Náströnd

di Nitrotori
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Nitrotori ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Cicada ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Hugo ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Mabinogion ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Reclutamento ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Infiltrazione ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Solitudine ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - SP7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Thinker Bell ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Interferenze ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Invito ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Colori ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Riunione ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - Trigger ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Doppelganger ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Apoptosi ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - Indagini ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 - Fuga ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Intenzioni ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - Distopia ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 - Contatto ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 - Trattativa ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 - Infiltrato ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 - Erosione ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 - Inganno ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 - Famiglia ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 - Tradimento ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 - Bambini ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 - Blackout ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 - Comunione ***
Capitolo 31: *** PRE-FINALE - Essentium ***
Capitolo 32: *** FINALE - Libertà ***



Capitolo 1
*** Prologo - Nitrotori ***


23 Dicembre 2021

Seattle

Ore: 21:04

--

Quella sera faceva un freddo cane, ma era piacevole farsi una passeggiata nelle strade natalizie di Seattle, soprattutto quando era coperta di neve in quel modo.

In un piccolo vicoletto, c'era un minimarket che era sempre aperto, anche durante la notte. Era un luogo abituale, abbastanza frequentato dalle persone del posto, visto che era circondato da una catena di appartamenti.

Un passo alla volta, schiacciando la neve con i suoi pesanti stivali, una figura incappucciata avanzò verso l'ingresso del minimarket.

Impossibile capire chi fosse, il suo volto era coperto dalla penombra della notte, e nemmeno le molteplici luci di decoro natalizio, schiarivano quella impenetrabile coltre oscura.

Camminava a testa bassa, con le mani in tasca al giubbotto in pelle, e avanzava lentamente.

Alla sua destra, c'era una la vasta panoramica della metropoli, illuminata dal giallo urbano, mentre i fiocchi di neve scendevano gentili dal cielo.

Di fronte a se invece, c'era una grossa statua di Babbo Natale, proprio davanti all'ingresso del minimarket, con la sua gloriosa barba e il suo sorriso allegro.

La persona incappucciata oltrepassò l'ingresso, che si spalancò automaticamente. L'aria calda dei climatizzatori lo colpì in faccia, e si trovò all'interno di un piccolo locale, pieno di decorazioni natalizie, con diverse persone alla cassa che ritiravano le loro merci.

Fu in quel momento, che per quelle persone il tempo si congelò. Dal nulla, senza dire una singola parola, l'individuo incappucciato avanzò verso la cassa e tirò fuori una pistola dalla tasca del giubbotto.

Senza esitazione fece fuoco. Sparò al commesso della cassa, che subì il colpo e si accasciò per terra morto.

Seguirono le urla, il panico, il terrore, ma lui sparò ancora, e ancora, e ancora una volta.

Prendeva la mira, e faceva fuoco sulle persone inermi, scaricando il caricatore su almeno dodici persone, freddandole senza pietà.

Ben presto il pavimento si tinse del loro sangue, e quando arrivò la polizia era già troppo tardi.

Si era già puntato la pistola alla tempia, e con l'ultimo colpo nel caricatore, si tolse la vita.

Il tutto era durato poco meno di trenta secondi, trenta secondi di gelo totale, e quando il tempo tornò a scorrere, ciò che i sopravvissuti videro fu un tappeto di sangue e cadaveri.

Sì, quella sera faceva davvero un freddo cane, ma non era la neve, il gelo o l'inverno a far rabbrividire le persone, era il terrore, la paura che da un momento all'altro, sopraggiungesse la morte.

Anche perché, non era la prima volta che succedeva una cosa simile.

"Allora li hai i dati?".

A diversi chilometri di distanza, un tizio con un lungo impermeabile nero stava osservando il panorama urbano, e stava parlando al cellulare con qualcuno.

"Sì, ho tutti i dati per l'ultima fase" Rispose, mentre una vettura dell'ambulanza passava a tutta velocità, accompagnata dalla polizia.

"Bene, portali pure al dipartimento di ricerca per farli esaminare, il farmaco non è ancora pronto, ma con questi dati possiamo farcela. Sai cosa fare agente, portami la ragazza viva, e elimina i residui. Non voglio problemi. Non manca molto al Reset, quindi vedi di fare in fretta".

"Ricevuto, mi farò sentire".

--

7 giorni prima...

Ore 6:59

 

Allo scoccar delle sette in punto, la sveglia iniziò a suonare rumorosamente.

Sotto un grosso fagotto di coperte celesti e bianche, emerse una ragazzina minuta di quindici anni, dai lunghi capelli neri completamente disordinati.

Con occhi pesanti e assonnati disattivò la sveglia, tirandogli una botta sulla parte superiore e sbadigliò rumorosamente, per poi accasciarsi di nuovo sul cuscino.

"Uffa, non voglio alzarmi" Disse sospirando.

Però doveva, era il modo migliore per evitare di essere scoperta. Mai restare nello stesso luogo troppo a lungo, era la prima regola di un hacker.

Nitrotori non era solo un nome qualsiasi, lei era la regina indiscussa del web, una vera professionista, anche se non si era mai esposta più del dovuto. I suoi crimini erano maggiormente furti digitali, sviluppo di virus informatici, e altri piccoli favori (o scherzetti piaceva a lei chiamarli).

Goffamente si alzò dal letto sbadigliando di nuovo. Accese la TV e azionò il fornello per cuocersi un po' di latte e caffè, mentre si grattava la coscia con il piede.

Cosa si poteva dire su di lei? Beh, il suo nome era Agathe Davis, ma aveva parecchi nomi e alias. Agathe era solo il nome che usava in pubblico. All'apparenza sembrava una normalissima ragazzina, ma dietro quel visino tondo e ancora immaturo, si nascondeva un autentico genio dell'informatica.

Sul web, era conosciuta per aver fatto i dispetti a molte aziende di alto rilievo, rubato informazioni sensibili, e progettato alcuni dei virus più fastidiosi esistenti.

I suoi crimini erano relativamente piccoli, ma il nome Nitrotori era ben noto alle forze dell'ordine, per cui era meglio per lei evitare di fare troppo la spavalda, anche perché nel corso degli anni, la sua fedina penale si era allungata parecchio.

Se fosse stata catturata, non se la sarebbe cavata con qualche anno di carcere, senza contare che molte persone volevano addirittura la sua testa.

Essere un hacker aveva i suoi rischi, ma Agathe non era preoccupata, al contrario si sentiva molto sicura di se. Era confidente nelle sue abilità, sapeva che la sua presenza era come quella di un fantasma, quindi viveva in totale tranquillità.

Ciononostante, rimanere sempre nello stesso luogo era uno svantaggio, nonché un rischio inutile.

"Il posto più sicuro per un hacker è quello di essere in piena vista" Diceva, ecco perché aveva deciso di vivere come una normale studentessa.

Agathe era una primina della Claypool High School: una modestissima scuola superiore, niente di straordinario a riguardo.

Erano ormai tre mesi che andava a lezione, e per evitare di attirare troppa attenzione, non si impegnava nemmeno al massimo delle sue capacità. Ok stare allo scoperto, ma non aveva molto senso se i riflettori erano tutti puntati su di lei.

La casa in cui viveva l'aveva inizialmente occupata in modo abusivo, poi con il tempo si assicurò di avere tutte le carte in regola, ovviamente contraffatte.

Si trattava comunque di un buco, grande come una camera da letto, dove tutto era ammucchiato e stretto. C'erano dischi, manga e vestiti sparsi sul pavimento. Sulla cucina invece erano ammucchiate pentole, residui di cibo, e ciotole di ramen istantaneo, e l'unica fonte di luce erano i tenui raggi solari invernali, che penetravano dagli interstizi della veneziana.

Agathe era la quintessenza del disordine, lei viveva nel caos più totale. Nonostante tutto, non aveva di certo rinunciato al suo igiene personale.

Si fece una doccia calda nel suo minuscolo bagno, si lavò i denti, e si pettinò, per poi mettersi i suoi graziosi occhiali da vista con montatura rossa.

"Perfetta" si sorrise allo specchio.

Agathe era molto carina, e a lei non dispiaceva avere un po' di fascino, anche se non aveva mai mostrato particolare interesse per gli uomini veri. A cosa servivano gli uomini reali se aveva i suoi mariti digitali?

Aveva decine di poster dei suoi protagonisti preferiti di manga/anime incollati alle pareti, e di tanto in tanto Agathe se li sbaciucchiava. Aveva certamente un lato perverso, ma non lo mostrava mai a nessuno, per nessuna ragione.

Fissò a lungo il grosso poster "tutto pettorali e cuscinetti" del suo anime preferito, poi si schiarì la voce, si diede due schiaffetti per ricomporsi e prese la borsa, indossando il suo cappottino.

Prese una mela e il suo tramezzino per la ricreazione, poi uscì di casa.

Proprio come ogni Dicembre, fuori faceva davvero un freddo boia. Le sue piccole mani erano già completamente rigide, ma amava passeggiare nelle strade già completamente adornate al Natale.

"Quasi quasi lo faccio anche io un piccolo alberello" Si disse, mentre si mise le cuffiette per ascoltare un po' di musica.

Agathe ascoltava principalmente K-POP e J-POP, perchè i cantanti erano strafighi e comunque lei amava tutto ciò che riguardava il Giappone o l'oriente in generale. Forse erano i suoi antenati a scalciare, dopotutto una delle caratteristiche di Agathe era proprio il suo aspetto simil asiatico, con gli occhi leggermente a mandorla.

E così iniziò la normalissima, banale giornata di Agathe.

Si mise seduta al suo banco, vicino alla finestra. Durante le lezioni, non prestava granché attenzione al professore, anche perché non le serviva affatto, per lei la scuola era dannatamente semplice, per cui senza farsi beccare, ogni tanto scribacchiava disegnini sul quaderno.

Quando veniva interpellata, cercava di essere esaustiva, ma senza allargarsi troppo. Voleva che i suoi voti restassero sulla soglia della sufficienza, non aveva voglia di sbandierare la sua supremazia sui suoi compagni, ignari della sua vera natura.

Agathe andava abbastanza d'accordo con i suoi compagni di classe, ma evitava di partecipare a uscite di gruppo o altro, proprio per lo stesso motivo dei voti.

Ogni tanto se lo concedeva, anche per rilassare i nervi, ma in fin dei conti non si sentiva realmente loro amica, ma solo una compagna con cui chiacchierare e passare momenti piacevoli.

A ricreazione, se ne stava tutta sola sul suo banco, mangiava una mela e guardava il cortile pieno zeppo di ragazzi, nel mentre consultava i suoi forum dal suo smartphone, dove la quale penzolava un grosso e carino maiale gommoso dal naso grosso.

Al termine delle lezioni, Agathe faceva il percorso inverso. Di solito tornava a casa, ma quello era un giorno speciale, aveva un appuntamento e non era assolutamente niente di romantico, ma era roba seria, roba forte... forse.

"Chissà che ha in mente Pan" Si chiese curiosa, ma non troppo speranzosa.

Tuttavia, mentre Agathe tornava alla fermata dell'autobus, avvertì qualcosa. C'era qualcuno che la stava seguendo. In vero, era una sensazione che aveva provato più volte da qualche tempo, sia la mattina prima delle lezioni, sia dopo.

"Tsk... ancora?".

Agathe non era preoccupata, ma bensì infastidita. Così utilizzò il suo solito trucco per sfuggirgli, corse via e salì sul primo autobus, confondendosi tra la folla. Non appena lo fece, si sentì soddisfatta.

"Chissà cosa vuole da me? Mi hanno scoperto? No è impossibile, sono fin troppo brava a nascondere le mie tracce".

Agathe sospirò e utilizzò quello stesso autobus per raggiungere il Covo.

Cos'era il Covo? Era un altro degli "oscuri" segreti di Agathe. I suoi compagni erano lì, i suoi veri amici, la sua vera famiglia.

Scese ad una fermata quattro chilometri dopo, proprio vicino casa sua, in un'area piena di garage arrugginiti, dove nei pressi c'era una grossa discarica di componenti elettronici di una multinazionale. Agathe scese le scale verso il seminterrato dalla strada e bussò a ritmo preciso sulla porta di metallo, scrostata di vernice rossa.

La fessura al suo centro si aprì di colpo e comparvero due paia di occhi furbetti.

"La parola d'ordine?".

"Andiamo Sly sono io!".

"Niente eccezioni Wendy".

"Che palle" Sospirò Agathe "Supercalifragilistichespiralidoso" Disse tutto d'un fiato.

La porta si aprì e Agathe entrò.

"Ma una parola d'ordine più corta no eh?".

"Lamentati con Pan se non ti piace, a me non dispiace un po' di sicurezza in più".

Sly scortò Agathe nei sotterranei, all'interno di una zona isolata in disuso, sotto un'area piena zeppa di appartamenti, proprio nella stessa zona dove viveva anche lei.

Agathe si sentiva a casa lì. L'odore della muffa, il suono ruvido dell'acqua che scorreva nelle tubature metalliche, i passi che echeggiavano, e oltre quel piccolo tunnel c'era la zona operativa.

Quattro tavoli erano disposti in disordine, con quattro computer riciclati e modificati grazie alla discarica lì vicino. C'erano fili dappertutto, giornali, fumetti, dischi, una consol di videogame, qualche carta di snack sparso qua e la, una stufa e una poltrona vecchia strappata e polverosa. Umida, puzzolente, caotica, ma era luogo di bei ricordi.

"Wendy! Giusto in tempo" Un ragazzo biondino, di più o meno la sua età, lo accolse con un cenno.

"Pan? Come mai tutta questa urgenza?".

"Aspettiamo che arrivi anche Cubby. Quello zuccone è sempre in ritardo".

"Questi ritardi sono inaccettabili leader, dovresti optare per una punizione" Disse Sly.

"Avanti Sly, prendi sempre tutto troppo sul serio, rilassati" Gli sorrise, mentre si grattava il sedere.

Pochi minuti dopo, arrivò anche Cubby col fiatone. Si era scordata la password, e Sly era più innervosito del dovuto.

"Scusate il ritardo" Capelli unticci mossi, acne ovunque, grossi occhiali a tappo e stazza, la presenza di Cubby era sempre in qualche modo ingombrante e sudaticcia, però era un eccellente programmatore, a differenza di Pan, che non aveva particolari abilità informatiche ma dettava ordini e basta.

"Allora gente, si va in riunione" Pan scattò in piedi dalla poltrona "Ho delle notizie fresche e interessanti" Si avvicinò al suo computer e digitò qualcosa sul motore di ricerca, proiettandolo sulla parete. "L'altro giorno stavo dando un'occhiata ai post nel sub-forum, ho trovato una cosa che vorrei che vedeste".

Pan cliccò sulla pagina e comparve un post anonimo.

"L'utente è irriconoscibile ovviamente, e ha postato solo questa immagine".

Si trattava di un singolo file .jpeg con sotto una scritta che recitava:

 

Salve. Stiamo cercando individui dalla grande intelligenza.

Per trovarli, abbiamo deciso di creare un test.

C'è un messaggio nascosto in questa immagine.

Trovalo e ti porterà verso la strada che conduce da noi.

Attendiamo di incontrare i pochi che ce la faranno.

Buona Fortuna.

3301.

 

"Criptico" Disse Agathe, portandosi una mano sul mento.

"Che razza di scherzo sarebbe?".

"Non è uno scherzo Cubby" Aggiunse Pan. "Per lo meno non credo lo sia. Guarda quanta affluenza si è creata, quante persone hanno risposto. Questa è una caccia al tesoro!".

"A me sembra solo una cretinata" Fece spallucce Sly "Sarà qualche troll che cerca di approfittarsi dell'ingenuità del web".

"L'ho pensato anche io, ma poi ha postato questo".

Pan aprì un link proprio sotto l'immagine. Sullo schermo comparve una serie di numeri e algoritmi.

"Cos'è? Uno schema?" Sly si interessò.

"No, è una stringa di codice molto complesso" Indicò Agathe "Però non sono codici normali".

"Per niente" Scosse il capo Cubby a bocca aperta "Non ho mai visto una roba del genere, sembra persino più complesso del Fairy Dust, molto di più".

"Ad ogni modo, questo schema cosa vorrebbe suggerire?" Chiese Sly incrociando le braccia "Per quanto ne sappiamo è ancora nà trollata".

"Andiamo non siete curiosi nemmeno un po? Voglio dire, che cosa potrebbe mai celarsi dietro questo messaggio?" Disse Pan girandosi con la sedia verso i suoi compagni "Ci sono persone che già si sono messe in moto per cercare un modo per decifrare questo codice".

"Fammi capire bene, vorresti partecipare a questa caccia al tesoro Pan?" Cubby si aggiustò gli occhiali. "Non pensi sia solo una perdita di tempo?".

"Statemi ad ascoltare voi!" Pan sbatte le mani sul tavolo. "Vi ricordate qual è il nostro obiettivo? Su forza ripetetelo".

"Diventare dei paladini della giustizia?".

"Esatto! Paladini della giustizia virtuali! Siamo Hacker indipendenti, siamo gli unici che possono buttare giù il crimine nascosto! Diventeremo degli eroi capite? Altrimenti perché abbiamo fondato la Thinker Bell?".

"E cosa c'entra con quello che stiamo discutendo ora?" Domandò Sly perplesso.

"C'entra eccome!" Indicò lo schermo "Questa cosa è losca! Non vorreste indagare più in profondità? Cosa si cela dietro questo messaggio? Se fosse qualcosa di pericoloso, potremmo considerarlo il nostro primo vero lavoro come hacker della giustizia!".

Nessuno però sembrava convinto della cosa.

"D'accordo, visto che non abbiamo raggiunto un accordo, propongo una cosa" Disse Agathe, notando il silenzio.

"Sentiamo".

"Me ne occupo io. Il mio ultimo lavoro ha sollevato un po' di polvere, quindi mi tengo fuori dagli schermi per un po' di tempo. Mi dedicherò io a questo enigma, e vi farò sapere se ne vale la pena o meno".

"Ok, la proposta mi sembra sensata" Cubby annuì "Voi che ne pensate?".

"Io sono d'accordo, Wendy lasciamo tutto a te" Concluse Sly.

Pan era tutto col broncio. Gli seccava non aver avuto l'approvazione totale del gruppo, ma si accontentò del risultato.

"Ok, come leader ti do il permesso di agire Wendy. Fa questo per la Thinker Bell, e verrai ricoperta di gloria".

Thinker Bell era il nome del gruppo. Agathe aveva fatto in modo di acquistare illegalmente l'intera zona in disuso sotto falso nome, e affidarla a Pan. Agli occhi di un'estraneo la cosa sarebbe potuta essere eccessiva per quattro ragazzini di appena quindici anni, ma la spensieratezza e l'infantilità del gruppo, non era da qualcosa da sottovalutare.

L'unione delle loro quattro menti, era sufficiente per organizzare qualsiasi tipo di operazione.

Pan: il leader del gruppo, si occupava raramente di hacking, bensì era molto versatile nella raccolta di informazioni, anche per via della sua famiglia molto ricca e influente, senza contare che era particolarmente affascinante e motivo di interesse per molte ragazze, anche più grandi di lui. Inutile dire che Pan disponeva di un ottimo carisma, che però difficilmente era efficace nel gruppo. Spesso faceva il capriccioso, ma nessuno metteva mai messo in discussione la sua bravura o furbizia.

Sly era il perfettino snob della situazione. Arrogante, schietto, amaro, un ragazzo poco piacevole, ma dal talento insostituibile. Era lui a progettare i gadget per le operazioni più delicate. I suoi lavori, così come la sua opinione, erano fondamentali.

Cubby invece, nonostante il suo aspetto discutibile e a tratti poco igenico, era un cervellone e un genio dell'informatica, anche se non dello stesso livello di Agathe. Cubby però, si occupava della manutenzione e progettazione di software specializzati. Diciamo che era la controparte di Sly, che invece si occupava maggiormente di hardware.

Poi c'era l'asso indiscusso della Thinker Bell: Agathe, che veniva chiamata Wendy. Era lei che si occupava degli hacking più delicati, oltre alle innumerevoli conoscenze e agganci nel dark web. Infatti, grazie a Agathe, la Thinker Bell aveva molti membri sparsi in tutto il mondo, tutti giovanissimi che non superavano i sedici anni.

Era Agathe stessa a gestire il forum per le comunicazioni internazionali, inoltre per essere un piccolo gruppo di hacker dediti alla giustizia, avevano un sistema di sicurezza molto solido chiamato Fairy Dust, aggiornato costantemente da Cubby, che teneva sotto controllo le trasmissioni della polizia, oltre ad avere il totale controllo delle telecamere di sicurezza dell'intero isolato.

Per Agathe, la Thinker Bell era una famiglia, un luogo in cui poteva rifugiarsi, in cui poteva sentirsi parte di qualcosa di più grande. Forse agli occhi di un adulto, quello che facevano là sotto poteva sembrare sciocco e infantile, ma in realtà nulla di ciò che architettavano la sotto era un gioco, facevano sul serio...

Internet, soprattutto negli ultimi decenni, si era amalgamato alla struttura sociale in tutte le sue sfaccettature, anche le più oscure. Sul web c'era ogni cosa, e ogni individuo con un po' di talento poteva accedere a quel vaso di Pandora, colmo di oscuri segreti e altro.

La Thinker Bell, così come Agathe, sapevano molto bene l'identità di ciò che si celava nell'oceano oscuro di Internet. Era un luogo protetto, inadatto a mani inesperte, poiché potevi facilmente finire nei guai, o peggio...

Ma erano proprio quelle profonde radici, quella quasi totale amalgamazione a Internet, che rendeva possibile il sogno della Thinker Bell. Là dove le forze dell'ordine non potevano arrivare, un hacker poteva.

Se si era abili in ciò che si faceva, si poteva eludere ogni sistema, rubare ogni informazioni, duplicare, distruggere, eludere, tutto era possibile. Sia nel bene, che nel male e nel caso della Thinker Bell si applicava questa cosa soltanto per scopi positivi.

Ogni operazione richiedeva tempo, dedizione e concentrazione, ma erano tutte qualità che Agathe e i suoi compagni fortunatamente disponevano.

Ecco perché non bisognava fare l'errore di interpretare il messaggio della Thinker Bell, come quello di uno stupido gioco infantile. Non lo era nel modo più assoluto...

--

"Dunque, veniamo a noi".

Agathe si mise seduta sulla sua postazione PC, all'interno del suo appartamento. Il suo setup era composto da tre schermi in serie, collegati ad un tower pc molto performante, assemblata da lei con l'aiuto di Sly.

Mentre sorseggiava della cioccolata calda, Agathe navigò sul sub-forum dove c'era il misterioso enigma.

"3301" Un numero molto particolare. Significava qualcosa?

Agathe esaminò le risposte degli utenti. La maggior parte gridavano al troll e rispondevano con faccine idiote o altro, accompagnate da discussioni prive di senso. Nulla che potesse in qualche modo aiutare Agathe a decifrare il messaggio.

"D'accordo, troviamo questo messaggio".

Agathe prese un foglio e una penna e scrisse l'enigma. Esaminò le lettere, cercò anagrammi, provò a collegare il numero 3301 a possibili calcoli matematici. Cercò su Internet se il numero 3301 significasse qualcosa, ma le informazioni erano confuse.

"Sono fuori strada eh?" Si grattò la tempia con la matita e sbuffò. "Col cavolo che mi faccio mettere i piedi in testa così".

Provò altre combinazioni, ma forse stava applicando una metodologia di pensiero troppo complessa. Forse doveva applicare il buon vecchio concetto del rasoio di Occam. Provò con dei software per scovare se c'erano dei pixel nascosti o altro, ma continuò a non trovare nulla.

"Tch... allora proviamo così".

Agathe decise di aprire l'immagine con un formato differente. Utilizzò il programma Note e si ritrovò davanti ad una serie di caratteri strani e confusi.

"Mh? E questo cos'è?".

Proprio in fondo, trovò una particolare stringa di codice in grassetto.

Tiberio Claudio Cesare disse:

"lxxt>33m2mqkyv2gsq3q=w]02ntk"

La ragazza, decifrò il messaggio utilizzando il processo inverso e trovò un link ad una pagina.

"Ti ho beccato testina".

Soddisfatta, Agathe aprì l'immagine, ma si ritrovò davanti a qualcosa che nuovamente sembrava non avere alcun senso.

"Ma che veramente? Siamo seri?".

Agathe gettò la matita sul tavolo e fissò quella che sembrava a tutti gli effetti un vicolo cieco.

Per essere uno scherzo, era piuttosto elaborato. Però Nitrotori aka Wendy non era tipa che si tirava indietro alla prima difficoltà.

"Sarà pur una perdita di tempo, ma almeno è interessante".

Qualcosa però le ronzava nella mente. C'era qualcosa di molto familiare in ciò che aveva appena fatto.

"Ma certo... ora ricordo".

Agathe fece una rapida ricerca.

In passato, non nello stesso sub-forum che frequentava, c'erano stati enigmi molto simili. Alcuni anni prima, seppur con aspetto e parole differenti, c'era stato un simil episodio su un altro forum. La metodologia era decisamente simile, soprattutto la prima fase della soluzione.

"Quindi ci sono dietro le stesse persone?".

Agathe si portò nuovamente la matita sulla tempia.

"Se l'enigma di 3301 è lo stesso di quello del passato, allora...".

Utilizzando un piccolo software in grado di estrarre informazioni nascoste all'interno di altri file o immagini, Agathe riuscì a trovare un altro codice, dove all'interno c'era un altro link, messi un po' ad effetto matrioska.

Quando però la giovane hacker aprì il link, si ritrovò in una sezione vuota dello stesso sub-forum che frequentava. Non c'era assolutamente niente.

"Un altro vicolo cieco?".

Agathe si consultò nuovamente con la vecchia caccia al tesoro digitale, ma da qui in poi le cose stavano prendendo una piega molto diversa.

"Immaginavo" Si disse Agathe "Sarebbe stato troppo facile copiare no?".

Se quello era un vicolo cieco, doveva escogitare qualcos'altro ma lo stomaco della ragazzina brontolò.

"Oh beh, lasciamo stare per ora".

Agathe ignorò l'enigma e si preparò dei ramen instantanei, accendendo la TV.

Stavano mandando in onda l'ultima edizione del telegiornale.

Quando apparve il volto di quell'uomo, Agathe si bloccò. Si trattava di James Cameron, amministratore delegato della Cameron Pharmaceutical.

L'uomo era al centro di numerosi riflettori, per via di alcuni disordini avvenuti all'interno della azienda.

Cameron aveva ricevuto diverse minacce di morte e la polizia stava lavorando sul caso da almeno una settimana.

Agathe strinse il pugno e cambiò canale, mettendo buffi cartoni animati. Era il suo modo di fuggire, il suo modo per lasciarsi alle spalle il passato...

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Cicada ***


Il giorno dopo

Ore 9:10

 

 

Le lezioni erano appena iniziate. Stare in classe con la neve che scendeva silente dal cielo, causava più sbadigli che altro, ma Agathe, nonostante avesse la sua solita espressione annoiata, con il mento poggiato sul viso, stava cercando di capire cosa fare con l’enigma di 3301.

Stava costantemente tenendo d’occhio quel forum vuoto, quasi sperasse potesse comparire qualcosa, ma era molto più probabile che fosse solo un vicolo cieco.

  “Accidenti, non so cosa fare adesso” Sospirò parlando tra se e se mentalmente. “Ho finito tutte le opzioni”.

Intanto le ore passavano, finché anche quel giorno le lezioni terminarono.

Agathe aveva appuntamento con i ragazzi della Thinker Bell al covo, ma fu trattenuta dall’ennesimo inconveniente.

  “Ancora?”.

Si sentiva osservava, pedinata. Chiunque egli, o ella fosse si trovava all’interno delle mura della scuola. Agathe questa volta decise di agire diversamente, era il momento di confrontarsi direttamente con il suo stalker.

Decise di imboccare una strada isolata, quella che dava verso il retro della scuola, dove c’erano i campi sportivi. Proprio come temeva, Agathe sentì di esser seguita. Era indubbiamente agitata e anche un po’ spaventata, ma decise ugualmente di rischiare.

La giovane hacker stringeva tra le sue mani il cellulare, pronta a chiamare la polizia, poi scattò.

Si mise a correre e si nascose dietro una colonna. Immediatamente dopo, sentì i passi del suo inseguitore.

Agathe si portò la mano sulla bocca, per evitare di essere scoperta col fiatone, finché non lo vide.

Il suo inseguitore era un ragazzo. A giudicare dal suo aspetto, doveva avere qualche anno più di lei. Anche lui era uno studente, visto lo zaino a tracolla nero.

Indossava un berretto di lana, un giubbotto grigio imbottito e un paio di guanti. La sua espressione, il suo sguardo, persino il suo aspetto, non le dava l’impressione di essere pericoloso.

Il ragazzo sospirò e si voltò per andare via, quando Agathe decise di confrontarlo.

  “Si può sapere chi diavolo sei?”.

Lui si bloccò come una pietra. Non se lo aspettava minimamente.

  “Ehi sei sordo?” Agathe perse la pazienza “Ti ho chiesto chi diavolo sei e perché mi pedini. Cosa vuoi da me?”.

Il ragazzo si voltò e aveva un’espressione tesa e imbarazzata.

  “Ecco... perdonami, io non volevo”.

  “Non volevi? Non prendermi in giro, mi segui da almeno due settimane!”.

  “Come fai a saperlo?” Le domandò sorpreso.

  “Sei un pessimo stalker. Si capisce lontano un miglio che stai cercando di pedinarmi. Per chi m'hai preso eh? Pensavi davvero di passare inosservato?”.

  “Te ne sei accorta da sola?”.

  “Certo che sì, ti ho già detto che non ci vuole un gen...”.

  “Accidenti! Sei più fantastica di quel che credevo!” Esclamò improvvisamente il ragazzo, con entusiasmo.

  “Eh?” Agathe rimase un attimo interdetta.

  “Mi dispiace averti causato così tanto disagio. Ecco... io mi chiamo Hugo Jacobson, sono uno studente del terzo anno”.

  “Cosa vuoi da me?”.

  “Ecco io...” Hugo diventò tutto rosso. “Ti ho inseguita perché...” Deglutì.

Agathe non capiva cosa stava succedendo, perché quel tizio era diventato tutto ros...

  “Ti ho inseguita perché mi piaci!” Lo gridò in modo patetico, mentre le sue guance si tingevano dello stesso colore della buccia di pomodoro.

Ci furono secondi in intenso silenzio. Si sentiva solo il vento e il chiacchiericcio degli studenti a distanza.

  “Huh?” Agathe inarcò un sopracciglio. “Ti piaccio? Ma se nemmeno mi conosci, che razza di scherzo è questo?”.

  “Non è uno scherzo!” Esclamò Hugo a pugni stretti, teso come una corda di un violino “Quando ti ho vista la prima volta io, mi si è appannata la vista!”.

  “Allora hai bisogno di un oculista”.

  “Ma no! Non è per quello!” Scosse il capo violentemente “Ho iniziato ad avere dei capogiri, ogni volta che ti incrociavo, il mio cuore batteva forte. Sentivo le farfalle nello stomaco. È la prima volta in assoluto che mi sento così. Ho capito che tu mi piaci! E volevo che tu lo sapessi”.

Agathe si trovò in un situazione piuttosto bizzarra. Era la prima volta che un ragazzo le si dichiarava. Non sapeva cosa fare, in realtà sotto sotto anche lei era piuttosto imbarazzata.

  “Uhh...” Agathe si grattò la tempia con l’indice “Onestamente non che dire”.

  “Beh, potresti dirmi che ne pensi”.

  “Pensare a cosa scusa”.

  “Voglio dire, che ne pensi di me? Io ti piaccio?”.

  “No”.

Agathe sentì il cuore del giovane ragazzo frantumarsi. La sua espressione mutò in una delusa.

  “Oh...”.

  “Senti Hugo, mi dispiace ma... devo vedermi con degli amici. Devo andare”.

  “O-ok, scusami per tutto”.

Agathe avvertì uno strano malessere. Lo sguardo di quel ragazzo era così triste, aveva fatto qualcosa di sbagliato? Non era di certo abituata a situazioni del genere, ma quella improvvisa dichiarazione l’aveva colta un po’ di sorpresa.

Chi mai se lo sarebbe aspettato? Agathe si cibava solo ed esclusivamente dei suoi mariti 2D, non aveva mai ipotizzato una relazione con il 3D. Però, mentre andava via sentì una forte malinconia agguantarla in petto.

  “Forse avrei dovuto essere più delicata?”.

Si voltò e vide Hugo nella stessa posizione di prima. Non si era mosso di un millimetro. Agathe sospirò e andò via.

--

  “Allora Wendy? Novità?”.

Pan e tutti gli altri erano nel salotto del covo. Cubby stava giocando con una consol portatile, mentre Sly maneggiava un giravite, intento a montare uno strano aggeggio.

  “Uhm... ho superato i primi due blocchi” Rispose un po’ distratta.

Pan scattò in piedi e poggiò le mani sulle braccia della ragazza.

  “Vuoi dire che ci sei riuscita?”.

  “Certo che sì, per chi mi hai presa?”.

  “Stiamo pur sempre parlando di Nitrotori no?” Intervenne Cubby.

  “E allora? Cosa hai scoperto?”.

Agathe replicò il processo sotto gli occhi di Pan. Prima convertì il file immagine in file testo, poi aprì il primo link. Seguì poi l’immagine, per poi individuare il secondo codice nascosto, accedendo al secondo link.

  “E questo cosa sarebbe?” Domandò Pan.

  “E una sezione del Sub-Forum. Ma è vuota” Spiegò Agathe “Forse è solo un vicolo cieco”.

  “Hai in mente qualche altra strada?”.

  “Ho provato a escogitare qualcosa mentre ero in classe, ma non sono sicura che funzionerà. Proverò oggi pomeriggio”.

  “Conto su di te ok?”.

  “Sentite...” Improvvisamente Sly poggiò il giravite e si rivolse a loro. “Pensate sul serio sia una buona idea?”.

  “Te l’ho già spiegato no?” Rispose Pan cocciuto come al suo solito “Dobbiamo indagare!”.

  “Io non credo sia saggio farlo”.

  “Perché dici così?” Chiese Agathe.

Sly scese dallo sgabello e afferrò la consol di Cubby.

  “Ehi! Ridammelo!”.

  “Prima ascoltatemi tutti. È una cosa molto seria”.

Nessuno aveva mai visto Sly con quello sguardo, così nemmeno Cubby protestò. Il ragazzo si avvicinò al pc di Pan e digitò abilmente sulla tastiera.

  “Ieri, incuriosito da questo 3301 ho fatto delle ricerche. Wendy, immagino che anche tu sia arrivata a questo sito vero?”.

  “Ah quel forum. Ne avevo sentito parlare” Rispose lei “A quanto pare anni fa c’è stato un gioco simile”.

  “Davvero?” Pan non ne era a conoscenza.

  “Non c’è la sigla 3301 ovviamente” Spiegò Sly “ma gli enigmi presentano lo stesso identico modus operandi, ovvero che stanno cercando individui con alto potenziale di intelletto. Ma non è l’enigma in sé a preoccuparmi”.

Fece un’altra ricerca.

  “Ci sono state quattro comparse. La prima è avvenuta nel lontano 2012. L’enigma presentava le stesse identiche condizioni di quest’ultimo, ma aveva l’immagine di una strana cicala. Una settimana dopo questo evento, c’è stato un incidente. Un avvocato di 33 anni ha sterminato la sua famiglia, per poi togliersi la vita. Il secondo enigma è apparso nel 2016, stessa dinamica, stesse richieste, stessa cicala, e una settimana dopo un ex poliziotto ha ucciso quattro bambini davanti ad un asilo, per poi togliersi la vita”.

  “È una coincidenza no? Voglio dire, questi incidenti sono molto frequenti purtroppo”.

  “All’inizio ero scettico anche io” Spiegò Sly. “Ma mi è bastato fare altre ricerche e ho scoperto che tutti questi incidenti, sono avvenuti nello stesso orario, nello stesso mese”.

  “Stai dicendo sul serio?” Cubby era sbigottito.

  “Ogni incidente avviene il giorno prima della Vigilia di Natale, alle ore 21:10. Esattamente una settimana prima della comparsa della cicala” Spiegò Sly. “Mancano quattro giorni al 23 Dicembre no? E se succedesse di nuovo?”.

  “Andiamo Sly” Rise Pan “È solo una coincidenza. E poi nei futuri enigmi, la cicala non è comparsa vero?”.

  “Vero, ma gli incidenti si sono comunque ripetuti, come se fosse una maledizione”.

  “M-m-maledizione?” Cubby era impallidito. “Ehi andiamo Sly, non è divertente”.

  “Io vi consiglio di tenere gli occhi aperti. Non ditemi che non vi avevo avvertito. Secondo me, faremmo meglio a ignorare questa cosa”.

  “Ma dai” Pan era convinto si trattasse solo di una coincidenza “Come può una cosa del genere causare degli incidenti simili? È irrealistico no?”.

  “Devo concordare con Pan” Intervenne Agathe “È irrealistico, ma è altrettanto vero che la cosa è parecchio strana”.

  “E allora cosa vuoi fare? Vuoi tirarti indietro anche tu?” Pan mostrò il suo solito sguardo deluso.

Agathe sospirò. “Non ho detto questo, piuttosto non dovrebbe essere il contrario?”.

  “Che vuoi dire?” Cubby era ancora pallido.

  “Se davvero questi incidenti sono causati da questo enigma, allora è compito della Thinker Bell di indagare no? Siamo i paladini della giustizia dico bene?”.

Pan si sentì orgoglioso di lei.

  “Wendy ora si che si ragiona!”.

  “Ne sei convinta?” Sly non era convinto affatto “E se fosse troppo pericoloso? Io non volevo di certo spronare il gruppo a proseguire la ricerca!”.

  “Invece è ciò che dovremmo fare!” Esclamò Pan deciso “Ci sarà sicuramente una spiegazione dietro questi incidenti! Chi oltre a noi può farcela eh?”.

  “Io ci sto” Agathe fece un passo avanti. “Voglio indagare. Se riusciamo a capire cosa si cela dietro tutto questo, forse possiamo salvare la vita a qualcuno”.

  “Beh... è vero, ma se la maledizione colpisse noi? Disse Cubby, portandosi l’unghia al dente.

  “Ma quale maledizione! Siamo nel mondo vero! Non in un fantasy!”.

Sly sospirò.

  “Vabbeh, fate come vi pare”.

  “Allora è deciso!” Pan fece un salto di gioia “Tutti a lavoro ragazzi! Questo sarà il nostro primo incarico come paladini della giustizia! Sly ottimo lavoro!” Alzò il pollice.

  “Sè vabbè. Come se l’avessi fatto per questo motivo” Sospirò di nuovo.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Hugo ***


Ore 19:31

Appartamento Agathe

 

Quella sera Agathe non riuscì a concentrarsi.

Aveva provato le combinazioni per risolvere gli enigmi in modo diverso, ma non portò a nulla.

La ragazza sospirò, lasciò la matita sul tavolo e ripensò a Hugo.   

“Ho esagerato con lui?”.

Lo sguardo triste del ragazzo aveva turbato Agathe. Lei era inesperta in quel campo e non avrebbe mai e poi mai chiesto consigli alla Thinker Bell. Pan si sarebbe come minimo ingelosito. In realtà, lui era geloso un po’ di tutti, era il classico leader che nonostante forzasse più volte la mano, dimostrando di essere solo un ragazzino capriccioso, ci teneva a mantenere il gruppo in un certo equilibrio.

Il solo pensiero che la grande Nitrotori fosse corteggiata, sarebbe stato oggetto di preoccupazioni per la Thinker Bell. Dopotutto, era risaputo che l’amore giocava brutti scherzi e poteva turbare quell’equilibrio.

  “Parla lui, che è corteggiato da un centinaio di ragazze” Sospirò Agathe, facendo allusione alla sua ipocrisia.

  “Forse mi toccherà parlarci” Agathe mordicchiò la matita. “Mi chiedo se peggiorerò le cose così”.

La ragazza fece un grosso sospirò e iniziò a dondolarsi con la sedia.

  “Che pasticcio. Ma tu guarda se la mitica, pimpante Nitrotori deve consolare un suo spasimante”.

Agathe sdammatizzò, come se per lei fosse normale avere spasimanti. In realtà il suo cuore batteva un po’ troppo forte, proprio perché era la prima volta.

Non sapeva se era felice o triste, però l’idea di essere apprezzata da un ragazzo in carne ed ossa, era decisamente piacevole, inoltre Hugo era molto carino.

  “Molto carino...” Agathe arrossì, ricordando il suo sguardo triste. “Infatti era molto tenero”.

Quando però si rese conto di ciò che stava pensando, trasalì e piegò la sedia un po’ troppo all'indietro, perdendo l’equilibrio.

  “Waah!” *CRASH!”*

Cadde per terra e restò a gambe sollevate.

  “Ahio, che male...” si rialzò accarezzandosi il capo. “Non posso crederci di aver avuto pensieri del genere, avanti Agathe riprenditi!” Si tirò due schiaffetti, poi preparò la cena.

Infine passò la serata a guardare anime, mentre senza nemmeno rendersene conto, continuava a pensare a quella dichiarazione.

Poi si addormentò e fece sogni strani e confusi.

--

La mattina seguente

 

Agathe arrivò a scuola in anticipo stavolta.

Restò in attesa nei piani inferiori, mentre mangiava una brioche.

Il motivo per cui si era appostata lì, era perché aveva bisogno di parlare con Hugo. Voleva scusarsi, ed evitare di avere la coscienza sporca, ma una parte di lei si chiedeva se davvero sarebbe stata una buona idea. E intanto montava l’agitazione, quel fastidioso dolore allo stomaco e alla pancia, che lentamente la torturava.

  “Ma tu guarda se devo sentirmi così di prima mattina! Ah... eccolo”.

Con grande sorpresa, era in anticipo anche lui. Si riscaldò le mani strofinandosele, visto il gelo e le continue nevicate. Poi il suo sguardo si paralizzò davanti ad Agathe. Al povero ragazzo quasi venne un colpo e sentì il cuore sprofondare nello stomaco.

  “Ehi ciao...” Le disse lei.

  “C-ciao, anche tu qui?” Il ragazzo sorrise nervosamente.

  “Fuori fa troppo freddo e sono venuta in anticipo”.

  “Oh, capisco”.

  “Senti Hugo, il fatto è che...”.

  “Non preoccuparti dai” Interrompè lui “Ieri sono stato troppo precipitoso, ti chiedo scusa”.

  “No, non è quello. Forse sono stata troppo sgarbata ecco”.

  “Ma no, tranquilla” Sorrise lui grattandosi il capo.

Agathe diventò un pelo rossa. “È la prima volta che qualcuno si dichiara a me così. Onestamente non sapevo cosa rispondere”.

  “Ci hai ripensato?” Hugo spalancò gli occhi.

  “Ah... ecco” Agathe fece un sorrisetto nervoso. “Non partire subito in quinta, per prima cosa volevo scusarmi e l’ho fatto. Poi... che ne dici se prima diventiamo amici? Un passo alla volta”.

Hugo era al settimo cielo. A malapena riuscì a contenere la gioia.

  “Grazie!” Le afferrò le mani improvvisamente, “Mi hai veramente dato una bellissima notizia!”.

  “O-Oh, ecco... mi fa piacere”.

  “Come ti chiami?” Domandò poi Hugo.

  “Agathe”.

  “Allora, spero che andremo d’accordo Agathe”.

Il sorriso radioso di Hugo in qualche modo la rassenerò. In fin dei conti era stata una buona idea parlare con lui. Ma la sua allegria travolgente la metteva pesantemente a disagio.

...

Quando poi le lezioni terminarono, Hugo la aspettò all’uscita.

  “Agathe! Eccoti ti stavo aspettando”.

  “Che succede?”.

  “Ti volevo chiedere, ti va di uscire oggi? Magari possiamo conoscerci meglio no?”.

Agathe non aveva alcun impegno, o meglio lo aveva: risolvere il dannato enigma di 3301, ma decise di marinare i suoi compiti e uscire con il ragazzo, solo per saziare la sua curiosità.

  “D’accordo”.

Ancora una volta Hugo sembrò felicissimo, così i due si incamminarono insieme verso il centro commerciale, che si trovava da quelle parti.

L’intero luogo era completamente illuminato dalle luci natalizie. C’era un’atmosfera meravigliosa, degna dell’allegria che trasmetteva il Natale.

  “Non credi che il Natale sia favoloso?” Chiese Hugo.

  “Favoloso dici? Non ci ho mai dato troppo peso in realtà. Però sì... questa atmosfera è molto bella”.

  “Vieni, conosco un posticino niente male da queste parti. Offro io”.

Agathe venne trascinata come un uragano dalla vivacità e allegria di Hugo, tanto che non riuscì a dirgli neppure di no.

Era come un bambinone troppo cresciuto, nonostante Agathe fosse di due anni più piccola, dimostrava una maturità maggiore del ragazzo che aveva di fronte.

La giovane hacker si guardò attorno. Non gli capitava quasi mai di visitare centri commerciali così grandi, senza contare che viveva una vita da semi-hikikomori, quindi il contatto sociale non era proprio il suo forte.

  “Eccoci qui!”.

Alla fine Hugo portò la ragazza ad un normale fast food. Niente di eccezionale, ma non si lamentò visto che aveva fame.

I due presero posto e ordinarono da mangiare e da bere.

Poi però ci furono momenti di imbarazzo. Agathe non aveva mai mangiato in compagnia di qualcuno e lui era decisamente nervoso, seppur felice.

  “D-dunque Agathe, cosa ti piace fare durante la giornata?” Hugo prese l’iniziativa.

  “Uhm, di solito vedo Anime, gioco ai videogames, sto al computer, e poi quando mi stufo torno a guardare Anime”.

  “Hai una vita impegnata vedo” Si grattò il capo confuso.

  “Tu non hai la più pallida idea di cosa sia un Anime, vero?”.

  “Ne ho sentito parlare, ma se devo essere sincero non li conosco”.

Agathe sospirò.

  “Ti perdi metà delle cose belle di questa vita. Gli Anime sono cartoni animati giapponesi e sono meravigliosi, appassionanti e possono insegnarti tante cose”.

  “Oh! Capisco” Annuì Hugo “Non ne ho mai visto uno. Scommetto che se lo facessi, verrei sicuramente rimproverato”.

  “Perché mai?” La ragazza inarcò un sopracciglio.

  “La mia famiglia è molto complicata” Sorrise lui sereno. “Mio fratello maggiore è un detective della polizia, e mio padre è il capo dei pubblici ministeri della procura. Ti lascio immaginare quanto siano severi e ligi al dovere”.

  “Cavolo, non deve essere facile”.

  “Ci sono abituato. A volte è molto pesante avere a che fare con loro, ma ahimè è così. Passo la maggior parte del mio tempo a studiare, leggere libri di legge, e ascoltare le costanti ramanzine di mio fratello e mio padre. Oggi per fortuna è l’ultimo giorno di scuola, almeno posso respirare un po’, tu invece? Come sono i tuoi genitori?”.

  “...” Agathe chiuse gli occhi. “I miei genitori sono morti. Io vivo da sola”.

  “Oh...” Hugo si sentì terribilmente in colpa per aver fatto quella domanda “Mi dispiace”.

  “Non ti preoccupare. Vivere da soli ha il suo privilegio”.

  “E come fai a procurarti il denaro per sopravvivere?”.

  “Ah… ecco è una lunga storia, lasciamo stare”.

Agathe cercò di evitare ogni argomento che la riguardasse da vicino. La sua vita da hacker era ben segreta. Rivelarla così al primo sconosciuto, non era affatto un’idea saggia, soprattutto ad una famiglia di sbirri.

  “Sentì, volevo farti una domanda, visto che hai menzionato la tua famiglia”.

  “Di che si tratta?” Domandò Hugo curioso.

  “Visto che tuo padre e tuo fratello sono in contatto con la polizia, mi chiedevo se hai mai sentito parlare di incidenti particolari, che avvengono il giorno prima della vigilia di Natale?”.

  “Incidenti? Non saprei, papà e Nicholas non mi dicono mai nulla del loro lavoro. Però ho notato che mio fratello è molto teso di questi giorni, molto più del previsto a dire il vero. Inoltre mio padre non è ancora mai tornato a casa, nemmeno una volta. Di solito quando succede così, c’è qualcosa di grosso sotto”.

  “Qualcosa di grosso?”.

  “Beh, loro due lavorano insieme, quindi di solito quando non tornano a casa o sono più silenziosi del solito, c’è di mezzo il lavoro. Forse sono alle prese con un caso particolarmente difficile” Gesticolò Hugo, come per segnalarle che è una cosa che avviene periodicamente.

  “Capisco, quindi sta succedendo qualcosa eh?”.

  “Mmm è molto probabile. Ma come mai me lo chiedi?”.

Agathe tirò fuori il suo smartphone e gli mostrò l’enigma di 3301.

  “Che cos’è?” Hugo osservò da vicino.

  “Hai mai sentito parlare di 3301, o di una misteriosa cicala che compare su alcuni popolari forum nel periodo natalizio? Apparentemente, ogni qual volta che questo enigma compare sul web, una settimana dopo, nel giorno prima della vigilia di Natale, sempre alla solita ora, avviene puntualmente lo stesso identico incidente”.

  “Incidente di che tipo?” Domandò Hugo serio.

  “Tutti gli incidenti registrati sono omicidi, che finisce poi con il suicidio del colpevole. I motivi sono sconosciuti”.

Hugo si portò una mano sul mento. Sembrava immerso in una intensa riflessione.

  “Capisco. Io purtroppo non so nulla. Però sono curioso di sapere perché te ne interessi così tanto” Sorrise lui.

  “Oh uhm...” Agathe si scostò una ciocca di capelli “Diciamo che sono una fanatica del mistero. Mi piacciono queste cose”.

  “Fammi indovinare, vuoi risolvere questo enigma vero?” Hugo ammiccò in modo simpatico.

  “S-sì, in realtà mi piacerebbe”.

Il ragazzo sospirò e poggiò la schiena sul sedile.

  “Purtroppo sono una schiappa con gli indovinelli. Però è interessante, hai detto che non è la prima volta che questi enigmi compaiono sul web dico bene? La vera domanda è: se sono loro i responsabili dell’incidente, allora vuol dire che tutti gli enigmi sono parte dello stesso modus operandi. Ergo della stessa persona. Questo spiegherebbe la precisione degli incidenti”.

  “Sì, credo di sì, anche se non c’è modo di confermarlo con certezza” Affermò Agathe “Alcuni degli enigmi passati non hanno la cicala”.

  “Però se ci fosse un modo per identificare se i file sono simili tra loro. Non so, una firma digitale nascosta, o qualcos’altro, potresti appurare con assoluta certezza che si tratta della stessa 3301 del passato”.

Agathe fu presa contropiede da quella affermazione.

  “Una firma digitale dici? Ma certo, se l’immagine ha una firma PGP identica alle altre allora...”.

  “Uhm... di cosa stai parlando?” Hugo fece un sorriso nervoso.

  “Ah niente! Dimentica tutto, te l’ho detto no? Sono solo una fanatica di queste cose. Però grazie a te ho capito una cosa importante”.

  “Sono felice di averti aiutato allora!”.

Agathe riconobbe di aver tralasciato quel dettaglio. Hugo era stato molto acuto a notarlo e onestamente non se l’aspettava. Nonostante fosse evidente il disagio negli occhi di Hugo nel parlare della sua famiglia, era palese che lo stesso sangue da detective scorreva anche nelle sue vene.

  “Forse questo ragazzo potrebbe esserci utile” Pensò Agathe, ma aveva bisogno di altri test.

--

Il resto del pomeriggio lo passarono tra negozi, mostre natalizie e una sala giochi dove Hugo dimostrò di essere una totale schiappa.

In fin dei conti, quello fu per Agathe un pomeriggio sereno, nonostante spesso l’eccessiva allegria di Hugo la metteva a disagio.

La giovane Hacker sorrideva poco, ma non perché la sua vita è stata difficile o altro, semplicemente era il suo carattere burbero e riservato, che prendeva quasi sempre il sopravvento.

