You make me fall in love

di lilydreaming
(/viewuser.php?uid=61215)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ready to rise ***
Capitolo 2: *** "Notorious" ***
Capitolo 3: *** "If this is love" ***
Capitolo 4: *** "Karma" ***
Capitolo 5: *** "white lies" ***
Capitolo 6: *** "Vulnerable" ***
Capitolo 7: *** "All fired up" ***
Capitolo 8: *** "Faster" ***
Capitolo 9: *** "Issues" ***
Capitolo 10: *** "Here standing" ***



Capitolo 1
*** Ready to rise ***


 

 

1°Capitolo

 

 "Ready To Rise"  

 

Patricia camminò spedita nel corridoio della scuola dopo mesi di assenza. Sentì' gli occhi degli altri puntati su di se, i pettegolezzi su di se non erano finiti, ma non le importava. Che parlassero quanto volevano.

"Scattate una foto, così mi vedrete quando volete" Urlò all'ennesimo gruppo di ragazzi che la osservavano. Era ritornata in quella scuola solo da cinque minuti, e già aveva voglia di filarsela. Aprì il suo armadietto per riporre le sue cose. Dentro quel piccolo spazio la neo mamma ci infilò un paio di foto di Lucas. Una in cui dormiva appoggiato su un fianco, con la faccia schiacciata, e un'altra in cui sorrideva all'obiettivo con il suo adorabile ciuffo spettinato. Patricia sorrise mentre guardava le foto di quell'adorabile biondino.

"Tutto bene?" Le chiese Nina avvicinandosi.

"Sì." Sbuffò la rossa. Tornando a essere la ragazza scorbutica che tutti erano abituati a vedere, il suo lato tenero lo mostrava solo esclusivamente a una persona. "Andrebbe meglio se quegli stupidi la smettessero di fissarmi! Diamine non hanno mai visto una ragazza madre? Non sono mica l'unica ad avere avuto un bambino da giovane. "

"A proposito come sta Lucas?"

"Lo hai visto questa mattina, meno di un'ora fa." La ragazza era rimasta a vivere dai Miller-Martin, nonostante avesse riallacciato i rapporti con la sua famiglia.

"Lo so! Ma è così carino!"

Patricia aveva scelto di tenere con sé il bambino, dopo che Eddie aveva avuto una specie di colpo di fulmine con lui, l'aveva implorata di non darlo in adozione, e ora un paffuto dal ciuffo biondo riempiva le sue giornate da sei mesi.

"È ancora carino quando si sveglia nel pieno della notte ridendo e borbottando chissà cosa?"

"Qualcosa deve pur aver preso da te Yacker! "Disse Eddie passando velocemente da li.

Ironia della sorte Lucas era la copia esatta di Eddie. Patricia sbuffava spesso, dicendo che l'unica ragione per cui aveva accettato, era perché praticamente un suo clone. Per un egocentrico narcisista era un grosso punto all'autostima. Ovviamente diceva questo scherzando.

"Ricordati che oggi tocca a te badare a Lucas!"Gli urlò la rossa nel corridoio. I due avevano progettato dei turni per potersi occupare del loro bambino, in modo tale che entrambi potessero beneficiare della loro vita da adolescente. Per quanto fosse loro possibile.

Il ragazzo rispose alzando un pugno in aria.

"Quindi sei libera oggi?"Le domandò Nina.

"Sì, per un paio d'ore, almeno che tu non voglia un delizioso biondino sbavante tra i piedi."

Nina rise. "Attenta che potrei anche dire di sì, adoro Lucas."

"Giù le mani dal mio uomo, tu sei già impegnata." Affermò la rossa fingendosi arrabbiata.

" Tutto tuo!Senti che ne dici se."

"Hey" salutò Fabian, per poi dare un veloce bacio a Nina.

"Eww pubbliche manifestazioni d'affetto davanti ai miei occhi! Prendetevi una camera." Li prese in giro la neomamma, per poi andarsene.

"Vedo che Patricia è tornata. "Proferì il bruno.

"Già"

Eddie aprì il suo armadietto, e ci possò dentro un paio di libri. Quanta voglia aveva di svignarsela. Forse poteva saltare un paio di lezioni, e andare a trovare Lucas durante la pausa pranzo.

"Aww adorabile, hai una foto della progenie del male nel tuo armadietto. "Lo prese in giro l'amico Jerome, spuntandogli dietro le spalle.

"È anche figlio mio Jerome, sai il 50% dei suoi geni sono miei."

"Io mi preoccuperei del restante 50%."

Eddie rise."Yacker è a posto, e poi è una buona madre.

A suo modo." Aggiunse pensandoci su.

"Oggi hai da fare?" Gli chiese l'altro ragazzo.

"Sì, devo occuparmi come dici tu della progenie del male."

Sul volto di Jerome comparve un'espressione delusa. "Oh"

"Perché non fai qualcosa con Alfie?"

"È occupato con Willow, da quando sta insieme con lei, passiamo sempre meno tempo insieme. " Dopo anni di sofferta friend zone con Amber, era felice che il suo amico avesse una ragazza veramente giusta per lui, ma gli mancavano i pomeriggi passati insieme a giocare ai videogiochi, progettare scherzi,ecc

"Sei geloso o cosa?" Gli domandò Eddie sogghignando.

"A-ah"

"Forse hai bisogno di trovarti una ragazza" Sostenne Eddie battendo la mano sulla spalla di Jerome.

Joy passò a setaccio la bacheca della scuola, cercava un'attività extracurricolare da poter svolgere. Uno perché aveva bisogno di crediti extra per il college, e due aveva bisogno di essere occupata. Da quando Fabian aveva una ragazza, passava tutto il tempo con lei. Joy era felice per il suo migliore amico, ma si sentiva lo stesso trascurata.

I suoi fine settimana consistevano in netflix e popcorn, beh non era tanto diversa la situazione, Fabian era uguale, ma almeno aveva qualcuno con cui commentare i film e le serie tv che guardavano. Diavolo quanto aveva bisogno di socializzare, un'amica sarebbe stata l'ideale, o magari un gatto, tanto con l'andazzo che stava prendendo, sarebbe diventata una di quelle zitelle con quaranta gatti. Sospirò rassegnata, non aveva ancora trovato nessuna attività extra, quando un volantino attirò la sua attenzione: il website della scuola. "Potrei provarci" Mormorò a se stessa.

Una nuova ragazza si aggirava tra i corridoi della scuola, in cerca dell'aula in cui si svolgeva la sua prima lezione.

"Hey, scusami sai, dove è l'aula di chimica?" Chiese a vari passanti, ma inutilmente. "Wow grazie, non tutti insieme per favore." Si voltò, avrebbe trovato l'aula da sola, in qualche modo, ma per caso o per destino si scontrò con qualcuno.

"Tutto bene?"Disse una voce di un ragazzo. Era piuttosto carino, a detta della nuova studentessa, forse è stato davvero un colpo di fortuna incontrarlo.

"Scusami non ti avevo visto! Sono così sbadata! " Si scusò la ragazza.

"Tranquilla, sei nuova? Non ti ho mai visto a scuola."Le chiese il ragazzo, guardandola come avesse tre teste, forse in questa scuola era raro avere studenti nuovi.

"Beccata! Sono KT." Disse presentandosi.

"Sono Eddie. "

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** "Notorious" ***


2°Capitolo

"Notorious"

 

La campanella della pausa pranzo suonò, e centinaia di studenti uscirono dalle loro aule per poter finalmente mangiare, chiacchierare e confidarsi con i propri amici. KT era nuova in città, non aveva ancora nessun amico. Si guardò intorno, qui tutti erano già occupati con uno o più amici, si sentiva un pesce fuori d'acqua. Sospirò, avrebbe mangiato il suo pranzo seduto da sola in un angolo. A un tratto spuntò quel ragazzo, Eddie, era così che si chiamava? Forse aveva trovato la sua compagnia.

Sembrava andasse di fretta, aveva il passo veloce, come se volesse sgattaiolare da quell'edificio. Voleva forse saltare le lezioni?

"Eddie!" Lo chiamò la nuova arrivata.

Il ragazzo si fermò di colpo, e si voltò lentamente, quasi fosse stato colto in flagrante nel tentativo di commettere un reato. "Porc!" Borbottò tra se e se. "Oh sei tu, KT giusto?"

La riccia annuì.

Si grattò la testa nervoso. "Mi hai fatto prendere un colpo!" Rise nervosamente.

"Scusami, non volevo."

"Tranquilla, ma la prossima volta io lavorerei sulla discrezione se fossi in te."

KT ridacchiò, Eddie era carino, e anche spiritoso. "Stavi marinando la scuola?"

Il ragazzo sbuffò, come se avesse sentito un'assurdità. "Che cosa? Io saltare le lezioni? Quando mai! Ok, è così evidente?"

"Beh eri pronto a sgattaiolare fuori di qui come un galeotto al suo rilascio."

