Fate

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-noooo!- fu l’urlo della ragazza che vide cadere a terra la sua migliore amica trafitta da un dardo d’edera. La donna alzò gli occhi celesti pieni di lacrime in direzione dei due ragazzi che si trovavano davanti a lei in quel momento. O meglio le due fate che si trovavano davanti a lei. Fissò i suoi occhi in quelli cangianti del ragazzo che aveva tirato il dardo e lo fissò in silenzio dando sfogo a tutte le sue emozioni in quello sguardo. Il ragazzo fu il primo a distogliere lo sguardo, forse con un briciolo di coscienza che gli diceva che quello che aveva fatto era qualcosa di sbagliato. Di ingiusto. La ragazza spostò i suoi occhi di ghiaccio verso l’altro ragazzo stringendo forte la braccia intorno alla sua pancia.
-siete dei mostri!- sussurrò la ragazza iniziando a piangere e abbassando lo sguardo dagli occhi smeraldini del ragazzo che stava guardando, del ragazzo che amava. La ragazza guadò in direzione della sua amica che era stesa a terra. Una mano era poggiata sul ventre gonfio. Quella vita non avrebbe mai visto la luce. Morta ancor prima di nascere. Iniziò a piovere a dirotto.
-hai ucciso sangue del tuo sangue lo sai?- chiese la ragazza alzando di nuovo lo sguardo in quello cangiante del primo ragazzo.
-lo so- fu la sua risposta pacata, priva di emozione. Sembrava come se l’incertezza di prima l’avesse abbandonato.
-e non ti vergogni?- chiese di nuovo la ragazza togliendosi una ciocca di capelli bagnati dal viso.
-andava fatto-
-perché? Perché lei era una cacciatrice e tu una fata?- questa volta la ragazza gridò alzandosi di nuovo in piedi. Allargò le braccia e fece cadere a terra i due pugnali che aveva in mano. -allora uccidete anche me!- gridò allora la ragazza con le lacrime che si mischiavano alla pioggia che stava cadendo.
In quel momento arrivarono altri cacciatori richiamati dalle urla della ragazza. Le due fate si guardarono negli occhi prima di prendere il corpo morto della ragazza e sparire nella foresta che circondava la città.
-NO! UCCIDETEMI!- continuò a gridare la ragazza cercando di dimenarsi visto che gli altri cacciatori la tenevano stretta.
-SCARLETT! SCARLETT CALMATI! SUSAN NON RITORNERA’- furono le parole dell’uomo che teneva la ragazza dai capelli rossi. Scarlett si accasciò a terra sconsolata. La sua migliore amica era appena morta davanti i suoi occhi uccisa dalla persona che amava di più.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Alzarsi la mattina era una vera tortura e Alex non sapeva come facesse sua madre ad essere già sveglia e pimpante alle sei. Lui alle otto meno un quarto sembrava un morto vivente che andava in cerca di cervelli. Nemmeno il suo cornetto alla nutella riusciva a farlo svegliare un po’.
Alex finì la colazione in fretta e furie e mettendosi la giacca militare uscì di casa non prima di aver urlato un ciao alla madre. La sua fortuna era quella di abitare vicino scuola così poteva svegliarsi tranquillamente tardi, ma era anche una sfortuna perché doveva andarci a piedi, ed era una delle cose che odiava di più visto che ancora mezzo addormentato rischiava di essere investito più volte dalle macchine. Per fortuna riuscì ad arrivare in classe sano e salvo. Si sedette al solito posto e guardò confuso il banco affianco al suo. Xavier di solito era uno dei primi ad arrivare a scuola. Allora perché non c’era? Guardò anche davanti a se e notò con dispiacere che mancava anche Aline. Che fine avevano fatto quei due? Non potevano di certo lasciarlo da solo per l’intera giornata! Non era mai capitato che nessuno dei due non si presentasse a scuole. DI solito quando uno dei due gemelli stava male l’altro andava lo stesso a scuola. Possibile che fossero entrambi ammalati? Oppure avevano deciso di saltare scuola e non l’avevano avvisato? Impossibile! Quei due non avrebbero mai saltato scuola per una stupidaggine. I pensieri di Alex furono bloccati dall’ingresso in aula del professore che iniziò a spiegare. Dei gemelli niente.
