Monstra Inc.

di Lo Otta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricercare ***
Capitolo 2: *** Seguire ***
Capitolo 3: *** Trovare ***



Capitolo 1
*** Ricercare ***


1. Ricercare

 

  Il battito delle uniche dieci dita rimaste nel polveroso archivio risuonava costante, mentre la decina di appendici scartavellavano implacabili ancora una volta gli stessi vecchi articoli di giornale.
  Allontanandosi dalla scrivania, le dita e il corpo a loro congiunto si alzarono dalla postazione, dirigendosi verso la macchinetta posta nel corridoio. Nonostante l’ora tarda, la presenza non era inconsueta. Capitava spesso che qualche giornalista rimanesse a controllare vecchi dati per un inchiesta, ma questo giornalista era un frequentatore più che assiduo. Veniva talmente spesso da aver ricevuto un computer personale, in via del tutto ufficiosa. Con tutti quei computer inutilizzati, uno in più o in meno a disposizione non faceva grossa differenza.
  Qualche manciata di secondi che fu alla macchinetta delle bevande. La sua bassa statura gli permetteva di raggiungere le bevande più basse, strani composti al rafano e alla cicuta. Durante il giorno, in presenza di colleghi non poteva utilizzare scatole o scale in grado di elevarlo fino al suo agognato bollente caffè nero, se non voleva condirlo con scherni e risa. Ma a quell’ora c’era solo lui. Avrebbe potuto usare la scaletta nel ripostiglio, ma prima di staccare il guardiano chiudeva a chiave lo stanzino. Piazzò una delle tante sedie lì attorno. Quando ci saltò sopra le rotelle iniziarono pericolosamente a rotolare, sbattendo contro la macchinetta. Ordinò il suo caffè che scese fumante nel bicchierino.
  Ottenuta la bevanda ristoratrice, ritornò alla postazione per il consueto controllo di articoli. Perlopiù parlavano di soppressioni violente di manifestazioni di lavoratori, incidenti ecologici e sparizioni di forti leader popolari di zone arretrate. John non aveva prove concrete, ma sapeva che il mandante di tutti quei crimini era la Monstra Incorporated, una multinazionale contro cui si era lanciato spesso con grossi articoli d’accusa.
  Altri articoli riportavano invece a caratteri cubitali il nome di Douglas Ubc, Junior. Ogni articolo ne decantava le lodi, ed uno in particolare aveva preso mezza pagina per narrare la vita di quello che veniva definito “il giovane volto di una nuova Onestà”. Figlio di uno dei fondatori della Monstra Inc., Douglas Ubc, Senior, era stato educato per succedere al padre ai vertici dell’azienda. Non felice di quella vita che era stata progettata per lui, a soli ventidue anni era scappato, portando con se molti documenti che permettevano di incriminare i dirigenti delle principali divisioni della Mostra per una lunga serie di reati commessi. Asceso ai riflettori della ribalta, in breve tempo riuscì a farsi un nome come onesto e incorruttibile. Quando entrò in politica, a soli venticinque anni, alla direzione del proprio partito, rifiutò ogni contributo dal padre, fintanto che non avrebbe modificato l’assetto dell’industria, ricompensando adeguatamente chi aveva sfruttato e restituendo il giusto a chi aveva rubato. Dopo due anni aveva ottenuto una buona porzione di seggi, ed era pronto a correre alla presidenza, proponendo molte leggi contro il modus operandi dell’azienda paterna.
  John lo stimava molto. Due anni prima lo aveva votato, e passati due anni non si era pentito. Combattevano la stessa battaglia su differenti campi, ma il sostegno che John dava al giovane Ubc nei suoi articoli era continuo. Lo definiva sempre come la guida per una nuova politica lontana da sottobanchi e giochi di potere. E di contro anche Ubc Junior in un comizio aveva risposto, ringraziando tutto il supporto dei giornali. Quella volta John si sentì come se lo avesse ringraziato di persona, con encomio e lode scritta.
  Controllò le e-mail, per vedere se qualche informatore avesse delle notizie da riferirgli, poi spense tutto e si avviò verso l’uscita. Era ancora più tardi del solito, e il guardiano notturno poteva aver già finito il suo giro. A John era stata lasciata una copia delle chiavi per evenienze come quelle, dopo tutte le volte che aveva fatto attendere il povero controllore che, sfortuna vuole, si trovava sempre John durante i turni corti. John buttò nel cestino il bicchierino vuoto e chiuse a chiave l’archivio, inserì l’allarme e si diresse al suo piccolo bilocale, sopra una vecchia merceria frequentata da sole vedove.

