Missing Moments: The Dark World

di _Giuls17_
(/viewuser.php?uid=113322)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Extra 1• Buon anno, Hermione. ***
Capitolo 2: *** Extra 2• To find each other again. ***
Capitolo 3: *** Extra 3• Love me, forever. ***
Capitolo 4: *** Extra 4• The nightmare is real. ***
Capitolo 5: *** Extra 5• You are our future. ***



Capitolo 1
*** Extra 1• Buon anno, Hermione. ***


Buon anno, Hermione.
 
Hermione non aveva mai visto casa sua così piena di elettricità positiva, così piena di vita, di risate e di felicità.
Osservò Arthur Weasley discutere con Lucius Malfoy su qualcosa che riguardava il Ministero e i programmi di Silente come Primo Ministro, in fondo era felice che il vecchio Presiede fosse riuscito nel suo intento, adesso Londra, come tutto il Mondo Magico sarebbero stati un posto migliore.
Spostò lo sguardo ed osservò Narcissa impartire ordini ad alcuni Magogiardinieri che stavano sistemando il giardino in vista della cena di quella sera, era solo capodanno del resto e se a Natale la cena e la festa erano stati un successone, tutti si erano ripromessi che avrebbero replicato, rendendola ancora più indimenticabile.
Hermione sorrise, non volendo essere nella pelle di quei poveri ragazzi maltrattati, anzi si ricordò di dargli una generosa mancia o non sarebbero più tornati al Manor per i prossimi lavori.
Attraversò l’ampio corridoio e si affacciò nel salone, Ginny, Fred e George stavano decidendo quali scherzi, trucchi e aggeggi usare per quella notte, dovette reprimere una risata, anche perché non riusciva proprio a togliersi dalla testa il povero Blaise che a Natale era stato preso di mira da loro, per poi finire totalmente vestito da “Babbo Natale” tramite una caramella particolarmente buona.
Ed il suo sguardo cadde su Draco, seduto sulla sua poltrona preferita intento a leggere la Gazzetta del Profeta, il viso rilassato e gli occhi grigi risaltavano particolarmente in quel periodo dell’anno, ed erano carichi di promesse, e l’anello che portava sulla mano sinistra ne era un chiaro esempio.
 
Mi piace tutto questo.
 
-Hermione cara, potresti venire un attimo?- sentì la voce di Molly chiamarla dalla stanza annessa alla cucina, il fantomatico deposito di sua madre, dove conservava tutto quello che si addice a una donna Purosangue del suo rango: servizi di piatti e di bicchieri che valevano anche troppi galeoni, tovaglie di seta, tovaglie pregiate che venivano da tutto il mondo e inestimabili, accessori tra cui candelabri e qualsiasi altra cosa avesse potuto fare l’invida delle altre donne che non erano al suo pari.
-Sì, Molly?- chiese osservando la donna, intenta a scrutare quella stanza che sembrava quasi un vecchio museo.
-Cosa vorresti mettere? Cioè vuoi usare il servizio di Natale o magari ne preferiresti un altro?-
-Perché lo chiedi a me?- domandò, indicandosi, quasi non capendo.
-Schiocchina è casa tua questa, sei tu che decidi.-
 
Davvero?
“Davvero?”
-Forse Narcissa e Molly si sono dimenticate di dirtelo, però.”
 
-Davvero non fa differenza.- disse, scuotendo le mani.
-Hermione, scegli quella di tuo gradimento. Forza, credo che sia abbastanza facile come scelta.-
 
Sicuramente rispetto a tutte le altre che ho dovuto prendere sembra davvero una cazzata, eppure…
“Quale scegliamo?”
 
Hermione fece qualche passo avanti, si portò un’unghia alla bocca e iniziò a mordicchiarla, in realtà odiava quei servizi, le ricordavano le cene che aveva dovuto sopportare con Voldemort e gli altri Mangiamorte ma non l’avrebbe mai detto a Molly, non l’avrebbe mai turbata fino a quel punto.
-Magari questo?- indicò un servizio, tra piatti, bicchieri e altre porcellane, forse abbastanza comune rispetto a molti altri, si caratterizzava per un semplice bordo d’orato che dava al piatto eleganza ma anche molta semplicità.
-Lo trovo davvero perfetto.- ammise la donna.
Hermione senza pensarci prese alcuni dei piatti tra le mani per portarli in cucina, rendendosi conto solo in quel momento che aveva lasciato la bacchetta in camera sua e che non era propriamente giusto far fare tutto il lavoro a Molly.
 
-Hermione…- la voce di Robb la distrasse un solo istante ma non si voltò a guardarlo, troppo impegnata a non far cadere il servizio a terra e a causare un incidente inutile.
-Due minuti.- disse, posandoli per poi rientrare nella stanza.
-E´importante.- disse il ragazzo, nonostante tutto.
Prese altri piatti e li posizionò sulla penisola della cucina, soddisfatta della sua scelta, si passò una mano tra i capelli  e diede nuovamente le spalle al ragazzo, per completare la sua buona azione giornaliera.
-Hermione veramente.- la sua voce la conosceva troppo bene e in quel momento capì che non stava scherzando, aveva bisogno di dirle qualcosa, qualcosa di importante, quando rientrò in cucina con una grande ciotola in mano, lo vide.
Finalmente lo vide e ciò che vide non le piacque.
Indossava la tenuta da Auror nonostante fosse in vacanza, Nick era alle sue spalle, appoggiato alla porta lo sguardo basso e anche lui vestito da Auror, solo in quel momento si soffermò sul viso del ragazzo.
Robb aveva lo sguardo vitreo, quasi perso in qualche mondo lontano, in qualche realtà che lei non conosceva e che non poteva raggiungere, le si strinse il cuore a quella vista  e provò un dolore viscerale.
Doveva raggiungerlo ma quando parlò di nuovo le sue parole la congelarono sul posto, e rimbombarono per alcuni secondi nelle sue orecchie.
-Tuo padre ha chiesto di vederti.-
Forse lo aveva solo sussurrato, eppure quella frase riecheggiava dolorosamente nella sua testa, facendole pompare il cuore troppo velocemente, troppo dolorosamente, lo vide aggiungere altro, stava ancora parlando eppure non riusciva a percepire quelle parole, non riusciva ad ascoltarlo, come se tutto il suo corpo si rifiutasse.
Aveva già sentito abbastanza e quello era bastato a scuoterla, a smuovere quella serenità che si era tanto guadagnata negli ultimi mesi: apparire come una persona sana di mente non le veniva difficile, esserlo veramente era una vera impresa.
Eppure dalla fine dell’estate si era ripresa, il corso per Auror l’aiutava a mantenere la mente allenata, i nervi saldi e a sviluppare le sue capacità e poi Draco e Robb erano sempre con lei a ricordarle com’era facile vivere, ma vivere veramente ma tutto quello non faceva altro che rovinare, infettare tutto quello che aveva guadagnato.
Alzò lo sguardo ma non riuscì a scorgere il profilo di Robb davanti a lei o quello di Draco, apparso quando neanche se n’era resa conto al suo fianco e capì che un velo di lacrime le copriva gli occhi, ma decise che non avrebbe pianto, non per Albert, non per quel mostro.
Si voltò e senza penarci, come se fosse la cosa più semplice del mondo, strinse la presa sulla ciotola di ceramica che teneva tra le mani e la fece sbattere con troppa, davvero troppa violenza, sul piano della penisola, mandandola in pezzi dopo neanche un secondo e vide le sue mani iniettate di sangue.
Farsi male le veniva ancora facile, farsi male le era sempre venuto facile, chiuse gli occhi e scacciò dalla mente la sera che aveva provato a togliersi la vita, perché se non l’avesse fatto forse sarebbe finita allo stesso modo.
Forse se l’avesse fatta finita, tutto quel dolore sarebbe cessato, il mondo di merda in cui aveva vissuto sarebbe sparito e lei sarebbe stata in pace.
Strinse le mani tra i pezzi di porcellana, e percepì le ferite aprirsi, il sangue scorrere tra di esse e calmarla, come una droga; non si era neanche accorta delle urla di Draco, di Robb, di Molly Weasley che faceva un salto all’indietro spaventata per quello che aveva fatto o di Nick che cercava di aprirle le mani per toglierle i vetri.
Quando vide, quando i suoi occhi le fecero di nuovo vedere il mondo che la circondava, si rese conto che non aveva versato neanche una lacrima e che le voci le stavano martellando il cervello.
-State zitti.- sussurrò, senza pensarci due volte e come una Maledizione senza Perdono tutti rimasero in silenzio.
Hermione si voltò a guardare Robb ma senza lasciare andare i pezzi che teneva tra le mani.
-Perché?-
-Siamo stati convocati da Green con urgenza e ci ha informato della sua richiesta, la sentenza ormai è definitiva e né lui né tua madre usciranno mai da Azkaban, ma ha chiesto di vederti, ha detto che era importante, che tu avresti sicuramente capito.-
-Capito? Cosa avrei dovuto capire?- sibilò.
Allungò una mano e le passò una busta.
Hermione inspirò a fondo ma si rese conto che non sarebbe servito a niente, i suoi polmoni si rifiutavano di accumulare abbastanza aria da farla respirare, solo in quel momento lasciò andare la porcellana che stingeva e con mani tremanti prese la busta, l’aprì solo in parte e ciò che vide la paralizzò, bloccandole il respiro, bloccandole il cuore.
-“C’era stato un tempo in cui una bambina dai lunghi capelli biondi giocava in mezzo ai fiori, con un sorriso stampato sul viso che avrebbe fatto invida a tutti, ignara del domani, ma consapevole che suo padre avrebbe sempre vegliato su di lei.”
Voleva riferirti questo messaggio, per convincerti.-
 
Hermione fissò la busta aperta e il fiore ancora splendente che conteneva, era stata una bambina felice e quel fiore lo aveva regalato al padre in quell’occasione, ma non avrebbe mai creduto di rivederlo, mai.
Alzò lo sguardo verso Robb e gli riconsegnò la busta, ormai macchiata di sangue e del suo dolore, della rabbia che stava provando, della delusione, del disprezzo verso quell’uomo che sarebbe dovuto essere il suo salvatore e che invece era stato il suo carnefice.
-Mi dispiace, non capisco.- disse semplicemente, facendo un passo indietro.
-Herm…- Draco fece un passo avanti ma lei indietreggiò.
-No… Non ora, per favore.- rispose, guardandolo con una certa supplica.
-Scusatemi.- sussurrò, si passò le mani sporche sul vestito verde, macchiandolo, e lasciò la cucina diretta verso l’ignoto.
 
***
 
-Perché siamo qui?-
Non lo so.
 
Hermione era seduta da circa un’ora sulla poltrona appartenuta al padre, si era chiusa in quello studio lugubre e pieno di vecchi ricordi senza sapere in realtà il perché.
Alzò lo sguardo verso la parete, il ritratto di famiglia lo aveva fatto appendere lì e non le era mai sembrato così inquietante come in quel momento, distolse lo sguardo e passò un dito sulla scrivania, raccogliendo la polvere che in quei mesi si era sedimentata.
Spostò le scartoffie che Robb e gli altri Auror avevano lasciato, forse perché superflui o forse perché ormai le prove erano così tanto evidenti che altre sarebbero risultate inutili, lesse qualche documento che riguardava il programma politico perseguitato da Voldemort, o qualche appunto del padre riguardo alle nuove leggi per la persecuzione dei Mezzo Sangue ed ebbe un brivido di disgusto.
 
Tutto quello che aveva fatto suo padre all’interno del Ministero era sbagliato, disgustoso ma soprattutto orribile, tutto quello che aveva fatto per seguire quel pazzo era stato fatto contro natura e a distanza di anni le risultava ancora più spregevole, meravigliandosi quasi di come quella persona fosse in realtà suo padre, lo stesso padre cui aveva portato quel fiore, anni addietro.
 
Perché vuole vedermi? Perché ora? Cosa vuole da me?
 
Hermione si guardò le mani, non le aveva medicate dopo essere scappata dalla cucina e ormai era troppo tardi, il sangue si era essiccato sulla pelle, formando il primo strato di cicatrice ma ogni volta che le muoveva non faceva altro che riaprirle, ma non gli importò più di tanto, del resto erano solo alcune delle innumerevoli cicatrici che portava su tutto il corpo.
Forse una delle meno dolorose.
Lo sguardo allora le cadde su quella cicatrice, sul polso destro, due linee sottili ma decise, sicure, due linee che per lei si erano rivelate come l’unica possibilità di salvezza, l’unica possibilità di fuga da quell’estate piena di dolore e di rabbia.
Aveva provato a togliersi la vita, e se non fossero intervenuti i Mangiamorte, ci sarebbe riuscita, avrebbe raggiunto la pace ma Voldemort gli aveva tolto anche quella possibilità, le aveva tolto il libero arbitrio.
 
“Se ti avessero lasciato morire, non avresti affrontano tutto il resto, non li avresti sconfitti.”
Li ho veramente sconfitti? Credo che non ci riuscirò mai, mai veramente, anche ora, a distanza di mesi riescono a distruggermi, riescono a spezzarmi, eppure credevo che non ci sarebbero più riusciti.
 
-Hermione?-
La voce di Draco la distrasse dai suoi pensieri e lo vide spuntare dalla porta, assieme a Robb, la richiusero e rimasero fermi a guardarla, ed in quel momento si chiese che cosa vedessero in lei, che cosa vedessero in quella persona spezzata, distrutta, amareggiata, che li spingesse ad amarla così tanto, a volerla così tanto.
Si chiese che cosa vedessero loro di Hermione ma in qualche modo seppe che quella risposta non l’avrebbe aiutata.
Forse l’avrebbe solo spaventata.
 
Vedranno sempre la Regina dietro i miei occhi, vedranno sempre l’Hermione terrorizzata, spezzata, martoriata e rotta.
Vedranno sempre una persona fragile e incapace di prendersi cura di sé, non importa cosa io faccia, o chi io diventi, quella Hermione sarà sempre una parte di me.
 
-Vuoi mangiare qualcosa?-
-Non ho fame.- sussurrò, di rimando.
-Hermione non sei costretta ad andare, io avevo il dovere di avvertirti ma tu puoi non andare.- le fece notare Robb, gentilmente.
-Non andrà, insomma perché dovrebbe accontentarlo?-
 
Perché c’è stato un tempo in cui quella bambina dai lunghi capelli biondi amava il suo papà.
 
-La scelta è sua, Draco. Qualsiasi essa sia.-
-Dico solo che non ne vedo il motivo, perché dovrebbe accontentarlo? Cosa succederebbe se tornasse sconvolta, …?-
-O rotta?- chiese guardandoli, -Ti stai domando questo, hai paura che io possa rompermi.- Hermione chiuse gli occhi e scosse la testa, -Sono già rotta amore, sono un’accozzaglia di Hermione, delle sue personalità e del suo passato.
Ma c’è stato un tempo in cui quella bambina ha amato suo padre e c’è stato un tempo in cui la Regina ha preso il posto di quella bambina, per colpa di suo padre.-
-Cosa stai cercando di dire?-
-Vado.- sussurrò, alzandosi dalla poltrona.
-Tesoro tuo padre è una persona orribile ed anche se una volta ti ha mostrato amore, sai anche tu che è stato molto tempo fa, ho paura che sia solo un trucco, un modo per farti crollare, un modo per farti spezzare, non puoi sapere cosa voglia davvero.-
-Hai ragione non posso saperlo, e non lo saprò mai se rimarrò qui a casa cullandomi nella mia bolla di felicità, ma chiudere il passato dietro una porta non mi farà bene e non riuscirò mai a farlo, quel passato mi ha reso questa persona, quel passato ha forgiato Hermione e dimenticare sarebbero un affronto a tutto il dolore patito e subito, dimenticare vorrebbe dire arrendersi ed io non mi sono mai arresa.-
-Ti accompagneremo noi, non ti lasceremo mai sola.-
-Non avevo nessun dubbio e torneremo in tempo per la cena, ve lo prometto. Fidati di me, Draco.-
-Ciecamente.- le sussurro, baciandola.
 
