Demoni e altre chimere

di VeganWanderingWolf
(/viewuser.php?uid=77762)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** inafferrabili ***
Capitolo 2: *** it said [in inglese] ***
Capitolo 3: *** mille cose, e poi un'altra ancora ***
Capitolo 4: *** walking with demons ***
Capitolo 5: *** volteggio ***
Capitolo 6: *** e venne il demone [incompleta] ***



Capitolo 1
*** inafferrabili ***


.inafferrabili.

 

la ferocia ha un'anima nobile

senza crudeltà

nuda e cruda

ogni volta che la vedi ti incanta

 

la paura ha sempre una doppia faccia

come una lama

può salvarti la vita o fregarti

conviene fartela amica

 

il coraggio pare un leone di fiamme

talvolta affatto appariscente eppure

inammaestrabile com'è

appare e scompare dal tuo fianco prima che t'accorgi

 

l'ombra ha un ritmo tutto suo

circondata di manto, cade di colpo o s'invola librando

t'acceca di luce o ti dà vista in ogni buio

ogni volta che ti danza intorno registri che non conosci i passi

 

il raggio verde ha un'inclinazione obliqua

una geometria inafferrabile

matematica di segreti preziosi

li puoi leggere solo quando abbandoni ogni senso di calcolo

 

l'amore è ingannevole in ogni sorte

dicono più di ogni cosa

cercando di sondarlo

ci si perde molto prima di potersi ritrovare dove ti ha lasciato

(a giacere)

 

lo spirito regge qualsiasi cosa

non puoi venirci a patti

invocarlo ridicolo

l'unica cosa che ti ritroverai sempre addosso all'epilogo

(di ogni storia, di ogni strada)

 

la morte ha una dolcezza consolante

infinitamente comprensiva

perdonerebbe qualsiasi cosa

ti accetterà senza discriminazione come nessun'altro

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** it said [in inglese] ***


.it said.

 

 

the wolf said my name

while I was falling for nothing

I opened my eyes and it was there

the demon said

it's always a beginning and an end

 

the crow was crying

calling all souls on the storm

I closed my eyes to make the sprint

the wind said

it's always a twirling inside out and then again

 

the black lioness was walking calmly

and the desert seems to have no end

I lie to remember and to forget

the gold sand said

there's nothing which can last forever, and ever

 

the snake was singing a lullaby

and the jungle was dreaming about blueish mist

I sleep the poison away

the spiral said

it's a circling around the nothigness, where we come from and return to

 

the fox was trotting her way

and the traces draw a drowning in the mudd

I smoke to breathe my sight in the blindness

the wood said

there are stories to tell, and others which aren't need to be told

 

the horse was running wild

and right through the precipice, forward and back

I bungee-jumping all the scars and I am here and there again

the elastic spirit said

we can not die for so little, 'cause we fought worse and we won

 

the bird of the morning exploded

and the days were smuggling with nights in an only their game

I smile like I ever really know how the trick works

the moon on fire said

something runs in my blood, so that don't really have to understand

[so that I know without having to understand]

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** mille cose, e poi un'altra ancora ***


.mille cose, e poi un'altra ancora.

 

L'oblio, mi disse il demone, è una brutta bestia

Ed entrambi dovremmo saperlo bene, aggiunsi

Così ecco, mi sovvenne l'immagine ad un certo punto

Era dentro un vulcano

metri e metri al di sotto del bordo frastagliato

e qualcosa più su del ribollente fondo

salvo che era spento

perché è quando è solo cenere che sovviene l'oblio

 

Dev'essere una sorta di dimenticanza

Un inverno vai a dormire e poi manchi la primavera

Ci prendi gusto a dormire? forse

Ma più probabilmente è la solita cosa

quella di non veder niente per cui scendere oltre il bordo del letto

Oh, ho un fratello che lo sa bene, molto bene

Al dolore meglio il nulla? nah

Ognuno ha il suo nulla per diversa e di diversa natura

O meglio, spirito

 

Ma il nulla, ricorda, per noi è creatore

Il nulla non è il vuoto da riempire di tutte cose a caso

Purché riempiano, per l'appunto

Oh, lei potrebbe dirne qualcosa in proposito

di riempire e poi svuotare, vuoti e pieni

Probabilmente tu sei da qualche parte in mezzo a tutto questo

Ma è solo una teoria vaga, bizzarra, messa da parte per il momento

 

Ma il nulla, ricorda, è lì che ribolle, distruttore e creatore

divoratore e rivomitatore, masticatore e tessitore e scaravoltatore e...