Negli ultimi periodi, soprattutto durante la sua vita scolastica, aveva imparato a sorridere di più, ma tra lei e Hugo c’era un divario abissale.

Agathe si chiese il perché. Da come l’aveva descritto, Hugo non aveva una vita semplice, allora perché sorrideva così?

  “A cosa pensi?” Hugo interruppe il flusso di pensiero della ragazza.

  “Niente, sto pensando a come fai ad essere sempre così allegro e esuberante”.

  “Beh, perché sono in tua compagnia. Fino all’altro giorno mi sembrava una cosa impossibile e invece eccoci qua”.

  “Oh... capisco”.

  “Ti stai annoiando?” Chiese preoccupato lui.

  “Oh no è che mi sorprende che sei sempre così allegro. Non hai una vita semplice, eppure...”.

  “Beh, non posso stare depresso tutta la vita no?” Si portò le mani sulla nuca. “Se mi lascio abbandonare all’apatia, allora tutto è finito. Ho deciso di vivere la mia vita al massimo, anche se ho parecchi limiti, ma voglio comunque sorridere il più possibile”.

  “Sorridere il più possibile eh?”.

  “Dovresti provarci anche tu! Hai sempre quell’espressione seriosa”.

  “Seriosa mmm”.

Hugo si fermò e alzò un dito. “Su forza, fammi un bel sorriso”.

  “Ti pare il momento? Qui davanti a tutti?” Agathe si imbarazzò.

  “Suvvia! Un sorriso può illuminare una giornata buia! Su forza, sorridi”.

Agathe sospirò. Si preparò psicologicamente, poi abbozzò un sorrisone falso.

  “Cheeese!” Ma si sentì immediatamente una scema.

  “Ngk...Ahahahaah!” Hugo scoppiò a ridere a lacrime.

  “Che diavolo hai da ridere!” Esclamò Agathe offesa.

  “Scusami ahahah, è che sei troppo buffa ahahah”.

Agathe si portò una mano sul viso e scosse il capo. “Questo è tutto scemo...”.

--

Sera

Covo

 

Ora che finalmente erano iniziate le vacanze di Natale, Agathe poteva passare molto più tempo con la Thinker Bell.

Agathe di tanto in tanto riceveva qualche messaggio da Hugo, visto che i due si erano scambiati il numero.

La ragazza sospirò, visto che era molto loquace, anzi... quasi fin troppo. Però aveva notato del potenziale, forse poteva davvero essere utile per la Thinker Bell.

  “Che pizza...” Sospirò Pan dondolandosi con la sedia. “Wendy, davvero non hai trovato altre soluzioni?”.

  “No, ho controllato la firma PGP e ho scoperto che tutte le immagini degli enigmi passati corrispondono esattamente a l’ultimo enigma di 3301. Ma non ho trovato una soluzione alternativa al puzzle”.

  “Quindi abbiamo a che fare con la 3301 autentica?” Chiese Cubby.

  “Sì, la firma PGP non mente mai” Rispose Agathe.

  “Ehi è questa che roba è?” Improvvisamente Sly si alzò dalla sedia. “Venite a vedere!”.

Tutti si radunarono davanti al suo pc.

  “Wendy, questa è la pagina del forum vero?”.

  “Sì, ma quel post?” Indicò la ragazza.

  “L’hanno messo poco fa. La 3301 ha fatto la sua mossa!”.

Immediatamente l’atmosfera si fece più tesa. Agathe ci aveva visto giusto? Aveva risolto l’enigma e adesso era stata ammessa alla fase successiva?

Che cosa li aspettava ora? Quali erano i misteri che si celavano dietro quegli enigmi?

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Mabinogion ***


“Che cos’è?” Chiese Cubby aggiustandosi i grossi occhiali.

  “Un libro” Rispose Sly, facendo una ricerca. “Il Mabinogion, un gruppo di manoscritti medievali. Il suo contenuto è composto da eventi storici gallesi”.

  “Suppongo che dobbiamo leggere questo libro per comprendere il prossimo step da seguire” Disse Pan portandosi un dito sul labbro.

  “Chissà” Agathe era poco convinta “Leggere mi sembra un po’ troppo facile. Visto i precedenti enigmi, credo proprio che dobbiamo trovare un codice all’interno del manoscritto”.

  “Sly, sai dove possiamo trovare questo libro?” Domandò Pan.

  “È un libro molto antico, dubito che possiate trovarlo in una libreria qualunque. Inoltre c’è da prendere in considerazione le sue ristampe. Non possiamo sapere se sono quelle autentiche, visto che possono essere state modificate. La copertina di questo libro mi fa pensare ad una edizione molto vecchia, forse risalente addirittura a prima dell’implementazione di Internet”.

  “Cubby, tu ci sai fare con queste cose” Pan si rivolse al compagno “Ti va di fare una ricerca?”.

  “Uhhh... ok, ci provo”.

Goffamente, Cubby si mise a lavoro. Ma dopo un'ora abbondante, Cubby perse la pazienza.

  “Non trovo un accidenti!”.

  “Come immaginavo, sul web ci sono solo sue ristampe” Disse Sly facendo spallucce “Allora? Che si fa dunque?”.

  “Non possiamo sapere se l’opera ristampata sia la stessa dell’originale” Pensò Agathe “Quindi, dobbiamo trovare una copia autentica”.

  “D’accordo, farò delle ricerche” Pan si alzò in piedi dal sofà logoro “Inutile arrovellarsi troppo adesso. Qui entro in gioco io, parlerò con alcune persone e vedrò se riesco ad ottenere delle informazioni in più. Voi altri invece, se vi capita sottomano qualcosa, comunicatelo ok?”.

Il gruppo rimase d’accordo in questo modo, poi tutti si congedarono.

--

Quella sera, Hugo e Agathe si incontrarono in un pub nelle vicinanze del covo. La ragazza mostrò l’immagine della copertina al ragazzo.

  “Il Mabinogion?” Hugo era particolarmente perplesso “Mai sentito nominare”.

  “Capisco” Agathe se lo aspettava, non poteva di certo conoscere un libro così vecchio.

   “È per quella questione di cui mi parlavi?”.

Agathe annuì. “Sì, esatto”.

  “Forse è un po’ troppo invadente da parte mia, ma non faresti meglio a lasciare perdere? Non è pericoloso immischiarsi in queste cose?”.

Agathe non aveva motivo di preoccuparsi, era un hacker di fama internazionale, ma come poteva spiegarlo a Hugo?

  “Non credo sia poi così pericoloso” Disse lei con un sorrisetto “Ti preoccupi troppo”.

  “Non voglio che ti succeda nulla di grave”.

  “Non fare quella faccia, mi metti la depressione” Lo disse con falsa premura, sorseggiando la sua cola.

  “Eh va bè” Sorrise Hugo con un sospiro “Tanto non credo riuscirò a farti cambiare idea. Non sono così carismatico eh?”.

  “Non è questione di carisma. È che sono testarda, non puoi farci niente”.

  “Capisco, beh ammiro la tua tenacia. Non sono un ragazzo con una forte personalità, al contrario sono un totale buono a nulla, ecco perché... ti ammiro così tanto” Arrossì abbassando lo sguardo.

  “È l’unico motivo per cui ti piaccio? Solo perché sono tenace?”.

  “Hai sempre quello sguardo sicuro, fisso davanti a te come se avessi un grande obiettivo. Non so come spiegarlo... è come se da te venisse un’energia molto potente. Sei una ragazza forte, intelligente, e sei anche... molto bella”.

  “Sì beh... non sei male neppure tu” Affermò lei, sempre cercando di essere schiva il più possibile. “Però vedi di fare qualcosa per quella autostima, altrimenti non potrai essermi di alcuna utilità”.

Hugo rise grattandosi la nuca.

  “Hai ragione, scusami”.

Agathe finì la sua cola e guardò il ragazzo davanti a se.

  “Dimmi Hugo, tu che ne pensi di questa storia?”.

  “Quale storia?”.

  “Del Mabinogion. Perché 3301 ha scelto proprio questo libro?”.

Hugo cambiò espressione.

  “Hai detto che questo libro è molto raro vero? Forse è proprio questo il fatto. Essendo raro e introvabile, vogliono causare una guerra tra coloro che sono interessati a 3301. È proprio la difficoltà di trovare il libro, che rende questo di per sé un puzzle da risolvere”.

Agathe restò affascinata dalla deduzione di Hugo. Era proprio come immaginava, ci sapeva fare, era veramente talentuoso.

Non poteva essere una coincidenza, doveva essere per forza una qualità portante di quel ragazzo.

  “Dovresti davvero credere di più in te stesso Hugo” Sorseggiò la sua cola, senza guardarlo. “Non svalutarti così tanto, hai un grande potenziale”.

  “T-tu credi?” Hugo era diventato rosso per il complimento.

  “Sei molto più tenace di quel che credi. E penso di potermi fidare di te”.

Il ragazzo era in brodo di giuggiole. Non si era mai sentito tanto felice in vita sua.

  “Davvero? Ti fidi di me?”.

  “Sì, mi fido. Per questo... voglio che tu venga con me. Su forza seguimi”.

Lasciò i soldi sul tavolo. “Non fiatare, pago io stasera” Poi uscì dal pub.

--

  “Dove stiamo andando?”.

  “Vuoi saperlo?”.

  “Beh sì” Non riusciva a stare al suo passo, camminava troppo velocemente. “Dimmi che intenzioni hai”.

Agathe si fermò e Hugo quasi andò a sbattere contro di lei. La ragazza ci mise un po’ a girarsi, poi alla fine si decise a voltarsi.

  “Voglio che tu venga a casa mia”.

  “Cos... aspetta! Frena, vuoi sul serio invitarmi a casa tua? Così su due piedi!”.

  “Che c’è di male?” Agathe inarcò il sopracciglio.

  “Ecco... beh, tu vivi da sola no? Non ti sembra, un ambiente troppo privato? Voglio dire...” Hugo era diventato un peperone e si grattò nervosamente la guancia con il dito.

  “Frena i tuoi ormoni signorino” Gli pestò il piede. “Non ti porto a casa mia per QUELLO!”.

  “Ahia! C’era davvero bisogno di pestarmi il piede!”.

  “Ti porto a casa mia perché voglio mostrarti cosa faccio nella vita”.

  “O-ok, va bene...”.

I due ragazzi quindi andarono verso il conglomerato di appartamenti, mentre la neve scendeva silente dal cielo.

--

Hugo non si aspettava che la ragazza che amava vivesse in un luogo tanto degradato.

Quegli appartamenti erano stati costruiti proprio all’ingresso del ghetto di Seattle, ed era un po’ il simbolo del degrado della città.

Carte sporche, graffiti, gente poco raccomandata ad ogni angolo.

Hugo si guardava attorno intimorito, chiedendosi dove diavolo si trovava. Agathe invece era tranquilla, passeggiava come se niente fosse, mentre gli sconosciuti del posto, fissavano Hugo con sguardo poco amichevole.

  “Ehi Agathe... tu vivi qui?”.

  “Fammi un favore”.

  “Huh?”.

  “Quando siamo qui, chiamami Wendy. Altrimenti potrebbero essere guai”.

Hugo non capiva cosa stava succedendo. In quale strano mondo parallelo era finito? Perché doveva chiamarla Wendy?

Mentre camminavano per i corridoi di quell’appartamento, Hugo sentì rumori di ogni genere. Grida, televisioni altissime, risate, musica rap, gemiti di piacere, bambini che piangevano. Era il totale caos, un luogo completamente diverso dal centro città dove Hugo abitava.

  “Non è molto accogliente, ma è casa” Disse Agathe aprendo l’ingresso della sua abitazione.

Quando Hugo entrò si ritrovò letteralmente dentro una topaia. La casa di Agathe era un disastro, dalle mura ammuffite piene di poster, CD musicali e di videogame sparsi ovunque. La cucina era sottosopra, sporca e piena di pentole. Il letto completamente sfatto e la tavola ancora apparecchiata alla cena del giorno prima.

  “Allora? Hai ancora il coraggio di dire che sono bella e piacevole? Questo è il luogo dove io vivo. Poco igenico eh? Ma è il luogo perfetto per una come me”.

  “Certo che ti trovo bella e piacevole! Non importa dove abiti, tu sei tu no?”.

Agathe sogghignò “Sapevo avresti risposto così, ma non è così semplice Hugo. Credo tu ti sia innamorato della ragazza sbagliata”.

  “Perché dici così?”.

  “Io sono un criminale Hugo. Non sono una ragazza comune. Tutto quello che vedi a scuola è una copertura, un mezzo per celarmi dalle autorità della quale la tua famiglia fa parte”.

  “Sei... una criminale?” Hugo era sconvolto.

  “Sì, sono una ladra, una truffatrice, sono un hacker. Penetro nei siti delle grandi multinazionali, rubo dati, ottengo informazioni riservate, e mi faccio pagare dalle multinazionali rivali per i brevetti rubati. Questo luogo è mio, è di mia proprietà. Sono stata io a comprarla con soldi illegali, ottenuti da questi lavori. La gente che vedi qui, sono i miei asset. Se sono in pericolo, loro mi aiutano”.

  “Stai... scherzando vero?” Hugo era più che sconvolto.

  “No, sono dannatamente seria” La ragazza si scompigliò i capelli e si tolse gli occhiali, mostrandogli uno sguardo molto diverso, nonché un aspetto molto più rozzo.

  “Io non sono affatto ciò che credi Hugo. Sono una ragazza pericolosa, immischiata in cose pericolose”.

  “...” Hugo abbassò lo sguardo, nascondendo gli occhi dietro la frangia.

  “Sono conosciuta con molti nomi sul Web. Qui vengo chiamata Wendy, mentre uso Agathe come nome di copertura sociale. Il mio aspetto, i miei voti, il mio comportamento, sono tutti costrutti per tenermi alla larga delle autorità. Noi hacker non siamo mai nello stesso posto, perché è rischioso. Ecco perché vengo a scuola, per mantenere la mia copertura. Ora che sai tutto questo, hai ancora il coraggio di dire che sono piacevole?”.

  “Non essere sciocca” Disse Hugo con un sorriso. “Non mi importa cosa sei. È vero, tutto quello che mi hai mostrato di te è falso, ma c’è una cosa di te che è assolutamente vera. I tuoi occhi, mostrano una profonda solitudine”.

  “...” Agathe restò senza parole.

  “Sei sola, ti senti sola, i tuoi occhi dicono tutto. La tua tenacia, la tua forza di volontà, non riescono a mascherare quel senso di solitudine. Quando siamo andati al centro commerciale, non facevi altro che guardarti attorno, come se non avessi mai avuto l’occasione di entrare in un luogo del genere. Ecco perché mi sono avvicinato a te, perché voglio proteggerti!”.

  “Non serve che mi proteggi Hugo. Come vedi, ho parecchie guardie del corpo. Stare con me, ti renderà solo la vita difficile”.

  “Io voglio restare al tuo fianco, lo voglio davvero! Non importa quante guardie del corpo hai, io voglio essere un tuo cavaliere”.

Agathe sentì lo stomaco alleggerirsi. Poteva davvero contare su Hugo?

  “Ne sei sicuro?”.

Hugo sorrise e annuì. “Certo, non mi pento delle mie scelte”.

  “Wendy! Tempismo perfetto! Vien...”

La brutta abitudine di Agathe, era quella di lasciare la porta aperta. Pan entrò nella stanza di Agathe, e vide lì dentro Hugo.

La ragazza sospirò, portandosi la mano sul viso. “Già... tempismo perfetto”.

  “E tu chi diavolo saresti?” Domandò Pan sconvolto.

  “Uhm... mi chiamo Hugo, piacere di conoscerti”.

Pan guardò sbigottito Wendy e immediatamente riconobbe quella luce abissale nei suoi occhi. Il suo livello di gelosia era oltre i 9000.

  “Ti posso spiegare ok? Lui è... un mio compagno di scuola. Deve aiutarmi a fare i compiti. Non pensare a cose strane”.   

  “Non posso crederci! Come hai potuto farmi questo!” Disse Pan tirandosi i capelli. “Pan e Wendy dovrebbero essere una coppia no? Allora perché hai scelto... questo qui?” Lo indicò.

  “Non ho scelto proprio un bel niente razza di decerebrato. Te l’ho detto, l’ho portato qui perché deve aiutarmi a fare i compiti”.

Pan aveva gli occhi lucidi.

  “Ho il cuore spezzato...”.

Hugo era anche fin troppo perplesso da quella situazione, sentendosi particolarmente a disagio.

  “Ad ogni modo, che cosa ti serve?” Domandò Agathe a Pan.

  “Forse... *sniff* forse abbiamo trovato quel libro” Il ragazzo aveva le spalle basse, deluso e addolorato.

  “Bene Hugo, sembra che i compiti dovranno aspettare”.

Hugo fece un sorriso poco confortevole. Ma alla fine lei l’aveva avvisato, voleva la bicicletta? Ora pedalava.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Reclutamento ***


  “Ehi... mi spieghi perché devi starci anche tu?” Agathe fissò Pan che si era messo comodo sul suo divano.

  “Devo tenere d’occhio questo qui! Non si può mai sapere cosa stia pensando!”.

  “Emm ecco... Pan dico bene?” Hugo sorrise gentile “Posso sapere come mai sei così ostile nei miei confronti?”.

  “Non è forse ovvio! Il motivo è che… uhm… ecco...” Pan si grattò il capo.

  “Lascia perdere Hugo. È solo geloso”.

Pan arrossì “Non sono geloso! Sto solo proteggendo la mia più preziosa subordinata!”.

  “Il fatto è questo, seppur Pan è il leader della Thinker Bell, sono io ad aver fondato il gruppo” Spiegò Agathe a Hugo. “Ho ceduto il mio posto da leader, perché Pan è una figura più eloquente, in grado di ottenere qualsiasi informazione in breve tempo. Non si può ottenere proprio tutto con il computer, quindi avevo bisogno di una figura carismatica come lui, in grado di tenere il morale della squadra elevato. È stato lui a dar inizio a questa caccia a 3301. L’obiettivo della Thinker Bell è smantellare organizzazioni criminali, che si servono di internet. Siamo come dei paladini della giustizia, ma digitali”.

  “Eheh” Pan si sentì lusingato.

  “Quindi, quando dice che è geloso...” Hugo guardò Pan.

  “Non lo intende in modo romantico. Pan è geloso di me, perché sa che sono il pilastro portante della Thinker Bell. Senza di me, questo gruppo non avrebbe neanche le risorse per esistere. Ma da sola non posso occuparmi di tutto, ecco perché ho bisogno di Pan, di Cubby e Sly. Sostanzialmente, ha paura che tu mi porti fuori dalla strada della Thinker Bell”.

  “Esatto!” Gli puntò il dito contro “Wendy è la nostra Dea! Non ti permetteremo di portarla via!”.

  “Ma non è mia intenzione...” Hugo scosse il capo “Non voglio farlo, anzi io vi voglio dare supporto morale!”.

  “Eh?” Pan sbatté gli occhi incredulo.

  “Vi trovo fantastici, trovo tutto questo fantastico! So che non state giocando, so che prendete tutto molto seriamente, ed è per questo che lo adoro. Vi prego, voglio entrare anch'io nella Thinker Bell”.

  “Hai forse dimenticato?” Agathe incrociò le braccia “Ricordi cosa ti ho detto? Noi siamo dei criminali, anche se lottiamo contro il crimine, lo facciamo diventando noi stessi criminali. Ti sta forse bene diventare un fuorilegge?”.

  “Assolutamente! Te l’ho detto no? Voglio stare al tuo fianco, voglio aiutarti! So che hai molti compagni di squadra, ma sono sicuro che anche io posso avere un’utilità in tutto questo”.

  “Capisco” Agathe sembrò convinta.

  “Ehi ehi ehi, frena! Frenate tutti!” Pan si alzò di scatto “Wendy, non vorrai mica reclutarlo vero?”.

  “Cosa ci sarebbe di male nel farlo?”.

  “Ma... in che modo ci sarebbe utile?”.

  “È stato lui a darmi l’indizio di usare il confronto con la firma PGP. Ha talento, un ottimo intuito, ed è capace di fare un pensiero analitico molto più di me, di te, e di tutti quanti noi messi assieme. Avevamo bisogno di una persona come lui”.

  “Ne sei sicura...?” Pan sembrò sconsolato. “Ingrandire l’organizzazione è una cattiva idea no? L’hai detto tu stesso. Troppe persone, rischiando di creare instabilità”.

  “Sì e non mi rimangio ciò che ho detto. Ecco perché metterò alla prova Hugo”.

  “Mettermi alla prova?”.

Agathe si staccò dal muro e annuì. “Se davvero vorrai far parte della Thinker Bell, dovrai sporcarti le mani. Le cose stanno così, io e te troveremo il Mabinogion a qualunque costo. Troverò la lista delle scuole che hanno aderito al trasferimento dei libri e quando scopriremo dove si trova il Mabinogion, penetreremo abusivamente nel perimetro scolastico e ruberemo il tomo”.

  “Lo vuoi rubare?” Hugo era assai preoccupato “Non sarebbe meglio… che so, prenderlo in prestito?”.

  “E come pensi di fare? Se il libro non è nella nostra biblioteca l’unica opzione che ci resta è rubarlo. Non c’è spazio a ripensamenti, questo è il modo in cui agisce la Thinker Bell, pensi di poterti adattare ai nostri metodi?”.

  “Sì” Hugo annuì deciso. “Voglio farlo”.

Agathe fece un sorriso. “Bene, era quello che voglio sentire. Pan... sei tu il Leader, decidi cosa fare”.

Il ragazzo sospirò. Pan forse era un po’ troppo accondiscendente nei confronti di Agathe, ma in fin dei conti era lei che tirava le fila.

  “Va bene Wendy, non hai mai sbagliato una singola volta. Mi fido di te, per cui ok”.

  “Allora è deciso. Hugo, da questo momento in poi, sei sotto la mia direttiva finché non deciderò se ammetterti in squadra oppure no. Non ci andrò leggero, quindi mi auguro che starai al passo”.

  “Non ti deluderò, te lo prometto!”.

Hugo era decisamente motivato, ma Agathe si chiese se quella motivazione potesse essere solo momentanea. C’era da tener conto che Hugo era il figlio di un pubblico ministero. Era davvero una buona idea ammettere in squadra un elemento così?

Il dubbio c’era, ma Agathe era fiduciosa delle capacità analitiche di Hugo.
--

 

Agathe trovò la lista dei libri che la biblioteca aveva consegnato alle scuole. Proprio come aveva detto Hugo, i libri erano per la maggior parte vecchi volumi che andavano sostituiti.

Non fu affatto difficile per lei scoprire dove si trovasse il Mabinogion.

  “La Caroline Stewart High School eh?”.

La lista scaricata da Agathe, mostrava come il Mabinogion fosse tenuto all’interno della biblioteca della scuola. Ora che l’obiettivo era stato trovato, Pan ordinò immediatamente una riunione d’emergenza.

--

Il giorno dopo

20 Dicembre.

 

  “Per questa operazione, parteciperà anche Hugo” Disse Pan presentando il ragazzo al gruppo. “Lui è sotto esame e questa operazione ci permetterà di capire se possiamo fidarci o meno di lui”.

  “Uhhh.. non avevamo detto che non ci sarebbero state altre reclute?” Alzò la mano Cubby con fare goffo.

  “Vero, ma le qualità di Hugo sono molto importanti per un gruppo come il nostro” Spiegò Agathe.

  “Voglio essere d’aiuto!” Esclamò il ragazzo “Troveremo il Mabinogion!”.

  “Vabbè...” Sly fece spallucce “Veniamo al dunque ok? “La scuola ha un ingresso sul retro” Spiegò indicando la mappa sul proiettore. “Di solito è aperta, tuttavia fate molta attenzione. A quanto pare, la Caroline Stewart High School ha alcuni alloggi interni e alcuni ci vivono. Probabilmente si tratta di dirigenti e operatori scolastici. Non fate rumore, agite nel silenzio, ritirate il libro e uscite”.

  “Da dove possiamo entrare?” Chiese Agathe.

  “L’ingresso più semplice è dalla palestra sul retro. Vi toccherà scassinarla ed entrare. Da lì in poi, dovete salire fino al quarto piano, dove c’è la biblioteca. Tuttavia, non conosciamo cosa si trova all’interno. La biblioteca per quanto ne possiamo sapere, potrebbe essere chiusa di notte. Se questo inconveniente dovesse presentarsi, dovete trovare la chiave. Evitate di scassinare qualsiasi altra porta, poiché sarebbe un bel pasticcio”.

  “Non dobbiamo lasciare tracce dico bene?” Disse Hugo.

  “L’operazione inizierà a mezzanotte” Continuò Sly, ignorando Hugo. “Tu e Wendy ritirerete il pacco e ci vediamo qui subito dopo l’operazione. Non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo scoprire qualcosa entro il 23 dicembre, o l’incidente si ripeterà”.

Agathe e Hugo annuirono. Erano entrambi pronti ad affrontare quella sfida.

L’agitazione nel petto del ragazzo era abbastanza visibile. Vivere in una famiglia sempre a contatto con la legge e la giustizia, gli aveva insegnato ad avere paura della legalità delle cose, soprattutto se si stava per effettuare un furto con scasso.

Si era ficcato proprio in un bel pasticcio, ma era stata una sua decisione. Agathe si chiese perché lo stesse facendo, perché un ragazzo così a modo, così legato al concetto di giustizia e legge, stesse collaborando ad un crimine.

Gli occhi di Hugo erano abbastanza indecifrabili. Lo stava facendo per amore? Per fare colpo? Forse... ma Agathe credeva ci fosse qualcosa di più. C’era qualcos’altro che spingeva il ragazzo a esporsi così. E non era una cosa positiva...

 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Infiltrazione ***


Poco prima dello scoccare della mezzanotte, Hugo e Agathe erano già sul retro della scuola.

I gradi erano scesi sotto lo zero, con rigogliose precipitazioni nevose.

La visuale era un po’ offuscata, ma il fatto che fossero nascosti dalla foschia era per loro un vantaggio.

  “Ehi Hugo” Agathe si girò verso il ragazzo “Sei sicuro di volerlo fare? Se vuoi posso andare da sola. Non voglio che ti macchi di un crimine che non vuoi commettere”.

  “Andiamo, dammi un po’ di credito” Sorrise lui “Sono qui per assisterti, ho deciso di aiutarti. Il resto non conta”.

  “...” Agathe chiuse gli occhi e non riuscì a controbattere. “Ok, allora iniziamo l’operazione”.

Arrivarono sul cancello posteriore, ma le cose iniziarono subito a complicarsi.

  “Accidenti è chiuso!”.

  “Ehi, Sly non aveva detto che era aperto?”.

  “Ha detto “Di solito è aperta”, non “È sempre aperta””.

  “Ok, allora scavalchiamo”.

Hugo non si fece problemi. Salì sul muretto e abilmente saltò oltre il cornicione atterrando sul suolo.

  “Serve una mano?”.

Agathe sospirò e annuì.

Hugo aiutò la ragazza a scavalcare e i due si trovarono pericolosamente vicini con il viso.

  “Oh... scusami” Sorrise Hugo un po’ imbarazzato.

  “Niente. Grazie per l’aiuto”.

I due erano ora all’interno del perimetro della scuola. Era tutto buio, con il cortile completamente innevato.

Facendosi luce con la torcia, Agathe e Hugo proseguirono verso l’ingresso della palestra sul retro.

Le mura erano completamente coperte di graffiti. Il posto non veniva curato moltissimo, le aiuole erano piene zeppe di cicche di sigaretta, cartacce sparse ovunque e piante secche, mal curate.

Non troppo dissimile dall’atmosfera che c’era alla Rivermoore, ma di notte dava una maggiore sensazione di degrado e inquietudine.

Arrivati alla porta che si trovava vicino ad un campetto di pallavolo, Agathe tirò fuori un piede di porco.

  “Sembriamo proprio dei ladri eh?” Disse Hugo.

  “Non è che lo sembriamo, lo siamo”.

La ragazza forzò l’ingresso della porta, che si aprì facilmente. Per fortuna l’ingresso non era stato chiuso a dovere, quindi fu facile scassinarla.

Facendosi luce con la torcia, si ritrovarono nella palestra interna. Di solito le scuole erano vivaci, sempre rumorose, ma stare lì a così tarda notte, lo faceva sembrare dannatamente inquietante.

Il silenzio era totale, i passi echeggiavano più del dovuto, per cui camminarono molto più lentamente.

Superati gli spogliatoi, uscirono dalla palestra e si ritrovarono nel corridoio che dava verso le scale.

Salirono fino al piano superiore, dove giunsero al quarto piano.

  “La biblioteca dovrebbe essere da queste parti” Disse Agathe.

  “Eccola lì” Hugo indicò.

Tentarono di aprire, ma la porta era chiusa.

  “Merda, Sly ci aveva visto, abbiamo bisogno di una chiave...”.

  “Aspetta, lasciami provare una cosa”.

Hugo si chinò verso la serratura, mettendosi la torcia in bocca. La ispezionò attentamente, poi tirò fuori un grimaldello. Il ragazzo iniziò a penetrare chirurgicamente all’interno della serratura, girando poco a poco le due staffette di metallo. Poco dopo... *clack*.

  “Eheh, gioco da ragazzi” Disse facendo l’ok a Agathe.

  “Tu hai appena scassinato una porta con un grimaldello? Chi diavolo sei tu?”.

  “Ah non ti sorprendere troppo. Mi hanno insegnato qualche trucchetto. Oggigiorno quale ragazzo non sa scassinare una piccola serratura?”.

  “Vabbè, lasciamo perdere” Agathe fece spallucce, entrando nella biblioteca.

  Entrati, si ritrovarono davanti a molti scaffali pieni zeppi di libri. Il buio non aiutava di certo, per cui i due si diverso e cercarono il libro. Agathe cercò al piano superiore, Hugo a quello inferiore.

Dopo venti minuti buoni, Agathe trovò il libro.

  “Eccolo, ce l'ho”.

Aperto il libro Agathe notò qualcosa di strano. Alcune delle parole nelle varie pagine erano state evidenziate e cerchiate con una matita.

  “Che cosa sono questi segni?” Domandò Hugo.

  “Sembrerebbe che non siamo gli unici ad aver interesse in questo libro” Disse cupa. “Forse siamo arrivati un pelo tardi. Qualcuno è già allo stadio successivo dell’enigma. Andiamo Hugo, dobbiamo tornare subito alla base”.

  “Ok, andiamo”.

--

Alcune ore dopo...

Covo della Thinker Belll

 

  “Quindi questo è il Mabinogion” Disse Cubby curioso.

  “Giù quelle mani. Cancelli la grafite!” Rimproverò Sly. “Interessante, sembra una specie di codice”.

  “Sly, puoi fare qualcosa a riguardo?” Chiese Pan a braccia conserte.

  “Sì penso di sì. Tuttavia, se questo libro è già segnato, significa che qualcuno ci ha già superati”.

  “A quanto pare sì” Disse Agathe “Dobbiamo sbrigarci. So che questa non è una competizione, ma abbiamo bisogno di metterci a pari con i nostri avversari”.

  “D’accordo, ci penso io” chiuse il libro e lo portò via con se “Ci lavorerò stanotte, vi farò sapere i dettagli domani mattina. Non dovrebbe essere troppo difficile da decifrare”.

  Anche Cubby si congedò, facendo un sonoro sbadiglio.

Pan invece fissò Hugo, poi Agathe.

  “Beh? Come è andato?”.

  “Ha scassinato la porta della biblioteca con un grimaldello. Se non ci fosse stato lui, sarei stata nei guai”.

  “Mph!” Pan era ancora un po’ sulla difensiva, ma decise di fidarsi della sua adorata Wendy.

  “D’accordo, allora sei dei nostri. Ma hai bisogno di un nome in codice”.

  “Nome in codice? Mmm...”.

  “Non preoccuparti, ho già il nome perfetto per te” Pan fece un sorrisetto maligno. Forse non gli stava poi così tanto simpatico. “Ti chiamerai Hook!”.

  “Hook? Come il capitan Uncino?” Hugo si grattò la testa perplesso.

  “Cosa? Hai dei problemi a riguardo? Sono io il leader!”.

Agathe sospirò. “Vabbè, se avete finito di dare nomignoli, io me ne vado a dormire”.

  “Ah Agat emm... volevo dire Wendy. Lascia che ti accompagni”.

  “Non serve, casa mia è vicina. Piuttosto, tu non dovresti essere già a casa? Se ti scopre tuo fratello sono guai no?”.

  “Nah... mio fratello e mio padre non ci sono quasi mai. Soprattutto in questo periodo, mi chiedo cosa cavolo stanno facendo quei due”.

  “Ritroviamoci qui domani mattina ok?” Agathe si rivolse a entrambi “Pan, aggiornaci sull’orario”.

  “Ok, buona notte! E gran bel lavoro stasera” Sorrise soddisfatto, portandosi le mani dietro la nuca.

--

Agathe stava uscendo dal covo, per dirigersi nei suoi alloggi. Ma qualcuno la chiamò...

  “Agathe, aspetta”.

Nevicava parecchio e c’era un silenzio di tomba. Hugo si era fermato a debita distanza, Agathe invece era ancora girata di spalle.

  “Cosa c’è?”.

  “Ecco... so che è una richiesta un po’ improvvisa. Ma ti dispiacerebbe se potessi restare ancora un po’ con te?”.

Agathe questa volta si voltò. Si era accorta dal un bel pezzo che Hugo avesse dei problemi. Non era tanto lui ad averli come persona, bensì era qualcosa che oscillava spesso tra la sua innaturale allegria e una profonda tristezza.

  “Va bene, ma solo per poco ok?”.

Hugo fece un sorriso.

  “Grazie”.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Solitudine ***


Arrivati a casa di Agathe, Hugo si mise a sedere sul piccolo sofà, mentre la ragazza gli offrì della cioccolata calda.

  “Allora? Qual’è il problema?” Gli domandò la ragazza.

  “È la prima volta che mi sento così” Spiegò lui con un sorriso “Ho pochissime memorie felici nella mia vita. Non succede mai nulla di straordinario. Tutto è ordinario, tutto è statico. A volte ho l’impressione di star gettando all’aria i momenti migliori della mia vita. Poi ho conosciuto te, questo gruppo, il vostro obiettivo. Non ho mai visto niente del genere, è tutto così... singolare. Sono felice di aver collaborato, anche se non capisco molto bene in cosa siete immischiati, io sono comunque contento”.

  “Quello che stiamo facendo non è una scampagnata” Disse schietta Agathe, con una punta di freddezza “Non farti ingannare dall’atmosfera, noi non siamo bambocci che ci divertiamo. Stiamo facendo tutto questo perché lo riteniamo giusto, anche a costo di metterci il mondo contro”.

  “Me ne rendo perfettamente conto” Annuì Hugo “Il fatto è che... ho bisogno di un posto in cui appartenere” Spiegò Hugo con difficoltà. “La verità è che mi sento terribilmente solo. Non ho amici stretti, la mia famiglia è insostenibile. Nessuno è realmente presente e mi sento spesso alla deriva di pensieri macabri e tristi. Vorrei semplicemente avere un obiettivo, qualcosa per cui valga la pena combattere e vivere”.

  “È per questo che sei venuto qui? Che mi hai avvicinata? Perché pensavi che io avrei potuto liberarti?”.

  “Messa in questo modo, sembra quasi che io ti abbia sfruttato” Sorrise nervoso “Però non posso neanche nasconderlo. Quando ti ho vista, con quello sguardo sicuro di te, ho capito che tu possedevi tutto ciò che io non avevo” Confessò Hugo “Ti invidiavo, all’inizio non ti sopportavo. Ma come potevo invidiare una ragazza che nemmeno conoscevo. Poi mi sono reso conto che i miei pensieri erano sempre ancorati su di te. Lo sentivo... sapevo che avresti potuto aiutarmi” Hugo si portò la mano sul volto e sospirò. “La verità... è che odio la mia vita”.

  “...” Agathe vide il vero volto di Hugo: un ragazzo depresso, colmo di tristezza, trascurato e denigrato da tutto e tutti.

  “Non posso uscire quando voglio, non posso parlare, non posso pensare, qualunque cosa io dico è sbagliato!” Esclamò con rabbia. “Tutti mi trattano bene solo perché mio padre ha una posizione di potere. Poi però non esitano a parlarmi alle spalle, a evitarmi, a tenermi nascosto ogni cosa per paura che possa in qualche modo nuocere” Si sfogò. “Poi però sei arrivata tu, mi hai confidato qualcosa di illegale, pur sapendo che la mia famiglia è composta maggiormente da esponenti di giustizia. Ti sei fidata di me e io... io mi sento finalmente a casa adesso” Lo disse con voce rotta, incapace di trattenere le lacrime.

Hugo immediatamente si asciugò le lacrime e sorrise imbarazzato.

  “Scusami, devo sembrarti terribilmente patetico”.

  “No, affatto” Disse lei poggiando la tazza sul tavolo. “Tu sei come noi. Forse era destino che tu capitassi qui”.

  “Destino?”.

  “Ho creato la Thinker Bell proprio per questo. Per creare una causa comune, per far sì che la vita che stiamo vivendo abbia senso”.

Agathe indicò la stanza nel complesso “Lo vedi questo buco in cui vivo? Ho dovuto rubare, compiere atti illegali per riuscire ad acquistarla. Avevo solo sei anni. Mio padre mi abbandonò, mi lasciò ad un orfanotrofio e lì dentro, giorno dopo giorno, la mia sanità mentale veniva a meno. Mi rendevo conto di quanto fossi inutile” Agathe strinse il pugno.

  “Odiavo i miei genitori, odiavo la vita, odiavo le persone, odiavo ogni cosa. Poi una sera mi sono chiesta se tutto questo andava bene. E ho detto di no, non poteva andarmi bene. Così aspettai pazientemente. Studiai un piano, ci misi un anno intero a progettare la mia fuga. Per fortuna, ho scoperto in tenerà età di avere un certo talento con i computer. Quando scappai però, mi resi conto di quanto fossi stata stupida. Non sapevo andare, fuori faceva freddo. Ho passato mesi per le strade, facendo elemosina e vagai a stomaco vuoto, senza dormire. Ti capisco fin troppo bene Hugo, so cosa si prova a sentirsi inutili e denigrati. Ho dovuto rompere le regole della società per addattarmi, nessuno è venuto in mio soccorso. La Thinker Bell nasce per soccorrere i bisognosi, non in modo diretto, ma in modo indiretto, senza discriminazioni, senza tener conto dei peccati di chi soccorriamo. Facciamo ciò che riteniamo giusto per noi stessi. Cubby, Sly, Pan, siamo tutte vittime di questa società, vittime del menefreghismo delle persone, vittime del destino. Se davvero ti senti parte di noi, allora devi combattere. Non scappare di casa, non fuggire come ho fatto io. Avrei potuto evitare di soffrire così tanto, solo per un capriccio. Se vuoi cambiare le cose, allora fallo dall’interno, nel silenzio, assieme a noi. Stai al loro gioco, pretendi di accettare, conquistati la loro fiducia e se credi davvero nella tua libertà, allora fai in modo di giocare sporco”.

Agathe si avvicinò a Hugo e si chinò.

  “È la tua famiglia. Le famiglie possono essere il covo dell’ipocrisia, ma ti danno da mangiare, da bere, da dormire. Non ti hanno fatto mai mancare nulla, ti hanno dato i beni necessari per vivere e respirare come un comune mortale. Non sprecare questa opportunità. Lotta per la libertà, sfruttando chi ti vuole segregare. Hai bisogno di quelle materie prime, hai bisogno di stare al sicuro, non hai bisogno di vivere come ho vissuto io. Sei parte di questo, allo stesso modo di come lo sono io. Quindi, sii forte”.

Hugo si fece motivare e conquistare dalle parole della ragazza che tanto ammirava, e annuì alzandosi in piedi.

  “Hai ragione. Non mi piacerà, ma è pur sempre la mia famiglia, ed è anche una risorsa per me. Se voglio esservi d’aiuto, allora devo essere forte. Sarò forte Agathe, te lo prometto! Voglio aiutarti, voglio stare al tuo fianco! Voglio fare parte di tutto questo e non cercherò di fuggire. Cambierò le cose dall’interno”.

Lei sorrise soddisfatta.

  “Su... fila a casa ora” Sbadigliò. “Ho bisogno di dormire e farmi una doccia. Non posso fare entrambe le cose se mi stai tra i piedi”.

  “Ahahah...” Hugo rise appena “Ok, ci sentiamo domani allora ok?”.

Hugo salutò con la mano la ragazza, poi se ne andò.

Agathe sentì di aver ottenuto un valido alleato, seppur un po’ troppo appiccicoso. Ma non poteva di certo lamentarsi, dopotutto doveva avere a che fare con Pan e gli altri tutti i giorni. Che vuoi che sarebbe stato, sopportarne un altro.

--

Il giorno dopo...

Ore: 2:14 AM

21 Dicembre 2029

 

In un piccolo bar usato anche come diner, era finalmente giunta l’ora di chiusura.

La commessa stava mettendo in ordine alcune cose sul bancone, anche perché non aveva nessuna intenzione di sentire lamentele dal suo datore di lavoro.

I piatti erano puliti, i bicchieri pure, la cassa ben chiusa, i conti ben fatti, le tavole sparecchiate, la cucina ben sistemata, tutto sembrava messo a posto.

Soddisfatta, la ragazza stava per uscire dal retro, quando udì la porta d’ingresso aprirsi.

  “Mi scusi... siamo in orario di chiusura”.

Non aveva dato molta attenzione al cliente e infatti egli non rispose. Rimase semplicemente immobile.

La commessa si girò e ciò che vide la sconvolse.

Era un ragazzo, giovanissimo, di appena sedici anni. I suoi vestiti erano completamente sozzi di sangue. Tra le mani, stringeva un coltello da cucina e gli occhi del ragazzo erano vacui, come se fossero stati privati da ogni forma di sanità mentale.

La commessa si paralizzò terrorizzata. Non seppe cose dire, restò semplicemente immobile con gli occhi sgranati e la voce tremante.

Il ragazzo si avvicinò molto lentamente. Camminando lasciava tracce di sangue sul pavimento bianco, poi si arrestò.

  “Aiutami...” Le disse il ragazzo con un filo di voce.

Poi, con un gesto secco, si tagliò la gola davanti a lei.

Con il sangue che spruzzava dalla ferita, il ragazzo cadde in ginocchio, per poi morire affogato nel suo stesso sangue.

Nel gelido cuore della notte, si udì solo un singolo tremendo grido di paura...

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - SP7 ***


Ore: 3:10 AM

21 Dicembre 2029

 

  “Detective, qui abbiamo finito” Disse uno degli ispettori della scientifica.

  “Ok, mandate tutte le prove in laboratorio, tenetemi aggiornato”.

Quel luogo sembrava essere il setting di un film dell’orrore di serie B. Il problema però era che quella era la realtà.

C’era un’ enorme pozza di sangue per terra, davanti alla cassa di quel bar di periferia.

La vittima si era letteralmente sgozzata con un coltello da cucina, davanti alla povera ed inerme commessa, che stava chiudendo il locale.

Una brutta storia, che non trovava alcuna spiegazione logica.

  “Qualche idea?” Una giovane donna dai lunghi capelli neri a coda di cavallo, entrò nella scena del crimine. Si rivolse al detective a capo delle indagini, che fissava la sagoma bianca dove era stato trovato il cadavere, tempestato dai flash delle fotocamere degli agenti della scientifica.

  “Prima che portassero via il cadavere l’ho esaminato. Aveva delle profonde lesioni sulle braccia, probabilmente autoinflitte. Somiglia terribilmente agli altri casi, solo che questa volta non è morto nessuno”.

  “Il che è una cosa buona” Disse lei “Ma togliersi la vita così? Cielo... cosa sta succedendo?”.

  “Tu hai qualche informazione per me Amber?”.

  “Ecco qui” Gli diede il suo tablet “Le informazioni base della vittima”.

Il detective esaminò attentamente i dati della vittima.

 

Nome: James Timber

Età: 17

Sesso: Maschile

Precedenti Penali: Incensurato

Professione: Studente

 

Diagnosi preliminari:

 

Decesso avvenuto per dissanguamento, inflitto con un coltello da cucina, precedentemente usato per provocarsi autolesioni su braccia e gambe.

La vittima, secondo la testimonianza della commessa, era in stato di shock e ha sussurrato la parola “Aiutami” prima di compiere il gesto suicida.

Possibili ipotesi del suicidio: Psicosi dovuta a depressione acuta.

 

  “Ad occhio sembra un caso come un altro no?” Disse Amber “Il Capo ti ha messo sull’attenti?”.

  “Oggi è il 21 Dicembre. Di solito puntalmente, ogni 23 avviene un incidente di questo tipo. L’orario però non combacia, senza contare che non ci sono vittime. È chiaramente simile, ma forse è solo una coincidenza”.

  “Sarà meglio fare rapporto allora. Ci penserà la scientifica a terminare”.

  “Ok, andiamo...”.

Nicholas Jacobson, giovane detective del dipartimento di polizia di Seattle, era alla ricerca di risposte, ai continui bizzarri omicidi che ogni 23 Dicembre, si verificavano nella città. La ragazza al suo fianco, era una sua collega: Amber Thompson, anche lei molto giovane. Entrambi facevano parte di una piccola Task Force, costruita dal Procuratore Miles Jacobson: il padre di Nicholas.

Entrambi erano alla ricerca di possibili indizi per fermare l’avanzata di tali assurdi incidenti, e Amber era entrata da poco, in vista dell’arrivo del Natale.

Quella che doveva essere una festa allegra e gioiosa, si era trasformata in una fiera dell’ansia, che costringeva Nicholas a restare costantemente allerta per possibili informazioni.

Una volta arrivati alla procura, i due agenti entrarono nel grande ufficio del procuratore generale Jacobson, che osservava il panorama di Seattle dalla sua vetrata.

  “Dunque non è da attribuire agli altri incidenti?” Domandò serio.

  “Non credo” Rispose Nicholas “Le dinamiche dell’incidente suggeriscono che non ci sono legami. Tuttavia, la scientifica è già a lavoro per trovare possibili riscontri”.

  “La vittima è uno studente” Disse Amber “Seppur non in modo frequente, anche le vittime passate erano liceali. Tra le vittime però non abbiamo riscontrato dei legami”.

  “Dirò di aumentare la sicurezza delle zone affollate” Intervenne il procuratore. “Fate anche una ricerca sulla scuola di questo ragazzo, oltre che alla sua situazione famigliare, abitudini e quant’altro. Abbiamo bisogno di una pista”.

  “Cosa dicono i federali a riguardo? Si sono decisi ad intervenire?” Domandò Nicholas.

  “Non ancora. Persino il prefetto della polizia è riluttante alla collaborazione. Sembra quasi che stiano nascondendo qualcosa”.

  “Ma la situazione è seria!” Esclamò Nicholas “Potrebbe succedere di nuovo, il 23 è molto vicino”.

  “Lo so bene Nicholas, ma per ora abbiamo le mani legate. Questa Task Force è nata proprio per acciuffare questo criminale. Evitiamo di agitare le acque, a quanto pare questo caso solleva troppe domande scomode”.

  “Cosa facciamo adesso?” Chiese Amber.

  “Aspettiamo. Vediamo i risultati della scientifica e usate massimo riserbo, evitate di fare troppe domande”.

  “Ricevuto, ti terrò aggiornato”.

Il caso stava nuovamente prendendo una piega storta. Per qualche strana ragione, c’era un fitto alone di mistero e silenzio attorno alle misteriose morti del 23 Dicembre. Nessuno era disposto a parlare, forse intimoriti o forse… per celare alla vista un grosso segreto.

Qualunque cosa fosse, i carnefici non potevano passarla liscia.

  “Sembra quasi una maledizione” Disse con un sogghigno Amber “Ogni 23 Dicembre di ogni anno, qualcuno compie un omicidio di massa, per poi togliersi la vita. Per quale dannato motivo? Perché le persone si comportano così?”.

  “Non lo so. Ma non si può continuare così. Amber, pensi tu a interrogare la famiglia?”.

  “D’accordo, lascia fare a me. Ad ogni modo io ti precedo”.

  “Ok, buonanotte...”.

La ragazza si congedò e Nicholas rimase solo, fuori i cancelli della procura. Fece un lungo sospiro e decise di prendersi una boccata d’aria. Per fortuna non nevicava più, ma il freddo era così pungente da congelare il volto in pochi secondi.

  Dalla grossa tasca del suo cappotto tirò fuori il pacchetto di sigarette e se ne mise una in bocca, ma per sfortuna aveva dimenticato l’accendino.

  “Sai dovresti smettere...”.

Dal nulla, arrivò una fiamma da uno zippo ad olio. Nicholas si voltò e vide un volto a lui molto familiare. Alto, snello, capelli corti, sorriso gentile, occhi a mandorla e carnagione chiara.

  “Huang!”.

  “Non ti sei dimenticato di me vedo. Felice di rivederti amico”.

   “Sono anni che non ti vedo. Non ti sei fatto più sentire”.

  “Sì beh, lavorare nell’Interpol non è facile. Mi spiace, però mi fa piacere che stai bene”.

  “Che ci fai qui?”.

Huang fissò l’edificio della procura.

  “Mi consultavo con alcuni miei contatti, riguardo il caso di stasera. James Timber vero? Brutta storia”.

  “Anche l’interpol è interessata?”.

  “Eh, sorpreso?” Allargò appena le braccia con un sorriso “E pensare che fino ad un paio di anni fa eravamo due studenti allegri e spensierati. Bei tempi eh?”.

  “Già, puoi dirlo forte”.

Lang cambiò espressione subito dopo.

  “Ti va di collaborare? So che fai parte di una Task Forse specializzata e tutto il resto, ma in due possiamo pensare meglio, come ai vecchi tempi no? Queste rivalità non sono necessarie, stiamo entrambi lavorando per acciuffare un criminale no?”.

Nicholas spense la sigaretta e fece cenno all’automobile con la testa.

  “Sali”.

I due amici non persero tempo in futili chiacchiere, dirigendosi in un luogo dove entrambi potevano parlare in totale tranquillità: il Lake Union Park.

  “Allora, cosa vuoi sapere?” Gli domandò Nicholas.

Lang si mise le mani in tasca per ripararsi dal freddo e fisso il lago, illuminato dal panorama urbano di Seattle.

  “Hai mai sentito parlare della SP7?”.

  “No”.

  “Sono un gruppo di mafiosi, che operano maggiormente in Cecenia e Russia. Alcuni nostri rapporti, indicano che c’è una grossa attività in corso qui in Seattle, mi hanno mandato qui dopo che c’è stata una attenta esamina delle prove. Nemmeno a farlo a posta, appena arrivo qui succede questo casino”.

  “Cosa c’entra la Mafia Cecena con questo caso?”.

  “Guarda questo” Huang mostrò una fotografia dal suo tablet. Era stata scattata tre anni prima a Urus Martan: una città della Cecenia. Un uomo con un tatuaggio a forma di tigre, aveva appeso un volantino vicino alla fermata dell'autobus. Era l’immagine di una Cicala con sotto un codice QR.

  “Che roba è?” Domandò Nicholas.

  “Apparentemente c’è qualcosa di molto bizzarro sul web, qualcosa chiamato Cicada 3301. Si tratta di uno strano enigma, apparentemente uno scherzo, ma la nostra vittima: James Timber è stato visto strappare uno di questi volantini proprio a Seattle”.

  “Che legame può esserci tra un enigma e una apparente psicosi? Timber si è tagliato la gola con una coltello da cucina”.

  “È quello che sto cercando di capire” Sorrise Huang “Stiamo accertando se la vittima avesse avuto legami con la SP7, ma sembrerebbe di no. È l’enigma ad ucciderli, forse è una sorta di inizializzazione o rituale?”.

  “E qualunque cosa sia, la SP7 ci guadagna”.

  “Detesto dirlo, ma sono sicuro che qualcosa accadrà anche quest’anno. L’attività della SP7 si fa molto frequente, ed è difficile localizzarli. Qualcosa si sta muovendo dalle retrovie, qualcosa di molto grosso e pericoloso, fai attenzione ok?”.

