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Autore: Aiden94    12/02/2018    2 recensioni
Ho letto numerose storie, alcune mi hanno entusiasmato, altre sorpreso o colpito. fino a farmi venir voglia di scrivere le mie fantasie su carta. è la prima volta che pubblico qualcosa quindi consigli ben accetti e spero vivamente che vi piaccia.
Trama: febbraio, pioggerellina leggera, cielo lattiginoso e due persone ai poli opposti che si incontreranno in un piccolo caffè, ma nell'ombra qualcuno trama un'altra storia... o sarà tutta solo un'illusione?
è principalmente una Rin/Sesshomaru ma ci sarà un po di spazio anche per le altre.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~~Febbraio


Pioggerellina leggera, cielo lattiginoso, aria frizzante, ed una ragazza dai capelli corvini con cuffie nelle orecchie che sfreccia per le vie della città in sella alla sua bici rossa un pò datata; segno di tutte le avventure passate insieme nel corso degli anni.

Come tutte le mattina, oramai da un anno e mezzo, Rin si avviava verso il lavoro con il consueto sorrisino rilassato sulle labbra e la musica a palla nelle orecchie.
Arrivò davanti alla caffetteria, parcheggiò la bici ed entrò salutando con brio come era solita fare da quando lavorava li.

La “Caffetteria del Libro”, cosi si chiamava, era di proprietà di una signora piuttosto anziana di nome Kaede. Purtroppo visto l'età avanzata oramai era più una presenza d'abitudine che di vera utilità ma le sue dipendenti la adoravano, sia per il suo modo di fare sempre cosi schietto e diretto sia per la sua mentalità sempre aperta a nuove esperienze.

“Buuoongiornooo ragazzeee” -“Buongiorno signor. Akaza come sta sua moglie”-”molto meglio Rin, grazie”-”bene mi fa piacere”-”Buongiorno Kaede come stai oggi? Dormito bene?”-”tutto bene Rin, anche se la mia povera schiena fa un po i capricci oggi..”-”Ha bevuto un po di te?”...
 e le chiacchiere ed i convenevoli soliti duravano sempre una decina di minuti buoni e Rin ne approfittava per ricordare a Kaede cose come le pastiglie mentre Kaede non perdeva mai occasione per trattarla come una bambina chiedendole se aveva mangiato e che era troppo magra.
 
Rin andò a cambiarsi, si mise la divisa, il grembiule e la giacca da cuoca. Legò i capelli in una coda alta e cominciò a preparare qualcosa per il servizio dei pranzi.
Proprio mentre finiva di tagliare le verdure entrò la sua collega nonché amica per la pelle, Sango.

“Ben arrivata Rin morivo di fame, che cucini di buono oggi?”-
“Ciao Sango, oggi pasta all'isolana e vellutata di zucchine con formaggio fresco e per secondo rombo al cacao e coscette al forno con cipolle rosse caramellate. Cosa ne pensi'”
“mmm..penso che sto gia sbavando e che mi devi lasciare un piattino di assaggio da parte.”
-”solo uno?” chiese Rin già sapendo che avrebbe portato a casa una confezione a portar via a fine turno per lei e suo marito.
-”Assolutamente si e qualunque cosa succeda non devi farmene mangiare di più dopo l'ultima gravidanza mi sento ancora una balena e Miroku non aiuta di certo quel maniaco...” rispose piccata ma l'amica sapeva bene che tutte quelle attenzioni da parte di suo marito non le dispiacevano affatto.
“Approposito come stanno i miei sorrisoni?”
“Bene, le gemelline hanno preso il raffreddore e sono a casa dai nonni ma con l'asilo tutto bene, il piccolo invece fortunatamente dorme tutta la notte e mangia come un dannato.”
“meno male ahaah immagina se avesse fatto come le gemelle..”
Per i primi mesi le gemelline avevano scambiato il giorno e la notte, inutile dire che i poveri Miroku e Sango erano ridotti uno straccio cosi per un po mi ero trasferita nel loro salotto per dargli una mano. Un vero INCUBO, fortunatamente risolto.

 

 

Intanto, per qualcun'altro, dall'altra parte della città....
Quella mattina era cominciata come una noia mortale.
Riunioni, appuntamenti, telefonate per prendere altri appuntamenti.
E come se non bastasse doveva andare a pranzo con quel piccolo omuncolo di Myoga.