Ogni cosa

Che ti paia possibile o impossibile o che altro

 

Dunque il fuoco, e la notte, e la luna e la lama sottile

a squarciare veli di maya tra le realtà di chi affetta il mondo

sezionandolo in bolle d'aria condensata divise da separé

per non turbare le cosiddette coscienze

Per fortuna, ci siamo sbarazzati dell'anima, amico mio, oh sì

O forse siamo nati senza, fin dall'inizio

Oh, non ne vedo la fine, non ne vedo la fine...

 

Dunque l'oblio era una ragnatela tessuta

per tenerti invischiato sospeso dentro il vulcano spento

La brace, no, quella non la dimentichi mai

Dovresti soffiarci sopra a primavera ma poi...

Dev'essere una dimenticanza, o che ti sei perso

nei sogni forse, ma di quelli per fuggire

O forse fuggire da dove sei è solo l'inizio di un nuovo viaggio

Ma finisci per tornare e di questo, no

ancora non hai preso una definitiva decisione su questo

 

Dovresti almeno portare qualche regalo

Per te, per altr*, per tutt* e per nessun*, chissà

Tenendolo tra i denti tranquillamente e scioltamente

Come un predatore occasionale andato a farsi un giro e poi tornato

per ricordare a tutt* di nuovo, semmai ce ne fosse bisogno

che nulla accetta come impedimento o coercizione o limite

Se ne diparte quando ritiene, se ne ritorna quando ritiene

L'indiano di penna nera diceva che è questione di spontaneità

Dev'essere qualcosa di più, un esercizio raffinatamente sbarazzino

Seguire la propria libertà

e ballarci e giocarci, e sfidarcisi

rincorrerla e farsi rincorrere e farsi gli agguati

e mettersi alla prova e rilassarcisi e quant'altro

Amarla, ah, più di qualsiasi altra cosa, sempre

 

Ti ritrovi ancora su un sentiero

I sassolini bianchi son affondati come semi

in un fango morbido e sognante, dolce

Ma il punto è che è lastricato di sogni ancora

Stavolta seguendo quelli ritorni

Mai sui tuoi passi, in effetti

Il percorso è sempre diverso

Poi ti ritrovi davanti alla porta

Il posto sembra uguale, ma è cambiato comunque

Allora sorridi, il cuore ride

Ride finché non ti sale alle labbra

Nella gola un ruggito di esclamazione gioiosa

Ah ecco, dunque, divertito dall'averlo dimenticato per un poco

che qui niente rimane sempre uguale essendo vivo

Dev'essere per questo che puoi ritornare

ma sei arrivato comunque da un'altra parte ancora

Dunque il viaggio continua

E respiri quasi di sollievo

Ti prendi in giro per averlo dimenticato

Forse persino un tantino sottovalutato

 

A volte inizi a soffiare ancora ad occhi chiusi

La brace la trovi e la senti ad usta

a istinto, a calore, a contatto, a chissà che cosa

Sei ancora nella ragnatela, che non ti riusciresti a muovere

o così pare, forse di veleno ancora in circolo

Non hai cura nemmeno di dibatterti all'inizio

Oh, raccogli le forze, compagna

perché la battaglia troverà te e tu lei, lo sai

Vi andrete incontro e vi riconoscerete immediatamente

Dev'essere ancora lo spirito

quello che regge sempre, oh hey!

