Vivere o morire, Amanda?

di fumoemiele
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La trappola per orsi. ***
Capitolo 2: *** La vasca di siringhe. ***



Capitolo 1
*** La trappola per orsi. ***


 
 
Vivere o morire, Amanda?
 
 
 
                      
Odio l’odore rancido di questa stanza.
Apro gli occhi e mi perdo.
Devo aver esagerato con l’eroina, ieri sera. Altrimenti riconoscerei il luogo che mi circonda, no?
No, non credo.
Sento il sapore metallico in bocca; non capisco se è il mio sangue o è il metallo che mi circonda la testa.
Cosa diavolo è?
Cerco di muovermi ma ogni mio muscolo fa sforzi invano; ho il corpo bloccato. Posso guardarmi intorno e osservare la strana camera in cui mi trovo, ma non posso fare nient’altro. Cerco di urlare, ma ho la bocca intasata dal ferro. La testa mi pesa. Non capisco dove sono, che cosa succede, perché.
Sussulto appena il display della televisione davanti a me si accende.
Compare una maschera bianca, le gote rosse mi fissano più intensamente di quegli occhi neri e vuoti.

Ciao, Amanda. Tu non mi conosci, ma io conosco te.
Voglio fare un gioco.
Se perdi, ti succederà questo. Il dispositivo che indossi fa perno fra la mandibola e la mascella. Quando si azionerà il timer posto sul retro, la tua bocca esploderà, frantumandosi col cranio. Una specie di trappola per orsi al contrario. Ecco, ora te lo mostro.


Un manichino compare sul piccolo schermo, lasciando sparire quella maschera inquietante.
Ha la stessa macchina metallica sul capo.
Un istante dopo, il cranio esplode in mille piccoli frammenti.
Sobbalzo insieme al video.
No, no, no, no.
Negazione.
Non può essere vero. Ho solo preso degli acidi. L’eroina era solo tagliata male.
Va tutto bene, mi risveglierò in camera mia fra qualche minuto, lo so.
Non riesco a pensare niente, il pupazzo torna sullo schermo e il suo sguardo vuoto mi blocca.

C’è solo una chiave per neutralizzare il dispositivo. È nello stomaco del tuo defunto compagno di cella. Come puoi notare, Amanda, io non dico bugie. Quindi non perdere tempo.
Vivere o morire.
Fa’ la tua scelta.


Il video si interrompe. Lo schermo grigio mi fa capire che devo azionare il mio corpo e muoverlo fino alla camera a fianco.
Vivere o morire?
Non c’è davvero bisogno di chiederlo.
Veloce, mi alzo, senza perdermi in ulteriori deliri. Qualcosa si aziona, inizio a sentire il ticchettio dell’orologio.
Sento la voce della maschera sussurrarmi qualcosa.
Il tempo scorre, Amanda.
Cerco di togliermi quella maledetta macchina metallica. Ogni sforzo è vano, non riesco a strapparla via.
Mi precipito nella stanza a fianco alla mia.
Il respiro pesante.
Credo di essere in preda a un attacco di panico. Ogni sospiro è una lenta tortura.
Non poteva essere più sadico di così, quel pupazzo. Accanto al cadavere c’è un coltello.
Il morto apre gli occhi.
Non è morto, non è morto, non è morto. Quindi non posso ucciderlo, è omicidio.
O lui, o me.
Vivere o morire?

Otto pugnalate allo stomaco. Una dopo l’altra. Non le conto davvero, eppure so che sono otto. Né una in più, né una in meno.
Il sangue mi sporca le mani, si espande sulla camicia blu dell’altro. È tutto così scarlatto da sembrare un incubo.
Sento le budella, lisce e scivolose, fra le dita. Cerco la chiave e trattengo i conati di vomito.
È tutto così rosso, Dio, è tutto così assurdo e rosso.
Infilo la chiave nel lucchetto al lato della macchina. Mi tremano le dita, ma so che manca poco, presto sarò libera.

L’uomo muore sul pavimento.
Io vivo.
La sensazione causata dalla gioia di essere sopravvissuti è, probabilmente, qualcosa capace di darti più felicità di uno stupido matrimonio, di una laurea agognata, di una dose in vena.
Essere vivi è bello. E lo è ancora di più quando, la vita, te la sei guadagnata.
Lascio cadere la macchina sul pavimento sporco di sangue.