Suo padre insisteva per farlo parlare con il suo mentore, vecchio come la pietra, della gestione e delle relazioni con i clienti. Non ne capiva proprio il motivo.
Nemmeno suo padre lo ascoltava e finiva sempre con il fare di testa sua.
A sentir lui un buon capo doveva capire i clienti, cosa vuole la gente e secondo lui Sesshomaru mancava di Empatia.
Non importava che fin dal primo giorno avesse lavorato come un dannato, studiato la concorrenza, interagito con i compratori, studiato nuove forme eco-sostenibili di materiali e attrezzature per ridurre consumi ed emissioni, così da venir presi come esempio da altre aziende spingendole a fare lo stesso, essendo sempre due passi avanti con i tempi. NO.
Secondo suo padre il fatto che non interagisse ed intrattenesse rapporti con i dirigenti delle varie aziende era controproducente.
Avrebbe di gran lunga preferito passare giorni o settimane se non mesi, a studiare nuovi  metodi eco-sostenibili o fare analisi di mercato per ridurre le emissioni ed i consumi che l'uomo aveva creato in tutti quei secoli di ignoranza ed incuria piuttosto che coccolarli con stupide feste e cene di  beneficenza per un male che si erano creati. Come se malattia,carestia, povertà o altro potessero essere superate con qualche misero fondo annuo. Erano poche le persone che prendevano seriamente a cuore certi progetti e che meritassero il suo rispetto o la sua considerazione.

“Dai un pesce ad un uomo e lo sfamerai per un giorno, insegnagli a pescare e lo sfamerai per tutta la vita.”

In fin dei conti trovare soluzioni a temi come la siccità, la carestia facevano parte del suo lavoro di studi e ricerche; a chi importava se non interagiva con ricconi viziati, buoni a nulla, a stupide cene. In fin dei conti tra riunioni e presentazioni riusciva sempre ad averla vinta lui su tematiche che reputava ben più importanti.

Suo fratello, anzi fratellastro, Inuyasha si occupava di finanza.
In pratica trovava azionisti e compratori, imprese ed aziende a cui presentare le loro idee e prototipi e poi Sesshomaru faceva il resto.
L'impresa di famiglia era ramificata su più fronti.
Non solo nell'ambiente o nei titoli azionari, ma anche in commercio, esportazioni...

Ogni membro della famiglia, da generazioni, portava il suo contributo al buon nome della famiglia ampliandone così la fama e il dominio in diversi settori.
Bastava sapere il loro nome o una delle loro imprese o aziende e subito gli azionisti diventavano creta nelle sue mani.
Non c'era alcun bisogno di socializzare.
Gli affari sono affari.

E fu con questi pensieri che Sesshomaru si avviò verso l'ufficio del signor Myoga.

 

 “Etciù etciù etciù... o mamma spero che le bambine non mi abbiano passato il raffreddore...”
“stai bene Sango?”-”si si non ti preoccupare non ho dormito molto stanotte e credo di essere solo un po stanca non ti preoccupare..etciù etciù...”
In quel momento arrivò Kaede “Sango perchè non vai a casa a riposare un po'.? tanto per oggi penso che abbiamo finito con i pranzi e Rin sa cavarsela da sola nel caso arrivi qualche ritardatario”
“non serve davvero mi basterà una bella doccia e una tachipirina stasera e sarò come nuova”
Rin:” dai Sango ormai il grosso l'abbiamo fatto, staccare un po' prima non è un problema almeno ti riposi un po' prima che arrivino i bambini a casa..”
“uff.. va bene daccordo, se insistete..”

La giornata stava andando bene, sperava solo che Sango non si ammalasse. Le mamme non possono avere questo privilegio purtroppo penso Rin sorridendo.

Kaede stava sistemando i tavolini e il bancone mentre Rin sistemava le ultime cose sparse per la cucina ed aspettava che i biscotti venissero pronti. Quell'orario solitamente era tranquillo.

Sentì Kaede salutare qualcuno, sperava solo che non fossero venuti a mangiare, aveva già pulito tutto.
 “Rin ci sono due persone a pranzo cosa ti è avanzato?”
“uff la mia solita fortuna” disse ridendo.
“comunque zuppa e pasta finiti ho due porzioni di rombo e una di carne”
detto questo si affacciò alla cucina e vide che era il signor Myoga con un'altro uomo seduti all'ultimo tavolino in fondo con i divanetti.
L'uomo sembrava carino anche se troppo serio per i suoi gusti anche se con quei capelli bianchi era proprio strano. Forse un ricco ed eccentrico uomo d'affari pensò.


