Indice delle storie presenti nella raccolta disomogenea:


1. Capitolo Indice

2. Ricordando Lei (Sirius/Alice; Introspettivo/Sentimentale) ˜Ottava classificata al Contest "Sirius and..." di Ticci.EFP.

3. Quando Regulus Black s’innamorò (Regulus/Lily; Commedia/Romantico)

4. È finita (Igor Karkaroff; Introspettivo/Angst) ˜Seconda classificata al "Harry Potter è bello, ma Magiamorte è meglio!" di Kyra Nott.

5. Quegli occhi belli (Rodolphus/Bellatrix; Introspettivo/Sentimentale)

6. La strana stanza (Hermione/Silente; Commedia/Romantico) ˜Terza classificata al "'Cos Everybody Loves Hermione" di Krixi19.

7. Salve, cugino (Sirius/Bellatrix; Introspettivo/Angst) ˜Prima classificata al "Se ci affidiamo al caso... sono guai!" di BessieB.

8. Il dolore (Fred/Hermione; Introspettivo/Sentimentale/Angst) ˜Prima classificata al "A is for Angst" di MmeBovary.

9. Va bene così (Andromeda Black; Drammatico/Introspettivo)

10. Radio Potter (Lee Jordan; Introspettivo) ˜Prima classificata al "1 Drabble in 1 Week: Queen Contest" di bubi90.

11. L'immagine riflessa (Remus Lupin; Introspettivo/Romantico)

12. La sensazione (Fenrir Greyback; Introspettivo/Drammatico) ˜Prima classificata al "Tell me something about... the Old Generation!" di missmalfoy97.

13. Il vuoto (George Weasley; Introspettivo/Drammatico)

14. L'unico uomo (Bellatrix/Rodolphus; Introspettivo/Sentimentale) ˜Terza classificata al contest "Briciole d'amore" di Evelyne.13211.

15. Tatto (Pix; Introspettivo)

16. Tinta di rosso (Helena Corvonero; Drammatico) ˜Prima classificata al "Drabble & Flashfic - Contest per edite e inedite" di ~frouis.

17. Incontaminato (Draco Malfoy; Introspettivo)

18. Ha gli occhi spietati di chi ha amato sopra ogni cosa (Bellatrix Black; Introspettivo)

19. Come farfalla (Ariana Silente; Introspettivo)

20. Stolto prigioniero (Gellert Grindelwald; Introspettivo) ˜Terza classificata al "20 giorni di Drabble: edite e inedite - secondo filone" di Mary Black.

21. Capostipite del Male (Merope Gaunt; Introspettivo)

22. Il tuo migliore amico (Lee/Angelina; Introspettivo/Slice of life/Sentimentale) ˜Prima classificata al "20 giorni di Drabble: edite e inedite - primo filone" di Mary Black.

23. Eri (Cedric Diggory; Introspettivo)

24. Scherzi? (James/Lily; Commedia)

25. Vinta (Rodolphus/Bellatrix/Voldemort; Introspettivo, Sentimentale)

26. Corri, Calì (Calì Patil; Introspettivo, Angst) ˜Diciassettesima classificata al "Crying with the drabbles" di Alyssa Black.

27. Sentenza (Barty Crouch junior; Drammatico, Introspettivo)

28. Momenti rubati (Fred/Hermione; Commedia, Romantico)

29. Era lei il suo tipo! (George/Tonks; Commedia)

30. La buona società (Blaise Zabini; Introspettivo) ˜seconda classificata al contest Drabble Per Tutti I Gusti +1 indetto da Bellatrix_Black e giudicato da Mitsuki91.

31. Il cinismo degli immaturi (Ginny Weasley; Introspettivo, Triste)

32. Affinità elettive (Theodore/Hermione; Commedia, Triste)

33. Non tremo (Dorcas Meadowes; Drammatico)

34. Non è tempo per noi (Alice/Sirius; Sentimentale)

35. L'Erede (Tom Riddle; Introspettivo)

36. Voi, che avreste dato ogni cosa (Ginny/Dean; Triste, Sentimentale)

37. Quel che a te dà eternità, a me dà fine (Regulus Black; Introspettivo) ˜seconda classificata al contest "3x3 - Tre Prompt x Tre Storie" di Lui_LucyHP.

38. Si può amare un fantasma? (Helena/Tom; Introspettivo, Angst)

39. Arresa mai (Alice Paciock; Drammatico, Introspettivo)

40. Avvolto nelle tenebre (Remus Lupin; Introspettivo, Angst)

41. L'aurora (Teddy Lupin - Teddy/Victoire; Introspettivo, Romantico)

42. Era il potere (Tom O. Riddle; Introspettivo)

43. I Malandrini e l'orientamento professionale! (Sirius Black, Remus Lupin, Peter Minus, James Potter; Slice of life)

44. Mi appartieni, anche domani (Dorcas/Evan; Introspettivo, Angst)

45. La sfida (Sorpresa; Angst, Erotico, Introspettivo, Drammatico, Dark, Sentimentale, Horror)

46. Lui vive in te (Tom/Hermione; Introspettivo, Angst, Dark)

47. Tu, come tutti (Remus Lupin, Sirius Black; Introspettivo)

48. Le rovine di marzo perduto (Remus/Lily; Angst)

49. In fin di vita (Helena Corvonero, Voldemort; Introspettivo, Angst)

50. Lily Evans e il mestiere più duro del mondo (essere la fidanzata di James Potter) (Lily/James, i Malandrini; Slice of life, Commedia)

51. Nel buio (Sirius Black; Introspettivo, Angst)

52. Un imbecille come amico (Sirius Black, Remus Lupin; Slice of life)

53. Colpi di inganno (Merope Gaunt; Drammatico)

54. Passi d'ombra (Neville/Ginny; Angst, Introspettivo)

55. Nonostante tutto (Arabella Figg; Introspettivo, Angst)

56. Incastrati (Dorcas/Evan; Introspettivo, Drammatico)

57. Senza – (Sirius Black; Introspettivo, Angst)

58. Negli stessi errori (Helena Corvonero, Tom O. Riddle; Introspettivo, Angst)
 

Ricordando Lei

I.

Quel pomeriggio eri in riva al Lago, rimuginando in silenzio.

“Black?” chiese una ragazza.

Ti voltasti, scrutando la figura vagamente conosciuta.

“In carne e ossa!” scherzasti ghignando.

Notasti le sopracciglia della ragazza inarcarsi e il tuo ghigno s’ampliò.

“Bene, questa è per te,” s’avvicinò, porgendoti un rotolo di pergamena.

“Che roba è?”

“Non sono una civetta, Black,” sbottò con poco garbo.

“Avrei giurato il contrario!”

Lei assottigliò lo sguardo e pensasti che, in quella posa, fosse davvero bruttina.

“Mi chiamo Sirius, comunque!” urlasti senza motivo quando lei ti voltò le spalle.

“Alice,” urlò a sua volta, marciando verso il Castello.



II.
 

“Black?”

“Sirius.”

Alice sorrise e tu sorridesti con lei. Le vostre dita s’incastrarono e le tue labbra s’avvicinarono alle sue.

“Sirius,” mormorò arrossendo. “Non… non qui.”

Avevi quindici anni e una voglia matta di baciarla.

“Perché?” chiedesti.

“Perché siamo in un corridoio.”

“Quindi?” insistesti.

“Quindi… è un corridoio, Sirius!” esclamò piccata e spazientita.

Poi fece quella cosa: assottigliò lo sguardo. La osservasti e ridesti.

“Cos’hai da ridere?”

“Sei proprio brutta!”

“Cosa?” gli occhi erano ormai ridotti a fessure e la sua voce era particolarmente acuta.

“Te l’ho detto,” ripetesti. “Sei brutta!”

“Tu sei brutto,” affermò offesa e poi ti baciò.

III.

“Paciock?”

“Frank.”

“Ma tu sei mia,” affermasti rabbioso.

“Tra noi è finita da mesi.”

“Era solo una pausa,” l’avvicinasti a te. “Io voglio te, voglio solo te.”

“Non è vero,” sibilò. “Lui è dolce e io sono più importante dei suoi amici,” il suo sguardo s’accese, “per lui esisto solo io.”

“Te ne pentirai,” urlasti quando andò via. “Impazzirai senza di me.”

La tua mente non cancellò mai quell’episodio, e divenne la tua reale condanna quando delle guardie ti sbatterono una copia della Gazzetta in pieno volto. Sfogliasti le pagine avido di notizie e scopristi che lei era impazzita davvero.

Personaggi: Regulus Black, Lily Evans, Barty Crouch junior, Sirius Black, James Potter, Horace Lumacorno
Tipo di coppia: Het, Crack pairing
Coppia: Regulus/Lily
Note: What if, Raccolta
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Commedia, Romantico
Rating: Verde
Introduzione: Regulus Black ha quattordici anni, una strada da seguire e tanti preconcetti. E se ci fosse qualcuno capace di indurre il secondogenito di Walburga Black a dubitare delle proprie convinzioni? L’infatuazione, nell’età adolescenziale, non sempre può essere razionale e controllata.
NdA: la storia è ambientata al quinto anno dei Malandrini, dunque il quarto anno per Regulus e il terzo per Barty. Ho immaginato che Barty e Regulus avessero un legame abbastanza stretto, nonostante l’anno di differenza, perché entrambi appartenenti a due importanti famiglie del mondo magico, ho presunto che si conoscessero già da prima di Hogwarts. Riguardo al Lumaclub, invece, dai libri sappiamo con certezza che sia Regulus che Lily ne facevano parte, per Barty ho preso una piccola licenza, che non credo molto improbabile, dato che Lumacorno sceglie i pupilli in base al talento e alle conoscenze e Barty aveva sia il talento (sappiamo che si diploma in tutte le dodici materie) che le conoscenze (essendo figlio di chi, all’epoca, era il probabile futuro Ministro della Magia).

Quando Regulus Black s’innamorò

“C’è una cosa che non capisco,” esordisti un giorno.

“Sarebbe?” chiese Barty, senza sollevare gli occhi dal suo tema.

“La Evans.”

“Chi?” chiese scioccato, costretto a trascurare il compito di Incantesimi.

“Hai capito,” liquidasti senza particolare enfasi, mentre i tuoi occhi indugiavano sui capelli rossi di Lily Evans, che spiccavano tra i tanti capelli anonimi del tavolo Grifondoro.

“Non dovresti nemmeno nominarla, quella,” sputò rabbioso Barty, esibendo una smorfia disgustata.

Inarcasti le sopracciglia: era complesso dar torto a Crouch.

“Ѐ una Sangue Sporco,” convenisti. “Eppure è la pupilla di Lumacorno, esattamente come noi.”

“Regulus Black,” t’ammonì Barty, “finisci il tema.”

*

“Regulus, mio caro ragazzo, c’è forse qualcosa che ti turba?”

“Ovviamente no, professore.”

Lumacorno parve soddisfatto della tua risposta e tu ne profittasti per allontanarti dalla folla.

Detestavi la folla, così marcia, così opprimente.

Le festicciole di Lumacorno erano tutte uguali: lunghe, snervarti e stancanti.

“Quello è il mio posto, Black,” t’ammonì qualcuno, mentre t’apprestavi ad accomodarti.

“Non m’interessa,” affermasti seccamente e ti sedesti.

“Sei un gran maleducato,” continuò la studentessa, “proprio come tuo fratello.”

Quelle ultime parole ti punsero come odiosi aghi. T’alzasti e finalmente guardasti in viso la tua molesta interlocutrice.

“Evans.”

“Black.”

“Smettila di ripeterlo, lo sporchi.”

*

“Perché guardi ancora quella?”

“Conosce Sirius.”

“Non mi stupisce,” asserì beffardo Barty.

Lo guardasti e ghignasti assieme a lui. Eravate seduti ai piedi di un albero, nei pressi del lago nero.

“Ho visto Piton parlarci, l’altro giorno,” dicesti, il ghigno ormai sfumato.

“Piton è un debole”, affermò. “Si fa trattare peggio di un Babbano dalla cricca di tuo fratello.”

Quelle parole ti ricordarono lo scontro con Lily, sorridesti senza un perché.

“Sai cosa mi ha detto la Evans?” chiedesti retorico, osservando Barty inarcare le sopracciglia. “Che sono maleducato come lui.”

“Lui chi?”

“Sirius.”

“Avresti dovuto schiantarla.”

Al suggerimento, ridesti leggero.

*

Sangue Sporco. Così l’aveva apostrofata Piton, finalmente secondo Barty.

La vedesti andare via dignitosa come sempre.

La seguisti e non t’accorgesti d’essere stato intercettato dallo sguardo allibito di Sirius.

I passi sempre più celeri la inseguirono: Lily correva, convinta di essere sola.

“Evans.”

“Chi è?”

Si voltò di scatto, immobile nel bel mezzo del corridoio, aveva gli occhi lucidi e l’espressione ferita.

T’immobilizzasti anche tu, guardandola troppo. Perché fermarla? Cosa credevi di fare?

“Che vuoi?” sbottò, tentando di ricomporsi.

“Niente.”

Lei sorrise senza gioia.

“Sarai orgoglioso, immagino,” insinuò. “Di Piton.”

“Ѐ un debole,” affermasti rievocando Barty.

Lei s’ammutolì, tu scappasti.

*

Non raccontasti a nessuno d’aver seguito Lily, neanche a Barty.

“Vedrai che rinsavisce anche Lumacorno,” disse Crouch a pranzo. “E quella torna con la sua razza.”

Inforcasti con cattiveria un pezzo di carne e lo portasti alla bocca.

Due ore dopo eri in corridoio, diretto alla terza lezione giornaliera.

“Regulus.”

Un brivido ti percorse, ti voltasti esterrefatto: non t’eri sbagliato.

“Sirius.”

“Come stai?”

“T’interessa?”

Lui ghignò e ghignasti anche tu. Lo sapevate, che non eravate così diversi.

“Toglietela dalla testa.”

“Chi?”

“Lily Evans.”

“Cos’è? Hai paura che al caro James si spezzi il cuore?” sputasti rabbioso.

“Potrebbe spezzarsi il tuo.”

*

Non riuscivi a capire perché Sirius s’era interessato a te. Una spiegazione c’era, ma era assurda.

Non contavi più di Potter, non per Sirius, ne eri più che convinto.

“Black,” chiamò qualcuno alle tue spalle.

Sobbalzasti, lasciando che la tua elegante civetta volasse via.

“Evans.”

“Ѐ per te,” disse porgendoti una pergamena. “Lumacorno,” t’avvertì.

L’afferrasti elettrizzato e srotolasti celere l’invito: una festa.

“Ci vieni con me?”

“Cosa?”

Deglutisti e la guardasti: era bella Lily.

“Alla festa, ci vieni con me?”

“Credi sia stupida?” s’infervorò arrossendo. “Cos’hai in mente?”

“Io… niente,” rispondesti perplesso.

“N…”

Basta, decidesti, doveva smetterla, e la baciasti.

*

“Tu hai qualcuna per la testa,” affermò Barty, dall’alto dei suoi tredici anni.

“Non so di cosa parli,” rispondesti, sistemandoti la giacca di pelle di drago.

Eravate quasi nei pressi dell’ufficio di Lumacorno.

“Avanti, chi è?” incalzò ghignando. “Non sarà qualche tua cugina di chissà quale grado, spero.”

Esibisti una smorfia contrariata e Barty rise impudente.

“Miei cari ragazzi, era ora,” vi accolse Horace.

Sorridesti e t’avviasti verso l’angolo meno affollato della stanza, peccato che degli occhi verdi infransero il tuo proposito di tranquillità.

Lily ti salutò con un mezzo sorriso e scappò via.

L’avevi baciata, lei non t’aveva rifiutato.
 

*

“Evans, ehi, fermati!”

“Che vuoi?” chiese irritata.

“Esci con me?”

“No.”

Senza un perché, sorridesti. Immobile a pochi passi da loro, nascosto da una colonna, avvertisti una meravigliosa sensazione invaderti.

“Ma perché no?” insistette James, afferrandole il polso.

“Lasciami, Potter,” ringhiò Lily.

“Infatti, Potter, lasciala.”

I due Grifondoro si voltarono sorpresi verso di te, cogliendo la tua espressione irata.

“Sparisci, Black.”

“Sparisci tu, Potter.”

“Cerchi rogne?” chiese lasciando Lily per voltarsi ghignando verso di te.

“Sempre, quando vedo idioti Grifondoro in giro.”

“Ora basta,” ordinò Lily.

“Come vuoi, Evans,” convenne James. “Ringrazia di essere il fratello di Sirius,” aggiunse arrogante.

*

Odiavi Potter quanto Sirius l’adorava.

Eri solo, seduto pensieroso in riva al lago.

“Ciao.”

Una figura si fermò presso di te, aveva indosso i colori Grifondoro e folti capelli rossi.

“Cosa vuoi?” sbottasti.

Per Salazar pensasti, lei ha il sangue sporco.

Lily alzò le sopracciglia e si sedette accanto a te.

“Certo che sei strano.”

“E tu maleducata, nessuno ti ha invitata,” ribattesti.

“Questo è un luogo pubblico, Black,” puntualizzò Lily.

Tuo malgrado, sorridesti.

“Cosa vuoi, Evans?”

“Un consiglio.”

La guardasti perplesso.

“Concederesti una seconda possibilità a qualcuno?” chiese.

“Dipende dal qualcuno.”

Lei annuì, si avvicinò maliziosa e ti baciò.
 

Personaggi: Igor Karkaroff, Voldemort, Mangiamorte
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Avvertimenti: Tematiche delicate
Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Genere: Introspettivo, Angst
Rating: Giallo
Introduzione: Igor Karkaroff è un uomo infido e opportunista, incapace di essere fedele a un qualsiasi ideale. Al ritorno di Voldemort, il suo tradimento lo costringerà alla fuga, una fuga che si rivelerà tuttavia incapace di salvargli la vita
NdA: la storia si è classificata seconda al contest Harry Potter è bello, ma Mangiamorte è meglio! indetto da Kyra Nott.

È finita

Li senti: sono ancora lontani. Rabbrividisci. Loro sono qui per te.

Sei rintanato in un bugigattolo fetido, al buio.

