Cuori Sperduti

di Lya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Ballo dei Gigli ***
Capitolo 2: *** Il bianco e il nero.1 ***
Capitolo 3: *** Il bianco e il nero.2 ***
Capitolo 4: *** La Rosa e il Papavero ***



Capitolo 1
*** Il Ballo dei Gigli ***


Capitolo1

CUORI SPERDUTI



Capitolo 1:




'Ma quanto ci mette quello??'

Sbuffa, impaziente e già annoiato in attesa del compagno chiuso nell'altra stanza.
Ci sarebbero volute almeno un paio d'ore perchè il leader fosse convinto di aver spiegato alla perfezione i termini della missione. Missione che, come al solito, non mirava ad altro che a riempire di soldi le tasche dell'organizzazione...
Bla bla qui, bla bla là, come fare, dove quando, perchè... ci mettevano sempre un sacco di tempo. Scartoffie, ciance e nient'altro che monotone raccomandazioni.
Cose che lui aveva sempre odiato. Per questo, preferiva aspettare fuori...tutte queste formalità, queste "procedure".... non erano per lui.
Si passò una mano tra capelli biondi, chiarissimi, quasi bianchi, ormai rassegnato ad una lunga e tediosa attesa.

"ANDATE A FOTTERVI TUTTI QUANTI!!!! MALEDIZIONE!!!"  
La porta si aprì e si chiuse con uno schianto

"HIDAN!! Partiamo subito!" 
"Che diavolo è successo Kuzu??? Che c'è da sbraitare tanto??"

"Ho detto che PARTIAMO SUBITO, brutta faccia da albino!"


*****************************************************

"Cosa stai facendo, mamma?"
La bimba osservava incantata e meravigliata le abili mani della madre che con maestria maneggiavano l'ago avanti e indietro, pazientemente, con la grazia che si attribuisce ad una grande signora.

"è una sorpresa, Hinata"
Tanti punti bianchi, alcuni gialli, altri azzurri, intrecciati alla sottile trama di un lungo abito di seta candida come la neve.
Hinata non aveva mai visto la neve...ma immaginava fosse proprio così... come un grande, immenso ricamo.
"è un vestito mamma? Per me?"
"Per un giorno speciale"
La piccola osservò la madre carica di ammirazione...Lei sorrise, il volto pallido, emaciato, ma pieno di affetto.
Improvvisamente le sue mani tremarono, lasciando cadere l'ago e posandosi istintivamente sul ventre rigonfio.
"Mamma?"
"Non ti preoccupare, Hinata. è solo un pò di stanchezza..."
Hinata raccolse da terra l'ago e porgendolo alla madre chiese con apprensione "chiamo papà?...Mamma?"
"No..."
Immediatamente, si rimise al lavoro...Hinata la fissava, non ancora tranquilla.
"è colpa del pancione? Mamma?"
L'espressione corrucciata della bambina la fece sorridere
"No, certo che no..!"  
Posò ancora la mano sul ventre, sfiorandolo amorevolmente
"La tua sorellina, qui dentro, tira un sacco di calci" mormorò.
"Ma mamma" ridacchiò Hinata " Come sai che avrò una sorellina e non un fratellino?"
"Certe cose una mamma le sa" rispose lei con finto sdegno, per poi ritornare a cucire, sempre sorridendo.
Hinata ritornò ad osservare il lavoro della madre...quelli che prima erano puntini disordinati e privi di forma si erano trasformati un tre meravigliosi gigli bianchi.
"Ma mamma" osservò la bimba con stupore "Hai sbagliato le misure...! Questo vestito è trooooppo grande per me!"
"Un giorno...ti andrà bene"
"E ne cucirai uno anche per la mia sorellina?"
"Lo spero tanto, piccola mia..."

*****************************************************



Hinata riuscì faticosamente a tirare fuori un grosso, pesante baule dal vecchio armadio della sua stanza.
'è il momento...'
Fece scattare cardini arrugginiti della cassa, liberando nell'aria un sottile velo di polvere.
Senza accorgersene trattenne il fiato, quando estrasse dal suo interno un leggero involto blu, e silenziosamente sospirò, posandoselo in grembo.
Con le dita tremanti, sciolse il nodo di raso che avvolgeva il fagotto e ne scoprì il contenuto, traendone un lungo, leggero abito di seta...su cui erano ricamati tre splendidi gigli bianchi.
Sorrise amaramente quando provandoselo constatò che era perfettamente della sua taglia.

"Hai sbagliato le misure! Questo vestito è trooooppo grande per me!"

Si spogliò lentamente, per poi indossarlo. La seta candida e leggera accarezzava appena la sua pelle, mentre la ragazza si annodava un obi dello stesso colore dietro la schiena. Si sciolse i capelli, lasciando che una cascata corvina le coprisse la schiena, e cominciò a pettinarli.

"Hinata"
"Entra pure, papà"

Hiashi entrò nella camera di sua figlia, indugiando prima sulla soglia, curioso e spaventato di quello che avrebbe visto... non più una bambina, non più la stessa Hinata. Ma una donna, bellissima e responsabile...proprio come lo era sua madre.
Fece un passo oltre la soglia.
Hinata si stava ancora pettinando, davanti allo specchio.

