L'universo che ci gira intorno

di emmevic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** resistenza ***
Capitolo 2: *** notte ***
Capitolo 3: *** labbra ***



Capitolo 1
*** resistenza ***


rey rey rey
L'universo che ci gira intorno


Uno.

La Resistenza è solo una scintilla.
È una flebile luce in una notte senza luna ed è sul punto di spegnersi. Non c'è da stupirsi, dopo che gli alleati di una vita le hanno voltato le spalle nel momento in cui più aveva necessità, Leia Organa non ha più carte da giocare e può solo piangere i morti.
Le pire funebri sono vuote, mancano i corpi e mancano le persone che possano piangerli. Mancano i discorsi di commemorazione, i brindisi per la scampata distruzione, mancano anche le parole di conforto per i vivi e in tutto questo dolore la strage di Crait è una ferita che sanguina: ci vorrà del tempo prima che cicatrizzi. Sfortunatamente questo è un lusso di cui non possono disporre.
Il Primo Ordine non sarà clemente, il nuovo Leader Supremo si dice già scalpiti nella sua nave scintillante e a nulla serviranno le uniche parole che
la principessa riesce a sussurrare di fronte al pericolo crescente.
“La Forza sia con voi” è quasi una nenia ormai. Lo sussura anche al vento, mentre i capelli altrimenti ordinati le si spettinano, e Leia vorrebbe poter aggiungere altro, ma ogni altra parola le si blocca in gola assieme al senso di colpa. Rey intanto la guarda con occhi velati ma non osa dire nulla per paura di ferirla ancora di più.
Per assurdo, è in quel momento che su una delle pire l'allora principessa di Alderaan vede dimenarsi in agonia un corpicino. È il piccolo Ben, il suo Ben: il bambino innocente che aveva affidato a Luke Skywalker, quel Ben che è morto per fare spazio a Kylo, cavaliere di Ren. È solo un attimo, ma la vista la sconvolge e l'unica cosa a tenerla aggrappata alla realtà sono le braccia e le mani di Rey che la stringono come farebbe una figlia.
Rey non la lascia andare e Leia ne è grata, non sa dove sprofonderebbe in caso contrario e, quando la ragazza le rivolge un sorriso e le rimane accanto a osservare i fuochi funebri spegnersi innazi a loro, non può che amarla come qualcuno di famiglia.

Quella notte le ultime parole che Luke le ha rivolto non le sono di conforto: ha paura di avere smarrito non solo un marito e un fratello, ma anche un figlio. I ricordi aggrediscono Leia con denti affilati e la tengono sveglia. Sono notti inquiete, ma è appena tre giorni dopo che la Resistenza riceve i primi aiuti economici.
Improvvisamente la speranza ricomincia a riaccendersi e con essa rinasce anche Leia Organa.


Due.

La Resistenza è irrintracciabile e il Millennium Falcon svanito come fumo. I superstiti tra le fila ribelli sono gocce in un mare di vite, ma rappresentano un potenziale pericolo e questo il Primo Ordine non può permetterlo, perché accettarlo sarebbe dimostrazione di debolezza e clemenza e in una parola di umanità.
Il nuovo Leader Supremo, intanto, cerca di chiudersi in una bolla di rabbia per tagliare fuori i dubbi, la tristezza, il senso di colpa e la speranza, perché il conflitto di emozioni che si porta dentro è pronto a scoppiare alla prima occasione. Tuttavia non serve a niente cercare l'isolamento, perché anche se le sue stanze sono vuote non è veramente solo: il riflesso che lo osserva dallo specchio è quello di Ben. Gli occhi di Ben, le mani di Ben, le lacrime di Ben.
Kylo Ren cerca di ignorare il cambiamento ogni volta che passa di fronte a una superficie lucida, ma lo sforzo è una tortura senza fine: la luce lo chiama con forza. La sua mente non è mai stata tanto vuota e nel silenzio della sua coscienza è difficile ignorare il rimorso del rinato Ben, come quando nella notte quasi gli sembra di sentire le dita di suo padre, che ancora una volta gli toccano il viso e lo stringono. Come quella volta. Come l'ultima, quando sul ponte l'ha giustiziato...

