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Autore: Lo Otta    18/02/2018    1 recensioni
In una società in cui una potente multinazionale può fare ciò che più le aggrada, qualcuno deve fare qualcosa per fermarla.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Ricercare

 

  Il battito delle uniche dieci dita rimaste nel polveroso archivio risuonava costante, mentre la decina di appendici scartavellavano implacabili ancora una volta gli stessi vecchi articoli di giornale.
  Allontanandosi dalla scrivania, le dita e il corpo a loro congiunto si alzarono dalla postazione, dirigendosi verso la macchinetta posta nel corridoio. Nonostante l’ora tarda, la presenza non era inconsueta. Capitava spesso che qualche giornalista rimanesse a controllare vecchi dati per un inchiesta, ma questo giornalista era un frequentatore più che assiduo. Veniva talmente spesso da aver ricevuto un computer personale, in via del tutto ufficiosa. Con tutti quei computer inutilizzati, uno in più o in meno a disposizione non faceva grossa differenza.
  Qualche manciata di secondi che fu alla macchinetta delle bevande. La sua bassa statura gli permetteva di raggiungere le bevande più basse, strani composti al rafano e alla cicuta. Durante il giorno, in presenza di colleghi non poteva utilizzare scatole o scale in grado di elevarlo fino al suo agognato bollente caffè nero, se non voleva condirlo con scherni e risa. Ma a quell’ora c’era solo lui. Avrebbe potuto usare la scaletta nel ripostiglio, ma prima di staccare il guardiano chiudeva a chiave lo stanzino. Piazzò una delle tante sedie lì attorno. Quando ci saltò sopra le rotelle iniziarono pericolosamente a rotolare, sbattendo contro la macchinetta. Ordinò il suo caffè che scese fumante nel bicchierino.
  Ottenuta la bevanda ristoratrice, ritornò alla postazione per il consueto controllo di articoli. Perlopiù parlavano di soppressioni violente di manifestazioni di lavoratori, incidenti ecologici e sparizioni di forti leader popolari di zone arretrate. John non aveva prove concrete, ma sapeva che il mandante di tutti quei crimini era la Monstra Incorporated, una multinazionale contro cui si era lanciato spesso con grossi articoli d’accusa.
  Altri articoli riportavano invece a caratteri cubitali il nome di Douglas Ubc, Junior. Ogni articolo ne decantava le lodi, ed uno in particolare aveva preso mezza pagina per narrare la vita di quello che veniva definito “il giovane volto di una nuova Onestà”. Figlio di uno dei fondatori della Monstra Inc., Douglas Ubc, Senior, era stato educato per succedere al padre ai vertici dell’azienda. Non felice di quella vita che era stata progettata per lui, a soli ventidue anni era scappato, portando con se molti documenti che permettevano di incriminare i dirigenti delle principali divisioni della Mostra per una lunga serie di reati commessi. Asceso ai riflettori della ribalta, in breve tempo riuscì a farsi un nome come onesto e incorruttibile. Quando entrò in politica, a soli venticinque anni, alla direzione del proprio partito, rifiutò ogni contributo dal padre, fintanto che non avrebbe modificato l’assetto dell’industria, ricompensando adeguatamente chi aveva sfruttato e restituendo il giusto a chi aveva rubato. Dopo due anni aveva ottenuto una buona porzione di seggi, ed era pronto a correre alla presidenza, proponendo molte leggi contro il modus operandi dell’azienda paterna.
  John lo stimava molto. Due anni prima lo aveva votato, e passati due anni non si era pentito. Combattevano la stessa battaglia su differenti campi, ma il sostegno che John dava al giovane Ubc nei suoi articoli era continuo. Lo definiva sempre come la guida per una nuova politica lontana da sottobanchi e giochi di potere. E di contro anche Ubc Junior in un comizio aveva risposto, ringraziando tutto il supporto dei giornali. Quella volta John si sentì come se lo avesse ringraziato di persona, con encomio e lode scritta.
  Controllò le e-mail, per vedere se qualche informatore avesse delle notizie da riferirgli, poi spense tutto e si avviò verso l’uscita. Era ancora più tardi del solito, e il guardiano notturno poteva aver già finito il suo giro. A John era stata lasciata una copia delle chiavi per evenienze come quelle, dopo tutte le volte che aveva fatto attendere il povero controllore che, sfortuna vuole, si trovava sempre John durante i turni corti. John buttò nel cestino il bicchierino vuoto e chiuse a chiave l’archivio, inserì l’allarme e si diresse al suo piccolo bilocale, sopra una vecchia merceria frequentata da sole vedove.

  
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