NON MI AVRESTI NOTATA...

di bambi_crudele
(/viewuser.php?uid=843353)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAP. 1°- Nuovo Inizio... ***
Capitolo 2: *** PRIMO GIORNO ***
Capitolo 3: *** il tizio: Miller ***



Capitolo 1
*** CAP. 1°- Nuovo Inizio... ***


 
Ciao, mi chiamo Jessica Day, ho 17 anni e mi sono trasferita; Dove? A Chicago, stato dell’Illinois.
Dopo il divorzio dei miei, mia madre non si sentiva di rimanere a Portland vicino a papà, così ha trovato lavoro in questa città.
I miei genitori sono molto simili, forse così simili dal non potersi più amare, e quindi si sono divisi di comune accordo.
Sono due personalità forti, o almeno si mostrano così a tutti, ma io so che entrambi hanno sofferto per questa separazione, perché prima di essere marito e moglie sono amici e il doversi ferire è stato difficile ad entrambi.
Mia sorella maggiore, Abigail, è voluta  restare con papà, sostenendo di non volersi separare dai suoi amici e dal suo ragazzo, o almeno quello di questo mese.
Mia sorella è una ragazza completamente diversa da me: aperta a tutto, maliziosa, festaiola, e appena ha finito il liceo ha iniziato a lavorare come barista in un pub, non ha mai pensato di entrare al college. Diciamo che abbiamo opinioni contrastanti su molte cose.

Ma torniamo ad ora; guardo il soffitto della mia nuova stanza, bianco e anonimo, come la nuova padrona, ecco cosa mi preoccupa.
Se fossi come Cece, la mia migliore amica, ovvero: bella, simpatica, popolare, ossia il prototipo di perfezione, dovrei essere a mio agio in un qualsiasi ambiente.
E invece no, io sono Jess, studentessa modello, topo da biblioteca, iscritta alla maggior parte dei corsi facoltativi pomeridiani(tranne i gruppi sportivi, sono altamente scoordinata), presidentessa del club del libro e del coro a cappella della scuola, e soprattutto ho un aspetto anonimo: occhialoni che mi rendono gli occhi ancora più grandi di quello che già sono, frangetta, ancora un anno di apparecchio (o almeno così dice il dentista), bassa e con ancora poche forme…
In pratica sono il tipo Nerd che o diventa bersaglio di chiunque o, come me, diventa invisibile.

Ecco perché ho paura di trasferirmi qui: sono invisibile, non ho nemmeno più Cece, e questo è il mio ultimo anno di liceo; un anno di diploma e sarò sola.
Ehi, non sono pessimista, ma realista . Voi notereste una come me? No, non credo.
----o----
Sono a Chicago da ormai tre ore, domani arrivano i miei scatoloni con il camion… quindi dovrò rimettere i vestiti di oggi. Tra l’aiutare mamma a rimontare i mobili e pulire, si è fatto tardi e ora ho sonno.
Sono in una nuova casa, in una nuova città, in un nuovo stato…
Mi infilo il mio pigiamino rosa a pois, unica cosa che mi sono portata nello zainetto assieme al beauty; sorrido al pensiero che Cece lo aveva definito “anti-sesso”, quel giorno ero diventata un pomodoro da quanto ero arrossita.
Cece, la mia miglior amica, siamo come sorelle; praticamente siamo cresciute assieme. Lei è sempre stata molto “precoce” rispetto a me: a 12 anni pensavamo già al suo addio al nubilato, con palloncini a forme…”particolari”, e spogliarellisti… è lei che mi ha spiegato i segreti dell’ altro sesso, nonostante nemmeno lei lo avesse mai  fatto …
Era lei che mi “guidava” nella vita sociale del Liceo, senza di lei mi sento persa. Ieri abbiamo passato tutto il tempo possibile a nostra disposizione a piangere guardando film come Heathers, Ghost, Dirty Dancing, …
Devo chiamarla, ho bisogno di sentire qualcuno che mi infonda calma.
Afferro la cornetta del mio telefono a forma di fiocco rosa e digito il numero di Cece.
- Pronto? -
- Ehi! Sono Jess! -
- Ehi! Come va nella città ventosa? -
Sospiro - Fifthy-Fifthy -
- Sei agitata? -
- Si, perché ho paura di fare una cavolata come al solito -
Ridacchia - Ma no, dai che andrà tutto bene, tu sei la tipa più forte che conosco -
 Sorrido leggermente più tranquilla - Ne sei certa? -
- Certo! Tu sei la prima delle tipe toste, Day! Andrai alla grande, fatti notare! -
- No! - urlo come  se avesse detto chissà quale eresia.
Scoppia a ridere - Ok, ok, stai nell’ombra e si la mia solita Jess sorridente e pazzoide quando nessuno ti può vedere, ok? -
Mi sto per commuovere così prendo un fazzolettino da sopra il comò accanto al letto  e mi asciugo una lacrimuccia.
- O-ok… Cece mi manchi - piagnucolo.
- Anche tu… Ma tanto ci sentiremo ogni giorno e tu mi racconterai del tuo grande amore impossibile e di come dopo il ballo voi scop… - la interrompo ormai imbarazzatissima - Cecilia! - ride - Che ho detto? -
- Dai… - dico imbronciata.
- Stai tranquilla va bene? -
- Promesso - sbadiglio - Grazie Cece, ora sto meglio… Vado a nanna, ti voglio troppo bene -
- Ok, io di più! Buona Notte Jess - chiudo la telefonata sorridente e leggermente più fiduciosa.
Mi accoccolo sotto il piumone e in poco tempo Morfeo mi accoglie tra le sue braccia.
----o----
Se siete arrivati fino a qui, Vi adoro!
Accetto consigli vi lascio con uno SPOILER!!!
<<[… ] Quindi vi andrei a presentare la signorina Day, la vostra nuova compagna>>.
[… ] 
- Ciao mi chiamo Jessica Day, vengo da Portland e… - il mio pietoso discorso di presentazione viene interrotto con l’arrivo improvviso di un tipo…

