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Autore: Lya    18/01/2009    6 recensioni
"Siamo gentili, arroganti, codardi e coraggiosi. Siamo unici e irripetibili, ma incredibilmente simili... Chi per orgoglio, chi per sacrificio, chi per sbaglio, o per amore... chi perchè non può fare altro. Siamo diversi, certo. Ma quando hai perso l'appiglio che avevi, o non sei mai riuscito a trovarlo...siamo tutti cuori sperduti..."
ULTIMO CAPITOLO: La Rosa e il Papavero :"Dovrai attirarla, confonderti tra la folla e allo stesso tempo emergervi. Per tutta quella gente non sarai altro che uno degli invitati... ma per Lei... devi essere l'unico papavero nell'immenso e monotono campo di grano..."
Fanfic dedicata alla mia coppia preferita, HidanxHinata.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Akatsuki, Hidan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo1

CUORI SPERDUTI



Capitolo 1:




'Ma quanto ci mette quello??'

Sbuffa, impaziente e già annoiato in attesa del compagno chiuso nell'altra stanza.
Ci sarebbero volute almeno un paio d'ore perchè il leader fosse convinto di aver spiegato alla perfezione i termini della missione. Missione che, come al solito, non mirava ad altro che a riempire di soldi le tasche dell'organizzazione...
Bla bla qui, bla bla là, come fare, dove quando, perchè... ci mettevano sempre un sacco di tempo. Scartoffie, ciance e nient'altro che monotone raccomandazioni.
Cose che lui aveva sempre odiato. Per questo, preferiva aspettare fuori...tutte queste formalità, queste "procedure".... non erano per lui.
Si passò una mano tra capelli biondi, chiarissimi, quasi bianchi, ormai rassegnato ad una lunga e tediosa attesa.

"ANDATE A FOTTERVI TUTTI QUANTI!!!! MALEDIZIONE!!!"  
La porta si aprì e si chiuse con uno schianto

"HIDAN!! Partiamo subito!" 
"Che diavolo è successo Kuzu??? Che c'è da sbraitare tanto??"

"Ho detto che PARTIAMO SUBITO, brutta faccia da albino!"


*****************************************************

"Cosa stai facendo, mamma?"
La bimba osservava incantata e meravigliata le abili mani della madre che con maestria maneggiavano l'ago avanti e indietro, pazientemente, con la grazia che si attribuisce ad una grande signora.

"è una sorpresa, Hinata"
Tanti punti bianchi, alcuni gialli, altri azzurri, intrecciati alla sottile trama di un lungo abito di seta candida come la neve.
Hinata non aveva mai visto la neve...ma immaginava fosse proprio così... come un grande, immenso ricamo.
"è un vestito mamma? Per me?"
"Per un giorno speciale"
La piccola osservò la madre carica di ammirazione...Lei sorrise, il volto pallido, emaciato, ma pieno di affetto.
Improvvisamente le sue mani tremarono, lasciando cadere l'ago e posandosi istintivamente sul ventre rigonfio.
"Mamma?"
"Non ti preoccupare, Hinata. è solo un pò di stanchezza..."
Hinata raccolse da terra l'ago e porgendolo alla madre chiese con apprensione "chiamo papà?...Mamma?"
"No..."
Immediatamente, si rimise al lavoro...Hinata la fissava, non ancora tranquilla.
"è colpa del pancione? Mamma?"
L'espressione corrucciata della bambina la fece sorridere
"No, certo che no..!"  
Posò ancora la mano sul ventre, sfiorandolo amorevolmente
"La tua sorellina, qui dentro, tira un sacco di calci" mormorò.
"Ma mamma" ridacchiò Hinata " Come sai che avrò una sorellina e non un fratellino?"
"Certe cose una mamma le sa" rispose lei con finto sdegno, per poi ritornare a cucire, sempre sorridendo.
Hinata ritornò ad osservare il lavoro della madre...quelli che prima erano puntini disordinati e privi di forma si erano trasformati un tre meravigliosi gigli bianchi.
"Ma mamma" osservò la bimba con stupore "Hai sbagliato le misure...! Questo vestito è trooooppo grande per me!"
"Un giorno...ti andrà bene"
"E ne cucirai uno anche per la mia sorellina?"
"Lo spero tanto, piccola mia..."

*****************************************************



Hinata riuscì faticosamente a tirare fuori un grosso, pesante baule dal vecchio armadio della sua stanza.
'è il momento...'
Fece scattare cardini arrugginiti della cassa, liberando nell'aria un sottile velo di polvere.
Senza accorgersene trattenne il fiato, quando estrasse dal suo interno un leggero involto blu, e silenziosamente sospirò, posandoselo in grembo.
Con le dita tremanti, sciolse il nodo di raso che avvolgeva il fagotto e ne scoprì il contenuto, traendone un lungo, leggero abito di seta...su cui erano ricamati tre splendidi gigli bianchi.
Sorrise amaramente quando provandoselo constatò che era perfettamente della sua taglia.

"Hai sbagliato le misure! Questo vestito è trooooppo grande per me!"

