🍰☕ Maid Cafè ☕🍰

di Queen FalseHearth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 🍨 Capitolo 0 🍨 ***
Capitolo 2: *** 🍮 Capitolo 1 🍮 ***
Capitolo 3: *** 🍧 Capitolo 2 🍧 ***
Capitolo 4: *** ☕ Capitolo 3 - Parte uno☕ ***
Capitolo 5: *** ☕ Capitolo 3 - Parte due☕ ***
Capitolo 6: *** 🍭Capitolo 4🍭 ***
Capitolo 7: *** 🎄Capitolo 5: Speciale Maid Cafè🎄 ***
Capitolo 8: *** 🍬Capitolo 6🍬 ***
Capitolo 9: *** 🎂Capitolo 7🎂 ***
Capitolo 10: *** 👑Capitolo 8🎻 ***
Capitolo 11: *** 🍑Capitolo 9🍑 ***
Capitolo 12: *** 🍦Capitolo 10🍦 ***
Capitolo 13: *** 🍵Capitolo 11🍵 ***
Capitolo 14: *** 🍉Capitolo 12: speciale maid cafè 🍉 ***
Capitolo 15: *** 🍩Capitolo 13🍩 ***
Capitolo 16: *** 🍫Capitolo 14🍫 ***
Capitolo 17: *** ❄Capitolo 15❄ ***
Capitolo 18: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 20: *** 🍁Capitolo 18 - parte uno 🍁 ***
Capitolo 21: *** 🍁Capitolo 18- parte due 🍁 ***
Capitolo 22: *** 💫Capitolo 19💫 ***



Capitolo 1
*** 🍨 Capitolo 0 🍨 ***


 

Maid Café

🍨 Capitolo 0🍨

 

 

Una volta varcata la soglia di quella caffetteria, trovarono un altro mondo.

Visitare luoghi bizzarri e avere un posto in prima fila per gli eventi più strani era per loro una routine. Niente li aveva tanto scombussolati fino a quando il suono di un campanellino diede a loro il benvenuto in un Maid Cafè giapponese. Eppure, all’esterno sembrava una normale caffetteria!

Per la prima volta riuscirono a provare stupore, confusione e paura nello stesso momento, il pensiero di aver sbagliato locale divenne la loro unica certezza.
Rimasero impietriti all’entrata, non seppero gestire l’improvvisa agitazione che si era impossessata nei loro cuori; le gambe si pietrificarono e gli occhi non ne volevano sapere di rilassarsi. Chris era contento di contare sull’aiuto di Chef, quest’ultimo stava progettando la fuga da solo.
Guardare un po’ in giro non fu una mossa intelligente per i due americani: i colori accessi di quel posto erano dappertutto, sedie rosa e gialle circondavano i tavoli dove era ricoperta una tovaglia del colore del mare, le pareti erano decorate con poster di personaggi dei fumetti fantasy e animali teneri di ogni tipo (dai cuccioli di panda a quelli di scoiattolo) e non dimentichiamoci degli enormi occhi che fissavano i nostri longevi protagonisti. Era il luogo in cui ogni bambina sogna di festeggiare il suo compleanno.
Non ebbero il tempo di scappare che vennero raggiunti da una ragazza che sembrava di essere uscita da un manga, stavano per caso sognando o quel luogo era invaso da un virus che trasforma le persone in modo infantile e allegro?
-Okaerinasaimase goshujin sama- furono accolti da una strana ragazza con addosso degli abiti non molto comuni per la società: erano abbelliti da trine e merletti privi di colore mentre il resto del vestito era nero alle maniche a palloncino, come quello di una principessa delle fiabe. Il grembiule rosso testimoniava che era una cameriera. Che cosa aveva detto?
-Ehm…- Chris provò a dire qualcosa ma il suo atteggiamento sarcastico e crudele era rimasto in America.
-S-salve- il moro era evidentemente in difficoltà, non era abituato a quel posto dove regnava una fatata serenità considerata all’esterno del locale inesistente. Quel Maid Cafè non era deserto, anzi: c’erano almeno una quindicina di persone intrattenuti da dei cloni di quella cameriera. Alcuni clienti erano adolescenti in cerca di una pausa, altri adulti che fingevano sguardi normali per il bene dei propri piccoli figli. In quella caffetteria c’era tutto tranne un orologio, per quanto tempo avevo fatto la figura degli imbecilli?
La cameriera, notando il disagio dei due nuovi clienti, batté le mani e rise. Nessuno dei due uomini capì le sue intenzioni, forse stava cercando di preparare un raggio lunare o cose di quel tipo; Chris e Chef non erano fans dei cartoni animati dell’arcipelago dell’Asia e il sarcasmo funzionava solo nelle loro teste.
-Il mio nome è Sakura e sono molto molto felice che voi siate i miei padroni!- disse in inglese.
-P-padroni?- il cuoco gettò un’occhiata perplessa al suo compagno d’avventure, impegnato a usare il cellulare. Stava sicuramente chiamando un taxi, fu la conclusione di Chef.
-E’ la vostra prima volta che venite in un meido kissa? Che teneri!!- portò le mani al petto, con i pollici e indici che formavano un cuore ed esibì un’espressione da cucciolo con tanto di testa inclinata verso destra. Chef continuò a fissare in modo supplichevole il moro nell’attesa che gli procuri un aiuto.
All’improvviso il terrore sul volto di Chris scomparve del tutto e chiese alla stravagante cameriera di accompagnarli ad un tavolo, con somma gioia di Sakura. La faccia di Chef fu tutt’altro che calma e concentrata. Sbaglio o stava tremando?
Dopo che Chris diede una quota di 1000 yen, Sakura li condusse, con una camminata che avrebbe fatto ridere la persona più seria del pianeta, al tavolo libero più vicino dicendo di aspettarla. Una volta seduti, trovarono un menù a forma di cuore che gli sorrideva. Inquietante. La cameriera si allontanò sorridendo e facendo un breve inchino.
 
-Chris…- disse l’uomo con voce profonda  -spiegami perché siamo qui…- i colori sgargianti di quel luogo e l’enorme sorriso infantile delle cameriere avevano spaventato l’uomo. Sicuramente non sarebbe mai ritornato in un Maid Cafè, dove ogni cliente è speciale.
-Te l’ho già detto! Una persona mi ha riferito che ha scoperto un segreto di Total Drama…chissà cosa ci dirà.-
-Questo lo so! Intendo perché siamo in questo locale…bar...ehm…posto giapponese!-
-E’ un maid cafè, Chef- specificò Chris interpretando all’improvviso una persona colta, un ruolo che infastidiva l’amico.
-E la persona che stiamo aspettando non ha sbagliato indirizzo- un brivido percorse la schiena di Chef, doveva sopportare quella tortura in silenzio, non poteva fare niente.
-Ti ha detto almeno cosa riguarda segreto?-
-No, ma ha dichiarato che è una bomba. Lo spero: insomma sono invecchiato di 14 ore, deve essere come dice lui!-
 
Quando iniziò il karaoke che coinvolse clienti e cameriere, Chris aveva avuto il coraggio di prendere il menu che, per lui, stava progettando di ucciderlo; vide molte immagini di dolci e non negò di avere l’acquolina in bocca. Immaginava quei pasticcini accarezzare le sue papille gustative, al diavolo l’estetica. Non era come quella donna falsa bionda che bastava che toccasse una torta per ingrassare.
-600 yen per una bevanda? 400 yen per fare una foto con questi schianti? E io che pensavo di essere tirchio-
-Primo la valuta americana e quella giapponese sono diverse e secondo da quando tu sai leggere il…-
-E da quando apri quella bocca solo per fare domande? Stai iniziando ad essere noioso. Colpa della vecchiaia? - era vero: Chef non era ancora riuscito di prendere l’autocontrollo e l’unico modo per non impazzire era di scovare certezze.
-Ehm…secondo te sono delle prostitute?- chiese il cuoco notando una giovane cameriera ballare accanto al tavolo.
-Cosa?! No! No! Non hai mai visto Kaichu wa Maid Sama o letto per sbaglio una guida giapponese?!- No comment, avrebbe dovuto dichiarare.
-Sono solo cameriere vivaci ed estroverse! E poi ricordi quello che ti ha detto Alex, il cameramen? Penso proprio che la caffetteria che ha aperto vicino a casa sua abbia tutte le caratteristiche di questo locale. Pare che al comando ci sia una nostra vecchia conoscenza- il tono di Chris si fece sempre più misterioso ma interessante.
-Quale conoscenza?- ormai Chef ha ottenuto in modo permanente il dono di fare solo domande. Chris fu divertito dalla situazione, non vide il motivo per cui non rispondere; immaginava già la reazione dell’amico dopo aver proferito il nome.
-Una vecchia concorrente, ha vinto la proprietà del maid cafè per puro caso, ed è…-

Un individuo si avvicinò ai due uomini interrompendo il loro dialogo, costui era il gemello dell’uomo nero e l’unica parte del corpo che mostrava erano gli occhi. Chris non riconobbe quegli occhi del colore dell’Oceano: erano grandi ma non sapeva definire se erano maschili o femminili.
Quella funesta presenza rovinava l’atmosfera spensierata del locale, le cameriere avevano intenzione di cacciarlo ma erano intimorite. Poteva essere un ladro o un assassino, meglio non provocarlo. 
Chef, stufo di fare domande, puntò gli occhi verso l’individuo con espressione interrogativa senza ricevere l’attenzione dell’amico. Fra sé e sé si chiese chi potesse essere.
-Tu sei quello, o quella non si capisce il tuo sesso, che ha informazioni nascoste sul mio reality? - la figura apparentemente losca annuì e si sedette su una sedia rosa comparsa magicamente dal nulla.
-Chi sei?- Chef cedette alla tentazione e formulò l’ennesima domanda.
-Come Chef, non mi riconosci?- la voce era modificata da uno strano microfono che lo rendeva ancora di più misterioso.
-Oh è vero ho il costume e il microfono…comunque sono uno dei tanti che ha avuto il privilegio di assaggiare le tue pietanze- lusingato da quel (quasi) complimento, cambiò totalmente l’opinione su quella persona. Non era del tutto strambo.
-Dunque… sei stato un concorrente del mio reality?- se la risposta era positiva avrebbe ridotto notevolmente il campo dell’identità dell’individuo: da 7 miliardi di persone a solamente sette.
-Intendi vittima!- ringhiò spaventando la maggior parte dei clienti, anche se non sapevano cosa avesse detto. I tre seduti a quel tavolo ignoravano che una maid dal costume verde aveva appena chiamato la polizia.
-Giusto…- Chris non obiettò per quell’affermazione -allora perché la tua voce non mi dice niente?-
-La sto modificando con un microfono, idiota, perché devo mantenere la mia identità segreta- dopo quella risposta quasi automatica intervenne il cuoco un po’ perplesso.
-Perché mostri gli occhi allora? Potevi benissimo presentarti con degli occhiali da sole per completare l’abbigliamento nero o contattarci per via e-mail-
Il personaggio misterioso non parlò: era arrivato il momento di non rendere vana la visita di McLean e Hachet in Giappone.
Prese un portatile acceso (molto probabilmente era nascosto sotto le sue vesti) e lo mostrò ai due uomini; sullo schermo c’era un video in attesa di essere avviato. Dall’immagine si poteva scrutare il volto di un’adolescente colmo di frenesia.
-E’ Gwen, sembra molto allegra- disse Chef (finalmente un’affermazione!).
-Per caso è ubriaca?-
-Si, non vedi la bottiglia che ha in mano?-
-Il problema è capire quale Gwen si tratti: quella deve essere la foresta di Wawanakwa-
-E’ dell’ultima stagione, dalle mie fonti risulta che si è appena conclusa-
-Si, cioè un giorno fa America. Poi ho ricevuto la tua chiamata e mi sono recato subito in Giappone. Se l’informazione che riguarda Gwen, una delle concorrenti più amate, mi soddisferà ti dirò chi ha vinto la stagione!- l’adrenalina ritornò nelle vene di Chris, la curiosità lo stava massacrando.
-ha vinto Zoey…- sussurrò nella speranza che si sbrighi.
-Vi mostrerò la seconda parte del video per tuo rispetto- disse rivolgendosi a Chef, quest’ultimo non capì. L’individuo vestito di nero, senza ulteriori indugi, avviò il video: inquadrava la ragazza pallida e un’altra figura maschile.
-Oddio…- Chris si voltò per assicurarsi di non essere spiato. Rivelando quel video, il personaggio misterioso aveva firmato la condanna per la gotica. Era davvero una bomba.
-Che cos’è, un porno?- -credo…sono adolescenti stressati, Chef-
Quasi non notarono che una maid stava facendo un balletto demenziale nello scuotere la bibita che non avevano ordinato. Il video durò trentadue secondi, sufficienti per scatenare uno scandalo.

Il campanello di benvenuto, che emise un suono simile di quello che udirono quando sono entrati nel Maid cafè, costrinse Chris e Chef a chiudere le bocche per tutelare la loro dignità. I nuovi arrivati nel maid cafè erano due uomini con gli occhi a mandorla e la divisa da poliziotto.
-Devo andare- quella persona sparì lasciando il portatile, senza dare motivazione del perché abbia dato loro un video che potrebbe rovinare la vita di Gwen. Un enorme punto interrogativo che forse non verrà mai spiegato.

-Allora…che facciamo?- chiese Chef mentre sorseggiò il frullato –C’è molto cioccolato- commentò l’uomo sulla bibita.
-Tu non ti rendi conto…sarà uno spasso!- era da tanto tempo che il conduttore non provava quella coinvolgente sensazione che l’ha portato a creare un reality per divertirsi. Poteva ritornare a manovrare le azioni dei suoi adorati “concorrenti”, un sorrisetto innocente non venne nascosto
-Possiamo obbligare Gwen a fare tutto quello che vogliamo! Sarà il nostro giocattolo, non in quel senso ovviamente non siamo mica dei porci-
-Chris, amico mio, qualcuno te lo deve dire: questo non è il tuo reality ma è la vita, non puoi ricattare la darkettona solo perché hai paura di essere perseguitato dalla noia. Potresti ritornare dietro le sbarre- provò a far ragionare l’amico, Chef non vedeva quel volto malizioso da molto tempo, preannunciava guai per la sua vittima.
-Oh non dire cavolate, amico. Stavo pensando che possiamo costringerla ad andare a scuola con degli abiti da pollo o…oddio: che ne dici se …-
Ad interrompere Chris fu la campanella, di nuovo attiva per accogliere i nuovi clienti.
-Ehi cocca di mamma!!- i due americani, sentendo una voce della loro lingua, si girarono incuriositi. Scoprirono che quella frase proveniva da una ragazza afroamericana familiare. Quello che fu più familiare furono le persone sulla soglia della caffetteria che stavano fissando la donna.
-Leshwana? Che ci fai qui? Anche tu in Giappone?- chiese la giovane ragazza dai capelli scuri sulla soglia della caffetteria, i suoi tre amici la guardarono interrogativi; anche loro ebbero le reazioni spaventate quando osservarono meglio il Maid Cafè. Com’era piccolo il mondo.
Chris e Chef nascosero immediatamente i loro volti dietro i menù.
-Ehi ma quella è Gwen insieme a quei mocciosi della quarta stagione! Come hanno fatto ad arrivare in Giappone se erano in mezzo al nulla?- sussurrò Chef riconoscendo quei ragazzini. Si voltò verso l’amico ed ebbe l’impressione che ci fosse un’altra persona accanto a lui.
C’era un sorriso.
Un sorriso grande come una montagna si disegnò sulla faccia di Chris, il menù rosa non riusciva a nasconderlo. Gli era arrivata l’illuminazione, aspettò che la lampadina accesa gli comparve sopra la testa. Era geniale, la sua idea, così grande che da fargli venire il mal di testa. Era emozionato, agitato, divertito allo stesso tempo. Si sentiva come uno scienziato che aveva appena fatto una scoperta importante per l’umanità, Chris l’aveva fatta per la sua giornata, e forse per tutta la sua esistenza. Il posto non lo metteva più a disagio, gli occhi giganteschi degli animaletti di carta non lo intimorirono (anche se li sognerà la notte).
Perché non ci aveva pensato prima?
Senza sprecare tempo, prese il suo cellulare e digitò un numero alla velocità della luce, non badando al rischio di essere scoperto. Il cuoco non comprese le azioni dell’amico, a chi stava chiamando e perché stesse sorridendo in modo preoccupante?
Al telefono rispose una ragazza, non molto contenta di ricevere una chiamata dall’avido conduttore.
-Chris, dannata carogna, cosa vuoi? Sono le dieci di sera -
-Ti ho trovato una nuova cameriera per il tuo nuovo locale! - dopo un po’ il tono della voce femminile cambiò radicalmente.
-Davvero? Be mi farebbe comodo…quando quella Dakota ha ritirato la sua proposta di lavoro dopo la sua eliminazione al tuo stupido reality, mi sono ritrovata con una cameriera in meno-
-Sono davvero contento che ti sia d’aiuto. -
-bene…ma lei sa che la caffetteria è un maid cafè? –
-Non ti preoccupare, la sua disponibilità è certamente assicurata!-

 

 

 

👑💎 Angolo Autrice 💎👑
Salve salve salve a te che sei arrivato fino a qui.
Non vengo a seminare i miei racconti in queste terre (oddio che metafora orribile) da Gennaio, secondo voi questo è un ritorno in grande stile? La storia è ambientata nel 2013 subito dopo la fine di All Star, quanti ricordi di quell’anno.

Francamente io non “impazzisco” per questo genere di storia (con eventi “normali”) ma non mi sentivo pronta per scrivere una storia d’azione e d’avventura (generi miei preferiti) decentemente quindi…incrocio le dita per il futuro.
Dall’inizio dell’estate che non dormo, non esco per lavorare su questa ff. Ci tengo davvero a questo progetto e questo capitolo è solo un semplice prologo. Ho fatto mille bozze e ho le idee abbastanza chiare.
Infine…non ci posso credere che ho finalmente pubblicato.
🍩 Aggiornamento il prossimo sabato, 8 settembre🍩

P.S.: vi prego non chiedetemi i fusi orari e l’ora esatta: ho fatto mille schemi per giustificare gli eventi ma nessuno vale la pena di essere esposto.

Trailer di questa fanfitcion: https://youtu.be/HQFhD3Fc5DI

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Capitolo 2
*** 🍮 Capitolo 1 🍮 ***


Maid Cafè

🍮 Capitolo 1 🍮

 

 5 Dicembre 2013

I suoi vestiti gotici erano ancora un po’ bagnati dopo la spiacevole esplosione dell’isola Wawanakwa; vederla affondare era sempre stata in cima alla sua lista dei desideri ma era lo stesso irritata per l’esperienza. Di Alejandro e Heather si persero le tracce insieme all’isola considerata dai concorrenti maledetta.
Una tranquilla spiaggia pubblica fu la salvezza della dark e dei suoi amici: dopo ore di navigazione in mezzo all’oceano, potevano finalmente toccare terra. Il sole aiutò ad asciugare i loro indumenti e un leggero venticello diede a loro ufficialmente il benvenuto in una località di cui ignoravano il nome.
-Alla fine siamo stati fortunati, poteva capitarci di peggio- esclamò Mike per poi notare gli occhi tristi di Gwen che fissavano l’orizzonte. La diciasettenne aveva un’espressione vaga e le braccia conserte, la sua abituale postura prima del reality.
-Che succede Gwen?- chiese il moro avvicinandosi, pronto a donarle il proprio sostegno -ti vedo stanca, tutto ok?-
-Sto bene, solo un po’ sfinita- ammise un po’ titubante; in realtà dentro di lei bruciava il desiderio di ritornare a casa, da porre fine alla sua strampalata avventura.
-Tranquilla, e ti capisco: anche io sono stanco, essere stato posseduto per settimane dal mio alter ego malvagio e partecipare a una sfida mortale, consuma molte energie sai?- la gotica si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.
-E poi sono sicuro che potrai riposare presto- Mike si voltò e si rese conto che neanche Zoey e Cameron erano messi molto bene, la fatica picchiava in ogni angolo dei loro corpi.
Tre amici privi di entusiasmo e forze erano le persone perfette a cui indirizzare un discorso motivazionale, toccava a Mike rallegrare il gruppo.
-Ragazzi dobbiamo capire dove siamo finiti, io propongo di visitare un po’ la zona. Sarà il continuo della nostra memorabile avventura!-
-…D’accordo- dissero in coro un po’ rassegnati.

Privi di cellulari e qualsiasi tipo di mappe, si allontanarono dalla località in cui erano naufragati grazie a una strana forza che confusero per entusiasmo, invece era un disperato bisogno di aiuto.
Le spiagge straniere erano pulite e splendenti, totalmente diverso dal paesaggio di cui erano abituati. Persino il cielo azzurro sembrava diverso, più limpido e acceso.
Da lontano s’intravedeva una folla: si trattava dei fans dagli occhi a mandorla di Total Drama, i quali accolsero i quattro naufraghi con tanto affetto. Cameron rivelò di essere portato per le lingue asiatiche e provò a chiedere ai gentili sconosciuti dove si trovassero in tutte le lingue che conosceva dopo che l’inglese fallì come forma di comunicazione.
-Ci troviamo a Kamakura, nel Giappone dell’Est-
-Nel Giappone di Est?- non avevano capito male: erano finiti nella grande e giovane regione dell’Asia Orientale. Quello che doveva essere il giorno della vittoria di Zoey nel reality e in cui Mike guarì dal suo strano problema si tramutò in una serie di eventi bizzarri.
Gwen ricordava molto bene la sua prima volta in Giappone: ci era arrivata facendo paracadutismo (senza paracadute) e non aveva potuto ammirare il fascino della cultura giapponese.
-Mi stai dicendo che abbiamo attraversato tutto l’oceano Pacifico?- chiese Zoey mentre si strizzava i suoi codini rossi.
-Si! Ed è geograficamente sbagliato: siamo esplosi a Muskoka, ad est dell’America, e per arrivare qui avremmo dovuto prima passare per tutta l’America e poi l’Oceano- un perplesso Cameron camminò avanti e indietro cercando una soluzione logica, aveva lasciato circa un milione d’impronte sulla sabbia. I fans osservarono il comportamento dell’ex concorrente e lo imitarono per dargli sostegno, uno strano modo devo dire.
-Per non parlare del tempo impiegato: abbiamo attraversato 179 milioni di km² in sole tre ore! - il nerd si dimostrò un esperto di geografia, quel ragazzo continuava sempre a sorprendere.
-Be…da quando abbiamo partecipato al Reality, le cose sono sempre state strane- commentò Zoey dispiaciuta per l’esaurimento nervoso dell’amico e Mike l’appoggiò.
-Si esatto Zoey- questo non bastò per rassicurare il cervellone del gruppo.
Uno degli ammiratori del programma americano si propose di accompagnarli a casa, difatti era il capo di un aeroporto che era stato aperto da poco (anche illegale dato che fa salire dei giovani senza passaporto). La notizia che ha portato Gwen e Zoey saltellare abbracciate fu il fatto che il viaggio in aereo era gratis. Il salvatore dei quattro continuò a parlare e Cameron non ebbe difficoltà nel tradurre ogni sua frase per i suoi amici. La gotica più degli altri sperava di ritornare a casa al più presto.
-Partiremo fra quattro ore e il volo durerà 14 ore 26 minuti, anzi aggiungiamo mezz’ora per la partenza per eventuali fattori climatici…-
Gwen si lasciò cadere all’indietro, una volta a contatto con la morbida sabbia non riacquistò la calma come sperava. Un ultimo sforzo, ripeté per dieci volte.
-Non possiamo rimanere qui per tutto ‘sto tempo, che facciamo?- lo stomaco brontolante di Zoey rispose al posto suo, quest’ultima arrossì raggiungendo il colore dei suoi capelli. Mike propose di cercare un posto dove mangiare e ricaricarsi, ma qualcuno in particolare attirò la loro attenzione.
-Gwen-san! Zoey-san! Mike-san! Cameron-san!- una gran voce femminile inseguì i quattro ragazzi, ancora al centro dell’attenzione della folla. Un’altra fans sfegatata del reality show americano?
Una ragazza sbucò dalla folla barcollando, sembrava sul punto di cadere. Il fiatone l’obbligava a fermarsi, la notizia che i nuovi naufragati siano le stelle del reality l’aveva raggiunta da lontano.
Nonostante fosse abbassata avanti con le ginocchia piegate e le braccia che si aggrappavano su di esse,  non impedì ai diciasettenni di osservare il suo strano e grazioso abito corto: era frutto di un lavoro diligente, infatti per cucire quella valanga di merletti neri ci sarà voluta molta attenzione. Tutto il suo busto era rivestito da una maglia bianca con le maniche a sbuffo; la gonna era nera e a palloncino, in cui era cucito un grembiule anch’esso tempestato di pizzo. Sopra ai suoi corti capelli neri (tendenti al grigio) dalle punte viola c’era una cuffietta decorata con fiocco rosso.
Dopo un po’ la ragazza alzò parzialmente la testa rivelando la parte superiore del viso. Per Zoey i suoi occhi celesti simili ai suoi diventarono il dettaglio più rivelante: non era asiatica.
-Perché dopo i nostri nomi ha detto “san”?- chiese Mike nell’attesa che la giovane ragazza riprenda fiato.
-In Giappone aggiungere certi suffissi, oltre ad essere una specie di obbligo, è forma di rispetto- la sconosciuta si rialzò del tutto; un nuovo elemento del suo viso che guadagnò punti stima a Gwen era un piercing sul suo piccolo naso.
-Zoey secondo te festeggiano il carnevale a Dicembre?-
-Non credo…forse vuole renderci gli ospiti a sorpresa di qualche festa in maschera- rispose scherzosa.
Dopodiché Cameron s’avvicinò alla fanciulla con la modalità sguardo seducente attiva. Iniziò a parlare in giapponese, usare un accento raffinato, gesticolare per valorizzare il suo bagaglio culturale: le stava chiedendo solo come stava. Era la prima volta che ci provava con una, provate pietà.
La ragazza in vesti da cameriera aveva un’espressione disgustata e confusa e non ebbe problemi a renderlo evidente.
-Ma che lingua parli?- disse in un perfetto inglese. Essere sputato in faccia sarebbe stato meno umiliante per il nerd.
-Il tuo giapponese fa schifo, non ho capito una mazza- mai dire quella frase ad un appassionato di lingue. Il carattere sfrontato e freddo della sconosciuta emerse subito, i ragazzi capirono fin da subito il tipo di persona che si era sottoposta a un enorme sforzo solo per intercettarli.
La ragazza si avvicinò ai tre come se Cameron fosse un moscerino appena calpestato.
-Sono Marta e lavoro in un Maid Cafè- era la prima volta che sentivano il termine “Maid Cafè”, non sembrava preannunciare nulla di buono.
-Dovete seguirmi, è molto importante- forse era solo un’impressione, ma gli occhi accesi della sconosciuta puntavano principalmente su Gwen.
-Dove, in questo Maid Cafè?- chiese Mike mentre consolava l’amico imprigionato in una disperata voragine delle sue lacrime.
-Mmmh hai. Questo locale si trova a Akihabara, un quartiere di Tokyo…- gli occhi di Zoey e Gwen s’illuminarono di gioia sentendo una delle principali capitali del mondo, con i suoi 13 milioni abitanti si assicurava il titolo di metropoli più popolata.
-Sicura?- chiese Gwen, legata all’ambiente di città. Ora più che mai, dopo aver passato mesi su un’isola che odiava (per metà radioattiva), l’unica via che voleva intraprendere era quella costituita da un marciapiede e dai rumori della quotidianità. Il ritorno a casa poteva aspettare.
-Certo ragazza gotica. Si trova circa a 50 km a sud-ovest di Tokyo e per arrivarci ci vuole un’ora, in macchina- la durata non tramutò la felicità delle due amiche. Marta si accorse dell’incertezza impressa nei loro volti dei due maschi, insieme al disgustoso fiume di muco che scendeva dal naso del ragazzo con gli occhiali.
-Potrete mangiare cibo a volontà, gratis- questo convinse del tutto Mike e Cameron; la rossa del gruppo stava già sbavando.
-Aspetta hai la patente?-
-Hai, in Giappone dai diciotto anni 18 anni in su si è autorizzati a possederla-
-E tu hai…?- -18 anni e sette mesi-
-Allora tutto a posto!-

La ragazza mostrò un’espressione serena e soddisfatta ai quattro, per lei non capitava tutti i giorni di essere in quello stato rilassante.
-Minna san seguitemi, la mia auto è qui vicino. Il maid cafè vi piacerà- disse con un sorriso divertito sulle labbra.
-…e io potrò finalmente dimostrare che non sono una brutta persona- disse fra sé e sé. La folla di fans applaudì per salutare gli ex concorrenti, come se fossero usciti vincitori da una rissa.
-Oggi è proprio una giornata fortunata- commentò Gwen. L’auto di Marta era di colore rosso fiammante non passava di certo inosservata. L’odore macchina nuova colpì subito gli adolescenti, intuirono che Marta guidasse da poco tempo. Il timore di affidare le proprie vite a una principiante scomparì quando il mondo Giapponese finalmente apparì ai loro occhi
I quattro protagonisti erano incollati al finestrino, commentavano ogni piccola sciocchezza con emozione. Marta non disse nulla riguardo la loro esagerata curiosità, anche il suo lato da turista più fanatico si risvegliò nel suo primo giorno in Giappone. Si concentrò sulla strada.
Kamakura, oltre ad ospitare le spiagge più belle del paese, era tana di paesaggi naturali mozzafiato preda di milioni di turisti. La città è principalmente nota per i suoi templi e altari, numerosi e con una lunga storia da raccontare; ma i protagonisti non avevano modo di ascoltarle, si limitarono ad osservare estasiati quello che riuscivano a vedere dal finestrino. Il tempo sembrava un gioco quando accadeva qualcosa di nuovo.
-Marta tu sei americana come noi?- chiese ad un certo punto Zoey.
-Esatto, sono nata in Canada come voi. Sono in Giappone con il mio ragazzo per uno stage. Comunque, manca poco per arrivare a Tokyo. E tenete i commenti per voi, ok?-

I libri di geografia non mentivano: Tokyo era la metropoli con più abitanti al mondo e capitale politica, economica e culturale del paese. L’essenza di una nazione in una sola grande città.
Le strade erano affollate: gli abitanti camminavano affiatati nel loro territorio e c’era anche chi indossava un kimoko, abito tipico del Giappone. Sembravano un gregge di pecore. Zoey voleva abbracciare tutti, era troppo felice.
Spaziosa ed energetica, Tokyo meritava il titolo di “città del futuro”. All’abbondanza di spazi verdi alle aree con edifici più moderni del mondo provvisti di insegne spettacoli con strani caratteri. Di notte sarebbe stata di certo spettacolare e poetica. Le novità erano sempre presenti in ogni angolo. Popolari erano le lanterne di carta presenti in quasi tutte le case.
-Se non avessi perso il milione, mi trasferirei qui all’istante!- affermò Zoey incantata.
Pian piano l’ambiente naturale scomparve del tutto e gli edifici che sembravano toccare il cielo aumentarono. Gli splendidi paesaggi naturali che gli avevano regalato Kamakura erano solo un ricordo per loro difronte a questo. Si trovavano in un quartiere unico nel suo genere: era caratterizzato grandi palazzi moderni e da molte catene di negozi specializzati in manga, elettronica e gadget di vario genere che esponevano i loro migliori articoli in vetrine vistose. In altri locali il punto forte era l’insegna gigantesca e luminosa, chissà quanto consumo di energia sarà servito per fare pubblicità.
-Questo è il quartiere di Akihabara, famoso per i numerosi negozi di elettronica e per otaku- informò Marta.
Era il rifugio dei nerd di tutto il mondo. Fra le strade Gwen riconobbe cosplay di personaggi di anime famosi, come Rufy di One Piece e Naruto dell’omonima serie. Cameron invece individuò un negozio di videogiochi con forse più di dieci piani in cui avrebbe donato un rene pur di andarci.
Il magico carattere moderno aveva rapito i quattro, però lo scopo di Marta non era di fargli fare la visita turistica.  
-Eccoci arrivati- disse una volta ferma. Il palazzo alla sua sinistra era forse uno dei più normali al livello estetico, ma conservava quel tocco di originalità presente in quasi tutte le strutture di Akihabara.
I protagonisti scesero dalla macchina carichi di entusiasmo, non aspettarono Marta nell’entrarci. Troppo curiosi, troppo affamati. Quello che videro andava oltre le loro aspettative.
Il posto lasciò a bocca aperta i quattro protagonisti, avrebbero dovuto aspettarselo dalla bizzarra divisa di Marta, dipendente di una delle caffetterie più stravaganti del mondo. Quasi non si accorsero del campanello di benvenuto, che li aiutò a ritornare nel mondo reale.
Osservarono impietriti le pareti del maid cafè, quel fucsia era una calamita per i loro occhi. C’erano una quindicina di tavoli con sopra dolci di ogni genere. Le colleghe di Marta, vestite con la stessa divisa stile ghotic lolita, non fecero caso ai nuovi arrivati, impegnate intrattenere la clientela con giochi, balletti, piccole magie e, soprattutto, con un sorriso che non scompariva mai.
A spiccare tra gli elementi teneri (che non sapevano per quale diamine di motivo ce ne fossero così tanti) erano i numerosi poster di cuccioli più affettuosi del globo.
-Q-Questo è u-un maid cafè?- balbettò Zoey alla vista del posto. Lo shock s’impresse specialmente negli occhi di Gwen; perché esiste un posto così disgustosamente colorato ed esageratamente accogliente?

-Ehi cocca di mamma!!- la voce fu un’ancora di salvezza, anzi un punto di riferimento, no una pista da seguire.
Inizialmente Zoey, Cameron e Mike si sentirono in dovere di individuare la fonte della voce perché era appartenente alla loro lingua, Gwen riconobbe una vecchia amica. Fra i miliardi di persone su questo pianeta, in quel locale c’era lei: l’unica persona che avesse mai considerato una vera amica fino alla fine.
-Leshwana? Che ci fai qui?- l’afroamericana aveva riconosciuto l’amica al volo, non poté fare altrimenti: quella ragazza aveva uno sguardo inconfondibile e sempre gli stessi abiti gotici.
-Che c’è sei sorpresa di rivedere un raggio di sole?- Gwen sorrise, il Maid Cafè non le faceva più ribrezzo.
Anche gli ex concorrenti della quarta stagione s’avvicinarono a Leshwana con passi molto lenti non appena ricordate le sue gesta memorabili (l’aver picchiato Heather) e del suo immortale altruismo.
-Vedo che ti sei portata degli amici-  -Ciao!-
La giovane cameriera che aveva condotto qui i ragazzi fece un piccolo inchino - quasi sarcastico - ai quattro e a Leshwana, il sorriso di quest’ultima si spense nel vederla.
-Allora non è stata una coincidenza!-
-Ringrazia Marta, una…una mia conoscente- dopo uno sguardo di sfida accompagnato da un sorriso finto, quella ragazza non si fece più vedere. Una volta allontanata la Maid, Leshwana dedicò totale attenzione ai nuovi amici di Gwen, non prima di aver gustato il suo frullato alla vaniglia.
-Tu sei Zoey Bella gioia? Vincitrice dell’ultima stagione?- quello fu il tipico caso dell’espressione “le notizie volano”.
-S-si sono io-
-Sei stata spettacolare tesoro! -
-N-non ho fatto nulla di che…- subito dopo mostrò un sorriso timido alla nuova amica, non era abituata a ricevere complimenti.
-Che cosa mi stai dicendo? Hai vinto un milione di dollari e fai la timidona mozzarella? -
-Come lo sai? La puntata finale è andata in onda il 3 dicembre, cioè oggi…in America - 
-Stanno trasmettendo ora l’episodio, e oggi in America è il 4 ragazza- indicò un piccolo televisione appeso in alto su una colonna portante, era l’unica cosa normale in quel locale.
-Sai Leshwana il tuo modo di parlare mi ricorda Vito- si aggiunse Cameron ancora un po’ nascosto dal menu rosa a glitter, intimorito dalla bellezza delle adorabili maid.
-Chi? La personalità multipla dello stecchino? Ricordo che era molto sexy, volevo limonarmelo anch’io, però anche questo Mike non è niente male- il diciasettenne in quel momento era morto d’imbarazzo mentre la rossa voleva strangolare quella donna che non aveva peli sulla lingua. Gwen notò il disagio dell’amico e decise di cambiare argomento, anche perché non voleva assistere al ritorno di Commando Zoey.
-Che ci fai qui Leshwana? -
-Sono io che ti chiedo che ci fai a casa mia-
-Ti sei trasferita in Giappone?- chiese Cameron interessato, ai tempi dell’isola aveva occhi solo per la Black Mama.
-Esatto baby e vi trovate nel locale in cui lavoro-
-Sei una maid?!- chiese Zoey seppellendo quel piccolo odio, la gotica non riuscì a formulare una domanda perché s’immaginò l’amica con un abito di pizzo e cuffietta, nessuno dei suoi amici dovrebbe conciarsi in quel modo.
-No cocca, sono quella che pulisce, adoro dare una mano. Ma ora ho il turno libero e sono una normale cliente-
Arrivò una cameriera dalla divisa gialla con un taccuino rosa in mano e occhi da bambina. Zoey chiese di portargli le migliori specialità, aveva dimenticato di trovarsi in un altro continente. Fu Leshwana ad ordinare dei dessert e delle bevande super caloriche per i quattro.
Cameron, sfruttando la sua conoscenza in giapponese, si rivolse con tono interrogativo alla cameriera. Dopo mille incertezze nell’articolare le sillabe a causa della poca autostima che gli era rimasta dopo aver incontrato Marta, riuscì a farsi capire. Fu quasi sorpreso nello scoprire che la cameriera poteva soddisfare la sua richiesta.
Dopo qualche minuto, quando i dolci e le bevande arrivarono, Cameron aveva tra le mani aveva un piccolo mappamondo giocattolo e aveva tracciato con il cioccolato la linea che univa America e Giappone, c’era una lunga distanza.
-Non ci pensare Cam, piuttosto gustati il dolce fin che sei in tempo- disse Gwen indicando l'omelette sul tavolo, c'erano anche delle torte prive di decorazione.
-Forse hai ragione…sto impazzendo!- tuttavia non poteva ancora mangiare: a detta della cameriera i dolci erano incompleti. La sacca a posh rossa che teneva con le sue delicate mani era pronta per l’utilizzo. La Maid decorò i dolci sulla tavola disegnando cuori di ketchup sulle omelette. Fece la stessa graziosa operazione, con una sacca a posh diversa, anche con i dolci mantenendo un sorriso sulle labbra. La torta di Mike era diventata una panda cake in poco tempo.
-G-grazie- mormorò Zoey affamata, ma la sua gentilezza l’impedisse di disturbare il compito della maid. La cameriera non aveva finito il proprio lavoro.
-Moe moe kyun- canticchiò la Maid mentre le sue mani si muovevano sulla bevanda come una veggente che contempla la propria sfera magica.
-Che sta facendo?- chiese Mike a Leshwana, mantenendo una distanza di sicurezza.
-Un incantesimo per rendere la bibita più buona- rispose abituata alle stramberie del locale che adorava.
-Una bevanda costa dai 400 ai 600 yen, cioè dai 4.68 ai 7.02 dollari-
-Nessuno te l’ha chiesto Cam-
Le modalità dal maid, anche essendo innovative e divertenti, non misero a proprio agio i diciasettenni. Mangiarono in fretta i dolci più buoni che avevano avuto l’opportunità di assaggiare.

-Io devo andare in bagno-
-Anch’io- affermò Cameron dopo che l’amico si alzò dal tavolo. In verità il nerd ne aveva bisogno già da prima ma era terrorizzato ad andarci da solo.
-Ci penso io- Leshwana chiamò in giapponese una cameriera abbigliata con quei classici costumi con merletti, leggermente più scollato degli altri.
-Vi accompagnerà Sakura- la cameriera dall’aspetto docile arrivò da un tavolo più lontano, i due ragazzi s’imbarazzarono mentre Zoey fece finta di niente per non mostrare il suo aspetto peggiore: la gelosia. Una volta allontanati Leshwana s’avvicinò in modo furtivo alla rossa.
-Sai Zoey ora che mi ricordo a quella piacciono i tipi un po’ strani e ci prova sempre- la rossa era sparita.
Gwen era avvolta dai suoi pensieri e non fece caso che Black mama la stava fissando da quando i tre se ne erano andati; inoltre la gotica non si accorse che l’amica aveva architettato tutto per parlare solo con lei.
-Gwen- disse in modo serio non aggiungendo nomignoli o accenti strani.
-Ho incontrato Trent- attirò l’attenzione della gotica facendola ritornare sul pianeta terra.
-In Giappone? C-Come sta?- era la prima domanda che le venne in mente, ma ne aveva un milione.
-Lui sta bene, è la sua fidanzata che non mi convince-
-Fidanzata…- cercò di trattenere il suo stupore non terminando la parola con un punto interrogativo.
-Buon per lui- si limitò a dire con indifferenza; Leshwana, capendo che l’amica non provava più niente per il chitarrista, decise di non parlare più dell’ex fiamma di Gwen.
-Posso farti una domanda personale?- Gwen annuì senza pensarci troppo, che cosa poteva chiederle di così importante?
-Ma ti piace il quattr’occhi? - si trattenne dal vomitare.
-No, è solo un amico-
-Strano, non hai baciato sulla guancia per affetto persone come Cody- già era davvero strano per una come lei. Era certa che dall’altra parte del mondo i fans più fissati la stessero aspettando a casa sua con torce e forconi; un altro svantaggio d’essersi trascinata dalla parte più nascosta del suo carattere che aveva cercato di sopprimere, cioè l’affettività sdolcinata. Ognuno ha quel demone dalle fattezze di un unicorno che giace nella propria anima.
-Sai come sta? Cody intendo- chiese tenendo i suoi occhi neri abbassati.
-Puoi chiederlo tu stessa- Gwen, di scatto, si voltò ma non vide nessun volto famigliare. Si aspettò che sbuchi dal nulla il suo vecchio amico ma niente. Controllò persino le finestre decorate con tende gialle.
-Se ti lasci inserire nel gruppo Whatsapp di Total Drama- terminò la frase in ritardo.
-Neanche per sogno!-
-Dai gioia non posso essere l’unica persona del reality alla quale hai dato il tuo numero di cellulare!- in realtà solo a tre ex concorrenti Gwen lo aveva confidato: Leshwana, Duncan e Courtney, e quest’ultima la considerava morta.
-Non ti mancano Lindsay, Beth, DJ, Geoff, Bridgette, Owen, Cody…- continuò.
-Certo che si ma…troppi ricordi del passato, voglio voltare pagina- si girò verso i bagni: vide la rossa parlare aggressivamente con la cameriera mentre Mike e Cameron cercarono di fermarla.
-E io sono roba vecchia?-
-Tu sei l’amica più preziosa che ho, non sei da buttar via-
-Come sei dolce- questa volta il secondo di silenzio fu rotto da Gwen.
-E tu non mi devi chiedere nient’altro?- chiese la gotica sorridendo mentre Leshwana aveva gli occhi fissi sul suo cellulare, Gwen pensava che stesse scrivendo un messaggio.
-Cosa dovrei chiederti chica?- -Di Heather! Se sta bene o no dopo l’esplosione. Nella seconda stagione eravate amicone- questo attirò la completa attenzione dell’afroamericana.
-Ma di che parli? Volevo solo apparire dolce alle telecamere! Heather è un mostro succhiasangue!- sbollito quel piccolo risentimento, riprese:
-Parlando di quella vipera, hai per caso il suo numero? Cody e Harold vogliono inserirla nel gruppo-
-No non ce l’ho- -Allora la prossima volta che la vedi chiedi il numero e aggiungila-
-Dove?- chiese disorientata ma subito dopo capì che cosa avesse combinato Leshwana.
-Sul gruppo di Total Drama, ti ho appena inserito- una vibrazione arrivò puntuale dal cellulare che la gotica pensava perso.
-…merda- esclamò in preda allo sconforto.
-Starai in un maid cafè giapponese, ma qui le parolacce sono vietate in tutte le lingue!- disse l’amica soddisfatta del suo operato.
-Gweeeeeenny!- comparve un messaggio di Cody sullo schermo del cellulare di Gwen, quest’ultima voleva scappare e buttare il suo telefonino nel mare più profondo che si trova in Giappone. Aveva anche il 90% di batteria, che fortuna.
-Ora si che ci si diverte!- non c’era bisogno di leggere il nome per riconoscere un messaggio dell’unico festaiolo amico di una gotica.
Che ora era in America*? Sicuramente tardi, quei ragazzi avevano energia da vendere durante la notte.
-Ciao, Gwen- Sierra salutò la “rivale” in amore in modo molto formale, come se si fosse trattenuta a scrivere qualcosa di offensivo. Quella virgola era in realtà una dichiarazione di guerra.
Obbligata dallo sguardo di Leshwana, che era un misto di Satana e dell’orsacchiotto abbraccia tutti (si solo lei può fare espressioni simili…), Gwen iniziò a scrivere sperando in un immediato arrivo dei suoi amici. Il cuore le batteva all’impazzata mentre scriveva. Le tremarono le gambe. Il peggio è che non riusciva a smettere! Perché adesso? Si mise la mano sinistra sopra la fronte e con l’altra digitò il messaggio.
-Ciao ragazzi- inviò quel saluto, ma sapeva che doveva scrivere almeno un altro messaggio. Un “come va”? Una battuta? Un emoj? Un tipico e banale “da quanto tempo?”. Optò per la scelta più semplice e sicura.
-Come state?-
-Bene Gwenny!-
-Cody non chiamarmi così-

-GWEEEEEEEEEEEEEEN!- perché aveva aperto quell’audio sapendo che molto probabilmente aveva il volume al massimo? DJ aveva manifestato la sua gioia di poter comunicare con gotica urlando il suo nome, certo non poteva immaginare che si trovava in un Maid cafè popolato da quindicina di giapponesi in grado di riconoscere un nome proprio di persona.
-Ciao DJ- c’era un leggero sorriso sulle sue labbra, lasciò che la sua amica ammiri quella minuscola felicità che si celava sul suo viso.
-E’ arrivata Greta!- annunciò Lindsay.
-Si chiama Gwen- la corresse Beth per poi mandare l’emoj della mano che saluta e un cuore.
Leshwana non aveva intenzione di passare il tempo a osservare Gwen mentre scriveva.
-Avete visto chi vi ho riportato ragazzi?-
-Leshwana sei favolosa! Dove vi trovate?- le due si guardarono nello stesso istante con la stessa domanda espressa sul viso.
-Ehm…- -Ora scrivi tu!-
Le due scoppiarono a ridere. Non come ai tempi dell’isola, non come sul resort degli eliminati: come due normali amiche che morivano dalla voglia di quel momento, di quelle risate.
-ci siamo incontrate in un locale, la parola dormire per noi è sconosciuta-
-Baldoria tutta la notte?-
anche Bridgette si unì al caloroso ritorno della finalista della prima stagione. Quanto tempo, quanti ricordi.
-un giorno di questi ci dobbiamo assolutamente incontrare-
Fu abbastanza convinta nello scrivere la prossima frase, fregandosene delle sue vecchie affermazioni:
-ci puoi giurare-

Mike controllò che erano appena usciti da un Maid Cafè, per non rischiare di vivere con il dubbio che per tutto questo tempo fosse stato vittima di un un’illusione.
-Dovremmo chiedere a Marta di riaccompagnarci a Kama…in quella città ma non vorrei darle fastidio- dichiarò Zoey preoccupata.
-E come vuoi ritornarci? Volando?-
-Non vi preoccupate, la sottoscritta vi porterà alla linea ferroviaria di Yokosuka, la quale Tokyo è collegata con Kamakura…è quella la città giusto? Pago io, non fate storie- la voce era angelica, lo stesso effetto quando i protagonisti la sentirono prima.
-Ma prima…foto di gruppo!-
Una maid che distribuiva volantini nelle vicinanze si offrì volontaria per scattare una foto agli americani. Leshwana e Cameron prepararono le loro espressioni migliori, mentre Zoey diede un caldo bacio sulla guancia di Mike. Gwen non sorrideva per la fotocamera: la sua gioia consisteva in un momento dolce tra quei due. Era felice per loro.
La foto era venuta davvero bene, ottima per sancire quel ricordo. Una volta che Zoey, Cam e Mike si allontanarono per un momento per visitare quel famoso negozio di elettronica - perché quando mai gli ricapiterà di andare in Giappone - la gotica si sentì in dovere di compiere un gesto. Abbracciò Leshwana, quest’ultima non si aspettò quella specie saluto, non da una gotica come Gwen; il tempo l’ha ammorbidita, era vero.
Una volta a casa sarebbe ritornata quella di un tempo o il reality l’ha trasformata in quel modo permanente? Pensò Leshwana sapendo che forse non avrà mai risposta.

 

*fuso orario:
Ottawa: 23:00 di sera del 4 dicembre.
Tokyo: 13:00 di pomeriggio del 5 dicembre.
I nostri protagonisti sono stati nel mare per un giorno che loro hanno percepito poche ore…è l’unica spiegazione logica che posso darvi.


👑💎 Angolo Autrice 💎👑
Salve a te che hai deciso di leggere questo capitolo! Hai la mia eterna gratitudine. La storia ti sta piacendo?
Il dialogo con Leshwana è stata una delle prime cose che ho concepito riguardo questa storia (lo dico semmai diventassi famosa grazie a questa ff e qualcuno volesse fare un video curiosità. …no? Nessuno? Vabbe non potete impedirmi di sognare!)
Che succederà in America? La vita di Gwen sarà quella di una normale studentessa o verrà stravolta (vabbe lo sapete…mi sento stupida)? Ci vediamo al prossimo capitolo!
🍩 Aggiornamento il prossimo sabato, 15 settembre 🍩
P.S.: Non so se a Kamakura stanno gli aeroporti, ma la ferrovia ferroviaria di Yokosuka esiste davvero.

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Capitolo 3
*** 🍧 Capitolo 2 🍧 ***


 

Maid Cafè
🍧 Capitolo 2 🍧

 

5 Dicembre 2013

Dopo le assurde vicende vissute negli ultimi giorni, trovarsi in un mezzo stabile era un miracolo. Nell’aereo che gli aveva salvati, i posti erano tre per ogni fila. Gwen era in piedi accanto agli amici, fino a quando l’aereo non decollava o qualcuno dovesse passare per il corridoio non dava alcun fastidio. Nell’aereo si respirava aria pulita e non c’era nessun bambino piagnucolone, quel luogo si avvicinava parecchio all’idea del Paradiso.
Mike ebbe il diritto del sedile accanto al finestrino come premio di consolazione per aver perso nella sfida finale del reality contro la sua ragazza.
-Idea!- esclamò Zoey all'improvviso, lo stupore della rossa le diede un’intonazione quasi soffocata.
. -Che ne dite di frequentare scuole vicine o la stessa, così ci incontreremo tutti i giorni per fare colazione?- il gruppo di amici approvò l’idea di Zoey. La nuova arrivata era quella meno convinta, ma le piaceva l’idea di trascorrere del tempo con i suoi nuovi amici.
-Dopo la mia partecipazione al reality, mia madre mi ha dato il permesso di frequentare St. Roger Smith, una scuola privata in cui sono usciti i migliori scienziati- da un genio come Cameron quella risposta non era una novità. Zoey cercava di nascondere il velo d’imbarazzo sul suo viso mentre Gwen diede un affettuoso pugno sulla spalla del quattr’occhi definendolo secchione.
-Voglio diventare un biologo- aggiunse, un ottimo lavoro.
-E tu Gwen?- -Io sono all’undicesimo grado (cioè quarto anno) dell’Ohashi* High School, faccio principalmente arte- disse ancora soddisfatta per aver scelto quella scuola.
-Ah sì ricordo! Nella finale della prima stagione tu volevi studiare arte all’estero! Che bello!- commentò Zoey allegramente. Era sempre inquietamente felice.
-Wow Gwen! Anche il mio percorso di studi comprende arte- disse Mike con il suo solito sorriso innocente (sexy per la rossa).
-Davvero Mike?- chiese Zoey, nonostante il tempo passato insieme non conosceva le passioni del fidanzato.
-Dove studi?- -La West Eastman**-
-Hanno un’organizzazione molto diversa- commentò Gwen.
-Se vuoi mi trasferisco nella tua scuola, è più vicina a quella di Cameron!- mancava solo la rossa all’appello. Tutti l’osservarono con occhi curiosi.
-Mi vergogno un po’…voi fate delle belle scuole…- si massaggiò il braccio.
-Una scuola per giovani cuochi, quell’istituto vicino alla fontana a forma di castoro-
-Che fortuna! A pochi passi dalle nostre scuole. Sembra che sia stato tutto programmato dal Destino, la nostra amicizia durerà per sempre- esclamò Cam e il suo entusiasmo venne condiviso, quasi.
-o fino a quando non finiamo le superiori- mormorò Gwen. Dopo aver notato gli sguardi perplessi degli amici, capì che non era il momento di scherzare; essere l’unica in piedi contribuì a farla apparire ancora l’intrusa del gruppo.
-Credevo che il tuo carattere pessimistico e scontroso fosse scomparso- osservò Mike.
-Cosa?-
-Si Gwen, non ci avevi fatto veramente caso? All’inizio eri solitaria, ora sei più simpatica e aperta!- quello che era positivo agli occhi di Zoey, era un enorme cambiamento per la gotica.
-Quindi mi avete contagiata?- gli ex concorrenti della quarta stagione risero.
-Forse, ma è meglio così no?-
Già…meglio, pensò.
Forse le mancava l’aria solitaria che l’avvolgeva e quel suo potere d’incenerire (metaforicamente) gli altri. D’ora in poi sarebbe stato naturale mostrarsi allegra e disponibile, non sapeva se ce l’avrebbe fatta. Sarebbe stata una seccatura o un piacere? Non era il momento di pensarci.
Un’hostess dagli occhi a mandorla e caschetto nero era pronta per mostrare le tattiche di sopravvivenza in caso di un’emergenza. Cameron disse che il volo sarebbe partito fra poco mentre Gwen si sedette al suo posto, che era soltanto a pochi metri di distanza dai tre amici. Avrebbe girovagato nel suo mondo di riflessioni per quattordici ore.
Prossima destinazione, casa.

 

  6 Dicembre 2013

Quella era la prima mattina normale. Non si era svegliata in un difettato aereo diretto per l’Egitto o in mezzo alle acque selvagge e pericolose di un fiume: era a casa, aveva dimenticato quella parola nel suo vocabolario da troppo tempo.
Una sensazione confortevole l’accarezzò l’animo, c’era un tetto sicuro sopra la sua testa. Non aveva più bisogno di controllare ogni secondo lo stato delle pareti e godersi tutti i momenti tranquilli che regalava la notte.
Poco dopo realizzò anche che non si trovava nell’area più lussuosa dell’areo insieme a una persona con cui era a proprio agio, non stava combattendo contro un killer psicopatico alimentando la sua adrenalina, non aveva tra le mani un fighissimo spara sanguisughe, i suoi amici non urlavano il suo nome o facevano il tifo più chiassoso e nessuno stava rubando un muffin per lei.
Era a casa, quella parola assunse il significato più debole. Girò il capo su quel cuscino pieno di piume, era arrivato il momento di scalfire la parola fine nel capitolo più movimentato della sua vita appena vissuto. Era quello che aveva sempre voluto dopo la definitiva fine con l’amicizia con Courtney.
Durante il periodo del reality show era cambiata, su questo non c’era dubbio, e il suo modo di percepire le emozioni aveva subito qualche rottura? Era felice o triste? Amareggiata o sollevata? Se non lo sapeva lei, chi poteva dirlo.
La sua stanza non aveva subito modifiche dall’ultima volta in cui ci aveva dormito, forse c’erano tracce della vecchia Gwen nella polvere nascosta nei suoi libri d’arte, nei manga di Death Note, nei poster della sua band preferita l’Esplosione Gotica,* e nel CD che racchiudeva il film che reputava il migliore mai visto (Blood Bath 2: Summer Camp Reign of Terror*).

Scese dal letto lentamente, anche se aveva fretta. Aveva un po’ di mal di testa, ma nulla di grave. Non era la mattinata ideale per riprendere con la scuola, ma aveva ancora il suo superpotere di prepararsi in fretta. Il suo abbigliamento casual includeva una camicia di jeans e pantaloni lunghi neri, ma non abbandonò i suoi stivali. Si truccò velocemente e notò una ciocca castana tra i suoi capelli; il suo colore naturale stava prendendo il sopravvento, ci avrebbe pensato un’altra volta a sistemarlo. Uscì dalla camera con due libri d’arte in mano, aveva dimenticato di lasciarli nel suo armadietto a scuola.
Le pareti del corridoio di casa sua le sembravano bianco latte invece del solito bianco ocra, bastava un piccolo dettaglio come quello a mandare in tilt ogni giovane artista. E se fosse finita in un altro reality? Nessuna telecamera sospetta si fece trovare, non era il caso di trasformare un minuscolo particolare in paranoia.
La sua casa non era quella che avevano mostrato nelle clip della prima stagione: era molto più piccola e un tavolo grande in cucina avrebbe fatto comodo. Gwen e suo fratello erano cresciuti in casa malridotta, i loro vicini erano alberi prossimi alla morte. La loro abitazione era costituita da tre stanze, la cucina, un bagno, il soggiorno e uno sgabuzzino.
Ad attenderla in cucina con un sorriso radioso era sua madre. Ogni volta che la guardava non poteva fare a meno di pensare alle costole rotte, una conseguenza di un abbraccio troppo stretto ma affettuoso ricevuto appena tornata. Sua madre aveva gli occhi gentili e la pelle chiara come la sua, si capiva fin da subito che era una figura di madre amorevole.
-Buongiorno Gwenny!- un pensiero si creò troppo velocemente nella sua testa: e se Sierra avesse intercettato sua madre e dato l’informazione del suo nomignolo a Cody? In Giappone non ci aveva molto fatto caso quando il castano scrisse quel messaggio. Prima che il suo cervello elabori un altro delirio mentale, la gotica notò l’abbondante colazione sul tavolo dietro sua madre. Nonostante sia di piccole dimensioni, il tavolo riuscì a sostenere cinque croissant, una bottiglia di vetro che conteneva latte e una torta di mele fatta in casa.
-È la tua prima colazione a casa dopo tanto tempo, non è come nell’hotel McLean ma…-
Basta. Non ne voleva più sapere del reality, un’altra informazione riguardante ad esso e sarebbe esplosa.
-Mamma scusami ma ho detto a Zoey e gli altri che avrei mangiato con loro al bar e sai…non vorrei andare già con la pancia piena- c’era un sincero dispiacere nel pronunciare quelle parole; se non fosse stata la prima volta che avrebbe fatto colazione con degli amici, avrebbe rifiutato solo per stare un po’ di tempo con la madre.
-Oh ma certo- disse la donna nascondendo una nota di amarezza. -Allora divertiti- dopo aver dato un bacio sulla guancia della madre, si accorse che era in ritardo. Saettò fuori di casa, per fortuna la fermata dell’autobus era al solito posto che l’aspettava.
Prese il mezzo pubblico per puro miracolo, con i libri ancora in mano e con la serena consapevolezza di aver evitato una seccatura.
“Fare ritardo è l’unico colpo di scena nella tua nuova e normale - ergo noiosa - vita”
La voce nella sua testa la confuse. Quei pensieri erano ancora presenti? Se ci fosse stato un modo per distruggere quella voce, l’avrebbe fatto.
Nel pullman qualcuno la riconobbe, si trattava di gente che possedeva un adesivo del logo di Total Drama appiccicato sulla cartella o fra i capelli. Gwen aveva in mente uno schema che divideva due tipi di fans: c’erano quelli fanatici che sorvolavano sui difetti del proprio programma preferito – simpaticamente nominati cloni di Sierra- o c’erano quelli che si sentivano superiori a criticare gli show famosi, soprattutto evidenziare i fallimenti dei protagonisti. In quel mezzo c’erano fans della prima categoria che pretesero l’autografo della gotica. Avrà la traccia della popolarità ancora per un po’ di tempo, sempre meglio di essere minacciata di morte. Ci vollero solo 20 minuti per raggiungere la sua destinazione, un minuto di più in quel mezzo e avrebbe rotto qualche vetro.

Per la prima volta raggiunse il bar vicino all’Ohashi High School, quel locale era luogo di ritrovo degli studenti da generazioni. Era il piccolo gioiello della strada: ogni angolo del locale comunicava accoglienza, i colori vivaci non erano mai troppo pacchiani. La porta era sempre aperta.
I suoi amici furono più reali che mai in quel momento: non più personaggi televisivi, solo normali studenti. Era la prima volta che vedeva Zoey con abiti diversi: indossava una graziosa maglia celeste con maniche lunghe stile gigot e un paio di pantaloni grigi, non rinunciò mai al suo fiocco in testa che sembrava immune al freddo. Cameron e Mike non abbandonarono il loro outfit.
Dopo essersi salutati si avviarono verso il tavolo più vicino; il bar non era molto affollato e c’era un dolce profumo di cannella. C’erano delle birre e altre bevande alcoliche esposte che ebbero uno strano effetto su Gwen.
La loro prima colazione fu un momento sereno e tranquillo. Cameron e Gwen scelsero di iniziare la giornata con latte e biscotti mentre Mike e Zoey condivisero dei muffin con gocce (irresistibili) di cioccolato.
Tutti e quattro parlarono del loro primo risveglio a casa. Incredibile ma vero, fu Gwen a parlare di più descrivendo minuziosamente ogni pensiero formulato. Aveva bisogno di conforto, gli altri sostenevano che le sue paranoie sarebbero scomparse nel giro di qualche giorno. Ci sperò.
Inevitabilmente, finirono col parlare del reality.
-Ti hanno inserito nel gruppo del primo cast? Sai anche noi pensavamo di farlo con quelli della quarta stagione, ma sono spariti nel nulla!- affermò Mike.
-E pensare che io ho condiviso il milione con loro, ingrati!- Cameron sbatté la testa sul tavolino in segno di frustrazione, come sempre fu Mike a poggiare la sua mano sulla sua spalla e consolarlo. Fu come un deja-vù, d’ora in poi la gotica avrebbe vissuto le stesse scene? È questo che accade fra amici?
-Gwen, anche Duncan ti ha scritto?- chiese la rossa curiosa.
-No, non credo che in carcere diano il wi-fi-
L’idea di contattare il suo ex non le sfiorò la mente, ma un piccolo sorriso nel ricordare i suoi occhi blu d’oltremare glielo dedicò. Chissà come se la stava spassando in prigione.

