Catherine and Joana

di queenjane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Start ***
Capitolo 2: *** L'Avvelenata ***
Capitolo 3: *** Di umana Pazzia ***
Capitolo 4: *** Sit tibi terra levis. ***



Capitolo 1
*** Start ***


England, 1533

 Il castello di Ampthill sorgeva su una collina, al centro di parco alberato,  le dita strette contro rosario, la schiena eretta, il cilicio sotto il corpetto che le pungeva la carne e sopra le vesti suntuose, era forma e sostanza, guardò fuori dalla finestra, una breve pausa dai suoi tormenti.

Era una regina, checché dicessero, la figlia dei Reys Catolicos, Isabella e Ferdinando che avevano riunito la Spagna, scacciando gli Arabi.. Raccogliendo chicco su chicco la melagrana, fino a entrare in Granada .. l’ultimo regno di El Andalus nel  1492. La Reconquista. 

Le sue sorelle erano regine.  Isabella, del Portogallo, morta troppo presto,  Maria, che aveva sposato il vedovo di Isabella ma,,,  in particolare di Giovanna regina di Castiglia e di Leon, di Galizia, di Granada e così via, regina di Aragona e dell’Alta Navarra, di Napoli e di Sicilia, principessa delle Fiandre e d’Austria, arciduchessa di Borgogna.

Sussurrò tra di sé quei titoli nel loro spagnolo nativo..


Giovanna era sempre stata la più bella tra loro sorelle, alta e snella,  splendidi capelli scuri e iridi d’ambra, somigliava alla loro nonna paterna, Juana Henriquez da cui aveva preso il nome..
La  preferita dell’Infante loro fratello, Giovanni, biondo, fragile e delicato, morto a 19 anni a Salamanca,  pochi mesi di matrimonio, lasciando una moglie incinta e disperata, Margherita d’Asburgo, che aveva insegnato a lei, Caterina il francese..
Margherita era la sorella di Filippo, lo sposo di Giovanna, detto El Hermoso, il Bello, per la sua avvenenza, tranne che Giovanna lo superava in altezza .. Quello non aveva impedito loro di generare sei figli nati vivi, di amarsi appassionatamente e litigare in maniera portentosa, le scenate di Giovanna erano la favola delle Corti del tempo ..
Non che il marito le risparmiasse umiliazioni,  usava regalare alle favorite i gioielli e i vestiti della moglie ..segregarla, angariarla e picchiarla.

Giovanna, regina per un gioco di circostanze e morti precoci, irrequieta e misericordiosa, che non capiva la necessità di mandare tutti al rogo, che conosceva bene il latino, il francese ..
Strana, selvatica una bestia in gabbia e ..
Una combattente, che aveva resistito fino all’ultimo e sempre aveva cercato di aiutarla, anche quando era circondata da spie e sicofanti ..



L’avevano imprigionata, a Tordesillas, dal 1507 in avanti, una Reina, sostenendo che la morte del marito l’avesse fatta impazzire..


Lei, Caterina, aveva sposato Enrico nel 1509 e nella sua felicità ben poco si era curata di rivolgerle un pensiero ..


Che stesse scontando ora?

Morti i figli che Dio aveva concesso a lei e Enrico, sopravvissuta solo Maria, Henry aveva avuto amanti e figli illegittimi ma l’ultima Nan Bullen dagli occhi sporgenti la stava scalzando e stava prendendo il suo posto ..


La Grande Questione, se avesse consumato o meno il matrimonio con Arturo, fratello di Enrico, i tentativi di estrometterla ..


Nan era solo una concubina, lei la legittima moglie di Enrico, potevano avere il potere di allontanarla, da Londra e esiliarla in campagna, lontano da tutti ..


La prigione poteva far ammattire, sull’intarsiato jubè, Caterina pregava.


Le avevano recato la notizia, che dopo l’annullamento del loro matrimonio da parte di un vescovo inglese, Gardiner,Enrico aveva fatto incoronare Nan la Nera, in quel giugno radioso del 1533..

Già sapeva che era incinta ma non credeva che lo scandalo della Cristianità, questo il suo appellativo, osasse .. osasse ..
E lo aveva fatto.



In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum ..


Non lo avrebbe accettato, mai ..