 
Alex vide entrare i due ragazzi alla terza ora e li guardò malissimo. Stavano entrambi benissimo. I due notarono subito il broncio del ragazzo e lo raggiunsero velocemente. Era l’ora della ricreazione quindi la maggior parte dei ragazzi era fuori a mangiare in santa pace. Aline si avvicinò ad Alex e gli lasciò un bacio sulla guancia per poi sedersi sul suo banco lasciando cadere a terra la borsa che usava come zaino. Xavier invece andò direttamente a sedersi al suo posto, cioè il banco vicino al muro, muro al quale il ragazzo si appoggiò per poi accavallare le gambe. Alex si prese un momento per guardare di nuovo i due ragazzi. Erano di una bellezza fuori dal normale, avevano entrambi i capelli neri che risaltavano sulla loro carnagione quasi olivastra e gli occhi più belli che Alex avesse mai visto. Erano un misto tra il viola, il verde, il celeste e il grigio. Alex si era innamorato di quegli occhi cangianti dalla prima volta che aveva visto i due ragazzi al suo secondo anno di liceo. Nonostante Aline lo avesse salutato con un bacio sulla guancia, cosa che non faceva spesso, era comunque arrabbiato con loro perché non l’avevano avvisato.
-cosa c’è Alex?- gli chiese Aline notando il suo sguardo truce.
-perché non mi avete avvisato?-
-perché è successo tutto all’ultimo secondo e siamo riusciti ad arrivare solo adesso, non prendertela con noi!- gli disse Xavier dandogli uno schiaffo sulla coscia facendo saltare Alex.
-XAV!- gridò infatti il rosso guardando male l’amico.
-che c’è?- chiese l’altro divertito. Amava far saltare in aria Alex schiaffeggiandolo, amava anche fargli il solletico, ma li non poteva visto che la ricreazione stava per finire e non voleva che Alex non gli rivolgesse la parola per il resto della giornata.
-lo sai che mi da fastidio quando lo fai- gli disse il rosso massaggiandosi la povera coscia che era piena di lividi per colpa del moro.
-siamo perdonati?- gli chiese Aline per cambiare argomento.
-si, si, ma la prossima volta avvisatemi è stato orribile stare senza di voi per due ore intere- rispose il ragazzo scivolando piano sulla sedia. Xavier lo guardò sorridendo e con l’intenzione di dargli un altro schiaffo sulla coscia, ma proprio in quel momento suonò la campanella con l’ingresso del professore della terza ora.
Per fortuna di Alex le successive due tre ore passarono velocemente grazie alla compagnia di Xavier e di Aline. Senza di loro si sentiva veramente perso. A fine lezione si ritrovarono tutti e tre nel cortile della scuola. Alex seduto sul muretto con difronte i due gemelli che erano entrambi molto più alti di lui.
-davvero non potete uscire?- chiese il rosso sconsolato. Era da quando erano diventati amici che chiedeva ai due ragazzi di uscire il pomeriggio o la sera, ma entrambi avevano sempre detto di no.
-Alex lo sai benissimo che i nostri genitori non ci permettono di uscire, non è colpa nostra te lo abbiamo detto come sono fatti- gli disse Aline.
-ma non potete nemmeno venire a casa mia?- chiese ancora Alex speranzoso.
-Alexander non insistere- fu l’unico commento di Xavier che guardò male il rosso che alla fine si arrese. Guardò l’orologio che aveva al polso e scese velocemente dal muretto. Doveva tornare a casa a cambiarsi se voleva arrivare in tempo.
-ci vediamo domani allora- disse salutando i due ragazzi e incamminandosi con aria triste verso casa. Era di nuovo arrabbiato con i gemelli. Sapeva che non era colpa loro, ma non sopportava il fatto di poterli vedere solo a scuola. Voleva stare con loro come tutti gli amici stavano insieme, cioè uscire, divertirsi e perché no cercare di far capire a quel testone di Xavier che provava qualcosa per lui. Ma il suo ultimo pensiero era qualcosa che doveva assolutamente rimanere segreto anche perché non sapeva se Xavier fosse gay, cosa che Alex sperava segretamente, e non voleva assolutamente rovinare la sua amicizia con i ragazzi.