"Ah mi hai preso!"

"Dove andavi così di fretta? Se posso saperlo ovviamente."KT non voleva dare l'impressione di essere un'impicciona ficcanaso, ma il comportamento di Eddie la incuriosiva.

"Stavo andando a trovare una persona. "

"Oh"

Eddie fece cenno con la testa rivolto, verso la porta. "Ti va di venire?"

Joy entrò nell'aula in cui si sarebbe svolto il primo incontro della redazione del giornalino della scuola. Mise piede di soppiatto, come se si sentisse un ospite indesiderato, non all'altezza del compito. Forse doveva scegliere qualcosa di semplice e meno impegnativo.

"Ciao" Una voce la bloccò. Era una ragazza dai lunghi capelli neri e la pelle scura.

"Ciao."Rispose.

"Sei qui per entrare a far parte della redazione?"Le domandò la ragazza.

"Ehm sì, sono Joy, Joy Mercer"

"Piacere Joy, Io sono Mara Jaffray capo redattrice e fondatrice del giornale. "

Le due si strinsero la mano. "Probabilmente ci siamo già viste, abbiamo qualche lezione insieme?"

"Probabile, senti in cosa consiste questo progetto?"

"Sono felice che tu me lo abbia chiesto. Beh innanzitutto non voglio che sia uno di quei giornalino scolastico incentrato sul gossip, non mi interessa sapere chi esce con chi, o chi si fa cosa." Roteò gli occhi dicendo l'ultima frase, in effetti, non aveva tutti i torti, erano tutti interessati ai pettegolezzi, e lei non faceva eccezione.

"Beh per quello bastano avanzano il social media." Disse scherzando Joy per allentare la tensione.

Mara condivise la risata"Esatto! Vedo che hai centrato il punto!"

"Avevi già in mente qualcosa?"

"Ho già qualche idea in mente, ma è ancora tutto frammentato. Voglio però raccontare i fatti, storie avvincenti, e soprattutto vere, dei successi della scuola, e anche perché no dei suoi insuccessi."

"Capisco, sembra avvincente. "

"Ti ringrazio, sei hai qualche buona idea non farti scrupoli a dirmelo. Sono aperta a nuove idee."

"Volentieri. "Disse sorridendo Joy.

"Prima però devo farti una specie di provino".

"Un provino?"

Mara sembrò dispiacersi dalle sue parole, quasi si sentisse in colpa."Ti dispiace? È per assicurarmi che tu sia in grado di scrivere, non voglio ciarlatani nel mio giornalino."

"Oh no,capisco perfettamente. "

"Bene, allora ti va di scrivere un pezzo di prova? Così da testare le tue capacità di scrittura?"

"Certo, quando vuoi."

"Bene, allora voglio un pezzo per lunedì prossimo."

KT si maledisse, era il suo primo giorno, e già aveva trasgredito alle regole. Perché accidenti aveva seguito Eddie? E tutto per un po' di pubbliche relazioni, non era meglio essere associale? Meno rischi e problemi. Questo pensò lungo il breve tragitto tra scuola, e un piccolo edificio al suo fianco. Erano pressa poco a pochi metri di distanza, ma l'ansia e la paura di KT li avevano trasformati in kilometri.

Con Eddie entrò nell'edificio. Il ragazzo parlò a quella che sembrò una receptionist.

La giovane sentì di sfuggita un nome, Lucas Miller, non stavo origliando, le è solo capito di sentire quello che dicevano, beh in parte. Passarono un paio di minuti in attesa, minuti nei quali KT passò a guardare il soffitto o il pavimento in alternanza.

"Stai bene?" Le chiese Eddie soffocando una risata. Oh bene la trovava ridicola.

"Sì, perché?"

"Beh perché sei tutta Impaurita, tranquilla non ti faranno niente, è solo un.." Il biondo smise di parlare, un neonato era entrato nel suo campo visivo.

Il bambino era adorabile, con le guance paffute, ciuffi di capelli biondi, e vispi occhi verdi. KT notò subito la somiglianza con Eddie, era un suo fratellino magari, anche se la differenza di età era enorme, ma quello che disse poi il ragazzo la sconvolse non poco.

"Vieni da papà! " Disse Eddie, allungando le braccia verso il bambino.

"Papà?"Domandò incredula la ragazza.

"Sì, esatto, è mio figlio."

La ragazza sgranò gli occhi, questa era l'unica cosa che si aspettava. "Oh wow, complimenti è davvero carino."

"Beh ha preso da me." Disse Eddie facendole l'occhiolino.

KT ridacchiò."Non credo che la madre sia tanto d'accordo.

Eddie alzò le spalle. "Sì, ma non può ammettere che non sia vero."

"Eddie!" Una ragazza urlò, per poi avvicinarsi. Aveva i capelli rossi, tinti ovviamente, lunghi fino alle spalle, ondulati sulle punte, con una piccola treccia laterale fermata da un fermaglio. Gli occhi gelidi grigi con uno spruzzo di blu. La sua pelle era bianca, sembrava quasi porcellana talmente era liscia e vellutata. Era davvero bellissima, un vero schianto.

"Yacker, che ci fai qui?"Le chiese sorpreso Eddie, sembravano in confidenza.

"Che cosa vuoi che ci faccia razza di stupido?" Ribatté, prendendo, anzi strappandogli dalle braccia il bambino. Lo mise su un fianco, naturalmente, come se lo avesse già fatto chissà quante volte. Lucas era a suo agio tra le sue braccia, quando la vide sorrise, era forse la madre? In effetti, c'era una lieve somiglianza tra i due, nonostante il bambino somigliasse per lo più a Eddie.

"Volevo vederlo." Si giustificò il ragazzo.

"Con questa?"Disse la rossa guardando KT dall'alto in basso. Wow era bella quanto velenosa.

"Sono, KT." Cercò di presentarsi la riccia. Non sapeva perché, ma quella ragazza le incuteva paura.

"Non te l'ho chiesto." Sì, era il diavolo travestito da angelo.

Eddie non sembrò spaventato affatto da lei, anzi sembrava piuttosto in confidenza."Andiamo Patricia, cerca di essere più gentile."

"Sono gentile con chi mi pare!" Rispose la ragazza, sparendo proprio com'era apparsa, portandosi con sé un divertito Lucas.

"Wow" fu l'unica cosa che riuscì a dire KT. "È davvero una.."

"Una grande stronza?"

"Non volevo dire questo. "

"Tranquilla, Patricia non è così cattiva come sembra." Affermò il ragazzo sicuro.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** "If this is love" ***


 

 

 

 

 

 

 

 

3°Capitolo

"If this is love"

 

 

 

Patricia si lamentò quello stesso giorno con Nina, di quello che aveva osato fare Eddie. Era forse impazzito? Portare con sé una sconosciuta a vedere Lucas? Certo Lucas non aveva bisogno di attenzione o cure particolari, era un bambino in salute, forte, piuttosto socievole, sorrideva a tutti, un po' a troppi secondo Patricia, la quale pensava che tutti quei sorrisini sdentati gli servivano come pratica per quando sarebbe cresciuto, così sarebbe stato avvantaggiato nel dover flirtare con le ragazze o ragazzi che siano, avrebbe amato il suo bambino a prescindere. Ad ogni modo vedere una ragazza sconosciuta che non era lei o qualcun'altra che conosceva così vicina, l'aveva resa in qualche modo gelosa. Di chi? Non lo sapeva, o meglio non era ancora in grado di dare la risposta giusta.

"Ti rendi conto di cosa ha fatto quello stupido di tuo fratello? È impazzito o cosa? Portare una sconosciuta a vedere Lucas!"

Le due ragazze stavano comodamente sedute a un tavolino di una tavola calda.

"Scusami Trixie, ma non ci vedo nulla di male. " Rispose la bionda, sorseggiando il suo latte macchiato.

"Da che parte stai Nina?"

"Dico solo che ti stai preoccupando per nulla."

"Oh scusami se mi preoccupo per mio figlio".

"Sai che cosa penso? "

La rossa roteò gli occhi, odiava quando le facevano delle domande retoriche."Non sono un'indovina Nina, quindi dimmelo senza troppi giri di parole."

"Che tu sei gelosa." Le rispose divertita la bionda.

"Io gelosa? Di Eddie? Non dire assurdità! Non stiamo mica insieme io e lui." Ribatté Patricia a raffica ridendo nervosamente.

L'altra ragazza fece un sorriso. Aveva per caso toccato il tasto giusto? Chi lo sa."Non ho mai fatto il nome di Eddie."

"Non usare la psicologia con me, perché non funziona. "

"Hai mai preso in considerazione la cosa?"

"Di studiare psicologia? E dover subire le lamentele di sconosciuti per tutta la vita? No, grazie. "

Nina rise."No, dico una relazione con Eddie. "

"Romantica? "

La bionda annuì

"No, e poi sarebbe assurdo, io e Eddie non abbiamo nessun rapporto, beh al di fuori di Lucas ovviamente." Lei e Eddie insieme, no, era insensato. Giusto? Allora perché si sentiva cosi strana?

