il sottomondo

di Giady66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

Dedicato a chi 
crede ancora nella magia

Fin da bambina ho sempre pensato di essere una fata, o una strega o una sirena e perché no forse anche un folletto. Dicevo innocentemente vicino a mia madre che il vento mi ascoltava e che a volte anche la pioggia eseguiva i miei comandi.
Ero fermamente convinta che avessi dei poteri, che dentro le mie vene scoresse la magia. Pensieri da bambina direte, però questa mia fissa è continuata oltre la tenera età in cui potevi ancora credere a queste cose. Ma anche con il passare degli anni la cosa non era cambiata, sentivo sempre quella strana forza dentro di me. Sentivo di riuscire a controllare le cose intorno a me, capita a tutti di dire "quanto vorrei piovesse" o fare quella stupida danza della pioggia, che non funziona ma tu ci credevi. Ecco, con me ha sempre funzionato.
Crescendo ho capito che magari erano delle coincidenze e che il "sogno" di essere un essere magico era una stupida fantasia. Mi sono ricreduta. Mia mamma diceva sempre che la magia esiste basta solo crederci, ora, io ci credo.
E tu ci credi ?


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

Siamo tutti nel fango ma alcuni guardano le stelle

Sono in ritardo. In ritardo come sempre del resto. Oggi la mia sveglia non è suonata, di conseguenza non mi sono svegliata perciò anche se ho fatto tutto di fretta ora sono qui a correre per non perdere l'autobus.
Ecco la fermata, ed ecco l'autobus, mi prodigo per fare un ultimo sprint finale ed arrivare prima che parta. Inutile dire che appena arrivo lì, a meno di dieci metri dal autobus questo parte, lasciandomi li.

Brava Astrea, sempre la solita mi maledico mentalmente.

Ora mi toccherà andare a piedi, ed anche oggi ritardo!! 
Infilo le cuffiette facendo partire Counting stars dei Coldplay, e mi incammino per andare a scuola.

Neanche a dirlo, che il tempo di arrivare in classe che il professore della prima ora mi urla contro, con tanto di vena pulsante, di andare dalla preside perché: " Signorina Astrea non è possibile che lei faccia sempre ritardo."
Vaglielo a spiegare che è possibile visto che sono una ritardataria cronica, e che una volta ho fatto un ritardo di due ore guadagnandomi gli insulti, più che meritati dei miei amici. 
La segreteria del preside mi dice di aspettare perché in questo momento c'è un altro studente dentro, e tutta eccitata mi rivela che è un nuovo studente.
Chi è il malato di mente che si trasferisce in paesino sperduto dell' Oregon? Io non vedo l'ora di poter andarmene.
"Astrea puoi entrare." Mi dice la segreteria, che avendomi vista così tante volte, mi chiama per nome.
Entro e seduto davanti al preside: un uomo alto, dai capelli brizzolati e molto robusto, c'è un ragazzo che appena entro si gira, così posso notare i suoi lineamenti. Capelli neri con un ciuffo tirato dietro, occhi scuri, scurissimi direi, mascella squadrata, pelle abbronzata e anche con il fisco direi niente male. Sarà uno dei solo montati, fissati con la palestra, che si unirà subito ai quelli "popolari" della scuola.
Mi siedo sulla sedia affianco al nuovo arrivato e sento solo "giro turistico" e il preside che ci congeda.

Mi ritrovo fuori dall'ufficio con questo tipo affianco che si aspetta io faccia qualcosa. Non voglio sembrare più strana di quan già sembri.
"Come ti chiami?" 
"Unakite."
"Unakite?" È un nome strano ma che mi è estremamente familiare.
"Sì mia madre è fissata con le pietre e ha deciso di chiamarmi come la pietra che porti al collo." D'istinto mi tocco la pietra  e mormoro "La pietra dei guerrieri". 
"Vedo che sei informata" mi dice con uno strano sorriso.
"E tu come ti chiami?"
"Astrea"
"La dea della giustizia, interessante." Già mia mamma da  piccola mi diceva sempre che il mio nome, Astrea, è il nome di una divinità greca che ha trovato il suo amore nelle stelle e perciò vive lì. Falso. Mi sono documentata, Astrea era una dea, una delle figlie Zeus,  era appunto la dea della giustizia. Viveva sulla Terra fin quando gli uomini si dimenticarono della giustizia ed ella fuggi tra le stelle, creando la costellazione della Vergine. 
"Si, mia madre è un po' fissata, ma il nome mi piace sembra che sia un secondo fine, e non solo quella leggenda" gli dico sorridendo. Lui mi fissa e poi dice in un sussurro
"Sì che c'è un secondo fine."


