccuparti Oscar, lo bevo anch'io che allatto la piccola.
"Se è così, lo berrò!"

"Umm ... Davvero buono Alain!"
"Te l'avevo detto André, è buono e analcolico! .... Comandante, Alice, ne volete ancora un po'?"
"No, Alain, ti ringrazio, basta così!"
"Tu, Alice, ne vuoi ancora un poco?"
" No .... grazie!"

Durante la serata, Alain e André conversavano mentre Alice e Oscar si appartarono, quest'ultima domandò:“Alice mi hai osservata per tutto il tempo, hai qualcosa da dirmi?”
“Io? No, no Oscar … ti sbagli, non ho nulla da dirti ....”
“Sono stata un soldato per tanti anni, ho imparato a capire chi mi sta di fronte! ... Alice, so che hai qualcosa da dirmi... ”


Alain dalla sua poltrona osservava nervosamente sua moglie.

Alice strinse il bicchiere tra le mani, rispose: “No, non ho nulla da dirti …”
“... Ne sei davvero sicura? Alice se dovessi cambiare idea, sono pronta ad ascoltarti.”
“Ti ringrazio Oscar! ... Mi rendo conto che sei una donna leale! ... Tu non hai colpa di niente di ciò che mi sta succedendo..."

Alcuni passi interruppero la conversazione tra le due donne.
" Madame Alice dovete allattare la piccola altrimenti non si addormenterà.”
" Arrivo immediatamente! .. Denise va pure a riposare, penserò io a tutto."
" Grazie! Con permesso."
" Oscar che ne diresti di farmi compagnia?”
“Ma certo, vengo volentieri.” rispose seguendola.


Non appena le vide andare via, Alain impallidì e divenne teso, André domandò: “Alain, va tutto bene?"
"Si ... si .. André ... va tutto bene ..."
"Alain, ne sei sicuro? Sei strano, forse ti senti poco bene?"
“I ... io strano! No ... no ... sto bene .. sto bene ....” rispose buttando giù tutto d’un fiato il suo liquore.
“Alain, come vanno le cose al comune?”
“Come vuoi che vadano ... bene naturalmente! … Ho fatto chiudere tutte le stanze, ho lasciato a disposizione solo quella del consiglio e il mio studio. Ho ridotto le spese al minimo! ... E quei buoni annulla dei miei collaboratori dovranno provvedere non solo alle pulizie ma anche alla manutenzione dei locali.”
“Cosa?!! Ih ih ... Ma non è possibile, dici davvero Alain!!"
"Ho forse l'aria di chi sta scherzando amico?"
"Come hanno reagito?”
“Come vuoi che l'abbiano reagito?! Non certo bene, ovviamente! In un primo momento hanno protestato ma io non glielo data vinta! ...Che le facciano loro le pulizie, altrimenti che provvedano a proprie spese! Io certo non tiro fuori una sola moneta per agevolare quei pochi dissipatori che mi ritrovo!”

"Ah ah ah ah Alain, sei davvero tremendo!"
 
 
Sotto lo sguardo scrutatore di Oscar, Alice allattava la piccola Diane, quest'ultima domandò: "Oscar, tra quanto tempo nascerà il bambino?”
“Credo ...per l'inizio di Febbraio.”
“Oscar sei una donna davvero fortunata!"
"Cos'hai Alice, perché mi parli in questo modo?"
" ... Tuo marito ti ama, ti ama moltissimo e tu lo contraccambi! .... Non è certo cosa da poco!... Quando è nata Diane, mi hai detto che Alain avrebbe perso la testa per sua figlia. Avevi ragione. Vive solo per sua figlia, peccato però che ami solo lei e non me! ..... Lui è innamorato di un’altra donna …”

"Cosa ... Alice ...."
“Alain non ha un’amante.... ma nel suo cuore non c'è posto per me! … So perfettamente che quella donna non ha alcuna colpa e nemmeno Alain! ... Però mio marito mi ha ingannata e non potrò mai perdonare …
"Alice io ... non so cosa dirti ..."
"Oscar, è probabile che io stia sbagliando a parlati di certe questioni ma non posso farne a meno, ne sento il bisogno! ... Vedi, non c'è peggior umiliazione per una donna stare con il proprio marito mentre pensa all'altra!
“Alice io non …”
“Schh … ti ho già detto che l'altra non ha alcuna colpa. Anzi, non ho mai conosciuto in vita mia una persona tanto onesta e leale come te! ... Nessuno può aiutarmi, spero solo che il tempo guarisca le mie ferite. Alain è stato disonesto con me ed io purtroppo me ne sono resa conto solo il giorno del nostro matrimonio. Ma questo tu lo sai già! D'ora in avanti, giuro che non verserò più una lacrima a causa sua, forse è meglio che ciascuno di noi riprenda la propria vita..."
La bimba si staccò dal capezzolo della mamma e si addormentò. Alice si coprì il petto e l’adagiò delicatamente nella culla, coprendola con la copertina.
Con espressione malinconica guardò Oscar e concluse: “ Su amica mia, andiamo di sotto, i nostri mariti ci aspettano!”
"Aspetta Alice! ... Poco fa,hai detto che vuoi riprendere la tua vita, cosa vuoi fare?
Non lo so, sono tanto confusa, ci penserò! ... Ma di una cosa sono certa, non permetterò mai più ad Alain di burlarsi di me. Troppe volte si è illuso di stare con l'altra mentre era con me! ... Perdonami Oscar, non è mia intenzione offenderti!" sguardo nello sguardo. "Meglio andare di sotto, sono sicura che Alain sarà in pensiero per la nostra assenza ...."  
 
Alice e Oscar scesero al piano di sotto, avevano lo sguardo addosso di Alain che nervosamente domandò: “Alice, Diane si è addormentata?”
“Si, si è addormentata.”
Oscar guardò suo marito e disse: “Andrè si è fatto tardi, torniamo a casa!”
“Si, certo! ... Alice, Alain, grazie per la piacevole serata. La prossima volta sarete nostri ospiti.”
Alice ribatté: "Senz'altro, ne saremo lieti!"

Alain frastornato rispose:"Amico.... è stato un piacere conversare con te ."
Alice prese la mantella e porgendola alla sua ospite concluse: “Grazie Oscar! Sentivo il bisogno di parlare con qualcuno. Sei una vera amica!”
"Alice ... a presto..."


Non appena rimasero soli, Alain domandò: “Cosa è successo di sopra?”
“Nulla!... Abbiamo conversato da buone amiche, sta tranquillo!”
" Sicuro Alice?"
"Ne dubiti?"
"Certo che si, sei troppo arrabbiata!"
"Tranquillizzati Alain, non le ho chiesto nulla. Sei soddisfatto?"
"Ma non significa che tu non le abbia fatto intendere ....."
"Che so tutto?"
"E' così?"
"Può darsi! ... Anche se fosse, Oscar si è comportata da signora. Questo è tutto, buona notte!" Alain si allontanò appena, con stizza batté il piede e digrignò: “Devo ancora dormire da solo? Vuoi ancora castigarmi?”
“Certo Alain! Non può essere altrimenti! Io non ho mai avuto un marito ma un uomo che mi ha usata per tentare di dimenticare la donna che ama! Alain, il tuo peggior castigo sarà quello di non poterla mai avere!!”
"Alice ..... Cosa le hai detto?"
"Continui a insistere! Ti preoccupi per lei?! Tranquillo, non le ho detto nulla di ciò che pensi ...." rispose lasciando il salotto.
"No, aspetta..."
"Non ho più voglia di parlare. Lasciami in pace!" rispose mentre lasciò il salotto per tornare in camera sua, lasciando Alain ammutolito e confuso.
"Non è possibile!! ... Tutto questo ha dell'incredibile!!" mormorò afferrando la cappa. Alain aprì la porta e uscì sbattendola con una tale forza che il rumore giunse fino alla stanza di Alice che si gettò sul letto tra i singhiozzi.

L'aria fredda della notte fece in modo che Alain si strinse nella sua mantella. Disperato, decise di recarsi all'osteria di Pierre. Entrò, si sedette e ordinò da bere. Un bicchiere dopo l’altro e ben presto si stordì.
 
 

La carrozza guidata da André si fermò davanti alle scuderia. Oscar scese dalla vettura e aspettò suo marito che sistemasse i cavalli.
 

"Oscar, fa molto freddo, perché non sei entrata in casa?"
"Ho preferito aspettarti ...."
"Sei silenziosa, è forse successo qualcosa con Alice?”
"André, Alice ha capito che Alain mi ama …”
"Cosa hai detto?!"
“E’ terribile, lo so! Ed io che speravo …”
“Che ti avesse dimenticata?”
“Si, André! ... Credevo che tutto ormai appartenesse al passato, invece non è cosi!”
"Cosa ti ha detto?"
"André, Alice mi ha fatto capire chiaramente che sono io la donna di cui suo marito è innamorato!"
"Prima o poi doveva accadere. Mi dispiace davvero ..."
" Ha dimostrato di possedere una dignità fuori dal comune!” l
“ Oscar non possiamo farci niente. Dovranno risolvere i loro problemi da soli!
 
" Si, lo so Andrè!... Ma è stato terribile. Non puoi nemmeno immaginare il disagio che ho provato! ... Oh Andrè ... e pensare che Alain ..." "Alain cosa?!!"  
" Mi ha detto di ....."
"Di amarti il giorno del suo matrimonio?!!"
" Spero che tutto si sistemi e che ... che ..."
" Che ti dimentichi?"
" Che si accorga di avere accanto una donna che lo ama davvero!"
"Lo spero anch'io! .... Oscar, è meglio entrare in casa, fa molto fare freddo! ....." disse abbracciandola.


5 SETTEMBRE 1790
 

“Oscar, al villaggio c'è la fiera, mi piacerebbe andare!”
"Andrè non posso venire con te, devo chiudere il bilancio …”
“Puoi farlo domani! E poi, puoi sempre chiedere al responsabile della fabbrica il permesso di staccare qualche ora prima!"
“ E va bene, ho capito, andiamo! ... Cosa c'è, perché mi guardi così?”
“Noto con piacere che il nostro bambino sta crescendo. Oscar, credo che sia giunto il momento di farti visitare dal dottore.”
“Ti prego André, sto bene, non necessito di alcuna visita …”
"Però, io mi sentirei più tranquillo."
“E va bene, ho capito, mi farò visitare.Soddisfatto?”
“Perfetto!! Ci andiamo adesso!”
“Sig .... va bene, andiamo! Così ti rassereni!”
 
 
“Allora dottore come sta mia moglie?”
“Madame sta bene. L’importante che si riposi e che stia tranquilla. Vedrete che nascerà un bel bambino sano e forte!”
“Grazie dottore.”
 


I due uscirono dalla casa del dottore, Oscar domandò: “Sei più tranquillo adesso?”
“Decisamente si, ora possiamo andare alla fiera.
 


André e Oscar si aggirarono tra le bancarelle del mercato, c'era di tutto: dalla frutta al bestiame. Oscar vide un ragazzo vendere i giornali, gli si avvicinò e tirando fuori dalla tasca una moneta disse: " Dammene uno."
"Prego signore! ...E grazie per la moneta!"

"André, lo leggerò non appena saremo a casa.”

"Vuoi sapere cosa sta succedendo a Parigi, vero?"
"Da quando ci siamo trasferiti, sappiamo ben poco di ciò che succede."
"Si, è vero! Però adesso godiamoci la fiera."

Oscar e Andrè continuarono ad aggirarsi per le bancarelle, quando quest'ultimo arrestò il passo e disse: “Guarda Oscar! Ma quella è Alice!”
“Dove?”
“Lì ... dietro l'angolo!... Che strano, si è si è appartata con un giovane...
"Cosa!!"
Vieni, andiamo a vedere!”


André e Oscar svoltarono l'angolo, quest'ultima disse: “Si è lei!... Sta parlando con un qualcuno! ... Ma io lo conosco, è Brune, lavora in fabbrica!”
“Cosa ci fa qui e soprattutto cosa ci fa con Alice?!”
“André, Brune mi ha chiesto due ore di permesso.”
 
"Cosa! Questa storia non mi piace per niente!"


La ragazza con tono severo digrignò: “Si può sapere perché mi perseguitate? Cosa volete da me?”
“Alice, perché mi trattate in questo modo, non credo di meritarmelo, voglio solo essere vostro amico.”
“Vi ho già detto un'infinità di volte di andarvene!! Sono una donna sposata ...."
"A me non importa che Voi siate sposata, mi piacete moltissimo ...."disse avanzando mentre Alice indietreggiò.
"Ma come Vi permettete?! Volete forse che mio marito vi metta al vostro posto?”
“A vostro marito poco importa di voi e poi, non credo che stia facendo nulla di male! ... Ascoltatemi Alice, voi mi piacete …”


Da lontano Oscar e Andrè videro i due discutere animatamente, quest’ultimo disse: “Oscar la faccenda non mi piace affatto, è meglio vedere da vicino cosa sta succedendo.


"Signor Brune, mi state importunando, lasciatemi in pace!!!"

Inaspettatamente, la giovane sussultò quando udì la voce di André.
“Alice, cosa succede?”
“Andrè, Oscar siete qui!” mormorò spaventata.

André guardò il ragazzo e con atteggiamento minaccioso avanzò e disse: " Brune!! E' per importunare Alice che hai chiesto qualche ora di permesso?!!
“E ... ecco, io non …”
“Sparisci immediatamente!!! ”
“Sissignore … Ma non è come pensate ..."
" Ho detto di andartene!"
"Si... vado via ... ma io non ho fatto nulla di male." rispose dileguandosi tra la folla.

Oscar guardò la donna e domandò:“Si può sapere cosa sta succedendo?"
Alice con voce tremante e con gli occhi lucidi, rispose: " Oh Oscar, se sapessi! ... E' dalla sera della festa che Brune mi perseguita. Non posso uscire di casa che me lo trovo ovunque. Non fa che importunarmi, non so che fare! ... Ho paura..."
“Alain lo sa?”
“No, no, Andrè, lui non sa niente! ... Non ci parliamo nemmeno! … Se lo sapesse, sono sicura che lo ammazzerebbe. Ma lo farebbe solo per amor proprio, visto che a lui non importa niente di me!”
“Vieni Alice ti accompagniamo a casa.”

" Grazie André ..." rispose spaventata.
"Vieni, lasciamo le vie principali, meglio che nessuno ci veda."


Arrivata a casa, Alice ancora sconvolta per l'accaduto disse: “Vi ringrazio per avermi accompagnata, non so cosa sarebbe successo se non foste arrivati!”
Oscar ribatté: “Alice questa storia non mi piace per niente, non dimenticare che Alain ha molti nemici, mi riferisco ai suoi collaboratori. Potrebbero nascere delle chiacchiere sul tuo conto."
"Ma cosa posso fare?"
"Alice, temo che Brune non ti lascerà in pace tanto facilmente, devi raccontare tutto ad Alain! Intanto oggi stesso parleremo con Brune.”
“Ti ringrazio però, vedi, Alain ed io non ci parliamo più, come faccio a dirgli ciò che mi sta succedendo?... Alain non torna a casa se non a notte fonda quando lui crede che io stia dormendo. Passa tutto il suo tempo libero in osteria ad ubriacarsi e chissà cos'altro ... combina! ... Sono davvero disperata!
Andrè avanzò verso la giovane e disse: “Non preoccuparti, parlerò io con Alain. Hai detto che tutte le sere va in osteria?
"Si..."
"Va bene. Ma adesso torna a casa...”
“Grazie André!” rispose tra le lacrime la giovane mentre apriva mestamente il portone di casa .

Ritorna all'indice


Capitolo 58
*** Il complotto ***


 
 

Il complotto

Dei rumori provenivano  dall' interno della fabbrica, le  macchine erano in  piena attività, gli operai svolgevano il proprio lavoro.
 Luis si aggirava all’interno del fabbricato, cercava un operaio.
Brune era di spalle, ripiegava i tessuti quando arrivò Louis e disse: “Brune lascia il tuo  lavoro e vai in ufficio, la padrona vuole parlarti.”
“La padrona vuole parlare con  me?”
“Si, cerca proprio te, avanti sbrigati.”
Il ragazzo ripose l’ultimo pezzo di stoffa e con atteggiamento spavaldo lasciò il suo posto di lavoro.
 

Oscar era dietro la scrivania  intenta  a catalogare alcuni  fascicoli mentre Andrè era in piedi appoggiato alla finestra. Entrambi aspettavano l'arrivo di Brune.


"André, dobbiamo capire cosa c'è dietro a tutto questo.
"Oscar, qualsiasi argomentazione possa darci quel ragazzo, deve lasciare in pace Alice. Conosco Alain, temo una sua reazione.

" Mi pare ovvio che possa reagire! ...Nostante i problemi che possano avere, Alice è sua moglie e poi sono sicura che non le è indifferente.

Qualcuno bussava alla porta.


"Avanti!"
“Buongiorno Madame.”
Oscar si alzò dalla poltrona, avanzò verso il giovane e con tono severo rispose: “Entra e chiudi la porta."
"Si, madame!... Madame, volevate vedermi?"
"Non ho tempo da perdere quindi, verrò subito alla questione."
"Dite madame, in cosa posso esservi utile?"
" Cosa vuoi da Alice?”
“Io madame! Ma nulla! Desidero diventare suo amico, nient’altro.”
Andrè avanzò verso il giovane e continuò: “Peccato che lei non abbia alcun interesse a diventare tua amica, mi sono spiegato?
Con atteggiamento arrogante il giovane ribatté: "Non è mia intenzione mancare di rispetto a nessuno, però, Alice mi piace, mi piace molto."
Infastidito da quell'affermazione, André incalzò: “Lasciala stare, se non vuoi cacciarti nei guai.”
“Io non capisco, padrone, perché vi intromettete nelle mie faccende sentimentali? Dopo tutto non siete suo marito! E poi ho sentito  dire che il nostro amato sindaco, anziché occuparsi della sua bella mogliettina preferisce ubriacarsi nell'osteria di Pierre. Ormai tutto il paese ne è a conoscenza e come se non bastasse, è diventato lo zimbello del villaggio. Ed è un vero peccato! E pensare che è davvero un bravo sindaco, onesto e leale. Il migliore che abbiamo mai avuto!” esclamò con arroganza.
Oscar e Andrè rimasero inorriditi dall'atteggiamento di Brune, quest’ultimo andando su tutte le furie, lo afferrò per il bavero e digrignò: “Prova ad infastidire ancora Alice e ti farò pentire di quello che hai appena detto! Mi sono spiegato?"
"Lasciatemi, non avete alcun diritto di minacciarmi...."
 Andrè, lo guardò dritto negli occhi e mollando la presa, lo spinse all’ indietro  facendolo prima barcollare e poi cadere a terra.
Oscar concluse: “Brune, non ti azzardare mai più a importunare Alice o ti giuro che ti ritroverai fuori da qui! Mi sono spiegata? E adesso sparisci!”
“Si madame.” rispose rialzandosi fiero e per niente arrendevole mentre lasciò l'ufficio.
Andrè chiuse la porta e disse: “Quel tale non mi piace per niente.”.
“Andrè, quel ragazzo non mi sembra affatto infatuato di Alice, lo dimostra il suo è un atteggiamento di sfida.
"Hai perfettamente ragione! Brune è mosso da altri interessi."
"Andrè, penso che quel ragazzo venga manipolato da qualcuno …”
“Oscar, l’ho penso anch’io. Alain non ha nemici se non all’ interno del comune.”
"Si, è così. Sono sicura che dietro a tutto questo ci siano i suoi collaboratori." “Alice ha detto che Alain trascorre le serate alla locanda da  Pierre, vuol dire che stasera ci andrò anch’io.”  
"Alndré, devi tentare di riportarlo alla ragione, altrimenti perderà sua moglie e sua figlia."  
"Oscar, farò di tutto per farlo rinsavire..."  
"Cosa vuoi dirgli?"
"Ovviamente, la verità. Non può certo rimanere all'oscuro di tutto, magari in questo modo si darà una bella scrollata.


Arrivò la sera, André recuperò prima il cavallo di Alain e poi si recò all'osteria. Legò i due animali alla staccionata e si diresse al locale.

Dall' esterno si udivano  chiacchiericci e risate, l'osteria era gremita di avventori.
Andrè spalancò la porta e con lo sguardo cercò Alain ma non lo vide, quando gli si avvicinò Pierre e domandò: “Andrè, stai cercando Alain?"
"Si, Pierre, è qui?"
" E' lì dietro, vieni con me!” i due si fecero spazio tra gli avventori e l’oste indicandolo con l’indice disse: “ Eccolo là! ... Ormai viene tutte le sere per ubriacarsi. Io davvero non lo capisco, è una brava persona, ha una bella famiglia ed è amato e ben voluto da tutti, però la sera, diventa un’altro: si ubriaca e dice un mucchio di sciocchezze."
"Di che genere?"
"Bah, sinceramente non l'ho capisco. Comunque racconta le sue avventure di soldato e a volte si sofferma sulle gesta eroiche del suo ex comandante, tutti sappiamo che si tratta della padrona."
"Cos'altro dice?" domandò con preoccupazione André.
"Nient'altro se non i suoi trascorsi militareschi."
André tirò un sospiro di sollievo e sussurrò:"Devi sapere che Alain ha trascorso molti anni al servizio dei soldati della guardia."
"Si, lo so André, però come se non bastasse,i suoi consiglieri non perdono occasione di burlarsi di lui..."
"Vuoi dire che anche loro vengono qui tutte le sere?"
"Ma cosa dici! Quei vigliacchi non sono tanto coraggiosi di parlargli in faccia, altrimenti il nostro sindaco gliela l'avrebbe fatta pagare cara. Quei parassiti non fanno altro che canzonarlo con chiunque e lui nemmeno lo sa, visto che passa tutto il tempo a ubriacarsi. Perlomeno ha il buon senso di mandare via tutte le donne che gli si offrono! ... André, spero che tu riesca a portarlo alla ragione. Fa qualcosa per lui!”
“Ci proverò, Pierre, grazie.”
 
Alain a testa china e con lo sguardo nel vuoto stringeva tra le mani l'ennesimo bicchiere di vino, quando udì dei passi, digrignò: "Madame vi ho già detto che non desidero la vostra compagnia ma insomma come debbo dirvelo?"
Andrè avanzò  verso di lui, gli si fermò davanti  e appoggiando le mani sul tavolo, disse: “Ciao Alain, non credi di aver bevuto abbastanza?”
“Che diavolo ci fai qui?"
Sono venuto a cercare il mio amico Alain..."
"ih ih ih .... Cosa c'è ... anche tu hai delle pene da soffocare? Su, siediti accanto a me e fammi compagnia! ...Però credo che sia meglio per te che torni a casa da … tua moglie e dai tuoi figli. Lo sai che il nostro comandante è una donna intransigente? Potrebbe metterti agli arresti per un pezzo …” rispose buttando giù un ultimo sorso di vino.
"Anche tu hai una moglie e una figlia e non vedo perché, dovresti stare qui invece di essere con loro!"
Alain alzò la testa e guardandolo negli occhi sussurrò: “André se non l'hai ancora capito, non ho più niente ... mi è rimasta solo la carica di sindaco e la bottiglia! Ah ah ah ....
André gli si avvicinò e prendendolo per braccio lo sollevò e disse: “Andiamo, su alzati amico.”
"No, voglio rimanere qui per affogare i miei dispiaceri."
"Invece, tu verrai con me." rispose con fermezza mentre lo tirò su con il braccio.
“Dove mi porti, non lo vedi che non riesco a reggermi in piedi?" ribatté barcollando.
"Certo che lo vedo! Sei diventato l'ubriacone del villaggio!"
"Ih ih ... Ma come ti permetti di parlarmi in questo modo! Hai forse dimenticato che sono il tuo sindaco? ... Devi portarmi rispetto. E poi, non devi chiamarmi Alain ma ... Signor Sindaco ... ih ih ih ..."
“Si, certo! Ma adesso tu, verrai con me."
"Ma dove mi vuoi portare Grandier? Forse da qualche donnina? Ti avverto che ho chiuso con quella vita!.. Ih ih ...."
"Smettila di dire idiozie ..." rispose portandolo fuori la taverna.
"Ih ih ... Lo so che sono un idiota ... André dimmi ma tu non sei mai andato a donne? Possibile che tu abbia sempre bramato per il nostro comandante! ..... Ih ih ih .... Ohh ma questo è il mio cavallo, cosa ci fa qui?"
" ... Dai, sali in sella e andiamo.”
“Dove?”
“L’ho vedrai dopo, adesso sbrigati.”
"Ma rischierei di cadere ..."
"Sono sicuro che non accadrà. Su avanti, sali in sella, ti aiuto."
"Ih ih ih .... Amico sei davvero ... ih ih ih ... gentile ... ih ih ih ..." disse aggrappandosi alle briglie dell'animale.

Poco dopo Andrè e Alain montarono a cavallo e partirono per lasciare il villaggio e recarsi alla fabbrica tessile.
 
 
 
“Ehi Andrè mi hai portato a lavorare nella tua fabbrica?...Ti assicuro che il lavoro che mi hai procurato in Municipio è più che sufficiente! Ih ih ih ...."
“Scendi Alain, stasera passeremo la notte qui!”
Alain lo guardò strabiliato e farfugliò divertito:“Ti sei ammattito o cosa?”
 
André girò la chiave nella serratura dell'ufficio e disse: “Su, vieni, entra!... Come vedi, ho fatto mettere due letti.”
“Ah ah ah ...Ho capito … Anche tu sei finito nella stanza degli ospiti proprio come me! … Chi l’avrebbe mai detto che il Comandante ti avrebbe messo a stecchetto … ih ih ...Amico, brutta vita la nostra ... dobbiamo mendicare un poco d'amore dalle nostre donne.... e loro cosa fanno? Si negano senza alcuna pietà. Sono senza cuore! .... André, amico, anche a te è toccata la mia stessa sorte? "
“Non è quello che pensi, ho bisogno di parlarti..."
"Umm ... allora fallo, ti ascolto amico..."
"Non adesso ma quando sarai tornato in te..."
"Ah ... ma davvero? E quando? Forse mai?"
" Domani mattina, appena ti sarà passata la sbronza.”
“Tu sei matto Andrè! ... Rinunci a stare con tua moglie per dormire con me?! ... No, non ci credo. Ci mancava solo che rischiamo di essere coinvolti in uno scandalo! ... Già mi immagino, domani mattina saremo sulla bocca di tutta Arras! ... Ih ih ... il sindaco e il padrone! Ah ah ah ah ....”
“Hai finito di dire idiozie? Vedi di dormire, solo così ti potrà passare la sbronza!”
"E tu, non vieni a dormire?"
"Certo, anch'io sono stanco." rispose André sdraiandosi sulla branda.
"Andrè, mia moglie non vuole più saperne di me... lei è convinta che ami il comandante ..." disse accasciandosi sul suo letto.
"E non è così?"
".... André, onestamente io non capisco più nulla ... non so nemmeno perché esisto ancora e perché Nostro Signore ha deciso di non chiamarmi a sé ..."
"Tu sei pazzo! Hai una moglie e una figlia a cui provvedere."
"Ahhhh ma allora non l'hai ancora capito? Alice mi ha sbattuto fuori dalla nostra stanza matrimoniale, non ho più una moglie con cui giacere. E poi mi ha detto che non devo più toccarla perché io non l'amo..."
"Alain, possibile che tu non provi nulla per lei?"
".... Umm ... è la madre di mia figlia, è una bellissima donna, è dolce, buona .... e poi mi ama moltissimo. Dove la trovo un'altra donna così?"
"Appunto! E' ciò che ti dico anch'io! Alain sono sicuro che tua moglie non ti è indifferente ..."
"Ih ih ... Ovvio che no, ci ho fatto insieme una figlia! E che figlia! ... Bellissima, come la mia cara sorella! ... Oh Diane sorellina mia perché hai deciso di farla finita......" pronunciò l'ultima frase prima di addormentarsi profondamente.
 
"Andrè, lo sentì russare e mormorò: "Finalmente si è addormentato, spero che domani mattina gli sia passato la sbronza."  


L'indomani, Lucien alla guida della carrozza accompagnò la padrona in fabbrica, durante il percorso Oscar pensò: spero che Alain reagisca, non può continuare in questo modo. Alice lo ama. Sono sicura che prima o poi anche lui ricambierà i suoi sentimenti, non può farla soffrire in questo modo, non lo merita. Possibile che lui non sia riuscito ancora a dimenticarmi? Che situazione....
 

Andrè era sveglio già alle prime luci dell'alba. Aveva preparato la colazione ed era seduto dietro la scrivania e tra un boccone e l'altro ascoltava le lamentele di Alain e quando lo vide portarsi una mano sulla fronte domandò:" Alain, ti sei svegliato?"
“Ohi ohi che male! Che dolore, mi fa male la testa ...”
“Secondo me, non ti fa  male abbastanza, visto che passi tutte le sere a ubriacarti!” “Andrè ti prego non voglio ascoltare i tuoi  predicozzi  … e poi … dove diavolo mi trovo?” protestò tirandosi su.
"Ma pensa, sei ancora talmente ubriaco che sono ricordi  nulla,  nemmeno come sei arrivato fin qui, vero Alain?”
“Ti prego Andrè non prendermi in giro, ti ho già detto che ho male alla testa … per favore, abbi un po' di pietà per un povero disgraziato …” “Si, si, ti lascio in pace, continua  a dormire che ti voglio sobrio, non posso certo parlare con un ubriacone!”
“Ehi … non ti permetto di offendermi altrimenti …”
“Altrimenti cosa? Ma guardati!... Possibile che non ti rendi conto che sei davvero ridicolo?”
"Ohhh lasciami in pace! ... Sono stanco. E tu non hai nemmeno considerazione per un uomo che sta male..." ribatté accasciandosi nuovamente sul cuscino per riaddormentarsi.
 

Non passò molto tempo che la porta dell'ufficio si spalancò.

“Oscar sei arrivata!”
"Buongiorno Andre!... Vedo che Alain non si è ancora svegliato!"
“Si è svegliato poco fa, ha ha detto un mucchio di fesserie e poi si è riaddormento. E' ancora ubriaco, meglio che continui a dormire, non possiamo certo affrontare un discorso se prima non torna in sé.”
“André, hai avvisato Alice che suo marito ha passato la notte qui con te?”
“Si, l’ho fatto ieri sera prima di recarmi in osteria. Adesso non ci resta che aspettare. Oscar, intanto diamo una ripulita al tavolo. "Si. Oscar, stamattina resterò con te, preferisco darti una mano, dobbiamo portare a termine il bilancio delle ultime consegne.”  
"Si, deve essere pronto entro dopo domani."  
"Bene, allora mettiamoci immediatamente a lavoro."



Era quasi l’ora di pranzo, Andrè e Oscar erano ancora a lavoro quando una voce li distolse.
“Ma che accidenti sta succedendo qui! … Dove mi trovo?” disse Alain guardandosi intorno.
“Bentornato tra noi Alain!” esclamò Andrè andandogli incontro.
“Bentornato da dove amico?
“Dalla tua pietosa sbronza, mio caro Alain!”
“A si è vero!... Ieri sera, mi è sembrato di averti visto da Pierre! .... Non capisco perché mi hai portato qui?”
“Lo vuoi davvero sapere?"
"Che domande, certo che si! Avanti, dimmi cosa ci faccio qui."
" Devo ritrovare un amico che si è perduto!”
“Oh finiscila di dire idiozie, se hai qualcosa da dire fa presto, devo andare in Municipio.”
Oscar si alzò dalla poltrona e avvicinandolo, disse: “Non credi che prima dovresti mettere in ordine la tua vita?”
 “Lo vorrei ma mia moglie non me lo permette.”
“Non potrai mai conquistare Alice se continui a ubriacarti."
"Conquistare Alice?!! Ma se mia moglie non mi rivolge nemmeno la parola!"
"E tu hai tentato di riavvicinarti?"
"Comandante, forse non mi sono spiegato? Alice non mi vuole più, si è stancata del sottoscritto."
"Ti sei chiesto almeno il perché?"
"Certo... ma preferisco sorvolare l'argomento!"
"Alain, se vuoi riavere tua moglie dovrai riconquistarla!”
“Ancora con questa storia? Ma cosa dite! Comandante, è impossibile riconquistare e poi non credo di essere bravo in certe cose …”
Andrè ribatté: “Non è come tu dici, Alice non si sarebbe innamorata di te.”
“Ma cosa dici Andrè?! Quando l'ho conosciuta, mia moglie non sapeva niente di me, adesso invece, conosce il peggio di me! E poi una donna ferita diventa una belva feroce! … Con tutto il rispetto per voi comandante ma è la verità.”
Oscar rispose: “Forse hai ragione ma la tua teoria può andare bene per una donna che non ama, non per Alice. Ascoltami Alain, sono sicura che tua moglie stia  aspettando un gesto di buona volontà da parte tua e tu invece cosa fai? Diventi un ubriacone?”
“No comandante, non è come dite, Alice mi ha buttato fuori dalla camera coniugale e questa la dice lunga!”
“E invece ti sbagli! Non credi di averla ferita abbastanza con il tuo atteggiamento? Cosa ti aspettavi?"
"Appunto per questo non ho osato più avvicinarmi..."
"Lo vedi! E' colpa tua e di nessun altro!"
"Ma cosa dite comandante?! Se non sono stato abbastanza chiaro, ve lo ripeto: "Alice, non mi vuole più, mi disprezza come uomo, come marito e come padre! Sono stato chiaro adesso?"
"Chiarissimo! Ma adesso sei di fronte a una scelta o la riconquisti oppure la lasci andare. Tocca a te decidere.”
“A parole sembra facile ma vi assicuro che non lo è!”
“Alain, tempo fa ti dissi che a causa del tuo atteggiamento prima o poi tua moglie si sarebbe stancata di aspettarti, te lo ricordi?"
"Si, certo che me lo ricordo..."
"Beh, quel momento è arrivato..."
"Non capisco, cosa volete dire?"
" Alain, tutti sanno che le cose tra voi non vanno bene e qualcuno sta tentando di approfittare della situazione."
"Ma si può sapere cosa dite?"
"Alice ha un corteggiatore …”
Alain sollevò le coperte e alzandosi dal letto sbraitò: “Cosa dite Comandante? ”
André continuò: “Oscar ha detto la verità. C’è qualcuno che sta approfittando della situazione, tutti sanno che passi le serate in osteria e lasci tute le sere tua  moglie sola! Una donna giovane e bella non passa certo inosservata e tu dovresti saperlo!”
“Ditemi chi è, gli spacco la faccia! Avanti, parlate …"
Oscar incalzò con sorriso beffardo e ribatté: “Cosa c’è soldato Sassoin, ti senti ferito nel il tuo è amor proprio o cosa?” sguardo nello sguardo.
Alain si ammutolì sentendosi confuso.
André incalzò: “Allora Alain sei davvero sicuro di non riuscire più a riconquistare tua moglie? O magari dai per scontato che qualsiasi torto che tu le faccia, lei ti aspetti?
“Andrè per favore smettila …”
"Allora?! Che ti prende? Forse sei geloso? Oppure non ti importa nulla di tua moglie?"
Alain sentì il cuore battere all’impazzata, si sedette alla scrivania e portandosi le mani alla testa mormorò: “Mi sento confuso, non riesco a fare chiarezza con i miei sentimenti, ormai sono un uomo finito!... Anche mia moglie mi ha abbandonato!”
“ E’ già qualcosa ammetterlo …”
“Chi è? Ditemi chi osa corteggiare mia moglie? AVANTI PARLATE!”
"Calmati, è inutile che tu faccia così...."  
La conversazione fu interrotta da un tocco alla porta.
Oscar rispose: "Avanti!"
“Madame, devo parlarvi …”
“ Cosa c'è Louis?”
“ Brune è qui?"
"No. Ma cosa succede?"
"Vedete, dopo la pausa pranzo, Brune mi ha detto che avrebbe tardato per qualche minuto perché doveva passare per il vostro ufficio ma è passata più di mezz'ora ma non è più tornato...”
“Cosa! André hai sentito?"
 Un sospetto, lo sguardo di entrambi addosso ad Alain.
Alain si insospettì e incalzò: “Ora ho capito! Immagino che stiate parlando di quel quel tale che ha corteggiato mia moglie la sera della festa, non è vero?"
"Si, Alain. Brune ha degli strani pensieri con Alice ..."
"MALEDIZIONE! urlò sbattendo i pugni sulla scrivania. "Se quello è passato davvero per l’ufficio, mi ha visto qui e magari ha a pensato di avere campo libero con mia moglie! Adesso gli faccio vedere io!”
André domandò: "Cosa vuoi fare?"
"Tornare immediatamente a casa mia! ... Sono sicuro che quel tizio ha intenzione di approfittare della mia assenza!" rispose scostando con forza Luis che era davanti alla porta. Alain lasciò l'ufficio, montò a cavallo e partì al galoppo.
“NO, ASPETTA ALAIN…” Urlò Andrè.
Oscar ribatté: “Andrè, Alain potrebbe cacciarsi nei guai, raggiungilo!”
“Si... vado..." rispose. E in tutta fretta montando a cavallo per partire al galoppo.
 
 
 
In casa Sassoin


“Alice, hanno portato questi fiori per te!”
“Denise, chi me li manda?”
“Un giovane. Mi ha detto di chiamarsi Brune.”
“Cosa!!”
“E' nell'atrio, ti sta aspettando, vuole parlarti.”
" Non è possibile! Adesso basta! Non deve più osare importunarmi!" disse   afferrando con rabbia i fiori. e a passo veloce  seguita dalla governante si diresse all’ ingresso della casa e aprì il portone.  Brune le era di fronte, lei digrignò: “Si può sapere che diavolo volete? Vi ho già detto un infinità di volte che non dovete importunarmi …” stizzita, Alice gli gettò i fiori in faccia sotto lo sguardo stupito di Denise. “ Adesso andate via immediatamente!”
Con tono beffardo e atteggiamento insolente, Brune ignorando la presenza di Denise, disse: “Se farai uno scandalo, ci rimetterai soltanto tu, perché io racconterò ciò che mi farà più comodo.”
"Voi siete pazzo..." rispose Alice inorridita.
Denise fuori di sé, urlò: "LASCIATE IMMEDIATAMENTE QUESTA CASA!! LA PADRONA E' UNA DONNA RISPETTABILE. ANDATE VIA, SE NON VOLETE CHE CHIAMI I SOLDATI!"
"Tacete e pensate ai fatti vostri, capito!"

Nel frattempo arrivò Alain, scese da cavallo e dopo aver ascoltato le ultime parole avanzò e sotto lo sguardo delle due donne, preso dall'ira, afferrò Brune per le spalle, lo scaraventò per terra, si chinò sulle ginocchia e gli sferrò una gragnola di pugni, senza dare il tempo a Brune di rendersi conto cosa stesse accadendo. Un pugno dopo l’altro il giovane non ebbe più la forza di reagire. Alain imperterrito continuò a sferrare calci e pugni.
Alice urlò: " LASCIALO ALAIN, LO STAI AMMAZZANDO!!!"
"MALEDETTO!! VORRESTI RICATTARE MIA MOGLIE? ...Su avanti ripetilo se hai coraggio!"
Denise, digrignò: "Alain lascialo, non può reagire, così l'ammazzerai davvero!..."
Poco dopo sopraggiunse Andrè, in tutta fretta scese da cavallo e si avventò su Alain tentando di fermarlo. Ormai il mal capitato era esanime al suolo.
“Sta fermo Alain, lascialo …”
"LASCIAMI ... LASCIAMI ANDRE'!!"
“Smettila, smettila Alain lo hai riempito di pugni non riesce a reagire …”
“Lasciami, lasciami … hai sentito quel bastardo cosa ha detto a mia moglie? Io lo ammazzo!! …”
Alice in lacrime disse: “Calmati Alain, lascialo stare, giuro che non mi ha fatto nulla … ti prego Alain …” gli si avvicinò e l'abbracciò sentendo il suo respiro affannato. Gli animi erano in subbuglio. Alain la strinse a sé e affondando la testa tra i suoi lunghi capelli neri, sussurrò: “Mi dispiace Alice, è stata colpa mia! Non meritavi tutto questo!.... Spero che ti mi perdoni, non sono degno del tuo amore! Dai non piangere più, io non merito nessuna delle tue lacrime!" la strinse ancora e lentamente varcarono il portone di casa.
 
 
 
Brune era prostrato al suolo ancora esanime, il suo volto era insanguinato.
André lo sollevò da terra e disse: "Su alzati, ti porto al comando."
"Coff .. coff ... e con quale accusa? .. Coff .. coff ...
"Per aver aggredito il sindaco.
"Coff... coff... ma cosa dite! ... Coff ... per poco quel pazzo non mi ammazzava ..... coff ... cof...
"Sei davvero sicura che sia andata cosi? Brune, la mia parola e quella del sindaco vale molto di più della tua che sei un provocatore. Avanti, cammina, il carcere ti aspetta!"

Ritorna all'indice


Capitolo 59
*** La rivincita di Alain ***


La rivincita di Alain
 
Caserma Militare di Arras

“Allora  Brune, cosa ti ha spinto ad aggredire il nostro Sindaco?” chiese il comandante delle guardie.
“Non ho aggredito nessuno, è stato lui a farlo.”
“Mousuer Andrè Grandièr padrone di questa  contea, ti accusa di aver aspettato il sindaco davanti casa sua e di averlo assalito.”
 “Ho l’aria di chi ha aggredito  o di chi è  stato aggredito? Comandante mi avete guardato in faccia? Vedete come mi ha ridotto quel animale?"
Un soldato presente all’ interrogatorio intervenne: “Ehi, come ti permetti di parlare in questo modo del nostro sindaco? Se te le ha date, vuol dire che te le meritavi.”
Un colpo di tosse del Comandante il soldato fu richiamato all'ordine: “Coff ... coff ... Jack ... E va bene, se non vuoi confessare, vuol dire che rimarrai in prigione fin tanto che non avrai detto la verità. Soldati, portatelo in cella!”
 
I due soldati presero di peso Brune e uno di loro digrignò: "Avanti, muoviti!"  
"Non spingere, so camminare da solo ..."
"Tzè... aggredire il nostro sindaco .. avanti la prigione ti aspetta!"
"Vi ho già detto che io non ho fatto nulla..." rispose Brune mentre veniva portato via.


“In casa Sassoin”

“Alain, Alain calmati!.. Ti prego non fare così … io … mi dispiace Alain …” disse tra le lacrime Alice.
Alain le si avvicinò, la guardò negli occhi e con i pollici asciugò le sue gote sussurrando: “Non piangere Alice non lo sopporto …”
“Alain io non volevo che succedesse tutto questo..."
Lo so ..."
"Ti prego, ignora qualsiasi provocazione, non voglio che ti accada nulla di male...”
“Alice … ti preoccupi ancora per me?”
“E’ naturale ... sei mio marito, anche se non mi ami …”
“No, non dirlo. So perfettamente di essere confuso però … tu … tu … non mi sei indifferente. Alice, sono un uomo smarrito, ti prego aiutami, non escludermi dalla tua vita. Io non so cosa provo … ma questi giorni, lontano da te, ho sentito la tua mancanza …” le grandi mani accarezzarono il viso asciugando le lacrime. Con un gesto istintivo, Alain la baciò sul lato della bocca.
Alice strinse gli occhi con forza cercando di trattenere che altre lacrime venissero giù e con voce tremante sussurrò: Ti amo Alain!
Alain la strinse a sé, gli occhi di entrambi brillarono. L'uomo si sciolse dal suo abbraccio e guardandola timidamente mormorò:"Sono stato un vigliacco, perdonami!" sguardo nello sguardo. Infine lasciò il salotto per recarsi nella stanza degli ospiti, lasciando Alice in preda alla disperazione.
 
 
 
“Allora Andrè cosa è accaduto?”
“Oscar, sono sicuro che era una trappola. Quel giorno alla fiera, ho visto Brune in compagnia di Roux prima che si appartasse con Alice.”
“E’ chiaro Andrè, volevano vendicarsi! ... Per fortuna che Alice non è caduta nella trappola. André cosa è accaduto tra Alain e Brune?
 “Se non fossi intervenuto, Brune avrebbe fatto una brutta fine. Alain era una furia per poco non l’ammazzava.”
“Non mi sorprendo, conosco Alain ... ”
“Ti riferisci all’aggressione di Girodelle?”
“Si ..."
Andrè la strinse a sé, le diede un bacio sulla nuca, prese la sua mano e la portandola sul divano, disse: “Su, sediamoci! ... Ho portato Brune in caserma ed è in stato di fermo. Ho esposto i miei sospetti al Comandante e ho dichiarato che Alain è stato aggredito.
"Pensi che ti crederà?"
E' ben voluto da tutti, sono sicuro che crederanno alla sua innocenza.”
 
Aurora era in braccio a Joland, appena vide la mamma spalancò le  braccia, Oscar sorrise e prendendola in braccio disse: "Vieni amore mio!" con sguardo tenero e amorevole la riempì di baci.
Andrè domandò: "Joland, dov’è Gabriel?”
“Sta ancora dormendo!... Andrè, sono stata in paese, tutti non fanno che parlare di ciò che è successo stamattina..."
"Cosa dicono?"
" Pare che che Alain sia stato aggredito da un giovane..."
“Si, è così!”
“Non capisco... Alain è un bravo ragazzo, non vedo perché qualcuno dovrebbe volergli male, di sicuro sarà stato uno squilibrato! Ma guarda un po’, non possiamo più stare tranquilli! Arras è sempre stato una cittadina pacifica, certo, a parte l’episodio del vecchio sindaco! Mi domando, dove arriveremo di questo passo!” borbottò la donna lasciando il salone.
 
" Oscar è la versione che dobbiamo sostenere per aiutare Alain."
"Si, certo!"
"Domani mattina prima di recarci in fabbrica, andremo a casa sua .”
“Va bene Andrè.”
 
 
L'indomani la carrozza dei Grandier si arrestò davanti al portone della casa del sindaco.
Oscar e André scesero dalla vettura, quest'ultimo colpì il portone con il battente.
Denise  aprì.

“Siete voi signori! Prego, entrate, adesso vi annuncio ai padroni.”
“Non è necessario Denise, siamo qui!" ribatté Alain alle sue spalle. "Comandante, Andrè, prego accomodatevi!”

“Buongiorno Alice, buongiorno Alain ..."
"Buongiorno a voi!"
"Alain dobbiamo parlarti!"
"Si ... ma non rimaniamo sulla porta, andiamo in salotto." rispose facendo strada.
Dopo essersi accomodati, André continuò: "Ascoltami Alain, quanto sto per dirti è piuttosto importante ..."
"Di cosa si tratta?"
"Alain, promettermi di mantenere la calma …”
“Taglia corto amico, non sono poi così stupido come sembro! Avanti, parla!”
“Alain quel giorno che Oscar e io siamo stati alla fiera, prima che Brune importunasse Alice, l'ho visto in atteggiamenti amichevoli con Roux e …”
“Accidenti! Come non ho fatto a pensarci?! E' tutto chiaro! ... Hanno mandato quell'imbecille per vendicarsi di me!
Con tono fermo e deciso, Oscar ribatté: “Alain anche se ne siamo certi, ricordati che non ci sono prove, quindi ti chiediamo di non essere avventato."
"Ma comandante, come faccio a mantenere la calma?"
"Invece dovrai farlo. Stamattina, quando li incontrerai alla sede municipale, dovrai comportati come sempre, non dovranno sospettare di nulla, mi sono spiegata?”
“... Comandante ma ... e va bene, credo che abbiate ragione!... Ma sappiate che da questo momento li darò filo da torcere. Loro non sanno di cosa sono capace!”
 
 
Quella mattina Alain tardò di proposito, entrò nell' edificio comunale fischiettando con aria strafottente, girò la maniglia, spalancò la porta e trovandoseli seduti ciascuno  al loro posto esclamò con tono canzonatorio: “Accidenti compagni, vedo che siete in anticipo stamattina!”
“No, Signor Sindaco, noi non siamo in anticipo, siete voi in ritardo.” rispose l’uomo infastidito.
“Dici che sono in ritardo Rox?”
“Roux, Signor Sindaco.”
“Si,si, è lo stesso! …Dunque signori, ieri mattina ho avuto un contrattempo o meglio un incidente e non ho fatto in tempo a prendere parte al consiglio comunale, quindi, non abbiamo avuto modo di discutere  sui bilanci, si insomma, sto parlando delle tasse. Credo che abbiate capito visto che non siete stupidi come sembrate! Ah ah aha ha ah ah …” rise sguaiatamente facendo disturbare ancora una volta i presenti. “Allora miei amati consiglieri, datemi il resoconto.” Albert gli portò il registro e con  l’indice indicò la cifra disponibile.
“Ecco qua Signor Sindaco, questa è la somma che abbiamo a disposizione per il ripristino  dell’edificio comunale. Come sappiamo, nella parte ovest  sono caduti dei calcinacci, c’è bisogno di  una piccola manutenzione.”
Alain spalancò gli occhi e con stizza ribatté: “Possibile che non mi sia spiegato bene l’ultima volta?... Le manutenzioni di cui ha bisogno l’edificio comunale, saranno eseguite dal sottoscritto e dall'intera giunta!"
"Cosa!" esclamarono all'unisono.
Sissignori avete sentito benissimo!"
"Ma come signor sindaco, voi siete in grado di prestare la manutenzione all'edificio?"
"Ma si! Un poco me la cavo e so per certo che in mezzo a voi, c’è gente che prima di occupare la poltrona lavorava nei cantieri!"
"Co ... Come!!"
"Quindi possiamo tranquillamente vedercela tra di noi signori, senza ricorrere a terzi …” rispose divertito, lasciando l'intera giunta   esterrefatta. “Rox ti darò la lista dei materiali che ci serviranno, andrai al magazzino del signor Gerard a mio nome..."
"Io Signor Sindaco?"
"Certo tu! Hai forse qualche problema di deambulazione?"
L'uomo tirò fuori il fazzoletto e asciugandosi la fronte e sussurrò: "Ma certo che no, Signor Sindaco..."
"Perfetto! Sono davvero contento di disporre un valido collaboratore. Come ho detto prima, prendi tutto ciò che ci servirà  e riferisci a Gerard che appena  avrò un po' tempo, passerò personalmente a saldare il conto, visto che dei miei collaboratori non mi fido. Mi sono spiegato?”
Gli occhi dei presenti si sgranarono ancora e la protesta giunse immediatamente.
“Ma cosa dite Signor Sindaco?!"
"Avanti, cosa avete da protestare?"
"Ciò che dite non è possibile! Dove si è mai visto che dei consiglieri comunali eseguano lavori di manutenzione..."
"Sinceramente non capisco dove sia il problema!"
"Ma Signor Sindaco, cosa diranno di noi i nostri paesani?! Ci prenderanno in giro!”
“Voi dite?!!"
"Ma certo Signor Sindaco..."
"Non capisco ... perché i nostri amati concittadini dovrebbero prenderci in giro?"
"Come Signor Sindaco! Non si è mai visto che dei membri municipali facciano lavori manuali."
"Non credo che sia come dici, anzi, sono sicuro che ci apprezzeranno ancora di più! E poi ... se io per primo prenderò parte ai lavori e sono il sindaco, non vedo perché non lo potreste fare anche voi!
“Non è possibile, quello che ci proponete, è assurdo!”
“Non è assurdo. Ho deciso così e non si discute. Chi non è d’accordo può anche andare via, non obbligo nessuno a collaborare con me.”
I consiglieri si guardarono basiti e uno di loro alzandosi in piedi domandò: “Visto che ci obbligate ad eseguire i lavori, dovete almeno dirci come verrà impiegato il denaro delle imposte.”
“Ottima domanda Carl! Ora vi spiego: dovete sapere che i padroni della contea hanno deciso di aprire una scuola, vogliono che i nostri concittadini imparino a leggere e a scrivere …”
“Cosa!”
“Non interrompetemi per favore, lasciatemi finire! ... Dicevo, i padroni metteranno a disposizione un edificio e con i proventi delle imposte provvederemo agli arredi.”
Un coro di protesta e uno di loro si alzò e disse: “Se i padroni vogliono una scuola per quei zoticoni che provvedano agli arredi.”
“No, loro ci mettono già il locale a disposizione, al resto dobbiamo pensarci noi, è chiaro!! Quindi i soldi servono per questo e non per altro."
"Uno di loro ribatté: "Ma è una pazzia.."
"Signori, pazzia era il modo in cui è stato gestito il denaro pubblico fino a qualche tempo fa. E' inutile che protestiate, tanto ho deciso, ci non è d'accordo può rinunciare all'incarico. Come ho già detto diverse volte, non obbligo nessuno ad essere mio collaboratore. Intesi?" I presenti annuirono, Alain continuò: "Oggi stesso, faremo la lista dei materiali che ci occorrono per la ristrutturazione della palazzina municipale e per l’allestimento della scuola."
"Volete dire che dobbiamo ristrutturare anche l'edificio scolastico?"
"Certo! Il denaro che abbiamo non è sufficiente per assumere del personale! Sono stato chiaro? .... Altre domande signori? ...Bene, visto che nessuno a nulla da dire, ho finito!” concluse Alain raccogliendo i documenti sul tavolo, lasciando la sala fischiettando.
 
 

“Maledetto bifolco è del tutto impazzito …” protestò il primo.
“Non c’è verso di contraddirlo e come se non bastasse possiede  il benestare  dei padroni, maledizione!” digrignò il secondo.
“Cosa diranno di noi gli abitanti del villaggio quando ci vedranno alle prese con i mattoni!”
“Cosa vuoi che dicano! Non solo si burleranno di noi ma rideranno alle nostre spalle mentre il bifolco verrà omaggiato più di quanto non lo sia! ... Accidenti a lui!"
"Roux digrignò: " Non siamo nemmeno riusciti nel nostro intento e dobbiamo sperare che Brune non parli, altrimenti, rischiamo di finire anche noi nei guai ..."
"Hai ragione! ... Anche se in cambio gli abbiamo promesso una cospicua somma di denaro, nessuno ci assicura che terrà  la bocca chiusa!"
"Ma avete sentito come il bifolco ha ridotto quel ragazzo? L'ha massacrato di botte. Se il bifolco scoprisse che dietro a Brune ci siamo noi, sarebbe capace di ammazzarci tutti!"  
"E rozzo e violento..."
"Cosa ti aspettavi da uno spiantato che ha prestato servizio nel reggimento dei Sodati della Guardia! E come se non bastasse ha preso parte alla rivoluzione, è un maledetto rivoluzionario!"  
"Poveri noi! Eravamo così tranquilli quando avevamo Javier come nostro sindaco! Se solo non avessimo esagerato!"

 
La settimana seguente nella parte ovest dell’edificio comunale cominciarono i lavori.
Tutti i materiali erano posti a terra davanti alla palazzina, l’intera giunta era pronta a eseguire i lavori di ristrutturazione.
I consiglieri comunali si radunarono sul posto di lavoro, aspettavano il sindaco per cominciare.

"Roux, non mi sembra vero!"
"Jack , è un incubo! ... Amici ma ci pensate ... noi qui a improvvisarci dei volgari operai! Che figura faremo di fronte a questa comunità di pidocchiosi! ... E poi il bifolco è anche in ritardo, ho l'impressione che si stia divertendo alle nostre spalle..."
"Forse ne dubiti? Secondo me, ha capito che dietro a Brune ci siamo noi e si sta vendicando..."
Roux ribatté:"No, non credo altrimenti ci avrebbe fatto fare la stessa fine ..."
"Scc... il bifolco sta arrivando ..."
"Oh ma guardatelo com'è vestito!"
"Carl, indossa abiti da contadino, evidentemente era il suo lavoro prima di diventare un soldato..."
“Può darsi! Ma al bifolco stanno meglio questi abiti che quelli che indossa di solito. Adesso staremo a vedere quale idiozia si inventerà.”

Alain arrivò con aria scanzonata, si guardò intorno e disse: “Buongiorno signori, vedo che ci siamo tutti, quindi possiamo cominciare! ... Rox e Carl, voi un tempo avete lavorato sui cantieri quindi vi nomino capi mastri mentre tutti gli altri che hanno lavorato nella terra, saranno ai vostri ordini. Chiaro?"
"Si signor Sindaco..."
"Benissimo! Che abbiano inizio i lavori!"
"Jack sussurrò a bassa voce a Roux: "Guardalo com'è felice ..."
"Già, il buffone sta canticchiando ...."

Alain con tono severo digrignò: "Ehi voi due ... meno chiacchiere e lavorate! Forza e coraggio miei collaboratori a lavoro! Dobbiamo sbrigarci che l'edificio scolastico ci aspetta! Ah ah ah ..."
" Ma Signor Sindaco, più veloci di così!"
“Più fatti e meno parole, non perdete tempo! Sbrigatevi voi due!! ... Carl, Rox più veloci ad affilare quei mattoni, dobbiamo finire prima di sera ..."
"Ma Signor Sindaco, non ce la faremo mai ..."
"Sono sicuro che ce la farete e poi questa stasera, ho ospiti a casa e non possono certo aspettare voi due che a quanto vedo, siete fuori allenamento! Forza più veloci!”


I contadini del villaggio furono avvertiti da Alain dell' evento e dietro sua richiesta passarono davanti al palazzo municipale, ciascuno di loro con atteggiamento derisorio salutavano gli operai togliendosi il cappello, il primo esclamò: “Buongiorno Signor Sindaco, buongiorno Signori consiglieri!"
Alain rispose con tono canzonatorio: "Ahh siete voi amici! Come va il vostro lavoro nei campi?!!
"Bene Alain! ... Abbiamo deciso di lasciare il nostro lavoro per concederci un poco di riposo!"
" Ah ah ... Ottima idea Marcel!"
Un secondo domandò divertito: "Alain ... ops volevo dire Signor Sindaco come proseguono i lavori? ... Ah ah ah ..."
"Non lo vedi?! Una meraviglia! Ah ah ah ...”

"Certo Signor Sindaco! Ih ih ih ..."
" Signori contadini, che nessuno dica che i nostri consiglieri comunali siano dei parassiti sfaccendati. Ma li vedete che grandi lavoratori che abbiamo?!! Loro si, che si guadagnano il salario! Ah ah ah ...."
"Certo, certo Signor Sindaco!! Era ora che si guadagnassero il pane come noi tutti! Ah ah ah .... Signori, il mio amico ed io vi auguriamo buon lavoro! Ah ah ah ...." Alain incalzò: "Ehi, avete sentito i nostri amici!! Vi augurano buon lavoro e voi nemmeno ringraziate! Ma che razza di maleducati che siete! Ah ah ah ...."
 