***
 
Smaterializzarsi ad Azkaban non era stato un problema, in quanto Robb era lì con loro e solo gli Auror avevano il permesso permanente di poterlo fare.
Hermione osservò il mare sotto di sé, burrascoso, e irascibile, un brivido le percorse la schiena, non si era mai aspettata di vedere quel posto e in qualche modo esserci non le piaceva più di tanto.
 
Mi sento di nuovo in balia di questa famiglia, come se avessi risposto ad una nuova chiamata, ma stavolta più terrificante di quella precedente.
 
Percorsero in silenzio alcuni corridoi, vide Draco accanto a se osservare con attenzione le pareti umide e sterili, l’ambiente che li circondava era austero, privo di vita, segnava la condanna a morte.
 
Se non avessi incontrato Draco, se non avessi collaborato, forse ci sarei finita anch’io qui. In mezzo a questa feccia.
-Tu sei una persona migliore di quanto credi.-
 
-La prigione è suddivisa in livelli.- spiegò Robb fermandosi davanti a delle sbarre, -Su questo piano troveremo solo le stanze per gli interrogatori, e quelle degli Auror e del personale, man mano che si scende invece si trovano i carcerati, più scendi, più aumenta il livello del reato.-
-Voldemort dove si trova?-
-All’ultimo piano, i tuoi genitori sono a soli due piani di distanza, ma per la visita ci siamo accordati con il Capo Auror Green di svolgerla in una sala degli interrogatori.-
-Sarà presente anche mia madre?-
-No, lei non ha espresso nessuna richiesta.–
-Meglio, me ne basta uno solo.- sussurrò, aspettando che Robb sbloccasse l’accesso, e dopo un semplice incantesimo non verbale, le sbarre si aprirono e loro riuscirono a passare.
Hermione percepì la tensione fendere l’aria, rubarle il respiro e impedirle di concentrarsi, e per un momento si meravigliò di non essersene accorta prima, tutto quello che stava percependo era l’odio di Voldemort nei suoi confronti, l’odio che per mesi le aveva riversato nei sogni, distruggendola, spezzandola, umiliandola, odio che aveva dimostrato marchiandola.
Appoggiò una mano al muro e respirò pesantemente, quello era troppo anche per lei.
Alzò la manica della giacca, tirandosi su anche il maglione e lo vide, il Marchio Nero muoversi in tutto il suo lugubre splendore, segno di una magia oscura che mai sarebbe andata via dal suo corpo.
-Stai bene?-
Draco si avvicinò a lei ma non riuscì a staccare gli occhi da quel viscido serpente che continuava a muoversi sulla sua pelle, non riuscì a serrare i ricordi e le urla di quella notte le si riversarono contro, come il dolore per le torture, per le ferite mai guarite, per la scelta di salvare Draco, e non se stessa.
-Hermione?- anche Robb si avvicinò a lei.
-E´ troppo anche per me.- sussurrò.
-Cosa?-
-Voi… Non potete percepirlo, non siete dei Mangiamorte ma io sì, ed il suo odio.- scosse la testa, cercando di scacciare la sensazione, -Mi sta consumando.- concluse, guardandoli.
-Sbrighiamoci allora, meno tempo stiamo qui, prima starai meglio.-
Annuì impercettibilmente e si lasciò trasportare verso la sala in cui avrebbe visto suo padre, quando vide la porta, il cuore gli balzò in gola e dovette reprimere un connotato di vomito.
 
-Sei più forte di così.-
“Sei più forte di quel che credi, adesso entra in quella stanza e non mostrare alcuna debolezza, alcun sentimento.-
-Sii il meglio di noi, sii la Regina di Ghiaccio, comportati come hai sempre fatto davanti a loro e spezzalo.-
 
 
-Noi possiamo entrare ma dovremo attenerci alle regole del protocollo, quindi possiamo intervenire solo in determinate circostanze.-
-Lo conosco il protocollo.- gli disse, riluttante e sapeva bene quanto schifo facesse.
-Bene, allora, entriamo.-
 Hermione senza pensarci aprì la porta con decisione e osservò con attenzione la figura che si trovò davanti: suo padre era tremendamente pallido, le borse violacee sotto gli occhi, i capelli sfibrati e corti, mentre il viso era asciutto come il resto del suo corpo, ma del resto la tuta nera che indossava non migliorava di molto la situazione.
-Padre.- disse, accomandandosi nella sedia di fronte alla sua.
-Figlia.- asserì tranquillo.
-Facciamola finita, dimmi quello per cui mi hai chiamata e chiudiamola per sempre.-
-La pazienza era una tua grande virtù, o forse ricordavo male.-
-Tu non mi conosci, non sai chi sono veramente.-
-Ed è qui che ti sbagli, Hermione. Io ti conosco, ti ho sempre visto per quella che eri, ho sempre visto sotto la tua maschera.-
Quel commento iniziò a turbarla, non aveva mai pensato che suo padre potesse essere una persona così attenta, eppure non si sorprese più di tanto, era stato il braccio destro di Voldemort per un motivo, perché era una persona capace e sapeva perseguire il suo obiettivo fino alla fine.
-Ed anche se fosse? Cosa ti importa ora? Cosa ti ha spinto a chiamarmi, a parlarmi?-
-Resterò qui per il resto della mia vita Hermione e volevo poterti parlare un’ultima volta, prima che buttino via la chiave e che sia troppo tardi.-
-Troppo tardi per cosa?-
-Non sto per chiederti scusa, non aspettarti scuse da me, ho fatto quello che andava fatto per mantenere il potere, per farci restare a galla e per garantirti un futuro, ho preso delle scelte che per te potrebbero essere anti-etiche e soprattutto brutali, ma è sempre questo che ci ha differenziato, è sempre questo quello che ho amato di te.-
-Cioè? La mia debolezza?- sussurrò, stringendo le mani a pugno, conficcandosi le unghie nella pelle già martoriata.
-La tua diversità.- concluse invece, guardandola negli occhi.
 
-C’è stato un tempo in cui il tuo sorriso per me era l’unica cosa che contasse, ed era bello come quel fiore.- disse, avvicinandosi a lei, -Ho conservato quel fiore per tutti questi anni, anche quando mi hai iniziato ad odiare, anche quando ti ho maltrattata, anche quando ti cruciavo, perché quel tuo sorriso era il mio mondo, ma ho preso delle scelte e quelle scelte ci hanno diviso.
Adesso, riesci a capire perché ho dovuto seguire Voldemort? Perché ho dovuto preferire lui a te? Perché non ho scelto te?-
Herm prese un respiro profondo e si avvicinò al padre, quasi come se volesse sfiorargli le mani ma non lo fece, si trattenne e cercò di calmare il suo cuore, quel cuore martoriato, logorato e spezzato, quel cuore che lui aveva distrutto senza alcun ritegno, senza alcun risentimento.
-Va bene, ti darò una risposta. No, non capisco e non credo che riuscirò mai a capire il perché tu abbia sacrificato la tua famiglia, il perché tu abbia sacrificato me, la tua unica figlia per quel folle, per quel malato che ha distrutto tutto quello che lo circondava.
Te compreso.
Non capirò mai le tue scelte, perché hai scelto consapevolmente di distruggerci, di distruggere l’unica cosa bella che avevamo e mi hai portato ad odiarti, mi hai trasformato in una persona che odiavo, che ho sempre odiato e mi hai costretto a fare cose tremende, trasformandomi, distruggendomi fino al midollo, fino all’implosione.
Come potrei mai capirti? Come?!-
-Perché quella persona che tu odi così tanto ti ha permesso di esistere, ti ha permesso di contrastare Voldemort, di vivere e non di sopravvivere.-
-Cosa stai cercando di dirmi?...-sussurrò per paura, cercando di scacciare il pensiero che si era formato al centro della sua testa, -Tu… Hai sempre voluto che io diventassi Lei… Sei stato tu a… costringermi a… Tu… volevi…- non riuscì a completare la frase per via del groppo che si era formato in gola, per la paura, per la verità che quelle parole avrebbero comportato.
-Quando eri una bambina, la tua parte migliore era vedere il meglio delle persone, riuscivi sempre a comprenderle, fino all’anima ma Hermione come ti avrebbe aiutato tutto questo? La tua gentilezza, la tua spontaneità, le tue capacità sarebbero state sottovalutate, forse anche sfruttate e tu non saresti mai emersa, non avresti mai vissuto ma saresti riuscita a sopravvivere, con fatica, e forse ti saresti arresa a quella vita che non ti aveva scelto, che non ti avrebbe mai scelto, ma che aveva deciso di voltarti le spalle…-
-Hai deciso di seguire Voldemort, per me? Per darmi un futuro? Per… farmi emergere? Io non…-
-Quando Voldemort è apparso nelle nostre vite ho visto un’opportunità, sono una persona egoista Hermione, volevo il potere, volevo essere qualcuno e lui poteva darmi tutto questo ma potevo dare anche qualcosa con te.-
-Spezzandomi?-
-Facendoti diventare la Regina di Ghiaccio ti ho permesso di vivere, ti ho salvata anche se mi avresti odiato, anche quando tu non avresti capito i miei scopi.
Ti ho salvata perché sei la mia unica figlia, e sacrificandoti ti ho dato la possibilità di essere chi sei ora e dimmi Hermione, nonostante le tue fragilità, nonostante il dolore e i rimpianti, ipotetici, che ti porti dietro, non credi di essere una persona migliore? Non credi di meritare tutto questo?
Riesci a guardarti allo specchio ed essere fiera di chi sei? Di chi hai davanti? Riesci a guardare queste cicatrici,- disse facendole girare entrambi i polsi, -E ad ammettere di avercela fatta?-
Hermione lo guardò negli occhi e solo allora trovò il padre che l’aveva amata quando era una bambina, il padre che le aveva insegnato a usare la magia, che le aveva insegnato i suoi primi incantesimi e che la sera le leggeva le storie, il padre che era sempre presente per lei; per tutti quegli anni non era più riuscita a vederlo, era riuscita solo a scorgere l’odio e la rabbia, ma adesso lo vedeva, anche troppo chiaramente, questo padre aveva trasformato la fragilità di una bambina in un punto di forza, immettendola in un cammino difficile ma che l’avrebbe condotta alla vetta.
-Levale le mani di dosso.- sbottò Draco, facendo un passo avanti ma percepì l’intervento silenzioso di Robb e la stanza tornò in silenzio.
 
Mi ha salvato la vita in tutti i modi che me lo hanno fatto odiare, mi ha salvato anche quando il suicidio era l’ultima alternativa.
Mi ha salvato facendomi diventare la donna che sono adesso.
La donna di cui vado fiera.
 
-Per lungo tempo non sono riuscita a guardarmi allo specchio, perché ogni volta che lo facevo riuscivo a scorgere solo Lei, l’altra, il mostro, il carnefice, e non mi piaceva, non  mi piaceva chi ero diventata ma la vera Hermione era un ricordo così sfocato che forse, per lungo tempo, non mi è importato chi fossi.
Poi però il muro è crollato e Lei non mi è più bastata, volevo di più, volevo essere di più.- si morse il labbro cercando di non piangere, ma era difficile, tremendamente difficile, quando finalmente aveva ottenuto la verità, forse avrebbe preferito non scoprirla.
-Oggi riesco a guardarmi allo specchio, riesco ad accettare le cicatrici che mi porti dietro, riesco ad accettare chi sono, ed il mio passato, il dolore che mi ha perseguitato e le scelte sbagliate che ho fatto, riesco a vedere Hermione e ciò che vedo in lei è tanto amore, tanta vita, tanta speranza ma c’è dentro così tanto, così tanta rabbia, così tanto odio che mi faccio paura.
Io mi faccio paura.
Però tutto questo, tutte queste cose sono Hermione e mi rendono chi sono, la persona di cui vado fiera e che è riuscita a prendere in mano la sua vita e a farci qualcosa, qualcosa che non sia solo sopravvivere ma che sia vivere.-
Alla fine batté le ciglia e lasciò andare qualche lacrima, le mani ancora strette nella presa del padre e i suoi occhi inchiodati addosso.
-Forse prima non sarei riuscita ad ascoltarti, adesso sono capace di farlo perché nonostante tutto non ti vedrò mai più e sarai solo un ricordo sfocato della mia esistenza, perché non ti darò quel potere, non ti darò mai il potere di condizionare a tal punto la mia vita.
Una parte di me ti odia, e ti odierà per sempre perché tutto quello che ho passato non riuscirò mai a perdonartelo, neanche fra cent’anni e dovrai rimanere chiuso qua dentro con la consapevolezza che la tua unica figlia ti odierà per sempre, l’altra parte di me, quella che tu stesso hai creato non ti odia, non più.
Forse prova pietà per te, per cosa sei diventato, per cosa hai venduto la tua vita, la tua famiglia ma deve anche dirti grazie.-
Herm percepì i respiri dei ragazzi paralizzarsi così come il suo cuore.
-Se tu non mi avessi fatto diventare Lei, non sarei questa Hermione, non sarei la parte migliore di me, e forse sarei una persona inutile e rimpiazzabile, forse la vita con me non sarebbe stata generosa, forse come dici tu la vita mi avrebbe schiacciato ma tu mi hai reso unica.
Mi hai reso indispensabile e non solo per le mie capacità, mi hai reso chi sono e questa persona riesce ad essere amata, riesce a farsi volere, riesce a essere insostituibile.
Mi hai reso Hermione con i suoi pregi e i suoi difetti e per questo ti dico grazie.- disse, lasciando le sue mani e facendo slittare la sedia.
-Sei sempre stata troppo intelligente per questa famiglia.- le sussurrò il padre, -Troppo forse.-
-Ma sono una Serpeverde fino al midollo.- replicò senza battere ciglio.
-Auguri per il tuo matrimonio.-
-Non è… Non è stato fissato, ancora.- disse, alzandosi dalla sedia.
-Sarai la più bella sposa Purosangue che questo mondo abbia mai visto e sono sicuro che farai grandi cose con la tua vita, Mione.-
-Già…- sussurrò sentendo il padre chiamarla con quel vecchio soprannome che non aveva più usato e sferrandole il colpo definitivo.
-Grazie di essere venuta.-
Hermione prese la lettera che Robb teneva nella tasca ed osservò un’ultima volta quel fiore che le ricordava così tanti momenti felici, si girò di nuovo verso il padre e quando gli posò la lettera sul tavolo vide una sola, ed unica, lacrima scendergli lungo la guancia.
-Per i momenti più tristi.- sussurrò, allontanandosi definitivamente da lui.
-Malfoy, prenditi cura di lei.-
Lo sentì dire quando ormai era fuori dalla porta, quando ormai il suo cuore era a pezzi, quando realizzò in quell’istante che non lo avrebbe mai più rivisto, e che nonostante tutto gli doveva vita, e non sarebbe mai riuscita a ripagare quel debito.
 
