com'è piccolo il mondo

di Aiden94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Febbraio ***
Capitolo 2: *** Marzo ***
Capitolo 3: *** Aprile ***
Capitolo 4: *** Maggio ***
Capitolo 5: *** notti di mezza estate ***
Capitolo 6: *** Fili intrecciati ***
Capitolo 7: *** Un invito a cena ***
Capitolo 8: *** Un ballo ed uno sgambetto ***
Capitolo 9: *** Mi piacciono le tue labbra ***
Capitolo 10: *** Il principe misterioso ***
Capitolo 11: *** Curcuma e realtà ***
Capitolo 12: *** ???epilogo??? ***



Capitolo 1
*** Febbraio ***


~~Febbraio


Pioggerellina leggera, cielo lattiginoso, aria frizzante, ed una ragazza dai capelli corvini con cuffie nelle orecchie che sfreccia per le vie della città in sella alla sua bici rossa un pò datata; segno di tutte le avventure passate insieme nel corso degli anni.

Come tutte le mattina, oramai da un anno e mezzo, Rin si avviava verso il lavoro con il consueto sorrisino rilassato sulle labbra e la musica a palla nelle orecchie.
Arrivò davanti alla caffetteria, parcheggiò la bici ed entrò salutando con brio come era solita fare da quando lavorava li.

La “Caffetteria del Libro”, cosi si chiamava, era di proprietà di una signora piuttosto anziana di nome Kaede. Purtroppo visto l'età avanzata oramai era più una presenza d'abitudine che di vera utilità ma le sue dipendenti la adoravano, sia per il suo modo di fare sempre cosi schietto e diretto sia per la sua mentalità sempre aperta a nuove esperienze.

“Buuoongiornooo ragazzeee” -“Buongiorno signor. Akaza come sta sua moglie”-”molto meglio Rin, grazie”-”bene mi fa piacere”-”Buongiorno Kaede come stai oggi? Dormito bene?”-”tutto bene Rin, anche se la mia povera schiena fa un po i capricci oggi..”-”Ha bevuto un po di te?”...
 e le chiacchiere ed i convenevoli soliti duravano sempre una decina di minuti buoni e Rin ne approfittava per ricordare a Kaede cose come le pastiglie mentre Kaede non perdeva mai occasione per trattarla come una bambina chiedendole se aveva mangiato e che era troppo magra.
 
Rin andò a cambiarsi, si mise la divisa, il grembiule e la giacca da cuoca. Legò i capelli in una coda alta e cominciò a preparare qualcosa per il servizio dei pranzi.
Proprio mentre finiva di tagliare le verdure entrò la sua collega nonché amica per la pelle, Sango.

“Ben arrivata Rin morivo di fame, che cucini di buono oggi?”-
“Ciao Sango, oggi pasta all'isolana e vellutata di zucchine con formaggio fresco e per secondo rombo al cacao e coscette al forno con cipolle rosse caramellate. Cosa ne pensi'”
“mmm..penso che sto gia sbavando e che mi devi lasciare un piattino di assaggio da parte.”
-”solo uno?” chiese Rin già sapendo che avrebbe portato a casa una confezione a portar via a fine turno per lei e suo marito.
-”Assolutamente si e qualunque cosa succeda non devi farmene mangiare di più dopo l'ultima gravidanza mi sento ancora una balena e Miroku non aiuta di certo quel maniaco...” rispose piccata ma l'amica sapeva bene che tutte quelle attenzioni da parte di suo marito non le dispiacevano affatto.
“Approposito come stanno i miei sorrisoni?”
“Bene, le gemelline hanno preso il raffreddore e sono a casa dai nonni ma con l'asilo tutto bene, il piccolo invece fortunatamente dorme tutta la notte e mangia come un dannato.”
“meno male ahaah immagina se avesse fatto come le gemelle..”
Per i primi mesi le gemelline avevano scambiato il giorno e la notte, inutile dire che i poveri Miroku e Sango erano ridotti uno straccio cosi per un po mi ero trasferita nel loro salotto per dargli una mano. Un vero INCUBO, fortunatamente risolto.

 

 

Intanto, per qualcun'altro, dall'altra parte della città....
Quella mattina era cominciata come una noia mortale.
Riunioni, appuntamenti, telefonate per prendere altri appuntamenti.
E come se non bastasse doveva andare a pranzo con quel piccolo omuncolo di Myoga.

Suo padre insisteva per farlo parlare con il suo mentore, vecchio come la pietra, della gestione e delle relazioni con i clienti. Non ne capiva proprio il motivo.
Nemmeno suo padre lo ascoltava e finiva sempre con il fare di testa sua.
A sentir lui un buon capo doveva capire i clienti, cosa vuole la gente e secondo lui Sesshomaru mancava di Empatia.
Non importava che fin dal primo giorno avesse lavorato come un dannato, studiato la concorrenza, interagito con i compratori, studiato nuove forme eco-sostenibili di materiali e attrezzature per ridurre consumi ed emissioni, così da venir presi come esempio da altre aziende spingendole a fare lo stesso, essendo sempre due passi avanti con i tempi. NO.
Secondo suo padre il fatto che non interagisse ed intrattenesse rapporti con i dirigenti delle varie aziende era controproducente.
Avrebbe di gran lunga preferito passare giorni o settimane se non mesi, a studiare nuovi  metodi eco-sostenibili o fare analisi di mercato per ridurre le emissioni ed i consumi che l'uomo aveva creato in tutti quei secoli di ignoranza ed incuria piuttosto che coccolarli con stupide feste e cene di  beneficenza per un male che si erano creati. Come se malattia,carestia, povertà o altro potessero essere superate con qualche misero fondo annuo. Erano poche le persone che prendevano seriamente a cuore certi progetti e che meritassero il suo rispetto o la sua considerazione.

“Dai un pesce ad un uomo e lo sfamerai per un giorno, insegnagli a pescare e lo sfamerai per tutta la vita.”

In fin dei conti trovare soluzioni a temi come la siccità, la carestia facevano parte del suo lavoro di studi e ricerche; a chi importava se non interagiva con ricconi viziati, buoni a nulla, a stupide cene. In fin dei conti tra riunioni e presentazioni riusciva sempre ad averla vinta lui su tematiche che reputava ben più importanti.

Suo fratello, anzi fratellastro, Inuyasha si occupava di finanza.
In pratica trovava azionisti e compratori, imprese ed aziende a cui presentare le loro idee e prototipi e poi Sesshomaru faceva il resto.
L'impresa di famiglia era ramificata su più fronti.
Non solo nell'ambiente o nei titoli azionari, ma anche in commercio, esportazioni...

Ogni membro della famiglia, da generazioni, portava il suo contributo al buon nome della famiglia ampliandone così la fama e il dominio in diversi settori.
Bastava sapere il loro nome o una delle loro imprese o aziende e subito gli azionisti diventavano creta nelle sue mani.
Non c'era alcun bisogno di socializzare.
Gli affari sono affari.

E fu con questi pensieri che Sesshomaru si avviò verso l'ufficio del signor Myoga.

 

 “Etciù etciù etciù... o mamma spero che le bambine non mi abbiano passato il raffreddore...”
“stai bene Sango?”-”si si non ti preoccupare non ho dormito molto stanotte e credo di essere solo un po stanca non ti preoccupare..etciù etciù...”
In quel momento arrivò Kaede “Sango perchè non vai a casa a riposare un po'.? tanto per oggi penso che abbiamo finito con i pranzi e Rin sa cavarsela da sola nel caso arrivi qualche ritardatario”
“non serve davvero mi basterà una bella doccia e una tachipirina stasera e sarò come nuova”
Rin:” dai Sango ormai il grosso l'abbiamo fatto, staccare un po' prima non è un problema almeno ti riposi un po' prima che arrivino i bambini a casa..”
“uff.. va bene daccordo, se insistete..”

La giornata stava andando bene, sperava solo che Sango non si ammalasse. Le mamme non possono avere questo privilegio purtroppo penso Rin sorridendo.

Kaede stava sistemando i tavolini e il bancone mentre Rin sistemava le ultime cose sparse per la cucina ed aspettava che i biscotti venissero pronti. Quell'orario solitamente era tranquillo.

Sentì Kaede salutare qualcuno, sperava solo che non fossero venuti a mangiare, aveva già pulito tutto.
 “Rin ci sono due persone a pranzo cosa ti è avanzato?”
“uff la mia solita fortuna” disse ridendo.
“comunque zuppa e pasta finiti ho due porzioni di rombo e una di carne”
detto questo si affacciò alla cucina e vide che era il signor Myoga con un'altro uomo seduti all'ultimo tavolino in fondo con i divanetti.
L'uomo sembrava carino anche se troppo serio per i suoi gusti anche se con quei capelli bianchi era proprio strano. Forse un ricco ed eccentrico uomo d'affari pensò.


-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Sesshomaru sperava di evitare il pranzo arrivando da Myoga verso le due invece lo vide uscire dall'ufficio pronto per andare a pranzare.
“ohh signorino Sesshomaru giusto in tempo temevo non si sarebbe più fatto vivo”, Sesshomaru lo squadrò solo per quel appellativo. Ormai non era più un bambino.
“La riunione mi ha preso più tempo del previsto” rispose atono.
“Certo immaginavo, comunque vogliamo andare?”
“è un po' tardi non so quanti ristoranti troveremo aperti” Sesshomaru sperava  che con la chiusura nell'orario pomeridiano dei ristoranti il loro pranzo non si sarebbe protratto troppo, ma la fortuna non era dalla sua purtroppo.
“o non si preoccupi per questo signorino cioè signor Sesshomaru conosco un posto perfetto.”
Salirono sulla macchiana di Sesshomaru e si avviarono verso la super, seguendo le indicazioni del vecchio Myoga.

Quando Myoga lo fece parcheggiare in una zona vicina a delle nuove palazzine non lontano dal centro rimase scettico, sopratutto vedendo che il vecchietto si stava incamminando verso una piccola caffetteria.

“dubito che qui facciano qualcosa di diverso da panini vecchio, è meglio provare altrove”
“suvvia signorin...signor Sesshomaru non le hanno mai detto che non si giudica un libro dalla copertina”.
Così dicendo entrò e Sesshomaru, se pur con riluttanza, entrò a sua volta.

L'interno era luminoso, con colori pastello che variavano dal cioccolato al verde prato al bianco sporco; nel complesso era tenuto bene, pulito ed ordinato e oltre all'aroma del caffè si sentiva un leggero sentore di biscotti al cioccolato.
“Buongiorno Myoga”
“buogiorno Kaede come stai?”
“la mia povera schiena non mi da tregua l'età non è più quella di una volta e tu?”
“non mi lamento grazie, siamo ancora in tempo per pranzare?”
“ma certo, sai che Rin fa chiusura, quindi finchè c'è lei potete stare tranquilli” sorrise la vecchia.
“molto bene, molto bene, avevo proprio voglia di qualcosa di saporito e caldo oggi”
“immagino, con questo freddo poi.... accomodatevi pure, io nel frattempo vedo cosa è rimasto nel menu”
Cosi dicendo si avvio verso la cucina.

Si accomodarono su di un tavolino ampio sul fondo, con dei divanetti color grafite, nel complesso faceva pensare ad uno spazio aperto. Rilassante.
La caffetteria aveva un che di rustico ma con la praticità e la funzionalità del moderno. Sulle pareti c'erano libri di ogni genere, quadri raffiguranti spazi aperti e postazioni con tablet e rete wifi.

“Dimmi vecchio, che posto è??”domandò a quel punto Sesshomaru.
Myoga non sembrava sorpreso dal modo freddo e distaccato con cui il giovane gli si era rivolto, ormai ci era abituato, quel giovanotto anche se pieno di risorse non sembrava interessarsi alle persone che lo circondavano, poteva quasi definirlo un eremita se non fosse che viveva in una città.
“ho scoperto questa piccola caffetteria un giorno per caso, da allora vengo piuttosto spesso.
La proprietaria è appassionata di letteratura e tiene molto alla cultura. Ai suoi tempi era professoressa poi dopo la morte della sorella gestì la caffetteria al posto suo. Non fa molto, ma le ragazze sono davvero carine e la cuoca ci sa fare ai fornelli”.
In quel momento tornò la proprietaria, ordinarono e cominciarono a parlare di affari.

Finalmente........ quella giornata era giunta al termine.
Era riuscita a uscire ad un orario decente dalla caffetteria, la chiusura era prevista per le sei ma ora che sistemava tutto andava a finire che usciva sempre ad orari assurdi.

“ahhhhh... casa dolce casa....” lasciò cadere lo zainetto, aprì una finestra per far cambiare aria, rifece il letto ma non fece in tempo a sedersi sul divano che scatto in piedi come una molla su di un trampolino al sentire il campanello suonare.

-Ciao Rin disturbo?
-Ciao Kosuke, no no figurati entra pure. Già tornato dal tuo ultimo viaggio o sei in partenza?
Kosuke era il suo vicino, o per meglio dire abitava nell'appartamento proprio sotto di lei al terzo piano mentre Rin abitava all'ultimo piano-mansardato. Questo voleva dire molta luce e vista discreta. Kosuke essendo fotografo alle prime armi, quando l'aveva conosciuto capitava spesso che facesse irruzione in casa sua alle ore più strambe per testare nuovi obbiettivi o filtri dal suo terazzino.
-appena tornato, voglio farti vedere degli scatti pazzeschi, questa volta non sono andato lontano
-vuoi bere qualcosa?
-birra?
-dovrei averne ancora un paio dall'ultima volta
-bene, cosa mi racconti? Sei riuscita a sopravvivere senza la mia invadenza?-chiese ridendo, Rin rise di rimando e gli passò una birra mentre lei bevve un succo al melograno e lichi, tra i suoi preferiti -bleah, ancora ti ostini a bere quella roba schifosa- dai non è cosi male, a me piace e poi fa bene- guarda che sei un pò troppo giovane per preoccuparti di acciacchi alla tua età- Rin gli fece la linguaccia- guarda che prevenire è meglio che curare e poi sono buoni, comunque qui tutto bene solita routine anche se inizio a sentire i primi “acciacchi”- ah si?- si, perché il lavoro è particolarmente tranquillo in questo periodo, ma dopotutto è comprensibile dopo le grandi spese delle feste, eppure mi sento fiacchissima non ho voglia di fare granchè mentre quando lavoravo al ristorante facevo 12/13 ore tutti i giorni tornavo a casa e mi sentivo ancora in grinta.- già fino a quando hai fuso e sei andata in esaurimento nervoso a soli 21 anni pensa un po'...-uff è vero era una vita frenetica ma mi piaceva... l'adrenalina, l'ansia del servizio, cucinare e provare cose nuove, la complicità coi colleghi, tutto... apparte l'esaurimento ti  dirò che un po' mi manca lavorare in una vera cucina con dei veri chef.- stai pensando di cambiare lavoro?- cosa? No no certo che no, non potrei mai, però a volte sono solo un po' nostalgica.- capisco-. Rin gli sorrise, era facile aprirsi con Kosuke, lo era sempre stato. Fin dal primo giorno che si era presentato davanti all'ascensore.

-ah ma allora lo prendi anche tu l'ascensore qualche volta- al sentire quella voce Rin si girò e vide quello che doveva essere uno dei condomini del palazzo. Lo aveva già incrociato un paio di volte, agli orari più strani rientrando dal lavoro.-certo perchè???- perche abiti qui da qualche settimana e usi sempre le scale anche se abiti al quarto piano- si, preferisco, un po perchè quando torno dal lavoro mi aiuta a scaricare la tensione e poi è l'unico sport che faccio- spiegò sorridendo- certo che sei un tipo strano, piacere kosuke- Rin- vuoi che ti aiuti con le buste della spesa?- non preoccuparti ci riesco davvero- ma va tranquilla, probabilmente questo è l'unico sport che faccio io- grazie-.

Da quel giorno avevano fatto amicizia e avevano stabilito un bel legame. Rin gli aveva detto fin da subito che non voleva storie o niente di serio perchè in quel momento non aveva la testa per avere qual si voglia tipo di relazione e Kosuke si era detto daccordo, ma dopo quasi due anni che abitava lì si era accorta che la guardava in modo strano, più intensamente e aveva cercato di prendere un po' le distanze; lui doveva averlo capito e forse era per questo che si vedevano meno di frequente, dopo il bacio che si erano scambiati, e che poi Rin aveva respinto, qualche mese prima Kosuke partiva sempre più spesso e andava a farle visita con meno frequenza. Ciononostante la loro amicizia sembrava restare intatta e Rin ne era sollevata. Non voleva perdere un buon amico infondo.
Finito di chiacchierare Kosuke tornò al suo appartamento mentre Rin si preparò la cena, fece la doccia e andò a dormire.
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Dall'altra parte della città un affascinante uomo con tratti albini stava controllando gli ultimi dossier per un' importante riunione che si sarebbe tenuta tra meno di due giorni nelle zone di Parigi.
Doveva proporre dei progetti per una possibile fusione con un'azienda di trasporti e aveva l'aereo tra poche ore. Doveva solo controllare gli ultimi dettagli.
-non capisco per quale motivo tu non ne voglia parlare- Sesshomaru alzò un sopracciglio e guardò l'affascinante donna uscire dal bagno del suo attico- non so a che ti riferisci- la donna a quel punto sbuffò- come no, a proposito di trasferirti e l'idea di andare a vivere insieme- una tua idea- si mia, perchè se aspettavo te potevo morire di vecchiai nell'attesa-
-se proprio ci tieni puoi sempre trasferirti qui-cosa? Qui?-
-si, perchè? Cos'ha che non va?-Sesshomaru non ne poteva più di quella storia.
Lui e Kagura si erano conosciuti anni prima, quando lei lavorava come segretaria per uno studio legale per un viscido verme. L'aveva aiutata, salvata per così dire, le aveva trovato un altro lavoro ( non con lui o non avrebbe più avuto un minuto di pace), non sopportava avere stupide donne appiccicose che gli facevano gli occhioni dolci o che arrossivano se solo le guardava, per questo aveva un segretario, Jaken, un po' petulante ma efficiente.
Da allora avevano intrapreso una specie di relazione, se così si poteva definire, e negli ultimi tempi aveva avuto la brillante idea di andare a vivere insieme.
-come sarebbe a dire?- sesshomaru continuava a non capire- è un attico, non ha niente che non va- a davvero?? peccato che il tuo attico si trovi due piani sopra il tuo ufficio e quello di tuo padre e che si trovi  in cima alla vostra azienda...non puoi di certo definirla “CASA”- Sesshomaru mise via i fogli, chiuse la valigia, controllò l'orologio e andò in camera sua a cambiarsi, Kagura lo seguì.- insomma Sesshomaru... vivi per il lavoro, non fai altro- non mi sembra che ti dispiaccia accompagnarmi nei miei viaggi però- solo per passare un po di tempo insieme, insomma, ultimamente poi con queste ultime acquisizioni non ci vediamo quasi più....
Sesshomaru uscì dalla cabina armadio e la guardò. Aveva uno sguardo triste e un po gli dispiacque, ma non poteva farci nulla.
-non intendo trasferirmi, questo posto mi piace ed è funzionale. In quanto al lavoro, dopo questo viaggio cercherò di tenermi un po più libero- Kagura fece un mezzo sorriso, era meglio di niente- per quanto riguarda la casa, se proprio ci tieni perchè non ti trasferisci qui per un po. Solo per prova cosi se proprio vedi che non è di tuo gradimento vaglieremo altre soluzioni- parlava come se stesse facendo una riunione per convincere le parti di un contratto ma Kagura ormai ci era abbituata e poi magari cosi sarebbe riuscita a fargli cambiare idea. -daccordo -si baciarono. Kagura lo tirò per la cravatta verso il letto ma Sesshomaru la fermò- non ho tempo, ho chiamato un taxi devo prendere il volo tra un paio d'ore- la baciò di nuovo e lei lo lasciò andare.

Finalmente nel taxi Sesshomaru potè tirare un sospiro di solievo. All'inizo Kagura gli piaceva, lo attraeva, il sesso poi era fantastico e per lui, abituato ad essere solo, avere qualcuno intorno era una piacevole novità. Ma con il passare del tempo ed il consolidarsi della loro relazione, lei era diventata sempre più appiccicosa e assillante. Sempre con qualche pretesa assurda o inspiegabile.
Alla fine doveva scendere a compromessi e svicolare come faceva nelle peggiori situazioni, accondiscendendo a capricci o altro.
Per un certo periodo si era molto affezionato a lei, credendo quasi di amarla. Quasi. Ma ora non ne era più tanto sicuro, aveva una gran confusione in testa e nessuno con cui potersi sfogare o chiedere chiarezza.
Per questo aveva sperato di allontanarsi, gradualmente, con il suo lavoro, ma come un pesce che cerca di scappa re quando ormai ha abboccato era stato riportato miseramente a galla.

Vi ringrazio per essere arrivati fino alla fine, i primi capitoli saranno di introduzione poi la storia si evolverà come si deve. Spero vi piaccia grazie infinite a tutti a presto 😄😊

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Capitolo 2
*** Marzo ***


~~Marzo


Aveva bisogno d'aria.
Ne sentiva il bisogno come se stesse soffocando.
Si sentiva imprigionato, in gabbia, senza via d'uscita. Fermo ad un bivio, impantanato nel fango al centro di un incrocio e non sapeva come uscirne.

Come diavolo era arrivato a questo punto.

Qualche settimana prima era tornato da Parigi, sicuro che l'affare si sarebbe concluso entro poco tempo; i soci dell'azienda sembravano interessati e positivamente colpiti dalla proposta invece alla fine si erano detti incerti. Insicuri. Perchè dicevano che la loro azienda era basata ancora su vecchi valori e che non erano interessati a collaborare con aziende o multinazionali interessate solo a grandi numeri e a farsi bella pubblicità con tematiche falsamente umanitarie.

Era rimasto allibito.
Suo padre e il signor Coudurrier erano amici da anni ormai, era stato uno dei primi progetti di suo padre e intrattenevano ottimi rapporti anche fuori dall'ambiente lavorativo.
Non mancava volta che se uno dei due passasse, anche se per poco, nel paese dell'altro si incontravano per una cena.
Sesshomaru ricordava bene la prima volta che li aveva conosciuti. Era stata l'ultima estate che aveva passato con sua madre e suo padre prima che si separassero.
Secondo loro Sesshomaru sembrava troppo distaccato dai fondamenti che per loro sembravano cosi importanti.
Alla fine suo padre li avevano convinti a presentarsi in Giappone per potergli mostrare i suoi lavori durante la fiera delle nuove tecnologie ad aprile e dare dimostrazione di tutto il suo impegno nell'azienda di famiglia e dimostrare soprattutto che sarebbe stato un degno erede di suo padre.

Alla fine le preoccupazioni di suo padre riguardo al suo carattere cosi freddo e schivo, quasi solitario si erano rivelate vere. Maledizione.

Senza contare che al suo ritorno, come se non bastasse il non aver mandato in porto l'affare, aveva dovuto sorbirsi la paternale di suo padre riguardo al farsi una vita, una famiglia, prendersi una vacanza, andare a trovare il fratello in America (che meno lo vedeva meglio era) gli bastava sentirlo una o due volte al mese per qualche breve chiamata sempre d'affari.
Come se andare in vacanza in quel momento fosse la soluzione, al suo ritorno sarebbe stato punto e a capo.

Poi chiusosi finalmente quella terribile giornata, seppur breve, alle spalle entrò in casa trovandola stravolta.
Soprammobili, fiori, quadri e nella cabina armadio buona parte dei suoi vestiti era stata spostata su un lato mentre l'altro era pieno di scarpe tutte uguali vestiti, accessori, borse tutte ordinatamente stipate dove prima c'erano i suoi completi.
Kagura doveva averlo preso alla lettera.
In quel momento qualcosa nella sua, già compromessa, sanità mentale lo mandò in crisi; la sua vita nel giro di qualche mese stava sfuggendo al suo controllo.
Con questo stato mentale si cambiò mettendosi la tuta da moto e la giacca prese il casco e uscì, sperando che l'aria fresca e la velocità lo aiutassero a capire cosa fosse successo nella sua vita.

Girovagò senza metà per un pò trovandosi inspiegabilmente in una via dall'altra parte della città dove sapeva trovarsi un piccolo e tranquillo caffè. Probabilmente a quell'ora stava chiudendo però un tentativo non gli avrebbe fatto male.

Da quella sera aveva preso l'abitudine di andarci abbastanza spesso, non sapeva il motivo ma lo rilassava stare lì, era un buon posto per riflettere e rilassarsi.
Sopratutto la ragazza che lavorava lì, per quanto chiacchierona e fin troppo vivace, non lo infastidiva costringendolo a parlare.
Faceva tutto lei nella sua infinita iperattività, salutava, faceva domande, si rispondeva poi gli portava il suo ordine e lo lasciava tranquillo, senza mai aspettarsi una risposta o un sorriso.
Era quasi buffa a pensarci, sembrava vivere in un universo tutto suo.

Ricordava ancora la prima sera che l'aveva vista, era di pessimo umore

(nota: é scritto dal punto di  vista di entrambi, non sapevo bene come scriverlo perchè era partito in modo un po differente)

Quella giornata era tranquilla, niente di insolito, aveva chiuso da circa mezz'ora ma doveva finire di sistemare alcuni rendiconti e fatture che avrebbe dovuto portare dal commercialista, come ogni inizio mese. Si era cambiata con la solita felpa lunga rosso scuro e i jeans.
Era andata in  cucina a prendersi dei biscotti da mangiare con il te e appena uscita dalla cucina con il piattino quasi le venne un colpo.

Un uomo affascinante, vicino alla trentina vestito da motociclista  era in piedi fermo davanti alla porta. Aveva un'aria a dir poco torva, ma come suo solito Rin non si fece impressionare e saluto con  il suo solito sorriso
 - Buongiorno- state chiudendo?- si ma devo ancora finire dei lavori, ne avrò per un'altra mezz'oretta, prego si accomodi.-
Sesshomaru si avviò ma venne fermato subito – no no scusi, si accomodi pure a quel tavolino dove ci sono i fogli- Sesshomaru la guardò scettico- vede ho già passatto lo straccio in tutto il bar e non vorrei scivolasse- rispose un po' in imbarazzo, fortunatamente l'uomo non disse nulla, appoggiò il casco sulla sedia e si accomodò- cosa le posso portare?-
Sesshomaru ci penso un po' su, non era entrato lì con una vera e propria esigenza- Se vuole stavo testando una nuova miscela di infuso, se vuole provare- Sesshomaru la guardò e fece un segno d'assenso con la testa- bene- e a quel punto Rin gli fece un sorriso e si voltò a preparare due tazze da te.-benebenebene- cominciò a bisbigliare da sola mentre preparava l'occorrente.
Lo faceva spesso, l'aiutava a concentrarsi e rilassarsi.

Prese una gabbietta fine da té ci mise vari aromi tra cui un po' di polvere di caffè e scaglie di cioccolato fondente, molto amaro, ed una bacca di vaniglia. Mise tutto su un vassoio con due tazze, i biscotti e si avviò al tavolo.

Accommodatasi cominciò a controllare conti e fatture del mese precedente, sorseggiando il suo te.
Notò di sfuggita che l'uomo non aveva ancora bevuto il suo, anzi lo annusava un po incerto.
Che non gli piacesse?- se non le piace le porto qualcos'altro-disse fingendo disinteresse senza distogliere lo sguardo dai fogli-l'odore è strano- ci ho messo chicchi di caffè scaglie di cioccolato amaro e una stecca di vaniglia con una base per tisane che prepara la proprietaria, se vuole glielo cambio-l'hai fatto tu?- si, facciamo quasi tutto noi qui, anche i pranzi, cucino tutto io-specificò; per tutta risposta Sesshomaru assaggiò il té, Rin lo fissò un po in ansia forse non avrebbe dovuto fargli provare una nuova miscela, non conoscendo i suoi gusti- Mi ha dato l'impressione di aver bisogno di qualcosa di amaro, vuole dello zucchero?-l'uomo non rispose- nemmeno io zucchero il tè
-disse facendo un mezzo sorriso- non male ma manca qualcosa- Rin lo assaggiò a sua volta- Si ha ragione, credo che qualche pezzetto di mela darebbe quel tocco dolce e aspro che gli manca...cosa ne pensa?- al suo ennesimo cenno del capo Rin sorrise vittoriosa .
Il silenzio si protrasse, bevvero i loro té e finirono i biscotti.

Sesshomaru non poteva non trovarsi sorpreso da quella strana ragazzina.
Lavorava sola in un bar con il buio in una zona poco trafficata e se ne stava li tranquilla a parlare con uno sconosciuto, doveva essere un po sconsiderata con una notevole mancanza di senso del pericolo per starsene cosi tranquilla.

Vide che aveva quasi finito di compilare i documenti e, non sapendo spiegarsi il motivo, parlò- sono già stato qui un paio di volte ma non ti ho mai vista-Rin alzò lo sguardo sorpresa ed anche un po' compiaciuta del fatto che le avesse rivolto la parola- dipende a che ora passa, io di solito lavoro dalle dieci alle sei, faccio chiusura-
passo per l'ora di pranzo- ah capisco è perchè sono in cucina- aiuti la cuoco- Cosa? No no in cucina ci sono solo io, Sango serve ai tavoli e Kaede aiuta dove c'è bisogno- spiegò sorridendo
- sei tu che cucini?- si perchè?- a Rin venne un attacco che non le piacesse quello che aveva cucinato? Eppure non aveva ricevuto lamentele- no è che non mi aspettavo una cuoca cosi giovane.- si aspettava un cuoco vecchio e grassoccio??-scherzò - i sapori erano ben bilanciati tutto molto buono, mi aspettavo qualcuno di più “navigato” diciamo, non di certo una ragazza cosi giovane... sei portata, dove hai imparato?- Rin era sorpresa sia dalla moltitudine di parole che da quel leggero complimento- mi fa davvero piacere che le siano piaciuti i miei piatti, in effetti ho lavorato per anni con uno chef davvero fantastico che mi ha insegnato di tutto. - Rin gli fece un sorriso luminoso e pieno di calore all'idea che nonostante fosse passato molto tempo, qualcosa degli insegnamenti dello chef le fosse rimasto e fosse percepibile nei suoi piatti.

Si alzò prese i faldoni, il vassoio e sistemò tutto. Prese la giacca e lo zainetto, Sesshomaru si avvicinò alla cassa- quanto le devo?- oh no niente si figuri, siamo fuori orario e poi ho già fatto chiusura cassa quindi non potrei farle comunque lo scontrino- lui la guardò incerto- non si preoccupi e poi il tè era un test di qualità ci mancherebbe che glielo facessi pagare.- stupito per l'ennesima volta da quella stramba ragazza ringraziò e si avviò verso l'uscita.

Spense le luci, inserì l'allarme, chiuse la porta e si voltò. Si sorprese nel trovarlo ancora li fuori.
Che volesse assicurarsi che non le succedesse niente??
 -Le auguro una buona serata- grazie, anche a te.- Rin slegò la bici prese le cuffie e si preparò per andare a casa, lui inarcò un sopraciglio,Rin se ne accorse - vengo sempre in bici, anche con pioggia, sole, grandine o neve, sono rare le volte in cui vengo senza e poi abito a dieci minuti di distanza sarebbe uno spreco tremendo venire in macchina-
per l'ennesima volta quella sera Sesshomaru rimanse sorpreso da quella buffa ragazzina cosi inspiegabilmente allegra e chiacchierona - quella è la sua moto?- si- bellissima- si
- ora vado le auguro una buona serata arrivederci- Sesshomaru si limitò ad un cenno del capo e la guardò andare via, sola nella notte.

Più calmo e rilassato tornò verso casa.

Quella sera nel letto Sesshomaru ripensò a quella ragazzina.
Non le aveva nemmeno chiesto il nome.

Kagura si rigirò nel sonno, e si allontanò da lui addormentandosi sul fianco.
Appena tornato aveva trovato tutto apparecchiato per una cenetta per due e Kagura in intimo pronta per fargli una sorpresa.
Era stata un piacevole diversivo da tutti quei pensieri e come sempre l'amplesso lo aveva soddisfatto.
Kagura non dava mai mezze misure gli si concedeva sempre completamente.
La guardò dormire accanto a sè, forse dopotutto la convivenza non sarebbe stata cosi male e anche suo padre gli avrebbe dato un po di tregua.

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Con quei ricordi uscì dalla rotonda, girò per una via secondaria e notò che alcune luci all'interno erano ancora accese. Parcheggiò la moto ed entrò. 

-buongiorno Sesshomaru ben tornato, giornata breve oggi?- discreta- le porto il solito o cambia stasera?-solito- arrivo subito, vuole un dolce, biscotti, paste frolle- no...grazie- va bene arrivo subito.-
Sesshomaru si sedette al suo solito tavolino in fondo tirò fuori il portatile e un paio di fogli con i progetti e l'organizzazione della fiera che si sarebbe tenuta i primi di aprile.

Rin arrivò con l'ordine, glielo posò sul tavolo e tornò a svolgere i suoi lavori.

Passarono un paio d'ore e Sesshomaru ordinò un'altro tè -le consiglierei una tisana- come suo solito la guardò con una faccia per dire “ e perchè mai” e rin già intuendo la domanda aggiunse- un eccesso di tè riduce l'assorbimento di ferro nelle ossa e rende nervosi, anche per questo ai bambini si da tè deteinato- deciti tu – ok- e tutta sorridente tornò poco dopo con il suo ordine.

Si prese il tempo di assaggiarlo e ripensò di nuovo a quella strana ragazzina.
L'aveva osservata in quegli ultimi tempi e per quanto pensasse di averla inquadrata finiva sempre con il fare qualcosa di inaspettato.

Ad esempio sembrava una piccola batteria, non stava mai ferma, che ci fosse gente o nessuno trovava sempre qualcosa da fare.
Si arrampicava sul banco per pulire i ripiani più alti, faceva l'inventario, riempiva gli espositori, sfornava biscotti che tra l'altro trovava buoni, anche se non le avrebbe mai dato la soddisfazione di farglielo sapere.
Poi con ogni cliente che fosse giovane, vecchio, uomo, donna ear sempre professionale e disponibile; dispensava consigli come aveva fatto prima con lui riguardo al tè, ed intratteneva ogni genere di discorso, malattie, cucina, economia, auto e motori, sport...
Ascoltava sempre tutti pazientemente e interveniva se sapeva qualcosa sull'argomento e proseguiva cosi tutti i giorni a tutte le ore con chiunque.

Sesshomaru lo trovava sfiancante anche solamente al pensiero.
Però doveva ammettere che a lei riusciva benissimo, l'unico tipo di clientela che sembrava mal sopportare erano i suoi coetanei.
Se erano in compagnia di una ragazza Rin si poneva sopratutto a lei guardandola maggiormente e dando solo brevi occhiate a lui, probabilmente per non far infastidire l'ipotetica ragazza.
Quando i ragazzi erano da soli invece era sempre un po più distaccata e meno eloquente, sopratutto perchè cercavano un modo per attacare bottone con stupidi complimenti ovvi e scontati, chiedendole il numero (che non dava mai e defilava sempre con qualche battutina o una risatina finta) o chiedendole di uscire.
Si vedeva bene che la cosa la metteva a disagio e anche se non voleva ammetterlo gli piaceva anche questo lato di lei.
Non che fosse geloso di tutte quelle attenzioni che si scambiavano, assolutamente.

Ad un certo punto qualcosa nella conversazione attirò la sua attenzione.
-il primo weekend di aprile ci sarà la fiera delle nuove tecnologie a kyoto e pensavo di andarci- stava dicendo Rin- si ne ho sentito parlare- sembra davvero molto interessante e sarebbe un modo diverso di passare il weekend- se ti va potremmo andarci insieme- disse il ragazzo di rimando, Sesshomaru si innervosì inspiegabilmente- no no ma figurati era per dire e poi devo ancora vedere un paio di impegni che ho già preso con un'amica quindi..- a capisco... però se cambi idea fammelo sapere che al massimo ci andiamo insieme, mi farebbe piacere- certo tranquillo, comunque sarebbe una cosa decisa all'ultimo quindi, non so, si vedrà- ancora una volta era riuscita a svicolare da tutte quelle attenzione, sesshomaru se ne compiaque.

Finì il suo tè e si avviò alla cassa (mi esprimerò in euro perche non ne so niente di yen) – 7,50 € - grazie e buona serata signor Sesshomaru- chiuse la cassa e fece per girarsi- dovresti andarci- Rin si girò stupita, non si aspettava che le rivolgesse la parola- sto parlando della fiera, merita di essera vista- a quel punto gli fece uno dei suoi soliti sorrisi luminosi come il sole- se lo dici tu ti prenderò in parola- fece un cenno con il capo e uscì.

Che diavolo gli era saltato in mente.
Perchè glielo aveva detto.

Non era stato solo l'averglielo detto ad infastidirlo, era anche il fatto di aver sperato, anche se solo per un attimo, di vederla alla fiera così da poterle parlare e magari di scambiare due parole con lei fuori dall'ambiente lavorativo.
Si era scoperto curioso di vederla fuori dai panni di cameriera sempre allegra e disponibile.
Accidenti... ma cosa aveva che non andava.

Parcheggiò l'auto ed entrò nell'ascensore. Un vago senso di inquietudine lo invase.
Lei non aveva detto che sarebbe andata, il suo tono era diverso da quello usato con il ragazzo e di certo lui non l'aveva invitata ad andare insieme, non le aveva nemmeno detto che ci sarebbe stato anche lui, visto che era uno degli espositori dei padiglioni.
E se non fosse venuta, e se fosse andata accompagnata da qualcun'altro.
A quel punto gli venne un dubbio.
Che avesse un fidanzato, non ne aveva mai fatto menzione, ma dopotutto perchè respingere tutte quelle avance se non fosse stata impegnata.
Magari era solo professionale.
E perchè ora si stava torturando per l'ennesima volta su quella ragazzina?????
Accidenti.
Il suono dell'arrivo dell'ascensore lo destò da tutti i suoi pensieri.

Entrò nell'appartamento e trovò Kagura seduta in salotto con il suo capo e un ragazzino che, vista l'età, doveva essere lo stagista di cui gli aveva parlato.
-ah Sesshomaru sei tornato presto, loro sono il signor Tsuno e lui è Kosuke, il fotografo che si occuperà delle foto per la fiera nei padiglioni delle fibre ottiche e delle fotocamere.
-buonasera signor No Taisho -Buonasera e ci scusi se siamo piombati qui in casa sua ma era piuttosto urgente, vede ci siamo accorti di avere delle falle nell'organizazzione dell'evento e fortunatamente siamo riusciti a trovare qualcuno che ci colmasse i posti vuoti.
Sesshomaru fece un segno d'assenso.
Il signor Tsuno si occupava di organizzare importanti eventi come la fiera delle nuove tecnologie e kagura era la sua assistente.

Quello che infastidiva Sesshomaru, non era la loro presenza superflua nel suo appartamento, ma che lei si fosse presa la libertà di invitare gente a casa senza nemmeno degnarsi di avertirlo minimamente, come se quella non fosse casa sua.
 A quel punto, già innnervosito a causa dei pensieri su Rin si trovò nuovamente preso alla sprovvista e giratosi si avviò verso la sua stanza bisognoso di una doccia.

:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-

Nel frattempo in un altro appartamento...

Rin entrò, accese le luci e depositò le buste della spesa sul tavolo della cucina.
Si voltò e sospirò soddisfatta, aveva davvero fatto un ottimo lavoro con quel appartamento.

Ricordava ancora i mesi spesi nella ricerca di qualcosa che rientrasse nei suoi standard, poi le settimane spese per richiedere un prestito che, grazie anche alle conoscenze di suo padre, era riuscita ad ottenere con un buon tasso di interessi, poi i tre mesi di ristrutturazione che le erano costati notti insonni, calcoli al centimetro per sfruttare ogni spazio al meglio e due capelli bianchi per lo stress, senza contare tutti i negozi d'arredamento girati con sua madre per scegliere mobili che rispecchiassero i suoi gusti e sopratutto il suo portafoglio. Perchè se c'era una cosa che non sopportava era pesare sulla sua famiglia o dipendere da altri.

Con tutte quelle spese aveva dovuto faticare parecchio con il lavoro e per un po aveva fatto qualche lavoretto extra per arrotondare. Ma alla fine era riuscita a stabilizzarsi ed ora viveva la sua vita da donna in carriera indipendete.
Era al settimo cielo e la sensazione di assoluta completezza che provava pensando alle sue fatiche e ai suoi successi le dava una soddisfazione immensa.

Quando sua sorella Kagome era venuta a trovarla, dopo quasi un anno di assenza per studiare e diplomarsi in medicina in America, era impazzita a vederer i risultati dei suoi lavori; avevano passato notti insonni a ridere, mangiare schifezze e raccontarsi tutto.
Sapeva che aveva trovato un ragazzo che studiava economia, giapponese anche lui e visto dalle foto anche parecchio figo.

Non fece a tempo di finire quei pensieri che squillo il telefono.
Era Kagome,in videochiamata.

-ciao come sta la mia sorellina preferita- bene come sempre sorellona e tu? Che mi racconti di bello- o niente, solito studi ed esami che mi stanno uccidendo, convivenza tutto bene, anche se a volte vorrei strozzarlo e in ansia per gli esami di luglio- per gli esami passi ma cosa ti ha fatto ancora quel povero cane bastonato? Poverino continui cosi e torna in Giappone a nuoto pur di non sentirti- si si fai meno la spiritosa tu... immagino che tu non abbia ancora trovato il moroso se mi prendi in giro cosi- no assolutamente, sto bene cosi con amici, famiglia, lavoro e i miei interessi- si si certo a chi vuoi darla a bere- sono seria Kagome- ceeeerto come vuoi tu, comunque poverino niente dovresti vedere come lascia il bagno ogni volta, vestiti sparsi sul pavimento zuppi d'acqua perchè dice che “dopo la doccia il pavimento è troppo freddo” o che non apre mai le finestre e lascia dentro una nebbia degna di un film horror.... insomma non mi sembra di chiedere tanto.
- mmm no hai ragione ma dovrà avere anche lui i suoi piccoli difetti no???- chiamali piccoli- ahah dai- si lo so lo so sono stressante ma comunque... tornando a te, sicura di non dovermi dire niente?- no sicura, ultimamente il lavoro è aumentato al bar e sono contenta visto come stava andando le cose all'inizio, mamma e papà stanno bene, e io non mi lamento- meno male sono contenta, comunque finiti gli esami tornerò a casa verso i primi di settembre e penso che starò un po a casa, anche Inuyasha vuole stare un po di tempo con la sua famiglia- capisco è comprensibile, dopotutto è tanto che mancate- già comunque scappo Inuyasha si sta svegliando ciao sorellina- ciao sorellona bacioni e salutami il mio futuro cognatino- dai scema che ti sente- ahha ciao- ciao.

Chiuse la telefonata e smise di gironzolare per casa, a furia di parlare era finita nella stanza ospiti-studio-stiraggio...

Entrò in camera, accese la luce e... si bloccò.
Non ricordava di essersi seduta sul letto dopo averlo accuratamente rifatto quella mattina, eppure ora si vedeva una leggera infossatura come se qualcuno si fosse seduto sul copriletto.
Si voltò e cercò in giro per la casa altri oggetti fuoriposto, annusò l'aria in cerca di un odore o di un profumo estranei, girò come un ossessa per tutta la casa, frugò negli armadi, controllò sotto i letti dietro le tende che non ci fosse nessuno e quando vide che era sola chiuse la porta a chiave e si accascio ansante sul pavimento.

Non può essere, forse mi sarò sbagliata, magari mi sono appoggiata per sbaglio e non me lo ricordo, magari è passata la mamma e non mi ha detto niente.,,, ma più ci pensava più l'ansia cresceva.
Qualcuno si era introdotto in casa sua, per forza, erano mesi ormai, da prima delle feste, che non le capitava di trovare qualcosa fuori posto.

Ricordava bene la prima volta che aveva avuto il sospetto che qualcuno fosse entrato in casa sua senza il suo permesso perchè solo lei sapeva che l'anta del suo armadio scorrevole era difettosa e che bisognava spingere e alzare per farlo chiudere con un clack.
Quella sera era tornata a casa, stanca morta e aveva sentito un leggero odore, come di sudore o di sporco ma all'inizio non ci aveva fatto caso, pensando fosse lei era andata a farsi una doccia e uscita solo con indosso l'asciugamano era andata in camera a prendere un pigiama, solitamente per aprirlo doveva tirarlo un po' avanti, in su per farlo scattare e poi indietro, ma quella volta l'armadio era stato appena appoggiato, da allora aveva fatto più attenzione e aveva notato piccoli dettagli. Credendo di stare impazzendo ne aveva parlato con Kosuke che l'aveva tranquillizata, le aveva proposto di chiamare un fabbro e far cambiare la serratura e di lasciare le chiavi solo ai suoi genitori anziché sotto il vaso, Kosuke era stato così disponibile che non sapeva come ringraziarlo per tutto l'aiuto ed il supporto che le aveva dato (da lì il problema del bacio), le aveva anche lasciato il suo numero in caso di bisogno e ogni tanto passava a trovarla per controllare che fosse tutto apposto.

Dal cambio della serratura non c'erano più stati episodi di quel genere e Rin si era tranquillizzata.
Ma ora per quella leggera impronta sul letto si sentiva sprofondare di nuovo. Non doveva farsi prendere dal panico, doveva stare calma e pensare a mente lucida, la prima volta era andata fuori di testa ma questa volta non sarebbe successo, non avrebbe allarmato Kosuke o la sua famiglia inutilmente. L'ultima volta si era sentita profanata, violata, estranea in casa sua, aveva persino cominciato a cercare un passaggio segreto dentro casa anche se, avendo controllato centimetro per centimetro ogni angolo durante la ristrutturazione, sapeva non ce ne fossero.

Pensa pensa pensa Rin pensa.... ci sono!!! un'allarme, sarebbe stato perfetto. Doveva solo informarsi e scegliere quello che faceva al caso suo e aspettare.
Da domani mi metterò all'opera per informarmi su quale dispositivo sarebbe più indicato.

Con questi pensieri e una calma glaciale disfò il letto, mise tutto in lavatrice e mise delle lenzuola pulite, areò tutta la casa e cominciò a passare il disinfettante su tutte le superfici a partire da camera sua. Poi soddisfatta del risultato andò a dormire pensando ai vari tipi di allarme e per quanto potesse sembrare stupido mise la sua fedele padella da frittate sotto al letto in caso di necessità.

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Intanto oltre oceano alle sette del mattino....

-mmmmm... chi era al telefono?- Rin, era un po che non la sentivo e volevo sapere come stava- capisco- Inuyasha sbadigliò come un vecchio leone addormentato stiracchiandosi -visto che ti sei svegliata così presto cosa ne dici di svegliare bene anche me- disse con ancora gli occhi chiusi ma un sorriso sornione sulla faccia, Kagome con uno scatto agile fece per balzare fuori dal letto ma lui l'afferrò per i fianchi- ahhh dai lasciami – no neanche per sogno ti sei svegliata presto stranamente e io ho tutte le intenzioni di approfittarne- mmm che maniaco che sei- con te non sai quanto.-
Non era un complimento ma detto cosi senza pensare le aveva fatto scaldare il cuore, non era un tipo baci e coccole per questo uscite di quel tipo le facevano sempre un certo effetto.

Cominciarono a baciarsi pigramente e con calma poi, come se finalmente si stesse risvegliando la girò sotto di lui e prese a baciarla con passione passando le mani su tutto il suo corpo mentre lei si aggrappò alle sue spalle facendo passare una mano tra i folti capelli neri.
Lui continuava a tenere gli occhi chiusi mentre, continuando ad accarezzarla, scendeva sempre più in basso  fino ad infilarle una mano negli slip -perchè ti sei rivestita?- ero al telefono e pensavo di andare a prepararti la colazione- mmm potevi farlo anche senza vestiti- Kagome non potè fare a meno di ridere- non mi semebrava che ieri questo mio lato ti dispiacesse- mentre lo disse aumento la pressione sul clitoride e lei per tutta risposta ansimò- adoro i tuoi respiri, mi fanno impazzire sai- sei terribilmente loquace stamattina- merito tuo e delle tue mani ieri sera – risero entrambi a quel ricordo mentre continuavano a strusciarsi e provocarsi con bacetti e morsi sul collo.

Ad un certo punto non resistettero più, Inuyasha le abbassò le mutandine la assaggiò voracemente per assicurarsi che fosse pronta, quando lei si inarcò sul letto si alzò a coprirle la bocca ed entrò con una sola spinta.
Kagome emise un gemito e lui si fermò lasciando che si abbituasse e lei come di consuetudine gli allacciò le gambe dietro la schiena e lui lo prese come un via libera.

Ormai stavano insieme da quasi due anni e la familiarità non aveva bisogno di parole.
Cominciò a muoversi, da prima piano poi sempre più velocemente costringendo Kagome ad aggrapparsi alla sua schiena per non rischiare di scivolare.

Spinta dopo spinta raggiunse in fretta l'orgasmo, la strinse a se e si accasciò di lato portandosela con se. Ripresero piano il fiato e Kagome si sporse oltre il bordo del letto a prendere un fazzoletto- non ti azzardare ad andare in bagno a pulirti ora, facciamo dopo la doccia insieme- Kagome rise sommessamente e tornò ad accoccolarsi accanto a lui che finalmente aprì gli occhi per mostrargli due meravigliosi occhi castano dorati che le facevano pensare al caramello più dolce.
- Ti Amo – si misero a ridere per averlo detto insieme, nonostante i continui battibecchi e la distanza dovuta a due lavori cosi impegnativi, la complicità era palpabile tra di loro e Kagome non poteva fare a meno di essere felice e cercare di imprimersi tutte quei momenti a fuoco nella mente cosi da poter superare ogni momento difficile. -mmm- cosa c'è- non sei venuta- non ti preoccupare con tutte le volte che mi hai fatto venire ieri direi che per questa volta ti posso perdonare- lui sorrise e la abbracciò- non so cosa farei senza di te-Kagome sorrise e si strinse più forte a lui. Felice.
Non poteva fare altro che augurare lo stesso alla sua sorellina che avrebbe rivisto presto.

 

 

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Capitolo 3
*** Aprile ***


~~
Aprile

Finalmente un po' di sole caldo, dopo tante giornate gelide Rin era felice di potersi finalmente godere un po di tepore e  raggi solari.
Da qualche giorno poi avevano rimesso qualche tavolino all'esterno della caffetteria segno che la bella stagione stava arrivando.
Ma questa non era l'unica cosa a rallegrarla; quella domenica avrebbe preso il treno e sarebbe andata a Kyoto per la fiera delle nuove tecnologie, dopo che Sesshomaru le aveva consigliato di andarci si era informata su treno, biglietti e padiglioni.
Aveva già comprato il biglietto online, letto le varie presentazioni e stilato una lista dei padiglioni che voleva vedere visto che aveva una giornata scarsa per vederli.
La fiera durava in totale 4 giorni, da venerdì a lunedì e lei aveva a disposizione circa un giorno per vedere quante più cose possibile.

Kosuke poi l'aveva informata che anche lui sarebbe andato per lavorare al padiglione delle fibre ottiche e della fotografia.
Così aveva stampato la cartina e disegnato un percorso e i tempi medi di permanenza in ciascun padiglione.
Avrebbe cominciato da quello  dei motori e i nuovi mezzi di trasporto, più impegnativo secondo lei e quindi bisognoso di una mente fresca; poi sarebbe andata nel padiglione delle fibre ottiche dove c'era Kosuke e si sarebbe fermata a mangiare un boccone poi da li sarebbe andata nel padiglione della robotica ed infine, quello che le interessava maggiormente, quello dedicato all'ambiente e alle nuove forme di tecnologie di ecosviluppo nel campo delle industrie e dell'edilizia.

Erano anni che voleva andare a vedere quella fiera ma rimandava sempre, finalmente si era decisa grazie anche a Sesshomaru.
Sorrise tra sé a quel pensiero, erano quasi due mesi che frequentava la caffetteria e anche se all'inizio non sapeva bene come interagire con lui, con il tempo aveva imparato a capire i suoi silenzi e i suoi sguardi e non poteva fare a meno di sentirsi soddisfatta dei risultati.
Il fatto che poi le avesse rivolto la parola di sua iniziativa era già di per se una conquista.
Si sentiva soddisfatta quando riusciva a far sentire a proprio agio i suoi clienti.

Ora restava solo un problema da risolvere.... quello dell'allarme.

Si era informata su siti e forum vari e alla fine aveva optato per un modello wirless che consisteva nel collegare due calamite sopra la porta così che quando la porta venisse aperta le calamite si separassero e scattasse l'allarme “silenzioso” inviandole una chiamata registrata sul cellulare se non veniva inserito il codice entro un minuto e che chiamasse in automatico la polizia se non fosse stato disinserito entro 4 minuti.

Per spegnerlo bastava inserire un codice di sicurezza come qualsiasi apparecchio.

Aveva già pensato a tutto. Avrebbe messo la tastierina dietro la porta dove c'erano appesi giacche e cappotti cosi nessuno se ne sarebbe accorto e avrebbe messo le due calamite all'interno della porta una sullo stipide e una sulla superficie cosi bastava una minima apertura e il timer sarebbe partito all'istante.
Unico problema??? essendo inviato dall'estero sarebbe arrivato tra 18 interminabili giorni e la notizia non la entusiasmava per niente.

Era già più di una settimana che dormiva chiusa a chiave nella sua camera come una prigioniera.
Non avendo mai pensato che potessero servirle le chiavi di camera sua e dello stanzino-studio le aveva messe in un cassetto e aveva impiegato un intero pomeriggio a trovarle, questo perchè aveva sempre la testa tra le nuvole ed una memoria imbarazzante.

Poteva chiedere  a Kagome di farglielo spedire personalmente ma l'idea di far allarmare la sorella anche solo in minima parte non la entusiasmava per niente.
Così per ora avrebbe tenuto la guardia alta e nel caso, avrebbe potuto chiedere aiuto a Kosuke se fosse successo qualcosa di grave.

:-:-:-:-:-:-:-:-

-Dico solo che saresti potuto essere un po' più educato con il mio capo, questa volta se ti capita di incontrarlo cerca di essere un po' più.... “socievole” diciamo.....-
Sesshomaru non ne poteva più, ma cosa avevano tutti di punto in bianco con il suo modo di fare?? era sempre stato cosi, perchè ora se ne venivano tutti fuori con questa storia??

Erano giorni che Kagura lo assillava su qualunque cosa, non gli dava un attimo di tregua, anche ora che erano seduti in macchina diretti verso Kyoto lo stava assillando. I suoi poveri timpani ne sarebbero usciti storditi.
Anche adesso che non la stava ascoltando continuava a parlare a ruota libera, iniziava davvero a non sopportare le donne senza freni alla lingua.

A quel pensiero un'immagine si affacciò nella sua mente -una bella ragazza dai capelli neri e un sorriso luminoso, anche lei chiacchierava tanto; però a differenza di Kagura lei non usava quel tono da saccente, non imponeva i suoi discorsi come se tutto ruotasse intorno a lei e non cercava ogni mezzo per cavargli due parole di bocca.

Kagura, nonostante stessero insieme da anni era riuscita ad intuire solo rare volte i suoi pensieri o i suoi bisogni, mentre Rin per quanto potesse sembrarle solo una ragazzina ingenua era riuscita a capire subito il suo stato d'animo, ricordava ancora la prima sera, gli aveva detto che sembrava aver bisogno di qualcosa di amaro... la sua empatia e la sua sensibilità lo avevano colpito in un modo che neanche lui sapeva spiegarsi, da allora ogni volta che andava sapeva sempre farlo sentire a suo agio e tranquillizzarlo e cercare di anticipare i suoi pensieri si era rivelato impossibile, sorrise tra sé a quel pensiero, non era mai invadente per quanto si ostinasse a parlare non lo assillava come stava facendo Kagura in quel momento
– Sesshomaru, Sesshomaru mi stai ascoltando? - Sesshomaru si voltò a guardarla – sei cosi distratto in questi ultimi tempi tesoro mio- assorto in quei pensieri non si era neanche accorto che aveva smesso di parlare. Non sapeva per quale motivo ma una parte di lui sperava di poter rivedere presto quella ragazzina, magari proprio alla fiera che si sarebbe tenuta quel weekend.

Ad un certo punto si riscosse – ho mal di testa Kagura, ti spiace smetterla di assillarmi almeno per il tragitto?- Kagura sospirò sconsolata- lo so Sesshomaru ultimamente le cose non stanno andando bene ma vedrai che dopo la fiera andrà tutto per il meglio “come sempre”, tornerà tutto come prima e scusami se ti sto assillando con questi problemi anch'io sono preoccupata- Sesshomaru a sentire quelle parole si rilassò un po', per quanto Kagura potesse essere insistente capiva quando aveva raggiunto il limite e lo lasciava in pace
-cerca di riposare, con l'auto ci vogliono un paio d'ore in più per arrivare- per tutta risposta Kagura abbassò di poco il sedile e chiuse gli occhi, non gli rispose sapeva che non sarebbe servito e che avrebbe solo rischiato di farlo arrabbiare e chiudere ancora di più.

Tutto quello che Kagura voleva era una storia d'amore, una relazione stabile e qualcuno su cui poter contare e progettare una vita insieme. Sesshomaru poteva darle protezione, stabilità e una certa dose di affetto..... ma non amore.
“Amore” quello romantico e sdolcinato con la A maiuscola.
Lei lo aveva amato un tempo ma era un amore più simile a venereazione e riconoscenza per averla aiutata in un momento di difficoltà e la passione bè... quella c'era sempre stata, ma non l'amore e con il tempo Kagura si era rassegnata e si era fatta andare bene quella situazione ma negli ultimi quattro mesi, dalle feste di Natale, aveva avvertito uno strano senso di vuoto e malinconia che non era riuscita a colmare nemmeno con la vicinanza di Sesshomaru.
Lui era sempre gentile con lei, le portava dei fiori anche se a lui non piacevano perchè lo trovava inutile ma lei li apprezzava e così lui cercava di accontentarla.
Amava quel suo lato “quasi” dolce che si sforzava di tirar fuori per lei ma ultimamente non le bastava più e quindi si sfogava lamentandosi e cercando di fargli capire ma senza successo, anzi sembrava quasi più distaccato del solito e questo non faceva che ferirla.
Con questi pensieri cadde in un leggero dormiveglia.

Intanto di fianco a lei Sesshomaru si sentiva in colpa.
Stava con Kagura da un bel po' di tempo e di certo non voleva ferirla o mancarle di rispetto, men che meno comportarsi come suo padre si era comportato con sua madre, lasciandola per stare con un altra donna, sebbene sua madre non lo avesse dato a vedere il fatto di essere stata lasciata dal marito l'aveva offesa parecchio.

La famiglia di suo padre portava tratti di albinismo nel suo albero genealogico e nonostante fosse considerato un “difetto genetico” grazie al potere acquisito dalla famiglia NoTaisho molti lasciavano cadere questo dettaglio in secondo piano pur di conquistarsi i loro favori.

Sesshomaru ricordava bene le voci di corridoio quando era piccolo, la gente che mormorava alle loro spalle: una nobildonna, una delle ultime appartenenti alle più illustri famiglie del Giappone, così legate alle tradizioni aveva rotto ogni tabù sposando un ricco uomo d'affari la cui famiglia portava chiari segni di albinismo (come se fosse una malattia o un peccato).

La speranza che il loro primo genito nascesse sano era stata infranta appena era stato dato alla luce. Anche per questo suo padre gli diede quel nome, un nome forte e pericoloso così da incutere timore e rispetto, ma sua madre era di tutt'altro avviso e per quanto amasse il figlio e glielo dimostrasse qualche rara volta in privato, di fronte al pubblico e in casa era sempre stata fredda ed impassibile insegnando a lui a fare lo stesso, insegnandoli a proteggersi dalla cattiveria del mondo.

L'abbandono di suo padre era stata solo una macchia in più sul buon nome della famiglia Musaraki no Tsuki, la casata della luna viola.

Oltre ad avergli dato un figlio difettoso l'aveva anche umiliata lasciandola per un'altra donna.
Sesshomaru era ancora piccolo ma aveva odiato il padre, non tanto per averlo abbandonato ma per aver fatto soffrire sua madre e non essere stato in grado di proteggerla come meritava, come lei  aveva da sempre fatto con lui.