 
 
Era sera, Andrè e Oscar erano nuovamente ospiti del sindaco e di sua moglie.

“Dovevate vederli, hanno borbottato per tutto il tempo Ah ah ah ... André, io che non ho mai affilato un solo mattone in vita mia gli ho insegnato come fare ... ih ih ... ti assicuro amico che gli ho dato filo da torcere! Ih ih ...
"Lo immagino Alain! Ah ah ah.."
"Andrè sono stato arrogante e presuntuoso ... Ih ih ih ... non puoi nemmeno immaginare quanto mi sia divertito alle loro spalle, gli ho fatto pagare con gli interessi lo scherzetto che mi hanno fatto! Ah ah ah ....”
“Avete portato a termine i lavori?
“Certo Comandante! E vi assicuro che hanno fatto un ottimo lavoro! La prossima settimana cominceranno i lavori per la ristrutturazione della scuola, non vedo l'ora! Ih ih ..”

“Alain, avevo detto che alla scuola ci avremmo pensato noi …”
“Comandante, dovevo pure trovare una scusa plausibile per metterli a lavorare, quindi, ho deciso in questo modo! ... E poi è già tanto che pagherete il salario ad Alice, rimetterci pure la messa a in opera mi sembra davvero eccessivo.” “E va bene Alain, se è questo che vuoi fa pure!”
“Grazie Comandante!”
"Bene Alain, dobbiamo andare, grazie per la cena! La prossima volta sarete nostri ospiti!"  
" Grazie André!  


Alice era in camera sua ad allattare la piccola, quando udì un tocco alla porta, era Alain.
“Posso entrare?”
“Vieni pure Alain …”
Dalla porta Alice vide spuntare un mazzo di fiori, Alain sorrise e disse: “Ho portato questi fiori per le donne più importanti della mia vita!”
Gli occhi di Alice brillarono per l'emozione, rispose commossa: “Grazie Alain sono stupendi! Ma dove li hai trovati, visto che siamo in pieno autunno?”
Alain annuì, pose i fiori in un bicchiere prese la brocca, ci versò dell’acqua e li lasciò sul tavolo. Poi si avvicinò ad Alice e accarezzando la piccola, mormorò: “Diane si è addormentata, che bella mia figlia, è un incanto!”
“Non somiglia a nessuno dei due ...”
“Hai ragione Alice, la piccola somiglia tanto a mia sorella.”
Alice si alzò dalla poltrona adagiò delicatamente la piccola nella culla e la coprì con la coperta sotto lo sguardo amorevole di Alain. "Alice, ora ti lascio, buona notte ...”
“...Aspetta Alain … Non andartene, rimani con me!”
“ Alice ... Vuoi davvero che rimanga con te?”
Sguardo nello sguardo.
“Si, Alain … sono sicura, voglio te e nessun’altro!”
I cuori di entrambi battevano all'impazzata, ancora sguardo nello sguardo, un passo e ancora un altro, finché non si gettarono l'uno tra le braccia dell'altro.
“Perdonarmi Alice, perdonami …”
“Non voglio che mi chieda perdono Alain, voglio che mi ami …”
Alain affondò la testa tra i suoi capelli, mormorò: “Per un attimo ho temuto perderti ... credevo di impazzire, forse questo non è amore?”
“Non lo so Alain ma voglio pensare che tu mi ami davvero, il resto verrà da sé! … Saprò aspettarti, so che prima o poi, avrò il tuo cuore!”
 
 
Quella notte Alain e Alice si persero nell'amore senza pensare a tutto quello che li aveva separati.


Oscar era nella sua camera, nell'attesa che arrivasse André, era dedita alla lettura di un libro.
Finalmente sei arrivato!"
"Ho fatto due chiacchiere con tuo padre! Vedo che i bambini dormono già!"
"Si, finalmente si sono addormentati!"
"Stai leggendo ..."
"Vorrei terminare questo libro ..."
"Fa vedere ..." disse sbirciando la copertina. "Um ... è "La nuova Eloisa!" ...Credevo che l'avessi letto!"
"Non tutto!... Ricordi Andrè, cosa mi hai detto mesi fa?"
"Certo che lo ricordo! Temevo che la nostra storia, finisse male come quella dei protagonisti ...."
"Invece non è stato così!"
André le tolse il libro dalle mani e con voce suadente, continuò: "Che ne diresti se lo leggessi un altro giorno ..."
Umm .. Andrè .... immagino che ti senta solo, non è così?!"
"Più che sentirmi solo amore mio ... ho bisogno di te! ... Ti desidero, ti voglio... ti amo Oscar ...."
"Ti amo anch'io Andrè ... ti amo ....."

Ritorna all'indice


Capitolo 60
*** Uno strano incontro ***


 
Tenuta di Arras

Oscar seduta sulla poltrona, era assorta dalla lettura di un giornale quando entrò André esclamando felice: “Non ci posso credere!”
“ Non puoi credere a cosa?”
“Finalmente indossi un abito femminile! Sei stupenda!”
"Possibile che io ti piaccia così tanto vestita da donna?"
"E me lo chiedi?"
"Certo! Visto che ho l'impressione di essere una mongolfiera!" rispose continuando a leggere.
"Ma cosa dici? Non si nota nemmeno che aspetti un bambino!"
"Stai scherzando? Ma se non entro più nei miei vestiti e nemmeno nei pantaloni più grandi che ho fatto confezionare! Forse non mi hai guardata bene, a te pare poco? Guarda che pancia grossa che ho!" disse toccandosi con una mano il ventre.
" E’ mai possibile che per vederti in abiti femminili debbo aspettare un evento particolare oppure sperare che tu mi dia un figlio?!”
Oscar sorrise stizzita e alzando la testa dal giornale, ribatté: “André, è così importante per te, vedermi vestita con abiti che non mi donano affatto?”
“Come sarebbe a dire che non ti donano?! Sei … sei bellissima, meravigliosa e molto sensuale, soprattutto con il pancione!.. Dai Oscar, dammi un bacio, non resisto a tanta bellezza! ...." disse baciandola teneramente.
Oscar indispettita, gli morse un labbro.
“Ahi... Mi hai fatto male!"
"Così impari a prendermi in giro!"
"Sei rimasta la bambina dispettosa di un tempo!” sussurrò portandosi la mano alla bocca.
“Cosa c’è Andrè! Non ridi più?”
“Ahi ahi!! Comunque sia, rimani dispettosa.”
“Io sarò anche dispettosa ma devi ammettere che sai come provocarmi, quindi siamo pari.”
“Cattiva, fammi posto..."
"Avanti marito insolente, vieni a sederti accanto a me!"
"Ah ah ah .. Io insolente!"
"Si, tu. Stanotte mi hai fatto dormire pochissimo ..."
"Non credo che ti sia dispiaciuto o sbaglio?"
" Dispiacermi no ... ma sono piuttosto stanca!"
"Umm .. Ho capito!! Vuol dire che ti lascerò più tempo per riposare!!"
"Grazie André, sei davvero molto gentile! Ah ah ah ah ..."
"Ah ah ah .... Oscar ... sei tremendamente seducente quando ridi, mi fai impazzire!" sussurrò baciandola ancora."Questa notte è stato bellissimo!"
"André smettila, sei uno sfacciato..."
"Io sarò anche uno sfacciato ma tu oltre ad essere bella come una dea, sei una terribile provocante. Dimmi, come posso resistere a tanto fascino?!"
" André, lo sai che ti amo?" sussurrò guardandolo teneramente negli occhi.
"Lo so, amore mio! ... Anch'io ti amo, ti amo tanto!" mormorò stringendola a sé."... Dimmi amore, cosa stai leggendo?”
“E’ il giornale che ho comprato la settimana scorsa alla fiera. E' incredibile, con tutto quello che è successo, l’avevo dimenticato nel cassetto! ...André... Mi chiedo se Alain si sia riconciliato con Alice ..."
"Non lo so, non lo vedo da diversi giorni."
" Oh Andrè, si è gonfiato il labbro, mi dispiace! ... Non mi sono resa conto di averti fatto davvero male!"
"Ah ah ... Ho ragione quando dico che sei rimasta la bambina dispettosa e prepotente di un tempo."
" ... Per farmi perdonare, ti darò un bacio ...” disse sfiorando le sue labbra con tocco leggero.
“Va bene, sei perdonata … mia dispettosa ah ah ah ... Dai adesso dimmi cosa stavi leggendo?”
“Ci sono due notizie importanti. E' stato abolito il regime feudale..."
"Um ... però!"
"A quanto pare gli aristocratici e tutti i titolari privilegiati hanno rinunciato ai loro diritti signorili...."
"L'altra qual'è?"
" E' stata emanata la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.”
“Però che notizie!”
Dei passi, entrò in salotto il generale con Gabriel in braccio.
“Oscar il bambino è irrequieto, credo che abbia sonno ma non riesce ad addormentarsi.”
"Adesso ci penso io, datelo a me!"

Il piccolo appena vide sua madre emise un grido di protesta. Oscar posò il giornale sul divano, prese in braccio il piccolo che le si gettò al collo, poco dopo si addormentò.
Il generale vide il giornale sul divano, lo prese e domandò: “Novità Andrè?”
“Leggete pure signore …”
Dopo averlo sfogliato commentò: “ Tutto sta cambiando!... Ormai è impossibile vivere a Parigi! Chissà di questo passo dove andremo a finire!”
“Di cosa state parlando padre?”
“Ma come, non hai letto? Parlo della tensione che si sta creando per via della difficile situazione economica ...”
Adeline entrò nel salotto e interrompendo la conversazione, annunciò: “Signori, la cena è in tavola!”
“Grazie Adeline, adesso arriviamo.” rispose Andrè.
Il generale continuò: “Domani verrò in fabbrica, desidero tenermi occupato almeno mezza giornata, non sono abituato a stare con le mani in mano.”
“Certo signore, in fabbrica c'è tanto lavoro da sbrigare, magari potreste visionare il lavoro degli operai.”
“Vedremo Andrè, domani ne riparleremo.”
 
 
 
Dopo cena, Oscar si ritirò nella sua stanza con i piccoli che nel frattempo si erano addormentati. Oscar indossò la camicia da notte e si mise a letto. Andrè invece, rimase ancora un poco nel salotto per conversare con la nonna.
"André, sono preoccupata per tua moglie!"
"Perché nonna?"
"Possibile che non ti renda conto che tua moglie è pallida? André, credo che non sia più il caso che venga in fabbrica. Oscar aspetta un bambino e ha bisogno di riposo!"
"Nonna, lo sai com'è fatta e non sarò certo io a dirle di non venire. Bene, adesso vado di sopra. A domani nonna!"
"Buona notte Andrè e cerca di convincerla!"

André percorse le scale ed entrò in camera da letto.
In punta di piedi si avvicinò al letto, la vide rannicchiata tra le coperte e sussurrò: “Oscar... Oscar ... amore mio, ti sei addormentata! ... Mi dispiace, è colpa mia se sei tanto stanca!"
Andrè senza fare rumore, si svestì, delicatamente alzò le coperte e si mise a letto. Oscar era di schiena, lui l'avvolse in un abbraccio quando sentì la sua mano, stringersi alla sua.
“Finalmente sei arrivato ..."
"Ti ho svegliata, mi dispiace!"
"Ma no, cosa dici! Lo sai che non riesco a dormire se tu non ci sei. Ti stavo aspettando! ... Dai abbracciami, stringimi a te, sento freddo!"
"Vieni qui! E' vero, sei ghiacciata!"
"Ormai siano in autunno, è normale che faccia freddo!"
" Umm ... che bello! Adesso penserò io a scaldarti durante le notti d'inverno!" sussurrò posando la mano sul suo ventre. "Oscar, il tuo ventre si è arrotondando tantissimo ..."
"Mi pare ovvio André, altrimenti stamattina non avrei indossato le vesti!"
"Già! ... Oscar, hai messo una copertina in più ai bambini?"
"Si, certo mio caro papà! Ih ih ..."
"Ehi mia piccola dispettosa, cosa fai, mi prendi in giro?"
" No..... Andrè sei stanco?”
“Perché me lo chiedi?”
“Ecco ... forse sarà la gravidanza ma io non riesco a dormire ...”
“Anch'io non riesco a dormire!... Non dimenticare che non sei l'unica ad aspettare un bambino …” mormorò baciandole la nuca.
Oscar si volto verso di lui e guardandogli negli occhi, sussurrò: “ Ti voglio Andrè …”
“Accidenti madame Grandièr diventi sempre più piacevolmente sfrontata.” rispose perdendosi sulle sue labbra.
I due innamorati si amarono appassionatamente, sussurrandosi parole d’amore.
“Ti amo Andrè …”
“Ti amo Oscar …”
 
 
 
L’indomani sulla vettura guidata da Andrè, c’erano Oscar e il generale, i tre erano diretti in fabbrica.

“Oscar, sei sicura di sentirti bene?”
“Padre, il movimento della carrozza comincia a darmi fastidio. Credo che a breve non potrò più recarmi in fabbrica, però ho un mucchio di pratiche da sbrigare...”
“Se il problema è il tragitto, André potrebbe portarti il lavoro a casa.”
“Veramente ci avevo già pensato..."
"Lo so, tu non sei abituata a non fare nulla ma è questione solo di qualche tempo e poi potrai riprendere la tua vita di sempre! Però ne varrà la pena. I bambini portano l'allegria nelle nostre vite!"
" Si, avete ragione padre ...."  
 
Oscar sbirciò dal finestrino, esclamò: “Finalmente siamo arrivati, non ne potevo più! ... Cosa avete padre, perché mi guardate in questo modo?”
"E' la prima volta che ti sento lamentare e questo mi da pensiero.
"Ma no, padre, state tranquillo, io sto benissimo!"

André sistemò il predellino e spalancando lo sportello disse: "Prego generale!"
"Augustin uscì per primo dalla vettura, porse la mano a sua figlia e l'aiutò a scendere.
"Sta attenta Oscar, potresti inciampare tra le gonne!"
“Grazie padre!" rispose scendendo. "André, intanto che mostrerai la fabbrica a mio padre, io vado in ufficio.”
"Va bene. Ti raggiungerò non appena avremo finito. Aspetta che ti accompagno..."
"Ma no, cosa dici André!"
"E va bene, come vuoi, a dopo!... Generale, venite da questa parte, prego!"
"Grazie figliolo!"

Appena Oscar si allontanò, il generale disse: “André, devi convincere Oscar a rimanere a casa …”
“Ieri sera, anche mia nonna, mi ha detto la stessa cosa, ditemi, forse si è sentita male?”
"No. Ma ha difficoltà a viaggiare …”
“Non mi ha mai detto nulla al riguardo.”
“Oscar si è lamentata durante il tragitto. Lo sai che non è da lei farlo!"
"Si, avete ragione ..."
"André, Oscar è una donna responsabile. Lei si preoccupa del lavoro che avete in fabbrica ed è per questo motivo che continua a venire."
"Sissignore, ho capito..."
" Però, potresti portarle la documentazione a casa, così svolgerebbe comodamente il suo lavoro. Ma tu devi convincerla quanto prima a non venire più.
“Sissignore! ... Stasera parlerò con lei, adesso andiamo, vi faccio vedere di cosa potreste occuparvi!”
 
 
Oscar era seduta dietro la scrivania a svolgere il suo lavoro quando sentì bussare alla porta.

"Avanti! Sei tu Louis, cosa c'è?"
“Madame Oscar, è appena arrivata madame …” L'uomo non ebbe modo di terminare la frase che la donna fece irruzione.

“Sono io, madame Rose …”
Oscar con atteggiamento sorpreso, lasciò penna e calamaio e alzandosi disse: " Ben tornata madame! Sinceramente non aspettavamo il vostro arrivo! Ma prego accomodatevi!"
La donna spalancò gli occhi all'inverosimile quando vide Oscar in abiti femminili e in stato di gravidanza.
"Grazie ... Madame ..."
Con tono altero Oscar continuò: “ Madame Rose se siete venuta fin qui per la consegna del materiale di questo mese, sappiate che è già stato spedito. Credo che al massimo arriverà dopo domani.”
Madame Rose ancora stupita di un inedita Oscar, farfugliò: “Si … si … madame.”
“Madame, siete pallida, forse non vi sentite bene?” “No … no …”
“Sarà come dite ma avete l’aria sorpresa! Ma prego accomodatevi, non vorrei che Vi sentiate male!”
La donna si accomodò e Oscar prese il suo posto dietro la scrivania. Erano faccia a faccia.
“Ditemi madame Rose, in cosa posso esservi utile? Per caso avete bisogno di altro materiale o cosa?”
“Vedete ... madame Oscar, mi serve un altro importante quantitativo di stoffe, esattamente il doppio.” “Certo madame! Però non capisco perché vi siete disturbata a venire fin qui, potevate incaricare i vostri collaboratori! A proposito dove sono? Non li vedo.”
“Non sono con me … ecco sono venuta da sola.”
La porta si aprì improvvisamente, era André.
“Oscar tuo padre … Madame Rose, voi qui!”
La donna avvampò e disse: “Si, signor Grandièr, sono tornata. Come ho detto poco fa a vostra ... moglie ho bisogno di un ennesimo quantitativo di materiale, esattamente il doppio.”
Andrè avanzò verso la donna, le porse la mano sotto lo sguardo geloso di Oscar e prese posto.
Oscar e madame Rose erano faccia a faccia mentre André prese posto accanto a quest'ultima.
"Oscar con tono freddo e deciso disse: "Dunque madame, ditemi con esattezza quanto quantitativo vi occorre."
"... Si ..."



Dopo che i tre presero accordi, la porta si spalancò nuovamente, era ancora Luis.
" Scusatemi se vi disturbo madame Oscar..."
"Dimmi Louis..."
" Vostro padre Vi chiede di raggiungerlo in produzione.”
“Cosa succede?”
“Non so, però vuole che lo raggiungiate.”
"Digli che tra poco sarò da lui."
"Si, madame!"

Oscar si alzò dalla poltrona, tese la mano alla donna e con tono severo disse: “Bene... madame, abbiamo concluso …”
Madame Rose scrutò ancora il ventre di Oscar e rimanendo ancorata alla sua sedia disse: "Madame, spero che anche la prossima consegna sia puntuale come le altre!"
"Non dubitate madame, la nostra è un'azienda affidabile."
Andrè sussurrò: “Oscar, vado io da tuo padre, non voglio che ti affatichi!"
"Grazie André!"
"Scusate madame ma devo andare in produzione ...”
La donna alzandosi immediatamente con atteggiamento civettuolo rispose: “Visto che abbiamo concluso, esco con Voi Signor Grandièr.”

Andrè cedendo il passo alla donna disse: "Prego madame!"
Oscar infastidita dall'atteggiamento della donna, li vide lasciare l'ufficio.

André l'accompagnò alla carrozza e disse: "Buon viaggio madame! Scusatemi ma mi sta aspettando mio suocero!
“Si ... André, sono compiaciuta di aver firmato un nuovo accordo con la vostra azienda!... Spero che in futuro si consolidino i nostri rapporti di amicizia, mi piacerebbe diventare vostra amica!” mormorò la donna con atteggiamento ammiccante porgendo la mano.
" Vi chiedo di perdonarmi madame ma debbo andare!"
"Già ... peccato!"
André ignorò le parole della donna e mentre si allontanò, pensò: se Oscar avesse ascoltato le parole di quella donna, come minimo l’avrebbe infilzata con la spada! Meglio che torni in produzione.

Dal ciglio della porta del suo ufficio, Oscar osservò severamente l'atteggiamento della donna, mormorò: "André stasera dovrai dirmi cosa ti ha detto quella sfacciata!"

 
 
 
Oscar e Andrè erano nella loro stanza da letto mentre i bambini giocavano sul tappeto con i loro giochi.

André sentì addosso lo sguardo inquisitore di Oscar, domandò: “Cos’hai? E’ da questa mattina che mi guardi in modo strano!”
“Chi, io?”
“Si, tu.”
“Ti sbagli, non ho niente!"
"Ne sei davvero sicura? ... Ti conosco, hai qualcosa da dirmi. Su avanti parla!"
"Ebbene si, Andrè!!! Si può sapere cosa ti ha detto quella donna, prima di partire?”
Andrè spalancò gli occhi, ribatté timidamente: “Cosa vorresti insinuare?”
“Hai capito benissimo Andrè!! Quella, ti ha detto qualcosa che ti ha lasciato interdetto..."
"Ma ... io ..."
"Tu dimentichi che prima di portare questo abito ridicolo, ho indossato la divisa!"
"Continuo a non capirti..."
"Davvero non mi capisci?! Possibile?! André, sono un dannato soldato e nessuno potrà mai prendermi in giro, nemmeno tu!"
“Deduco che sei piuttosto alterata e questo non può che farti male, calmati.”
“Sono calma Andrè, non lo vedi? E poi i bambini neanche se ne accorgono, giocano tranquillamente.” ribatté guardandolo negli occhi. “Ti ha fatto delle avance, non negarlo tanto non serve. André, quella è una mangiatrice di uomini!"
ù “Ci conosciamo talmente bene che non riusciamo a nasconderci nulla, vero?!”
“Non vedo il motivo perché dovremmo nasconderci qualcosa. E poi ... lo vedi? Lo hai appena ammesso!”
“Oscar, Oscar basta è inutile discutere per qualcosa che non sussiste.”
“Forse è meglio che non mi dica nulla, altrimenti …”
“No,no è meglio che te lo dica invece, saresti capace di rendermi la vita impossibile.."
"Dunque, avanti parla!"
André fece un lungo respiro e disse:" Madame Rose mi ha chiesto di fare amicizia ...”
“COSA!!! Con te immagino, non certo con me."
"Oscar ..."
" Andrè, quelle parole si intendono solo in un modo: ti ha chiesto di diventare il suo amante …”
“COSA! Io il suo amante! E da quando in qua fai certe congetture?”
“Da quando … da quando …” Oscar si voltò distrattamente vide i bambini dormire sul tappeto. "Oh ... non ci siamo accorti che i bambini si sono addormentati!"
"Oscar mettiamoli nei loro lettini..."
"Si, certo ..." con dolcezza prese Gabriel e l’adagiò nel suo lettino mentre Andrè provvide per Aurora.
 

Erano nuovamente faccia a faccia.
“Allora strega, ora dimmi perché ti arrabbi così tanto, dato che non centro nulla in tutto questo!”
“Questa poi!! Mi hai chiamata in tanti modi ma mai strega!”
Andrè avanzò, erano viso contro viso.
“Però, non pensavo che fossi tanto gelosa!” sussurrò dandole un piccolo bacio sulla punta del naso.
Lei si allontanò appena e ribatté: “Io gelosa?! Non è vero!!”
“A si! Se non sei gelosa, allora dimmi cosa sei?... Furiosa?!”
“Io furiosa?”
“Dimentichi che ti conosco Oscar Francois! Se tu avessi avuto una spada a portata di mano, l’avresti infilzata! Ih ih ih ... Dai, vieni qui, lasciati abbracciare ...”
“Niente affatto, stammi lontano! Andrè, ho l’impressione che tu ne sia lusingato o sbaglio?!”
Lui sorrise e annuì.
Lei continuò imperterrita dandogli le spalle: “André, se qualcuno mi corteggiasse spudoratamente, come reagiresti?”
“Un momento mogliettina calmati che ti rinfresco un po’ la memoria!"
"Eh!!"
André l'abbracciò e continuò:" Facciamo un passo indietro, vediamo quanti pretendenti hai avuto …”
"Cosa!!"
”Dunque ... vediamo da chi comincio ... Girodelle? … Oppure quel donnaiolo che chiese la tua mano a tuo padre, aspetta come si chiamava … a si, il duca Montiel.
“Finiscila Andrè!”
La strinse ancora a sé e le diede un bacio sul collo.
“Non ho finito, sta calma, aspetta … senza contare che ho dovuto assistere ai commenti osceni dei soldati della guardia .."
"Si può sapere cosa centrano loro?"
"Come cosa centrano! Ma se ti immaginavano tutte le notti nei loro letti e non ti dico come e in che maniera.."
"Ma ..."
"Ma nulla, mia cara adorata mogliettina! Ti assicuro che i nostri amici avevano un 'immaginazione ferrea.”
“Smettila …”
“No cara, non ho ancora finito! ... Devi sapere ciò che dicevano, le loro, erano parole irripetibili e non certo lusinghiere nei riguardi del loro bel Comandante! Erano talmente sconce che desideravo spaccare la faccia a uno a uno, invece, ho dovuto sopportare in silenzio …”
“Su Andrè ora basta!” sussurrò tentandosi di allontanarsi.
“No, no, dove vai vieni qui!" disse tirandola a sé e sedendosi sulla sedia la fece sedere sulle ginocchia. "Non ho ancora finito, rimani qui con me, madame Grandier! ... Guardami..." occhi negli occhi." Cosa mi dici di Alain?”
Lo sguardo si sgranò, lei arrossì.
“Ti ha perfino baciata! Ricordi? L’avevo quasi ammazzato di botte. Alain era pazzo di te! Ma che dico!!!… Spero che almeno adesso non pensi più a te quando è in intimità con sua moglie..."
"André!!"
"Non fare quella faccia, Alain me l'ha detto senza alcuna vergogna. Certo, riconosco che era ubriaco ma me l'ha detto! .. Sai, le sue parole mi hanno urtato non poco!” “Dai Andrè, spero che tu non sia ancora geloso di lui!”
"Io!! …. Certo che no! …. Nooo Oscar, per nulla geloso! Però, se solo ci penso non solo divento geloso ma anche matto visto che ti ha immaginato nel suo letto! Parlo al passato sperando che non lo faccia ancora! … Ironia del destino, lo hai anche accompagnato all’altare e siamo i suoi testimoni di nozze."
"Hai finito André?"
"No. Non ho ancora finito, visto che non ho menzionato il nipote di Bouillè. E tu, mi fai una scenata per quella … per quella madame Rose che nemmeno la guardo!”
"Come!"
"Non fare quella faccia sorpresa che lo sai benissimo. E non dirmi che non hai mai fatto caso a loro perché non ti credo!"
"Ih ih ih .... Davvero hai notato tutto questo?"
"Davvero pensavi che fossi cieca o stupida? Non dimentico certo che eravamo circondati da depravati lussuriosi ...”
“E anche se fosse? Allora non ero niente per te, non potevi essere gelosa, invece per me era differente, ti ho sempre amata ed eri continuamente circondata da uomini bramosi che pur di averti, avrebbero fatto carte false."
Oscar perse l'aria sbarazzina, e guardandolo negli occhi disse: “Credi davvero che io non fossi gelosa? Beh ti sbagli, invece lo ero …”
“Gelosa tu?! Ma cosa dici!”

“ Dico quello che dico. Si, ero gelosa di te. Mi dava immensamente fastidio vederti continuamente circondato dalle donne..."
"Non capisco ma se non mi amavi!"
" Si ... ma ero terribilmente gelosa! Chissà ... forse perché eri per me un fratello, un amico ... oppure in cuor mio sentivo altro e non me ne rendevo conto! ..... Ma di una cosa ero sicura, non volevo perderti!”
“Questa poi non me lo sarei mai aspettato.”
“Già … questa gelosia che mi rodeva dentro, l’ho provata prima di quella folle dichiarazione d’amore che mi hai fatto.” i suoi occhi divennero improvvisamente tristi.
Lui le prese le mani e domandò: “Cosa c’è Oscar?”
“Niente, niente Andrè e solo che … sono stata così cieca che non l’avevo capito.”
" Vieni qui, dammi un bacio!"
" Oh Andrè. Andrè caro!! Mio André!"
" ...Che ne diresti di metterci a letto, mia amata gelosona!”
“Aspetta fratello, prima controllo i bambini.”
“Ahh fratello ah ah ah!" “Si, fratello, anche se devo ammettere che come fratello ti lasci un tantino a desiderare!"
"Come!!"
"Guarda che pancia che mi ritrovo!"
"Ah ah ah ..."
"No, aspetta non ridere!! Cosa mi hai detto tempo fa? .... Amica, compagna, e ..."
"Amante, la mia amante! ... Vieni qui strega … tra poco mi darai un altro figlio e hai il potere di farmi impazzire come un ragazzino! ... Ti amo amore mio!”
“Anch'io ti amo Andrè ... ma spero che questa volta sia davvero uno solo!”
"Hai sonno?"
"No e tu?"
"Nemmeno ... su vieni qui e baciami!"

Ritorna all'indice


Capitolo 61
*** Una proposta per André ***


 
20 Dicembre 1790

Quella sera faceva molto freddo: Il giardino della tenuta era ricoperto dalla brina, una folata di vento freddo faceva danzare le fronde imponenti, nude degli alberi. I legni ardenti scoppiettavano nel camino e le candele illuminavano tutta la casa.
Oscar era seduta davanti al fuoco, avvolta nell' abito che risaltava tutto il suo splendore di madre.
Posò la mano sul ventre, sentiva i movimenti del suo bambino che non le davano tregua. Un sussulto e ancora un altro per quel bimbo che ancora non era venuto al mondo ma già si faceva sentire.
Hai suoi piedi c’era un enorme tappeto, messo apposta per far giocare i due bambini che a breve avrebbero compiuto il primo anno di età. Andrè era con Gabriel e Aurora immersi dai loro giochi, di tanto in tanto sollevava lo sguardo al tesoro più grande che era seduta innanzi a lui.
Oscar guardava suo marito e pensava: Com'è bello André! E' bellissimo! E poi vederlo giocare con i nostri bambini suscita in me non soltanto tenerezza ma tanto amore! Quanto ti amo amore mio! Sono davvero felice di averti accanto a me...

Una voce spezzò la magia delle risate dei piccoli e del loro papà: “Ragazzi Vi ho portato una tazza di cioccolata calda!…”

André esclamò: "Grazie nonna! Nonna hai visto questi due birbanti, non si fermano un attimo! Oscar guarda Gabriel, mordicchia il cavalluccio di legno che gli ha fatto tuo padre! Ah ah ... Gabriel non fa che portare alla bocca qualsiasi cosa!"
Oscar sussurrò: "Gli sta spuntando un altro dentino ed è per questo che non fa che mordere tutto ciò che ha tra le mani!" La nonna porse la tazza e disse:“Tieni bambina..."
"Grazie nonna!"
"Come vanno le caviglie?”
“Sono un poco gonfie, nonostante che stia osservando il riposo assoluto come mi ha consigliato il dottore.”
Andrè si sollevò dal tappeto le si avvicinò le diede un bacio sulla guancia, prese la sua tazza di cioccolata, le si sedette accanto e disse: “Vedrai, quando sarà nato il bambino non avrai più alcun disturbo, devi pazientare ancora un poco."
Oscar sorrise, gli accarezzò il viso mentre Andrè prese la sua mano e gliela baciò.
Nanny contenta di vederli felici disse: “I tuoi genitori dovrebbero tornare prima della vigilia di Natale, sicuramente viaggeranno insieme a Francois e Christine."
Oscar ribatté: "Sono tre settimane da quando sono partiti per il palazzo Jarjayes ..."
"Oscar, desideri che ti prepari qualche piatto particolare per l'occasione?”
“Mancano ancora cinque giorni al pranzo di Natale, decidi tu cosa cosa preparare. Nonna, per il pranzo di Natale avremo due ospiti, si tratta di Alice e Alain!"

“Certo cara, non preoccuparti, penseremo noi a tutto! ... Bene, porto via il vassoio, a dopo!"
“Nonna aspetta …”
“Cosa c’è Oscar!”
“Non voglio che sia tu a metterti ai fornelli, lascia che se ne occupino Joland e Adeline.”
“Si, si, come desideri bambina! Vuol dire che starò a guardare mentre loro di danno da fare. Soddisfatta?”
"Si... ah ah ah ..." rispose vedendola allontanarsi.
“Oscar, tu credi davvero che la nonna rimarrà fuori dalla cucina?”
“Andrè, anche se glielo ripeto all’infinito, tanto so che non mi darà ascolto.”
“Una vocina dal basso: “Papà .... ” era il piccolo Gabriel che si arrampicava alla stoffa dei pantaloni.
“Andrè lo hai sentito?”
"Si, Oscar, è meraviglioso! Che gioia! Vieni qui Gabriel, dai un bacio al tuo papà! ...Come sei bello! ... Anche tu principessa sei bellissima!! Avanti vieni, abbracciami anche tu! Da brava così! Ah ah ah ....

Oscar osservava le lingue di fuoco che si alzavano nel camino, il suo pensiero andava al lavoro in fabbrica.
“Cosa c’è Oscar, sei pensierosa?”
“Ho concluso tutte le pratiche ormai sono rimaste solo quelle di madame sgualdrina.”
“Cosa!! Ma Oscar, cosa dici?”
“Quello che hai sentito!! E' tornata, vero?! Magari con qualche scusa come l’ultima volta!”
"Oscar, nelle tue parole avverto sfiducia, si può sapere cosa ti prende?"
" Mi prende Grandier che sono arrabbiata oltre a sentirmi gelosa!!!"
"CO COSA!! Ma Oscar!!"
Intanto Gabriel si dimenava, voleva tornare sul tappeto. Andrè l'adagiò a terra e il piccolo raggiunse la sorellina.
“Allora Andrè non rispondi!! E’tornata?!”
“Il mese scorso ha mandato un suo collaboratore e …”
“Vedrai, prima delle festività natalizie si farà viva! ... La signora sa perfettamente di non trovarmi a causa del mio stato, penserà di avere campo libero per assalirti.”
“Ma … ma cosa vai farfugliando?! Ti rendi conto di quello che dici?”
“Sono cosciente di ciò che dico!! ... Bada Andrè, se solo quella donnetta osa importunarti …”
“Oscar non ti riconosco più, dovresti guardarti allo specchio per vedere la tua espressione …”
“E’ invece mi conosci perfettamente per sapere come sono e cosa penso.”
“Ehi ehi vieni qui abbracciami e non pensare a certe cose!" sussurrò stringendola a sé. "E poi anche se dovesse tornare, non avrebbe alcun campo libero come dici. Non ha certo di fronte un uomo compiacente. Oscar, lo sai che non mi sono mai interessate quel genere di donne. L’unica che voglio e che mi interessa, sei tu soltanto.”
La strinse di più, sentiva il suo cuore battere velocemente, avvertiva la sua ansia.
“Andrè, se quella dovesse tornare sta attento a lei. Sappiamo entrambi come sono fatte quel genere di donne! ... Sono capacissime di mettere su uno scandalo pur di raggiungere il loro intento. Giurami, giurami Andrè che se dovesse fare qualcosa .... "
“Sta tranquilla, non sono un ragazzino …”
“Ti ho chiesto di giurarmelo.”

“E va bene, te lo giuro! Ma non devi avere timore di nulla, ci apparteniamo e nessuno potrà mai interferire tra noi!.... Oscar, ho sentito il bambino, si è mosso!!”
 
"Io lo sento continuamente e non mi lascia riposare soprattutto durante la notte! ... André tra circa sei settimane nascerà il bambino e dobbiamo ancora scegliere il nome ma questa volta niente sorprese, lo faremo insieme …”
Le vocine provenivano dal basso: “Mamma ... papà ...”
I piccoli gattonarono fino ad arrampicarsi l’una al pantalone e l’altro alla gonna, tesero le braccia, stringendosi felici a mamma e papà.


Trascorsero la serata giocando felicemente con i loro bambini, la nonna che di tanto in tanto passava per il salone li guardava rallegrandosi.
 
 
“Andrè sono stanca vado a dormire.”
“Va pure Oscar, ai bambini ci pensiamo noi.”
Goffamente percorse la scalinata fino ad arrivare nella stanza da letto. Si cambiò, si mise a letto e nonostante la stanchezza, il sonno tardava.
 
 
Da quando Oscar non andava più in fabbrica, Andrè si recava a lavoro a cavallo. Quella mattina, portò con sé i rendiconti che Oscar aveva preparato il giorno precedente. André arrivato in prossimità dell’edificio, vide davanti alla porta dell'ufficio una carrozza, la riconobbe, era la vettura di madame Rose. Andrè avvertì un tuffo al cuore, ripensando alle parole di Oscar: madame Rose sa di avere campo libero e tornerà.

Andrè rallentò prima l'andatura del suo Alexander, infine arrestò il passo. Erano l'uno di fronte all'altro. La donna stretta nel suo cappotto verde lo attese davanti alla vettura e con atteggiamento sicuro e sfrontato lo scrutò con bramosia, disse: “Buongiorno Andrè, vi stavo aspettando.”
Andrè scese da cavallo e con pacatezza rispose: “Buongiorno madame, se siete qui per la merce vi informo che il carico è partito ieri mattina, immagino che a quest’ora sia già arrivato a destinazione.”
“Andrè, sento freddo, vi dispiace se entrassimo in ufficio?”
Andrè annuì, prese dalla tasca le chiavi e spalancando la porta, rispose: “Prego Madame …”
La donna a passo lento, gli passò davanti lasciando dietro di sé una scia di profumo. Entrò rimase in piedi aspettando che lui facesse altrettanto.
Andrè avanzò e sedendosi dietro la scrivania, fece un cenno con la mano e disse:"Prego madame accomodatevi!"
"Grazie André!"
“Madame, è sorto qualche problema con i materiali?”
“Assolutamente no, Andrè! Certo non ho ancora visionato gli ultimi che mi avete mandato ma sono sicura che non avrò alcun problema.”
“Madame, forse siete qui per qualche motivo particolare?”
“Vedete Andrè, io mi trovavo da queste parti e desideravo salutarvi …” disse la donna alzandosi e guardandolo negli occhi avanzò verso lui.
“Madame se sono sorti dei problemi con il contratto, possiamo tranquillamente rivederlo.
"... Nessun problema..." ribatté continuando ad avanzare. Era così vicino ad André che fu costretto ad alzarsi dalla sua poltrona e dovette allontanarsi di qualche passo.
“Vedete Andrè, il nostro accordo non centra... possibile che Voi non l'abbiate ancora capito? Voi mi piacete e quello che mi piace me lo prendo.” occhi negli occhi. “Allora Andrè mi accontenterete?”
Andrè abbassò lo sguardo e con atteggiamento disinvolto ribatté: “Madame, ho ricevuto una lettera da vostro marito, mi ha scritto che vuole aggiungere alla richiesta altri cento metri di stoffa ... probabilmente voi non sarete d’accordo, se così fosse discutetene con lui.”
“Andrè mi stai mentendo, mio marito non ti ha mandato alcuna lettera, lui non si occupa di queste cose, anzi, non gliele importa assolutamente nulla! …” sussurrò continuando ad avanzare.
Andrè si allontanò e guardandola disse: “Madame mi dispiace ma non posso accontentarvi, quello che possiedo vale più del nostro accordo e della fabbrica intera. Nel caso che decideste di interrompere i nostri rapporti di lavoro, per me non sarebbe un problema. E come da contratto, porterò a termine quanto prima le consegne e adesso vogliate scusarmi mi aspettano in produzione.” disse Andrè uscendo dall’ufficio, lasciando la donna interdetta.
“Nessuno si è mai sottratto alle mie lusinghe ... dannazione non ho mai fatto una figura simile! Cosa avrà di speciale quella donna che io non ho?!!”

 
Andrè quel giorno tornò a casa in anticipo, entrò nel salone e vide Anne.
“Buona sera Andrè.”
“Buona sera Anne, dov’è mia moglie?”
“E’ in camera con i bambini.”
“Grazie Anne!”
Andrè si precipitò per le scale, entrò in camera, vide Oscar distesa sul letto, le si avvicinò, le diede un bacio e l'abbracciò.
“Ciao!”
“Andrè, sei qui che sorpresa! Perché sei tornato prima del solito?”
“Ormai siamo vicino alle festività natalizie e con il lavoro che svolgi da casa, abbiamo snellito un bel po’ il lavoro. Non era necessario che rimanessi ancora.”
Rimasero in silenzio abbracciati, lei appoggiò la testa sul suo petto e disse: “Andrè non dici nulla, è forse accaduto qualcosa?".
“Lo sai che certe volte amo rimanere in silenzio …”
“Forse un tempo ma non certo da quando stiamo insieme! Sei turbato ...”
Un sospiro, lui la scostò appena, la guardò e disse: “Avevi ragione è tornata ed è stata molto esplicita …” Oscar avvampò, si sciolse dal suo abbraccio scese dal letto e ribatté: “Ero certa che sarebbe finita così. Quel genere di donna non sa comportarsi in altra maniera!”
Andrè, la raggiunse e ribatté: “Oscar non alterarti! ... Le ho detto che consegneremo prima possibile il restante delle merci e poi se vorrà, potrà anche recedere dal contratto.”
“E lei?”
“Non le ho dato modo di rispondermi perché l'ho lasciata in ufficio e sono andato via, subito dopo, ho sentito la carrozza andare via.”
“Andrè sono sicura che non si è accontentata di queste poche parole,  avrete discusso senz’altro!”
“Oscar cosa vuoi che ti dica? Le ho detto che per me ci sei tu e nessun’altra!”
"André ...."
"Dai Oscar, non parliamone più, non ne vale la pena."
"Si ... certo, hai ragione Andrè, però ammetto di sentirmi immensamente gelosa ..."
"Non ne hai motivo e lo sai."
"Certo che lo so. Però..."
"Però niente..." ribatté avanzando."
" Ti prego abbracciami ..."

Lo scoppiettino del legno, lo squarcio di un lampo illuminò la stanza ormai già buia, poco dopo la pioggia si abbatté violentemente.
 " Oscar, i bambini dormono, vieni, mettiamoci a letto ..."
Si, comincio a sentire freddo."
"Mettiamoci sotto le coperte .... vieni qui che ti riscaldo! ... Hai le mani fredde!" disse stringendola a sé. "Oscar desidero che il pranzo di Natale sia perfetto ... avremo ospiti e dobbiamo fare preparare la stanza per Francois e Cristine!”
"Si, Andrè ... ma adesso voglio stare con te ... "

Ritorna all'indice


Capitolo 62
*** 25 Dicembre 1790 ***


 
24 DICEMBRE 1790

Era mezzogiorno, il sole faceva capolino, l’aria era   fredda e tagliente e le nuvole all’orizzonte non promettevano nulla di buono.
Due carrozze avevano appena varcato il cancello e  si avvicinavano sempre di più alla tenuta.
 
Andrè era nella sua camera da letto in compagnia della sua famiglia quando udì un tocco alla porta.
“Avanti.”

La nonna entrò in camera, vide la famigliola felice giocare sul lettone. I sorrisi e i gridolini dei piccoli riempivano la stanza di allegria.
“Cosa c’è nonna?" chiese Andrè gioioso.
La nonna guardandoli con dolcezza, si avvicinò ai piccoli, gli diede un bacio, rispose:“ Oscar sono appena arrivati  i tuoi genitori, con loro ci sono Francois e Christine.”
I movimenti di Oscar  divennero sempre più lenti e tirandosi su con le mani e rispose: “Davvero! Sono arrivati?”
“Si, figliola sono di sotto, la servitù sta  scaricando i bagagli!”
Andrè prese in braccio il piccolo e mormorò:" Sentito Gabriel? Andiamo a salutare i nonni e i cugini. Nonna pensa tu ad Aurora."
La nonna ribatté: " Andate pure, penso io alla piccola."
André e Oscar seguiti dalla nonna con in braccio Aurora, uscì dalla stanza e attraversarono  il corridoio fino a percorrere le scale.
Augustin e gli altri li videro arrivare, il primo non attese oltre e a grandi falcate gli andò incontro, prese con sé la piccola Aurora, la baciò ed esclamò felice: "Nanny, dammi la piccola! ... Oh mia bellissima Aurora quanto mi sei mancata!" la piccola appena vide suo nonno, sorrise e gli si gettò tra le braccia. "Come sei bella Aurora! Oh ma guarda, i tuoi dentini sono diventati più grandi!" Gabriel udendo la sua voce, si staccò dal collo di suo padre e afferrò il braccio di suo nonno."Si, anche tu piccolo, vieni dal nonno!"
André esclamò: " Ma Signore come fate con tutti e due in braccio? Lasciate a me Gabriel!"
"Lasciameli André, i bambini devono salutare il nonno che non vedono da settimane! Vero piccolini?!"
“Bentornata Madre! ... Francois, Christine, mi fa piacere che ci siate anche voi!”
"Ciao zia, sono contento di rivederti! A quanto pare mi darai un altro cuginetto!”

"Già ... e ormai non manca molto." Il ragazzo si avvicinò ai piccoli e disse: “Chi dei due vuole venire in braccio a Francois?” entrambi i bambini si avvinghiarono nuovamente al collo del nonno, rifiutando l'invito. “E no!... Uno dei due dovrà venire da me ... voglio te principessa.” la piccola sorrise e fece le moine al nuovo arrivato. “Però zio Andrè, anche Aurora assomiglia tantissimo a mia zia, non sdegna di fare amicizia con chi non conosce!”

" Ah ah ah ...."  

25 DICEMBRE 1790

Era mattina, André entrò in camera sua con il vassoio della colazione, lo posò sul tavolo e guardò e lentamente si avvicinò al letto. Vide sua moglie dormire profondamente, non resistette, sfiorò le sue labbra, sussurrò: “Buon compleanno amore mio!”

"Oh Andrè, sei già sveglio! ...."
"Sono le dieci ....."
"Le dieci? Ma è tardissimo!"rispose sollevando la testa. "Andrè vieni qui ..."
André sorrise, l'abbracciò, le diede ancora un bacio e accarezzandola, sussurrò: "Buongiorno dormigliona! ... Finalmente ti sei svegliata! Hai dormito tantissimo!"
“Oh André …”
“ Ma lo sai che si è fatto tardi? Tra non molto arriveranno i nostri ospiti e tu sei ancora a letto!”
“Accidenti soldato Grandièr, hai fatto un rapporto completo al tuo Comandante!”
“Vieni a sederti a tavola,ti ho portato la colazione! ... Anzi no, rimani qui, desidero portartela a letto ma poi dovrai alzarti pigrona!”
Oscar si tirò su lentamente, appoggiò la testa sui  cuscini mentre Andrè le porse il vassoio.
“Dove sono i bambini?”
“Sono di sotto con Francois e Cristine, sapessi quanto si divertono!"
" Francois ci sa fare con i bambini. Nonostante che lo conoscano appena, Gabriel e Aurora non sdegnano la sua compagnia!"
"Si, è vero! ... Su, adesso mangia qualcosa, dormigliona."
"Andrè, non sono una dormigliona!”
"Ma se non fai che dormire! Ih ih .."
"Tra il bambino che scalcia continuamente e suo padre che non ha nessuna intenzione di esonerarmi dalle sue meravigliose notti d'amore, mi rimane davvero poco tempo per dormire!”
“Ah ah ah ...Non posso negare che la tua condizione mi affascina!" rispose accarezzandole il ventre." Sei diventata ancora più bella ed io non riesco a starti lontano, anzi, la voglia di te è aumentata a dismisura.”
“Non ci posso credere!Andrè, possibile che io ti piaccia anche così, con questa pancia? Mi hai guardata bene? Sono diventata enorme!”
“Certo che ti ho guarda, ti ho guardata attentamente e sei bellissima!"
"E ti piaccio così?"
"Forse non te lo dimostro quasi tutte le notti? ... Non riesco a resistere alla tua bellezza! ... Baciami ancora ..."
  “ André, se continui in questo modo, rischiamo di rimanere ancora per molto nella nostra stanza! Ah ah ah ...."
"Hai ragione! .. Devi prepararti, tra non molto arriverà il sindaco con la sua famiglia! Ih ih ..."
“E va bene soldato Grandièr, adesso mi alzo dal letto!
 

Dall'alto della scalinata, Oscar e Andrè videro la famiglia radunata intorno al camino scoppiettante.  Margherite e Christine conversavano mentre Francois e il Generale giocavano allegramente con i piccoli.
 
“Buongiorno a tutti!” 
“Buongiorno a voi!” 
Marguerite, appena vide sua figlia le andò incontro, la baciò e disse: “Buon compleanno Oscar!”
"Grazie Madre!"
Anche il Generale e gli altri si unirono agli auguri.
Durante la conversazione Oscar intravide due tele che erano appoggiate in un angolo della casa, domandò: " Madre, perché quei quadri sono appoggiate a terra?"
"Quelle tele vi appartengono ed è giusto che stiano nella vostra casa.

Oscar si avvicinò, le guardò con attenzione, disse: " André, vieni a vedere! E' il ritratto del nostro matrimonio ... e l'altra è quella che mi ritrae a cavallo! ... Ma ... Padre, mi dispiace che l'abbiate tolte nel salone del palazzo Jarjayes ... " “Non proprio cara! ... Devi sapere che ho incaricato il pittore a farne delle copie, quindi le pareti del salone non sono rimaste vuote!"
 “Grazie padre!”
“Adesso dovete decidere dove metterle, non potete lasciarle lì a terra.”
Andrè entusiasta, rispose:  “Certo generale! ... Oscar, desidero che mia dea  guerriera venga posta sul camino, invece quella che ci ritrae nel giorno del nostro matrimonio venga messa all’ingresso del salone, cosa ne pensi?”
“ Per me va bene Andrè.”


Dopo che le tele furono attaccate alle pareti, Marguerite disse: “Abbiamo preferito darvele oggi, in occasione del giorno del tuo compleanno!"
"Grazie madre! Sono davvero felice che abbiate pensato di portarle nella nostra casa."  
Qualcuno bussò alla porta, André andò ad aprire.
 
Erano Alain e Alice quest'ultima aveva tra le braccia la piccola Diane avvolta nella copertina.
Alain sorridendo disse: “Buongiorno signori!”
“Buongiorno a te, Signor Sindaco, prego accomodatevi, vi stavamo aspettando già un po'!”
"Ciao André! Abbiamo fatto tardi perché all'ultimo momento mia figlia si era bagnata." Oscar andò incontro ad Alice, esclamò:“ Buongiorno Alice!"
"Buongiorno a tutti!" rispose la donna.
"Buongiorno!" esclamarono in coro.
"Oscar guardando la piccola continuò: "Diane diventa sempre più bella!”
Andrè continuò: “Ribadisco amico mio che tua figlia non ti somiglia affatto! Ah ah ah ... Su, entrate, accomodatevi! …”

"Infatti André, mia figlia è identica alla mia Diane! ... André, vedo che abbiamo la famiglia al completo!" " Si, c'è il nipote di Oscar e sua moglie, anche se già vi conoscete, preferisco fare le presentazioni. Francois, ti presento il sindaco di Arras...”
“Ah ah ah ... E così da Comandante dei soldati, adesso siete diventato addirittura sindaco!”
“Già, ragazzo, è così! Spesso la vita ci fa degli strani scherzi. E poi il mio amico qui presente, mi ha proclamato addirittura sindaco di questo magnifico posto! Ih ih ih ..."

Francois ribatté: "Davvero una carica prestigiosa! Sono sicuro che la gente di Arras è ben lieta di averVi come primo cittadino."
"Ah ah ah ... Si,certo! Peccato però che tutti siamo felici di avermi come sindaco, tranne i miei collaboratori! Ah ah ah ... Ahhh ragazzo mio, se solo sapessi!"

Poco dopo arrivò Adeline che servì l’aperitivo, intanto la piccola Diane si unì nei giochi con Gabriel e Aurora.
Alice guardando Oscar, esclamò: “Come sei cambiata amica mia!"
"Ormai mancano meno di due mesi alla nascita del bambino."
" La gravidanza ti dona moltissimo, sei così bella!”
Oscar annuì e sorrise.

Alain domandò: “ Francois come vanno le cose a Parigi?”
“A Parigi non è cambiato nulla, c'è il malcontento, quasi tutti i giorni dobbiamo sedare i tumulti soprattutto ripristinare l'ordine nei posti più squallidi come i postriboli …”
“Già, immagino!” ribatté Oscar.
“Zia Oscar, ciò che mi rimane interdetto, sono i frequentatori di quei posti ... più volte ho sorpreso uomini di un certo rango ...”
Alain ribatté: “Cosa ti aspettavi! Sei ancora un ragazzo e dovrai fare esperienza. Non immagini nemmeno quante perlustrazioni abbiamo fatto nei postriboli e in quei posti abbiamo fermato più nobili che la gente comune, vero Comandante?”
"Si,Francois!... Come ha detto Alain quel genere di posti sono frequentati dalla cosiddetta gente per bene. La maggior parte di loro vive di apparenza, i loro comportamenti sono alquanto discutibili! ... Una volta trovai in uno di quei posti un duca di mia conoscenza, qualche tempo più tardi ebbe la sfrontatezza di chiedere la mia mano. Ve lo ricordate padre?"
"Emm .. si, certo ..." Alain divertito continuò: “Già me lo ricordo. Quella notte facemmo irruzione in quel bordello! ... Ih ih ih ... ragazzo dovevi vedere che faccia che aveva quel tizio quando vide il Comandante! Ah ah ah ... Lei fredda come il  ghiaccio e lui imbarazzato, sembrava un allocco preso con le mani nel sacco ih ih ... Oh ma si intende, era quasi vestito! Ah ah ah ... balbettava come un ossesso e il Comandante gli disse: Su rivestitevi in fretta e fuori di qui, dobbiamo perquisire questo posto! Ah ah ah ... Ricordo che il depravato rispose: Agli ordini madamigella Oscar! Ah ah ... Però Comandante che faccia tosta il nobilastro, addirittura dopo averlo sorpreso, ha avuto il coraggio di farvi una proposta di matrimonio, non ci posso credere, è assurdo! Ah ah ah ...."
 Augustin imbarazzato dal racconto, tossicchiò fintamente.
Alain guardò il Generale e continuò: “Chiedo scusa Signor Generale, come sempre ho esagerato !”
La nonna intervenne con tono di rimprovero: “Ragazzo mio! Soldato o sindaco, rimarrai sempre lo stesso, non cambierai mai!”
André ribatté: “Nonna tutto sommato Alain ci piace così com'è e non vogliamo che cambi!”
 
Adeline entrò nel salotto e annunciò “Signori il pranzo è  servito.”
"Arriviamo!" rispose il generale in tutta fretta.
 
Erano tutti riuniti intorno al tavolo e tra una portata e l’altra il pranzo di Natale trascorse in armonia.
Augustin come sempre occupava il posto d'onore, aprì l’ultima bottiglia di vino, riempì i bicchieri, sollevò il calice e disse: “Voglio brindare a tutti noi che siamo qui riuniti e brindo soprattutto a te figlia mia che oggi compi gli anni. Ti auguro ancora una volta una vita serena accanto alle persone che ami!”
Tutti alzarono i calici e all’unisono esclamarono: "Buon compleanno!"

Ritorna all'indice


Capitolo 63
*** La minaccia di Bouillé ***


La minaccia di Bouillè


 Dopo il pranzo, Alice si appartò con Oscar in un angolo del salone e sussurrando disse: “Devo ringraziare te e Andrè per quello che avete fatto per noi! … Alain è cambiato, è diventato un’altra persona, è tanto premuroso con me e nostra figlia e poi mi ricopre di attenzioni! ... Ieri per la prima volta di ha detto di … amarmi.”
“Alice, mi fa piacere che tutto si sia sistemato.”
“Grazie Oscar! E' tutto merito vostro se Alain mi guarda con occhi diversi."
" Alice, credo che tu non gli sia mai stata indifferente ... Alain era confuso..."
"Lo credi davvero Oscar?"
"Si. Ciò che è successo, è servito a scuoterlo, facendo così chiarezza nei suoi sentimenti.
" Mi dispiace che ti sia sentita coinvolta. Ribadisco, non è stata colpa tua, desidero che la nostra amicizia si consolidi.”
  “E così sarà, Alice!”