Mentre apriva la porta di casa si accorse che la madre era già andata via e alzò gli occhi al cielo al pensiero della ramanzina che stava per arrivare non appena fosse entrato all’interno del palazzo. Corse velocemente in camera e si mise la divisa completamente marrone. Alex preferiva mille volte vestirsi con colori diverse, ma non poteva farci niente se le divise dei cacciatori di fate erano marrone scuro. Si perché Alex come sua madre Scarlett, sopranominata Diavolo rosso, e i suoi nonni erano cacciatori di fate. Alex non aveva mai avuto intenzione di diventare un cacciatore, anche perché a lui le fate erano sempre piaciute, ma i suoi nonni materni l’avevano praticamente costretto e lui non aveva potuto dire di no. Scarlett aveva cercato in tutti i modi di fare in modo che il figlio non entrasse a far parte di cacciatori, utilizzando anche l’allergia del ragazzo per la lavanda che era la componente principale delle armi contro le fate, ma non aveva ottenuto niente, solo che il figlio utilizzava armi diverse per non far attivare l’allergia. Secondo i cacciatori le fate erano esseri che dovevano assolutamente essere uccisi, anzi estinti dall’intero mondo. Alex non approvava per niente la loro scelta. Le fate non avevano mai fatto male a nessuno, e soprattutto gli uomini non dovevano uccidere quelle magnifiche creature solo perché invidiavano il loro potere. Si perché Alex ne era più che sicuro. I cacciatori avevano iniziato ad uccidere le fate solo perché invidiosi del loro enorme potere.
Alex riuscì miracolosamente ad arrivare al palazzo, un vecchio castello in disuso che era diventata la base dei cacciatori dopo che 19 anni prima delle fate avevano fatto saltare in aria la base principale, prima della mezz’ora di ritardo.
-Alexander sei in ritardo- era stato il capo della sua divisione a parlare e il ragazzo ingoiò un groppo alla gola.
-mi dispiace, mi sono trattenuto un po’ di più a scuola- cercò di scusarsi il rosso grattandosi dietro la nuca.
-non farlo più e aiuta i tuoi amici nella ronda- Alex annuì e sistemandosi la cintura con due coltelli, che non voleva assolutamente usare, si avviò verso la torre più alta dove lo stavano aspettando i suoi compagni di ronda. Li odiava tutti, tutti tranne uno: John. John come lui non aveva alcune intenzione di uccidere le fate, ma lo faceva solo per avere un tetto sotto la testa visto che non aveva nessuno. Era solo due anni più piccolo di Alex, però erano alti uguali.
-Alex- fu proprio il ragazzo l’unico a salutarlo mentre gli altri lo guardavano storto. Nessuno lo aveva mai accettato li. Lo vedevano come qualcuno che aveva quel posto solo perché figlio del Diavolo rosso, cosa vera, ma ad Alex dava fastidio essere etichettato solo come il figlio di Scarlett. Anche lui aveva un nome. Molti per deriderlo lo chiamavano addirittura diavoletto, cosa che lo faceva andare su tutte le furie.
-iniziamo questa ronda o dobbiamo rimanere qui tutto il tempo?- chiese il ragazzo sospirando. Nessuno gli rispose, ma tutti iniziarono a scendere le scale.
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Alex guardava fuori dalla finestra assorto nei suoi pensieri. Il giorno prima due ragazzi della sua squadra avevano trovato tre fate e le avevano uccise senza ritegno. Aveva avuto la voglia matta di bloccarli perché due di loro erano dei bambini che non avevano avuto la possibilità di difendersi. Si era sentito impotente e anche in quel momento aveva una voglia matta di gridare. Sentì lo schiaffo che gli diede Xavier ma non gli diede peso. Era troppo sconvolto per quello che era successo il giorno prima per poter degnare di attenzioni il moro. Xavier però non si arrese e iniziò a pizzicarlo sulla coscia. Aveva visto il brutto stato d’animo di Alex e voleva fare qualcosa per tirarlo su di morale. Nemmeno con i pizzichi riuscì a farlo girare verso di se quindi stando attento che il professore non lo notasse si staccò dal muro e si avvicinò piano all’orecchio del ragazzo.
Alex sentì chiaramente il respiro caldo di Xavier vicino al suo orecchio e iniziò a tremare. Cosa voleva fare?
-Alex mi fai paura così triste- gli sussurrò Xavier facendo voltare di colpo il rosso che si ritrovò con le labbra del moro vicinissime alle sue. Le fissò per un bel po’ prima di riportare i suoi occhi verdi in quelli cangianti dell’amico.