Il 24 giugno 1509, il suo turnom, in un altro mese di giugno, una vita avanti, era stata proclamata regina, portata su una portantina recata sul dorso da due palafreni bianchi bardati di broccato, erra vestita in candido raso, i capelli color oro sciolti sulle spalle e si sentiva un angelo ..
E l’incoronazione l’aveva elevata sopra i comuni mortali, solo gli angeli le erano superiori, era vicina a Dio ..



Un Dio che tornava nell’oratorio, la sua stanza più intima e privata, con le statue delle Sante Barbara, Margherita, Caterina con la ruota e un crocifisso di foggia spagnola.
L’acquasantiera era in argento istoriato, con le iniziali H e C, sotto una corona reale, una testimonianza del passato e del matrimonio .. fragili moniti di un tempo ormai andato.

 
Giovanna era a Tordesillas dal 1509 in avanti, aveva vissuto, le raccontavano, i suoi giorni di Regina vestita di nero, oppressa dalle spie e dalla gente malevole, la volevano piegare e non si piegava ..
 
Era fiera, irreversibile e immutabile, come i Pirenei dalle cime color miele, bella come un tramonto di indaco e zaffiro anche nella sua sconfitta..
 
 
Anche lei era in prigione, per quanto confortevole, non aveva un carceriere come il marchese Denia che si narrava usasse la cuerda con Giovanna quando si ribellava .. torture e crudeltà ..le ossa slogate, i lividi, dolente il corpo mortale.

A lei, Caterina, avevano inviato emissari, ora cortesi, ora minacciosi che volevamo indurla a entrare in convento, accettare l’annullamento per un capriccio carnale di Enrico, Henry, che anteponeva le cose del mondo alla cura della propria anima ..Non avrebbe ceduto, che significava ammettere che per anni era stata solo la puttana di Enrico, lei, una Infanta di Spagna, mettere a repentaglio la legittimità di sua figlia Maria..

Come affermava Giovanna, io non voglio sposare Felipe e lasciare la Spagna, incurante della glaciale disapprovazione della loro madre Isabella, vestita di scuro, sulla testa una suntuosa corona con zaffiri e perle ..

Giovanna era come una perla rara, si trovò a riflettere, la sua ostinazione, la sua malinconia forse tradivano un presagio del futuro, dei tormenti ..?
Allora non ci pensava, amava sua sorella ma il suo temperamento indisciplinato e  mutevole la metteva a disagio ..
Le risate di Giovanna ..
Il suo coraggio quando, ospite con Filippo, alla corte del re di Francia, tradizionale nemico della Spagna, aveva affermato con vigore che non si sarebbe inchinata ..Suo marito era un arciduca, lei una INFANTA ..
Prendessero nota, lei era Caterina Regina di Inghilterra, non la principessa vedova del Galles come or asserivano e sempre lo sarebbe stata..
Come Giovanna sempre sarebbe rimasta REINA, nunc et semper, ora e sempre.
Signore, siam fatta la NOSTRA Volontà.

 

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Capitolo 2
*** L'Avvelenata ***


Il suo stemma araldico era  la melagrana ..


Che rappresentava la fecondità e Granada, che ironia che il falcone di Nan Bullen lo beccasse ..
Rideva per non piangere, come faceva Giovanna ..
La sua ironia, limpida come uno dei diamanti che Isabella loro madre impegnava insieme a altri gioielli del tesoro per finanziare la Riconquista della Spagna da parte dei Re Cattolici oppure le spedizioni nel Nuovo Mondo di Cristoforo Colombo ..
Suntuosa, potente, Giovanna tornava come  un vivido profilo, anche lei sarebbe partita alla caccia di tesori ..
                     
Amazzone ..
Guerriera
Ironica ..
E misericordiosa, lei aveva avuto pena degli arabi convertiti e non dopo la conquista di Granada ..
Non credeva nei roghi dei moriscos .. o degli eretici in generale ..


Era misericordiosa e piena di dubbi, appunto, al contrario della loro madre Isabella.. sposa fedele di un re infedele ..  che si confessava  ed era implacabile .. soprattutto dopo che Ferdinando, passata la breve età fertile di una donna, disdegnava il suo letto.


Giovanna dalle mille battaglie, fertile come un chicco di melagrana.

Compiuta, sapiente con quale facilità si era adattata ai costumi delle lussuriose Fiandre,  parlando il francese e vestendo abiti scollati e con le ricche pellicce di zibellino ..