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Capitolo 2
*** Seguire ***


2. Seguire


  Un uomo in tailleur di seta albina e mocassini in pelle striata attraversava velocemente la strada, diretto verso l’entrata del Palazzo del Potere, costituita da imponenti colonne bianche. Nonostante la giovane età che dimostrava, i capelli dell’uomo erano canuti. Il viso mostrava un espressione indaffarata, ma al contempo affabile.
  -Signor Ubc, signor Ubc!- un secondo uomo più avanti con l’età si avvicinò di fretta al primo. Teneva alzato con una mano un vecchio registratore, mentre nell’altra stringeva una blocco note. Una penna era incastonata dietro l’orecchio, sotto il cappello a tesa larga.
  -La prego, mi chiami solo Douglas. Il Signor Ubc era mio padre.- il giovane Douglas lasciò un sorriso di cortesia al giornalista, che riprendeva faticosamente fiato tenendosi sulle ginocchia.
  -Va bene, signor Ub… Douglas. Avrebbe cinque minuti del suo tempo da concedermi? Avrei alcune domande da porle.
  -Mi dispiace, ma devo urgentemente dirigermi ad un riunione organizzativa per la campagna elettorale. Si rivolga al mio ufficio stampa in modo da ottenere un pass per il mio comizio.- Riprese a camminare svelto, entrando nel grosso edificio. Il piccolo giornalista si girò mogio, tornando a capo chino alla redazione.

  -Ti sembra un articolo questo!? Devi smetterla con queste sciocchezze! Scribacchino da quattro soldi!- Ad ogni urlo del corpulento direttore tutto il ciarpame sulla scrivania sobbalzava.
  -Pensi di poter scrivere ciò che vuoi a tuo piacimento solo perché ti occupi dei trafiletti a fondo pagina? Sei un gradino solo sopra al ragazzo delle inserzioni commerciali! E quello fa il suo lavoro molto meglio di te!- Il tema a righe verticali della camicia si scombinava insieme ai chiletti di troppo della pancia, che seguivano gli sbalzi delle sfuriate.
  Le onde di massa adiposa iniziarono a placarsi -Andava bene fino a che scrivevi quegli articoletti sul giovane Ubc, ma ora- Un pugno colpì il tavolo -Osi scrivere apertamente che la Monstra, la nostra maggiore finanziatrice, è la mandante di tutti gli eventi terroristici dell’ultimo quarto di secolo! È su che prove, poi! Supposizioni, due parole dette da qualche svitato del terzo mondo che non sa neanche scrivere il suo nome! Se vuoi ancora tenere il tuo posto, vedi di portarmi un vero articolo con delle vere prove per domani. Altrimenti non farti più vivo.
  John si girò per congedarsi, muto dopo la solita strigliata di capo.
  -Fermati un attimo, giornalucolo.- John si girò speranzoso, credendo in una generosa amnistia. -Chiudi la porta quando esci.