Augustin, Andrè, Francois e Alain erano in salotto a sorseggiare l’ennesimo bicchiere, quest’ultimo domandò: “Dimmi ragazzo, come vanno le cose in caserma?”
Francois posò nervosamente il bicchiere sul tavolo e con tono cupo rispose: “Non molto bene, ho qualche problema con un ufficiale che fa parte nella mia squadra.”
“Chi sarebbe?” domandò Augustin.
“Nonno, è il nipote di una vostra vecchia conoscenza, il suo nome è Alexander Bouillè. Un tempo suo nonno  è stato il Generale supremo del Quartier Generale!”
Andrè sgranò gli occhi, domandò: “Come! Hai detto Alexander Bouillè?"
"Lo conoscete?"
" Dimmi Francois, perché hai dei problemi con lui?”
“Zio, sin dall'inizio Bouillè ha dimostrato apertamente ostilità nei confronti della nostra famiglia ma poi ho capito: è rancoroso nei confronti di  zia Oscar."
Augustin aggrottò le ciglia e ribatté: "Ma si può sapere cosa centra Oscar?"
"Nonno, adesso vi spiego. L'altra settimana Bouillè ed io eravamo in piazza d'armi e abbiamo avuto un acceso diverbio riguardo ai turni di guardia, ovviamente non ha perso l'occasione di provocarmi..."
Augustin incalzò: "Cosa ti ha detto?"
" Che ... sarebbe stato meglio che zia Oscar fosse morta sotto le torri della Bastiglia …"
"Alain sussultò:" Cosa hai detto ragazzo?!!"
" Si, è così! Dopo quest'ultima provocazione ho reagito, ci siamo picchiati! ... Christine non sa nulla, ho preferito non dire nulla per non preoccuparla. Per qualche giorno ho preferito dormire in caserma affinché mia moglie non si accorgesse dei segni che avevo sul volto. Nei giorni avvenire, abbiamo preso parte alle ronde, ignorandoci completamente.
Andrè esclamò stizzito: “Maledizione!”
Alain chiese all'amico: "Andrè che succede, chi è quel tizio? Tu lo conosci?”
“Si, lo conosco! Prima di trasferirci ad Arras, Alexandre Bouillè è venuto a palazzo Jarjeyes a cercare Oscar..."
"Quindi il comandante lo conosce! Ma cosa voleva?"
" Ha insistito che gli desse qualche lezione di scherma. Poco dopo, rivelò le sue vere intenzioni, Alexander Bouillé si era invaghito di mia moglie...
"Cosa!"
" Si, è così! Durante l’ultimo addestramento, Bouillé è stato insolente e Oscar, gli ha puntato  la spada alla gola...
"Francois esclamò: "Ma non è possibile!"
" Oscar aggiunse che se avesse ancora osato ad offenderla, lo avrebbe infilzato e rispedito da suo nonno.”
I presenti rimasero esterrefatti, il più sorpreso di tutti fu il Generale che annuì.
Alain incalzò: “Sempre più pericolosa il nostro Comandante, non cambierà mai! Pensa di essere ancora un soldato e di sfidare chiunque in questo modo! Il comandante deve rendersi conto che adesso è una donna sposata e ha la responsabilità di allevare i suoi figli. Dovrebbe imparare a gestire certe situazioni in modo diverso …”
“Sindaco, mia figlia sa difendersi solo in questo modo e non conosce le sottigliezze femminili. Lei è così e basta! ... Francois, perché non mi hai detto nulla quando eravamo a palazzo? Avrei affrontato quello sciagurato!”
“Nonno, speravo che la questione si risolvesse senza arrivare a degli estremi, purtroppo non è stato così.”
 Alain  guardò Francois e disse: “Sta in guardia, un folle respinto può diventare pericoloso.”
“ Bouillè cerca la lite in ogni occasione ma so benissimo che usa me per arrivare a mia zia.”
“Cosa dici!”
“Nonno, purtroppo è la verità. Io non capivo perché tutto questo accanimento nei suoi confronti ma adesso è tutto chiaro! ... Quel giorno che ci siamo picchiati, ha preteso che gli dicessi dove fosse ..."
"André digrignò:" Cosa vuole ancora da mia moglie?"
" Mi ha detto che ha un conto in sospeso con lei...”
“Ma è per caso impazzito?!”
“Zio, vuole sfidarla a duello!”
 “Non è possibile!” esclamò Augustin.
Alain intervenne: “Mi pare ovvio che nelle condizioni in cui si trova il Comandante non può battersi con nessuno. Ma e se ciò dovesse accadere, quel imbecille non avrebbe scampo.”
Andrè adirato, ribatté: “Ma che diavolo dici Alain? Oscar ha chiuso con questa vita, adesso deve pensare a sé e ai nostri bambini! ... Francois, quando tornerai  a Parigi, verrò con te e lo affronterò.”
“E’ l’unica soluzione che ti rimane amico.”
Il generale intervenne contrariato: “Verrò anch'io. Parlerò con il generale Boullè e suo figlio. Andrè, interverrai solo se io fallirò, non voglio che accada nulla a mia figlia, intesi?”
“Ma signore …”
“Amo mia figlia e non voglio che abbia a soffrire a causa di un esaltato, quindi voglio sbrigarmela da solo!”
“Ma signore, dimenticate che i vostri rapporti con Bouillè si sono incrinati dal momento che Oscar si è unita ai rivoltosi.”
“Non ha importanza, vedrò cosa fare ... per il momento ne rimarrai fuori, mi sono spiegato André!”
“Va bene generale, dopo le festività andremo a Parigi ma se non risolverete nulla, farò a modo mio.”
“Accidenti che guaio …” mormorò Alain.
 

Christine che era in compagnia di madame Jarjayes disse: "Nonna, non trovate che gli uomini abbiano un aria un tantino preoccupata?"
"Oh cara, di sicuro staranno discutendo della situazione politica!"


Il Generale sentendosi osservato dalle donne, mormorò:"Meglio cambiare discorso, non vorrei che le nostre donne capiscano la situazione, almeno per il momento è meglio che non sappiano nulla, cerchiamo di essere sereni."
Alain ribatté: "Avete ragione Generale."


Oscar disse: “Alain, dopo le festività cominceranno i lavori di ristrutturazione per la scuola, naturalmente l'incarico verrà affidato ad Arthur, mi fido di lui.”
“Comandante, avrei preferito che impiegaste quei fannulloni di collaboratori che mi ritrovo, dopotutto tra loro, c’è qualcuno che sa il fatto suo e lo hanno dimostrato sistemando il palazzo comunale! Ah ah ... ”
Alice ribatté: “Alain ti diverte proprio prenderli in giro?!"
"Lo ammetto, mi diverto."
Alice continuò: "Oscar, Alain ha deciso di rendergli la vita impossibile! Ad esempio, la settimana scorsa, mio marito ha pagato la donna delle pulizie affinché fingesse di sentirsi male e ha impedito chiunque di sostituirla..."
"Alain sei davvero incorreggibile! Ah ah ah ..."
"Ah ah ah ... Comandante, le stanze del municipio erano talmente sporche che li ho costretti a tirarle a lucido. Dovevate vederli, hanno sprangato le porte per timore che qualcuno entrasse e li vedesse! Ah ah ah ... e li ho costretti a pulire anche il mio ufficio e la toilette!” “Sei incredibile Alain!"
“ Comandante, la vendetta è un piatto che va servito freddo! ih ih ...”
"Già! Ah ah ah ..."

Andrè e il Generale smorzarono appena un sorriso. Il loro pensiero andava al giovane Bouillé.
 
La giornata di Natale si concluse.
Oscar e Andrè erano in camera loro. I bambini si erano addormentarono da poco, Andrè si mise a letto nell'attesa che sua moglie uscisse dal paravento.

"Oscar, finalmente sei qui! … Abbracciami!”
“Cos’hai André, ti è successo qualcosa?"
"Nulla ... ma voglio che ti stringa a me ...."
"Andrè sei taciturno da dopo pranzo..."
“Ma no, cosa dici! ... Oscar, appena saranno passate le festività, andrò a Parigi …”
“A fare cosa?”
“Devo acquistare alcuni materiali che servono  per la fabbrica, verrà anche tuo padre ..."
"Mio padre!"
"Si, ha lasciato in sospeso alcune pratiche da risolvere.” “Per quanto tempo vi intratterrete?”
“Credo, una settimana, forse anche meno.”
“E va bene Andrè ma torna quanto prima! Lo sai, non mi piace dormire sola!” mormorò stringendosi a lui.
“Sei stanco Andrè?”
“No. Ma non osavo chiedertelo, visto che stamattina mi hai rimproverato che  non ti faccio riposare abbastanza.”
“Tanto domani, nessuno dei due andrà a lavorare!”

"Dici davvero?"
" Si ...."

Sguardo nello sguardo. Carezze e baci, finché non si persero nell’ amore più passionale e travolgente che due innamorati possano conoscere.
 
 
31 Dicembre 1790

In casa Grandiér si festeggiava il primo compleanno di Gabriel e Aurora per l’occasione furono invitati Alain e Alice.

Alain raccontò: “Sapete generale, l’altro giorno ho sorpreso come al solito, i miei amati collaboratori a sparlare di me...."
"Ah ah ma di cosa ti meravigli sindaco? infondo non fanno altro!"
"Ah ah ... in effetti! Dunque, erano convinti che io non li ascoltassi invece ero dietro alla porta ad origliare!Ah ah ah ..."
"Sindaco, si può sapere cosa avevano da dire questa volta sul tuo conto?"
"Ah ah ... Generale, mi pare ovvio, protestavano contro di me. Come sempre, mi hanno apostrofato zoticone e imbecille, solo perché gli ho detto che avremmo allestito personalmente la scuola! Ih ih .... Dovevate sentirli! Addirittura il mio braccio destro, mi ha detto testuali parole: che i padroni paghino qualcuno per questo lavoro, io mi rifiuto! Ih ih ... Ed io gli ho risposto: impossibile, i padroni sono dei spilorci, dobbiamo pensarci noi! Ah ah ah ... Dovevate vederli, quei parassiti sono andati su tutte le furie! Ih ih .... ”
Alain trascinò tutti i commensali in una fragorosa risata.
Il generale divertito ribatté: “Non credi di averli umiliati abbastanza?”
“Niente affatto Generale! E poi c'è ancora un ultima cosa che debbo fare …”
“Sentiamo, quale?”
“Quando avranno finito di allestire la scuola, darò loro il compenso dovuto! Ih ih ..."
"Quindi, darai loro una gratifica?"
"Mi pare ovvio, dopotutto se la meritano! Li ricompenserò con cibo e vivande, così potranno fare un bel festino nella sala comunale, come ai vecchi tempi! Ah ah ... ”
“Sei incorreggibile Alain!” mormorò Andrè.
 

Dopo il dolce ci fu il brindisi, Oscar e Andrè sollevarono i calici e quest’ultimo disse: “Brindo al primo anno di gioia che Aurora e Gabriel ci hanno regalato e a tutti gli altri che verranno!”

I bicchieri si sollevarono e i presenti trascorsero un’altra meravigliosa serata in compagnia dei loro cari.
 
 
Alain prima di andare si appartò con Andrè: "Amico non lasciare che tuo suocero vada da solo dal Generale Bouillè.”
“Sta tranquillo Alain, andrò con lui anche contro la sua volontà.”
Alain gli diede una pacca sulla spalla esclamò: “In bocca al lupo amico!”
 
 
 
2 Gennaio 1791
Albeggiava da poco, Oscar stretta nella sua vestaglia, fece colazione in compagnia di suo marito quando udì bussare alla porta.

"Oscar, sarà Luicien, sicuro viene a dirmi che è tutto pronto. Vado ad aprire!" disse spalancando la porta.
"André, ti stanno aspettando!"
"Adesso arrivo Lucièn!" André indossò la mantella e guardando intensamente sua moglie disse: "Devo andare, mi raccomando riguardati … "
"Lo farò ma torna presto!"
André l'accarezzo e con voce suadente rispose:" Adesso potrai riposare, visto che sarò via!"
Si strinse a lui e disse: “Lo sai benissimo che mi mancherai! ... Non farmi aspettare, ti voglio con me.”
André la baciò con ardore, la strinse ancora e allontanandosi appena, sussurrò: “Tornerò da te prima possibile! ... Ti amo ... Su, adesso non prendere freddo e torna a letto.”
"André sei strano ... sicuro che vada tutto bene?"
"Ma certo amore mio! Su ... non prendere freddo!"
"Tanto ormai non riuscirò a dormire!"
L'accarezzò e le diede ancora un bacio e prima di tirare a sé la porta, mormorò:" A presto amore mio!"

Oscar sentì i passi allontanarsi lungo il corridoio, avanzò verso il balcone, alzò la tenda, lo vide salire sulla carrozza che si allontanava dalla tenuta.
Tirò giù le tende, mormorò: "André, mi stai nascondendo qualcosa, ne sono sicura!"
 
 
"Durante il tragitto il Generale disse:"Spero che Oscar non si sia insospettita!"
"Generale, Oscar anche se ha abbandonato il servizio militare, rimane pur sempre un soldato."
" Vuoi dire che sospetta?"
"Non esattamente ma mi ha chiesto più volte perché questa decisione improvvisa di tornare a Parigi!"
"Cosa le hai detto?"
"Ciò che abbiamo asserito in questi giorni, nulla di più!"
" Hai fatto bene, non voglio che nel suo stato si preoccupi."
"Sissignore, avete ragione! ... Dobbiamo risolvere la questione con Bouillé, non voglio assolutamente che mia moglie abbia un confronto con quello squilibrato."
"Hai ragione! ... Desidero che mia figlia non abbia problemi di nessun genere."

Le carrozze si fermarono davanti al palazzo Jarjeyes, i viaggiatori scesero, furono accolti dai due servitori che appena videro Andrè esclamarono: “Andrè figliolo, come sta la nostra Oscar e i bambini?”
“Bene, bene Marie! rispose mentre i due entrarono in casa.
Marie incalzò felice: “Non vi aspettavo, preparo immediatamente le camere …”
Il Generale ribatté: “Non preoccuparti Marie, fa pure con calma! ... André, vado a cambiarmi poi andrò immediatamente da Boulliè.”
“Signore, io verrò con voi.” “Andrè, ti ho già detto che voglio parlare da solo con Buoillé.”
“Generale, molto probabilmente ci sarà anche suo figlio o suo nipote, non voglio che andiate da solo ..."
"Ma André..."
"Generale, Oscar è vostra figlia e vi capisco ma desidero che comprendiate il mio stato d'animo. Oscar è mia moglie è ho tutto il diritto di difenderla. ”
Augustin fece un profondo respiro, mormorò: “Hai ragione! E' giusto che venga anche tu.”
 

  Poco dopo Augustin e Andrè partirono per il palazzo del Generale Boullié.
 
 
 
“Auguro a tutti i miei amici lettori un Buon Lunedì dell’Angelo. Auguri!”

Ritorna all'indice


Capitolo 64
*** Ritorno a Parigi ***


Ritorno a Parigi  
 
Un tocco e ancora un altro.
Un servitore aprì il portone.

“Sono il generale Jarjayes, devo vedere immediatamente il generale Bouillè!”
“Un momento signore, vado ad annunciarvi.”

Augustin e Andrè aspettarono all'ingresso scrutandosi nervosamente mentre il servitore si allontanava in tutta fretta.

Bouillè assorto dalla lettura, era seduto in poltrona davanti al camino quando udì dei passi.
“Signor generale avete visite.”
“Bouillè alzò lo sguardo e domandò: “Di chi si tratta?”
“E' appena arrivato il generale Jarjayes, ha chiesto di voi.”
Gli occhi si sgranarono sotto le lenti, chiuse il libro energicamente e ribatté:“Cosa hai detto? Chi è venuto a cercarmi?”
“Il generale Jarjayes, Signore ed è in compagnia di un giovane.”
“Non è possibile! Jarjayes ha avuto il coraggio di venire qui a casa mia! Ma cosa vorrà?!”
“Non lo so Signore ma ha chiesto di voi!”
Bouillè si alzò dalla sua poltrona e guardando verso la porta, ribatté: “Fallo passare.”
"Sissignore!" il servitore raggiunse l’ingresso, disse ai due visitatori: “Il generale vi attende, prego da questa parte.”
L’uomo accompagnò i due ospiti, percorsero l'ingresso fino ad arrivare nella sala principale.
Il generale e André erano al cospetto di Bouillè.
I due furono accolti dal sorriso beffardo e ironico dell'uomo che chiosò: “Se sei venuto a cercarmi, significa che ti è successo qualcosa di grave! Forse vuoi chiedermi clemenza per un altro membro della tua famiglia?”
“Bouillè, non è il caso che tu faccia dell'ironia. Debbo parlare con te e con tuo figlio Armand.” “Armand! Si può sapere cosa vuoi da mio figlio?”
“Abbiamo una questione seria da affrontare e lui deve essere presente. So benissimo che vive a palazzo con suo figlio Alexander!”
“Si può sapere cosa diavolo vuoi dalla mia famiglia Jarjayes?!!”
“Non sono stato abbastanza chiaro?!! Voglio parlare con tutti voi immediatamente!”
“Io non riesco a capirti... ma se hai qualcosa da dire fa pure, ti ascolto.” Andrè avanzò e disse: “Non siamo venuti qui per perdere tempo Generale, dobbiamo risolvere una questione importante. Se non volete che accada una tragedia a vostro nipote Alexander fatelo chiamare, altrimenti sarò costretto ad affrontarlo in maniera incivile.”
“Cosa avrebbe fatto mio nipote?”
“Generale, voglio che la conversazione avvenga davanti a vostro figlio.”
“Se avete qualcosa da dire su mio nipote, ditelo a me! ... Evidentemente Jarjayes, non siete a conoscenza che il mio unico figlio è morto la settimana scorsa! ... Era malato da tempo.
Andrè e Augustin si guardarono e quest’ultimo disse: “Non ne sapevo nulla …”
“Non dirmi che ti dispiace che non ti credo! Ormai non siamo più amici da un pezzo e le disgrazie che ci hanno colpito, non possono che farci piacere …” “Io non sono come te, Bouillè, non mi rallegro per le disgrazie altrui. Allora parleremo con te e tuo nipote. Dimmi dov’è?”
“Non lo so! ... Entra ed esce quando vuole senza dar conto a nessuno. Ora ditemi, cosa ha fatto.”
Andrè spiegò: “Mesi fa, si è presentato da mia moglie con la scusa di voler prendere lezione di scherma … ”
“Cosa! Alexander in casa vostra?! Come ha osato mettere piede nella casa di sovversivi?!! Mi state per caso prendendo in giro?" ”
“No signore, è la verità! In realtà non era affatto interessato alle lezioni di scherma, le sue intenzioni erano altre, vostro nipote è venuto con l’intento di importunarla ed è stato cacciato in malo modo.”
"Non è possibile! Con tutte le donne che ci sono, quello scellerato si è rivolto ad una traditrice della corona e come se non bastasse è tua figlia, Jarjayes!!"
" Si, Bouillè, è così. Ma non è soltanto questo il motivo per cui siamo qui..."
"Cos'altro c'è?"
" Alexander presta servizio nella stessa caserma di mio nipote Francois e per qualsiasi motivo trova il pretesto per provocarlo; sono perfino arrivati alle mani! Bouillè ma sai cosa significa per due ufficiali picchiarsi all'interno della caserma?"
"Certo che lo so. Potrebbero andare incontro a provvedimenti disciplinari ..."
"Appunto! Credo che tu mi abbia capito Bouillè!
" E' assurdo!!"
“Si, lo so! Tuo nipote è fuori di sé, vuole vendicarsi di mia figlia perché lo ha cacciato in malo modo..."
"Hai detto che vuole vendicarsi?!"
"Si, hai sentito bene. Quello sprovveduto di tuo nipote pretende di sfidare Oscar a duello perché lo ha respinto in malo modo.”
“Jarjayes, mi rifiuto di crederti. Se ti ha dato di volta al cervello sei pregato di andare via!”
“Ascoltami Bouillè, le nostre strade si sono divise da tempo e capisco che tu reagisca in questo modo ma  quello che mio genero ed io ti abbiamo appena detto che ti piaccia o no, è la verità. Quindi, se non vuoi che accada una tragedia, parla con tuo nipote e spera che la questione si sistemi in maniera blanda, altrimenti dovrà affrontare le dovute conseguenze, mi capisci Bouillé?”

Bouillè si accasciò sulla poltrona e mormorò: “Con tutte le donne che ha a disposizione perché doveva importunare proprio tua figlia?!”
“Perché è un vizioso. Non abbiamo nient'altro da dirci Bouillé ma cerca di risolvere la questione con tuo nipote se non vuoi davvero che accada l'irreparabile!" concluse lasciando il generale avvilito.
I due a passo spedito si incamminarono verso l'uscita quando lo videro arrivare. Alexander appena vide André, digrignò: “Ma cosa fa in casa mia il servitore di quella sgualdrina?”

Bouillè inorridito dalle parole di suo nipote sgranò gli occhi e con forza mise le mani sui braccioli della poltrona e si alzò.

Risentito, Andrè afferrò il ragazzo e con rabbia sferrò un pugno dopo l'altro fino a che il giovane si accasciò sul pavimento.
Il vecchio Bouillè vide suo nipote esanime al suolo, urlò: “LASCIALO STARE, MA NON LO VEDI CHE NON RIESCE NEMMENO A RESPIRARE?!”
Augustin trattenne André per le braccia e disse: “Ora basta, andiamo via!... Bouillé, se questo sprovveduto non vorrà sentire ragioni, mi rivolgerò al Quartier Generale! Farò in modo che venga rimosso dal suo incarico!”
Andrè con il respiro affannato sbraitò: “Sta lontano da Oscar, hai sentito?! E se ti azzardi ancora a provocare Francois, verrò io stesso a cercarti!”
Il generale lo prese per un braccio e trascinandolo con sé disse: "André andiamo via..."

Uscirono ansimanti, mentre il vecchio Bouillè nonostante che suo nipote fosse ancora esanime, lo guardò infervorato e sbraitò: “Tu sei un pazzo. T piace andare a caccia di guai! ... Con tutte le donne che ci sono, possibile che dovevi importunare proprio quella sbagliata?! Tu non sai di chi si tratta! ... Quella donna ha fatto tremare parecchi nobili di Versailles e nessuno ne è uscito indenne..."
Con un fil di voce e sfrontatezza il ragazzo ribatté: “Lo so, me l’hanno detto ed è per questo che la desidero!”
“Lasciala andare, se non vuoi che accada una tragedia! Almeno pensa a tua madre!... Povera donna,  la stai uccidendo con il tuo comportamento. Stasera, sarò io stesso a informarla della tua ultima bravata.” concluse Bouillè fuori di sé.


Il generale e Andrè tornarono a palazzo, ad attenderli c'era Francois.
“Nonno, come è andata?”
“Il padre di quel ragazzo è morto da poco e il Generale Bouillè non ci ha creduto finché non ha visto la reazione di quel pazzo di suo nipote che appena ci ha visti ci ha insultati e Andrè lo ha picchiato! ... E’ un ragazzo privo di buon senso. Francois, rimarremo qui, fin tanto che non risolveremo la situazione."
"Nonno, cosa pensate di fare?"
"Domani stesso mi rivolgerò al Quartier Generale, chiederò che venga allontanato dalla tua caserma e se dovesse ancora importunare te o mia figlia, farò in modo che venga rimosso dall’esercito.”
 
 
Una donna scese dalla carrozza che si fermò davanti alla sartoria di madame Beltran ed entrando chiese a gran voce: “Dov’è la mia amica Louise?”
“Una sarta esclamò: “Che piacere rivedervi, ben tornata madame Rose! Prego da questa parte, vi annuncio immediatamente a madame Beltran …”
“Lasciate stare, non c'è bisogno che mi annunciate, so dove trovarla, immagino che Louise sia nell' atelier!”
“Si, madame.”

La donna in tutta fretta attraversò l’enorme stanza della sartoria per raggiungere l'atelier.

“Louise amica mia, come stai?”
“Ben tornata Rose! Da quanto tempo che non venivi a farmi visita! ... Ma lasciati guardare, sei bellissima come sempre! Su non restare in piedi accomodati!"
"Grazie Louise!" esclamò la donna sedendosi alla poltroncina di fronte all'amica.
" Dimmi, sei riuscita a conquistare il tuo tanto sospirato amore?”
“Sapessi amica mia, purtroppo si fa desiderare!... Ma sono sicura che prima o poi lo conquisterò. Nessun uomo ha mai resistito al mio fascino e ciò che voglio, prima o poi me lo prendo!”
“Rose, forse l’uomo in questione è sposato?”
“Ahimè si, purtroppo!"
"Umm ... se non sei riuscita ancora a conquistarlo significa che è un uomo fedele!"
" Fedele dici! Ma nessun uomo lo è!... Oh Louise dovresti vederlo, è bellissimo! ... Ha i capelli scuri e gli occhi ... ohh vedessi che sguardo! ...Sono verdi, un bellissimo verde che solo a guardarli mi fanno impazzire!”
“Rose, non hai pensato che faccia parte di quei pochi, sposatissimi e fedelissimi alla propria moglie?”
“Può darsi! ... A meno che non voglia farsi desiderare! E se così fosse, ci sta riuscendo benissimo! ... Pensa Louise, lo sogno quasi tutte le notti e non ti dico come! Ma la cosa peggiore e che non desidero nessun altro uomo, solo lui!”
“Dimmi Rose, per caso conosco quest’uomo meraviglioso?”
“Certo che lo conosci! E' il proprietario della fabbrica dove entrambe ci forniamo.”
“Cosa! Ma sei matta?”
“Cos’hai amica mia, perché mi parli in questo modo?”
“Come perché! Ovvio che parli in questo modo! Rose non sei di Parigi, quindi non puoi sapere ..."
"Sapere cosa?"
" Ascoltami, fai prima a levartelo dalla testa..."
"Ma perché? Forse non è un uomo come un altro?"
"Certo che no! Quell’uomo non fa per te!"
" Ma cosa dici! A me nessuno ha mai detto di no."
" Potranno cadere ai tuoi piedi tutti gli uomini che desideri ma lui non lo farà mai!”
“Ma cosa dici amica mia?”
“Ascolta, Andrè non ha occhi che per sua moglie e poi non sai che è stato al suo servizio come attendente..."
"Attendente? Vuoi dire che è stato il suo servitore? Oh ma che fortuna che ha avuto quella donna, beata lei!"
"Lasciami finire e non interrompermi. Dunque, dicevo, quella donna cioè sua moglie è una nobildonna per esattezza una contessa ed è stata Colonnello delle guardie reali di sua maestà.."
"Cosa! Ma stai scherzando?!"
"Assolutamente no! E come se non bastasse, qui a Parigi, è considerata un eroe nazionale …”
“Eroe nazionale! Ma cosa dici? … Perché mai?”
“Ha preso parte alla rivoluzione con i suoi soldati."
"Oh cielo!"
" Non hai forse sentito parlare dei famosi Soldati della Guardia che hanno buttato giù la Bastiglia?”
“Oh mio Dio! Quella donna, un soldato!! Ora capisco la sua freddezza! Louise, ogni volta che la vedo mi fa gelare il sangue! Oh Povero Andrè! ... Mi chiedo come abbia potuto sposare una donna simile! … Oscar Francois un soldato! Ma tu parli sul serio Louise?”
“Non scherzo affatto. Rose, se solo Madame Oscar si accorgesse minimamente che gironzoli intorno a suo marito, sarebbe capacissima di infilzarti con la spada! Non dimenticare che è un soldato e poi tutti dicono che sappia adoperare le armi meglio di un uomo!"
"Santo cielo, non ho parole!"
" Se non mi credi, recati in piazza della Libertà..."
"A fare cosa?"
"E' affissa una targa dedicata a Oscar Francois de Jarjayes e a suoi soldati! Ah dimenticavo, c'è anche il nome di suo marito."
"Davvero incredibile!"
" Va a vedere, così ti renderai conto che stai scherzando con il fuoco! Vuoi un consiglio amica mia? Trovatene un altro se non vuoi passare a miglior vita!”  
"Tranquilla Louise, non sarà quella donna a fermarmi. Comunque, ho deciso di recarmi in Piazza, la mia è solo curiosità, nulla di più!"
"Come vuoi, quindi non mi resta che augurarti buona fortuna!"
" Grazie ma non ne avrò bisogno, vedrai che quell'uomo sarà mio!" disse lasciando la sartoria.
"Se ne sei davvero convinta fa pure ma sta attenta!"


Incuriosita dal racconto della sua amica Louise, Rose si fece lasciare dal cocchiere in prossimità della Bastiglia, percorse le vie a fino a raggiungere "Piazza della Libertà."
Dopo aver letto la targa, esclamò: "Allora è tutto vero! Incredibile, assolutamente incredibile!”
Esterrefatta, camminò per le vie, passò davanti a una locanda e le parve di intravedere Andrè, sbirciò all’interno cercandolo con lo sguardo.
“Ehi Andrè, lì fuori, c’è una dama che ti sta osservando da un bel pezzo!”
“Ma cosa dici Rosserò?”
“Io cosa dico? Guarda là ma fai attenzione Andrè, non dimenticare di aver sposato il nostro comandante! Ah ah ah ...”
André cercò con lo sguardo la donna che appena la vide, mormorò: “Oh no … anche qui.”
La donna con sguardo ammiccante gli fece cenno con la mano invitandolo a seguirla.
L'amico divertito ribatté:"Non ci posso credere! Allora vuoi davvero sfidare il nostro comandante! Ah ah ah .."
Andrè ignorò il commento, lasciò qualche moneta sul tavolo e disse:"Amici, spero di rivedervi quanto prima!"
Il primo rispose: “Si, certo, sempre che il comandante Jarjayes ti lasci in vita! Ah ah ah ..."
"Un secondo continuò: "André, non dimenticare chi hai sposto! Se non vuoi rimetterci la pelle, sta attento! Ih ih ih ....”


Andrè uscì dall'osteria e tono grave disse: ”Buongiorno madame Rose!"
"Buongiorno a te André, passavo qui per caso e vi ho visto ..."
"Si, certo! ... Madame scusate la mia sfacciataggine ma ho avuto l'impressione che mi stavate aspettando o sbaglio?”
“Ma no! Come ho detto poco fa, ti ho visto nell'osteria e desideravo salutarti, tutto qui!”
“Bene, lo avete fatto, adesso scusatemi, devo andare.” disse voltandosi.
"No ... aspettate!" rispose la donna prendendogli la mano.“No, aspetta Andrè, è mai possibile che mi debba trattare con tanta freddezza? Ho fatto forse qualcosa di sbagliato?"
"Madame, i nostri rapporti sono esclusivamente di lavoro, quindi non avete fatto nulla di sbagliato."
"Oh André, tu mi piaci, mi piaci molto e non voglio una semplice un’avventura! ... Guarda, non te lo sto dimostrando in questa pubblica piazza davanti a tutti? ... Ti voglio André!”
Andrè con stizza, ritirò la mano e con freddezza, ribatté: “Sono felicemente sposato madame ed io ricevo i clienti solo per soddisfare le loro consegne e non per soddisfare le loro … prestazioni. Ho inteso madame?”
Rose avvampò e si copri il viso con il ventaglio mentre André si allontanò.
“Non sei altro che un volgare servo al sevizio di una donnetta aristocratica. Il nostro rapporto di lavoro termina qui.”
Andrè arrestò il passo si voltò e guardandola negli occhi scandì: “Benissimo madame era tutto ciò che volevo sentirmi dire!”
"Siete un villano!" rispose scaraventando a terra il ventaglio.
Gli amici di Andrè che nel frattempo uscirono dalla taverna assistettero divertiti alla scena e risero sguaiatamente. Uno di loro  incalzò: “Accidenti ad Andrè, un altro al suo posto non si sarebbe fatto scappare una dama tanto deliziosa! Ah ah ah ...”
“Un secondo continuò: “Ah ah ah dobbiamo riconoscere che il nostro Comandante ha addestrato alla perfezione il nostro Andrè! Ah ah ah ...”
La donna sentendosi schernita, salì in tutta fretta sulla carrozza e partì.
"Ah ah ah ah ... André, quella donna non aspettava altro che una notte di sfrenata passione e tu hai avuto il coraggio di rifiutarla!" Un terzo incalzò:"Secondo me, nessuno le ha mai detto di no, altrimenti non avrebbe reagito così! André per rifiutarla in quel modo significa che il comandante è una donna fuori dal comune!" André sorrise e rispose:" Vi assicuro che la mia Oscar, lo è!"



Le parole usate da Andrè a madame Rose, mi sono state suggerite da Francois 79.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 65
*** La richiesta del Generale ***


 
La richiesta del Generale  
 


Erano passati cinque giorni da quando Andrè era partito per Parigi.
Dalla finestra del salone, Oscar osservava la neve cadere copiosa, il suo sguardo si posò sugli alberi imbiancati, il suo pensiero era distante...



"Credo che André mi stia nascondendo qualcosa. Ma cosa? Prima di partire era strano, il suo sguardo era sfuggente, lui non si è mai comportato in questo modo! ... Anche mio padre negli ultimi tempi era strano ... cosa mi stanno nascondendo?" sussurrò allontanandosi dalla finestra mentre il suo sguardo cadde sui legni scoppiettanti che ardevano nel camino.
Le risate dei bambini, l’esclamazione felice di Margherite distolsero i suoi pensieri.
“Oscar, guarda Gabriel, cammina da solo!”
"Cosa!" mormorò alzando lo sguardo che si illuminò quando vide Gabriel andarle incontro timidamente.
Oscar si accoccolò, tese le braccia e aspettò il piccolo che la raggiungesse.
“Sei stato bravissimo Gabriel! Farai una bella sorpresa al tuo papà! esclamò stringendolo a sé.
Poco dopo anche Aurora raggiunse la sua mamma gattonando che arrampicandosi alle sue vesti protestò.
“Sta attenta bambina potrebbero farti male!" esclamò Nanny prendendo con sé la piccola mentre Margherite allontanò Gabriel dal suo grembo.
Oscar avvertì una lieve fitta, si alzò lentamente e si sedette sul divano davanti al fuoco.
Marguerite le disse: "Fa piano Oscar ..."
"Oh madre, i miei movimenti sono lenti!"
"Ormai non manca molto, abbi pazienza..."
Dei passi e nel salone fece il suo ingresso Adeline.
“Madame, il pranzo è in tavola.”
“Adesso arriviamo, grazie Adeline!" rispose Margherite.
 
 
Nel tardi pomeriggio, Andrè e Augustin furono convocati al Quartier generale, a riceverli c'era il generale supremo che appena li vide gli andò incontro.
“Prego signori accomodiamoci …”
"Grazie Generale!" rispose Augustin.
Il Generale supremo incalzò: “Mi dispiace, avervi fatto attendere diversi giorni ma sono appena rientrato a Parigi. Ditemi, generale Jarjayes in cosa posso aiutarvi!”
“Devo chiedervi un favore personale generale Dufour ...”
“Di cosa si tratta generale Jarjayes?”
“Vedete, nella caserma della Guardia Nazionale della compagnia B, c'è un giovane ufficiale che sta rendendo la vita difficile a mio nipote se non che Comandante della caserma stessa. E come se non bastasse minaccia anche l’incolumità di mia figlia Oscar …”
“Come dite Jarjeyes, vostra figlia?
“ Vedete, tempo fa, questo giovane si è presentato da mia figlia con il pretesto di prendere le lezioni di scherma, in realtà, i suoi intenti erano altri, non so se mi spiego!”
“Vi siete spiegato benissimo Generale Jarjayes. Voi sapete che per la vostra famiglia farei qualsiasi cosa, vi aiuterò senza esitazione ma prima ditemi di chi si tratta.”
“ Alexander Bouillè …”
“Il nipote del mio predecessore?”
“Si, proprio lui.”
“So che il giovane Bouillè presta servizio nella Guardia Nazionale dove vostro nipote è il comandante della caserma!”
Intervenne Andrè: “Questo è un altro grosso problema generale Dufour, infatti Bouillé si accanisce contro Francois per arrivare a mia moglie e in svariate un occasioni hanno discusso violentemente, arrivando addirittura alle mani. Generale, vi preghiamo di intervenire ma senza inasprire ancora di più gli animi, visto che il giovane Bouillè vuole sfidare a duello mia moglie che al momento è all’oscuro di ogni cosa.
Augustin continuò: "Vorremmo evitare ulteriori problemi cominciando dall’ allontanamento dei due giovani.”
Il generale Dufour si passò la mano sul mento, esclamò: “E’ un bel problema! Il giovane Bouille non gode un ottima fama, mi hanno riferito che passa le serate in luoghi molto discutibili ed è un attaccabrighe!... Sinceramente trasferirlo in un'altra caserma non lo trovo appropriato …”
Il generale Jarjayes strinse i pugni e batté sul tavolo “Maledizione! Cosa facciamo?”
Dufeur rispose: “Calmatevi Generale Jarjayes, troveremo una soluzione! Ascoltatemi, si è congedato da poco il Comandante che prestava servizio alle Tuilleries, era addetto alla sorveglianza dei sovrani..."
"Volete dire ..."
"Si, Jarjayes! Propongo di trasferire vostro nipote alle Tuilleries dopo tutto, è un incarico più tranquillo e avanzerebbe di grado lasciando quel posto malsano a Bouille’! Cosa ne pensate?”
Se non vi dispiace Generale Dufeur preferirei parlarne prima con mio nipote.”
"Bene, fatemi sapere quanto prima!"
"Grazie Generale!"
Generale Jarjayes, se non riuscissimo a risolvere la questione allontanerò immediatamente Bouillè… magari mandandolo ai confini del paese o peggio ancora lo sbatto fuori dall’esercito. Non permetterò a nessuno di molestare la vostra famiglia e tanto meno il colonnello Oscar Francois de Jarjayes."
André rispose: “Vi ringrazio Signor Generale! Oggi stesso parleremo con Francois.”
“Signor Grandièr, è il minimo che possa fare per il Colonnello Oscar!”
“Grazie Generale!”
 
 
 
 
Palazzo Jarjayes


“E’ questo è quanto Francois, cosa ne pensi?”

“Nonno, sorvegliare i sovrani non è cosa da poco, è una grande responsabilità. E poi non mi interessa avanzare di grado, dopo tutto ho ricevuto più di quanto meritassi. Nonno, se zia Oscar è stata in grado di dipanare il lavoro che sto svolgendo, non vedo perché, non possa farlo io.
Il generale ribatté: “Credo che tu abbia ragione, è giusto che sia Bouillè a lasciare il comando, oltre tutto è arrivato dopo di te. Chiederò a Dufrou di allontanarlo, di mandarlo altrove! ... André sei pensieroso, cosa ti succede?”
“Signore, penso a Oscar … se sapesse tutto questo, avrebbe sicuramente da ridire. Anche se Oscar ha cambiato genere di vita, sappiamo entrambi che in fondo è rimasta la stessa di sempre..."
"Cosa vuoi dire André?"
"Generale, temo che possa scoprire ogni cosa e in tal caso verrà fuori la sua antica ribellione.”
“Nonno, lo zio ha ragione ...come reagirebbe zia Oscar se lo scoprisse?”
“ Non è necessario che lo venga a sapere, non voglio che metta a repentaglio ancora la sua vita, mi sono spiegato?”
“Non è più una ragazzina Signore e poi quando si mette in testa una cosa non c’è nessuno che la convinca del contrario. Cosa accadrebbe se un giorno Bouillè dovesse trovarsi faccia a faccia con lei?!”
Augustin con tono teso replicò: “Andrè, per il momento Oscar va protetta poi si vedrà!... Dobbiamo fare in modo che non le succeda nulla!"
 
 
 
Il giorno dopo


“Allora Generale Jarjayes, cosa ha deciso vostro nipote al riguardo?”
“ Generale Dufrou, mio nipote non vuole rinunciare al suo incarico. Generale, so perfettamente che mandare via dall’esercito Bouillè significherebbe inasprire ancora di più la tensione che è venuta a crearsi...”
“Capisco Jarjayes! ... L’unica soluzione è quella di allontanarlo. Dopo domani partirà un reggimento per una missione ..."
"Qual'è la destinazione?"
"Il luogo in questione si trova tra i confini francesi e quelli italiani. E poi sappiate che ho ricevuto troppe lamentele su Bouillè, questa è l’occasione giusta per allontanarlo almeno per qualche mese! ... Grandièr, spero che vi riteniate soddisfatto della mia decisione!”
“Pur di proteggere mia moglie mi sta bene. Vi ringrazio Signor Generale!”
 
 
Andrè e Augustin lasciarono la sede militare, quest’ultimo disse: “Ti sei ammutolito Andrè, non hai detto una sola parola da quando abbiamo lasciato il Quartier Generale...”
“Signore penso a …”
“A mia figlia, vero? … Non preoccuparti! .... Certo, se lo verrà a sapere, si arrabbierà ma poi le passerà. Ciò che mi preme adesso e che stia tranquilla e porti alla luce mio nipote senza problemi!"
"E ciò che desidero anch'io ed è per questo che non le ho detto nulla e poi non voglio che mia moglie accetti alcuna sfida ..."
"Figliolo, ti capisco e hai ragione! Ma adesso non pensiamoci più! ... André, dobbiamo andare in un posto!”
“Dove signore?”
“Ho chiesto e ottenuto il permesso di far visita ai sovrani, ci stanno aspettando, andiamo!”
 
 
Alle Tueilleries
 
Dopo aver mostrato il lascia passare alle guardie, Andrè e Augustin furono scortati lungo i corridoi del palazzo, fino a raggiungere l’alloggio dei sovrani.
La porta si spalancò, Re Luigi esclamò: “Generale, Andrè, siamo felici di rivedervi!”
Il Generale ribatté:"Anch'io maestà!"
La regina continuò: "E' passato tanto tempo dall'ultima volta che siete venuto a trovarci con madame Margherite! ... André, ho saputo che a breve Oscar avrà un altro bambino ma dimmi come sta?”
" Bene Maestà! Oscar è impaziente che nasca il bambino per tornare alla vita di sempre ..."
"Immagino che la mia cara amica si senta repressa, è abituata a cavalcare e a tirare di spada. A volte mi chiedo come sia riuscita a cambiare così radicalmente la sua vita!... Dimmi André tra quanto tempo nascerà il piccolo?" Il re intervenne: “Ma Signori, accomodiamoci, non rimaniamo in piedi.”
“Grazie maestà! ... Oscar sta bene e il bambino nascerà tra circa due settimane.”
Maria Teresa disse: "Che bello! Andrè, quando madamigella Oscar tornerà a Parigi,promettetemi che verrete a farci visita e porterete con voi i vostri bambini, desidero tanto rivederli!"
“Ma certo, Principessa! Torneremo per la prossima estate.”
Luigi domandò: “Dimmi Andrè, come vanno le cose ad Arras?”
“Bene maestà!La produzione è in continuo aumento quindi, ho assunto altri trenta operai ma a brave assumerò altro personale.”
“Mi fa davvero piacere Andrè!... Non avrei mai immaginato che un giorno voi e Oscar avreste cambiato le vostre vite e ... le sorti di Arres.”
La regina aprì un cassetto di un armadio e tirò fuori una scatola, lo porse ad André e disse: " E' un dono per il vostro bambino..."
"Un dono! Ma .. maestà..."
" E' un vestitino. E' appartenuto al mio Charles.”
“Vi ringrazio maestà ma non dovevate.”
“Assolutamente Andrè, desidero che lo indossi il figlio della mia più cara amica. ”
“Grazie ...”
"André, portale i miei saluti e ditele che l'aspetto."
"Certo maestà, riferirò!"


Augustin e Andrè si congedarono dalla famiglia reale ma prima di lasciare le Tuilleris furono perquisiti minuziosamente.
 
 
 
Arras  12 GENNAIO 1791
 
Stretta nel suo cappotto, Oscar passeggiava nel giardino .
Era irrequieta, i suoi pensieri erano rivolti ad André.

“Accidenti Andrè, dovevi essere a casa già da qualche giorno e invece non sei ancora tornato! ... Sono sicura che tu e mio padre mi state nascondendo qualcosa! … Pensano davvero di prendermi in giro?!!" sussurrò mentre Marguerite la raggiunse.
“Oscar …” –
"Cosa c'è madre?"
“E' già da un po’ che sei qui in giardino..."
"Madre sento il bisogno di muovermi. Ma guardatemi, negli ultimi giorni in mio ventre è diventato più grande..."
"Mi pare ovvio figlia mia, ormai sei prossima al parto! Su, entriamo in casa, fa molto freddo ... non vorrei che ti ammalassi.”
“Non me lo ricordate madre, magari il bambino verrà al mondo mentre suo padre è a Parigi e non ha alcuna intenzione di tornare!”
“Ma cosa dici Oscar!? Se non ci fosse un valido motivo, Andrè non ti lascerebbe mai da sola, soprattutto in queste condizioni...”
“Appunto madre! ... Non faccio che ripetermelo anch’io! André mi ha detto che doveva acquistare dei materiali ma non è così, lo so, lo sento.”
“Oh smettila Oscar, e mai possibile che tu debba ragionare come un soldato?”
“Madre, dimenticate che io sono un soldato. E poi non conosco  altro modo di pensare!”
Margherite le mise il braccio intorno alle spalle e con tono dolce e soave continuò: “Su adesso rientriamo, fa davvero freddo, non devi ammalarti!”

Pensò: “André, se non mi dirai il vero motivo della tua partenza, giuro che te la farò pagare!”

 
 
Palazzo Jarjeyes  13 Gennaio 1791

Era sera, Francois era appena tornato dalla caserma. Prima di rientrare nella sua depandance, si recò da suo nonno che cenava in compagnia di André . 

“Buona sera nonno, buona sera zio!”
Augustin rispose: “Buona sera Francois! ... Dimmi, è partito?
“Si nonno, Alexander Bouillè è partito ma prima è venuto nel mio ufficio...."
"Cosa voleva?"
" Mi ha detto di riferirti che prima o poi tornerà ....”
Andrè strinse con forza il tovagliolo e ribatté: “Evidentemente la lezione non gli è bastata.”
“Zio non dare peso alle sue parole. Bouillé è un vigliacco, altrimenti ti avrebbe affrontato, anziché venire da me!”
“Ti ha aggredito?”
“ No. Ma era furioso, perché è stato mandato ai confini  italiani.”
“Signor Generale, adesso che Bouillè è partito, domani mattina torno ad Arras.
“Si, ormai abbiamo risolto il problema e non abbiamo più motivo di rimanere qui. Domani mattina partiremo.”
“Nonno …”

“Cosa c’è Francois?
“Riferite a mia nonna e alla zia Oscar che ad Agosto darò una festa a palazzo Jarjayes.."
"Festa! Cosa succede?"
"Nonno, desidero che si riunisca nuovamente la famiglia.”
“Non capisco, spiegati!”
“ Nonno a breve avrete il vostro primo pronipote!”
“Oh ma ... Sono davvero felice! Francois mi hai dato una grande gioia!”

André concluse: “L’estate prossima verremo senz’altro. Auguri Francois!”
"Grazie..."  
 
Il giorno dopo, André era a cassetta, guidava la carrozza dei Jarjayes che intraprese il viaggio per Arras.



"Non vedo l'ora di tornare dalla mia Oscar ... e poi desidero tanto riabbracciare i miei bambini! ... Oscar quanto mi manchi!" urlò lanciando i cavalli." AHHHH ... FORZA BELLI CHE TORNIAMO A CASA!"
  Augustin che viaggiava all'interno della vettura, avvertiva l'impazienza di André di tornare a a casa, che  senza rendersene conto tirava i cavalli al galoppo, facendo così, sobbalzare il Generale che era all’interno alla carrozza.
“Accidenti  Andrè non è il caso che abbia tutta questa fretta, Arras non scappa! Ah ah ah ....."



Alexander Bouillè è finito in un posto tanto remoto, dietro suggerimento di Aizram-g.

Ritorna all'indice


Capitolo 66
*** I sospetti di Oscar ***


Arras

“Andrè sei tornato!”
“Joland, dov’è Oscar?”
“E’ in camera sua, credo che stia riposando.”
"I bambini?"
"Lo sai che questa è l'ora del riposino!"
"Vado da mia moglie! Ahh Joland .. per favore ti dispiace preparare una torta?"
"L'ha preparata tua nonna stamattina..."
André sorrise e sussurrò: "La mia dolce nonnina! ...Bene più tardi verrò in cucina per mangiarne un pezzo!" disse precipitandosi per le scale.

I passi veloci di André fecero destare Oscar dal sonno e tirandosi su con fatica sussurrò: “Ma cosa sta succedendo! Chi sta correndo in questo modo?!”
La porta si spalancò, André le era di fronte, la guardò con tenerezza e con voce roca sussurrò: “Oscar …”
“André finalmente sei tornato! …”
"Si, sono qui, amore mio, quanto mi sei mancata!" rispose avventandosi sulla sua bocca perdendosi in un bacio lungo e appassionato.
  “A … aspetta Andrè ... non respiro …”

"Si, si, hai ragione ma voglio che mi baci ancora ...." disse avventandosi nuovamente sulla sua bocca.

“ Oscar ... ma ... il tuo ventre è cresciuto!”
“Cresciuto? Io direi che è diventato enorme! ... André, negli ultimi giorni faccio fatica anche muovermi e come se non bastasse, sono costretta a passare quasi tutto il tempo sdraiata a letto perché ho le caviglie gonfie! Oh André, è davvero terribile rimanere immobile senza fare nulla, non vedo l’ora di …”
"Cosa c'è Oscar, perché mi guardi in questo modo?"
"Grandièr, cosa stai tramando alle mie spalle?”
"Cosa!!"
“Andrè confessa, cosa sta succedendo?”
“Ma ... è mai possibile che tu debba sospettare in continuazione?!"
"Io non sospetto nulla perché sono convinta che è accaduto qualcosa e tu non vuoi dirmelo!"
"Oscar, mi sono intrattenuto a Parigi con tuo padre perché doveva sistemare delle pratiche e poi non solo ho acquistare della materia prima per la fabbrica ma ho anche approfittato per salutare i nostri amici!... Ahh dimenticavo, sono stato al palazzo delle Tuelleris! Comandante siete soddisfatta del rapporto che vi ha fatto il vostro subalterno? Ah ah ah ...”
“Non scherzare Grandier!"
"Ma io non scherzo affatto! Ti ho solo raccontato ciò che tuo padre ed io abbiamo fatto a Parigi."
"Dunque, siete stati alle Tuelleris....”
“Si. Tuo padre ed io ci siamo andati l'altro giorno..."
" Dimmi come stanno i principini?"
"Tranquillizzati Oscar, stanno bene ... Maria Teresa freme all'idea di rivedere i nostri bambini ed io le ho promesso che per l'estate prossima andremo a farle visita con la nostra piccola tribù! Ih ih ..." “Piccola! Tu la chiami piccola? Probabilmente avremo un terzo figlio.  E poi non possiamo scartare la possibilità che possano essere anche due!”
Andrè appoggiò la mano sul suo ventre, disse: “Il dottore ti ha visitata?"
"Certo che si ..."
"Cosa ti ha detto?”
“Sembrerebbe che sia un soltanto, forse un poco grande ma chi può dirlo con certezza!" disse guardandolo negli occhi." Sei per caso deluso Grandièr? Desideravi che anche stavolta fossero due?”
" Ma cosa dici! E poi abbiamo tutto il tempo per averne un altro!”
“Cosa! Non c’è dubbio André, sei impazzito!”
"Ah ah ah ... Su non ti arrabbiare! ... Oscar, la regina ha donato un vestitino al piccolo che nascerà."
"Un vestitino!"
"Si, era del principe Charles. E' nel bagaglio riposto in una scatola. Oscar, dove sono le piccole pesti?”
“Nella loro camera, stanno dormendo …”
“Desidero vederli …”disse precipitandosi nella stanza dei piccoli.
Oscar si alzò lentamente dal letto e lo raggiunse. Vide André contemplare i suoi piccoli e disse: “Gabriel ha in serbo una sorpresa per te.”
“Hai detto sorpresa? Non capisco...”
“Lo vedrai non appena si sveglierà! André, è meglio tornare nella nostra camera, non vorrei che si svegliassero.”
 
André le mise il braccio intorno ai fianchi e disse: " Si, meglio che dormano, andiamo!"


"André, ho bisogno di sdraiarmi nuovamente, non so perché ma oggi faccio davvero fatica a muovermi."
"Aspetta Oscar ti aiuto! ... Ecco così! ... Adesso mi adagio accanto a te!! ...... Vieni qui, lasciati abbracciare." disse stringendola a sé.
"Quanto mi sei mancato!"
"Anche tu amore mio!" sussurrò posandole un piccolo bacio sulla nuca." Raccontami Oscar, cosa hai fatto in questi giorni?”
“Io?! Cosa potrei raccontarti a parte le caviglie gonfie e il bambino che non mi lascia dormire perché non fa altro che muoversi e poi chi è andato a Parigi sei tu, quindi racconta! Su ... sto aspettando Grandier!”
“Sentiamo, cosa vuoi che ti dica?”
“Tutto! Voglio sapere la verità, perché sei andato a Parigi?”
“Non è possibile! Sei sempre così sospettosa! Perché pensi che ti abbia mentito?”

“Non sono sospettosa, lo vedo, lo sento! Tu non riesci a nascondermi nulla ... te lo leggo in faccia Grandièr ma se non vuoi dirmelo non importa, tanto prima o poi lo scoprirò!”
“Ah ah ah ... Non cambierai mai! Comunque qualcosa ho da dirti, abbiamo perso un ottimo cliente …”
"Un cliente! Ma di chi stai parlando?"
“A Parigi ho incontrato una persona o meglio è lei che ha trovato me."
"Spiegati!"
"Dunque, ero in osteria con i nostri  compagni quando ho visto la nostra cliente sull'uscio della porta …”
“Immagino che tu stia parlando di madame sgualdrina, vero Andrè?”
“Oscar! Non ti riconosco più, ma cosa dici!”
“Dico ciò che penso Andrè! Quella donna non aspetta altro che portarti nel suo letto, anzi, cosa dico, in un letto o in un pagliaio, l'importante che le faccia compagnia!”
“Ma … ma …”
“Ma niente Andrè! Quella donna sta aspettando  pazientemente che tu l’accontenti!"
"Oscar sei irriconoscibile!"
" Bada Andrè…”
“Io non ho ancora finito e tu già stai tirando le conclusioni!”
“Non è di lei che stai parlando?”
“Si ... ma lasciami finire …”
“Allora va pure avanti, ti ascolto.”
“Dunque ... io nemmeno l'avevo vista, sono stati i miei compagni a notare la sua presenza…”
“E poi?”
“Ti prego, se mi guardi in questo modo non riesco a parlare."
"Non capisco in quale modo ti stia guardando. André, è forse una scusa per non dirmi tutto?"
"Ma cosa dici! Ti prego, non agitarti!"
"Ti prometto che non mi agiterò ma tu parla."
"... Ecco ... mi ha ... detto di ….”
“ Su Andrè, continua …"
" Oscar mi ha detto ... si insomma .. credo che tu abbia capito benissimo ...."
" Certo che ho capito, però preferisco che me lo dica tu.”
“Oscar! Non ti facevo così .... ”
“Così come?”
“Ti piace infierire, non è vero? …”
“ Assolutamente Andrè! Voglio solo che tu mi racconti cosa ti ha detto e cosa le hai detto.”
“Non ci posso credere che tu sia la mia Oscar …”
“Taglia corto Andrè, su sbrigati, sto aspettando.”
“E va bene! … Mi ha detto che non voleva una semplice avventura con me ma un rapporto serio e duraturo."
Oscar si alzò bruscamente dal letto, strinse i pugni e guardandolo in malo modo, digrignò: “Cosa!! Non ci posso credere!... No, ma che dico, ci credo eccome! Una donna simile non fa alcuna distinzione! Ricordi la Du Barry?"
"Ahh no, ti prego, non vorrai paragonare madame Rose alla Du Barry?"
"André a corte ne abbiamo viste tante di donne come lei ..."
"Mi fai paura ..."
"Basta tergiversare, avanti, dimmi, voglio sapere cosa le hai risposto?”
Andrè sorrise, le si avvicinò, l'abbracciò e con tono misurato, sussurrò: “Ehi, ehi, calmati! Vedi come reagisci!? Vai su tutte le furie per un nonnulla …”
“Ma ti rendi conto di ciò che dici Andrè? Mi hai appena detto che madame sgualdrina ti ha proposto di diventare il suo amante  e dovrei non andare su tutte le furie?!”
“Lo vedi! Calmati potresti fare male al piccolo.”
“Sto benissimo Andrè, sono incinta non malata! E poi non mi hai ancora raccontato cosa le hai detto!”
“Cosa vuoi che l'abbia detto…”
“Non lo so, dimmelo!”
“ Se non mi lasci parlare, come posso!... Le ho detto che sono felicemente sposato e ricevo i clienti solo per soddisfare le loro consegne, non le loro prestazioni."
"Lei?!"
"  Non l’avessi mai detto, si è arrabbiata e … e …”
“E .... ”
“Mi ha insultato, dicendomi che sono il servo di un’aristocratica …”
“ Maledetta!!! André sei proprio sicuro che le hai parlato in questo modo?”
“Perché dovrei mentirti?”
“Non lo so!... A questo punto non capisco più niente. Cos'altro ti ha detto? ”
 “Che il nostro rapporto di lavoro è terminato.”
“Ahh finalmente! Meglio per lei, perché se mi dovesse capitare  a tiro …”
“Ti assicuro che non si farà più vedere.”
“Buon per lei, se non vorrà fare una brutta fine!”
“Andrè la prese tra le braccia, e disse: “Non ti facevo tanto bellicosa per amor mio.”
“Mi stai prendendo in giro Andrè?!!”
“Non ho nessuna intenzione di rischiare con te, visto che in questo momento sei troppo arrabbiata! Hai lo stesso atteggiamento di quando eri bambina. Ricordi, eri prepotente e volevi sempre l’ultima parola! Ah ah ah ... ”
Una vocina interruppe la discussione: “Mamma!”
“André, è Gabriel, vai a prenderlo!"
" Tranquilla ci penso io!"

"Andrè raggiunse il piccolo nella camera accanto, lo prese in braccio e disse: " Ciao piccolino, vieni dal tuo papà!! Come sei cresciuto in questi giorni! ... Sei diventato anche più pesante! ... Su dai un bacio al tuo papà ...."
André tornò in camera da Oscar, si sedette sul divano con in braccio il piccolo che si dimenava.

"Oscar, Gabriel vuole venire da te ..."
"Lascialo andare, tanto sa come raggiungermi."
"Oscar, ma vuole che gli lasci la mano..."
"E tu, lasciaglielo fare."
"Come!!"
"Hai sentito benissimo Andrè, lascialo andare da solo."
"Ma Oscar ..."
"Lascialo André, vedrai che bella sorpresa che ti ha preparato tuo figlio!"
"Vuoi dire che cammina da solo? ..."mormorò sciogliendolo dal suo abbraccio.
"Si."

André lasciò la sua mano, vide Gabriel camminare a passo incerto e raggiungere la mamma.
“Oscar ma …”
“Te l’avevo detto che Gabriel aveva in serbo una bella sorpresa per te!”

 
L’indomani in fabbrica Andrè ricevette una visita.
“Alain che sorpresa! Come mai da queste parti amico?”
“Ero in pensiero per te, cosa è accaduto a Parigi?”
“Vieni Alain, andiamo in ufficio che ti racconto.”
 

Dopo che André spiegò ogni cosa, Alain mormorò: “E così, nonostante che tu l’abbia dato una sonora lezione, quell'imbecille di Bouillè ha avuto ancora il coraggio di minacciare?”
“Si, Alain.”
“Un tipo simile non se ne sta buono, c'è da preoccuparsi! André, secondo me devi mettere in guardia il Comandante.”
“Si, lo so Alain! ... Ma intanto voglio che Oscar sia serena visto che ormai mancano poche settimane alla nascita del bambino e poi è già stata troppo la discussione che abbiamo avuto ieri al mio rientro.”
“Discussione! Quale discussione?

“Vedi, lei ha dei sospetti circa il mio viaggio ..."
"André, dimmi in tutta onestà credevi davvero di fargliela sotto il naso? Ricordati che hai a che fare con un soldato ovvero con il temibile Colonnello Jarjayes!"
"Si, lo so. E poi c'è stata anche la faccenda di Madame Rose ..."
"Chi sarebbe questa donna?"
"Una cliente che viene a fornirsi da noi ovvero che veniva ..."
"Veniva? Forse non è soddisfatta del Vostro prodotto?"
"Alain, non si tratta di questo ma di altro ..."
"André, non mi dire che questa donna ti ha proposto di diventare il sua amante?!"
"Già..."
"No, non ci credo!"
"Invece è la verità!"
"Però! Caspita amico!"
"Quindi puoi immaginare come ha reagito Oscar, dovevi vederla, era una furia..."
"Ah ah .. Me lo immagino eccome amico! Andrè meno male che hai liquidato quella ninfomane, altrimenti incinta o no, il Comandante l’avrebbe infilzata!Ah ah ah ...”
“Alain! Come fai, a scherzare su una cosa simile!”
“Ah ah ah ... Scusami amico ma non so più cosa ancora potrà accaderti!”
“Ridi pure Alain, intanto i nostri compagni d’armi che hanno assistito alla scena l’hanno presa in giro. Tu li conosci come sono. E come se non bastasse quella ... madame Rose, mi ha urlato dietro: “Sei solo un servo di una donna aristocratica!!”
“Ah ah ah ... Andrè quella “buona donna” desidera usufruire gli stessi servigi che offri al Comandante! Ah ah ah ..”

