From Shadow

di Aladidragocchiodiluce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mercenaria ***
Capitolo 2: *** Blue ***
Capitolo 3: *** Incontro accidentale ***
Capitolo 4: *** Nuove informazioni ***
Capitolo 5: *** Convivenza ***
Capitolo 6: *** Vicolo cieco ***
Capitolo 7: *** Intrusione ***
Capitolo 8: *** Hybrid ***
Capitolo 9: *** Riflessioni ***
Capitolo 10: *** Rilassarsi ***
Capitolo 11: *** Scambio ***
Capitolo 12: *** Game over Pt1 ***
Capitolo 13: *** Game over Pt2 ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***
Capitolo 15: *** Curiosità & ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** La mercenaria ***


L'uomo si guardò intorno.

Era da poco passata la mezzanotte e ormai i pochi a circolare per le strade erano ragazzi diretti a qualche discoteca a divertirsi o che venivano cacciati da esse, oppure donne di facili costumi in attesa del proprio cliente o, come nel caso del nostro uomo, gente poco raccomandabile.

Assicuratosi che non ci fosse nessuno, estrasse dalle tasche interne del suo cappotto il suo guadagno.

Ventimila dollari, non male come gruzzoletto.

Con un sorriso, se li rimise in tasca e si diresse verso casa, attraversando i vicoli deserti.

Ma ha fatto un errore

Non ha guardato in alto.

Un ombra saltò dalla cima di un edificio all'altro mentre coi suoi occhi bianchi seguiva il percorso di quell'uomo, in attesa del momento giusto.

Una volante passò in perlustrazione e l'uomo sembrò ignorala, ma l'ombra sapeva che era nervoso, d'altronde lo era anche lei.

Ben presto l'auto fu lontana e il tizio era solo.

Momento perfetto.

Rapida come il vento, l'ombra scese, quasi scivolando sui muri fino al marciapiede, alle spalle dell'uomo che non fece nemmeno in tempo a voltarsi...


 

-E poi?-

A fare la domanda è stato un uomo dietro al balcone dai corti capelli arruffati biondo sporco mentre stava pulendo un bicchiere, guardando il diretto interessato, intento a bere un drink.

O meglio la diretta interessata.

Era una ragazza seduta su uno dei tanti sgabelli vicino al balcone e sembrava indossare una tuta aderente completamente nera munita di cappuccio; attorno al collo sembrava portare una lunga sciarpa le cui estremità penzolavano alle sue spalle.

Unica nota chiara in quell'abito nero erano gli occhi bianchi sopra la maschera nera che le copriva il viso ad esclusione della bocca.

La ragazza finì di bere e rispose.

-Secondo te?

Ho estratto la mia Whalter e gli ho sparato.

Rapido, indolore e ho simulato una rapina finita in tragedia.

E poi con tutta la droga che aveva addosso non mi sorprenderà se la polizia penserà prima a rintracciarne la provenienza.-

-Quindi hai i suoi ventimila, più i soldi di quella tipa che ti ha assunto.

Bel gruzzoletto.- Commentò il barista.

-Ho capito.- La ragazza schiaffeggiò un paio di banconote sul balcone.

-Con queste ti pago il credito e tieni il resto per altre spese. Ok?-

-Anche per me è un piacere fare affari con te.

Ma non ti ho ancora chiesto: che aveva la tizia contro lo spacciatore?-

La ragazza finì il drink prima di rispondere.

-Figlio morto per overdose a tredici anni.

Prima ha provato per via legale ma non c'erano prove contro quel tipo.-

-Così si è rivolta a te.

Sinash, sempre dalla parte dei deboli.-

La ragazza non rispose, si limitò a dare le spalle al balcone e a fissare l'ambiente circostante.

A vederlo sembrava uno di quei soliti bar di serie B con musica anni '80, pieno di uomini muscolosi pronti alla rissa e donne pronte a cadere al miglior offerente; ma sapeva che in realtà tutti tenevano in tasca almeno una pistola e sapevano come usarla.

Il “Hell's Kitchen” non era un normale bar, era il bar dei mercenari.

E Sinash, il cui vero nome è Jane, è una di loro.

-Jeez.-Mormorò.

-Ho voglia di una sigaretta.

Ma non fumo.-

-Se vuoi ho un pacchetto.-Le disse il barista.

-No grazie Weasel. Non voglio iniziare ora.

Penso che me ne tornerò a casa.-

Detto ciò si alzò e si preparò ad andare a casa quando una mano si posò sulla sua spalla.

Si girò e si trovò faccia a faccia con un tizio alto e muscoloso. Puzzava d'alcol.

-Perché non rimani e ti unisci a noi?-Le chiese con voce impastata e uno sguardo piuttosto eloquente.

Sotto la maschera, Jane storse il naso.

Ecco il negativo di essere una femmina fra mercenari perlopiù maschi.

In un attimo, come animata di vita propria, un lembo della “sciarpa” si avvolse alla vita del tipo e lo sollevò come se non pesasse nulla e lo lanciò contro il tavolo, spaccandolo.

-Quanto ti devo per quello?-Domandò a Weasel mentre i presenti andavano a controllare se il compare era ancora vivo e, in caso contrario, appropriarsi dei suoi averi.

-Hai già pagato con “Le altre spese”.-Le rispose l'uomo mentre l'omone si rialzava a fatica, suscitando sospiri di delusione da parte dei compagni.


 

Jane estrasse le chiavi del proprio appartamento e aprì la porta.

-Casa dolce casa.-Mormorò, buttando la sacca con i suoi averi sul divano.

Si trattava di un appartamento trilocale abbastanza grande per una persona ma era estremamente disordinato.

In cucina vi erano ammucchiati mucchi di cartoni di pizza, sacchetti di pasti preconfezionati e in giro c'erano un mucchio di vestiti e carte varie.

“Devo decidermi di riordinare.” Pensò, lisciandosi i capelli.

Si era tolta il costume poco prima di entrare ed era nel suo normale aspetto.

Doveva avere circa 21 anni, carnagione leggermente abbronzata lunghi capelli castano scuro, quasi nero e occhi grigi. Indossava una maglietta nera con la sagoma un coniglio bianco antropomorfo con in mano un coltello insanguinato e la scritta “Bloody Bunny” in rosso, pantaloni da ginnastica blu e degli anfibi neri.

Sul polso del braccio destro aveva quello che sembrava un orologio grigio, ma in realtà era lì che teneva la sua tuta.

Andando con ordine, tempo prima gli era stato commissionato un furto in un reparto scientifico militare dove si stava creando, tramite nanotecnologia, una tuta militare.

Lei aveva accettato di rubare il prototipo e il furto ebbe successo, ma il cliente venne arrestato proprio il giorno prima della consegna e la ragazza si era tenuta il bottino.

La scelta si era rivelata estremamente proficua: bastava pensarlo e si ritrovava addosso la tuta nella forma che desiderava, era leggera, flessibile, antiproiettile e con un altro paio di optional estremamente utili.

Inoltre, possedeva una caratteristica unica: le cellule nanotecnologiche che la compongono generano in continuazione una sostanza gelatinosa nera molto appiccicosa.

La cosa fu vista come un difetto dai coloro che l'avevano progettata e intendevano eliminarlo al più presto, ma Jane aveva scoperto che grazie ad essa era in grado di aderire perfettamente alle pareti e, se raggruppato, poteva persino usarla per creare delle “reti” o “corde” che intrappolavano i suoi bersagli.

Tornando a noi, Jane aveva appena finito di mettere l'immondizia in un enorme sacco nero e stava mettendo in un cesto i panni sporchi quando dalla finestra precedentemente aperta si udirono gli schiamazzi di due persona che litigano.

La ragazza guardò l'orologio: dieci minuti alle due.

Con un sospiro infastidito, mise giù la cesta e andò alla finestra a vedere.

Erano un uomo e una donna che litigavano animatamente.

-TI AMMAZZO! HAI CAPITO?-Urlava l'uomo mentre la donna era a terra, a reggersi il viso.

-EHY!-Li chiamò Jane, attirando l'attenzione di entrambi.

-Qui c'è gente che vuole dormire e tu che aspetti? Se quel pezzo di rifiuto umano ti picchia e ti minaccia và alla polizia a denunciarlo.- Continuò.

-E tu che cazzo centri lesbica!- Le urlò l'uomo.

-Che insulto è?

Lo sono, vuoi vedere la mia dichiarazione assieme al mio importo d'armi?

Anzi...-

La ragazza presa il manico della scopa e lo poggiò sulla finestra e prese dalle tasche una scatoletta di petardi.

Sapeva che data l'altezza in cui si trovava e il buio, quel tipo avrebbe sicuramente scambiato il manico per la canna di un fucile.

Infatti esso sobbalzò e le urlò.

-NON CI PENSARE! TI DENUNCIO!-

-Un uomo morto non può denunciarmi.-Gli rispose accendendo un petardo e lo fece scivolare fuori dalla finestra senza che esso se ne accorgesse.

Il rumore così simile ad uno sparo, fece scattare l'uomo dallo spavento che indietreggiò, inciampando e finendo a terra.

-Questo era un colpo d'avvertimento. 10...9...8...-

Ma già al 9 il tizio era sparito dalla sua vista.

-Laggiù! Stai bene?-Chiese poi, rivolta alla donna mentre metteva giù la scopa.

Essa si rialzò e la guardò, pulendosi dal sangue che le colava dal naso, e fece un cenno affermativo.

-Bene, ma ti consiglio di rivolgerti alla polizia e se non funziona, io abito qui. E posso sbarazzarmi di lui.-

La donna annuì ancora per poi andarsene, in direzione opposta a quella presa dall'uomo.

Jane la guardò sparire nell'oscurità e tornò dentro chiudendo la finestra.

Stava per tornare a riordinare quando si accorse che qualcuno aveva fatto scorrere sotto la porta una busta di carta gialla.

C'era scritto “ A Sinash”.

“Jeez, spero che non sia una minaccia o mi toccherà trasferirmi.

Di nuovo!”Pensò mentre la prendeva.

L'aprì ed ebbe una bella sorpresa: non era una minaccia, bensì un nuovo incarico e il committente prometteva una ricca ricompensa al completamento dell'incarico.

-Bene bene.- Mormorò con un sorriso soddisfatto, leggendo il nome della persona di cui di doveva “occupare”.


 


 

Angolo Autrice

Ed eccomi qui con una nuova fic!

A quanto pare abbiamo un nuovo personaggio in campo, sarà amico o nemico?

La risposta nei prossimi capitoli

Saluti da Ala

P.S. A causa di vari impegni, la fic verrà aggiornata ogni venerdì :)

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Capitolo 2
*** Blue ***


Blue sospirò di noia.

Erano passati due mesi dalla ricostruzione di Cybertron e dalla sua separazione da Starscream; nel frattempo erano accadute diverse cose.

Innanzitutto la “squadra recupero Diclunicus”, come era stato rinominato il gruppo a cui Karuma si era ritrovato a capo, fino a quel momento non stava avendo molto da fare in quanto le dicronicus rintracciate erano perlopiù ragazzine che vivevano in strada, anche se era particolarmente difficile convincerle a non essere ostili e che intendevano solo spostarle in edifici sicuri; più di una volta furono Nana e Blue ad intervenire per stabilizzare la situazione e calmare la slipter in persona.

Ma a preoccuparli maggiormente erano i “centri” come quello in cui in passato era rinchiusa la slipter dai capelli blu.

Infatti si temeva che la M.E.C.H. vi tenesse rinchiuse centinaia di diclonicus per i propri scopi e fino a quel momento non erano riusciti a rintracciarne nemmeno uno, anzi, ogni pista portava al vuoto.

Cambiando argomento, era stata ufficialmente adottata, assieme a Eleven, da June, di conseguenza si era ritrovata ad essere la sorella di Jack.

Non che le dispiacesse, anzi trovava il ragazzo piuttosto simpatico, ma le suonava ancora strano pensare a lui come “fratello”.

Con Eleven la cosa era diversa, forse perché sono della stessa razza o per il suo comportamento infantile, la considerò sin da subito una sorta di sorella minore da proteggere.

Ma ciò non le bastava.

Anche se non l'avrebbe mai ammesso, le mancava moltissimo il suo seeker.

Aveva provato a contattarlo, ma risultava sempre indaffarato o irraggiungibile; se da un lato lo capiva, dall'altro avrebbe voluto parlagli anche solo per chiedergli come stava.

Si sdraiò sul divano su cui si trovava, prese un libro dal comodino e iniziò a leggere.

Sin da quando era in fuga con Starscream, aveva iniziato a prendere lezioni di lingua inglese,* e in quei due mesi aveva frequentato un corso accelerato affinché imparasse a leggere senza difficoltà .

Era a circa metà libro quando suonò il campanello, così si alzò ed andò ad aprire.

Era June Darby assieme a William Folwer, l'agente che era il contatto fra Autobot e il governo, appena rientrati da una cena.

Era da un po' che i due si frequentavano, anche se Jack non era particolarmente entusiasta di ciò mentre a Blue non faceva né caldo né freddo ma ammetteva che se un giorno l'uomo si sarebbe fatto avanti, sarebbe stato strano chiamarlo “papà”.

-Scusa il ritardo, non ci siamo accorti del tempo che volava.- Si scusò June.

-Non fa nulla.

Jack e Eleven stanno già dormendo e io non avevo sonno.-Rispose.

Potevano anche passare anni, ma l'espressione apatica e distaccata non l'avrebbe mai persa.

-Dato che sei qui, ho qualcosa da comunicarti.-Disse l'uomo.

-L'altro giorno è stata intercettata una telefonata e pare che la M.E.C.H. intenda portare a termine un grosso affare e riguarda voi slipter-

All'udire ciò, la ragazza parve rianimarsi e esclamò:

-Qualunque cosa sia, sono dei vostri.-


 


 


 

*Per chi non se lo ricordi, Blue parla sia inglese che arabo ma non sapeva leggere fino a questo momento

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Capitolo 3
*** Incontro accidentale ***


La slipter dai capelli blu fremeva d'impazienza.

Si trovavano all'interno di una discarica di auto, il luogo d'incontro dei loro nemici.

Dalle informazioni in loro possesso, ben presto alcuni membri della M.E.C.H. sarebbero arrivati per concludere un affare, di conseguenza era l'occasione perfetta per prenderli con le mani nel sacco.

Blue gettò un rapido sguardo alle sue spalle.

Era assieme a due agenti del governo che quando si accorsero del suo sguardo, sembrarono trattenere il respiro.

La ragazzina distolse lo sguardo, infastidita

Sapeva bene che quegli uomini avevano paura di lei, erano a conoscenza di cosa erano in grado di fare le sue simili, di conseguenza la sua presenza non ispirava molta fiducia.

Di solito si ritrovava in missione con Bando e non c'era questo problema, anzi, trovava l'eccessiva sicurezza di sé di quell'uomo quasi divertente e il fatto che, nonostante quello che avesse passato a causa di qualcuno della sua specie, non avesse problemi a lavorare con lei e non abbia perso il suo spirito lo rendeva una persona piuttosto ammirevole.

Tornando al presente, ormai la zona era stata circondata dai federali e sarebbe bastato che venditore e compratore facessero la loro comparsa e gli sarebbero stati addosso.

La loro pazienza fu ripagata quando un furgone bianco fece il suo ingresso e da esso ne uscì un tizio in abiti scuri accompagnato da una copia di guardie del corpo.

La distanza e l'oscurità non permetteva di vederne i particolari del volto, ma sembrava fremere d'impazienza.

Dopo qualche minuto, un altro furgone, stavolta nero, fece il suo ingresso e da esso uscirono degli uomini le cui divise e maschere li rendevano facilmente riconoscibili come membri della M.E.C.H.

Uno di essi si avvicinò all'uomo per parlargli e dal suo tono, e da ciò, la sliper ebbe modo di venire a conoscenza di due cose: primo, sotto la maschera si nascondeva una donna, e secondo: parlavano giapponese.

Lo suppose per via del tempo passato con Bando e le altre due ragazze.

L'uomo in abiti scuri fece prendere una valigia dal furgone e ne mostrò il contenuto alla donna la quale fece cenno ai suoi uomini di porgergli una seconda valigia, probabilmente il pagamento.

Mentre stavano per scambiare la merce, fu dato il segnale.

Ogni agente lasciò il proprio nascondiglio per puntare le proprie armi contro i due gruppi intimandogli di arrendersi.

Il proprietario del furgone bianco e i suoi uomini strabuzzarono gli occhi dalla sorpresa e non esitarono ad alzare le mani in segno di resa.

