L'inquietante fascino dello scorpione

di Pixel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Cap. 1 ***
Capitolo 3: *** Cap. 2 ***
Capitolo 4: *** Cap.3 ***
Capitolo 5: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


  “L’inquietante fascino dello scorpione”


 

Prologo.



 


 

Jaden



Sono le quattro di notte. Ormai i tuoi occhi sono più che abituati al buio, non dormi, non lo
fai da così tanti giorni che passare ore ed ore a rigirarti nel letto attendendo l'alba ti sembra la normalità.
Ti alzi e ti dirigi verso la camera di tuo padre, ormai non hai nemmeno più bisogno di andare a tentoni, la strada per entrare in quella stanza ti sembra più facile da percorrere al buio che alla luce del sole.
È tutto in disordine come le notti precedenti, come lui l'aveva lasciata.
Afferri la giacca di pelle nera che sai di trovare ai piedi del letto ed esci.
Appena metti piede fuori casa senti il freddo graffiarti le spalle lasciate scoperte dalla canottiera, indossi la giacca. Ti sembra pesante addosso a te, è impregnata da un acre odore di fumo, lo stesso odore degli abbracci di tuo padre.
Dalla tasca destra tiri fuori un pacchetto di Phillip Morris, è praticamente pieno, ne porti una alla bocca e l'accendi.
Inizi a tossire dopo appena qualche secondo, non appena avverti quella sensazione di soffocamento. Non hai mai fumato, nemmeno quando a scuola ti davano dello sfigato per questo. Sei sempre stato un ragazzo difficile, Jaden Jordan. Solitario, taciturno, dall'umorismo caustico di chi è solito svegliarsi con l'anima storta.
Fai un secondo tiro, questa volta va meglio anche se la gola brucia. Ma quella brucia da giorni ormai, da quando hai visto quello squarcio disgustoso solcare il collo di tuo padre da un orecchio all'altro, il giorno in cui lo sceriffo Shannon ti ha chiamato a riconoscere il corpo ritrovato in una discarica appena fuori città.
Non avete mai avuto un gran rapporto, lui troppo diverso da te, tu troppo diverso da lui.
Ma forse chiedere di più di quel doveroso volersi bene era semplicemente troppo pretenzioso da parte tua. Alla fine è molto di più di quello che ti ha dato tua madre. Fortunatamente sei maggiorenne già da qualche mese, questo ti permette di restare nella casa di tuo padre evitando così di dover cercare la donna che ti ha messo al mondo per elemosinare la sua presenza. Ti chiedi se ovunque sia adesso le sia giunta voce dell'orribile morte del suo ex marito.
Puoi immaginarla mentre alza le spalle ossute dicendo - Era questione di tempo, solo questa fine poteva fare uno come lui – che poi è quello che hanno pensato un po' tutti, quello che hai pensato anche tu.


Butti la sigaretta a metà, prendi le chiavi del pick-up e ti metti al volante. Guidi in modo distratto, come chi si vuole lasciar trasportare dalla strada, eppure tu sai benissimo dove sei diretto.


Il “Black Kiss” più che un locale è un posto per creature notturne, per altri invece è un vero e proprio luogo di lavoro, come per tuo padre e tutte quelle persone che indossano giacche di pelle nera con il simbolo dello scorpione cucito dietro, proprio come quella che stai indossando tu. Si trova nella zona della città opposta alla tua e anche in macchina la distanza è parecchia. Hai evitato per tutto il tempo del tragitto di chiederti se il tuo comportamento avesse un qualche senso logico ma adesso che senti il vetro freddo della porta sul tuo palmo ti blocchi e pensi che faresti meglio a precipitarti indietro, mettere in moto il pick-up e tornare a casa.
“Muoviti!” ti intima qualcuno appena dietro di te, non hai nemmeno bisogno di voltarti per sapere che l'uomo non deve avere una faccia delle più raccomandabili, così metti nuovamente a tacere ogni tipo di razionalità e tiri la maniglia.
Ti senti come immerso in una cortina di fumo, istintivamente sventoli la mano avanti e indietro come a volerla squarciare ma subito ti rendi conto di quanto sia inutile quel gesto. Non dovresti attirare l'attenzione e a essere invisibile sei sempre stato bravo, così abbassi la testa e inizi a camminare attento a non incrociare lo sguardo di nessuno.
“Ehi tu...” per un secondo credi che stia parlando con te, ma ti rendi conto che essere paranoici non è il miglior modo per non farsi notare, la possibilità che qualcuno stia chiamando proprio te è troppo remota per prenderla in considerazione. Continui a camminare verso il bancone senza variare il passo, pensando solo a cosa potrebbe ordinare in un posto come quello uno come te.
“Il mio amico ti ha fatto una domanda!” dice un tipo con la folta barba bionda, non fai in tempo a realizzare cosa sta succedendo che quello ti ha già afferrato.
Non hai mai pensato di essere un ragazzo particolarmente muscoloso, ma non credevi che qualcuno riuscisse a sollevarti diversi centimetri da terra con la facilità con cui si solleva un cucciolo di cane.


“Perché diavolo indossi la giacca degli Scorpions, moccioso?”
“L'ho trovata in una discarica, dove immagino avrai trovato tutti i tuoi vestiti”


Per la maggior parte del tempo sei un ragazzo silenzioso, troppo silenzioso, ma per qualche astruso motivo, hai sempre avuto questa tendenza a usare il sarcasmo per peggiorare situazioni già abbastanza critiche. Più della metà delle botte che avevi ricevuto dai bulli a scuola le avresti potute evitare tenendo la bocca chiusa, ma da qualche parte dentro di te doveva esserci un istinto masochista che ti impediva di mordere quella maledetta lingua al momento opportuno.


Vedi la faccia dell'uomo diventare subito paonazza, ha le narici dilatate come fosse un toro e la cosa ti risulta quasi ridicola, ma non sei ancora tanto folle da lasciarti sfuggire una risata. Anche perché sei abbastanza convinto che quella che hai davanti è l'espressione di chi si sta preparando per tirarti una testata da un momento all'altro. Così chiudi gli occhi sperando di svenire prima che la cosa sfoci in un vero e proprio pestaggio vista la calca di gente che si è creata intorno al vostro spettacolino.


“Mettilo giù, Bulldog!” Credi che a parlare sia il tuo sub-conscio in un qualche maldestro meccanismo di difesa, ma quando il tizio distoglie gli occhi da pazzo dai tuoi capisci che forse qualcuno è davvero intervenuto in tuo aiuto.
“Da quando pensi di avere voce in capitolo, dolcezza?”
“Non penso di avere voce in capitolo, credevo solo volessi sapere che stai per spaccare la faccia al figlio di Billy Jordan”.
Non sai se preoccuparti del fatto che una perfetta sconosciuta conosca la tua identità o se tirare un sospiro di sollievo perché quello che risponde al nome di Bulldog ti ha appena permesso di rimettere i piedi per terra.
“Ha la sua giacca...” dice lei afferrandoti per un braccio per costringerti a girarti mostrando le iniziali cucite all'altezza della spalla destra, “e poi è uguale a lui”.


Arrivate al bancone e la ragazza che probabilmente ti ha appena salvato la vita ordina due Jack Daniel's on the rocks, e qualsiasi cosa significhi ti trovi a esserle nuovamente grato per averti evitato l'imbarazzo che ogni adolescente normale avrebbe provato a chiedere qualsiasi cosa in un locale di quel genere.
Lei deve avere pochi anni in più di te, ma è estremamente a sua agio in quel posto, è estremamente a suo agio con quella giacca di pelle nera e uno scorpione tatuato sul collo.
“Io comunque sono Eva Spencer” ti porge la mano.
“Jaden Jordan” ti presenti, “ma a quanto pare questo lo sai”.
“Già” sorride scoprendo un piccolo piercing che ricade sugli incisivi, è strano. Così come sono strane le ciocche di capelli verdi in mezzo alla chioma corvina e, ancora, gli occhi scuri affetti da un leggero strabismo di venere. Ma, considerando la naturalezza con cui si muove tra quella gente, niente pare più davvero così strano.
Quando arrivano i bicchieri lei butta giù il liquido in pochi sorsi, mentre tu lo bevi lentamente per evitare che qualche smorfia tradisca il tuo essere un novellino.


“È la prima volta che metti piede in un posto del genere, vero?”
“Si nota tanto?”
“Dal primo momento in cui hai aperto la porta” afferma secca.
“Beh, a mia discolpa posso dire che non mi aspettavo di essere catapultato nel remake di un film degli anni ‘80...”
“Remake di un film degli anni ‘80?”
“Sì, anche abbastanza dozzinale direi”. Noti la sua faccia perplessa “Insomma, giacche di pelle, tatuaggi tutti uguali” e, mentre lo dici, vedi che con un gesto, probabilmente incondizionato, tocca il disegno sul suo collo con la mano come a nasconderlo col palmo.
“Mio padre lo aveva sul braccio sinistro, è casuale il posto in cui vi tatuate o anche questo ha un qualche significato strano?”


“Inizio a capire perché Billy non ti ha mai portato qui, hai fatto male a venire stasera, non è un posto per te”. Si alza in piedi “Garrison, mettili sul mio conto!” dice al barman indicando i due bicchieri e senza darti il tempo di replicare ti dà le spalle e va via.


 

~


Torni a casa che sono già le sei. Metti via la giacca di pelle nel solito angolo, ti fai una doccia per toglierti di dosso l'odore di fumo e ti infili nel letto, a breve Claire arriverà a farti visita come fa ogni mattina prima di andare a lezione.