-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Sesshomaru sperava di evitare il pranzo arrivando da Myoga verso le due invece lo vide uscire dall'ufficio pronto per andare a pranzare.
“ohh signorino Sesshomaru giusto in tempo temevo non si sarebbe più fatto vivo”, Sesshomaru lo squadrò solo per quel appellativo. Ormai non era più un bambino.
“La riunione mi ha preso più tempo del previsto” rispose atono.
“Certo immaginavo, comunque vogliamo andare?”
“è un po' tardi non so quanti ristoranti troveremo aperti” Sesshomaru sperava  che con la chiusura nell'orario pomeridiano dei ristoranti il loro pranzo non si sarebbe protratto troppo, ma la fortuna non era dalla sua purtroppo.
“o non si preoccupi per questo signorino cioè signor Sesshomaru conosco un posto perfetto.”
Salirono sulla macchiana di Sesshomaru e si avviarono verso la super, seguendo le indicazioni del vecchio Myoga.

Quando Myoga lo fece parcheggiare in una zona vicina a delle nuove palazzine non lontano dal centro rimase scettico, sopratutto vedendo che il vecchietto si stava incamminando verso una piccola caffetteria.

“dubito che qui facciano qualcosa di diverso da panini vecchio, è meglio provare altrove”
“suvvia signorin...signor Sesshomaru non le hanno mai detto che non si giudica un libro dalla copertina”.
Così dicendo entrò e Sesshomaru, se pur con riluttanza, entrò a sua volta.

L'interno era luminoso, con colori pastello che variavano dal cioccolato al verde prato al bianco sporco; nel complesso era tenuto bene, pulito ed ordinato e oltre all'aroma del caffè si sentiva un leggero sentore di biscotti al cioccolato.
“Buongiorno Myoga”
“buogiorno Kaede come stai?”
“la mia povera schiena non mi da tregua l'età non è più quella di una volta e tu?”
“non mi lamento grazie, siamo ancora in tempo per pranzare?”
“ma certo, sai che Rin fa chiusura, quindi finchè c'è lei potete stare tranquilli” sorrise la vecchia.
“molto bene, molto bene, avevo proprio voglia di qualcosa di saporito e caldo oggi”
“immagino, con questo freddo poi.... accomodatevi pure, io nel frattempo vedo cosa è rimasto nel menu”
Cosi dicendo si avvio verso la cucina.

Si accomodarono su di un tavolino ampio sul fondo, con dei divanetti color grafite, nel complesso faceva pensare ad uno spazio aperto. Rilassante.
La caffetteria aveva un che di rustico ma con la praticità e la funzionalità del moderno. Sulle pareti c'erano libri di ogni genere, quadri raffiguranti spazi aperti e postazioni con tablet e rete wifi.

“Dimmi vecchio, che posto è??”domandò a quel punto Sesshomaru.
Myoga non sembrava sorpreso dal modo freddo e distaccato con cui il giovane gli si era rivolto, ormai ci era abituato, quel giovanotto anche se pieno di risorse non sembrava interessarsi alle persone che lo circondavano, poteva quasi definirlo un eremita se non fosse che viveva in una città.
“ho scoperto questa piccola caffetteria un giorno per caso, da allora vengo piuttosto spesso.
La proprietaria è appassionata di letteratura e tiene molto alla cultura. Ai suoi tempi era professoressa poi dopo la morte della sorella gestì la caffetteria al posto suo. Non fa molto, ma le ragazze sono davvero carine e la cuoca ci sa fare ai fornelli”.
In quel momento tornò la proprietaria, ordinarono e cominciarono a parlare di affari.

Finalmente........ quella giornata era giunta al termine.
Era riuscita a uscire ad un orario decente dalla caffetteria, la chiusura era prevista per le sei ma ora che sistemava tutto andava a finire che usciva sempre ad orari assurdi.

“ahhhhh... casa dolce casa....” lasciò cadere lo zainetto, aprì una finestra per far cambiare aria, rifece il letto ma non fece in tempo a sedersi sul divano che scatto in piedi come una molla su di un trampolino al sentire il campanello suonare.