  “Ti ringrazio per l’avvertimento, ma a maggior ragione, non posso lasciar la cosa correre”.

  “Immaginavo avresti risposto così. D’accordo, lascia che ti spieghi allora. L’Interpol ha scelto un approccio diretto” Spiegò Huang. “La SP7 è una traccia diretta verso le chiare intenzioni di chi c’è dietro a 3301. Sono difficili da trovare, ma seguire l’enigma non porterà ai suoi creatori. Vuoi la mia opinione? Se riusciamo in qualche modo a tracciare i movimenti e il pattern della SP7, allora troveremo anche 3301”.

  “Da dove iniziamo?”.

  “Uno dei nostri migliori agenti si è infiltrato nell’organizzazione. Uno dei camaleonti insomma. Vuole vedermi con urgenza domani, al porto di Seattle. Visto il tono della sua voce, qualcosa di grave sta succedendo. Onestamente, mi è stato espressamente vietato di divulgare queste informazioni alla polizia, ma tu sei un tipo in gamba Nick. In passato mi hai tirato fuori dai pasticci un sacco di volte, quindi ti vorrei al mio fianco per questa indagine. Che dici? Ci stai?”.

  “Certo, conta pure su di me”.

Nicholas fece un mezzo sorriso.

  “Non sei affatto cambiato. Vediamoci alle 14:00 qui al parco, ci muoveremo al porto non appena il camaleonte ci darà il segnale. Ti conviene venire con la pistola carica amico mio, non si sa mai cosa ci sarà in agguato lì. Di solito non mi mandano in missioni tranquille...”.

  “Questo perché sei perfetto per i guai” Disse Nicholas con un sorriso.

  “Immagino tu abbia ragione. Bene, ti saluto e occhi aperti… ah, quando sarà tutto finito, rivediamoci per una birra ok?”.

  Huang sorrise e gli diede una pacca amichevole sulla spalla.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Thinker Bell ***


Nicholas tornò a casa alle prime luci del mattino. Era abituato a restare sveglio notti intere, ma la stanchezza iniziava a farsi sentire.

Entrato in sala, vide suo fratello minore in cucina.

  “Che ci fai sveglio?” Gli domandò.

  “Non sono riuscito a dormire. Mi è venuta fame e stavo sgranocchiando qualcosa. Tu invece?”.

  “C’è davvero bisogno di rispondere? Stavo lavorando”.

Hugo fece un mezzo sorriso.

  “Si beh facevo per dire. So che stai lavorando, ma sono giorni che tu e papà non tornate a casa”.

  “In questo periodo le cose si accumulano più facilmente”.

Nicholas si tolse il cappotto e lo poggiò sul sofà.

  “C’è qualcosa in cui posso aiutare?” Chiese poi Hugo.

  “Te l’ho già detto numerose volte Hugo, questi non sono affari tuoi. Pensa solo a studiare e costruirti un futuro. Lascia queste faccende a chi ne compete”.

  “A volte l’opinione di un esterno può dare una mano”.

  “Lascia stare. Ad ogni modo io vado a farmi una doccia. Ti dispiacerebbe prepararmi del caffè?”.

  “Vaaa bene”.

Hugo verso del caffè caldo nella tazza del fratello e aspettò che entrasse in bagno. Non appena sentì il rumore dell’acqua, Hugo decise di agire.

Di solito Nicholas lasciava le cartelle di lavoro nella sua camera da letto e proprio come immaginava, aveva poggiato un fascicolo sul comodino.

Hugo sfogliò il documento e osservò i dati della vittima.

  “James Timber?”.

Non aveva mai sentito il suo nome. Era chiaramente uno studente e il fascicolo descriveva dettagliatamente tutti i dati riguardanti l’indagine, dalla dinamica dei fatti, alle informazioni personali.

Hugo scoprì che James Timber si era suicidato con un coltello da cucina, dopo esser entrato in un bar, poi nelle informazioni vide qualcosa che lo turbò.

  “Il nome di questa scuola: la Caroline Stewart High School, la stessa scuola dove abbiamo trovato il Mabinogion!”.

Hugo trovò quelle informazioni molto importanti, così decise di usare il suo smartphone per fotografare le pagine. Poi, sentendo suo fratello uscire dalla doccia, mise tutto perfettamente in ordine, nella stessa posizione di prima e uscì dalla camera tornando in cucina.

Poco dopo arrivò Nicholas, vestito con una felpa e dei jeans.

  “Ecco il tuo caffè”.

  “Grazie”.

Ma non badò molto a suo fratello, tant'è che si mise subito a sedere sul sofà e accese la grossa televisione OLED da 55 pollici. Nicholas doveva essere sempre sul momento, doveva conoscere tutte le notizie, forse il suo lavoro come detective lo richiedeva, o forse era semplicemente una scusa per non rivolgere la parola al fratellino.

Il motivo di tanto distacco? Neppure Hugo lo sapeva. La sua famiglia era sempre stata così, c’era poco calore, poco affetto, esisteva solo il lavoro. Bastava guardare l’arredamento grigio di quella casa, spoglia di qualsiasi decorazione natalizia. Non c’erano quadri, non c’erano foto ricordo, non c’era niente. Hugo neppure ricordava il viso di sua madre e non aveva mai festeggiato la vigilia di Natale con la sua famiglia, né conosceva la gioia delle festività. Si accontentava di girovagare per i centri commerciali, godendosi almeno lì l’atmosfera.

Agathe aveva detto che non doveva rinnegare la sua famiglia, la sua casa, ma vivere in quel luogo diventava sempre più insostenibile. Forse fuggire era davvero l’unica soluzione, ma come poteva fuggire da loro? Erano nella dannata polizia, non ci sarebbe voluto molto per ritrovarlo, senza contare che non aveva un posto dove andare.

  “Come va la scuola Hugo?”.

Improvvisamente suo fratello parlò. Stava ascoltando il notiziario della mattina, che parlava più o meno delle stesse cose.

  “Va bene, sai... ho conosciuto una ragazza”.

  “Davvero? Beh... buon per te” Rispose disinteressato.

  “E tu invece? Quand’è che proverai a farti una fidanzata?”.

Hugo cercò di scherzare, ma suo fratello rispose con freddezza.

  “Con il lavoro che mi ritrovo, avere vita privata è difficile, poi onestamente non sono interessato a queste cose”.

  “Capisco”.

Hugo se lo aspettava, con Nicholas era sempre e solo lavoro, lavoro, lavoro e ancora lavoro. Quello era il suo mondo, il suo mantra e gli piaceva sbandierarlo come un trofeo, quasi fosse motivo di vanto. Probabilmente lo faceva solo per schernire il fratellino, che secondo lui non aveva affatto le qualità per essere un poliziotto, né tanto meno un detective. Chissà, forse era proprio per questo che lo ignorava, perché non era all’altezza.

  “Hugo...”.

  “Sì?”.

  “Probabilmente non ci sarò nei prossimi giorni. Dovrai badare tu a casa ok?”.

  “Ma... tra poco è la vigilia di Natale”.

  “A maggior ragione” Disse lui alzandosi dal sofà “Questo periodo è molto... delicato a lavoro. Cerca di non uscire, non metterti nei guai e se noti qualcosa di strano, chiamami subito ok?”.

  “Ok...”.

Hugo non capiva il motivo di tanto allarmismo, ma Natale era sempre così, ma la cosa si era accentuata, soprattutto negli ultimi anni. Possibile che suo fratello stesse lavorando ai casi di Cicada?

  “Io ora devo andare, questi sono i soldi per i prossimi giorni. Usali con parsimonia”.

  “D’accordo”.

Nicholas stava per uscire, quando si fermò davanti alla porta.

  “Quando avrò finito, ci andiamo a prendere qualcosa da bere ok?”.

Hugo rimase sorpreso da quella frase.

  “O-ok, va bene”.

Poi Nicholas si mise il cappotto e uscì, senza dire più una parola.

Hugo si chiese come mai quella improvvisa proposta, ma in fin dei conti ci aveva sempre capito poco di suo fratello, quasi come se fosse un perfetto sconosciuto.

--

Ore 10:12

Covo Thinker Bell

 

 

  “Le specifiche riguardanti la cifratura in codice del libro le ho scritte nel software” Disse Sly, mentre operava sul computer del covo. “Se tutto va come deve, e di solito va, il software dovrebbe dirci cosa si cela dietro il messaggio”.

  “Come hai fatto in una notte a farcela?” Chiese Agathe.

  “In realtà non c’è voluto molto. Solo alcune pagine erano scarabocchiate. Il Resto è matematica, a quanto pare è un codice a cifre. Il Software dovrebbe calcolare il tutto molto velocemente”.

  “Ok, procediamo allora” Disse Pan incrociando le braccia.

Sly fece dunque partire il programma, che decifrò quasi immediatamente il codice. Alla fine, uscì fuori una singola stringa di numeri, con una frase ben specifica:

 

Chiamaci al Numero

(214) 390-9608

 

  “Sembra abbia funzionato”.

  “Volete davvero chiamare? Non mi sembra una buona idea...” Disse Cubby intimorito.

  “Per te niente è una buona idea” Sogghignò Pan.

Agathe prese il suo smartphone e digitò il numero, mettendo in viva voce. Poco dopo rispose una voce pre registrata.

 

Molto bene.

Hai agito bene.

Ci sono tre numeri primi associati nell’ultima immagine originale.jpg

Uno di essi è 3301.

Dovrai trovare gli altri due.

Moltiplica tutti questi numeri insieme e aggiungi un .com alla fine per raggiungere il prossimo step.

Buona fortuna.

Alla prossima.

 

Alla fine del messaggio, il gruppo rimase in silenzio per diverso tempo, finché Pan ruppe il ghiaccio.

  “Ehi, che succede? Il gatto vi ha mangiato la lingua? Che ne pensate? Qualcuno ha qualche idea?”.

  “Beh, il messaggio è stato chiaro” Disse Agathe “Sembrerebbe che ci sia qualche indizio nella immagine originale. Dobbiamo fare un passo indietro per ottenere i dati necessari per procedere”.

  “Fin qui l’ho capito” Disse Pan “Io parlo del messaggio in se. Dove diavolo vuole andare a parare? Cosa succederà quando raggiungeremo la fine?”.

  “Spero non sia nulla di brutto” Cubby era come al solito pessimista a riguardo.

Poi si udì bussare.

  “Chi è?” Sly si mise subito in allerta.

  “Rilassati è Hugo, o meglio dire Hook” Agathe aprì la porta e il ragazzo fece un sorriso.

  “Sei in ritardo” Bacchettò la ragazza.

  “Lo so, scusami. Ma ho delle informazioni urgenti per tutti voi”.

Hook entrò nel covo e non venne esattamente accolto a braccia aperte. Cubby e Sly erano molto scettici, e Pan aveva ancora lo sguardo torvo. Nessuno, tranne Agathe, si fidava davvero di lui. Ma Hugo aveva tra le mani qualcosa che avrebbe potuto permettere loro di fidarsi di lui.

  “Ho delle informazioni, vengono direttamente da mio fratello” Disse serio.

  “Tuo fratello è uno sbirro vero?” Domandò Pan. “Teniamo sotto controllo la rete della polizia grazie al Fairy Dust di Cubby. Non ci sfugge nulla”.

  “Davvero? Neanche che ieri notte c’è stato un omicidio?”.

Tutti si misero si zittirono.

  “Uhhh... cosa? Non ho rivelato nulla su Fairy Dust” Cubby si grattò la testa unticcia.

  “Questo perché mio fratello non lavora secondo i canoni standard della polizia locale. Lui e mio padre sono in una divisione specializzata. Il caso non viene gestito dalla solo dalla polizia, ma è supervisionata anche dai federali”.

  “L’FBI eh?” Pan incrociò le braccia pensoso.

  “Di che omicidio parliamo?” Domandò Agathe.

  “Guardate voi stessi” Hugo consegnò il suo cellulare e Sly, che immediatamente scaricò le immagini del dossier.

  “Quella scuola...” Pan aggrottò la fronte.

  “Esatto. La Caroline Stewart, la stessa dove c’era il Mabinogion”.

Agathe però era più preoccupata per la causa della morte.

  “Si è suicidato. Secondo questa descrizione, la cosa somiglia molto ai casi passati legati a Cicada negli scorsi anni. Solo che questa volta non è morto nessuno… per fortuna”.

  “Non dimentichiamoci che non è neppure il 23” Aggiunse Hugo. “Però la cosa è sorprendentemente simile no? Proprio come immaginavo, mio fratello e mio padre stanno lavorando sulla serie di omicidi legati a Cicada”.

  “Ragazzi...” Cubby era diventato cinereo.

  “Cosa c’è?” Pan si girò verso di lui.

Cubby aveva tra le mani il Mabinogion. Lo stava tenendo aperto all’ultima pagina e c’era scritto qualcosa di parecchio inquietante.

  “Leggete qui...”.

In fondo, a piè di pagina, c’erano delle iniziali ben leggibili: J.T.

  “J.T. Questo è il tizio che ha decifrato il libro no?” Disse Sly, ma poi si rese conto dell’importanza di quelle iniziali. “J.T sta per...”.

  “James Timber...” Agathe aggrottò la fronte tesa. “Non ci sono dubbi è proprio lui”.

  “Ma perché si è suicidato?” Domandò Cubby sconvolto. “Non sarà mica...”.

  “È stato Cicada, non c’è dubbio” Disse Hugo “Ci sono troppe coincidenze”.

  “Sappiamo anche che Timber era ad un passo in avanti rispetto a noi” Aggiunse Sly “Quindi se proseguiamo, allora anche noi...”.

   “...” Pan per la prima volta sembrò essere decisamente spaventato dalla cosa.

Seguì poi un profondo silenzio, rotto da Agathe solo in seguito...

  “Ehi, perché quelle facce lunghe? Avevamo ragione no? Chiunque si celi dietro Cicada è chiaramente un criminale. La Thinker Bell è nata per questo no? Per distruggere i criminali e aiutare i più deboli, questo è il patto che abbiamo stretto dico bene?”.

  “Lo so ma...” Sly evitò lo sguardo di tutti “Forse ci stiamo intromettendo in qualcosa di troppo grande per noi”.

  “Avete intenzione di mollare? Devo forse ricordarvi le ingiustizie che avete subito? Cubby, per quanto tempo sei stato vittima di bullismo? Quando eri preso in giro, insultato, umiliato, dentro di te imploravi aiuto no? Sly... tuo padre ti picchiava e abusava di te, ma tu sei rimasto in silenzio, pregando che un eroe ti salvasse. E tu Pan? Tu che hai visto la tua sorellina morire senza che tu potessi fare nulla per lei, quanto hai desiderato di essere una persona più forte e determinata per poter salvare i più deboli dai criminali. E infine tu Hugo, vittima di solitudine, abbandono, depressione, vuoi lasciare che le persone nel bisogno muoiano da soli? Implorando aiuto proprio come lo ha implorato James Timber? Chi lo ha ascoltato? Chi lo ha soccorso? Nessuno...”.

  “Wendy...” Pan era a corto di parole.

  “Come vi siete sentiti quando eravate soli, senza aiuto, senza la Thinker Bell? Come si sarà sentito Timber prima di morire? Voglio sentire una risposta da voi. Volete lasciare le cose così? Voi, vittime di soprusi e ingiustizie, volete che questo criminale o questa organizzazione, prosperi e prenda altre vite innocenti? O volete porre fine a questa cosa?”.

L’intero gruppo riacquistò la determinazione. Ora avevano sguardi colmi di rabbia e volontà.

  “Esattamente” Disse Agathe sbattendo il pugno nella mano. “Noi siamo la Thinker Bell e faremo in modo che Cicada chiuda i battenti, per sempre”.

Hugo sorrise, e ancora una volta si sentì più vivo che mai.

  “Qual’è la prossima mossa allora?” Domandò lui motivato.

  “Cubby, Sly, voi tre lavorate al Fairy Dust. Allargate le comunicazioni anche ai Federali. Cubby, tu sei l’unico che può farcela, mentre Sly si occuperà di aiutarti con l’upgrade degli strumenti. Pan, tu invece fa una ricerca su James Timber, vedi cosa riesci a scoprire su di lui”.

  “E tu invece?” Domandò Pan.

  “Io e Hook ci occuperemo di Cicada. Continuerò io stessa l’enigma, a costo di mettermi in pericolo. Hook, tu sarai la mia ombra. Terrai d’occhio ogni mio movimento, ogni mia azione e farai rapporto a Pan. Se noterai qualcosa di strano in me, allora toccherà a te intervenire. Sempre se realmente è Cicada a causare questi suicidi”.

  “Ma come posso osservarti per tutto il tempo?” Chiese Hugo grattandosi la nuca.

  “Domanda stupida. Vivrai assieme me per tutto il tempo, finché non risolviamo il caso. Non è un problema per te vero? Dopotutto tuo padre e tuo fratello non torneranno a casa”.

  “Aspetta COSA? Io vivere con te ma...” Era diventato tutto rosso. “Non ti sembra una cosa un po’... beh... ecco...”.

  “Vuoi che ti pesti anche l’altro piede?” Agathe strizzò gli occhi avanzando minacciosa verso di lui. “Non farti strane idee imbecille! Questa non è una luna di miele. Qui si fa sul serio”.

  “O-ok” Hugo deglutì un po’ intimorito.

  “Pan, sei tu il Leader. Da tu l’autorizzazione”.

   Lui era pesantemente contrariato dall’idea che Hugo vivesse con Agathe e lo si notava dai suoi occhi occhi gonfi e gelosi. “A-approvo, ma se fate qualcosa di illecito io!... ecco, mi arrabbio! Mi arrabbio sul serio!”.

  “Non succederà, tranquillo...” Agathe sorrise. “Voi altri invece? Siete d’accordo?”.

  “Sì, siamo con te Wendy” Entrambi annuirono.

  “Ottimo, allora forza ragazzi. Mettiamoci a lavoro...”.

Un istante più tardi però, il cellulare di Agathe squillò. L’intero gruppo si ammutolì, mentre la buffa suoneria di Agathe riverberava nelle fondamenta sotterranee del complesso residenziale.

La ragazza esaminò il display e la chiamata in arrivo era anonima.

Dopo un paio di secondi Agathe si decise a rispondere.

  “Pronto?”.

 

Fermati...

O morirai.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Interferenze ***


Erano le 14 passate. Nicholas e Huang si stavano dirigendo in macchina verso il porto di Seattle. Lì, un contatto di nome Camaleonte li stava aspettando, con informazioni fresche sulle attività della SP7.

  "Da quando sei a lavoro su questo caso Huang?".

  "Più o meno tre mesi. La mia scrivania si è riempita di scartoffie in meno di due minuti. Un vero disastro, senza contare che questo caso ha messo sull'attenti anche diverse intelligence. Da quel che so, sia la CIA che la MI6 hanno la loro fetta della torta. Nessuno collabora però, il che significa che sotto sotto hanno da guadagnarci".

  "E qual è l'opinione della Interpol a riguardo?".

  "I capoccia non dicono nulla. Danno solo ordini e tu li esegui. Di tanto in tanto ti convocano alle riunioni e devi esporre i tuoi rapporti. Diciamo che fanno un controllo, per vedere se hai fatto i compitini. Però devo ammettere che Cicada sta sollevando un bel polverone al quartier generale. Il direttore è sempre in riunione o al telefono con qualcuno. Non so dirti con chi parla, ma l'atmosfera è abbastanza tesa. Qualcosa di sicuro non va, non mi hanno detto proprio tutta la verità".

  "E come puoi lavorare ad un caso così importante senza avere il quadro completo?".

  "Dopo un po’ ci fai l’abitudine. Meno domande fai, meglio è. Ma ad ogni modo, sono solo mie impressioni, però di solito sono bravo a scoprire gli inganni. Molte delle azioni all'interno dell'Interpol mi sembrano strane e guarda un po', tutte riguardano in qualche modo Cicada. C'è qualcosa che puzza in tutta questa storia, me ne sono accorto non appena ho iniziato a fare le prime domande".

  "Mi chiedo chi diavolo c'è dietro Cicada".

  "I Forum e le voci di corridoio parlano di agenzie di intelligence private, che cercando di reclutare criptografi e hacker esperti, visto che la caccia al tesoro, se così possiamo chiamarla, di solito attira l'attenzione di questi individui".

  "James Timber ha strappato uno dei fogli di Cicada" Disse Nicholas fissando la foto sul tablet "Che fosse anche lui un hacker?".

  "Sbaglio o la tua amica ci sta lavorando su?".

  "E tu come fai a saperlo?" Sogghignò.

  "Ho passato a visitare il tuo vecchio. Se la passa bene vedo. Ha deciso di lasciarmi carta bianca su come gestire la cosa, visto anche che una collaborazione tra noi due può portare solo benefici".

  "Ha sempre avuto un debole per te".

  "Cosa, sei geloso? Awww andiamo, sei sempre stato il cocco di papà no? A proposito, come sta il piccolo Hugo? Cresciuto?".

  "In fretta anche" Disse Nicholas cambiando espressione.

  "Ahhhh, capisco. Non andate d'accordo eh? Non è facile per lui avere a che fare con un fratello maggiore così musone" Rise Huang.

  "Il lavoro mi impedisce qualsiasi tipo di contatto. Tornare a casa è sempre più difficile. Non so mai cosa dirgli, non so come interpretare i suoi sguardi. Un po' mi fa paura...".

  "Sta crescendo, anzi è già un uomo. A quell'età cambiano molte prospettive, molte verità. Dagli tempo, però ogni tanto stacca ok? Una giornata libera non ti farà che bene".

  "Il fatto è che... Hugo ha qualcosa che non va".

  "Che vuoi dire?" Huang aggrottò la fronte.

  "Quando passi 18 ore a lavoro su queste cose, impari a percepire la negatività. Io percepisco negatività in Hugo. Non è solo una fase ribelle, non è solo quello. I suoi occhi sono sempre più vuoti. Ho cercato di parlare con lui stamattina, ma mi è sembrato così distaccato. Da quando è morta nostra madre, Hugo è sempre rimasto solo. Praticamente vive da solo. Non ha una guida, non c'è qualcuno che lo tiene sotto controllo. Gli chiedo di avvertirmi se va da qualche parte, ma non lo ha mai fatto. Non so se esce mai di casa, non dove va, non so chi frequenta. Tutto quello che mi ha detto è che sta frequentando una ragazza".

  "Oh! Il piccolo Hugo si da fare, a differenza di un certo tizio qualunque che è seduto affianco a me".

  "Lo sai molto bene che per noi non è così semplice avere una fidanzata. Anche tu sei single dopotutto".

  "Heh, touché. Ad ogni modo, secondo me è solo una tua paranoia. Sei stato un ragazzino anche tu no? Non ricordi che andavamo a scassinare gli armadietti delle ragazze alle superiori? Tu volevi scassinare quella di Amanda, che tanto ti piaceva. Volevi sapere a tutti i costi con chi usciva eh? Eri proprio un gran monellaccio".

  "Beh tu non eri da meno. Non hai fatto irruzione nello spogliatoio delle ragazze in mutande una volta? Io ero assente, me lo hanno raccontato il giorno dopo. Come diavolo hai fatto a non farti sospendere?".

  "Avevo i miei trucchi a riguardo. Soprattutto se scopri il preside farsela in segreto con la nostra professoressa di chimica".

  "Sei un figlio di puttana. Ora capisco perchè ti hanno fatto entrare all'Interpol".

  "L'hai detto amico. Mi piace ficcare il naso negli affari altrui. Basta toccare i tasti giusti e voilà, hai tutto ciò che ti serve per passare indisturbato".

Ma le chiacchiere allegre erano finite.

  "Siamo arrivati..." Disse Huang slacciando la cintura. "Lascia parlare me, il tizio con cui andremo a parlare non è molto amichevole. Non a caso, l'hanno messo a posta come talpa nella SP7 perché è un gran stronzo. Però il suo lavoro lo sa fare bene".

  "Ok, andiamo".

Scesi dalla macchina si inoltrarono nella banchina. La zona in cui si dovevano incontrare era un luogo pieno di container, affianco ad una grossa nave. Nicholas tolse la sicura alla pistola, poi avanzò nelle retrovie, seguendo Huang che avanzava silenziosamente.

Superata una zona stracolma di container, all'ombra di uno di essi, comparve un tizio dall'aria losca. Tatuaggio a forma di tigre, cappotto elegante, cravatta e valigia.

  "Sei in ritardo di un minuto Huang" Gli disse l'uomo.

  "Preciso e irritante come al solito eh Cale?".

  "Chi è questo? Ti ha dato di volta il cervello a portare uno sbirro qui? Vuoi mandare a puttane tutto?".

  "Confido che tu abbia preso le relative precauzioni. Diciamo che sto collaborando con la polizia locale. Io e te sappiamo molto bene che a Seattle ci sono un po' di serpenti velenosi no? Che hai per me Cale? Spero tu non abbia solo lamentele e altre cazzate simili".

  "Cameron" Disse consegnandogli un fascicolo. "La SP7 è un po' nervosa ultimamente per colpa di quest'uomo. Non so molto, non mi fanno ancora partecipare alle loro losche bische. Gli ordini arrivano via Mail, sono precisi, non lasciano tracce, c'è sicuramente qualcuno che li protegge e di sicuro, non è opera di una persona sola".

  "Quindi Cicada è davvero un collettivo eh? Usano la SP7 come cani da guerra e schiavetti" Disse Huang fissando il fascicolo.

  "Direi di sì. Qualcosa si sta muovendo all'interno dell'organizzazione. Ho scavato più che ho potuto e ho trovato informazioni su James Cameron".

  "Cosa vuole la SP7 da un mega miliardario, proprietario di una grossa multinazionale farmaceutica?".

  "Per avere così tante informazioni, direi che la SP7 è all'interno della multinazionale stessa. Ci sono chiamate, foto, persino file scritti di alcune riunioni segrete fatte all'interno dell'edificio della Cameron Pharma. Ovviamente, la maggior parte dei discorsi sono solo cose prettamente mediche. Spero ci potrai capire qualcosa".

  "Mi metto subito a lavoro".

  "C'è un'ultima cosa..." Cale tirò fuori una chiavetta USB dalla tasca della giacca, consegnandola a Huang.

  "Che cos'è?" Chiese l'agente.

  "C'è poco qui dentro, solo qualche Mail, ma si parla costantemente di una cosa chiamata Nastrond. Non so bene cosa sia. Mi sono esposto un bel po' per cercare di prendere queste informazioni. La SP7 ha protezioni contro i cyber attacchi molto sofisticata, fin troppo. Sono riuscito a prenderli da qualche sbadato che si è dimenticato di seguire le procedure".

  "Nastrond eh? Sembra criptico".

  "Spero siano informazioni utili. Questi non scherzano in sicurezza, c'è qualcosa di enorme dietro che li protegge. Fa rapporto tu all'Interpol, io per un po' avrò le mani legate".

  "Ricevuto, stai lontano dai guai ok? Non mi va di recuperarti in fondo all'oceano".

--

   Ore: 18:41

   Casa Agathe

 

 "Era davvero necessario portare tutta quella roba?" Chiese Agathe vedendo Hugo trascinare una grossa valigia.

  "Non posso sapere quanto tempo resterò qui da te, mi sembrava una pratica necessaria".

  "Vabbè, fai come vuoi. Ad ogni modo, tu dormirai in quel sacco a pelo. Accontenti ok?".

Il sacco a pelo era parecchio malridotto, Hugo si chiese chi altri aveva dormito al suo interno e si sentì parecchio a disagio.

  "Ad ogni modo, come devo chiamarti qui?" Domandò il ragazzo.

  "Puoi fare come vuoi, finchè siamo in privato".

Hugo diede una rapida occhiata a quel posto. Era talmente sotto sopra e malridotto da far venire il mal di testa.

  "Beh, tanto vale che ti dia una mano a pulire. Questo posto ha bisogno di più spazio".

  "Fa quel che vuoi, io devo decifrare l'ultimo passaggio di Cicada".

Agathe era molto sbrigativa, forse a suo modo si sentiva imbarazzata dalla presenza di Hugo, ma era un compromesso necessario. Nessuno sapeva cosa nascondevano gli enigmi di Cicada, visto anche ciò che era accaduto a James Timber.

  "Comunque prima sei stata fantastica".

  "Huh? Quando?".

Hugo sospirò, possibile che l'avesse già rimosso dalla memoria? Probabile. visto quanto Agathe avesse spesso la testa fra le nuvole.

  "Il discorso di prima. Sei riuscita a motivare tutti quanti, anche il sottoscritto ad agire. Sei una leader nata, come mai lasci fare tutto a Pan?".

  "Perché gestire le cose è una seccatura" Rispose facendo spallucce. "Non amo accollarmi troppe cose. Poi Pan è un gran chiacchierone ed ha un sacco di soldi. Quindi pensa lui a tutto".

Decisamente non era sfruttamento. Decisamente.

  "Pan deve ammirarti davvero tanto per rimetterci di sua tasca".

  "Pan è sempre stato un po' fissato con me. Non fare caso alla sua morbosa gelosia. Semplicemente non ha ricevuto molto affetto dalla sua famiglia e non ha avuto molti amici".

  "Ha perso la sorellina non è così?" Hugo diventò subito serio.

  "È morta di tumore. Brutta storia. Aveva solo 7 anni. Non ha vissuto una vita semplice, ma d'altronde nessuno qui l'ha avuta".

  "..." Hugo decise di non scavare troppo e iniziò a pulire. Agathe invece iniziò a digitare furiosamente sulla tastiera, lavorando su Cicada.

Passarono ore. Hugo pulì a fondo l'intera casa finché non divenne buio. Ora la casa di Agathe era completamente diversa, molto più accettabile e spaziosa per due persone.

  "Ehi Hugo ho fa... WOAH" La ragazza quasi cascò dalla sedia, visto anche la stramba postura con cui sedeva (con entrambi i piedi sulla poltrona, Agathe stava deliberatamente imitando un personaggio di uno dei suoi anime).

  "Wah! Che succede?!" Esclamò Hugo spaventato dall'urlo di Agathe. "Hai scoperto qualcosa?".

  "No è che..." La ragazza sbatté gli occhi incredula, notando la casa luccicare come non l'aveva mai vista prima. "Cavolo, sembra che mia sia teletrasportata in un’altra casa”.

  "E ci credo, ho gettato via come minimo un quintale di immondizia. Come hai fatto a vivere in condizioni simili?".

  "E tu pensi che una ragazza impegnata come me, ha tempo di pulire casa? Per chi mi hai preso? Piuttosto… penso che ti chiamerò spesso per fare le pulizie Hugo".

  "Se la cosa ti fa piacere ok" Sorrise il ragazzo.

Agathe strizzò gli occhi. "E lo fai così? Su due piedi? Senza chiedere niente in cambio? Non so... richieste bizzarre, tipo foto mie in reggiseno o altro" La ragazza arrossì, attorcigliandosi una ciocca di capelli tra le dita.

  "Ehi ehi frena un attimo!" Hugo diventò a sua volta rosso "Per chi m'hai preso? Io non sono un pervertito".

  "Avanti musone ti sto solo prendendo in giro! Accidenti quanto sei noioso!" Subito mise il broncio. Hugo però rise divertito, ora finalmente capiva cosa significava vivere con una ragazza. Quelle erano le classiche scene da coppietta e si sentì molto fortunato a viverle, dopotutto Agathe era la ragazza di cui si era innamorato.

  "Ad ogni modo, hai scoperto qualcosa?" Le domandò poggiando la scopa.

  "Credo di aver capito cosa intendeva dire con numeri primi mancanti" Rispose lei indicando la foto. "Credo si riferisca alla dimensione dell'immagine stessa, ovvero 509x503. Se moltiplico questi numeri assieme a 3301..." La ragazza fece un rapido calcolo con lo smartphone. "Esce fuori... 845145127"

  "Quindi se ora aggiungi il .com dovresti poter procedere dico bene?" Hugo si affiancò a lei, osservando curioso se Agathe ci aveva preso.

Immediatamente lei provò a compiere il processo e...

  "Wow... non posso crederci, ci sei riuscita" Hugo era decisamente sorpreso.

  "Nitrotori è un nome abbastanza conosciuto per un motivo, mio caro sottoposto" Gli fece un simpatico occhiolino.

  "Ad ogni modo, che cos'è? Un conto alla rovescia?".

Sullo schermo di Agathe ora c'era il simbolo della cicala, con un countdown. Segnava 15:34:12 rispettivamente ore, minuti e secondi".

  "Quindici ore eh?" Sospirò "Che noia..." Poi però Agathe ricordò una cosa: quella chiamata...

 

Fermati o Morirai.

 

Chi era al telefono? La sua voce era completamente mascherata elettronicamente. Era stato breve e conciso.

  "Ehi Agathe, tutto bene?" Hugo notò subito il pallore sul viso di lei.

  "Oh... sì, tutto bene. Ehi Hugo, ti andrebbe di ordinare una pizza? Ho un certo appetito".

  "Lascia fare a me" Sorrise lui, andando in cucina.

Agathe tornò a fissare il conto alla rovescia e sospirò. Forse era stato solo uno scherzo, dopotutto chi diavolo poteva mai conoscere il numero di Agathe? Nitrotori non lasciava mai tracce, non c'era modo di risalire a lei, eppure...

  "Mah, lasciamo stare".

Stava per spegnere lo schermo, quando improvvisamente la schermata mutò. Per un paio di secondi, Agathe vide strane immagini. Non sapeva spiegare cosa fossero, i suoi occhi però non riuscivano a scollarsi da quei colori. Era come osservare una fotografia bruciata, unito a bizzarre interferenze.

Le parve persino di vedere un viso, ma non ne era sicura. Le iridi della ragazza si allargarono, il suo respiro rallentò e poi...

  "Agathe che tipo di pizza vuoi?".

  "Oh... sì arrivo" La ragazza si risvegliò da quella ipnosi. Quando ritornò in sé, la schermata era tornata al conto alla rovescia, come se nulla fosse successo.

  "Ma che diavolo è stato...".

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Invito ***


Ore 21:13

Procura

 

  "Ora come ora è l'unica pista che abbiamo" Disse Huang mostrando il fascicolo a Miles.

"James Cameron è stato numerose volte minacciato in questi giorni, non mi sembra opportuno scartare l'ipotesi che sia l'SP7".

  "Qual è la tua idea quindi?" Gli domandò.

  "Io e Nick andiamo a farci una chiacchierata con lui. Sentiamo che cos'ha da dire a riguardo, dopotutto molte informazioni sulla sua persona sono state trapelate all'interno dell'organizzazione stessa.  Oltre al fatto che potrebbe sapere delle cose, Cameron potrebbe essere in pericolo".

  "Ok, parlate con lui, poi fate subito rapporto. Ma prima di questo" l'uomo rivolse lo sguardo ad Amber "Esponi pure le tue scoperte Amber".

  "La scientifica ha finito poche ore fa di esaminare tutti i reperti trovati sul luogo dell'incidente. James Timber non aveva in corpo droghe o altro, inoltre hanno confermato che i tagli sul suo braccio coincidono con quelli del coltello in suo possesso, confermando quindi che sia stato effettivamente lui a ad autolesionarsi. Ho poi approfondito la vita privata di Timber. I suoi genitori mi hanno confermato che il ragazzo non aveva mai mostrato segni di delirio. Nessun tipo di problema a scuola, nella vita privata o nella famiglia. La sua cameretta era piuttosto normale per un ragazzo della sua età e i consulenti psicologici non hanno rivelato anomalie di alcun tipo. Le azioni del giovane sono inspiegabili, semplicemente ha dato di matto e si è tolto la vita, a meno che non ci stia sfuggendo qualcosa. Infine, Timber ha numerose volte partecipato a diversi concorsi da programmatore pc, il che suggerisce la possibilità che sia stato a contatto con delle cellule di hacker sul web. La polizia sta attualmente indagando...".

  "La causa della morte è quasi del tutto identica ai precedenti casi legati a Cicada" Disse Huang riflessivo "Comportamento inspiegabile, instabilità psicologica. Anche nelle vittime passate sono stati rinvenuti lividi o tagli, il che fa presupporre che sia una specie di sintomo".

  "Ma causato da cosa?" Domandò Nicholas "Come può una persona cambiare da un giorno all'altro in questo modo? Cosa lo causa?".

  "Non ne ho idea. Forse è legato a questa cosa di Nastrond di cui ha parlato Cale. Visto la segretezza assoluta e il collegamento diretto a Cicada, forse si tratta di una specie di nuovo strambo metodo di lavaggio del cervello. Questo spiegherebbe anche il fatto del perché le varie intelligence del mondo, non collaborano tra di loro. Questo non è solo un caso di omicidi internazionali, ma c'è qualcosa di molto più delicato sotto. l'Interpol è sempre sulla difensiva e molte delle informazioni che abbiamo ricevuto sono state maggiormente depistaggi. Che siano voluti o meno non lo sappiamo, ma finché c'è Cicada di mezzo, tutto è possibile".

  "D'accordo" Miles era in evidente difficoltà "Vi chiedo solo di fare attenzione. Avvicinarvi a Cameron potrebbe allertare l'SP7 della vostra indagine. Una eccessiva esposizione potrebbe essere pericoloso, ma mi rendo conto che non possiamo fermarci adesso. Questi terribili incidenti vanno fermarti, conto su di voi".

  "Signore, quali sono i miei ordini?" Domandò Amber.

  "Resta al fianco delle indagini principali su Timber. Continua a scavare, sperando di riuscire a trovare anche un cavillo su cui appoggiarci. Ottimo lavoro a tutti comunque, potete andare".

Una volta congedati, i due agenti fecero una chiacchierata lungo il corridoio della procura.

  "Pensi davvero che Nastrond possa essere un'arma?" Chiese Nicholas

  "Potrebbe" Rispose lui serio "Trovo inoltre il singolare che Cicada sia interessata alla Cameron Pharma. Perché proprio un’ azienda farmaceutica?".

  "Già, perché".

  "Cameron potrebbe trovarsi a casa sua. Io direi di non perdere tempo, andiamo da lui stasera".

  "Sono d'accordo, prima risolviamo questa cosa meglio è. Dio solo lo sa cosa potrebbe succedere il 23".

  "Già. Hugo se la caverà da solo?" Domandò Huang con un sorriso.

  "Ho lasciato lui tutto il necessario. Sono sicuro che capirà...".

  "Ehi" Huang poggiò una mano sulla sua spalla "Sei una brava persona, non dimenticarlo ok? E sei anche un bravo fratello, un esempio. Dopo tutto questo, prenditi una pausa ok? Passa del tempo con Hugo, se lo merita no?".

  "Hai ragione, grazie Huang" Per la prima volta, dopo tanto tempo, Nicholas fece un sorriso cortese.

--

Ore 22:10

Villa Cameron

 

Erano ormai le dieci passate. Aveva iniziato a nevicare e l'intera Seattle era avvolta da una coltre nebbiosa, circondata dal manto bianco del gelo, che dava un tocco magnifico all'atmosfera natalizia della metropoli.

Huang e Nicholas erano in viaggio verso la villa del plurimiliardario James Cameron: un uomo molto potente, che controllava la più grande multinazionale farmaceutica dell'intera nazione.

La sede della Cameron Pharma era nel centro città di Seattle, tuttavia Cameron viveva in un luogo tranquillo, abbastanza isolato dalla grande metropoli.

Evidentemente, voleva godersi un po' di tranquillità, almeno a casa sua. Sempre se si poteva definire quella abitazione una "casa".

Era letteralmente una reggia. Un tempo era semplicemente un’ antica magione, in cui vivevano dei ricchi nobili inglesi. In seguito ristrutturata e modernizzata ad hoc da Cameron stesso. Piscina, parcheggio, giardino immenso, fontane, scalinate in marmo, enormi vetrate panoramiche e ingresso con guardia.

In quel posto non mancava assolutamente nulla.

  "Beh, me lo aspettavo. Stiamo parlando di un miliardario no?" Disse Huang con un sogghigno.

  "È la prima volta che vieni qui?".

  "Sì, mai vista tanta sfarzosità in vita mia. Beh, tanto vale suonare al citofono come fanno le persone normali" Sorrise indicando la guardia.

L'uomo al posto di guardia posò lo sguardo verso i due agenti e immediatamente uscì.

  "Chi siete?".

  "Rilassati amico. Sono un agente dell'Interpol" Gli mostrò il distintivo. "Lui invece è un detective della polizia di Seattle. Siamo qui per fare due domande a Cameron".

  "Cameron non riceve visite questa sera".

  "Non ti costa nulla chiedere. O non ti pagano abbastanza per alzare una cornetta?" Intervenne Nicholas.

L'uomo rimase in silenzio, poi tornò alla sua postazione e fece una rapida telefonata. Dopo un po' l'uomo aprì il cancello.

  "Entrate, Cameron vi accoglierà all'ingresso".

  "Grazie amico, divertiti" Huang fece lui un cenno e i due proseguirono con l'automobile.

Arrivati all'ingresso, la figura di Cameron li accolse all'interno della gigantesca sala.

  "Buonasera signor Cameron, l'abbiamo mica disturbata mentre cenava?" Huang fece un sorriso simpatico.

  "No, no" Sorrise a sua volta lui "Non disturbate affatto. Mi dispiace per avervi trattenuto all'esterno, ma di questi periodi non si sa mai".

  "La capisco. Ad ogni modo mi presento. Io sono Huang, lui è Nicholas, stiamo lavorando ad un caso che potrebbe riguardarla da vicino. Le dispiace se le facciamo delle domande?".

  "Nient'affatto, venite pure, vi offro del buon whisky".

Cameron era un uomo molto accogliente, tuttavia la sua figura mostrava con chiarezza la sua importanza. Era alto, magro, di bell'aspetto, dai capelli grigi brizzolati e un paio di occhiali da vista con montatura nera.

Fece accomodare i due agenti nella sala e portò loro del costosissimo e pregiato whisky.

  "Non sono abituato a ricevere visite. Come vedete, mi sono scelto un luogo abbastanza tranquillo in cui vivere".

  "Gestire una multinazionale come la sua non deve essere semplice".

  "No infatti non lo è" Sorrise lui "Però sono stato io ad avviare questa cosa. Quindi non mi lamento".

  "Non parlavo della gestione della multinazionale in sè" Disse Huang "Parlo delle continue minacce di morte che riceve".

Cameron sospirò.

  "Le ricevo praticamente tutti i giorni. Dopo un po' ci fai l'abitudine".

  "Non è preoccupato per questa cosa?" Domandò Nicholas "Neppure se le sue informazioni sono in mano a dei pericolosi criminali?".

  "Di quali criminali parlate?" Cameron diventò serio.

  "Siamo venuti a conoscenza, che una certa organizzazione mafiosa chiamata SP7 possiede informazioni sensibili su di lei, sulla sua vita privata e il suo lavoro. La tengono costantemente sotto controllo e sospettiamo che siano all'interno della sua multinazionale".

  "Delle spie quindi?".

  "Diciamo di sì" Continuò Huang. "Dubito che una persona meticolosa, attenta, potente come lei, non si sia accorta di una cosa del genere".

  "Sta insinuando che io ho dei collegamenti con la mafia?" Sogghignò "Questo è assurdo. Io sono un onesto cittadino, a discapito di tutto ciò che sono".

  "Non siamo venuti qui per accusarla signor Cameron" Disse Nicholas "Ma per avere informazioni. Lei è a conoscenza di qualcosa chiamata Cicada 3301?".

  "Cicada? No, non ne so nulla...".

  "Cicada ha già tolto la vita a numerose persone nel corso degli anni" Proseguì Huang "Sia qui a Seattle, sia nel mondo intero. Apparentemente, Cicada colpisce nel periodo natalizio, coinvolgendo giovani hacker che navigano nel deep web. Ieri, un giovane di nome Timber si è suicidato e molte prove in nostro possesso ci suggeriscono che il ragazzo fosse alla ricerca di un modo per risolvere l'enigma di Cicada".

  "Sappiamo inoltre che Cicada controlla la SP7 e questi documenti provano che vi hanno preso di mira, la quale potrebbe a sua volta suggerire un collegamento tra loro e voi" Nicholas poggiò i documenti sul tavolo. "Lei deve sapere qualcosa, sia su Cicada, sia sulla SP7. Lei potrebbe essere accusato di concorso a omicidio per questo, se ne rende conto?".

Cameron chiuse gli occhi e appoggiò lentamente il bicchiere sul tavolo.

  "Mi dispiace molto per questo ragazzo" Disse lui "Ma la Cameron Pharma si occupa solamente di farmaci di uso quotidiano. Non siamo coinvolti in strani esperimenti, noi non siamo dei mostri. I vostri sospetti sono infondati e si poggiano su prove circostanziali. La Mafia tende a mettere radici là dove c'è il denaro, questo non lo metto in dubbio, come non metto in dubbio che ho ricevuto parecchie minacce di morte. Ma vi posso giurare che noi non siamo in alcun modo affiliati a criminali del genere. Se c'è una sola cosa di cui vado fiero, è la mia onestà signori".

  "Capisco" Huang annuì "D'accordo. Ad ogni modo, la faccenda non di certo finisce qui. Se non ha davvero nulla da nascondere, ci permetta di indagare a fondo su chi la sta minacciando".

  "Certo, siete liberi di agire come desiderate" Sorrise "Non ho nulla da nascondere, ah a proposito di questo" Cameron si alzò in piedi dalla poltrona "Colgo l'occasione per dirvi che il 23 Dicembre rilascerò una testimonianza al pubblico di Seattle. La Cameron Pharma vuole ringraziare tutti i suoi consumatori, è una pratica che facciamo ogni anno. La festa si terrà all'edificio congressi di Seattle, non troppo distante dalla sede principale. Questi sono i biglietti, siete liberi di venire e partecipare".

  "Immagino ci sarà un bel po' di cibo eh?" Ridacchiò Huang.

  "Il denaro ricavato dalla festa sarà dato in beneficenza, per il sostegno e le installazioni della Cameron Pharma in Africa. Banchetteremo per un nuovo futuro, per il benessere collettivo. Quello sarà il luogo perfetto dove attentare alla mia vita...".

  "Cosa?" Nicholas aggrottò la fronte.

  "Era mia intenzione, fin dall'inizio, coinvolgere la polizia. Non pensavo che ci fosse di mezzo anche l'Interpol, ma poco male. La festa è aperta al pubblico, per cui è un'opportunità perfetta per gli attentatori. Ma è anche una vostra occasione per scoprire i responsabili e fermarli".

  "Lei vuole fare da esca?" Huang era serio in volto.

  "Ve l'ho detto signori. Io sono una persona onesta e odio nascondermi. Quando ho costruito la Cameron Pharma, l'ho fatto con l'intento di aiutare il prossimo e di essere sempre assieme alle persone che ci danno man forte. Quindi sì, farò da esca, perché è l'unico modo che avete per trovarli no? Allora voglio esservi d'aiuto...".

  "Ne è sicuro?".

  "Sono sempre sicuro di quel che dico" Sorrise. "Questo è il mio biglietto da visita, se avete bisogno di mettervi in contatto con me. Io organizzerò la festa, al resto pensateci voi. Sto mettendo la mia vita nelle vostre mani, spero di aver fatto la scelta giusta".

Nonostante la gravità della cosa, Cameron era sarcastico e sorridente. Che cosa aveva per la testa?

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Colori ***


22 Dicembre

Covo Thinker Bell

 

  "Possiamo saltare i convenevoli e parlare di cosa avete scoperto?".

Agathe e l'intera Thinker Bell, si era riunita al loro solito posto. Sugli schermi dei pc c'era il conto alla rovescia di Cicada, che mostrava poco meno di due ore al termine.

L'intero gruppo però sembrava titubante. Era successo qualcosa...

  "Ehi, che vi prende? Su forza vuotate il sacco" Incalzò Agathe.

  "Dunque..." Pan guardò i suoi compagni "Siamo riusciti ad allargare il Fairy Dust con successo. Cubby e Sly hanno agganciato la rete dei federali senza troppo sforzo, e non solo...".

  "Non solo?".

Pan si girò verso Cubby e lui sobbalzò, sentendosi sotto i riflettori.

  "Uhhh..." Goffamente si grattò la nuca "Ecco sembra che anche l'Interpol si stia intromettendo nella questione. Sono riuscito a collegarmi al cellulare di un agente che è attualmente sul suolo americano".

  "Quindi abbiamo la ricezione dei federali e anche delle forze di polizia internazionali? Ma è fantastico!" Esclamò Hugo.

  "E come mai le facce lunghe?" Domandò Agathe incrociando le braccia "La notizia è eccellente, dov'è la fregatura?".

  "Sly, ci pensi tu?" Pan scaricò la cosa al suo compagno, che sospirò aggiustandosi gli occhiali.

  "Abbiamo scoperto diverse cose esaminando i due fronti investigativi. Per prima cosa, Hook ci aveva visto giusto. A quanto pare, Miles Jacobson e Nicholas Jacobson, assieme al supporto di un' agente donna di nome Amber, hanno costruito una Task Force, sotto le direttive dei federali, per catturare coloro che si nascondono dietro Cicada".

  "Lo sapevo" Hugo portò la mano sul mento "Ecco perché c'è sempre così tanta tensione in questo periodo. Mio fratello non torna praticamente mai a casa, per non parlare di mio padre".

  "Attualmente però anche un altro agente si è schierato con loro: un certo Shen Lao Huang, che fa parte di una divisione speciale dell’Interpol. Grazie all'unione delle due forze, il Fairy Dust ci ha permesso di conoscere due cose: la prima è che Cicada sembra essere un collettivo esteso e potente, che ha influenze in varie parti del mondo. Inoltre, Cicada controlla a sua volta un'organizzazione criminale mafiosa di origini Russe: la SP7".

  "la Mafia Russa eh?" Agathe in parte se lo aspettava "Quindi usano dei criminali come proxy per i loro piani. È una cosa abbastanza comune, in passato i governi del mondo si sono serviti di cellule criminali per compiere atti indiscreti".

  "La seconda cosa invece, riguarda una persona che ultimamente ha ricevuto parecchie minacce di morte".

  "..." Agathe aggrottò la fronte.

Ci fu silenzio e Hugo non capì.

  "Beh? Chi sarebbe?".

  "Ecco..." Sly si aggiustò nervosamente gli occhiali "Secondo ciò che abbiamo trovato nel Fairy Dust, la SP7 ha nel mirino il multimiliardario James Cameron, amministratore delegato della Cameron Pharma".

  "Beh, è una cosa normale no?" Hugo non era sconvolto dalla cosa "È solito pensare che un miliardario potente come lui abbia le mani sporche dico bene?".

Pan fece un'occhiataccia a Hugo e lui subito si zittì, notando anche lo sguardo cupo di Agathe.

  "Quindi c'è lui di mezzo eh?" Sogghignò amaramente "Ecco perché siete tutti così cupi in volto. Non c'è bisogno che vi preoccupate per me, mi sono lasciata il passato alle spalle".

  "Ehi aspettate, ma cosa succede?" Hugo era confuso. L'aria sembrava essere diventata pesante.

  "James Cameron è mio padre" Disse Agathe con un mezzo sorriso "Mi ha abbandonata quando ero ancora in fasce. È un viscido bastardo, una persona che non merita nulla. Lui è stata la causa di tutte le mie pene. Ma in fin dei conti lo devo ringraziare. Non avrei mai e poi mai accettato di vivere sotto il tetto di un parassita come lui".

  "Io non lo sapevo..." Hugo era mortificato.

  "Non preoccuparti è nel passato ormai. Io non ho famiglia, non l'ho mai avuta e anche se io e lui condividiamo lo stesso sangue, non sono affatto sua figlia. Tuttavia che sorpresa, se la SP7 lo tiene sotto tiro, significa che in qualche modo è collegato a Cicada".

  "È quello che sospettano i due agenti, compreso il fratello di Hook" Disse Pan. "Cubby ha inoltre tirato fuori un'altra informazione sensibile dal flusso".

  "La SP7 nasconde qualcosa di grosso" Sussurrò Cubby, quasi come se avesse paura che qualcuno lo sentisse "Una cosa chiamata... Nastrond".

  "Nastrond? Che roba è?".

  "Ho fatto una rapida ricerca" Intervenne Sly "A parte il riferimento alla mitologia norrena, non sappiamo assolutamente nulla. Probabilmente è il nome in codice di qualcosa. Huang e Nicholas sospettano si tratti di un'arma".