Li senti: s’avvicinano. Deglutisci. Anche Lui è qui per te.

Sul pavimento malandato c’è una piccola pozzanghera: la sovrasti e il tuo riflesso t’appare, mostrandoti un uomo troppo invecchiato.

Indietreggi terrorizzato. Quello lì, sibili a te stesso, non puoi essere tu.

Forzano la porticina del bugigattolo. Sobbalzi.

Sei freddo, un formicolio t’infastidisce il basso ventre: hai stupidamente bisogno d’un bagno.

Li vedi: la porta s’è spalancata.

“Igor, non c’inviti ad entrare?” ti schernisce Voldemort.

T’è concesso un ultimo pensiero: è finita.





 

Quegli occhi belli

Settembre 1967

“Benvenuto in Serpeverde, Rodolphus Lestrange,” affermò una ragazza che sfoggiava la spilla da Prefetto.

“G-grazie,” balbettasti, come non t’era mai successo.

Avevi undici anni e non eri capace d’amare né di desiderare, eppure lo sguardo sicuro e attento di quella studentessa, che t’aveva già voltato le spalle, s’incise nella tua memoria, divenendo l’oggetto dei tuoi sogni più burrascosi.

“Chi è lei?” chiedesti a un ragazzino poco più grande di te.

“Bellatrix Black,” sussurrò. “Non farla mai arrabbiare,” consigliò con veemenza.

Ricordi che avresti dovuto rabbrividire all’ammonimento o distogliere lo sguardo dalla folta chioma di Bellatrix, ma sorridesti ammaliato.

*

Dicembre 1973

Avevi diciassette anni e guardavi tuo fratello danzare con la donna dagli occhi belli.

Sono una splendida coppia disse qualcuno, e un crudele mostro s’impossessò di te a tradimento.

Senza riflettere ti gettasti nella mischia e afferrasti Bellatrix con foga, strappandola dalle braccia di tuo fratello.

“Rodolphus,” t’ammonì a denti stretti Rabastan.

“Ti amo,” affermasti incrociando lo sguardo di Bellatrix.

In quegli occhi, ammirasti terrore e sorpresa danzare assieme.

“Rodolphus,” ripeté nervoso Rabastan.

“Sposami,” incalzasti guardandola, ignorando tuo fratello e chiunque altro.

“Sai danzare, Rodolphus?” chiese improvvisa Bellatrix.

Tu annuisti, lei rise di malizia.

Danzaste tutta la notte.

*

Settembre 1978

Era tua, tua davvero. L’avevi sposata e ora riposava accanto a te, nel vostro letto, stremata dal tuo amore.

La guardasti dormire, le palpebre pesanti calate a coprire gli occhi belli.

Silenzioso, t’avvicinasti a lei, percorrendo con l’indice destro i tratti marcati del suo volto.

Lei, addormentata, inclinò il viso al passaggio del tuo dito, accompagnandoti.

Sorridesti e le accarezzasti delicatamente le palpebre.

“Siano maledetti i tuoi occhi,” mormorasti, “che mi hanno stregato e tagliato in due.”

Tremasti nel sussurrare quelle parole, forse lo sapevi già, che lei non t’amava quanto tu amavi lei.

“Sei mia, signora Lestrange.”

Personaggi: Hermione Granger, Albus Silente
Tipo di coppia: Het, Crack pairing
Note: Nonsense, Raccolta, Missing Moment, What if?
Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Genere: Commedia, Romantico
Rating: Verde
Introduzione: Hogwarts custodisce innumerevoli misteri e dietro ogni arazzo, dietro ogni porta, potrebbe esserci la chiave d’accesso a un’inaspettata e nuova avventura.
NdA: la storia si è classificata terza al contest Cos Everybody Loves Hermione di Krixi19. A ispirarmi sono stati il film Casper del 1995 diretto da Brad Silberling e Peter Pan.

La strana stanza

Una ragazza dall’aria corrucciata e crespi capelli bruni s’affacciò un giorno all’interno di una strana stanza.

La strana stanza era piccola e tonda, la ragazza pensò di non essersi mai imbattuta in quel luogo e non seppe spiegarsi come vi fosse arrivata.

“Che strano posto,” mormorò.

“Perché strano?” chiese una voce.

La ragazza sussultò e si guardò intorno stranita.

“Chi ha parlato?” domandò incerta.

Ma nessuna risposta giunse.

Certa di aver immaginato tutto, Hermione Granger abbandonò il luogo e s’immerse nei caotici corridoi di Hogwarts, tuttavia né scale né incontri seppero cancellare la misteriosa voce dalla memoria della strega.

*

“Non te lo dico,” affermò Hermione.

“Perché?” incalzò Ron.

“Non è affar tuo,” sbottò lei, uscendo spazientita dalla Sala Comune.

“Nessuno l’ha invitata, ci scommetto la mia gobbiglia preferita,” insinuò Ron.

“Dobbiamo studiare,” disse Harry, chiudendo il discorso.

Ignara, Hermione marciava arrabbiata lungo il corridoio, completamente dimentica del coprifuoco.

Fu un miagolio a riportarla alla realtà.

“Oh, no,” biascicò preoccupata.

Iniziò a correre sperando di allontanarsi dalla gatta di Gazza, conscia di poter sopportare tutto a eccezione di una punizione. Ironia della sorte, i passi la condussero di nuovo in quella strana stanza.

“Sei tornata!” esclamò una voce già udita.

*

“Non sono tornata,” disse.

“Però sei qui,” affermò entusiasta la voce.

“Per caso,” precisò.

In risposta la voce ridacchiò, o forse fu qualcuno a ridacchiare.

“Cos’hai da ridere?” chiese Hermione scrutando l’ambiente.

Non ebbe risposta, ma la risata echeggiò ancora nella piccola e tonda stanza. La strega sbuffò e si sedette in terra, convinta d’essere impazzita.

Sentire voci – le sussurrò la coscienza – non è affatto normale.

Neanche pensare questo – le sussurrò la rivale della coscienza – lo è.

“Sono pazza,” soppesò impaurita.

“Non sei pazza.”

“Invece sì.”

“No! Se lo dico io, devi fidarti.”

“Tu non esisti!”

La voce rise ancora.

*

Hermione corse via dalla strana stanza e trascorse cinque giorni a rimuginare su quanto accaduto.

Devi tornarci suggerì la coscienza e Hermione, seppur titubante, acconsentì.

“Homenum Revelio,” sibilò entrando, ma non accadde niente.

“Non funziona con me.”

“Chi sei?”

“Mi chiamo Albus, e tu?”

“Dove sei?”

“Prima tu,” precisò offesa la voce.

“Cosa?”

“Ѐ il tuo turno! Chi sei?”

“Hermione.”

“Piacere mio, Hermione.”

“Ora rispondimi,” incalzò. “Dove sei?”

“Qui.”

“Dove?”

“Qui, davanti a te.”

Hermione s’accigliò nel notare che un giovane appariva dinanzi a lei: dapprima bianco, poi di un tenue grigio, sino ad assumere le sembianze di un ragazzo reale.

*

“Ora mi vedi?” chiese il ragazzo.

“Sì,” rispose Hermione. “Sei… vero?”

Albus scrollò le spalle. Era un quindicenne poco più alto di Hermione, dall’esile corporatura e corti capelli rossicci, ma il dettaglio fisico che più risaltava era lo sguardo: occhi di un azzurro chiarissimo, che scrutavano con attenzione e curiosità la strega.

Hermione, involontariamente, dedicò la propria attenzione a quello sguardo, percependo un’insolita sensazione di familiarità.

“Perché non parli più?”

Hermione non rispose e Albus ridacchiò. Dall’esterno si udì il suono della campanella che avvertiva la ripresa delle lezioni, Hermione al suono sobbalzò, mentre Albus esibì un’espressione delusa.

“Tornerai?”

“Sì.”

*

Hermione fu di parola: fece ritorno più volte alla strana stanza, tantoché divenne un’abitudine quotidiana.

“Povero Neville, non dovreste permettere a un professore di comportarsi in questo modo,” commentò Albus un pomeriggio.

Erano entrambi seduti sul pavimento a gambe incrociate, l’uno di fronte all’altra. Hermione parlava molto con Albus, forse persino troppo.

“Abbiamo provato a fare qualcosa, Harry ha più volte sfidato Piton.”

“Mi piace questo Harry,” commentò con convinzione.

Hermione sorrise.

“Anche tu gli piaceresti.”

"E a te piaccio?"

La strega arrossì e smise di guardare Albus, che parve a sua volta imbarazzato.

Per quel pomeriggio, nessuno più parlò.

*

“Albus, ci sei?”

“Sei tornata!” esclamò sorpreso, apparendo dal nulla.

Hermione, ormai abituata ai suoi modi da fantasma, non si scompose.

“Devo dirti una cosa,” esordì incerta, notando Albus intento a osservarla con insistenza. “Domani… ecco…”

“Domani abbiamo gli scacchi, ti devo insegnare a giocare,” affermò con veemenza Albus.

“Ecco,” riprese lei, torcendosi le mani. “Non posso venire.”

“Perché?”

“C’è il Ballo del Ceppo, lo sai, te l’ho detto,” rispose con un pizzico d’ansia.

“Ma è di sera,” ribatté Albus.

“Durante il pomeriggio devo prepararmi…” s’interruppe improvvisa.

Albus era svanito, congedandosi con un’espressione risentita.

“Albus”, chiamò Hermione. “Albus,” tentò invano.

*

Quando giunse la sera del Ballo del Ceppo, la Sala Grande pullulava di studenti in abito da sera.

“Sei pelissima,” affermò ammaliato Krum, sorridendo verso Hermione.

“Grazie,” squittì lei imbarazzata.

Viktor le strinse dolcemente la mano e la condusse al centro della Sala adibito a pista da ballo.

La musica partì e le quattro coppie privilegiate aprirono le danze.

Hermione avvertì una strana sensazione nascere in lei: contentezza, o forse eccitazione.

Eppure, nonostante il sorriso esibito, nonostante l’invidia suscitata in tante ragazze presenti, a Hermione mancava qualcosa, mancava la voce.

Mentre volteggiava con inaspettata grazia, immaginò di danzare con Albus.

*

“Non sei tornata,” sussurrò qualcuno a Hermione, quando le danze avevano lasciato posto al banchetto.

Lei sussultando si voltò.

“Albus,” gracchiò. “Tu…”

Lui la interruppe: le sorrise, s’inchinò e le porse la mano, ignorando i curiosi.

“Mi concede questo ballo, signorina?”

“Sì.”

Nel toccare la mano di Albus si stupì nel percepire un contatto vero.

S’avviarono al centro della Sala con la musica ad accompagnare inaspettatamente la loro audacia.

Hermione avvertì una sensazione sconosciuta quando lui la strinse a sé.

“Perché riesco a toccarti?”

“Non lo so.”

“Come sei uscito dalla stanza?”

“Non lo so.”

“Perché sei qui?”

“Per te.”

*

Se le avessero chiesto di Viktor, non avrebbe saputo rispondere, Albus aveva calamitato la sua totale attenzione.

“Albus,” chiamò. “Sei vero?”

In risposta Albus l’abbracciò. Hermione poggiò il mento sulla sua spalla, chiuse gli occhi e godé di quel contatto intimo, diverso, inaspettato, che esigeva tutto.

“Hermione,” sussurrò titubante. “Posso baciarti?”

Hermione arrossì, ingoiò a vuoto, rabbrividì di aspettativa.

Albus, che interpretò quell’imbarazzo come un assenso, si fece coraggio e s’avvicinò a lei, avvertendo uno strano calore diffondersi in lui. Deglutì più volte e inumidì nervoso le labbra prima di sfiorare quelle di Hermione in un bacio impacciato e insperato.

*

Alcuni giorni dopo il Ballo, un anziano mago raggiunse la strana stanza. Ne scrutò le pareti vuote e sospirando agitò la bacchetta, recitando a voce bassa una formula magica: su una parete apparve l’immagine inanimata di un quindicenne dagli occhi azzurri.

Albus Silente ricordava bene il giorno in cui aveva ritratto se stesso e stregato la propria immagine: all’epoca s’era trattato di un gioco per preservare il se stesso adolescente in eterno, non credeva che l’immagine potesse animarsi.

Quando l’uomo mormorò un’altra formula, l’immagine svanì.

Qualche ora dopo, Hermione tornò alla stanza.

“Albus,” chiamò sorridente.

Ma la voce non rispose.

Personaggi: Sirius Black, Bellatrix Lestrange
Coppia: Sirius/Bellatrix
Tipo di Coppia: Het, Crack pairing
Note: Raccolta, Missing Moments
Avvertimenti: Tematiche Delicate
Contesto: Durante l’infanzia di Harry
Genere: Introspettivo, Angst
Rating: Arancione
Introduzione: “Cosa vuole ogni donna? Tu, Bellatrix, ne vuoi di più.”
NdA: la storia si è classificata prima al contest di BessieB Se ci affidiamo al caso... sono guai!

Salve, cugino

Cosa vuole ogni donna? Tu, Bellatrix, ne vuoi di più.¹

Tu hai sempre voluto di più, e un desiderio s’impossessa di te quando t’accorgi che è lui il nuovo ospite.

“Black, feccia, crepa con la tua razza,” ringhia un Auror.

Sirius viene scaraventato nella sudicia cella.

Lo guardi: lui è curvo, la testa china e l’aria stravolta: ti piace, così vulnerabile, così sconfitto.

Ti sollevi da terra, mentre Sirius poggia la schiena alla parete e copre il volto con le mani.

“Salve, cugino.”

Lui non dà segno d’averti sentita, sembra morto. Ma tu sai che respira ed è questo l’importante.

*

“Salve, cugino.”

È il quarto giorno che Sirius condivide la cella con te.

Sono quattro giorni che tu, Bellatrix, hai compagnia e una nuova missione da compiere.

Lui continua a fingersi un cadavere: disteso sulla fredda pietra, pallido, sporco e fetido.

Decidi di avvicinarti, i tuoi piedi nudi calpestano prima la pietra e poi la schiena di Sirius.

“Salve, cugino,” insisti.

Ti ignora, e tu lo scuoti con il piede destro.

Ti ignora ancora, e tu irata scalci contro il suo busto.

Quando geme di dolore, smetti di colpirlo.

“Salve, cugino,” ripeti.

“Va’ via,” ringhia.

Ma tu sorridi maligna.

*

I Dissennatori vi tormentano continuamente, siete carne fresca e succulenta.

A te loro non procurano fastidio, sono creature affascinanti.

Ma lui non è come te: Sirius odia i Dissennatori, non sa comprenderli.

“Sei sciocco, cugino,” affermi un pomeriggio.

Lui t’ignora, come sempre.

“Hai paura di me?” sibili spietata.

Sirius ti rivolge uno sguardo colmo d’odio e disprezzo, e ancora una volta ti piace.

“Mi fai schifo, non paura,” ringhia.

“Buffo,” insinui con vocina infantile. “Sei qui per il mio stesso motivo,” prosegui mentre t’avvicini ingorda a lui, strisciando i piedi in terra. “Omicidio.”

Lui, reso folle dalla rabbia, ti aggredisce.

*

“Non sono come te,” urla furioso.

Sogghigni estasiata.

Sei incastrata tra lui e la parete, e avverti il gelo pungere la pelle della schiena.

Il volto di Sirius è a pochi centimetri dal tuo, puoi percepire il fetore del suo alito e l’unto dei suoi capelli.

“No, cugino,” convieni con tono provocatorio. “Non sei come me, io lo so.”

Sirius ti guarda, leggi lo smarrimento nei suoi occhi e decidi d’approfittarne.

Lo baci, Bellatrix. Sei aggressiva e pretenziosa, e lui per pochi attimi s’arrende a te.

“No,” urla.

Disgustato, pulisce con la manica insozzata la bocca, ma tu ridi tronfia.

*

“Cos’hai, cugino?”

“Sta’ zitta,” ringhia.

È sciupato, sporco e svuotato. Tu al contrario sei in perfetta forma.

T’avvicini a lui esibendo un ghigno beffardo. Lui celere si allontana.

“Hai davvero paura di me.”

“Mi fai schifo,” scandisce con lentezza.

“E perché mai?” chiedi canzonatoria.

“Perché?” ripete con disprezzo. “Mi chiedi anche perché?” incalza sputando ai tuoi piedi, e tu sai cosa sta per accadere. “Sei un’assassina, una Mangiamorte. Tu e quei bastardi dei tuoi compari. Tu e quel figlio d’un cane di Voldemort.”

“Cos’hai detto?” gracchi allucinata, mentre una furia incontrollata cresce in te. “Traditore.”

L’aggredisci e lui aggredisce te.

*

Nessuno è intervenuto, nessuno ha impedito che v’uccideste.

Solo i Dissennatori vi hanno degnato d’attenzione: siete stati un generoso pasto.

Sei ferita: le labbra insanguinate, ematomi sparsi sul corpo e la veste nera strappata.

Lui ha solo un graffio a deturpargli il volto, ma l’apparenza è ingannevole.

Le ferite di Sirius sono invisibili e tu, Bellatrix, le hai rese infette e ancor più dolorose.

“Non ho tradito James,” sussurra.

Sta cedendo.

“Lo so.”

Ti guarda sorpreso, ancora.

“Come fai a saperlo?”

“Sei troppo sciocco, cugino, sei sempre stato un traditore.”

“Perché parli con un traditore?”

Ghigni.

“Tempo al tempo, cugino.”

*

È notte, hai freddo.

Tu e Sirius non avete diritto al letto.

Tu e Sirius dovete accontentarvi del pavimento in pietra.

Pagheranno tutti pensi ogni istante, e il primo a pagare sarà lui.

A gattoni strisci verso la parete opposta, dove lui dorme.

La bramosia cresce in te e tu, Bellatrix, baci Sirius una seconda volta.

Sei irruenta e aggressiva, sei famelica.

Lui si sveglia d’improvviso.

Le sue labbra tentano invano di serrarsi.

Le sue mani s’aggrappano alle tue spalle, ti respinge e tu resisti, artigliando la sua schiena.

Lottate e vi desiderate come belve.

Quella notte, lui ha ceduto.