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

Mi chiedo se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare le sua,

Sono passate due settimane dal giro turistico di Unakite, e come avevo previsto è entrato a far parte dei popolari. Abbiamo parlato altre volte ma era solo parole o frasi sconnesse e strane. Per il resto mi lancia solo strane occhiate che non fanno che mettermi ansia.

"ASTREA!!" mi richiama la mia migliore amica, Careen. 
"Oh, Careen, ti sto ascoltando, non urlare cosi." le dico facendo una strana smorfia e facendole palesemente capire che non la stavo ascoltando.
"E allora cosa stavo dicendo?" Avrei dovuto aspettarmi questa domanda e io non cosa rispondere...Pensa Astrea di cosa potrebbe parlarti Careen ora come ora...

Il ballo delle lucciole...stupida

"Del ballo delle lucciole" le dico come se fosse ovvio.
"No, non stavo parlando di quello."   
"Come no? Di recente parli solo di quello..." 
"Comunque, ti stavo parlando del pre-ballo, che ha voluto organizzare il nuovo arrivato."
"Ah si?"
"SI."

Dopo un'ora in cui Careen mi ha parlato di questo pre-ballo che si terra in uno spaziale vicino un piccolo laghetto della città, di come dovremmo vestirci con qualcosa che ricorda il cielo e bla bla, non so come ci sia riuscita ma mi ha convinto ad andarci. Mi ha convinto anche ad andare a fare shopping con lei... il suo essere logorroica mi confonde sempre.

Giovedì pomeriggio, domani sera c'è il ballo, e io e Careen stiamo facendo shopping...in realtà lei ha già comprato il suo vestito: ha il corpetto a cuore e la gonna di tulle giallo pastello con dei brillantini dello stesso colore, ricorda  una stella. Io invece non ho ancora trovato niente, a dirla tutta non ho ancora trovato niente che piaccia a lei...Se fosse stato per me avrei comprato il vestito del primo negozio in cui siamo state: nero lungo, con le maniche in pizzo...sarei stata un buco nero, che c'è di male? A quanto pare Careen non era della stessa opinione e perciò stiamo ancora qui a girare per negozi.
Entriamo nell'ennesimo negozio di cui non guardo neanche il nome, lei inizia a prendere vestiti su vestiti imponendomi di restare vicino al camerino.
Torna dopo venti minuti circa con una montagna di vestiti e mi ordina di andare nel camerino...
Sono all'ennesimo vestito che non le va bene, non ne posso più!
Questo cos'ha che non va? Per me è perfetto come tutti gli altri prima...ma per lei no, ovviamente.
Vestito azzurro chiaro senza spalline? Bocciato
Vestito turchese con incrocio dietro? Bocciato
Vestito grigio brillantinato lungo? Bocciato
Esco dal camerino sperando non mi bocci anche questo.
La vedo sorridere ed annuire soddisfatta, le sta veramente piacendo?
"Astrea sei stupenda!" 
"Sei seria?Ti piace veramente?" Le chiedo speranzosa
"Sì, sei una favola!!" Dice facendo un urletto. Mi giro verso lo specchio e devo dire che anche io rimango colpita da questo vestito: arriva appena sono la metà coscia, ha il corpetto leggermente a cuore coperto interamente di brillantini che vanno sfumando sulla gonna di tulle blu scuro...sembro un cielo pieno di stelle.

Sono arrivata alla festa, ovviamente in ritardo, e con tutta questa strada maledettissima gente non riuscirò mai a trovare Careen. 
Mi avvio tra tutte quelle persone sudaticce che ballano e che per la maggior parte sono già ubriache. 
Devo dire però che l'insieme di tutte queste persone che si sono vestite cercando di imitare il cielo mi fa sorridere. 
Metto da parte l'idea di ritrovare Careen, almeno per ora, e mi avvio verso il bancone per ordine un drink.
Appena arriva il mio "Orgasm" mi alzo dal balcone e vado in pista. La pista sarebbe lo spazio intorno al grande falò che è stato acceso nei pressi del laghetto. Mi piacciono molto le feste, detto sinceramente, il vero problema è che sono pigra e non mi piace prepararmi per andare alle feste... menomale che c'è Careen. Mi butto in pista, togliendomi i tacchi, e mi scateno