Erano le sette e venticinque, l’orario della scuola era quasi arrivato. Gwen non dimenticò di prendere quei libri d’arte, mai sia li scordasse sul tavolino.
Mike e Gwen, dopo aver salutato gli altri in modo premuroso, s’incamminarono verso il loro primo giorno scolastico a seguito dell’ultimo reality; non parlarono molto durante il tragitto ma la loro agitazione era in perfetta sintonia. La scuola era ben visibile dal bar: la struttura color rosso scarlatto era imponete, si contavano almeno una centinaia di finestre, tutte splendentemente pulite. L’edificio comprendeva undici piani; all’esterno era perfetta, l’interno poteva essere solo altrettanto.
-Quanto cazzo mi è mancata- disse ad alta voce la protagonista.
La folla di ragazzi che si incamminavano verso il grande portone procedeva a passo svelto. Alcuni erano in ansia per il compito di matematica, altri erano fiduciosi e marciavano a testa alta. Normali comportanti da studenti, in breve.
Gwen riconobbe la chioma di capelli chiari appartenenti a una ragazza di bassa statura che appariva come una bambina in mezzo a quella gente.
-Dawn!!- corse verso quella ragazza che si voltò subito verso la fonte della voce. Il suo aspetto poteva essere visto in due modi, o come un angelo minuto o come la dolce sorella del conte Dracula.
-Gwen, da quanto tempo, sembri diversa!- i suoi occhi color zaffiro brillarono vedendo l’amica in carne e ossa, fino a quel momento si dovette accontentare della televisione.
-Non sapevo conoscessi Dawn.- si unì anche Mike, nel suo primo giorno meglio non perdere di vista l’amica.
-Ciao Dawn- cinguettò riconoscendo la ragazza più misteriosa che avesse mai conosciuto, in senso positivo.
-Ciao Mike, noto con piacere che ci sei solo tu-
-Già…- Gwen capì subito di che cosa stessero parlando, non occorreva essere espliciti; anche se la paura di esprimere ad alta voce il vecchio problema di Mike era inutile dato che tutti ne erano a conoscenza.
-Come stai?- chiese Dawn rivolta a Gwen, senza dandole il tempo di rispondere proseguì:
-La tua aura non è più arancione: vuol dire che non hai più il controllo interiore, né creatività o fiducia verso gli altri. Non pensavo che avessi paura… -
-Non ti azzardare a continuare a leggere la mia aura! Altrimenti spiffero a tutti la tua cotta per Sco…-
-D’accordo!- disse subito, intanto una vampata di calore percorse il suo viso. Non aveva mai visto Dawn imbarazzata, confidò nel fatto che avrebbe mantenuto la promessa. Tanto aveva cento persone a cui dare una sbirciata nelle loro anime.
Dawn non era l’unica amica di Gwen a scuola. Ben presto i tre furono raggiunti da una ragazza atletica dai capelli corti e neri che si presentò come amica della gotica, aveva una collana di perle viola e orecchini formati da una piuma rossa. Non era nel suo carattere manifestare grande affetto, lei e Gwen si scambiarono un lesto abbraccio.
-Ciao, sono Sky- esclamò notando il moro.
-Io sono Mike!- il diciasettenne non pensò che avrebbe dovuto usare quella frase in ogni nuovo incontro, fino a quel momento sospettò che la sua fama avesse dovuto precederlo.
-Ciao Mike, studio arte come Gwen e il mio sogno nel cassetto è essere un’atleta-
-Allora perché…-
-Nella mia famiglia c’è un detto: mai ricominciare da capo. Nell’eventualità che mi faccia male nelle corse, pensiero che ora mi uccide, almeno avrò una pista su cui coltivare la mia vita- riprese immediatamente, veloce anche nei dialoghi.
-È bello avere sempre un piano B- commentò Mike. -Sicuramente farò il tifo per te quando raggiungerai una pista da corsa in una gara importante.-
-Grazie!-
Sky notò Dawn poco dopo e parlarono del casino che era successo nell’aula di musica l’altro giorno, una notizia che aveva sconvolto metà scuola. Mike era contento di aver conosciuto due amiche di Gwen, non vedendo nessun altro raggiungere la gotica chiese:
-Gwen ci sono altri che devi salutare?-
-No, non penserai che mi sia inventata la storia della solitaria e che non è mai andata a una festa-
-Ah, non pensavo quello. Ricordo che avevi degli amici gotici, frequentano…- -E’ finita male- si limitò a dire, Mike non aggiunse altro.
La scuola all’interno aveva le caratteristiche di un normale istituto americano: c'erano due catene di armadi neri erano posizionate alle pareti più esterne, si creava così un corridoio ampio.
La fama di Mike era ben nota, così come la sua tenera storia d’amore con Zoey. Alcune occhiatacce femminili erano indirizzate a Gwen e il vocio di pettegolezzi nel corridoio riguardava quest’ultima ormai considerata una ruba fidanzati. Alla gotica non le importava: lei parlava tranquillamente con i ragazzi fidanzati, finché li considerasse amici; non c’era nulla di male fino a quando non t’innamori, e la ragazza non avrebbe commesso lo stesso sbaglio.
-la mia classe deve essere questa, vado a farmi nuovi amici!- annunciò Mike allegro, con quel caloroso sorriso sarebbe riuscito nel suo intento, Gwen gli augurò buona fortuna. Anche Dawn si allontanò per raggiungere la sua classe, vederla le aveva riservato molta gioia.
Sky continuava a sorridere, Raggio di Luna non era non era l’unica contenta per il ritorno di Gwen. La mora insistette sul fatto che Gwen non ricordasse l’ubicazione dell’aula d’arte, ma la gotica spiegò che in quattro mesi non era diventata smemorata.
Gwen non voleva perdersi un dettaglio dell’Ohashi Hight School, quando era sull’isola pensava ogni notte ai colori delicati che rilassavano studenti e professori, alle opere artistiche dei ragazzi esposte un po’ dappertutto, agli strumenti, alle foto delle classi che hanno raggiunto l’ambito traguardo del diploma, alla vetrina che proteggeva i trofei vinti dalla squadra di football della scuola, alla mensa che distribuiva cibo decente e alle risate che condivideva con le sue due amiche.
Era così entusiasta nel vedere i suoi ricordi nuovamente realtà che si scontrò con qualcuno, i libri caddero come mosche. Indietreggiò mentre Sky gridò il suo nome.
Davanti a sé c’era un ragazzo dal corpo robusto e asciutto. Aveva il viso da modello, era abbronzato e i suoi enormi occhi neri testimoniavano un’immensa vitalità. Sicuramente avevano l’età in comune. Il suo sorriso poteva far sciogliere il cuore di ogni fanciulla, Gwen non poté negare di esserne stregata. Aveva una maglia bianca con su uno strano simbolo, nascosto da una giacca nera a maniche corte; sulla spalla destra aveva un bracciale in tinta con i suoi occhi.
L’affascinante sconosciuto, dopo aver raccolto i libri della gotica, glieli porse con un gentile sorriso. Si scusò, la ragazza le assicurò che era tutto ok.
“Scontrarti con un ragazzo carino in questo modo? Che cliché banale!”.
Di nuovo quella voce, sempre pronta a perseguitarla, forse avrebbe dovuto parlarne con Dawn: lei sarebbe riuscita a scacciare la sua sfortuna. Le labbra del ragazzo erano in movimento quando Gwen ritornò sul pianeta Terra.
-Scusa che hai detto?-
-Io sono Lance, tu sei Gwen giusto?-
-Si- la sua fama avrebbe influenzato le sue prossime conoscenze, prendere nota, pensò.
-Non ti ho mai visto, ti sei trasferito?- chiese la gotica, quando le sarebbe capitato di parlare con un ragazzo che ispirava simpatia e che non la giudicasse?
-I-io? Si! Sono venuto in questa scuola la scorsa estate…cioè ho fatto l’iscrizione! A scuola non si viene d’estate, che stupido.- Gwen, in quel ragazzo dall’aspetto pacato e gentile, aveva scovato un primo difetto: essere un pessimo bugiardo.
-Devo andare…a lezione…è stato bello parlarti, ciao!- la sua camminata veloce e furtiva assomigliava un gatto intento a scappare. Sparì dietro una colonna a destra, la protagonista ricordò che era la strada per raggiungere l’aula di musica. Fissò la scia invisibile che aveva lasciato Lance per un altro po’. Sky, rimasta in disparte, s’avvicinò con uno sguardo sospetto e divertito allo stesso tempo.
-Primo giorno e ti sei già innamori? Non siamo in una serie televisiva scolastica americana o in Toradora!-
-Tranquilla, secondo me non lo rivedrò più- disse un po’ dispiaciuta. Subito dopo arrivarono all’aula d’arte 131 con qualche minuto di ritardo. I suoi compagni, la lavagna e i banchi nuovi erano identici al passato. Iniziare il percorso di studi con la sua materia preferita era come iniziare a pranzare con il dessert: era l’unico luogo in cui avrebbe passato volentieri tutto il giorno, ogni volta che finivano le lezioni là dentro era sempre amareggiata.
Il mormorio contro di lei continuò anche in classe, ma la voce della professoressa prese il sopravvento.
-Non pensare neanche per un istante, signora Summer, che avrai un trattamento speciale. Dovrai recuperare in fretta non solo questa materia, ma anche tutte le altre- abbaiò la professoressa. Gwen prese posto infondo rispondendo a quella sorta di minaccia con un sorriso.
-Lezione di oggi: la storia di Leonardo da Vinci -

   
15 Dicembre 2013, Domenica

C’era voluto un po’ di tempo, ma alla fine Gwen si riabituò alla sua routine. Era come se non avesse mai partecipato al reality: nessun riflettore l’accecava e le sfide che inseguiva riguardavano lo studio. Era ritornata a una vita senza terremoti, senza trofei. Riaffrontò i pensieri di qualche mattina fa, le mancava il reality? Assolutamente no, ma non poté negare di essersi divertita un mondo e conosciuto emozioni e persone nuove. Per non parlare delle sensazionali avventure che aveva vissuto. Negli ultimi giorni gli eventi più sbalorditivi furono la perdita momentanea del suo telefonino e l’aver trovato un dollaro per terra.
“Vorresti vivere una nuova avventura, ma come?”
Suo fratello Bryan, nel soggiorno, stava seguendo le sue ombre da Otaku: non distoglieva gli occhi dalla televisione che trasmetteva un episodio di Death Note. La gotica lo avrà visto cento volte e divorato il manga in poche notti. Forse era il momento di iniziare a seguire una nuova serie per colmare il suo vuoto, aveva sentito parlare di un anime dark fantasy molto apprezzato chiamato Attack on Titan.
Era intenzionata a raggiungere la sua stanza, ma lo squillo del telefono di casa la bloccò. Erano mesi che nessuno utilizzava quel telefono. Ovviamente suo fratello non ne voleva sapere di muoversi, toccava a lei fingere un atteggiamento formale. Poteva essere una chiamata importante.
-Pronto?-
-Sono in carcere, Gwen- la voce si rivelò modificata, sembrava che dall’altra parte della cornetta ci fosse un lupo mannaro in grado di parlare. Profonda e animalesca. Gwen pensò subito al suo ex, un ragazzo con problemi con la legge che forse si trovava in un carcere malmesso.
-Duncan? Sei tu?-
-No-
Silenzio. Gwen avrebbe potuto chiudere tranquillamente la chiamata ma una forza misteriosa comunemente nominata "curiosità" glielo impedisse.
-Che vuoi da me?- per un attimo le sembrò di essere finita in un film horror, ma il vocio di risate che proveniva del telefono rovinarono l’atmosfera di mistero. Gwen capì che si trattava di uno scherzo organizzato da due idioti.
-Io…io…ho fatto una cosa orribile!-
-Ah si?- 
-Si! Ascolta…i-io…perdonami. Questo è un ricatto!-
-Vuoi rapirmi?-
-No no no no! Non lo farei mai, Gwen. Forse. Io voglio solo proporti un accordo: tu svolgerai un lavoretto per…non so…fino a quando vorrò e io non spifferò il tuo… segretuccio-
-Quale?- chiese, una parte di lei sapeva che lo sconosciuto poteva non mentire, ma sperò che fosse una messinscena. Un ridicolo ed innocente scherzo. Poi basta.
Il tono di voce (sempre modificato) dello sconosciuto si fece più serio.
-Le telecamere ti hanno ripresa quando in All Stars ti sei rifugiata in un bosco con una bottiglia dal contenuto alcolico e…devo continuare?-
Impallidì. Aveva ricordi sfocati di quella sera, ma le sensazioni restano. Si era concessa una serata di follia, non era stato difficile rubare una bottiglia che racchiudeva il liquore Triple Sec e rifugiarsi nel bosco insieme al suo “complice”. Pensava che gli unici testimoni fossero state le stelle. In quella sera da cancellare, non aveva soltanto commesso una cazzata, ma anche offeso un amico, questo se lo ricordava.
Ora quell’errore stava avendo delle conseguenze sul presente, avrebbe dovuto aspettarselo. Il cuore impazzì.
-H-Hai ricattato a-anche lui?- chiese tremando. Suo fratello non si era neanche degnato di chiedere chi fosse, troppo concentrato sull’episodio.
-No, ha già passato troppi guai. Ma tu pura… per il mondo intero. E poi mi hai delusa parecchio durante la scorsa stagione di Total Drama- meglio non ribattere, far arrabbiare quello sconosciuto era l’ultima cosa che avrebbe dovuto permettere.
-C-Che d-devo fare? Il ricatto intendo- ci furono pochi secondi di silenzio, forse costituivano una stupida suspense.
-…Lavorerai in un Maid Cafè! Sopreeeesa!- l’effetto del fulmine sarebbe stato perfetto per annunciare la notizia, invece solo il cuore di Gwen ricevette una scossa. Sapeva perfettamente che cosa fosse un Maid Cafè: un luogo nel quale le cameriere sono abbigliate con graziosi vestitini in stile Gothic Lolita, decorati con pizzi e grembiule; devono avere un sorriso perennemente felice e chiamavano i clienti “padroni” con molta gentilezza e disponibilità.
Non le addiceva per niente quel lavoro infantile e stupido, chi era dall’altra parte della cornetta era la persona più sadica dell’Universo. A quel punto formulò le prime ipotesi, poteva essere un saggista eccentrico del programma o un fan malato di mente.
-E poi so il vero motivo che ti ha spinto a partecipare al reality. Che avevi detto nella tua biografia online del reality, alla domanda “Perché Total Drama Island?”. Qualcosa riguardante…la mamma?-
-“Il denaro avrebbe sicuramente reso la vita più facile per la mamma*”- ripeté come un automa.
-Eri una ragazza così solitaria, Gwen, ma per la mamma avresti fatto di tutto. …Allora? Umiliazione internazionale o lavoro part-time utile alla famiglia?-
Era una risposta che non aveva bisogno di ripensamenti, ma esitò lo stesso. Non c’era davvero altro modo di sfuggire a questa situazione del cavolo?
-D’accordo- era come se avesse firmato un accordo con il diavolo, non aveva scelta.
-Ero sicuro che avresti fatto la mossa giusta! Ora arriverà il pacco della tua divisa!- il campanello di casa sua si attivò subito dopo che Gwen chiuse la telefonata. Qualcuno aveva atteso vicino alla sua porta per tutto quel tempo, forse non era andato lontano. Scoprire il volto del collaboratore di quel mostro potrebbe rivelarsi un indizio dell’identità di quest’ultimo. Nella strada non vide neanche l’ombra di una possibile fattorino ma trovò solo, sui gradini di casa, un enorme scatolone.
Lo aprì senza pensarci due volte e trovò un vestito nero stile ghotic lolita, non avrebbe mai pensato che ne avrebbe visto dal vivo uno. Prese in mano quel pesante vestito, ricoperto da merletti, per lei era un autentico costume di Carnevale. Avrebbe dovuto indossare quel coso?
Suo fratello era arrivato proprio in quel momento, il suo ruolo nella vita era deriderla. Dal soggiorno Gwen riconobbe la canzone che proveniva dalla tv, la musica lenta e malinconica aveva allontanato il fratello. Se non fosse scossa per l’accaduto, avrebbe spoilerato al fratello una morte importante che sarebbe avvenuta in quell’episodio, ma il suo lato da sorella rompiscatole non emerse.
-Sai assomiglia proprio al vestito di Misa Amane, guarda!- non sapeva perché lo fece, ma Gwen raggiunse il soggiorno, quegli orribili merletti e quella cuffia comparvero anche nella televisione. Era troppo.
Uscì di nuovo di casa lasciando cadere quel vestito, ignorando i richiami di suo fratello. Scappò dalla sua tana con il cuore pesante. Aveva necessità di respirare più aria possibile e di analizzare la situazione. Non poteva crederci Era ancora in tempo per scappare in Nuova Zelanda e ricominciare da capo… no aspetta Total Drama era conosciuto anche lì.
Maledetto quel giorno, se non fosse accaduto non sarebbe mai stata ricattata, e invece doveva affrontare l’inferno a causa di un video. Rifiutava la concezione di dover lavorare in un Maid Cafè, ma in gioco c'era il suo futuro e non aveva intenzione di trascorrerlo con gli insulti del mondo.
-Ehi ciao!- una voce che aveva sentito, e allo stesso tempo nuova, la colpì alle spalle. Era troppo turbata per rispondere al saluto, ma si voltò lo stesso.
-C-Ciao…Lance giu…giusto?- il ragazzo che aveva incontrato qualche mattina fa era nel suo quartiere, la sua pelle era in tinta con il tramonto.
-Che strano incontrarti qui, tutto bene?-
-Più o meno…insomma…- era evidente come il sole il suo stato d’animo, non aveva motivi di nasconderlo.
-In questi casi ci vuole un po’ di musica, con me funziona!- Lance posizionò sul marciapiede, con leggerezza e allo stesso tempo velocità, la sua custodia per poi aprirla; la ragazza non l’aveva nemmeno notata. Custodito era uno strumento dal legno pregiato.
-Suoni il vio…violino?-
-Si, e sono molto bravo- un po’ di musica classica non l’avrebbe aiutata, pensò la protagonista, però era curiosa di conoscere il talento di quel ragazzo e quindi non lo fermò.
Lance posizionò la mentoniera del violino tra le sue spalle e il suo collo sinistro, nella mano destra impugnava l’archetto. Assunse la posa di un vero musicista: schiena dritta, spalle larghe e sguardo deciso. Quando i crini dell’archetto s’incontrarono con le corde non successe nulla, fu il movimento leggiadro del braccio a scatenare la magia.
Per un attimo, per un prezioso istante, i suoi problemi volarono via da lei.
Fu rapita da quel suono, dedicò ogni attenzione a contemplarlo. La melodia che creava Lance le ricordò una ninna nanna, desiderò che non finisse mai. Chiuse gli occhi. La musica l’avvolse come una coperta, non si sentì più sola.
A termine dell’esibizione non ci furono applausi o lanci di rose come Lance sperava, ma qualcosa di più prezioso: la completa ammirazione. Gwen riaprì gli occhi e vide gli occhi del ragazzo risplendere.
-È un violino magico per caso?-
-No: è la musica ad esserlo, un giorno spero che lo capirai- Gwen si sforzò di sorridere; Lance non doveva sapere che cosa le stesse succedendo, lei non voleva inquinare in nessun modo il suo umore con la sua situazione dopo quello che aveva fatto per lei.
-Sono in ritardo, ci vediamo!- di nuovo sparì, questa volta furono gli alberi del parco vicino casa, in cui Lance si era diretto, a nasconderlo dalla vista della ragazza. 
Gwen era ancora immobile sulla strada con lo sguardo incantato, purtroppo gli incontri con quel ragazzo finivano sempre in modo spiacevole. La musica gentile l’aveva davvero rilassata, un punto a favore per una forza che la prese e la trascinò nell’oscurità.


 

*L’asterisco rosso indica un’informazione ricavata dalla wiki inglese di Total Drama
*nome della scuola che frequentano i protagonisti di Toradora, per poi farne riferimento più tardi (è solo una citazione, la scuola del manga si trova in Giappone!)
**scuola presente di Alvin Super Star 2 (non sono capace di inventare i nomi delle scuole, quella di Cameron mi ha aiutato Internet).

 

👑💎Angolo Autrice  💎👑
Salveeeee, piaciuto il secondo capitolo?
Per chi non lo sapesse, le scuole americane sono moooolto diverse da quelle italiane: non esistono licei (artistico, scientifico…) e istituti tecnici. Oltre alle materie obbligatorie (matematica, inglese e storia americana), si studiano altre materie che possono essere scelte in base a interessi personali. Come sempre ringrazio Wikipedia per la spiegazione, altrimenti sarei stata perduta.
La “profezia” dell’introduzione si sta finalmente per avverare, ne vedremo delle belle!
🍩 aggiornamento il prossimo sabato, 22 settembre 🍩

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Capitolo 4
*** ☕ Capitolo 3 - Parte uno☕ ***


Maid Cafè
Capitolo 3 - Parte uno

 

15 Settembre 2013

Gwen non rientrò a casa. Erano le sei passate, la sera era ancora giovane per assistere allo sconvolgimento della sua vita.
Date le circostanze, si aspettò di essere scaricata nel retro di un furgone o in un vicolo cieco, invece fu portata in una normalissima auto con i finestrini chiusi ma non oscurati. Appena vide il conducente – nonché suo rapitore- tutto le fu chiaro.
Doveva aspettarselo.
Dicono che i demoni del passato non ti mollano mai, Gwen verificò l’autenticità di questa frase quando si ritrovò, contro la sua volontà, nell’auto di Chef Hachet; subito realizzò che quest’ultimo fosse solo una comparsa di un perverso piano. Del colpevole non c’era neanche l’ombra, se ne avesse avuto occasione non avrebbe esitato a fargli pentire di essere nato.
-Questo è rapimento! Ti denuncerò brutto bastardo!- un’isterica Gwen, bloccata dalla cintura, poté dare sfogo alla sua ira solo usando la voce, ma essa non era abbastanza potente da raggiungere l’esterno dell’auto. Gwen non poteva crederci di essere stata sconfitta dalla forza di un cuoco.
-È il tuo giorno sfortunato perché mio fratello gemello è il capo della polizia e siamo identici, a volte ci scambiamo i ruoli lavorativi quando ci annoiamo. Non credo che permetterà al suo unico familiare di finire al fresco- dopo quella risposta, Gwen si mise a braccia conserte con uno sguardo apparentemente in grado di incenerire.
A impedire la generazione di un altro scatto d’ira fu il cielo: la scia rosa fatata quasi nascosta dai tetti delle case catturò la sua attenzione, sopra di essa c’erano nuvole d’oro su uno sfondo violetto spento. Il suo artista preferito era sempre stato il cielo e ogni volta rimaneva attratta dalle sue opere, ma non riuscì a tranquillizzarsi. Solo un tornado poteva rispecchiare il suo umore. Tuttavia osservare quel frammento del cielo fu sufficiente per farla riflettere.
Doveva considerarla una sorta di punizione.
La punizione per essersi lasciata cambiare dai suoi amici, per aver pugnalato alle spalle la sua amica a causa di un punk e per aver avuto una serata di follia con protagonista una bottiglia dal contenuto alcolico. Maledetto quel giorno. Non avrebbe voluto un cuore in quel momento, non ne poteva più di ascoltare le sue dannate le emozioni urlare vergogna. Riguardò il cielo, con occhi diversi: più rilassati ma malinconici.
-Dov’è Chris?-  chiese interrompendo il silenzio certa che Chef veda il suo volto sconfitto attraverso lo specchietto.
-In una prigione giapponese, per reato di taccheggio-
-E l’hai lasciato lì?-
-Sono il cuoco, mica la guardia del corpo- il conduttore americano era odiato persino dal suo migliore amico, Gwen non era l’unica che stava passando una brutta serata allora. Questo le diede un po’ di conforto, quel demente meritava la prigione più di chiunque altro.
-Allora mi ha telefonato dalla cella- pensò ad alta voce -c’erano delle risate di sottofondo, pensavo fossero le tue-
-In Giappone c’è poca criminalità, ma i carcerati sono tutti pazzi- l’auto si fermò.
-Eccoci arrivati, devo venire o sai scendere da sola?-  non avrebbe accettato di subire anche il suo stupido umorismo, oggi il mondo si divertiva a prendersi gioco di lei.
-La mia cintura è incastrata-
-Io non ho fatto niente, eri così nervosa da dimenticarti come si stacca una cintura- il suo sguardo ritornò quello di prima: rispecchiava la rabbia che aveva cercato di sopprimere. Di nuovo sconfitta. Con una forza superiore a quella necessaria, la cintura le diede finalmente tregua.
Barcollando, i suoi stivali toccarono il marciapiede. Si guardò attorno: non conosceva la via, ma d’altronde non aveva mai esplorato il suo quartiere, anzi non sapeva neanche dove si trovasse il supermercato.
Davanti a sé c’era il Maid Cafè.
L’insegna illuminata doveva essere il primo elemento su cui il passante focalizzava l’attenzione, invece gli occhi di Gwen erano fissi sulle porte di vetro che rivelavano fin da subito l’arrendamento del locale. Per fortuna, in questa caffetteria non sono stati prediletti colori accessi e stucchevoli e non c’erano gli arredi stravaganti presenti nel maid cafè di Akihabara. I colori principali erano il nero e bianco ed erano presenti nel pavimento di tegoli; nel loro insieme donarono al locale un aspetto elegante e moderno. Le pareti erano dipinte di color panna come le tovaglie dei numerosi tavoli, invece le sedie erano in tinta con la cenere.
 Lo spazio era immenso e infondo c’era un enorme palco grigio. I fiori non mancavano per rendere accogliente il posto: su ogni tavolo c’erano profumati gelsomini, ciclamini rossi e bianchi e piccole primule. Questi fiori erano adatti per rallegrare l’ambiente nel periodo invernale dato che amano le basse temperature.
Anche i clienti e i dolci erano ben visibili; per Gwen sarebbe stato irritante passare la serata sotto gli occhi di estranei, odiava essere fissata.
Le sembrò di vedere una raffinata caffetteria, l’incantesimo si spezzò quando notò sei cameriere dalla divisa semplice ma sempre stile Gothic Lolita (abbinati con i colori principali) prendere le ordinazioni. Aspetto infantile, sorrisi falsi. Alcune stavano decorando la torta sul posto, altre si scattarono la foto insieme ai clienti con sorrisi smaglianti. Aveva fatto finta di non vedere, quel posto sembrava così perfetto. Le cameriere sembravano molto giovani, al massimo avranno la sua età. Una cosa così non dovrebbe essere illegale?
Rassegnata, alzò gli occhi sull’insegna nella quale c’era la scritta illuminata” Princess Cafè”, accanto a essa c’era un cartello color rosa che riferiva “Maid cafè americano”.
Chef invitò Gwen a entrare per prima, dopo la sua brutta esperienza in un Maid Cafè aveva acquisito maggior prudenza.
La protagonista, a malincuore, entrò per la prima volta nel Maid Cafè. Sapeva già che sarebbe stato impossibile imitare la pazienza e la gentilezza di quelle cameriere. Maledisse, per almeno dodici volte, in quattro lingue diverse, Chris McLean.
Nessuno si era accorto di lei, per fortuna: era certa che se qualcuno le fosse venuta incontro per accoglierla e metterla a suo agio avrebbe sparato le peggiori bestemmie. Sperò che la sua popolarità non diventi sua nemica, sarebbe stato seccante incontrare suoi fan in una situazione del genere.
-Aspettami qui- affermò Chef per poi raggiungere una cameriera, essendo di spalle non riuscì a capire di chi si trattasse.  Gwen la guardò dal basso all’alto: aveva degli stivali con il tacco alto, calze nere e la sua divisa era migliore delle altre; la gonna a palloncino era rivestita da fiocchi bianchi come se fossero decorazioni di una torta, guardando le spalline ricoperte di trine e brillantini la gotica si accorse che la sconosciuta aveva la pelle mulatta. I suoi capelli castani erano raccolti in un elegante chignon.
Gwen girò di scatto la testa per ispezionare il luogo con gli occhi che urlavano terrore. Si ripeteva costantemente che alla prima occasione avrebbe fatto fuori Chris e bruciato quel tremendo video. Il sentimento della vendetta la distrasse fino a quando Chef ritornò insieme a quella cameriera particolare. Vedendola in faccia si sentì pietrificata, un brivido percorse la schiena. Fece il suo ingresso l’ultima persona che si aspettava di vedere: Courtney Barlow.
Allora era veramente vittima di un incubo!
Appena la vide, l’ispanica-canadese spalancò gli occhi e si trattenne dall’urlare: non voleva apparire aggressiva difronte alla sua clientela e al suo staff, aveva faticato per ottenere la loro fiducia.
Entrambe non erano entusiaste di trovarsi sotto lo stesso tetto, respirare la stessa aria. Come avrebbe reagito Courtney scoprendo che avrebbe dovuto lavorare lì per un periodo che neanche poteva definire? Gridare come un’isterica e brandire un’ascia di zucchero furono le sue prime risposte, strano che non l’abbia ancora fatto.
-Che ci fa Gwe...questa darkettona qui?- volle sapere Courtney in tono autoritario anche se la sua divisa rovinava il suo viso da Satana.
Era impossibile che una come Courtney possa fare quel lavoro, pensò Gwen: quella ragazza non conosceva il significato della gentilezza.
-Signorina Barlow, ti presento la tua nuova maid- Chef diede una pacca sulla spalla di Gwen facendola barcollare in avanti.
Dopo una paralisi facciale, Courtney strizzò più volte l’occhio sinistro. Perché Chef l’aveva presentata proprio a lei sapendo il loro rapporto ostile? Per caso era lei…il capo?
-E’ lei la cameriera che mi ha raccomandato Chris!? Chris…Chris!! Quell’odioso!- ora erano due persone a provare un smisurato disprezzo verso l’avido conduttore americano.
-Mi rifiuto di accoglierla! Spaventerebbe i clienti con…con il suo sguardo malefico, dove c’è lei non c’è felicità e non la posso proprio vedere e…e…ancora qui sta?- la rabbia non fu molto utile per esprimere appieno il proprio risentimento, trovare le parole giuste risultava più difficile del solito.
“Le cose non stanno andando come previsto” pensò Chef “ma quel pazzo di Chris mi ha detto di attendere, spero che abbia ragione così me ne vado subito…quella ragazzina bionda con gli occhi verdi ha puntato gli occhi su di me…che paura…”.
Gwen sospirò amaramente e si rivolse in modo calmo a Courtney, che sembrava sul punto di esplodere.
-Senti neanche io voglio…-
-Allora perché sei qui?!- abbaiò attirando l’attenzione di due giovani ragazzi al tavolo accanto a loro.
-Sono stata ricattata!- ammise subito -Quel verme rivelerà il mio segreto se non faccio la maid sdolcinata- dopo averle scagliato in faccia la verità, l’animo calmo di Courtney ritornò insieme a una nuova prospettiva: non doveva considerarlo un tormento, bensì un’opportunità da non perdere.
Non dovrebbe pensare alla vendetta ora che era ritornata alla sua vita normale e aveva un lavoro, ma era il tipo di occasione da non perdere. La darkettona avrebbe avuto ciò che si meritava. Mascherò i suoi piani malvagi con una smorfia che aveva intenzione di essere un sorriso, fallendo.
 
-Mi sono ritrovata con una cameriera in meno, per cui benvenuta- disse apparentemente felice senza coriandoli o fuochi d’artificio, l’accoglienza che ogni maid avrebbe dovuto ricevere secondo l’immaginazione della protagonista. Quella fu la prova definitiva che c’entravano forze surreali misteriose che hanno cambiato in poco tempo il punto di vista di Courtney.
Chef, rimasto in silenzio, assistette al quasi svenimento di Gwen. L’incarico del cuoco era di sorvegliare ”la vittima”  fino a quando il capo del Princess Cafè avesse detto quelle parole, ora poteva andarsene. Si precipitò verso la porta d’uscita; la frustrazione impedì alla protagonista di commentare la sua fuga.
-Una maid in meno…chi è la pazza che ha rifiutato di lavorare in un posto così bello e vomitevole?- chiese dopo aver recuperato un po’ del suo sarcasmo.
-Dakota Milton, ha ritirato la sua offerta di lavoro dopo essere stata eliminata ad “total drama the revenge of the island”. Al telefono la sua voce era molto convinta, un po’ strana- Gwen si diede una manata sulla faccia: sapeva le ragioni di Dakota, anzi Dakotazoid. Una volta fu partecipe, contro la sua volontà, in un episodio della stagione citata e provò sulla propria pelle la forza derivata dalla trasformazione di quella povera ragazza, definirla così era persino una forzatura.
Gwen fu schiacciata dalla crudele ironia: tutto questo assurdo teatrino, ogni causa, ogni scherzo era opera di Chris McLean. Quella figura era sempre presente, come un avvoltoio dopo aver individuato la sua preda.
-Ecco la tua divisa, dev'essere la tua taglia- Courtney gli porse un abito simile al suo senza molti accessori; semplice ed elegante, avrebbe avuto l’aspetto di un’ottima cameriera.
-Ma a casa è arrivato un altro vestito…-
-La tua testa gotica non ci arriva? Era uno scherzo di Chris probabilmente, questa è la divisa- il fatto che Courtney non mostrasse più segni di rabbia non le diede conforto, ma era già qualcosa.
-Il bagno è laggiù infondo, cambiati. Poi raggiungimi qui, ti mostrerò lo staff- detto ciò si voltò per continuare il suo lavoro, le sue nuove doti d’attrice emersero quando prese le ordinazioni di un cliente con atteggiamento sereno e pacato, tutte le emozioni negative che erano scaturite dall'arrivo della gotica erano dissolte nel nulla.
Quando Gwen se ne andò verso i bagni, Courtney chiamò una giovane ragazza avvisandole di servire i tavoli al posto suo. Il tour turistico del locale avrebbe richiesto molto tempo.

 

 

👑💎 Angolo Autrice💎👑
Ehilà!
E così il capo del maid cafè  Courtney…spero di non aver fatto una scelta banale, credetemi ho grandi progetti per questo personaggio!
Ho deciso di “tagliare” in due il capitolo perché era troppo lungo, nel prossimo ci sarà la presentazione delle colleghe! Vi faccio aspettare una settima, lo so sono malvagia >:)
Al prossimo capitolo!
🍩Aggiornamento prossimo sabato, 29 settembre🍩

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Capitolo 5
*** ☕ Capitolo 3 - Parte due☕ ***


Maid Cafè
Capitolo 3 - Parte due


La gotica avevo lo sguardo altrove, con la divisa del Maid Cafè tra le mani che la sua mente scambiò per vesti dei carcerati. Non riusciva a smettere di pensare agli eventi che l’hanno condotta in questo posto: la folle serata sull’isola, la scuola, la chiamata di Chris. Dalla vendetta alla rassegnazione del giro di cinque minuti, nella sua mente era in corso una battaglia che non sapeva se avrebbe vinto. La sua inattenzione causò uno scontro con una ragazza, fortunatamente il vassoio di dolci che aveva in mano la sconosciuta non cadde. 
D’avanti a sé c’era una ragazza magrolina dai capelli biondi corti, occhi verdi giganteschi, viso tondo, labbra chiare, sopracciglia sottili arrotondate con forma obliqua (angoli esterni abbassati e interni sollevati) e soprattutto con la divisa da cameriera addosso. Non ne era sicura, ma Gwen aveva già visto il suo volto da qualche parte.
-Ma tu sei…-
-Sbadata, fallita …si lo sono!- di fronte a tanta insicurezza quasi si turbò.
-Sei fuori strada, volevo chiederti se sei Amy Mcbride- tutti avevano descritto la ragazza più popolare dell’Ohashi Hight School come una tipa tosta e scontrosa, il contrario di ciò che aveva d’avanti ma il suo aspetto continuava a ingannarla.
-No, sono la sorella gemella- Gwen tirò un sospiro di sollievo, era felice di essersi più o meno sbagliata. Aveva sentito che lo sport preferito di Amy fosse il gossip.
-Non sapevo che avesse una sorella gemella…bhe meno male…- la cameriera dagli occhi verdi cambiò totalmente espressione: aveva il volto di chi ha ricevuto una grande e piacevole sorpresa e che non sapeva descrivere i propri sentimenti a parole.
-Se tu fossi stata Amy sarei stata nei casini, avrebbe spifferato al mondo intero che lavorerò in questo postaccio. Tu non farai la spia vero?- la bionda scosse la testa con gli occhi che luccicavano ancora.
-Bene…per il momento sono salva- per questa volta le era andato bene, se dovesse incontrare qualcuno che la conosca sarebbe stata nei guai.
Courtney la stava aspettando, ritardare l’inevitabile sarebbe stata solo una perdita di tempo. Salutò la bionda con la spensieratezza di una statua.
La cameriera dagli occhi verdi non poteva crederci che qualcuno la preferisse a quella carogna di sua sorella; il fatto che fosse Gwen, la ragazza che stimava di più al mondo, le riempì il cuore di gioia. Lei e la sua amica Kitty parlavano sempre di lei durante i turni liberi, sicuramente quest’ultima sarà al settimo cielo scoprendo che Gwen sarà una maid come loro.
La cameriera camminò con schiena dritta al destinatario della torta alla frutta,  delle ciambelle al miele e del frullato alla panna.
-Ehi Sammy!- il suo cliente preferito la salutò, come al solito sopra la maglia bianca aveva messo una salopette blu scuro e si era dimenticato di pettinarsi i suoi capelli arancioni. Con la sola presenza ingombrava metà tavolo. Era molto alto e robusto, gli veniva sempre detto.
-Ciao Rodney, come stai?- chiese all’allegro campagnolo. Da quando si era trasferito in città, egli aveva trovato come amica Sammy, l’unica ragazza con cui riusciva a parlare. Aveva seri problemi di parlare con le donne dato che non era abituato alla loro vicinanza, ma Sammy aveva sempre avuto un effetto rassicurante e premuroso su di lui.
-Chi era quella?- chiese mentre Sammy sistemava i dolci sul tavolino con delicatezza e attenzione.
-Non l’hai riconosciuta? E’ Gwen! L’eroina del reality show più famoso di tutti tempi, Total Drama-
-Non sapevo che fossi una fan del programma- disse Rodney e Sammy accennò un sorriso mentre decorava la torta disegnando un cuore utilizzando la sacca a posh; con lui non doveva sforzarsi di fare la voce da bambina durante il servizio.
-Lo sai che stanno facendo i cast per un’altra stagione?- stringendo di più la sacca a posh, uscì più crema del dovuto rovinando la forma. Il cuore di Sammy batté all’impazzata.
-Sul serio?! Un’altra stagione di Total Drama?-
-Si, sono venuto in città per fare il provino, fallo pure tu!-
-Oddio…ci penserò, grazie per la notizia-

Il bagno era troppo piccolo per un locale così grande, il fasciatoio e i lavandini ostacolavano un po’ i movimenti. Si sentì soffocare.
Entrò nella prima toilette libera e si chiuse dentro. Era arrivato il momento di farlo. Non voleva rendere le cose più difficili per cui scacciò il demone dello sgomento.
Salutò i suoi abiti gotici e li sistemò per terra. La divisa s’infilò perfettamente sul suo corpo; anche quel vestito, l’emblema della sua tortura, voleva assistere più in fretta alla sua sconfitta. Voleva scomparire. Uscì dal bagno furtiva, in quel momento chiunque avrebbe potuto confonderla con una killer che tentava di dileguarsi dalla scena del crimine.
Gwen aveva di nuovo lo sguardo altrove, non voleva incontrare gli occhi di nessuno, solo il pavimento cristallino. Questa volta anche con le braccia conserte, cercava invano di nascondere il più possibile la sua divisa, aveva raggiunto l’orlo della vergogna. Innalzò lo sguardo solo per individuare e raggiungere Courtney, quest’ultima la riaccolse con una smorfia.
-Seguimi-
Vulnerabile e abbattuta, non poté fare altro che ubbidire. Il Maid Cafè era molto spazioso ma era pur sempre un locale di quattro pareti, dove la stava conducendo? In una stanza segreta per sbarazzarsi una volta per tutte di lei?
Courtney si stava dirigendo verso quel palco; Gwen non l’aveva mai osservato da vicino, se l’avesse fatto si sarebbe accorta della torre di cartone situata a destra del ripiano in tavolato di legno. Gwen pensò che fosse rubata da uno spettacolo teatrale ispirato a Rapunzel. Non trovando l’utilità di una struttura di scena in un Maid Cafè, Gwen pensò che avesse una funzione di vedetta; immaginò Courtney, con il cannocchiale, ad individuare il cliente che non lasciava una mancia per poi aggredirlo con la forza di un orso. Tipico di Courtney.
-Quella che hai incontrato prima è Samantha, ma noi la chiamiamo Sammy ed è anche il suo nome da Maid- disse Courtney.
-Nome da maid?-
-Si, non penserai mica che usiamo i nostri veri nomi! Per esempio, io sono miss Court- che originalità, pensò.
-Gwen è già la diminuzione del mio vero nome, quindi non c’è bisogno…-
-Tu sei la prima che deve cambiare nome- tagliò l’ispanica alzando la voce -oltre ad essere uno dei nomi peggiori della storia, renderà facile nascondere la tua identità. Non voglio che qualcuno ti riconosca, sarebbe…un inconveniente.-
-Giusto-
Ancora non se l’immaginava come capo, come sarebbero stati i suoi ordini? Sapeva gestire una caffetteria? Ma soprattutto: ma non è minorenne come lei? Come ha fatto ad aprire un Maid Cafè!
Stava per chiederlo ma senza rendersi conto Courteny era già sul palco, Gwen fece un enorme sforzo nel salirci senza supporto. L’ispanica-canadese la invitò a salire su quella torre di cartone; la protagonista escluse che il suo piano consistette nel buttarla giù una volta arrivata in cima, c’erano almeno una quindicina di testimoni.
All’interno non era finto come s’immagino, ma c’erano delle scale di ferro in grado di supportare due persone, le mura sembravano fatte di pietra. Alla fine delle scale trovò una piccola stanza con solo una finestra. Courtney appoggiò i suoi gomiti sul davanzale di cartone.
Si poteva vedere tutto la caffetteria. Fu così iniziò la presentazione delle colleghe.
-Non ho mai fatto una cosa del genere, l’ultima volta che è venuta una nuova non ero al comando- spiegò senza che le fu detto nulla al riguardo. Non ci fu bisogno di Courtney: Gwen riconobbe già una ragazza dalla pelle abbronzata e capelli resistenti come l’acciaio accompagnare un ragazzo a un tavolo.
-E’ Anne Marie! Quella della quarta stagione!- …e che aveva limonato con il fidanzato della sua nuova amica.
-Qui è Diamond. E’ la Maid che mi abbia dimostrato più rispetto e ha un cuore d’oro, insieme a lei farai le pulizie ogni tanto - Courtney non aveva mai guardato la quarta stagione di Total Drama, era ufficiale. Molto probabilmente stava mentendo per regalarsi una buona immagine, oppure Anne Maria aveva nascosto il suo lato tenero al mondo intero.
-Quella è Marta, alias Celeste - indicò una ragazza dai capelli corti neri con qualche ciocca viola, in mano aveva una bacchetta magica comprata al negozio di giocattoli.
-E’ appena ritornata da uno stage in Giappone- aggiunse.
-Ehi ma la conosco! E’ quella che ha guidato me, Zoey, Mike e Cameron in quel maid cafè a Akihabara!- sembrava diversa dall’ultima volta che l’aveva vista, aveva per caso cambiato parrucchiere?
-…dopo ci parlo- affermò a sé stessa ad alta voce.
-Pare che tu le conosca già tutte, perché non vai giù a fare amicizia?- l’ultima parola pronunciata dalla perfettina doveva essere una sorta di tabù tra di loro considerando la fine della loro affetto, Gwen doveva cambiare argomento.
-Quella non la conosco- puntò gli occhi verso una ragazza dai lunghi codini blu legati con due fiocchi rossi, quell’acconciatura le donava un tocco d’infantilità. La pelle era tendente al giallo e gli occhi neri ingranditi grazie al mascara.
-Lei è la nostra Kitty-
-Nome da Maid?-
-Sempre Kitty, la maid più estroversa- infatti l’asiatica stava facendo un balletto demenziale nel servire un cliente, quest’ultimo sembrava apprezzare. Avrebbe dovuto farlo anche lei?
Gwen dimenticò ogni tipo di educazione insegnata nel pronunciare il prossimo pensiero.
-ma sono delle puttane?- Courtney sussultò  -Qua ogni parolaccia è vietata, è la prima regola! Solo io posso imprecare essendo il capo. Comunque, no: qui non facciamo quel tipo di servizio-
Gwen continuò ad osservare il locale. Tutti sembravano stregati da un incantesimo che li costringesse ad essere felici. Non vide un volto contagiato dalla tristezza, e aveva una buona vista.
-Quindi i maid cafè nascono per intrattenere le persone in modo infantile?-
-Soprattutto per le persone timide che non riescono a relazionarsi con l’altro sesso e per i nerd- il suo odio per i Maid Cafè era elevato anche dopo aver sentito quella frase. Forse, se non fosse obbligata ad essere una graziosa cameriera, avrebbe imparato ad apprezzare posti del genere, ma grazie a Chris sarebbe stato impossibile.
-Quei dolci sembrano invitanti, quanti pasticceri ci sono in questo posto?- chiese con lo sguardo vago.
-Solo una-
-Non ci credo…-
-Va a vedere, dopo che scendi dal palco trovi la cucina a sinistra- non se lo fece ripetere due volte, la curiosità era un ottimo metodo per sopprimere le emozioni negative.
Courtney non prese in considerazione che la sua nuova sottoposta si sarebbe diretta verso la porta d’uscita perché aveva avuto l’impressione che avrebbe fatto qualsiasi cosa per tutelare il suo segreto.
“Chissà cosa ha combinato quella darkettona…”.

La cucina era a tema dei Maid Cafè giapponesi: le pareti erano rosa e erano c’erano cuori dappertutto manco fosse San Valentino. Su ogni piatto e sui vari pirottini di carta c’erano fiori fucsia e viola e i bicchieri per i frappè rappresentavano i colori dell’arcobaleno. C’era un unico immenso tavolo rosso in cui c’erano tutti i dolci del menù che stavano soltanto aspettando di essere perfezionati. Quel posto era l’Inferno per le persone a dieta.
Una ragazza stava cucinando con grande agilità e precisione una marea di dolci. Fra tutte era quella che le suscitava più simpatia: capelli folti rossi con la frangia, naso piccolo, labbra carnose e profondi occhi dipinti di grigio scuro. Non aveva la divisa da maid, solo una maglia verde lime a maniche corte che lasciava le spalle scoperte e aveva le scarpe e pantaloni color fucsia scuro. La collana che teneva al collo le ricordava quella di Sierra.
 Se lei era la cuoca, avrebbe scommesso tutta la fortuna del mondo che qualche capello rosso sia finito nei suoi dolci.
Gwen si presentò, subito dopo quella ragazza le ordinò di mescolare quell’impasto in quella ciotola verde in cambio del suo tempo, senza regalarle uno sguardo.
-Se vuoi la mia attenzione devi aiutarmi. Uno scambio equo, no?- Gwen non obbiettò, usare il mestolo non era poi un compito difficile. Dopodiché la ragazza dedicò un piccolo sguardo alla ragazza dalla carnagione che non aveva mai visto la luce del sole, le dava l’impressione di un vampiro.
-Io sono Serena, tu la nuova maid?-
-Purtroppo si. Sono la sostituta di Dakota-
Serena notò subito il disagio impresso negli occhi della ragazza, sentimento presente nella gotica dal momento della telefonata.
-Ti troverai bene qui, anche se non sembri entusiasta. Ti hanno obbligato o devi guadagnare soldi per un motivo? Più della metà di noi è qui per questo, soldi- 
-La prima- -fortunata…- commentò senza lasciarsi distrarre dal suo lavoro da pasticcera.
-Lavoravo in un ristorante di una città vicina, ma sono stata licenziata*, questo luogo mi ha salvato- mentre lo disse decorò una torta senza guardarla, un dolce alla fragola e crema senza alcun difetto. Licenziare quella ragazza? Ma se aveva le mani magiche!
-Allora…vado a conoscere...le altre, ci vediamo!-
-Ok. Fai attenzione con Carrie: è molto timida-
-Carrie? D’accordo…-
-E quando si muove Kitty sembra di essere una spogliarellista ma non lo è. Lei è solo…molto estroversa-
-L’avevo notato-
-Ogni tanto miss Courtney si dimentica di darci la pausa pranzo-
-Pure…- un’altra informazione e avrebbe dovuto prendere appunti. Una volta vicina alla porta Serena concluse  -Benvenuta al Princess Café : ogni cliente è speciale.-
La porta sembrò aprirsi da sola, quando comparve Anne Marie Gwen dovette abbandonare all’istante la teoria che il posto sia infestato da spiriti. Non volendo disturbare il loro “lavoro”, abbandonò la cucina in silenzio. Anne Marie era venuta a ritirare dei dolci, non s’immaginò di incontrare quella ragazza.
-Ma l’hai riconosciuta?- esclamò a Serena, quest’ultima scosse la testa ma era sicura che senza quegli abiti da cameriera l’avrebbe identificata.

Gwen si era abituata all’ambiente, ma odiava il pensiero di trascorrere i suoi pomeriggi a fingersi un’altra persona. La lettura di un manga, i film horror che desiderava vedere, i suoi alti voti in arte e il resto della sua vita sociale erano in pericolo. Il tempo era sempre stata una risorsa preziosa e limitata per Gwen, con quel lavoro Chris aveva spento ogni suo progetto, ogni piccolo sogno.
Per un attimo le sembrò di scrutare il viso di quel Lance, ma si trattava solo di un sosia. Sarebbe stato davvero imbarazzante farsi vedere conciata così.
Ascoltando le frivole frasi studiate dalle maid incontrate le fece ritornare l’odio verso il suo nuovo lavoro.
-Per oggi, le consiglio di ordinare le nostre ciambelle al miele- -Vi prego di rilassarsi e divertirsi-
-Cosa posso scrivere sopra la torta, padrone?- -Una foto con noi a soli cinque dollari!- -Domani ci sarà un concorso di dolci, se vuole partecipare le porterò il modulo d’iscrizione, padrone-
Di nuovo mal di testa, fissarsi con il suo ricatto avrebbe portato solo altro male. Sospirò, doveva conoscere un’altra cameriera e avrebbe finito la visita al maid Cafè.
Mentre cercava la sua ultima collega (definirla in quel modo le dava i brividi), una voce tremolante attirò la sua attenzione. Al tavolo a sinistra notò una maid dalla pelle chiara come la sua con i capelli biondi corti che le coprivano le orecchie e aveva occhi neri sensibili. Appariva fin da subito come una ragazza gentile. Seduti al tavolo vicino a lei c’erano due uomini di mezza età con sorriso beffardo stampato sulle loro rugose facce.
-Ma io non posso…-
-Dai disegnaci le tue tette su questa bella torta! Voi maid dovete fare tutto ciò che vi chiede il cliente, no?-
-Il tuo vestitino da bambolina starebbe benissimo sul pavimento di casa mia- intervenne l’altro.
Gwen non poteva far finta di niente: a passi decisi si diresse a quel tavolo e strappò dalle mani della bionda il tubetto di glassa, quest’ultima non ebbe il tempo di sussultare che dovette lasciare il suo spazio a quella ragazza comparsa dal nulla.
-Se volete vi disegnerò le mie- annunciò Gwen con voce delicata ai clienti. Uno dei due ridacchiò.
-Finalmente una maid obbediente! Sei nuova dolcezza?- annuì sorridendo. La ragazza timida non riusciva a dire niente e Gwen giurò di averla intravista tremare. La torta sul tavolo era una red velvet ricoperta da crema soffice bianca, un po’ la protagonista le dispiacque rovinarla con la glassa nera. Il disegno che creò era totalmente diverso dalla richiesta sgarbata del cliente: raffigurava una mano con il dito medio alzato.
-Ma che caz…- Gwen prese con forza la mano della cameriera bionda e si allontanò.
-Non dovreste far entrare quelle merde in questo maid café, lo sapevo che questo posto è un rifugio per persone del genere- si fermò in un punto a caso del locale, lontano da quel tavolo. Un po’ tremolante, la ragazza si rivolse alla sua salvatrice con un sorriso riconoscente.
-N-non mi sono ancora presentata, s-sono Caroline…-
-Ma tutti ti chiamano Carrie, ho indovinato?-
-Esatto!-
-Io sono Gwen, purtroppo la nuova maid-
-Perché hai detto purtroppo?- chiese non smettendo di sorridere, un metodo per mascherare l’evidente timidezza?
-Io…non dovrei essere qui. Sono stata ricattata- mettere in chiaro il vero motivo della sua assunzione era l’unica priorità che le era permessa a quanto pare.
-Oh…mi dispiace. Allora…benvenuta e…oh…ehm…grazie ancora!- Gwen si spostò da un’altra parte appena Carrie chiuse bocca; era il momento di analizzare la situazione.
In quel posto c’era una varietà di caratteri femminili molto diversi: c’era l’egocentrica dal cuore d’oro, la sorella nascosta dal mondo, una di cui aveva dimenticato il nome molto estroversa, la timida, la dotata cuoca, un maschiaccio che parla giapponese e Courtney. Mancava solo l’adorabile svampita per far desiderare Gwen di scavarsi una fossa e caderci dentro.
-Piaciuta la cucina?- il suo demonio la raggiunse con sorriso maligno. Courtney stava già iniziando a gustarsi il tormento di Gwen.
-Quante…quante volte devo venire? Ricordati che devo studiare-  disse rabbiosa con i pugni serrati.
-Vediamo…offrirai la tua disponibilità e il tuo sorriso “spero che non spaventa i clienti” il lunedì, il giovedì e la domenica, dopo scuola fino alle otto di sera- Gwen sospirò, non c’era niente che potesse fare per impedire la realizzazione del piano di quel folle di McLeain.
-Ora sono ancora le sei e mezza: puoi iniziare a lavare i piatti, sarai la nostra economica ed efficiente lavastoviglie!- comunicò Courtney allegra come non lo era mai stato. Ora l’ispanica capiva il punto di vista di Chris, obbligare la gente in quel modo era uno spasso!
Gwen non ricordava dove fosse la cucina, ma aveva intenzione di chiederlo a quella vipera. Si voltò incavolata nera, meglio una “caccia al tesoro” che sopportare la sua presenza.
Non poteva crederci di aver desiderato per un’istante una svolta nella sua vita, in fondo non erano male quei nove giorni di assoluta normalità.
Ringraziò il cielo che doveva sopportare il Maid Cafè solo tre giorni a settimana

 


* Vi conviene affezionarvi a Serena, perché comparirà in un’altra storia che progetterò dopo Maid Cafè ;)


👑💎 Angolo Autrice💎👑
Scrivere questo capitolo è stata dura: dico soltanto che quando scrivo una storia e certe frasi non mi convincono più, le barro e le metto a fine pagina. Le frasi/scene che ho tolto occupano quattro pagine intere.
Per esempio all’inizio avevo progettato l’incontro con Sammy in modo diverso: Gwen avrebbe pensato subito che fosse Amy e si disse che avrebbe preferito lavorare con la ragazza più popolare, ma mi è sembrato un po’ esagerato per il personaggio per cui mi sono concentrata sulla protezione del suo segreto.
E poi anche con Carrie ho fatto un cambiamento drastico: all’inizio Gwen doveva solo presentarsi e notare la sua timidezza, poi ho introdotto quei due maiali.
Vabbe basta sono sicura che a voi non interessano le scene eliminate; allora come vi è sembrato questo capitolo? Ho una sorpresa per voi: ecco i disegni dei miei OC, ma vi avviso che ne arriveranno altri!
 


Non sapendo disegnare, ho preso varie parti del corpo da altri personaggi (Marta da Zoey, Serena da Heather, ho rubato le scarpe di Jen, i pantaloni di Jo e così via...ma i capelli di Serena sono opera mia, ecco perché fanno schifo)

🍩Aggiornamento prossimo sabato, 1 ottobre 🍩

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Capitolo 6
*** 🍭Capitolo 4🍭 ***


 

Maid cafè
🍭Capitolo 4🍭

15 Dicembre 2013

Erano le sette e mezza. Courtney, il capo del Princess Cafè, aveva concesso a Sammy e Carrie di prendersi una pausa per illustrare alla nuova (e sventurata) arrivata il programma lavorativo dopo che quest’ultima aveva finito di lavare i piatti.
Per Gwen sedersi a quel tavolo rotondo era la parte più tranquilla della serata, se non fosse obbligata a tenere quell’orrenda divisa avrebbe persino vissuto una situazione normale. Anche se in cucina la compagnia con Serena era stata piacevole, non aveva mai smesso di detestare quel posto.
Non smise di tenere la sua faccia imbronciata neanche difronte alla gentilezza e alla disponibilità delle due maid dai capelli biondi. Cercavano in tutti i modi di far sentire Gwen a proprio agio, fallendo miseramente.
Avendo appena svolto il lavoro più noioso della storia dell’umanità, ogni informazione, orario e date di eventi riguardanti il Maid Café che s’introducevano nella sua testa alimentarono una voragine di noia che la divorava. In male in peggio.
-…e infine le foto con i clienti costano tre dollari, mai gratis- concluse Sammy con l’atteggiamento di un automa, era riuscita a domare il suo lato da fan sfegatata per il bene della gotica con la serietà.
Appena Gwen emise l’ennesimo sbadiglio, Carrie cercò d’instaurare un dialogo amichevole con lei.
-Ho saputo che sei qui sotto ricatto- iniziò -Neanche io impazzisco di gioia venendo qui, lo faccio per guadagnare abbastanza soldi per aiutare il mio migliore amico: ha una grave malattia e le medicine costano- dopodiché pianse come una fontana prima che Gwen la reputi l’unica maid regolare per i suoi standard.
-T-tutte qui hanno delle motivazioni valide…- disse Sammy mentre consolava l’amica.
-Marta, non so se l’hai conosciuta, è quella maschiaccio, lo fa per vivere da sola ed essere indipendente-
“Però i soldi per andare in Giappone ce li ha”  ragionò Gwen.
-Serena non ce lo ha mai rivelato ma guadagna per una faccenda molto seria, come dice- continuò Carrie, un po’ ripresa dalla spiacevole rivelazione personale.
-Serena è proprio una maga! Senza di lei saremmo perdute! Per farti un esempio…ehm…tu sai in che cosa consiste la finale di Master Chef?- Gwen scosse la testa con disinteresse alla domanda di Sammy.
-In pratica i cuochi finalisti devono preparare un primo, un secondo e un dolce in base a un determinato tema. Se Serena arrivasse in finale e preparasse due piatti schifosi, vincerebbe solo grazie alle sue incredibili doti da pasticcera!- dire che era brava sarebbe bastato per la gotica.
-Poi poi chi c’è…Anne Marie lavora qui per aiutare la madre, o il padre…Carrie tu lo sai con certezza?-
-Non lo so, con me non parla assai- si scambiarono uno sguardo perplesso.
-E Kitty? Perché è qui?-  chiese Gwen, l’unica domanda che aveva proferito che non riguardasse potenziali telecamere nascoste o l’eventualità che il locale venga chiuso dalle autorità sanitarie.
-Kitty ha solo il potere di far sorridere le persone con uno starnuto, questo la rende famosa e apprezzata in un posto come questo- preferì non commentare, anche perché si rifiutava di definire “lavoro” quello della maid.
Nel bar-caffetteria erano rimasti solo quattro tavoli occupati, incluso quello delle cameriere. Là fuori il cielo si era colorato di nero, anche solo una piccola stella avrebbe reso la notte meno cupa: l’immenso vuoto nero suscitava timore se osservato troppo a lungo.
-Hai già scelto il tuo nome da maid?- chiese Carrie con premura.
-No-
-Courtney ci ha detto che i clienti non devono riconoscerti, anche se la tua presenza renderebbe più famoso il Princess Cafè!-  Carrie e Sammy volevano a tutti i costi essere sua amica, ma cosa stavano tramando in realtà? Pensò Gwen.
-Sono molto brava a consigliare dei nomi, quelli di Marta e Anne Marie li ho scelti io. Che ne dici di Ailea, Amber, Olivia, Giacinta, Lavanda…- i nomi che proferiva la ragazza dagli occhi verdi erano uno peggiore dell’altro. La protagonista non aveva mai ricevuto nomignoli o soprannomi vezzeggiativi, tranne Gwenny e quell’informazione doveva restare sottoterra.
-Che ne dici di Zoe, vuol dire vita- s’intromise Kitty che stava servendo un ragazzo un po’ in carne nelle vicinanze da poter sentire la maggior parte della conversazione. Per Gwen avere un nome simile a quello della sua amica, che non avrebbe mai dovuto scoprire il suo segreto, sarebbe stata una seccatura.
-No non mi piace- si limitò a dire. Si alzò dal tavolo con l’aria scocciante che non aveva abbandonato, non salutò neanche le due ragazze che avevano esaurito il loro tempo libero per aiutarla. Non si era lamentata, era stata già più che gentile.
Individuò Courtney alla cassa, che stava contando con avida attenzione i soldi guadagnati nella giornata; essendo dietro il balcone rivelava solo la parte superiore del corpo.
La perfettina era l’unica persona che sapeva di poter parlare tranquillamente; infondo era la sua più grande nemesi e niente avrebbe potuto cambiare il loro rapporto, perciò non doveva sforzarsi di apparire garbata in sua presenza.
-Courtney questo venerdì ho un impegno, non potrò venire- Courtney alzò un sopracciglio accusatore.
-un impegno vero, puoi anche controllare-  
-Va bene- disse sorridendo subito, un comportamento insolito da parte sua. Ripose i soldi nella cassa e, con pochi passi, s’avvicinò a Gwen.
-McLean mi ha appena telefonato e mi ha promesso una somma profumata in cambio di un trattamento da regina per te-
Questo le ricordava il soggiorno che aveva avuto l’ispanica durante seconda stagione, solo che Gwen non l’aveva ottenuto grazie a fastidiosi avvocati e non l’aveva richiesto. Per lei Chris era un uomo morto, ma un po’ di privilegi non avrebbero peggiorato la scomoda situazione che lui stesso aveva causato.
-Ma prima…servi un cliente- disse il suo capo interrompendo i suoi pensieri.
-C-cosa?-
-Metti in pratica…ciò che hai visto-
Il momento che Gwen temeva di più era arrivato. Il ricatto non serviva per farle indossare vestiti carini, ma per comportarsi come un angelo anche se era contraria. Non era brava a mascherare i suoi stati d’animo; ma aveva paura che Chris, deluso dal suo servizio, riveli quel video al mondo interno. Un rischio che non poteva assolutamente correre.
Gwen scelse la sua “preda”: isolato dagli altri, al tavolo decorato con un vaso di fiori che assomigliavano a dei gigli, c’era un ragazzo dai capelli neri che nascondeva il suo viso dal menu. Non sapeva se avesse l’aspetto di un timido o di un pervertito. Si diresse a quel cliente lentamente mentre le altre cameriere si disposero in due file formando una specie di corridoio tra lei e il ragazzo.
-Esprimersi in terza persona singolare è forte!- suggerì Kitty. Anne Maria e Carrie proposero varie formule magiche fittizie per i dolci e Sammy le augurò buona fortuna con i pollici in su. Mancava solo lo striscione d’incoraggiamento; ma quelle non dovevano servire il resto dei clienti?
Gwen era arrivata a pochi metri dal ragazzo, si schiarì la voce e parlò.
-Buonasera, benvenuto al Princess Cafè- la sua schiena era di ferro quando provò a inchinarsi, anche il suo corpo si rifiutava di sottomettersi ai voleri di Chris.
-Grazie- disse il cliente con tono pacato quasi annoiato. A quel punto Gwen pensò che non si sarebbe degnato di guardarla, ma subito dopo il ragazzo scoprì il suo viso ricoperto da lentiggini svelando un aspetto rilassato.
-Il piacere è mio, signor…?-
-Norman, mi chiamo Norman-
-Che cosa posso fare per lei, signor Norman?- era più facile del previsto: era come seguire le parole di copione, però doveva lavorare sull’espressione perché era sicura che c’erano tracce di stress.
-Vorrei una cheescake, quale mi consiglia?-
“Cosa? Con gli occhiali non dovrebbe vedere meglio?” l’irritava il fatto di essere scambiata per una normale maid, avrebbe dovuto accorgersi che era nuova.
-In realtà è il mio primo giorno e sono nuova, non ho ancora imparato il menù.- disse sottolineando l’aggettivo che la riguardava.
-Lo so, volevo solo vederti agitata- avrebbe dovuto sorridere o indagare sulla strana intenzione di Norman?
-Comunque, vorrei una cheescake al cioccolato…ora dovresti dire qualcosa di carino, miss nuova arrivata- Gwen interpretò lo sguardo divertito del cliente come una sfida, Norman aveva appena innescato la sua competitività sepolta ai tempi di All Star.
-Si goda la permanenza al Princess Cafè- disse rilassata più coinvolta dalla conversazione
-La sua cheescake arriverà presto- abbassò leggermente il capo e si diresse alle cucine, non prima di aver sorriso.
Le altre cameriere continuarono a sostenerla, giurò di aver visto Kitty riprenderla con il cellulare. La cucina non era lontana, fin ora non aveva fatto nulla di grave. Contenere la propria ira e il suo carattere sgradevole non era semplice, detestava il pensiero di dover recitare tre volte a settimana.
Le pareti rosa della cucina le davano fastidio agli occhi. Serena non si prendeva neanche una piccola pausa dal suo lavoro di pasticcera.
-Una cheescake al cioccolato, Serena- annunciò. Le hanno detto solo di pronunciare il dolce richiesto del cliente direttamente alla pasticcera; non avendo mai lavorato, non sapeva se fosse giusto.
-Cooosa? Stai servendo un cliente e sto qui dentro senza vederti?-
-Non ti stai perdendo niente- neanche a finire la frase che la cheescake si trovò sulle mani di Gwen. Serena era davvero magica.
Uscì dalla cucina e raggiunse il tavolo di Norman, sempre in allerta. Gettò la torta sul tavolo come posava i suoi libri sul banco di scuola. Il moro fissava il dolce al cioccolato.
-Ehm…ora cosa devo fare?- chiese convinta di aver instaurato una sorta di confidenza con lui.
-A questo punto la maid può decorare il dolce con un disegno o frase, pronunciare una formula magica, ballare, imitare le voci di animali…scegli tu-
-Sai molto più di me, ci vieni spesso?- Norman annuì.
-Ho dimenticato la sacca a posh…ehm…padrone e odio ballare. Inoltre non ho mai sentito un verso d’animale qui dentro-
-Ci ho provato- Norman fece le spallucce, non sembrava deluso che il suo scherzo non abbia funzionato.
-Quindi…cosa aveva detto…- lanciò il suo braccio sinistro sopra il dolce e agitò le dita. -Moe moe kyun che questo dolce sia più buono Moe moe kyun!-
La sua scena si guadagnò il titolo del peggior servizio mai offerto nel Princess Cafè. Non le importava. Intanto il dolce guadagnò le attenzioni di una mosca.
-Questa frase di rito si usa sulle bevande- informò Norman, Gwen fece finta di niente.
-Grazie per essere venuto, se vuole altro non esiti a chiedere- era convinta di aver finito, Carrie e Sammy non le avevano riferito quanto tempo debba durare l’operato di una maid.
-Il tuo servizio è stato schifoso- affermò subito Norman, Gwen pensò che avrebbe chiesto il rimborso.
-Ma ammetto che mi sono divertito a vederti così imbranata. Quella Kitty non fa altro che sorridere e starmi appiccicato fino a quando non finisco di mangiare. Pensavo che le maid non potessero essere in imbarazzo, siete umane!- un po’ era contenta di aver avuto a che fare con un ragazzo così, la prima esperienza non era stata un completo disastro per Norman.
-Allora vado, ti prometto che la prossima volta sarò molto più sgarbata e sputerò sul tuo piatto- Norman iniziò a gustare il suo dolce mentre Gwen si allontanò dal tavolo, voleva controllare un orologio. Voleva evitare le altre cameriere, ma esse le bloccarono la strada nello stesso modo dei fan impediscono la fuga del loro idolo dopo un concerto.
-Sei stata sensazionale! Quel cliente non ha mai scambiato più di tre parole con noi! Brava!- esclamò Kitty, le altre fecero numerosi complimenti a Gwen.
-Si vede che ha notato il suo disagio, si è sentito in sintonia con te- commentò Courtney distante dalle altre con le braccia conserte mostrando uno sguardo che brillava di soddisfazione, e un po’ di perfidia.
Finalmente l’orologio segnalava le otto. Liberarsi di quella divisa fu il momento più bello, che liberazione! Quanto le erano mancati i suoi abiti neri che incutevano timore.
Prima di andarsene, si rese conto di non aver ancora parlato con Marta. L’avrà vista?

Dovette tornare a casa a piedi, Chef non aveva provveduto al suo ritorno a casa. Camminare prosciugò del tutto la sua rabbia, ora rimaneva solo l’odio ed era certa che non sarebbe mai svanito.
La diciasettenne trovò suo fratello sui gradini di casa. All’inizio pensò che l’avesse aspettata per tutto questo tempo, invece i suoi occhi umidi e il suo naso rosso indicavano tutt’altro.
-Dov’eri finita?! *** è morto, la mia vita non ha senso!*-
“Stupido bastardo, ringrazia il cielo di non essere preda di un ricatto che potrebbe rovinare la tua esistenza!” pensò, anche per suo fratello doveva applicare la regola del ‘non dover sfogarti e innervosirti con le altre persone per il tuo nuovo lavoro’.
Rientrò a casa e vide sua madre in cucina ai fornelli. Stasera avrebbe mangiato uova.