*

“Perché?”

Non rispondi.

“Perché?”

Lo guardi disgustata.

“Che tu sia maledetta, Bellatrix Lestrange.”

Lui smette di guardarti e s’allontana.

Quella notte l’hai consumato: le sue ferite bruciavano, dolevano e tu ridevi, ridevi perché soffriva.

“Sono un mostro,” ringhia contro se stesso.

“Un mostro, cugino?”

Solleva lo sguardo e leggi in quegli occhi sia la lotta che il desiderio.

Ridi beffarda: lui è morto davvero, hai fatto a pezzi la sua anima, le sue convinzioni e la sua sciocca morale.

“Cosa direbbe James, cugino,” sibili, “se sapesse?”

Il terrore e il rimorso spazzano via il desiderio.

Tu hai ucciso Sirius Black.

*

Non sai come e non sai perché, ma un terribile desiderio continua a scuoterti, ancora.

Lui ti ha cercata nella notte, come il più esperto dei predatori.

Tu non sei una preda, eppure hai finto d’esserlo per lui, tutta la notte.

Ora sei sola, batti i pugni contro la parete e urli, urli sino a farti mancare il fiato.

Lui non c’è, l’hanno portato via, lontano da te.

E tu, Bellatrix, ti ripeti che il tuo dolore non è dato dalla mancanza.

Ma una certezza ti consuma e urli sempre più forte.

Tu hai ceduto.

Lui ha ucciso Bellatrix Lestrange.

¹ Citazione ispirata alla frase “Che cosa vuole ogni uomo? Io ne voglio di più” tratta dal film Troy del 2004 diretto da Wolfgang Petersen.

Risultato del Contest:

Grammatica: 10\10
Nessun errore\svista. Non segno le ripetizioni come errori di tipo grammaticale, dato che le tue NDA spiegano il perché del loro uso.
Caratterizzazione: 10\10
Ecco, aspetta un secondo, il tempo di terminare l’altare in tuo onore. Ok, ho finito. Dicevamo. Ecco, questa storia è un inno all’IC, nessuna sbavatura nella caratterizzazione dei personaggi. Ottimo lavoro, mia cara. Bellatrix è fantastica, ovviamente. Ma quello che mi ha stupito di più è stato Sirius, se devo essere sincera. Non lo amo particolarmente, come personaggio, e non riesco a vederlo completamente IC con Bellatrix. Sei riuscita a farmi cambiare idea :D
Originalità: 10\10
Anche qui, mi hai sorpresa. Hai trovato un modo graziosissimo di rendere originale un Pairing che è stato trattato in tutti i modi possibili. Non ho mai letto qualcosa del genere, mi hai davvero sorpresa. Non me lo aspettavo.
Gradimento personale: 10\10
Nonostante il mio odio verso il film “Troy” (manie da amante della storia, lo so), devo dire che ho gradito moltissimo la tua raccolta. È molto ben strutturata, IC fino alla fine, scritta molto bene. Inutile dire che l’ho amata con tutto il cuore. Meriti davvero il massimo.
Tot: 40\40

I.

“Cos’è il dolore, mamma?”

Riapri gli occhi, ansante. L’hai sognato di nuovo.

Ti alzi in piedi, barcolli e t’aggrappi ad una sedia per non cadere.

Silenziosa, indugi lo sguardo su Harry e Ron, entrambi addormentati.

Racimolando energie, abbandoni il salone della tetra dimora Black.

Adagi la schiena alla parete del corridoio.

Non hai uno specchio dinanzi, ma percepisci il pallore della tua pelle.

La debolezza ti costringe a chiudere gli occhi, ancora.

“Cos’è il dolore, mamma?”

Li riapri di scatto, impaurita.

E sei di nuovo ansante, tormentata dalle parole del tuo passato.

Hai paura: di cosa, però, non sai dirlo.


II.

“Hermione, stai bene?”

“Sì.”

Ron ti sorride, poco convinto della tua sbrigativa risposta.

Distogli lo sguardo dal tuo allampanato amico, guardarlo provoca in te una strana sensazione: nostalgia.

Intravedi Harry analizzare, per l’ennesima volta, il Medaglione. Sospiri ed esci dall’opprimente tenda.

Porti le braccia conserte – hai freddo, molto freddo.

Hai talmente freddo che riesci ad avvertire ogni singolo brivido giocherellare con la tua cute e poi penetrarla, come un detestabile ago.

“Il freddo è doloroso,” rifletti.

E un ricordo riaffiora.

“Cos’è il dolore, mamma?”

“Hermione.”

Ti volti, incrociando gli occhi azzurri di Ron.

Un pensiero t’attraversa: gli occhi di Fred.


III.

“Perché mi fai questa domanda?”

Arrossisci e, con tutta la dignità di cui disponi, parli ancora. “Il dottore ha detto che userà l’ago.”

“Allora?” sorride tua madre.

“Fa male?”

“No, piccolina! Non fa male.”

“Ma cos’è il dolore?”

“Niente, tesoro, niente.”

Una cieca rabbia t’assale, perché tua madre aveva ragione.

Il dolore non è niente. Non è definibile.

È male. Male in ogni parte del corpo.

Un male insopportabile e freddo.

I brividi tornano ad essere aghi, che bucherellano il tuo corpo, quando comprendi che quella lapide appartiene a Fred.

Ora sai di cos’avevi paura e saperlo è egualmente insopportabile.

Risultato del Contest:

14.5/15 punti per la grammatica, la punteggiatura e l’ortografia.
Non ho praticamente niente da dire su questo punto: non hai sbagliato a scrivere nessuna parola, non ci sono punti o virgole superflui, non hai fatto confusione coi tempi verbali, hai usato le virgolette a dovere. Certo le frasi sono tutte corte, una riga e mezzo al massimo, per cui non avresti potuto veramente creare grandi pasticci grammaticali, ma di questo riparliamo nella parte sullo stile.
L’unica cosa che non mi ha convinto al 100% è la frase “indugi lo sguardo su Harry e Ron”. Il verbo indugiare in forma poetica si può usare in modo transitivo, ma sarebbe più canonico dire “indugi con lo sguardo” che suona più naturale.

10/10 punti per lo stile, il lessico e la leggibilità.
Le drabble con il loro limite di 90-110 parole portano spesso gli autori a creare dei discorsi spezzati, delle frasi brevi, dei testi in cui si va a capo ad ogni riga. Insomma, delle poesie in prosa. Di norma nei testi in prosa andare a capo ad ogni discorso non è raccomandabile. Comunque nelle tue drabble la cosa non risulta troppo pesante. Credo che le storie sarebbero stata altrettanto se non più leggibili se lo sguardo non avesse dovuto cambiare riga ogni quattro parole, ma anche così non ho avuto grossi problemi. Alla fine, quindi, non posso criticare la tua scelta di impaginazione.
Il lessico che hai usato è semplice, chiaro, ma non scontato. Mi piace che tu abbia usato molte parole diverse appartenenti al campo semantico della paura e del dolore, il che ti ha permesso di non diventare ripetitiva: ansante, debolezza, impaurita, tormentata, brivido, doloroso, rabbia, male, paura… La varietà di sensazioni descritte evita che una storia incentrata sul dolore diventi una lagna ripetitiva. Il tuo personaggio sperimenta il dolore attraverso molte sensazioni diverse e questo rende la storia più intricata. Il tuo stile in generale mi piace, risulta scorrevole, elegante, leggero. Mi piace la scelta di forme leggermente poetiche o elevate come “adagi la schiena” invece di “appoggi la schiena”, “uno specchio dinanzi” invece di “uno specchio davanti”, etc… Contribuisce allo stile elegante di cui parlavo.

13/15 punti per la caratterizzazione dei personaggi.
Essenzialmente abbiamo un personaggio solo, Hermione, perché gli altri appaiono solo con delle piccole comparsate o tramite ricordi della protagonista. Giudico quindi la tua Hermione, sia per quanto rigaurda l’IC (limitatamente importante, dato il pairing fanon), sia, soprattutto, per quanto sia un personaggio completo e interessante.
Nella prima drabble vediamo una Hermione pallida e spaventata che si sveglia la notte senza capire di cosa abbia paura. Nella seconda, Hermione riflette sul proprio dolore fino a capire che si tratta di nostalgia e nell’ultima riga intravediamo che potrebbe essere nostalgia di Fred. Nella terza la consapevolezza di Hermione raggiunge il culmine quando capisce che la paura era quella di perdere Fred e che adesso si è trasformata in realtà. C’è coerenza, c’è fluidità nelle emozioni espresse. Forse manca un po’ di spessore, per rendere il personaggio uno a tutto tondo. Non sappiamo come mai questa passione per Fred sia nata, non sappiamo fino a che punto essa sia radicata, se sia corrisposta, se sia passionale o platonica. Se fossi riuscita a farmi capire anche questo in 300 parole ti avrei dato assolutamente 15 punti pieni. Così invece trovo che Hermione sia ridotta ad un’emozione sola, che maschera tutto il resto, non ci fa vedere che una piccola parte di lei.

7/10 punti per l’originalità.
Ho trovato molto originale l’idea di comparare la perdita di una persona cara al dolore fantasma di un arto amputato, ma ovviamente per questo devo dare credito a Màrquez, non a te! ;) Comunque ne consegue che le drabble ispirate a questa citazione risultano essere piuttosto originali. Il ricordo della piccola Hermione che deve farsi fare la puntura e chiede alla mamma cosa sia il dolore poi è il tocco da maestro che lega l’idea della citazione alla tua storia senza bisogno di inserire le parole della citazione nel testo. Non ho visto grandi lampi di originalità per il resto della trama in generale: abbiamo una ragazza innamorata che soffre alla morte dell’amato, prima (almeno credo) di potersi dichiarare. Non è la storia più innovativa mai scritta, concorderai con me, anche se la tua versione è scritta benissimo! Ho adorato il modo in cui hai affrontato l’argomento rendendolo tuo, ma non riesco a darti punteggio pieno per una storia in cui non avviene niente che mi faccia dire “A questo non avrebbe mai potuto pensare nessuno!”.

5/5 punti per il gradimento personale.
Mi è piaciuta davvero tanto la tua storia. Ha un filo conduttore che attraversa le 3 drabble e crea coesione e suspense. La domanda posta nella prima (“Cos’è il dolore, mamma?”) si propaga nella seconda e trova risposta sola nella terza (“Niente, tesoro, niente”). Anche Non definirei questa una “raccolta” di drabble perché nelle raccolte ogni drabble dovrebbe essere svicolata dalle altre, ma qualunque cosa questo “insieme” di drabble sia, mi piace. Ho gradito anche che si intraveda il contesto in cui si svolgono le azioni: la casa di Sirius, la tenda durante la ricerca degli Horcrux, il cimitero dopo la morte di Fred. Quando non si capisce dove e quando si svolgano e vicende tutto rimane vago e rende difficile contestualizzare le emozioni dei personaggi, mentre nella tua storia abbiamo gli elementi che servono.
Ho riletto la storia almeno 15 volte per questioni di giudizio (sono molto minuziosa!) ma la rileggerei ancora. E volentieri.

14/15 punti per il trattamento del genere Angst e l'aderenza al contest.
Angst vuol dire tormento, vuol dire angoscia, vuol dire paura di una paura che non ha nome. La tua Hermione soffre fisicamente (il pallore al risveglio, la debolezza, i brividi, il dolore degli aghi) e psicologicamente (l’ansia, la paura senza nome, la nostalgia), quindi direi che l’elemento di sofferenza c’è. Ho pensato a lungo di volerti dare il punteggio pieno, ci ho riflettuto parecchio. Poi ho capito che non ero convinta perché la sofferenza si basa sulla perdita di una persona amata e onestamente non capisco in che modo Hermione e Fred si amassero. Mi chiedo persino se si amassero. Forse il dolore riguarda la perdita di un amico – dalla drabble non si capisce. Se fossi riuscita a farmi capire questo dettaglio fondamentale avresti avuto 15.

Totale: 63.5/70

Personaggi: Andromeda Black
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Giallo
Introduzione: L’abitudine e la rassegnazione sono i mali peggiori del mondo, dicono i più.

Va bene così

Esistono momenti in cui, smettendo di versare lacrime, schiudi le palpebre e torni a guardare il mondo.

Sono quei momenti in cui t’accorgi che il mondo è andato avanti anche senza te.

Lui, traditore, non ha rispettato i tuoi tempi, li ha scherniti.

È quando riapri gli occhi che comprendi d’aver sofferto.

Il tuo dolore s’afferma prepotente.

Lo sai, qualcosa è cambiato: una parte di te non funziona e non funzionerà più.

Il tuo unico pensiero è il corpo esanime di tua figlia e lo sguardo vispo di tuo nipote, che tanto le somiglia.

Sei rotta, Andromeda. Va bene così.

Sorridi. L’apparecchiatura è dinanzi a te, pronta per essere utilizzata.

L’adrenalina che hai dentro diviene elettricità.

L’elettricità ti fa rabbrividire, ma sono brividi caldi, energici.

Eccitato, agiti la bacchetta, avviando gli strumenti.

Tossisci, schiarendo la voce.

Schiudi le labbra, boccheggi e le serri di nuovo.


“Ѐ solo una radio, Lee. Cosa credi di poter fare?”
“Non è solo una radio, è la resistenza.”


Serri i pugni. Sei Lee Jordan, ti ripeti, non può spaventarti un microfono.

“Un caloroso saluto ai coraggiosi ascoltatori di Radio Potter, qui è River!”




 

Personaggi: Remus Lupin, Ninfadora Tonks, Ted Tonks
Tipo di coppia: Het
Coppia: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments
Contesto: Libri 5-7/II guerra magica
Genere: Introspettivo, Romantico
Rating: Verde
Introduzione: Ed è quando sei convinto d’esser felice, che i fantasmi tornano a tormentarti. Loro, lo sai bene, sono sempre lì, in agguato, pronti a destabilizzarti. Eppure, è possibile mandarli via.

L’immagine riflessa
 

Personaggi: Fenrir Greyback
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Avvertimenti: Tematiche delicate
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Introspettivo, Drammatico
Rating: Giallo
NdA: la storia si è classificata prima al contest Tell me something about... the Old Generation! di missmalfoy97. La drabble ha partecipato come edita al contest In Character - perché vero è meglio, indetto da ScrittriceScarlatta e portato a termine dal giudice sostitutivo _ Freya Crescent _, classificandosi seconda.
Introduzione: “Tu, Fenrir, non sai esattamente cosa sia l’estasi, eppure, qualcosa t’urla che ci sei, in estasi.”

La sensazione

È una sensazione nuova, che t’avvolge e ti schiavizza.

È una sensazione strana, che sa elettrizzarti e quietarti nel medesimo istante.

Lei, convieni con te stesso, appartiene alla nobile schiera delle sensazioni straordinarie.

Vuoi goderla sino alla fine.

Schiudi le labbra sottili e screpolate, umettate dalla ferrosa sostanza.

La lingua fuoriesce, lenta, ed il tuo gusto percepisce il saporaccio appiccicoso che t’insozza quella bocca bramosa.

Tu, Fenrir, non sai esattamente cosa sia l’estasi, eppure, qualcosa t’urla che ci sei, in estasi.

Socchiudi le palpebre, inclinando il capo verso l’alto.

È una sensazione bella, irrinunciabile.

È una sensazione da riassaporare.

Uccidere.

Risultato del contest di missmalfoy97:

Grammatica: 10/10
Lessico e stile: 9,5/10
IC/Caratterizzazione: 15/15
Gradimento personale: 9,5/10
Originalità: 4,8/5
Bonus: 1/1
Totale: 49,8/51 = 9,76

Grammatica
Non ho trovato errori, brava!
Lessico e stile
Il lessico è vario e appropriato; anche il tuo stile mi piace, è elegante, ma scorrevole. L’unica frase su cui non sono del tutto d’accordo è: “È una sensazione nuova, che t’elettrizza e ti quieta, allo stesso tempo.” Non mi piace molto quel “allo stesso tempo” lì in fondo dopo la virgola, ma non posso dire che sia grammaticalmente sbagliato. Per il resto, è tutto perfetto.
IC e Caratterizzazione
Mi è piaciuto davvero moltissimo come tu, usando solo cento parole, sia riuscita ad esprimere così bene i sentimenti di Fenrir. Hai messo perfettamente in luce il lato più animalesco di Fenrir, la sua voglia di uccidere e di sentire il sapore del sangue sulle labbra. Non so fino a che punto possa essere semplice esprimere i pensieri di un lupo mannaro spietato come lui, ma tu hai portato perfettamente a termine questo compito. Ti meriti il punteggio pieno e, ti assicuro, non mi capita spesso di darlo.
Gradimento personale
Fenrir Greyback non è di certo uno dei miei personaggi preferiti, ma ciò non influisce sul mio gradimento personale, perché mi piace leggere anche di personaggi che odio, purché la loro psicologia mi sembri interessante. Tu, con questa Drabble, sei riuscita a coinvolgermi. Mi è piaciuta molto, quello rappresentato è proprio Fenrir come lo immagino io. Complimenti.
Originalità
Scegliere Fenrir come personaggio è già originale di per sé, non ho mai letto molto su di lui. Forse il momento da te descritto è quello più prevedibile, ma sei riuscita in ogni caso a renderlo unico.
Bonus
La Drabble ha 100 parole, perciò hai diritto al punto bonus.

Personaggi: George Weasley
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Avvertimenti: Tematiche delicate
Contesto: Dopo la seconda guerra magica/Pace
Genere: Introspettivo, Drammatico
Rating: Giallo
Introduzione: Il dolore, quello vero, può condurre persino alla follia e George Weasley è folle, disarmato e folle.

Il vuoto

Erano diverse notti che George Weasley non riusciva a chiudere occhio: s’alzava, andava al bagno, tornava a letto, si rialzava, beveva, tornava a letto.

Un ciclo infinito che s’arrestava solo quando lo sguardo scrutava il letto accanto al proprio, ch’era vacante e perfettamente in ordine.

In genere George s’immobilizzava, passando la nottata a osservare quel posto vuoto.