-scusa, ma non ne voglio parlare- sussurrò prima di girarsi di nuovo in direzione della finestra. Xavier lo fissò un altro po’ per poi ritornare a seguire la lezione ansioso che arrivasse la ricreazione.
 
Per fortuna Xavier non dovette aspettare molto e i tra amici si ritrovarono da soli nell’aula visto che fuori c’era bel tempo e tutti se ne era approfittati per stare all’aperto.
-Alex non puoi stare tutto il giorno così- disse ad un certo punto Aline guardando male il ragazzo che non li stava degnando di una parola. Alex rispose con un sospiro. Non è che succedesse sempre così, ma non aveva mai visto ammazzare dei bambini in un modo così brutale e si era sentito malissimo.
Xavier e Aline cercarono di far parlare per tutto il tempo della ricreazione Alex ma senza risultato, e la campanella suonò subito.
 
Xavier guardava attentamente Alex che se ne stava tranquillamente seduto sul muretto per poi guardare la sorella che lo guardava con una faccia che diceva: “fallo o ti ammazzo”. Xavier si avvicinò ad Alex e gli diede un altro schiaffo sulla coscia, ma lui sbuffò soltanto. Allora Xav prese coraggio e lo baciò sulle labbra incurante che qualcuno li potesse vedere. Alex sgranò gli occhi a quel gesto e una volta che il moro si fu staccato cercò di dire qualcosa ma non ci riuscì.
-ci vediamo domani- fu l’unica frase che disse Xavier prima di salutarlo con la mano seguito a ruota dalla sorella. Perché lo aveva baciato? Questa era l’unica domanda che in quel momento assillava la testa di Alex. Xavier gli aveva tolto dalla testa i bambini, ma aveva solo peggiorato la situazione andandosene senza dargli una spiegazione. Dirgli qualcosa oltra quel ci vediamo domani no? Adesso Alex avrebbe avuto la mente intasata da quel bacio e non sarebbe riuscito a combinare niente lo sapeva benissimo. Guardò l’orologio esasperato. Perché doveva andare a fare la ronda? Non ne aveva per niente voglia. Voleva solo stare a letto e pensare alle morbide labbra di Xavier sulle sue. Sorrise al ricordo e si pentì di non aver risposto al bacio del più grande. Si incamminò verso casa e durante il tragitto vide qualcosa che gli fece venire in mente una bellissima idea per rimanere a casa, anche se si sarebbe sentito malissimo e lo sapeva.
 
C’era riuscito. Aveva la faccia completamente gonfia per colpa dell’allergia, ma almeno poteva starsene tranquillo a casa. Sapeva perfettamente che sua madre non aveva creduto al fatto che era inciampato e finito con la faccia vicino a un cespuglio di lavanda, cosa che non era realmente accaduta visto che si era cosparso lui stesso la faccia di lavanda, ma lo aveva fatto restare lo stesso a casa visto che a conti fatti aveva realmente avuto una reazione allergica e quindi non poteva fare la ronda in quel modo.
Alex si buttò sul letto con un blocco da disegno in mano e un carboncino. Se si fosse messo semplicemente steso non sarebbe riuscito a dormire perché avrebbe pensato tutto il tempo al bacio di Xavier, quindi aveva utilizzato l’arte, che era una delle cose che amava di più, come stratagemma per non pensare. Aprì il blocco e iniziò a schizzare tracciando linee veloci e a prima vista senza senso. Amava lavorare con il carboncino, l’unica pecca era che sporcava troppo le mani e si ritrovava con le mani completamente nere, ma il risultato era una cosa spettacolare. Il nero faceva risaltare ancora di più le figure sul fondo bianco del foglio del blocco. I soggetti dei disegni di Alex erano molteplici, ma erano tutti ispirati a creature mitologiche e alle fate. Amava immaginare le fate e in quel momento, senza accorgersene, aveva ritratto i volti dei bambini del giorno prima. Non spaventati come li aveva visti, ma gioiosi mentre giocavano in riva a un ruscello o con gli alberi che c’erano tutt’intorno. Aveva rappresentato anche uno di loro da grande come, secondo lui, sarebbe diventato se ieri la sua vita non fosse tragicamente finita per colpa di un cacciatore. Alex guardò attentamente il disegno e poi richiuse con uno scatto il blocco. Non poteva nemmeno disegnare! Andò in bagno a lavarsi le mani prima di sporcare il copriletto di nero. Chi l’avrebbe sentita poi sua madre? Una volta fatto si buttò nuovamente sul letto iniziando a fissare il soffitto della sua camera. Era di un bianco quasi deprimente. Nemmeno si accorse di essersi addormentato.