Frammenti casuali di tristezza

di fumoemiele
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vuoto. ***
Capitolo 2: *** Rabbia. ***
Capitolo 3: *** Silenzio. ***
Capitolo 4: *** Paura. ***
Capitolo 5: *** Panico. ***
Capitolo 6: *** Disprezzo. ***
Capitolo 7: *** Perdono. ***
Capitolo 8: *** Noia. ***
Capitolo 9: *** Gelosia. ***
Capitolo 10: *** Terrore. ***
Capitolo 11: *** Paranoia. ***



Capitolo 1
*** Vuoto. ***


IL VUOTO
96 parole

Vuoto è il mondo mentre sto nascendo.
Vuota è la Terra mentre Dio muore.
Vuota è Marte mentre crescono i girasoli.
Vuoto è Plutone mentre viene cacciato via.

Quando sono venuta fuori, ho urlato. Ho urlato forte, tanto.
Quando Dio è morto lo ha fatto silenzio, credo. Forse ha urlato anche lui, ma nessuno lo ricorda più.
L'erba piange quando nasce un fiore. Fa male. Fa male come tutto il resto.
Ogni cosa è triste se perde il suo ruolo.


Io oggi sono vuota.
O, forse, sono solo triste.
Devo dirvi la verità?
Non lo so.

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Capitolo 2
*** Rabbia. ***


Rabbia
98 parole

La rabbia è un peperoncino.
Ti brucia le labbra, la lingua, la gola; ti brucia dentro.
La rabbia è un vento gelido.
Ti investe forte come un automobile, un pullman, un treno; ti scaraventa via senza pietà alcuna.
La rabbia è la pioggia.
Gocciola, gocciola, gocciola giù e forte, sempre più forte; ti lacera la pelle e sanguini.
La rabbia è un momento.
Si prolunga all'infinito, si allunga finché non riesci più a vederne la fine.
La rabbia è un brutto ricordo.
Ti resta sempre dentro, anche quando fingi di scacciarla via.

Si, oggi sono un po' arrabbiata.

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Capitolo 3
*** Silenzio. ***


Il silenzio
109 parole


Tic, toc.
Tic, toc.
Tic, toc.
Sento solo l'orologio ticchettare. Credo sia l'unico rumore che alberga in questa camera, che contiene l'odore della morte, non so perché.
Prima che piazzassi un orologio qui c'era troppo silenzio.
Le ombre si allungavano sulle pareti; le auto sfrecciavano sull'asfalto, qualche volta.
Il resto era solo silenzio.
Ah! E il battito del mio cuore.
Il sangue scorrere, rapido, come un fiume avvelenato senza sbocchi. 
Questo non posso dimenticarlo.
Avevo paura dell'eco del mio rosso intenso.
Mi terrorizzava il rumore assordante del silenzio.
In primavera, all'alba, mi raggiungeva il rumore degli uccelli sugli alberi.
Un po' mi calmava.
Il silenzio, però, restava sempre lì.

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Capitolo 4
*** Paura. ***


Paura.
109 parole

Il sangue nelle mie vene si blocca per un momento. 
Fiuta la paura e reagisce così.
Cerca di non farsi notare; alcuni predatori non percepiscono la vittima se questa non si muove.
Il sangue prova a fermarsi.

Non ce la fa, ma era ovvio.
Il cuore batte veloce, sempre più veloce.
E' come un auto che sfreccia nella notte, guidata dall'alcool; dopo un po' si schianta.
Si distrugge. 
Milioni di frammenti metallici a brillare al chiaro di luna.

Precipiti nel buio.
Ho sempre avuto paura dell'oscurità:  quanti mostri si nascondevano sotto il mio letto, da bambina?
Quanti scheletri ci sono nel mio armadio, adesso?
Cosa mi spaventa di più?

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Capitolo 5
*** Panico. ***


Panico.
107 parole

Ti chiedi se stai impazzendo?
Sai con certezza che qualcosa di orribile sta per succedere?
Non riesci più a respirare? ... qualcosa di così naturale è adesso una gara il cui premio è la vita.
Una vita per cui devi lottare, prima che il panico decida di divorarla senza lasciarne traccia.
Devi sopravvivere; è questo il segreto.
Strano, vero?
Non ti ho sentito, cosa hai detto?
Mh, è vero. E' soltanto macabro.

Non preoccuparti, dai.

Alla fine passa sempre, è solo un momento. Sono solo dei minuti che si allungano.
Come puoi conoscere la tranquillità se non assapori anche il panico?
Senza un elemento, l'altro muore.
Ricordalo sempre.

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Capitolo 6
*** Disprezzo. ***


6. Disprezzo.
116 parole

Sono Albert e amo me stesso.
Ritengo che la perfezione sia l'obiettivo da raggiungere nella vita, la forte luce bianca situata alla fine del tunnel.
Disprezzo il resto del mondo, perché nulla si avvicina a me.
Preferisco svalutare gli altri; se sai osservare capirai che c'è sempre qualcosa che non va.
Chi non si impegna per raggiungere grandi obiettivi è da disprezzare.
Chi non cura il suo aspetto fisico è da disprezzare.
Chi non sa parlare in maniera adeguata è da disprezzare.
Chi non ascolta le mie stesse melodie è da disprezzare.
Il disprezzo è parte integrante della mia vita.
Mi aiuta a crescere.
E a restare solo, sempre solo, perché nessuno è alla mia altezza.