Da quel momento Sesshomaru si era impegnato diventando così uno dei più giovani dirigenti delle società di famiglia. Era  una vera soddisfazione incontrare membri della famiglia di sua madre a qualche convegno e vedere la deferenza e il timore che provavano nei suoi confronti.

Quando poi suo padre gli aveva detto che si sarebbe sposato la notizia l'aveva ferito ma non l'aveva dato a vedere, non voleva concedergli di vedere oltre quella maschera seria ed impassibile che si era autoimposto. Quando poi a dieci anni aveva conusciuto il suo nuovo “fratellastro” voleva odiarlo come voleva odiare la donna che glielo aveva portato via ma non c'era riuscito.

­-_-_-_-_-

Suo padre l'aveva portato nella sua nuova casa per un weekend in accordo con sua madre e gli avvocati del divorzio.
Lo aveva accompagnato nella stanza del suo fratellino e lui come sempre non aveva dato segni di emozione. La nuova moglie di suo padre teneva in braccio un cosino piccolo piccolo che piangeva, appena i loro sguardi si incrociarono il piccolino smise di piangere e Sesshomaru rimase sorpreso da quel cosino così piccolo che era il suo nuovo fratellastro.

Una cosa l'aveva però colpito.
Lui non era albino, non era nato “difettoso”.
Forse era per questo che suo padre se ne era andato ed aveva voluto un altro figlio, perchè non voleva vivere con un bimbo difettoso. Non ci aveva mai pensato ma il pensiero che la sofferrenza di sua madre fosse anche colpa sua gli fece corrugare un po' la fronte.

Izayoi se ne accorse -Inu, caro mi andresti a prendere il biberon con il latte in polvere per il piccolo e mi raccomando stai attento a non scaldarlo troppo- suo padre non disse niente e si allontanò.
-avvicinati... stà tranquillo non morde, vedi non ha ancora i denti- Sesshomaru lo guardò perplesso- e come fa a mangiare se non ha i denti- chiese in maniera molto imbronciata- fino a che non gli cresceranno i dentini berrà latte e pappette- lui fece una faccia un po' disgustata e Izayoi rise- si infatti immagino, ma vedi i bambini piccoli fino a circa un anno e mezzo non sentono i sapori quindi anche se per noi non sono buoni loro non se ne accorgono – distese la fronte e tornò a guardarlo.
Izayoi prese a cullarlo e il piccolo piano piano si calmò- vuoi prenderlo in braccio?- Sesshomaru fece segno di no con la testa- tranquillo non ti fa niente- fece accomodare Sesshomaru sulla sedia accanto a lei- ecco tieni un braccio qui e l'altro sotto cosi, ce la fai?- altro segno d'assenso- bene se è troppo pesante dimmelo- lo tenne in braccio per qualche minuto, sentendolo così leggero e fragile tra le sue braccia, poi lei dovette accorgersi che iniziavano a fargli male le braccia perchè lo riprese e lo mise nel lettino.

Lui invece si sentiva frastornato da tutto quello che era successo, voleva odiarli ma non ci riusciva
– sai Sesshomaru sei davvero un bel bambino e spero che Inuyasha diventi bello come te quando sarà grande e visto che ora sei un fratello maggiore potrai insegnarli tutto quello che vuoi-
lei fece un sorriso dolce e lui si volto a guardare quel bambino dai folti capelli neri e la carnagione cosi colorita rispetto alla sua tanto pallida -io sono albino- a quelle parole Izayoi rimase colpita – e con questo? Solo perchè avete pigmentazioni, colori, diversi non vuol dire che ci sia qualcosa di male- la famiglia della mamma dicono che sono segni difettosi- disse con semplicità, senza emozioni o rammarico, una semplice constatazione.

Ad Izayoi si strinse il cuore nel sentire quelle parole, voleva abbracciarlo ma sapeva che non amava le effusioni – non è vero Sesshomaru, forse molti secoli fa ma ora non è più così, ascoltami- e cosi dicendo lo riportò a sedersi accanto a lei sulla sedia guardandolo dritto negli occhi sperando di fargli capire tutta la sua serietà - molto tempo fa le persone sapevano poco del mondo e consideravano malvagio o sbagliato tutto ciò che è diverso ma ora con le nuove tecnologie, internet, i giornali la gente è più informata e ti posso assicurare che nessuno qui ti reputerebbe mai difettoso, sei un bambino molto speciale e non è il colore dei capelli o degli occhi a fare di te una persona “sbagliata”- ci fu silenzio e Izayoi sperò di aver fatto capire a quel bambino ciò che aveva tentato di spiegargli -la famiglia di mia madre non la pensa così- e tu lasciali pensare quello che vogliono e dimostragli che si sbagliano, sei figlio di tuo padre e sono certa che quando sarai grande la famiglia di tua madre rimpiangerà di aver pensato quelle cose cattive- Sesshomaru dovette trovarsi daccordo con quelle parole perchè annuì vigorosamente -diventerò forte come papà – Izayoi lo guardò e sorrise piena d'affetto – sono certa che un giorno lo sarai anche di più – non volendo allungare troppo le confidenze Izayoi disse- scendo a cercare tuo padre, ti va di controllare Inuyashafinchè non torno?- per tutta risposta lui si sposto vicino al lettino e si mise a fissare il suo nuovo fratellino.

Rimasto solo pensò che in fondo, non avrebbe fatto un torto a sua madre se avesse passato un po di tempo con lui. Solo un pochino.
Per suo padre non era un bambino difettoso e avrebbe trovato il modo di dimostrarlo anche alla famiglia di sua madre.

Si riscosse da quei pensieri rendendosi conto di essere vicino a Kyoto, per il momento si sarebbe occupato del suo lavoro poi avrebbe pensato a come sistemare il suo rapporto con Kagura e per quanto riguardava quella ragazzina, avrebbe dimenticato ogni strano pensiero superfluo e l'avrebbe ignorata così come ignorava la maggior parte delle persone al di fuori della sua famiglia.


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Arrivò la tanto attesa domenica.

Rin non stava più nella pelle, quella mattina si era alzata presto e aveva preso il treno per Kyoto. Meno di quattro ore e si trovava davanti all'ingresso della fiera, era agitatissima e nonsmetteva di muoversi dall'emozione continuando a saltellare, guardandosi in giro, controllando la cartina.

C'era un sacco di gente, sembrava un fiume in piena e il baccano nell'ingresso principale era quasi assordante.
Finalmente le porte si aprirono e la gente cominciò ad entrare, per quanto Rin fosse emozionata lasciò entrare un po' di gente e poi si avviò con calma verso il padiglione delle auto e motori.

La mattinata passò in fretta, Rin si sentiva euforica ed emozionata, quasi stordita da tutte quelle nuove informazioni e la sua euforia da bambina era visibile. Passava da uno stend all'altro e faceva foto a raffica, prendendo brochure su argomenti che reputava interessanti cacciando tutto nello zaino.
Prima di pranzo si fermò nel padiglione dove lavorava Kosuke e si fermò a salutarlo.

Passarono un po' di tempo insieme e ne approfittò per farsi spiegare qualcosa sulle fibre ottiche ed il loro utilizzo. Era passata da un pezzo l'ora di pranzo così decise di fermarsi a mangiare qualcosa prima di andare nel padiglione della robotica e già che c'era ne approfittò per fare un salto al bagno per darsi una controllata.

Quel giorno aveva voluto vestirsi comoda con jeans, scarpe da ginnastica, maglia a farfalla grigio scuro che le lasciava una spalla scoperta e una giacchetta di jeans nera aperta, capelli sciolti e zainetto piuttosto grande rosso. Si guardò allo specchio e sorrise, era davvero una bella giornata. Uscì dal bagno e si avviò verso il padiglione della robotica.

Rin resto sbalordita dalla sorpresa, quel padiglione era assurdo.... c'era ogni genere di invenzione meccanica, a momenti le si staccava la mascella.
C'erano invenzioni che non capiva come le mani che applaudivano o quelle che giocavano a pin-pong ma poi pensò che doveva essere una dimostrazione dei sensori e delle capacità cognitive dei robot.
Altre invenzioni erano adorabili come i cuccioli o i droni oppure come le sonde da ricerca per aiutare durante i disastri ambientali e più si avvicinava al padiglione legato all'ambiente più differenze di droni e sonde c'erano.
La fiera era strutturata in modo che in qualunque direzione andassi i temi dei padiglioni finivano con il collegarsi, come in quel caso.

Era finalmente arrivata al padiglione delle invenzioni ecosostenibili quando dei bambini le arrivarono addosso e uno finì con il pestarle un piede -ahia!- mi scusi mi scusi- dovevano essere i genitori- non si preoccupi capita- disse ma già i genitori inseguivano i figli verso le dimostrazioni dei cani robotici- bambini qui!!! venite qui! E fate piano che non voglio perdervi...
Rin sorrise a quella scena e si abbasso ad allacciarsi la scarpa proprio in quel momento senti qualcuno gridare – Attenta attenta!!!- non fece in tempo a girarsi che senti un dolore propagarsi alla testa, la vista si offuscò e senza rendersene contò senti il freddo del pavimento sul viso.
Non svenne ma si senti molle e confusa e avvertì che qualcuno impartiva ordini.
Le girava tutto e non capiva cosa le fosse successo.

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Sesshomaru stava girando per il padiglione che esponeva i progetti della sua azienda.
Aveva appena finito di pranzare con Kagura e l'aveva lasciata tornare al suo lavoro mentre lui tornava alla sua postazione per controllare che fosse tutto in ordine.

Per questa fiera erano andati lui, Jaken, Mimiko, Aichii e Taku tre suo collaboratori che avevano il compito di informare le persone sui loro lavori.
Stava passeggiando verso lo stand quando la sua attenzione fu attirata da una voce – non si preoccupi capita- e lì l'aveva vista, in un primo momento aveva faticato a riconoscerla senza la divisa, il grembiule e i capelli legati ma era lei. Lei era qui, a pochi metri da lui. Rin.
Si era inginocchiata per allacciarsi una scarpa quando qualcuno aveva urlato, non aveva fatto in tempo a girarsi che era stata colpita in pieno da uno di quei cani da riporto robotici.

Sesshomaru si precipitò subito da lei preoccupato.
- spostatevi- le si era ammassata intorno una piccola folla e di questo passo l'avrebbero soffocata -spostatevi- ripetè per l'ennesima volta, finalmente la vide.
Aveva la fronte corrugata e gli occhi chiusi ma non sembrava riportare danni seri. Le sollevò delicatamente la testa e la fece appoggiare alla sua spalla, le passo una mano sotto le ginocchiae la sollevò quanto più delicatamente possibile – Jaken – si signore- chiama i paramedici e falli venire qui- si certo subito – detto ciò chiamò al cellulare il numero interno.
Sesshomaru l'adagiò su una delle panchine di cemento assicurandosi che non cadesse, Jaken intanto aveva recuperato il suo zainetto e fissava il suo capo che guardava con un certo cipiglio la ragazzina  – ditemi signor Sesshomaru voi conoscete questa ragazzina- Sesshomaru non rispose e Jaken non osò indagare oltre.
La stava fissando e lo sapeva bene, si era seduto sul bordo della panchina e studiava il suo viso corrucciato. Era preoccupato. Aveva preso una bella botta.

Ad un certo punto lei strizzò gli occhi tentando di aprirli ma i neon dovevano darle fastidio, lui le si parò davanti cosi da permetterle di aprirli e gli posò una mano sulla guancia, fu in quel momento che aprì gli occhi per guardarlo.

Rin:_:_:_:_:_:

Si era sentita sollevare e adagiare su qualcosa di duro, qualcuno era seduto accanto a lei. Cercò di aprire gli occhi ma la luce dei neon le dava fastidio allora la figura si parò  davanti alla luce e lei potè finalmente aprire gli occhi.
Rimase folgorata dalla vista dell'uomo che le si parava di fronte. Alcune ciocche candide erano scivolate dalle spalle di lui e le cadevano attorno, brillando come il taftà di seta a causa delle luci forti, sembrava preoccupato così parlò sperando di riuscire a calmarlo-

-Ciao signor Sesshomaru come stai?- lui la guardò stupito -io molto bene e tu? - lei gli fece un caldo  sorriso -anch'io.
 
Al sentire quell'affermazione si tranquillizò e lasciò che la sua mano indugiasse ancora un po'. Aveva una pelle davvero morbida.

Jaken guardava la scena con tanto d'occhi, non solo il suo capo aveva aiutato quella ragazzina ma sembrava addirittura che si conoscessero. Sesshomaru era ancora leggermente chinato su di lei con una mano sulla guancia – cosa è successo?- chiese e Jaken a quel punto si sentì di rispondere come faceva sempre al posto del suo capo – sei stata colpita da uno di quegli infernali cani-robot, qualche sconsiderato deve aver tirato il freesbe fuori dalla zona di prova, il robot lo ha inseguito e ti ha centrato in pieno, dei veri incosc...- stava continuando il suo monologo quando fu interrotto da un'occhiataccia di Sesshomaru. Rin strizzo gli occhi per la luce e provò ad alzarsi, Sesshomaru l'aiuto e in quel momento arrivarono i paramedici -ci hanno chiamato per un'emergenza- si un robot l'ha colpita alla testa- Sesshomaru si spostò e lasciò lavorare i paramedici, era silenzioso e dopo quelle brevi parole con Rin non aveva proferito parola, Jaken dal canto suo non si era mosso teneva ancora lo zaino della ragazza e spostava lo sguardo da lui a lei.

Sentendosi osservato Sesshomaru disse -Jaken- Si signor Sesshomaru? -torna allo stand e controlla che sia tutto in ordine se ci sono problemi avvisami- subito signor Sesshomaru – detto ciò lasciò lo zaino e scappò via di corsa.

Finito di accertarsi che stesse bene i paramedici si allontanarono -mi raccomando se dovesse sentirsi male o avvertire nausa e giramenti di testa vada alla postazione di prontosoccorso più vicina- certamente vi rigranziò -arrivederci-.
Rin si voltò e fu sorpresa di vedere ancora lì Sesshomaru con in mano il suo zainetto, si alzò e gli andò in contro tutta felice -ti ringrazio per avermi aiutata- Sesshomaru la fissava immobile -non sapevo che saresti venuto anche tu, certo che è una bella coincidenza incontrarsi in mezzo a tutta questa gente- stavo andando al mio stand quando ti ho vista – hai uno stand qui ma è fantastico- Rin sorrise raggiante- dove stavi andando?- avevo appena finito di guardare il padiglione della robotica, stavo andando a quello delle nuove tecnologie eco-sostenibili- bene ti accompagno – oh no non serve avrai da fare immagino- il mio stand è in quel padiglione- si limitò a dire e Rin tutta contenta mise in spalla lo zainetto e lo seguì.

Arrivati nel padiglione Rin rimase affascinata.
Era enorme, semplicemente stupendo- wow è meraviglioso- se vuoi ti posso accompagnare- sicuro? Non vorrei disturbarti sarai molto impegnato – non dire stupidaggini Rin – Rin rimase basita dalla sua risposta ma era troppo contenta di poter avere accanto un esperto che le illustrasse le varie esposizioni per quanto non potesse definirlo esattamente un cicero- Grazie mille – detto ciò si incamminarono.

Non sapeva perchè si era offerto volontario, fare da guida turistica ad una ragazzina che probabilmente ne sapeva poco o niente non era da lui. Liquidò la cosa semplicemente dicendosi che lo faceva per assicurarsi che non stesse male per la botta che aveva preso.

Passarono insieme diverse ore e né Rin né Sesshomaru sembrarono accorgersene. Era rimasto colpito dalla sua energia e dal suo entusiasmo, sembrava una bambina ad un parco giochi il modo in cui spalancava gli occhi, il sorriso che non accennava a sparire e l'euforia con cui parlava delle varie invenzioni, si era scoperto molto colpito dalla sua preparazioni su diversi argomenti
- questi sono pannelli solari, caspita come sono sottili, sai Sesshomaru ho sentito che stanno studiando un nuovo tipo di pannello solare “trasparente” è vero? - si è vero – lei sorrise tutta contenta – bene credevo me lo avessero detto per prendermi in giro, io invece trovo sia una cosa fantastica così ogni casa potrebbe avere finestre con pannelli solari, sarebbe fantastico- oppure ancora – wow quello è un modellino di eco villaggi giusto?- Sesshomaru restò sorpreso- si stiamo progettando insieme a vari comuni di far costruire case già a basso impatto ambientale -mi sembra giusto è più facile far cambiare idea alle persone se gli si presenta qualcosa di già fatto, molti vorrebbero cambiare ma non lo fanno per paura dei costi, dei lavori o per semplice “non voglia” perchè al solo pensiero gli sembra troppo impegnativo, mettergli davanti qualcosa di già utilizzabile semplificherebbe molto la possibilità di scelta- si scoprì daccordo con il suo ragonamento, che poi era lo stesso che aveva elaborato lui per il suo progetto, così finì con l'illustrarle le varie differenze dei prototipi presenti alla fiera.

Si avviarono verso lo stand di nuovi carburanti – quella cos'è? - quella è un nuovo tipo di benzina, estratta da alghe che crescono nei nostri oceani- ho letto un'articolo qualche anno fa sull'argomento e devo ammettere che era davvero interessante anche se purtroppo tra i test e le progettazioni, per non parlare dell'immissione sul mercato, prevedevano un lavoro molto lungo ancora- Rin- si?- come fai a sapere tutte queste cose?- mi piace leggere, poi lavorando in una caffetteria si parla un po' di tutto quindi....- capisco-

Sesshomaru la stava fissando da un po' ormai; forse era meglio se si dava una calmata sapeva che la sua eccessiva euforia poteva essere snervante dopo un po' -tutto bene?- chiese lui -si certo, perchè? - ti sei calmata di botto – ah no no è solo che non volevo stressarti so che a volte posso essere un po', come dire, sfibrante – rise – non lo sei, conosco persone molto più fastidiose senza che facciano niente- Rin sorrise di nuovo, contenta che le sue preoccupazioni di poco prima si fossero rivelate errate.

-ti va un tè? - Sesshomaru la guardò in tralice dal suo metro e novanta- e fece un segno d'assenso così si avviarono verso un chioschetto di tisane bio.
Presero un tè ai frutti rossi e mela e due fette di torta.

Questo tè è buonissimo- anche i vostri non sono male -Rin sorrise per quel complimento così velato, forse si vergognava a fare complimenti troppo espliciti -sono contenta grazie-. Finirono la merenda in silenzio, finchè un uomo dai capelli lilla pallido e occhi scuri non si avvicinò -bene bene ma guarda chi si rivede tra i comuni mortali Sesshomaru- il modo in cui trascino le “s” nel suo nome fece venire la pelle d'oca a Rin -Shishinki – disse lui a mò di saluto -e chi abbiamo qui, non mi dirai che hai lasciato la tua bella fidanzata per stare con una ragazzina, stessi gusti di tuo padre?- a quelle parole Rin notò una certa espressione di fastidio? Disappunto? Sul viso di Sesshomaru- cosa vuoi Shishinki?- o niente solo salutarti mi hai completamente evitato in questi giorni tant'è che pensavo non fossi venuto, ho saputo che il contratto con i Coudurrier e la Yoshiiji non è andato a buon fine..... finalmente qualcuno si è accorto di che razza di gentaglia siete. Dimmi, la tua bella accompagnatrice sa con che razza di farabutti si accompagna? - se sei venuto qui solo per parlare a vanvera puoi anche andartene Shishinki. -
la sconfitta brucia non è vero?- a quel punto si girò verso Rin che aveva un'espressione tranquilla mentre sorseggiava il suo tè e fissava quei due concentrata, come se fosse davanti ad una fiction  – dimmi carina, quante bugie ti ha raccontato Sesshomaru? Immagino ti avrà riempito la testa con un mucchio di frottole solo per fare bella impressione- Sesshomaru si irritò ulteriormente, nessuno poteva screditarlo o umiliarlo in quel modo men che meno di fronte a Rin – nessuna- rispose lei tranquilla e sicura, entrambi rimasero sorpresi a sentire quelle parole – ah si? Ne sei certa? - ovvio- portandosi la tazza alle labbra- cosa ti da tanta certezza ragazzina? - so riconoscere le bugie quando ne sento una- ah ma davvero e cosa ti da tanta sicurezza? - conosco le persone- lui parve irritarsi ma in quel momento arrivarono due uomini.

Sesshomaru si maledì in quel momento, la situazione non faceva altro che peggiorare accidenti, ci mancavano solo il signor Coudurrier e suo padre in un momento come quello.
Poteva sbrigarsela da solo e poi non voleva che conoscessero Rin.

-ma davvero?- Rin posò la tazza e lo guardò dritto negli occhi- conosco un centinaio di persone ogni giorno e ho avuto a che fare con persone di tutti i tipi con il mio lavoro, forse sarò un po' ingenua e non saprò riconoscere le persone cattive, però so riconoscere quelle buone e sono certa che il signor Sesshomaru non mi abbia mentito- stupida ragazzina sei venuta al mondo ieri e pensi di impressionarmi con qualche frasettina fatta? Sei proprio ingenua come dici- Rin aveva ripreso a sorseggiare il suo tè tranquillamente e a guardare Shishinki per nulla turbata dalle sue parole, per esperienza se qualcuno si scaldava a quel modo c'era qualcosa sotto e poi non voleva sembrare maleducata agli occhi di Sesshomaru.

A quel punto intervenne un uomo - Shishinki cosa ci fai qui?- lui si voltò – ah Inu... ma che piacere vederti, ancora qui a difendere tuo figlio?- Sesshomaru inarcò un sopraciglio visibilmente scocciato – come se ne avessi bisogno con uno smidollato come te- la tensione era palpabile, l'elettricità della situazione fece pizzicare il naso a Rin che aveva appena appoggiato la tazza vuota sul tavolino.

-siete solo dei ladri, il prototipo dei pannelli solari notturni era mio e voi me lo avete rubato- sciocchezze- disse l'uomo più alto, aveva una voce profonda e i capelli grigi raccolti in una coda alta e due occhi castano dorati molto profondi, per essere un uomo cosi in là con gli anni era davvero affascinante- certo ma comunque non siete bravi quanto me visto che i vostri prototipi sono più costosi dei miei e poi io sono riuscito a regalare i miei prototipi per una campagna di lancio pari al doppio della vostra quindi potete dire quello che volete ma resterete sempre un passo indietro – sorrise soddisfatto
– e come ci riesce?- si voltarono tutti stupiti verso Rin, quattro paia di occhi la fissarono sbalorditi, Sesshomaru sembrav teso -e secondo te io vengo a dirti come faccio ad una ragazzina che se la fa con quello quello che mi ha soffiato il progetto?- a Rin salì la pressione alle stelle, ma come si permetteva quell'arrogante tinto di fresco- tanto per cominciare io non me la faccio con nessuno damerino da strapazzo, io e il signor Sesshomaru ci conoscamo di vista, sono stata colpita in pieno da un cane robotico ed è stato così gentile da assicurarsi che stessi bene e ti posso assicurare che ho una migliore opinione di me stessa che andare a letto con il primo che capita, secondariamente – fece un respiro profondo e tornò al suo solito sorriso di cortesia che usava con i clienti più fastidiosi cercando di essere il più educata e chiara possibile (nessuno si permetteva di farla passare per una poco di buono e ne usciva con l'orgoglio illeso) - le ho solo chiesto come fosse possibile, perchè mi pare ovvio che ci sia qualche conto che non torna- e tu cosa ne sai, sei solo una ragazzina – sputò con disprezzo.- so fare due più due signor Shishinki e ho anche buona memoria per le cose che mi interessano.
Tanto per cominciare la differenza sostanziale, a parere mio e mi corregga se sbaglio, sta nel fatto che i due pannelli solari sono di dimensioni differenti.
Quelli che ho visto con il signor Sesshomaru sono molto più sottili, quindi leggeri immagino e sopratutto misurano più centimentri in altezza e lunghezza, senza contare che da quanto ho notato sui loro c'è il marchio che hanno tutti i prodotti che vengono fabbricati in giappone mentre gli altri tre modelli a fianco no e se volessi aggiungere un dettaglio che mi ha fatto presente Sesshomaru poco fa loro stanziano ai differenti comuni che costruiranno nuove abitazione fondi per poter mettere fin da subito impianti solari.
Quindi anche se lei “regala” pannelli, a meno che non viva di beneficenza, le persone che potranno usufruirne saranno molto inferiori rispetto a quelli che aiuteranno loro vendendoli ad un prezzo comunque ragionevole e mi creda... lo so perchè un anno fa mi sono documentata perchè volevo installarli in casa mia.
Quindi direi che non c'è alcun segreto su come riusciate a fare prezzi così concorrenziali e visto come mi sta guardando non credo abbia granché da obbiettare.-

Shishinki era diventato rosso dalla rabbia e tremava visibilmente.

La stavano fissando tutti e quattro, Sesshomaru visibilmente colpito e l'uomo più alto aveva l'accenno di un sorriso sulle labbra per averlo zittito.
A quel punto Rin si alzò e si voltò per andare verso la cassa.

Successe tutto in un secondo, Shishinki si lanciò verso di lei afferrandola da dietro -tu stupida ragazzina impertinente...- non fece in tempo a finire la frase che Rin si lasciò scivolare passando sotto le sue gambe sbucò dietro Shishinki piegò le ginocchia al petto e spinse i piedi dietro le ginocchia di lui facendogli perdere l'equilibrio e cadendo in avanti verso un tavolino con un tè che gli si rovesciò addosso.

Rin si rialzò agilmente prima ancora che Shishinki avesse toccato terra spolverandosi i vestiti (i corsi di autodifesa che aveva preso con Sango e Kagome ai tempi avevano dato i suoi frutti e pensare che ai tempi li aveva trovati inutili) lui fece per rialzarsi e tornare da lei ma fu fermato da Sesshomaru e suo padre.
Non vedendo via d'uscita sbuffò qualche imprecazione contro di loro e se ne andò, si girarono tutti verso Rin che aveva appena pagato i tè e la torta alla cassa lasciando una mancia per il disturbo.
-che stai facendo?- ti sto offrendo la merenda- Sesshomaru inarcò un sopraciglio visibilmente irritato – non ce n'era alcun bisogno- vedilo come un modo per ringraziarti per avermi soccorso questo pomeriggio ed aver perso con me il tuo tempo a spiegarmi i vari stand... e prima che tu dica altro sappi che l'ho apprezzato davvero molto, grazie- gli disse sorridendo sincera.
Sesshomaru la guardò serio- non c'era bisogno, come hai ben capito non ho problemi di soldi- uff… infatti non è per un problema di soldi era semplicemente un gesto per ringraziarti- spiegò lei seria alzando di qualche ottava la voce, poi si calmò e disse- vorrà dire che se dovvessi trovarti io privo di sensi in giro mi offrirai il pranzo- disse sorridendo prendendolo palesemente in giro.

Inu e Philip li guardavano scioccati, non capivano niente di quella strana situazione.
Sesshomaru da canto suo iniziava ad avere mal di testa per tutti gli sbalzi d'umore che riusciva ad avere quella ragazzina.

Inu cercò di attirare la sua attenzione con un colpo di tosse – perdonatemi signorina non ci hanno ancora presentato, io sono Inu il padre di Sesshomaru e lui e Philip un mio caro amico che viene dalla Francia.- molto piacere io sono Rin – com'è che tu e mio figlio vi conoscete se posso chiedere- lavoro in una caffetteria a Tokyo suo figlio è un mio cliente passa una volta ogni tanto- ah capisco certo, una bella coincidenza trovarsi qui- Inu lanciò un'occhiata carica di sott'intesi a suo figlio che se ne stava rigido accanto alla ragazza, Rin non parve accorgersi del sottointeso- si infatti ero vicino al vostro padiglione quando sono stata atterrata da un cane robotico che mi ha colpito in testa, suo figlio ha chiamato i paramedici- Inu non potè fare a meno di esibire una faccia sorpresa.

A quel punto il signor Coudurrier domandò a Inu in francese – questa ragazzina deve essere molto ingenua- Rin un po' punta sul vivo rispose in francese ( i suoi genitori insistevano affinchè le figlie imparassero bene almeno una lingua straniera, Kagome aveva scelto inglese visto che voleva diplomarsi in America, invece Rin francese perchè è la lingua che si parla per i termini di cucina)
- per quanto io possa essere ingenua signore le posso assicurare che non sono stupida- li guardò entrambi imbronciata con le braccia incrociate, ancora una volta sorpresi tornaro al Giapponese- mi scusi signorina non era inteso in modo offensivo- Rin rilassò le spalle – comunque ti ringrazio per l'intervento di poco prima gli hai reso pan per focaccia – disse Inu -intervento inutile, non c'era alcun bisogno- riprese Sesshomaru – chiedere è lecito, rispondere è cortesia- gli rispose di rimando Rin cercando di usare un tono rilassato ma che suonava più come un rimprovero  – spero solo di non avervi creato troppi problemi, non volevo mettervi nei guai è che proprio non sopporto le persone così arroganti e presuntuose- disse rivolgendosi ai due uomini preoccupata, Inu non potè fare a meno di pensare come avesse fatto quella ragazzina a “socializzare” con suo figlio.
Philip dovette pensare la stessa cosa perchè, rivolgendosi a lei in francese chiese – e come definiresti Sesshomaru?- Rin rimase sorpresa da quella domanda – lo definirei una brava persona, non molto loquace o espansiva ma è stato molto paziente con me oggi, visto che non ho fatto altro che tempestarlo di domande e si vede che mette passione nel suo lavoro, dalle mie parti si dice che i lavori fatti con passione sono i migliori- disse sorridendo.

L'uomo dovette sentirsi soddisfatto da quella risposta perchè le sorrise di rimando.

In quel preciso momento arrivò Jaken seguito da una bella donna con lunghi capelli neri – signor Sesshomaru, signori vi aspettano sul palco per la presentazione- certo arriviamo subito Jaken- disse Inu.
– voi mia cara venite con noi? -Chiese Philip porgendole il braccio a Rin - volentieri ma non potrò stare molto tra meno di un'ora devo riprendere il treno- ah capisco – continuarono a parlare del più e del meno, a tratti in francese a tratti in giapponese.

Sesshomaru dal canto suo li seguì con un espressione accigliata, il signor Coudurrier lo aveva guardato con uno sguardo strano -chissà cosa si erano detti- avrebbe chiesto più tardi delucidazioni a suo padre per ora era meglio concentrarsi sulla presentazione anziché sul bel fondoschiena di Rin  che gli ondeggiava davanti o pensare al modo con cui aveva steso Shishinki poco prima.

Rin era una continua sorpresa, nonché una sfida molto intrigante. Il suo modo di pensare e di rispondere e con cui si lasciava trasportare dai discorsi era davvero affascinante.
Dubitava seriamente di riuscire ad estraniarla dai suoi pensieri, ma per il bene suo e di Kagura doveva almeno provare.

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Sudava freddo ed era scosso dai tremiti in tutto il corpo.
Era tornato dalla fiera da qualche giorno, felice del tempo che era riuscito a passare con la sua Rin, sperava che vedendola di meno la sua ossessione il suo bisogno di averla tutta per sé, di sentire il suo odore o la sua pelle sotto le dita si sarebbe acquietato, invece , gli era bastato vederla meno di un'ora e già avevano iniziato a riproporglisi fantasie nella mente, fantasie inquietanti in cui Rin era sua e si concedeva a lui come solo la sua Rin sapeva fare.
Aveva cercato in tutti i modi di curarsi e di disfarsi di quella febrile sensazione che gli si insinuava sotto pelle, si era documentato, aveva visitato medici e uno psichiatra che gli aveva prescritto farmaci leggeri e sonniferi ma a niente era servito.
La sognava la vedeva ovunque, sentiva il bisogno di lei come dell'aria.

Da quando aveva cominciato a prendere i farmaci e a seguire le sedute la situazione stava diventando tollerabile, quasi nella norma ma poi le aveva detto che sarebbe andato a quella stupida fiera, si erano incontrati, avevano passato del tempo insieme e si era sentito risucchiare di nuovo  nell'oblio.
Per questo motivo in piena notte si era svegliato, aveva messo le scarpe leggere ed i guanti da corsa, la felpa con il cappuccio ed era uscito dal suo appartamento diretto verso la sua tanto agognata meta.

Aveva salito i gradini del piano che li separavano in silenzio senza accendere la luce, aveva inserito la copia delle chiavi di casa sua nella toppa e aveva fatto attenzione a non fare rumore.
Era scivolato dentro silenziosamente e chiusosi la porta alle spalle aveva inspirato profondamente l'odore della casa di Rin misto al suo profumo. Si era sentito galvanizzato, estasiato, finalmente tranquillo. Basta tremori o agitazione, solo per il semplice fatto di essere lì vicino a lei.

Diede un'occhiata in giro pensando che entrare ed uscire gli sarebbe bastato, invece non voleva andarsene, non ancora, prima voleva vederla... solo uno sguardo... per assicurarsi che stesse bene.... dopotutto Rin era sua e nessuno gliel'avrebbe portata via... solo uno sguardo.... bastava abbassare la maniglia e cacciare dentro la testa e poi lasciare tutto come lo aveva trovato e andarsene... lo aveva già fatto altre volte... innumerevoli volte, anche se questo al suo analista lo aveva detto solo come fantasia mai messa in atto.... si avvicinò con cautela alla porta, prese un respiro profondo pregustando il momento in cui avrebbe posato lo sguardo su di lei, mise la mano sulla maniglia fece per aprire la porta ma... non successe niente.

Un brivido gelido misto a consapevolezza lo gelò sul posto, la porta era chiusa a chiave, non avrebbe potuto vederla dormire, non avrebbe potuto guardarla indisturbato protetto dalle ombre poi un lampo di consapevolezza gli attraversò la mente offuscata dalla pazzia.

Perchè mai Rin aveva chiuso la porta a chiave? Non l'aveva mai fatto. Che si fosse accorta delle sue visite eppure era stato attento, non come la prima volta. Che avvertisse che qualcosa non andava? E  se era così perchè non dirglielo allora? Lei si fidava di lui non gli aveva mai nascosto nulla. Era stato l'unico di cui si era fidata la prima volta che aveva avuto il sospetto che fosse entrato in casa sua.

Fiducia  fiducia fiducia.... Rin si fidava di lui e lui cosa stava facendo? Era entrato di soppiatto come un ladro o un maniaco in casa sua e se l'avesse trovato lì l'avrebbe di certo spaventata a morte e se peggio ancora avesse scoperto che era lui si sarebbe sentita tradita e l'avrebbe persa per sempre.
Con un brivido di paura all'idea di perderla ed uno anche peggiore di senso di colpa uscì da casa sua controllando di non aver mosso niente, scese nel suo appartamento, si chiuse la porta alle spalle si levò quei vestiti che portavano l'odore delle sue colpe e si accasciò dentro la doccia singhiozzando sentendosi un viscido verme per quello che aveva fatto passare a Rin.
Era sua amica e doveva accettarlo.

Non si sarebbe più dovuto avvicinare a lei.

Non avrebbe più dovuto fantasticare su una “impossibile” vita insieme.

Si sarebbe allontanato, avrebbe continuato con le cure

e soprattutto MAI e poi MAI sarebbe entrato ancora di soppiatto in casa sua.

 

 

Ringrazio ancora tutti per le recensioni i commenti privati e i consigli spero di stare migliorando e grazie ancora 😄

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Capitolo 4
*** Maggio ***


~~Maggio

Il caos era assordante nella caffetteria quel sabato mattina, come ogni sabato del resto.
Nel corso della settimana si alternavano ritmi lenti ad altri più frenetici come era giusto che fosse per un'attività di quel tipo, Rin e Sango lavoravano a stretto contatto come una sola persona efficienti e precise una preparava le ordinazioni sul bancone, l'altra riceveva i clienti, prendeva gli ordini, li riferiva alla compagna e poi li serviva ai tavoli riuscendo nei 30 secondi scarsi che ci volevano a servirli a scambiare due chiacchiere veloci -ecco qui i vostri cappuccini come sta signora Akaza?- tutto bene grazie ho fatto una visita di controllo ieri ed era tutto apposto- bene mi fa piacere- e ancora – buongiorno Sara come sta tuo figlio? - bene bene è un po' teso per la scuola- presto arriverà l'estate quindi dovrà reggere ancora per poco dai- e sorridendo si voltava prendeva altri ordini, serviva altri clienti  asciugava i cestelli con piatti e tazzine e il lavoro continuava così per tutta la mattina alternando a brevi momenti di pace tra un'ondata di clienti e un'altra avendo a malapena il tempo di bere un sorso d'acqua.

Ogni sabato era così da diversi mesi ormai, appena finite le vacanze estive avevano inziato ad avere un giro di clienti sempre più vario al sabato tant'è che si erano anche decise per servire una sorta di aperitivo dalle undici fino all'orario di chiusura che avveniva intorno alle due del pomeriggio.

Lei e Sango avevano lavorato duramente per raggiungere quel risultato e farsi una loro clientela, il lavoro procedeva in maniera così regolare al sabato che avevano finito con il prendere un aiuto extra per il sabato mattina così da potersi dedicare con più calma ai clienti e ai vari servizi, per questo avevano assunto Kohaku il fratello di Sango, come aiuto.
Il problema era che quell'estate lui sarebbe partito per un'esperienza di lavoro all'estero mannaggia e quindi con il rischio di ritrovarsi scoperte avevano cercato qualcuno che lo sostituisse. un'altro problema era che nessuno ti lavorava un solo giorno a settimana così avevano pensato di alleggerire il lavoro a Sango facendola staccare alle undici anziché alle due per tre giorni a settimana così da dare più libertà a lei e trovare qualcuno disposto a fare un lavoretto part-time e la scelta era ricaduta su diversi curriculum, la maggior parte scartate già dai primi giorni di prova, la ragazza in prova per quei quattro giorni era Nina.

Nina.... ragazza affascinante, un po' sopra le righe ma dopotutto lo erano tutte in quel lavoro no? Ovviamente quella era una domanda retorica perchè il vero problema che era subentrato con Nina in quella settimana (uno dei tanti) era proprio il suo carattere dispotico e irrispettoso, in poche parole a sentir parlare lei era più brava in tutto, sapeva fare tutto e conquistava i clienti come “solo” lei sapeva fare dall'esperienza dei suoi giovani 27 anni d'eta.
Aveva l'età di Sango e qualche in più rispetto a Rin ma a sentire lei era una vera esperta in tutto e non accettava critiche o consigli sopratutto perchè aveva fatto un sacco di corsi di aggiornamento e aveva una marea di attestati, secondo Rin tutti uguali, e ogni volta che le si faceva notare un errore non perdeva occasione per rispondere a tono come se noi avessimo iniziato a lavorare ieri e non fosse lei l'ultima arrivata..... quella mattina la pazienza sua e di Sango aveva raggiunto livelli astronomici e la tensione era palpabile ma cercavano di non darlo a vedere ai clienti, cose di questo tipo potevano farti perdere la clientela ed era l'ultima cosa che volevano.

Era stressante lavorare con una persona così altezzosa e arrogante il genere di persona che ne Rin ne tantomeno Sango sopportavano, per non parlare poi del suo continuo civettare con i clienti, una vera ***.
Erano a metà mattinata, avevano appena finito il secondo afflusso di gente e Miroku era arrivato con Kohaku e i bambini sedendosi a uno dei due tavolini con i divanetti in fondo vicino alla porta della cucina quando Nina è andata sculettando verso di loro tavolo a prendere l'ordine e Miroku come suo solito si comportava da scamorza – ciao affascinante fanciulla cosa posso fare per voi?- che ti porto carino che seu graaazzie - disse lei masticando una gomma come se fosse un ruminante- io prendo un cappuccino le gemelle due succhi alla pera- pesca papà- scusate giusto pesca ambiente per favore e tu Kohaku?- una spremuta d'arancia ed un caffè d'orzo macchiato e per le brioches le solite, sanno già tutto le ragazze- ok arrivo subito tesoro- prese l'ordine e se ne andò sculettando verso il bancone.

Tornata con l'ordine Miroku le chiese- di un po' ti andrebbe di uscire con me, sposarci e avere dei figli??- in un primo momento sembrò sorpresa ma si riprese subito e sorrise – bè perchè prima non usciamo e poi vediamo carino, cosa ne dici?- Miroku a quella risposta rimase immobile per qualche secondo poi si pietrificò- scusami devi avermi frainteso io sono sposato- vabbè capirai sarò molto meglio io che una che ha sfornato tre marmocchietti- le bambine protestarono ma lei le ignorò tranquillamente facendo invece l'occhiolino a Miroku- a quel puntò visto come sembrava ammutolito di colpo intervenne Kohaku
– guarda che non era serio è più una vecchia abitudine non ha alcuna intenzione di uscire con te- peccato è un tipo così carino e i neo papà hanno il loro fascino- sorrise e fece per voltarsi quando vide l'espressione di Sango furiosa, aveva le guance arrossate e digrignava i denti e gli occhi assottigliati che sembravano volerla incenerire con lo sguardo- beh che ti prende ora?- chiese Nina sfrontata- tesoro ti giuro che scherzavo non mi aspettavo di certo che mi rispondesse in quel modo- Sango per tutta risposta fulminò Miroku sul posto con l'occhiata più nera che le avessero mai visto fare.

In quel momento sbucò Rin dalla cucina e si fermò di colpo a guardare la scena, non serviva certo un mentalista o un veggente per capire la situazione- che state combinando? Su Nina muoviti quei clienti mi sembra che aspettino, Sango se vuoi cinque minuti per prendere un po' d'aria vai pure qui ci penso io- disse Rin cercando di quietare gli animi e riprendere in mano la situazione – non serve grazie – e si voltò verso la macchina del caffè intenta a controllare che non mancasse niente nei frigoriferi e negli armadietti, Nina fece per aprire la bocca per dare una delle sue solite giustificazioni che sapeva già l'avrebbero fatta incazzare ulteriormente – i clienti Nina- disse perentoria - vedi di non perderti in giro per favore e questo toast va al tavolo vicino alla porta- ma non è mica colpa mia se quello ci ha – silenzio e torna al lavoro- imbronciata andò a servire il toast e a prendere l'ordine, Rin salì sul banco – Sango sei sicura di stare bene – NO- resasi conto che stesse quasi urlando abbassò la voce – no non stò bene so come è fatto Miroku ma quella lì ci stava provando con lui e mi ha anche offeso, non la voglio qui Rin! – capisco Sango però.. -non è solo per questo Rin- si alzò e chiuse l'armadietto guardandola negli occhi- il suo modo di lavorare non rispecchia il nostro, è più da bar nei centri commerciali o da pub serale o discoteca non certo adatto ad una caffetteria come la nostra – fece un respiro profondo - non ci rispecchia in niente, rischia solo di farci perdere clienti- lo so ma non abbiamo più curriculum e tuo fratello parte tra tre sabati – lo capisco ma lei in ogni caso non va bene- Rin era consapevole della veridicità delle sue parole- ok daccordo senti facciamo finire questa giornata e a fine turno vaglieremo le possibilità ci stai?- va bene vedrò di non staccarle la testa fino ad allora ma tu tienimela lontana – abbracciò l'amica cosi giù di morale- ora fammi un sorriso e torna la solita Sango di sempre- e lei fece un mezzo sorriso -Sango, amore posso parlarti- che vuoi?- rispose gelida guardano il marito, Miroku aveva un'aria affranta e Rin preferì lasciarli soli.

Sango guardava il marito imbestialita e anche un po' ferita, era sempre stata gelosa di Miroku ma con il tempo e il consolidarsi della loro relazione aveva capito che non lo faceva con reali secondi fini ma solo come un'abitudine, certo una bruttissima abitudine, ma non a mai oltre le prime due frasi un po' perchè a volte riceveva schiaffi oppure risatine accondiscendenti di ragazze che vedevano di allontanarsi il più in fretta possibile.
Con il tempo aveva imparato a non farci caso e tirarlo per un'orecchio ogni volta che superava il suo ben ridotto limite di tollerazione ma quella civetta oca maled**** insomma l'aveva offesa mancandole di rispetto e per di più davanti alle bambine e a suo fratello – ti giuro che mi dispiace Sango non mi aspettavo che mi rispondesse pensavo che mi avrebbe ignorato come fanno tutte o mi avrebbe tirato uno schiaffo....- così impari!! ti avevo avvertito che era pieno di gatte morte in giro ma tu non mi dai mai ascolto, pervertito!- Sango... ormai mi conosci e sai che tu sei l'unica bella donna della mia vita a cui penso e che mi ha dato dei figli meravigliosi -Sango lo guardò sentendosi rinquorata, almeno un pò- avrai traumatizzato le bambine e Kohaku con la tua bravata- non doveva dargliela vinta doveva servirgli da lezione e Miroku se possibile fece una faccia ancora più abbattuta, sembrava proprio sconsolato -lo so mi dispiace ma mi sono fermato subito quando ho capito che quella aveva frainteso- Sango lo guardò di sbieco – ti avevo già avvisato che era un tipo poco raccomandabile e tu invece hai fatto lo stesso il cretino- lo so e me ne pento tantissimo- sei incorreggibile- disse Sango esasperata anche se stava già inziando a perdonarlo – dai vengo a salutare i miei bimbi e poi torno al lavoro- Miroku si riscosse e l'attese accanto al tavolo.

Rin si voltò a guardare quella bella famigliola che erano i suoi amici e il suo sguardo si addolcì. Aveva fatto spostare Nina alla macchina del caffè così da poterla controllare meglio ma non si era rivelata una grande idea – Nina ho due cappucci cremosi, uno senza schiuma e un marocchino senza lattosio- quella neanche rispose, aveva ancora il broncio per essere stata ripresa, roba da matti ma chi si credeva di essere, stava sistemando alcune sedie e pulendo qualche tavolino quando – è pronto- Rin si avvicinò e guardò il vassoio – e questi sarebbero due cappucci cremosi?- sono molto più belli dei tuoi, ti escono quasi sempre bianchi- rispose lei scocciata, Rin iniziava ad averne piene le scatole di quel comportamento arrogante- i tuoi disegni sul cappuccio saranno anche artistici ma per fare disegni come questi serve poca schiuma io invece te ne avevo chiesta tanta- capirai il problema- è un problema se non esegui gli ordini che ti chiedo, almeno il marocchino è senza lattosio?- quella strabuzzò leggeremente gli occhi, Rin immaginava che si fosse dimenticata- guarda che tu mica me lo hai chiesto- si invece e smettila di rispondere hai sempre la battuta pronta- non è vero e forse ti è solo sembrato di chiedermelo-Rin era al limite- fammi questo benedetto marocchino senza lattosio e muoviti i clienti aspettano- Rin aveva una gran voglia di saltarle al collo e pensare che c'era gente che riteneva facile il suo lavoro la professionalità e la pazienza con certi individui non era mica facile...prese il vassoio e lo portò al tavolo scusandosi con i clienti spiegando che la ragazza era nuova e stava imparando, fortunatamente non sembrarono farci troppo caso e le sorrisero tranquilli, a quel punto salì sul banco pronta a dare una bella strigliata a quella gallina cotonata -se ti dico che hai sbagliato un ordine tu lo rifai, se ti sei dimenticata tu o io una variazione nei cappucci li rifai senza fiatare perchè può capitare a tutti di sbagliare e se ti riprendo è per aiutarti a migliorare e capire che la nostra è una gestione differente di quello dei grandi magazzini dove non importa come ti comporti con i clienti e se fai un cappuccio annaquato o altro, qui siamo professionali e serviamo tutti i clienti allo stesso modo e.... non ho ancora finito taci!.... mi aspetto che se tu vuoi lavorare qui ti rilassi, ti metti l'anima in pace che le cose vanno così e fai come ti diciamo noi mi sono spiegata?- guarda che io faccio questo lavoro da più tempo di voi e so come..- e soprattutto smettila di sventolare i tuoi anni di esperienza e tutti i tuoi corsi perchè puoi immaginare benissimo che cosa ci faccio con quei pezzetti di carta se non impari a lavorare secondo i nostri standard “tesoro” quindi basta con il broncio e basta con le risposte pronte grazie!!!- cercò di essere il più inflessibile possibile ma evidentemente lei non la stava neanche a sentire, sembrava si fosse tappata le orecchie con tutta la sua testardaggine così prima che potesse proferire parola la mandò in cucina per mettersi in pari con la preparazione degli aperitivi perchè se solo le avesse detto un altra sillaba l'avrebbe uccisa.


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Nel frattempo in macchina diretti verso la caffetteria - non credi che Sesshomaru si arrabbierà quando scoprirà che hai voluto scoprire dove lavorava la ragazza?- Inu fece una smorfia verso la moglie - è probabile ma mio figlio è così orgoglioso e cocciuto che non combinerà mai niente se non ci sono io- non credo comunque sia saggio intrometterci così nella sua vita privata amore mio- Inu questo lo sapeva bene, ma da quando aveva visto il figlio alla fiera con quella ragazzina aveva visto un qualcosa di diverso in lui, non sapeva ancora bene cosa ma lo avrebbe scoperto e sperava davvero che non fosse solo una sua fantasia quello che aveva visto tra quei due ragazzi- cosa speri di trovare Inu? - non lo so ancora, forse mi basterebbe che trovasse un'amica o qualcuno con cui sfogarsi fuori dal lavoro.

Aveva raccontato a Izayoi quello che era successo alla fiera e insieme avevano chiesto di visualizzare i filmati della sicurezza per osservare più tranquillamente i comportamenti che suo figlio aveva avuto quel giorno con quella ragazzina.
Era rimasto sbalordito nel vederlo passare gran parte del pomeriggio con quella ragazza, Sesshomaru aveva spiegato, col suo solito tono freddo e apatico, che era una ragazzina “sconsiderata” e voleva solo accertarsi che dopo l'incidente avvenuto nel padiglione della robotica non si sentisse male e, per quanto fosse una scusa plausibile per il resto del mondo, non lo era di certo per uno come Sesshomaru...

Non sapeva come rintracciarla, fortuna volesse che ne avesse parlato con Miyoga che al sentire il nome di Rin gli aveva subito detto dove lavorasse ed era di per se una piacevole coincidenza, almeno non avrebbe dovuto far pedinare il figlio per la città, cosa ben difficile. Arrivarono alla caffetteria e parcheggiarono.
Izayoi e Inu entrarono e videro subito Rin sul bancone con un'aria decisamente contrariata mentre riprendeva una sua collega, da come parlava probabilmente era lei la responsabile lì.
Appena la vide spedire la collega nel retro si avvicinarono – certo che hai proprio un bel caratterino, meglio non farti arrabbiare- voleva metterla in difficoltà e testare la sua reazione.

Rin dal canto suo dopo un primo momento in cui sembrò non ricordare chi fossero si riscosse – buogiorno che piacere rivedervi- sorrise cordiale – come mai da queste parti- Sesshomaru ci ha parlato così bene di questo posto che eravamo curiosi di provarlo- Rin inarcò le sopraciglia un po' sorpresa, ovviamente non era vero lui non l'avrebbe mai fatto ma voleva testare quanto si conoscessero realmente -mmm capisco- disse Rin perplessa- prego accomodatevi dove preferite arriviamo subito-
Si accomodarono ad uno dei divanetti vuoti e si guardarono intorno -che intenzioni hai tesoro? - nessuna cara davvero ero solo curioso di sapere quanto si conoscessero – la moglie lo guardò scettica – davvero? Quindi non sei curioso di sapere se tra lei e Sesshomaru ci sia una relazione o qualcosa di simile vero?- sua moglie era davvero perspicace, per lo meno quando si trattava di lui e questo perchè si fidavano e sapevano leggere l'uno nell'altro, l'amava ma a volte era davvero troppo sveglia quando si trattava di attuare le sue macchinazioni.
Sorrise tra sé a quel pensiero.

In quel momento arrivò Rin – ri-buongiorno e cosa posso portarvi?- abbiamo sentito che cucini bene Rin cosa ci proponi oggi? - Rin sussultò appena - oh mi spiace ma al sabato siamo aperti solo fino alle due e non facciamo pranzi- rispose mortificata, detestava non soddisfare le richieste del cliente la faceva sentire in difetto – se volete però tra dieci minuti porteremo fuori l'aperitivo se preferite qualcosa di salato – rispose – cosa proponete come aperitivo – chiese Izayoi, Rin gli illustrò qualche vino e analcolico della casa alla frutta accompagnato da gnocco fritto, bruschette, salatini, sott'aceti, frittatine taglieri di affettati e formaggi e via dicendo – prepariamo quasi tutto noi- Izayoi sembrava entusiasta all'idea – io prendo un analcolico alla frutta tu caro?- chiese voltandosi verso Inu – io prendero un calice di Tocai grazie – bene torno subito- e si allontanò.

Inu si guardò intorno curioso - trovo strano che Sesshomaru si trovi bene qui, per quanto sia un bel posto dai toni rilassanti c'è davvero troppa gente e rumore per lui- guardò il marito- hai ragione ma magari il motivo è un'altro - già come ad esempio la graziosa cameriera di poco fa- Izayoi era dubbiosa- non credo, hai visto anche tu le registrazioni eccetto quando l'ha soccorsa non si sono praticamente sfiorati- Sesshomaru non è così sprovveduto da farsi vedere in atteggiamenti intimi con un'altra donna e poi detesta le effusioni in pubblico e hai visto anche tu come le è stato vicino su quella panchina, sembrava quasi stessero per – shht - Izayoi lo zittì giusto in tempo, Rin stava tornando con un  vassoio stracolmo, adagiò i due calici di fronte a loro, un tagliere misto di formaggi e affettati, patatine e olive – tra poco metteremo qualcosa anche sul bancone quindi se volete altro potete alzarvi e scegliere quello che preferite- grazie – Rin si allontanò – vedi ha sorriso allo stesso modo a noi e agli altri clienti come aveva sorriso a Sesshomaru, non credo che tra quei due ci sia qualcosa- qualcosa deve pur esserci, Sesshomaru non è tipo da frequentare un posto così caotico per niente, restiamo qui per un po' e vediamo che succede- Izayoi sospirò divertita – sai Inu non ti facevo così “pettegolo”-  Inu la guardò falsamente indignato- pettegolo io??? sto solo cercando di tirar fuori mio figlio dal limbo in cui si è cacciato, si sta consumando da solo vive per il suo lavoro e anche se all'inizio ero contento della sua relazione con Kagura...- Inu fece una pausa cercando le parole adatte-  quei due non mi sembrano fatti per stare insieme ed anche loro ne sono consapevoli- ma questa è una decisione che deve prendere lui, non tu Inu caro, non puoi scegliere per lui- questo lo so bene- sospirò sconsolato, erano anni che non vedeva in suo figlio una scintilla di interesse che non fosse per qualcosa al di fuori del suo lavoro, per questo quando lo aveva visto con quella ragazzina seduto a bere un tè si era sorpreso così tanto e quello che aveva detto lei su di lui poi.... sembrava conoscerlo e capirlo bene e questo lo sorprese, per questo voleva sondare la situazione.
Con quei pensieri assaggiò il vino – non male per essere un bar – è una  caffetteria tesoro- mmm e il tuo com'è?- buono non troppo dolce – ah si? vieni qui e dammi un bacio così lo assaggio anch'io – Izayoi rise divertita sulle labbra del marito, riusciva a farla sentira una ragazzina ai primi amori anche dopo tutti quegli anni di matrimonio.

Rin era in piena “adrenalina da lavoro” sembrava le avessero fatto il botulino alla faccia dal tanto che non smetteva di sorridere ai clienti. Era rimasta sorpresa di trovarsi lì il padre di Sesshomaru, probabilmente con sua moglia che non doveva essere la madre naturale di Sesshomaru perchè si ricordava il commento di Shishinki alla fiera, chissà da quanto stavano insieme quei due, sembrava una coppietta di fidanzatini dalle effusioni che si scambiavano -Rin Rin Riiiin – Rin sbuffò esasperata, da quando l'aveva mandata in cucina Nina non aveva fatto altro che chiamarla in continuazione -dimmi Nina che c'è stavolta- non riesco ad aprire il barattolo dei sottaceti – da qua – prese il barattolo gli diede un colpo secco sul fondo e svitò il tappo – dai sempre un colpo deciso sul fondo e quando senti il suono di stappo vuol dire che puoi svitarlo -ok ok va bene come vuoi – evidentemente non le andava giù di essere stata sbattuta in cucina bè peggio per lei si doveva adeguare – hey Nina – si voltò scocciata - cosa vuoi? - proprio non sopportava quel suo modo così irrispettoso e da superiore ma prima della fine della giornata l'avrebbe strigliata a dovere – non ti avevo forse detto che dovevi accorciarti le unghie l'altro giorno, non sono né sicure né tanto meno igieniche così – io dovrei stare sul banco non in una cucina puzzolente- ancora una sprezzante risposta pronta di superiorità, proprio non la sopportava – continui a rispondere così e ti ci rinchiudo va ora sento la frittata che sfrigola da qui- io quella cosa non la tolgo dal forno – già... perchè l'altro giorno Rin le aveva chiesto gentilmente di togliere i biscotti dal forno e lei schifata aveva preso due presine e aveva  tentato di togliere i biscotti senza guardare dove andasse con una teglia rovente e aveva centrato in pieno il braccio di Sango che si era ritrovata una sottile striscia rossa lungo tutto il braccio rovesciando la telia con i biscotti, Rin le aveva messo il braccio sotto l'acqua fredda e poi le aveva passato sopra un po' di olio d'oliva; poteva sembrare stupido ma cose grasse come olio o burro erano perfette sulle scottature per non far uscire la bolla – arrivo arrivo apri solo il forno- la guardò sparire in cucina e sbuffò per l'ennesima volta quella mattina.

Miroku le si avvicinò comprensivo – su via Rin non fare così sei molto più carina quando sorridi sai- Rin per tutta risposta gli fece un mezzo sorriso tirato – ecco vedi brava la nostra piccolina ora ripeti con me “oh kami datemi la forza per andare avanti in questi momenti di difficoltà” - pronunciò con tono solenne congiungendo le mani, Rin non potè fare altro che sorridere – su dai avanti- la spronò Miroku – vedrai che poi starai meglio- a quel punto Rin stette al gioco, congiunse le mani e in tono solenne disse - “oh Kami datemi la pazienza perchè se mi date la forza faccio una strage”- lo guardò divertita e scoppiarono tutti a ridere e Miroku si grattò la testa dicendo – be si può andare bene anche così immagino – Sango allora stasera per che ora mi porti le bambine a casa?- sentendosi interpellata si voltò con il vassoio carico - sei sicura di volerle tenere per una notte intera Rin – era sempre la solita, si preoccupava sempre- tranquilla sai che non mi disturbano e poi non sarebbe di certo la prima volta- lo so ma... - niente ma tu e Miroku avete bisogno di stare un po' da soli e se vuoi tengo anche il piccolino- no no tranquilla a lui ci pensano i miei ma anche tu avrai bisogno di riposo – non preoccuparti Sango non perderò il sonno e poi passate comunque prima di mezzogiorno a riprenderle quindi ho un sacco di tempo libero per riposarmi- poi si rivolse alle bambine – allora piccole cosa ne dite? vi va di fare un pigiama party dalla zia Rin???- siiii cuciniamo ancora gli gnocchi- Rin le guardò divertita – no- ohhh uffa – le bambine fecero una faccetta sconsolata che somigliava molto a quella di Miroku quella mattina – cucineremo qualcosa di meglio una pizza! Cosa ne dite?- il loro grido di approvazione era più che sufficiente- Riiinn qui questo coso non taglia- prese un respiro profondo e andò in cucina.  

Entrando in cucina vide Nina al cellulare appoggiata al bancone, era così esasperata che non sapeva neanche cosa dirle, alla fine optò per un maturo e professionale – boohhhh- con tanto di pestata di piede, quella si spaventò talmente tanto da saltare in aria, trascinare lo straccio su cui era appoggiato un coltello e nel tentativo di non farle del male Rin afferrò il coltello in modo che Nina non ci sbattese contro lei tutta agitata fece per prendere il coltello – no Nina non...- troppo tardi, Nina sfilò il coltello dalle dita di Rin che lo teneva per la lama e le affettò un dito.

