Climbing fast

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.RICOMINCIARE A CORRERE ***
Capitolo 2: *** 2. PICCOLI PASSI ***
Capitolo 3: *** 3. ARRIVO A LONDRA ***
Capitolo 4: *** 4. DIVISE ***
Capitolo 5: *** 5. IL PRIMO SPRINT ***
Capitolo 6: *** 6. DOPO UNA SALITA C’È SEMPRE UNA DISCESA ***
Capitolo 7: *** 7. IL RITORNO DEL DIO DELLE MONTAGNE ***



Capitolo 1
*** 1.RICOMINCIARE A CORRERE ***


Erano passati cinque anni dall'ultima volta che era salito su una bicicletta. Perché? Perché la gamba non gli rispondeva più come una volta, o forse era stato proprio lui, saltando tutti gli incontri dal fisioterapista, a far in modo che la sua gamba non si riprendesse del tutto. Perché l'aveva fatto? Non aveva più nessun motivo per continuare a pedalare. Lui era andato via e aveva una paura matta delle auto. Anche quando doveva attraversare la strada aspettava fino a quando le macchine non si fermavano del tutto e poi passava correndo. Aveva un trauma e Toudou l'aveva capito non appena aveva visto una macchina correre veloce sulla strada pochi minuti dopo essere uscito dall'ospedale. Tutto per colpa di una stupida gara. Era all'università, con la squadra dell'università e stava gareggiando per la vittoria. Era il secondo giorno di gara e i suoi compagni confidavano in lui, il dio della montagna, per prendere possesso del punto più alto della gara. Ci era riuscito, aveva seminato tutti grazie alla sua pedalata silenziosa, ma li vicino, proprio all'inizio della discesa che portava al traguardo del secondo giorno c'era una piccola stradina transennata. Di norma le macchine non dovevano interferire durante la gara, e soprattutto con le transenne dovevano fermarsi per aspettare che tutti i concorrenti passassero, oppure tornare indietro, ma Toudou quella volta non fu così fortunato. La macchina buttò a terra le transenne e prese il ciclista in pieno. Toudou non si era nemmeno accorto della macchina che lo aveva preso in pieno. Aveva sentito un dolore tremendo alla gamba destra e poi era caduto sbattendo la testa. Si era salvato solo grazie al casco. Era rimasto in ospedale per un mese intero ed era stato il mese più brutto. La sua squadra universitaria aveva perso, era arrivata addirittura settima, e il punto di controllo che aveva conquistato era stato annullato perché era stato portato in ospedale e non aveva finito la gara.

E da allora Toudou non aveva più toccato la sua bicicletta, ne era andato a vedere una gara ciclistica, nemmeno quella dei suoi amici. I suoi amici che, in primis Arakita, avevano cercato in tutti i modi di farlo ritornare a correre. Fukutomi ancora non si era arreso e ogni mattina passava a trovarlo per chiedergli se voleva unirsi a lui per una pedalata. La sua risposta era sempre la stessa: No.

Nonostante Toudou sentisse che una parte di se fosse andata via insieme alla sua voglia di scalare, non aveva nessuna intenzione di ricominciare a correre e tutti quelli dell'Hakone lo sapevano. Allora perché si trovava in quella situazione?

-quante volte vi devo dire che non tocco la biciletta da cinque anni? Non potete trovare qualcun altro? Il fratello minore di Shinkai per esempi. Yuto è bravissimo perché non chiedete a lui?- Toudou si trovava nell'ex sede del club insieme a Fukutomi, Arakita, Shinkai, Izumida e Manami (stranamente in orario). I suoi ex compagni lo avevano iscritto insieme a loro a una corsa che si sarebbe tenuta nel prossimo mese senza il suo consenso e si erano riuniti per decidere la strategia da utilizzare e per avvisare Toudou che era stato trascinato li a forza da Arakita.

-no, perché ci vogliono i re per questa corsa e tu con la tua pedalata potresti fare la differenza. Noi siamo forti- disse Fukutomi appoggiato da tutti gli altri.

- e poi quelli della Sohoku porteranno i loro ciclisti migliori, tranne Makishima che non sanno come contattarlo- disse Manami sorridendo. Toudou alzò un sopracciglio perplesso.

-volete dire che partecipate a questa gara solo per gareggiare contro la Sohoku?- chiese il moro non includendosi nella squadra. Lui non avrebbe partecipato a quella gara per niente al mondo.

-non per gareggiare contro di loro, ma con loro- disse Izumida che nel mentre faceva pesi per rafforzare Andy e Frank.

-in che senso con loro?- chiese Toudou perplesso.

-in questa gara si può partecipare da un minimo di 3 a un massimo di 12 partecipanti e noi ci siamo iscritti in 12 anche perché rappresentiamo il Giappone- spiegò Shinkai.

-non è nemmeno in Giappone?- tutti e cinque fecero no con la testa.

-e non potete gareggiare in 11?-

-no. Toudou per quanto odiassi la tua voce squillante e odiosa abbiamo bisogno di te per questa gara. Non puoi rinchiuderti a riccio solo perché hai avuto un incidente- Arakita era avanzato verso il moro e lo guardava in cagnesco pronto a bloccare qualunque via di fuga.

-non ho speranze che accettiate un mio no vero?- chiese abbattuto il ragazzo ascondendosi dietro i capelli che adesso non gli arrivavano nemmeno alle orecchie visto che se li era tagliati tutti in un moto di disperazione.

-tranquillo, un mese è più che sufficiente per farti ritornare a correre- disse Manami sorridendo con il ciuffo che si muoveva come se avesse vita propria.