---
Alcune considerazioni;
Ho voluto aggiungere le note in fondo, perché questa drabble è stata più complicata da scrivere. Non so perché mi andava di dedicarne una anche al disprezzo, ma è stato difficile e ne ho tirata fuori una che si allontana dalle altre stilisticamente... più che altro, non riuscivo a parlare del disprezzo come sono riuscita a fare con emozioni quali il panico o la rabbia, che sono cose che più volte ho provato su me stessa.  Pensando al disprezzo, invece, non riuscivo a pensare a nulla di personale, quindi ho tirato fuori un personaggio che mi sembra parecchio un narcisista.
E nulla, in realtà è la drabble che meno mi piace, ma ho comunque voluto pubblicare.

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Capitolo 7
*** Perdono. ***


Perdono.
101 parole

Il dolore su di te è sempre stato come una magia.
Non capisco il perché, ma sei bello quando soffri.
Sei bello quando hai la voce distrutta dal pianto.
Sei bello quando mi ignori e ti chiudi nel tuo mondo a scrivere... che poi è quello che faccio anch'io.
Forse per questo non mi arrabbiò più, anche se ti odio quando sfuggi e cerco solo di aiutarti.
Forse è per questo che ti perdono il silenzio.
Forse è per questo che ti perdono la rabbia, le urla, gli insulti.
Perché, in fondo, soffri anche tu.
Anche quando non ti piace mostrarmelo.

--
Un po' in ritardo, chiedo venia ma ultimamente sto lavorando. Penso che aggiornerò fra una settimana circa, poco più, poco meno. 
Grazie a chi segue la raccolta e a chi lascia recensioni. :)

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Capitolo 8
*** Noia. ***


8. Noia.
100 parole


Che noia i pomeriggi d'estate; quando non hai voglia del mare, quando fa troppo caldo anche per respirare.
Che emozione la pioggia, ad agosto; quando non te lo aspetti, soffochi nel sudore, e poi eccola lì; dolce e aspra, mentre piange e si disperde. 
Che noia quei giorni in cui non hai più obiettivi, in cui hai perso il motivo per esserci.
Che noia il sole, il caldo, gli ombrelloni e la sabbia; che belle le nuvole, il vento lieve, la luna e le sue infinite stelle.
A volte mi sembra di morire di noia. 
Succede sempre d'estate.
Che pessima stagione!

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Capitolo 9
*** Gelosia. ***


9. Gelosia.
88 parole


Paranoia.
Chissà dov'è.
Chissà con chi è.
Chissà che sta facendo.
Sta pensando a me?
Pensa a me spesso quanto io penso a lui?
Ha paura di perdermi?
Perché alla fine la gelosia si riduce a questo: il terrore di perdere il proprio amato. 
Per sempre.
Chiunque potrebbe portarcelo via.
Dobbiamo lottare affinché questo non accada.
Il mondo è pieno di brutta gente. 
Di persone malvage.
Bisogna fare molta, molta attenzione. Cogliere i dettagli.
E non farsi fottere.
Non farti rovinare la felicità.
Non farti rubare l'amore.
Mai!

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Capitolo 10
*** Terrore. ***


Terrore.
(chiedo scusa, ho fretta, devo uscire e mi secca incollare il testo per vedere quante parole sono xD)

Si guarda intorno. 
Gli occhi spalancati sembrano arrossati, ma l'infermiere non lo sa con certezza. 
Si avvicina al pazzo steso su quel letto; ha una flebo nel braccio che gli dà della semplice calma liquida, il corpo è pieno di lividi e graffi. 
Le braccia sono legate. 
Era inevitabile, continuava a svegliarsi e cacciarsi via tutto, strappandosi anche la pelle dal corpo.
E' qui da ormai una settimana. 
Ogni volta che si sveglia non ricorda dov'è. 
Probabilmente, crede di essere stato rapito e pensa che vogliono fargli del male.
E' spaventato a morte. Ha rischiato un infarto, vede il bianco sulle pareti ed è convinto che la morte lo bacerà presto.
O forse crede di essere già morto e costretto a una pena eterna?
Non lo sa, in fondo è solo un infermiere, l'altro è un comune matto.
E di pazzi come quello ce ne sono anche troppi. 

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Capitolo 11
*** Paranoia. ***


11. Paranoia.
Ultimamente Jack ha una coscienza.
Almeno, lui crede che sia così.
Effettivamente c'è una voce, nella sua testa. Jack pensa che sia una donna.
Quando è annoiato, gli fa domande strane. Lui ci ragiona e cerca di arrivare ad una conclusione, anche se mentre lo fa ha la certezza che non troverà mai la soluzione dell'enigma. 
Quando è stanco, cerca solo di stressarlo ancora di più. Si diverte a ricordargli tutto il lavoro che deve ancora svolgere. 
Quando è arrabbiato, lo sprona e dà forza a quel fuoco ustionante. 
Quando è triste, gli offre alcune soluzioni alternative, come il cappio o il rasoio.
Però, boh, diciamo che la sua coscienza, la sua voce in testa, passa il suo tempo a dargli tanto stress. Jack non la sopporta più. 
A volte lo fa uscire matto. 



___________
Non so se possiamo definirla paranoia. Solitamente, scelgo una parola e scrivo. Poi i risultati sono sempre strani. 
Volevo comunicarvi che questa è l'ultima drabble della raccolta, in realtà non è una drabble perché ho sforato un po' con le parole... ma pazienza! :)
Ringrazio tutti coloro che hanno perso un po' di tempo per leggerla e per lasciare una recensione <3
Alla prossima!

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