..."Per un giorno speciale..."

"Hinata....è ora."
"Sono quasi pronta papà"

Lui sorrise, ammirandola, con la stesso sguardo malinconico che spesso padre e figlia scorgevano l'uno negli occhi dell'altra...
"Ho una cosa per te..." così dicendo porse alla ragazza un piccolo involto di tela azzurra.
Hinata lo aprì, svelandone il contenuto: un fermaglio dall'intelaiatura delicata, abbellita da uno splendido giglio bianco.

"Era di tua madre..."
Hinata lo osservò ancora, rigirandolo amorevolmente tra le mani
"è perfetto" commentò infine con un sorriso, e con quello, terminò di acconciarsi i capelli.

Lo sguardo di Hiashi si fece ancora più carico di nostalgia
"Sei identica a lei....al suo ballo dei gigli"

Hinata abbassò lo sguardo imbarazzata "Andiamo?"

Il giglio, con la sua grazia e la sua delicatezza ha sempre rappresentato l'innocenza, la verginità, e il candore.
Per questo, il Ballo dei Gigli aveva sempre rappresentato la fase conclusiva dello sviluppo di una ragazza: con una grande festa le giovani donne si preparavano ad affrontare la maggiore età, vestendo per l'ultima volta l'abito bianco della purezza.
Le ragazze di alto ceto come quelle della dinastia Hyuuga aspettavano con ansia ed eccitazione quella importante cerimonia. Piene di aspettativa, sospiaravano in attesa del giorno in cui sarebbero state riconosciute, finalmente, come adulte responsabili.
Hinata aveva sempre creduto che non le sarebbe mai importato così tanto... Ma ora....ora che sarebbe capitato proprio a lei, si sentiva pervasa da uno strano fremito, quella singolare sensazione di timore ed eccitazione che precede di solito un evento davvero importante...e quel giorno sarebbe finalmente stato il suo giorno speciale...il suo Ballo dei Gigli.

"Hanabi!! ci sei??"
"Arrivo, arrivo!"

La piccola Hanabi giunse con fare composto, i capelli intrecciati a dovere e un grazioso abito blu.
Il padre e Hinata la osservarono entrambi con un sorriso. Crescendo, si era fatta davvero bella.
Hanabi era sempre stata diversa dalla sorella, in tutto e per tutto. Era più piccola di lei, ma ugualmente molto matura e posata. Sia per il padre che per tutti i capofamiglia del clan Hyuuga, Hanabi era stata una vera e propria rivelazione...a differenza di Hinata.
Ma ora, ora che finalmente il padre la guardava con orgoglio e che stava per essere riconosciuta non più come una timida ragazzina, ma una rispettabile donna del suo clan, ora sentiva che avrebbe avuto la possibilità di far riconoscere il suo valore.
Era tutto quello che le serviva.
E non si sarebbe permessa nessun errore.

"Bene." disse Hiashi porgendo il braccio alla figlia "è il tuo momento"
E senza aggiungere altro, si incamminarono tutti e tre con l'orgoglio, la grazia e la classe che si deve ad un giorno tanto importante.

*******************************************

"Tutto qui??"
Domandò sbigottito Hidan al suo compagno
"Questa scenata per una ridicola consegna!"
"Non è una semplice consegna Hidan! è un rapimento! Un fottutissimo rapimento!"
Hidan sbuffò stravaccandosi sulle radici di un albero, poco distante dal ceppo dov'era seduto il suo interlocutore.
"Insomma, io ho un orgoglio! Una reputazione! Come diavolo è venuto in mente al capo di affidare a Me una missione di livello zeta come questa?!"
"A Noi, vorrai dire, uomo nero!"
Kakuzu gettò al compagno un'occhiata tagliente
"Comunque sia," continuò Hidan "Meglio così, no? Un rapimento, zac, una cosa da niente. Prendiamo quel che dobbiamo prendere, lo consegnamo, e il gioco è fatto...Un'altra missione, altri soldi, tutto come prima."
"Altro che soldi! Con la paga misera che ci daranno i clienti per questo incarico, una commissione da pezzenti come questa potevano anche rifiutarla. E poi... preferisco di gran lunga trattare con i morti. I vivi danno troppe rogne."
"Una grande verità"
"Hidan, allora, lo alzi il culo o no?? Questa faccenda non deve durare più di due giorni!"