"Ah ah ah Alain sei incredibile! Non riesco a immaginarti in municipio!”
“Davvero lo vuoi sapere? Allora ti invito domani a prendere parte al consiglio comunale, ti assicuro che non dovrai pagare alcun biglietto per entrare e goderti lo spettacolo Ah ah ah ..."

Ritorna all'indice


Capitolo 67
*** Il consiglio comunale ***


Il consiglio comunale
 
Era sera, la famiglia al completo era riunita nella sala da pranzo per la cena.
Oscar scrutò severamente il generale, domandò: “Padre come sono andati i vostri affari a Parigi?”
 “Bene Oscar ..."
"Mi chiedo perché Vi siate intrattenuto più del dovuto!"
"Ho impiegato qualche giorno in più perché non erano pronti i documenti che aspettavo.”
“Forse state vendendo delle proprietà?”
“Non vedo perché, dovrei vendere i beni di famiglia!”
“Non ne ho idea! ... Ma è l’unica cosa a cui ho pensato, visto che siete mancato così tanto tempo!”
"... Non so se Andrè, ti ha dato la notizia ..."
"Notizia! Quale?"
"André, quindi nemmeno tu glielo hai detto a tua moglie?!"
"No, Signore, non ne ho avuto il tempo..."
Margherite domandò: "Di cosa si tratta?"
"Emm .. si, scusami Marguerite ma nemmeno io ho avuto modo di dirtelo...”
“André, cosa succede? Perché tutto questo mistero?”
“Oscar, preferisco che sia tuo padre a dare la bella notizia!”
Margherite incalzò: “Ma quanto mistero! Su, avanti Augustin, parla!”
 “Margherite tra non molto avremo il nostro primo pronipote!”

  “Christine avrà un bambino?”
“Si, moglie mia! Il piccolo nascerà a Luglio e per l’occasione, Francois darà una festa a palazzo Jarjeyes, desidera riunire la famiglia.”
“Che bello padre! Sono davvero contenta per loro! E poi avevo pensato di tornare a Parigi per l’estate prossima!”  

L'attenzione del generale andò alla nipotina che era poco distante dalla mamma. Aurora si trascinò sul pavimento fino a raggiungere la sedia dove era seduta Oscar. La piccola si alzò in piedi, lasciò  le manine e a piccoli passi sotto lo sguardo sorpreso di tutti, raggiunse André sibilando: "Papà ..."

La nonna esclamò: “Oh mio Dio!... Andrè, guarda!! Anche Aurora cammina da sola!" …”
Andrè emozionato, raggiunse sua figlia, esclamando: “Su principessa, vieni dal tuo papà.”
 La piccola sorrise e a piccoli passi si gettò tra le braccia del suo papà.

Marguerite esclamò felice: "Come sono contenta, adesso anche Aurora cammina da sola!"  
Oscar sorrise e sussurrò: "I miei bambini stanno crescendo, che emozione!"

 
L’indomani mattina, Andrè si recò al palazzo municipale, ad attenderlo nell'ufficio c’era Alain.

“Buongiorno Andrè.”
“Buongiorno a te, Alain.”
“Su accomodati!”
Andrè si guardò intorno, disse: “Alain, vedo che l'ufficio l'hai sistemato bene, è tutto in perfetto ordine!”
“Ah ah ah ... E’ tutto merito dei miei efficienti collaboratori! Ah ah ... Anche se ci hanno messo un po’ di tempo, ammetto che hanno fatto un ottimo lavoro! Ah ah ah ...”
“A proposito dei tuoi collaboratori, quando sono entrato non li ho visti, forse sono in anticipo?”
“No, invece sei stato puntuale amico! i miei stimati collaboratori sono  nella sala del consiglio e mi stanno già aspettando già da un bel pezzo! Ih ih ih ....”
“Allora non perdiamo tempo, andiamo.”
“Calmati  Andrè, non c’è fretta,  possono tranquillamente aspettare! Ah ah ah ....”.
“Li tratti sempre così?”
“Amico mio, forse hai dimenticato lo scherzetto che mi hanno fatto?”
“No, certo! Però ammettilo, ciò che è successo è servito a qualcosa, o sbaglio?”
“Si ... è vero Andre! ... Mi sono reso conto che Alice è molto importante per me! .... La vita è davvero strana amico ... solitamente una persona prima si innamora e poi si sposa, invece a me è successo esattamente il contrario! ... L'ammetto, è tutto merito di quei imbecilli che mi stanno aspettando di là!”
“Alain, mi fa davvero piacere.”
“Andrè non posso certo negare che il passato mi abbia segnato ... ma ho imparato a mie spese che bisogna buttarselo alle spalle con le nostre incertezze anche se, ti lascia l'amaro in bocca! .... Dobbiamo dimenticare amico, guardare avanti e apprezzare quello che si ha! ..... Andrè, mi dispiace davvero di averti mancato di rispetto ma ... non sempre un povero uomo riesce a controllare i propri sentimenti ed io sono stato un debole ..."
"Ora basta! ... Come hai appena detto poco fa, ciò che è successo è passato e non dobbiamo rinvangarlo."
"Grazie Andrè ... sei un vero amico!" sussurrò guardandolo negli occhi. "... Credo che sia meglio raggiungere gli altri, altrimenti rischi di vedere un uomo grande e grosso commuoversi come un bambino! Su, andiamo, quei disonesti hanno aspettato abbastanza! Ah ah ah ....”
 “Sei di buon umore Alain!”
“Quando ho dei progetti da attuare, sono sempre di buon umore!”
 
A passo spedito André e Alain percorsero il corridoio finché sostarono dietro la porta socchiusa della sala municipale.
Alain afferrò il braccio di Andrè e bisbigliò: “Aspetta amico, ascoltiamo cosa dicono.”

 
“Abbiamo finito di sistemare la scuola, adesso, dobbiamo speriamo che il bifolco non si inventi altro ... ne ho proprio  le scatole piene!” brontolò Albert.

Roux continuò: “Io non sopporto vedere la faccia del bifolco quando sbaglia di proposito il mio nome…”

“Hai ascoltato Andrè, cosa dicono alle mie spalle? Ma questo non è niente, dovresti sentirli.”
“Alain, ho notato che nel tuo ufficio ci sono delle vivande, dimmi cosa vuoi farci?”
“Non ricordi cosa ti ho detto qualche giorno fa? Quella roba sono per quei buoni a nulla. E’ il compenso del lavoro che hanno svolto per l’allestimento della  scuola."
"Ih ih ih ... cosa! Dici sul serio?"
"Sono serissimo! Su, ora entriamo che devo parlare con quelli  imbecilli. André, ha inizio lo spettacolo!” disse facendo il suo ingresso nella sala comunale e con aria strafottente, esclamò: " Buongiorno a tutti Signori!"
Il gruppo dei consiglieri appena videro Andrè, si alzarono in piedi e salutarono in coro: “Buongiorno signori.”
André rispose: ”Buongiorno a voi.”
Alain con un mezzo sorriso e tono canzonatorio ribatté a gran voce: “Andrè non crederai che questi sfaccendati si siano alzati dalle loro poltrone per me?! L'hanno fatto perché sono la cospetto del padrone! Ah ah ah ... Prego, comodi signori, non disturbatevi! Ih ih ...." Alain tirò fuori dei fogli, continuò: “Bene signori, come sappiamo, i lavori di ristrutturazione per la scuola sono completati. Sinceramente avrei preferito che ce ne occupassimo noi ma i padroni che sono tanto magnanimi, pur di non mettervi nuovamente in difficoltà davanti alla nostra comunità, hanno deciso affidare a terzi i lavori di ripristino! .... Andrè, a nome di tutti, ringrazio te e la nostra gentilissima padrona per la premura che avete avuto nei nostri confronti! ... Però devi sapere amico mio che i signori qui presenti hanno avuto comunque da ridire..."
"Ma no, Signor Sindaco cosa dite?! Padrone, non è affatto vero ..."
"Ma come Rox, forse non vi siete lamentati di aver ristrutturato l'edificio comunale? E poi come se non bastasse, avete continuamente borbottato durante l'allestimento della scuola!"
"Ma no ... ecco .. Signor Sindaco, Voi avete frainteso ...." “No, io non ho frainteso un bel niente. André, devi sapere che le autorità di Arras pretendevano che tu e la nostra gentile padrona, incaricaste a terzi anche l'allestimento della nostra scuola!”
Un brusio di voci, la protesta all’unisono: “Ma signor sindaco, cosa dite!! Noi non abbiamo preteso nulla di ciò che dite e solo che ..."
“Come Rax? Non sei stato proprio tu a dire che i nostri signori se non che, padroni di questo posto sono dei taccagni? Ah ah ah ..." ribatté Alain dando una gomitata al braccio di Roux, ”Compagno, perché neghi? Se sei un uomo ammettilo qui davanti a tutti ciò che hai detto. Andrè, fidati, hanno detto che siete dei spilorci! Ah ah ah ....”
"Ih ih ih ... Davvero Alain? E' questo ciò che pensano di me e di mia moglie le nostre autorità?"
“André, guardami, ho la faccia di chi ha voglia di scherzare? Sono serio, anzi, serissimo!" Uno di loro ribatté: " Ma Signor Sindaco ..."
"Albert, è inutile che tentiate di difendervi, siete tutti degli ingrati! Come possiamo dimenticare che voi tutti, insieme al vostro scagnozzo se non che, mio predecessore, avete dilapidato, anzi, è più appropriato dire, rapinato  le casse comunali? Avete solamente rubato senza aver fatto assolutamente nulla per la vostra comunità! ... Ah ah ah ... Andrè, sai cosa mi hanno raccontato all'osteria?..."
"Cosa Alain?"
"Pensa ... che questi Signori hanno organizzato delle orge nel palazzo municipale! Ih ih ih .... Sono sicuro che avranno utilizzato anche questo tavolo per il loro divertimento! Ah ah ah ...”
Armand protestò: “Sono solo voci di corridoio Signor Sindaco! E poi è inutile rinvangare il passato non serve a nulla!" ribatté l’uomo che si passò il dito intorno al colletto della camicia.
“Si,in effetti avete ragione. E' inutile rinvangare il passato, tanto ciò che avete fatto ormai è rimasto nella storia di Arres! Ah ah ah ... Ma è inaccettabile che siate degli ingrati!”
“A cosa vi riferite Signor Sindaco?”
"Al fatto che, nonostante i padroni abbiano restituito un poco di decoro a questo posto, vengano additati taccagni dalle massime autorità. Capito André che razza di gente che hai al tuo cospetto? Ah ah ah ...”
Un brusio di protesta: "Santo cielo, Signor Sindaco, vi prego adesso basta! Per quanto ancora volete umiliarci in presenza del padrone?!!"
“Si, certo, certo! ... Comunque, ho deciso di ricompensarvi per il lavoro svolto …”
Maxim esclamò: “Finalmente un po' di riconoscimento per l'impegno che abbiamo dimostrato!”
“Certo Maxim, hai ragione! Mi rendo conto che avete lavorato sodo per portare a termine i lavori per la data stabilita, quindi è giusto che festeggiate..."
"Roux mormorò: "Avete detto festeggiare?"
"Ho portato dell'ottimo vino e delle vivande, magari se avanzano potete portarle a casa..."
"Come!"
"Non fate quella faccia Signori! Questa è la vostra ricompensa ...
"Cosa!!!"
“Beh, si può sapere che vi prende? Forse non siete contenti? Ahh ..ho capito! Volevate che portassi anche qualche donnina per rallegrare la  festa, non è vero?"
Roux ribatté: “Veramente ci aspettavamo una ricompensa in denaro!
“Con quali soldi Rex!! E’ già tanto che sono riuscito ad organizzare questa festicciola, se l'ho fatto e, perché, non diate anche a me dello spilorcio”
Andrè sghignazzò.
Alain continuò: “Signori basta parlare di festini, piuttosto occupiamoci di cose serie ... ieri ho ispezionato tutte stanze del palazzo e ho visto che una in particolare, precisamente quella nell'ala sud, sta cadendo a pezzi l’intonaco del muro. Quindi, prima che crolli il soffitto, dobbiamo provvedere immediatamente ai lavori di manutenzione.”
“Dobbiamo?” ribatté Albert.
“Si, hai capito benissimo, saremo noi ad occuparci della manutenzione ...”

"Ma non è possibile!"
“Su, su signori ho ispezionato per bene, vi assicuro che il danno è di lieve entità!”
“Signor Sindaco ma come potete dire che il danno sia di lieve entità? Con tutto il rispetto, Voi stesso avete asserito che siete stato prima un soldato e poi un contadino ..."
"E allora? Non capisco dove vuoi arrivare, spiegati!" " Voglio dire che ho lavorato per anni in questo settore e vi assicuro che il danno è piuttosto considerevole.”
 “Rex, grazie alle tue osservazioni sulle mie competenze, mi convinco sempre di più che sei un ottimo capo mastro ed è per questo motivo che ti nomino dirigente dei lavori per il ripristino del palazzo municipale!"
Roux si passò nervosamente la mano sulla testa, sussurrò: “Maledizione! Era meglio tacere!”
Andrè si lasciò travolgere da una risata fragorosa, lasciando i presenti esterrefatti.
Alain lo guardò  fintamente stizzito e disse: “Andrè per favore non ho ancora finito quindi non interrompermi, ho ancora un ultima cosa da dire!... Signori, ho preso una decisione importante, come sappiamo non disponiamo denaro a sufficienza per impiegarlo nelle opere strettamente indispensabili per il bene comune, quindi, il sottoscritto decreta quanto segue: che a partire da questo momento le spese di fornitura pubblica e della pulizia delle strade, saranno a carico del sindaco e della intera giunta comunale, mettendo così fine al clientelismo.”
Nella sala comunale si levò un coro di protesta che creò un boato.
“Un momento signori, calmatevi, non ho ancora finito! ... Dovrete prendere tutte le prostitute dei bordelli di cui eravate frequentatori abituali e strapparle dalla strada, garantendo loro un lavoro onesto presso il nostro comune.” disse Alain alzando lo sguardo dal decreto che ormai era diventato legge. “Per ora è tutto signori.”
Roux ribatté: “Signor Sindaco questo è inaccettabile!”
A cosa ti riferisci, alle prostitute oppure a contribuire per il bene comune?”
Sono inaccettabili entrambe le cose!”
“Inaccettabile Rex? Inaccettabile sarebbe aumentare le tasse e far pagare le vostre scelleratezze a chi non ha nessuna colpa! ... Forse non l'avete ancora capito quindi ve lo spiego: signori dovete tirare fuori il denaro che avete ingiustamente sottratto ai cittadini. La vostre è stata APPROPRIAZIONE INDEBITA!" guardando André continuò. "Amico, non potevi offrirmi un lavoro più tranquillo? Hai visto in che guaio mi hai cacciato? Magari meno remunerato ma più tranquillo!..E in quanto a voi Signori, vi consiglio di non complottare più alle mie spalle, perché questa volta non mi fermerei davanti a nulla! ... Ricordate cosa è successo al povero Brune? ... Bene Signori, ho finito, anzi, no, dimenticavo, venite nel mio ufficio a prendere le vivande così potrete festeggiare. André ed io non saremo presenti al vostro festino, abbiamo un impegno improrogabile, buona giornata signori!"concluse Alain lasciando la sala municipale in compagnia di André mentre alle loro spalle ci fu un crescendo coro di proteste.
 

Lungo il corridoio André disse: “Alain non credo che l’ abbiano presa bene.”
“Cosa vuoi che mi importi! E poi nonostante che gli abbia dimezzato il compenso, ti assicuro che intascano almeno dieci volte in più della paga che  percepivamo quando eravamo dei soldati. Sta tranquillo André, quei malfattori, possono tirare fuori il denaro senza alcun problema! Ah ah ah ...”
La risata sguaiata di Alain fu udita dai consiglieri che imprecarono: “Maledetto! Questo bifolco ha deciso di renderci la vita impossibile!”
 

La  frase segnata con l’asterisco sta a indicare che è un idea suggerita da “Francois 79” Grazie!

Ritorna all'indice


Capitolo 68
*** Una nuova nascita ***


 
Una nuova nascita
 
4 Febbraio 1791
Aveva albeggiato da poco, Andrè si alzò dal letto e in punta di piedi si preparò per recarsi al lavoro mentre Oscar dormiva profondamente.
André tirò a sé la porta e lentamente percorse il corridoio, scese le scale e andò in cucina.


“Buongiorno nonna, buongiorno Joland!”
"Buongiorno a te." “Andrè, Oscar si è svegliata?” “No, sta ancora dormendo. Purtroppo stanotte  ha riposato pochissimo, infatti non si è nemmeno accorta che sono andato via!”
“Nipote, ormai Oscar è prossima al parto e questi sono i giorni più difficili per una donna nelle sue condizioni! ...Tieni Andrè la colazione è pronta!” disse porgendo il vassoio.
“Grazie nonna!”
“Andrè hai il viso stanco, sei sicuro di voler andare in fabbrica?”
“E' vero sono stanco, non potevo certo dormire sapendo che mia moglie era irrequieta."
"Ma potevi riposare ancora un poco..."
"No, anzi, debbo affrettarmi!... Stamattina mi consegneranno la nuova macchina e poi aspetto un cliente.”

"Umm ... vuol dire che riposerai al tuo ritorno, spero che almeno tu non faccia tardi!"


"Bene, ho finito la colazione, adesso devo andare! Joland, se Oscar non dovesse stare bene, non esitate ad avvisatemi."
"Ma si, certo, vai tranquillo! Ah dimenticavo ... il Generale ti sta aspettando in giardino." "Ora lo raggiungo!" rispose lasciando la cucina.


"Buongiorno André!”
“Buongiorno Generale! Vedo che i cavalli sono già sellati, possiamo andare...”
 
"Andrè, dobbiamo affrettarci, guarda il cielo, è grigio e le nuvole sono cariche di pioggia."
"Vero ma sono ancora lontane, riusciremo ad arrivare in tempo."
"Si, ma è meglio affrettarci!"

Stretti nei loro mantelli, Andrè e il Generale partirono  al galoppo.
 

Margherite vide percorrere la scalinata Anne e Marie con i piccoli in braccio, domandò: “Mia figlia è ancora in camera sua?”
”Si, madame, sta riposando!”
"Ma che strano! ... Oscar è sempre mattiniera, meglio che vada a vedere!" mormorò mentre percorse il corridoio.
La donna delicatamente aprì la porta della camera e si avvicinò a letto. Vide sua figlia dormire profondamente, notò che il suo viso e i capelli erano imperlati dal sudore. Le mise la mano sulla fronte e svegliandola sussurrò: “Oscar ... Oscar cosa ti succede? ... Figlia mia non stai bene?”
“Madre sono tutta sudata, e ho tanta sete...”
Margherite sollevò le coperte e disse: “Hai la camicia impregnata di sudore! Ma dimmi ti senti male?”
“Madre, mi ero appena addormentata ma spesso sento delle forti fitte al  ventre ... credo che il bambino stia per nascere...”
"Aspetta, fammi vedere..."disse toccandole il ventre." E' molto teso, meglio chiamare il dottore!”
“Madre credo che sia arrivato il momento...”
“Lo penso anch'io! Mando immediatamente a chiamare il dottore, torno subito!" disse Margherite lasciando in tutta fretta la camera per precipitarsi nell'orto. “Lucien ... Lucien ...”
L’uomo che stata lavorando la terra, alzò la testa e passandosi il fazzoletto sulla fronte, rispose:
“Madame cosa succede?”
“Lascia il tuo lavoro e corri a chiamare immediatamente il dottore.”
“Madame Oscar sta male?”
“Si, penso che stia per nascere il bambino!”
"Vado di corsa al villaggio dal dottore ma devo preparare la carrozza ..."
"Fa presto!"
"Corro, Madame!"


Margherite si precipitò in cucina a cercare Nanny.

“Nanny, Oscar ha le doglie, credo che sia giunto il momento!”
“Madame Margherite, dobbiamo chiamare il medico e poi manderemo qualcuno ad avvisare Andrè.”
“Ho già mandato Lucien al villaggio,vediamo prima cosa dice il dottore, se è il caso, avviseremo André! Presto, andiamo da mia figlia.”
 


La nonna sussurrò: “Oscar bambina …”
" Nonna sto molto male, credo che il bambino stia per nascere ...."
“Sono i dolori del parto bambina.”
“I dolori sono troppo frequenti ... non riesco nemmeno a respirare ...."
Margherite, mormorò: “Oscar, tra poco arriverà il dottore! Nanny, dobbiamo cambiarle la camicia da notte, è tutta bagnata.”
“Si, certo, certo madame! ... Prendo quella pulita!
 
 
 
Un toccò alla porta.
“E’ permesso?”
“Avanti dottore … prego.”
Il dottore entrò nella camera, posò la sua borsa sulla sedia, si avvicinò ad Oscar e disse: “ Tranquillizzatevi madame, sono qui per aiutarvi...”
 
 
Dopo averla visitata sentenziò: “Manca poco alla nascita del bambino, fate preparare dell’acqua calda.”
“Si certo dottore.” rispose Nanny precipitandosi in cucina.
Il dottore continuò: " Madame, per alleviare il dolore fate dei lunghi respiri ... vedrete, andrà tutto bene!"

Lucien entrò in cucina e domandò: “Nanny, come sta la padrona? Cosa ha detto il dottore?"
"Ah ... meno male che sei qui! Corri da mio nipote e digli che sta per nascere il bambino!”
“Si, vado immediatamente!” disse lasciando la cucina in tutta fretta.
 
 
 
Alla fabbrica Tessile

"André sei un tantino pensieroso, cosa ti succede? Sei forse preoccupato?"
"Si, Generale ...ho una strana sensazione, non faccio che pensare ad Oscar."
"André figliolo, perché non torni a casa? Tanto hai già ricevuto il cliente che aspettavi."
"Si,Generale, credo che andrò via."


Lucien arrestò il cavallo davanti all’ufficio, scese in tutta fretta, bussò e senza attendere risposta, entrò ma non trovò nessuno.
Subito dopo entrò Luis che domandò:“Lucien, stai cercando Andrè?”
“Si,dimmi dov’è?”
“E' in magazzino ma mi ha appena informato che andrà via tra poco.”
“Va bene, grazie!” rispose lasciando l'ufficio di corsa.

A passo spedito Lucien raggiunse il magazzino, entrò.
Andrè era di spalle, il generale che gli era di fronte, esclamò: “Guarda Andrè, è appena arrivato Lucien!”
Andrè si voltò e guardando l'uomo sussurrò: “Oscar …”
“Andrè, sta per nascere il bambino!”
Con tono concitato, ribatté: “Generale, vedo andare!”
“Certo figliolo, va avanti poi ti raggiungo...”
 

Andrè si mise in sella al suo cavallo e lo lanciò al galoppo. In breve tempo arrivò alla tenuta.
Legò l'animale nella stalla, si precipitò di corsa in casa passando per il retro della cucina, dove c'erano Adeline e Joland.
Con concitato domandò: “Come sta Oscar?”
“Andrè, sta per nascere il bambino, sembra che non manchi molto...”
A grandi falcate, si diresse nel salone e sentendo dal basso i lamenti di sua moglie, sussurrò: "Oscar ..." tornò in cucina e ordinò:  “Joland va immediatamente da mia moglie, voglio sapere cosa sta succedendo!”
“Ma cosa vuoi che succeda? Sta per nascere la creatura ..."
"Questo lo so! Ma io voglio sapere come sta andando!
"Va bene André, ora vado ma vedi di calmarti.” rispose la donna lasciando la cucina per recarsi al piano di sopra.
Joland entrò in camera.

“Ci siamo madame ormai manca poco, ancora uno sforzo.”
Un urlo ancora un altro fino a che si udì il pianto di un neonato.
UEEEE....
“E’ un bellissimo maschietto madame!”
La nonna esclamò:"Siii! Quanto è bello!"
Madame Marguerite si avvicinò alla creatura e disse: "Oh figlia mia, è una meraviglia di bambino!... Dottore è tutto pronto per lavare la creatura ..."
Oscar sudata e stanca prima di lasciarsi cadere sul cuscino esclamò:"No, aspettate voglio vedere mio figlio..."
" Certo madame!" ribatte il dottore.
Margherite avvolse il piccolo alla coperta e lo mise tra le braccia di sua madre che gli diede un piccolo bacio e sussurrò:"Che bello che sei, figlio mio!"
Nanny felice prese il vestitino e disse:" E' tutto pronto per lavare e vestire il piccolo, su bambina, ora dallo a tua madre, tuo figlio ha bisogno di cure!"
"Si, nonna!"
"Marguerite prese il piccolo e lo porse a Nanny e disse: "Pensaci tu che io mi occupo di mia figlia." Margherite prese un piccolo asciugamano e lo passò sulla fronte. "E' tutto finito Oscar ... adesso finalmente potrai riposare!"
"Sono tanto stanca!... Joland, avete mandato qualcuno ad avvisare André?"

"Oh madame! Me ne ero dimenticata! André è qui fuori da molto tempo! ... Non immaginate quanto sia agitato. Pensate che mi ha ordinato di entrare nella vostra stanza. Vado a dargli la bella notizia ..." All'improvviso si udirono dei tocchi forti e decisi.
“Joland! Vieni fuori …”
“ Si, vengo! ... Scusatemi, vado da quel poverino! ... Vedeste com'è in ansia, tra un po' avrà bisogno anche lui del dottore!” disse la donna lasciando la camera.

“Joland, dimmi, come sta Oscar?”
“Sta tranquillo Andrè, tua moglie sta bene!! …”
“Mio Dio ti ringrazio! Voglio entrare.”
“No, dove vai? Aspetta.."
"Ma perché devo ancora aspettare?"
"Mi pare ovvio, visto che il dottore non ha ancora finito..."
"Serve ancora molto tempo?"
"André, non sono un medico. E poi queste faccende richiedono del tempo. A proposito se può interessarti, sappi che sei diventato padre di un altro maschietto."
Un maschio!"
"Si, un bellissimo bambino! Vedessi quanto è bello!”
Augustin arrivato da poco, assistette alla conversazione tra i due, sorrise e dando una pacca sulla spalla a suo genero disse: “Su Andrè, calmati! ... Lo sai che non possiamo fare nulla!”
"... Sissignore... avete ragione.
"Dai, André, non fare quella faccia e andiamo di sotto. Dobbiamo brindare al nuovo arrivato!"
Mestamente i due scesero le scale, fino a raggiungere la sala principale.
Augustin versò del vino e porgendogli il calice, esclamò: “E' arrivato un altro bambino, mio nipote!”
“Signore, siete felice per l'arrivo di un altro maschio...”
“Certo ma non voglio che mi fraintenda, Aurora è la mia piccola principessa ma e un altro nipote maschio è perfetto!" disse sollevando il bicchiere con orgoglio. "Alla salute di mio nipote!”
Andrè scosse la testa e sorrise.
Dopo aver sorseggiato il vino, il Generale continuò: “Andrè non fare quella faccia! Mia figlia Oscar, mi ha fatto disperare  tante volte ma devo ammettere che mi ha dato moltissime soddisfazioni. Probabilmente i miei amici o quelli che un tempo ritenevo tali, non hanno ricevuto altrettanto dai loro figli maschi, quanto ne ho avuto da Oscar!”

 
 
Il piccolo era nuovamente tra le braccia di sua madre che guardandolo teneramente disse: “Madre, è un piccolo gigante! ... Ha i capelli scuri ... lo sguardo è simile a quello di Andrè!”
“E’ vero, somiglia a suo padre!”
“E’ bellissimo bambina! Mi ricorda tanto mio nipote!” esclamò la nonna passandosi il fazzoletto sugli occhi.
Intanto il dottore si lavò le mani nel catino, le asciugò, rimise giù le maniche della camicia e indossando il cappotto, disse: “Bene madame, tonerò domani per un controllo.”
"Grazie dottore, a domani!"

Il generale e Andrè udirono dei passi percorrere il corridoio, quest'ultimo posò sul tavolino il bicchiere e si precipitò  per le scale.
“Dottore, come sta mia moglie?”
“Madame sta bene! ... Adesso puoi andare da lei ... Auguri André!”
"Grazie dottore!" rispose correndo.


Oscar vide spalancarsi la porta, esclamò: “Andrè …”
"Oscar ..." mormorò sentendosi tremare le gambe. André, la vide con il piccolo tra le braccia, si avvicinò lentamente e dopo aver sfiorato la manina, accarezzò il viso della sua Oscar e ignorando la presenza di Nanny e Marguerite, la baciò.

“Oscar, come ti senti?”
“Sono solo un po’ stanca! Guardalo André, è bellissimo! ”
" Si... Oscar ... Non ci posso credere!!"
"Cosa André?!"
"Ma è davvero grande!”
Dalle spalle  giunse la voce orgogliosa della nonna: “Già, l’ometto pesa più di quattro chili!”
André l'accarezzo ancora e mormorò: “E’ bellissimo Oscar, è bello come il sole!”
“Sei suo padre, è ovvio che sia bello! Ah ah ..."
“Forse ... ma ... è stupendo! ... Il suo nome è Marc ... Marc Grandièr.”
“No. Il suo nome è Andrè Marc Grandièr.”
“Oscar…”
“Voglio che abbia il nome di suo padre. André guarda come ti somiglia! E poi desidero che abbia il nome dell’uomo che amo ed è il nome più bello che io conosca!”
“Oscar … ti amo.”
“Ti amo anch’io Andrè.”
 
Margherite, sussurrò all'orecchio di Nanny:" Andiamo, lasciamoli soli!"
"Si, Madame, andiamo via!"



Poco dopo, udirono un tocco alla porta, seguito da una voce.
“Posso entrare?”
“Prego, avanti Signor Generale.”
A passo lento ma deciso, Augustin varcò il ciglio della porta, si avvicinò a sua figlia e guardando prima il bambino, disse: “Come ti senti?”
“Bene padre.”
“E’ ciò che volevo sentirti dire! .... Andrè, ti somiglia! … Qual'è il suo nome?”
“Padre, il suo nome è Andrè Marc ma lo chiameremo Marc.”
Il Generale ribatté: “Andrè Marc  Grandièr, un gran bel nome!”
 
 
 Domenica 15 Aprile 1791

Oscar si strinse  nella sua mantella e si recò nelle scuderie.
“Andrè sei qui? …”
“Oscar sono dietro il banco!”
“André, cosa ci fai qui?”
“Sto riparando la sella di Alexander, tu piuttosto perché sei venuta, fa molto freddo!”
“Marc si è appena addormentato ed io desideravo stare con te ma  a quanto pare, preferisci fare compagnia ai cavalli!”
Andrè posò la sella, le si avvicinò e disse: “Ma cosa dici! Volevo che ti riposassi! Questa notte, Marc, ti ha svegliata più volte per essere allattato! E’ mai possibile che tu sia sempre così tirannica con me?!”
“Ma cosa dici! Io tiranna?”
“Si, sei diventata molto esigente e poi ammettilo, negli ultimi mesi sei sempre così nervosa!.. Su, vieni ... abbracciami e non sfuggirmi! ... Dormi pochissimo e il piccolo richiede molte attenzioni, senza contare che ci sono anche Aurora e Gabriel …”
Lo sguardo di Oscar cadde su una rosa rossa che era posta sul tavolo, domandò: “E quella rosa?”
“E’ la prima della fioritura e  ho pensato di regalartela!”
Oscar si strinse a lui e sussurrò: “Grazie Andrè...”
“Oscar, non ho dimenticato che oggi ricorre, il nostro secondo anniversario di … matrimonio …”
“Beh, il nostro anniversario ricorre stanotte prima della mezzanotte, ricordi?"
" Come potrei dimenticarlo! Ricordo che quella sera abbiamo discusso lungo la via di  casa ed io ero arrabbiatissimo dopo aver ascoltato l'ennesimo commento osceno  dei soldati della guardia nei tuoi confronti…”
Le si strinse a lui, continuò: “E poi l’idea assurda di mio padre ... vedermi sposata!" Sorrise." Ed io lo feci quella stessa notte! ... Ti ho sposato … Andrè, quella notte non facevo che ripetermi: lo amo ... ma non ho il coraggio di dirglielo. Poi sono venuta a cercarti in camera tua ... ero sola con te, nella tua stanza, per la prima volta ero di fronte non all'amico o al fratello ... ma ad André... l'uomo che amavo. Anche se ero confusa, avevo la certezza di amarti.”
“Ricordo che sei fuggita dopo che ti ho baciata, ci siamo baciati. In quel momento non ho capito più nulla e sono venuto a cercarti in camera tua. Quella sera ho capito che anche tu mi amavi! ... Oscar, sei la mia vita!”
"Stringi Andrè, stringimi forte ...." sussurrò abbandonandosi sulle sue labbra.

“Andrè, in soli due anni, siamo diventati genitori di tre figli e …”
“E...”
“No, niente.”
“Bugiarda, stai pensando a qualcosa, ti conosco ti sei irrigidita. Su parla …”
Lei si allontanò di qualche passo e lo scrutò intensamente.
"Posso sapere cosa ti succede? Perché ti sei allontanata tanto bruscamente?"
"Penso che in questo breve periodo sono successe tante cose. E poi non posso dimenticare che quella donna ti ha corteggiato in maniera tanto spudorata di …” Andrè la raggiunse le mise le mani intorno ai fianchi e ribatté: “Non dirlo ti prego.”
“Invece lo dico, “Madame sgualdrina."
"Ma possibile che ci pensi ancora?"
" Certo! ... E poi non ho avuto modo di sfogare la rabbia che mi porto dentro.”
“Ma dai! Non dirmi che sei ancora arrabbiata, ormai appartiene al passato! E non è vero che non ti sei sfogata, anzi, mi hai praticamente massacrato quando sono tornato da Parigi ...”
“Andrè quando sei tornato da Parigi, mi hai raccontato soltanto una mezza verità …”

" Cosa!" “Lo vedi che ho ragione! Appena tocco l’argomento, cambi immediatamente espressione. Andrè non sono più incinta, ora puoi dirmi la verità su quel viaggio misterioso che hai fatto con mio padre.”

“Ah!! Oscar, Oscar!!! Spesso dimentico che ho a che fare con un soldato, un soldato dotato di molta fantasia! Oscar oggi è il nostro anniversario, ti prego non sciupiamolo con argomenti che non sussistono.”
“Andrè, tu e mio padre, mi state nascondendo qualcosa, non è giusto!”
La strinse nuovamente a sé, intrecciò le sue mani a quelle di lei, sussurrò: “Non avrei voluto affrontare questo argomento proprio oggi ma a è inutile rimandarlo ancora.”
“Su, avanti parla!” “Oscar non dimenticare che stai allattando il bambino e non voglio che ti agiti, altrimenti potrebbe risentirne.”
“ Lo so benissimo ... avanti, sto aspettando e non mi servono inutili giri di parole, sbrigati!”
“Tuo padre e io abbiamo preferito non  dirti niente perché aspettavi il bambino e poi volevo che ti ristabilissi …”
“Basta Andrè! Ho pazientato anche troppo!”
“E va bene, ascoltami! ... Francois ha avuto problemi in caserma con … Alexander Bouillè …”
“Come! Ma perché? E poi cosa ci fa Bouillè nella caserma dei soldati della Guardia Nazionale?" “Devi calmarti, ricorda che allatti il piccolo.”
Oscar fece un respiro profondo, ribatté: “Sono calma continua.”
“Bouillè prestava servizio nella Guardia Nazionale …”
“Prestava?! Dov’è adesso?”
“Per favore, non rendermi le cose più difficili e ascolta! ... Tutto il tempo che Bouillè ha prestato servizio al fianco di Francois, non ha fatto altro che provocarlo, si sono addirittura picchiati …”
“Cosa! E per quale motivo?”
“Il motivo sei tu.”
“Io!! Non capisco....”
“Lo hai respinto e umiliato .... ”
“Ma è impazzito!?”
“E’ un imbecille viziato e dissoluto …”
“Andrè c’è dell’altro, dimmi cosa avete fatto tu e mio padre a Parigi?”
“Tuo padre si è rivolto al Quartier Generale e ha chiesto e ottenuto affinché venisse rimosso dalla caserma. Il Generale supremo, l'ha allontanato dal nostro paese ....”
“Andrè c’è dell’altro?”
“Ameno per il momento il problema è risolto …”
“Andrè, Bouillé, ha usato Francois per arrivare a me! ... Dimmi, intende sfidarmi a duello? Se è così, non aspetto altro che dargli una lezione! ... Può farsi avanti quando vuole, per me non è un problema!”
“Ti ho già detto che Bouillé non presta più servizio nella Guardia Nazionale …”
“Questo non significa che le sue intenzioni siano cambiate. Bouillè prima o poi tornerà e potrebbe venire a cercarmi in qualsiasi momento, dobbiamo stare in allerta!”
"Oscar ......"

Ritorna all'indice


Capitolo 69
*** Il ritorno del Comandante ***


Il ritorno del Comandante


Andrè e Oscar erano ancora nelle scuderie, quando arrivò Adeline e interruppe la loro conversazione.
“Scusate se vi disturbo Madame.."
"Cosa succede?"
" Il piccolo Marc si è svegliato, ha fame!”
“Adesso arrivo Adeline!" disse alla donna che lasciò le scuderie e guardando suo marito, continuò: "Andrè, dovrò riprendere quanto prima i miei allenamenti.”
“Cosa intendi fare?"
" Nulla, se non verrò provocata. Comunque, è opportuno che sia previdente. Non voglio farmi trovare impreparata!"
"ma cosa dici!"
" Andrè, sono sicura che prima o poi Bouillè verrà a cercarmi!... Torno in casa, Marc ha bisogno di me!”
"No, aspetta ..."
"André ormai mi sono ristabilita e da domani comincerò a fare i miei esercizi non solo con la spada ma anche con la pistola." ribatté decisa lasciando le scuderie mentre André annuì.

Oscar  entrò in casa, dal piano superiore udiva il pianto del piccolo. Si accinse a salire le scale quando incontrò suo padre che vedendola turbata domandò: “Cosa ti succede?”
“Nulla di più, di quanto sappiate!”  .
“Non ti capisco.”
“Parlate con Andrè, lo capirete. Ora scusatemi, devo occuparmi del bambino.”
“Un momento Oscar, dov’è Andrè?”
“E' nelle scuderie! Padre andate da lui, sono sicura che avrete qualcosa da dirvi!” rispose salendo di corsa le scale.
 
 
Augustin perplesso dallo strano comportamento di sua figlia, si recò nelle scuderie.
 
 
“Andrè, cosa è successo a mia figlia?"
"Cosa vi ha detto?"
"Nulla!Ma era strana, turbata.”
“Io direi piuttosto che Oscar è fuori di sé ...”

“Cosa dici Andrè?”
“Signore, la conoscete quanto me, ha cominciato a fare domande circa il nostro viaggio a Parigi e le ho detto la verità."
"Come ha reagito?"
"Non immaginate le sue intenzioni?! Oscar ha deciso di riprendere gli allenamenti con la spada e Dio sa cos’altro!”
“Cosa ha in mente di fare ?” “E’ la stessa domanda che le ho fatto ... lei mi ha detto che non farà nulla se non verrà provocata.
" ... E così pensa di allenarsi! ..." "Sissignore! Se solo sapesse che Bouillè ha intenzione di sfidarla a duello, sarebbe capace di andare fino in Italia a cercarlo!"
" Umm ..."
Generale, so bene che nessuno potrà convincerla del contrario ma io non voglio ...”
“ Vorresti cambiarla?!! Andrè, sai bene che Oscar è un soldato e niente e nessuno potrà farlo!"
"Si, certo che lo so. Ma adesso ha la responsabilità di allevare i nostri figli e poi io non voglio che le accada nulla."
"André, ricordi cosa ti dissi il giorno che andasti via con lei? "
"Che nessun uomo avrebbe tollerato il suo temperamento, tranne me!”

"Esatto!" “Generale, non le permetterò mai che rischi ancora la sua vita. So che sarà molto difficile fronteggiarla ma farò di tutto per portarla alla ragione.”
 
"André, nemmeno io voglio che succeda ma Oscar è mia figlia, conosco il suo valore e se malauguratamente dovesse fronteggiare Bouillé, sono sicuro che ne uscirebbe vincitrice."
"  
"Ma io non voglio! Per anni sono stato il suo attendente pronto a ubbidire ma ora sono suo marito ed è mio dovere proteggerla da chiunque anche da se stessa."
Il Generale gli posò la mano sulla spalla e sussurrò: "Hai ragione André! ... Su, andiamo da lei!"


Dopo essersi staccato dal petto, Marc si addormentò tra le braccia della mamma. Oscar lo adagiò nella culla, si allacciò la camicia quando udì bussare alla porta.
“Avanti …”
La porta si aprì, Oscar esclamò: "Padre, André, siete voi!"
Il primo disse: "Dobbiamo parlarti."
Con tono sarcastico lei ribatté: "Davvero?! Che strano, per mesi avete eluso le mie domande e adesso volete parlarmi!”
Il Generale ribatté: “Oscar non è il caso che tu faccia del sarcasmo. Se non ti abbiamo detto nulla, è stato per tutelare la tua condizione e su questo non si discute!”
“Padre, apprezzo per avermi protetta ma la vostra soluzione è momentanea. Voi lo sapete bene che prima o poi dovrò  affrontare Bouillè e nessuno potrà evitarlo." André sussurrò: "No, non è così ..."
"André, Alexander Bouillè mi lascerà in pace solo quando gli avrò dato una lezione che ricorderà per tutta la vita.
“Oscar se quel ragazzo dovesse ancora infastiditi, ricorda che non sei sola, hai un marito …”
“ Andrè ma cosa dici?!! Ho sempre affrontato i miei problemi da sola e …”
“Non credi che adesso la tua vita sia un tantino cambiata? …”
“Certo, la mia vita è cambiata, ma non significa che io sia vigliacca.”
"So perfettamente che non lo sei ed io non ho detto questo!…”
“Andrè, padre, perché preoccuparci di una questione che a quanto pare, sembra che l’abbiate già risolta.”
Augustin digrignò: “E’ inutile che continui a fare dell’ironia, non serve a nulla!”
“Infatti padre, se Bouillè mi lascerà in pace non ci saranno problemi. Comunque, comincerò i miei allenarmi!...Con chi volete che li faccia? Con te Andrè o con voi padre?”
 
Augustin ribatté: "Oscar se vorrai allenarti con me, non mi sottrarrò ma non essere avventata."  
"Non lo sono mai stata e voi lo sapete! Se a volte mi sono trovata in certe situazioni, non è stato certo per colpa mia."  
"Si, lo so ma ti invito a riflettere prima di prendere qualsiasi decisione. Ora vado, ci vediamo a cena!"
"A dopo padre!"


Dopo cena Oscar e Andrè si ritirarono nella loro camera con i bambini.
Andrè pensieroso era sul balcone mentre Oscar era sul letto, giocava con i suoi bambini.

I pensieri bui di Andrè, si rallegrarono dalle risate dei piccoli e a passo lento rientrò nella stanza e guardando sua moglie pensò: amore mio, com'è dolce il tuo viso quando sei in compagnia dei nostri bambini ed io dimentico il soldato che è in te .. Ma io farò l'impossibile per proteggerti ... anche a costo della mia vita!


“Ehi Andrè! Cosa fai li impalato? A cosa stai pensando?"
"A nulla ..."
"Su, vieni qui ..."
Lui annuì."
"...Andrè, cosa stai aspettando? Vieni a giocare con noi!”
 “Si certo adesso arrivo.”
 
 

“Finalmente dormono tutti e tre!"
"Già, erano stanchi!"
Oscar, io avrei un idea!" disse abbracciandola."
"Un idea? Su, avanti sentiamo!"
"Suggerisco di festeggiare il nostro anniversario ... è da stamattina che sto aspettando!"
“Non aspetto altro Andrè …" rispose perdendosi tra i baci appassionati di suo marito, trascorrendo un indimenticabile notte d’amore.
 

 
ARRAS, 15 Giugno 1791

L'estate era alle porte. Il sole riscaldava l’aria profumata dai fiori appena sbocciati, regalando uno scenario meraviglioso nel esteso giardino della tenuta.

Aurora e Gabriel correvano felici nel patio sotto l’occhio vigile di Anne e Marie.
Era pomeriggio inoltrato, una carrozza varcò il cancello della tenuta di casa Grandièr.


Andrè aveva tra le braccia il piccolo Marc e disse: "Guarda Oscar! ... Stanno arrivando Alice e Alain!"

La carrozza si arrestò, Alice con l'aiuto di Alain che aveva tra le braccia la piccola Diane, scese dalla vettura, quest'ultimo salutò: "Buongiorno Comandante, ciao André ...."
"Ciao Alain!"
Alain scrutò l'amico poi il piccolo Marc e con aria baldanzosa disse: "André lasciami dire che ti sta proprio bene il pargoletto tra le braccia! Ah ah ah ..." Però! Accidenti amico, riconosco che il piccolo ti somiglia moltissimo! Mi chiedo se se sarà paziente come suo padre! Ih ih ih ..."
Oscar sorrise e disse: "Ben arrivati! ... Alice, sono davvero felice di rivederti dopo tanto tempo!"
" Hai ragione! ... Purtroppo, è passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti!"
Oscar guardò la piccola esclamò: " Ciao Bellissima Diane ma lo sai che sei diventata grande!"
"Sai Oscar, adesso cammina da sola!"
"Davvero!"
"Si, e non si ferma un attimo e la povera Denise è costretta a rincorrerla ovunque, altrimenti combina un mucchio di pasticci!"
Alain sbottò in una risata e continuò: " Ah ah ah ...Vero! E quando torno a casa, Denise non fa altro che ripetermi che Diane ha il mio temperamento! Ah ha ha ..."
La piccola appena vide Gabriel e Aurora si dimenò nell'intendo di raggiungerli.
Alice disse: "Guarda Oscar, Diane vuole giocare con i tuoi bambini!
"Ma certo! Anne e Marie si occuperanno anche di lei!"

Marie le andò incontro, e prendendosi la piccola con sé, disse: " Datela a noi Madame Alice, così potrà giocare con Gabriel e Aurora!"
"Grazie Marie!" Oscar disse:“ Alice, Alain, accomodiamoci! Se volete possiamo rimanere nel patio in casa fa piuttosto caldo!”
"Ottima idea Comandante!"

Anne guardò Alain con trasporto ma appena si accorse di avere addosso lo sguardo geloso di Alice, si allontanò con i bambini.

 
“Dimmi Alice come è andata l’esperienza della scuola?”
“Beh, ecco, vedi Oscar ... all’inizio ho avuto qualche problema con i contadini, non mi accettavano come precettore, alcuni di loro non mi prendevano sul serio. Sinceramente, se non fosse stato per Alain che mi ha incoraggiata, avrei rinunciato al compito che mi hai affidato."
"In effetti mia moglie era esasperata dalle continue battutine di qualche zoticone ma io le ho consigliato di non mollare!"
"Oscar esclamò:" Ben fatto Alain!"
Alice continuò: " In seguito ho assunto un atteggiamento inflessibile e severo, da allora mi rispettano.”
Oscar ribatté: “Mi fa piacere che ti sia fatta valere!"
" Grazie Oscar!"
"Immagino che con i bambini, non abbia avuto particolari problemi?"< br>" Infatti è così! Anzi, dai piccoli ho ricevuto tantissime soddisfazioni! ... Sai, Oscar, tra tutti, c'è un orfano ... povero piccolo vive con una vecchia zia. Sai, tutte le mattine prima di recarsi a scuola, raccoglie per me un mazzolino di fiori …” 
Alain ribatté: “Comandante, la mia casa è diventato un campo di fiori! Ih ih ..."
"Suvvia Alain, adesso non esagerare! Al povero Robert manca tantissimo la sua mamma, povero piccolo!"
"Si, si è vero povero bambino, vede in te la madre che ha perduto, però ... fortuna che la scuola è chiusa per via delle vacanze, sinceramente cominciavo ad essere geloso! Ah ah ... ”

" La scuola sarà anche chiusa per le vacanze estive però devi sapere Alain che stamattina Robert è venuto a casa e mi ha regalato il solito mazzettino di fiori!"
"Ummm .. Allora devo davvero preoccuparmi! Ah ah ah ...."
Lo sguardo dei quattro andò ai tre piccoli che giocavano allegramente mentre il piccolo Marc era in braccio a suo padre.
Alain felice continuò: “Non ci posso credere! Guardali Andrè, i nostri figli giocano insieme! ... Se tre anni fa, qualcuno ci avesse detto che le nostre vite sarebbero cambiate in questo modo, non ci avrei mai creduto!!
"Vero Alain, hai ragione!"
Però Andrè, se potessi, ti darei un premio di riconoscimento ..."
"Per cosa?!"
"Come per cosa?!! Ma per aver avuto tre figli in soli due anni e di strada da fare, ne hai ancora tanta amico mio! ah ah ah ....” “Sta zitto! Non farti sentire da Oscar!”
"Ah ah ah ah ... Come non dare ragione al Comandante! Ih ih ih ...."

Alice esclamò: “Oscar quei due quando sono insieme, si dimenticano di tutto!”
"Già ... è sempre stato così Alice!"
 
“André, così domani partirete per Parigi!”
“Ci intratterremo a palazzo Jarjayes per almeno un mese. Alain non desideri tornare per qualche giorno a Parigi?”
“Alice e io ne abbiamo deciso di tornarci per la fine del mese, rimarremo per un paio di settimane. E poi André, desidero  rivedere i nostri amici e la mia casa.”
Il piccolo Marc cominciava a dimenarsi e Oscar disse: “Andrè, Marc ha fame, dallo a me!”
"E' l'ora della pappa e non sente più ragioni!"
Oscar lo prese tra le braccia, lo strinse a sé, disse: “Alice devo allattarlo, vuoi farmi compagnia?”
“Si ,certo Oscar, vengo volentieri.”

"Scusami Alain ma il dovere mi chiama! Ah ah ..."
"Come sempre Comandante! Ih ih ih .... Comandante ..."
" Si, Alain!"
"Stento a riconoscerVi, prima impugnavate la spada e avevate il compito di ammansire un intero reggimento di scapestrati, adesso invece, dovete tenere a bada ben tre figli! Ah ah ah ..."
Oscar sorrise ed entrò in casa.


 Rimasti soli nel patio Alain domandò: “Andrè per la faccenda di quel tipo, come vanno le cose con tua moglie?”
“Oscar ormai si allena ogni giorno, non solo con la spada ma anche con la pistola. E' convinta che prima o poi  Bouillè si farà vivo."
"Sinceramente amico, lo credo anch'io."
"Nonostante che io tenta di persuaderla, non sente ragioni.”
“Avevi qualche dubbio amico?!!”
“Alain, lei non è più un soldato! Non si rende conto di avere un marito pronta a difenderla."
"Amico stai parlando sul serio? André dimentichi di aver sposato un soldato ..."
"Ti prego Alain sii serio!"
" André, per una volta in vita mia non sto scherzando, dico sul serio!"
"Non voglio assolutamente che Oscar affronti quell'uomo...”
“Andrè ma stai parlando di Oscar Francois de Jarjeyes o di una donnicciola qualsiasi?”
“Alain smettila di scherzare, io sto parlando di mia moglie!”
“No, Andrè ... tu non hai sposato una donna qualunque ma  una donna allevata come un uomo, che ragiona come un uomo e per giunta  è stata un soldato! Amico mio, forse hai dimenticato che tua moglie ha avuto il fegato di esporsi in prima linea davanti ai cannoni della Bastiglia? Ti rendi conto che se Parigi non è stata rasa al suolo, è stato grazie all'ordine impartito del Comandante delle Guardie?!!"
Alain ti prego, non ricordarmelo, al solo pensiero rabbrividisco ancora!"
"Andrè, che ti piaccia o no, tua moglie ha fatto buttare giù la fortezza! ... Sinceramente non mi meraviglierei se un giorno finisse sui libri di storia!”
“Scherza quanto vuoi ma per me rimane mia moglie!”
“Si, rimane sempre tua moglie ma una moglie che ha saputo farsi rispettare da un intero reggimento indisciplinato e tu, più di qualunque altro lo sai! E adesso vorresti impedirle di farsi rispettare da un imbecille qualsiasi a cui avrebbe piegato l’orgoglio?!! Ti sbagli Andrè, non farai mai di lei la mogliettina impassibile e remissiva. Ribadisco ancora una volta, hai sposato un soldato.”
“Parli bene tu ... ma io glielo impedirò ad ogni costo, anche contro la sua volontà!”
“Voglio proprio vedere come farai! ... Devi rassegnarti André, se Bouillè dovesse farsi vivo, non sarà certo il nostro Comandante a indietreggiare. Anzi, ti dirò di più, sono sicuro, che quell'idiota non la spunterebbe!”
 
" Alain ....."
"Non fare quella faccia amico! ... Non credere che io non ti capisca ... prima era il tuo Comandante e adesso è tua moglie, anch'io al tuo posto sarei preoccupato, l'unica cosa che ti rimane da fare è sostenerla.
"Eccola, sta tornando, meglio non parlarne più!"
Oscar arrivò con il piccolo in braccio e domandò: " Di cosa state parlando voi due?"
" Della vostra partenza Comandante!! Ci vedremo a Parigi ..."
Davvero?!! Avete deciso di passare le vacanze in città?"
Solo un paio di settimane, non posso lasciare per molto tempo questa splendida cittadina nelle mani dei miei simpatici consiglieri ... ih ih ... le casse comunali rischierebbero nuovamente di essere depredate! Ah ah ah ..."
Oscar ribatte: "Alain credi davvero che oserebbero?" "Ah ah ah ... Non credo proprio Comandante, sanno troppo bene che se oserebbero fare una cosa simile, il loro sindaco li farebbe sbattere in galera per appropriazione in debita! Ah ah ah ..."
"Ah ah ah ..." risero all'unisono.


La mattina seguente tre carrozze partirono per Parigi, dietro di loro si chiuse il cancello della tenuta.

Ritorna all'indice


Capitolo 70
*** La richiesta di Oscar ***


La richiesta di Oscar


Dopo quasi un anno, Oscar tornava nel luogo dove era nata e vissuta parte della sua vita.
Le carrozze varcarono il cancello, percorsero l’immenso giardino, lo sguardo cadde prima sugli alberi rigogliosi poi sulle  splendide aiuole colorate.
Andrè e Oscar viaggiavano con i loro bambini. Aurora dormiva profondamente accanto alla mamma, Marc era in braccio ad Oscar mentre Gabriel era con il suo papà.

 “Andrè, torno a palazzo Jarjayes dopo più di un anno, ho l'impressione che il tempo si sia fermato!”
"Già, ma non è così! Basta guardare i nostri bambini per capire che molte cose sono cambiate."
" Andrè, mi chiedo cosa ne sarà dei sovrani..."
"Oscar, le loro maestà dovrebbero collaborare con l'assemblea anziché assumere un atteggiamento ostile."
" Andrè, chiederò alle autorità il permesso per avere un incontro con i sovrani."
"Andrò domani stesso da Bernard per ottenere il lasciapassare."
"Grazie Andrè!"

Le vetture giunsero al palazzo ad attenderli davanti all'ingresso principale c'era la servitù.    


Michel, il maggiordomo esclamò: “Che gioia rivederVi! Ben tornata madamigella Oscar!”
"Grazie Michel!"
André incalzò divertito: “Per te rimarrà sempre madamigella Oscar, non è vero?”
" Oh André, anche con i bambini a seguito, per me la padrona rimarrà sempre madamigella Oscar! Madame Marguerite, Generale, scusatemi per non avervi salutati ... ben tornati!"
"Grazie Michel!"


Christine dalla dependance li vide arrivare e a passo lento li raggiunse.

"Nonna Marguerite da quanto tempo! ... Che bello rivederVi!" disse la ragazza abbracciandola.
Christine cara come stai?"
"Come vedete nonna sono diventata enorme ..."
"Oh cara, mi pare ovvio, ormai la gravidanza è al temine ma lasciati vedere! Come sei bella figliola! ."
"Grazie nonna Marguerite!"
"Non sai che gioia ho provato quando Augustin, mi ha dato la notizia dell'arrivo del mio primo pronipote!"
"Grazie nonna! ... Zia Oscar, voglio conoscere l'ultimo arrivato!" disse la ragazza guardando il piccolo Marc. "Zio ... ti somiglia moltissimo ... ma ha lo sguardo di sua madre. E' bellissimo!

"Beh, lo dicono tutti, evidentemente mi somiglia davvero! Ih ih ... Comunque ti assicuro che Marc non ha solamente lo sguardo di sua madre ma anche la sua forza! ... Dovresti sentirlo quando si arrabbia, non c’è nessuno che riesca a tenerlo! Ah ah ah ....”
“Andrè, credi di essere meno testardo di me?! Allora ti sbagli!”
“Può darsi Oscar ma non posso certo competere con te! Ah ah ...”

Oscar domandò: “Dov'è Francois?”
“Tonerà domani mattina. Stanotte è di pattuglia a Parigi.”
“Capisco …”


Entrarono nel salone principale e l'attenzione di Oscar fu attratta dal pianoforte e a passo lento si avvicinò, alzò il coperchio della tastiera e strimpellando qualche nota sussurrò appena: “E' davvero passato tanto tempo! Ma qui nulla è cambiato! ....Vado di sopra ho bisogno di un bagno!”
 