Non appena lei vide il sangue scaraventò il coltello nel lavandino e uscì di corsa dalla cucina urlando.
Senza perdere la calma andò al lavandino sciaquò il dito ma il taglio era per lungo cavoli
e non smetteva di sanguinare, fortuna non era troppo profondo, che stupida che era!
Era la prima regola con i coltelli “mai prenderli dalla lama” accidentaccio!
Mise della carta attorno al dito e si avviò verso il bancone, sentiva già Sango urlare come una pazza.

-Rin si è tagliata Rin si è tagliata!!!- mentre strillava come una pazza uscendo dalla cucina Sango la guardò esasperata – che cosa hai combinato ancora? - lei la guardò inviperita – io non ho fatto niente – certo come no- dobbiamo portarla al pronto soccorso subito perde un sacco di sangue – vediamo di non esagerare – ma si è affettata un dito – Kohaku e Miroku risero schernendola – si vede che non conosci Rin – disse Miroku – già se la conoscessi sapresti che lei non va mai al pronto soccorso a meno che non sia in fin di vita e credimi non è tanto per dire- proseguì Kohaku mentre Sango prendeva dall'armadietto sotto la cassa il kit di pronto soccorso – non è un ragionamento molto responsabile da parte sua – tutti si voltarono verso la coppia seduta sul divanetto, era stato l'uomo a parlare – Rin è molto testarda e per quanto sia estremamente altruista tende ad essere un po' sconsiderata a volte – spiegò tranquillo Kohaku, in quel momento Rin uscì dalla cucina con il braccio verso l'alto e il dito avvolto nella carta – Sango mi daresti il disinfettante e un cerotto grande per favore – alzò lo sguardò e vide che tutti la stavano fissando – che c'è?- stai bene? Sei un po' pallida – chiese Miroku  - per tutta risposta Rin lo guardò storto come a volergli far intendere di non aggiungere altro – sto benissimo ora qualcuno mi aiuta o faccio tutto da sola? - vieni qui dai ci penso io a te – Rin si avviò al tavolino con Sango che prese cotone e disinfettante, non voleva darlo a vedere ma il taglio cominciava a pizzicarle un po' – sei sicura di non voler andare in ospedale cara  - chiese un po' in apprensione Izayoi vedendo la carta macchiata di sangue, Rin alzò lo sguardo forse non era una buona idea farsi medicare di lì – Sango forse dovremmo andare di là – dovresti farti vedere da un dottore- intervenne Inu – è un taglietto stupido fa solo molta scena – disse con un sorriso tirato – ammiro la tua tenacia ma non dovresti comportarti in modo così sconsiderato - a quel  punto Rin iniziava a spazientirsi, non era fatta di vetro diamine, quella giornata iniziava a scocciarla e parecchio anche – ho lavorato in una cucina per anni signor Taisho – lo guardò negli occhi con una espresione seria e decisa, voleva dimostrarsi matura e consapevole non infantile e sconsiderata – mi creda questo è un graffietto.

Tornò a guardare Sango che le disinfettava il dito e frugò nella valigetta – no accidenti non ci sono i cerotti larghi...- sospirò, quella giornata non gliene andava bene una... - Kohaku nel primo cassetto ci dovrebbe essere uno scotch americano blu me lo prendi per favore – schooootch??? ma sei pazza???- Rin guardò Nina, decisamente non faceva al caso loro – invece di star lì a far niente torna al lavoro i clienti non si servono da soli – era stanca, non sopportava l'idea che qualcuno la vedesse cedere, prese lo schotc tenne stretta la garza intorno al dito mentre Sango le legava lo schotch largo – ingegnoso – era Miroku ad aver parlato mentre le bambine sbirciavano schifate, Rin lo guardò e sorrise – undicesimo comandamento “arrangiarsi”, è uno di quei detti che si usano in cucina tra cuochi-.
Era triste, si sentiva triste, era bastato quel singolo taglietto a ricordarle due anni di difficoltà passate all'interno di quella cucina molte soddisfazioni certo fino all'ultimo periodo, oh Kami come aveva fatto a reggere così a lungo in quell'inferno nascondendo a tutti i suoi colleghi e alla sua famiglia le pressioni a cui lui l'aveva sottoposta e lei troppo orgogliosa per permettersi di cedere.
Ricordava ancora la faccia affranta dello chef quando gli aveva dato la lettera di dimissioni, lui non capiva e lei di certo non voleva spiegarglielo.

Si riscosse da quei pensieri e bevve un sorso d'acqua tornando al lavoro, non era un bene indugiare in certi ricordi in mezzo a tanta gente.

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Usciti dalla caffetteria si avviarono verso la macchina abbracciati a passo lento – cosa ne pensi? Della ragazza? - Inu ci pensò prima di risponderle, prima di andarsene le avevano chiesto quando era solito passare Sesshomaru, lei aveva risposto tranquillamente che Sesshomaru passava in settimana, mai nei weekend perchè probabilmente aveva da fare o non gli piaceva l'eccessivo via vai di gente e solitamente verso il tardo pomeriggio – capisco perchè Sesshomaru senta una certa “affinità” con quella ragazza- si fermò vicino alla macchina e sollevò il viso verso il sole e proseguì – è caparbia, testarda, chiacchierona eppure molto riservata – insomma “parla tanto ma non dice niente” però senza essere invadente - disse Izayoi tranquilla lui la guardò osservando la sua carnagione chiara e gli occhi così dolci da farlo capitolare ai suoi piedi ogni volta- esatto e come ha detto Sesshomaru è sconsiderata quindi – fece una pausa – non credo che tra loro ci sia realmente qualcosa- la moglie lo guardò negli occhi e tornò ad abbracciarlo – ma potrebbe esserci, dobbiamo solo lasciare che il tempo faccia il suo corso.

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Era stata una splendida serata, come non gliene capitavano da tempo.
Rin era stata davvero carina ad offrirsi di tenere le bambine per permettere a lei e Miroku di passare un po' di tempo da soli.

Dopo aver lasciato le bambine a casa di Rin erano andati a cena nel loro ristorantino preferito, avevano bevuto un po' dopodiche avevano fatto una passeggiata tra le vie del centro come una coppietta. Erano arrivati a casa un po' brilli ed euforici, contenti di poter passare un'intera notte da soli. Nonostante la voglia di prendersi lì e subito non volevano bruciare tutto subito, era chiaro che non vedevano l'ora di pregustare il momento in cui sarebbero potuti essere uniti e completi come lo erano sempre stati in quei pochi ma intensi anni di matrimonio ed anche prima.

Iniziarono a baciarsi con passione facendo scorrere le mani sui loro corpi come ad accertarsi e ricordarsi ogni singolo centimetro di pelle, ma c'erano decisamente troppi vestiti di mezzo.
Non arrivarono alla camera da letto, dopotutto non era importante il posto visto che non c'erano i bambini nessuno si sarebbe scandalizzato se lo avessero fatto sul divano o sul tavolo della sala da pranzo o sul banco della cucina, potevano stare tranquilli e Miroku aveva tutte le intenzioni di approfittarne.

Prese a baciarle il collo facendole venire piccoli brividi lungo tutta la schiena – voglio sentire le tue grida di piacere stordirmi le orecchie stasera e sappi che non smetterò finchè non sentirò altro che quello amore mio- lei rise,  sentì un brivido di eccitazione partirle dalla schiena fino alla sua intimità, pregustando il momento che già aspettava ma che non voleva affrettare – lo vedi... sei il solito maniaco depravato – disse prendendolo in giro con un sospiro – abbiamo ancora dei vicini mi pare – io non me ne preoccuperei, sono certo che domani potrebbero chiederci dei consigli di aggiornamento – continuò mentre scendeva a baciarle la pancia e sfilarle il vestito, quella scollatura lo faceva impazzire aveva avuto fantasie durante gran parte della cena e lei lo sapeva oohhh se lo sapeva.
La stese sul tavolo del salotto e fece scorrere le dita sulle calze leggere sentendola sospirare, poi iniziò a massaggiarle l'interno coscia e baciare la sua intimità attraverso le mutande e solleticarla con il suo respiro caldo e affannato, lentamente le sfilò le calze facendo scorrere le mani su di lei sentendola strusciarsi al suo contatto come un gatto bisognoso di attenzioni e arrivato in fondo costellò di baci i polpacci sodi e le diede un piccolo morso sentendola sussultare.

Sango era un brivido unico non poteva sentire altro che il tocco di Miroku su di sé, i suoi baci le sue carezze i suoi morsi la facevano impazzire, lo sentì risalire con le mani ed arrivare in mezzo alle sue gambe iniziando a baciarla e leccarla attraverso di esse. La frizione ed il contatto erano pura eccitazione per lei non riusciva quasi a stare ferma, aveva un piede poggiato sulla sua spalla e l'altra gamba a penzoloni oltre il bordo del tavolo le mani tra i suoi capelli e il labbro torturato dai denti per frenare malamente i suoi mugolii di piacere voleva di più ma non voleva correre era un limbo meraviglioso.
All'improvviso la sollevò e la spostò sul divano del salotto dove le sfilò le mutande e tornò a posizionarsi tra di lei, ricominciò ad assaggiarla da prima vorace poi lentamente mordicchiandola e poi leccandola con passione quando la sentì sospirare il suo nome le fece allargare ulteriormente le gambe e sfregò un dito sulla sua fessura bagnata – sei gelido – ansimò , lui sorrise divertito – non preoccuparti ora ci scaldo entrambi – così dicendo si inumidì un dito e lo infilò in lei sentendola ansimare ed irrigidirsi; era passato un po' di tempo dall'ultima volta.
 
Miroku era euforico, tornò a studiarla accuratamente facendo scorrere un dito lentamente dentro di lei massaggiandola e leccandola mentre lei gli artigliava una spalla e con lìaltra si aggrappava al bracciolo del divano. Inserì anche il secondo dito dentro di lei e prese a muoverli ritmicamente aumentando gradualmente la velocità fino a che lei iniziò a muoversi e lui le mise una mano sul bacino tenendola ferma e una gamba sulla spalla così da non farle chiudere le gambe, prese a muovere le dita sempre più velocemente fino a che non sentì gridare il suo nome in preda all'estasi.
Sentì il suo liquido bagnargli le dita e l'assaggiò soddisfatto lascandola riprendere fiato, scossa ancora dagli ultimi spasmi involontari di lei.

Sango cercò di riprendere aria, era un maledetto sadico gli piaceva da morire vederla ansimare in cerca d'aria dopo l'orgasmo, appena aveva sentito le sue dita aveva cercato di respirare normalmente ma appena aveva inserito il secondo dito e aveva preso a muoversi ritmicamente dentro di lei aveva avvertito un'ondata di puro calore liquido espandersi dal basso ventre fino alla nuca sconnettendole completamente il cervello. L'orgasmo era stato improvviso ed agognato tant'è che non si era nemmeno accorta di aver gridato finchè non aveva ripreso aria nei polmoni, sentiva ancora gli spasmi che la facevano contrarre involontariamente e sapeva bene che Miroku sarebbe andato avanti finchè non fosse venuta altre due volte. Era proprio un maniaco, sembrava quasi si nutrisse dei suoi orgasmi ma questa volta non gli avrebbe lasciato condurre il gioco solo a lui -vieni qui e dammi un bacio piccolo pervertito- disse ancora ansimando, lui non se lo fece ripetere due volte e salì a baciarla con passione come se fossero uno l'aria dell'altro.

Sango iniziò a baciarlo e far passare le mani sul suo corpo e appena lo sentì rilassarsi contro di lei lo girò sotto e si abbasso tra le gambe di lui – no Sango ferma aspetta...- non terminò la frase che lo aeva già preso tra le sue labbra calde, Miroku si sporse oltre il bordo del divano con un braccio e afferrò un plaid e la coprì leggermente, non voleva prendesse freddo.

Iniziò a leccarlo lungo tutta la lunghezza dell'asta massaggianfo intanto i testicoli con una mano, era semplicemente magnifico dopo quasi otto anni insieme il sesso tra loro non era cambiato anzi con l'esperienza e la familiarità sapevano esattamente come toccarsi e quali fossero i punti più sensibili di entrambi. Iniziò così a leccarlo e baciarlo massaggiandolo con una mano facendogli a volte fare dei piccoli schioppi quando lo faceva uscire dalla sua bocca, amava sentirlo irrigidirsi e sentire le mani di lui tra i capelli mentre tentava di aumentare il ritmo e lei invece continuava a tenergli testa nonostante tutto, questo ritmo la scaldarono di nuovo così lui le tenne le mani tra i capelli mentre lei continuava con una perfetta combinazione di baci leccate e risucchio, ma fu quando i loro occhi si incrociarono durante l'amplesso che Miroku non resistette oltre e le scostò indietro la testa mentre veniva su di sé e lei gli passò la lingua lentamente e sensualmente su tutta la lunghezza fermandosi ad un soffio dalla punta.
Guardò nei suoi occhi e la vide sorridere soddisfatta e maliziosa per la rivincita che si era presa.

Le lasciò andare i capelli e lei andò verso di lui a baciarlo alzandosi per andare a cercare dei fazzoletti che gli lanciò attraverso il divano e andò in cucina per bere un po' d'acqua, lui la raggiunse e si abbassò mordendole il sedere – Miroku ma che fai – chiese in un ansitò di sorpresa – non crederai che sia finita qui – veramente no ma sai non sei più tanto giovane sei sicuro di non rischiare un infarto? - lo canzonò lei, lui bevve un po' d'acqua dal suo bicchiere mentre si strusciava sui suoi glutei, non sarebbe riuscito ad entrare subito dentro di lei va bene tempi di ripresa ma non era il caso di esagerare, cosi la prese la fece voltare verso di sé e mentre si baciarono appassionatamente la sollevò sul bancone della cucina e prese a stuzzicarla e giocare con lei e lei allacciò subito le gambe dietro di lui e lo lasciò fare beandosi delle sue carezze – che ne dici di farci una doccia insieme giusto per ingannare l'attesa – direi che è una splendida idea – rispose sorridendo sulle sue labbra. La fece scendere dal bancone e lei prese a correre verso il bagno e Miroku non potè far altro che inseguirla ed affferarla per i fianchi prima che arrivasse al bagno ridendo – non penserai che ti lascerò vincere così facilmente spero – lei per tuta risposta rise e riuscì facilmente a liberarsi dalla sua presa, iniziarono a rincorrersi come due bambini per tutto l'appartamento finchè non decisero di continuare sotto la doccia quella loro piccola battaglia.

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Sesshomaru guardava fuori dalle ampie finestre di camera sua la luna che splendeva piena sopra il cielo di Tokyo, nonostante le cose con kagura sembrassero essersi stabilizzate quella sensazione di apatia non voleva saperne di andarsene e non era la solita apatia che lo caratterizzava da sempre ma una più radicata e pesante che gli faceva perdere interesse per qualunque cosa e che lo faceva sentire privo di vitalità.

Forse era il caso di prendersi realmente una vacanza, dopo la fiera suo padre si era rifuìiutato di tradurgli lo scambio di battute tra Rin e il signor Coudurrier ma qualunque cosa gli avesse detto aveva convinto l'uomo a dare a Sesshomaru un'altra possibilità per mostrargli i suoi progetti quindi, ora che le cose sembravano essere tornate al loro posto poteva prendersi anche una piccola pausa insieme a Kagura e cercare di sbloccarsi da quella nebbia in cui sembrava essere finito.

Forse però non avrebbe guastato andare da Rin per vedere come stava e per ringraziarla, nell'ultimo mese non era passato dalla caffetteria nemmeno una volta perchè non sapeva come comportarsi e l'idea di rivederla lo metteva inconsapevolmente in agitazione ma non era mai stato uno che si tira indietro ed era assolutamente illogico non andare in un posto solo perchè sapeva l'avrebbe trovata lì.
Poi aveva una gran voglia di vederla, almeno a se stesso poteva ammetterlo.

L'aveva pensata molto in quell'ultimo mese e anche non volendo ammetterlo era stato piuttosto bene con lei quel giorno alla fiera ma tutte le domande di suo padre lo avevano infastidito e non voleva che lui o altri si impicciassero della sua vita, così aveva finito con l'ignorarla per tutto l'intero mese nonostante nei momenti di tranquillità il suo pensiero navigasse languidamente su di lei.

Con questi pensieri accese il computer e si mise al avoro continuando a pensare a quella assurda ragazzina ed ai suoi sorrisi che avevano la capacità di scaldarlo come il sole d'estate.

 

 

 

Ringrazio ancora tutti per i commenti in privato e i consigli, spero di essere riuscita a spiegarmi meglio in quest'ultimo capitolo e di essere migliorata.

Per quanto riguarda la storia il prossimo capitolo sarà breve e di transizione per arrivare poi alla vera storia centrale tra Rin e Sesshomaru questi servivano solo a dare un'introduzione al tutto perchè non sopporto quando le coppie si innamorano subito senza lasciare tempo ai personaggi di approfondire i loro sentimenti e comunque spero di avervi fatto inquadrare la nostra coppia.

Come sempre consigli e suggerimenti sempre ben accetti e grazie ancora ciao e bacioni. ;)
  
 

 

 

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Capitolo 5
*** notti di mezza estate ***


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Eventi nelle notti di mezza estate


Sesshomaru e Kagura avevano optato per una crocera nelle isole tropicali, più Kagura che lui ma per accontentarlo aveva accettato di fare qualche piccola escursione nelle isole più grandi e sarebbero tornati solo la terza settimana d'agosto.
Sesshomaru odiava il caldo e il non poter far niente di stimolante nelle crociere, non  era certo tipo da attività di gruppo, acquagym o serate cabaret eppure Kagura insisteva sempre per fare costose vacanze su navi immense. Fortuna che c'erano i suoi libri a tenergli la mente occupata, si era persino ritrovato al computer in qualche occasione per controllare mail di lavoro o altro.
La sua carnagione troppo chiara poi non gli permetteva di passare troppo tempo sotto quel sole caraibico, ma lei di certo non sembrava ricordarsi di questo dettaglio mentre si abbrustoliva in piscina o nelle vasche idromassaggio con le sue amiche.

Sesshomaru avrebbe di gran lunga peferito isole deserte o visitare luoghi al nord, perchè non una bella crociera nei fiordi norvegesi? Quando l'aveva proposto a Kagura, pensando così di unire le scelte di entrambi, lei aveva definito uno spreco doversi coprire in piena estate andando in mezzo ai ghiacci inconsapevole che sole e una ventina di gradi buoni ci fossero anche in Norvegia in quella stagione. Fece un sospiro e tornò a leggere ignorando tutto quel caos per quanto possibile.

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- mi dispiace Sesshomaru ma non credo.... non posso continuare così- sospirò lei sconsolata, era arrivato il momento del faccia a faccia e non aveva senso girarci intorno.
Erano tornati da qualche giorno dalla loro vacanza insieme ed era tornato tutto come prima – è da un po' di tempo che mi sento strana, come distaccata dalla realtà- parlava a tratti come se stesse cercando le parole adatte per farsi capire al meglio senza rischiare di essere fraintesa o offenderlo– io non sono più sicura della nostra relazione, non so dove ci porterà in futuro che progetti hai e se intendi avere una famiglia o cos'altro io....- fece un sospiro profondo e abbattuto - io credo di aver bisogno di un po' di tempo per rimettere in ordine le idee -
alzò lo sguardo verso di lui in cerca di qualche emozione o qualche segno su quel viso così freddo e perfetto, anche se forse in quel momento le parve rilassare impercettibilmente le spalle, che anche lui provasse lo stesso?

Lo guardò come in cerca di una risposta che voleva sentire per davvero e lui parve intuirlo – fa come credi – lei rimase sorpresa, non si aspettava che la fermasse era troppo orgoglioso per farlo però neanche una risposta così “pragmatica” – mi stai dicendo che mi vorresti qui con te o che anche tu provi lo stesso? - voleva averne la certezza dalle sue labbra, non si accontentava più di arrivare a capirle per intuito, non c'era mai riuscita veramente e ora aveva bisogno di certezza, lì immobile al centro della stanza; lui abbassò il capo come se stesse pensando poi alzò il suo sguardo duro e profondo su di lei – sto dicendo che anch'io ho bisogno di tempo per pensare al momento – lei tirò un sospiro, non sapeva se di solievo o rammarico – bene, allora penso che sarebbe meglio se per un po' ognuno prendesse la propria strada – lui annuì e si voltò verso la grande vetrata del salone – a presto Sesshomaru - e detto ciò prese la sua valigia, l'ultima, e se ne andò.

Sesshomaru la sentì prendere l'ascensore – addio Kagura- gli sfuggì leggero dalle labbra.
Alla fine era stata lei a mettere la parola fine alla loro “relazione” e lui in cuor suo aveva tirato un sospiro di solievo perchè non sapeva proprio come fare a dirle che tra loro non c'era più niente per cui valesse la pena continuare senza ferirla.
Aveva detto che le serviva tempo ma entrambi sapevano che non era il tempo il loro problema.

Quella giornata era stata particolarmente ventilata così Sesshomaru decise di prendere la moto e andare a fare un giro, sapeva dove andare per rilassarsi ed avere un po' di compagnia.
Arrivato alla caffetteria però ebbe una spiacevole sorpresa, un cartello con su scritto “chiuso per ferie”.
Restò davanti all'ingresso chiuso  a guardare quel cartello come se non riuscisse a capirne il significato poi salì sulla sua moto e si avviò verso le montagne sicuro che due passi in mezzo al verde l'avrebbero aiutato a schiarirsi le idee.

:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-

Intanto oltre oceano a casa di Inuyasha e Kagome i genitori di lui erano andati a fargli visita per le vacanze estive...

-questo pollo alle spezie è davvero favoloso Kagome dovrai darmi la ricetta – disse Izayoi rivolta verso la ragazza seduta all'altro capo del tavolo, lei sorrise imbarazzata – a dire il vero io me la cavo meglio con i dolci è mia sorella quella portata in cucina – parlaci un po' della tua famiglia, quanti siete?-  era stato Inu a parlare, era curioso di approfondire un po' la sua conoscenza dopotutto le prime volte che si erano visti non avevano approfondito molto le conversazioni – i miei genitori si sono conosciuti a Yokohama dista circa 40 minuti da Tokyo poi si trasferirono in centro per lavoro ma quando si sposarono decisero di tornare a Yokohama, credevano che un posto meno frenetico sarebbe stato meglio per crescere dei figli. Mia madre lasciò il lavoro da farmacista e si dedico alla famiglia e da poco ha ripreso a lavorare part-time giusto per tenersi impegnata e fa anche attività di volontariato nel reparto pediatrico e oncologico. Mio padre invece è meccanico per camion e autobus di linea in un'officina vicino a Kawasaki lavora lì da molti anni ormai. - Izayoi la guardò con uno sguardo caldo e sorridente – hai detto che hai anche una sorella giusto? - si esatto si chiama Rin e ha un paio di anni in meno di me, lavora in una caffetteria a Tokyo, ci si era trasferita con il suo primo lavoro e poi quando ha cambiato è voluta rimanere lì- Inu e Izayoi a sentire quel nome si guardarono negli occhi, quella non poteva essere la stessa Rin di Tokyo che conoscevano loro dopotutto ce ne potevano essere a centinaia in una città così grande, ma la curiosità era troppa – e dimmi Kagome hai qualche foto di.. della tua famiglia da mostrarci? - Kagome li guardò stupita e poi si voltò verso Inuyasha – si certo se mi date un secondo vado a prendere l'ipad e ve le mostro – si alzò e si avviò verso la stanza, rimasti soli Inuyasha li fissò – si può sapere cos'è successo? – non so di cosa tu stia parlando- rispose Inu – ah nooo appena kagome ha fatto il nome di Rin siete scattati sull'attenti e vi siete guardati mi dite perchè? - Inuyasha faceva passare lo sguardo tra entrambi i genitori mentre loro si guardavano incerti – allora? - niente caro ti assicuro che non è niente di particolare è che di recente abbiamo conosciuto una ragazza con lo stesso nome tutto qua – era meglio non approfondire finchè non ne fossero stati certi – capirai sarà pieno di ragazze con quel nome per Tokyo – infatti non è niente di che – disse Inu per affievolire la tensione che sentiva addosso, e se fosse lei?

In quel momento tornò Kagome intenta a sfogliare le varie pagine dell'ipad  - eccole le ho trovate – si avvicinò ad Inu e Izayoi lasciandogli l'ipad – scorrete pure verso sinistra e troverete tutte le ultime foto che mi ha mandato Rin, Inuyasha mi aiuteresti con i piatti mentre i tuoi guardano le foto? Così serviamo il dolce – uffa Kag...- lei lo fulminò con un'occhiataccia – ma ma certo Kagome arrivo subito- presero i piatti e andarono in cucina.

-Inuyasha cosa dici? Secondo te sta andando bene la cena? - certo Kagome non hai visto i piatti, non hanno nemmeno lasciato le briciole e poi di che ti preoccupi non è di certo la prima volta che li invitiamo a cena – Kagome era un fascio di nervi mentre toglieva la bavarese dal frigor – lo so ma stasera glielo diremo e vorrei che fosse tutto perfetto e poi.. non so... insomma- Inuyasha la zittì con un bacio e l'abbracciò dolcemente passandole due dita sulla schiena – ehi non agitarti i miei genitori ti adorano e scommetto che saranno felici di sapere che ci sposiamo ora non farti prendere dal panico per niente perchè se c'è qualcuno che deve essere agitato quello sono io- ah si e perchè? - kagome lo guardò perplessa – quando torneremo in Giappone dovremo dirlo anche ai tuoi e non so come la prenderà tuo padre – disse con un brivido immaginando già gli scenari peggiori – ma no stupido cosa vai a pensare mio padre è un po' burbero ma gli piaci anche se non lo ammetterebbe mai – si baciarono dolcemente quando una voce dal salotto li riscosse – Kagome scusami di chi è questa casa? - Kagome si affacciò dalla cucina con i piatti e le posate da dessert – è la casa di Rin, le prime foto sono prima della ristrutturazione e le altre a lavoro finito – caspita è proprio carina – si, pensate che il progetto e la disposizione è tutta una sua iniziativa è stata davvero brava la mia sorellina- si vedeva che andava molto fiera di lei.

Tornata in cucina per prendere il dolce e il vino Inu e Izayoi continuarono la conversazione – non ci credo Inu e proprio lei – Inu non la smetteva di guardare quelle foto, alcune erano delle feste di Natale quando suo figlio e Kagome erano tornati a trovarli in Giappone, altre della famiglia in una gita in montagna altre di piatti probabilmente le due sorelle si scambiavano molti consigli, altre ancora di Kagome e Rin in diverse situazioni – chi l'avrebbe mai detto che quella ragazzina e Kagome fossero sorelle è davvero una fortuna incredibile – che vuoi dire? - voglio dire che cercavo un modo per far avvicinare Sesshomaru a Rin senza sapere come fare e alla fine salta fuori che finiranno con il diventare parenti, meglio di così non poteva andare – credevo fossi giunto alla conclusione che tra i due non ci fosse niente Inu – lui le passò un braccio intorno alle spalle dandole un bacio sulla fronte – certo mia cara infatti non parlo di una relazione sentimentale o fisica però era chiaro che quei due stessero bene insieme e se Sesshomaru trovasse, un'amica diciamo, sarebbe una bella fortuna sono certo che lo aiuterebbe molto a sbloccarsi da quella situazione di apatia in cui si trova e visto che diventeranno di famiglia a tutti gli effetti non c'è neanche il rischio che un giorno si lascino soffrendo, giusto?- guardò la moglie in cerca di approvazione per il suo ragionamento così ingegnoso, per tutta risposta Izayoi fece scorrere altre foto della ragazze e partì un video

“ ciaoooo Kagomeeee!!! guardaguardaguarda – il video si distolse dal volto raggiante di Rin e mostrò l'interno dell'appartamento della ragazza- ho ancora un sacco di lavoretti da fare per l'arredamento ma il più è fatto aspetto con ansia il tuo ritorno così verrai con me e la mamma a scegliere i mobili a presto, salutami anche Inuyasha un bacione ciaoooo” -

il video si fermò – sembra davvero una brava ragazza - già come la sorella d'altronde – credi davvero che si sposeranno Inu? Ne sarei molto felice- Inu guardò la moglie, era bella come il primo giorno in cui l'aveva vista sui gradini dell'università a ripassare per un esame, sorrise a quel ricordo – visto l'impegno extra che ha messo per la cena e la tensione di nostro figlio direi di si – lo spero tanto – bene ecco il dolce- li interruppe Inuyasha arrivando con dei calici e una bottiglia di moscato italiano – bene ma dimmi figliolo c'è forse un motivo in particolare per cui dovremmo stappere quella bottiglia stasera- Inu guardò negli occhi suo figlio diventare rosso colto alla sprovvista, Kagome poggiò la torta al centro del tavolo e si accomodò accanto ad Inuyasha prendendogli la mano – beh ecco veramente noi ….– Inuyasha mi ha chiesto di sposarlo – lo precedette Kagome salvandolo da quella situazione e facendosi anche lei rossa in viso – e volevamo sapere...speravamo insomma che foste d'accordo – alzò piano lo sguardo verso di loro che li guardavano con un sorriso pieno di gioia e amore – come potremmo non essere felici per voi – si alzarono tutti e si abbracciarono – ma l'anello – Kagome si riscosse e andò a riprenderlo in cucina -l'avevo lasciato in cucina mentre preparavo la cena e visto che non sapevamo come o quando dirvelo ho preferito aspettare a metterlo- oh Kagome è meraviglioso – esclamò Izayoi, l'anello era in oro bianco e rosa intrecciato con tre pietre trilogy due rosa pallido e un diamante al centro tutte tre piccole ma delicate, estremamente elegante – tesoro ma è meraviglioso -disse la madre guardando Inuyasha che arrossì e distolse lo sguardo- sono fiero di te figliolo- disse il padre poggiando una mano possente sulla spalla del figliolo che lo guardò felice e pieno d'orgolgio per l'approvazione del padre, aveva detto a Kagome che non c'era motivo di agitarsi ma anche lui sotto sotto era teso per quella serata – grazie, ora cosa ne dite di mangiare la torta- si riaccomodarono a tavola e stapparono lo spumante – a Kagome e Inuyasha per un radioso futuro!!! – alzarono i calici e brindarono felici.

Inu guardò la scena. Bene, uno dei figli era sistemato pensò divertito guardandoli vicini a tavola mentre parlavano con Izayoi sull'organizzazione del matrimonio; ora mancava solo il primo.
Chissà che faccia avrebbe fatto Sesshomaru quando avrebbe scoperto chi si sarebbe ritrovato come cognata, già si pregustava la scena, sperava solo che i Kami continuassero a sostenerli.

 

 


Pagina incredibilmente breve lo sò, ma serviva per definire ed inquadrare bene la loro situazione.
Dal prossimo capitolo partirò con la storia effettiva, spero nel mentre di non avervi annoiato troppo e spero di ricevere presto vostri consigli e suggerimenti che apprezzo sempre moltissimo.

Grazie ancora e al prossimo  :) ;)

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Capitolo 6
*** Fili intrecciati ***


~~
Fili intrecciati...

 

L'estate era ormai finita sebbene l'aria fosse ancora calda e il sole splendente.
La gente iniziava a tornare dai suoi viaggi per riprendere la normale routine di tutti i giorni.

Al contrario della maggior parte delle persone invece Rin si accingeva a prendere un'aereo in direzione della Norvegia; aspettava quel viaggio da circa un anno e mezzo e finalmente dopo tanto faticare era riuscita a prenotare tutto con quasi dieci mesi d'anticipo per vedere, finalmente, la tanto sospirata aurora boreale.

Sarebbe stata via cinque giorni tra cui più di due in aereo, un vero “tour de force”.
Fortuna c'erano i fusi orari.
Senza contare che al suo rientro sarebbe dovuta andare il giorno stesso di corsa ad una palestra con sua sorella Kagome, il suo fidanzato Inuyasha e il fratello di lui.
Sua sorella era tornata a Tokyo dopo la maturità e avevano deciso di restare in Giappone, ma la notizia ancora più bella era stata quando gli avevano detto che si sarebbero sposati la prossima primavera e le avevano chiesto di farle da damigella d'onore nonchè da testimone di nozze.
Non poteva essere più felice, sprizzava gioia da tutti i pori.

Inuyasha invece aveva deciso di chiedere a suo fratello maggiore di fargli da testimone, a sentire Inuyasha non doveva essere una persona molto socievole e doveva avere un pessimo carattere, quindi non sarebbe stato facile convincerlo. Si aspettava un tipo piuttosto scontroso, com'era possibile che due fratelli avessero un carattere così diverso? È vero che fratelli e sorelle in ogni famiglia erano diversi per carattere, stili ecc... ma un fondo di somilianza e familiarità dovevano pur averla....uff che strazio! Sperava solo che suo fratello accettasse, non conosceva bene Inuyasha ma da quanto aveva capito ci teneva molto alla presenza del fratello.
Vabbè poco importava; per la loro felicità Rin sarebbe anche andata a prendere questo sconsiderato per le orecchie e l'avrebbe trascinato alla cerimonia pur di vederli felici.

L'unica cosa che la preoccupava era il corso di ballo che sua sorella voleva farle fare per il primo ballo d'apertura, quando glielo aveva detto si era sentita morire, lei era assolutamente negata nel ballo aveva una totale mancanza di senso del ritmo e della coordinazione, migliorata nel corso degli anni grazie al suo lavoro ma restava comunque pessima.... e avrebbe dovuto ballare con il testimone che imbarazzo e Kagome non aveva voluto sentire ragioni quindi si sarebbe dovuta fiondare a quella lezione a meno di tre ore dall'atterraggio, sperava solo non ci fossero ritardi o Kagome l'avrebbe uccisa.

Fu riscossa da quei pensieri quando la voce del comandante avvisò dall'interfono l'atterraggio all'areoporto di Throndheim per poi arrivare con un bus-navetta a Tromsò una delle zone migliori dove poter vedere l'aurora boreale, poi c'erano anche un'infinità di laghi, un planetario e tanto altro. Anche se era andata lì per vedere l'aurora non voleva dire che non poteva approfittarne per vedere quante più cose possibili, dopotutto non capita tutti i giorni di poter andare in un paese scandinavo.

Non stava più nella pelle, era elettrizzata al massimo e non vedeva l'ora di fare tutte le cose dell'itinerario, sarebbe stato un “tour de force” degno di questo nome e a fine viaggio sarebbe stata distrutta ma ne valeva la pena, assolutamente.

 

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- ti ho detto di no – e dai che ti costa è solo un ballo poi – non mi scocciare Inuyasha – insomma Sesshomaru lo sai che il primo ballo lo aprono gli sposi seguiti poi dai genitori e i testimoni – Sesshomaru fece un respiro profondo cercando di calmarsi, in fondo era felice che suo fratello si sposasse e si era sentito lusingato e un po' sorpreso quando gli aveva chiesto di fargli da testimone, anche se non glielo avevrebbe mai detto, però quando gli aveva detto che avrebbe dovuto ballare con una perfetta sconosciuta si era detto subito contrario.
Ci mancava solo di ballare con una ragazzina imbranata con cui aveva si e no otto anni di differenza, una bambinetta insomma, anche se maggiorenne era pur sempre una ragazzina.

Non gli andava proprio giù e poi perchè diamine doveva andarci anche lui a quel posto a prendere lezioni – non capisco per quale motivo dovrei andare anche io a quella stupida lezione, so ballare perfettamente a differenza tua - uffa Sesshomaru è solo una lezione per prendere confidenza con la sorellina di Kagome non mi sembra il caso di farne una tragedia – e non pensi che magari verrei accompagnato?- Inuyasha rimase lì per lì incerto se il fratello stesse dicendo sul serio o se stesse solo cercando una scusa – bè non vedo il problema, dovresti ballare con lei solo il primo ballo poi torni dalla tua bella; non capisco perchè ti fai tutti questi problemi e poi dimmi un po' non sarai mica tornato con Kagura spero.... non è che la vostra relazione spiccasse proprio d'amore e sentimento – Sesshomaru alzò gli occhi dai fogli degli ultimi risultati dei test e lo fulminò con lo sguardo ghiacciandolo sul posto, la sua relazione con Kagura erano solo affari suoi e di nessun altro.
Solo loro sapevano le motivazioni e non dovevano interessare a nessun'altro.

- daccordo verrò a quell'inutile lezione ma poi la questione si chiude qui, se quella ragazzina ha bisogno di altre lezioni può farsele anche da sola – Inuyasha tirò un sospiro – non preoccuparti neanche lei sembrava molto entusiasta di prendere lezioni di ballo comunque e cerca di non fare tardi; a giovedì – detto ciò uscì chiudendosi la porta alle spalle tirando l'ennesimo sospiro di solievo e si avviò verso l'ufficio di Sesshomaru dove c'era suo padre – è permesso? - entra figliolo non preoccuparti stavo giusto venendo  a cercarti – suo padre riusciva sempre a mettergli una certa soggezione nonostante fosse sempre stato affettuoso nei suoi confronti e un po' più severo in quelli di Sesshomaru era stato davvero un buon padre, sperava di assomigliargli almeno un po' quando fosse diventato genitore anche lui.

Si riscosse da quei pensieri – come scusa?- Inu lo guardò sorridendo comprensivo – ti ho chiesto come ha preso la notizia Sesshomaru – ah si certo, male come immaginavamo ma alla fine ha ceduto a patto di fare solo una lezione – Inu sorrise tra sé immaginandosi la scena, se solo suo figlio avesse saputo chi era la sorella della sua futura cognata era certo che non avrebbe protestato poi tanto – capisco e dimmi la sorella di Kagome come l'ha presa? - Inuyasha sbuffò – non era entusiasta nemmeno lei sapendo che avrebbe dovuto ballare con qualcuno davanti a tutti, a sentire Kagome ha una pessima coordinazione – Inu sorrise – tranquillo figliolo sono certo che andrà tutto per il meglio e visto che ne stiamo parlando tua madre pensa che non farebbe male neanche a noi una piccola lezione, giusto per rinfrescare un po' la memoria – mai e poi mai Inu si sarebbe voluto perdere la faccia di suo figlio in quell'occasione, era ora che anche il suo “riservato e composto” figlio maggiore provasse qualche emozione seppur lieve.

Inuyasha comunque non se la beveva , era chiaro che suo padre tramasse qualcosa – va bene avviserò Kagome, purtroppo i suoi genitori non potranno venire quindi abbiamo preso un'altro appuntamento se peferisci fare la lezione con loro.... - no no tranquillo giovedì prossimo va benissimo non ti preoccupare ora scusami ma devo proprio andare, ho promesso a tua madre un pomeriggio solo per noi oggi- Inuyasha arrossì sentendosi in imbarazzo e salutandolo uscì dall'ufficio.
Decisamente c'era qualcosa che non tornava.

Intanto nel laboratorio di verifica Sesshomaru si sentiva inquieto.
Aveva detto ad Inuyasha che forse sarebbe stato accompagnato solo per lanciargli una frecciatina in modo che smettesse di assillarlo però la sua mente traditrice non aveva potuto fare a meno di riproporgli per l'ennesima volta il viso sorridente di Rin.

Ormai era diventato un maledetto vizio, un'abitudine ecco cosa, che ogni volta che abbassasse la guardia la sua mente gli riproponesse sempre lei, stava decisamente dando i numeri e questo non andava bene. Da quando in qua lui si perdeva in frivoli pensieri senza senso su una ragazza che nemmeno conosceva e non sapeva nemmeno come conoscere per giunta, perchè seppure a causa del lavoro di entrambi l'avesse vista solo una volta dopo le ferie non riusciva a trovare un modo per incontrarla di nuovo fuori dal lavoro o invitarla ad uscire senza esporsi troppo.
Se l'avesse invitata in maniera esplicita era certo avrebbe rifiutato come faceva sempre con tutti.
Forse poteva provare come con la fiera delle nuove tecnologie.

Accidenti si sentiva confuso ed irritato non sapendo come fare e per l'ennesima volta si era distratto pensando a lei senza leggere o capire mezza riga di quei documenti, così decise che per quel giorno era il caso di fare qualcosa di più produttivo e scese nei laboratori dove gestivano i nuovi  materiali sperando che dover prestare attenzioni ad altri lo distraesse un po' da lei.

 

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Una settimana più tardi....

No no no! Accidenti a quei maledetti ritardi. Accidenti a quei maledetti scali. Accidenti a quei stra maledetti orari! Sua sorella l'avrebbe ammazzata poco ma sicuro. Mai più voli con scali.

Stava correndo come una pazza con il bagaglio a mano in spalla attraverso l'aeroporto per prendere un taxi dopo che il suo volo aveva tardato di due ore buone così ora doveva correre come una pazza per arrivare a quella stupida lezione di ballo classico, non che non amasse i balli classici ma quel ritardo proprio non ci voleva.

Se il volo non avesse tardato avrebbe avuto il tempo di andare a casa per farsi una doccia, cambiarsi e andare con la sua bella macchinina a lezione da sola con un aspetto vagamente presentabile.
Ora invece doveva andare come una terremotata ad una lezione dove ci sarebbe stato anche il fratello maggiore di Inuyasha e lei aveva un aspetto orribile.

Uscì dalle porte dell'aeroporto e prese un taxi, gli diede l'indirizzo e accese il cellulare, 3 chiamate perse e due messaggi da Kagome e un numero sconosciuto, doveva essere Inuyasha managgia.
Le inviò la risposta, prese salviettine e correttore cercando di darsi una sistemata, si spazzolò i capelli in una coda alta per rendersi più presentabile e bevve un sorso d'acqua e qualche caramella comprata in aeroporto e finalmente si rilassò durante il tragitto.

La vacanza anche se breve era stata meravigliosa, non vedeva l'ora di mostrare alla sua famiglia le foto e raccontare tutto quello che era riuscita a fare, dopo quel viaggio era distrutta, aveva fatto due escursioni e visto l'aurora boreale, assolutamente meravigliosa e le stelle erano bellissime, in città non si vedeva un cielo così “vivo”. Era stata un'esperienza magica senza contare tutto quello che si era mangiata in quei tre giorni di soggiorno, era stata una vera abbuffata.

Arrivò a destinazione, pagò il tassista e uscì di corsa verso la palestra fortunatamente era quasi in orario doveva solo cambiarsi le scarpe a cui fortunatamente aveva pensato Kagome.

 

Sesshomaru era fuori dalla palestra accanto alla sua auto, aveva appena riattacato ad una telefonata di Kagura che gli chiedeva di uscire a cena tra “amici” e ovviamente lui aveva declinato l'invito dicendole che era già impegnato.

Proprio mentre si voltava verso l'ingresso aveva visto Rin, quella Rin, il suo pensiero fisso in quegli ultimi giorni, fiondarsi fuori dal taxi e correre con un borsone da viaggio in palestra.
Senza pensarci troppo entrò anche lui, curioso di sapere cosa ci facesse anche lei lì, uno strano miscuglio di emozioni gli annodò lo stomaco cogliendolo di sorpresa quando la vide entrare nella stanza da ballo dove c'erano suo padre, Izayoi, Inuyasha e la sua fidanzata e un presentimento si fece largo nella sua mente, non poteva essere vero, quante probabilità c'erano?
Quando attraverso i vetri della porta vide Rin intenta ad abbracciare felice Kagome e voltarsi stupita verso i suoi a Sesshomaru non sfuggì il sorriso furbo di suo padre, quel maledetto doveva saperlo, per forza, altrimenti non si sarebbe spiegato quell'espressione verso Rin e lo sguardo furbo verso di lui.

Prima di pentirsene entrò anche lui – bene ci siamo tutti manca solo... oh Sesshomaru giusto in tempo mia sorella è arrivata ti presento – Rin – fu Sesshomaru a pronunciare il suo nome lasciando Inuyasha e Kagome di sasso, lei dal canto suo si era appena stupita a vedere i genitori di Sesshomaru lì che non aveva fatto a tempo a realizzare che doveva essere lui il fratello di cui Inuyasha gli aveva parlato e sentondo il suo nome pronunciato da lui si voltò sorpresa con il fiato ancora in gola.

Era bellissimo, più di quanto ricordasse, con la camicia bianca e le maniche arrotolate aveva un'aria vagamente rilassata e il modo in cui la guardava le fecero venire le farfalle allo stomaco.
Si riscosse subito dallo stupore e gli sorrise raggiante – ciao Sesshomaru che piacere rivederti come stai?- bene tu? - bene sono appena tornata dall'aeroporto – a quel punto intervennero Kagome e Inuyasha – Rin ma voi due vi conoscete? - Rin guardò stupita la sorella – certo è uno dei miei clienti alla caffetteria – Inuyasha e Sesshomaru dal canto loro fissavano Inu e Izayoi – voi lo sapevate vero? Per questo quando Kagome vi ha mostrato le foto di Rin a casa nostra vi siete comportati in quel modo strano – Inu sorrideva compiaciuto, era stata una bella sorpresa per tutti, quando aveva visto che nessuno dei due arrivava aveva temuto che si fossero già incontrati fuori e si fosse perso la scena e visto il leggero rossore che colorava le guance della ragazza ora aveva la conferma che anche lui non le fosse del tutto indifferente, Sesshomaru dal canto suo era teso come una corda di violino e lo stava fulminando con lo sguardo – una piacevole coincidenza non trovate? - Izayoi accanto a loro era rossa d'imbarazzo.


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-uno, due, tre e intreccio di mano e passo fermo e poi giravolta... e poi ancora uno due tre e intreccio-passo-fermo-giravolta e volteggio fermo....- andava avanti così da un'ora, l'insegnante le aveva mostrato i passi poi avevano iniziato a ripeterli piano aggiungendo passi alla volta e infine con le note in sottofondo, ma appena arrivava alla seconda giravolta il suo cervello faceva un reset completo e non ricordava più da che parte girare e finiva con il farsi trascinare da Sesshomaru nella direzione giusta. Fortunatamente non gli aveva ancora pestato i piedi ma poco ci mancava, insomma possibile che fosse così imbranata e come se non bastasse l'idea di fare una figuraccia con lui la metteva terribilmente a disagio, chissà cosa avrebbe pensato di lei dopo quella lezione disastrosa.

Come se non bastasse anche quando tentava di azzeccare due passi di fila l'insegnante di danza sbucava dietro di lei strillandole nell'orecchio i passi giusti a gran voce, che nervi, possibile che non conoscesse la parola pazienza, non tutti nascevano con delle doti artistiche innate, ognuno aveva i suoi tempi.
Dopo un'altra ora finalmente la tortura era finita, Rin si sentiva sfinita sia fisicamente che moralmente, voleva solo farsi una doccia, mangiare qualcosa e sparire fino al giorno dopo dimenticandosi quella lezione a dir poco imbarazzante.

- Rin pensavamo di andare a mangiare qualcosa vieni? Così poi ci racconti come è andato il viaggio- era stata Kagome a parlare – non saprei sinceramente sono un po' stanca ho avuto cinque giorni pesanti e questa lezione mi ha massacrato, preferirei andare a casa a farmi una doccia e riposare un po', domani lavoro - lei fece la sua solita faccia sconsolata con gli occhioni da cane bastonato e Rin si sentì un po' in colpa – ok va bene ma una cosa veloce e solo se prima mi fai fare una doccia – Kagome si illuminò, sapeva l'avrebbe avuta vinta, con sua sorella bastava poco – bene allora andiamo a cambiarci anche noi e poi passiamo a prenderti a casa ok? - va bene riesci a darmi un passaggio fino a casa- a dire il vero siamo qui con la moto di Sesshomaru - in tre? - no scema io e Inuyasha, volevamo evitare il traffico – ah capisco mi toccherà chiamare un taxi allora- ti accompagno io - tre paia di occhi si voltarono verso Sesshomaru – no tranquillo non vorrei disturbarti – non dire stupidaggini andiamo nella stessa direzione prendendo la super – Rin non sapeva cosa dire ne tantomeno cosa pensare, da un lato le faceva piacere l'idea che Sesshomaru si fosse offerto di accompagnarla ma dall'altro si sentiva ancora in imbarazzo per la lezione – va bene se non ti è di troppo disturbo – rispose incerta, lui per tutta risposta fece un cenno d'assenso – dove andiamo? - era stato Inuyasha a parlare – c'è una rosticceria con specialità alla griglia dista una decina di minuti da Tokyo potremmo andare lì ho saputo che ti portano le griglie direttamente al tavolo e hanno delle salsine fatte in casa davvero ottime – come c'era da immaginarselo Kagome sapeva sempre dove andare a mangiare – per me va bene a che ora ci troviamo lì? - facciamo per le sette e mezza così abbiamo un'oretta e mezza per prepararci- a me sta bene.


Rimasero daccordo così e mentre loro si avviavano verso casa dei genitori di lui con la moto di Sesshomaru, Rin e lui prese l'auto e si avviarono verso casa sua.
- ti ringrazio per il passagio Sesshomaru e anche per essere stato così paziente con me a lezione sono stata una vera frana – non l'aveva guardato mentre parlava, continuando ad arrovellarsi le mani e guardare fuori dal finestrino – hai solo bisogno di un po' di pratica tutto qui – a Rin scappò un sorriso tirato – alla faccia dell'eufemismo –

Sesshomaru la guardò di sfuggita mentre erano fermi ad un semaforo. Aveva  i capelli raccolti in una coda un po' disordinata che tuttavia non gli aveva impedito di sentire il suo profumo biscotti e zucchero grezzo, non era troppo dolce, gli ricordava i suoi biscotti con zucchero di canna e miele che preparava alla caffetteria ma appena accennato, troppo lieve e avrebbe voluto mettere una mano tra quei capelli così neri e ribelli.
Per non parlare poi del suo fisico, aveva proprio un bel sedere e la scollatura appena accennata della canotta metteva in risalto le sue curve. Non era magra o grassa era semplicemente in forma, con le curve giuste, piene e morbide per quanto fosse comunque slanciata come la sorella.

Dopo diverse svolte e strade era arrivato a casa di Rin; effettivamente non era troppo lontano dalla caffetteria, doveva distare meno di dieci minuti circa.
Accostò alla strada -grazie per il passaggio – lui le aprì il bagagliaio così da permetterle di prendere la borsa – quindi ci vediamo al ristorante? - chiese un po' titubante – passo a prenderti se vuoi così non dovrai guidare – ma no figurati non mi sembra il caso di farti andare avanti e indietro per niente e poi a quanto ho capito è più verso le tue zone, sarebbe una strada inutile – aveva parlato di fretta, presa dall'agitazione e si stava comportando come una ragazzina – nessun disturbo e poi andremmo con una macchina in meno, non c'è molto parcheggio – lei lo guardò un po' perplessa – davvero non vorrei disturbarti e poi sarai stanco anche tu, potrei passare a prenderti io se vuoi – lui la guardò un po'  scettico inarcando un sopraciglio e lei si offese un po' – che c'è? Ho la patente da un po' e fino ad ora non ho mai avuto problemi – iniziava a spazientirsi – non c'entra questo e non volevo offenderti – a quelle parole Rin si rilassò – ok – doveva trovare una soluzione così senza pensare disse – senti perchè non vieni su da me – lui la guardò con un'aria strana, non sapeva dire se scioccata o altro e capì che si era spiegata male – scusami intendevo dire che se tu non ci metti tanto a prepararti io meno di venti minuti e sono pronta, dieci minuti e siamo da te e cosi ti resta mezz'oretta per prepararti a casa tua per poi raggiungere Kagome e Inuyasha, così sai per evitarti una strada in più e il problema della macchina...- come sempre aveva parlato di corsa timorosa di sembrare troppo sfacciata o inopportuna, dopotutto si conoscevano da un po' ma solo di vista e il fatto che sarebbero diventati parenti da lì a poco di certo non lo rendeva meno sconosciuto.

Lui continuava a fissarla – hai pensato a tutto – lei sobbalzò e sentì la pressione salirle alle guance, doveva sembrare un peperone accidenti, così sviò lo sguardo e cercò di regolarizzare i battiti – se non vuoi fa niente era solo – mi sembra una buona idea – Rin tirò un sospiro di solievo – bene allora parcheggia pure così saliamo.


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Presero l'ascensore e salirono fino all'ultimo piano, entrarono in casa e Rin andò subito dietro la porta a disinserire l'allarme e aprire la porta-finestra che dava sul terrazzino.
L'appartamento non era troppo grande ma era ben tenuto con un arredamento essenziale ma personale; sulla destra c'era un tavolo da pranzo con delle sedie e un armadietto lungo ed un quadro colorato con in rilievo fiori bianchi, era bello e con quei colori si sposava bene con il contrasto tenue dei mobili – l'ho fatto io – si volto verso la ragazza – il quadro, ero in fase “creativa” e avevo bisogno di un quadro ma non trovavo niente che mi piacesse poi ho trovato quel tappeto – indicò alla sua sinistra il salotto con un tappeto colorato su sfondo bianco – è un quadro di Osnat Tzadok una pittrice astratta, ho provato a fare un quadro con gli stessi colori ma è uscito un po' diverso da come me lo ero immaginata però i colori ci sono, ne sto cercando uno ma non trovo niente che mi piaccia quindi... - sorrise imbarazzata andando in cucina.

Il salotto era forse la parte più ampia della casa con un divano antracine ad angolo con la penisola che “divideva” il salotto dall'ingresso e quel tappeto bianco pieno di pennellate multicolore, era molto da Rin in effetti e anche il quadro non era male, davanti al divano c'era una libreria aperta da cui si intravedeva la cucina che a differenza dei toni chiari del resto della casa era color antracite e nero opaco con qualche dettaglio colorato e un banco per la colazione attaccato al retro della libreria/ separè.
Si vedeva che c'era il suo tocco in tutto, dai mobili su misura salvaspazio ai colori dell'arredamento – posso offrirti qualcosa mentre mi faccio la doccia? Acqua, succo, birra credo di averne ancora – acqua andrà benissimo – naturale o frizzante? - naturale – fresca o ambiente? - lui la guardò vagamente divertito e lei se ne accorse – scusa deformazione professionale – lui non smise di guardarla – è uguale – lei si voltò prese un bicchiere ed una bottiglia dal frigorifero – vuoi qualcosa da mangiare ? - dobbiamo andare a cena – giusto – evitò il suo sguardo e gli passò il bicchiere - quindi io vado a cambiarmi fa pure come se fossi a casa tua io arrivo subito – detto ciò si fiondò in camera prese i vestiti di ricambio e andò nel bagno.
Rimasto solo Sesshomaru iniziò a curiosare in giro, sulla libreria c'era un po' di tutto e questo poteva tranquillamente rappresentare la proprietaria della casa.

Su alcune mensole c'erano libri storici, altre invece avevano cd e vinili di vario generi, tv, lettore dvd e dvd a non finire, c'erano due mensole piene  che passavano dai svariati generi, da quelli comici alle commedie, qualche classico come il Gladiatore o Anna Karenina per arrivare ad Avatar per finire con fantasy come Stardust o Lady Hawke, qualche storia vera come the Help la Teoria del tutto o il Diritto di contare fino ad arrivare a un'intera saga di cartoni animati tra cui la maggioranza Disney.

Su altre mensole invece si potevano notare qualche soprammobile, probabilmente souvenir di viaggi e molte fotografie, alcune con la sua famiglia supponeva, altre con Kagome, alcune in vacanza in costume e una in particolare lo colpì molto; era sui toni del grigio Rin portava le mani ai capelli cercando di raccoglierli, aveva un vestito lungo e scuro con due spalline sottili e una scollatura non troppo profonda stretto in vita che scendeva morbido sui fianchi e la vita, doveva avere dei brillantini o qualcosa del genere perchè si notava un certo luccichio sul vestito e la gamba sinistra sporgeva leggermente da un piccolo spacco laterale dove si vedeva una scarpa con il tacco allacciata alla caviglia sottile e aveva lo sguardo assorto e rilassato, era davvero bella quasi eterea.

Si riscosse bruscamente quando sentì Rin spegnere il phon che non si era neanche accorto avesse acceso tanto era immerso nei suoi pensieri. Uscì dal bagno pronta cinque minuti dopo, guardò distrattamente l'orologio e notò che era solo tre minuti in ritardo su quanto aveva preventivato, non male. Uscirono di casa e si avviarono verso la macchina.


Arrivarono di fronte ad un palazzo enorme, non avrebbe saputo dire quanti piani esattamente, scesero nel parcheggio sotterraneo e preso un ascensore fino all'ultimo piano e arrivarono in un attico immenso, le vetrate e la vista erano davvero splendide, la luce naturale anche se ormai erano quasi al tramonto era splendido, anche il resto del -appartamento? casa? Non sapeva bene come definirlo- erano splendidi molto essenziale con colori che variavano dal grigio al bianco fino al nero. Tutto molto informale e onestamente anche un po' “impersonale”, per quanto quell'arredamento potesse essere in linea con lo stile di Sesshomaru mancavano quei tocchi personali che la contradistinguevano come “Casa”.

A differenza di casa sua dove ogni angolo diceva qualcosa di lei, lì non c'era granchè che potesse far capire qualcosa di lui. Qualcosa sul lavoro, alcuni quadri astratti e realisti di diversi pittori ed epoche che raffiguravano per lo più scenari paesaggistici o guerra, su alcuni rari scafalli c'erano edizioni storiche che sospettava fossero state messe lì per fare scena più che per essere lette realmente.

Cucina professionale ed immacolata, unica nota di colore la frutta e un paio di riviste di economia e sport, tornando in sala notò due catane appese al muro, dovevano essere vere perchè sembravano molto antiche. Almeno qualche indizio su di lui lo aveva trovato. Si perse a guardare fuori dalle finestre.

Quando Sesshomaru uscì dal corridoio, dove probabilmente c'era la camera da letto, Rin non potè fare a meno di fissarlo nel riflesso della vetrata; i capelli erano raccolti con una mezza coda e ordinati come sempre, su qualcun'altro sarebbe potuto sembrare un po' effeminato ma su di lui così morbida e precisa con le ciocche davanti racchiuse in quel nastro così rustico era semplicemente divino e lei che prima di conoscere lui non amava i ragazzi con i capelli lunghi si beò di quella vista così diversa e perfetta. Per non parlare di quella maglia antracite che gli fasciava i muscoli definiti, non era eccessivamente muscoloso come Inuyasha era più asciutto e lineare, più come un atleta che come uno sportivo senza essere eccessivo.
Alzò lo sguardo e vide attraverso il riflesso che anche lui la stava fissando, si sentì subito in imbarazzo con i suoi pantalincini di stoffa morbida rossi a vita alta con tanto di cinturina a fiocco e maglietta nera leggera, si voltò e gli sorrise nel modo più naturale possibile.

In ascensore le cose non migliorarono di certo, sentiva il suo profumo chiaramente e le ricordava vagamente Sauvage di Dior ma con una punta più fresca, più leggera; davvero buono.
Se avesse continuato di questo passo si sarebbe sciolta prima di arrivare al piano interrato accidenti.


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La cena era stata tranquilla, avevano chiacchierato del più e del meno, lei sopratutto, riguardo alle vacanze in Norvegia, le vacanze estive, l'organizazzione del matrimonio e già Rin sapeva che l'avrebbe dovuta accompagnare praticamente ovunque ma la cosa non le dispiaceva affatto.

Il cibo era ottimo aveva preso costolette di maiale rosolate in agrodolce, sarà stata la fame ma aveva divorato tutto incluse le patate saltate al burro chiarificato e cumino. Ovviamente il dolce non poteva mancare.