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Capitolo 2
*** Il bianco e il nero.1 ***


capitolo2 Ciaoooooooooooooooooooooooo a tutti. Grazie per le recensioni dello scorso capitolo *_* mi danno grande soddisfazione.
Con questa fanfic avevo intenzione principalmente di mettere in gioco Hidan e Hinata, i due personaggi che preferisco in assoluto, ma soprattutto la famiglia di Hinata. Avevo una grande voglia di rappresentare la sua mamma! Me la sono sempre immaginata così, un misto di orgogliosa dolcezza e raffinata amorevolezza. Mi scuuuuso infinitamente se Hiashi vi è sembrato un pò out of character! Però la sua figura nel manga è stata trattata sempre superficialmente, infondo. Volevo che emergesse anche un pò del suo cuore... Per il resto, ecco il secondo capitolo! Il fatidico Ballo dei Gigli. Accetto i consigli e le critiche, so di aver fatto molti errori. Siate costruttivi però! Grazie in aticipo



  CUORI SPERDUTI


     Capitolo 2:

Il bianco e il nero .1




"Non è giusto."
Il giovane sollevò il viso, sorpreso.
Tendendo le orecchie cercò con lo sguardo tra la folla, nella speranza di udire di nuovo quella flebile voce che solo un istante prima aveva pronunciato le stesse identiche parole a cui lui stava pensando.
"Non è giusto..." disse di nuovo la voce...
La vide. Una giovane donna...i capelli corvini, un lungo abito bianco. Gli occhi profondi e alteri, fissavano il terreno con ostinazione, combattuti, ma fieri e caparbi.
Stava in disparte, poco lontana da lui e dall'incessante turbinio di sorrisi e abiti bianchi... perchè non sorrideva, come tutte le altre? Non si sentiva fiera e onorata di partecipare ad un evento tanto importante?
Dovrebbe esserlo, pensò il giovane, colto da uno strano nervosismo.
"E anche io dovrei"
Inaspettatamente, la ragazza alzò lo sguardo. Gli occhi di lei, gentili quanto superbi, si fissarono ai suoi.
E fu come se ogni altra persona, in quella delicata notte di primavera, si fosse improvvisamente dissolta tra i raggi tenui della luna...

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Il Ballo dei Gigli, oltre che il sospirato debutto sociale di una giovane adulta, costituiva anche la perfetta occasione per la scelta dei pretendenti alle eredi delle caste più elevate. I capofamiglia avevano la possibilità di incontrarsi e trattare in modo più o meno strategico i matrimoni dei proprio figli, pensando al bene del proprio clan e a quello delle proprie finanze.
Hinata era fermamente convinta che, se si fosse imposta facendo valere il proprio personale orgoglio di "neo-adulta", il padre non l'avrebbe mai costretta a trattare un matrimonio combinato, almeno non senza il suo consenso...se non altro ci sperava. Ma sapeva anche che un evidente segno di rifiuto avrebbe significato per lei qualcosa che voleva in assoluto evitare: un matrimonio interno al clan, ovvero con suo cugino Neji.
Decise che avrebbe cercato di farsi notare il meno possibile, e sperò di avere l'occasione di farlo...senza doversi perdere i festeggiamenti.
Dopotutto, quello era il suo giorno speciale.
Da quella sera in poi, le aspettative su di lei sarebbero cresciute ancora...una mossa falsa sarebbe bastata a rovinare tutto.
Hinata non voleva deludere più nessuno.
Mai più nessuno...

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L'albino roteò gli occhi violacei...
Quel piccolo capanno appena fuori città puzzava di legno vecchio e aria stagnante. Torse il naso, cominciando ad innervosirsi.
Kakuzu era fuori già da un pezzo. Era partito per una "commissione in città" senza aver nemmeno terminato la spiegazione di questo suo grande piano di cui si sentiva tanto sicuro. Beh, di solito funzionano, i suoi strani piani, pensò. Almeno finchè qualcosa non va storto. Cosa non troppo rara, purtroppo...la sua stessa impulsività e l'irascibilità del compagno spesso portavano a fastidiose complicazioni...risarcimento di danni, qualche morto in più...niente di che, poi, chissà perchè il capo se la prendeva così tanto ogni volta.
Nonostante tutto... mai una sconfitta. Obiettivo raggiunto...sempre e comunque.
Questo li rendeva una delle squadre più potenti dell'intera organizzazione.
Si lasciò fuggire un ghigno di soddisfazione, perso tra i suoi pensieri... quale Grande Piano avrà elaborato stavolta la mente malata di Kuzu?

La risposta giunse proprio in quell'istante.

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Giunsero infine nell'immenso giardino fiorito, ovunque erano stati posti vasi...Gigli ovviamente. Un piccolo lago costeggiava il luogo del ricevimento. La sera non era ancora calata del tutto ma molte persone già affollavano la pista da ballo e i piccoli tavoli imbanditi...
Hinata sospirò, troppo tesa per guardarsi attorno...il suoi occhi si spostavano nervosamente dalle pieghe del suo abito, che continuava a lisciare temendo che fosse stropicciato, al piccolo palco dove dei musicisti si preparavano a suonare.
Hanabi, con un sorriso stampato in volto, si guardava attorno cercando di contenere signorevolmente il suo entusiasmo.
Hiashi osservava Hinata con la coda dell'occhio.
Le prese la mano stringendola piano "Il vestito è a posto...Non mostrarti nervosa." sussurrò, puntando lo sguardo davanti a sè.
Hinata gli rivolse un timido sorriso di gratitudine.
"Sì, papà..."
Guardò innanzi a sè...sollevando il mento desiderò di poter apparire come suo padre. Nobile, aggraziata. Chissà se anche sua madre era stata così tesa, la sera del suo Ballo dei Gigli...
Camminando lentamente, si immersero nella folla di eleganti signorotti e giovani aristocratiche vestite di bianco, mentre i musicisti intonavano un leggero valzer di violini... La luna, piena e raggiante, si fece chiara e luminosa nel cielo.