"Potreste provarci però. "

"No, finiremo per azzannarci a vicenda di continuo, anche se devo ammettere che il sesso è buono, dannatamente buono. "Dichiarò mentre ingoiò un pezzo di muffin."

"Ti prego non voglio dettagli sulla vita sessuale di mio fratello." Disse disgustata Nina.

Patricia roteò gli occhi, "Quando la smetterai di agire come una verginella?"

"Forse è perché lo sono?" Le ricordò Nina. Lei è Fabian stavano insieme ufficialmente da circa un annetto, ma non avevano mai intrapreso l'argomento sesso.

"Vi siete almeno spinti oltre al bacio? Dio! Mi sembra di parlare con una dodicenne."

Jerome e Alfie erano in camera del biondo a giocare con l'xbox.Patatine e snack vari erano sul pavimento. Alfie si scambiava sms con Willow, perdendo spesso la concentrazione, e così la partita.

"Accidenti! Hai di nuovo vinto tu! Com'è possibile? Voglio la rivincita. " Si lamentò il ragazzo.

"Beh se ti fossi concentrato sul gioco, invece di mandare gli sms alla tua ragazza come una qualunque ragazzina, forse avresti potuto vincere, e dico forse. "

"tutta invidia la tua. " Brontolò Alfie. Avrebbe perso lo stesso, Jerome lo batteva spesso in quel gioco.

Jerome gli diede un lieve pugno sulla spalla."Ti piacerebbe"

"Dovresti provare con lo yoga."

"Lo yoga? Mi stai diventando un hippie anche tu Alfie?"

"Dai piantala di scherzare! Willow dice che rilassa molto, e ti rende molto elastico."

"Elastico eh? Hai provato qualche posizione particolare?"Domandò malizioso il biondo.

"Sai non si può parlare di nulla con te." Dichiarò Alfie. Il suo amico andava spesso a parare su quell'argomento, ma dopotutto non lo facevano un po' tutti?

"Sto messo male?"

"Beh, io me la passo meglio."

"Questo risponde in modo definitivo alla mia domanda. "

Notte, come di consueto la neo mamma scese in cucina per pepare il biberon notturno al suo bambino. Accese una piccola luce, per non infastidire gli altri che dormivano. Aprì la credenza, e pian piano iniziò a preparare latte per Lucas. Improvvisamente qualcosa o meglio nell'oscurità si mosse, alla rossa prese un colpo, e involontariamente fece cadere il barattolo di latte in polvere, rovesciandone il contenuto sul pavimento. La ragazza s'inginocchiò per pulire l'inevitabile disastro, qualcuno però s'inginocchiò con lei.

"Mi dispiace, non volevo spaventarti. "

"Guarda cosa mi hai fatto fare Weasel! "

"Non è mica colpa mia se combini disastri Yacker. " La prese in giro il ragazzo.

"Senti se sei venuto a infastidirmi, ti avverto che non è giornata."

"In realtà sono venuto per bere." Disse Eddie mentre aprì il frigorifero per prendere un bicchiere d'acqua.

"Mi stai ignorando?"Gli domandò Patricia, sembrava alquanto infastidita dalla cosa.

"È un po' difficile ignorarti." Dichiarò con un sorriso.

"Vorrei potere dire la stessa cosa."

"Dai! Ti ho appena detto una cosa carina, potresti anche fare lo sforzo di ricambiare."

La giovane madre prese un lungo respiro. "Bene, ok. Tutto sommato sei un buon papà."

"Grazie. Hey! Perché tutto sommato?"

"E me lo chiedi?"

Eddie spalancò gli occhi, riuscire a capire Patricia era un'impresa."È per KT?"

"Ah è così che si chiama quella?" Disse la rossa, fingendo di non ricordare il suo nome.

"Yacker è nuova, e non conosce ancora nessuno, evita di bullizzarla."

"Senti puoi anche scopartela, non m'interessa, ma tienilo lontana da Lucas, ok?"

"Perché?è una tipa apposto."

"Te l'ho già detto, non m'interessa!" Affermò Patricia, per poi andarsene, lasciando Eddie perplesso.

Il ragazzo però decise di seguirla, aveva bisogno di una spiegazione. Entrò nella camera di Lucas. Sua madre e il suo patrigno avevano modificato la camera degli ospiti, trasformandola in una perfetta camera per un neonato. Le pareti erano dipinte di un tenue color verde, ricoperta da una carta da parati raffigurante dei teneri orsetti di peluche. Una cassettiera era sistemata vicino a un muro, proprio di fronte la porta, una sedia posta in un angolo, una culla, e infine vari giocattoli sparsi per la stanza. Patricia teneva tra le braccia Lucas piangente e affamato. La ragazza cercò di calmarlo prima di dargli il suo biberon, e il bambino pian piano si calmò, succhiando il suo tanto voluto latte.

"Yacker dobbiamo parlare."

"Parlare? E di cosa?Abbiamo già parlato al piano di sotto."

"No, tu hai parlato, tu non mi hai nemmeno fatto aprire bocca."

"Vuoi litigare?Ok litighiamo!" Gridò la ragazza spaventando cosi il piccolo. Lo cullo velocemente, e si calmò.

"Non voglio litigare."Sussurrò il ragazzo per evitare che Lucas si spaventasse.

"Allora cosa vuoi? Ti ho già detto che quella non mi piace."

"Perché? Non la conosci nemmeno."

"Nemmeno tu se è per questo."

"Ok, forse non la conosco come conosco te, ma non è giusto trattarla male solo perché nuova. Vuole solo farsi degli amici."

Patricia sbuffò.

"Dai, tutti gli altri ti adorano, fai in modo che anche KT lo faccia." Sostenne Eddie dandole poi un dolce, e inaspettato bacio sulla fronte.  

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** "Karma" ***


 

                                                                                      4°Capitolo

"Karma"

 

Joy attese a lungo in quella aula, prima di scoprire se l'articolo che aveva iscritto era idoneo. Guardò Mara fare avanti e indietro con mano il suo articolo, leggendolo attentamente. Joy era nervosa, e se quello che aveva scritto non andava bene? Forse doveva scegliere un argomento meno scontato, curare di più il lessico, fare più ricerche possibili, mille pensieri si produssero nella sua testa. Fin a quando Mara smise di leggere.

"Allora? Com'è?"Le chiese Joy ansiosa.

La bruna ci pensò su, rilesse brevemente il titolo, sospirò come se qualcosa la disturbasse. "Non è male, con alcune modifiche potrebbe anche andare."

"Quindi, sono dentro?"Domandò ansiosa la ragazza dai tratti orientali.

Mara le sorrise, per poi le porse la mano."Benvenuta a bordo."

"Grazie mille! Ti prometto che farò del mio meglio!

"Ne sono certa, mi è piaciuto il tuo punto di vista nell'articolo."

"Davvero? Sai ero un po' indecisa su cosa scrivere, non volevo essere banale."

"Tranquilla, certo è un articolo semplice ma credo possa interessare ai lettori."

"Ti ringrazio, ora devo andare, ti andrebbe di pranzare insieme?"

"Certo, sistemo alcune cose qui, e poi ti raggiungo." Disse la bruna facendo segno a un paio di scartoffie dietro di lei.

"Bene, allora ti aspetto nella caffetteria. "

"A dopo allora. "

Mara diede nuovamente un'occhiata all'articolo scritto dalla Mora. In grassetto vi era scritto: Mick Campbell si trasferisce, e la squadra di calcio colleziona sconfitte. L'articolo procedeva dicendo che con l'assenza del suo campione, la squadra della scuola sembrava avesse perso la capacità offensiva, che da anni si era concentrata troppo sul singolo giocatore, e non sulla squadra, ecc.

Mick. Mara non ebbe più contatti con lui da quando si era trasferito. Il padre aveva ottenuto un nuovo lavoro in una città poco lontana da li, si trattava di una proficua promozione, un enorme vantaggio per la carriera, per non parlare del lato economico.

"Hey KT!"Urlò Eddie quando vide la ragazza per i corridoi.

"Ciao Eddie!"

"Senti devo chiederti scusa a nome di Patricia, scusala è un po' apprensiva quando si tratta si Lucas." Nonostante avesse già provveduto a parlare con la rossa, Eddie sapeva che le scuse da parte della ragazza sarebbero arrivate in ritardo, oppure non sarebbero mai arrivate.

KT gli fece un cenno con le mani, facendogli capire che non se l'era affatto presa."Ma no figurati, sarei anche io preoccupata se una sconosciuta si avvicinasse al mio ragazzo, e mio figlio ovviamente."

Eddie ridacchiò. "Credo che ci sia un equivoco."

"Cioè?"

"Patricia ed io non stiamo insieme."