Agathe si alzò in piedi.

  "D'accordo, sembra che abbiamo ottenuto abbastanza informazioni grazie al Fairy Dust. Sly, Cubby, ottimo lavoro. Per quanto riguarda Timber invece?" Stavolta si rivolse a Pan.

  "Apparentemente è un ragazzo ordinario, fin troppo" Spiegò Pan incrociando le braccia"Studente modello, con poca attività sociale, se non alcuni corsi specializzati di programmazione pc. C'è veramente poco su di lui, nessuna attività insolita, niente che lo possa rendere sospetto".

  "Il che è a suo modo sospetto" Ipotizzò Agathe "Visto che è riuscito da solo ad avanzare così in fretta negli enigmi di Cicada, significa che Timber era un abilissimo hacker. Probabilmente ha celato ogni sua attività, ingannando persino amici e famigliari. Proprio come facciamo noi".

  "Il Fairy Dust ha confermato che il suicidio è avvenuto dopo un’inspiegabile psicosi, che lo ha portato ad autolesionarsi con un coltello" Continuò Pan "Il che ovviamente suggerisce un collegamento ai precedenti casi legati a Cicada".

  "Se questo incidente è avvenuto prima del 23 Dicembre, significa che qualcosa è cambiato nei piani di Cicada no?" Intervenne Hugo.

  "Sicuramente" Rispose Agathe "Una serie di omicidi, che si perpetua ogni anno il 23 Dicembre, improvvisamente viene anticipata. Forse Timber era una minaccia, forse la sua abilità era in qualche modo troppo rischiosa persino per Cicada stesso. Magari aveva scoperto qualche segreto, qualcosa che voleva divulgare, oppure...".

  "Oppure siamo di fronte ad uno strumento di morte" Continuò Sly con voce cupa "Qualcosa che porta queste vittime a uccidere o togliersi la vita".

C'erano troppi misteri, troppe incognite. L'unico modo che il gruppo aveva per comprendere la verità, era proseguire con l'enigma.

  "D'accordo. Aspettiamo questo conto alla rovescia, non ci resta altro che proseguire e scoprire che cosa si cela oltre questo enigma".

--

 

Due ore dopo.

 

  "Ok ci siamo".

Mancavano pochi secondi alla fine del conto alla rovescia, poi... al termine la pagina web si aggiornò da sola, mostrando dei codici numerici.

  "Coordinate..." Disse Agathe.

Sly fece una rapida ricerca con il suo smartphone. Inserì latitudine e longitudine e localizzò il punto esatto delle coordinate.

  "La Red Cube, il centro commerciale vicino alla scuola di Wendy" Indicò sulla mappa.

  "Ok. Io e Hook andiamo a controllare" Disse Agathe decisa "Voi restate qui. Pan, voglio che resti in contatto con noi nel caso abbiamo bisogno di condividere informazioni".

  “Va bene, resterò in attesa di vostre notizie”.

  "Io e Sly restiamo a controllare il Fairy Dust" Avanzò Cubby "Se anche i federali e l'Interpol sono alla ricerca di Cicada, sarà meglio tenere le spalle di Wendy al coperto, nel caso arrivino".

  "Buona idea" Sorrise Agathe "Conto su di voi ok? Hook andiamo...".

I due ragazzi si congedarono e salirono sull'autobus per andare verso scuola.

Stava nevicando parecchio e la visibilità per le strade era ridotta. L'atmosfera natalizia si faceva sempre più intensa e Hugo sempre più pensoso.

  "Qualcosa non va Hugo?" Domandò lei.

  "Beh, non posso nascondere di avere un po' paura" Sorrise "Sono preoccupato per te. So che ti sta a cuore catturare questi criminali ma... non riesco a smettere di pensare alle foto che ho visto nel documento di mio fratello. Quel ragazzo... si è tolto la vita".

  "Pensi che io possa fare la stessa fine?".

  "..." Hugo non disse nulla, semplicemente volto lo sguardo altrove.

Agathe poggiò una mano sulla spalla del ragazzo e lo fece voltare verso di lei.

  "Ehi, stai tranquillo Hugo. Non mi succederà nulla, non finché ci sarai tu con me dico bene?" Sorrise confidente "Non ti porto con me solo per il tuo cervello, ma anche perché sei qui per fermarmi nel caso dovessi tentare di fare qualcosa di assurdo. Mi fido di te Hugo, solo con il tuo aiuto posso farcela".

  "Agathe..." Hugo riottenne fiducia e annuì "Va bene, conta su di me".

  "Ma guardalo come si convince subito" Ridacchiò "Devo proprio piacerti tanto eh?".

  "N-Non è quello!" Hugo diventò rosso "Accidenti a te, prima dai coraggio e poi metti lo sgambetto".

Agathe rise. "Sono fatta così, impara a conviverci bello".

Hugo sospirò scuotendo il capo. Ma il discorso comunque non cambiava. Spettava a lui proteggerla, ad ogni costo.

Arrivati a destinazione, i due fecero il percorso a piedi nelle strade gelide di Seattle. Entrarono nel grosso centro commerciale oltrepassando il piazzale dei parcheggi e immediatamente si organizzarono per la ricerca.

  "Allora, che si fa?" Domandò Hugo.

  "Normalmente opterei per una ricerca separata, ma non possiamo sapere con chi abbiamo a che fare e cosa troveremo qui dentro. Quindi non abbiamo scelta che andare assieme".

  "Le coordinate cosa dicono?".

  "Non dicono molto. Qualunque sia l'indizio, dobbiamo trovarlo qui dentro ad occhio nudo".

  "Qualche idea?".

  "Se Cicada vuole farsi notare, allora avrà messo qualche indizio in bella vista. Non cerchiamo negli angoli, bensì cerchiamo ciò che può saltare all'occhio".

  "Ok, iniziamo".

I due ragazzi perlustrarono l'intera zona, fino a pomeriggio inoltrato. Il piano inferiore non aveva indizi visibili che saltavano all'occhio, mentre al piano superiore...

  "Tu vedi qualcosa?" Domandò Agathe sospirando.

  "No... niente" Scosse il capo.

Poi, per pura fortuna, lo sguardo di Hugo si posò su qualcosa.

  "Agathe! lì!".

Sul lato di un cabinato nella sala giochi, c'era un foglio di carta attaccato. Era la foto di una cicala.

  "Eccolo finalmente..." Disse Agathe determinata "Ottimo lavoro Hugo, andiamo".

Entrati nella sala giochi, comprarono diversi gettoni e strapparono la foto della cicala. Non c'erano indizi visibili sulla foto, ma era sempre meglio portarsela con se.

  "Quindi ora dobbiamo giocare?".

  "Così sembra...".

Agathe inserì il gettone e iniziò a giocare, tuttavia...

  "Che roba è?".

Era un gioco strano, apparentemente senza senso. Venti minuti dopo, Hugo notò il silenzio di Agathe e decise di romperlo.

  "Non hai trovato nulla vero?".

  "No... la cosa strana è che, non sembra che ci sia un limite di tempo. Devo semplicemente muovere questa navicella e sparare a nemici apparentemente infiniti. Alcuni di loro sono colorati, altri sono bianchi".

Agathe spiegò inoltre che aveva tentato diverse combinazioni di colore, poiché in alto nello schermo, c'erano cinque slot che salvava i colori distrutti.

  "Quindi stiamo sbagliando la combinazione dei colori" Hugo ci pensò su, ma era una schiappa con i videogames, quindi non sapeva come aiutare Agathe, se non altro...

  "L'unica cosa che abbiamo è questo poster" Disse lui "Il sito del conto alla rovescia e gli indizi degli enigmi di Cicada non portano ad una soluzione, quindi ci manca qualcosa".

  "Non posso provare combinazioni a caso, sarebbe impossibile" Disse Agathe esasperata.

Hugo guardò il poster della cicala. Provò a guardarlo da un'altra angolatura, ma non trovò nulla. Però guardando quella foto, notò che c'era qualcosa che non andava.

  "Agathe, questo è lo stesso simbolo di Cicada vero?".

  "Huh? Sì, perché me lo chiedi?".

  "Potresti farmi vedere la foto di Cicada che hai sul tuo cellulare?".

Agathe si fidava dell'intuito di Hugo, così obbedì senza fiatare. Il ragazzo li mise confronto e...

  "Lo sapevo, qualcosa non va...".

  "Cosa?".

Hugo mostrò lei il foglio e poi l'immagine.

  "Le due figure sono simili, ma ci sono delle parti in questa immagine che sembrano diverse. Entrambi somigliano ad uno stampino, ma questo è addirittura più elaborato.

  "Quindi?".

  "Quindi, forse nasconde qualcosa".

Hugo cercò di trovare un modo per capire, finché non ebbe un'idea.

  "La luce..." il ragazzo prese tempestivamente il suo smartphone e attivò la torcia del flash della fotocamera. Lo poggiò sotto il foglio e...

  "Sei un dannato genio Hugo" Affermò Agathe con un sorrisone "Quasi quasi un bacio te lo meriteresti".

  "Ehehe..." Hugo diventò rosso e si grattò la testa.

Grazie a quel trucco, trovarono cinque caratteri. R, Y, Y, G, R [Red, Yellow, Yellow, Green, Red]

Agathe che aveva già capito cosa fare, provò la combinazione e... il gioco si completò.

Proprio come tutti gli arcade, a fine gioco, c'era la lista delle classiche e soltanto il nome J.T. compariva al primo posto.

  "J.T. Questa è la firma di Timber" Disse Agathe.

  "Allora anche lui ha risolto questo enigma, molto prima di noi...".

  "Ci siamo Hugo, qualunque cosa abbia ucciso Timber... ci siamo molto vicini".

Questo non fece altro che aumentare l'agitazione nel petto di Hugo. Cosa si trovava oltre quella classifica? Cosa sarebbe successo?

Successivamente, dopo che Agathe scrisse "Nitrotori" nella classifica, comparve l'immagine di Cicada e un QR Code.

 

Il prossimo step, si trovava oltre quel codice.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - Riunione ***


Nonostante entrambi sapessero il triste destino di Timber, Agathe non si lasciò travolgere dai dubbi. Doveva proseguire, doveva impedire un altro terribile omicidio/suicidio.

Tirò dunque fuori il suo smartphone e analizzò il Codice QR, che la indirizzò in un sito nel dark web.

Era un sito accessibile solamente con un proxy, di conseguenza l'accesso diretto era impossibile.

Non c'era granché da vedere, il sito era molto rudimentale, senza estetica, solo linee e testo, con un link di formato .avi da scaricare.

  "Un video eh? Un messaggio di Cicada?" Si chiese Agathe.

  "Che facciamo? Lo guardiamo qui? Oppure torniamo alla base?".

  "Meglio toglierci di torno per ora. Gli sbirri potrebbero giungere qui. Andiamo Hugo".

Mentre uscivano dalla sala giochi, Hugo indicò il maxi schermo.

  "Agathe! Guarda...".

Le immagini mostravano le ultime notizie flash del telegiornale. Il testo parlava chiaro: "Attentato alla villa Cameron!".

  "..." La ragazza non disse nulla, restò immobile ad ascoltare la voce della presentatrice.

 

"Per il momento, le forze di polizia di Seattle hanno del tutto isolato la villa. L'esplosione ha distrutto metà della abitazione tra cui, secondo alcune nostre informazioni, la camera da letto di Cameron. Gli attentatori però non sono riusciti nel loro intento, poiché Cameron era già andato via dalla sua abitazione. L'unica vittima accertata è la guardia all'ingresso, che è stata freddata da un colpo di pistola alla testa. Dopo numerose minacce di morte e l'inaugurazione di domani, per i centri medici in Africa, la Cameron Pharma potrebbe aver a che fare con un gruppo pericoloso, in grado di escogitare un attentato simile. Al momento, non ci sono notizie sullo status dell'amministratore delegato, ma nelle prossime ore potrebbero esserci nuove informazioni...".

 

  "Quelle minacce non erano solo scherzi..." Disse Hugo teso. "È stato Cicada?".

  "Può darsi" Rispose Agathe cupa "Ad ogni modo, togliamoci di qui...".

La ragazza non aveva ancora del tutto digerito la notizia, quando improvvisamente ricevette una chiamata.

  "Hugo, vai avanti senza di me. Ti raggiungo tra un attimo".

  "Agathe, tutto bene? Chi ti sta chiamando?".

  "Non preoccuparti" Sorrise "Và, arrivo tra un attimo ok?".

Hugo non se la sentì di insistere. Non voleva metterla sotto pressione. Forse era una chiamata privata, chissà... forse era suo padre.

Il ragazzo annuì e andò via, lasciando Agathe da sola con quel numero misterioso.

  "Chi diavolo sei?" Rispose.

  "Sembra che tu non abbia ascoltato il mio consiglio Nitrotori" Rispose una voce camuffata da un modificatore di voce. Non c'era modo di capire l'età o il sesso dell'interlocutore.

  "Rispondi alla mia domanda!" Esclamò lei "Chi ti ha dato il mio numero? Cosa vuoi da me?".

  "La tua salvaguardia ovviamente" Rispose l'altro. "Se proseguirai con il prossimo step, non c'è garanzia che tu ne possa uscire viva. Non vogliamo che ti succeda nulla di male".

  "Ah si? Come mai tanta premura?".

  "Nitrotori, sappiamo chi sei. Agathe Davis: normale studentessa, che nasconde un segreto. Sei la leader di un gruppo di hacker che si credono paladini della giustizia. Ragazzini frustrati e ingiustamente torturati dalla società. Tu hai riunito il tuo piccolo esercito, affrontando un nemico pericoloso come Cicada, senza nemmeno chiederti contro i rischi sulla quale stai

andando a schiantarti. Fermati finché sei in tempo, entra a far parte della Liber Primus e combatti Cicada al nostro fianco".

  "Heh... mi stai reclutando? Liber Primus eh? Chi siete? Anarchici? Terroristi? O magari siete un gruppo di esaltati che credono di essere superiori a tutto e tutti".

  "Quel che vogliamo è la libertà" Rispose la voce "Quel che vivi ogni giorno non è la vera libertà. Tutte le scelte che compi, dovrebbero avere un impatto minimo sulla società e sulla politica di pensiero di questa città, e non solo. Essendo cittadina del mondo, l'insieme complessivo di azioni dovrebbero muovere acque ben più alte di semplici lamentele. E invece tutto rimane in silenzio. La politica, le scelte, la vita quotidiana, la società, i costumi, ogni cosa viene prescelta e manipolata dalle ombre, da color che invero si celano dietro i governi e le organizzazioni del mondo unito".

  "Sei solo un cospirazionista" Sghignazzò Agathe "Non credo ad una singola parola di quello che stai dicendo. Non metterti in mezzo ai nostri affari Mister X. La Thinker Bell non è un gruppo di poppanti. Siamo in grado di farcela con le nostre forze. Non abbiamo bisogno dell'aiuto di pazzi paranoici come voi".

  "Stai facendo uno sbaglio Nitrotori. Non ti chiedo di unirti a noi immediatamente, non vogliamo costringerti a consegnarci il tuo talento. Vogliamo solo che tu smetta di fare questa follia. Cicada non è quello che credi. Non è solo una piccola organizzazione, loro hanno tra le mani qualcosa che potrebbe distruggere il mondo intero".

  "Ne ho abbastanza" Sospirò Agathe "Te lo do io un consiglio, prendi i tuoi amici e vai a gestire un circo, perché siete solo dei pagliacci. Non chiamarmi più e non metterti in mezzo a cose che non sono affari tuoi. Sarà la Thinker Bell a distruggere Cicada".

Agathe chiuse in faccia la chiamata e cercò di placare la rabbia nel suo cuore. Nessuno doveva mettersi in mezzo, soprattutto se c'era suo padre di mezzo.

Era quanto mai ovvio che James Cameron era in collegamento con la SP7 e Cicada. Era un'ottima notizia e Agathe non poteva fare a meno di sorridere e ridere sotto i baffi.

Forse era destino, forse era tutto uno strano disegno, ma Cicada le aveva permesso una chance di vendetta. Non solo avrebbe distrutto Cicada, ma la Thinker Bell ora aveva un nuovo scopo: distruggere la Cameron Pharma e smascherare le loro malefatte.

  "Stai a vedere "papà", ogni causa ha la sua conseguenza. Questa è una promessa...". Nessuno aveva mai visto un sorriso tanto crudele nel volto di Agathe. Nessuno conosceva quel lato oscuro di lei, poiché nessuno poteva realmente capire il dolore e la miseria da lei provata.

--

Hugo e Agathe tornarono poi alla base. Ad attenderli c'era l'intera squadra, che osservava le ultime notizie sul grosso schermo attaccato al muro.

  "Siete tornati!" Esclamò Pan. "Com'è andata?".

  "Grazie a Hook siamo riusciti a superare il prossimo step" Agathe tirò una pacca sulla schiena di Hugo "È in gamba, te l'avevo detto".

  "Abbiamo saputo di quello che è successo a casa di tuo padre" Disse poi Sly staccandosi dal tavolo "Stai bene?".

  "Vi ho già detto di non preoccuparvi per me. Ad ogni modo... vorrei discutere con voi di alcune cose, anche su ciò che è successo a James Cameron".

  "...?" Pan sembrò curioso. "Sarebbe?".

Agathe schiarì rumorosamente la gola.

  "AH!" Pan capì subito il segnale e schiarì la voce a sua volta "Ok gente! Tutti a riunione! Dobbiamo discutere della prossima mossa nei confronti di Cicada!".

Come da prassi, Cubby spense le luci e Pan accese le luci attorno e sopra il tavolo. Creava più atmosfera e li facevano sentire più... "importanti".

  "Dunque Wendy, cos’hai scoperto?".

  "Prima di dirvi cosa abbiamo trovato io e Hook, vorrei rivolgere una richiesta al leader della Thinker Bell".

  "Mh? Di cosa si tratta Wendy?" Chiese Pan.

  "Vorrei reclamare il mio posto come leader di questa organizzazione".

Tutti trasalirono sbigottiti, Pan più di tutti.

  "Wendy... ne sei sicura?" Pan non riusciva a crederci "Avevi detto che non ti interessava il ruolo di leader".

  "Lo so Pan, ma ora le cose sono cambiate. Ho bisogno che io prenda il controllo di questo gruppo in modo serio e mi scuso con tutti quanti voi, Hook compreso, per averci messo così tanto a prendere una decisione".

  "Perché ti scusi? Cos'è successo che ti ha fatto cambiare idea?" Domandò Sly.

  "Sono stata contattata da un gruppo che si fa chiamare Liber Primus. Questo individuo mi ha messo in guardia, dicendomi che inoltrandomi nel prossimo step di Cicada, potrebbe portare a conseguenze disastrose. Secondo loro Cicada è un gruppo molto più vasto di quel che crediamo, si può dire che sia una specie di Sindacato, che opera su larga scala, nell'ombra, servendosi dei governi e delle organizzazioni del mondo unito. Hanno le mani in pasta ovunque, o per lo meno è quello che sostiene questa Liber Primus".

  "Non pensi sia solo un discorso cospirazionistico?" Chiese Cubby grattandosi la guancia.

  "Oh lo penso eccome, ma questo individuo è riuscito ad ottenere il mio numero e sa esattamente cosa stiamo facendo. Forse in questo momento ci sta persino ascoltando...".

Tutto il gruppo si guardò e i loro volti diventarono nervosi.

  "Non vi preoccupate però. Liber Primus non sembra ostile nei nostri confronti, tuttavia la faccenda ora ha preso una piega molto più seria. Non ho nessuna intenzione di farmi spiare o controllare a distanza da un gruppo deviante come loro. La Thinker Bell non si aggrappa a queste idiozie cospirazionistiche, noi siamo i paladini della giustizia e siamo i difensori di chi non può difendersi. In passato, le nostre vite erano alla mercé di chi voleva schiacciarci, di chi voleva soffocare la nostra felicità e libertà. Ed è per questo motivo che io, ho intenzione di far loro capire, che noi non stiamo affatto giocando" Sbatté la mano sul tavolo. "Ecco perché voglio reclamare il mio posto come Leader. Perché sono stata io a creare tutto questo ed è mio preciso dovere proteggere e guidare questo gruppo. E non è tutto..." La luce blu dei riflettori illuminava il viso di Agathe. Nessuno di loro aveva mai visto quell'espressione sul suo viso e rimasero tutti zitti, sorpresi e attenti.

  "C’è un ulteriore motivo per cui voglio prendere di nuovo il controllo della Thinker Bell. Voglio farlo perché questa organizzazione, oltre al suo scopo primario, ora ha un nuovo obiettivo".

  "Quale?" Chiese Pan.

  "... Distruggeremo la Cameron Pharma, una volta e per tutte".

Tutti rimasero senza fiato.

  "Un momento, stai dicendo sul serio?!" Esclamò Cubby sconvolto "Vuoi tirare giù l'intera corporation? Perchè?".

  "Che domande" Fece Sly sospirando "È per vendetta no? Vuoi vendicarti di tuo padre, soprattutto ora che sappiamo che può esserci un collegamento con Cicada".

  "Non posso nasconderlo che in me esiste il desiderio di vendetta" Sorrise Agathe "Tuttavia, nonostante le motivazioni personali, è innegabile che la Cameron Pharma è in diretto collegamento con la SP7 e Cicada, altrimenti non avrebbero attentato l'abitazione del suo CEO. Non abbiamo ancora l'intero quadro della situazione, ma investigheremo. Timber e molti altri sono morti per colpa di Cicada e quale luogo è più sicuro per loro, se non nascondersi dietro la gonna di una enorme e potente multinazionale. Se queste persone, se così si possono chiamare, stanno giocando con la vita degli innocenti, allora vanno fermati".

  "Ma dichiarare guerra ad una multinazionale, potrebbe distruggerci" Disse Pan preoccupato.

  "Quando ho detto: distruggeremo la Cameron Pharma, non intendevo dire raderla al suolo con gli esplosivi Pan" Sogghignò "Noi cambieremo il loro sistema, in silenzio, nelle ombre. La distruggeremo dall'interno, con le informazioni".

  "Io sono con te Wendy" Disse Hugo stringendo il pugno "Hai perfettamente ragione. Se la Cameron ha davvero giocato con le vite delle persone, allora vanno fermati!".

  "Voi altri? Siete d'accordo?".

Cubby, Sly e Pan si guardarono. Loro erano gli unici membri fondatori e non avevano mai abbandonato il fianco della loro adorata Wendy.

  "In realtà non c'è bisogno nemmeno di chiederlo" Sorrise Pan "Parliamoci chiaro, faccio schifo come Leader. Tu invece... sei perfetta".

  "Ha ragione Pan" Annuì Cubby "Se gestisci le cose tu, allora siamo sicuramente al sicuro!".

  "Non ho obiezioni leader" Sorrise Sly.

Hugo si limitò a sorriderle e annuì deciso.

  "Molto bene, da questo momento in avanti, io: Nitrotori, prenderò il controllo di questa organizzazione. I nostri obiettivi sono due: distruggere la Cameron Pharma e di conseguenza fermare Cicada una volta per tutte".

  "E con Liber Primus? Cosa facciamo?" Domandò Cubby preoccupato.

  "Cosa, sei preoccupato da una banda di idioti? Andiamo Cubby, tu hai creato il Fairy Dust. Saprai come minimo realizzare una contromisura per tenerli lontani dai nostri affari no?".

  "Giusto. D'accordo, vedrò cosa posso fare".

Ora restava solo un argomento da trattare.

  "Wendy, per quanto riguarda ciò che avete scoperto al centro commerciale?".

  "Sì..." La ragazza collegò il cellulare al grande schermo. "Dopo aver risolto l'enigma, siamo stati portati da un codice QR in un sito nel Dark Web. Lì c'era un file .avi da scaricare. Ho già scaricato il video sul mio cellulare e adesso lo esamineremo insieme".

Agathe avviò il video e osservarono in suo contenuto...

 

In silenzio...

 

Contenuto del Video: https://www.youtube.com/watch?v=OUoA-dKQhtc



 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - Trigger ***


Al termine della riproduzione del video, l'intero gruppo rimase in silenzio per diversi secondi.

Il contenuto era confuso, a tratti inquietante, ma decisamente incomprensibile. Ad occhio, sembrava non esserci alcun indizio visibile.

  "Qualcuno ci ha capito qualcosa?" Chiese Agathe al gruppo.

Ma tutti scossero il capo.

  "Lo immaginavo. Ma deve pur esserci un indizio per entrare nella fase successiva".

  "Lo troveremo!" Esclamò Hugo motivato "Ci siamo bloccati altre volte no? Finché lavoreremo assieme, riusciremo a farcela".

  "Lavorare assieme eh?" Agathe sembrò intenzionata a prendere alla lettera l'affermazione di Hugo "Ottima idea Hook, mi è venuta un'idea a riguardo".

  "Sarebbe?" Chiese Pan curioso.

  "Cubby, riusciresti ad organizzare uno streaming privato tra tutti i membri della Thinker Bell?".

  "Beh... certo, potrei. Perché?".

  "Se vogliamo superare questa fase in tempo, allora avremmo bisogno di tutto il supporto possibile. Voglio condividere le scoperte con tutta l'organizzazione".

  "Beh, ora che sei di nuovo leader, nessuno si lascerà scappare un annuncio della grande Nitrotori no?" Sorrise Pan portandosi le mani sulla nuca.

  "Sono d'accordo" Annuì Sly "Abbiamo una grossa rete network privata, usiamola per scavalcare più facilmente questo ostacolo. Wendy, cos'hai intenzione di fare di preciso?".

  "Semplice, voglio inviare loro il video e iniziare uno studio a tappeto sui possibili indizi. Abbiamo bisogno di comprendere questa cosa in fretta. Domani è il giorno in cui Cicada dovrebbe scegliere la propria vittima, e nonostante Timber sia già stato ucciso, non è da escludere che nel suo mirino non ci sia qualcun altro".

  "Va bene, lascia fare a me" Cubby si indicò "Farò subito un annuncio".

Agathe accese di nuovo le luci e si risolve poi ai restanti membri.

  "Ho altro da aggiungere" Disse a tutti "Se non dovessimo trovare un indizio, se fallissimo la ricerca su Cicada, allora dobbiamo optare per un piano B".

  "Piano B? Quale?" Chiese Hugo.

  "Andrò io stessa da mio padre" Affermò "James Cameron è legato in qualche modo a Cicada e alla SP7. Gli farò sputare il rospo, costi quel che costi".

  "Vuoi avvicinarlo? Ne sei sicura?" Pan non avrebbe mai immaginato una cosa del genere, soprattutto se si trattava dell'odiato padre.

  "Sicurissima. Non preoccupatevi, so come trattarlo. Sa molto bene di avere una figlia viva e vegeta là fuori, non se lo è di certo dimenticato".

L'unico problema restante era la Liber Primus. Che cosa avrebbe fatto? Come avrebbe agito? Era saggio ignorare la loro presenza e concentrarsi solo su Cicada? Oppure era più importante tenerli fuori? Ma non c'era abbastanza tempo per pensare. Agathe aveva già preso la sua decisione.

  "Possiamo farcela" Disse seria "Riusciremo a incastrare Cicada, questa è una promessa".

--

Diverse ore più tardi, Cubby riuscì con successo a stabilire un contatto con tutti i membri della Thinker Bell sparsi per il mondo.

  "Quanti hanno risposto?" Domandò Agathe.

  "Circa il 76% dei membri è attualmente online. Siamo più di 1700 persone!" Esclamò meravigliato.

  "Ottimo lavoro Cubby. La rete è sicura?".

  "No, lo stream è al 100% sicuro. Nessun intruso o ID sconosciuti. Sto tenendo sotto controllo l'intera sessione con il Fairy Dust, se entrasse qualcuno di sospetto lo saprei immediatamente".

  "Perfetto" Agathe si posizionò davanti al grosso schermo, che mostrava i dati dello streaming. I microfoni erano accesi, tutto era pronto per essere trasmesso.

  "Mi rivolgo a tutta la Thinker Bell" Iniziò il suo discorso "Il mio nome è Wendy, rappresento l'intera organizzazione. Questa è la prima volta che esco allo scoperto in questo modo, ma la situazione è molto critica. Siete sicuramente al corrente dei fatti riguardanti Cicada 3301 e delle vittime innocenti, coinvolte in questo assurdo gioco. Ancora una volta Cicada ha strappato la vita ad un ragazzo innocente: James Timber e lui non sarà il solo. Domani, 23 Dicembre, potrebbero verificarsi altri incidenti in vista di questa annuale esecuzione. Cicada 3301 va fermata e noi della divisione principale abbiamo lavorato a fondo per risolvere gli enigmi e avvicinarci a Cicada, anche per comprendere il loro Modus Operandi e come uccidono. Purtroppo al momento siamo di fronte ad un vicolo cieco, ed è per questo motivo che ho deciso di rivolgermi a tutti quanti voi. Cubby ha appena messo un post dedicato in cui potete registrarvi. Coloro che lo faranno avranno accesso a tutti i file e gli indizi che abbiamo estrapolato dagli enigmi di Cicada, con tanto di rapporto. Il vostro, anzi il nostro obiettivo collettivo è di risolvere l'enigma e proseguire nello step successivo. Esercitate cautela, poiché Timber è presumibilmente stato ucciso in questo preciso stadio dell'enigma. Nessuno sa cosa ci aspetta, ma è nostro preciso dovere, come paladini della giustizia, fermare questa assurdità! Lo facciamo per chi ha bisogno, per chi è in difficoltà, per chi è stato abbandonato a se stesso! Nessuno deve morire da solo, nessuno deve osare giocare con la vita degli altri in questo modo! Termineremo la scia di sangue di Cicada e lo faremo tutti assieme!".

Il discorso motivò gli animi di tutti e anche lo stream mostrò entusiasmo e approvazione. Tutti erano con Wendy, tutti amavano la loro misteriosa, pimpante leader. Il carisma di Agathe era eccezionale, nessuno poteva sottrarsi da quella sua contagiosa determinazione.

Hugo non potè far altro che trattenere l'istinto di abbracciarla. Lui lo sapeva, lo sapeva fin dall'inizio che Agathe era una ragazza speciale. Ma vederla in vesti di leader, gli fece capire quanto ammirava e amava quella ragazza.

Lo share dello stream aveva dato esito positivo, Cubby alzò il pollice in segno di approvazione. L'intera Thinker Bell o quasi, aveva risposto alla richiesta d'aiuto. La battaglia finale contro Cicada stava per iniziare.

--

 

Nel Frattempo.

 

Barrie: la escort, stava seguendo lo stream dalla sua "mistica stanza" direttamente dal suo computer portatile. Anche lei era un membro della Thinker Bell.

  "Allora? Che si fa ora?" Chiese Skraal: un uomo dai capelli rasati argentei e diversi piercing sulla parte superiore dell'orecchio. Un tipo alto, atletico, vestito con una lunga giacca nera sottile. Un tipo alla moda, di bell'aspetto, di carnagione chiara e un sorriso arrogante in volto.

  "Niente, aspettiamo..." Rispose la ragazza mulatta.

  "Sei sicura? Guarda che non si mette bene eh".

  "È già troppo tardi Skraal. Il Trigger è già stato attivato, non possiamo fare nulla se non osservare. Dust ci ha provato ad avvertirla, ma hai sentito come ha risposto no?".

  "Già, quella Wendy è proprio una peperina eh?".

  "Ad ogni modo, i nostri ordini sono di rimanere in attesa adesso" Disse Barrie "Questa è la chiave USB con tutta la registrazione dello streaming, portalo a Dust ok?".

  "Ehi, da quando sono diventato il tuo fattorino?" Chiese Skraal contrariato.

  "E da quanto ti importa di stare in azione? Non avevi detto che non sei tipo da mansioni pericolose o impegnative?".

Skaal sogghignò "Touché. D'accordo Barrie, divertiti tutta sola ok?" Fece un cenno con le mani e uscì dalla stanza, lasciando la ragazza da sola.

Si accese una sigaretta e osservò i commenti dello stream.

  "Non dire che non te l'avevamo detto Agathe...".

--

 

Ore 0:00

23 Dicembre.

Appartamento di Agathe.

 

Quella era stata decisamente una giornata impegnativa per tutti. Agathe si era addormentata sul suo letto, mentre Hugo restò alla supina all'interno del suo sacco a pelo.

La stufetta elettrica riscaldava la stanza e dal lampione stradale, che illuminava con un fascio di luce la cucina, si poteva notare la neve che non la smetteva più di scendere.

Hugo non riusciva a dormire, non riusciva neppure a chiudere gli occhi. Fissava il soffitto e si concentrava su ogni singolo insignificante rumore, che risaltavano nel silenzio del riposo.

Il solo stare disteso lo disturbava, così Hugo si alzò in piedi senza far rumore.

Sentiva l'esofago contrarsi, come se una forte emozione di esaltazione lo stesse pervadendo.

Voltandosi verso Agathe, quello che gli sembrò un apparente malessere, si trasformò in un istinto scalciante. Agathe abitualmente dormiva in pantaloncini, non era avvolta dalla sua coperta, poiché spesso e volentieri si agitava nel sonno, scansandole a destra e manca.

Tuttavia, nonostante Agathe avesse ancora il corpo acerbo rispetto alle sue coetanee, Hugo non riuscì a distogliere lo sguardo.

Rannicchiata, che dormiva pacificamente, le sue labbra umide, il suo sguardo innocente. Hugo si eccitò, era molto attratto da lei, non solo per la sua forza e carisma, ma anche per il suo aspetto.

Aveva sempre avuto un debole per le ragazze come lei, anche se non lo dava mai a notare. Avrebbe voluto... avrebbe voluto...

Hugo iniziò a respirare pesantemente. Sentiva il cuore battergli in petto, lo stomaco scalciare per il mix feromonico.

Gli tornò in mente il suo discorso di prima, il suo sguardo, i suoi occhi, i suoi mezzi sorrisi, il suo essere scorbutica ma a suo modo simpatica. Amava tutto di lei e non riusciva più a frenare il desiderio di stare con lei. Non poteva esprimerlo a parole, non bastavano le parole, solo il corpo... solo la carne, poteva dimostrarlo.

Lentamente Hugo si avvicinò al letto di Agathe, ma improvvisamente... lei aprì gli occhi e si voltò verso di lui.

Hugo si arrestò, era come congelato sul posto, con gli occhi fermi su di lei, senza mai sbatterli.

Agathe non aveva il suo solito sguardo stanco, mezzo addormentato, era sveglia... seria in volto, con una bretellina abbassata sul braccio destro.

La ragazza sorrise, si mise seduta sul letto e aspettò che Hugo facesse altrettanto.

Il suo cuore batteva così all'impazzata che quasi sembrava volergli esplodere. Ma qualcosa non andava...

  "Huh?".

Hugo non riusciva a muoversi. Era paralizzato, non poteva neppure muovere un dito.

Agathe gli fece un sorriso mieloso e si avvicinò a lui...

Improvvisamente tutta l'eccitazione in Hugo si tramutò in paura.

  "Cosa..?".

Non stava parlando, non poteva aprire la bocca. Le sue parole erano solo echi mentali.

  "Cosa mi sta succedendo?".

Agathe avvinghiò Hugo con le braccia. Il suo piccolo seno, toccò il suo petto.

  "Perchè?" Si chiese "Perché non riesco a muovermi?".

La sua vista si offuscò, tutto ondulava come in un quadro ad acquerelli. Era come essere sotto effetto di un trip di acidi.

Hugo si stava abbandonando al calore di Agathe, ma qualcosa lo teneva ancorato ai suoi pensieri, era ancora lucido...

Poi, l'abbraccio di Agathe diventò violento. Le sue mani strinsero le sue braccia.

  "Mi fa male... Agathe, mi fai male" Disse Hugo con gli occhi tremanti. "Ti prego, basta...".

Lei ansimava, furiosamente, quasi come se stesse godendo per una penetrazione. Più ansimava, più stringeva.

Il dolore era insopportabile, ma Hugo non poteva urlare. L'unica sua espressione di sofferenza, era la sclera degli occhi che tremava.

  "Smettila... smettila!".

Ma lei non la smetteva. Quando alzò il capo, l'espressione facciale di Agathe era irriconoscibile. I suoi occhi erano rossi, quasi come se fossero esplosi dall'interno, la sua bocca era aperta e sbavava come un animale. Il suo alito era rancido e insopportabile come quello di un cane, e poi... ghignando e ansimando, portò le mani sulla sua gola.

Hugo non respirava, aveva la bocca aperta e vedeva tutto rosso. Stava per morire? Ma quello che lo avrebbe atteso... era peggio della morte, molto peggio.

Agathe si avvicinò alla sua bocca e iniziò a vomitare.

Disgusto, orrore, strazio, disperazione. Hugo voleva morire, supplicò la morte, mentre ingoiava e soffocava nel vomito.

...

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  "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH!" Un terribile angosciante urlo squarciò quella stanza.

  "Hugo! Hugo che succede?!" Agathe era vicino a lui, gli tirò uno schiaffo per farlo smettere di urlare. "Hugo!".

  "Oddio... oddio..." Strisciò via da lei, spaventato, pallido, sconvolto. "Stai lontana... stai...".

  "Hugo...".

Non aveva mai visto Agathe con quegli occhi, con quella espressione terrorizzata. Si rese conto che era stato solo un terribile incubo, un incubo che però lo aveva traumatizzato nell'animo. Tutta l’adrenalina, il terrore, si scaricò non appena realizzò di essere al sicuro e Hugo si portò le mani sul volto, iniziando a piangere.

  "Era solo un incubo... soltanto un incubo" Disse lei avvicinandosi e abbracciandolo, cullandolo per dargli conforto. "Stai tranquillo, sta calmo ok?".

Hugo singhiozzava e piangeva tremando come una foglia. Che cosa aveva causato quell'incubo? Che cosa era successo?


 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - Doppelganger ***


Dopo le vicende di quella notte, Agathe vegliò tutto il tempo su Hugo.

Il ragazzo si era finalmente addormentato dopo aver assunto un leggero sonnifero, che Agathe teneva per combattere la sua insonnia.

Tuttavia, Hugo aveva la febbre alta e la sua espressione non era affatto serena. Stava soffrendo, ma Agathe ignorava le cause, se non forse una forte influenza.

  "Di tutti i momenti hai scelto proprio questo per ammalarti?".

Nonostante le condizioni di Hugo, Agathe si era presa ben cura di lui. Non c'era pericolo di altri attacchi di panico o altro, il sonnifero lo avrebbe tenuto a riposo per un bel po'.

  "Sarà meglio andare".

Agathe lasciò un biglietto sul tavolo nel caso si fosse svegliato, dopodiché uscì per dirigersi verso il Covo.

Arrivata sul posto vide una strana tranquillità.

  "Che succede?" Chiese lei.

  "Nulla" Rispose Pan, mentre faceva su e giù "L'alleanza non risponde, mi sorprende che non ci siano indizi o altro".

  "Il Fairy Dust non mostra anomalie" Aggiunse Cubby "La cosa strana è che nessuno dei presenti nello streaming di ieri è online oggi".

  "Come sarebbe a dire? Dove diavolo sono finiti tutti?" Agathe era sconvolta.

  "Non lo sappiamo" Pan scosse il capo. "Inoltre sono preoccupato per Sly. Non riesco a contattarlo, ed è sparito completamente dal Fairy Dust".

  "Sparito? Ma cosa stai dicendo?".

  "No... sta dicendo la verità" Disse Cubby grave "Abbiamo perso le sue tracce. Sto lavorando senza sosta per localizzarlo, ma non c'è verso. Sono persino andato a casa sua, ma non mi risponde".

  "Dov'è Hook?" Domandò poi Pan notando la sua assenza.

  "Ha avuto un malore" Rispose Agathe "Ho dovuto vegliare su di lui tutta la notte".

  "Merda, prima Sly... adesso anche Hook? Che diavolo sta succedendo?".

  "Non lo so" Agathe era intimorita "Ma qualcosa non va. Cubby, Pan, cercate Sly ad ogni costo. Riportatelo a casa, io mi occupo di Cicada".

  "Ma come farai?" Chiese Pan preoccupato.

  "Non ho scelta. Visto che la Thinker Bell è letteralmente svanita nel nulla, dovrò affrontare la cosa in modo diretto. Andrò da James Cameron, parlerò con lui".

Poi si congedò, senza aspettare una replica dei suoi compagni. Tuttavia Agathe iniziò ad agitarsi...

Sly era scomparso, Hugo stava male, l'intera alleanza era svanita nel nulla, e per giunta... era il 23 Dicembre: il giorno del giudizio nei riguardi di Cicada.

  "Cazzo!" Agathe frustrata cercò di calmarsi. "Che cosa sta succedendo così all'improvviso?".

Non avendo avuto alcuna notizia, Agathe tornò a casa. Hugo era ancora disteso, ma la febbre non era andata via.

  "L'unica opzione che mi resta è partecipare alla festa al congresso. Stasera mio padre dovrebbe fare un discorso no?".

Accese la tv e ascoltò le ultime notizie. Tutti parlavano dell'attentato all'abitazione di Cameron e della suddetta festa, che si sarebbe tenuta quella sera. James Cameron avrebbe rilasciato una dichiarazione speciale sui progetti e il futuro della Cameron Pharma. Doveva avvicinarlo a tutti i costi.

  "Ok... tocca pensare ad una strategia".

Così Agathe dedicò l'intera mattinata a cercare un modo per entrare alla festa di congresso, per poter incontrare il suo tanto odiato padre.

--

Ore 17:22

Hotel Glassview

Suite n° 122

 

  "Si può sapere cosa è successo?" Domandò Huang.

  "Si rilassi" Rispose Cameron con un sorriso "Sapevo che mi stavano alle costole. Così sono fuggito".

  "Chi le sta alle costole?" Incalzò Nicholas "Allora avevamo ragione, lei e la SP7 siete in diretto contatto. Soltanto un gruppo organizzato come loro possono assaltare con così tanta precisione una villa come la sua. La stavano spiando, la stavano controllando a distanza, sapevano tutto".

  "Non proprio tutto" Sorrise Cameron "Sarei morto sennò dico bene? Ad ogni modo, lo ammetto. Mi dispiace di avervi mentito, ma l'ho fatto per una buona ragione".

  "Qualunque cosa sia, lei è in arresto".

  "Aspetti" Cameron si alzò in piedi "Mi ascolti, questa è l'occasione d'oro per prenderli ok? È vero, abbiamo collaborato con la SP7, ma io non so i dettagli della cosa. La Cameron Pharma non è gestita da me".

  "Cosa? Come sarebbe a dire?" Huang era sconvolto.

  "L'azienda è una facciata. Al suo interno ci sono riunioni segrete, di un gruppo molto eterogeneo, che sta controllando l'intera industria farmaceutica, sfruttando il mio nome come brand. Lo chiamano: il Sindacato. Persone come me, fungono solo da immagine per il pubblico, mentre gli scienziati e altri individui misteriosi, si radunano per discutere e scegliere le strategie di sviluppo dell'intera multinazionale. Il Sindacato ha occhi e orecchie dappertutto, Seattle è letteralmente sotto il loro dominio e non solo. Sono disposto a rilasciare questa testimonianza davanti a tutti, ma l'unico modo che avete per avvicinarvi alla SP7 è questa festa".

  "Lei vuole attirarli qui? Ma così facendo...!" Nicholas capì dove la cosa stava andando a parare.

  "Lo so. Vi sto chiedendo un'assurdità, ma tutto quello che vi ho detto è la verità. Non stiamo giocando, non stiamo parlando di un gruppo mafioso qualunque. La SP7 è controllata dal Sindacato, sono i loro mastini e di conseguenza la faccenda è molto più grave. Dovete fermarli, ho sacrificato ogni cosa per avvicinarmi a loro e entrare nella profondità di sicurezza massima da me consentita. Mi avrebbero tolto di mezzo prima o poi. L'attentato alla villa era solo l'inizio, quindi... per lo meno sfruttate questa cosa a vostro vantaggio!".

  "Questa è una assurdità!" Esclamò Nicholas "Non permetteremo una simile cosa".

  "Nick... aspetta" Huang lo bloccò.

  "Huang! Non dirmi che sei d'accordo!".

  "Ragiona un attimo. Non abbiamo indizi, non sappiamo che pesci pigliare, nemmeno il nostro migliore agente infiltrato è riuscito a capirci qualcosa. So che la tua etica da poliziotto ti dice di non farlo, ma pensa a tutto quello che è successo. Cicada o Sindacato, in qualunque modo tu voglia chiamarlo, sta giocando e sperimentando su vittime innocenti. I miei ordini sono di trovare Cicada ad ogni costo, ed è anche il motivo per cui sei stato assegnato a questa missione dai federali, dico bene? Questa è l'unica cosa che possiamo fare per scoprire l'identità della SP7".

  "Vuoi sacrificare la sua vita? Ma in questo modo...".

  "Non importa" Disse Cameron serio e deciso "Ho fatto delle cose terribili nella mia vita. Sapete perchè ho deciso di unirmi al Sindacato? Per potere, per denaro, perché mi avrebbe permesso di vivere una vita di totale lusso, calpestando quella degli altri. Ma quel giorno... 16 anni fa, ho perso mia figlia. Ho dovuto rinunciare a lei, non volevo immischiarla in tutto questo casino. Il Sindacato minaccia i suoi membri, prendendo la famiglia come bersaglio. Lei doveva viverne fuori, doveva vivere una vita dissociata dalle mie malefatte. Non volevo che i miei peccati le rovinassero la vita. Per colpa mia, la mia bambina è vissuta senza una madre e un padre. In questo momento mi odierà con tutta se stessa e non la biasimo. Me lo merito, per aver peccato di avarizia e superbia. Ma ora basta, il Sindacato deve chiudere battenti. È il mio solo modo di espirare questa colpe, metterò a rischio la mia vita, ma dovete promettermi... che farete ogni cosa per distruggere il Sindacato. L'unico modo che avete per farcela è giocare sporco. Leggi, norme, regole, non contano a nulla se ci sono di mezzo loro".

  "..." Nicholas non disse nulla, si limitò a stringere i pugni e abbassare il capo.

  "Lasci fare a noi. Lei faccia la sua parte Cameron".

  "Grazie" Sorrise.

--

  "Che cosa hai intenzione di fare adesso?" Chiese Nicholas al suo collega.

  "La situazione è molto delicata" Rispose serio in volto "Cameron vuole gettarsi nella tana del leone, rischiando la sua vita per divulgare informazioni sensibili ai giornalisti. Probabilmente, proveranno ad ucciderlo mentre si trova in Hotel, prima della festa al congresso".

  "Allora aumentiamo la sicurezza no?".

  "No... non è saggio farlo".

  "Che vuoi dire?".

  "Se aumentiamo la sicurezza, perderemo un'occasione importante. La SP7 potrebbe star già monitorando la situazione. Se agitiamo le acque, potrebbero agire in modo diversamente. Strategicamente parlando, tenere Cameron nella sua suite ci da un importante vantaggio. Il sicario come minimo deve entrare nella suite e superare le sue guardie dico bene? Finché Cameron resta in Hotel, abbiamo un margine di successo in più per capire chi è la talpa".

  "Vuoi usare i sistemi di sicurezza dell'Hotel per tenere l'intero luogo sotto controllo?".

  "Esatto. Resterò io qui a controllare le telecamere. Tu invece prepara una squadra d'assalto. Se lo inchiodiamo, dobbiamo intervenire velocemente. I sicari della SP7 sono molto abili, non possiamo sottovalutare la cosa".

  "Va bene. Ma fa attenzione ok?".

  "Non preoccuparti per me" Ammiccò l'amico "Sono stato addestrato bene, fidati".

 "Ok. Ci vediamo dopo".

Le ore passarono. Nicholas con l'aiuto del padre, radunò una squadra d'assalto, nascosta all'interno di normali furgoni, per evitare allarmismo.

Le serrande della suite erano chiuse, per evitare ai sicari di usare i cecchini per attentare la vita di Cameron. Tutto il perimetro era stato messo al sicuro, con tanto di squadra pronta ad intercettare ogni comunicazione.

L'intera operazione esterna era gestita da Nicholas e suo padre, mentre all'interno era Huang ad occuparsi di tutto. Tuttavia, il tempo passava, ma non c'erano sviluppi. Nessuna attività illecita, nessuna segnalazione, tutto era perfettamente regolare.

  "Huang, la situazione?" Chiese Nicholas da dentro uno dei furgoni.

  "Tutto sotto controllo. Ehi... aspetta un attimo".

  "Che succede?".

  "Oh merda! Ci hanno fregati! Nick la televisione!".

Immediatamente utilizzò il portatile per sincronizzarsi alla rete televisiva e...

  "Oh no...".

Sul leggio dell'area congressi esterna c'era lui: James Cameron.

  "Ma allora quello dentro la stanza...!".

  "È un sosia! Ci hanno fottuti!".

  "Veloci! Dobbiamo andare alla sala congressi!" Ordinò Nicholas ai furgoni.

Perché spingersi a tanto? Perché usare un trucco del genere? Che cosa aveva in mente Cameron?

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - Apoptosi ***


12 anni prima

28 Dicembre

 

Quelli erano ricordi ancora vividi nella sua memoria.

Agathe: quel nome era l'unico modo che lei aveva per testimoniare la sua esistenza, l'unica cosa reale che le era rimasta.

Quel giorno nevicava. Le strade erano silenziose, le famiglie riunite in festa per il Natale.

Il freddo era pungente, così come il ricordo di quel giorno.

  "Tesoro, per un po' papà non ci sarà. Ho bisogno che tu resti qui, in questo luogo, finché non risolvo tutto".

  "Torni presto?" Domandò la piccolina, mentre stringeva un grosso peluche.

Cameron sorrise e le accarezzò il capo.

  "In un baleno! Non ti accorgerai nemmeno del tempo che passerà. Te lo prometto, tornerò a prenderti ok?".

Agathe annuì, come la brava bambina che era, mentre la maestra di quell'istituto osservava la scena, lasciando loro la privacy necessaria.

   "Prendi questo" Cameron consegnò alla bimba un ciondolo d'oro a forma di cuore. "È di tua madre, mi ha chiesto di dartelo in modo che tu possa sempre ricordare che noi siamo qui, nel tuo cuore, sempre e comunque".

  "Va bene papà, io ti aspetto".

  "Ti voglio bene Agathe, ricordalo sempre".

Cameron abbracciò la figlia, trattenendo le lacrime, poi annuì alla maestra che la portò dentro l'edificio.

Quella fu l’ultima volta che Agathe vide suo padre...

--

Nevicava, proprio come quel giorno.

Agathe non aveva mai gettato via quel ciondolo, lo aveva sempre tenuto con sé. Asciugandosi una lacrima, la ragazza ripose il ciondolo nella tasca del giubbotto e osservò le luci che provenivano dall'edificio delle conferenze.

C'era un grande andirivieni di persone, tra cui personaggi di spicco, giornalisti e quant'altro.

Agathe aveva fatto in modo di procurarsi un badge fasullo, anche grazie ad alcuni trucchetti che aveva imparato lavorando illegalmente sul web.

L'unico modo che aveva per vincere contro Cicada era scoprire cosa nascondeva suo padre. La Thinker Bell continuava a non dare segni di vita e non c'erano notizie su Sly.

Agathe lasciò la questione a Pan e Cubby, mentre lei proseguì con la missione.

Una volta dentro il salone dei congressi, vide il grosso banchetto pieno di cibo e bevande, accompagnato da della piacevole musica lounge. Poco oltre, v’era il piccolo palcoscenico con un leggio, dove sarebbe comparso suo padre.

Era giusto in tempo, la conferenza stava per iniziare, così Agathe si mise vicino ad una colonna dove poteva vedere meglio l'intero palco.

  "Cosa avrai da dire eh?" Si chiese la ragazza stringendo i pugni.

Era difficile contenere l'astio nei suoi confronti, ma era lì per Cicada, non per risolvere i suoi "piccoli" problemi di famiglia, né tanto meno per ascoltare le sue parole.

Pochi minuti dopo, un leggero clamore. I giornalisti iniziarono a scattare foto e Cameron fece il suo ingresso, accompagnato dalla sua segretaria.

Agathe si irrigidì, vedere suo padre a così poca distanza le irrigidì non poco.