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"Non lo farò mai!!!"
"è l'unico modo!"
"Non mi costringerai ad indossare quel disgustoso ammasso di stoffa ingessata!"
Kakuzu socchiuse gli occhi lanciando al compagno uno sguardo fulminante. Tra le mani ancora reggeva il raffinato completo da sera.
"Hidan...mi stai facendo arrabbiare"
"Sai quanto me ne frega, sfregiato! Perchè non lo fai tu il damerino a quella maledetta festa??"
"Ti sembro uno che passa inosservato alle feste?? Forza Hidan, non farmi usare le maniere forti!!"
"Che paura mi fai!!!!" Hidan gli mostrò la lingua, ancora in piedi sul traballante tavolo del capanno "Non ci riuscirai, puoi starne certo!!!"

E alla fine ci era riuscito. Hidan ancora non ci credeva. Questa gliel'avrebbe fatta pagare cara, sicuramente. Cara, molto cara.
Lo maledì in tutti i modi che conosceva (circa un migliaio) mentre, appoggiato quanto più elegantemente poteva ad un muretto, osservava i convitati...tutti quei giovanotti in tiro, le ragazze vestite di bianco e le loro famiglie. Ognuno di loro era abbigliato di tutto punto e camminava impettito con la puzza sotto il naso assaggiando di tanto in tanto qualche elaborato salatino. PUAH! Che schifo di gente. Tanto sfarzo e tanti falsi sorrisi solo per mascherare il vile interesse di certi ricchi signori.
Tornò ad osservare le signorine in bianco. Alcune di loro non erano niente male. Tutte quelle vergini erano per lui una grande tentazione...
Si riscosse, cercando di ricordare la descrizione che Kakuzu gli aveva fatto della loro preda. Capelli neri, giovane, altolocata.
L'avrebbe sicuramente riconosciuta dagli occhi, gli aveva detto.
Un rarissimo e pregiato lilla chiaro.

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La luna era luminosa come non mai, quella sera. Il piccolo lago risplendeva dei suoi raggi, brillando silenzioso. Oltre quelle folte siepi le luci della festa erano appena visibili, anche le voci e la musica sembravano innocue e distanti, in quel tratto di erba sulla riva...
Il giovane avanzò di un altro passo, trattenendo il fiato.
Lei era lì... chinata sull'acqua, sfiorava la superficie limpida con le dita. Proprio come la prima volta, si voltò senza preavviso intrecciando immediatamente il suo sguardo con quello del giovane.
"non dovresti essere qui" disse lei, distogliendolo dai suoi confusi pensieri
"nemmeno tu" replicò lui con una sfumatura inquieta nella voce.
L'aria era carica di un'insolita elettricità.
"Qual'è il tuo nome?"
Gli dava del tu? Come osava? Ma anche lui lo aveva fatto, giusto un attimo prima. Gli era sembrato del tutto naturale. Come se quel solo sguardo li avesse già presentati...
Il ragazzo le rivolse un mezzo sorriso.
"Hyuuga Hiashi..."











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Ho fatto fatica a scrivere, lo ammetto. Concludo così il capitolo, un pò a tradimento forse XD infondo, ancora non è successo niente. Ho aggiunto un nome al capitolo questa volta: il bianco e il nero. si riferisce a hidan e a kakuzu e alla loro complicità. Mi piace molto scrivere dei loro battibecchi. Questo titolo però si riferisce anche a hidan e a hinata... all'anima candida di lei e a quella nera di lui.
Questo capitolo non è altro che il continuo passaggio da una situazione all'altra...non so se il risultato mi convince.
Prometto di impegnarmi a scrivere il terzo capitolo XD 

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Capitolo 3
*** Il bianco e il nero.2 ***


capitolo2 Rieccomi con il terzo capitolo. Ringrazio tutti quelli che seguono la mia Fanfic, nonostante ci metta così tanto tra un capitolo e l'altro, anche "gli amici miei" che seguono anche senza recensire XD (un commentino potreste farlo però!! XD) eccovi la seconda parte de "il bianco e il nero" ...spero davvero di essere all'altezza delle aspettative! correggetemi pure, se ho fatto qualche errore. Buona lettura!


  CUORI SPERDUTI


     Capitolo 3:

Il bianco e il nero .2





Un piccolo passo indietro, sorriso, inchino.
"Hyuuga Hinata. Piacere di conoscervi."
E qui un altro sorriso.

Era la quindicesima presentazione, ed erano solo ad inizio serata.
Hinata si chiese se sua padre avesse davvero l'intenzione di presentarla ad ogni signolo signorotto presente alla festa...
Ma infondo, cosa pretendeva? Il Ballo dei Gigli consisteva proprio in questo. E il fatto che ci fossero state così tante persone degne di conoscenza, era positivo. Così, nel caso fosse stata costretta a scegliere uno di loro...
No, non voleva pensarci.
Sarebbe stata davvero in grado di sposare e amare qualcuno di cui non conosceva che il nome e lo stato sociale?
Non osò rispondere alla sua stessa domanda.