"Ah no?"

"Assolutamente, non è la mia ragazza, è solo la madre di mio figlio."Dichiarò il ragazzo alzando le spalle.

"Sembravate così vicini, e poi avete un figlio insieme, davo per scontato che".

"Che avessimo anche una relazione romantica?"

La riccia annuì.

"Beh è una storia lunga e complicata, ma io Patricia abbiamo un rapporto esclusivamente per via di Lucas, e poiché viviamo sullo stesso tetto, siamo entrati in confidenza." Già un semplice basato su loro bambino. Le occhiate, le preoccupazioni reciproche, e il sesso occasionale non erano da considerarsi una relazione.

"Vivete insieme?"

"Sì, con i miei ovviamente. La sua famiglia non ha preso bene la notizia della gravidanza, e così da allora è ospite in casa mia, beh non così tanto ospite, visto che spesso è volentieri monopolizza le stanze."

"Deve essere stato difficile per lei."

"Già, ha recuperato solo di recente i rapporti con la sua famiglia, ed io inizialmente non le sono stato vicino."Eddie abbassò la testa, si sentiva ancora in colpa per i nove di mesi d'inferno che aveva fatto passare a Trixie, per questo stava cercando di rimediare al suo errore stando il più possibile vicino al frutto della loro unione.

"Capisco, però stai cercando di recuperare ora."

"Già."

Caffetteria

Nina e Fabian stava gironzolando per la mensa in cerca di un posto, quando videro dei posti accanto a Patricia.

"Sediamoci qui Fabian"

"Con Patricia?" La ragazza sembrava che volesse stare sola. Per la rossa valeva il detto: non infastidire il cane che dorme.

"Nina dì al tuo ragazzo che non mordo. "

"Non ho mai detto questo, l'importante è che io stia vicino a Nina."

"Agh vi prego! Se vi mettete a pomiciare davanti a me, giuro che non rispondo delle mie azioni."

Nina spostò ogni bottiglia d'acqua oppure liquido da vicino a Patricia. Fabian la guardò confuso. "Fidati, è meglio tenerli lontano da Trixie.

"Ok"

"Ciao, sapete il pranzo della mensa scolastica sta peggiorando nell'ultimo periodo. "Dichiarò Mara sedendosi al tavolo, con al suo seguito Joy.

"Ho sentito che Trudy, la signora della caffetteria è in ferie"

Pian piano il tavolo cominciò a riempirsi.

"Uuh ecco perché non ho trovato quei deliziosi tramezzini oggi."

"Allora spiegami perché hai il vassoio pieno di tramezzini Alfie"

"Devo pur mangiare Jerome. "

"Uuh Alfie sei qui" Disse Willow sedendosi.

" Tavolo grande oggi? KT vieni, c'è posto anche per te."Disse Eddie, invitando la riccia ad unirsi al gruppo.

Patricia sbuffò."Davvero? Volevo mangiare da sola."

"Non temere il muso Yacker, mangia e fai la brava."La prese in giro Eddie.

Patricia rispose con un falso sorriso.

"Yacker. "Eddie le fece un cenno con la testa.

"Che c'è?" Domandò Patricia con un boccone ancora in bocca.

"Lo sai"

La rossa sospirò. "E va bene! Mi dispiace se sono stata scortese con te, qualunque sia il tuo nome."

Tutti i presenti, escluso Eddie, rimasero sbigottiti, Patricia non si scusava mai, erano gli altri che si scusavano, anche se quella in torto era la ragazza stessa.

"Sono diventato sordo, oppure goth pixie ha detto che le dispiace?"

"Oh stai zitto Jerome!" Rispose la rossa facendo ridere tutto il gruppo.

"Sono KT, e comunque accetto le tue scuse." Che strani ragazzi aveva incontrato, ma nonostante tutto le piacevano.

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** "white lies" ***


 

5°Capitolo

"White lies"

 

 

Quel pomeriggio Nina fece tutto come al suo solito, svolse come d'abitudine i compiti, passeggiò allegramente in centro con le sue amiche, Assistete all'ennesimo litigio di Patricia e Eddie. Quei due erano incredibili, nonostante avessero un bambino, si comportavano proprio come se i bambini fossero loro. Eddie provocava la rossa, sembrava lo facesse a posta, lo divertiva vedere infuriare la madre di suo figlio. Nina si chiedeva quando i due avrebbero finalmente ammesso di provare sentimenti reciproci al di fuori dell'amicizia e dell'obbligo, i due si volevano, erano solo troppo testardi per ammetterlo a se stessi.

La sera la bionda si fece una doccia, dopo aver video chattato con Fabian, per i due era un appuntamento fisso, poiché abitavano in due lati opposti della città, per questo cercavano di trascorrere più tempo possibile a scuola. Nina scese al piano di sotto, aveva i capelli ancora bagnati avvolti in un asciugamano di cotone. Suo padre stava parlando con qualcuno, non riconobbe con chi stava parlando, ma sembrava alquanto infastidito dall'inatteso ospite, che si rivelò essere una donna.

"Ti prego Mike, fammela vedere." Chiese disperata la donna. Nina non riuscì a vedere chi fosse, ma la sua voce le sembrò familiare.

Ti ho detto di andartene!"Gridò suo padre. Sembrava alquanto turbato dalla presenza della donna.

"Voglio vederla, ti prego! Sono pulita, sono anni che non mi faccio più!".

"È quello che dici sempre, ma alla fine ci ricaschi sempre Cat."

"Mamma?" Domandò incredula Nina. No, era impossibile, sua madre era venuta a mancare quando lei era piccola. Non poteva essere lei.

"Nina tesoro vai al piano di sopra." Gli ordinò suo padre.

"Papà che cosa sta succedendo?"

"Ti spiegherò tutto domani, promesso"

La misteriosa donna volse lo sguardo la ragazza."Nina tesoro, sono io la mamma, ti ricordi di me?"

La ragazza guardò la donna. Era davvero sua madre? Non sapeva più cosa pensare, o dire, o fare, così scappò via, rifugiandosi in camera sua.

Scuola, ore 8:00

"Joy sai ho pensato alla tua idea."Affermò Mara, infilando dei quaderni nel suo zaino. Aveva da poco riveduto i suoi appunti di storia.

"Quella della rubrica d'aiuto per chi ha dei problemi a scuola?"

"Esatto, proprio quella."

"Devo preoccuparmi? "Domandò Joy in ansia.

"Niente affatto, anzi pensavo di affidartela a te, dopotutto è stata una tua idea."

"A me? Non sono in grado di dare dei consigli, e se suggerissi i il consiglio sbagliato? Diventerei lo zimbello si tutta la scuola. " Sostenne Joy in preda ad una crisi di panico.

"Sono sicura che ne saresti in grado, e poi se è il tuo nome che ti preoccupa, allora puoi sempre usare uno pseudonimo per firmati, così i lettori saranno più propensi a confidarsi, se non conoscono il loro interlocutore.

"Tua madre? Ma tua madre non era?"

"Morta? Si, almeno è quello che ho sempre pensato, beh che mio padre mi ha fatto credere in tutti questi anni."

"Stai bene?"Le chiese Fabian impensierito. Nina era turbata, lo percepiva dalle sue parole, dai suoi gesti.

La ragazza mise le mani sul viso. "Non lo so, sono confusa, perché mi ha nascosto una cosa del genere?Perché fingere la parte del vedovo affranto?"

"Penso che ne dovresti parlare con tuo padre, se ha agito così, avrà avuto i suoi motivi. "Affermò Fabian.

"Tu sai sempre qual è la cosa giusta da dire per tirarmi su il morale."

Il ragazzo le prese la mano dolcemente. "Non sarei un bravo ragazzo, se ti lasciassi andare con quel l'espressione così angosciata che c'è sul tuo viso ogni volta che qualcosa ti preoccupa."

Nina sorrise. "Grazie, davvero. "

Jerome quel pomeriggio si era recato in centro per delle commissioni, la sorella minore l'aveva in pratica spinto fuori di casa, causa festicciola con le amiche più strette. Jerome sbuffò, avrebbe comunque lasciato la casa. Non gli andava di certo di sentire urla e schiamazzi di quattordicenni in preda all'isteria dovuta a un pop idol qualunque, ne andava della salute delle sue orecchie. Così si era recato in centro, ne aveva approfittato poiché aveva bisogno di un paio di cose. Non si aspettò di incontrare una persona.

"Jerome! Che coincidenza! Anche tu qui?" I due si trovavano nella vecchia libreria del paese.

"Hey Joy, beh sì, mia sorella mi ha in letteralmente cacciato da casa, e così ho colto l'occasione per prendere in prestito il libro che Mrs Andrews ci ha chiesto di leggere per queste settimane."

"Non sapevo avessi una sorella". Disse Joy

"Beh è un piccolo mostro, ha invitato le sue amiche, ora casa mia è un covo di quattordicenni." Affermò il ragazzo, lamentandosi della situazione.