Lei no.
Dopo decenni sull'isola di Albione parlava ancora inglese con l’accento spagnolo ..
Giovanna che aveva partorito il primo figlio maschio Carlo in un gabinetto, vicino  a lei un suntuoso banchetto e i rumori di una festa da ballo ..
Indomita, ognuna a suo modo ..
Il suo primo figlio maschio, Enrico, era nato il primo gennaio 1511 ..
Il principe del nuovo anno ..
Era morto dopo 52 giorni, allora era iniziato il suo regno delle preghiere ..Il distacco..
Enrico era solo un viziato della sorte, bello e pigro, come Felipe,il marito di Giovanna ..


Non aveva capito il suo dolore, erano appena al principio del suo regno dorato, lei Caterina discendeva da grandi re e certo avrebbe avuto un grande principe .. come prediceva ERASMO ..

A furia di preghiere ne avrebbe avuti una decina ..


Giovanna, eretica per la loro madre Isabella.
Per sei volte aveva portato a compimento la gravidanza e aveva due figli maschi vivi e quattro femmine, dei suoi era sopravissuta solo Maria ..


Il suo destino fino alla morte, essere una regina ..
E Dio era dalla sua, Nan Bullen  aveva partorito una inutile femmina Elisabeth . il 7 settembre 1533 ..

Scendeva amabile l’autunno, un brivido passato ..

Oggi come allora si rifugiava nei libri e nelle lettere, il principe Arturo la aveva definita la sua preziosa diletta e ..
Quanto avvenuto tra loro riguardava essi solo e Dio ..
Come quello che poteva avere fatto Giovanna per salvare la Spagna da suo marito, morto troppo presto .. o troppo tardi.
Di veleno o peste o pazzia?

Solo Giovanna sapeva, qualunque cosa avesse fatto di male la riscontava in prigione ..
Come lei, Caterina..
 
Umile e leale era il motto che si era scelta,quando era salita al trono con Enrico..

Nan invece la plus hereuse, la più felice, come pure “Sarà quel che sarà”, mutandolo da quello della Borgogna ..
Era sicura di sé fino all’eccesso, di sicuro lo aveva irretito .. Aveva avuto molte amanti, né lei si aspettava la sua fedeltà ..
Ferdinando d’Aragona, suo padre, senza andare tanto lontano, aveva avuto un numero imprecisato di figli illegittimi, sempre Isabella aveva ingoiato senza scene ..
Pure aveva sempre distinto le infatuazioni dal rispetto che doveva a Isabella ..


Nan non aveva regola o rispetto, la sua stessa sorella Maria era stata amante di Enrico, prima che tutto quello avesse inizio ..E accusava lei ..svergognata, meretrice.


Aveva sposato Arthur, il principe TUDOR, nel novembre 1501, da quando aveva tre anni la chiamavano principessa del Galles  ..

Lui era poi morto a Ludlow nell’aprile 1502, aveva atteso sette lunghi anni prima di sposare Enrico e diventare chi doveva essere, la regina che era predestinata ..
Vivendo in povertà, lei, Infanta, che suo suocero non le pagava la pensione dovuta come vedova e suo padre Ferdinando, morta Isabella, non aveva più le ricchezze della Castiglia e Giovanna era a Bruxelles ..
Prigioniera, in un dato senso, guardata a vista e additata come pazza …

Certo suo marito voleva governare per lei, un Asburgo, uno straniero e non voleva sottomettersi alle Cortes ..
 
I braccialetti che le aveva regalato Giovanna per il fidanzamento con Arturo erano stati gli ultimi gioielli che aveva venduto, dovevano pur mangiare, lei e il suo seguito ..
Le si era spezzato il cuore, era diventata come un freddo diamante, una goccia d’acqua ..


Il Papa aveva approvato la dispensa che potesse sposare Enrico ..
Il gioco dell’attesa di suo suocero ..sarebbe mai finito?



Giovanna era sbarcata in Inghilterra mentre si recava in Spagna per navi ..
A fatica si erano trovate, entrambe strettamente sorvegliate ..
1506 .. Cercherò di aiutarti hermanita ..
Le iridi lucenti come scuro onice, i capelli che scintillavano di preziosi riflessi, alta e sottile, l’aveva stretta tra le braccia ..
Non dimenticherò, fidati, baciandola. ..