 
 
Uscita dalla vasca da bagno, Oscar si avvolse nel telo per asciugarsi quando vide improvvisamente spalancare la porta della toillette.
"Oscar,sei qui?"
"André cosa fai, entri senza bussare?"
"Si, hai ragione ma sapevo di trovarti qui e poi a parte me, nessuno avrebbe osato fare irruzione! disse avvicinandosi. "Cosa vuoi fare amore?"
" Cosa vuoi che faccia? Come vedi, mi sto asciugando!"
" Si, certo ma dopo?"
"Avanti André, dimmi cosa vuoi?" chiese sorridendo maliziosa.
"Oscar, i bambini sono di sotto con le nonne ..."
"Allora! Avanti, continua ..."
Andrè la strinse a sè, mormorò: " Perché non approfittiamo di questo momento per stare un poco da soli?"
"Lo immaginavo..."
"Su, dai ... vieni ... con me! ... Ho bisogno di sentirti vicina … ti voglio Oscar ....”
" André sei incorreggibile!" rispose timida.
"Forse non mi vuoi?"
"Ma no, cosa dici! Anch'io ti desidero! ... André ti amo, ti amo tanto ....."
Oscar, per te darei    la mia  vita, desidero con tutto me stesso proteggerti..."
"Lo so! ... André sei tutto per me e lo sai ..." sussurrò guardandolo negli occhi per perdersi in un lungo bacio appassionato fino a perdersi nell'amore ...  
 
Oscar e Andrè erano a letto abbracciati quando sentirono bussare con insistenza alla porta mentre giungeva il pianto inconsolabile del piccolo.
"UEEEE ... UEEE ..."
" Oscar, Marc sta piangendo, avrà fame..."

"Ma che strano! Ma se da poco ha mangiato la sua minestrina!" disse alzandosi.
"Eppure sta piangendo. Forse vuole attaccarsi al petto.

Ancora un tocco alla porta e sentirono la voce di Nanny: "Oscar ... mi dispiace disturbarti ma devi allattare Marc ... ha fame ..."
"UEEEE ..."
“Santo cielo André, è tua nonna! Su presto rivestiamoci!"
"Sta calma Oscar, tanto ha già intuito il motivo della nostra assenza."
"André come fai a scherzare in questo momento? Marc sta piangendo come un disperato!"


"UEEEE... UEEE ..."

"Oscar, bambina fa presto, ti prego! Non lo senti?!! Non riesco più a calmarlo!"
"Arrivo nonna, un momento!”disse rivestendosi in tutta fretta per poi precipitarsi alla porta.

Lo sguardo della nonna si posò prima su Oscar, era rossa in viso con i capelli scarmigliati, poi vide Andrè infilarsi le scarpe in tutta fretta.
Nanny imbarazzata le porse il piccolo e disse: “Tocca a te i pensare a lui. Nemmeno tua madre è riuscita a placare il suo pianto altrimenti non vi avremmo disturbati.”
" Vuoi dire che ..."
"Si, i tuoi genitori ed io abbiamo fatto di tutto per tenerlo buono ma non ci siamo riusciti ..."
Oscar arrossì e rispose timidamente: "Grazie nonna, dallo a me!"
"UEEE ...UEEE ..."
"Su, Marc ... da bravo, non piangere più, vieni dalla tua mamma!"
UEEE ... UEEEE ..."
André esclamò: “Però, che caratterino! E poi non dirmi che non ho ragione!"
" André, ti prego non è il momento."

Oscar, si sedette sulla poltrona e appena si scoprì il petto, il piccolo afferrò il capezzolo con avidità, placando così l suo pianto.

“Nonna da quanto tempo piangeva?”
“Non ... non da molto. Nonostante che abbia mangiato la sua minestra, non sentiva ragioni ... voleva attaccarsi al petto. Oscar, tuo figlio è tale e quale a suo padre. Non pensa che a mangiare!”
Andrè domandò: “Nonna, dove sono Gabriel e Aurora?”
“Hanno già cenato, adesso stanno giocando con  il generale e madame. Loro nemmeno si sono accorti della vostra assenza ma lui si.”
Oscar accarezzò il piccolo, e sussurrò: " André guardalo, è davvero imbronciato ... mentre succhia protesta....


“E si! Marc è davvero arrabbiato! ... Nonna ma sei proprio sicura che non piangesse da tempo?”
 “Se proprio vuoi sapere nipote, l’abbiamo tenuto buono da più di mezz'ora per ... per non disturbare, ecco!!! Ma poi, non siamo più riusciti a contenerlo. Soddisfatto Andrè?!!"
Oscar arrossì nuovamente.
“Ah ah ah ah Mi dispiace nonna!"
“Oh basta Andrè! Me ne vado!! Mi avete messo già abbastanza in imbarazzo.” borbottò uscendo a passo levato.

 
" Oscar, sei arrossita ...."  
"Andrè cosa fai, mi prendi in giro? ...Che situazione!!"
" Ah ah ah ..."
" Ridi! Tanto tutti di sotto hanno capito ..."
" Capito cosa? Che ti amo da impazzire? Beh ... pazienza! Ih ih ih ... "
"André!"


Il sole  tramontava,  Oscar era sola, seduta al bordo della fontana quando udì alcuni passi, sentì una voce: "Bentornata zia.”
“Ciao Francois, come stai?”
“Bene grazie! Christine mi ha detto, che siete arrivati nel primo pomeriggio di ieri ..."
"Si, è così. Ieri notte sei stato di pattuglia a Parigi, dimmi come vanno le cose?"
"Come sempre ... ci sono i soliti disordini. Zia scusatemi ma entro in casa, voglio rivedere i miei cuginetti e soprattutto desidero conoscere il piccolo Marc ..."

“Un momento, aspetta!
"Cosa c'è zia?"
"Sai bene che aspetto da tempo per parlarti di una certa questione che tutti voi mi avete tenuta nascosto."
" Immagino cosa volete chiedermi…”
“Allora parla! ... Dimmi ... Bouillè è tornato?”
“Il suo reggimento rientrerà tra due settimane..."
"Bene, è quello che volevo sapere."
"Zia, spero che non vogliate cercarlo?!"
"Vi siete messi tutti d’accordo per ripetermi le stesse cose!? Allora vuol dire che anch’io mi ripeterò: non farò assolutamente nulla se non verrò provocata. Spero che sia stata abbastanza chiara.”
“Certo zia e da soldato quale sono,  Vi capisco …”
“Allora non occorre dire altro! ... Francois prendi le spade! Le ho portate nelle scuderie perché ti stavo aspettando. Voglio rendermi conto se hai fatto dei progressi.”
“Come volete zia, vado.” rispose recandosi nelle scuderie
 
Francois prese le spade e lanciandone una disse: "Sono pronto!"
Oscar prontamente l'afferrò e domandò:  “Francois, quando eri ad Arras, ti  allenavi   con tuo zio per non farti trovare impreparato da Bouillè?”
“Si, è così...”
Le lame si incrociarono, Oscar continuò: “Voglio sapere se tutti voi, mi nascondiate dell’altro!"
Lama contro lama. Sguardo nello sguardo.
“Non so cosa Vi abbiano riferito il nonno e lo zio …”
“Ho capito, lascia stare, tanto prima o poi lo scoprirò.”

Il confronto ebbe inizio, lo sfregamento e il tintinnio delle lame si propagarono ai piani del palazzo.

La finestra dello studio era spalancata, una brezza di vento caldo sollevava le tende.
 Andrè e il generale  erano nello studio, il primo disse: " Signore, sono stato a Parigi e ho parlato con Bernard..."
"Ti daranno il benestare per far visita ai sovrani?"
Mi ha detto che farà l'impossibile per ottenerlo."
Il Generale tirando l'ennesima boccata dalla sua pipa, continuò: " Non è facile accedere alle Tuilles ma grazie all'amicizia che vi lega, sono sicuro che Bernard farà l'impossibile! ... Ma cosa sta succedendo?!... Sento un tintinnio di lame provenire dal giardino..."


"Signore, qualcuno si sta battendo di sicuro saranno Oscar e Francois!"
"Andiamo a vedere!" ribatté il generale alzandosi dalla poltrona.
Dalla finestra i due  videro Oscar e Francois battersi come furie.
André mormorò: “Ci vuole poco per capire, cosa stia passando per la testa di Oscar. Sono sicuro che gli avrà chiesto di Bouillè.” disse lasciando lo studio.
“Dove vai Andrè?”
“Vado da lei ... la conosco, è arrabbiata.”
 
Andrè li raggiunse nel parco e rimase in un angolo a guardarli.
 Non passò molto tempo che Oscar fece arretrare Francois, lo mise di spalle al muro ottenendo la vittoria.

“Non va affatto bene che il Comandante delle guardie non riesca a prevalere sul suo avversario! Francois dimentichi che a breve diventerai padre?! ”
"Ma cosa dite zia?"
"Dico che hai bisogno di allenarti." “Zia siete davvero incredibile, sono sicuro che nessuno potrà mai batterVi!”
sussurrò con affanno. “Ti sbagli!  Un soldato  non deve mai  sottovalutare l’avversario! ... Adesso vieni a conoscere l’ultimo arrivato!”
 

20 Giugno 1791

“Oscar, finalmente abbiamo ottenuto il permesso per andare a far visita ai sovrani..."
"Dici davvero?!"
" Si, dopo domani saremo alle Tuilleris!"
"Oh André! Finalmente!"
 
 

21 Giugno 1791

Era primo pomeriggio, i bambini riposavano nei loro lettini mentre Oscar e André erano abbracciati nel loro letto.

"André sei silenzioso ..."
"Desidero godermi questi attimi di silenzio, poco fa i bambini non hanno fatto altro che strillare!"
"Erano irrequieti per la stanchezza!.... André ..."
"Cosa c'è Oscar..."
"Che bella sensazione stare qui, tra le tue braccia!"
"Oscar, sono tanto felice!" disse accarezzandola.


All'improvviso sentirono bussare alla porta, era il Generale: “Oscar, Oscar …”
“André, è mio padre! ... Sembra piuttosto agitato! Cosa sarà successo? …”
"Non lo so ... vado ad aprire!"
Andrè aprì la porta, il volto di Augustin  era sconvolto.
"Signore cosa vi succede?"
“Padre ...”
"Oscar, questa notte la famiglia reale ha tentato la fuga dal paese, ma il piano è fallito ..."
"Cosa!!"
"Sono stati scoperti a Varennes e li hanno arrestati!”
Oscar mormorò: "Non è possibile!"
André ribatté: “Cosa! Ma è assurdo! E' stato un gesto sconsiderato! ... Adesso la loro posizione non potrà che aggravarsi.
Oscar incalzò: "Padre, cosa ne è stato dei principini?”
“Non ne ho idea ...”
“Padre dove li hanno portati?”
“Alla Torre del Tempio.”
“Andrè dobbiamo sapere cosa ne è stato dei principini. Dobbiamo andare da Bernard e se fosse necessario, ci rivolgeremo a Robespierre.”
“Oscar, cosa pensi di fare?”

“Andrè, anche se i sovrani hanno commesso l’ennesima scelleratezza, le loro colpe non devono ricadere sui loro figli. Dobbiamo intercedere per Charles e Maria Teresa.”
Augustin intervenne: “Credi di riuscirci?”
“Padre, non ho mai chiesto favori a nessuno e non mi piace farlo ma adesso ne va di mezzo la vita di due innocenti! ... Se sarà necessario insisterò con Robespierre affinché ci affidino i principini.”
“Speri davvero di riuscirci?”
“Andrè, me lo devono. Se sarà necessario, userò tutta la mia influenza. Non esiterò a ricordare loro che mi sono battuta per i medesimi ideali! Andiamo Andrè, prendiamo i cavalli!...Padre occupatevi dei bambini, Andrè e io saremo di ritorno il prima possibile.”
 

Oscar e André erano al cospetto di Bernard.

“Bernard, dove sono i principini?”
“Nelle carceri, insieme ai sovrani.”
“Devi aiutarci."
"Cosa vuoi che faccia?"
"Bernard, voglio che me li affidino! ... Cosa c'è? Perché non mi rispondi? Temi che ti possa mettere in difficoltà?”
L
Bernard esitò poi disse: " Non ti preoccupare Oscar Francois, parlerò con Robespierre e farò ti tutto affinché venga accolta la tua richiesta. Dopo tutto hai ragione, i figli di quei due sciagurati non hanno alcuna colpa. E in quanto all’amico Robespierre, almeno questo te lo deve.”
“Grazie Bernard, non so come ringraziarti!”
 
 
Bernard e Robespierre erano faccia a faccia.
"Si, è vero, però ..."
"Pero niente! Robespierre, quei quei due ragazzini non potranno rimanere a lungo nella prigione prima o poi  dovremo  affidati a qualcuno, perché non ai Jarjeyes!?”

“E va bene Bernard, come vuoi ... parlerò con gli altri membri dell’Assemblea.”
“Grazie Robespierre, vado a dare loro la notizia!”

 
Poco dopo Bernard lanciò il suo cavallo al galoppo per recarsi al palazzo Jarjeyes.
 

Era sera, famiglia Jarjayes era riunita per la cena.

Francois domandò: "Zia, credi davvero che Robespierre accoglierà la tua richiesta?"
"Sono sicura che lo farà!"
" Il Generale ribatté: " Con la fuga, i sovrani hanno aggravato la loro posizione; spero di sbagliarmi ma temo che li possa accadere l'irreparabile!..."
André sibilò: "Lo temo anch'io Signore! Spero che non vengano giudicati severamente."
Oscar continuò: "André, io non capisco davvero perché abbiano fatto una cosa simile! In questo modo hanno solo inasprito i rapporti con i capi l'assemblea..."
Il Generale rispose: "Oscar, sono sicuro che i sovrani temessero per la loro incolumità. A volte la paura è cattiva consigliera."

Michel entrò nella sala da pranzo, annunciò: “Madame Oscar, è arrivato il Prefetto.”
“Bernard?!!! … Fallo passare immediatamente!
 
“Buona sera signori …”

Il generale domandò: “Allora Bernard, quale notizie ci porti?”
“Robespierre parlerà con i membri dell'assemblea. Sta tranquilla Oscar,  la tua richiesta è stata accolta, vi verranno affidati i principini!”
“Ti sono grata Bernard.”
“Te lo dovevano Oscar, non poteva essere altrimenti!”
“Un ultimo favore Bernard … Quando i principini verranno liberati, voglio esserci anch’io. Desidero incontrare i sovrani.”
“Farò tutto il possibile per accontentarti.”
 
"Grazie Bernard!"  
 

Ritorna all'indice


Capitolo 71
*** L' ultimo incontro ***


  28 GIUGNO 1791

Ormai il sole volgeva al tramonto, l’insistente cinguettio degli uccelli si infondeva in tutte le stanze  del palazzo mentre dal balcone spalancato entrava una brezza di aria fresca che sollevava appena le tende.
Oscar era seduta  davanti al piano forte e con tocco leggero e irrequieto strimpellava qualche nota sulla tastiera, mormorò: "L’ordine di scarcerazione non è stato ancora emesso, spero che Maria Teresa e Charles stiano bene! .... Ma cosa succede? Sento delle voci animate provenire dal giardino!" si alzò dallo sgabello e a passo deciso andò sul balcone, guardò di sotto. "Eccoli là ... Andrè, Francois e mio padre stanno discutendo animatamente, sono sicura che non mi abbiano detto tutta la verità!... Tanto è inutile che insista, non me la diranno mai!" rientrò in sala e si sedette nuovamente  al pianoforte. “Ma cosa mi stanno nascondendo?! ... Tanto prima o poi lo scoprirò.”
Indispettita, strimpellò una melodia per niente dolce, le note si diffusero per tutto il palazzo.


“Zio, il reggimento di Bouillè è tornato prima del previsto.”
“Ecco, ci mancava anche questa! Adesso ci si mette anche la preoccupazione per quel esaltato che potrebbe farsi vivo da un momento all’altro. Senza contare che dobbiamo risolvere il problema dei principini!

Il Generale ribatté: "André, Boillè potrebbe venire a cercare Oscar ma noi dobbiamo fare in modo che non si incontrino."
"Facile a dirsi! E se non ci riuscissimo?"
"A quel punto non potremmo fare più nulla per nasconderlo..."
"Io non permetterò mai che si battano ..."
"Zio, se ciò dovesse accadere, non potreste evitarlo in nessuna maniera e poi sono sicuro che Bouillè non riuscirebbe a batterla tanto facilmente."
"Francois ma ... è mai possibile che non mi comprendiate?!"
"Il Generale tirò una boccata alla sua pipa, rispose: "Credi che non ti capisca?! Ti assicuro che farei qualsiasi cosa affinché mia figlia non accetti il duello ma ... purtroppo non possiamo scartare questa eventualità. In tal caso sono sicuro che Oscar avrebbe la meglio. André dimentichi forse il valore di tua moglie?"
"No, Signore! Però adesso è una madre, una moglie ed io non voglio che le accada nulla!"
"André ma cosa dici? Parli come se mia figlia fosse una donna qualunque, debbo forse ricordarti che è stata un ufficiale dell'esercito?" "
"Non ce ne bisogno! ... Signore, Oscar è tutto per me..."
"Lo so ..."



Le note strimpellate si infondevano sempre di più, fino a giungere il giardino. Dal suono della melodia, Andrè percepiva lo stato d’animo di sua moglie, guardò il balcone, mormorò: “E’ da giorni che è irrequieta, aspetta con trepidazione il permesso per potersi recare alla Torre del Tempio.”
Il generale domandò: “Andrè non sai nulla al riguardo?"
“Ho parlato l'altro giorno con Robespierre, l’ordine di scarcerazione per i principi sarà emesso da un momento all’altro.”

Un uomo a galoppo varcò il cancello di palazzo Jarjayes, i tre si voltarono e il Generale esclamò: "Sta arrivando un soldato a cavallo!"

Oscar stizzita smise di suonare e alzandosi di scatto uscì nuovamente sul balcone, quando vide un soldato scendere da cavallo e avvicinarsi ai tre.
" E' un messaggero! Forse è arrivato l'ordine di scarcerazione!" sussurrò, lasciano in tutta fretta la sua stanza per raggiungere gli altri.

Il soldato proferì: "Ho una comunicazione per Oscar Francois de Jarjeyes.”
 Lei rispose: “Sono io.”
“Vengo da parte dell'amico Robespierre. Ecco tenete! ... Il primo documento è l'autorizzazione per accedere alla Torre del Tempio, il secondo, è l'ordine di scarcerazione dei principi. Mi hanno detto di riferirvi che da questo momento sono affidati a Voi!"”
Il volto di Oscar si illuminò, ribatté: “André, ce l'abbiamo fatta! Finalmente potremo mettere fine alla loro prigionia. Dobbiamo andare a liberarli!
"Preparo immediatamente la carrozza Oscar!" disse allontanandosi in tutta fretta.
All'improvviso Francois vide arrivare la cameriera che accudiva Christine, esclamò: " E' successo qualcosa a mia moglie?"
"Signore, credo che Madame stia per dare alla luce il bambino!"
“Cosa!”
Il generale ribatté: “Francois mando immediatamente qualcuno a chiamare il dottore; per il momento a tua moglie ci penseranno la nonna e Nanny."
"Nonno, dobbiamo avvisare la famiglia di Christine!”
"Sta calmo Francois, manderò George a Parigi."
“Grazie  nonno, vado da Cristine!”

In poco tempo le due vetture lasciarono palazzo Jarjeyes: una per recarsi alla Torre del Tempio e l’altra per andare dal dottor Lassone.
 
 


La carrozza su cui viaggiavano André e Oscar arrivò alla Torre del Tempio. André scese da cassetta, sistemò il predellino e spalancando lo sportello, disse:" Oscar siamo arrivati!"

Con alterigia i due si presentarono alle guardie.
Oscar consegnò il lasciapassare, disse: “Sono Oscar Francois de Jarjeyes, ho l’autorizzazione  di incontrare i sovrani e di portare via i principini.”
Uno dei soldati dopo aver letto i documenti, disse: “Robespierre e Chatelet vi stanno aspettando, venite con me!”
Andrè e Oscar videro spalancarsi  il portone della prigione, fecero il loro ingresso nell'enorme bastione  che  venne  chiuso  alle loro spalle.
 Accompagnati dalla guardia, percorsero un luogo buio e dall’aspetto malsano. La luce delle fiaccole illuminò il loro tragitto. Salirono uno scalone stretto e curvo fino ad addentrarsi nell'ennesimo lugubre corridoio.
Il soldato arrestò il passo, spalancò la porta, disse: “Entrate, vi stanno aspettando!”
Bernard appena li vide, disse: “Siamo qui! Oscar, André, dobbiamo parlarvi.”
.
Oscar mormorò: “Robespierre, Bernard non so come ringraziarvi.”
Il primo  rispose: “Oscar Francois, noi membri dell’Assemblea abbiamo accolto la vostra  richiesta per via della stima e la considerazione che abbiamo nei vostri confronti."
"Grazie Robespierre!"
"Vi siete schierata a favore della nostra causa e non è cosa da poco; come se non bastasse, avete liberato dalla povertà Arres il mio paese natale e questo vi fa onore! ... Purtroppo non si può dire del resto della Francia!"
Oscar e André annuirono.
Bernard continuò: “Luigi e Maria Antonietta hanno accolto con soddisfazione le vostre intenzioni.”
Ancora Robespierre:  “So che possiamo fidarci di voi ma sappiate che dopo quanto accaduto i sovrani  verranno processati.”
Oscar mormorò: “Spero che non vengano giustiziati.”

“Non mi è dato saperlo! ... Comandante Oscar, André, è ora di andare dai prigionieri.”
Andrè chiosò: “Ascoltami Robespierre, come saprai, Oscar ed io non viviamo più a palazzo Jarjayes ma ad Arras, naturalmente dopo questa parentesi faremo  ritorno nella nostra cittadina; quindi dovrete rilasciaci il vostro benestare per portare i principini lontano da Parigi.”
“Non preoccuparti Andrè, il documento sarà pronto nei prossimi giorni!”
"Grazie Robespierre!"

I quattro si addentrarono nei corridoi della prigione, durante il tragitto, Oscar pensò: un tempo i sovrani vivevano nello sfarzo e adesso si ritrovano prigionieri in una squallida prigione...

Durante il percorso, Oscar notò che le altre segrete erano vuote, domandò: “Immagino che gli unici prigionieri di questo posto siano i sovrani!”
Robespierre rispose: “E' così! Infatti abbiamo deciso di tenerli in un  luogo riservato.”

Svoltarono l’angolo, una guardia appena li vide arrivare tirò fuori le chiavi e disse: “Da questa parte.”
 
 
La cella che ospitava i sovrani era illuminata da due candele ormai consumate. In alto c'era una piccola finestra con delle enormi sbarre, che permettevano appena di entrare gli ultimi squarci di sole di fine giornata.
Maria Antonietta era seduta su una branda, al suo fianco c’era Charles mentre Luigi e Maria Teresa erano seduti dietro a un tavolo di legno su cui era appoggiato un libro. Padre e figlia erano dediti alla lettura.

La famiglia reale udì dei passi lontani, fino a che non diventarono sempre più vicini.

Luigi disse: “Stanno arrivando ...”
Maria Antonietta si alzò e guardando i suoi figli disse: “Figli miei, è giunto il momento di separarci, ribadisco ciò che vostro padre ed io vi abbiamo già detto ... sappiatevi comportare, qualsiasi cosa che Oscar e Andrè vi diranno, ascoltateli come se  fossero vostra madre e vostro padre!"
"Maria Teresa sentiva le lacrime salire, con voce tremante sussurrò: "Madre, sarete sempre orgogliosi di me e di mio fratello ..."
"Lo so! ... Vostro padre ed io siamo certi che starete bene con loro! Ricordate, d’ora in avanti saranno  la vostra famiglia!”  le lacrime rigarono il viso.

Delle ombre, dei passi sempre più vicini, la chiave girò nella serratura, le sbarre si aprirono.
Bernard mormorò: "Robespierre ed io aspetteremo fuori, così potrete parlare liberamente.”
“ Grazie Bernard.” sussurrò commossa.
André e Oscar entrarono nella cella umida e fatiscente, quest'ultima sentì una stretta al cuore quando vide la regina, pallida e magra, i suoi occhi erano cerchiati probabilmente dal sonno e dal pianto. Maria Antonietta era una donna ben diversa di quella che ricordava.
L’azzurro nell'azzurro, gli occhi brillavano per l'emozione.
“Oscar mormorò: “Maestà …”
 “Grazie, amica mia …”
Andrè e Luigi  si appartarono con l'intendo di lasciarle un minimo di riservatezza alle due donne ma  le parole rimbombavano nel il silenzio della piccola cella.

Lo sguardo amorevole di Oscar si posò sui due ragazzi che l’abbracciarono ed esclamarono: “Madamigella Oscar!”
 “Vorrei che mi chiamaste semplicemente Oscar.”
Il volto della  regina si illuminò,  ormai non riusciva più a controllare  le lacrime e con voce tremante disse: “Luigi ed io siamo sicuri che i nostri figli siano in buone  mani …”

Il re continuò: “André, molto probabilmente non avrò la possibilità di crescere i miei figli .." sguardo nello sguardo." So che che per loro, sarai un buon padre! ... André ti sarò riconoscente per tutta la vita. ”
"Grazie per la fiducia Maestà!"
Luigi guardando Oscar continuò:  "Maria Antonietta ed io  non dimenticheremo mai tutto quello che avete fatto per noi! ... Per la fedeltà che ci avete dimostrato in tutti questi anni, per tutte le volte che mi avete ascoltato con discrezione e per esserci stata accanto nei momenti difficili... il nostro piccolo Joseph..... Grazie!
Con sguardo chino e voce commossa, Oscar ribatté:  “Anch’io devo ringraziarvi per la stima che mi avete accordato in tutti gli anni. Non dimenticherò mai che in diverse occasioni mi avete aiutata a causa delle nostre divergenze  …”
“Forse sarebbe stato  il caso di ascoltarvi, magari non saremmo arrivati a questo punto!” interruppe la regina abbracciandola.

Nella cella scese il silenzio.


Giunse il momento della separazione, il re e la regina abbracciarono per l'ultima volta i loro figli.
Il re li un baciò e disse:“Abbiate cura di voi!”
"Oh Padre... Madre ..." mormorarono i ragazzi tra le lacrime.


Robespierre orinò alla guardia: "Apri la cella!"
"Sissignore!" Il rumore delle sbarre fecero sciogliere dall'abbraccio genitori e figli mentre le lacrime scendevano copiose.

Maria Teresa sussurrò: "Addio madre, addio padre!"
"Charles disse a gran voce: "Ma cosa dici Maria Teresa?! Noi rivedremo i nostri genitori e torneremo ad essere una famiglia, vero madre?"
"Si, Charles ... ci rivedremo!"
rispose sotto voce la regina mentre il soldato chiuse il cancello e girò la chiave nel chiavistello.
 
Rimasti soli, la regina si abbracciò a Luigi scoppiando in un pianto liberatorio.
"Dobbiamo farci coraggio Maria Antonietta e poi dobbiamo essere felici per i nostri figli, avranno una vita felice nella casa della nostra madamigella Oscar!"
La donna si allontanò appena e guardandolo negli occhi mormorò: "Avete ragione Luigi, non debbo disperarmi, con Oscar saranno felici! ... Oh Luigi ... mi dispiace che abbiate sofferto a causa mia!"
L'uomo prendendole le mani e perdendosi nell'azzurro dei suoi occhi, mormorò: "Anch'io debbo chiedervi perdono per non essere stato un buon marito!"
"Oh Luigi! ..."

 
 André guidava la carrozza mentre Oscar e i principini erano all'interno della vettura.
I tre passeggeri erano silenziosi finché il piccolo Charles disse: "Maria Teresa non dovevi salutare con un addio i nostri genitori, sono sicuro che presto usciranno di prigione e torneremo a vivere tutti a Versailles!"
La principessa guardò smarrita suo fratello e commossa sussurrò: "Hai ragione Charles, presto torneremo tutti a Versailles!"
Lo sguardo di Oscar brillò ancora una volta.

La carrozza continuava il suo percorso in una strada sterrata finché André vide avanzare un uomo a cavallo.

“Andrè …”
André arrestò la vettura sussurrò: “Conte di Fersen, Voi qui!"
"André, permettetemi di parlare con vostra moglie?!"
"Si, certo conte di Fersen!"

"Ma perché ci siamo fermati? Cosa succede?" disse Oscar affacciandosi al finestrino. " Conte di Fersen, cosa ci fate qui? Lo sapete che per voi potrebbe essere pericoloso?"
"Si, Oscar, lo so ma debbo parlarvi!"
"E va bene!"

Andre scese dalla vettura per aprire lo sportellino ma fu preceduto da Fersen. Il Conte sistemò il predellino e disse: " Prego Oscar..."
"Si ma ... meglio allontanarci dalla vettura!"
"Si, certo!" ribatté l'uomo.

Oscar aveva davanti a se un uomo pallido, sciupato, gli occhi cerchiati e il viso  segnato dalla disperazione. Fersen ormai era l’ombra di se stesso.


“Oscar! … Oh scusatemi, credo che sia il caso di chiamarvi madame Grandièr ..."
"Fersen, ditemi, qual'è la ragione che vi ha spinto a cercarmi?"
"Vedete ... so che siete stati alla prigione e sulla vostra carrozza viaggiano i principini ..."
Non vi capisco Fersen, spiegatevi!"
"Si, avete ragione! Vedete, sono venuto a cercarvi e non trovandovi, ho chiesto di vostro padre che mi ha raccontato ogni cosa! ... Volevo che mi aiutaste...”
“Aiutarvi Fersen?! In che modo?”
“L’avete già fatto assumendo la responsabilità di prendervi cura dei suoi figli." mormorò commosso l'uomo. “E’ stata tutta colpa mia ... li ho incoraggiati a fuggire. Adesso mi chiedo cosa ne sarà di loro. Sono disperato!”

“Non lo so …  solo  Dio sa cosa potrà accadere.”
“Ditemi, come sta la regina?”
 “Non è più la donna di un tempo, è cambiata! ... Fersen quello che è stato non si può cancellare.”
“ Se potete, intercedete per lei.”
“Farò il possibile ma è inutile illudersi, nessuno riuscirà a salvarla!”
“Ne sono consapevole …” lo sguardo di Fersen brillava per l’emozione. L'uomo raggiunse il suo cavallo, salì in groppa e con un saluto militare concluse: “Grazie Oscar per tutto quello che avete fatto  per la donna che ... ho sempre amato! ... Addio!”

Fersen spronò il cavallo e partì a galoppo.

"André mormorò: "Il conte di Fersen mi fa molta pena ..."
"André, torniamo a casa!"
"Si, Oscar ... meglio tornare!" mentre saliva a cassetta mormorò: "Un altro capitolo di questa triste vicenda è terminata."

La vettura mestamente riprese il suo viaggio verso il palazzo Jarjeyes.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 72
*** La sfida ***


Erano trascorsi diversi giorni da quando Maria Teresa e Charles si erano trasferiti a palazzo Jarjayes. Non passava un solo giorno che non pensavano ai loro genitori. Tutti si prodigavano ad infondergli coraggio e grazie alla compagnia di Aurora, Gabriel e il piccolo Marc, i principini trascorrevano le giornate serenamente.
Intanto per la gioia di Christine e Francois nacque il loro bambino e gli fu dato il nome di suo nonno Antonin.



1 Luglio 1791

Era pomeriggio, la famiglia al completo si era riunita in giardino. I bambini sotto lo sguardo vigile delle loro bambinaie giocavano allegramente con Charles e Maria Teresa, rallegrando così i presenti.


"Madame Marguerite sussurrò a sua figlia: "Sono davvero contenta che Maria Teresa e Charles siano felici di stare con noi! ... Poveri piccoli, spesso li sorprendo a parlare dei ... loro genitori!"
"Madre, dobbiamo fare l'impossibile affinché vivano serenamente ma non potranno mai dimenticare tutto ciò che è accaduto!
"Oscar, cosa credi che potrà succedere ai sovrani?"
"Madre, sapete quanto me che li attendono giorni difficili ... purtroppo!"

L'attenzione di Oscar e Marguerite andò alle risate dei più piccoli.

Charles rincorreva felice Grabiel.
"Su vieni qui birbante ... e così mi hai colpito con la manina eh? Ah ah ah ... Su, lasciati prendere!"

Marguerite felice mormorò:"Guarda Oscar, Gabriel sta correndo nella tua direzione! Ah ah ..."
Oscar sorrise, si piegò sulle ginocchia, lo prese al volo e ridendo disse: " Cosa fai, scappi da Charles? Ah ah ah .."
Charles continuò: "Dai Oscar, mettetelo giù, voglio giocare con Gabriel!"
Il piccolo ridendo a crepapelle scese dalle braccia della madre e si unì nuovamente ai giochi sotto lo sguardo felici di tutti.

"André mormorò: "Gabriel e Aurora non fanno che cercare la compagnia di Maria Teresa e Charles, la cosa non può che farmi piacere .."
"Il Generale ribatté: "Vedrai che anche Marc crescendo vorrà bene ai ... principini, proprio come se fossero fratelli!"
Francois disse:"Nonno, il prossimo mese la famiglia Jarjayes si riunirà nuovamente.."
"Già .. Anche se mancano ancora tre settimane all'arrivo delle mie figlie, Nanny si sta dando un gran da fare!"
André rispose: "Ah ah ... Vero Generale! E' già da una settimana che mia nonna ha dato disposizione alla servitù di far preparare le stanze!"
Augustin sussurrò: "La mia cara Nanny ... è sempre stata tanto dolce quanto prepotente! Ah ah ah ... ricordo che da bambino mi rincorreva per tutto il palazzo per infilarmi nella tinozza perché avevo l'abitudine di entrare nelle aiuole e mi sporcavo da capo a piedi! Ah ah ah ..."
"Dite davvero Generale?"
Nanny continuò: "Certo Andrè, è la verità! Augustin, mi fa piacere che te lo ricorda ancora!"
"Ah ah ah ... ricordo tutto Nanny anche i tuoi strilli quando sporcavo il pavimento della cucina! Ah ha ah ..."
Oscar sorpresa sussurrò: "Non è possibile! "
"Nanny ribatté: "Di cosa ti meravigli piccola?! E poi tu sei stata ancora più vivace di tuo padre. Oh se penso a ciò che avete combinato tu e André da bambini! "
"Ah ah ah ..." risero all'unisono.
All'improvviso l'attenzione dei presenti fu attratta dallo scalpitio di un cavallo,  un  uomo a galoppo varcava  il cancello di palazzo Jarjayes.
La figura si avvicinava sempre di più, alcuni di loro riconobbero la sagoma dell’uomo.

 Oscar appena lo vide avvicinarsi, porse il piccolo Marc tra le braccia di Marie e con  flemma severa ordinò: “Entrate immediatamente in casa!!”
"Subito Madame!" rispose la donna portandosi con sé i bambini.
Maria Teresa  prese per mano Aurora, disse: "Su ... avanti bambini, ubbidiamo a vostra madre! ... Charles prendi la manina di Aurora!"
"Si, Maria Teresa!"
Anne prese in braccio Gabriel e in tutta fretta lasciarono il patio.
La nonna domandò: "Oscar, cosa sta succedendo?"
Marguerite continuò: "Ma cosa succede?"
"Madre, nonna anche tu Cristhine sarebbe opportuno che entraste in casa ..."
"Ma perché? Augustin cosa sta succedendo?"
"Marguerite, meglio che diate ascolto ad Oscar ..."
"Si ... ma ..."
Nanny sussurrò con preoccupazione:"Non capisco cosa succede ma forse è meglio entrare madame! Cristhine figliola, su, vieni!"
"Si ... si Nanny ..."
Le tre donne entrarono mestamente in casa ma Marguerite rimanendo sul ciglio della porta mormorò:"Io rimango qui, voglio sapere chi è l'uomo che ha portato tanto scompiglio nella nostra casa!"


Lo sguardo di André, Oscar, il Generale e Francois erano puntati sull'uomo che scese da cavallo che li fronteggiò con arroganza.
 Il primo ad avanzare fu Andrè che digrignò: “Bouillè non sei gradito, vattene!”
“Non sono qui  per te Grandièr ma per lei e lo sai!”
Il Generale  avanzò verso Alexander, lo prese per il bavero, digrignò: “Non hai nulla a che spartire con mia figlia, fuori da casa mia, va via!”
Oscar avanzò verso i due e con tono tagliente, incalzò: “Padre lasciatelo stare e me che cerca.”
Bouillè si dimenò fino a liberarsi dalla stretta di Augustin.


Andrè fece un altro passo in avanti, ordinò:“Non hai sentito? Vattene da qui!”
“Andrè, lascialo stare ... se Bouillè è venuto a cercarmi evidentemente ha qualcosa da dirmi …”
L'uomo con tono canzonatorio, ribatté: “Ti consiglio di dare ascolto a tua moglie che a quanto pare ha più carattere di te!"
"Sta zitto e vattene!"
"Non ho nessuna intenzione di andarmene se prima non avrò parlato con il colonnello Jarjayes."
"Ti ho detto di andartene!"
" Cosa vuoi fare? Prendermi alla sprovvista e picchiarmi come l’ultima  volta? Ti avverto che adesso non mi coglieresti impreparato.”
Occhi negli occhi.
Oscar mormorò: “Cosa!”

“Come Madame, per caso non siete a conoscenza che vostro marito e vostro padre sono venuti a cercarmi?! Dunque, immagino che non sappiate nemmeno che sono stato aggredito in casa mia solo perché, Vi ho sfidato a duello?!"
"Mi avete sfidata a duello?! MA COSA DITE?"
"Come Grandier, possibile che tu non le abbia detto nulla?" l'uomo guardando Oscar continuò:" Madame, se non mi credete, chiedetelo al mentecatto di vostro nipote qui presente!”
Oscar sorrise con alterigia e ribatté: “E così vorreste sfidarmi a duello?”
  “E' il minimo che pretendo dopo avermi offeso e umiliato...”
“Basta, non dite altro! Lascio a voi la scelta dell'arma, adesso non vi resta che dirmi dove e quando Bouillé. Sono a vostra disposizione!”
“Magari madame foste davvero a mia disposizione ...”
L’azzurro si sgranò.
Con poche falcate, Andrè gli si scaraventò addosso, colpendolo in viso con un pugno forte e deciso. Alexander prevenuto, rispose al colpo con decisione, colpendolo prima al volto e poi allo stomaco facendolo indietreggiare fino a sbattere contro il muro.  Andrè reagì, avanzò e con tutta la rabbia rispose ai colpi di Bouillé sotto lo sguardo atterrito dei presenti.
Ancora pugni e calci. I due non si fermarono.
 
Oscar mormorò appena: “Andrè …”

"Marguerite, Nanny e Cristhine assistettero alla scena e avanzarono nel patio.
"Nanny si fece avanti e inveì: "DELINQUENTE, LASCIA STARE MIO NIPOTE!"

Il Generale si precipitò su Bouillè mentre Francois da Andrè, i due tentarono di sedare la rissa.

"Bouillé nel tentativo di divincolarsi dalla presa del generale, inveì con affanno: "Coff ... coff ... dimmi, servo ... non ne hai avuto ancora abbastanza?"
André risentito, tentò di liberarsi dalla stretta ma senza riuscirci, digrignò: "Vattene! TI HO DETTO DI ANDARTENE!"
"Zio, lasciate stare, non ne vale la pena!"
"Coff ... coff ... sentito servo? Da ascolto al mentecatto!"
"LASCIAMI FRANCOIS!"

Poco dopo sopraggiunse un uomo a galoppo che sbigottito da ciò che stava accadendo, tirò le redini e scendendo da cavallo mormorò: "Così, è questo l'imbecille che vuole sfidare il Comandante!"

André liberatosi dalla stretta, fronteggiò nuovamente Bouillè e lo colpì mentre il generale indietreggiò a causa dei colpi dei due.

Oscar urlò: “BASTA, SMETTETELA!!! BOUILLE', MI HAI SFIDATA A DUELLO ED IO HO ACCETTATO ... ORA BASTA!" i due sordi alle parole, continuarono a colpirsi. "Alain, Francois  cercate di fermateli!”
Tra un pugno e l'altro Bouillè ribatté: “E’ inutile che mi colpisci ancora, è con lei che voglio misurarmi non con te.”

Alain disse al giovane: "Francois, tu cerca di fermare André, io penserò a questo imbecille!"
"Si ... Si .. Alain ..."

Francois trattenne André mentre Alain bloccò Bouillè.
Alain digrignò:“Andrè, Andrè lascialo stare così non risolverai nulla …

Bouillè nel tentativo di liberarsi dalla stretta di Alain ribatté: "Sentito servo?! Non riuscirai a risolvere nulla, è tua moglie che deve farsi valere non tu, SERVO!"
Alain fuori di sé da quelle parole, lo voltò a sé e gli sferrò un pugno in pieno viso e digrignò: "Maledetto animale, come ti permetti di insultare il mio amico?!"

Respiri affannati, sguardi carichi di risentimento.
André urlò contro Bouillè: “COSA VUOI ANCORA, VATTENE!!!

"Coff .. coff ... allora non hai capito?
La partita  sarà conclusa quando, lei si sarà battuta con me, Grandier …” –
Oscar ribatté con tono severo: “Vi ho già detto che accetto la sfida e adesso andatevene, la vostra presenza mi è sgradita.” Bouillè concluse: “Il duello avverrà  qui, domani mattina..”
“NO. Il duello avverrà fuori dal  palazzo.”
Bouillè rispose beffeggiandola: “Cosa c’ è, forse la mammina non vuol farsi vedere dai suoi mocciosi?
“Non mancate Bouillè, non vorrei che all’ultimo momento vi tiraste indietro ... sapete, di vigliacchi come voi, ne ho conosciuti fin troppi nella mia vita e non mi piace vincere in questo modo!”
“State certa che non mancherei per nessun motivo al mondo! Vi aspetto domani fuori dalle mura del vostro palazzo, Madame!!!

"Statene certo, ci sarò!!
"Bene, era tutto ciò che volevo sentirvi dire... Comandante!" l'uomo montando a cavallo guardò Augustin concluse: “ Generale, nemmeno con tutta la vostra influenza siete riuscito ad evitare il duello!"

I presenti videro Bouillé colpire con rabbia i fianchi dell’animale che partì al galoppo.

Alain guardò Oscar e indicando con il dito Bouillè disse: “Comandante, quell'uomo è un esaltato, non ragiona!"
Con guardo severo e tono tagliente,rispose: “ Certo che lo so. Ma di uomini arroganti che sragionano, ne ho incontrati di diversi nella mia vita e non ho certo paura di lui! André, Padre,come avete visto non è servito a nulla  nascondermi la verità! ... André ... e così, sei già arrivato  alle mani con Bouillè un'altra volta?! Immagino che sia stato durante quel misterioso viaggio che hai fatto a Parigi, non è vero?
“Oscar …”
"Augustin ribatté:"Oscar, è inutile che tu stia nuovamente a rimuginare sulla questione! Ebbene si, è successo allora!"
“Padre, non credo che sia il caso che Vi preoccupiate per me, visto che mi avete impartito un educazione militare!!
"Oscar, non si tratta di questo, adesso devi capire che sei una madre oltre a una moglie.."
"Un momento ... adesso sono io a non capire, forse il Vostro era semplicemente un capriccio quello di voler allevare vostra figlia come un uomo e adesso vorreste ritrattare?
Il Generale annuì per quelle parole che sentì pesare come macigni.

Oscar continuò: “Non mi sono mai lasciata manipolare da nessuno e voi lo sapete bene. Padre, nonostante che la mia vita sia cambiata, rimarrò sempre un soldato. Quindi, è inutile che pretendiate ciò che non sono.”
Il generale avanzò e con tono severo ribatté deciso: “Il tempo della vita militare, ormai appartiene al passato. Adesso sei una madre e hai la responsabilità di pensare AI TUOI FIGLI!!!”
“Ed è anche per loro che lo faccio padre! ... Non voglio che crescano con la consapevolezza che la loro madre sia  una vigliacca incapace di difendere se stessa e i suoi cari.”
“Smettila Oscar, non è il caso che tu parla in questo modo! ... Tutti conosciamo il tuo valore e se non ti abbiamo detto nulla, è stato per proteggerti, visto che attendevi un figlio. E se continui a rimproverare me e tuo marito per avertelo nascosto, allora sei un ingrata!”
“Padre, comprendo la vostra preoccupazione ma dopo, avevo tutto il diritto di sapere!"
"Si ... forse hai ragione ma abbiamo agito per il tuo bene!"
"Padre, voi e André, in tutti questi mesi non avete fatto altro che dissuadermi ma a questo punto, comprenderete che non posso certo tirarmi indietro, l’avete visto tutti cosa è successo!”

Lo sguardo addosso di ciascuno era su di lei che sembrava una furia incontenibile.

“ Domani mattina non devi andare, ci penseremo io e tuo marito…”
L’azzurro si sgranò l’antica ribellione venne fuori, esclamò forte e decisa: “Ma cosa dite!! Padre non vi riconosco più! Vi rammento che non mi avete cresciuta come le altre donne, adesso cosa pretendete, che diventi come loro?”
“Non ho detto questo ma non puoi continuare a vivere in questo modo! Ti ricordo che ora hai tre bambini a cui pensare, hai un marito e un padre che possono difenderti ….”

“Cosa credete, che io non sia stanca di tutto questo e non voglia vivere serenamente?  Se non volevate che tutto ciò accadesse, non avreste dovuto allevarmi come un uomo! Per vent’anni ho vissuto e ragionato come un soldato e ancora prima  sono stata addestrata  per fronteggiare l'avversario e nessuno può pretendere che io possa cambiare.”

Augustin si sentì ferito dalle parole di sua figlia e mestamente seguito da Marguerite e Nanny entrò in casa.
Alain diede una pacca sulla spalla di Andrè e disse: “Amico, ci vediamo domani mattina.”
André annuì mentre Alain montò a cavallo e lasciò il palazzo. Francois si alzò mestamente e cingendo il braccio intorno ai fianchi di sua moglie tornò in casa.

Oscar e André rimasero soli nel patio.
Sguardo nello sguardo.
Silenzio.
Andrè si passò la mano alla bocca per pulirsi dal sangue, guardò con rassegnazione sua moglie e senza proferire parola, si diresse verso le scuderie.
Oscar mormorò: “Andrè …”

Oscar rimase sola nel parco, sussurrò:“Andrè, devi capirmi.....”


Il sole era tramontato, il caldo torrido della giornata aveva lasciato il posto alla frescura della sera.
Andrè rimase per tutto il tempo nelle scuderie mentre Oscar dopo aver passato il resto del pomeriggio seduta sul bordo della fontana, ritrovò la calma e la ragione del cuore la condusse da suo marito. Si alzò e si diresse verso le scuderie.
 

Andrè sdraiato sulla paglia con le mani dietro la nuca e con lo sguardo nel vuoto ripensava agli ultimi avvenimenti della giornata. I pensieri furono distolti dallo scalpitio dei passi. Si sollevò dal pagliaio, la vide arrivare.
Occhi negli occhi.


“Perché sei qui?”
“Sono venuta a cercare mio marito!”
“Non mi aspettavo che venissi a cercarmi!.”
“Perché mai non dovrei dovuto … siamo stati insieme sempre la sera prima di ogni duello, non vedo perché, adesso non dovrebbe essere così!”
“Perché allora non eri mia moglie, e non avevo alcun diritto di dirti nulla ..."
"Cosa vuoi dirmi ..."
"Non fraintendermi, non avanzo pretese ma desidero che mia moglie mi dia la certezza di svegliarsi accanto a me e invecchi insieme a me.
Occhi negli occhi.
“Anch’io desidero la stessa cosa! .. André non ho scelto di battermi …”
“Ma puoi rifiutare, a Bouillé ci penso io.”
“André ma cosa dici! Ma se per ben due volte vi siete picchiati e non hai risolto nulla, anzi, si sono inaspriti gli animi e poi mi è sembrato di capire che Bouillé non è  te e nemmeno mio padre che cerca ma me!"
"Ti prego Oscar, non scherzare!"
"André, ti assicuro che almeno in questo momento, non ho voglio scherzare! ... André, domani, mi batterò a duello."
"Oscar!"
"Ma si può sapere di cosa ti preoccupi? L'ho fatto tante volte, non vedo perché adesso dovresti temere ..."
“Perché sei mia moglie e sei la mia donna!!”
“So perfettamente di essere una donna e credo di avertelo dimostrato in diverse occasioni, o forse non ricordi?”
“Smettila! Non parlarmi in questo modo!... Oscar devi capire che hai delle responsabilità molto più grandi di quelle che avevi come Comandante delle guardie! ... Ti ricordo che abbiamo la responsabilità di allevare non soltanto i nostri figli ma anche altri due ragazzi che, come sappiamo i sovrani non usciranno vivi da quella prigione. E tu cosa vorresti fare? ... Vuoi davvero mettere stupidamente la tua vita in pericolo?! Beh, non lo accetto. Tu forse non ti rendi conto di quanto sei importante per tutti noi ... e per me! Le nostre vite dipendono da te e se dovesse accaderti qualcosa io ne morirei …”
"André ...."
“Oggi hai accettato una sfida e domani? Non possiamo vivere in questo modo, lo capisci?.”
“Andrè tu lo hai visto Bouillè?! E' fermamente deciso a sfidarmi a duello. E poi continuo a non capirti, perché mi sottovaluti? Lo sai che lo batterò, non capisco la tua preoccupazione.”
“Davvero?! Ma non dici sempre che non bisogna mai sottovalutare l’avversario?”
“E' inutile, basta! Con te non posso discutere, tanto credi di avere sempre ragione!  André, io non posso tornare indietro. Domattina mi batterò con Bouillé.”
“Ho capito fa pure Oscar, ti auguro una buona notte!” disse sdraiandosi nuovamente sul pagliaio.“Per stanotte, questo sarà il mio giaciglio.”
“Come vuoi, dormi pure tra i cavalli!... Buona notte André!” rispose stizzita lasciando le scuderie per rientrare a palazzo in tutta fretta.

Nel salone ad attenderla c’erano i suoi genitori, li guardò decisa e fiera poi disse: “Per stasera occupatevi dei bambini, vado a dormire.”
Oscar percorse di corsa il salone, quando Margherite incalzò: “Dov'è Andrè?”
Arrestò il passo li guardò dall'alto e con sarcasmo rispose: “Preferisce dormire con i cavalli ... evidentemente sta meglio con loro che accanto a sua moglie!” percorse il corridoio e si chiuse in camera sua.
 Augustin con gli occhi lucidi, mormorò : “Cosa ne ho fatto di mia figlia?!”
Margurite gli mise una mano sulla spalla, sussurrò: "Su, caro, occupiamoci dei bambini!"  
"Oh Marguerite, adesso cosa succederà?"
La donna trattenendo le lacrime rispose: "Augustin, dobbiamo avere fede in Nostro Signore! ... Vedrai che tutto si sistemerà!"
"Lo spero cara ... lo spero!"

Oscar era distesa sul letto, il sonno tardava ad arrivare. Girata sul fianco, pensò: E' la prima volta da quando mi sono sposata che dormo senza Andrè dopo aver discusso ... possibile che non mi capisca?
André ma cosa avrei dovuto fare se quel tipo mi ha sfidato? ... E poi ... l'hai picchiato, a cosa è servito? .. A nulla! ...Andrè sei sempre stato accanto a me e adesso mi hai lasciata sola ...

Oscar si abbandonò al sonno più profondo pensando a suo marito.

Andrè sdraiato nel pagliaio non riusciva a dormire, si alzò di scatto e si diresse verso i cavalli, accarezzò César e sussurrò: "La tua padrona è testarda come un mulo .. ma questo l'ho sempre saputo! ... Oscar, la mia sarà una lunga notte tormentata!"
 
 
Albeggiava poco i raggi del sole penetrarono prepotentemente nella stanza e il cinguettio insistente dei passeri fecero schiudere l’azzurro dei suoi occhi.
 Oscar si tirò su e guardandosi mormorò: "Mi sono addormentata vestita!" guardò il posto vuoto accanto." André, non posso ancora credere che mi hai lasciata sola!" si alzò, si lavò il viso con l’acqua che era nel catino, si passò l’asciugamano sul viso, si asciugò le mani.
Si diresse verso il balcone socchiuso, lo spalancò, dall’alto della sua stanza scrutò l’orizzonte, rientrò in casa si sedette davanti allo specchio e con lentezza si spazzolò i capelli, sussurrò malinconica: "Dopo tanti mesi, è la prima volta che mi sveglio senza André e i miei bambini! ... Ma non è questo il momento di pensare a queste cose. Devo andare, debbo affrontare Bouillé."

Si alzò mestamente dalla poltroncina, uscì dalla stanza e percorse silenziosamente la scalinata. Prese la sua spada che era riposta sul camino e usci di casa. Durante il percorso non vide nessuno, intorno a lei il silenzio era interrotto dal cinguettio degli uccelli. Prima di allontanarsi  dal palazzo, lo sguardo andò inevitabilmente verso le scuderie, sussurrò:" André, è la prima volta che affronto un duello senza il tuo sostegno. Ma io non posso tornare indietro."
Con lentezza prese il sentiero per raggiungere l'uscita della del palazzo, pensò: mai come in questo momento il giardino mi sembra tanto esteso ... ho l'impressione di non arrivare più!.

Alle sue spalle udì una voce: “Oscar, si può sapere dove vai senza di me?!”
Lei si voltò di scatto, lo vide e con un mezzo sorriso ribatté: “Non ci speravo più! ... Sono felice che tu sia al mio fianco ... come sempre Andrè!”
Occhi negli occhi.
“E’ una vita che vengo con te, non potrei mai abbandonarti! ... Anche se non condivido la tua decisione, non potrei mai lasciarti sola in un momento come questo.”

“Grazie Andrè!”

A passo marziale i due si diressero fuori al cancello ad aspettarla non solo c'era l’avversario ma anche suo padre, Alain e Francois.
Aria di sfida, sorriso sarcastico, lo sguardo di Alexander addosso, digrigno: “Madame avete visto che sono un uomo di parola?”
"Può darsi, ma non siete certo un uomo d'onore!" tuonò Oscar.
"Dipende cosa intendiate per onore, visto che il mio concetto di tale parola è ben diverso dal vostro, madame!"

Alain mormorò appena: "Te ne accorgerai sbruffone!"

Oscar annuì. Erano faccia a faccia, l’azzurro scintillante e severo scrutò il marrone beffardo e ironico.
Le lame si incrociarono, il dello ebbe inizio.

Gli occhi addosso, lo sguardo di sfida il sibilo delle spade.
I due si batterono come due furie, sferrando un colpo dopo l’altro.
Nello sguardo di Bouillè c’era soddisfazione e rabbia, attaccava imperterrito convinto di metterla in difficoltà, Oscar non indietreggiava ma avanzava, spendendo  tutte l'energia, unite alla tensione accumulata.
Colpi su colpi, sguardi addosso, volti accigliati.

Alain a braccia conserte si lasciò trasportare da un lontano ricordo: " Tanto tempo fa, anch'io la sfidai a duello e fui battuto...

Oscar era fuori di sé, non lasciava spazio all’avversario, attaccava imperterrita, riconobbe che Bouillé era migliorato moltissimo, ciò la spronava a non arrendersi, reagendo sotto i colpi imperterriti dell’uomo.
Ancora un colpo e un altro ancora, le lame affilate non cedevano.
Lo sguardo di Francois addosso un sussurro: " Non ho mai visto zia Oscar battersi in questo modo, è ben lontana dai miei allenamenti.
"Alain incalzò:" Ragazzo, hai di fronte il Comandante Jarjayes!"
" Giuro che mi sembra un'altra persona...

Andrè con sguardo attento sui due, pensò: il tempo non ti cambierà mai! Come ha detto poco fa Alain, tu rimarrai sempre il Comandante Jarjayes. Ed io sono fiero di te!"

Suo padre: conosco il tuo valore e so che lo batterai! Ma non è questo il punto, desidero che tu viva serena figlia mia!

Oscar indietreggiò ma subito dopo avanzò imperterrita diventando sempre più veloce, imprevedibile e agguerrita. L’avversario era in difficoltà.
Andrè e gli altri capirono che da li a poco il duello sarebbe terminato.
Ancora dei colpi, un lamento, Oscar strisciò volutamente  la lama sul braccio del suo avversario provocandogli una profonda ferita. L'uomo face cadere la spada che si infilzò al suolo.
Alexander si portò la sinistra al braccio, digrignò con affanno: “Sei riuscita a battermi maledetta …”
Con respiro affannato, lei ribatté. “ Ritieniti soddisfatto che non ti ho ammazzato! Lo sai perfettamente che avevo la possibilità di  farlo. Ora prendi il tuo cavallo e sparisci dalla mia vita se non vuoi che non rimanga niente di te!”
L’uomo sentendosi umiliato ancora una volta, si fasciò il braccio sanguinante con delle bende che aveva con sé, montò a cavallo più rabbioso che mai e lasciò palazzo Jarjayes digrignando ancora:"Nessuna donna mi ha umiliato in vita mia! Spero che le nostre strade non si incrocino mai più!"
"Lo spero anch'io Bouillè, ADESSO SPARISCI!"
I presenti videro l'uomo allontanarsi a galoppo.

Con respiri affannati, Oscar lasciò cadere la spada e sentendosi stanca e avvilita, varcò il cancello per tornare verso casa, lasciando i presenti interdetti mentre la videro allontanarsi.

Alain posò la mano sulla spalla di Andrè e disse: “Non è stato facile, era un osso duro. Bouillé era preso dalla rabbia e dall’ orgoglio ma il comandante come sempre ce l’ha fatta. André devi essere orgoglioso di tua moglie! ... Generale, nessuno potrà mai cambiarla!”
"Lo so Alain ..." rispose l'uomo sottovoce.
Alain montò a cavallo e partì al galoppo.

Andrè a passo spiegato la raggiunse, lasciando dietro Augustin e Francois, quest'ultimo disse: “Nonno, non ho mai visto nessuno battersi in questo modo ....”
“Nemmeno io…”

I due li videro allontanarsi lungo il sentiero mentre il sole si alzava alle loro spalle.
Durante il tragitto André e Oscar non dissero una sola parola ma entrambi sentirono i loro cuori vicini più che mai.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 73
*** Notizie da Parigi ***


Notizie da Parigi


Dopo il duello, Oscar e André rimasero per tutto il tempo in silenzio. I due fianco a fianco rientrarono a palazzo, attraversarono il salone e percorsero la scalinata.
Arrivarono dietro la porta della loro camera, Andrè l'aprì, attese che lei entrasse. Sguardo nello sguardo, ancora silenzio.

Oscar si sedette al bordo del letto, si tolse le scarpe, si distese mentre Andrè si sedette sul divano, la vide rigirarsi sul fianco, finché non si addormentò poco dopo anche lui cedette al sonno.

 La mattinata volgeva al termine, Oscar fu la prima a svegliarsi, vide il suo Andrè disteso sul divano dormire profondamente.