Al contrario, gli uomini della M.E.C.H sembravano calmi mentre posavano le proprie armi e fu la leader a parlare mentre un paio di federali si avvicinarono:

-Direi che ci avete colti con le mani nel sacco.- Commentò freddamente.

Blue, rimasta al suo posto, guardava la scena con curiosità e sospetto.

Possibile che fosse così facile? Ma sopratutto, perché sembravano così calmi?

La risposta arrivò poco dopo.

All'inizio sembrava un semplice fischio ma quando i primi uomini, i più vicini ai membri dell'organizzazione, svennero, capì che qualcosa che non quadrava ma ormai tutti i presenti erano a terra o si tenevano le orecchie esibendo smorfie di dolore.

Persino i colleghi accanto a lei subirono la stessa sorte dei compagni

Gli uomini mascherati non persero tempo e approfittarono della situazione per prendersi la valigia e svignarsela, peccato che lei non fosse d'accordo.

Sfruttò i propri vettori per spiccare un salto, più in alto di qualsiasi umano e atterrò sul cofano anteriore del furgone, fracassandone il motore.

Per tutta risposta, gli uomini cominciarono a spararle ma essa strappò il tettuccio del mezzo per usarlo come scudo.

Se fosse stata da sola, probabilmente non avrebbe esitato a farli fuori, ma ora le toccava seguire delle regole e “far saltare la testa a chi ti sta davanti” non era fra esse.

Capito che continuare così sarebbe stato inutile, i membri della M.E.C.H. optarono per una ritirata strategica.

La slipter avrebbe voluto inseguirli sin da subito ma prima doveva pensare a ciò che bloccava i suoi “colleghi” e le bastò un occhiata all'interno del camion per individuare uno strano dispositivo che emetteva il fastidioso fischio.

Una volta distrutto, quelli che non erano svenuti iniziarono a sentirsi meglio e si ripresero giusto in tempo per iniziare l'inseguimento.

Anche Blue aveva iniziato, correndo dietro al leader dell'organizzazione che tentava di seminarla, passando tra le auto destinate alla demolizione.

Per avvicinarsi al suo obbiettivo, usò i propri vettori per darsi lo slancio ma mentre stava per atterrarla, qualcosa le fu addosso, mandandola a terra e facendola rotolare lateralmente.

Accadde così in fretta che la blu non ebbe modo di usare i propri vettori ed in un attimo si trovò inchiodata a terra con un pugnale sulla gola e si ritrovò a fissare quella che sembrava una maschera nera dagli occhi bianchi.

-MA CHE!?! E tu da dove sbuchi?-Esclamò la sconosciuta per poi scuoter la testa e alzarsi in fretta.

-Non importa.-Borbottò per poi voltarsi nella direzione in cui la leader della M.E.C.H. era scappata e correre da quella parte.

Ciò permise alla slipter di alzarsi ma prima che potesse proseguire l'inseguimento o tentate di raggiungere la sconosciuta, un suo collega la chiamò.

-Blue! L'hai presa?-

-No.

E' spuntata fuori dal nulla una tizia che me lo ha impedito.-Sintetizzò.

-Di là c'è un uscita secondaria, probabilmente hanno dei complici ad attenderli e non saranno di certo a piedi.

Seguimi.-Le rispose.

Lei obbedì e in un attimo erano in un auto con la quale raggiunsero in fretta l'uscita secondaria e fecero in tempo a vedere le porte di un furgone nero chiudersi e partire che già gli erano dietro ma non erano i soli.

Da una strada secondaria comparve un individuo in sella ad una moto nera che si mise dietro il furgone.

Senza preavviso, la porta posteriore del mezzo seguito si aprì e fecero in tempo a vedere la canna di quello che sembrava un bazooka che da esso partì un colpo che il conducente della moto evitò a fatica e impattò contro il terreno davanti all'auto che sterzò bruscamente.

-Perché i cattivi hanno sempre le armi più fiche?-Si lamentò l'uomo mentre la sliper si stingeva al sedile.

Non capiva, il motociclista era nemico o amico?

Esso riuscì ad evitare un secondo ed un terzo colpo ma il quarto centrò in pieno la ruota anteriore, facendola ribaltare e sarebbe finita addosso alla vettura che trasportava la sliper se il conducente non fosse riuscito a frenare in tempo.

I due non poterono fare altro che guardare il furgone svoltare a sparire dalla vista.

-Accidenti!-Si lamentò l'uomo dando un pugno sul volante per la frustrazione mente Blue notò qualcosa muoversi fra i resti della moto.

I due scesero dall'auto per vedere una ragazza vestita completamente di nero con un cappuccio che le copriva la testa liberarsi dai detriti.

-Non una mossa falsa!-Ordinò l'agente, estraendo una pistola per puntagliela contro.

Per tutta risposta, la sconosciuta estrasse la propria arma e gli sparò, ma Blue fu più veloce a coprire il collega, disarmarla e bloccarla con i propri vettori.

-ACCIDENTI!-Si lamentò appena capì di non potersi muovere.

-Dove era diretta?-Domandò l'uomo.

-Chi?-

-Non fare la finta tonta, il tuo capo..-

-Hey.-Richiamò l'attenzione Blue.

-Non credo lavori con la M.E.C.H.-

All'udire ciò la tizia smise di divincolarsi e disse:

-Devo dedurre che valga lo stesso per voi.-


 

 

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Capitolo 4
*** Nuove informazioni ***


-Sinash, alias Jane Castely 21 anni.

Mercenaria nota per aver rubato un prototipo. Esperta nelle uccisioni furtive e furti di ogni genere.-Confermò l'agente Folwer, rivolto a Blue.

Dopo aver catturato la donna, l'avevano portata all'interno di una struttura federale per poterla interrogare e ora essa si trovava seduta con una mano ammanettata al tavolo in un una stanza adiacente a quella in cui si trovavano i due, separati solo da un vetro che li permetteva di vederla e di non essere visti.

Blue si trovava un po' a disagio.

Le ricordava troppo la stanza di uno dei Centri in cui veniva osservata, l'unica differenza stava nel fatto che la persona dietro il vetro non poteva vederla.

Anche l'aspetto della ragazza la stupiva, una volta tolta la tuta sembrava una persona come tante altre.

-Riguardo quello che è successo all'incontro...-Chiese.

-Suoni ad alta frequenza, utili per mettere ko un gran numero di persone.

Probabilmente nella tuta avevano qualcosa che gli impediva di risentire degli effetti.-Spiegò l'uomo.

-Io non ho sentito niente.-

-Forse l'essere slipter ti permette di sentirli in altra maniera.-

-E la merce?-

-Non ti piacerà: midollo spinale, probabilmente di dicronicus.

I venditori sono stati collaborativi, ma venivano pagati solo per consegnare la merce.-

-Quindi non abbiamo nessuna pista.-

-Non proprio, forse lei sa qualcosa che noi non sappiamo.-Commentò l'uomo, guardando Jane mentre nella stanza entrava qualcuno.


 

Jane fissava la propria mano mentre ticchettava con la punta delle dita contro il tavolo.

Aveva fatto una mossa azzardata, lo sapeva, avrebbe dovuto prevedere che il furgone sarebbe stato ben difeso ma non poteva farci nulla.

Il suo piano originale consisteva nell'assassinare il capo M.E.C.H. da lontano durante lo scambio, sono stati la comparsi dei federali e quella “ragazza volante” a fare casino; allora aveva pensato di prenderlo di sorpresa, seguendolo ma ancora una volta quella ragazzina aveva rovinato i suoi piani.

Sollevò lo sguardo quando un uomo entrò.

Doveva avere sui cinquant'anni, occhi grigi e capelli biondi con qualche chiazza più scura ai lati e il volto impassibile.

Lo guardò sedersi tendendo lo sguardo fisso su di lei.

-Non mi avete letto i diritti.

Ma so di avere diritto ad un avvocato.-Iniziò la ragazza.

Non era la prima volta che finiva in questo genere di situazioni, ma mai per un affare così grosso se ciò di cui era a conoscenza era vero.

-Non sei sotto arresto, non ancora almeno.-Rispose l'uomo.

-Meglio.

Per rispondere alle domande che sicuramente mi farai: si, collaborerò e no, non lavoro con la M.E.C.H.-

-Bene, ci risparmi un sacco di tempo.

Ma se non sei loro alleata che ci facevi lì?-

La ragazza rise.

-Sono una mercenaria!

Secondo te?

Un cliente vuole che Silas sparisca dalla circolazione.-

Anche se non poteva vederla, oltre il vetro, Blue sobbalzò e si avvicinò alla finestra all'udire quel nome.

-Silas è già morto.-Ribatté l'agente.

-Sbagliato, Leland Bishop è morto.

“Silas” è lo pseudonimo che ogni leader della M.E.C.H. usa, e in questo caso la vera identità del nuovo capo è Pandora Reyna.

E' lei il mio bersaglio.-Rispose con calma.

-Allora saresti così gentile da fornirci anche il nome del tuo cliente.-

La ragazza mormorò un “Tz” prima di spostarsi con la sedia in modo da poter accavallare le gambe e guardare l'agente di sbieco.

-Anonimo.

Potrebbe essere un membro non troppo soddisfatto della propria leader come il capo di un organizzazione rivale.

Ma ho una proposta che non potete rifiutare.-

-Sentiamo.-

La mercenaria si voltò per guardarlo negli occhi.

-Nelle mie intercettazioni, quello di oggi era solo uno di tanti incontri.

Ce ne sarà un altro e, se ciò che so è vero, sarà materiale di origine aliena.-

Blue e l'agente Folwer si scambiarono un occhiata molto eloquente.

-Da quando sei interessata a complotti, cospirazioni e altro?-Le chiese l'uomo, mantenendo il tono impassibile.

Essa scrollò le spalle.

-Francamente, non me ne frega se lassù ci sta vita, l'importante è che stia dove stia e non venga qui a rompermi le scatole o gli pianto una pallottola in fronte.-Disse, mimando con le dita una pistola per sottolineare il concetto.

Da dietro il vetro, l'agente Folwer si mise a ridacchiare nell'immaginare quella ragazza di fronte a Bulkhead o persino Megatron.

-In ogni caso...-Continuò.

-Posso darvi data, ora e luogo d'incontro e in cambio mi unirò a voi; ma rivoglio la mia tuta e la possibilità di andarmene senza impedimenti di alcun genere a fine operazione.-

-Nel caso accettassimo, ci stai chiedendo di chiudere un occhio di fronte ai tuoi crimini.-

-O chiudi un occhio di fronte ai miei, o entrambi di fronte a quelli della M.E.C.H.-Rispose con un sorriso.

-Devo parlarne con i miei superiori.-Rispose l'uomo alzandosi.

-Una settimana.-

-Cosa?-

-Avete tempo una settimana per decidervi, è la distanza fra oggi e il prossimo incontro.-


 

-Cosa le rispondiamo?-Chiese l'uomo che aveva interrogato la mercenaria, rivolto all'agente Folwer.

L'agente parve pensarci su.

-Non si può negare che abbia ragione.

La M.E.C.H. è il problema più grave ma non sappiamo se si tratti di una trappola.-Rispose.

-Ha accettato di collaborare in fretta.-Mormorò l'uomo.

-Non vuol dire nulla.

Alla gente come lei interessa solo completare il proprio compito e intascare la ricompensa; per lei questo si tratta solo di un imprevisto.-

-Non so se significhi qualcosa...-Si intromise Blue, rimasta in disparte ad ascoltare.

-...ma quando mi è saltata addosso, avrebbe potuto eliminarmi con facilità, ma ha rinunciato quando si è accorda che non ero il suo bersaglio.-

-Potrebbe non voler dire nulla.-Disse Folwer.

-No, in genere i mercenari non lasciano che qualcuno si intrometta fra loro e l'obbiettivo, sarebbe da principianti e lei non lo è.

Non avevi la possibilità di usare i tuoi...poteri?-Chiese l'uomo, usando un tono dubbioso per l'ultima parola.

Essa scosse la testa.

-E' accaduto troppo in fretta per usarli.-

-In ogni caso, ha informazioni che noi non abbiamo.

Accettiamo l'accordo ma sarà sempre tenuta sotto controllo da almeno un paio di nostri uomini.-Concluse Folwer.

-Mi offro volontaria.-Esclamò Blue mentre l'altro uomo andava ad avvisare Jane.

Sarà il fatto che era stata lei la prima ad incrociarla o il pensiero che se quella non le fosse saltata addosso, avrebbero già catturato la nuova leader; in ogni caso si sentiva coinvolta in quella storia fino al collo.

-Non se ne parla.-Rispose l'agente.

-Mi lasciate venire in missione contro un organizzazione terroristica e non mi fate fare la guardia ad una mercenaria?-

-Per la prima, sei coinvolta in quanto potrebbero usare dei dicloni contro di noi ma lei è una normale umana e potrebbe essere una trappola o manipolarti, lascia fare ai professionisti.-

-E quando arrivano?-

L'uomo strinse gli occhi.

-Non scherzare su queste cose.

Ti atteggi da ragazza adulta e responsabile e ne hai anche l'aspetto, ma sei solo una ragazzina di 14 anni.-

-15, compiuti due giorni fa.-

-Non cambia nulla.-

A porre fine alla loro discussione fu l'uomo che aveva parlato con Jane.

-Scusate se interrompo.

Ma lei vuole che una delle sue guardie sia colei che le ha impedito di portare a termine il suo compito.-


 


 

Angolo Autrice

Sorpresa!

Oggi ho avuto la possibilità di pubblicare prima, per motivi che non andrò a spiegare, ma nel prossimo vedremo altre interazione fra la mercenaria e la slipter.

Ma prima di salutarci


 

R.I.P. Stanley Martin Lee/Stan Lee 28/12/1922 12/11/2018 


 

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Capitolo 5
*** Convivenza ***


A questo, Blue non ci aveva proprio pensato.

Certo, aveva immaginato che avrebbe dovuto seguire Jane ovunque, ma non di ritrovarsi in un piccolo appartamento trilocale talmente disordinato da sembrare che ci fosse passato un tornado, non si sarebbe sorpresa di trovarci qualche bestiola.

Per sua fortuna così non fu, anzi; per maggior sicurezza un paio di agenti fecero un piccolo sopralluogo per requisire possibili armi che avrebbe potuto usare contro di loro e a fine perlustrazione stanza era persino più ordinata di prima.

-Pulizie gratis! Non avrei potuto chiedere di meglio.- Commentò Jane quando gli agenti lasciarono l'appartamento.

Blue la guardò buttarsi sul divano per poi rivolgere lo sguardo verso di lei.

-Bhe? Rimani lì?-Le chiese.

Seppur titubante, la slipter varcò la soglia, portando una mano alla testa per assicurasi che i fiocchi fossero ancora al loro posto.

June aveva protestato alla sola idea di lasciarla da sola con una mercenaria e la discussione che ne era seguita l'aveva parecchio innervosita.

In fondo, aveva affrontato peggio ed era perfettamente in grado cavarsela da sola; inoltre l'agente Folwer, per maggior sicurezza, aveva messo un altro paio di uomini all'esterno dell'appartamento.

-Bevi qualcosa?

Ho: Coca Cola, acqua...acqua e altra acqua.-Chiese la ragazza, alzandosi per andare verso il frigo.

-Penso...acqua.-Rispose.

-Buona scelta.-

Il tempo di riempire un bicchiere e prendere una lattina ed era già tornata.

Blue, che nel frattempo si era seduta sul divano, la guardò accomodarsi al suo fianco e mettere il suo bicchiere sul tavolino di fronte a loro.

-Perché hai insistito per avermi come guardia?-Chiese senza tanti giri di parola.

-Dritta al punto, eh?

Meglio, mi piacciono le persone così.- La mora bevve un sorso della sua Coca Cola prima di rispondere.

-Nulla di particolare, non avevo intenzione di essere circondata da soli maschi e poi volevo sapere chi fosse la ragazza volante che mi ha impedito di portare a termine il mio compito.-

-Se tu non mi fossi saltata addosso, l'avremo già catturata.-Ribatté freddamente, incrociando le braccia.

-E io sarei tornata a casa senza incassare la ricompensa.

Ah, non ci ho messo nessun veleno, sarebbe una mossa stupida.-Aggiunse, indicando il bicchiere ancora sul tavolo.

La blu lo prese e ne bevve un sorso, pensierosa.

Le era appena venuta in mente Nissa e la sua mania dei veleni, si trovò a chiedersi cosa avrebbe fatto lei o Darkness in quella situazione.

-Comunque, non so il tuo nome e non credo che sia “ragazza volante”.-Continuò Jane.