Aveva poi dimenticato lei  Caterina  ..
Perdonami sorella ..


Felipe El Hermoso era morto nel settembre 1506 (pazzia? Peste? Veleno? ..era stata Giovanna a ucciderlo  salvare la Spagna da un Asburgo che voleva spremere quelle terre e le loro ricchezze come forziere per gli Asburgo .. Quien sabe)



L’ultima figlia di Giovanna era nata nel gennaio 1507.
Il suo epiteto di battesimo, Catilina, alla spagnola.
Caterina ....
La figlia più cara, l’ultimo conforto nella prigionia, che nel 1525 aveva sposato il Re del Portogallo, lo zio, il vedovo di Isabella e Maria..
Gli altri erano cresciuti lontano da lei ..
Povera Giovanna.



E povera lei, Caterina, sua figlia, Maria, l’unica sopravissuta, non la vedeva da circa due anni, le tenevano separate per piegarla..
Il dibattito se avesse consumato o meno il matrimonio con Arturo aveva tenuto banco per anni, inchiesta dopo inchiesta ..
Testimoni  affermavano di sì, che il principe era giovane e vigoroso, che era stato in Spagna e che avere moglie era uno spasso (testuali parole dopo la loro prima notte) ..
E altri di no .. che erano troppo giovani ..
La sua dama di compagnia, Dona Elvira e il suo confessore affermavano che non si erano mai congiunti carnalmente.

Lei  medesima, al legato papale, il grasso Cardinale Campeggio aveva affermato a chiare lettere che era emersa intacta dagli abbracci del consorte, come quando era uscita dal ventre di sua  madre ..
Comunque,  serviva?
Il Papa aveva dato la sua dispensa, sia per un matrimonio consumato che non, dopo sette anni aveva sposato Enrico e sarebbe rimasta sua moglie e sua regina fino alla fine ..


Quelli attuali erano cavilli e tribolazioni, non temeva quello che potevano fare al suo corpo ma aveva timore per la sua anima ..



Giovanna era stata picchiata e angariata dal marito, tradita in maniera sfacciata ..
La loro passione era stata incommensurabile e leggendaria .. Appena si erano visti, dopo le nozze per procura, si erano così piaciuti da non aspettare la cerimonia ufficiale e erano andati a letto insieme dopo una frettolosa benedizione ..



Con grave scandalo della pia Isabella loro madre, che anteponeva le cure dello spirito ai piaceri del corpo ..



Giovanna aveva conosciuto la passione, sicuro, Enrico nei primi tempi del loro matrimonio le era stato fedele e la veniva a trovare notte dopo notte .. per il piacere e generare un principe per il trono.



E Isabella di Castiglia, la fiera e indomabile regina, si era dovuta arrendere alle miserie della malinconia, che avevano piegato il suo corpo dopo una serie infinita di lutti.



Giovanna aveva fatto del suo corpo una macchina da ribellione contro i suoi aguzzini, sia prima che dopo ..


Digiunava, rifiutava di lavarsi, non voleva essere rinchiusa ..
Maestosa e serena nelle sue gestazioni, adesso chissà come era ..

Lei, Caterina, era ingrassata, anni di gravidanze e aborti avevano inciso la sua figura, i capelli venati di grigio, non era più la giovane principessa dorata che aveva danzato con una damigella le danze spagnole alla presenza di Arturo e suo padre.

La sua Reina sarebbe rimasta giovane e perfetta nel ricordo, non piegata dal tempo e dalla malinconia ..



Ma certo Enrico non sarebbe più tornato a essere il giovane che aveva sposato, snello e vigoroso ..
Ora era un gigante obeso, convinto che ogni suo desiderio fosse il volere di Dio ..



 
 

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Capitolo 3
*** Di umana Pazzia ***


Poco rilevava quanto facessero a lei, vivere in campagna, un seguito ridotto, essere circondata da spie e sicofanti, avere poche comodità ..


A sopportare le calamità si era abituata nei sette anni di vedovanza, l’intervallo tra la vedovanza e le seconde nozze, era il 1502, terminando nel 1509, quando la sua gente mangiava pesce vecchio o vino economico e doveva far tornare i conti senza soldi, sola, che anche la sua gentile suocera Elisabetta di York era morta.. e suo suocero le lesinava la sua rendita vedovile, suo padre non le corrispondeva la dote dovuta, era una principessa od una lavandaia?