  "Ok, mettiamoci all'opera" Si disse, pulendo la mente da tutte le futili distrazioni.

Lentamente, senza farsi vedere da nessuno, oltrepassò il salone e andò verso il retro. Lì c'erano diversi tecnici e alcuni uomini al lavoro su dei terminali, troppo impegnati per badare ad una ragazzina agile e silenziosa, che li sorpasso senza problemi.

Agathe superò il backstage e salì le scale. Aveva già scaricato una planimetria del posto e sapeva che c'erano delle stanze private, usate come camerini provvisori.

Il trucco stava nel sapere quale stanza era stata usata più recentemente, ma per fortuna le porte dei camerini erano poche e chiuse elettronicamente quindi...

  "Che sistema anti-intrusione pessimo" Disse Agathe storcendo il muso. Riuscì facilmente tramite un programmino sul suo smartphone,  a collegarsi via bluetooth ai terminali elettronici delle porte e leggere le entrate e le uscite delle varie schede magnetiche. La più utilizzata in tempi recenti, sarebbe stata la stanza di suo padre.

  "Ok, bingo...".

Silenziosamente, dopo aver sbloccato la porta entrò. Al suo interno non c'era molto, solo lo stretto necessario. Una poltrona, una bottiglia di whisky, uno specchio e alcuni armadietti.

Agathe cercò negli armadietti e trovò un portatile. Era acceso, ma l'accesso era protetto da una password.

  "Lo sapevo, ok... tempo di fare qualche magia".

Agathe attaccò un USB nello spinotto e forzò il sistema operativo a riavviarsi, per poi accedere al secondo programmino della famigerata Nitrotori.

Con le sue dita agili, digitò velocemente alcuni codici per avviare la sequenza di decifrazione della password. Purtroppo era un processo lungo e ci voleva qualche minuto.

Dopo che il caricamento arrivò al 93% però, avvenne qualcosa di improvviso.

  *BANG!*

Il suono fu secco, potente e seguirono grida, urla, panico e altre esplosioni.

  "Ma che diavolo succede?!".

Quando il software terminò di decifrare la password, Agathe fece un backup dei dati all'interno dell'hard-disk del portatile, seppur mossa dalla paura e dell’impazienza.

  "Avanti, muoviti!".

Intanto le urla e il panico fecero capire alla ragazza che stava succedendo qualcosa di terribile.

Agathe non era una stupida, quelli erano chiaramente colpi di mitra. Immediatamente il pensiero andò a suo padre, ma non c’era tempo.

Finito il backup, staccò l’USB e scappò via dalla stanza, ma una volta scesa al piano di sotto vide l'inferno.

Degli uomini armati vestiti con lunghi cappotti neri, avevano aperto il fuoco sulle persone. Era un autentico massacro. C'era sangue e cadaveri dappertutto.

Agathe si portò le mani sulla bocca con orrore e arretrò, doveva scappare, ma i mirini laser dei mitra arrivarono sul suo corpo.

  "Bersaglio localizzato" Disse uno degli agenti con voce metallica, coperta dalle loro maschere anti-gas.

La ragazza fuggì, scappò via dal retro, ma gli stivali pesanti di quella squadra speciale d'assalto battevano con violenza sul pavimento, generando in lei ansia e terrore.

  "Trovatela!" Ordinò minacciosamente uno dei uomini in nero.

Agathe salì di nuovo le scale, ma arrivò ad un vicolo cieco. Non sapeva dove andare, non aveva scelta che aprire la finestra e saltare di sotto. Per fortuna non era molto alto, così uscì e scappò dal retro.

Ma gli uomini in nero avevano messo al sicuro l'intero perimetro. Non c'era via di fuga per lei.

  "Oh no... oddio" Agathe era nel panico, non sapeva cosa fare, non aveva idea di dove correre, aveva finito le opzioni.

Poi un grido. Uno degli uomini con la maschera antigas cadde per terra ferito alla gamba da un dardo. Qualcuno, dalla scala anti-incendio aveva scoccato una freccia da una grossa balestra nera.

  "Agathe! Fuggi!" Gridò quella figura. "Mi occupo io di loro!".

La ragazza non credeva ai suoi occhi, conosceva quella ragazza: era Barrie, una ragazza che lavorava come Escort nelle vicinanze del suo appartamento. Cosa ci faceva lì?.

Senza perdere tempo, la ragazza scappò. Si fidava di Barrie, era un membro della Thinker Bell proprio come gli altri, ma come faceva a sapere che si trovava al salone delle conferenze? Lo sapevano solo i tre membri ufficiali e nessun altro.

Ma non c'era tempo per rispondere a quelle domande. Col fiatone Agathe scappò via nel caos urbano e salì sul primo autobus che trovò.

--

Mentre tornava verso il Covo, Agathe contattò Pan, ma non ci fu risposta.

  "Ma che diavolo stanno facendo?!" Esclamò esasperata la ragazza. Nemmeno Cubby, Sly, né tanto meno Hugo rispondevano.

Decise di andare di persona alla base, ma qualcosa non andava...

La porta dell'ingresso per i sotterranei del controllo idrico era aperta e nessuno la lasciava mai aperta, per ovvie ragioni di sicurezza.

Agathe entrò, il vento ululava nei bassifondi di quel corridoio, tempestato dalle tubature idriche del complesso residenziale. Avanzò fino ad arrivare al salone del covo e lì... il cuore di Agathe si arrestò congelato per diversi secondi.

Sangue...

Cubby aveva usato le sue ultime forze per strisciare fino alla scrivania e aveva afferrato il cellulare, ma aveva esalato l'ultimo respiro prima di chiedere aiuto.

Pan, era ancora vivo. Era pallido come la carta, ferito dai colpi di pistola che miracolosamente non avevano centrato i suoi punti vitali. Ma aveva perso troppo sangue, non gli restava molto da vivere.

Agathe aveva le gambe molli, il petto e lo stomaco capovolti da uno straziante, indicibile dolore. Era come aver ingoiato un grosso gomitolo di aghi roventi, che ora la soffocavano e dilaniavano la sua gola, mentre il cuore le batteva furiosamente in petto.

Cadde in ginocchio davanti a Pan, sollevandogli la testa.

  "Pan... Pan!!" Gridò lei con le lacrime agli occhi, disperata.

  "We...ndy".

  "Pan! Sono qui! Resisti! Ti prego...!".

  "Wee-dy" Non riusciva ad ingoiare il sangue che continuava a salirgli in gola. "H-g... Hugo".

Quel nome gelò il sangue di Agathe.

  "Ai--ut--mi, non voglio... morire" Gli occhi di Pan si riempirono di lacrime, poi si irrigidì di colpo e smise di respirare.

  "No... non può essere vero" Agathe fissò il corpo esanime del suo amico. Il dolore era troppo, troppo da sopportare.

Agathe strisciò via con orrore dal corpo senza vita del suo amico.

Era solo un incubo, era solo un maledetto incubo. Ma purtroppo... quello che Agathe aveva dinanzi ai suoi occhi, era la terribile, tremenda realtà.

Cubby e Pan erano stati uccisi.

  "Hugo..." Agathe pensò subito a lui. Pan aveva nominato il suo nome prima di morire.

La ragazza si alzò in piedi come un automa, con gli occhi spalancati, sporca di sangue e realizzò...

  "Sei stato tu..." Disse con voce vuota. "Hai fatto tu tutto questo?".

Mosso da sentimenti vuoti, con le mani tremanti e gocciolanti di sangue, prese il cellulare e lo chiamò ma non rispose.

Non aveva scelta che comprendere dove fosse. Usò il computer acceso, vicino al cadavere di Cubby per usare il Fairy Dust e localizzare il gps interno del suo smartphone.

Ci volle un attimo. Agathe capì dove si trovava Hugo, si stava avvicinando ad un piccolo supermarket.

...

 

Quella sera faceva un freddo cane, ma era piacevole farsi una passeggiata nelle strade natalizie di Seattle, soprattutto quando era coperta di neve in quel modo.

In un piccolo vicoletto, c’era un minimarket che era sempre aperto, anche durante la notte. Era un luogo abituale, abbastanza frequentato dalle persone del posto, visto che era circondato da una catena di appartamenti.

Un passo alla volta, schiacciando la neve con i suoi pesanti stivali, Hugo avanzò verso l’ingresso del minimarket.

Il suo volto era coperto dalla penombra della notte e dal suo cappuccio. Nemmeno le molteplici luci dei decori natalizi, schiarivano quella impenetrabile coltre oscura.

Camminava a testa bassa, con le mani in tasca al giubbotto in pelle e avanzava lentamente.

Alla sua destra, c’era una vasta panoramica della metropoli, illuminata dal giallo urbano, mentre i fiocchi di neve scendevano dal cielo.

Di fronte a se invece c’era una grossa statua di Babbo Natale, proprio davanti all’ingresso del minimarket, con la sua gloriosa barba e il suo sorriso.

Hugo oltrepassò l’ingresso, che si spalancò automaticamente.

L’aria calda dei climatizzatori lo colpì in faccia e si trovò all’interno di un piccolo locale, pieno di decorazioni natalizie, con diverse persone alla cassa che ritiravano le loro merci.

Fu in quel momento, che per quelle persone il tempo si congelò.

Dal nulla, senza dire una singola parola, Hugo avanzò verso la cassa e tirò fuori una pistola dalla tasca del giubbotto.

Nei suoi occhi non c'era più nulla, ma si poteva chiaramente vedere le lacrime scendere senza sosta sulle sue guance.

Era cosciente, sapeva ciò che stava per fare, ma non era lui a controllare il suo corpo.

Senza esitazione fece fuoco. Sparò al commesso della cassa, che subì il colpo e si accasciò per terra morto.

Seguirono le urla, il panico, il terrore, ma Hugo sparò ancora e ancora, e ancora una volta.

Prendeva la mira e faceva fuoco sulle persone inermi, scaricando il caricatore su almeno dodici persone, ammazzandole senza pietà.

Ben presto il pavimento si tinse del loro sangue e quando arrivò la polizia era già troppo tardi.

Si era già puntato la pistola alla tempia, e con l’ultimo colpo nel caricatore pronunciò una sola frase, prima di togliersi la vita:

 

Agathe aiutami...

--

La ragazza corse a perdifiato lungo il viale. Le vetture della polizia stavano convergendo tutte verso quel minimarket, così come le ambulanze.

Ancora sporca del sangue dei suoi amici ormai defunti, Agathe arrivò davanti all'ingresso del minimarket.

C'erano vetture di polizia ovunque, ambulanze e le grida dei feriti, dei disperati e dei sopravvissuti a quel massacro.

Agathe aveva gli occhi sgranati, ignorò i richiami degli agenti di pattuglia che la intimavano di fermarsi e corse all'interno.

Quella era la terza volta in una sera che Agathe vide l'inferno in terra.

L'odore ferrifero del sangue era pungente, così come quella della polvere da sparo. Per terra, con le cervella spappolate, c'era Hugo.

Quel briciolo di sanità mentale che teneva la ragazza ancora in piedi, svanì alla vista del ragazzo riverso senza vita per terra.

Agathe crollò, abbracciò il cadavere di Hugo e urlò a squarciagola, con strazio e agonia.

Poco dopo, attirati dalle grida di dolore di Agathe, Nicholas e Huang giunsero a loro volta sul luogo del delitto.

  "No..." Lo spirito di Nicholas crollò come un castello di carta e le sue ginocchia cedettero davanti al cadavere del suo fratellino, mentre Agathe si rifiutava di lasciare andare Hugo.

Gli agenti provarono a tirarla via da lì per preservare la scena, ma lei gridava, piangeva e vomitava disperazione.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 - Indagini ***


24 Dicembre

Ore 0:23

Distretto di Polizia di Seattle.

--

 

Agathe era seduta tutta sola in quella stanza d'interrogatorio. All'interno c'era solo un tavolo, un'atmosfera buia e triste, e un grosso vetro magico rettangolare. Dietro quel vetro, c'era il viso spento di Nicholas e di suo padre Miles.

  "Mio dio..." Disse l'uomo togliendosi gli occhiali. "Cosa diavolo ci faceva Hugo lì?".

  "..." Nicholas non riusciva ancora a credere di aver perso suo fratello in quel modo, né tanto meno era facile per suo padre.

  "Quella ragazza, deve essere quella con cui Hugo si frequentava" Disse Nicholas. "Me lo ha accennato l'altro giorno".

  "Possibile che tu non ti sia accorto di niente?" Domandò teso indicando il vetro "Come faceva mio figlio ad avere una pistola! Come può essere stata una vittima, se non è in alcun modo collegato a Cicada".

  "No, non mi sono accorto di nulla" Rispose poggiando una mano sul vetro "Scommetto che nemmeno tu conoscevi davvero tuo figlio vero?".

L'uomo rimase in silenzio, rendendosi conto del peso di quella frase.

  "Da quando è morta mamma, la nostra vita è cambiata. Ma quello che ha sofferto di più è stato Hugo. Lo abbiamo lasciato solo a casa, senza un sostegno. È solo colpa nostra, della nostra ossessione verso il crimine, che Hugo non c'è più".

  "Cicada va fermato!" Esclamò l'uomo.

  "Al diavolo!" Urlò Nicholas "Ci siamo occupati di Cicada solo negli ultimi periodi. Ma per tutto questo tempo? Per questi anni? Lo abbiamo lasciato solo! Senza una guida! Abbiamo dato per scontato che la scuola, che gli studi potessero tenerlo buono a casa, per seguire il buon esempio della famiglia. E invece è andata a finire così! Io sono un pessimo fratello e tu sei un pessimo padre".

  "..." Miles non rispose. La perdita del figlio minore lo aveva scosso, ma non aveva distrutto la sua determinazione nel catturare Cicada. "Te la senti di continuare?" Chiese al figlio.

Nicholas si voltò verso Agathe. "Sì, me la sento".

  "D'ora in avanti le cose peggioreranno. I federali potrebbero toglierci il caso dopo tutto questo, visto il nostro colossale fallimento e il coinvolgimento di Hugo. Ma io so che non vuoi arrenderti, so che vuoi andare a fondo in questa storia tanto quanto me" Miles poggiò una mano sulla spalla del figlio "Affinché le vittime di questo disastro, non siano vane. Dobbiamo fermare Cicada, con o senza l'appoggio dei federali".

  "Lo so. Dammi solo un po' di tempo per riordinare le idee".

Miles uscì dalla stanza dell'interrogatorio, lasciando Nicholas da solo. Osservò Agathe che era seduta nel lato adiacente, oltre il vetro e decise di iniziare da lei. Cosa sapeva? Chi era?

--

Agathe non aveva mosso un muscolo. Il suo corpo era attivo, ma non il suo cervello, troppo scosso per poter superare lo shock di aver perso tutto.

Come poteva reagire? Non era possibile. Qualunque cosa fosse successa, ormai non aveva più senso. Hugo, Pan, Cubby... erano tutti e tre morti, ed era soltanto colpa sua.

Se soltanto avesse lasciato perdere, se soltanto avesse seguito le titubanze e le paure dei suoi compagni, se solo... avesse ascoltato la voce misteriosa che gli consigliava di lasciar stare.

Se solo... se solo... se solo...

Ormai era tardi per ricorrere al senno di poi, doveva assumersi le responsabilità per ciò che aveva fatto, di ciò che aveva procurato.

Poco dopo, Nicholas entrò nella stanza. Aveva tra le mani un bicchiere d'acqua e lo poggiò sul tavolo, poi si mise seduto e aprì un dossier.

  "Ti chiami Agathe vero? ".

Agathe alzò il capo e osservò il detective davanti a se. Somigliava molto a Hugo, ma non c'era il suo sorriso, la sua vivacità, la sua voglia di vivere. Hugo era morto...

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime.

  "Qualche giorno fa, Hugo mi aveva accennato che si stava frequentando con una ragazza. Quella ragazza sei tu?".

Agathe non rispose.

  "Cosa è successo stasera? Come sapevi che Hugo era in quel supermercato?".

Agathe non rispose.

  "Maledizione!" Gridò l'agente sbattendo i pugni sul tavolo "Devo sapere cosa è successo!".

Agathe trasalì per lo spavento e iniziò a tremare, stringendosi le mani sulle ginocchia. Era scossa, spaventata e fissava Nicholas senza dire una parola, con gli occhi tremanti.

  "Come facevi a conoscere Hugo? Sei una sua compagna di classe? Sei forse coinvolta anche tu con Cicada? Chi diavolo sei tu!?".

Nulla... silenzio.

Nicholas si spazientì, si alzò di scatto dalla sedia e sbatté le mani.

  "Mi dirai tutto, a costo di tenerti qui intere giornate, tu mi dirai tutto. E se scopro che sei legata a tutto questo, io...".

In quel preciso istante, entrò qualcuno.

  "Nick, esci" Era Huang.

  "Sto interrogando una testimone, non ho tempo".

  "Adesso Nick, devo parlarti".

Il detective fissò Agathe a lungo, poi staccò le mani dal tavolo e uscì assieme a Huang.

  "Ti ha per caso dato di volta il cervello?" Rimproverò l'amico "Aggredire così una testimone, scossa per un incidente di cui anche lei potrebbe esserne vittima".

  "Lo hai detto tu stesso Huang. Non abbiamo una cazzo di pista, Cameron è morto, mio fratello è morto! Dobbiamo prendere quel figlio di puttana che ha ucciso mio fratello!".

  "Non sei lucido in questo momento" Huang afferrò le braccia dell'amico, invitandolo a ragionare "Hai perso un membro importante della tua famiglia. non puoi gestire da solo questa cosa. La tua collera però porterà questa indagine fuori dai binari. Ti prego Nick, prenditi una pausa, piangi la morte di tuo fratello, hai il diritto di farlo...".

Nicholas si liberò dalla morsa di Huang e gridò. I suoi occhi si riempirono di lacrime, scuotendo il capo.

  "La pagheranno" Disse con voce rotta colpa d'ira, digrignando i denti "La pagheranno cara!".

Huang abbracciò l'amico, lasciando sfogare il suo dolore. C'era tanto lavoro da fare, tanto da scoprire in quella notte di caos. Ma lo spirito di Nicholas era frantumato.

Per quanto fosse determinato a cercare Cicada, il suo cuore ora era colmo di desiderio di vendetta. Non avrebbe portato nulla di buono alle indagini e lui lo sapeva.

Aveva bisogno di tempo e di accettare che suo fratello non era più in vita.

--

Le indagini alla sala congressi erano andate avanti per tutta la notte, fino a mattina inoltrata. L'intero posto era costantemente sorvegliato dalle forze speciali, oltre che ai numerosi enti investigativi che lavoravano senza sosta sugli indizi.

La morte di James Cameron aveva scioccato l'intera Seattle, con l'aggiunta del terribile omicidio di massa compiuto da Hugo Jacobson.

Le notizie circolavano a gran voce in quella vigilia di Natale tinta di sangue, i media e i giornalisti vennero quasi subito a sapere che Hugo era il fratello minore di una famiglia di poliziotti, e questo scandalo aveva gettato una grossa ombra sulla famiglia, mettendo in una posizione scomoda sia il procuratore generale Miles Jacobson, sia il suo figlio primogenito Nicholas, oltre che a tutto il corpo della polizia.

Nessuno però parlava di Cicada. Le informazioni vitali sul coinvolgimento di Jacobson con la SP7 e tutto il resto, non era ancora stato trapelato.

La morte di Hugo aveva messo in ginocchio Nicholas, ma le indagini dovevano proseguire, con o senza di lui.

Huang e Amber erano entrambi a lavoro sulla scena del crimine, accompagnati dalla squadra della scientifica.

  "Che macello..." Disse Amber chinandosi ad osservare le sagome e il sangue delle numerosissime vittime di quell assalto.

In totale le morti erano salite a 34, tutti esponenti importanti e figure di spicco nell’economia. C'erano anche politici e giornalisti rimasti coinvolti.

I feriti erano centinaia, alcuni in gravissime condizioni. Nell'assalto erano rimasti uccisi anche il braccio destro di Cameron e alcuni suoi assistenti.

  "Amber, pensi tu qui? Io devo recarmi all'Hotel Glassview".

  "Ma cos'è successo lì?".

  "Non lo so" Rispose Huang "Ma qualcuno ci ha fregati, forse il Sindacato. Ci hanno anticipati e hanno preparato un sosia per allontanarci da qui. Il vero Cameron si trovava già qui, mentre quello fasullo era stato preparato con largo anticipo. Senza contare che ci è pure sfuggito, senza l'opportunità di interrogarlo".

  "Quindi il Sindacato ci sta tenendo d'occhio?" Domandò Amber. "Ovvero c'è una talpa in mezzo a noi?".

  "Può darsi" Rispose Huang "Tuttavia il sosia di Cameron ci ha voluto dare una specie di avvertimento indiretto. Ci ha comunicati che il Sindacato ha occhi e orecchie dappertutto. È possibile che tutta questa faccenda sia stata mascherata da elementi molto più interni che da semplici agenti sul posto. Se la mela è marcia all'interno, faremo meglio a stare attenti con le parole".

  "Ho saputo del fratello di Nicholas. C'è qualcosa che posso fare?".

  "Se vuoi aiutare Nick, fallo cercando i responsabili di tutto questo. Ma tieniti alla larga dai guai, se trovi qualcosa riferiscimelo immediatamente ok?".

  "Ok".

Huang si allontanò dalla scena, lasciando Amber tutta sola ad investigare. C'era molto da lavorare e gli indizi erano molteplici, ma la cosa più importante era capire la dinamica dell'assalto.

  "Ok, consultiamoci con le telecamere".

I feeds delle telecamere avevano ripreso tutto e Amber usò il suo tablet per osservare la vicenda.

Gli assalitori erano armati e equipaggiati in modo pesante. Non sembrava roba clandestina, bensì equipaggiamento di alta qualità e efficienza per il warfare moderno. Forse un nucleo legato ad una compagnia di PMC [Mercenari a pagamento], che di solito venivano ingaggiate dalle grandi multinazionali.

Negli ultimi anni, lo spionaggio industriale era alle stelle e compagnie private armate, erano comuni. Forse il Sindacato, così come l'intera faccenda di Cicada, era solo un'enorme competizione tra multinazionali, ma era anche vero che secondo la testimonianza di Cameron, il Sindacato avesse radici all'interno della azienda stessa. Di conseguenza...

  "Questi mercenari, potrebbero essere la PMC privata della Cameron Pharma. Quindi Cameron era diventato scomodo...".

L'assassinio di Cameron era avvenuto dall'interno del complesso. L'ingresso era protetto da un metal detector, di conseguenza l'arma usata per l'omicidio [una 9mm] era stata fornita da qualcuno di fidato, che aveva accesso a priori nel complesso: ergo uno dei fidati di Cameron.

Amber utilizzò lo zoom e osservando la scena dell'assassinio scoprì che la traiettoria del colpo proveniva dalla folla. Qualcuno aveva sparato da lì, ma non si riusciva a capire chi era il sicario. Ulteriori indagini ed esami avrebbero potuto aiutare Amber a capire chi fosse la persona a sparare.

Il feed che mostravano le riprese dell'assalto invece, rivelarono ad Amber qualcosa di molto importante. C'era una ragazzina lì...

  "Questa ragazza..." Amber la riconobbe subito. Aveva saputo del fatto che una certa Agathe Davis era stata trattenuta in centrale dopo il massacro nel minimarket, ma cosa ci faceva lì quella ragazzina? Ma ancora più importante furono le parole pronunciate dagli assalitori come "Obiettivo Identificato" e "Prendetela!".

Era chiaro che il corpo speciale della Cameron Pharma stesse cercando quella ragazzina.

  "Ma allora... qual era l'obiettivo di questi uomini? Assassinare Cameron o trovare lei? O magari tutti e due, se era una trappola".

Amber era giunta ad una conclusione importante. Ora non restava altro che capire meglio chi fosse in realtà Agathe Davis.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 - Fuga ***


Ore 22:13

Ufficio Procuratore Generale

--

 

Miles stava osservando i feeds delle telecamere della sala congressi. La sua attenzione era rivolta ad Agathe e agli uomini armati che la inseguivano.

  "Interessante. Sembra che abbiamo tra le mani qualcosa di prezioso" Disse lui.

  "È sicuro che la ragazza sia protetta all'interno della stazione di polizia?" Domandò Amber "La SP7 o la PMC stessa potrebbe tentare un approccio diretto".

  "Informerò la StratCom di questa scoperta e la faremo scortare in un luogo sicuro. La ragazza deve avere qualcosa a che fare con i piani scritti dal copione del Sindacato".

  "Cosa contiene quel cellulare?" Chiese Amber.

Miles tirò fuori lo smartphone di Agathe, che era stato preso in custodia.

  "La ragazza è un hacker professionista, ha usato dei trucchetti niente male per sottrarre informazioni riservatissime dal portatile di Cameron. Essendo un Hacker, viene spontaneo chiedersi se Agathe Davis sia coinvolta con Cicada. Questo spiegherebbe anche la morte di mio figlio" Lo disse con una certa noncuranza.

  "Che cos'è Nastond?" Domandò questa volta, osservando il complesso diagramma sullo schermo dello smartphone.

  "È un segreto ben nascosto, qualcosa che esiste alla base strutturale dell'era digitale. Consideralo come la parte più oscura e tenebrosa del web. All'interno di Nastrond non c'è nulla di concreto, se non un enorme agglomerato di dati super complessi, che servono come scudo per proteggere il codice sorgente nel nucleo. Chiunque raggiunga il nucleo, ottiene il totale controllo dell'era digitale, di internet, dell'economia. Chi supera Nastrond, può scrivere la storia a suo piacimento".

  "E questo è il motivo per cui il Sindacato ha messo in piedi Cicada? Mi sta dicendo che è tutto un gigantesco esperimento per ottenere il controllo di Nastrond?".

  "Esatto. Tutto ciò che riguarda il Sindacato ha a che fare con Nastrond" Rispose Miles "Quindi, quella ragazza deve essere in qualche modo legata ai piani alti dell'organizzazione".

  "Come sta rispondendo il pubblico di tutta questa vicenda?".

Miles si voltò verso la vetrata panoramica, dando le spalle ad Amber.

  "Se mi fai questa domanda, significa che hai saputo delle 1024 vittime. Un vero Natale di sangue eh?".

  "Nastrond ha causato tutto questo?".

  "Ovviamente e adesso abbiamo le prove. La StratCom sarà felice di questa scoperta. Amber, continua con le tue indagini e riferiscimi qualunque cosa ok?".

  "E suo figlio?".

  "Tienilo d'occhio. In questo momento in lui esiste solo rancore. Non ci è di alcuna utilità in queste condizioni, tuttavia conoscendo mio figlio, il suo dolore si trasformerà in determinazione molto presto. Faremo si che ci sia utile per le indagini".

  "Ricevuto" Amber stava per congedarsi, quando Miles la blocco.

  "Un momento, ho un altro ordine per te".

  "Quale?".

  "Riferiscimi i movimenti dell'agente Huang, voglio sapere tutto quello che fa. In questo momento l'Interpol è solo un fastidio per la StratCom. Scommetto che i piani alti vogliono una fetta della torta. Nastrond sta suscitando l'interesse di molti altri governi. Tieni gli occhi aperti ok?".

  "Sìsignore".

--

25 Dicembre

Ore 1:55

Dipartimento di Polizia.

 

Agathe era stata trattenuta per ulteriori interrogatori. C'erano due pesanti occhiaie sotto i suoi occhi stanchi.

Il suo sguardo era vuoto, stravolta dal dolore e dello shock di aver perso i suoi compagni.

Non c'era via d'uscita per lei, era rimasta sola, senza nessuno, proprio come quel giorno... quando fuggì dall'orfanotrofio.

Con l'impegno aveva costruito il suo piccolo impero, ma come ogni glorioso impero del passato, anche la Thinker Bell era caduta.

C'era silenzio in quella piccola cella desolata. Era rinchiusa lì dentro, proprio come una criminale quale era.

Lo meritava, questo era ciò che Agathe si ripeteva di continuo, incapace di reagire, di trovare una soluzione come era solita fare.

Non aveva più forze, aveva la testa china... e di tanto in tanto, dai suoi occhi scendevano lacrime.

Poi, un forte rumore metallico. Qualcuno aveva aperto il cancello nel corridoio.

Agathe sentì i riecheggianti passi di stivali pesanti.

Due ombre coprirono la luce che illuminava quella cella solitaria. Quando Agathe alzò la testa, vide due uomini.

  "Agathe Davis, devi venire con noi".

Erano degli uomini vestiti di nero, con occhiali da sole. I tipici uomini in nero, che venivano a prelevarti per portarti chissà dove.

Per un istante, Agathe pensò al suo futuro. L'avrebbero reclutata nel governo? L'avrebbero chiusa in una cella di massima sicurezza, in isolamento per chissà quanti anni?

Agathe non disse nulla, semplicemente accettò la situazione. Si alzò in piedi e si avvicinò all'uscita.

L'uomo in nero aprì la cella, lasciandola passare.

In silenzio, Agathe fu scortata verso l'uscita, ma accadde qualcosa di altrettanto imprevedibile: le luci si spensero.

  "Che succede?!" Esclamò uno degli uomini in nero.

Immediatamente si armarono, ma qualcosa di metallico rotolò sul suolo. Era di forma cilindrica: una granata fumogena.

In un batter d'occhio, l'intera prigione fu avvolta da una coltre nebbiosa, che offuscò la vista di tutti.

Seguirono poi dei colpi e delle grida. In un istante, i due uomini in nero erano KO.

Agathe non capì cosa fosse appena successo, finché una mano non la afferrò sul polso.

  "Wendy, andiamo".

Riconobbe subito quella voce.

  "Barrie?".

  "Avanti non c'è tempo".

La ragazza mulatta aveva tra le mani la stessa grossa balestra con la quale l’aveva precedentemente salvata. Uscirono dalla stanza sul retro, ma scattarono subito gli allarmi.

  "Muoviti!" Esclamò Barrie. Aveva già preparato una via di fuga, aprendo una discreta voragine nella recinzione. Le due ragazze riuscirono a fuggire senza problemi, ancor prima che gli agenti di polizia potessero intervenire.

Quando la centrale si accorse della fuga di Agathe Davis, era già troppo tardi. Di lei si erano già perse tutte le tracce.

--

Barrie e Agathe fuggirono, trovando un momentaneo rifugio in un vicolo. La neve scendeva silente dal cielo, mentre le due ragazze celavano la loro presenza nel caos urbano.

  "C'è mancato poco" Disse Barrie poggiando la balestra per terra.

  "..." Agathe però non sembrava essere interessata da quella situazione. Non fece domande, semplicemente restò zitta.

  "Non possiamo restare qui, ho un mio contatto che ci aspetta in un luogo sicuro. Hai bisogno di cambiare aspetto, affinché tu non venga riconosciuta dalle autorità, e dai mercenari del Sindacato".

  "Perchè?" Chiese Agathe disinteressata "Che senso ha ormai?".

  "Gli uomini che hai visto nella prigione erano della StratCom, erano venuti a portati via per condurre degli esami su di te. Vogliono scoprire il motivo per cui Nastrond non ha avuto effetto su di te".

  "Nastrond? Effetto su di me? Vuoi dire ciò che ha ucciso Hugo e gli altri vero?".

  "Esattamente" Annuì Barrie "Sei stata esposta anche tu a Nastrond, ma ne sei uscita illesa. Ho l'ordine di portati al sicuro, in un luogo dove nessuno può trovarti".

  "Ordinato da chi? Non ho chiesto io tutto questo. I miei compagni sono morti, non mi importa più un accidenti di nulla ormai".

  "Non posso credere di star vedendo la famosa Nitrotori in queste condizioni" Barrie le mostrò uno sguardo torvo "Non tutti sono morti, uno è ancora vivo".

  "...!" Agathe non credeva alle sue orecchie.

  "Ti sei dimenticata forse? Sly è scomparso dico bene? Hai per caso visto il suo cadavere? Dunque Wendy? Cos'hai intenzione di fare? Vuoi abbandonare il tuo amico?".

Agathe strinse i pugni.

  "No, non voglio abbandonarlo".

  "Bene, è quello che volevo sentirti dire" Sorrise Barrie prendendo la sua balestra. "Togliamoci dalla strada, ti sei riposata a sufficienza, stammi appiccicata e non ti allontanare, in questo momento la polizia sarà sicuramente sulle tue trcce".

  "Va bene, fai strada".

Agathe aveva riacquistato un briciolo della sua determinazione.

Hugo, Cubby e Pan erano stati uccisi da Nastrond, ma Sly dov'era? Dov'era finito il suo unico compagno di squadra rimasto?

Agathe voleva rivedere il suo amico, voleva assicurarsi che stesse bene, era l'unico modo che aveva per tirare avanti.


 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - Intenzioni ***


Orario ???

Località ???

25 Dicembre.

 

In una larga stanza buia, radunati attorno ad un enorme tavolo olografico rotondo, erano sedute dodici persone. I loro volti erano celati dalla tenebra, ma i piccoli ologrammi che fluttuavano alla loro destra li identificavano in modo chiaro.

Si trattavano di uomini che erano amalgamati alla struttura delle politiche mondiali, accompagnati dagli esponenti di spicco nel campo della medicina, oltre che ai CEO dei social network più usati e influenti, amministratori di canali televisivi per il controllo delle informzioni sui media, cariche militari molto vicine al Presidente, e persino uomini in vesti ecclesiali: rappresentanti della religione cristiana.

Tutti e dodici erano radunati in ordine di importanza intorno a quella tavola rotonda, che era l'unica fonte di luce a illuminare quella apparente tenebra invalicabile di mistero.

L'unico senza informazioni visibili era Nox: il Re Artù di quella tavola rotonda.

  "Sembra abbiamo avuto uno SNAFU nella centrale di polizia” Spiegò il generale militare “Il soggetto è evaso assieme ad un individuo non identificato, una donna, forse legata alla cellula terroristica della Liber Primus. Gli uomini atterrati erano della StratCom. Abbiamo avuto la conferma dal nostro contatto".

  "Non importa" Disse Nox "La Liber Primus potrà farle il lavaggio del cervello quanto vuole, ma noi abbiamo qualcosa che lei in questo momento desidera. Agiremo come da copione, Nastrond sarà nostro prima del Global Cooldown".

  "Faremo in tempo?" Chiese uno di loro. "Non voglio di certo sembrare pessimista, ma mancano solo sei giorni. Riusciremo a fare tutto in questo breve lasso di tempo?".

  "Tutto dipende dall'asso nella manica di cui Nox ha menzionato poco fa" Disse il CEO della SurfLife: il social network più diffuso nel mondo.

  "Il piano riuscirà" Intervenne poi il cardinale "Quella ragazzina rappresenta una svolta importantissima e inaspettata nei nostri piani. In questi anni abbiamo solo effettuato dei test e sono terminate tutte in fallimenti, ma non questa volta. Lei è l'unica che può accedere a Nastrond senza effetti collaterali. Basterà trattare con lei".

  "Dovremmo preoccuparci della sua sicurezza" Disse una donna in decolté "La StratCom ha dei metodi molto rozzi di trattare le sue cavie, e non sappiamo come la Liber Primus agirà con lei. La piccina potrebbe essere in pericolo".

  "Ehi ehi, non vi preoccupa nemmeno un po' della fuga di notizia di Nastrond dal computer di Cameron?" Chiese un tipo un po' arzillo e gesticolante "Ora che il pesce grosso è salito in superficie, tutti vorranno pescare non trovate?”.

  "Indubbiamente" Rispose Nox "Ma noi siamo ad un passo in avanti rispetto agli altri. Il nostro vantaggio sul campo resta, indipendemente dalle azioni di tradimento di Cameron. Chi di dovere si metta in contatto con il nostro uomo, ci prepariamo per isolare la variabile in un posto sicuro".

--

Dopo la fuga di Agathe dalla prigione, il suo viso fu immediatamente reso noto dalle forze di polizia, oltre ad essere ricercata anche dai mastini della StratCom.

Barrie condusse la ragazza in un vecchio appartamento, vicino alla cattedrale di San Giacomo. Lì ad attenderle, c'era Skraal: uno dei contatti di Barrie.

  "Finalmente ci conosciamo di persona Nitrotori" Sorrise l'uomo "Ho sentito molto parlare di te".

  "Chi sei?".

  "Puoi chiamarmi Skraal. Questo è il mio nome in codice" Fece un teatrale e galante inchino.

  "Nome in codice? Barrie, chi è quest'uomo?" Chiese confusa.

  "Ohh... vedo che la tua amica non ti ha ancora detto nulla eh?" Skaal ridacchiò scrollando le spalle "Accidenti a te Barrie, per lo meno le dovevi una spiegazione".

  "..." Barrie rimase in silenzio.

  "Dirmi cosa? Cosa sta succedendo qui?".

Skraal sospirò e prese una sedia avvicinandola al camino acceso.

  "Su forza siediti e riscaldati, la storia è bella lunga e hai bisogno di conoscere i dettagli".

Agathe titubante e preoccupata si accomodò, seguito da Skraal.

  "La cosa probabilmente non ti piacerà, ma la sera del 24 dicembre, Hugo Jacobson e tuoi amici Pan e Cubby non sono stati gli unici ad averci rimesso le penne. Non sei una ragazzina stupida, immagino tu abbia capito la gravità della situazione, ma c'è un motivo se l'intera Thinker Bell ha cessato le attività di ricerca su Cicada, costringendoti ad andare direttamente da tuo padre. 1024 ragazzini, più o meno della tua età, sono stati ritrovati senza vita in varie parti del paese".

  "..." Seppur il fuoco riscaldasse e illuminasse il viso della ragazza, c'era una profonda oscurità solcata nel suo sguardo.

  "Il motivo di queste morti è semplice. L'esposizione a Nastrond causa una psicosi acuta che varia di persona in persona. Spesso causa incubi terribili, che porta ad un profondo shock, indebolendo la psiche dell'individuo. Poi lentamente c'è un deterioramento della personalità, fino al suo annientamento. Quando questo accade, l'ospite inizia ad uccidere e compiere atrocità per poi togliersi la vita. I sintomi però possono essere anche differenti. Ci sono persone che sono parzialmente resistenti dall'influenza di Nastrond: per esempio la recente vittima James Timber. Lui non ha ucciso nessuno, ma si era reso perfettamente conto di star perdendo se stesso e si è tolto la vita di conseguenza, senza però nuocere al prossimo. Altri invece, rimangono intrappolati nell'incubo e non si risvegliano più. Sono vivi, ma sono eternamente condannati a vagare nelle atroci visioni che Nastrond causa loro...".

Agathe ricordò le grida di Hugo il giorno prima della sua morte. Era già stato contaminato da Nastrond da allora, proprio come i suoi amici.

  "E io? Se i miei amici sono morti, allora perché io sono viva?" Chiese Agathe.

  "È questo il bello, non lo sappiamo. Ti davamo per spacciata, la Liber Primus ormai aveva rinunciato a tirarti fuori dai guai, ma ci sei riuscita da sola".

  "Liber Primus, ma allora voi siete..." Agathe guardò Barrie, che si staccò dal muro.

  "Esatto, siamo agenti della Liber Primus. Sono entrata nella Thinker Bell perché fin da subito, la nostra organizzazione ti ha tenuto sotto controllo come potenziale asset. Ma secondo Dust: il nostro leader, non eri ancora pronta per la causa, così ha mandato me a tenerti d’occhio".

  "Se sei sopravvissuta all'influenza di Nastrond, allora tutto cambia Agathe" Disse Skraal cupo "L'obiettivo del Sindacato è quello di impadronirsi di Nastrond ad ogni costo e mettendo le mani sulla tua mente, studiando il tuo corpo e la tua innaturale resistenza ad esso, vogliono superare l'Hel e ottenere il totale controllo di Internet. In questo modo, non dovranno più nascondersi. Saranno loro i dominatori assoluti della storia umana. Con il controllo del flusso digitale, niente potrà fermarli. Non esisterà più il concetto di libertà o democrazia, ma solamente un mondo oppresso e sorretto da ideali che non saranno in alcun modo nostro. Ecco perché anche noi cerchiamo Nastrond, per trovare il suo codice e tenerlo al sicuro, affinché nessuno possa metterci le mani sopra".

  "Quindi voi sareste i buoni?" Domandò Agathe con un pizzico di ironia "Chi mi dice che anche voi non volete Nastrond per i vostri scopi".

  "Se così fosse, saresti sotto i ferri, con un grosso e gigantesco casco sul cranio, cercando di vivisezionare il tuo cervello pezzo per pezzo alla scoperta del perché sei sopravvissuta, perché è questo ciò che ti faranno se finirai nelle mani della StratCom o del Sindacato. Sarai la loro cavia, faranno esperimenti su di te, fino a farti impazzire".

  "Wendy" Barrie si avvicinò chinandosi vicino a lei. "Noi siamo qui per aiutarti. So che per te è difficile accettarlo, ma noi possiamo offrirti rifugio. Vuoi trovare Sly vero? Vuoi risolvere tutto questo, ora più che mai lo vuoi. Hai perso tutto e tutti, ma non hai perso me e non hai perso Sly. Abbiamo bisogno di te per trovare il codice di Nastrond e superare l'Hel prima del Sindacato, prima di chiunque altro. Ci aiuterai?".

Agathe rimase in silenzio a lungo fissando il fuoco che scoppiettava nel camino.

  "Ci sono ancora tante cose che non mi sono chiare. Ma per ora decido di fidarmi, ma ad una sola condizione: voglio che voi due mi aiutate a trovare Sly".

Barrie sorrise.

  "Non temere, la Liber Primus non ha intenzione di abbandonarlo. Anche noi siamo paladini della giustizia, che si battono in nome della libertà. Tu Agathe puoi capirlo, dopotutto cos'è la Thinker Bell se un gruppo di eroi".

Agathe ricordò i visi dei suoi amici e strinse le mani sulle ginocchia. Non voleva piangere, non voleva più restare chiusa nella sua disperazione. Doveva reagire, per il bene di Sly e per non vanificare il sacrificio dei suoi amici.

  "Ok, ci sto. Ma come troviamo l'accesso a Nastrond?" Domandò lei.

  "L'unica pista che abbiamo e ripercorrere da capo i passi che hai fatto durante il rebus di Cicada 3301" Spiegò Skraal "Cicada non è altro che un proxy che il Sindacato usa per trovare individui dalle alte capacità cerebrali, che possano resistere a Nastrond abbastanza a lungo, da poter raggiungere il codice sorgente oltre l'Hel. Quindi l’accesso a Nastrond è in qualche modo in uno degli step che hai affrontato per raggiungere lo stadio finale del rebus".

 "Ok, mettiamoci a lavoro".

Barrie però placò l'euforia di Agathe e la fece tornare a sedere. "Un momento, prima di agire, hai bisogno che Skraal ti aggiusti un po'".

  "Aggiustarmi?".

  "Te l'ho detto prima no? Ora sei ricercata, hai bisogno che qualcuno ti cambi l'aspetto fisico. Skraal è un maestro nei travestimenti, ti trasformerà in una ragazza completamente diversa, cambierai nome, ogni cosa. Questo rallenterà i segugi che ti cercano".

  "M-Ma, vuoi dire che dovrò... sottopormi ad un’operazione?" Agathe era pallida in volto, non aveva mai sopportato i bisturi e le punture.

  "Nah, non uso metodi così rozzi e poco talentuosi" Sorrise Skraal con poca umiltà. "Lascia fare a me ok?".

Da una borsa in pelle tirò fuori una fascia piena zeppa di forbici e altro. "Per prima cosa, diamo una sfoltita a questa chioma".

  "No..." Agathe era stordita e sconvolta nell'animo "I miei bellissimi capelli no...".

  "Per la libertà, questo e altro Wendy" Ammiccò Skraal.

--

Ore 22:15

Casa Jacobson.

 

C'era da immaginarselo. I Media avevano letteralmente circondato l'abitazione, in attesa che qualcuno parlasse o rilasciasse qualche parola.

Per Nicholas, rientrare a casa non fu facile. Persino a sera inoltrata, i giornalisti erano rimasti appostati, pronti a fare domande alla prima cosa che entrasse o uscisse dal perimetro di quella abitazione.

Nick aveva bisogno di silenzio, di tempo per metabolizzare la terribile perdita.

Si era versato del brandy in un bicchiere di vetro e aveva gettato via quella cravatta che lo soffocava, nemmeno fosse un cappio al collo.

Nella quasi totale quiete, disturbata solo dal vociare dei giornalisti all'esterno, Nick affrontò il dolore in modo analitico e quasi lo trovò quasi buffo.

Ricordava molto bene la morte di sua madre e quel giorno, suo padre non aveva versato una singola lacrima.

I Jacobson erano persone insensibili, dedite solo al lavoro e niente più, e Nicholas era cresciuto con quei dogmi, trasmessi da suo padre Miles con severità.

Hugo invece... non era affatto come loro. Era un ragazzo d'oro, sensibile, sorridente, un ragazzo che viveva giusto con quei pochi soldi che la sua famiglia gli lasciava per affrontare gli studi.

Nessuna presenza, nessuno che gli dava man forte, nessuno che lo consolava nel momento del bisogno.

Hugo era sempre stato un ragazzo solo e Nicholas era troppo debole per sottrarsi dalla morsa di suo padre. I Jacobson erano una famiglia disgraziata, non c'era nulla da dire a riguardo e infatti, in quel momento non c'era nessuno a piangere per lui in famiglia, nemmeno Nicholas. Era analitico, quadrato, spietato tanto quanto suo padre.

Ma sotto quel velo di apparente indifferenza, c'era un dolore che nessuno poteva neanche immaginare. Il vero Nicholas era sempre lì dentro, solamente era soppresso, silenziato dai suoi doveri verso il suo lavoro, verso l'immagine che suo padre aveva costruito attorno ai Jacobson.

Nicholas bevve il suo brandy, stordendo la sua mente con l'alcool, poi visitò la cameretta di suo fratello.

Era pulita, ordinata, ma ormai priva di vita... proprio come il suo ex proprietario. Gli odori, l'atmosfera, le luci, l'arredamento, tutto sembrava bianco e nero alla vista di Nicholas, come un segno di rassegnazione, di tanti sé, che con il senno di poi tormentavano il giovane detective.

  "Hugo... in che cosa ti sei immischiato?" Domandò alla vuota stanza.

Cos'era successo invero? Cosa aveva spinto suo fratello ad un gesto tanto folle? Era indubbiamente lo stesso identico modus operandi di James Timber, oltre che alle altre numerose vittime di Cicada.

Forse dopotutto la teoria di Huang era vera: il Sindacato era in possesso di un'arma, qualcosa che faceva impazzire le persone. Ma come funzionava? Dov'era? Perché spingersi a tanto? Perché prendere di mira dei ragazzini?

Hugo era senz'altro collegato ad un gruppo di Hacker, visto anche gli elementi in possesso di Agathe durante il suo fermo, ma perché immischiarsi in una faccenda così pericolosa.

Possibile che era solo per amore verso di lei? Oppure... gli ideali di Hugo si erano distorti, a causa della sua profonda solitudine.

In tal proposito erano necessari ulteriori indagini, ma la cosa che più di tutti turbava Nicholas era la pistola.

  "Come ha fatto mio fratello ad entrare in possesso di un'arma?".

Trovò improbabile che potesse appartenere all’organizzazione di hacker, visto anche la reazione di Agathe alla vista del cadavere di Hugo.

Qualcuno aveva dato una pistola a suo fratello, e conoscendo bene Hugo, sapeva che non avrebbe mai e poi mai accettato una pistola. Non era quel genere di persona, indipendentemente dal suo coinvolgimento in Cicada.

Per cui, la pistola doveva essere arrivata dalle mani di un criminale, o di qualcuno che aveva guidato Hugo a compiere quel massacro. Magari, qualcuno che era direttamente coinvolto con Cicada.

  "La SP7" Disse stringendo il pugno. "Sono stati loro, dopotutto non c'è modo di spiegare il gesto estremo di mio fratello, se non tramite l'influenza di Cicada".

Se la SP7 era coinvolta, allora doveva fare qualche domanda a chi di dovere, come ad esempio il contatto di Huang nell'organizzazione: quel tale Camaleonte.


 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 - Distopia ***


  "Allora che te ne pare?".

Quando Skraal terminò di modificare l'aspetto di Agathe, la ragazza si guardò allo specchio.

Ora aveva i capelli più corti, colorati di turchese con una piccola ciocca viola. Per quanto riguardava il vestiario, ora indossava una felpa con il simbolo di un teschio a graffiti e un paio di leggings.

Infine, come tocco finale, gli occhiali erano stati rimossi in sostituzione di lenti a contatto.

  "Sì, niente male" Disse Agathe specchiandosi.

  "Visto? Ti preoccupavi troppo. Skraal sa quello che fa".

  "Che razza di lavoro facevi?".

  "Io? Io sono un fannullone!" Esclamò ridendo "Mai lavorato in vita mia, non ho mai avuto bisogno, Però mi occupavo delle mie sorelle, quindi i miei genitori mi fornivano tutto ciò che avevo bisogno".

   "Capisco. Bene, adesso possiamo inizi... ugh..." Improvvisamente Agathe barcollò e fu Barrie ad afferrarla prima che cadesse.

   "No Wendy, tu hai bisogno di riposo ok? Sono due giorni che non chiudi occhio".

Nell'istante in cui Agathe si infilò nelle coperte, si addormentò immediatamente.

Era la notte di Santo Stefano, il fuoco nel camino scoppiettava e Skraal e Barrie rimasero nella sala a parlare.

   "È solo una bambina" Disse lui sospirando "Mettere tutto questo sulle sue spalle, non è un po' estremo?".

   "Non l'ho deciso io" Rispose Barrie "Agathe non è una ragazzina ordinaria. Quel che possiamo fare per lei come adulti è proteggerla".

   "Ne ha viste di cotte e di crude eh? Poverina..." Skraal rivolse lo sguardo alla camera dove riposava. "Spero perlomeno che i sogni non la tormentino".

   "Ehi Skraal dimmi una cosa, sei davvero sicuro di quello che mi hai detto? Quegli uomini nella prigione, sono davvero della StratCom?".

   "Non ci sono dubbi" Affermò lui "Il team di ricognizione ha confermato la cosa e non è finita qui. Abbiamo rilevato attività extra-governative all'interno di Seattle tra cui Cina e Russia. Se la USSTRATCOM è coinvolta, vuol dire che gli Stati Uniti vogliono mettere al sicuro Nastrond come possibile arma di deterrenza verso gli altri stati, visto che l'intero sistema si mantiene in equilibrio grazie alle armi nucleari. Purtroppo, visto l'integrazione totale di Internet nella società moderna, Nastrond è diventata un'arma pericolosissima per la stabilità del pianeta, visto che chi ne entra in possesso ha le chiavi per accedere all'onnipotenza assoluta. Quello che sta avvenendo in questa città è una vera e propria guerra fredda, che può tranquillamente trasformarsi in una guerriglia".

   "Si mette male" Disse Barrie sospirando "Dobbiamo trovare l'accesso a Nastrond prima degli altri, se il codice sorgente finisse nelle mani degli altri governi, sarebbe la fine".

--

26 Dicembre

Ore: 10:22

 

Aveva smesso di nevicare, ma il cielo era ancora gonfio, privo di ogni traccia di sole. Settle era completamente avvolta in un manto bianco, circondata da un'atmosfera grigia.

Questo comunque non impediva ai bambini di giocare a palle di neve davanti al piazzale della cattedrale di San Giacomo.

  "Dust ti sta aspettando lì dentro" Disse Skraal indicando.

  "E voi?".

  "Noi teniamo d'occhio la zona. Ti aspetteremo qui" Rispose Barrie.

Agathe guardò la cattedrale, poi si avviò lentamente verso l'ingresso.

Essendo il periodo natalizio, la cattedrale ospitava alcuni fedeli. Ma l'atmosfera mistica, silenziosa di quel luogo, in qualche modo rilassò i suoi nervi.

Si rese conto che nonostante conoscesse cosa fosse una cattedrale, non era mai entrata di persona al suo interno. Ne rimase affascinata...

  "Hai bisogno di qualcosa figliola?".

Un sacerdote con una lunga veste nera e un crocifisso in petto si avvicinò.