Toudou sospirò e si arrese. Forse quella gara era proprio quello che gli serviva per superare il suo trauma.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Salve gente. Questa storia era in programma da un bel po', infatti questo capitolo era già scritto da due mesi, ma ho voluto aspettare a pubblicarlo per finire almeno una delle de storie che avevo in corso. Spero che la storia vi incuriosisca e che continuerete a leggere.

la_pazza_di_fantasy

 

 

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Capitolo 2
*** 2. PICCOLI PASSI ***


2. PICCOLI PASSI


Toudou stava per scoppiare. Non solo gli avevano detto tutto della gara solo dopo che l’avevano già iscritto, ma non gli avevano nemmeno detto che era a Londra quella stramaledettissima gara! Come intendevano vincere una gara, mondiale, a Londra. Londra che aveva sfornato molti campioni di ciclismo? Come? E soprattutto come volevano fargli passare il trauma se nemmeno si accorgevano che era praticamente rimasto indietro perché per il moro era troppo spaventoso pedalare con le macchine che gli passavano a pochi centimetri? Davvero come volevano vincere quella gara? Toudou poggiò la sua bicicletta vicino al muretto e si sedette per aspettare che tutti e undici i suoi compagni tornassero indietro. Non sarebbe mai riuscito a guarire. Mai. Perché non si decidevano ad iscrivere un altro ragazzo? Avevano Yuto, ma anche Kuroda. Perché non chiedevano a uno di loro e risparmiavano tutta quell’inutile tortura al povero ragazzo? Tanto era perso nei suoi pensieri che nemmeno si accorse che tutti i suoi compagni di squadra erano tornati indietro.
-Toudou che cacchio ci fai qui fermo?- era stato Arakita a parlare per tutti e a far scattare in piedi il povero Toudou.
-non riesco a correre con le macchine che mi passano affianco- disse il ragazzo distogliendo lo sguardo.
-durante la gara non ci saranno macchine- disse Fukutomi guardando con la sua solita faccia di pietra il suo compagno di squadra.
-e come faccio ad allenarmi se invece qui ci non le macchine?- chiese il moro incrociando le braccia la petto e voltandosi.
-allora non ti alleni semplice no- disse Naruko alzando un pollice e sorridendo facendo uscire fuori il suo canino che gli dava un aria da vampiro. Il rosso ricevette uno scappellotto da parte di Teshima.
-che ho detto di male Teshima-san- chiese infatti il ragazzo massaggiandosi la testa dolorante.
-non puoi non allenarti Toudou-san. Troveremo un modo, ma ci servi per la gara- disse Onoda che era quello che aveva sorpreso più di tutti lo Sleeping Beauty non appena lo aveva visto. Onoda non era per niente paragonabile al ragazzino che aveva conosciuto Toudou durante il suo ultimo interscolastico. Il ragazzo si era alzato parecchio e non portava più gli occhiali, ma le lenti a contatto che gli davano un aura più matura e quasi sexy. Mentre Toudou aveva osservato l’ex quattrocchi si era sentito lo sguardo di fuoco di Manami dietro la schiena. Era più che sicuro che l’angelo non avrebbe permesso a nessuno di toccare il suo re della montagna, da bravo fidanzato qual era doveva marcare il territorio anche con i suoi sempai. Toudou l’aveva trovato tenero e si era ricordato i bei tempi quando Maki-chan era ancora in Giappone e lo Sleeping Beauty faceva di tutto per far capire al Pick Spider che era follemente innamorato di lui. Alla fine Makishima non aveva capito niente e se ne era partito per l’Inghilterra senza avvisarlo. Toudou di era sentito uno stupido. Anzi un emerito idiota. Rincontrando tutti i ragazzi aveva scoperto di essere l’unico emerito idiota ad essere ancora single. Possibile che anche Arakita era riuscito a fidanzarsi e lui no? Cosa aveva che non andava?
-riprendiamo l’allenamento. Onoda, Manami voi due tenete d’occhio Toudou. Teshima tu ci guiderai durante la scalata- disse Kinjou per poi risalire sulla sua bicicletta e iniziare a pedalare seguito da tutti gli altri. Con due leader come Fukutomi e Kinjou non si poteva di certo discutere, quindi Toudou fu costretto controvoglia a risalire sulla sua bicicletta e scalare.
 
 
-mancano solo 27 giorni alla gara e 20 alla partenza, non vedo l’ora- disse Naruko a fine allenamento saltellando come un pazzo. Toudou non riusciva proprio a capire dove trovasse tutta quella energia a fine dell’allenamento.
-l’unica cosa che vedrai in questi giorni sarà la bicicletta- gli disse Imaizumi prendendolo per la maglietta e facendolo camminare al loro stesso passo. In quel momento a Toudou venne un dubbio.
-come faremo a gareggiare se abbiamo le magliette diverse?- chiese infatti fermandosi sul marciapiede.
-una volta a Londra vedremo come fare- disse Arakita con un braccio intorno alle spalle di Shinkai che stava mangiucchiando una delle sue barrette.
-vuoi dirmi che dovremo vedere in sei giorni come procurarci delle magliette? Non è meglio chiedere a qualcuno già adesso?-
-l’abbiamo già fatto, ma ci hanno detto che non riusciremo ad averle per la gara, quindi ci arrangeremo alla meglio- disse Teshima alzando le braccia.
-voi siete tutti pazzi- fu l’unico commento si Toudou prima di salutare tutti e di incamminarsi verso casa esausto per il lungo allenamento. Non era più abituato a quei ritmi.