“Buongiorno, Jad” dice, mentre con una mano ti sposta il ciuffo di capelli neri per lasciarti un bacio sulla fronte. Non si aspetta che tu risponda, non si aspetta niente, per questo la ami.
Toglie le scarpe ed entra nel letto insieme a te, l'abbracci perché anche se lei non si aspetta niente sai che qualcosa gliela devi, almeno farle capire che, in qualche modo, sei ancora vivo.
Senti il respiro caldo della ragazza sulla pelle mentre il suo viso è completamente affondato nello spazio tra il tuo braccio e il costato.
Accarezzi i suoi capelli dorati stretti in una treccia, la senti irrigidirsi per qualche secondo per poi lasciarsi andare sotto il tuo tocco che solo per lei è tanto dolce.
Sai che sei l'unica persona a cui è permesso scompigliare quella treccia, l'unica persona in grado di mettere in crisi la sua perfezione, questo è il tuo merito, o forse la tua colpa.
Ancora non lo hai capito, sai solo che è la cosa che vi tiene uniti da anni e che lei è l'unica cosa capace di tenerti a galla.


“A scuola mi chiedono come stai...”
“Fino a qualche giorno fa tu e Will eravate gli unici a rivolgermi la parola, interessante vedere come le tragedie attirino la gente come delle mosche sulla me...”
“È normale che siano tutti preoccupati per te” come al suo solito Claire intercetta il tuo odio prima che possa liberarsi nel mondo, un giorno vorresti davvero riuscire a realizzare il suo sogno segreto di renderti una persona migliore.
“Certo, è normale. Dì a tutti che sto bene, presto tornerò”. Non hai intenzione di rimanere chiuso in casa a piangerti addosso, sogni di partire per il college e lasciare insieme a Claire questo buco di città da troppo tempo per permetterti di perdere l'ultimo anno.




 

Claire





Ha le occhiaie più marcate del solito, sai che non deve essere facile per lui dormire in quella casa vuota e vorresti fare di più per stargli vicino, ma i tuoi non ti permetterebbero di passare intere notti con lui, specialmente dopo quello che è successo.
Non hanno mai ostacolato la vostra storia, anzi, negli anni sono arrivati a nutrire un certo affetto verso Jaden e questo lo sai. Ma sai anche che la fama di Billy Jordan non li ha mai lasciati indifferenti e nonostante conoscano il ragazzo da quando era solo un bambino, lo hanno visto crescere e distaccarsi ogni giorno di più dalla figura paterna, non sono mai riusciti a perdonare fino in fondo il peccato originale di Jaden, quello di condividere lo stesso sangue di un criminale.
Hai sempre seguito i loro consigli, tranne quando c’era di mezzo Jad.
Da bambina scappavi dalla finestra per giocare con lui, a quattordici anni hai detto la tua prima bugia per andare a vedere il concerto di un gruppo che adorava e di cui tu non ricordi nemmeno il nome, e forse i tuoi genitori avevano capito prima di te che la vostra amicizia era in realtà qualcosa di più, ma non hanno potuto fare niente per fermare un amore inevitabile come il vostro.


“Che ne dici se oggi rimango insieme a te?”
“Mi piacerebbe molto, ma non puoi perdere le lezioni”.
“In realtà posso...”
“Ma non voglio e ti conosco abbastanza bene per sapere che non lo vuoi nemmeno tu, secchiona”.
Ti posa un bacio sulla fronte, è il suo modo preferito per farti capire che non ammette repliche, e in fondo ti conosce davvero bene, perché a te va bene così.


Lui è sempre stato un carattere estremamente sfuggente e ribelle, mentre la tua personalità non potrebbe essere più limpida e delineata di così. Ti piace andare a scuola e intrattenerti a parlare con tutti, adori far parte della squadra di pallavolo e del comitato studentesco. Ami la soddisfazione negli occhi dei tuoi genitori quando parlano di te ai loro amici. Ti piacciono i jeans chiari e i colori pastello, il biondo naturale dei tuoi capelli e le pareti rosa chiaro di camera di tua.
Jaden invece non è mai stato bravo nei rapporti interpersonali, se potesse conseguirebbe il diploma da privatista, ne sei certa. Non pratica nessuno sport di squadra, preferisce andare a correre, perché così può raggiungere il suo stato di equilibrio – solo, con le cuffie nelle orecchie. Il suo essere introverso a volte sfiora la misantropia. È l’essere più solitario che conosci, e proprio per questo sai che il suo amore per te è incontestabile.


















































 

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Capitolo 2
*** Cap. 1 ***


Cap. 1


 
Eva




Te ne stai ad aspettare con la schiena appoggiata al muro, hai finito le sigarette e per ingannare il tempo tiri fuori una mano dalla tasca e inizi a giocare con la cerniera facendole fare un continuo su e giù.
Appena la moto ti si affianca rimetti la mano nella tasca per estrarre il sacchetto e sostituirlo con i soldi che quello ti dà in cambio.
Sei stanca di fare solo consegne, ma sei troppo giovane e troppo donna per altri affari.
Gli Scorpions sono uno dei pochi gruppi in cui la prevalenza maschile non è poi così schiacciante e sai che prima o poi anche tu potrai arrivare ad avere un ruolo più importante di quello di semplice galoppina, ma in certi ambienti la misoginia è dura a morire e la strada per le femmine è molto più lenta. Così porti pazienza e svolgi in silenzio i tuoi compiti da gregaria, aspettando l’occasione giusta.
Controlli l’orario, pensavi di metterci di più ma sono solo le dieci, avevi detto agli altri che li avresti raggiunti per mezzanotte al “Krush Club” per iniziare l’ultima parte del lavoro, ma visto che sei in largo anticipo decidi di andare prima al Black – tanto se le consegne da fare sono queste saranno tutti lì – pensi.


Appena arrivi davanti al locale la tua idea viene confermata. Una buona parte dei membri più giovani degli Scorpions sono radunati in cerchio in uno degli angoli adiacenti all'entrata.
“Eva!” ti chiama qualcuno intercettando il tuo sguardo da lontano, alzi il braccio in cenno di saluto e acceleri il passo per raggiungerli. Quando arrivi il cerchio si apre e tu ti inserisci, il sentore di erba che avevi percepito molto prima si fa decisamente più intenso là in mezzo.
“Prima del lavoro, davvero?” li ammonisci.
“È leggerissima” ti informa Richo “Poi, chiamalo lavoro quello di serate così, quante persone vuoi che ci siano al Krush o negli altri locali stanotte?”
Per quanto il suo pressappochismo ti abbia sempre infastidita non puoi controbattere su quel punto.
“Poi stasera quasi nessuno di noi è in turno”.
“Chi è in squadra con me?”
“Natalia e Shaggy-D”.
“E dove sono?”
“La rumena non l’ho vista, Shaggy è dentro, starà giocando a freccette come al solito”.
“Vado dentro anch’io”. Ti congedi e te ne vai.


Come Richo aveva previsto il tuo compagno è nel solito angolo, concentrato nel prendere la giusta mira. A qualche metro di distanza un altro uomo tiene la mano ben aperta sul bersaglio.
“La metto tra l’indice e il medio!” dichiara Shaggy appena prima di dare sfoggio della sua famosa precisione. Infatti, qualche secondo dopo la punta si conficca esattamente tra le due dita, lui fa il solito inchino da buffone e ritira i soldi appena vinti da qualche novellino intorno a lui.


“Quindi offri da bere?” domandi mentre ti avvicini a lui facendogli un finto applauso.
“Garrison, una birra scura non filtrata e un Jack Daniel’s on the rocks per la signorina!”


Ti siedi su uno degli scomodissimi sgabelli alti in legno. Il bicchiere è già pieno, attendi che Garrison eserciti la sua nobile arte di maestro spillatore di cui va tanto fiero e quando posa sul banco un boccale proponi un brindisi alla salute di chi ti ha offerto da bere.
Appoggi giusto le labbra al vetro ma lo allontani immediatamente “Che ci fa lui qui?”
A differenza tua Shaggy-D non stacca subito la bocca e, tracannando ancora la sua birra, si gira per vedere cosa ha provocato la tua reazione.
“Il figlio di Jordan?”
“Già”.
“Che c’è che non va? Il figlio di uno scorpione è sempre benvenuto nella tana, no?”
“Non penso nutra grande stima nei nostri confronti, infatti non capisco cosa sia tornato a fare...”
“E tu come lo sai?”
Gli racconti in modo più o meno preciso la spiacevole conversazione avuta la sera prima con Jaden Jordan.
La morte di Billy era stato un duro colpo per tutti. Gestiva il ramo più giovane degli Scorpions e per voi era più che un mentore. Molti dei ragazzi avrebbero desiderato averlo come padre, te compresa. Ma lui un figlio, un figlio vero, ce l’aveva già e stava dall’altra parte della città.
Parlava poco di Jaden, ma quando lo faceva gli brillavano talmente tanto gli occhi che era impossibile non credere che quel ragazzo fosse davvero speciale.
“Insomma, capisco che il padre lo teneva a distanza da questo posto – dopotutto era il suo Golden Boy - ma non mi aspettavo che qualcuno con lo stesso sangue di Billy potesse parlare così di noi Scorpions”.
“Ma che cazzo significa dozzinale?”
Scoppi a ridere “Lascia perdere Shaggy, tu prendilo come un insulto”.
“Un insulto?”
“Una presa in giro”. Specifichi.
“Bene...” Dice quasi tra sé e sé. E pensi che sia un modo per chiudere il discorso, ma così non è.
Shaggy si alza e prima che tu possa chiedergli che cosa voglia fare lo vedi raggiungere con poche falcate il ragazzo seduto a un tavolo.