Lo specchio nei suoi alloggi è il primo a rompersi; schegge ovunque, anche sotto i suoi piedi, mentre con l'ausilio della forza lo riduce in frammenti ancora più piccoli e il poco rispetto che il Primo Ordine nutre per il neonato Leader Supremo si frantuma assieme al suo mobilio. È una partita a scacchi, ormai, le mosse sono contate e uno dei due re dovrà perdere.

Sul ponte di comando, il generale Hux pregusta la vittoria.


Tre.

La Resistenza ha ritrovato in Rey la sua luce, in Rey che fissa il soffitto e non accoglie il sonno.
La ragazza conta le ore che mancano all'alba e cerca di girarsi nell'unico letto della sua minuscola camera; e la stanza è un regalo, chiaramente, un dono che le è stato offerto in segno di riconoscimento per le imprese contro il Primo Ordine, nonostante non sia stata lei a uccidere Snoke.
Ripensa, con gli occhi spalancati a fissare il buio, alle domande con cui l'hanno investita dopo che ha salvato ciò che resta della ribellione. Ha raccontato, giorni e giorni prima, ancora sul Millennium Falcon, come si siano susseguiti gli eventi sullo Star Destroyer e nessuno ha creduto alle sue parole, nessuno le ha davvero dato fiducia quando ha promesso che avrebbe riportato Ben Solo nella luce. Nemmeno Leia. E per questo, per la mancanza di fede, ha dovuto tacere del legame che la unisce al loro nemico più pericoloso.
Ometterlo non è stato semplice, ma necessario.

Le lenzuola la stringono in trappola, ma la ragazza di Jakku si sbroglia e finalmente si alza dal letto.
È libera, libera, libera, anche se le invisibili catene del passato ancora la trattengono: la parole di Ben, anzi no, di Kylo Ren, le ritornano alla mente. È un pugnale che la ferisce di netto e il dolore la stordisce, perché ha seppellito così a fondo quei ricordi che adesso è faticoso trovare la forza con cui riportarli alla luce.
La sabbia. Le lacrime. Le grida. Trova frammenti, ma non c'è altro.
È stata venduta per dell'acqua così le ha rivelato Kylo Ren ed è l'unica spiegazione che riesce a darsi. L'hanno abbandonata e sono morti: devono essere morti altrimenti sarebbero tornati ed ecco cos'è Rey dal nulla: merce di scambio. Un nessuno. Un niente. Ma non per Ben Solo.
Vorrebbe poter dire di aver sentito la sua presenza, Rey. Ma dopo avergli chiuso davanti agli occhi la porta del Millennium Falcon la Forza non li ha più connessi. Forse era davvero tutta opera di Snoke e l'eroina della Resistenza si chiede se non sia più facile sparire ora e fuggire. Tornare su Jakku e fingere di aspettare ancora qualcuno, invece di rimanere e combattere, ma è solo un attimo.
Non abbandonerebbe mai chi ha bisogno e non ignorerebbe un grido di aiuto: è per questo che Rey dal nulla salverà Ben Solo.





Il titolo viene dalla canzone di Emma Marrone "Arriverà l'amore" e questa fanfiction altro non è che una raccolta che vuole provare a spiegare cosa possa succedere in Ep. IX. Tra l'altro, è anche un esperimento stilistico.

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Capitolo 2
*** notte ***


rey rey rey
L'universo che ci gira intorno


Quattro.

Di notte il cielo di Voken si colora di viola.
È un porpora brillante con striature d'azzurro e scie rosso sangue, che come vene immani lo attraversano da una parte all'altra. É un cielo caotico e senza senso, completamente diverso da quello di Ach-To e di Jakku, perché sul pianeta dove è stata abbandonata tanti anni prima, su Jakku, tutto era nero al calare del sole e così anche sull'isola dei Jedi ma qui, qui dove la Resistenza si è rifugiata dopo la sconfitta di Crait, non scendono mai le tenebre.
In questa terra dimenticata da tutti, tana dei ribelli, non è mai davvero buio.
Poe le ha anche spiegato le ragioni naturali per cui ogni notte la volta celeste abbia proprio questi colori e così le ha raccontato della rifrazione, dell'atmosfera e del fatto che, essendo un pianeta con due stelle, su Voken le stagioni siano molto più brevi. Ma è servito a poco, perché ogni volta che il sole tramonta a Rey manca l'aria e annaspa; e anche se cerca di ignorarlo le è fin troppo chiaro il motivo di quella reazione e no, no, no. Rey non vuole pensarci.
Fa ancora troppo male pensare a lui anche se non riesce a impedirselo.
Salvare Ben Solo ormai è la sua missione, lo sa, e ciò che vuole evitarsi non è pensare a Ben, ma a Kylo. Ed è difficile quando anche il cielo sembra volerla ostacolare. Per questo, appena il sole principale tramonta e il firmamento diventa un intreccio di colori, la giovane si barrica nell'unica stanza che ha a disposizione e tira le tende.
Per questo ogni volta chiude fuori la luce fioca che contraddistingue la notti di Voken e poi attende: dorme – o cerca di farlo – e conta le ore che mancano prima che il cielo torni a essere azzurro.
Azzurro e basta, senza che sia contaminato dal rosso.
Per questo lo fa, perché è troppo doloroso pensare a lui.