Joy ridacchiò. "Ci sono passata anch'io per quel periodo."

"È stato bello incontrarti, ma ho preso appuntamento con la mia ragazza."

"La tua ragazza?" La ragazza iniziò a sentire un piccolo pizzico interiore.

"Beh non è proprio la mia ragazza, insomma ci stiamo frequentando da un paio di settimane, sai è Mara. Mi ha detto che lavorate insieme al giornalino della scuola. "Proferì il biondo.

La mora rimase alquanto stupita dalla notizia. "Wow Mara, non mi aveva detto che vi stavate frequentando, evidentemente le sarà sfuggito di mente."

"Spero che non ti stia facendo lavorare troppo, è una tale perfezionista."

"Tranquillo, sono abituata a lavorare sodo."

I due si congedarono, e in Joy iniziò a crescere quel piccolo sentimento chiamato gelosia. Mara aveva ottimi voti, in più frequentava un ragazzo carino, dove era lei quando nell'universo distribuivano le gioie? Probabilmente sotto le coperte a riempirsi di netflix

Nina quella sera decise di affrontare suo padre. Aveva bisogno di sapere la verità. Suo padre era appena tornato dal lavoro, era stanco, e quasi le dispiacque disturbarlo, ma aveva bisogno di risposte. Altrimenti altre mille domande avrebbero riempito la sua testa.

"Papà dobbiamo parlare. "

L'uomo la guardò, sapeva che non poteva più scappare, e soprattutto mentirle. "Si"

Nina sospirò prima di passare alla prima domanda. "Quella donna è realmente mia madre?"

Il padre annuì.

"Perché mi hai detto che era morta? Perché mi hai mentito per tutti questi anni?" Replicò a raffica la giovane.

"Ho dovuto farlo."Rispose l'uomo.

"Dovuto? Perché? Cosa mi nascondi?"

"Tua madre faceva uso di droghe quando tu eri molto piccola, tu hai rischiato grosso per colpa sua. Così presi in mano la situazione, e andai via portandoti via con me."Confessò il padre.

"Diane ne è a conoscenza di tutto questo? Sa che non eri vedovo?"

"Sì, l'ha sempre saputo, e capisce perché ho fatto quel che ho fatto."

"Capisco."

"Ascoltami tesoro, ho fatto tutto questo solo per proteggerti, non avevo intenzione di allontanarti da tua madre." Dichiarò Mike. Era davvero dispiaciuto per quello che aveva fatto.

"Lo hai fatto però, non ti do colpe, o meglio non sono arrabbiata con te. Fammi incontrare mia madre te ne prego. " Gli chiese Nina.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** "Vulnerable" ***


 

 

 

6°Capitolo

"Vulnerable"

 

 

Eddie era in soggiorno, seduto sul pavimento, osservando Lucas che giocava con una di quelle palle morbide con il sonaglino incorporato.

Agitava la palla, poi la morde come un forsennato, cercando forse di capire perché o come la palla suonasse. Fece gli stessi gesti un paio di volte, fino a quando qualcos altro attirò la sua attenzione. Sua madre era appena tornata a casa. Le sorrise, era felice, poiché agitò le sue paffute braccia quando la vide. Patricia posò la sua borsa sul divano, si sedette, e poi prese il bambino tra le sue braccia. A Lucas piaceva la sua mamma, aveva un buon profumo.

"Hai fatto il bravo biondino?" Lucas sorrise, non capiva cosa avesse detto la sua mamma, ma gli piaceva il suono della sua voce. Poi si rivolse al suo papà, anche il suo papà gli piaceva, giocava sempre con lui, e gli dava sempre nuove cose da mangiare, erano buone. Spesso metteva il dito sulla bocca, e poi lo sentiva dire mamma. Era divertente. Vide poi la sua mamma e il suo papà parlare, non capiva. dove era finita la sua palla che faceva quello strano rumore?

"Nina è qui?" Chiese Patricia.

"No, è con suo madre."

"Madre? Ma.."

"A quanto pare è tornata dall'oltretomba."Sostenne Eddie tenendo d'occhio il piccolo.

"Wow, tua madre come l'ha presa?"

"Mia madre? Perché doveva prenderla in un modo particolare?"

La rossa sospirò."Non saprei, ma se bussasse alla mia porta, la defunta moglie di mio marito sarei alquanto turbata."

"L'ha presa bene, dopotutto era a conoscenza della verità da molto tempo."

"Tu mentiresti?"Gli chiese la ragazza.

Eddie la guardò confuso. "eh?"

"Diresti mai a Lucas che sono morta, una menzogna così grande saresti in grado di dirla?"

Il ragazzo volse lo sguardo verso suo figlio prima di rispondere."No, non potrei mai fargli una cosa del genere, e non potrei mai farla a te. Non posso tenerti separata da Lucas per anni." Dichiarò Eddie dolcemente.

Patricia rimase davvero sbalordita dalle sue parole, tanto da non farle riuscire a dire nulla."Oh"

"Neanche tu lo faresti mai, vero?"

"Certo, per chi mi hai preso?"

I due stettero in silenzio per un po'. Una piacevole, ma comunque strana atmosfera si era creata tra i due, anzi fra i tre.

"Hai mai pensato di dare un fratellino o una sorellina a Lucas?" Disse il biondo rompendo così il silenzio.

"Da vuoi andare a parare Weasel?"

"Non dico subito, ma lo faresti?"Domandò Eddie.

La ragazza alzò le spalle. "Non so, forse, ma fra dieci anni."

"Dieci anni Yacker? Perché così tanto tempo?"

"Se sei così impaziente, vai alla banca del seme, potrai dare centinaia di fratellini e sorelline a Lucas." Sbottò Patricia.

Eddie scoppiò una fragorosa risata.

"Era da tanto che non facevamo serate tv."Disse Fabian. Lui e Joy avevano deciso di passare una serata insieme come ai vecchi tempi.

"Beh perché tu eri occupato a fare gli occhi dolci a Nina."Lo preso in giro Joy, facendo il verso del bacio.

"Hey! Io non faccio gli occhi dolci, beh la maggior parte del tempo."

"Dai, ti stavo prendendo in giro! Che cosa ci guardiamo stasera?"

"C'è questa nuova serie tv storica.."

Joy fece un lamento."Storica? Fabian davvero? Sai che non riesco a seguire le serie storiche. Guardiamo una serie romantica."

"Le avevamo abolite quel tipo di serie."Sostenne Fabian. In realtà non era vero, non volevo subirsi una serie in cui c'erano troppi tira e molla.

"Questo l'avevi deciso tu, su dai ho bisogno di un po' di romanticismo in questo periodo!"

"C'è qualcosa che non so?"

"No, cioè. .non lo so, ma ultimamente l'universo è contro di me."

"E perché sarebbe contro di te?" Fabian ben sapeva che Joy tendeva a essere una melodrammatica.

"Sai che ora Mara e Jerome escono insieme?"

Il ragazzo alzò le sopracciglia, segno che era sorpreso dalla notizia."Non lo sapevo. Da quando t'interessa Jerome? Ti piace?

La ragazza alzò le spalle. "Non so, ho trovato un piccolo senso di gelosia, quando ho saputo la notizia."

"Mi dispiace."Le sorrise dolcemente il bruno.

"Su dai, mettiamoci all'opera!"

"Bene, allora ti propongo questa serie, c'è quello che piace a te, romanticismo e dramma e ambientazioni e storia per me." Dichiarò Fabian, cercando di tirare su il morale dell'amica.

"Mi stai tentando,ok guardiamola."

I due iniziarono a guardarla, fino a quando Joy non scorse un personaggio carino.

"Uuh lui è carino! Se muore non rispondo delle mie azioni." Disse Joy, presa dalle vicende della serie.

Nina incontrò sua madre in un ristorante poco distante da casa. Era un ristorante piuttosto chic. Per l'occasione indossò un vestito color azzurro cielo, lungo fino a sotto il ginocchio, un cardigan bianco che copriva le spalle e un paio di tronchetti open toe ai piedi

"Sei splendida tesoro." Le disse sua madre quando la vide."

Nina sorrise imbarazzata. Era sua madre, questo lo sapeva, aveva però passato tutta la sua vita senza di lei, non conosceva nulla di lei.

"Conoscevi questo ristorante Nina?" Le chiese sua madre, facendole distogliere dai suoi pensieri.

"Ehm scusa, dicevi?"

"Ti ho chiesto se conoscevi questo ristorante." Ripeté la donna.

"Ah no, è la prima volta che ci vengo."

"Greg è un gran amico del proprietario, ha prenotato lui un tavolo per me. Dimenticavo, Greg è mio marito."

"Sei sposata quindi."Affermò Nina. Per qualche motivo si sentiva strana, perché non l'aveva mai cercata in tutti questi anni?

"Sì, da una decina di anni ormai, ho anche un'altra figlia."