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Dormire il pomeriggio non è mai una buona idea soprattutto se poi la sera non riesci a prendere sonno e ti rivolti in continuazione nel letto. Ed era proprio quello che Alex stava facendo in quel momento. Il rosso sbuffò per la milionesima volta e si tolse le coperte in un colpo solo disfacendo il letto ancora più di prima. Si alzò a sedere e si guardò intorno per abituarsi all’oscurità della camera e poi si alzò stando attento a non fare il minimo rumore. Non voleva di certo svegliare sua madre, l’avrebbe cacciato di nuovo a letto ne era sicuro. Arrivato in salotto si fermò difronte la libreria e guardò attentamente i libri presenti, voleva trovare qualcosa di pesante e noioso in modo tale da farsi venire sonno e quindi dormire tranquillamente. Stava per prendere un libro dalla copertina marrone, ma poi notò a fianco ad esso un libro verde scuro senza titolo. Lo fissò per un po’ per poi prenderlo ad incamminarsi sempre il più silenziosamente possibile in camera. Si buttò a peso morto sul letto senza curarsi di averlo disfatto ancora di più e iniziò ad aprire il libro. Ne rimase incantato. Com’era possibile che sua madre avesse un libro del genere in casa? E soprattutto dove l’aveva trovato? Era un libro che parlava delle fate. Cose che lui conosceva, ma non così nel dettaglio. Invece di conciliarli il sonno il povero Alex si ritrovò ancora più sveglio e non riuscì ad addormentarsi più.
 
I risultati si videro il giorno dopo. Gli mancavano solo due capitoli per finirlo, ma la sveglia lo aveva distolto dalla lettura e si era ritrovato a dover andare a scuola con due occhiaie più grandi di lui, e a nascondere il libro da qualche parte per non farlo trovare alla madre. Voleva finirlo di leggere prima di rimetterlo a posta. In quella casa le cose sparivano troppo velocemente per i suoi gusti.
Solo una volta in classe, seduto accanto a Xavier si ricordò di quello che era successo il giorno prima con il ragazzo. Alex guardò di sfuggita il ragazzo al suo fianco, ma Xavier sembrava tranquillo, come se non fosse successo niente, e si rilassò un poco. Nemmeno il tempo di farlo che sentì la mano di Xavier sulla sua coscia. Alex chiuse gli occhi preparandosi allo schiaffo, ma Xavier non sembrava intenzionato a darglielo. Guardò di nuovo il ragazzo confuso, ma si ritrovò davanti solo il sorriso del ragazzo che strinse di più la presa sulla coscia. Xavier rimase con la mano sinistra sulla coscia di Alex per tutto il tempo fino alla ricreazione quando tutti uscirono, tranne loro tre, e Alex si girò di scatto verso il moro.
-mi puoi spiegare?- gli chiese confuso il rosso. Xavier lo guardò sempre sorridendo e si avvicinò cercando di dargli un bacio, ma la mano di Alex si mise in mezzo. Xavier si ritrasse piano guardando Alex dispiaciuto.
-devi spiegarmi Xav- disse il ragazzo abbassando con lentezza la mano. Alex sentiva su di se lo sguardo dei due gemelli, ma voleva prima delle spiegazioni. Xavier chiuse un attimo gli occhi e poi li riaprì. Ad Alex sembrarono ancora più brillanti del solito.
-mi piaci Alex- il rosso guardò il moro cercando qualunque segno che dicesse che il ragazzo stesse mentendo, ma non lo trovò.
-anche tu- furono le parole sussurrate di Alex che si ritrovò quasi subito con le labbra di Xavier incollate sulle sue e questa volta rispose felice al bacio.
-ragazzi non per rovinare questo bellissimo momento, ma ci sono anch’io qui- Aline stava sventolando una mano davanti ai due ragazzi, ma i due erano troppo presi a baciarsi per starla a sentire e soprattutto per guardarla. Solo il suono della campanella fece staccare i due ragazzi che comunque continuarono a guardarsi sorridendo.