Così quando una mattina, avendo calcolato male le ore, Rey esce troppo presto dal suo rifugio e trova un cielo viola ad attenderla, si blocca e non riesce a non fissare la fonte del suo tormento. Come ipnotizzata lo guarda fino a farsi bruciare gli occhi, allora, e quello che a prima vista è un cielo terso in cui il rosso e l'azzurro sfumano fino a fondersi nel fucsia, appena volta la testa diventa un confuso mescolarsi di colori in cui il vermiglio sembra stia scavando nel celeste, tanto le tonalità sono in contrasto. E la chiave sono i colori.
Loro sono il problema, perché sono loro a riportarla indietro nel tempo, nel suo momento più buio. E Rey ritorna con la mente sullo Starkiller, quando per la prima volta ha usato una spada laser, quella di Luke, e davanti a sè rivede le due lame cozzare ancora e ancora: una azzurra e una rossa. Si scontrano e non smettono mai perché per Kylo Ren avere lei al suo fianco non è stato abbastanza. No, lui non vuole lei, vuole la Galassia ai loro piedi.
Le viene da piangere.
La verità è che anela a salvare Ben, esige la sua redenzione, ma allo stesso tempo vorrebbe anche prenderlo a pugni, urlargli “mostro!” e poi abbandonarlo, perché non merita il perdono. Vorebbe picchiarlo e dimenticarlo, perché Kylo ha ucciso suo padre, ha ucciso il suo maestro e avrebbe ucciso anche Luke se solo l'avesse avuto davvero davanti – e indirettamente l'ha fatto. Eppure la cosa più incredibile è che nel caos della sua mente Rey percepisce distintamente che qualcosa le manca.
Ma è un vuoto di cui, cerca di convincersi, non può lamentarsi: sarebbe abbastanza assurdo sentire la mancanza di qualcosa che non si è mai conosciuto. E come può, come è possibile che abbia nostalgia di Ben Solo?


Cinque.

La notte è lunga se hai la coscienza sporca.
Nello spazio, poi, non c'è differenza tra giorno e notte e forse è per questo che a Kylo Ren sembra di vivere in un incubo senza fine. Probabilmente è anche per questo motivo che non riesce a dormire: se la realtà è tanto nera fino a dove potrebbe spingersi la sua mente?
Già conosce la risposta, perché ogni volta che chiude gli occhi non vede altro che morte. Suo padre che cade. Rey in ginocchio davanti a lui e questa volta la uccide, stavolta Snoke ha vinto. E poi, per ultimo, sua madre, vede Leia annientata dal Primo Ordine.
Non c'è dolcezza in queste visioni che lo tormentano tra il sonno e la veglia, anche se a vincere è sempre Kylo Ren. È Kylo che uccide un padre indegno, Kylo che distrugge l'ultimo Jedi, Kylo che schiaccia l'ultima scintilla della Resistenza. Il giovane Solo è a pezzi. Non vede una cura per il conflitto che lo dilania e probabilmente è una fortuna che non abbia più specchi nei quali riflettersi. Ha paura di vedere che cosa è diventato.
Si è ridotto al guscio di se stesso e non è mai stato tanto debole. Cosa dovrebbe fare ora? Kylo Ren esita. Non lo sa. Forse la risposta è annientarli. “Distruggi la Resistenza” sembra suggerirgli il casco di Darth Vader e anche se all'inizio è riluttante, l'idea inizia a formarsi: se uccide tutti, anche Ben Solo se ne andrà. Se uccide tutti, sarà in grado di lasciarsi il passato alle spalle ed essere solo Kylo.
Ma dovrà dire addio a tutto: anche alla mercante di rottami, sebbene ammazzare la ragazza sarà la parte più difficile.