 

Qualcuno non si vorrà svegliare

per quanto chiami e scuoti e gridi e implori

per quanto piangi e mordi

per quanto, diciamolo, faresti di tutto

Continueranno a dormire, e a restare immobili

Orribile a vedersi, paiono morti

Ti fa soffocare vederli rimanere in apnea

Trattieni il fiato e lo getti fuori

e lo riacchiappi e ricominci il tutto

Ma prima o poi, viene il tempo in cui lasci la presa

 

Non tutti vorranno svegliarsi, l'hai sempre saputo

Non hai mai preteso che lo facessero per quanto tu brigassi

e brigantassi e ti arrovellassi e li tirassi e scuotessi

Apri e chiudi gli occhi più volte

sperando come in una magia, una reazione, qualsiasi cosa

Ma certi bozzoli rimangono lì muti e immobili

 

Allora, è arrivato il tempo

L'attesa ha un limite

Perciò volgi lo sguardo altrove e li lasci dove stanno

Anche se sai già che non li dimenticherai mai

E a volte credi come non mai

che porterai con te almeno una parte di loro

Ovunque e da nessuna parte, ovunque e da nessuna parte, my dear

 

La brace inizia a chiacchierare e a brucicchiare

La ragnatela si scioglie e cede

Ora è tempo di riaprire gli occhi

Mostri i denti e sembra molte cose insieme

Un sorriso e un ringhio, una promessa e una minaccia

Non si può gioire senza lottare

Non si può mordere senza saperlo fare per ferire e per affetto

I fili cedono sotto i denti con una impressionante facilità

 

La brace scoppietta allegramente

di una ferocia giocosa e sbarazzina

che sa far male nel far bene e viceversa ed è tutto insieme

Un tutt'uno, ricorda, che se ne frega bellamente

di ogni possibile sezionamento e classificazione priva di fantasia

Forse non è nemmeno primavera, ma lo è

Arde, arde nel e del nulla creatore

 

Non importa il manto che prende, il colore

La natura ha tante venature

Sai essere Belfagor quanto ti cali di nero muto

Il nulla che tinge il mantello come la notte

Le stelle bruciate e spente lasciano brillare il sorriso

di dente, di zanna di falce, dolce nell'apparente freddezza

che brucia e arde e si scuote e balla

 

La luna, quella c'è sempre, anche quando scompare

Le nuvole sono velieri di un'utopia capace di volare

Così che la vertigine diventa un volteggio di danza

Una vertigine di un vuoto che minaccia

Ma stai caricando il volo e non la caduta

 

Il vuoto d'aria richiede di saperti lasciar precipitare

solo per tornare poi a risalire

Il vento ti prenderà al volo

Sai seguire le maree a mezz'aria e nel profondo

Alto al di sopra del cielo, più profondo della terra

Ricorda, quei confini erano comunque immaginari

 

Il fuoco sta cercando a tentoni la miccia

con una pazienza sibillina che ribolle e volteggia

di una danza tutta sua e sempre improvvisata

Oh, sorella mia, devi lasciar perdere la paura

ballando con la morte e poi portandola con te sempre

Ti insegnerà a ridere della tua paura

A passar d'un balzo scattante e immediato il baratro

senza pensarci nemmeno quando giunge il momento

 

E il fuoco, ancora, sta scorrendo tra pozze di benzina

arcobalenate alla prima luce, pensose nel buio

Tutto, qui, ride di una complicità schietta e divertita

Tutto, qui, aspetta solo per il gusto di un momento di più

Prima che arrivi il lampo dell'istante scelto sul momento

 

mille notti e poi una ancora

mille soli e poi uno ancora

mille stelle e poi un'altra ancora

mille storie e poi una ancora

mille passi e poi un altro da capo

 

Ah, malia mia

Mara marzanna amara e dolce, feroce e affettuosa, spietatamente adoranda

Miranda da ammirare e rimirare

Inchino di scherzo condiviso, presa in giro di formalità

Trucidante di templi e altari e religioni e santificazioni

La falce e il manto e il lupo che ballava al suono del battito di bastone

saltando di qua e di là come fosse gioco, lo è sempre in fondo

 

Hai accettato di vincere e di perdere

E molte altre volte entrambe le cose

E molte altre volte nessuna delle due

Ma ti piace scegliere quando vuoi tentare con tutto te stess*

di vincere o di perdere, o di entrambe o di nessuna delle due

Deliziandoti della sorpresa

che a volte scoprirai più bello l'uno o l'altro esito

O ci verrai a patti, litigandoci anche, e di brutto anche

 

ma poi mille cose

e poi un'altra ancora

 