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Capitolo 3
*** 3. ARRIVO A LONDRA ***


3. ARRIVO A LONDRA


20 giorni erano passati subito e Toudou si trovava all’aeroporto di Londra circondato dai suoi compagni di squadra tutti felici e contenti. Persino Fukutomi sembrava davvero felice. Solo lui non era dell’umore giusto per sorridere. Ma quelli non pensavano minimamente al fatto che gli serviva una divisa per poter gareggiare e che avevano solo sei giorni per trovarne una? A quanto pareva no.
-bene io e Kinjou abbio deciso di dividerci in due gruppi per cercare le divise. So che siamo appena arrivati e il fuso orario si fa sentire, ma dobbiamo sbrigarci o non potremo partecipare alla gara- iniziò Fukutomi attirando a se 10 paia d’occhi. Toudou sbuffò. Lui quella gara non la voleva assolutamente fare. Si era anche accorto che la gamba non rispondeva bene in salita, soprattutto nell’ultimo tratto. Come credevano di poter vincere la gara con lui che era inutilizzabile? Potevano chiamare tranquillamente Yuto.
-team Sohoku noi andremo a nord, il team Hakogaku andrà a sud- disse Kinjou prendendo la sua valigia e facendo segno ai suoi ex compagni di seguirlo. Onoda fu l’ultimo a raggiungerlo visto che stava parlottando con Manami e non aveva seguito le parole dei due ex capitani, o per meglio dire i due capitani della nuova squadra.
-perché ci avete divisi- disse Manami una  volta che anche il team Hakogaku si fu mosso.
-perché dobbiamo trovare qualcuno che ci faccia le maglie il più velocemente possibile- rispose tranquillamente Fukutomi.
Chiesero a tutti i negozi che trovarono in giro, ma nessuno riusciva fare le divise in così poco tempo. I dubbi di Toudou si concretizzarono subito. Era ormai sera quando decise di parlare:
-rassegnatevi non troveremo nessuno-  si ritrovò cinque paia di occhi addosso -sto solo dicendo la verità-
-tu non ti stai impegnando perché non vuoi partecipare- gli disse Arakita avvicinandosi al ragazzo più arrabbiato che mai.
-attenzione!- gridò una voce e i sei ragazzi riuscirono a capirlo prima che una bicicletta sfrecciasse loro vicinissima per poi andarsi a schiantare sul muro li vicino.
-merda- disse sempre lo stesso ragazzo alzandosi e massaggiandosi il braccio che aveva sbattuto cadendo dalla bicicletta della nonna che stava utilizzando fino a pochi secondi fa. Poi si girò verso i ragazzi dell’Hakogaku e sorrise.
-state bene vero? Scusatemi ma non funzionano i freni- il ragazzo aveva parlato così velocemente in inglese che Toudou ci impiegò un minuto intero a capire cosa avesse detto.
-si stiamo bene-  rispose Fukutomi dopo poco mentre il ragazzo cacciava un sospiro di sollievo.
-Aaron muoviti o Ren ti fa fuori! È già arrabbiato perché suo fratello l’ha bidonato perché aveva il collegio docenti a scuola- un altro ragazzo raggiunse il gruppetto parlando velocemente.
-Scusami Caleb arrivo! Stavo per investire quei poveri ragazzi- Caleb si girò verso i sei e li scrutò attentamente per poi ghignare.
-forse abbiamo trovato il modo per non far sclerare Ren- e si rivolse ai ciclisti -ciao, benvenuti a Londra, non siete di Londra vero? Siamo a corto di personale e ci farebbe davvero piacere se voi ci poteste aiutare-
-cosa possiamo fare?- chiese Shinkai mettendosi in bocca la quinta barretta della giornata.
-se entrate ve lo spieghiamo- disse il primo ragazzo togliendosi il casco e facendo uscire fuori i suoi capelli celesti rasati al lato per formare un fulmine. I sei si guardarono e poi seguirono i due inglesi all’interno della struttura dalla quale era uscito Caleb. Proprio il castano appena entrato si rivolse a un ragazzo alto con i capelli rosso fuoco che sembrava incazzato.
-Ren! Abbiamo risolto il problema! Possiamo usare questi ragazzi!- Ren si girò verso di loro e li scrutò attentamente per poi far mutare la sua espressione in un sorriso che sembrava più un ghigno.
-ben fatto nimble beast- disse l’uomo prima di rivolgersi ai ragazzi -Sono un fashion designer e cercavo disperatamente dei modelli, non posso sempre usare quei due, quindi siete nel posto giusto al momento giusto- i sei ciclisti sgranarono gli occhi preoccupati. Ren batté le mani e subito arrivarono sei suoi collaboratori.
-ragazzi voglio la mia nuova collezione su di loro!- disse col ghigno sulle labbra e subito tutti e sei furono condotti ai camerini.
-quindi noi non faremo niente oggi?- chiese Aaron con un sorriso sulle labbra. Finalmente un po’ di pausa.
-o no lightning voi due mi servite. Volevo fare la pubblicità anche con mio fratello, ma quell’imbecille mi ha avvisato all’ultimo del colloquio e non posso. Andate a cambiarvi-
-potevi starti zitto Aar-
-scusa Caleb! Ma ho voglia di riposarmi!-
 
 
 
-ragazzi scordatevi che io rifaccia una cosa del genere!- gridò Arakita una volta finite tutte le foto, ovvero quattro ore dopo. Ren si era rivelato un vero diavolo e li aveva fatti stare nella stessa posa fino a quando non venivano foto decenti. Erano tutti stanchi, ma almeno avevano avuto la mente lontana dalla ricerca delle divise.
-se venite qui per altri cinque giorni vi giuro che faccio tutto quello che volete ed è nelle mie possibilità- i sei ragazzi si girarono verso Ren che aveva appena parlato in giapponese.
-sei giapponese?- chiese infatti Manami.
-certo! Sono venuto a Londra per fare fortuna e così è stato. Ma dico davvero siete stati dei modelli fantastici e farei di tutto per avervi altri cinque giorni qui- disse l’uomo ghignando. No, non sapeva sorridere decentemente.
-saresti in grado di farci 12 divise per sabato?- chiese Toudou ad un certo punto. Infondo era un Fashion designer.
-per quando vi servono?-
-domenica-
-si si può fare, che tipo di divise?- i sei ragazzi si guardarono e sorrisero, avevano trovato una soluzione.
-divise da ciclista ci servono per la gara-
-ah la gara di Londra ho capito! Avete detto 12 divise? Okay ditemi colori e nome della squadra e saranno pronte per sabato!- disse l’uomo prendendo un blocco da disegno e appuntandosi alcune cose.
-per i colori possono andar bene il bianco, il rosso, il blu e il giallo. Per il nome puoi scrivere Hakosohoku- disse Fukutomi celando un piccolo sorriso.
-okay ho già qualcosa in mente! Avete anche le taglie?- Fukutomi gli porse il foglietto dove aveva appuntato le taglie di tutti e dodici. -bene ci vediamo domani alle 17!- disse Ren per poi sparire nel suo studio.
-e poi ero io quello che non voleva trovare le divise- disse Toudou sbuffando facendo ridere i suoi compagni.
-siamo fortunati, non capita tutti i giorni di avere delle divise create da un Fashion designer- disse Izumida che era forle l’unico che non vedeva l’ora di posare di nuovo il giorno seguente.