Usciti dal ristorante Sesshomaru si offrì di riaccompagnarla e lei ne fu più che felice se non fosse che prima di raggiungere l'auto una voce attirò la loro attenzione – Sesshomaru anche tu qui, che piacevole coincidenza – Rin si voltò e vide una donna molto attraente con labbra rosse tacchi alti e vestito succinto, il tutto abbinato ad una borsa a cui non avrebbe saputo dare un valore e bijoux a non finire sembrava quasi un lampadario e a quel pensiero poco carino quasi non scoppiò a ridere, la sua immaginazione rischiava spesso di metterla in situazioni imbarazzanti – Kagura – lui dal canto suo sembrava sorpreso, lei gli si avvicinò – pensavo fossi già impegnato stasera perchè non entri con me a bere qualcosa sono qui con alcuni colleghi di lavoro o se preferisci possiamo andarcene da qualche parte da soli io e te così potremo parlare – non vedo di cosa dovremmo parlare Kagura abbiamo già chiarito tutto mi sembra –

Evidentemente quella doveva essere una sua ex, che imbarazzo forse era meglio se si allontanava e li lasciava tranquilli, magari faceva ancora a tempo a far tornare indietro Kagome con la sua macchina – invece no, mi stai dicendo che non mi hai pensato nemmeno un pochino in queste ultime settimane di lontananza? In fondo è per questo che si chiamano pause di riflessione no?? -
gli aveva messo una mano sul braccio e gli si stava spalmando addosso, Rin non potè fare a meno di provare pietà per quella poverina, era ovvio che Sesshomaru non volesse parlare con lei al momento – no Kagura e poi domani lavoro – lei fece una smorfia imbronciata e cominciò a lamentarsi, per poco a Rin non venne la nausea dal tanto era smielata, ma come diavolo era possibile che quei due stessero insieme – insomma Sesshomaru speravo che avresti sentito un po' la mia mancanza, io ho sentito tanto la tua e vorrei poter ricominciare anche solo per vederti per un caffè, restare amici insomma – lui la guardò impassibile e con lo sguardo serio, evidentemente quella tipa così strana non si era accorta di lei meglio così, cercò di allontanarsi senza dare nell'occhio per aspettarlo verso la macchina di lui ma non appena si mosse lei la fulminò subito con lo sguardo.... eh no a quanto pare aveva solo finto di non vederla, l'aveva vista eccome e quello sguardo ferito era tutt'altro che amichevole non presagiva nulla di buono – capisco, quindi ti sei già trovato un rimpiazzo dell'ultimo momento, cos'è un tentativo per farmi ingelosire? Se così fosse te la saresti potuta cercare più carina non credi –

Rin la guardò con tanto d'occhi, normalmente le avrebbe risposto per le rime ma era decisamente troppo stanca per avere una qualsiasi reazione normale quindi, ovviamente, appena si rese conto di quello che intendeva dire quella pazza non riuscì più a trattenersi e le scappò una risata che provò a trattenere a stento, lei non dovette gradirlo affatto – che hai da ridere ragazzina come ti permetti di...- mi scusi non era per lei è solo che il signor Sesshomaru è uno dei miei clienti alla caffetteria in cui lavoro e mi ha gentilmente offerto un passaggio, non è il caso che sia così scorbutica mi creda – lei se possibile si inacidì ancora di più per la figuraccia che aveva appena fatto e guardò Sesshomaru che le fissava stranito e leggermente divertito – bè se la metti così allora ci sentiamo presto per un caffè Sesshomaru – il modo in cui trascinò il suo nome e lo guardò con occhi famelici le fece quasi venire la nausea, se Rin aveva sbalzi d'umore quella di certo rasentava il bipolarismo.

La guardarono avviarsi verso l'ingresso del locale ancheggiando sui tacchi a spillo.

In auto non spiaccicarono parola anche se lei continuava a ridersela sotto i baffi guardando fuori dal finestrino, stranamente fu Sesshomaru a interrompere il silenzio – cos'hai da ridere tanto – lei si voltò verso di lui – non volevo farti arrabbiare scusami – forse si sentiva preso in giro e senza volerlo l'aveva offeso – non sono arrabbiato, non c'era alcun bisogno che inventassi una scusa con Kagura – io non ho inventato nessuna scusa ho solo lasciato intendere quello che voleva lei, in fin dei conti tu sei un mio cliente giusto? e ti sei davvero offerto di accompagnarmi, il resto della storia non credo siano affari suoi e spiegarglielo sarebbe stato troppo lungo non credi – in ogni caso non sarebbero stati affari suoi – Rin lo guardò tranquilla e sorridente – lo immaginavo. -

Il resto del viaggio fu silenzioso e Rin per poco non si assopì su quei comodi sedili in ecopelle – Rin siamo arrivati – sentire la sua mano fresca su di lei la riportò bruscamente alla realtà – scusami è che sono davvero stanca, è stata una lunga giornata – lui continuò a guardarla sfiorandole appena la spalla con le dita e un brivido di natura non meglio identificatà le attraversò la schiena.
Era meglio andarsene prima di fare una stupidaggine – sarà meglio che vada prima di addormentarmi sui tuoi sedili – disse ridendo cercando di sdrammatizzare la situazione.

Lui continuava a guardarla, stava cercando un modo o una scusa per poterla rivedere presto ma non gli veniva in mente niente di concreto, certo che se l'avesse invitata a cena, lei avrebbe trovato un modo per declinare l'invito e lui non era certo tipo da accettare un rifiuto del genere; fortunatamente fu lei a venirgli incontro – senti mi stavo chiedendo se avessi già un'idea per il regalo di nozze e se volevi che lo facessimo insieme, abbinato oppure diviso, essendo i due testimoni non saprei cosa fare o – lui la interruppe, sollevato e vagamente felice di aver trovato una scusa plausibile per poterla rivedere, l'organizzazione del matrimonio sarebbe stato perfetto e mooolto lungo con un po' di fortuna – possiamo parlarne insieme a cena o per un caffè – Rin alzò lo sguardò e gli regalò uno dei suoi soliti sorrisi raggianti, quelli veri -  sarebbe fantastico così potremmo buttare giù qualche idea anche per l'organizzazione del matrimonio – domenica può andare? – non voleva rischiare di sembrare troppo impazziente, ma lo sguardo di lei se possibile gli fece perdere un colpo al cuore – mi dispiace ma per questo weekend sono già piena di impegni, se per te non è un problema potremmo fare la prossima settimana – cercò di mascherare la delusione, l'attesa sarebbe stata più lunga del previsto – certo fammi solo sapere quando – perfetto allora a presto Sesshomaru e grazie ancora per la serata, notte – uscì di corsa dall'auto e la guardò entrare nel portone, rimase fermo lì finchè non fosse certo che fosse entrata e poi ripartì verso casa.

Lo preoccupavano più di quanto non desse a vedere tutte quelle nuove sensazioni, quando era con lei sembrava perdere il raziocinio e non capiva più niente, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era il desiderio di rivederla e poter anche solo sentire la sua voce e tutte quelle cose assurde che diceva per lasciarsi avvolgere da tutta la sua vitalità così genuina e gioiosa.
Non provava esattamente un desiderio sessuale nei suoi confronti, anche se doveva ammettere che era molto carina, solo un vago senso di pace e completezza, come se tutta la sua vitalità si equiparasse alla calma di lui senza travolgerlo ma solo coabitando pacificamente; per questo sentiva quel bisogno di averla vicino. Riusciva a non farlo sentire solo senza essere invadente.

Giunto a questa conclusione si rilassò sui sedili della sua auto e sfreccio nella notte con il suo profumo che indugiava ancora nell'abitacolo.

 

 

 

Ci ho messo letteralmente una vita a finirlo, ogni volta che accendevo il computer succedevano imprevisti.... xp ma finalmente eccolo qua!!! il primo incontro in famiglia, vorrei sapere cosa ne pensate, consigli e critiche sempre ben accette ovviamente. Avrei una domanda se non vi stresso troppo. Mi consigliereste di continuare con questa lunghezza di capitoli o preferireste capitoli brevi o più lunghi? Perchè non vorrei risultare troppo noiosa o lunga mettendo troppe cose in un capitolo. Grazie ancora a chi mi segue e/o recensisce o che perde anche solo 10 minuti a leggermi.

Ora senza dilungarmi troppo ringrazio:

giulees5
Rumiko86
arriety
arUmOsS94
Bunny17
Fibiro
Nessie89
 per le recensioni ed i consigli privati li ho apprezzati molto e spero di stare migliorando almeno un pochino. Alla prossima e grazie ancora  :) :) :)

 

 

 

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Capitolo 7
*** Un invito a cena ***


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Un invito a cena


Quel pomeriggio Rin stava lavorando come sempre alla caffetteria, il giorno prima aveva scoperto che lei e Sesshomaru avrebbero fatto parte della stessa famiglia e la cosa la entusiasmava e divertiva allo stesso tempo, lui oltre ad essere un bell'uomo era anche molto intelligente e Rin aveva scoperto che si trovava particolarmente bene in sua compagnia, per questo da quella mattina era particolarmente di buon umore canticchiando canzoncine inventate a bassa voce.

Il pomeriggio non era particolarmente affollato e Rin ne approfittava per fare l'inventario e la lista per i fornitori quando ad un certo punto sentì delle clienti entrare con una voce acuta e squillante, si alzò dal bancone e caso volle che tra le clienti appena entrate ci fosse anche la ex di Sesshomaru, di cui non ricordava il nome accidenti, pazienza meglio comportarsi come se nulla fosse.

-Buongiorno – salutò con il suo solito tono allegro che non venne tuttavia contraccambiato dal terzetto di “tacchettine” di fronte a lei, si accomodarono ad uno dei tavolini senza degnarsi di rispondere e Rin scese dal bancone per prendere l'ordine, gli erano capitate clienti veramente odiosi e lei non si era mai mostrata maleducata o poco professionale quindi se erano venute lì per divertirsi alle sue spalle avrebbero trovato pane per i loro denti.

- Buongiorno, cosa vi posso portare? - le tre donne parevano più delle arpie per come si guardavano tra loro – non so... voi cosa prendete? - non saprei stavo pensando ad un caffè – caffè?? ne ho già bevuti tre oggi, non vorrei stressarmi troppo - cosa ne dite di una tisana - no penso prenderò un frullato- no meglio una macedonia -e mentre quelle tre oche si divertivano a farle perdere tempo Rin rispose – se volete torno tra qualche minuto oppure potrei portarvi una lista se preferite – le tre donne si guardarono complici, fu quella con le unghie laccate rosa shoking e i capelli rossi a parlare, rosso e rosa shoking?? ma che diavolo di abbinamento – ma si dai vediamo –

Rin tornò indietro con la lista e le lasciò sole, come minimo l'avrebbero tirata matta per un caffè, non che ci fosse niente di male ma era certa che non fossero lì per caso o forse guardava troppi film e stava diventando paranoica – scusami tu ehi ragazzina – una delle tizie attirò la sua attenzione facendo schioccare le dita, era diventata un cagnolino all'improvviso per caso?? - ditemi – io prendo un caffè decaffeinato macchiato soia tiepido- io prendo un caffè d'orzo con panna, avete quella vegetale? - purtroppo no solo quella classica – ok allora va bene vedrò di smaltirla con qualche chilometro di corsa in palestra stasera – a Rin per poco non sfuggì un sospiro, palestra venerdì sera per un semplice caffè con panna? Ma non aveva niente di meglio da fare..
Fu il turno di Kagura – io prenderò un caffè shekerato senza zucchero – perfetto torno subito- Rin sorrise cordiale, prese le liste e andò a preparare gli ordini.

- allora racconta un po' Kagura come sta andando con il tuo bello – la mora la guardò con sorriso complice – benissimo ci siamo incontrati ieri sera per caso e anche se all'inizio sembrava un po' sulle sue poi mi ha richiamato e ci siamo visti a casa sua – le altre la guardarono divertite e pettegole all'ennesima potenza, se possibile la loro voce raggiunse livelli acuti esagerati – davvero e dimmi avete fatto pace – ma certamente, sapete il mio Sesshy è davvero un amante eccezionale e sa come farsi perdonare – ovviamente visto a che volume tenevano la voce Rin sentiva tutto e quasi non scoppiò a ridere nel sentirle parlare, ma quanti anni avevano? 15? e poi per quale motivo avrebbero dovuto inscenare quella farsa, solo per tentare di farla sentire fuori posto? E no carine nessuno mi mette i piedi in testa. Specialmente nel mio locale. Durante il mio turno di lavoro.
Gli avrebbe volentieri sbattuto in faccia il vero motivo per cui lei e Sesshomaru erano insieme l'altra sera ma non erano assolutamente affari loro.

Prese il vassoio e lo portò al tavolo, quelle tre non smettevano di fissarla, fece per voltarsi e tornare al lavoro ma Kagura la fermò – dimmi ragazzina non ci siamo già viste per caso? - Rin si voltò, iniziava a preoccuparsi sulle reali intenzioni di quelle tre streghe – anch'io credo di averla già vista – certo ora ricordo ieri sera eri con il Mio adorato Sesshy giusto? Ti stava dando un passaggio mi pare e dimmi non c'e l'hai ancora l'età per una macchinina tutta tua – Rin ebbe un brivido lungo la schiena, Sesshy?? , ma che razza di soprannome era? Un nome così elegante storpiato in quel modo, sicuramente solo per palesare la sua relazione con Sesshomaru, ma cosa gliene importava a lei con chi usciva lui – a dire il vero ho una macchina ma ieri sera ero con amici e il Signor Sesshomaru si è offerto di darmi un passaggio fino a casa, è stato davvero molto gentile - sperava che avendo usato una forma più distaccata smettessero di fare le stupide e capissero l'antifona e invece tornarono all'attacco – certo che mi sembra strano tutto questo, perchè mai ti avrebbe dato un passaggio senza motivo, eravate lì insieme per caso, non mi dirai che ti ha invitata ad uscire spero – era stata la rossa a parlare – ma cosa dici Abi, a Sesshomaru non interessano di certo le ragazzine – magari si era stufato delle vecchie cornacchie, questo però Rin non lo disse.

Quella con le unghie laccate d'azzurro e lo sguardo glaciale rincarò la dose sfidandola a rispondere, Rin di certo non si fece intimidire ma iniziava davvero a spazientirsi e poi non era mai stata brava a mentire, tutti le dicevano che la sua faccia era come un libro aperto, per questo con il tempo aveva imparato a girare la verità rispondendo a tono – lo so Thoran ma come lo spieghi altrimenti, non è di certo da lui fare da tassista ad una barista qualunque – Rin fece un respirò e rispose a tono – visto che lo conoscete così bene potreste chiederlo direttamente a lui non credete – quelle tre megere la guardarono come una serpe guarda il topo pregustando il momento in cui se lo sarebbero pappato – non c'è bisogno che ti scaldi tesoro – vero, in fin dei conti ci stavamo solo chiedendo come mai avesse fatto una cosa simile rischiando di compromettere la sua relazione con la nostra amica – sai non è stato molto corretto da parte sua – il modo in cui proseguivano le frasi una dell'altra era inquietante, sembravano quasi dei robot e il fatto che cercassero di far passare lei e Sesshomaru in cattiva luce per niente era davvero un comportamento viscido – non lo conosco così bene mi spiace - l'unica cosa che voleva era tornare al lavoro, non se ne faceva niente di quei pettegolezzi maligni e gratuiti.

A quel punto fu Kagura a parlare – e dimmi Sesshomaru passa spesso di qui – era il momento giusto per chiudergli il becco a tutte e tre senza rischiare di creare problemi a Sesshomaru, non sapeva se quello che dicevano prima fosse vero o meno – una o due volte a settimana non di più e solitamente mai nei weekend, credo che sia per la troppa gente, è una persona riservata – Kagura non le tolse gli occhi di dosso scrutandola come a cercare di leggerle nel pensiero – questo è vero, raramente Sesshomaru perde tempo in inutili chiacchiere –  rispose lei schioccando la lingua sul palato con fare pensieroso, le altre due sembravano intenzionate a rispondere ma Rin le precedette - se volete scusarmi devo tornare al lavoro – detto ciò non gli permise di obbiettare oltre e se ne andò.

Restarono circa mezz'ora a parlare a voce più o meno bassa, era ovvio che stessero spettegolando, avrebbe fatto bene ad avvisare Sesshomaru, non che ci fosse qualcosa di male, ma prevenire è meglio che curare.
Chissà cosa gli avrebbero raccontato quelle pazze, ma come una stupida non gli aveva neanche chiesto il numero di cellulare; che cretina!

Si alzarono e andarono alla cassa a pagare – grazie e buona giornata – Kagura si avvicinò al bancone e la guardò dritta negli occhi – ascoltami bene ragazzina fossi in te non mi farei strane idee, solo perchè Sesshomaru viene qui e ti ha dato un passaggio non significa che tu ora abbia qualche possibilità con lui. Cerca di mettertelo bene in testa- Rin la guardò seria – non è mia abitudine uscire con gente che non conosco e soprattutto con dei miei clienti e se davvero sente il bisogno di venire qui, fare una stupida pagliacciata da quindicenne con le sue amichette, solo per tentare di intimidirmi allora credo che dovrebbe rivalutare il suo rapporto con il Suo Fidanzato perchè se c'è una cosa che non sopporto sono scenate da soapopera nel mio locale – detto questo tornò al suo sorriso cordiale di circostanza e - vi auguro una buona giornata, arrivederci – quelle tre la guardarono allibite con la bocca spalancata, iniziava a temere che si sarebbero messe ad urlare in mezzo alla caffetteria invece Kagura distolse lo sguardò e uscirono sui loro costosi tacchi a spillo con fare altezzoso.

Rin attese di vederle andare via con l'auto, prese il cellulare e chiamò il numero di cellulare sconosciuto sperando fosse realmente quello di Inuyasha.

 

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In ufficio Inuyasha, suo padre e Sesshomaru guardavano dei fogli su cui c'erano scritti i vari punti per decidere la coalizione della loro azienda con quella del signor Coudurrier e del signor Tsuno.

La settimana prossima Sesshomaru e suo padre sarebbero andati a cena con loro per parlare del contratto e festeggiare il raggiungimento dell'accordo, ma dovevano ancora decidere per la cena aziendale prima di Capodanno e anche se mancavano ancora tre mesi buoni era meglio prepararsi in anticipo e poi dovevano trovare un interprete per martedì sera alla cena, altrimenti la moglie del signor Coudurrier si sarebbe annoiata a morte e non era il caso.

Il cellulare di Inuyasha prese a squillare – potresti dire alla tua fidanzata di non chiamare mentre stiamo lavorando – era stato Sesshomaru a parlare, Inuyasha lo guardò – non è Kagome, lei è andata a vedere cataloghi per il matrimonio con sua madre, il numero è sconosciuto – accettò la chiamata ed accese l'altoparlante – pronto – pronto Inuyasha? - si chi parla – sono Rin la sorella di Kagome, spero di non disturbarti – i tre scattarono sull'attenti, Sesshomaru se possibile sembrò diventare una statua di sale, immobile e concentrato, i tre si scambiarono uno sguardo incuriosito – certo che no dimmi pure – scusami se ti disturbo a quest'ora immagino starai lavorando – ma no figurati mi ci voleva proprio una pausa, dimmi tutto – ecco vedi... volevo chiamare Sesshomaru ma non ho il suo numero – a quelle parole i tre inarcarono le sopraciglia in automatico, Sesshomaru si sporse fulmineo per prendere il cellulare ma Inuyasha più vicino glielo sfilò per un pelo – ah si e perchè ? - oggi è passata alla caffetteria la sua fidanzata con due sue amiche e si sono messe a fare una specie di teatrino, non so perchè ma volevo avvertire Sesshomaru prima che potessero dirgli qualche assurdità, sai non mi sembra il tipo a cui piace essere preso in contropiede - Inuyasha aveva preso a girare intorno al tavolo cercando di scappare dal fratello che tentava di agguantarlo – no infatti hai ragione – Inuyasha stava iniziando ad avere il fiatone - ecco quindi potresti avvisarlo tu per me, so che è una stupidaggine ma prevenire è meglio che curare e non vorrei averlo messo nei guai – ah si e perchè? - dall'altro capo del telefono scese il silenzio – Rin ci sei ancora? - i due smisero di inseguirsi e attesero una risposta – si si scusami è entrato un cliente, comunque niente si comportavano da oche e facevano pettegolezzi stupidi sul perchè fossi insieme l'altra sera, pensa che lo ha perfino chiamato “Sesshy” te lo immagini, e io l'ho “gentilmente” rimessa al suo posto. Nessuno può mettermi i piedi in testa, figurati se lo permetto, specialmente nella mia caffetteria, non puoi immaginare la voglia che avevo di prenderle per i capelli e sbatterle fuori. Che oche!!!! comunque potrebbero non aver gradito il commento quindi.... - Inuyasha non potè fare a meno di ridere – però certo che hai un bel caratterino – si udì uno sbuffo - ti ringrazio lo prenderò per un complimento, allora puoi avvisarlo tu per favore – certo consideralo come già fatto – grazie mille Inuyasha a presto ciao – ciao Rin -

Chiusa la telefonata Inuyasha guardò il fratello con un sorriso sornione dipinto sul volto – che hai da ridere Inuyasha- niente, mi stavo solo chiedendo come mai tu e lei sembriate così “affiatati” – Sesshomaru lo fulminò con lo sguardo – questi non sono affari tuoi e poi non  mi sembra proprio visto che non ha nemmeno il mio numero – lui loguardò con aria di sfida - e dimmi lo vuoi – disse sventolandogli il cellulare sotto gli occhi – posso chiederlo a lei – già ma visto che io l'ho gia in memoria... - Sesshomaru gli tirò un pugno sulla testa e gli rubò il cellulare e si inviò il numero di Rin – ehi ridammelo maledetto imbroglione, così non vale - smettila di lamentarti – ridammi il cellulare Sesshomaru.

Era piuttosto infastidito da tutto ciò, però se non altro ora aveva il suo numero e anche una buona scusa per rivederla.

Mentre quei due continuavano a battibeccare Inu non potè fare a meno di pensare a quanto quella ragazzina si fosse comportata in maniera leale verso Sesshomaru preoccupandosi per lui. Erano proprio capitati in una bella famiglia a quanto pare.

 

^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_  Lunedì mattina ore 8:30 casa di Rin

 


Lo stava baciando appassionatamente.
Sentiva i suoi baci sul collo e la voglia aumentare.
Sentiva le sue mani e il suo calore ovunque e una pressione piacevole quanto dolorosa in mezzo alle gambe.
Lui continuava a leccarle il collo, riempiendola di baci appassionati e l'accenno di barba le faceva venire i brividi lungo tutta la spina dorsale, infiammandola più di quanto già non fosse.
Era erotico da morire e la voglia che aveva di sentirlo dentro la faceva smaniare e la rendeva fremente sotto le sue dita.

Finalmente entrò in lei e prese a muoversi come un forsennato portandola velocemente verso l'apice che tanto agogn...... una suoneria che conosceva iniziò a squillare con insistenza e a farsi strada nel suo subconscio, ma non capiva da dove venisse o perchè.

All'improvviso spalancò gli occhi mentre vedeva chiaramente le immagini dell'amplesso di fronte ai suoi occhi assonnati sovrapporsi al soffitto con le travi a vista della sua stanza.

Era un bagno di sudore. Il cellulare smise di suonare e lei si ritrovo sull'orlo di un orgasmo insoddisfatto, causa di un sogno erotico traditore.
Frustrata cercò di darsi solievo da sola, come non le capitava da anni ormai ma tutto quello che le rimase era solo una voglia insaziata e un nervoso da manuale di lunedì mattina a quella che per lei era un' ora indegna.

Prese il cellulare scocciata, intenzionata a sapere chi fosse il delinquente che l'aveva svegliata in un momento tanto inopportuno. Numero sconosciuto, grandioso. Sperava solo non fosse qualche stupida compagnia telefonica o avrebbe dato di matto prima delle nove.

Il telefono iniziò a squillare – pronto – silenzi odall'altra parte per due secondi interminabili poi una voce familiare – sono Sesshomaru disturbo – lì per lì era incerta se avesse capito bene oppure stesse ancora sognando – Rin? - o si si certo scusami sono ancora un po'... niente, tranquillo – stava iniziando a parlare a vanvera come una stupida – è bello sentirti tutto bene – si grazie volevo ringraziarti per Kagura – rimase un po' delusa forse? L'aveva chiamata solo per quello?

 - p-prego figurati speravo solo di non aver combinato qualche guaio – no, comunque non ti chiamavo solo per questo – a Rin si drizzarono le orecchie – ah si? Dimmi cosa posso fare – domani sera abbiamo una cena con un paio di clienti, uno l'hai conosciuto alla fiera, e la moglie parla francese e quasi niente di giapponese – fece una pausa e Rin aspettava con il fiato sospeso – mi chiedevo se ti andava di venire e intrattenere lei e la signora Tsuno – Rin rimase interdetta, si sentì sollevata in un certo senso, non sarebbe stato un appuntamento ma avrebbe comunque potuto passare un po' di tempo con lui senza sentirsi troppo esposta e poi sarebbero diventati parenti che diamine; era meglio farci subito l'abitudine e mettersi il cuore in pace non era il caso di fantasticare inutilmente – immagino che quelle cene debbano essere piuttosto noiose per le mogli – disse scherzando per alleggerire la tensione alla bocca dello stomaco – ci serviva un interprete e ho pensato a te – Rin sorrise tutta contenta – mi fa piacere, ma sei sicuro che non rischio di combinare casini – Rin – lei per tutta risposta iniziò a ridere – ok ok ho capito, per me va bene mi farebbe molto piacere, per che ora e come devo vestirmi – domani sera, per le sette, “club Yoro” lo conosci? - al solo sentire quel nome a Rin venne un brivido gelido lungo la schiena che smorzò in parte il suo entusiasmo - oh si si certo lo conosco e le sette va benissimo, vedrò di uscire ad un orario decente dal lavoro – disse cercando di non far sembrare la sua risata così tirata – bene passo a prenderti io, a domani Rin – a domani Sesshomaru-

Riattacò e si lasciò andare indietro con un sospiro tirando innavvertitamente una testata al muro dietro al letto – ahia accidenti – si mise distrattamente a guardare il soffitto.
Al “club Yoro”.... con tutti i posti che c'erano a Tokyo proprio lì, il destino doveva avercela con lei evidentemente. Sarebbe dovuta andare a cena al primo posto dove avesse mai lavorato e dove non metteva piede da tre anni, una leggera ansia tornò a premerle il petto memore di quel meraviglioso quanto terribile periodo lavorativo.

Per quanto alcuni colleghi le mancassero e non vedesse l'ora di poter assaggiare di nuovo quei fantastici piatti, l'idea di poter rincontrare Lui le faceva tornare quel senso di panico e ansia che l'aveva attanagliata per ben sei mesi di quei due anni passati a lavorare lì, non era detto che dopo tre anni lavorasse ancora lì però se così fosse il suo giorno di riposo era martedì quindi se erano rimasti ai vecchi turni probabilmente non avrebbe corso il rischio di rivederlo e se non metteva piede in cucina, e non aveva motivo per farlo in una serata come quella, non avrebbe corso il rischio incontrarlo.

Dopo tutte quelle elucubrazioni si sentì meglio e tornò a rigirarsi nel letto sotto il lenzuolo. Domani avrebbe visto Sesshomaru al lavoro, avrebbero cenato insieme in un ottimo ristorante, lo avrebbe visto all'opera nel suo lavoro e con un po' di fortuna avrebbe migliorato il suo tentennante francese.
Con quella nuova grinta addosso scalciò le coperte, si alzò e iniziò a sceglire l'abbigliamento per domani tutta sorridente e pimpante.
 


_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_ Martedì sera, attico Taisho

 

Sesshomaru era fermo a fissare i completi di fronte a lui, indeciso più che mai su cosa fosse meglio indossare.
Inutile sottolineare che quella sera sarebbe stata una cena infinita, sperava solo che Rin non si annoiasse troppo e che andasse tutto per il meglio. Non che fosse agitato, lui non si agitava mai, però se tutto fosse andato secondo i piani quella sera avrebbe concluso gli accordi con Coudurrier e definito a grandi linee il progetto per la cena di Capodanno così non avrebbe rischiato di vedere Kagura più del necessario.

Sapere che era andata con le sue amiche alla caffetteria di Rin lo aveva mandato letteralmente in bestia, fortuna che sapeva difendersi bene da sola a quanto pare. Sembrava una ragazzina molto dolce ed ingenua ma all'occorrenza sapeva tirare fuori gli artigli, aveva proprio grinta da vendere.
Sperava che si risolvesse tutto senza intoppi così magari avrebbe potuto invitarla ad uscire senza esporsi troppo; Inuyasha e suo padre erano già troppo ficcanaso così senza bisogno di fomentare ulteriormente la loro fantasia e quella delle loro mogli.
Per il momento era meglio non proiettarsi troppo avanti con la mente e procedere passo per passo.

 

Uscì di casa e si ritrovo sotto casa di Rin con diversi minuti d'anticipo.
La vide scendere pochi minuti dopo e per poco non inghiottì la lingua. Aveva l'abito della fotografia in bianco e nero, solo ora si rendeva conto che era di una particolare tonalità di blu con diversi punti luce che le accentuavano la vita sottile e la facevano sembrare più alta, il leggero spacco mostrava i piedi delicati e i capelli sciolti con delle ciocche tirate indietro da delle semplici forcine rendevano il viso  particolarmente agraziato, aveva un trucco molto leggero che non nascondeva il leggero rossore e il suo sorriso era luminoso – ciao – lui la guardò immobile – questo vestito va bene? Non vorrei essere troppo elegante – stai benissimo – a quel complimento abbassò lo sguardo e salì in macchina sorridendo, non doveva essere abituata a ricevere complimenti.
Rin era di una bellezza particolare, non colpiva subito all'occhio a vederla ma più la si guardava più si apprezzavano i dettagli che la contradistinguevano, come un quadro o una scultura, etera e semplice.
Chiuse la portiera e partirono.

Rin era un fascio di nervi, avevano lavorato tantissimo quel pomeriggio, manco a farlo apposta, così si era dovuta preparare di corsa e guardandosi allo specchio aveva speso ben cinque minuti a calmare i battiti accellerati del suo cuore.

Non era giusto si agitasse in quel modo per una cena di lavoro, poi Sesshomaru non doveva neanche piacerle, era suo cognato e un possibile coinvolgimento era da escludere a priori, se fosse successo qualcosa tra di loro e non avesse funzionato le relazioni future e gli incontri in famiglia sarebbero potuti essere davvero spiacevoli.
Meglio razionalizzare il tutto e comportarsi con naturalezza; dopotutto era solo un uomo, ne aveva già visti in vita sua quindi non era il caso di farsi prendere dall'agitazione per niente.
Peccato che tutti questi “buoni propositi” andarono a farsi benedire non appena arrivò un messaggio da Sesshomaru che l'avvisava del suo arrivo, lei tutta felice si fiondò fuori di casa pronta a passare una piacevole serata in compagnia.

Seduta nella sua auto non faceva che arrovellarsi le mani cercando di respirare normalmente e pensando a cosa dire per colmare il silenzio.
Vide distrattamente un cartellone pubblicitario ferma ad un semaforo – guarda Sesshomaru il prossimo weekend ci sarà un orchestra a teatro – si voltò verso di lui – a te piace la musica – lui la guardò per un secondo poi ripartì con l'auto – si – e che generi – non ho un genere – capisco, a me invece piacciono un po' tutti i generi dipende di che umore sono – spiegò sorridendo – una volta ho visto “Notre Dame de Paris” è stato bellissimo, questa volta ci sarà lo Chushingura di Takeda Isumo lo conosci – lui la guardò di sfuggita, divertito da tutto il suo entusiasmo – tutti la conoscono Rin – lei sorrise – è vero, è una delle più famose qui in Giappone, mi piacerebbe andare a vederlo un giorno, tu l'hai già visto? - no – capisco, magari potremmo andarci insieme quando avrai un po' di tempo libero – lui la guardò con uno sguardo soddisfatto, a quanto pare anche questa volta era stata lei ad avanzare un incontro, meglio così, questo voleva dire che forse non era del tutto disinteressata come voleva sembrare.


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Erano arrivati al ristorante. La tensione iniziava a farsi sentire ma Rin era più che intenzionata a non darle adito, sperava solamente che non la riconoscessero subito, erano passati tre anni ormai, era cambiata e non indossando la divisa magari sarebbe passata inosservata – tutto bene? - Sesshomaru le si affiancò guardandola preoccupato – si si certo scusami è solo che sono anni che non  vengo più qui e tutto questo mi mette un po' in soggezzione – ci venivi spesso – non potè fare a meno di ridere con amarezza a quella domanda, lo guardò negli occhi e cercò di sdrammatizzare, come sempre – si ero una cliente abituale, tutti i giorni, sei giorni su sette, circa undici dodici ore al giorno – lui la guardò scioccato – è stato il mio primo lavoro dopo la scuola, ci sono rimasta per due anni circa -  Sesshomaru la guardò incuriosito, stava per chiederle cosa l'avesse spinta ad andarsene da un ristorante rinomato come quello quando una voce sgraditamente familiare lo interruppe

- Sesshomaru tesoro sei arrivato finalmente – Kagura si avvicinò a lui arpionandolo al braccio, insieme a lei c'era un signore basso e leggermente calvo con uno sguardo gentile e due occhietti piccoli, di fianco a lui una signora bassa e robusta vestita con abiti costosi e anelli a non finire – Rin ti presento il signore e la signora Tsuno, il signor Tsuno si occupa delle organizzazioni di molti eventi importanti tra cui anche la fiera a cui hai partecipato ad aprile – è un vero piacere conoscervi – il piacere è tutto mio signorina, vogliamo entrare – si avviarono tutti verso l'interno, Kagura era visibilmente indispettita, decisamente la serata non cominciava nel migliore dei modi.

All'interno in un tavolino tranquillo c'erano già il padre di Sesshomaru e Izayoi con i signori Coudurrier. Furono serviti con grande efficienza anche se la maggior parte dei
camerieri non  li aveva mai visti, evidentemente si era agitata per niente.
Fin da subito aveva conversato con la signora Coudurrier, Celìne, e aveva tradotto quasi tutte le conversazioni alternando a chiacchiere più tranquille di circostanza, era davvero una donna molto pacata e a modo e sembrava trovarsi bene con lei e Izayoi, peccato che le altre due “signore” al tavolo non sembrassero amare l'essere estromesse dalla conversazione – e ditemi Rin quali sono i vostri rapporti con la famiglia No Taisho – era stata la signora Tsuno a parlare, non ci voleva certo un genio a capire che aveva un debole per i pettegolezzi sopratutto quelli scandalistici, da come le brillava lo sguardo evidentemente pensava già ad una qualche relazione clandestina o altro – siamo parenti a dire il vero, o per meglio dire lo saremo presto – la faccia scioccata di Kagura le diede un'enorme soddisfazione, ben ti sta stronzetta – ma davvero e a che proposito se mi è permesso chiedere – mentre parlava aveva unito le mani e si era leggermente sporta verso di lei – mia sorella sposerà suo fratello Inuyasha la prossima primavera – la guardarono stupita, evidentemente non era la risposta in cui sperava – affascinante, visto la vicinanza tra voi credevo ci fosse qualcos'altro – amicò la donna – sarebbe un po' strano signora Tsuno non siamo di certo in una commedia americana, non trova – la guardò fissa negli occhi sorridendo in modo che capisse che non le stava lasciando spazio per altre congetture malevole.


Il resto della cena procedette tranquillo fino a quando la caposala non arrivò al loro tavolo per assicurarsi che andasse tutto bene – buonasera signori, come sta procedendo la cena – molto bene grazie, non deludete mai – Inu le sorrise cordiale – mi fa piacere sentirvelo dire, possiamo tentarvi con un dolce - chiese lei  gioviale consegnando le liste ed elencando i dolci.
Ordinarono tutti, anche Kagura che prese un originalissimo tortino al cuore caldo di cioccolato, Rin non ne poteva più di quel dolce, per quanto buono ormai lo facevano tutti in tutte le salse e la cosa l'aveva nauseata, lei fu l'ultima a ordinare – io prendo volentieri un tris di parfait con salsa ai frutti rossi e caramello (semifreddi con base di pan di spagna) Ayame alzò lo sguardo osservando bene per la prima volta la ragazza -o mio dio Rin, sei proprio tu quanto tempo, che bello vederti – lei contraccambiò il sorriso felice – anche a me fa piacere vederti Ayame come stai? - benissimo grazie, ma guardati, quanto sei cresciuta ormai non sei più tanto piccola, non ti avevo proprio riconosciuta – voi vi conoscete? - appena aveva avvertito profumo di novità la signora Tsuno era scattata sull'attenti come un suricato appena avverte l'odore del cibo – certamente, Rin a lavorato per mio nonno per ben due anni – ah quindi lavoravi come cameriera qui, bhe è davvero un bel ristorante – espresse con finto interesse Kagura guardandola con superiorità, come se nel lavoro di cameriera ci fosse qualcosa di disdicevole, non sembrava infastidita prima a essere servita e riverita - cameriera? No no la nostra Rin lavorava in cucina con gli chef, dovevate vederla appena arrivata sembrava un agnellino in una tana di lupi ma sa decisamente quando tirare fuori gli artigli la nostra piccolina – Ayame le fece l'occhiolino mentre tutti sembravano piacevolmente divertiti, invece Rin voleva solo sprofondare sotto il tavolo – pensate che una volta mio nonno per poco non ebbe un infarto dal tanto che urlava in cucina contro i cuochi per gli ordinio e Rin lo riprese intimandolo di darsi una calmata se non voleva che gli scoppiasse una vena, lui rimase così scioccato che uscì dalla cucina e quando rientrò ricominciarono a lavorare tranquillli come mai prima d'ora, da quel giorno in cucina avevamo iniziato a chiamarla “Generale” quando perdeva le staffe – tutti risero a sentire quell'anedotto, lei invece si coprì il viso con le dita – era decisamente un pessimo periodo – spiegò borbottando, Sesshomaru invece la guardava con una strana espressione sul volto – e per quale motivo te ne sei andata? - ovviamente Kagura era partita alla carica, Ayame dovette accorgersi che la storia stava prendendo una piega sbagliata e non voleva mettere Rin in difficoltà – perchè non vieni in cucina a salutare i ragazzi mentre prepariamo i vostri ordini, ne saranno felici – no davvero stanno lavorando non vorrei.. – Rin sta tranquilla vai pure – Izayoi la guardò con viso dolce, probabilmente aveva intuito anche lei la sua agitazione.

Si avviarono in cucina – allora come stai? Come va tra te e Koga? - quando se n'era andata loro stavano affrontando il classico periodo di scopa-colleghi e litigavano tanto quanto scopavano a quanto dicevano – bene conviviamo da più di un anno ormai, da quando te ne sei andata sono cambiate un po' di cose, abbiamo cambiato un po' di personale in sala, il nonno è stato male e così viene qui solo ogni tanto – e chi è lo chef ora? - Koga, ci credi? Ne ha fatti di passi avanti da quando lo hai conosciuto – immagino e Naraku?- lo chiese un po' titubante, una parte di lei sperava non fosse più lì – gestisce la zona dolci e impasti freschi nel laboratorio di sotto – entrarono in cucina, l'odore di soffritto e brodi la investì e un senso di nostalgia la invase, si guardò in giro ricordando i tempi passati a lavorare con tutti loro e tutte le cose che il nonno di Ayame le aveva insegnato – ragazziiii guardate chi vi ho portato – tre cuochi si affacciarono dai fuochi – Rin che sorpresa – lasciarono le postazioni e andarono ad abbracciarla.
Si, le erano proprio mancati tanto – io bene e voi? - continuarono a parlare del più e del meno, alla fine Ayame la portò giù nella zona pasticceria e lui era lì, intento a finire di preparare i loro dessert, Naraku.

Quando alzò lo sguardo e la vide per un attimo rimase fermo a guardarla, come se non fosse certo che fosse realmente lei -Rin – ciao Naraku – che sorpresa, cosa ci fai qui ? - i camerieri presero i dolci e salirono, così si ritrovarono soli, la tensione tra loro era palpabile – è passato molto tempo, sei cresciuta non sei più la ragazzina che faceva disastri e si tagliava le dita ogni due giorni – disse ridendo tirato, la fissava negli occhi, serio, teso, quasi intimidito.
Forse dopo tutto quel tempo aveva paura che spifferasse a qualcuno cosa le aveva fatto passare in quegli ultimi mesi al ristorante, era sempre stato bravo a manipolarla e a farla sentire in colpa per qualcosa – allora, sei qui con il tuo ragazzo – a qualcuno sarebbe potuta sembrare una frase di convenienza fatta tra vecchi amici, ma Rin sapeva troppo bene che in realtà la sua era gelosia mista a sensi di colpa.

All'improvviso tutte le ansie, i tormenti, le molestie e le pressioni psicologiche subite in quei mesi ritornarono a galla e un senso di claustrofobia le attanagliò il petto, aveva voluto bene a Naraku, se ne erano voluti molto, lei lo considerava come un amico fidato e lui aveva frainteso tutto iniziando ad avvicinarsi sempre di più; troppo.
Se ne era andata sei mesi dopo con poco preavviso, lui non aveva neanche osato scriverle, probabilmente per un misto di sensi di colpa o paura e lei aveva relegato tutto nella sua mente occultandolo; ma ora eccola lì con una nuova visione gelida e crudele del suo amico più fidato in quella cucina.

Si riscosse all'improvviso quando lo vide avvicinarsi – no sono qui con amici – lui parve rilassarsi, fece per avvicinarsi e sfiorarla ma arrivarono delle comande di altri ordini e per lo spavento si allontanò di scatto – sarà meglio che vada, ciao Naraku e buon lavoro – non rispose e lei si fiondò il più in fretta possibile fuori da lì, salutò i suoi ex colleghi e andò di filato al bagno delle donne, cercò di riprendere fiato e sgombrare la mente così da non destare sospetti, l'unica cosa che voleva ora era che la cena finisse al più presto, non pensava che rivederlo l'avrebbe fatta stare così, credeva di averlo superato ma a quanto pare quell'ansia sottopelle non voleva saperne di andarsene.

Raggiunse i commensali al tavolo, il resto della sera procedette senza intoppi, prima di andare scambiò ancora due parole con Ayame invitandola con Koga a bere un caffè da lei e se ne andarono.


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Rin era diventata inspiegabilmente silenziosa nel viaggio di ritorno, era salita in auto e non aveva detto una sola parola guardando con sguardo perso fuori dal finestrino.
L'aveva vista uscire dalla cucina di corsa dirigendosi ai bagni e quando era tornata al tavolo sembrava rigida e distante, le aveva anche chiesto se andasse tutto bene ma lei gli aveva fatto un sorriso tirato e aveva negato scusandosi spiegando che era stanca.

Fortunatamente la cena non  si era protratta troppo visto che il giorno dopo tutti dovevano lavorare così aveva potuto riaccompagnarla a casa, ma ora non sapeva come comportarsi, era ovvio che qualcosa la preoccupasse ma non avrebbe saputo dire cosa – tutto bene? - lei sembrò scuotersi dal torpore – oh si certo, scusami se sono un po' silenziosa, deve essermi salita la stanchezza tutta insieme – appoggiò la testa al sedile e tornò a guardare fuori.

Il resto del tragitto non cambiò e arrivati sotto casa di lei, senza guardarla e cercando di ostentare indifferenza le chiese – cos'è successo? - lei alzò lo sguardò e lo guardò interrogativa – nelle cucine, da quando sei uscita da lì hai qualcosa che non va – lei per tutta risposta abbassò lo sguardo – se non vuoi parlarne non sei costretta a farlo – spostò lo sguardo dal parabrezza a lei che lo guardò facendogli un piccolo sorriso tirato – è gentile da parte tua preoccuparti ma al momento non me la sento di affrontare l'argomento, magari un'altra volta e scusami non volevo .... - non trovava la parola giusta – non dire stupidaggini, sono solo preoccupato, non è da te – lei lo guardò stupita, preoccupato? Sesshomaru era preoccupato per lei? Gli fece un sorriso, vero questa volta, felice – e ora perchè sorridi a quel modo? - grazie Sesshomaru, per tutto davvero, sei davvero una brava persona e un ottimo amico – lui la fissò stupito da quella affermazione – posso considerarti un amico vero? Se non vuoi non fa niente – lui si schiarì la gola, preso in contropiede – fa come vuoi – sorrise rilassata – bene, sono contenta, allora grazie  e buonanotte Sesshomaru, a presto – Buonanotte Rin -


Era sdraiato nel suo letto da ore ormai, senza riuscire a prendere sonno, per quanto fosse inspiegabilmente sollevato nell'essere riuscito a far sorridere Rin quello che era successo al ristorante gli stava facendo arrovellare il cervello. Doveva scoprire cosa fosse successo per ridurla in quello stato apatico e distante e visto il suo carattere positivo e sempre allegro in ogni situazione doveva essere qualcosa di decisamente grave.
Avrebbe scoperto cosa gli stava tenendo segreto e le sarebbe stato vicino, a qualunque costo e se qualcuno dei suoi ex-colleghi aveva anche solo osato farle del male gliel'avrebbe fatta pagare cara, ne andava del suo orgoglio e del suo onore.
Chiuse gli occhi, qualche ora di sonno non poteva fargli che bene, avrebbe lasciato passare qualche giorno in modo che la situazione si sbollisse e poi avrebbe preteso delle risposte. Con quella nuova determinazione rilassò i tratti del viso e si addormentò.


In un altra stanza, in un altro appartamento, qualcun'altro era in preda ad una rabbia cieca.
Come aveva osato prendersi gioco di lui in quel modo.
Prima si fingeva sua amica, poi quando lui le aveva dichiarato le sue intenzioni si era tirata indietro, lui le aveva lasciato spazio e tempo e nonostante tutte le sue attenzioni e i suoi riguardi lei lo ripagava uscendo con qualche porco schifoso che neanche la meritava o l'avrebbe trattata come solo lui avrebbe saputo fare.

Sentiva il sangue scorrergli nelle vene come fuoco liquido, accecato dalla gelosia.
Quando l'aveva vista scendere da quell'auto, bella come solo lei poteva essere si era sentito tradito, come una pugnalata al cuore.
Non le avrebbe permesso di cavarsela in quel modo, le aveva concesso tempo e spazio ma ora era il momento di riavvicinarsi, checchè ne dicesse il suo idiota di psicologo e al diavolo anche quelle stupide medicine.
Si sarebbe riavvicinato, a qualunque costo e avrebbe sbaragliato qualsiasi tipo di concorrenza.
Perchè Rin era sua, Sua!!!! e di nessun altro e l'avrebbe avuta, avesse dovuto allontanare ogni uomo dalla faccia della terra e portarla via con sé, non avrebbe permesso che qualcun'altro l'avesse, tranne lui, avrebbe avrebbe..... avrebbe..... fece diversi respiri profondi.

Una calma gelida e febbrile lo attraversò, si guardò allo specchio e ciò che vide lo spaventò, stentava a riconoscersi, aveva gli occhi spalancati, tremava e ansimava visibilmente, i capelli erano lunghi e disordinati e la barba leggermente lunga ed incolta. Il pallore lo faceva assomigliare sempre di più ad un pazzo da manicomio e i vestiti gli cadevano addosso.

Rin non si sarebbe mai innamorata di lui in quello stato, doveva rimettersi in forze, doveva conquistarla e l'avrebbe strappata dalle grinfie di quegli avvoltoi e finalmente sarebbero stati insieme, per sempre e felici.

 

 

 


Buonasera a tutti, spero vi sia piaciuta e di non aver messo troppa roba insieme.
La storia principale si stà pian piano delineando e se tutto va bene dovrebbero iniziare a vedersi alcune scintille anche se è mia intenzione farvi penare ancora un pochino, ma poco poco giuro.
Per quanto riguarda Kosuke, premetto che adoro i polizieschi e ultimamente ne guardo parecchi, mi sono sempre chiesta come sia possibile per una persona arrivare a certi livelli e cosa deve aver provato e quali combattimenti interiori deve aver subito per spingersi a fare certe cose, sopratutto alla luce degli ennesimi femminicidi, che mi lasciano sempre scossa; quindi vi chiedo consigli e suggerimenti nel caso ne aveste su questo tipo di personaggio perchè temo di renderlo incoerente a se stesso per quanto sia chiaro che non ha tutte le rotelle a posto.

La parte del dialogo tra Rin e Sesshomaru in macchina devo ammettere che mi sono divertita molto a scriverlo anche perchè mi sono accorta che somigliava al loro primo incontro solo a metà dialogo, spero non sia sembrata troppo finta. :)
Consigli e suggerimenti sempre ben accetti.
Per il resto vi ringrazio ancora tantissimo per tutto e a presto bacioni :) :) :) xoxoxo
 


 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Un ballo ed uno sgambetto ***


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Un ballo ed uno sgambetto

 

Sesshomaru voleva far passare qualche giorno prima di parlare con Rin di quello che era accaduto quella sera al ristorante, si era ripromesso di non pensarci troppo ma ogni volta che si concedeva un momento di pausa i suoi pensieri vorticavano sempre intorno a lei e a quella sera.
Era davvero aggraziata nei movimenti e naturale in ogni cosa che diceva, aveva sostenuto in maniera brillante le conversazioni e con curiosità ed una certa punta di imbarazzo gli argomenti che non conosceva, il modo in cui aveva tenuto testa a Kagura e la signora Tsuno poi era stato sorprendentemente divertente, non si lasciava scoraggiare da niente e nessuno, per questo capiva perchè i suoi colleghi del ristorante l'avessero soprannominata “Generale”, lo stesso che certe volte rivolgevano a suo padre e poi da qualche tempo anche a lui, era davvero buffo se paragonato a quella ragazzina iperattiva e chiacchierona.

Ed era proprio a questo proposito che non riusciva a spiegarsi il suo repentino cambiamento verso la fine della serata. Da quando era uscita da quella cucina si era fatta più silenziosa e triste, aveva conversato, sorriso, tradotto ma il tutto con meno energia e meno allegria del solito. Qualunque cosa fosse successa lì dentro doveva averla turbata molto, forse era solo nostalgia come gli aveva accennato ma Sesshomaru non ne era convinto, così quel venerdì sera si recò alla caffetteria sperando di incontrarla e strapparle un invito a cena per poterne parlare tranquillamente, oramai era passato qualche giorno e sperava si fosse tranquillizzata.

Sfrecciava con la sua moto per le vie di Tokyo, l'aria si era fatta più pungente la sera ma lui voleva godersi ancora un po' di libertà. Arrivò davanti la caffetteria e nel parcheggio c'erano solo la moto di Sesshomaru, la bici di Rin e un'altra auto che non conosceva, strano, era una zona un po' esterna e di solito a quell'ora non c'era mai nessuno.

Entrò, non c'era nessuno all'interno ma sentì delle voci provenire dalla cucina, la porta scorrevole era semi aperta e Sesshomaru si mise in ascolto.

 

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- perchè sei qui? - Rin non voleva essere cattiva nei suoi confronti, ma averlo lì davanti a lei, soli, in una cucina come ai vecchi tempi, la faceva sentire claustrofobica – perchè mi parli così? Non sei felice di vedermi – lei trattenne il respiro – mi fa piacere vederti Naraku, volevo solo sapere cosa ci fai qui a quest'ora – volevo vederti e parlarti, l'ultima volta non abbiamo avuto possibilità di parlare tranquilli - se stava a debita distanza all'inizio a mano a mano che parlava si avvicinava un po' di più, lei indietreggiò andando a sbattere contro il lavello, svicolò a sinistra cercando di evitarlo – ti prego – si appoggiò al bancone e cercò di guardarlo negli occhi ma non riuscì, la guardava con uno sguardo affranto, come se fosse ferito dal suo allontanarsi, incurante di quanto le sue molestie passate l'avessero ferita - ti ringrazio per essere passato, davvero, ma ora devo chiudere... è stata una lunga giornata – lui la guardò avvicinandosi piano, come un cacciatore che si avvicina lento per non far fuggire la preda – perchè fai così Rin, sono sempre stato gentile con te, ti ho sempre aiutata in cucina, ti coprivo quando sbagliavi e ti ho insegnato quello che sapevo e quando lavoravamo insieme, da soli, nella pasticceria c'era un legame tra di noi, perchè ora mi tratti così. Non è giusto –

Eccolo finalmente, quella parte di lui, quella che la tormentava, era un abile manipolatore da sempre, per ogni aiuto che le dava lui credeva di avere il diritto di fare quello che voleva e quando lei lo respingeva o gli faceva notare che si stava prendendo troppe libertà lui le inculcava sensi di colpa facendole credere che fosse ingiusta – mi dispiace Naraku, ma – ingoio a vuoto, quella situazione la stava sfibrando più di quanto immaginasse possibile – è meglio che tu vada – non trattarmi così Rin, perchè? Ne abbiamo passate tante insieme – si avvicinò ulteriormente, circondandola con le braccia - posso almeno salutarti come si deve – Rin era bloccata dal bancone d'acciaio della cucina, era tutto come allora, abbassò lo sguardò e afferrò il piano di lavoro, era come paralizzata, rallentata, non un pensiero coerente.

Lui si avvicinò e l'abbraccio facendo scorrere le mani sulla sua schiena – non sai quanto mi è mancato piccola Rin, ti ho pensata spesso sai – lei non parlava, non voleva ascoltare quelle parole distorte che le ferivano i timpani, tentò di divincolarsi ma lui l'afferrò da dietro stringendola, con il braccio destro le bloccò la schiena contro il suo petto, mentre con la sinistra iniziò ad accarezzarle un seno, poi il ventre, fino ad insinuarsi sotto la maglia, quando sentì le sue dita sulla pelle, accarezzarla e avvicinarsi pericolosamente all'elastico dei leggins iniziò a tremare e opporre resistenza – ti prego smettila, no – shh shh shh tranquilla voglio solo un abbraccio, non puoi negarmelo... me lo devi – lei a quelle parole non resistette, erano le stesse che diceva quando erano chiusi nel laboratorio.

Provò a divincolarsì ma lui la sbattè sul tavolo continuando a toccarla, riuscì a mantenersi dritta con la mano libera ma così sentiva la sua erezione premere sui suoi pantaloni, lui si distanziò di scatto per fortuna ma le sue mani continuarono a toccarla scendendo sempre più giù, iniziò a singhiozzare scossa da respiri spezzati – ti prego no, smettila ti prego basta.... - come per miracolo lo sentì allontanarsi di colpo, si accasciò a terra appoggiandosi al banco e singhiozzando in maniera incontrollata, c'erano dei rumori che proseguivano in cucina ma lei continuava ad avere lo sguardo fisso a terra sanza riuscire a muoversi, sentì che Naraku se ne andava imprecando, poi ci fu silenzio.

 

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Quando si era avvicinato alla cucina e aveva sentito delle voci si era aspettato di vedere Rin in compagnia di un uomo in atteggiamenti intimi e, per quanto una strana rabbia gli avesse agitato il petto era deciso ad andarsene, non aveva proprio voglia di fare il guardone mentre Rin si divertiva con qualcun'altro; averla vista di sfuggita stretta a lui mentre la toccava gli aveva mandato il sangue al cervello.
Stava per girare i tacchi quando la voce incrinata di lei e la sua supplica avevano invertito la situazione, aveva completamente equivocato, era entrato di botto trovando quel verme che la toccava e la teneva ferma contro il tavolo, lo aveva afferrato e l'aveva scaraventato contro il lavello, assestandogli due pugni in pieno viso, lui l'aveva guardato terrorizzato e se l'era data a gambe continuando a ripetere parole di scuse a Rin.

Si avvicinò a Rin con cautela ma lei sembrava non vederlo, singhiozzava a vuoto e non una lacrima scendeva sul suo viso, chiaro segno che fosse ancora sotto shok – Rin – niente, non un segno – Rin, mi senti – le sfiorò appena la fronte spostandole la frangetta, lei sussultò appena e lo guardò, dapprima sembrò non riconoscerlo – Sess...Sesshomaru – lo guardò incerta – cosa ci fai qui – ero passato a vedere come stavi – si guardò intorno spaurita – lui non c'è – lo guardò con uno sguardo perso e intimidito – l'ho mandato via e non credo tornerà – lo abbracciò  di slancio, facendo passare le mani  sotto le sue braccia e rannicchiandosi sul suo petto inspirando forte il suo profumo, dopo un primo attimo di stordimento l'abbracciò a sua volta, facendo scorrere la mano sulla testa e aspettando che si calmasse – ti riporto a casa -

Si alzarono, Rin prese le chiavi, spense le luci, si voltò e guardò che fosse tutto in ordine come faceva sempre, solo che ora era più robotica abitudine – ti conviene portare dentro la bici, vieni in macchina con me – lei si voltò a guardarlo, avrebbe voluto replicare come faceva sempre, pensava già a domani, al lavoro ma ad un tratto non ebbe le forze nemmeno per poter aprire bocca e fece come le aveva detto.

Il tragitto fino a casa fu silenzioso ma nessuno dei due ci fece caso, presi com'erano dai loro pensieri.
Salirono le scale a piedi ma al terzo piano si fermarono – ciao Rin che bello rivederti – era Kosuke, non aveva proprio voglia di parlare al momento – ciao Kosuke come stai – fece un debole sorriso sperando non insistette troppo ma non  era il suo giorno fortunato evidentemente – ehi ma che ti succede, stai bene – dietro di lei apparve Sesshomaru, i due si guardarono – buonasera signor Sesshomaru, qual buon vento la porta qui – lui lo guardò – tu non sei il ragazzino della fiera? - si esatto la vostra fidanzata mi aveva ingaggiato per quell'evento e successivamente anche per altri, vi ringrazio molto – Rin che si trovava tra i due li fissò – come mai qui? - Rin si riscosse dal torpore e sembrò tornare almeno all'apparenza quella di sempre – il fratello del signor Sesshomaru e mia sorella si sposeranno la prossima primavera e io e lui saremo i testimoni di nozze, dobbiamo parlare dell'organizzazione, i regali ecc... sai no, le solite cose, buffo che vi conosciate, certo che il mondo è proprio piccolo – lo guardò negli occhi sorridendo, aveva parlato a ruota libera senza un freno – beh certo capisco, allora immagino che stasera sarai troppo impegnata per una pizza – a dire il vero sono distrutta è stata una giornata molto impegnativa però se non lo faccio stasera non so quando troveremo il tempo, siamo entrambi impegnati quindi magari un'altra volta – lui la guardò un po' incerto e dispiaciuto, sperava di poter passare un po' di tempo con lei – capisco allora facciamo un'altra volta – perfetto allora ciao Kosuke, notte – notte Rin, signor Sesshomaru arrivederci – lui lo salutò con un breve cenno del capo e si avviò verso l'ultimo piano.

Entrando Rin tirò un lungo sospiro, la corsa per le scale e la parlantina con Kosuke le avevano fatto venire il fiatone e a questo proposito si girò verso Sesshomaru – ti ho fatto fare le scale, mi dispiace tanto è stata la forza dell'abitudine scusami davvero, potevi prendere l'ascensore mi dispiace ho davvero la testa al.. – Rin, calmati adesso, due rampe di scale non mi uccideranno – lei trattene il fiato rendendosi conto che così doveva sembrare pazza, lo guardò veramente per la prima volta da quella sera.
 Aveva un completo semplice e scuro da lavoro, si era portato una borsa di quelle da computer, ma comunque elegante e la guardava attento.

Solo in quel momento si rese conto che aveva dei segni rossastri sulla mano destra – ma cosa ti è successo alla mano – lui la guardò distrattamente – niente – niente ma se sembra che hai fatto a pugni contro un muretto guarda qui – gli sfiorò delicatamente la mano e Sesshomaru ebbe un sussulto - quel verme non aveva la testa così dura – l'aveva detto sperando di sdramatizzare la situazione ma servì solo a peggiorarla quando Rin realizzò a chi si stesse riferendo – hai preso a pugni Naraku – lui la guardò impassibile – si – p perchè l'hai – lui la guardò con uno sguardo talmente profondo ed eloquente che il resto della frase le morì in gola – vado a prenderti un cerotto tu siediti arrivo – schizzò veloce come una mina verso il bagno e quando uscì Sesshomaru si era tolto la giacca, arrotolato le maniche e si era seduto sul divano, gli medicò i taglietti, se così si potevano chiamare, e mise un cerotto liquido, che formava come una pellicola sui segni lasciati probabilmente dai denti di quell'individuo.
– Dovresti denunciarlo – lei non parlò continuando a tamponare con quella strana colla, rimise tutto in ordine e si alzò – prima di dire qualunque cosa credo di aver bisogno di una doccia -

Passò circa mezz'ora prima che Rin uscisse dal bagno, non si era messa il pigiama come aveva immaginato Sesshomaru ma portava i pantaloni di una tuta e la maglia grigia a farfalla, quella che aveva alla fiera ad aprile, i capelli erano ancora leggermente umidi e l'odore del suo shampo gli invase le narici.