Il nulla creatore esplode come se il grande botto fosse una passeggiata

Deve esserlo, dal momento che avviene sempre e ancora

Ora è tutto qui di nuovo, e come sempre, e da nuovo

Il vento soffia via la cenere disperdendola in schegge impazzite che ridono

La brace si rompe come uova di fenice

Il fuoco corre come un branco di cavalli selvaggi

Salta nelle pozze di benzina e l'arcobaleno esplode in frecce in ogni direzione

Non indovinerai mai quanta e quale strada faranno

cosa colpiranno e cosa mancheranno, o entrambe le cose, o nessuna delle due

 

Precipiti nel vuoto e risali dal nulla come un elastico bungee-jumping

Pontificazioni e precipizi, si può attraversare di tutto

Si può distruggere ogni cosa che ti sia finita e rifarne un'altra da capo

Da capo a coda, da coda a capo, le zampe corrono…

L'acqua dilava via e scava e devia e galleggia e affonda e travolge e stravolge

Sei una bolla che scoppia, un pesce siluro tra i flutti disordinati, ognun per sé

 

La terra si impressiona molto meno facilmente, pare

Ti cede sotto ai piedi, ti ingoia e ti risputa

Si crepa lasciando passare, si raccoglie e si rigetta via

Si incrina e ricompatta, e trema fino al midollo senza paura alcuna

Il nucleo romba e tuona facendo eco al lampo

 

a mezza via è un gran caos

è un gran bel caos

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** walking with demons ***


.walking with demons.

 

ha gli occhi da demone

avrei dovuto temerli

così dicevano i rosari

ma mi è venuto da sorridere

andando incontro

l'occhiolino all'angolo

 

non dire ora

che sbagliamo in quanto umani

perché siamo sempre stati

molto di più e molto di meno

 

forse è la nostra natura

o le svolte che abbiamo preso

sull'ispirazione del momento

 

o per quelle scelte

che non ti lasciano più

e forse racconteranno

qualcosa che assomiglia

alla tua storia

 

 

Ho chiuso gli occhi parlandoti

e ho afferrato la fiamma nel pugno

pregando che mi comprasse l'anima

invocando che mi vendesse l'anima

 

Ho corso a perdifiato verso di te

in tasca il fuoco rubato

come un sogno bruciato

per scintillare come un fulmine

in questo buio da regno dei morti viventi

 

E ho promesso che non mi sarei spezzato

finché tutto è diventato troppo poco davvero

da poter essere ciò che ci lascerà a terra

 

E ho promesso che non sarei scappato

finché tutto è diventato davvero troppo risibile

di che cosa potresti mai avere paura, sul serio?

 

quando puoi riderne sopra

con una scrollata di spalle

gettarti nella sfida che sta sorgendo

come un sole da esplosione universale

come una stella da implosione di costellazione

 

 

E ho gli occhi da demone

sono libero dall'anima

dicevano che si era perduti

ma si spalancano le ali

ricordandoti di non guardare

mai nulla dall'alto in basso

 

E ho il respiro da demone

sono libero dai fumi d'illusione

dicevano che si era salvati

ma si amplia l'orizzonte

ricordandoti di non giudicare

mai nulla di cui non ti puoi servire

 

E ho lo sguardo da demone

sono libero dalle declinazioni d'apparenza

dicevano che era tutto nella sostanza

ma si sa di che cosa si sta parlando

ricordandoti di non temere il buio

vedendoci attraverso, danzandoci attraverso

 

 

hanno il sorriso da demone

avrei dovuto esserne inquietato

così dicevano i comandamenti

ma mi si è accesa la complicità

su pelle stringendo alleanza

la giravolta all'incrocio

 

non dire ora

che siamo dannati in quanto strani

perché siamo sempre stati

qualcosa d'altro in ogni caso

 

forse è la nostra sorte

o per quelle costrizioni

che abbiamo saggiato coi denti

 

o per quelle battaglie

che non ti lasciano più

e forse racconteranno

qualcosa di simile

alle tue vittorie e alle tue sconfitte

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** volteggio ***


.volteggio.