P.S: le parti in corsivo sono i dialoghi in inglese

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Capitolo 4
*** 4. DIVISE ***


4. DIVISE
Dire che Ren li aveva sfruttati era un eufemismo. I sei ragazzi dell’Hakone si erano ritrovati a passare i sei giorni a Londra a fare foto. Erano impegnati a fare solo quello. La mattina alle otto raggiungevano lo studio del fashion design e insieme ad Aaron e Caleb facevano tutto quello che Ren gli chiedeva. Pranzavano anche li e riprendevano subito a posare. Toudou era sorpreso dalla marea di abiti che Ren riusciva a fare in poco tempo. Ogni giorno usciva collezioni differenti e loro erano costretti a fare mille volte gli stessi scatti. Un pomeriggio per colpa di Manami erano stati costretti a rifare tutte le foto perché veniva sempre sfuocato. Arakita si era arrabbiato così tanto che ci erano voluti tre truccatori più Shinkai e Fukutomi per bloccarlo dal picchiare l’angelo.
Era l’ultimo giorno e finalmente i ragazzi erano liberi di respirare. Con tutte quelle foto non erano nemmeno riusciti ad allenarsi. Toudou era più che sicuro che quella gara l’avrebbero persa. Quelli della Sohoku avevano già studiato il percorso, loro, invece, arrivavano così stanchi in hotel che si buttavano sul letto e dormivano per poi ricominciare tutto daccapo.
-ragazzi siete stati preziosissimi. Non so davvero come ringraziarvi- disse Ren una volta che i ragazzi stavano per uscire dall’edificio. -prima che ve ne andiate vi devo dare queste- e il rosso prese due buste che porse a Fukutomi.
-le vostre divise, spero vi piacciano, ho dato il meglio della mia creatività-
-grazie- disse Fukutomi, poi tutti salutarono Ren, Caleb ed Aaron che erano appena arrivati e si incamminarono verso l’hotel.
-io voglio vederle!- disse Manami avvicinandosi alle buste che teneva Fukutomi.
-le vedrai insieme agli altri una volta arrivati- gli disse il biondo spostando bruscamente le buste dalla presa dell’angelo che mise subito il broncio.
-voi non siete curiosi?- chiese senza arrendersi il ragazzo.
-si che lo siamo, ma dobbiamo vederle tutti insieme- gli risposte Toudou aggiustandosi la frangia che era diventata troppo lunga e gli finiva negli occhi.
Per la felicità di Manami non trovarono traffico e riuscirono subito ad arrivare in Hotel. Una volta che tutti e dodici i ragazzi si erano riuniti nel salottino che collegava le loro camere, Fukutomi uscì le divise e ne aprì una. Rimasero tutti di stucco. La divisa era completamente bianca ad eccezione delle fasce laterali che erano a destra gialle e a sinistra blu. Sulle fasce c’era la scritta in bianco Hakosohoku. La divisa era attraversata da delle strisce rosse e nere a spirale creando quasi una strada.
-è bellissima! Davvero non le avete pagate?- chiese Kinjou guardando attentamente la divisa.
-ci credo che non le abbiamo pagate. Ci ha sfruttati come modelli fino al midollo!- disse Arakita prendendo la sua divisa e guardandola attentamente. -quel fashion designer è davvero bravo- aggiunse poi.
-Bene adesso vi illustreremo il percorso e le nostre intenzioni- disse Tadokoro guardando Kinjou.
Il capitano della Sohoku annuì e iniziò a parlare:
-il percorso inizia in pianura e il primo punto di controllo come potete immaginare è proprio per lo sprint. Seguono una serie di tre salite e discese, non sono molto alte, sono collinette. In seguito c’è la montagna da scalare dove si trova il secondo traguardo per aggiudicarsi le montagne. La discesa che si affronta è davvero pericolosa e tecnica quindi i discesisti avranno la meglio. Il traguardo si trova sulla vetta della seconda montagna- Kinjou bevve un sorso d’acqua e poi continuò -per il primo traguardo potremmo usare tranquillamente tutti e quattro i nostri velocisti, la loro rivalità sarà l’elemento chiave per sorprendere tutti gli altri concorrenti. Per le montagne ci guiderà Teshima mentre Toudou, Manami e Onoda correranno per il traguardo..-
-perché anch’io? Non posso essere utile per aiutare la strada?- chiese Toudou, non voleva scalare da solo.
-no, tu ci servi in cima. Per il traguardo io e Fukutomi cercheremo di raggiungervi in discesa per poi scalare la seconda montagna con il vostro aiuto.- finì il capitano.
-e se qualcuno attaccasse prima che voi ci raggiungeste?- chiese Onoda dubbioso.
-allora uno di voi tre partirà per seguirlo, o seguirli, e cercare di bloccargli il ritmo- rispose tranquillamente Fukutomi che si trovava completamente d’accorso con il ragionamento di Kinjou.
-bene gente riposatevi bene domani dobbiamo far vedere di che pasta siamo fatti-
 