-Blue.-

-Molto appropriato.-

Solo allora la slipter realizzò una cosa: non le aveva fatto nessuna domanda riguardo al come si sia trovata a volteggiare per aria.

-Bhe.-iniziò la ragazza, mettendo giù la lattina ormai vuota, alzandosi e stiracchiandosi.

-E' tardi, tu sei di poche parole e io ho bisogno di una doccia prima di andare a letto.-

La blu guardò l'orologio attaccato alla parete. Segnava le 23:49.

-E tu?-Chiese la ragazza.

-”E io” cosa?-

-Vieni anche tu a farti una doccia?

In fondo siamo fra ragazze.-

La blu arrossì violentemente.

Una perfetta sconosciuta che la invita a farsi una doccia assieme?!?!?!

Vedendo la sua faccia la mercenaria rise.

-Scherzo, ma mettere in imbarazzo persone apatiche è estremamente soddisfacente.-Commentò, sparendo nel bagno.

La slipter ci mise qualche secondo per riprendersi dalla scena imbarazzante e per distrarsi, si alzò e cercò qualcosa da fare.

Sbirciando nella camera della proprietaria, notò di fianco al letto una mensola piena di libri.

Incuriosita, si avvicinò e lesse alcuni titoli, forse non le sarebbe dispiaciuto se ne prendeva uno, giusto per leggere qualcosa.

Un titolo attirò la sua attenzione: “I Kill Giant”.

Mentre lo tirava fuori dal mucchio, per errore, fece cadere anche quelli situati a fianco.

Automaticamente, utilizzò i vettori per afferrarli al volo ma dalle pagine di uno di essi, scivolò fuori un dossier che finì a terra.

La slipter guardò con curiosità la busta gialla ai suoi piedi, prima di tendere l'orecchio per assicurasi che l'altra stesse ancora facendo la doccia mentre la raccoglieva.

“Programma Amnesia” vi era scritto in grande sulla prima pagina.

Si voltò, giusto per assicurarsi di sentire l'acqua scorrere, per poi tirare velocemente fuori il suo cellulare, regalatole di recente dalla sua famiglia adottiva, e scattare alcune foto ai fogli per poi rimettere a posto il tutto.

Svelta, tornò a sedersi sul divano per iniziare la lettura di ciò che aveva preso, che si rivelò essere un fumetto.

Mentre sfogliava le pagine, Jane uscì in accappatoio e notando cosa aveva in mano, le sia avvicinò.

-”I Kill Giants”?

Bei gusti.-Commentò.

-Scusa se non ti ho chiesto il permesso per prenderlo.-Rispose con la sua solita freddezza.

-Fa nulla; tanto staremo chiuse qui una settimana, meglio trovare un passatempo.-

Detto ciò, entrò in camera sua.

Tendendo l'orecchio, la sliper poté sentire il debole fruscio delle pagine di un libro.

Probabilmente l'altra stava controllando il dossier per poi nasconderlo da un altra parte.

Non le stupiva che fosse sfuggito agli occhi degli agenti: cercavano armi e munizioni, non fogli.

O forse speravano che fosse lei a trovarli?

In ogni caso, la mora tornò poco dopo con addosso un pigiama blu con lo stemma di un paio di ali incrociate, una bianca l'altra azzurra, e tornò a sedersi di fianco alla slipter.

-Poi che fai?

Ho un solo letto, dormi con me?-Chiese.

Stavolta, solo la punta delle orecchie le arrossirono mentre rispondeva senza distogliere lo sguardo dal fumetto :

-No, preferisco il divano.

Ma sei sempre così?-

-Come vuoi e si, sono così il 99,5 % delle volte.-Rispose con un sorriso.

-Allora dovrò farci l'abitudine.-Commentò.

-Già, ma in girò c'è un idiota rosso e nero più insopportabile di me.-

-Molto consolante.-

Fra le due cadde un silenzio imbarazzante, rotto da Jane che chiese:

-Come sei finita a lavorare con i federali?-

-Quasi per caso, ho un conto in sospeso con quelli della M.E.C.H. e quando si è presentata l'occasione, l'ho colta al volo.-Rispose, vaga.

Non aveva di certo intenzione di spiattellarle tutta la storia di diclonicus e cybertroiani.

-Quindi, questioni personali.-

-Tu invece? Perché fai la mercenaria?-

-Ho iniziato a 17 anni per soldi, e data la mia bravura ho pensato che non valeva la pena smettere.-Fu la risposta, prima che si alzasse e commentasse:

-Immagino che stasera non ricaverò niente da te,

Pazienza.

Buonanotte.-

-'notte.-Ricambiò la slipter.


 

Appena fu sicura che la mora stesse effettivamente dormendo, Blue estrasse il suo cellulare e lo accese.

Aveva precedentemente inviato le foto del dossier all'agente Folwer che gli aveva inviato un semplice messaggio con un “Grazie per l'informazione” senza dilungarsi.

Ma aveva inviato il nome del programma anche ad un altro “contatto” che stava a chiamando in quel momento.

-Raf? Ti disturbo?-Sussurrò a basa voce.

-No, tranquilla, sono dovuto restare sveglio per finire un progetto.

Si, so cos'è “Amnesia”.

E' un programma o meglio, un virus molto complesso, chiunque ne entri in possesso ha la chiave per controllare la rete.-Rispose il ragazzino

-Spiegati meglio.-

-”Amnesia” può cancellare qualsiasi dato senza lasciarne traccia.

Oggigiorno la gente si affida esclusivamente al digitale per immagazzinare informazioni, ciò significa che chiunque ne entra in possesso...-

-...Può usarlo per qualunque cosa?-Tirò ad indovinare.

-Non proprio qualunque cosa.

Ma può tenerlo per sé ed usarlo per cancellare dati scomodi sul suo conto o farsi pagare da qualcuno per rimuovere informazioni compromettenti.-

-O far sparire qualcuno, come se esso non fosse mai esistito.-Realizzò.

-Esattamente.-

-Grazie, sei un piccolo genio.-Lo ringraziò.

-...Chi sei tu? Che ne hai fatto della vera Blue?-Scherzò il ragazzino, facendola ridacchiare.

-Molto divertente.

Senti...riguardo...i nostri amici?-Domandò con una nota di tristezza.

-Ancora nulla purtroppo.

Ho sentito solo Rachet, dice che stanno lavorando e raramente trovano momenti liberi.-Rispose con amarezza.

La slipter lo capiva bene.

Sapeva quanto lui e Bumblebee fossero legati, in fondo era lo stesso per lei e Starscream.

-A quanto pare dovremo aspettare ancora un po'.

Ora ti devo lasciare.

Buonanotte e grazie ancora.-

-Buonanotte.-

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Capitolo 6
*** Vicolo cieco ***


La settimana passò in fretta.

Blue ingannò l'attesa leggendo i libri che la mercenaria possedeva e si ritrovarono persino a discutere su di essi.

Dal suo canto, Jane cercava di farla parlare del suo passato e di come avesse fatto quel giorno a “volare”, ma otteneva solo risposte vaghe o un totale cambio di argomento.

In quel momento, la blu teneva sulle ginocchia “Harry Potter e i Doni della Morte” e ne stava discutendo con la mora.

-...Fino al sesto mi era antipatico, ma poi ho iniziato a vederlo come un personaggio intrappolato in un destino che non voleva e mi è piaciuto il fatto che alla fine si sia riscattato.-Disse Blue.

-E lo dici senza aver visto i film.

A molti piace solo per l'attore che lo interpretava, comunque non vado proprio matta per lui; preferisco i Gemelli.-Stava commentando Jane quando qualcuno bussò alla porta.

Si trattava degli agenti che controllavano l'appartamento.

-E' già ora?-Chiese la mora.

Alla risposta affermativa, disse:

-Finalmente, non vedevo l'ora di riavere le mie armi.-


 

Stavolta il luogo dell'appuntamento era un vecchio edificio addetto a parcheggio in disuso al di fuori della città.

Dati fatti accaduti nella notte precedente, stavolta i federali si erano muniti di cuffie per comunicare fra loro ma rimanendo isolati da qualsiasi arma ad ultrasuoni.

Blue e Jane avevano una posizione di vantaggio: erano nella parte esterna della balaustra di cemento del secondo piano.

La prima si teneva tramite i vettori, senza comunque dire all'altra come ci riuscisse; la seconda, che aveva riavuto al sua tutta, grazie ad un abilità di essa.

-Jeez, sembri proprio un fantasma.-Commentò la mercenaria, guardando la compagna.

-Mi dici come cavolo fai?-

-No.-

-Jeez!

Questa tuta aderisce bene con le pareti. Però non solo quelle.-Borbottò quando una carta le si appiccicò al braccio e quando tentò di toglierla le rimase appiccicata alla mano.

Era il problema della gelatina che ricopriva la tuta, utile per arrampicarsi ma le rimaneva attaccato addosso di tutto.

Stufa di vedere l'altra scuotere la mano, senza riuscire a liberarsi del rifiuto, la blu lo fece per lei.

-Grazie.

Non sai il fastidio ogni volta.-La ringraziò.

-Sono loro?-Domandò appena udì il rumore di una macchina.

Jane si sporse leggermente; la tuta era munita di visione notturna proprio per situazioni come quella.

-Si, è il camion che ci è sfuggito l'altra volta.

Oh, arriva qualcuno e con un bel rimorchio al seguito.-Disse.

Infatti era appena arrivato un camion da trasporto con un enorme container a seguito.

Si fermò davanti al camion e i loro occupanti uscirono per sistemare gli accordi.

-Non c'è!!-Esclamò Jane.

-Chi?-

-Silas! Non è nel camion!-Rispose, quasi sibilando dalla frustazione.

Senza preavviso, superò la balaustra, attirando subito l'attenzione degli uomini che dopo un iniziale sorpresa estrassero le loro armi per spararle.

Quasi nello stesso istante in cui premettero il grilletto, anche Blue uscì allo scoperto ma dovette constatare che l'altra non aveva bisogno di lei.

Infatti la tuta della ragazza parava bene i colpi degli avversari ed essa aveva già estratto le sue pistole Whalter, mirando principalmente alle gambe in quanto non voleva ucciderli, solo ferirli.

Per un attimo ci fu solo una gran confusione di spari in quanto anche alcuni cecchini, posizionati in punti strategici negli edifici vicini, si unirono alla sparatoria ma non ci fu nulla da fare, alcuni uomini della M.E.C.H. riuscirono a risalire sul proprio camion e fuggire.

-MA CHE TI È SALTATO IN MENTE!-Urlò Blue in direzione di Jane mentre i federali nascosti nei dintorni intervennero per arrestare gli uomini rimasti sul posto in quanto feriti.

-Il capo non c'era.

Era inutile arrestarli, non parleranno.

Conosco la gente come questa, portano i segreti nella tomba.-

-Ma questo non ti dava il diritto di attaccarli e farli scappare.-Intervenne qualcuno alle spalle della mercenaria.

Si trattava di Andrew Steel, capo della divisione federale con la quale stavano collaborando, raramente Blue l'aveva visto in campo e di certo non era uno con la quale la slipter cercasse di fare amicizia, anzi, lo conosceva specialmente per le sue continue discussioni con Bando.

Corti capelli biondi, occhi azzurri e corporatura muscolosa, tipico aspetto da ex-marine

Attualmente stava indossando una tuta antiproiettile che lo faceva sembrare più imponente e rivolgeva alla mora uno sguardo di pura disapprovazione.

Di certo ciò non serviva a impressionare la mercenaria che si rivolse a lui, dicendo:

-E allora?

Che intendi farmi?

Arrestarmi? Rinchiudere?

Avete altri uomini da interrogare e in più la merce che intendevano sbolognare alla M.E.C.H.

Non è un fallimento e ho mantenuto i patti!-

-Ma non sperare che te la faremo passare liscia per questo.

Avevamo un piano e tu l'hai mandato all'aria.-Le ringhiò.

-Io lavoro con voi, non per voi.

Non sono costretta a seguire le vostre regole.-

Blue si limitava a guardare il battibecco a braccia incrociate.

In parte era d'accordo con Andrew, se Jane avesse rispettato i piani avrebbero avuto più informazioni, ma ormai il danno era fatto, non aveva senso lamentarsi.

Poi era lei la “bambina”.

Per fortuna uno degli uomini di Andrew lo chiamò per fargli vedere il contenuto del rimorchio.

Le due ragazze lo stano per seguire ma lui le fermò con un cenno della mano.

-No.-Disse rivolto a Jane che sbuffò infastidita.

-Nemmeno tu.- Continuò, stavolta a Blue.

Essa incrociò le braccia.

Non le piaceva per niente qual tipo.

Ma appena esso vide il contenuto del rimorchio, la richiamò:

-Ritiro ciò che ho detto.

Vieni.-

La blu avanzò per dare un occhiata all'interno illuminato da una torcia, e quando lo fece, sbarrò gli occhi dalla sorpresa.

In parte nascosta da un telo, c'era un cybertroiano svenuto!

-E' uno dei tuoi “amici”?-Domandò Andrew.

Tralasciando il fatto che la ragazza non avesse idea che anche quell'uomo sapesse, scosse la testa.

-Prima volta che la vedo.

Non capisco se è viva o no.-Spiegò.

-”Viva”?-Ripeté l'uomo.

-Non vedi il viso? Si vede che è femmina.-Ribatté, come se avesse sentito un idiozia.

-Sono robot. Non hanno sesso.-Borbottò.

Blue si trattenne dallo schiaffeggiarlo.

Era così evidente che quell'uomo considerava i cybertoiani come mucchi di metallo e cavi che camminano senza sentimenti o emozioni.

Tornò a guardare la femme.

Notò che era una seeker come Starscream (Al pensiero si chiese per la millesima volta cosa stesse facendo) dalla corazza nera e dorata con qualche dettaglio in viola.

-Chiama Folwer, digli che abbiamo trovato e di contattare Rachet.-Disse.

-Lo sto già facendo e per tua informazione sono io a dare ordini.-Rispose l'uomo, con in mano il telefono.

-In quanto a Jane...-Mormorò, spostandosi solo per avere una brutta sorpresa: la mercenaria era sparita.

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Capitolo 7
*** Intrusione ***


Blue giocherellava con la statuetta che teneva in mano.

Due giorni prima, Rachet era arrivato di tutta fretta da Cyberton per controllare la seeker ritrovata.

Per fortuna era viva, era entrata in stasi in a causa del poco energon che aveva in corpo e il medico l'aveva agganciata ad una flebo per far ritornare i suoi livelli alla normalità mentre controllava se avesse subito altri danni e malediceva Silas e i suoi uomini nella propria lingua madre.

Aveva scambiato solo un paio di parole con i ragazzi, giusto per avvisarli di come procedevano le cose sul suo pianeta e aveva portato anche dei regali per loro.

-Erano pronti da un po', solo non sapevamo quando portarveli... quasi dimenticavo.

Starscream ti manda gli auguri per il tuo compleanno.-Disse il medico bianco e rosso rivolto a Blue.

Attualmente la blu stava guardando la piccola scultura ricevuta come regalo da parte dell'argentato: una piccola statuetta di cristallo azzurro rappresentante un gatto.

La mise sul mobile e si alzò, stiracchiandosi.

Era tornata a “casa”, o meglio, l'avevano rispedita lì in quanto non c'era bisogno di lei.

La scomparsa di Jane aveva dato non pochi problemi ai federali che quando andarono a cercarla nel suo appartamento, lo trovarono vuoto.

La mercenaria era riuscita a far perdere le proprie tracce, mettendo nei guai anche Andrew e Folwer con i superiori in quanto era loro compito tenerla sott'occhio.

Blue guardò l'orologio, erano quasi le cinque di mattina.

Non era stanca, da quando era tornata aveva passato la maggior parte del tempo a sonnecchiare, così decise di uscire per prendere un po' d'aria, facendo attenzione a non far rumore per non svegliare Jack, June e Eleven.

Jasper non era cambiata per niente, era sempre la solita cittadina sperduta nel nulla.

Si sedette sulla panchina del giardino e si mise a guardare la strada senza veramente vederla.

Le era ancora strano, il fatto di stare per lunghi periodi a far nulla.

Si era abituata all'azione che caratterizzava i giorni passati con i suoi amici cybertroiani, o prima ancora, il suo periodo di latitanza con Starscream.

Senza di loro, la vita le risultava incredibilmente monotona e noiosa.

Il rumore del motore di una moto le fece rizzare le orecchie e si voltò verso la fonte.

Solitamente a quell'ora non passavano molte macchine, figuriamoci moto.

Il veicolo comparve da una strada laterale e rallentò fino a fermarsi proprio davanti a casa Darby.