Quello che la faceva impazzire erano le umiliazioni che toccavano a sua figlia Maria, una principessa nata e cresciuta, che era stata declassata  a semplice Lady .. (nel loro mondo, in quel mondo i titoli erano tutto ..), da principessa era .. meno di nulla.

Tutto per fare parte del seguito della sorellastra Elizabeth .. colpa di Nan Bullen, la meretrice dagli occhi rotondi che le aveva declassate.

Maria stava male, aveva spesso febbri e dolori ..
Mi Hija..


Quando era nata, nel febbraio 1516, Enrico era stato contento, finalmente un infante in salute, cui sarebbe seguito l’erede ..
Maria, come sua sorella Maria Tudor, regina di Francia e popi moglie di Charles Brandon, Maria come la Santa Vergine che le aveva fatto quel dono.
Anche la penultima figlia di Giovanna si chiamava Maria,  nata nel 1505, dopo la partenza della Reina per la Spagna e la sua prigionia, non l’aveva più rivista ..
Era stata regina di Ungheria, presto vedova e senza figli ..


I bambini di Giovanna erano stati allevati da Margherita, la sorella di Filippo, tranne Ferdinando e Caterina, i più piccoli.
Margherita, che in prime nozze aveva sposato il principe loro fratello, Giovanni, rimanendo vedova e incinta, partorendo un bambino morto al settimo mese, poi di nuovo vedova di Filiberto di Savoia ..
Aveva poi governato i Paesi Bassi e la vita dei nipoti, in specie del loro nipote Carlo, ora Carlo V imperatore, il bambino che Giovanna aveva partorito in un gabinetto ..



Carlo V, il baluardo contro l’eliminazione fisica sua e di Maria ..
Che poteva muovere guerra a Enrico ..
Lei non lo avrebbe incitato ..


Dio rendesse lode a Giovanna per averlo partorito ..
Era intelligente, indagatore, un devoto cattolico ma crudele e freddo anche davanti alla carne della sua carne ..
Non esitava a tenere sua madre a Tordesillas, che se lei fosse stata in grado di regnare Carlo avrebbe perso il trono e ..


Nel frattempo, Carlo era un terrore per Enrico, che ne temeva, appunto l’invasione, era crudele e dispotico ..


Tanto maggiori sono le umiliazioni in questa vita, maggiore sarà la Glori nel regno dei Cieli ..


Vero, pure l’indomito orgoglio, contro tutto e tutti, non si placava, era un demone che ben conosceva, come Giovanna, pur se variava modo e sostanza ..
Figlie di re, mogli di re, madri di re e regine .. che un giorno Maria avrebbe regnato ..

Mater in Coelum gaudeat ..
Forse, lei, Caterina sua madre ne avrebbe gioito in Cielo ma il Signore era con loro e un giorno Maria, la sua Maria, sarebbe stata Regina d’Inghilterra..


L’anno della sua nascita era giunto al mondo anche il conquistatore Cortes, era il 1485, Giovanna nel 1478..


Anni gonfi di guerre, vita errante, battaglie e istruzione ..
Loro, figlie di Isabella, avevano appreso la Bibbia e il Messale, i classici da Prudenzio a Giovenale passando per Seneca e Agostino ..
Parlavano il latino con proprietà, conoscevano il diritto civile e canonico, genealogia e araldica..
La musica, la danza, il disegno, oltre che le classiche arti muliebri ..
La regina Isabella ricamava le camicie di suo marito Ferdinando e lo stesso aveva fatto lei, Caterina, fino all’ultimo, fino a una imposizione di Nan Bullen ..


Doveva essere lei, che era solo una meretrice, una concubina a ricamare i colletti di Enrico, rispetto a lei, sua legittima moglie e regina, come aveva peraltro stabilito il Papa?
Giovanna, dopo i tradimenti plateali, girava voce che avesse bruciato le camicie riccamente ornate che aveva fatto per Filippo, urlandogli dietro che ci pensassero le sue puttane..