§§§§


-si può sapere che fine hai fatto per tutto questo tempo? Tuo fratello aveva bisogno di aiuto- disse Caleb al ragazzo che aveva difronte.
-scusatemi, ma sono stato bloccato con i consigli e i ricevimenti dei genitori, non potevo proprio muovermi-
-basta che domani vinci il traguardo della montagna PS- disse Aaron sorridendo al ragazzo che era quasi il doppio di lui.
-contaci, tu vedi di fare il tuo dovere-

 

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Capitolo 5
*** 5. IL PRIMO SPRINT ***


5. IL PRIMO SPRINT




Era arrivato il giorno della gara. Il grande giorno se così si poteva chiamare. Toudou sentiva tutta la schiena a pezzi, ma non poteva di certo ritirarsi dalla gara. L’avrebbero ammazzato e poi resuscitato per farlo pedalare insieme a loro. Sperava solo di non essere d’intralcio per gli altri durante la corsa. Erano cinque anni che non gareggiava e aveva paura di deludere i suoi compagni.  SI trovavano alla linea di partenza, il più vicino possibile alla strada, e aspettavano Kinjou e Fukutomi che erano andati a fare la registrazione. Ormai era passata mezz’ora, ma dei due capitani non c’era l’ombra. Solo dopo altri dieci minuti i due giapponesi raggiunsero i compagni.
-qui hanno un sistema diverso, quindi i numeri non sono in base alle squadre, ma a chi si iscrive prima. Siamo riusciti ad avere miracolosamente dodici numeri vicini- disse Fukutomi iniziando a distribuire i numeri. Toudou guardò il suo numero. 173. Il numero finiva con il 3 che nell’accademia Hakone rappresentava l’asso della montagna. Era un caso o Fukutomi gli aveva dato apposta quel numero? Il violetto guardò in direzione del capitano e in due secondi capì che l’aveva fatto apposta, così come aveva data il 174 a Shinkai, il 175 a Izumida e il 176 a Manami. Toudou guardò anche gli altri numeri. Fukutomi ovviamente aveva il 171 mentre Kinjou si era preso il 172. Guardò in direzione di Arakita e lo vide guardare con disprezzo il suo 177. Tadokoro e Naruko avevano rispettivamente il 178 e il 179. Il 180 era toccato a Imaizumi. Teshima aveva avuto il 181 mentre Onoda il 182.
-Manami sai che hai il numero che indossavo durante il mio primo interhigh?- disse Onoda avvicinandosi al suo ragazzo. Toudou guardò di nuovo il suo numero. Era vero, la Sohoku durante il suo ultimo interhigh aveva il numero 17 davanti, quindi il 173 era il numero che aveva indossato Makishima, il suo Maki-chan. Sorrise in direzione del numero e lo agganciò alla sua divisa per poi farsi un piccolo codino e mettere il casco. Per la fretta di partire si era completamente dimenticato il cerchietto a casa, anche perché non lo usava quasi più, e doveva arrangiarsi dell’elastico. Quando tutti furono pronti e i litigi sedati, Naruko e Imaizumi avevano iniziato una delle loro memorabili discussioni solo perché il rosso aveva ricevuto il numero che veniva prima di quello del moro, i ragazzi si avviarono al traguardo dove la discussione dei due fidanzati era ripresa per il posto che dovevano occupare. Possibile che litigassero per così poco? Toudou se li immaginava a convivere, avrebbero litigato per qualunque cosa, ne era sicuro. Toudou si sentiva soffocare nel mezzo di tutte quelle persone, era sempre stato abituato a partire dalle prime posizioni, stare così indietro lo atterriva.
-divertitevi e soprattutto fate vedere di che pasta è fatto il Giappone- disse Kinjou sorridendo.
-e ricordate se avete bisogno di qualcosa basta cantare hiime hime!! hime!
suki suki daisuki
hime!! hime!!
kira kira rin ☆
kimi to minna ireba watashi tte zettai muteki
hiime hime!! hime!!
suki suki daisuki
hime!! hime!!
kira kira rin ☆
ookiku naare  mahou kakete mo
hime wa hime na no hime na no da
hime!! RABU★hime  FAITO ♪ - iniziò Onoda trascinando nel coro tutta la Sohoku.
-volete farvi riconoscere?- gridò Arakita fermato prontamente da Shinkai che aveva già messo la sua solita barretta in bocca.
Il conto alla rovescia iniziò poco dopo e dopo lo sparo tutto il gruppo partì. Toudou sentì il cuore scaldarsi, da quanto tempo non partecipava a una gara? Sembrava essere ritornati ai tempi delle elementari quando aveva iniziato a correre. Chiuse gli occhi per qualche secondo e respirò l’aria. Si, sentiva l’odore della voglia di vincere, della forza di volontà che tutti i partecipanti avevano. Volevano tutti la stessa cosa: arrivare per primi al traguardo.
I primi tre chilometri di gara passarono lentamente e senza intoppi, erano tutti belli tranquilli, ma ora entravano nella parte più importante, il primo traguardo volante. Lo sprint. Toudou guardò alla sua sinistra e vide i loro quattro velocisti portarsi più avanti. Sperava davvero che riuscissero a prendere il traguardo.
 