Ciò che accade nell'istante che segue, però, gela il proposito mentre sta ancora germogliando.
Rey è lì e dorme: ha i capelli sciolti ed è nel suo letto che riposa.
In un primo momento Kylo crede di stare sognando perché il loro legame era frutto dell'opera di Snoke. Com'è possibile che lei sia a pochi metri da lui? Non è la ragazza ad averlo cercato – lo sforzo richiederebbe una mente quantomeno vigile – e non è di certo lui ad avela cercata. Perché continuano a connettersi?
La domanda è senza risposta, anche se di una cosa è certo: se Rey fosse veramente nei suoi alloggi sarebbe facile ucciderla. Sarebbe inerme.
La mano di Kylo si stringe subito attorno all'impugnatura della spada laser, ma il gesto è forzato, non sentito, e le dita gli tremano. Si avvicina al letto e, guardandola, non può fare altro che mordersi le labbra a sangue all'idea di doverla colpire, di dover ripetere ciò che Luke ha fatto a lui. Sorprenderla nel sonno, ucciderla mentre è più vulnerabile sarebbe così semplice, ma è allo stesso tempo così difficile. La lama si accende ma Rey continua a dormire e la cosa, Kylo non riesce a spiegarselo, lo manda fuori di testa perché se solo si svegliasse, forse...
Alza la spada e si aspetta che gli occhi della giovane si spalanchino, che succeda qualcosa, qualsiasi cosa, ma il respiro di lei rimane regolare e il viso rilassato. Potrebbe calare il colpo e ucciderla. Un lavoro pulito e diventerebbe finalmente Kylo Ren, spegnendo con lei l'ultimo frammento di Ben Solo.
L'arma è ancora in alto, pronta a ferire, quando la ragazza si gira nel sonno e sussurra il suo nome. Anzi no, il nome di Ben. Lo chiama ed è come se in quel momento qualcosa si spezzasse e non c'è niente da fare, nemmeno Kylo Ren potrebbe colpirla. La spada laser, ora spenta, cade a terra e con essa un giovane Solo dall'animo dilaniato. L'unica cosa che riesce a fare, a quel punto, è allungare la mano e toccarla: solo per questa volta. Almeno per questa'ultima volta.
La guancia di Rey è calda sotto le sue dita, morbida e soprattutto viva. Poi qualcuno bussa e lei non c'è più.
“Generale Hux” latra Kylo Ren quando la porta, aprendosi, mostra il suo sottoposto sorridente.

“Leader Supremo, li abbiamo stanati. Si nascondono su Voken”.


Sei.

Sembra una notte come le altre ma questa volta Rey si sente più leggera, quando si sveglia di soprassalto.
Non sa come o perché ma la sensazione è che si sia tolta un peso e abbia fatto pace con se stessa, come se avesse finalmente accettato una parte di sé. E la guancia, sulla guancia le è parso che qualcosa la toccasse.
Dita, erano dita.
Ben?” domanda nel buio della camera dato che per un istante, solo uno, le è sembrato di percepirlo. Rey quasi ci spera, ma non c'è nessuno a risponderle, nemmeno quando esce per accertarsi che nessuno l'abbia cercata e il cielo purpureo di Voken la accoglie. Tuttavia, questa volta non si tira indietro nè rimane stordita dalla sua vista, ma contempla con curiosità nuova lo spettacolo che si è negata fino ad ora: non ha più paura.
È bellissimo, si trova a pensare nel momento in cui le venature iniziano ad avere una schema e le striature che colorano quel cielo assurdo le appaiono improvvisamente armoniose. Per tutto quel tempo non era riuscita a vedere il disegno completo.
In quel cielo non si nasconde solo Kylo Ren, ma anche Ben Solo.





Un grazie speciale a Ilarya Kiki.
Mi ha aiutato a riordinare la prima flashfic ed è grazia a lei se c'è un secondo capitolo. *manda affetto*

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Capitolo 3
*** labbra ***


rey rey rey
L’universo che ci gira intorno


Sette.