“Ti serve qualcosa?” Gli domanda quello alzandosi in piedi con un' insolenza che non si può permettere, ma che continua a sfoggiare come fosse una delle sue carte migliori.
Shaggy – che non è mai stato un tipo di molte parole – gli mette le mani al petto e lo spinge con forza facendo ribaltare la sedia, sei tentata di intervenire ma non lo fai, non hai alcuna voglia di passare per la paladina del ragazzo.
“Ma che…?” prova a reagire lui.
“Cosa siamo? Dozzinali?”
Rimane confuso qualche istante, poi ti vede in prima fila tra la folla degli spettatori ed evidentemente gli torna alla mente la vostra conversazione.
Gli occhi scuri non indugiano su di te nemmeno un istante in più e si puntano in quelli a palla di Shaggy-D.


“Sai almeno cosa significa?” domanda con strafottenza, “sapresti usare la parola dozzinale all’interno di una frase?”


In tutta risposta il biondo gli sferra una ginocchiata sullo stomaco facendolo piegare su sé stesso. Pensi che se lo sia meritato, anche se un po’ ti dispiace e ti trovi a sperare che il tuo amico non esageri troppo.


Il ragazzo è quasi accasciato a terra, sembra che il colpo gli abbia tolto il respiro.
Shaggy lo afferra per il collo e lo colpisce con un pugno in pieno viso.
Perde nuovamente l’equilibrio ed è di nuovo l’altro a rimetterlo in posizione eretta.
È evidente che non sarà in grado di reagire, probabilmente non ha mai fatto a botte nemmeno con qualche fighetto delle scuole private e sa perfettamente di non avere speranze contro uno Scorpion, ma in quel mondo chi si arrende è morto e nelle migliori delle ipotesi questa notte Jaden Jordan lascerà il Black Kiss in ambulanza per non fare mai più ritorno.


“Non sei degno di indossarla,” afferma strattonando la giacca, “toglila?”
“Cosa?” domanda incredulo e anche tu come lui preferisci pensare di aver capito male quelle parole. Pensi che qualche cazzotto sia più che sufficiente come lezione, Shaggy è impulsivo e irascibile ma non è mai stato crudele, non riesci più a capire il suo comportamento.
“Non hai sentito?” urla sputandogli quasi in faccia “Togli la giacca di Billy e dalla a me!”
Vedi il viso pallido di Jaden rabbuiarsi, temi che possa scoppiare in lacrime da un momento all’altro e senti le tue gambe pronte a muoversi per fermare quell’umiliazione. Così fai un primo passo ma la scena che ti si presenta davanti ti fa arretrare. Senti un tonfo e i visi di entrambi i ragazzi si riempiono di sangue.
Nonostante il tutto sia successo sotto i tuoi occhi ci metti qualche secondo a realizzare che a sferrare la testata è stato il ragazzo magrolino che tutti avevate già dato per spacciato.


“L’unico degno di indossare la giacca di mio padre qua sono io, stronzo” dice prima di restituirgli il pugno a cui prima non aveva saputo reagire.


Vedi il sangue di Shaggy schizzare sulla sua maglietta ma lui non cade, non si aspettava nemmeno questo colpo ma sei sicura che risponderà e, nonostante il trovato coraggio del piccolo Jordan, sai che una lotta tra i due non potrà che concludersi con un epilogo drammatico per il figlio del vostro mentore.
Questo pare chiaro anche a Jaden che, vedendo l’altro avvicinarsi con quella che tu riconosci come “la solita faccia da psicopatico di Shaggy-D”, si mette in posizione di difesa.


“E bravo il nostro Golden Boy...” dice, scoppiando in una risata che lo fa sembrare ancora più inquietante, “hai del fegato!” conclude poi battendo due amichevoli pacche sulla spalla del ragazzo che rimane a fissarlo perplesso. Tu tiri un sospiro di sollievo e ringrazi la proverbiale imprevedibilità della labile psiche del tuo amico.









 
Jaden




“Si vede che hai il sangue di uno scorpione, se cambi idea faccelo sapere”.
Il pazzo che ti ha aggredito adesso ti parla come se fosse un tuo amico, ma tu sei talmente frastornato che non capisci nemmeno più il senso di quello che dice. Ti sforzi di sorridere e annuire nei momenti di silenzio per evitare di dargli qualsiasi altro motivo per attaccar briga, ne hai avuto decisamente abbastanza negli ultimi due giorni.
Ti congeda con l’ennesima pacca sulla spalla e finalmente gira i tacchi e se ne va.
Ti fai spazio tra la calca dei curiosi che hanno assistito a tutto lo spettacolo per scappare da quel posto, ma una mano ti si stringe introno al polso per fermarti – cosa vogliono ancora da me? -


“Ehi Rocky, avevo scommesso su un K.O. tecnico, mi hai fatto perdere un sacco di soldi!”
La ragazza sorride mostrando il suo stupido piercing, prova a fare la disinvolta, ma le si legge in faccia che si sente colpevole per quello che ti è appena successo.
Se fossi in condizioni normali la liquideresti con qualche frase sarcastica, ma l’effetto dell’adrenalina sta scomparendo e il dolore ti preme la testa come una morsa. Vuoi solo uscire da quel posto, così liberi bruscamente il polso dalla sua presa e la superi senza degnarla di una risposta.


Quando ti trovi a parcheggiare la macchina non sai nemmeno come sei arrivato a casa, devi aver guidato a una velocità ben oltre i limiti senza essertene quasi reso conto. Appena stacchi definitivamente le mani dal volante ti accorgi di star tremando e non capisci se è la paura o la frenesia.


La prima cosa che fai quando entri in casa è aprire il freezer per cercare un po’ di ghiaccio, ma l’unica cosa che trovi è una scatola da sei di bastoncini di merluzzo surgelati. Afferri quello che sarebbe dovuto essere il tuo pranzo di domani e te lo appoggi in faccia.
Quando il freddo comincia a darti un po’ di sollievo inizi a realizzare tutto quello che è successo in poche ore. Appoggi il pacco di cartone sul piano cottura e corri a prendere una bacinella e ad aprire i rubinetti. Mentre aspetti che si riempia di acqua calda inizi a spogliare la parte superiore del corpo. Metti la maglia a mollo e quando vedi le macchie rosse iniziare a lasciare il cotone e l’acqua tingersi di color ruggine non puoi negare che ti reca un certo piacere il pensiero che, per una volta, il sangue sui vestiti non sia solo il tuo.


L’ultima cosa di cui ti occupi è la faccia. Il tuo viso da bambino imbronciato ha visto momenti migliori, ma una volta ripulito la situazione è meno drastica del previsto.
Certo, dovrai trovare un modo per spiegare a Claire il perché di ematomi e tagli ma, per quanto sia una ragazza estremamente intelligente, si fida di quello che dici e – nonostante ti faccia sentire uno schifo pensarlo – potrai usare la cosa a tuo vantaggio.













 
Claire




Sei in ritardo, è una cosa che odi, ma ultimamente ti svegli sempre ore prima per andare a trovare Jad prima di andare a scuola e la stanchezza la mattina inizia a farsi sentire.
Tua madre continua a dirti che se andassi a trovarlo a giorni alterni il tuo ragazzo capirebbe, ma l’unica che non capisce è lei.
Mentre suoni il campanello il cellulare vibra nella tasca dei jeans, sospiri esasperata, sicuramente sarà lei.
- Hai dimenticato il borsone per l’ora di ginnastica a casa. Torna a prenderlo prima di andare a scuola. -
Finisci appena di leggere il messaggio e di maledirti mentalmente che la porta si è già aperta.
“Buongiorno”.
Scolli gli occhi dallo schermo del telefono “Buongiorno, am...”
Lasci la frase a mezz'aria e ti concentri per non metterti ad urlare.
“Cos’è successo?” scandisci bene e prendi un grande respiro a fine frase sempre per scongiurare il pericolo di crisi isterica, ma le gambe che tremano e le mani che iniziano a sudare freddo non sembrano voler collaborare.
“Ehi, stai tranquilla, non è successo niente” dice prendendoti il viso tra le mani e sorridendo in un fallimentare tentativo di calmarti. Non è mai stato un tipo che dispensa sorrisi e la cosa non fa altro che allarmarti ancora di più. Scoppi a piangere come una stupida e lui, che con i suoi modi cinici e strafottenti ti ha sempre tacitamente rimproverato la tua estrema emotività, questa volta ti abbraccia e ti trascina in casa.


“Se non riuscivi a dormire perché non mi hai chiamata?”
“Il fatto che io non riesca a dormire non vuol dire che non lo debba fare nemmeno tu. Sono solo uscito a fare due passi”.
“Alle tre di notte”.
“Sì, Claire, alle tre di notte” ti conferma un po’ infastidito dalla tua evidente disapprovazione. “Si può uscire di casa anche dopo mezzanotte, sai?”
“E infatti sei stato aggredito”.
“Poteva succedere in qualsiasi altro momento!” Entrambi sapete che ha torto ma decidi di non rinfacciarglielo.
“Anzi, è stata una fortuna che non mi sia portato dietro il cellulare altrimenti mi avrebbero rubato anche quello”.
“Sai quanto mi importa del cellulare, sono preoccupata che anche questa parte della città stia diventando pericolosa. Questo pomeriggio ti accompagno a sporgere denuncia”.
“No, non sporgerò denuncia”.
“Sei impazzito? È un tuo dovere farlo” solo alla fine della frase ti rendi conto di quanto la tua voce suoni simile a quella di tua madre quando ti alteri.
“Senti, non saprei dare nessuna informazione utile. E poi, sai che mio padre non era una delle persone preferite di questo quartiere, non mi va che si accendano di nuovo i riflettori sulla nostra famiglia e su quanto sia pericoloso stare vicino ad un Jordan, pensa a cosa direbbero i tuoi genitori...”
Trovi così tenero e tragico allo stesso tempo il fatto che Jaden riesca ancora a parlare di famiglia, nonostante l’unico Jordan di quel quartiere sia rimasto lui.
Sorridi, e anche se non sei del tutto d’accordo, decidi di assecondarlo.