 
Naruko era riuscito ad arrivare subito alla testa del gruppo, essendo un piccolo scricciolo, purtroppo, gli altri non avevano fatto molta resistenza. Anche Izumida e Shinkai lo raggiunsero quasi subito, l’unico ad avere problemi era Tadokoro. Quando si sarebbe deciso a dimagrire e smettere di mangiare come un pozzo senza fondo? Purtroppo Naruko conosceva la risposta ed era mai.
Quando anche Tadokoro raggiunse i tre ragazzi Naruko chiese:
-facciamo come al mio primo interhigh? Aspettiamo che tutti partano e poi attacchiamo?-
-ovvio, così facciamo vedere tutta la nostra potenza vero Andy, Frank, Fabian?-
-quando la smetterai di parlare con i tuoi muscoli Belleciglia?- gli chiese Naruko alzando gli occhi al cielo.
-MAI!-
-ORA!- gridò Tadokoro partendo insieme a Shinkai e lasciando i due ragazzi indietro che appena e ne accorsero lo guardarono malissimo e poi lo inseguirono a quasi tutta la loro velocità. Li raggiunsero subito e i due Senpai accelerarono il ritmo seguiti a ruota dagli atri due. Nemmeno si accorsero di essere in testa alla corsa e di aver superato tutti gli altri velocisti. Il primo a scorgere il traguardo fu Shinkai e sorrise finendo la barretta. Stava per partire quando un rumore, simile a un tuono fece girare tutti e quattro i ragazzi. Verso di loro stava arrivando a tutta velocità un ragazzo con una divisa completamente nera.
-non mi sarei mai aspettato di avere dei concorrenti così forti, mi dispiace, ma questo traguardo sarà mio. Non potrete mai raggiungere la mia velocità. Nessuno può raggiungere un lampo.-  Shinkai e Izumida riconobbero subito il ragazzo, era Aaron, il ragazzo che si era schiantato sul muro e che insieme a Caleb li avevano costretti a fare da modelli. Shinkai sorrise.
-si racconta di una leggenda secondo la quale nei tratti di pianura a Londra compariva un demone. Sei pronto ad affrontarlo?-  Aaron sorrise alle parole di Shinkai, anche lui li aveva riconosciuti. Partirono tutti e cinque per uno sprint all’ultimo respiro.
Fu un attimo, ma un attimo decisivo per assegnare la vittoria a uno dei cinque ragazzi.
-il primo traguardo volante è assegnato al numero 4, Aaron Johonson dei Monsters-  annunciò lo speaker scaturendo le grida di approvazione da parte del pubblico.
-non sono riusciti a vincere- disse sorpreso Arakita.
-guarda- disse Fukutomi indicando ai ragazzi la lavagnetta dove erano inseriti i vari tempi. -quel ragazzo ha vinto su Shinkai di solo 1 centesimo-
-tranquilli, la gara è appena iniziata- disse Kinjou.

 

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Capitolo 6
*** 6. DOPO UNA SALITA C’È SEMPRE UNA DISCESA ***


6. DOPO UNA SALITA C’È SEMPRE UNA DISCESA




Non ci misero molto a raggiungere i velocisti. Erano molto abbattuti, ma volevano vincere a tutti i costi. Affianco al gruppo giapponese pedalava Aaron. Il ragazzo era stanco dopo lo sprint fatto, ma i suoi compagni non arrivavano e lui non poteva permettersi di rimanere indietro, dovevano vincere assolutamente e portare il loro prof al traguardo. Era una nuova forma che avevano deciso il giorno prima della gara. Caleb aveva deciso di prendere il traguardo della montagna e poi scortare Yuu al traguardo visto che la montagna da scalare era molto più ripida del traguardo delle montagne. Aaron sperava che Yuu riuscisse a vincere. Sarebbe stata la loro ventesima vittoria da quando avevano iniziato a pedalare insieme. Aaron si guardò indietro. Dei suoi compagni ancora niente. Possibile che li avessero bloccati nel gruppo? Il blu sospirò e ritornò a guardare la strada davanti a se. Se erano stati intrappolati veramente dal gruppo ne sarebbero usciti una volta iniziata la salita che in quel momento lui e i ragazzi che avevano lavorato per Ren stavano incominciando. Sentiva le occhiate continue dei suoi avversari. Ogni velocista perdeva molto terreno sulle montagne se non c’è nessuno a guidarlo. Ma lui con uno scalatore e un versatile come compagni di squadra era abituato a scalare le montagne dopo uno scatto. Aaron riuscì tranquillamente a stare allo stesso passo dei ragazzi che aveva accanto.
-sono sorpreso, hai davvero tanta energia- gli disse il rosso che lo aveva quasi battuto al traguardo volante. Aaron sorrise al ragazzo.
-con due mostri che scalano a velocità assurde alla fine mi sono dovuto abituare pure io- rispose lui sempre sorridendo. Perché non arrivavano?
-Caleb è uno scalatore?- gli chiese il ragazzo dal ciuffo bizzarro risalendo il gruppo.
-no, è un versatile, ma ama le salite perché dopo ci sono le discese- disse il blu sorridendo. Caleb amava le discese. Le prendeva sempre a tutta velocità. Era lui la chiave di quel giorno. Avrebbe guidato Yuu per la discesa e poi la scalata se la sarebbe vista da solo.
-è ora- disse in giapponese a un certo punto Fukutomi distogliendo i ragazzi dalla conversazione con Aaron. Era stata una bella sorpresa trovarlo li, e molto probabilmente anche la sua divisa nera era stata fatta da Ren, ma dovevano procedere con il loro piano se volevano vincere. Manami si staccò ancora di più dal gruppo raggiunto subito da Onoda. Toudou guardò i due ragazzi allontanarsi, per poi staccarsi lentamente dal gruppo. Non voleva gareggiare, ma almeno avrebbe tenuto a bada gli altri stando poco più indietro dei due ragazzi.
-Toudou devi stargli appiccicato- furono le parole di Fukutomi che lo fecero sospirare per poi raggiungere in poche pedalate i due ragazzi.
Aaron guardò i tre ragazzi allontanarsi dal gruppo e si morse l’interno guancia. Dov’erano Yuu e Caleb? Proprio mentre pensava ciò sentì dei rumori di pedalate dietro di lui e si girò speranzoso. Ma si rigirò deluso, non erano loro, ma altri scalatori che avevano iniziato la loro salita per la gloria. Guardò nella direzione dei suoi diretti avversari, ma loro non si preoccuparono minimamente di fermare i nuovi arrivati.
Passarono altri cinque minuti prima che sentisse un altro rumore di pedali. Questa volta ne era sicurissimo, erano loro. La sincronia era perfetta. Non si girò nemmeno. Tese entrambe le braccia non appena il rumore si fece più vicino. Yuu e Caleb gli passarono affianco e batterono il cinque prima di danzare più veloce. Aaron li vide sparire dietro la curva. Avevano cinque minuti di svantaggio dai loro avversari, forse sarebbero riusciti a riprenderli.
 