 

 

e conterò sul fatto

che quando ti perderai

saprai fare una giravolta su te stess*

sarai il tuo perno e il tuo movimento

potrai vedere il passato e il presente

tutto ciò che c'è di mezzo

tu sei l'unico punto di unione e collegamento

sei la continuità del tuo tempo

 

vedrai da dove arrivi, cosa hai attraversato

e dove ti potresti dirigere e ti stai dirigendo

con tutte le volte in cui hai cambiato direzione

potrai farlo e rifarlo in ogni momento

 

non farti trarre in inganno da muri e corridoi

perché è di nostra natura riderne

è di nostra natura non credere in essi

è di nostra natura

scavalcarli e abbatterli

 

se perderai l'equilibrio

cadrai e potrai rialzarti

perché è di nostra natura non temere

 

la vertigine come una sfida da cogliere

il volo come un azzardo

simpaticamente da togliere il fiato

il vuoto il rischio su cui affilare l'abilità

 

spalanca le ali, dolcezza

so che senti il vento che ti arruffa le penne

di ogni colore che vuoi

di ogni colore che ti forgerai

 

cangiando e stridendo e abbandonandoti e battagliando

sei una chimera volante, sparviero

pirata delle correnti

precipiti e risali e di mezzo circuitazioni

inventate e afferrate al momento

forse anche a seconda del tempo

 

la fantasia d'improvvisazione

come un sogno sempre libero e scorrevole

come uno spirito che non muore mai

il cuore tambura per una meravigliosa anticipazione

 

non sai più perché tremi

ma i tuoi piedi non toccano più terra

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** e venne il demone [incompleta] ***


. e venne il demone .

 

Il vento spirava caldo e secco

Giocavo all’idea che fosse un deserto australiano

seduto a gambe incrociate come un nativo

dimenticato dalle guerre e dalle conquiste

dimenticato persino

dal dolore di aver visto il suo tempo morire

e la terra rimanere

mentre la sabbia volava e volava

sembrava di sentire il suono misterioso

di un semplice maluk di eucalipto

ma ogni cosa ha mille nomi

anche quando è pressappoco la stessa

 

E arrivò il demone come un leone

Che camminava lento

L’immagine tremante nel calore spirante

Si sdraiò di fronte a me e guardandomi disse

Sono il sole anche nella notte, brucio di luce

Ma non sono un dio e nemmeno un re

Sono solo un leone

E io guardandolo lo vidi e dissi

Lo so, per questo sei così splendido

Ma al di sotto di quel regale manto

Vedo che ti approfitti delle prede delle leonesse

E uccidi i piccoli che non sono figli tuoi

Perciò puoi fare il dio e il re

Ma l’odore del sangue che rechi non mi piace

Poiché una leonessa senza manto, nuda della sua forza

Continuerà a sembrarmi più coraggiosa e regale di te

Si rialzò il vento

E il leone volò via come se fosse stato

Un castello di sabbia fine asciugatosi sotto il sole

Mi rimase il sapore di sale sulle labbra

Se fosse di un mare troppo lontano

O di lacrime che ci si è dimenticati di piangere troppo a lungo

Non saprei dire

 

La giungla dormiva profondamente

Come se sognasse la vita che la percorreva

Furtivamente e scioltamente

Come un serpente dalle mille spire

E senza fine né inizio

Come una storia infinita

Ed ogni anello era una catena

Trapuntata dal cangiare di forma

E giocando al gioco del fachiro si imparava

Che si può fare un trucco architettato

In ogni caso morte e vita

Ti troveranno qualsiasi sia il tuo inganno

 

E spuntò il demone come una tigre

Sfumante di colori a strisce di simmetria perfetta

Impalpabile come un sogno frusciante tra il verde smeraldino

Si fermò di fronte a me e disse

Sono la morte e la vita, ed entrambe potrebbero essere solo sogno

Ma non sono una vendetta né una benedizione

Sono solo una tigre

E io guardandolo mi persi nelle sfumature e mormorai

Lo so, per questo sei così meravigliosamente sfuggente

Ma al di sotto di quelle striature così nette

Pari un fantasma inconsistente

traboccato da qualche sogno immemore

Perciò puoi fare il bianco o il nero, ogni estremo e assoluto

Ma il senso di ciò che rechi lo sappiamo entrambi

Poiché ognun che vada smarrendosi per ritrovare un tesoro

Dovrebbe sapere che forse è perdersi l’unica meta, sfuggire ai templi l’unica saggezza