-Ciao Rin disturbo?
-Ciao Kosuke, no no figurati entra pure. Già tornato dal tuo ultimo viaggio o sei in partenza?
Kosuke era il suo vicino, o per meglio dire abitava nell'appartamento proprio sotto di lei al terzo piano mentre Rin abitava all'ultimo piano-mansardato. Questo voleva dire molta luce e vista discreta. Kosuke essendo fotografo alle prime armi, quando l'aveva conosciuto capitava spesso che facesse irruzione in casa sua alle ore più strambe per testare nuovi obbiettivi o filtri dal suo terazzino.
-appena tornato, voglio farti vedere degli scatti pazzeschi, questa volta non sono andato lontano
-vuoi bere qualcosa?
-birra?
-dovrei averne ancora un paio dall'ultima volta
-bene, cosa mi racconti? Sei riuscita a sopravvivere senza la mia invadenza?-chiese ridendo, Rin rise di rimando e gli passò una birra mentre lei bevve un succo al melograno e lichi, tra i suoi preferiti -bleah, ancora ti ostini a bere quella roba schifosa- dai non è cosi male, a me piace e poi fa bene- guarda che sei un pò troppo giovane per preoccuparti di acciacchi alla tua età- Rin gli fece la linguaccia- guarda che prevenire è meglio che curare e poi sono buoni, comunque qui tutto bene solita routine anche se inizio a sentire i primi “acciacchi”- ah si?- si, perché il lavoro è particolarmente tranquillo in questo periodo, ma dopotutto è comprensibile dopo le grandi spese delle feste, eppure mi sento fiacchissima non ho voglia di fare granchè mentre quando lavoravo al ristorante facevo 12/13 ore tutti i giorni tornavo a casa e mi sentivo ancora in grinta.- già fino a quando hai fuso e sei andata in esaurimento nervoso a soli 21 anni pensa un po'...-uff è vero era una vita frenetica ma mi piaceva... l'adrenalina, l'ansia del servizio, cucinare e provare cose nuove, la complicità coi colleghi, tutto... apparte l'esaurimento ti  dirò che un po' mi manca lavorare in una vera cucina con dei veri chef.- stai pensando di cambiare lavoro?- cosa? No no certo che no, non potrei mai, però a volte sono solo un po' nostalgica.- capisco-. Rin gli sorrise, era facile aprirsi con Kosuke, lo era sempre stato. Fin dal primo giorno che si era presentato davanti all'ascensore.

-ah ma allora lo prendi anche tu l'ascensore qualche volta- al sentire quella voce Rin si girò e vide quello che doveva essere uno dei condomini del palazzo. Lo aveva già incrociato un paio di volte, agli orari più strani rientrando dal lavoro.-certo perchè???- perche abiti qui da qualche settimana e usi sempre le scale anche se abiti al quarto piano- si, preferisco, un po perchè quando torno dal lavoro mi aiuta a scaricare la tensione e poi è l'unico sport che faccio- spiegò sorridendo- certo che sei un tipo strano, piacere kosuke- Rin- vuoi che ti aiuti con le buste della spesa?- non preoccuparti ci riesco davvero- ma va tranquilla, probabilmente questo è l'unico sport che faccio io- grazie-.