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** PRIMO GIORNO ***


Il mio peggior nemico, la sveglia, interrompe i miei sogni ricordandomi che giorno è oggi. Inoltre che non sono più nell'Oregon, ma che sono nella mia nuova casa con mia madre a Chicago. Oggi dovrò andare in una nuova scuola e cercare di tornare di nuovo invisibile nel minor tempo possibile.

Mi alzo, corro in bagno e mi faccio una doccia veloce per risvegliarmi; esco e mi tampono i capelli che tornano, nonostante siano ancora bagnati, boccolosi come sempre.

In pochi minuti con il phon i miei capelli tornano asciutti e soffici; la frangetta ordinata maniacalmente mi definisce i contorni del viso.

Infilo gli occhialoni, ora mi riconosco: la classica e anonima Jess.

Smetto di fissarmi allo specchio e torno in camera, dove sul letto sono apparsi "magicamente" una gonna blu a fantasia floreale, una camicetta bianca dalle maniche a palloncino corte e un gilet alla scolaretta giallo.

Sorrido scuotendo la testa, mia madre non cambierà mai.

Mi vesto , prendo lo zainetto, corro di sotto dove trovo la colazione pronta e le chiavi della mia anonimissima Volvo 144 color caramello (risalente alla gioventù da Hippie di mia madre), accanto al biglietto:

"Buona giornata Jess, vedrai che anche qui ti piacerà!

ci vediamo stasera

TI VOGLIO BENE CUCCIOLA!

MAMMA"

Prendo fiato, guardo in cagnesco i pancake che mi ha fatto mamma; non ho fame, ma ne mangio uno per essere certa che poi non starò male.

Finisco e guardo l'orologio : mancano 30 minuti al suono di inizio lezioni, è l' ora di partire.

Fortunatamente la scuola dista 15 minuti di auto da casa nostra, così potrò avere tutto il tempo di cercare la mia classe.

Esco, piove leggermente con il solito vento che spazza Chicago, i vestiti regalo di mia madre sono troppo leggeri e non ho neanche un ombrello. Metto in moto la mia dolce macchinina e dopo una quarto d'ora di viaggio arrivo, puntualissima sulla mia tabella di marcia .

Ed eccomi qui alla ' Simeon Carrer Academy '. E' un edificio imponente quanto inquietante, nonostante l'aspetto elegante dalle linee classiche. Prima di scendere mi guardo attorno e vedo che ci sono già alcuni ragazzi, si riescono a notare già i gruppetti : i nerd sono sotto un albero con i nasi tra i libri a ripassare chissà quale materia, gli sportivi sono già in tuta pronti per una giornata di allenamenti , i Goth sono sparsi ovunque come ombre orfane e, come è noto a tutti, i "migliori" non si vedono ancora in giro.

- Ok Jess, prendi un bel respiro ed esci da questa macchina, nessuno ti noterà- pensai e così feci.