Dalle labbra di Hux sfugge un lamento strozzato, quando il Leader Supremo lo schianta contro la parete dei suoi alloggi con il solo movimento di una mano, ma non si scompone.
Nonostante il colpo appena incassato, Hux non piega la testa di fronte al suo superiore e nemmeno perde il suo contegno. Fatica anzi a nascondere un mezzo sorriso che nasce spontaneo e lo fa apparire folle. Visto così, sembra quasi provi un gusto perverso a farsi scaraventare da una parte all'altra della stanza, ma entrambi sanno che non è questo il motivo. 
È un altro e, a conti fatti, probabilmente è la soddisfazione di avere in pugno proprio Kylo Ren a farlo gongolare.
L’uso della Forza, comunque, è chiaro che non gli susciti più alcuna paura, così come diventa improvvisamente trasparente che l’ufficiale si senta al sicuro nonostante tutto: non considera che l’uomo che gli sta di fronte possa schiacciarlo con un semplice movimento di dita e nemmeno quanto possa essere suscettibile.
È qui che sbaglia.

“Non sei al sicuro” vorrebbe ringhiargli addosso il giovane Leader, ma si trattiene perché non è ancora il momento di affrontare il suo interlocutore. 
È anche per questo, perché non è ancora il momento di fronteggiare la persona che sta preparando un golpe contro di lui, che la schiena del Generale è ancora tutta di un pezzo.
Se lo uccidesse adesso, il Primo Ordine cadrebbe nel caos e Kylo, per quanto sia il Leader Supremo, non avrebbe più alcun ascendente. Si ritroverebbe una flotta in rivolta, e questo lo sa lui e lo sa anche Hux, da qui il sorriso vittorioso del rosso.

“Ho detto che non attaccheremo la Resistenza ora” Kylo ordina di nuovo con un’autorità che fatica a riconoscersi. Negli ultimi giorni gli è mancato quasi del tutto il mordente ed è straordinario come, adesso che finalmente ha rivisto Rey, si senta rinvigorito.
“Non ha senso attendere oltre” ribatte Hux e lo sfida una seconda volta, lo affronta come quando Snoke era ancora in vita e le loro posizioni, di Cavaliere e di Generale, si eguagliavano in quella che era la gerarchia del Primo Ordine. Ma ora è Kylo in cima alla piramide e il nuovo Leader Supremo osserva passivo il punto in cui il sangue del suo sottoposto potrebbe formare una pozza carminia. Se solo volesse ucciderlo veramente, basaterebbe un niente, ma “Non adesso” gli suggerisce la testa, sebbene l’istinto agogni d'agire diversamente. O è la Forza?

“Esegua gli ordini, Hux, e non attacchi la Resistenza fino a nuovo ordine, altrimenti prenderò provvedimenti”.
“Smettila con questi giochetti. Sappiamo entrambi che non puoi uccidermi, Leader Supremo” sibila l'uomo in divisa. “Non tirare la corda”.
“Sono più utile da vivo, Ren
lo minaccia il rosso. Sono troppo utile per morire e lo sai anche tu. Non puoi comandare il Primo Ordine da solo. Il tuo balletto con Skywalker ti ha screditato. Non riesci nemmeno a guardarti in uno specchio”. Ride a quel punto, Hux, prima di avvicinarsi e fissare il suo avversario negli occhi. “Ti ricordo, che hai bisogno di me che tu lo voglia o no. Sono io a controllare i soldati, io a gestire le spese, io a coordinare le strategie: si fidano di me, non di te. Se mi uccidi sei finito. Se mi uccidi il Primo Ordine è finito”.

Tutto ciò che il Generale dice è vero: se lo ammazza è finita. Semplice, ma Kylo all’improvviso ha dannatamente bisogno di una fine. Ha bisogno di rinascere e deve farlo ora. Nonostante i propositi, lo fa: stringe la sua spada laser, la alza sopra la sua testa e la morte di Hux è già un fatto.
Strappare vite non gli è mai sembrato così semplice e Hux ha finalmente smesso di parlare. Questa volta per sempre. Per un attimo la rabbia gli dà tregua, infine, ma poi viene investito contemporaneamente dalla vergogna, dal rimorso, dalla solitudine e, più forte di tutti, dal rifiuto. Perché non ha più nessuno, non ha alleati, non ha amici, non ha qualcuno a cui rivolgersi e questo è solo l'ennesimo cadavere su cui camminerà.
Ma ucciderlo, uccidere Hux, non è stato solo un atto di catarsi, si rende conto guardando il viso dell'uomo perdere colore, è stato un atto di necessità. E Ben, Ben sotto sotto è vivo, anche se ormai non c’è più niente di innocente in lui, ma non è questo ciò che conta. Ora l'importante è il suo scacco matto.
La morte di Hux lascia la flotta senza un capo: il re è caduto e assieme al Generale del Primo Ordine è morto anche il Leader Supremo.
Kylo Ren, per come lo intendeva Snoke, non c’è più. Adesso è finalmente senza maschera.