 

19 Dicembre 2013, Giovedì

Non aveva chiuso occhio da giorni.
Erano gli ultimi giorni di scuola, il periodo natalizio si avvicinava come un treno. Gli insegnanti concentravano l’impegno massimo degli studenti proprio in questo periodo, in modo che non dimentichino i concetti durante le feste. Tuttavia la professoressa di scienze riusciva a far interessare gli studenti sulla lezione con l’umore di un animale in letargo, il suo compagno di banco Dave si era già addormentato.
Per restare sveglia Gwen pensò alla giornata; sul tavolino del bar vicino la scuola, durante la mattina, c’erano quattro croissant alla crema, non sarebbero stati gli ultimi che avrebbe comprato insieme agli amici. L’argomento principale delle loro chiacchere era il progetto di Cameron per un concorso di piccoli geni. Gwen ricordò di non aver detto nulla: si sentiva solo una sudicia stronza, fin dall’arrivo di Cam. Aveva offeso il suo amico davanti una telecamera, era stata fortunata che i suoi insulti non siano finiti in televisione. Non riusciva più a vederlo nei suoi occhi neri profondi e gentili. Avrebbe rimediato al suo errore, costi quel che costi.
La prima lezione della giornata era ginnastica e Gwen aveva eccelso nella pallacanestro, lo sport era molto utile per scaricare l’inquietudine. Poi aveva incontrato Sky per i corridoi e si erano salutate. Successivamente c’era stata la lezione di inglese.
 Ritornata alla realtà, Gwen ebbe l’impressione che l’insegnante si sia accorta della sua inattenzione.
-Prof posso andare in bagno?- dopo aver ricevuto una risposta positiva, si alzò avvertendo un dolore alla pancia. Colpa dei croissant?
Camminò per i corridoi come uno zombie. Forse era passata affianco alla classe di Mike, aveva detto che aveva matematica alla terza ora.
Era la prima volta dopo tanto tempo che faceva quella strada: quante volte aveva fatto finta di sentirsi male per saltarsi la lezione. Chissà se hanno risolto il problema del fumo.
Inaspettatamente il bagno era completamente pulito, in quei mesi i bidelli si erano dati da fare. Nel lavandino non c’erano più le ceneri delle sigarette. Non c’era nemmeno nessuna ragazza, solo un silenzio di tomba. Entrò nel primo bagno libero, ora poteva ritornare nel suo mondo dei pensieri.
-Gwen! Gwen!- era la voce di Mike, perché stava urlando il suo nome?
Il castano continuò a strillare preoccupato fino a quando non lo sentì vicino. Troppo vicino. Sarà entrato nel bagno delle ragazze?
-Sei qui…?- la luce entrò nella toilette per un secondo. Il rumore della porta che si chiudeva fu istantaneo. Gli occhi di Mike non dovettero assistere alla scena grazie alla maglia lunga di Gwen che nascondeva le sue parti intime.
-Scusa!- urlò da dietro la porta. Gwen doveva ancora elaborare che cosa fosse successo. Mike era appena aperto la porta del bagno o stava sognando?
-Ma che cazzo ti prende?!- una persona che apriva i bagni delle ragazze sapendo che ci fosse l’amica a occuparlo, non aveva la testa apposto.
-Dovevo avvisarti! E’ una cosa importante!-
-ma che accidenti ti prende Mike? Parla!-
-Zoey mi ha chiamato e si è sentita male. Non potrà aiutare te e Sky per il progetto d’arte-
-Tutto qui? Ma vaffa…- si aspettò una notizia più importante per irrompere nel bagno delle ragazze in quel modo, un motivo serio! Non avrebbe mai raccontato l'accaduto a Zoey

Dopo la scuola non fu obbligata a recarsi al Princess Cafè, era la prima volta che veniva salvata dai compiti; nello specifico da un progetto di gruppo. Condividere una passeggiata con Sky fu il massimo: il ricatto di Chris l’aiutò ad apprezzare maggiormente i suoi momenti della vita quotidiana.
Sky, con velata ammirazione, tentava di indirizzare la discussione sul reality Total Drama, ma Gwen riusciva sempre a cambiare argomento in tempo. Forse l’atleta avrebbe dovuto essere più chiara, ma si era promessa che avrebbe parlato con Gwen del reality solo se quest’ultima fosse d’accordo, altrimenti si sarebbe comportata come una comune fan.
Dopo un po’ arrivarono alla casa più vicina ma meno accogliente.
Appena arrivate Brian, il fratello di Gwen, non smetteva di fissare la deliziosa ospite, per l’occasione aveva messo l’abito da cerimonia della del matrimonio della zia. E già: la prima cotta di suo fratello era una delle sue migliori amiche.
Sky respingeva le attenzioni di Bryan con un imbarazzante sorriso, più volte chiese l’aiuto a Gwen con il linguaggio degli occhi ma ella faceva finta di non capire. Non sarebbe stata lei a immischiarsi nella vita amorosa del fratello.
Il progetto per arte consisteva in una banale ricerca, ma il modo in cui veniva presentata e l’ordine della grammatica avrebbero determinato un importante voto. Inoltre, bisognava creare un’opera del Futurismo, anch’essa veniva valutata.
Sky mise il suo computer e i suoi libri sul piccolo tavolo da cucina, Gwen sfruttò il pavimento come scrivania per i fogli e colori a pastello. Era pronta per studiare, ma come sempre i piani di Gwen vennero interrotti.
Squillò, per la seconda volta nel mese, il telefono di casa. Non voleva più ricevere telefonate sospette fino alla fine dei suoi giorni. Intendeva ignorare la chiamata, ma la possibilità che fosse Chris per dirle che era tutto quanto uno scherzo la spinse a correre verso il telefono.
-Pronto?-
-Sei Gwen?-
-Si? Tu chi…-
-Lance! Il tizio che hai scontrato l’altro giorno! Ascolta devi venire subito a casa mia, è stra importante!-
-Di che si tratta?- dall’altra parte il ragazzo era arrivato alla metà del suo indirizzo.
-… Avenue Unit 500. Sesto piano a destra. Per favore fai in fretta- riagganciò. Forse era per il suo lato avventato e per l’urgenza della richiesta, ma Gwen prese subito il cappotto di pelliccia e le chiavi del suo motorino. Lo usava solo per le emergenze. 
-Devo andare, aspettami qui-
-Cosa? Che succede?-
-Un amico hai bisogno di me-
Per Sky non sarebbe stato un problema trascorrere del tempo da sola nella casa di qualcun altro, ma temette di passare la mezz’ora più difficile della sua vita con Brian.

Nel garage trovò il suo motorino per terra e il suo casco nero. Non controllò se la benzina nel motore fosse sufficiente per arrivare all’indirizzo dato da Lance; doveva sperare che le sia rimasta a disposizione un briciolo di fortuna. Inserì le chiavi e le girò nel blocchetto d'accensione, poi schiacciò il freno e premette con decisione il bottone d’avvio; per lei il suono del motore rappresentava collaborazione. Prima che sia troppo tardi si accorse che il portone del garage era chiuso e non poteva di certo uscire, che genio. Risolto il problema partì con l’acceleratore schiacciato.
Era tutto ok, aveva pieno controllo del mezzo, non aveva paura di andare fuori strada o di scivolare sull’asfalto ghiacciato. Il vento le fregiò il viso, neanche il parabrezza riusciva a proteggerla. Più veloce, ordinò al suo motorino.
Al 100% sarebbe tornata a casa con una multa, ma non era il caso di pensarci. Si concentrò sulla guida con sguardo deciso, la gente sul marciapiede l’avrà mandata a quel paese un paio di volte per la sua rumorosa velocità. Quando era quasi arrivata a destinazione, vide una macchina inseguirla: era della polizia. La ignorò fino a quando parcheggiò distrattamente.
Quando si levò il casco, il poliziotto scese dal suo mezzo pretendendo l’attenzione di Gwen.
-Signorina, lo conosce il limite di velocità?-
-Mi scusi sono di fretta! È importante!-
Sapeva che avrebbe un ricordo molto sgradito di quel vigile una volta scesa, scacciò quell’affermazione chiedendosi che cosa sarà successo a Lance.
L’edificio cadeva lentamente a pezzi, se lo avesse visto distrattamente un altro giorno avrebbe pensato che fosse abbandonato. Intravide la luce nell’androne del palazzo, la prova che non aveva sbagliato indirizzo. Non conosceva il suo cognome, si avventò nell’edificio senza sapere quell’importante informazione. Che piano aveva detto? Sesto, e l’ascensore non funziona.
Il mondo ce l’aveva sul serio con lei, doveva urgentemente recarsi da Dawn più tardi per toglierle la maledizione. Perché non ci aveva pensato prima?
Corse le scale più in fretta che poteva, il cappotto era pesante e lo gettò per terra senza fermarsi. Saettò verso il ballatoio del sesto piano trovando una porta aperta, era sicura che fosse l’appartamento del suo amico. Rapina? Incidente?
Appena attraversò la porta davanti a sé c’era uno specchio e un comodino di legno. Si voltò a destra e trovò il soggiorno, Lance era seduto su un divano di pelle nera con un nintendo 3Ds bianco in mano.
-Il mio Frogadier si sta evolvendo- disse quasi piangendo appena notò la gotica. 
-C-cosa?-
Non minacciava sintomi di malattie pericolose e il suo corpo non presentava gocce sangue. Sano come un pesce, matto come un cavallo. Lui aveva un’espressione pacata e felice di vederla. Ufficiale: non era ferito, non ancora. Non vedendo oggetti pesanti e/o appuntiti nella stanza, Gwen gli lanciò con tutta la forza che aveva in corpo un cuscino blu che si trovava sul bracciolo del divano. Gli colpì la faccia. Il ragazzo s’è l’aspettò e rise di gusto, non sapeva ancora le conseguenze del suo “scherzo”.
-Si sta evolvendo il mio primo Pokemon, per me è un momento importante- Gwen doveva tenere a bada il suo istinto omicida, nelle vicinanze c’era un poliziotto che le stava facendo una multa salata capace di riconoscere urla di dolore. Gli spiegò il casino che si era cacciata per raggiungerlo.
-Davvero così in fretta? Sei un fenomeno, Gwen- l’ultima cosa che non doveva uscire dalle sue labbra era un complimento, Lance continuava a non capire la gravità della situazione.
-Si vede che ci tieni a gente che reputi amica, siamo amici?- inutile: era ancora stregata dal suo sorriso.
-Se non scambierai un’emergenza per uno scherzo…si-
Non sapendo cosa fare si sedette sul divano, accanto a lui, e vide dallo schermo del nintendo una rana blu antropomorfa cambiare forma con un’esplosione di luce azzurra. Il gioco recitava “Congratulazioni! Frogadier si è evoluto in Greninja“.
-Quindi oltre a suonare al violino ti piacciono i videogiochi- disse prima che Lance pianga sul serio.
-Si, sono un allenatore Pokèmon, questo è il mio primo gioco su questi mostriciattoli tascabili. Ho vinto la console e il gioco a un concorso. E tu hai mai giocato a Pokemon?-
-Ricordo che da piccola collezionavo Pokemon della regione di Jhoto e Sinnoh, poi basta- rispose. La rabbia e lo stress si erano spenti, era riuscita inspiegabilmente a calmarsi, merito di quella delicata voce e quel sorriso spontaneo.
-Come hai avuto il mio numero di telefono?- chiese, una domanda che le frullò nella sua testa in quel momento.
-Me l’ha dato mia sorella- la frase seguente avrebbe dovuto essere “non sapevo che avessi una sorella”, invece Gwen spalancò gli occhi picchiando la sua testa con i suoi polsi.
-Che ti prende?-
Si sentì la persona più stupida del pianeta. Il numero delle persone a cui aveva condiviso il numero di telefono si contavano sulle dita di una mano, era facile trovare il “colpevole”. La somiglianza c’era, i capelli e gli occhi erano praticamente dello stesso colore.
-È Courtney Barlow! Tua sorella è Courtney Barlow!-
Era da un po’ di tempo che il Karma la stava perseguitando per le sue scelte sbagliate, l’importante era di non perdere il controllo.
-Si, e quindi?-
Tutto questo non aveva senso. Era in compagnia di colei che aveva tradito sua sorella in mondo visione per un ragazzo dagli occhi azzurri, e quella era la sua reazione?
-Per caso la conosci?- chiese Lance tranquillo.
-C-cosa?- disse per la seconda volta.
O Lance la stava di nuovo prendendo in giro o aveva perso le puntate del reality show più famoso degli ultimi tempi.
-Hai mai guardato Total Drama?- chiese Gwen con voce soffocata.
-No, odio quel reality-
Poteva chiudere qui il discorso, ma non le andava di mentire a Lance. Doveva sapere che stava parlando con la persona che la sorella riteneva una darkettona ruba fidanzati e senza cuore.
-Sappi che io ho partecipato a quattro stagioni di quel programma e…ho ferito a morte tua sorella. Mi odia molto… molto- si preparò a ricevere le peggiori minacce di morte e ad essere scacciata in malo modo, ma Lance non sembrava provare rancore nei suoi confronti.
-Non m’importa- affermò mentre si alzò dal divano dirigendosi verso una finestra, dando le spalle a Gwen. Quel ragazzo riusciva sempre a stupirla.
Gwen osservò in giro per trovare una foto di lui e Courtney e vedere com’era la perfettina prima del reality, ma in quel posto i quadri di famiglia sembravano proibiti.
-Pensavo che Courtney l’avesse bruciato, il mio numero- Lance sembrava non averla ascoltata, dedicò tutta la sua attenzione ad osservare quel frammento di cielo.
-Allora come sapevi il mio nome?- chiese per evitare che il silenzio diventasse imbarazzante. Per lei.
-La tua amica dai capelli neri l’aveva urlato quando ci siamo visti per la prima volta- Gwen stava iniziando a chiedersi come se la cavasse Sky con suo fratello quando Lance trasalì all’improvviso: sembrava avesse visto la slitta di Babbo Natale trainata da renne volanti.
-La prima neve, è arrivata in ritardo quest’anno. Chissà che sapore avrà- esclamò allegro. A quel punto Gwen si alzò e raggiunse la piccola finestra, era rimasto un piccolo spazio per lei. Piccoli fiocchi di neve scendevano dal cielo cupo. Lance rimase in silenzio osservando la neve con occhi sognanti: quel ragazzo trovava la spensierata gioia anche in quei piccoli momenti. Aveva il cuore di un bambino, Gwen pensò che sarebbe stato bello essere felice senza un motivo rilevante.

La neve sembrava arrivata per consolarla, interpretò il suo arrivo come un incoraggiamento. Come previsto trovò una multa sul parabrezza, molto probabilmente era grazie a quella che nessuno si era avvicinato alla sua moto incustodita. C’era anche un bigliettino: “Ne è valsa la pena?”.
Forse.
Risalì sulla moto senza rimorsi e si diresse verso il luogo che odiava di più. La multa se l’era cercata, ma forse c’era un modo per far finta che non sia mai esistita. Chiedere soldi a sua madre era impensabile, una frase pronunciata da Courtney quattro giorni fa poteva farla uscire dai guai.
Il Princess Cafè era famoso per non essere privo di clienti neanche per un secondo, certi americani avrebbero trascorso l’intera giornata in quell’allegro locale.
Kitty e Sammy erano sorprese di vedere Gwen al di fuori del suo turno lavorativo, credevano gli altri giorni avrebbe evitato il Maid Cafè come la peste.
La protagonista cercò il suo capo, sperò che non si trovasse in qualche ufficio segreto. Forse si trovava nella torre.
-Che ci fai qui Gwen?- disse con aria scocciata l’ispanica notando i particolari capelli di Gwen, quest’ultima si voltò con sguardo preoccupato.
-Io…io…-
Un sorriso nacque sul volto di Courtney: c’era solo una spiegazione all’esagerato imbarazzo della gotica. Lo voleva sentire dalle sue labbra.
-Tuo fratello mi ha fatto prendere una multa, per cui devi pagami-
-Si certo…neanche per sogno, c’è un solo modo affinché io ti dia dei soldi in più…-
-No! Non vorrai...!-
-Certo che puoi fare gli straordinari! Cara Gwen, d’ora in poi verrai il lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, il turno sempre di cinque ore. O devo allungare anche quello?-
-Un momento!! Mi hai detto che Chris ti ha promesso quella somma profumata per me, rinuncio ai miei “privilegi” in cambio di quella-
-Mi dispiace, non è arrivata, e neanche la mia stima per te. A pensarci è davvero difficile trovare soldi quando sei in una cella di un continente lontano, potrebbe arrivare…mai.- 
Gwen sospirò lentamente non smettendo di fissarla male. All’inizio si era detta di non causare danni rispondendo alle provocazioni, ma sembrava che quella ragazza volesse essere a tutti i costi picchiata e odiata. Si diresse verso l’uscita, ma si fermò.
-Sappi che ho scelto il mio nome da maid-
-Ah si? Qual è?- domandò Courtney con un’espressione priva d’interesse.
-Nives-
   

*si riferisce a un personaggio dell’anime Death Note che stava guardando nello scorso capitolo


👑💎 Angolo Autrice 💎👑
Salveeeeee! Piaciuto il capitolo?
Non temete: anche se Gwen è costretta ad allungare la sua permanenza nel maid cafè, non permetterà che questo lavoro la trasformi in un’adorabile cameriera, è pur sempre la nostra Gwen.
In questo capitolo abbiamo scoperto che Gwen è un’ottima cameriera (in senso ironico) e che il nuovo personaggio, Lance, è un tipo…molto allegro. Un ragazzo come lui riuscirà ad andare d’accordo con la gotica?
Ah e il fratello di Gwen fa riferimento a una morte davvero importante per l’anime/manga Death Note, per cui l’ho censurata per evitare qualunque tipo di spoiler se decideste di vederlo (ci sono persone che non l’hanno ancora visto, strano ma vero).
Spero che non ci siano errori grammaticali e che il testo sia di vostro gradimento, alla prossima, ciaoooooooo 👑

🍩Prossimo aggiornamento…sinceramente non lo so. Questo sabato non potrò aggiornare, ma non voglio farvi aspettare due settimane.🍩

 

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Capitolo 7
*** 🎄Capitolo 5: Speciale Maid Cafè🎄 ***




 

Speciale Maid Cafè



24 Dicembre 2013

Al solo pensiero del Natale, ogni bambino del mondo sorride. Per loro l’attesa era un gioco, a dimostrarlo erano i film e gli speciali dei cartoni animati a tema natalizio che venivano trasmessi settimane prima del grande giorno. I bambini, come consuetudine, penseranno che il vero eroe della festa più importante e magica dell’anno sia Babbo Natale, ma sono i grandi ad essere i veri protagonisti, solo che agiscono dietro le quinte. Essere partecipi della felicità dei propri figli offriva conforto, non c’era regalo più grande della loro gioia.
Ma il Natale non era solo per le famiglie: un piccolo intervento nelle vite altrui poteva rivelarsi un enorme regalo; bastava un piccolo gesto, il necessario per far nascere un sorriso.


In un piccolo quartiere canadese, i negozi si erano attrezzati per la grande festa: oltre alla vendita, i proprietari facevano concorrenza fra di loro per l’albero più grande e decorato. In altri locali della zona si concentravano sulla musica, poi c’erano quelli che mostravano le migliori decorazioni mai viste e in alcuni il punto forte erano le luci colorate.
Nel Princess Cafè l’atmosfera non si sprecava in alberi natalizi e scatole vuote rivestite con carta da regalo, bensì era l’intero staff la decorazione del locale. I costumi erano costati più del dovuto, ma ne è valsa la pena. Kitty e Anne Marie indossavano vestiti verdi e un cappello da elfo, i servitori più fedeli di Babbo Natale; Carrie e Sammy avevano il proprio costume di quest’ultimo al femminile e Serena interpretava una graziosa renna. Nel loro sito ci saranno sicuramente recensioni positive. Marta non si era presentata a lavoro, aveva detto che avrebbe dovuto festeggiare la vigilia con il ragazzo.
La novità non erano solo i costumi. Affinché bambini e adulti possano essere felici, bisognava rispettare ogni tenera tradizione che caratterizzava la festa.
E a Natale, si sa, si canta.
Seguendo le orme di Total Drama Tour, Courtney costrinse le sue dipendenti a sfruttare le loro corde vocali al massimo. Dovevano cantare per tutto il tempo: sia nelle ordinazioni che nelle loro battute. Tutto in rima, altrimenti si rischiava il licenziamento.
Serena la cuoca pensava di essere salva dalle grinfie della dittatura canora, invece fu obbligata esibirsi in una canzone natalizia per motivi a lei ignoti.
Ogni volta che Carrie improvvisava qualche strofa, il cliente chiedeva di essere servito da un’altra maid; colpa dell’insicurezza presente fin dalle recite scolastiche che invece di cantare mimava con le labbra. Anne Marie dimostrò la sua incapacità nel cantare rompendo il bicchiere con il frullato alla fragola dentro; fu mandata a casa prima.
-Qui si mangia bene tutto l'anno, noi lavoriamo senza affanno- Sammy se la cavò abbastanza bene, i fidanzati al tavolo 3 apprezzarono lo sforzo.
Nel Princess cafè vennero aggiunti almeno una dozzina di dolci a tema natalizio e frullati speciali soffici come la neve.
-I dolci arriveranno tutti insieme. Una valanga di torte, pasticcini e paste con le creme- cantò Kitty con il cuore colmo di felicità.

Tutto sommato l’atmosfera del Natale era ben presente, solo una persona aveva la nuvola nera sopra la testa.
Ovviamente, chi era quella che più detestava il suo lavoro e cantare?
Gwen credeva che non avrebbe mai odiato un abito più dell’uniforme del maid café, invece disprezzava ancora di più la sua nuova divisa natalizia: era cosparsa da vischi finti e da morbide palline di ovatta bianca, in tinta con la sua pelle. Le è stato detto che assomiglia a un pupazzo di neve femmina, ma lei spiegò che i pupazzi sono asessuati. Avrebbe dovuto prevedere che Courtney si sarebbe divertita a prendere alla lettera il suo nome da maid.
 Le fu affidato il compito di accogliere i clienti alla porta; avendo rubato le strofe su Internet adatte solo a bambini, dovette improvvisare quando si presentò una persona adulta.
-Ben ritrovato onorato padrone, le carte sporche le può buttare nel bidone!- detto ciò Gwen si girò imbarazzata dove fu fulminata dallo sguardo del suo capo; il suo nuovo vestito ricordava un abito nuziale con nastri colorati presi al negozio di cartoleria.
-Nel tour eri molto più brava- commentò l’ispanica dopo che il cliente entrò nel Princess Café. La gotica non poteva neanche sbuffare, regola del locale.
-Osserva Kitty e impara- all’interno l’unica che sembrava nata per il ruolo da cantante improvvisata era Kitty: svolazzava da una parte all’altra del locale non stancandosi mai. Aveva energia da vendere.  
-Che bello, che felicità: è tornato e mai più se ne andrà!- un uomo dai capelli neri e occhiali spalancò gli occhi in modo preoccupante per la strofa della cameriera. Gwen pensò Kitty come concorrente della terza stagione di Total Drama, avrebbe vinto sicuramente.
-Mi ripeti che cosa rappresenta quel vestito?- chiese Gwen non notando potenziali clienti in vista.
-Sono l’anima del Natale, ricorda che sono il tuo capo e che devi cantare!-
Per Courtney era naturale sorridere, solo che quell’azione nasceva da un sentimento di cattiveria. Per fortuna i clienti e maid non se ne accorsero. L’ispanica godeva nel vedere la sua ex migliore amica in quello stato; avrebbe voluto tenere il negozio aperto anche il 25 dicembre per regalarsi altra sofferenza di Gwen ma tutto il suo staff non era disponibile.
-Sta arrivando una famiglia, non farla scappare- raccomandò Courtney e si voltò, quel giorno si sentiva la regina del posto anche se aveva il comportamento altezzoso tutti i giorni dell’anno. 
-Benvenuti nel maid cafè...uff...ogni sorriso...ehm...è dolce come un bignè- Alla vista di una bambina che si nascondeva dietro la gamba del padre, Gwen si chinò e cercò di ricordare le parole della miglior filastrocca letta.
--E'' venuto un angioletto
E mi ha dato un biglietto
A carattere cubitale
C'era scritto Buon Natale
*-
La piccola sembrava soddisfatta per la piccola esibizione canora, invece di nascondersi si mise accanto al padre ed entrò con un docile sorriso che illuminava il suo viso, anche Gwen sorrise.
Non doveva dimenticarsi che il regalo principale che donavano le cameriere era la gentilezza, era la qualità più ricercata in questo mondo. Le maid incarnavano quel sentimento, in tutti i giorni dell’anno.

Sammy, sfuggita a quello che le sembrò un incubo, con la gola arrossata, passò un foglio a Gwen in cui erano scritte delle parole con l’inchiostro rosso.
-Tutto bene?-
-E’ il no…nostro programma. Dopo che Serena canterà l’inconfondibile “Silent night” do….dobbiamo distribuire le…torte- disse la bionda con un filo di voce quasi invisibile.
-Perché lei? E’ brava a cantare?-
-No particolarmente, ma non fai mai un cazzo all’esterno della cucina- a rispondere fu Courtney, l’unica autorizzata a dire parolacce e a intervenire nelle discussione senza aver bisogno di un motivo. Sammy s’inchinò difronte al suo capo, segno di rispetto o obbligo?
Dopodiché le tre ragazze entrarono nel locale per aiutare le altre a sistemare i dolci sui carrelli mentre Serena, con le finte corna di renna che le stavano per cadere, posizionò un microfono sul palco per suonare la chitarra e cantare contemporaneamente. C’era persino un riflettore blu solo per lei.
Gwen non era a conoscenza che sapesse suonare la chitarra, un altro punto di simpatia in suo favore.
La ragazza dai capelli rossi si schiarì la voce e, consapevole che il suo compito era di diffondere la magia del Natale, incominciò cambiando la sua tonalità di voce.

-Silent night, holy night!
All is calm, All is bright
Round yon Virgin, Mother and Child
Holy Infant so Tender and mild,
Sleep in heavenly peace,
Sleep in heavenly peace.

Silent night, holy night!
Shepherds quake at the sight!
Glories stream from heaven afar;
Heavenly hosts sing
Christ the Saviour is born!
Christ the Saviour is born!

Silent night, holy night!
Wondrous star, lend thy light!
With the angels let us sing
Sleep in heavenly peace,
Sleep in heavenly peace-


Le persone presenti applaudirono, quando vennero distribuite le torte. La luce artificiale tornò a occupare ogni angolo del locale. La ventenne si ritené soddisfatta.
Per Serena vedere i suoi piccoli capolavori lasciare la cucina fu un attimo di commozione; sul palco riconobbe le torte a due piani a base quadrata che ricordavano pacchi regalo con un fiocco di cioccolato plastico rosso, le deliziose red velvet, i tradizionali tronchetti di cioccolato, i panettoni a forma di stella e altri dolci con il pan di spagna al cacao.
Gli sguardi dei clienti erano attirati dalle maestose torte bianche a tema invernale abbellite con piccole sculture di isomalto che formavano graziosi fiocchi di neve. Sembravano piccoli diamanti. Le decorazioni cristalline erano così spettacolari che nessuno si sarebbe azzardato a mangiarle.
Quando tutti i tavoli furono ben riempiti, le cameriere (compresa Gwen) si armarono di sacca a posh per decorare i dolci - già pieni di dettagli artistici- con gli elementi natalizi richiesti dal cliente, ma nessuna di loro sapeva disegnare con perfezione una renna.
Gwen si trovava al tavolo 14 e si accorse che Courtney non aveva previsto un dettaglio importante nell’imporre la dittatura canora: un caos intonato.
-Che cosa…oh scusi volevo dire Che cosa vuole che disegni, padrone? Non ho bisogno di una lunga descrizione – sentì Carrie alla sua sinistra.
-Un fiocco di neve!-
-Il Natale è la mia festa preferita, chieda il disegno mi sono incuriosita! - intonò Kitty alla sua destra.
-Io voglio che scriva la frase “Merry Christmas”-
-Sono contenta che stia qua, disegnerò tutto quello che mi chiederà- tuonò Courtney con la sua voce da cantante esperta.
-Un albero di Natale, enorme!-
Se solo tutte le richieste dei clienti fossero semplici. Il bambino al tavolo 14 ci pensò su.
-Per favore disegna Babbo Natale!-
-Ehm...oh...bhe...- Gwen si considerava un’artista ma il suo disegno del simbolo della festa diceva il contrario, per fortuna il destinatario di quella torta era un bambino incapace di giudicare. Era davvero difficile disegnare con la glassa.

Le esibizioni canore non erano finite: Kitty, Sammy e Courtney raggiunsero il palco subito dopo aver finito di decorare le torte dei clienti. Avevano cambiato vestito, rispettivamente avevano maglietta e gonna verde, viola e rosa ricoperti da lustrini. Era un abbigliamento perfetto per l’occasione festaiola, ma la protagonista non si spiegò la coda di pelliccia e le orecchie da procione che indossavano.
-Che cos’hanno in mente di fare?- pensò ad alta voce Gwen, Carrie era nelle vicinanze e le si avvicinò.
-Sammy non ti aveva dato quel biglietto?- domandò Carrie mentre si tolse il suo cappello da Babbo Natale, la gotica lesse il foglietto avuto in precedenza e lo mostrò alla bionda.
-19:30 Chipette…che vuol dire?- chiese, pensò che si trattasse di una parola in codice o il titolo di una famosa canzone che le era sfuggita.
-Cosa? Non hai mai visto Alvin Superstar nel periodo di Natale?- domandò Carrie con accento di rimprovero. Gwen scosse la testa.
-Sul serio? Io lo guardavo sempre con il mio migliore amico Devin. Sappi che stanno imitando degli scoiattoli che sanno cantare, rispettivamente sono Eleanor, Jeanette e Brittany; quest’ultima è la leader delle Chipette-
“Courtney vuole essere sempre il capo, il rosa non le dona per niente” considerò Gwen nella sua mente.
-Credo che canteranno la canzone di Natale del primo film, anche se le Chipette non sono presenti- disse Carrie sorridendo per poi essere chiamata da un ragazzo per rendere il dolce della fidanzata più buono con la magia.
-Ed ecco che ritorna Babbo Natale, odio il mio lavoro- disse Carrie con vigorosa amarezza che Gwen condivise. Carrie si mise il cappello rosso celando il suo nervosismo, camminò rumorosamente mostrando un sorriso rilassato. Poteva sembrare un giorno diverso, ma le maid non cambiavano il loro atteggiamento gentile nei confronti dei clienti.
Kitty sul palco chiese un attimo d’attenzione a tutte le persone presenti del locale con la gioia che riempiva il suo cuore. Una Sammy imbarazzata e una Courtney sicura di sé raggiunsero l’asiatica con dei microfoni.

-E' natale a casa mia,
tra regali ed allegria,
farò il buono ancora un po',
Non so se resisterò.
Un aereo ho chiesto io,
L'Hula-Hop invece è mio,
Non possiamo più aspettar,
Natale non tardar.-


Di nuovo un applauso.
Quante esibizioni erano previste? Gwen né conto altre tre sul foglio, era certa che sarebbe tornata a cosa con un tremendo mal di testa. Resisti, si ripeté dieci volte.
Appena arrivò il sottofondo di una canzone al violino registrata, Gwen pensò subi -Nives, posso avere un tto a Lance: se lo immaginò a suonare il suo magico strumento nelle strade innevate per rallegrare la gente di passaggio. Forse avrebbe accompagnato qualche ballo, la sua musica era contagiosa.
ovagliolo per favore?- era arrivato il momento di indossare la sua maschera migliore, si rivolse al cliente con aria pacata e occhi dolci.
-Ma certo, più lei è qui e più mi diverto- avrebbe dovuto fare pratica allo specchio il giorno prima, sarebbe stato meno imbranata.
Per tutta la sera Gwen pensò che il suo sorriso fosse forzato, non si accorse che dopo un’oretta era diventato vero.

Era quasi mezzanotte. Gwen era rimasta a dare una mano alle ragazze più del dovuto, infondo era stata l’unica in grado di cantare senza mostrare sintomi di stanchezza. Non lo fece per soldi o per il ricatto: era raro ritrovarsi in un’atmosfera di festa e farne parte era una medicina contro la tristezza. Stava quasi per pensare che il ricatto non sia stata la cosa più brutta che le sia mai capitata, poi ricordò i merletti e l’ovatta della sua divisa che aveva ancora addosso e la stomachevole carineria; Gwen avrebbe trascorso il il senso di nausea ritornò. Gwen uscì dal Princess Cafè. Si era dimenticata di cambiarsi, ci avrebbe pensato il buio della notte a proteggerla, doveva solo evitare i lampioni.
Aveva smesso di nevicare, la strada era coperta da una scia di neve.
pranzo di Natale insieme a dei parenti della madre, non aveva motivo di tornare a casa per la fatidica mezzanotte: suo fratello non restava più sveglio per avere il permesso per scartare i suoi regali. Pensò a Zoey, Cameron e Mike e si chiese se fosse il caso di raggiungerli, sicuramento in questo momento staranno condividendo una torta preparata con impegno e affetto dalla rossa. Oppure doveva seguire la strada della casa di Dawn? Sky stava già dormendo?
La miglior soluzione, in quel momento, era di vagare nella tranquillità della città da sola.

I lampioni emanavano una semplice luce fioca, sufficiente per scrutare il volto della persona vegliata da quel debole bagliore.
Sotto il lampione distante un paio di metri, riconobbe il ragazzo più rozzo che abbia mai conosciuto. Pensava che fosse ancora nel cielo vagando all’interno di un palloncino che puzza di fagioli, invece eccolo lì. L’aveva visto per puro caso, oppure per desiderio del Destino.
Corse verso di lui come un razzo. Andandogli incontro le riservò un sacco di adrenalina, non negò di essere emozionata perché poteva rendere migliore la serata a qualcuno vicino a lei. Come nei film.
Magari il karma si sarebbe accorto del suo buon gesto e sarebbe intervenuto per levarle quel lavoro al Maid Cafè.
Gwen accelerò e, con un passo lesto, gli bloccò la strada.  Era davanti a Scott.
-Posso esserle d’aiuto?-
-Cosa? Non mi riconosci sono…-
-Ah si la ragazza scout. Scusa ma non sono interessato ai tuoi biscotti-
Scott sembrava convinto di quello che diceva; era vero che non era mai brillato d’intelligenza, però in quel momento a Gwen venne voglia di strangolarlo per non aver notato l’evidenza.
-Sono Gwen! Gwen degli avvoltoi malvagi, eravamo in squadra insieme in Total Drama e abbiamo fatto una nuotata nelle cascate del Niagara insieme! Ricordi?-
Lo stupore che si dipinse sul suo volto fu a dir poco memorabile, se Gwen avesse avuto una fotocamera non ci avrebbe pensato due volte a fargli una foto.
Un momento, urlò la sua coscienza. Si era completamente dimenticata di Dawn, giocare a fare Cupido le aveva dato alla testa. Era nei guai, aveva raggiunto il contadino per levarsi un peso dalla coscienza e fare qualcosa di carino per colei che aveva tradito, Courtney. Adesso rischiava di fare un errore imperdonabile: conosceva i sentimenti di Dawn ed erano accesi d’amore verso il contadino.
Scott attese in silenzio, comprendendo la confusione che avvolgeva l’animo dell’ex compagna di squadra; inoltre non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua divisa da cameriera, quante altre volte gli capiterà di vedere una tipa come Gwen vestita da bambolina?
-Ascolta…-
Decise di fare la cosa che riteneva più giusta per Scott, non doveva vederlo come un regalo di Natale esposto in una vetrina.
-Tu sei ancora innamorato di Courtney?- se la risposta fosse stata no l’avrebbe condotto da Dawn, semplice.
Scott pensava a quel nome ogni mattina, gli metteva di buon umore. In tutta risposta, il ragazzo di campagna annuì timidamente
-E’ sempre rimasta al centro dei miei pensieri- ammise. Il cuore del rosso apparteneva già a qualcun altro, cercò di non pensare al docile sorriso di Dawn.
Gwen avrebbe voluto il potere del teletrasporto. Aveva camminato per dieci minuti, pensò che per ritornare al Maid cafè correndo ci avrebbe impiegato la metà del tempo.
-Allora seguimi-
-Sai dove si trova Courtney? Io che l’ho cercata per tutta la città lo devi sapere te che sei la ragazza che più odia?- non aveva tempo di spiegare la storia, Scott doveva accontentarsi della sua parola.
-Fidati e basta, credimi lo so-
Il viso di Scott si scurì all’improvviso, non dipendeva la fiducia che nutriva nei confronti della gotica vestita stile gothic lolita.
-Dove si trova? Lontano?-
-Al Princess Cafè, è qui vicino-
-Allora sbrighiamoci, devo prendere un treno-
Gwen non se lo fece ripetere due volte: ritornò sui suoi passi trascinando con sé Scott, nessuno era più veloce di lei sulla neve (tranne Sky). Non era sicura al cento per cento che Courtney fosse ancora lì, ma doveva perlomeno tentare.
Non potendo vedere il volto di Scott, immaginò il suo viso colmo di gioia e stupore; invece era preoccupato e macchiato dall’inquietudine.

Gwen si sentì quasi triste notando che la sua intuizione fosse giusta: Courtney era seduta a un tavolo da sola del Princess Cafè, l’unico luogo in cui si sentiva al sicuro. Le porte di vetro le permisero di vedere l’espressione persa nel vuoto, priva di vita.
La protagonista conosceva molto bene la solitudine: lei poteva conviverci senza problemi ma era certa che per una tipa come Courtney era tremenda. Non aveva famigliari con cui passare la serata? Lance non la stava a casa aspettando con un regalo incartato male?
Furtivamente gettò uno sguardo sul campagnolo, che stava lottando con la sua mente chiedendosi se fosse un sogno o un incubo.
Non ci poteva credere: Scott la vide dopo due mesi, fino a quel momento gli sembrò un’eternità. Non riusciva a capire perché si fosse innamorato di una ragazza così aggressiva ma che riusciva ad apparire con l’eleganza di una regina. Testarda, competitiva e bellissima: erano le caratteristiche della ragazza protagonista dei suoi sogni.
-Va da lei- disse Gwen in modo distaccato, non aveva motivo di fingersi entusiasta o fare il tifo. Scott la ringraziò sottovoce ed entrò. La porta era aperta, Courtney aveva dimenticato di chiuderla.
D’istinto l'ispanica, sentendo il rumore, si alzò frettolosa e riconobbe subito il ragazzo di campagna.
-S-Scott?- gli occhi s’illuminarono, il cuore riprese un ritmo frettoloso. Un sorriso si disegnò sulle labbra.
-Ehi-
Il suo vestito bianco gli tolse il fiato: sembrava un angelo. Scott si avvicinò con la stessa lentezza in cui cercava di catturare una gallina scappata dal recinto senza spaventarla.
L’ispanica non sopportò quei lunghi secondi, corse verso di lui e lo abbracciò. Voleva mormorare un dolce “mi sei mancato” ma ci pensarono le sue lacrime cristalline a liberare i suoi sentimenti.
Gwen, dietro le quinte, studiò la reazione di Courtney: sembrava…una persona normale. La diciasettenne spalancò gli occhi e capì: se Courtney avesse incontrato Scott nel reality, l’avrebbe pestato a sangue per averla eliminata e per dimostrare la sua autorità; tolte le odiose telecamere, i sentimenti si poteva esprimere senza problemi.
Conoscere Courtney prima del reality sarebbe stato davvero magnifico, pensò.

Gwen fece la stalker per almeno cinque minuti, per la prima volta scoprì un’utilità in quelle porte di vetro. Pensava che d’ora in poi il suo ruolo sarebbe stato quello di un impassibile spettatrice, invece provava solo felicità per loro. Dopo quel lungo abbraccio si erano scambiati qualche parola.
-Io devo andare piccola, per molto tempo- disse Scott accarezzandole i capelli, odiando quel momento: avrebbe potuto portarla con sé, ma non sarebbe riuscito ad assicurarle felicità. Courtney non approfondì il motivo, voleva sapere soltanto una cosa.
-Ti rivedrò?-
-Certo, nei tuoi sogni- quella frase da film romantico non era adatta a una persona irascibile come Courtney, Scott se ne accorse dal suo sguardo omicida.
-Scherzo! Giuro su Dio che mi rivedrai!-
I loro volti erano vicini, fu Courtney a togliere le distanze con un tenero bacio sulle labbra.
 “Era ora!” pensò la gotica, così presa dalla scena che non si accorse del freddo. Non ascoltò quella discussione, non aveva idea che quel bacio fosse d’addio. Guardò il cellulare: segnalava la mezzanotte.
La magia del Natale esisteva davvero?

 

31 Dicembre 2013

Quando Dawn ha invitato lei e un paio d’amici per la festa di Capodanno a casa sua, Gwen non sapeva cosa aspettarsi. Lettura delle foglie di thè? Parlare con scoiattoli?
Quando entrò nel salotto di casa Hope fu stupita, c’era tutto il necessario per una normale festa di fine anno: tavoli ricoperti da una tovaglia allegra con sopra patatine, bibite gassate e altro cibo spazzatura, c’erano anche uno stereo moderno e una tv al plasma. I primi dialoghi erano proprio riguardanti il televisore.
-Un televisore al plasma? Non pensavo che Dawn avesse un oggetto del genere in casa- commentò Zoey in abiti eleganti.
-Io pensavo che usasse una sfera per documentarsi sul mondo esterno- disse Sky con un bicchiere pieno di coca cola in mano, durante le feste si concedeva uno strappo alla regola alla sua rigida dieta. I ragazzi invitati (Cameron, Mike e uno che si vantava di essere il prescelto di una profezia) discutevano sulla Coppa del mondo per club FIFA in Marocco, argomento che non toccava l’interesse di Gwen.
L’unica che restava in un angolino della stanza accanto a una finestra era l’organizzatrice della festa. La gotica si sentì in dovere d’avvicinarsi, la sua solitudine le fece stringere il cuore.
-Dawn, festa grandiosa-  Raggio di Luna osservava il firmamento, senza concederle un piccolo sguardo.
-Grazie-
Rapita dal suo mondo, Dawn navigò in mondi sconosciuti per la gotica. Si chiese che cosa stesse pensando.
-Ascolta… perché ti piace Scott?- la ragazza dalla pelle chiara si voltò, i suoi occhi rispecchiavano il sentimento della tristezza.
-Perché me lo chiedi ora?-
“Perché avrei potuto rovinare l’unica occasione per fartelo incontrare quindi ti prego dimmi un motivo stupido“ pensò sperando che l’amica infranga la promessa e leggesse la sua aura. Si sarebbe sentita meno in colpa.
-Così…ho pensato che una festa del genere avrebbe potuto riavvicinarvi. Se ci avessimo pensato prima…forse…- la sua vigliaccheria raggiunse il limite, non sapeva di essere in grado di mentire alla sua migliore amica. Ma era per una giusta causa. Dawn accennò un sorriso.
-Durante il reality ho dato uno sguardo alla sua anima. Ha avuto un’infanzia difficile, ma nonostante tutto il suo animo è rimasto di ferro e mi ha colpito-
 “Ti prego continua dicendo che ti piace il colore dei suoi capelli”
-Quando Chef mi ha messo in quel sacco quando sono stata eliminata ho guardato tutta la storia di Scott per capire perché mi avesse incastrata. L’ha fatto…per la sua famiglia. Ha una bontà d’animo sorprendente.-
“Dimmi che ti piacciono i cattivi ragazzi”
-Sembra un ragazzo malvagio, ma per mantenere sua sorella e i suoi cugini lavora in miniera, anche durante le feste. Sono molto poveri in fattoria…non ho potuto nulla per lui e questo mi fa soffrire-
D’un tratto nel cervello di Gwen si accese una lampadina. La notte di Natale aveva trascurato un lampante dettaglio.
“Ecco perché!!”
Il viso di Scott si scurì all’improvviso -Dove si trova?-
-Al Princess Cafè, è qui vicino-
-Allora sbrighiamoci, devo prendere un treno-

Provò una smisurata compassione e rispetto per Scott; se l’avesse scoperto sei giorni fa avrebbe fatto di più per fargli passare una buona serata. Dopo un po’ di silenzio, Dawn ritornò a parlarle.
-Lo so che ci siamo parlati poco e mi ha ingannata ma…ma è successo. Spero di poterlo incontrare un giorno, purtroppo non so dove abita. Il mio cuore non mi ascolta quando penso a lui, l’amore non ammette spiegazioni, giusto?-
Fu un colpo difficile da digerire per Gwen. Dawn non meritava di essere triste. Aveva privato quella piccola ed eterna felicità alla sua migliore amica, e per chi? Per un’isterica ispanica che ha sempre provato odio nei suoi confronti. Scott era davvero felice di rincontrarla però.
Non poteva aiutarla. Ormai la sua scelta si era impadronita del passato, e si sarebbe ripresentata nel futuro.




* La filastrocca cantata da Gwen l’ho presa dal sito (http://maestramary.altervista.org/brevi-poesie-natale.htm)
👑💎 Angolo autrice 💎👑
Salveeeeeeee
La seconda strofa di Gwen (ben ritornato onorato padrone, le carte sporche lo può buttare nel bidone). è stata la prima cosa che ho scritto per questo capitolo, non pensavo che l’avrei utilizzata per il Natale. Auguri...in anticipo di mesi. Non sono una a cui piacere scrivere del Natale in un giorno che non sia il 25 dicembre, ma non posso farci nulla se questa storia è iniziata a Dicembre…
Scommetto che all’inizio non capitavate che cosa centrasse il concetto “chiunque può essere partecipe della felicità altrui“ con il capitolo; in effetti ho scritto l’introduzione senza pensare alla seconda parte, poi mi sono accorta che si collegava perfettamente.

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Capitolo 8
*** 🍬Capitolo 6🍬 ***


 

Maid Cafè
🍬Capitolo 6🍬

 

3 Gennaio 2013, Venerdì

Era passato quasi un mese da quando Gwen è stata costretta a lavorare in un Maid cafè: nonostante avesse gettato via il suo volto indemoniato, era ancora un po’ arrugginita nel prendere le ordinazioni e improvvisare un sorriso. Pensò questo durante il suo servizio in vesti di cameriera.
Gwen non sarebbe mai stata come le altre a cui bastava un sorriso per rallegrare la giornata delle persone. A differenza sua non indossavano una maschera: erano davvero ragazze di buon cuore.
Forse l’unica maid dallo sguardo gelido anche al di fuori dell’orario di lavoro era Marta, la ragazza scontrosa e misteriosa conosciuta in Giappone. Gwen non le aveva ancora rivolto la parola in questo mese, non c’era mai stata occasione.
Ancora una volta, la gotica dovette rinviare i suoi piani nel parlare con “Celeste” quando venne annunciata una nuova notizia dal capo.
-Ragazze sta per arrivare una nuova maid, accoglietela come si deve!- esclamò Courtney di buon umore.
Kitty era elettrizzata all’idea di conoscere una nuova “sorella”, entusiasmo che venne condiviso con le altre eccetto Gwen e Marta.  Solo allora la protagonista si accorse che Carrie non c’era, oggi era suo il turno distribuire i volantini? Con il freddo che minacciava le strade sarà già diventata un mezzo ghiacciolo, pensò.

Gwen stava portando via gli avanzi su un tavolo quando pensò alla nuova maid. Era come lei? Una vittima di un gioco orchestrato da un avido conduttore o semplicemente una persona che aveva trovato un’offerta di lavoro nel luogo più infantile e colorato della terra?
La risposta comparve sulla soglia della porta: c’era una ragazza dai capelli biondi accesi ordinati in una bandana blu e un abbigliamento estivo; sembrava non rendersi conto che l’Inverno sia l’attuale stagione. Togliendo i suoi occhiali da sole, mostrò i suoi grandi occhi azzurri ingenui.
Gwen non ci impiegò molto a rendersi conto di dover condividere la tortura di McLeain con una vecchia conoscenza.
-Linsday? Che ci fai qui?!- Gwen si avvicinò accertandosi che non ci fossero le maid nei paraggi. La bionda non si accorse della domanda, impegnata a scrutare ogni dettaglio del locale: i colori bianco e neri presenti sul pavimento di tegoli non erano mai stati i suoi preferiti, però apprezzò i fiori sui tavoli.
Anne Marie e Sammy riconobbero la famosa svampita della tv che con la sua entrata in scena che aveva stregato metà dei clienti, esibì il suo fascino senza timore e con un pizzico di ingenuità. Distribuiva baci e ai clienti e continuava a ignorare Gwen la quale non nascose la propria perplessità. Molti clienti si alzarono per stringerle la mano, altri per un autografo. Kitty si sentì minacciata dalla nuova presenza, d’ora in poi avrebbe comprato più mascara.
-È arrivata Linsday? Perché non l’avete accolta con coriandoli e presentazioni?- dalla confusione generale Courtney s’imbatté in Gwen, quest’ultima non pensava che l’ispanica assumesse persone che le suscitavano antipatia (lei era un caso a parte).
-Non credo che le serva un benvenuto. Perché l’hai assunta?-
-Perché sono sicura che attirerà i clienti con il suo sorriso, la sua disponibilità…-
-Aspetta è per il suo seno vero?-
-Si-
Al suo primo giorno al Maid Cafè, Courtney le aveva assicurato che l’emancipazione e la forza delle donne era riconosciuta anche là dentro, ma non poté fare altro che approvare quella mossa strategica per attirare i clienti.
-Sono sicura che non ti riconoscerà- scherzò Courtney, la gotica poteva ammirare il suo lato umano in rari momenti. Sicuramente era ancora felice per la serata di Natale. Era merito suo? Privando dell’incontro di Scott a Dawn aveva rallegrato il cuore di Courtney? Gwen sorrise.
-E io sono sicura che scambierà tutti i clienti per Tyler-
Lindsay fu al centro dell’attenzione per un abbondante mezz’ora; insieme a Gwen e Courtney anche una maid non fu vittima del suo incantesimo, ed era la stessa persona che la protagonista era intenzionata a parlare da un po’ di tempo.
-Ciao!- la ragazza dagli occhi celesti si girò con calma, con sguardo rilassato e annoiato. Gwen si accorse che era più bassa di lei. Appena si assicurò di aver finalmente ottenuto l’attenzione di Marta, la gotica continuò:
-É da un mese che provo a parlarti, per ringraziarti di avermi fatto incontrare Leshwana quella volta in Giappone. Sono in debito con te- era l’unica frase gentile autentica che Gwen avesse pronunciato nel Maid cafè.
-Non l’ho fatto per te- non c’erano clienti nei paraggi, per Marta non era necessario comportarsi garbatamente.
-Leshwana è una delle migliori amiche del mio ragazzo e non si fida di me, pensavo che portando l’amichetta del reality avrebbe risolto le cose- non si aspettava quella confessione, ma la gotica avrebbe dovuto prevedere che quel gesto non fosse nato da un sentimento di altruismo.
-E come è andata?- chiese Gwen assumendo il suo stesso sguardo.
-Non l’ho più vista quando sono ritornata in America con il mio fidanzato, lei è rimasta lì-
Gwen non ebbe il tempo di farle altre domande che Courtney salì su un tavolo vuoto e chiese un attimo di attenzione a staff e clienti. I tavoli erano ancora pieni di persone affamate, ma la nuova notizia interessava anche loro. Dopo che Lindsay tornò con il suo completo da cameriera, Courtney ricevette da Serena un microfono.
-Ho due importanti notizie! Nel nostro staff si è aggiunta Lindsay che non vede l’ora di conoscervi e divertirsi con voi! La seconda novità ha bisogno di un’introduzione: in Giappone le cameriere si travestono da personaggi di anime e manga ma in questo maid café, da domani, le nostre giornate saranno a tema di cartoni americani ed europei e film Disney!-
Una ragazza dai capelli rossi, posseditrice di una potente voce, chiese il tema del giorno dopo a Courtney.
-Domani sarà il… My Little Pony Day!-
Nel locale esplosero applausi come se Courtney avesse dichiarato che i dolci sarebbero stati gratis d’ora in poi. In quel momento Gwen si accorse che ogni cliente era un fan di quei Pony parlanti data la loro esagerata reazione e grida di gioia, sospettò che anche l Kitty lo fosse. Il resto delle cameriere rimase indifferente, soprattutto Anne Marie che dava più importanza alle sue unghie.
Una piccola folla circondò il tavolo su cui Courtney non avvertiva problemi d’equilibro e tutti la lodarono facendole i complimenti. Essere il capo e al centro dell’attenzione era la combinazione perfetta per una ragazza che ambiva al potere.
Gwen, per allontanarsi dalla confusione, si avvicinò a Sammy che era rimasta in un angolino del locale; per la protagonista era l’unica che si poteva definire “normale” insieme a Carrie.
-Ciao Gwen- disse Sammy entusiasta notando la gotica, nonché suo idolo.
-Ciao- Gwen ricambiò il saluto, era un buon segno per la cameriera dagli occhi verdi. Gwen non tolse lo sguardo da Courtney che era a suo agio ricoperta da complimenti e applausi.
-Courtney è qui da poco tempo ma propone sempre nuovi eventi per sconfiggere la noia e intrattenere i nostri clienti- spiegò Sammy alla diciasettenne.
-Capisco, è diventata capo all’inizio di Dicembre?- domandò.
-Si, ha vinto la proprietà per puro caso. Pensavo che sarebbe stata inesperta all’inizio, ma è un vero drago!- nel frattempo anche le altre cameriere raggiunsero Gwen e Sammy.
-É il capo migliore che abbia mai avuto- intervenne Serena.
Gwen solo in quel momento si ricordò che Courtney ambiva a diventare avvocato, allora perché aveva rinunciato agli studi per gestire una caffetteria stravagante? Che era successo?
Courtney scese dal tavolo aiutata da due ammiratori e si voltò dove si erano radunate le maid.
-Domani mattina verranno per aiutare con i costumi e l’allestimento Diamond, Sammy e chi fa gli straordinari…- sorrise con malizia l'ultima frase guardando Gwen, era ritornata la Courtney di sempre.

L’aria di festa finì e tutte ripresero il normale programma lavorativo. Gwen avrebbe voluto chiedere all'ispanica del perché avesse rinunciato al suo sogno ma era troppo lontana.
L’avrebbe chiesto dopo, il suo insopportabile turno lavorativo era ancora in corso.
Gwen stava per andare al tavolo di un cliente che aveva appena preso il menù - che gli nascondeva la faccia  -  quando dietro di lei sentì la voce di Kitty contaminata di spavento.
-Carrie dov’eri finita! Ehi ma hai sporcato la divisa! È…cioccolata calda? Sai bene che Serena non ti parlerà più se scopre che hai osato bere cioccolata di altri bar!-
-Abbassa la voce! Stavo morendo di freddo, prova tu a stare là fuori con questo abito corto…- le due amiche continuarono la loro chiacchierata altrove, lontane dall’orecchio talvolta invadente di Gwen.
La diciasettenne tornò al suo incubo e si preparò con il suo stupido servizio: se le consegnassero un penny per ogni volta che maledice il suo lavoro, vivrebbe nell’oro. Raggiunse lentamente il cliente misterioso.
-Buongiorno! Benvenuto nel Princess Cafè, onorato padrone- disse l’ultima parola con evidente sforzo. S’inchinò, una volta abbassata la testa si concesse un attimo di nausea. Non aveva mai compreso perché Courtney imponesse quest’usanza giapponese, abbassare la schiena ogni volta stava diventando fastidioso.
Appena rialzò la testa, vide due grandi occhi azzurri che la fissavano. Il suo viso era leggermente vicino a lei, forse si era un po’ avvicinato per assicurarsi che colei in abiti da cameriera fosse la ragazza che aveva dichiarato di amare al mondo intero. Gwen per poco non urlò il suo nome.
Duncan.
Il suo cuore non impazzì in quel modo da quando Chris le aveva raccontato del suo segreto. Nella sua mente scrisse una nota: mai servire i clienti che nascondono il volto. Era incredibile, Duncan non era cambiato di una virgola.
Non era passato neanche un mese che si era fatta sgamare, la sua solita sfortuna.
-Ciao…- Gwen non si lasciò sopraffare dallo stupore di rivederlo, al contrario di Courtney che, appena notò il suo ex, brandì una spada fatta di pan di spagna. Gwen si sbagliava: la Courtney del reality non era scomparsa.
-Gli ex carcerati non possono entrare!- esclamò a gran voce la perfettina, Duncan rise come ai vecchi tempi ignorando per un momento Gwen.
-Non ho visto il cartello- la sua calda e decisa voce era mancata alla giovane gotica.
Per evitare un litigio inutile, Courtney se ne andò: quest’ultima era convinta che quel ragazzo con i piercing e la cresta verde non potesse cambiare mai, non le importava se Gwen, che si trovava casualmente al suo tavolo, condividesse il suo pensiero.
La gotica si assicurò che nessuno nelle vicinanze li riconosca prima di parlare.
-Ciao- riiniziò con evidente imbarazzo.
-Ehi-
Era ancora arrabbiato con lei per averlo mollato in diretta internazionale? Fu il primo pensiero di Gwen, ma non poteva certo chiederlo.
-Allora…com’era il carcere?-
-Un vero schifo- affermò dando l’impressione di non volerne parlare.
-Perché sei qui?- chiese Duncan non staccando mai gli occhi dal suo viso. -Ricordo che fare la gentile cameriera non rientrava tra i tuoi obiettivi-
-Ricatto da parte di McLeain- disse Gwen senza aggiungere altro; entrambi non volevano discutere dei recenti avvenimenti che hanno influenzato negativamente le loro vite.
-E tu? Con tutte le caffetterie in Canada proprio qui sei capitato?- Duncan sospirò amareggiato.
-Tutto è iniziato da quando sono uscito dal carcere, morivo di fame e non avevo un soldo con me. Quindi…ho aiutato quella ragazza- iniziò indicando la figura lontana di Carrie -l’ho vista tutta sola distribuire dei volantini per attirare clienti. Il freddo la stava uccidendo, non mai visto una persona tremare così. Mi sono offerto di aiutarla in cambio di cibo gratis e…eccomi qui-
-Beh hai fatto un ottimo lavoro, il locale è quasi pieno. Che ne dici di lavorare qui?-
-Attraggo molte ragazze ma non sopravvivrei un giorno sotto gli ordini di Courtney, tu come fai?-
Scherzare con Duncan come ai vecchi tempi era la cosa migliore che le fosse capitata da Dicembre. Era insolito da parte sua pensarlo dato che lei era convinta di aver lasciato un ragazzo diverso da quello di cui si era innamorata. Pensò che manifestava due personalità, una feroce ma gentile e l’altra bastarda e superficiale, era l’unica spiegazione che riusciva a darsi.

Arrivò Carrie, più goffa del solito, che per poco non fece cadere i dolci sul suo vassoio.
-Ecco Duncan, ciambelle con zucchero a velo e frullato di cioccolato. Non devo fare la magia alla bibita con te vero?- chiese un po’ spaventata, come se stesse chiedendo a una professoressa se toccasse a lei esporre un argomento difficile.
-Tranquilla, sono qui per mangiare no per spettacolo. Grazie ancora-
-Sono io che devo di nuovo ringraziarti, te ne sarò eternamente grata.- Carrie fece lo stesso l’inchino, questa volta per riconoscenza e no per eseguire il copione da maid.
La bionda lasciò Duncan e Gwen da soli, non prima di aver sussurrato all’orecchio della gotica: -Ora capisco perché avevi una cotta per lui. Ha un cuore d’oro!-
Gwen non si era mossa da quel tavolo, per quanto tempo era rimasta? Non intendeva andarsene, le sue colleghe non avrebbero fatto la spia riferendo la sua “pausa” a Courtney. Duncan, con un sorriso in grado di far sciogliere il cuore di ogni fanciulla,  invitò Gwen a prendere qualche ciambella.
-Condividere il mio primo pasto con te, dopo quella merda della prigione, sarebbe il massimo- Gwen non se lo fece ripetere due volte e prese con piacere una ciambella, era morbida e saporita più del solito.
Una gran voce femminile attirò la loro attenzione.
-Perché devo distribuire i volantini nel primo giorno? Mi diverto a prendere ordinazioni e sorridere a tutti!-
-Ma se ne hai sbagliate due! E comunque sei immune all’Inverno, io ho addirittura i brividi a stare qui dentro!-
-É Inverno?-
Kitty e Lindsay stavano discutendo incuranti del caos che stavano provocando.
-Ehi ma quella è Lindsay!- Duncan era più sorpreso di Gwen quando la rivide.
-È il suo primo giorno ma se la cava bene, più di me questo è poco ma sicuro- disse pensando a Norman, il suo primo cliente: l’aveva visto nel Princess Cafè solo tre volte da quel giorno di Dicembre.
-Avrei voluto esserci-
-Credimi meglio di no. Allora…devo servire altri tavoli e domani mi aspetta una noiosa giornata quindi…ciao- abbassò lo sguardo d’istinto, nonostante l’imbarazzo era davvero contenta di aver incontrato Duncan.


Gwen ritornò a casa e si gettò sul divano accanto a suo fratello che sembrava ipnotizzato dallo schermo del computer portatile.
I pensieri dell’adolescente gotica riguardavano il My Little Pony Day. Questa volta doveva impegnarsi no per ricatto ma per pagare quella multa (capitolo 4) e avrebbe voluto che fosse l’unico motivo. Non aveva mai visto una puntata di quella serie animata, una sorella o cugina di cinque anni sarebbe stata di grande aiuto. Avrebbe ricavato informazioni da Wikipedia, l’ancora di salvezza di ognuno
Il suo compito, affidato da Courtney prima della fine del suo turno lavorativo, era memorizzare le battute di quei pony parlanti e trovare le parrucche delle criniere colorate dei vari personaggi.
-Brian mi presti il computer?- in casa ce ne era solo uno ed era la cosa più preziosa.
-Non in questo momento. Non domani. Non in questa vita- suo fratello scappò in camera sua e Gwen sentì la porta chiudersi.
Perfetto, faceva prima a fingersi malata tanto l’avrebbero pagata lo stesso…a quel punto si rese conto di non aver firmato nessun contratto lavorativo e quindi non era protetta dalla Legge.
Quando pensò che per prima cosa dovesse cercare le parrucche sentì il suo telefono squillare.
-Ciao Gwen! E’ da un sacco di tempo che non riesco a vederti, tutto ok?-
-Ciao Zoey, ho avuto da fare…-
-Che ne dici di venire al cinema con me e Mike?-
-Non posso, sono occupata. Un momento…-
-Che succede?- stava rischiando. Era un grande errore. Ma non aveva cugine di sei anni.
-Conosci My Little Pony o qualche fan?-
-Si quel cartone animato…perché?- Gwen fece un gran respiro.
-La cugina piccola della sorella di un mio amico deve dare una festa a quel tema e mi sono offerta di trovare delle parrucche, puoi aiutarmi?-
-Mi dispiace ma dopo il cinema devo far visita a mia nonna. Chiedi a Cam credo che oggi non abbia niente da fare-
-Gli inverò un messaggio…by- non era pronta a trascorrere del tempo da sola con Cameron, i sensi di colpa l’avrebbero divorata.
Era il momento di valutare quale dei suoi amici avrebbe potuto chiedere aiuto: Lance, con il suo carattere solare, si sarebbe divertito a provarsi tutte le parrucche e, senza volerlo, farle perdere un mucchio di tempo; Sky aveva gli allenamenti e Dawn era al raduno di un’associazione che s’impegnava a difendere gli animali.
Gwen non poteva chiedere aiuto a qualche amico conosciuto al reality, o forse si?
“Perché non passare il pomeriggio con il ragazzo della folle notte sull’isola?” pensò. Cliccò sull’ultimo numero che aveva in rubrica.
-Duncan?-

 

4 Gennaio 2013

Era a tutti gli effetti una festa di compleanno per una bambina, poteva essere agli occhi di un passante qualunque invece era una giornata a tema nel Maid cafè americano.
-Courtney dove metto questi?- chiese Sammy, teneva in mano tutti i trucchi presi al supermercato più vicino.
-Su quel tavolo. Marta sta finendo di vedere i tutorial per fare i tatuaggi di quei piccoli pony. Per favore potresti controllare il bagno?- Sammy annuì.
Bambini, ragazzi e adulti erano appiccati all’entrata del locale, attendendo la sua apertura. Courtney avrebbe cercato una volontaria per aprire la porta all’orario esatto più tardi, aveva molto lavoro da fare. Le divise fucsia per le maid erano arrivate intatte e anche i vari accessori che i clienti avrebbero apprezzato. L’ultima volta che Courtney era stata costretta a indossare una coda era in un episodio della prima stagione del reality; questa era più lunga, colorata e facile da indossare.
Secondo la sua lista mancavano le parrucche, era compito di Gwen occuparsene. Ma dov’era?
-Quella maledetta dark…!- domare la sua ira era diventato facile come bere un bicchiere d’acqua grazie ai corsi per la gestione della rabbia, ma questa volta niente le avrebbe impedito di urlare.
-DOV’É GWEN?- gridò con gli occhi rossi dalla rabbia e prese il telefono. Sammy era per la prima volta intimorita dal suo capo.
-Gwen dove stai? STIAMO PER APRIRE!-
La risposta che ricevette scatenò un vulcano nell’ispanica.
-Ho il raffreddore- Courtney dovette fare un lungo sospiro per non urlare di nuovo, ma imprecò ad alta voce quando si accorse che la gotica aveva chiuso la chiamata.
-Tutto bene?- chiese Marta nascondendo il suo divertimento nel vedere la rabbiosa Courtney che aveva visto ai tempi di A Tutto Reality. La perfettina riacquistò il controllo.
-Stiamo per aprire, fa entrare le altre maid alla porta della cucina- dopo che Marta se ne andò Courtney chiamò colui che riteneva l’artefice della sparizione di Gwen.
-Duncan, sai dirmi perché Gwen non è al lavoro?-
-Ha il raffreddore-
-Il giorno prima t’incontra per caso e poi si ammala? Questa me la pagate, ANDATE ALL’INFERNO!-
La giornata al maid cafè si svolse nel migliore dei modi, i clienti non gradirono soltanto i nitriti di Lindsay, per loro era un insulto a una serie con protagonisti pony che parlano lingua umana. Nessuno si accorse che mancava una maid e le parrucche.
Ma Courtney non se ne sarebbe dimenticata.

Il giorno prima

-Quindi mi hai chiamato perché vuoi che ti accompagni a comprare delle parrucche per un evento al quale preferiresti spararti piuttosto che parteciparvi, giusto?-
-Si, al carcere ti hanno fatto mangiare un libro di grammatica?-
-No stavo solo ripetendo in modo diverso le tue parole. Ma perché ci vai?-
-Te l’ho detto:, sono stata ricattata e non posso fare niente.-
-Nel ricatto c’è scritto che devi andare ogni giorno in quel posto?-
-No…-
-Allora prenditi un giorno di vacanza, piccola. È un mio consiglio-
-Poi c’è anche una multa che dovrei pagare…-
-Ti aiuto io, mio padre è avvocato e i soldi non gli mancano. Il prestito ce l’hai, altro?-
-Duncan…grazie-
Non voleva andare al Maid Cafè: desiderava soltanto un pomeriggio con i suoi amici, iniziare la serie anime dark fantasy che aveva catturato la sua attenzione e vedere film horror con suo fratello la sera tardi per poi sorridere ad ogni suo spavento.
Solo per un giorno voleva ritornare alla sua vita.
Solo un giorno.

 


👑💎 Angolo Autrice 💎👑
Odiatemi, gente. Dite i vostri peggiori insulti a questa ipocrita ritardata che risponde al nome di Queen FalseHearth. Mi merito tutte le spine delle rose, faccio schifo.
Dire “scusatemi per il ritardo ^__^” non potrà cambiare il passato, quindi spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e spero di pubblicare il prossimo entro la fine dell'anno.
D’ora in poi capitolo più brevi perché mi sono accorta che mi perdo in unitili dettagli, non mi credete? Ho barrato almeno venti frasi noiose e scene inutili, quando ho rincontrollato il testo prima di pubblicarlo ho trovato altri elementi inutili.  Voglio scrivere capitoli piacevoli da leggere quindi per chi è rimasto (penso nessuno perché sono un fallimento nell’aggiornare)al prossimo capitolo! Ah il prossimo capitolo sarà lungo, quello otto e quelli successivi saranno scritti in tempi più brevi!