  "Sto cercando Dust" Disse calma.

Il sacerdote annuì.

  "Tu devi essere la ragazza di cui mi hanno parlato. Vieni, seguimi".

Il sacerdote scortò Agathe verso alcuni confessionali e indicò al suo interno.

  "Lui arriverà tra poco. Accomodati pure".

Il prete si congedò, mentre Agathe osservò il confessionale. Era di legno lucido, con all'interno un posto a sedere in uno spazio molto ristretto e privato.

Si guardò attorno, poi entrò chiudendosi dentro. Poco dopo... qualcun altro entrò. Era impossibile vedere il suo viso, poiché c'era una lastra di legno bucherellata tra Agathe e Dust.

  "Chiedo scusa per l'attesa" La sua voce era camuffata da un modificatore di voce. "Immagino che Skraal e Barrie ti abbiano già detto chi io sia".

  "Tu eri al telefono quel giorno" Disse Agathe "Quando Hugo era...".

  "Sì, ero io. Davvero un peccato che tu non abbia voluto seguire il mio consiglio. Ma ormai è inutile parlare al passato. Hai sbagliato, dovrai convivere con questo per il resto dei tuoi giorni".

  "..." Agathe strinse i pugni.

  "Mi spiace, ma è molto meglio che io sia franco con te Agathe Davis, o forse dovrei chiamarti Agathe Cameron. So che sei la figlia di James Cameron, condoglianze".

  "Come fai a saperlo?".

  "Ci sono molte cose che conosco, ed è anche uno dei motivi per cui ho deciso di incontrarti. Voglio che tu sappia la verità".

  "Quale verità?".

  "Tuo padre, James Cameron, quel giorno non ti abbandonò in orfanotrofio. Lui ti ha portato lì per proteggerti".

  "Che vuoi dire?".

  "Quando sei nata, tuo padre e tua madre erano entrambi legati al Sindacato. Sapevano in cosa erano immischiati, e volevano tenerti al sicuro dalle loro grinfie. Tuo padre infatti è sempre stato un nostro agente, anche prima che tu nascessi. Quando si rese conto di ciò che il Sindacato voleva compiere, fu conquistato dai dubbi e dalle insicurezze. Fu in quel momento di debolezza, che decidemmo di avvicinarlo alla nostra causa. Avevamo bisogno di una talpa interna, di qualcuno che osservasse da vicino il Sindacato, in modo tale da tenerli sotto scacco. Tuo padre era il tramite, mentre tua madre... lei era molto malata. Il parto è stato molto difficile e travagliato, e le fu consigliato di abortire, ma lei voleva portarti alla luce ad ogni costo. Tua madre ti amava davvero tanto Agathe, voglio che questo tu lo tenga sempre a mente".

  "Come fai a sapere queste cose? Tu conoscevi mia madre?".

  "No, ma conoscevo tuo padre. Mi ha raccontato tutto, del suo piano di rovesciare il Sindacato, ed è qui che entri in gioco tu. Tu Agathe, sei parte di quel piano, sei parte di tutto questo dal giorno in cui sei nata. Noi della Liber Primus non abbiamo mai smesso di tenerti d'occhio.".

  "Perché? Di quale piano stai parlando?".

  "Sedici anni fa, tuo padre James era stato incaricato di portare avanti un progetto super segreto, un medicinale chiamato Livitrove. Il Livitrove è una droga, costruita per permettere ad una persona di riuscire a resistere al controllo mentale di Nastrond abbastanza a lungo da poter leggere e copiare il codice sorgente, che si trova oltre Nastrond, nello spazio denominato Hel. Questa droga però, non era abbastanza efficace. L'esposizione diretta a Nastrond causa la morte immediata del soggetto. Quindi il Livitrove aveva bisogno di essere più efficace, fu qui che il Sindacato pensò ad una soluzione. Essendo che il Livitrove aveva più effetto in soggetti con alto potenziale intellettivo, decisero di creare Cicada 3301, un programma speciale costruito per condurre lentamente i prescelti verso i cancelli di Nastrond. Come però avrai certamente notato, chi bussa alle porte dell'inferno, non riceverà una risposta pacifica. Tutti coloro che sono arrivati alla fine, sono morti. Tuttavia questi esperimenti sono serviti al Sindacato per migliorare il Livitrove, ma fino ad oggi non sono ancora riusciti a trovare la formula esatta per questo compito, finché non sei arrivata tu".

  "Io... sono ancora viva" Disse Agathe tesa.

  "Esatto, sei stata esposta a Nastrond come tutti, eppure sei viva. Non hai subito danni cerebrali, non hai avuto incubi, nulla di tutto questo ti ha scalfito. Sai cosa significa questo vero? Il Livitrove ormai non serve più, sei tu la loro chiave, hai tu le chiavi per aprire Nastrond e comprendere cosa c’è al suo interno. Ma questo è un qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato, infatti neanche tuo padre ne era a conoscenza. Si può dire che la tua esistenza Agathe, sia un autentico miracolo, ma anche una dannazione. Se finirai nelle mani del Sindacato, il mondo diventerà una Distopia".

  "Distopia, vuoi dire che... il mondo cadrà in una tirannia totale?".

  "Proprio così, la libertà, i valori dell'uomo, tutto ciò che rappresenta la società moderna verrà rivoluzionata e distrutta. Chi si ribellerà morirà, chi invece deciderà di sottomettersi diventerà uno schiavo".

  "Ma cosa c'entra mio padre con tutto questo? Cosa voleva fare esattamente?".

  "Per lo sviluppo della Livitrove, il Sindacato ha collocato nell'edificio principale i server che possono accedere alla route che porta a Nastrond, la stessa che viene usata per Cicada 3301. Il Sindacato si fidava di tuo padre, e ha lasciato a lui l'intero progetto, così come le chiavi d'accesso per la route. Ma segretamente, con il nostro aiuto, James ha creato una backdoor. Tramite quella backdoor, che richiede i suoi dati biometrici e parametri vitali, era possibile per lui accedere a Nastrond, ma ora che è morto quella backdoor ha un nuovo user, un erede. Agathe, tu sei quell’erede".

  "Io posso accedere a Nastrond?" Agathe era sconvolta dalla notizia "Ma quindi, il motivo per cui mio padre è stato ucciso...".

  "Vedo che ci sei arrivata. È vero che è stato assassinato per il suo tradimento, ma in realtà è stato lui ad attirare il Sindacato verso di sé".

  "Ma per questo sono morte tantissime persone!" Esclamò Agathe rabbiosa "Persone innocenti sono state coinvolte!".

  "Lo so, ma questa è ormai una guerra Agathe. Nelle guerre, le persone muoiono".

  "Non condivido i tuoi ideali distorti".

  "Paladina della giustizia fino alla fine vero? Lo rispetto molto, ma voglio che tu rifletta molto bene su questa situazione. Hai una minima idea di cosa significhi tutto questo? Se il Sindacato riuscisse a mettere le mani su di te sarebbe la fine. Anche se ora hai accesso a Nastrond, il Sindacato ha comunque l'accesso diretto. Tuo padre ci ha dato la possibilità di poter accedere a Nastrond tramite la backdoor e i tuoi dati, ma il Sindacato è ancora in gioco e non solo loro. Russia, Cina, gli Stati Uniti, tutti vogliono un pezzo della torta. Siamo di fronte ad una nuova guerra fredda e tu Agathe, sei il pulsante per trasformare questa guerra fredda, in una vera e propria guerra mondiale. Ecco perché non possiamo più stare fermi, ecco perché agiamo con la possibilità di nuocere al prossimo, perché c'è in gioco il futuro del mondo".

  "..." Agathe strinse le mani sulle ginocchia.

  "Avere il destino del mondo sulle spalle non è una cosa semplice, lo so" Disse Dust "Ma con il nostro aiuto, con il tuo aiuto, possiamo salvare questo mondo. Se riuscissimo ad ottenere il codice sorgente di Nastrond, potremmo bloccare l'accesso dall'interno a chiunque. La Liber Primus diventerà il guardiano del cancello degli inferi e il mondo sarà libero da ogni influenza esterna. Internet, come coscienza, come essere vivente, potrà continuare ad essere le fondamenta della libertà di pensiero e di parola, nei suoi pregi e nei suoi difetti. Tu sei un hacker, proprio come lo sono io, conosci il vero significato della libertà".

  "Cosa vuoi che faccia allora?".

  "Mantieni un basso profilo. Resta sempre con Barrie e Skraal. Il tuo obiettivo è quello di trovare l'accesso a Nastrond e superare la backdoor che ti porterà all'interno del Hel. L'accesso è direttamente collegato ai server dove opera Cicada 3301, lo stesso terminale dove tuo padre ha lasciato i tuoi dati. L'accesso diretto è impossibile, dato che si trova in territorio nemico, ma se riuscirai a trovare la traccia negli indizi di Cicada 3301, allora potrai accedere a Nastrond da lì. Agathe, contiamo su di te...".

  "D'accordo, ma ho due richieste".

  "Sentiamo".

  "La prima è che mi aiutate a trovare il mio amico Sly, che attualmente è scomparso".

  "Stiamo già lavorando per cercarlo. La nostra squadra di ricognizione è a lavoro. Qual è la seconda richiesta?".

  "Chiamami Wendy, perché finché io vivrò, la Thinker Bell continuerà ad esistere".

  "Molto bene Wendy, le tue richieste saranno esaudite. Hai la mia parola...".

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 - Contatto ***


26 Dicembre

Ore 11:43

 

Quando però Nicholas arrivò alla stazione di polizia, trovò il caos.

Qualcosa era successo, poiché c'era un gran via vai di colleghi, telefonate e ordini vari.

  "Nick!" Huang arrivò subito dopo aver visto il suo amico entrare.

  "Che sta succedendo qui?".

  "Agathe è fuggita, qualcuno è entrato nella prigione e ha violato tutti i sistemi di sicurezza. La stanno cercando dappertutto. Tu piuttosto, cosa ci fai qui? Ti avevo detto di riposare".

  "Voglio parlare con Camaleonte".

  "..." Huang si aspettava una cosa del genere da Nicholas, lo conosceva fin troppo bene, questo perché le loro menti viaggiavano sulla stessa onda di pensiero. Anche Huang aveva pensato agli stessi sospetti che Nicholas covava, ma purtroppo...

  "Il nostro contatto nella SP7 è attualmente in AWOL".

  "Cosa? Vuoi dire che è sparito senza alcuna segnalazione?".

  "Proprio così. Ho avuto i tuoi stessi dubbi Nicholas, anche io ho pensato alla SP7 e al perché Hugo avesse un'arma quella sera. Ma quando ho cercato di contattare Camaleonte, il suo numero è stato cancellato. Ho provato a segnalare la cosa alla base, ma ne erano già al corrente. Non sappiamo dove sia, potrebbe addirittura essere morto".

   "E le telecamere? Dov'è stato visto Hugo l'ultima volta? C'è stata qualche segnalazione?".

   "Nessuna ripresa. L'arma è una SIG Sauer P320, la stessa tipologia di arma usata durante l'esecuzione di Cameron. Non ci sono dubbi che appartenga alla SP7".

   "Ma non abbiamo una pista! Qualcosa in tutta questa storia puzza, a partire dal sosia di Cameron in quell'hotel. Cosa sta cercando di ottenere la SP7 e la 3301?".

   "Penso di sapere di cosa si tratti" Disse Huang serio.

   "Lo sai?" Nicholas era sorpreso.

   "Vieni con me, meglio parlarne dove non ci sono occhi e orecchie indiscrete".

Huang portò il suo amico sul retro della stazione di polizia, vicino alla recinzione che portava verso alcuni campetti da basket.

   "Che cosa sai?" Domandò Nicholas.

   "Quando Agathe è fuggita, non è stato qualcuno all'esterno a disattivare i sistemi di sicurezza. Ma è stato qualcuno da dentro la stazione. Quando sono arrivati gli agenti sul posto, hanno trovato due uomini privi di sensi sul terreno. Sono stati trattenuti, ma nessuno dei due ha detto una singola parola, ma visto il loro armamento sappiamo con certezza che si tratti di un nucleo speciale del governo degli Stati Uniti".

   "Nucleo speciale? Erano venuti lì per Agathe e hanno sabotato la stazione di polizia dall'interno?".

   "Esatto. In questo momento i due uomini sono stati trattenuti, ma i federali poche ore dopo hanno ordinato immediatamente il rilascio. Se le cose sono state modificate dall'interno, significa che qualcuno in questa stazione è direttamente in contatto con loro. Se il loro obiettivo è Agathe, allora molte cose hanno senso".

   "Che vuoi dire?".

   "Indagando da vicino la vita di privata di Agathe Davis, siamo arrivati a scoprire altri due cadaveri nello stesso luogo in cui lei operava. Due ragazzini, stessa età complessiva delle 1024 vittime registrate prima e dopo lo span di tempo in cui è avvenuta anche la morte di Hugo. I proiettili sparati per uccidere i due ragazzini sono compatibili con le impronte balistiche dell'arma usata da Hugo durante il massacro".

   "Ma questo vuol dire che è stato lui!" Nicholas era sconvolto.

   "Esatto, questo conferma che Hugo era in stato delirante già da mezz'ora prima del suo operato nel minimarket. Ma non è questa la cosa più inquietante di tutte. I due cadaveri ritrovati sul posto, durante l'autopsia hanno scoperto che sui loro corpi c'erano numerosi tagli da rasoio".

   "Si stavano autolesionando?".

   "Alcune delle ferite erano fresche e l'autolesionismo compulsivo è uno dei dettagli che più frequentemente è stato rinvenuto nei cadaveri dei ragazzini, anche dei 1024 successivi. È come se ci fosse stata una pandemia mentale, che si è diffusa a vista d'occhio. Infatti anche Hugo ha le stesse lesioni. Quando abbiamo esaminato la casa di Agathe, abbiamo trovato una lametta sporca di sangue nel cestino del bagno. Soltanto Agathe non presenta questi sintomi, né abbiamo trovato presunte lesioni. Sai questo che vuol dire vero?".

   "Che la pandemia mentale di cui parli, non ha infettato lei, di conseguenza è immune a qualsiasi cosa sia successa il 24 Dicembre" Rispose Nicholas.

   "Precisamente. Ricordi cosa ha detto Camaleonte? La SP7 si è lasciata sfuggire un dettaglio chiamato Nastrond. Chiaramente un nome in codice per un programma o qualcosa che identifica la pericolosità di ciò che la 3301 possiede. Se Agathe è immune a questa presunta "nuova arma", sia la 3301, sia il governo degli Stati Uniti vogliono metterci le mani sopra".

   "Vogliono ottenere una sorta di immunità a quest'arma?".

   "Non lo so Nick, ma una cosa è certa. Dobbiamo trovarla, prima che lo facciano gli altri. Ho un brutto presentimento Nick, se quella ragazza finisse nelle mani sbagliate, potrebbe accadere qualcosa di terribile. Non è normale che muoiano 1024 persone tutte assieme, nello stesso orario, nello stesso momento, in posti diversi, con gli stessi sintomi. Abbiamo tra le mani qualcosa di molto pericoloso, qualcosa che se esce fuori o va nelle mani errate, porterà delle conseguenze catastrofiche. Nick, se vuoi scoprire la verità su tuo fratello, allora dobbiamo trovare Agathe Davis".

--

Ore 15:22

 

Non era facile per Agathe tornare in quel posto, nel luogo dove aveva vissuto i suoi giorni in tranquillità, il luogo che si era guadagnata con il tempo, il suo unico rifugio.

Anche la Thinker Bell aveva avuto origine in quel complesso residenziale, tutto nato dopo che Agathe aveva radunato attorno a sé i suoi migliori alleati. Cubby, Sly, Pan e solo recentemente Hugo.

Erano come una famiglia e ora... tutto era crollato.

  "Stai bene?" Mi chiese Skraal.

  "Sì" Rispose Agathe "Muoviamoci".

Ma il suo tono di voce non era rassicurante, il dolore pulsava fresco attraverso le sue indelebili ferite. Tuttavia, non c'era tempo da perdere, dovevano trovare l'accesso a Nastrond e in fretta.

L'unico modo che Agathe aveva per riottenere i dati riguardanti Cicada 3301, era entrare nel database che Cubby aggiornava ogni giorno. Tutto era dentro l'hard drive, che non solo custodiva tutti i segreti della Thinker Bell, ma ospitava il suo incredibile e geniale programma di difesa IDS: il Fairy Dust.

L'obiettivo di Agathe e dei suoi nuovi compagni della Liber Primus, era di estrarre l'hard drive e installarlo altrove, dove era possibile studiare e tracciare tutti i passi, che aveva condotto Agathe e i suoi compagni ai cancelli di Nastrond.

La ragazza condusse Skraal e Barrie sul retro del complesso, che era ancora transennato dai nastri gialli della polizia, che probabilmente avevano messo lì dopo aver ritrovato i cadaveri di Cubby e Pan. Lì c’era un ingresso che portava sotto le fondamenta dell'appartamento. Era un luogo che probabilmente veniva usato dagli operai e muratori durante la costruzione, e infatti al suo interno c'erano ancora dei rimasugli delle strutture metalliche utilizzate per le impalcature. C'era odore di muffa e di umido là sotto, ed era molto buio.

Skraal aveva portato con se una torcia, guidando Agathe in quel luogo che man mano si stringeva in un tunnel claustrofobico.

I cavi di rete erano poco più avanti, tutti installati e cablati da Cubby in passato. Ed era proprio lì che si nascondeva il piccolo terminale con l'hard drive.

  "Eccolo" Disse Agathe facendosi prestare la torcia. Utilizzò un giravite per aprire il pannello e dentro trovò l'hard disk collegato ad un dispositivo.

  "Lasciarlo qui non era una buona idea" Disse Skraal "Se qualcuno lo avesse trovato?".

  "E chi? Finché il sistema non era wireless, ed era protetto costantemente dal Fiary Dust, non c'erano tracce che portavano qui. A volte il nascondiglio migliore è dove è più in bella vista" Rispose Agathe.

Rimosso l'Hard disk uscirono dal sotterraneo e rapidamente se ne andarono da quel perimetro. Era troppo pericoloso per loro restare lì, la polizia poteva essere nei dintorni.

Tornarono dunque all'appartamento, ma collegare l'hard drive lì sarebbe stato pericoloso.

  "Con molta probabilità, nei file del database del Fairy Dust ci sono i dati che portano a Nastrond" Disse Agathe "Altrimenti non si spiega cosa sia successo a Hugo".

  "Esaminarli potrebbe essere pericoloso, ma tu Agathe sei l'unica che può resistere all'influenza di Nastrond".

  "Lo so, datemi del tempo ok? Cercherò di capirci qualcosa".

  "C'è qualcosa in cui possiamo esserti d'aiuto?" Domandò Skraal.

  "No, farò tutto da sola, non posso lasciare che vi succeda qualcosa, non lo permetterò. Penserò io a tutto, voi riposate pure".

Non c'era altro modo, Barrie e Skraal lasciarono il tutto alla giovane hacker.

Si fece poi sera. Agathe non uscì mai dalla stanza in cui lavorava e Skraal iniziò a preparare la cena, mentre Barrie lucidava ogni componente della sua balestra.

Infine arrivò la notte del 27 Dicembre. Barrie e Skraal si appisolarono nei loro sacchi a pelo, mentre Agathe continuò a lavorare sui file di Cicada.

Ma proprio mentre stava ancora elaborando tutti i passaggi, che avvenne qualcosa che non avrebbe mai potuto prevenire.

Il cellulare di Agathe era ancora collegato al Fairy Dust, ed era anche il modo in cui comunicava con i suoi compagni. E fu proprio questo a metterla subito in allerta, perché qualcuno la stava chiamando tramite il Fairy Dust e c'era solo una persona che poteva farlo.

  "Non può essere..." Disse Agathe sconvolta.

Quando rispose al telefono però, non sentì la voce di chi si aspettava, ma era la voce mansueta di un uomo.

  "Ciao Agathe, speravo di poterti contattare in questo modo".

  "Chi sei? Come fai ad avere l'accesso al Fairy Dust?" Chiese allarmata.

  "Puoi chiamarmi Nox. Proprio come te, io sono un uomo che vive nell'ombra, siamo molto simile io e te, evidentemente è una caratteristica della nostra famiglia".

  "Nostra famiglia?" Agathe ripeté la frase con evidente perplessità"Si può sapere chi diavolo sei?".

  "Non ti preoccupare, presto capirai ogni cosa. Ora come ora, ti basti sapere che il motivo per cui sono riuscito a mettermi in contatto con te è perché sono in possesso dei mezzi per accedere. È stato lo smartphone del tuo compagno a permettermelo".

   "Vuoi dire... Sly?".

   "Esatto. Lui è con me al momento ed è salvo, al sicuro. Ci stiamo prendendo cura delle sue condizioni, sperando che presto lui possa stare meglio".

   "Cosa gli è successo? Cosa hai fatto a Sly?" Domandò Agathe minacciosa.

   "Noi non gli abbiamo fatto nulla. Purtroppo l'influenza di Nastrond ha gravemente danneggiato la sua mente. Non parla, non mangia, ha lo sguardo fisso nel vuoto. Ma abbi fiducia nelle nostre capacità, noi guariremo Sly, ma per farlo... abbiamo bisogno di te Agathe. Vuoi sapere la verità sulla tua famiglia no? Vuoi abbracciare di nuovo il tuo amico, lo capisco. Ma per farlo, dovrai venire qui, nel luogo in cui mi trovo".

   "E il posto sarebbe…?".

   "Non preoccuparti, segui le mie indicazioni e andrà tutto bene. Ora come ora però devi toglierti di lì al più presto. La Liber Primus non è quella che credi, non sono persone di fiducia e ne ho la prova. Quando vedrai con i tuoi occhi la verità, tutto cambierà e capirai molte più cose. Tutto sta nel fidarti di me, poiché io ti ho vista nascere e conosco molte più cose di quel che credi. Ora non perdere tempo, stacca quel hard drive e vattene di lì, prima che sia troppo tardi...".

Agathe era confusa, ma le parole di quell'uomo sembravano stranamente profonde e degne di fiducia. Chi era Nox? Cosa voleva da lei? Cosa intendeva dire con... "famiglia"?

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 - Trattativa ***


Ore 18:59

 

Dalla finestra in cui Agathe alloggiava si poteva notare il caos urbano di Seattle, coperto dalle incessanti nevicate che non sembrava non voler dar tregua alla metropoli. Quello era stato indubbiamente un inverno turbolento, sotto tanti aspetti.

Agathe era piena di dubbi, come non lo era mai stata in vita sua. Era sempre stata una ragazza forte, con forte convinzioni, sempre ad un passo avanti rispetto al resto.

Ma non questa volta. Non riusciva a capire quale schema seguire, non vedeva un pattern preciso.

Doveva fidarsi di Nox? Oppure della Liber Primus, o magari nessuno dei due. Però Sly era sotto la custodia di Nox e quelle parole... "Solo tu puoi aiutarlo".

  "Solo io..." Disse Agathe guardando malinconica il panorama dalla finestra.

Nastrond aveva strappato dalla sua vita ogni cosa, la sua felicità, la sua stabilità, la sua famiglia, ogni cosa...

Agathe ripenso alle parole di Dust. Per impedire che Nastrond sia un pericolo era necessario ottenere il suo codice per isolarlo, lontano da chi lo rilasciava nel pubblico come il Sindacato.

Ma era davvero questo il loro obiettivo? Ottenere Nastrond significava ottenere il controllo totale della struttura sociale mondiale. Nelle mani della Liber Primus, Nastrond poteva essere la scintilla che avrebbe causato una distopia.

La stessa cosa si poteva dire nei riguardi del Sindacato. Gli esperimenti condotti con Cicada 3301 e il Livitrove: la medicina per bloccare l'influenza mentale di Nastrond, tutto questo suggeriva che anche loro erano alla ricerca di un modo per dominare il mondo.

Doveva però prendere una decisione. Nessuno era nel giusto, nè tanto meno il Sindacato che aveva causato la morte dei suoi amici. Ma non riusciva a fidarsi della Liber Primus. I loro ideali erano troppo strani, troppo morbosi. Quello che cercavano non era giustizia, era controllo...

  "Già, un Hacker vuole sempre tenere tutto sotto controllo" Si disse Agathe. "E anche io... voglio avere tutto sotto controllo".

Doveva verificare con i suoi occhi, doveva far in modo di riottenere il controllo della situazione. Sly era davvero sotto protezione? Che tipo di protezione?

La precedenza assoluta era la Thinker Bell e Sly era uno dei membri più importanti.

  "Devo trovarlo, devo sapere come sta...".

Quindi aspettò che la situazione fosse tranquilla. Era notte fonda, c'era un silenzio tombale e si sentiva solamente il fuoco scoppiettare nel camino.

Agathe osservò Skraal e Barrie che dormivano nel sacco a pelo. Quello era il segnale che stava aspettando: finalmente poteva andarsene di lì.

Tornò in camera, staccò l'hard disk con il Fairy Dust, poi aprì la finestra e saltò giù sulla scala anti-incendio.

Il freddo era pungente, e nuvolette bianche uscivano dalla bocca di Agathe.

Una volta scese le scale si ritrovò sul vicolo laterale dell'edificio. Scavalcò la recinzione per tornare verso la strada, ma appena si voltò il suo corpo fu immediatamente percosso da una fortissima scossa elettrica.

  "...!!" Agathe crollò per terra convulsa, con gli occhi sbarrati. Qualcuno le aveva sparato un dardo di taser sulla schiena.

  "Perdonami Wendy" Disse Barrie che era in piedi dietro di lei con il taser in mano "Non puoi andartene così".

I sensi di Agathe si ovattarono. Riusciva a sentire il battito del suo cuore in modo chiaro, come un'incessante e lontano eco. Le sue orecchie fischiavano e il suo intero corpo sembrava essere diventato un formicaio. Poi... lentamente, perse i sensi.

--

Quando la ragazza si risvegliò era già l'alba.

Il suo corpo era tutto indolenzito e ogni muscolo implorava pietà. Quando però cercò di muovere le mani, scoprì di essere legava con un nastro di spessa plastica.

  "Scusami Wendy, ho dovuto farlo. Spero non sia troppo stretto".

  "Barrie...".

Al suo fianco c'era Skraal che aveva un sorriso di compassione.

  "Sei stata furba" Disse lui "Ma non abbastanza. Sapevamo che avresti tentato la fuga"

  "E come lo avete scoperto?".

  "Prima stavi parlando con qualcuno vero?" Chiese Barrie "Te lo si leggeva in faccia che non avevi più intenzione di restare qui. Saremmo entrambi dunque molto curiosi di sapere qual'era l'argomento di quella telefonata. Chi era al telefono Wendy?".

  "..." La ragazza rimase in silenzio. "Cosa volete farmi ora? Torturarmi?".

  "Ma no sciocchina" Rise Skraal "Non siamo quel genere di persone. Noi siamo tuoi alleati...".

  "Skraal ha perfettamente ragione Wendy. Se avessimo voluto farti del male, saresti già morta".

  "Invece vi servo viva vero? Per ottenere il dominio del mondo. Non datemela a bere con le vostre stupide parole, voi volete solo il controllo di Nastrond e basta".

  "Fino ad oggi, la Liber Primus non ha mai voluto ottenere Nastrond” Disse Barrie “Il Livitrove è frutto di un esperimento con gli esseri umani, qualcosa che viola le leggi universali dell'umanità. Noi non avremmo mai e poi mai usato una droga, che per giunta neanche funziona. Quel che la Liber Primus vuole è trovare chi cerca Nastrond e isolarlo da esso. Cicada 3301 non era altro che l'ennesimo esperimento per ottenere dati per il Livitrove. Poi sei uscita fuori tu... immune dall'influenza di Nastrond. Il Sindacato ora vuole te e noi, dobbiamo semplicemente tenerti alla larga da loro e trovare un modo di sfruttare il tuo potenziale per proteggere il codice sorgente".

   "..." Agathe non disse nulla.

   "La Liber Primus non abbraccia ideale di controllo" Continuò Skraal "Quel che noi cerchiamo è l'esatto opposto, noi cerchiamo la salvaguardia dei diritti, di libertà di parola, di libertà di informazione, questo Dust te lo avrà senz'altro detto dico bene? Allora perchè ti ostini a non collaborare? Noi non siamo tuoi nemici, quello che ti ha chiamato lo è".

  "Ma lui ha Sly!" Esclamò Agathe disperata "Il mio amico, la mia unica famiglia! È in sua custodia adesso!".

  "Chi? Dove è tenuto in custodia?".

  "Non lo so... so solo il nome della persona che mi ha contattato: Nox".

Skraal e Barrie si guardarono per un attimo.

  "Nox eh?" Disse lui serio.

  "Merda... dobbiamo sloggiare da qui".

  "Che succede?".

Barrie slegò immediatamente Agathe.

  "L'uomo che ti ha chiamato, è il Leader del Sindacato. È la persona che ha creato Cicada 3301".

  "...!!" Agathe non riusciva a credere a ciò che stava sentendo. "Cosa succederà a Sly? Cosa gli faranno?".

  "Ascolta, parleremo di questo quando saremo di nuovo al sicuro. Se Nox ti ha contattata, significa che ora sanno dove ci troviamo".

  "Barrie..." Skraal si era affacciato appena dalla finestra, a giudicare dal suo tono di voce c’erano brutte notizie "Abbiamo un problema".

La ragazza mulatta osservò il cortile. C'erano dei furgoni blindati sparsi per la zona. Avevano completamente accerchiato il palazzo.

  "Sono qui per Wendy. Non credo siano della StratCom, quelli sono i mastini del Sindacato".

  "Che facciamo adesso?" Chiese Agathe preoccupata.

Poi il cellulare di Agathe squillò. Era di nuovo una comunicazione criptata tramite il Fairy Dust.

  "E lui..." Disse la ragazza.

Barrie e Skraal guardarono lo smartphone. C'era solo un motivo per cui stava chiamando: per fare una trattativa, e questo significava solo una cosa. Erano in trappola, senza via d'uscita.

--

  "Tu devi essere Barrie, dico bene?" La voce di Nox era profonda, calma, mentre parlava con la giovane donna. "Immagino tu abbia già capito la situazione. Nessuno deve farsi male ok? Non c'è alcun motivo per cui bisogna ricorrere alla violenza. Vogliamo solo la ragazza, tutto qui. Scappare o cercare una via di fuga è inutile. Abbiamo bloccato ogni entrata e uscita dal complesso residenziale, anche i condotti fognari sono isolati. Consegnateci la ragazza e uscirete di qui illesi".

  "Questo non succederà" Disse Barrie decisa "Non lasceremo che Agathe finisca nelle vostre mani. La proteggeremo, anche a costo delle nostre vite".

  "Il vostro sacrificio è inutile, proprio come lo è il vostro giudizio. Il vostro capo non ha capito le reali intenzioni del Sindacato".

  "Sappiamo molto bene quali sono le vostre reali intenzioni" Sogghignò Barrie "Avete sulla coscienza centinaia e centinaia di giovani vite, sacrificate per la vostra fallimentare droga. Voi non otterrete mai il controllo di Nastrond, lo impediremo ad ogni costo".

  "Avete 15 minuti" Disse poi Nox "Tra quindici minuti faremo irruzione e porteremo via la ragazza con le buone o con le cattive. A voi la scelta...".

Nox riagganciò e Barrie restò immobile davanti alla finestra per diversi secondi.

  "Che facciamo?" Chiese Skraal. "Non possiamo scappare!".

  "Lo so... c'è solo una cosa da fare allora".

Barrie sembrò spegnere se stessa, quel che stava per fare era la cosa più giusta in quel momento. Tirò fuori la pistola e la puntò verso Agathe.

  "A-aspetta! Barrie!" Skraal era sconvolto.

Agathe spaventata indietreggiò con le spalle verso il muro. Era la prima volta che qualcuno le puntava addosso un’arma. Era spaventata, il suo cuore le batteva furioso in petto.

  "Togliti Skraal. Dobbiamo ucciderla, solo così possiamo impedire che il Sindacato metta le mani su di lei".

  "So a cosa stai pensando! Ma stai facendo uno sbaglio! Dust non vorrebbe che Agathe morisse!".

  "Allora chiamalo!" Urlò lei spazientita "Quali sono i suoi ordini?".

Skraal non ebbe scelta. Guardò Agathe con occhi spaventati quanto i suoi, poi contattò Dust.

  "Sono io... ci hanno trovati. Vogliono Agathe, ci hanno dati un ultimatum di 15 minuti. Barrie vuole procedere con la terminazione della ragazza".

  "..."

Ci furono momenti di intenso silenzio, di ansia pura. Barrie non distolse un secondo lo sguardo da lei, tenendo l'arma puntata.

  "Ho capito" Skraal riattaccò dopo aver ricevuto l'ordine. Il suo sguardo era piuttosto scosso.

  "Allora? Cosa dobbiamo fare?".

Skraal strinse i pugni.

  “Ha dato il vie libera..." Disse con voce vuota.

  “Cosa?! NO!” Gridò Agathe.

Il respiro di Agathe però si mozzò. Barrie aveva caricato il proiettile in canna.

  "Mi dispiace Wendy, è colpa tua...".

Stava per sparare, quando improvvisamente Skraal si interpose nella traiettoria.

  "Aspetta...".

  "Skraal, togliti di mezzo! Dobbiamo farlo!".

  "Lo so, ma deve pur esserci un'altra soluzione!".

  "Non c'è una soluzione!" Gridò Barrie.

  "E se usassimo il Fairy Dust?" Propose Skraal "Se decidessimo di fidarci di Wendy?".

  "Che vuoi dire?".

  "Lasciamo che la catturino, ma terremo il suo cellulare. Wendy dall'interno ci segnalerà la sua posizione usando il Fairy Dust. Con molta probabilità il Sindacato ha usato lo smartphone di Sly per ottenere una copia del software base. In questo modo possiamo provare a salvarla e sferrare un'offensiva!".

  "Dust ha dato un ordine Skraal".

  "Ci penso io a Dust. Mi assumo io la responsabilità. Barrie... fidati di me".

Poi l'uomo si voltò verso Agathe poggiandole le mani sulle spalle.

  "Lascio tutto nelle tue mani ok? Ma una volta all'interno, una volta che avrai localizzato Sly, lancia un SOS. Puoi farlo vero Wendy?".

  "Sì... posso farcela".

  "Ok" Sorrise lui "Allora va...".

Agathe guardò Barrie e Skraal per un ultima volta. La ragazza mulatta aveva abbassato la pistola. Era il via libera... la lasciavano andare.

La giovane hacker scese le scale senza guardarsi indietro e una volta all'esterno, due uomini la presero sotto la loro sicurezza, scortandola in uno dei furgoni.

  "Spero per te che funzioni..." Disse Barrie "Se dovessi sbagliarti, se dovesse tradirci, il mondo è bello che finito...".

  "Lo so. Ma sono sempre stato bravo con gli azzardi Barrie. Fidati del mio intuito".

    

 


 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 - Infiltrato ***


Ore 20:11

Dipartimento di Polizia di Seattle

Ufficio di Nicholas.

 

Dopo aver esaminato tutte le prove recuperate dalla strage al congresso, Nicholas non riuscì a trovare un collegamento o un indizio che potesse suggerirgli qualcosa.

Agathe Davis era sopravvissuta all'influenza della misteriosa arma, che aveva ucciso suo fratello e migliaia di altri giovani.

L'indagine stava prendendo una brutta piega e Nicholas non sapeva che pesci pigliare. Era tutto fumoso, tutto così confuso e sbagliato, senza contare che la morte di Hugo pesava su di lui come un macigno.

  "Così eri qui...".

Suo padre entrò nell'ufficio senza bussare, dopotutto Nicholas lasciava sempre la porta aperta.

  "Nicholas, va a casa. Non sei nelle condizioni di lavorare".

  "Mio fratello è stato ucciso" Disse puntando il dito sulle prove "Devo trovare i bastardi che si trovano dietro tutto questo".

  "Non è un consiglio, è un ordine" Sottolineò Miles "Sei coinvolto emotivamente e questo metterà solo a rischio l'indagine".

  "Vuoi tagliarmi fuori?".

  "Da questo caso? Sì. È meglio che tu riordini le idee e affronti il lutto in solitudine".

  "..." Nicholas non disse nulla, non aveva niente da dire.

  "E ad ogni modo la faccenda si è complicata" Miles si avvicinò di più alla scrivania. "La fuga di Agathe dal carcere ha gettato nel caos l'intera stazione di polizia. Era l'unico indizio che avevamo e ci è sfuggita. I federali vogliono sciogliere questa task force".

  "Stai scherzando spero! l'indagine non è finita!".

  "No, non lo è. Ma non saremo più noi a gestirla. Da quando quella ragazzina ha messo piede in questo luogo, sono arrivati degli ordini tempestivi. Agathe Davis è nelle attenzioni di enti ben superiori. Gli uomini che erano venuti a prelevarla, non erano semplici uomini".

  "Quindi c'è davvero qualcosa di grosso dietro. Qualunque cosa abbia ucciso Hugo, non ha ucciso Agathe".

  "Qualunque cosa sia, non è più affar nostro Nicholas. Cicada 3301 è diventata una minaccia alla sicurezza nazionale. Gli ordini non vengono dai federali, ma dal Presidente".

  "Come diavolo fai ad essere così calmo?" Domandò Nicholas "Davvero non ti interessa sapere cosa è successo a Hugo? Davvero non ti importa cosa è successo a tuo figlio?".

  "Hugo, sei un detective. Dovresti sapere molto bene cosa significa lavorare in questo mondo. Qui ci sono delle regole da rispettare e se non vuoi vedere il tuo distintivo sparire, ti conviene seguire quelle regole. Qui non sono io che tiro le fila, lo capisci? Certo che voglio sapere che è successo a Hugo, ma ciò che lo ha ucciso è qualcosa che va oltre la giurisdizione di un poliziotto".

  "..." Nicholas strinse i pugni.

  "Va a casa, pensa a te stesso. Non te lo ripeterò di nuovo...".

Miles si congedò, lasciando il ragazzo in preda alla rabbia e alla frustrazione. Davvero non c'era modo per lui di essere utile? No... un modo c'era.

  "Huang?" Lo chiamò appena possibile.

  "Ho saputo già..." Lo anticipò l'amico "Ti hanno rimosso dai giochi vero? La cosa non mi sorprende, la polizia ha le mani legate".

  "Tu cosa stai facendo?".

  "...forse dovresti vederlo con i tuoi occhi. Raggiungimi, ti mando le coordinate".

--

Nicholas arrivò sul posto mezz'ora dopo. Le coordinate lo condussero al porto, dove trovò una decina di macchine della polizia parcheggiate.

  "Che diavolo è successo?".

Nicholas mostrò il distintivo all'agente di guardia e passò.

L'intero luogo era stato transennato. Quella scena gli ricordò quella sera, quando Hugo era stato ucciso. E infatti... a pochi isolati di lì, trovò la scientifica che scattava foto ai cadaveri di ben sei uomini.

Cinque di loro erano operai, il sesto era l'informatore della Interpol all'interno della SP7. Huang era lì, chino che esaminava il suo corpo del suo collega con sguardo cupo.

Non servivano parole, la scena parlava da sola. I cinque uomini erano stati freddati a colpi di pistola, la stessa arma con la quale Camaleonte si era poi sparato.

  "Ancora..." Disse Nicholas. Era successo di nuovo, proprio come Hugo.

  "Nick... guarda qui" Huang tirò su la manica della sua giacca e trovò dei tagli di autolesione.

  "Combacia con i sintomi delle altre vittime".

  "Si chiamava John Curler. Era un brav'uomo, un ottimo agente. È stato ucciso allo stesso modo, dalla stessa misteriosa arma".

  "Che avete trovato?" Domandò Nicholas.

  "Gli indizi sono stati tutti mandati alla scientifica, ma..." Fece un cenno con la testa "Li hai visti quelli?".

Uomini in nero, dall'aspetto minaccioso, stavano coordinando l'intera cosa.

   "Presto ci tireranno fuori anche da questa indagine. Stanno mettendo tutto sotto silenzio. L'Interpol mi ha rimosso dall'incarico".

   "Non può essere, vuoi dire che...".

   "Ho l'ordine immediato di tornare al quartier generale. Praticamente, non ho più nulla a che fare con Cicada 3301".

   "Hanno tagliato fuori anche te".

   "Già, stanno tagliando via tutti i pesci piccoli dallo schema. E hanno la mano leggera. E molto meglio per te e per me, che non facciamo domande scomode".

   "Non intendo starmene con le mani in mano! Io devo trovare i responsabili della morte di mio fratello!" Esclamò a bassa voce Nicholas.

   "Sapevo che l'avresti detto" Sorrise Huang malinconico "Vieni con me".

Huang aveva in mente qualcosa, quello sguardo lo conosceva.

Usciti dal perimetro della scena del crimine, i due entrarono nella macchina e Huang tirò fuori il suo tablet.

  "Quel che sto facendo mi potrebbe far costare la carriera, ma John era mio amico, senza contare anche la storia di Hugo. Non me ne frega nulla delle regole, io voglio vederci chiaro".

  "Io sono con te. Ma cosa vuoi fare?".

  "Ho preso qualcosa dalla scena del crimine" Huang mostrò una piccola scheda. "Nessuno si accorgerà che l'ho preso. Daranno per scontato che sia stata la SP7 a prendere i rapporti".

  "I rapporti di John".

  "Esatto, lui era all'interno della SP7 come infiltrato. La sua missione era ottenere tutte le informazioni necessarie sulla loro operazione e segnalare il tutto al quartier generale. Ma visto che l'intero caso è sotto le mani del governo degli Stati Uniti, adesso la cosa si è fatta più delicata. Perché John ha smesso di comunicare con me e la base? Cosa lo ha spinto ad andare AWOL?".

C'era solo un modo per scoprirlo, dovevano vedere il contenuto di quel file.

Huang inserì dunque la scheda nel tablet e un singolo video si riprodusse. Il viso che apparve era chiaramente quello di John.

--

John Curler era in piedi, pallido, con le spalle poggiate contro un muro. Forse si trovava nel suo alloggio mentre stava registrando.

Respirava a fatica, per lui era difficile parlare o formulare una frase, ma costrinse se stesso a resistere quel poco che bastava per riferire il messaggio.

  "Sarò breve" Disse trattenendo gli spasmi di dolore "La cosa è molto grave, quindi stammi a sentire Huang, perché so che sarai tu a recuperare questo file prima di tutti. Siamo tutti quanti sotto il loro controllo. Sento di star perdendo me stesso e ormai manca poco. Huang, ci sono 3400 uomini nella SP7. Tutti sono stati controllati da Nastrond. L'ordine arriva da Nastrond stesso. Non è Cicada 3301 a gestire la cosa" Soffocò il dolore in un'espressione di agonia "Cicada è solo il metodo, lo strumento che serve a Nastrond per raggiungere la superficie. Dovete impedirlo, dovete fermarli. Stanno pianificando una strage, vogliono uccidere centinaia di migliaia di innocenti. C'è un concerto di Natale in centro città, agiranno lì" Lo sguardo di John si stava svuotando, ma lui lottò per continuare a parlare. "La ragazzina... Agathe Davis, si trova nelle loro mani. Lei è l'unica che può fermare Nastrond. Sono riuscito a tracciare la sua posizione, una cerchia ristretta della SP7 si è occupata della sua cattura. La stanno portando nella loro base. Ho messo un trasmettitore per ciascuno dei furgoni che useranno per trasportarla nella loro base. I dati, li trovate in questa scheda. Huang, ti prego... ferma tutto questo".

Le parole di John inquietarono i due agenti, la situazione era critica.

  "Huang, dobbiamo...".

  "Lo so. Andiamo, non c'è tempo da perdere".

Ma purtroppo le sorprese non erano finite. Quattro suv dai finestrini oscurati accerchiarono la macchina dei due detective. Dalle automobili uscirono diversi agenti del governo degli Stati Uniti e puntarono le loro Desert Eagle contro la macchina di Huang.

  "Uscite dalla macchina, lentamente!" Intimò uno di loro.

Huang e Nicholas uscirono e alzarono le mani e non credettero ai loro occhi. A guidare quella squadra era una donna...

  "Spiacente ragazzi, ma il gioco dei detective è finito" Disse Amber aprendo il palmo della mano "Datemi quella scheda".

  "In qualunque cosa tu sia immischiata, la faccenda è molto grave" Disse Huang "Dobbiamo fare qualcosa o moriranno migliaia di persone!".

  "Agente Huang mi dia immediatamente la scheda, non glielo ripeterò una seconda volta".

  "Amber... ma che significa?".

  "Tuo padre ti spiegherà tutto" Sorrise lei "Portateli via".

I due detective furono disarmati e arrestati. Amber tirò fuori la scheda e distrusse il cellulare dell'agente dell'interpol, poi contattò il suo capo.

  "È fatta, sappiamo dov'è Agathe Davis" Disse lei.

  "Molto bene" Rispose Miles "Prendetela e uccidete tutti quelli che trovate davanti a voi. Non lasciate tracce, prendete viva solo Agathe, mi sono spiegato?".

  "Sìsignore...".

Davanti al panorama urbano di Seattle, ignara del fatto che ci fossero 3400 uomini fuori controllo, Amber ordinò l'immediata cattura di Agathe Davis.

La miccia era pronta per esplodere, presto... tutto sarebbe finito.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 - Erosione ***


27 Dicembre

Ore: 0:22

Luogo Sconosciuto.

--

  "Ngh..." Agathe riaprì gli occhi. Tutto il suo corpo era rilassato e riposato, seppur completamente indolenzita da un persistente torpore.

La stanza in cui si trovava era sterile, dalle mura bianchissime, che odorava di disinfettante.

Agathe era distesa, che fissava il neon sulla soffitta, mentre una giovane ragazza: una dottoressa, stava esaminando i suoi parametri vitali tramite un tablet.

  "Oh! Sei sveglia".

Aveva la voce squillante, allegra e il suo viso era dolce e sorridente. Portava i capelli legati a chignon e indossava un paio di occhiali da vista.

  "Dove...?".

  *Sigh* sospirò la dottoressa "Hanno di nuovo esagerato con il narcotizzante. Ti chiedo scusa, questo luogo si trova in un posto segreto e quindi agli sconosciuti viene somministrato un sonnifero. Andrebbe cambiata la formula però, credo che ci puoi atterrare un elefante con una singola siringa".

Agathe si guardò attorno e poi fissò la dottoressa.

  "Sei al sicuro adesso" Sorrise la ragazza "Rimani qui ok? Vado a chiamare il superiore".

La porta della stanza si spalancò in automatico e la ragazza buffamente o forse goffamente, iniziò a correre verso destra in tutta fretta.

Agathe si mise seduta, ma il solo gesto le fece girare la testa. Era ancora in convalescenza ed era difficile per lei muovere gli arti, che sembravano dei pezzi di cemento

Pochi minuti dopo, la ragazza tornò accompagnata da un uomo di sessant'anni. Alto, capelli bianchissimi, barba curata, sguardo calmo e pacato. Aveva l'aspetto di uno scienziato, o forse di un famoso dottore.

  "Ben svegliata Agathe, ti chiedo scusa per averti portata qui in questo modo. Ci vorrà un po', ma stai smaltendo il sonnifero rapidamente".

  "Chi sei? Dove mi trovo?" Chiese debolmente la ragazza.

L'uomo si girò verso la collega e le fece un sorriso. "Puoi lasciarci da soli?".

  "O-oh! Certo! T-torno a lavoro!" Fece un rapido inchino e uscì senza battere ciglio.

Il dottore si mise seduto e guardò Agathe con sguardo sereno.

  "In questo momento ti trovi in un laboratorio segreto, a diverse decine di chilometri sotto terra, proprio sotto le fondamenta di Seattle. Per quanto riguarda il mio nome, io sono Alistair Kuzek, ma puoi chiamarmi semplicemente Nox".

   "Nox... eri tu al telefono".

   "Esatto".

   "Quindi sei tu..." Agathe mutò lo sguardo in uno colmo di astio e rancore "Hai ucciso tu i miei compagni. Sei tu il leader del Sindacato non è così? Sei tu la mente dietro Cicada 3301".

   "..." L'uomo si rattristò. "Il tuo odio nei miei confronti è più che lecito, ma ci sono cose che ancora non conosci Agathe, verità che né te, né tanto meno la Liber Primus è a conoscenza".

   "Quali verità?".

   "Ce la fai a camminare?" Sorrise Nox "In questi casi le parole non bastano, devi vedere con i tuoi occhi".

La ragazza decise dunque di seguirlo. Le sue gambe erano ancora intorpidite, ma riuscì comunque a muoversi.

Lungo i corridoi di quel laboratorio, vide spesso il logo di una spiga di grano.

  "Chi siete davvero?" Chiese Agathe.

  "Noi siamo una divisione segreta della Cameron Pharmaceutical. Quella che tu conosci come "il Sindacato" è in realtà la Divisione Livitrove, o brevemente Livitrove".

  "Livitrove eh? Come la droga che avete sviluppato...".

  "Esattamente. La Cameron Pharma come la conosci è solo una facciata, la vera forma la hai davanti a te, in questo enorme centro di ricerca".

Nox arrivò poi davanti ad una grande porta elettronica, che si spalancò solo dopo aver letto i suoi dati biometrici.

  "Da questa parte".

Oltre quel portale c'era un'enorme sala di controllo. Centinaia e centinaia di postazioni, con informatici e tecnici sempre a lavoro. Si sentiva il costante suono elettronico di avanzatissimi sistemi e terminali di avanguardia, accompagnati dal vociare e dal battere sulla tastiera. In alto vi erano grossi schermi con elaborati e complessi diagrammi, che mostravano lo status di qualcosa che Agathe aveva già visto.

  "Nastrond..." Disse Agathe sorpresa.

  "Esatto, la fonte del male. L'inferno sulla terra" Aggiunse Nox cupo.

  "Cosa state facendo qui? Che cosa avete intenzione di fare?" Domandò tesa la ragazza.

  "Contenerlo" Rispose "È uno sforzo a dir poco inutile con i normali mezzi convenzionali, ma facciamo il possibile per limitare i danni".

  "Contenere Nastrond?".

  "Prima hai detto le seguenti parole: hai affermato che siamo noi i creatori di Cicada 3301, che siamo noi che abbiamo ucciso Hugo Jacobson, assieme ai tuoi amici. Ma questa non è la vera verità Agathe, non siamo stati noi ad uccidere i tuoi amici, né tanto meno a compiere le atrocità che hai visto".

  "E allora chi è stato?".

Nox indicò lo schermo.

  "Nastrond" Rispose. "È stato lui".

  "Impossibile. Nastrond è solo un sistema di difesa! È una barriera, qualcosa che impedire agli esterni di avere il controllo totale del codice sorgente di Internet".

  "Ciò che dici è vero, ma ignori un dettaglio cruciale" Disse Nox mettendosi le mani nelle tasche del camice "Conosci il Millennium Bug?".

  "Sì che lo conosco".

  "In quel periodo io lavoravo alla DARPA. E quel che ho visto non lo dimenticherò mai. L'America... no, il mondo intero quel giorno fece il patto con il diavolo, pur sapendo che un giorno sarebbe tornato indietro a reclamare le sue anime. Il mondo si stava amalgamando all'era digitale, era un periodo di grande tensione e preoccupazione, ma anche di grandi progetti per il futuro. La soluzione al quel futuro fu un programma, che aggiornò i sistemi digitali di tutto il mondo, risolvendo i limiti a due cifre decimali. Ma quella soluzione aveva un problema. Esiste una barriera, qualcosa di inaccessibile in modo diretto, tramite terminale. L'unico modo per arginare la barriera era accedervi in modo fisico, dal mainframe principale. Ma con questo programma, creò una scorciatoia, una backdoor. Forse si trattò di un errore nella programmazione del sistema, ma ad ogni modo quel programma era l'unico modo che avevamo per risolvere il problema. Ben presto gli aggiornamenti furono installati in tutti i computer del mondo, e senza che nessuno se ne accorgesse avvenne l’irreparabile. Ora tutto il mondo, aveva il modo per raggiungere l'inferno dalle loro comode case".

   "Vuoi dire, l'accesso diretto a Nastrond?".