Una notte, reso folle dalla stanchezza, sistemò dei cuscini sul letto vacante e li coprì con una coperta, prese poi un cappellino rosso e lo poggiò sul cuscino.

Sorrise, stendendosi sul proprio letto.

“Buonanotte, Fred,” sussurrò verso il letto vacante e, finalmente, s’addormentò.

Personaggi: Bellatrix Black, Rodolphus Lestrange
Tipo di coppia: Het
Coppia: Bellatrix/Rodolphus
Note: Missing Moments
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Introspettivo, Sentimentale
Rating: Verde
Introduzione: Una coppia particolare, vera e complessa. Perché lei, dopotutto, comprese celermente che non vi poteva essere altro uomo per lei.
NdA: la storia si è classificata terza, vincendo il Premio Couple al contest Briciole d'amore indetto da Evelyne.13211

L’unico uomo

In lui c’era qualcosa di spaventoso, te ne avvedesti immediatamente.

Non t’aveva mai scossa nulla. Nulla.

Eppure lui, in quell’instante, con patetica aria bramosa, frantumò i tuoi scudi.

“Buonasera, Bella,” esordì.

T’accigliasti, infastidita da tanta impudenza. “Bella?” echeggiasti.

Rodolphus rise di gusto, avvicinandosi a te. “Non ti piace? Preferisci signora Lestrange?”

Temporeggiasti interdetta per brevi attimi. Poi, irriverente, ridesti. “Va’ via.”

“No.”

Quello, Bellatrix, fu il primo e più importante no della tua vita, a cui seguì un sì che deliziò la tua famiglia.

In lui c’era qualcosa di spaventoso: aveva il coraggio di volerti e la forza per averti.

Personaggi: Pix
Note: Missing Moments
Contesto: Contesto Generale/Vago
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Introduzione: Sei morto. Le parole che non potrai udire. Incertezza. Tutto ciò che attende il defunto. Vivo a metà. Morto incompleto. La condanna più grande. Perché c'è chi è condannato all'eterna incertezza: in bilico tra la morte, che gli appartiene, e la vita, che gli è ormai estranea.

Tatto
 

Tatto.

Ciò che ti manca più d’ogni altra cosa.

Non esiste sensazione che tu possa provare quando tocchi la materia.

È tutto freddo, spoglio e sempre uguale, esattamente come te.

I mortali non percepiscono la frustrazione provata nello sfiorare qualcosa o qualcuno.

Un giorno, vedesti un undicenne maneggiare una scacchiera.

Ti tornò alla mente quanto, da vivo, ti divertisse far da spettatore a pedoni, regine e alfieri che battagliavano.

Quella scacchiera, tu, quel giorno, la toccasti.

Lo ricordi ancora, il non aver sentito niente.

Distruggesti la scacchiera, Pix.

Quell’undicenne ti detestò e tu decidesti: saresti stato l’incubo di quegl’insopportabili vivi.

Personaggi: Helena Corvonero, Barone Sanguinario
Note: Missing Moments
Avvertimenti: Tematiche delicate
Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Genere: Drammatico
Rating: Giallo
Introduzione: Gli ultimi istanti di vita di Helena Corvonero ripercorsi attraverso le sole sensazioni.
NdA: la storia si è classificata prima al Drabble & Flashfic - Contest per edite e inedite di ~frouis.

Tinta di rosso
 

Flap flap.

Ruotasti il collo, infastidita: solo una farfalla.

Frush.

Fosti tu a provocarlo, calpestando un mucchietto di foglie secche.

Odiasti quel mucchietto più del battito d’ali della farfalla.

In te, lo sapevi bene, era più forte l’odio della vita.

Perché fossi giunta ad odiare, ad odiarti, non lo sapesti mai.

Pant pant.

Iniziasti a correre terrorizzata e il corpo doleva e il respiro mancava.

Tic.

Gocce su quel viso che orientasti al cielo: pioveva.

Argh.

Urlasti. T’accasciasti su te stessa, in agonia.

Un sguardo all’uomo troneggiante su di te. Uno sguardo al tuo petto, tinto di rosso.

Finisti, Helena.

Personaggi: Draco Malfoy, Mangiamorte
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Avvertimenti: Tematiche delicate
Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Introduzione: Aveva solo diciassette anni e tanta voglia di vivere. Gli venne offerta una vita contaminata dalla morte. E lui, dinanzi una realtà ben lontana dalla fantasia, comprese la natura di quel male che da tempo, ormai, lo costringeva a limitarsi all'esistere.
Citazione: "Sei incontaminato. Non sei mica come loro. Hai ancora qualcosa che si muove, tu, dentro. Loro sono induriti, perduti. Ti sarai perso, ma indurito però no. Ti occorre solo di venir trovato." C. Bukowski.

Incontaminato

Freddo intorno a te.

Freddo dentro di te.

Uccidere è una parola insignificante, lo sai bene ormai.

Insignificante quanto uccidere è soltanto morire.

Il nulla, ora, intorno a te.

Il nulla, che è dentro di te.

Incroci gli occhi amorevoli di tua madre e quelli dolenti di tuo padre: ti amano.

Il tuo sguardo, poi, osserva i mostri ch’ammiravi seduti intorno al tavolo di casa tua.

La nausea t’assale, mentre Voldemort uccide la pazza professoressa Burbage.

Ti sei perso, Draco, ma indurito però no.

Osservi i servi della morte e capisci che ti occorre solo di venir trovato.

Sei incontaminato.

Ha gli occhi spietati di chi ha amato sopra ogni cosa

Più cruenta d’una bestia.

Più pericolosa d’un predatore affamato.

Fosti dominatrice d’altre belve e aguzzina d’ogn’altra creatura.

Tu, fedele.

Tu, volitiva.

Tu, guerriera.

Tu, ch’amasti non uno, ma due uomini, ch'erano animali rabbiosi.

L’uno ti concesse la passione, adorandoti.

L’altro t’educò succube, comandandoti.

Amasti l’uno e l’altro senz’inibizioni, preda della libidine.

Amasti come solo una bestia può amare.

Ti condussero alla follia che seppe alimentare la tua fame, incattivendoti sempre più.

Il tuo volto si tramutò in maschera.

E lo sguardo, sfuggevole al tuo controllo, fu specchio dell’essenza tua.

Avevi gli occhi spietati di chi ha amato sopra ogni cosa.

Personaggi: Ariana Silente
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Dai fondatori alla I guerra
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Introduzione: Un viaggio nella coscienza della piccola Ariana, alla scoperta della percezione di sé.
NdA: avevo già pubblicato questa storia come primo capitolo di una raccolta che ho poi cancellato. Sono stati aggiunti il titolo e una conclusione in parte diversa.

Come farfalla

Ariana Silente possedeva la bellezza della gioventù e le cicatrici della vecchiaia.

Era solita strabuzzare gli occhi chiari e osservare incredula il mondo.

Spesso, si rannicchiava nell’armadio della madre, rassicurata dal profumo degli abiti di Kendra.

Tuttavia, più d’ogni altra cosa in Ariana era evidente il tremore.

Tremava sempre, incapace d’afferrare con fermezza qualsiasi cosa.

E nonostante tutto lo sapeva, che era la follia la causa del tremore.

Così come intuiva che era il terrore la causa della follia.

Ma che fosse lei stessa la causa del terrore, forse, lo ignorava.

Non poteva capirlo, d’essere un battito d’ali di farfalla.

Personaggi: Gellert Grindelwald
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta
Contesto: Dai fondatori alla I guerra
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Introduzione: Il prima e il dopo la caduta e la cattura di Gellert. Soltanto lui e la sua condanna.
NdA: La storia si è classificata terza al Contest "20 giorni di drabble: edite ed inedite!" indetto da Mary Black.

Stolto prigioniero
 

I.

L’ambizione striscia subdola ai tuoi piedi, dandoti l’illusione che sia tu a comandare lei.

Non t’accorgi di come lei, lenta e silenziosa, s’attorcigli attorno alle tue caviglie, arrampicandosi lungo le gambe.

Tronfio, spieghi a chiunque ti dia dell’esaltato quanto tu abbia il controllo d’ogni cosa, quanto lei, la belva, non sappia inebetirti.

È ormai troppo tardi quando ti si mozza il respiro e t’accorgi di lei, che t’ha completamente avvolto.

S’è attorcigliata attorno al tuo corpo, come una rampicante.

S’è radicata nella tua testa, schiavizzando i tuoi pensieri.

La belva ti ha ingabbiato, Gellert.

Tu, stolto prigioniero di te stesso.
 

II.

Le mura della tua striminzita cella sono spesse e fetide.

La prima volta che ti sei ritrovato recluso, hai urlato la tua collera, maledicendo i tuoi nemici.

Quella sensazione, Gellert, non t’ha abbandonato mai, divenendo la tua più fedele compagna.

La collera, ch’è più sincera dell’altra.

L’altra è la belva, ch’ancora ti mozza il respiro e, molesta, ti corrode.

Lei, ch’è ormai parte di te; senza non sapresti vivere.

È una malattia che t’inibisce il cervello e uccide i pensieri.

Lei, che t’imprigiona in te stesso.

Lei, ch’è la causa della tua permanenza nella squallida cella.

Tu, stolto prigioniero sempre.

Risultato del Contest:

Totale: 39.5/41.

1) Grammatica e ortografia: 7/7.
Come sempre la grammatica è perfetta, in entrambe le Drabble.

2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 6.5/7.
Come sai, il tuo stile mi piace sempre molto e apprezzo il tuo modo di descrivere situazioni e sensazioni. L’unico appunto che ti faccio è che, nella prima Drabble, sei stata un pochino ripetitiva: effetto che forse era voluto, ma che ha infastidito leggermente la lettura. In particolare mi riferisco a “s’attorcigli” e “s’è attorcigliata” e ai due “ingabbiato”. Credo si noti di più anche perché i verbi sono particolari, soprattutto il secondo.
Ah, e nell’altra Drabble ci sono anche due “collera”: probabilmente fa parte del tuo stile, ma avrei preferito uno degli innumerevoli sinonimi che ci sono per questi termini (il migliore è “furia” a mio parere)!

3) Titolo: 4.5/5.
Senza dubbio indicato ed incisivo, anche se non ha incontrato appieno il mio gusto.

4) Caratterizzazione dei personaggi: 5/5 + 4.5/5.
Allora allora, con Gellert, che io per altro amo alla follia, è difficile giudicare l’IC, per cui lo valuterò sia in base a quel poco che sappiamo di lui dai libri, sia in base a come me lo immagino io.
Come avrai notato, nel primo parametro ti ho dato il punteggio pieno. Anche secondo me l’ambizione è la sposa di Gellert (in una mia storia gli avevo scelto la gloria come compagna, ma siamo lì), quello che però forse lui non si immaginava era che lei gli avrebbe tolto tutto, persino il senno. Mi è piaciuto molto che tu l’abbia personificata, sembra una parodia perversa di un rapporto di coppia.
Perfetto anche il riferimento, nella seconda Drabble, alla rabbia e alle urla di Grindelwald. Come ben sappiamo, infatti, non è mai stato un granché a controllare le proprie emozioni e, anzi, doveva essere un tipo piuttosto focoso.
Nel secondo parametro, invece, ti ho tolto un mezzo punto, non perché l’introspezione non sia fatta bene. Tutt’altro, il personaggio e i suoi pensieri vengono fuori perfettamente e con grande chiarezza, la cosa che mi è un po’ dispiaciuta è che non hai fatto neanche un piccolo accenno ad Albus! Lo so che la storia doveva essere incentrata su un personaggio soltanto, ma, sarà anche che io li vedo indissolubilmente legati, mi sarebbe piaciuto un riferimento, anche vago, al suo compagno di un tempo e ai progetti che avevano insieme.

5) Originalità della trama e dei contenuti: 5/5.
Molti scelgono di descrivere la reclusione di Gellert, ma non ti ho penalizzata per il fatto che ho trovato semplicemente splendida l’idea di personificare la sua ambizione per sottolinearne i risvolti emotivi.

6) Gradimento personale: 7/7.
A parte i due piccoli appunti che ti ho fatto, sullo stile e su Albus, mi è molto piaciuta, quindi punteggio pieno meritatissimo.

Personaggi: Merope Gaunt
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments
Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Introduzione: Spesso è l'amore malsano a far germogliare il seme del male che, volente o nolente, è in ognuno di noi.
 

Capostipite del Male

Merope aveva lo sguardo folle di chi amava troppo e nel modo sbagliato.

Ero solita chiudersi nella propria stanza, specchiandosi silenziosa.

Spesso, s’affacciava alla finestra, aspettando che un giovane Babbano passasse.

Bramava quel Babbano quanto Orvoloson Gaunt l’odiava.

Meno sciocca di quant’appariva, quella brutta strega conosceva la causa della propria insoddisfazione.

Insoddisfatta perché innamorata di chi non l’avrebbe mai amata a sua volta, una consapevolezza che, nel tempo, la rese spietata.

Beffeggiando la vita, bagnò le labbra dell’ignaro amore con un filtro maledetto.

Ghignò perfida quando Tom l’osservò adorante.

Un piano, quello di Merope, crudele… perfetto.

Personaggi: Lee Jordan, Angelina Johnson
Tipo di coppia: Het
Coppie: Lee/Angelina, Fred/Angelina, George/Angelina
Note: Raccolta
Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4,  Dopo la II guerra magica/Pace
Genere: Introspettivo, Slice of life, Sentimentale
Rating: Verde
Introduzione: "È la storia più vecchia del mondo: lui ama lei, ma lei ama l'altro... E l'altro è quasi sempre il tuo migliore amico. "
NdA: La storia si è classificata prima al Contest "20 giorni di drabble: edite ed inedite!" indetto da Mary Black. L'introduzione è una citazione tratta dal film "Notte prima degli esami" diretto da Fausto Brizzi. È un tema abusato, me ne rendo conto, ma la tentazione di incastrare l'interesse di Lee per Angelina nel canon è stata più forte.
 

Il tuo migliore amico

 

I.

“Fermati, Johnson!” esclamasti, rincorrendo Angelina.

“No! Vuoi farmi qualche scherzo, non ci casco!” obiettò.

Riuscisti ad acciuffarla.

Eri immobile alle sue spalle e la stringesti a te, possessivo.

“Lee,” esordì lei, “lasciami, facciamo tardi a lezione.”

“Non m’importa niente della lezione,” ribattesti.

“Beh, a me sì,” replicò asciutta, poggiando le mani sulle tue, invogliandoti a liberarla.

Tu, ignorandola, la voltasti verso di te, avvicinando i vostri volti.

“Vieni al ballo con me?” chiedesti ansioso.

Notasti un intenso rossore diffondersi sulle sue guance. Forse, pensasti, non aspettava altro.

“Mi spiace, Lee, ma io…”

Non volesti sentire altro. “Non importa,” liquidasti sorridendo.

II.

Era andata al Ballo con lui, col tuo migliore amico.

Fred ignorava che l’avevi invitata.

Tu non sapevi che a lui piacesse.

Non parlavate mai di ragazze.

Provasti delle sensazioni strane quando Angelina si lasciò baciare da Fred.

Gelosia nei confronti di quella stupidissima Cacciatrice.

Invidia nei confronti di quel tuo amico, che, a quanto sembrava, ci sapeva fare più di te.

Rabbia nei confronti di te stesso, perché quelli che si baciavano non erano due estranei, erano i tuoi amici. E tu, Lee, avresti dovuto essere felice per loro.

“Bella coppia,” commentasti allegro. Era la prima di tante bugie.

III.

“Sono innamorata,” esordì un giorno Angelina.

Due parole e il tuo cuore impazzì.

Stava succedendo davvero?

Dopo la morte di Fred, le eri stato vicino.

Sempre con lei, che soffriva. E con George, che moriva dentro. E con te stesso, che rifiutavi quell’assurda morte.

“Ne sei sicura?” riuscisti a chiederle, emozionato.

T’abbracciò. “Lo so cosa penserete tutti,” biascicò, “che sono innamorata di lui perché è il suo gemello. Non è così. George è diverso, è speciale.”

In quel momento, qualcosa in te si ruppe. Ironia della sorte, lei sceglieva ancora un altro e l’altro era ancora il tuo migliore amico.






 

Angolo Autrice:
Salve! Mi rendo conto che un angolo autrice dopo venticinque capitoli è un po'... strano, ecco, ma ci tengo a ringraziare tutti coloro che stanno seguendo questa raccolta, chi leggendo un semplice racconto, chi leggendone di più, chi lasciando recensioni, chi inserendo la raccolta tra le seguite/ricordate/preferite. Spero che ognuno di questi capitoli sia, a suo modo, originale.
Alla prossima :)

Risultato del Contest:

Totale: 41/41.

1) Grammatica e ortografia: 7/7.
In genere nelle Drabble distinguo in ogni parametro, ma qui non c’è niente da dire. Sono scritte tutte e 3 alla perfezione!

2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 7/7.
Mi è piaciuto tantissimo, come quasi tutto quello che scrivi, in realtà.
Il lessico è perfetto, mi piace anche il modo di narrare, con la voce esterna che sembra parlare di Lee con Lee.
È scorrevole, ma anche incisivo. Mi piace anche il ritmo e il continuo andare a capo, sottolinea molto ogni frase e rende tutto rilevante. Brava!

3) Titolo: 5/5.
Anche qui non ho niente da dire, è perfetto. Adatto alla storia, evocativo, penso anche che incuriosirà un bel po’. E finalmente qualcosa di meno impersonale del solito!