Toudou pedalava tranquillamente dietro Onoda e Manami. Avevano fatto passare avanti tre ciclisti che non vedevano l’ora di arrivare al traguardo per primi, ma stavano solo sprecando le loro energie. Non valeva la pena inseguirli.
Mancava solo un chilometro alla vetta quando Toudou sentì dei pedali dietro di se. Si girò e vide due figure con la stessa divisa di Aaron che venivano spediti verso di loro. Aumentò di poco il ritmo e si mise vicino ai due ragazzi.
-stanno arrivando i compagni di Aaron- disse a Manami.
-bene, fra un po’ sarà il momento di attaccare- disse il ragazzo sorridendo. Toudou scosse la testa. Li avrebbero superati prima della curva. Infatti fu così, i due ragazzi passarono i tre giapponesi senza problemi.
-Manami dobbiamo attaccare adesso- gli disse Onoda che iniziava ad agitarsi sulla sua bicicletta gialla.
-fra un po’ li raggiungiamo Onoda- disse lui. Poco dopo imboccarono la curva e Manami diede due colpi alle marce. Come per magia gli apparvero sulla schiena due ali e partì a razzo seguito da Onoda che aumentò progressivamente la sua cadenza. Toudou rimase leggermente indietro. Non voleva sprecare troppe energie, e poi la gamba, nonostante fosse stretta nel tutore, gli doleva. Doveva stare molto attento, o si sarebbe giocato tutto in quella gara.
Caleb si staccò da Yuu, il fratello di Ren aveva leggermente rallentato il ritmo, e superò senza problemi i tre ciclisti che non riuscivano più a muoversi. Riusciva a vedere il traguardo, mancavano solo trecento metri, era suo. Sentì un movimento alla sua destra e girò lo sguardo pensando fosse Yuu, ma quello che vide fu il ragazzo dal ciuffo strano che aveva delle strane ali sulla schiena. Da dove erano uscite quelle? Sentì un altro rumore alla sua sinistra e vide un altro ragazzo che, senza danzare, teneva tranquillamente il suo ritmo e sorrideva canticchiando qualcosa che Caleb non riuscì a decifrare. Come avevano fatto a superare Yuu? Non pensò molto e aumentò il ritmo, mancava poco al traguardo. Vide i due ragazzi far spostare il peso della biciletta in avanti, e lui li imitò pochi secondi dopo. Si sentì un urlo fortissimo. Avevano passato il traguardo della montagna. Chi aveva vinto?
-Gente il vincitore delle montagne è il numero 5! Caleb Wilson die Monsters per solo un decimo dal numero 176!- gridò la voce delle speaker. Caleb sorrise, ci era riuscito. Ora toccava a Yuu. Si girò facendo rilassare un po’ le gambe. Il suo lavoro non era ancora finito. Vide il ragazzo arrivare e sorrise.
-ti sei fatto superare- gli disse con aria di rimprovero.
-mi hanno sorpreso-
-vedi di vincere o ti costringo a stare un intero giorno a fare foto con tuo fratello-
-non ci tengo. Facciamo questa discesa, Sho!- Disse il ragazzo con gli occhi blu che brillavano per l’emozione. Chi sarebbe stato il suo avversario?
 
Toudou raggiunse subito Manami ed Onoda, ma degli altri due ragazzi non c’era traccia.
-sono già scesi. Il numero 5 è velocissimo in discesa- disse Onoda appena vide la faccia confusa di Toudou -uno di noi deve seguirli- continuò lo scalatore. Sia Onoda che Manami girarono lo sguardo verso Toudou.
-perché io?-
-perché siamo stanchi- dissero all’unisono i due ragazzi. Toudou sospirò e poi guardò la discesa.
-non vi assicuro niente- disse lo Sleeping Beauty prima di aumentare il ritmo della pedalata e sparire oltre le curve.

 

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Capitolo 7
*** 7. IL RITORNO DEL DIO DELLE MONTAGNE ***