Scesi, presi lo zaino e lo caricai in spalla, mi sistemai la gonna e la camicia dentro alla cintola, presi a camminare verso l' ingresso cercando di essere il più possibile invisibile, ma appena varcai la soglia della porta una trombetta carnevalesca e dei coriandoli di quaderno mi accolsero. Per qualche secondo rimasi un pò scioccata.

- Benvenuta alla Simeon Carrer Academy, io sono James Cobawsky, direttore e giornalista reporter del giornale scolastico- mentre stringo maldestramente una mano tesa verso di me

 - tu devi essere Jessica Day , sei già un personaggio famoso...-

-Vedo che conosci già il mio nome...- sorrido a disagio pensando al mio svanito desiderio di anonimato.

James sorrideva ancora, era un bel ragazzo biondo con il codino e dal sorriso mozzafiato, ma io non volevo essere notata quindi....

 – Sono anche presidente del comitato di benvenuto, nonché unico membro. – Disse ridendo simpaticamente .

 Mi allungò un foglio – Questa è la lista dei corsi extrascolastici-

 Guardai rapidamente l' elenco e vidi anche il corso di giornalismo – Per il corso di giornalismo ci sarebbe ancora posto?- domandai

A James si illuminarono i grandi occhioni verdi

- Oh si, certo che abbiamo posto, le riunioni si terranno ogni giovedì pomeriggio-            

Sorrido – Allora dopo andrò ad iscrivermi . A giovedì!-

 -Ok, ci conto! A giovedì allora e buon primo giorno!-

Mi allontano di fretta da lui, cercando la mia classe sulla piantina della scuola che mia madre mi aveva dato dopo avermi iscritta. Il programma dice che la prima ora ho il corso di letteratura inglese. Ho sempre amato questa materia. Più tardi cercherò anche il mio armadietto sperando che non sia vicino a quello di qualcuno d'importanza in questa scuola .

Arrivo in classe, entro e ci sono già delle ragazze che parlano tra loro in fondo all' aula e si interrompono appena notano la mia presenza. Già in soggezione, mi avvicino alla professoressa che, senza alzare il viso da alcuni appunti non deve avermi notata.

 –Mi scusi, è l' aula di letteratura inglese?- domando.

La Prof.  si volta sorridendo bonariamente; noto che avrà si e no 10/15 anni più di me, i capelli raccolti in una crocchia bionda, gli occhi castani e il viso rosa pallido un po' allungato. 

– Si ,è proprio questa . Lei deve essere la ragazza nuova, miss...?- mentre si alza e mi porge la mano cordiale.

- Day, Jessica Day- mi affretto a rispondere imbarazzata.

-Bene miss Day, io sono la professoressa Annie Marybell, sarò la tua insegnante di lettere. Se vuoi puoi accomodarti là. C'è un posto libero.- indicando un banco in prima fila accanto alla porta d' ingresso.

 –Certo, grazie!- mi dirigo verso il banco sentendomi ancora lo sguardo di quel gruppetto incollato addosso.

Mi accomodo e prendo il nuovo libro di letteratura iniziando a sfogliarlo per rilassarmi. Nel giro di pochi minuti la classe si riempie e, fortunatamente nessuno cerca di approcciarsi a me.

Al suono di inizio lezioni alzo gli occhi dal libro puntandoli sulla prof. che si è alzata e ha chiuso la porta.

-Buon giorno ragazzi e buon primo giorno di scuola , come state?-

 Si alza un coro sconclusionato di –bene- male- stanchi-

 La prof. sorride e con un gesto zittisce tutti

- Ok ok , abbiamo sentimenti contrastanti, bene! Tutti voi mi conoscete già , quindi andrei a presentarvi la signorina Day, la vostra nuova compagna.- Mi fa segno di alzarmi. Mi avvicino alla cattedra pensando in pochi secondi a cosa avrei potuto dire e alle mille via di fuga improbabili, per sfuggire a tutti quegli occhi puntati addosso.

 –Ciao.... Sono Jessica Day , vengo da Portland e.....- Il mio pietoso discorso di presentazione si interrompe con l'arrivo improvviso di un tipo....credo faccia parte dei 'fighi'... si vede dall'atteggiamento e da com'è vestito e, da come si appoggia alla porta e dalle borse sotto gli occhi, credo sia nel classico momento post-sbronza.

-Miller, Finalmente ci degna della sua presenza!- lo accoglie la professoressa.

 Il tipo che a quanto pare si chiama Miller, sorride sornione e provocatore alla prof. come ad ammiccare. 

–Lo so che lei aspetta sempre me...-risponde ironico. 