 
Jaden




Una volta affrontati i suoi momenti d’ansia e apprensione – L’eredità che Mrs. Martin ha trasmesso a sua figlia – Claire torna ad essere la ragazza serena e comprensiva che conosci.
Non sei sicuro di essere stato convincente con la storia dell’aggressione, ma come sempre lei a deciso di crederti. Quando tiri fuori la scusa di tuo padre vedi il suo viso angelico assumere quell'espressione di tenerezza mista a compassione che odi ma, per quanto ti sforzi per fare in modo che non succeda, sai che tutti provano un po’ di pietà per un povero orfanello come te.
Passa i successivi venti minuti a coccolarti come se fossi suo figlio più che il suo fidanzato e lei è così brava a farlo che non ti dà nemmeno poi così fastidio, anzi, ti dispiace quando si alza dal tuo letto dicendo di dover scappare prima del solito perché deve ripassare da casa a prendere qualcosa.


Ti ributti nel letto dopo una doccia calda, non riposi decentemente da troppe notti e inizi a sentirne il peso. Appena chiudi gli occhi percepisci il sonno schiacciarti le palpebre e pregusti quegli attimi che precedono l'incoscienza in cui stai per cadere.
Quando senti il suono del campanello sei fortemente tentato di non andare ad aprire, ma ti rendi conto che l’unica persona che avrebbe qualche motivo di venire a casa tua è Claire
- Possibile che abbia dimenticato qualcosa anche qui? - non è da lei questa distrazione, pensi. Ma in ogni caso non ti verrebbe mai in mente di lasciarla fuori.


“Ma che diavolo ci fai tu qua?”
“Buongiorno anche a te Golden boy”. La vista della ragazza non ti fa affatto piacere e non intendi nasconderglielo, così fai per chiuderle la porta in faccia ma lei ti blocca mettendo in mezzo uno dei suoi anfibi rovinati. “Non fare il maleducato e lasciami entrare”.
Mentre pensi a come convincerla a togliersi di torno lei si è già intrufolata in casa aggirando il tuo sbarramento.
“Come fai a sapere dove abito?”
“Pensi che gli Scorpions non conoscessero l’indirizzo di Billy?” domanda retorica “Wow, sono piuttosto belle le case da questa parte della città”.
Ti stupisci che qualcuno possa ammirare in quel modo quel posto, cosa direbbe se vedesse la casa di Claire?


“Non puoi piombare qui così, menomale che la mia ragazza è andata via prima altrimenti rischiava di vederti”.
“Perché? Non hai raccontato alla fidanzatina dei tuoi nuovi amici?”
“Ma quali nuovi amici… sei venuta a prendere in giro?” Inizi a perdere la pazienza e ti rendi conto che nell'ultimo periodo ti capita stranamente spesso.
“No” risponde seria, abbandonando il tono mordace tenuto fino a quel momento.
“Volevo dirti che mi dispiace per quello che è successo ieri” allunga la mano provando a sfiorarti lo zigomo tumefatto con le dita in un gesto simile ad una carezza da cui tu ti scansi prontamente.
“Ma il fatto di essere figlio di tuo padre non ti legittima a dire tutto quello che vuoi...”
“Così lo conoscevate bene?” la interrompi per chiederle l’unica cosa che realmente ti interessa.
“Gli Scorpions sono come una famiglia, tutti conoscevano e stimavano Billy” afferma quasi stupita dalla tua domanda.
“Era lui che gestiva noi ragazzi più giovani, era il nostro mentore...quasi un padre”.
“Ah...” dici apparentemente impassibile nonostante l'improvvisa rabbia che senti montarti dentro “sono contento che per qualcuno lo sia stato”.
“Che vuoi dire?”
“Niente, solo che io e lui non abbiamo mai avuto un gran rapporto. Troppo diversi, forse...” provi a tagliare corto, adesso hai solo voglia di trovare un modo per cacciare fuori la ragazza e chiudere per sempre con tutta quella storia.
“Scherzi? Tuo padre ti adorava, non faceva altro che parlare di te, di quanto fossi intelligente, speciale...” fa una pausa e rotea gli occhi come fosse alla ricerca di una parola in particolare “Migliore”.
“Migliore?”
“Sì, per questo ti chiamiamo Golden boy, siamo sempre stati tutti un po’ invidiosi di te, del fantastico figlio di Billy Jordan che vive dall'altra parte della città”.
Quando l’avevi conosciuta ti aveva leggermente infastidito quel modo che aveva Eva di parlarti dando un sacco di cose per scontato, come se ti conoscesse da sempre. Ma ora iniziavi a capirne il motivo. Tuo padre non parlava con te ma parlava di te, e tu non sai se essere felice o ancora più arrabbiato di prima.
“Tutto bene?”
“Sì, solo che sono molto stanco...” farfugli una scusa che non è nemmeno tanto falsa.
“Tranquillo, tolgo il disturbo”. Sorride, scopre il piercing che ti eri dimenticato avesse e non sai perché, ma in un momento come quello anche quel piccolo dettaglio contribuisce a mandarti in confusione.
“Ti accompagno alla porta”.


Pensi che dovresti dirgli qualche frase di circostanza come – Grazie per essere passata –, ma non sei bravo in queste cose. A interrompere il silenzio imbarazzante è lei.
“Mi stavo dimenticando dell’altro motivo per cui sono venuta qui” dice frugando all'interno della tasca per poi estrarne fuori un oggetto che ti porge.
“È un coltello a serramanico” dice interpretando nuovamente le tue perplessità “Era di tuo padre”.
“Grazie”
“Figurati, è tuo. Come è tua la giacca ed è tuo un posto di diritto tra gli Scorpions”.
“Cosa?”
“Pensaci” ti consiglia semplicemente prima di andare via, sa che in realtà hai capito benissimo.


















 
N.d.a.
Ehila,
ecco il primo vero capitolo di questa storia. Volevo ringraziare chi ha iniziato subito a seguire con entusiasmo il mio nuovo lavoro, è una mini long di pochi capitoli (tutti già scritti) con pochissime pretese e proprio per questo la vostra opinione è estremamente importante. Vedo che avete accolto conentusiasmo il personaggio di Jaden e con mio stupore anche Claire è stata molto apprezzata, non può che farmi piace, sicuramente il loro rapporto sarà una parte fondamentale per la storia.
Probabilmente a tratti penserete che i personaggi e le ambientazioni cadono in alcuni clichè, volevo sottolineare che la cosa è voluta. Avevo voglia di scrivere qualcosa che rendesse un tributo ai personaggi e alle ambientazioni che ho sempre adorato trovare nelle opere e per "rendere giustizia" ho voluto calcare un po' la mano. Così è nato Jaden Jordan- misterioso, intelligente, sarvastico, dannato -  
che è un po' un misto tra alcuni dei miei personaggi preferiti e tutto il mondo degli Scorpions (una sorta di Peaky Blinders con la giusta ignoranza dei TBirds di Grease e l'animale totem come i South Side Serpents di Riverdale).In più, la storia partecipa ad un contest che ha come tema la natura umana, e attraverso gli stereotipi ho provato a creare una metafora che parlasse di questo. Spero che il risultato sia qualcosa di comunque abbastanza originale e che possa appassionarvi.
Ditemi cosa ne pensate con una recensione, ricambierò volentieri!

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Capitolo 3
*** Cap. 2 ***


Cap.2

 

 

Jaden

 

 

Non sai cosa ti abbia dato la forza di alzarti quella mattina, forse l’entusiasmo di Claire per il tuo rientro. È arrivata un’ora prima del solito per aiutarti - che poi aiutarti a fare cosa non lo hai capito nemmeno bene, ma non ti importa -, è sempre bello averla per casa.

 

 

“Hai preso il libro di trigonometria?”
“Sì”.

“Ricordi gli orari?”

“Sì”.

“E...”

“Sì, sicuramente sì!” dici palesando la tua esasperazione. Tutte quelle premure ti fanno sentire come se fossi appena stato dimesso dall’ospedale dopo una lunga malattia.

Lei si ammutolisce, non capisci se è offesa o dispiaciuta, ma, in ogni caso, non ti piace farla sentire in quel modo. Così le prendi il viso tra le mani e le stampi un bacio sulla fronte liscia. “Sei carina a preoccuparti per me, ma non sono mancato per così tanto tempo”.

 

Appena finite di fare colazione lei insiste per andare, protesti un po’ ma alla fine l’accontenti. Vai in camera per mettere una felpa. La giacca di tuo padre è al solito posto da diversi giorni, per un solo istante sei tentato di indossarla - Non essere ridicolo! - ti ammonisce la tua voce interiore.

Uscite di casa in largo anticipo rispetto a quello che avresti fatto se fossi stato da solo.

“Sicura che non vuoi un passaggio?”
“Mi piacerebbe, ma devo fermarmi a scuola per gli allenamenti questo pomeriggio”.

“Se vuoi torno a prenderti”.

“Non ti preoccupare, è meglio se vado direttamente in bici”.

Non insisti ulteriormente, la saluti con un bacio ed entri nel pick-up mentre la vedi allontanarsi sulla bicicletta verde menta.

 

Le prime ore sono strazianti, non tanto per la difficoltà delle lezioni, ma perché devi riabituarti a un posto in cui non ti sei mai sentito a tuo agio. Quando potevi militare tra le persone completamente invisibile era più facile, ma adesso che il tuo cognome è apparso su tutti i periodici non puoi far niente per evitare le pacche sulle spalle e i “come stai?” di persone a cui non avevi mai rivolto la parola in quell’assurda sfilata dell’ipocrisia.