Giovanna
Era l’amarezza a intossicare, non la pazzia ..
La ruota della fortuna, si trovò a riflettere ..
Siamo come i secchi del mulino, uno sale, l’altro scende, uno è pieno, l’altro è vuoto, è la legge della fortuna che nulla possa durare a lungo nello stesso e medesimo stato”, come suggeriva la celebre definizione del romanzo La Celestina..
Tranne che nei loro casi aveva compiuto giri indescrivibili, Giovanna da regina era finita in carcere, tacciata di pazzia, lei, dopo i sette anni di vedovanza, si era trovata innalzata ad astra, salvo precipitare di nuovo nel 1527, quando Nan Bullen aveva iniziato le manovre per irretire Enrico ..



Enrico ..
Da giovane era splendido come il mese di maggio, occhi chiari e capelli e barba biondi con rosse sfumature, una corporatura atletica e potente, sempre pronto al gioco  e al riso, regale, fin da bambino come aveva osservato una volta Erasmo, in visita alla Corte inglese  e lui era solo il secondogenito destinato alla Chiesa..
Chiesa, quella inglese, di cui si era adesso nominato Capo ..
Dove era finito il “principe più bello del mondo”, come lo aveva definito l’ambasciatore veneto Giustiniani?
Dove era in quel gigante obeso, abitato dalle ombre e dai sospetti di ora, dove.. ?


Un pensiero incontrollato le attraversò la mente ..
Era Enrico a essere folle, Giovanna era impazzita probabilmente dopo un quarto di secolo a Tordesillas ..


Lei Caterina si ricordava sempre che erano le figlie di Isabella di Castiglia, il cui coraggio gli arabi avevano paragonato a quello di un uomo, che Giovanna era stata coraggiosa fino all’ultimo anche nella sconfitta e  lei ..

Le pareva una beffa che Cronwell, segretario di Enrico, avesse detto che era un peccato che non fosse nata uomo, tale era il suo ardimento.
Regine e guerriere, sempre e comunque, dure e aspre come freddi brillanti di squisita fattura, nonostante tutto.

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Capitolo 4
*** Sit tibi terra levis. ***


1534
Ancora qualche giorno e sarebbe giunto Natale, ancora Enrico, ormai calvo come Cesare non aveva figli maschi..

Pochi mesi dopo la nascita della garse, ovvero la mocciosa, come l’ambasciatore spagnolo chiamava Elizabeth, Nan Bullen era di nuovo in presunta attesa tranne che nell’estate aveva perso il bambino.
Lei ne era stata lieta, in fondo al cuore era un segno che quelle non erano vere nozze e prima o poi lo avrebbe capito.

Giovanna vedeva segni dove altri non scorgevano nulla e si appellava quasi sempre alla sua volontà.
Tenera madre, chissà cosa rifletteva, a Tordesillas, nel perimetro angusto delle sue stanze di prigioniera.
Raccontavano che ormai avesse i capelli grigi, lo sguardo sparuto e vivesse nei silenzi, senza comodità, quello per colpa del suo carceriere, il marchese Denia, che le negava anche un fuoco acceso in più, una coperta, se non si voleva confessare ..
Ostinata come una capra, la definivano, mentre lei, Caterina trascorreva le giornate tra preghiere e penitenze, sperando che Enrico rinsavisse, dato che il 23  marzo 1534 il Papa aveva dichiarato che il matrimonio tra di loro era sempre stato valido ..
E l’atto di successione, per simbolica coincidenza, appunto recava la data del 23 marzo 1534, stabiliva la validità delle nozze tra Enrico e Nan Bullen, e il diritto dei loro eredi alla successione.
Scemenze, riflettè, facendo scorrere i grani del rosario tra le mani, un raggio di sole che batteva sulla cuffia antiquata, di foggia spagnola, sotto cui erano raccolti i suoi capelli ormai venati di grigio e ferro, il suo corpo pesante era ormai un peso di fatica.  