Il conducente, vestito in tuta nera e il viso un casco del medesimo colore si voltò verso la slipter.

-Jane?-Esclamò la blu, alzandosi di scatto, vettori pronti.

La motociclista annuì mentre si toglieva il casco.

-Jeez! Non sei facile da rintracciare come credevo.-Commentò.

-Cosa ci fai qui?-Chiese apatica.

-Buongiorno anche a te, eh!

Ho una proposta.-

-Non sono interessata.

Sei scappata e ci hai lascito con un mucchio di problemi.-

-Non te, ma i tuoi superiori.

Comunque sta a sentire: so dove la M.E.C.H. ha la sua base.-

La ragazzina la guardò con sospetto.

-Perché sei venuta a dirlo proprio a me?-

-Semplice: hai detto di avere conti in sospeso con loro e in più sei in contatto con i federali.

Se lo dicessi a loro, dopo quello che ho combinato mi sbatterebbero in prigione appena gli rivelerò la posizione.-

-E avrebbero buone ragioni.-

La mora la guardò ed estrasse il proprio cellulare per mostrargli una mappa con un punto luminoso che lampeggiava ad intermittenza.

-Il motivo per cui li ho lasciati scappare: ho approfittato della confusione per mettere una microspia addosso a uno di quelli che è salito sul furgone.

Io verrò pagata alla morte di Silas ma i federali non mi permetteranno di eliminarla se collaboro con loro.-Spiegò, l'ultima frase con tono irritato, per poi rimetterlo via.

-Ancora non capisco perché vuoi che venga.-

-Per due motivi: fra Potterhead ci si aiuta e poi una slipter fa sempre comodo.-

-COSA? Tu sapevi...?-Esclamò per la sorpresa.

-Solo da ieri, grazie alle miei fonti.-La interruppe, guardandosi attorno per assicurarsi che nessuno le stesse spiando.

-Allora sali e facciamo fuori i cattivi, o io parto mentre tu chiami i federali?-


 

Ancora non sapeva perché l'avesse fatto.

Attualmente si trovava aggrappata a Jane mentre la moto sfrecciava per le strade che le avrebbe portate al loro obbiettivo.

“Dove si trovano?” Aveva chiesto prima di partire.

“In un vecchio deposito portuale a otto ore da qui.

Tipico loro, nascondersi in posti in apparenza abbandonati.

In moto ci metteremo di più e dovremo anche fare qualche sosta.”

“Lascio un messaggio a June e possiamo partire.”

L'unica cosa certa era che non si pentiva della decisione.

Non voleva che coloro che l'avevano intrappolata la passassero liscia.


 

Quando arrivarono al deposito era ormai notte fonda.

Le due avevano viaggiato tutto il giorno, facendo solo un paio di pause per riposare e rifocillarsi in modo da essere al massimo delle loro forze.

Dall'edificio in cui si trovavano, osservarono una macchina entrare all'interno del capannone e, attente non farsi scoprire, si arrampicarono sul tetto dell'edificio.

Blue vide gli occhi della maschera della compare divenire più luminosi mentre fissava il tetto, segno che aveva attivato il rilevatore di calore incorporato in essa.

-Non rilevo nessuno, riesci a bucare un pezzo del tetto?-Chiese e la blu annuì e con i vettori fece pressione in un punto per forare il tetto metallico.

Una volta ottenuto un foro abbastanza largo da far passare una persona, Sinash generò dalla propria tuta una vischiosa corda nera che attaccò al bordo e la usò per calarsi giù.

-Non c'è nessuno.-Sussurrò alla compare.

-Nemmeno l'auto che abbiamo visto prima.-Continuò mentre la slipter la raggiunse.

A parte per la flebile luce proveniente dall'apertura dalla quale erano usciti, l'interno era completamente al buio.

-Idee?-Chiese la mora.

-Potrebbe trovarsi sottoterra, ne ho “visto” uno che funzionava così.-Rispose, vaga, ricordando il “Centro” in cui era stata rinchiusa.

-Vi si accedeva tramite un ascensore.-

Jane si guardò intorno, sensori del suo costume attivi e le bastò rilevare una discrepanza nella parete e quando toccò per indagare, scoprì la presenza di un pannello di controllo munito di codice numerico.

-E ora?-Chiese Blue, affiancandola.

-Ora uso un nuovo giochino.-Rispose, estraendo un tubetto di spray, una torcia e un dispositivo elettrico con un cavo che collegò al pannello di controllo.

Sotto lo sguardo incuriosito della blu, spruzzò il liquido sui tasti e li illuminò con la torcia.

-Forte eh?-Chiese appena alcuni tasti si illuminarono, rivelando segni di dita.

-Basta solo inserire i numeri nel mio trova-codici personale e voilà, inserirà automaticamente tutte le combinazioni possibili senza far scattare gli allarmi.

Da notare come alcuni tasti hanno più ditate di altre, probabilmente il numero è stato premuto più volte.- Spiegò con una nota di eccitazione mentre inseriva le cifre del codice.

Una volta individuato, il terreno si sollevò, rivelando un ascensore abbastanza grande da contenere un furgone.

Dopo essersi scambiate uno sguardo di intesa, la mercenaria estrasse le sue Whalter e vi entrarono.

Una volta dentro, si infilarono negli angoli ai lati della porta e Jane premette il pulsante per scendere.

Le porte si richiusero e l'ascensore iniziò la sua lenta discesa.

Ci fu un attimo di silenzio, rotto da Jane che commentò.

-Jeez che noia, non c'è nemmeno la classica musichetta deprimente.-

La sua uscita causò nella slipter una risatina che mascherò con un colpo di tosse.

Odiava ammetterlo ma, forse per i suoi modi o perché avevano alcune passioni comuni come la letteratura, quella tipa le stava simpatica e lei si sentiva a suo agio in sua presenza.

Finalmente l'ascensore si fermò e Sinash sporse leggermente la testa dall'angolo in cui si trovava e controllò se ci fosse qualcuno.

Accertatasi che la via fosse libera, fece segno alla compare di avanzare ed entrambe si trovarono a percorrere un lungo corridoio illuminato da delle lampade al neon, armi alla mano.

Più si guardava attorno, più la blu si sentiva irrequieta.

Le ricordava troppo l'ambiente del Centro in cui era rinchiusa.

Abbassò il capo, maledicendo per la milionesima volta quel posto.

-Ehy, tutto a posto?-Le chiese Jane, notando il suo cambio d'atteggiamento.

-Eh?

Si.

Ma sbrighiamoci a farla finita.-Rispose, destandosi dai suoi pensieri.

L'altra la guardò storta prima di scrollare le spalle e avanzare.

-Non mi piace.

C'è troppo silenzio.-Borbottò quando notò una porta.

Vi si avvicinò e si spostò a lato assieme alla compagna e, messa giù una pistola per avere una mano libera, la aprì e vi si mise davanti, arma alla mano.

-Ma...è vuoto.-Esclamò appena se rese conto che la stanza buia davanti a sé sembrava essere stata svuotata da qualsiasi cosa in essa contenuta, gli unici segni che lì ci fosse stato qualcosa erano delle tracce sul pavimento

-La cosa non mi piace.-Borbottò la mercenaria mentre la compare la affiancava per dare un occhiata.

Di colpo si udì una risata e dal soffitto della stanza si accese un proiettore che mostrava l'ologramma di una donna con i classici abiti M.E.C.H.

-E' un peccato non vedere le vostre facce.-Disse la voce femminile, tramite degli autoparlanti.

-Ed è un peccato che non possa piantarti una pallottola in testa.-Rispose a tono Sinash.

-Mercenari, tze.

Sempre così sicuri di sé...-Continuò, prendendo qualcosa fuori portata dall'ologramma per mostrarlo.

Era un piccolo oggetto nero di forma rotonda, Blue sospettò fosse la microspia della compagna.

-Ammetto che non mi aspettavo di ritrovarti qui, Soggetto Beta.-Sottolineò l'ultima parola mentre distruggeva la microspia schiacciandola fra le dita.

La slipter ringhiò, quanto odiava qual nome.

-Bhe, ci faciliti le cose.

Buon divertimento.- Detto ciò, l'ologramma si spense, lasciando sole le due.

-Ma che avrà voluto dire?-Chiese ad alta voce Blue.

-Non lo so so ma pensiamo ad andarcene prima che accada qualcos...-Stava rispondendo Jane, già pronta a trascinare via la slipter da lì quando la vide spalancare gli occhi e portarsi la mani alla testa.

-C-c'è qu-qualcuno!-Balbettò quando la sensazione provata svanì.

Era come tempo prima, quando aveva individuato la sua simile morente usata per rintracciarla, ma questa era una presenza più forte e spaventosa.

La mora dovette trascinare via la compare fuori dalla stanza di corsa ma non fecero in tempo a raggiungere l'ascensore che lo videro.

Di umano aveva solo l'aspetto e buona parte del viso; le corna che gli spuntavano fra i capelli lo identificavano immediatamente come dicronicus ma il corpo era ricoperto da una corazza simile a quella dei cybertroiani, grigia e blu, simulando un armatura.

Persino parte del viso era robotica, il lato destro poteva sembrare quello di una normale umana dalla carnagione pallida e l'occhio rosso, mentre l'altro era di liscio metallo argentato con un occhio bionico bianco latte.

Non parlò, le guardò con un espressione fredda, prima che i suoi vettori scattassero.

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Capitolo 8
*** Hybrid ***


Le due ragazze saltarono ai lati per evitare l'assalto, che disintegrò la porta dell'ascensore, ma la creatura parve non interessare e, mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé, usò i suoi poteri per far sbattere le ragazze contro le pareti laterali.

La slipter dai capelli blu vide le stelle quando la sua testa cozzò contro il duro muro metallico e ne rimase leggermente intontita mentre la mercenaria, grazie alla resistenza del proprio costume non ne risentì e fu abbastanza lucida da poter iniziare a sparare.

L'avversario non fece una piega mentre usava i propri vettori per bloccare i proiettili e alzò il braccio destro.

Accadde in un lampo.

Come aveva visto tante volte i suoi amici farlo, Blue assistette con la bocca spalancata dalla sorpresa, alla trasformazione dell'arto in un fucile blaster che puntò contro la mora.

Agì in fretta, attivando i propri vettori per afferrare l'arma e deviarla verso il soffitto.

L'esplosione che ne seguì fece saltare alcuni pannelli che sarebbero caduti addossi all'ibrido se esso non li avesse bloccati con i vettori e quello fu il momento giusto per la slipter che gli fu addosso, facendo cadere entrambi, e iniziarono una battaglia fra vettori, pugni e calci.

Jane si rialzò con l'intenzione di piantare una bella pallottola nel cranio di quella...cosa, ma non riusciva a prendere la mira da quanto le due erano avvinghiate e temeva di colpire la compare da quanto si muovevano.

Ma era una lotta impari; nonostante la blu tentasse di colpirle la faccia, all'altro bastò una ginocchiata ben assestata fra le costole per mozzarle il fiato in gola e scaraventarla lontano.

Probabilmente sarebbe stata uccisa dai vettori dell'avversario se Jane non fosse intervenuta, estraendo anche la sua seconda pistola e sparandole contro mentre la sciarpa, come animata da vita propria, estrasse un lungo coltello che getto ai proprio piedi in modo da, con un calcio, farlo scivolare alla compagna.

La distrazione funzionò e la slipter recuperò l'arma per poi gettarsi nuovamente contro l'ibrido nel tentativo di ferirlo, ma senza successo in quanto venne nuovamente bloccata a mezz'aria dai vettori.

Era chiaro che se avesse voluto ucciderle, l'avrebbe già fatto.

Stava solo giocando con loro.

La blu non si diede per vinta e usò i propri vettori per strappare velocemente i pannelli metallici dal pavimento e scagliarlo contro di esso, che si limitò a bloccare l''attacco ma permise all'altra di liberarsi e scappare assieme alla compare nella profondità della base.

-SMETTILA DI SALTARGLI ADDOSSO!

COSÌ TI FARAI SOLO AMMAZZARE!-Le urlò Jane mentre correvano lungo i corridoi.

L'ibrido non fece una piega, limitandosi ad usare i propri poteri per avanzare, quasi fosse un fantasma.

Consapevoli del fatto che a breve le avrebbe raggiunte, aumentarono il passo fino a ritrovarsi davanti ad una rampa di scale che portavano verso il basso e non persero tempo ad imboccarla.

Ben presto si ritrovarono nella parte più profonda della base, dove si trovavano i generatoti di corrente e altri enormi macchinari spenti.

Le due non avevano tempo per guardarsi in giro, così si divisero per potersi nascondere dall'ibrido e, occasionalmente, attaccarlo alle spalle.

Per maggior sicurezza, Jane, appena adocchiò il pannello principale lo fracassò con un paio di proiettili delle sue fedeli pistole, facendo calare il buio totale nella stanza.

Ma bastarono pochi secondi affinché sui generatori si accendessero luci rossastre, probabilmente erano collegate a generatori indipendenti e servivano a rivelare la posizione dei macchinari in caso di blackout.

L'inseguitore non ci mise molto ad entrare nella stanza.

Avanzò a passi lenti, l'occhio bianco scintillante nel buio come unico elemento che rilevasse la sua presenza.

Blue non lo vedeva e magari fosse quello il problema.

Non riusciva nemmeno ad avvertirlo.

Già, perché oltre a quel breve momento in cui aveva sentito la sua presenza, era come inesistente per lei; che fosse in grado di occultare la propria presenza alle slipter?

Dal canto suo, Jane poteva vederlo grazie al suo visore termico ma sapeva di dover aspettare, se avesse sparato il rumore avrebbe rivelato la sua posizione.

Doveva aspettare il momento in cui fosse abbastanza vicino in modo da essere sicura di non mancarlo e non deviasse il colpo.

La creatura si guardò intorno e proseguì passando molto vicina ad un generatore dietro la quale si nascondeva la mercenaria.

Essa si sporse leggermente e sollevò l'arma, ma non poteva sparare, era troppo lontana, così si limitò a tenerla di mira finché non fu fuori vista.

Sospirò di sollievo, ora doveva solo avvicinarsi all'uscita.

Non le importava di eliminare quella creatura, voleva solo uscirne viva.

Nel frattempo, cercando fare il più piano possibile, anche Blue si spostò ma non per mettersi in salvo.

Lei intendeva affrontarlo.

Non poteva permettere che quella cosa vivesse.

Solo quando fu davanti all'uscita, Jane si voltò per rendersi conto di quello che la compare aveva in mente.

La vide saltare addosso all'ibrido e iniziare una nuova lotta, con l'unica differenza nel fatto di essere armata del pugnale.

Rotolarono a terra, sbattendo contro uno dei generatori e stavolta la blu, riuscì ad infilare l'arma nella spalla dell'avversario, facendolo urlare di dolore prima che esso le infliggesse una craniata sul viso e la allontanasse con un pugno.

La slipter sbatté contro uno dei macchinari col naso rotto e grondante di sangue.

Vide l'avversario strapparsi il pugnale e stava per infilzarla ad una gambe quando si udì un colpo di pistola e la lama volò via.

-E MUOVITI!-La chiamò Jane, sparando nuovamente all'ibrido mentre si spostava lateralmente per non essere un facile bersaglio.

Approfittando della distrazione, la blu provò ad usare i vettori per attaccarlo ma esso usò i propri per bloccarli e riuscì a lanciarla contro la mora proprio un attimo prima che premesse il grilletto.

Il colpo che ne seguì colpì in pieno una conduttura del gas sopra la testa dell'ibrido, facendo scattare gli allarmi.

-Stà giù!-Ordinò la mercenaria, costringendo la slipter a strisciare a terra in modo da non farle respirare il gas mentre attivava i filtri della propria tuta.

Nel frattempo l'ibrido sembrò intuire qualcosa in quanto si voltò verso la centralina precedentemente distrutta da Jane.

Emanava scintille.

Si voltò e tornò ad usare i propri vettori per spostarsi e allontanarsi in fretta verso un uscita secondaria.

La mora, resosi conto del pericolo, cercò di trascinare via la compagna ma non fu abbastanza veloce.


 

L'ibrido era già all'esterno quando si udì il rumore di un esplosione.

Esso si voltò solo per un attimo a guardare l'edificio dal quale era uscito, conscio del fatto che ormai la base al suo interno era andata.

Un furgone fece la sua comparsa, fermandosi proprio di fronte a lui e aprendo la portiera per farlo salire.


 

Blue tossì per la gran quantità di fumo.

Era un po' sporca di fuliggine, sangue e con i capelli bruciacchiati ma viva.