Non hai dormito, vero André?! pensò adagiandogli delicatamente una coperta. Silenziosamente si mise le scarpe e scese di sotto.
Oscar fece il suo ingresso nel salone, si rallegrò vedendo Maria Teresa e Charles  giocare con i suoi piccoli, in loro compagnia c’era Marie, domandò: “Dov’e mio padre?”
“Poco fa l’ho visto in giardino in compagnia di Madame Marguerite.”
Oscar annuì e a passo marziale uscì dal palazzo.

Augustin era seduto sul bordo della fontana, solo e a testa china aveva le  mani giunte e guardava nel vuoto. All'improvviso l'uomo udì il ticchettio dei passi, alzò appena la testa, vide avanzare qualcuno con delle scarpe di foggia maschile.
Alzò la testa, si rallegrò vedendo lo sguardo dolce di sua figlia .
La vide avanzare, l'uomo si alzò. Padre e figlia erano l'uno di fronte all'altra.
Intorno ai due regnava il silenzio assoluto finché lei sussurrò: “Padre, mi dispiace, non era mia intenzione ferirvi ... vi chiedo umilmente di perdonarmi!"
“Hai detto ciò che pensavi …”
“Può darsi ma non avevo alcun diritto di offendervi! ... Mi dispiace, spero che mi perdoniate! ... Riconosco di aver ragionato come figlia dimenticandomi di essere madre!"
"Oscar ..."
"Padre, se mi fossi trovato nella vostra situazione anch’io avrei difeso i miei figli a costo della mia stessa vita. Ammetto di non aver pensato alle conseguenze delle mie parole ma non mi pento di aver accettato il duello, se tornassi indietro l’ho rifarei.”
“Anch'io come te sono un soldato, chi più di me può capirti!"
 “Padre, vi ringrazio ancora di avere fatto di me una donna libera.”

Lo sguardo di entrambi brillò.

 Oscar vide avanzare suo padre e senza esitare gli si gettò tra le braccia, mormorò: “Perdonatemi, io non volevo ... so di avervi ferito!”
"Oscar ... figlia mia!"

Le lacrime scesero copiose, si sciolse dall'abbraccio di suo padre e con la mano si asciugò le gote.

Dal balcone, André guardò commosso l’ abbraccio tra padre e figlia.

"Padre, dobbiamo pensare al futuro senza remore ..."  
"Si, Oscar, dobbiamo guardare avanti! ... Oh figlia mia, sono davvero felice!" mormorò.


Giunse l’ora di pranzo, la famiglia al completa era riunita e nessuno fece parola su quanto accaduto. Augustin guardò i presenti e rallegrandosi, pensò: che strana sensazione che provo nel vedere i figli delle loro maestà desinare alla mia tavola! ... Per generazioni la famiglia Jarjayes ha servito  fedelmente la famiglia reale ma mai avrei immaginato che un giorno ci saremmo occupati dei principini! ... E poi sono tanto contento che mia figlia abbia sposato Andrè. E' davvero un bravo ragazzo!


Andrè e Oscar erano  seduti l'uno accanto all'altro, di tanto in tanto si scambiavano occhiate fugaci,  non ebbero modo di parlarsi dalla sera precedente.
Le mani di Oscar erano appoggiate sul grembo quando avvertì la mano grande e forte di André stringere le sue.
Si scambiarono uno sguardo pieno di tenerezza, lei arrossì e sorrise.

Dopo il pranzo, André e il Generale si intrattennero ancora un poco a tavola, Charles e Maria Teresa salirono nelle loro stanze, Marguerite e Nanny erano indaffarate per dare disposizioni alla servitù mentre Oscar, i suoi bambini e le bambinaie erano nel salone, una di loro disse: "Madame Oscar, dobbiamo portare di sopra i piccoli, è l'ora del riposino pomeridiano."
"Si, certo!" rispose dando un bacio ai bambini. "Su, adesso andate, più tardi la mamma sarà con voi!"


"Generale, scusatemi ma devo andare da Oscar!" disse alzandosi da tavola."
"Va pure André! Ma ricordati che ti aspetto nel mio studio per sbrigare le pratiche che abbiamo lasciato in sospeso."
" Si, certo Generale!"
"Mi dispiace disturbarti figliolo ma lo sai che devono essere ultimate prima di ripartire per Arres!"
"Sissignore! Non preoccupatevi, tra poco sarò da voi!"
"Bene, comincio a prepararle, ti aspetto nel mio studio!" disse l'uomo lasciano la sala da pranzo. "

Andrè entrò nel salone mentre le due donne portarono di sopra i bambini. André avanzò verso sua moglie ancora un timido scambio di sguardi, sussurrò: "Oscar, io ..."
Improvvisamente udirono la voce di Maria Teresa.
“André mi dispiace disturbavi ma ho bisogno di parlare con Oscar..”
André indietreggiò, mormorò:""Ma si, certo Maria Teresa! Oscar, ti aspetto in giardino, a dopo!"
"A dopo André!" rispose guardandolo fin tanto che non lasciò la sala.
"Oscar mi dispiace avervi interrotti però ho bisogno di parlarvi!"
" Non preoccupatevi, ditemi Maria Teresa, in cosa posso aiutarvi?” –
“Oscar, cosa accadrà ai miei genitori?”
Oscar si alzò e rispose:“Maria Teresa, non è facile conoscere le intenzioni delle autorità ma qualsiasi cosa accadrà, sia voi che Charles dovrete essere orgogliosi di loro. Conosco le loro maestà da più di vent'anni, vi assicuro che sono persone buone e generose! ...Vedete, a volte accadono avvenimenti che ci inducono ad allontanarci dalla realtà. Maria Teresa, i vostri genitori vi vogliono bene e ve ne vorranno sempre!"
"Si, lo so Oscar ..."
"Voi e Charles potrete contare sempre su di me e Andrè."
"Grazie Oscar!" esclamò la principessa gettandosi tra le sue braccia piangendo. “ Oscar, ho bisogno che mi stiate vicina … ne ho bisogno!”

"Ma certo Maria Teresa! Io ci sarò sempre." rispose accarezzando la lunga chioma.  
 

Oscar si recò in giardino, cercò André con lo sguardo ma non lo trovò. Si toccò le mani avvertendo ancora il calore della stretta di André. Si irrigidì quando sentì delle mani leggere posarsi sulle sue spalle.

“Oscar …”
"André..." Istintivamente, Oscar posò la mano su quella di André, si voltò e guardandolo negli occhi sentì il cuore battere forte. Entrambi ebbero la sensazione di essere stati lontani per un tempo indefinito.
Lo sguardo dolce, un sussurro: “Oscar, vorrei tanto rimanere con te ma non posso, ho preso un impegno con tuo padre."
"Non preoccuparti, va pure!"
"Ma io non voglio rinunciare a una serata con te! Che ne diresti se stasera andassimo a Parigi?"
" Si, certo!"
"Desidero passeggiare lungo la Senna come quella volta!”
“Si, si, va bene Andrè! Vuoi che indossi un abito femminile?"
"Cosa ti piacerebbe fare?"
"Ecco, andare a cavallo e bere una birra in osteria ... oh dimenticavo, la birra non posso ancora bere visto che allatto ancora Marc!"
"Ebbene mio Comandante, come desideri!" sussurrò baciandole la mano.
"Va André, ti aspetto!”sussurrò carezzandogli il viso.
L'emozione saliva ma alcuni passi l'interruppe, arrivò la nonna.
“Andrè, il Generale ti sta aspettando.”
“Si, nonna, ora vado! ... A dopo, Oscar, ci vediamo più tardi!”
“A dopo Andrè!”
 

Il sole giungeva al tramonto.

Dopo aver trascorso l’intero pomeriggio con i bambini, Oscar si preparò per uscire con suo marito, si recò nel salone ad attenderlo.

“Oscar, vedo che sei pronta!”
“Si, André, possiamo andare. Ai bambini ci penseranno la nonna e mia madre.”
"Bene, ho già sellato i cavalli, su vieni!" disse intrecciando la mano a quella di lei.

Uscirono di casa e prima di montare a cavallo si guardarono intensamente, André la strinse a sé e la baciò con passione.

"Oh Oscar, Oscar, quanto mi sei mancata!"
"Anche tu André! ... André io non volevo che ..."
"Sccc... non parliamone più ..."
"Si, si André, hai ragione!"
"Su, ti aiuto a salire!"
"Grazie Andrè!"


Parigi

Dopo essersi aggirati  per le vie, Oscar e André entrarono in una osteria.

"Vieni Oscar, andiamo a sederci in quell'angolo!"
"Appena presero posto arrivò l'oste che domandò: "Cosa posso servirvi?"
Oscar rispose: "Per me una cioccolata calda ..."
"Anche per me!" ribatté André!"
"Bene, due cioccolate calde!" replicò l'uomo allontanandosi.

"André, non è il caso che rinunci a un bicchiere di vino o di birra! Lo sai che fin quando allatterò Marc non potrò farti compagnia.
"Non importa e poi lo sai, anche a me piace la cioccolata calda! Oscar, ci sono problemi con Maria Teresa?”
" Teme per per l'incolumità dei suoi genitori.”
“Cosa le hai detto? “
“Non è stato facile affrontare l'argomento, sinceramente non sapevo cosa dire! ... André, anch'io mi chiedo cosa accadrà!”
"Oscar, qualsiasi cosa succederà, sarà inevitabile."
"lo so, André!"  
 

Arrivò l'oste con le due tazze fumanti.
"Ecco a voi Signori!"
André mormorò: "Grazie! ... Umm... Oscar il profumo non è per niente male! Non vedo l'ora di assaggiarla!"
Oscar soffio appena e sorseggiandola disse: "Davvero buona! E poi cominciavo a sentire freddo, era quello che ci voleva!"
"Già..."


 Era ormai sera, le strade erano quiete, Oscar e André passeggiavano lungo la Senna stringendo tra le mani le briglie dei cavalli.
La luna in tutto il suo splendore si rifletteva nelle acque calme del fiume.

Oscar arrestò il passo e disse: “ Andrè, ad essere sincera desideravo indossare un abito per compiacerti ma non ho voluto rinunciare a una stupenda corsa a cavallo e a una tazza di cioccolata calda! Ah ah ah ..."
“Non importa, sono felice comunque. E poi so che non riusciresti mai a rinunciare alle tue abitudini!"
Gli occhi di Oscar si illuminarono e con tono soave mormorò: "Sei davvero caro André! ... Grazie!"
André la guardò con amore, sussurrò: "L'unico rammarico è dover mantenere le distanze, visto che indossi abiti maschili ed io ho una grandissima voglia di baciarti!" sorrise. " Però domani dovrai farai felice ...."
"Umm ... Sentiamo, come?!"
"Desidero che indossi un bel abito solo per me e mi accontenterò di una semplice passeggiata per le campagne!” “Affare fatto, te lo prometto! Ah ah ah ...”
"La tua risata mi fa impazzire, non vedo l'ora di tornare a casa!"
"Cosa aspettiamo? Su, forza, montiamo a cavallo!"  


 Giunti a palazzo, Oscar e André portarono i cavalli nelle scuderie. André ripose le selle, le si avvicinò, l'accarezzò e sfiorandola con un piccolo bacio, sussurrò: “Oscar, qui, ieri sera, abbiamo discusso e ...”
“Non serve a nulla parlarne ancora! … Andrè mi sorge un dubbio, forse hai deciso di trascorrere un’altra notte su quel pagliaio?!” Con un braccio André le cinse i fianchi con l'altra mano sfiorò le sue labbra, un sussurro appena: “Solo se  rimanessi con me!... E’ stata una delle notti peggiori di tutta la mia vita …”
Un altro bacio, ancora più appassionato, le mani scesero lungo i fianchi, un altro sussurro: “Ti Amo Oscar …”
Un altro bacio.
La passione li travolse.

Era notte fonda quando uscirono a notte fonda dalle scuderie.


Nei giorni successivi al palazzo giunsero le sorelle Jarjayes   si riunirono  in occasione dell’evento della nascita del piccolo Antonin, le giornate trascorsero in piena tranquillità e nella pace familiare.
 Dopo  due settimane partirono tutti per le proprie residenze, anche Oscar e Andrè fecero ritorno ad Arras, furono preparate altre due stanze per i due nuovi membri della famiglia che si erano ormai adeguati alla nuova vita.
Andrè e Oscar ripresero il loro lavoro in fabbrica, anche il generale tornò al suo lavoro.
Passarono  le settimane, l’estate ormai volgeva al termine e i contadini organizzarono nuovamente la festa per l’addio alla bella stagione a cui presero parte il sindaco e i padroni della contea e per la gioia di Andrè, Oscar indossò un abito che fece confezionare. Tutti trascorsero  una serata all’insegna dell’allegria.


Allontanarsi da Parigi e tornare ad Arras fu un bene per tutti. Infatti dopo la destituzione del re, fu proclamata la  Repubblica e la Convenzione Nazionale decise di processare il re.
 In  quell'anno avvennero numerosi scontri, ci fu la strage nel Campo di Marte, il terrore e la morte era ormai all’ordine del giorno.
La famiglia Grandièr per fortuna era lontana da tutto e con il passare dei mesi Parigi ormai era in balia del terrore. Dopo le continue insistenze da parte di Christine, Francois abbandonò il suo incarico di Comandante della Guardia Nazionale e decisero di trasferirsi ad Arras. Francois si mise a lavorare nella fabbrica tessile.


Dicembre 1792

In casa Grandièr regnava un apparente serenità. Gli eventi che si susseguivano a Parigi erano drammatici, Oscar e Andrè non  ne facevano parola,  decisero così di tutelare la tranquillità di Maria Teresa e di Charles.
 
Gennaio 1793
Oscar era nel suo ufficio seduta alla scrivania  riordinava alcuni documenti. All'improvviso la porta si spalancò, vide entrare Andrè, suo padre e Francois.

“Francois sei tornato!"
"Buongiorno zia!"rispose timidamente il giovane.
"Com'è andata la consegna dei materiali?”
" Bene, abbiamo ricevuto un altro ordine piuttosto rilevante..." Oscar osservò i tre e domandò: “Ma cosa succede? Perché avete quelle facce?”
Francois avanzò timidamente e rispose: “Zia, sono appena tornato da Parigi ..."
"Notizie?"
"Si, ma ... nulla di buono …”
“Cos'altro è accaduto?”
“Qualche giorno fa è stata emessa la condanna a morte del re! ...Ieri il re è stato giustiziato, adesso si attende il processo della regina.”
Poche parole ed Oscar sprofondò  nell'angoscia.
“E così che hanno voluto rendere giustizia?! Dicevano che volevano una Francia migliore ma così non è stato! L’hanno portata sull’orlo del disfacimento e del terrore.” mormorò con gli occhi velati.
Andrè le si avvicinò, disse: “Oscar per fortuna che Maria Teresa e suo fratello sono lontani da questo scempio e nessuno ad Arras sanno in realtà chi sono. Dobbiamo continuare a proteggerli come abbiamo sempre fatto.”
Oscar posò la sua mano su quella di lui, mormorò:“Si Andrè hai ragione, sono ancora piccoli per comprendere questo orrore.”
 

Dieci mesi dopo, la stessa sorte toccò alla regina.

 
Era una domenica di fine Ottobre, una carrozza varcò il cancello della tenuta Grandièr.
Dalla vettura scese Rosaliè con la sua bambina e suo marito Bernard. Furono accolti e fatti accomodare in salotto, poco dopo dal piano di sopra giunsero Andrè e Oscar.
Rosaliè esclamò: “Quanto tempo è passato mi sembra un eternità!”
Oscar ribatté: “Come stai Rosaliè?"
"Bene amica mia!"
" Com’è cresciuta la piccola Eleonor! ... Bernard, ti somiglia moltissimo.”
“Si, è vero Oscar ... ma fortunatamente possiede la dolcezza di sua madre.” André disse: “Sono felice di rivedervi!"
"Anche a me fa piacere rivederti e debbo dire che ti trovo bene, sarà la vita di campagna..."
"Già! Sinceramente la preferisco e poi Parigi non è tranquilla!"
"André, Parigi non è mai stata una città tranquilla e adesso meno di prima!"
"Si, lo so."
"André Oscar, dobbiamo parlarvi!"
André rispose:" Bernard, Rosalie, se avete qualcosa da dirci riguardo alle loro maestà non possiamo rimanere qui, meglio andare nello studio, non vogliamo che i ragazzi ascoltino.”
“Si, certo.”
Oscar ribatté: “Rosalié che ne diresti se affidassimo Eleonor ad Anne, vedrai le piacerà senz’altro  giocare con gli altri bambini, così potremo  parlare liberamente.”
“Si, certo! Dimmi Oscar, dove sono i tuoi bambini?”
“Di sopra! Con loro ci sono anche Maria Teresa e Charles. Su andiamo, così li potrete vedere.”
Percorsero prima la scalinata e poi il corridoio, fino a raggiungere la stanza dei giochi.
Udirono le grida gioiose dei piccoli, Oscar sorrise e disse:"Aurora, Gabriel e Marc sono molto vivaci per fortuna che Maria Teresa e Charles riescono a tenerli a bada!"
"Rosalìè mormorò: "Sono contenta che i principini si trovino a loro agio con voi!"
"Non poteva essere altrimenti, hanno sempre adorato la loro madamigella Oscar!" rispose Andrè aprendo la porta.

Entrarono nella stanza, Oscar disse:" Marie, Anne occupatevi anche della piccola Eleonor."
"Si, certo madame!" rispose la donna prendendo con sé la bimba che poco dopo si unì agli altri mentre i grandi si appartarono nello studio.


Con sguardo velato Oscar domandò: “Rosaliè, raccontami della Regina!”
“Oscar, ho accudito la Regina quando era prigioniera alla Conciergerie. Ti assicuro che negli ultimi tempi, era irriconoscibile, i suoi splendidi capelli biondi erano diventati grigi .."
"Cosa!"
"Si, Oscar è la verità! ...Della bellissima regina di Francia era rimasto solo un lontano ricordo. Infatti negli ultimi tempi era pallida e sciupata. La regina parlava spesso dei suoi figli e immaginava il loro futuro accanto a te e ad André. Ti era riconoscente. Un giorno mi disse: mai avrei immaginato che madamigella Oscar si sarebbe occupata dei miei figli. Sono sicura che farà di loro persone buone e generose.”
Oscar non riuscì a trattenere le lacrime.
 
Rosalie tirò fuori una scatola, continuò: “E' per te! Mi ha chiesto di consegnartela! ... Me la data il giorno prima di salire sul patibolo …”
Oscar l’aprì, dentro c'era una lettera, alcuni nastri e un orologio d'oro.
Rosalie continuò: “Quei nastri le appartenevano, mi ha detto di darli a sua figlia quando sarà più grande e potrà capire ... l'orologio è per Charles, apparteneva a sua maestà Luigi. Oscar è salita sul patibolo con dignità..."
"Ti prego Rosalìe, non continuare ..." disse asciugandosi le lacrime.  
"Hai ragione amica mia!"

 
Rosalie e Bernard lasciarono la tenuta, Andrè e Oscar si appartarono  in camera per leggere la lettera.
 

Amica mia, vi sono grata per esservi presa cura dei  miei figli, so che sono in buone mani e che farete di loro delle persone buone e oneste come lo siete voi e Andrè. Sono sicura che insegnerete loro il vero valore della vita. Non dimenticherò mai ciò che avete fatto per me, Vi ricordo sempre con affetto.
Non posso dilungarmi ancora perché non riesco più a scrivere.
Vi ringrazio dal profondo del cuore la vostra amica

                                                               Maria Antonietta
                         
Copiose lacrime rigarono il viso di Oscar.
Andrè la strinse a sé con un tenero abbraccio.
Si chiuse così un ultimo doloroso capitolo della loro vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 74
*** Un nuovo arrivo in casa Grandier ***


Un nuovo arrivo in casa Grandier


16 Aprile 1794

 Charles aveva dieci anni, Maria Teresa sedici, Gabriel e Aurora di anni ne avevano quattro e Marc ne aveva tre.
In casa Grandièr arrivò Claude l’ultimogenito di Andrè e Oscar .

Oscar era distesa sul letto, tra le braccia aveva il piccolo nato da poco, vide la porta della sua camera spalancarsi, era Andrè; nella mano stringrva un mazzo di rose di diversi colori, le posò sul comodino,  le si avvicinò, si sedette accanto e la baciò.

“Sono per me quelle rose?”
“Certo! Sono per la rosa più bella che io abbia mai visto!" le diede un bacio, sorrise, continuò:" Purtroppo sono solo dei boccioli e quando sono nati gli altri nostri figli, eravamo in pieno inverno e non ho potuto portarti nemmeno un fiore!”..."
"Oh André, non importa, ciò che conta che tu abbia pensato a me!"
"Come non potrei? Sei sempre nei miei pensieri. Ti ho sempre amata con tutto me stesso, sei la cosa più bella e importante della mia vita!"
Oscar arrossì e rispose: " A pensarci bene, mi hai corteggiata molto poco quindi mi fa piacere che mi parli in questo modo!"
"Ih ih ... Hai ragione! Ma non era facile corteggiare un soldato temile come te!" sussurrò dandole ancora un piccolo bacio.
“Grazie amore! ... André anche questa volta abbiamo avuto un solo figlio! Ah ah ah ..."
"Già ..."
" Secondo te a chi somiglia?”
“Beh i capelli sono biondi come i tuoi …”
“Andrè ti ricordi quando aspettavo i gemelli, allora  mi dicesti  che ne volevi  quattro …”
“Già, mi ricordo che spalancasti gli occhi e per poco non mi mangiasti vivo! Ah ah ah ...." “Beh, il quarto è arrivato, credo che tu abbia raggiunto l’obbiettivo che ti eri prefisso, vero?”
"Grazie amore mio, hai fatto di me l’uomo più felice del mondo!... Quando eravamo ragazzi, abbiamo affrontato un infinità di vicissitudini ... ti ho sempre immaginata accanto a me per tutta la vita ma solo come amica, sorella ..."
"Dici davvero?"
"Si. Mai ho sperato che ti accorgessi di me anche se in cuor mio ti desideravo come un pazzo!"
Lei sorrise, sussurrò: "Avanti Grandier continua ... lo sai che mi piace quando mi sveli sentimenti più nascosti."
Ancora un altro piccolo bacio e rispose:" Ti dirò di più ... la sera quando ero nel mio letto, ti pensavo con me, insieme, abbracciati, immaginando che fossi mia moglie. Ero cosciente che il mio era solamente un sogno, un meraviglioso sogno. … E nemmeno ti immaginavo che potessi appartenere a altro uomo e quando  ho temuto di perderti, ho  desiderato morire.”
Lei gli accarezzò il viso, sussurrò: "André, io ti amo ..."
Con tocco delicato, Andrè posò la sua mano su quella di lei, la baciò.
“Ti amo Oscar e ti amerò finché vivrò.”
“Andrè, anch’io ti amerò fino all’ultimo giorno che Dio vorrà concedermi …”
Ancora mano nella mano, sguardi dolci, un bacio appassionato ...

Un toccò alla porta.

“Possiamo entrare?”
"André rispose quasi sotto voce: "Avanti!"
Dalla porta si intravide una chioma bionda, era Maria Teresa in compagnia dei più piccoli.
Il sorriso di Oscar si illuminò, rispose: “Si, certo! Venite a conoscere Claude!”
Charles e Maria Teresa avanzarono verso il letto quasi in punta di piedi invece Gabriel, Aurora e Marc,  si precipitarono dalla loro mamma ricoprendole di baci.
Oscar e Andrè li guardarono amorevolmente, quest’ultimo disse: “Allora cosa ne pensate del fratellino?”
“E' bellissimo!” esclamò Aurora.
"E voi altri non dite nulla?" " E' davvero molto bello, sembra una bambola!"
"Andrè ribatté: " Questa poi! Ah ah ah ..."

Poco dopo nella stanza entrarono il Generale, Madame Marguerite e la nonna.

Oscar guardò Charles e Maria Teresa, domandò: “Siete contenti che la nostra famiglia sia  diventata ancora più numerosa?”
Si, certo … mamma …” rispose Charles lasciando interdetti i presenti. “Posso chiamarti mamma?”
Oscar si commosse e rispose: “Certo Charles, non immagini quanto mi rendi felice! Ti prego, abbracciami! …”
Il bambino si gettò tra le sue braccia singhiozzando, lei lo accarezzò con immenso amore.
I presenti si emozionarono e annuirono.
Oscar tese la mano a Maria Teresa e sussurrò: “Su, vieni anche tu...”
La ragazzina l’abbracciò commossa e sussurrò: “Se non ti dispiace, vorrei chiamarti zia! ... Zia Oscar ... zio André."
"ma certo..."
"Mio fratello ed io ne abbiamo parlato ... ci avete accolti come se fossimo davvero vostri figli." la ragazza si voltò verso gli altri. "Adesso anche noi abbiamo un nonno e ben due nonne. Mio fratello ed io abbiamo ricevuto tanto amore da tutti voi. Siete la nostra famiglia! ... Anche se non l’avete mai detto, abbiamo compreso che non rivedremo  più  nostra madre e nostro padre. Zia, magari un giorno ci racconterete cosa ne è stato di loro.”
Oscar ricacciò giù le lacrime, esclamò: “Un giorno vi racconteremo tutto, ve lo prometto!”
 

15 Aprile 1809


Trascorsero quindici anni dalla nascita di Claude, molti avvenimenti si susseguirono in casa Grandièr: Maria Teresa si era sposata  con il giovane Armand e avevano tre figli. Armand lavorava alle dipendenze di Andrè. Anche  Charles si era sposato, sua moglie si chiamava Amelie e dalla loro unione nacquero due bambini.
Delle loro origini ne erano a conoscenza solamente  i loro  rispettivi coniugi.
Maria Teresa e suo fratello vivevano con le loro rispettive famiglie nelle  dependance della tenuta Grandièr.
Negli ultimi anni, la fabbrica tessile si ingrandì, non solo si produceva la materia prima ma in una delle palazzine adiacenti, Oscar decise di aprire una  sartoria che in breve tempo divenne nota. Infatti, si confezionavano abiti non solo a clienti provenienti dai villaggi limitrofi ma anche da Parigi.
La fabbrica divenne il fiore all’ occhiello di Arras che portò benessere all’intero villaggio. Nell’ azienda di famiglia ci lavora la famiglia Grandier al completo. Oscar e Aurora si occupavano della contabilità mentre suoi fratelli e Francois affiancavano André.
Grazie all’ amministrazione Sassoin le cose al villaggio andavano decisamente meglio. Per la gioia di Alain i vecchi consiglieri comunali lasciarono il posto ai più giovani, tra questi c’era Robert.
Robert era il bambino che un tempo portava alla sua maestra l'immancabile mazzolino di fiori che rimasto completamente solo crebbe in casa Sassoin. Dopo la nascita di Diane, Alice e Alain ebbero una seconda figlia, Brigitte. Alain adorava le sue figlie e ne era estremamente geloso.

Come ogni giorno Alain svolgeva il suo lavoro in municipio,  era nel suo studio quando vide entrare Robert.

“Buongiorno zio Alain.”
Alain senza distogliere la sua attenzione dai documenti, rispose: “Buongiorno Robert! ... Immagino che tu sia qui per dirmi qualcosa o sbaglio?”
“Come l'hai capito?”
“Ti conosco, so quando vuoi parlarmi e poi non mi hai distolto lo sguardo di dosso da quando sei entrato, quindi sbrigati che ho da fare, avanti, parla!.”
Il giovane si avvicinò alla scrivania, si sedette e rimase in silenzio.
“Deduco che mi farai perdere del tempo.” mormorò Alain alzando lo sguardo dalle sue scartoffie.
“Zio Alain, devi aiutarmi per una questione molto importante ..."
"Um ... Immagino già di cosa si tratta."
"Zio che ne diresti di parlare con Andrè, riguardo me e Aurora?!” Alain lasciò le sue carte, poggiò le braccia sul tavolo e guardandolo severamente, rispose: " Ascoltami Robert, prima che io vada a parlare con il mio amico, voglio sapere se davvero vuoi sposare sua figlia!”
“Certo zio, non sono un ragazzino. E poi anche Aurora è sicura dei suoi sentimenti.”
Alain si grattò la testa, incrociò le braccia sussurrò: “Oh povero me! Chissà Andrè come reagirà?! Tu e la sua adorata figlia! ... Oh mio Dio, spero che non mi uccida!”
“Zio, quando parlerai con lui?”
Alain si alzò in piedi e sospirò: “Come sai, domani siamo stati invitati a casa loro per il pranzo domenicale, io dovrò andarci un po' prima perché dobbiamo fare qualche tiro con il fucile, vedrò di trovare  il momento opportuno per parlargli! … Ahimè ... che guaio mi doveva capitare! Ma dico! Con tutte le ragazze che ci sono ad Arres, dovevi innamorarti proprio della figlia di André?! Che guaio!”
"Non credi di esagerare zio Alain?"
"Esagerare io! Parli così perché non sai ragazzo mio, quanto André sia geloso di sua figlia. A proposito, ma lo sai che al tiro al bersaglio ci sarà anche quel diavolo della tua fidanzata?"
"So che ad Aurora piace usare le armi ..."
"E questo non ti spaventa? Ma sei proprio sicuro di volerla sposare? Io al posto tuo ci penserei bene!”
“Zio, ti prego! ....”
“ Lo dicevo per te ragazzo! Ascolta, Aurora oltre a essere tale e quale a sua madre, possiede il suo stesso caratterino. Visto che siamo in argomento, consiglio di armarti di santa pazienza. Sei a conoscenza che la tua fidanzata tira di spada e maneggia le armi proprio come i suoi fratelli?!! Te l’ha mai detto?”
“Ma se te l'ho appena detto zio! Certo che lo so. Aurora mi ha anche accennato che si misura con sua madre, è lei che l'allena!”
" E tu ragazzo, le sai usare le armi?"
"Ma lo sai zio che non mi interessano molto!"
" Oh ma che coppia strana che sarete! Quindi Aurora sarà il maschio della situazione!"
"Ti prego zio non scherzare!"
"Chi ti dice che io stia scherzando?! ... Ahh Robert quanti ricordi! Ma lo sai che mi ricordi un poco il mio amico André?"
"Cosa intendi zio?"
"Sig ... Sapessi ragazzo!" Alain sospirò, i suoi ricordi andarono ad Oscar, ai tempi che l’aveva talmente desiderata fino ad aver quasi   distrutto la sua vita per quell' amore impossibile.
“Zio, zio ... cosa ti succede? Perchè hai quella faccia sognante? A cosa stai pensando?! Sei diventato malinconico o sbaglio?”
“Chi io? No, no … e solo che a volte i ricordi tornano prepotentemente alla mente e non puoi fare nulla per scacciarli! Bah … meglio lasciar stare.”
“Tu, l'hai conosciuta molti anni fa, non è vero?"
"Chi?"
"Come chi?! Ma se stiamo parlando della madre di Aurora!"
" Emm ... si, hai ragione! Scusami Robert, pensavo ad altro, cosa mi dicevi?"
"Ti ho appena chiesto se ... Oh zio lascia stare tanto non mi stai ascoltando. Comunque Aurora mi ha detto che siete amici da una vita con i suoi genitori e conosci Oscar da prima che lei nascesse.”
“Chi Oscar!! Ah ah ah ah... Certo che la conosco ancor prima che si sposasse con André! Oscar è stata il mio Comandante quando ero un soldato della Guardia Metropolitana.”
“Cosa hai detto zio?! La madre di Aurora è stata il tuo Comandante?!!”
“ Certo! E non fare quella faccia da babbeo! Ma di cosa ti sorprendi? Secondo te per quale motivo sa usare le armi? Robert, sappi che la tua futura suocera è stata un soldato."
" Zio, giuro che non ci capisco più niente!"
"Um ... come darti torto!... Dunque per essere più preciso, ti dirò di più ... la tua futura suocera, prima di prendere servizio presso la mia caserma, è stata il Comandante delle Guardie Reali dei sovrani … pace all’anima loro ...” disse facendosi il segno di croce.
“Ma zio stai scherzando come tuo solito?
“Per caso ho la faccia di uno che scherza? Lasciami finire di parlare poi potrai farmi tutte le domande che vorrai. Oscar ha il grado di Colonnello ..."
"Non è possibile!"
"Come sarebbe a dire che non è possibile?! Ma si può sapere con la tua fidanzata di cosa parlate? ... Robert devi sapere che tua suocera ha tenuto testa ben cinquanta soldati indisciplinati ed io ero uno di loro. Se ci ripenso ... Ih ih ih ... adesso mi viene da ridere! Credevo di darle del filo da torcere perché avevamo una una donna che ci comandava ma in realtà  è stata lei ad avere la meglio! Ih ih ...."
"Cosa!!"
"Zitto ragazzo, non ho ancora finito, preparati! Robert, eravamo ai suoi ordini quando abbiamo bombardato la Bastiglia ..."
" Cosa hai detto?!
"Ti ho già detto di non interrompermi e non fare quella faccia Robert! Dunque dicevo... diede l'ordine di bombardare la Bastiglia, credo che tutto il resto sia superfluo raccontarlo perché il nome del Comandante e di noi tutti è affisso nella pubblica piazza di Parigi! Ih ih ... Figliolo stai per imparentarti con un eroe nazionale! Ah ah ah ... Ovviamente non solo l'unico eroe visto che lo è anche André si prese una pallottola in pieno petto durante la rivoluzione! E poi il Colonnello Jarjayes ... Ih ih ... Ma guarda com'è piccolo il mondo, il mio figliolo sposerà la figlia del mio Comandante! ... Beh, sempre se André non ammazza prima me e poi te! Ih ih ih ... che storia! Emm .. scusami Robert, dicevo che eravamo ai suoi ordini quando abbiamo bombardato la Bastiglia ..."
"Bombardato la Bastiglia? Cioè ... vuoi dire che lei ..."
“ Hai capito benissimo Robert, se vuoi te lo ripeto: eravamo agli ordini di Oscar Francois de Jarjayes quando abbiamo buttato giù la Bastiglia, capito adesso?!!!"
"Che storia pazzesca!"
"No, ragazzo mio, la storia pazzesca e che il padre della tua fidanzata è geloso e come se non bastasse ha una madre tremenda! Quindi, vedi di filare dritto, altrimenti Madame Gradier ... forse è meglio dire il Colonnello Jarjayes sarebbe capace di infilzarti con la spada senza pensarci due volte nel caso non ti comportassi bene con sua figlia. E ti ripeto che Aurora non è da meno, quella ragazza ha un bel caratterino! Ah ah ah ...." Alain lo vide sgranare gli occhi, infierì divertito. “Cosa c'è figliolo, ci hai per caso ripensato? Non vuoi più sposarla?”
“Chi io?! Niente affatto! voglio Aurora e non vedo perché dovrei temere i suoi genitori, visto che sono persone stimate da  tutti e poi non capisco cosa avrebbero da ridire sul mio conto, non credo di essere un cattivo ragazzo.”
"AH AH ... Comunque hai ragione! A parte la gelosia di un padre furioso, Andrè non avrà nulla da ridire. Sei cresciuto nella mia casa, so che sei un bravo ragazzo!”
 

Il giorno dopo alla tenuta.

Il generale e sua moglie si scaldavano davanti al camino. Le lingue di fuoco scoppiettavano sui legni, anche se era primavera inoltrata ad Arras quell' anno la bella stagione tardava ad arrivare.
Augustin, guardava il quadro che era posto sul camino, “Marte il dio della guerra." Osservava con nostalgia il volto di sua figlia. Da quel giorno che il pittore l'aveva dipinto, erano trascorsi vent’anni, molte cose erano cambiate nella vita di tutti: la povera Nanny che si era occupata per tutta la vita della famiglia Jarjayes, non c'era più.
Il vecchio generale ormai viveva di ricordi, la sua consolazione erano sua moglie e l’amata figlia Oscar con la sua numerosa famiglia.
 
Marguerite guardò con tenerezza suo marito e disse: "Augustin caro, sei pensieroso a cosa stai pensando?"
"Oh mia dolce Marguerite! ... Penso agli anni che sono trascorsi, quanti ricordi ... belli e tristi ..."
"Ti prego Augustin non parlare in questo modo, lo sai che non abbiamo alcun motivo di rattristarci. Ormai sono più di vent'anni che viviamo nella tranquillità di Arres, i nostri nipoti sono diventati grandi e si occupano della fabbrica, nostra figlia è felice con André, riguardo le altre figlie stanno bene, cos'altro potevamo desiderare?!"
"Hai ragione Marguerite .. riconosco che sono diventato un vecchio nostalgico che vive di ricordi!"
Gli prese la mano e sussurrò: "Oh Augustin ..."
"Marguerite, Oscar è ancora nella sua stanza?"
"Credo di si, non l'ho ancora vista!"


Oscar era nella sua stanza, si era svegliata da poco, al suo fianco non c’era Andrè, sorrise e mormorò: " Se André non è qui accanto a me di domenica mattina, significa che i ragazzi l'avranno impiegato in qualche attività. Meglio che mi prepari, così li raggiungo!"

Si vestì e scese di sotto, vide i suoi genitori davanti al camino.

“Buongiorno!"
Marguerite e Augustin risposero: "Buongiorno cara!"
"Sapete dov'è Andrè?”
Marguerite rispose: "Era appena sceso di sotto per portarti la colazione quando i suoi figli l'hanno costretto a seguirli ..."
"Ah ah ah ... spero che l'abbiamo almeno fatto fare colazione!"
Marguerite continuò: "Povero ragazzo, nemmeno la domenica mattina riesce a riposarsi un poco!"
"Ma dove sono?"
" All’ improvviso si udirono dei colpi di fucili.
“Li  senti, questi spari? Sono tutti sulla collina ad allenarsi e mi hanno detto di dirti che ti stanno aspettando!”
“Tutti chi?
Il Generale ribatté: “I tuoi figli, Andrè, e stamattina si sono uniti anche Charles, Alain e naturalmente il maschiaccio di tua figlia Aurora! …”
"Ah ah ah ... Adesso li raggiungo!!"
Il generale smorzò un  sorriso fiero, continuò:  “Era ovvio che Aurora diventasse un maschiaccio! Oltre ad aver ereditato  la tempra di sua madre, è cresciuta in una famiglia circondata da fratelli! ... Per fortuna che è molto legata a Maria Teresa altrimenti sarebbe sola in mezzo a tutti questi maschi! Ah ah ah ...."
"Non credi di esagerare Augustin!"
"Niente affatto Marguerite!"
"Oscar figliola, abbiamo degli ospiti a pranzo ..."
"Si madre, ci saranno anche Alain e la sua famiglia, saremo davvero in tanti! Bene, scusatemi ma desso raggiungo gli altri, a dopo!"
" A dopo cara!"

Oscar uscì di casa divertita per le parole di suo padre, e a passo marziale raggiunse  l’allegra compagnia.



"Dai zio Alain, ancora un altro tiro!"
"Gabriel, aspetta che colpisco, su vai, lancia la bottiglia!"

Gabriel lanciò la bottiglia e Alain la colpì.
Ancora spari e altri ancora.
 André guardò all'orizzonte vide la figura di sua moglie avanzare.


“Buongiorno Comandante!”
“Buongiorno a te Alain.”
“Buongiorno mamma!” il primo a salutare fu Charles seguito dagli altri.
“Buongiorno a voi, come vanno gli allenamenti?”
Aurora precedette tutti e rispose: “Mamma, su venti bersagli ne ho mancati due e  i miei fratelli non sono stati certo più bravi di me! Ma adesso tocca a te!.”
"E va bene, vediamo se me la cavo!"
Andrè le passò il fucile, disse:" Tieni Oscar, tua figlia aspetta di vedere se riesci a batterla!"
"Papà, sono sicura che la mamma non mancherà nemmeno un bersaglio."
"Aurora, lo sai che non bisogna mai sottovalutare l'avversario!... Avanti, chi lancerà le bottiglie?”
Gabriel rispose: “Ci penso io, mamma!”


Oscar imbracciò il fucile e cominciò a sparare colpendo le bottiglie una dopo l’altra.
“Dai Gabriel, più veloce sei troppo lento.”
“Sei tu che sei troppo veloce.”
Andrè sorrise.
Oscar ribatté: "Credi davvero che io sia veloce Gabriel? Ora ti faccio vedere! Marc lancia le bottiglie insieme a tuo fratello.”
"Si, si mamma..."
Il più piccolo, Claude, rimase basito dalla destrezza di sua madre, la vide sparare un colpo dopo l’altro senza mancare un bersaglio.
Alain con tono scherzoso esclamò: “Andrè non perde un colpo, è rimasta il Comandante di sempre! Ho l'impressione che il tempo per tua moglie si sia  fermato.”
Oscar si passò il braccio sulla fronte e disse: “Adesso tocca a voi ragazzi.”

Colpi su colpi, trascorse così la mattinata.

Andrè guardò l’orizzonte, sentenziò: “E’ meglio tornare a casa tra non molto si abbatterà un temporale! ... Alain, Alice e le ragazze dove sono?”
“Penso che tra non molto arriveranno, le accompagnerà Robert con la carrozza.”
Aurora arrossì quando sentì nominare il giovane, Alain guardò la ragazza mettendola ancora di più in imbarazzo.
Alain alzando gli occhi il cielo, disse: “Andrè dobbiamo davvero affrettarci! Ragazzi andate avanti, tra un molto si scatenerà un'acquazzone! ”

 
Continuarono a percorrere il sentiero di casa fino ad arrivare al cancello, André disse: "Sei taciturno Alain, sbaglio ho devi dirci qualcosa?”
" Ecco... veramente, io ...."
.
“Alain allora?”
Fece un lungo respiro e disse: “Vedete, stamattina sono qui in veste di padre …”
“Non ti capisco, cosa vuoi dire?”
Alain arrestò il passo costringendo agli altri due  a fare altrettanto.
“Vedete … si insomma …”
“Avanti, non hai nulla da temere, se hai qualcosa da dire fallo subito e non tergiversare! Sbrigati che minaccia a piovere!"

Ancora un altro respiro poi disse: “Aurora e Robert si amano e vogliono sposarsi, tutto qui Andrè!”
“All’unisono Oscar e André esclamarono: “COSA!!! Ma stai scherzando!!”
“Assolutamente no! ... Amici, non sto scherzando affatto.”
“Ma cosa dici Alain?”
“Cosa dico io, Andrè? Piuttosto cosa dicono i ragazzi!”
Andrè lo guardò in malo modo, Alain sentendosi minacciato incalzò: “Io non centro niente Andrè, hanno fatto tutto loro! Tu lo sai che Robert per me è come un figlio, non ha i genitori ed è cresciuto in casa mia come tale. Io sto facendo solo il mio dovere di padre.Sono qui per chiedere la mano di tua figlia per conto di mio figlio Robert.
Andrè chiese a sua moglie: “Oscar, tu lo sapevi?”
“Ma ti pare che se avessi saputo una cosa simile, non te l’avrei detto? André, ne so quanto te!”
Andrè sconvolto guardò nuovamente l’amico, ribatté: “Alain, com’e possibile che quei due vogliano sposarsi, così su due piedi!?”
“André ma cosa dici! Quei due si conoscono da sempre, come fai a parlare in questo modo!"
“Alain un conto è conoscersi e un altro è volersi sposare.”
“Andrè quei due si sono innamorati, te lo vuoi ficcare in testa si o no!? Sei proprio uno zuccone accidenti! E poi, sono mesi che sono fidanzati.”
"COSA!! NON E' POSSIBILE!!”
"Invece è possibilissimo!"

Un tuono accompagnato da un lampo, squarciò il cielo.

“Non ci posso credere, questo è uno scherzo!" …” “Invece non lo è, amico mio.”
“Alain, da quanto tempo lo sai?”
“Robert me l’ha detto tre giorni fa, non sapevo come dirtelo. Senti André, non capisco di cosa ti lamenti?! Quel ragazzo è cresciuto in casa mia ed è una brava persona, lavora con me ed è onesto. Si può sapere cos’altro accidenti vuoi?”
“Cosa accidenti voglio? Sei bravo a parlare tu, tanto non è tua figlia!”
“Oh finiscila Andrè, stai davvero esagerando. Magari le mie figlie si innamorassero di un bravo ragazzo come il mio Robert! Giuro che ne sarei felice, anzi, darei oggi stesso la mia approvazione. Come sempre caro amico, la gelosia ti acceca! Calmati André, tanto non serve a niente protestare. La realtà è questa, i due ragazzi si amano!”

Andrè strinse i pugni e annuì.
Oscar fu l’unica a mantenere la calma, vedeva il suo Andrè terribilmente geloso di sua figlia.

Alain gli mise una mano sulla spalla, disse: “Dai Andrè, dopo tutto l’abbiamo fatto anche noi, come pensi che abbiano reagito i nostri suoceri quando abbiamo chiesto in moglie le loro figlie!"
“Ma cosa dici, Alain!! Quando Oscar e io … noi …”
“Io, noi! Ma lo vedi che non sai cosa dire?! Smettila! Tra poco arriverà il ragazzo o meglio il tuo futuro genero, vuole parlare con te e con il Comandante!”
“Che fai Alain mi prendi in giro?”

La pioggia cominciava a cadere.

“Oh basta non ne posso più, qui comincia anche a piovere. Ascolta Andrè comincio a sentirmi stanco di questa conversazione, entro in casa, almeno potrò scambiare tranquillamente qualche parola con il Generale!
Oscar sorrise.
“Su Andrè non fare quella faccia, entriamo in casa che tra un poco diluvierà."
"Alain, maledizione!!"
"Coraggio amico e poi ricordati che i nostri figli non sono più dei bambini, tra non molto ci faranno diventare nonni!!"
"ALAIN, SMETTILA!Ti proibisco di parlare in questo modo!"
André, sta diluviando, entro in casa! ... Tu sei vuoi rimani qui!... Comandate, anche Voi preferite bagnarVi?"
"Andrè, su entriamo in casa, sta piovendo, ci bagneremo!"
Oscar, ma hai sentito!"
Certo che ho sentito André! ... Robert chiederà la mano di nostra figlia!"
"Oscar!!!"

Ritorna all'indice


Capitolo 75
*** Gelosia di padre ***


Gelosia di padre


Un altro lampo squarciò il cielo seguito da un tuono assordante, un violento temporale si abbatté su Arres.

Andrè, Oscar e Alain erano nel patio quando alla tenuta varcò la carrozza guidata da Robert, all'interno c’erano Alice e le sue figlie.
Alain appena li vide arrivare, disse: “Guarda André, arriva tuo genero!”
Oscar si passò una mano sulla bocca per trattenersi dal ridere mentre Andrè lanciando un occhiataccia all'amico, digrignò: “Se vuoi che non ti uccida, smettila di prendermi in giro!"
“Quante storie Andrè, come sempre stai esagerando!" rispose Alain attirando su di sé l'attenzione di Robert. "Ragazzo ferma la carrozza in prossimità del patio così le donne non si bagnano, dopodiché lascia i cavalli nelle scuderie!"
"Si ... va bene zio Alain!" André rimase ammutolito guardando il giovane mentre Alain sistemò in tutta fretta il predellino e aprì lo sportello.

Oscar appena le vide scendere disse: “Su, presto, entriamo in casa.”

Alice rispose: "Si ... si ... sta diluviando e non accenna a placarsi! Presto ragazze, sbrighiamoci!"
Alain sicuro di sé continuò: "Attente a non inciampare con le gonne, ci manca solo che cadiate in quel tripudio di fronzoli! Presto ragazze entrate in casa!"
"Si ... padre!" sussurrò Diane.
André e Alain rimasero nel patio dando la precedenza alle donne, quest'ultimo disse:" Animo animo André, non fare quella faccia! Non vorrai farti vedere così dal mio figlioccio che viene a chiederti la mano della bellissima Aurora?!"
"André guardò in malo modo il giovane mentre Robert rimasto a cassetta si intimorì.
Alain con tono baldanzoso, continuò: “Cosa fai lì impalato! Ma non vedi che sta diluviando? I convenevoli lasciali a dopo! Avanti Robert, posteggia la carrozza e sbrigati ad entrare.”
" Em .. Si, si zio Alain, vado!" rispose guidando la vettura verso le scuderie!"
"Amico, comincia a far freddo entriamo in casa anche noi!" esclamò Alain facendo strada mentre André lo seguì mestamente.


In breve tempo la famiglia al completo si riunì nella sala centrale.
Il Generale e sua moglie erano seduti davanti al camino, Alain appena li vide sorrise e disse: " Buongiorno Madame Marguerite, Buongiorno Signor Generale!"
"Buongiorno a te, Sindaco, come stai?!"
"Benone Generale! E' da un po' che che non ci vediamo!"
"Vero Sindaco! Però dovresti farti vedere più spesso..."
"Ah ah ah ... Avete ragione Signore! Ma Vi assicuro che d'ora in avanti ci vedremo molto di più!"
"Mi fa davvero piacere sentirtelo dire Sindaco!"
"Grazie Generale! ... André hai sentito? A tuo suocero farebbe piacere vederci più spesso e noi lo accontenteremo! Ih ih ..."
Smettila Alain!"
"Su, avanti amico, non fare quella faccia!"
Il Generale, domandò: "André, cosa ti prende?"
"No ... niente Generale ..."
"Figliolo ti senti poco bene?"
Alain diede una pacca sulla spalla all'amico e ribatté: "Ma no, Generale, l'avete sentito? André sta benissimo! Dai tranquillizza tuo suocero!"
Marc si avvicinò a suo padre e domandò:" Papà tutto bene?"
"Si ... tranquillo Marc, non ho niente!"
Il Generale felice guardò Alain e domandò: "Dimmi Sindaco, raccontami, come vanno le cose in comune?"
"Bene Generale, una meraviglia! Da quando i vecchi consiglieri hanno lasciato il loro incarico, le casse comunali si riempiono a vista d'occhio! Ah ah ah ..."
"Ah ah ah ... Mi fa davvero piacere Sindaco!"

Gabriel prese in disparte Aurora e sussurrò: "Credo che nostro padre non l'abbia presa molto bene, guarda che espressione che ha?"
"Oh fratellino, spero che non tratti male il mio fidanzato!"
"Ma cosa dici! Papà non farebbe mai una cosa simile! Eppure dovresti conoscerlo visto che è anche tuo padre!"
"Si lo so ... ma io sono tanto preoccupata, spero che non ce l'abbia con me!"
"Ma cosa dici Aurora! Ormai siamo diventati grandi e non vedo perché dovrebbe avercela con noi!"
"Noi! Hai detto noi? Fratellino hai la fidanzata?"
"Chi io? Ma no ... ecco ... ma cosa centro io?! Non stiamo parlando di me ma di te! Aurora, nostro padre è l'uomo più buono e comprensivo che io conosca, quindi non dobbiamo preoccuparci!"
"Si, però ... Oh Gabriel guarda che occhiata mi ha lanciato! Se solo fosse qui Maria Teresa almeno mi sosterebbe! Ma perché sta tardando?"
"Su, vedrai che tra poco arriverà. Riguardo a nostro padre, non devi preoccuparti, capirà. E poi lo sai che lui ti adora!"
"Si, però ..."


"Alice sussurrò ad Oscar: "André è sbiancato in viso. Oscar capisco che sia stato preso alla sprovvista però ti assicuro che il nostro Robert è davvero un bravo ragazzo."
"Oscar sorrise e rispose: "Lo so Alice. Vedi non si tratta di questo ..."
"Tranquilla Oscar, so che André è geloso di sua figlia quanto Alain lo è delle sue ma i nostri figli non sono più dei bambini..."
"Hai perfettamente ragione Alice!"

Andrè vide i ragazzi chiacchierare allegramente, disse: "Scusate se vi disturbo ma dovreste lasciarci per qualche minuto ..."
"Marc domandò: "Tutto bene padre?"
"Ma si, certo ..."
Alain ribatté: " Stiamo bene ragazzi e solo che noi adulti dobbiamo parlare di affari."
Gabriel ribatté: " Fratelli i nostri genitori hanno bisogno di restare soli, andiamo!"
" André si avvicinò ad Aurora e disse: "Tu invece, rimani qui!"
" Si, certo papà ..."
Alain sussurrò: "Benedetto ragazzo ma quanto tempo ci mette per sistemare i cavalli?"
"Il Generale ignaro domandò: "Parli di Robert?"
"Si, del mio figlioccio!"
"Complimenti Sindaco! Debbo ammettere che l'hai tirato su davvero bene! Mi ricorda il nostro André da ragazzo!"
"Grazie Generale! ... Infatti sono molto orgoglioso di lui e poi è davvero efficiente. Generale dovreste vedere come il mio Robert lavora in comune, non si ferma mai un attimo! .. Ahhh beata la donna che lo sposerà!"
André lo guardò in malo modo e annuì.

Il giovane timoroso entrò in casa e rimase sull'uscio.  Oscar appena lo vide gli andò incontro.
“Robert cosa fai davanti alla porta, su entra!”
“Sssi Madame Oscar ...grazie! ... Buongiorno a tutti.”
Il generale scrutò il ragazzo e guardando Alain disse: “Sindaco, il tuo figlioccio è diventato davvero un bel ragazzo, non mi meraviglierei affatto se prima o poi diventasse tuo genero.”
Alain sorseggiando  un aperitivo tossì a perdifiato sotto lo sguardo severo di Andrè e quello divertito di Oscar.

André scrutando severamente il ragazzo, disse: “Hai qualcosa da dirci Robert o sbaglio?”

L'ennesimo lampo squarciò il cielo illuminando il salone poco dopo ci fu un tuono assordante.

"Alain sussurrò: "Accidenti che tempaccio! Certo che questa giornata non la dimenticherò tanto facilmente!... Avanti Robert rispondi ad André!"
"... Si ... zio ..."
"Ricordati che sei il mio figlioccio e comportati da tale."
Augustin stupito dallo strano atteggiamento di ciascuno, domandò: “Ma si può sapere cosa sta succedendo? Perché avete tutti delle strane facce? ... Sindaco, se anche tu sei tanto serio in questo momento, allora significa che la faccenda è seria!”
Robert avanzò e superando l'imbarazzo iniziale disse:“Signore Andrè, io amo Aurora e lei ama me... sono qui per chiedere la sua mano.”
Marguerite e Augustin si guardarono sorpresi mentre André domandò a sua figlia: “Aurora, non hai nulla da dire?”
“Papà io …”
Sotto lo sguardo geloso di Andrè, Robert si avvicinò ad Aurora.
Oscar intrecciò le dita a quelle di suo marito e guardandolo negli occhi disse: “Andrè non desideravi una famiglia numerosa?”
 “Già! ... E' così Oscar! Ho sempre desiderato una famiglia numerosa...”
Il generale stupito ma felice, disse: “Sindaco, naturalmente come da tradizione, la cerimonia si svolgerà  nella cappella di famiglia dei  Jarjeyes.”
“Come volete generale, qualsiasi cosa per noi andrà bene, vero Robert?"
"Si zio! ... L'importante che Aurora diventi mia moglie!"
Marguerite sussurrò: "Sono davvero felice che mia nipote abbia scelto un così bravo ragazzo!"
Alain ribatte: "Grazie Madame! Anche per noi è un onore imparentarci con la Vostra famiglia!"
Andrè sciogliendosi dalla stretta di sua moglie, avanzò verso il giovane, tese la mano e disse: “Mia figlia, mi è cara quanto mia moglie, rendila felice! ... Benvenuto in famiglia Robert!”
Lo sguardo del giovane si illuminò, rispose timidamente: “Grazie Signore Andrè! Vi prometto che Aurora sarà felice al mio fianco!"
"E tutto ciò che volevo sentirti dire!”
Alain interruppe: "Finalmente amico mio hai capito che il mio Robert è il degno sposo della nostra Aurora! E adesso propongo di fare un brindisi ai futuri sposi!”

Un tocco alla porta, Maria Teresa seguita da suo marito e i suoi bambini fecero il loro ingresso nel salone.

“Buongiorno a tutti! Cosa festeggiamo zia Oscar?”
Alain con tono felice, ribatté: “ Su entrate ragazzi, festeggiamo il fidanzamento di Aurora e di Robert"”
Lo sguardo di Maria Teresa si illuminò e abbracciando Aurora esclamò: “Finalmente glielo hai detto sorellina!”
Andrè mormorò: “Ma come, lo sapevi?!!”
“Certo zio! E' già da qualche tempo che ne ero a conoscenza.”
Oscar sorrise mentre André con piglio severo, ribatté: “Visto che dobbiamo brindare, vado a chiamare i ragazzi! Oscar,vieni con me?”
“Si ... certo Andrè!" guardando i presenti continuò: "Scusateci, arriviamo tra poco!"
 
"Ih ih .. Ma certo Comandante, prego, andate pure! André, io nel frattempo riempio i bicchieri!"
"Bravo Sindaco!" ribatté il Generale.

Fianco a fianco Andrè e Oscar  percorsero il corridoio udendo il chiacchiericcio dei ragazzi provenire nella stanza laterale.

André arrestò il passo e guardando sua moglie disse: “Spero di riprendermi quanto prima da tutto questo, mi sembra di vivere un incubo.”
Oscar l’abbracciò, ribatté: “ Andrè, i nostri figli non sono più dei bambini e lo sai!"
"Si, però ... Oscar non è facile ... Aurora è ancora una bambina e .."
"E' una donna innamorata e noi dobbiamo accettarlo ed essere felice per nostra figlia!"
André la guardò e placando la sua ansia mormorò: "Come sempre hai ragione ... mia adorata!"
Lei gli diede un piccolo bacio sulle labbra, continuò: "Dai, andiamo!”
 
"Si ... andiamo, amore mio!"

I due entrarono nella stanza dove si radunarono i ragazzi, la secondogenita di Alain domandò: “Zia, zio avete un'aria alquanto misteriosa, è forse successo qualcosa?”
“ Brigitte e voi altri dovete venire in sala per il brindisi ...
Claude domandò:“Cosa festeggiamo mamma?”
“ Lo saprete quando sarà il momento,  adesso dobbiamo raggiungere gli altri.”
Andrè notò l'assenza di Gabriel e Diane domandò: “Dove sono i vostri fratelli?”
Marc rispose: “Papà se ti riferisci Gabriel e Diane è da un pezzo che sono andati via.”  
Brigitte continuò: “Sono nello studio.”