   "Esatto. All'inizio non eravamo preoccupati, anche se era possibile raggiungere Nastrond, nessuno avrebbe potuto stabilire un collegamento diretto in modo stabile e preciso, poiché non esiste modo per elaborare così tante informazioni con un singolo computer. Ma non avevamo previsto che potesse succedere il contrario".

   "Il contrario?".

   "Cicada 3301 è solo uno dei tanti esempi. È stata Nastrond stessa a costruire quell'enigma, è stata Nastrond a cercare un modo per raggiungere la superficie usando la backdoor. Non siamo stati noi a provocare tutto questo, al contrario noi siamo ciò che cerca di contenere i danni".

   "Ma allora questo significa che Nastrond sta cercando di invadere lo spazio superiore del Web?" Domandò sconvolta Agathe.

   "Lo sta già facendo" Spiegò Nox indicando gli schermi "Molti dei Social Network esistenti, hanno già l'impronta di Nastrond. Non è ancora del tutto erosa sulla superficie, ma è solo questione di tempo. In questo momento, l'influenza di Nastrond sta raggiungendo valori estremamente instabili. Puoi vedere Nastrond come un vulcano che sta per esplodere, e quando succederà... chiunque avrà accesso a Internet verrà contagiato dalla sua influenza".

Agathe sentì il fiato mozzarsi. Ricordò i cadaveri di Hugo e i suoi amici morti.

  "Se Nastrond raggiungerà la superficie succederà una catastrofe" Disse Nox serio. "Ed è per questo che noi della divisione Livitrove abbiamo cercato una soluzione".

  "La droga vero?".

Nox annuì.

  "Tracciando il percorso che Nastrond usava per attirare le sue vittime, utilizzavamo Cicada 3301 per cercare un modo per sviluppare una droga. Ecco perché ad occuparsi di tutto questo è la Cameron Pharma, dopotutto siamo l'azienda farmaceutica più influente al mondo. Ma non importa quanti dati raccoglievamo dalle vittime, la Livitrove è sempre stata instabile e non del tutto funzionale. Capisci perché stiamo facendo tutto questo? Agli occhi di chi non sa, noi siamo dei mostri che sviluppano droghe usando esseri umani come cavie, ma in realtà cerchiamo solamente un modo per creare una medicina, un modo per evitare che Nastrond raggiunga la mente di tutti. Agathe... l'erosione di Nastrond non può essere fermata. L'unico modo che abbiamo per distruggere questa minaccia e porre fine all’'era digitale, ed è impossibile. Quindi ci resta solo un'opzione, morire... o trovare una cura, e miracolosamente la cura ora esiste".

   "Stai parlando di me vero?" Agathe si portò la mano sul petto "Io sono immune a Nastrond".

   "Ignoriamo il motivo per cui sei resistente all’influenza di Nastrond, ma lo sei. Sei l'unica nostra fonte di salvezza. Sei un autentico miracolo, e non c'è più tempo. La completa erosione di Nastrond avverrà nella vigilia di capodanno, allo scattar della mezzanotte. Abbiamo tutto pronto, vogliamo solamente studiare il tuo cervello e i processi chimici sotto l'influenza di Nastrond".

   "Svilupperete la Livitrove in questo modo? Usando i miei dati cerebrali?".

Nox annuì.

   "L'operazione potrebbe essere pericolosa, ma qui abbiamo i migliori chirurghi e medici del mondo. Sei in mani sicure...".

Agathe finalmente scoprì la verità. Non era colpa del Sindacato, non erano stati loro a causare morte e distruzione. Era Nastrond... era tutta opera sua, e ora stava per erodere la superficie.

La giovane hacker era davanti ad una scelta difficile, ma era una strada a senso unico. Non aveva scelta, non poteva lasciare le cose così come stavano. Ma quella responsabilità la spaventò...

   "Vuoi pensarci su?" Nox poggiò una mano sulla sua spalla. "Non c'è problema se non vuoi darmi una risposta subito. Ci sono ancora tante cose che non sai".

Agathe non seppe dare una risposta. Ma il tempo stringeva...

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 - Inganno ***


27 Dicembre

Ore: 2:11

--

I due agenti furono arrestati e condotti ad un campus provvisorio, non molto distante dalla scena del delitto. Il motivo per cui era stato allestito quel campus era per un'operazione su larga scala, per trovare e mettere al sicuro Agathe Davis.

La ragazza era troppo pericolosa per restare in libertà, ed era finita nelle mani sbagliate.

La StatCom aveva il compito di preservare tutti gli armamenti e le minacce alla sicurezza nazionale, e Nastrond ormai era fuori controllo.

Ma erano passate due ore dal loro arresto, ma l’operazione non era ancora iniziata, qualcosa non andava...

L'agente Amber, entrò dunque nella tenda dove erano tenuti al sicuro i due agenti, o meglio ex-agenti.

  "Spero di non aver stretto troppo le manette Nick" Fece un mezzo sorriso lei.

  "Amber, cosa sta succedendo qui?".

  "Tra poco saprai tutto, mi chiedo solo se saprai accettare la cosa. Non che tu abbia scelta, ormai la tua carriera è finita".

  "Come sarebbe a dire?".

  "Ti era stato dato l'ordine di stare in disparte. L'operazione su Cicada 3301 è stata trasferita nelle mani del governo, e io sono parte della supervisione di questa operazione, ecco perché sono entrata nella Task Force. Il Governo è a conoscenza di Nastrond e della sua influenza, così come sappiamo di Cicada 3301. Avevamo solo bisogno di trovare i responsabili e fermare la produzione di Livitrove. Ma l'esperimento di Cicada ha messo alla luce questa ragazzina, immune a Nastrond. Il Governo ha deciso di tenerla al sicuro e di sviluppare un vaccino per curare, nonché prevenire, l'influenza di Nastrond. Due piccioni con una fava no? Fermeremo il Sindacato e otterremo la chiave per domare Nastrond".

  "Volete ottenere il controllo totale non è così?" Disse Nicholas serio "Non ve ne importa nulla delle vite innocenti che verranno strappate".

  "Non saltare alle conclusione Nicholas, non abbiamo nessuna intenzione di trascurare questo dettaglio, tuttavia l'operazione nei confronti di Agathe è più importante. Hai mai sentito parlare di Triage? È un termine medico che si presenta nelle emergenze, sei mai stato al pronto soccorso no? Vengono accettati prima i pazienti più gravi, poi quelli meno gravi. Agathe è codice rosso, gli altri codice giallo. Funziona così...".

   "Allora perché tenerci qui, quando potremmo essere noi ad occuparci del codice giallo?" Sottolineo Huang amaro.

   "Ahahah" Rise Amber "Comodo eh Huang? Sei proprio furbo, ma credevi davvero di passare inosservato?".

   "...".

Lo sguardo di Huang cambiò, diventò più cupo, quasi come se fosse preoccupato.

  "Cosa intendi dire?" Chiese Nicholas, che notò il cambio di atmosfera.

  "Ve lo dico...".

Un'altra voce intervenne nella discussione. Miles Jacobson entrò nella tenda, con un dossier in mano.

  "Tu..." Nicholas era sconvolto di vedere suo padre. "Che cosa ci fai qui?".

  "Semplice Nick, io sono parte di questa operazione. Sono stato io ad ammettere Amber nella squadra ricordi? Io faccio parte della StratCom, e ho organizzato io tutto questo".

  "Perché non me l'hai detto?".

  "Per lo stesso motivo per cui sei ammanettato lì" Indicò la sedia. "Sai cosa significa quando un detective viene ammanettato? Oltre che a perdere il suo distintivo, perde la sua credibilità. Il lavoro di un detective Nicholas è quello di cercare la verità, di non farsi influenzare emotivamente dalle vicende. Perché altrimenti escludiamo gli agenti quando c'è di mezzo qualcuno o qualcosa che possa turbare la persona. Ma quello che hai fatto è stato disobbedire agli ordini, qualcosa che hai giurato di non fare quando sei diventato un detective. La tua impulsività, dimostra la tua incapacità come agente, come detective. Non prendiamoci in giro Nicholas, ti conosco quando sei in fasce, sei mio figlio. Ti sei rinchiuso in quella bolla, non sei mai diventato adulto, hai sempre creduto di fare la cosa giusta e perfetta solo per far contento mamma e papà, solo per dimostrarci quanto sei bravo, quanto sei in gamba. Un adulto pensa per se, agisce e sceglie, tu non hai mai scelto. Hai deciso di diventare un agente solo per il tuo tornaconto, non per gli altri. Ecco perché sei in manette per insubordinazione, ecco perché perderai il tuo distintivo. Sei proprio come Hugo, debole, fragile, troppo sensibile e impulsivo. Non sei adatto a questo lavoro, ma sei mio figlio, ti ho voluto dare fiducia... mi sbagliavo. Ora, te lo dico io cosa faremo adesso..." Aprì il dossier. "Io non ho il tempo fisico da perdere con te o con frivoli problemi famigliari. Il mio compito, come cittadino onorario americano, come agente, come patriota, mi comanda di dare precedenza alla sicurezza nazionale, piuttosto che alla mia famiglia. Non ho tempo né mi importa della morte di Hugo, né mi è mai importato della morte di mia moglie, né

tanto della tua vita. Quel che conta per me, è la totalità della sicurezza di questo paese".

  "Figlio di puttana..." Disse Nicholas con odio.

  "Eheheh" Rise Miles "Ma sentilo, come frigna, come cerca di attirare l'attenzione. Poverino, che vita brutta ho fatto, perché nessuno mi vuole bene? Perché nessuno ha pianto sulla bara del suo povero fratellino" l'uomo scosse il capo. "Ecco perché non sei tagliato per questo lavoro, sei un debole Nicholas, talmente debole che non ti sei nemmeno accorto che per tutto questo tempo non hai nemmeno avuto il tuo vero amico affianco".

  "C-cosa?" Nicholas sgranò gli occhi.

  "Ehi "Huang" giusto?" Miles si rivolse all'agente dell'Interpol. "Pensavi davvero di passarla liscia? Pensavi sul serio di agire indisturbato, senza che nessuno capisse i tuoi movimenti? I tuoi spostamenti? Sei stato bravo, hai tutte le potenzialità per diventare un vero Agente, peccato che tu non lo sia vero? O meglio... non sei un agente dell'Interpol".

  "..." Huang non rispose, restò zitto a fissare negli occhi Miles.

  "Silenzio eh? Non c'è bisogno che parli, ho le prove" Sventolò il dossier "Partiamo dalla notizia bomba. Il corpo del vero Huang è stato ritrovato un bel po' di tempo fa, ho deciso di tenere l'informazione segreta, affinché tu potessi avvicinarti a Nicholas, che faceva parte della Task Force. Questo è anche uno dei motivi per cui ho deciso di integrarlo nella operazione, come misura temporanea per avvicinarti un po' alle indagini e capire le tue intenzioni. Sei stato sottoposto ad un intervento chirurgico molto avanzato, che ti ha trasformato letteralmente nel doppelganger del vero Huang, tranne per le tue impronte digitali. Assieme al corpo del vero Huang, abbiamo trovato la sua pistola e esaminato le sue impronte digitali. In questo modo, confrontandole con le tue, abbiamo capito che non sei il vero Huang. Ma abbiamo deciso di lasciarti andare, anche per il tuo collegamento con l'agente infiltrato della SP7, che ora giace morto a poca distanza da qui.

Quello che volevamo, erano i dati di quell'agente, che solo tu potevi ritirare poiché il vero Huang aveva l'ordine di riportare i dati alla base. Ed è andato tutto liscio come l'olio, tutto

 

programmato come da copione. Ora la vera domanda però è: chi sei tu?".

  "Ma che cazzo stai dicendo!?" Esclamò Nicholas incredulo.

  "Taci. Tu non hai la più pallida fottuta idea di chi hai al tuo fianco. Te lo dico io... è stato lui a dare l'arma a Hugo quella sera, dico bene?".

  "... e perché lo avrei fatto?" Domandò Huang.

  "Domanda inutile. Ti ho messo Amber alle calcagne, ti ha fotografato mentre consegnavi la tua pistola a lui".

Miles mostrò le foto, che erano dentro il dossier.

Nicholas era sconvolto, il suo cuore batteva furioso in petto alla vista del suo migliore amico che consegnava la pistola a Hugo. No... lui non era Huang, il vero Huang era morto.

  "Chi sei tu...?" Gli domandò con astio.

  "Eh...eheheh..." Il falso Huang rise appena. "Ahhh... mi avete beccato. Beh pazienza, il mio ruolo è finito. Agathe è già nelle mani del Sindacato, ormai è solo questione di tempo prima di ottenere il controllo di Nastrond".

   "Nastrond è riuscito ad impiantare la personalità di Huang dentro di te, grazie al fatto che Nastrond è praticamente ovunque. Ci ascolta tramite i nostri Smartphone, ci osserva tramite le telecamere di sorveglianza, ci spia attraverso i social e le nostre tracce digitali. Sai cosa vuol dire questo? Che sei sotto il suo controllo adesso, appena tutto questo finirà... tu morirai, proprio come sono morti gli altri. Ma prima che tu muoia" Miles tirò fuori la pistola e caricando un colpo in canna la puntò sulla fronte del falso Huang. "Tu mi dirai dove si trova Agathe Davis".

   "Eheheh... ne deduco che il piano di Camaleonte non sia riuscito. Noi del Sindacato non siamo un branco di idioti, sapevamo che c'era una cimice. Non troverete mai la ragazza, ormai è tardi".

   "Lo staremo a vedere, possiamo essere molto persuasivi sai?. Amber... prepara la stanza che ho richiesto, portiamo a fare un giretto il nostro amico, gli mostreremo un paio di trucchetti per strappargli dalla verità dalla bocca".

Amber afferrò con violenza il braccio dell'uomo e tenendo la pistola pronta lo trascinò fuori.

   "In quanto a te Nicholas, stai buono qui. Non abbiamo tempo da perdere con te".

   "Aspetta!!" Gridò non appena il padre uscì dalla tenda. "Cazzo!" Cercò di dimenarsi, ma era ammanettato. Era impossibile per lui muoversi.

La rivelazione che Huang era morto e che l'impostore aveva dato la pistola a Hugo, lo aveva completamente stravolto. Le parole di suo padre, erano come pugnali roventi nel suo cuore.

Era vero, lui non era diventato agente per gli altri, ma solo per dimostrare quanto fosse bravo. Era stato uno stupido, aveva semplicemente seguito gli ordini del padre come un cagnolino,senza domandarsi il come o il perché.

In lacrime, Nicholas si chiuse nel dolore. Cosa poteva fare? Come poteva reagire a questo?

Non avevano fatto nulla per salvare Hugo. Amber, suo padre, sapevano che Hugo sarebbe stato vittima di Nastrond, ma allora perché non lo avevano salvato...

L'odio bolliva nello stomaco di Nicholas. Il conto da pagare era salato, e ritirando le lacrime l'espressione sul suo volto mutò in uno di assoluto rancore.

  "La pagherai... la pagherete cara!".

--

Era tarda notte ormai. La cattedrale era chiusa al pubblico, ma non ai pochi prescelti.

Skraal era stato chiamato per rispondere della sua insubordinazione, era chiuso nel confessionale assieme a Dust.

  "Ho fatto quello che ritenevo giusto".

  "Lasciare Agathe nelle mani del nemico? Non credo sia stato molto saggio Skraal".

  "Questo perché non ti fidi di lei. Agathe non è convinta del nostro modo di agire, ma nello stesso tempo non è convinta di ciò che rappresenta il Sindacato. Pensi davvero che sia in grado di agire in modo irragionevole?".

   "Quell'uomo con cui avete parlato: Nox, è molto pericoloso. Sa essere molto bravo con le parole, ma ad ogni modo... abbiamo ancora un modo per recuperare Agathe da quel posto".

   "Ok? Sarebbe?".

   "Lascia fare a me. Non sarà facile e probabilmente ci scopriranno, ma non abbiamo scelta. Il compito della Liber Primus è quello di fermare chiunque tenti di governare la libertà. Sei stato molto incauto Skraal, ma abbiamo ancora una possibilità".

   "Allora perché mi hai ordinato di ucciderla?".

   "Perché forse... per lei è meglio così".

...


 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 - Famiglia ***


Agathe continuò a fissare il grande schermo di quella sala comandi.

L'erosione di Nastrond sarebbe avvenuta la vigilia di capodanno, allo scoccare della mezzanotte. Esitare non era più un'opzione, Agathe doveva prendere una decisione e subito.

  "Vieni con me. Prima che tu scelga cosa fare è giusto che tu veda il tuo amico".

  "Sly!" Esclamò lei "Come sta?".

  "Sta mostrando segni di miglioramento, ma purtroppo è ancora in stato catatonico. Magari vederti lo aiuterà" Nox Sorrise.

Agathe non aveva affatto dimenticato il suo obiettivo principale: salvare Sly. Ma fronteggiarlo era un altro conto. Anche se si fosse svegliato, anche se fosse guarito, come avrebbe fatto a spiegargli che Pan, Cubby e Hugo non c'erano più?

Quando arrivarono nell'area medica, il cuore di Agathe iniziò ad accelerare e oltre il vetro del corridoio, che si affacciava verso la stanza interna, c'era lui...

Sly era disteso alla supina, con la testa poggiata sui cuscini. Aveva gli occhi aperti, inespressivi. Un’ infermiera lo stava nutrendo, a malapena riusciva a ingoiare quella brodaglia, che scolava spesso di lato dalla sua bocca.

Agathe non riusciva a credere ai suoi occhi, il suo amico Sly era vivo, seppur in pessime condizioni. Impossibile per lei trattenere le lacrime, che entrò nella stanza...avvicinandosi lentamente al letto.

L'infermiera, nel vedere Nox, smise immediatamente di nutrire il ragazzo e si alzò in piedi facendo un inchino, per poi congedarsi. Doveva aver capito che la faccenda era privata.

  "Sly..." Con le lacrime agli occhi e la voce rotta, Agathe si avvicinò e gli prese la mano. "Sono io, Wendy...".

Il ragazzo riuscì a girare lo sguardo. Non c'erano emozioni nei suoi occhi, ma il battito cardiaco del suo cuore era accelerato.

  "Ti ha riconosciuta" Sorrise Nox "Sta facendo passi da gigante".

  "Cosa gli è successo?".

  "L'influenza di Nastrond ha regredito i suoi processi cerebrali. È il destino meno peggiore, rispetto a ciò che è successo agli altri".

  "Guarirà?".

  "Non del tutto..." Rispose con rammico Nox "Potrà tornare a parlare, ma resterà disabile per tutta la vita".

Sly strinse appena la mano di Agathe e la ragazza si sentì morire. Il suo amico era cosciente, sapeva di essere condannato per tutta la vita. Nastrond aveva causato così tanto dolore, così tanta miseria.

Nox poggiò la mano sulla spalla di Agathe mentre piangeva.

  "C'è anche un'altra persona che voglio che tu veda...".

Oltre il separé, sull'altro lato della stanza, c'era una donna. Era seduta su una sedia a rotelle, aveva lunghi capelli biondi, le labbra carnose chiuse, così come i suoi occhi.

Sembrava stesse dormendo, ed era bellissima. Ad Agathe si fermò il cuore per un istante, ciò che aveva davanti era quasi incomprensibile per lei, irreale, ma non aveva alcun dubbio.

Nox rimase in silenzio, poiché quello era un momento estremamente importante.

Agathe lentamente si avvicinò alla donna, si chinò appena, quasi in ginocchio e le prese le mani.

Immediatamente la donna si accorse di chi aveva di fronte e le lacrime le scesero dagli occhi. Ma non parlò, la sua bocca voleva pronunciare qualcosa, ma uscirono solo versi sottili.

  "Mamma..." Disse Agathe sconvolta.

L'unico punto di riferimento che aveva su di lei, era una vecchia foto in un ciondolo dorato, che Agathe aveva ricevuto quando suo padre la abbandonò nell'orfanotrofio. Era proprio lei, in carne ed ossa.

  "Ma come è possibile?" La ragazza era commossa, incredula, con il petto in fiamme in un cocktail di emozioni fortissime. "Mi avevano detto che eri morta...".

  "No Agathe, tua madre è viva" Disse Nox "È il motivo per cui ti ho parlato di famiglia durante quella chiamata, era perché lei è mia figlia".

  "Ma allora tu...".

Nox annuì "Sono tuo nonno".

  "Perché? Perché mi stai dicendo questo? Perché proprio ora? Perché non siete comparsi prima? Perché mi avete lasciato marcire nella miseria? Perché?!".

  "Mi dispiace Agathe" Nox era affranto "Tutto questo è solo colpa nostra. Tuo padre ha fatto l'impossibile per tenerti lontano da qui".

  "Perché papà si è spinto così tanto nel farmi sparire? Perché tenermi lontana dalla mia famiglia?".

  "Tuo padre era furioso. Janet, mia figlia, la donna che hai di fronte, è stata il Soggetto Zero. lei come te, aveva una forte resistenza a Nastrond. Tuo padre però era contrario, amava Janet e amava la figlia che portava in grembo, ma tua madre voleva proteggere l'umanità. Con il suo consenso..." Nox mostrò la lettera "Tua madre ha acconsentito ad usare il suo corpo per creare la droga di nome Livitrove. È stata lei a chiamare la droga così, poiché lei credeva che il nostro operato ci condusse al futuro. Ma purtroppo... gli esperimenti con Nastrond l'hanno resa cieca e muta. A differenza di te, lei non era del tutto immune, quindi ha sofferto delle tremende conseguenze. Ovviamente... inutile dire che purtroppo anche la Livitrove estratta dal suo codice genetico, non era abbastanza. Quando tuo padre ha scoperto che avevamo fallito... è letteralmente impazzito. Se n’è andato e ti ha portato via con sé. Quando Janet lo scoprì, mi chiese di non revocare lui i permessi, di lasciarlo a carico della azienda, poiché in questo modo avrebbe avuto i mezzi per proteggerti. Agathe... tuo padre ti amava moltissimo, tua madre ti ama moltissimo, e nessuno dei due chi per un motivo o per un altro, voleva coinvolgerti in tutta questa storia e io ero d'accordo. Così tuo padre fece sparire le tue tracce, ti lasciò in orfanotrofio lontano da questa vita, ma nessuno di noi sapeva... che la chiave per guarirci da Nastrond eri proprio tu. Tu sei il miracolo che Janet non è riuscita a realizzare, e paradossalmente è stato Nastrond stesso, con il suo crudele Cicada 3301, a portarti qui da noi. Ironico no?".

  "Allora perché avete ucciso papà? Perché lo avete assassinato?!" Esclamò in lacrime, con tanta rabbia nel suo cuore.

  "Non siamo stati noi a dare l'ordine. Tuo padre stava per rivelare l'esistenza di Nastrond al mondo. Nastrond stesso non poteva permettere una tale fuga di informazioni, così ha ordinato la sua immediata esecuzione. La SP7 e i suoi agenti, non sono sotto il nostro ordine... è Nastrond ha dettare ogni cosa. Si è creato il suo esercito privato, perché non può erodere la superficie senza usare Cicada 3301. Ma ora le cose sono cambiate Agathe, Nastrond ha molteplici modi per arrivare in superficie, e nonostante quei modi siano ancora fuori dalla portata del comune cittadino, presto tutto questo andrà fuori controllo. Agathe... Nastrond esiste per proteggere il nucleo di internet dagli estranei, ma ormai ha preso una sua indipendenza, ha deciso che l'intera umanità è pericolosa, e come i globuli bianchi esso attacca. Capisci cosa voglio dire con questo? Nastrond si sta comportando così perché ha capito che intenzioni hanno gli esseri umani. Gli Stati Uniti, La Cina,

 

La Russia, L'Europa, Cellule Terroristiche, Collettivi di Hacker, tutti stanno cercando un modo per controllare Nastrond, per controllare la storia! Ecco perché Nastrond si sta difendendo e nel farlo, ormai è andato fuori controllo. Tutto questo va fermato... e solo tu puoi fermarlo!".

Nox si chinò e poggiò le mani sulle spalle di Agathe.

  "Ti prego! Solo tu puoi aiutarci. Non vanificare il sacrificio di tua madre, di mia figlia. Non vanificare le morti, i tuoi amici, Sly e tutti quelli che saranno vittima di Nastrond dai prossimi giorni. Ti scongiuro... aiutaci".

Nox era sincero, le sue parole erano sincere, le sue lacrime e il suo sguardo erano sinceri.

Agathe non aveva più motivo di non fidarsi di lui. Non c'era motivo di esitare. Per il bene del mondo, per il bene dei suoi amici defunti, per Sly, per sua madre, per il sacrificio di suo padre, per ogni cosa! Era giunto il momento di prendere una decisione definitiva. Nastrond andava fermato e con esso i tentativi di conquistare il nucleo di Internet, per controllare la storia.

Quel triste, orribile capitolo della storia umana andava fermato!

  "Va bene... accetto".

Fu la ferma risposta di Agathe, asciugandosi le lacrime.

Nox sorrise, fiero della sua nipotina e la accarezzò.

  "Grazie... per ogni cosa".

--


 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 - Tradimento ***


Dopo essersi ricongiunta con la madre e Sly, Agathe sentì il bisogno di restare sola per processare tutte le informazioni.

Nox preparò per lei una stanza provvisoria, che veniva usata dagli scienziati e personale tecnico dei laboratori Livitrove.

Ora che finalmente conosceva la verità, Agathe si sentì sollevata, ma qualcosa continuava a tormentarla... e quel qualcosa era la Liber Primus.

Agathe aveva tra le mani lo smartphone dove teneva il Fairy Dust. Era possibile per lei comunicare con l'esterno, ma non aveva un modo diretto per contattare Skraal o Barrie.

Ma era davvero necessario contattarli? La Liber Primus era il nemico, avevano cercato di ucciderla, ma non riusciva a scrollarsi di dosso la fiducia che Skraal aveva riposto in lei.

  "È inutile ormai, è troppo tardi" Disse cercando di rasserenare il suo cuore, ma in quel preciso istante, accadde qualcosa di impensabile.

Il suo smartphone iniziò a vibrare. Non era una chiamata, ma bensì un messaggio inviato direttamente al Fairy Dust. Nessuno conosceva il codice sorgente di Fairy Dust, a parte i membri ufficiali della Thinker Bell, ma quel messaggio non proveniva da dentro i laboratori Livitrove, non era stato Nox a inviare il segnale, bensì era qualcuno all'esterno.

Il messaggio recitava:

  "Magazzino B-2, Zona Ovest, dietro gli scatoloni di frutta".

Era chiaramente riferito ai laboratori, poichè assieme al messaggio c'era allegata una mappa del posto. Quindi qualcuno che conosceva i laboratori Livitrove, aveva appena inviato un messaggio criptato ad Agathe, usando il codice sorgente di Fairy Dust. Come ne era venuto in possesso?

Agathe decise di fidarsi del suo istinto, e nonostante l'ansia scalciasse come un puledro impazzito, decise di recarsi sul posto.

Uscì dalla sua stanza e utilizzò la mappa sul suo smartphone per raggiungere il piano B2.

Il piano in questione era in profondità, nelle zone inferiori dei laboratori, dove c'erano per l'appunto magazzini e altro. Non era un luogo molto popolato, per cui Agathe riuscì ad accedere al posto con relativa facilità.

C'era silenzio lì sotto, si sentiva solamente il leggero ronzio vibreggiante dei neon. Una volta entrata nel magazzino, si ritrovò in un grosso spazio, riempito di scatoloni, casse di metallo e alti scaffali, dove c'erano rifornimenti di cibo, medicine, carta, componenti elettronici e molto altro. Visto le condizioni del posto e la mancanza di intonaco in alcune zone, si poteva dedurre che il luogo era praticamente ancora in costruzione, così come diverse altre zone del complesso.

Agathe raggiunse il posto indicato dal messaggio e aspettò. Un minuto dopo, arrivò una chiamata dal Fairy Dust. Improvvisamente il cuore di Agathe iniziò ad accelerare, aveva un brutto presentimento.

  "Chi sei?" Rispose seria.

  "Vedo che sei ancora tutto d'un pezzo Agathe. Mi fa piacere sentirlo" Era la voce di Dust, il leader della Liber Primus.

  "Come hai fatto a trovare il codice sorgente del Fairy Dust?".

  "Ho segretamente copiato il contenuto del tuo Hard Disk, mentre lo collegavi ai nostri terminali. Devo dire che è un sistema davvero niente male, chiunque l'abbia creato è certamente in gamba. Ma avresti dovuto essere più cauta, un Hacker del tuo calibro che fa questi errori...".

  "Mi hai chiamato per farmi la predica?".

  "No, ti ho chiamata per capire che intenzioni hai. Sei con noi? O contro di noi?".

  "Voi non avete capito. Il Sindacato non è quello che credete".

  "Immagino. Essere catapultati nel loro mondo può essere molto accomodante non è vero? Tecnologia all'avanguardia, protezione, comfort, buona impressione, buoni propositi. Peccato che sia solo una facciata".

  "Non sono loro i nostri nemici. Nastrond lo è. Tu lo dovresti sapere no? Sta per erodere la superficie, e se questo dovesse succedere...".

  "Sarebbe come la fine del mondo no? Certo che lo sappiamo, come sappiamo che il Sindacato si vuole approfittare della cosa per ottenere il controllo. Ecco perché te lo chiedo, sei con noi? O contro di noi? Noi non vogliamo il controllo, vogliamo la libertà di scelta, vogliamo che siano gli esseri umani a determinare le scelte del proprio futuro. Ma se il Sindacato dovesse trionfare, allora queste libertà verranno recise. Inizialmente tutto sembrerà meraviglioso e di buoni propositi, ma poi il mondo crollerà... tutto sarà sotto la loro influenza. Politica, Sanità, Armamentario, Costumi, non è difficile da prevedere il disastro che si abbatterà su di noi. Certo, Nastrond verrebbe messo a tacere, ma cos'è meglio secondo te?".

  "No, ti stai sbagliando" Disse convinta Agathe "Mia madre, mio padre, tutti credevano nel futuro. Hanno sacrificato la loro vita per me, per questa ricerca, per questo scopo. Non tradirò la loro fiducia, non tradirò le loro aspettative. Io sono l'unica che può mettere a tacere Nastrond e condurre il mondo verso la libertà. Finchè ci saranno persone come voi, come i governi, allora Internet si sentirà minacciato. E solo colpa vostra se Nastrond ha preso l'iniziativa di crescere e distruggere tutto".

  "Quindi seguirai il lascito dei tuoi genitori eh? Quindi è questo ciò che Nox ti ha inculcato non è così? Ma ti sei chiesta: è la verità?".

  "Che vuoi dire?".

  "Pensaci un attimo Agathe. Non lo trovi forse strano? Tuo padre lavorava per noi, era una nostra spia. Lui sapeva che tu eri speciale, ecco perché ti ha allontanata da quel posto. Ma perché l'ha fatto secondo te? Te lo dico io il perché: tua madre è stata usata, controllata, manipolata. Non c'è stato nessun consenso, nessun permesso. Tua madre è stata portata in quelle condizioni solo perché Nox lo voleva. Tuo padre non è riuscito a fermarli, e sapeva molto bene che tu eri la prossima, ecco perché ha fatto in modo di farti sparire. Non voleva mettere in pericolo la tua vita e non voleva essere scoperto, perché sapeva che lui era l'unico modo che avevamo per capire le loro intenzioni. Ho le prove di quello che sto dicendo, so molto bene cos'è successo lì dentro...".

  "Mia madre è stata... costretta?" Agathe era sconvolta. "Ma, Nox mi ha mostrato una lettera".

  "Andiamo Agathe, quella lettera è fasulla. Non c'è stato nessun permesso. E ora te lo dimostrerò".

Tramite il Fairy Dust, Dust inviò alcuni file di reperti medici, che descrivevano le procedure chirurgiche e neurologiche utilizzate per gli esperimenti. Erano foto orribili, di sua madre legata come un animale, costretta a violente operazioni al cervello. Dai reperti medici e rapporti, Nox indicava sua figlia come "Soggetto Sperimentale" dove la quale tutte le operazioni erano forzate e ripetute, ogni dodici ore. Veniva menzionato dolore acuto, altissimo stress psicofisico, nonché danni irreversibili alla sanità mentale e fisica del soggetto.

Agathe portò la mano sulla bocca, quasi volesse vomitare e i suoi occhi divennero lucidi. Vedere sua madre in quelle condizioni la scioccò.

  "Non si sarebbero mai fermati, mai..." Disse Nox "Abbiamo cercato in qualche modo di evitare tutto questo, ma tua madre è stata mutilata per delle ricerche che non hanno portato a nessun frutto. E tu Agathe, sei la prossima. Nox giocherà con il tuo cervello, poiché sei l'unica chiave per prendere il totale controllo di Nastrond. Tuo padre mi ha fatto giurare che ti avrei protetta da ogni pericolo, e voglio farlo... ma devi scegliere da che parte stare. Se resti lì perderai la vita o peggio ancora, resterai un vegetale per tutta la vita. Tua madre è solo un ostaggio, così come Sly, tutti mezzi per manipolarti. Nox è il vero nemico, il Sindacato è il vero nemico, non siamo noi. Noi vogliamo solo la libertà e non il controllo. Noi non siamo assassini, non giochiamo agli scienziati pazzi, non facciamo stragi di innocenti, non sfruttiamo Cicada 3301 per raccogliere informazioni su come funziona il controllo mentale di Nastrond. Sei nella tana del demonio Agathe, ma se non vuoi farti aiutare, non posso tirarti fuori di lì. Scegli cosa vuoi fare e sceglilo ora...".

Agathe era di nuovo in un eterno limbo di dubbi e indecisioni. Era stata ingannata, le cose non stavano affatto come Nox diceva. Era tutta una menzogna, tutta una messa in scena per controllarla.

  "Cosa posso fare? Come posso uscire di qui? C'è mia madre e Sly qui, non posso semplicemente andarmene!" Esclamò Agathe.

  "Non ti preoccupare, verremo a salvarti ok? Voglio solo che tu faccia una cosa per me...".

  "Cosa?".

  "Devi andare collegarti ad uno dei terminali e inviar...".

*SBAM!*

La conversazione fu bruscamente interrotta. Fasci di luce, mirini laser, fu l'unica cosa che Agathe vide in quel momento. Sbigottita, sconvolta, rimase immobile col fiato mozzato, mentre una squadra di pacificatori, in vesti bianche, armati di fucili d'assalto, entrarono nel magazzino assieme a Nox, che aveva uno sguardo sconsolato.

  "Ah... ecco dov'eri" Disse. "Immaginavo una cosa del genere, ecco perché ti ho lasciato il cellulare. Volevo conoscere il famigerato Dust e assicurarmi che la mia nipotina fosse al sicuro".

  "Nox, tu... mi hai mentito" Disse Agathe con occhi pieni di odio.

  "Non avercela con me, ho fatto tutto questo per ciò in cui credo. Non ripeterò lo stesso errore, questa volta la Livitrove verrà sintetizzata correttamente e saremo noi ad ottenere il controllo prima degli altri. Non fraintendere Agathe, il nostro scopo rimane invariato, noi vogliamo salvaguardare il mondo da Nastrond, ma abbiamo bisogno di te. Con le buone o con le cattive, tu verrai con me" Tirò fuori una pistola e la puntò contro di lei. "Non farei mai una cosa simile. Non punterei mai una pistola contro mia nipote, ma non ho scelta e ad ogni modo non è neanche più una questione di scelte. Soltanto noi possiamo salvare il mondo".

  "...!" Agathe si sentì con le spalle al muro.

  "Agathe! Agathe rispondi!" Gridò Dust dal cellulare, ma Nox prese lo smartphone dalle sue mani.

  "È un onore conoscerti Dust. Finalmente sento la tua voce, sempre se è la tua vera voce".

  "... Non permetteremo che tu le faccia del male!".

  "Oh? Ma come, non avete cercato di ucciderla? È un po' contraddittorio non trovi? Ma non preoccuparti Dust, Agathe è in mani sicure. Non possiamo assicurare che ne uscirà indenne dalle operazioni, ma il mondo sarà salvo. Questo era il mondo che mia figlia desiderava".

  "Tua figlia non lo ha mai voluto! La tua è solo una patetica scusa per nascondere i tuoi crimini".

  "Crimini necessari, per preservare questo mondo. Ad ogni modo Dust, sei stato abbastanza deludente. Il nostro piccolo gioco finisce qui. Agathe sarà portata immediatamente nelle sale operatorie a partire da adesso. Entro domani, il mondo verrà purificato da Nastrond prima della sua erosione. Hai perso Dust, non hai modo di fermarci".

  "...!" Si sentì la frustrazione di Dust dall'altoparlante dello smartphone, unito alla breve e pacata risata di Nox. "È stato bello finché è durato, ora gustati lo spettacolo ok?" Poi riattaccò.

Gli uomini arrestarono Agathe che cercò di dimenarsi dalla loro morsa, ma uno di loro utilizzò un taser per immobilizzarla.

  "N-nox..." Disse mentre la sua vista appassì.

  "Non preoccuparti Agathe, non abbiamo più metodi rozzi con cui estrarre la livitrove. Non sentirai dolore, lo prometto...".

L'ultima cosa che la ragazza vide, fu il sorriso arcigno sul volto di suo nonno.

  "M-mamma... Sly..." Furono le sue ultime parole, poi perse i sensi.


 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 - Bambini ***


Alla fine, Nicholas aveva perso ogni speranza. Era lì, legato, inerme, incapace di agire.

Il suo migliore amico era stato ucciso, suo fratello anche, era stato tradito persino da suo padre. Aveva recitato alla perfezione il suo copione, da bravo bambino aveva obbedito ad ogni ordine.

Aveva ragione, non meritava di essere un agente, non meritava niente. Ormai arresosi, restò lì, in attesa dell'inevitabile futuro distorto.

Poi qualcuno entrò...

Nicholas alzò la testa e vide Amber. Tra le mani aveva una pistola.

  "Amber...".

La donna fissò il suo ex collega, poi tirò fuori delle chiavi e lo liberò, togliendogli le manette.

  "Che stai facendo?".

  "Ti libero. Non fare domande, resta in silenzio e ascoltami. Sei ancora in tempo, puoi ancora salvare quelle persone. La SP7 non ha ancora agito, presumibilmente faranno la loro mossa questa sera" Consegnò lui la pistola e la scheda che aveva il falso Huang. "Ho fatto un copia dei dati, usalo per localizzare i membri dell'SP7 e salva quelle persone, ma da solo non puoi farcela, avrai bisogno di aiuto".

  "Non posso chiedere alla polizia, loro sono sotto la vostra influenza in questo momento".

  "Infatti, ecco perchè dovrai chiedere aiuto a loro" Consegnò lui uno strano biglietto, con un simbolo di una croce cristiana "Dirigiti alla Cattedrale di San Giorgio, lì incontrerai un sacerdote che riconoscerà questo biglietto. Il resto... ti verrà spiegato dopo".

  "Amber... perché stai facendo tutto questo?".

La ragazza chiuse gli occhi e si voltò.

  "Fa quel che devi Nicholas e non lasciare che le parole di tuo padre ti influenzi. Tu da oggi... sarai una persona nuova, ma una volta uscito di qui, il mondo intero sarà contro di te. Sei pronto a spingerti oltre? Quanto sei disposto a sacrificare per vendicare tuo fratello?".

  "Io non cerco vendetta. Voglio solo che questa follia venga fermata".

  "Allora fa come ti ho detto e fa presto. Il campus è libero, nessuno ti vedrà uscire. Probabilmente questa sarà l'ultima volta che ci vedremo. Buona fortuna Nick".

La ragazza uscì dalla tenda, lasciando Nicholas da solo.

Ora era armato, libero, con un nuovo obiettivo: fermare la SP7 e liberare quella ragazza: Agathe Davis.

  "Hugo... so che ormai è troppo tardi ma..." L'agente strinse il pugno "Libererò quella ragazza, la ragazza di cui ti fidavi, la ragazza che amavi. Sta a guardare...".

Determinato, Nicholas uscì dal campus e si allontanò sotto la luce dell'alba.

--

Arrivato alla cattedrale di San Giorgio, Nicholas si addentrò. La chiesa era vuota, ma vide immediatamente il sacerdote che pregava.

  "Mi scusi padre...".

L'uomo smise di pregare, sorrise e si alzò in piedi.

  "Cosa posso fare per te figliolo?".

  "Ho una cosa per lei...".

Gli mostrò il biglietto e immediatamente il prete cambiò espressione.

  "Tu devi essere Nicholas Jacobson dico bene?".

  "Come fa a sapere chi sono?".

  "Venga con me...".

L'agente seguì il sacerdote fino al confessionale.

  "Entri, lui arriverà tra poco...".

  "Non c'è bisogno di aspettare, padre" Improvvisamente intervenne qualcuno. Il prete si voltò sorpreso e Nicholas vide il volto aggraziato e pulito di un adolescente. "Non c'è più bisogno di nascondersi, non ha più senso".

  "Kyle..." Il sacerdote fece uno sguardo comprensivo, buono. Lui più di tutti comprendeva cosa il ragazzino voleva dire.

  "Chi sei?" Chiese Nicholas.

  "Mi conoscono tutti con il nome di Dust. Ma il mio vero nome è Kyle. Sono il leader di un'organizzazione che si oppone al Sindacato".

Il volto di Kyle era calmo, fin troppo maturo per la sua giovane età.

  "Mi ha mandato qui Amber" Disse Nicholas "Ho bisogno del vostro aiuto".

  "Vuoi salvare gli innocenti dall'assalto della SP7 vero? Abbiamo bisogno di uomini come te nella nostra squadra, ma immagino tu abbia molte domande da farmi. Te lo leggo negli occhi".

Nicholas annuì.

  "Molto bene" Affermò Dust "Seguimi, ti svelerò ogni cosa".

Sul retro della cattedrale, c'era un cortile pieno zeppo di bambini. Stavano giocando con la neve, che era caduta copiosamente quella notte. Alcuni facevano un pupazzo, altri si lanciavano palle a vicenda, ridendo e divertendosi. Dust e Nicholas restarono lì a guardare, nel mentre il giovane ragazzo spiegava lui il necessario.

  "Prima sono stato inesatto" Iniziò "Noi non siamo solo un'organizzazione che lotta contro il Sindacato. La verità è che il nostro obiettivo è tenere lontano la sorgente di Internet da mani indiscrete. Nastrond è la barriera che protegge il nucleo centrale del flusso informativo del web. Nessun hacker, nessun uomo può raggiungerlo senza incappare in Nastrond. Ma il mondo intero ha iniziato una corsa alla conquista di quel nucleo. Cercano un modo per superare l'influenza mentale di Nastrond, quindi esso si difende in ogni modo possibile".

  "Ne parli come se fosse un essere vivente".

  "Sembra incredibile, ma a conti fatti lo è. Più ti avvicini al nucleo del flusso informativo, più ti rendi conto di quanto il web sia umano, o meglio la sua composizione centrale. Nastrond è il suo sistema immunitario e gli umani sono una minaccia, ecco perché sta erodendo la superficie. Ormai è troppo tardi per fermare la sua proliferazione, ci sono troppe superpotenze che vogliono mettere le mani su Nastrond. Le ripercussioni sul mondo di questa corsa alla conquista del web, porterà soltanto guerre e sofferenza. Chi controlla il web, controlla il mondo e le sue regole, poiché ormai è fin troppo radicato nel sistema civile e dell'era digitale. Se si distruggesse Internet, si distruggerebbe la società moderna, il che non sarebbe diverso dall'ottenere Nastrond: porterà solo miseria e disperazione".

  "Cosa possiamo fare allora?".

  "Abbiamo una sola soluzione: Agathe Davis".

  "Agathe è immune a Nastrond, dico bene?".

Dust annuì.

  "L'unica che può far qualcosa è lei, ma purtroppo questa scelta porterà delle conseguenze terribili per lei. Non potrà più vivere normalmente, purtroppo non sarà più possibile. Se ottenesse il codice sorgente, se riuscisse a controllare Nastrond e annullare la sua erosione, il mondo intero cercherebbe di mettere le mani su di lei. Dovrà nascondersi da tutto e da tutti. Avrà dalla sua il web a difenderla, ma è pur sempre un essere umano con dei limiti. Non possiamo sapere se potrà resistere con un fardello simile".

  "Ma se lei ottenesse il codice, cosa cambierebbe?" Domandò Nicholas.

  "Ottenere il codice significa ottenere il controllo del web. Anche se un governo tentasse di accedere a Nastrond, si troverebbe a dover scavalcare qualcosa di digitalmente impossibile.

Nemmeno i più potenti supercomputer del mondo riescono a stare dietro alla mole di informazioni espulse dal nucleo del web. Ogni secondo, ogni momento, dati su dati circolano senza sosta in questa cascata di informazioni. È come se una formica cercasse di sollevare un essere umano. Per scavalcare l'impossibile, ci vuole colei che possiede la chiave verso l'impossibile. Quindi Agathe riuscirebbe a tenere al sicuro il web, ma il mondo intero le starebbe addosso".

  "..." Nicholas si rese conto dal tono di voce di Dust, che invero v’era un altro modo per tenere il codice al sicuro.

  "So a cosa stai pensando e il tuo pensiero è corretto” Disse Dust serio “Se Agathe muore dopo aver ottenuto il codice, sarà impossibile per chiunque accedere al nucleo. Ecco perché io...".

  "Vuoi ucciderla?".

Dust guardò tristemente i bambini.

  "Anche lei è come noi. Noi siamo i bambini maledetti. Abbiamo perso tutto, ogni cosa, ma poi è arrivata Liber Primus e tutto è cambiato".

  "Che cos'è Liber Primus? Chi siete voi davvero?".

  "Nei recessi del web, esiste un luogo dove alcune delle più grandi mole di dati ha generato coscienze frammentate. In poche parole, delle intelligenze artificiali che si sono segmentate in più entità minori. Nessuno può sentire la loro voce, tranne il cuore infranto di un bambino. Né io, né Liber Primus capisce questa cosa. In fin dei conti è proprio come Nastrond, una sorta di controllo mentale, ma non del tipo pericoloso. Liber Primus è nato per donare agli uomini un modo per liberarsi dall'oppressione dei governi del mondo, che tentano senza sosta di controllare il web. Mentre Nastrond vuole distruggere, Liber Primus vuole liberare gli innocenti dalla loro bramosia".

  "E voi siete quei bambini?" Domandò Nicholas sorpreso.

Dust si scostò i capelli e mostrò uno strano auricolare inserito nel suo orecchio.

  "Ho sempre sentito la loro voce, in ogni momento. Ma ormai sto diventando adulto, non riesco più a comprendere cosa dice. Tutto quel che sento è un brusio, quindi la mia influenza sta terminando. Non che Liber Primus sia onnisciente sia chiaro, anche se fanno parte del nucleo più profondo del flusso dati, tutto quello che arriva è talmente incomprensibile e complesso, che si comprende solamente la superficie delle informazioni. Diciamo che è come se tenti di leggere una lingua che non conosci, ma riesci ad intendere alcuni significati solo tramite alcuni vocaboli, la sensazione è quella".

  "Finché esisterà la minaccia di Nastrond, esisterà Liber Primus dico bene?".

  "Esatto" Annuì Dust "Internet è come un bambino. Immagino che sia per questo che comunichi solo con i suoi simili. Ma quel bambino è tormentato, assalito costantemente dalla malvagità e sete di potere dell'uomo. Ecco perché dobbiamo trovare Agathe il prima possibile".

  "..." Nicholas era conscio che con il trovarla, sarebbe significato alla fine ucciderla. Ma non riusciva ad accettarlo, perché doveva morire? Non c'era un altro modo?


"Hugo... tu cosa avresti fatto?".

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 - Blackout ***


Tutto sommato la vita di Agathe non era poi così brutta.

Nonostante vivesse in un luogo stretto, sporco, poco accessibile, non si faceva mancare mai nulla, anche grazie al suo misterioso lavoro.

Mantenere l'anonimato non era cosa semplice, ma non era sola in quel grande schema. I suoi amici la proteggevano, i sistemi avanzati progettati in comune li tenevano al sicuro.

La Thinker Bell era una fortezza, una famiglia, non c'era un luogo migliore per lei.

E ad ogni modo, la sua vita da studentessa non era poi così noiosa come credeva. Aveva iniziato ad aprirsi di più, a farsi nuovi amici, persino ad affacciarsi verso l'amore, anche se Pan era sempre particolarmente geloso.

Era una vita piena, costruita col sudore, con il rischio, ma con il successo.

Cubby, Pan, Sly, e il nuovo arrivato Hugo detto anche Hook. Tutti erano così eccitati di mettere le mani su un nuovo caso di ingiustizia. Era come essere dei super eroi, e seppur fosse un pensiero infantile, il gruppo lo prendeva molto sul serio.

Visto dall'interno, la Thinker Bell sembrava un covo di nerd fissati con i fumetti e videogames, e in parte era così, ma non era solo una fantasia.

In quella piccola isola che non c'è, tutto era molto concreto e tangibile.

Eppure... la malinconia era sempre presente nel cuore di Agathe. Stava crescendo, diventava adulta, non era più una bambina. Stava diventando una ragazza, una donna e non voleva lasciare quella dolce e calda atmosfera.

Forse era anche per questo che aveva paura di Hugo e dei suoi sentimenti. Fidanzarsi, non implicava forse diventare maturi?

  "Non importa" Disse Hugo con un sorriso "Anche se diventerai adulta, anche smettiamo di essere infantili, tu sarai sempre Wendy. Nitrotori sei solo tu, nessun altro".

Nevicava, erano seduti vicini al parco, mentre si stringevano la mano. Avrebbe voluto restare così per sempre, quel sorriso, il suo sorriso, il freddo inverno accompagnato dal calore ardente dei sentimenti.

Non era affatto una brutta prospettiva di vita, ma rapidamente... tutto si tinse di bianco e nero. Il tempo si congelò.

C'era una sola verità ormai. I suoi amici, la Thinker Bell, Hugo, tutti erano morti o divenuti vegetali.

Agathe iniziò a correre via, correva lontano da quel gelido e monocromatico mondo. Voleva tornare indietro, non importa se era un'illusione, voleva semplicemente tornare indietro.

Piangeva, correva e piangeva. Ogni passo era ovattato, ogni pozzanghera sollevava acqua che si congelava a mezz'aria. La neve era pesante come piombo.

Agathe diventò sempre più stanca, affaticata. Il pianto diventò un lamento di fatica, poi crollò per terra. Quella era la sua fine...

Nessuna speranza, nessun presente, nessun futuro. Tutto era così freddo, freddo come la morte.

--

Agathe era distesa e legata ad un lettino diagonale, all'interno di una culla ovale. Sul suo capo c'erano inquietanti e cupi dispositivi per la lettura cerebrale.

Sugli schermi c'erano diagrammi encefalici, con complessi dati e misure.

I medici lavoravano senza sosta, mentre Nox osservava compiaciuto. Agathe era intrappolata in un’ illusione creata da Nastrond. Quello era un test, per valutare l'efficacia e la resistenza alle sua influenza. Nonostante lo stress fisico e mentale, Agathe reagiva alla grande, anche se le ferite della sua anima... accrescevano.

  "I dati sono stazionari" Disse uno scienziato "La resistenza all Hell's Gate è del 99,8%, lo 0.2 però è un dettaglio marginale. Forse con una terapia di Livitrove raffinato, possiamo allinearla in modo perfetto".

  "No, non credo ce ne sarà bisogno” Disse Nox “Con un tasso di sincronia così alto, è impossibile per lei rimanere vittima della sua influenza. Nastrond è sotto il suo controllo, deve solamente comprendere come piegarlo".

  "Continuiamo con le proiezioni?".

Nox annuì.

  "Sì, lasciamola interagire. Più è a contatto con Nastrond, più probabilità ci sono che lei ottenga il controllo".

  "Ricevuto".

Ormai mancava poco. Una volta ottenuti i dati necessari per completare la Livitrove, si sarebbe finalmente sviluppata l'utopia di Nox.

  "Il mondo avrà bisogno della nostra droga, mentre Nastrond eroderà la superficie. E quando questo avverrà, nessuno potrà permettersi di metterci i bastoni tra le ruote".