Il merito della sua sopravvivenza andava a Jene: capito che non sarebbero uscite in tempo si era spostata a lato e fatto da scudo alla ragazza in quanto la sua tuta le avrebbe protette dal calore e la slipeter aveva avvolto entrambe con i propri vettori come ulteriore protezione.

Ora la mercenaria era in piedi di fronte a lei, dandole le spalle.

-C'è qualcosa che la tua tuta non può fare?-Chiese con voce gracchiate.

Con sua enorme sorpresa, essa si voltò e la afferrò per la collottola della maglia per avvicinarla a sé e urlarle:

-MA CHE CAVOLO VUOI FARE?!?!-

Prima che potesse rispondere la mollò, allontanandosi con le mani alla testa e ringhiando.

-HEY! Ma che ti prende?-Esclamò in risposta, alzandosi.

-CHE PRENDE A TE PIUTTOSTO!?!-

Jane sembrava veramente infuriata.

-Credi che sia cieca? Che non abbia capito?

Tu vuoi morire!-

Quelle parole colpirono la slipter che spalancò gli occhi dalla sorpresa, subito sostituita da rabbia.

-Ma che stai dicendo?

Certo che no!

Io...-

-NON MENTIRE!

È questo il tuo problema!

Non so cosa passi per la tua zucca ma ti ho vista: sembri essere convinta che la tua vita non valga nulla, credi forse che crepando per qualche “nobile scopo” sia bello? Vuoi mostrare di essere un eroe?

Tu non hai paura della morte, anzi, te ne freghi se crepi o vivi!- Sibilò.

Blue non sapeva proprio cosa la trattenesse dall'usare i suoi vettori per scagliarla via.

-Anche se fosse?-Ringhiò di rabbia.

-Tu sei l'ultima persona che si può permettere di giudicare la vita degli altri.-

A sorpresa, lei scoppiò in una risata amara, senza gioia.

-”Giudicare la vita degli altri”? Questo è un fatto!

Ti ho vista buttarti a testa bassa contro quella cosa e sono sicura che avresti continuato a farlo fino alla morte.

Quante volte l'hai già fatto? Attaccare e uccidere senza la pura di essere uccisi?

Scommetto che quando te ne torni a casa non te ne stai tranquilla sul divano a rilassarti.

No.

Tu aspetti la prossima occasione per poter entrare in azione, non sei capace di vivere normalmente perché ti sei cucita addosso il ruolo di “combattente”.

Forse lo fai per gli altri. Pensi che ciò ti faccia onore.

Ma devi smetterla di pensare agli altri e pensa a te stessa, chiediti se vuoi davvero essere solo un arma.-

Blue aprì la bocca per ribattere, ma si rese conto di non sapere cosa dire.

Nel frattempo la mercenaria le diede le spalle.

-Non so davvero che mi sia preso per decidere di portarti con me.-Borbottò, allontanandosi a grandi falcate, lasciandola sola.

La slipter abbassò la testa mentre la mente rielaborava le parole della mora.

Era vero.

Aveva combattuto la slipter i primi giorni della sua fuga, si era arresa quando avevano minacciato Starscream, non era scappata alla prima apparizione dei Renegate, ha insistito per infiltrarsi con il seeker, non ha esitato a combattere Kara e Abigal, ha partecipato di sua volontà allo scontro in Egitto, si era quasi rotta i polsi per liberarsi quando era prigioniera...

Tutto ciò l'aveva sempre fatto per qualcun altro, non aveva mai messo la propria vita in primo piano.

Quei quattro anni al centro le avevano tolto più di quanto potesse immaginare.

Le avevano fatto credere di essere insignificante.

Per un attimo si chiese se non fosse mai stata “salvata” da Starscream ma si fosse liberata da sola.

Si coprì la bocca con le mani appena realizzò.

Sarebbe morta.

Anche se fosse riuscita miracolosamente ad arrivare in Egitto, la sua vita avrebbe definitamente cessato di avere senso.

Aveva resistito e lottato solo per uscire da lì, ma una volta fatto, sarebbe comunque rimasta da sola e senza scopo.

Ormai andava avanti solo ad inerzia; viveva solo per difendere gli altri dal pericolo che lei stessa rappresentava.

Due grosse lacrime le scesero lungo il viso.

Perché non ci aveva mai fatto caso?

Voleva essere libera ma era ancora prigioniera.

Inciampò nel gradino all'uscita dell'edifico, rischiando di cadere.

Non si era nemmeno resa conto di star camminando.

Si guardò intorno.

Jane e la sua moto erano spariti.

Ora come tornava a casa?

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Capitolo 9
*** Riflessioni ***


Blue era seduta sul divano a guardare il vuoto davanti a sé.

Non che facesse altro, erano ormai passati tre giorni dalla sua “bravata”.

La slipter si era fatta venire a prendere da June e Folwer dopo averli contattati dal telefono di un bar.

Inutile dire che erano entrambi su tutte le furie per aver rischiato la vita in quel modo, andando da sola con la mercenaria e non averli contattati dopo la sua apparizione. Essa subì i rimproveri a capo chino, limitandosi a scusarsi e a raccontare l'accaduto, descrivendo l'ibrido ma senza accennare alla discussione finale con Jane.

Da quel momento, Folwer l'aveva congedata a tempo indeterminato, implicando che non avrebbe più partecipato alle operazioni fino a nuovo ordine.

Fu sorpreso quando lei accettò senza lamentarsi.

Forse credeva che avesse imparato la lezione, non poteva immaginare cosa passasse per la testa alla ragazza.

Era shoccata dal fatto che una quasi perfetta sconosciuta fosse riuscita a comprenderla meglio di se stessa, ad intuire qualcosa di sbagliato in lei.

Si era persino ritrovata a guardare Miko, Raf, Jack e Eleven; a chiedersi come facessero ad essere felici mentre lei non riusciva a stare lontano dai conflitti, come se avesse un costante bisogno di lottare.

Non poteva farci nulla.

Essere nel bel mezzo di uno scontro di qualsiasi tipo la riempiva di adrenalina e la faceva sentire viva, come se stare sul campo di battagli fosse il suo unico scopo.

Per questo gli mancavano i giorni in cui era latitante con Starscream!

Non era la compagnia del seeker a mancarle, ma il costante pericolo a cui erano sottoposti che lasciava i loro sensi all'erta, pronti a scattare a qualsiasi minaccia.

Era diventata solo un arma.

Ormai questi pensieri le riempivano la giornata, come un tarlo del quale non riusciva a sbarazzarsi.

Furono i suoi amici ad accorgersi che qualcosa non andava.

Nonostante la slipter si ostinasse a far credere che fosse solo l'amarezza a seguito del fallimento della missione con Jane; si erano accorti del fatto che fosse più silenziosa e fredda del solito e dei suoi lunghi periodi passati a fissare il vuoto davanti a sé, ma la conferma definitiva era arrivata il secondo giorno.

La seeker ritrovata si era svegliata ma quando i ragazzi le avevano proposto di andare a conoscerla si era rifiutata.

Fu quello a spingerli a parlarle, anche se in quei momenti, sembrava irraggiungibile persino quando riuscivano solo farla voltare verso di loro, li guardava come se non ci fossero.

Dovevano trovare un modo per farla reagire.

Blue era ancora immersa nei suoi pensieri quando avvertì un peso sulla spalla che la fece voltare.

Si ritrovò a fissare gli occhi vacui di una rana.

Ci mise cinque secondi a realizzare prima di cacciare un urlo e lanciarla via, rischiando di cadere dal divano.

Ripresa dallo spavento, udì una risata e si girò per scoprire Miko, Eleven, Jack e Raf dietro lo schienale.

-Scusa! Non avevamo altri modi per attirare la tua attenzione.-Si scusò la nipponica, tenendo per una zampa la rana di gomma usata per spaventare la slipter dai capelli blu.

Per tutta risposta, le lanciò un cuscino in faccia e le diede le spalle, incrociando le braccia.

Anche i ragazzi si spostarono, Jack e Miko si posizionarono sul divano mentre Eleven e Raf si sedettero sul tappeto di fronte ad esso a gambe incrociate.

-È da tanto che non ci parli.-Iniziò la slipter dai capelli rosa in tono preoccupato.

-Abbiamo fatto qualcosa che ti ha fatta arrabbiare?-

-Cos...?

No, voi non c'entrate.

Sono solo...pensierosa.-Rispose.

Davvero pensavano questo?

-Riguarda la mercenaria?

È da quando sei tornata che sei più sfuggente del solito.

Ti ha fatto qualcosa?-Chiese Jack.

Non fisicamente.” Pensò mentre scosse la testa.

-No, è un problema solo mio.-

-Allora diccelo.

Ora siamo una famiglia.

Magari ti possiamo aiutare!- Disse Eleven.

Nonostante l' ingenuità dietro quella frase, espresse esattamente i pensieri dei presenti.

-Ha ragione.-L'appoggiò Raf.

-Non sei obbligata a superare da sola i tuoi problemi.-

-Ti aiuteremo volentieri, ma se non ci dici cosa c'è che non va non possiamo farlo.-Le disse Jack, mettendole una mano sulla spalla.

Essa rabbuiò e la spostò.

Il contatto fisico la infastidiva sin da quando era uscita dal Centro.

-È...difficile da esprimere a parole e non sono sicura che capirete.-

-Non puoi saperlo finché non provi.-La incitò Miko.

La blu li guardò in faccia uno ad uno.

Perché non si mai era accorta del legame che aveva stretto con loro?

Non immaginava nemmeno di crearlo, sapeva di fargli paura sin dal primo momento del loro incontro per i suoi poteri.

Anche se Eleven è come lei, non ha mai ucciso nessuno ed era sicuramente più affidabile.

Chinò la testa.

-I-io...-Mormorò.

Perché era così difficile esprimere ciò che provava?

Forse non era abituata ad esprimere i suoi pensieri, forse non voleva veramente dirlo ad alta voce come se ciò lo rendesse più reale oppure non voleva dirlo proprio a loro.

Forza Blue.

Non hai paura di morire, perché dovresti averla ad ammetterlo?” Pensò, stringendo i pugni.

Una volta trovate le parole, prese un bel respiro e iniziò:

-Come ben sapete, ho passato quattro anni rinchiusa a quel Centro...-

I ragazzi annuirono, invitandola ad andare avanti, intuendo che la faccenda fosse più seria di quanto già sospettassero.

Lei non menzionava mai quel periodo.

-Ciò che non sapete è come mi hanno rintracciata.-

Le fu particolarmente difficile raccontare della perdita del padre e di ciò che aveva sopportato fino a quel giorno.

Con Starscream le era sembrato semplice poiché sentiva che l'avrebbe capita.

Alla fine del racconto, sui volti dei ragazzi vi erano espressioni sconvolte.

Erano già a conoscenza della perdita dei suoi genitori, ma non avevano mia immaginato cosa avesse passato.

-...Da lì mi rintracciarono e mi rinchiusero.-Proseguì.

-Ormai ero sola e i trattamenti che subivo non fecero che peggiorare.

Avevo solo un idea fissa, un ossessione, che mi impedì di impazzire: uscire e tornare a casa.

Ma non importare quante volte tentassi, la fuga sembrava impossibile, almeno fino al mio incontro con Starscream.-

Ricordava come se fosse ieri.

Aveva guardato il cielo per la prima volta dopo quattro anni, giurando a se stessa che nessuno l'avrebbe più intrappolata.

-Ma l'altro giorno...mi sono resa conto...di un segno che quegli anni mi hanno lasciato.

Gli insulti che ho ricevuto...l'essere sola...una creatura non gradita...mi hanno indotto a non dare valore alla mia stessa vita.-

Non aveva mai parlato così a lungo, voleva quasi fermarsi ma non poteva o non avrebbe più continuato.

I suoi compagni la seguivano con attenzione senza fiatare.

-Ci ho pensato e mi sono resa conto che se fossi riuscita a scappare senza l'aiuto di Star, io...non sarei qui a parlavi.-

Tutti ad esclusione di Eleven sussultarono; dal suo tono avevano capito cosa intendesse.

-In conclusione, non mi importa di vivere o morire, non riesco ad apprezzare la vita.-

Finita la frase scese un silenzio tombale.

Blue non trovava la forza di sollevare lo sguardo e vedere l'espressione dei suoi compagni.

Aveva accuratamente evitato il discorso del considerasi solo un arma, non voleva sconvolgerli più di quanto non lo fossero già.

Fu Miko la prima a parlare.

-Cavoli, è un problema più grave di quanto immaginassimo.-Disse.

-MIKO!-Esclamò Jack, indignato dalla mancanza di tatto da parte della ragazza.

Blue sollevò leggermente lo sguardo verso di loro per poi riabbassarlo.

In fondo sapeva che non avrebbero potuto aiutarla.

Non si aspettava di sentire il corvino tirarla per un braccio, costringendola ad alzarsi.

-Ma cosa...?-Balbettò.

-Hai bisogno di distrarti un po'.

Poi riparliamo.-Rispose enigmatico mentre gli altri ragazzi li seguivano fuori casa


 

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Capitolo 10
*** Rilassarsi ***


Blue si guardò attorno ancora confusa.

Perché mai Jack li aveva portati ad un Luna Park?

Intercettando il suo sguardo interrogativo, il ragazzo spiegò:

-Hai bisogno di distrarti e non ti sei mai concessa un giorno di divertimento.-

-E io che credevo non fossi un amante del divertimento!

Cavoli, perché non è venuto in mente a me?-Esclamò Miko, entusiasta.

Blue si guardò in giro.

Le sue corna erano coperte dai suoi fiocchi, così come quelle di Eleven, nascoste da dei nastrini azzurri.

Ma c'era troppa gente, troppa confusione, così simile a...

Jack le strinse la mano e Miko fece lo stesso al lato opposto.

La blu guardò entrambi, oltre a Raf e Eleven davanti a sé.

-Siamo con te.-Lo rassicurò il ragazzino.

Per qualche motivo, al contrario di prima, quel contatto la tranquillizzò.


 

Se qualcuno glielo avesse chiesto, non avrebbe avuto problemi ad ammettere che si stava divertendo.

Era la prima volta dopo tanto tempo che si sentiva così.

Era sempre così tesa, con i sensi all'erta come se fosse perennemente sotto attacco.

Per la prima volta dopo anni, si stava rilassando.

Si divertì un mondo a salire sulle montagne russe, riuscì a vincere un pupazzetto in una sfida in cui bisognava buttare giù dei barattoli senza usare i vettori, si godette il panorama sulla ruota panoramica, si gustò dello zucchero filato...

Riuscì, anche se per poco, a sentirsi normale.

Quando fu ora di tornare a casa, le sembrò che fosse persino troppo presto.

-Divertita?-Chiese Jack mentre dietro di lui, Eleven decideva se scambiare o meno il suo pupazzo di un alieno verde con quello di un leone rosa di Miko, vinti in un banchetto.

La blu annuì con un sorriso, giocherellando con un piccolo peluche dall'aspetto di una tigre.

-So che non è la soluzione ai tuoi problemi, ma ho pensato che potesse aiutare.-

-E l'ha fatto.-Ammise.

-Mi sento decisamente meglio.-

Forse era questo ciò di cui aveva realmente bisogno: qualcosa che mostrasse che non era solo un arma, ma una persona e come tale di provare emozioni.

Senza preavviso, Eleven l'abbracciò da dietro e in un attimo anche gli altri si unirono all'abbraccio.

Stavolta non lo rifiutò, anzi, tentò di ricambiarlo come poteva.

-Siamo sempre pronti ad ascoltarti.-Le dissi Miko quando si staccarono, dandogli un amichevole pacca sulla spalla.

Per tutto il tempo, la slipter non smise di sorridere e annuì alle parole della nipponica.

Si chiese nuovamente come abbia fatto a non accorgersene prima. Starscream non era l'unico che poteva considerare “famiglia”.

Il gruppetto avanzò per il rientro a casa, chiacchierando e scherzando su vari argomenti.

Per l'intero tragitto, la ragazza si sentì accettata.

Finalmente, riuscì ad intravedere un piccolo spiraglio di positività nella propria vita.

Non è detto che cambi i sui modi di fare, per quello c'era tempo per sistemarli, e carattere; ma in quel momento ciò che contava di più era godersi l'attimo.

Era già un passo in avanti.

Il buonumore della ragazza aumentò quando, ritornati a casa, June li informò che Rachet l'aveva chiamata, comunicandole che quella sera i ragazzi avrebbero potuto parlare con i loro amici.

Blue era elettrizzata quando prese il telefono, non vedeva l'ora di parlare con Starscream.


 

Jane osservò gli uomini della M.E.C.H. che lavoravano ai loro computer dal condotto di areazione.