Sono passate si e no due ore, ho incontrato Careen, e mi sono fermata di nuovo al bancone altre cinque sei volte. Posso dire con fermezza che non sono ubriaca ma solo leggermente brilla.
"Oh mio Dio, scusami!"dico ad un tipo a cui sono rovinosamente caduta addosso. Ripeto, non sono ubriaca.
"Astrea, tutto bene? Sei ubriaca?"
"No che non sono ubriaca" dico guardando la persona a cui sono caduta addosso e alla quale sono ancora sopra.... è Unakite.
"A me sembra di sì, ma che ne dici ti va di alzarti?" 
Mi alzo da sopra di lui che senza dire niente mi porta abbastanza distante dalla festa. 
È un prato abbastanza lontano , il fuoco si vede poco e per questo il cielo sembra splendere tantissimo. Mi gira la testa. Penso di essere ubriaca. Mi faccio cadere sul prato e dopo un po' Unakite fa lo stesso però lui si sdraia proprio. È così rilassato mentre guarda le stelle come stavo facendo io poco fa.
"Per te cosa sono le stelle?" Mi chiede all'improvviso
"È un corpo celeste che brilla di luce propria"
"Così perdono la loro magia, per me da piccolo erano le anime della persone morte che brillavano per non farsi dimenticare" confessa senza smettere di guardarle.
"Così è triste, per me erano i sogni delle persone, bisognare guardare il cielo tante volte per trovare il proprio." 
"Io stasera non so che cielo guardare." Dice guardandomi. Sì sta riferendo al mio vestito?
"Si, mi sto riferendo a te" dice come se mi avesse letto nel pensiero.
"Ti vedevi solo tu, brillavi così tanto, volevi essere trovata?"
"Trovata?"
"Sì, dalle mie parti si dice che le stelle brillano perché vogliono essere trovate."
"Non credo che io sia per qualcuno la stella che deve trovare." Gli dico guardandolo, lui mi sorride, ed è un sorriso bellissimo
"Io ti ho già trovata."



 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Seconda stella a destra, questo è il cammino.. e poi dritto fino al mattino!

E’ sabato mattina, mattina poi sono le 12:30, perciò è tardi, ho sonno, non ho colazione e ho voglio di torta alle fragoline di bosco

“MAMMAAAA!!!” urlo da camera mia, lei sale e si pulisce le mani sul grembiule

“Astrea, tesoro, che c’è?” dice con il suo tono dolce, mi ricorda Wendy nella favola di Peter Pan.

“Ho voglia di torta con le fragoline di bosco”

“Vai da nonna Clara, è da un che non ci vai.” Io annuisco sorridendo e inizio a prepararmi, mentre mamma torna giù in cucina. Nonna Clara è una simpatica signora di origini Italiane che gestisce una pasticceria. I suoi dolci sono la visone del paradiso terrestre sia per l’aspetto sia per il gusto, un qualche cosa di eccezionale. Prepara un torta con le fragoline di bosco buonissima. Non ricordo quando io abbia iniziato ad andare da lei, ma sono sicura sia tantissimo, mi tratta come un nipotina e lei è la nonna che non ho.

“Mamma io vado, ti lascio la macchina” urlo dall’entrate ed esco senza aspettare che risponda. Anche se è abbastanza lontano ho deciso di andare a piedi e poi ho la fortuna che Nonna Clara è aperta tutto il giorno. Infilo le cuffiette e parte “A sky full of stars”. Mentre sto camminando un jeep nera rallenta e inizia a camminare a pari passo con me, faccio finta di non essermene accorta, fin quando non abbassa il finestrino e dal lato del guidatore vedo Unakite, mi lascio scappare un sospiro di sollievo e lui sorride.

“Dove stai andando?” domanda lui dopo avermi fatto segno di togliermi le cuffiette.

“A mangiare una torta” rispondo ovvia

“Ma è mezzogiorno, non dovresti pranzare ora?” replica lui alzando un sopracciglio.

“"Ma io non ho fatto colazione" dico seria
"E allora? Pranzerai direttamente." Dice lui come se fosse le cosa più normale al mondo
"No, la colazione il pasto più importante della giornata" lui mi guarda stranito e poi sorride
"Non fa niente se salti la colazione sai."
"No, io non pranzo senza aver fatto colazione” continuo imperterrita

 

“E posso venire anche io a fare colazione con te?” sorride lui, io annuisco e lui, mi fa segno di salire in macchina.

“Dove andiamo a fare colazione?”

“Ovvio da Nonna Clara”


 

Venti minuti dopo ci ritroviamo davanti alla pasticceria di Nonna Clara, e anche se ci vengo da una vita, il nome sull’insegna mi ha sempre fatto sorridere "the Underworld" che oltre ad essere il nome della pasticceria, è il nome che mia mamma dava sempre al mondo delle fate.

"The Underworld"legge l'insegna azzurro cielo facendo uno strano sorriso
"È la casa delle fate" dico io di getto.
"Delle fate, eh, molto appropriato direi" afferma sorridendo, sorride spesso questo ragazzo, io ricambio il sorriso ed entriamo.