 

Will è l’unica persona che sei contento di ritrovare nei corridoi, non siete veri e propri amici, fa parte della squadra di football e questo lo rende sicuramente più affine alle frequentazioni di Claire che alle tue, ma condividete parecchie lezioni e in qualche strano modo è entrato nelle tue simpatie. Una volta hai persino accettato che venisse a trovarti a casa nel tuo periodo di assenza, avete visto la partita dei Cavs insieme e questo ha fatto di lui una delle persone che hai frequentato di più nell’ultimo periodo della tua vita.

 

“Ehi, è bello rivederti! Non sapevo tornassi oggi”.

“Strano, pensavo avessero messo i manifesti...”

“Troppe attenzioni?”

Annuisci con un’ alzata di spalle “Sai che non ci sono particolarmente abituato”.

 

“Tranquillo," senti una voce spiacevolmente famigliare intervenire nel discorso, “tempo qualche giorno e tornerai a essere la nullità di sempre” dice il ragazzo materializzatosi alle tue spalle.

“Te l’ho già detto che tutto questo odio immotivato nei miei confronti potrebbe essere un modo per reprimere la tua latente attrazione verso di me?”

“Fossi frocio ambirei a qualcosa di meglio di te, Jordan” ti dice dandoti una spinta per comprovare la sua mascolinità messa in discussione dalle tue parole.

“Eppure ogni volta che mi vedi provi a mettermi le mani addosso, Anderson”.

Ti risponde con un altro spintone perché oltre a essere stupido non ha nemmeno abbastanza senso dell’umorismo per saperti rispondere.

“Adesso basta, Paul!” interviene Will parandosi tra te e il suo compagno di squadra. Il ragazzo non ti risparmia un'ultima occhiata in cagnesco, ma decide di lasciar perdere.

 

All’ora di pranzo riesci finalmente a rivedere Claire. Lei ti aspetta seduta a un tavolino che ha preso per voi due. A volte per farla felice pranzate insieme ai suoi amici, ma oggi non ce la puoi fare e lei lo sa, così come sa che non hai voglia di raccontarle come sta andando il rientro, infatti non ti chiede niente. E mentre guardi la ragazza più bella della scuola mangiare in silenzio seduta in quel tavolo nell'angolo più nascosto della stanza che ha scelto apposta per te non puoi fare a meno di domandarti per quanto tempo ancora ti amerà abbastanza da sopportare il tuo caratteraccio.

 

Grazie al cielo il tuo ritorno tra gli studenti ha smesso di fare scalpore dopo appena mezza giornata e le ultime ore puoi passarle in tranquillità. Giusto qualche professore ti ferma per elargire incoraggiamenti e perle di saggezza di cui non hai assolutamente bisogno e Mrs. Lovejoy, la consulente scolastica, ti chiede di trattenerti con lei dopo l’ultima lezione per una “semplice chiacchierata”. Tu la ringrazi, inventi su due piedi un inderogabile impegno e ti dilegui prima che a qualcuno venga in mente la malsana idea di abbracciarti.

 

I corridoi sono già quasi vuoti, non sei riuscito nemmeno a salutare Claire, mentre tu cercavi di scollarti di dosso i professori lei doveva scappare agli allenamenti.

Vai al parcheggio sul retro e intanto provi a chiamarla ma non risponde, probabilmente è già negli spogliatoi. Mentre attacchi il telefono noti qualcuno appoggiato sul tuo pick-up.

 

“Capisco perché Claire viene a scuola in bici, si vergogna di farsi accompagnare su questo cesso”.

“Prima o poi te ne dovrai fare una ragione, sai? Anche se tu guidi una Rang Rover e io un pick-up, lei ha scelto me”.

Lui stacca la schiena dalla portiera e avanza verso di te. È decisamente più alto e per guardarlo negli occhi devi alzare il mento, mentre lui piega la fronte facendola quasi toccare con la tua.

“Sei un fallito Jordan, prima o poi se ne accorgerà anche Claire”. Rimani impassibile mentre senti il suo fiato sulla faccia.

“Probabilmente se n’è già accorta e resta con te solo per questa storia di tuo padre”.

“Attento a quello che dici, Anderson!” pronunci quelle parole che assomigliano tanto a una minaccia, ed è così inusuale da parte tua che lui si mette quasi a ridere.

“Billy Jordan era ancora più fallito di te, probabilmente l’unica cosa che ha fatto di buono è stato morire”.

Per la prima volta nella tua vita sei tu quello che sferra il pugno iniziale e ancora una volta ti ritrovi a beneficiare dell’effetto sorpresa e riesci a colpirlo dritto al naso. La prima cosa che senti è il dolore sulla tua mano seguito a brevissima distanza dalle sue urla.

“Io ti ammazzo!” dice tenendosi il naso, mentre dal palmo iniziano a scendere grosse gocce di sangue.

“Sei morto...” afferma come se fosse una constatazione e inizia a tirarsi su le maniche della giacca.

“Salutami tuo padre quando lo vedi!” dice caricando un pugno che non partirà mai.

Si blocca e tu avanzi.

“Ehi amico, mettilo via”. Impallidisce guardando incredulo il coltello che gli stai puntando contro. Ma tu continui ad avanzare fino a ritrovarvi nuovamente fronte contro fronte, solo che questa volta sei tu a costringerlo a reggere il tuo sguardo.

“Tu non sai chi era mio padre”, scandisci piano mentre gli fai sentire il freddo della lama sulla pelle, “e non hai idea di chi posso essere io” dici – più a te stesso che a lui – appena prima di lasciarlo andare.

Lo vedi scappare più veloce della luce e quando ormai è abbastanza lontano da sembrare minuscolo sali in macchina.

Hai ancora il coltello di tuo padre nella mano destra, ti accorgi di starlo stringendo così forte che le nocche sono diventate bianche. Allenti la presa e inizi a tremare, proprio come la sera della rissa al “Black kiss”.

 

~

 

Ti sei chiesto tutta la sera se quella fosse una buona idea, ma appena senti i rinforzi di pelle semi-rigida coprirti le spalle capisci di essere pronto.

Noti il rigonfiamento nella tasca e ti ricordi del pacchetto di sigarette che avevi trovato dentro la prima volta che l’avevi indossata. Ne accendi una, il sapore iniziale è sempre sgradevole, ma dopo i primi colpi di tosse inizi ad abituarti e dopo poco non ti accorgi nemmeno più di star fumando.

Il tragitto è lungo e a metà strada ne accendi un’altra.

 

“Che sorpresa, Golden boy!” ti viene incontro il ragazzo biondo che ti aveva quasi spaccato la faccia l’ultima volta “Non pensavo saresti tornato...” ti confessa, e – non capisci bene come mai – ma sembra sinceramente contento di rivederti.

“Ragazzi, lui è Jason Jordan, il figlio di Billy” urla chiamando a raccolta un po’ dei suoi amici.

“Jaden” lo correggi.

“Jaden, giusto! Io sono Shaggy-D” si presenta ufficialmente. “Loro sono Matt, Mike, Bruce Lee”, intanto che li indica quelli fanno un cenno come per rispondere all’appello, “quello è Richo il colombiano e la signorina è Natalia”.

“Eva non c’è?” domandi senza preoccuparti troppo di risultare sgarbato.

“Eva è da qualche parte col capo, cosa prendi da bere?”

“Un Jack Daniel’s”.

“Con ghiaccio, immagino” specifica, riconoscendo l’ordinazione dell’amica.

“Eccola!” dice poi indicando la ragazza dagli inconfondibili capelli verdi camminare accanto all’uomo che, a quanto puoi intuire, ha preso il posto di tuo padre.

Lui è più giovane di quello che ti aspettavi, non avrà più di una trentina d’anni, i capelli rasati e una folta barba scura. Shaggy-D porta le dita alla bocca e fischia.

Eva si gira nella direzione del suono e vi vede. Fai un cenno di saluto e lei ricambia con entusiasmo, poi si avvicina all'orecchio dell’uomo e gli dice qualcosa su di te perché quello ti guarda e annuisce. Poco dopo entrambi arrivano al bancone.

“Questo è mio?” chiede lei afferrando il tuo bicchiere di Whisky e senza attendere risposta ne beve un sorso.

“Come se fosse tuo”.

“È un gentiluomo il nostro Golden boy, non sei contenta di vederlo?”

“Sapevo sarebbe tornato! Cole, lui è Jaden Jordan...” dice iniziando le presentazioni

“Il figlio di Billy” aggiunge lui, parlando per la prima volta “Io sono Cole Hamilton”.

Allunga la mano e gliela stringi “Io e tuo padre eravamo fratelli”.

“Questo fa di me tuo nipote? Sto scoprendo un sacco di parenti di cui non ero a conoscenza”.

“No, fa di te un ragazzino che può permettersi di entrare in questo posto senza essere cacciato fuori a calci”.

Alzi un sopracciglio e vorresti ricordargli che le cose non sono andate esattamente così.

“E adesso immagino tu sia venuto a reclamare il tuo posto negli Scorpions”.

Annuisci perché, nonostante i dubbi che ancora ti attanagliano, una parte di te sente che hai bisogno di andare fino in fondo in questa strada che – senza volerlo – tuo padre aveva tracciato anche per te.

Lui ti mette una mano sulla spalla per parlarti più da vicino, imprime tanta forza che fai fatica a non perdere l’equilibrio “Ma non credere che essere il figlio di Billy comporti qualche altro privilegio oltre il fatto di poter far parte di noi, da oggi sei un novizio” specifica. “ Inizi a fare gavetta da stasera”.

“Mettilo nella mia squadra” chiede Eva.

“In quali zone siete di turno?”

“Quelle vicine”.

“Allora va bene” conferma. “Tienilo d’occhio per me”.

 

~

 

“Il tuo è un compito molto semplice” inizia a spiegarti mentre uscite dal locale.

“A prova di idiota” aggiunge il ragazzo colombiano che è con voi.