Aveva faticato a localizzare quella base ma quella mattina uno dei suoi contatti aveva risposto all'appello, rivelandole la posizione di quel laboratorio nella quale, sempre secondo la sua fonte, Silas sarebbe andata a supervisionare i progressi.

Stavolta avrebbe agito con più prudenza.

Aveva precedentemente studiato il posto, individuandone l'ufficio nella quale il suo obbiettivo si sarebbe fermato e una volta fatta fuori ne avrebbe approfittato per trafugare ogni dato dell'organizzazione e, forse, avrebbe comunicato ai federali la posizione del laboratorio per poi sparire.

Non si sentiva minimamente in colpa per non aver chiamato Blue.

Aveva scoperto quasi per caso che la slipter aveva passato la maggior parte della sua vita in uno dei Centri gestiti dalla M.E.C.H. e per questo ne capiva la sete di vendetta e la volta precedente aveva scelto di portarla con sé.

Odiava ammetterlo, ma le piaceva quella ragazzina dai capelli blu ed era consapevole che le parole dell'altra sera l'avevano ferita.

Ma le avrebbe ripetute fino alla nausea se ciò le avrebbe fatto capire che anche la propria vita aveva un valore e non doveva sprecarla.

Piano piano, avanzò nel condotto, arrivando nella stanza adiacente all'ufficio momentaneamente in fase di riparazione.

Dato che il condotto terminava lì, la mercenaria si assicurò che la stanza fosse vuota e uscì, preparando le pistole.

Dopo l'incontro con l'ibrido della scorsa volta non era di certo venuta impreparata: stavolta le sue fedeli Whalter erano cariche con dei calibro 50, voleva vedere come avrebbe fatto a deviarli.

Assicuratasi che non ci fosse nessuno, aprì la porta e scivolò nell'ufficio con le spalle ad essa e le pistole davanti a sé nel caso si fosse ritrovata qualcuno.

Ma così non fu.

La stanza assomigliava ad un normale ufficio con tanto di scrivania con un paio di computer e armadietti contenenti sei documenti chiusi a chiave.

Per non essere scoperta, la mercenaria evitò di accendere la luce e limitandosi a sfruttare la visione notturna della propria tuta, si sedette alla postazione e, pur tenendo sempre una pistola pronta, accese i terminali.

“Codice d'accesso?

Non mi sarei aspettata nulla di diverso.” Pensò, collegando una chiavetta, contenente un programma di accesso, all'hardware.

In un attimo, ebbe accesso a tutti i file.

-Jeez!

Quanta roba, meglio fare una copia di tutto.

Chissà quanto mi pagheranno per queste.

Aspetta! Questo cos'è?-Mormorò a bassa voce, scaricando i dati più importanti pur tenendo sott'occhio la porta.

Appena cliccò sulla finestra interessata i suoi occhi si spalancarono e si alzò di scatto, facendo quasi cadere la sedia.

-Devo avvertirla!-Esclamò, estraendo la chiavetta per metterla nella tasca della tuta.

Accadde in un attimo.

Prima che se ne rendesse conto, era disarmata e bloccata a terra da delle mani invisibili.

La porta si aprì e Silas, accompagnata dall'ibrido, fecero il loro ingresso.

-Pensavi davvero che fosse così facile?-Chiese beffarda mentre l'altro rimuoveva la tuta.

L'ultimo ricordo di Jane, fu un forte colpo alla nuca e poi buio.

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Capitolo 11
*** Scambio ***


Blue era particolarmente di buonumore mentre, sdraiata sul divano, usava i propri vettori per giocherellare con un pupazzo, facendolo ballare per aria.

La sera prima aveva finalmente parlato con Starscream alla quale aveva raccontato gli eventi di quei due mesi, saltando la parte dei suoi “dilemmi”.

In fondo, si trattava di cose di cui è meglio parlare di persona.

Per tutta risposta, il seeker le aveva raccontato gli enormi progressi fatti. Dai suoi racconti, ormai quasi tutti i cybertroiani erano tornati a casa e più della metà delle città presenti sul pianeta era stata ricostruita.

Aveva passato mezz'ora buona ad esprimere la sua felicità per la ricostruzione di Vos, a sentirlo sembrava fosse diventata più bella di prima e le aveva fatto capire che un giorno l'avrebbe portata a visitarla.

Ma la cosa che aveva reso la slipter ancora più felice fu quando l'argentato le annunciò che fra una settimana sarebbe tornato sulla Terra.

Non vedeva l'ora che ciò accedesse!

A proposito di seeker...

Finalmente avevano incontrato di persona la femme che aveva involontariamente salvato durante quella missione con Jane.

Essa aveva rivelato di essere una “triple changers”, un tipo di cybertroiano che poteva avere sia la forma aerea, sia terrena.

Sfortunatamente per lei, aveva subito molti danni a causa del “trattamento” dalla M.E.C.H. e non avrebbe potuto attraversare il Ponte Spaziale finché non sarebbero stati sicuri che non avrebbe subito ulteriori danni.

Appena vide Blue e venne a sapere che era fra i federali che l'avevano trovata non smise più di ringraziarla e chiacchierare con lei riguardante gli argomenti più vari riguardo la Terra, dalla cultura alla percentuale di terrestri con il suo colore di capelli.

Inizialmente fu confusa da tutte queste domande, ma poi essa le spiegò che era un membro degli Esploratori, mech e femme con il compito di esplorare i vari mondi al fine di ricerca, e che era in missione in un altra galassia quando i conflitti di Cybertron si erano intensificati, impedendole di tornare a casa e costringendola a vagare di pianeta in pianeta finché giunta sulla Terra, fu catturata dai membri della M.E.C.H.

-Mi hanno colto di sorpresa.-Raccontò.

-Non immaginavo che esseri piccoli come voi, senza offesa, riusciste a tenermi testa.-

Quando la slipter si decise di rimettere giù il pupazzo per alzarsi, le venne in mente Jane, ritrovandosi a chiedersi dove fosse e se fosse riuscita a completare il suo obbiettivo.

Ragionandoci un attimo, le venne in mente che se così fosse i federali sarebbero stati i primi a saperlo; forse poteva chiedere a Folwer.

Dirigendosi in cucina per farsi un panino, trovò sul tavolo una piccola busta.

La blu la guardò interrogativa.

Prima non c'era.

Non poteva essere di June, era da quella mattina che era via e Jack era uscito un paio d'ore prima per aiutare la triple-changes a trovare una forma alternativa terrena.

Si guardò attorno e scoprì un altro particolare che non quadrava.

La finestra era aperta.

Certo, poteva essere così da un po', stesso vale per il pacchetto ma la ragazza aveva una bruttissima sensazione, così prese l'oggetto con i vettori e lo voltò, rivelando una scritta.

Il suo cuore perse un colpo.

Per: Soggetto Beta”


 

-Quindi verde per andare e rosso per fermarsi?-Chiese una voce che sembrava provenire da una bizzarra moto nera e dorata con alcune decorazioni viola.

-Esatto, ma da voi non esistono i semafori?-Rispose Jack, trasportando la moto verso il garage di casa propria.

-Si, esistono cose con uso simile, ma hanno un aspetto diverso.-Rispose mentre entravano.

Prima che il corvino potesse domandarle qualcosa sulle strade di cybertron, si accorse di Blue in un angolo, con la schiena appoggiata alla parete e uno zaino ai suoi piedi.

-Ti serve qualcosa?- Le domandò, mentre la moto si “parcheggiava” da sola.

La ragazza sollevò lo sguardo e mostrò la busta dal lato in cui era scritto il destinatario, e al di sotto di essa vi era una nuova scritta: “ci ascoltano” e indicò lo zaino ai suoi piedi.

Jack si bloccò sul posto.

Sapeva bene che gli unici a chiamarla in quel modo erano i membri della M.E.C.H. e ricordava fin bene di quando, tempo prima, avevano rapito sua madre per cercare di catturare Arcee.

Ciò significava che Blue era nella stessa posizione.

-Se hai finito di provare la nuova moto, vorrei farci anch'io un giro.-Disse con disinvoltura.

-Oh... ma sei sicura? Hai preso la patente da poco.-Inventò il corvino.

La triple-chengers, che non capiva la situazione stava per protestate ma il ragazzo le fece cenno di rimanere in silenzio.

-Si...ma non ha senso averla presa se non la uso.

E poi, non ho mica intenzione di sparire.-

Sottolineò l'ultima parola indicando con gli occhi la moto e l'altro ci mise un attimo a capire a cosa si riferisse.

Quella mattina, per il suo giro con la cybetroiana, gli era stato dato un dispositivo che avrebbe nascosto a chiunque il suo segnale in modo da passare per una normale mezzo di trasporto.

-Va bene, ma hai il cellulare con te?-

La ragazza ridacchiò mentre si chinava per prendere lo zaino:

-Sembri quasi June.

Va bene, vado a prenderlo.-

La slipter passò dalla porta che portava dal garage all'interno della casa, lasciando momentaneamente Jack e la cybetroiana da soli in modo che il ragazzo potesse spiegarle la situazione.

Sapeva che stava per fare un enorme sciocchezza, ma non poteva rimanere a far nulla.

Non dopo aver saputo che cosa c'era in gioco.


 

Poco prima

Blue aprì in fretta la busta, rivelandone il contenuto: una ricetrasmettente.

Senza perdere tempo, l'accese e una voce femminile parlò:

-”Vedo che sei dura a morire, Soggetto Beta”-

-Silas presumo.-Ringhiò

-”Così mi chiamano i miei sottoposti.”-

-Cosa vuoi?-Domandò senta tanti giri di parole.

-”Ti sei fatta una famiglia e davvero degli ottimi amici.

Sarebbe un peccato se gli succedesse qualcosa.”-

La slipter si sentì morire.

Se quella donna l'aveva rintracciata con facilità; June, Jack, Eleven, Miko e Raf erano in pericolo!

-Cosa vuoi?-Ripeté, attenta a non far trasparire alcuna emozione.

-”Mi pare quasi ovvio.

Che torni da noi senza porre resistenza.”-

-E se mi rifiutassi?-Domandò.

-Sapete no?

Lavoro con il governo, chi ti dice che a fianco a me non ci sia un federale che sta chiamando i rinforzi?-

Sentì ridacchiare dall'altra parte.

-”Mi credi così ingenua?

La ricetrasmittente che stai tenendo in mano contiene una videocamera con la quale vedo che non hai nessuno attorno e non provare a spegnerla, sarebbe la fine per i tuoi amici e la tua compare.”-

-”Compare”?

Di chi stai parlando?-Domandò, trattenendo l'irritazione per le parole della leader della M.EC.H.

-”Della mercenaria.

Jane o Sinash.

Devo dire che sembravate molto amiche.”-

-Lasciala in pace.-Sibilò.

Non capì nemmeno lei il motivo della propria reazione.

Jane è una mercenaria, non sarà pericolosa quanto lei ma è perfettamente in grado di badare a se stessa.

Allora perché era così preoccupata?

-”Troppo tardi.”-Continuò la donna.

-”Ha fatto il passo più lungo della gamba e devo dire che la sua tuta è un ottimo guadagno per la nostra organizzazione.

Che dire della persona stessa.

Mi duole annunciarti che ha già espresso più volte la sua volontà a non collaborare con noi ma sarà comunque utile alla nostra causa.

Come cavia.”-

L'ultima frase fece rabbrividire la slipter.

No...non era possibile.

Stavano fingendo.

Come se Silas le avesse letto nel pensiero, dalla ricetrasmittente partì una registrazione audio:

Dove si trova la slipter?” Domandò in modo minaccioso una voce maschile.

A fanculo! Proprio dove devi andare!” Rispose una voce che riconobbe come Jane.

Ci fu il rumore di un pugno e un gemito di dolore.

-”Questo è successo qualche ora fa, nel frattempo abbiamo trovato altri modi per rintracciati.”-Disse la donna mentre la blu era rimasta senza parole.

Allora era vero!

-”Se vuoi che lei e il resto dei tuoi amici manteniate lo status di “vivi”, faresti meglio a consegnarti”-Continuò.

La slipter chinò il capo, sconfitta.

-Dove e quando?-


 

Ora

Era partita da pochi minuti, salendo a bordo della triple changers che sembrava non avere la minima intenzione di abbandonarla.

La ringraziò mentalmente per questo; i membri della M.E.C.H. avevano promesso di lasciare Jane viva, ma non sapeva in che condizioni l'avrebbe trovata.

La sola idea della mercenaria fiera e forte, ridotta in fin di vita le provocava un nodo alla gola.

Ma perché?

La conosceva da così poco eppure perché si era affezionata a lei così facilmente?

Ripensò alla discussione avuta con lei.

Perché lo stava facendo?

Potrebbe cambiare strada in qualsiasi momento.

Aveva lasciato una lettera a Jack per avvertirlo della minaccia e fare in modo che contatti i federali per scongiurarla, ben presto sarebbero stati tutti al sicuro e lei non avrebbe avuto bisogno di consegnarsi.

Ma avrebbe condannato Jane.

No, non poteva abbandonarla.

Sarebbe stato come abbandonare Starscream e non aveva la minima intenzione di lasciare che diventasse una cavia.

Proprio come è accaduto a lei.


 

Blue scese dalla moto e tolse il casco, guardandosi attorno.

Il luogo dell'incontro era una fabbrica, spenta a causa dell'ora.

Non dovette aspettare molto che gli uomini della M.E.C.H. fecero la loro comparsa, trascinando con loro una Jane ammanettata che si dimenava come una matta.

-Cos...?Ma ti sei bevuta il cervello?-La sgridò appena la vide.

Blue le gettò uno sguardo, nascondendo la sua preoccupazione.

Le avevano tolto la tuta, perciò poteva vederle il viso e adocchiò subito un paio di lividi, uno sulla guancia destra e uno sullo zigomo sinistro e un occhio nero. Sembrava anche zoppicare leggermente.

Ma se si era rivolta a lei in quel modo, voleva dire che non era messa così male come dava a vedere.

-Avevamo un patto.-Disse, rivolta agli uomini, evitando il contatto visivo con la mora.

-Prima mettiti questo.

Non vogliamo di certo che tenti qualche scherzetto.-Rispose uno degli uomini, lanciandole una sorta di collare che l'altra prese al volo.

Bastò un occhiata rapida per riconoscerlo come lo stesso oggetto che le aveva bloccato i vettori quando era prigioniera dei Renegate.

Sembravano essere passati secoli da quel giorno.

Appena lo indossò, l'uomo che teneva Jane le tolse le manette e la spinse in avanti, facendola finire addosso alla blu.

La mercenaria gli rivolse uno sguardo di rabbia per poi rivolgersi a chi le stava davanti.

-Hai fatto una sciocchezza.-

-Forse.

Ma riguardo quello che hai detto l'altra volta, avevi ragione.-Rispose, mettendole in mano il casco.

-E comunque, non sono pronta per perdere qualcun altro per causa mia.-Continuò, per poi avanzare verso i membri dell'organizzazione con le mani alzate in segno di resa.


 


 


 

Angolo autrice

Innanzitutto, mi spiace ma il nome della cybetroiana verrà fuori in un altro capitolo :P

Ed ci siamo, ormai siamo giunti alla fine.

Che cosa ha in mente la M.E.C.H.? Blue sopravviverà? E cosa farà Jane?

Lo scopriremo al prossimo capitolo: Game Over pt1

Saluti da Ala


 

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Capitolo 12
*** Game over Pt1 ***


Blue guardava per terra con uno sguardo vuoto.

Non sapeva quanto tempo fosse passato dal suo arrivo.

Prima di partire per il Centro, l'avevano perquisita per assicurarsi che non avesse nulla e una volta arrivati a destinazione l'avevano rinchiusa in quella piccola cella.

Da allora non aveva fatto nient'altro che sedersi sull'unica panca e fissare il vuoto.

Quindi era così che sarebbe finita?

Era quasi ironico, il tutto è iniziato con la sua cattura e reclusione e stava finendo nello stesso modo con un unica differenza: stavolta ci era entrata con le sue gambe.

Non sapeva cosa sarebbe accaduto, l'ipotesi più probabilmente era che avrebbero continuato gli studi sulla particolarità dei suoi vettori.

Il fatto che la volessero viva era quasi una certezza, o non avrebbe avuto senso riportarla lì; anche se avrebbe preferito il contrario.

Preferiva morire piuttosto che tornare a subire il trattamento di quei quattro maledettissimi anni, ma proprio perché sapeva di cosa erano capaci che non poteva lasciare Jane al suo destino.

La porta si aprì e la slipter si voltò a malapena per vedere una persona vestita in camice da laboratorio affiancato da un soldato.