7. Il RITORNO DEL DIO DELLE MONTAGNE

Toudou all’inizio era stato titubante a inseguire da solo i due corridori in testa, ma in quel momento non faceva altro che sorridere. Il vento gli arrivava in faccia, ma lui non se ne preoccupava minimamente. Sentiva l’adrenalina in tutto il suo corpo, e non vedeva l’ora di raggiungere il traguardo. La paura, tutte le sue preoccupazioni e il dolore erano spariti dalla testa dello Sleeping Beauty. Toudou non era mai andato così veloce in discesa, ma in quel momento non faceva altro che aumentare il ritmo della pedalata. Doveva raggiungerli. In quel momento voleva terribilmente avere la cadenza di Onoda, con quella li avrebbe raggiunti subito.
Girando dopo una curva riuscì a vedere i due ragazzi che si trovavano davanti a lui. Forse distavano un 700 metri. Cavolo, Caleb era davvero bravo in discesa, riusciva a prendere tutte le curve in modo da scendere il più velocemente possibile. Toudou comprese che non li avrebbe raggiunti in discesa. Non si doveva preoccupare, la salita era dalla sua parte. Le montagne erano dalla sua parte. Avrebbe scalato la montagna il più velocemente possibile utilizzando la sua pedalata silenziosa, come la Bella addormentata nel bosco, o meglio, come un Ninja. Sorrise e ridacchiò contemporaneamente. Avrebbe ringraziato più tardi Fukutomi e gli altri per averlo costretto a partecipare a quella gara. Era ritornato in lui finalmente. Era certo che il trauma per le auto non l’avrebbe abbandonato facilmente, ma almeno poteva ritornare a correre. E, questo lo giurava, avrebbe fatto fisioterapia per la gamba. Non poteva continuare in quelle condizioni.
La strada divenne pianeggiante e Toudou allargò ancora di più il suo sorriso. La salita era arrivata. Non appena sentì il terreno aumentare la pendenza cambiò marcia e pedalò con più velocità, doveva raggiungerli. Aaron aveva detto che i suoi compagni erano entrambi bravi in salita, e Toudou ne aveva avuto la conferma sul traguardo della montagna, ma anche lui era uno scalatore. E poi Caleb doveva essere stanco per lo sprint e la discesa, quindi Toudou aveva possibilità di raggiungerli e superarli.
Ma Caleb riuscì a reggere più di quanto Toudou immaginasse e quando lo raggiunse era da solo. Mancavano tre chilometri al traguardo. Toudou doveva sbrigarsi. Si alzò e iniziò a pedalare utilizzando la sua pedalata addormentata, non voleva rischiare di essere bloccato dal castano. Castano che si accorse di lui solo quando lo aveva già superato.
-cosa cazzo è successo?- disse Caleb non appena vide il ragazzo davanti a lui. Non si era minimamente accorto della sua presenza. E dire che aveva promesso a Yuu di non far passare nessuno!
-grazie per tutto, ci vediamo al traguardo!- disse Toudou al ragazzo prima di aumentare il ritmo e raggiungere il ragazzo che era davanti a lui. Mancavano due chilometri e mezzo, doveva sbrigarsi a raggiungerlo.
 Ci volle un po’, ma a un chilometro dal traguardo Toudou raggiunse il suo avversario. Aveva una strana pedalata, quasi famigliare, ma non ricordava dove l’aveva già vista. Utilizzò anche con lui la sua pedalata silenziosa, ma il ragazzo non si fece prendere alla sprovvista e lo raggiunse subito. Lottarono così per tutto l’ultimo chilometro, sorpassandosi a vicenda e spintonandosi per far perdere l’equilibrio all’avversario. La pedalata del ragazzo dei Monsters era diventata sempre più scomposta, ma la velocità non sembrava risentirne, anzi, Toudou constatò che era ancora più veloce di prima. Il traguardo era vicinissimo, in quel momento non c’era tempo per spintonarsi. Entrambi i ragazzi aumentarono la velocità della pedalata e Toudou sentì un dolore fortissimo alla gamba destra, ma non ci badò e aumentò ancora di più la velocità.
Passarono entrambi il traguardo tra le grida di esultanza del pubblico e il vincitore alzò le braccia al cielo cacciando un urlo che superò perfino la voce dello speaker.
-e la gara di oggi è vinta dal n.173, Toudou Jinpachi dei Hakosohoku-  Era tornato.
Il dio della montagna era tornato.
Toudou sorrise e abbassò le braccia esausto. Le sue gambe non lo reggevano più. Aveva superato il limite. Stava per crollare dalla bici quando qualcuno lo sorresse mettendogli un braccio intorno alla vita.
-sempre a rubarmi il posto tu! Sho- Toudou si girò di scatto ritrovandosi Maki-chan appiccicato a lui. Aveva gareggiato contro di lui e nemmeno se ne era accorto! Il Pick Spider sorrise in direzione del suo rivale.
-vedi che riesci a farli i sorrisi quando vuoi maggiolino- disse Toudou sorridendo in direzione del verde prima di trovare un briciolo di forze per baciare sulle labbra il ragazzo che aveva affianco. Era da tanto che voleva farlo, ma non ci era mai riuscito. Maki-chan rispose al suo bacio e lo strinse di più a se.
-ho dovuto imparare, altrimenti i bambini si spaventavano- gli rispose una volta finito il bacio.
-quali bambini?- Mikishima rise alla domanda di Toudou.
-quelli ai quali insegno. Sono un maestro adesso-
-davvero?- chiese Toudou sorpreso, non avrebbe mai immaginato Maki-chan come un maestro.
-si, sono delle piccole pallette di pelo, se vuoi un giorno te le presento- Toudou annuì felice e poi aiutato da Makishima scese dalla sua bicicletta. Yuusuke non lo lasciò andare perché vedeva chiaramente che il ragazzo non riusciva a reggersi sulle proprie gambe. In quel momento, girata la curva comparvero ben tre ciclisti: Caleb, Manami e Onoda. La gara per il terzo posto era fra Manami e Onoda, visto che Caleb si era distaccato molto dai due ragazzi, aveva lavorato molto quel giorno. Gli bastava aver preso il traguardo della montagna.
-e il terzo posto va al n. 182, Onoda Sakamichi dei Hakoshoku!-
-Sakamichi non è giusto!- disse Manami una volta passato il traguardo.
-mica è il primo posto- disse il ragazzo sorridendo. Nessuno dei due si era accorto di Toudou e Makishima che parlavano tranquillamente fra di loro.
-Toudou-san!- disse Manami non appena si accorse della presenza dello Sleeping Beauty. Toudou sorrise in direzione dei due ragazzi che stavano avanzando verso di lui.
-Manami, dovevi vincere! Ora ci sono due della Sohoku sul podio- disse il ragazzo guardandolo male solo per scherzo.
-in che senso…-
-Makishima-san!- gridò invece Onoda guardando in direzione del suo sempai e abbracciandolo di slancio. Manami sgranò gli occhi e poi sorrise.
-Toudou-san non dirmi che ti sei fatto battere!- disse Manami divertito.
-Manco per sogno. Adesso siamo 13 a 12- disse quello sorridendo in direzione del verde che gli sorrise per poi tornare a consolare Onoda che era praticamente scoppiato a piangere.
Toudou sorrise ancora alzando gli occhi al cielo. Quella gara era davvero servita a qualcosa alla fine. Doveva ringraziare tutti i ragazzi che lo avevano costretto a parteciparci, ma in quel momento voleva solo godersi la sua vittoria, il vento in faccia e il suo Yuusuke.

 

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