–Si l'ho attesa così tanto da averle riservato il banco accanto alla signorina Day, in prima fila. Ah, e per il tempo che ci ha fatto sprecare con la sua sfacciataggine, aiuterà la sua nuova compagna con l'orientamento a scuola.-

 Mentre la prof. condannava in via definitiva il mio desiderio di anonimato, Miller mi squadrò distrattamente nella mia posa statica accanto alla cattedra. Probabilmente non trovava niente di interessante.

-Signorina Day, mi dispiace ma devo tagliare la sua presentazione perché dobbiamo iniziare col programma. Mi aspetto grandi cose da lei, si accomodi.- 

Tornai a quello che era ormai il mio posto, accanto a questo tipo che, a quanto pare, aveva scambiato il banco per un cuscino e si era messo a dormire, ma almeno non russava.

La prof. lo richiamò spesso durante la lezione ma , probabilmente era troppo stanco per restare sveglio per più di due secondi.

 Feci caso al suo stile: Grunge, camicia a scacchi rossi e neri aperta, con sotto una t-shirt di un qualche gruppo strano, classici jeans strappati e logori e portava All-stars nere piuttosto vissute. Ricordava un po' Kurt Cobain... Aveva infatti anche capelli lunghi e castani tenuti in modo disordinato, dei baffi che incorniciavano tutto il labbro superiore, cosa che mi fece sospettare che avesse perso alcuni anni di scuola.

Se da questo punto di vista poteva essere la persona più adatta a farmi da guida , di certo non lo era per me.

----o----

ciao ragazzi , come promesso ecco il secondo capitolo! Lasciate i vostri commenti e consigli come sempre, apprezzo!

Vi lascio anche stasera con un pò di aspettative.

 Ecco lo spoiler del prossimo capitolo:

" troppo diversi , come i salatini e il cioccolato; probabilmente non parleremo mai più!"