"Ho una sorella?"Domandò sorpresa la giovane. Quante altre cose nascoste c'erano nella sua vita?

"Si, ha otto anni. Ti va di incontrarla? Sarebbe davvero felice di conoscerti."

"Lei sa di me?"

"Si, le ho parlato di te. Senti so che probabilmente tuo padre ti ha raccontato i miei trascorsi con la droga, ma ora sono pulita."

"Lo sei davvero?" Nina percepiva qualcosa di strano in lei, ma non capiva cosa. Quella davanti a sé era sua madre, o meglio così pareva essere. Per tutti questi anni aveva sentito la mancanza di sua madre, ma ora le sembrava un'estranea, che cosa doveva fare?"

"Si, certo, sono pulita da anni. Non sono stata una madre modello per te questo lo so ma voglio rimediare, voglio che tu venga vivere con me."Le chiese sua madre lasciandola senza parole

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** "All fired up" ***


        

                                                                                      7°Capitolo

 

"All Fired Up"  

 

Patricia era sola in casa, Diane e Mike avevano portato Lucas nel parco, Nina era chissà dove con sua madre. Che cosa incredibile, sembrava in uno di quei film strappalacrime, in cui gente creduta morta tornava, scombussolando l'esistenza dei propri cari, e i tutto finiva con lacrime e pianti. Patetico.

Eddie invece non sapeva, dove fosse, non è che le interessasse più di tanto. Quindi approfittando del fatto di essere sola,decise di farsi un bagno per rilassarsi. Prese l'occorrente, e si diresse verso il bagno. Improvvisamente la porta si aprì, e la rossa si ritrovò davanti Eddie coperto solo da un asciugamano, i capelli ancora bagnati, aveva da poco fatto una doccia. La ragazza si bloccò un attimo, non era la prima volta che lo vedeva senza maglietta, certo, la prima volta era stata talmente veloce che non aveva fatto caso al suo corpo, mentre la seconda volta era troppo occupata a soddisfare le sue esigenze, per te rendersi conto di cosa avesse davanti. Un impulso la colpì, per un attimo ebbe il desiderio di possederlo, lì sul pianerottolo, su quel pavimento freddo, contro quel muro alla loro destra. Com'è che ora sentiva tutto questo caldo. Agitò la testa per scacciare quei pensieri impuri dalla sua mente.

"Hey Yacker, non pensavo fossi in casa." Diamine, perché ora lo trovava dannatamente sexy?

"Potrei dire la stessa cosa" Rispose la rossa incrociando le braccia al petto.

"Dove è Lucas?" Gli chiese fissandola negli occhi, aveva forse anche lui percepito qualcosa? Patricia sperava di sì.

"Tua madre e Mike l'hanno portato al parco."

"Quindi siamo solo io e te Yacker?" Le domandò retorico, facendole l'occhiolino. Questo era sicuramente un segnale, che però decise di ignorare, beh almeno ci provò a ignorarlo.

"Yacker, Patricia hai bisogno di qualcosa?"

"Si cazzo!" Come una furia si avventò su di lui, baciandolo come non aveva mai fatto prima, Eddie dall'altro canto rispose al bacio, cercando di mantenere su l'asciugamano che lo copriva.

"Puoi anche farlo cadere per me."Disse seducente la rossa.

Il ragazzo rispose con lo stesso tono. "Non sarebbe equo, non credi Yacker?" Alludendo al fatto che Patricia stesse indossando troppa stoffa in quel momento.

"Beh perché allora non fai qualcosa per rimediare.

I due quasi si catapultarono nella stanza da bagno, si liberarono degli ingombranti vestiti di lei, e insieme esternarono nuovamente quel piacere che avevano provato poche volte. I loro gemiti di piacere furono coperti dallo scroscio dell'acqua che ricadeva sui loro corpi.

Nina era insieme a Fabian, gli aveva da poco raccontato il suo incontro con sua madre, e di cosa le aveva chiesto. "Vuole che ti trasferisca da lei?" Domandò Fabian sorpreso.

Nina annuì.

"Cosi, all'improvviso?"

"Già."

"Wow, e dove?"

"Glasgow."Mormorò la ragazza.

"In Scozia..ma è molto lontano da qui."

"Lo so, ma non so cosa fare!Mi piacerebbe stare con mia madre, però.."

"Però non ti senti sicura di fare un passo del genere." Finì il bruno per lei

"A parte questo, non so, ho come l'impressione che mia madre mi abbia nascosto qualcosa."

"Pensi che abbia ancora problemi di dipendenza?"

"Non voglio pensare male di lei, dopotutto è mia madre, però non riesco a togliermi dalla testa il fatto che mi stia nascondendo qualcosa."

"Tuo padre che cosa ti dice?"

Nina sospirò. Tutta questa storia era assurda per lei."Di non crederle, è una bugiarda patologica per mio padre."

"Dovresti scoprire se è quello che ti ha raccontato è vero."

"Si come il fatto di essersi risposata, e che a quanto pare ho una sorellina di otto anni."

Patricia si risvegliò nel letto di Eddie, i capelli umidi, e solo il lenzuolo che la ricopriva. Cosa diavolo era successo? Diede un colpo a Eddie che dormiva profondamente accanto a lei, svegliandolo.

"Uhm? Yacker che ci fai qui?"Le domandò ancora assonnato.

La ragazza gli rispose con un'occhiata significativa.

Eddie si guardò intorno, notando subito il non abbigliamento di entrambi. Riuscì a dite solo una sillaba. "Oh"

Patricia annuì.

"L'abbiamo fatto." Dissero contemporaneamente, guardando dritto il soffitto.

"In mia difesa dico che mi sei saltata addosso."Si giustificò il biondo.

Patricia alzò di poco la testa."Quello è successo la fuori, qui come la mettiamo?"

"Touche Yacker."

"E ora?"

Il ragazzo le fece un sorriso malizioso."Terzo round?"

"Eddie!"

"Stavo scherzando, anche se non mi dispiacerebbe." Disse girandosi verso di lei. "Non mi pento di quello che è successo."

"Nemmeno io."Rispose Patricia.

I due si guardarono negli occhi per un paio di secondi, quando un improvviso, inaspettatamente dolce, impulso li fece avvicinare, le loro labbra quasi si erano sfiorate, quando il rumore della porta che si apriva li fece sobbalzare.

Joy non poteva credere a quello che era appena successo. Com'era accaduto? Perché? Come? Mille domande, e mille pensieri riempirono la sua testa. Doveva decisamente trasferirsi in Lapponia.Li c'erano quei pinguini carini che adorava tanto,no li ci viveva babbo natale, dove è che vivevano i pinguini imperatori? Era pressappoco in una zona vicina, giusto? Per quello che aveva fatto, doveva assolutamente lasciare la città e non tornare  più. Che cosa aveva fatto di terribile? Aveva baciato Jerome. Era stato lui a baciarla per primo, ma lei aveva ricambiato il bacio. Ora di corsa a casa in cerca del suo passaporto.  

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** "Faster" ***


 

 

8°Capitolo

 

"Faster" 

Patricia e Eddie si alzarono di colpo da quel letto disfatto. Era incredibile, quel letto era stato testimone di tutti i loro cosiddetti impulsi sessuali. Era come fosse stata una calamita che li attraeva a sé. Non c'era stato nessun pentimento da parte dei due, niente rimossi, solo una strana sensazione. In qualche modo era stato diverso, ma non sapevamo spiegare il perché. I due cercarono di rivestirsi più in fretta che potevano, ma i loro vestiti erano sparsi ovunque.

 

"Dove diavolo sono le mie mutandine?" Gridò Patricia in preda ad una crisi isterica.

"Che cosa vuoi che ne sappia?Se non le trovi, non metterle."

"Non posso non metterle stupido di un Weasel!"

"Non le metti momentaneamente, è solo per emergenza."Dichiarò Eddie con fin troppo sicurezza e calma.

"Come fai a essere così calmo?"

"Sei tu che stai impazzendo Yacker."

La rossa prese un lungo respiro. "Preferisci che ti prenda a calci ora o più tardi?"

"Ci diamo più tardi al sadomaso Yacker, ora usciamo da qui con un minimo di decenza."

Dio!Come poteva scherzare in un momento del genere?"Ti ricordo che non sto indossando le mutandine in questo momento."

Eddie roteò gli occhi."controlla nel bagno, e visto che ci sei sistema il casino che abbiamo fatto. "

La ragazza si precipitò in bagno, per minimizzare al minimo quello che avevano fatto, nessuna biancheria in giro, un paio di T-shirt sparse per il pavimento, come diavolo aveva fatto il suo reggiseno a finire la sopra?

Eddie nel frattempo si guardò intorno. Che cosa diavolo era appena successo? Ancora frastornato da quanto era accaduto, decise di scendere al piano di sotto per vedere chi fosse rincasato.

"Ah, allora sei qui." Gli disse sua madre con braccio Lucas che tentava, di tirarle la collana.