“Ti diremo noi di volta per volta in quale angolo del locale metterti, tu non dovrai mai spostarti da lì”. E come primo step ti sembra non solo fattibile ma anche particolarmente adatto alla tua attitudine, le poche volte che Claire ti trascinava in qualche locale rimanevi sempre in un angolo.

“Inizieranno ad avvicinarsi delle persone, tu dovrai prendere i soldi che ti daranno e in base alla cifra indirizzarli di volta in volta o nel bagno degli uomini o in quello delle donne”.

“Devo dirigere il traffico, tipo un vigile urbano?”
“Non lo avrei saputo dire meglio”.

“Ricorda a tutti di dire che sei tu a mandarli, altrimenti non gli diamo niente”

“E se ci sembra che vogliano fare i furbi li meniamo pure, quindi se non vuoi avere sulla coscienza qualche povero malcapitato non dimenticartelo”.

“Se iniziano a fare troppe domande tu voltati e vai in pista a ballare”. Questa potrebbe essere la parte più difficile, pensi.

“La polizia non dovrebbe mettersi in mezzo, ma anche nel caso venissi preso da qualcuno la regola d’oro è solo una: Taci!”

“Ma tanto tu stai sempre zitto, quindi non dovresti avere problemi!” ironizza Shaggy-D e la cosa ti strappa un mezzo sorriso.

Eva invece è molto più seria del solito, come se per lei tutta quella storia fosse una cosa estremamente seria, un lavoro.

“Cominciamo dal Krush?”
“Ovviamente”.

 

Quando arrivate davanti al primo locale Eva lascia che i due ragazzi entrino per primi e ti ferma per un braccio.

“Sai cosa stiamo per fare, vero?”

Annuisci, anche se non sei del tutto sicuro di avere questa consapevolezza.

 

Odi quel tipo di musica e il volume tanto alto da farti rimbombare il cervello. Vorresti metterti un paio di cuffie per poter decidere cosa ascoltare, ma quando iniziano ad arrivare da te le prime persone ti rendi conto di quello che stai facendo e ti sale il cuore in gola. Sei talmente agitato mentre devi controllare con una sola occhiata i soldi per assicurarti che ci sia la giusta cifra e indirizzare i clienti nel posto giusto, che non senti nemmeno più la musica.

Come da copione ti dimentichi di dire la frase alle prime due persone che tornano indietro da te con la faccia decisamente arrabbiata.

“Dite che vi manda...”, ti rendi conto in quel momento che non hai nessuna intenzione di collegare il tuo nome a quello che stai facendo, “Golden boy… dite che vi manda Golden boy”.

 

Arrivate nell’ultimo locale che è già notte inoltrata. Vai dritto nell’angolo che ti sembra più adatto e quando ti rendi conto di non aver aspettato le indicazioni cerchi lo sguardo di Eva, lei ti sta già guardando e ti fa un cenno di conferma con la testa. Non ne sei sicuro ma ti sembra compiaciuta della tua iniziativa, mentre tu ne sei stupito.

La paura di sembrare un ragazzino impacciato ti ha abbandonato già da parecchie ore, lasciando spazio alla strana sensazione di essere la persona giusta nel posto giusto. Ed è forse la prima volta nella tua vita che ti capita di sentirti così.

 

Quando uscite da lì è quasi l’alba e dopo tutto quel rumore il silenzio della città addormentata ti sembra più bello del solito.

Tornate al Black Kiss per annotare i soldi della serata che hai consegnato a Eva. Un dipendente che vedi per la prima volta sta alzando la saracinesca.

“Buongiorno, Samuel” .

“Buongiorno ragazzi, com'è andato il giro?”

“Niente male, oggi c’era più gente del solito, menomale che eravamo in quattro”.

“Novellino?” chiede rivolto a te.

“È sempre così evidente?”

“No, è solo che quando escono in quattro per questa zona vuol dire che c’è sempre un novellino”.

“Sì, effettivamente...”

“Il primo giorno di scuola glielo racconti un’altra volta, vieni giù con noi!” ti richiama Eva e tu la segui, senza ribattere, in quello che deve essere il magazzino del locale.

“Mamma mia Eva, da quando sei diventata la donna del capo a lavoro sei insopportabile” la prende in giro Richo, alludendo a qualcosa che realizzi solo in quel momento.

“Sono insopportabile da sempre”.

“Ah allora è vera questa storia di te e Cole”.

“Non ho detto questo”.

Lui cerca di insistere ma lei lo zittisce e gli chiede di contare i soldi, lui lo fa e poi li passa a Shaggy chiedendogli di ricontrollare. Alla fine del secondo conteggio Eva annota alcune cifre su un registro.

 

Siete tornati al Black Kiss che era ancora buio e ne uscite accarezzati dalla flebile luce del primo chiarore del cielo mattutino. Fuori dal bar riconosci i volti di alcuni ragazzi che Shaggy-D ti aveva presentato la sera prima. Il gruppo è più numeroso del vostro e noti subito che nessuno di loro indossa la giacca di pelle nera con lo scorpione.

 

“Com’è andata dall’altra parte della città?”

“Benissimo”, risponde Mike, o forse Matt, “c’è una discoteca in cui le pasticche vanno via come caramelle, si chiama Land life

Land line” lo correggi riconoscendo il nome del locale notturno più famoso del tuo quartiere, qualche volta c’eri andato persino tu, ma non credevi che gli Scorpions fossero arrivati anche lì.

Land line, esatto! Effettivamente quella è proprio la tua zona Golden boy...

“Diciamo di sì. E forse è meglio che mi avvii verso casa” dici guardando l’orario. Mancano poche ore all’inizio delle lezioni, non sai come ti reggerai in piedi ma vuoi passare almeno da casa a darti una sciacquata. Adesso che sei tornato a scuola Claire non viene più a trovarti la mattina presto, vi vedete direttamente al parcheggio, ed è una fortuna perché non saresti mai riuscito a tornare in tempo.

“Non puoi andare via adesso, Samuel sta per sfornare i croissant e tu ci devi dire com’è andato il primo giro della tua vita” dice quello cingendoti le spalle con il braccio tatuato. Mike, sei quasi sicuro che il ragazzo tatuato sia Mike.

 

 

 

Nda:
Ehi, ecco il capitolo centrale, volutamente concentrato sul punto di vista di Jaden. Visto che questa storia sarà molto corta (Un altro capitolo e l'epilogo) ho fatto succedere un bel po' di cose qui. Spero che stiate comunque avendo il tempo e il modo di entrare in empatia con i personaggi. Ho visto che diverse persone seguono ma poche recensiscono - nonostante apprezzi anche i lettori silenziosi - non nego che mi piacerebbe avere un vostro riscontro più attivo.
Cosa ne pensate ad esempio di Eva e degli Scorpions in generale, come immaginate i personaggi o come pensate che si possa evolvere il tutto. Se avete critiche sono ben'accette e ovviamente ricambio le recensioni sempre volentieri.
Fatemi sapere, a presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Cap.3 ***


Cap.3




Eva




“Jaden lavora davvero bene senza fare mai troppe domande. Poi ai ragazzi piace, è un tipo in gamba...”
“E a te piace?”
“Hai mai pensato di essere frocio?”
“Ma che…?”
“Non so, hai iniziato tu a fare domande del cazzo”. Spazientita ti alzi dal letto e ti allontani da lui.
“Scherzavo ragazzina, calmati” dice raggiungendoti. Ti cinge i fianchi e cerca di riparare con qualche patetico gesto affettuoso.
“È che ne parli spesso”.
“Sta con noi da più di un mese…poi mi hai chiesto tu di tenere d’occhio le nuove reclute”.
“Hai ragione” ammette. “Quindi è bravo?”
“Molto! Secondo me è pronto per venire con noi dall’altra parte della città, dovremmo sfruttare uno che conosce la zona”.
“Stai parlando di un ragazzo che non si è ancora fatto tatuare...”
“Sto parlando del figlio di Billy! Il tatuaggio lo farà presto” - Non appena troverà il coraggio di dire tutto alla fidanzata, o quando deciderà di lasciarla - pensi. Uno scorpione può stare solo con un altro scorpione.
“Ci penserò”.



 
Claire



Jaden ha la testa poggiata sul banco, è più il tempo che passa a dormire che quello in cui sta attento alla lezione.
È trascorso un po’ di tempo dal tragico evento, ma nessuno può pretendere che superi la morte del padre nel giro di un mese. Però hai paura. Lo vedi ogni giorno più stanco e nervoso, quasi irascibile. Pensavi che il tempo avrebbe sistemato le cose, ma più va avanti più ti sembra che si stia lasciando andare.
Hai fiducia in lui più che in chiunque altro. Sai che non può abbandonare il vostro sogno di scappare insieme nel college più lontano. Ha solo bisogno di quell’aiuto che non ha mai chiesto ma che tu puoi dargli, così continui a farlo copiare in tutti i test e chiedi a Will di fare lo stesso. A fine anno sarete entrambi ammessi alla Brown e potrete ricominciare.


A pranzo sedete al solito tavolo, lo stesso da quando è rientrato a scuola.
“Vuoi che andiamo lì?” domanda indicando il tavolo in cui sono sedute alcune delle tue compagne di squadra insieme ad altri ragazzi.
Lo guardi stupita, ma sei quasi sicura che lui non ne abbia davvero voglia.
“No, stiamo io e te” rispondi posando la testa sulla sua spalla. “Da quando non vengo più a trovarti la mattina ci vediamo praticamente solo a scuola. È colpa mia, tra lo studio, gli allenamenti e il fatto è che i miei non mi permettono di fermarmi da te la sera dopo un certo orario”.
“Non è colpa tua” ti ammonisce prima di abbracciarti. Il suo profumo è sempre buono, ma ultimamente sui suoi vestiti c’è un sentore più acre che non riconosci, ma ti ricorda vagamente quello di casa sua quando ancora c’era Mr. Jordan.
Ora che ci pensi, le poche volte che avevi visto Jaden parlare con suo padre era per chiedergli di andare a fumare in giardino.
Almeno quando ci sono ospiti! Già i divani puzzano come una ciminiera”.
Lui spegneva la sigaretta, anche appena accesa, e si metteva a ridere.
Mi scusi signorina”, diceva galante e sornione “se l’odore non le piace è solo colpa mia. Mio figlio non ha questo brutto vizio, crescerà sano e forte”.