4) Caratterizzazione dei personaggi: 5/5 + 5/5.
Allora, partendo dal presupposto che credo che questa raccolta sia fatta assai bene, ti faccio solo un piccolo appunto: trovo che il carattere di Lee esca un po’ poco e, soprattutto, in relazione ai sentimenti che prova per lei. Non ti ho penalizzata, però, perché ho trovato un’Angelina fatta da dio! È esattamente come appare nei libri: brusca, poco paziente, secca nelle risposte. Mi è molto piaciuta.
Lee è un po’ oscurato, perché hai preferito raccontare le sue emozioni e i suoi stati d’animo, più che il suo carattere (che comunque viene fuori, anche se solo a tratti: come nelle parole di lei sul suo essere un burlone). Quello che ho trovato delineato benissimo sono i sentimenti che nutre nei confronti di Angelina e anche quello che gli suscita vederla con un altro, che per giunta è il suo migliore amico.
Nella seconda Drabble in particolare hai descritto meravigliosamente cosa prova per se stesso, per lei e per loro come coppia. Ci sono anche un paio di frasi ad effetto che mi sono piaciute alla follia (“Era la prima di tante bugie.” e anche la chiusura della terza Drabble).
Proprio nel finale mi si è stretto il cuore, quando lei si dichiara innamorata e lui pensa di nuovo scioccamente, fiduciosamente (come per il ballo, in cui fraintende il suo rossore), che lei si sia finalmente accorta di lui. E, invece, crudelmente, lei “sceglieva ancora un altro e l’altro era ancora il tuo migliore amico”.
Terribilmente vera, terribilmente bella.

5) Originalità della trama e dei contenuti: 5/5.
Il rapporto in sé non si può proprio definire originale, come hai detto tu stessa è la storia più vecchia del mondo: lui ama lei, lei ama un altro. Non fosse per la componente “l’altro è il suo migliore amico”!
L’ho trovato molto acuto e geniale, oltre che ispirato ai libri. Anche io ho sempre pensato che a Lee piacesse Angelina (per i commenti alle partite), ma non mi ero mai soffermata a considerare il resto. Lei che va al ballo con Fred, lei che sposa George!
Mi è piaciuta moltissimo la tua idea, è davvero originale.

6) Gradimento personale: 7/7.
Come avrai certamente capito, mi è piaciuta alla follia. È proprio splendida, ispirata! Non ho altro da aggiungere.

Personaggi: Cedric Diggory
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Nonsense
Contesto: Primi anni a Hogwarts/Libri 1-4
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Introduzione: Cedric e il suo limbo, che ha le fattezze del nulla.

Eri

Bello, bello. Più di tutti.

Buono, buono. Più dei beati.

E morto, morto. Più dei morti.

E passeggiavi.

Tra le acque dei fiumi.

Tra l’erba indisciplinata dei boschi.

Tra i sassolini dei sentieri scavati nelle rocce.

E piangevi.

E non ti riconoscevi in quella trasparenza. In tutto quel nulla.

Troppo giovane per morire.

Troppo vecchio per nascere ancora.

Un intenso verde e poi giù, a terra, sporco di dolore.

Ed eri lì, allora, in un limbo senza tempo e senza spazio.

Cedric è morto, dissero di te.

Da eroe, aggiunsero.

Ma a te che importava?

Eri morto, morto. Questo bastava.

Personaggi: Lily Evans, James Potter
Tipo di coppia: Het
Coppia: James/Lily
Note: Missing Moments
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Commedia
Rating: Verde
Introduzione: Lily, James e l'ennesima richiesta di appuntamento. Scherzi?
NdA: è un esperimento. È la prima storia che scrivo con questa tecnica stilistica, ossia solo dialoghi e nessuna descrizione. Spero che il risultato sia almeno passabile e non del tutto illegibile.

Scherzi?

“Evans, spiegami perché no.”

“Perché non mi piaci.”

“Impossibile.”

“Fanatico.”

“Bugiarda.”

“Io?”

“Tu.”

“Sei un bambino.”

“Ho diciassette anni, non sono un bambino.”

“Lo sembri.”

“Spiegami perché no.”

“Non mi piaci, Potter!”

“Se non ti piaccio io, chi diamine può piacerti?”

“Vuoi saperlo?”

“C’è un altro?”

“Ti si spezzerà il cuore…”

“Chi è?”

“Non sono costretta a dirtelo.”

“Chi?”

“Black.”

“…”

“Sirius Black.”

“Impossibile.”

“Sei ripetitivo.”

“Me l’avrebbe detto.”

“Saresti impazzito.”

“Dimmi che scherzi.”

“Scherzo.”

“Sei seria?”

“…”

“Cos’hai da ridere?”

“Esci con me, James?”

“Esci con Sirius.”

“Sei serio?”

“...”

“Potter!”

“Evans! Sì, uscirò con te, mia piccola fan!”

Vinta
 

I.

“L’amore è per i deboli, Bella, dovresti saperlo.”

Fu Rabastan ad insozzarti con quella bugia. All’epoca, eri poco più che un’adolescente, alla disperata ricerca di un futuro degno.

Riflettesti su quelle parole, che, ben presto, divennero la tua droga, fonte di ogni tuo incubo e tema di ogni tuo sogno.

Avevi soltanto diciassette anni quando decidesti che avresti fuggito l’amore, e l’avresti fatto con stile, amando solo e soltanto te stessa.

E ti amasti, Bellatrix.

Ti venerasti rafforzandoti ogni giorno, ingorda d’ogni sensazione vivibile.

Poi, un disgraziato giorno, giunse Rodolphus nella tua vita.

Fu così che smettesti d’amarti.

Amavi lui.

 

II.

“L’amore è per i coraggiosi, Bella, dovresti saperlo.”

Fu Rodolphus a rivelarti quella succulenta verità. All’epoca, amavi lui come non credevi si potesse amare.

Riflettesti su quelle parole, senza riuscire a comprenderle appieno.

Quando ne svelasti il significato era troppo tardi.

L’amore coraggioso, che nulla teme e a nulla fugge, t’aveva già istruita schiava.

Un amore totalizzante e pretenzioso, che non t’avrebbe mai appagata, ti possedeva.

Aveva sguardo crudele e potente magia il tuo amore.

T’impose di chiamarlo Voldemort e tu accondiscendesti, rapita.

Tu, che volevi fuggire i richiami del cuore, fosti costretta ad inchinarti ad essi: t’avevano vinta, ancora.

Corri, Calì

Corri, Calì, non mollare.
 
Ordina al tuo cuore di battere ancora.
 
Corri, Calì, sei quasi arrivata.
 
Costringi l’aria venefica a non soffocarti.
 
Corri, Calì, ancora un passo.
 
No, non sorridere, non hai tempo.
 
Corri, Calì, l’ultimo sforzo.
 
Ci sei, giovane combattente, sei arrivata, tua sorella è lì.
 
Ti sta guardando, Calì, come tu stai guardando lei.
 
Corri, Calì, corri, scappa dalla morte.
 
Va’ via, Calì, ti ordina Padma. Per lei è troppo tardi.
 
Corri, Calì, fuggi dal dolore e dal senso di colpa.
 
Ordina al tuo cuore di battere ancora.
 
Va’ via, Calì, ti sta gridando Lavanda, salvati almeno tu.

Personaggi: Barty Crouch junior
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Libri I-IV/Primi anni a Hogwarts
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Verde
Introduzione: Non innocente fino a prova contraria, ma colpevole in ogni caso. Condannato alla prigione delle sbarre prima e alla prigione dei sensi poi. Voleva libertà e voleva giustizia.

Sentenza

Più il tempo passava, più lo sentivi, quel tiranno che t’aveva soggiogato.
 
Lui, lo sciocco convinto d’averti inebetito sensi e ragione con una banale Maledizione.
 
Illuso, avresti voluto dirgli, hai firmato la tua condanna.
 
Niente pietà per lui, ma una sentenza senz’appello.
 
Condannò te alle catene perenni e tu l’avresti condannato a morte.
 
Arrivò gioioso il giorno che ti vide libero.
 
Libero di tornare alla vita, al tuo progetto, alla sua condanna.
 
Giunse colmo d’adrenalina il momento che ti vide giudice: una formula, due parole e la sentenza venne emessa.
 
Niente ricorso, niente prova contraria.
 
Tu non avevi un padre.

Momenti rubati

I.

“Spiegami meglio.”
 
“Te l’ho già spiegato prima.”
 
“Ma voglio capire bene, hai detto che il voto più basso è la T.”
 
“Sì, ma a te non interessa.”
 
“Come?”
 
“Ma sì, il voto più basso che puoi prendere tu è una O oppure una E senza più!”
 
“Perché, c’è anche il più? È una sorta di lode?”
 
Fred ridacchiò, sinceramente divertito dall’apprensione di Hermione. Istintivamente, le poggiò la destra sul capo, scompigliandole simpaticamente i capelli.
 
“Ehi,” protestò lei.
 
“Sei proprio una secchiona!”
 
“Non è vero, sono solo una studentessa attenta.”
 
“Secchiona,” insistette, per poi farle l’occhiolino e uscire dalla Sala Comune.
 


II.

“Ti sei resa conto che sono tutti a letto?!”
 
“Tutti tranne te, Fred.”
 
Il ragazzo s’accigliò. L’aveva riconosciuto davvero o soffriva d’allucinazioni? Lei s’accorse di quello sguardo da pesce lesso puntato contro, perché sollevò gli occhi dall’opuscoletto e osservò il diciassettenne con aria interrogativa.
 
“Ti ho zittito,” affermò con orgoglio.
 
“No!” si difese lui immediatamente. “Solo che… Come hai fatto a riconoscermi?”
 
Hermione esibì un sorrisetto beffardo, che poco s’intonava ai suoi lineamenti. “Oh, Fred, mi hai scoperta! Io sono innamorata di te!”
 
“Stai mentendo,” gracchiò lui, realmente allucinato.
 
Annuì ridendo. “È appena passato George che ti cercava!” chiarì divertita.



III.

“Finalmente sola!”
 
“Mi cercavi?”
 
“Volevo complimentarmi con te per lo scherzetto dell’altra sera.”
 
“Non sono necessarie tante cerimonie,” affermò lei sarcastica.
 
“Non ci sono cascato,” precisò lui.
 
Hermione parve scettica. “Dillo a un’altra! Era quello che volevi sentirti dire, no?” ma lui sembrava confuso. “Che ero pazza di te!”
 
“E cosa te lo fa pensare?!”
 
“Beh, tu e tuo fratello passate le giornate a fare i pavoni,” disse seccata, uscendo dalla Guferia.
 
Fred ghignò. “Rintraccio una punta di gelosia, Granger!” commentò seguendola.
 
“Rintracci male, Weasley.”
 
“Scommettiamo che entro due giorni mi baci?”
 
Suo malgrado, Hermione arrossì appena. “Hai già perso.”



IV.

“Non è stato corretto da parte tua!” sbraitò Hermione, fuori di sé dall’imbarazzo e dall’irritazione.
 
“Poche storie, hai perso la scommessa!” affermò gongolante Fred.
 
“Rifilarmi uno stupidissimo Filtro inventato da voi non era nei patti!”
 
“Ma non avevamo patti!”
 
Hermione boccheggiò, dopotutto Fred aveva ragione: non avevano patti.
 
“È stato spregevole lo stesso,” sentenziò brusca.
 
“Baciarmi?”
 
“No, il Filtro,” disse senza riflettere, ritrovandosi ad arrossire e sgranare gli occhi, mentre un non troppo sorpreso Fred ghignava soddisfatto, avvicinandosi a lei.
 
“Non me lo chiedi?”
 
“Cosa?”
 
“Perché ho risposto al tuo bacio,” affermò malizioso e, senza concederle altri istanti, la baciò.

Era lei il suo tipo!
 

I.
 
“Tu… tu sei cosa?”
 
“Ma sei un po’ tocco?”
 
“Tocco? Io? Non sai con chi stai parlando!”
 
“Beh, con gemello Weasley o con una piccola carogna che ha bevuto troppa Polisucco!”
 
Lui tentennò, indeciso se ridere o offendersi. Quella ragazza era assolutamente assurda! “Sono George, non gemello Weasley,” precisò.
 
“Rassegnati, George, non distinguerò mai te e tuo fratello!”
 
“Allora, è vero? Lo sei sul serio?”
 
La ragazza portò gli occhi al cielo, spazientita dallo sguardo avido dell’altro. “Sì! Sono un metamorfomagus, fattene una ragione!”
 
“Wow! Devo dirlo a Fred!”
 
“Ehi, non sono un fenomeno da baraccone.”
 
“No, sei una forza!”
 
 
II.
 
“Tonks, ehi, Tonks! Aspetta!”
 
In risposta, Ninfadora riuscì a inciampare su una Caccabomba, cadendo a terra e impiastricciandosi tutta. George, raggiungendola, rise senza ritegno.
 
“Oh, non disturbarti ad aiutarmi,” sbraitò lei, tentando di rimettersi in piedi, pregando che Molly non si fosse accorta di nulla.
 
“Scusa!” disse lui, tendendole la mano e aiutandola, senza però smettere di sbottare in isteriche risatine.
 
“Cosa volevi?”
 
“Domani torni?”
 
“Non lo so, forse, se viene Remus… magari…” arrossì, distogliendo lo sguardo dal volto di George e blaterando a voce bassa.
 
“Certo, se viene Remus,” commentò acido George, d’improvviso felicissimo che l’Auror stesse andando via.  
 
 
III.
 
“Quanti anni ha Sirius?”
 
“Boh, più di trenta sicuro.”
 
“Quindi anche Remus.”
 
“Credo.” Fred osservò titubante il gemello. “Ma perché t’importa?”
 
“Non mi importa,” negò George, tagliuzzando delle radici.
 
“E io sono quell’impiastro di Flitt,” commentò sarcastico l’altro.
 
Ad interromperli furono le urla di Walburga; quando Fred sbuffando disse Tonks, George si precipitò al piano sottostante, ritrovandosi faccia a faccia con un imbarazzato Remus, un irriverente Sirius e un’irritata Ninfadora.
 
“Smettila, Sirius, non è divertente,” diceva lei.
 
“Sì, Sirius, smettila, lasciala stare,” intervenne senza riflettere George, sorprendendo i Malandrini.
 
“Grazie… George?” tentò Tonks e il ragazzo esibì un sorriso smagliante.

 
IV.

“Puoi averli?”
 
“A prezzo scontato! Mundungus… credo abbia una cotta per me… Penso siano i capelli rosa! Gli parlo e ve li faccio avere!”
 
“Sei un’Auror,” la provocò George, “sicura che non sia troppo illegale quella roba?”
 
Tonks sbuffò, offesa. “Devo preoccuparmi di assassini e pazzi razzisti, non certo di ingredienti per qualche merendina.”
 
“Sei un portento, Tonks!”
 
Lei sorrise, ammiccandogli. “Ne sono consapevole!” si vantò tronfia, peccato che nel farlo agitasse involontariamente la bacchetta, facendo esplodere una pila di piatti. “Non dirlo a Molly,” commentò tetra, ma George neanche l’ascoltava, sembrava assorto in un qualcosa di simile alla contemplazione.


V.
 
“Tua madre s’illude, non posso competere con Fleur!”
 
“Perché, vorresti competere?”
 
Tonks ghignò, continuando a sistemare la trappola per Sirius assieme a George. “No. Però mi spiace per Molly, deve abituarsi all’idea.”
 
“Dobbiamo abituarci anche noi!”
 
“Immagino, non sarà semplice sbavare dietro la ragazza del fratellone!” provocò lei.
 
“Non offendermi, bimba!” scherzò lui, “quella non è certo il mio tipo!”
 
“E chi è il tuo tipo?!”
 
Lui assunse un’aria maliziosa e, senza esitare, s’avvicinò a Ninfadora, posandole un casto bacio sulle labbra. Tonks strabuzzo gli occhi e, in barba a ogni delicatezza, rise divertita, etichettando George come un pazzo ragazzino.

Personaggi: Blaise Zabini
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Contesto generale/vago
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Introduzione: Blaise Zabini sapeva bene che l'apparire in ogni circostanza, bella o brutta che fosse, rappresentasse l'unico, reale, compromesso per essere a quel mondo.
Citazione: “Non importa come ti senti oggi, alzati, vestiti e mostrati.” di Paulo Coelho.
NdA: seconda classificata al contest Drabble Per Tutti I Gusti +1 indetto da Bellatrix_Black e giudicato da Mitsuki91.
 

La buona società

Lo tormentavano di continuo i commenti al veleno riservati alla madre. Dicevano fosse la vergogna della nobile casta Purosangue.
 
Era ben noto che gli altolocati maghi inglesi fossero deliziosamente moralisti. Un buon matrimonio e un’ottima reputazione rendevano degno chiunque. Eppure, all’intrigante signora Zabini non era mai interessata la rispettabilità, preferiva quel riguardo malsano ch’era figlio del timore e dell’astio, poiché resistente alle intemperie.
 
Blaise aveva imparato presto ad esigere quell'infida riverenza. S’era tatuato in viso il disprezzo, tinto d’indifferenza lo sguardo e s’era mostrato. Non importava quanto le dicerie potessero perseguitarlo, il segreto era nel fingersi impermeabile ad ogni attacco.

Personaggi: Ginny Weasley, Bill Weasley
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Libri 5-7/seconda guerra magica
Genere: Introspettivo, Triste
Rating: Verde
Introduzione: Da quando Fleur viveva alla Tana, Ginny non perdeva occasione per schernirla e Bill, privilegando il quieto vivere, fingeva di non sapere. Una mattina, una sbadata coincidenza riuscì a mettere a nudo i due fratelli.

Il cinismo degli immaturi

Bill… Era sempre stato il tuo preferito. Lui, così vincente. Fu necessario detestare chiunque volesse portarselo via.

“Sciaò! Sciono la bellishima Flebo,” la sbeffeggiasti un’ennesima volta.

Ma una voce maschile, quella mattina, t’obbligò a inorridire. ‘Se rispettarla ti è impossibile, evita almeno certe scene e rispetta me’ ti fu detto con malcelata delusione.

Quando ti voltasti, era già tardi per scusarsi. Bill era sparito, lasciando un vassoio con sopra la tua colazione, una rosa bianca e un pezzetto di pergamena con su scritto alla mia bellissima sorellina, un dolce buongiorno.

Aggiungere alla colazione il senso di colpa, Ginny, fu inevitabile.

Affinità elettive

 
I.
 
“È occupato?”
 
“No.”
 
“Ti spiace?”
 
“No.”
 
Lei accompagnò quel secondo no con un sorriso cortese e lui, sprovvisto finalmente di remore, le sedette accanto, distribuendo sulla propria porzione di banco il materiale per la lezione di Rune.
Quella fu la prima occasione in cui osservò Hermione Granger da vicino e, con sorpresa, si ritrovò a pensare che fosse piuttosto carina nella sua estrema semplicità. Seguivano quel corso assieme da due anni e un semestre, eppure, come conveniva alle loro Case, non erano mai stati seduti l’uno accanto all’altra. Theodore non si stupì nel constatare che fosse un’ottima compagna di banco.
 