 

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Capitolo 9
*** 🎂Capitolo 7🎂 ***


 Maid Cafè
🎂Capitolo 7🎂
 

Dicembre 2013

Non doveva trovarsi lì. Nessuno dovrebbe essere imprigionato in un momento di crisi, la sua frustrazione non poteva fuggire.
-Un vero fallimento!- urlò arrabbiato camminando avanti e indietro per riscaldarsi, una stufa sarebbe stata gradita nella sua piccola cella. Non era mai stato così nervoso, neanche quando i suoi schia…cioè dipendenti sbagliavano o quando venivano rivelati i suoi segreti imbarazzanti. Questa era una vera catastrofe a detta del conduttore.
-Non posso vedere Gwen nei panni di una cameriera, non ho avuto il tempo di installare nessuna telecamera! Che noia!- non poteva assistere allo spettacolo che lui stesso aveva creato con tanto impegno, davvero ingiusto. Persino l’aria che respirava sembrava recargli fastidio.
I suoi turbamenti furono interrotti da una guardia che lo condusse nell’aula delle visite, Chris sapeva già chi avrebbe incontrato. Chef era davanti a Chris McLean, solo un sottile vetro gli impediva di prenderlo a calci per averlo abbandonato nel carcere.
Era un déjà-vu.
-Questa volta ci hai impiegato di meno per venirmi a farmi visita! Le prigioni giapponesi sono noiose!- disse Chris non cambiando l’espressione irritata e Chef capì che non dipendesse da lui. Sempre meglio di ritrovarlo a giocare con scarafaggi e cimici.
-Dovevi pensarci prima di fare reato di taccheggio. Comunque i produttori non sono stati contenti che All Stars sia durato così poco, ci sarà una nuova stagione- disse serio senza neanche salutarlo.
-E grazie tante! Ho annunciato io il nuovo cast e la nuova isola nell’ultimo episodio! Non pensavo che avrebbero fatto tutto così in fretta, altrimenti non avrei avuto bisogno di manipolare a mio piacimento la vita di Gwen- l’ultimo nome menzionato gli causò ulteriore nervosismo ma allo stesso tempo entusiasmo.
-Allora? Ci stai?- chiese il cuoco con voce fredda.
-Non lo so Chef… prima vorrei far visita a Gwen!- disse con malizia, un po’ di rabbia scomparì.
-Non c’è tempo: o ti presenti su una nuova isola per dare conferma ai produttori della tua partecipazione o sei fuori dallo show-
-Devo andare sull’isola? Sai esiste un aggeggio chiamato cellulare, molto utile per comunicare a distanza-
-Non possono parlacene al telefono: potrebbero intercettare la chiamata e rovinare tutto, dobbiamo esserci sul posto- Chris non poteva farsi sfuggire quell’opportunità: era nato per presentare reality.
-Va bene…ma promettimi che troverai un modo per installare delle telecamere al Princess Cafè-
-Tranquillo ci penserò io stesso-
Fu l’unico momento in cui Chris si rilassò dentro le mura del carcere. L’esaurimento nervoso di prima non aveva più alcun effetto nel presente. Ora doveva concentrarsi a trovare nuovi metodi di tortura…cioè sfide innovative per i nuovi concorrenti.
-Quando sarà questa nuova stagione? Sono elettrizzato!-
-Calmati Chris, a Luglio-
-Che noia…un momento hai già pagato la cauzione per farmi uscire da qui?-
-Certo certo…- disse mostrando un lanciafiamme.

 

14 Febbraio 2014, Venerdì

Gwen stava affrontando il peggior incubo per una gotica: indossare abiti colorati ricoperti di cuori, era l’unica maid costretta a vestirsi in quel modo. Se avessero costruito una fossa vicino a lei non avrebbe esitato nel caderci dentro. La protagonista sapeva che Courtney si sarebbe vendicata per non essersi presentata nel My Little Pony Day, ma non pensava che avrebbe scelto proprio la festa più odiosa di sempre. Il giorno successivo alla sua agognata “pausa” di Gennaio, non venne rimproverata e tutte si comportavano come se non fosse successo niente; ora capì che per Courtney la vendetta era un piatto che andava servito freddo.
L’eleganza di quel posto che l’aveva stupita non c’era più: le pareti color panna erano oscurate da una valanga di poster di cuori e adesivi con l’immagine di Cupido. Al posto dei fiori vennero usati dei palloncini a forma di cuore come decorazione per i tavoli.
Venire in quel posto dopo la scuola era già una tortura, si disse che non sarebbe sopravvissuta questa volta.

-Non vedo l’ora che il maid cafè apra!- commentò Carrie più spensierata del solito, nel frattempo Anne Marie stava estinguendo l’aria vicino a lei con quel maledetto spray per i capelli. Gwen vide in lontananza la cuoca del locale dirigersi verso di loro con un vassoio pieno di muffin.
-Volete essere le prime ad assaggiare i miei cupcake dell’amore?- chiese Serena sorridendo alle tre ragazze, Gwen non rifiutò tentata dalla crema di cioccolato invitante, questa volta come decorazione c’era soltanto un semplice cuore di marzapane.
Nell’altra zona del locale, Marta e Sammy posizionarono una sfera di vetro magica al centro di un tavolo, assomigliava a quelle che usavano le chiromanti da quattro soldi. Marta scrisse, con una grafia che avrebbe scatenato l’invidia di Word Office, “Love Test” su un cartellino.
-La maggior parte delle coppie ha bisogno di conferme sul loro futuro e il Maid Cafè offre l’opportunità di riceverle oggi- dichiarò Marta a Sammy che le sembrava confusa.
-Ma tutti sanno che non si può prevedere il futuro!- esclamò la bionda, infatti il suo compito era di ascoltare la conversazione all’interno del bagno e fornire alla mora le informazioni da dire prese da un quiz su Girls Go Games attraverso un auricolare.
-Molte persone sono sce…cioè ingenue-
-Non è…barare?- chiese la cameriera dagli occhi verdi.
-Siamo in un’epoca in cui la gente crede che la Terra sia piatta e ascolta musica che fa venire mal di testa, non faranno una strage per un innocuo inganno se lo scoprono-
Per San Valentino la novità non era solo la chiromante ma anche nuovi dolci sul menù e le musiche scelte per l’evento erano tutte d’amore.
Gwen aveva una strana sensazione, come se mancasse qualcosa: realizzò che Kitty non c’era, le sue risate e commenti lasciarono un enorme vuoto nella routine delle maid. L’asiatica amava questo lavoro con tutta sé stessa (al contrario di qualcuna) e molto probabilmente avrà avuto un contrattempo*.
-Gwen tu con chi passerai San Valentino?- chiese Serena quando il vassoio dei suoi dolci fu vuoto; s’intromise anche Anne Marie che aveva lasciato (per miracolo) la sua preziosa lacca al posto di un cupcake.
-Sono sicura che hai una scia d’ammiratori lunga come la lista dei miei parrucchieri!- in quel caso l’immaginazione di Gwen non aveva limiti nel calcolare quanto spenda la Truzza.
Serena e Anne Marie erano curiose come un giornalista in attesa di ricevere inestimabili informazioni dal vip più famoso del momento.
-Ragazze…fatevi i fatti vostri- non poteva farci niente, l’odio che provava per il Maid cafè le impedì di apparire meno scontrosa.
Intanto entrò un ragazzo nonostante la caffetteria fosse chiusa. Era un ospite speciale, a detta di Courtney: aveva permesso un’anteprima del San Valentine Day al migliore amico di Carrie.
Un ragazzo asiatico dai capelli neri e occhi gentili del medesimo colore si presentò alla porta. Sembrava un tipo apposto, una persona di cui si può fidare.
Era lui il famoso Devin? Il ragazzo malato? (detto da Carrie nel capitolo 4)
Carrie strisciò verso di lui sbavando, le mancavano solo le soffici orecchie per assomigliare ad un cane, pensò Gwen.
-Devin sono così felice che tu sia qui!-
-Anche io Carrie, questo posto è davvero…super!- Gwen non si trovava d’accordo con il suo pensiero. Devin era venuto per salutare la bionda, quest’ultima voleva che la vedesse con vestiti graziosi, magari avrebbe acceso in lui il sentimento dell’amore.
-Quanto ci avete impiegato ad allestire questo posto?- chiese l’ospite. -Solo cinque ore!- rispose Carrie mostrando uno dei suoi migliori sorrisi.
-Vedo che ti stai dando da fare, ma scommetto che quando nessuno guarda ti metti a mangiare i dolci, tu sei sempre stata una golosa-
-Ahaha hai ragione! Da piccoli mangiavo sempre la tua torta!- le altre Maid ascoltarono la conversazione a distanza di sicurezza, erano peggio delle anziane che osservavano la vita delle persone dal proprio balcone
Il rapporto tra Carrie e Devin era così perfetto che avrebbe innescato l’invidia di chiunque. Sammy li osservò con aria malinconica: avrebbe voluto anche lei un migliore amico che l’appoggi.
-Fra poco apriremo. Devin se vuoi rimanere devi prima uscire, non voglio che i nostri clienti pensino che facciamo preferenze- disse Courtney in modo pacato, forse il ragazzo ispirava fiducia anche agli occhi dell’ispanica.
-Tranquilla devo andare, passerò la giornata con la mia Shelly a un parco qui vicino- il cuore della bionda andò in mille frantumi, l'unico a non esserne accorto fu Devin.

Dopo cinque minuti, era arrivata l’ora di aprire il Princess Cafè. Gwen si sentì come se stesse per andare in guerra.
-Cameriere al rapporto!- convocò Courtney con la sua potente voce e con indosso la sua coroncina piena di cuori di carta.
-Oggi non ci sono Lindsay e Kitty perché sono malate, dovrete impegnarvi di più. Sorridete e soprattutto divertitevi e Gwen…- la gotica si sentì gelare il sangue.
-Se non ti vedo lavorare dirò a Chris di rivelare il tuo segreto, mi sono stancata di te- Gwen deglutì e sentì il viso sbiancarsi: non se lo sarebbe fatto ripete due volte.
Courtney era soddisfatta per aver spaventato a morte l’ex. amica, dopodiché aprì le porte del suo locale.
Erano le 15:30 e il Princess Cafè era già pieno. Serena mise la musica “Can’t help falling in love with you” di Elvis Presley.
 Passare il pomeriggio in un posto in cui l’amore veniva lodato era la scelta perfetta per le coppie, Courtney puntava a questo quando annunciò il San Valentine Day una settimana fa. I single evitavano il maid cafè come la peste, era un campo minato per loro.
Le cameriere presero le ordinazioni a una velocità assurda, ma non è niente in confronto alla rapidità in cui Serena impiegò per preparare i dolci.
Anne Marie, Courtney, Sammy e Marta parlavano con i clienti offrendo magie per le bevande e facendo complimenti a caso alle coppie, Gwen si sforzò di sorridere.
Dopo che si erano accomodati almeno una quarantina di persone, era il momento del Love test. Durante l’attesa dei dolci i clienti erano stati invitati a fare una profezia sul futuro.
Sammy si era nascosta nel bagno con lo smartphone tra le mani e l’auricolare nell’orecchio per sentire la conversazione. Era tutto pronto.
Marta guadagnò, per la prima volta, popolarità: tutti i fidanzati circondavano il tavolo dell’indovina. La maid indossava un elegante vestito color porpora e un velo trasparente abbellito da perline argentate ricopriva il suo viso pallido.
-Quando vi siete conosciuti?- chiese Marta cercando di impersonare al meglio il suo ruolo.
-Due anni fa in spiaggia, lui era così timido quando l’ho notato!- era impossibile non notare i tatuaggi dedicati a satana sul braccio del ragazzo, Marta non si fece domande.
-E qual è stato il suo primo regalo?-
-Nessuno…- rispose il “timido”.
-Vedo… nella mia sfera di cristallo- Marta accarezzò la sfera facendo finta di vedere qualcosa all’interno, nel frattempo sentiva le parole di Sammy tramite l’auricolare.
-L’angelo…dell’amore…vi dichiara eterni innamorati. Il vostro porta fortuna è un amuleto hawaiiano-
-Ma è fantastico!- Marta cacciò via la coppia in malo modo e accolse la nuova.
-Mi dite gentilmente i vostri nomi?- -Silene Oliveira e Aníbal Cortgenè-
-bene bene- disse Marta con voce misteriosa -…connessione internet assente…ehm…volevo dire avete il 74% di compatibilità. You are good friends! But maybe even more than that-
-Perché in inglese?-
-Perché la sfera di cristallo ha voglia di comunicare in inglese. Chi è la prossima coppia?-
Al tavolo si sedettero una diciottenne con i capelli color argento e un ventenne dalla pelle pallida e capelli neri.
-Affettivamente il tuo partner ti fa provare emozioni forti?- -Quasi mai- rispose la ragazza.
-Il tuo partner ti attrae fisicamente? Si, No o abbastanza?- -Abbastanza- rispose il ragazzo.
-In assenza del tuo partner, quanto tempo lo pensi? Spesso, ogni tanto o quasi mai?-  -Quasi mai-risposero entrambi.
-Ok non mi serve la sfera per capirlo: voi due vi dovete lasciare adesso-

Con il sottofondo della canzone Love Story di Taylor Swift, Anne Maria e Courtney servivano i tavoli non smettendo di sorridere, a momenti le sarebbero venuto un dolore alla mascella indomabile. Sul volto di Carrie era presente un po’ di tristezza, ma questo non le impedì di proporre nuove leccornie create per l’occasione. Le foto dei dolci sul menù stregò metà dei clienti. Gwen si fece condizionare dal suo imbarazzo durante il servizio, impossibile ignorare il modo ridicolo in cui era vestita.
-Benvenuti cari ospiti! Sono la maid Nives, che cosa posso fare per voi?- disse con la cantilena di una bambina verso una giovane coppia di fidanzati appena entrata nel locale.
-Siamo qui per festeggiare il nostro terzo anniversario di fidanzamento. Ci siamo dichiarati a San Valentino, non è romantico?-
“Nessuno ve l’ha chiesto” pensò la gotica.
-Io vorrei sedermi al tavolo vicino alla finestra- disse la ragazza -Vi accompagno con molto piacere- esclamò Gwen mostrando alla coppia il tavolo desiderato. La gotica diede una veloce occhiata verso la finestra e vide due persone familiari.
Scappò verso i bagni dopo aver consegnato il menù ai due ragazzi. Una volta al sicuro sentiva solamente i battiti del suo cuore, e la voce di Sammy che diceva frasi senza senso. Gwen andò nel panico, cosa ci facevano Heather e Alejandro nelle vicinanze di un maid cafè nel giorno di San Valentino? Sperò con tutto il cuore che i suoi vecchi nemici non si fossero fermati a mangiare nel Princess cafè, con tutte le caffetterie normali che ci sono nel quartiere era probabile che ignorassero il maid cafè
Gwen aprì leggermente la porta e diede una lesta occhiata. Heather e Alejandro erano appena entrati.
-Caro in che posto mi hai portato?!- disse l’asiatica quasi urlando.
-Heather lo so che dobbiamo sembrare dei clienti normali, ma potresti evitare di alzare la voce?-
-Scusa se mi stavo impegnando nella mia parte-
Gwen non pensò che la sua eterna nemica si sarebbe messa un girocollo, per giunta rosso. Heather indossava una canottiera e pantaloncini neri corti, portava una trousse del medesimo colore nella mano destra. Alejandro aveva l’outfit di un ragazzino che comprendeva una maglia rosso scuro, jeans e un gigantesco zaino grigio sulle spalle.
Gwen ritornò a nascondersi all’interno del minuscolo bagno. I due antagonisti migliori del reality vennero accolti da Carrie.
-Buongiorno, oggi è San Valentino la festa dell’amore…che bello- disse con voce priva di entusiasmo. -Seguitemi, vi indicherò il tavolo migliore del locale. Sono contenta di avervi qui, onorati padroni!- Heather non gradì l’accoglienza sdolcinata, ma che problemi avevano queste cameriere?
-Grazie- si limitò a dire il latin Lover indifferente una volta seduto: non voleva far ingelosire la sua dolce metà. Heather e Alejandro ispezionarono ogni angolo del locale con occhi attenti, per Gwen non sarebbe stato facile uscire dai bagni.
-Vi lascio il menù, buona permanenza!- enunciò Carrie.

Sammy aveva finito il primo turno del Love Test e stava per uscire dal bagno, Gwen la fermò.
-Mi devi aiutare!- prima che la gotica potesse spiegare la situazione alla maid che le aveva sempre dimostrato gentilezza, nei bagni entrò anche Marta che doveva cambiarsi, non poteva essere una maid nelle vesti di una chiromante.
-Sammy sei ancora qui? Il prossimo turno del Love Test è previsto fra un’ora- Marta notò anche Gwen, sembrava sconvolta. La diciasettenne aveva bisogno d’aiuto: non poteva scappare e nemmeno ignorare il suo lavoro, Courtney gliela avrebbe fatta pagare. Fece un respiro profondo.
-Mi serve il vostro aiuto, ci sono delle persone che non devono riconoscermi. Per favore…- non era brava a chiedere favori, soprattutto con gente con la quale non si era sforzata di essere amica. Si sentì uno schifo.
-Ma certo che ti aiutiamo, Gwen!- Sammy si riconfermò la ragazza più gentile del mondo agli occhi di Gwen. Marta, appoggiata al muro, dimostrò sostegno alla causa annuendo.
-Posso aiutarti anch’io- c’era anche Carrie, era entrata nel bagno per lavarsi le mani   -Mi sento triste perché Devin non mi ha prestato attenzione e…voglio aiutarti Gwen!-
La gotica, nonostante si sia sempre rifiutata di parlare e conoscere le maid, si sentì circondata da persone fidate: era una bella sensazione.
-Ora è meglio uscire dai bagni: ci sono solo Anne Marie e Courtney a servire e intrattenere i clienti, sospetteranno qualcosa!- scherzò Sammy.

All’interno del locale, Heather e Alejandro discutevano della loro missione ignari che ci fosse anche Gwen nel Maid Cafè.
-Per San Valentino hanno messo questi poster, mi chiedo se nei giorni normali decorino i muri con dei quadri- pensò Alejandro ad alta voce.
-Perché?- chiese Heather guardando il menù.
-Se nei giorni normali ci sono dei quadri possiamo mettere lì le telecamere…- spiegò Alejandro.
-Chris è davvero malato. Perché vuole installare delle telecamere qui dentro?- chiese Heather, sapeva che Chris fosse un uomo disgustoso ma non avrebbe mai immaginato che si sarebbe interessato a un maid cafè.
-Non lo so e non m’interessa, Chef ci ha promesso una valanga di soldi. Che ne dici di installare le telecamere in quel palco laggiù? C’è persino una torre- disse Alejandro indicando la struttura che si trovava infondo al locale.
-Sarà difficile metterle senza che qualcuno non se ne accorga, ci tocca venire la notte-
Heather e Alejandro interruppero subito la loro conversazione quando videro arrivare una cameriera al loro tavolo.
-Benvenuti onorati e graditi padroni al Maid Cafè, dove ogni cliente è speciale! Il mio cuore si riempie di gioia vedendo una giovane coppia di innamorati- disse Sammy molto lentamente assicurandosi di avere l’attenzione dei due clienti. Essendo una fan sfegatata del reality, trattenne la sua gioia di star parlando con i personaggi più astuti e amati della televisione.
-Siamo già stati accolti da una ragazza meno logorroica di te. Vogliamo ordinare due panda cake e due milk-shake dell’amore, l’immagine del menù m’ispira- disse l’asiatica impaziente di poter assaggiare quelle delizie.
-Vuole sapere la composizione del milk-shake Hea…s-signorina?-
-Non siamo allergici a niente, può andare- disse Alejandro usando la sua arma segreta che nessuna donzella poteva resistere: il suo sorriso. Quando il latino-americano sorrideva le ragazze facevano ciò che voleva, Heather approvava la tattica del fidanzato, ma infondo era gelosa.
Sammy fu stregata da quel sorriso, fece come disse e si diresse verso le cucine. Nel frattempo Gwen riuscì a consegnare dei dolci ai tavolo 14 e 7 passando inosservata. La nuova canzone che venne trasmessa era Just Give Me a Reason di Pink.
-Perché siamo venuti qui il giorno di San Valentino a mettere le telecamere?- chiese Heather finalmente da soli.
-E’ romantico mia cara- si guadagnò un'occhiataccia dalla fidanzata; in realtà Al si era dimenticato di preparare una sorpresa per Heather. I due furono interrotti da un’altra maid, era il turno di Marta l’indovina.
-Volete una profezia?-
-Non credo a queste cose e abbiamo già ordinato i dolci a quella bionda, non vogliamo lo spettacolino- disse Heather con la sua solita espressione autoritaria e ostile.
-Dovevate pensarci prima di entrare nel maid cafè. Mi dite gentilmente le vostre date di nascita, valuterò la vostra compatibilità in base ad essi-
I due adolescenti l’assecondarono e risposero, per non attirare l’attenzione non potevano lamentarsi.
-Ora…scusate devo prendere un attimo il telefono…mmmh…ok allora vediamo la sfera del deeestino!- disse Marta con enfasi e mise la sfera sul tavolo di Heather e Alejandro.
-Questo potrebbe non essere il miglior affiatamento…- disse Marta fingendosi dispiaciuta.
-Cosa?! Hai preso la sfera dai cinesi per caso?!-
-Ma se hai appena detto che non credi a queste cose!- disse Alejandro quasi urlando.
Marta avrebbe continuato con altri quiz di girls go games, ma fu chiamata da una ragazza dai capelli rossi nelle vicinanze.
-Maid Celeste posso avere una forchetta pulita?- Marta fu costretta ad eseguire il proprio dovere, con sollievo di Heather.
Quando la gotica vide Marta lontana dal tavolo dei due, si nascose dietro a un vaso di una pianta di filodendro attendendo che Carrie li distrasse.
Dopo un po’ la bionda si diresse al tavolo dei due antagonisti portando un vassoio con due torte a forma di panda e due milk-shake alla fragola. Heather non fece caso che furono serviti da una maid diversa da quella di prima.
-Ecco le vostre torte e le vostre bevande! Come di consuetudine le decorerò con le vostre richieste. Cosa disegno, un cuore? Una stella? I vostri nomi?-
-Non c’è bisogno puoi andare- disse Alejandro con voce gentile, dopodiché sorrise applicando la stessa strategia per far andare via la cameriera, ma il cuore di Carrie apparteneva già a un ragazzo: era immune all’incantesimo del latin lover.
-Non mi muovo di qui- disse Carrie sorridendo prendendo sacca a posh e sciroppo d’acero. La bionda rimase a decorare le torte per dieci minuti abbondanti; di solito le maid ci impiegavano di meno per non far raffreddare il cibo e innervosire clienti affamati; inoltre si poteva invitare i clienti a fare una magia per rendere più buoni i dolci.
-Per favore mandala via!- sussurrò Heather irritata all’orecchio del fidanzato. Non potevano ispezionare il locale con la presenza di una cameriera, sarebbero sembrati sospetti.
-Il sorriso non ha funzionato, vuoi che mi tolga la giacca?- disse a bassa voce Alejandro scatenando la rabbia dell’amata.
-Questo è troppo! ODIO QUESTO POSTO! Me ne voglio andare! Fanculo Chris! Fanculo i soldi!- la ragazza dai capelli neri si alzò bruscamente attirando l’attenzione di alcuni clienti, ma non le importava. Alejandro fu costretto a seguirla cercando di calmarla.

Quando vide Heather e Alejandro andarsene, Gwen poté dire addio alla sua ansia. Raggiunse le sue salvatrici che circondavano il tavolo, che era stato occupato dai due antagonisti, per togliere i dolci lasciati da quest’ultimi.
-Grazie di cuore ragazze, non so cosa avrei fatto senza di voi- Gwen si sentì profondamente riconoscente, non osò immaginare che cosa sarebbe successo se la sua eterna rivale l’avesse riconosciuta.
-Alla fine ci siamo divertite!- il sentimento espresso da Carrie era condiviso da Sammy a Marta, la gotica non aveva mai visto sul volto di quest’ultima un sorriso vero: era dolce, uno di quelli che ti scalda il cuore.
Le tre maid ripresero il loro normale servizio serene. Gwen era sopravvissuta alla battaglia, ma non ce l’avrebbe mai fatta senza le sue “alleate”. Gwen sentì la canzone Little Do You Know di Alex e Sierra, era ora di tornare al lavoro.

Il San Valentine Day finì, molte coppie lasciarono il locale soddisfatte. L’ultimo compito che venne affidato a Gwen dalla sua tiranna Courtney era di gettare l’immondizia. La diciasettenne uscì dalla porta sul retro con un enorme sacco nero. La giornata per lei non era finita, il pomeriggio regalavano al cielo un colore arancione incantevole
Gwen vide da lontano un ragazzo dai capelli neri avvicinarsi, sperò che non l’avesse notata. Riconobbe il giovane troppo tardi per poter scappare, ormai era a pochi metri da lei.
-Trent?-
Ricordandosi di star indossando la divisa di maid tempestata di cuori, morì della vergogna. Trent era sorpreso di vederla, non fece molto caso al suo vestito.
-No io sono stufa!- urlò Gwen in preda all’esasperazione verso la sua sfortuna che l’aveva maledetta il giorno in cui aveva ricevuto la chiamata di Chris. Aveva passato una giornata a nascondersi da Heather e Alejandro e si era fatta scoprire dall’ultima persona che pensava di incontrare, il primo a cui si era affezionata all’interno del reality.
Il ragazzo dagli occhi verdi era chiaramente confuso.
-Scusa…sono stressata- spiegò Gwen non riuscendo a guardarlo negli occhi.
-Tutto ok, non sapevo che tu…- -Ricatto di McLean-
-Cosa?- gli raccontò in poche parole quello che le era successo negli ultimi mesi, non specificando di che cosa trattasse il segreto.
-Mi dispiace un casino che tu debba essere una maid contro la tua volontà, se posso fare qualcosa per te…- Gwen si guardò attorno imbarazzata mordendosi il labbro.
-Tranquilla non rivelerò il tuo segreto a nessuno- erano i suoi modi gentili e la sua dolce comprensione che l’avevano fatta innamorare di Trent.
Si creò un silenzio tra i due, Gwen decise di romperlo, era da molto tempo che non parlava con il chitarrista.
-Allora perché sei nelle vicinanze di un maid cafè?-
-Sono venuto per aspettare la mia ragazza, appena finisce il turno di lavoro la porterò nel suo ristorante preferito- Gwen improvvisò un sorriso forzato: se Trent gli avesse detto solo la prima parte sarebbe stata felice per lui, il fatto che fosse fidanzato con una delle sue colleghe la turbò.
-T-Ti auguro un buon pomeriggio, allora vado-
-Posso venire a trovarti qualche giorno?-
-Al Maid cafè? C-Certo…- si salutarono come due vecchi amici, Gwen rimase ferma per qualche istante. In passato aveva fatto soffrire Trent, era la sua occasione per riparare al danno fatto. Se Trent avesse bisogno del suo aiuto, non avrebbe esitato a fare l’impossibile per lui.


*l’assenza di Kitty non è causale: in Missione Cosmo Ridicola (ci arriveremo, spoiler) Kitty non sapeva, infatti, dell’infatuazione di Carrie verso il suo migliore amico. Non lascio niente al caso io ;)


👑💎 Angolo Autrice 💎👑
In questo capitolo ho aggiunto molte cose, spero che sia riuscita a scrivere un testo scorrevole e “non pesante” .
All’inizio, nelle mie prime bozze della storia,  erano Carrie, Marta e Kitty ad aiutare Gwen a distrarre Al e Heather.
Anche se Heather approvasse il fatto che Alejandro sorrida ad altre ragazze per far fare a loro ciò che vuole, alla fine ha ceduto alla gelosia. Alejandro è una sua proprietà!      Non ho descritto l’aspetto delle coppie perché il capitolo era già molto lungo XD
In questo capitolo ci sono due riferimenti ad altre opere:
-Gli outfit di Al e Heather sono palesemente presi dal settimo episodio di una nota serie televisiva, sono curiosa di sapere a chi indovina. Non m’interessa se quella serie è uscita nel 2018 e questa storia è ambientata nel 2014, io faccio le citazioni che voglio!
-Quando Gwen incontra Trent sul retro del locale mentre stava gettando la spazzatura è una lieve citazione a Kaichu wa-maid sama, anime che non nego mi sia ispirata per questa storia (solo per i maid!).
🍩aggiornamento il prossimo sabato, 17 agosto🍩

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Capitolo 10
*** 👑Capitolo 8🎻 ***


Maid Cafè
👑Capitolo 8🎻

 

20 Aprile 2014, Mercoledì

Gwen, Zoey, Mike e Cameron erano appena usciti dalla sala che aveva proiettato il film “Divergent”, sui loro volti non c’era un briciolo di soddisfazione.
-Il film non mi è piaciuto, forse è per questo che c’eravamo solo noi in sala…- disse Cameron deluso.
-Siamo andati a vedere il film un mese dopo la sua uscita, è normale che siamo gli ultimi ad averlo visto!- fece notare Mike. -Ah ecco perché il tizio che ci ha venduto i biglietti mi ha guardato male-
Zoey preferiva parlare d’altro piuttosto che discutere di quel film.
-Sono molto contenta che sia venuta al cinema con noi, Gwen. É da molto tempo che non riuscivi a trovare un momento libero!- disse la rossa, Gwen sorrise: era vero, dopo atroci impegni si sentiva leggera come una piuma.
A causa di una multa, la dark dovette lavorare all’odiato Maid Cafè cinque giorni a settimana invece di tre, ma adesso che aveva restituito tutto a Duncan (che le aveva fatto un prestito per farle una cortesia), la settimana scorsa Courtney le impose di venire a lavorare solo il lunedì, giovedì e domenica.
-Hai ragione Zoey. Comunque ragazzi devo andare, ci vediamo domani al bar-
Gwen buttò il pacco di popcorn in un cestino dell’immondizia prima di andarsene, fu in quel momento che notò Sierra e Cody nelle vicinanze.
Appena la gotica vide il suo amico corse per abbracciarlo, Sierra fece centomila foto ai tre ex concorrenti di Total Drama Revenge of the Island.
-Come sta andando la tua vita Gwen?- chiese Cody felice di vederla -Tutto bene, più o meno. E voi come state?-
-Benissimo, io e Cody abbiamo aperto un blog, l’ho convertito al lato oscuro- dopo aver fatto una delle sue solite risate, la blogger e continuò a fotografare i tre senza alcun ritegno.
-Sono contenta di averti rivisto Sierra, ci vediamo!- esclamò Zoey per poi trascinare i suoi amici fuori dal cinema, in realtà era a disagio davanti alla telecamera del cellulare. Gwen non fece obbiezioni, doveva andare a casa e riposarsi: domani era giovedì e avrebbe dovuto affrontare una verifica di scienze e una giornata al Maid Cafè a tema Principesse Disney.


21 Aprile 2014, Giovedì

Vestiti per Carnevale, parrucche, coroncine di cartone e guanti gettati per terra: nel Princess Cafè sembrava essere passato un tornado. Mancava solo un’ora prima dell’apertura, lo staff della caffetteria più stravagante d’America non poteva permettersi di accogliere i fan della disney impreparate.
Tutte stavano finendo di completare il proprio cosplay nei minimi dettagli: le tiare dovevano essere della giusta misura, le scarpe pulite e i capelli perfetti. Dovevano lavorare sulla postura e sul comportamento come se fossero dipendenti del Disneyland Paris, non c’era più tempo!
Il ruolo di Cenerentola venne affidato alla ragazza più adatta, cioè Lindsay. Tuttavia, assomigliando a un’altra principessa Disney e il numero delle maid era poco, le venne dato anche la parte di Ariel la sirenetta. Il lato destro dell’abito era rosa e grazioso mentre la parte sinistra era di colore celeste argenteo scintillante con una scollatura. Metà dei suoi capelli erano i suoi, dall’altra parte indossò una parrucca rossa.
Mentre Sammy, con indosso il vestito rosa di Rapunzel, cercava di trascinare 22 metri di capelli finti nel locale, Carrie si provava la tiara color d’oro presa a Toys Center pensando al suo principe: nella sua immaginazione, Devin la baciava per rompere il malefico incantesimo del sonno come nel film “La bella Addormentata nel Bosco”, la principessa che la bionda doveva interpretare. Il sogno di ogni giovane innamorata, più o meno.
Gwen e Kitty avevano lottato per il ruolo di Mulan, l’unica principessa Disney che la protagonista abbia realmente apprezzato: era coraggiosa, indipendente e sapeva combattere, non si ritrovavano quelle caratteristiche in una principessa Disney di solito. Gwen riuscì a ottenere la parte a patto che riuscisse a memorizzare tutte le battute pronunciate dalla cinese nel film, non era stato facile dato che doveva studiare anche la Distillazione dei carboni fossili ma ce la fece.
Inoltre il suo kimono verde era il vestito più semplice rispetto alle agli altri, era felicissima di non dover indossare la sua divisa stile ghotic lolita. Teneva i capelli corti sciolti.
A Kitty toccò Jasmine, per via della somiglianza con gli occhi. Era la prima volta che Gwen vedeva l’asiatica con un’acconciatura diversa dai codini. Non sembrava a disagio indossare un top corto a tubino celeste che lasciava scoperto il suo ventre e il suo ombelico, almeno i pantaloni gonfi con una vita a forma di V erano molto comodi.
Serena e Marta si erano travestite come le protagoniste del film che negli ultimi anni aveva riscosso molto successo, ovvero Frozen. Serena era perfetta nel ruolo della dolce e maldestra Anna, invece la mora aveva lo stesso sguardo serio e gelido di Elsa prima del finale.
Se Anne Marie avesse potuto scegliere, avrebbe voluto vestirsi come Jasmine invece di Tiana: il celeste le donava più del verde. Purtroppo il personaggio era già preso, inoltre fu un sacrificio enorme raggruppare i suoi capelli in uno chignon.
Infine Courtney faceva il cosplay di una principessa che aveva il carattere opposto al suo ma entrambe avevano in comune il colore dei capelli e d’essersi innamorate di una bestia. Belle era una ragazza gentile, avventurosa e che non si fermava alle apparenze, il capo del maid cafè avrebbe dovuto impegnarsi parecchio per impersonarla.
 
Gwen stava sistemando le tovaglie che ritraevano le principesse Disney sui tavoli quando vide Marta che puliva il palco. Non era la parrucca bianca o il vestito scomodo che richiamava l’inverno a donarle un’aria gelida, c’era qualcosa che la turbava. Gwen si avvicinò al palco e chiamò la sua attenzione.
-Tutto bene Marta?- chiese la gotica con già addosso il suo costume, era la prima che aveva finito di prepararsi.
-Si sto bene, vedi di non starmi addosso- Marta tornò a pulire, era impossibile prenderla sul serio: a volte era dolce come il pane e in altri giorni ti fulminava con lo sguardo se le rivolgevi la parola. Gwen pensò che non sarebbe mai riuscita a comprendere la maid Celeste.
Ci vollero tre quarti d’ora per finire gli ultimi preparativi, l’apertura del locale era imminente.
-Perché devo essere io Rapunzel? Odio questa parrucca- si lamentò Sammy promettendosi che non si sarebbe mai fatta crescere i capelli.
-Perché entrambe avete occhi enormi e verdi, inoltre Rapunzel è la principessa Disney con gli occhi più grandi- rispose Kitty rilassata.
-Non dovremmo farci domande oggi. Siamo tutte principesse, il sogno che avevamo da quando ci facevamo vestire dalle nostre mamme (che orrore a pensarci) si è avverato- scherzò Anne Maria guardandosi il vestito verde.
Courtney sorvegliava la situazione con occhi vigili e richiamava l’attenzione delle cameriere ogni cinque minuti.
-Avete visto il film della vostra principessa e imparato le loro battute e canzoni?- chiese Courtney per la decima volta, tutte acconsentirono di nuovo tranne Marta.
-E comunque prima di aprire possiamo esercitarci con un finto cliente che è venuto per far visita a una di voi-
L’altra volta l’ospite speciale era stato il migliore amico di Carrie, questa volta fu Kitty a portare una persona cara nel Princess Cafè prima della sua apertura. Aveva implorato settimane Courtney per concedere una visita speciale a sua sorella.
Kitty era felice come una Pasqua, emozionata che Emma conoscesse il suo mondo.
-E’ qui che lavori?- chiese la diciannovenne* con tono serio e autorevole appena entrata. Gwen non notò particolare interesse o apprezzamento verso il maid café da parte della ragazza.
Sembrava la persona più seria che avesse varcato la soglia del locale. Era simile a Kitty d’aspetto ma allo stesso tempo erano così diverse.
Courtney, finito di prepararsi, accolse Emma con un’eleganza che poteva essere paragonata solo a quella di una nobile.
-Piacere di conoscerti, Emma. Benvenuta nel regno delle principesse!- l’asiatica non poté fare altro che annuire imbarazzata, poi gettò un’occhiataccia verso la sorella: dal suo punto di vista Kitty sprecava le giornate in quel posto che le sembrò adatto per bambine.
-Come ti sono sembrata?- disse Courtney con la sua voce normale.
-Bene…-
Anne Maria si fece avanti, era quella che aveva più bisogno di provare.
-Per nessun motivo, neanche se cascasse il mondo, io potrei mai, mai, mai, dico, mai, baciare un ranocchio! Bleah!-
-Perché devi dire proprio questa frase? E’ disgustosa- commentò Emma.
-Che ne dici di questa: “la via più veloce per il cuore di un uomo passa per il suo stomaco”-
-Meglio…-
Quando finirono tutte di provare (Kitty non le aveva detto che doveva recitare il ruolo del cliente), Emma tentò di andarsene ma venne fermata dalle amiche della sorella. Gwen vide il tentativo di fuga, avrebbe voluto dirle “povera illusa”: era impossibile scappare da un Maid Cafè e lei lo sapeva bene.
-Allora Emma, Kitty ci ha parlato molto di te, studi per diventare avvocato?- domandò Sammy, Emma annuì non distogliendo lo sguardo dalla porta.
-Anche Courtney prima di diventare il capo migliore del mondo studiava legge- disse Serena, l’ispanica fece finta di niente ma non riuscì a nascondere un’espressione triste e delusa.
-Beh io non abbandonerò gli studi per aprire un posto come questo, poco ma sicuro- lo sguardo di Courtney ritornò ad essere autoritario e brillante.
-Stiamo per aprire, Emma tu…-
-Sisi devo uscire dal locale perché non volete che i clienti pensino che facciano preferenze, Kitty ieri non mi ha fatto dormire per dirmi ogni informazione che dovevo sapere, tranne che dovevo valutare le vostre frasi da principessa. Dopo devo ritornare, i miei genitori mi hanno obbligato a controllare Kitty…e poi se non faccio una pausa dai miei studi crollerò-


15.30. Il Disney Princess Day era ufficialmente iniziato.
Le persone che si presentavano erano molte, ci fu una fila che faceva invidia a quelle per i parchi di divertimento nei giorni di festa. I clienti del giorno erano soprattutto bambine, all’entrata Anne Marie distribuì con molto affetto tiare di cartone. Courtney si era assicurata di comprare coroncine uguali tra di loro così nessuno si sarebbe lamentato.
Il capo, una volta che tutti i tavoli fossero pieni, spiegò le novità della giornata in poche parole.
-Per l’esibizione canora e una foto con la propria principessa preferita richiedono dieci dollari, per i clienti di Anne Marie oggi Tiana è disponibile solo la foto. Durante la giornata verranno proposti dei giochi a premi con le vostre maid. Poi devo dire un’ultima cosa importante: divertitevi!-
L’atmosfera che si creò nel locale era quasi magica. I fan della Disney canadesi non potevano perdersi questa giornata.
-Io ho dei capelli magici che risplendono quando canto.- cinguettò Sammy arrivata al suo primo tavolo con un taccuino in mano, le persone fecero attenzione a non calpestare i “suoi” lunghissimi capelli.
Gwen notò anche che Serena stava servendo i tavoli, ma non doveva preparare i dolci?
-Conosco a memoria tutte le battute della principessa Anna! Quale scena volete vedere?- disse la cuoca allegramente.
Quasi tutti i clienti le chiesero della parte in cui Anna dice per dodici volte “Freddo” dopo essere uscita da un lago ghiacciato. Serena nascose la sua delusione: aveva passato la notte, come tutte, a studiare ogni singola battuta della principessa che interpretava per poi recitare una singola frase.
Carrie era stata fortunata dato che il suo personaggio appariva solo diciotto minuti nel film e aveva poche battute e una canzone all’interno del film.
La più richiesta fu la principessa Jasmine. Kitty si divertì a cantare con i clienti “Il mondo è mio”, trascinava più persone possibili nella sua contagiosa allegria.
-Il mondo è mio!
È sorprendente accanto a te
Se salgo fin lassù, poi guardo in giù
Che dolce sensazione nasce in me
- Kitty era un vulcano di gioia in quel momento, la fatica non la sfiorava.
-Fra mille diamanti correrò- cantò al primo tavolo e corse al successivo danzando.
-Con un po' di follia e di magia- intonò al secondo tavolo e raggiunse il prossimo girando su sé stessa tenendo le braccia allargate.
-Solo per noi- Kitty arrivò anche al tavolo della sorella la quale stava mangiando una red velvet da sola, era l’unica immune alla sua sprizzante personalità.
Riguardo alle canzoni, Lindsay ebbe difficoltà a distinguere quelle presenti in Cenerentola e quelle nella Sirenetta, Courtney aveva sbagliato ad affidarle due principesse contemporaneamente.
-I sogni son desideri di felicità. Quando accadrà, no, non lo so, ma del tuo mondo parte farò! Nel sonno non hai pensieri, li esprimi con sincerità! Tu sogna e spera fermamente. Guarda e vedrai che il sogno mio si avvererà… e il sogno realtà diverrà!- nessuno si accorse che aveva mischiato le frasi del “i sogni son desideri” con “Parte del tuo mondo”.
Dall’altra parte del maid cafè, Marta si sforzò di cantare intonata. Non avendo mai visto il film di Frozen, ciò aveva studiato era una parodia della famosissima canzone Let It go.
-I hear it** everywhere, this song has got to go
On tumblr, twitter, youtube, even on the radio
This song has more covers than Anna Kendricks cups
yet im not sick of it, whatever, I give up-

Quasi tutti se ne accorsero, ma non dissero nulla perché non volevano in alcun modo offendere maid Celeste.
Nel frattempo Gwen, contro le aspettative di tutti, sembrava nata per interpretare il ruolo di Mulan: era spontanea nel prendere le ordinazioni con l’atteggiamento dell’eroina della Cina. Distribuiva sorrisi e cantava alcune parti delle canzoni presenti nel film con molto piacere.
-Mi chiamo Mulan. Che cosa vi porto da mangiare?- 
-Io voglio salvare la Cina come hai fatto tu!- disse una bambina seduta insieme ai suoi genitori, forse aveva cinque anni. Gwen per un momento non seppe cosa dire, poi trovò le giuste parole.
-Quando sarai grande lo farai anche tu- la signora vicino a lei le fece un sorriso di approvazione.
-Per favore possiamo avere una cioccolata con Crema di crema alla Edgar e due fette di torta al cioccolato Arendelle? - Gwen scrisse le ordinazioni di buon umore.
-C’è una cosa che devo fare, torno subito!-
Mentre la gotica si diresse verso le cucine, vide un’altra bambina dai soffici capelli color cioccolato alzarsi da un tavolo e correrle incontro.
-Ti voglio bene Mulan- disse abbracciandola, Gwen non era abituata alle manifestazioni d’affetto di bambini.
Fu in quel momento che la tenerezza di un infante riuscì a scardarle il cuore. Rappresentare l’idolo di quella bambina la faceva sentire importante ed era meraviglioso poter vedere gli occhi di una bambina luccicare come diamanti.

Courtney, provvista di megafono, annunciò un minigioco ai propri clienti. Tutto stava procedendo come programmato e non c’era stato nessun imprevisto, azzardò a definire il Princess Day perfetto anche se erano passate solo un’ora e quindici minuti.
-Rapunzel cerca il suo principe azzurro!-
Gwen vide Sammy affacciata alla finestra della torre di cartone situata sopra il palco in fondo al locale. Finalmente aveva trovato l’utilità di quella torre!
-Le regole sono semplici: a turno dovrete convincere con dolci parole la maid Sammy, oggi la vostra Rapunzel, a lanciare i suoi lunghi capelli fuori dalla torre ed essere salvata! Il vincitore vincerà un dolce, una bevanda gratis e la possibilità di trascorrere mezz’ora con una maid a scelta!-
Tutti i ragazzi fecero emergere il poeta nascosto dentro di loro pensando a frasi convincenti e romantiche, non potevano perdere l’occasione di vincere quel premio. Nessuno sapeva che cinque minuti prima Courtney aveva chiaramente detto a Sammy di far vincere solo a chi le offriva dei soldi.
-Mia principessa, fino a quando sorgerà il sole sul mondo io prometto che veglierò su di lei- disse il primo, Sammy molto dispiaciuta chiese il prossimo candidato.
-"Preferisco morire domani, che vivere 100 anni senza conoscerti"-
-Hai sbagliato film, mi dispiace-
Il prossimo a tentare la fortuna fu Rodney, il cliente preferito di Sammy e suo grande amico.
-Ti prego! Vi amo con tutto il cuore principessa! Proclamatemi vincitore!!-
-Non sei tu il mio principe caro Rodney. Chi è il prossimo cavaliere?-
Dopo il fallimento di dieci ragazzi un certo Mark, un cliente abituale del locale da un anno, decise di provare.
-"D'accordo, senti, io non sarei voluto arrivare a questo, ma ormai non mi lasci scelta: sguardo che conquista"- dopo aver recitato perfettamente la parte in cui nel film in cui Eugene tentava di persuadere la principessa al loro primo incontro, Mark imitò persino lo sguardo tenero per nulla affascinante dello sposo di Rapunzel. Sammy apprezzò parecchio lo sforzo del ragazzo.
-"Deve essere una giornata no per me, in genere funziona sempre"-
Sammy doveva farlo vincere, come faceva a ignorare chi interpretava lo sposo della principessa che interpretava? Si sarebbe scusata con il suo capo più tardi. Dato che non riuscì a far cadere dalla torre i “suoi" lunghi capelli procedette con la proclamazione del vincitore.
-Il padrone Mark ha vinto! Mi ha salvato la vita!-
-Sul serio?! Posso passare mezz’ora con una maid che scelgo?!- chiese Mark incredulo sperando di ricevere una risposta positiva: era sempre stato il suo sogno passare una mezz’ora da solo con Kitty.
-"È una promessa. E quando prometto sta’ pur certo che niente, niente mi farà tradire la promessa. Niente!"- disse Sammy, in quel momento quella frase detta da Rapunzel le sembrò molto azzeccata. 
Gwen continuò a lavorare portando i dolci ai tavoli giusti. Si sentì serena come non lo era mai stata all’interno delle mura del locale. Ma ogni volta che si sentiva a suo agio nel maid Cafè, il Destino si divertiva a rovinarle la tranquillità. Gwen aveva appena consegnato tre torte a forma di orsacchiotto che alle spalle sentì la voce di Emma.
-Ciao, Jake-
Non sapeva cosa, ma dalla voce seria capì che Emma stava per perdere la calma che caratterizzava il suo carattere.
-Ora mi faccio chiamare Lance…ma per te sarò per sempre Jake perché fai parte del passato-
Appena riconosciuta la voce, la gotica si fece prendere dal panico. Gwen ebbe il tempo di nascondersi sotto un tavolo vuoto prima di farsi scoprire. Sperò che non l’avesse vista. Riuscì ad intravedere con molta difficoltà il volto della persona con cui stava parlando un’irritata Emma, era davvero il Lance che conosceva!
Gwen si era già fatta scoprire nelle vesti di una maid da Lindsay, Duncan e Trent, non voleva aggiungere il nome di un altro amico nella lista. Aprile era stato un mese tranquillo, perché lui era qui?
Courtney notò l’ex rivale sotto il tavolo e intuì che nel maid café ci fosse un suo conoscente da cui doveva nascondersi. La perfettina si guardò attorno scocciata e vide Lance, si diresse verso di lui a passi svelti. Era molto furiosa.
-Perché sei qui? Ti ho già detto che non puoi venire!- Gwen si era dimenticata che Lance fosse il fratello di Courtney, era la prima volta che vedeva quei due nella stessa stanza, non sembravano molto legati.
-Mi annoiavo a casa, non mi aspettavo di incontrare una…vecchia amica- il viso di Emma divenne livido dalla rabbia per l’affermazione di Lance: non si erano allontanati in amicizia.
-Con quale dei tuoi tanti nomi le ti sei presentato, Oliver? Jake? Tom?-
-Jake-
-Ah quindi è successo un anno fa-
Courtney era l’unica a sapere la particolarità di Lance: non sapendo il suo vero nome, il ragazzo  amava farsi chiamare in modo diverso ogni anno, a volte cambiava persino identità.
-Mi scuso per la spiacevole presenza di questo individuo, il maid cafè vi offre un thè caldo- disse Courtney inchinandosi davanti a Emma come segno di scusa.
-Grazie…- disse Emma con voce contaminata da nervosismo.
-Oggi c’è molta gente, i miei più sinceri complimenti. Che ne dici di farmi suonare?- propose Lance mostrando la custodia nera del suo strumento che aveva posato per terra. Emma voleva solo che parlassero altrove, non sopportava la presenza del suo ex.
-No poi esigi qualcosa in cambio- rispose Courtney mentre scrisse su un taccuino di consegnare il thè gratis per la neo universitaria, quando alzò gli occhi Lance si era già diretto verso il palco.
Alle 17:00 era in programma un quiz sulle principesse Disney che doveva coinvolgere tutti i clienti, come avrebbe dovuto comportarsi cacciare Lance nel minor tempo possibile? Doveva scegliere se essere un capo rigoroso o come la sorella competitiva che era sempre stata. Sapeva cosa fare.
-LANCE! STAI ROVINANDO LA GIORNATA DISNEY!! TI DISGRUGGO-
Lance suonò The Circle Of Life prima di essere raggiunto da Courtney, anche ella aveva un violino in mano preso da chissà dove. Gwen pensò che non fosse lo stesso strumento che l’ispanica si era portato sull’isola, poco ma sicuro.
-Ti sfido: se vinco io te ne vai, sennò…ehm…io non valuto mai la mia sconfitta…puoi rimanere- disse Courtney con voce rabbiosa. Sammy e Marta raggiunsero il capo prima che perda completamente la calma.
-Courtney in realtà i clienti apprezzano l’esibizione del vio…- prima che Sammy potesse finire Courtney la interruppe con la sua ira incontrollata, ci voleva poco per innervosire la perfettina.
-NON VOGLIO CHE SUONI ANCORA! CHIARO?!- Anne Maria prese un microfono prima che la situazione sfugga dal loro controllo.
-Ehm…cari clienti, state per assistere a una battaglia musicale del tutto inaspettata! Buon divertimento!-

 (vi consiglio di leggere con il sottofondo di questa lotta fra violinisti: https://www.youtube.com/watch?v=KulLsS1GzWc)
 I due avversari si studiarono e si guardarono per un lungo minuto.
Iniziò Courtney incantando il pubblico con un brano raffinato che solo in pochi potevano suonare perfettamente. Era concentrata: in quel momento non era Courtney, un capo del maid cafè, un adolescente con problemi della gestione della rabbia o Belle: solo una violinista. Nonostante non suoni da molto tempo, non c’erano imperfezioni nel suo brano. Intanto si alzarono i primi clienti per assistere lo spettacolo da più vicino.
Gli applausi non tardarono ad arrivare. Courtney si era fermata curiosa di sapere come il fratello intendeva sconfiggerla.
Lance decise di stupire gli spettatori con un brano più ritmato ma non per questo semplice. La sua musica aveva il potere di rallegrare chiunque lo ascolti e invitarlo in una danza vivace. Era davvero bravo. Gwen non voleva assistere quello spettacolo sotto un tavolo, non poteva godersi l’esibizione in una posizione scomoda. Uscì dal suo nascondiglio e raggiunse la fine della piccola folla che si era creata intorno al palco, aveva più probabilità di non essere riconosciuta dal suo amico.
Il momento solista era finito: ora suonarono entrambi agguerriti come non lo erano mai stati. Era iniziata come una battaglia per cacciare via Lance dal locale, si era trasformato in un confronto ricco di emozioni.
Courtney, senza difficoltà, esibì il suo talento da violinista accompagnando con passi da danza alla Lindsey Stirling***. L’abito giallo acceso non le impediva i movimenti anzi esaltava la sua grazia.
D’altro canto, Lance imitava il fascino e la precisione di David Garrett**** senza sforzi, Gwen rimase colpita di nuovo dalla sua passione.
Il pubblico era in estasi, anche chi non apprezzava gli strumenti della famiglia degli archi. Nessuno voleva che la battaglia finisse, un cliente registrò l’evento con il suo telefono sapendo di finire primo in tendenza. Grazie alla confusione della folla, Kitty riuscì a scappare dalle attenzioni di Mark, era il cliente più fastidioso che avesse mai conosciuto.
Durate il loro duello musicale, si poteva percepire il loro ardente desiderio di essere i primi. La gotica pensò che tutti i Barlow fossero persone competitive, forse era questione di DNA. Mancava soltanto che usassero quegli archi come spade.
Successe sul serio: per un attimo Courtney e Lance interruppero l’esibizione per duellare come moschettieri. Ripresero a suonare più determinati di prima. Anche nell’apparente rabbia quei due erano in sintonia.
Si concluse come era iniziata: con uno sguardo d’intesa.
Anche se ogni cliente applaudì (persino Emma che non era una fan della musica e odiava Lance), Courtney si sentì soddisfatta: non c’era stato un vincitore.
Sudata e con i capelli in disordine, la perfettina annunciò il proseguimento della giornata delle principesse ignorando per un attimo il fratello.
-Per me hai vinto tu sorellina, me ne vado. Ma prima…- Lance aveva intenzione di buttarsi dal palco per essere preso dal pubblico come fanno tutti i cantanti nei film, ma Courtney lo obbligò a scendere dalle scale.
Kitty non perse tempo per farsi un selfie con Lance affermando che lui fosse il più giovane violinista migliore dell’America. Nel frattempo Gwen corse verso il bagno con i mano i suoi vestiti gotici.

Lance uscì dal locale con un sorriso sulle labbra. Da quando aveva iniziato a suonare per un pubblico le sue giornate si concludevano con la soddisfazione protagonista nel suo cuore. Suonare per tutta la vita era il suo sogno.
Il sole splendeva ancora della stessa intensità in cui era uscito di casa poche ore prima, la Primavera aveva il compito di rendere migliori le sue giornate.
-Lance! Aspetta!- urlò la gotica prima che il ragazzo sia troppo lontano. Lance, sentendo quella voce familiare, si fermò subito e si voltò.
-Gwen? Che sorpresa!- appena lo raggiunse la ragazza ricontrollò, per sicurezza, di non avere nessun accessorio Disney. Doveva fargli i complimenti e soprattutto ringraziarlo, altrimenti se ne sarebbe pentita.
-Ho riconosciuto la tua musica da fuori il locale e ho visto l’esibizione dalla finestra- si giustificò per la sua presenza dei pressi del Princess Cafè.
-Ah ok, come ti sono sembrato?- le chiese interessato della sua opinione, era molto importante per lui.
-Dire che sei stato bravo è poco. Quell’energia, quella passione…-  Lance sorrise: ogni volta che riceveva un complimento da una persona cara era come ricevere un prestigioso trofeo.
-Grazie mille! Se io e Courtney non avessimo avuto la passione per il violino, a quest’ora la mia vita sarebbe diversa-
-Che vuoi dire?-
Lance si girò per un momento con sguardo riflessivo. Forse avrebbe raccontato la sua storia a Gwen un giorno, ma non si sentì pronto.
-Comunque penso che sia merito di Courtney se siamo diventati amici. Il giorno in cui ti ho incontrata le ho detto che ho conosciuto una ragazza gotica davvero interessante e lei ha fatto apparire dal nulla il tuo numero di telefono senza dire niente. Ci ho impiegato dieci giorni per chiamarti, l’evoluzione del mio starter sembrava un buon motivo per convocarti-
-Quindi è indirettamente colpa sua se ho preso la multa…e ho dovuto lavorare così tanto…- pensò a bassa voce Gwen.
-Che cosa?-
-Ehm…di solito a questo punto tu scompari- disse Gwen ricordando un loro incontro al tramonto (capitolo 2).
-Ah ok me ne vado- disse Lance fingendosi offeso.
-Aspetta…mi trovo bene in tua compagnia- ammise la gotica, sentì per un istante un tonfo al cuore. Lance sorrise di nuovo.
-Mi basta una telefonata, ti sei fatta sentire solo pochi giorni fa! Negli ultimi tre mesi sei sparita, sono state settimane noiose senza di te- con quella frase Lance aveva dimostrato di tenere alla compagnia della gotica, ma Gwen non ci fece caso.
-Ora mi sono liberata dai miei …impegni- Lance non perse tempo a proporre una nuova uscita.
-Domenica c’è un torneo Pokèmon in un negozio di videogame, viene a fare il tifo per me?- le chiese felice.
-Ho da fare quel giorno, mi dispiace. Che ne se ci vediamo sabato?-
-Ok, mi aiuterai ad allenarmi allora .Posso andare ora o…rimango?-
-Va vai, ti libero- disse affettuosamente. Dopo essersi salutati Gwen rientrò al locale, era tornata la normalità.
Si fermò sulla soglia, una strana sensazione la costrinse a fermarsi. L’ambiente le sembrava diverso, persino la luce. Non riuscì fare altro che guardarsi attorno. Si rese conto che per la prima volta era entrata nel maid café non come una ragazza ricattata, ma di una persona qualunque. Vedeva…solo gioia.
Chiunque avrebbe potuto intuire che il lavoro di quelle cameriere era di migliorare le giornate delle persone e condividere con loro la loro spensieratezza. Nell’animo di Gwen erano svaniti la rassegnazione e la frustrazione: ora il maid cafè non appariva come il posto peggiore della terra ai suoi occhi.
-Be’, la ringrazio… La ringrazio con tutto il cuore!- disse Courtney rispondendo a un complimento di un cliente abituale.
-Oh è come un sogno! Un sogno meraviglioso divenuto realtà…- esclamò Lindsay quando una bambina la invitò a prendere una fetta della sua torta alla crema.
La protagonista non sapeva che cosa stesse succedendo. Doveva capire se quello che stava provando era confusione o qualcos’altro.
-Gwen perché ti sei cambiata? Devi andare via?- chiese Carrie distraendo la gotica dai suoi pensieri. Gwen scosse la testa.
-No ero solo uscita un momento, torno a fare Mulan…- dopo averle mostrato un sorriso sincero Carrie tornò a svolgere il suo lavoro, la gotica doveva fare lo stesso. Questa volta non le veniva spontaneo sbuffare, che strano.
Era il momento di ritornare ad essere una maid principessa.


*nel 2014 Emma ha 19 anni, in Missione Cosmo Ridicola (2015) ne ha 21.
**riferito a Let it go, ecco il link della parodia da cui ho preso la frase: https://www.youtube.com/watch?v=htWEgKNvGog
***violinista statunitense pazzesca, andate subito a vedere i suoi video!
****stesso discorso al maschile (solo che David è tedesco), dovete ascoltare i suoi brani! Sapete che è l’unico a saper suonare il volo del calabrone in un minuto e sei secondi??


👑💎 Angolo autrice 💎👑
Questo capitolo è uno dei capitoli più facili da scrivere (dal punto di vista delle informazioni per la giornata a tema) perché la sera guardo sempre video curiosità della disney, so molte cose sugli idoli delle bambine! Ovviamente non c’è Moana perché questa storia è ambientata nel 2014.
Se volete sentire una battaglia di violinisti vi ripropongo il link di una presente nel film di New York Academy https://www.youtube.com/watch?v=KulLsS1GzWc.
Inoltre, dato che sono andata a correre e non mi sento molto bene, prima di pubblicare non ho ricontrollato con la giusta attenzione se ci sono errori nel testo, ieri non ne ho visti (tanto ci sono di sicuro…)!
Alla prossima, ciaoooooo👑
🍩 Aggiornamento…..lo so che due settimane fa avevo scritto che avrei aggiornato il 31 ma...non ce l'ho fatta. Pubblicherò il prossimo capitolo appena possibile, MI DISPIACE🍩
P.S.: scusate se mi prendo più tempo, ma i capitoli 10 e 11 verranno pubblicati poco dopo il prossimo capitolo  (sono praticamente già pronti) ^__^
P.S.n.2: avrei voluto che Gwen e company guardassero al cinema un film della Disney, ma Big Hero Six è uscito nelle sale americane a ottobre e non ho potuto posticipare questo capitolo.

P.S.n.3: ecco le citazioni delle principesse (e di Eugene e John Smith) che ho preso da Wikiquote e dal film:
Io ho dei capelli magici che risplendono quando canto (Rapunzel)
È una promessa. E quando prometto sta' pur certo che niente, niente mi farà tradire la promessa. Niente! (Rapunzel)
D'accordo, senti, io non sarei voluto arrivare a questo, ma ormai non mi lasci scelta: sguardo che conquista. […] Deve essere una giornata no per me, in genere funziona sempre. Va bene, ti accompagno a vedere le lanterne. (Eugene)
Be', la ringrazio... La ringrazio con tutto il cuore! (Belle)
Per nessun motivo, neanche se cascasse il mondo, io potrei mai, mai, mai, dico, mai, baciare un ranocchio! Bleah! (Tiana)
La via più veloce per il cuore di un uomo passa per il suo stomaco. (Tiana)
Oh è come un sogno! Un sogno meraviglioso divenuto realtà… (Cenerentola)

C’è una cosa che devo fare (Mulan)
Preferisco morire domani, che vivere 100 anni senza conoscerti (John Smith)

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Capitolo 11
*** 🍑Capitolo 9🍑 ***


 Maid Cafè
🍑Capitolo 9🍑

11 Giunio 2013, Mercoledì

Raramente si guardava allo specchio, quella mattina di Giunio, in bagno, si ritrovò davanti un’altra persona. Non furono solo le occhiaie mattutine e i brufoli comparsi dopo aver divorato cinque torte al cioccolato a farla comparire diversa dal solito: i suoi capelli erano ritornati quasi totalmente castani. Controllò nel comodino del bagno e notò che il barattolo che conteneva la tinta era vuoto. Era un problema.
I suoi capelli erano sempre stati l’emblema del suo carattere: scuri come la notte e ribelli come una normale teenager.
Inoltre i suoi capelli erano ciò che le era rimasto della vecchia Gwen: da quando Zoey le aveva fatto notare che era diventata estroversa e docile (capitolo 2), la gotica aveva paura di essere cambiata. Scacciò via quei pensieri, non era il momento di fare una di quelle lunghe riflessioni esistenziali tipiche degli adolescenti.
Per un’altra persona con il suo stesso problema sarebbe stato facile procurarsi altra tinta, ma per Gwen le cose si facevano più difficili dato che il colore era unico del suo genere e l’aveva prodotto sua nonna, morta tre anni fa. C’era solo un luogo in cui poteva essere costudito il suo tesoro, ma aveva bisogno d'aiuto.
Prese il telefono e notò due chiamate perse dalla sua vecchia amica Bridgette, la richiamò subito dimenticandosi dei suoi capelli.
-Pronto?-
-Ehi Bridgette sono Gwen, mi cercavi?-
-Oh si meno male che mi hai risposto. Ti va di accompagnarmi a prendere il mio abito da sposa oggi pomeriggio?-
-Che cosa? Ti sposi!?- era una grande notizia, non se lo aspettava. Un momento ma Bridgette non aveva diciasettenne come lei? Non si fece domande.
-Si! Dato che ho conosciuto Geoff nel reality, ho pensato di invitare qualche amica del programma. Verrà Leshwana e forse anche Beth-
Gwen esitò un momento: per lei il reality era stata la sua rovina, per la sua amica poteva essere davvero la nascita della sua storia d’amore con l’anima gemella? Non stava a lei deciderlo.
-D’accordo Bri non mancherò, solo se mi inviterai al tuo matrimonio-
Era davvero felice che Bridgette volesse condividere quel momento importante della sua vita anche con lei. Le voleva un mondo di bene nonostante non la vedesse da molto tempo.
-Sei la prima degli invitati cara. Grazie mille! Ah ho un ultimo favore da chiederti: se non ricordo male tu avevi il numero di telefono di Courtney, è un millennio che non la vedo e non riesco a contattarla!- il sorriso sul volto di Gwen si spense: parlare di Courtney con altri non era mai stato semplice. Si chiese come avrebbe reagito Bridgette scoprendo che era diventata il suo capo.
-So che la vostra amicizia è finita male ma…venderei un rene per vedervi insieme- continuò la bionda.
-Tranquilla se trovo il suo numero glielo chiederò, te lo prometto poi ti faccio sapere-
-Evvai! Allora a oggi pomeriggio Gwen, baci!-
Prima di incominciare a provvedere al suo problema, fece quel favore all’amica, meglio farlo subito altrimenti si sarebbe dimenticata.
-Che vuoi?- abbaiò Courtney dall’altra parte della cornetta.
-Per caso tu nutri ancora simpatia per Bridgette? Vuole che tu sia presente durante l’acquisto del suo abito da sposa-
-Dille che mi dispiace ma ho da fare!-
Dopo aver comunicato a Brdigette la risposta dell’ispanica, poteva dedicarsi unicamente alla sua missione. Mandò un messaggio a Dawn, Sky e Zoey.

Quel giorno sarebbe ritornata a casa di sua nonna. Aveva visto la strada dal finestrino della macchina di sua madre un sacco di volte quando andava a farle visita da piccola, non poteva sbagliare neanche volendo.
Forse era grazie a quella casa che si appassionò all'arte: ricordava dolcemente il viso soddisfatto di sua nonna quando Gwen le chiese di raccontarle la storia dei quadri appesi nel soggiorno. 
La gotica passeggiava per le vie del quartiere con Dawn e Zoey, aveva bisogno di aiuto perché la casa di sua nonna era molto spaziosa e non avrebbe mai trovato un piccolo barattolo da sola.
-Notizie di Sky?- chiese la gotica a Dawn.
-Ah già perché non è venuta?- disse Zoey prima che Raggio di Luna aprisse bocca.
-È in giro con il suo fidanzato Keith, ma da quello che ho capito lei ha intenzione di mollarlo- rispose.
-Era ora!- commentò Gwen, il ragazzo di Sky non le era mai andato a genio.
-Durante l’estate può trovarne uno nuovo! E anche voi ragazze- disse Zoey, Dawn alzò un sopracciglio e Gwen finse di ignorarla. Per quest’estate non voleva avere a che fare con nessuna storia d’amore.
La luce del sole l’accecava e iniziava a farle caldo, un altro motivo per odiare l’estate. Le vacanze estive erano iniziate da due settimane ma non si sentiva ancora rilassata. Di che colore sarebbe stata la sua estate?