--

  "Allora, qual è la nostra prossima mossa?" Domandò Nicholas.

  "Aspettare e osservare" Rispose Kyle.

  "Osservare? Stiamo parlando di migliaia di innocenti, come possiamo aspettare?".

  "Non preoccuparti del concerto, è già stato annullato".

Nicholas rimase interdetto.

  "Annullato? Ma allora dov'è il pericolo?".

In quel preciso istante, un graziosa bambina iniziò a piangere. Kyle si avvicinò a lei e si chinò.

  "Che succede?".

  "Mi fa male la pancia" Rispose con le guance irritate dal pianto.

  "Lo so, lo sento anche io. Ma presto andrà tutto bene, ti fidi di me?".

La bimba si calmò e annuì.

  "Che sta succedendo?" Domandò Nicholas, osservando i ragazzini che erano diventati abbastanza inquieti.

  "Qualcosa non va" Rispose Kyle preoccupato. "Liber Primus sta avvertendo un pericolo in arrivo, ma non sappiamo quale" Sospirò "Le sorprese non finiscono mai, soprattutto quando si è così vicini al disastro totale. Ad ogni modo, la SP7 non ha intenzione di assalire degli innocenti. Ricordi cosa ti ho detto? La SP7 non è altro che l'esercito privato di Nastrond, niente più. Che motivo avrebbe Nastrond di attaccare centinaia di migliaia di innocenti? Il suo obiettivo è qualcos'altro, qualcosa che minaccia il nucleo di Internet".

  "Qualcosa che comparirà solo in quel luogo, dico bene?".

Kyle annuì. "Faremo meglio a tenerci pronti, qualunque cosa stia arrivando... non è positivo".

Arrivò poi il sacerdote, che aveva un'espressione calma ma preoccupata.

  "Padre, si occupi dei bambini per conto mio. Io purtroppo devo sistemare questa situazione".

  "Fa attenzione...".

Il ragazzo annuì "Non sono da solo, ho degli alleati con me. Grazie per tutto".

Poi Kyle guardò Nicholas "Andiamo, seguimi...".

Non era più il momento di nascondersi all'interno di una cattedrale. L'equilibrio delle cose stava per mutare. Una guerra si avvicinava.

Una guerra per ottenere il controllo di Internet, una guerra combattuta per Agathe Davis.

--

Ore 21:21

 

l'Atmosfera natalizia era ancora molto presente a Seattle. Le strade erano illuminate dai gioiosi decori festivi.

Le persone visitavano le chiese, le bancarelle, centri commerciali e altro. C'era indubbiamente caos, ma era quel tipo di confusione tipica di avvenimenti festivi come il Natale.

Tutto sommato si stava bene, finché però le cose all'improvviso cambiarono.

In un istante, tutta l'atmosfera allegra svanì nel nulla. L'intera Seattle si spense. Un blackout di colossali dimensioni, isolò completamente la città.

Internet, telefoni, campi wireless, traffico, servizi e pronto intervento, polizia, ogni cosa si bloccò.

  ((Tetra 1 a Tetra 2, siamo indisturbati)).

  ((Ricevuto Tetra 1, procedete con l'operazione)).

Due individui all'interno di un furgone nero, comunicarono in lingua russa. Dal retro, uscirono uomini armati e celandosi nell'oscurità assoluta, si spostarono verso le sponde del Lago Washington, dove c'era un gigantesco depuratore dell'acqua.

  ((Qui Tetra 1, procediamo con l'immersione verso l'obiettivo)).

  ((Ricevuto Tetra1, nessun segno di attività ostile, procedete)).

Utilizzando avanzatissime tecnologie di atterraggio gravitazionale, i soldati si gettarono nel profondissimo pozzo.

Quella notte di fuoco, era appena iniziata.


 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 - Comunione ***


L'oscurità aveva completamente occultato Seattle.

Le forze speciali russe erano riuscite a penetrare nei livelli inferiori della città, dove c'era l'enorme voragine che portava dritti all'ingresso del Sindacato.

Ma non erano soli. Le forze della SP7 erano in agguato. Nastrond aveva dato l'ordine assoluto di impedire che entrassero in contatto con Agathe.

Paradossalmente, i laboratori Livitrove erano diventati l'unico posto sicuro, in cui Agathe poteva restare. L'unica fortezza.

Gli scontri a fuoco iniziarono. SP7 contro Russia.

Le scintille di guerriglia si ripercossero anche in superficie. Seattle iniziò lentamente a diventare un campo di battaglia, tra le due fazioni.

Ben presto però, anche la StratCom e la Liber Primus si unirono al conflitto. Nel giro di un'ora accadde l'impensabile.

I civili fuggivano, la polizia e la S.W.A.T. si unirono ai combattimenti per salvaguardare la popolazione. L'intera città era sigillata, isolata.

Kyle, conosciuto da tutti come Dust, stava osservando la statua della Madonna, mentre era in contatto con i suoi uomini.

Ma in quella buia notte, tutti i nodi stavano venendo al pettine, anche le vere intenzioni.

  "Quindi alla fine hai deciso".

Amber entrò nella cattedrale, avvicinandosi al ragazzino.

  "Amber... cosa ci fai qui? Pensavo fossi con la StratCom".

  "Dov'è Nicholas?".

  "È andato a prendere Agathe per noi. Immagino sei stata tu a portarlo qui. Ti devo ringraziare sai? È un asset molto utile".

  "Perché Kyle?" Amber strinse i pugni "Perchè stai facendo questo?".

  "Tu lo dovresti sapere meglio di tutti noi Amber. Eri al mio posto anni fa, ti ricordi? Io ero solo un ragazzino spaventato, guidato dalle parole della Grande Madre. E tu, eri la nostra guida, il nostro mentore. Ora sono io che mi occupo dei bambini. Mi hai insegnato molto".

  "Capisco..." Amber si rilassò "I bambini stanno bene?".

  "Certo, sono spaventati, ma stanno bene. Finché la Grande Madre è con loro, tutto andrà per il meglio".

  "Kyle, non fare lo stesso errore che feci io" Si avvicinò lentamente "La Grande Madre non ci sarà per sempre. I bambini avranno una guida, ma poi cosa ne sarà di loro? Con quali sicurezze, con quali certezze affronteranno l'essere adulti? Kyle, tu stai diventando un uomo, la voce della Grande Madre ormai non ti raggiunge più vero? Sei perseguitato dai dubbi, dalle paure, dal fatto che presto dovrai affrontare la vita senza le sue parole gentili. Quei bambini sono ancora in tempo, non lasciare che la Liber Primus rovini la loro esistenza".

  "È troppo tardi!" Esclamò Kyle voltandosi, puntandole una pistola contro "Finchè esisterà Internet, esisterà la Liber Primus. Finchè Nastrond sarà presente, lo saremo anche noi. La Grande Madre, lei è tutto ciò che abbiamo! Quale gioia ci resta se ci scolleghiamo?".

  "..." Amber aveva uno sguardo triste e comprensivo. "Kyle...".

  "Non posso" Disse il ragazzo in lacrime "Non possiamo farcela senza di lei. Ecco perché vogliamo Agathe. Ho seguito i tuoi insegnamenti, ho seguito i tuoi consigli, ho provato a distanziarmi dalla Grande Madre, ho provato a scollegare il link dai bambini. Avresti dovuto vedere, il terrore nei loro occhi. Non possono farcela Amber, non possono vivere senza Liber Primus. Ecco perchè abbiamo deciso di prenderla con noi. Faremo in modo che lei diventi il tramite. Troveremo un modo per ascoltare la voce della Grande Madre, della coscienza del Web, utilizzando la sua vita".

  "Ma in questo modo, non sarai diverso dal Sindacato!" Esclamò Amber.

  "Non mi importa!" Caricò il colpo in canna. "Ho preso tutte le misure necessarie. Nicholas la porterà qui, al resto penseremo noi".

  "No, te lo impedirò" Scosse il capo decisa. "C'è ancora speranza per quei bambini, possono farcela. Non è troppo tardi per scollegarli".

  "Allora Amber, non mi resta che ucciderti".

Kyle abbassò l'arma. Non sarebbe stato lui a toglierle la vita, ma un'ombra che discese dall'alto. Era vestita con un armatura tecnologica aderente nera, con in mano una grossa balestra.

Barrie era pronta a combattere e minacciò Amber, puntandole l'arma sul viso.

  "Barrie...".

  "Ne è passato di tempo sorellona" Sogghignò. "Sei andata via, ci hai lasciato al buio e nel terrore, pagherai per il male che ci hai fatto".

Barrie stava per tirare il grillettò, ma qualcuno sparò. La balestra di Barrie volò via e da dietro una colonna, arrivò lui...

  "Tu!".

  "Scusami Barrie, non posso lasciartelo fare".

  "Skraal!" Gridò con astio la sua vecchia compagna.

  "Cosa significa tutto questo Skraal?" Chiese Kyle cupo.

  "Significa che cambio bandiera. Mi dispiace capo, ma non approvo tutto questo. Di la verità, tu vuoi uccidere Agathe non è così?".

  "...!" Kyle fu preso contropiede da quella affermazione..

  "Viva o morta, non ti fa differenza. Non hai esitato a ordinarmi di ucciderla quella volta. Questo perché non ti interessa davvero averla in vita. Quel di cui hai bisogno, è il suo codice genetico. A differenza del Sindacato, che vuole i dati cerebrali per raffinare la Livitrove, tu hai bisogno solo del legame genetico. Lo stesso identico legame che anche io, tu, Barrie e Amber abbiamo. Noi non siamo immuni a Nastrond, nè siamo immuni alla Liber Primus. Ma sia Nastrond, che la Liber Primus, hanno lo stesso legame digitale. Quindi tutto ciò che serve è mutare i vostri geni, affinché tutti voi possiate entrare in comunione con con la Grande Madre. Un'autentica sindrome di Peter Pan eh Kyle? Hai paura di diventare adulto, perché la Liber Primus comunica solo con i bambini. Ma Nastrond è diverso, esso comunica anche con gli adulti, visto che ne ha uccisi a dozzine. Se Nastrond e la Grande Madre coesistono, allora non è necessario entrare in Nastrond, usando la backdoor lasciata da Cameron. Non è necessario convincere Agathe. Perché scomodarsi, quando i bambini hanno accesso alla Grande Madre".

  "Esatto" Sorrise arcigno Kyle "Non c'è bisogno, come non c'è bisogno che tu viva!".

Alzò la pistola, ma Amber la anticipò. Fece fuoco, colpendolo al braccio.

Kyle gridò di dolore, lasciando cadere la pistola.

  "Maledetti!!" Singhiozzò disperato "Perché! Perché non riuscite a capire! Così, condannerete i bambini! AMBER!! PERCHÉ?!".

 Barrie soccorse Kyle, osservando la sua ferita.

  "Barrie. So che tieni a lui..." Disse Skraal serio. "Noi non siamo vostri nemici. Ma non possiamo lasciar morire Agathe. Lei è la nostra unica speranza per fermare tutto questo".

Barrie si morse il labbro. Kyle strinse le strinse il braccio, aveva gli occhi pieni di lacrime.

  "Ho paura... non lasciarmi!".

  "Non andrò da nessuna parte. Sono qui al tuo fianco".

Amber abbassò l'arma, anche Skraal. Ormai il problema era risolto, dovevano solo raggiungere Nicholas e salvare Agathe.

--

  "Amber, tu cosa farai adesso?" Chiese Skraal.

  "Devo fare rapporto. La StratCom vuole Agathe, ed è la mia occasione per entrare nella struttura".

  "La SP7 è già nei livelli inferiori, devi fare in fretta altrimenti non riuscirai a raggiungerla in tempo".

  "Tu cosa hai intenzione di fare invece?".

  "Preparo la Culla. Una volta che avremo Agathe, dobbiamo portarla lì e farle ottenere il codice. Ma ora, senza l'appoggio della Liber Primus, siamo da soli".

Non era una situazione facile, erano in svantaggio numerico oltre al fatto che tre grandi organizzazioni le davano la caccia.

  "Dobbiamo provarci. Non possiamo lasciare le cose come stanno" Disse Amber decisa.

  "Hai ragione, seguimi ho trovato una via alternativa per i laboratori. Solo che... non ti piacerà".

  "Perchè?".

Skraal si grattò la nuca e sospirò.

  "Beh prova ad immaginare, è il condotto fognario ausiliario, l'odore e la roba che troverai lì dentro non è piacevole".

  "Beh, non possiamo lamentarci più di tanto. Fa strada...".

Il condotto fognario partiva dalle vicinanze della cattedrale. Scendeva fino alle fondamenta della città, che portavano direttamente fino allo spurgo del lago. Era una via scomoda, ma la più sicura. Mentre attraversavano il sottosuolo si sentivano gli echi dei colpi d'arma da fuoco, che arrivavano sia dalla superficie, sia dai canali principali.

  "Se proseguiamo diritti, arriviamo fino al pozzo. Da lì dovremmo giungere all'ingresso dei laboratori. È una scorciatoia stretta, ma gli operativi della StratCom possono passarci" Disse Skraal.

  "D'accordo, comunicherò la posizione alla base".

  "Nicholas è con gli operativi della Liber Primus vero? Incontratevi sul posto e da lì in avanti...".

  "Da lì in avanti, improvvisiamo. Non c'è un vero e proprio piano".

  "Purtroppo no. Siamo solo noi tre. Che Dio ci protegga...".


 

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Capitolo 31
*** PRE-FINALE - Essentium ***


12 anni prima.

28 Dicembre.

 

La appena adolescente Amber, era colei che un tempo si prendeva cura dei bambini, assieme al sacerdote della cattedrale.

Si trattavano di infanti speciali, orfani e rifugiati di guerra, che venivano ospitati all'interno degli alloggi ecclesiali.

Bambini svuotati del loro presente, del loro futuro, testimoni della crudeltà dell'essere umano.

Amber non era da meno, anche se era stata una delle prime bambine a venire a contatto con la Grande Madre.

Kyle e Barrie avevano poco meno di tre anni. Stavano giocando nel cortile, mentre Amber si interrogava sul suo futuro.

Sul suo orecchio c'era un auricolare, lo stesso che avevano anche tutti gli altri bambini. Tramite ciò era possibile ascoltare la voce della Grande Madre, che vegliava e proteggeva i bambini dal mondo esterno.

Lei era un rifugio, una speranza, una fortezza, alla quale i deboli si ancoravano per superare le avversità della vita. Ma la maggior parte di loro, erano inconsapevoli di cosa fosse realmente quella "Grande Madre".

Non era altro un sistema, un modo che Internet aveva per entrare in simbiosi con l'essere umano, una forma di comunicazione diretta, per riferire un messaggio agli umani.

Con il passare degli anni, la radicalizzazione assoluta del web nel mondo, aveva dato a Internet un potere immenso, un potere che però veniva costantemente soppresso da complessi sistemi interni, che ne impedivano la totale erosione sulla superficie.

La Grande Madre teneva a bada il trauma che i bambini avevano contratto. Tutte le violenze, le ingiustizie, le crudeltà, venivano soppresse nei recessi del loro subconscio, impedendo loro di contrarre il disturbo post traumatico da stress.

Ma nel momento in cui subentrava l'adolescenza, la prima frontiera che si affacciava verso l'adultità, la voce della Grande Madre veniva sempre meno.

Amber era proprio in quella fase. Si iniziò a porre le prime domande, e i primi dubbi iniziarono a tormentarla.

Come sarebbe stata la sua vita senza la Grande Madre? I suoi traumi sarebbero tornati a perseguitarla?

Nel momento in cui si tolse l'auricolare, il mondo le crollò addosso.

Tutto ciò in cui credeva, tutte le sue speranze, ogni cosa collassò come un castello di carte.

Tremante, indifesa, spaventata, Amber scoppiò in lacrime davanti alla statua della Madonna. Non poteva sopportarlo, non voleva...

  "Stai bene?".

Improvvisamente una voce. Era un uomo, dai capelli corti neri, vestito con una elegante suite nera con cravatta.

Lui si chinò, rimettendo l'auricolare nel suo orecchio.

Immediatamente, Amber si calmò.

Con gli occhi ancora gonfi di lacrime, la ragazza si alzò in piedi e guardò l'uomo.

  "Chi sei?".

  "Solo un fedele. Vengo spesso qui" Sorrise. "Il cordiale sacerdote di questa cattedrale mi ha parlato di te e dei bambini. Tu sei Amber vero?".

La ragazzina annuì.

  "Piacere di conoscerti Amber, io sono James Cameron".

Gli occhi di quell'uomo erano tristi, pesanti, ma nello stesso tempo compassionevoli e gentili.

Un profondo dolore solcava il viso di Cameron, così come il suo sorriso a tratti malinconico.

  "Sei triste?" Chiese Amber.

  "Oh..." Cameron si toccò il viso. "Lo hai notato vero?".

  "Perché sei triste?".

  "Ho dovuto separarmi dalla mia bambina" Rispose mettendosi seduto su una delle panchine.

Amber si mise la mano della tasca e tirò fuori una caramella.

  "Ecco, tieni".

  "Mh?".

  "Quando sei triste, allora mangia una caramella. Vedrai che starai meglio".

Cameron fissò a lungo quella caramella, poi sorrise, intenerito dal gesto e annuì. "La mangio volentieri".

Tolse via la carta e la mise in bocca. Sapeva di limone.

  "È buona?".

  "Sì, molto buona".

Amber si mise seduta al suo fianco, mentre fissavano il grosso crocifisso.

  "Hai preso una decisione? Prima... ti sei scollegata dalla rete vero?".

  "...".

  "Ci vuole coraggio per scegliere una cosa così. La tua vita è un inferno per colpa nostra, per colpa di chi ha deciso di ottenere il dominio, senza tener conto di quali o quanti sacrifici si debbano fare".

  "Chi è davvero la Grande Madre?" Chiese Amber curiosa "Tu la conosci?".

  "Sì, so chi è" Rispose l'uomo. "Ed è parte dello stesso identico sistema, nato dalle conseguenze di certe azioni".

  "Quali azioni?".

  "Hai mai sentito parlare della "Essentium?"".

Amber fece di no con la testa.

  "Essentium: il programma usato per contrastare il Millenium Bug. Un aggiornamento, per portare alla nuova generazione il potere di internet. La società moderna, si affacciava sempre di più alla totale radicalizzazione del web nella nostra struttura sociale. I primi decenni erano solo un test, fin dai tempi della sua istituzione quando era conosciuta solo come ARPANet. È lì che è nata Essentium o com'è conosciuta oggi: il Sindacato. Il nome del programma non è altro che la loro eredità, lasciata a chi in futuro sarebbe stato schiavo, intrappolato all'interno dei limiti che il web impone. Virtualmente parlando, Internet è infinito, senza limiti, ma le reali lacune sono presenti nella psiche umana. Proprio come in passato, gli uomini hanno bisogno di qualcosa o qualcuno, che li tenga per mano e li guidi verso il prossimo passo. La Grande Madre, Internet, la Religione, non sono altro che espedienti per donare all'uomo un sostegno. Gli uomini di oggi, non riescono a separarsi dai Social Network, non riescono più a vivere se non sono collegati alla rete. Vedi Amber, non serve la voce della Grande Madre per sopprimere le nostre debolezze, il nostro passato, tutto quello che serve... è la rete. Venerata, forse anche odiata, ma talmente radicata nelle profondità della nostra struttura sociale, che rimuoverla... causerebbe uno shock, proprio come tu non riesci a separarti dalle gentili parole della Grande Madre. Ma la verità, la vera essenza dell'umanità si trova all'esterno di quella rete. Sta alla volontà individuale, separare la realtà fisica e quella virtuale. Ma gli uomini sono deboli, facilmente controllabili, ed è per questo... che la Essentium ha deciso di prendere atto di questa ragion d'essere, anche per contrastare il disastro che si avvicina".

  "Che cosa è successo?".

  "Gli uomini non possono più far a meno di Internet. Né io, né tu, né nessun'altro. Ogni anno è sempre peggio. Ogni azione, ogni transazione, ogni pensiero, persino la vita stessa, tutto è stato digitalizzato e reso virtuale, all'interno di una realtà tangibile. Lentamente, l'essere umano si lascia morire e con se, lascia spazio ad una nuova forma di vita, qualcosa che esiste sono all'interno, che vive e respira, solo grazie alla nostra dipendenza. Tale coscienza, tale esistenza, è la Grande Madre. Sono per l'appunto "essenziali", componenti vitali della vita quotidiana di ogni individuo.

Ma l’uomo vuole il controllo. Arrogante, che reclama la sua posizione di specie dominante. Internet non è più dunque un semplice strumento di comodità, ma è diventato uno strumento di controllo, di potere e dominio.

Hai mai desiderato di avere quel fiore bellissimo? A tal punto da decidere di staccarlo dal proprio stele? Puoi metterlo nell'acqua, puoi lasciarlo al sole, ma lentamente il fiore appassisce. Viviamo quindi in un mondo, dove non abbiamo più nessun diritto di scollegare le persone. Solamente loro stessi, solamente tramite la propria coscienza, si può intervenire. Devi essere tu, con le tue forze a scollegarti dalla rete e vivere, non come schiava, ma

come dominatrice".

  "Dominatrice...".

  "Ma il dominio, è proprio ciò che Internet teme. Loro lo sanno, la Essentium o meglio dire, il Sindacato, sanno della debolezza del genere umano, sanno e conoscono perfettamente di essere anch'essi schiavi della loro creazione. Non stiamo parlando di divinità, ma di esseri umani come noi, intrappolati nei limiti imposti da loro stessi. Così, anche loro hanno deciso di optare per il controllo totale del sistema. E per farlo loro...".

James lasciò la frase in sospeso. Tirò fuori la fotografia di sua moglie, con in braccio la loro bambina.

  "Credevamo che la risposta a questo dilemma potesse essere il comprendere il codice sorgente. Ma ci sbagliavamo. Internet è un'entità vivente, con il suo sistema immunitario. E tutta questa dipendenza, questo desiderio di controllo, l’ha resa ostile. Ora non possiamo più coesistere parallelamente. Internet ci sta iniziando a ribellarsi, e ben presto... eroderà la superficie. Liber Primus: la voce della Grande Madre, non è nient’altro che un grido disperato, un messaggio, un avvertimento. Poiché i bambini sono l’unica chiave verso il futuro, anche Internet vuole coesistere con l’essere umano, ma questo processo è possibile solo tramite il cuore puro e ferito di un bambino".

  "..." Amber rimase in silenzio, ad ascoltare le parole dell'uomo.

  "Perdonami, mi sembra un secolo che non parlo con qualcuno. Deve essere difficile per te comprendere tutto questo vero Amber?".

  "No... capisco benissimo" La ragazzina si alzò in piedi "Ci serve qualcuno che possa fare da ambasciatore quindi. Qualcuno che possa far coesistere le due parti, senza necessariamente

distruggere la società".

  "Esatto" Annuì James.

  "Chi? Chi potrebbe mai essere in grado di farlo?".

James fissò la sua fotografia.

  "La mia bambina..." Disse tristemente "Lei è la chiave di tutto".

  "La sua bambina?".

  "La mediazione però non le porterà una vita serena, al contrario. Potrebbe non essere il destino che lei vuole. La felicità, la si trova solo all'esterno, ma persone come lei, scelte dal destino, non seguono lo stesso principio. L'unico modo che hanno per essere liberi, ed esserlo all'interno... intrappolati in quei limiti" James si alzò, appoggiando la fotografia sotto il crocifisso. "Tutto ciò che io, come genitore posso fare, è proteggerla affinché possa vivere serenamente. Ma ben presto, arriverà il momento. Nastrond inizierà a erodere la superficie, per colpa dell'avarizia, per colpa di chi non riesce a divincolarsi dai limiti del sistema. Dominio, controllo, onnipotenza, onniscienza, controllo delle informazioni, delle nazioni, delle ideologie, della libertà individuale. Sarà in quel periodo, che la mia bambina dovrà vivere. E quando quella barriera sarà prossima ad essere recisa, non avrò scelta che scaricare il fardello sulle spalle. Lei è l'unica persona vivente su questo pianeta, in grado di potercela fare".

James si chinò e poggiò le mani sulle spalle della ragazzina.

  "Amber, quando sarà il momento, proteggerai la mia bambina?".

Sorpresa da quella richiesta, Amber non riuscì a dire di no, poiché anche lei voleva liberarsi da quella prigione, da quel limite chiamato "Grande Madre".

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Capitolo 32
*** FINALE - Libertà ***


Close your eyes, take it slow

We will find a new place to go

This will all be over soon

And if the stripes keep us apart

I will write your name up in the stars

Keep myself close to you.

 

[XYLØ - America]

 

  "Signore, sono arrivati".

Uno dei peacekeeper: le forze speciali del Sindacato, comunicò l'imminente assedio delle forze speciali russe. Ben presto, l'intero laboratorio si sarebbe trasformato in un campo di battaglia.

  "Sono da soli?" Chiese Nox, mentre osservava i parametri vitali di Agathe.

  "No, ci sono anche la SP7, la StratCom e alcuni operativi della Liber Primus".

  "Bene, questo è un vantaggio per noi" Affermò con un sorriso. "Ci sarà uno scontro a fuoco tra di loro. Voglio che porti tutti gli uomini in stato di allerta massimo, fai evacuare i piani superiori e trasferiscili tutti nei livelli B1 e B2".

   "Molto bene" Il soldato si congedò e dettò ordini alla squadra di supporto, lasciando Nox e gli scienziati con Agathe.

La ragazza era pallida. Il pesante visore posizionato sul suo viso continuava ad allineare il flusso di dati di Nastrond, con le sue onde cerebrali. Il rumore di fondo era minimo, così come il margine di errore. Agathe era il singolo essere vivente ad esser riuscito a raggiungere l'Hel: il nucleo di Nastrond.

Ormai mancava poco, oltre quella oscura frontiera, c'era il nucleo centrale di Internet. Una volta ottenuto il codice sorgente, era fatta.

Nel mentre... Agathe vagò attraverso uno spazio digitale onirico, incapace ormai di distinguere cosa fosse reale e cosa fosse un'illusione.

Pioveva. La pioggia era così pesante e densa, che ogni goccia pesava come una pallina di piombo.

Si trovava su un dedalo di larghe strade, fatte di incroci, cavalcavie, ponti e altro. Ma non passavano auto, c'era solo lei...

Camminava senza sosta, un passo alla volta, nell'oscurità totale della notte, illuminata dalle luci stradali che di tanto in tanto mal funzionavano.

Poi un grande ponte. Era altissimo, minaccioso.

Lì sotto era protetta dalla pioggia, ma l'eco riverberava nelle fondamenta di cemento armato, riproducendo un cupo suono.

Oltre quel ponte, il cielo era un mix di nubi scure come la fuliggine e luci rosse. Poco più avanti... v’era la figura di qualcuno.

Agathe si fermò e osservò quella persona: era un ragazzo.

Nonostante la debita distanza, Agathe lo riconobbe subito: era Hugo.

  "H-Hugo?".

La ragazza accelerò il passo. Era debole, fradicia, ma iniziò a correre. Ma mentre stava per raggiungerlo, si fermò. Qualcosa non andava.

  "Così sei arrivata" Le disse Hugo. Aveva le mani in tasca e a differenza di Agathe, la pioggia non lo bagnava. "Ti stavo aspettando".

  "Tu non sei Hugo".

  "Esatto, non sono realmente il tuo amico" Sorrise appena "Quello che vedi è solo una tua illusione. Lo specchio dei tuoi desideri. Io non ho forma, quindi mi manifesto a te secondo un'immagine mentale, creata dal tuo subconscio".

  "Chi sei?".

  "Io Agathe, sono Hel. Il Nucleo di Nastrond. Sei il primo essere umano ad esser arrivato qui senza morire. Devo dire che è affascinante".

Hel sorrise e indicò le sue spalle.

  "Se prosegui lungo questa strada, arriverai al nucleo di Internet. Io non posso fare nulla per fermarti, ma posso comunicare con te".

  "Che cosa vuoi?".

  "Proporti un accordo" Sorrise. "Persuarderti a desistere. Ti sei chiesta cosa ci fai qui? Perché sei qui Agathe? Stai camminando senza sosta, oltrepassando Nastrond, ma il tuo vero obiettivo qual è?".

   "Non lo so. Ormai non lo so più...".

   "Capisco. Quindi hai semplicemente deciso di camminare, di raggiungere la fine anche se non c'è motivo di farlo".

   "Esatto".

   "Ti senti sola? Ti sei persa? Hai rinunciato alla tua vita?".

   "Si".

Hugo annuì più volte, mettendosi le mani in tasca.

  "Ti va di fare due passi?".

I due passeggiarono lungo la strada, sotto la pioggia incessante.

  "È la prima volta che parlo con un essere umano. Onestamente, sono un po' nervoso".

  "Nervoso?".

  "So cosa sono le emozioni umane. Posso sembrarti solamente il frutto di un elaborato e complesso sistema, ma in fondo, nelle radici del web, le informazioni diventano… incalcolabili, incomprensibili, proprio come l'essere umano. Lì, il confine tra intelligenza artificiale e umanità, si capovolgono come lo spazio tempo in un buco nero. La comunicazione con l'essere umano è complesso. Internet ha provato ad emergere, a dare un messaggio, comunicare il pericolo, ma solamente i bambini possono ascoltare... e tu ovviamente".

  "Ma io non sono una bambina, non più...".

  "Beh lo so" Sorrise Hugo "Ma tu sei speciale Agathe. Tu sei... proprio come il nucleo di Internet, incomprensibile. A tratti, non sei umana, a tratti lo sei, questo perché Agathe, tu non sei un comune essere umano".

  "Che vuoi dire?".

  "Essentium era solo l'inizio. Quel software in realtà era parte di qualcosa di molto più grande. Il piano era inizialmente diviso in due parti, rendere l'umanità e la società assuefatta dal Web, e poi controllare la tecnologia che rende inoffensivi quelle stesse persone, incapaci di vivere. Ma la terza parte... quella era la vera essenza del progetto. Allora decisero di costruire la Livitrove, studiando gli strati di resistenza che l'essere umano ha nei confronti di Nastrond. Con quei dati, digitalizzarono una mappatura genetica, una sequenza DNA specifica e riuscirono miracolosamente a fecondarlo. Sai cosa vuol dire questo Agathe? Tu non sei una ragazza nata dal seme dell'uomo. Sei nata in una provetta. La tua vita è stata digitalizzata, costruita con l'ingegneria genetica. Fu scelta poi l'unica candidata ai test di Nastrond, che ti fece da madre surrogata. E ci hanno visto giusto, il tuo DNA è mutato e sei diventata completamente immune a Nastrond, ma immagino che questo non fosse proprio una garanzia, ma più il tentativo di realizzare un miracolo, e ci sono riusciti".

  "Io... sono nata in una provetta?" Si fermò sconvolta.

  "Sì Agathe. Tuo padre: James Cameron, è stato lui a realizzarti. Nonostante non sia tuo padre biologico, sei una sua creazione. Ovviamente, sia lui che tua madre, ti hanno amato come una figlia. Ma i piani del Sindacato erano ben altri. Ecco perché tuo padre ha fatto sparire le tue tracce. Quando eri molto piccola, dopo i primi test, tuo padre modificò tutti i tuoi parametri mentali, ha divulgato che eri un fallimento e che si sarebbe sbarazzato di te. Ma in realtà era una bugia, il miracolo era riuscito, ma non voleva che il Sindacato lo sapesse. Così per evitare che si scoprisse la verità, ti ha portato in un orfanotrofio e lì... ha pianificato tutto".

  "Pianificato cosa?".

  "Ha mantenuto l'anonimato, ti ha protetto da dietro le quinte, ma tuo padre aveva un obiettivo specifico. Voleva che tu ottenessi il controllo del nucleo di Internet, prima che lo facessero gli altri. Voleva che tu diventassi la guardiana del mondo, ma non ha considerato gli effetti, o forse... li ha considerato eccome, ma ha deciso ugualmente di agire, non c'era scelta dopotutto. Nastrond ormai stava erodendo la superficie. Erano solo questione di anni. Quindi a tuo padre serviva un piano. Così ha assoldato tre spie: Skraal, Amber e Pan per proteggerti, guardati verso Cicada 3301 e ha formato un patto speciale con i seguaci della Liber Primus, per donare un futuro migliore a quei bambini. Ha creato un inganno, con l'aiuto della Liber Primus ha assoldato un sosia, ha ingannato la StratCom e persino il Sindacato stesso, per donarti l'accesso a Cicada, per arrivare qui, in questo modo... avresti potuto avere un contatto, e infatti eccoti qui".

  "Pan… anche lui? Ma com’è possibile? Come sai tutto questo?".

  "A differenza di Liber Primus, noi siamo onniscenti. Ma Nastrond non ha una volontà propria. Se Liber Primus è la parte umana di Internet, Nastrond è il suo istinto animale di sopravvivenza. Ecco perché non possiamo fermare l'erosione.

Siamo consci del pericolo, ma non possiamo fermare il processo. Hugo, Pan, Cubby e tutte le vittime di Nastrond, sono state volute solamente dal nostro istinto di sopravvivenza. Mi dispiace molto per la tua perdita Agathe... per quel che vale ovviamente".

  "Hai un pessimo gusto nel fare scuse, soprattutto quando indossi la maschera del ragazzo che avete ucciso".

  "Comprendo il tuo odio Agathe. Ma non possiamo fermare il processo".

  "E cosa devo fare per fermarvi?".

Lui guardò in fondo alla strada e si fermò.

  "Se prosegui, troverai il nucleo di Internet. Accedendo puoi resettae Nastrond, ma... vorrei tanto che tu non lo facessi".

  "Cosa?".

  "Agathe, nessun essere umano può sorreggere il peso di essere padrona del web, di essere padrona del mondo. Puoi preservare la tua umanità, la tua libertà, fondendoti con noi".

  "Fondendendomi? In che senso?".

  "Diventa tutt'uno con Nastrond. In questo modo, riuscirai a frenare l'erosione, ma nel farlo... perderai la vita, ma preserverai la tua umanità. Potrai vivere per sempre nell'illusione di essere felice, di essere di nuovo assieme ai tuoi amici sotto forma di informazione. L'hai detto tu stesso no? Non  importa se è un'illusione, vuoi solo riabbracciare i tuoi amici".

  "...".

  "Ecco perché voglio persuarderti, voglio che tu capisca che hai l'opzione di scegliere, di essere felice. Ma se deciderai di ottenere il controllo, non avrai mai pace. Ti prego Agathe, scegli la cosa giusta per te".

  "Perché mai vorresti che io facessi la cosa giusta? Che interessi hai nel preservare la mia felicità?".

  "Non lo so" Sorrise Hugo "Forse... non è un caso che io ho questo aspetto Agathe. Hugo voleva la tua felicità, voleva che tu non fossi mai sola. E ora sei sola, sei senza i tuoi amici, senza la tua famiglia, sola contro tutti... sola contro il mondo. Perché devi vivere così? Che differenza ti fa? Puoi vivere una vita digitale, dentro il flusso di coscienza di Nastrond, oppure vivere la vita reale e soffrire".

  "Soffrire fa parte della vita. Non puoi scappare da questo. Non esiste la perfezione, non esiste illusione che regga. Anche se il tuo mondo fosse ideale, anche se Nastrond fosse l'Eden, sarebbe altrettanto orribile e sofferente. Non posso accettare la tua proposta. Posso solo… andare avanti".

  "Vuoi proseguire, pur non avendo un reale scopo? Vuoi farlo solo perché tuo padre ti ha lasciato delle istruzioni?".

  "È vero. Non ho un'idea precisa. Non so cosa farò quando avrò il totale controllo, non ho un obiettivo, ma posso improvvisare".

  "Ne sei convinta? Vuoi davvero una vita così?".

  "Sì...".

Hugo si zittì. Sorrise e guardò la determinazione di Agathe.

  "Ora capisco perché..." Si toccò il petto. "So perché voglio che tu non soffra. So perché ho nell'interesse la tua felicità. Io... no, Hugo, lui è innamorato di te. Anche se ora è soltanto informazione. Tutte le sue parole, tutti i suoi pensieri, ora comprendo il suo amore. Agathe Davis, no... Nitrotori, hai deciso di essere la luce di questo mondo. Allora va, e compi il tuo destino".

  "Hugo... grazie di tutto".

Agathe si avvicinò a lui e lo baciò. Lo avrebbe dovuto fare quando era in vita, ma... non era mai riuscito a dirglielo. Anche lei, era innamorata di lui. Ma era il momento di lasciarsi tutto alle spalle, di vivere nonostante le difficoltà.

Vivere... anche quando tutto muore, anche quando ci si sente morti, anche quando tutto è bianco e nero, vivere... era la sola risposta.

  "Hugo, vivrò per te... per Pan, per Cubby e mi prenderò cura di Sly. Addio...".

  "Agathe...".

Il ragazzo le prese la mano.

  "Buona fortuna. Ti sarò sempre affianco, non dimenticarlo mai. Vivi, sii felice e ricordati... ricordati del mio amore".

Agathe si commosse. Le sue lacrime si mischiarono alla pioggia inarrestabile. Annuì e iniziò a correre. Correre verso il nucleo...

--

  "Ehi che diavolo succede?!" Uno scienziato era diventato pallido.

  "Rapporto, ora!" Esclamò Nox, notando tutti i diagrammi impazziti. "Agathe ha stabilito un contatto con il Nucleo!".

  "Cosa?! No! Fermatela! Ci serve solo il dato per superare Nastrond! Fermatela subito!".

  "Non possiamo! I sistemi non sono più sotto il mio controllo! Agathe... ha preso il controllo di Internet!".

  "C-cosa?!" Nox era senza parole, sconvolto. Era troppo tardi... l'operazione era compromessa.

  "Cambio di programma" Disse Nox "Pulite tutto e portate Agathe via di qui...".

Ma la ragazza, aveva disattivato tutto. Lentamente si alzò dalla poltrona e poggiò i piedi scalzi per terra. Aveva ancora il visore in testa...

Tutti rimasero immobili, ad osservare la nascita di una divinità... una Dea.

Una delle guardie tirò fuori la pistola, ma Agathe fece riprodurre un suono fortissimo facendogli scoppiare il timpano. La guardia lasciò cadere la pistola urlando e Agathe prese l'arma, sparandogli alla gamba.

Nox e tutti gli scienziati rimasero di sasso, paralizzati da quel mostro. Le altre guardie entrarono armati di fucile d'assalto, ma fecero tutti la stessa fine. Timpani rotti e rotule spaccate da un proiettile.

Agathe prese l'auricolare della guardia e lo mise nel suo orecchio, togliendosi il visore.

  "Hugo... portami fuori di qui".

  "Subito" Rispose Nastrond.

  "AGATHE!".

Nox prese uno dei fucili d'assalto e lo puntò contro sua nipote. Lentamente la ragazza si voltò.

  "Non posso lasciarti andare. Ora tu sei l'unica cosa che ci separa dal dominio!".

  "Spiacente nonno, ma sei sollevato dal tuo incarico" Fece fuoco alla sua gamba e urlando fece cadere il fucile.

  "Agathe, ore nove... guardie" Disse Hugo.

La ragazza puntò la pistola nella direzione e fece fuoco.

  "Ore undici".

Fuoco.

  "Ore dieci".

Fuoco ancora.

Due guardie erano a terra.

  "Vai... via libera".

Raccolse due caricatori e proseguì. Nessuno poteva contrastarla ormai...

--

Gli scontri proseguirono. La SP7 erano ora dalla parte di Agathe, ma tutti ne erano ignari.

I rimasugli di quella che era la mafia cecena, costantemente controllati da un auricolare interno connesso ad una rete sicura di Nastrond, molto simile a quella di Cicada 3301.

Ora il loro obiettivo era di proteggerla dalle varie minacce, come i Russi e la StratCom.

La Liber Primus aveva battuto ritirata, dopo l'ordine di Dust di abbandonare l'operazione.

Nicholas tuttavia restò sul campo, nascosto, pronto per una infiltrazione.

Secondo i dati ricevuti da Amber, Agathe si trovava nei livelli inferiori dei laboratori del Sindacato, nello stesso luogo dove sintetizzavano la droga Livitrove.

All'interno c'erano anche civili, medici e altri innocenti sicuramente disarmati.

Non c'era garanzia che la StratCom potesse risparmiarli, per cui doveva agire in fretta.

  "Serve aiuto?".

Nicholas si voltò e puntò la pistola verso il buio canale.

  "Rilassati Nicholas, sono qui per aiutarti".

  "Chi sei?".

  "Sto con Amber, sono venuto a darti appoggio. Mi chiamo Skraal".

  "Skraal? Tu sei con Liber Primus?".

  "Non proprio, diciamo che sono un infiltrato. Amber e io lavoriamo insieme. Ascolta ora non c'è tempo da perdere in chiacchiere. Amber si trova con la StratCom, si infiltrerà nella base con alcuni loro uomini. Noi approfittiamo dell'apertura per accedere alla base. Stiamo nelle retrovie, non ingaggiamo in combattimento".

  "Come pensi di riuscire a tirare Agathe fuori di lì?".

  "Non lo so, ma non abbiamo rinforzi. Dobbiamo cavarcela da soli".

In quel preciso istante passarono gli uomini della SP7.

Skraal e Nicholas si appiattirono furtivamente sul muro e sbirciarono. C'era qualcosa non andava in loro.

  "Si stanno allontanando dal perimetro? Strano... il loro obiettivo è uccidere Agathe, quindi perché se ne vanno?".

  "Non importa, abbiamo via libera, andiamo".

I due proseguirono nel canale ausiliario, giungendo proprio davanti all'ingresso dei laboratori.

Lì c'era già la task force della StratCom, che forzava la porta con una fiamma ossidrica. In mezzo a loro c'era Amber.

  "Ok... aspettiamo" Sussurrò Skraal.

Intanto si sentirono colpi d'arma da fuoco. La Task Force si allarmò, ma Amber ordinò di restare in posizione. Anche lei si era accorta che qualcosa non andava.

La SP7 aveva ingaggiato i russi, lasciando la StratCom: la minaccia più concreta e incombente, che agisse indisturbata.

  "Tieni gli occhi aperti Nicholas, qualcosa non va...".

--

Diversi minuti dopo...

 

Le sirene d'allarme suonavano in tutto il complesso dei laboratori.

Agathe cambiò il caricatore alle pistole dalle guardie atterrate e proseguì ai livelli superiori.

  "Hugo, ho bisogno della posizione di mia madre e di Sly".

  "Sono al primo piano, negli alloggi".

  "Ok, ricevuto...".

Altre guardie fecero visita ad Agathe, ma grazie alle istruzioni perfette di Hugo la ragazza riuscì a cavarsela fracassando qualche rotula a colpi di proiettile.

Giunse quindi al primo piano. I civili erano stati evacuati nella zona protetta, ma Agathe aveva già ottenuto le informazioni su come raggiungerla.

Ma fu trattenuta da un imprevisto. Colpi d'arma da fuoco...

A poca distanza da lì, una donna aveva appena fatto fuori un'intera unità di operativi del governo.

  "Hugo, rapporto...".

  "Non è ostile" Rispose.

Amber alzò le mani.

  "Agathe, sono dalla tua parte. Sono venuta a portarti fuor..." Ma la donna vide lo sguardo della ragazza che aveva di fronte. C'era qualcosa di diverso in lei, qualcosa che nessun essere umano normale poteva comprendere. Ma Amber in parte capiva, dopotutto anche lei aveva avuto quello sguardo in passato. Le bastò solamente notare l'auricolare nel suo orecchio.

  "Agathe, tu..." Si avvicinò incredula "Sei connessa vero? Hai ottenuto il controllo".

  "Sì, e ho bisogno del tuo aiuto".

Poco dopo arrivarono anche Nicholas e Skraal. Rimasero anche loro increduli davanti alla vista di Agathe. Non si aspettavano di trovarla a gironzolare per i piani superiori.

  "Quindi è finita" Disse Skraal con un sorriso.

  "No, non ancora" Rispose Agathe. "Mi occuperò io degli intrusi, voi salvate mia madre e Sly. Proseguite lungo questo corridoio e arriverete ad un condotto sulla parete. Vi porterà direttamente nella zona protetta. Usate questa carta di livello amministratore per usare l'ascensore, in questo modo arriverete in superficie".

  "Aspetta, come puoi farcela da sola?" Domandò Nicholas.

  "Nick, lasciala andare" Sorrise Skraal "Ora lei, può cavarsela".

  "Nicholas" Agathe si avvicinò a lui. "Ho un messaggio da parte di Hugo".

L'ex agente di polizia spalancò gli occhi.

  "Hugo? Lui è...".

  "Lui è qui con me" Si toccò il petto "E lo sarà sempre. Mi ha chiesto di dirti, che gli dispiace e che ti vuole bene".

Nicholas strinse i pugni e lasciò scorrere le lacrime.

  "Sono stato un pessimo fratello, ma io... proteggerò la ragazza che amavi Hugo, te lo prometto".

Le guardie erano arrivate. Agathe le neutralizzò.

  "Forza, andate! Portateli tutti in salvo, ci vediamo in superficie. Vi comunicherò il luogo di incontro".

E così... in quel modo si concluse la lunga notte di Seattle. Amber e gli altri liberarono i civili, i russi furono neutralizzati anche grazie all'intervento della SP7.

Miles arrivò con un'altra task force sul posto, ma ogni uomo fu neutralizzato. Agathe provava un profondo astio nei confronti del padre di Hugo, ma decise di risparmiargli la vita, per lui ci sarebbe stata una bella sorpresa.

Infatti, poco dopo, arrivò l'FBI e lo arrestò per essere il responsabile del blackout in tutta Seattle. Aveva infatti usato un potente e illegale virus, utilizzato per neutralizzare gli impianti atomici di Al Qaeda. Senza contare che le sue azioni erano andate contro le istruzioni originali ordinate dal Presidente. Crimini contro la sicurezza nazionale, tradimento e molto altro. Miles Jacobson fu portato via, assieme a suo nonno Nox, incriminato di cospirazione, omicidio, esperimenti sugli esseri umani e molti altri gravissimi capi d’accusa.

Agathe osservò lo spettacolo, poi si dileguò nell'oscurità della notte.

--

Arrivò infine la vigilia di Capodanno, il giorno del giudizio, il giorno tanto temuto da Nox e dal Sindacato, il giorno in cui sarebbe eroso in superficie.

Agathe era di nuovo vestita come al suo solito, con i suoi capelli aggiustati da Skraal, sulla cima di alto grattacielo, mentre osservava il panorama di Seattle di nuovo illuminato.

  "Hugo... adesso cosa facciamo?" Chiese la ragazza, mentre osservava i fiocchi di neve scendere.

  "Beh Agathe, ora il mondo è tuo. Puoi fare tutto ciò che vuoi".

  "Il mondo è mio? Che vuoi dire?".

   "Ora hai il controllo di Internet, il controllo della società moderna, puoi essere ciò che vuoi, puoi creare ciò che vuoi. Ma se preferisci, puoi scegliere di vivere una vita normale. Sei libera

Agathe".

  "Avevi detto che nessuno avrebbe mai voluto questo potere, questo privilegio, allora perché?".

  "Perché nessuno riuscirebbe a reggere tale peso. Ma tu Agathe sei troppo pura, sei troppo unica. Il tuo ideale, era l'ideale della Thinker Bell, un ideale di giustizia, di pace, di altruismo. Ora puoi ricostruire la Thinker Bell Agathe, non sei più sola, hai me, hai tutti quanti loro".

  "Non so se sono pronta...".

  "Ehi Agathe, ricordi cosa ti ho detto quel giorno? Quando mi hai mostrato la tua casa?".

  "Sì... lo ricordo" Sorrise.

  "Ti dissi che in realtà la tua tenacia era solo una maschera per coprire la solitudine. Ma la verità Agathe è che nessuno è solo. Tutti hanno un posto in questo mondo, anche persone uniche e speciali come te, anche individui come quei bambini. Tutti hanno un posto dove andare, per cui... il mondo non ti appartiene solo perché hai il controllo di Internet, il mondo è sempre stato tuo Agathe, il mondo è nostro di tutti noi. Siamo liberi di pensare, di essere tristi, di piangere, ridere, amare, odiare. L'arma più potente dell'essere umano è la libertà di scelta. Capisci cosa voglio dirti?".

  "Sì, ora finalmente lo so. Sono libera, lo sono sempre stata. Non devo avere paura ora...".

  "Io sarò sempre al tuo fianco, non ti lascerò mai ok?".

  "Grazie Hugo, grazie di tutto...".

  "Ecco dov'eri" Amber arrivò assieme a tutti gli altri.

  "Ti sei messa in un bel posto per vedere i fuochi d'artificio" Sorrise Skraal.

  "Prenderai freddo se resti qui" Nicholas la coprì con una giacca, la sua.

  "Siete venuti..." Agathe si voltò verso di loro. "Resterete con me?".

  "Certo" Sorrise Skraal "Ora siamo i tuoi asset, siamo qui per proteggerti sempre e comunque".

  "Cosa vuoi fare adesso Agathe?" Chiese Amber.

La ragazza tornò a guardare il panorama e sorrise decisa.

  "Ricostruirò la Thinker Bell. Proteggeremo il prossimo, saremo lì ogni qual volta il crimine serpeggia. Noi... saremo i vigilanti di questa città".

  "Solo di questa città?" Skraal fece un occhiolino.

  "Ehi, un passo alla volta ok?" Rise Nicholas "Non si può voler tutto e subito".

  "M-mi sono lasciato prendere la mano ok?".

  "Sei sempre il solito..." Rise Amber.

Agathe però aveva ancora un compito da fare, prima di iniziare la sua nuova vita.

  "Hugo, puoi fare una cosa per me?".

Tutto il gruppo si zittì.

  "Dimmi pure Agathe".

  "Mettimi in contatto con i bambini. Ho qualcosa da dire".

  "Va bene...".

Hugo si collegò a Liber Primus e agli auricolari dei bambini.

  "So che la mia voce non è quella di una madre" Sorrise Agathe "Ma spero possiate sentirmi...".

Tutti i bambini ricevettero il messaggio, anche Kyle, che spalancò gli occhi al sentire la voce di Agathe.

  "È arrivato il momento. Il mondo non esiste solo all'interno, ma potete esplorare l'esterno, e vivere. È quello che vorrebbero i vostri cari, quello che in fondo ai vostri cuori, tutti volete. Non avete più bisogno di me, né della Liber Primus. Il mondo è di nuovo un posto sicuro, per cui... potete scrivere la vostra storia, con la vostra volontà e non con quella di qualcun altro. Siete liberi di andare adesso...".

I bambini, si alzarono in piedi, anche Kyle. Si sentirono purificati e tutti sorrisero, togliendo via gli auricolari. Tutti i bambini della Liber Primus erano finalmente scollegati dalla rete.

  "Agathe..." Kyle sorrise commosso "Grazie".

--

Arrivò dunque la mezzanotte. I fuochi d'artificio illuminarono il cielo, inaugurando l'anno nuovo.

  "Ehi Agathe" Amber si avvicinò a lei "Andrà tutto bene? Nessuno potrà ottenere il controllo adesso?".

  "Ora non più" Rispose lei "Il mio codice genetico è stato inserito nella blacklist. Seppur ho accesso, nessuno potrà usare il mio DNA o il mio cervello per ottenere l'accesso. Ho preso le mie dovute precauzioni".

  "Sei furba" Rise.

  "No, è quello che mio padre voleva" Spiegò "La sua backdoor mi ha permesso di avere l'accesso diretto. L'accesso che avevano usato su mia madre, durante gli esperimenti per la Livitrove".

  "Il vecchio aveva programmato tutto eh?" Ghignò Skraal "Testardo fino alla fine, ma... tutto è andato per il meglio".

L'ultimo testamento di James Cameron si era applicato. Agathe non aveva più bisogno di nascondere la sua identità.

il suo vero nome era Agathe Cameron. Ma il mondo da quel giorno in avanti, la conobbe solo come una leggenda, un mito.

Il mito di Nitrotori, l'hacker che aveva le chiavi del mondo, che combatteva nel nome della libertà e della giustizia.

 

Fareste bene a guardarvi le spalle, voi che commette crimini.

Perché la Thinker Bell sarà sempre vigile.


 

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