 
II.
 
“Nott?”
 
“Granger,” ribatté lui, distraendosi dalla lettura.
 
“Ti manca molto?”
 
“Direi di sì,” chiarì spiccio, tornando gli occhi piccoli e scuri sulla pagina.
 
Hermione si morse il labbro inferiore, infastidita e imbarazzata al contempo, non aveva confidenza con quel ragazzo, ma le occorreva disperatamente il volume di Aritmanzia che lui leggeva. Fu così che, armandosi di una buona dose di sfacciataggine, s’accomodò al tavolo della biblioteca occupato da Theodore.
 
“Cosa fai?” chiese lui, allibito.
 
“Aspetto.”
 
“Cosa?”
 
“Te,” rispose a disagio.
 
Lui fu ancora più perplesso, ma, dopo l’istante d’indecisione, porse a lei il volume, sorridendo sghembo. “Pensandoci, finisco prima Erbologia.”
 
 
III.
 
“Hermione!” chiamò Theodore.
 
Hermione si voltò, incrociando il volto magro dell’interlocutore. “Ciao,” salutò, stranita che l’avesse fermata nel bel mezzo del corridoio, appellandola addirittura col nome di battesimo.
 
“Hai già un collega per la relazione di Aritmanzia?” chiese con sguardo vago, tentando di camuffare l’imbarazzo.
 
“Oh,” esordì scioccamente lei, stringendo i libri al petto. “No… direi di no. La facciamo insieme?”
 
“Io punto a una E, per questo… Sì, se per te va bene, sì,” biascicò lui, maledicendo la propria goffaggine, a cui Hermione non badò e annuì sorridendogli. Al Serpeverde parve assurdo che apparisse sinceramente contenta d’averlo come collega.
 

IV.
 
Nessuno dei due seppe spiegarsi come s’erano ritrovati nascosti dietro quello scaffale della biblioteca, in pieno pomeriggio, a scambiarsi un incerto e dolce bacio. Erano due mesi che, malgrado la Umbridge che seminava discordia, i pregiudizi tra le Case e la contrarietà dei rispettivi amici, studiavano assieme quelle materie complementari che solo loro due e pochi altri studenti sembravano degnare della giusta attenzione. Da lì a sentirsi a poco a poco attratti, il passo era sembrato a entrambi breve e inevitabile.
 
“Cosa ti piace di me?” chiese lui insicuro.
 
“E a te? Cosa piace di me?” ribatté lei imbarazzata.
 
“Tutto.”
 
 
V.
 
“Hermione, lasciali perdere, questi vermi della Squadra di Inquisizione.”
 
A dirlo fu Ernie Macmillan, diligente e coraggioso Tassorosso del quinto anno, membro dell’ES e fiero sostenitore di Harry. Non era passato troppo tempo prima che agli studenti venisse chiesto di scegliere: o il Ministero o Silente. Hermione e Theodore, senza neanche accorgersene, si ritrovarono a far parte di due mondi paralleli, quindi, non incrociabili.
 
“Arrivo,” disse lei all’indirizzo di Ernie, con cui aveva preso l’abitudine di studiare Rune e Aritmanzia.
 
Theodore, ch’aveva assistito in silenzio, riuscì solo a scuotere impercettibilmente il capo, come a dire ‘lo so, è giusto così’.
 

Personaggi: Dorcas Meadowes
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Avvertimenti: Tematiche delicate, Contenuti forti
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Drammatico
Rating: Arancione
Introduzione: Gli ultimi istanti di vita di Dorcas.
 

Non tremo

Accecata da una sconosciuta Maledizione, intorpidita dall’immobilità e assordata da molesti rumori, era l’olfatto l’unico appiglio al mondo.
 
Lo percepivi, il sozzo fetore della morte cruenta. L’aria intorno a te puzzava di sudore e sangue.
 
Tu puzzavi di sangue, sapevi che ne avevi il viso cosparso. Lui puzzava di quel sudore febbrile denunciante l’eccitazione.
 
Voleva eliminarti personalmente e a te andava bene così.
 
‘Ammazzami’ gli avevi urlato senza paura. ‘Fallo ora’ l’avevi provocato orgogliosa.
 
Fu con malcelata soddisfazione che Voldemort t’uccise. Tu, tra i suoi più potenti nemici. Tu, che morivi martoriata e non invocavi pietà.
 
“Sei morta, Dorcas Meadowes.”

Personaggi: Sirius Black, Alice Paciock
Tipo di coppia: Het, Crack pairing
Coppia: Alice/Sirius
Note: Missing Moments, Raccolta
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Sentimentale
Rating: Giallo
Introduzione: Primo Ordine della Fenice. Un incontro e una condanna: quello non era il loro tempo. Loro non l'avevano affatto, un tempo.
NdA: Il titolo della storia è ispirato al titolo della canzone di Ligabue "non è tempo per noi".

 

Non è tempo per noi

I.

“È roba tua?”

“Sì, grazie,” rispose. “Sei l’Auror? La moglie di Frank?”
 
“Sì, sono Alice Paciock. Tu sei uno dei neodiplomati?”
 
“Già. Sirius Black.”
 
Dovette accorgersi dell’espressione sgomenta che t’apparve in viso all’udire quel cognome, perché sogghignando andò via. Avevi sentito parlare di lui, ma mai t’era capitato d’incontrarlo. Conoscendo la sua storia, lo immaginavi sciupato, triste, grigio; invece, quell’appena diciottenne era in forma, allegro, colorato. Per qualche stramba ragione, avevi creduto che un passato ostile e del sangue marcio potessero condizionare una vita, senza lasciarle via di scampo, ma quel ragazzo aveva vinto le sue origini.
 
Lo stimasti, Alice.
 

 
II.
 
L’avevano notato tutti, persino Frank, che Sirius t’osservava con crescente interesse. Non erano più le tue doti magiche ad attrarlo, eri tu. Non avresti saputo spiegare come, ma passaste tanto tempo assieme e lui conobbe te, tu conoscesti lui.
 
Lui, così intimamente tormentato… così giovane, così passionale, così totalizzante.
 
E tu, tanto adulta, tanto razionale, tanto sfuggente… tanto intimamente tormentata.
 
“Sono sposata.”
 
“Non m’importa.”
 
“Sono vecchia per te.”
 
“Non m’importa.”
 
“Sirius…”
 
“Non parlare.”
 
Obbedisti e lui s’accanì sulle tue labbra. Il senso di colpa arrivò poi, quando ricordasti d’essere una ventottenne sposata a un uomo che non la meritava, l’infedeltà.
 
 
 
III.
 
“Perché me? Devi lasciare lui,” sputò rabbioso.
 
“Perché è giusto così,” controbattesti.
 
Fu la fine della malsana relazione. Per quattro mesi v’eravate incontrati, bramati e respinti in segreto. La colpevolezza tua e la gelosia sua erano state compagne fedeli. Fu un tacito accordo il non vedervi mai più.
 
“Alice, è caduto, i Potter… Black…” farneticò Frank una sera, qualche anno più tardi.
 
“Cosa?”
 
“Tu-Sai-Chi è caduto, i Potter sono morti, è stato Sirius Black.”
 
“No… è impossibile… Impossibile,” ripetevi. Perché tu conoscevi Sirius e avresti testimoniato per lui, nonostante il contrariato Frank... Se solo non t'avessero strappato via il senno.

Personaggi: Tom Riddle
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Dai fondatori alla I guerra
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Introduzione: Tom Riddle e la consapevolezza di sé.
 

L'Erede

Quando la tua reale natura ti fu rivelata, pensasti d’aver sempre avuto ragione: eri speciale, non solo Tom… di più.  

L’abilità tue da sempre ridicolizzavano quelle altrui.

Gli altri piangevano e tu frantumavi vetri col pensiero.

Gli altri carezzavano cani randagi e tu parlavi ai serpenti, compagni fedeli, astuti e silenziosi, per te perfetti.

A Hogwarts comprendesti quale sorte t’avesse riservato il fato e ogni cosa ti fu chiara.

Tu, abbandonato tra i nessuno.

Tu, ch’eri venuto al mondo per conquistare i qualcuno ed anche i nessuno.

Tu, ch’assassinasti Tom Riddle e delle sue ceneri ti cibasti, plasmando Lord Voldemort.

I.
 
“Pessima idea.”
 
“Come dici?”
 
“Il Corvonero. I Grifondoro devono stare con i Grifondoro, è la regola.”
 
“Che strano, sono generazioni che il Cappello smista Weasley a Grifondoro e non l’avevo mai sentita.”
 
“Sarai distratta, Ginny.”
 
Ti salutò con un bel sorriso e ti lasciò lì, impalata nel corridoio, a domandarti perché ti avesse detto quelle strane cose, perché ti conoscesse come ‘Ginny’ e non come ‘sorella’ di un compagno di dormitorio. Quando Michael ti raggiunse con la voglia di scusarsi e far pace, lo guardasti infastidita e lo liquidasti in via definitiva. Lui e il suo antagonismo ti avevano stufata.
 

*

 
Cosa t’era saltato in mente? Avvicinarla, dirle quelle strane cose e scappare via erano state mosse azzardate, stupide, infantili. Ma era sempre così che ti sentivi davanti a lei: uno scolaretto alla prima esperienza. Impossibile ricordare quando avevi iniziato a guardarla con occhi maliziosi, sapevi solo che un bel giorno t’era apparsa dinanzi e l’avevi trovata intrigante.
 
“Ehi, Thomas,” chiamò lei. “Perché sei Thomas, vero?”
 
Ridacchiasti alla sua improvvisa incertezza, facendola accigliare. “Così dicono! Ma i più mi chiamano Dean!”
 
“Vedrò di ricordarlo,” commentò, “ah, e grazie della dritta.”
 
“Quale?”
 
“Il Corvonero.”
 
“L’hai mollato?”
 
Annuì e tu esultasti in silenzio.
 
 
II.
 
“Canon è un pessimo Grifondoro.”
 
“Da dove sbuchi?” chiedesti esterrefatta. Quel ragazzo si materializzava nei momenti e nei luoghi più impensabili, come allora, che t’aveva raggiunto al termine della tua lezione d’Incantesimi.
 
“Passavo di qui,” liquidò. “Da’ a me, li porto io!”
 
“G-grazie...” biascicasti confusa, passandogli i libri. “Cosa dicevi su Colin?”
 
“Che non è il Grifondoro giusto.”
 
“Credi che mi piaccia Canon?”
 
“Non lo so, ti piace?”
 
“A che gioco stai giocando, Dean?” domandasti, indecisa se ridere o offenderti.
 
“Nessun gioco. Voglio solo proporti un Grifondoro come si deve!”
 
“Cioè?”
 
“Io!”
 
Sogghignasti e capisti d’averci sperato, in quella risposta.
 

*

 
A momenti, Ginny sarebbe salita sul treno e l’avresti rivista solo a settembre. Deglutisti quando la vedesti avanzare verso uno dei vagoni, circondata da alcune amiche e, notasti con disappunto, da Harry, che scherzò un po’ con lei e poi tornò al suo posto, da Ron e Hermione. Trovasti il coraggio d’avvicinarti a lei solo grazie allo spintone complice di Seamus.
 
“Dean!”
 
“Ginny!”
 
Le sue amiche s’allontanarono ridacchiando. ‘Ora o mai più’ pensasti, ma eri paralizzato! Fu quando trovasti l’ardire di incrociare il suo sguardo che notasti quanto ti fosse vicina. Non avevi neanche osato sperarlo, eppure lei ti baciò.
 
 
III.
 
“Sono pazzo di te.”
 
Lo diceva spesso tra un bacio e l’altro, tra una lezione e l’altra, tra la colazione e la cena. Lo diceva spesso, lo diceva sempre e tu ogni volta eri più ammaliata... da lui e dalle sue attenzioni. Ai suoi occhi eri una principessa.
 
“Lo sono anch’io.”
 
“Cosa?”
 
“Pazza di te.”
 
Glielo dicevi di tanto in tanto, ma a lui sembrava bastare, anzi, sembrava vivere le giornate aspettando quell’unico istante, perché s’apriva in un sorriso radioso, innamorato, e ti stringeva a sé. E tu avresti dato ogni cosa per restare per sempre tra le sue braccia.
 

*

 
“Mio fratello vuole ucciderti!”
 
“Non è il solo,” commentasti. “Molti ragazzi vorrebbero uccidermi.”
 
“E perché?”
 
“Non è ovvio? Sono invidiosi: io ho te.”
 
La vedesti sorridere e posarti un bacio a fior di labbra. “Anche molte ragazze sono invidiose di me, sai, dicono che sei tra i più belli del tuo anno.”
 
“E hanno ragione!”
 
Quell’esclamazione pose fine alla bizzarra conversazione, poiché pretendesti lei, le sue attenzioni, le sue labbra e ridesti contro quelle quando la sentisti coinvolta e sempre più stretta a te. Avresti dato ogni cosa per fermare il tempo, per assicurarti che lei continuasse a scegliere te.  
 
 

IV.

Lacrime. Pugni serrati. Grida. Rabbia. Dolore. Quanto potevano far male le schegge di uno stupidissimo vetro frantumato? Tanto. Troppo. Non te n’eri neanche accorta: quand’avevi smesso d’essere innamorata di lui? Quando l’altro s’era insinuato tra voi?
 
“Sei asfissiante, Dean!”
 
No. No! Tu eri asfissiante, non lui. Lui, che stavi ferendo, che stavi consumando… Tu eri sbagliata per la vostra storia e piangevi e ti dimenavi e aggredivi prima lui e poi te stessa perché ci avevi creduto, in voi due avevi creduto davvero.
 
“Io ti amo, Ginny.”
 
Smettesti di guardarlo, e d’improvviso avvertisti freddo: era andato via, lontano da te.
 

*

 
“È finita?”
 
“È finita.”
 
“Non stai dicendo sul serio…”
 
Che stupido che eri stato a credere che nulla tra voi fosse finito, che tutto fosse riparabile, compreso quel vetro che s’era infranto tra le vostre mani, lasciandole sporche di sangue e graffi. Se il tuo orgoglio non te l’avesse impedito, se la mano di Seamus non t’avesse stretto la spalla, avresti pianto spaccando la faccia a Harry e dopo avresti spaccato la tua, di faccia, perché lo sapevi da un pezzo, che lei voleva un altro e che quell’altro era Mister Prescelto.
Ti odiasti, perché non riuscisti a odiare lei.
 

Quel che a te dà eternità, a me dà fine

I.

L’amarezza era compagna e la frustrazione era tormento, poiché anche tu, persino tu, avresti insudiciato il nome vostro e l’avresti condannato all’eterna vergogna, ma sapevi di non poter agire diversamente.
Aveva sbagliato lui a riporre fiducia in te, ch’eri un Black e i Black da sempre tradivano l’alleato, calpestavano la famiglia e frantumavano le tradizioni… Non poteva imputarsi a te la colpa se avevi scoperto il segreto del ‘tuo padrone’ ed eri pronto a voltargli le spalle, similmente a un lurido amichetto di Babbani.
‘Il tuo padrone’ t’aveva mal istruito servo, Regulus: avrebbe dovuto saperlo, che i Black non s’incatenano.


II.

“Maledizione!” sbraitasti avvilito all’ennesimo tuo passo falso. Trovare l’Horcrux non era solo difficile, ma logorante e altamente improbabile, ‘ma non impossibile’ ti ripetevi continuamente, e l’avresti trovato e l’avresti toccato e l’avresti distrutto in nome della libertà che t’era stata negata, del sangue ch’eri stato costretto a versare, della rabbia ch’aveva preso l’abitudine di nutrirsi di te. Quel gioco di morte e tortura, te n’eri reso conto, non t’apparteneva, Regulus.
La ricerca tua si mosse ovunque: fu seguita ogni traccia, ogni possibilità fu ricostruita; alla fine, un sorriso maligno corruppe le tue labbra, perché l’avevi trovato, quel frammento d’un’anima dannata.


III.

Oh, non avevi mai conosciuto il terrore prima d’allora, mai. Tutto ciò che, in passato, le tue membra avevano saggiato era sciocco timore, paura tutt’al più, ma non terrore. E t’accorgesti che quell’infame sensazione avesse le sembianze d’un mostro dalle teste mozzate e il fetore della sozzura accatastata da giorni e il suono di urla assordanti e la consistenza di appiccicoso liquido gelido… sapeva di morte il terrore, e n’eri consapevole, che sarebbe successo, che di lì a breve saresti divenuto un giovanissimo defunto condannato a un’eternità di rimorsi, poiché a soli sedici anni scegliesti la morte, sbeffeggiando la vita.

Personaggi: Helena Corvonero, Tom Riddle
Coppia: Helena/Tom
Tipo di Coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments
Avvertimenti: Tematiche delicate
Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Genere: Introspettivo, Angst
Rating: Giallo
Introduzione: Tom Riddle è solito ingannare chiuque per ottenere ciò che desidera, persino i defunti. Helena Corvonero è solo una pedina, una delle prime a essere mosse e a cadere.
 

Si può amare un fantasma?
 

I.
 
Si può amare un fantasma?
 
Lo domandavi a te stessa continuamente, insistente… Come se avesse importanza.
 
Lo domandavi a labbra serrate, pietrificando i tuoi defunti lineamenti nella consueta smorfia altezzosa.
 
E quand’arrivava la sera, e il buio calava anche sui tormenti tuoi, attendevi l’arrivo di colui che avresti voluto t’amasse.
 
“Buonasera, Helena,” diceva suadente, sorridendo colmo di malizia.
 
“Buonasera, Tom,” dicevi a tua volta, camuffando coll’indifferenza il tumulto che scuoteva quel residuo di donna che eri.
 
“C’è qualcosa che ti turba?” domandava.
 
E tu non rispondevi mai. Non potevi certo confessarglielo, che a turbarti fosse la morte. La tua morte.
 
 
II.
 