"Hai detto nello studio Brigitte?! Ma ... cosa fanno? ... Perché?"
"Ecco... credo che stiano parlando ..."
"Ma da quanto tempo sono lì?"
Claude continuò: " Papà, quei due sono nello studio da quando abbiamo lasciato il salone!"
Oscar e Andrè si guardarono timorosi, quest'ultimo mormorò: “Oscar, voglio capire cosa sta succedendo, raggiungiamo Gabriel nello studio. E voi ragazzi andate nel salone.”
"Si, padre.." rispose Marc che lasciò la stanza con gli altri.  
Rimasti soli, Oscar sussurrò: “Andrè, anche tu stai pensando alla stessa cosa?”
“ Oscar, credo che le sorprese non siano finite. Voglio chiarire questa faccenda, andiamo!”
"...Si, anch'io voglio capire cosa sta succedendo. Andiamo André!"

Erano in prossimità dello studio, Oscar e André rallentarono il passo e avvicinandosi silenziosamente senza bussare, quest'ultimo apri la porta.
I due rimasero esterrefatti: videro Gabriel e Diane abbracciati.
I giovani spaventati dalla presenza di Oscar e André, si allontanarono in tutta fretta. Diane imbarazzata  si mise di spalle mentre Gabriel sostenne lo sguardo severo dei suoi genitori.

Andrè fuori di sé, con tono severo digrignò: “Cos’è questa storia?!!”
“Papà vedi, io e Diane …”
“Tu e Diane cosa?”
“Ci amiamo papà …”
Andrè si appoggiò allo stipite della porta e guardando sua moglie con un fil di voce sussurrò: “Oscar hai sentito?!”
“Certo che ho sentito André!! E allora?!! Non serve a nulla discutere, i nostri figli ormai sono diventati grandi, dobbiamo accettarlo!"
"Oscar ma ti rendi conto? Come fai ad essere tanto tranquilla?!"
"André, non può che farmi piacere che nostro figlio si sia innamorato di Diane. Per quello che mi riguarda, Gabriel non poteva scegliere una ragazza migliore.”

"Diane mormorò: " Grazie per le tue parole zia!"
Andrè si accasciò sulla sedia, sussurrò: “E adesso chi glielo dirà ad Alain!”
La ragazza scoppiò in lacrime, Oscar l'abbracciò e disse: “Diane non è il caso di piangere! ... Parleremo con i tuoi genitori e vedrai che ne saranno felici quanto noi.”
“Vedi zia Oscar e che …”
“Cosa c’è Diane? ... Sei strana ... Ed io ho già detto che non devi preoccuparti... ma forse c'è dell'altro?”
Andrè si alzò dalla sedia e guardando con sospetto suo figlio, disse: “Gabriel, tua madre ha ragione! ... Ho l’impressione che ci sia dell’altro o sbaglio?"
"Vedi papà ... io ... ecco ..." Gabriel stai tentennando, dimmi cosa sta succedendo!"
Il ragazzo annuì.
"Perché non dici nulla?"
" Ecco .... veramente papà, non so come dirtelo...."
Ho qualche anno in più te e la ragione mi dice che ci stiate nascondendo qualcosa di molto importante, avanti parla!”
“Si, è vero papà ma non so come dirlo … vedi …
 Occhi negli occhi.
 “Papà ... mamma ... presto diventerete nonni …”
All'unisono: "COSA!!!”
Andrè puntando l'indice contro Gabriel, ribatté: “Ascolta, spero che tu stia scherzando! Gabriel, ho avuto una giornata piuttosto difficile, se è uno scherzo, ti prego dillo subito.”

“Papà non è uno scherzo, è la verità, Diane ed io avremo un bambino tra sei mesi .... ”
André guardò sua moglie e sussurrò: " Oscar, ti prego dimmi che è un incubo!"
"André, per favore non reagire in questo modo."
"Oscar, come vuoi che reagisca?!Ma non è possibile! Ma lo hai sentito? ... Loro ... loro ... avranno un bambino!"
“Andrè ti ripeto la stessa cosa che ti ho detto poco fa nel salone: non eri tu che volevi una famiglia numerosa?!!”
“Oscar ti rendi conto di quello che dici?... Questi due non si sono fidanzarsi ma … ma …”

"Papà non reagire in questo modo e soprattutto non rimproverarci. E poi ci devi aiutare! ... Anche tu mamma, visto che sei l'unica che riesca a tenere testa lo zio Alain ..."
André sgrano gli occhi e ribatté: "GABRIEL!!! Non potevi aspettare?! Almeno prima vi sposavate e poi ... poi ... Oh cielo che situazione!"
"Calmati André ..." disse Oscar portandolo in disparte. “André, anche noi abbiamo fatto la stessa cosa, ricordi?!" ”
“Non ci posso credere ..."
"Credere cosa?"
"Che tu mi stia parlando in questo modo! E poi noi eravamo molto più grandi di loro, ricordi?! ...”
“Certo che lo ricordo, e allora?! André se stai pensando  ad Alain vedrai capirà, anche se all'inizio farà un mucchio di storie!”
“Alain capire?! Ne dubito! Oscar, Alain scatenerà il fini mondo non appena lo saprà!”
“André, ricordi cosa ci ha detto stamattina?"
"Oscar, Alain, ha detto un mucchio di sciocchezze per convincermi ad accettare Robert ..."
" Può darsi! Ma tra le tante sciocchezze ha detto anche che sarebbe ben felice se le sue figlie si fidanzassero con dei bravi ragazzi. Nostro figlio lo è! Quindi il nostro amico non avrà nulla di cui lamentarsi.
“Oscar, in questo momento invidio la tua freddezza.”
“Ragazzi, domani parleremo con Alain e Alice! ... Adesso raggiungiamo gli altri per brindare al fidanzamento di Aurora e Robert.
“Cosa! Zia Oscar, Aurora e Robert si sposeranno?"
Gabriel sussurrò: "Io lo sapevo ..." Andrè ribatté: “Tutti lo sapevano tranne noi! Oscar ma ti rendi conto?"
"Calmati papà ... infondo siamo diventati grandi!"
"Si, certo ... siete grandi ma ... Gabriel almeno ora comprendi che giornata sia stata  per i tuoi genitori?!”
 
" Ecco ... papà, mi dispiace ...."
"Andrè posò la mano sulla spalla di suo figlio e sussurrò: " Dai Gabriel, ormai è fatta e poi, non dobbiamo disperarci per l'arrivo di un nipote, dobbiamo solo affrontare Alain, anche se non sarà facile!"
"Lo so papà ..."
"E' inutile pensarci, non ci resta che affrontare la situazione. Andiamo ragazzi!"


Joland riempì i calici per il brindisi.
Alain appena vide i quattro arrivare esclamò: “Finalmente siete arrivati! Su prendete i bicchieri e brindiamo! … Ehi amici, cosa sono quelle facce?!”
Il generale incalzò: “Il sindaco ha ragione! Andrè, Oscar dobbiamo festeggiare l'unione di due famiglie! Ma ci pensate? Imparentarsi con i Sassoin non può che farci piacere! Forza figlioli, dobbiamo brindare ai futuri sposi! Marguerite cara, hai preso il tuo bicchiere?"
"Si, certo Augustin."
"André, Sindaco, cosa stiamo aspettiamo!”
“Avete perfettamente ragione Generale! Dobbiamo brindare all'unione delle nostre famiglie, la vostra Aurora con il nostro Robert. Andrè, amico mio, dobbiamo anche brindare per i nipoti che ci daranno! Ah ah ah ...”
"
"Coff ... coff ... tu ... tu hai sempre voglia di scherzare ..." L'amico gli diede una pacca sulla spalla e ribatté:“Dai Andrè, l’idea di diventare nonni non ti rende felice? A me, moltissimo! Anzi, non vedo l'ora di diventarlo! Ih ih ih ..."
 
" Ne sei proprio sicuro Alain?"  
" Sicurissimo!"
"Bene, mi fa piacere perché ti ricorderò al momento propizio ciò che hai appena detto."
"Ma che strano discorso che stai facendo, comunque vorrei che Robert e Aurora mi diano almeno tre nipotini! Ah ah ah ...."
André bevve tutto d'un fiato, posò con stizza il bicchiere sul tavolo e disse: "Alain hai ragione! Adesso non ci resta che diventare nonni!"
"Ohh Finalmente André l'hai capito! Ah ah ah .....Su, Joland, riempiamo i calici, dobbiamo festeggiare ai nipoti che arriveranno! Ih ih ih .... André, Comandante, domani sera vi aspetto a casa mia per ultimare tutti i dettagli delle nozze ..."
André ribatte: "Ti assicuro che non mancheremo Alain!"
"Bene! Brindo a questa bellissima famiglia di cui facciamo parte! Salute!"


La giornata volse al termine, Oscar e Andrè si chiusero nell' intimità della loro camera.
Andrè si tolse le scarpe con stizza lanciandole via con forza e accasciandosi sul letto esclamò: “Oh Dio, Dio! … Finalmente è finita questa giornata da incubo, non ne potevo più! Ed io che pensavo che avremmo trascorso una Domenica tranquilla! Non ci posso credere! Ora mi chiedo cos’altro succederà?”
“Ti chiedi cosa succederà Andrè? Che domani sera, andremo a casa di Alain, per dirgli che avremo molto presto il nostro primo nipotino da Diane e Gabriel.”
“Ti prego Oscar non ricordarmelo.”
Lei sorrise, si adagiò su suo marito, gli  diede  un bacio e sussurrò: “Ehi nonno Andrè, forse hai dimenticato che oggi ricorre il nostro anniversario?
Lui l’avvolse tra le braccia, le posò un lieve bacio e disse: “Come potrei dimenticarlo! ... Sono trascorsi vent'anni da quella notte che che diventasti mia moglie!”
“Andrè non ti sembra il caso di lasciare tutte le nostre ansie dietro alla porta almeno per stanotte?!
Andrè con un gesto deciso la portò di sotto, continuò: “Si, hai ragione! però, lo sai, che preferisco che tu stia di sotto!” “Lo so Grandiér, però mi piace che tu me lo ricorda! .... Ti amo da impazzire André...” sussurrò perdendosi tra le braccia di suo marito.

Ritorna all'indice


Capitolo 76
*** Il tormento di Alain ***


Il tormento di Alain


La mattina seguente, l’intera famiglia Grandièr si recò in fabbrica.

" Papà, è da ieri sera che non mi rivolgi la parola! ... Ti capisco, sei arrabbiato per la notizia che Diane ed io ti abbiamo dato, vero?"
André lo guardò con tenerezza e rispose: "Beh ... certo non mi aspettavo una cosa simile! ... Non nego di sentirmi confuso ma non si tratta di questo, sono un tantino pensieroso per l'incontro che avremo questa stasera con Alain!"
"Quindi non sei arrabbiato con me?"
... Non vedo il motivo perché dovrei esserlo ... dopo tutto certe cose possono accadere anche se, non si pensa mai che le possano fare i propri figli ..." gli mise una mano sulla spalla, continuò: "Sta tranquillo Gabriel, vedrai che tutto si aggiusterà!"
"Papà, anch'io temo la reazione dello zio Alain. Credo che soltanto la mamma potrà persuaderlo."
"Perché dici questo?"
"Probabilmente perché è stato al suo servizio, ho l'impressione che la temi."
"Si, credo che tu abbia ragione, comunque dobbiamo prepararci a una difficile serata."
"Si, papà, hai ragione ... lo immagino ..."
" Bene Gabriel, adesso mettiamoci a lavoro! Sai dove sono Marc e Charles?!"
"Sono in magazzino a catalogare la merce."
"Bene, così possiamo rivedere il quantitativo di spedizione."


Aurora e Oscar svolgevano il loro lavoro in ufficio, la prima domandò: “Mamma sei silenziosa a causa mia? Forse non ti fa piacere che sposi Robert?"
“No, Aurora ma cosa dici! Anzi, mi fa piacere che ti sia fidanzata con Robert. E' un bravo ragazzo e lo ritengo degno della mia fiducia, sono sicura che sarai felice!"
"Oh Grazie mamma per le tue parole, adesso mi sento più serena. Mamma però sei pensierosa, forse ti preoccupa dell'altro?"
"Vedi, è solo che stamattina abbiamo un infinità di pratiche da concludere.”
No, mamma, non è questo il motivo, sono sicura che c'è qualcosa che ti affligge.”
“A quanto pare non riesco a nasconderti nulla! E va bene, te lo dirò, tanto tanto prima o poi lo verrete tutti a sapere …” Oscar lasciò il suo posto e si avvicinò alla scrivania di Aurora. "Ieri, tuo padre ed io abbiamo sorpreso Gabriel e Diane baciarsi.”

“Gabriel e Diane?! Mamma, non sapevo che tra loro ci fosse qualcosa!”
“Ma non è tutto! Presto Diane avrà un bambino.
“Cosa!! Dici davvero mamma?!”
“Puoi immaginare la reazione di tuo padre, quando Gabriel ce l’ha detto per poco non gli veniva un colpo.”
“Quando lo saprà lo zio Alain, non farà certo i salti di gioia!”
“Come sai stasera andremo a casa sua, non per parlare delle vostre nozze ma per la situazione che si è venuta a creare tra tuo fratello e Diane! ... Che gli piaccia o no, dovrà farsene una ragione. Come vedi Aurora a breve nella cappella della famiglia Jarjayes, si celebreranno ben due matrimoni!”

"Oh mamma, non avrei mai immaginato una cosa simile! Possibile che Gabriel non mi abbia detto nulla, visto che ci raccontiamo sempre tutto. Però ammetto che negli ultimi tempi l'ho visto un tantino preoccupato."
"Forse non voleva affliggerti con i suoi problemi."
"Non so ..."
"Aurora mettiamoci a lavoro, dobbiamo mettere in ordine i conti perché domani mattina verranno i clienti a ritirare i materiali.
"Si ... certo mamma!"
 
 
Era sera, Oscar e André si preparavano per andare a casa di Alain.
Oscar era nel salone quando vide arrivare Gabriel.
"Mamma, ho preparato la carrozza ma dov'è papà?"
"E' in cucina, vado a chiamarlo intanto aspettaci alla vettura, faremo in un attimo!"
"Si, mamma, vi aspetto alla carrozza." disse il giovane uscendo.


Oscar raggiunse André in cucina.
“Andrè possiamo andare, Gabriel ha preparato la carrozza!”
“Sono pronto Oscar! Andiamo ad affrontare Alain.”
"Su, avanti André, non fare quella faccia, vedrai che sistemeremo ogni cosa!"
"Ovvio! Ma prima di arrivare alla festa di nozze, abbiamo una situazione molto difficile da affrontare!"
"André, ho l'impressione che tu abbia paura di Alain!"
"Oscar, comprendimi, non ho paura ma mi irrita l'idea di assorbirmi le sue scenate."
"Dai André, andiamo, Gabriel ci sta aspettando!"

Gabriel era a cassetta appena li vide arrivare disse: "Papà, mamma, sono pronto!"
"Calmati Gabriel, è inutile che stia in ansia, tanto stasera discuteremo delle tue nozze e non quelle di tua sorella!" rispose André.
Oscar ribatté: "Andrè, ti prego non mettere in agitazione nostro figlio..."
"Ma Oscar, ho detto la verità. Ci pensi, a breve si sposeranno due dei nostri figli! Oh comincio a sentirmi male!"
"Ti riferisci ad Aurora?"
"Anche .."
"Dai André meglio andare!"
"Si, saliamo in carrozza!" sussurrò spalancando lo sportello.

Durante il tragitto lei disse: “Andrè, Alain di sicuro non la prenderà bene, dobbiamo fare in modo di sdrammatizzare la situazione, dopo tutto ieri ha detto che la tua reazione è stata eccessiva..."
"Oscar, lo sai bene che Alain aveva quell'atteggiamento baldanzoso solo perché si trattava di mia figlia e non della sua! Aspetta che venga a conoscenza ciò che hanno fatto i ragazzi e poi vedrai come ritratterà."
"Si, lo so. Però io gli ricorderò ciò che ha detto, che è  ben felice  di imparentarsi con i Grandièr!... Andrè, Alain adesso non potrà ritrattare!”
“Vedrai che lo farà. Oscar, ribadisco, invidio la tua freddezza! ... Ma ci pensi, a breve si sposeranno due dei nostri figli, spero che almeno Marc non ci riservi altre sorprese, non lo sopporterei!”
"Coraggio Grandier, dobbiamo affrontare Alain!"

 
La vettura arrestò davanti alla casa del Sindaco.


Prima di bussare alla porta, Oscar disse: " André, mi raccomando, non dobbiamo perdere la calma, dobbiamo essere pazienti, visto che sappiamo come è fatto il nostro amico."
"Si, Oscar e poi non abbiamo scelta, Alain va affrontato."
Oscar guardò suo figlio e sussurrò: "Gabriel, rilassati, sistemeremo ogni cosa."
"Si, mamma!"

Il battente colpì alla porta che fu aperta da un servitore.

“Buona sera signori! Il Sindaco vi sta aspettando.”
“Grazie Carl!”
Alain avanzò e con tono baldanzoso salutò: “Ben arrivati! Comandante, André venite avanti! Oh, ma che bella sorpresa, ci sei anche tu Gabriel! ... Accomodiamoci in salotto, Alice vi sta aspettando! Robert tarderà un poco, doveva sbrigare alcune cose in municipio. Ma perchè Aurora non è con voi?”

André rispose: "Ecco, vedi dobbiamo parlarti di altro ... Buona sera Alice.”
“Buona sera a voi! Che bella sorpresa Gabriel, non mi aspettavo che venissi anche tu! Ma non rimaniamo in piedi, accomodiamoci.”
Alain si avvicinò al tavolo dei liquori, versò da bere e porse i bicchieri prima alle donne e poi ad Andrè e Gabriel.
Oscar domandò: “Alice dove sono le ragazze?”
“Sono nelle loro stanze, vado a chiamarle.”
“No, aspetta Alice, magari dopo, adesso dobbiamo parlare.”
Alain domandò: “E’ per caso, successo qualcosa? Forse ci avete ripensato, non volete che le nozze dei ragazzi avvengano a palazzo Jarjayes?
“Se i ragazzi lo desiderano per noi non ci sono problemi! ... Alain, Alice, dobbiamo parlarvi ...”
“Si,  questo l’avevo capito ma prima beviamo il nostro dolcetto, è buonissimo, me lo hanno regalato alcuni contadini!" rispose sorseggiando. "Umm ... Squisito! ... Sei silenzioso Andrè, forse ti opponi alle nozze dei nostri figli?”
“Assolutamente no, Alain, non vedo perché dovrei impedire le nozze dei nostri ragazzi, anzi, mi fa immensamente piacere che si sposino. Sai, sono impaziente di diventare nonno e se non ricordo male, ieri mi hai detto la stessa cosa, vero Alain?"
"Ah ah ah Come potrei dimenticarlo! Abbiamo addirittura brindato!"
"Si si certo! ... Alain so che muori dalla voglia di diventare nonno!”
“Non aspetto altro amico mio, non vedo l’ora, sono impaziente di stringere tra le braccia un bel nipotino! Ah ah ah ... anche tu, vero André?"
"Certo Alain!"
" Chi l’avrebbe detto, noi amici da sempre tra non molto diventeremo consuoceri. Anche se Robert non ha il mio sangue, è come se fosse mio figlio!"
 Gabriel bevve tutto d'un fiato e alzandosi dalla poltrona, appoggiò nervosamente il calice sul tavolo.

 Oscar guardò  suo figlio e poi André.

Alain si avvicinò ad Andrè con la bottiglia, riempì nuovamente il calice, felice continuò: “Su amico, beviamo un altro bicchiere!... Andrè ieri eri troppo sconvolto, mi dispiace di averti parlato in quel modo. Non credere che non ti capisca! ... Certo apprendere una tale notizia ... così all'improvviso, avrebbe sorpreso chiunque però non devi preoccuparti, Robert è un bravo ragazzo, non potresti desiderare di meglio per tua figlia.”
“Si, lo so Alain, è solo che mi hai preso alla sprovvista e ho reagito da padre geloso, solo adesso me ne rendo conto e poi, come mi hai ricordato ieri, l’abbiamo fatto anche noi, vero Alain?”
"Ah ah ah ... Finalmente l'hai capito amico mio! André ammettilo, sei sempre stato un tantino troppo serio! Non possiamo certo negare che quando ci siamo sposati, i nostri figli erano già in viaggio!"
"Hai perfettamente ragione Alain!"
"Quindi in proposito non abbiamo nulla da ridire!”
Andrè e Oscar si guardarono, quest’ultima  fece un cenno con il capo a suo marito incoraggiandolo a parlare.
Andrè si alzò dalla poltrona e posò il bicchiere sul tavolo.
Alain domandò: “Vuoi dell’altro vino?”
 “No, grazie, basta così ... due sono più che sufficienti.”

Alain incalzò: “Come dicevo prima, anche se i nostri figli non ci hanno fatto domande, non ci vuole molto a fare i calcoli per sapere che la cicogna è approdata in anticipo  rispetto alla data del nostro matrimonio! Ah ah ah ... Comunque è meglio sorvolare certi dettagli, non vorrei che ci prendessero d' esempio! Ih ih ... Oh Andrè, mi rendo conto che sto parlando liberamente davanti a tuo figlio! ... Ma non fa niente, tanto tu sei un uomo, l’importante che  non si facciano certi discorsi davanti alle ragazze, vero Gabriel?!! ”
Il ragazzo non rispose.

Andrè tossicchiò appena e disse: “Alain ieri sei venuto da me in veste di padre …”
“Si, certo …”
“Bene, stasera sono io che vengo in qualità di genitore."
Alain perse la sua baldanza, guardò l’amico con diffidenza e ribatté severo: “Non ti capisco cosa vuoi dire …” poi scrutò Gabriel. “Va avanti Andrè.”
Sguardo nello sguardo.
“Alain i nostri figli si amano …”
“Già lo so! Certo che si amano te lo detto ieri.” rispose guardando nuovamente Gabriel con diffidenza.
“Alain non mi riferisco ad Aurora e Robert e non fingere di non  aver capire. Sto parlando di Gabriel e Diane.
“COSA!!!! GABRIEL E LA MIA DIANE!!! Stai scherzando Andrè?!”
“Sono le stesse parole che ti ho detto ieri, te lo ricordi Alain? Adesso ti rispondo con le TUE stesse parole: non sto scherzando. E' inutile discutere, i nostri figli si amano. E poi l'hai appena ribadito che sei ben felice di imparentarti con noi ..."
"André o sei pazzo oppure ti stai burlando di me."
"Nessuna delle due. E poi non interrompermi che non ho ancora finito..."
"Avanti, parla! Non tenermi sulle spine, cos'hai ancora da dirmi?"
" Sempre ieri, mi hai detto che saresti contento se le tue figlie sposassero dei bravi ragazzi, vero Alain?"
"Ma io ..."
" Beh, mio figlio lo è. E tu non hai nulla da ridire al riguardo!”

Alain si passò una mano sulla testa e con gli occhi sgranati, balbettò:  “Ma … ma … André dimmi la verità, la tua è una ripicca perché ieri ti ho fatto vedere  i sorci verdi, vero amico?”
“Non sono come te Alain, non scherzo su argomenti tanto importanti. Alain hai poco di cui lamentarti, tu sposi una sola figlia invece io due.”
Alain ancora più agitato guardò Gabriel, disse: “Tuo padre vuole vendicarsi dello scherzetto che ieri Aurora e Robert gli hanno tirato, non è vero figliolo? Almeno tu, di la verità allo zio Alain!”
“Zio, credo che mio padre abbia parlato abbastanza, adesso tocca a me …”
Lo sguardo scuro di Alain si sgranò e mormorò: “Allora è vero?! Non è uno scherzo?!”
“Si, zio, è vero ... Diane ed io ci amiamo e vogliamo sposarci!”
“ALLORA E' VERO!!! Gabriel … tu e mia figlia!?”
“Zio, io e Diane ci amiamo e …”
“NO NO NO … aspetta!! voglio che sia mia figlia  a dirmelo, perché io fatico a credervi.”
Con piglio severo, Oscar ribatté:“Ora basta Alain, stai davvero esagerando!! Non capisco ma perché non riesci ad accettare che mio figlio e tua figlia si amino?! Forse mio figlio, non ti sta bene per la tua Diane?!!”
“Comandante io …”
“Finiscila Alain!! Sono vent'anni che non sono più il tuo Comandante! Data la situazione, non è più il caso che continui a chiamarmi in questo modo, soprattutto, adesso, che  i nostri figli ci renderanno nonni! Hai capito Alain?!”
“Co ... come sarebbe a dire nonni? Forse Aurora e Robert …”
  “Aurora e Robert non centrano, qui stiamo parlando dei nostri figli, mi riferisco a Gabriel e Diane! Sono stata chiara Sassoin?!!”
"André, si può sapere cosa sta dicendo tua moglie?!! Forse vuole mettermi sulle righe, come quando, eravamo in caserma?!!”
Oscar ribatté: “Non eludere il discorso Alain, hai capito benissimo.”
Andrè fece un passo in avanti, pacatamente sentenziò: “Presto diventeremo nonni e questa gioia ce la daranno i nostri figli: Gabriel e Diane. E’ tutto chiaro adesso Alain?”
Alain si accasciò sulla prima poltrona e guardando Gabriel disse: “Tu che sei il responsabile di tutto questo, non hai nulla da dire?”
“Zio cosa vuoi che ti dica!! Amo Diane e voglio sposarla.”
“Oh Dio mi sento morire!! ... Non è possibile, questo è un incubo!”
Andrè con tono sarcastico aggiunse: “Come Alain, ieri non eri tu che brindavi per i nipoti che avremmo avuto? Bene, il primo è già  in arrivo anche se un poco in anticipo.”
Alain batté le mani sui braccioli della poltrona e digrignò: “Si è vero che ho brindato ai  nostri futuri nipoti ma io intendevo a quelli che ci daranno Aurora e Robert dopo il matrimonio e non …OH DIO GABRIEL COSA HAI COMBINATO?!"
“ Smettila Alain di urlare in questo modo, tanto non ti serve a nulla! Sappi amico che quando hai alzato il calice per brindare, io e Oscar avevamo appena appreso la notizia che saremmo diventati nonni!"
"André sei stato sleale..."
" Abbiamo davvero brindato a nostro nipote che sta per arrivare. Basta con questa scenata, non serve a nulla che protesti, tanto nella cappella dei Jarjeyes ci saranno due matrimoni. Dobbiamo solo  stabilire se i ragazzi debbano sposarsi lo stesso giorno oppure separatamente.
Alain si portò la mano alla testa e puntando l'indice contro Gabriel disse: “E’ assurdo! Tu ragazzo, non potevi fare come tuo padre?”
“Non ti capisco zio, cosa intendi?”
“E’ vero che loro si sono sposati con te in arrivo ma per lo meno tuo padre ha aspettato vent’anni prima che il Comandante diventasse sua moglie.”
Oscar incalzò: “Alain, adesso è troppo!! Sei rimasto quello di sempre, questi anni non ti hanno cambiato. Magari fossi ancora il tuo Comandante e tu un mio sottoposto, ti avrei già sbattuto in cella per farti rinsanire.”
“Comandante, sarebbe stato il caso di  sbattere in cella Gabriel prima che combinasse il guaio.”
Per tutto il tempo Alice non disse una sola parola.
Andrè infastidito intervenne: “Sai che ti dico Alain?! Noi andiamo via e non appena ti sarai calmato ti aspettiamo a casa per organizzare i matrimoni dei nostri ragazzi, sperando che non ci riservino altre sorprese, visto che non sono gli unici figli che abbiamo.”
Alain avanzò minaccioso verso Andrè, disse: “Non scherzare amico, questo è già troppo e non voglio più ascoltarti! .... Alice va a chiamare tua figlia.”
" Si, Alain, vado immediatamente." rispose la donna precipitandosi nella stanza della ragazza."Diane cara, vieni con me, ti stanno aspettando.”
“Mamma, papà come l’ha presa?”
“Come vuoi che l'abbia presa Diane! Su vieni, sistemeremo ogni cosa.”


Alain appena la vide arrivare, avanzò verso sua figlia.
Gabriel temendo il peggio a passo marziale si interpose tra padre e figlia, Alain con stizza sollevò il ragazzo da terra e sbraitò: “Togliti di mezzo ragazzo, non credi di aver fatto abbastanza?!!! E poi per chi mi hai preso? Non sono un insensato, devo solo parlare con mia figlia, levati di mezzo!…” prese la mano di Diane e con l’altra  puntò l’indice contro Gabriel e domandò: “Tu, questo lo ami?”
“Si, papà.”
“A questo punto cosa posso dire?!”
Oscar avanzò di qualche passo e guardandolo severamente ribatté: “Credo che tu abbia detto abbastanza Alain! Ora possiamo parlare seriamente?
“Come sempre, ai Vostri ordini Comandante!”
Oscar sospirò, Andrè guardò Alice, disse: “Ora che ci siamo tutti possiamo brindare.”
Alice e Oscar riempirono  i bicchieri e porsero  ai presenti, stavolta fu Andrè a sollevare il calice  per primo e sorridendo, esclamò: “ Alain al nostro primo nipote!”
“Me l’hai fatta Andrè! ... Me lo merito! Però amico, sappi che ho una gran voglia di ucciderti.”
" Ah ah ah ... Non ci pensare Alain, perché ho tutta l’intenzione di conoscere mio nipote! Ah ah ah ah .... A nostro nipote, salute!”
.

Ritorna all'indice


Capitolo 77
*** Dolci ricordi ***


Dolci ricordi


Augustin e Marguerite era seduti davanti al camino, quest'ultima disse:" Caro, hai notato che facce strane che avevano i ragazzi, prima di uscire?"
" Ti riferisci ad Oscar e André?"
"Si, loro."
"Mia cara, nonostante che siano trascorsi tanti anni per te rimarranno eternamente ragazzi,
"Augustin, saranno sempre i miei ragazzi! ... Augustin quanti ricordi!"
"A cosa stai pensando Marguerite?!"
Basta guardare la tela che è sopra il camino ..."
"Marte il dio della guerra ..."
"Ci sembrò così strano che nostra figlia si facesse ritrarre, lei ha sempre rifiutato quando eravamo noi a proporglielo, in seguito abbiamo capito ..."
"Già, il sospetto di essere malata e poi alle nostre porte incombeva lo spettro della rivoluzione! ... Lei temeva di non uscirne viva ...."
"Augustin ... quante lacrime e dolore abbiamo versato per la nostra ultimogenita, l'abbiamo creduta morta ..."
Il vecchio Generale la guardò e accarezzandola le asciugò le gote.
"Ti prego cara, non piangere! Hai visto che gioia che ci hanno donato Oscar e Andrè?!"
"Si, Augustin, hanno una meravigliosa famiglia e sono felici! ... Che dire di Maria Teresa e Charles, sono meravigliosi!"
"Già, strappati dalla loro vita, dai loro genitori ..."
"E' merito di Oscar e Andrè, se quei ragazzi hanno una vita tranquilla e felice!"
"Cara, stasera Oscar e André sono andati a casa del Sindaco, però che aria strana avevano!"
"Hai ragione Augustin! E poi Gabriel non solo li ha accompagnati ma ho notato che era alquanto pensieroso. Chissà cosa sta succedendo?!"

"Alcuni passi interruppe la loro conversazione.

"Buona sera!"
Margherite e Augustin si voltarono, quest'ultimo rispose: " Buona sera a voi!"
André si avvicinò al fuoco e attizzandolo disse: "Generale, stasera fa piuttosto freddo, meglio aggiungere altra legna!"
"André figliolo, va tutto bene?"
André abbassò lo sguardo e sussurrò: "Signor Generale, Madame Marguerite, abbiamo una notizia importante da darvi ..."
"Avete tutti delle facce scure, forse accaduto qualcosa di grave?"

Nel frattempo arrivò Claude che ascoltando la conversazione rimase in un angolo senza che nessuno lo vedesse.

Gabriel si avvicinò ai nonni e disse: “Nonna Marguerite, nonno Augustin debbo darVi una notizia…”
Augustin ribatté: “Spero che sia una buona notizia nipote!”
“Beh, dipende in che modo voi la prendiate  …”
“Non ti capisco …”
“Nonno, nella cappella dei Jarjayes oltre al matrimonio di Aurora ce ne sarà un altro…”
" Un altro matrimonio! Si può sapere chi altro si sposa?
“Io, nonno! …”
“Ti sposi! E con chi?”
“Con Diane.”
“Diane la figlia di Alain, il nostro Sindaco?!”
“Si nonno.”
Andrè e Oscar annuirono mentre Claude avanzò ed esclamò: “Ehi Gabriel, davvero ti sposi con Diane?!"
"Si ..."
"Non ci posso credere! Mi meraviglio come lo zio Alain non ti abbia ammazzato!”
“Claude non ti ci mettere anche tu, visto che  lo zio ha già scatenato un putiferio.”
Il generale si alzò dalla poltrona, guardò prima sua moglie poi ribatté: "Non capisco perché il nostro simpatico sindaco l'abbia presa tanto male, forse non è contento che sua figlia sposi mio nipote?! Cosa ha da ridire, su spiegamelo Gabriel!”

“Vedete nonno, lo zio Alain non è contento, perché Diane ... Diane aspetta un bambino.”
Il generale spalancò gli occhi e ribatté: “Oh questa poi, certo non me l'aspettavo …”

Marguerite mormorò: " Oscar, figlia mia, immagino cosa sia successo in casa di Alain...."
Gabriel continuò:“Nonna, lo zio Alain è andato su tutte le furie... ”
Augustin ribattè: “André, conoscendo Alain, mi meraviglio come vi abbia lasciati andare, immagino quante scene avrà fatto!”
" Generale, Alain era fuori di sé, non riusciva ad accettare quanto successo! ... E' stata una serata davvero incredibile!"
“Nonno, lo zio Alain ha detto di tutto, se non fosse stato per la mamma chissà cosa sarebbe accaduto! ... Mamma, ho l’impressione  che tu abbia  un forte ascendente su di lui, sei l’unica che riesce a tenergli testa e riportarlo alla ragione.”
“Mi sembra ovvio! Dimentichi che Alain è stato ai miei ordini.”
“Sarà! Comunque se non fossi intervenuta, sono sicuro che sarebbe avvenuta una tragedia....
André ribatté: "Non credi di esagerare? Alain è molto geloso delle sue figlie come io lo sono di Aurora ma da qui ad ammazzare mio figlio per ... per ... avergli dato un nipote prima del matrimonio, mi sembra davvero eccessivo..."
Claude incalzò divertito: “Accidenti fratello, devi riconoscere che ti è andata proprio bene. Dopo quanto hai combinato, mi meraviglio come  lo zio ti abbia lasciato vivo! Ah ah ah ....”
Andrè accigliato rispose:“Smettila di prendere in giro tuo fratello, non è il momento di scherzare …”
"Ih ih ih ... Si, certo Papà!" rispose il ragazzo lasciando il salone. In tutta fretta Claude si recò in camera di Marc.

Marc era disteso sul letto quando vide suo fratello fare irruzione.

  “Ehi Marc, sai cosa ha combinato nostro fratello?”
“ Parli di Gabriel?!”
“Marc tieniti forte, ascolta! Nostro fratello Gabriel ha fatto un pasticcio con la figlia dello zio Alain …”
Marc sollevò le coperte, scese dal letto e ribatté: “Cosa intendi per pasticcio?”
“Lui e Diane …”
“Lui e Diane ... cosa?”
“Vedi, sinceramente non so, come lo zio Alain non l’abbia ammazzato! Ih ih …”
“Smettila di tergiversare e dimmi cosa è successo.”
  “Diane aspetta un bambino e noi diventeremo zii! Capisci Marc!! Zii!!! ”
“Stai scherzando fratello?”
“Affatto Marc, è la verità. Il fratellone questa volta l’ha combinata davvero grossa! Ih ih ..."
“Come fai a saperlo?”
“Ho ascoltato casualmente la conversazione tra Gabriel e il nonno. Stasera, i nostri genitori sono andati a casa di zio Alain per parlare del pasticcio che ha combinato nostro fratello, pare che se non fosse stato per l’intervento di nostra madre, lo zio lo avrebbe ammazzato.”
Lo sguardo di Marc si sgranò e intimorito incalzò: “Tutto questo ti diverte un mondo a quanto vedo, non è vero Claude?”
"Ih ih ih .... Beh un po' si, ma non fraintendermi Marc, penso alla faccia che avrà fatto lo zio Alain, di solito prende in giro tutti ed è sempre così severo con le figlie.”
“Si, si, ho capito! Ora Claude se non ti dispiace lasciami solo.”
“Come sei strano stasera fratello, comunque se vuoi rimanere solo me ne vado, buona notte! ... Ih ih ... Diventerò zio, che bello, non vedo l'ora!!!”

Marc annuì e chiuse la porta.
 
 
Erano trascorse due settimane da quando vennero annunciate  le nozze dei ragazzi, casa Grandièr era in fermento.


"André e Oscar erano in ufficio quando qualcuno bussò alla porta.
"Avanti!"
"Sei tu Alain, avanti, entra!"
"Buongiorno Comandante, buongiorno André!"
Ciao Alain, accomodati!"
"Vi ringrazio Comandante!"
"Ho accompagnato Alice e le mie figlie nella sartoria Grandier per la prova degli abiti e ho deciso di fare un salto da voi!"
André ribatté:" Hai fatto benissimo! ... Alain la settimana prossima partiremo tutti per Parigi per poi intrattenerci due settimane a Palazzo Jarjayes."
"Solo due settimane?! Credevo di più!"
"Non possiamo partire prima, aspettiamo dei clienti per un contratto e poi visto che i nostri figli hanno deciso di celebrare le loro nozze in un'unica cerimonia, quindici giorni saranno sufficienti!"
"Alain ribatté: Sempre se le vostre sarte riescano a confezionare gli abiti per tutti noi!"
"Oscar rispose: "Tranquillo Alain, gli abiti ormai sono quasi pronti, saranno ultimati per la fine della settimana."
"Alain guardò la scrivania di Aurora, domandò: "Non vedo vostra figlia, dov'è?"
"E' in sartoria con Maria Teresa e Christine, ancora non si decidono come ultimare gli abiti!"
"Capisco! Certo che le nostre famiglie sono in fermento, ormai non si capisce più nulla!"
"Andrè felice continuò: "Alain immagina quando arriveranno anche le sorelle di Oscar con le loro famiglie a palazzo, allora si che regnerà la confusione totale!"
"Amico, appunto di questo volevo parlarti ..."
"Cosa succede Alain?"
" Vedi ... sarete in tanti e ho deciso che ci sistemeremo nella mia casa di Parigi ..."
"Oscar ribatté: " Non ci pensare nemmeno Alain, alloggerete tutti a Palazzo Jarjayes. Alain dimentichi che le nozze dei nostri figli si celebreranno lì, quindi che ti piaccia o no, tu sarai nostro ospite!"
"Ma Comandante ..."
"Non voglio obiezioni Sassoin, chiaro?!"
"Si, certo, sempre ai vostri ordini Comandante! Ah ah ah ..."
"Alain, quando la smetterai di chiamarmi Comandante, ormai sono passati vent'anni!"
"Già ... vent'anni, quanti ricordi! ..."
André sussurrò: "Alain ma ti rendi conto che presto diventeremo consuoceri!"
"Già, i nostri figli! ... Meglio non diventare nostalgici André, non vorrai vedermi piangere, spero! Ah ah ah ..."
" No, no, Alain!"
"Bene, vado a vedere se le mie stupende Signore hanno finito! ... A dopo!" sussurrò lasciando l'ufficio.
"Ciao Alain! 

Andrè si avvicinò a sua moglie, l'abbracciò, le diede un bacio e disse: " Oscar, quanti ricordi!"
"Anche tu sei diventato nostalgico?"
"Eh si! ... Come non esserlo! Il tempo è volato... ricordi i preparativi delle nostre nozze?"
" Certo! Adesso André, si sposano i nostri figli." sussurrò dandogli un altro bacio.
" Oscar hai fatto di me, l'uomo più felice del mondo!"
" E tu, hai fatto di me, la donna più felice e fortunata del mondo! ... Ti amo André Grandier ..."

Stretti l'uno all'altro, si persero in un lungo bacio appassionato ...

Improvvisamente la porta dell'ufficio si spalancò, erano Diane, Christine e Aurora, quest'ultima sussurrò: "Ops ... scusateci, togliamo immediatamente il disturbo!"
André e Oscar indietreggiarono, il primo imbarazzato ribatté: "No, aspettate ragazze non scappate!"
"Maria Teresa chiudendo la porta rispose: "Tranquillo zio André, dobbiamo ancora occuparci degli accessori, torniamo più tardi!"

André guardò sua moglie sussurrò: " Che imbarazzo!"
Oscar sorrise e abbracciandolo sussurrò: "Su Grandiér non fare quella faccia, vieni qui! ... Dove eravamo rimasti?"
"Oscar ..."
"Cosa c'è André, forse ti è passata la voglia di baciarmi?"
"Assolutamente no, mio bellissimo Comandante!"  


Due settimane dopo.

Sei carrozze giunsero a palazzo Jarjayes.
La famiglia Grandièr al completo, il Generale, moglie, la famiglia Sassoin, Francois con moglie e figli infine Maria Teresa, Charles con le rispettive famiglie.
I pochi servitori  rimasti si occupavano della cura del palazzo ma per l’occasione fu assunto altro personale.


Era sera, il Generale e sua moglie erano nella loro camera da letto, quest'ultima disse: " Augustin anche se sono passati tre anni dall'ultima volta che siamo venuti, non è cambiato nulla! Sono davvero contenta che la servitù continui a prendersi cura della nostra casa come se vivessimo ancora qui!"
"Marguerite, avverto malinconia nelle tue parole!"
"Credi che non ne abbia motivo? Oh Augustin caro! ... Alla nostra età si vive soltanto di ricordi!" sussurrò la donna asciugandosi gli occhi.
" Vero Marguerite! ... Siamo cambiati, basta guardare il nostro riflesso per renderci conto del tempo che è passato!"
"Augustin, dobbiamo goderci queste meravigliose giornate che trascorreremo nella casa nostra..."
"Già ... la nostra casa!"
" Anche se ci siamo trasferiti ad Arras, questa rimarrà sempre la nostra casa che ci ha visti prima sposi e poi genitori ... abbiamo cresciuto le nostre figlie con la povera Nanny ..."
Nanny, la nostra dolce e cara Nanny! Mi ha tirato su, come se fossi suo figlio per poi occuparsi della nostra famiglia."
"Su Augustin, meglio dormire, domani arriveranno le nostre figlie con le loro famiglie, saranno giorni di confusione! ... Buona notte Augustin!"
"Buona notte mia dolce Marguerite!"


" Andrè, provo una strana sensazione dormire nel mio letto dopo quasi cinque anni!"
André la strinse a sé e disse: "Beh, si, è davvero tanto tempo che manchiamo da palazzo Jarjayes, ad essere sincero sentivo il desiderio di tornarci, certo non pensavo che l'avremmo fatto per le nozze dei nostri figli! ..."
" Andrè, sai cosa faremo domani mattina appena svegliati?"
"Cosa?"
"Un bel duello, magari anche questa volta riesco a gettarti nella fontana! Ah ah ah ...."
"Dispettosa come sempre mia amata Oscar! ... Ma adesso lasciati amare, ti voglio ..." sussurrò baciandola.

"André, sono tanto felice!"
"Di diventare nonna?"
"... Oh ma ... veramente almeno in questo momento non ci stavo pensando! E tu sei felice di diventare nonno?"
"Sinceramente ogni tanto ci penso ma stento a crederci! ... Tu ed io nonni! Beh, almeno in questo momento preferisco pensare ad altro!"
"Però ci hai pensato altrimenti non me l'avresti chiesto."
"Oscar, ammetto che lo trovi alquanto strano ma mi abituerò all'idea! ..."
"André Grandier, sono sicura che sarai il nonno più bello che io conosca!"
"E voi Madame Grandier sarete la nonna più avvenente che io abbia mai visto ..."
"Grazie Mousuier! Ah ah ah ..."
"Quanto sei bella quanto ridi! ... Baciami Oscar ... baciami come soltanto tu sai fare..."

Due giorni dopo.

Margherite, raggiunse Oscar e André che erano nel salone, disse: " Oscar, tutta la famiglia è riunita a tavola, mancate soltanto voi e Augustin ..."
"Dov'è mio padre?"
"E' nel suo studio ..."
"Andrè, accompagna mia madre in sala da pranzo intanto raggiungo mio padre."
" Va bene Oscar!" Andrè porse il braccio a sua suocera e disse: "Madame Marguerite, prego, da questa parte!"
" Grazie figliolo!"


Ancora pochi passi ed Oscar arrivò allo studio.
Oscar si fermò sul ciglio della porta e si rattristò vedendo suo padre seduto dietro la scrivania con il volto rigato dalle lacrime.
Augustin si accorse della sua presenza e mormorò: " Oscar, perché sei rimasta sulla porta? Avanti figliola, entra!"
“Padre, vi aspettano tutti in sala da pranzo, mancate solo voi!”
Augustin si alzò dalla sua poltrona e avanzando verso il balcone socchiuso, si asciugò il viso con la mano e sussurrò: “Oscar sono passati vent’anni da allora ed io non ti ho chiesto ancora di perdonarmi …”
“Non capisco padre, di cosa dovrei perdonarvi?"
“Per favore, non interrompermi, lasciami parlare! ... Sono tante le cose di cui dovresti perdonare al tuo vecchio genitore ... una in particolare ..."
"Padre ..."
"Quella volta, quando tornai dalla missione e mi opposi al tuo matrimonio ..."
"Vi prego padre, è passato tanto di quel tempo che non serve ricordare ..."
"Ti prego, lasciami finire! .... Mi pento di averti  colpita quando mi dicesti di aspettare un bambino …”
Gli occhi di Oscar brillavano, prese le mani di suo padre, sussurrò: “Padre, da quando ho capito di amare Andrè, sono stata così felice  che ho dimenticato ogni cosa..."
"Oscar..."
Padre, non mi sembra vero ..."
"Cosa figlia mia?"
" Sono passati vent'anni dalla nascita di Aurora e Gabriel. E domani si sposeranno!”

"Già ..." "L'unico rammarico, è non avere accanto la nonna! ... La mia povera e dolcissima nonna!

"Sai Oscar, a volte ho la sensazione di udire ancora la sua voce ... si è presa cura di me, tante volte mi ha rimproverato per i miei colpi di testa. Ricordo il giorno che venisti al mondo e lo sguardo inorridito di Nanny quando le dissi che saresti stata il mio erede! ... Mi disse che ero pazzo ed io la ignorai ..."
" E avete fatto bene! ... Sono felice di essere ciò che sono, grazie padre!"
"Grazie figlia mia!"
“Adesso dobbiamo andare, ci stanno aspettando altrimenti verranno tutti a cercarci! Ah ah ..." rispose prendendo il suo braccio per raggiungere la sala da pranzo.
"Andiamo figlia mia!"

 
 La famiglia al completo era riunita nella sala da pranzo, attendeva l'arrivo del generale. Un vociferare felice si interruppe quando videro arrivare Oscar al braccio di suo padre che lo accompagnò al posto d'onore.
Augustin si sedette a capotavola accanto alla sua Marguerite. L'uomo sussurrò: "Grazie Oscar!"
Oscar si avvicinò ad André che tirando a sé la sedia mormorò:"Vieni a sederti al tuo posto Oscar!"
"Grazie André!"
Si sedettero l'uno accanto all'altro. Lei posò le mani sul grembo quando sentì la mano di André stringersi alle sue, un breve tenero scambio di sguardo, un sorriso.

L'attenzione di tutti andò al Generale che fece un breve discorso.

“Questo giorno non lo dimenticherò mai! Mi rendo conto di avere una famiglia bellissima!”
Alain con tono baldanzoso ribatté:“Generale la vostra più che una famiglia mi sembra una tribù! Ah ah ah ...”
Tutti scoppiarono in una fragorosa risata, Augustin, continuò: “Sindaco, vuol dire che stasera brinderemo a questa meravigliosa tribù! Ah ah ah ah ....”


Finita la cena  si riunirono tutti nel salone. Le sorelle Jarjayes si riunirono attorno alla loro madre mentre gli uomini chiacchierarono con il vecchio Generale. Per tutti fu una serata indimenticabile.
 

Conclusasi la serata, Oscar e Andrè erano nella camera da letto, abbracciati nel loro letto.

“ Andrè, stasera quando sono andata a cercare mio padre, ho avuto la sensazione che mi stesse aspettando ..."
"Ti aspettava?"
"Si, André ... Mi ha chiesto di perdonarlo..."
"Perdonarlo!"
"Si. Per essersi opposto al nostro amore e per la reazione che ebbe quando gli dissi che attendevo un figlio ...”
“Cosa gli hai detto?”
Lei si strinse ancora di più, sorrise malinconica, rispose:" Che ho cancellato gli episodi tristi della mia vita da quando ho capito di amarti. André, per me esistono solamente i momenti meravigliosi  che ho trascorso con te.”
"Dici davvero amore mio!" rispose baciandola con passione.“Sono un uomo fortunato, ho sposato la donna della mia vita, con lei ho avuto dei figli meravigliosi! ...Anche se riconosco che ci hanno dato qualche problema, però credo che faccia parte del gioco, vero madame Grandièr?!”

"Vero Signor Grandier...."
“Ti amo Oscar! ... Ti amo come quando eravamo ragazzi e avevo perso il senno per te!” sussurrò baciandola ancora.

“Anch’io ti amo Andrè, come allora …”
“Amore mio, vent’anni fa in questo letto, sei diventata mia. I nostri sentimenti non sono mutati e stasera come allora ti voglio! … Ti amo mia amata Oscar ..."


 
Il giorno dopo palazzo Jarjeyes era in fermento per la celebrazione delle nozze.
Il salone e il giardino erano allestiti a festa: in un angolo del giardino c'era l'orchestra, i tavoli erano addobbati da fiori, tovaglie ricamate e l'argenteria era pronta per contenere le portare. Tutto era pronto per l'evento.  


La famiglia decise di attendere l'arrivo degli sposi nella cappella mentre Alain e Andrè erano nello studio a sorseggiare un bicchiere prima di condurre all'altare le loro figlie.

“Andrè, ci pensi! Il destino ci ha tirato un brutto scherzo, siamo qui come due imbecilli ad assistere al matrimonio dei nostri figli! Oddio quanto sono agitato!”
Andrè sorrise appena e bevve tutto in un fiato.
"Hai ragione amico mio, anch'io sono nervoso, la mia piccola Aurora e Gabriel si sposano, spero di resistere!"
“Certo ... ma lo scherzetto che ci hanno fatto i nostri figli  non è stato cosa da poco! Ammetto che l’avevo presa davvero male ma confesso di essere felice che la mia Diane sposi tuo figlio!”
“Oh finalmente te lo sento dire! Alain, quindi posso stare tranquillo?"
"In che senso amico?"
" Hai deciso di non ammazzarmi più e potrò conoscere anch’io mio nipote? Ah ah ah ...”
"Ridi pure, intanto mi era venuto un colpo quando ho saputo di mia figlia che ... Ohh che supplizio che è stato per me, meglio non pensarci altrimenti mi sento nuovamente morire! ... Andrè, non avrei mai immaginato che la nostra amicizia sarebbe stata così duratura dopo quanto è successo! E adesso ci ritroviamo qui, nel grande palazzo Jarjayes da consuoceri e come se non bastasse i nostri figli hanno provveduto in anticipo a renderci nonni, è davvero incredibile! ”
“Già, ne abbiamo passate tante! Siamo stati soldati e nella caserma della compagnia B ne sono successe di cose …”
Alain guardò negli occhi l’amico gli mise una mano sulla spalla, disse: “Non te lo mai detto amico ma per me, sei più di un fratello!”
“Anche tu, lo sei per me Alain!” rispose porgendogli la mano.
Alain la strinse, i due uomini si abbracciarono commossi dandosi delle pacche sulla spalla.

“Alain, credo che le nostre donne siano pronte, dobbiamo andare.”
“Certo Andrè, non facciamole più attendere.”
 
 
 “Oscar sei pronta?
“Si, Andrè, possiamo andare dai nostri figli, ci stanno aspettando!... André mi guardi con aria sognante, um ... sono sicura che il mio abito sia di tuo gradimento!"

Lui avanzò, l'avvolse tra le braccia, sussurrò: “Non ti ho mai vista tanto bella in vita mia!”
“Andrè, lo dici ogni volta che indosso un abito femminile ...”
“ Sei bellissima sempre! Ti amo e lo sai! ... E poi stanotte sei stata meravigliosa!”
Oscar arrossì, lui le diede ancora un bacio.
“Ora basta Andrè, i ragazzi ci stanno aspettando.”
La strinse ancora e con voce suadente continuò: “Cosa c’è Madame Grandièr, dopo tanti anni ti imbarazza ancora parlare di certe cose?”
“Ma certo che  no,è solo che non è il momento di parlare di ... certe cose.” rispose prendendo la sua mano e tirandolo dietro di sé, concluse: “Andiamo, Andrè! ... I ragazzi ci stanno aspettando.”
"Come sempre ai vostri ordini mio Comandante!"
"Andre! Ah ah ah ..."

Ritorna all'indice


Capitolo 78
*** Un tuffo al cuore ***


Un tuffo al cuore


Mano nella mano Oscar e André percorsero il corridoio del palazzo fino ad arrivare dietro la porta socchiusa. André intravide un tripudio di stoffe bianche, l'emozione era tale che arrestò il passo, la sua mano tremava in quella di Oscar.
Lei sorrise e mormorò: "Su André, i ragazzi ci stanno aspettando..."

"Gabriel e Aurora udirono le loro voci, quest'ultima disse:"Mamma, papà, vi stiamo aspettando, entrate!"

Andrè seguito da Oscar spalancò la porta, i suoi occhi verde smeraldo si sgranarono quando vide sua figlia vestita di bianco mentre Oscar avanzando, esclamò: "Aurora, Gabriel siete bellissimi!"
 Aurora ribatté: "Mamma, tu sei bellissima!”
Oscar sorrise, le si avvicinò e carezzandole il viso, sussurrò: “Io bellissima?! Ma guarda tuo padre, da quando ti ha vista non ha aperto bocca.”
“Papà non vieni a salutare i tuoi figli?!”
“Si, si Aurora.” disse avanzando.

André annuì e guardò minuziosamente sua figlia.
L'abito di Aurora era voluminoso, la seta delineava perfettamente il suo corpo che metteva in risalto tutta la sua bellezza. L’abito in tutta la sua finezza, era impreziosito da un delicato pizzo che accentuavano il punto vita sottile decorato da alcuni fiocchi. Le maniche erano un poco a sbuffo e la scollatura era appena percettibile.
L'oro dei capelli erano impreziositi da alcuni fiorellini di seta bianca dove scendeva un lungo strascico in pizzo trattenuto da alcuni fermagli.
Il verde di Andrè brillò. Vedere tanta grazia in sua figlia,  lo portò indietro nel tempo: il ricordo della sua Oscar in abito da sposa. .

“Papà non dici nulla?”
“ Aurora e che … mi ricordi la mamma nel giorno del nostro matrimonio! ... Scusami cara, sei bellissima!”
“Papà, tutti sappiamo che sei sempre stato innamorato della mamma come un ragazzino!”
“Sorellina non essere sfrontata. Guarda, hai messo in imbarazzo nostro padre!”
"Ma Gabriel, nostro padre è rimasto immobile e non mi ha ancora abbracciato!"
André, balbettò: "E che ... che io ..." si avvicinò timidamente a sua figlia e la strinse a sé. “Aurora, auguro a te e a tuo fratello di essere felici come lo siamo la mamma ed io!”
Grazie papà! Sono sicura che lo saremo! Papà, mamma, grazie per tutto l'amore che mi avete dato ... vi voglio tanto bene!" la giovane si sciolse dall'abbraccio di suo padre per stringersi a sua madre.
"Figli miei, anch'io vi voglio bene!" mormorò Oscar stringendosi a sé anche Gabriel.
Aurora alzò il capo e guardando negli occhi suo padre si allontanò dall'abbraccio di sua madre, prese la mano di suo padre e disse: "Papà, capisco che tu sia emozionato ma non hai ancora detto nulla a mio fratello!"
"Si ... io ..."
"Guardatelo, non è bellissimo?”
Andrè avanzò verso suo figlio, gli strinse la mano, lo tirò  sé in un abbraccio stretto e deciso.
“Sono tanto orgoglioso dei miei figli! Sono davvero commosso!" alzò la testa e guardando sua moglie sussurrò:" Oscar, ho sempre  invidiato il tuo autocontrollo, possibile che tu non dica una sola parola?"
Gabriel sorrise e ribatté: “Papà, dimentichi che hai sposato un soldato ..."
"Già ... è vero!"
"Come è vero che è l’unica che riesca a mettere sulle righe lo zio Alain! Ah ah ah ...”
Lei sorrise e mormorò: "Mi emoziono solo a guardarvi! ... Ho l'impressione che il tempo si sia fermato. Voi, i miei bambini siete diventati grandi! ... Vi auguro di cuore di essere felici come io, lo sono con vostro padre!"
All'unisono: "Grazie mamma!"
Oscar trattenne le lacrime e guardando suo figlio disse: “Gabriel sei pronto? Dobbiamo precedere tuo padre e tua sorella, di sotto c’è Alice che ci aspetta con Robert!”
" Si, mamma, sono pronto, possiamo andare!"rispose porgendole il braccio.

Andrè commosso, vide uscire dalla stanza la sua adorata Oscar al braccio del loro primogenito.
Madre e figlio scesero lo scalone, il giovane sussurrò:" Mamma, so che non ami molto indossare gli abiti femminile ma permettimi di dirti che sei bellissima!"
"Gabriel sei un adulatore proprio come tuo padre!"
"Ho detto solo ciò che penso ..."
Oscar, sorrise e disse: "Grazie figlio mio!"
"Mamma guarda! Alice e Robert sono nel salone ad attenderci."
"Si, caro ..."

Gabriel e Oscar erano di fronte ad Alice e Robert.
Oscar guardò il giovane e disse: " Sono felice di darti in sposa mia figlia, vi auguro di essere felici!"
"Grazie Madame Oscar..."
Alice guardò Gabriel, sorrise e disse: "Cosa posso dirti ... Ti ho visto bambino, sei cresciuto con mia figlia e sono felice di dartela in sposa!"
"Grazie zia Alice!"
Alice guardò Oscar, continuò: " Per me, non sei soltanto un'amica ma una sorella, mi sei stata vicina nei momenti difficili della mia vita ... sono felice che le nostre famiglie si uniscano da un vincolo indissolubile! ... Grazie Oscar!"
"Alice, le tue parole mi commuovono, non è il caso di piangere adesso..." " Hai ragione Oscar! ... Dobbiamo andare, ci stanno aspettando!"