Da quel giorno avevano fatto amicizia e avevano stabilito un bel legame. Rin gli aveva detto fin da subito che non voleva storie o niente di serio perchè in quel momento non aveva la testa per avere qual si voglia tipo di relazione e Kosuke si era detto daccordo, ma dopo quasi due anni che abitava lì si era accorta che la guardava in modo strano, più intensamente e aveva cercato di prendere un po' le distanze; lui doveva averlo capito e forse era per questo che si vedevano meno di frequente, dopo il bacio che si erano scambiati, e che poi Rin aveva respinto, qualche mese prima Kosuke partiva sempre più spesso e andava a farle visita con meno frequenza. Ciononostante la loro amicizia sembrava restare intatta e Rin ne era sollevata. Non voleva perdere un buon amico infondo.
Finito di chiacchierare Kosuke tornò al suo appartamento mentre Rin si preparò la cena, fece la doccia e andò a dormire.
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Dall'altra parte della città un affascinante uomo con tratti albini stava controllando gli ultimi dossier per un' importante riunione che si sarebbe tenuta tra meno di due giorni nelle zone di Parigi.
Doveva proporre dei progetti per una possibile fusione con un'azienda di trasporti e aveva l'aereo tra poche ore. Doveva solo controllare gli ultimi dettagli.
-non capisco per quale motivo tu non ne voglia parlare- Sesshomaru alzò un sopracciglio e guardò l'affascinante donna uscire dal bagno del suo attico- non so a che ti riferisci- la donna a quel punto sbuffò- come no, a proposito di trasferirti e l'idea di andare a vivere insieme- una tua idea- si mia, perchè se aspettavo te potevo morire di vecchiai nell'attesa-
-se proprio ci tieni puoi sempre trasferirti qui-cosa? Qui?-
-si, perchè? Cos'ha che non va?-Sesshomaru non ne poteva più di quella storia.
Lui e Kagura si erano conosciuti anni prima, quando lei lavorava come segretaria per uno studio legale per un viscido verme. L'aveva aiutata, salvata per così dire, le aveva trovato un altro lavoro ( non con lui o non avrebbe più avuto un minuto di pace), non sopportava avere stupide donne appiccicose che gli facevano gli occhioni dolci o che arrossivano se solo le guardava, per questo aveva un segretario, Jaken, un po' petulante ma efficiente.
Da allora avevano intrapreso una specie di relazione, se così si poteva definire, e negli ultimi tempi aveva avuto la brillante idea di andare a vivere insieme.
-come sarebbe a dire?- sesshomaru continuava a non capire- è un attico, non ha niente che non va- a davvero?? peccato che il tuo attico si trovi due piani sopra il tuo ufficio e quello di tuo padre e che si trovi  in cima alla vostra azienda...non puoi di certo definirla “CASA”- Sesshomaru mise via i fogli, chiuse la valigia, controllò l'orologio e andò in camera sua a cambiarsi, Kagura lo seguì.- insomma Sesshomaru... vivi per il lavoro, non fai altro- non mi sembra che ti dispiaccia accompagnarmi nei miei viaggi però- solo per passare un po di tempo insieme, insomma, ultimamente poi con queste ultime acquisizioni non ci vediamo quasi più....
Sesshomaru uscì dalla cabina armadio e la guardò. Aveva uno sguardo triste e un po gli dispiacque, ma non poteva farci nulla.
-non intendo trasferirmi, questo posto mi piace ed è funzionale. In quanto al lavoro, dopo questo viaggio cercherò di tenermi un po più libero- Kagura fece un mezzo sorriso, era meglio di niente- per quanto riguarda la casa, se proprio ci tieni perchè non ti trasferisci qui per un po. Solo per prova cosi se proprio vedi che non è di tuo gradimento vaglieremo altre soluzioni- parlava come se stesse facendo una riunione per convincere le parti di un contratto ma Kagura ormai ci era abbituata e poi magari cosi sarebbe riuscita a fargli cambiare idea. -daccordo -si baciarono. Kagura lo tirò per la cravatta verso il letto ma Sesshomaru la fermò- non ho tempo, ho chiamato un taxi devo prendere il volo tra un paio d'ore- la baciò di nuovo e lei lo lasciò andare.

Finalmente nel taxi Sesshomaru potè tirare un sospiro di solievo. All'inizo Kagura gli piaceva, lo attraeva, il sesso poi era fantastico e per lui, abituato ad essere solo, avere qualcuno intorno era una piacevole novità. Ma con il passare del tempo ed il consolidarsi della loro relazione, lei era diventata sempre più appiccicosa e assillante. Sempre con qualche pretesa assurda o inspiegabile.
Alla fine doveva scendere a compromessi e svicolare come faceva nelle peggiori situazioni, accondiscendendo a capricci o altro.
Per un certo periodo si era molto affezionato a lei, credendo quasi di amarla. Quasi. Ma ora non ne era più tanto sicuro, aveva una gran confusione in testa e nessuno con cui potersi sfogare o chiedere chiarezza.
Per questo aveva sperato di allontanarsi, gradualmente, con il suo lavoro, ma come un pesce che cerca di scappa re quando ormai ha abboccato era stato riportato miseramente a galla.

Vi ringrazio per essere arrivati fino alla fine, i primi capitoli saranno di introduzione poi la storia si evolverà come si deve. Spero vi piaccia grazie infinite a tutti a presto 😄😊
   
 
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