Quando arrivarono a destinazione, Zoey sentì il desiderio di fuggire. A prima vista sembrava una casa degli orrori, abbandonata e governata da spiriti, invece era la vecchia casa della nonna.
-Dopo la morte di mia nonna questa casa è stata abbandonata, ma ogni tanto mio fratello viene qui con un paio di amici e…sapete…fanno quello che fanno gli adolescenti- spiegò Gwen alle sue amiche. Teneri ricordi giacciono lì dentro, anche la preziosa tinta che le serviva.
L’interno era esattamente come ci si aspettava: i muri rovinati, i mobili danneggiati e quadri impolverati. Nessuno si prendeva cura della casa da un anno ma sembrava trascurata da molto più tempo.
Zoey non negò a sé stessa di avere un po' di paura: da bambina i film dell’orrore che guardava avevano come protagonista case infestate e maledette, gli incubi di edifici demoniaci l’avevano tormentata per molte notti.  Dawn non si sentiva intimorita dalla casa, anzi lo trovò un ottimo luogo per meditare.
-Grazie ancora per aver accettato di aiutarmi. Iniziamo nella sua stanza, seguitemi-

Gwen indicò la porta della vecchia stanza di sua nonna, Dawn si offrì volontaria per aprirla.
-Gwen…abbiamo un problema…-
La maggior parte del pavimento era distrutto, l’unico modo per arrivare in fondo alla stanza (dove c’era un piccolo comodino accanto al letto, gli unici mobili presenti) era attraversare una sottile asse di legno.
Gwen pensò che lo spirito di sua nonna la stesse mettendo alla prova. Avrebbe superato ogni sfida per riottenere ciò che stava cercando.
-La tinta potrebbe non essere qui, cerchiamo altrove!- propose Zoey.
-Io vado rimanete qui…- la gotica rivoleva il colore che la rappresentava a tutti i costi, detestava l’idea di passare il resto della sua vita con dei capelli noiosi.
-Siamo al secondo piano, Gwen! Se cadi da quest’altezza rischi di essere paralizzata per sempre!- urlò Zoey inquieta. Dawn non disse nulla: sapeva che Gwen era la ragazza più testarda che avesse mai conosciuto e che niente l’avrebbe fermata dal suo obiettivo.
-Nessun problema, ce la posso fare- ormai aveva deciso, si preparò a risvegliare la sua abilità da funambolo.
-A Duncan piacerai con i capelli castani…- mormorò Zoey.
Gwen non aveva paura. In fondo aveva attraversato un asse lunga trecento metri sospesa su un burrone tenendo tra le mani un uovo d’aquila nella finale della prima stagione, raggiungere il fondo della stanza di sua nonna sarebbe dovuto essere uno scherzo per lei.
Posò un piede sull’asse per assicurarsi che reggesse, poi mise l’altro. Fece due passi, gli scricchiolii non la intimorirono, ma la piccola crepa che si formò sotto i suoi piedi non le suggerì nulla di buono.  
Zoey si coprì gli occhi rifiutandosi di guardare l’amica in pericolo. Gwen continuò con piccoli passi, era quasi arrivata a metà strada.
La protagonista pensò al suo obiettivo: la tinta. La sua preziosa tinta.
Per lei stava perdendo la sua personalità da gotica, non poteva rinunciare anche al suo aspetto. Il suo lavoro al maid cafè non centrava nulla con il cambiamento, era solo una seccatura.
Pensò che in fondo alla stanza avrebbe trovato la vecchia Gwen, la solitaria dark. Magari fosse stato facile riacquistare la sua vera personalità. Si chiese che se non avesse partecipato al reality il suo lato stucchevole e socievole si sarebbe risvegliato, sarebbe stata più felice? I suoi pensieri l’accompagnarono fino alla fine della stanza, Zoey e Dawn fecero un sospiro di sollievo.
Gwen decise di controllare subito il comodino di legno composto da due cassetti, la gotica aprì il primo e trovò solo un foglio di carta ingiallita.
-Che cosa hai trovato?- chiese Dawn urlando, avendo la voce bassa si sforzò parecchio.
Gwen ispezionò il foglio con attenzione, ci volle poco per rendersi conto che si trattava di una lettera da parte di sua nonna.

“Cara Gwen,
Quando leggerai questa lettera le mie ossa saranno sottoterra. Mi auguro che nessuno abbia incenerito la mia casa per fare un parcheggio, ma il fatto che tu abbia trovato questa lettera è già un buon segno.
Sento che la mia ora è vicina, non potrò consigliarti se non tramite questa lettera.
Nipote mia, conosco le tue difficoltà e sei sempre stata in grado di affrontarle. Ma hai dimenticato la tua forza.
Bambina mia…ma che stai combinando?
Oggi è stato mandato in onda un nuovo episodio di Total Drama World Tour e…non ti ho riconosciuta. Non sembravi più tu, che è successo? Ho sempre fatto il tifo per te ma adesso vorrei che tu non avessi mai partecipato a questa stagione. Capisco che non potevi in quel momento ma…avresti dovuto picchiare tu Heather! È una vera stronza.
Ritornando seri, è da un po’ di tempo che non ti vedo sorridere, non credo che i produttori abbiano tagliato i tuoi meravigliosi sorrisi. Temo di non poterti riabbracciare, il tuo sorriso è il dono più prezioso che abbia mai ricevuto e vorrei vederlo più spesso sullo schermo della televisione. Non riceverai questa lettera prima della fine del reality, ma spero di poterti vedere felice un’ultima volta.
Se smetti di sorridere ti accorgerai che la vita è amara, per cui trova sempre un motivo per essere felice. Mi raccomando vinci questa gara, la terza è quella buona.
Inoltre quando non ci sarò più, non dimenticarmi.
Con affetto, nonna Gracie.
P.S.: la tinta la trovi al secondo cassetto, se continuerai ad avere i capelli corti ti basterà per cinque anni”

Gwen si era dimenticata della dolce sensazione di essere accarezzata da una lacrima. Senza accorgersene aveva iniziato a piangere. Aveva scoperto la morte di sua nonna non appena era stata eliminata durante Total Drama World Tour, nonostante avesse superato il dolore non si era mai perdonata di non averle detto addio. Ci aveva pensato il suo angelo custode a farlo, si poteva essere felici e tristi allo stesso tempo?
-Gwen!- Zoey non ci pensò due volte a camminare sull’asse di legno quando vide l’amica piangere. Tenendo le braccia allargate cercò di stare in equilibro, raggiunse l’amica in poco tempo e l’abbracciò.
-Pensavo che avessi paura…- sussurrò Gwen ringraziando il cielo di avere un’amica come Zoey che farebbe di tutto per consolarla.
-S-Scherzi? Al reality ho affrontato delle passerelle sospese con sotto castori mutanti, mi sono buttata da una scogliera di 300 metri e mi sono avventurata in una palude tossica, c-camminare su un asse di legno al secondo piano non è…grave-
-Total Drama ti ha resa più coraggiosa- commentò Gwen pensando al percorso di Zoey al reality: da ragazza senza amici era diventata una vincitrice apprezzata e audace. Forse dal punto di vista dell’amica Total Drama era la cosa migliore che le fosse capitata.
-Mentre a me ha cambiato…- disse con un filo di voce Gwen profondamente delusa da sé stessa.
-Ma che dici: sei sempre la gotica che la gente ammira!– su questo Gwen aveva qualche dubbio, ma preferì non dirlo.
-E poi il reality è finito, sei libera di vivere come vuoi senza preoccuparti delle telecamere, no?- Zoey aveva ragione, farsi condizionare dal reality era dannoso e inutile per lei, non poteva permettere ad uno stupido programma di decidere chi fosse. Doveva conservare solo  ricordi felici e lasciare perdere quelli negativi, pensando ciò si ricordò di Bridgette.
-Cazzo ho un impegno!- Gwen percosse l'asse di legno frettolosa e corse verso la porta, si fermò solo per salutare le sue amiche e dire di prendere la tinta al secondo cassetto per poi saettare verso le scale.
Solo in quel momento Zoey notò che Dawn era vicina a lei.
-A volte non ti sembra che abbia una doppia vita?- chiese Zoey per distrarsi dall’inquietudine che le suscitava la casa abbandonata, non fece caso al fatto che non aveva visto l’amica dai capelli chiari attraversare l’asse.
-Si…certo- Dawn era davvero tentata di dare una sbirciata nell’aura dell’amica, ma manteneva sempre la sua parola: soprattutto se c'era in mezzo il suo segreto (capitolo 2*).

Gwen era arrivata all'atelier con una mezz'ora di ritardo. Il cielo si era colorato di un rilassante arancio, avrebbe voluto fare un dipinto ispirata dalle opere che le regalava la natura.
Il negozio da abiti da sposa le suscitò una strana sensazione, non era il posto adatto a un adolescente. Bridgette si era già misura un vestito da sposa e ad assisterla c’erano Leshwana e una signora di mezz’età dai capelli biondi.
-Ciao Gwen! Sono contenta che sei venuta!- disse Bridgette appena la vide, raggiunse per abbracciarla anche se indossava un vestito molto costoso.
-Anche io sono felice di vederti- disse sorridendo, in quel momento rammentò le parole della lettera di sua nonna. Sapeva per certo che questa serata sarebbe stata felice, domani avrebbe cercato un altro motivo.
-Ti sei dimenticata di me?- chiese Leshwana seduta con un bicchiere di champagne in mano.
Dopo averla abbracciata affettuosamente, Gwen notò che quella signora bionda la stava fissando.
-C’è anche la mamma di Geoff- la signora salutò, per Gwen a prima vista sembrava la donna più calma del mondo, era davvero la madre di un festaiolo?
-Che ti è successo ai capelli?- chiese Leshwana.
-Domani li rivedrete normali- rispose tranquillamente. -Per me dovresti tenerli così- le consigliò Bridgette
-Mi piacciono come li porto sempre, ma se vuoi al tuo matrimonio vengo castana. A proposito Geoff dove ti ha fatto la proposta?- chiese la gotica.
-Oh non l’ha ancora fatto, ma sono sicura che sarà un momento speciale**- Gwen per un attimo pensò che fosse pazza, eppure era certa che Bridgette avesse una buona sanità mentale dall’ultima volta che l’aveva vista. Nel frattempo arrivò una signora che porse un altro vestito da sposa alla surfista. Ci impiegò cinque minuti per provarlo.
-Questo vestito è perfetto! Ma è strettissimo. Ce ne è uno più grande? Ah…no?-
Alla velocità della luce ne provò un altro.
-L’abito dei miei sogni! Troppo largo-
-Le soluzioni sono due: o ingrassi o dimagrisci- suggerì Gwen.
Bridgette ebbe difficoltà a misurare il prossimo vestito e fu aiutata dalla madre del fidanzato. Gwen e Leshwana rimasero sole.
-Quando sei tornata in America? Pensavo ti piacesse il Giappone- chiese, Leshwana le sembrava molto pensierosa quella sera.
-Ieri solo perché ho ricevuto l’invito per una cena con tutti gli amici del reality. Molto probabilmente sul gruppo di WhatsApp stanno decidendo dove incontrarci. Tu l’hai ricevuto?-
Prima che Gwen potesse rispondere, sentì il suo cellulare vibrare per cinque volte.
-Appena ricevuto…-
-Ci sarai?-
-Ehm…si, solo se non c’è Chris- la gotica aveva ottimi motivi se non voleva stare nella stessa stanza di quel conduttore pazzo.
-Non credo, ma da quel che ho capito dovrebbe essere una serata privata quindi non ci saranno telecamere e fans-
Gwen aveva esaurito gli argomenti e Bridgette tardava ad arrivare. Non sapeva come interrompere quel silenzio imbarazzante. La protagonista si ricordò del suo incontro con Leshwana in Giappone, era stato possibile grazie a una ragazza che ora lavorava al maid cafè con lei.
-…hai notizie di Marta?- chiese, era la prima domanda che le era venuta in mente.
-Ti ricordi ancora di lei?- chiese l’afroamericana stupita.
-Io…- mentire a una persona cara non era mai semplice, ma ormai Gwen ci aveva fatto l’abitudine. Non poteva di certo dirle che adesso lavoravano entrambe al Princess Cafè.
-L’ho incontrata in strada, abbiamo parlato un po’ e non mi ha detto il nome del suo ragazzo , mi sono incuriosita…eh eh-
-Chissà in quale strada l’hai incontrata…- disse con tono serio che inizialmente Gwen non si spiegò.
-Comunque te l’avevo detto chi era, non esplicitamente ma dovevi arrivarci. E’ Trent, purtroppo-
Quel nome apparteneva alla lista di persona a cui teneva di più. Doveva capire perché Leshwana aveva aggiunto purtroppo.
-Perché non ti fidi di lei?- chiese Gwen ricordando che quello che le aveva detto Marta durante la loro prima conversazione in America (capitolo 6).
-Te lo dico, ma poi ti consiglio di non fare altre domande. Una volta, quando ero in Giappone, ho visto Marta drogarsi in un vincolo di un quartiere. Quando si è accorta della mia presenza ha sorriso-
Gwen spalancò gli occhi difronte quella affermazione. Avrebbe per sempre guardato Marta con occhi diversi d’ora in poi, ma era sua una scelta e non poteva farci niente, inoltre non erano amiche.
-Penso che voglia coinvolgere anche Trent, per non perderlo- concluse l’afroamericana.
-Che cosa hai detto?!- non poteva crederci, era impossibile immaginare il chitarrista più gentile del mondo con una canna in mano. Provò una rabbia che non aveva mai provato prima, pungente e fastidiosa.
-Non parliamo di Marta per favore. Trent quando scoprirà questo problema la lascerà, a me non vuole dare retta - concluse Leshwana abbattuta, la gotica non l’aveva mai vista così.
-Va bene…-
Nel frattempo  Bridgette riuscì a raggiungere le amiche con addosso un nuovo vestito, era bella da mozzare il fiato. Era l’abito più sensuale che avesse mai visto, la dipendente del negozio disse che quel tipo di vestito si chiamava “a sirena”.
Gwen, prima di poter consigliare di comprare assolutamente quel vestito, il suo telefono squillò, oggi era sempre attivo.
-Scusate è la mia amica Sky, devo rispondere. Pronto?- dall’altra parte della cornetta la voce dell'atleta era energica ed elettrizzata.
-Ascolta e basta: sta' mattina ti ho mentito, non sono andata in giro con Keith ma…ma ho fatto un video per un provino e ho appena scoperto che mi hanno presa…-
-Dove?-
-A Total Drama! Sono stata presa per partecipare a una nuova stagione!-
La mora l’aveva tenuto segreto temendo la reazione dell’amica; infatti Gwen se avesse avuto una giornata diversa avrebbe urlato a Sky che cosa diavolo avesse fatto, invece sospirò pensando che Total Drama potesse essere una nuova occasione per lei.



*quando Gwen rientra a scuola dopo All Stars, Dawn inizia a leggere l'aura della gotica ma quest’ultima la ferma dicendole che se l’avesse letta lei avrebbe rilevato la sua cotta per Scott.
**crossover di una vecchia storia sul fandom del 2017, sapete dirmi qual è? XD



👑💎 Angolo autrice 💎👑
Mi scuso per il ritardo, almeno questo non è durato un anno ma una settimana soltanto….
Prima puntata senza maid cafè, un grande colpo di scena ahahah. In programma ci sono due capitoli “lenti“ che non servono a molto per la trama (tranne la notizia di Marta e il fatto che Gwen volta finalmente pagina al reality). Questo era il primo, il prossimo “lento” sarà fra molto tempo quindi la storia proseguirà normalmente. Grazie per avermi seguito fino a qui, scusate ancora e alla prossima :)
🍩aggiornamento martedì 10 Settembre 🍩 (ve l’avevo promesso!)

P.S.: ok una spiegazione ve la devo: praticamente ho una maledizione, ovvero nei giorni in cui non ho niente da fare non riesco a scrivere cose decenti, in quelli che sono impegnata scrivo trasportata dall’ispirazione divina. Durante la scuola scriverò capolavori….
P.S.n.2.: non penso che questo capitolo sia “degno” per questa storia, voi cosa ne pensate?

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Capitolo 12
*** 🍦Capitolo 10🍦 ***



Maid Cafè
🍦Capitolo 10🍦


 

2 Luglio 2014, Martedì

A Gwen non erano mai piaciuti i saluti smielati, per fortuna la sua amica Sky non le permise di fare un’eccezione per la sua partenza. La mora non voleva abbracci o una festa,  solo il tifo delle persone più care. Dawn e Gwen si erano offerte di accompagnare l’atleta all’aeroporto, dato che era vicino decisero di raggiungerlo a piedi.
-Dawn riesci a prevedere la mia vittoria?- chiese Sky all’amica sicura di sé, camminava a passo svelto con il cuore che le martellava nel petto, non vedeva l’ora di dimostrare al mondo intero il suo valore.
-Non voglio farmi spoiler, ma so già che arriverai in finale- disse Dawn con tono ottimista.
-Spero che ritornerai con le ossa intere- scherzò la gotica, non era più arrabbiata con Sky per averle nascosto la sua partecipazione al reality.
-Tu mi sottovaluti! Adesso devo correre, mia sorella mi aspetta. Ci vediamo presto!-
In silenzio, in modo che non potesse sentire, Gwen le augurò di non commettere i suoi stessi errori.

 

3 Luglio 2014, giovedì

Verso le tre di pomeriggio del giorno dopo, quando raggiunse il suo odioso posto di lavoro, Gwen scoprì che anche Sammy avrebbe fatto parte del cast della nuova stagione del reality. Non lo aveva detto a nessuno: aveva avvertito soltanto il suo capo Courtney ed era partita in silenzio. L’assenza della maid dagli occhi verdi aveva rattristito le cameriere, specialmente Kitty che si era sempre autoproclamata la sua migliore amica.
-Ha lasciato solo un messaggio a Kitty con su scritto che era partita, non ha salutato nessuna!- spiegò Anne Marie a Gwen, nel frattempo vide la ragazza coi codini deprimersi in un angolino. Quasi le dispiacque per lei.
-Se lo avessimo saputo ieri avremmo potuto darle dei consigli, infondo entrambe siamo sopravvissute allo spettacolo di tortura di Chris- disse la Truzza e mostrò un sorriso che poi Gwen ricambiò, aveva cambiato completamente opinione su Anne Marie: era una ragazza solo un po’ frivola che teneva all’aspetto fisico ma di buon cuore, l’opposto di come si era presentata alle telecamere.
Courtney contò i clienti presenti molto attentamente, nonostante indossasse la divisa delle maid identica alle altre non abbandonava il suo sguardo vigile da capo.
-Abbiamo perso il nostro cliente abituale Rodney e due maid, Marta proprio in questo periodo doveva ritornare per il suo stage in Giappone? Oggi solo metà dei tavoli sono occupati! La bottega che mi faceva sempre gli sconti sulla farina e uova è andata in bancarotta! Cosa posso fare? Devo inventarmi un nuovo giorno speciale…che cosa posso fare…- ragionò Courtney ad alta voce.
Kitty, Gwen, Anne Marie e Lindsay, quando finirono di servire i clienti e intrattenerli, si scambiarono sguardi perplessi; non potevano manifestare la loro preoccupazione perché Courtney odiava riceverla.
Kitty riuscì persino a sussurrare all’orecchio Anne Maria, mentre stavano andando in cucina per ritirare dei Tiramisù di ricotta e nutella, se per lei Courtney avesse bisogno di una vacanza e la cameriera mora rispose assolutamente.
Courtney non era mai stata così indaffarata: elaborava nuovi eventi per il locale mentre serviva i clienti. Quasi non si accorse che aveva il grembiule sporco di zucchero a velo.
-Lunedì c’è la gara di decorazione dolci, devo ancora decidere il premio…ma si farò sempre il solito dolce e la noiosa bevanda gratis. Martedì c’è la giornata dedicata alle loli degli anime giapponesi, però non ho ordinato nessun costume, devo rinviarla. Cosa faccio martedì? Vada per il karaoke…ma è stato già fatto domenica! Forse dovrei dar retta a Lance e fare il “I love the Pokémon day", ma chi lo conosce quel gioco?- pensò Courtney ad alta voce.
Un ragazzo un po’ in carne e timido chiamò la maid più indaffarata del locale.
-Miss Court più tardi posso fare una foto con lei?- Courtney raggiunse il tavolo pulendosi il grembiule dallo zucchero a velo.
-Certo, sono dieci dollari! No erano cinque, mi perdoni come sono sbadata!- disse con finta allegria.
La gotica mentre consegnava una coppa di gelato a un ragazzo innamorato di lei, sorvegliò Courtney che si stava dirigendo in cucina con uno sguardo stanco.
-Serena scusami mi sono confusa: il cliente del tavolo 18 vuole un’omelette no una ciambella-
La perfettina sbagliò altre tre ordinazioni, Gwen si offrì volontaria per fare anche il suo lavoro ma Courtney era troppo orgogliosa per farsi aiutare da una persona che odiava.

Durante la pausa di quindici minuti, Gwen raggiunse una stressata Courtney che si era rifugiata nel suo ufficio. La gotica non era mai entrata in quella stanza: era molto semplice e le pareti erano completamente bianche. C’erano solo una pianta d’appartamento di cui non conosceva il nome e una scrivania disordinata con sopra un computer e fogli.
-Che cosa vuoi Gwen- disse Courtney troppo affaticata per rivolgerle un tono ostile.
-Lo sai che stasera c’è la serata con il cast originale di Total Drama? Hai ricevuto l’invito?-
-Cosa? È ovvio! Sono uno dei personaggi più importanti e carismatici! Ma non ci vado, questo posto non si gestisce da solo- rispose l’ispanica con voce colma di nervosismo ancora presente nel suo animo. Da un lato Gwen era sollevata poiché sarebbe stato più facile stare con gli altri ex concorrenti senza Courtney, dall’altro le dispiacque vederla in quello stato.
-Una serata al ristorante ti farebbe bene e poi partecipano i tuoi compagni che hanno condiviso con te intere giornate al campo, allo studio abbandonato, in giro per il mondo…non vorresti rivederli?- Courtney per un momento esitò, poi si ricordò degli aspetti negativi.
-Ho da fare, anzi non ti azzardare a dire che sono il capo di un maid cafè! Lo stesso discorso per quell’oca di Lindsay, quando esci dille di venire qui! Comunque mi hai dato un’idea…un’ottima idea…- Courtney tornò a lavorare per il futuro della sua stravagante caffetteria. Gwen non sapeva che cosa avesse in mente, l’importante era non vederla schiacciata dallo stress.


Dopo il suo turno al maid cafè, Gwen si cambiò in fretta e salì sul primo pullman che passò vicino alla fermata del locale insieme a Lindsay, quest’ultima per l’occasione si era persino ricordata di mettersi un vestito elegante verde.
Infondo stavano andando ad un evento speciale: era la serata dedicata al cast primo cast di Total Drama. Gli originali. Erano stati invitati anche Sierra, Alejandro e Blainlely; quest’ultima aveva rifiutato e il latin lover era scomparso insieme a Heather.
Il ristorante “Beckta Dining and Wine“ sarebbe stato tutto per loro, Owen aveva prenotato tutti i posti disponibili per non avere nessun tipo di interruzione.
Gwen stava sul pullman insieme a Lindsay, prima di arrivare al ristorante doveva accettarsi che ella avrebbe tenuto la bocca chiusa riguardo al loro lavoro. Era certa che Duncan e Trent avrebbero mantenuto il segreto, ma non poteva dire lo stesso di Lindsay. Il piano iniziale della gotica era di far ipnosi alla bionda, ma non aveva trovato il tempo di fare ricerche perciò doveva affidarsi al suo sguardo minaccioso.
-Ok ascoltami per la terza volta, per favore. Non devi mai, per nessuna ragione al mondo, pronunciare Maid Cafè, cameriera, nuovo lavoro e Princess. Chiaro?-
-Certo- disse Lindsay con la testa fra le nuvole.
-Potrei accidentalmente rovesciare per terra tutti i tuoi smalti se riveli il mio segreto…-
-Certo-
-Una volta ho limonato con Tyler-
-Cer…cosa?-
-Mi stai ascoltando? È una cosa seria-
-Sisi- disse non accennando nessun impegno a collaborare. Gwen rinunciò al suo piano sperando che Lindsay non rovinasse la sua vita, aveva altro a cui pensare.
Il suo obiettivo era di sorvegliare Trent. Aveva letto un articolo su Internet e se egli mostrava anche solo uno dei sintomi di un tossicodipendente, allora Leshwana aveva ragione. Non poteva ancora crederci che Marta facesse uso di quelle sostanze, ma non erano affari suoi; invece Trent la persona più buona e altruista che avesse mai conosciuto, non poteva rischiare di perderlo.

Il Beckta Dining and Wine era considerato uno dei migliori ristoranti del Canada, durante la sera sembrava un piccolo castello.
Gwen e Lindsay furono accolte molto calorosamente dai camerieri, questi ultimi volevano chiedere un autografo ma non potevano per apparire professionali. Condussero le due ragazze in un enorme sala elegante in cui c’era un tavolo che poteva accogliere una trentina di persone.
Owen fu il primo arrivato e si sistemò al capotavola, stava già iniziando a mangiare gli antipasti destinati a ventiquattro persone. Appena vide la gotica, Owen sentì in obbligo di stritolarla in un abbraccio.
-Oh mio Dio Gwen! Sei tornata!- alla gotica non erano mancati gli abbracci capaci di mettere a k.o. un orso di Owen, per poco non cambiò colore della pelle.
Dopo che l’aveva lasciata andare, il ragazzone abbracciò anche Lindsay affettuosamente.
All’enorme tavolo c’erano anche Noah, Beth, Izzy, Sadie, Katie e un enorme gabbia grigia che racchiudeva Ezekiel. Gwen salutò tutti con uno sguardo carico di affetto.
Mancava un mucchio di gente ma le sembrava di essere già finita in una puntata del reality. Mentre Gwen controllò che non ci fossero telecamere sotto il tavolo, arrivarono i surfisti Bridgette e Geoff e l’insostituibile Tyler.
Lindsay volò tra le braccia del fidanzato, la gotica vedendola così presa da Tyler pensò che non dovesse più preoccuparsi che la bionda spifferasse il suo segreto. La bionda era così concentrata sul ragazzo che quasi si scordò di salutare la sua migliore amica del reality Beth. Gli arrivati incominciarono a sistemarsi.
Con un ritardo di soli dieci minuti, si accomodarono nella sala Eva, Leshawna e Trent.
Gwen, seduta tra Geoff e Lindsay, non riuscì a fingere un sorriso nel vedere il chitarrista: era tremendamente preoccupata.
-Scusate il ritardo, qualcuno non faceva altro che sbagliare strada- ringhiò Eva indicando Black Mama con risentimento, quest’ultima ruotò gli occhi al cielo mentre Trent si fece due risate.
-Non importa Eva, l’importante è avercela fatta- disse il moro mentre tutti si alzarono per dare il benvenuto ai tre. La gotica abbracciò Leshwana per un abbondante minuto, successivamente diede un timido saluto al moro. Con sorpresa di Eva, tutti furono molto felici di vederla.
Gli ultimi arrivati furono Cody, DJ, Duncan, Harold e Sierra. Gwen si sentì il volto in fiamme quando il punk la salutò.
-Sierra ha avuto una specie di infarto in macchina, se durante la cena sviene non fateci caso- spiegò Harold ignorato da tutti impegnati ad accogliere gli ultimi arrivati, l’unica che l’ascoltò era la sua adorata Leshwana che raggiunse radioso, non era mai stato più felice.
La cena poteva finalmente avere inizio.

Qualunque fan di Total Drama avrebbe voluto partecipare alla cena o lavorare nel ristorante Beckta Dining and Wine. Le leggende del reality erano riunite in una stanza dopo due anni, un evento che potrebbe essere definito storico se i fan ne fossero venuti a conoscenza.
-È davvero fantastico!- esclamò Lindsay ancora appiccicata a Tyler -tutti insieme dopo tanto tempo!-
-Errato- la corresse Noah -Siamo solo diciannove dei ventiquattro-
-Courtney e Justin sono completamente spariti- fece notare Katie triste -E anche Heather e Alejandro- continuò Sadie malinconica vicino a lei.
-E Blainlely…boh non frega niente a nessuno- intervenne Beth.
Dopo aver discusso brevemente degli assenti, gli ex concorrenti parlarono di un po’ di tutto: sui loro progetti per il futuro, sulla nuova stagione del reality in onda il 7 Luglio, sulle loro traumatiche esperienze passate insieme e di quanto odiassero Chris, Gwen fu molto partecipe all'ultima conversazione.
I camerieri servirono la cena e riempirono tutti i bicchieri con vino bianco.
-Io propongo un brindisi!- urlò Leshwana. Il cibo era davvero ottimo, i secondi di carne erano spettacolari per le papille gustative degli ex concorrenti. La gotica fece il brindisi con gli altri ma si rifiutò di bere: non avrebbe mai più digerito alcolici.
Geoff e Owen strapparono un sorriso ai propri amici ogni cinque minuti con battute e storie strampalate, nel frattempo Katie e Sadie tormentarono la povera Eva raccontandole nei minimi dettagli il loro sogno di diventare attrici. Per DJ la cena fu l’occasione giusta per parlare del suo scopo di partecipare a Master Chef, ricevette sostegno e complimenti. Nessuno si accorse che Gwen osservava gli occhi e le mani di Trent per vedere se tremassero o che ci fossero bruciature sui polpastrelli. Una voce la distrasse.
-Gwen come sta andando la tua vita? Stai facendo qualcosa di particolare in questo periodo?- le chiese Cody dall’altra parte del tavolo; sentendo quella domanda la dark bevve un sorso di vino bianco quasi d’istinto, forse per comportarsi in modo normale.
-Niente di che…- disse abbassando gli occhi confermando che nascondesse qualcosa.
-Dai diccelo! Hai trovato un lavoro part-time?- domandò Bridgette mettendo Gwen in una situazione difficile. L’imbarazzo che provava le impediva di parlare.
-Sta scrivendo un libro- intervenne Duncan, di nascosto fece l’occhiolino alla sua ex. Gwen gli sarebbe stata eternamente riconoscente.
-Anche io sto scrivendo un libro, la mia autobiografia!- annunciò Harold, anche questa volta nessuno gli prestò attenzione.
Ad un certo punto si sentì un pezzo della nuova canzone dei Green Day: era la suoneria del telefono di Trent.
-Scusate devo andare- disse il chitarrista alzandosi subito.
-È la tua nuova fidanzata Trent? Sierra in macchina ci ha detto che sei impegnato!- disse DJ sorridendo.
-Come lo sa? Anche lei ha poteri psichici?- chiese Izzy sospettosa -Ehm…mica spio la vostra vita sentimentale nel tempo libero…eh eh.-  tutti scoprirono che la blogger era una pessima bugiarda.
Trent se ne erano andato da cinque minuti, Gwen non sarebbe stata sospetta se si fosse alzata anche lei.

Con la banale scusa di dover andare al bagno, la diciasettenne uscì dalla sala. L’unico luogo tranquillo in cui Trent poteva parlare con la fidanzata era la toilette, Gwen era lì che si stava recando. E se Trent si stesse drogando? Aveva paura di ciò che avrebbe visto. Quando sentì la voce del suo amico all’entrata del bagno la sua preoccupazione svanì. Per fortuna non sentiva puzza di fumo.
-Abbiamo parlato troppo, gli altri verranno a cercarmi se non torno. Mi manchi, ciao pulcina mia-
Pulcina? Quando stavano insieme non le aveva mai affidato soprannomi, ma Gwen non aveva motivo di essere gelosa. Trent presto sarebbe uscito dal bagno e perciò la gotica doveva trovare un posto dove nascondersi. Si preparò ad incamminare verso il corridoio ma una voce familiare la fermò.
-Giochiamo a fare le spie?-
Come in ogni film, anime e cartone animato, il ragazzo sorprese la giovane durante il suo pedinamento furtivo.
-D-Duncan? Che ci fai qui?-
-Dovrei fartela io questa domanda, ma…- Gwen sapeva che se fosse rimasta lì un secondo di più sarebbe stata scoperta. La gotica prese il braccio del punk e lo condusse in un luogo tranquillo (l’angolo bar del ristorante).
-Prima spii Trent e poi mi rapisci? Mi sono perso qualcosa in questi mesi?- disse Duncan con tono scherzoso che svanì osservando meglio il volto preoccupato di Gwen.
-Perché eri difronte al bagno dei maschi?- disse questa volta serio.
Gwen poteva fidarsi ciecamente di lui, o no?
-Puoi dirmelo: non ho detto a nessuno che sei una maid, o sbaglio?- era come se l’avesse letto nel pensiero. Gli raccontò ciò che aveva scoperto il mese scorso.
-La nuova fidanzata di Trent, che casualmente lavora con te al maid cafè, è una tossico dipendente?- disse Duncan per assicurarsi che avesse capito, la situazione era seria.
-Non ho parlato con Marta perché è ritornata in Giappone, dovrebbe tornare in questi giorni. Leshwana non ha motivo di mentirmi e mi ha detto che farebbe di tutto per non perderlo. Non voglio che quella stronza gli faccia passare l’Inferno, ricordo che mia cugina è morta di overdose- Gwen strinse i pugni, forse era la prima persona che non doveva intromettersi, ma non poteva far finta di nulla.
-Perché parli come se sapessi per certo che Trent si drogasse?- fece notare Duncan. Gwen spalancò gli occhi, per un momento non seppe come ribattere: le parole del ragazzo la colpirono come un fulmine.
-Conosci quell’idiota, secondo te si lascerebbe influenzare da una ragazzina? Lui vive solo per la musica e non credo che rinuncerebbe alla sua vita per un po’ d’erba. Ha già la sua droga ed è la sua chitarra-
Gwen avrebbe dovuto pensarci prima, la preoccupazione l’aveva accecata. Perché ne era così convinta se non aveva delle prove?
-Grazie Duncan…-
-Per i tuoi amici faresti qualsiasi cosa, anche perdere la testa- disse Duncan per poi sorridere mentre ammirava la gentilezza riflessa negli occhi della gotica.
-Si, hai ragione- dopo aver ricambiato il sorriso del diciasettenne, Gwen pensò alla causa della sua rabbia.
-Non appena torna parlerò con Marta e se osa coinvolgere Trent giuro che…- prima di poter dire ad alta voce le varie torture che avrebbe voluto utilizzare sulla ragazza, fu fermata da Duncan.
-Lasciala perdere, non appena Trent scoprirà il segreto di questa Marta o la lascerà o la farà smettere in qualche modo-
Gwen fece un profondo respiro, la sua missione era ufficialmente conclusa.
-Dopo la cena hai programmi?- Gwen non si aspettava quella domanda, non essendo preparata il suo cuore iniziò a battere irregolarmente. Sperò di non arrossire difronte a lui, perché provava ancora questi strani sentimenti?
-Sinceramente non lo so, aspetterò il pullman che passa ogni morte di papa-
-Se vuoi ti accompagno a casa-
-Pensavo che ti ritirassi con Cody e gli altri- disse Gwen cercando di avere un atteggiamento indifferente: doveva allontanarsi da Duncan, gli errori del passato l’avrebbero perseguitata se avesse ricominciato a provare qualcosa per lui, cosa che temeva.
-All’andata mi hanno rotto i coglioni con le loro chiacchere e Sierra faceva un casino assurdo con quel sacchetto per noccioline, preferisco stare un po’ di tempo con te- scacco matto nella partita per conquistare Gwen.
-Beh credo che Lindsay si ritiri con Tyler quindi…non c’è problema-
Era impossibile dirgli no.

Gwen e Duncan ritornarono nella sala insieme, ad attenderli c’era la famosa torta a “5 gradi di cioccolato" del Beckta Dining and Wine e una piacevole sorpresa: in loro assenza gli altri avevano organizzato la loro ultima sfida. 
Per il dolce i ragazzi si divisero in due squadre come ai vecchi tempi. Le Carpe Assassine e Le Marmotte urlanti erano ritornate, vinceva chi mangiava più torta. Tutti provarono quel particolare divertimento che li aveva accompagnati durante le sfide del reality, volevano completare la sfida al più presto. Ezekiel fu il primo eliminato (di nuovo) perché non poteva mangiare nulla nella sua gabbia.
 Inutile dire che quella sala elegante si trasformò in un campo di battaglia ricoperto di cioccolato. L’idea fu di Harold.
-Questa sera mi sono proprio divertito! Ho intenzione di fare un'altra serata come questa, siete tutti invitati!- urlò Geoff quando il vassoio del dessert fu vuoto.
-Avrò un annuncio da farvi…- aggiunse guardando teneramente la sua fidanzata;  Gwen e Leshwana fecero uno sguardo ricco di tenerezza seguito da un “aww" sapendo a cosa si riferisse.
-Ragazzi anche io ho una grande notizia- urlò Owen sporco di cioccolato -Io e Noah partecipiamo ancora ai reality show, qualcuno si vuole unire a noi?-
-NO!- urlarono tutti convintissimi.

 


👑💎 Angolo autrice 💎👑
È così la maggior parte degli ex concorrenti si sono incontrati, cavolo avrei voluto partecipare anche io! Anche se dovrei preoccuparmi del Princess Cafè, Courtney sta avendo dei problemi…beh troverà il modo per cavarsela. Grazie per aver letto questo capitolo!
🍩 Aggiornamento giovedì, 12 settembre 🍩  (il giorno prima di andare a scuola per me😭)

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Capitolo 13
*** 🍵Capitolo 11🍵 ***


Maid Cafè
🍵Capitolo 11🍵

 

7 Luglio 2014, Lunedì

Era la prima volta che Gwen rimaneva nel maid cafè oltre l’orario di chiusura di sua spontanea volontà. Lo staff del Princess Cafè aveva organizzato una serata per guardare insieme il primo episodio della nuova stagione di Total Drama, rifiutare sarebbe stato scortese dopo tutto l'aiuto e la gentilezza che Gwen aveva ricevuto. Inoltre non aveva mai partecipato a un pigiama party.
Tutte le cameriere, Serena e Courtney si sistemarono sul palco che per l’occasione era ricoperto da cuscini e coperte. Gwen era l'unica che aveva i suoi normali vestiti, le altre erano in pigiama.
-Sappiate che ho approvato questo pigiama party perché ho intenzione di fare una giornata al maid cafè dedicata a Total Drama, quindi prestate attenzione!- disse Courtney per poi abbandonare (per pochi minuti) la sua serietà da capo.
Fu Anne Marie a portare un grosso televisore da casa sua, ma farlo funzionare si rivelò un’impresa ardua.
-Allora Marta ti manca già il Giappone?- chiese Kitty durante l'attesa.
-Diciamo che mi ero riabituata alla cultura del paese, ma mi ero scocciata di mangiare sempre sushi…- rispose la maid.
Serena riuscì ad accendere la tv quando la sigla iniziale del programma era quasi finita, Kitty fece un gridolino di gioia vedendo la tradizionale sequenza finale con tutti i campeggiatori intorno al fuoco.
-Abbiamo perso l’introduzione di Chris- disse Carrie abbracciando un cuscino.
-Che grande perdita!- disse Gwen sarcastica.
-Vedo che sei molto entusiasta di vedere questo reality- commentò Marta con lo stesso tono, Gwen preferì ignorarla; la mora non sapeva che la gotica conoscesse il suo oscuro segreto, anzi problema.
La prima concorrente che fu presentata fu Sky, seguita da un nano malefico dai capelli viola.
-Quella Sky sembra avere le qualità giuste per rimpiazzarti…è amica tua giusto? Per caso puoi intrufolarti in camera sua e prendere qualche suo gadget? Una spazzola, un orecchino, il suo diario segreto da leggere il sabato?- chiese Courtney alla gotica studiando ogni particolare della puntata, quest’ultima scosse la testa.
“Speriamo che Sky non faccia cazzate” pensò Gwen, non poteva fare a meno di preoccuparsi.
Dopo il debutto di un ragazzo normale, uno che si credeva un mago, una Biancaneve vestita di rosa e un adolescente che dovrebbe andare dal parrucchiere, la televisione mostrò due concorrenti identiche nell'aspetto e nel vestiario.
Carrie, Anne Maria, Kitty, Marta e Serena spalancarono gli occhi.
-Due Sammy?!- esclamarono confuse.
Le uniche a non essere sconvolte erano Courtney e Gwen, quest’ultima non aveva la più pallida idea che la sua parentela con Amy, la ragazza più popolare della sua scuola, fosse un segreto. Il capo, invece, aveva assunto Sammy proprio per permetterle di starle lontano.
-Non ci posso credere!- le ragazze non concentravano l’attenzione sugli altri concorrenti e la caduta dall’aereo in cui Sammy stava per morire, ma sul fatto che per tutto questo tempo non sapevano che la loro amica convivesse con un mostro. Neanche Gwen sapeva ciò.
-Sembra sottomessa, la nostra Sammy?!- disse Serena preoccupata.
Ripresero a guardare la televisione quando sentirono la voce di Sammy.
-Eh sarebbe Sammy-
-Si ma Amy dice che tutti ti chiamano Samey quindi…- disse quel sadico di Chris indifferente.
-Beh si ma…-
-Perché sei la seconda gemella, una Amy di serie B se vogliamo-
-Ma il mio vero nome è…-
-Ufficialmente sei Samey!- la scena si spostò nel confessionale.
-È una vera ingiustizia: ho partecipato alle selezioni di A Tutto Reality proprio per allontanarmi da Amy-

Le ragazze erano allibite scoprendo che all’esterno del locale la bionda non aveva neanche diritto al suo nome. Kitty strinse i denti: per tutto quel tempo la sua amica soffriva e non se ne era accorta. Era arrabbiata con sé stessa, si sentiva quasi responsabile; tutte provarono lo stesso sentimento di malinconia.
Quella scoperta aveva rovinato la visione della prima puntata della nuova stagione, ma le ragazze avevano conosciuto la vita di Sammy e questo era più importante.

 

8 Luglio 2014, Martedì

Sul pullman Gwen svolgeva gli esercizi di algebra, anche se utilizzava la sua penna principalmente per firmare gli autografi dei fans incontrati sul mezzo pubblico.
Di solito non aveva problemi con la matematica, ma la sua testa non ne voleva sapere di concentrarsi sui compiti: il pensiero principale era Sammy e a testimoniarlo era la sua espressione vaga e distratta. Mentre la gente (la categoria “cloni di Sierra”) le faceva foto di nascosto per pubblicarle su un forum, Gwen pensava che la Sammy vista nel reality e Maid Sammy siano due persone completamente diverse. O forse no?
Presentarsi nelle vesti di cameriera non era facile se si viveva con un mostro. Invidiava la sua bontà d’animo, nessuno sarebbe riuscito ad apparire spensierato con un sorriso a trentadue denti quando qualcuno ti maltrattata.
Il pullman raggiunse la fermata della scuola e per un momento Gwen rischiò di non scendere, si accorse in tempo che era arrivata alla sua destinazione.
Entrò nel bar vicino alla scuola e fece colazione, come tutte le mattine, con Zoey, Mike e Cameron. Gwen osservò il suo cornetto tormentata dai suoi pensieri, negli ultimi mesi era diventata una persona molto pensierosa.
-…Nella nostra scuola ci sono stati parecchi furti nell’aula di musica, giusto Gwen?- disse Mike notando che la sua amica gotica era silenziosa.
-C-cosa? Ah si i furti…succede una volta ogni mese, credo-
Più tardi Zoey e Mike andarono a pagare la colazione, Cameron ne approfittò per fare una domanda che da un po’ di tempo lo stava tormentando alla sua amica.
-Gwen tu sei innamorata di me?- i pensieri della gotica svanirono per dar la completa attenzione a Cameron.
-Cosa?? E questa domanda folle da dove viene?- era davvero sorpresa e allo stesso tempo confusa.
-Fai di tutto per ignorarmi e ho l’impressione che tu non voglia passare da sola del tempo con me, quindi ho concluso che…-
-E io che pensavo fossi un genio. No Cameron non sono innamorata di te- lo interruppe Gwen tranquillamente.
-Che sollievo! Allora perché stai smettendo di essermi amica?- Gwen deglutì, per aggirare la domanda poteva solo cambiare argomento.
 -Perché sei sollevato? Guarda che mi offendo- disse fingendosi offesa.
-Scusa, se tu fossi stata innamorata di me non avrei potuto ricambiare i tuoi sentimenti…io amo già una ragazza- in questi giorni Gwen stava scoprendo una valanga di notizie dei suoi amici, questa era la più positiva.
Aiutare un amico nelle questioni romantiche era quello che le serviva per farsi perdonare da un errore che Cameron non conosceva, e che non avrebbe mai dovuto scoprire.
-Chi è la fortunata?- il nerd sorrise.
-Non l’ho detto neanche a Zoey e Mike, sei la prima. Mi sono innamorato… di Dawn! - disse Cameron felicissimo: da quando si rese conto di amare “Raggio di Luna”, le sue giornate erano sempre colorate e gioiose.
Tutte le sue prospettive positive della gotica svanirono. Forse Gwen era l’unica a sapere che Dawn fosse innamorata di Scott, come avrebbe potuto confessarlo al suo amico? Non voleva vederlo soffrire davanti ai suoi occhi.
-…e poi è così carina come ho fatto a non accorgermene nel reality e vorrei guardare con lei documentari sulla natura* e …ma mi stai ascoltando?-
-Eh? Io…s-sono felice per te- più tardi avrebbe parlato con Dawn, si sarebbe inventata qualche stratagemma per capire se il suo cuore fosse ancora occupato dal campagnolo.
Cameron era ancor più contento ricevendo il supporto della sua amica.
-A pensarci anche tu hai posato gli occhi su qualcuno. Come si chiamava il tuo amico violinista? Landon? Lake? Lance?- per Cameron era davvero divertente fingere di indovinare il nome del nuovo amico di Gwen, era raro vederla agitata per questioni amorose.
-Ma di che cazzo stai parlando?!- perché all’improvviso si sentiva imbarazzata e nervosa?
-Giusto recentemente hai iniziato a riuscire con Duncan, c’è qualche altro ragazzo con cui ti stai sentendo?- udendo il nome del punk, quella sensazione raddoppiò e la gotica sentì il viso rosso.
-Cameron!-
Mike e Zoey tornarono al tavolo, incuriositi dalle urla della loro amica.

Dopo la scuola Gwen raggiunse il maid cafè.
Nei giorni speciali era richiesta la presenza di tutte le cameriere. Il suo capo non mentì l’altra sera: nel maid cafè c’erano manifesti che raffiguravano i nuovi concorrenti del reality più amato del momento e c’era un angolo del locale in cui i clienti potevano esprimere le loro preferenze e fare scommesse. La più popolare era Sky, la sua amica.
Gwen sentiva i commenti più assurdi sul nuovo reality dai clienti.
-Per me vince Jasmine, mi ricorda il mio eroe d’infanzia Indiana Jones-
-In finale ci andranno di sicuro Leonard e Dave, ci scommetto cinquanta dollari-
-Ma di che cosa state parlando, è ovvio che vince quell’atleta carina!-
Sky era la concorrente preferita della maggior parte, aveva le carte in regola per arrivare in finale; non doveva solo distrarsi e non perdere di vista il suo obiettivo. Un commento di un cliente catturò l'attenzione della gotica.
-Spero che faranno fare qualche cameo degli ex concorrenti come nella quarta stagione, voglio rivedere Gwen e Heather!- per qualche strana ragione, i clienti non avevano riconosciuto la dark all’interno dei maid cafè, da un lato era una vera fortuna dall'altro una conferma che l'uomo fosse l'essere più stupido del pianeta.
Sul palco venne appeno uno striscione con su scritto “Total Drama Total Drama Pahtiket Day”, fu così che venne proclamato il giorno.
-Alle persone piacciono le ripetizioni- spiegò Courtney vedendo Gwen fissare lo striscione perplessa. La gotica era sorpresa del lavoro che aveva fatto il suo capo in così poco tempo: il maid cafè era diventato il posto perfetto per i fan di del famoso reality in una sola notte.
Ai clienti veniva data la possibilità di fare le foto con addosso gli oggetti dei concorrenti. Courtney aveva provveduto a fornire più accessori possibili per i cosplay: si era procurata una dozzina fedora, parecchi cappelli di lana verde scuro, fiocchetti rosa, occhiali da genio, parrucche viola (Serena ha dovuto tagliarle personalmente), cappucci da mago verdi, orecchini a forma di piuma rossi e cappellino bianchi di Chef.
Per procurarsi questi oggetti Courtney ha dovuto cercare per tutta la notte in molti negozi notturni presenti nella zona, ma il suo duro lavoro non fu vano. I clienti si divertivano fotografarsi come i nuovi concorrenti e con le maid preferite. Le foto con i clienti erano il modo più veloce per guadagnare cento dollari extra.
Mentre Carrie e Anne Marie intrattenevano i clienti con incantesimi sulle bevande per renderle più saporite, Marta si rese conto che qualcosa non andava: aveva una strana sensazione che non riusciva a spiegarsi e che diventava sempre più forte. Era come se mancasse qualcosa. Bastò dare un’occhiata dietro di lei per dare una spiegazione a quella sensazione.
Kitty, dopo aver preso un’ordinazione, rivolse a una famiglia seduta al tavolo un sorriso forzato e spento. Era la prima volta che il sorriso dell’asiatica non era naturale.
-Sta per finire il mondo…- commentò Carrie veramente spaventata. Kitty era l’unica cameriera dall’umore mai inquinato, le cameriere non l’avevano mai vista così. L’asiatica era così turbata e distratta che non si accorse che le sue colleghe la stavano fissando.
Più tardi Kitty, con un calcio accompagnato da un’espressione ostile, fece cadere un tavolino in cui c’erano dei Fedora, aveva scoperto di essere gelosa di Jasmine a causa del rapporto con Sammy. Quel gigante australiano era troppo gentile e sicuramente stava cercando di fare il lavaggio del cervello all’amica, questo era il punto di vista di Kitty.
-Sono io la migliore amica di Sammy, punto!- urlò ai cappelli. Tutte le maid notarono l’esagerata reazione dell’asiatica.
-Chissà perché nel programma non ha fatto riferimento al suo lavoro da maid- mormorò Kitty, l’urlo precedente aveva attirato l’attenzione di Anne Marie e Carrie, loro non ne avevano la minima idea.
-Forse hanno tagliato delle scene- teorizzò Gwen che si era avvicinata al gruppo.
-Glielo imposto io- affermò Courtney sbucata dal nulla, anche lei con il taccuino pieno di ordinazioni in mano.
-Cosa? E perché?-
-Non voglio che questo posto venga associato a quel reality, ha già rovinato troppe cose: la mia popolarità, la mia salute fisica e psicologica, la mia opinione sui ragazzi…-
-Tesoro non occorre fare una lista per tutto- intervenne Anne Marie. Gwen, spiazzata dalla dichiarazione del suo capo, si guardò attorno.
-Ma…oggi non è un giorno... dedicato al reality…?- fece notare la protagonista non riuscendo a fare la voce sarcastica.
-Per dei clienti in più ho fatto un’eccezione…che ci fate ancora qui al lavoro imbranate!-



* L’asterisco rosso indica un’informazione ricavata dalla wiki inglese di Total Drama (“Il tuo appuntamento da sogno sarebbe con ___________, facendo cosa?"  "Rimanere nella mia stanza e guardare un documentario di natura. Perfezione")

 

👑💎 Angolo autrice 💎👑
E’ stato il capitolo più breve fino adesso, anche gli altri dovevano essere così ma le nuove idee mi hanno travolta. E anche qui sono in ritardo,  ovviamente se non faccio ritardi vuol dire che mi hanno sostituito con un clone.
Non ho idea quando sarà il nuovo aggiornamento. FORSE inizi o metà di Ottobre. In questo periodo mi devo dedicare a una storia per un contest e il prossimo capitolo è davvero speciale e più difficile da scrivere rispetto agli altri, vedrete ;)  Scusate se mi riprendo ancora un po’ più di tempo.

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Capitolo 14
*** 🍉Capitolo 12: speciale maid cafè 🍉 ***


 🍉Speciale Maid Cafè 🍉
Appuntamento

16 Agosto 2014, Sabato

POV Lance
Oggi la città è più movimentata del solito. Perché non può essere sempre sabato, il giorno più sereno della settimana? Una potente scarica di energia positiva mi travolge, oggi non riesco a fare a meno di essere felice.
Mi trovo alla fermata dei pullman, sono in anticipo di cinque minuti dall’orario stabilito. Gwen aveva insistito a farmi conoscere Duncan, quale modo migliore durante una giornata al parco divertimenti vicino? Abbiamo organizzato un’uscita a quattro, Gwen ci tiene molto a presentarmelo nel modo più…diciamo normale. Semplice, efficace…
Non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando scoprirà che la mia amica non è potuta venire.
Ho avuto troppa paura per dirlo: Gwen non ha mai un giorno libero e non potevo sprecarlo. Purtroppo non ho amiche di riserva, mi tocca fare la figuraccia. Superato l’imbarazzo iniziale io, lei e il punk ci comporteremo come ottimi amici vero…VERO? Non sono mai stato un ragazzo ansioso, perché mi pare che sia la fine del mondo?
E poi da quello che ho capito Duncan e Gwen non stanno insieme. Mia sorella mi ha detto che quei due hanno un rapporto complicato, forse dovrei guardare Total Drama per capire meglio la loro storia.
Non importa più.
Eccola, la ragazza più splendente del mondo si dirige verso di me.
Attraversa la strada, non riesco a fare a meno di guardarla. Gwen ha come sempre un sorriso radioso, oggi indossa una semplice maglia nera senza maniche, jeans corti e stivali scuri. Se fosse stato per me, l’avrei sposata subito.
Non solo è bella da mozzare il fiato ma ha una bontà d’animo unica. Una volta ha persino preso una multa pensando che fossi in pericolo (capitolo 4), ma si trattava di una sciocchezza;  pensandoci i miei sensi di colpa mi ricordano che sono un po’ infantile. Il giorno dopo mi sono offerto di aiutarla a pagarla, ma lei ha rifiutato dicendomi di non preoccuparmi. Una ragazza come Gwen nasce una ogni mille anni.
Duncan cammina acconto a lei con sguardo deciso, anche lui ha un outfit casual; ovvero maglia grigia, jeans blu scuro strappati e scarpe dello stesso colore dei capelli.
Li saluto non appena sono più vicini. L’espressione di Gwen è così confusa da farmi sorridere e preoccupare allo stesso tempo.


POV Gwen
Sono davvero contenta di far conoscere Duncan a Lance, questo è il mio pensiero cinque minuti fa: perché è solo? Mi ha detto che avrebbe portato un'amica.
Non dirmi che…
-Ciao, Lance giusto?- dice Duncan mentre metabolizzo ciò che sta per succedere. Il violinista sorride e porge la mano.
-È un vero piacere conoscerti!- dopo che si sono stretti amichevolmente la mano, ci scambiamo un breve sguardo.
-La mia amica non è potuta venire…l’ho scoperto pochi minuti fa e non ho avuto il tempo di avvisarvi- confessa con gli occhi incollati al pavimento come se fosse un bambino. Non ci vuole un genio a capire che stia mentendo.
Prima che il mio lato irrequieto si svegli, interviene Duncan.
-Mi dispiace per la tua amica, ha perso l’opportunità di conoscere una persona straordinaria- Duncan mi guarda sorridente, per un momento non sento il marciapiede sotto i miei piedi.
-Se vuoi posso darle un mio autografo- gli do una gomitata affettuosamente, non cambierà mai.
-Andiamo?- suggerisce il punk.
-No sono venuta per vedere i pullman- il mio sarcasmo è, come sempre, scadente. Lance fa una piccola risata, non sembra forzata.
Prendiamo il primo pullman che passa e in cinque minuti siamo già arrivati a destinazione.
Di solito, in ogni parco di divertimenti che si rispetti, nei giorni festivi le file sono giganti quanto la muraglia cinese; per fortuna oggi è un comunissimo sabato e la coda non è così spaventosa.
Mi sento pronta per passare una buona giornata con i miei due amici, speriamo bene…


POV Lance
Che impressione ho su Duncan? L’ho visto solo nei volantini e in qualche pubblicità, dal vivo sembra una persona completamente diversa. Non ha l’aspetto di un delinquente, anzi gli affiderei mia nonna solo perché ha lo sguardo da bravo ragazzo. Adoro la sua cresta verde e i suoi piercing, altri punti simpatia in suo favore.
Gwen e Duncan si comportano come una coppia, si scambiano sempre dei sorrisi… La mia opinione positiva sul ragazzo cambia lentamente … no non permetterò alla mia assurda gelosia di rovinare la giornata.
Detesto essere in fila, quanto manca? Sembra che qualcuno abbia rallentato il tempo per farmi un dispetto. Non posso di certo restare in silenzio.
-Allora…conosci Pokèmon?- chiedo a Duncan. Il mio primo argomento di conversazione è (e sarà sempre) quel videogioco che tanto adoro, chi ha detto che i musicisti parlano solo di musica?
-Stai parlando con il campione della Lega di Unima e Kalos- dice fiero come se avesse compiuto un’impresa da pochi.
-Ottimo lavoro, io ne ho vinta alcuna…si quella di Kanto, Johto, Hoenn, Unima, Kalos… - non sono vanitoso ma fare buona figura su un ragazzo come Duncan ha la priorità, sembra veramente stupito dalla mia affermazione. Parliamo di come i Pokèmon hanno migliorato la nostra infanzia e adolescenza, Gwen consiglia di provare altri giochi. Non ho il tempo per appassionarmi a un’altra saga di videogiochi anche se mi piacerebbe provare qualcosa di nuovo.
Finalmente è arrivato il nostro turno alla cassa, non vedevo l’ora! Tengo in mano i tre biglietti come se fossero un trofeo che ci permettono si superare gli sportelli.
Appena entrati al parco divertimenti, non ho il tempo di assaporare l’atmosfera gioiosa che un telefono inizia a squillare.
-È il mio, scusate- dice Gwen e si allontana per un momento. Mi tocca aspettare, ho davvero voglia di salire su ogni montagna russa presente in questo parco. Meglio approfittare di questo momento per riuscire a farmi amico Duncan. Ma perché voglio esserlo a tutti costi?


POV Duncan
Dopo che Gwen si allontana con un’espressione irritata (forse al telefono è suo fratello o Lindsay), rivolgo uno sguardo a Lance.
Mi ispira fiducia e il suo talento nel suonare mi sorprende, quando mi sento annoiato o giù di morale vedo su YouTube la battaglia di violini di lui contro Courtney, un tizio l’ha pubblicato su Internet, quel video ha raggiunto un milione di visualizzazioni!
Però da quando Gwen se ne andata, Lance mi sembra triste. Pensieroso.
-Tutto bene bro?-
Lance sembra quasi stupito della mia domanda, annuisce come un ragazzino che è stato appena richiamato dal professore durante una lezione.
-Si sto bene, grazie- mi guardo attorno in cerca di argomenti di cui parlare, detesto il silenzio e all’entrata del parco non c’è molta gente.
-Come hai conosciuto Gwen?- chiedo senza motivo, in realtà non m’interessa molto.
-Vediamo…mi sono scontrato con lei il primo giorno di scuola. Mi è sembrata fin da subito una ragazza distratta, chissà che cosa stava pensando-
-L’inizio di un’amicizia destinata a durare- commento.
-Già- fa le spallucce.
-E tu che impressione hai avuto su Gwen la prima volta che l’hai vista?- ammetto che la sua domanda mi ha sorpreso. Inaspettata. Penso al giorno in cui arrivai a quella maledetta isola, fui subito colpito dallo sguardo gelido e impassibile della gotica, non le importava di apparire carina davanti alle telecamere. Ha fin da subito dimostrato di non essere una ragazza falsa e superficiale. Era davvero bella quel giorno d’estate, e adesso non è più mia.
-Non ricordo- rispondo freddamente.


POV Gwen
Ma perché Courtney mi deve stressare durante le mie vacanze estive? Non mi sembra un motivo valido quello di chiedere se conosco la posizione della nuova macchina del cafè per chiamare una persona.
Raggiungo Duncan e Lance, sono contenta che stiano parlando amichevolmente.
Non mi hanno vista, furtivamente mi dirigo verso Duncan, non ricordo di averlo mai visto spaventato (escludendo la puntata di Total Drama Action ovviamente). Voglio urlargli nell’orecchio, riuscirò a fargli questo stupido scherzo? Non appena sono abbastanza vicina ecco che quei magnifici occhi azzurri si posano su di me all’improvviso. Un vero fallimento, la prossima volta escogiterò un piano più elaborato per terrorizzarlo.
-Che cosa stai facendo Gwen?- chiede Duncan con un sorriso divertito, non ho bisogno della sua pietà.
Non voglio perdere altro tempo. Ci mettiamo d’accordo di andare su tutte le attrazioni prima che il parco divertimenti chiuda; se non fosse Estate definirei questa giornata perfetta: fa caldo e vorrei che un’ondata d'acqua fredda mi colpisse, spero che la prima montagna russa che visiteremo sarà un Water coaster.
Per mia sfortuna, la prima giostra in cui ci imbattiamo è rossa e nera e conto tre giri della morte, banale. Quando mi avvicino mi accorgo che la fila è interminabile: c’erano almeno un centinaio di persone davanti a noi in attesa per salire sull’attrazione.
Ciò non mi scoraggia, mentre Lance ha un’espressione un po’ preoccupata che cerca di nascondere con un falso sorriso.
-Non ci impiegheremo molto– dico per assicurarlo.
Dopo UN’ORA siamo arrivati sulla piattaforma di metallo, i posti dei vagoni sono a due, e te pareva. Lance si posiziona subito vicino a un giovane giapponese. Ho paura che si senta il terzo incomodo, volevo evitare situazioni come questa per ciò gli avevo chiesto se poteva portare un’amica.
I miei pensieri sono interrotti subito, la giostra parte subito a una velocità assordante. Sento un leggero capogiro, ma nulla di grave.
Non credevo fosse possibile, ma dopo una lunga discesa la velocità aumenta. Mi abbraccio a Duncan senza accorgermene, spero che non ci siano telecamere poste a bordo della giostra a sigillare il momento.
Dopo un minuto, quando la giostra si ferma, mi alzo e mi dirigo verso lo sportello d’uscita precipitosamente come se stessi scappando. Getto subito un'occhiata verso Lance per vedere se fosse bene, sembra entusiasta.
-Rifacciamolo!-
Duncan mi sussurra all’orecchio che per lui Lance è troppo infantile per avere diciassette anni: è quello che penso da sempre.

La nausea dopo la terza montagna russa mi ha colto alla sprovvista, era impossibile nascondere il mio colorito verde che si è impadronito del mio viso e il motivo per cui mi fossi nascosta nei cespugli.
Duncan e Lance hanno insistito a rimandare il nostro tour di tutte le giostre in un altro giorno, che palle. Ci siamo seduti su una panchina nell’attesa che mi riprendessi, sono così amareggiata che non m’importa cosa abbia causato la mia nausea.
Le bancarelle dei giochi con premi erano affollati, avrei sperato di passare buona parte del pomeriggio tentando di vincere pupazzi che avrei buttato una volta tornata a casa. Ho rovinato la giornata, anzi è colpa della maledizione che non mi abbandona da Settembre.
-Smettila di fare quella faccia- mi dice Duncan al mio fianco.
-Quale faccia?- chiedo bevendo un sorso d’acqua dalla bottiglietta che mi aveva appena comprato Lance.
-La tua tipica faccia imbronciata. Rovina il tuo bel viso– mi sento arrossire mentre Lance indica l’attrazione più vicina.
-Ruota panoramica?- suggerisce, l’idea di essere sospesa a una grande altezza da terra aumenta il mio senso di vomito.
-No-
-Allora che ne dite delle Giostre con i cavalli che girano?-
-Salirò su quella giostra quando Chris McLean smetterà di essere narcisista- dice fermamente Duncan.
Pare che Lance abbia già esaurito le idee. Ora cosa facciamo? Non possiamo rimanere seduti. La risposta ai miei problemi appare alla mia destra, su un enorme cartello bianco c’è scritto: “12:30 – uno spettacolo da sogno al Teatro delle Meraviglie“.
Mi alzo dalla panchina in un secondo. Insisto per andare, lo spettacolo non è ancora iniziato.
Basta il mio entusiasmo a convincere i miei amici, il teatro dove si esibiscono gli artisti da tutto il mondo è a un minuto da qui.
La platea è quasi piena, troviamo tre posti liberi vicino a una famiglia numerosa, il membro più piccolo ha gli occhi incollati sullo schermo di un telefono.
-Bah non sarà tutto sto granché, avrei preferito vedere una gara di motociclette- mormora Duncan a braccia incrociate una volta seduto.
Una voce sprizzante all'altoparlante annuncia che lo spettacolo sta per iniziare e augura buona giornata.
La musica di sottofondo diffonde allegria e coinvolge il pubblico. Entrano i protagonisti dello spettacolo con costumi sgargianti e pieni di lustrini, chissà quanto hanno pagato gli uomini a indossare quella roba.
Sono acrobati fenomenali, è come se avessero il controllo della gravità. Come facevano ad essere così energetici se io stavo morendo di caldo rimanendo ferma?
Le coreografie sono ben studiate, da semplice telespettatrice le definisco perfette. I sorrisi nascondono la stanchezza, la loro concentrazione è eccezionale.
Il bambino vicino a me sembrava ipotizzato, non era un’impresa da pochi far dimenticare il cellulare a un infante.
Ad un certo punto la scena si focalizza solo su due acrobati: una ragazza snella pallida con i capelli corti e un ragazzo robusto con la cresta verde; assomigliano a me e Duncan. Tra di loro c’è fiducia, la ragazza si fa lanciare dal collega con il sorriso stampato sul volto.
 Vorrei che ci fosse la stessa armonia tra me e Duncan…cosa ho appena pensato. Da quando l’ho incontrato al Maid Cafè a Gennaio, non ho pensato di volermi rimettere con il mio ex., poi i sentimenti che provo verso di lui si sono riaccesi senza che me accorgessi. La soluzione per me è nasconderli e continuare ad essergli amica, è difficile iniziare una relazione nello stesso mondo in cui esistono persone brave solo a insultare e puntare il dito. Dopo il reality…è meglio così.
Mi basta vederlo felice…un momento se penso queste cose sarà più difficile controllare i miei sentimenti.
Quei due acrobati non lo sapevano, ma mi stanno facendo impazzire. Cerco di concentrarmi sullo spettacolo, resisto dai miei pensieri per un’oretta.
L’ultima esibizione comprende un mangiafuoco che manipola le fiamme con estrema facilità, do un’occhiata veloce verso Duncan, sono sicura che apprezza questo pericoloso mestiere.


POV Duncan
Mi sto cagando sotto.