Oscar e Alice al braccio dei loro figli percorsero il sentiero che portava alla cappella dei Jarjeyes.
Durante il tragitto nella mente di Oscar riaffiorarono i ricordi: Vent’anni fa ero al braccio di suo padre! ... Qui, davanti al cancello, mi sembra di vedere la regina Maria Antonietta; uscì in incognito per me ... mi attese per vedermi in abito da sposa e per porgermi i suoi auguri! Oh mia regina, quanti ricordi!
La commozione fu tale che suo figlio la sentì  tremare.
“Tutto bene mamma?”
Oscar rallentò il passo e guardandolo negli occhi, rispose: “Si, certo Gabriel!
"Allora perché stai tremando?"
"… A volte i ricordi possono essere dolci ma anche tanto dolorosi..."
"Mamma, non voglio vederti triste..."
"Hai ragione Gabriel, su andiamo, la tua sposa ti aspetta!”
 

Intanto a palazzo, un altro padre era in fermento per sua figlia.

Alain entrò in camera di Diane e vedendola nel suo vestito bianco, si emozionò.

Diane era bellissima. Il suo abito da sposa era sobrio e raffinato. I suoi lunghissimi capelli castani scendevano lungo la schiena ed erano ornati da alcuni nastri e un lunghissimo strascico risaltava l'eleganza dell'abito. Il  punto vita ancora sottile delineava tutta la sua eleganza, il tutto impreziosito dai ricami rifiniti da alcune perle.


“Papà vuoi calmarti?! Chi si sposa, sono io, non tu!”
“Lo so che sei tu a sposarti e non io, che discorsi! ... Ed è proprio per questo motivo che sono agitato! Figlia mia ti avviso, guai a Gabriel se non saprà comportarsi come si deve con te, è chiaro?! Se non saprà farti felice, giuro che ....”
Aurora al braccio di suo padre entrò nella camera di Diane, quest'ultimo con voce grave, tuonò: “Cosa fai Alain, cominci a dire un mucchio di sciocchezze?! Addirittura minacci mio figlio?!
Alain si voltò di scatto e ribatté: “A sei tu Andrè! "
"Certo che sono io! E ti ho sentito!"
"Aurora sei bellissima!”
"Grazie zio Alain!" Andrè guardò severamente Alain e continuò: “Sappi che i Grandièr sono dei gentiluomini con le donne, soprattutto con le loro donne!” 
“Si, si lo so amico ... e solo che ... André MIA figlia si sposa, lo capisci? Ma ci pensi?!!"
" Non dirlo a me, certo che lo so! Anche mia figlia si sposa e con il tuo figlioccio! Bada Alain, se Robert non farà felice Aurora .... Ah ah ah ..."
"Su, André non scherzare, sono troppo agitato."
"Lo so amico mio, lo sono anch'io!"
"Aurora e Diane si abbracciarono la prima disse:" Come sei bella Diane!"
"Anche tu Aurora! ... Sono sicura che Robert non appena ti vedrà, rimarrà senza parole!"
Le due ragazze si sciolsero dal loro abbraccio e André guardando Diane disse: " Sei bellissima! Gabriel è davvero fortunato!"
"Grazie zio André!"
Alain incalzò: "Mi pare ovvio amico, è mia figlia! E bada a tuo figlio!" " E tu, al tuo! ... Alain non cambierai mai! Ah ah ah ... Dai amico, dobbiamo andare, ci stanno aspettando.”

"Si, certo André, meglio andare ... Oh povero me, quanto sono agitato!"
"Su, papà calmati e porgimi il braccio!"
"Si, si Diane..."

Aurora e Diane erano al braccio dei loro padri. Uno scalino dopo l’altro, i quattro attraversarono il salone per ritrovarsi in giardino infine percorsero il sentiero che li avrebbe portati in chiesa.
 

La cappella era gremita da parenti e amici, Gabriel e Robert percorsero la navata della chiesa accanto alle loro madri sotto lo sguardo orgoglioso del Generale e di Marguerite. Tutti aspettavano, l'arrivo Aurora e Diane.
 

Durante il percorso Alain disse: "André, la nostra amicizia dura da più di vent'anni!"
" Già! ... Ricordi Alain?! Ci siamo conosciuti in un osteria..."
"Come potrei dimenticarlo?! Ricordo che eri seduto ad un tavolo tutto solo a ubriacarti ..."
"Aurora stupita rallentò il passo e guardando suo padre negli occhi domandò: "Papà davvero ti ubriacavi? Ma come, io non ti ho mai visto farlo!"
"Ah ah ... Si, è vero Aurora, ero ubriaco quando conobbi Alain! Ah ah ah ..."
"Papà ma si può sapere cosa c'è tanto di divertente, visto che non hai mai permesso ai miei fratelli di eccedere con il vino?"
Alain divertito, ribatté: "Su, avanti amico, spiega a tua figlia perché la sera uscivi e ti perdevi nelle bettole!"
Aurora sgranò gli occhi e balbettò: "Co ... cosa! Papà non vorrai dirmi che tu ... tu .."
"Ma no, Aurora, cosa stai pensando? Io non facevo nulla di male ..."
"Come non facevi nulla di male?! Ma se ti ubriacavi! E poi non hai sempre detto ai miei fratelli di stare lontano da certi posti perché lì... lì... non ci sono sempre persone per bene? E soprattutto donne ..."
"Ah ah ah ... Questa poi! Amico, certo che hai addestrato bene i tuoi figli!" disse Alain divertito e guardando sua figlia, continuò: "Diane figlia mia, hai sentito? Tuo suocero ha tirato su tuo marito nei migliori dei modi! Ah ah ah ..."
"Smettila Alain, non è il momento di scherzare!"
"Certo che non lo è! Papà, perché andavi in osteria a ubriacarti? Forse ... forse litigavi con la mamma?"
"No ... ecco ... io ... Aurora, ascolta, all'epoca tua madre era il Comandante delle Guardie Metropolitane ed io mi arruolai per difenderla, difenderla da cinquanta rozzi soldati e uno di loro era tuo zio Alain! Ah ah ah ..."
"Diane ribatté: "Che storia incredibile! Papà, si può sapere cosa hai combinato quando eri un soldato?"
"Coff ... coff .. meglio sorvolare! ... André ma che razza di discorsi fai alle nostre figlie?"
"Ho detto semplicemente la verità Alain, lo sai bene!"
"Si, però, ti prego, risparmia certi particolari!"
"
Aurora incalzò: "Papà, capisco che ti sia arruolato per difendere la mamma ed hai fatto benissimo ma non mi hai ancora detto perché ti ubriacavi..."
"Perché amavo tua madre ma lei non lo era di me ..."
"Aurora arrestò il passo e guardando suo padre, mormorò:" Scusami papà, non avevo alcun diritto di rimproverarti ..."
"Ah ah ah ... Ma no, cara infondo me la sono cercata,visto che mi sono abbandonato ai ricordi! Ah ah ... Su andiamo!"
Alain disse: "Eh si, mie care ragazze, ne sono successe di cose! Ma sappiate che André ed io siamo molto di più che amici!"
"Lo sappiamo papà e noi ne siamo davvero felici!"


Pochi minuti e le spose raggiunsero la cappella accompagnate dei loro padri.
Andrè sussurrò: “Alain va avanti.”

"Come vuoi amico."

I primi a  percorrere la navata furono Diane e suo padre che a passo lento e deciso si avvicinarono al sacrale dove ad attendere la sua sposa c’era Gabriel emozionato al  fianco di sua madre. I quattro erano gli uni di fronte agli altri. Alain strinse la mano al giovane e visibilmente commosso sussurrò: “Ti raccomando figliolo, fa felice mia figlia.”
“Sta tranquillo zio, amo Diane, con me sarà felice!”

"Grazie figliolo!" guardò Oscar e sussurrò:" Comandante, sono felice di dare la mia Diane in sposa a Vostro figlio!"
"Alain, anch'io sono contenta che la dolcissima Diane diventi la moglie di Gabriel!"
"Grazie Comandante!"

Oscar si allontanò da suo figlio e prese posto accanto a suo padre e sua madre.
 
Poco dopo fece il suo ingresso Aurora al braccio di suo padre. Insieme percorsero la navata sotto lo sguardo felice dello sposo.
Aurora e Andrè erano di fronte a Robert e Alice, dopo la stretta di mano il giovane disse: “Grazie Signore André!”
“Mi piacerebbe che mi chiamassi zio.”
“Si, certo ... zio Andrè!”
 
 
Le campane suonarono a festa, i matrimoni furono celebrati.
La festa a palazzo Jarjeyes ebbe inizio.
I tavoli erano addobbati a festa, i fiori colorati risaltavano sulle tovaglie candide e rifinite da preziosi ricami. In un angolo del giardino c'erano gli orchestrali che accolsero gli sposi con una melodia.
Gli sposi aprirono le danze sotto lo sguardo felice di tutti. Poco dopo  si unirono alle danze gran parte degli invitati tra cui i genitori degli sposi. Durante il ballo ci fu lo scambio di dame, Andrè ballò con Alice e Alain con Oscar.

“Comandante …”
"Alain, tra un molto i nostri figli ci renderanno nonni, possibile che tu debba ancora chiamarmi cosi?”
“Vi prego Comandante, non ricordatemelo, al pensiero che la mia Diane presto mi darà un nipote mi fa impazzire di gelosia …”
Tra un volteggio e l’altro Oscar ribatté: “Smettila Alain, ancora con questa storia!”
"Parlate bene voi, visto che parlate di mia figlia e non della vostra ..."
Il generale avanzò verso di loro, disse:  “Permettete sindaco che balli con mia figlia?”
“Prego generale, è tutta vostra.”
Padre e figlia  ballarono un valzer, il generale sussurrò: “Oscar credi che non mi sia mai accorto che quel furfante di Alain, un tempo era innamorato di te!?”
“Cosa!! Ma padre!”
“Oscar, certe cose non si possono nascondere! Devi sapere che io e tua madre l'avevamo capito sin dall’inizio. Andrè è davvero una brava persona, un altro al suo posto ... tzè ... altro che amicizia!”
“Padre, Alain era confuso e …”
“Più che confuso, io direi pazzamente innamorato di te!"
"Ecco ... io ..."
"Non è il caso che tu dica nulla Oscar, è impossibile negare l'evidenza! ... Proprio ieri, io e tua madre abbiamo parlato di questo. A volte il destino tira degli strani scherzi, la sorte ha voluto, che i vostri figli si sposassero.”
"Padre, l'importante che tutto alla fine si sia sistemato."
"Si, certo figlia mia!"


La festa era in pieno svolgimento, Oscar trascorse gran parte della giornata a intrattenersi con  le sorelle, Rosalie e i nipoti.


" Oscar che ne diresti se ci appartassimo per qualche minuto?"
"Oh, certo Andrè! Desidero allontanarmi un poco da tutto questo frastuono, sinceramente non ce la faccio più!"
" Dammi la mano, vieni con me!"

"Oscar, sediamoci dietro questo cespuglio, c'è una panca, magari saremo un tantino tranquilli almeno per qualche minuto!"
"Andrè, è stata una giornata davvero impegnativa, aspetto con impazienza che la festa finisca per tornarmene in camera nostra."
André la strinse a sé, sussurrò: "Anch'io non vedo l'ora di rimanere solo con te! ... Te l'ho detto che sei bellissima?"
" Non so quante volte! Ah ah ah ..."
"Come sei bella amore mio!" sussurrò baciandola con passione.
"André, ti amo ..."

"Scc.. Oscar ascolta! ... Sento delle voci provenire da dietro il cespuglio ... ma chi sarà?"
"Ma chi vuoi che sia?! Sicuramente qualcuno in cerca di un poco di pace!"
"Si ... ma ... aspetta, vado a vedere ...."
"Aspetta Andrè, vengo con te!"
I due a passo leggero si nascosero dietro il cespuglio e videro due figure.


"... Ma sono Marc e Brigitte!!!”
“Zitto Andrè, voglio ascoltare....”
“Ma cosa ti salta in mente! Da quanto in qua, ti metti a spiare i nostri figli? Oscar, sinceramente non ti riconosco più!”
“Sai che non mi piace farlo ma negli ultimi tempi ho capito che non mi piace l’effetto sorpresa, preferisco essere pronta a qualsiasi evenienza!”
“Non ci posso credere ma stai parlando sul serio?"
" Zitto André! ... Non sento più nulla!... Aspetta, ora guardo! ... Santo cielo, non è possibile!!!!"
“Oscar, si può sapere cosa ti prende?"
“André guarda quei due!... André, ti prego dimmi che non è vero!”
Andrè spostò appena le foglie dell'arbusto, sbiancò in viso, sussurrò: “Questa poi … ma non è possibile! Quei due si ... si ... Oscar, quei due si stanno baciando!! No!! Anche loro! …”
Oscar si alzò, si allontanò dal cespuglio in tutta fretta e per evitare che inciampasse nell'abito, lo sollevò appena, prese la mano di Andrè, lo tirò a sé e a passo spedito si allontanò.

“Oscar si può sapere cosa ti prende, perché corri in questo modo?”
“Se credi che io affronti nuovamente Alain, ti sbagli di grosso Andrè! Questa volta sarà lui stesso a vedere con i suoi occhi …”
"Ma sei per caso impazzita? Vuoi davvero rovinare la festa ai ragazzi?"
Oscar rallentò il passo e mormorò: "Hai ragione André! Ma dimmi, cosa facciamo adesso?"
"Nulla! Dovranno essere loro a dirlo ..."
Alain e Alice gli sbarrarono la strada e il primo domandò: “A dirci cosa? … Andrè, Comandante, siete sconvolti cosa succede?”
Andrè con tono agitato rispose: “Chi noi? Ti sbagli Alain! Oscar e io andiamo a ballare, venite anche voi?”
“Ma che ti prende Andrè, hai per caso visto un fantasma?”
“Fantasma! Chi io?! Hai sempre voglia di scherzare Alain, su uniamoci alle danze con i nostri ospiti!”
"E va bene Andrè andiamo a ballare!... Andrè hai sentito?..."
"Sentito cosa?"
" Dietro quel cespuglio c'è qualcuno ...."
"Io .. veramente non ho sentito nulla ..."
"Invece io si, aspetta vado a vedere!"
Alice protestò:" Dove vai Alain, sarà qualche ospite in cerca di intimità!"
"Meglio che vada a vedere! Anche se sono diventato Sindaco, rimango pur sempre un soldato!"
Alain si avvicinò a passo felino verso il cespuglio, scostò i rami dell'arbusto, spalancò gli occhi, esclamò a gran voce: "SANTO CIELO!! COSA SUCCEDE?!!"
Marc e Brigitte, ignari di essere visti, stretti in un abbraccio si baciavano con passione. Le urla di Alain, li fece sussultare.  
Alain, si voltò verso Andrè e digrignò: “Grandièr!!"
"Co ... cosa c'è Alain?"
"Dimmi, sono questi  i fantasmi che ti hanno spaventato poco fa? Ed è per questo motivo che sei così sconvolto?!!”
Brigitte e Marc mano nella mano si avvicinarono ai genitori e quest'ultimo disse: “Zio Alain aspetta ....”
“Zio Alain un accidenti!! … André non è possibile!! Non abbiamo fatto in tempo a sistemare la faccenda con quei due che si presentano questi altri! MA STIAMO DAVVERO SCHERZANDO!” Alice ribatté timidamente: “Calmati Alain, non vorrai rovinare il matrimonio dei ragazzi?”
Alain si passò nervosamente la mano tra i capelli, guardò Marc digrignò: “Ditemi solo se la faccenda è seria e se può essere messa a tacere?!”
“Non ti capisco zio Alain..."
"E invece mi hai capito benissimo! Avanti parla, comportati da uomo!"
"Zio, se vuoi sapere se la storia tra me e Brigitte è seria, sappi che noi ci amiamo e vogliamo sposarci appena possibile.”

Bocche spalancate e occhi sgranati mentre giungevano le note degli orchestrali.

Andrè e Oscar tacquero ma Alain ribatté: “Marc cosa significa che volete sposarvi quanto prima?!! ... Marc, Brigitte non  ci avrete mica  fatto lo stesso scherzetto dei vostri fratelli, spero!”
I ragazzi annuirono.
Con sguardo minaccioso, Alain digrignò: “André Grandièr, accidenti a loro!! I nostri figli disgraziatamente hanno fatto i calcoli  che intercorre tra la data del nostro matrimonio e la nascita dei loro fratelli, maledizione!!! L'unica cosa che posso dire in questo momento e che non siamo stati certo di buon esempio per loro!”
Oscar lo guardò severamente, ribatté: “Sassoin, ti ordino di calmarti!"
"COMANDANTE, DITEMI COME POSSO CALMARMI?!"
"Alain, vuoi che ti ripeta il discorso dell’altra volta?"
"E già, siete brava a parlare Comandante! Tanto non è vostra figlia!"
"Basta con queste chiacchiere! Per caso non ti sta bene mio figlio? Non volevi dei bravi ragazzi per le tue figlie?!! Beh, puoi ritenerti  soddisfatto, vuol dire che dal palazzo Jarjeyes dovremo tutti intrattenerci ancora un pò, giusto il tempo di organizzare un altro matrimonio e adesso andiamo a ballare.”
“Che belle parole Oscar! Tanto Aurora non si è sposata con un bimbo in arrivo come le mie figlie!”
“Che meraviglia!! Era ora! Finalmente mi hai chiamata con il mio nome!"
"Come!"
"Alain, è evidente che sei fuori di te, visto che continui a dire un mucchio di sciocchezze!"
"Oscar!!!"
"Alain, a cosa serve arrabbiarsi ancora, tanto non hai altre figlie ..."
" Cosa intendi dire?"
"Che mio figlio Claude dovrà cercarsi una ragazza da un’altra parte, purtroppo!"
Alain puntò il dito contro i ragazzi, digrignò: "Voi due, anche se ormai avete fatto ... si insomma, maledizione!!!! Vi ordino di tornate alla festa insieme a noi, CAPITO!!! E adesso filate via, PRESTO ... VIA SPARITE!"
"Si ... zio Alain!"
"Zio Alain un accidenti!"

Brigitte e Marc tornarono alla festa e Alain guardando André, concluse: " Grandier, non capisco perché i tuoi figli non abbiano preso esempio dal loro padre! Tu si, che sei stato paziente invece loro ... MALEDIZIONE!!!"
Oscar ribatté: "Taci Sassoin, non è il momento di discutere!! Le tue inutili discussioni le rimandiamo a dopo, anche se non ti servirà a nulla borbottare! Tanto che ti piaccia o no, diventeremo nonni!! E poi, non era ciò che desideravi Sassoin? Ricordi cosa hai detto in casa mia?!"
"Si ... ma ..."
"Niente ma!! Avanti, i nostri ospiti ci stanno aspettando!"
"Si certo ... Sempre ai Vostri ordini Comandante ...."


I quattro mestamente si unirono agli ospiti. Presero parte alle danze tra lo sguardo felice degli sposi e degli invitati.
Andrè prese tra le braccia sua moglie e ballò con lei per tutta la sera.

“Oscar adesso è rimasto solo Claude ma abbiamo ancora un pò di tempo per fortuna! Ah ah ....”
“Andrè desideravi  una famiglia numerosa, adesso avremo il nostro secondo nipotino!”
" Già, noi due nonni, non mi sembra vero! .... Oscar, sposarmi con te, è stato il più bel regalo che la vita potesse farmi!"
"Anche per me, André!"
Entrambi arrestarono il passo di danza  lasciandosi trasportare dai loro sentimenti. Si guardarono con infinito amore  dimenticandosi di avere gli sguardi addosso di tutti gli invitati. 

"Ti amo Oscar ...."
"Ti amo Andrè ....."                                                                            
 





Il finale dell’anime credo che a nessuno di noi sia piaciuto.
 Come molti lettori, ho deciso di dare un proseguo alla bellissima e tanto sofferta storia d’amore tra Andrè e Oscar,  regalando loro una vita felice.
 Desidero ringraziare tutti i miei lettori.
Ringrazio soprattutto  coloro che  hanno recensito: Lupin 3 - Tetide - Lady Michi 1 - Fata cristallina – Aizram-g – Australia 7 – Deelma - Garakame - Kiara 69 - Lunasole279 -Swimmila - Terrioscar - Il Generale Jarjayes - Perla 18 - Neroninjo 126
Un ringraziamento speciale  va ancora una volta a Francois 79 per i suggerimenti che mi ha dato e per aver  reso così la storia ancora più entusiasmante.

Grazie a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 79
*** La danza delle lucciole ***


La danza delle lucciole

ARRAS ,  Domenica 26 AGOSTO  1811

Era mattina inoltrata, gli ultimi squarci di sole di fine estate illuminavano la camera da letto.
La luce del sole e il cinguettio degli uccelli, fecero schiudere l’azzurro dei suoi occhi e sentendosi avvolta dal braccio di suo marito, lo guardò con tenerezza, sorrise, pensò: stai dormendo profondamente, nemmeno i raggi del sole ti hanno svegliato!

Oscar sollevò la testa dal cuscino, si liberò delicatamente dal quel abbraccio e sollevando lentamente la coperta, si ricordò di non indossare alcun indumento. Scese dal letto, afferrò i vestiti che erano appoggiati alla spalliera della sedia e si rivestì in tutta fretta lasciando la camera matrimoniale.

Oscar entrò in cucina, vide Joland indaffarata per preparare il pranzo domenicale.


“Buongiorno Joland!”
“Buongiorno madame! La vostra colazione è pronta nel vassoio.”
“Grazie Joland, la porto di sopra!”
“Madame, per il pranzo ho cucinato il ragù e come seconda portata sto preparando un delizioso arrosto. Sono sicura che tutti ne rimarranno soddisfatti!”
“Ma si, non preoccuparti, sono sicura che piacerà!"
"Lo spero, visto che oggi avrete ospiti!"
"Joland, lo sai che ai ragazzi va bene qualsiasi cosa e poi Alain e Alice non sdegnano alcuna pietanza."
"Già, il nostro Sindaco non si lamenta mai di nulla, anzi! ... Madame, Adeline ha preparato il dolce che piace ad André però ha deciso di farne diversi, visto che sarete in tanti!"
"Adesso dov'é?"
"E' nell'orto con Anna a raccogliere le altre more..."
"So che tu e Adeline oggi sarete molto indaffarate ma è il compleanno di Andrè e per l'occasione ho invitato tutti. Oltre ai miei figli e intendo anche Charles e Maria Teresa, ci saranno mio nipote Francois con la sua famiglia.
“Non preoccupatevi Madame, non è un problema e poi come vi ho già detto, mi stanno aiutando Adeline e Anne.”
“Grazie  Joland! Bene, prendo il vassoio e vado di sopra!”
"A dopo Madame!"
 

Con il vassoio tra le mani, Oscar percorse la scalinata poi il corridoio fino a giungere dietro la porta della sua camera da letto. Con il piede aprì la porta che aveva lasciato socchiusa, entrò nella stanza e appoggiò il vassoio sul tavolo, non si accorse che dietro la porta era nascosto André.
Le si avvicinò in punta di piedi, l'avvolse tra le sue braccia, le diede un bacio sul collo, sussurrò: “Buongiorno amore mio!”
"André, ti sei svegliato!"
"Anche se ti sei alzata di soppiatto, credevi davvero che non ti avrei sentita lasciare il nostro letto? ... Dimentichi che anch'io sono stato un soldato, il tuo soldato ai tuoi ordini ...Comandante Jarjayes!" esclamò baciandole nuovamente il collo.
Oscar sorrise, intrecciò le dita a quelle di lui abbandonandosi al suo abbraccio, sussurrò: “Buon compleanno Andrè!” La voltò a sé, la baciò con passione facendola indietreggiare fino a spingerla sul letto.

“Basta Andrè, così non mi lasci respirare …”
“Mi spettava di diritto un tuo bacio Madame Grandier, visto che oggi è il mio compleanno!"
“Diritto, diritto ... ma se non fai altro che avanzare diritti! André sei rimasto il solito ragazzino esigente e prepotente! Ah ah ah...”
“Immagino che tu alluda a stanotte, vero?"
"Infatti ..."
"Allora debbo farti i miei complimenti Madame Grandièr, sei stata a dir poco meravigliosa! No,forse è meglio dire ... divina.”
“Smettila Andrè! Lo sai che non mi piace quando mi parli in questo modo.”
“Oscar, è mai possibile che dopo tanti anni tu debba imbarazzarti se ti parlo in questo modo?"
Lei arrossì e rispose:"Ti piace infierire vero?"
" Ma cosa dici! E poi dimmi, perché ti sei rivestita?”
"Come perché?! Sono scesa di sotto per prendere la colazione, visto che si è fatto tardi! Ti ricordo che tra poco, saremo invasi da figli, nipoti e amici, quindi alziamoci da questo letto e facciamo colazione!” disse sciogliendosi dalle sue braccia.
"E va bene, come desideri!"
Lei prese la sua mano e continuò: “Vieni con me, sediamoci a tavola ... André, sono affamata!”
“E va bene, agli ordini Madame!”
"Ah ah ah ... Su avanti!"
Si sedettero l’uno di fronte all’altro, tra un boccone e l’altro le disse: “Quest’anno festeggerò il mio compleanno in veste di nonno. Non ci posso credere! Sono arrivati ben tre nipotini in così poco tempo!”
“Di cosa ti lamenti Grandièr!? Non a caso sono tuoi figli! ... André  hai forse dimenticato che abbiamo avuto ben tre bambini in meno di due anni?"
"Beh ... si ..."
"I nostri figli per lo meno ne hanno avuto uno per volta, invece a noi, ne sono arrivati due contemporaneamente,  il terzo poi è nato quando i gemelli avevano appena tredici mesi, se solo ci penso! …”
“Si, è vero, non abbiamo perso tempo! ... Oscar, però dobbiamo ammettere che i nostri nipotini sono bellissimi.”
"Ah ah ah ... Andrè sono bellissimi perché sono tuoi nipoti.”
“Cosa!! Ma stai scherzando? Guarda che il piccolo André, Margherite e Alain sono stupendi. Sfido chiunque ad avere nipoti così belli!”
" Ah ah ah ... Va bene André, se ne sei convinto!”

" Certo Madame! ... E adesso dammi ancora un altro bacio, altrimenti non ti farò uscire di qui!"
"Vorresti farmi tua prigioniera?"
"Magari! Ma almeno per oggi, so che non sarà possibile!"
"Su, avanti, muoviti!"
"Agli ordini Comandante! Ah ah ah ..."
 
 
Intanto alla tenuta arrivarono Robert e Aurora, quest'ultima aveva tra le  braccia  il piccolo Alain.

“Buongiorno Adeline, dov’è la mamma?”
“Tua madre e tuo padre sono di sopra e stanno facendo colazione.”
“A quest’ora?! Ma sono le undici passate!”
Adeline sorrise appena e mormorò:"Bene, scusatemi ma debbo tornare in cucina!"
"Si, vai pure Adeline!"
Robert mormorò: “Aurora l'hai messa in imbarazzo.”
“Ma cosa dici Robert!... E solo che ... avevo dimenticato che i miei genitori la domenica escono molto tardi dalla loro camera!”
"Mi pare ovvio, visto che per tutta la settimana si recano molto presto in fabbrica!... Ascolta Aurora, intanto che ne diresti di portare il piccolo in giardino?"
"Si, è una bellissima giornata di sole, non può che fargli bene ..." Dal piano superiore giunse la  voce di Andrè: “Buongiorno ragazzi!”
“Papà, mamma, buongiorno a voi!”
"Buongiorno zia Oscar, buongiorno zio André!"
Andrè seguito da Oscar percorse in tutta fretta la scalinata,  prese tra le braccia il piccolo, gli diede un bacio e sussurrò: “Buongiorno anche a te mio piccolo Alain! ... Dimmi piccolo, hai lasciato dormire i tuoi genitori oppure li hai tenuti svegli per tutta la notte?”
“Papà, finalmente dopo quattro mesi, Alain ci ha fatto riposare un poco. Mi chiedo come tu e la mamma abbiate fatto con me e Gabriel quando eravamo piccoli?!”
Oscar sorrise, ribatté: “Ti capisco perfettamente Aurora. Sai, tuo padre ed io ne stavano parlando poco fa! ... Provate a immaginare di essere alle prese con tre bambini a distanza di pochissimo tempo ..."
"Oh mamma, certo che lo immagino!"
" Vi posso assicurare che nonostante ci abbiano aiutati, non è stato per niente facile! ... Ma non rimaniamo qui, accomodiamoci in salotto."


 Andrè giocherellava con il suo nipotino sotto lo sguardo felice di tutti.
Poco dopo giunsero Augustin e Marguerite il primo disse: " E' bello diventare nonni, vero Andrè?!!”
"Buongiorno Madame Marguerite, buongiorno Signor Generale!"
Robert e Aurora gli andarono incontro e quest'ultima li salutò con un bacio.

“Buongiorno nonni, come state?”
Augustin rispose: “Bene figliola! Robert, come vanno le cose in municipio con al nostro simpatico sindaco?”
“Bene nonno! Lo zio Alain ci controlla tutti, guai se non filiamo dritto! Ah ah ...”
“Già, me l’ho immagino! ... Tempo fa, quando eri ancora un ragazzo, ci sono stato per un intera giornata, allora c’era la vecchia giunta comunale. Ricordo ancora come si mettevano sull’attenti appena lo vedevano arrivare! Ih ih ... mi sembrava di essere in caserma! Ah ah ah ... ”

Robert ribatté:  “Nonno, dopotutto zio Alain  è stato un soldato! Ah ah ..."
 
Marguerite posò la mano sul piccolo e disse: " Sei davvero bellissimo! Aurora hai un figlio stupendo!"
"Grazie nonna!"
"Padre, madre, non rimanete in piedi, venite a sedervi qui sulle poltrone!"
"Grazie figliola ma prima dobbiamo fare gli auguri al nostro ragazzo. Buon compleanno André!"
"Grazie Madame Marguerite!"
Il Generale replicò:" Auguri figliolo!"
"Grazie di cuore Generale!"

In brevissimo tempo in casa Grandièr si riunì la famiglia al completo, arrivarono  Gabriel e Diane con il piccolo André Francois e per la gioia di nonno Augustin arrivò la piccola Margherite, figlia di Marc e Brigitte.
Claude il più piccolo dei fratelli Grandièr appena vide i nipotini si mise a giocare. In poco tempo l’allegria si incrementò con gli ultimi arrivati: Maria Teresa, Charles con le loro famiglie e naturalmente il sindaco e sua moglie.
 

“Buongiorno a tutti!”
“Buongiorno a voi, papà e mamma!”
Alain baciò le figlie, felice e pieno di sé, disse: “Buongiorno a voi ragazzi, come state?!!"
"Bene papà!"
"Andrè, amico mio, ti faccio i miei auguri di buon compleanno!” disse stringendogli la mano seguito da un abbraccio e una pacca sulla spalla.
“Grazie Alain!”
“Ehi nonno Andrè, sai che ti dona moltissimo il nostro nipotino in braccio?! Devo dire che ti sei calato perfettamente nelle vesti di nonno! Ah ah ah ....”
“Hai sempre voglia di scherzare, vero Alain? Piuttosto, mi hai procurato gli operai di cui  necessito?”
“Sta tranquillo Andrè, domani mattina, si presenteranno i ragazzi di cui ti ho parlato ma dimmi, tra la produzione e la sartoria quanta gente lavora presso i Grandièr?”
 “Circa trecento, senza contare che ci sono i nostri figli.”
  “Caspita! Però chi l’avrebbe detto!”-
Il piccolo André si dimenò appena vide nonno Alain, Oscar incalzò:
“Ehi nonno Alain, tuo nipote desidera stare con te!”
Alain raggiante, si avvicinò al nipotino che era tra le braccia di Diane, disse: “Su vieni dal nonno! ... Ahh ... piccolo mio come sei bello!”
Andrè ribatté: “Allora nonno Alain, cosa ne dici di nostro nipote, non è una meraviglia?!"
"Che domanda, certo che lo è!"
"Ah ah ah Alain, il nostro nipotino ti sta davvero in bene in braccio, guarda come ti cerca! Ih ih ih ...”
“Ah ah ah ... Andrè, ormai non posso dirti più nulla, non perdi occasione per sbugiardarmi, non è vero?”
"Ah ah ah ..."

All'improvviso udirono bussare.
" Vado ad aprire!"
disse Claude recandosi alla porta.

“Buongiorno! E qui che abita la famiglia Grandièr?”
“Sissignore, cosa desiderate?”
L’uomo tirò fuori un foglio e disse: "Devo consegnare questa missiva al Mounsuer Grandièr Andrè.”
“E’ mio padre!”
Oscar raggiunse Claude, domandò: “Cosa succede?”
“Mamma, questo Signore ha una lettera per  papà!”
“Una lettera per André!”
  Andrè vedendo Oscar e Claude perdurare li raggiunse, ascoltò: “Ho una comunicazione per Andrè Grandièr da parte del  nostro Imperatore Napoleone Bonaparte.”
André ribatté: “Non capisco! ... Avete detto una comunicazione da parte dell’ imperatore?!”
L’emissario  porse la lettera incalzò: “Prego Signore, è per Voi!”
Oscar prese il piccolo Alain che era in braccio al nonno,  disse: “Su Andrè, avanti, leggi cosa c’è scritto.”
Andrè aprì la lettera, la lesse e disse: “Oscar, dopo domani, Bonaparte si recherà ad Arras ..."
"Cosa!"
"Dovremo ricevere l'Imperatore insieme all’ autorità  cittadina.”
Alain domandò:“Cosa dici Andrè?! Davvero l’imperatore verrà qui da noi?! Ma perché, non capisco!”
“Alain, riceveremo un onorificenza  dall’imperatore Bonaparte ..."
"Un onorificenza! E per quale il motivo?"
" Per aver fatto di Arras una cittadina ricca e prospera!”
Oscar ribatté: “Cosa!! Ma... ”
“Oscar, dobbiamo prepararci ad accoglierlo con tutti gli onori. ”
Il generale mormorò: "Davvero incredibile!!"
I presenti erano costernati.
 Alain con tono canzonatorio incalzò: “Ehi Andrè, a  quanto pare le sorprese non finiscono mai! Vent’anni fa, siamo stati riconosciuti eroi nazionali per aver salvato Parigi dai bombardamenti e adesso riceveremo un encomio per aver debellato la povertà da questo posto! ... Scusate generale, senza allusione naturalmente! ... Andrè si può sapere cos’altro deve aspettarsi la Francia da te e da tua moglie?! Ah ah ah!"
“Scherza pure Alain, intanto dobbiamo prepararci ad accogliere Bonaparte, vedi di dare il meglio di te..."
"Come sempre amico!"
"Saremo tutti di fronte alle massime autorità  francesi.”
“Dopotutto  cosa sarà mai Andrè?!! Per vent'anni, tu e Oscar avete praticamente vissuto a Versailles prestando servizio presso i sovrani di Francia.”

Dopo le parole di Alain, lo sguardo dolce e malinconico di Oscar si posò su Maria Teresa e Charles, vide i loro occhi  brillare per l'emozione.
Attimi di silenzio, Charles intervenne: “Papà, lo zio Alain ha ragione. Non dobbiamo preoccuparci per l’arrivo dell’imperatore, faremo tutti del nostro meglio per riceverlo! ... Non è vero fratelli?”
Marc esclamò: “Certo Charles! Bonaparte avrà un ottima accoglienza, non solo da parte nostra ma  da tutti i  cittadini di Arras!”
Il generale felice concluse:”Benissimo, adesso mettiamoci a tavola e festeggiamo il compleanno del nostro Andrè!”
 
 
 
Come sempre Augustin era a capo tavola, si guardò intorno, rallegrandosi nel vedere tutti i suoi cari riuniti.
Augustin alzò il calice e disse: “Figliolo, voglio brindare innanzitutto a te che oggi compi gli anni e poi al prossimo riconoscimento meritato, che tu e mia figlia riceverete dall’imperatore. E come ha detto poco fa il nostro amico Alain, chissà cos'altro dovremo aspettarci da voi, vero sindaco?”
"Vero Signore! ... Anch'io mi unisco al brindisi Signor Generale! ... André, Oscar, voglio brindare alla nostra amicizia e ti rinnovo i miei auguri. Buon compleanno Andrè!"
All'unisono: "Buon Compleanno, auguri papà!"
" Sono davvero commosso, grazie a tutti! ...."
Andrè e Oscar si scambiarono occhiate  fugaci, le loro mani si intrecciarono furtivamente sotto il tavolo.
All’unisono esclamarono ancora: “Auguri nonno Andrè!”


ARRAS,  29 Agosto 1811



André vide uscire Adeline dalla sua camera da letto, domandò:"Oscar è pronta?"
"Si, ti sta aspettando! Oh André, tua moglie è una meraviglia! Peccato che siano molto rare le occasioni per poterla ammirare in abiti femminili."
"Già! Ma lei è fatta così ed è per questo che l'adoro. Adesso scusami, debbo andare da lei!"
"Va pure André, vi auguro una buona giornata!"
"Grazie Adeline!"

"Oscar, posso entrare?" “Si, certo, entra! Sono pronta, possiamo andare!”
Appena la vide nel suo abito turchese, il suo sguardo si illuminò, rimase per qualche attimo in silenzio poi esclamò: “Sei bellissima! Questo colore ti dona moltissimo!”
“Grazie André! Però ... ti prego, non guardarmi così che mi metti in imbarazzo e poi o a dire il vero mi aspettavo che tu facessi quella faccia! Ah ah ah …”
“Non vedo perché debba prendermi in giro per aver detto la verità. Dimmi, cosa c'è di strano, dire alla propria moglie che è bellissima?" sussurrò abbracciandola delicatamente."Ciò che provo per te, non muterà mai! .. E non ascolterai più queste mie parole solo quando non ci sarò più.”

“Ma si può sapere cosa dici Andrè!!! Piuttosto sbrighiamoci, dobbiamo raggiungere Alain al palazzo comunale, sono già tutti lì, manchiamo solo noi e i miei genitori! Piuttosto dimmi, la carrozza è pronta?”
“Si certo, possiamo andare! ... Oscar ..."
 
" Cosa c'è André?"
Occhi negli occhi.
"Ti amo Oscar ...."
" Anch'io ti amo André!"
André, la strinse a sé e la baciò con passione.


Era una bella giornata d’agosto, il sole brillava nel cielo sereno mentre gli uccelli in volo rallegravano l'atmosfera gioiosa che si era creata al villaggio.
I cittadini di Arras erano riuniti davanti alla sede municipale, aspettavano con trepidazione l’arrivo dei padroni e la visita dell’ imperatore.
Davanti al municipio giunse la carrozza dei Grandièr  guidata da Andrè. All'interno della vettura c'erano Oscar, il Generale e Madame Marguerite. I cittadini appena li videro scendere, li accolsero con  un caloroso applauso.
Andrè prese la parola e parlò alla folla: “Grazie amici per la vostra accoglienza! Ma adesso scusateci, dobbiamo entrare in municipio, fin tanto che arriverà  l'imperatore Bonaparte.”

I quattro entrarono nella sede municipale, ad accoglierli c’era Alain con l’intera giunta comunale e tutta la famiglia al completo.

“Andrè, finalmente siete arrivati!”
“Calmati Alain, non è il caso che ti agitati in questo modo.”
“Io agitato?!! Ma guardami André sono calmo, anzi, calmissimo!”
“Si, certo lo vedo. Dimmi è tutto pronto per l’accoglienza nella sala municipale?”
“Si, si ... André, dopo il discorso e i convenevoli ci accomoderemo nella sala principale che ho aperto per l’occasione.
"Hai fatto benissimo, visto che siamo di fronte a un evento tanto importante."
"André, dopo il discorso e i convenevoli ci accomoderemo qui, va bene amico?”
“Perfetto Alain! Ma sta calmo, vedrai che andrà tutto bene!"
"Si ... si ... sono calmo, tranquillo ..."
"Si, certo! Adesso non ci resta che aspettare l'arrivo dell'imperatore.”
 
Gabriel fece irruzione nella sala comunale, esclamò: “Papà, zio Alain,   Bonaparte è appena arrivato!”
Uno scambio di sguardi, Andrè rispose: “ Su Alain, dobbiamo andare.”
" Sono pronto André, guarda, ho messo la fascia tricolore!"
"Perfetto!"


Andrè prese la mano di Oscar, Alice prese il braccio di Alain e a  passo spedito seguiti dalla resto della famiglia uscirono dalla sede municipale, pronti ad accogliere il Capo di Stato.
Erano davanti all’ingresso,  quando videro scendere dalla carrozza Bonaparte scortato dai soldati e seguito dai suoi collaboratori.
I padroni della contea, il sindaco e sua moglie gli andarono incontro.
La folla era radunata intorno a loro.
Alain in veste di primo cittadino prese la parola: “ Ben arrivato ad Arras, imperatore Bonaparte! Vi diamo il nostro benvenuto! ...Vi presento mia moglie Alice de Sassoin e i Signori qui accanto a me sono i padroni della contea, Andrè Grandièr e sua moglie Oscar Francois Grandièr de Jarjayes.”
Con sguardo indagatore, Napoleone scrutò con attenzione Oscar e con tono grave e al contempo cordiale esclamò: “E così siete voi il famigerato Colonnello Oscar Francois de Jarjeyes di cui parlano nonostante siano passati più di vent’anni!”
Con sguardo fiero e tono deciso, Oscar rispose: “Si, sono io! Maestà, sinceramente non credo di meritare più popolarità di altri parigini che presero parte alla rivoluzione!”
“Um … Oltre ad essere bella e coraggiosa siete anche modesta Madame!... Qualità che apprezzo moltissimo in una donna.” rispose l'imperatore con disinvoltura baciandole la mano sotto lo sguardo geloso di Andrè e quello sbigottito di Alain. Dopo i convenevoli, Napoleone fece il suo discorso.

“ Ho deciso di venire ad Arras, perché mi sono giunte le lodi dei proprietari di questa Contea e del vostro sindaco che lavorano incessantemente per il bene comune! ... Non sono qui, ne per lusingare e nemmeno per lodare ... ma per riconoscergli il merito di ciò che hanno fatto. Il mio è senso di giustizia …” il suo sguardo andò a Oscar e Andrè, continuò: “Con il vostro lavoro e la vostra abnegazione, avete reso questo posto florido e prospero, portando benessere a questa gente, mettendo su una fabbrica che vanta la bellezza di trecento operai e non è poco, considerando il numero dei cittadini di questa contea!... Ed è per questo motivo signori che oggi, sono qui per onorarli e per ribadire la mia ammirazione per i la famiglia Grandièr e per il vostro amato sindaco.”
La folla acclamò: " Evviva l'Imperatore! Evviva Arres!"  
 
Dopo aver presenziato davanti alla comunità cittadina con i dovuti convenevoli, le massime autorità locali, i padroni e il sindaco affiancato dalla moglie, ospitarono Bonaparte alla sede comunale. Gli addetti spalancarono le porte della sala principale e davanti alle massime autorità francesi, Oscar e Andrè ricevettero un riconoscimento:  un attestato di merito per ciò che avevano fatto per la cittadina di Arras.
Prima di far ritorno a Parigi, l’imperatore si recò presso la fabbrica accompagnato naturalmente dai proprietari e dal sindaco.
L'imperatore mostrò interesse nel vedere come tutto funzionasse. Andrè spiegò: " Maestà, ci troviamo nell'area di produzione, qui accanto abbiamo la sartoria dove vengono confezionati gli abiti che esportiamo negli atelier!"
"Um .. Non c'è che dire, davvero un ottimo lavoro!"
“Signori Grandièr, debbo ammettere che siete davvero ammirevoli. Avete creato dal nulla tutto questo, spero che altri cittadini francesi, vi prendano da esempio. Solo così il nostro paese potrebbe progredire.”
"Grazie Maestà!"


Fuori la fabbrica c’era la carrozza e lo schieramento dei soldati che attendevano l'imperatore.
Prima di lasciare Arras, Napoleone guardò Oscar e con un mezzo sorriso fece un inchino, disse:  “Madame desideravo  da tempo conoscervi! ... Partirò portando con me il ricordo del Colonnello Oscar Francois de Jarjeyes. Sono sicuro che un giorno il vostro nome finirà sui libri di storia, non solo per aver salvato Parigi dalla distruzione totale ma anche per aver evitato che numerose di vite umane venissero sacrificate!”

Oscar annuì.
Un ultimo accenno di saluto, l'imperatore salì sulla carrozza e partì scortato dai suoi soldati.
 
 
Un fischio, seguito dal tono canzonatorio di Alain: “Finalmente questa giornata frenetica è terminata, non ne potevo più!”
Alice sorrise divertita.
 Oscar ribatté:“Non mi sarei mai aspettato una cosa simile!”
“E’ vero Comandante ma dopotutto il damerino imbellettato che è appena andato via, ha detto il vero ... se tutti seguissero il vostro esempio, le cose nel nostro paese andrebbero decisamente meglio!”
Andrè ribatté: “E il comportamento integerrimo del sindaco allora?! Anche quello andrebbe preso d'esempio!”

All'unisono scoppiarono in una fragorosa risata.  
 
Terminata l’estenuante giornata, il Generale, Marguerite, Oscar e André tornarono a casa. Erano tutti seduti nel salotto, poco dopo Adeline servì una tazza di cioccolata calda quando sopraggiunse Claude.
“Papà, mi dai il permesso per andare a Parigi la prossima settimana?”
L’ultimo sorso, Andrè appoggiò la tazza sul tavolo e rispose: "A Parigi hai detto?!!
" Si, Papà, a Parigi. I miei amici ed io vorremo andarci prima di riprendere gli studi.”
Andrè annuì.
“Per favore papà! ... Mamma, non potete tenermi relegato qui, solo perché sono l’ultimo dei miei fratelli rimasto a casa! ... Papà se tu non hai voglia di rispondermi allora lo chiederò alla mamma! ... Mamma ti prego, almeno tu, comprendimi! Dopo tutto ho diciassette anni e poi alla mia età prestavi già servizio nella Guardia Reale! ... Mamma, anche tu non dici nulla?! Nonno Vi prego, almeno Voi dite qualcosa!
“ Vero Claude, tua madre alla tua età era già Capitano della Guardia Reale ma devi chiedere il permesso ai tuoi genitori, non a me.”
Il ragazzo li guardò con insistenza, continuò: “Allora, mi lasciate andare?”
Oscar guardò Andrè e fece spallucce.
Andrè sospirò appena e puntandogli l’indice  disse: “Hai vinto! Ma bada, comportarti bene!"
"Ma papà, non hai nulla di cui preoccuparti, lo sai che sono responsabile."
"Si, certo, ti conosco Claude ma non vorrei che ti mettessi  nei guai, sta attento!”
“Grazie mamma so che è merito tuo se papà ha acconsentito! Sta tranquillo papà, andrà tutto bene, ti prometto che non ti deluderò!” disse andando via soddisfatto.
 
 
 
 
 Arras, 30  Agosto 1811

Ad Arras  come tutti gli anni ricorreva festa di fine estate.
 Come sempre a presenziare c’erano i padroni, il sindaco con le rispettive famiglie.  
Alice e Oscar erano sedute accanto ad Augustin e Marguerite che per la prima volta dietro l’insistenza dei loro nipoti, decisero di presenziare  all’evento.
Oscar aveva tra le braccia la piccola Margherite, Alice cullava il piccolo André mentre il piccolo Alain dormiva profondamente nella carrozzina sotto lo sguardo vigile delle due nonne.

Alice disse ai ragazzi: “Robert, Marc  cosa fate ancora qui?! Andate a ballare con le vostre mogli! Ai vostri bambini ci pensiamo noi! ”
“Grazie mamma! Sentito Marc?  Anche noi possiamo unirci alle danze!”
"Va bene Brigitte, andiamo!"
Oscar sorrise e ribatté: “Certo ragazzi divertirvi,  almeno fin tanto che i vostri figli non aprano bocca!”
“ Grazie zia Oscar, grazie mamma!”


Robert e Gabriel presero al braccio le loro mogli e si unirono alle danze, lasciandosi  trasportare piacevolmente dalla musica.
Oscar, disse: “Alice guarda i nostri figli ... che bello vederli felici!”
“Vero! Per noi è una gioia vederli innamorati!"
"La loro felicità è anche la nostra!"
"Hai ragione mia cara amica!"
Alice improvvisamente si intristì, Oscar domandò: “Alice c’è qualcosa che ti turba?”
“...Oscar ... per un momento ho ricordato la prima festa al villaggio a cui presi parte ... Mi dispiace rinvangare il passato ma a volte non si può impedire che riaffiorino i momenti bui della nostra vita! ... Oscar, è grazie a te e ad Andrè che la mia, è una famiglia felice.”
Oscar annuì.
 

Alain e Andrè erano in disparte, il primo disse: “Ehi Andrè, chi l'avrebbe mai detto che la nostra vita sarebbe cambiata in questo modo!"
"Già ... hai ragione Alain!"
"Prendi me per esempio, un tempo sono stato soldato poi  contadino  dopo ufficiale infine mi ritrovo ad essere un sindaco stimato e ben voluto dalla gente.  Tu invece eri un attendente, non solo hai conquistato il cuore della figlia dei padroni che hai sempre amato ma guarda qua, questa gente ti stima! Hai cambiato non solo la loro vita ma anche la mia!”
“Si, è  vero Alain ... ma se tutto questo è accaduto e perché ho sposato una gran donna!”
“Andrè, la verità e che  voi due siete una cosa sola, siete nati l’uno per l’altra!"
"Anche se ho passato dei brutti momenti ed Oscar era tanto distante da me, infondo al cuore ho sempre pensato che era nata per me. L'ho sempre amata!"
"Già! ... e infine mio caro amico, i nostri figli si sono sposati e ci hanno resi nonni di tre bellissimi nipoti che sono diventati la luce dei nostri occhi!”
Andrè sorrise, sorseggiò il vino, posò il bicchiere e ribatté: “Non ci posso credere che tu mi stia parlando in questo modo! Se non sbaglio, l’anno scorso eri fuori di te per quelle splendide creature in arrivo e adesso non riesci a  vivere senza di loro! Ih ih ih ..."
“Non me lo ricordare altrimenti mi vengono ancora le traveggole! Ih ih ih ...”
"Alain Ah ah ah ...Si, forse è meglio dimenticare! Ah ah ah .... Scusami Alain ma mi è venuta voglia di ballare..."
"Vorresti farlo con me fratello? Ah ah ah ..."
"Smettila di dire idiozie amico! Raggiungo mia moglie.”
" Ah ah ah ... Tranquillo André, anch'io non ballerei mai con te! Ah ah ah ..."
"Um ... a quanto pare stasera hai davvero voglia di scherzare!"
"Lo ammetto, sono tanto felice! Ho una moglie che mi ama, tre nipoti bellissimi e per finire le mie due splendide figlie hanno sposato due galantuomini ..."
"Stai parlando dei miei figli?" "Ih ih ih ... Amico, ammetto che hai tirato su i tuoi figli in modo impeccabile. Gabriel e Marc adorano le mie figlie ed io adoro loro! Ah ah ah ..."
"Uao! Bene, mi fa piacere che Marc e Gabriel siano entrati nelle tue grazie! Ah ah ah ..."
"Ih ih ih ... basta con le lusinghe e raggiungiamo le nostre mogli. Stasera anch'io ho voglia di divertirmi!"ribatté Alain posando il bicchiere sul tavolo.

Alain e André si avvicinarono alle loro donne e quest'ultimo mormorò: "Alain, credo dovremo rinunciare ai nostri propositi, Oscar e tua moglie sono alle prese con i nostri nipoti e i nostri figli stanno ballando..."
"Beh, pazienza! Significa che stasera ci comporteremo da nonni! Ih ih ih ..."
Alice e Oscar videro avanzare i loro mariti, quest'ultima domandò: “Andrè , perché hai quella faccia, sembri deluso?”
“E che ... volevo ballare ma …”
“E’ per la piccola Margherite? Ma non ti preoccupare, possiamo ballare  comunque..."
"Con la bambina in braccio?"
"Certo, perché no?! Dai Andrè suonano un valzer, nessuno ci impedisce di ballare con la nostra nipotina in braccio!”
"Si, hai ragione, uniamoci alle danze, Margherite ballerà con i suoi nonni!"sussurrò André accarezzando la piccola.


Tra un volteggio e l’altro, la piccola deliziava i nonni con i suoi sorrisi.

"Oscar disse: "Guarda Andrè, Marguerite è davvero bella!!"
"E' bellissima come sua nonna! ...."
"André!!! Ah ah ..."
" Che bel sorriso che hai, amore mio! ... E non puoi nemmeno immaginare quanta voglia che ho di baciarti!"
" "Ehi nonno, vorresti dare scandalo qui davanti a tutti?"
"Si, se potessi."
"Oh André, sapessi quanto ti amo!"
"Oscar, mia Oscar, sei la donna più bella e più dolce che possa desiderare!"
" Vuoi farmi arrossire nonno André?"
"Mi piace anche quando arrossisci ..."
"Adulatore! Ah ah ah ..."


Anche Alain e Alice si unirono alle danze con in braccio il piccolo Alain.

La musica, le risate e l'armonia della gente resero la festa indimenticabile.

 Il generale  guardava con soddisfazione sua figlia danzare felice con suo marito.
Calde lacrime bagnarono il volto commosso del vecchio generale mentre la voce della dolce Marguerite gli giunse soave:“Augustin, tanti anni fa portasti in casa nostra André per metterlo al fianco di nostra figlia affinché la proteggesse ..."
"Già, mia adorata Marguerite! ... Mai, avrei immaginato che sarebbe diventato suo marito e un figlio per noi."
"Vero. Augustin è la cosa più bella che abbia mai fatto!”

 
" Marguerite cara, sei un angelo! ... Voglio che tu sappia che ti ho sempre amata!"
Lo so, caro! ... Anch'io ti ho sempre amato ...." rispose la donna stringendo la sua mano a quella di suo marito.


Durante le danze, Gabriel avvicinò suo fratello e disse: “Marc guarda mamma e papà, sembrano due ragazzini innamorati!"
"Vero fratello! ... Basta vederli come si guardano!"
"Marc, andiamo a prendere i nostri bambini, lasciamo che i nonni si godano questa splendida serata.”

" Si, Gabriel, è giusto che si godano questi attimi di allegria."
 
 

 Oscar e Andrè danzarono per tutta la sera, scambiandosi infiniti sguardi colmi d’amore.
Gli splendidi occhi azzurri, si soffermarono a guardare poco più in là, arrestò il passo, vide un’altra danza avvenire in aperta campagna.
Cosa c'è Oscar, perché ti sei fermata, sei stanca di ballare?"
“Guarda Andre!”
"Dove?"
Lei puntò il dito e rispose: "Lì, in aperta campagna. Guarda quante lucciole!"
"Ma sono un infinità, sembrano danzare ..."
Con voce commossa, Oscar sussurrò: “Ti ricordi Andrè, quella notte di tanti anni fa?! Eravamo sulla strada di Parigi, in aperta campagna e … io e te ... insieme ... Oh André!..."
“Come potrei dimenticarlo, mia Oscar?! Era una bella serata di Luglio, calda, silenziosa, magica. Eravamo sotto un cielo di stelle e abbiamo fatto l’amore mentre un’altra danza ancestrale avveniva intorno a noi, le lucciole. Oh amore mio! ... Ricordo quella notte come se fosse adesso, eri tra le mie braccia , ti ho sentita mia, eri mia … sei mia! Oddio Oscar quanto ti ho amata quella notte!”
“Andrè, forse vuoi dire ... quanto ci siamo amati!"
"Si, ci siamo amati amore mio e ti amo ancora come quel giorno ..."
"Andrè, ti amo! ... Ci siamo sempre appartenuti e così sarà per sempre, fino alla fine!” la voce tremava per l'emozione, lei si strinse tra le braccia del suo amato che l’accolsero come allora.
“Oscar vita mia …”


Il chiarore della luna complice di  un infinità di stelle, illuminarono quella magnifica serata di fine Agosto, accompagnando le danze dei due eterni innamorati.





Desideravo un epilogo più completo per i nostri amati protagonisti.
Finalmente ci sono riuscita!
Mi sono ispirata, in occasione della festività del primo Maggio; ho visto al tg il nostro presidente, nominare i nuovi cavalieri del lavoro.
Passeggiavo in spiaggia e ho pensato: ma perché non dare un riconoscimento, anche ad Andrè e Oscar per tutto ciò che hanno fatto per Arras? E cosi ho ripreso penna e calamaio, e ho cominciato a scrivere quest'ultimissimo capitolo, puntualizzando però che il riconoscimento più prezioso e gratificante che possa ricevere un essere umano, è la famiglia.
Grazie ancora a tutti voi che avete letto questa "meravigliosa favola", e vi aspetto per prossimo racconto!
Un saluto affettuoso da TERRY!

In oltre voglio ringraziare tutti gli amici di Facebook che hanno non solo apprezzato la mia storia ma anche lasciato un "mi piace" sperando di non aver dimenticato nessuno.

Aizram - Monica - Virginia - Luisa - Sonia- Karyme - Alessia - Michela - Irene - Barbara - Antonella - Laura - Maria - Perla Margot - Karla - Rebecca - Debora - - Virna- Elektra - Davide - Marzia Crystal - Francesca - Kriss - Lucia - Sara - Rosa - Heleanna - Simona - Tina -Giusy - Elena - Sylvia -Loredana - Valentina - Betta - Marco - Leonardo - Domenico -Antonella - Angela - Silvana - Paolo - Saint - Rosalie - Anna - Vittoria - Vincenza - Omino - Rakelyne - Patrizia - Mariangela - Sonia - Franca - Annamaria - Eleonora - Clorinda - Letizia - Alessio - Annamaria Patrizia - Franca - Valentino - Samuel - Vincenzo - Lieta - Cristiana - Maria Teresa - Diana - Imma - Karmelina - Giuseppe - Leonardo - Gloria - Assunta- Antonio Paola - Francesca


Un ringraziamento speciale va a Monica Fabbri per avermi aiutata nella correzione del capitoli. Grazie di cuore Monica!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3742880