“Il Barone mi ha chiesto di noi, ma io ho negato la nostra frequentazione, com’era tuo desiderio, Helena.”
 
Quel noi e quel frequentazione echeggiarono furiosi dentro di te. Esistevate in due? Esistevate insieme?
 
“Te ne sono grata, Tom.”
 
Guardasti le sue labbra piene incresparsi in un sorriso compiaciuto.
 
Amavi guardare quelle labbra compiacersi, come amavi i suoi occhi brillare d’interesse e le sue mani carezzare le pagine di un libro.
 
Se solo fosse esistito al tempo tuo, non avresti esitato a tentarlo, a sedurlo, a indurlo a peccare per te.
 
“Parlami ancora del Diadema,” impose con garbo.
 
Come sempre, acconsentisti.
 
 
III.
 
“Tom.”
 
“Non ho tempo.”
 
“Tom.”
 
“Fa’ silenzio.”
 
Sgranasti gli occhi e il tuo colorito spento subì un’ulteriore ventata di pallore.
 
“Si può amare un fantasma?” chiedesti allora a gran voce, mentre lui seguitava a camminare.
 
“No.”
 
T’immobilizzasti, improvvisamente stanca di fluttuare alle spalle di Tom Riddle, ch’imboccò un corridoio e sparì senza rimorso alcuno dalle tue giornate.
 
Soltanto la solitudine di quegli attimi ti consentì d’analizzare ogni gesto e ogni parola altrui e d’un tratto tutta l’ingenuità tua fu manifesta.
 
Diadema era la sola parola che lui ti rivolgeva con occhi vivi d’interesse.
 
“Illusa,” t’accusasti. “Nessuno può amare un fantasma.”
 
 
 

Personaggi: Alice Paciock, Mangiamorte
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments
Avvertimenti: Tematiche delicate
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Giallo
Introduzione: Alastor Moody lo ripeteva spesso, nel tentativo di convincere i suoi Auror che nulla fosse perduto: Voldemort poteva essere anche il più grande mago oscuro di tutti i tempi, restava un uomo e un uomo è mortale. Alice Paciock ricorda le parole di Moody nel momento di maggior sconforto e ne trae la forza per soccombere senza annunciare la resa.
NdA: la storia racconta il momento che ha visto Bellatrix, i Lestrange e Crouch junior recarsi dai Paciock per ottenere notizie sullo scomparso, e forse caduto, Voldemort.

Arresa mai

“Cosa siamo noi?”
 
“Uomini.”
 
“E cos’è lui?”
 
“Un uomo.”

 
Quell’antico scambio di battute, riaffiorato d’improvviso, costrinse le tue labbra a tacere il dolore.
 
Fissasti gl’occhi sui Mangiamorte e, seppur a tentoni, ti rialzasti, ergendoti a scudo umano per Frank, che neanche la forza di torcersi aveva più.
 
“Hai deciso di vuotare il sacco, Paciock? Saggia scelta.”
 
“Taci, Crouch,” sibilasti sprezzante. “Alastor Moody lo diceva spesso, che lui era solo un uomo: V-voldermort è morto.”
 
Non n’eri certa, ma il guizzo di terrore e collera che s’impossessò degl’assassini seppe donarti un’ultima debole soddisfazione.
 
Per la tua mente, poi, fu solo caos.
 

Personaggi: Remus Lupin
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Avvertimenti: Tematiche delicate
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Introspettivo, Angst
Rating: Giallo
Introduzione: Il primo trentuno dicembre dalla tragedia che ha stravolto la vita di Remus, costretto a credere traditore Sirius e a portar fiori sulle tombe di James, Peter e Lily.

Avvolto nelle tenebre
 

Personaggi: Teddy Lupin, Victoire Weasley
Tipo di coppia: Teddy/Victoire
Note: Missing Moments
Contesto: Post II guerra magica/Pace
Genere: Introspettivo, Romantico
Rating: Verde
Introduzione: Sempre, arriva quel momento in cui la solitudine e le mancanze vissute riaffiorano dirompenti, e non si può far altro che fronteggiarle, scegliendo tra il cedere e il lottare.
Prompt: Guerriero (titolo della canzone di Marco Mengoni).
NdA: la drabble prende il titolo/prompt dal mio contest Sfida alle 100 parole - II edizione.

L'aurora

Forse era una sensazione tua, ma l’aria, quel mattino, profumava di biscotti appena sfornati.
Eri in piedi presso l’uscio della Tana, con le mani sudaticce che strizzavano quelle di Victoire, le labbra secche e un fastidiosissimo bruciore alla gola. Lei ti fissava con malcelata impazienza, deglutendo una, due, tre volte, in attesa.
 
“Teddy,” t’esortò.
 
Chinasti lo sguardo, incapace di parlare.
Avevi la mente invischiata in immagini buie, il nero di chi era dinanzi a un progetto grande, estraneo – marito, padre… figure a te aliene.
Fu quando l’avvertisti più vicina che la guardasti. 
 
“Sposami,” dicesti.
 
Il suo sorriso vinse il buio.  
 

Personaggi: Tom O. Riddle; Evan Rosier
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Introduzione: Tom O. Riddle durante il percorso a Hogwarts, sulla strada della scoperta e della comprensione: la magia dà potere o è potere?
NdA: in questa storia, visto che la cronologia dice molto poco sulla data di nascita di Evan Rosier, ho ipotizzato che il personaggio fosse coetano di Tom ed è il motivo per cui figura nell'ultima drabble. Quando ho concluso la raccolta mi sono resa conto di una somiglianza di alcuni aspetti con la flashfic di Ladyriddle Al di là del bene e del male (poiché l'ho letta e valutata per un contest, mi è venuto il dubbio che nella stesura della mia storia fossi stata involontariamente condizionata da questa lettura e mi fossi dunque ispirata. Nel dubbio, preferisco segnalarla e invitarvi anche alla lettura, perché merita!)

Era il potere

 

I.
 
Carezzi la divisa consunta, le dita bruciano d’eccitazione e vergogna al contatto con la stoffa.
 
Assapori il primo pasto di Hogwarts, i denti triturano, la lingua guida, il palato s’acquieta dopo dieci anni di costrizioni.
 
Ascolti i borbottii malevoli dei compagni di Casa, i timpani pulsano furiosi e memorizzano ogni sillaba.
 
Osservi il fiero serpente sullo stemma cucito in petto, l’ammaliato sguardo rintraccia qualcosa ch’ancora non sai comprendere.
 
Annusi le spire di fumo emanate dal tuo calderone, le narici fremono estasiate – la magia crea, distrugge, ti chiedi se possa dare potere o se sia il potere, un confine così sottile.
 
 
II.
 
Una studentessa è morta – l’eco della condanna ti perseguita.
 
T’eri illuso di vedere schiere di maghi e streghe riconoscere in te, estasiati e devoti, l’atteso erede di Salazar Serpeverde, invece, sono tutti alla ricerca di un colpevole da punire.
 
Sciocchi.
 
Non hanno voluto inchinarsi, né riconoscere i tuoi meriti. Solo ora comprendi: la magia è potere, ma non per tutti, poiché in troppi son incapaci di percepirla scorrere dentro di sé – a sorreggerli –, fuori di sé – a proteggerli –, intorno a sé – a incoronarli padroni del mondo intero.
 
La magia è potere, ma non per i comuni esseri umani.
 
 
III.
 
“Dicono che diventerai Ministro della Magia.”
 
“Dicono molte cose.”
 
“Tutte sciocchezze.”
 
Concedi alle labbra un sorriso malevolo, la bocca di Evan fa altrettanto, inorgoglita dal tuo assenso. Indirizzi gli occhi scuri al cancello di Hogwarts che si chiude per l’ultima volta alle tue spalle.  
 
“Credo che inizierò dal basso, magari come commesso.”
 
“Commesso?”
 
Percepisci stupore, incredulità, indignazione – te ne compiaci. Non rispondi, è sufficiente l’espressione assunta a placare la perplessità di Evan – c’è un fine, sempre.
 
La magia è potere, potere per te che hai smesso le vesti del comune essere umano per essere più del comune, più dell’umano, Voldemort.
 

Personaggi: Sirius Black, Remus Lupin, Peter Minus, James Potter, Minerva McGranitt
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Slice of life
Rating: Verde
Introduzione: I Malandrini frequentano il quinto anno e anche per loro arriva il momento del tanto atteso orientamento professionale. Quattro personaggi e quattro modi differenti di affrontare la stessa situazione.
 

I Malandrini e l'orientamento professionale!

 

I. Black Sirius
 
Eri seduto dinanzi alla McGranitt con un’aria annoiata stampata in volto – un’inutile manfrina era quel colloquio.
 
“Dunque, Black, quali sono le tue ambizioni?”
 
“Vivere di rendita, organizzare il funerale di Walburga…”
 
“Black,” t’interruppe la McGranitt, “non tollero simili sciocchezze, rispondi alla domanda o esci da questo studio.”
 
Un tono duro che, unito alle labbra strette e agli occhietti inquisitori, chiariva quanto l’irritasse il tuo atteggiamento – ti fu impossibile non sghignazzare: esigeva serietà, assurdo!
 
“Perdoni la mia insolenza, professoressa,” esordisti, notando il compiacimento affiorarle sul viso. “Ho un’ambizione, si tratta di un lavoro Babbano: li chiamano gigolò.”
 
“Fuori di qui, Black!”
 
 
II. Lupin Remus
 
Mani sudate, labbra secche, occhi bassi – la McGranitt ti scrutava da minuti, ormai.
 
“È normale essere nervosi, confusi,” affermò la professoressa, “siamo qui per fugare dubbi, chiarire idee.”
 
“C’è… cioè avrei… un’idea, ma…”
 
“Suvvia, Lupin, non è un esame.”
 
Annuisti, mormorando uno stizzito lo so. “Guaritore,” sputasti controvoglia, sperando così di porre fine a quel supplizio.
 
“Bene,” ribatté la McGranitt, “molto bene. Hai tutte le carte in regola per diventarlo, ora prepariamo il piano di studi.”
 
L’osservasti trafficare con i moduli mentre l’oramai familiare amarezza t’assaliva – camuffasti, come sempre, la martellante consapevolezza che tu, Mannaro, non potevi averle, le ambizioni.
 
 
III. Minus Peter
 
“James m’immagina arbitro… dice che potrei farlo se, beh, se riuscissi a stare sulla scopa… Sirius dice che potrei lavorare al Ministero, ma io... beh, se lo dice Sirius…”
 
“Minus,” chiamò la McGranitt. “Devi dirmi le tue ambizioni, non cosa pensano Potter e Black.”
 
Annuisti svelto, torcendoti le dita d’improvviso sudate, così come la fronte e il collo e tutto. Fissasti i piccoli occhi sulla professoressa, che altera e muta attendeva che riprendessi a parlare – parlare, certo, per dirle cosa?
 
“Io… ecco… non so. Lei cosa ne pensa?”
 
La vedesti inarcare le sopracciglia. “Iniziamo scartando qualsiasi ruolo di responsabilità, Minus.”
 
 
IV. Potter James
 
Entrasti allegro nell’ufficio e indirizzasti un sorrisone alla McGranitt, che t’invitò a metterti seduto.
 
“Non sa quanto sono eccitato, professoressa! Orientamento professionale! Primo: dopo i G.U.F.O., abbandonerò tutte le materie noiose. Secondo: la mia ambizione è diventare il più grande Cacciatore d’Europa!” dicesti tutto d’un fiato. “Oh, Sirius mi ha detto come funziona il colloquio, quindi ho pensato di risparmiare tempo e non aspettare la domanda,” chiaristi, vedendola perplessa.
 
“Bene, Potter, ora mettiamo da parte i sogni di gloria e parliamo di un’ambizione concreta, possibilmente realizzabile con i titoli di studio.”
 
Sbuffasti di disapprovazione e noia: quella donna era un’ottusa!
 

Mi appartieni, anche domani

Quella volta, annegasti in lui col corpo ghiacciato da un sinistro sentore. Lo baciasti, lo annusasti, lo respirasti come mai prima di allora t’era successo.
 
“Non tremare,” t’ordinò.
 
Non gli obbedisti, e tremasti sfregando la pelle contro la sua, bramando calore, quiete, gioia. Deglutisti in un ultimo abbraccio da cui Evan si liberò in fretta, abbandonando lenzuola, letto e te.
 
“Tu mi appartieni,” gli dicesti allora, “anche se non dovessi vederti mai più.”
 
Nudo e con la schiena rivolta a te, s’irrigidì – il gelo s’era impadronito anche di lui.
 
“Rivestiti, Dorcas,” disse flebile.
 
Ti rifugiasti tra le coperte – inquieta, spaventata.
 

*

 
T’avevano istruito a non avere rimorsi. Cresciuto all’ombra del sangue dei maghi e di antiche famiglie, non t’aveva mai sfiorato l’ipotesi che la tua fedeltà e le tue convinzioni potessero essere errate.
 
Ora annaspavi – con lei in catene, sofferente, condannata.
 
Mosso da una sconosciuta follia – amore? –, corresti alla sua cella, spalancasti il cancello, distruggesti le catene e la baciasti.
 
“Tu mi appartieni,” le sussurrasti, “ma ho bisogno di vederti ancora.”
 
“Evan…”
 
“Salvati,” pregasti.
 
Spalancò gli occhi, consapevole di cosa le stessi chiedendo: unisciti a noi. Scosse debolmente il capo, si ritrasse e pianse – per te.
 
“Alla prossima vita, Evan.”
 

Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle, Harry Potter, Ronald Weasley
Coppia: Tom/Hermione
Tipo di Coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments, Raccolta, What if?
Avvertimenti: Tematiche delicate
Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Genere: Introspettivo, Angst, Dark
Rating: Arancione
Introduzione: la ricerca degli Horcrux prosegue disperata, Ron è andato via, Harry è furioso, Hermione in brandelli. Un giovane sconosciuto riesce a insinuarsi nei sogni della strega.
NdA: la storia ha una sfumatura dark ed è implicitamente un What if? con ripercussioni sul futuro, soprattutto quello post-guerra. Dedico questa raccolta a Geah, che mi ha chiesto di scrivere su Tom/Hermione, una coppia che entrambe adoriamo!
 

Lui vive in te

I.
 

“Quante notti insonni, Hermione?”
 
“Chi sei?”
 
“Un desiderio.”
 
“Di chi?”
 
“Tuo.”
 
*

 
Di soprassalto il tuo sonno s’infrange, e tu vigile osservi ciò che ti è intorno – affanni, come se il tuo corpo fosse stato vittima di uno sforzo fisico immane.
Harry non è nella tenda, immagini sia fuori di guardia, ma non ti sollevi dallo scomodo letto per controllare – i tuoi sensi, tutti, sono incatenati allo sfocato ricordo di quel giovane dominatore di sogni, lo sconosciuto che s’è eletto desiderio e tuo.
Involontariamente le dita sfiorano il medaglione di Serpeverde che custodisci al collo – un brivido elettrizza i polpastrelli.
 
 
II.
 

“Abbiamo una certezza, Hermione.”
 
“Quale?”
 
“I desideri vincono ogni cosa, persino i tormenti che nutrono l’insonnia.”
 
“Non mi sono addormentata per te.”
 
“Sciocchezze.”
 
*

 
“Hermione, svegliati.”
 
Di nuovo un brusco risveglio, il cuore in tumulto, il corpo febbricitante. Fissi gli occhi scuri su Harry che ti parla, ma non lo ascolti sul serio. Capisci solo che devi consegnargli il medaglione – è tempo che vegli lui sull’Horcrux – e che è necessario per voi due rimettervi in viaggio. 
Stringi titubante la sua mano. Istintiva cerchi Ron, invano – questa volta, l’assenza non t’angoscia, t’infuria: lui ti ha abbandonata, non merita il tuo dolore.
 

III.
 
Due giorni vigili, due notti insonni: il medaglione è al collo di Harry – coincidenze?
 
Ricordi i lineamenti seducenti di quel giovane, le iridi nere e brillanti, la bocca rosea e piena, l’odore maschile del suo corpo. Ti manca vederlo, parlargli, percepirlo poco lontano da te, esserne soggiogata.
Un malsano ragionamento in queste lunghe quarantotto ore ha solleticato il tuo fine intelletto: e se lui fosse un incubo creato dalla magia dell’Horcrux?
Ti terrorizza il pensiero d’essere stata vittima dell’anima di Voldemort – eppure, c’è un solo modo per averne la certezza, uno solo…
 
“Harry.”
 
“Hermione.”
 
“Dammi l’Horcrux, è il mio turno.”
 
 
IV.
 

“Ti sono mancato, Hermione?”
 
“Chi sei?”
 
“Dimmelo tu.”
 
“Io… io non lo so.”
 
“Bugiarda.”
 
Le labbra rosee e piene ghignano di malizia, il suo corpo è sempre più vicino al tuo, i suoi occhi incrociano impertinenti i tuoi.
Rabbrividisci e tremi e impallidisci – in trappola.
Stringi le dita al collo vogliosa di strappare via il medaglione, salvarti dal baratro, ma la tua pelle è spoglia e l’Hermione assopita, lo sai, non si sveglierà di lì a poco.
 
“Hai paura, giovane strega?”
 
“S-sei V-Voldemort?”
 
“Tom. Per te, sono solo Tom.”
 
*

 
“NO, VA’ VIA.”
 
“Hermione, che succede?”
 
Guardi terrorizzata Harry. “Niente.”
 
 
V.
 
Non dormi da tre notti, hai le occhiaie a imbruttirti e il nervosismo a inasprirti. Non hai indossato il medaglione, neanche quando avresti dovuto: l’hai però toccato e ti è parso, in quei momenti, di percepire attorno a te l’odore del giovane – di Tom.
Le gote s’imporporano lusingate ogni volta che ripensi a come ti guardava e parlava – seduttivo o sedotto?
Negli ultimi anni, nel silenzio rispettoso dei tuoi pensieri, hai sperato che fosse Ronald a riservarti quelle attenzioni, che fossero i suoi occhi chiari a bramarti.
Ma Ron non c’è.
Tom sì.
Ron è andato via.
Tom è lì.
 
 
VI.
 

“Mi sei mancata, Hermione.”
 