Si spogliò lentamente, per poi indossarlo. La seta candida e leggera accarezzava appena la sua pelle, mentre la ragazza si annodava un obi dello stesso colore dietro la schiena. Si sciolse i capelli, lasciando che una cascata corvina le coprisse la schiena, e cominciò a pettinarli.

"Hinata"
"Entra pure, papà"

Hiashi entrò nella camera di sua figlia, indugiando prima sulla soglia, curioso e spaventato di quello che avrebbe visto... non più una bambina, non più la stessa Hinata. Ma una donna, bellissima e responsabile...proprio come lo era sua madre.
Fece un passo oltre la soglia.
Hinata si stava ancora pettinando, davanti allo specchio.

..."Per un giorno speciale..."

"Hinata....è ora."
"Sono quasi pronta papà"

Lui sorrise, ammirandola, con la stesso sguardo malinconico che spesso padre e figlia scorgevano l'uno negli occhi dell'altra...
"Ho una cosa per te..." così dicendo porse alla ragazza un piccolo involto di tela azzurra.
Hinata lo aprì, svelandone il contenuto: un fermaglio dall'intelaiatura delicata, abbellita da uno splendido giglio bianco.

"Era di tua madre..."
Hinata lo osservò ancora, rigirandolo amorevolmente tra le mani
"è perfetto" commentò infine con un sorriso, e con quello, terminò di acconciarsi i capelli.

Lo sguardo di Hiashi si fece ancora più carico di nostalgia
"Sei identica a lei....al suo ballo dei gigli"

Hinata abbassò lo sguardo imbarazzata "Andiamo?"

Il giglio, con la sua grazia e la sua delicatezza ha sempre rappresentato l'innocenza, la verginità, e il candore.
Per questo, il Ballo dei Gigli aveva sempre rappresentato la fase conclusiva dello sviluppo di una ragazza: con una grande festa le giovani donne si preparavano ad affrontare la maggiore età, vestendo per l'ultima volta l'abito bianco della purezza.
Le ragazze di alto ceto come quelle della dinastia Hyuuga aspettavano con ansia ed eccitazione quella importante cerimonia. Piene di aspettativa, sospiaravano in attesa del giorno in cui sarebbero state riconosciute, finalmente, come adulte responsabili.
Hinata aveva sempre creduto che non le sarebbe mai importato così tanto... Ma ora....ora che sarebbe capitato proprio a lei, si sentiva pervasa da uno strano fremito, quella singolare sensazione di timore ed eccitazione che precede di solito un evento davvero importante...e quel giorno sarebbe finalmente stato il suo giorno speciale...il suo Ballo dei Gigli.

"Hanabi!! ci sei??"
"Arrivo, arrivo!"

La piccola Hanabi giunse con fare composto, i capelli intrecciati a dovere e un grazioso abito blu.
Il padre e Hinata la osservarono entrambi con un sorriso. Crescendo, si era fatta davvero bella.
Hanabi era sempre stata diversa dalla sorella, in tutto e per tutto. Era più piccola di lei, ma ugualmente molto matura e posata. Sia per il padre che per tutti i capofamiglia del clan Hyuuga, Hanabi era stata una vera e propria rivelazione...a differenza di Hinata.
Ma ora, ora che finalmente il padre la guardava con orgoglio e che stava per essere riconosciuta non più come una timida ragazzina, ma una rispettabile donna del suo clan, ora sentiva che avrebbe avuto la possibilità di far riconoscere il suo valore.
Era tutto quello che le serviva.
E non si sarebbe permessa nessun errore.

"Bene." disse Hiashi porgendo il braccio alla figlia "è il tuo momento"
E senza aggiungere altro, si incamminarono tutti e tre con l'orgoglio, la grazia e la classe che si deve ad un giorno tanto importante.

*******************************************

"Tutto qui??"
Domandò sbigottito Hidan al suo compagno
"Questa scenata per una ridicola consegna!"
"Non è una semplice consegna Hidan! è un rapimento! Un fottutissimo rapimento!"
Hidan sbuffò stravaccandosi sulle radici di un albero, poco distante dal ceppo dov'era seduto il suo interlocutore.
"Insomma, io ho un orgoglio! Una reputazione! Come diavolo è venuto in mente al capo di affidare a Me una missione di livello zeta come questa?!"
"A Noi, vorrai dire, uomo nero!"
Kakuzu gettò al compagno un'occhiata tagliente
"Comunque sia," continuò Hidan "Meglio così, no? Un rapimento, zac, una cosa da niente. Prendiamo quel che dobbiamo prendere, lo consegnamo, e il gioco è fatto...Un'altra missione, altri soldi, tutto come prima."
"Altro che soldi! Con la paga misera che ci daranno i clienti per questo incarico, una commissione da pezzenti come questa potevano anche rifiutarla. E poi... preferisco di gran lunga trattare con i morti. I vivi danno troppe rogne."
"Una grande verità"
"Hidan, allora, lo alzi il culo o no?? Questa faccenda non deve durare più di due giorni!"
  
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