Fa quasi male essere così a nudo.


Otto.


Le labbra di Rey sono inespressive quando sente la Forza vibrare attorno a sé e lo vede comparire a pochi metri da lei. È solo una proiezione, ma è come se le fosse davanti e, se allungasse la mano, sa che potrebbe toccarlo.
È come le altre volte.
La ragazza sospira, dubbiosa su chi stia guardando in questo momento, se il mostro o l’uomo, mentre lui rimane immobile, quasi pietrificato, come se avesse paura di spaventarla.
“Rey” si limita a sussurrare il nuovo Ben, mentre lei ne osserva il volto sciupato, gli occhi rossi e tristi di chi sa che ormai è troppo tardi per porre un freno agli errori del passato. Degli schizzi di sangue gli colorano addirittura la guancia, la dipingono di rosso, e la giovane cerca di ignorare quel dettaglio. Non dice niente, non commenta e continua a guardarlo come se a sua volta temesse di interrompere il momento con il semplice suono della sua voce.
“Rey” la chiama di nuovo lui. Come a voler attirare la sua attenzione, ma a chi dovrebbe prestare attenzione se non a lui?
L'uomo sospira. “Non dovrai più preoccuparti di me e nemmeno del Primo Ordine”.
Il silenzio s'intromette tra loro.

“Che cosa hai fatto?” domanda poi la ragazza, incolore. Non sa nemmeno lei cosa provare, cosa fare: vorrebbe ferirlo e salvarlo insieme.
“Vi avevamo trovato. Stavamo per attaccare, ma ho...” Ben tentenna. “Ormai il Primo Ordine non ha più un leader supremo né un generale né ufficiali. La Resistenza non dovrà preoccuparsi di un assalto immediato”.

“Cosa è cambiato?” lo incalza lei.

Io” sospira lui. “Ho capito che non sarò mai solo luce o solo oscurità. Sono luce e sono ombra, così come sono Ben e sono Kylo, senza che l’uno escluda l’altro”.
“Ti sei tolto la maschera infine”.
Annuisce e Rey, a quel punto, abbozza un sorriso e allunga la mano. Vuole toccarlo per quello che è, un uomo che finalmente ha accettato ogni parte di sè, ma lui si ritrae.
“Vieni da me. Unisciti alla Resistenza. Torna da tua madre” lo implora, ma sa anche lei che è tutto inutile e chiude gli occhi, non vuole vederlo mentre se ne va e si chiede perché, preché alla fine la abbandonino tutti.

“Non c’è spazio per me tra voi. Lo sai anche tu”.

Quando li riapre, Ben non c’è più.


Nove.

Si è morso a sangue le labbra, Ben, quando la Forza ha diviso lui e Rey, perché anche se la decisione di non unirsi alla Resistenza è sua, fa ugualmente male dire addio all'unica persona che l'ha veramente capito.
Rey è il suo tassello mancante, ma la mercante col sorriso si merita di meglio, non un assassino, un codardo, un mostro. La cosa terrificante, poi, è che
nel suo momento più buio è riuscita a vedere la luce della sua anima. Nessuno potrà mai eguagliarla, ma è meglio per lei non avere più a che fare con lui.

E adesso, ora che Ben è a nudo e senza scusanti, è arrivato il momento della verità. Delle responsabilità. Ed è difficile ignorare che sia colpa sua la morte di suo padre. Han Solo, suo papà, il leggendario pilota del Falcon, è morto per mano di Ben e di Kylo. Lui l’ha ucciso. Han è stato annientato dal suo unico figlio: non da una maschera o dal lato oscuro della Forza. Solo da lui. E finalmente, adesso che lo ammette, riesce a piangere la sua morte e fa ancora più male.
Le lacrime gli rigano il volto mentre, seduto nel suo fighter, si lascia alle spalle il cadavere di Hux e la flotta del Primo Ordine e anche Rey, e ha il volto ancora bagnato quando un bagliore azzurro attira il suo sguardo.
Ben quasi spera che sia la spia del motore, meriterebbe di esplodere nel vuoto dello spazio, ma la sorte la pensa diversamente.