Il ragazzo si grattò la testa. "Sì, ero in camera mia."

"Non potevi scendere prima?"

"Mamma." La ammonì il ragazzo, sapeva che stava per arrivare una ramanzina.

"Figlio. "Ribatté la donna.

Eddie prese il piccolo Lucas in braccio, e lo mise su un fianco. Solleticandogli poi il pancino. "Allora com'è andata al parco?"

"Bene, Lucas si è divertito molto sull'altalena, potremmo mettere una nel giardino sul retro. Che cosa ne pensi?"Domandò la madre. Il suo nipotino sembrava davvero contento di andare su e giù, rideva, e urlava di gioia. Somigliava tanto a Eddie quando era bambino, prima che lo colpisse la fase ribelle.

"Non vedo perché no."Rispose il biondo, prendendo una lattina dal frigorifero. Lucas lo fissò incantato, mentre si portava la lattina alla bocca.

"Vedrò di fargliela avere."

Il biondo guardò la madre con un'occhiata ammonitiva. Sembrava strano, e quasi contraddittorio, ma non voleva che Lucas crescesse credendo che ogni cosa gli fosse regalata."Bene, cerca di non viziarlo troppo mamma. "

"Oh su! Che sarà mai? A proposito, come facevi a sapere che eravamo andati al parco?"

Eddie sputò il contenuto della lattina, facendo scoppiare il figlio in una fragorosa e dolcissima risata.

"Eddie?"

"Me l'ha detto Patricia." Rispose il ragazzo una volta ripreso.

E manco a farlo apposta, Patricia scese proprio in quel momento. Si guardò intorno, cercando di non sembrare sospetta, e di non far scoprire che aveva fatto sesso nella doccia della donna che l'ospitava. Fortunatamente aveva dato una pulita alla cabina doccia.

"Patricia cara sei in casa allora, pensavo fossi uscita." Le disse Diane.

La rossa inventò una scusa, beh non era proprio una scusa, era per lo più una mezza verità."Ero in doccia, scusami non vi ho sentito arrivare."

La donna le sorrise dolcemente."Tranquilla, meriti del tempo solo per te. "

"Perché a me invece fai solo sgobbare?" Si lamentò Eddie.

Joy camminava per corridoi della scuola, i libri in mano, lo zaino sulle spalle, e sensi di colpa a farle da compagnia. Il suo cuore batteva all'impazzata, perché aveva l'impressione che gli altri la osservassero? Aveva per caso un cartello dietro la schiena con scritto: ha baciato il ragazzo di un'amica?

Si sentì chiamare, si fermò di colpo, e poi sbiancò. Era Mara.

"Hey Joy, devo parlarti." Sostenne la bruna correndole incontro. Il suo volto era serio.

Ecco l'aveva scoperta, in quale direzione si trovava il Messico? Calma, nel caso negare ogni cosa. "Si?" Disse titubante.

"Ho bisogno che tu faccia quell'intervista. Ricordi?"

La piccola ragazza cascò dal pero."Aah l'intervista! Quale intervista?"

"Joy! Ne abbiamo parlato l'altro giorno, intervistare i nostri compagni di scuola che hanno affrontato e superato un determinato problema. Non te lo ricordi? Era stata una tua idea, così da poter aiutare altre persone, e per avere più lettori ovviamente."

"Si si, giusto. Scusami sono un po' fuori fase oggi." Mentì Joy, gesticolando con le mani un finto dolore alla testa.

"È successo qualcosa?"Domandò preoccupata Mara.

Joy spalancò gli occhi. "No, assolutamente, intervista? Bene, io devo andare, ciao!" Scappò via, lasciando Mara confusa.

"Che cosa le è preso?"

Ora di pranzo.

"KT posso farti una domanda?"Chiese Eddie.

"Certo, spara."

Il ragazzo vide qualche tavolo più in Patricia, o Yacker come amava chiamarla. "Hai mai provato improvvisamente qualcosa di diverso per qualcuno a cui non pensavi di provare mai qualcosa al di fuori dell'affetto?.

"Spiegati. "

"Beh è difficile da spiegare, non so nemmeno che cosa è di preciso." Affermò il biondo, continuando a osservare Patricia da lontano. Perché ora la vedeva sotto una luce diversa.

"Dillo senza troppi giri di parole. " Lo incoraggio l'amica.

Il ragazzo prese un lungo respiro. "Vuoi che vada dritto al sodo?"

"Eddie se hai qualche problema parlarne ti farà bene. " KT stava iniziando a preoccuparsi per lui, il suo amico non era il tipo da tergiversare cosi a lungo.

"Io e Patricia abbiamo fatto sesso."Sbottò Eddie di colpo.

"Wow, questo si che è andare al sodo. Qual è il problema? Te ne sei pentito? Se ne è pentita lei?"

"No, nessuno dei due."

"Dove è il problema allora?"Gli chiese la ragazza.

"È che ora la vedo in maniera diversa."

"Intendi Patricia?"

Il ragazzo annuì.

KT sorrise. Era una cosa dolce, il suo migliore amico provava qualcosa per la madre del suo bambino. Lei e Patricia non erano grandi amiche, anzi la rossa la snobbava per nessun motivo. Forse i due si erano finalmente resi conto che c'era altro oltre ad un figlio in comune che li legava. "Cosa c'è di strano allora? Non la vedi più solo come la madre di tuo figlio."

"Non è questo il punto, è che ora non riesco a sopportare l'idea che possa stare con qualcun altro."

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** "Issues" ***


 

  9°Capitolo

 

"Issues"  

 

 

  Nina aveva saltato la scuola per investigare su sua madre. Non le voleva male, era pur sempre sua madre, ma c'era qualcosa in lei che non la convinceva. Perché aveva aspettato così tanti anni per ricongiungersi a lei? E la sua nuova famiglia sapeva dei suoi trascorsi con la droga. Mille dubbi aveva, doveva iniziare a scavare per capire fin dove si trovava la verità. Il ristorante in cui avevano cenato era un buon punto d'inizio.

Con discrezione entrò nell'edificio. I tavoli erano sprovvisti di quelle candide tovaglie che aveva visto l'altra sera. Un via vai di gente riempiva la sala, Nina dovete spostarsi più volte per far passare dei camerieri. Fermò uno di loro per chiedere delle informazioni.

"Scusami, sai dirmi dove è il proprietario?"

L'uomo,che doveva essere all'incirca di venti anni le indicò un tizio al balcone che trafficava con il suo telefono.

"Grazie."

La giovane s'incamminò verso l'uomo. "Salve, senta ho bisogno di un informazione. "Chiese Nina.

"Di cosa hai bisogno?"

"L'altra sera sono venuta qua a cena con mia madre, Cat Sullivan, mi ha detto che lei conosce suo marito, un certo Greg."

L'uomo corrucciò il viso. "Si lo conosco, ma per quello che so, sono separati."

"Separati?"

"Sì, non lo sapevi?"

"No, non ho avuto molti rapporti con mia madre. "Rapporti? Era praticamente un'estranea.

"Beh ci sono stati problemi con loro, la loro figlia è affidata al padre, di più non so dirti." Disse l'uomo alzando le spalle.

"La ringrazio."

Nina sospirò, sua madre le aveva mentito, ma perché lo aveva fatto? Che cosa nascondeva?

Patricia pensò agli ultimi avvenimenti accaduti. Perché ora era diverso? Perché ora pensava a Eddie più frequentemente? Sospirò frustata, cercando di reprimere quei sentimenti che sentiva crescere dentro di lei. Chiuse un attimo gli occhi, prese un respiro profondo, e decise sul da farsi. 

"Hey Patricia!" La chiamò Joy correndo verso di lei.

La rossa si voltò verso di lei.

"Devo farti un paio di domande."

Patricia sbuffò. "È per quella stupida intervista? Diamine avevo detto a Mara di no, ma evidentemente ho parlato con il muro."

"Si tratta solo di un paio di domande."Dichiarò la mora.

"Un paio sono già troppe."

"Ti prego! Sarò veloce prometto. "

"Eh va bene. " Disse rassegnata la rossa.

"Perfetto! Andiamo in un posto più appartato."

Le due ragazze si recarono verso un'aula vuota.

"Allora che cosa diresti a una ragazza che sta passando la tua stessa situazione?"

"Di non darla." Sostenne la rossa.

"Tu hai fatto cosa? Hai baciato Joy?Quando? Come? Perché?"

"Show Alfie! Vuoi che ci sentano tutti?"

"Com'è successo?"sussurrò il moro.