-Esci.-Le ordinò semplicemente il tizio in camice.

Lei non poté fare altro che obbedire.

A che sarebbe servito ribellarsi?

Non poteva usare i poteri e in più l'altro era armato.

Per un attimo l'idea di attaccarli la sfiorò, forse sarebbe rimasta uccisa nel processo e avrebbe evitato il suo destino da oggetto di studio, ma durò solo un attimo.

Se la volevano viva, avrebbero previsto anche questa possibilità.

Si trovarono a camminare per il corridoio, con lei in mezzo per tenerla sott'occhio con più facilità.

I suoi pensieri si rivolsero ai suoi amici e... famiglia.

Quando, ormai cinque anni prima, fu catturata, era rimasta da sola con i proprio incubi a farle compagnia, stavolta era diverso...

Stava lasciando qualcuno!

Non voleva!

Doveva assolutamente tornare da loro, ma come?

Ancora una volta, quella pulce nell'orecchio si impose, suggerendole di attaccare; il corridoio era deserto ed erano solo in due.

Sollevò lentamente lo sguardo e mosse il viso verso i suoi carcerieri; prima su uno, poi sull'altro.

Ora.

Svelta, si buttò su quello armato, tentando di afferrare la pistola in suo possesso ma prima che potesse farlo, una scarica elettrica le percorse l'intero corpo facendola urlare dal dolore

Cadde a terra, sentendo il sapore metallico del sangue e vide in mano al tizio in camice un telecomando.

Il collare!

Se n'era completamente dimenticata.

-Vedi di non riprovarci o aumenterò la carica!- La sgridò l'uomo mentre l'altro la sollevò di peso, costringendola a stare in piedi e a muoversi con una spinta.

Prima che potessero avanzare qualcosa colpì il primo tizio che cadde a terra in preda a convulsione e quando la sua guardia si voltò in direzione del colpo, finì pure lui a terra con un pugnale nel petto.

Appena anche la blu si girò, spalancò gli occhi dalla sorpresa.

-JANE?!-

Era proprio lei e indossava persino la sua classica tuta!

Avanzò a grandi falcate, superando un ancora esterrefatta Blue e raggiunse l'uomo in camice per poi inginocchiarsi accanto a lui.

Solo a quel punto la slipter si rese conto di un piccolo ago elettrizzante conficcato sulla spalla dell'uomo ed era il motivo delle sue convulsioni.

Con nonchalance, la mora gli prese il telecomando dalle mani dicendo:

-Chi di fulmine colpisce...-Premette un pulsante che disattivò il collare della compagna per poi buttarlo via e prendere una bottiglia d'acqua che svuotò addosso all'uomo.

-...di fulmine perisce.-Concluse mentre l'altro esalava il suo ultimo respiro, ormai morto elettrificato.

-Bhe, mi aiuti a spostare questi due?

Non sono un bell'esempio di arredamento.-Domandò, divertita dallo sguardo ancora sorpreso dell'amica.

Una volta messi i corpi in una specie di magazzino, la blu ebbe finalmente coraggio di chiedere:

-Ma come sei arrivata qui?-

-Bhe...-


 

Poco prima

Jane guardò l'elicottero della M.E.C.H. prendere il volo senza poter far nulla.

Li aveva seguiti in moto fin dove poteva, ma ormai era chiaro che avrebbe dovuto rinunciare.

-Accidenti! Ma vaffanculo! Una deficiente superoina sucida mi doveva capitare!-Si mise ad imprecare fra i denti per la rabbia, buttando giù ogni santo.*

-E ora come la salvo?-

-Basta chiedere.-Disse una voce proveniente dalla moto.

La mercenaria tirò un bestemmione per lo spavento mentre saltava giù dal mezzo.

A qual punto, la moto prese il suo vero aspetto robotico e si inginocchiò davanti a Jane che la guardava a bocca aperta.

-Le spiegazioni dopo.

Ho un debito con Blue e ti aiuterò a salvarla.-Le disse rapidamente, per poi assumere la forma di un piccolo jet con gli stessi coloro della moto.

-Jeez!

Quando credi di averle viste tutte.-Mormorò mentre saliva nella cabina di pilotaggio.

-Ma si può sapere chi o cosa sei?-Chiese, mentre partivano.


 

-...ho avuto un passaggio.

E dovevo riprendermi la tuta.

Ma che ci facciamo ancora qui?

Andiamocene prima che ci scoprano.-


 

-Non mi aspettavo che saresti venuta a prendermi...-Ammise la slipter.

Le due erano riuscite ad evitare buona parte delle guardie che le cercavano ed a infilarsi in un stretto condotto per la ventilazione.

Jane, davanti a lei, rispose:

-Bhe, tu ti sei consegnata per me e mi hai fatto sentire in colpa.

E poi so che hanno in mente.

Comunque, bel panorama da lì?-

-L'ho fatto perché so cosa sono in grado di fare e hanno minacciato anche la mia famiglia se non mi fossi consegnata.

E poi di che parli?-Domandò, arrossendo per l'ultima parte.

-Del mio fondoschiena.- Rispose con nonchalence.

-Non quello!!!

Mi riferisco ai loro piani!

E smettila di fare quelle battute!-Esclamò, fermandosi sul posto rossa come un peperone e ringraziando che la compare non la vedesse.

-Se ti fa sentire in imbarazzo, penso che continuerò.

Tornado seri, l'altro giorno, quando mi hanno catturata, ero riuscita ad infiltrarmi in una base M.E.C.H. e mentre attendevo Silas nel suo ufficio ho dato un occhiata ai file sul computer scoprendo progetti veramente interessanti.

Fra essi, ne ho trovato uno che consiste in un trattamento per cancellare la memoria e rendere chi vi sottopone un soldato leale e obbediente o meglio, una marionetta.

Volevano usarlo su di te.- Sottolineò l'ultima frase voltandosi verso la compare.

La blue ci mise un paio di secondi per assorbire le informazioni.

Si bloccò sul posto appena si rese conto del rischio che aveva corso: sarebbe stata trasformata in un arma e avrebbe potuto attaccare i suoi amici senza nemmeno saperlo!

-I-io...ti devo la vita.- Mormorò.

-Lo considero un “grazie”, comunque sembra che ci pariamo il culo a vicenda, no?-

-Già...

A proposito, ti senti bene?

Prima ti ho visto zoppicare.-

-Carino da parte tua preoccuparti ma tranquilla, è solo un graffietto e ho subito di peggio.

Ma ora muoviamoci prima che ci becchino.-

La slipter annuì prima di continuare a strisciare.

Dopo un po', sbirciando da una piccola grata, la mora scoprì che si trovavano al di sopra di un laboratorio deserto.

-Jeez, mai visto un gruppo così ben organizzata.

Sembra di essere all'interno di un laboratorio militare piuttosto che un organizzazione terroristica.- Commentò.

-Folwer ha scoperto che la maggior parte dei membri sono ex scienziati o militari, non mi stupisco più di tanto.-Disse la blu.

-Forse non li pagavano abbastanza.-Scherzò la mora, voltandosi per rivolgerle un sorriso che si trasformò in una sguardo preoccupato quando vide che era impallidita e si era portata una mano alla testa.

-Cosa succede?-.

-È -è lui...ED È VICINO!-Strillò.

Non finì la frase che si udì un tonfo e il condotto si fracassò, facendo cadere le due.

Jane finì a terra per prima e la compagna la seguì, atterrando proprio su di lei e fu solo per merito della tuta che non si fecero nulla e riuscirono ad alzarsi in tempo per allontanarsi mentre l'ibrido colpiva il punto in cui si trovavano.

-Fantastico.-Commentò sarcasticamente la mercenaria.

Le due si erano riparate dietro ad un tavolo ed entrambe avevano armi e vettori pronti per essere usati.

-Beta!-Disse una voce che le due riconobbero come quella del capo M.E.C.H.

-Cessa subito la tua resistenza o devo ricordarti che sappiamo dove si trova la tua “famiglia”?-

-Lasciala parlare, prendi tempo.-Sussurrò Jane, prendendo uno specchietto per farlo sporgere dal proprio nascondiglio.

-Lo so anch'io: al sicuro.

A quest'ora degli agenti li stanno tenendo sotto controllo.

Forse sei tu che dovresti arrenderti.-La provocò.

-Cinque...no sei a sinistra.-Sussurrò Jane.

-Inclusa Silas e l'ibrido, ma ho una visuale limitata, non so quanti sono a destra.-

-Che peccato.-Parlò la leader della M.E.C.H. con falso dispiacere.

-Sarebbe stato utile avere accesso alle tue abilità e conoscenze ma se non intende collaborare, vuol dire che ti obbligheremo.-

Jane e Blue si scambiarono uno sguardo e un sorriso d'intesa, prima di saltare fuori dal proprio nascondiglio nell'esatto momento in cui l'ibrido partiva all'attacco.


 


 

Angolo autrice

Mamma mia quanto sono stata cattiva con Mr. Carceriere, voi che dite?

A quanto pare siamo allo scontro finale, ce la faranno o Blue diverrà un burattino e Jane sarà uccisa?

Lo scopriremo al prossimo capitolo

Saluti da Ala


 

*Dalle mie parti si dice così quando qualcuno esclama diverse imprecazioni molto pesanti, è un modo di dire anche dalle vostre parti?

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Capitolo 13
*** Game over Pt2 ***


Veloci come il pensiero, i vettori di Blue afferrarono un tavolo, strappandolo dal punto in cui era fissato e lo scagliò addosso al gruppo nello stesso istante in cui Jane iniziava a sparare con le proprie Whalter.

L'ibrido afferrò al volo il mobile ma non riuscì a parare i proiettili che lo colpirono alle braccia e fianco sinistro, lasciando profondi solchi.

I soldati M.E.C.H. non persero tempo e iniziarono a sparare verso le due, costringendole nuovamente al riparo e mentre la mercenaria ricaricava le proprie armi, la slipter guardò il pavimento e le venne un idea.

Con la sola forza dei vettori, strappò e fece a pezzi alcune piastrelle per poi scagliarli verso i propri aggressori.

Alcuni soldati riuscirono a ripararsi dietro l'ingresso in tempo o venivano involontariamente protetti dall'ibrido che pensava solo a proteggere se stesso mentre altri vennero trapassati da quei proiettili improvvisati.

Jane si sporse dal suo nascondiglio, giusto in tempo per vedere la leader assieme ad altri due uomini chini fra i tavoli del laboratorio, probabilmente per tentare di aggirarle.

Decise di rischiare, sollevando la testa per vedere cosa stava facendo la compare e la trovò intenta a lanciare cose e schivare proiettili e oggetti scagliati dall'ibrido e dai dieci soldati rimasti.

Sparò un paio di colpi che eliminarono due uomini, attirando l'attenzione su di sé dei restanti otto ma la distrazione gli risultò fatale in quanto ciò permise alla blu di farne fuori altri tre.

Sicura che la compagna se la sarebbe cavata, iniziò a strisciare fra i tavoli per cercare Silas.

Intanto l'ibrido sembrò essersi stufato e con un salto atterrò sul riparo della slipter che usò i propri poteri per trascinarsi via e lanciare in aria l'oggetto, facendo perdere l'equilibrio al proprio avversario.

La blu continuò ad indietreggiare fra i tavoli e vari mobili fino al fondo della stanza dove trovò una porta.

Guardò l'ibrido, sempre più vicino, lanciare via tutto ciò che si frapponeva fra loro e la spalancò, ritrovandosi in una sala simile a quella precedente ma più grande e munita di un piano superiore.

Fece in tempo ad avvicinarsi ad un tavolo che un rumore di spari attirò la sua attenzione.


 

Jane aveva ritrovato facilmente Silas e i suoi compari e non ebbe problemi ad aggirarli.

Una volta alle loro spalle, uscì allo scoperto e sparò, uccidendo sul colpo i due e facendo voltare la leader che rispose al fuoco ma lei si limitò a coprirsi gli occhi, conscia della resistenza della propria tuta ma non aveva tenuto conto di uno degli uomini, ferito ma non ucciso, si avventò su di lei.

I due rotolarono in mezzo ai tavoli, mentre la leader si rivolse all'ibrido, a due passi dall'entrata dell'altra stanza.

-Che aspetti!

Spara all'altra! Uccidila!-

Immediatamente esso tramutò il proprio braccio in blaster e prese la mira verso dove si trovava Jane.

La mercenaria intuì il pericolo e allontanò l'avversario con un calcio, spostandosi un attimo prima che la creatura sparasse.

Il colpo incenerì l'agente ma l'onda d'urto rovesciò un tavolo sopra la mora, intrappolandole un braccio e la metà inferiore del corpo.

-IDIOTA!

NON DOVEVI SPARARE A ME!

TORNA DA BETA E CATTURALA VIVA!-Sentì Silas imprecare.

Si trovò a sorridere, allora quella creatura non è così sveglia.

Udì rumore di passi alle sue spalle.

-Forse questa è finalmente morta.-Disse qualcuno, forse uno dei soldati rimanenti.

Lei rimase ferma per fargli credere che fosse così, per fortuna aveva la mano libera ancora sulla sua pistola, sarebbe bastato che si avvicinassero e lei avrebbe fatto fuoco.


 

Blue approfittò della distrazione per saltare ed aggrapparsi con i vettori alla parete sopra la porta, portandosi dietro un tavolo, e attese.

L'ibrido fece il suo ingresso e si guardò attorno.

“Non ora. Ancora un po'.”Furono i pensieri della blu mentre lo osservava.

Intanto dalla sala accanto si udirono degli spari e delle urla che parevano non interessare minimamente alla creatura mentre avanzava, tenendo lo sguardo fisso davanti a sè.

“ADESSO!” Pensò, saltando e scagliandogli addosso il tavolo.

Colto di sorpresa, esso usò il proprio blaster per fare a pezzi il tavolo solo per ritrovarsi faccia a faccia con la slipter dai capelli blu.

Svelto, usò i vettori per afferrarle al volo e inchiodarla a terra ma l'altra fu più veloce, utilizzando i propri per tagliargli un braccio e infliggergli una profonda ferita al fianco.

L'ibrido ringhiò, senza però mollare la presa sulla ragazza mentre nei punti in cui era ferito iniziò a perdere energon.

Approfittando del leggero vantaggio, la slipter usò nuovamente la tattica dell'usare le piastrelle come armi e le scagliò sull'avversario, costringendolo a mollare la presa ma a causa della distanza non fu abbastanza rapido e un frammento gli si conficcò nell'occhio bionico, facendolo urlare dal dolore.

Ormai libera, le blu prese le distanze e si preparò ad un nuovo attacco.


 

Intanto Jane ormai libera e senza nessun ostacolo, si trovava davanti a Silas in persona.

-Avresti dovuto portarti più uomini.- La prese in giro, puntandole la pistola.

-Tze, questo edificio ne è pieno e poi anche dopo la mia morte sorgerà un nuovo capo.- Rispose.

-Pensala come vuoi, ma per te è game over.-Disse, premendo il grilletto.

Click

La mercenaria spalancò gli occhi dalla sorpresa.

Era scarica!

Sorridendo per il suo inaspettato colpo di fortuna, la leader M.E.C.H. la disarmò con un calcio e la mandò a terra con una proiezione per poi immobilizzarla a terra con una mano dietro la schiena.

-Sei stata sfortunata.-La prese in giro, cliccando un pulsante per rimuoverle la tuta e lanciando il bracciale che la conteneva da qualche parte.

La mora strinse i denti mentre l'altra prendeva la propria pistola, pronta ad eliminarla.

Con la mano libera, cercò qualcosa da lanciarle e quando le sua dita trovarono un frammento di tavolo, lo afferrò e lo lanciò dietro di sé.

Dall'imprecazione che l'altra lanciò mentre la mollava, dedusse di averla colpita in faccia.

Svelta, rotolò a pancia in su e allontanò l'avversaria con un calcio sullo stomaco per poi rimettersi in piedi in posizione d'attacco con i pugni davanti al viso e, ignorando il dolore alla gamba, si mise a saltellare avanti ed indietro.

-Sul serio?-Domandò Silas, alzandosi e mettendosi nella stessa posizione.

L'altra non rispose, limitandosi a scagliare il primo pugno che fu facilmente intercettato e venne scagliata a terra con una nuova proiezione ma stavolta riuscì a rialzarsi in fretta e finse un gancio per avvicinarsi all'avversaria e colpirla ad un fianco con un calcio, facendola indietreggiare.

-Combatti bene, dove hai imparato?- Chiese, con il fiatone, tornando in posizione difensiva.

-Addestramento militare.