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** il tizio: Miller ***


3 capitolo

La lezione finì troppo in fretta, amavo la letteratura e soprattutto il romanticismo; gli scrittori e i poeti di questo periodo erano dei sognatori, esattamente come me.
- Ehi… Night, giusto – il tipo, Miller, mi stava guardando in attesa di conferma.
- No… mi chiamo Day, Jessica, ma puoi ch… -
- SI,SI COME TI PARE. Senti, che cosa hai ora? –
Guardai il foglio; “Dio già mi sta antipatico sto tizio.”
- Ho scienze applicate – Mi guardò come se fossi un alieno.
- OK…  sei una secchia dunque – lo guardai male e mi alzai.
- Senti, Miller, non disturbarti ad “aiutarmi”, so cavarmela da sola. Fingi che io non esista e saremo tutti -.
Presi i miei libri e uscii senza dargli tempo di ribattere.
“MA CHI SI CREDERE DI ESSERE SECCHIA, IO? Si è vero lo sono, ma non sono mica malata! GIUSTO? Dio ho bisogno di Cece.”
- JESS! – mi sentì chiamare dalla classe da cui ero appena fuggita.
Mi voltai e vidi Miller fuori la porta, che mi sorrise appena vide che lo guardavo; così si avvicinò.
- Senti: scusa… e comunque la classe di scienze applicate è dall’altra parte della scuola, se vuoi posso accompagnarti -.
Lo guardai diffidente – Ok… Come ti chiami? –
- Nick, Nicholas Miller – aveva un espressione da sfaticato, come se avesse vissuto già troppo di questo mondo e tutto lo annoiasse, ma quando sorrideva pareva… dolce? 
“ EH no Jess! Ricordati che dovrai tornare invisibile; ma con lui come pseudo-amico, non ci riuscirai mai! ” mi dissi mentalmente.
- Beh, andiamo? – disse, come se avesse chissà quale fretta ( anche se dubitavo avesse di meglio da fare).
Annuì e ci avviammo verso la classe, senza parlare,  neutrali l’uno verso l’altro.
Troppo diversi, come i salatini e il cioccolato: probabilmente da oggi non parleremo mai più.
- Eccoci… che ore avrai dopo? –
Guardai il programma – Algebra, Filosofia, Ricreazione, due ore di ginnastica e Storia -.
-Ok allora ti passo a prendere per portarti alle varie ore, domani però non contare su di me – sorrise sghembo –Domani tornerà il vero Miller! –
Senza riuscire a trattenermi lo guardai storto –Non voglio sapere cosa prevede il vero Miller –
Rise – Lo capirai, a dopo Jess – si voltò lasciandomi lì.
Mi guardai attorno: in corridoio non era rimasta anima viva. “Perfetto, sono in ritardo il primo giorno, alla seconda ora! MALEDETTO MILLER! -.
----O----
Miller, come aveva promesso,  mi venne a recuperare al termine di ogni ora. Per la ricreazione mi volle portare nel “bel posticino” ; infatti ora siamo seduti a terra nella scala abbandonata nel sottotetto. Si Miller bel posticino!
-perché siamo venuti qui?- gli chiedo continuando a correggere gli appunti di filosofia su Hume.
-Beh ho visto la faccia schifata che hai fatto dicendo “ginnastica” e quindi volevo darti un aiuto, diciamo.-
Estrae una canna dal taschino della camicia – Ti va un tiro, Secchia-Day?-
Faccio di nuovo una faccia schifata e, inorridita guardo la canna tra le sue dita come se fosse la peste.
- No! Miller, ti pare?!- Nick ride- Già , sospettavo, voi secchie ragionate troppo.-
E nel mentre, si accende la canna portandola alla bocca e facendo il primo tiro.
Butto gli occhi al cielo –e voi “fighi” troppo poco !-
Un aroma simile all’origano si diffonde nell’aria, io mi copro naso e bocca con il foulard che avevo sempre nello zaino .-resto qui solo perché: primo odio ginnastica, secondo se muori in overdose mi sentirei in colpa.-
Storco il naso ripensando a ciò che ho appena detto: una frase da amica!
Ridacchia facendo un altro tiro- Beh grazie Day…. Non so se prenderlo come una minaccia o un consiglio !-Ride.
Mi alzo cercando di sfuggire ai fumi dolciastri e inebrianti , scendendo di qualche gradino .
-Nick?-Mugugna, il che mi fa capire che mi stia ascoltando – il prof non si accorgerà della nostra assenza?-
- E’ probabile che la mossa di queste tre ore non passi inosservata – ridacchia facendo uscire una nuvoletta di fumo da naso e bocca.
Sbuffo preoccupata e arrabbiata al contempo con me rimettendomi a scrivere  sul mio quaderno rosa.
Qualche minuto dopo sento Miller ridacchiare stupidamente .
– Non trovi strano il fatto di parlare con un coniglio? -
-Miller, ma che?! - - Si, il coniglio rosa che ti saltella davanti –
Capii che avevo perso definitivamente  Nicholas.
- Capito… Miller mi passi la canna? –cercai di sembrare innocente.
-Ok, ma vacci piano… ne voglio ancora un po’ – la afferrai e la gettai velocemente a terra pestandola.
Nicholas mi guardò come se gli avessi appena ucciso un uomo davanti.
- DAY MA COSA TI SALTA IN MENTE?!-
Sorrisi – Credimi è meglio così. Ora rilassati e lasciami studiare-.
A quel punto parve rilassarsi, tanto da afflosciarsi sulle scale .
Appena tornai a scrivere, lui si alzò e scese le scale lentamente guardando fisso il muro davanti a se, come incantato.
- Cosa stai facendo?-
- Non lo so….sento come un attrazione al muro… mi sento come una calamita –
Lo vedi avvicinarsi al muro e sbatterci spiaccicandocisi contro.
- ODDIO, AIUTAMI JESS! – Sorrisi pensando che mi sarebbe convenuto usare il momento a mio vantaggio.
- No, ora resti lì finché il coniglio rosa non va via e il muro non si spegne, ok? –
Si riuscì a voltare verso di me, che ero ancora in cima alla scalinata e annuì, iniziando a guardar male il mio quaderno rosa.
Ridacchiai e ripresi a fare ciò che avevo interrotto.
-Now… I've had the time of my life... No… I never felt like this before… -Alzai di nuovo lo sguardo su Nicholas, che accovacciato a terra, canticchiando stonatamente.
“Saranno due ore lunghe” pensai scuotendo la testa .
-Jess, Jess!- sbuffai guardandolo.
Nick si stava schiacciando sul pavimento, agitando le braccia  come a scacciare qualcosa sopra di se.
- Che c’è? -.
- Si moltiplicano! I coniglietti sono ovunque! -.
Butto gli occhi al cielo “ Saranno due ore lunghissime ore… “
----o----
Cari lettori,
scusate il ritardo di due settimane,
 ma ho iniziato la 5 superiore e sto già impazzendo.
Prometto di cercare di essere piè puntuale.
A domenica <3
SPOILER
POV . SECRET
-Nick, Nick… Svegliati, papà ci vuole a casa presto oggi… -

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3789444