La giungla frusciò come se si rigirasse nel sonno

E la tigre era scomparsa come se non fosse mai stata lì

Un’allucinazione potenziale, o maestria d’illusione

Mi rimase sulla pelle il sentore

Se fosse di assolutismi che mi ero dovuto succhiar via dal sangue prima che fosse veleno

O di quei sogni che ti dicono ogni cosa, se solo potessi carpirla per un istante solo

Non saprei dire

 

La villa abbandonata era immobile

Come se si prestasse a farsi percorrere da ogni sorta di cosa

Fosse un gran chiasso, fin’anche totale sconquasso, terremoto e crollo

Fosse qualcosa che lavora paziente

Come piante che stringono in un morbido e invischiante abbraccio

O il ticchettare sommesso di unghie di animali raminghi

E ancora il vento e la pioggia a cesellare rovine di disegni senza progetto

Di una fantasia che non ha bisogno di essere concepita

Come traendosi dal trafficare del mondo

ed essere in balia d’esso

Un’imbarcazione abbandonata alla deriva

nel bel mezzo di una tempesta silenziosa

 

E poi era lì il demone dell’ombra

Come se fosse apparso al di fuori del cerchio di sale

Sfidando forse l’ingegno a studiare, come facesse a venirsene e andare

Restò lì dov’era perfettamente fermo e disse

Devo essere una forma di tua follia, dal momento che non esisto

Ma non sono tuo amico né tuo nemico

Sono solo un’ombra

E io alzai gli occhi e non avevo bisogno di credere di vederlo nel dire

Lo so, poiché ormai ho imparato a scrutare le ombre come te

E mi toccherà dirti, ora, che vedo al di sotto del tuo buio

Poiché sei solo superficie, e il più debole soffio ti farebbe ritornare un niente

Perciò puoi esser giunto per giocare a scacchi di raffinata tortura o a chi si fa più paura

Ma se muovessi un’unghia sapresti leggere le mie orme nella polvere sul pavimento

Poiché puoi leggere a ritroso ciò che ho fatto in questo tempo, ho attraversato ogni stanza a piedi nudi e senz’ordine

Ho parlato coi topi, ho imparato a danzare con le ombre, ho lame in ogni manica, assi in ogni angolo

E ho perduto il sentimento, di cui potresti cibarti, ma ho tutto lo spirito per ignorarti o farti sparire in un battito d’istante

Le stanze si rivoltarono, le pareti divennero liquide, l’inchiostro scorse come sangue

E l’ombra si era smarrita nel suo stesso luna-park di gioco di specchi

E poiché non mi interessava che cosa ne fosse stato d’essa né se esistesse

Scoprii appena i denti tra le labbra, quietamente girando un’altra carta del mio solitario

Se fosse di quelle vittorie che non hai bisogno di celebrare per gustartele come un respiro profondo e sazio

O di quelle sconfitte delle quali hai dissipato nel fluire del tempo ogni rancore o interpretazione

Non saprei dire

 

E il demone del fuoco mi venne incontro

Camminava in equilibrio su una miccia

Col suo passo di gioco aperto e di eleganza di equilibrista sottile

 

 

********************

 

N.d.A.: per il momento ho deciso di metterla on-line anche se incompleta. Avendola scritta diverso tempo fa, e per la sua natura, qualcosa mi dice che difficilmente ritroverò l’ispirazione sulla frequenza giusta per completarla. Ma non si sa mai. Nel caso, un giorno la completerò. O aggiungerò altre parti in generale, chissà. Ho lasciato anche l’ultimo frammento (incompleto), perché sarebbe una parte per me importante da aggiungere. Tuttavia, sto ancora aspettando l’ispirazione sula giusta frequenza. Se mai tornerà. Se mai avrà voglia di degnarsi di tornare. Chi lo sa.

Per vostra comodità, se aggiungo parti (o addirittura la completo), cambierò la dicitura nel titolo (quella tra parentesi quadre) per segnalarlo. Finché non vedete modificato il titolo, dunque, è sempre così com’è ora.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3781444