Fece finta di niente e la guardò avviarsi verso la cucina – hai fame? Avevo intenzione di cucinare gli spaghetti stasera, hai qualche preferenza – come preferisci – ok, senti se vuoi puoi anche andare io sto bene e non serve che tu resti qui se non vuoi o hai altri impegni – lui la fulminò con lo sguardo, tra le tante cose che voleva dirle l'unica che prese forma fù – mi devi ancora una spiegazione mi sembra – lei per poco non fece volare in terra un cucchiaio da cucina, tornò a prendere padelle e piatti, accese l'acqua sul fuoco e prese alcuni ingredienti in frigorifero – lo so ma dammi ancora qualche minuto per favore, è una storia un po' complicata e non saprei da dove cominciare - lui prese il suo pc e andò a sedersi al tavolo della cucina continuando a lavorare, osservarla attraverso la libreria non gli dispiaceva ma pensava fosse meglio farle avvertire la sua presenza più vicino in quel momento ma senza soffocarla.

La guardava tagliare la cipolla rossa, i pomodorini, la pancetta, tritare il prezzemolo, tutto questo in assoluto silenzio e con una maestria quasi ipnotica – ti va del vino rosso – si – andò verso la libreria nel ripiano dove erano appoggiate le bottiglie, prese un cavatappi ma le scivolò dalle mani, evidentemente era ancora tesa – lascia faccio io – lei si spostò fulminea bisbigliando un grazie e tornò ai fornelli – hai dei calici – secondo armadietto a destra, 5 minuti ed è pronto – Sesshomaru spostò il suo pc sul ripiano adiacente della libreria e l'aiuto a sistemare i piatti.
Quel suo parlare robotico e i movimenti nervosi lo stavano facendo impazzire ma non voleva metterle fretta, rischiando che si chiudesse ancora di più in se stessa.

Mangiarono in silenzio sorseggiando vino, a pasto finito sbarazzarono e Rin mise tutto in ordine.
Si accomodarono in salotto con ancora i calici e la bottiglia a metà, Rin mise il dvd “la maschera di Zorro” e si sedettero.

Dopo qualche minuto fece un respiro profondo e si lasciò andare sul divano, rannicchiando le gambe al petto: - ho fatto una scuola alberghiera, ho finito gli studi e visto gli esiti positivi di vari stage hanno dato il mio nominativo al “club Yoro”. Ero tesissima e non vedevo l'ora di cominciare, quando mi hanno vista arrivare pensavano fossi l'ennesima ragazzina che non sarebbe durata una settimana invece rimasi lì per quasi due anni, mi piaceva da morire quel lavoro – abbassò il volume della tv e continuò, Sesshomaru l'ascoltava senza muovere un muscolo – è stato difficile, lavoravo duramente dalle nove del mattino fino alle tre e poi dalle sei di sera fino a mezzanotte a volte anche l'una, in certi momenti era dura ma le soddisfazioni erano tante, almeno per me – le sfuggì un sorriso con lo sguardo assorto nei ricordi – ricordo ancora quando una sera a fine di un turno particolarmente pesante lo chef ci strinse la mano complimentandosi con noi, niente elogi o paroloni solo una semplice stretta di mano e un “bravi”, non puoi capire la mia gioia e la soddisfazione- sorrise radiosa e Sesshomaru non si persa una sola espressione - e poi ovviamente c'erano le serate difficile o nere come quella che ti ha raccontato Ayame, lei lo dice ridendo ma per tutto il tempo quella sera ho temuto mi sbattesse fuori, avevo i torcioni allo stomaco dall'ansia e invece non successe niente.
Purtroppo però il mio ragazzo di allora non lo capiva o non voleva capirlo, lui vedeva solo uno “sfruttamento” e una paga misera, litigavamo spesso ed era sempre più distante, immaginavo mi tradisse ma non volevo crederci, speravo avrebbe capito e mi avrebbe sostenuto invece niente, mi lasciò.
Fu circa un anno dopo aver cominciato a lavorare lì, ormai in cucina eravamo come una seconda famiglia, tutte quelle ore passate insieme tutte le chiacchierate e avevamo davvero un bel rapporto; credevo non fosse importante, esistevano solo il lavoro e la mia famiglia anche se li vedevo poco a causa dei turni sempre serrati.
Poco tempo dopo lo chef decise di spostarmi dalla preparazione dei primi piatti a quella dei dolci con Naraku, così da imparare un po' in tutti i campi e diventare un cuoco completo, gli dissi che non ero portata per i dolci ma secondo lui mi si addiceva, forse perchè ero una ragazza, non lo so.
Quando avevo cominciato a lavorare lì avevo diciannove anni. Avevo da poco festeggiato i venti quando Naraku cominciò a farsi insistente.
È sposato o almeno credo lo sia ancora, all'epoca aveva trentacinque anni e sua moglie aspettava il secondo figlio e tra loro le cose si erano un po' raffreddate giustamente, la gravidanza la stancava ma con la sua insensibilità di uomo non lo capiva. Parlavamo a lungo durante i turni di lavoro, tra una ricetta e l'altra e cercavo di dargli consigli, cose da fare con sua moglie nel suo giorno libero, a volte anche cosa piacesse alle donne a letto – lo disse ridendo amareggiata – si parla di tutto in cucina, non sai quanti argomenti sconci fanno tra di loro i cuochi, a volte avevo le orecchie in fiamme – appoggiò la testa al divano guardando il soffitto – speravo di aiutarlo con sua moglie, lui era sempre così disponibile ad aiutarmi e io volevo contraccambiare, poi però sua moglie partorì e dopo due mesi le cose ancora non erano migliorate sotto quel punto di vista, era sempre più teso, stressato e le sue battute sempre più invadenti e spinte.
Da lì è cominciato il declino.
Se capitava che gli facessi notare che esagerava o che era troppo invadente metteva il broncio e non mi rivolgeva la parola, se respingevo i suoi abbracci “in cerca di conforto” come diceva lui, si offendeva e mi faceva la predica facendomi sentire in colpa, da lì iniziò a risultarmi pesante andare al lavoro e ogni giorno non vedevo l'ora di andarmene, avevo come un tic nervoso e contavo quante ore mi restavano prima di dover tornare al lavoro e doverlo rivedere e sopportare il suo carattere, non invidiavo per niente quella povera moglie.
Quindi cominciai a sbagliare alcune ricette, poi a dimenticarmi gli ingredienti, quindi venivo ripresa e questo mi stressava, faticavo a dormire, facevo incubi continui e continuavo a sbagliare in un continuo circolo vizioso; alla fine dopo quasi sei mesi cedetti, aveva preso il vizio di toccarmi, sempre più spesso e a niente serviva cercare di allontanarlo, lui faceva sempre quella faccia offesa e mi faceva sentire in colpa e una volta urlai e lui impaurito si staccò mi disse che non avrei dovuto comportarmi così perchè  stavo fraintendendo e che rischiava grosso ma che ne aveva bisogno.
Lo chef aveva provato a parlarmi e capire cosa mi fosse successo ma io non avevo davvero cuore di dirgli il vero motivo, forse perchè una parte di me aveva offuscato quello che lui mi faceva e dava la colpa al troppo lavoro e allo stress, cosa che credevano tutti i miei colleghi, semplice stress, così diedi le dimissioni.
Ricordo ancora la faccia affranta dello chef e il dispiacere dei miei colleghi ma più di tutti ricordo Naraku che teneva lo sguardo su di me, ferito come se lo avessi tradito andandomene.
- tirò un sospiro di solievo come se si fosse tolta un grosso peso dal cuore e bevve il vino rimasto tutto d'un fiato – non realizzai realmente ciò che mi aveva fatto fin quasi un anno dopo quando mi trasferii qui, cominciai a guardare vari telefilm tra cui polizieschi e una sera una storia mi ricordò particolarmente la mia e così... la nebbia con cui avevo circondato quei ricordi si dissipò e mi resi conto di come stavano realmente le cose.-

Rimase in silenzio per un tempo che parve infinito, alzò il volume e si rimise a guardare il film, Sesshomaru non si era mosso e lei non  aveva incrociato il suo sguardo una sola volta. Il suo racconto gli aveva fatto venire i brividi, rimpiangeva di non averlo ucciso con le sue mani poco fa, si immaginava una Rin più insicura e fragile che si fidava dell'uomo sbagliato; un senso di protezione lo invase, non avrebbe permesso a nessun'altro di toccarla.

Continuarono a guardare distrattamente il film – adoro questa scena – lui spostò la sua attenzione al video – Catherine Z-Jones e Banderas ballano un paso doble, è bellissimo il modo in cui ballano e la loro complicità, nei film le scene in cui ballano sono sempre l'inizio di una storia d'amore – lui la guardò divertito – ah si? - certo film come Anna Karenina, Cenerentola, e la bella e la bestia in film, gli ultimi e.... altri insomma – si guardarono negli occhi, lei spostò lo sguardo imbarazzata – non guardarmi così – così come – come se stessi ascoltando una bimba di cinque anni – lui non smise di fissarla con quello sguardo divertito e lei alla fine scoppiò a ridere.
Partì la scena del ballo e la musica in sottofondo – dammi la mano – lei lo guardò stupita e un po' incerta mise la mano nella sua.
La portò al centro della sala, le mise una mano sul fianco, e alzò un braccio, lei gli mise una mano sulla spalla, forse era il vino ma non le veniva in mente niente per protestare.

Iniziarono a muoversi a ritmo ed eseguire i passi della lezione di ballo, la faceva volteggiare, passavano da una mano all'altra , giravolta, fermo e poi di nuovo volteggio, sequenza di passi e via leggeri – la musica non è questa – lo so -  i suoi occhi non la lasciavano andare e la naturalezza dei suoi movimenti era coinvolgente, si sarebbe persa in un momento come quello.

La musica terminò ma loro continuarono a danzare ancora un po' ma ormai il momento era passato – ancora un po di esercizio e sarai perfetta – grazie – ripresero posto sul divano, anche se casualmente più vicini questa volta – grazie Sesshomaru – questo l'hai già detto – intendevo per prima alla caffetteria e … anche qui a casa.- non sapeva spiegarsi il perchè ma l'attirò a se e lei poggiò il capo sul suo petto, il tamburellare del cuore era ipnotico e rilassante – non l'ho mai detto a nessuno – sospirò – non devi preoccuparti, nessuno lo saprà da me – lei chiuse gli occhi – puoi andare se vuoi, è tardi e io sto bene ora davvero – guardo la fine del film – lei annuì appena e si assopì, troppo provata da quella giornata per opporre resistenza.

Sentendola addormentarsi Sesshomaru sistemò meglio il plaid cercando di coprirla e si rilassò; era un vero e proprio subbuglio di emozioni.
Da prima un moto di gelosia lo aveva attanagliato vedendola stretta a quel parassita, poi quando aveva capito di aver frainteso la situazione una rabbia cieca l'aveva invaso, poi un senso di protezione l'aveva spinto a prendersi cura di lei e assicurarsi che stesse bene, quando gli aveva raccontanto cosa le era successo era stato preso da un senso di impotenza per non essere stato lì al suo fianco anche se ancora non si conoscevano e infine quel ballo.... era stato un insieme di emozioni contrastanti, voleva distrarla e farla ridere, perchè si era reso conto che di quella risata da bambina non si sarebbe mai stancato ma appena l'aveva fatta volteggiare e stretta a se non aveva potuto fare a meno di sentire i suoi fianchi e perdersi nei suoi occhi, ammirare la perfezione di quelle labbra, la voglia di assaggiarle lo aveva assalito all'improvviso e l'aveva costretto ad allontanarsi ed interrompere quel momento.
Decisamente troppe emozioni per una sola sera, quella ragazza riusciva a fargli venire le vertigini con tutti gli sbalzi che gli provocava.

E fu con quei pensieri che non si rese conto di assopirsi sul divano con Rin che dormiva placida sul suo petto e una mano morbida adagiata sul suo fianco come a volerlo abbracciare.

 


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Una sveglia dal rumore molesto. Molto molesto. E sconosciuto. Ad un ora decisamente inusuale immaginava.

Aprì pigramente un occhio e dalla luce che iniziava a filtrare dalle finestre doveva essersi addormentata sul divano. Strano. Non le era mai capitato di addormentarsi sul divano.

La sveglia termino il suo terribile richiamo, grazie ai Kami. Provò a muoversi ma qualcosa le teneva bloccata dalla testa, la sua coscienza pian piano si risvegliò. Non era una mano quella, vero?
Aprì gli occhi e vide una seconda mano stretta intorno alla sua e una camicia spiegazzata.
Cacciò un mezzo urletto e spintonò lo sconosciuto giù dal divano cercando poi di riacchiapparlo quando si rese conto che era Sesshomaru.

In meno di due secondi si ritrovarono a penzoloni giù dal divano con le gambe intrecciate al plaid ancora in alto, si guardarono, i volti vicinissimi, lei sopra di lui che si manteneva in precario equilibrio sulle braccia mentre lui tentava di reggersi sugli avanbracci.
Realizzando la scena non potè fare a meno di tentare di rotolare il più lontano possibile – mi dispiace tanto scusami, devo essermi addormentata e non ti  avevo proprio riconosciuto scusa scusa scusa – lui la guardò frastornato, decisamente troppe parole, troppo in fretta, aveva appena realizzato di essersi addormentato sul divano di Rin e di aver dormito con una mano tra i suoi capelli che era stato sbalzato giù da uno scricciolo che pesava la metà di lui.

Si alzò a fatica ancora irrigidito, lei si diresse veloce al bagno e lui si lasciò andare sul divano stropicciandosi il viso, come diavolo aveva fatto ad addormentarsi a casa sua, guardò l'ora segnava le 6:45 non male, aveva tempo di andare a casa cambiarsi e scendere in ufficio per le riunioni di quella mattina – se vuoi usare il bagno è libero, se ti serve lo spazzolino lo trovi nuovo nel secondo cassetto – lo guardò avviarsi tranquillo a piedi scalzi.

Rin era letteralmente scappata a gambe levate in bagno, si era guardata allo specchio e decisamente era stata una pessima idea. I capelli erano un disastro, gli occhi assonnati, la maglia tutta storta e quei segni sul viso non potevano di certo essere... cavoli si, i segni della camicia di Sesshomaru, accidentaccio, sperava almeno di non aver sbavato che vergogna!! e la sera prima non si era nemmeno lavata i denti prima di andare a dormire, magari l'aveva ucciso o mamma mia che imbarazzo.
Si lavò i denti e il viso, spazzolò i capelli e cercò di rendersi presentabile.

Quando finalmente anche lui uscì dal bagno si guardarono e il suo imbarazzo era visibile – mi dispiace averti scaraventato giù dal divano- lo guardò incerta – devo ammettere che hai dei buoni riflessi – grazie, in realtà non ti avevo riconosciuto scusami – lui inarcò un sopraciglio -ti capita spesso di avere sconosciuti a casa – lei lo guardò stranita, era serio o la stava prendendo in giro – no, non porto mai nessuno a casa mia – la situazione si stava facendo strana – posso offrirti qualcosa per colazione – no grazie, dovrei andare – giusto bene allora... - altro silenzio imbarazzato.


Rin si stava preparando una tazza di yogurt e cerali mentre Sesshomaru radunava le sue cose quando qualcuno suonò il campanello, si scambiarono uno sguardo perplesso e Rin andò ad aprire – Kosuke che ci fai qui a quest'ora – ho sentito che eri sveglia e visto che ieri sera avevamo saltato la pizza ho pensato di portarti una brioches e un thè caldo – ti ringrazio Kosuke davvero, non dovevi disturbarti – lui la guardò sorridendo innocente, alla fine si era addormentato e non aveva sentito il tipaccio andarsene ma così poteva recuperare, se non fosse che se non l'aveva sentito un motivo c'era, il tipaccio era ancora lì.

Lei dovette accorgersi del suo cambio d'umore perchè si voltò e tornando a guardarlo arrossì, cercò di aprire bocca ma evidentemente non sapeva come giustificare la presenza di Sesshomaru lì a quell'ora – Kosuke – Sesshomaru, ma che sorpresa – i due non la smettevano di guardarsi seri – bene, vi fermate per la colazione – SI – lo dissero entrambi in tono così solenne che Rin sgattaiolò in cucina sperando di sparire, ma che fine aveva fatto la sua buona stella era andata a farsi una vacanza per caso, accidenti – preferite thè, caffè.. - Kosuke fu il primo a rispondere e si sedette al centro così da costringerli a sedersi ai due capi del tavolo – caffè grazie – anche per me – preparati i due caffè e messo qualche biscotto che preparava alla caffetteria su un piatto si accomodò anche lei con la sua tazza di yogurt e cereali, il silenzio era denso e teso, decisamente troppo per quell'ora – allora Sesshomaru, come mai ancora qui – di tutte le domande che poteva fare  aveva scelto proprio la più inopportuna, lui dal canto suo non distolse lo sguardò – lavoro – ah.... fino a quest'ora? - Kosuke – Rin tentò invano di riprenderlo – che c'è, non è da te invitare sconosciuti in casa – non è uno sconosciutote l'ho già detto ieri mi pare, è mio cognato – non ancora e questo non vuol dire che tu lo conosca – è mio cliente alla caffetteria da prima di sapere che saremmo diventati parenti – questo non vuol dire che lo conosci, possibile che tu sia sempre così ingenua –

Rin si sentì punta sul vivo, sopratutto visto i trascorsi di ieri, non aggiunse una parola si alzò dal tavolo e andò a sciaquare la tazza.
Sesshomaru osservava la scena in silenzio, quel tipo sembrava fin troppo protettivo nei suoi confronti per essere solo preoccupazione, che fosse geloso? Probabile. Quindi come stavano le cose tra di loro, avevano avuto una relazione, erano solo amici, erano andati a letto insieme, a giudicare dal nervosismo di Rin entrambe le volte forse.

Guardò l'ora, avrebbe fatto meglio a sbrigarsi o avrebbe tardato, la doccia doveva aspettare ma almeno poteva cambiarsi d'abito – è meglio che vada – Rin si voltò a guardarlo – certo scusami e grazie ancora, per ieri – lui fece un cenno del capo e si avviò verso la porta, lei lo seguì – ti ringrazio Sesshomaru e scusami per Kosuke, solitamente è più socievole di così – non preoccuparti, a presto Rin -ciao Sesshomaru – e gli scoccò un bacio sulla fronte – stai attenta – lei lo guardò persa – grazie anche tu – arrivato l'ascensore al piano lo guardò andare via ancora scioccata da quello che era appena successo e con le farfalle ancora nello stomaco rientrò in casa

 – allora – sussultò presa alla sprovvista – Kosuke ma ti sembra il modo, mi hai fatto prendere un infarto -  e tu allora? Invitare quello a dormire – non l'ho invitato, ieri sera a cena abbiamo bevuto un po' di vino e ci siamo addormentati, tutto qui. Si può sapere che ti prende – a me?? e a te allora – adesso vedi di darti una calmata, non è successo niente e poi non vedo perchè dovrei giustificarmi con te – hai detto che non volevi storie – e infatti è così e il non averlo svegliato nel cuore della notte per sbatterlo fuori casa, contando che abita dall'altra parte della città mi sembrava quanto meno educato e poi ti ricordo che saremo parenti tra breve e non vedo perchè mai dovrei complicare la situazione con un matrimonio a quattro – aveva iniziato a urlare e gesticolare come una pazza, la volevano proprio mandare al manicomio accidenti – oh no sono gia le sette e mezza, senti è sabato e devo andare al lavoro – ok, scusami non volevo farti arrabbiare è solo che mi sono preoccupato per te. È pieno di maniaci in giro – lo so e ti ringrazio – l'abbracciò stretto – ok ora devo proprio andare e grazie ancora per le brioches, erano buonissime – prego, allora a dopo – a dopo ciao -

 

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La giornata proseguiva tranquilla, le riunioni erano andate bene peccato che avrebbe dovuto anticipare la partenza a quella sera stessa, non riusciva a trovare il computer ma dove l'aveva lasciato, non era da lui dimenticare cose in giro. La libreria di Rin, lo aveva appoggiato lì durante la cena accidenti, avrebbe dovuto chiamarla sperando fosse a casa – ciao Sesshomaru tutto bene? Stavo giusto per chiamarti – non potè impedirsi di avere un sussulto – perchè? - hai lasciato il tuo pc a casa mia, volevo riportartelo – ti chiamavo per lo stesso motivo – ah si? Bene che empatia – la sentì sorridere all'altro capo del telefono – vuoi che te lo porti ora o magari stasera – stasera parto per Pechino, starò via qualche giorno – ah – il suo cambio di tono lo fece quasi sorridere – allora se vuoi posso...- passo io prima di andare in aeroporto se sei lì nel tardo pomeriggio – certo oggi non avevo impegni – a dopo – a dopo ciao Sesshomaru-.

Chiuse la telefonata, almeno avrebbe potuto rivederla prima di partire – chi era al telefono – Sesshomaru si girò verso il fratello – nessuno che ti riguardi Inuyasha – uff.... possibile che tu debba sempre essere così scontroso, dovresti proprio trovarti una ragazza lo sai – questi non sono affari che ti riguardano – Inuyasha si avvicinò al fratello annusandolo – che stai facendo – lo fulminò sul posto – hai uno strano odore fratellone, quasi di biscotti – alzò lo sguardo verso di lui ma Sesshomaru non battè ciglio, in attesa, Inuyasha lo guardò con tanto d'occhi – ehhh non mi dirai che te la sei già trovata un'altra donna, vero Sesshomaru – lui gli diede le spalle e se ne  andò – questi non sono affari che ti riguardano Inuyasha – lasciando lì il fratello fermo a fissarlo.

Chiuse il bagaglio pronto ad andare.
Arrivò a casa di Rin, suonò e salì ma ad aprirgli non arrivò Rin ma bensì Kosuke, a torso nudo e con un'aria tronfia in viso - Sesshomaru ma che sorpresa, ancora qui – lui lo fulminò con lo sguardo – Rin è in casa – lui fece un sorriso sfottente – si ma al momento non può venire, è sotto la doccia – Sesshomaru assottigliò lo sguardo – immagino sia qui per il computer, tenga, Rin mi ha chiesto di salutarla – lui prese il computer, non sapeva cosa pensare, voleva parlare con Rin ma lei evidentemente aveva altri impegni per la testa così se ne andò senza degnarlo di una risposta, furente di rabbia.

 
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- chi era alla porta?- tempismo perfetto, qualche secondo prima e l'avrebbe visto – nessuno, cercavano la famaglia Han – capisco, strano comunque loro sono al primo piano – avranno capito male – Rin si era cambiata maglia – che disastro e tutto per quella stupida verdura accidenti a me – dai non te la prendere la prossima volta che vai al supermercato comprerai un colino con i fori più fini -  si lo so ma mezza verdura lessa è finita nel lavello e mi ha intasato tutto, che disastro e come se non bastasse nello svitarlo ci siamo lavati come due idioti – magari abbiamo inventato una nuova crema per il corpo – risero entrambi a quella battuta – perchè non vai a cambiarti poi ordiniamo una pizza – agli ordini generale – lei tentò di guardarlo male ma non ci riuscì – vedo che ti è tornato il buon umore – con te non potrei mai avere il broncio principessa, allora vado e torno ok –

Si fece una doccia veloce, non voleva perdere neanche un secondo con lei e l'arrivo di Sesshomaru era stato ottimo, facendogli intendere che tra loro ci fosse qualcosa aveva trovato un buon pretesto per levarselo dai piedi, ora doveva solo occuparsi della Sua Rin.


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Che strano, Sesshomaru le aveva detto che sarebbe passato nel tardo pomeriggio e invece erano le sette passate e ancora non si vedeva, provò a chiamarlo ma non rispondeva, che si fosse dimenticato di passare e fosse già sull'aereo, cercò il computer ma non lo trovò – cosa stai cercando? - il computer di Sesshomaru, l'avevo appoggiato qui – ah si, è già passato -  quando e perchè non me lo hai detto – poco prima degli amici degli Han e mi sono scordato scusami – potevi chiamarmi, doveva partire, non l'ho neanche salutato – tranquilla lo rivedrai comunque no? - lei sospirò un po' dispiaciuta, voleva tanto salutarlo – immagino di si – raggiunse Kosuke sul divano e scelsero un film. Più tardi gli avrebbe mandato un messaggio.


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Sesshomaru era in volo sopra Pechino, mancava poco all'atterraggio.
Per quanto si sforzasse non riusciva a calmarsi, vedere quel pallone gonfiato mezzo nudo a casa di Rin e sapere che lei si stava facendo la doccia gli faceva venire i nervi, meglio così si disse, meglio sapere subito se aveva una relazione con qualcuno così non avrebbe rischiato di farsi coinvolgere dalla “sorella della sua futura cognata”, perchè questo era e questo è quello che lei aveva spiegato alla signora Tsuno alla cena, questo e nient'altro, solo una complicazione inutile.

Arrivato in albergo gli arrivò un messaggio, era di Rin. Non lo lesse neanche, lo spostò tra i non letti e tolse la suoneria, non voleva ne vederla né tantomeno sentirla, tutta felice e allegra dopo che si era divertita con quello stupido ragazzino di un fotografo.
Non l'avrebbe chiamata e non l'avrebbe cercata, quando fosse tornato a Tokyo avrebbe chiarito le cose una volta per tutte.


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Ciao Sesshomaru,  mi dispiace per Kosuke è stato davvero maleducato, ci tenevo tanto a salutarti tanto, spero di rivederti presto e buon lavoro :) grazie ancora di tutto <3 . 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo finito, non ci credo, mi ci sono messa d'impegno da questa mattina per terminarlo e sono qui attrofizzata.
Vi annuncio ufficialmente che dal prossimo capitolo la storia si farà interessante ihihih sopratutto sotto quel punto di vista e spero vivamente di non deludervi.

Comunque mi auguro che il capitolo sia stao di vostro gradimento e spero di sapere il vostro parere a riguardo e grazie ancora a tutti quelli che mi hanno recensito, scritto o anche solo letto e buona giornata a tutti a presto Aiden :) :) :) 

 


 

 

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Capitolo 9
*** Mi piacciono le tue labbra ***


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Mi piacciono le tue labbra

 


Era tornato a Tokyo da ben ventisei ore, era atterrato lunedì sera e da allora non aveva ancora chiamato Rin. In quei giorni aveva avuto modo di pensare bene a tutto.
Dalla cena al ristorante all'incontro con quel verme alla caffetteria, dalla confessione di Rin al ballo, per finire poi al risveglio sul divano con lei che dormiva accanto a lui fino allo spiacevole incontro con quel ragazzino malefico.
In conclusione? Anche lui era rimasto a casa sua mentre lei aveva fatto la doccia quindi il fatto che la stesse facendo non voleva dire per forza che fossero andati a letto insieme e Rin gli sembrava una persona troppo corretta e onesta per non avergli detto che usciva già con qualcuno e preferiva di gran lunga dare il beneficio del dubbio a lei piuttosto che dare per scontato qualche allusione di un ragazzo che nemmeno conosceva.
ppure stava cercando infinite giustificazioni pur di avere ancora una speranza con lei. Il che era patetico dal suo punto di vista, e non era da lui; decisamente.

Altro male che andava ad aggiungersi, Kagura gli aveva fatto una “sorpresa” facendosi trovare nel suo appartamento per “fare due chiacchiere”, anche se il vestito succinto e il pizzo della guepière lasciava intendere ben altro.

– Sesshomaru – si avvicinò languida a lui e si sedette sul divano, il bordo della gonna si alzò leggermente mostrando il nastro del reggicalze - ti ho pensato tanto in questi giorni lo sai – non ne vedo il motivo – lei non si lasciò scoraggiare dal suo tono neutro – non sei stato molto carino sai... lasciarmi credere che tra te e quella insulsa ragazzina ci fosse qualcosa mentre in realtà era solo una “futura parente” non  credi di dovermi delle scuse Sesshomaru – io non ti ho lasciato intendere niente Kagura – lei iniziò a strusciarsi su di lui e passargli le mani sul petto sbottonandogli la camicia ma lui le afferrò i polsi e la spostò alzandosi dal divano – perchè mi respingi ancora Sesshomaru? Chi c'è ora, un'altra donna? È così facile rimpiazzarmi, rimpiazzare quello che c'è stato tra noi – iniziava ad alzare la voce in maniera stridula, vedersi rifiutata una seconda volta non doveva essere piacevole e purtroppo Sesshomaru capiva perfettamente i suoi sentimenti in quel momento ma finchè non avesse chiarito con Rin e non avesse messo in chiaro le sue intenzioni non si sarebbe fatto distrarre, a Kagura avrebbe pensato poi – non ti sei mai comportata come una bambina Kagura, non cominciare  – lei rimase allibita a quelle parole, si alzò anche lei dal divano e si sistemò la gonna – non capisco di cosa parli – io invece credo di si -  fece un leggero sospirò e parlò – non ho gradito il nomignolo che mi hai dato Kagura, non sono il tuo
cagnolino, se hai bisogno di affetto addotta un cucciolo-.

Lei a quelle parole rimase basita, non sapeva cosa rispondere – non so cosa ti abbia raccontato quella smorfiosetta ma – Sesshomaru la fulminò con lo sguardo e lei non osò aggiungere altro – vattene Kagura questa non è più casa tua – in cuor suo si sentì ferita da quelle parole, non intendeva rimettersi con Sesshomaru, anche se non le sarebbe affatto dispiaciuto un po' di sesso come si deve, però sperava di riuscire a riallacciare i rapporti con lui infondo si conoscevano bene, aveva decisamente sbagliato approccio.
Prese la giacca e la borsa e uscì salutandolo appena triste alla prospettiva di aver perso, forse, uno dei pochi amici su cui poteva  davvero contare.

Sesshomaru si sentiva particolarmente teso, decise di farsi una doccia e di infilarsi a letto senza vestiti, quella sera voleva solo sentire il raso delle lenzuola fresche e riposarsi un po'.

 

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Rin sbuffò per l'ennesima volta quel giorno. Sesshomaru non aveva risposto al suo messaggio e lei saltava come una cavalletta ogni volta che sentiva la suoneria.
Non sapeva quando sarebbe tornato, non glielo aveva chiesto ma sperava di scambiare ancora due convenevoli quando fosse passato a recuperare il pc, ma quello stupido di Kosuke non l'aveva nemmeno chiamata per dirgli che era alla porta uffa e come se non bastasse in quei tre giorni le era rimasto appiccicato come colla, ogni volta che rientrava o prima che uscisse per il lavoro se lo trovava davanti. Fortunatamente quella sera era stato lui a disdire la cena, forse si era accorto che la stava soffocando troppo.

Quei tre giorni erano stati una tortura sotto quel punto di vista, continuava a pensare se aveva fatto bene a mandargli quel messaggio, se doveva mandargliene un'altro, se era arrabbiato con lei per qualcosa, se lo aveva disturbato, se se se se accidenti una marea di se.... e come se non bastasse l'idea che la stesse evitando per quello che era accaduto alla caffetteria con Naraku o che la sua confessione la sera l'avesse “shokato?” a tal punto da allontanarlo da lei? La sola idea le faceva pizzicare il naso.
Non ne poteva più, avrebbe aspettanto ancora un giorno poi lo avrebbe chiamato, quella situazione non poteva andare avanti così o sarebbe impazzita.

 

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L'aveva sentita rientrare come sempre, passeggiare per il suo appartamento.
La tentazione di salire da lei e passare un po' di tempo insieme era forte ma non voleva sembrare troppo insistente rischiando di sorbire il risultato opposto.
Quei giorni insieme, vicini, soli, erano stati paradisiaci, Rin era davvero stupenda e presto sarebbe riuscito a farle capire che era fatta apposta per stare con lui.
Si era liberato di quell'unico ostacolo ed era certo che non ci fosse nessun altro nella sua vita, l'aveva seguita al lavoro, al supermercato, in giro.
Aveva noleggiato una moto di quelle a pagamento in giro per la città e non l'aveva mai persa di vista, in qualche occasione le aveva scattato anche delle foto, era troppo bella per non farlo, era la reincarnazione di una musa e lui il suo solo artista.

Prese la maglia che le aveva preso dalla camera a sua insaputa, voleva restituirgliela ma non sapeva come giustificare il fatto che l'avesse lui.

Si era ripromesso di non farlo e in quei mesi per quanto difficile c'era riuscito ma la tentazione era troppo forte e poi doveva rimettere la maglia al suo posto.
L'avvicinò al naso ed inspirò il suo profumo così dolce, come la più pregiata delle vaniglie ma una nota leggera più fresca e maschile gli fece annodare lo stomaco e ribollire il sangue.

Era il suo odore, l'odore di quel maledetto bastardo sulla maglia della SUA Rin, preso da un moto di rabbia la strinse tra i pugni fino a lacerarla. Resosi conto di ciò che aveva combinato lasciò cadere la maglia a terra e fece un respiro profondo, doveva calmarsi o rischiava davvero di impazzire, lui non era come quei pazzi che sentiva in tv, lui amava Rin e non le avrebbe mai fatto del male.
A tutti quelli che osavano avvicinarsi a lei si però, perchè doveva proteggerla ad ogni costo, non poteva permettere che le succedesse qualcosa di male o che la perdesse.
Non l'avrebbe sopportato, mai.


Erano passate diverse ore, aveva controllato il suo ultimo ingresso sui social, le luci di casa, i vari rumori. Era circa mezzanotte e non sentiva più nulla da circa due ore. Avrebbe atteso ancora un'ora e poi sarebbe salito da lei per rimettere a posto la maglia ormai lacera e controllare che stesse bene.

 

Niente di nuovo, aveva ricontrollato gli ultimi accessi e ascoltato possibili rumori, niente.
Uscì piano di casa e salì all'appartamento di Rin, mise la chiave nella toppa e girò piano tre volte,socchiuse la porta ed entrò silenzioso chiudendosi la porta alle spalle.

50... Si avviò piano verso la sua stanza, la porta non era stata chiusa a chiave per fortuna.

40... Si fermò un secondo assicurandosi che dormisse e fosse sola, poi si avvicinò piano al letto.

30... Dormiva serena, i capelli sparsi sul cuscino le labbra leggermente schiuse, una voglia matta di baciarla lo invase.

20... Si inginocchiò accanto al letto, le sfiorò piano i capelli, inspirò il suo profumo e si avvicino.

10... La voglia che aveva di baciarla gli attanagliava le viscere, era bellissima ed erano soli, stava dormendo, non se ne sarebbe neanche accorta.

0 ... il cellulare di Rin prese a squillare, preso dallo spavento lasciò cadere la maglia, si alzò di scatto e si nascose sotto l'altro lato del letto mentre la sentiva agitarsi e svegliarsi.

 

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Venne svegliata dalla sua suoneria, aveva gli occhi impastati dal sonno e ancora intontita prese il cellulare. Chi poteva essere a quell'ora. Numero privato sconosciuto. Forse era Sesshomaru.
Lo sperava tanto, non le importava dell'ora – pronto?- quello che sentì dall'altro lato del telefono le fece ghiacciare il sangue nelle vene e annodare lo stomaco – questo è un messaggio registrato, la inforiamo che l'allarme numero 3-4-8-2-9-5-1- di Rin Higurashi è stato disattivato – si alzò dal letto, accese la luce per sicurezza, spaventata all'idea che potesse trovarsi davanti qualcuno – se desidera disattivare la chiamata digiti il codice di sicurezza sulla tastiera – trovò a terra la sua maglia, non ricordava di averla lasciata sul letto – altrimenti tra tre minuti una chiamata automatica partirà alla centrale di polizia più vicina – attraversò la stanza e senza pensarci aprì la porta d'ingresso. Era aperta. Ricordava bene di averla chiusa a chiave con ben tre mandate.

Guardò spaventata la tastiera dell'allarme che continuava il suo conto alla rovescia meno di due minuti e sarebbe partita la chiamata automatica, non sapeva cosa fare.
Si voltò verso il suo appartamento, la luce dell'abat-jour nella camera che illuminava fiocamente la stanza, si guardò in giro frenetica, la chiamata alla polizia sarebbe partita in automatico, andò in cucina prese una padella e chiamò Kagome.

Il telefono prese a squillare mentre si guardava in giro accendendo la luce, i battitti accellerati.

 

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- è stata proprio una bella serata – Kagome sorrise felice – sono d'accordo, la cena con i tuoi genitori è andata bene e credo che a tuo padre inizio a stare simpatico – lei guardò Inuyasha con gli occhi pieni d'amore, si sentiva al settimo cielo, i suoi erano felici, lei era felice e stava per sposarsi con un uomo che amava. Non poteva andare meglio.
La musica a palla alla radio non faceva che aumentare l'euforia dei due, Inuyasha prese a massaggiarle la gamba mentre sfrecciava sulla super diretti verso casa dei suoi – stanotte però sei solo mia – la guardò malizioso e  lei arrossì mordendosi le labbra.

La musica venne interrotta dall'arrivo di una chiamata – che strano – chi è? - è Rin, chissà perchè chiama a quest'ora – la chiamata venne interrotta ma riprese subito dopo – dai rispondiamo, due chiamate sono preoccupanti – disse scherzando Kagome – già immagino – la voce di Rin si espanse nell'abitacolo - Kagome – Rin tutto bene? – tutta la loro euforia fu smorzata non appena avvertirono la voce tesa della sorella – Kagome dove sei? - siamo sulla super, siamo stati a cena a casa di mamma e papà stasera, tutto bene? - tra quanto puoi essere da me – parlava in fretta e sembrava nervosa, guardò Inuyasha che scambiò il suo sguardo preoccupato, fu Inuyasha a rispondere – ci vorrano ancora venti minuti buoni – c'è qualcuno in casa mia – restarono interdetti per un paio di secondi – cosa? - credo che ci sia qualcuno in casa mia, è scattato l'allarme silenzioso e la porta era aperta, non so cosa fare – esci subito da lì e chiama la polizia – si udì un urlo e rumori di collutazione poi più niente – Rin Rin Riinn – che caduta la linea, chiama la polizia – Kagome agitata, con le mani che tremavano digito il numero d'emergenza – polizia di Tokyo come posso aiutarla – qualcuno si è introdotto a casa di mia sorella, è caduta la linea e non risponde – si calmi signorina qual'è l'indirizzo – Kagome gli diede l'indirizzo – c'è già una pattuglia diretta lì signora per un allarme disinserito, le risulta – s-si – bene saranno sul posto a breve – grazie – la chiamata venne interrotta.

L'ansia nell'abitacolo era palpabile, Inuyasha premette sull'acceleratore, fortunatamente a quell'ora il traffico era minore ma ci avrebbero comunque messo più di venti minuti ad arrivare – chiama Sesshomaru – Kagome non se lo fece ripetere due volte e chiamò Sessshomaru, il cellulare squillava a vuoto – avanti rispondi ti preg...Sesshomaru! Grazie al cielo – spero abbiate una buona motivazione per..- qualcuno si è introdotto a casa di Rin –  breve attimo di silenzio - Cosa?!?! - non riusciamo più a raggiungerla e c'è già  una pattuglia della polizia che sta arrivando ma noi siamo lontani, ci vorranno ancora venti minuti – vado subito – riattaccò la telefonata – non preoccuparti andrà  tutto bene – lei lo guardò preoccupata ma grata di averlo al suo fianco mentre sfrecciavano veloci verso Tokyo.


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Aveva dato le spalle alla camera mentre parlava con Kagome fissando la porta, Inuyasha le stava dicendo di uscire e quella poteva essere una buona idea, poteva chiudere a chiave la porta da fuori se lui era ancora dentro, la polizia l'avrebbe preso.
Non fece in tempo a terminare quel pensiero che un'ombra si allungò su di lei, qualcuno spense le luci della sale e lesto le passò dietro, Rin fece per lanciargli contro la padella urlando spaventata ma fu afferrata per le braccia e lanciata di peso oltre il divano.
La padella lo colpì alla testa e sentì un lamento ma il cellulare le sfuggì dalle mani e lei atterrò malamente oltre il bordo del divano picchiando la testa.

Rimase con gli occhi semi-aperti guardando la stanza deformarsi intorno a lei, udì vagamente il suono delle sirene e poco dopo degli uomini entrarono in casa sua accendendo le luci.

 

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Sesshomaru aveva il cuore a mille mentre sfrecciava come un pazzo per le vie di Tokyo cercando di raggiungere Rin il più in fretta possibile, Inuyasha gli aveva detto che una pattuglia stava già arrivando ma questo non lo tranquillizzava affatto. Parcheggiò velocemente la moto sotto casa di Rin dove due auto della polizia erano già parcheggiate, salì le scale a due a due, non avrebbe mai aspettato l'ascensore.

C'erano parecchi vicini che sbucavano fuori dai loro appartamenti.
Il ragazzino al terzo piano no. Probabilmente era già su.
Arrivò davanti alla sua porta, la trovò seduta sul bordo del divano con una coperta sulle spalle e lo sguardo fisso a terra mentre muoveva nervosamente una gamba su e giù, vederla così spaurita ma incolume lo calmò e lo infuriò al tempo stesso – Rin – disse il suo nome con una punta d'ansia nella voce, lei alzò lo sguardo e quando lo vide corse ad abbracciarlo, la sentì tremare e rilassarsi sotto il suo tocco.
La strinse a se con un braccio e con l'altro appoggiò il casco sul mobile -stai bene? - lei fece un segno d'assenso contro il suo petto e questo lo tranquillizzò almeno in parte – lei è il compagno – era stato uno degli agenti a parlare – no cognato, l'avete preso – purtroppo no, l'abbiamo mancato per poco ma abbiamo già diramato un'avviso di ricerca nei dintorni – annuì brevemente con il capo e fece tornare Rin a sedere sul divano continuando a stringerla con un braccio sulle spalle – signorina, se se la sente vorrei farle qualche domanda – era stata una poliziotta a parlare, si era seduta  sulla parte opposta del divano così da riuscire a guardarla, Sesshomaru si alzò e le prese un bicchiere d'acqua che lei bevve con un leggero tremito alla mano.

Fece un respiro profondo e guardò la poliziotta – non so dirle che aspetto avesse, era buio – mi dica quello che ricorda poi procederemo per gradi – dormivo e mi sono svegliata quando il mio cellulare ha preso a suonare – fece una piccola pausa deglutendo per cercare di rimettere in ordine le idee – quando ho sentito il messaggio registrato ho acceso la luce della lampada, ero spaventata all'idea di trovarmi qualcuno lì di fronte ma di certo stare al buio sarebbe stato peggio – respirò cercando di calmarsi – poi mi sono alzata e sono andata verso la porta, era chiusa ma non a chiave, ricordavo bene di aver chiuso con tre mandate. Il messaggio automatico si è interrotto e non sapevo cosa fare, la chiamata alla polizia sarebbe partita in automatico se non avessi inserito il codice così ho chiamato mia sorella, dovrebbe arrivare tra poco – specificò – nel frattempo avevo preso una padella dalla cucina – lo disse ridendo amaramente -  Inuyasha, il fidanzato di mia sorella, mi aveva detto di uscire subito di casa e chiamare la polizia stavo per farlo quando le luci della sala si sono spente, ho i pulsanti vicini alla porta di ingresso e a quella della camera – spiegava tutto in maniera precisa, non voleva dimenticare niente – ho visto un'ombra dietro di me, ho alzato la padella di scatto, per riflesso e credo di averlo colpito ma quell'uomo – fece un'altra pausa, al ricordo i battiti tornavano ad accellerare – mi ha afferrato per le braccia e mi ha sollevata da terra lanciandomi oltre il divano, sono atterrata malamente e ho perso il cellulare che si è fracassato contro il muro e ho picchiato la testa. Poi siete arrivati voi –

In quel momento entrarono Kagome seguita da Inuyasha – Rin, oh kami stai bene – corse ad abbracciarla e restarono così per un tempo infinito. Quando sciolsero l'abbraccio Rin tornò a sedersi sul divano, Sesshomaru si alzò in piedi per lasciare che Kagome si sedesse accanto a lei mettendosi di fianco a Inuyasha con le braccia incrociate – ricorda niente dell'uomo? Il viso, la voce, l'aveva mai visto prima? - Rin scosse la testa e guardò Kagome, poi Inuyasha e infine Sesshomaru.

Non sapeva come dirlo, aveva paura della reazione esagerata della sua famiglia ma non poteva rischiare la sua incolumità per paura – Rin – Kagome posò una mano sulla spalla di Rin, lei fece l'ennesimo respiro e si alzò – era più o meno alto così, spalle larghe così – si era messa nella stessa posizione per cercare di ricordare meglio, la poliziotta si era alzata e l'aveva affiancata – molto bene  - è stato un attimo al buio ma aveva una felpa grigio scuro da corsa e scarpe con le fascette catarifrangenti sottili, come bordini di una cucitura, ho visto il riflesso mentre lo colpivo con la padella, ho abbassato lo sguardo, però alle mani aveva guanti come quelle che indossano i corridori – cercava di ricordare ma non le veniva in mente altro – comunque dovrei aggiungere una cosa – cercò di farsi coraggio, non guardava nessuno ed era già pronta alle proteste di Kagome – mi sono trasferita qui circa due anni fa, dopo circa otto mesi ho come avuto la sensazione che qualcuno si introducesse in casa mia – Kagome fece un respiro strozzato - Rin... perchè non ce lo hai detto? – aspetta …. ho avuto la conferma qualche settimana dopo, lasciavo sempre tutto in ordine e alcune cose in posti specifici che sarebbero cadute o spostaste se fosse entrato qualcuno che non ero io, mi sentivo stupida e paranoica, credevo di essere diventata schizzofrenica in stile “a beautiful mind” ma poi una sera sono tornata a casa e l'anta del mio armadio era chiusa male, ha un difetto di fabbrica e bisogna spingerla in un determinato modo per chiuderla bene.
Mi ha preso il panico se fare una denuncia, non avevo niente se non un'anta chiusa male quindi Kosuke mi consigliò di cambiare al più presto serratura, l'ho fatto e da allora non ho più lasciato le chiavi nascoste, lasciai l'unico doppione ai miei genitori.
Poi verso marzo o aprile ho iniziato di nuovo con quella strana sensazione e un giorno sul mio letto ho trovato un'impronta, come se qualcuno si fosse sdraiato, sono andata fuori di testa e ho cercato un allarme che facesse al caso mio, volevo delle prove per essere sicura di non essere impazzita, così verso maggio arrivò l'allarme e lo installai, non era successo niente in tutti questi mesi e così mi ero data della stupida per essermi fatta condizionare così da particolari stupidi ma poi stasera è scattato e... - non riusciva a finire la frase, Kagome andò ad abbracciarla.


Sesshomaru ascoltava ogni parola, non voleva perdersi un dettaglio o una sillaba di quello che diceva, l'idea che avesse affrontato tutto quello stress e quelle incertezze da sola comportandosi come se nulla fosse lo stava facendo impazzire, gli provocava un ritmo forsennato nel petto.
Doveva trovare una soluzione e al più presto e dovevano trovare quel bastardo, anche se un'idea gli si stava insinuando nella mente.

- e tu ti sei difesa con una padella? Avresti dovuto prendere un coltello altro che padella – era stato Inuyasha a parlare, lei sorrise amara cercando di darsi un contegno – ho pensato che se mi avesse sopraffatta sarebbe stato più difficile intimidirmi con una padella che con un coltello e avrebbe fatto più rumore – cercava di buttarla sul ridere ma la sola idea gli diede i tremori.

I poliziotti finirono il sopraluogo e ricevettero alcune segnalazioni – qui vicino c'è un parco, dubito che l'uomo in questione possa essere ancora nei paraggi ma abbiamo trovato non lontano due uomini che potrebbero corrispondere alla descrizione, dovrebbe venire in centrale per una deposizione ed un confronto – certo vengo subito, però dovrei cambiarmi – faccia pure la aspettiamo giù – un altro poliziotto intervenne – signorina abbiamo finito con il sopraluogo e a quanto sembra l'uomo doveva trovarsi nella sua stanza quando lei si è svegliata – vide Rin irrigidirsi e perdere colore e con occhi spalancati guardare la sua stanza e poi di nuovo il poliziotto – chiudevo la porta a chiave quando dormivo ma poi ho installato l'allarme e non mi sono più preoccupata di chiudermi dentro – non si preoccupi, la capisco ma se potesse controllare anche in questi giorni se le manca qualcosa sarebbe davvero utile – certo – non sapeva come dirlo, sembrava sciocco –  mi scusi per caso potrei ecco... sentirei davvero il bisogno di dare una pulita alla casa in questo momento e volevo sapere se era possibile – certo, purtroppo non abbiamo trovato niente di utile, se fosse stato un corridore avremmo potuto trovare erba, terriccio o qualche traccia ma non c'era niente e il fatto che non ci sia segno di effrazione significa che non ha forzato la serratura – quindi aveva la chiave? - si, è quello che pensiamo, ci servirebbero i nomi delle persone che hanno avuto accesso a casa sua negli ultimi tempi e anche del fabbro che le ha cambiato la serratura – certo.

Ora ne era sempre più certo, era meglio aspettare prima di parlarne con Rin ma il dubbio che lo attanagliava era sempre più forte.

 

:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:- appartamento di Kosuke


Restava in ascolto. Si era lavato e aveva buttato i vestiti in lavatrice insieme ad altra roba e aspettava in silenzio.
Erano ore che i poliziotti erano a casa di Rin e quando finalmente la vide di sfuggita salire su un'auto rossa con sua sorella tirò un sospiro di solievo.

Un allarme. Un fottutissimo maledetto allarme. Perchè non gliene aveva parlato. Che non si fidasse di lui? No conoscendola non voleva dargli fastidio, in fondo era stato lui a calmarla la prima volta e l'infinità di volte che si era scusata per il diturbo avrebbe dovuto metterlo in guardia.
Eppure era stato attento, cosa aveva sbagliato questa volta per metterla in allarme a quel modo.
Continuava a pensare ma prima di tutto doveva trovare un alibi di ferro, doveva giustificare il fatto che non fosse andato da lei e la testa gli faceva un male cane, quella maledetta padella era resistente accidenti, fortuna che non lo aveva colpito in un punto visibile, bastava abbassare la frangetta sulla tempia ma per un po' sarebbe dovuto sparire.
La cosa non gli piaceva ma doveva farlo se voleva che le cose non prendessero una brutta piega.

Una brutta piega? Accidenti le cose avevano già preso una piega e quel che era peggio aveva terrorizzato Rin a morte. Avrebbe fatto meglio a lasciarla stare e tornare dal suo psicologo e continuare con le medicine.
Si ma poi non l'avrebbe più rivista e il solo pensarci gli diede le palpitazioni e lo fece sudare freddo, si sarebbe controllato da solo, sarebbe riuscito a comportarsi bene e ad allontanarsi per un po'.
Avrebbe nascosto le foto e tutto quello che aveva su Rin, si e poi una volta recuperata la lucidità sarebbe tornato e avrebbero ricominciato da capo, dopo questo “incidente” lei di certo non avrebbe cercato qualcun'altro e l'avrebbe aspettato.
Con una calma che non possedeva iniziò a mettere a punto un piano e a fare le valigie.
Sarebbe andato tutto secondo i piani.

 

^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_ casa di Rin ore 7:32

 

-Bene la camera è pulita e ho cambiato le lenzuola, l'aspirapolvere è passata e anche lo straccio – Inuyasha si guardò in giro soddisfatto, quello che era successo quella sera era davvero inquietante.
Kagome aveva accompagnato Rin in centrale ma purtroppo nessuno degli uomini trovati nei pressi del parco o dintorni era risultato essere l'uomo che cercavano; sarebbe stato troppo bello.
- possibile che tu non stia facendo niente, ho dovuto fare tutto io accidenti – Sesshomaru si voltò verso il fratello, Inuyasha lo guardò – cosa c'è, avanti parla hai la tua aria da calcolatore sputa il rospo – penso di sapere chi sia – chi? Il molestatore? - si – Inuyasha si fece attento e si sedette sul divano in ascolto – quando sono arrivato tutti i vicini era usciti dai loro appartamenti tranne uno, quel ragazzo Kosuke – e credi sia stato lui – i poliziotti hanno detto che non hanno trovato nessuna traccia, se fosse passato da fuori ce ne sarebbero state, invece non c'era niente e poi si avvicina a Rin in maniera molto gelosa e possessiva ed è ovvio che la cosa la metta a disagio anche se li ho visti insieme solo un paio di volte e l'ultima volta che sono stato qui non sono riuscito a vederla perchè lui ha detto che era impegnata – quindi tu pensi che l'uomo che la sta molestando sia il suo vicino di casa – Sesshomaru fece un segno d'assenso – accidenti se questo fosse vero spiegherebbe perchè non c'è stato segno d'effrazzione, per lui sarebbe stato facile procurarsi un doppione delle chiavi – Inuyasha si fece pensieroso tamburellando le gambe incrociate nervosamente – credo sia meglio non dire niente per ora – già ci manca solo che le venga una crisi isterica, ma cosa conti di fare ora Sesshomaru – lui si voltò verso la finestra del salotto pensioroso – non lo so ma intendo prendere provvedimenti e fare qualche ricerca, non possiamo permetterci di lasciare Rin da sola -


In quel momento entrarono anche Rin e Kagome – ho chiamato il fabbro, sarà qui per le otto e ho ordinato un nuovo cellulare visto che il tuo si è rotto – lei lo guardò presa alla sprovvista ma grata – ti ringrazio Sesshomaru, ho proprio la testa altrove al momento – ehi e io niente, ho pulito mentre voi non c'eravate – lei gli sorrise e lo abbracciò stampandogli un bacio sulla guancia – non dovevi Inuyasha davvero, ma ti ringrazio -

Caddè il silenzio, non sapeva cosa  dire – Rin e io andiamo dai miei genitori stasera ma questa testona vuole a tutti i costi andare al lavoro- non voglio pesare su Sango o altri e penso che per qualche giorno prenderò una stanza d'albergo giusto per stare più tranquilla ma voglio tornare qui dopo – raddrizzò la schiena e fece un sorriso convinto – non permetto a nessuno di spaventarmi e farmi rintanare da qualche parte, l'allarme so che funziona, la denuncia è fatta e finchè non so chi mi molesta starò più attenta e cercherò di non andare in giro da sola ma non intendo rinchiudermi in casa o trasferirmi per nessuna ragione Kagome. So che non capisci però davvero non voglio darla vinta a nessuno – non sarebbe darla vinta a qualcuno si tratta solo di essere prudenti e poi che albergo, puoi stare da mamma e papà per un po' – mamma è papà sono a più di quaranta minuti di qui e con il traffico un'ora, sarebbe terribile per il lavoro e terribilmente stancante non me la sento –

Inuyasha cercò di andare in soccorso di Kagome – potresti venire con noi dai miei genitori, abbiamo stanze a sufficienza e la strada e meno trafficata – lui guardò di sfuggita Sesshomaru, Rin si sentiva soffocare, tutto quello che voleva era un po' di pace e tranquillità per rimettere in ordine le idee ma nessuno sembrava disposto a concedergli nemmeno un pezzetto – io avrei un'idea – tre paia di occhi si voltarono incuriositi verso Sesshomaru – ho una stanza libera adibita a studio, nel palazzo ci sono telecamere di sicurezza e un custode 24 ore su 24, se qualcuno ti seguisse saresti più al sicuro e potremmo anche identificarlo – Inuyasha anche se un po' shoccato da quella proposta andò in aiuto del fratello - un albergo non è affatto sicuro, c'è un continuo via vai e non saresti protetta così almeno saresti tranquilla ma avresti comunque un po' di libertà – non so, non vorrei disturbarti – nessun disturbo – già e poi non potrà fargli di certo male un po' di compagnia a quello scorbutico di mio fratello, sempre ammesso che non ti faccia scappare prima – Sesshomaru per tutta risposta lo fulminò con lo sguardo non gradendo la battuta – ok allora va bene, se non ti è di troppo disturbo – lui annuì con la testa e si voltò, mentre Rin andava in camera a preparare il borsone.

Quando furono soli Inuyasha cerco di investigare un po' - Kagome, Rin per caso ti ha mai parlato del suo vicino, quello che l'ha aiutata la prima volta – Sesshomaru si fingeva estraneo alla loro conversazione ma non perdeva una parola – chi? Kosuke intendi? - si – mi ha solo detto che è un ragazzo tranquillo e molto disponibile ma un po' appiccicoso, si è offerto di stare qui con lei la prima volta che sospettava che qualcuno fosse entrato in casa ma poi la seconda volta non voleva disturbarlo così non gli aveva detto niente, ha detto che ha una cotta per lei ma a lei non è mai interessato, tra l'altro ha chiamato Rin mentre venivamo qui – i due si fecero subito più attenti – ah si? E che ha detto? - niente voleva solo avvisarla che per un po' sarebbe stato via per dei servizi fotografici ma che sperava di tornare presto, poi sono stati per un po' al telefono mentre Rin gli spiegava cosa era successo – nient'altro? - no perchè me lo chiedi – Inuyasha e Sesshomaru si guardarono preoccupati – te lo spiegherò quando saremo soli – Kagome fece una faccia perplessa ma non commentò.
 


_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_ Due giorni dopo, casa di Sesshomaru.

 


-Ti ringrazio per avermi ospitato Sesshomaru – puoi restare qui finchè vuoi – grazie -
La prima sera aveva dormito a casa dei suoi genitori, così da non farli preoccupare, o per lo meno non farli preoccupare ulteriormente.
La polizia le aveva spiegato che quella non era una semplice effrazione ma una vera e propria molestia e persecuzione nei suoi confronti e l'avevano esortata a denunciare qualunque cosa le potesse sembrare insolita o sospetta.

Quella notte invece aveva dormito a casa di Sesshomaru, aveva fatto sistemare un letto dove prima c'era la scrivania per lo studio il che era molto premuroso da parte sua. Rin non sapeva spiegarsi il motivo e onestamente non voleva pensarci troppo però si sentiva sollevata e enormemente felice di stare così a contatto con lui, magari così si sarebbero potuti conoscere meglio.

- stasera ci sarà la prima del Chushingura, mi avevi detto che ti sarebbe piaciuto vederlo- Rin alzò lo sguardo dal suo piatto, per tentare di sdebitarsi aveva preparato la cena – è stasera? - lui alzò lo sguardo e lo puntò su di lei – caspita non ci avevo pensato e tu vorresti andarci – segno d'assenso – con me? - altro segno d'assenso – non mi sembra ci sia nessun'altro qui – lei arrossì leggermente – si scusa, ho la testa un po' altrove – tornò a guardare il suo piatto pensierosa – mi farebbe piacere – disse dopo un pò- bene lo spettacolo inizia alle nove – lei gli sorrise radiosa – fantastico allora ho il tempo di farmi una doccia – la tensione sembrò sciogliersi e Rin riprese almeno in parte a chiacchierare come sempre su cose apparentemente senza senso ma che riuscivano a riempire di allegria ciò che la circondava.


Sesshomaru aiutò Rin a mettere i piatti in lavastoviglie poi andò a sedersi sul divano guardando i fogli di vari permessi e test per nuovi prototipi e pezzi da ordinare.
Aveva proposto a Rin di andare allo spettacolo per tentare di distrarla un po', vederla girare per casa come un fantasma con la mente sempre assorta lo destabilizzava, l'unica cosa che voleva era rivedere la vecchia Rin, quella che aveva conosciuto mesi fa sempre sorridente e allegra con la chiacchiera pronta; il suo invito sembrava essere stato apprezzato visto che finalmente dopo quasi tre giorni gli aveva regalato un vero sorriso.
Forse quella sera avrebbe giovato a entrambi.


La casa di Sesshomaru era bella, la prima volta che ci era stata aveva visto solo la cucina e il salotto, questa volta invece Sesshomaru le aveva fatto fare il giro della casa.
Per quanto fosse bella e ultra moderna con una splendida vista e molta luce naturale Rin doveva ammettere che quella casa non sembrava studiata per avere ospiti.
Tanto per cominciare aveva un unico bagno con doccia e vasca in tutta la casa e bisognava passare per la camera di Sesshomaru per entrarci, il che non era molto pratico e in centocinquanta metri quadri circa, il che era davvero notevole a Tokyo, aveva solo un altro “bagnetto/lavanderia”.

Tolto questo era davvero bellissimo, essenziale, funzionale, pulito, davvero una casa da rivista.
Uscì dalla doccia, si asciugò i capelli, mise un po' di crema idratante, si lavò i denti, un filo di trucco leggero, maglioncini crema e minigonna a balze sopra il ginocchio, calze scure e stivali con tacchetto non troppo alto ma che arrivavano fino quasi alla coscia, lasciando intravedere solo una parte delle calze tra la gonna e lo stivale e per finire un fermaglio laterale per lasciare il viso libero.
L'effetto era sobrio ma invitante, quella sera voleva sentirsi bene e bella, senza doversi preoccupare troppo e per dimostrare a quello stronzo ovunque fosse e chiunque fosse che lei non si sarebbe mai fatta abbattere da nessuno.
Si guardò allo specchio, fece un respiro profondo e sorrise, caricata da una nuova grinta.