Tu?-Rispose, tornando l'attacco con una finta a sinistra per poi cercare di colpirla con un pugno.

Ma la mercenaria intuì l'inganno e intercettò il braccio, afferrandolo per infliggerle un calcio dietro il ginocchio per farla cadere.

-Scontri in strada.

Non professionale ma si guadagna bene.- Disse con orgoglio, attendendo che l'avversaria si alzasse.

Non trovava carino prenderla a calci mentre non poteva difendersi.

Mentre si rialzava, Silas trovò il frammento di un tavolo, abbastanza grande da usarlo come arma, con un sorriso, l'afferrò e la usò per colpirla in faccia.

Fortunatamente, Jane riuscì a parare il colpo con le braccia ma l'altra la colpì alle gambe, facendola finire in ginocchio.

-Non avresti dovuto esitare a colpirmi mentre ero a terra.- La prese in giro continuandola a colpire.

Quando calò l'arma improvvisata per l'ennesima volta, essa si spezzò.

Con orrore, scoprì che la mercenaria era riuscita a recuperare la propria tuta e rapida, si alzò, l'afferrò per una spalla e le conficcò uno dei frammento affilati, precedentemente lanciati da Blue, nel petto.

Essa spalancò gli occhi mentre esalava l'ultimo respiro.

-Niente di personale.-Le sussurrò all'orecchio, accompagnando il corpo per distenderlo sul pavimento.


 

Intanto, Blue se la stava vedendo brutta.

Dopo l'iniziale vantaggio, l'ibrido si era ripreso in fretta, iniziando a lanciarle addosso oggetti che parava a fatica.

Dopo aver bloccato l'ennesimo mobile volante, si trovò faccia a faccia con la creatura che l'afferrò per il collo tramite i propri vettori e la mandò a sbattere contro la parete.

La ragazza iniziò a dimenarsi mentre l'aria iniziava a mancarle a causa della presa.

Tentò di attaccarla con i vettori ma era fuori dalla sua portata e non aveva nulla da lanciarle.

La sua vista iniziò ad annebbiarsi ma in un ultimo lampo di lucidità vide un ombra nera alle spalle dell'ibrido.

Uno sparo.

La blu si trovò a terra a riprendere il respiro mentre Jane superò il cadavere della creatura per andare dalla sua amica ed aiutarla a rialzasi.

-Tutto bene?-Le chiese.

-Abbastanza, tu?-Rispose, massaggiandosi il collo.

-Mi sveglierò con qualche livido e non mi muoverò dal letto, ma sto bene.-

Le due si voltarono quando udirono rumori di passi e voci in avvicinamento.

-Nei condotti?-Propose Blue, indicando una grata.

-Nei condotti.-


 

-Aspetta!-Esclamò Jane dopo aver sbirciato da una grata.

-Cosa c'è?-Domandò la slipter, davanti a lei, voltandosi solo per vedere la compare uscire dal condotto.

La seguì e si ritrovarono in una “sala controllo” munita di computer, telecamere e molti altri dispositivi che non riconobbe.

Intanto la mercenari si era seduta su un terminale e si era messa a smanettare col computer.

-Cosa fai?

Dobbiamo andarcene.-Le disse.

-Non ancora...ecco!-

Sullo schermo comparve una scritta molto familiare alla blu.

-”AMNESIA”.-Lesse ad alta voce.

-Già.

Fammi indovinare: hai trovato i fogli vero?-

-Come...?-

-Pensi che li abbia messi in una pagina a caso?

Comunque, non sai la fatica fatta per prenderlo.-Disse, dando un colpetto affettuoso ad una chiavetta.

-So che puoi cancellare qualsiasi cosa sulla rete senza lasciare traccia.-

-Già...Come pensi che la userò?-

-Non lo so...forse la venderai al miglior offerente o la userai per te.-

-Fuochino.-

La mercenaria premette il pulsante di avvio ed immediatamente sugli schermi apparvero centinaia di immagini, dati e scritte che sembravano iniziare a dissolversi in una marea di glich.

-La M.E.C.H. non tiene molte cose in cartaceo.-Commentò mentre la slipter guardava gli schermi, sorpresa.

-Avevano un bel po' di progetti da compiere ed è un vero peccato che qualcuno ne abbia cancellato le parti più importanti per la loro realizzazione.-Concluse, facendo un occhiolino alla compare che sorrise.

-Dovresti farlo più spesso.-Aggiunse.

-Cosa?-

-Sorridere.

Comunque, credo che i tuoi amici federali abbiano già abbastanza prove per far arrestare e poter rintracciare i membri della M.E.C.H.-

-E tu che farai?-

-Bella domanda.-La mora sfilò la chiavetta USB mentre rispondeva e la sistemava sul suo bracciale-tuta.

-Sai, ho iniziato questa carriere perché mi servivano soldi per una persona a me cara.

Era malata e questa era la via più rapida per guadagnare abbastanza in modo da tenerla in vita, ma non ha funzionato.

Lei se né andata all'altro mondo e quando si inizia questa carriera difficilmente la si lascia. La morte di Pandora/Silas sarebbe stato il mio ultimo incarico e AMNESIA mi avrebbe permesso di farmi una nuova identità.-

Blue la guardò con gli occhi granato per lo stupore.

L'ultima cosa che si sarebbe aspettata da parte di quella mercenaria era una rivelazione di parte del suo passato.

-Dovresti guardarti allo specchio, sembra che ti abbia appena detto di essere un aliena.-La prese in giro.

-È che...non me lo aspettavo.-

L'altra scrollò le spalle.

-Adoro essere imprevedibile, e poi AMNESIA cancellerà questa parte di me.

Almeno, “ufficialmente”.-


 

Le due riuscirono ad uscire dall'edificio senza essere scoperte e reincontrare la triple-changers in forma moto che era felicissima di rivederle.

-Pensavo che foste morte!

Cioè, non che non mi fidi di voi ma...lì dentro sembravano esserci così tante persone pronte ad uccidervi...

Ho chiamato Jack che ha chiamato gli agenti come hai detto tu!-Cambiò argomento di colpo, rivolta a Jane.

-Credo arriveranno tra un po'.-

-Meglio, penso saranno felici di avervi in salvo e di catturare qualche cattivo.-Disse la mercenaria, sbadigliando, contagiando anche Blue.

-Credo ci sia rimasta una cosa da fare...

Puoi portarla lontano da qui prima che arrivino?-Domandò la slipter, rivolta alla cybertroiana.

-Certamente!-Rispose, passando in forma bipede.

-Wow, beccata ad infrangere la legge.-Commentò Jane.

La blu scrollò le spalle.

-Non direi: ti avevano promesso di chiudere un occhio per te.

E poi...sono decisamente troppo stanca per trattenerti.-Rispose, facendo un occhiolino alla triple-changers che rispose alla stessa maniera prima di passare alla sua forma aerea.

Prima di salire, la mora tese una mano alla compare.

-Devo ammetterlo: è stato un vero piacere lavorare con te.-

L'altra la strinse, rispondendo.

-Anche per me.-

-Riguardo ciò di cui abbiamo parlato tempo fa...?-

-Si può dire che ci sto lavorando.-

A sorpresa, la mercenaria si sporse per darle un bacio sulla fronte.

La blu si sentì avvampare e divenne rossa come un pomodoro.

-Tranquilla, ti trovo io.-Ridacchiò, scompigliandole i capelli e facendole un occhiolino per poi andare dalla cybertroiana.

Quando fu sola, la slipter si mise le mani sul viso ancora rosso ed emise un leggero strillo imbarazzato.


 


 

Angolo Autrice

Ed eccoci al penultimo capitolo di questa fic!

Che dire, a parte che ho adorato scrivere la scena finale, voi che ne pensate?

Al prossimo, nonché ultimo cappy: “Epilogo”

Saluti da Ala

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


Blue era felice.

Erano passate due settimane dalla fine della sua avventura con la M.E.C.H.

Quando erano andati a prenderla, assieme alla triple-changers, aveva nuovamente ricevuto dei rimproveri da parte dell'agente Folwer, aggiungendo che stava per farla tornare a far parte della squadra ma quella sua ultima bravata le era costata un altra sospensione a tempo indeterminato.

Ma Blue aveva una sorpresa per lui: infatti gli rispose:

-Mettila come definitiva: mi tiro fuori dalle operazioni.-Senza aggiungere nessuna spiegazione.

Fu felice di tornare ad abbracciare Jack, Eleven, Miko, Raf e June, quest'ultima troppo contenta che fosse salva per farle uno dei suoi “discorsetti”.

Ma tornando al presente: era con Starscream!

Infatti era seduta sulla spalla dell'amico a raccontagli le sue ultime avventure, senza nascondergli nulla.

Il seeker aveva ascoltato pazientemente tutto il racconto, concordando che forse aveva agito troppo di testa propria ma era così contento del loro ritrovo che non ne fece un dramma.

-A proposito, non sono il solo ad essere tornato.-Disse, voltandosi verso il ponte.

Un familiare vortice verde si aprì e ne uscirono Darkness, seguita da Megatron.

-Wow!

Big M ci onora con la sua presenza!-Esclamò Miko appena lo vide.

-Non esaltarti così tanto.

Sono qui perché lei è riuscita a convincermi.-Rispose il mech grigio, facendo un cenno alla compagna che ridacchiò.

In quel momento, di ritorno da un giro, la triple-changers fece il suo ingresso.

-Lei è la triple-changer di cui ti ho parlato, si chiama..-Stava dicendo Blue quando un urlo la interruppe.

-NARCIS!-Darkness attraversò il corridoio di corsa mentre l'altra spalancò gli occhi dalla sorpresa, subito sostituita da gioia e allargò le braccia, esclamando:

-SUNSHINE!-

-Sunshine?!?-Chiesero in coro gli umani più Starscream, confusi.

-Era il suo nome prima di chiamarsi Darkness.-Spiegò Megatron, per nulla sorpreso.

-Sono eoni che non ci vediamo sorellina!

Hai cambiato verniciatura.-Commentò la femme bianca.

-lo stesso vale anche per te.

Cavoli, ho così tante cose da raccontarti!-

Le due si misero a chiacchierare finché Megatron non le interruppe chiedendo:

-Non abbiamo qualcosa da fare?-


 

C'era un motivo per il quale avevano scelto quel giorno per riunirsi: quella sera vi sarebbe stata una festa e avrebbero fatto uno spettacolo di fuochi d'artificio.

Ed era il motivo per cui anche Darkness e Megatron erano presenti: la prima pensava sarebbe stata una serata romantica, con loro due appiccicati per osservare i fuochi.

Ed era ciò che sarebbe accaduto: i due, rigorosamente in forma umana, erano seduti su un prato con la femme agganciata al braccio del mech che si stava annoiando per l'attesa.

Anche gli altri erano presenti, tutti col naso all'insù in attesa dell'inizio dello spettacolo.

Blue era seduta di fianco a Starscream, quando qualcuno alle sue spalle le coprì gli occhi.

-Indovina?-

-Jane?-

-Din Don!

La ragazza ha vinto un premio!-

La slipter si voltò, assieme ad un confuso Starscream.

Era proprio lei, con i capelli più corti e con addosso una felpa grigia con il logo dei Doni Della Morte disegnato sopra. Pantaloni della tuta grigi e i suoi anfibi.

Si sedette a fianco alla blu con le gambe incrociate e chiese:

-Allora chi è il tuo amico?-

-Starscream.

Starscream, lei è Jane, la persona di cui ti ho parlato.-

La mora si piegò per porgere la mano al seeker che gliela strinse, guardandola con sospetto e curiosità.

-Cavoli, tu gli racconti di me ma a me non dici nulla di lui?-Commentò.

-È come Narcis.-

All'udire ciò, la ragazza fischiò ma non fece in tempo a commentare che un botto segnò l'inizio dello spettacolo.

Dietro di loro, udirono qualcuno imprecare in cybartroiano seguito da una risata.

-Ti sei spaventato?-Chiese, ridendo, Darkness.

-NO! Stavo dormendo e il rumore mi ha svegliato!-

Lo scambio di battute fece ridere i presenti, prima che tornassero a godersi lo spettacolo.

Jane si appoggiò sul braccio di Blue e quest'ultima appoggiò la testa su quella della mora.

Non aveva idea di che cosa le riservasse il futuro ma, qualsiasi cosa sarebbe successa, avrebbe avuto una famiglia e degli amici su cui contare ed era questo l'importante


 

Angolo autrice

Ed eccoci qui con l'ultimo capitolo di questa fic!

Che ve ne pare?

Ci vediamo allo speciale curiosità & ringraziamenti!

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Capitolo 15
*** Curiosità & ringraziamenti ***


1)Come in ogni mia fic, ci sono varie citazioni, la prima è “Hell's Kitchen”: Citazione al quartiere difeso da a Deredevil

2)Ci sono parecchie citazioni a Deadpool fra cui: Weasel il barista comparso nel primo cap e nel quinto viene citato l'”idiota rosso e nero”, ossia il nostro mercenario chiacchierone preferito, il motivo di questi riferimenti è dovuto al fatto che la fic mi sia venuta in mente dopo aver visto il film

3)Jane espone la sua nerdaggine con ciò che indossa: nella sua prima apparizione, il disegno sulla maglietta è di Bloody Bunny (cercate su Youtube), comparso in un video di Youtube, poi nel cap 5 ha indossato il pigiama con lo stemma di Attack on Titan e, nell'ultimo, la felpa di Harry Potter :3

4)Il titolo “From Shadow” deriva dall'omonima canzone di RWBY

5)Inizialmente, la triple Changers doveva chiamarsi Xana in onore a Code Lyoko, ma poi ho deciso di “far tornare” una sorella di Darkness per spiegare dove diavolo sia finita

6)Il fumetto “I Kill Giant” è un mio acquisto recente, molto carino

7)Nel capitolo 6, durante la discussione riguardo Harry Potter, Blue era riferita a Draco Malfoy

8)Nell'idea iniziale, Jane non indossava una qualche tuta speciale, bensì un simbionte in quanto il personaggio mi è venuto in mente guardando i primi trailer di “Venom” ma il suo costume attuale è ispirato a quello indossato da Spiderman nella serie “Spiderman Unlimited”

9)Avete notato che il titolo del cap 3 è lo stesso del primo episodio di Elfen lied? :3

10)Nel cap 10 c'è una citazione a Steven Universe: i pupazzi del leone rosa e dell'alieno verde :3

11)Jane sa parlare inglese, spagnolo e...italiano, questo perché doveva rivelare di avere nonni materni italiani.

Alta nota linguistica, la sua imprecazione preferita, Jeez, dovrebbe tradursi con il nostro “cribbio” e quando l'ho scoperto ho deciso di mettergliela

12)Il fatto che Blue, nel cap8 combatta con un pugnale è dovuta ad un idea scartata, infatti sin dalla prima fic doveva averla come arma principale ma dati i suoi poteri mi è sembrato un po' inutile

13)nel cap 13, il motivo per cui Silas non porta più uomini è a causa dell'ibrido: esso infatti non avrebbe esitato ad uccidere chi gli stava davanti per completare i suoi obbiettivi

14)Avevo intenzione di mettere uno speciale song fic con “Me Agaist the Word” o “Oronero” di Giorgia ma ho cambiato idea

15)Nell'ultimo capitolo, la scena con i fuochi d'artificio mi è venuta in mente mentre assistevo ad uno spettacolo di fuochi d'artificio in spiaggia; anche la reazione di Megatron è legato ad un fatto accaduto in quel giorno: sembrava che i fuochi non iniziassero mai così mio fratello si è sdraiato per fare un sonnellino ma proprio in quel momento sono cominciati e lui si è alzato con un imprecazione XD


 

Angolo Autrice

E con questa, siamo giunti alla conclusione delle avventure di Blue.

Mi sono divertita molto a scrivere questa storia, è stato qualcosa di nuovo e se è piaciuta anche a voi è ancora meglio ^^

Ma ho una sorpresa: fra qualche giorno pubblicherò una raccolta di Drabble composta da Missing moments legata a questa serie e dopodiché verranno pubblicati i capitoli dell'AU “What If...?”

Parlando di quest'ultimo, ho un paio di note da dire: si tratta di un AU che cambierà il finale di “Il Seeker e la Diclonicus”, dunque sarò come se tutte le avventure successive ad essa non fossero mai accadute e sarà ambientato nella terza stagione di TFP.

Detto ciò, passiamo ai ringraziamenti: Kunoichi_BeastKnightress e Manuel Darknight, sempre pronti a commentare ad ogni capitolo

Ma grazie anche solo a chi legge^^

Saluti & un abbraccio da Ala

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