***
Hermione aveva fatto gli onori di casa, aveva accolto gli ospiti, aveva sorriso, aveva riso alle loro battute, aveva parlato con tutti e ascoltato ogni discorso, si era seduta a tavola e aveva fatto finta di mangiare per quelle che le parvero ore sotto gli sguardi preoccupati di Draco e di Robb ma intorno alla mezzanotte non aveva più resistito, si era scusata ed era corsa con poca eleganza in camera sua.
Aveva chiuso la porta sbattendola con violenza e si era guardata allo specchio, quasi senza riconoscersi.
Non riusciva più a vedersi con l’abito che aveva scelto per quella sera, eppure quando lo aveva comprato lo aveva definito “perfetto”, adesso lo trovava eccessivamente lungo e non era più convinta del corpetto effetto nude, quasi trasparente sulla sua pelle pallida, i capelli le sembravano orribili e i suoi occhi erano privi di qualsiasi gioia.
-Perché ho scelto questo vestito?- disse a se stessa, passandosi ancora una volta la mano sulla pancia, per farlo aderire meglio.
-Perché valorizza ogni parte del tuo corpo: le spalle e le clavicole, la vita sottile e le gambe lunghe, il nero ti dona e risalta i tuoi capelli biondi e gli occhi freddi. Lo hai scelto perché quel vestito era perfetto.- le disse Draco, baciandola sulla tempia.
-Eppure mi sembra sbagliato.-
-Non è questo il vero motivo e vorrei che tu ti aprissi a me. Sei rimasta ore chiusa nella tua stanza a suonare da quando siamo tornati, non hai detto una parola.-
-Non c’è niente da dire.- disse Hermione, girandosi nuovamente per guardarsi allo specchio.
-Invece c’è tutto da dire.- le fece notare Draco con gentilezza.
Herm incrociò il suo sguardo attraverso lo specchio ed espirò forte, sapeva che aveva ragione, sapeva che aveva dannatamente ragione ma in cuor suo aveva sperato che se non ne avesse parlato avrebbe potuto dimenticare tutto.
Dimenticare la faccia di suo padre, dimenticare il dolore al cuore, dimenticare come l’aveva fatta sentire, dimenticare la sensazione che aveva provato una volta fuori da quella porta, ma aveva imparato nel corso della sua vita che non avrebbe mai dimenticato niente.
Hermione non era capace di dimenticare.
-Credevo che mi odiasse, credevo che mi odiasse a tal punto da fare quello che andava fatto, da punirmi, da maltrattarmi, credevo che fosse odio quello che lo spingeva ad agire, a comportarsi così ma forse non ho mai capito veramente mio padre.-
-Quello che ti ha fatto è sbagliato, non avrebbe mai dovuto toccarti con un dito, mai.- sentenziò duro, guardandola con quei suoi occhi burrascosi, -Tuo padre avrebbe dovuto proteggerti.-
-In un mondo normale sì, ma in questo mondo no. Nel suo mondo Voldemort era la chiave per raggiungere il potere, ed io nel suo mondo non sarei sopravvissuta, non senza cambiare, non senza diventare Lei.-
-Lo sai che comunque la sua giustificazione non ha senso.-
-Invece si Draco.- disse girandosi, e passandogli una mano sulla giacca stirata.
-Lui voleva il potere, lui voleva che Voldemort comandasse e voleva essere al suo fianco, voleva che la sua famiglia fosse al suo fianco, voleva che restassimo uniti ma io non… Non ero come lui voleva, non ero fatta come lui aveva immaginato e quella Hermione, quella bambina era troppo buona, troppo pura per non essere schiacciata, per non essere distrutta.-
-Ti ha distrutta lo stesso.- le sussurrò.
-Però mi ha permesso di vivere nel suo mondo, mi ha dato la possibilità di vivere, a modo suo, e non di sopravvivere.-
-Credi quindi che abbia fatto bene a… Farti diventare Lei?-
-No, come genitore non permetterei mai a mia figlia di diventare in quel modo, rinuncerei al potere pur di salvarla ma lui non poteva.
Non voleva rinunciare e nella sua logica contorta l’ha fatto per salvarmi la vita e in fondo me l’ha salvata veramente.
Io sono una persona migliore di quella che sarei mai diventata senza aver incontrato Lei, sono Hermione e sono stata forgiata dalle Cruciatus di mio padre e dall’odio di Voldemort, sono fatta di dolore, di scelte sconsiderate, sono una persona piena di rabbia repressa e di odio, ma sono anche piena di amore.
L’amore di mio padre mi ha permesso di essere questa persona ed io non lo rivedrò mai più, ed una parte di me ne è felice, quella persona ha rovinato la mia esistenza, mi ha trasformata nel mostro che non riuscivo ad osservare allo specchio ma l’altra parte di me, quella bambina capisce il perché lo abbia fatto e non poterlo più rivedere mi distrugge.-
-Andrà tutto bene, adesso devi guardare solo avanti, devi fare tesoro di questo.-
-Come?-
-Tuo padre ha sbagliato molte cose Herm, ma ha sempre voluto bene a quella bambina, conserva questo amore nel tuo cuore per i momenti più tristi e usalo per andare avanti, per non sbagliare nel futuro, per non essere come lui.
Usalo come insegnamento.-
Hermione annuì ricacciando le lacrime, il suo fidanzato aveva ragione: suo padre gli aveva fatto un ultimo regalo, forse il più utile che avesse mai ricevuto e non lo avrebbe mai dimenticato.
Del resto lei non era capace di dimenticare.
-La tua vita andrà bene, devi solo crederci.- le sussurrò baciandole il collo, con ardore e devozione.
-Tutto sommato credo che tu abbia ragione.- gli disse, osservando l’anello che portava al dito e sorridendo con amore.
Il rintocco del grande orologio del salone arrivò fino alla sua camera, alle sue orecchie, e al suo cuore; guardò il suo fidanzato e vide la sua casa, la sua serenità, la sua redenzione, aveva tutto adesso, aveva tutto quello che aveva sempre desiderato e in qualche modo sarebbe riuscita a convivere con questo nuovo fardello.
-Buon anno, Hermione.-
-Buon anno, Draco.- sussurrò sulla sua bocca prima di baciarlo.


∞Angolo Autrice: Ed eccovi qui il primo extra, come si evince questo segue la trama conclusiva di The Dark World, insomma Herm deve mettere un punto al suo passato ma suo padre chiede di vederla un'ultima volta.
Ed è un'ultima volta quasi da brivido.
Emergono retroscena non conosciuti ed inesprorati, insomma nella mente bacata del padre quello che ha fatto lo ha fatto per lei, per amore, per salvarla e credo che Hermione avesse bisogno di questa spiegazione, di capire cosa fosse andato storto nella sua vita ed il perchè di quelle scelte così sbagliate.
Adesso che la parola fine è stata messa può andare avanti ! Vi lascio il link sulla prima parte della storia: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3187777
Il prossimo extra sarà un "what if" quindi preparatevi a leggere qualcosa di davvero nuovo <3

spoiler_

-Hermione io volevo chiederti…-
-Tornerò ad Hogwarts per il settimo anno.- disse sovrastando la sua voce, e passandosi la mano destra lungo l’avambraccio sinistro, -Credo che nonostante tutto quello che sia successo, mi sia concessa la possibilità di finire quello che avevo iniziato ed non intendo precludermela per dei preconcetti che la gente avrà su di me.
[...]
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Extra 2• To find each other again. ***


To find each other again

 
Hermione provò ad allungare la gamba ma ad ogni piccolo movimento le faceva male e la ferita alla pancia non aiutava più del dovuto, così si arrese e alzò la testa al soffitto.
La stanza del San Mungo era bianca, pareti bianche, mattonelle bianche a terra e sul soffitto e una sola finestra che le permetteva di vedere Londra, anche se non riusciva a vedere più di tanto dal lettino in cui l’avevano confinata.
Non sapeva se fossero passate ore o pochi minuti, ma dopo che Robb l’aveva fatta entrare con urgenza il tempo aveva assunto una strana piega e la colpa era stata anche per la quantità di sangue che aveva perso, e la piccola ferita che credeva di avere si era rivelata un vero problema ma il Medimago aveva fatto la sua magia e l’aveva salvata in tempo.
Sbuffò rumorosamente e provò a mettersi a sedere, odiava quel posto, odiava quel silenzio e odiava non sapere cosa fosse successo dopo che li aveva lasciati a casa sua, dopo che i Mangiamorte avevano provato a finire il lavoro, ma Robb non era ancora tornato e di Draco non aveva visto neanche l’ombra.
Herm era rimasta sola con i suoi pensieri, con le altre “ragazze” e la situazione per la prima volta nella sua vita non era delle migliori, anzi forse non si era mai trovata di fronte a questo bivio.
 
-Devi lasciarmi andare.-
Non posso farlo. Sei parte di me, tu sei una parte di me, non posso perderti.
-Devi farlo, io sono la parte peggiore di te, sono l’oscurità che risiede in te, devi lasciarmi andare o di te non rimarrà niente.-
Se ti lasciassi andare non perderei solo la mia oscurità, perderei quella parte che mi ha tenuto a galla durante gli anni peggiori della mia vita, perderei quella ragazza che ha avuto le palle di affrontare Voldemort, perderei la Regina e già una volta ho fatto questo errore, non posso permettermi di rifarlo.
Quando ti ho lasciato andare, credevo che sarebbe stato più facile trovare me stessa, trovare Hermione, ma tu sei lei quanto me, sei parte di me, ed ho imparato sulla mia pelle cosa vuole dire vivere senza di te.
Ed è stata la cosa peggiore della mia vita.
-Come fai ad essere così tranquilla? Io sono il mostro che risiede dentro di te, se non ci fossi stata  non avresti mai usato quelle formule, se non ci fossi stata io non saresti mai stata tentata di cedere al lato oscuro ed invece per colpa mia è successo quello che avevamo sempre sperato non succedesse.
Ed adesso ne dovremmo affrontare le conseguenze.-
Lo faremo assieme, le affronteremo assieme le conseguenze delle nostre azioni, ma non puoi lasciarmi sola.
Non posso permetterti di farlo, sarei persa senza di te.
-Non voglio neanche essere la parte più importante di Hermione, non voglio questo potere, non dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per tornare ad essere noi stesse, non dopo tutto quello che abbiamo affrontato e superato.-
Faremo in modo di cambiare anche questo, faremo in modo di superare anche questo.
Io e te, noi tre assieme possiamo farcela.
“Lei ha ragione, sei parte di noi.”
-Non credevo di essere così importante, credevo di essere un mezzo.-
“No, non lo sei mai stata.”
Eri solo il pezzo mancante che non riuscivo a trovare.
 
Hermione chiuse gli occhi e dopo aver fatto pace con sua anima si rese conto che doveva far pace con il suo cuore, doveva scegliere.
Quel pensiero però la portò quasi in cortocircuito; aveva detto a Daphne che non sarebbe stata in grado di scegliere, le aveva detto che così la sua vita le andava bene, che così poteva continuare a vivere ma a che prezzo?
Avrebbe solo sacrificato l’amore di altre due persone che per renderla felice, avrebbero dovuto accettare le sue condizioni, per non romperla avrebbero accettato qualsiasi cosa, anche coesistere contemporaneamente e lei questo non poteva permetterlo.
Per tutta la sua vita o per la maggior parte di essa aveva vissuto umiliando e ferendo le persone che la circondavano, aveva distrutto speranze innocenti per il suo tornaconto, come anche il cuore di Fred, aveva fatto quello che voleva ma adesso non poteva più vivere in quel modo.
Quella nuova Hermione non poteva più accettare l’idea che altri si sacrificassero e che fosse lei stessa a sacrificarli.
Doveva prendere in mano la sua vita e se questo l’avesse portata a scegliere con chi passare il resto dei suoi giorni lo avrebbe fatto, perché avrebbe protetto non solo se stesso ma anche Robb e Draco.
 
-Come farai a scegliere?-
Bella domanda.
 
Entrambi le avevano dato qualcosa di insostituibile: l’avevano fatta sentire amata e non li avrebbe mai potuto ringraziare abbastanza per quel dono, perché le avevano permesso di arrivare a quel momento.
Di salvarsi.
Di credere in un futuro migliore, di preservare la speranza, ma entrambi erano anche diversi, due persone diverse di cui lei comunque si era innamorata.
Ascoltò il suo cuore, il suo silenzio e i suoi battiti, forse sarebbe stato meglio non scegliere, forse non scegliere avrebbe evitato di spezzarla e di spezzare chi non sarebbe rimasto con lei, ma se una cosa Hermione l’aveva imparata da tutto quel dolore era che non poteva più procurarlo agli altri.
Richiuse gli occhi e si lasciò cullare dai ricordi, dai gesti e percepì la musica del suo piano galleggiare nell’aria come motore portante di quel momento, come monitor del suo percorso, sospirò pesantemente rendendosi conto che a prescindere da tutto, uno dei due sarebbe rimasto scottato.
Ferito e deluso.
 
“O forse rimarrà al tuo fianco lo stesso.”
Quelli sono i sogni, questa è la vita vera e la vita vera fa schifo.
 
Quando li riaprì, il suo cuore batté un po’ più forte e in quell’esatto momento la porta della sua stanza si aprì e seppe di aver trovato la persona capace di comprenderla per tutta la sua vita, capace di restare al suo fianco sia nei suoi momenti peggiori, sia nelle sue crisi.
Capì chi avrebbe scelto e chi sarebbe stato in grado di renderla felice, magari per sempre.
 
-Ciao…-
 
***
 
Hermione alzò lo sguardo verso la sua casa e qualcosa dentro il suo cuore si mosse, qualcosa che finalmente le disse che quel posto era finalmente libero, esattamente come lei.
Le grandi porte si aprirono al suo passaggio e si meravigliò di non trovare il disastro di due settimane fa, credeva che una volta uscita dal San Mungo, i suoi occhi avrebbero rivisito la battaglia che tra quelle mura si era consumata, ed il momento esatto in cui aveva perso la sua umanità, eppure ciò che vide la lasciò totalmente basita.
La casa era perfettamente in ordine, così com’era stata prima della festa di fine estate, pulita, fresca e vivace, era la casa con cui aveva convissuto per tutta l’estate, la casa che Nick e Robb gli avevano permesso di avere e di creare.
-Ci sembrava giusto renderla accogliente.- le fece notare Blaise, posando a terra la sua valigia.
Hermione si passò le mani sulle braccia nude e piene di cicatrici sbiadite, di marchi e di torture, sicura che quella parte della sua vita si fosse finalmente conclusa ma altrettanto sicura che nuove porte si stavano aprendo all’orizzonte e che avrebbe dovuto trovare il coraggio di coglierle.
-Grazie.- rispose, -Dov’è Robb?- domandò, guardando il suo migliore amico.
-Dovrebbe essere già qui.-
Herm annuì e passeggiò lungo il corridoio per osservare da lontano il salone, per poi dirigersi verso la sua stanza preferita.
La stanza che l’aveva resa umana e che poteva renderla umana di nuovo.
 