Il biondo capellone iniziò così a raccontare. Lui e Joy si erano visti quel giorno per via di un compito. I due stavano ridendo per qualcosa, non ricordava di precisa cosa, ma vedendola ridere aveva pensato che avesse la risata più carina che avesse mai sentito, così buffa e adorabile. Poi vide i suoi occhi scuri, era luce o sembrava che brillassero? Senza pensarci si avvicinò a lei, e sfiorò le sue labbra con le sue, e lei inaspettatamente ricambiò il bacio. Era stato un semplice bacio di pochi secondi, ma questi erano stati sufficienti per fargli provare una strana sensazione allo stomaco. Qualcosa di svolazzante, un momento erano le cosiddette farfalle nello stomaco? Che sensazione strana, ma allo stesso tempo piacevole, quasi rassicurante.

Forse aveva fatto la scelta sbagliata, forse aveva scelto la ragazza sbagliata.

Nina rimase turbata dal poco che aveva scoperto con la sua piccola investigazione, ma ben sapeva che le poche informazioni che era riuscita a trovare non bastavano per scoprire la verità. Aveva perciò bisogno di prove. Prese così il suo cellulare dalla borsa, scorse la rubrica, e chiamò un numero.

"Hey mamma? Ti va di vederci? Questo pomeriggio? Si è perfetto,ci vediamo oggi allora."

Staccò la chiamata, ora non le restava che aspettare, c'era in ballo la sua vita, non poteva rischiare di commettere un errore cosi grande.

"Tu e il padre del tuo bambino in che rapporti siete?" Domandò Joy, scrivendo la domanda su un piccolo taccuino.

Patricia alzò le spalle. "In buoni, ci prendiamo cura di Lucas." Almeno fin d'ora erano stati cosi i suoi rapporti con Eddie, poi il tutto era improvvisamente cambiato. Si era accorta di voler di più la sua presenza, e di provare invidia per tutte quelle ragazze che si avvicinavano a lui.

"Insieme? Intendo come coppia."

"Se per coppia intendi saltarci addosso improvvisamente, e avere dei rapporti sessuali, allora si. E non posso credere che l'ho detto ad alta voce."

"Tranquilla, non ci vedo nulla di male."

Patricia sbuffò."Dici?"

"Certo, non hai legami sentimentali con nessuno, almeno per quel che so. Vivete nello stesso tetto, è il padre del tuo bambino. Direi che è più che normale che ti senta attratta da lui.".

"Non è solo attrazione fisica, non lo so, è come se lo vedessi sotto una luce diversa."Dichiarò la giovane madre.

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** "Here standing" ***


 

 

10°Capitolo

"Here Standing"  

 

Patricia era in cucina a farsi un tè. Tutti quei pensieri l'avevano fatta agitare come non mai, dormire era impossibile, non era in grado nemmeno di chiudere gli occhi, che cosa doveva fare? Ormai è tutto cambiato. Dal salotto udiva il suono ovattato della televisione accesa. Risate in sottofondo provenivano dall'apparecchio televisivo, poi all'improvviso più nessuna voce, l'avevano spento. Mentre aspettava che l'acqua andasse in ebollizione sentì dei passi avvicinarsi, sapeva di chi erano, ormai lo conosceva ma non così bene da capire cosa gli passasse per la testa, buffo non sapeva cosa passasse per la sua testa.

Due braccia la cinsero i fianchi da dietro. Ebbe un sussulto. Che cosa aveva intenzione di fare? Perché lo aveva fatto.

"Eddie?" Riuscì a dire dopo pochi minuti.

Il biondo strinse la presa. "Hey" Disse, appoggiando la testa sulle spalle della ragazza.

Patricia mise le mani sulle sue. Era piacevole stare così, confortante, sicuro. Desiderava stare così per sempre.

"Dobbiamo parlare. " Affermò Eddie sciogliendo l'abbraccio.

La rossa si voltò verso di lui. "Credo di sì."

"Allora.."

"Niente giri di parole, te ne prego. "

Il ragazzo sospirò. "Non voglio mentirti, non posso dire che sono innamorato di te. No, non ancora, non posso mentirti usando una bugia così grande solo per averti, perché ti voglio. Tu mi piaci, so che è incredibile e assurdo così improvvisamente. Tutto quello che è successo tra noi deve pur significare qualcosa, non credi?"

Patricia continuò a fissarlo senza dire una parola, ma c'era davvero bisogno di dire qualcosa? No, le parole erano superflue.

"Ti prego dì qualcosa."

La ragazza lo guardò per qualche secondo, gli cinse il collo con le sue e lo baciò. Questo era l'unico modo che aveva trovato per rispondergli, per dirgli che anche lei provava lo stesso.

"Ci proviamo? Io e te come coppia?"Le chiese Eddie sorridendo da un orecchio all'altro.

"No." Disse la rossa, lasciando Eddie confuso e perplesso.

"Come una famiglia."

"Sì."

I due si recarono insieme, con mani intrecciate, al piano superiore, nella stessa camera in cui il tutto era iniziato, e in cui avrebbero passato la prima notte insieme. Insieme come una famiglia, come dovevano essere già da qualche tempo.

Finalmente aveva capito chi è che voleva veramente, rompere con lei era stata la prima mossa. Mara era rimasta male, ma l'avevo capito. Gli chiese chi fosse, e lui titubante fece il suo nome, ne fu sorpresa, ma era felice per lui, sperava solo che anche Joy ricambiasse. Dal canto suo non aveva mai amato Jerome, almeno il tipo di amore che si aspettava di provare, che voleva, o che credeva di meritare, forse non era nemmeno l'amore quello che cercava, ma il sentirsi amato. Ora quello che poteva fare, era sperare che gli altri intorno a lei trovassero quello che cercavano, lei nel frattempo avrebbe pensato ad amara se stessa. Perché era questa la cosa più importante adesso.

"Joy!"Urlò Jerome in un corridoio pieno di un via vai di studenti.

La moretta si voltò al suono della voce che gridava il suo nome.

Il biondo alzò un cartello con scritto su: Ti va di uscire con me? A caratteri cubitali, in modo tale che chiunque potesse leggerlo, anzi sentirlo, perché il ragazzo ne urlò il contenuto.

Joy sorrise, nessuno mai aveva fatto una cosa del genere per lei. "Sii!" Gli rispose gridando entusiasta. Questa era solo l'inizio di una lunga storia d'amore.

Nina aspettava sua madre nell'hole dell'albergo in cui alloggiava sua madre, seduta su un divanetto, circondata dagli ospiti della struttura. La vide spuntare da dietro un angolo. Sembrava alquanto nervosa, cercava di nascondere il suo nervosismo sorridendo.

"Nina tesoro! Sono così felice di vederti." Disse sedendosi su una poltrona parallela a dove era seduta Nina.

"Ti trovo bene." Affermò la ragazza, palesemente mentendo. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava.

"Grazie, vuoi qualcosa da bere? Ordina quello che vuoi al bar." Le domandò la donna agitata.

Nina rifiutò la sua offerta."Dobbiamo parlare mamma. " Disse con tono fermo.

"Oh si certo, di cosa volevi parlare?"

"Non lo so, ah sì, per il fatto che tu mi abbia mentito!"Sostenne la ragazza alzando la voce.

La madre la guardò confusa. "Di cosa stai parlando cara?"

"Non fare finta di niente! So che sei separata."

"È stata solo una discussione di poco conto, non è nulla di grave." Mentì la donna.

"Nulla di grave? Allora perché la custodia di mia sorella è affidata a tuo marito? Senti l'ho capito che hai ancora problemi di dipendenza da sostanze tossiche, basta vederti."

"Ti giuro non sto toccando più nulla!"

Nina la guardò per qualche secondo. "Credo che tu abbia bisogno d'aiuto, se non vuoi farlo per me o per mia sorella, allora fallo per te stessa. "

La donna abbassò la testa colpevole. "Vuoi che rimanga fuori dalla tua vita? È così?"

Nina si avvicinò alla madre, per poi prenderle le mani. "No, io voglio che tu ne faccia parte, ma non cosi, mentendomi e nascondendomi le cose."

"Io non so più cosa fare." Dichiarò la madre tra le lacrime.

"Fatti aiutare, è la soluzione migliore."

"Sono un fallimento come madre."Sostenne la donna tra i singhiozzi. Era cosi, aveva rovinato ben due famiglie con i suoi problemi, le sue due bambine.

"Non dire così, so che non sei perfetta, ma sei sempre mia madre, e ti aiuterò ad uscire fuori da questa storia. Te lo prometto."

"Grazie." Disse la donna dal profondo del suo cuore.

Quando quella sera Nina tornò a casa, sì sentì stranamente leggera, le cose stavano andando tutte per il meglio. Aveva tante persone intorno che l'amavano e che le volevano bene, la sua famiglia, i suoi amici,il suo amore. Non c'era nulla che avrebbe cambiato nella sua vita. Vide la porta semi aperta della camera di suo fratello, dormiva beato insieme alla sua ragazza. Nina sorrise, sapeva che ce l'avrebbero fatta prima o poi. Si buttò sul suo letto, e si mise a guardare il soffitto, pensando che l'amore era una cosa meravigliosa.

fine

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3807204