“Impossibile, tu non esisti.”
 
“Esisto.”
 
“Qui? In un sogno?”
 
“In te.”
 
Lo sussurra contro il tuo viso, sulle labbra che non sfiora. Sei tu, privata del senno, a sfiorare prima con l’indice e poi con quelle dannate labbra la sua bocca schiusa – la massaggi, la mordicchi, e l’azzanni e la inumidisci e la possiedi.
Baci lui, inaspettatamente di carne e ossa.
Baci lui, che ti stringe a sé.
Baci lui, Tom Riddle.
 
*

 
“Sei assente, lo sei da stamattina. Cosa c’è?”
 
“Mi sono addormentata, non sono più abituata.”
 
Harry sorride rincuorato, e tu… tu sei sporca.
 
 
VII.
 
Brami il medaglione ogni notte. A Harry hai imposto di tenerlo di giorno, cosicché tu possa custodirlo quando il buio cala su tutto, finanche sul tuo vile tradimento.
 
Tom è veleno, droga, ossessione – è indispensabile.
 
Ti ripeti che il giovane dagli occhi brillanti e le labbra piene non è Voldemort, ma Tom Riddle – e, t’inganni, Tom è incontaminato.
Hai tentato di ricondurre il cuore a Ron, a quegli occhi azzurri e a quelle labbra familiari – ma per lui c’è solo rabbia, delusione, rancore.
 

*
 
“Pensi a Ron?”
 
“Alle volte.”
 
“Ti ha abbandonata.”
 
“Lo so.”
 
“Io non ti lascerò.”
 
“Lo so.”

 

 
VIII.
 

In quel limbo tutto bianco, sporco di te, il calore di Tom t’avvolge e schiavizza. Ansimi quando le sue dita impudiche sfiorano i seni e il ventre e lo cosce. Annaspi quando annega in te e violento possiede ogni brandello di ciò che sei – corpo, anima: tutto, Tom esige tutto.
Nessuna parola questa volta, nessun sorriso. Solo i suoi occhi neri e spenti, solo la sua bocca rosea e spietata a divorarti.
Eppure, non smetti di muoverti assieme a lui, di tremare accaldata – non smetti di volere Tom.
 
“Ora cosa succederà?”
 
“Mi appartieni, Hermione, da qui all’eternità.”
 
“Sei Voldemort?”
 
“Sì.”
 

 
IX.
 
Spenta e spietata, è così che ti senti. Quando il cielo è luminoso, il tuo sangue pulsa per Harry, per la guerra, per il giusto. Quando il sole va via, però, quel sangue smette di fluire e si contamina di passione, dipendenza, sporco – di notte, appartieni a Tom.
 

*
 
T’avventi su di lui, ne artigli la carne – ride del tuo desiderio.
 
“Qual è il tuo scopo?” gli chiedi un giorno.
 
“Possederti.”
 
“Io continuo a combatterti.”
 
“Baciami.”
 
Una preghiera? No, un ordine. Obbedisci, e finalmente comprendi che ogni suo tocco ti porta via un brandello di vita – Tom risorge in te.

 
 
X.
 

“…. E Ron l’ha trafitto con la spada.”¹
 
“E… ed è andato? Così?” sussurrò lei.¹

 
Harry parla, ti mostra il medaglione – vuoto – e una gioia bugiarda s’affaccia in te. Per un istante – malsano – hai avvertito il bisogno di trafiggere i tuoi amici con la spada di Grifondoro.
 
È andato.
Non tornerà.
Ti ha lasciata.
 
Ti stringi in te stessa, tremi di collera e odio. Una pozzanghera malmessa ti mostra il tuo riflesso – cali e sollevi le palpebre, scioccata: le tue iridi sono nere, le tue labbra piene –, “Tom” sibili.
 
Io non ti lascerò, t’aveva detto – Tom vive in te.
 
 

¹ dialogo tratto dal libro “Harry Potter e i Doni della Morte” di J.K. Rowling.

 

Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Seconda guerra magica/volumi III-IV
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Introduzione: dopo dodici anni la verità bugiarda è stata sconfessata: un amico ha tradito, ma quell'amico non era Sirius – Sirius che è stato condannato da tutti, anche da Remus.
Citazione: “Agire e pensare come tutti non è mai una garanzia e non è sempre una giustificazione” tratta da Archivi del nord di Marguerite Yourcenar.

Tu, come tutti

Il tanfo dell’alcool t’insozza le vesti consunte, mentre le mura di casa ti soffocano.
 

“Ha tradito...”

 
Tremante levi gli indumenti, t’infili nella vasca da bagno e apri il rubinetto arrugginito, lasciando che l’acqua gelida punisca i tuoi peccati.
 

 “Deve sopravvivere ad Azkaban… soffrire.”

 
Batti i pugni contro le tempie – violento – nel vano tentativo di scacciare le voci di Sirius e Peter che confessano verità e colpe – tutta la tua viltà.
 

“Neanche io ti ho creduto, Sirius.”
 
“Non importa.”
 
“Invece sì.”
 
“Hai agito e pensato come tutti.”
 
“Appunto.”
 
“Remus… io ti perdono.”
 
“Lo so. Sono io che non mi perdonerò... Mai.”
 

Personaggi: Remus Lupin, Lily Evans
Tipo di coppia: Het, Crack pairing
Coppia: Remus/Lily
Note: Raccolta
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Angst
Rating: Giallo
Introduzione: Le creature della notte non possono amare i figli del Sole, è innaturale: e lui apparteneva alla notte e lei apparteneva al giorno.
NdA: la storia è stata scritta rispettando la traccia di uno dei pacchetti del mio contest Sfida alle 100 parole – IV edizione, il prompt è I giardini di Marzo (titolo di una delle canzoni di Lucio Battisti) e la coppia è la Remus/Lily. Il giglio è un fiore generalmente autunnale, ma in primavera è possibile seminare un tipo a fioritura tardiva (da questa informazione tecnica, reperita sulla grande enciclopedia libera on-line che tutti conosciamo, ho creato il parallelo giardini di marzo-giglio). Remus è una creatura della notte perché è un lupo mannaro, condizione che come sappiamo inciderà tantissimo sulla sua vita.

Le rovine di marzo perduto

I.

I giardini di marzo possiedono forme che non sai riconoscere: colori, profumi, steli confondono tutti i tuoi sensi, e a te non resta altro che cercare a fatica un solo colore, profumo, stelo che sia in grado di guidarti. Così, con gli occhi affaticati e le labbra screpolate dal polline, vai sperduto tra rovi verdi e petali arcobaleno.

Un inciampo, una caduta, le ginocchia sbucciate – troppa luce acceca le creature della notte.

Quando ti rialzi, hai ancora l’arcobaleno abbagliante attorno, ma dinanzi a te c’è un unico punto scarlatto carezzato da un vento che sai esserti amico – a disagio, sorridi a entrambi.

II.

Marzo ha trentuno giorni, lunghissimi. Ad ogni alba uno stelo fiorisce, ad ogni tramonto un seme possiede il terreno. Non esiste morte nei giardini ripopolati dall’ammaliante Primavera, eppure la sensazione d’essere un nomade sperduto non t’abbandona mai, malgrado sia solo una luce, ormai, ad accecarti – scarlatta.
Lily Evans è un giglio tardivo, fiorito quando eri certo, sciocco, d’essere immune alla sua bellezza imbruttita da occhi e labbra che cercano qualcuno che non sei tu.

*
“Non mi parli più, Remus.”
“Non dire idiozie, Lily.”

*

Tenti d’innamorarti di altri fiori, fresie camelie anemoni, ma il giglio è prepotente e con i suoi petali t’incatena allo stelo.

III.

Una creatura della notte non può amare i figli del Sole – loro bruciano lei o lei divora loro.
Non riesci a capirlo, e i giardini di marzo appassiscono e il tuo giglio trema sul terreno arido.
Saluti James per l’ultima volta, sorridi al piccolo Harry, riluttante stringi Lily in un abbraccio che sa d’addio.

*
“Continui a non parlarmi.”
“Cosa dovrei dirti?”
“Qualsiasi cosa… sono tua amica.”
“Lo so, non lo dimentico mai.”

*

Lily, stretta a te, è cupa come un fiore morente. E finalmente comprendi che i giardini sono andati per sempre, portando via colori, profumi, steli – lei.
Bruciato, t’allontani calpestando le rovine del marzo che non tornerà.

Personaggi: Helena Corvonero, Voldemort
Tipo di coppia: accenni di Helena Corvonero/Tom O. Riddle
Note: Missing Moments
Contesto: Seconda guerra magica/volume VII
Genere: Introspettivo, Angst
Rating: Giallo
Introduzione: la battaglia decisiva incalza, Voldemort è furente e indebolito – seppure non se ne avveda –, e a dispetto di ogni previsione si imbatte nella Dama Grigia, che non ha mai dimenticato quel Riddle ingannatore.
NdA: il registro linguistico e la sintassi del discorso diretto di Helena tentano di riprodurre un italiano antico in maniera tale da non comprometterne la comprensione. Il titolo è un duplice richiamo: alla sconfitta di Voldemort ormai prossima e a quella ammissione tacita e fulminea tradita dal bagliore nero (gli occhi di Tom) sulla paura nutrita nei confronti della morte e, per riflesso, della vita stessa.

In fin di vita

“Morrai.”

Un sibilo, eppur capace d’echeggiare in quell’antro di Hogwarts e costringere Voldemort ad arrestare l’incedere.

“Sempre sciocca, figlia di Rowena.”

Helena s’impietrì e lui ne godé silente – le urla della guerra giungevano ovattate.

“Orbene, mere maschere di viltà son sempre stati il fascino e la fine intelligenza.”

“Attenta.”

“Saggerai la morte, nel tuo tremante affanno ne presagisco il lezzo,” incalzò lei. “Dai traditori è il sol dazio che s’esige.”

“Non temo la morte,” mentì.

“Eppur la vita, l’hai temuta sempre, Tom.”

Helena fluttuò via, un bagliore nero brillò nelle iridi rosse di Voldemort – un istante, in fin di vita.

Personaggi: Lily Evans, James Potter, Sirius Black, Remus Lupin, Peter Minus
Tipo di coppia: Het
Coppia: Lily/James
Note: Missing Moments, Raccolta
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Slice of life, Commedia
Rating: Verde
Introduzione: Lily Evans e James Potter sono finalmente una coppia, ma entrare a far parte della vita del Malandrino per eccellenza può essere una gran fatica per la bella e innocente Lily!

Lily Evans e il mestiere più duro del mondo
(essere la fidanzata di James Potter)

I. Il topo

Che Lily Evans peccasse di ingenuità era noto a tutti, che James Potter fosse un gran furbone... anche.

Quella mattina, quando aveva ignorato Sirius e le aveva servito la colazione rifilandole un’infinità di complimenti, Lily avrebbe dovuto sentire puzza di Troll. Ma se l’avesse sentita non sarebbe stata quella Lily che, intontita dalle attenzioni del fidanzato, aveva accettato di studiare con Peter mentre lui era agli allenamenti, Remus in infermeria e Sirius chissà dove.

“Dai, Peter, è facile! Poi te l’ho spiegato mille volte!”

“S-scusa… me lo spieghi un’ultima volta?”

Lily si spiaccicò una mano sul viso – dannato Potter imbroglione.

II. Il lupo

“Ti ringrazio, Remus, ma posso andare da sola.”

“Insisto, e poi mi fa piacere.”

“Cosa? Guardarmi mentre compro piuma e calamaio?”

Remus avvampò d’imbarazzo, indirizzando taciti improperi a James che l’aveva messo in quella situazione – “Lunastorta, devo comprare il regalo a Lily, assicurati che non vada oltre il negozio di scartoffie” –, Lily gli rifilò un’occhiataccia.

“Dov’è?”

“Dov’è chi?”

“È con un’altra, non è così?”

“Cosa? NO!”

Ma Lily già non l’ascoltava più: fatto dietrofront, s’incamminò furiosa verso Madama Piediburro, costringendo Remus a inventare le più improbabili scuse pur di fermarla.

“Lily, non hai capito, ascoltami... James… ha la spruzzolosi!”

III. Il cane

“Aspetti qualcuno?”

Lily spostò lo sguardo su Sirius Black, che prese posto accanto a lei sul divanetto della Sala Comune.

“Non sono affari tuoi.”

Sirius ghignò. “Io e James abbiamo da fare stasera, quindi scordatelo.”

“Cosa? Di trascorrere la serata col mio ragazzo?”

“No, di rubare tempo al mio migliore amico.”

Lily strinse le labbra. “Black, rassegnati, ora ci sono anche io.”

“No, rassegnati tu, per James ci sono io, e poi tu.”

Quando James, fatto il suo trionfale ingresso in Sala, si precipitò a confabulare con Sirius salutandola con un bacio fugace, Lily si chiese se Black avesse ragione.

IV. Il cervo

“Ti piace qui?”

“Mmh, insomma… Mi aspettavo qualcosa di diverso... speciale.”

“Questo posto è speciale, Lily! Ti ho portata nel posto più speciale che esista!”

Lily si strinse nelle spalle, arricciando il naso infastidito dal tanfo di muffa.
Quando James le aveva annunciato che avrebbero festeggiato il loro primo mese insieme in un posto speciale, aveva immaginato la Torre di Astronomia illuminata dalle stelle, una cena da Madama Piediburro, ma non quello. Non quel postaccio maleodorante, diroccato e tetro. Non la Stamberga Strillante!

“Davvero non ti piace?”

“James, è orribile.”

James sbuffò. “Per tutti i malandrini, non capisci niente, Evans!”

Personaggi: Sirius Black
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Introspettivo, Angst
Rating: Giallo
Introduzione: le certezze impiegano anni per consolidarsi e radicarsi a fondo, ma è sufficiente un istante affinché vadano in frantumi.
NdA: la storia è stata scritta nel contesto del gioco Obbligo, Verità o Salvataggio organizzato dal gruppo facebook Il Giardino di Efp su obbligo di GladiaDelmarre che mi ha chiesto di scrivere una drabble su Sirius Black. È stata l’occasione perfetta per aggiornare questa raccolta a distanza di tanti mesi, buona lettura!

Nel buio

Non t’eri mai chiesto cosa fosse il dolore, credevi di saperlo.
Un Black ci sguazza, nel dolore – sua condizione naturale.
Non t’eri neanche mai soffermato a riflettere sul concetto di perdita, non t’apparteneva.
Un Black non ha affetti da perdere – ne eri così convito.
Né t’eri mai interrogato sul significato di prigionia, eri certo d’esserne profondo conoscitore.
Un Black nasce con le catene ai polsi – la tua certezza più grande.

*

Un urlo, un latrato, uno strappo.
Improvviso.
Un corpo inerme, un morto, una fine.
Definitivo.

*

Azkaban t’apriva i suoi battenti orrifici, e raggelavi di consapevolezza.
Ora, solo ora, sai davvero.

Personaggi: Sirius Black, Remus Lupin
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Malandrini/I guerra magica
Genere: Slice of life
Rating: Verde
Introduzione: Remus è reduce dalla consueta visita in Infermeria a seguito della trasformazione in Lupo Mannaro, ad avvicinarlo è uno degli amici di sempre.
NdA: la storia è stata scritta nel contesto del gioco Obbligo, Verità o Salvataggio organizzato dal gruppo facebook Il Giardino di Efp su obbligo di inzaghina che mi ha chiesto di scrivere una drabble o una flashfic sui Malandrini e in particolare su Remus e Sirius. Il titolo della drabble è naturalmente ironico!

Un imbecille come amico

Quando Sirius entra in Sala Comune non deve scrutare l’ambiente per sapere che Remus è seduto sul divano dinanzi al camino, la schiena curva, i palmi stretti alle ginocchia – come ogni volta.

Remus solleva lo sguardo sul ghigno sfrontato dell’amico e un sorriso complice affiora. Avverte il braccio di Sirius circondargli il collo e un calore lo assale – come ogni volta.

«Possibile che dopo non abbiate mai paura di me?»

Sirius in risposta serra la stretta e inarca teatrale le sopracciglia.

«Perché dovremmo?» chiede retorico. «Prima hai solo bisogno di una tosatura.»

«Felpato, sei il solito imbecille.»

Personaggi: Merope Gaunt
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments
Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Genere: Drammatico
Rating: Giallo
Introduzione: le radici dell’invidia, i semi dell’inganno – per lui.
NdA: la storia è stata scritta nel contesto del gioco Obbligo, Verità o Salvataggio organizzato dal gruppo facebook Il Giardino di Efp su obbligo di Sofifi che mi ha chiesto di scrivere una storia che contenesse le parole spazzola e ciocca di capelli.

Colpi di inganno

Uno due tre – non basta.
La spazzola vibra tra le dita ossute e gratta i capelli stopposi nel disperato tentativo di ingentilirli.
Quattro cinque sei – non funziona.
Gli occhi si riflettono nello specchio chiazzato dalla sporcizia, le labbra tremano di frustrazione dinanzi all’orrida visione della matassa informe.
Sette otto nove – è inutile.
Merope fissa ostile la ciocca di capelli del colore del grano abbandonata sul letto e digrigna i denti. L’ha strappata furtiva alla donna che lui chiama Cecilia, ma nessun colpo di spazzola sa riprodurne la perfezione.
Dieci undici a oltranza – non s’arrenderà.

Il sacrificio è lecito,

per Tom.

Ginny aveva gli occhi rassicuranti dell’autunno e i capelli roventi dell’estate – Neville si avvide troppo tardi di esserne ammaliato.

«L’ES sopravviverà anche ai Carrow.»
«Per Harry.»

Harry era la parola che Ginny pronunciava a oltranza – Neville iniziò a odiarne il suono in silenzio.

«Sei ferita… Dimmi chi è stato.»
«Calmati.»

Il cuore di Neville ruggiva quando il dolore la sfiorava – Ginny iniziò a interrogarsi su un insidioso noi al buio.

«Se sopravviveremo...»
«Non dirlo, Neville.»

La amava di un amore innocente, quasi fragile nel suo candore – si sgretolò dinanzi a iridi di smeraldo.

«Neville, Harry è qui.»
«Sopravvivrai per lui.»