Nel silenzio tormentato dai miei respiri pesanti, il cigolio di un triciclo mi riporta alla realtà.
Pedalando, compare un pupazzo. Lo stesso che ho visto nel video trasmesso in televisione. Lo stesso che mi ha dettato ogni regola ed è stato onesto. Ho giocato con lealtà, come lui mi ha suggerito, e sono sopravvissuta. In quanti possono affermare di aver vissuto la stessa esperienza?
Il cigolio del triciclo è macabro, ma non ho più la testa intrappolata in quel macchinario.
Sono salva e quel pupazzo non mi fa paura.


Congratulazioni, Amanda.
Sei ancora viva.
Molta gente è così poco riconoscente, nei confronti della vita… ma tu no, non più, ora.


                            

Quanto amo questo fandom? Seriamente, nutro un amore sconfinato per questa saga.
Le frasi in corsivo sono prese dal film, chiaramente. Così come la trappola. Quello che ho fatto è trascriverla e integrargli pensieri/descrizioni. Stessa cosa per la one-shot successiva, che prende un momento del secondo film. Nello specifico, il momento in cui Amanda viene "dolcemente" buttata nella vasca piena di siringhe, alla ricerca di un'altra chiave.
Spero vi sia piaciuta questa lettura. Alla prossima :)
 

 

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Capitolo 2
*** La vasca di siringhe. ***


 
 
La vasca di siringhe
 
 
 
            
Conosco già la trappola che si nasconde nella stanza. È da brividi. Non ho mai avuto problemi a ficcarmi un ago in vena, ma questo è molto di più.
Per fortuna, non ho trappole da giocare, questa volta. Servo solo a sorvegliare il figlio di Eric Matthews, Daniel, qui. John si fida di me e sa che non gli accadrà nulla di male.
Sono già sopravvissuta, io. Non rischio nulla.

Ciao, Xavier.
Voglio fare un gioco con te. Un gioco molto simile a quello che di solito fai tu, quando spacci. Offri una falsa speranza ai disperati in cambio di denaro. Converrai con me che sei in una situazione disperata, e io ti offro una speranza. Il prezzo da pagare è che dovrai sprofondare nello stesso abisso di squallore nel quale spingi i tuoi clienti.


Il registratore sputa le parole di John Kramer.
Allora, Xavier, fai ancora il duro della situazione adesso che è arrivato il tuo turno? Già, hai davanti una trappola da brividi, ma direi che è adatta alla tua persona.  

Dal momento in cui siete entrati in questa stanza è partito un timer. Allo scadere del tempo la porta che avete di fronte si chiuderà per sempre. Solo trovando la chiave prima che il tempo si esaurisca potrai aprire la porta e uscire a prendere l’antidoto. Ci sono indizi evidenti su dove puoi trovarla.

Daniel toglie un piumone giallo dalla rete del letto che copre il buco in mezzo alla stanza.
So cosa c’è sotto e sarà divertente vedere la reazione della vittima della trappola. Sposta anche quell’ammasso di ferro, Xavier. Vedremo adesso il coraggio e la forza bruta che dimostri.
È arrivato il tuo momento, adesso facci vedere quanto sei temibile e forte, dai.
Il letto senza materasso viene spostato. Sotto, un buco colmo di siringhe. Centinaia, se non di più. Appuntite, bianche, dall’altezza a cui ci troviamo sembrano larve immobili.

Direi che è proprio come trovare un ago in un pagliaio.

Una risata suona nel registratore. Senza dubbio, John Kramer ha un umorismo notevole. Cerco di non sorridere, non è il momento di ironizzare. Capirebbero che sono coinvolta in tutto questo ed è un rischio che non posso correre, se ci tengo alla pelle.
E ci tengo, eccome.
Anche se ha dovuto insegnarmelo John, anche se ho rovinato il mio corpo troppo spesso, anche se mi sono iniettata veleno per endovena con esagerata frequenza.
Ci tengo alla mia vita, io. Sono i membri presenti in questa camera e pronti a giocare che non hanno capito nulla.

Comincia il gioco.