Uscì dal bagno per permettere a Sesshomaru di cambiarsi, lo trovò appoggiato al davanzale con un libro sulle gambe intento a leggere, portava un sottile paio di occhiali con montatura in metallo, con il panorama illuminato dalle luci fioche del traffico era davvero bellissimo, le veniva una voglia matta di baciarlo.
In quel momento lui si voltò e la guardò, rimase per un po' fermo ad osservarla e lei sentì i battiti accelerare, preda di uno strano magnetismo che durò un'infinità.
Lui si alzò e senza dire una parola adagiò il libro sul largo davanzale e andò in camera sua a cambiarsi.
Quando fu sicura che fosse uscito dalla stanza andò in cucina per bere un bicchiere d'acqua, troppe emozioni strane in quei pochi giorni, davvero troppe, continuava così e sarebbe impazzita.

 

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Stava impazzendo. Stava leggendo l'arte della guerra per l'ennesima volta seduto sulla finestra con la città ai suoi piedi quando aveva sentito Rin avvicinarsi. Il suo profumo aveva invaso la stanza e quando l'aveva guardata la tentazione di passare le dita sulla coscia appena mostrata e su quelle labbra così perfette da sembrare disegnate lo aveva immobilizzato.
Rin ne aveva già passate troppe in quel periodo e comportarsi in maniera avventata non era consigliato; però era davvero incantevole.
Non era certo di riuscire a resisterle a lungo ma non l'avrebbe mai forzata.


Si avviarono a teatro e la serata passò tranquilla e priva di preoccupazioni, lo spettacolo era stato eccezionale, anche Sesshomaru dovette ammettere che non era stato affatto una perdita di tempo anzi stare accanto a Rin, guardarla assorta e rapita, ascoltarla mentre parlava dello spettacolo durante il ritorno a casa e vederla di nuovo spensierata gli diede un'immensa soddisfazione – ti va un panino? - lui inarcò un sopraciglio – a quest'ora? - si faccio io non preoccuparti – era così allegra che non se la sentiva di smorzare la sua allegria proprio sul più bello – va bene -


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Rin si sentiva proprio bene, quei tre giorni le erano sembrati grigi e infiniti, ora invece era tornata di nuovo se stessa e si era mancata. Lo spettacolo era stato coinvolgente e appassionante e Sesshomaru per quanto fosse di poche parole era davvero una piacevole compagnia, più di una volta si era sorpresa a pensare a come sarebbe stato baciare le sue labbra.

I panini erano quasi pronti, doveva solo finire di rosolarli in padella con un po' di burro e il gioco era fatto. Aspettò in ansia il verdetto di Sesshomaru -allora? Come sono? – non male – lei si accigliò – come non male, non ti piace il prosciutto per caso o è la senape perchè se vuoi l'altro l'ho fatto con la maionese altrimenti te ne preparo un … - l'ombra di un sorriso divertito si dipinse sul volto di Sesshomaru e in quel momento si rese conto che la stava prendendo in giro – ma mi stai prendendo in giro – lei fece un finto broncio che tuttavia non durò molto. Erano seduti al bancone della cucina, il tutto sembrava molto intimo con un delizioso profumo che si espandeva nell'aria – manca una cosa – Rin tornò a guardarlo, lui per tutta risposta si alzò e aprì il frigorifero tirando fuori la bottiglia di vino bianco fermo che avevano aperto a cena, lei sorrise soddisfatta – mi sembra un ottimo accostamento- lui versò il vino in due bicchieri – sai dovremmo farlo più spesso – lui la guardò interrogativo – questo, io cucino e tu scegli il vino, io non ci capisco quasi niente di vini però potresti insegnarmi, non sarebbe male cosa ne dici? -lo guardò con uno sguardo fiducioso da bambina che lo intenerì, era davvero piena di sorprese quel piccolo raggio di sole – si può fare -  e per la seconda volta quel giorno lei gli regalò quel suo fantastico sorriso in grado di illuminare la notte.

Finito lo spuntino Rin fece per alzarsi ma rischiò di perdere l'equilibrio, Sesshomaru la sorresse delicatamente – credo che per stasera il vino possa bastare – mm-mm spero di non avere postumi tra cinque ore – lui la guardò perplesso – perchè cinque ore? - domani è sabato ed è halloween faccio io apertura alle sei questa settimana, sarà meglio che beva un po' d'acqua prima di andare a letto se non voglio postumi – avresti dovuto dirmelo, è tardi – le passò un bicchiere d'acqua – non importa non dormo bene in queste ultime sere, ora però sono più tranquilla grazie a te – lo guardò sorridendo – dai ti portò a letto – non sono ubriaca Sesshomaru, so ancora camminare – meglio non rischiare –

Arrivati in camera Rin rischiò di inciampare nel tappeto ma lui la afferrò prontamente -fortuna che sapevi camminare – Rin non potè trattenere una risata cristallina appoggiando la fronte al suo petto, lui la sorreggeva con un braccio dai fianchi e mentre alzava l'altro braccio le sfiorò innavvertitamente la coscia, Rin ebbe un sussulto e lo guardò, sentendo i battiti accelerare e il fiato mancarle, lui alzò un braccio a scostarle la frangia dal viso e la guardò, fermo e rigido, il respiro caldo e profondo che le solleticava una guancia.
Lei alzò a sua volta una mano sulla sua guancia e sfiorò i suoi capelli candidi e soffici come neve appena caduta e inspirò il suo profumo così fresco e pulito.
- grazie – lui non rispose ma il suo sguardo si posò sulle labbra di lei e lei come se stesse eseguendo un comando le dischiuse leggermente. Pochi centimetri li separavano e le farfalle le attanagliavano lo stomaco, sperava che un telefono squillasse o che qualcuno suonasse il campanello ma niente di tutto questo successe, allora avvicinò piano le sue labbra a quelle di lui e lo baciò a lato della bocca, sfiorandolo leggermente.
Lo sentì inspirare profondamente e stringere appena le mani sul viso ed il fianco, si scostastorono entrambi appena, lui la baciò sulla guancia castamente indugiando forse un po' più del dovuto – Buonanotte Rin – Buonanotte Sesshomaru – rispose lei imbambolata, lui la lasciò andare ed uscì dalla stanza. Lei si sedette sul bordo e rimase ferma in quella posizione completamente inebetita con quell'insistente sfarfallio allo stomaco, era decisamente troppo stanca per pensare lucidamente così senza pensare oltre si mise il pigiama e andò a letto, pregando che almeno quelle quattro ore scarse riuscissero a darle un aspetto meno mostruoso la mattina seguente, non fece sogni quella notte e per lo meno questo le permise di svegliarsi di buon umore e di uscire presto per andare al lavoro.

 

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Non riusciva a vederla bene in viso ma sapeva che era lei, la riconosceva, dai capelli neri e dal suo profumo di biscotti e zucchero, dalla sua pelle così liscia e morbida davvero invitante.
Lo stava accarezzando lentamente su tutto il corpo fino a scendere sempre più in basso, languida.
I suoi baci gli davano brividi di piacere e lo rilassavano, i suoi capelli gli soletticavano l'addome e le gambe, mentre la lingua giocava sul suo corpo.
Riusciva ad eccitarlo già così, le sue mani toccarono l'asta dura e la sua lingua prese a giocare sulla punta, ebbe un fremito e quando le sue labbra lo avvolsero ne ebbe un'altro, bastò questo a farlo sentire in estasi.
Mise una mano fra i suoi capelli setosi e morbidi volendo impartirle un ritmo più serrato, già pregustava il momento anche se voleva godersi ogni attimo ma proprio mentre iniziava a trovare la velocità giusta ed era sul punto di venire spalancò gli occhi e si ritrovò in un bagno di sudore.

Ma che diavolo...
si guardò intorno spaesato, era nel suo attico, nel suo letto, solo e dolorosamente eccitato, ma da quando in qua si ritrovava così eccitato da un sogno, non era mica un adolescente arrapato.
Andò sotto la doccia per svegliarsi ed affrontare una giornata che si preannunciava nera ma appena l'acqua gli scivolò sul corpo si sentì nuovamente eccitato a ripensare alle mani di lei, perchè sapeva perfettamente chi aveva sognato.

Iniziò a massaggiarsi ripensando al sogno e a quanto gli era sembrata vera e perfetta. Ci mise poco a raggiungere l'orgasmo ma lo lasciò comunque vuoto e insoddisfatto, prima chiariva quella situazione prima sarebbe tornato quello di sempre.

 


_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_ Caffetteria ore 13:40

 


- Dai Rin sarà divertente e poi ti farà bene uscire un po' – Rin era un po' incerta – non so Kagome, è Halloween sarà pieno di gente e bimbetti ubriachi – Kagome voleva andare a ballare quella sera e l'idea non le sarebbe affatto dispiaciuta però convincere Sesshomaru sarebbe stata dura, avrebbe tanto voluto andare con lui ma non era certa che l'idea gli piacesse – va bene, vedrò di convincere anche Sesshomaru – tsk buona fortuna allora – Inuyasha – Kagome lo riprese rifilandogli un'occhiataccia – sai non è necessario che venga ci sarà anche un nostro amico, è molto carino te lo ricorderai di sicuro veniva a scuola con noi – Rin la guardò male – non mi sembra il caso – dai non ti farebbe male conoscere qualcuno – Rin si voltò e appoggiò le mani sul bancone guardando la sorella dritta negli occhi – visto i casini che sono successi negli ultimi giorni ci tengo a precisare che non sono minimamente interessata ad uscire o avere storie di alcun genere con-nes-su-nooo. È chiaro? - Kagome sospirò sconfitta – ok come vuoi ma se continui così ti ritroverai triste e sola cara la mia sorellina – meglio soli che mal accompagnati – rispose lei sorridendo furba – ora sarà meglio che inizi a pulire o non torniamo più a casa giusto Sango? - giusto e io non vedo l'ora di passare una bella serata a ballare fino a farmi sanguinare i piedi – disse stringendo Rin con un braccio e agitando in aria l'altro combattiva – fantastico allora passo a prendervi stasera alle undici e Rin mi raccomando la maschera – va bene farò del mio meglio -
Rin e Sango tornarono al lavoro e verso le due riuscirono finalmente a chiudere la porta del locale ed andarsene.

Restava solo una cosa da fare, due veramente, trovare una maschera decente e convincere Sesshomaru ad andare con loro in discoteca, che incubo.


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Sesshomaru era appena tornato dal suo ufficio, voleva proporre a Rin di preparare la cena insieme quella sera come le aveva proposto lei ieri notte sperando così di riuscire a chiarirsi con lei sulle sue intenzioni, o non intenzioni, riguardo a quello che era successo quella notte, però quando entrò la trovò addormentata nel letto con addosso il pigiama, erano circa le sei, aveva dormito poco la sera prima così decise di lasciarla dormire.

Si avvicinò piano e la coprì con le coperte, a quel punto lei fece un sospirò e si accoccolò tra le lenzuola, sembrava proprio una bambina quando dormiva così serena.
Fece per alzarsi ed andarsene quando lei si svegliò e lo richiamò a sé – Sesshomaru – lui si voltò ma non osò avvicinarsi – dovresti dormire, sei stanca – lo disse in tono neutro ma questo a Rin non importava perchè si sentì comunque rincuorata dalle sue premure – dovrei parlarti un attimo se hai tempo – fece un lungo sbadiglio coperto dalla mano e lui si avvicinò piano al letto – Inuyasha Kagome Sango e Miroku stasera vanno a ballare e mi hanno praticamente obbligato ad andarci, mi farebbe piacere ma in mezzo a tutte quelle coppiette non mi va di fare il dispari di turno – il sesto senso di Sesshomaru non gli presagiva nulla di buono – verresti con me stasera per favore – lo guardò con due occhioni assonnati e supplichevoli.

Lui rimase per un tempo infinito fermo a guardarla; lui? andare a ballare? con suo fratello e la sua combriccola, solo per fare un favore a Rin. Se non fosse stato per lei avrebbe detto di no all'istante però non si fidava a lasciarla sola in mezzo a tutta quella gente.
Non sapendo bene cosa rispondere optò per una risposta a metà – ci penserò – lei sospirò e fece un altro sbadiglio – ti ringrazio – lui stava per rispondergli che non era un sì quando lei proseguì - altrimenti Kagome mi appiopperà addosso qualche suo amico sfigato del liceo e proprio non mi va di socializzare con gente nuova al momento – aveva borbottato il tutto con gli occhi chiusi nel dormiveglia ma lui aveva capito tutto, accidenti che pasticcio e tutto per quell'impicciona di sua sorella e del suo inetto fratello.
Doveva farsi venire in mente qualcosa accidenti o sarebbe finita che si sarebbe ritrovato ad andare in quel bordello pieno di gente ubriaca e sudaticcia – Sesshomaru – cosa – mi faresti un po' di compagnia finchè non mi addormento, fatico ad addormentarmi in questi giorni – un po' contrariato e indispettito dalla piega degli eventi per quella sera si stese accanto a lei e lei gli si strinse addosso mettendo un braccio intorno alla sua vita come quella volta quando si erano addormentati sul divano.
Senza rendersene conto, continuando a pensare ad una soluzione per quella sera, si addormentò profondamente accanto a Rin nel tepore delle coperte profumate di fresco.

 

;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_;_ Discoteca ore 00:13

 

Rin e gli altri erano fuori dalla discoteca in attesa che aprise di lì a poco, aveva dormito un eternità e quando si era svegliata aveva trovato Sesshomaru accanto a sé con una mano tra i suoi capelli, si era sentita avampare di colpo.
Si era sciolta dall'abbraccio, aveva preso il ricambio ed era corsa il più silenziosamente possibile a prepararsi.
Alla fine aveva deciso per un vestito semplice e scuro che le lasciava la schiena scoperta e che si apriva leggermente sul davanti con spalline sottili, tacchi e mini borsa per l'essenziale scusa e il gioco era fatto, avrebbe lasciato i capelli sciolti e avrebbe messo un guanto sul braccio destro di quelli che a contatto con le luci blu facevano risaltare il bianco fosforescente, con il disegno di un osso, era strano e a lei le cose strane piacevano.
Il vero tocco di per sé era la maschera, era nera decorata d'argento e copriva parte del viso e gli occhi mentre lasciava l'altra parte scoperta, faceva un po' fantasma dell'opera e ne aveva presa una argento con decorazioni nere molto simile per Sesshomaru. Sperava solo che avesse cambiato idea. 

 

:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^: Casa di Sesshomaru ore 22:48


Un rumore di voci nel corridoio lo destò dal suo sonno, si sentiva intontito, uno sguardo all'orologio gli rivelò che erano quasi le undici di sera. Aveva dormito per più di quattro ore e probabilmente quel baccano era opera di Inuyasha e i suoi amici, dovevano essere passati a prendere Rin.

Si avviò verso il salotto e la scena che gli si presentò di fronte era peggio di quanto pensasse.
La coppia di amici erano vestiti da pirati, entrambi, con uncino, benda e tutto il repertorio, Inuyasha e Kagome erano vestiti da principe e principessa, patetici.

Osservò la stanza ma non c'era traccia di Rin, come evocata dai suoi pensieri apparve vittoriosa con un pennarello – trovato – si fermò a guardarlo e sorrise felice – Sesshomaru ti sei svegliato, allora vieni con noi? - lui la guardò stralunato, decisamente stava prendendo l'insana abitudine di tempestarlo di domande appena sveglio e se era in quelle condizioni a quell'ora della sera era solo colpa sua – no – l'espressione da gioiosa passò ad abbattuta e per qualche strano motivo Sesshomaru si dispiaque subito di aver smorzato la sua allegria – visto, ti avevo detto che non sarebbe venuto – lei sembrò farsi più triste ma finse di riprendersi cambiando discorso – comunque ho trovato la matita per gli occhi, stasera guido io – Kagome e Sango la fermarono subito – non se ne parla – questa serata era per divertirsi e tu non guiderai – giusto, guideremo noi – tanto non berrei comunque sapete che l'alcol delle discoteche mi fa schifo, poi visto come è andata la settimana direi che è meglio non rischiare – non importa stasera non sarai tu a guidare – ma tu e Miroku è un pezzo che non uscite non mi sembra carino limitarvi per questo – a quel punto intervenne Kagome - per questo stasera guiderò io – Inuyasha fece una faccia spaventata – ehhh ma se sono anni che non guidi più con la guida a destra* e per di più sei una pessima guidatrice – Kagome si voltò fulminandolo con lo sguardo e lo tirò per un'orecchio – come scusa? Chi è che non saprebbe guidare? - dai ragazzi non litigate proprio ora- Rin iniziava a ritenere una pessima idea uscire quella sera, tutto il suo entusiasmo si era smorzato di colpo, temeva che Sesshomaru si fosse arrabbiato con lei per qualcosa – bene, visto che io ho una pessima guida sarà Inuyasha a guidare stasera – cosa? Ma perchè? - le sue proteste furono subito fermate da un'altra occhiataccia di Kagome – dai vieni qui così ti scrivo sul braccio – Inuyasha e Miroku la guardarono stupiti – cosa intendi Rin? - era stato Miroku a parlare – qualche anno fa dei nostri compagni di scuola fecero un brutto incidente in auto a causa “dell'alcol da sabato sera” così decidemmo insieme ad altri ragazzi di promuovere una guida sicura con “l'amico sobrio” avete presente no si decide chi resta sobrio per guidare al rientro a casa dopo una serata – poi fu Kagome a proseguire – era il boom degli ashtag così decidemmo di promuovere l'ashtag di #staseraguidoio e postare foto della serata e alla persona incaricata gli veniva segnato con la matita sul braccio l'ashtag, lo facciamo da allora – fu Inuyasha a parlare – beh se ci tieni tanto va bene – gli diede il braccio e Rin scrisse l'ashtag, poi fecero una foto.

Sesshomaru nel frattempo si era avviato verso la sua stanza, non aveva voglia di partecipare a tutta quella ilarità ma Rin lo seguì poco dopo – Sesshomaru, noi stiamo andando, ti aspettiamo se vuoi venire – restava ferma sulla porta e sembrava a disagio, non sapeva cosa risponderle così si limitò a guardarla – capisco, comunque ho preso questa per te se cambi idea – adagiò quella mascera argentea sul cassettone e prima di uscire disse – spero di non averti fatto arrabbiare, se è così scusami – tu non c'entri Rin – lei non parve cambiare espressione - ok allora a dopo o domani, dipende... ciao Sesshomaru – la guardò uscire dalla stanza e li sentì andare via.
Si avvicinò alla maschera e la prese tra le dita, ricordava quella del fantasma dell'opera, sarebbe bastato un completo qualsiasi e la maschera per farlo sembrare un costume adatto senza risultare un perfetto idiota, una scelta davvero azzeccata e l'aveva pensata apposta per lui, e poi, era simile alla sua.

Ripensò al fratello con la fidanzata e la coppia di amici, avevano tutti il costume abbinato, forse ci teneva più di quanto non dimostrasse ad averlo con lui quella sera. Gli vennero in mente le parole che gli aveva detto quel pomeriggio, Kagome gli avrebbe affibbiato un suo amico probabilmente e questo lui non poteva permetterlo.
Prese la maschera e andò nella cabina armadio pronto a prepararsi e a scoprire quali fossero le reali intenzioni di Rin verso di lui.

 

_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_ Discoteca Préstige ore 00:48

 

La musica era assordante, tutti ballavano e si scatenavano e le maschere variavano dalle più classiche alle più elaborate, probabilmente qualcuno dello staff per intrattenere e fare scena.

Era una bella serata se non fosse stato per il fatto che Rin si sentiva una stupida, non riusciva a divertirsi davvero, ballava, sorrideva, saltava in pista con le amiche anche se continuavano a fare avanti e indietro dal dehors per prendere aria, c'era davvero un sacco di gente.
Il motivo della sua apatia era chiaro, c'era rimasta male quando aveva capito che Sesshomaru non sarebbe venuto, sperava di vederlo sbucare da un momento all'altro ma era chiaro che non sarebbe mai andato in un posto come quello e come se non bastasse il vecchio amico di Kagome, sudato e ubriaco continuava a straparlare su discorsi contorti e senza senso, non era nemmeno sicura di aver capito il nome con tutto quel casino e di certo non si sarebbe avvicinata troppo per chiederglielo.

Stava per rientrare per il freddo, e per depistare l'appiccicosiccio amico di Kagome, quando un braccio l'agguantò da dietro e la spostò in un angolo.
Era già pronta a mollare un ceffone o rovesciargli addosso il drink quando una voce familiare vicino al suo orecchio la lasciò di sasso – avevo capito che non ti piacesse l'alcol delle discoteche – il suo cuore accellerò i battiti e le farfalle presero a danzarle nello stomaco ad un ritmo inumano, si voltò e quello che vide la paralizzò per la seconda volta in pochi secondi.

Sesshomaru era di una bellezza misteriosa ed affascinante e quella maschera si sposava divinamente con i suoi capelli raccolti in una coda alta e stretta e con la camicia e i pantaloni completamente neri, il lato scoperto del suo volto sembrava maggiormente definito e le sue labbra erano assolutamente invitanti in quel momento, aveva l'aquolina in bocca dalla voglia di assaggiarle.
- non lo bevo infatti, serve solo ad impedire che qualche idiota me ne offra uno e così Sango e Kagome non tentano di farmi ubriacare – le scappò una risata, la prima realmente spontanea da quando era arriva senza di lui.

Purtroppo quel dolce tét à tét fu interrotto dall'arrivo dell'appiccicoso amico di Kagome- ehi amiko perschè non tolli le mani diddosso dalla mia ragasza – sbiascicava terribilmente, in quel momento Rin si voltò verso Sesshomaru e lo baciò.
Lui rimase visibilmente sorpreso ma prima ancora che potesse realizzare cosa avesse appena fatto quella ragazzina sconsiderata lei si staccò e si girò verso il ragazzo – scusami, è il mio fidanzato ma Kagome non lo sa, potresti mantenere il segreto per favore, sai come è fatta – parlava a voce alta perchè anche se erano praticamente fuori la musica era assordante il ragazzo rimase con la stessa espressione da ebete – certo dolsezza non ti prekkupare il tuo ssegrreto è al siucuro con me – sbiascicava da far paura e con un po' di fortuna avrebbe dimenticato tutto.

Afferrò Sesshomaru per una mano e lui si lasciò trasportare al centro della pista, partirono con un remix veloce ma seducente e iniziarono a ballare vicini, molto vicini.

(ho immaginato il brano or nah in versione nightcore deeper version)

Sesshomaru non capiva più niente, l'unica cosa che sapeva era che rivoleva quelle labbra sulle sue, subito. Solo una cosa lo frenava, il dubbio di aver frainteso e che lei lo avesse fatto solo per mandare via quel tipo ubriaco fradicio.
Iniziò a ballare anche lui stringendola più a sé, anche perchè erano talmente stretti su quella pista che era impossibile fare altrimenti, lei gli circondò il collo con le braccia e lui la prese per i fianchi, inziarono a ballare insieme, come una sola persona, si strusciavano, si muovevano, ondeggiavano sinuosi.
Sesshomaru avvertiva con chiarezza i suoi fianchi muoversi a ritmo di musica con una gamba tra le sue così tonica ma sottile e riuscire ad inspirare il suo profumo leggero anche in mezzo a quel marasma di odori era una vera benedizione, un raggio di paradiso tra gli inferi.

Si stava eccitando sempre di più e iniziava a sentire i pantaloni farsi più stretti in prossimità del cavallo, neanche se ne fosse accorta Rin fece scorrere una mano sul suo petto e prese a strusciarsi con sensualità, e lei credeva di non essere brava a ballare, lo stava portando al limite solo con il suo muoversi sinuosa come una pantera  e gli occhi chiusi. Avvicinò le sue labbra alla sua guancia e parlò – scusami – anche se gli aveva gridato vicino all'orecchio non capiva il motivo delle sue scuse – per il bacio, non so cosa mi abbia preso – decisamente non era quello che voleva, tanto valeva rischiare e tentare di ribaltare la situazione a suo favore – a me non dispiace affatto Rin – il modo in cui lo disse le fece venire i brividi anche in quell'ambiente caldo e lui li avvertì sotto le dita mentre le percorreva sulla schiena nuda di lei – cosa vorresti dire? - lui la guardò famelico, lo aveva provocato e ora era lui il predatore e lei la sua preda, avvicinò le labbra al suo orecchio, c'erano molte cose da dire ma nessuna sembrava adatta e lei riprese – lo sai, mi piacciono le tue labbra – si separarono leggermente si guardarono negli occhi e poi guardarono le labbra l'uno dell'altro, la voglia cresceva e la musica ritmata e seducente non faceva che amplificare il tutto.

Si baciarono.
Da prima piano, poi si sfregarono leggeri, si allontanarono e poi tornarono a baciarsi lenti, iniziarono a passare piano la lingua e quando entrarono in contatto presero a baciarsi con più foga e passione avvinghiandosi in mezzo alla pista, lui la strinse a se con una mano tra i suoi capelli setosi lei si aggrappò alla camicia come se temesse di cadere e il tutto mentre si muovevano ondeggianti a ritmo delle casse che oscuravano i battiti dei loro cuori accellerati.

Alcuni ragazzi li spintonarono, si separarono bruscamente e affannati, Sesshomaru la sorresse proteggendola con un braccio, si guardarono per un solo istante e poi uscirono.
Uscirono dalla pista, dall'ingresso ed infine dal parcheggio, lui la prese in braccio per non farla scivolare sul terreno sterrato e reso scivoloso dal maltempo, salirono sull'auto di Sesshomaru, emtrambi sul lato del guidatore, Rin era abbastanza leggera da non disturbarlo alla guida, benedetto cambio automatico.

Parcheggiarono non distante da lì, una pioggerellina fitta stava cadendo sull'abitacolo, non pensavano più a niente, ripresero a baciarsi, da prima piano come a volersi accertare che l'altro fosse sicuro poi sempre con più foga fino a che il contatto con i vestiti non risultasse fastidioso e la voglia vorace di sentire quella pelle liscia e resa più fresca dalle gocce di pioggia non gli fece perdere la sensibilità ai polpastrelli.

Presero a spogliarsi, lei fu presto nuda, con le spalline abbassate prese a baciarle e leccarle l'incavo del collo e la schiena mentre si toglieva le scarpe col tacco e le calze, le mani di lui attraverso quella stoffa impalpabile era erotica da morire, poi fu il suo turno.
Si mise cavalcioni sopra di lui e gli sbottonò la camicia, dovendo metterla tutti i giorni al lavoro era diventata piuttosto abile a sfilarli uno per uno velocemente e quando finalmente vide il suo petto nudo e vi passò le mani la voglia di assaggiarlo era troppa, alzò lo sguardo verso di lui, aveva il respiro corto quanto il suo, la mascella serrata e la guardava famelico e deciso. Un brivido d'eccitazione la colpì al basso ventre, non sapeva come sarebbe andata il giorno dopo quindi le sembrava giusto approfittarne finchè poteva.

Fece scorrere le mani sul suo petto e scese fino alla cintura, assicurandosi di farlo lentamente godendo di ogni centimetro, ma ovviamente lui non sarebbe mai rimasto fermo così prese a passare le mani sulle sue cosce fino alla schiena e poi ancora giù fino al sedere. Inarcando la schiena gli slacciò la cintura e aprì i pantaloni, prima che potesse fermarla si spostò sul sedile del passeggero, prese in mano il cazzo e lo guardò soddisfatta quando lo vide gettare la testa indietro ed emettere un sibilo, era davvero bellissimo, l'immagine più erotica che avesse mai visto.

Prima che riprendesse il controllo lei si abbassò e lo prese in bocca, il suono strozzato che non riuscì a trattenere la riempì d'orgoglio ed eccitazione, continuò a muovere la bocca massaggiandolo con la mano, per quanto le sue “misure” stessero diventando notevoli lui non era di certo tipo da restarsene fermo e buono con le mani in mano.
Le sollevò la testa dai capelli, attento a non farle troppo male nonostante la voglia gli stesse offuscando i sensi, si sporse a baciarla e la spinse contro la portiera, lei rischiando di perdere l'equilibrio si ritrovò con le gambe spalancate e lui ne approfittò per abbassare il capo e leccarla, si fermò solo un secondo, passò un dito su un piccolo quadratino rosa appiccicato sul suo basso ventre -cerotto transdermico, è un anticoncezionale – spiegò lei concisa ormai a corto di fiato e lui riprese ad assaggiarla famelico.

A quell'invasione tanto piacevole quanto inaspettata non riuscì a reprimere un verso di sorpresa e piacere, quando sentì la sua lingua giocare sul clitoride le sfuggì un secondo gemito e lo sguardò di sfida che lui le lanciò non si addiceva a qualcuno che ti guarda dal basso.
Continuò così per un po' tenendola ferma e giocando con lei come un gatto con il topo, stanco di aspettare si sollevò e  lei lesta passò la lingua sul suo membro per tutta la lunghezza, non riuscì a fare altro perchè la sollevo di peso e la posizionò sopra di sé.

Il tempo sembrava essersi fermato, si guardarono per interminabili secondi, i respiri intrecciati, i vetri appannati e un caldo soffocante. Iniziò ad accarezzarle la schiena, lei tornò a rilassarsi e piano prese a scendere sempre di più sul suo membro, nonostante l'avesse “scaldata” si sentiva leggermente tirare mentre scendeva e lo lasciava entrare dentro di se, lo sentì espirare, lei lo guardò preoccupata, lui sembrò capire la sua muta domanda – sei stretta – lei arrossì leggermente – ti faccio male – lui per un attimo parve sorpreso, lei così piccola e fragile si preoccupava di far del male a lui – ho paura di farne io a te – le spiegò candidamente, visto a che punto si trovavano non aveva senso rispondere altrimenti, lei per tutta risposta rilassò le spalle e si abbassò di qualche centimetro.

Quando lo sentì completamente dentro di sé si rilassò e lui la strinse a sé, c'era odore di fumo tra i suoi capelli ma fortunatamente una leggera nota del suo shampo continuava a persistere su di lei, inspirò a pieni polmoni e la sentì stringersi leggermente, quello spasmò lo mandò in estasi e facendo attenzione iniziò a muoversi, da prima piano poi in modo sempre più sostenuto, la sorreggeva con le braccia mentre lei appoggiava i suoi avambracci sul petto di lui e si teneva alla testata del sedile per non pesargli troppo.
Il ritmo si fece più incalzante, presero a muoversi forsennati, le braccia iniziavano a formicolare, le gambe e le ginocchia a bruciare di acido lattico per lo sforzo, l'aria nell'abitacolo si faceva ancora più umida e calda, alla fine si guardarono negli occhi, intenti a studiarsi e a memorizzare ogni particolare di quel momento, lei fu colta da uno spasmo e lui lo sentì,in quel momento vennero entrambi, Rin riuscì a sentirlo fremere dentro di lei e si accasciò esausta su di lui.

Avvertivano chiaramente i loro respiri e i battiti dei loro cuori nelle casse toraciche così vicine.
Tentarono di riprendere fiato, la pioggia si era fatta più fine, Sesshomaru abbassò di poco il finestrino sul lato opposto cercarono di riprendere fiato senza comunque separarsi, si guardarono. Sesshomaru senza sapere perchè la baciò delicatamente sfregando le labbra sulle sue – sarà  meglio che mi sposti, stai iniziando a bruciare – lui la sollevò delicatamente e l'aiutò a spostarsi sull'altro sedile mentre si ripuliva con un fazzoletto, rimasero in silenzio ancora per un po', i battiti ridotti quasi alla normalità, rimaserò così per un tempo che parve infinito poi furono ridestati dal suono di un cellulare, Rin si mise a cercarlo frenetica mentre Sesshomaru godeva ancora un po' della vista del suo corpo nudo, aveva dei leggeri segni rossi sui fianchi, una parte di lui si sentiva vagamente in colpa per paura di essere stato troppo brusco l'altra invece si sentiva soddisfatto di aver lasciato una piccola impronta su di lei – noo è Kagome, ma che ore sono, oh Kami cazz... - si voltò verso di lui – scusami, pronto Kagome ciao scusami mi sono dimenticata di scriverti Sesshomaru ci ha raggiunti alla fine – silenzio, sentiva vagamente le parole che pronunciava all'altro capo del telefono – si siamo rimasti insieme per un po' ma avevo una fame da lupi perchè non avevo cenato e così siamo andati a mangiarci un panino – altro silenzio – ci vediamo domani o in settimana allora, comunque grazie di tutto e ringrazia tanto anche gli altri – si torturava le unghie e lo guardava di sfuggita divertita, lui si ritrovò a ricambiare il suo sguardo – ok grazie notte, ok, va bene, ok, siii va bene, ciao -  a quel punto riattaccò e si lasciò andare sospirando contro il sedile.

Solo in quel momento si resero conto che effetivamente nessuno dei due aveva realmente cenato quella sera – ti va un panino? - lui la guardò divertito – è un po' tardi – non lontano da qui c'è una panetteria che nei weekend è aperta tutta la notte, hai voglia? – lui la guardò per qualche altro secondo – sarà meglio rivestirci prima non credi – lui la guardò divertito con un mezzo sorriso a fior di labbra e lei sembrò rendersi conto in quel momento che erano ancora nudi entrambi.

Imbarazzata iniziarono a rivestirsi entrambi passandosi all'occorrenza qualche vestito, lui le calze, lei la camicia, erano un vero disastro.
Uscirono da quel parcheggio fortunatamente ancora deserto e si avviarono verso la panetteria.
Di punto in binaco lei disse – senti di sesso – lui la guardò inarcando un sopraciglio ma non disse niente, scesi dall'auto andarono verso il negozio dove c'erano molti ragazzi usciti probabilmente dalle discoteche, le si avvicinò protettivo e le mise una mano sul fianco, ordinarono e tornarono a mangiare vicino all'auto.
Finito di mangiare Sesshomaru le si avvicinò, la sovrastò con la sua altezza e le sussurò all'orecchio – anche tu profumi di sesso stasera -  si guardarono negli occhi, nessuno dei due voleva distogliere lo sguardo, ora più freschi e con lo stomaco pieno si resero conto che avevano davvero un grosso problema ed era chiaro come il sole che nessuno dei due voleva disfarsene tanto presto.


 

 


* Inghilterra, Giappone e Australia sono forse gli unici tre stati in cui ancora si guida a destra (cosa scoperta tra l'altro grazie al mio fidanzato appassionato d'auto)


Tanto per chiarire, questo capitolo mi è uscito lunghissimo haha xp no dai scherzi a parte spero di non avervi annoiato troppo con questo capitolo e spero di ricevere presto vostre notizie o consigli.
È la prima ff che scrivo ed è assolutamente la primissima volta che scrivo qualcosa di erotico quindi se qualcosa non andasse siete liberissimi di farmelo sapere, detto questo volevo sapere se dovrei cambiare il rating da arancione a rosso perchè dopo averlo riletto non saprei che fare quindi consigli, consigli, consigli.

Ringrazio ancora tutti per commenti, messaggi e per avermi salvata in qualche cartella quindi davvero grazie di cuore a tutti e dopo quasi 19 pagine di word vedrò di non dilungarmi oltre e buona giornata/notte a tutti.
A presto. Baci

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Capitolo 10
*** Il principe misterioso ***


~~
Il principe Misterioso

 

Domenica ore 11:37 casa di Sesshomaru

 

Il suono della sveglia, la testa ancora intorpidita, segno che aveva dormito fino a tardi.
Allungò un braccio oltre il bordo del letto ma qualcosa non tornava. Una luce eccessiva entrava dalla finestra accecandola, il comodino non le era familiare ma l'aveva già visto.
Discoteca, ballo, baci, auto, sesso, panino.... oook va bene niente panico era nel letto di Sesshomaru  e quella notte avevano fatto sesso.
Dell'ottimo sesso e a ripensarci si sentiva già scaldare di nuovo.

Si sporse oltre il letto per prendere il cellulare e spegnere la suoneria quando un braccio l'agguantò per i fianchi e l'alzò di qualche centimetro dal materasso posizionandola sopra di se.
Aveva gli occhi semiaperti e la fissava curioso, lei sentiva il suo cuore battere oltre la cassa toracica e sorrise – ciao – lui continuò a fissarla con lo sguardo rilassato – tutto bene? - ancora nessuna risposta, che stesse rimpiangendo quello che era successo – forse è meglio che – fece per alzarsi ma lui la girò agilmente sotto di se e prese a baciarla con foga scendendo sempre più in basso.
A Rin sfuggì un sospiro e lui continuò, quella notte dopo “la macchina” avevano mangiato un panino ed erano tornati a casa ma il pisolino pomeridiano doveva avergli fatto bene perchè l'avevano rifatto con calma, quasi giocando, stuzzicandosi a vicenda come due cuccioli.

Le sfuggì un gemito quando scese tra le sue gambe, va bene che era passato un po' dall'ultima volta che era stata a letto con un uomo però adesso stava esagerando, eccitarsi così a così poche ore di distanza aveva del contorto. Però più la stuzzicava più sentiva la voglia salire, lo tirò su tra le sue gambe, sentirlo già duro e liscio le diede un brivido di piacere e sorrise. Lui si fermo un attimo a fissarla poi entrò con affondi lenti e lunghi facendo scorrere una mano sul suo corpo e l'altra cercando di sorreggersi. Stavano prendendo il ritmo lasciandosi andare quando un'altra sveglia li interruppe, lei tentò di afferrare il cellulare ma Sesshomaru era più veloce e in una posizione più agibile e finalmente sentì la sua voce – perchè metti la sveglia a quest'ora – perchè altrimenti dormo tutto il giorno e domani mi sveglierò tutta intontita – lui lo osservò e lo appoggiò sul letto lontano da loro – era molto che non dormivo fino a quest'ora – lei lo guardò maliziosa – be stanotte abbiamo fatto le ore piccole mi sembra – lo vide trattenere quella che sembrava la smorfia di un sorriso e le si illuminò il viso a vederlo così rilassato e tranquillo.

Stavano per baciarsi quando furono nuovamente interrotti dal suono del cellulare, lo vide voltarsi contrariato ma questa volta lei fu più veloce e glielo sfilò da sotto il naso, guardò il display, era kagome – ciao Kagome – Rin noi partiamo adesso tra una mezz'oretta siamo lì, abbiamo già preparato il primo e il secondo, voi tra quanto arrivate – Sesshomaru la vide sbiancare – ah si certo giusto, devo solo asciugarmi i capelli e usciamo – la vide schiafferggiarsi una mano sugli occhi – perfetto allora ci vediamo lì – ciao – ciao -

Alzò lo sguardo in cerca di quello di Sesshomaru che la fissava – quando abbiamo incontrato i tuoi qui, il primo giorno che sono arrivata, parlavano di pranzare tutti insieme a casa dei tuoi, anche con i miei genitori per parlare del matrimonio ti ricordi – lui parve pensarci un attimo – l'avevo rimosso – lei sorrise rilassando le spalle – già anch'io – rimasero per un po' a fissarsi, lui uscì da lei e le baciò la fronte – sarà meglio prepararsi e visto che tu sei già pronta vado a farmi una doccia – era forse una battuta? lei lo guardò avviarsi verso il bagno, nudo e divino come una statua greca beandosi della vista del suo sedere che spariva oltre la porta, sospirò, non aveva voglia di alzarsi accidenti, si lasciò andare e quando sentì l'acqua scendere si alzò di scatto, fece prendere aria al letto e si fiondò nella sua stanza prese lo shampo, spazzola, spazzolino e dentifricio e raggiunse Sesshomaru nel bagno, si lavò i denti e si pettinò, lo vide uscire dalla doccia e ci entrò lei di corsa, lui l'afferrò per la nuca avvicinò il naso ai suoi capelli – senti ancora di sesso – lei avvertì uno sfarfallio allo stomaco e sorridendo furba entrò in doccia.

Venti minuti dopo, miracolosamente, stavano uscendo di casa – arriveremo in ritardo – io avrei evitato di andarci – lei lo guardò con la fronte corrucciata, era serio o scherzava? - Perchè il borsone – sento nostalgia di casa, non voglio lasciarla vuota troppo a lungo – lui la guardò di sfuggita ed entrarono nell'ascensore – potevi restare – lo disse senza un tono particolare ma Rin aveva capito che un po' doveva dispiacergli quindi gli sorrise per cercare di distrarlo – lo so e ti ringrazio ma ho bisogno di tornare a casa, comunque questo vuol dire che non ti sono dispiaciuta come ospite – lui la fissò – direi di no – lei si voltò tutta allegra.

Arrivarono a casa del padre di Sesshomaru e trovarono già tutti in sala da pranzo ad aspettarli – scusate il ritardo – Rin possibile che ti sia sempre la solita ritardataria – era stata sua madre a parlare, i suoi erano sempre puntuali, detestavano i ritardi – conoscendola quando l'ho chiamata doveva essere ancora a letto – Rin le fece una mezza linguaccia – senti chi parla, l'unico motivo per cui non sei in ritardo è perchè sei uscita con mamma e papà – dettagli – rispose lei facendo finta di niente –

- non è da Sesshomaru fare tardi, strano non ti abbia svegliato – disse Inu con un sorriso sornione sul viso – ho  il sonno pesante e appena sveglia sono lenta a prepararmi – capisco – Inu li guardò sorridendo comprensivo.
C'era qualcosa di strano, forse non in Rin che sembrava essere tornata la solita ragazza gioiosa di sempre ma in suo figlio Sesshomaru si, sembrava più rilassato e tranquillo, sebbene dalla sua espressione non trasparisse nulla, evidentemente averla vicino portava i suoi vantaggi al carattere taciturno e freddo del figlio come aveva sperato e si augurava che quella strana amicizia che si stava creando continuasse, Sesshomaru aveva bisogno di qualcuno al suo fianco.

 

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Il pranzo era proseguito bene e senza intoppi, in serata Sesshomaru aveva riaccompagnato a casa Rin e l'aveva accompagnata fino alla porta d'ingresso assicurandosi che fosse tutto in ordine – ti ringrazio Sesshomaru non c'era bisogno che mi accompagnassi fino a qui – non dire stupidaggini – aveva capito che quello era uno dei suoi modi di liquidare le conversazioni che secondo lui non avevano senso.
Erano al centro del suo salotto, si fissavano e sviavano lo sguardo, in attesa che uno dei due parlasse – senti per quanto riguarda stanotte – si fermò a metà non sapendo come proseguire, fortunatamente fu lui a proseguire questa volta – sono stato bene con te Rin – lo disse piano, quasi avesse paura di farsi sentire ma lei lo sentì come se lo avesse urlato – anch'io, tanto – fece un respiro profondo – però – lo vide irrigidirsi leggermente – però non so cosa fare ora – lui parve rilassare le spalle un pochino – cosa intendi – le nostre famiglie ormai si conoscono, i nostri fratelli si sposeranno a breve e se a te facesse piacere continuare a vederci – si – lei alzò lo sguardo e dopo un primo momento di titubanza sorrise rilassando leggermente le spalle a sua volta – anche a me, però non credo sia una buona idea farlo sapere agli altri al momento, se per te non è un problema certo - abbassò di nuovo lo sguardo torturandosi le dita, lo sentì avvicinarsi e prenderle il viso tra le dita lunghe e sottili, la baciò teneramente sulla fronte e poi sulle labbra – lo credo anch'io – lei lo guardò e sospirò solleva – davvero? - lui annuì – Inuyasha e mio padre sono fin troppo invadenti, non voglio averli tra i piedi o che ci mettano fretta – sono d'accordo anch'io l'ultima cosa che voglio è che Kagome si faccia film mentali – abbassò lo sguardo imbarazzata – e poi se non dovesse funzionare almeno non sarà troppo imbarazzante alle riunioni di famiglia – sentì le sue dita irrigidirsi e lo vide allontanarsi un po' e se ne dispiaque, forse avrebbe dovuto tenerselo per se – dai già per scontato che non funzionerà? - No, certo che no, mi piacerebbe molto davvero solo che “spero per il meglio preparandomi al peggio” come si dice e sono solita vagliare ogni possibilità prima di iniziare qualcosa e poi potrei anche stancarti con tutta la mia iperattività a lungo andare e quindi è solo per questo davvero io non – le mise due dita sulle labbra e le fece alzare lo sguardo per incontrarlo con il suo – respira Rin – lei annui con la testa inspirando e cercando di calmarsi – scusami – non c'è niente di cui scusarsi, ora ti lascio riposare – le posò un altro bacio sulla fronte e prima di andarsene si voltò a guardarla – stai attenta – lei lo guardò imbambolata – anche tu – lui fece un cenno con la testa e uscì.

Rimase lì imbambolata per qualche secondo interminabile poi corse verso la porta-finestra, la spalancò  si affacciò al balcone – buonanotte Sesshomaru – lui da sotto alzò la testa e la guardò, le sembrava quasi divertito, lo guardò salire in macchina e sfrecciare via.
Era davvero felice, non voleva partire con progetti, questa volta se la sarebbe goduta fino in fondo.

 


:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:- mercoledì ore 8:40 ufficio di Sesshomaru 

 

Sesshomaru girò la sua sedia girevole verso la finestra, l'accenno di un sorriso sulle labbra.
Era riuscito nel suo intento e meglio di quanto pensasse.
La notte passata con Rin nella sua auto era stata un qualcosa di indescrivibile, aveva già fatto sesso innumerevoli altre volte anche se non gli era mai capitato nella sua auto ma comunque non era stato solo il posto, era stata lei.
Se l'aspettava dolce e delicata e invece si era ritrovato con un piccolo uragano affamato e pieno di passione, il modo in cui si era concessa a lui e il modo in cui aveva contraccambiato le sue attenzione era stato un qualcosa di viscerale e coinvolgente, sopratutto inaspettato.
La serata in sé lo era stata, poi il rientro a casa invece era stato più lento e dolce, tutto sommato non era stato un male dormire qualche ora quel pomeriggio, lei non era troppo stanca e lui aveva potuto passare le ore successive a studiarla e conoscerla a fondo, avevano guardato l'alba facendo colazione e poi si erano addormentati.

Verso l'ora di pranzo avevano avuto un bagno di realtà, più simile ad una doccia fredda. Lui non era abbituato a dormire fino a tardi e quando Kagome li aveva chiamati per ricordargli il pranzo in famiglia era come se li avessero risvegliati da un sogno.
Sotto la doccia aveva cominciato a pensare le stesse cose che Rin gli aveva detto quella sera stessa nel suo appartamento, era un po' più complicato del previsto e ci sarebbero dovuti andare con i piedi di piombo ed essere prudenti se volevano continuare a vedersi.

Lui di certo non poteva che dirsi daccordo, l'invadenza della sua famiglia non gli andava di certo a genio e Inuyasha con la sua compagna erano dei gran ficcanaso, per non parlare poi di suo padre, quindi per il momento non avrebbero detto niente a nessuno finchè non avessero capito come procedere con la loro... loro.. relazione? Situazione? Non sapeva bene come descrivere il loro rapporto in quel momento, in teoria amici di letto ma lui di certo non vedeva Rin sotto quel punto di vista, maledizione se prima vedeva il matrimonio come una buona scusa per vedersi ora lo vedeva come un ostacolo.

Nonostante tutto gli era dispiaciuto riaccompagnarla a casa quella sera, si era accertato che fosse tutto in ordine, l'aveva salutata, baciata e nei giorni seguenti si era fermato a cena ascoltandola mentre gli parlava delle sue giornate,  si sentiva sollevato anche solo dal ricevere un suo messaggio di buon giorno, non si aspettava una risposta e lo sapeva ma comunque gli faceva piacere che lo pensasse, era più che intenzionato a far funzionare la situazione con Rin e glielo avrebbe dimostrato.

 

:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^ casa di Rin giovedì ore 20:02

 

Rin stava stirando tranquilla davanti alla tv.
Sentiva la mancanza di Sesshomaru ed erano passati solo due giorni dall'ultima volta che si erano visti accidenti, sembrava una drogata in astinenza, una ragazzina alla sua prima cotta adolescenziale, era meglio darsi una calmata, non doveva rischiare di farsi prendere così da lui. Sospirò amareggiata, voleva tanto rivederlo ma non voleva sembrare appiccicosa o assillante, capiva bene che aveva bisogno dei suoi spazi e dei suoi tempi, Sesshomaru non era un tipo troppo espansivo o insistente quindi gli avrebbe dato ancora un paio di giorni prima di farsi risentire, forse era meglio non mandargli il buongiorno domani, oggi e ieri non gli aveva risposto, magari era troppo impegnato oppure lo infastidiva.
Sbuffò sonoramente, se continuava così si sarebbe fatta rinchiudere in un manicomio.

Tutte le sue elucubrazioni furono disperse come polline al vento al suono del cellulare, posò il ferro da stiro e guardò il display, era Sesshomaru. A quanto pare non gli serviva poi tutto questo tempo e spazio – ciao Sesshomaru come stai? - bene disturbo – no tranquillo, dimmi tutto – sei libera stasera – stasera? Certo perchè? - vuoi uscire? – adesso? Si certo mi cambio in un attimo – una strana adrenalina le percorse il corpo - sarò li tra dieci minuti – ok a dopo –

Chiuse la telefonata, rimase ferma un secondo mentre un sorriso a trentadue denti le si stampava in viso e prese a saltellare come una bimba a cui i genitori dicono che la porteranno al parco.
Spostò l'asse e i vestiti nella stanzetta degli ospiti e andò a cambiarsi. Dieci minuti esatti le arrivò un messaggio di Sesshomaru. Prese il cappotto rosso, la sciarpa e il cappellino bianchi e scese.


Si stavano avviando verso il centro – dove andiamo? - c'è una mostra qui vicino – lei sorrise contenta – mi sembra interessante – il silenzio scese nell'abitacolo ma fu presto smorzato – come è andato il lavoro – lui la guardò di sfuggita – bene ma la prossima settimana dovrò partire qualche giorno – ah, e dove vai di bello – a Seul in Korea del sud, dobbiamo controllare alcune forniture di pannelli per un'azienda prima della gelata – capisco, sembra impegnativo – non troppo – arrivarono davanti al museo.

Era una mostra d'arte vicino al luna park del porto, alcune opere erano molto belle altre assolutamente incomprensibili, non voleva chiedergli il senso di alcune opere non le sembrava ne il luogo ne il momento, più tardi avrebbe approfondito.
Passarono tranquilli tutta la mostra e uscendo fecero una passeggiata arrivando fino al luna park sull'acqua. Rin si perse a guardare quei giochi di luci e colori – hai voglia di andare – lei si voltò a guardarlo – se vuoi, non vorrei stancarti mi hai detto che sono state giornate impegnative – lui non disse niente e si avviò verso l'ingresso e lei lo seguì tutta contenta – sai non sono tanto i giochi quanto l'atmosfera a piacermi, l'aria allegra, le risate, è questo a piacermi – si voltò a guardarlo serena – sei felice – lei per tutta risposta si lasciò andare contro la panchina – ora si, ti ringrazio Sesshomaru quando sono con te sento di potermi rilassare e non pensare continuamente a quello che è successo meno di una settimana fa, grazie – lui la guardò scrutandola serio, un braccio adagiato pigramente sullo schienale della panchina – è un piacere – erano vicinissimi, si guardavano negli occhi, persi e concentrati al tempo stesso. Si avvicinò e la baciò delicatamente.

Rin si alzò di poco fino a raggiungere le sue labbra e lo baciò, erano fresche ma morbide e non potè fare a meno di passarci curiosa la lingua, lui le sfiorò leggermente la schiena e con la mano libera la posò sul suo volto intensificando il bacio. Si separarono dopo un tempo che parve infinito e con il fiato corto – hai fame? - lui la guardò sorpreso, di tante frasi quella di certo non se l'aspettava – io non ho cenato, se vuoi andiamo da me, cucino io – proseguì lei dopo essersi distanziata quanto bastava per riprendere aria e lucidità, lui si alzò e le porse la mano – andiamo, comincia a fare freddo – lei prese la mano e gli sorrise felice sorreggendosi al suo braccio – c'è aria di neve – anche Sesshomaru alzò lo sguardò, l'aria fredda gli solleticò il viso, dopo tanto tempo si sentiva sereno.

 

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Erano in camera sua, nel suo letto, avvinghiati e nudi, forse avevano esagerato un po' con il vino, le guance di lei erano leggermente arrossate e un perpetuo sorriso le dipingeva le labbra rese rosse dai baci scambiati.
La strinse sotto di se, non stava ferma un attimo, sentiva le sue mani tra i capelli e le unghie che passavano dolcemente sulla sua schiena provocandogli brividi fino al membro, la sentiva fradicia e pronta sotto di sé e dal modo in cui si muoveva sotto di lui doveva essere molto impazziente ma quella sera pretendeva di sentirla urlare e gemere fino a stordirgli le orecchie, sarebbe dovuto partire solo pochi giorni ma voleva goderne appieno così da non sentirsi solo e freddo fino a quando non fosse tornato.

La giro a pancia in giù e le strinse i polsi sopra la testa, la curva del suo sedere era sexy da morire e gli faceva venir voglia di morderglielo e così fece facendole lanciare un gridolino di sorpresa che lo fece sorridere, la vide voltare la testa di lato per cercare di vederlo e lui le si stese sopra leggermente, non voleva di certo soffocarla con il suo peso e con la mano libera prese a scorrere le dita su tutto il busto, le spalle, la linea delle scapole, la spina dorsale fino alle fossette di venere.
Si inumidì due dita e le fece scorrere sulla sua parte già pronta e umida, la sentì sussultare e rilassarsi così riprese a massaggiarla sul clitoride, entrò piano con un dito e prese a muoversi su quelle pareti così lisce, umide e morbide, si immaginava già dentro di lei in altro modo ma non voleva accellerare troppo le cose.

La sentì gemere e dimenarsi per provare a liberarsi della sua presa, era davvero tenace e questo lo fece eccitare ancora di più, non se ne stava mai zitta e buona, doveva sempre fare qualcosa di testa sua. Intensificò la pressione in mezzo alle gambe e iniziò a muoverle con più veemenza, sentiva che iniziava a lasciarsi andare e gemere con il fiato corto poi finalmente la sentì stringersi intorno alle sue dita e bagnarlo, lei morse il lenzuolo pur di non gridare ma a lui questo non bastava, sentirla venire così non lo aveva soddisfatto neanche lontanamente, sapere che durante la sua assenza lei lo avrebbe pensato e avrebbe sentito ancora le sue mani su di lei lo fece eccitare ancora di più.

Le lasciò le mani e prese a baciarle la spalla e mordicchiarla leggermente, la sua pelle così soffice e liscia gli faceva venire l'acquolina in bocca. Lei si voltò a guardarlo con il fiato corto e i battiti accelerati – tu giochi sporco – disse ridendo, lui per tutta risposta inarcò un sopraciglio divertito – e non ho ancora finito – a quello sguardò Rin ebbe un fremito di piacere ma non gli avrebbe mai permesso di condurre il gioco da solo.
Si alzò e lo fece stendere sotto di sé, iniziò a far scorrere la lingua sulla sua gola poi prese a mordergli il lobo dell'orecchio mentre faceva scorrere le mani sul suo petto sodo, si abbassò sempre di più leccando e baciando gli addominali appena accennati e duri sotto il suo tocco, gli lasciò un delicato bacio all'altezza del cuore che lo fece sussultare per la sua dolcezza mentre tutt'altra questione si svolgeva più sotto.
Quando prese a far scorrere le dita sul suo membro così duro e pronto lo guardò dal basso con uno sgardo furbo e impertinente, la guardò attentamente con occhi pieni di lussuria mentre apriva piano le labbra e leccava leggera la punta mentre il suo respiro caldo lo rendeva un climax potente ed erotico. La vide giocare e passare la punta della lingua su tutta la lunghezza lasciandolo sul filo di lana mentre pregustava il momento in cui l'avrebbe finalmente sentita, lei sembrava persa in un gioco tutto suo ma lui non  avrebbe resistito a lungo e di certo non aveva ancora finito i suoi progetti con lei.

Fece per afferrarle la testa ma lei sfuggì alla sua presa con fare biricchino – quanta fretta – non sfidarmi Rin – ma io voglio solo giocare un pochino – detto ciò passò di nuovo la lingua lentamente su di lui e poi finalmente lo prese in bocca, Sesshomaru fu costretto a reprimere un sospiro di piacere, non gliel'avrebbe data vinta tanto facilmente. Ci stava mettendo veramente impegno e lui era prossimo al baratro così le sollevò la testa e la portò alla sua altezza facendo attenzione a non farle male mentre lei protestava per essere stata interrotta – non ho ancora finito – nemmeno io avevo finito con te – il modo in cui gli rispondeva impertinente in quei momenti e solo in quei momenti lo mandava in estasi e lo provocava da impazzire. La baciò appassionato e languido e lei rispose subito pronta, si assicurò che fosse ancora bagnata e poi entrò dentro di lei come se ne andasse della sua vita e quando la senti stringersi attorno a lui si rilassò stringendola a sé.

Lei lo abbracciò  e si guardarono negli occhi intensamente, il legame che sentivano in quel momento era qualcosa di assolutamente inspiegabile e folle, ma questo non sarebbe bastato a fermarli, dopo un paio di affondi la prese e la fece voltare facendola sedere sopra di sé. La schiena di lei aderiva al petto di lui, i capelli di lato gli consentivano libero accesso al suo collo invitante e il suo profumo era inebriante, con un braccio cercò di tenerla ferma mentre con l'altro tornò a torturarla languidamente fra le gambe. Come immaginava lei tentò di liberarsi ma invano, lui intensificò la pressione, anche lui al limite nel sentirla muoversi e contrarsi contro il suo membro, la sentì gemere quasi fino a gridare mentre pronunciava il suo nome, lei con il braccio libero si tappò la bocca per reprimere l'urlo dell'orgasmo e il suo nome e Sesshomaru sentendola contrarsi e farsi più bagnata venne a sua volta reprimendo un gemito sulla sua spalla con un morso.

Stanchi e ansanti si accasciarono sul letto, Sesshomaru continuava a tenerle un braccio intorno alla vita come se avesse paura che potesse sparire, sentì chiaramente il cuore di Rin battere all'impazzata quanto il suo, la vide sporgersi oltre il bordo del letto per prendere i fazzoletti e avviarsi verso il bagno dopo avergli scoccato un bacio a fior di labbra. Lui si distese sul piumone, guardando il soffito assorto, si sentiva appagato e piacevolmente rilassato, non solo fisicamente ma anche interiormente, nonostante il sesso sfrenato e il continuo scambio tra di loro, Rin riusciva sempre ad essere dolce, con uno sguardo, una carezza, il bacio che gli aveva lasciato all'altezza del cuore era come se lo sentisse ancora pulsare sotto le sue dita; Lo faceva stare bene

-  a che pensi – si voltò a guardarla, nuda nella penombra mentre chiudeva la porta della camera e si avvicinava accanto a lui – domenica partirò – lei parve intristirsi un po' ma si riprese subito – e quando torni – martedì sera se tutto va bene – se vuoi posso venire da te e ti preparo la cena, sarai stanco immagino – lui la osservò per un po', si perdeva sempre a guardare il suo viso così sereno, felice, non si sarebbe mai stancato di vederla sorridere, perso nei suoi pensieri non le aveva risposto – se non vuoi fa niente avrai altro da fare immagino – ne sarei felice – le si illuminò il volto e lo abbracciò stampandogli un bacio a fior di labbra – bene se hai richieste particolari per il menu fammi sapere – lui le passò un braccio sulle spalle, iniziava ad avere la pelle d'oca così si misero sotto le coperte e lei gli si accoccolò vicino mettendo una gamba tra le sue – puoi dormire qui se vuoi è tardi, c'è anche uno spazzolino in più se ti serve – sbadigliò assonnata e lui le baciò la testa accarezzandole dolcemente i capelli, la guardò addormentarsi e sistemò meglio i cuscini spegnendo la luce.
Quella sera poteva anche permettersi di stare lì accanto a lei, così l'avrebbe protetta e avrebbe approfittato del suo calore ancora un po'.