Quando aprì quelle porte trovò in fondo alla stanza un Draco Malfoy intento ad osservare ancora con occhi meravigliati tutto ciò che era presente in quel luogo, gli spartiti, i libri, i quadri e il piano.
La sua unica fonte di consolazione.
-Nessuno dovrebbe potervi accedere.- disse Hermione, senza rendersene conto.
-Ho chiesto un favore a Nick, avevo bisogno di parlarti, non ci sono riuscito molto durante la tua degenza.-
Hermione annuì distratta, percependo qualcosa nel suo cuore che avrebbe dovuto prendere in considerazione e che aveva soppresso per troppo tempo, il momento della verità era arrivato ed era sicura che avrebbe fatto più male a lei che a chiunque altro.
-Hermione io volevo chiederti…-
-Tornerò ad Hogwarts per il settimo anno.- disse sovrastando la sua voce, e passandosi la mano destra lungo l’avambraccio sinistro, -Credo che nonostante tutto quello che sia successo, mi sia concessa la possibilità di finire quello che avevo iniziato ed non intendo precludermela per dei preconcetti che la gente avrà su di me.
In fondo, sono sempre stata temuta in quella scuola e non mi interessa come la gente mi guarderà dopo il processo e se per loro dovrò essere la Regina di Ghiaccio, ben venga, ma Hermione non si lascerà più distruggere da nessun altro.-
-Questo è… Meraviglioso!- esclamò il ragazzo avvicinandosi a lei e prendendole le mani tra sue, -Hogwarts è il posto migliore per ricominciare, per far capire agli altri chi sei veramente e sarà il posto perfetto per noi, per poter riprendere, per scrivere un nuovo capitolo della nostra storia.
So che due settimane fa mi avevi detto di essere innamorata anche di Robb… Ma posso passarci su, posso…-
-Draco.- Hermione lo interruppe nuovamente, percependo nel suo cuore un miscuglio di sentimenti che a breve l’avrebbe fatta implodere, sentì una gocciolina di sudore passarle lungo i seni e il respiro mozzarsi in gola.
-Io amo ancora Robb, Draco e non credo che tu possa passarci su, non credo che tu possa sminuire quello che provo per lui e non torno ad Hogwarts per ricominciare, questa è la mia vita, incasinata e triste, ma è la mia vita ed è fatta della mia sofferenza, del mio dolore e della mia redenzione.
Non voglio che la gente creda che io sia diversa dalla Regina, non voglio che vedano un martire, io sono Hermione Granger, Mangiamorte, spia e carnefice, vittima e nonostante tutto ho vinto la guerra più difficile che potesse esserci.
Sono libera da mio padre, libera da Voldemort, libera di continuare a essere questa ragazza dietro la maschera e non qualcun'altra, sono libera di essere me stessa con tutte le mie cicatrici, i miei sbagli e i miei errori, con tutte le persone che ho imparato ad amare e che adesso mi amano.
Non ho bisogno di fingere, io così come sono mi vado bene, io sono felice Draco ed è una cosa che ancora tu non sei pronto a capire o a condividere con me.- sussurrò, staccandosi dalle sue mani.
-Cosa stai cercando di dirmi?-
Hermione lasciò andare una singola lacrima lungo la guancia e lo guardò, rimpiangendo per un solo momento di non essere la ragazza che lui avrebbe tanto voluto, rimpiangendo con tutto il suo cuore il tempo trascorso assieme, il tempo del cambiamento, dei segreti sussurrati lungo quei corridoio, delle battaglie vinte per poter stare assieme, delle scelte che aveva preso, ma qualcosa dentro quel cuore così caotico scattò: aveva fatto tutto quello che era in suo potere per renderlo felice ma…
 
A lui non sarebbe bastato, né ora né mai.
Io così come sono non vado bene per lui.
Io e la Regina non potremmo mai convivere se scegliamo di restare con lui, non potrà sopportarci per una terza volta, non potrà sopportare le scelte che sarò costretta a prendere per rimanere me stessa.
-Non ha bisogno di me.-
Io sì, invece.
 
***
 
Robb sistemò alcuni documenti sulla scrivania del suo ufficio ed altri negli appositi schedari, e chiuse solo un attimo gli occhi per lasciare andare tutta la stanchezza, l’ansia e la paura che in quei giorni lo avevano assillato.
Aveva preferito non accompagnarla a casa dopo la dimissione, per la prima volta aveva lasciato che camminasse con le sue gambe e nessuna scelta gli era sembrata così difficile come in quel momento, lasciarla andare non credeva che l’avrebbe spezzato a tal punto.
Eppure lo aveva fatto.
Robb non si era mai definito come una persona sentimentale, o eccessivamente estroversa, aveva amato poco nella sua vita e lei l’aveva amata a prescindere da tutto per ben due volte ma come prima, e come adesso, si era reso conto che il destino era contro di lui, contro quell’amore e che avrebbe accettato anche solo di poterla vedere.
Avrebbe accettato di vivere nell’ombra di Draco Malfoy perché in cuor suo sapeva che era lui a renderla felice, lui che avrebbe scaldato il suo cuore e le sue giornate, lui che avrebbe passato la sua vita con lei, perché ancora una volta il destino gli aveva permesso di amarla ed ancora una volta gli aveva ricordato che non sarebbe mai stata sua, mai realmente.
Gli era stato concesso il tempo e Robb sapeva che i ricordi, le giornate passate assieme nessuno gliele avrebbe mai tolte, nessuno avrebbe cancellato l’amore che aveva letto nei suoi occhi la sera di due settimane fa quando l’aveva baciata e le parole che lui gli aveva confessato quella notte per salvarla.
Nessuno avrebbe mai tolto loro quello che avevano creato ma nessuno gli avrebbe mai concesso altro.
La speranza era un dono che non si poteva permettere, non in quel momento, sapendo da Nick che Draco aveva chiesto di parlare con lei direttamente nella sua stanza, sapendo che magari in quell’esatto momento, la sua Hermione non sarebbe più stata solo sua come lo era stata durante l’estate, però in fondo gli andava bene così.
Poggiò la schiena contro il muro e dovette concordare con se stesso, le aveva chiesto solo di poter far parte della sua vita, le aveva chiesto di poterla amare e di sentirsi parte di qualcosa che fosse più grande di lui, gli aveva chiesto di restare e lei lo aveva fatto restare, ma non gli aveva chiesto di scegliere e mai lo avrebbe fatto.
Se lei avesse preferito non stare con nessuno dei due, Robb lo avrebbe capito, e avrebbe capito anche se alla fine avesse scelto Draco, così come lui aveva sempre immaginato, poiché era stato lui a svelare Hermione dietro la maschera, lui a farla uscire dalla sua oscurità, lui a concederle abbastanza amore da farle capire che il mondo fuori stava aspettando solo lei e in quel caso si sarebbe accontentato di amarla comunque, consapevole del fatto che quello che avevano condiviso non sarebbe mai stato cancellato, loro erano per sempre.
 
Un leggero rumore lo fece voltare verso la porta e quello che vide gli fece bloccare il respiro.
Lei era lì.
E non l’aveva mai vista tanto bella come in quel momento; indossava un vestito con delle bretelle sottili, del colore del mare, lungo fino alle ginocchia, lasciandole scoperte le braccia magre, il collo e le clavicole bianche e leggermente spigolose e i polpacci, per poi finire in un paio di stivaletti leggeri alla caviglia.
-Due settimane fa hai detto di amarmi, hai cambiato idea? Non mi ami più?- domandò con un filo di voce, dalla porta della sua stanza.
-Non è cambiato niente, ti amo e non potrei smettere di amarti neanche volendolo.-
-Ed allora perché non eri al San Mungo quando mi hanno dimessa? Perché non eri al Manor?-
-Io… Non potevo essere lì Hermione, avevo promesso a Draco che gli avrei lasciato il tempo di parlare con te.-
-E non ti sei domandato che cosa volessi io?- chiese, facendo un passo per poi chiudersi la porta alle spalle.
-Certo, ma nel momento in cui ho capito di essermi innamorato di te, ho dovuto prendere in considerazione i sentimenti anche di una terza persona ed io non sono una persona egoista Hermione, non avrei sacrificato i suoi sentimenti per me.
Non sono così, e dovevo concedervi la possibilità di chiarire, di riprendere quello che avevate lasciato in sospeso, dovevo farlo a prescindere da quanto mi avrebbe fatto male, dovevo farlo a prescindere dal fatto che ti avrebbe portato da lui, perché Hermione io sono già felice di averti riavuta nulla mia vita, non potrei mai sacrificare la tua felicità per la mia.
Non ora che sei libera, libera da loro e libera di tornare da lui.- disse, redendosi conto di averle aperto di nuovo il suo cuore e che a prescindere da tutto per lui sarebbe sempre stato così.
-Sì è vero sono libera, ho tutta la mia vita davanti e le possibilità di renderla meravigliosa, unica e stravolgente ed è per questo che ho deciso di tornare ad Hogwarts per il settimo anno ed è per questo che ho deciso di non tornare con Draco.-
-Come?- domandò senza capire.
-Lui ama l’idea di me, ama l’idea che Hermione possa essere una persona diversa, ama l’idea che io mi trasformi in un’altra ragazza, diversa dalla Regina, diversa dalla ragazza dietro la maschera, semplicemente diversa.
Ed io non posso accettarlo Robb, non posso stare con una persona che spera di vedermi cambiare da un momento all’altro e che non accetti me con tutti i miei pregi e i miei difetti, perché a me piace la mia vita, questa vita che mi è stata data a me piace e credo di poterla rendere migliore ma non posso farlo con lui al mio fianco.
Proprio non posso e allo stesso modo ho capito che non voglio passare il resto della mia vita nella speranza di essere guardata nello stesso modo in cui tu mi guardi, non voglio aspettare una vita per sentirmi apprezzata da Draco quando tu sei capace di farlo, sei capace di vedermi per chi sono e di accettarmi così come sono.
Adesso.
Perché devo amare una persona che non mi ama come tu ami me? Ti amo abbastanza da scegliere di svegliarmi con te tutte le mattine, ti amo abbastanza da suonare per te in quella stanza per tutta la vita, ti amo abbastanza da mettere nelle tue mani la mia vita e solo nelle tue.-
-Non voglio che tu scelga.- le sussurrò, facendosi più vicino e sfiorandole una guancia.
-Io non ho scelto Robb, ho semplicemente capito che lui non mi ama come tu ami me, ed io ho bisogno di qualcuno che mi ami, e che non si penti delle sue scelte.
Io voglio che quella persona sia tu, mi sono già scottata una volta e non ho più tempo per sbagliare di nuovo, se il destino ha deciso di metterti sulla mia strada una seconda volta, sono sicura che esista una ragione e chi sono io per mettermi contro il destino?-
-Sei Hermione Granger, tu non fai quello che ci si aspetta da te, tu fai quello che vuole la tua mente e il tuo cuore.-
-Ed è quello che sto facendo ora.- gli sussurrò, passando le mani sulle sue braccia e avvicinandosi a lui.
-Se esistesse un’altra vita non potrei mai chiedere che fosse infinita ma mi basterebbe sapere che esisti e che è lo stesso il profumo che indossi, e probabilmente sbaglierei anche in quella vita ma se commettere le stesse azioni mi portasse da te non una ma per ben due volte, allora sceglierei quella vita, anche in quel caso.-
Robb non riuscì ad aspettare oltre e si sporse verso di lei a baciarla, inizialmente con delicatezza ma quando Hermione gli buttò le braccia al collo e lo strinse a se qualcosa dentro il suo cuore si ruppe.
E una grande consapevolezza si fece largo dentro di se: la donna che amava aveva scelto di passare con lui il resto della sua vita, aveva scelto lui.
Le passò le mani sui fianchi e sulla schiena, inconsapevole della sua fortuna o forse tremendamente consapevole che quel momento sarebbe rimasto impresso nella sua mente per sempre.
 
Hermione lo baciò come non aveva fatto quella sera di due settimane fa a casa sua, gli concesse il suo cuore, la sua anima, gli concesse Hermione così come l’aveva conosciuta in quei mesi e così come se la ricordava: una ragazza fragile, spezzata e capace di rialzarsi ogni volta, di combattere ogni volta, di sporcarsi le mani e di rimanere ferita per colpa di quella vita.
Gli presentò il conto di quello che sarebbe stata la loro vita, sicuramente felice e piena di vita, ma fatta di alti e bassi, di incomprensioni e di paure e dovette trattenere le lacrime con tutta la sua volontà perché Robb non solo l’aveva accettata per com’era ma l’avrebbe voluta così per il resto della sua vita.
Quando si staccò dalle sue labbra, osservò i suoi occhi ricolmi di quel sentimento che durante quei mesi aveva taciuto, maturato e confessato e si ritrovò a sorridere.
-So di non poterti dare una vita fatta di rose e fiori e che forse sono una delle persone più instabili di questo mondo e pericolose ma ti amo Robb ed è stato il tuo amore a salvarmi due settimane fa, sei stato tu a farmi capire che potevo essere Hermione e la Regina, che una non escludeva l’altra e che per me ci sarebbe stato spazio nella tua vita esattamente per com’ero fatta e non per come sarei dovuta essere.
Posso prometterti di prendermi cura di te, sempre, di amarti e di non farti mai dubitare della tua scelta, ti prometto che…-
-Non devi promettermi niente Hermione, quando ho capito di amarti di nuovo sapevo chi fossi e conoscevo il tuo dolore, per me sei perfetta esattamente come sei, sei la stella più fragile di questo universo, del mio universo ed è mio dovere prendermi cura di te, per tutto il tempo che vorrai.-
-Se fosse per sempre?- gli sussurrò lei a pochi centimetri dalla sua bocca.
-Sarà per sempre.-
 
***
 
Quando quella sera rientrarono, Hermione vide tutto con occhi nuovi, Robb le teneva ancora la mano e la sua casa non le sembrava più tanto desolante come quella mattina, come se avesse ripreso a vivere solo dopo il Ministero, dopo essere scappata da lui e aver messo nelle sue mani il suo destino.
Gli elfi avevano accesso le candele in quasi tutte le stanze, concedendole un’atmosfera sicuramente meno moderna ma più retrò e intima, dandole forse la possibilità di vedere in modo diverso quella che sarebbe stata la sua casa per il resto della sua vita.
Sicuramente in quel poco tempo avevano fatto un ottimo lavoro, rispetto ai tempi di Albert e di Voldemort ma sapeva di dover apportare ulteriori modifiche, voleva che quel Manor la rappresentasse, fosse lo specchio di Hermione Granger e per quanto fosse ancora la Regina, non voleva che quel posto fosse lugubre e pieno di rabbia.
Voleva di meglio per se stessa, voleva il meglio per il suo futuro e sicuramente con Robb ci sarebbe riuscita.
 
-Stai bene?-
Herm osservò la rampa delle scale, quasi immersa nel buio e quando chiuse gli occhi le parve di rivivere quella sera: gli incantesimi, le urla, il dolore, la paura, la risata di Bellatrix e le sue scelte, le sue decisioni, la sua sconfitta personale.
Quando li riaprì percepì il proprio cuore battere forte, dolorosamente forte, quella sera aveva superato un confine che per anni le era stato sempre chiaro: non cedere alla magia nera, poteva essere cattiva, odiosa, stronza ma non in quel modo, perché se mai lo avesse fatto sarebbe diventata come loro.
Come le persone che aveva odiato e combattuto, come le persone che l’avevano marchiata come un’animale e torturata, ed adesso lo era diventata e una domanda le piombò in testa, pesante come tutto il dolore che aveva causato.
 