  Il povero bilocale affacciava sull’incrocio di tre straducole, tra il punto di convergenza di Via dell’Orco e Via del Pioppo, e la fine di Strada di Moira. L’acqua calda arrivava a giorni alterni, il gas faticava a partire e la luce saltava nei momenti di massimo impiego. Ma la pigione non era troppo elevata, ed era comunque il massimo che potevano permettersi John e la sua consorte.
  Seduto al tavolo da pranzo-scrivania, John cercava informazioni utili per l’articolo che avrebbe temporaneamente salvato il suo lavoro. Confrontando dichiarazioni ufficiali e studi scientifici, e comparando legislazioni passate e trascrizioni di interventi politici cercava una solida base su cui fondare le sue accuse alla Monstra Inc.
  La moglie entrò dalla porta, carica di borse. -Tesoro, guarda che delizia ho preso al negozio qua sotto mentre rientravo.- Da una borsa tra un cavolo e un cavolfiore tirò fuori un completino di pizzo. -Che ne dici se stasera lo indosso e ci divertiamo un poco?
  Il suo tesoro non l’aveva neanche sentita. Appena aveva aperto la porta era comparsa la notifica di una nuova e-mail, una particolarmente interessante. Quella notte si sarebbe tenuto un incontro segreto tra una delle più alte cariche della Monstra Inc. e dei criminali per il saldo di alcuni lavoretti. John ci sarebbe stato.

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Capitolo 3
*** Trovare ***


3. Trovare


  Il luogo del ritrovo era un piccolo magazzino nella vecchia zona industriale, che venne chiusa dopo una delle prime battaglie di Ubc Jr. Dannati, John non gli avrebbe permesso di utilizzare ancora una volta quei luoghi per i loro loschi traffici. Accese il suo fido registratore a nastro ed iniziò a muoversi coperto dalle casse, fino a trovarsi abbastanza vicino allo spiazzo centrale.
  Da un lato c’erano Jerry, Lerry e Audenzio. Criminali di poco conto, rubagalline urbanizzati, furfantelli che John aveva incontrato sovente nei suoi stralci di nera. Il lato opposto era invece vuoto, ma sembrava che i tre aspettassero l’arrivo di qualcuno.
  Quel qualcuno arrivò, preceduto da due giganteschi gorilla. Rimase indietro, fuori dal cono di luce dell’unica lampadina ancora sana, cosicché il volto era coperto.
  -Se vuole darci la grana, signo’, noi ce ne andremmo. La Madama ci cerca e i lavoretti che ci ha fatto fare non le sono piaciuti troppo.- a parlare fu Jerry, la mente del gruppo. Un gorilla gli si avvicinò e gli diede una valigetta. Per John era un’occasione troppo ghiotta per farsela scappare. Posò il registratore e tirò fuori una macchina fotografica, espressamente a rullino, per avere concretamente in mano le fotografie.
  Spostandosi di qualche cassa, riusciva ad avere un’angolazione migliore, con insieme la guardia portaborse e Jerry, che se ne stava tranquillamente a meravigliarsi di quella valigetta piena di banconote. Guardò dentro l’obbiettivo e premette il tasto di scatto, ma una scheggia gli entrò nell’occhio. Indietreggiando, vide che tutta la macchinetta era diventata un groviglio di schegge racchiuse in un pugno, e indietreggiando ancora s’imbatté nel corpo della mano. Un terzo gorilla lo aveva aggirato, e adesso lo teneva vicino a sé.
  Preso per la collottola, John venne portato sotto la luce fioca. La figura nell’ombra ordinò con voce chiaramente contraffatta -Guarda se ha dei microfoni.- il gigante lo rivoltò a testa in giù e si mise a sbatterlo tre o quattro volte. Cadde un gettone del tram straniero e una mentina all’aglio, schiacciata dal grossone con una velocità che non si sarebbe detta visto il fisico. Finita la ripassata, biascicò -Finituh.
  -Non la farete franca, mostri! Appena verrà eletto Ubc Jr. i vostri giochi finiranno.
  -Lei ha proprio ragione, signor John. Quando verrà eletto, il giovane Douglas avrà il potere di intaccare consistevolmente la nostra azienda.- l’uomo della Monstra si fece avanti, fino a trovarsi faccia a faccia con il catturato. L’abito color pervinca aderiva perfettamente al corpo allungato, accostandosi piacevolmente ai capelli albini -Ma perché dovrei farlo?