L'interno è tutto azzurro con scritto sulle pareti le frasi di alcune favole, delle fate di alcune favole, i mobili sono rustici, i tavoli sono di legno rotondi con della sedia che si trovano di solito nelle cose delle nonne, il posto non sarà all'ultima moda ma per me è perfetta.
Ci sediamo ad un tavolo e nonna Clara viene a prendere gli ordini, quando mi vede mi stringe in un abbraccio e dice molto velocemente parole confuse su quanto io sia cresciuta, non mi chiede neanche cosa voglio perché sa già cosa prenderò, una torta con le fragoline di bosco. Unakite prende due capcake al cioccolato con un cappuccino. 
Dopo neanche cinque minuti arrivano i nostri ordini ed io guardo la mia fetta di torta come se fosse la cosa più bella al mondo.
"Dovresti vedere la tua faccia in questo momento" dice Unakite addentando un capcake.
"Perché ho qualcosa di strano in faccia?" Dico toccandomi una guancia.
"Oh nono, assomigli ad una bambina che guarda la sua nuova bambola, sei così carina." Dice sorridendo come sempre, ma non gli viene una paralisi mi chiedo io?
Io non rispondo mettendomi in bocca un pezzo di torta. 
"Verrai al ballo delle lucciole?" Cambia discorso lui
"Certo che verrò, e tu andrai?"
"Si, mi ha inviato Ashley." Dice lui " E visto che non conosco nessuno non mi lamento di andare con lei." Continua 
"Io andrò con Careen, siamo una coppia fissa io e lei" dico ridendo
"Sai già da cosa mascherarti?"
Già il ballo delle lucciole è un ballo in maschera ed è da sempre una tradizione del nostro liceo, a cui il preside tiene tantissimo...solo perché a questo ballo quando lui era giovane ha conosciuto la moglie.
"No, non lo so ancora, é l'unica scocciatura di questo ballo, magari riutilizzo il vestito dell'anno scorso." Dico prendendo un altro boccone 
" Era carino, ero vestita da marionetta"sorrido al ricordo di quel costume stile destroy cabaret
"Siamo in due allora, non so proprio cosa mettere." Dice e ci alziamo per andare a pagare, vuole pagare anche per me ma riesco a spuntarla e sorridente saluto Nonna Clara uscendo dalla pasticceria.

Uscendo sentiamo qualcuno piangere. Piangere ed urlare disperatamente. Una ragazza all'angolo della pasticceria è inginocchiata a terra, è lai che piange. Ha indosso un vestito strano un po' strappato la pelle bianchissima e i capelli neri le coprono il viso. Faccio per avvicinarmi ma Unakite mi ferma e si avvicina lui, le dice qualcosa che non riesco a capire e torna da me con una strana espressione sul volto.

In macchina il tragitto è silenzio e pesante.
"Sai cosa sono le Banshee?" Chiede lui spezzando il silenzio
"No, non ne ho idea"
"Sono delle donna che preannunciano la morte, le persone che le vedono solo coloro che moriranno o che hanno un forte legame affettivo con loro. Loro preannunciano la morte piangendo e disperandosi. Sono classificate negli spiriti maligni ma io non credo siano cattive." Spiega lui mantenendo quella strana espressione che ha da quando abbiamo visto quella ragazza.
"Perché mi stai dicendo questa cosa ora?"
"Non credi che la ragazza piangente sia una Banshee? Rappresenta appieno la descrizione. Si dice che vestano di bianco e che la loro pelle sia quasi trasparente."
"Non credo più in queste cose" dico sorridendo amaramente ricordando le prese in giro che ricevevo per credere a queste cose.
"Sbagli, non tutto ciò che non si vede non è reale" dice serio guardandomi.
Sorrido e scende dalla macchina.

La giornata passa noiosa, leggo e guardo serie TV mangiando schifezze, è proprio una giornata no e poi ha iniziato anche a piovere. La pioggia rovina il mio umore. Almeno è tardi e posso rintanarmi nel letto e sprofondare nelle braccia di Morfeo fino a domani. Ed ciò che accade, mi addormento subito, ma ho una strana sensazione addosso.

L'indomani quella strana sensazione non si è ancora tolta. 
Scendo le scale andando in cucina e l'aria è stranamente pesante, mamma non sta cucinando come al solito, è seduta sul divano con gli occhi un po' arrossati. Qualcosa non va. Mi guarda e scoppia a piangere. Già c'è proprio qualcosa che non va. È sono le cinque parole che pronuncia che mi tolgono il respiro per qualche secondo. Il dolore mi investe.

Nonna Clara è morta.

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