 
Jaden




Torni a casa nel primo pomeriggio e la prima cosa che fai è buttarti a letto. Oggi non sei di turno, potresti approfittarne per studiare il pomeriggio e andare a letto a un orario decente questa notte. Dopo qualche minuto crolli in un sonno profondo cullato dai buoni propositi che non rispetterai.


 
Eva




“Dove diavolo sono Richo e Bruce?” chiedi per la sesta volta nel giro di dieci minuti.
“Forse è successo qualcosa di grave...” ipotizza Mike.
“Forse sono strafatti” dai voce all’ipotesi che tutti sanno essere la più plausibile.
“Li andiamo a cercare?”
“Non c’è più tempo. Dovremmo già essere dall’altra parte della città, cazzo ma lo sapete quanto è importante fare un buon lavoro lì?”
“Non te la prendere con noi, siamo tutti qui!”
“Avete ragione, scusate! Anche Cole ha il telefono staccato. Non so che fare...”
“Andiamo noi e basta, possiamo farcela”.
“In tre? Ce ne serve almeno un altro”.
Provi a richiamare Cole e la voce registrata che risponde al posto suo ti fa quasi impazzire.
- Al diavolo anche Cole – dici a te stessa mentre decidi di fare a modo tuo.


“Pronto Jaden...”
“Eva, tutto bene?”
“No, fatti trovare tra mezz’ora al Land line”.



 
Jaden




Dal tono di Eva capisci subito che non è il caso di protestare. Inizi a vestirti e appena prendi la giacca ti ricordi che non puoi indossarla. Il Land line, come tutto quel lato della città, non è territorio degli Scorpions. Non sai bene contro chi vi state mettendo spacciando le vostre pasticche in questa zona, ma immagini che per costringere gli scorpioni a nascondersi deve essere qualcuno di grosso. Indossi una felpa nera, avvolgi il collo con una sciarpa dello stesso colore e speri solo di non incontrare nessuna conoscenza questa notte.


I ragazzi arrivano nel posto dell’appuntamento qualche minuto dopo di te. Ti raccontano velocemente il motivo di quell’urgenza e iniziate subito a lavorare.
Il Land line è grande più del doppio rispetto al Krush, vi servirebbero ancora più persone per fare un buon lavoro. Decidete le postazioni, dopodiché Shaggy ed Eva vanno nei rispettivi bagni e Mike si addentra da solo al centro della pista.
La prima mezz’ora va bene, noti subito che le quantità richieste sono considerevoli e le cifre con cui hai a che fare sono da subito importanti.


“Bagno degli uomini, dì che ti manda Golden Boy”.
“Chi?”
Golden Boy!” alzi la voce per sovrastare la musica alta.
“E chi cazzo sarebbe Golden Boy?”
Non appena senti quella frase ti torna alla mente il breve discorso preparatorio di Eva, Richo e Shaggy-D la tua prima notte di lavoro.


Se iniziano a fare troppe domande tu voltati e vai in pista a ballare.
La polizia non dovrebbe mettersi in mezzo, ma anche nel caso venissi preso da qualcuno la regola d’oro è solo una: Taci!”


Immediatamente stacchi le spalle dalle parete su cui stavi appoggiato e fai per superare l’uomo.
“Non così in fretta”. È l’ultima cosa che senti prima del colpo alla testa che ti fa perdere i sensi.



 
Eva




“Non può essere sparito anche lui!”
Inizi a pensare che in questa notte folle si siano tutti messi d’accordo per prendersi gioco di te.
Avete finito il turno da più di venti minuti e Jaden non si è ancora fatto vedere. Si fosse trattato di Shaggy-D non ti saresti preoccupata più di tanto, ma Jaden non si sarebbe trattenuto un minuto in più in una discoteca, nemmeno per pisciare.
La tasca della felpa vibra e col cuore in gola preghi di leggere il nome del ragazzo sul dispaly.
Cole. Perfetto, lui saprà cosa fare.


“Dov’eri finito?” gli chiedi, ma ti rendi subito conto che è una domanda a cui non puoi pretendere una risposta, è comunque il capo.
“Cosa succede?”
“Jaden Jordan è sparito!”
“Ma Jordan oggi non era nemmeno di turno...”
“Lo so, ma Richo e Bruce erano spariti e avevamo bisogno di rinforzi per questa sera, ma tu non rispondevi al telefono così ho pensato che l’unica cosa da fare fosse chiamare lui, era l’unico disponibile e abita qui vicino...”
“Aspetta, dove siete?”


“Al Land line”.
“Cosa? Tu hai fatto venire il figlio di Billy a lavorare in una zona fuori dal nostro controllo?”
“Era l’unica cosa che potessi fare...”
“No Eva, tu non dovevi fare proprio un cazzo!” urla furioso, tanto che devi allontanare il cellulare dal tuo orecchio. “Adesso state fermi lì finché non arrivo, se fate altri casini giuro che vi ammazzo”.



 
Jaden




C’è poca luce e puzza di muffa e umidità. Hai freddo, ti sembra di congelare e ti rendi conto di non avere più né la felpa né la maglia.
Provi a muoverti ma sei legato ad una sedia, smetti di dimenarti appena ti accorgi di non essere solo.


Un uomo entra nella stanza attirando l’attenzione di un altro.
“Ha ancora il telefono staccato” dice.
“Vorrà dire che ce lo dirà lui chi è, si è appena svegliato”.
- Maledizione!- Speravi non se ne fosse accorto.
Adesso riconosci quello che è entrato per ultimo, è lo stesso che ti aveva fermato al Land line e a giudicare dai rumori che senti ti trovi ancora nella discoteca.
Quello si avvicina a te e senza porti nessuna domanda ti colpisce. L’altro ride.
“Così inizi a capire come vanno le cose...” ti dice.
“Chi sei?”


la regola d’oro è solo una: Taci!”


Ti tira un altro pugno ben assestato sullo stomaco. “Allora, Golden boy, qual’è il tuo vero nome?”


la regola d’oro è solo una: Taci!”


Un calcio sulla rotula.


“Non che non mi diverta a picchiarti, ma se mi dicessi il tuo nome smetterei subito...no? Va bene”.


Un altro pugno, e poi un altro. “la regola d’oro è solo una: Taci!”


“Da come sta zitto a me sembra proprio uno scorpione”.


“Non ha nemmeno il tatuaggio, ho controllato prima”.


“Magari se l’è fatto fare in qualche posto strano… allora ragazzo, se non vuoi dirci chi sei, dicci almeno se sei uno scorpione o sei solo un folle che si è messo a spacciare nella nostra zona!”


la regola d’oro è solo una: Taci!”


Quello ti prende per il collo e inizia a stringere “Perché sai cosa facciamo noi a quelli che vengono da queste parti a fare quello che vogliono? Gli tagliamo la gola e li buttiamo come spazzatura”.
Inizi a scalciare e giuri che se riuscirai a sopravvivere li ucciderai con le tue mani, ma il respiro ti manca e senti che non resisterai ancora a lungo.


“Lascialo idiota”.
Quando molla la presa inizi a prendere grandi respiri come se volessi recuperare tutta l’aria che ti è stata negata poco prima.


“Lo capisci che una risposta può salvarti la vita? Fai parte degli Scorpions, sì o no?”
Non rispondi, non lo faresti mai, non l’avresti mai fatto nemmeno se quei due proiettili non si fossero piantati nel cranio dei tuoi aguzzini.
Cadono a pochi secondi di distanza l’uno dall’altra, due tonfi sordi. È la prima volta che vedi degli uomini morire e l’unica cosa che riesci a pensare è che avresti dovuto ucciderli tu.


“Bravo ragazzo, non hai detto una parola” dice Cole mentre ti slega. “Sei leale come tuo padre, un vero scorpione”.



 
~




Cole insiste per riaccompagnarti a casa ma lo convinci del fatto di riuscire a guidare, anche se non sei sicuro sia vero.
La testa non ti ha mai fatto così male e sei sicuro che il ginocchio ti si sia gonfiato perché fai fatica a trascinarti per il vialetto di casa.


La prima cosa che fai è andare in cucina, è da un po’ di tempo che hai imparato a tenere il ghiaccio nel freezer.
Con l’impacco sull’occhio sinistro vai in camera per cercare una maglietta pulita. Dal corridoio noti la luce accesa, per la fretta che ti aveva messo Eva ti sarai dimenticato di spegnerla. Entri.


“Bentornato”.