Hinata passò buona parte della serata con il padre, facendo la conoscenza di tutti i capoclan presenti e i rispettivi figli, o figlie. Incrociò per caso Ino, elegantemente vestita di un attillato abito bianco e con i capelli acconciati in una lunga e sinuosa treccia. Le parve di vedere Shikamaru e persino Shino, ma il padre non ritenne di presentarla alle loro famiglie, e Hinata dovette limitarsi ad un amichevole cenno con la mano.
La giovane era stanca, annoiata e anche un po' delusa. Il Ballo dei Gigli si prospettava meno emozionate di quanto avesse mai immaginato.

Ricevette numerosi regali da parte di molti ragazzi. Cercavano di farsi notare.
Era lei stessa o piuttosto il suo casato, ad attrarli?
Sorrise ad ognuno di loro, cordiale, e consegnò i vari gioielli e ninnoli al padre.
Si sentiva osservata. Molti di loro la fissavano, avvertiva curiosità, interesse, invidia.
Percepì lo sguardo di qualcuno, più lontano.
Vide un ragazzo dall'aspetto curioso, i capelli chiari e gli occhi di un singolare viola acceso. Il suo sguardo aveva un che di diverso da quello degli altri giovani... Hinata ebbe l'inquietante sensazione di potervi sprofondare.
Si voltò un istante, e quando girandosi lo cercò con lo sguardo, il ragazzo era già sparito nella folla di convitati.

Un ometto basso e grassoccio richiamò l'attenzione dei presenti, arrampicandosi faticosamente sul palco.
Si schiarì la gola e con voce stentorea invitò le ragazze ad avvicinarsi alla pista da ballo...là avrebbero annunciato il proprio nome ed il clan di appartenenza e, finalmente, sarebbero iniziate le danze.
Hinata, con il cuore in gola e le ginocchia tremanti, si avvicinò all'illuminato spiazzo di marmo faticando a ricordare il proprio nome.

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"Bersaglio individuato. " pensò il biondo tra sè. Cosa diceva il piano a questo punto?
Ci pensò su, ma non gli venne in mente nulla. Kakuzu non gli aveva spiegato esattamente cosa fare, una volta imbucatosi alla festa e individuata la ragazza. Doveva pensare da solo ad un modo per passare alla fase successiva.
Niente di più divertente.

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Non fu facile per Hinata presentarsi alla folla senza lasciarsi influenzare da tutti quegli sguardi.
Fece un inchino e per qualche istante osservò le altre ragazze, mentre, una per volta, facevano il loro ingresso sulla pista da ballo, presentandosi con voce suadente.
Così facevano anche molti giovani, Hinata li osservò curiosa.
Sua madre e suo padre si erano conosciuti esattamente in quelle circostanze... una parte di lei fremeva al pensiero che in qualsiasi momento avrebbe potuto posare lo sguardo sull'uomo che avrebbe più di tutti fatto parte della sua vita.
"Che inguaribile romantica" si rimproverò. Non era il momento di pensare a certe cose.

Il primo che le si offrì per un ballo fu Ian, un ragazzo alto e magro la cui madre le era stata presentata poco prima...le si avvicinò spavaldo, e non appena i musicisti cominciarono ad intonare una vivace melodia, cominciò a volteggiare in un tumultuoso quanto sfibrante valzer allegro, trascinando Hinata nei suoi spericolati passi di danza.
Piroettarono senza sosta per tutta la pista, a volte pestandosi i piedi, a volte urtando le altre coppie danzanti.
"Non credete anche voi che siamo una splendida coppia di ballerini?" chiese ad un certo punto, troppo indaffarato a ballare per dire altro.
Hinata gli sorrise cauta, evitando di rispondere...se la musica non sarebbe finita in fretta, avrebbe finto uno svenimento pur di sottrarsi al ballo successivo.

"Mi scusi..."
Una mano si posò cordialmente sulla spalla di Ian, costringendolo a fermarsi.
"Permette?"
La mano apparteneva ad un ragazzo alto, longilineo, con capelli biondi pettinati all'indietro e due ammalianti occhi violacei.
Hinata si sentiva girare la testa, e quella sosta fu per lei un vero e proprio sollievo...alzò il viso.
Quegli occhi, quello sguardo risoluto. Era lo stesso ragazzo che aveva notato poco prima, in mezzo alla folla.

"A dire la verità..." tentò di opporsi Ian, senza successo: il ragazzo prese con fermezza il suo posto e Hinata riprese a danzare, accompagnata dal nuovo cavaliere.
"Giovanotto, non ti sei presentato...!" protestò in tono di rimprovero l'ometto grassoccio. Vedendosi ignorato, rinunciò stizzito ai propri propositi, maledicendo la nuova generazione di ragazzi impusivi e sprezzanti delle norme di società.