POV Lance
Alla fine dell’esibizione del mangiafuoco, sul palco compaiono gli artisti che hanno partecipato allo spettacolo, tutti i presenti nella platea applaudiscono acclamandoli.
È stato EPICO! Non sono mai stato particolarmente informato su questo mondo, ma questi artisti hanno risvegliato un interesse che non sapevo di avere! Quando torno a casa la prima cosa che farò sarà cercare altri spettacoli di questa compagnia!
Usciamo soddisfatti dal teatro verso l’ora di pranzo. Io, Duncan e Gwen ci fermiamo in un tavolo della zona picnic, siamo circondati dalla natura e l’aria è pulita, l’unica pecca è che le urla delle persone sulle giostre arrivano fin qui.
-Non ho fame- dichiara Gwen. La vedo stranamente triste, che cosa è successo?
-Io vado a prendere due hot dog, Lance va bene con ketchup e maionese?- chiede Duncan.
-D’accordo…- rispondo con tono poco convinto, in realtà non l’ho ascoltato. Il punk inizia la ricerca del pranzo, rimaniamo solo io e lei.
Cosa dico?
Sono anche seduto, non posso scappare.
Non volendo stare in silenzio decido di discutere sullo spettacolo appena visto, ma noto che una ragazzina e un ragazzino, forse sulla quindicina d’anni, ci osservano.
-Oh mio Dio sei Gwen!-
Non ci impiego molto a capire che si trattano di suoi fan, è diventata molto popolare dopo il reality anzi mi stupisco che abbiamo incontrato solo due ammiratori. I ragazzini si avvicinano con occhi scintillanti mentre la mia amica si sforza di sorridere senza dire nulla.
-Noi siamo tuoi fans! Abbiamo fondato un club Gwancan!- il piccolo sorriso di Gwen si spegne. Sono sicuro che quell’appellativo l’aveva messa a disagio. Il ragazzo mi lancia un’occhiataccia.
-Perché stai con lui? Devi rimetterti subito con Duncan!- dice con voce fastidiosa.
Non ne posso più.
-Andiamo via Gwen- dico alzandomi e prendendo il suo braccio. Ci allontaniamo dalla zona picnic e ci sediamo su una panchina difronte alla Torre a caduta libera, sono così concentrato sulla mia amica che non sento le urla divertite della gente.
Gwen non ha detto una parola, mi sto preoccupando.
-Tutto bene?-
-Si. Ormai sono abituata, dopo che ho mollato Duncan ho ricevuto milioni di e-mail: una metà mi ordinava di mettermi con lui, dall’altra che sono una troia- la sua voce è affranta e triste, non posso vederla in questo stato.
-Non sono gli altri a decidere con chi devi stare, sei tu!- dico quasi urlando, le mie emozioni hanno sempre il controllo su di me quando sono nervoso.
Le mie parole, nonostante siano vere, sono nate da un sentimento di egoismo: volevo tenermi Gwen per me. È da un po’ di giorni che penso a lei: era come se mi avesse stregato con il suo profumo e con il suo radioso sorriso. Ho cercato di negarlo a me stesso ma sono geloso di Duncan, non posso competere con lui.
-E poi non sei una troia ma una ragazza meravigliosa...- aggiungo sperando che la mia frase possa darle conforto. Gwen non aggiunge altro, forse non mi neanche sentito.
Sospiro. Se non è arrabbiata per il commento dei due ragazzini, c’è un solo motivo del silenzio di Gwen. Spero di sbagliarmi.
-Ti piace ancora Duncan?-
Gwen, a malincuore, annuisce. Ho fatto finta di non notarlo, ma era evidente come la luce del sole. Molto probabilmente vuole ritornare ad essere la sua ragazza ma non vuole che sia a causa di uno stupido reality.
Non so se mi sarei accontentato della sua amicizia, ma non voglio perderla.
Mi alzo dalla panchina e mi stiracchio. La luce del sole regna nel cielo ma il fastidioso calore estivo non è svanito.
-Oggi mi sono davvero divertito- inizio non riuscendo a voltarmi, non riesco a guardarla negli occhi.
-Credo che andrò ad esercitarmi al violino a casa, voglio imparare le quattro stagioni di Vivaldi entro il mese!- impossibile non notare che il mio entusiasmo sia falso.
-Lance…-
La sua voce…è come se mi stesse accarezzando.
-Saluta Duncan da parte mia, ciao!- dico e me ne vado a passi svelti, il mio cuore mi urla di correre. Voglio scappare.
Non stavo abbandonando Gwen: non è sola, c’è Duncan. Posso contagiarla con la mia allegria anche restandole amico, non è un addio.
E poi io non so neanche il suo gruppo musicale preferito, i suoi sogni, se abbia animali o fratelli.
Chissà se Duncan li conosce.


POV Gwen
Mi sento uno schifo. Non ero sicura dei sentimenti che Lance provasse per me, adesso credo di aver ricevuto conferma. Perché fra tutte le persone proprio io?
Lance è l’ultima persona al mondo che avrei voluto ferire, lo considero un prezioso amico, sono stata una stupida ad invitarlo a un’uscita con Duncan. Volevo passare un pomeriggio sereno adesso vedo tutto nero.
Con un tempismo terribile, arriva il ragazzo protagonista dei miei pensieri. Come ha fatto a trovarmi?
-Dov’è Lance?- chiede notando la sua assenza, avrei voluto che mi chiedesse come sto.
-Se ne è andato…-
-E ora chi lo mangia sto’ panino?- sembra che dia più importanza al pranzo. Per un attimo mi chiedo se gli piaccio ancora.
Ora cosa faccio? Troppe domande, poche risposte. In questo momento vorrei che qualcun altro prendesse le decisioni al posto mio come nei videogiochi. Non posso continuare a rimanere in silenzio, rischio sul serio di impazzire e di soffrire.
Mi alzo lentamente e l’abbraccio: ho bisogno del suo calore, della sua inestimabile presenza.


POV Duncan
Lascio cadere i panini e la stringo fra le mie braccia.
Io e Gwen di nuovo insieme? Questa volta impedirò ad ogni dannata telecamera di accecarci e soffocarci. Spero che nessun idiota interrompa questo momento, che ci dividano da questo abbraccio con lo scatto di una fotocamera.
-Ti amo, Duncan. Forse non ci sarà momento giusto per dirtelo- mi sussurra.
-Lo so- pronuncio quelle due parole mentre assaporo la dolcezza della felicità. Gwen non è una ragazza da buttare via, sono contento che provi ancora qualcosa per me.
Dovrei dire “anche io” ma non ci riesco, è difficile. Non dopo il mio comportamento superficiale, non la merito.
-Ma non mi sento pronta per riprovarci. Ho paura.- dice quelle parole a malincuore, è davvero carina quando mostra la sua fragilità.
-Non è per caso a causa del tuo lavoro al maid cafè?-
-Che c'entra…certo che no. Devo riparare ai miei errori e aggiustare la mia vita…non capiresti-
-Aspetterò anche cent’anni-

 

👑💎 Angolo autrice 💎👑
Con la frase di Lance “Non sono gli altri a decidere con chi devi stare, sei tu“ ho voluto chiarire il rapporto di Duncan e Gwen in questa storia: non è forzato, cioè  non devono stare insieme per popolarità ma durante il reality la gotica ha sviluppato un forte sentimento per il punk che non poteva risplendere in televisione.
E poi c’è anche il segreto di Gwen con cui Chris la ricatta (per chi non l’avesse capito, ma che lo faccio sottintendere nel capitolo 0 con una frase di Chef quindi non è “spoiler”, Duncan e Gwen…ehm…fanno cose perché ubriachi nell’ultima stagione del reality e vengono ripresi da una telecamera…).

Scusate per l’enorme ritardo e per la scena romantica…non so proprio scrivere queste cose…vi chiedo perdono in ginocchio. Tralasciando ciò spero che sia stato un capitolo piacevole da leggere.
🍩aggiornamento il prossimo mercoledì, 27 novembre🍩

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Capitolo 15
*** 🍩Capitolo 13🍩 ***


(Per i miei "inaspettati" aggiornamenti, forse non hai letto il capitolo precedente pubblicato questo lunedì 25, recupelalo!)
 

Maid Cafè
🍩Capitolo 13🍩

14 Settembre 2014, domenica

Total Drama l’Isola Pahkithet si è concluso da più di mese con la vittoria di Shawn ma i concorrenti sono ritornati alle proprie vite solo oggi, infatti per la produzione è stato molto difficile ritrovarli dopo il lancio del cannone della vergogna.
Tutto lo staff del Princess Cafè (Courtney, Gwen, Anne Maria, Serena, Marta, Carrie, Kitty e Lindslay) attendeva sulla soglia del locale la loro amica con sparacoriandoli colorati e uno striscione con su scritto “Welcome back Sammy".
Aveva l’aria di essere un caloroso benvenuto, invece se si guardava con più attenzione i volti delle ragazze si poteva notare il loro turbamento. Avevano scoperto, a causa del reality, la difficile situazione di Sammy,: quest’ultima avrebbe potuto confidarsi con le amiche invece aveva scelto di nasconderlo.
Era la prima volta che Gwen vedeva le maid con abiti normali. Insieme all’outfit sportivo di Kitty, la protagonista notò anche che ella aveva con sé un cuscino, molto probabilmente portato da casa. “Cosa ha intenzione di fare Kitty con un cuscino?” pensò Gwen.
L’unica che ignorava il motivo per cui le maid si fossero riunite alle sette del mattino di Domenica era Lindsay.
-Chi è Sammy?- chiese la bionda notando lo striscione.
-Occhi verdi, bionda, carina, snella, labbra chiare…anzi no ora si mette il rossetto…ha un nuovo look- rispose Kitty non nascondendo il suo stato d’animo: l'invidia verso Jasmine si era trasformato in nervosismo.
Un pullman si fermò a due isolati di distanza dal maid cafè, scese una giovane ragazza dai capelli biondi e occhi verdi, le ragazze la riconobbero.
Sammy, non potendo far tardare ancora di più l’inevitabile, si diresse a piccoli passi verso il suo posto di lavoro. Quando il giorno prima aveva ricevuto il messaggio di Courtney che l’avvertiva che ci avrebbe pensato lo staff del Princess Cafè a riaccoglierla, si mise a piangere. Non poteva rifiutare, la gentilezza delle sue colleghe che considerava buone amiche era un tesoro per lei.
Sammy si fermò a metà strada, sul viso era impresso lo stesso sguardo da vittima che l’aveva accompagnata all’inizio del reality. Nessuna seppe che cosa fare.
Kitty le corse incontro con il cuscino di piume, l’aveva portato unicamente per sfogare la sua rabbia sull’amica senza farle male.
-Perché non ci hai detto che hai una sorella gemella che ti tratta di merda!? Sono la tua migliore amica dannazione! Per te farei di tutto!-
Sammy sospirò, non riusciva a innalzare lo sguardo o difendersi dalla rabbia di Kitty. Non meritava un’amica del genere.
L’asiatica fece cadere il cuscino e prese l’amica per le spalle scuotendola chiedendo spiegazioni, la bionda continuava a guardare per terra.
-Ho deciso di diventare una maid per starle lontano, il reality avrebbe dovuto sancire la mia liberazione ma invece…sono al punto di partenza- le altre ragazze raggiunsero le due amiche e rimasero in silenzio.
-Ora tutto il mondo sa che sono una fallita- disse con un filo di voce Sammy, non riuscì a trattenere le sue lacrime. La protagonista non sopportava di vedere una sua amica piangere.
Courtney aveva fatto due passi in direzione della bionda quando vide Gwen sfrecciare verso quest’ultima.
Fu la prima volta che abbracciò Sammy.
Kitty si fece da parte: sperò che Gwen potesse consolarla perché lei non ne era in grado in quel momento in preda alle emozioni negative.
-Tu non sei sbadata, tu non sei una fallita- iniziò la gotica convinta sentendo la manica destra della sua maglia inumidirsi.
-Tu sei Sammy. S-A-M-M-Y. Non sei una copia, non sei una Amy di serie B: tu sei la ragazza più adorabile che abbia mai conosciuto; ma non devi mostrare il tuo carattere a gente che non se lo merita, per cui scatena il tuo lato malvagio che si è svegliato nel reality e…falla fuori dalla tua vita- le cameriere del maid cafè si stupirono dall’affetto che dimostrò Gwen, persino quest’ultima era sorpresa da sé stessa. Era ciò che pensava, non pensava che avrebbe trovato le parole giuste al primo tentativo.
-Comunque sono fiera di te per la tua vendetta!- disse con tono soddisfatto che riuscì a far sorridere Sammy.
-Grazie…grazie…- la bionda appoggiò tutta la sua testa sulla spalla della gotica e continuò a piangere senza riuscire a smettere, Gwen non la spinse via.
Anne Marie, Courtney, Serena e Carrie si avvicinarono per farla sentire a casa. Marta rimase in disparte insieme a una confusa Lindsay che non aveva ancora capito chi fosse Sammy.
-Sei meglio di quella Amy, e se te lo dico io che sono il top dei top è vero!- Anne Marie aveva uno strano modo per risollevare il morale alle persone, ma Sammy apprezzò il gesto.
-Scommetto che tua sorella è circondata da persone che la odiano mentre noi ti vogliamo un bene dell’anima- affermò Carrie con voce decisa e premurosa.
Sammy non era più turbata dai sentimenti negativi: le sue amiche l'avevano liberata.
-Ah Courtney devo dirti una cosa…- disse la bionda completamente ripresa, l’ispanica sollevò un sopracciglio sentendosi chiamare.
-Per farmi perdonare per la mia assenza ho portato con me una nuova cameriera- Sammy aveva ottenuto il completo interesse del suo capo.
-Chi?- -Una concorrente del reality molto adatta per fare la maid, credo-
Con addosso un grembiule da cameriera rosa e un sorriso radioso, fece la sua comparsa una ex concorrente dell’ultimo reality di Chris McLean, attraversò la strada di corsa non preoccupandosi delle macchine che sfrecciavano a tutta velocità.
-Sono contenta di essere venuta con te, sarà mia grande gioia lavorare in questo maid cafè!-
Ella si mostrò come era apparsa in tv, cioè un’adorabile ragazza che amava cantare. Le cameriere del Princess Cafè, colte dalla sprovvista, non seppero commentare il nuovo arrivo.
-Ehm…grazie una cameriera in più ci farà comodo, credo- disse Courtney anche lei stupita. Avendo guardato il reality, doveva decidere se fosse un vantaggio o uno fastidio avere una ragazza come Ella fra le sue dipendenti.
-Benvenuta Ella…ehm…i-io vado preparare la torta per la nostra Sammy!- disse Carrie all’improvviso, Gwen se ne era completamente dimenticata.
-Mi avete preparato una torta?- domandò la ragazza con gli occhi verdi felice.
-Si! Andiamo a festeggiare all’interno!- propose una radiosa Serena, poi porse la sua mano verso Ella come segno di amicizia.
-Sono Serena, quando saremmo all'interno del maid cafè ti presento per bene le altre!-
-Ragazze! Ho una domanda…- urlò Lindsay, una volta guadagnata l’attenzione delle altre proseguì: -Ma chi è Sammy?-

 

15 Settembre 2014, Lunedì

Molti clienti del Princess Cafè furono felici di rivedere Sammy e contenti di conoscere una nuova cameriera in grado di rallegrare le loro giornate. La ragazza dal vestito rosa sembrava davvero felice quando prendeva le ordinazioni.
Ella fece amicizia molto velocemente con Lindsay durante una piccola pausa.
-Sei stata una delle mie preferite in Total Drama Tour, hai una voce meravigliosa!- disse Ella con entusiasmo.
-Io? Cantavo in playback, i produttori hanno detto che la mia voce avrebbe potuto uccidere…chissà che cosa intendevano- spiegò la bionda.
Gwen non aveva molta voglia di conoscere la nuova collega, quel giorno il locale era pieno quindi sommersa dal lavoro. Sorridere ed essere gentile si era rilevato uno sforzo molto faticoso.
-Le consiglio di ordinare i bignè, abbiamo inventato una nuova ricetta- consigliò la gotica a una ragazza con le lentiggini, almeno il lavoro da maid le aveva insegnato ad apparire meno scontrosa del solito.
All’improvviso Courtney si precipitò in sala con un enorme scatola di cartone in mano, sembrava molto arrabbiata.
-Oggi è il Nekomimi Day, perché non me lo avete ricordato?- urlò l’ispanica nonostante fossero presenti una ventina di clienti. Il maid cafè era il luogo ideale per chi voleva passare del tempo libero in serenità, per questo le grida erano vietate; un’altra regola che Courtney poteva infrangere essendo il capo.
-Che vuol dire Nekomini?- chiese Lindsay mentre versò, senza guardare, del thè nella tazza di un cliente.
Courtney rispose mostrando una frontiera con delle orecchie da gatto presa dalla scatola.
La protagonista questa volta sarebbe scappata sul serio pur di tutelare la propria dignità: era troppo. È stata travestita da cervo e ripresa da telecamere una volta, perché il suo Karma la stava ancora punendo?
-Hai copiato questo giorno speciale dall’anime Kaichu wa maid sama non è vero?- fece notare Sammy al capo.
-Shhh- la zittì.
-Sono meravigliose Courtney!- commentò Ella gioiosa, nella testa di Gwen quell'esclamazione suonò come una cantilena; nel frattempo quest’ultima si diresse a piccoli passi verso l’uscita.
-Sono miss Court e ricordati che sono il tuo capo, Ella…a proposito hai deciso il tuo nome da maid?- chiese mentre la mora pensò a una nuova strofa per risponderle.
-Vorrei avere un nome da principessa anche se già così mi sento una campionessa!- cantò. Gwen aveva raggiunto la porta ma per qualche strano motivo era chiusa a chiave.
-Ma che cazz…-
-Gwen vieni a prendere le tue orecchie!- cinguettò l’ispanica non smettendo di sorridere. A Gwen capitarono le orecchie da gatto di pizzo, chissà in quale negozio Courtney le aveva comprate….
-Dobbiamo semplicemente indossare questi cosi? Possiamo farne a meno, insomma cosa cambia?!- si lamentò Gwen.
-Ho speso 10 dollari per questi cerchietti, perciò indossali e torna al lavoro se non vuoi che telefoni a Chris…- Courtney non s’impegnava nemmeno a nascondere la sua sadica felicità, si divertiva molto a torturare l’ex amica.
Gwen si arrese e le indossò promettendosi di vendicarsi, era ora di tornare al lavoro. Ma prima dedicò un piccolo sguardo a Sammy: Gwen sorrise dolcemente quando la notò sorridente mentre illustrava le novità del menù a una coppia di giovani fidanzati. Se Sammy avesse continuato a sorridere, la protagonista sapeva che un giorno la gemella sottomessa sparirà per sempre dal copione della sua vita.
Avrebbe voluto che tutti i suoi amici sconfiggessero i propri demoni e ricucissero le proprie cicatrici.
 

16 Settembre 2014, Martedì

Sky non era mai stata una ragazza rancorosa ma da quando era tornata dal reality non aveva sorriso. Il suo orgoglio era stato macchiato nel reality, telespettatori del suo fallimento fu mezzo mondo.
Gwen, conoscendola molto bene, non poteva fare nulla per aiutarla: solo il tempo le avrebbe restituito la solare Sky.
-Fra un mese ho quella gara di corsa a scuola, ricordi?- chiese la mora con tono freddo mentre si dirigeva verso l'uscita della scuola con Gwen, la campanella era appena suonata e le lezioni si conclusero con l’enorme gioia degli studenti.
-Si, verrò a fare il tifo per te…- disse Gwen con tono triste, di solito Sky era sempre entusiasta quando c'era una gara; sapeva che Total Drama avrebbe portato solo insoddisfazione nella vita di Sky.
-Puoi chiedere a Dawn se vuole venire?- le due amiche erano uscite dall'edificio scolastico, Sky osservò il cielo, era nuvoloso.
-Non vuoi avvicinarti perché non vuoi che legga la tua aura?- azzardò a domandare Gwen non trovando altri motivi del perché Sky non lo chiedesse personalmente a Dawn.
La mora non sembrava arrabbiata, le rivolse un’espressione stanca.
-Non è per quello, sono indaffarata. Senti lo so che sembro depressa negli ultimi giorni, ma mi ci vuole solo più tempo per riprendermi. Riguardo a te…ti vedo troppo felice, ti sei rimessa con Duncan?- prima che potesse rispondere, la sorella di Sky si fece notare per accompagnare l’atleta a casa.
Gwen salutò entrambe e rimase ferma. A causa di uno sciopero dei pullman, la gotica doveva aspettare l’arrivo della madre che aveva appena superato l’esame per la patente.

La scuola era deserta, ma il silenzio non la spaventava. Si diresse verso il giardino con le mani in tasca cercando qualcosa da fare. Il giardino era incredibilmente pulito, si accorse che non era sola.
Vide Dawn camminare insieme a B, un ex concorrente della quarta stagione di Total drama: erano uniti da una silenziosa amicizia.
Quando Gwen decise di raggiungerli, vide Cameron dirigersi verso di loro camminando a passo svelto e con uno sguardo sicuro. Persino un cretino si sarebbe accorto che aveva intenzione di dichiararsi.
-Merda!- esclamò Gwen: si era completamente dimenticata di chiedere a Dawn se il suo amore per Scott fosse ancora accesso.
Cameron parlottò qualcosa a B e quest’ultimo e ne andò con le mani in tasca con l’atteggiamento tranquillo di sempre. Gwen approfittò di questo piccolo lasso di tempo per avvicinarsi, si nasconde dietro a un cespuglio.
-Ciao Dawn…hai cinque minuti liberi?-
-Si, quale buon vento ti porta?-
Cameron, con la fronte tempestata di sudore, iniziò a parlare.
-Non so da dove iniziare…tu sei una dea ai miei occhi, t-tu sei perfetta- era evidente che Cameron non si fosse mai dichiarato in vita sua, ma Dawn non rise di lui.
-Non lo sono, una volta ho sbagliato a leggere l’aura di mio zio*. Dovrebbe essere in prigione, ma io l’ho sostenuto- disse Dawn triste.
Cameron non l'aveva nemmeno sentita impegnato a raccogliere il suo coraggio, ormai aveva deciso altrimenti questo rimorso l’avrebbe tormentato per tutte le sere.
-Dawn tu mi piaci…anzi credo di essermi innamorato di te- Raggio di Luna regalò uno dei suoi migliori sorrisi a Cameron, il cuore di quest’ultimo urlò di gioia. Gwen sapeva perché il sorriso di Dawn fosse così luminoso: no perché era innamorata del nerd ma per il fatto che Cameron amava la bionda nello stesso modo in cui lei amava Scott. Era un amore non corrisposto.
-Forse non ci siamo parlati molto e ogni volta che ti vedevo mi nascondevo dietro Gwen ma…non riesco a far a meno di pensare a te- continuò il nerd.
-Cam…mi dispiace ma non posso ricambiare i tuoi sentimenti-
Il diciasettenne sentì il suo cuore sgretolarsi, non sapendo come affrontare il rifiuto scappò.

Gwen non poteva più essere uno spettatore invadente: doveva intervenire. In quel momento il suo istinto le ordinò di seguire Cameron. Aveva di nuovo preferito qualcun altro alla sua migliore amica, ma il nerd aveva un carattere molto fragile.
Dawn aveva già avvertito l’aura di Gwen nei paraggi, sapeva che il ragazzo avrebbe presto ricevuto conforto.
-Cameron!- Gwen riuscì a raggiungerlo all’entrata della scuola.
-Gwen…- il sollievo di rivedere la sua migliore amica gli diede un attimo di sollievo.
-Mi dispiace per Dawn- la gotica subito si pentì delle parole dette: aveva appena dichiarato di sapere che cosa fosse successo. Cameron era molto intelligente.
-S-Sapevi tutto?- il silenzio della gotica valeva mille parole.
-Lo sapevi?! Per tutto questo tempo?! Io mi fidavo di te, sei la mia migliore amica!- Cameron era basso di statura e aveva una voce tipica delle prede, ma questo non rese ridicolo la sua rabbia/ il suo sfogo agli occhi di Gwen.
-E’ da un po’ di tempo che ti comporti in modo strano con me, anche prima di scoprire la mia cotta per Dawn. Se non è l'amore nei miei confronti il problema, qual è?!- Cameron disse quelle parole provando un sentimento di enorme sconforto.
Gwen non poteva perdere Cameron, gli voleva un bene dell’anima. Aveva giurato a sé stessa di proteggerlo, di non ferirlo. In quel momento si ricordò di una frase di Duncan “Per i tuoi amici faresti qualsiasi cosa non è vero?”.
Era vero.
Anche ammettere i suoi errori più gravi.
-Ho fatto una cosa orribile e una cazzata durante il reality, qualcuno l'ha scoperto e…mi sono ricordata del mio più grande errore. Ero ubriaca e…insomma…ho detto cose che non penso ma…- quando vide gli occhi di Gwen luccicare di tristezza, Cameron la fermò.
-Gwen…non voglio sapere che cosa hai fatto-
-Cosa?-
-Non m’interessa. Voglio sapere solo una cosa, siamo amici?-
-Certo!- affermò senza esitazione.
-Allora mi sento molto meglio- disse Cameron lasciando Gwen spiazzata.
Bastò davvero così poco? La sua affermazione l’aveva aiutato? Un momento prima Cameron era preda alla disperazione, ora appariva tranquillo.
-Sul serio, stai bene?-

-Si…almeno il rifiuto di Dawn mi ha dato la conferma che tu sei mia amica, forse è più importante. Io…sono confuso questo non posso negarlo ma…m-ma grazie di essermi vicino…- Cameron liberò un triste pianto, la gotica l’abbracciò dimostrando il suo affetto più sincero.

Gwen avrebbe avuto grosse difficoltà a dimenticare il suo più grande errore, ma si sarebbe sempre ricordata che Cameron era il suo migliore amico.

 

*nella wiki inglese a Dawn c’è scritto “La sua figuraccia più grande è stata sbagliare l'aura di suo zio.”


👑💎 Angolo autrice 💎👑
In questo capitolo Gwen consola Sammy dimostrando affetto e rafforza la sua amicizia con Cameron, se scrivessi titoli per i capitoli questo si sarebbe intitolato senza alcun dubbio Amicizia.
Non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, molto probabilmente agli inizi di Dicembre. Anzi meglio non fare previsioni che si rivelano sempre sbagliate…..se mi fisso una data non mi spiccio più….controllate per sabato 7 dicembre!
…grazie infinite a chi mi ha seguito fin qui!
P.S.: il mio obbiettivo è pubblicare altri 4 capitoli entro la fine del 2019, per cui aspettatevi molti aggiornamenti a Dicembre! (per esempio può capitare che pubblichi gli ultimi 3 capitoli nelle ultime due settimane del mese prossimo, vorrei sfruttare le vacanze natalizie per scrivere meglio!).
P.S.n.2: la parte delle orecchie di gatto l'ho scritta oggi,  mi sono dimenticata di far torturare Courtney la nostra povera Gwen muahahahah.

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Capitolo 16
*** 🍫Capitolo 14🍫 ***


Maid cafè
🍫Capitolo 14🍫

 

6 Novembre 2014, Giovedì

Gwen stava aiutando Serena a lavare i piatti quando Sammy arrivò in cucina per avvisarle che era appena iniziata una riunione per parlare dei problemi del locale. Gwen si lavò le mani mentre Serena stava già formulando le prime ipotesi.
-A questo punto l’aumento è impensabile, questo posto va lentamente a pezzi. Molto probabilmente allungherà i turni- espose mentre Gwen si avvicinò alla porta per andarsene insieme con la cuoca.
-Non licenzierà nessuno, forse forse forse vuole comunicarci che il tuo tempo qui è scaduto- Gwen si bloccò: nonostante il suo più grande desiderio sia togliersi per sempre la divisa da cameriera, sarebbe stata un mostro abbandonare ad Sammy: la ragazza dagli occhi verdi aveva bisogno di tutto l’appoggio possibile…anche se starle accanto come cliente non era una cattiva idea.
Serena e Gwen raggiunsero le altre cameriere nella sala principale del locale e non potevano fare a meno di notare i loro volti contaminati dalla stessa emozione: preoccupazione (tranne quello di Marta). La protagonista condivise il sentimento nonostante abbia sempre affermato di odiare il maid cafè.
-Ragazze c’è una cosa di cui vi devo parlare e ve lo dico ora che ci siete tutte- comunicò Courtney, seduta sopra un tavolo per ricevere l’attenzione di tutte.
-Prima di tutto l'Hello Kitty Day è stato un successo, brave- non era tipico di Courtney fare complimenti, da ciò Gwen dedusse che la situazione era più seria del previsto. La perfettina sospirò.
-Vi ho convocate perché…abbiamo problemi economici. Gravi- Carrie e Kitty furono le uniche a mormorare qualcosa fra di loro a bassa voce.
-A Luglio mi sono accorta per la prima volta dei debiti, pensavo che me la sarei cavata ma…siamo a Novembre e invece di sparire sono aumentati. Non so come gestirli- Courtney fece una breve pausa, giusto il tempo per sospirare di nuovo amareggiata.
-Non voglio chiudere, non dopo l’impegno e il sangue che ho versato. Non ho rinunciato al mio sogno di diventare avvocato per perdere questo locale. Se non attireremo nuovi clienti mi troverò un altro lavoro che mi faccia guadagnare in fretta-
“Non vorrà mica…” pensò terrorizzata Gwen.
-Ehi ehi ehi tengo a questo posto quanto te! Se farai la disperata, ti seguirò- disse fermamente Anne Marie. Ella e Lindsay non capirono di cosa stessero parlando, troppo ingenue per capire.
Era tutto assurdo.
Non poteva essere vero, Courtney non poteva essere così disperata.
-Ma che cazzo state dicendo?!- disse Carrie, era la prima volta che Gwen sentiva una parolaccia provenire dalle sue labbra.
-Vi rendete conto di cosa state dicendo?! Troveremo una soluzione senza che qualcuna vada in strada! Siamo una squadra, una famiglia!- urlò la giovane bionda trattenendo le lacrime.
La rabbia della delicata Carrie spezzò il silenzio ma nessuna sapeva cosa dire, persino Marta che si comportava come un blocco di ghiaccio era sorpresa dalla reazione della bionda.
-Scusate…-
Courtney non mostrava mai il suo lato fragile, ma non fece nulla per impedire alla sua corazza di sicurezze di crollare.
-Scusate- ripeté debolmente per poi lasciarsi travolgere da un disperato pianto.

Per lo staff del maid cafè non c’era modo peggiore per concludere la giornata, avrebbero voluto restare per donare sostegno al loro capo ma i loro impegni personali avevano la precedenza.
Gwen fu l’ultima a cambiarsi. Anche se il suo turno era finito, desiderava rimanere nella stravagante caffetteria. Era confusa: sarebbe dovuta essere felice della possibile chiusura del locale ma allo stesso tempo le dispiaceva. Courtney non meritava di affrontare questa difficile situazione, purtroppo al mondo d’oggi l’unica cosa che conta è il denaro.
Dato che Gwen non sapeva come far piovere soldi dal cielo, cosa poteva fare per il suo capo? Indubbiamente Courtney aveva bisogno di distrarsi, uscire: ossessionarsi sui debiti non avrebbe risolto nulla ma avrebbe peggiorato il suo umore. Pensando ciò si ricordò il suo impegno di sabato.
-Courtney…- disse Gwen dopo essersi avvicinata al suo capo.
-Che ne dici di venire con me a vedere una gara di corsa questo sabato?- come diceva sempre sua madre, tentar non nuoce.
-Cosa?- Courtney, anche se lo nascondeva, era piacevolmente stupita.
-Ogni volta che io e le altre maid ti proponiamo di uscire e svagarti tu rifiuti sempre. Se questa volta non vieni con me ti trascino per i capelli- continuò Gwen. Perché sentiva il bisogno di aiutare questa ragazza? La loro amicizia era morta e sepolta.
-Mi annoierò…uff va bene non mi va di ucciderti perché hai rovinato i miei capelli perfetti- la gotica era più stupita del previsto per la sua risposta positiva.
-E poi non sapevo che voi maid vi frequentiate dal locale- aggiunse l'ispanica.
-Senza la divisa gothic lolita esco volentieri con Carrie, Sammy e Kitty, quest'ultima non se la toglie mai-
-Non avevo dubbi- Courtney sorrise.
 

8 Novembre 2014, Sabato

Gwen attendeva il capo da una decina di minuti alla fermata dei pullman vicino casa sua.
Se fosse stata lei in ritardo, Courtney l'avrebbe tempestata di messaggi; invece la gotica aspettava tranquilla. Quando aveva invitato l'ispanica non aveva pensato che avrebbe dovuto nascondere la sua preoccupazione per il destino del Princess Cafè, per fortuna Gwen aveva imparato a mostrare sorrisi falsi (tranne nel maid cafè in cui trionfa l’odio sul suo viso).
Prima di controllare se avesse scritto giusto il luogo d’incontro, vide Courtney che la stava salutando da lontano. Non c'erano tracce di sconforto di venerdì sul suo viso; sembrava completamente diversa, solare. Inoltre appariva più alta, merito di quelle zeppe nuove color d’oro.
-Andiamo?-
-Dobbiamo aspettare il pullman- le ricordò Gwen.  Non seppe spiegarsi il perché ma sentiva la strana sensazione di essere osservata. Si voltò allarmata ma non c’era nessuno.
-Cosa c'è?- domandò Courtney.
-Pensavo che qualcuno ci stesse seguendo…-
-Sei solo molto stressata, dovrei darti le ferie- commentò l’ispanica stranamente rilassata.
Gwen aveva sentito la mancanza della seconda personalità di Courtney, ovvero tranquilla e amichevole; indubbiamente preferiva questa rispetto a quella competitiva e irascibile.

Courtney e Gwen ci impiegarono dieci minuti per raggiungere la scuola della gotica. Il campo dell’Otonashi Hight School era il migliore di tutto il Canada, un atleta non avrebbe notato differenza fra questo e quello delle olimpiadi.
In quel giorno si sarebbe svolta una semplice corsa su un campo di 200 metri fra gli studenti di diverse scuole, ma per una dei presenti rappresentava un nuovo inizio.
Sky era sulla linea di partenza insieme ad altri dieci corridoi, per l’occasione indossò una bandana celeste che apparteneva sua sorella, atleta olimpionica; la mora non pensava che l’avrebbe messa per un’occasione del genere. Oggi Sky doveva vincere per sé stessa per cancellare la figuraccia fatta nel reality.
Gwen e Courtney presero posto nella tribuna, in una scuola con la miglior pista di corsa non poteva di certo mancare un ampio spazio in cui gli studenti potessero fare il tifo.
Quando Sky notò l'amica dalla linea del traguardo, le mostrò un sorriso sicuro: doveva vincere a tutti i costi.
-Si tratta di una corsa tra le varie scuole, se Sky vince sarà una buona vittoria per l’immagine della mia scuola…no in realtà le nostre scuole sono rivali e ci sono sempre sfide di questo genere- spiegò Gwen all’ispanica.
-Ovunque vada c’è sempre rivalità e odio. Speriamo che questa gara non sia noiosa- disse Courtney, non era mai stata interessata allo sport ma era piacevole stare all’aria aperta.
 Il fischio di un uomo sancì l'inizio della corsa. Sky si distinse fin da subito: non intendeva cedere il primo posto a nessuno. Doveva arrivare al traguardo prima di tutti, una scarica di adrenalina sconfisse la fatica che provava. Aveva bisogno di vincere.
Correre era la sua linfa vitale. La faceva sentire viva.
-Ma quanto è veloce la tua amica…- commentò Courtney davvero sorpresa. Gwen non tolse gli occhi da Sky, rapida come un fulmine. 
Dopo un po’, Sky tagliò il traguardo lasciando gli altri corridoi a metri di distanza indietro. La mora era soddisfatta di sè stessa come non lo era mai stata.
"Ce l'ha fatta, questa è solo la prima vittoria di una lunga serie!" pensò Sky felice.
La folla composta dagli studenti della scuola esultò. Gwen applaudì fino a quando le sue mani divennero rosse. Era contenta per l’amica: quella vittoria l’avrebbe aiutata a dimenticare la medaglia d’argento vinta in Total Drama.
Il giudice decretò Sky vincitrice e le consegnò una medaglia, il preside dell’Ohashi Hight School si tolse la maglietta (nel mese di Novembre) e si esibì in un ballo strampalato contento per la vittoria di una sua studentessa, evento che doveva essere ripreso con il cellulare.
Dopo un po’ tutti se ne andarono e rimasero solo le due ragazze.
-Grazie, avevo bisogno un po’ d’aria fresca- ammise Courtney. -La giornata non è finita- Gwen le mostrò un sorriso da sfida.
-Cosa?-
-Aspettiamo Sky e andiamo a fare un giro in città-
-Ma Lance mi aspetta a casa…-
-L’ho sentito prima e mi ha detto che usciva con degli amici… - in realtà era una bugia, ma sapeva che il giovane violinista avrebbe giocato ai videogiochi mentre aspettava la sorella e ciò gli avrebbe fatto perdere la cognizione del tempo.
Sky ci aveva impiegato poco per farsi una doccia e vestirsi, ma si era dimenticata di togliere la bandana celeste piena di sudore. Sapeva lo scopo della gotica, il piano “far divertire una vecchia amica” (Gwen non poteva di certo dirle che era il suo capo!) era iniziato.
-Piacere sono Sky, vedrai ti divertirai molto Courtney!-
-Prima tappa, pullman!- annunciò Gwen allegra.
L’ispanica era un po’ confusa ma apprezzò lo sforzo della sua ex amica di farle passare un buon pomeriggio.

Quando il giorno primo Gwen aveva preparato il programma per la giornata successiva, non aveva calcolato la lentezza dei mezzi pubblici. Se solo il suo motorino avesse tre posti invece di due. Quando le gambe delle tre ragazze si stavano iniziando ad addormentare, il mezzo pubblico arrivò.
Il pullman era vuoto, se fosse stato pieno Gwen molto probabilmente non avrebbe mai notato due persone famigliari.
Gwen si diresse alla fine del bus, Sky e Courtney la seguirono dopo aver timbrato il biglietto.
-Ciao Trent…- salutò la gotica, il chitarrista era sorpreso di vederla.
-Ciao!-
-…ciao Marta- disse Gwen con voce spenta; Trent pensò che questo cambiamento fosse dovuto alla loro passata relazione, invece il motivo era un altro e serio.
Gwen non aveva mai visto Marta e Trent insieme, si chiese che tipo di coppia fossero. La gotica sperò che il suo amico lasciasse presto la mora conoscendo il suo segreto.
Sky si presentò mentre Trent notò una vecchia amica.
-Ciao Courtney! Da quanto tempo!- disse allegramente quando la vide.
-Eh già, ti vedo in forma!- dichiarò la perfettina, Gwen fu sorpresa dal suo comportamento amichevole: stava recitando con la parte della maid cordiale o era semplicemente felice di vederlo?
-Perché non sei venuta alla cena?- chiese Trent all'ispanica riferendosi all'incontro degli ex concorrenti di Total Drama Island al ristorante Beckta Dining and Wine (capitolo 10).
-Avevo da fare- era la verità.
Poteva sembrare un semplice incontro casuale fra vecchi amici, ma Gwen non riusciva a non lanciare occhiatacce a Marta, quest’ultima se ne accorse ma inizialmente fece finta di niente.
-Courtney stai bene? Giovedì mi sei sembrata molto agitata- domandò Marta. -Si sto meglio, grazie- all’interno del maid cafè la mora non aveva mostrato empatia, forse vuole fare bella figura davanti al suo ragazzo, pensò Courtney.
-Allora dove siete dirette?- chiese Trent.
-Non lo so… Gwen e Sky mi hanno rapito- il chitarrista rivolse uno sguardo curioso verso le due ragazze.
-È un segreto!- rispose l’atleta emozionata come una bambina i cui genitori avevano promesso di accompagnare al Luna Park.
-Forte! Io e Marta stiamo andando a casa di un amico a guardarci la quarta stagione di Game of Thrones tutt'un fiato. Voi l’avete vista?-
-Io si- disse Courtney, chi l’avrebbe detto che potesse piacerle una serie dark fantasy, pensò Gwen.
-Anche io la sto vedendo, inoltre mi sto recuperando tutte le stagioni di How I met your mother- intervenne Sky.
Gwen conosceva entrambe le serie ma non aveva avuto tempo di guardarle (Dannato McLean).
-Che ne pensate…-
-Ehy io che non ho mai tempo per le serie tv non voglio spoiler!- intervenne Gwen sorridendo.
-A me invece non va di parlare, Gwen andiamo a quei posti liberi- prima che potesse dire qualcosa, Marta trascinò la gotica dall’altra parte del pullman ai posti vicino al conducente.

Mentre Sky, Trent e Courtney discutevano di Game Of Thrones, Gwen si preparò ad affrontare Marta.
-Perché ho l’impressione che ti stia antipatica, Nives?- domandò Marta con sguardo minaccioso e tenero allo stesso tempo.
-Conosco il tuo problema- affermò freddamente e osservò con attenzione gli occhi di Marta: erano leggermente arrossati. Non poteva parlare di ciò nel Princess Cafè, non voleva far preoccupare le altre cameriere.
-Non mi stupisco, Leshwana non sa mantenere i segreti-
-Allora ciò che mi ha detto Carrie riguardo al fatto che lavori al Maid Cafè per essere indipendente è una cazzata-
-Complimenti Sherlock, vuoi un premio?- Marta le ricordava Heather nella prima stagione del reality: perfida e impassibile. La protagonista aveva imparato come affrontare persone del genere, prima di tutto non doveva lasciarsi intimorire.
-Se fai soffrire Trent giuro che ti farò passare i giorni peggiori della tua vita-
-Nel reality eri più brava con le minacce, e poi non l’ho mollato io davanti a milione di persone- Gwen detestava il fatto che quella provocazione fosse basata sulla verità, ma non sarebbe caduta nella sua trappola.
-Almeno io non voglio coinvolgerlo in ciò che gli rovinerà la vita-
-Gwen ascolta non voglio che Trent assuma droga come me, anzi lui non deve saperlo- in quel momento la gotica, accecata dall’odio, non capì se stesse dicendo la verità o se stesse mentendo.
-Non ho mai detto che penso che tu voglia coinvolgere Trent- fece notare la gotica.
-L’ho intuito, Leshwana è così brava a sparlare della gente come a prendere chili. Forse dovrei essere io Sherlock- la gotica non aveva passato molto tempo con Marta nel maid cafè, solo adesso si accorse che era una persona che era meglio da evitare. Come aveva fatto a far innamorare Trent?
Il pullman si fermò, Gwen guardò il finestrino e si allarmò.
-É la tua fermata?- chiese Marta.
-COURTNEY, SKY SCENDIAMO!- urlò Gwen, non ebbe il tempo di finire il discorso con la mora o salutare Trent che dovette scendere in fretta. L’ispanica e l’atleta raggiunsero le porte in fretta.
-Ti auguro un buon pomeriggio, Nives- disse Marta quando le porte del pullman si chiusero.

C’è chi definisce la città nel mese di Novembre come fredda e monotona, invece inizia a risplendere nell’attesa del giorno più magico dell’anno, ovvero il Natale. La gente aveva iniziato a decorare gli alberi con luci luccicanti e decorare i propri negozi.
-Gwen lo so che cinque minuti da sola con Marta non siano una gioia, ma ti vedo molto inquieta tutto bene?- domandò Courtney. Gwen non voleva rovinare il pomeriggio con le sue paranoie, avrebbe finto di stare bene se fosse stato necessario.
-Si non preoccuparti-
-Ma chi è questa Marta-
-Una nostra conoscente…ma dove mi state portando!?- Sky e Gwen fecero un enorme sorriso, quest’ultima cercò di dimenticarsi della mora con le ciocche viola.
Courtney non era mai stata in quella zona della città, era un territorio completamente sconosciuto. Gwen e Sky la condussero in un parco profumato e molto spazioso, la perfettina capì da sola dalle urla e dalla folla in lontananza quale fosse la loro destinazione.
-Un concerto? Odio i luoghi affollati!- si lamentò Courtney, in realtà nel parco c’era un piccolo palco senza l’apparecchiatura sofisticata e una folla composta da una cinquantina di persone.
“Non sei mai stata in un vero concerto vero?” pensò Gwen pensando ai concerti con protagonista musicisti metal in cui era stata. Al parco di Hannes si esibivano band emergenti e in quel giorno avrebbe suonato il gruppo musicale preferito della protagonista, L’Esplosione Gotica. Gwen li adorava: oltre ad apprezzare la loro musica coinvolgente, ammirava il fatto che suonassero dappertutto anche in luoghi tranquilli per diffondere la loro musica a più gente possibile.
Gwen aveva sempre ascoltato le esibizioni di quel gruppo con i suoi vecchi amici gotici, peccato che l’avessero abbandonata dopo la sua partecipazione a All Stars. Ma non era il momento giusto per pensarci.
Quando il cantante della band prese il microfono, la piccola folla impazzì, Sky e Gwen urlarono all’impazzata come due dodicenni a un concerto di One Direction. Courtney non negò a sé stessa di essersi un po’ spaventata.
Il batterista suonò la batteria come se sfogasse le frustrazioni di una vita. La musica potente invase il suo animo. Non aveva mai ascoltato quel tipo di musica, come si chiamava il genere? Forse rock metal. Per Courtney fu istintivo tapparsi le orecchie ma non voleva attirare attenzione. La perfettina non era e non potrà mai essere il tipo di persona da sopportare una musica così rumorosa, era abituata ad ascoltare il silenzio della sua vita da proprietaria di una caffetteria stravagante.
Courtney aveva intenzione di andarsene in silenzio senza farsi notare, non voleva rovinare l’entusiasmo della gotica dopo gli sforzi che aveva fatto per lei. Prima di “scappare" vide il volto di Gwen, affascinata dai musicisti. Non aveva mai visto la gotica sorridere in quel modo, per un momento pensò che sarebbe stato bello sorridere insieme a lei. Courtney guardò il palco: ebbe l’impressione che il cantante stesse cantando solo per lei, la musica non sembrava più così rumorosa. Le venne voglia di ballare. Che cosa stava succedendo?
Il suo corpo si mosse da solo; per un momento si sentì ridicola, poi si lasciò trasformare dalla musica. Non riusciva a smettere di sorridere, si dimenticò dei problemi che l’affliggevano.
Suo fratello aveva ragione: tutto è più bello se accompagnato dalla musica.
Quando era stata l’ultima volta che aveva ascoltato una canzone? Quando era stata l'ultima volta in cui è stata così felice? Si era dimenticata…di vivere.
Avrebbe trovato un modo per risolvere il problema dei debiti, la canzone le donò sicurezza. Se l’era cavata in situazioni difficili, non c’era motivo di demoralizzarsi adesso dopo i successi del maid cafè raggiunti.
Il suo stato d’animo era cambiato completamente in due minuti.
Era tutto merito di Gwen: quella darkettona che aveva paura dei raggi del sole più inquietante dei mostri in un film horror. Per una volta desiderava mostrarle la sua gratitudine, ma è difficile dire grazie a una persona con la quale era sempre stata arrabbiata e scontrosa.

Non era stata una buona idea andare a un pub dopo il concerto.
 Gwen aveva giurato a sé stessa che non avrebbe mai più digerito alcolici, ma era così determinata a far distrarre Courtney dai suoi problemi che ordinò le bevande più costose. 
L’alcool le aveva rese migliori amiche, barcollavano abbracciate in mezzo alla strada come se non ci fosse nessuno a guardarle.
Per fortuna c’era Sky a impedire che le due combinassero casini, o almeno era ciò che si aspettava che facesse.
-Ehy diventiamo migliori amiche!?- strillò Gwen completamente in preda all’euforia.
-Giusto, ma perché litighiamo sempre?? Cosa c’è da litigare? La vita è così bella-
Sky trattenne le risate, fu tentata di fare un video ma se la sua amica l’avesse scoperto l’avrebbe uccisa. La mora aveva sempre voluto fare una domanda a Gwen, sperò che la leggenda sugli ubriachi che dicono sempre la verità fosse vera.
-Gwen ma ti piace ancora Duncan?- come riposta Gwen fissò i grandi occhi di Sky, neanche ubriaca si sarebbe decisa ad ammettere i suoi sentimenti.
-Ti senti con Duncan??- chiese la perfettina; se fosse stata lucida Courtney avrebbe pensato che Duncan fosse destinato a diventare un criminale ma la presenza di Gwen poteva cambiare il suo futuro.
-Non parliamo di ragazzi noiosi, questa è la nostra serata! Ehy Sky cosa facciamo per dimostrare al mondo che io e questa bella ragazza dalla pelle marrone siamo migliori amiche??- l’atleta non si era mai divertita così tanto, doveva far ubriacare Gwen molto più spesso.
-Facciamo un tatuaggio!- urlò Courtney per poi vomitare in mezzo alla strada.
“Dove ho già visto questa scena…ah si nella prima puntata della terza stagione di How I met your mother in cui il protagonista ubriaco si fa un tatuaggio per rimorchiare, non pensavo che avrei assistito a una scena simile nella realtà ahahah. Sarà un piccolo scherzo innocente” pensò Sky sorridendo.
In fondo alla strada c’era un tattoo shop aperto fino a tarda notte, non c’era nessuno.
-Vogliamo dei tatuaggi zio!- urlò Gwen. Il proprietario del negozio rappresentava lo stereotipo del tatuatore, ovvero un uomo di mezz’età muscoloso con le braccia ricoperte di tatuaggi.
-Voglio qualcosa che mi faccia ricordare lei per tutta la vita…disegna la sua faccia!- propose Courtney euforica, il tatuatore alzò un ciglio confuso.
-Che ne dite le iniziali del vostro nome?- propose Sky, a tutto c’era un limite.
-Dove però non posso vederlo…solo noi due…- sussurrò Courtney.
-Qual è il tuo cognome Court?- chiese la mora -Me ne sono dimenticata!!-
-Bene…ehm …avevano detto il tuo cognome in uno speciale del reality…ehm era Marlo…Baro…Barlow!- pensò Sky ad alta voce e poi si rivolse al tatuatore.
-Senti alla gotica scrivi in piccolo C.B. dietro all’orecchio destro e all’ispanica scrivi G.S. dietro al collo. Deve essere minuscolo!- disse Sky mostrando una profumata banconota da cento dollari.
Il tatuatore, per portarsi a casa un po' di soldi in più, non si fece domande.


9 Novembre 2014, Domenica

Courtney e Gwen non parlarono dell’accaduto il giorno dopo al Maid Cafè.
La gotica puliva il pavimento con sguardo perso, Courtney contò i soldi alla cassa lentamente in compagnia di un bicchiere pieno di acqua e un’aspirina. Kitty, Sammy e Marta - le cameriere presenti - non fecero caso al loro aspetto stanco e malmesso.
Gwen avrebbe voluto tornare a casa, stendersi sul letto e non uscire per i prossimi mesi. Il campanello l'avvisò che era arrivato un nuovo cliente, sarebbe sicuramente scappato vedendo la sua faccia da zombie. Sammy stava in cucina, Kitty stava ballando e Marta era più inquietante e fredda di lei, la gotica non aveva scelta: doveva accoglierlo lei.
-Benvenuto al…-
Gwen non si aspettò di vederlo, a quest’ora non dovrebbe essere dall’altra parte del mondo? Sembrava un semplice cliente, la gotica non poteva immaginare che la frase che stava per urlare avrebbe cambiato il Destino del Princess cafè per sempre.
-Voglio acquistare il locale!-

 

👑💎Angolo Autrice💎👑
I capitoli più impegnativi che abbia mai scritto sono il primo, il secondo, la seconda parte del terzo, il sesto e l'ottavo…ma questo è stato ancora più difficile, accadono troppe cose! (infatti ho sforato la scadenza di…quattro mesi, tipico di me).
Ormai è inutile dire che mi dispiace per il ritardo, sono una persona orribile non ci posso fare niente…cercherò di scrivere capitoli piacevoli da leggere in tempi brevi…sapete io sono innamorata di questa fanfiction...ci penso sempre e sto facendo persino un trailer da pubblicare su YouTube XD
Alla prossima (prest…meglio che non dico niente).

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Capitolo 17
*** ❄Capitolo 15❄ ***


Maid Cafè
Capitolo 15

15 Dicembre 2014, Lunedì

Era passato ormai un anno da quando Chris l'aveva ricattata per farla lavorare nel Princess Cafè, Gwen si era abituata agli orari e aveva creato una sorta di routine, per esempio mentre puliva i tavoli chiacchierava quasi sempre con un amico al telefono.
-Parto domani!-
-Devi proprio andare?- chiese Gwen dall'altra parte della cornetta triste; proprio quando aveva salvato la sua amicizia con Cameron, quest’ultimo aveva vinto una borsa di studio a New York.
-Per me è importante, lo sai. Zoey ha addirittura pianto sapendo la grande notizia- Gwen non faticò ad immaginare l’amica in lacrime, era molto affezionata al nerd.
-Non ti prometto che avrò la stessa reazione ma mi mancherai-
-Lo so- a quel punto Cameron chiuse la chiamata perché non riusciva più a trattenere le lacrime, non voleva dimostrarsi troppo sensibile all’amica.
Gwen mise il cellulare in tasca e vide il tavolo che aveva appena pulito luccicare, nell’ultimo mese i tavoli erano stati sostituiti da quelli di legno a quelli di vetro. La gotica si concesse un attimo per riflettere: nell'ultimo periodo aveva ricevuto notizie di grandi cambiamenti, il più importante fu arrivo di un nuovo capo, imprevisto come un fulmine in un ciel sereno.
Il tempo nel Princess Cafè sembrava rallentato da quando Courtney ha ceduto la proprietà del locale un mese fa. La spensieratezza che aveva accompagnato le maid nelle loro giornate lavorative era svanita.
Anne Maria, Marta e Serena compresero l'estrema decisione dell’ispanica mentre Kitty, Sammy e Carrie si sentirono tradite. Neanche Gwen accettava questa situazione: non era abituata vedere Courtney con la normale divisa da cameriera; la calma espressione che mostrava quando prendeva le ordinazioni non le addiceva. La gotica era convinta che quella tranquillità celava una profonda rassegnazione, sembrava più spenta. Inoltre i suoi turni furono ridotti, perciò Gwen la vedeva solo due volte a settimana.
La protagonista pensò a cosa fosse accaduto un mese fa, avrebbe potuto impedirlo?

9 Novembre 2014, Domenica

-Voglio acquistare il locale!-
-Max? Che ci fai qui?- chiese Sammy piacevolmente sorpresa dal suo arrivo, invece Max non sembrava contento di vederla nonostante abbiano gareggiato nella stessa squadra nel reality.
-Ciao Samey, mi potresti condurre dal tuo capo?- le chiese freddamente chiamandola con il nome che lei odiava.
Courtney si presentò all’entrata del maid cafè prima di essere convocata. Lo stava aspettando.
-Buonasera Max, dov'è il tuo capo?- chiese Courtney con sguardo che Gwen scambiò per diffidente, in realtà era inquieto. Nonostante il mal di testa l'ispanica riuscì ad apparire professionale.
-Sta trovando parcheggio. Nel frattempo puoi discutere con me della vendita, sono il suo socio!-
Anche Marta e Kitty (le altre due cameriere presenti quel giorno) si avvicinarono sentendo la discussione.
-È uno scherzo vero?- quando Max ha annunciato di voler acquistare il locale, le maid erano certe che si trattasse di uno scherzo ma Kitty aveva bisogno di sentire la conferma dal suo capo.
Gwen non aveva mai visto la ragazza con i codini così preoccupata nemmeno quando un bambino le aveva sporcato la divisa con la crema in un giorno a tema. Courtney sospirò.
-So che siete confuse, vi devo delle spiegazioni- la perfettina diede le spalle a Max e si rivolse verso le sue affezionate e fedeli dipendenti, non riuscì a sopportare i loro sguardi rattristiti.
-Vi avevo detto che avevo dei grossi debiti, l'altro giorno ho ricevuto una chiamata che può salvare il Princess Cafè. Il capo di Max, concorrente dell'ultima stagione di Total Drama, ha proposto di pagare i debiti se gli cedo le chiavi di questo locale- nessuna fiatò durante la spiegazione. Un cliente chiese un bicchiere d'acqua, se ne occupò Gwen nascondendo la sua preoccupazione.
-È la verità?- chiese Sammy sperando di ricevere una risposta negativa.
-Si cara…-
Kitty e Sammy non sapevano come reagire mentre Marta non sembrava molto scossa.
Mentre Gwen posò il bicchiere d’acqua al tavolo quattordici, pensò che anche le altre maid saranno turbate difronte a questa notizia. Dal primo momento in cui posò piede nel locale, la protagonista non dubitò mai che la simpatia che le cameriere del Princess Cafè provavano verso Courtney fosse falsa (tranne quella di Marta); era sicura che l’ispanica avesse creato uno splendido rapporto di fiducia con le sue dipendenti.
Per la gotica era ingiusto che Courtney fosse costretta a vendere, avrebbe voluto cacciare via Max ma i soldi erano indispensabili per la salvezza del maid cafè.
-State tranquille non perderete il lavoro. Gli orari e la paga saranno gli stessi, credo. Diventerò una normale maid ma non avrò nessuna autorità- continuò l'ispanica, l'indifferenza che mostrava fece innervosire Kitty.
-Allora perché non te ne vai dato che non mi sembri molto dispiaciuta!?- la frase dell’asiatica colpì Courtney come un pugno nello stomaco.
Max finse di tossire sentendosi ignorato, ma nessuno ci fece caso.
-Kitty posso solo dirti che mi dispiace! Lo sai che non avrei mai venduto il Princess Cafè se la situazione non fosse così grave!- le parole di Courtney furono vane, Kitty continuava a non accettare la realtà: per lei era come se le avessero detto che a momenti sarebbe caduto un meteorite.
-Allora chi sarà il capo??- chiese Kitty dando spazio a una nuova emozione, la rabbia.
Courtney proferì il nome rassegnata: il capo sarebbe stato una ex concorrente che nell'ultima puntata del reality a cui ha partecipato ha rivelato la sua vera natura. In quello stesso istante entrò.
-La polizia non sa che sono qui, perciò mantenete il segreto o vi farò pentire di essere nate ok?-

15 Dicembre 2014, Lunedì

Gwen mise lo straccio nello sgabuzzino del locale e andò in bagno per lavarsi le mani, si sentiva un’autonoma.
Nell’ultimo anno Gwen aveva avuto ogni giorno un motivo in più per odiare il maid café: la divisa gothic lolita da cameriera, la musica fastidiosamente allegra di sottofondo, i balli di Kitty, la puzza del spray di Anne Maria, l’ingenuità di Lindsay, le canzoni improvvisate di Ella e soprattutto il ghigno di Courtney quando le assegnava lavori imbarazzanti per la gotica.
Adesso, lavorava e basta. Senza alcuna emozione.
-Gwen, aspetta un momento- il nuovo capo la fulminò con i suoi occhi verdi prima che Gwen potesse avvicinarsi ai tavoli.
Scarlett non aveva un’aria affidabile neanche con il suo normale aspetto da secchiona e circondata da sorrisi e dall’allegria caratteristica dei maid cafè.
Quando Scarlett si presentò allo staff ricevette solo occhiatacce; le colleghe di Gwen non riuscivano ad immaginare qualcun altro al posto di Courtney: anche se fosse stata la persona più gentile e premurosa del pianeta a comprare il Princess cafè avrebbero avuto lo stesso comportamento. Inoltre l’idea di avere Scarlett come capo non rassicurava nessuno.
-Courtney mi ha spiegato molto bene il tuo ricatto, volevo dirti che cercherò di mettermi in contatto con Chris per fare in modo che tu non sia più una maid- spiegò Scarlett mostrando un sorriso che sembrava falso.
“Non credo che Chris voglia parlare con quella che gli ha quasi distrutto l’isola, posso dire addio alla mia libertà” pensò Gwen.
-Grazie…credo- si limitò a dire, ebbe l’impressione che Scarlett si stesse sforzando di essere gentile. Per quale motivo? I suoi dubbi continuarono a infastidirla anche quando la rossa si allontanò per permettere a Gwen di svolgere il suo lavoro.
“Speriamo che oggi il turno finisca prima” i suoi pensieri si rivolsero al suo appuntamento di questa sera, una piacevole sensazione le scaldò il cuore.
Ma prima il dovere. Gwen si avvicinò a un tavolo in cui c’era una famiglia che stava aspettando una cameriera.
-Benvenuti al Princess Cafè! Noto che abbiamo l’onore di avere una piccola principessa come cliente- cinguettò Gwen rivolta alla bambina; nessuno avrebbe potuto immaginare che una gotica solitaria potesse essere così amorevole.
-Abbiamo sentito parlare molto bene di questo locale, la mia Sofia adora gli anime giapponesi e ha sempre voluto venire qui- raccontò il padre.
-Vi posso assicurare che siete nel posto giusto! Posso consigliarvi i frappè arcobaleno? Sono i più richiesti-
-Si grazie e ci porti anche una torta alle fragole- -Subito!-
Nel tragitto dal tavolo venti alla cucina Gwen vide Scarlett avvicinarsi a Carrie la quale stava fissando la nuova televisione sistemata in alto su una colonna portante.
-Avete provato il nuovo televisore?- chiese Scarlett a Carrie. La maid bionda premette un pulsante a caso del telecomando, lo schermo mostrò un servizio del telegiornale. 
“In America il numero di ragazze vittime di violenza è aumentato pericolosamente negli ultimi mesi…“ comunicò la giornalista, Carrie spense la tv.
-La televisione funziona-
Non aveva mai visto Carrie così seria, come se non potesse provare emozioni positive. Gwen non aveva mai considerato l’importanza di Courtney all’interno del Maid Cafè: l’aveva vista solo come una dittatrice e a volte una persona da aiutare.
“-Ha vinto la proprietà per puro caso. Pensavo che sarebbe stata inesperta all’inizio, ma è un vero drago!- esclamò Sammy.
-È il capo migliore che abbia mai avuto- intervenne Serena.“
L'odio aveva reso Gwen cieca, perché non si era mai accorta che Courtney era un ottimo capo?

Per Gwen la zona preferita del Princess cafè era la cucina anche se era arredata in modo sdolcinato, in quel posto venivano prodotti dolci deliziosi.
-Serena mi servono tre frappè arcobaleno e una torta di fragole-
-Sono finiti i coloranti arancione e verde. Va bene lo stesso?-
-Si tanto non se accorgeranno, altrimenti spiegherò che un troll cattivo ha mangiato quei due strati-
-Dopo un anno hai capito l’essenza di essere una maid!- scherzò Serena.
La cuoca preparò i dolci in pochi minuti e Gwen non si stupì più del talento straordinario della rossa. Come sempre, fece attenzione a non far cadere il vassoio.
Dopo aver servito la piccola famiglia, sentì la voce melodiosa di Ella che stava intrattenendo il tavolo vicino al suo.
-Che deliziosa famiglia! Vi consiglio di prendere soufflé con glassa alla vaniglia!- a rovinare la gioia creata da Ella fu il nuovo manager del locale (di cui nessuno sentiva il bisogno).
-Ella! La smetti di cantare?!- interruppe Max il quale si divertiva ad abusare del suo nuovo ruolo: riprendeva le maid per ogni singola sciocchezza anche quando era tutto in regola.  Non si sa ancora il motivo per cui Scarlett si sia portata appresso il concorrente più buffo e irritante della sesta stagione che (non dimentichiamolo) aveva cercato di uccidere.
-Non siamo al reality, posso cantare quanto voglio mio caro- il dito di Ella pigiò sul naso di Max come ai vecchi tempi, questa volta il viola non si limitò a guardarla male.
-Canta solo nel fare gli incantesimi e al karaoke, no nel prendere le ordinazioni! Così stoni tutti con la tua voce stridula!- con quell’offesa Max guadagnò l’odio delle cameriere. La mora vestita di rosa non si aspettava un simile rimprovero, ma non disse nulla per peggiorare la situazione.
Max si voltò e ispezionò il locale in cerca della prossima maid da riprendere, nel mentre Ella si scusò con i clienti per la sgradevole interruzione con un inchino. 
-E perché Sammy fissi quella finestra?!- continuò nervoso il nano viola.
Gwen s’insospettì quando non sentì alcuna risposta dalla maid dagli occhi verdi. Si guardò attorno e vide la sua amica immobile che fissava la finestra, sembrava che stesse tremando. Avvicinandosi scoprì la causa del suo turbamento: Amy.
Sammy, tremante, uscì dal maid cafè per affrontare la sorella, ormai l’aveva scoperta. Gwen la seguì in silenzio.
-E così passi il pomeriggio a fare ciò che ti riesce meglio, la stupida?- disse Amy con arroganza come se si fosse già preparata il discorso. Dopo il reality, Sammy non riuscì a ribellarsi alla sorella senza l’aiuto di Jasmine: era ritornata la gemella sottomessa.
-Per favore te ne puoi andare? Se fai una scenata mi licenzieranno! Ho un nuovo capo devo fare attenzione-
-È proprio ciò che ho intenzione di fare, non mi sono dimenticata della figuraccia che mi hai fatto fare sull’isola- Amy era pronta a urlare per mettere nei guai Sammy quando Gwen intervenne.
-Lasciala in pace- disse con voce fredda.
-E tu chi saresti?- chiese nervosa Amy, detestava quando qualcuno prendeva le difese della sorella. Sammy non riuscì a intervenire: faceva fatica a trattenere le lacrime. Non voleva essere debole, ma in quel momento tutto il suo coraggio era sepolto da qualche parte nel suo cuore.
-Una sua amica. Hai convinto Sammy di essere uno zerbino quando il vero rifiuto umano…sei tu- per un momento la gemella crudele si sentì indifesa: nessuno le aveva parlato così. Quel momento di esitazione durò poco.
-Che cazz…chi ti credi di essere? E lei si chiama S-A-M-E-Y- -
-Non decidi tu il suo nome. E poi Sammy sta lavorando, tu non hai di meglio da fare che rompere il cazzo?- disse Gwen, voleva a tutti i costi difendere la sua amica da quel mostro.
Amy doveva riprendere il controllo della situazione, decise di concentrare gli insulti sulla gotica vestita da maid che aveva difronte.
-Ma te sei vista? Come pretendi di essere presa sul serio con quel vestitino che hai addosso? Aspetta che ti faccio una fo…- Amy non riuscì a terminare la frase: lo sguardo ostile di Gwen la spaventò. Si sentì intimorita con un semplice sguardo, non le era mai successo.
-Non ho tempo per le tue stronzate, mi chiedo come Sammy faccia a sopportarti. E poi so che tipo di persona sei: ti comporti come se fossi la reginetta del ballo ma in realtà vali come la polvere, per questo hai bisogno di maltrattare qualcuno per sentirti importante-
In quel momento arrivarono Kitty, Carrie, Ella e Serena pronte per prendere le difese della maid dagli occhi verdi, Amy non poteva affrontare cinque persone da sola.
-A casa non rivolgermi la parola- si limitò a dire Amy alla gemella per poi andarsene.
Le altre maid abbracciarono la loro Sammy per consolarla: il peggio era finito. Sammy adesso si sentiva la ragazza più fortunata del mondo per avere delle amiche così affettuose.
Gwen cercò di stare in disparte ma tutte la riconobbero come l’eroina della situazione, Kitty addirittura applaudì sorridente, non era così raggiante da un mese.
-Sei stata strepitosa- esclamò l’asiatica.
-Ha ragione! Grazie infinite Gwen!- Sammy aveva considerato Gwen un’amica speciale da quando l’aveva consolata dopo essere ritornata dal reality, adesso era la sua supereroina.
“Grazie a te per essere stata la mia prima amica all’interno del maid cafè“ pensò la gotica, un giorno glielo avrebbe detto.
-Fai parte della nostra piccola famiglia- dichiarò Carrie e, prima che Gwen potesse dire la sua, Ella si sentì esclusa da quel momento affettuoso (dato che faceva parte dello staff da due mesi).
-E io?-
-Anche tu ne fai parte Ella! Quando Max ti ha ripreso volevo strangolarlo!- disse allegra Kitty.
-Scusate scusate! Io odio questo posto, ho solo difeso un’amica! State esagerando- disse Gwen quasi urlando. Non aveva previsto che si sarebbe affezionata a quel luogo, era lì solo a causa di un ricatto!
-Hai smesso di odiare il maid cafè da molto tempo, Gwen- le disse dolcemente Serena.
La dark aveva stretto dei legami nel maid cafè senza accorgersene ed essere una cameriera non le sembrava più la cosa peggiore del mondo. Non poteva negare l’evidenzia, oppure si?
-Ehy voi che ci fate tutte fuori?! AL LAVORO! E fa un freddo cane qui fuori come fate a non essere congelate?!- urlò Max dalla finestra, le cameriere rientrarono a malavoglia eccetto la cuoca e la protagonista.
-Gwen…- esordì Serena con un’espressione seria.
-Tu non odi più il maid cafè e vuoi come noi che Scarlett se ne vada. Da quando è qui mi sento …in pericolo, ho addirittura nascosto le chiavi di riserva della porta di sicurezza in un barattolo di biscotti! L’altro giorno ho sentito Scarlett mormorare qualcosa di strano quando è venuta a controllarmi in cucina- continuò.
-Cosa ha mormorato?-
-Visto che t’interessa! Ha detto qualcosa del tipo che adesso può finalmente realizzare il suo piano. Sono sempre impegnata a preparare i dolci e non posso indagare, tu per caso puoi tenerla d’occhio?-
-Se faccio un passo falso Scarlett può obbligare Chris di rendere pubblico il video che ha usato per ricattarmi, scusami ho le mani legate- spiegò Gwen veramente dispiaciuta.
-Capisco, mi dimentico che non sei qui di tua spontanea volontà. Mi sembri una ragazza intelligente per questo te l’ho detto, le altre potrebbero fare qualcosa di stupido guidate dai loro sentimenti. Cercherò di inventarmi qualcosa, non sentirti in colpa-
Kitty, di nascosto, ascoltò la conversazione attentamente. Voleva proteggere le persone a cui voleva bene, non poteva più rimanere ferma senza far niente. Prese il telefono e chiamò la sorella.