  -Sai, mio caro John, tu non sei un grande giornalista. Non sei neanche nella media. Le tue abilità di scrittura sono al minimo dell’accettabile, il minimo che ti permette di scrivere sul tuo giornaletto da quattro soldi. Quindi non dovresti certo essere un problema per noi. Ma con la tua ostinazione ci hai infastidito i baffi. Potremmo licenziarti anche ora, ma se ti avessimo solo tolto il lavoro avresti continuato con il bailamme. Quindi ho pensato di organizzarti una festicciola. Voi, alzatelo.- un gorilla avanzò mentre Ubc Jr. indietreggiava. Il gigantone lo prese per un braccio, mentre quello che già lo teneva prese l’altro braccio, allontanandosi finché John si trovò teso sollevato dai polsi.
  -Un ultimo cero, signor John? Desidera sapere qualcosa?- Il giovane Douglas Jr. sorrideva dalla sua posizione di superiorità.
  La gola era secca per la notizia scioccante -Perché, perché lo fa? Lei ha sempre combattuto contro la Monstra. Lei è fuggito dalla Monstra!- tossì. La posizione in cui era non era comoda.
  -È la copertura perfetta. Il giovane fuggito da un mondo spregevole. Il povero derelitto che vuole rialzarsi e combattere contro la perfida matrigna. Avrei avuto tutto il sostegno mediatico necessario per ottenere il potere politico. È stato un piano perfetto, non per niente è stato un mio piano. Quando appena qualche anno fa la Monstra Incorporated stava vedendo calare i suoi guadagni, ecco che ho esposto il mio programma. Una campagna a lungo termine, in cui catalizzavamo tutto l’odio delle masse sotto gli ordini di una solo burattino, che avrebbe fatto carriera con quell’odio. Chi invece era contrario alle idee delle masse avrebbe sostenuto la Monstra, radicalizzandosi e accrescendo le sue tesorerie. E vuoi sapere una cosa ancora più bella di tutto questo piano? Anche gli oppositori avrebbero appesantito le tasche della Monstra, comprando in negozi consigliati dalla loro guida, negozi alternativi che avrebbero cambiato logo ma sarebbero rimasti proprietà Monstra. Win win.
  Ubc Junior si riavvicinò a “steso” John -Un semplice gioco di intrighi, in cui il cardine è l’appoggio inconsapevole delle masse. Semplici sciocche masse. Basta dare loro un nemico da odiare è dimenticano tutto il resto, senza vedere che i veri mostri non sono quelli contro cui combattono, ma quelli che gli hanno aizzati. Una sciocchezzuola. Alla scuola manageriale la insegnano il primo giorno.
  -Finita la lezioncina?- sempre più debole, John riuscì a tirar fuori le tre parole.
  -Ha ancora il fiato per essere sarcastico. Mi dica solo una cosa- la distanza tra John e Douglas era ridotta ad un braccio -Posso contare sul suo voto?
  Una scossa orizzontale della testa fu l’ultimo debole movimento di John, prima che un destro gli fece perdere i sensi.

  I poliziotti non sapevano identificare il corpo, o almeno quello che ne restava. Trovato da un ubriacone nottambulo, questo aveva avvisato la polizia, che non mandò nessuno. Solo il mattino successivo mandarono una pattuglia, dopo una nuova segnalazione da parte di un gruppo di operai che passavano vicino al fosso.
  Le pratiche di identificazione furono lunghe, ma trovarono una corrispondenza con un caso di sparizione datato stesso periodo. Dovettero chiamare la moglie per il riconoscimento, procedura inutile dato lo stato di carbonizzazione del cadavere. Quando uscì, la vedova di quel giornalista era un fiume di lacrime.
 

Angolo dell'Autore:

Prendo un piccolo spazio dopo questo triste epilogo (forse un poco esagerato), per annunciare un progetto che comincerà a breve. Se vi è piaciuto questo, salvatevi l'account Classe: Fcrittori oppure controllate le Commedie. Tenetevi pronti a risentirmi il 10/03/2018 
 

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