-Cosa mi rende diversa da loro?- sussurrò senza volerlo, verso quelle scale e quei ricordi.
-Herm…-
-Io non sono diversa da loro, ho fatto cose terribili durante la mia vita e non avrò mai alcuna redenzione per questo ma quella sera ho superato un limite Robb, una linea sottilissima che non avrei dovuto superare, cosa mi rende ora migliore di loro?
Migliore delle persone che mi hanno resa un mostro?
Niente, e se potevo convivere con quello che aveva fatto come potrò mai convivere con questo peso dentro il petto?-
-Lascia che lo porti con te.-
-Come?- domandò guardandolo per la prima volta.
Lo vide abbassarsi leggermente al suo livello e passarle la mano tra i capelli morbidi e lunghi, successivamente le carezzò il viso e strinse leggermente all’altezza del collo per farsi guardare.
-Quello che hai fatto quella sera non ti definisce Hermione, tutti prima o poi nella vita siamo costretti a fare qualcosa di brutto, qualcosa che va contro tutto quello in cui crediamo, forse per certa gente questo momento non arriva mai e per altre persone arriva presto o troppo presto, oppure ci sei costretto a crescere in queste condizioni.
Hai sempre messo in chiaro che la Regina non era la parte più importante di te, della tua vita, ma era importante abbastanza da salvarti, da aiutarti a resistere, quello che è succcesso l’altra sera non ti rende come Albert né minimamente paragonabile, sei una che lotta Hermione.
Lo fai da tutta una vita e credo che non smetterai mai di lottare perché il destino con te ha deciso di essere più duro, più crudele rispetto a molti altri ma questo non ti ha mai fermata, neanche quella sera hai permesso al destino di vincere e non lo farai questa sera.
Farò tutto ciò che posso per aiutarti a sopportare il peso delle scelte che hai dovuto prendere, delle azioni che hai commesso perché non sei più sola in questa vita.
Ci sono io con te.-
 
Ad Hermione non servirono neanche cinque minuti per rendersi conto di quello che avrebbe voluto in quel momento e per il resto della sua vita; non le servirono neanche una manciata di minuti per rendersi conto che la persona che gli stava di fronte avrebbe lottato per lei, a prescindere da quanto male si sarebbe comportata; non ebbe bisogno neanche di qualche secondo, per capire che Robb era arrivato al momento giusto per salvarla.
Per salvarla da se stessa e dalla sua autodistruzione.
 
Cosa farei se lui non fosse con me?
-Saremo perse.-
“Ci saremo distrutte.”
 
Si sporse verso di lui abbastanza da incontrare le sue labbra, si sporse verso di lui abbastanza da allungare le braccia intorno al suo collo e da percepire il suo petto alzarsi contro il seno, si spinse abbastanza da essere sollevata con altrettanta facilità, per poi allacciate le gambe attorno alla sua vita.
Si sporse abbastanza da donargli il suo cuore.
Hermione chiuse gli occhi e si lasciò andare al bacio, fregandosene del luogo e di tutto il resto, sorrise contro quelle labbra così nuove contro le proprie eppure un ricordo lontano le balenò in testa, un ricordo perduto nel tempo, sommerso dal dolore e dalla cattiveria: la prima volta che Robb l’aveva baciata era stata in Biblioteca, tra le pagine di quei libri capaci di salvarle ò
l’anima.
Senza che se ne rendesse conto la fece sdraiare sul suo letto, percepì l’odore di viola nell’aria ed un sorriso sincero le increspò le labbra consumate da quei baci.
-Non ti merito.- gli sussurrò, passandogli una mano sulla camicia per poi sbottonare i primi bottoni.
-Sono io a non meritarti, Hermione e vorrei poterti dire che mi dispiace che tu abbia scelto, che tu abbia preso questa difficile decisione ma non ci riesco, non riesco a fingere, perché sono felice adesso.- le rispose, facendole scorrere il vestito sopra la testa per lasciarla in intimo.
-Lo so… Lo so che non è lo stesso corpo dell’ultima volta.- disse inghiottendo il groppo in gola, ed il dolore dentro il cuore, -Lo so che potresti provare ribrezzo però…-
-Sei la cosa più bella che io abbia mai visto…- sussurrò contro la sua pancia, baciandola delicatamente.
Hermione chiuse gli occhi e lasciò andare solo alcune lacrime, rendendosi conto che quel momento non sarebbe mai stato tanto perfetto, tanto giusto, tanto loro; percepì le sue labbra muoversi delicatamente sulla pelle, lungo le cicatrici delle gambe, successivamente lungo i fianchi, sui polsi e sul seno.
Era ovunque eppure non le bastava, non le sarebbe mai bastato.
-Ti prego…-
-Abbia tutta la vita davanti, concedimi qualche minuto in più.- disse contro sul collo.
Hermione inarcò la schiena a quel contatto e strinse le sue mani contro la sua schiena muscolosa, conficcandogli le unghie nella pelle.
-Abbiamo tutta la vita ma stasera no, ti prego, non stasera.- continuò contro la sua pelle, -Aspetto da mesi questo momento, e non credo che riuscirei a resistere abbastanza.-
-Da mesi?-
Robb la guardò sorridente, e lei non poté evitare di scombinargli i capelli con amore e dolcezza.
-Ti desidero anch’io.- fece combaciare di nuovo le loro bocche e allungò le mani verso i suoi pantaloni, -E ti desidero ora.- gli sussurrò contro le labbra, con una leggera spinta lo fece sdraiare al suo posto e con qualche movimento gli sfilò i pantaloni beandosi di quello spettacolo, che avrebbe avuto per il resto dei suoi giorni.
-Mi fai morire così.-
La sua voce gli arrivò lontana e distanza ma ad Hermione non importò, anche lei si sentiva abbastanza lontana da rendersene conto, per la seconda volta nella sua vita le era stata concessa una possibilità per essere felice e si promise che stavolta avrebbe fatto di tutto per non sprecarla.
Per non perdere tutto.
 
Hermione lo vide muoversi velocemente e solo in quel momento il suo mondo tornò a colori, tornò a muoversi alla velocità di qualche istante prima, lo vide liberarsi dell’ultimo indumento che li avrebbe separati, osservò la sua mano stringere delicatamente il suo polso per essere riportata su quel corpo caldo e accogliente; vide i suoi occhi, il suo sorriso, percepì il suo respiro contro il collo, e il profumo della sua casa: di incantesimi, di gelsomino, di viole, di libri usati.
Non avrebbe mai smesso di ricordarli, li avrebbe portati dentro il suo cuore per tutta l’eternità.
Quando Robb entrò dentro di lei, un sospiro leggero le uscì dalla bocca, e si strinse a lui con tutto il suo corpo, rendendosi conto che i sogni infranti, gli attimi rubati, la vita spezzata e il corpo rotto non avrebbero più avuto alcuna importanza per lei, il passato sarebbe rimasto tale, il passato sarebbe stato sotterrato da quel momento, da quelle sensazioni, perché un solo attimo di vera felicità poteva ripulire un’intera vita fatta di dolore, di umiliazioni e di torture, un solo momento di felicità poteva darle tutto ciò, darle la chiave per andare avanti e per costruire qualcosa di nuovo ed inaspettato.
-Ti stavo aspettando.- la sua voce contro il collo la fece rabbrividire, le sue mani la strinsero ancor più forte e la spinsero contro il suo corpo, ed Hermione si plasmò per lui, si adattò così perfettamente da rendersi conto che era stata creata per stare tra quelle braccia, in mezzo a quella gambe, a contatto con quel corpo e che non avrebbe mai voluto altro posto per essere se stessa.
-Ti stavo aspettando da tutta una vita.- gli sussurrò come risposta e dopo quel momento spense il cervello e lasciò il cuore libero di amare e di farsi amare.
Ancora per un po’.
 


∞Angolo Autrice: Ed eccomi ! Scusatemi per il piccolo ritardo ma devo finire la sessione estiva ed essendo un pò esaurita non riuscivo a trovare un buon momento per pubblicare!
Questa è la versione alternativa della storia, "se Hermione avesse scelto Robb" infatti parte esattamente dalla stanza di ospedale quando ancora nessuno è entrato da lei, quando ancora Draco non le ha confessato i suoi sentimenti e quando ancora non ha accettato quello strano rapporto.
Onestamente devo dire che a me piace di più Hermione con Robb perchè acquisisce quella maturità che con Draco non arrivava, perchè Robb ha la capacità di comprederla in ogni momento, di sostenerla e di farla diventare donna, di farla sentire donna nel vero senso della parola.
Infatti le parti successive della raccolta parleranno di questo loro futuro alternativo, di come sarebbero andate le cose se fossero stati assieme <3
Spero che vi piaccia, vi lascio allo spoiler:

-Non urlare Daphne!-
-Amica mia per la prima volta stai dimostrando che essere bionda significa essere stupida, Robb ti ama, state assieme e convivente da cinque anni e un bambino non cambierà niente.-
-Daphne ma ti ascolti? Io con un bambino? Io?! Io sono la persona più inadeguata a crescere un bambino, io non posso diventare madre, non posso.- disse, trattenendo le lacrime.
-Hermione, non vuoi dirglielo non perché hai paura che lui non lo voglia, ma sei tu ad avere para?-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Extra 3• Love me, forever. ***


Love me, forever

Cinque anni dopo
 
Hermione si passò la mano tra i capelli per darsi una sistemata veloce e osservò il costume che aveva scelto di indossare per quella giornata al mare con tutti gli amici, certo se avesse potuto ne era più certa che al mare ci sarebbe andata vestita fino alla punta dei piedi ma il caldo e il sole non l’avrebbero risparmiata in quel caso.
Passò una mano sul costume “intero” che aveva scelto di indossare, Daphne considerava quei nuovi modelli che di intero portavano solo il nome la nuova moda Babbana ma a lei le sembrano solo più esposti, come se la facessero sentire più nuda di un bikini normale.
In quanto aveva l’intera schiena scoperta, un semplice nodo teneva chiuso il costume nella parte alta, con una generosa apertura sul davanti metteva il suo seno in bella mostra per poi finire come un semplice bikini, la sua fortuna fu il colore: nero.
Nero come i segni che portava sulla pelle, nero come le sue cicatrici, nero come la sua vita ma quei pensieri venne scacciati presto da una mano posata delicatamente sulla sua pancia, quella mano che conosceva talmente bene la fece sorridere.
-Quando non riesco a trovarti mi basta passare da questa stanza a vederti persa davanti allo specchio.- la voce di Robb le arrivò calda sul collo e lei si sciolse a quel contatto.
-Lo faccio così spesso?-
-Da una vita.- le rispose.
-Mi viene naturale guardarmi e vedere tutti i difetti del mio corpo, osservare le cicatrici che non andranno via, il Marchio e il dolore che ho subito, mi viene naturale dubitare del mio corpo che una volta sentivo davvero mio e domandarmi se io vada bene così.-
-Tesoro il tuo corpo è la cosa più bella che io abbia mai visto, il tuo corpo per me è sacro.- le passò la mano libera sulle cosce nude e bianche e sulla schiena, -Amo questo corpo, in ogni suo dettaglio e quelle cicatrici sono solo il ricordo di una vita lontana che non ti appartiene più.
Non potranno mai definire chi sei.-
-Lo so, ma riesco a dimenticarlo ogni volta.- ammise, girandosi verso di lui.
-Hermione sei una ragazza straordinaria, e sei stata capace di grandi cose, insomma, lavori con il Primo Ministro ed io non posso che essere orgoglioso di te.-
-Sei tu il mio orgoglio, qualsiasi cosa io faccia, la faccio solo perché voglio questa vita con te.- gli rispose baciandolo.
-Bene, adesso mettiti quel vestito che ci stanno aspettando.-
-Certo.-
Hermione recupererò le ciabattine da mare, indossò il vestito color acqua marina direttamente dalla testa e prese la borsa che le venne levata poco dopo dalle mani da Robb, lui la guardò un’ultima volta e dopo averle preso la mano si Smaterializzarono.
 
*
 
Hermione rise di gusto alla battuta di Nick e Blaise, e si lasciò cadere sul divano del salone, erano rientrati tutti al Manor dopo la giornata passata in spiaggia e come abitualmente succedeva aveva chiesto ai suoi amici di fermarsi a cena, quando poggiò la schiena contro il divano fresco le braccia di Robb l’accolsero altrettanto velocemente, facendole venire un brivido lungo la schiena.
Osservò i suoi amici, sparsi per tutto il Manor come se quel posto fosse abbastanza da farli sentire a casa, come se lei fosse abbastanza importante e dovette ammettere che in quegli anni i rapporti veri che era riuscita a stringere come la Regina di Ghiaccio erano stati mantenuti, solo con qualche piccola differenza.
Nick e Daphne erano una coppia a tutti gli effetti, mentre Harry e Ginny erano in procinto di sposarsi a fine anno e lei avrebbe fatto da testimone alla sua migliore amica, mentre altri rapporti erano stati più difficili da coltivare ma col tempo erano riusciti a trovare un loro equilibrio.
Draco Malfoy aveva scelto di non parlare durante il loro settimo anno e ad Hermione dovette andare bene per una serie di cose che lei stessa aveva innescato, successivamente quando si erano ritrovati al Ministero per questioni lavorative diverse quello che avevano condiviso durante gli ad Hogwarts era riemerso, mettendo le basi per una buona amicizia.
Ed ancora adesso potevano considerarsi amici, e poi anche lui con il tempo era riuscito ad aprire nuovamente il suo cuore, lei si chiamava Aline e l’aveva conosciuta durante il suo secondo anno di lavoro e l’aveva trovata adorabile abbastanza da non torturarla più del dovuto.
 
Hermione li osservò con attenzione ognuno di loro rappresentava un pezzo del suo passato, ognuno di loro era un pezzo di Hermione ed in quei cinque anni tutti avevano contribuito abbastanza da renderla da una persona migliore.
Una persona capace di amare, capace di fare nuove amicizie, di coltivare rapporti e di trovare un proprio posto dentro quel mondo che per molto tempo aveva avuto paura di lei, ciò nonostante i primi tempi si erano rivelati i più difficili, e se ad Hogwarts i ragazzi la temevano ancora al Ministero non era stato altrettanto facile.
Il Marchio Nero sulla sua pelle bruciava ancora, non solo come ricordo del suo passato ma anche come monitor per quello che rappresentava al mondo esterno e non le aveva reso le cose facile, forse se non fosse stato per Robb, per Blaise e Daphne, per Nick, avrebbe mollato molto tempo fa, si sarebbe chiusa dentro quella fortezza per il resto della sua vita e avrebbe vissuto di sogni infranti e di attimi rubati.
Solo che nessuno le aveva permesso di arrendersi, le avevano ricordato chi Hermione fosse, cosa rappresentasse per il Mondo Magico e che la Regina non sarebbe mai stata deposta per così poco e grazie a loro aveva ritrovato il coraggio di rischiare e di credere che anche per lei esistesse una vita diversa.
 