 

:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:- Tokyo, un mese dopo. Dicembre caffetteria.

 

Rin canticchiava una canzoncina a mezzavoce, felice come non le capitava da tanto.
Da quando Sesshomaru era tornato dal suo ultimo viaggio a Seul continuavano a vedersi sempre più di frequente, ormai era diventata un'abitudine, nei weekend quando gli uffici erano vuoti dormiva a casa sua invece in settimana quattro volte su cinque dormiva da lei, era diventato quasi strano dormire separati.
Alla fine si erano portati qualche ricambio a testa in caso d'emergenza a casa dell'altro perchè la mattina per la fretta avevano rischiato più di una volta di farsi scoprire da Inuyasha o suo padre, giustificare i loro incontri era facile grazie ai preparativi per il matrimonio e per quanto riguardava il regalo degli sposi avevano già deciso ovviamente, per l'organizzazione invece Kagome la stava tirando matta, assaggi, prove dell'abito, esercitazione per il primo ballo, una vera bomba ad orologeria ma Rin cercava di essere paziente, con un po' di fortuna ci si sposa una volta sola.

- come siamo allegre, c'è qualcosa che devi dirmi? - si voltò verso Sango – no assolutamente niente perchè – lei fece finta di niente – no così, sei più allegra del solito – io sono sempre allegra Sango – vero ma non così, questa è un'allegria diversa, dì un po' non è che hai conosciuto qualcuno vero? - lei si fece subito più rossa in viso e si voltò per sviare il discorso – no ma che dici te l'avrei detto no – si certo come no, spero tu abbia un buon motivo per non avermelo detto – detto cosa? - era stata Hirani a parlare, la nuova ragazza che avevvano assunto part-time al posto di Nina, era una studentessa il che giocava a loro favore in caso di orari – che Rin si vede con qualcuno – non è vero – si invece ma non vuole dirmi chi è – uffa Sango – guarda che si nota sai – disse divertita Hirani – non ti conosco da molto ma ultimamente sei molto più allegra e non fai altro che sorridere, allora è carino? - Rin a quel punto gettò la spugna, almeno con loro poteva parlare senza rivelare il nome – è molto carino – ah-ha allora vedi che c'era qualcuno – si però non vi dirò chi è, non mi sento ancora pronta a presentarvelo – va bene ma dimmi lo conosciamo – più o meno, l'avete già visto comunque – Sango e Hirani si guardarono – è un cliente quindi, strano non è da te accettare le avance di qualcuno – beeh diciamo che non sono state delle avance ci siamo incontrati fuori un paio di volte, abbiamo iniziato ad uscire e abbiamo cominciato a frequentarci ma niente di serio comunque, cerchiamo di andarci piano – si si certo e dimmi a letto com'è – Rin si fece ancora più rossa mentre quelle due la fissavano in attesa di dettagli “piccanti” - e cosa vi fa credere che ci vada a letto – certo a chi pensi di darla a bere, è ovvio che sei cotta e ultimamente sei molto più carina del solito – vero e anche la pelle e i capelli segno che te la stai spassando giusto? - incalzò Hirani dando corda a  Sango – be diciamo che sotto quel punto di vista non c'è niente da aggiungere – le due si guardarono divertite – bene la nostra Rin se la spassa con un affascinante uomo misterioso che a letto è una bomba che la mette di buon umore e chi se lo aspettava – io non ho detto questo – mm però l'hai pensato vero? Con quello sguardo trasognato che hai – la incalzò di nuovo Hirani – uff cosa ne dite di riprendere a pulire o rischiamo di passare qui il weekend – e tu hai altri progetti immagino – Rin  guardò Sango – perchè tu no? - finalmente anche Sango arrossì leggermente colta sul vivo – beh se non altro devi promettermi che me lo farai conoscere – quando sarà il momento promesso – bene, senti magari avrai altro da fare questa sera – ma no tranquilla portami pure le gemelline sarà divertente è tanto che non stanno con me e poi ora la casa è sicura – ok va bene prometto che cercheremo di non fare troppo tardi – tranquilla Sango -


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Sango le aveva portato da poco le bambine, Sesshomaru aveva da fare con il lavoro anche quella sera così ne aveva approfittato per tenere le gemelle a farle compagnia mentre Miroku e Sango uscivano, erano proprio cresciute – allora bimbe pigiamini messi, pizza quasi pronta e film lo avete scelto? - erano sedute ai piedi del divano, avevano deciso di fare serata film con pizza in perfetto stile pigiama-party e le bambine si erano divertite un mondo a fare la pizza tutte insieme anche se dopo una doccia è stata d'obbligo – io voglio la principessa e il ranocchio – io mulan – bene siamo indecise cosa ne dite di guardare rapunzel – passarono tutto il tempo della cottura della pizza per decidere quale film guardare, iniziarono a mangiare con la principessa e il ranocchio e poi avrebbero messo mulan, insomma una vera e propria maratona.
Qualcuno bussò alla porta, Rin aveva detto a Sesshomaru che avrebbe tenuto le gemelle fino a tardi quella sera, che se ne fosse dimenticato?

Si alzò di corsa mentre le gemelle erano assorte nel film ma quando aprì la porta trovò qualcuno che non si aspettava – ciao Kosuke – ciao Rin che bello rivederti dopo tanto tempo – si abbracciarono, era quasi un mese che non si vedevano, qualche giorno prima dell'intrusione dello stalker – come è andato il lavoro – molto bene, il posto ti sarebbe piaciuto – ne sono sicura entra dai, sono qui con le gemelle – ah capisco, avevo sentito un certo casino in effetti – cosa farai adesso – non so per un po' starò qui ma poi si vedrà – deve essere bello il tuo lavoro, mi racconti sempre di posti bellissimi – si avviarono verso la cucina e si sedettero al tavolo.
Parlarono per un paio d'ore poi suonò nuovamente il campanello, erano Sango e Miroku – ciao ragazzi, avete fatto presto – non volevamo approfittarne – non dovete preoccuparvi lo sapete – Miroku le si avvicinò – si ma se vogliamo che tu ci faccia ancora questo favore sarà meglio non approfittarne – si misero a ridere di gusto.

Kosuke si avvicinò – ciao Kosuke che piacere rivederti – anche per me, sono tornato oggi e volevo salutare Rin – bene capisco – Miroku e Sango presero le bambine e il borsone – uffa ma il film non è ancora finito – su dai lo possiamo vedere a casa e poi domani andiamo dai nonni vi ricordate – siii – le loro vocette in coro sprizzavano allegria da tutti i pori – bene bene abbassiamo la voce o sveglierete tutto il condominio, grazie ancora Rin – figurati sai che mi fa piacere tenerle – lo so – le si avvicinò piano all'orecchio – ma dimmi è lui il ragazzo misterioso con cui esci – no non è lui, l'hai già visto qualche volta ma non ti dirò di più se no va a finire che spifferi tutto a Kagome – va bene ma mi aspetto di conoscerlo presto sappilo – aggiunse ad un tono più normale – certo tranquilla, notte ragazzi notte bimbe – notte Rin a lunedì-
 
 
Chiuse la porta con un sospiro e iniziò a sistemare la sala parlando con Kosuke che si era fatto più taciturno e con lo sguardo cupo – tutto bene Kosuke – esci con qualcuno – come – ti ho chiesto se esci con qualcuno – Rin non sapeva cosa risponderle, quel tono non le piaceva proprio per niente così optò per una mezza verità – mi vedo con un ragazzo da poco tempo, siamo usciti per un caffè qualche volta – ci sei andata a letto – quella domanda la spiazzò lasciandola interdetta – ti ho detto che abbiamo preso un caffè, non fare il fratello Iper-protettivo per favore, so cavarmela benissimo da sola – dopo quello che mi hai detto, che c'è un pazzo che probabilmente ti perseguita tu esci con un tipo che conosci appena – non ho alcuna intenzione di rinchiudermi in casa solo perchè un pazzo mi molesta, ho una vita e non intendo rinunciarci – Kosuke sembrava ribollire di rabbia, era teso e la guardava con astio – mi avevi detto che non intendevi uscire con nessuno, che non ti sentivi pronta – infatti è così, ed è per questo che ci sto andando piano con lui e poi è successo non l'ho mica programmato – tu mi hai respinto – perchè non mi sentivo pronta Kosuke e non volevo darti false illusioni, sei mio amico – lui a sentirla parlare così si sentì morire dentro, come pugnalato alle spalle dalla persona che più si ama, cercò di riprendere una parvenza di controllo, se lei non capiva glielo avrebbe fatto capire lui – capisco, se sei convinta ma se dovesse succedere qualcosa fammi sapere e promettimi che questo tipo non si metterà tra di noi e la nostra amicizia, sei importante per me – lei parve rilassarsi un po' a quelle parole e sorrise – te lo prometto Kosuke, qualunque cosa succeda io e te saremo sempre amici – lui si avvicinò ad abbracciarla e lei, anche se un po' tesa per quella insolita sfuriata, ricambiò l'abbraccio poi lui se ne andò lasciandola sola.

 

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Amici un corno, altro che amici, lui se ne era andato cercando di fare il meglio per lei, pensando al suo bene e lei come lo ripagava, pugnalandolo alle spalle, tradendolo e tradendo la sua fiducia, ma non l'avrebbe passata liscia, prima avrebbe trovato quel maledetto bastardo che aveva osato portargliela via, poi si sarebbe occupato della Sua Rin. Era solo accecata dalla paura del vero amore, usciva con “quello” solo perchè sapeva non l'avrebbe mai amata quanto la amava lui, per questo, ma lui l'avrebbe aiutata, l'avrebbe portata con se e le avrebbe fatto aprire gli occhi su quanto fosse grande il suo amore e la sua devozione per lei, così una volta insieme sarebbero potuti vivere felici. Insieme. Per sempre. Era Sua. E di nessun'altro. Erano destinati e questo nessuno poteva cancellarlo.

Fece dei respiri profondi per calmarsi, avrebbe dovuto finire la sua sorpresa per lei, certo che l'avrebbe conquistata, poi avrebbe scoperto chi fosse il suo spasimante e l'avrebbe allontanato come aveva fatto con quello stupido Sesshomaru.
E alla fine non ci sarebbe stato più nessuno ad ostacolare il loro amore.
Sperava solo di fare in tempo, se quell'idiota avesse anche solo osato sfiorarla sarebbe impazzito, sperava solo non ci fosse stato nient'altro tra di loro, Rin gli aveva detto che c'era stato solo un caffè ma ora come ora non si fidava della Sua dolce Rin. Certamente era stata plagiata da quel mostro e non poteva permettersi di perdere tempo ma neanche di affrettare le cose, doveva agire con la testa o non sarebbe mai stata sua.

Con quel nuovo e chiaro obbiettivo in mente si mise subito all'opera e all'indomani non l'avrebbe persa di vista un attimo.

 

:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^:^: due settimane dopo, si avvicina il Natale

 

Era letteralmente a pezzi, si sentiva i muscoli molli e aveva i brividi. Nell'ultima settimana continuava a svegliarsi con la nausea, le era venuto pure il raffreddore e faticava a respirare, aveva anche avvisato Sesshomaru di starle lontano per un po' ma lui non aveva voluto sentire ragioni dicendo che lui non era tipo da prendere una banale influenza.

Quelle ultime settimane erano state una nuova scoperta per loro,non poteva negare che il loro sentimento si stesse via via intessificando sempre di più, erano rare le volte in cui non stavano insieme e la cosa non dispiaceva a nessuno dei due, anche se ultimamente erano stati più attenti, si fermava a dormire più di rado e facevano piccole gite fuori porta in luoghi selvaggi e poco frequentati, sia per Sesshomaru che non amava avere troppa gente intorno sia per depistare possibili molestatori.

C'era inoltre un'altro problema a tormentarla, ed era decisamente più serio.
Kosuke non faceva altro che assillarla, le mandava messaggi a tutte le ore, passava in caffetteria a trovarla e si fermava per lungo tempo, qualche volta si era persino incontrato con Sesshomaru nel bar o sulle scale e questo non faceva che peggiorare il suo umore e la sua insistenza, la stava davvero soffocando.
Le dispiaceva che il rapporto tra di loro si stesse sgretolando a quel modo, Kosuke era stato sempre un buon amico e quella situazione la stressava ed intristiva parecchio.

Ultimamente aveva anche preso l'abitudine a fare strade differenti per andare a casa o per fare la spesa, passava molto tempo fuori dal suo appartamento o rinchiusa all'interno giustificando lavori o preparativi per il matrimonio, sentiva che doveva parlarne con Sesshomaru quella sera stessa perchè iniziava seriamente a preoccuparsi.

- ciao Rin sono arrivata – ciao Kagome entra pure – quella mattina presto avevano deciso di confezzionare le bomboniere per il matrimonio ed erano davvero tante – quante hai detto che sono – non molte – rispose disponendo i due cartoni sul tavolo della sala – circa 100 bomboniere ma preferirei farne qualcuna in più per sicurezza – fortuna che volevate qualcosa di semplice – la prese in giro ridendo - già ma abbiamo invitato anche qualche amico dall'America e quindi la lista si è allungata – capisco, hai già fatto colazione? – si ma un dolcetto lo mangerei comunque – immaginavo arrivo subito –
Presero a fare le bomboniere per circa due ore – ancora cinque minuti e abbiamo finito – bene perchè devo prepararmi per andare al lavoro – come sta andando – bene fortunatamente, però ho paura di essermi presa un malanno mi sento a pezzi – si infatti non hai una bella faccia – grazie Kagome tu si che sai come risollevarmi il morale – si misero a ridere, Rin si spostò i capelli e li raccolse  in una coda improvvisata, le vampate e i brividi di freddo potevano presagire febbre ed era meglio prendere una pastiglia prima di uscire.
 
- e con questa abbiamo finito, manca solo il bigliettino a lato - Kagome alzò lo sguardo su di lei e la vide fissarla con tanto d'occhi – che c'è – e quello cos'è – cosa? - come cosa, quello sul collo – le puntò contro il dito indicando un punto alla base della gola - è un succhiotto per caso – Rin si portò una mano al lato del collo – no ti sbagli – corse di filato in bagno a controllare seguita da Kagome – come no, quello è proprio un succhiotto – e allora – Rin si guardò allo specchio, accidenti era sulla curva della spalla sotto il collo, con la divisa e un po' di fondotinta non si sarebbe notato però con gli altri vestiti si, accidenti a lui ma come gli era saltato in mente.

I ricordi della sera precedente le tornarono alla mente e si sentì arrossire, Kagome la guardò ammicante – e ora perchè arrossisci, dai dimmi chi è, lo conosco? È carino? Dai dimmelo dimmelo dimmelo ti prego giuro che non dico niente a nessuno - certo come no – dai davvero sarò muta come una tomba – Rin la guardò scettica – no – e perchè – stava iniziando a mettere un po' di fondotinta preparandosi per il lavoro – perchè non mi sento ancora pronta a presentartelo comunque non preoccuparti è un bravo ragazzo, molto bello e sopratutto – bravo a letto direi, visto i segni che ti ha lasciato – aggiunse Kagome divertita facendo arrossire ulteriormente Rin – ma perchè continuate tutti a ripeterlo – sbuffò in imbarazzo - sarà meglio che vada al lavoro, vuoi una mano a portare giù gli scatoloni – cambia pure discorso tu, tanto prima o poi scoprirò chi è il principe misterioso – invece no, allora vuoi una mano si o no – si si va bene grazie – presero il tutto e uscirono di casa, fortunatamente non incontrarono Kosuke durante il tragitto fino alla macchina – ti accompagno al lavoro in auto così non prendi freddo con la bici – grazie accetto volentieri -

 

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La stava pedinando da giorni ormai e non l'aveva vista uscire con nessuno in particolare, lavorando in un luogo pubblico era più facile tenerla d'occhio e tenere d'occhio tutti quegli smidollati che ci provavano con lei, questo avvalorava la sua teoria che chiunque fosse l'uomo con cui stava uscendo non la meritasse se non gli importava che Rin fosse a stretto contatto con certa gente senza poterla tenere strettamente sorvegliata. Se fosse stato per lui non le avrebbe mai permesso di lavorare in un posto frequentato da uomini; ma presto avrebbe risolto tutto, la sua sorpresa era quasi terminata e presto sarebbe stato tutto perfetto.

 

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Sesshomaru si era recato alla caffetteria quel pomeriggio per rivederla, non la vedeva dalla sera prima e per impegni vari non si erano potuti sentire, non gli aveva nemmeno mandato il buongiorno quella mattina e non aveva potuto nemmeno chiamarla per sentire la sua voce, non è che lui parlasse tanto ma aveva sentito in un certo senso la sua mancanza, il che aveva dell'incredibile, perchè per quanto tollerasse ben poche persone si era sempre sentito meglio da solo, ma non con Rin.
Purtroppo i suoi piani furono presto sviati, entrato nel bar fu richiamato in fondo alla saletta da Inuyasha e Kagome seduti a bere una cioccolata fumante – Sesshomaru ciao, vieni a sederti qui con noi -  anche se contro voglia andò ad accomodarsi ai divanetti con loro – come mai anche tu qui? cerchi Rin – lui la guardò impassibile – no – ah beh meglio così perchè lei non c'è – a quel punto si fece attento – non è da lei mancare al lavoro – si è vero infatti l'ho chiamata per sapere come stava e a quanto sembra la febbre è salita e non riesce a mangiare a causa di una forte nausea le ho chiesto se voleva che passassi ma mi ha detto che ha solo bisogno di riposare un po' ma per sicurezza Sango e Kaede le hanno detto di restare a casa anche domani – Inuyasha sbuffò contrariato – già e avresti dovuto sentire quante proteste, neanche l'avessero licenziata è stato un miracolo convincerla a stare a casa un giorno solo figurati due – a quel punto arrivò Hirani – buonasera Sesshomaru le porto il solito – si grazie -

Hirani gli portò l'ordine e Sesshomaru perse interesse per le loro conversazioni tornando a leggere e sottoscrivere mail sul portatile.
Verso l'ora di chiusura Hirani si avvicinò per scambiare due parole con Kagome – Rin mi ha appena chiamato – immaginavo, continuando così si trasferirà qui e metterà una brandina in cucina vicino al forno in perfetto stile Cenerentola – Hirani e Inuyasha si misero a ridere – no voleva solo sapere se era andato tutto bene e se non mi dispiaceva sostituirla anche domani – Kagome riprese la parola con fare cospiratorio attirando l'attenzione di Sesshomaru che fece finta di niente – Hirani senti tu sai niente del ragazzo con cui esce mia sorella – lei la guardò perplessa – no, non ha voluto dirci praticamente niente al riguardo, perchè tu sai chi è? - chhiese incuriosita con fare cospiratorio - no ma stamattina sono stata da lei per fare le ultime bomboniere e aveva un succhiotto sul collo – davvero io non l'ho visto ma il colletto della camicia anche se aperta camuffa bene – già però non sono riuscita a scucirgli mezza parola tranne che sembra che a letto si divertano parecchio – Sesshomaru per poco non si strozzò con un sorso di thè ma cerco di dissimulare quanto più possibile attirando leggermente l'attenzione di Inuyasha - tutto bene Sesshomaru? - ricevendo un monodico si in risposta, incurante delle reazioni di Sesshomaru le ragazze proseguirono con i loro discorsi fino al verdetto finale – e se fosse incinta? - chiese Hirani, a Sesshomaru mancò un battito e il suo cervello smise di funzionare per un secondo. Cosa??? – chi Rin? Non credo lei usa sempre gli anticoccezionali – si ma sai sono sicuri al 99% un piccolo margine di errore c'è sempre e poi a quanto ho capito quei due si vedono da circa un mese e mezzo quindi le nausee e la poca fame che ha avuto in questi giorni potrebbero essere dati da quello – Kagome parve pensarci su un po' ma fu Inuyasha ad intervenire – ma che sciocchezze, questo non spiega la febbre e il raffreddore, potrebbe davvero essere una semplice influenza – aspetta un attimo, mi stai dicendo che Rin mi tiene segreta questa storia con questo tipo da quasi due mesi – a quanto ne so hanno iniziato a vedersi verso i primi di novembre quindi si – uffa ma perchè io non capisco, appena si sentirà meglio la torchio come si deve finchè non me lo presenta, aspetta e vedrai – e perchè mai dovrebbe farlo – chiese Inuyasha – ma come perchè, per sapere se verrà accompagnata al matrimonio oppure no – non ti sembra di correre un po' troppo, lo vedi perchè non ti ha detto niente – continuarono a battibeccare ma l'attenzione di Sesshomaru era fissa ancora a quell'unica insana domanda, che Rin fosse davvero incinta? L'avrebbe scoperto quanto prima, pagò ed uscì dalla caffetteria degnandoli appena di un saluto e salì in macchina, con un po' di silenzio cercò di riflettere con la dovuta calma.

Rin gli aveva detto che usava quella specie di cerotti ormonali anziché le pillole e aveva notato che cambiava periodicamente applicazione e meno di tre settimane fa era certo le fosse venuto il ciclo o almeno questo è quello che gli aveva detto. Rin non era il tipo che mentirebbe su una cosa del genere però magari voleva pensarci da sola, oppure non l'aveva ancora scoperto pensando fosse influenza o magari era davvero solo influenza, sentiva il cervello scoppiargli in preda alla confusione più nera, che cosa avrebbe fatto se Rin fosse stata davvero incinta?

In quel momento si mise a pensare seriamente a Rin e a loro due. Tra di loro era cominciata in maniera un po' strana e anticonvenzionale, il sesso era fantastico e il modo in cui lo faceva sentire era indescrivibile, tuttavia lui sentiva che tra loro non era solo questione di sesso o “buona chimica” c'era di più, il modo in cui parlavano e si cercavano, il tempo che passavano insieme che sembrava dilatarsi e sfumare al tempo stesso e poi quel vuoto che lo assaliva quando tornando al suo appartamento vuoto e si rendeva conto che gli mancava qualcosa, che quando si rigirava nel letto quello che cercava era lei. Erano passati meno di due mesi e il loro rapporto era progredito oltre il loro stesso controllo.

Però ora c'era un inconveniente, più un'incognita a dire il vero, se Rin fosse stata incinta cosa sarebbe successo tra loro. L'avrebbe tenuto o no? Sarebbero rimasti insieme? Se non avesse più voluto vederlo? Avrebbe preteso un matrimonio o il mantenimento?  Pensava di sapere già la risposta a quelle domande ma sentirsela dire da lei era senz'altro meglio.
Parcheggiò sotto casa sua e salì al suo appartamento, suonò e attese, attese ancora ma nessuno venne ad aprire, che stesse male o fosse uscita a prendere i medicinali, che fosse successo qualcos'altro, mille ipotesi si fecero largo nella sua testa, l'aggresione dello stalker era una delle peggiori.
La chiamò al telefono e sentendola rispondere si calmò almeno in parte ma la voce di lei non fece altrettanto – pronto? - Rin sono Sesshomaru – colpo di tosse – ciao Sesshomaru scusami dormivo, tutto bene? - sono fuori casa tua – ah si, allora aspetta ti faccio entrare - passarono pochi minuti che a lui parvero anni ma quando finalmente sentì la porta aprirsi vide Rin pallida e con un plaid intorno alle spalle – entra, scusami ma sono davvero a pezzi stasera – lui la guardò cercando di capire le sue attuali condizioni – hai mangiato – lei lo guardò perplessa con lo sguardo leggermente offuscato – ho del brodo con riso e patate in frigo ma non ho molta fame ora – dovresti mangiare – lei fece un breve cenno stringendosi ancora di più nella coperta – perchè non vai a sdraiarti, ci penso io a portarti la cena – lei cercò di fare un sorriso con scarsi risultati – non è necessario davvero domani starò meglio – lui la guardò serio e la sospinse verso il divano.

Rin era stupita e felice che Sesshomaru fosse lì, era un po' triste all'idea di non poterlo vedere ma del resto non voleva farlo ammalare e invece lui era andato a trovarla e gli stava facendo scaldare la zuppa nel micro, era davvero dolce ed inaspettato da parte sua.
Mangiarono con calma e in silenzio, godendosi quella zuppa calda in quella sera di dicembre così fredda – la prossima settimana prevedono neve, proprio sotto le feste che bello – lo guardò sorridente, aveva ripreso un certo colorito e si sentiva un po' meglio – ne vuoi ancora un po' – no grazie non vorrei rimettere ancora tutto, sembra che quest'anno mi sia presa un'influenza in piena regola – cercò di ridere ma si sentiva ancora un po' fiacca – però penso che mi farò una doccia e prenderò un'altra pastiglia prima di andare a letto – lui fece un cenno d'assenso e portò le ciotole nel lavello mentre lei andava a farsi la doccia.

Sesshomaru si sentiva inquieto. Accidenti e ora come faceva a chiederglielo, non sapeva come far uscire il discorso e stranamente si sentiva un po' in imbarazzo al riguardo e non sapeva come affrontare l'argomento “gravidanza”.
Non gli era sembrata incinta però magari era entrambe le cose e rischiava di stare male se non faceva attenzione ai medicinali che prendeva con quella febbre.
La vide uscire dal bagno infagottata nel plaid e la seguì in camera spegnendo le luci della casa, la vide adagiare la coperta sul letto e rimase affascianto a guardarla, era nuda e stava prendendo un pigiama pulito, la pelle arrossata dall'acqua calda e la pelle d'oca dovuta alla febbre – dove sono i medicinali – li ho dimenticati nel cassetto sotto il lavandino – andò a prenderli ma prima di portarglieli lesse velocemente il foglio illustrativo, niente, l'unica cosa che diceva riguardo la gravidanza era di consultare il proprio medico curante; di grande aiuto davvero.


Rin era nel letto accoccolata tra le braccia di Sesshomaru prossima ad addormentarsi, quella sera gli era sembrato particolarmente teso, l'indomani gli avrebbe chiesto il motivo, in quel momento era troppo stanca anche solo per formulare un pensiero.

 

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L'auto di quel maledetto era ancora parcheggiata sotto casa, era notte fonda ormai e probabilmente si erano addormentati, forse insieme. La sola idea gli faceva salire il sangue al cervello, quando l'aveva vista uscire prima dal lavoro aveva finto di essere appena arrivato e quando aveva visto che stava male si era offerto di darle un passaggio fino a casa e lei aveva accettato con gioia, aveva sperato in vano di potersi prendere cura di lei ma lei lo aveva ringraziato dicendo che aveva solo bisogno di una dormita. Invece quel cane maledetto non solo era entrato e si era preso cura della Sua Rin, ma a quanto pare si era anche fermato a dormire.

La tentazione di salire, fracassargli il cranio e portare via la Sua Rin dalle sue grinfie era allettante ma oltre il problema dell'allarme non era riuscito a fare un duplicato delle chiavi dell'appartamento come aveva invece fatto la prima e la seconda volta maledizione, quindi in ogni caso non poteva entrare. Non poteva neanche chiamarla con qualche scusa vista l'ora e ultimamente doveva essere stato troppo assillante perchè lei sembrava evitarlo e questo non poteva accettarlo, non aveva ancora scoperto chi era l'uomo con cui stava uscendo anche se ora un dubbio iniziava ad insinuarsi in lui.

Per quanto Rin si ostinasse a dire che erano solo parenti, sarebbe potuta passare benissimo la sorella o i genitori ad accudirla, non di certo il “futuro cognato” della sorella, se il suo ragionamento fosse stao esatto la facenda si faceva più complicata del pervisto.
Perchè competere con Sesshomaru avrebbe richiesto più impegno e più astuzia di quel che pensava.

 

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Sesshomaru spostò un braccio verso Rin ma trovò il lato del letto vuoto, aprì gli occhi preoccupato, non era da lui dormire così profondamente, sentì un profumino e rumore di stoviglie provenire dalla cucina e si alzò. Rin si stava avviando verso la camera con un vassoio da letto stracolmo di waffles marmellata e lo stesso thè caldo che beveva alla caffetteria, lei alzò lo sguardo e gli sorrise veramente, la pelle era tornata ad un colore naturale e anche gli occhi erano tornati brillanti –   dovresti riposare – volevo ringraziarti come si deve per esserti preso cura di me stanotte –  sorrise e adagiò il vassoio sul tavolino del salotto sorridendo – preferisci mangiare qui, così puoi guardare il telegiornale – si accomodò accanto a lei sul divano e insieme iniziarono a fare colazione ascoltando il notiziario che preannunciava neve la prossima settimana – sembra che passeremo un bianco Natale quest'anno – lui la studiò attentamente, i pensieri del giorno prima non l'avevano di certo abbandonato durante la notte lasciandolo all'inizio in un dormiveglia costellato di strilli e bambini e Rin che se ne andava, l'aveva stretta più forte a se e finalmente si era riaddormentato senza sogni.

Lei parve accorgersi che qualcosa non andava – Sesshomaru tutto bene? - lui la fissò teso in volto – si – dai non mentirmi, si vede che hai qualcosa che non va – lui non sapeva come trovare le parole giuste così cercò di andare in suo soccorso – senti volevo darti una cosa ma non sapevo come fare e.. insomma.. se non vuoi non sei costretto ad accettarla.. però ecco.. - tirò fuori una chiave dalla tasca della felpa – è la chiave di casa mia, il codice è 1-8-5-2- così la prossima volta non resti chiuso fuori, se vuoi – rimase con la chiave sospesa a mezz'aria un po' incerta mentre lui la fissava immobile, fece per abbassare la mano quando la sua domanda lo spiazzò – sei incinta? - lei in un primo momento parve non capire la domanda poi appena le parole presero un senso corrugò la fronte e fu il suo turno di guardarlo accigliata – n-no perchè me lo chiedi? Ti sembro ingrassata? - Kagome e l'altra ragazza ne parlavano ieri al caffè – lei rimase zitta per un po' poi si sciolse in un sorriso dolce – era questo a preoccuparti? Per questo eri così teso e sei voluto restare qui a sorvegliarmi? - sarei rimasto comunque – le sue guance si imporporarono leggermente con quel sorriso dolce – lo so, comunque no non lo sono, ieri Kagome ha visto il succhiotto che mi hai lasciato l'altra sera – alzò i capelli per mostrarglielo, era piuttosto evidente in effetti – si lo so – si è messa a spettegolare con Hirani, lo sapevo – disse ridendo – voleva sapere chi è per invitarlo al matrimonio – a sentire quelle parole Rin scoppiò a ridere – pensa tu che faccia farebbero se dovessero scoprirlo – Sesshomaru parve rilassarsi appena increspando leggermente le labbra in un sorriso tirato – se serve a farti stare più tranquillo comprero uno stick e farò il test – la tensione parve abbandonarlo completamente e lei si avvicinò per stampargli un bacio sulla guancia – devi sapere che appena una ragazza che sta con qualcuno sta male, non importa il motivo, ci sarà sempre qualcuno pronto a pensare che sia incinta quindi d'ora in avanti cerca di stare tranquillo – prese il vassoio e si avviò verso la cucina, mentre metteva le tazze in lavastoviglie si sentì afferrare per i fianchi, quelle semplici parole bisbigliate all'orecchio le fecero venire le farfalle allo stomaco – questo vuol dire che stiamo ufficialmente insieme – dipende da cosa intendi con “ufficialmente”, vorresti già farlo sapere alle nostre famiglie – si voltò verso di lui che parve rifletterci un momento – no, anche se penso non ci metteranno ancora molto a capirlo – lei scoppiò a ridere – purtroppo lo credo anch'io e se questo è quello che vuoi – si morse leggermente le labbra e abbassò lo sguardo – penso che non sarebbe affatto male – a quelle parole Sesshomaru la strinse a sé e le baciò la testa, tutto sommato quell'inconveniente era tornato utile, ora stavano ufficialmente insieme anche se non lo avrebbero rivelato ancora.

 

 

:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_ il giorno dopo ore 8:43

 


Rin era sveglia già da un po' quella mattina, voleva arrivare un po' prima al lavoro per controllare le forniture prima che i fornitori chiudessero per le festività natalizie. Andò in camera a cambiarsi e poi tornò in bagno a controllare il test, il giorno prima lei e Sesshomaru non avevano potuto parlare con calma dell'equivoco, se così si poteva chiamare, che l'aveva vista andare in farmacia e comprare un test di gravidanza. Le sarebbe piaciuto sapere cosa avrebbe voluto fare in caso fosse risultato positivo o negativo, comunque ora stavano insieme e la cosa la spaventava ed elettrizzava al tempo stesso. Prese il testo e controllò le linee, una sola linea, come immaginava, beh se non altro ora poteva mandare l'esito a Sesshomaru così si sarebbe calmato anche lui, poverino, sembrava davvero teso l'altro giorno.

 

 

:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_ ufficio di Sesshomaru

 


- sto aspettando la risposta dei Coudurrier per la festa di capodanno – era stato Sesshomaru a parlare, da quando aveva chiarito la faccenda con Rin e avevano messo in chiaro finalmente la loro relazione si sentiva più felice e sollevato, non aveva bisogno del test, lei ne era sicura e avevano usato tutte le precauzioni quindi potevano continuare la loro relazione per gradi.
Si era scoperto a pensare che Rin sarebbe stata una brava madre e pensava anche, un'ottima moglie, voleva davvero che le cose funzionassero tra di loro, non serviva a niente negare ora come ora, ci teneva a Rin e molto – vado a prendere alcuni documenti, non toccare niente Inuyasha – uffa possibile che tu debba sempre impartire ordini a tutti –

Inuyasha lo sentì chiudersi la porta alle spalle, certo che era proprio un gran rompiscatole quando voleva, anche se doveva ammettere che ultimamente il suo umore sembrava molto migliorato, in certi casi. Che avesse trovato una donna anche lui.
La sua attenzione fu distolta dal suono del cellulare di Sesshomaru, si alzò a guardare, probabilmente era la risposta che stavano aspettando, aprì il messaggio e rimase fermo a fissarlo.

Sesshomaru entrò proprio in quel momento con i fogli in mano e si trovò Inuyasha con in mano il suo cellulare che lo fissava come se fosse un alieno – sbaglio o ti avevo detto di non toccare Inuyasha – lui continuava a fissarlo ammutolito, iniziava a perdere la pazienza cos'aveva da fissarlo in quel modo, prese il cellulare dalle mani e lo guardò – sei tu che vai a letto con Rin – quella frase gli fece fermare il fiato in gola, guardò il cellulare e vide la foto di un test di gravidanza negativo e sotto un messaggio di Rin:


Esito negativo. Visto, era inutile preoccuparsi,
stasera se vuoi mi faccio perdonare per lo spavento
Buon lavoro a dopo
e grazie ancora ;)

 

Ora erano proprio nei guai.

 


    

 


  
Finalmente sono riuscita a finirlo e rileggerlo, non ci speravo più ahahaha.
Ringrazio ancora tutti quanti per i commenti, i consigli e gli apprezzamenti, mi fate davvero molto felice.
Le cose si evolvono e sconvolgono, presto si arriverà ad una conclusione.

Spero mi farete sapere cosa ne pensate, nel frattempo sto già iniziando una breve stesura del prossimo e forse ultimo capitolo. Grazie infinite a tutti e a presto.
Un abbraccio. Aiden

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Capitolo 11
*** Curcuma e realtà ***


~~


Realtà svelate e curcuma

 


Inuyasha continuava a fissarlo ostinatamente ormai da mezz'ora, gli sembrava quasi di sentirlo ringhiare sottovoce. Sesshomaru non aveva ancora risposto alla sua ovvia domanda, ormai era chiaro che lui e Rin avessero una relazione.

- mi dici che diavolo ti è saltato in mente Sesshomaru – il diretto interessato non lo degnò di uno sguardo.
 
- insomma, con tutte le ragazze che ci sono a Tokyo proprio la sorellina di Kagome dovevi scegliere – Sesshomaru  non ce la faceva più, gli stava dando il tormento così ripose i documenti e si avviò verso l'uscita – e dai aspetta, almeno rispondimi, che cosa dovrei dire io a Kagome adesso -

A quel punto Sesshomaru si voltò – niente – Inuyasha lo guardò stupito – non spetta a te dirlo alle nostre famiglie, è una decisione soltanto nostra quindi non ti immischiare – detto ciò uscì senza aggiungere una parola lasciando un Inuyasha piuttosto perpleso sul da farsi solo in mezzo all'ufficio.

 

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Rin era di ottimo umore quella sera, si sentiva ancora un po' fiacca ed affaticata ma tutto sommato le cose procedevano per il meglio. Con Sesshomaru andava tutto bene anche se non sapeva come avrebbero preso la notizia i loro famigliari ma per quello c'era tempo, Kosuke invece sembrava sparito nel nulla.

Aveva un po' paura a scrivergli per sapere come stava, non voleva rischiare che ricominciasse ad assillarla però era strano tutto questo silenzio da parte sua. Gli aveva detto che stava lavorando ad un progetto ma non aveva approfondito.

Spense le luci e si avviò verso casa, non era certa di vedere Sesshomaru quella sera ma voleva affrontare, anche se solo vagamente, il discorso del malinteso di due giorni prima.

 

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Aveva quasi finito, mancavano solo gli ultimi ritocchi e il suo regalo sarebbe stato perfetto. Rin lo avrebbe adorato ne era certo. Aveva studiato tutto nei minimi dettagli mancavano solo alcune cose da rivedere e finalmente sarebbero potuti stare insieme.

Sentiva il cuore scoppiarli dalla gioia, quel progetto l'aveva entusiasmato ed assorbito completamente, così tanto da non rendersi conto delle ore e dei giorni che passavano. Rin non gli aveva scritto ma questo era il minore dei mali, si diceva che la lontananza rafforzi l'amore e la voglia che aveva di rivederla bastava a fargli sparire la stanchezza accumulata in quelle ultime settimane.

Era euforico. Ora doveva solo trovare il modo di portarla lì senza lasciare tracce o qualche stupido spasimante avrebbe rischiato di riprendersela e portargliela via per sempre e questa non era un opzione accettabile.

Tutto doveva essere premeditato nei minimi dettagli e niente lasciato al caso.

 

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Erano accoccolati dolcemente nel letto ascoltando il silenzio causato dalla neve che cadeva lenta fuori dalla finestra. Quella calma e quella pace sembravano irreali.
Inuyasha strinse più forte a sé Kagome, ancora non si capacitava che suo fratello avesse una relazione con la sorellina di Kagome, bè forse non tanto -ina in effetti, però non sapeva di che tipo di relazione si trattasse.
Non pensava fosse solo fisica conoscendo Rin ma faticava a pensare fosse sentimentale o platonica conoscendo Sesshomaru.

Continuava a rimuginarci sopra da ore senza un motivo particolare, Sesshomaru aveva ragione dopotutto, la scelta era loro e comprendeva bene perchè avessero preferito non parlarne subito.
Avrebbe aspettato e per ora non avrebbe detto niente a Kagome, sperava solo non ci volesse troppo tempo.

La guardò addormentata sul suo petto e si sentì immensamente fortunato ad aver trovato una donna come lei, non vedeva l'ora di sposarla fortuna mancavano solo pochi mesi ormai. Sperava solo che anche suo fratello un giorno potesse sentirsi felice come si sentiva lui, sapeva quanto si era sentito escluso e giudicato dalla famiglia di sua madre, forse avrebbe trovato la persona giusta proprio in Rin.

 

:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_ casa di Rin

 


- presto sarà Natale e stranamente ho preso quasi tutti i regali in tempo quest'anno – erano seduti in cucina a parlare mentre mangiavano una zuppa con crostiti saltati in padella, ormai era diventata un'abitudine.

Sesshomaru passava a prenderla a fine turno, tornavano a casa e Rin preparava la cena mentre raccontavano la loro giornata poi stavano insieme fino al mattino dopo.

- ti manca qualcuno? - non era realmente incuriosito solo gli piaceva sentirla – solo tu a dire il vero, vado in panico da regali sotto le feste -

Sesshomaru inarcò un sopraciglio dubbioso, panico da regali? Non era sicuro neanche esistesse una cosa del genere.
Rin si accorse della sua faccia perplessa – quando non ho un'ispirazione per dei regali e vado in ansia per cercare qualcosa ma non lo trovo e poi mi vengono i dubbi che possa non piacere o altro, panico da regali insomma -

lui continuò a guardarla scettico, era proprio strana – non hai bisogno di farmi alcun regalo – lei lo guardò con un espressione un po' demoralizzata -

- lo so, tu sei ricco e hai tutto, è questo che è difficile – sbuffò alzando lo sguardo – questo è uno dei motivi per cui non mi piacciono le persone ricche, non sai mai cosa fargli come regalo -

lui la guardò vagamente divertito – sarebbe più facile se fossi povero?  - lei lo guardò senza sapere bene cosa dire – no, basterebbe nella media ma ovviamente tu non sei un tipo nella media – lo disse ridendo cercando di sdrammatizzare, sembrava averla presa proprio sul serio, fortunatamente così non fu perchè si limito ad annuire e a finire il suo piatto.

Si alzò per sbarazzare – approposito, mi sono dimenticata di dirti che Kosuke è tornato – Sesshomaru drizzò attento le orecchie a sentire quel nome – l'altra sera è venuto a trovarmi quando c'erano qui le gemelle e abbiamo parlato un po' -

- come ti è sembrato – si alzò e le andò vicino – normale all'inizio – abbassò lo sguardo come persa nel vuoto, le posò una mano sulla spalla e la voltò verso di lui – Rin – era più una domanda che un rimprovero e lei sospirò – beh si è un po' innervosito e ha cominciato ad accusarmi di avergli mentito, io gli ho detto che non l'avevo programmato e che era semplicemente capitato. Abbiamo discusso un po' – alzò lo sguardo verso di lui, non voleva pensasse male di Kosuke – ma poi si è calmato, era solo preoccupato per me visto quello che è successo a ottobre – spiegò.
 
Lui la guardò preoccupato e pensieroso – gli hai detto che ero io – lei lo guardò stupita – no, non l'ho detto a nessuno – lui annuì e poi riprese

- Inuyasha lo sa – lei sussultò – gliel'hai già detto? Pensavo volessi aspettare ancora un po' -

- ha visto il tuo messaggio – Rin sbiancò – ehhh...quello del test? - lui annui tranquillo – come puoi essere così tranquillo accidenti tra i tanti modi che c'erano per essere scoperti … accidentaccio che figura -

Sesshomaru si avvicinò e la prese tra le braccia stringendola a sé – a questo proposito, mi pare tu mi avessi fatto una proposta giusto? - Rin lo guardò, arrossì e stringendosi più forte a lui iniziò a baciarlo languidamente e poi sorrise furba – vado a farmi una doccia prima, detesto sentirmi sporca dal lavoro -

Lui la guardò avviarsi verso il bagno con quel suo fondoschiena così pieno e sodo da fargli venire l'acquolina in bocca.
Il ritorno di Kosuke lo preoccupava, era meglio essere prudenti ma non sapeva bene come dire a Rin che avrebbe fatto meglio a stare in guardia con lui.

Sentì l'acqua scendere e la musica partire, doveva essere stanca perchè aveva messo “divenire” di Einaudi, aprì piano la porta e la guardò mentre si passava il sapone tra i capelli lunghi e sul corpo, il modo in cui si abbassava per lavarsi le gambe rese toniche dal lavoro tutt'altro che sedentario, le braccia, la schiena elegante, i seni, la pancia.

Era come guardare un'opera d'arte, era davvero preso da lei e non si sarebbe mai stancato di guardarla. Gli sfuggì un sospiro leggero, entrò in bagno cercando di non fare rumore, si spogliò ed entrò con lei nella doccia all'italiana, era davvero perfetta per due persone.

Appena si accorse di lui sussultò e si appoggiò a lui sorridendo – vuoi risparmiare sul consumo dell'acqua per caso – lui prese a passarle il sapone sui fianchi e la schiena applicando una leggera pressione, la sentì rilassarsi contro di lui.

-era una delle mie idee – ammise sorridendo, Rin prese a far scorrere le mani sul corpo di lui, anche se superava il metro e settanta lui la superava di quasi venti centimetri, ed era assolutamente favoloso, si sentiva davvero presa da lui, più di quanto volesse ammettere, la sua pelle gli aveva creato dipendenza e non si sarebbe mai stancata di accarezzarlo e dormire sul suo petto.

- Rin, tutto bene – lei annuì facendo scorrere ancora le mani piene di shampo tra i suoi capelli immacolati, l'acqua calda che scorreva e la melodia dei violini e del piano in sottofondo con la condensa della doccia davano un tocco mistico al tutto facendoli sembrare soli in un altro pianeta.

Prese a massaggiarlo come lui aveva fatto con lei, premendo delicatamente sui muscoli della schiena fino alla base del collo per poi scendere ancora. Lo vide rilassarsi e alzare la testa indietro, scese ancora un po' fino ai glutei poi risalì seguendo la colonna vertebrale poi scese piano e si inginocchiò tra le sue gambe prendendolo in bocca, Sesshomaru si irrigidìe posò le mani sulle sue spalle – Rin – era un suono strozzato sfuggito alle sue labbra mentre lei inperterrita continuava il suo massaggio con le mani sull'asta e con la bocca.
Il ritmo era lento ma incalzante, Sesshomaru appoggiò la schiena alla parete fredda della doccia passando una mano fra i capelli di lei, era spettacolare ma non gli avrebbe permesso di fare tutto da sola così.

Le spostò la testa tirandola dai capelli poi la fece alzare e appoggiare contro la parete dove poco prima c'era lui, si abbassò e le fece poggiare una gamba sulla spalla, si guardarono negli occhi in silenzio, senza dire una parola poi lui prese a baciarla piano nell'interno coscia mentre con una mano le accarezzava il polpaccio e risaliva sempre più su.

A Rin sfuggì un sospiro che le morì in gola quando lui le lasciò un bacio proprio in mezzo alle gambe per poi passarci piano la lingua e iniziare a torturarla con le dita e la lingua sempre con più insistenza e passione, iniziavano a tremarle le gambe e il respiro a farsi più corto e nonostante l'acqua iniziava a sentire sempre più caldo – Sesshomaru – un sospiro, quasi una suplicca.

Sesshomaru si alzò e la baciò con una tenerezza che non credeva possedere, e lei si agrappò a lui come se fosse l'unico appiglio al mondo, la sollevò dalle natiche e la portò alla sua altezza senza smettere di baciarla come se fosse la sua stessa aria e vita.

Entrò dentro di lei in un sol gesto come se non avessero fatto altro nelle loro vite, come se fossero un solo incastro perfetto, si unirono lentamente senza dire una parola, solo qualche ansito impossibile da trattenere.
Finirono sotto il getto diretto dell'acqua e come risvegliato da quel torpore iniziò a muoversi con più foga e vennero entrambi in quella doccia.

La fece scendere. Si guardarono, stupiti, come se si vedessero per la prima volta.

Terminarono la doccia e uscirono, si asciugarono i capelli e si lavarono i denti guardandosi allo specchio, quella scena pareva particolarmente “intima” e Sesshomaru non riusciva a spiegarsi il senso di pace e turbamento che sembravano averlo colto.

Andarono in camera e si stesero nel letto, non gli chiese di restare, era ovvio che non servisse più un invito – Rin – si? - vorrei che per un po' venissi a stare da me, per le vacanze di Natale -

Rin alzò il viso e lo guardò seria poi un sorrise le illuminò il volto – mi sembra un ottima idea - lei si avvicinò e in pochi secondi si addormentò sul suo petto dopo avergli dato un bacio e la buonanotte.
Lui non riusciva a dormire, doveva dirle dei suoi sospetti sul ragazzo e se aveva ragione doveva tenerla al sicuro ma sopratutto voleva anzi pretendeva che sapesse, lui o chiunque altro che Rin stava con lui ora e che non l'avrebbe lasciata a nessuno.

Quello che avevano condiviso quella sera in doccia non era semplice sesso, era qualcosa di più profondo e viscerale, perfino lui che non si era mai realmente innamorato di nessuno, nemmeno di Kagura realmente capiva che con Rin era diverso, lei era diversa.

Il dubbio di averla messa incinta, scoprire poi che era infondato lo aveva spinto a rivedere la sua relazione con Rin sotto una luce diversa e ora ne era certo, si stava seriamente innamorando di lei e la cosa lo spaventava nella sua semplicità e complessità.
Non sapeva bene come comportarsi ma un modo l'avrebbe trovato per fargli capire come stavano realmente le cose. Sperava solo che riuscisse a capire.
Mentre pensava ad un piano e a come dirglielo sprofondò in un sonno profondo accanto alla donna che si era accorto di iniziare ad amare veramente.

 

0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o Quel weekend in un pub

 

- ma quanto ci mettono – Kagome sbuffò sonoramente per l'ennesima volta – vedrai che arriveranno – Inuyasha cercava di calmarla.

Stavano aspettando Rin e Sesshomaru fuori dal pub da circa dieci minuti, Sesshomaru non era solito tardare ma probabilmente si stava concedendo ancora un po' di svago con Rin. Rabbrividì.
Accidenti proprio non ce li vedeva quei due insieme a fare cose sconce, suo fratello poi non riusciva proprio ad immaginarlo tenero con qualcuno.

- hai freddo Inuyasha – lui si voltò a guardarla, era davvero bella la sua Kagome. Si avvicinò e l'abbraccio – ora va meglio – sorrise e le baciò il capo, i suoi capelli profumavano del suo shampo.

- spero non intendiate passare tutta la serata appiccicati così o faro un overdose di zucchero – si voltarono verso Rin che li guardava sorridente, si staccarono inbarazzati – è solo colpa tua Rin fai sempre tardi e sei riuscita a far tardare anche Sesshomaru -

Inuyasha sbuffò – dubito che a lui sia dispiaciuto – Sesshomaru per tutta risposta lo fulminò con lo sguardo facendo rabbrividire Inuyasha sul posto – niente niente come non detto -

- dai entriamo per colpa tua Rin ho i piedi congelati – le due sorelle si avviarono verso l'ingresso a braccetto, aveva iniziato a soffiare un vento freddo che scompigliava i capelli e si insinuava sotto le giacche.
Inuyasha guardò di sfuggita Sesshomaru, i suoi capelli gli stavano finendo in faccia e solo di sfuggita Inuyasha notò un piccolo segno rosso alla base del collo del fratello mentre si toglieva la sciarpa alzandosi i capelli.

- che hai da fissare Inuyasha – lui lo fissò ancora e gli spostò una ciocca dal collo sghignazzando – beh sarà meglio che tu ti copra un po' meglio stasera – e perchè mai – Inuyasha sgignazzò e si indicò il collo per poi raggiungere le ragazze ad un tavolo. Sesshomaru si guardò riflesso nel vetro della porta e rimase spiazzato nel vedere che appena sotto il colletto della camicia aveva un leggero segno rosso che non poteva essere altro che un succhiotto, ripensò al motivo del loro ritardo.

Vedere Rin con quel vestitino e le calze lo aveva stuzzicato parecchio e lei se ne era accorta, l'aveva trascinato sul divano tra le sue gambe, avrebbero tardato ma non interessava a nessuno dei due in quel momento. Ricordava ancora la sensazione e i brividi nel sentirla mordicchiargli il collo durante l'orgasmo. Maledizione avrebbe dovuto fare attenzione.

Li raggiunse al tavolo, non sapeva come prendere quel gesto, un brivido di eccitazione al ricordo, indignazione per quel segnetto sul collo che lo faceva sentire un ragazzino, felice di avere un segno di lei su di sé come lui era solito fare con lei. Inuyasha lo guardava divertito, bastardo ma si sarebbe vendicato su di lui per Rin invece aveva altri progetti.

Rin dovette sentirsi osservata perchè si voltò verso di lui – tutto bene Sesshomaru – lui annuì, ordinarono da bere e si misero a chiacchierare del più e del meno, Sesshomaru mise pigramente un braccio sullo schienale del divanetto e Rin si lasciò andare poggiando leggermente la testa sul suo braccio, solo quando Kagome e Inuyasha li fissarono straniti con tanto d'occhi si resero conto della loro vicinanza, ormai era diventata così un'abitudine tra di loro che non si erano nemmeno accorti.

- Rin andiamo a ballare? - trascinò la sorella in mezzo alla pista e cominciarono a ballare a ritmo di musica, dopo un po' si avvicinò al suo orecchio strillando – perchè non mi hai detto che era lui il tipo con cui stavi uscendo -

Rin arrossì – e come potevo, è il fratello di Inuyasha – lei la guardò comprensiva – si lo so ti capisco ma non nascondermi più niente, andiamo a prenderci un drink e torniamo al tavolo – Rin annuì e si avviarono verso il bancone – sai non lo conosco bene ma non credo di aver mai visto Sesshomaru comportarsi così con qualcuno, specialmente donne – Rin sorrise raggiante – davvero? Sono contenta che tu lo dica -

- dovresti ha l'aria di essere molto dolce nei tuoi confronti – si ed è fantastico, abbiamo un sacco di cose in  comune come attività all'aperto, leggere, teatro ecc.. altre invece completamente l'opposto e sono davvero felice Kagome sento davvero di avere un'affinità particolare con lui -

Kagome la guardò con uno sguardo complice – direi che qualcuno qui si è preso una bella cotta – Rin arrossì – ma no cosa -  inutile che insisti è chiaro come il sole – continuarono a ridere e scherzare per un po' poi  ripresero i quattro drink e tornarono al tavolo – se penso al discorso in caffetteria e che lui era presente, che figuraccia Rin – lei rise felice – si me lo ha detto, gli avete fatto prendere un colpo -

Rin posò il suo drink e quello di Kagome sul tavolo e lei portò quelli di Sesshomaru e Inuyasha che si erano scambiati di posto, stava andando a cercarle probabilmente.
Ricominciarono a chiacchierare e Kagome ovviamente non la smetteva di fare domande e proporre vacanze insieme o uscite a quattro – dai Kagome ti prego, questo è uno dei motivi per cui non te l'ho detto, evita di farlo sapere al mondo intero per favore, vorremmo fare con calma ok -

- guarda sorellina che è chiaro come il sole che siete cotti l'uno per l'altra – Sesshomaru la fulminò con lo sguardo – perchè quell'espressione Sesshomaru è vero – Kagome bevve un sorso del suo drink e si appoggiò ad Inuyasha tranquilla mentre Inuyasha liberava un sospiro sconsolato.

Poco dopo Kagome sembrava persa nel vuoto, non si muoveva quasi – ehi Kagome non te la sarai presa vero – Rin la guardava preoccupata posandole una mano sulla gamba, Inuyasha le voltò il viso, aveva lo sguardo appannato e perso e sembrava respirare male.

- Inuyasha portiamola fuori – Inuyasha la prese per le spalle e l'accompagnò fuori seguita a ruota da Rin e Sesshomaru che avevano recuperato i cappotti.
 
Kagome non rispondeva e faticava a stare in piedi da sola – ha bevuto solo un drink, l'altro non l'ha quasi toccato non è possibile sia ubriaca – Sesshomaru accese la torcia del cellulare e la passò davanti allo sguardo perso di Kagome – qualcosa non va, credo sia stata drogata -

Inuyasha sbiancò – cosa? - non da segni di reazione e la pupilla non si dilata – Rin era sconvolta, come era possibile – dobbiamo chiamare un'ambulanza – faremo prima a portarla in macchina –

Si avviarono verso le macchine, Rin salì con Inuyasha e Kagome per controllare la sorella mentre Sesshomaru li seguiva, la situazione era preoccupante.
Prima lo stalker di Rin poi Kagome drogata, o la sfortuna li perseguitava, e Sesshomaru non era tipo da affidarsi a certe stupide credenze, oppure qualcuno li stava seguendo.
Notò vagamente una piccola auto seguirli fino allo sbocco prima dell'ospedale per proseguire poi diritto verso la via principale, poteva sembrare un caso o paranoia ma era meglio essere sicuri. Doveva parlarne con Inuyasha appena si fossero accertati delle condizioni di Kagome.

 

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I medici del pronto soccorso la stavano visitando da un pezzo ormai facendole esami, prelievi di sangue e monitorando i battiti. Quella situazione era assurda, si sentiva completamente impotente e non sapeva come fare per aiutarla, era insieme a lei e aveva rischiato di perderla comunque
Una dottoressa uscì dalla stanza in cui stavano visitando Kagome

- i parenti di Higurashi Kagome? - Rin si alzò dalla sedia come una molla – sono io – sua sorella sta bene adesso, le abbiamo fatto una flebo di soluzione salina e la stiamo monitorando -

Inuyasha aveva lo stomaco contratto in una morsa – e cosa le hanno dato – dai test risulta che le abbiano somministrato una dose minima di scopolamina più volgarmente chiamata “erba del diavolo” - ebbero un sussulto, il nome non prometteva niente di buono, vedendo le loro espressioni si spiegò meglio

- l'erba del diavolo è una droga usata per calmare e sedare le vittime. La vittima in questione non ricorda ciò che succede, alcune vittime confessano qualunque cosa sotto l'effetto di questa droga. Una dose maggiore di quella somministrata a sua sorella causa innalzamento della temperatura ed eccittazione per questo è molto usata nei luoghi pubblici come pub o discoteche perchè le vittime sembrano assenti o ubriache. Un eccesso di questa droga però può provocare la morte.
Fortunatamente la dose assunta da sua sorella era minima, appena sufficente a stordirla -

La spiegazione lo aveva agghiacciato, non poteva credere di essere stato così vicino ad una strage – vi chiederei di compilare questo modulo e abbiamo già contattato la polizia che controllera il pub dove siete stati – Rin guardò la dottoressa – quando posso portare via mia sorella – per stasera preferiamo tenerla in osservazione, un familiare può stare con lei, potrebbe svegliarsi e sentirsi un po' confusa e avrà sete -

La guardarono andare verso altri pazienti, Rin rannicchiata con le braccia conserte era pallida – Rin perchè non stai con tua sorella mentre noi andiamo a prendere qualcosa da bere e compiliamo i moduli – lei lo guardò un po' persa e si avviò verso la stanza, Inuyasha stava per protestare ma lo sguardo serio e preoccupato del fratello lo fermarono.

Si avviarono verso le macchinette – allora me lo vuoi dire cosa c'è? Perchè non mi hai lasciato entrare in stanza con Rin – Sesshomaru sembrava concentrato nei suoi pensieri

- cosa hanno bevuto Kagome e Rin – Inuyasha lo guardò stupito – due purple martini perchè? - Sesshomaru lo guardò – non credo sia stato un caso -

Inuyasha tornò a guardarlo con tanto d'occhi e Sesshomaru proseguì – hanno preso lo stesso drink e sono quasi certo che un auto ci stesse seguendo prima – cioè mi stai dicendo che qualcuno avrebbe scelto apposta Kagome per tentare... di cosa? Rapirla? Ma è assurdo che – Kosuke è tornato, Rin me lo ha detto qualche sera fa ma io l'avevo già notato fuori dalla caffetteria, fermo. Osservava Rin attraverso il vetro – prese un respiro e continuò – ti avevo già detto i miei sospetti a riguardo quando quello stalker incappucciato si è introdotto in casa sua. Temo la stia pedinando -

Inuyasha lo guardava con un aria stranita, possibile che la sua Kagome fosse stata drogata per sbaglio nel tentativo di prendere Rin – cosa pensi di fare – lui lo guardò serio – ho già proposto a Rin di passare le vacanze da me quindi per il momento sarà più facile proteggerla e magari riuscire ad incastrarlo dalle telecamere di sicurezza ma tu dovrai fare molta attenzione Inuyasha, nel frattempo vedrò di parlarne con Rin -

- non sarà affatto facile, potrebbe non prendere bene la notizia – Sesshomaru annuì, era vero Rin cercava di vedere il buono in ogni cosa ed era sempre pronta ad aiutare il prossimo e non sarebbe stato facile farle capire che una persona che lei reputava un amico poteva essere il suo aggressore.

 

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Rin non si dava pace.
Guardava sua sorella addormentata con una flebo di soluzione salina nel braccio e non sapeva cosa fare, l'indomani l'avrebbero potuta portare a casa e avrebbero dovuto dare la notizia dello scampato pericolo ai suoi genitori e non sarebbe stato facile.
Prima il suo stalker e poi il drink drogato di Kagome, era davvero molto stress da gestire.