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Hidan scosse la testa... si muoveva lentamente, nel tentativo di ricordare i passi.
Ma come diavolo gli era venuto in mente di esporsi così tanto?
Non era esattamente il divertimento a cui aveva pensato. Immaginava già la sfuriata di Kakuzu, dopo il termine della missione.
Avrebbe detto, con voce severa: "è stata un'azione molto pericolosa...avresti potuto mandare all'ara tutto quanto, lo sai?"
Maledetto uomo nero...
Rivolse lo sguardo alla ragazza.
Lei, immediatamente, distolse il suo.  Che carina! è timida.
Sogghigò tra sè.
Anche lei lo stava osservando. Cercava di non darlo a vedere, ma lo scrutava, curiosa, pensierosa...
Come se si aspettasse qualcosa da lui.

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"Come ti chiami?"
Ebbe finalmente il coraggio di chiedere Hinata.
Solitamente erano i ragazzi a presentarsi per primi,  vantando il proprio nome come una specie di titolo nobiliare.
Il biondo, invece,  non aveva fatto altro che osservarla in silenzio. Il suo sguardo era freddo e invadente. Aveva persino sorriso in un modo strano, ad un certo punto, un po' sinistro. Ma di certo era semplicemente stata una sua impressione...La testa le girava ancora.
Alla sua domanda, il ragazzo risposte istantaneamente
"Non sono di certo uno di questi insulsi cascamorti, se è quello che pensate!" nei suoi occhi comparve un cipiglio stizzito, quasi indignato.
Il tono seccato del ragazzo la infastidì "E allora, di grazia, come vi siete permesso di...?" il tono della sua voce era meno altero di quanto avrebbe voluto.
"Scusate, Madamigella, forse avreste preferito un altro ballo in compagnia del signorino-piede-veloce, o sbaglio?"
Hinata lo osservò per un istante, sorpresa.
E ancora più sorpreso parve essere il ragazzo di fronte a lei, quando Hinata scoppiò a ridere di gusto.
Incredibile, in tutta la serata, ci era voluto quello strano personaggio e la sua impudente ironia perchè finalmente si divertisse.
Sì, si stava divertendo.
Infondo, questo Ballo dei Gigli non sarebbe stato poi così deludente.

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Hidan osservò sorpreso quella ragazza. La sua risata era sincera, limpida...
I ricchi sono davvero tutti molto strani.
Improvvisamente, avvertì un fremito nella tasca del suo abito.
La ricetrasmittente! Ma come era venuto in mente  a quel maledetto di Kuzu di chiamarlo nel mezzo dell'azione?? Gli si era annerito pure il cervello? Portò una mano alla tasca e spense il piccolo apparecchio. Fortunatamente, nessuno si era accorto di nulla...
"In effetti," cominciò la giovane una volta smesso di ridere "non c'è nessuno qui molto diverso da quel rampollo..." la sua voce assunse una lieve sfumatura di amarezza.
Strano. Hidan aveva pensato che tipi come quello fossero molto apprezzati tra le ragazze come lei. Del suo ceto, cioè...
Lei gli rivolse un sorriso, senza che quell'amarezza svanisse dalla sua espressione " bhè, ovviamente...tranne te." e rise debolmente.
"Ma che importanza ha..." disse ancora, quasi in un sussurro.
Hidan non sapeva esattamente cosa fare. Avrebbe dovuto dire qualcosa? Oppure rimanere in silenzio...?
Lo sguardo gli cadde oltre le spalle di lei, fuori dalla pista.
Altri due occhi color lilla lo osservavano. Gli stessi identici misteriosi occhi. No, no. Non erano per niente gli stessi...
Duri e freddi, profondamente autoritari. 
Dal bordo della pista da ballo, un uomo alto e austero lo squadrava...
Era il capofamiglia degli Hyuuga, uno dei più improtanti e influenti uomini di quella società.
E lui stava ballando con  sua figlia.

Ok, ok. Niente paura. Non era successo nulla...ancora. Per quanto potente e importante e ricco fosse...era improbabile che potesse riconoscerlo. Doveva solo fare attanzione. E andarsene, per il momento...
O avrebbe potuto cercare informazioni su di lui. Nessuno lo avrebbe riconosciuto, ovviamente, e si sarebbero accorti del suo non esattamente certificato permesso di partecipazione al convito... sì. Meglio sparire, per ora.

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"Devo andare." disse in fretta
Hinata lo guardò spalancando gli occhi. Fece per dire qualcosa, ma rinunciò: ovvio che avesse altro da fare. Lo aveva detto lui stesso proprio poco prima...lui non era certo lì per questo. Chissà chi era?
Fece un inchino, e lo salutò con un formale "arrivederci".
Il ragazzo indugiò ancora.
Sembrò dubbioso. Si chinò su di lei e le sussurò: "Incontriamoci più tardi, ti va? Al muretto con i fiori. Se verrai, ti dirò il mio nome."
E a quel punto fece un leggero inchino e se ne andò.
Le aveva parlato dandole del Tu. Le aveva dato un appuntamento, sussurrandole all'orecchio.
Hinata non aveva dubbi sulla risposta. Ci sarebbe stata.

Un altro cavaliere prese subito il posto del ragazzo, le danze ripresero, e la musica continuò imperterrita a suonare quella lenta melodia... a dispetto di Hinata, che a stento riusciva a controllare il furioso ritmo del suo cuore.