 

Il turno finì alle otto di sera. Gwen aveva nostalgia delle frasi provocatorie di Courtney di fine giornata del tipo “la prossima volta presentati con una faccia meno indemoniata”.
Dopo che si cambiò, uscì dal Princess Cafè con indosso il suo nuovo giubbotto di pelle e sciarpa nera. Si guardò attorno sorridente e intravide Duncan dall’altra parte della strada. Era così contenta di vederlo che attraversò la strada con il semaforo rosso, per fortuna non fu investita.
-Perché non mi hai aspettata dentro? Fa freddo!- disse Gwen quando lo raggiunse.
-L’ultima volta che sono entrato nel Princess Cafè Courtney voleva attaccarmi con una spada fatta di pan di spagna, volevo evitare il disturbo-
Erano pronti per il loro appuntamento quando Gwen notò Kitty furtiva (con i suoi abiti normali) che camminava avanti e indietro difronte all’entrata del maid cafè.
-Quella è Kitty, una mia collega. Cosa sta tramando?-
-Sembra che stia aspettando il suo complice per fare una rapina- commentò Duncan.
-Vado a controllare-
-Non mai riesci a non fare gli affari tuoi?- disse il punk con tono scherzoso, Gwen gli sorrise e non aggiunse altro: entrambi sapevano la risposta.
-Mi toccherà aspettare al freddo del Polo Nord per altri cinque minuti-

Gwen ritornò sui suoi passi e raggiunse l’entrata del Princess Cafè nell’esatto momento in cui una ragazza dai lunghi capelli neri uscì dalla macchina che aveva appena parcheggiato nelle vicinanze.
-Emma sei venuta sul serio! Grazie!- l’euforia di Kitty fu interrotta quando si accorse dello sguardo severo di Gwen.
-Cosa vuoi fare?- chiese la gotica come se sapesse che Kitty stesse per fare qualcosa di stupido.
-Kitty questa sera devo finire di studiare, una cosa veloce- disse Emma un po’ irritata.
-Va bene! Ok Gwen ti spiego…voglio scoprire che cos’ha in mente Scarlett e perché ha comprato questo maid cafè, per questo andrò nel suo ufficio con l’aiuto di mia sorella per cercare indizi- disse Kitty a bassa voce facendo attenzione che nessuno le ascoltasse. 
-Courtney lo sa?- anche se non aveva più il ruolo del capo, per lo staff era ancora la perfettina che doveva essere al corrente di ciò che succedeva nel Princess Cafè.
-Mi avrebbe sicuramente fermata- si giustificò Kitty guardando in basso come una bambina.
-Capisco…e tu Emma perché la vuoi aiutare? Da quel che ho capito non vuoi che Kitty sia una maid- chiese Gwen, per lei Emma non aveva l’aspetto di una ragazza che aiuta gli altri a fare cose illegali.
-Nemmeno tu hai l’aspetto di una ragazza che assocerei a un maid cafè- fece notare Emma.
-Ricatto di McLean- rispose Gwen quasi automaticamente.
-Il conduttore? È davvero sadico come dicono se ti obbliga a lavorare in un posto del genere- commentò Emma, la gotica non poté fare a meno che ritrovarsi in totale accordo con il suo pensiero
-Comunque riguardo alla tua domanda, mia sorella è convinta che voglia salvare il Princess Cafè perché il suo stipendio mi paga l'ingresso all'università, in realtà ho visto anche io Total Drama l’isola di Pahkitew e non la lascerò lavorare sotto il comando di una pazza. A proposito perché non è ancora in galera?-
-Ci ha ricattato il primo giorno in cui si è presentata…- rispose Gwen ricordando nei minimi dettagli quel giorno di novembre.
-Motivo in più per indagare- disse Emma seria.
Allora stavano davvero per entrare illegalmente nel locale, pensò la gotica.
-Perché vuoi infrangere la legge e rischiare di finire nei guai?- chiese di nuovo Gwen rivolta a Kitty.
-Voglio che tutto torni alla normalità! Lo so che sembro una bambina che non accetta i cambiamenti, ma non puoi negare che l’atmosfera nel Princess cafè nell’ultimo mese sia...più tetra! Voglio sapere se questo sia solo un mio capriccio o se Scarlett nasconde qualcosa di losco!- disse fermamente Kitty, convinta come non lo era mai stata.
A quel punto Gwen non poteva opporsi alla determinazione della ragazza con i codini, neanche il più sagace manipolatore avrebbe potuto farle cambiare idea.
-Volete una mano? Duncan è un maestro nello scassinamento delle serrature-
-Non preoccuparti va a divertirti con il tuo principe, cacceremo la Regina Rossa e il suo servitore!- esclamò entusiasta, Gwen fece le spallucce sorridendo.
Kitty non voleva mettere nei guai Gwen: aveva ascoltato la sua conversazione con Serena e sembrava molto spaventata all’idea che venga rivelato quel video segreto.
La gotica riattraversò la strada di nuovo, sperò che fosse l’ultima volta. Duncan era a braccia conserte indifeso dal freddo invernale.
-Andiamo o devi aiutare una vecchietta ad attraversare la strada?-
Gwen sorrise e cercò di dimenticarsi del maid cafè per godersi la serata, ma prima si chiese se Kitty e Emma sarebbero riuscite a scoprire il segreto di quella Scarlett.

Fin da piccole le due sorelle si divertivano a giocare alle spie ed erano sempre alleate, nella stessa fazione. Crescendo erano cambiate ma erano rimaste una squadra affiatata.
Scarlett aveva avuto un impegno e aveva affidato la chiusura al suo distratto manager, pessima scelta dato che Kitty riuscì a rubargli le chiavi senza farsi accorgere.
La ragazza con i codini aprì la serratura in fretta mentre Emma sorvegliava la zona con sguardo indifferente per non destare sospetti.
Entrarono furtive e si allontanarono dalle porte di vetro, non accesero la luce per sicurezza. Era la prima volta che l'asiatica vide il suo posto preferito silenzioso e spento, temeva che avrebbe provato questa sensazione di nostalgia anche durante i turni di lavoro.
-È stato facile entrare ma dobbiamo fare attenzione, ancora non ci credo che mi sono lasciata convincere-  Emma la mise in guardia da brava sorella maggiore e responsabile, come risposta Kitty ruotò gli occhi.
-Non vedo niente di strano qui intorno, andiamo subito nel suo studio- continuò Emma a bassa voce.
La porta non era stata chiusa chiave, era come se la fortuna stesse facendo il tifo per loro. La neo-universitaria usò l’applicazione del suo telefono per fare un po’ di luce.
Kitty non credeva ai suoi occhi: se prima lo studio del capo era una semplice stanza vuota dalle pareti bianche, adesso si era stato trasformato in un laboratorio a tutti gli effetti. In ogni angolo c’erano macchinari e computer super tecnologici che illuminavano la stanza buia con delle strane luci blu.
-Un notevole spreco di corrente, Scarlett non spegne mai sti' computer?- notò Kitty, Emma era impegnata a ispezionare con occhi sgranati il luogo che la circondava per darle ascolto.
-Ehm…qual è il tuo piano adesso?- chiese Emma cercando di sopprimere il suo stupore.
-“Il modo migliore per provare che il capo si merita il ben servito è documentare ogni singola infrazione che fa. Per esempio raccogliere le prove come ricevute e registrazioni che dimostrino il comportamento illegale o sbagliato del capo.
Non importa quanto desideri che il tuo capo sparisca, inventare prove o bugie per accelerare il processo, potrebbe portare al tuo licenziamento”- disse Kitty come se stesse esponendo una verifica orale a memoria.
-Da dove hai preso questi punti?- chiese Emma stupita per la memoria della sorella.
-Wikihow-
Emma preferì non commentare, non doveva perdere la concentrazione.
-…cerchiamo prove, tu da' un'occhiata nella scrivania mentre io controllo quella cassettiera- disse Emma, avrebbe voluto ispezionare il computer ma aveva paura di far scattare qualche allarme.
Kitty eseguì gli ordini e trovò vari documenti sparsi sul tavolo, dato che Scarlett li aveva lasciati in bella vista l’asiatica pensò che non fosse nulla d’importante ma preferì lo stesso esaminarli con attenzione. Posò sulla scrivania le chiavi del locale e prese in mano un foglio.
-M-Manipolazione della mente?- Kitty quasi urlò leggendo quella frase evidenziata in giallo sul documento.
Emma, avendo trovato solo qualche assegno e fattura da pagare nella cassettiera, si avvicinò per controllare la scoperta della sorella.
-“Studi hanno dimostrato che una mente felice è più propensa ad essere controllata”…assurdo- nel foglio era descritta accuratamente la procedura per gestire a proprio piacimento la volontà di una persona, Kitty non riusciva a credere a ciò che stava leggendo: sembrava il diario di uno scienziato pazzo.
-Se questi documenti sono veri allora Scarlett ha comprato il maid cafè perché è la caffetteria più felice d’America! Può fare tutti gli esperimenti che vuole sui clienti! Kitty dobbiamo chiamare la polizia- disse Emma agitata.
-Ti ho detto che non possiamo! Dobbiamo risolvere la questione da sole- quelle parole furono dettate dall’agitazione, Kitty tremava come una foglia.
-Ma come…- in quel momento sentirono il rumore di una porta che si apriva
-Chi va là?- disse una voce maschile. Le due sorelle si nascosero sotto la scrivania, uno spazio molto angusto ma non avevano altra scelta.
-Se Scarlett scopre che ho perso le chiavi mi ammazza, devo prendere quelle di riserva-
Quando sei nascosto basta il rumore dei passi vicini per farti venire un infarto: le due sorelle dovevano combattere e sopprimere la propria agitazione.
“Merda non abbiamo chiuso la caffetteria” pensò Emma.
“Non si è accorto che la caffetteria era aperta è proprio scemo" pensò invece Kitty, anche in quel momento critico non poteva fare a meno di deridere la stupidità di Max nella sua mente.
-Dove sono le chiavi…mmmmmh…eccole, non ricordavo che fossero sulla scrivania!-
I battiti dei cuori delle sorelle accelerarono: sul tavolo Max aveva trovato le chiavi rubate da Kitty no quelle di riserva. Non potevano elaborare nessun piano in quella situazione: erano in trappola. Le due sorelle aspettarono di sentire il suono dello scatto della serratura della porta per poter uscire dal posto ristretto in cui erano nascoste.
-E adesso come usciamo?- quasi urlò Emma preoccupata.
-D-Dalla porta di sicurezza della cucina, Serena nasconde le chiave nel barattolo dei biscotti!- la ragazza con i codini non credeva che quell’informazione che aveva ascoltato quel pomeriggio si sarebbe rivelata indispensabile.
-Meno male…- Emma tirò un sospiro di sollievo, avevo temuto il peggio.
-Prima di andarcene fotografa questi documenti, poi devo avvertire Gwen e le altre il prima possibile!-
-Non vuoi avvertire la polizia ma loro si?! Kitty come ragioni? Facciamo così: tu non dirai niente, in questi giorni stai attenta a Scarlett mentre io trovo un modo per incastrarla-
-Sapevo che potevo fidarmi di te, sei la migliore!-


 

👑💎 Angolo Autrice 💎👑
Se scrivessi i titoli ai capitoli questo si chiamerebbe indubbiamente amicizia, ma ci starebbe bene anche rivelazioni scioccanti.
…Sto impiegando più tempo per scrivere i capitoli perché, dopo che li finisco, non sono come me li ero immaginati e li devo riscrivere finché non ne rimango soddisfatta; inoltre in questo periodo il mio stato d’animo è sempre nero che influisce sulle mie storie (cioè mi viene spontaneo scrivere solo storie tristi). Però cercherò di impegnarmi per la mia adorata fanfiction. E poi cerco di distrarmi dai miei sentimenti negativi: per esempio creo video divertenti (non so perché con le mie storie non riesco a utilizzare la parte del mio cervello creativa ma con i video si) e sto imparando a cucinare.
Infine vi lascio il link del trailer di questa ff che ho realizzato per youtube qualche mese fa, se volete date un’occhiata e condividetelo con i vostri amici fan di total drama (quanto mi faccio schifo a farmi pubblicità da sola): https://www.youtube.com/watch?v=HQFhD3Fc5DI&t=2s

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 16 ***


Maid Cafè
Capitolo 16

 


21 Dicembre 2014, Domenica

Nel nostro maid cafè non potevano mancare le migliori decorazioni natalizie in questo periodo dell’anno. Gwen ricordava molto bene come aveva trascorso la Vigilia di Natale dell’anno scorso: la sua divisa a forma di pupazzo di neve cosparsa di vischi, le magnifiche creazioni di Serena, le canzoni, i disegni con la glassa e i sorrisi dei bambini resero quel giorno indimenticabile, nel bene e nel male.
Era passato più di un anno da quando Chris l’aveva ricattata e il maid cafè divenne parte della sua vita … anche se Gwen si ripeteva questa frase quasi ogni giorno continuava a suonarle assurdo. Chris non si era mai fatto sentire, si chiese se l'avrebbe mai liberata dal suo ricatto o se ne fosse dimenticato.
Ormai si era affezionata al Princess Cafè, ripensando ai mesi trascorsi in quel posto prima dell’arrivo di Scarlett e Max le veniva spontaneo sorridere.
Ma tutto sarebbe cambiato in meno di ventiquattro ore.

-Ti licenzio!- quella frase rimbombò in tutto il locale, prima di allora nessuno l’aveva proferita. Max puntò il dito contro una maid, spettatori di quel momento furono clienti attoniti e cameriere senza parole.
Lindsay fece cadere la caraffa di caffè che aveva in mano per correre a consolare l’amica ormai in lacrime.
-Max per favore non mandarmi via… che cosa ho fatto?- chiese Ella i cui occhi luccicavano di tristezza. Nel maid cafè ormai si respirava aria negativa.
-Mi irritavi con le tue stupide canzoni, ti avevo avvertito di smetterla- spiegò Max impassibile.
Gwen avrebbe voluto colpire il viola con il manico della scopa che aveva in mano, ma ciò avrebbe fatto scappare i clienti e guadagnato una denuncia di aggressione.
-Non puoi licenziarla! Non ha fatto nulla di male!- si lamentò Kitty prendendo le difese della mora: aveva dichiarato che Ella facesse parte della sua famiglia e lo pensava ancora. Il manager la ignorò.
-Max dammi un’altra chance, ti prego adoro questo lavoro!- implorò Ella.
-No! E non ho mai sopportato il tuo viso da principessina scema!-
-Ha parlato il nano di Biancaneve- commentò Gwen ad alta voce, in quel momento si fece avanti una demotivata Courtney, quest’ultima aveva il turno lavorativo di domenica insieme alla gotica.  La protagonista si sentì al sicuro con la sua presenza, Courtney non avrebbe mai permesso il licenziamento di una delle maid.
-Max cacciare Ella difronte ai clienti è un gesto meschino che ci darà una cattiva pubblicità- spiegò la castana con voce calma.
-Non me ne frega e tu non hai più potere di parola- sembrava impossibile far cambiare idea al nano viola. Sammy decise di intervenire dopo aver riflettuto attentamente su cosa dire.
-Ella ci serve per il giorno di Natale! Lei è l’unica che può cantare due ore di fila senza stancarsi!- dato che le suppliche delle maid non funzionarono, la ragazza dagli occhi verdi focalizzò l’attenzione sulle qualità di Ella. Inoltre Sammy ricordava molto bene l’atroce dittatura canora che Courtney impose l’anno scorso, non parlò per tre giorni di fila.
-Quest’anno non ci saranno i cori, nuovo capo nuove tradizioni- affermò Max; in un altro contesto Sammy sarebbe stata sollevata della notizia ma Ella era ancora a piangere per terra tra le braccia di Lindsay.
-Max…Scarlett non è ancora arrivata, aspettiamola e discutiamone con lei-  disse Courtney mostrando una tranquillità forzata; era come se Max stesse puntando una pistola contro Ella e l’ispanica stesse cercando di farlo ragionare.
-Un’altra parola e vi caccio tutte!- Max era stufo e i clienti avevano perso l’appetito assistendo a quella spiacevole scena. Quello fu senza alcun dubbio il giorno peggiore al maid cafè.
Kitty si sentì delusa da sé stessa dato che aveva affermato che avrebbe protetto i suoi cari. Un rumore alle sue spalle interruppe i suoi pensieri, si voltò e vide che Gwen aveva spezzato con le proprie mani il manico della scopa sfogando la sua rabbia. 
Max si “rifugiò” nell’ufficio di Scarlett spaventato dalla reazione della gotica mentre le maid circondarono la povera Ella con sguardi tristi.
-Ci abbiamo provato, mi dispiace-
-Non ti preoccupare Court, sei stata un capo grandioso, grazie di tutto- Ella donò uno dei suoi abbracci più calorosi all’ispanica, quest’ultima pensò che non lo meritasse.
-Grazie anche a voi ragazze- Ella rivolse un saluto alle sue colleghe dispiaciute e si tolse il suo grembiule rosa da maid. Si recò all’uscita accompagnata dagli sguardi tristi dei clienti, nessuno fiatò.
-Se licenzi lei dovrai licenziare anche me!- urlò Lindsay, in quel momento era guidata dall'affetto che provava verso l’amica.
-Ok!- urlò Max da dietro la porta del capo.
Lindsay non disse nulla per dieci secondi, come se il suo cervello non riuscisse ad elaborare la notizia.
-Adesso basta io… - Kitty stava per andare minacciosamente verso la porta dell’ufficio ma in quel momento arrivò il nuovo capo. Un tempismo terribilmente perfetto.

-Che succede nel mio locale?- esordì con voce tagliente, Kitty nascose la sua rabbia: si sentì vulnerabile con la presenza di Scarlett.
-Ho licenziato Ella e Lindsay- rispose subito Max aprendo di poco la porta.
-In effetti…c’erano tante maid non è una perdita importante- rifletté Scarlett ad alta voce non badando al fatto di apparire sgarbata.
-Lindsay perché hai ancora il grembiule?- continuò la rossa sorridendo.
La bionda, a differenza di Ella, se ne andò in silenzio quasi correndo e le maid non ebbero il tempo di salutarla.
Dopo questo, non c’era modo di ricreare l’allegria all’interno del Princess cafè, le cameriere non erano in grado di far nascere i sorrisi sui volti dei clienti in sala.
Nessuna sapeva come gestire la situazione. Ad un certo punto un cliente si alzò ed uscì dal locale, seguito dagli altri. In meno di un minuto il locale si svuotò. Scarlett non commentò l'accaduto ed andò nel suo ufficio come se non fosse successo niente.
Gwen non poteva più rimanere ferma a guardare: non sapeva come ma avrebbe cacciato Max e Scarlett.

Dopo qualche minuto entrarono nuovi clienti che non avevano assistito al licenziamento delle due ragazze e le maid si sforzarono di apparire spensierate. Quel giorno il servizio fu pessimo.
Durante il turno lavorativo non ci furono altri spiacevoli inconvenienti, l’unica stranezza che Gwen notò fu il comportamento di Kitty: l’asiatica fissava i clienti con sguardo serio e controllava mille volte i dolci prima di consegnarli.
Verso le otto di sera, orario di chiusura, Sammy e Kitty ritornarono nelle proprie case mentre Scarlett se ne era già andata prima; quest'ultima non rimaneva mai per tutto il giorno al maid cafè, restava solo per un’oretta per controllare se tutto andasse bene.
Nel bagno erano rimaste solo Gwen e Courtney mentre Max controllava i pochi incassi del giorno.
-Court come stai?- chiese la gotica mentre si lavava le mani. Aveva ancora addosso la divisa del maid cafè mentre Courtney si era cambiata per andare via.
-Diciamo che…mi sento sempre giù - Courtney odiava quando qualcuno le chiedeva del suo stato d’animo perché non riusciva mai a fingere un sorriso. 
La castana vide il proprio riflesso allo specchio, quasi non si riconobbe: dov’era finita la Courtney energica e vincente?
-Farò qualcosa per cacciare via Scarlett, te lo assicurò- con quelle parole Gwen voleva rassicurarla, invece la fecero preoccupare.
-So quello che ha fatto Kitty a Novembre- disse Courtney seria, Gwen si aspettò un rimprovero per non aver fermato l’asiatica nella sua folle missione ma invece ricevette un’inaspettata rivelazione.
-Sua sorella mi ha confidato quello che hanno fatto e ciò che hanno scoperto. Manipolazione della mente, non ci posso credere-
-C-Cosa?- era la prima volta che Gwen sentiva quel termine al di fuori di film e serie tv.
-Non te ne ha parlato? Emma e Kitty hanno trovato dei fascicoli pieni di formule e ricerche sulla manipolazione della mente. Scarlett ha comprato il maid cafè per i suoi esperimenti, secondo le sue ricerche la mente è più propensa ad essere manipolata in un ambiente allegro- più Courtney spiegava la situazione con voce incolore più Gwen si sentì turbata.
Questa storia era iniziata con l'arrivo del capo ostile, adesso si era trasformata in una faccenda seria e pericolosa.
-Emma e Kitty non sanno ancora in che cosa consistono precisamente i suoi esperimenti. Non avrei dovuto vendere il mio adorato maid cafè a Scarlett, ma nessuno avrebbe comprato un locale con gravi debiti! Sono delusa da me stessa…- Gwen tentò di consolarla mettendo la mano sulla spalla ma Courtney la fermò con il suo sguardo spento.
-Per qualche ragione divina Kitty non è finita nei guai, non imitare il suo esempio per favore. Troverò un modo per incastrare quella strega e proteggerò i miei clienti, non fare niente di stupido- disse Courtney sperando che le sue parole potessero convincere Gwen a non compiere gesti imprudenti.
-Tranquilla, riposati e salutami Lance- la rassicurò Gwen: in quel momento l’ultima cosa che voleva era lo sconforto di Courtney. Le bugie a fin di bene erano diventate per la protagonista la sua arma per affrontare le situazioni.
Una lama a doppio taglio. 

Gwen salutò l’amica decisa a indagare: le voleva davvero bene, avrebbe fatto di tutto per aiutarla.

-Gwen sei rimasta solo tu, ti puoi muovere?!- chiese Max irritato, odiava aspettare gli altri.
-Scusa Max è che devo rimanere un po’ di più perché nel bagno qualcuno ha vomitato e devo ancora pulire. Se vuoi chiudo io il maid cafè- il più grande pregio di Gwen era anche il suo peggior difetto, ovvero di mentire senza difficoltà.
- … Va bene mi fido di te- continuò Max dandole le chiavi, avrebbe affidato la chiusura del locale anche ad uno sconosciuto per andarsene prima.
Mentre il nano viola si diresse verso la porta d'uscita, Gwen pensò tra sé e sé che lui fosse il peggior manager mai esistito.
Adesso era sola. Se non poteva chiamare la polizia, la gotica poteva dare un’occhiata all’ufficio di Scarlett e trovare i documenti che spiegavano in che cosa consistessero gli esperimenti, sarebbe stato di grande aiuto per incastrarla.
-Quella puttana non la passerà liscia- si disse Gwen ad alta voce non appena entrò nella stanza, si prese un minuto per ispezionare con occhi sgranati quello che le sembrò un laboratorio.
La gotica iniziò a controllare nell’enorme scrivania ignara che Scarlett avesse fatto installare delle telecamere nel suo ufficio dopo che Max le aveva confessato di aver perso le chiavi il mese scorso*.
La rossa malefica non rimaneva mai nel maid cafè durante la giornata perché aveva un laboratorio più sofisticato a casa sua in cui stavano tutti i veri documenti riguardo il suo grande piano.
“Non pensavo che quelle ragazze avrebbero ficcato il naso, non mi sembrava necessaria la spesa delle telecamere. Mi hai molto delusa Gwen, meriti una punizione” pensò Scarlett soddisfatta delle proprie abilità di hacker. Avrebbe distrutto la vita di Gwen comodamente sul divano di casa sua.


C’era un silenzio surreale nel Princess Cafè. In passato Gwen non avrebbe fatto caso all’assenza di rumore, adesso le suscitava inquietudine. A sedici anni era una ragazza solitaria, adesso temeva il silenzio.
Gwen, francamente, era felice di quel cambiamento. Forse la sua permanenza al maid cafè l’ha aiutata a renderla una persona migliore.
I suoi pensieri passarono in secondo piano, era pur sempre nel covo di una pazza psicopatica. La gotica trovò degli strani scarabocchi accompagnati da numeri. Se ciò che Courtney è vero, Gwen si aspettò che Scarlett avesse tenuto quei fogli al sicuro, ma in quel momento non ci fece caso.
La gotica pensò di fare delle foto, ma si accorse di aver lasciato il telefono nel salone del locale.
Uscì dallo studio del capo e trovò il suo telefono sul tavolo in cui ricordava di averlo lasciato, notò subito che in segreteria c’erano quattro chiamate perse della sua amica Dawn. Il suo stato d’animo cambiò in un secondo: si trattava sicuramente di un’emergenza. Perché lasciava sempre il telefono in modalità silenzioso?! La richiamò subito.
-Dimmi dove sei, ti prego!- esclamò Dawn agitata dall’altra parte della cornetta, Gwen non l’aveva mai sentita urlare.
-Cosa succede?-
-Avverto che ti sta per accadere qualcosa di terribile, per favore ovunque tu sia vattene!-
-Va bene!- Gwen chiuse la chiamata riflettendo su cosa era appena successo. Dalla preoccupazione era passata alla confusione. Qual era il pericolo? Scarlett sapeva già le sue intenzioni?
Gwen non ebbe il tempo di dar retta all’avvertimento che il suo telefono vibrò di nuovo per una volta. Poi due. Non smise. Sembrava che quell’oggetto stesse impazzendo, pensò a un virus ma si accorse che le stavano arrivando una marea di messaggi. Non era il suo compleanno, che stava succedendo?
-Ma che cazz…-
Alcuni compagni di classe e altri conoscenti le avevano inviato il link di un video, lo aprì nonostante i battiti del suo cuore stessero accelerando, era come se il suo corpo le stesse dicendo “spegni il telefono”.
…Era il video del ricatto.
Disponibile su Internet.
Merda.
-No no no no...NO!- non poteva fare nulla. I suoi amici l'avrebbero giudicata e nessuno si sarebbe dimenticato di ciò che mostrava il video. Tutti l’avrebbero considerata una puttana. Aveva cercato a tutti i costi di impedire ciò, aveva accettato di lavorare al maid cafè per tutelare quel segreto! Non poteva essere vero.
Chiamò Chris quindici volte. Nessuna risposta. Chiamò Chef dieci volte. Nessuna risposta. Chiamò la produzione di Total Drama con un numero trovato su internet. L’unica risposta che ricevette fu “la smetta di urlare”.
Era stato Chris a pubblicare quel video, non c'era dubbio, ma perché?
Ignorò i messaggi e chiamò l’unica persona che la faceva sempre sentire protetta e al sicuro ma allo stesso tempo era il suo complice di quella folle serata.
-Duncan ti devo parlare, ricordi quando abbiamo rubato il liquore Triple Sec in All Stars?-
-Si, dopo che mi hai lasciato abbiamo deciso di fare un’ultima pazzia insieme rubando quel liquore dall’hotel. Non ricordo nulla di quello che accadde dopo, perché ne parli ade…-
-Abbiamo scopato e un cameraman ci ha ripreso, McLean mi ha ricattato di lavorare al maid con quel video-
-Cosa?! È vero!?-  la gotica chiuse gli occhi e fece un lungo sospiro: avrebbe voluto rispondere di no, cancellare quella folle notte.
-Si… e ho anche detto insulti razzisti su Cameron- ormai che la verità era stata rivelata poteva svuotare tutto il sacco dei suoi errori più gravi.
-Dovevi dirmelo, cazzo! Perché ti sei tenuta dentro un segreto simile!-
-Non volevo passare per la troia di turno! Ho sempre creduto di fregandone del giudizio degli altri ma è più forte di me! Non posso andare in giro tranquilla che c’è un coglione mi ricorda gli sbagli che ho commesso. Non posso più vivere una vita mia-
In quel momento Gwen liberò ogni suo piccolo pensiero che aveva segregato nel suo cuore: era come una bomba ad orologeria che stava per esplodere. Aveva preferito nascondere le sue paure per non far preoccupare i suoi amici e non essere considerata una persona lamentosa, ma si rese conto che si era fatta solo del male.
-Calmati piccola…-
-Ho pensato che se si scoprisse che mi sono concessa a te, il ragazzo che ho lasciato dopo il casino del tour, non avrei potuto sopportare la valanga di insulti. Dopo che ti ho baciato a Londra sono stata chiamata troia anche dai miei amici gotici…ANCHE DAI MIEI FOTTUTISSIMI AMICI. La gente ha insultato solo me, non ti sto dando la colpa ma neanche tu eri un santo.
So che non posso farcela a gestire gli sguardi delle persone per una cosa del genere, d-d-dovrei cambiare pianeta …a-adesso l’hanno scoperto io…io…- Gwen aveva iniziato a piangere senza accorgersene.
-Prima intendevo perché non l’hai detto a me, Gwen- chiese Duncan con voce tranquilla, sembrava comprenderla. La ragazza si asciugò le lacrime.
-Perché…avevo paura di perderti. Pensavo che saresti rimasto disgustato da me, è stata mia l’idea di bere quel liquore, ricordi?-
Ci fu un attimo di silenzio, Gwen era terrorizzata al pensiero che Duncan la insulti e chiuda la chiamata lasciandola in oblio delle sue emozioni.
-Senti non permetterò che uno stupido sbaglio rovini il rapporto che stiamo ricostruendo. Affronteremo quel coglione di McLean e lo obbligheremo a rimuovere il video. Lo faremo insieme-
Sentire quelle parole eliminarono buona parte della sua agitazione, Duncan teneva davvero a lei. La felicità che Gwen provava sconfisse momentaneamente le sue potenti emozioni negative.
-Dove sei? Ti raggiungo- dopo che Gwen rispose, lo ringraziò di tutto. Doveva solo aspettarlo.
 
Gwen camminò per cinque minuti nervosamente avanti e indietro del locale, dalle porte di vetro non vide nessuno in strada.
I suoi pensieri iniziavano con la stessa domanda: perché è successo? Perché Chris aveva deciso di pubblicare quel video nonostante avesse sempre rispettato i turni di lavoro?
Non riusciva a trovare risposta o una spiegazione logica, era certa sul fatto che il Karma stesse esagerando nel punirla, Gwen non aveva già pagato abbastanza per i suoi sbagli?
Si dimenticò della sua intenzione di indagare sui piani di Scarlett e dell’avvertimento di Dawn: nel suo cuore era in corso una tempesta.
Dopo aver digerito quelle emozioni si sentì mancare il respiro, doveva prendere un po’ d’aria fresca.
Dato che non voleva correre il rischio di essere riconosciuta, uscì fuori dalla porta del retro; in quella zona desolata c'erano soltanto i bidoni dell’immondizia e un vecchio lampione.
Le notti d'inverno erano fredde e buie, Gwen le aveva sempre adorate. Guardare il cielo l’aveva sempre tranquillizzata, questa volta ci voleva un miracolo.
La gotica riuscì a respirare normalmente e si calmò un poco…ma all’improvviso qualcuno le prese con forza il braccio. Tentò di liberarsi ma lo sconosciuto era troppo forte.
Gwen osservò spaventata il volto del suo aggressore illuminato dalla luce artificiale, si focalizzò sul fisico robusto, occhi color zaffiro famigliari e un sorriso beffardo. Forse aveva una quarantina d'anni.
-Mi lasci andare cazzo!-
-Che ci fai tutta sola?-
Il cuore di Gwen stava per esplodere. Prima il video e adesso questo.
“Il mondo ce la sta mettendo tutta per farti passare il giorno peggiore della tua vita” pensò Gwen mentre cercava di liberare il braccio da quella maledetta presa. Stava diventando rosso.
-Chi cazzo sei- urlò sperando che nelle vicinanze qualcuno senta la sua voce spaventata e disperata. Ma sapeva che era inutile: la porta sul retro portava in una zona in cui raramente passava qualcuno. Era in trappola.
-Non ha importanza…lo sai quanto tempo ho atteso questo momento? Finalmente sei tutta sola con questo vestito sexy-
“Non vorrà…” pensò Gwen terrorizzata, doveva continuare a combattere. Sicuramente quell'uomo era uno stalker e questo era il momento perfetto per aggredirla.

Prima che quell’uomo poté trascinarla all'interno del Princess cafè vuoto, Gwen sentì il braccio libero. La gotica, mentre si massaggiò il braccio, udì un gemito di dolore: lo sconosciuto era sull’asfalto dolorante e difronte a lui c'era un ragazzo in piedi. Deve essere stato quest’ultimo a spingerlo.
Gwen riconobbe la cresta verde. Come faceva a sapere che si trovava nel retro del locale? Gwen si aspettò di scappare con lui e chiamare la polizia, tuttavia l'uomo si riprese in fretta e non ci pensò due volte a contrattaccare.
Gwen assistete allo scontro paralizzata dalla paura: era coinvolto il ragazzo che amava.
-Brutto stronzo cosa credevi di fare- urlò Duncan mentre tirava pugni e incassava colpi. I due si pestarono davanti agli occhi di una spaventata e vulnerabile Gwen: si pentì di essere debole, di lasciarsi salvare.
L’uomo dagli occhi color zaffiro scagliò Duncan verso i bidoni dell’immondizia. Approfittò del tempo in cui Duncan si riprese dal colpo per estrarre un coltello. Il coltello più grande e affilato che avesse mai visto.
-Non dovevi metterti in mezzo figlio di puttana-
Gwen voleva che lo scontro finisca in quell’istante. Tremava di paura… No non poteva rimanere ferma. Aveva già affrontato un serial killer nel reality, doveva eliminare ogni esitazione.
La gotica utilizzò tutta la sua forza per prendere la rincorsa e spingere lo sconosciuto per terra, quest’ultimo non se lo aspettò. Nell’impatto cadde anche lei.
Si rialzarono subito e il coltello era ancora ben saldo nella mano destra dell’uomo. Gwen voleva allontanare l'arma dal mirino di Duncan, adesso era rivolta verso di lei.
-Brutta stronza…- il punk afferrò il braccio dell’uomo prima che riuscisse a colpirla.
-Vattene Gwen!- urlò e con il braccio libero spinse via la ragazza per allontanarla.
La gotica non aveva intenzione di abbandonarlo. Aveva una terribile paura di lasciarlo solo, ma era completamente inutile. Non trovava il cellulare nella sua tasca per chiamare aiuto.
Duncan e lo sconosciuto continuarono a combattere. Il ragazzo, nonostante la poca luce disponibile, schivò i colpi di quel coltello e, con una forza quasi sovraumana, prese la camicia dello sconosciuto e lo spinse verso il muro.
Non gli diede il tempo di spostarsi: come un leone il ragazzo si avventò sull’uomo e gli afferrò le spalle. Lo urtò e la testa dell’uomo colpì in modo violento il muro una volta, due, tre…Duncan doveva colpire il cranio abbastanza forte da farlo svenire, oppure ucciderlo.
Continuò a strattonarlo in preda a una rabbia quasi animalesca, a causa del buio non si poteva vedere che il muro si stava ricoprendo di sangue.
Duncan era in vantaggio e l’uomo sembrava incapace di reagire, ma il ragazzo non notò che lo sconosciuto riusciva a muovere un braccio. Era il braccio destro.
All’ultimo colpo quasi fatale, l’uomo dagli occhi color zaffiro riuscì a pugnalare Duncan allo stomaco.
-NO!-

Mentre lo sconosciuto perdeva i sensi facendo cadere il coltello per terra, Gwen si precipitò verso Duncan, non osava immaginare il dolore che stava provando. Avrebbe dato qualsiasi cosa per stare al suo posto.
-Duncan ti prego non lasciarmi- urlò disperata. Il suo visto sofferente era insopportabile alla vista della gotica. Cazzo se odiava quel giorno.
-L’importante è che…tu stia b-bene- riuscì a sussurrare: non era arrabbiato, solo stanco.
Gwen non riusciva a distogliere lo sguardo dalla profonda ferita sullo stomaco di Duncan. La divisa da maid era sporca del sangue del suo salvatore.
Se solo le sue parole avessero potuto fermare ciò che stava accadendo.
Se solo la sua disperazione le avesse donato forza
Se solo il tempo si fosse fermato
.
La voce di Duncan spezzò i suoi pensieri.
-S-Sai avrei voluto…salvarti più volte…c-come Mike ha fatto con Zoey- parlò Duncan nonostante il dolore. L’unico pensiero di cui gli importava…era Gwen.
-Non posso vivere senza di te! Per favore resisti-
Non poteva perderlo. Ma non sapeva come fermare l’emorragia. Doveva cercare aiuto ma non poteva lasciarlo solo. Dove cazzo era il suo cellulare? Perché nessuno aveva sentito le sue urla disperate?
Il peggior incubo della protagonista si realizzò davanti ai suoi fragili occhi: Duncan morì in un lago di sangue.
La gotica abbracciò il cadavere del suo amato versando tutte le sue lacrime. Le promesse strappate via da una pugnalata.

-Ti amo, Duncan. Forse non ci sarà momento giusto per dirtelo-
-Lo so-
-Ma non mi sento pronta per riprovarci. Ho paura.-
-Non è per caso a causa del tuo lavoro al maid cafè?-
-Che c'entra…certo che no. Devo riparare ai miei errori e aggiustare la mia vita…non capiresti-
-Aspetterò anche cent’anni-

La sua vita non sarebbe mai stata completa senza Duncan. Era colpa sua se era stato pugnalato.
Quando sentì le sirene della polizia, Gwen non sentì più nulla, neanche i battiti del suo cuore: il mondo per lei era morto.
Qualcuno cancelli questo giorno per favore.




*nel capitolo 15 Kitty lascia le chiavi che aveva rubato a Max su un tavolo. Quando quest’ultimo torna nel maid cafè per prendere quelle di riserva (perché credeva di aver perso le sue chiavi) prende quelle sul tavolo credendo che siano quelle di riserva invece erano le chiavi che aveva avuto dall’inizio. Spero di essermi spiegata.


👑💎 Angolo Autrice 💎👑
La scelta di far morire Duncan non c'entra con il mio stato d'animo accennato nell'angolo autrice dello scorso capitolo: ho già deciso la sua sorte nel 2018 (però ho cambiato completamente il modo in cui avviene, la prima idea era stupida e non aveva senso)
Negli ultimi capitoli ho “trascurato” pian piano la parte allegra delle giornate al maid cafè per prepararvi a questo. Il rating della storia è giallo perché avevo ben in mente questo capitolo.
Non so se sia stata una scelta azzardata o che sarà approvata, ma io non me ne pento anche se forse avrò perso metà dei miei lettori.

Nella parte in cui Gwen si sfoga al telefono mi sono messa a piangere mentre la scrivevo: la disperazione della gotica che ho creato mi ha fatto davvero stare male (sono più sensibile in sto’ periodo ma dettagli).
Ringrazio per chi mi ha seguita fin qui e…mi dispiace di aver ucciso Duncan…

P.S.: Lindsay doveva andarsene dal maid cafè moooolto prima, ma non avevo mai trovato occasione.
P.S.n.2: in questo capitolo Gwen parla brevemente dei suoi amici gotici, vi ricordate che li aveva accennati tempo fa?
Capitolo 2
(ritorno a scuola) -Gwen ci sono altri che devi salutare?-
-No, non penserai che mi sia inventata la storia della solitaria e che non è mai andata a una festa-
-Ah, non pensavo quello. Ricordo che avevi degli amici gotici, frequentano…- -E’ finita male- si limitò a dire, Mike non aggiunse altro.

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Capitolo 19
*** Capitolo 17 ***


Maid cafè
Capitolo 17

 
21 Dicembre 2014, Domenica
 
Judy Summer si presentò alla centrale di polizia con il volto sconvolto e l’abbigliamento parecchio disordinato: indossava due scarpe diverse, non si era pettinata i suoi capelli blu notte ricci e non aveva nemmeno abbottonato il suo cappotto invernale.
Sembrava che si fosse appena alzata dal letto. Era uscita di casa in fretta e furia dopo aver ricevuto la chiamata della polizia: sua figlia aveva bisogno di lei.
Quando la condussero nella stanza degli interrogatori, la signora Summer quasi non riconobbe la figlia seduta su quella sedia nera.
Gwen aveva sempre avuto una carnagione pallida ma adesso la sua pelle aveva perso ogni traccia di colore e gli occhi gonfi testimoniavano un lungo e disperato pianto; nessun genitore riuscirebbe a sopportare la vista del proprio figlio distrutto dal dolore.
-Gwen sono qui…- Judy, con gli occhi lucidi, si precipitò ad abbracciare la figlia e vide le macchie di sangue sulla divisa da maid che Gwen indossava, in un primo momento non fece caso al fatto che fosse vestita in quel modo inusuale.
-Mio dio che è successo…?-
Gwen aveva appena testimoniato l’accaduto difronte a un registratore, adesso non voleva parlare con nessuno. Neanche con sua madre.
Il capo della polizia si offrì di riraccontare la vicenda avvenuta nei pressi del maid cafè a Judy; la protagonista non voleva ascoltare altrimenti avrebbe rivissuto di nuovo quella scena. Per distrarsi pensò agli ultimi dieci minuti.
 
 
Gwen era svenuta quando aveva sentito le sirene della polizia. Era come se qualcuno avesse staccato la spina della corrente.  
Si era risvegliata poco dopo, su un sedile della macchina della polizia. Due uomini in divisa blu, quando si accorsero che Gwen era cosciente, si avvicinarono con volti dipinti dallo sconforto.
-Ci ha chiamati la signora Dawn Hope affermando che lei fosse in pericolo*. Ci dispiace siamo arrivati tardi- quelle scuse non potevano restituirle Duncan: perché non erano arrivati prima? Sarebbero bastati pochi secondi e il punk sarebbe ancora vivo.
Pochi secondi.
I due poliziotti l'avvisarono di aver chiamato l’ambulanza per lei e l'assassino svenuto, ma Gwen non voleva recarsi in ospedale ma andare immediatamente a deporre nel dettaglio che cosa fosse successo. Insistette fino a quando gli dissero di si.
I due poliziotti si offrirono di accompagnarla in centrale, non prima di aver avvisato la madre di Gwen; nel mentre la ragazza vide dal finestrino un agente mettere un velo sopra il cadavere di Duncan. Quella era l’ultima volta che avrebbe rivisto il ragazzo che amava.

Arrivata in centrale, Gwen venne accolta dal capo della polizia, nell’aspetto era identico a Chef Hachet. Si era presentato in modo cordiale evidenziando amichevolmente la sua somiglianza con il gemello, se non fosse il giorno peggiore della sua vita la gotica ci avrebbe riso sopra.
Alla fine della testimonianza che durò una ventina di minuti, il gemello di Chef Hachet aveva detto un sincero “mi dispiace molto”. Era finita, a quell’uomo avrebbero dato l’ergastolo.
 

Dopo che Judy venne a conoscenza dei fatti, non riuscì a credere che quella tragica storia avesse come protagonista la propria figlia.
-Mio dio mi dispiace! Adesso ci sono io…- la signora Summer l’abbracciò di nuovo sperando che il suo affetto le donasse un po’ di sollievo, Gwen rimase ferma non mostrando nessuna reazione.
-Avete arrestato il bastardo?- chiese Judy ancora sconvolta.
-Si. Sono sicuro che marcirà in prigione, ma devo chiedere alla ragazza di rimanere a disposizione per testimoniare in tribunale-
-Va bene. Possiamo andare adesso?- la signora Summer voleva riportare al più presto sua figlia a casa, in un luogo sicuro. Prima che il capo della polizia potesse rispondere, il telefono sulla scrivania squillò. Rispose subito.
-Pronto? Si, la ragazza si trova qui, è molto scossa... Cosa? Capisco…Gwen hai una telefonata, se te la senti di rispondere…- 
La giovane annuì debolmente. Il gemello di Chef, non vedendo la ragazza accennare un movimento, mise il vivavoce.
-Gwen? Sono io-
La dark non sentiva quella voce così vicina da un anno. I ricordi di quel giorno di Dicembre 2013 presero il sopravvento nella sua mente: come dimenticare la chiamata del sadico presentatore che voleva cambiare la sua vita per divertimento.
Questa volta la voce non era modificata e Gwen non provava nostalgia delle vecchie avventure del reality.
Era Chris McLean.
-Gwen so che cosa è successo, mi dispiace molto- la gotica avrebbe sentito quella frase un milione di volte da quel momento in poi e nessuna condoglianza avrebbe potuto cancellare il suo dolore.
-D-Duncan si è rivelato un bravo ragazzo…- continuò il conduttore dall’altra parte della cornetta. Sentendo quel nome, Gwen si alzò di scatto dalla sedia e liberò la rabbia che aveva represso con le lacrime.
Tutto ciò che provava…era colpa di quell’uomo.
-Non pronunciare quel nome brutto bastardo! È colpa tua! Se tu non avessi pubblicato quel video di merda io non avrei chiamato Duncan e sarebbe ancora vivo!-
-Io non ho fatto niente! Hanno hackerato il mio computer, te lo giuro!- si giustificò Chris davvero mortificato per l’accaduto.
-Gwen non avrei mai pubblicato quel video lo sai…è che…quando un misterioso tizio incappucciato dagli occhi azzurri mi ha mostrato quella registrazione non ho saputo resistere e ti ho ricattata, ma ti ripeto che non l'avrei pubblicato sul serio! Avrei dovuto cancellarlo maledizione!-
La gotica capì che non stava mentendo, ma in quel momento aveva bisogno di un responsabile del suo dolore.
-È lo stesso colpa tua! Tu e quello stupido lavoro! Quel maledetto molto probabilmente mi ha aggredito perché lavoravo con quella stupida divisa provocante del maid cafè! Se quel maiale non mi avesse visto nelle vesti di maid Duncan…Duncan…!-
La ragazza si sedette sulla sedia e ritornò a piangere in preda a un dolore che le sembrava immortale: un uomo che non conosceva le aveva rovinato la vita. Alla signora Summer le si spezzò il cuore vedendo la figlia in quello stato, anche se non sapeva nel dettaglio di cosa stessero parlando.
-È qui che ti sbagli- riprese Chris -Avrai già conosciuto il gemello di Chef, mentre tu eri svenuta …-
-MIA FIGLIA È SVENUTA?!- interruppe urlando la madre di Gwen, venne calmata in silenzio dal capo della polizia.
-…dicevo mentre eri svenuta il signor Hachet ha mandato subito dei poliziotti a controllare l’abitazione del maiale e hanno trovato delle foto scattate quando avevi iniziato il primo anno all'Ohashi High School: ti pedinava ancor prima di entrare nel reality-
Gwen ci impiegò per un po' per elaborare quelle agghiaccianti informazioni. Le si gelò il sangue scoprire che in tutti quegli anni aveva avuto uno stalker.  La madre di Gwen appoggiò la sua mano sulla spalla della figlia per invitarla ad alzarsi e andare subito via.
Tuttavia la chiamata con Chris McLean non era ancora conclusa.
-Un’ultima cosa. Non so se ti hanno detto che l'assassino di Duncan si chiama Benson Hope ed è lo zio di Dawn. È la tua migliore amica, giusto? Sospettano che sia stata vittima di violenza psicologica di quell’uomo-

 
22 Dicembre 2014, Lunedì
 
I rimpianti sono le storie mai raccontate.
Gwen sapeva che non le sarebbe bastata una vita per riparare ai suoi errori, ma non poteva lasciarsi sopraffare dalla sua amara disperazione.
Non era riuscita a dormire quella notte, il volto di Duncan le faceva compagnia quando chiudeva gli occhi. Alle sei del mattino era già fuori casa senza aver avvisato nessuno.
Decise di affrontare il mostro che aveva legami con la sua migliore amica. Doveva affrontare chi le aveva strappato la felicità.
La gotica aveva bisogno di sapere perché tutto questo fosse successo e non accettava più “è stato il tuo karma” o “questa è la tua punizione, te lo meriti” come risposta.
 
Il giorno prima aveva chiesto al capo della polizia un permesso per parlare con il detenuto Benson Hope e il signor Hachet glielo aveva gentilmente concesso.
Era la prima volta che Gwen entrava in un carcere vero. Non era mai andata in quel posto pieno di criminali anche se dietro le sbarre c’era stato…lui. Non gli aveva mai fatto una visita o una semplice telefonata….
Ritornò al presente. Dopo aver compiuto una serie di operazioni formali (compilare dei moduli, mostrare un documento di identità e deposto alcuni oggetti personali in una cassetta), una guardia l’accompagnò nella sala colloqui e le disse di attendere.
La gotica stava per incontrare l’assassino del ragazzo che amava, sembrava la scena di un film.
-Gwen! Che sorpresa!- la figura allegra di Benson Hope comparve dietro il vetro divisorio, sembrava entusiasta di quella visita. Sul suo viso erano ancora presenti le ferite dello scontro di ieri.
Gwen perse la sua iniziativa e si pietrificò.
Non riusciva a parlare.
-Perché sei qui? Non me lo aspettavo!- lo zio di Dawn parlava con un tono di voce molto rilassato nonostante si trovasse dietro le sbarre e avesse pugnalato una persona più giovane di lui; la diciasettenne non poté fare a meno di invidiare quella calma surreale.
La gotica era lì per parlare principalmente di Dawn, ma il suo dolore voleva prima una spiegazione.
-S-Sai …sai il nome del ragazzo che hai ucciso?- iniziò Gwen indirizzando uno sguardo ricco di odio.
-Mmmmh no. Io mi stavo solo difendendo, è stato lui ad attaccare per primo-
-Mi stavi aggredendo- contraddisse fredda.
-Beh non doveva mettersi in mezzo. Credo che tu abbia già saputo che ti pedinavo da un po’, dovevo farmi avanti prima ma non trovavo occasione. Quando finalmente eri da sola tutta per me è intervenuto quel ragazzo dalla cresta verde…peccato-
Voleva tornare a piangere. Gwen, da quelle parole, ebbe la triste conferma dei suoi dubbi: non avrebbe mai accettato la morte di Duncan o perdonato il responsabile, il peggior essere umano che avesse incontrato. Detestava il motivo per cui non poteva più riabbracciare il punk, tuttavia Gwen sapeva che anche lei aveva le sue colpe.
Cercò di controllare il suo dolore pensando al dolce sorriso della sua migliore amica.
 
-Voglio sapere…hai abusato di tua nipote?- chiese con un filo di voce.
-Mi piacciono le pallide, non posso farci niente. Voi mi ricordate…angeli-
Il pugno di Gwen non riuscì a scalfire il vetro, ma zittì l'uomo. Si era alzata d'istinto, il braccio si era mosso da solo e i suoi occhi esprimevano solo rabbia.
Sentendo quel rumore, degli agenti individuarono la fonte ma non intervennero; conoscevano i reati di quel detenuto.
Gwen ritornò al suo posto massaggiandosi la mano.
-Comunque no, Dawn avvertiva la mia aura quando volevo divertirmi con lei. Ho sempre pensato che questa cosa del leggere le aure fosse una cazzata…invece è il suo meccanismo di difesa. Ognuno ne ha uno, credo.
Una volta, quando ho fatto visita a quello stupido di mio fratello, era distratta e mi sono avvicinato molto, era turbata su una cosa...si aveva rifiutato i sentimenti di un suo amico…Cameron si chiamava, credo-
Gwen aveva ricevuto l’ulteriore prova che non meritava l'affetto della bionda: perché in quel giorno di Settembre non era stata vicina alla sua migliore amica ma aveva rincorso Cameron (capitolo 13)? Perché ha sempre declassato Dawn al secondo posto nella classifica delle priorità?
Gwen si sentiva la peggior migliore amica mai esistita.
-Ti sei incantata? Stavo dicendo…poi ho sentito mio fratello chiamarmi dalla cucina e ho dovuto interrompere le mie…attenzioni- Gwen mise da parte i suoi sensi di colpa e tornò a provare rabbia e ribrezzo verso quell'uomo.
-Perché Dawn non ti ha mai denunciato?-
-Perché non glielo chiedi?-
Quella frase fu come un pugno nello stomaco. Era riuscita ad essere faccia a faccia con l’assassino di Duncan, allora perché l’idea di parlare con Dawn la spaventava a morte?
-Va bene te lo dico io….lei era convinta che avessi un'aura buona e che non avrei fatto del male a nessuno. Beh…strano! Poi si è resa conto che niente poteva cambiarmi e…ho dovuto un po’ minacciarla. Ti risparmio i dettagli-
Basta. Gwen non voleva sentire nessun’altra parola. Aveva ottenuto ciò che cercava, niente l’obbligava a rimanere nel carcere.
-Volevo sapere solo questo. Ora non potrai più fare del male a nessuno- quello era l’unico aspetto positivo di questa faccenda.
-Dovrei urlare “un giorno sarai mia” ma non credo che mi faranno uscire presto. Goditi la tua bella vita di merda, Gwen-
 

La gotica uscì dal carcere invasa dall’ansia come se fosse una fuggitiva.
Aveva appena smesso di nevicare ma Gwen continuò a camminare senza meta. Dopo una quindicina di minuti si fermò in un parco, non voleva tornare a casa.
La diciassettenne si sedette su una panchina sapendo che sarebbe stata sconfitta dai suoi pensieri. Non sapeva cosa fare: non voleva iniziare un nuovo capitolo della sua vita senza Duncan.
La neve, da sempre protagonista di alcuni bei ricordi della gotica, non riuscì a suscitarle nessuna emozione.
Come temeva, alcune persone le puntarono il dito ridacchiando; la notizia della morte di Duncan non era stata ancora diffusa. Gwen doveva ignorarli adesso che era sola, infondo la sua paura per il giudizio della gente era la causa della morte del punk. Non se ne sarebbe mai dimenticata.
“Ieri Chris mi ha detto che un tizio misterioso dagli occhi azzurri gli ha consegnato il video della mia cazzata più grande….e se si trattasse di Duncan? Non potrò mai saperlo…e non ha più importanza” rifletté Gwen per poi riguardarsi attorno.
Oltre i fan di Total drama che avevano visto il video, c'erano famiglie allegre e gruppi di amici che avevano deciso di passare la mattinata in quel parchetto pulito; Gwen era circondata da persone spensierate che si godevano le vacanze natalizie.
Avrebbe voluto che la felicità degli altri scomparisse. Troppo rumorosa, troppo distante.
 
 

Courtney era scappata al lago Ontario quando seppe che cosa fosse successo nei pressi del maid cafè. Aveva i capelli in disordine e terribili occhiaie, ma non le importava.
Si rifugiava in quel luogo tranquillo nei momenti più bui della sua vita per poter dar sfogo alla sua tristezza.
La castana non ricordò l’ultima volta in cui aveva pianto. Negli ultimi mesi sembrava incapace di mostrare il suo lato più fragile, allora perché in questo momento non provava neanche a contenere le sue lacrime?
Un pensiero la tormentava: se non avesse lasciato Gwen da sola, Duncan sarebbe ancora vivo.
In mano stringeva il teschio che le aveva donato il punk quando erano innamorati. Si era detta più volte che avrebbe dovuto gettarlo nelle acque più profonde del lago, ma si rese conto che quella piccola scultura rappresentava un prezioso ricordo. Non avrebbe mai dimenticato Duncan, non l’aveva mai odiato veramente.
Si chiese se avesse preferito che Duncan non fosse intervento lasciando la dark da sola con quel bastardo invece di morire per difenderla…
La risposta era no: l'importante era che Gwen stesse bene e che fosse viva.
Era una preziosa amica: anche se al maid cafè Courtney si divertiva a vendicarsi contro di lei approfittando del suo ricatto, la gotica era sempre stata disponile a offrirle il suo aiuto sincero. L’ispanica scoprì recentemente che l’anno scorso aveva incontrato Scott per merito suo.
Nessuno avrebbe sacrificato il proprio tempo per una come lei: accecata dalla vendetta e dall’odio da evitare l’affetto e ogni forma di perdono.
Courtney comprese che quando si vuole bene a una persona non si deve far vincere l’orgoglio. Per capirlo una persona doveva perdere la vita.
 
 
 
*Verrà specificato in futuro, ma Dawn conosceva la posizione di Gwen perché ha letto la sua aura (infrangendo la promessa)
 
 

👑💎Angolo autrice 💎👑
Avrei voluto pubblicare gli ultimi cinque capitoli entro 2019… siamo alla fine dell'anno 2020…. viva me. Il mio proposito per quest'anno era finire Maid Cafè, preparatevi per il peggio.
Scherzi a parte, grazie infinite per aver letto questo capitolo: mi basta sapere che anche solo una persona legga questa storia per sentirmi…sollevata.
Domande tattiche per farvi leggere il prossimo capitolo: Gwen supererà il lutto? Le colleghe del maid cafè come reagiranno alla terribile notizia? La gotica scoprirà che è stata Scarlett a pubblicare il video? Quale sarà il ruolo di Courtney e Dawn? Il princess cafè tornerà ad essere il luogo più felice d’America?  Lo scoprirete….no non posso dire presto.
 
P.S.: il prossimo capitolo sarà diviso in due parti. Inoltre sarà ambientato dopo alcuni mesi di questi eventi, verso aprile/maggio del 2015.
 
P.S.n.2: il nome della mamma di Gwen viene rivelato per la prima volta in questo capitolo (l’ho inventato)
P.S.n.3: il fratello gemello di Chef era stato citato nella prima parte del capitolo 3 (-È il tuo giorno sfortunato perché mio fratello gemello è il capo della polizia e siamo identici, a volte ci scambiamo i ruoli lavorativi quando ci annoiamo. Non credo che permetterà al suo unico familiare di finire al fresco- )

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Capitolo 20
*** 🍁Capitolo 18 - parte uno 🍁 ***


Maid Cafè
🍁Capitolo 18 - parte uno🍁


La solitudine e il buio erano diventate la sua normalità da ormai cinque mesi. Impediva ad ogni raggio di sole di farle visita nella sua cupa stanza e trascorreva il suo tempo libero distesa sul letto. Il suo cuscino conservava ancora tutte le lacrime che aveva versato nelle sue malinconiche notti.  
Meritava tutto quello che le stava capitando? Gwen non era sicura della risposta, fatto sta che aveva perso la felicità da ormai cinque mesi.
Cinque mesi senza Duncan.
Cinque mesi in cui si è isolata da tutti.
Il suo aspetto rispecchiava il suo stato d’animo: i suoi capelli erano un po' cresciuti e completamente castani, le labbra pallide come la sua pelle e lo sguardo vuoto testimoniava una tristezza destinata a non terminare.
 
Dopo le vacanze natalizie, sua madre convinse la scuola a lasciare la giovane a casa fino a quando non si sarebbe ripresa dagli eventi di quella terribile domenica di Dicembre.
Nel suo periodo segregato a casa, aveva interrotto i contatti con tutti i suoi amici. Il perché? Credeva di non meritare niente e nessuno.
Ma i suoi amici non la pensavano così.
Zoey e Mike andavano a casa sua tutti i giorni, ma sapevano che Gwen non sarebbe mai scesa dal letto per salutarli. La coppia scambiava sempre due chiacchere con la madre della gotica per poi andarsene amareggiati.
Cameron aveva interrotto immediatamente i suoi studi a New York e aveva preso il primo volo per il Canada scoprendo ciò che era successo in sua assenza, neanche a lui la protagonista ha aperto la porta della sua camera.
Invece Lance aveva suonato una breve melodia con il violino nel viale della casa di Gwen, tuttavia la sua musica non aveva raggiunto la sua amica. Il ragazzo decise di lanciare dei piccoli sassi in direzione della finestra sperando di ricevere una risposta, si fermò dopo venti tentativi quando accidentalmente la ruppe. Per non far sembrare che sia l’opera di un malvivente, il giovane violinista spiegò l’accaduto a Judy e ripagò i danni.
Anche Dawn e Sky avevano tentato di restare al fianco della gotica in quel periodo devastante, soprattutto la bionda tremendamente in colpa che il suo demone abbia trascinato nell’abisso la sua migliore amica.
Gwen aveva rivisto Dawn al tribunale a gennaio: Raggio di Luna sembrava stare bene, tranne per quello sguardo malinconico intriso di sensi di colpa. Per Gwen quell'espressione era fin troppo famigliare. Non aveva avuto coraggio di rivolgerle la parola.
 
Aveva tagliato fuori le persone a cui teneva di più al mondo.
Non voleva vedere nessuno.
 
Suo fratello Bryan era diventato la sua guardia del corpo, quest’ultimo voleva proteggere la sorella da tutto ciò che potesse recarle o aumentare il suo dolore. Neanche Bryan capiva del perché Gwen non voleva vedere nessuno ma doveva far rispettare la decisione della sorella.
Una volta la protagonista sentì suo fratello cacciare via cinque ragazze che erano riuscite ad arrivare alla porta della sua camera nonostante i richiami del ragazzino. Si trattavano di Kitty, Sammy, Anne Maria, Serena e Carrie.
Gwen non si era fatta sentire da Natale con loro: sicuramente Sammy era preoccupata a morte e forse Kitty aveva installato delle telecamere segrete nella sua camera per tranquillizzare la bionda.
Nella sua buia camera, Gwen abbozzò senza accorgersene un sorriso, le venne spontaneo salutare a un punto a caso della sua stanza, poi si rese conto di quanto stupido fosse stato quel gesto.
Mentre Courtney… le aveva lasciato un solo messaggio con su scritto: “non potrò mai comprendere il dolore che tu stai affrontando ma se ti serve un aiuto io ci sarò sempre per te. Scusami se sono stata una stronza insensibile che pensava solo a sé stessa, non lo dico per farti stare un po’ meglio. Mi dispiace sul serio, Gwen. Ti aspetterò”.
 
Anche gli amici più stretti del reality condividevano con lei il dolore per la morte di Duncan e tempestarono la gotica di messaggi ai quali ella non rispose. La difendevano anche dagli insulti degli sconosciuti, ma neanche la loro popolarità poteva fermare la cattiveria delle persone.
Nonostante l’aggressione nei pressi del maid cafè e la morte del punk, si parlava ancora di quel maledetto video.
Il peggior nemico della gotica fu Internet: se prima la gente dichiarava di odiarla a morte per ciò che era successo in Total Drama Tour, adesso Gwen si sentiva persona più detestata della terra. Tutti si dimenticarono che era una vittima, una sopravvissuta di uno scontro in cui sarebbe dovuta morire lei. Invece no! L’unica cosa che contava era il contenuto di quel video scandaloso!
Una puttana, questo c’era scritto nelle sue mail e nei commenti sul web che – non sapeva neanche lei - trovava il coraggio e il tempo di aprire.
“Io la odio Gwen è una stronza, sarebbe dovuta morire lei”
“Spero che l’ultima scopata di Duncan non sia stata con quella là”
“Mi fa solo schifo"
Superato apparentemente il lutto, Gwen tornò a scuola priva di emozioni a metà marzo. Tutti si accorsero del suo cupo comportamento, ma facevano finta di ignorare il motivo.
Mike cercava di restare accanto alla ragazza nei corridoi della scuola, ma quest’ultima non gli rivolgeva mai la parola. Sky una volta picchiò un ragazzo che aveva deriso Gwen nell’aula di scienza puntandole il dito, l’atleta miracolosamente ricevette solo una sgridata da un comprensivo preside.
All’esterno dell’Ohashi School la gente si divertiva a guardarla con disprezzo. Non si può eliminare la crudeltà delle persone.
 
 
  24 Aprile 2015, Venerdì
Gwen tornò a casa dopo un’ennesima giornata grigia a scuola, erano le 14:45. Ogni volta che entrava nella camera, sapeva che sarebbe stata sconfitta dai suoi sensi di colpa. Si distese sul letto con un sentimento di sconfitta, i suoi pensieri erano sempre gli stessi: sono passati cinque mesi di solitudine.
Cinque mesi senza Duncan.
Cinque mesi in cui si rifiutava di indossare quella divisa del Maid cafè che all’inizio odiava.
“Fai schifo. Sei inutile. Duncan è morto perché avevi paura del giudizio di gente che non conosci.”
-Lo so. Non serve che me lo dici ogni giorno…voce interiore?-
“Saresti dovuta morire tu, sai? Non hai fatto altro che causare fastidio con i tuoi sciocchi problemi.”
-Non è vero, ho provato ad essere una brava persona! Per esempio… ho donato il mio sostegno a Sammy quando è tornata dal reality e l'ho difesa dalla sorella…-
“Sammy l'avrebbe potuta difendere benissimo qualcun altro. Non sei speciale.”
-Ho consolato Cameron quando Dawn gli ha detto che non ricambiava i suoi sentimenti-
“Ma hai trascurato la tua migliore amica e più tardi suo zio l'ha quasi aggredita. E ti devo ricordare di come hai insultato Cam in quella fatidica notte?!-
-Trent…-
“Non hai fatto nulla! La sua ragazza si droga e le tue parole e azioni valgono come la polvere!”
-Volevo sul serio che le cose nel maid cafè tornassero come prima…-
“Ella e Lindsay sono ancora licenziate, non è colpa tua, certo, ma quel giorno hai solo esibito uno sguardo arrabbiato alla Gwen”
-Ho provato…-
“Senti Gwen, è inutile.
E se tu sei stata gentile con le persone che hai nominato, perché non gli hai permesso di restare al tuo fianco? Oh giusto…perché tu sai che non meriti nulla. Sei un errore, ogni volta che cerchi di essere migliore qualcuno ci rimette…qualcuno a volte muore…”
Avrebbe voluto prendere a pugni quei pensieri, se in quel momento si fosse trovata difronte a uno specchio lo avrebbe sicuramente rotto. La sua mente era sua nemica, come ci si può difendere dai sé stessi?
Restare sola non era più una soluzione.
 
Dalla finestra sentì un rumore strano. Non era un altro sasso o un volatile che aveva dimenticato come volare, ma la custodia di un CD. Come aveva fatto ad arrivare dal secondo piano?
Gwen si alzò dal letto e vide che sopra la custodia c’era la scritta “Ascolta per favore”. Non avendo nulla da fare e bisognosa di una distrazione, Gwen prese un vecchio registratore, lo posizionò sulla scrivania e mise dentro il CD: si trattava di un brano di violino.
Quella musica eliminò la sua ansia, fu rapita da quel dolce suono. Era come se qualcuno avesse fatto un incantesimo: era impossibile che le sue emozioni negative siano scomparse del tutto!
Sapeva l’autore di quella magnifica melodia e sorrise. Quella musica le ricordò il suo secondo incontro con Lance circondati dalla luce del tramonto dopo la telefonata di Chris (capitolo 2).
 