Hermione si alzò andando in cucina per controllare i preparativi della cena e con sua sorpresa vide Daphne seguirla.
-Allora…- iniziò la bionda guardandola.
-Cosa?- domandò, senza capire.
-Quando?-
Herm scosse la testa e chiuse gli occhi, poggiò la mano sulla penisola della cucina e guardò la sua migliore amica rendendosi conto che non aveva una risposta a quella domanda.
-Oh andiamo Hermione, lo sai già da qualche mese, quanto ancora vorrai tenerglielo nascosto!-
-Non urlare Daphne! Quanto potrò.-
-Amica mia per la prima volta stai dimostrando che essere bionda significa essere stupida, Robb ti ama, state assieme e convivente da cinque anni e un bambino non cambierà niente.-
-Daphne ma ti ascolti? Io con un bambino? Io?! Io sono la persona più inadeguata a crescere un bambino, io non posso diventare madre, non posso.- disse, trattenendo le lacrime.
-Hermione, non vuoi dirglielo non perché hai paura che lui non lo voglia, ma sei tu ad avere para?-
Lei annuì in silenzio mordendosi il labbro con forza e percependo il sangue dentro la bocca.
-Non puoi credere che io possa essere una brava mamma, e non si tratta dell’età, siamo giovani ma non è questo.
Io non posso diventare genitore.-
-Hai paura di commettere gli stessi errori dei tuoi, è comprensibile ma non puoi davvero crederlo. Sarai una madre meravigliosa ed amerai tuo figlio con tutte le tue forze e lo crescerai con Robb, una persona che ti ama e darebbe la sua vita per te, questo deve bastarti per farti capire che andrà bene.-
-E se così non fosse? Se io non fossi capace? Se lo facessi soffrire? Se quello che ho passato si ripercuotesse anche su di lui, se sbagliassi, Daphne? Se lo trattassi come mio padre ha fatto con me?
Se diventasse ciò che ha sempre odiato? Non potrei mai perdonarmelo, mai.- sussurrò, lasciando andare le lacrime.
Hermione diede le spalle alla sua migliore amica, afferrò una bottiglia di whisky dalla credenza, la strinse tra le mani, qualche tempo fa non si sarebbe creata alcun problema ad aprirla e a finirla altrettanto velocemente ma il solo pensiero di far male a quel bambino non ancora nato le dilaniava il petto e il cuore, la solo eventualità che soffrisse come lei la spezzava ogni giorno.
-Forse non sono la persona giusta per dirti quello di cui hai bisogno e credo che debba essere Robb, dagli la possibilità di scegliere, di essere padre e di avere una famiglia.
Non puoi tenerglielo nascosto Hermione, non sei più quel genere di persona.-
Herm si girò appena in tempo da vederlo entrare in cucina, Robb la stava fissando con quegli occhi capaci di leggerle l’anima, il cuore e di perforarla troppo velocemente, osservò la bottiglia stretta tra le sue mani ed attese.
-Dobbiamo parlare.- rispose a quella domanda silenziosa.
 
Hermione lasciò andare la bottiglia e poggiò la schiena contro la penisola della cucina, cercando di trovare un modo per spiegargli quello che il suo cuore stava provando, cercando di non farlo terrorizzare dalla paura che la dilaniava.
-Vuoi lasciami?-
Alzò lo sguardò come scottata dalla sua domanda e in quegli occhi lesse tutta la fragilità del suo cuore, Robb era stato la sua roccia ed il suo punto di forza in quei cinque anni e mai si sarebbe pentita della sua scelta, mai.
-Come puoi pensare una cosa del genere?-
-Hermione sono quasi passati tre mesi e tu ancora non hai deciso di indossare l’anello, lo tieni chiuso in quel cassetto come se fosse un Horcrux e ti vedo ogni tanto persa da qualche parte, in qualche posto in cui non vuoi farmi entrare e non capisco cosa sta succedendo.-
-Non ho ancora messo il tuo anello, perché avrei prima dovuto trovare il coraggio di dirti una cosa ma io sono una Serpeverde e il coraggio non rientra nelle mie qualità naturali.- sussurrò, mordendosi ancora il labbro.
-Non volevo dirti di sì non perché non ti amo, perché sei il mio mondo Robb, tutto il mio universo ma avevo paura, e non per via del matrimonio, non mi fa paura passare la mia vita con te perché non vorrei essere da nessun altra parte.-
-Cosa ti fa paura?- le chiese, passandogli la mano sul viso.
-Sono incita, Robb ed ho paura che questo bambino soffra come ho sofferto io. Ho paura di non saper fare la madre, non ho avuto un buon modello e credo di essere la persona più inadatta a diveltarla, non voglia che nostro figlio mi odi, non voglio vedere quei sentimenti passargli negli occhi, non voglio trasformarlo in una persona rancorosa e distruttiva.
Non potrei mai perdonarmelo, non potrei. Tu mi hai fatto la proposta solo al momento sbagliato, solo qualche ora dopo averlo scoperto e non avevo idea di che cosa fosse giusto fare.-
-Avresti dovuto dirmelo subito.- gli rispose così piano, stringendola forte al petto ed Hermione si liberò di tutte le lacrime che aveva trattenuto in quei pochi mesi.
-Avresti dovuto dirmelo e io ti avrei detto che tutti i tuoi dubbi, tutte le tue paure erano infondate. Hermione sarai la madre più bella e più protettiva di tutto il mondo, perché amerai nostro figlio, lo amerai e non permetterai mai che prenda la strada sbagliata, lo amerai a differenza di quello che hanno fatto i tuoi genitori e gli darai un futuro diverso.
Lo amerai e lo renderai felice, così com’è giusto che sia, e non gli farai mai mancare il senso di appartenenza ad una famiglia.-
-Come fai ad esserne così sicuro? E se lo deludessi?-
-Non mi hai mai deluso in questi cinque anni, non potresti farlo neanche se volessi e perché ti amo abbastanza da esserne certo.-
-Se fossi stata diversa tutto questo non sarebbe successo, se fossi stata diversa le nostre vite sarebbero state migliori e sicuramente avremmo gioito, urlato e fatto feste per questa notizia, avremmo avuto una famiglia a cui rivolgerci e…-
-Abbiamo una famiglia, in quella stanza ci sono i nostri amici che sono la nostra famiglia, c’è mio padre e ci sei tu, c’è il nostro bambino e questa è la nostra famiglia.
Se tu fossi stata diversa questa non sarebbe stata la nostra vita ed io amo la nostra vita, Hermione non la cambierei per niente al mondo e nessuno al mondo.-
-Sono stata immatura a credere che tu non fossi pronto ad essere padre e mi dispiace per non avertelo detto, certe volte è così facile avere paura, è così facile crollare che neanche me ne rendo conto.
Quando l’ho scoperto mi è crollato al mondo addosso, perché ho rivissuto tutto quello che mio padre e mia madre mi avevano fatto e mi sono automaticamente proiettata al loro posto, ed ero io a fare quelle cose a nostro figlio e insomma…- Hermione distolse lo sguardo, carico di lacrime e di dolore dai suoi occhi ma lui non glielo permise, riportandoli dov’erano.
-Hai avuto paura ed è comprensibile, quello che hai passato avrebbe distrutto la maggior parte delle persone e questo deve farti capire di che pasta sei fatta, non sei una che si arrende, sei Hermione Granger e niente a questo mondo ti fermerà.-
-Veramente potrei essere Hermione Grey, se l’offerta fosse ancora valida.- gli sussurrò, dolcemente.
-Tesoro, se tu mi sposassi mi faresti l’uomo più felice di questo mondo, e se volessi tenere quel bambino potrei avere tutto quello che ho sempre sognato, nello stesso momento e non chiedere niente altro.-
-Davvero?- Hermione allungò le mani verso il suo petto, sfiorò con delicatezza la sua camicia e percepì il corpo caldo e muscolo al suo tocco.
-Ho sempre chiesto te e solo te, quando hai deciso di restare credevo che per me qualsiasi altro desiderio fosse superfluo e credo che sia ancora così, ma avere una famiglia, la nostra famiglia sarebbe quello che ho sempre desiderato ma che non ho mai avuto il coraggio di chiederti.-
-Potevi dirmelo che volevi tutto questo, io ti avrei ascoltata.-
-Lo so, ma dovevi volerlo anche tu con i tuoi tempi, non mi è dispiaciuto aspettare qualche anno in più.-
Hermione sorrise, rendendosi conto che nessuno gli avrebbe mai dato più di Robb, quella era la vita migliore che potesse chiedere e che avrebbe voluto per il suo futuro, così recuperando la bacchetta dal tavolo richiamò con un incantesimo l’anello di fidanzamento: smeraldo e diamanti.
-Lo diciamo assieme? Tutte e due cose?-
-Sei sicura?- le domandò, guardando l’anello e poi guardando lei.
-Sarò sempre sicura di noi, Robb, scusami per averlo dimenticato.-
Lui le sorrise e quando lo fece Hermione lesse la gioia in quegli occhi verdi e la felicità che li avrebbe accompagnati negli anni successivi, lesse l’entusiasmo e la sua voglia di diventare padre e capì che tutte le sue paure erano infondate: lei non era sua madre, non era suo padre, lei era Hermione e nonostante tutto il dolore sofferto non avrebbe mai permesso che suo figlio patisse le stesse cose.
Neanche per un solo secondo.
Robb le prese la mano e la portò fuori dalla cucina, Hermione si perse nel suoi occhi e in quel sorriso, in quel viso che era la sua casa e in quel corpo che era solo ed esclusivamente suo, sarebbero riusciti a farcela assieme, anche in quel caso.
-Bene ragazzi, scusatemi avremmo due cose da dire.- sentenziò.
Tutti i suoi amici li guardarono ed Hermione ringraziò mentalmente ognuno di loro per non averla mai abbandonata.
-Hermione ha deciso di sposarmi.- affermò, guardandola, lei alzò l’anello e glielo porse.
-E sono incinta.- concluse quando l’anello finì finalmente al suo dito, senza poter nascondere la felicità che quella parola le aveva donato.
Lei avrebbe dato alla luce un bambino e lo avrebbe amato, per tutto il resto della sua vita.
L’urlo di Ginny la fece avvicinare a Robb per la sorpresa, lui le passò la mano sulla schiena e sorrise, i visi sorridenti di Nick e Blaise li raggiunsero in poco tempo e la sua famiglia le si strinse attorno.
-Diventerai mamma!-
La felicità di Ginny divenne anche la sua ed Hermione si ritrovò ad annuire e a piangere per la felicità, forse se avesse scelto un’altra vita niente di tutto quello sarebbe mai successo ma la vita che aveva, che le era stata data era la sua vita, poiché a prescindere dal percorso, dal cammino difficile e pieno di sofferenza, la destinazione l’aveva ripagata di tutto.
Di tutto il dolore e di tutte le sofferenze.
Robb le prese il viso tra le mani e la baciò davanti a tutti e lei si strinse in quell’abbraccio, guardò i suoi amici e fece vedere l’anello alle ragazze, non riuscendo più a trattenere l’entusiasmo e alla fine si rese conto che in quel momento sarebbe iniziata la seconda fase della sua vita.
Quei cinque anni erano stati solo il preludio, il momento preliminare a quello che sarebbe successo da adesso in poi, poiché solo adesso avrebbe vissuto veramente.
 
-Sono a casa.- sussurrò guardando il suo futuro marito negli occhi.
-Sei la mia casa.- le rispose, baciandola ancora.
Ancora un po’.


∞Angolo Autrice: Ed eccomi di nuovo qui :) Chiedo scusa per il piccolo ritardo, ma mercoledi ho dato il penultimo esame e ho fatto il consueto trasloco presso la casa estiva ed avevo bisogno di riprendermi un pochino !
Ma insomma, ci siamo, questo capitolo racchiudeva qualche nuovo dettaglio sulla loro vita insieme e devo dire che sto amando scrivere su di loro, Robb e Herm sono facili da descrivere, sono facili da amare, hanno qualcosa che li rende così, qualcosa di semplice e allo stesso tempo di bello che li rende unici, secondo me !
Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto quanto a me, e a metà settimana arriverà il prossimo <3

Spoiler:


“Ci perderemo durante il cammino, non rimarrà più niente di noi.”
Non c’è più niente da recuperare, siamo già perse, siamo giù smarrite, noi non esistiamo realmente, non abbiamo più niente per cui valga la pena lottare, e non intendo più combattere una battaglia persa in partenza.
Perciò, adesso noi entriamo a far parte della squadra dei cattivi.
“Non mi piace.”
Non abbiamo altre scelte, non c’è rimasto più niente.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Extra 4• The nightmare is real. ***


The nightmare is real
 
Le avevano tolto anche la facoltà di scegliere se vivere o morire, le avevano tolto il libero arbitrio, erano riusciti a spezzarla dopo una vita di lotte e di guerre, erano riusciti a portarle via ogni cosa e lei glielo aveva permesso, era diventata debole nonostante si fosse promessa di pensare sempre e solo a stessa.
Aveva invece ceduto a quel sentimento, aveva ceduto all’amore e dall’amore era stata sopraffatta fino ad esserne distrutta.
Hermione era stata distrutta dall’amore, dalla scelta di amare un’altra persona, di difendere un’altra persona, di proteggerla a costo della sua vita.
Chiuse gli occhi cercando di alleviare il dolore in tutto il corpo, e nel suo petto ma le lacrime non avevano ancora smesso di uscire e si rese conto che niente le avrebbe dato alcun giovamento.
Neanche Draco.
Aveva fatto una promessa tanto tempo fa e l’aveva fatta a se stessa, per proteggersi da suo padre e dal dolore del mondo, l’aveva fatta per una ragione, perché viveva in una famiglia in cui non si sarebbe mai potuta permettere quel tipo di sentimento, eppure lui era stato in grado di farle rompere la promessa, era stato in grado di darle speranze, e da quella speranza era stata distrutta.
Per Hermione non sarebbe mai esistita vita diversa da quella, né futuro più roseo e in cuor suo lo aveva sempre saputo, ci avrebbe dovuto solo credere di più, si sarebbe dovuta impegnare di più e non sarebbe finita in quel modo.
La colpa in fondo era anche sua, se solo fosse stata più furba, più fredda, se fosse stata più sicura della sua promessa non avrebbe permesso a Draco Malfoy di guardare oltre il muro, di scorgere Hermione nella sua forma più pura, se fosse stata più intelligente avrebbe pensato a se stessa per prima e non agli altri.
Solo che non lo era stata, si era lasciata coinvolgere da tutte le puttanate dei Grifondoro, dagli ideali sulla lealtà, sul coraggio e sul sacrificio e lei alla fine ne aveva pagato le conseguenze più brutte e solo perché lui non l’aveva ascoltata.
Se non avesse seguito Potter al Ministero lei non si sarebbe trovata in quella situazione, se lui le avesse dimostrato davvero devozione, amore, l’avrebbe protetta, avrebbe fatto di tutto per proteggerla e per non mandarla al macello, ma non lo aveva fatto.
 
Io ero sacrificabile.
 
Quella verità si era insidiata dentro il suo cuore da un paio di giorni e non era riuscita ad estirparla in nessun modo, dovendo ammettere che forse in parte era la verità.
Draco l’aveva sacrificata per parare il culo a Potter senza neanche un attimo di esitazione e lei nonostante tutto aveva deciso di saltare per salvarlo a sua volta, per salvarli tutti ma nessuno l’avrebbe potuta salvare da quelle torture, da quel dolore, dai suoi carnefici.
Nessuno.
Percepì altre lacrime scenderle lungo il collo, allungò le braccia e strinse forte le gambe vicino al petto e ci nascose la testa, non sarebbe riuscita a sopravvivere a tutto quello, a tornare quella di prima, forse neanche la Regina di Ghiaccio sarebbe riapparsa dopo quell’estate tormentata ma Hermione ne sarebbe uscita definitivamente morta.
E lei era stata la prima a darci un taglio, la prima a farla finita, si era tagliata i polsi sperando che tutto quel dolore finisse, si era tagliata perché aveva sperato che la morte le regalasse la pace, la speranza della pace, ma l’avevano salvata, l’avevano salvata e le avevano tolto anche la possibilità di scegliere sulla sua vita.
-Cosa ne sarà di me?-
Quella domanda aleggiò per tempo indefinito dentro il suo armadio, in quell’oscurità che aveva fatto sua, sua come l’unico luogo di sollievo e di salvezza, ma non riuscì mai a darsi una risposta, mai ad immaginare il suo futuro.
Perché se avesse solo osato sperare sarebbe stata spezzata di nuovo, ed Hermione era arrivata al limite, era arrivata al confine, a quella linea immaginaria che già per Draco aveva superato e che non le avrebbe permesso di vivere se l’avesse superata una seconda volta.
Aveva voluto di più ed adesso ne avrebbe accettato le conseguenze ma questo le fece capire una cosa importante: nessuno valeva abbastanza da vederla ridotta in quel modo.
Nessuno sarebbe più stato così importante da portarla al punto di rottura, non avrebbe più dato a nessun quel potere.
Mai più.
 