Perfetto. Dov’è il tuo coraggio, Xavier?
Lo guardo. Respira forte, troppo intensamente, sento il suono dell’aria che entra ed esce dai suoi polmoni.
Mi guarda.
E viene verso di me.
Scappo, o almeno ci provo. Ma Xavier mi insegue. Mi afferra per le braccia. Urlo e scalcio, ma non serve contro un colosso del genere.
“No, no, no, no”, continuo a urlare. Tutti restano immobili. Meglio a me che a voi, no? State immobili perché almeno non rischiate di finirci voi, gettati con forza in quella vasca di siringhe.
“Lasciala stare”, ha il coraggio di difendermi Daniel. Dovrei essere io a proteggere lui, non il contrario.
E in effetti non riesce a fare nulla.
Il terrore mi prosciuga mentre vengo scaraventata con forza in quel buco bianco e mostruoso.
Centinaia di aghi mi pugnalano con forza. Le mani, le braccia, le gambe, la schiena. È doloroso in ogni punto del mio corpo.
Non riesco a pensare a nulla, so solo che fa male, fa male, fa troppo male. Tiratemi fuori da qui. Aiutatemi, cazzo.
Urlo. Non l’ho mai fatto così tanto.
“Tu sei completamente matto”
“Sei fuori di testa”
Parlano, gli altri. Sanno fare solo questo, ma chi c’è nella vasca di siringhe, con il corpo pieno di aghi?
Urlo, non riesco a cercare nulla. Fa troppo male, fa troppo male, fa troppo male.
Solo quarantacinque secondi e una dose massiccia di dolore. Una sofferenza tale che mi impedisce di muovermi. Aghi ovunque. Siringhe conficcate in ogni centimetro della mia pelle.
“Sbrigati! Mancano pochi secondi!” urla Xavier.
E urlo anche io, mentre mi alzo. Prenderò io l’antidoto, dopo tutto questo schifo, cazzo!
Muovo le mani già ferite fra le siringhe. Cerco la chiave. Ma dov’è?
Maledetto John, non riuscirò mai più a infilarmi un ago in vena, dopo tutto questo.
Aghi ovunque. Nessuna chiave. Ogni movimento fa male, fa troppo male. Sanguinano le mie mani, sanguina la mia schiena, le gambe, i piedi. Siringhe ficcate ovunque. Urla mostruose a riempire la stanza.
“Sbrigati, cazzo! Sbrigati, sbrigati!”, urla Xavier.
“Vaffanculo! Cazzo!”, urlo io. Potevi starci tu, qui dentro, invece di buttarci me!
“Dobbiamo aiutarla!”, afferma Daniel.
Ma quale cazzo di aiuto vuoi darmi? Hai un antidolorifico a portata di mano, forse?
Eccola!
Afferro la chiave e la lancio fuori dalla vasca, ma è troppo tardi.
Daniel mi aiuta a uscire.
Piango e tutto mi fa male.
Daniel mi tira via una siringa dalla schiena. Due.
Le lacrime non smettono di scorrere.
“Maledetta puttana!”, urla Xavier. Non è riuscito a prenderlo, l’antidoto. Ci ho messo troppo. Beh, razza di idiota, provaci tu visto che sei tanto coraggioso.
Gli altri continuano a parlare. Cercano di capirci qualcosa.
Io riesco a piangere e basta.
Fa male, fa troppo male.
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Pensavo che dopo questa storia mi sarei saziata e mi sarebbe passata la voglia di scrivere nel fandom... che altro c'è, su Amanda?, ho pensato. Però mentre sistemavo questa shot mi sono resa conto che no, non può essere finita qui e qualche idea su cosa scrivere mi è già venuta. Anche perché ho bisogno di altre Adam/Amanda, quella che ho scritto non mi è bastata XD
A parte questo, spero possa piacervi questa one-shot, e con questa concludo questa "mini raccolta". Anche perché ad Amanda non sono toccate altre trappole, per cui!
Spero di tornare prestissimo a scrivere qui. L'attesa del prossimo film mi sta devastando. :'c
PS. Inizialmente avevo inserito una gif della scena del film... ma poteva darvi fastidio. L'ho sostituita con una foto della medesima scena... ma anche lì poteva urtare i più sensibili. Alla fine ho messo quella foto che è della trappola precedente e mi dispiace un sacco per questo... ma come a me non dà minimamente fastidio vedere una marea di siringhe intorno a un essere umano, altri potrebbero rimanerci traumatizzati D: 
 

 

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