“È un violino magico per caso?”
“No: è la musica ad esserlo, un giorno lo capirai”
 
Quando il brano finì Gwen pensò di riascoltarlo di nuovo, ma quando stava per premere il pulsante rewind il suo sguardo si posò su un piccolo oggetto di metallo vicino al registratore: era tutto ciò che le era rimasto del ragazzo che amava.
Se Gwen non era riuscita a guardare negli occhi i suoi amici più cari dopo ciò che era successo, quando scoprì che la madre di Duncan era venuta a casa sua per farle visita sentì il cuore esplodere di vergogna. Ovviamente era rimasta nella sua stanza a piangere quando scoprì a chi appartenesse quella voce gentile.
La signora Nelson non considerava Gwen la causa della morte del figlio, anzi disse a Judy di donare alla povera e sfortunata ragazza uno dei piercing di Duncan come ricordo.
Per la gotica la madre del punk era la donna più compassionevole del mondo. Perché quella donna non aveva mostrato rabbia nei suoi confronti? E se la madre di Duncan non la considerava responsabile, perché Gwen non riusciva a superare i suoi sensi di colpa?
Doveva scoprirlo. Lo doveva per le persone che avevano cercato di restarle vicino.
La calda musica di prima e il ricordo della madre di Duncan le diedero la forza sufficiente per prendere una giacca di jeans e occhiali da sole.  
Era arrivata l’ora di fuggire dalla propria camera. Indossò il piercing di Duncan per completare il suo outfit.
 
 
Trovò il coraggio di uscire per andare al parco. Era il primo passo, piccolo ma pur sempre un’iniziativa.
Pensò di aver fatto bene a non aver avvisato sua madre o suo fratello, l’avrebbero sicuramente stalkerata per accettarsi che stesse bene. Non voleva dare fastidio a nessuno e se avesse incontrato una persona ostile sarebbe scappata. Non aveva ancora la forza di mostrare uno sguardo indifferente.
Si diresse verso la sua meta a piedi, non prendeva più i mezzi pubblici ed era troppo distratta e assonnata per guidare il motorino. Mentre camminava a passo svelto si rese conto di quanto le fosse mancata l’aria fresca, era sicura che i suoi polmoni erano felici.
“Che bella l’aria fresca, non è vero? Il 21 Dicembre avevi bisogno proprio di quella, sai com’è andata a finire” allontanò con difficoltà quel pensiero dalla sua mente e senza rendersene conto era già arrivata all’entrata del parco.  
Camminò con la testa china e con le mani nelle tasche della sua giacca di jeans leggero. Cercò di non pensare alla possibilità d'incontrare qualcuno che conosceva o che aveva visto il video altrimenti non sarebbe più riuscita a vivere.
L’ultima volta in cui era stata in quel parco era ricoperto di neve, adesso la Primavera aveva decorato la zona con alberi dalle foglie lucenti e verdi e fiori colorati e rigogliosi. Alcuni ragazzini stavano giocando a calcio e le aree picnic per il pranzo erano piene.
Dopo cinque minuti della silenziosa camminata, in lontananza vide una figura famigliare. L'aveva vista, era troppo tardi per voltarsi e andarsene. Si tolse gli occhiali da sole per vederlo meglio…occhi del colore dell’oceano e il sorriso di un bambino: Cody.
-Ciao!- il ragazzo dai capelli castani corse non appena vide la gotica, inevitabilmente la prima cosa che notò fu il suo sguardo perso.
-C-Cody?- la gotica voleva scappare, ma avrebbe attirato ancor di più l’attenzione.
-Come sta andando la tua vita Gwen?-
Aveva già sentito quella frase da parte del ragazzo, la gotica realizzò che ogni volta che lo incontrava le rivolgeva sempre la stessa domanda. Ma perché?
-Se te la senti, facciamo due passi?- chiese l’amico, Gwen acconsentì un po’ confusa.
 
 
 
 
👑💎 Angolo Autrice prima di Ottobre 2020💎👑
Dopo questo capitolo inizia la seconda parte della storia…non nego di avere paura nonostante abbia preparato le bozze dei prossimi capitoli e credo di non cambiare nessuna idea (tranne il finale che devo assolutamente modificare).
               
👑💎Angolo Autrice Dicembre 2020💎👑
Ok questa volta il mio ritardo è giustificato dal fatto che ho riscritto le bozze dei capitoli successivi perché lo svolgimento della trama non mi convinceva e il finale che avevo ideato nel lontano 2018 mi faceva schifo. Facevo bene ad aver paura ad Ottobre…
P.S.: non temete la prossima parte del capitolo sarà più lunga e meno triste e arriverà subito!
(per chi fosse interessato alla situazione personale della sottoscritta,  il mio periodo buio accennato nel capitolo 15 è “diminuito“ quindi sono pronta per scrivere i capitoli successivi con la giusta grinta. Sono lieta nell’annunciare che gli aggiornamenti d’ora in poi…no aspe nel 2021 ho la maturità, un esame di danza rimandato da un anno e finire una storia  in cui ho “utilizzato” la mia tristezza…fuck).

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Capitolo 21
*** 🍁Capitolo 18- parte due 🍁 ***


Maid Cafè
🍁Capitolo 18 - parte due🍁

  24 Aprile 2015, Venerdì
Nessuno avrebbe definito un Maid cafè come un posto triste e spento: quel locale rappresentava la caffetteria più allegra che ci sia, ma le cameriere del Princess Cafè non riuscivano più a diffondere l’ideale della felicità.
Quando siamo abituati a vedere delle persone sempre spensierate e positive, commettiamo l’errore di pensare che non provino mai tristezza.
Dopo la tragedia che aveva avvolto Gwen e il debutto di un nuovo capo, tutto era cambiato. Gli unici estranei a quell’atmosfera inquieta erano solo i clienti.
Kitty si sforzò di essere l’allegra e rumorosa cameriera di sempre per un’occasione gioiosa: in quel giorno d’Aprile, nel maid cafè canadese, si celebrava il compleanno di una graziosa bambina dagli occhi verdi.
-kobayashi ginseeng, kobayashi ginseeng, kobayashi Annabel kobayashi ginseeeeeng- Kitty cantò con finta allegria “tanti auguri” in giapponese, nel mentre Serena portò una torta gigantesca di pan di spagna al cioccolato con sopra decine di candeline scintillanti, Anne Marie e Carrie l’aiutarono a metterla sul tavolo.
Anche la cuoca e le due maid mostravano un falso sorriso. La piccola festeggiata era molto contenta per la sua festicciola e non notò che i sorrisi delle cameriere erano forzati.
Quando le ragazze salutarono la bambina e i suoi amichetti, si allontanarono in un angolo del locale per riposarsi e fare due chiacchere. In quel venerdì c’erano pochi tavoli da servire, Max non avrebbe fatto tante storie per una piccola pausa.
 
-…Voi sapete quando è il compleanno di Gwen?- chiese Kitty alle tre colleghe.
-Tesoro non lo so- rispose Anne Maria con aria triste. Anche Sammy aveva sentito la domanda dell’asiatica poiché stava pulendo il pavimento nelle vicinanze: la bionda sapeva a memoria tutte le date di nascita dei concorrenti del suo reality preferito ma non parlò.
-Qualcuna di voi è andata a farle visita questa settimana?- chiese Carrie e le altre tre scossero la testa: sapevano che il fratello le avrebbero impedito di entrare nella camera della gotica.
-Io capisco perfettamente che cosa provi Gwen: anch’io ho perso il ragazzo che amavo e senza il sostegno dei miei cari forse non sarei più su questo pianeta, perché la nostra Nives lo rifiuta?- rifletté Serena ad alta voce.
-Credo che si senta in colpa per la morte di Duncan, ma lei non c’entra nulla! È stato a causa di chi ha pubblicato quel video e del bastardo che la voleva aggredire nei pressi di questo maid cafè!- quasi urlò Kitty.
-I-Io non ce la faccio più, se al comando non ci fosse quella strega malefica e minacciosa me ne sarei già andata!- si sfogò Carrie.
In quel momento si aggiunse un’altra maid al gruppetto: Courtney non sapeva cosa dire per consolare il suo ex staff, aveva fallito come capo e come amica.  
-So che siete preoccupate per Gwen, ma non urlate i bambini potrebbero sentirvi…- disse l’ispanica a bassa voce.
Serena, Anne Maria, Carrie e Kitty restarono in silenzio e, afflitte, guardarono in basso per alcuni secondi. La piccola pausa era finita, ognuna riprese il proprio ruolo: tuttavia non si sentivano più dipendenti di un maid cafè… ma prigioniere.
 
Il suono di un campanello si diffuse nel locale, ciò voleva dire che era arrivato un nuovo cliente.
-Scusate Gwen è qui?- all’ingresso si presentò un ragazzo moro dagli occhi verdi luminosi con in mano la custodia di una chitarra. Guadagnò l’attenzione di metà locale essendo un volto noto della televisione. Courtney fece finta di non averlo visto, non aveva voglia di salutare un vecchio conoscente.
-Amore!- Marta, che fino a quel momento stava pulendo la macchinetta del caffè, raggiunse il suo ragazzo e lo accolse con un bacio.
-Ciao piccola. C’è Gwen oggi? Volevo salutarla e…chiederle come sta- anche se la mora provava una velenosa gelosia, mostrò uno sguardo triste e compassionevole che stregò Trent.
-Ti ho detto che non è venuta dopo la morte di Duncan, mi dispiace tesoro- nel frattempo Sammy riconobbe sulla soglia della porta il concorrente di Total Drama Island e Action. Ripose la scopa nello sgabuzzino e si diresse verso l’ingresso del locale.
-Tu sei Trent giusto?- chiese la maid dagli occhi verdi.
-Si…mi sembra di averti già vista- disse Trent osservandola attentamente.
-Anch’io ho partecipato a una stagione del reality di McLean. Sei qui per Gwen?- il chitarrista annuì massaggiandosi il collo con una mano.
-Non c’è, ma è un gesto gentile da parte tua venire fin qui- Sammy gli rivolse un sorriso cordiale che venne ricambiato da Trent, nessuno dei due si accorse delle occhiatacce gelose di Marta e Kitty.
-Allora tu sai che Gwen lavor…l-lavorava qui? Pensavo fosse un segreto- ragionò la bionda.
-Diciamo che l’ho scoperto accidentalmente…- Trent notò la maid con i codini blu avvicinarsi all’ingresso, aveva uno sguardo severo.
-Sammy, Marta state senza far niente da troppo tempo, andate ad aiutare Serena in cucina- disse con voce fredda l'asiatica. Di solito la presenza di Kitty aveva il potere di trasmettere gioia istantaneamente, ma questa volta era stata proprio lei ad interrompere un momento tranquillo.
Dopo che la mora salutò dolcemente il suo ragazzo, le due maid eseguirono gli ordini ricevuti. Kitty osservò Trent con sguardo diffidente, quest’ultimo era ancora rimasto all’ingresso.
-Vuoi un tavolo?- chiese l’asiatica con voce autoritaria che fece sembrare quella domanda come una minaccia.
-No non sono venuto per mangiare, tu sai per caso se Gwen verrà qui in futuro?-
-Non lo sappiamo- disse con voce soffocata. Era il terzo no che riceveva il chitarrista, lui voleva solo rivedere la sua vecchia amica che aveva scelto di isolarsi da tutti.
Kitty pensò alla dolorosa situazione di Gwen e le se inumidirono gli occhi: non poteva piangere, non nel suo locale preferito. No difronte a quel Trent.
-Se c’è qualcosa che posso fare per lei fammelo sapere senza pensarci due volte, non posso immaginare che cosa stia provando e non lascia che nessuno si avvicini. E poi…ancora non riesco a credere che Duncan non ci sia più-
Kitty non aveva mai conosciuto il punk con la cresta verde ma sapeva che era un bravo ragazzo e una delle fonti principali della felicità di Gwen.
-Senti…posso darti del tu?- chiese la ragazza con i codini, il suo atteggiamento era meno rigido di prima.
-Certo!-
-Dato che sei qui e per cambiare argomento…perché sei il ragazzo della scontrosa Marta?-
-Non ho problemi a dirtelo a patto che mantenga il segreto- Kitty annuì seria.
-Diciamo che mi piace e con me il suo caratteraccio diventa gestibile, però il principale motivo per cui sto con lei è che…è benestante. Mi dà i soldi per le lezioni di chitarra con un professionista. Mi credi una brutta persona?-
-No tanto non credo che Marta abbia un cuore per spezzarglielo…e poi l’importante è che non ci provi con Sammy!-
-Non era mia intenzione rubartela tranquilla- Kitty, un po’ arrossita, salutò il chitarrista sorridendo: Trent aveva la qualità di migliorare un po’ l’umore a chiunque parli con lui. Gli promise che non appena avrebbe rivisto Gwen sarebbe stato il primo a saperlo.
La ragazza con i codini doveva tornare al lavoro. Ma non voleva servire i tavoli, non voleva danzare mentre preparava i frappè e non voleva canticchiare formule magiche per rendere le bibite più buone.
Kitty aveva trovato una falla nel lavoro che considerava perfetto: fingersi felice anche se voleva scappare.
 
 
 
  Al parco
Per Gwen il tempo si era fermato: in quel momento, nel suo parco preferito, c’erano solo lei e Cody. Prima di uscire di casa, la protagonista pensò che sarebbe scappata se avesse incontrato qualcuno che conosceva, invece si era pietrificata vedendo l’amico. Una parte di lei voleva parlargli.
Cody si sedette su una panchina nelle vicinanze con le mani nelle tasche, Gwen lo raggiunse a piccoli passi senza rivolgergli la parola. L’atmosfera era tranquilla, quasi surreale.
-Senti…non so se hai letto le condoglianze che ti ho inviato per messaggio. Ho provato a farti visita a Gennaio ma tuo fratello mi ha cacciato… Mi dispiace molto- Cody non era mai stato così serio nella sua vita come in quel momento.
-Sono stato molto preoccupato per te in questi mesi- continuò.
-Io …io non volevo far preoccupare e dare fastidio a nessuno…ho allontanato tutti i miei amici …- la voce di Gwen era delicata, spenta. Era come se fosse era diventata la copia sbiadita di sé stessa, era triste come un fiore senza sole.
-Perché ti sei isolata?- chiese Cody non trovando le parole giuste che potessero consolarla per la morte del punk.
-Non merito affetto o tristezza. D-Duncan è morto per colpa mia: se non l’avessi chiamato dopo aver scoperto che qualcuno ha pubblicato…tu sai cosa… s-sarebbe ancora vivo-
La ragazza si appoggiò alla spalla di Cody e iniziò a piangere: liberava la sua dolorosa tristezza ogni volta che i ricordi di quella terribile domenica prendevano vita nella sua mente.
-Gwen…le mie parole non riporteranno mai in vita Duncan ma…credi vorrebbe venderti soffrire?- sussurrò il ragazzo accarezzandole delicatamente i capelli.  
La giovane non avrebbe mai pensato che quella frase - che spesso aveva sentito nei film - le sarebbe stata rivolta frequentemente nei primi mesi dei suoi diciott’anni.
-Ho perso il conto di quante volte mi abbiano detto queste parole per messaggio o a scuola. Lo so-
Cody rimase in silenzio, assorto da mille pensieri: come si poteva consolare qualcuno che ha subito una straziante perdita?
Il ragazzo dai capelli castani non si sarebbe mai aspettato di vedere la gotica in quel parco, se lo avesse saputo si sarebbe preparato a casa un discorso confortante e profondo.
No, la verità era che sperava di incontrare Gwen. Doveva rivelarle un segreto e non poteva farlo per messaggio.
 
Prima che il silenzio divenne angosciante, Gwen rifletté ad alta voce di come sia cambiata la sua vita nell’ultimo periodo.
-Sai l’anno scorso il mio unico problema era uno stupido ricatto: pensavo che fosse l’unica punizione del Karma per quello che era successo in All Stars, invece il peggio doveva ancora arrivare-
Cody non aveva più dubbi: era arrivato il momento di condividere il suo segreto.
-Forse scoprire che non è stato opera del Karma ti farebbe star meglio-
-Cosa?- domandò Gwen confusa.
-Ti devo confessare una cosa, non è il momento adatto ma…-
-V-Va tutto bene, parla pure- lo rassicurò, la sua voce era leggermente cambiata.
-Mio padre, Alex Brown, era un cameraman di Total Drama, forse ti sarà capitato di vederlo in giro- iniziò Cody guardando il cielo, Gwen non capì dove volesse arrivare con quell’introduzione.
-Mio padre è rimasto nello staff di Total Drama per tutte e cinque le stagioni. Si è occupato pure del montaggio delle puntate, ogni tanto mi faceva vedere i filmati delle telecamere nascoste dell’isola…-
Gwen si sentì disorientata come non mai ascoltando quelle parole, perché le stava parlando di suo padre cameramen?
Ma poi… tutto pian piano acquisì un senso.
Fu come se nel suo cervello si fosse accesa la lampadina più luminosa e potente del mondo.
Era la classica rivelazione a cui si reagisce esclamando a gran voce “porcaputtana!” (tranne se si trova in un luogo pubblico).
Non poteva essere vero.
Chris l'aveva ricattata…con un video che nessuno avrebbe dovuto vedere.
-Sei stato tu a dare il video a Chris?!- il ragazzo annuì con gli occhi chiusi e storse le labbra in una smorfia colpevole.
-Perdonami-
Quella situazione era troppo assurda per Gwen: quasi le manco il fiato scoprendo che era stato il suo amico del reality l’artefice del ricatto che le ha cambiato la vita. Dopo lunghi respiri si calmò.
-Allora sei tu il mio punitore …un momento hai pubblicato tu il…?- farfugliò la gotica terrorizzata.
-No! Assolutamente no!- la interruppe bruscamente  -Chris ti ha detto se è stato lui?-
-No non è stato lui…- 
-Ah…ascolta mi dispiace Gwen…per quello che è successo- non era stato per niente facile confessare quel segreto, a testimoniarlo era il leggero tremolio che si era impossessato del suo corpo. Perlomeno si era levato un enorme peso sulla coscienza, adesso doveva affrontare le conseguenze.
Era sicuro che Gwen gli avrebbe espresso il suo odio, ma in realtà la gotica non avrebbe mai potuto accusare Cody di ciò che fosse successo al punk, non poteva essere arrabbiata con il suo amico.
Di nuovo silenzio, questa volta fu interrotto da una serie di domande.
-Perché? Perché!? Perché Cody l’hai fatto?! Chris è un pazzo manipolatore, perché?- ripeté Gwen, era molto agitata.
-E come hai fatto a vedere quella registrazione se le telecamere nascoste sono state distrutte con l’affondamento dell’isola?!-
-Prima di tutto…ero in Giappone con mio padre, che doveva lavorare su un programma, e stavamo visionando il contenuto di alcune telecamere molto nascoste dell’isola Wawanakwa per creare degli episodi speciali del reality…mi dispiace ma qualcuno aveva preso la registrazione prima dell’ultima puntata.
Mio padre mi ha lasciato solo e ad un certo punto ho trovato quel video e… lo so avrei dovuto cancellarlo ma…mi era venuta un’idea- Gwen avrebbe voluto che l’amico arrivasse subito al dunque. Voleva risposte.
-Era un’idea che garantiva la sicurezza che quel video non sarebbe stato diffuso e che avrebbe saputo aiutarti- lo stato della più completa confusione era ritornato nel cuore della gotica dopo l’ultima affermazione.
-Aiutarmi?!-
-Sì adesso ci arrivo. Leshwana un giorno sul gruppo di WhatsApp del primo cast ci ha detto che lavorava in un maid cafè ad Akihaba e ho scoperto l’esistenza di questi locali. Ho pensato “chissà se Gwen lavorasse lì si sarebbe resa conto che tipo di persona fosse”- anche se Gwen aveva ascoltato quel ragionamento con lo sguardo attento tipico degli studenti durante un’importante verifica, era ancora molto confusa.
-Tu sei una ragazza dolce, Gwen. In All stars non eri cambiata: questa è la vera tu, ma avevi paura di ammetterlo!- la gotica rammentò i suoi pensieri e discorsi sul suo cambiamento: era certa di aver capito l’anno scorso che tipo di persona fosse ma si sbagliava. Lei stessa non sarebbe stata in grado di descrivere il suo carattere.
-Così…lo so non avrei dovuto… ho fissato un incontro in quella caffetteria per consegnare quel pezzo di registrazione a…insomma… chi meglio di chiunque altro sa come sconvolgere la vita dei propri concorrenti e che avrebbe preteso di non rendere pubblico quel video per avere l’esclusiva? Chris McLean-
Gwen iniziò a capire perché Cody avesse architettato questo piano complesso: in effetti in All Stars si era comportata in modo strano e insolito; all’inizio era la concorrente pacifista, poi aveva mostrato un comportamento stucchevole e infine era ritornata leggermente scontrosa nell’ultima puntata.
Cody, armato delle più nobili intenzioni, aveva pensato che Chris fosse l’uomo perfetto per scrivere il nuovo capitolo della sua vita, quello che le avrebbe fatto capire chi veramente fosse. Ma c’era bisogno di un piccolo incentivo.
 
Il giovane nerd ebbe paura dell’ennesimo silenzio della gotica. Pensò che ella stesse escogitando un modo per ucciderlo dopo tutto quello che gli aveva fatto capitare, in realtà Gwen stava riordinando i pensieri nella sua testa.
-Ho detto molte bugie in questi anni ma su una cosa non ho mai mentito- fece una breve pausa per emettere un piccolo sospiro.
-…Non ho indossato una maschera nel reality: all’inizio ero davvero una ragazza solitaria e scontrosa. Ce l’avevo con il mondo, odiavo persino l’aria che respiravo. Erano poche le cose che mi facevano stare meglio: i miei amici gotici, che si sono rivelati degli stronzi, e la mia famiglia- fece un’altra piccola pausa per trattenere le lacrime.
-Mia madre aveva problemi economici e non voleva che lavorassi affinché mi concentrassi sullo studio, ma non m’impedì di andare in campeggio. Non le dissi che gareggiavo per cento mila dollari in mezzo alla natura-
Il cinguettio di un uccellino delle vicinanze la distrasse per un momento. Era così rilassante quel suono, peccato che il piccolo volatile raggiunse i suoi amici nel cielo.
-Non volevo fare amicizia con nessuno, solo vincere in fretta. Poi ho incontrato Trent e non ho potuto controllare i miei sentimenti. Ho conosciuto Leshwana e ho capito che potevo farmi altri amici che non siano dark come me. Ho voluto bene a Lindsay, Beth, DJ, Owen e…D-Duncan- tremò nel pronunciare l’ultimo nome.
-Nel Tour il mio amore per Trent si era completamente spento e mi resi conto che ero innamorata di…lui. Duncan ha sbagliato a baciarmi quando era ancora legato con Courtney, ma non gliene importava più di lei.
I miei sentimenti erano sinceri, finalmente ero felice! In quel periodo della mia vita l’unica cosa che dovevo aggiustare era la mia amicizia con Courtney. Ci tenevo a lei-
Il vento fece volare una foglia verde accanto ai suoi stivali, chissà da dove proveniva. Gwen si rese conto che aveva fissato il terreno da quando aveva iniziato a parlare, diede un veloce sguardo all’amico che la stava ascoltando attentamente.
-Per quanto riguarda All Stars, cercavo in tutti i modi di guadagnare il perdono di Courtney. È  davvero così strano? Perché la gente crede che questo sia un cambiamento? Perché lo reputano negativo?-
Gwen si alzò mostrando le spalle a Cody, non voleva che vedesse di nuovo le sue lacrime. Raccolse tutta l’aria nei suoi polmoni e riprese a parlare.
-È vero sono una ragazza che sogna zucchero filato e che vuole condividere ogni suo pensiero con i suoi amici, mi preoccupo nonostante le cicatrici passate...ma la gente mi aveva identificata come la gotica stronza, l’immagine che mi ero creata era quella. Perché non posso più avere una vita mia? Perché devo essere soffocata dalle aspettative?-
Gwen si voltò e si sedette sula panchina, delusa dalla società in cui viveva. Cody avrebbe voluto ribattere molte volte durante quel monologo ma tenne per sé le sue considerazioni per non interromperla.
 
-Gwen, la tua storia non fa altro che confermare i miei pensieri: sei una ragazza normale ma allo stesso tempo unica, speciale. Sono davvero onorato di averti conosciuta nel reality!!- non c’era un briciolo di menzogna in quelle parole, ma l’affetto sincero dell’amico non era sufficiente per cacciare i sentimenti negativi nel cuore di Gwen.
-Ma molti non la pensano così-
-È solo gente che non ha avuto il privilegio di conoscerti. Non possono decidere come devi vivere la tua vita: schiavi dello schermo, malati delle apparenze, quelle persone non contano un cazzo!- quasi urlò Cody.
-Si hai ragione ma mi sento male quando qualcuno mi giudica! Ma non voglio parlare di questo. Non dovrebbe importarmene. Duncan è morto a causa mia, sarei dovuta crepare io- Gwen non sapeva perché fosse ancora viva su questo pianeta: ogni giorno la sua mente l’imprigionava in uno stato di soffocante autodistruzione.
-Pensi che sia colpa tua quando i veri colpevoli sono la sfortuna e la perversione di altri? Pensi che la tua vita sia di poco valore? Stai dicendo che Duncan è morto per niente?- Cody sapeva che avrebbe riaperto una grande ferita nell’animo di Gwen e anche lui aveva provato una grande sofferenza nel pronunciare quella frase, ma era necessario.
Il vuoto ricomparì negli occhi di Gwen, era certa che non avrebbe mai accettato la morte del punk.
-Duncan ti sta sorridendo dal Paradiso e vuole che continui a vivere, altrimenti non avrebbe lottato per te! Non permettere che la cattiveria di estranei prenda il sopravvento…nessuno ha detto che sia facile, ma non impossibile! E poi Duncan non è stato l’unico che teneva a te e noi ti accettiamo per come sei- Gwen spalancò gli occhi sentendo l'ultima affermazione, era come se si fosse risvegliata da un sonno stregato. I suoi pochi ma essenziali amici la stavano aspettando.
-Gwen sei solo all’inizio della tua vita, la TUA vita! Cosa vuoi fare?-
-Essere una brava persona… stare con i miei amici…- disse quasi automaticamente: se le avessero indirizzato quella domanda in un altro momento non avrebbe saputo rispondere.
-Ma ho provato ad aiutare…ho fallito…- l’anno scorso aveva ben chiari quali fossero i suoi obiettivi: sopravvivere al maid cafè, trovare ogni giorno un motivo per sorridere (come le aveva chiesto sua nonna nella sua lettera) ed essere un importante sostegno nelle vite dei suoi amici.
Tutte le mattine, quando apriva gli occhi, una voce fredda nella sua mente le ricordava i suoi fallimenti.
-La vita non è una prova d’esame che devi superare al primo tentativo, ma un percorso. Gwen siamo nati in un mondo strano, stonato, imperfetto, doloroso ma ricco di persone meravigliose come te- Cody si alzò, una piccola luce lo illuminò, la gotica quasi non credette ai suoi occhi. Era come se il mondo stesse facendo il tifo per il ragazzo.
-Ti dirò che hai ragione, cioè che non vali niente, solo se mi dirai che esiste una persona che non abbia detto le tue stesse parole, che non abbia mai fallito!-
Il suo cuore aveva sopportato uno straziante dolore in questi mesi, ma adesso sul petto sentì una nuova tempesta: Gwen non aveva mai provato quella particolare sensazione. Era travolgente, intensa.
-Ma ti sto ripetendo quello che ha detto Dawn nel suo video- concluse Cody con gli occhi chiusi. Adesso il resto dipendeva dall’amica, non aveva altro da dire.
-V-Video di Dawn?-
Cody, notando lo stupore di Gwen, prese in fretta il telefono per cercare quel video. La giovane vide su quello piccolo schermo la sua migliore amica in una stanza blu. Aveva uno sguardo deciso e allo stesso tempo abbattuto.
“Ciao mi chiamo Dawn, ho partecipato alla quarta stagione di Total Drama. Sicuramente lo conoscete: si tratta del reality che vi ha fatto affezionare a concorrenti che non riuscivate a togliervi dalla testa.
Vi dico una cosa che forse non sapete: non sono personaggi in 2D, ma persone con una propria vita!
Vi sembra ovvio? Per molti non è così.
Il mondo, mi duole ammetterlo, fa schifo. Detto da me che credo nella purezza dell’anima e che ognuno abbia un lato buono è brutto, anzi grave. Ci pensate che quel reality è stata la causa principale del dolore di una delle persone che rendono questo mondo meno schifoso?
Per voi Gwen non è altro che un personaggio sfruttato male e che vi ha deluso, per questo vi sentite liberi di giudicare?
Ma devo fare un annuncio più serio. Ormai sapete tutti di quel video, ecco ciò che non riesco a capire è che… Gwen ha perso il ragazzo che amava nello stesso giorno in cui è stato pubblicato quel maledetto video… e voi cosa fare? La insultate?! Ma siete pazzi? SIETE PAZZI?!
Con i vostri commenti avete alimentato il suo dolore come un incendio che distrugge una foresta. Cristo Gwen è solo una ragazza come tutte le altre, non può sopportare tutto questo!
Spero di avervi fatto aprire gli occhi e che presto la mia migliore amica si lasci consolare da un mio abbraccio. Mi manchi, Gwen”
Se avesse potuto scegliere un superpotere, la protagonista avrebbe voluto la supervelocità per raggiungere e abbracciare Dawn. Non aveva mai visto la sua amica in quello stato, anzi non l’aveva mai sentita urlare.
Si asciugò le lacrime. Gwen mostrava al cielo uno sguardo convinto, s’intravedeva una nuova luce sul suo viso.
-…Da dove posso incominciare con la mia vita?-
-Che cosa ti manca di più?- rispose Cody sorridendo, si era accorto di un meraviglioso cambiamento nel viso di Gwen: sperava di vederlo nascere da quando si erano seduti sulla panchina.
-I miei amici…il Princess cafè…- ammise. -Penso che tu già sappia che il mio ricatto era lavorare lì poiché hai dato l’incontro a Chris in un maid cafè-
Cody fece un piccolo sorriso, questa volta meno colpevole.
-Ormai mi sono affezionata a quel locale, mi mancano i dolci perfetti che servivo e vedere la gente felice…in passato li avrei definiti delle sciocchezze, ma mi rendono una persona migliore, la vera me-
Non tutti erano ipocriti che si basavano sulle apparenze, questo Gwen lo sapeva bene. La maggior parte delle persone che aveva incontrato nel Princess Cafè le avevano ispirato istantaneamente simpatia e fiducia: si ricordò del suo primo cliente Norman e della bambina che l’aveva abbracciata nella giornata dedicata alle principesse Disney.
Sapeva cosa fare. Era uscita di casa soddisfatta di essere riuscita a realizzare una piccola iniziativa e dopo due ore aveva riacquistato il controllo della sua vita.
-Devo scrivere un lungo discorso di scuse ai miei amici per il mio comportamento ma adesso voglio controllare la situazione al maid cafè. Quel posto ricco di gioia che ho conosciuto adesso è dominato da paura e oppressione- il suo dolore le aveva fatto dimenticare che il Princess Cafè (e probabilmente il resto del mondo) era in pericolo, Duncan sarebbe stato sicuramente deluso da lei, non voleva ciò.
-Ti posso aiutare?- disse Cody, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di sostenere l’amica.
-Diciamo che la nuova proprietaria, nonostante sia una pazza criminale ricercata, è riuscita ad evadere la prigione. Se chiamassimo la polizia e riuscisse a scappare ce la farebbe pagare molto cara-
Gwen si pietrificò. Quando si rese conto di ciò che avesse detto, provò la stessa identica sensazione provata durante la rivelazione di Cody.
-E f-forse io sono la sua prima vittima- fissò di nuovo il terreno, una fredda sensazione l’avvolse. Se fosse stata veramente Scarlett a rendere pubblico quel video, gliel’avrebbe fatta pagare molto cara.
-Non ho paura di pazzi psicopatici, ho a che fare con Sierra tutti i giorni! Se ti serve una mano…-
-Grazie Cody, me lo ricorderò…ma adesso devo andare.-
La protagonista non voleva più perdere tempo, aveva riscoperto lo scopo della sua vita, molto più importante della tristezza. Non se ne sarebbe andata da quel mondo fino a quando non avrebbe visto tutti i suoi amici sereni e liberi dai problemi.
La gente l’avrebbe considerata una persona di plastica, ma lei avrebbe lottato per guadagnare il rispetto e l’affetto delle persone a lei care e vederle felici.
Quando la luce del tramonto subentrò nel cielo, Gwen e Cody si salutarono con un affetto quasi fraterno. Fu l’abbraccio più lungo che la protagonista donò nella sua vita.
-Ehi ma quello è il piercing di Duncan?-
-Si-
-Ti sta benissimo!-
 
 
Da quanto tempo era passato dall'ultima volta in cui era andata in quella via affollata? Il rumore della gente la frastornò come se avesse appena acquisito il senso dell'udito. Era una sensazione fastidiosa ma allo stesso tempo meravigliosa.
Sembrava che fosse passata un’eternità dall’ultima volta in cui era stata all’entrata del Princess Cafè, la scritta era illuminata come sempre e c’era ancora il familiare cartello rosa che recitava il testo “maid cafè americano”.
I suoi sentimenti l’avevano guidata verso quel posto a prima vista elegante. Le era mancato, ciò che sentiva era la prova che stava facendo la scelta giusta.
Entrò sorridendo, non negò di avere il cuore fuori controllo, le emozioni che credeva perdute erano riaffiorate. Vide le cameriere servire i tavoli, sembravano stare bene.
Carrie fu la prima a notare Gwen. La reazione che ebbe la bionda fu di far cadere il vassoio che aveva in mano, poi si diede dei forti pizzicotti sul braccio.
La diciottenne continuò a fissarla sorridendo, gli altri clienti pensavano che la maid bionda avesse visto un fantasma.
-Oddio…non ci cre…- Carrie si fermò a metà parola.
Courtney fu la seconda a far cadere il vassoio di dolci. Il suo viso s’illuminò vedendo Gwen, anche lei pensò che fosse frutto della sua immaginazione. Chiuse più volte gli occhi ma la gotica era ancora lì, all’entrata del locale.
Dopo dieci intesi secondi, l’ispanica si precipitò ad abbracciarla. Era come la scena di un film, anzi meglio.
-Quanto mi sei mancata Gwen…- ormai non gliene fregava delle mille lacrime felici che stava versando davanti a tutti, al diavolo la sua figura autoritaria già svanita da molto tempo. L’unica cosa che contava era che la sua amica era tornata.
-Questa volta non permetterò a niente di dividerci, mi sei mancata troppo!- Gwen le avrebbe voluto esprimere il suo dispiacere di essere scomparsa, ma non riusciva a parlare. Era grata al mondo di aver incontrato Cody in quel parco e capire che aveva ancora un obiettivo che non la rendeva inutile.
Nel frattempo Carrie corse in tutto il locale per chiamare Serena dalla cucina, Anne Maria dal tavolo cinque che stava servendo in fondo al locale, Sammy dal bagno, Kitty dal palco e Marta dallo sgabuzzino affinché potessero assistere a quell’imperdibile momento.
I clienti rimasero senza parole vedendo le due amiche riunite dopo tanto tempo, tutte le maid si commossero e provarono una rara felicità che si assapora solo poche volte nella vita. Kitty saltellò dalla gioia, la comparsa improvvisa della gotica era un miracolo!
Gwen, tenendo il suo sorriso, si allontanò dalle braccia di Courtney.
-Sono tornata…come vanno le cose qui?-

 

 
 
 
 
👑💎 Angolo autrice 💎👑
Spero come al solito che questo capitolo (oddio ma quanto è lungo, ed è pure più corto del primo!!) sia stato di vostro gradimento. E così Gwen è tornata al maid cafè e alla sua vita!
Volete sapere perché ho scelto Cody il personaggio che ha scatenato tutto, l’artefice del destino di Gwen in questa storia? Vi mostro qualche appunto della prima bozza nonché le primissime idee del 2018:
  • ...
  • Max diventa capo del maid cafè
  • Ella e Lindsay stringono amicizia. Si scopre che la bionda è stonata e che nel Tour ha cantato in playback.
  • Quando Samey ritorna nel Maid Cafè viene scoperta dalla sorella e l’umilia. Gwen la difende
  • Cody ha un ruolo chiave nella storia, ma non so quale
  • Cameron “gioca” con un piccolo mappamondo nella caffetteria giapponese nel primo capitolo.
  • ...
Eh eh esatto tutto per un mio stupido priscio (che vuol dire “voglia” tradotto dal dialetto barese) (si all’inizio doveva essere Max il legittimo proprietario)
 
P.S.: la parte del video di Dawn per sbaglio l'ho cancellata e l'ho riscritta. E niente volevo dirlo lol.

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Capitolo 22
*** 💫Capitolo 19💫 ***


Maid Cafè
💫Capitolo 19💫
 
24 Aprile 2015, venerdì
Dopo aver varcato la soglia del locale, Gwen desiderò dare un’occhiata nel suo futuro per ricevere risposta a una specifica domanda: bastava apparire nel Princess Cafè all’improvviso per guadagnare il perdono delle sue ex colleghe?
Aveva rifiutato il loro affetto e sostegno nei mesi più cupi della sua vita e aveva capito di aver sbagliato, come minimo avrebbe dovuto presentarsi con uno sguardo dispiaciuto…allora perché non smetteva di sorridere?
Non si spiegava quel sorriso, in cuor suo era ancora accesa la paura - la paura di aver sbagliato a presentarsi in quel modo - ma il suo istinto le continuava a ripetere che era la scelta giusta.
Qualche minuto fa, durante la sua disperata corsa per raggiungere la caffetteria, la giovane si era chiesta quale reazione avrebbero avuto Courtney e le altre vedendola all’entrata: sarebbero state contente del suo improvviso arrivo? Oppure avrebbero mostrato un atteggiamento diffidente e freddo nei suoi confronti per essere sparita?
Quando vide nascere sul volto di Carrie quell’espressione stupita e gioiosa, Gwen finalmente si tranquillizzò. Poco dopo si ritrovò tra le braccia di una Courtney in lacrime.
Se lo staff del Princess Cafè fosse venuto a conoscenza dei pensieri della gotica di poco fa, le avrebbero detto che si sbagliava di grosso: l’emozione che provavano le maid era del tutto lontana dalla rabbia.
Nessuna si sarebbe aspettata di vedere la loro vecchia amica all’entrata del Princess Cafè in quel giorno di fine aprile, con quel sorriso speciale. Persino Marta non poté fare a meno di avere uno sguardo stupito.
-È SUL SERIO GWEN!!- urlò Kitty quando Carrie la condusse nella sala principale, anche l’asiatica pensò per un attimo di avere problemi di vista.
Le maid volevano riempire di abbracci Gwen dopo che quest’ultima si allontanò da Courtney, ma la gotica aveva una cosa importante da dire.  
-Scusate se sono sparita, sono qui per vedere se stavate bene… mi dispiace se ci ho impiegato tanto tempo per riprendermi-
Carrie e Sammy, le più sensibili, espressero il loro affetto per la gotica iniziando a piangere.
-Ti sei preoccupata per noi!- esclamarono le due bionde commosse tentando invano di asciugare le loro gioiose lacrime; Gwen non poté fare a meno di sentirsi felice di quell’affetto.
-Nives perché non ci hai permesso di restare al tuo fianco?- chiese Serena preoccupata. Gwen non rispose e abbassò lo sguardo, come poteva spiegare in poche parole il motivo?
Courtney, dopo aver provato una sincera felicità, nel suo animo tornarono sentimenti tristi guardando il volto spento della sua amica.
Il pensiero di Duncan riaffiorò non solo nella mente di Gwen ma anche in quella dell’ispanica, anche lei aveva pianto per la sua morte. Courtney era certa che il punk, se avesse saputo la data della sua dipartita, le avrebbe chiesto di vegliare sulla persona a cui teneva di più al mondo.  
-Ascolta Gwen non se non te la senti non dirc…- prima che Courtney potesse aggiungere qualcosa, Anne Marie fece notare alle maid la presenza dei clienti i quali stavano assistendo la scena come se fosse uno spettacolo teatrale.
-Uscite tutti fuori! Il Princess Cafè ha appena chiuso!- urlò Carrie a gran voce, era la prima volta che quella ragazza urlava nel maid cafè.
I clienti pensarono che quell’annuncio fosse una specie di scherzo, a testimoniarlo erano i loro volti confusi. Non capirono che quel ritrovo non accettava la presenza di estranei.
Anne Maria e Sammy accompagnarono in fretta e furia i clienti fuori dal locale con sorrisi rilassati e sereni, sembrava la scena di qualche anime di genere comico.
-Chiudete il maid cafè prima dell’orario senza preoccuparvi? Fammi indovinare: Max e Scarlett se ne sono già andati- ragionò Gwen a braccia conserte, alla sua destra c’era Courtney.
-È l’unica abitudine che non è cambiata in questo posto- quell’affermazione fece insospettire la gotica; quest’ultima non ebbe tempo di chiedere altro che vide lo sguardo di Courtney scrutarla attentamente.
-Che hai fatto ai capelli?- domandò l’ispanica notando che la tinta che caratterizzava la sua amica era completamente sparita, poco dopo Courtney si rese conto della cavolata che aveva appena detto: la gotica aveva passato mesi di devastante lutto, il suo aspetto era l’ultimo dei suoi pensieri.
Gwen avvertì l’imbarazzo dell’amica e le rivolse un sorriso rilassato.
-Ho deciso di non tagliarli per un po’, e poi non li ho mai tenuti più lunghi delle spalle-
 
Poco dopo, con il maid cafè privo di clienti per la seconda volta in orario lavorativo, le cameriere si disposero in cerchio intorno alla gotica.
-Ci siete tutte, incredibile- notò Gwen, da quel che ricordava i turni prevedevano quattro/cinque maid alla volta ogni giorno.
-Scarlett ha stravolto i nostri orari, dice che ha bisogno della presenza di tutte ogni giorno anche se non serve, non ci ha spiegato questa scelta!- spiegò Serena, in cucina non aveva mai avuto bisogno di aiuto. La voce della cuoca era sempre spensierata e colorata, questa volta era inquieta.
Gwen si aspettava notizie negative, ma una piccola parte di lei aveva sperato che le maid avessero già cacciato Scarlett e Max.
-Com’è la situazione nel maid cafè con Scarlett è…peggiorata?- chiese la diciottenne, infondo era tornata nel Princess Cafè per assicurarsi che le sue ex colleghe stessero bene. Nei suoi giorni da cameriera ricattata, aveva imparato ad affezionarsi a quelle ragazze bizzarre su cui sapeva di poter contare.  
Con quella domanda, il momento della gioiosa rimpatriata si concluse.
-Siamo sempre preoccupate: non abbiamo a che fare con un semplice capo ma con una che sembra voler dominare il mondo!- dalla risposta di Sammy, la gotica capì che tutte le maid erano al corrente del segreto della rossa.
-Per favore ditemi che cosa è successo in questi mes…- Gwen esitò un momento, si ricordò che il Princess Cafè - protagonista di serene giornate e di quel magico momento - non era più un luogo sicuro: era diventato territorio del nemico.
-Andiamo a parlare altrove…- continuò a bassa voce, l’asiatica del gruppo istintivamente si guardò intorno.
-Subito tesoro!- -Certo!- -Si!- risposero insieme Anne Maria, Sammy e Carrie.
 
 
Erano quasi le sette di sera, le otto ragazze erano le prime clienti della pizzeria “Goodfellas Wood Oven Pizza” di quel giorno; presero posto nel locale vuoto. Il forno era stato appena acceso e le fiamme vive lasciavano posto alla legna ardente che sprigionava nell’aria il profumo inconfondibile della pizza*.
Il cameriere non si fece domande vedendo nello stesso tavolo sei ragazze con addosso vestiti che sembravano presi da una fiera di Carnevale e due con un outfit normale, ovvero Gwen e Serena.
-Ehm…ok…non mi sarei mai aspettato di vedere tre concorrenti di Total Drama di diverse stagioni nella stessa stanza…- disse il giovane cameriere riferendosi a Courtney, Sammy e Anne Marie; secondo lui fare commenti su quelle particolari divise da cameriera sarebbe stato troppo scontato.
-Voi unirti a noi?- chiese la ragazza abbronzata con il suo tipico tono provocante, il cameriere si limitò a chiedere se gradissero delle bevande.
La gotica era molto sollevata dal fatto di non essere stata riconosciuta, forse se avesse avuto i suoi caratteristici capelli neri corti con meches verde scuro, quel cameriere si sarebbe accorto anche di lei. Con lo scandalo del video ancora fresco nelle menti della gente, forse era meglio così.
Dopo che Carrie ordinò otto bottiglie di coca-cola e pizze margherita per tutte, le ragazze assunsero un’espressione seria e concentrata.
-Raccontatemi di questi mesi, per favore-
-È stato terribile!- iniziò Kitty.
 
23 Dicembre 2014, martedì
Perché è successo?
Era ciò che tormentava la povera Courtney nel silenzioso maid cafè, le sue disperate domande non avrebbero mai ricevuto risposta. Duncan era morto in un violento scontro e di Gwen sapeva solo che era sopravvissuta. Non aveva ricevuto notizie dai lei, non sapeva dove fosse.
In questo periodo Courtney si era sentita una ragazza debole e vulnerabile dopo aver venduto il Princess Cafè, adesso si considerava inutile.
I sofferenti pensieri della castana rimasero confinati nella sua mente ma i suoi sguardi persi nel vuoto non furono ignorati.
 
-Courtney non ha detto una parola da quando è morto Duncan...- osservò Anne Maria con aria triste seduta a un tavolo, provava un sincero dispiacere nei confronti di colei che avrebbe per sempre considerato il suo capo.
-È davvero terribile…fra poco è Natale…perché tutto è così triste e silenzioso?- bisbigliò Sammy alla sua destra.
Kitty non disse, si limitò a stringere con forza il bicchiere rosso di plastica che teneva in mano come se fosse quell’oggetto l’artefice di tutto.
-Io vorrei sapere perché ci hanno fatto venire a lavorare anche se era ovvio che non ci sarebbe stato nessun cliente- disse Marta avvicinandosi al tavolo in cui c’erano le tre maid, il suo sguardo indifferente poteva essere comparato solo con quello di Scarlett.
Courtney aveva sentito la frase della mora: ancora non riusciva a credere al fatto che Scarlett avesse chiuso il locale solo per due giorni e l’avesse riaperto come se nulla fosse. La caffetteria era vuota, nessuno voleva mangiare nel posto in cui era avvenuto un omicidio nelle vicinanze.
“Peggio di così non può andare” purtroppo la realtà aveva altri piani per Courtney, poco dopo arrivò la figura autoritaria e fredda di Scarlett, nessuno sapeva che anche quest’ultima era in parte responsabile di quel tragico evento.
Il nuovo capo chiese l’attenzione di tutte le sue dipendenti; dalla cucina arrivarono Serena e Carrie con lo sguardo puntato per terra.
-Devo fare un annuncio-
Le cameriere si aspettarono una premessa che riguardava la tragedia di due giorni fa, invece Scarlett non ne fece parola.
-Da oggi verrete tutti i giorni, stesso orario- dopo pochi secondi nessuna aveva detto nulla, anzi inizialmente pensarono di aver sentito male.
-Ma …ma perché?!- Scarlett fece finta di non aver udito la domanda di Courtney.
-Carrie e Kitty hanno solo diciassette anni, non sono neanche maggiorenni!- protestò Serena: era davvero assurdo.
-Vogliamo una spiegazione- continuò la ragazza dalla pelle mulatta sforzandosi di mantenere il suo sguardo deciso.
-Lo so Courtney che ti senti ancora la proprietaria, ma adesso ci sono io al comando, ok? Ho comprato questo maid cafè perché ho scoperto dei debiti e mi sembrava un peccato che un luogo così allegro chiudesse-
Courtney e Kitty strinsero i pugni, erano le uniche che conoscevano un frammento della verità. La rossa era davvero brava a mentire.
-E se ci rifiutassimo di venire ogni giorno?- chiese Marta a braccia conserte, l’idea di essere una maid sdolcinata ogni giorno non la fece impazzire.
-Sarebbe un vero peccato, perché ho bisogno della vostra presenza. Sarebbe un altro vero peccato se la mia richiesta diventasse per voi un obbligo, non ci perdo nulla a trovare un modo per convincervi… ho tutti i vostri file personali…- l’allusione al ricatto era chiara come la luce del sole. Cosa potevano dire? Lo sguardo di quella donna era capace di intimidire un cinghiale imbestialito.
-Per oggi è tutto, potete andare prima! Vi aspetto domani per le giornate natalizie, diffonderete tanta gioia!- il suo augurio ricco di falsità mise a dura prova la sopportazione di Courtney.
 
Una volta fuori dal locale, Kitty e Courtney decisero di parlare del vero motivo per cui Scarlett avesse comprato il maid cafè alle altre.
Le ragazze non sapevano che cosa fosse successo nel frattempo nell'ufficio del capo.
Max quel giorno era silenzioso, di solito si lamentava di piccole sciocchezze o suggeriva idee per il piano malefico della rossa. Il manager si era sempre definito come una persona crudele ma quando scoprì che la gotica che l’ha sempre fissato male ha dovuto assistere alla morte del suo ragazzo, si sentì mortificato come se fosse colpa sua.
-Da te non me l’aspettavo. Ok diffondere il video in cui Gwen si diverte, ma assumere qualcuno per aggredirla? Hai oltrepassato il limite- disse Max con uno sguardo serio. Scarlett continuò a leggere alcuni file sullo schermo del suo maxi-computer ignorando il suo manager.
-Non dici nulla?!- continuò il suo sottoposto con voce più forte.
-Non so chi sia il tizio che ha aggredito Gwen nel retro del maid cafè, si tratta di una spiacevole coincidenza- spiegò Scarlett, era molto calma.
-Una persona è morta e tu ne parli in modo così tranquillo?!- Max era impressionato difronte a tale indifferenza.
-Ciò giova a mio favore: Gwen è più vulnerabile che mai e non credo tornerà più a ficcare il naso in affari che non le riguardano- Max sentì un brivido lungo la schiena dopo quella fredda risposta. Era davvero umana o era un androide incapace di provare emozioni?
-Scarlett…cosa stai dicendo…-
-STA ZITTO IDIOTA! In questa faccenda non hai nemmeno un ruolo importante: ti ho assunto come manager solo perché non sarei stata credibile come capo di questo posto da sola, mi serviva qualcuno di molto stupido- il suo lato perfido era sorto per un attimo, si controllò in fretta. L’ultima volta che si era lasciata trasportare dalla pura e semplice cattiveria, si era ritrovata in un cannone e colpita più volte da marshmallow.
-E poi devo pensare al mio piano, devo perfezionare i miei esperimenti per corrompere la polizia del Canada e così posso essere finalmente libera. Non ho fretta: basta far credere alle mie stupide dipendenti che sono una minaccia e per i clienti basta dire che nel reality il mio folle comportamento era una finta- rifletté Scarlett ad alta voce con un sorriso, parlare del suo obiettivo la metteva sempre di buon umore.
-E cosa farai dopo che le forze dell’ordine non ti daranno più la caccia?- chiese il viola dimenticando per un momento Gwen.
-Così che tu possa fare il doppio gioco e dirlo alla polizia o alle maid?- domandò Scarlett anche se era sicura della lealtà del viola.
-N-No semplice curiosità…-
 
24 Aprile 2015, venerdì
-Da quel momento abbiamo continuato a fare il nostro lavoro con l’obiettivo di raccogliere informazioni per incastrarla  …sono passati quattro mesi e abbiamo solo un pugno di mosche - disse Serena, era seduta al capotavola; in passato ella considerava quel posto sacro essendo la più piccola della sua famiglia di origine italiane, ma adesso era la più grande di quel gruppo e aveva un importante ruolo di sostenitrice e di guida.
-Questo è tutto- concluse Serena, l’inizio del 2015 non era stato pessimo soltanto per Gwen.
La gotica per un attimo non seppe cosa dire. A differenza della cuoca, non aveva più ben chiaro il suo ruolo in questa storia: cosa doveva fare?
Definire il suo scopo nella vita era molto più facile rispetto a renderlo realtà, lei voleva solo donare il suo aiuto ma non sapeva cosa fare per eliminare il problema di Scarlett. Doveva dire qualcosa, intervenire. Si alzò dalla sedia d’istinto, come se stesse per fare un discorso importante.
-Voglio aiutarvi, so che non potrò fare molto…. voi volete ancora cacciare via Scarlett giusto?- nascose le sue insicurezze, non c’era più tempo per mostrare il suo lato debole.
-Assolutamente!- esclamò una Sammy sicura mentre la protagonista si risedette sulla sedia.
-Ha licenziato Lindsay e Ella, non l’ho dimenticato!- intervenne Kitty, la più determinata a far ritornare il Princess Cafè quello di una volta. Carrie, Serena e Anne Marie mostrarono sorrisi convinti.
-Quella rossa mi sta antipatica- si limitò a commentare Marta; la gotica non aveva tempo di pensare a lei anche se non aveva dimenticato la loro chiacchierata sul pullman (capitolo 14).
-Frenate l’entusiasmo, non abbiamo ancora un piano- fu Courtney a riportare alla realtà il gruppo, uno dei suoi motti è “non cantare vittoria troppo presto”.
-Qualcosa di utile dovreste averlo scoperto in questi mesi- mormorò Gwen.
-Sinceramente, pochissimo. Sappiamo che il suo ufficio è diventato un laboratorio e ci sono delle telecamere- rispose Serena, si sentiva delusa di poter condividere solo quella piccola informazione.
Gwen impallidì. “Nell’ufficio di Scarlett ci sono le telecamere”. Da quanto tempo? E se la rossa l’avesse vista frugare nel suo covo il 21 Dicembre e per vendicarsi avesse diffuso quel maledetto video? Quella scoperta non fece altro che confermare i suoi dubbi che aveva cercato di seppellire.
No, non era il momento.
Nel frattempo arrivarono le pizze che Carrie aveva ordinato, quel spettacolo culinario di mozzarella e pomodoro distrassero le ragazze, era l’ora di ascoltare le loro papille gustative. Non potevano di certo far raffreddare la pizza.
Ci fu un piccolo momento di spensieratezza, il primo dopo troppo tempo per Gwen; nel mentre il suo telefono squillò: era sua madre molto preoccupata, la giovane si era dimenticata di avvisarla. Judy Summer, dopo aver avuto notizie di sua figlia, era felicissima che fosse finalmente riuscita ad uscire dalla sua buia camera e che fosse in compagnia.
 
-Ricapitoliamo: il nuovo capo ha acquistato il maid cafè per i suoi esperimenti sul controllo mentale, solo Dio sa a cosa le serve. Sappiamo che ha comprato il Princess Cafè perché secondo le sue ricerche una mente felice è più propensa ad essere controllata. Ha bisogno della vostra presenza ogni giorno e il suo ufficio in cui stanno tutte le informazioni che ci servono è off-limits. Dato che abbiamo a che fare con un individuo pericoloso e imprevedibile, affidarci alle autorità potrebbe rivelarsi una scelta sbagliata per noi e per i nostri cari- riassunse Gwen l’attuale situazione, sembrava che stesse esponendo la trama complicata di un film e loro erano le sventurate protagoniste.
-Continua ad essere troppo assurdo…- mormorò Carrie.
-Proprio a noi doveva capitare l’antagonista psicopatica tipica dei film?!- commentò Courtney sfinita mantenendo la sua testa con una mano.
-Tutto questo non sarebbe successo se tu non avessi venduto il nostro adorato maid cafè…- ribadì Kitty con tono di rimprovero.
-Te l’ho detto i debiti stavano distruggendo il locale, non aveva scelta!-  era la versione che la ragazza dalla pelle mulatta aveva sempre raccontato: si trattava dell’assoluta verità, ma perché Courtney si sentì come se avesse appena detto una scusa?
Ci fu un attimo di silenzio, nel mentre tutte pensarono sul da farsi.
-Mi è venuta un’idea: perché non ci comportiamo in modo sgarbato con i clienti in modo tale che Scarlett ci cacci? Insomma Ella e Lindsay sono state licenziate, ergo liberate da quella dittatura- propose Marta, era rimasta quasi per il tutto il tempo in silenzio a bere la sua coca-cola pentendosi di non aver ordinato una bottiglia dal contenuto alcolico.
Kitty e Sammy non avrebbero mai approvato quel piano: erano troppo affezionate al Princess cafè per lasciarlo nelle mani di quella pazza.
-In questo modo Scarlett può trovarsi altre cameriere o un altro luogo felice per il suo piano malvagio- rispose Anne Marie al ragionamento della mora. Prima che Marta potesse rispondere con un enfatico “chissenefrega”, l’ispanica intervenne.
-Questo piano è da scartare. Che lo vogliamo o no, è un nostro problema. E grazie a Gwen, abbiamo ritrovato la speranza-
Sentendo il proprio nome, la gotica spalancò gli occhi. Pensò che ci volesse un genio per questa difficile situazione… lei era solo una liceale. Avrebbe voluto avere il cervello di L di Death Note, anzi forse era meglio ricevere direttamente il quaderno della morte.
-Allora…allora dobbiamo assolutamente scoprire in cosa consistono gli esperimenti, così possiamo boicottarla e farle credere che sono inutili- era l’unico piano che riuscì ad elaborare in quel momento. E non era affatto male.
-Beh non ha fatto nulla ai clienti, o perlomeno non ce ne siamo accorte- dissee Serena, in passato aveva pensato di avvertire le persone che entravano nel maid cafè del pericolo, ma nessuno avrebbe creduto a una storia simile.
-Non possiamo scoprire i suoi esperimenti dai file dei computer…mi verrebbe da proporre di studiare il comportamento dei clienti ma sarebbe troppo crudele- ragionò Carrie, le strinse il cuore pensare di usare i clienti come esche.
-Sono passati quattro mesi forse ha capito che il suo piano è irrealizzabile- pensò ad alta voce Sammy, desiderava con tutto il cuore di avere ragione.
-Non credo…e se invece stesse aspettando di mettere in pratica i suoi esperimenti quando il maid è affollato? Tipo…in una giornata a tema?- disse Gwen, in quella serata stava sfruttando ogni neurone del suo cervello.
-Le ha abolite- disse seccamente Marta.
Un anno fa Gwen avrebbe fatto i salti di gioia per quel cambiamento - come dimenticare l’umiliazione al San Valentine Day e al Nekonimi Day - ma adesso la sua reazione fu del tutto inaspettata.  
-Ma che cazzo era l’unica novità che solo un maid cafè può offrire, quella non sa nulla di marketing!- la gotica non si spiegò della sua improvvisa arrabbiatura, quel piccolo momento fece sorridere le maid.
-È vero i clienti amavano le nostre giornate a tema- commentò Kitty lasciandosi accarezzare dai ricordi felici del maid cafè, si divertiva un mondo in quelle giornate speciali.
-Però molto valida l’idea di prima, ovvero farle credere che i suoi esperimenti non hanno effetto- disse Courtney con un sorriso vitale. Finalmente avevano un piano, una speranza!
-Max saprà qualcosa, sono sicura che parlerà anche se gli facciamo il solletico- disse Sammy, in passato sarebbe scappata in una situazione come questa, ma in questo periodo stava costruendo un carattere sicuro.
-Si possiamo rapirlo, legarlo a una sedia e mettere in pratica tutte le torture che ci vengono in mente- propose Marta con sguardo sadico; Anne Marie, seduta vicino a lei, si allontanò leggermente dalla mora.
-Facciamo così: prima di tutto dobbiamo rimettere le giornate a tema, è l’unico momento in cui nel maid cafè c’è caos. Dite ai clienti di questa volontà, sono sicura che anche loro rivogliono quelle giornate. Scarlett sarà costretta ad ascoltarli!- suggerì Gwen quasi urlando, la sua voce era tornata energica come quella di una volta.
-Si!- -Rivogliamo il nostro Princess Cafè!- -Incominciamo da domani!-
Tutte le ragazze erano felici, ma Gwen non riuscì a partecipare a quel momento. Non poteva ignorare la possibilità che fosse stata Scarlett a pubblicare quel maledetto video.
-Però io non entrerò nel maid cafè, o almeno non parteciperò attivamente a questo piano, fornirò aiuto dall’esterno…mi dispiace- disse con sguardo amareggiato.
-Perché?- chiese la ragazza con i codini.
-Ehm p-perché non sono ancora pronta a ritornare nel Princess cafè, anzi questa è la prima volta dopo tanto tempo che mi ritrovo in un luogo pubblico completamente estraneo…- Courtney fu l’unica a notare dell’incertezza nel tono di voce della gotica.
Senza volerlo, Gwen fece ricordare alle menti delle ragazze il dolore che la loro amica aveva provato in questi mesi.
-Abbiamo parlato abbastanza di quella strega…adesso pensiamo a te, Gwen- disse Sammy guardandola, era seduta difronte a lei.
-Si esatto! Da quando hai iniziato a uscire dalla tua stanza?- chiese Anne Maria.  
-Oggi pomeriggio…- quella breve risposta stupì le ragazze.
-E sei qui a parlare dei nostri problemi?! Vai a correre dai tuoi cari!- urlò Kitty, il primo giorno di ripresa di Gwen dopo tutto ciò che ha passato non poteva di certo trascorrerlo in quella pizzeria.
La gotica si era dimenticata dei suoi amici, avrebbe aggiunto la sua “sbadataggine" alla lista di difetti da eliminare. Il pensiero dei suoi amici fece nascere un altro luminoso sorriso sul volto di Gwen, era simile a quello con cui si era presentata al Princess Cafè.
-Che fai ancora qui? Muoviti!-
 
 
C’era un’ultima cosa da fare. Una nuova meta.
Il cielo era diventato più oscuro, ma non si fermò. L’abitazione di Dawn non era molto lontana dalla pizzeria, ma neanche dietro l’angolo: dopo venti minuti di corsa incrociò lo sguardo della ragazza dalla pelle candida nel cortile di casa sua. Raggio di Luna era appena uscita, che colpo di fortuna!
-Dawn!-
-G-Gwen??-
Gli occhi della gotica s’inumidirono non appena la vide. Dawn, a differenza di Courtney, non si precipitò ad abbracciarla ma si lasciò dominare dalle sue emozioni: si accovacciò sulle ginocchia e iniziò a piangere.
-Gwen sei qui…n-non ci credo…- la gotica raggiunse la sua migliore amica e le donò un suo caldo abbraccio.
-Ti chiedo scusa per tutto…p-per mio zio e…i-io ho infranto la promessa e ho letto la tua aura, avvertivo pericolo…ho chiamato la polizia m-ma…era troppo tardi…- mormorò Dawn tra le sue lacrime, Gwen era lì anche per liberarla da quel dolore dal senso di colpa che l’avevano fatta soffrire per molto tempo.
-Ho visto il tuo video e mi ha aiutato molto, ti ringrazio. E anche io ti chiedo scusa, ti ho trascurata- sentendo quelle scuse inaspettate, la bionda spalancò i suoi occhi color zaffiro.
-Ma che stai dicendo?!-
-Devi sapere che nella Vigilia di Natale 2013 ho visto Scott ma invece di fartelo rincontrare l’ho portato da Courtney. Mi dispiace, credevo che se tu l’avessi saputo ci staresti rimasta male- Gwen si teneva quel segreto da oltre un anno, in quella sera ogni piccolo segreto venne svelato tra le due amiche…tranne la faccenda del maid cafè.
-Per questa sciocchezza?! Non avrai mica pensato di perdere la nostra amicizia per questo?- l’emozione che provava Dawn era un misto di incredulità e tristezza, non si aspettava una confessione del genere.
-E poi mi è passata la cotta per Scott, e lui non è mai stato più importante di te. Mi sei mancata così tanto-
Le due amiche rimasero abbracciate per altri cinque minuti, solo la Luna fu spettatrice di quel momento.
-Sto andando da Zoey, vuoi venire?- per Gwen non c’era neanche bisogno di chiederlo.
 
Non erano passate neanche due ore da quando la gotica aveva detto a Courtney che avrebbe tenuto i capelli lunghi, ma adesso se li ritrovò tagliati ed era avvolta da una mantellina blu.
Erano a casa della ragazza dai codini rossi, più precisamente nel suo bagno: era piccolo ma ordinato, sembrava fuoriuscito da una rivista d’arredamento.
Dawn aveva programmato d’incontrarsi con la rossa per guardare un film. Quando Zoey si accorse che la bionda non era sola, non seppe cosa dire. Sembrava pietrificata, aveva lo sguardo indecifrabile tipico dei boss finali dei videogiochi.
Dopo un po’ aveva pronunciato un freddo “Seguitemi” e adesso erano nel suo bagno.
La gotica era seduta su un piccolo sgabello e si era lasciata tagliare i capelli da Zoey, Dawn osservava la scena in silenzio; la serata di certo non era andata come previsto ma era ancora felice di aver incontrato Gwen.
-Quando siamo andate a casa di tua nonna, ad un certo punto te ne se dovuta andare prima e ho preso un po’ della tua tinta per le emergenze (capitolo 9)- spiegò Zoey con voce calma mentre le tingeva i capelli con un pennello.
-N-Non si sa mai…-ritornò il lato dolce della ragazza, le sue guance erano leggermente arrossate.
-Sai mi aspettavo cascate di lacrime da parte tua no un trattamento da parrucchiera- commentò Gwen con un pizzico di sarcasmo, sullo specchio del bagno vide ritornare il suo vecchio aspetto.
-Se inizio a piangere non la smetto più e…. r-rivoglio la mia Gwen…per questo ti ho tagliato i capelli e ti sto facendo le meches verde scuro…- la gotica non avrebbe saputo descrivere a parole di quanto apprezzasse il gesto dell’amica.
 
27 Aprile 2015, lunedì
In quei tre giorni aveva rintracciato tutti i suoi amici: Sky le aveva quasi rotto la schiena nel suo abbraccio, Mike e Cameron avevano esultato per dieci minuti e Lance suonò il violino tutto il giorno per la gioia.
A scuola riprese a studiare con interesse e nel tempo libero passava nelle vicinanze del maid cafè per farsi aggiornare dalla situazione.
Si, era iniziato il nuovo capitolo della sua vita. Quello in cui avrebbe eliminato gli errori del passato.
Duncan mi resterai accanto in questa nuova avventura, vero? Ho bisogno del tuo sostegno dal cielo.
 
 
 
 
*ringrazio mia madre per questa frase.
 
👑💎 Angolo autrice 💎👑
Voglio fare un esperimento: io ho un nuovo e serio obiettivo per questa storia… però su Efp non ve lo dirò, vediamo se questa volta lo raggiungo XD  (...dico solo che mi ero scordata che febbraio avesse solo 28 giorni).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e non ci siano errori gravi…grazie infinte per aver seguito questa storia fin qui!

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