Le squillò il cellulare, un messaggio di Kosuke:

ciao come stai, ti ho intravista al pub ma sei sparita


Accidenti, non aveva proprio voglia di rispondergli al momento però non voleva rischiare di ricevere messaggi a raffica


R: non ti avevo proprio visto,
scusami ma mia sorella non è stata bene purtoppo
e siamo dovuti scappare


K: niente di grave spero


R: fortunatamente no ma ti spiegherò
ora vado sono stanca
notte a presto


In quel momento entrarono Sesshomaru e Inuyasha con le cose comprate alle macchinette e una bottiglia d'acqua per quando Kagome si fosse svegliata – grazie ragazzi – Inuyasha si sedette accanto a lei – come sta? -

- non si è mossa ma sembra che dorma tranquilla, è stata una vera fortuna che la dose fosse minima e domani possa tornare a casa – fece un sospiro – sarà una bella batosta per i miei -

- non preoccuparti vedrai che andrà bene, so che la polizia  sta già facendo controlli e perquisizioni fuori dal locale – lei lo guardò e annuì ma la vibrazione del telefono la distrasse – hai già avvisato i tuoi genitori? -
 
- no preferivo andare direttamente con Kagome domani mattina, ho pensato li avrebbe fatti preoccupare meno dargli la notizia e vederla incolume davanti a loro – Inuyasha annuì e lei guardò il messaggiò e con un sonoro sospiro bloccò il telefono, non aveva voglia di rispondergli oltre.

- è Kosuke, dice di avermi intravisto al pub ma poi di avermi persa – Inuyasha e Sesshomaru si guardarono preoccupati, evidentemente non avevano poi molto tempo per metterla in guardia dall'amico e più aspettavano più c'era il rischio che le capitasse qualcosa.

- Rin perchè tu e Sesshomaru non uscite a prendere un po' d'aria ci penso io a Kagome – Rin lo fissò un po' preoccupata ma evidentemente Inuyasha doveva sentirsi parecchio male e lasciarlo per un po' solo con Kagome non sarebbe stata una  brutta idea – va bene -

 


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Al pub non si era accorto che ci fossero anche il cognato e quell'odioso albino di Sesshomaru, aveva sperato di soccorrere Rin sotto gli occhi della sorella e aiutarla, soccorrerla e diventare il suo eroe così che si accorgesse di lui, invece quella stupida aveva cambiato all'ultimo il drink e così se li erano scambiati e alla fine non era stata Rin quella narcotizzata Maledizione.

Come se non bastasse aveva visto come quell'odioso latticino stesse troppo vicino alla Sua Rin, stava davvero impazzendo, doveva trovare il modo di portarla via.
L'aveva seguita fino all'ospedale e poi, più tardi, l'aveva vista uscire verso il giardinetto interno dell'ospedale sempre con Sesshomaru.

Bene bene sembrava che i due stessero litigando, Rin era davvero fuori di sé, lo guardava come se fosse impazzito e continuava a passarsi le mani tra i capelli e a guardarlo male.
Fantastico, evidentemente Mr.ghiacciolo doveva essersi mostrato insensibile nei confronti della sorella di Rin e lei lo stava rimproverando. Bene.

Lui si avvicina, le parla, le posa le mani sul viso. No no no, come si permette di abbindolare così la Mia Rin, bastardo. Lei sembra credergli, si calma e... No non può essere vero.
Lo vede chinarsi e baciarla, però lei sembra restia, brava amore Mio respingilo.

Purtroppo invece vide che dopo una lieve resistenza lei intensifica il bacio aggrapandosi a lui scambiandosi un bacio appassionato, il bacio che lui desiderava più di tutto gli era stato rubato da un idiota privo di empatia e sentimenti, alla fine i suoi sospetti erano fondati.
Furioso se ne andò con pensieri a dir poco rassicuranti.

 

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Erano fuori, l'aria fresca le pizzicava il naso e sentiva i brividi attraverso il cappotto, Sesshomaru era silenzio, come sempre certo ma questa volta c'era qualcosa di diverso – stai bene? - lui la guardò serio – questo dovrei chiederlo io a te -

sospirò sbuffando una leggera nuvoletta – non lo so, sono preoccupata e ho paura di come la prenderanno i miei – lui si avvicinò e la fece voltare, era teso, anche lui non sapeva come avrebbe preso la sua rivelazione e sperava davvero che lo capisse

- devo parlarti, riguardo a Kosuke – lo fissava con quei grandi occhioni così espressivi che lo mandavano in crisi – credo che non dovresti fidarti di lui – Rin rimase ferma un momento, come se stesse cercando di assimilare e trovare una motivazione valida alle sue parole, poi scoppiò un casino.

 

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Rin non credeva alle sue orecchie, con tutte le cose che aveva per la testa lui tirava fuori il discorso di Kosuke, l'ultima cosa che aveva in mente – che vorresti dire? - che dovresti fare attenzione, non dovresti fidarti – lei era tra l'incredulo e l'allibito – e perchè mai? E perchè me lo stai dicendo proprio ora?? -

lui la fissò impassibile, nemmeno la brezza leggera sembrava smuoverlo – ho buone ragioni di pensare che dietro alla tua aggressione ad ottobre e quella di stasera a Kagome ci sia dietro lui –

lei lo guardò a bocca aperta – Cosa??? ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Come puoi pensare che un mio vicino di casa, un mio Amico possa fare una cosa del genere a me e mia sorella, come??? - lui tentò di avvicinarsi ma lei indietreggiò, allora lui abbassò la mano e la guardò serio ed impassibile come la morte

- ho le mie buone ragioni – lei sbroccò, agitando le mani in aria come una pazza – a ma certo, posso immaginarle – fece un profondo respiro passandosi le mani tra i capelli nervosa ed esasperata, Kosuke non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere – Rin ascoltami -

non voleva starlo a sentire, non voleva ascoltarlo, le vennero le lacrime agli occhi quella era davvero una pessima serata. Lui le posò le mani sul viso in modo che lo guardasse, che vedesse quanto fosse serio – ho motivo di crederlo perchè ci sono troppe coincidenze al riguardo – lei lo fissò impietrita, il cuore un martello incessante nel petto – che vuoi dire? -

- non c'è stato segno di effrazione in casa tua e per lui sarebbe stato facile procurarsi un duplicato delle tue chiavi, quando poi l'hai sorpreso in casa i poliziotti non hanno trovato tracce ma fuori era tutto bagnato perchè quel pomeriggio aveva piovuto, se fosse stato qualcuno da fuori avrebbe lasciato almeno un segno, tu l'hai ferito al volto – non aveva segni – l'hai visto solo dopo un mese, secondo te perchè – lei parve pensarci su – è più insistente e possessivo tu stessa me lo hai detto e stasera era al pub anche se noi non l'abbiamo visto – le si inumidirono gli occhi, era una tortura vederla in quelle condizioni ma necessaria.

- quindi tu mi stai dicendo che se Kagome è qui ora è solo per colpa mia – lui si avvicinò a lei, il naso arrossato dal freddo e le lacrime imminenti, non sopportava di vederla in quelle condizioni – No. Sto dicendo che devi stare attenta, finchè non avremo prove voglio che tu stia attenta e non lasci che ti si avvicini troppo, me lo prometti? - lei annuì e lui scese a baciarla annullando la distanza e l'aria gelida che li separava, sembrava un po' titubante all'inizio ma poi approfondì il bacio e lo abbracciò e nel sentirla così vicina, piccola e calda non poteva fare a meno di sentire ancora quell'istinto di proteggerla e tenerla accanto.

 


_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_ sera di Natale casa Higurashi

 


La giornata era stata fantastica.
Avevano mangiato, chiacchierato, bevuto... c'erano proprio tutti, avevano invitato anche i NoTaisho e la signora Kaede quel giorno.

Dopo il primo sconcerto i suoi genitori avevano abbracciato Kagome e Rin e sembravano non volerle più lasciar andare, non gli avevano parlato dei sospetti di Sesshomaru su Kosuke per il momento però Rin si sentiva ancora un po' tesa al riguardo, l'idea che quel ragazzo così solare, gentile e disponibile in cui aveva trovato un vero amico potesse essere il suo stalker la destabilizzava, non riusciva a crederlo possibile.

Sesshomaru la raggiunse in terrazza con una cioccolata calda – volete farmi diventare una balena per caso – chiese ridendo accettando la tazza mentre lui la abbracciava sedendosi accanto a lei sui divanetti da giardino – grazie Sesshomaru, anche per quello che mi hai detto e mi dispiace aver dato di matto -

Lui la guardò di sfuggita ma non disse niente, stringendola solo più vicino a se. Rimasero così per un po', immersi nei loro pensieri – ti è piaciuto il mio regalo – lei si guardò il polso, era un orologio argento e oro con un disegno intricato nel quadrante e al posto della mezzanotte c'era una luna con incastonato un brillantino viola scuro, era molto fine e bello e a Rin piaceva da impazzire

- si moltissimo grazie, non credo di aver mai visto un orologio più bello e particolare di questo – gli scoccò un bacio sulla guancia e si accoccolò sotto il suo braccio osservando il bracciale.

- devo dirti una cosa però – lei lo fissò dal basso della sua posizione – ho fatto inserire un piccolo cip di localizzazione nell'orologio – lei lo fissò stupita, non sapeva come prendere quella notizia, cercava di scappare da un maniaco ma si ritrovava tra le braccia di un altro – puoi attivarlo e disattivarlo a tuo piacimento – aggiunse – i tasti sulla destra servono a regolarlo ma quello a sinistra attiva e disattiva il gps, basta premerlo e i giorni fanno un giro completo poi tornano a posto – glielo mostrò.

Lo guardò,forse aveva frainteso, doveva essere solo molto apprensivo, quella situazione stava snervando tutti. Quando erano andati a casa e avevano raccontato l'accaduto Inuyasha aveva preferito aspettare fuori e tornare più tardi, voleva lasciarci un po' di privacy ma si vedeva che si sentiva in colpa per l'accaduto.
Fortuna abbiamo dei genitori fantastici che hanno cercato di tranquillizarlo e tutto sembrava essersi risolto per il meglio, probabilmente aveva paura che Kagome o i nostri genitori volessero annullare le nozze, poverino.
In fondo essere prudenti non era un male.

- avrei ancora una sorpresa per te – lei si alzò e lo guardò sorpresa, lei gli aveva fatto una scatola del te che gli aveva preparato la prima volta che si erano visti in caffetteria che sapeva piacergli, un po di biscotti e due biglietti per l'Islanda, lui sembrava averlo apprezzato e lo sperava davvero, la stressava da morire cercare un regalo adatto per lui.

- non dovevi davvero – lui non l'ascoltò e tirò fuori dalla tasca del cappotto una scatoletta blu, all'interno c'era un anello fine d'oro con quattro pietrine viola intenso incastonate nella montatura con taglio tondo smussato, i colori erano meravigliosi e l'anello era originale e particolare proprio come lei, proprio come loro.


Lei lo fissò incredulo – non ti stò chiedendo in moglie – lei sorrise – ah no, per un momento mi hai fatto venire un colpo – voglio solo qualcosa che faccia capire al resto del mondo che non sei più disponibile – le bisbigliò all'orecchio mentre sfilava l'anello per porgerglielo, sperava di non aver esagerato e che lo accettasse, la tensione lo stava uccidendo e non sapeva cos'altro dire.
Lei lo prese e se lo rigirò tra le dita studinadolo e mettendolo in controluce verso la finestra – è stupendo Sesshomaru grazie, io non credo di – lui le sfilò l'anello di mano e glielo mise al dito della mano destra, non voleva forzarla, quando si fosse sentita pronta avrebbe deciso lei a che mano metterlo e la baciò zittendola sul nascere.

Si staccò e sorrise radiosa guardandolo un po' maliziosa e tornò a baciarlo posandogli una mano gelida sul viso, la vide aprire gli occhi e spalancarli in un punto indefinito dietro di lui, si voltò e vide suo padre con Izayoi e i genitori di Rin che li fissavano oltre il vetro del salotto con sguardo tenero e divertito, sopratutto da parte di suo padre che se la rideva incurante delle sue occhiatacce.
Rin si nascose con il viso rosso dietro la sua schiena – che imbarazzo, ma perchè ci fissano così – piagnucolò lei, a lui non importava minimamente, se non altro ora non dovevano più preoccuparsi.

Li vide allontanarsi dal vetro e tornò ad abbracciarla tranquillo passandole una mano tra i capelli e baciandole la nuca, il suo piccolo raggio di sole.

 


:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_ 31 dicembre

 

 

Era la fine dell'anno e Rin si sentiva felice come non mai, con Sesshomaru le cose procedevano per il meglio; dopo che le loro famiglie li avevano “colti in fallo” si vedevano tranquillamente anche fuori e non si preoccupavano di chiamarsi o scriversi durante il giorno con il rischio di essere visti, anche se l'ultima volta con Inuyasha non erano stati molto furbi.

Kagome sembrava essersi ripresa bene e anche Inuyasha sembrava più sereno anche se era diventato iper protettivo, era davvero buffo e stava portando Kagome all'esasperazione, Rin e Sesshomaru si facevano di quelle risate alle loro spalle.

Kosuke non si era più fatto sentire dopo i messaggi in ospedale, magari si era rassegnato oppure tramava qualcosa, sperava vivamente la prima.

Lei e Kagome si trovavano nell'appartamento di Sesshomaru intente a preparare stuzzichini e leccornie per la cena di Capodanno che avrebbero passato insieme lì anche con Sango e Miroku.
Da quelle ampie vetrate si sarebbero visti molti fuochi d'artificio in giro per la città, sarebbe stato uno spettacolo meraviglioso e avrebbero festeggiato tutti insieme, non vedeva l'ora, poi così i loro uomini avrebbero tirato un sospiro di solievo sapendole al sicuro.

- abbiamo quasi finito – Rin era entusiasta del menu che avevano scelto - sei sicura? Perchè mi sembra che manchi qualcosa – Kagome aveva preso in mano la lista con i piatti e una matita e con aria concentrata le elencò il menu – allora vediamo un pò, stuzzichini misti, tramezzini farciti, vol au vent ripieni – ci sono dobbiamo solo farcirli domani prima della cena –

Kagome deppennò gli stuzzichini – bottiglie in fresco – fatto – Rin continuava a girare per la cucina controllando dove avevano messo le varie ciotole e teglie – tortino freddo di salmone, mousse al prosciutto – ci sono – crostini? - ci sono – lasagne di verdure e risotto di pesce –

Rin fece un giro su se stessa cercando la pentola con il pesce saltato da mettere nel riso la sera – presenti – magatello marinatto – presente – patate al forno rosolate con curcuma e prezzemolo – Aglio, patate, prezzemolo o mamma....

Kagome alzò lo sguardo dalla lista – cosa c'è? - Rin la guardò come se stesse preannunciando una catastrofe – non abbiamo preso la curcuma, accidenti ci siamo dimenticate controlliamo di non aver dimenticato altro e poi faccio un salto a prenderla nel negozietto qua vicino -

Kagome la guardò come se fosse impazzita – per un pizzico di curcuma, non esagerare Rin – lei le lanciò un'occhiataccia – non esagerare? È importante la curcuma nelle patate, gli da quel colorino giallo arancio perfetto e si sposa benissimo con il prezzemolo che abbiamo tritano e le cipolle rosse caramellate che accompagnano la carne marinata -

Sembrava posseduta quindi Kagome non volle aggiungere altro, sapeva bene quanto i postumi del suo lavoro in cucina l'avessero resa pignola fino all'inverosimile per menu di feste come queste, era precisa fino all'inverosimile ma anche lei non era da meno – dai continuiamo a controllare -

Rin emise uno sbuffò esasperato – va bene dai, cosa manca – un dolce lo porta Sango, io invece avevo portato il mio tronchetto al pistacchio e nocciole – Si guardarono in giro – frigo – lo dissero insieme ed aprirono caute l'anta facendo attenzione a non smuovere il dolce – bene c'è tutto, manca proprio solo la curcuma a quanto pare -

A quel punto entrarono Sesshomaru seguito a ruota da Inuyasha – ciao Kagome che buon profumino, cosa c'è per cena – lei lo guardò e brandì un cucchiaio di legno picchiandoglielo sulle mani – a cuccia tu, quelli sono gli antipasti per stasera e non devi toccarli –

Lui si massaggiò le dita indolenzite e fece una faccia da cane bastonato – ma io volevo solo provarlo, qualcuno dovrà pur assicurarsi che siano usciti bene – gli fece due occhioni teneri teneri che però non smossero di un centimetro Kagome dalla sua postazione di “difesa stuzzichini”.

Rin scoppiò a ridere – beh su questo puoi stare tranquillo, Kagome ha già testato tutto più volte – Kagome la fulminò con lo sguardo – non è vero, calugna e maldicenza volevo solo fare dei test qualitativi visto che avremo ospiti – Inuyasha approfitandone cercò di rubare uno stuzzichino ma finì ad ingaggiare una lotta con Kagome per una briochina salata.

Sesshomaru la prese per il polso, la portò fuori dal caos della cucina e si sedette con lei sul divano abbracciandola, Rin si lasciò andare ad un sospiro stanco tra le sue braccia e sentì che anche lui si stava rilassando.
Rimasero abbracciati in silenzio finchè i due casinisti non li raggiunsero sprofondando nel divano di fianco – allora Rin sei ancora decisa ad uscire o no – lei alzò la testa mentre Inuyasha protestava – cosa? E dove vorreste andare? -

- ci manca la curcuma per le patate, volevo fare un salto a prenderla nel minimarket qui vicino – Sesshomaru la guardò negli occhi, sembrava un po' stanco ma tutto sommato tranquillo – ti accompagno -

Lei lo guardò, intenerita dalle premure che le dimostrava nonostante la stanchezza – no, sei stanco riposati un po', ci metterò più tempo in ascensore che a fare la strada, torno subito promesso – gli diede un bacetto sul naso e si alzò mettendosi le scarpe, la giacca e prendendo la borsa – aspetta vengo con te – scoccò un bacio al suo fidanzato ed uscirono.


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L'aveva vista uscire dal palazzo con sua sorella e avviarsi a piedi verso il minimarket li vicino, quando fu sicuro tornò a prendere l'auto e posteggiò di fronte in attesa.
Chiamò Rin con un cellulare usa e getta che compri nei distributori automatici e la chiamò.

- Ciao Rin sono Kosuke, ho qui il tuo regalo di Natale e volevo dartelo anche se un po' in ritardo, prima di partire – Partire? Vai via di nuovo per lavoro? - il suo cuore ebbe un battito che lo fece sussultare, allora gli importava di lui.


- si più o meno e vorrei parlarti un attimo – attese un attimo, la vide parlare alla cassa con la sorella e uscire, stava pagando non avrebbe avuto molto tempo per agire.

La vide avvicinarsi, splendida nel suo cappotto invernale rosso e il berretto bianco, lo guardava sorridente e felice.
Lui era pronto, pronto a salvarla, ad attuare il suo piano, pronto a vivere la loro vita insieme. Felici. Solo loro due.

Fu un attimo, le soffiò addosso la polverina bianca e la vide chiudere gli occhi – ma che fai mi butti in faccia la neve? Cos'è? Zucchero a velo? -

la vide sbattere le palpebre e barcollare, l'afferrò prontamente, aprì la portiera e la fece sedere sul sedile. Salì con lei ingranò la marcia e partì, il tutto in un minuto scarso e sua sorella non aveva nemmeno messo piede fuori dal negozio che lui aveva già svoltato l'angolo per sparire verso la loro nuova meta.

 

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Qualcosa non andava, Kagome aveva visto Rin avviarsi verso un auto magenta un po' vecchiotta con accanto un ragazzo che la stava aspettando. Aveva pagato, preso la spezia ed era uscita ma di Rin e dell'auto non c'era traccia.

Il panico la invase, non sapeva cosa fare, se fosse solo paranoia e lei fosse lì nel parcheggio oppure se qualcuno l'avesse portata via. Chiamò Inuyasha con le mani che tremavano – Kagome – le rispose sorridente – non mi dirai che vi siete fermate a fare spese fol.. - Rin è sparita -

attimo di silenzio – cosa? Ne sei sicura? - lei annuì come un automa e poi rispose – si è uscita perchè l'aveva chiamata un suo amico per farle gli auguri, io sono uscita due secondi dopo ma di lei non c'era più traccia – parlava affannata, sudava freddo e sentiva le lacrime salirle agli occhi per il panico crescente – arriviamo tu intanto resta al telefono con me ok e non muoverti -

 


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Non poteva crederci, non poteva essere successo davvero e non sotto il suo naso, non con tutte le precauzioni che aveva preso, non dopo averle detto di stare attenta e lontana da quell'individuo miserabile.

Arrivarono sul posto e trovarono Kagome in piedi in mezzo al parcheggio con gli occhi sbarrati che si guardava freneticamente in giro, quando vide Inuyasha riattaccò e gli corse in contro mentre stringeva ancora convulsamente quello stupido sacchetto con dentro una spezia inutile che forse le era costata la libertà o peggio ancora la vita.

Andarono alla centrale di polizia per denunciare il “ presunto rapimento”. Presunto un corno, sapevano benissimo come erano andate le cose, chiamarono anche i genitori di Kagome che arrivarono meno di quaranta minuti dopo, in ansia per le loro bambine e con il fiato corto.

Li fecero sedere in una stanza più riservata e gli fecero mille domande mentre delle pattuglie andavano a casa di Kosuke sperando di trovarlo lì, ma ovviamente non c'e n'era traccia. Doveva aver lasciato l'appartamento da un pezzo, al suo posto trovarono vecchie foto scartate di Rin, prese di nascosto in vari momenti della giornata e qualche vestito di lei.

Cercarono di rintracciarlo sul cellulare su quello di Rin ma niente, trovarono quello di lei con la borsa a 500 metri dal supermercato abbandonato sul ciglio della strada e il dispositivo gps dell'orologio che le aveva regalato non era stato attivato, probabilmente l'aveva drogata come aveva tentato di fare già una volta con Kagome.

Diedero tutte le informazioni, i recapiti, la polizia cercò nelle videocamere di sorveglianza della zona dei vari negozi ma serviva un po' di tempo e loro non ne avevano, Rin non ne aveva. Tutta quell'attesa era sfibrante, lo logorava fin dentro l'anima.

I loro genitori erano in apprensione e cercavano di farsi forza l'un l'altro, Kagome si stringeva ad Inuyasha che le passava delicatamente la mano sulla schiena nel tentativo di darle conforto e lui, lui si sentiva solo, solo come non lo era mai stato e vuoto. Solo un basso ronzio nelle orecchie che lo faceva sentire sempre più impotente.

La notte passò, avvisarono le famiglie e i parenti stretti, il lavoro mentre in televisione facevano passare la sua fotografia e quella di Kosuke nel notiziario della mattina con la richiesta di informazioni in caso di avvistamento.

Niente, nessuna notizia dalla centrale o da chiunque, tutta la famiglia si era riunita nell'attico di Sesshomaru perchè il più vicino alla polizia in caso di bisogno. Il clima era teso e si respirava un'aria pesante e depressa, gli sembrava quasi di vederla lì ad un passo da lui che sorrideva e cercava di farlo sorridere con le sue solite frasi sciocche o facce buffe.

Ancora niente ed era già passato mezzogiorno. La polizia continuava a dargli aggiornamenti ma nessuna novità, ogni pista conduceva ad un vicolo cieco.
Avevano intravisto la targa dell'auto in una videocamera ma l'auto non era sua e la perdevano appena fuori città dove non c'erano più videocamere, ne stradali o altro; la direzione era nord-nord-est, avevano cercato movimenti bancari, carte di credito, posta o messaggi, e-mail, niente di niente ogni passo in una direzione gli dava speranze che poi andavano in fumo.

Uscì a prendere un po' d'aria, non riusciva a respirare o anche solo pensare con tutta quella gente intorno.
Guardò il cielo, un desiderio lasciato al vento, sperava in ogni segno ora, solo per poterla riavere con se.

 

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Sentiva la testa e gli arti pesanti, gli occhi le facevano male, li sentiva secchi e come incollati tra loro. Sentiva dei rumori e un po' di freddo. C'era un vago odore di umidità, come di cantina e la testa confusa e vaqua.

Cercò di muoversi ma era un'impresa ardua, aveva la bocca secca e impastata e si sentiva fiacca come quando si ha un principio di disidratazione o un post-sbornia ma non ricordava di aver bevuto. Che fosse già passato capodanno e non se lo ricordasse, improbabile, non era fisicamente in grado di ingerire una dose simile di alcol neanche provandoci.
Una voce familiare le si avvicinò e le posò alle labbra una bottiglietta d'acqua che bevve come se non ci fosse un domani

- ecco brava, sarai disidratata immagino, hai dormito per quasi quattordici ore amore mio – parlava con dolcezza e lo sentiva sorridere ma non poteva essere Sesshomaru, aprì piano e con fatica gli occhi e si ritrovò davanti Kosuke, che la guardava con uno sguardo stralunato e come pazzo d'amore, un brivido le percorse la schiena facendole cadere un po' d'acqua sul mento che lui raccolse con un dito e la guardò perso

- mi sei mancata, Mia dolce Rin sapessi quanto ho dovuto aspettare per averti qui con me, al sicuro da tutti quei diavoli che hanno cercato di plagiarti e portarti via da me, ma ora siamo finalmente insieme solo tu ed io e nessuno verrà a disturbarci qui – le posò un delicato bacio sulla fronte e si alzò – tornerò presto tu intanto riposati sarai stanca dopo il viaggio – lo vide avviarsi verso le scale di quella che doveva essere una cantina ma c'era un cancello in ferro che lui si premurò di chiudere a chiave prima di salire.

Era in trappola, ommioddioommioddioommioddio no, le lacrime le salirono agli occhi e le diedero un po' di solievo da quel bruciore che sentiva ma fu una magra consolazione in confronto alla realtà di cosa le era capitato.


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Era riuscita ad alzarsi dal letto solo dopo un po', aveva iniziato a guardarsi intorno in cerca di una via di fuga.
C'era una stretta finestrella in alto accanto al letto ma era sbarrata e decisamente troppo piccola per passarci, la scala di fronte al letto era vecchia e in legno ma era impossibile anche solo arrivarci sotto per un imboscata o farlo inciampare perchè era chiusa da un cancello in ferro molto resistente con tanto di chiave, come aveva fatto a portarlo li sotto?

C'era un mobiletto in legno con un frigo bar, una piastra da campeggio, un microonde e un piccolo lavandino, c'era anche una latrina coperta alla bell'e meglio in un angolo, il letto con un comodino e quello che la fece inquietare di più, un murales pieno di sue fotografie, da quelle più semplici e sincere che avevano scattato insieme fino ad arrivare a foto di lei che lavorava al bar scattate attraverso la vetrata, altre scattate mentre era in strada o a fare la spesa, una al parco un pomeriggio con le gemelle ma per fortuna loro non erano state immortalate e altre invece modificate da far sembrare che avessero passato insieme vacanze e viaggi intorno al mondo.

Si ricordava alcune di quelle giornate e la paura e l'ansia le attanagliarono le viscere al pensiero che fosse stata pedinata e ripresa senza che si accorgesse di niente, si sentiva in trappola e non sapeva come uscirne.
Alla fine Sesshomaru aveva ragione, Kosuke era impazzito, non c'era più traccia del suo amico buono e gentile, sempre allegro e pronto ad aiutarla.

Si rannicchiò ai piedi del letto, pensando al tempo che avevano passato insieme fino a quel momento, le risate, le foto, le chiacchierate sul terrazzo dopo il lavoro.
Poi pensò a Sesshomaru, al loro primo incontro, all'incidente per così dire alla fiera della tecnologia e poi lo scoprire che sarebbero diventati parenti fino a qualche sera fa durante la cena di Natale quando le aveva regalato l'anello come simbolo del loro legame.

Lo guardò e se lo rigirò tra le dita pregando disperatamente che la trovassero e che non perdessero la speranza; si ricordava il film “the room” la stanza, ispirato ad una storia vera dove una ragazza appena diciasettenne fu rapita e rinchiusa in una stanza per 7 anni e riuscì a liberarsi solo grazie al figlio avuto dal suo aggressore.
Aveva avuto l'angoscia solo a guardarlo, non riusciva ad immaginarsi in una situazione simile, il film era finito bene ma la paura di quello che le sarebbe potuto succedere con una persona così mentalmente instabile la spaventava a morte.

Continuava a stringere l'anello pregando di trovare al più presto una via d'uscita. Avvertì dei rumori al piano superiore e decise di nasconderselo in tasca, non voleva che glielo portasse via, in quel momento sentiva che era l'unico oggetto rimasto della sua vita ancora suo e ci si sarebbe aggrappata fino alla fine.


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Le stava preparando il pranzo, non poteva di certo farle patire la fame ora che l'aveva tutta per sé.
La Sua Rin. Finalmente. Aveva faticato duramente e lavorato a lungo per arrivare fin lì e non avrebbe permesso a nessuno di intralciare i suoi piani.

Aveva già visto che sui notiziari avevano dato la notizia del suo “rapimento” che idioti, pensavano davvero avesse fatto una cosa simile all'amore della sua vita, la sua metà? Senza ombra di dubbio quel manipolatore senza sentimenti aveva plagiato tutti facendogli credere di essere il buono che l'amava ma la verità era un'altra e lui la conosceva bene.

Rin era cambiata da quando c'era lui e questo non poteva tollerarlo, per questo l'aveva presa, per il suo bene, per farla tornare di nuovo la Sua Rin e presto l'avrebbe dimenticato e avrebbe fatto capire a lei e a tutti gli altri che lo stavano giudicando che lui era il solo a capirla e amarla veramente ed agiva solo per il suo bene.
Prese un vassoio con il pranzo e si avviò verso lo scantinato per assicurarsi che la sua adorata stesse bene.

Stava.Andando.Tutto.Bene.

 


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Lo vide scendere con un vassoio in mano e le chiavi del lucchetto.
Aprì piano la porta, era in difficoltà e poteva dargli una mano, se fosse stata abbastanza veloce magari avrebbe potuto spingerlo e farlo cadere così da riuscire a guadagnare un po' di tempo per la fuga. Il problema è che non aveva la più pallida idea di dove si trovasse o di che cosa avesse intorno, potevano anche essere distanti chilometri da un qualsiasi luogo abitato e se l'avesse ripresa magari non avrebbe avuto altre occasioni per darsi alla fuga.

Nel frattempo lui posò il vassoio su un piccolo tavolino lì vicino e la guardò sorridente come se non l'avesse rapita e imprigionata in una cantina – vieni a mangiare se no si fredda – lei un po' incerta si alzò e si sedette al tavolo, era meglio assecondarlo per il momento.

Si sedette e mangiò mentre lui la fissava con sguardo attento – Kosuke – lui si riscosse dai suoi pensieri – volevo sapere... per quanto tempo hai intenzione di tenermi rinchiusa qui – prese un leggero respiro, spaventata da una possibile reazione – i miei genitori saranno preoccupati -

Lui parve riscuotersi ma non perse il sorriso – non devi preoccuparti di questo Amore Mio, li avviserò appena possibile – lei lo fissò affranta, come poteva comportarsi in maniera normale, come se niente fosse.

- e il matrimonio? - lui si alzò serio in volto questa volta – non ci andrai – dovette accorgersi del suo sguardo cupo e sofferente perchè aggiunse – no no no non guardarmi così tesoro mio – si avvicinò alla sua altezza addolcedo il tono come con i bambini quando gli si spiega perchè li si mette in punizione.

- devo farlo Rin, non mi hai dato altra scelta, quel mostro ti ha plagiata e la tua famiglia anche – tentò di farle una carezza, lei cercò di scansarlo ma lui indurì la presa sul suo viso – non potrai uscire di qui finchè non ti sarai completamente ristabilita e non sarai tornata la Mia Rin, mi capisci vero? -

Parlava proprio come se fosse un pazzo in un mondo tutto suo, con una sua realtà. Che cosa doveva fare, cosa doveva rispondergli ora, lui si alzò – allora ti piace? - lei si guardò in giro, erano amici un tempo, non era uno sconosciuto quindi era meglio assecondarlo

– si, è davvero molto carina – si teneva stretta a sé, aveva paura anche solo a toccarlo per sbaglio – ti ci deve essere voluto molto per preparare tutto – lui la guardò felice come un bambino
 
- sono così contento che ti piaccia Tesoro Mio – i nomignoli con cui la chiamava e il tono che usava e con cui accentuava il “Mio” le facevano venire i brividi, possibile che non si fosse mai accorta di nulla, oppure era stata così stupida e ottusa da non volerlo notare? Si sentiva così sola e sconfitta nell'anima.

Si passò le mani sulle braccia, un leggero brivido le si insinuò sotto la maglia – hai freddo Tesoro? Aspetta ti accendo un po' la stufetta – si allontanò leggermente in un angolo della stanza vicino ad una stufetta elettrica e l'accese, lei si passò le mani sulle braccia distrattamente.

La sua attenzione era stata attirata dal suo polso, aveva completamente dimenticato l'orologio di Sesshomaru. Un nuovo alito di speranza sembrava soffiare nella sua direzione, come aveva potuto dimenticarselo così, forse per la droga che gli aveva dato o per lo stress ma ora ricordava bene il discorso avuto con Sesshomaru.

Le aveva rivelato che c'era un localizzatore gps che poteva attivare a suo piacimento, doveva solo far allontanare Kosuke così da poterlo attivare senza problemi e sperare che la rintracciassero, non sapeva nemmeno da quanto fosse sparita ormai.

- ecco fatto così dovrebbe andare, non voglio di certo che la mia principessa prenda freddo – le si avvicinò e le passò le mani sulle braccia, lei ebbe un brivido di paura nel sentire le sue mani – oh tesoro stai proprio gelando – disse stringendola a sé.

Doveva trovare il modo di allontanarlo da sé – Kosuke senti – lui la guardò negli occhi continuando a tenerla per le braccia – visto che qui è tutto così ben – prese un respiro, non sapeva che parole usare – preparato, mi chiedevo dove fossero gli assorbenti, sai ne avrò ancora per qualche giorno e la mia borsa non c'è -

Lui la fissò serio e poi sorrise accondiscendente – la tua borsa l'ho buttata in strada poco dopo, non potevo permettere che ci rintracciassero capisci – lei annuì – ma certo capisco – bene brava bimba -

la strinse a sé – comunque oggi è il primo dell'anno e i negozi sono chiusi, domani proverò in paese a vedere ma non ti assicuro niente – lei era immobilizzata, avrebbe dovuto passare ancora tutta la notte prima di riuscire a stare sola abbastanza da attivare il gps accidenti.

Era in pena per la sua famiglia, per Sesshomaru, alla cena di Capodanno ormai persa. Chissà come stavano ora e a che punto fossero le ricerche, sperava davvero che rintracciassero la macchina presto o il cellulare, la carta di credito. Tutti quegli acquisti non potevano di certo passare inosservati, se aveva comprato la casa a suo nome c'era una speranza.

- dimmi Kosuke, di chi è questa casa – lui la guardò scettico – di mia cognata, le ho chiesto il favore e lei me l'affitta, per il mio lavoro di fotografo sai – si allontanò di un passo e la guardò, poi fece un sorriso crudele che le fece accapponare la pelle e rizzare i peli delle braccia, un brutto presentimento la scosse fin nelle viscere.
 
- e visto che lo chiedi ti dirò anche che ho venduto l'altro appartamento e con i soldi ricavati li ho prelevati tutti, non c'è un movimento bancario che possano rintracciare, faccio tutto in contanti, invece l'auto presa con il carsharing è l'unica cosa presa con la carta di credito e l'ultima anche ma stà tranquilla l'ho lasciata in una città a più di due ore di auto da qui – e come siamo arrivati qui –
la guardò tranquillo e sereno come un predatore che ha tutto sotto controllo – con un quad comprato in contanti ma senza passaggio di proprietà riconducibile a me, non ho un cellulare a mio nome quindi come puoi ben vedere Amore Mio, nessuno può rintracciarmi e quindi nessuno può rintracciare te, sei solo Mia ora e sarà meglio che ti ci abbitui -

Prese il vassoio con i piatti e tornò su, era paralizzata dalla paura e dallo sgomento. Aveva premeditato ogni cosa, ogni più piccolo dettaglio e non c'era speranza che la trovassero. Si rannichiò sul letto, le lacrime che minacciavano di uscirle e lo voleva tanto, voleva trovare almeno uno sfogo ma non si sarebbe fatta vedere debole di fronte a lui, avrebbe pensato di avere già la vittoria in pugno.

Fino a quel momento aveva tenuto una piccola speranza per sé, immaginando che avesse lasciato qualche traccia, qualcosa, come nei film polizieschi che le piaceva tanto guardare dove anche i più calcolatori sbagliavano qualcosa.
Ma la sua premeditazione lasciava ben poca luce alla sua già fievole speranza, non osava immaginare cosa avrebbe potuto pretendere da lei e non voleva pensarci, soffermarsi troppo su certi pensieri avrebbe solo aumentato la sua paura e questo non poteva permetterlo, doveva restare calma e trovare il modo di uscire da quella situazione.

Lui scese di nuovo con in mano un pc e dei dvd – non c'è connessione wifi quindi non pensare di poter inviare messaggi – lei si rannicchiò infondo al letto con le spalle al muro e non lo guardò.

Lui si sedette vicino – oh Tesoro dai, non fare così, è colpa tua, sei tu che mi ci hai costretto. Vedrai che se farai la brava un giorno ti farò uscire, ma prima devi dimostrarmi che sei tornata di nuovo tu e per questo ci vorrà molto, molto tempo purtroppo.

Lei lo guardò con astio, poteva fingere di assecondarlo e sperare che se la bevesse ma dubitava di riuscire a resistere anni in quelle condizioni, poteva cercare di stordirlo e rubargli le chiavi ma avrebbe dovuto aspettare che si addormentasse prima. Il letto era una piazza e mezza, non era detto che dormisse anche lui lì.

Cosa doveva fare? Qual'era la mossa giusta per uscire prima da quella situazione?

 

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Capodanno era passato ma di notizie ancora niente.
La situazione era snervante, si sentiva impotente, sperava che Rin attivasse il gps ma allo stesso tempo si domandava per quale motivo non lo avesse ancora fatto... era ferita, drogata, legata o si era dimenticata. No non poteva credere che in un momento come quello, dopo tutte quelle ore di silenzio non si fosse ricordata di lui e del suo regalo.

Maledizione avrebbe dovuto lasciarlo sempre acceso quel maledetto coso. Magari quel bastardo glielo aveva tolto, sperava davvero che non fosse così o non l'avrebbero mai ritrovata e questo lui non poteva accettarlo.
Avrebbe fatto qualunque cosa in suo potere per ritrovarla e riportarla a casa anche setacciare ogni centimetro di quella stramaledetta isola.

Era ancora alla stazione di polizia, Kagome e Inuyasha erano appena arrivati. Ormai facevano a turno alla centrale da quasi tre giorni sperando di avere notizie – siamo venuti a darti il cambio Sesshomaru – lui non disse niente si limitò a stare li seduto immobile, sospirando si sedettero accanto a lui.

Stava pensando come mettere in atto il suo piano di ricerca a tappeto quando un suono intermittente si accese sul monitor. Era Rin. Il suo segnale gps era attivato, non  aveva mai pregato ma in quel momento benedì i Kami per avergli dato un segno.

Entrarono dei poliziotti che guardando il monitor iniziarono a dare ordini al telefono di preparare una squadra armata di recupero, un negoziatore e un' ambulanza nelle vicinanze non sapendo come comportarsi ancora con un potenziale sociopatico con un ostaggio.

I tre li seguirono intenzionati ad andare sul posto con loro – va bene ma resterete a distanza di sicurezza vicino all'ambulanza e non potrete intervenire in alcun modo, non sappiamo come si comporterà sentendosi messo alle strette. Una pattuglia della zona è già stata allertata e lo sta seguendo a debita distanza -

Annuirono e lo seguirono in silenzio fuori dalla centrale, determinati e silenziosi.

 


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Vista la sua foto segnaletica che passava ai telegiornali si era preparato, si era fatto crescere la barba e ora si stava regolando il pizzetto e si era tinto barba, capelli e sopraciglia di biondo; il diavolo sta nei dettagli dopotutto.

Finì di radersi e si cambio i vestiti, Rin gli aveva detto che le servivano degli assorbenti e lui come uno stupido non ci aveva neanche pensato, sarebbe andato nel paesino lì vicino a circa mezz'oretta di distanza dalla casa. Era un'ottima notizia quella, voleva dire che il bastardo non l'aveva messa incinta e quindi che sarebbe stato lui il primo.

Si sentiva felice per la prima volta dopo tanto. Aveva già in mente un piano, aveva adibito a camera oscura per le foto una delle stanzette e si era procurato alcuni cataloghi di gossip dove parlavano di Sesshomaru e la sua fidanzata, poi foto di Kagome per le sue nozze dove avrebbe messo la fidanzata di Sesshomaru al posto di Rin come testimone.

Avrebbe falsificato e ritoccato foto e articoli così da farle credere che lui e la sua famiglia fossero andati avanti con le loro vite, questo l'avrebbe indotta a fidarsi solo di lui e di nessun altro e finalmente sentendosi sola, dimenticata, abbandonata si sarebbe rivolta a lui, l'unico che ancora le era vicino e non l'avrebbe mai abbandonata.

Felice e sicuro di sé uscì di casa salutando Rin oltre la porta di legno coprendo la botola con un tappeto.

 

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L'aveva sentito uscire e avviare un motore, subito si era tolta il bracciale e aveva cercato di far partire il gps arrampicandosi vicino alla finestrella, quando sentì un leggero click e vide la lancetta fare un giro completo cercò di nasconderlo vicino al piccolo lucernario in modo che non lo vedesse.

Ora doveva solo sperare che la trovassero il prima possibile.

 

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Era appena calata la sera quando arrivarono nei pressi di una montagna a Musashi-No.
Secondo la radio della polizia l'avevano avvistato mentre usciva da un minimarket della zona, guidava un quad, la polizia lo teneva d'occhio a distanza. Sapevano già dov'era diretto ma dovevano accertarsi che Rin stesse bene.
Purtroppo la polizia non era riuscita a fermarlo fuori dal minimarket perchè erano arrivati troppo tardi sul posto ma i due proprietari del negozio lo avevano riconosciuto nonostante il capellino e il pizzetto.

Bisognava guidare piano, c'era molta neve e le strade la sera rischiavano di ghiacciare. La polizia l'aveva individuato in un piccolo cottagè isolato a nome della cognata, sembrava esserci solo lui all'interno.

 

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Aveva fatto più in fretta che poteva, non voleva rischiare di essere riconosciuto la situazione era ancora calda.
Sistemò la spesa e scese nella cantina – sono tornato Tesoro, ti sono mancato? Spero che il broncio ti sia passato – la trovò rannicchiata in fondo al letto con le spalle al muro, come l'aveva lasciata.

- hai fame? Ti cucino qualcosa se vuoi? - lei alzò appena lo sguardo, ora privo di qualsiasi vitalità, questo lo intristi – cosa c'è Mia Stella, qualcosa non va? -

- mi tieni rinchiusa contro la mia volontà e mi chiedi cosa ho che non va? - lo sguardo ferito di lei e quello serio di lui si scontrarono – non mi hai lasciato molte alternative mi pare -

lei si alzò, non sarebbe rimasta a guardarlo dal basso un minuto di più – questo è quello che pensi tu, io ero felice – felice? Con quel “ghiacciolo” senza sentimenti, che non ti meritava, calcolatore, consumato dal lavoro -

Rin si mise di fronte a lui, pronta a fronteggiarlo – questo tu non lo puoi sapere, non puoi sapere com'era con me, come mi faceva sentire e come riusciva a capirmi o confortarmi senza bisogno di dire una parola -

Kosuke si voltò, tappandosi le orecchie e cominciando a gridare – NO NO NO smettila di dire così, io ti sto salvando da una vita consumista e infelice – tu mi hai rapita e rinchiusa in una stanza senza possibilità di parlare con la mia famiglia, facendoli preoccupare. Che cosa pensi che stiano facendo in questo momento, saranno preoccupati per me, per la loro figlia scomparsa, rapita da un uomo che credeva suo amico e che invece l'ha tradita tramando alle sue spalle – i singhiozzi le stavano tagliando il respiro, da quando l'aveva portata lì l'unico pensiero fisso tra i tanti che le affollavano la mente era che il ragazzo di cui si fidava e che considerava un amico prezioso l'aveva tradita.

Kosuke si rannicchio in mezzo alla stanza scosso dai tremiti e dal pianto con le mani premute sulle orecchie, Rin immobile cercò di capire cosa stava dicendo ma i singhiozzi erano troppo forti. Una pena incredibile la invase, gli si avvicinò cauta facendo ben attenzione ai suoi movimenti e gli posò delicatamente una mano sulla schiena.

Lui ebbe un sussulto ma lei non si mosse e lui ricominciò a piangere ma più calmo – mi dispiace, mi dispiace così tanto Rin – gli uscivano frasi sconnesse dai singhiozzi ma ora riusciva a capirlo.

- pensavo davvero di fare la cosa giusta, la cosa migliore io io – altri singhiozzi – io ci ho provato a resistere, ho provato a curarmi Rin devi credermi – appoggiò la testa ancora china sul suo ginocchio come in cerca di conforto e Rin a malincuore non si mosse, forse aveva una possibilità.
 
- che vuoi dire – chiese in un soffio – ho provato a starti lontana, a prendere farmaci ma è stato tutto inutile – sospirò e cerco di calmarlo passando una mano sulla schiena tremante - mi dispiace così tanto, non volevo farti soffrire credimi non era questo che volevo -
 
- possiamo rimettere le cose apposto Kosuke, io sarò con te te lo prometto, non ti lascerò solo – lui si alzò appena per guardarla in viso – davvero? -

Aveva il viso arrossato dal pianto e bagnato di lacrime – non mi lascerai solo – lei lo guardò fisso negli occhi e cercò di guardarlo infondendogli un po' della fiducia che aveva – no Kosuke te lo prometto, non ti lascerò solo -

lui parve riprendersi appena e raddrizzò la schiena accarezzandole il viso con una mano – sei splendida Rin, non ho mai conosciuto una ragazza come te – lei parve rilassarsi, forse ce la stava facendo davvero.

Kosuke proseguì – ed è per questo che so che non potrei più vivere senza di te – a quelle parole Rin ebbe un tuffo al cuore pesante come un macigno – non mi permetteranno mai di stare con te dopo quello che ti ho fatto – mise una mano in tasca – e questo io non lo posso proprio sopportare, perdonami se puoi, ma tutto questo l'ho fatto solo per noi, devi credermi -

Fu un secondo infinito, lo vide tirare fuori dalla tasca un taglierino e allungare la lama, un'espressione serena e rassegnata in volto e una agghiacciata in lei.
Lo vide alzare il coltellino e sporgersi, vide le sue mani poi un botto, fumo, grida, l'aria che mancava e ordini abbaiati nell'ombra.

Sentì solo sangue appiccicoso tra le dita e il fiato mancarle poi più niente.

 

 


Mi dispiace terribilmente per l'enorme ritardo, questo mese è stato davvero tosto sotto molti punti di vista.
Comunque tornando alla storia manca solo l'epilogo ormai, spero che non sia stato troppo brusco e di essere riuscita a spiegare bene le varie situazioni.
Come già vi avevo detto volevo cercare di capire cosa spingesse una persona a fare cose del genere, non volevo semplicemente dare un “cattivo” ma volevo dare una storia, per così dire. Spero di essere riuscita a non farvi odiare troppo Kosuke e di essere riuscita a descriverlo bene ma allo stesso tempo di non averlo giustificato perchè in ogni caso è sbagliato.
Consigli, suggerimenti, critiche sempre ben accetti e ringrazio elerim per il suggerimento spero di aver semplificato la lettura dei dialoghi, fammi sapere.

Vi ringrazio ancora infinitamente per tutto e a presto.


   

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Capitolo 12
*** ???epilogo??? ***


~~

????Epilogo????

 


Avevano dato il via libera. Entrando nella casa armati e pronti dopo aver visto la sagoma di Kosuke sparire nel pavimento. Erano pronti con i fumogeni e le armi in caso di necessità.


Stavano dando aggiornamenti sui movimenti.
Avevano alzato piano la porta della cantina.
Voci e grida.
Poi ancora voci sommesse e all'improvviso; un Urlo.
Rin.


I poliziotti entrarono nella cantina, sfondarono il cancello e presero il ragazzo.
Diedero il via libera e chiamarono l'ambulanza per dei feriti.

Sesshomaru scese dall'auto e si mise a correre come un pazzo oltre la stradina innevata incurante delle voci, doveva accertarsi dell'incolumità di Rin ma quello che vide lo agghiacciò.

Kosuke trascinato fuori da due poliziotti armati mentre gridava disperato il nome di Rin e piangeva intimando di lasciarlo andare.
Sangue sulla maglia.

Le sue grida e il nome di Rin gli assordavano le orecchie e in quell'unico istante si sentì morire, freddo e fermo come il ghiaccio che lo circondava.

Poi la vide.

La vide uscire sulle sue gambe sorretta da dei paramedici, sembrava provata ed era sporca di sangue ma stava bene.
Kagome e Inuyasha li raggiunsero e la sorella le corse incontro abbracciandola in lacrime.

Lui era rimasto fermo nella stessa posizione, il fratello accanto a lui fece un sospiro di sollievo.
Sembrava che l'incubo fosse finalmente finito.

Le guardò avviarsi all'ambulanza, Rin sembrava ferita ad una mano, nel frattempo Inuyasha chiamò la famiglia per dare la buona notizia.
Sesshomaru si avvicinò cauto a Rin, non credeva quasi possibile di averla lì di fronte a lui.
Quegli ultimi giorni l'avevano sfibrato fin nell'anima e sentiva il bisogno di stringerla e sentire il suo calore tra le dita ma capiva che anche la sua famiglia avesse bisogno di vederla.

Lei alzò il viso da Kagome e lo guardò smarrita e forse stupita di trovarlo lì, gli sorrise con le lacrime agli occhi e lui si avvicinò piano, il paramedico le terminò la fasciatura, lei si alzò di slancio e lo abbraccio stretto.

Lui da prima titubante la strinse delicatamente tra le braccia inspirando appieno il suo profumo coperto dalla puzza dei fumogeni.

Restarono così un tempo infinito mentre cercava di calmare i suoi singhiozzi stringendola a sé e dicendole che era, finalmente, al sicuro.


:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-

 

Sesshomaru si riscosse da quei ricordi e tornò a guardare la lettera che aveva in mano.
Veniva dal centro di detenzione psichiatrico situato a nord, in mezzo alle montagne.
Era bianca, semplice e recava il nome di Rin Higurashi, ancora con il suo nome da nubile.

La persona che l'aveva inviata non sapeva che negli ultimi tre anni molte cose erano cambiate.

Dopo il ritrovamento di Rin c'era voluto un po per tornare alla parvenza di una qualche normalità.

Rin continuava ad avere incubi e temeva ad uscire da sola in posti affollati, così aveva cominciato ad andare a dei gruppi di sostegno per donne molestate e la cosa sembrava funzionare perchè alla fine anche quando sembrava non averne più bisogno aveva continuato ad andarci e supportare le nuove arrivate.

Da allora sembrava procedere tutto per il meglio così un giorno Sesshomaru si era deciso a farle la proposta e lei aveva accettato senza esitazioni con quel suo immancabile sorriso che si era premurato di far tornare in ogni modo possibile sul suo viso dolce.

Si erano sposati da poco, l' 8 marzo, aveva sia un valore simbolico sia affettivo e per questo perfetto.
Erano andati ad abitare fuori città in una vecchia casa storica che avevano ristrutturato insieme e ora a metà maggio erano finalmente pronti per partire per la loro luna di miele in Scandinavia.

Avevano già fatto un itinerario per visitare i luoghi più belli e suggestivi immersi nella natura.

Tornando invece al problema per cui aveva cercato di evitare Rin negli ultimi giorni non sapeva bene cosa fare, dargliela prima di partire forse non era una buona idea, avrebbe rischiato di riaprire vecchie ferite e non voleva rischiare, però tenergliela nascosta fino al ritorno dalla luna di miele avrebbe certamente impensierito lui e lei alla fine se ne sarebbe accorta comunque.
Già in quei giorni sembrava aver fiutato qualcosa.

Come evocata dai suoi pensieri la vide apparire di fronte alla porta del suo studio in  casa – che combini? Non ti sei ancora preparato? Abbiamo l'aereo tra qualche ora -

Lui la guardò andargli incontro, la vide appoggiarsi alla scrivania e stringergli le mani mentre lo guardava sorridente ma preoccupata
– me lo vuoi dire cosa c'è che non va in questi giorni, sei particolarmente taciturno -

Sesshomaru le strinse le mani – non più del solito –
lei sorrise a quella frase, finalmente due parole
– si ma in questo caso è diverso, sei più distante –

Si fissarono negli occhi e vide la preoccupazione in quelli di lei.

Prese la lettera che aveva messo in tasca e gliela porse, non poteva nascondere niente a sua moglie.

 – è arrivata qualche giorno fa – lei lo guardò aggrottando leggermente la fronte, immaginava già di chi potesse essere.

Fissava quella lettera senza sapere cosa fare.
Sesshomaru si alzò e le lasciò un bacio sulla fronte – vado a prepararmi – voleva lasciarle un po' di spazio per affrontare la notizia con calma.


:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-

 

Era seduta sulla terrazza da più di mezz'ora, stava ripensando a tutto quello che era successo nella sua vita fino ad allora. Capiva perchè Sesshomaru fosse stato così incerto a darle quella lettera ora era lei che non sapeva cosa fare.

Ripensò alla scuola, al suo primo lavoro e agli avvenimenti con Naraku, al lavoro alla caffetteria il pimo incontro con Kosuke e la ristrutturazione del suo appartamento fino alla sua storia con Sesshomaru. Poi pensò a Kosuke e a quello che gli era capitato.
Agli incubi e l'ansia che susseguirono e il gruppo di sostegno che l'aveva compresa e le aveva infuso nuova forza e coraggio.

Poco tempo dopo che Kosuke era stato spostato dalla prigione alla clinica psichiatrica un uomo  ed una donna si erano presentati da lei, il fratello e la cognata di Kosuke.

Gli somigliava molto anche se era più grande e delle rughe gli solcavano il viso, anche la cognata era segnata da profonde occhiaie. Quella storia terribile doveva aver colpito molto anche la sua di famiglia.

Avevano parlato per un po' e si erano scusati con lei, si vedeva che si sentivano in colpa per l'accaduto ma loro non avevano nulla per cui essere scusati.
Si erano salutati e sperava che quella chiacchierata avesse aiutato loro come aveva aiutato lei.

Rinvigorita di nuova serenità andò in camera e pianse, pianse finchè Sesshomaru non la trovò rannicchiata nel bagno in lacrime e quando lei riuscì a spiegarsi fu come aver ripreso finalmente aria.

Era andata al matrimonio tanto atteso di Kagome e Inuyasha che aveva segnato così la sua ripresa psicologica.

Pensò alla convivenza con Sesshomaru fino al loro matrimonio in Inverno per arrivare a quel momento, a quella terrazza con quella lettera arrivata poche ore prima della loro partenza.
Come un segno del destino.

 

Decisa ma un po' tremante prese la lettera e l'aprì.


Non so come iniziare.
Ho iniziato a scriverti centinaia di lettere ma non le ho mai realmente finite.
Non riuscivo a trascrivere su carta quello che provavo o sentivo.
Continuavo a pensare a noi, a te a me a quello che saremmo potuti essere insieme; ma è proprio questo il problema, io e te non potremo mai essere nulla insieme.
Ho cercato e riprovato più volte a spiegarmi per far capire le mie ragioni, le motivazioni che mi hanno spinto a fare quello che ho fatto.
Perchè ti Amavo.
Ma nessuno capiva.
Poi un giorno ho iniziato le sedute dallo psichiatra, all'inizio le odiavo, mi diceva che dovevo superare il mio sentimento per te, che lo vivevo in modo sbagliato e tossico ma io non volevo, non ero pronto a rinunciare a te.
Il mio Amore per Te durerà in eterno mi ripetevo.
Solo molto tempo dopo ho inziato a capire che non importasse quanto fosse forte il mio Amore per te, se è solo uno ad amare non potrà Mai essere abbastanza per scaldare il cuore di entrambi.
Ora con il mio psichiatra va molto meglio, non mi perdo una seduta e mi consiglia sempre molti libri, film o opere che mi aiutino a vedere le cose sotto punti di vista differenti.
Prendo ancora le medicine, come farò sempre e non so se riuiscirò mai a tornare ad una vita “normale”.

Non ti scrivo per raccontarti di me ma solo per farti sapere che ora sono consapevole dei miei sbagli e che Mi dispiace davvero per quello che ti ho fatto.

Ho compiuto un gesto folle ed imperdonabile portando tanto dolore non solo a te ma anche a tante altre persone. Ora posso solo chiederti perdono e che, un giorno forse, possa perdonarmi per ciò che ti ho fatto.

Per me la strada è ancora lunga e non so se mai finirà ma spero che nel frattempo tu viva la vita che meriti di avere.

Con affetto ed immenso dispiacere,
Kosuke.


  

:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-

 


Sesshomaru tornò nello studio e la trovò in terrazza immersa nei suoi pensieri, la lettera aperta sul tavolino.
La prese e le diede una lettura veloce, temeva di trovarci dichiarazioni d'amore o minacce invece no.

Non gli era sfuggito però che neanche una volta facesse cenno a loro due o al nome di Rin direttamente.

Le si avvicinò, dopo tutto quel tempo non sapeva ancora come comportarsi con lei in situazioni simili.

Rin gli si avvicinò e lo abbracciò posando la testa sulla sua spalla.

-c'è davvero un cielo meraviglioso oggi- Sesshomaru si limitò a osservare il cielo carezzandole la schiena
sovrapensiero

-dobbiamo partire, abbiamo un volo da prendere-

Lei alzò lo sguardo su di lui e gli sorrise radiosa – hai ragione, non vorremo perdere il nostro volo-

gli stampò un fugace bacio a fior di labbra e corse ridendo in casa; lui prese la lettera ripiegandola e mettendola in un cassetto raggiungendola dentro.

Inuyasha e Kagome avevano insistito ad accompagnarli in aeroporto – alla buonora, sempre a farci aspettare-

come al solito brontolavano per le più inutili sciocchezze – siamo in perfetto orario quindi non agitarti per inutili sciocchezze -

Rin corse al suo fianco tutta pimpante come una bambina abbracciandoli euforica.

- in Scandinavia non posso crederci, andremo in Scandinavia è fantastico, paesi del nord, fiordi, natura incontaminata non vedo l'ora!!!-

Mentre Inuyasha e Kagome li aiutavano a caricare i bagagli Rin chiuse la porta di casa.

Sesshomaru l'attese, lei lo prese per mano e sorridendo guardarono Inuyasha e Kagome vicino alla macchina, in lontananza un cielo prossimo al tramonto e un'aria frizzante che sapeva di rinascita e libertà.

Un capitolo giungeva al termine e un'altro prendeva il suo posto.

Lì accanto a loro si sentiva di nuovo se stessa.
Di nuovo Rin.
 

 

 


Finalmente sono riuscita a finire l'Ultimo capitolo... ta-ta-taaa!!
ringrazio immensamente tutti coloro che hanno letto, seguito, recensito la mia ff.
In modo particolare:
-Bunny17 per essere stata la prima a recensirmi e consigliarmi ;)

-hayAihara per le recensioni chilometriche ;P

-arriety, Rumiko86, elerim, fibiro, giulees5, Consy77, Usagi_84, Yarleny04, Nessie89 per le continue ed immancabili recensioni sempre apprezzate. :)

-ComeBack, Gaudia, LalyoftheMoonlight, mabi90, Seydna, Ssibylll, M4h, per avermi inserito nelle storie seguite. ;)

-_YAMI_ ,Linsday BlackRose, per avermi inserito tra le ricordate. :)

-AlexAury, ArUmOsS94, deamix84fredfredina, roxanna1964, SOFI22, Vertigo17 per avermi inserita tra le preferita. ;P

Grazie infinite per il supporto, i consigli e gli apprezzamenti, spero vivamente che il finale non vi abbia deluso, sono riuscita a terminarla soprattutto grazie a voi.

Mi auguro di non aver dimenticato nessuno, se l'ho fatto chiedo perdono.
Grazie infinite e buone feste a tutti ciao.

Aiden94

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