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EEEEH, ancora niente. Si conclude così la seconda parte de "il bianco e il nero"...spero di essere stata all'altezza delle aspettative XD
Sono ormai in agghiacciante ridardo, non smetterò mai di scusarmene... SCUSAAAAATE *si inchina profondamente*
La storia va avanti per le lunghe, lo so... ma che ci posso fare, mi piace tenervi in *suspence*... no non è vero sono lenta e basta XD
So già come continuare, non ci metterò molto a finire il prossimo capitolo :D tranquilli. Per ora grazie tante e ciao! alla prossima ;)

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Capitolo 4
*** La Rosa e il Papavero ***


capitolo2 Rieccomi con un altro capitolo, dopo così tanto tempo. Grazie a chi mi segue e non vede l'ora di sapere come si svolgerà questo tanto atteso rapimento! XD


  CUORI SPERDUTI


     Capitolo 4:

La Rosa e il Papavero




"Dovrai attirarla, confonderti tra la folla e allo stesso tempo emergervi. Per tutta quella gente non sarai altro che uno degli invitati... ma per Lei... devi essere l'unico papavero nell'immenso e monotono campo di grano. Capisci cosa intendo?"
Hidan rivolse un ghigno al compagno "Sì sì, capisco. Non ti credevo capace di certe profonde similitudini, sai, uomo nero?"
"Ascolta e non prendere per il culo. Sii certo di aver trovato la ragazza giusta, e poi colpisci. Con quei tuoi grandi occhioni non sarà certo un problema per te."
Hidan sogghignò di nuovo. "Certo, nessun problema. Ma spiegami ancora una cosa: perchè diavolo cerchiamo di rapire una principessina proprio in un giorno tanto importante? In mezzo a tutta quella folla di snob?"
"Rifletti! Come ti sembra fattibile un rapimento a casa Hyuuga?? Là persino le assi del pavimento hanno gli occhi! Non preoccuparti, quei ricconi saranno fin troppo preoccupati della propria apparenza per accorgersi della mancanza di una ragazzina. E non stropicciarti la camicia!!!"


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La musica si concluse, finalmente.
Hinata sorrise al proprio cavaliere, cortese e informale. Come doveva essere.
Con un inchino si congedò e uscì dalla pista senza farsi notare.
..Si guardò intorno irrequieta.
Non si ricordava di aver notato nessun muretto, tanto era tesa al suo arrivo. Intorno a sè non vedeva altro che una moltitudine di signore e signori, signorine vestite in bianco e giovanotti tirati a lucido.
Dopo qualche istante lo trovò: era un muretto in mattoni, addobbato con vasi di gigli bianchi.
Vi si diresse fingendo disinteresse.
"Hinata!"
Si sentì afferrare per un braccio.
"Papà!"
Lo sguardo di Hiashi aveva un cipiglio di rimprovero che la inquietò "Dove stai andando?"
Hinata fissò lo sguardo all'abito del padre, risentita. "Da nessuna parte."
Il padre incrociò le braccia e le rivolse una lunga occhiata indagatoria. Infine sciolse le braccia "Bene allora. Vieni con me. C'è una persona con cui terrei che facessi quattro chiacchere."
Hinata abbassò lo sguardo..."Sì, papà..." disse, e camminando lentamente lo seguì attraverso la folla e il suo mormorio.
Lanciò un'ultimo sguardo al muretto... Come un segno di saluto, un addio.
La serata sembrava essere tornata noiosa e rigida proprio come pochi minuti fa...

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Hidan si aggirava nervosamente nel piccolo spiazzo erboso celato da un muretto in mattoni sul quale erano stati posizionati ordinatamente dei vasi fioriti. Osservò per qualche istante quegli splendidi gigli bianchi, per poi voltarsi verso la siepe che gli nascondeva la vista del lago.
La musica ed il chiacchericcio erano ancora facilmente distinguibili, e risultavano fastidiosi ed invadenti, lì dove le luci gialle e rosate della festa erano scomparse, lasciando posto ai raggi tenui e argentati della luna.
Hidan si maledì per aver scelto un luogo così poco sicuro...Ma era il solo che fosse riuscito a trovare.
Sarebbe bastato un grido e...
Hidan digrignò i denti.
E poi, non era detto che sarebbe venuta.
Certo, era riuscito ad incuriosirla...ma una come lei. La figlia di un uomo così duro e severo...era estremamente improbabile che lasciasse perdere i suoi doveri di "principessina"... questo kakuzu non lo aveva incluso nel proprio piano.
Stava cercando freneticamente di ideare una mossa, qualsiasi cosa pur di non abbandonare la missione. Non si sarebbe mai perdonato una sconfitta.
E se per questo, nemmeno Kakuzu gliel'avrebbe fatta passare liscia...!
Altro che una stupida consegna...
Una voce familiare lo distolse dai suoi pensieri. Si avvicinò al muro, per sbirciare in un buco tra i mattoni...