Perché dovrei farlo? Credevo in Draco, credevo in quel sentimento, eppure è bastato così poco da esserne spazzata via, da esserne sopraffatta.
Non voglio più sentirmi così, non posso più permettermi di sentirmi così, e non darò mai più a loro il potere di distruggermi, di spezzarmi e se per farlo dovrò rinchiudere ogni vana speranza nel mio cuore, lo farò.
Se per farlo dovrò vivere come la Regina di Ghiaccio per il resto della mia vita lo farò, ma non permetterò a nessun Draco Malfoy di turno di ridurmi nuovamente in cenere.
“E la promessa di far uscire Hermione? Di dare ad Hermione una possibilità?”
Dimenticati quella promessa, Hermione è morta, Hermione non esiste più: Draco se l’è portata via, mio padre se l’è portata via e Voldemort l’ha fatta a pezzi con il Marchio Nero.
Non c’è nessuna Hermione da salvare, nessuna Hermione dietro il muro impenetrabile, ci sono solo io, ci sono solo i cocci rotti e i vetri rotti e non intendo più metterli assieme, perché farlo darebbe a qualcun altro un nuovo potere e da adesso in poi sarò solo io l’artefice del mio destino.
“Credi che ce la faremo?”
Dobbiamo farcela, non ci sono altre alternative, né strade secondarie, questa è la nostra vita e non possiamo sfuggirne, le abbiamo provate tutte e abbiamo fallito, adesso faremo il loro gioco, adesso diventiamo davvero dei Mangiamorte, dei Granger.
“Ci perderemo durante il cammino, non rimarrà più niente di noi.”
Non c’è più niente da recuperare, siamo già perse, siamo già smarrite, noi non esistiamo realmente, non abbiamo più niente per cui valga la pena lottare, e non intendo più combattere una battaglia persa in partenza.
Perciò, adesso noi entriamo a far parte della squadra dei cattivi.
“Non mi piace.”
Non abbiamo altre scelte, non c’è rimasto più niente.
 
Hermione aprì gli occhi e poggiò le mani sulle pareti dell’armadio, si fece forza e riuscì ad alzarsi per poi uscire, il sole le bruciò gli occhi ma riuscì ad adattarsi dopo qualche secondo, e quando si osservò allo specchio non vide niente.
Non c’era Hermione in quel riflesso, c’era solo una ragazza spezzata, distrutta e fatta a pezzi dalla sua famiglia e da chi aveva promesso di amarla e di proteggerla, ma non avrebbe più permesso a nessuno di ridurla così.
Mai più.
Da adesso la Regina avrebbe riconquistato il suo potere, e avrebbe salvato ciò che era rimasto di lei, dopo le cruciatus e il Marchio, anche a costo di distruggere Hermione con le sue stesse mani.
 
***
 
Qualche anno dopo.
 
Hermione si strinse di più al suo mantello mentre attraversava frettolosamente l’androne del Ministero, suo padre l’aveva convocata per la solita riunione pomeridiana ma ne avrebbe fatto davvero a meno.
Era da giorni che l’inverno non dava tregua a Londra sia con la neve che con il freddo e avrebbe preferito passare la sua serata a casa, nella sua nuova casa, magari con un bicchiere di vino bianco tra le mani e un buon vecchio libro ma da quando aveva scelto di lavorare per suo padre aveva dovuto imparare a convivere con quegli orari.
 
Che poi faccio tutto io, da qualche anno a questa parte ed invece di lasciarmi libera per il mio meritato lavoro, finisco sempre più incasinata degli anni precedenti.
 
Perché Hermione ad Hogwarts non era tornata dopo quell’estate, non era tornata dai suoi amici, non era tornata da Draco, perché aveva scelto se stessa.
Quella consapevolezza la fece fermare in mezzo all’androne di colpo, e percepì il corpo perverso da quello strano sentimento che usciva ogni volta che ripensava al passato ma venne sradicato altrettanto velocemente perché si ritrovò schiacciata a terra.
-Per Salazar!- esclamò, cercando di spostare chiunque le fosse finito di sopra.
-Mi dispiace.-
Improvvisamente il peso che le aveva tolto il respiro sparì e delle mani forti la sollevarono come se niente fosse rimettendola perfettamente in piedi anche se un po’ dolorante.
Hermione si toccò la testa ed alzò lo sguardo, ed incontrò degli occhi verdi che la stesero nel vero senso della parola.
Non aveva mai visto occhi così belli, o forse…
 
Forse li ho già visti, ma quando?
 
-Scusami andavo di fretta, non volevo farti cadere, stai bene?-
-Io…- inghiottì il groppo in gola, ma non trovò niente da dire.
-Hai un viso familiare.-
Hermione annuì e osservò i suoi capelli neri, il fisico robusto e le mani incredibilmente gentili, eppure non riuscì a ricordarsi quando lo aveva visto la prima volta.
-Sto bene, nessun problema.- sussurrò, sistemandosi il mantello storto ed il vestito sotto di esso.
Vide i suoi occhi seguire i suoi movimenti con attenzione, per poi tornare sul suo viso, ed una nuova sensazione si diffuse dentro il suo petto e non le piacque, Hermione aveva smesso di provare quel genere di emozioni un bel paio di anni fa e non le piaceva ricaderci una seconda volta.
-Scusami sono di fretta.- disse, superandolo per incamminarsi nuovamente verso l’ufficio del padre.
-Non mi hai detto il tuo nome!- lo sentì urlare, verso di lei.
Hermione girò la testa ma non si fermò a parlargli, ma un mesto sorriso le apparve in faccia.
-La prossima volta.- rispose, di rimando, lasciandolo lì in attesa di una risposta che non avrebbe avuto.
 
*
 
Hermione si portò alle labbra il bicchiere di vino e dopo un leggero attimo di esitazione bevve una generosa sorsata, percependo ogni cellula del suo corpo rilassarsi.
La riunione con suo padre era finita più tardi del previsto e per quanto le sarebbe piaciuto tornare al caldo della sua casa, preferì bersi il tanto agognato bicchiere al suo locale preferito, esattamente tra la Londra Babbana e quella Magica, il suo unico sfizio di cui suo padre non era a conoscenza.
Si appoggiò alla sedia ed osservò il vino nel bicchiere, tanti anni fa aveva deciso di cambiare drasticamente la sua vita, aveva scelto di essere la Regina e di lasciare morire Hermione per sempre, aveva deciso che per quel lato del suo carattere non ci sarebbe mai stato spazio, ed invece di lottare, di combattere una battaglia persa aveva preferito rendersi utile, rendersi necessaria.
E lo aveva fatto aiutando suo padre e il Primo Ministro, lo aveva fatto lasciando Hogwarts ed avviando la seconda parte della sua vita che non aveva per niente programmato, ancora oggi al ricordo dei mesi successici percepiva un dolore sordo all’altezza del petto, all’altezza del cuore, ma aveva scelto se stessa.
Aveva detto addio a Draco, aveva detto addio a Ginny ma non a Daphne, nonostante tutto lei e Blaise erano rimasti, erano rimasti accanto ad un Hermione che conoscevo troppo bene per abbandonarla al primo ostacolo e negli anni erano rimasti il suo unico punto fermo.
Il suo unico momento di debolezza.
Perché sì, Hermione aveva scelto di non essere più debole, aveva scelto di seppellire ogni sentimento che aveva provato in quei mesi di relazione, aveva scelto di lasciare andare Hermione dietro il muro e di concentrarsi sulla Regina, anche se avrebbe comportato una vita non voluta, piena di rimpianti e di sofferenze, ma sarebbe stata l’unica vita in grado di lasciarla in vita, l’unica vita che suo padre avrebbe accettato.
 
-Due volte in un giorno non può essere un caso.-
Una voce che non riconobbe la distolse dai suoi pensieri e fu costretta ad alzare il viso verso di lui, verso il ragazzo che quel pomeriggio l’aveva investita in pieno.
-A quanto pare il destino gioca brutti scherzi.-
Lo vide ridere ed Hermione si ritrovò a ridere automaticamente, quasi di riflesso e si stupì della sua stessa reazione, riusciva ad essere ancora fredda e distante ma col passare degli anni si era stancata della stessa faccia che mostrava quotidianamente.
-So di averti già visto da qualche parte e se mi aiutassi a togliermi questo dubbio, potrei lasciarti finire di bere in attesa della tua compagnia.-
-Io sono la compagnia di me stessa.- rispose, alzando leggermente le sopracciglia.
Lo vide sorridere e passarsi lentamente la mano sul viso e come se niente fosse si sedette davanti a lei, con il suo bicchiere di Whisky Incendiario tra le mani e lo sguardo ancora incentrato su di lei.
-Sto aspettando.- le disse per incalzarla.
-Comincia tu.- rispose, bevendo un sorso di vino.
-Ho capito che genere di donna sei e mi piace, davvero ma ho questa sensazione dentro il petto ed ho bisogno di capire.-
Hermione annuì e si morse leggermente il labbro, nonostante fosse un gesto automatico lo vide fissarla intensamente in quell’esatto momento.
 
Maledizione.
 
-Sono Robb Grey, lavoro al Ministero, sono un Auror di secondo livello.-
-Quindi hai preso posto subito dopo i M.A.G.O.- aggiunse, con disinvoltura.
-Esattamente, ma è la prima volta che ti vedo al Ministero.-
-Sono giovane è vero, ho ventidue anni ma lavoro al Ministero da abbastanza tempo da conoscere quasi tutti.-
-Continui a non dirmi il tuo nome.- gli sussurrò, bevendo.
-Hermione Granger.- rispose, secca.
-La figlia di Albert? Hermione?-
-Sì…- rispose tentennando dopo aver osservato il suo sguardo.
-Ora ricordo.-
Hermione lo guardò per un altro secco, si soffermò sugli occhi così verdi e ricordò quella sensazione, la sensazione di serenità che erano in grado di darle, di pace.
Quando li aveva guardati per la prima volta si era sentita totalmente in pace anche se il giorno dopo lo aveva trattato di merda, anche se aveva fatto finta che non esistesse, come se non ci avesse perso la verginità.
-Cazzo.- esclamò, poggiando la schiena contro la sedia.
-Ebbene sì, dicevo di averti già visto da qualche parte ma non riuscivo proprio a ricordare, sono passati anni.-
-Quasi otto anni.- lo corresse, mordendosi la lingua dopo un attimo.
-Eravamo talmente piccoli che… Dopo Hogwarts ho perso di vista tutti e non ho più avuto notizie di te.-
-Io ero davvero piccola.- sussurrò bevendo subito dopo, percependo il proprio corpo riscaldarsi a quel ricordo, -Neanche io ho mantenuto i rapporti, solo con alcuni amici, ma credo di essere giustificata, non ho preso i M.A.G.O ad Hogwarts.-
-No?- domandò sorpreso, -Onestamente ricordo che eri la migliore studentessa.-
-Lo ero, ma alcune divergenze mi hanno portato a scegliere una strada diversa.-
-Per questo lavori con tuo padre?-
-Sì, organizzo io le Leggi Magiche e la loro strutturazione, come qualsiasi intervento sul territorio.-
-Cavolo, sei davvero giovane per fare questo lavoro.-
-Tu non sei poi più grande di me, tre anni se non ricordo male.-
-Sì, è esatto ma onestamente non ricordavo che fossi così bella.-
Hermione distolse lo sguardo, rendendosi conto di stare arrossendo.
 
“Andiamo ti basta così poco?!”
Sono anni che non sto con un uomo, neanche per passatempo, permettimi di fare un po’ di sceneggiata, onestamente merita.
“Merita eccome, ma la Regina non può permettersi di cedere il suo cuore a nessuno.”
E chi ha parlato di cuore?!
 
-Credo che sia il Whisky a farti parlare.- mormorò.
-Io credo che sia qualche altra cosa, non ti vedo da anni e fra tutte le persone che avrei potuto incontrare, trovo te alla fine del turno, la prima ragazza con cui sono stato a letto ed onestamente.- lo vide inspirare forte, -Hermione sei pazzesca.-
 
Sono un bel corpo, lo so, ma sono solo quello.
Non c’è niente oltre il muro.
Solo il silenzio.
 
-Neanche tu sei male, se ti può consolare. Sicuramente hai qualche muscolo in più rispetto all’ultima volta.-
Herm si avvicinò al tavolo, e si rigirò tra le mani il bicchiere quasi vuoto e un’idea malsana e altrettanto perversa le passò per la testa e quando alzò lo sguardo verso di lui ebbe la sensazione che avesse pensato la stessa cosa.
-Sono una che parla chiaro, non sono più la ragazzina della scuola, sono decisamente cambiata in questi anni e chi vedi davanti è sempre la Regina di Ghiaccio, leggermente più stufa, ma sono sempre io.
Adesso se ti va, potremmo finire la serata a casa mia, e non so…- si morse il labbro, volontariamente per poi rimanere in silenzio.
-Non credevo che andassi direttamente al sodo.-
-Cosa ci puoi fare? Si cresce abbastanza da perdere certe inibizioni, del resto non sto con nessuno Robb, e so di avere un corpo abbastanza buono per risultare convincente, quindi se ti va…-
Hermione si alzò, lentamente, sistemò il vestito, stirandolo con le mani ed afferrò la borsa da lavoro per poi incamminarsi verso l’uscita del locale, e stranamente non dovette aspettare più di tanto.
Robb le aprì la porta e le sorrise.
-Di solito non sono quel tipo di persona.-
-Da una notte e via? Neanche io, ma del resto credi che tra noi conti veramente? Abbiamo già fatto del sesso da una notte e via, una seconda volta non ci porterà all’inferno.-
-Credo proprio di no.- sussurrò, le prese la borsa e si sporse per sistemarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Forse era destino incontrarti.-
-Forse questa è un’altra vita, forse in un’altra vita le cose tra di noi sono andate diversamente.- gli rispose senza volerlo.
-Non mi dispiacerebbe quella vita.-
Robb si sporse a baciarla in mezzo alla strada come se fosse la cosa più naturale del mondo, Hermione ne rimase per un attimo pietrificata, ferma, rendendosi conto che dopo quella volta non aveva più baciato nessuno, non aveva più voluto nessuno, e che Robb era stato il primo a rompere quella malsana quotidianità.
Dopo pochi attimi allungò la mano, per allacciarla introno al suo collo e socchiuse le labbra per ricambiare il bacio, nel momento in cui le loro lingue si scontrarono si Smaterializzò verso la propria casa.
Forse se fosse stata Hermione quell’incontro sarebbe stato più romantico, più dolce, più sentito ma in fondo le andava bene anche in quel modo, Robb voleva una cosa da lei e lei voleva dargliela, una sola notte in cui avrebbe chiuso la Regina dietro la porta e avrebbe respirato l’odore della libertà per qualche ora.
Solo per qualche ora, per poi tornare alla vita che aveva scelto anni fa.
 