“Sai, ragazzino, piangere sul latte versato non è mai utile” lo illumina il fantasma che ha appena preso forma al suo fianco. “Oltretutto, se credi che
risolverà i tuoi problemi scappare o lasciarti morire su un pianeta dimenticato da tutti, ti assicuro che sbagli”. Il giovane che si è materializzato nell’abitacolo della sua nave, accanto a lui, incrocia le braccia. Ha i capelli lunghi, una cicatrice troppo simile alla sua e gli stessi occhi di Luke.

“Vader...”

“Anakin” lo corregge l’apparizione con uno sguardo indecifrabile e la cosa lo irrita. L’ha invocato per così tanto tempo e arriva solo ora?
“Per anni hai risposto anche al nome di Vader” puntualizza Ben.
“Così come tu a quello di Kylo” ribatte il prescelto, mentre l'irritazione del giovane Solo continua a crescere. Come si permette di parlargli così?
Il fantasma alza gli occhi al cielo. “Senti. Chiamami pure come meglio credi, ma non sarà il modo in cui ti rivolgi a me a cambiare la tua situazione” lo rimbecca.
“Perché sei qui?”

“Per aiutarti”.

Il fantasma si appoggia alle pareti della navicella, come se fosse fisicamente davvero lì. “Voglio aiutarti anche se hai ucciso mio figlio”.

“Luke se lo meritava”.

Lo sguardo di Anakin lo gela sul posto, gli fa abbassare lo sguardo e girare la testa. Suo nonno non ribatte nemmeno all'affermazione, così cala il silenzio e passano i minuti, e il fantasma non vuole andarsene. Rimane lì, a fissarlo.
“L’ho sempre odiato perché ha saputo vedere la luce in te, ma non in me” sussurra all'improvviso Ben. “Mi stava per uccidere, non lo sai?”
Il fantasma, quando il giovane Solo rialza gli occhi, lo sta ancora fissando con un cipiglio serio. Non c’è più la noia e nemmeno la velata seccatura di poco prima.
“Luke non ti avrebbe ucciso. Non quella notte né mai. Non sai quanto si è tormentato per quello che ti ha fatto”.
A questo punto Ben vorrebbe solo piangere, ma ha finito le lacrime e si limita a chiudere gli occhi e respirare, perché la consapevolezza lo immobillizza: non ha ucciso solo suo padre, ma anche suo zio. Luke, prima di essere un jedi, era innazitutto suo zio.

“Non credo tu possa aiutarmi. Non merito aiuto”.

Anakin scuote la testa e ride. Forse per il nervoso, forse perché trova davvero divertente la situazione, Ben non riesce a capirlo.
“Hanno proprio mandato la persona sbagliata. Non sono mai stato bravo ad aiutare la gente a parole, mia moglie, lei sì. Lei avrebbe saputo convincerti, ma visto che ci sono io qui con te e tu non vuoi veramente ascoltarmi, mi limiterò a dirti quello che la Forza sta cercando di comunicarti, ma che tu ti ostini a ignorare. Vai a casa, Ben Solo”.

“Come puoi non capire? Non ho più una casa!”

“Oh, ma tu ce l’hai, ragazzino. Con tutta la fatica che ho fatto per metterti in contatto lei, non puoi dirmi di non avere una casa”. Il fantasma sospira. “E per la cronaca, migliora le tue doti seduttive, dire alla persona che ami 'sei niente, ma non per me' non è una dichiarazione d’amore. Non è nemmeno lontanamente romantico, fidati”.
E con questo Anakin Skywalker svanisce come fumo davanti a lui.





Per questo capitolo devo ringraziare i prompt che mi ha passato Shaara_2 (GRAZIE!). Sono stati i suoi prompt a sbloccarmi e chiedo scusa a tutti i lettori per l'enorme ritardo di questo capitolo. Purtroppo avevo perso l'ispirazione per questa raccolta. Adesso, grazie a Shaara, è tornata.
 Ci vediamo al prossimo capitolo (che sarà anche l'ultimo).

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