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Intorno ai due ricomparvero quegli sguardi. Rancore e invidia.
In quell'istante, Hinata ebbe la netta impressione che non sarebbe mai cambiato nulla...che quella cerimonia, quei festeggiamenti, non avessero alcun significato.
"Papà..."
"Eccoli"
Davanti a loro,  sorridendo, Ian e quello che doveva essere suo padre sorseggiavano il contenuto di due eleganti calici di cristallo.
"Oh, Hiashi!"
Disse il signore, un uomo dagli abiti sfarzosi e il volto gioviale.
Hiashi salutò sorridendo.
"Hinata, già conosci Ian, mi sembra"
Ian le rivolse uno sguardo audace.
Hinata rimase impietrita per un secondo.
Hiashi
l'aveva portata a far "quattro chiacchere" con il padre di un pretendente già incontrato sulla pista da ballo. Questo non poteva significare che...
"Papà, dovremmo parlare"
"Hinata, non essere scortese. Il signore ci teneva molto a fare la tua conoscenza."
"Ma..."
Il signore le si avvicinò e le prese il mento tra le dita. "Oh, sì. è carina come mi dicevate. Davvero molto carina."
"Assomiglia molto alla madre" continuò quello "spero solo...che non abbia anche i suoi stessi problemi. La salute cagionevole intendo... è terribile quando una ragazza così giovane se ne va, non è vero Ian?"
Il ragazzotto annuì energicamente.
Hinata osservò il padre...lo sguardo di lui si rabbuiò e il suo sorriso si fece amaro.
Come osava quell'uomo, per quanto ricco potesse essere, ostentare tanta indelicatezza?
Decise di sottrarsi ad ulteriori apprezzamenti "Mi dispiace, signore " cominciò, in un tono non troppo cortese "Ma penso che tra tutte queste  giovani di buona famiglia riuscirete facilmente a trovare ragazze più belle, ricche e in buona salute di me. Vogliate scusarmi" e dopo un educato inchino, Hinata corse via... la folla di convitati finse di ignorarla, sdegnosa, mentre scompariva gettandosi nella calcaglia intorno al tavolo del buffet.
Hiashi la seguì " Hinata!"
La ragazza si fermò, senza voltarsi.
"Hinata" continuò Hiashi "Torna
immediatamente e scusati con Ian e suo padre del tuo increscioso comportamento. Sono persone di alta società! Non capisci cosa significherebbe per te? Fare parte di una famiglia prestigiosa come quella? Avresti tutto quello che la vita ti può offrire, Hinata"
"Tutto, papà?" rispose lei di rimando
. Hinata si voltò, gli occhi velati di lacrime, e Hiashi, per un lungo istante, riconobbe il lei lo sguardo della madre. Tutto questo...era davvero ciò che è più giusto per lei? Eppure, non aveva fatto altro che il suo bene. Non capiva quali opportunità poteva perdere?
"Ma a che prezzo?" gli occhi di lei si fecero più limpidi, quasi supplici "Vorrei solo...essere amata davvero, per quello che sono, e non per il cognome che porto, papà. So che può sembrare infantile, o sciocco se vuoi, ma...non lo avresti voluto anche tu? Poter scegliere per te stesso? Sono adulta ora. Penso di sapere ciò che è meglio per me."
Hinata fissò gli occhi del padre, in cerca di qualcosa, qualsiasi cosa. Un rimprovero, un cenno di comprensione. Ma vi lesse solo confusione  e sbigottimento.
Senza pensarci, si voltò e corse via.

Hiashi la guardò andarsene, senza fare nulla per fermarla.
"Tale e quale a sua madre..." si disse, mentre, riassumendo il suo cipiglio nobiliare, tornava silenzioso sui propri passi.

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Hidan non credeva ai propri occhi. La principessina che si ribellava e correva via, infilandosi tra i cespugli, offrendogli così una succulenta e imperdibile occasione di compiere il proprio piano? Per Jashin, quella bimba non sapeva cosa aveva fatto.
Trattenne a stento una fragorosa risata. Però! In gamba la ragazzina! Di certo non l'avrebbe mai creduta capace di un gesto del genere. Si era finalmente accorta di quanta falsità e invidia si aggirasse attorno a lei sorseggiando vino costoso e parlando di politica?
Tutte quelle ragazze non facevano che invidiare il suo vestito e la sua bellezza, mentre i ragazzotti e gli adulti persino fingevano di non essere attratti dalla sua scollatura.  Che squallore.  Quella ragazza sembrava essere l'unica, delicata rosa tra tutti quei rovi. 
Sogghignò ripensando alle parole di Kakuzu..."E io sono l'unico papavero"  si disse, mentre leggero come un gatto raggiungeva la propria preda camminando tra le siepi.



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Scusate, sembra quasi che lo faccia apposta a tirarla così per le lunghe XD (forse è vero :P) ho intenzione di disegnare qualcosa riguardo alla mia storia. Non vedo l'ora di scriverla per poter andare avanti...
La situazione si prospetta interessante.

EDIT: NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO T^T disperazione!!! ho scritto l'intero capitolo successivo in un attimo di ispirazione, non ho salvato ed è saltata la luce!! NOOOO...non ci posso credere...lo avevo scritto benissimo T^T *disperandosi in un angolo* devo superare lo shock...e provare a riscriverlo...


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