***
 
-Robb?- domandò contro il suo petto, le coperte tirate per coprirle il corpo e il cuore dolorante all’altezza del petto.
-Dimmi Hermione.-
-Perché sei venuto a letto con me la prima volta?- domandò, dovendosi togliere quel peso dallo stomaco.
-Eri la ragazza più bella ed irraggiungibile di Hogwarts, ed anche se avrebbe dovuto lusingarti avere le avance di uno più grande eri tu a dettare le regole, tu a scegliere il gioco.
Credo di essermi innamorato dell’impossibile, e devo dire che però ne è valsa la pena farsi spezzare il cuore da te, valeva la pena essere il tuo primo, anche se non avrebbe significato niente per te.-
-Come hai fatto ad innamorarti della Regina?-
-Non è stato difficile, almeno non per me. Guardavo questa ragazza, dagli occhi freddi e distaccati e sentivo qualcosa dentro il petto, smuoversi, e faceva male vederti stare male, vederti relegata in quella vita, in quel corpo.
Credevo che sarei riuscito a darti la scarica, a darti una spinta, ma dopo quella notte ho preso le distanze, ti ho guardata da lontano, ti ho amata da lontano fino a quando non ho capito che sarebbe stato inutile.
Non ero abbastanza per te in quel momento.-
-Credo… Credo che se ti avessi dato ascoltato, avrei preso meno scelte sbagliate.- disse, alzando il braccio con il Marchio Nero.
-Cos’è successo in quegli anni?-
-Ho amato una persona e sono stata distrutta da quell’amore.- disse alzando lo sguardo verso di lui, vide la sua mano posarsi suoi capelli ed carezzarla dolcemente, -Credevo di poter essere di più della Regina, di meritare di più ma mi è stato ricordato che non sarei mai stata abbastanza, avevo una possibilità, o salvavo me stessa oppure no, ho preferito me stessa.-
-Non credo che tu sia stata egoista.- gli sussurrò, passando le sue dita sulle cicatrici lungo i polsi ancora in bella vita.
-Ero giovane e stupida e credevo che sarei riuscita a scappare da questa famiglia ma alla fine sono diventata come loro e ti dirò che in fondo non mi dispiace.-
-Sei ancora la Regina?- domandò, con calma.
-Ho lasciato morire Hermione Robb, non credo di poterla riavere e non sono sicura di volerla, sarebbe distrutta dal tipo di vita che conduco ma non credo di essere ancora la Regina, credo di non essere niente al momento.-
Robb le si avvicinò al viso e la guardò attraverso quegli occhi verdi da fulminarla, -Non hai alcuna possibilità di essere niente Hermione, sei nata per comandare e per essere adulata, hai una forte personalità che la Regina ha solo amplificato e le scelte che hai fatto ti hanno permessa di restare viva.
Puoi biasimarti? Non sei stata egoista, hai scelto te stessa ed è comunque una forma di amore.
Ammetto di non sapere nello specifico cos’hai passato, ma vedo di riflesso nei tuoi occhi le paure e il dolore di quegli anni, e credo che tu abbia fatto la scelta più giusta con quello che ti era stato dato.-
-Per Salazar, com’è possibile rincontrarti ora, dopo tutti questi anni? Com’è possibile che tu sappia esattamente cosa dire, ora come allora? E che tu riesca a vedere la Regina come un pezzo di pane?-
Robb le passò una mano sopra il lenzuolo, le strinse un fianco e la tirò velocemente contro il proprio corpo, -Ora come allora sono rimasto folgorato dalla tua bellezza e la Regina non mi hai mai fatto paura, credo anzi che renda il gioco solo più vivo ed entusiasmante, più eccitante, e forse doveva andare così-
Hermione allungò una mano contro il suo petto muscoloso e sospirò.
-Non posso darti quello che vuoi, me lo sono promessa tanto tempo fa. Niente più cuore in una relazione, niente più sentimenti, non perché non ne sono in grado, ma perché fa troppo male spezzarsi, troppo.-
-Non ho parlato di sentimenti Hermione.- le sussurrò sulle labbra.
-Prima o poi ne parlerai e prima o poi ti farò nuovamente del male.- rispose, baciandolo.
-Lascia fare a me, se ho imparato qualcosa da quella volta, è che so essere abbastanza persuasivo e convincente.-
-In cosa vorresti convincermi?- domandò, sedendosi sopra di lui a cavalcioni.
-A farti passare tutte le notti possibili nel mio letto e poi chissà.-
-Chissà?-
-Chissà cosa potrebbe succedere.-
Hermione venne attirata dalle sue mani verso la sua bocca e lasciò andare una piccola risata, lo baciò senza pensarci più di tanto e spense la mente abbastanza velocemente.
Lasciandosi andare solo per un po’.
Ancora un po’.
 
 
∞Angolo Autrice: Ed ecco un nuovo capitolo !! Scusatemi per la piccola attesa, si era rotto il caricabetteria del pc e in tutto questo devo scrivere la tesi, quindi diciamo che il mio poco tempo è stato dimezzato!
Questo capitolo è il what if del what if, nel senso che, questo sarebbe successo ad Hermione se non avesse scelto Draco, se avesse scelto se stessa e non l'amore ma in qualche modo dall'amore viene comunque salvata, quindi potremmo dire che si realizzerebbe solo in parte la storia che noi conosciamo <3
Il prossimo capitolo sarà quello conclusivo, ma spero davvero di avervi lasciato qualcosa con questa versione alternativa e di ritrovarvi in una prossima nuova storia <3
XOXO

Spoiler: [...] 
io ti avrei trovato lo stesso.
Ti avrei trovato anche a distanza di tutti quegli anni e ti avrei amato esattamente per com’eri, con o senza la Regina, con o senza Hermione, perché è quello che c’è qua dentro che amo.-
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Extra 5• You are our future. ***


You are our future
 
-Io…- sussurrò tirandosi di colpo su dal letto, il respiro mozzato e con le gocce di sudore lungo la schiena e i seni.
-La bambina?- domandò Robb, svegliandosi di colpo e posandole una mano sulla pancia.
-No, la bambina sta bene. Ho avuto un incubo.-
-Quel genere di incubo?- chiese passandole la mano sulla fronte per togliere il sudore.
Hermione si portò la mano alla pancia perfettamente tonda e pronta, mancava davvero poche settimane alla data fissata dal Medimago e non vedeva l’ora di stringere la sua piccola tra le braccia.
-No, non quel genere di incubo, ho… Visto con i miei occhi una vita diversa.-
-Cosa vuol dire?-
-Sceglievo di non tornare ad Hogwarts dopo questo.- sussurrò, alzando l’avambraccio sinistro per mostrare il Marchio Nero, -Silente non era venuto a prendermi alla fine di quell’estate ed io decidevo di lasciare perdere Draco ed Hermione, sceglievo la Regina.- disse guardandolo.
-Era un incubo, tesoro, non la realtà.-
Robb allungò il braccio e l’attirò a se, per farla sdraiare sul suo petto.
-Non è finito.-
-No?-
-No, io lavoravo per mio padre, mi occupavo delle Leggi Magiche e non ricordo esattamente… Quando un giorno mi sei venuto addosso, in mezzo al Ministero, ma nessuno dei due si ricordava chi fosse l’altro.-
-Come potrei dimenticarmi di te?-
-Non lo so, in effetti la prima volta sono stata io a non ricordarmi di te, però eri diverso, cioè eri sempre tu, sempre questi occhi pieni di vita, sempre queste braccia pronte a sorreggermi, sempre questo bellissimo sorriso ma non ti ricordavi.-
-Cos’è successo dopo?-
-Ci siamo incontrati per caso in un bar.- disse mettendosi seduta e passando la mano sulla pancia, -Mi stavi letteralmente morendo dietro e dopo che ci siamo presentati le cose sono diventate più facili.
È stato bello rivederti ricordo e non è stato difficile convincerti di venire a letto con me.- sussurrò maliziosa.
-Forse hai invertito i ruoli.- rispose baciandola velocemente.
-No ricordo perfettamente di averti invitato a trascorrere la notte a casa mia e ricordo perfettamente che tu hai accettato, è stato bello.- disse, distogliendo lo sguardo.
-Che altro è successo?-
-Mi hai spiegato come ti sei innamorato della Regina, com’era vedermi con i tuoi occhi, che faceva male vedermi stare male e io ti ho risposto che forse se mi fossi comportata diversamente in quella vita, le cose sarebbero andate diversamente.
Ricordo di averti detto di non poterti dare quello che volevi, non potevo darti l’amore, perché da quell’amore ero stata distrutta e sacrificata ma come al tuo solito, hai ribaltato tutto con una promessa di carattere sessuale, che io ho accettato.-
-Cosa ti fa capire questo sogno?-
-Incubo Robb, incubo.-
-No Hermione, non era un incubo e ti fa capire che anche se esistesse un’altra vita in cui non sei riuscita a salvarti, io ti avrei trovato lo stesso.
Ti avrei trovato anche a distanza di tutti quegli anni e ti avrei amato esattamente per com’eri, con o senza la Regina, con o senza Hermione, perché è quello che c’è qua dentro che amo.- disse indicando il suo cuore, -I tuoi occhi, il tuo sorriso, ti rendono bellissima, desiderabile ma è il tuo cuore che definisce chi sei, non lo sguardo gelido o la voce armoniosa.
Sei tu Hermione, che fai girare il mio mondo.
In questa vita, ed in un’altra vita.-
Lasciò andare qualche lacrima lungo il viso e percepì il proprio cuore battere forte contro il petto, batterle quasi dolorosamente com’era successo all’Hermione del suo sogno al suono di quelle parole, non eccessivamente diverse.
-Sono fortunato di avere quello che ho adesso con te ma sarei stato fortunato comunque anche in quella vita, perché tu sicuramente saresti riuscita a renderla migliore, a renderla vera, a prescindere dalla tua maschera.-
-Riesci sempre a dire la cosa giusta al momento giusto. Ed è incredibile, a prescindere da tutto tu riesci sempre a salvarmi e sono sicura che qualora fossi costretta ad attraversare l’universo per tornare da te, tu saresti lì per me, ad aspettarmi.-
-Ti aspetterei per tutta la vita se fosse necessario, non importa quanto o dove, ma sono sicuro che in qualsiasi posto riuscirei a trovarti e a sceglierti ogni volta.-
-Hope.- sussurrò lei contro le sue labbra.
-Cosa?-
-Voglio chiamarla Hope, voglio che sia la mia speranza, la mia redenzione per la vita che dovuto passare e per tutte quelle vite in cui non mi sono salvata, voglio che sia la promessa per un futuro radioso e pieno di amore.
Voglio che faccia parte del nostro mondo, adesso, voglio la speranza.-
-Hope.- sussurrò lui, sorridendole, -Hope Grey.-
-Mi piace.-
-Anche a me, Hermione, anche a me.-
 
***
 
-Forza Hermione, forza!-
La voce di Robb le arrivò come un sussurrò in lontananza, Hermione provò ad aprire gli occhi ma ogni movimento anche il più stupido le dilaniava il corpo.
-Devi spingere ancora.-
-Non… Riesco.- sussurrò, contraendo l’addome per sforzarsi.
-Non possiamo procedere diversamente? È a pezzi!-
-Robb.-
-Andrà tutto bene, tu e Hope starete bene, te lo prometto.-
-Io…-
Hermione aprì gli occhi e nonostante i contorni ancora confusi riuscì a distinguere senza alcun problema le pareti bianche dell’ospedale, il San Mungo non le era mai apparso così desolante e triste come in quel momento, vide il Medimago con la fronte imperniata di sudore e il viso di Robb contratto per il dolore e l’ansia, aveva paura per lei?
 
No… Non deve.
Starò bene, non importa… Mi hai già salvato, va bene così.
Mi va bene anche così.
Ho avuto tutto quello che non credevo neanche di poter avere, ne di meritare, se deve andare così mi sta bene.
 
-Hope.- farfugliò allungando la mano per aggrapparsi al suo braccio, lo strinse forte nonostante il dolore, -Salva la piccola.-
-Non esiste, non ti lascerò morire.- rispose, fissandola negli occhi.
-Ci basterà attraversare l’universo per ricontrarci.- sussurrò un attimo prima che il suo mondo diventasse nero.
 
*
 
-Sta bene?- la voce di Daphne riempì il silenzio dentro la stanza.
-Sì, stanno bene tutte e due.- rispose Robb, chiudendo un attimo gli occhi.
-Cos’è successo?- domandò Nick, guardandolo.
-Complicazioni, il cordone si era stretto intorno al collo della bambina e nessuna delle due era più in grado di respirare.-
-Maledizione.- sussurrò Blaise, passandosi una mano tra i capelli.
-Un brutto momento ma il Medimago ha fatto il suo lavoro, le ha salvate entrambe.-
-Sicuramente lo avrai minacciato.- ridacchiò Ginny, piano.
-Credo di averlo minacciato con Azkaban ma non ne sono molto sicuro, non ricordo molto di quei momenti.-
-Bisogna guardare il lato positivo, Hope è davvero bella.-
 
Robb si girò ed osservò Hermione stringere tra le mani la piccola e gli occhi pieni di lacrime non versate, ed un sorriso caldo e luminoso ad incorniciarle il viso.
-Tutta sua madre.- commentò ad alta voce, per catturare la sua attenzione.
-Lei è la cosa più bella che abbia mai visto.- la voce di Hermione gli riempì il cuore e anche lui dovette trattenersi nel non piangere, rendendosi conto che aveva avuto paura.
Una fottuta paura di perderle, di perdere l’amore della sua vita, l’unica donna che avesse amato con tutto se stesso ed anche oltre, neanche in battaglia aveva mai provato così tanta paura come in quel momento.
Lentamente si avvicinò e le passò una mano tra i capelli, catturando la sua attenzione; vide il suo sguardo poggiarsi sui suoi occhi e sulle sue labbra e ricevette un dolce bacio di Hermione a fiori di pelle.
-Scusami se ho avuto paura, per aver detto quelle cose.-
-Va tutto bene, staremo bene.-
-Sì, ci credi che l’abbiamo fatta noi?- chiese, guardandolo con quegli occhi non più vuoti e spenti ma pieni di amore e di meraviglia verso quella creatura.
-Sì ci credo, credo che l’amore sia capace di cose incredibili.- le sussurrò contro il collo, assaporando l’odore di casa.
-Lo credo anche io.-
 
Robb le baciò la fronte e le sorrise, quella era la sua famiglia, sua moglie e sua figlia e per la prima volta si rese conto che aver amato quella ragazzina piena di rabbia e di rancore era stata la scelta migliore della sua vita, amare la Regina di Ghiaccio gli aveva permesso di salvare Hermione, e solo il tempo li aveva riportati sullo stesso cammino, fino a quel momento.
Quando vide sua figlia muoversi tra le braccia di sua moglie qualcosa dentro il cuore gli disse che quel momento non lo avrebbe mai dimenticato.
-Grazie per non aver mollato.-
Le parole di Hermione lo fecero sorridere e si abbassò per stringerle a se, ancora un po’.
E per tutta la vita.
 
 

∞Angolo Autrice: Ed eccomi qui :D
Insomma, posso dire di aver concluso anche questo strano e contorto progetto.
In realtà un pò mi dispiace che non abbia avuto un pò di "spessore" ma capisco anche che essendo collegato alla storia principale, non da tutti seguita, non abbia avuto il suo riscontro.
Credetemi per me, anche questi pochi capitoli, sono stati una grande avventura: poter raccontare ancora di questa Hermione, del suo mondo, del
The Dark World, e di come possano esistere innumerevoli varianti, è stato unico.
Hermione e Draco sono stati una grande certezza, ma Hermione e Robb sono stati una delle mie più grandi avventure.
Di solito non introduco mai personaggi da me creati, preferisco riadattare quelli della storia originaria, ma Robb è stato una creazione postiva, nato per caso, ha avuto un impatto e una durata non indifferente sulla nostra protagonista.
Grazie di cuore a voi che vi siete soffermati a leggere la storia <3 mi avete dato tanto anche senza rendervene conto, e spero che il prossimo progetto possa entusiasmarvi di più.
Un grazie speciale lo faccio
Kirby, che riesce sempre a trovare le parole e il tempo per dedicarsi a queste storie <3
XOXO
Giulia*

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3775586