 
Claire




“Che ci fai qui?” Ha la faccia sconvolta, più per la tua presenza che per gli ematomi.
Non hai nemmeno l’istinto di piangere, hai passato ore a farlo.
“Una sorpresa, amore”. Provi tanto disgusto in quel momento che fai fatica a chiamarlo in quel modo anche con ironia.
“Non è come pensi...”
“Sono qua da ore, risparmiami le stronzate per favore”. Gli fai una richiesta che suona più come un ordine. Ti guarda perplesso perché quel linguaggio non ti è mai appartenuto, senza capire che per colpa sua voi due non potrete più concedervi il lusso di essere gli stessi.
“Sono solo uscito e...” Non hai nemmeno la pazienza di attendere la sua prossima bugia e in un raptus di rabbia lo colpisci con uno schiaffo al volto. Lui urla dal dolore provocato dall’impatto della tua mano con la carne traumatizzata della sua faccia.
Come unica reazione abbassa lo sguardo mortificato e rimane in un silenzio di chi non ha più nessuna carta da giocare.
“Hai ragione” sussurra solo dopo parecchi secondi, spezzando così la tua ultima flebile speranza di avere torto. Lo colpisci ancora, tanto forte da sporcarti il palmo col sangue di una ferita che hai riaperto. Non hai mai avuto il sangue di qualcuno sulle mani, ti fa schifo ma lo colpisci ancora, ancora e ancora finché finalmente non ti senti pronta a piangere di nuovo.
A quel punto lui prova ad avvicinarsi, ma tu fai due passi indietro.
“Non mi devi toccare”.
“Claire...” supplica lui e per la prima volta dalla morte di suo padre senti la sua voce incrinata da una nota di pianto.
“Ascoltami bene, Jad” inizi a dire non appena la tua razionalità torna in tuo soccorso come una fedele compagna, “io non voglio nemmeno sapere quali porcherie hai fatto fin ora, né tanto meno perché le hai fatte. Sono disposta a passare oltre alle bugie, posso passare oltre al fatto che mi hai trattata come una stupida”.
Ti fermi solo per asciugare le lacrime che ormai escono come fiumi dai suoi occhi scuri. Lo ami talmente tanto da essere ridicola, te ne rendi conto ma non ne puoi fare a meno. In questi mesi ti sei sentita in colpa per quante volte hai pensato a una strada più semplice. A Paul Anderson, a Will.


Ma la verità è che tu non vuoi rinunciare a lui, perché Janden Jordan è l’unico difetto che ti puoi permettere.


“Io lo so che questo non sei tu. Non sei le bugie, non sei la violenza e non sei tuo padre”.
Piange più forte, trema più forte, prova a parlare ma non ci riesce.
“Non dire niente, lo so quanto soffri e ti giuro che insieme possiamo superare anche questo...” gli prometti mentre lui cade in ginocchio stremato affondando il viso tra le tue gambe come un bambino nella gonna di sua madre. Gli permetti di sfogare ancora il suo pianto, ma poi gli prendi il viso tra le mani e – con delicatezza – lo costringi a guardarti.
“Ma mi devi giurare che, qualsiasi casino tu abbia fatto fino ad oggi, questa storia finisce stasera”.



 
Jaden




Con gli occhi freddi come lame ti squarcia il petto per strapparti via il cuore e fartelo vedere. E mentre aspetti che il boia cali l’ascia sulla tua testa, la ragazza del paradiso accanto ti concede la grazia.
I suoi occhi tornano azzurro cielo e tu non puoi far altro che stare ginocchio davanti al suo amore.


“Te lo giuro Claire, te lo giuro”.















 
Nda:
Ehilà,
questo senza dubbio è il capitolo clou della storia, infatti il prossimo sarà l'epilogo. Non voglio dilungarmi parlando troppo in queste note, mi piacerebbe solo sapere il vostro parere.
Cosa vi aspettate? Siete rimasti soddisfatti e/o sorpresi di quello che è successo fino ad ora?
Se avete dubbi o perplessità chiedete pure, ogni consiglio è ben accetto!
A presto!

P.s. scusate se nel testo ci sono errori di distrazione, revisionerò il tutto alla conclusione del contest a cui partecipa la storia. 
 

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Capitolo 5
*** Epilogo. ***


Epilogo.


 
Eva




“Come cazzo ti è venuto in mente di decidere da sola?”
“Tu non rispondevi”.
“Il figlio di Billy è quasi morto a causa tua, lo sai?”
“Non pensavo che...”
“Tu non devi pensare. Hai visto cosa succede quando pensi tu, Eva? Lo hai visto? Tu non devi pensare, devi fare quello che dico io!”



“Non avevo mai visto Cole così” dici, poi prendi un sorso del Jack Daniel’s che ti sei appena versata. “Ho avuto paura mi picchiasse” ammetti per la prima volta anche a te stessa.
“Non lo ha fatto, vero?”
Scuoti la testa. “Non dovresti fare queste domande”.
“Perchè?”
“Anche se ti avessi detto di sì che avresti fatto? Saresti andato da Cole Hamilton con i tuoi 50kg a spaccargli la faccia?”
“Non lo so...”
“Te lo dico io: niente. Non avresti fatto assolutamente niente, solo la figura del vigliacco”.
Rimane in silenzio e tu in questo momento non hai più voglia di provare a leggere i suoi pensieri.
“Mi dici che sei venuto a fare?”
“Ho bisogno di te”.
“Hai idea di quante volte io ti abbia già aiutato da quando ti conosco?”
“Ma non te l’ho mai chiesto io, hai sempre fatto tutto da sola”.
“Hai ragione anche tu” ammetti. “Dimmi, dai”.
“Cole ha ragione… quei due mi hanno quasi ammazzato, ma non l’hanno fatto”.
“Buon per te!”
“Sai perché non l’hanno fatto?”
“Perché Cole è arrivato in tempo e ha fatto saltare il cervello ad entrambi, ormai è storia”.
“Non mi hanno ucciso perché credevano fossi uno Scorpions”.
“Ma che cazzo dici? Se avessero saputo che eri uno di noi ti avrebbero ucciso nell’immediato, non avere il tatuaggio forse ti ha salvato. Ringrazia la fidanzatina”. Lo prendi in giro, ma forse quella ragazza che ha deciso di perdonarlo è davvero l’unica cosa che lo salverà.
“Perché credi che abbiano preso solo me?”
“Perché sei un novellino e ti sei fatto beccare”.
“Perché sapevano che voi sareste stati lì quella sera, ma non sapevano chi fossi io”. Il discorso è quasi sensato, ma non riesci a capirne il motivo.
“Senti, cosa stai insinuando? Dove vuoi andare a parare con questo discorso?” gli chiedi e ti accorgi di essere agitata senza un perché.
“Non lo so nemmeno io. So solo che tra gli Scorpions e chiunque controlli l’altra parte della città sta succedendo qualcosa” si interrompe, ma capisci che non ha ancora detto tutto, che non ha ancora detto la cosa importante, “e credimi Eva, non so darti delle motivazioni convincenti, ma sono sicuro che in questo qualcosa mio padre ci ha lasciato la vita”.
“Tu vuoi vendicarti...”
Non risponde, non c’è n'è bisogno.
“È quello che hai sempre voluto fare, è per questo che sei venuto da noi...”
“Tu hai sempre detto che Billy è stato un padre per te...” quasi ti rinfaccia.
“Lo so cosa ho detto, quindi?”
Lui ti sfiora la mano. Non lo fa per sbaglio, per la prima volta da quando lo conosci Jaden cerca la tua pelle.
“Sei più simile a lui di quanto io non sarò mai”.
“Jad...”



 
Jaden




Non vuoi convincerla, non ne hai bisogno. Le dici solo quello che pensi, quello che hai pensato dal primo momento in cui l’hai vista. Se tuo padre avesse potuto scegliere con chi di voi due condividere il sangue avrebbe scelto lei. Lei che di lui ha la forza, la sfrontatezza e l’esuberanza.
Lei che deve avere pochi anni in più di te, ma è estremamente a sua agio in quel posto, è estremamente a suo agio con quella giacca di pelle nera e uno scorpione tatuato sul collo.
“Aiutami a vendicarlo. Possiamo farlo solo insieme, io e te”.
Lei sorride scoprendo il piercing, e mentre contempli l’inquietante fascino dello scorpione senti il suo veleno scorrere nelle tue vene.











 
Nda:
Forse invece di parlarvi dovrei andare a nascondermi nel mio solito angolino sperando che nessuno venga a cercarmi per picchiarmi...
Allora, molti di voi si chiedevano cosa avrebbe scelto di fareJaden alla fine, e so che speravate che potesse trovare la sua tranquillità in un modo normale insieme a Claire come sembrava nello scorso capitolo, ma... il punto è che Jaden non è un ragazzo normale, non lo è mai stato anche prima di questi avvenimenti. Jaden è sempre stato un ragazzo irrequieto con qualcusa dentro che lo rendeva diverso dagli altri, Jaden ha dentro di lui il sangue dello Scorpione e questa è una cosa che non può ignorare. Questa storia voleva essere una piccola metafora sulla natura umana, Claire e Eva non sono semplicemente due donne che gravitano intorno a Jaden, loro rappresentano la sua natura, una natura doppia che il ragazzo ancora non sa gestire. Così si trova ad assecondare a tratti la luce e a tratti l'oscurità che convivono in lui. Ancora non è pronto a rinunciare a nessuna delle sue due parti. Certo, l'epilogo da l'idea che, almeno in questo momento della sua vita, sia più sbilanciato verso la parte incarnata da Eva, dagli Scorpioni, quella parte che per la prima volta lo fa sentire vicino a suo padre. Ma jad è solo un ragazzo, potrebbe ancora cambiare qualcosa in lui (o forse no?)
In ogni caso, il finale aperto e immagino che vi abbia lasciato molti interrogativi, primo su tutti: Chi ha ucciso il Billy Jordan? E ancora, cosa sta succedendo in città? Come si muoverà Jaden? Claire lo scoprirà di nuovo? E Eva...?

Beh, non vi prometto niente, ma devo ammettere che una seconda parte di questo racconto prima o poi potrebbe essere scritto.
Intanto mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questo così com'è... vi è piaciuta la conclusione? Vi ha delusi? lo avete trovato incompleto? Oppure vi è piaciuto anche per il suo non dare risposte?
Insomma, fatemi sapere cosa ne pensate...
Concludo ringraziando tantissimo ognuno di voi, per le recensioni, i consigli, per chi mi ha messo tra i seguiti e addirittura i preferiti. Grazie, siete importanti.

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