Lo pensava in latino, lingua che aveva appreso con scioltezza fin dall’infanzia, in cui parlava e scriveva, tra gli altri con il principe Arturo, suo primo marito, che all’epoca del fidanzamento le aveva scritto tenere lettere”..Alla Principessa Caterina .. me plurimi dilecte .. Invero le vostre lettere tracciate dalla vostra graziosa mano mi hanno sì deliziato e reso tanto lieto e felice che quasi m’è parso di vedere Vostra Altezza e conversare con voi e abbracciare la mia sposa diletta..”
Forse dettate, come quelle che Giovanna scambiava e riceveva da Filippo, sbuffando peraltro in modo indecoroso, preferiva stare all’aria aperta, nei giardini della rossa Alhambra di Granada o correre a cavallo, libera almeno per qualche attimo nella foga della corsa.
Al momento delle nozze per procura, era una meraviglia, un gioiello di ineguagliabile splendore, solo il viso tradiva la sua ansietà.
Anche per lei era stato in quel modo, una delle ultime tappe in Spagna era stato il santuario di Santiago di Compostela, ove aveva passato una notte in preghiera, come un antico cavaliere, una pellegrina, umile viandante, come era adesso, come era Giovanna in prigione ..

Sconteremo vivendo i nostri peccati, in questa vita ..
Noi che veniamo da Hesperia, la terra occidentale, come i romani chiamavano la Spagna, ma siamo anche regine e stelle come Espero, la stella della sera..
Fredde ed eterne..
I suoi giorni si andavano spengendo, ma chi l’avrebbe salvata dai beffardi, parafrasando Giobbe ..

Sua colpa memorabile era quella di essere invecchiata prima di Enrico, di non avere avuto figli maschi sopravissuti ..
Ricordò la scena del giugno 1529, quando dinanzi al tribunale legatizio, si era inchinata tre volte davanti a Enrico e lo aveva implorato di darle giustizia e diritto, pietà e compassione, che era  una straniera nata fuori dal suo regno, senza amici o difensori.

Era stata una moglie fedele, obbediente ai suoi desideri, aveva amato i suoi amici, a prescindere le fossero leali  o meno ..
Era vestita di rosso, regale, una Reina combattente, e Cavendish, segretario del cardinale Worseley aveva trascritto le sue parole ..
Era pronta a mettersi da parte ove vi fosse stato un legittimo motivo, ma era stata la volontà di Dio, non un suo peccato, a far sì che i loro figli non sopravvivessero ..
E aveva invocato Dio a testimone sulla vexata quaestio   della sua verginità, se era vero o falso che un uomo l'avesse mai toccata  lo chiedeva alla sua coscienza..
Enrico su quello aveva sempre taciuto.
 
Era finito il tempo del loro legame, in cui a ogni torneo che partecipava con il nome di Loyal Heart (Cuore Leale) portava i suoi colori e esibiva le loro iniziali intrecciate in nodi d’amore..
In cui la melagrana  e il mazzo di frecce, suoi emblemi, figuravano accanto alle rose Tudor rampanti..
Sono solo illusioni, Hermanita, la voce di Giovanna, nella lontananza, l’ultimo loro incontro, nel 1506.
No ..
Aveva avuto ragione lei ..
Enrico era fedele solo ai suoi desideri ..


Perdonami Reina.

Pregava Dio per sua figlia Maria e sua sorella prigioniera..
Ripensando alla natura della ruota della fortuna, gli alti e i bassi del destino.
Parlava con l’umanista Vives e aveva detto che, dovendo scegliere tra due estremi, avrebbe preferito l’estrema infelicità all’estrema felicità, che nella prima vi era sempre qualche occasione di conforto, mentre nella massima spensieratezza era fin troppo facile obliare le cure dello spirito.
Anche lei era  stata profetica.

ADIOS 


Caterina d’Aragona morì il 7 gennaio 1536, le sue esequie furono quelle di una principessa vedova del Galles, non di una Regina d’Inghilterra.
Giovanna di Castiglia lasciò questo mondo il 12 aprile 1555, Venerdì Santo,  a Tordesillas ove era stata imprigionata dal 1509.
Ebbe suntuosi funerali di Stato, in cui il suo nome era celebrato.
 
Carlo V abdicò pochi mesi dopo, e mancò nel 1558.
Cronache apocrife raccontano che, moribondo, invocasse il perdono di sua madre e che era davvero tempo di andare, di tornare da lei.
 

Giovanna è oggi sepolta nella Capilla Real di Granada, con i genitori e il marito e suo nipote Miguel.
Una sua statua è visibile a Tordesillas, i luoghi della sua prigionia possono essere visitati, come la cattedrale di Peterborough, luogo dell’eterno riposo di Caterina.

Sit tibi terra levis.

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