-la prossima volta vi stacco a forza- furono le parole di Aline che fecero ridere i due ragazzi. Poi la ragazza si girò per seguire la lezione mentre Xavier poggiava di nuovo la mano sulla coscia di Alex.
-l’hai presa a canzone questa cosa- disse il rosso indicando la mano con la testa.
-preferivi gli schiaffi?-
-no, almeno così non ho più lividi- Xavier gli sorrise e poi posò il suo sguardo verso il professore. -era da tanto che lo volevo fare, ma non trovava mai il coraggio-
-anch’io avevo paura di perdere la tua amicizia- il rosso guardava la mano del moro mentre parlava. Xavier sorrise.
-aveva ragione Aline a chiamarci stupidi idioti- anche Alex sorrise.
-da quanto tempo ti piaccio?- fu la domanda del rosso dopo un po’ di silenzio mentre posava la sua mano su quella di Xavier.
-non lo so di preciso quand’è successo, so solo che mi piaci molto. Tu?-
-da quando mi hai preso quando stavo per cadere sulle scale tre anni fa- Xavier iniziò a ridacchiare.
-mi ricordo, hai detto qualcosa di stupido mentre eri fra le mie braccia. Tipo “i tuoi occhi sono diventati viola!”- Alex alzò lo sguardo per fissare negli occhi il suo ragazzo, poteva chiamarlo così vero? Al suo sguardo furente ricevette un bacio sulla guancia e Alex ringraziò chiunque per essere seduto in ultima fila con il professore girato di spalle per scrivere sulla lavagna.
 
Erano di nuovo fuori, con Alex seduto tranquillamente sul muretto e Xavier poggiato fra le sue gambe mentre Aline stava davanti loro con un sorriso splendente mentre scattava ai due delle foto.
-la vuoi smettere?- le chiese il fratello alzando gli occhi al cielo.
-tranquilli ve le invio tutte dopo-
-lasciando perdere le foto volete vedere cos’ho trovato a casa?- chiese Alex ad un certo punto iniziando a frugare nel suo zaino facendo alzare su di lui due sguardi molto curiosi. Il ragazzo uscì dallo zaino il libro verde e lo porse a Xavier. Il moro iniziò a sfogliarlo curioso con Aline che si era avvicinata per vedere anche lei.
-è un libro che parla di fate. Dice molte cose che normalmente non si sanno. Ieri sono stato tutto il tempo a leggere- iniziò Alex felice non vedendo le facce dei due gemelli sbiancare.
-dove lo hai trovato- gli chiese Aline alzando per un attimo lo sguardo sul ragazzo.
-nella libreria di casa. Non avevo mai notato la sua presenza, ma è fantastico. Sapevate che per le fate la maggiore età si raggiunge a 19 anni? Li dice che praticamente sviluppano i loro poteri totalmente e quindi diventano molto più forti.- Alex sorrideva mentre parlava e Xavier guardava il ragazzo felice di vedere quello sguardo sognate.
-ti interessano davvero tanto queste cose vero?- gli chiese il ragazzo indicando il libro che aveva in mano.
-ovvio! Il mondo delle fate è a noi sconosciuto e le cose da scoprire mi incuriosiscono molto. E poi ragazzi a voi non è mai venuta la voglia matta di parlare con delle fate?-
-sinceramente no- disse Aline girandosi totalmente verso Alex. -cos’altro hai scoperto di interessante?-
-che parecchie fate hanno figli con degli umani e che nascono fate. Non ci sono eccezioni-
-davvero?- gli chiese Xavier.
-si, lo dice più volte. È impossibile trovare dei mezzosangue che non siano fate. I loro poteri sono molto più deboli rispetto alle fate purosangue, però sono sempre fate- Alex stava per aggiungere altro quando il cellulare di Aline iniziò a squillare. La ragazza prese il telefono e rispose con una faccia preoccupata che fece impensierire Alex.
-Merlion dimmi… si certo… si si arriviamo subito- Aline chiuse la chiamata e guardò Alex dispiaciuta. -dobbiamo andare-
-non fa niente ci vediamo domani, ricordati le foto-
-ALEXANDER!- gridò Xavier per l’ultima frase del rosso che si mise a ridere e scese dal muretto. Xavier lo baciò sulla bocca prima di dirgli ciao e allontanarsi insieme alla sorella mentre Alex rimetteva il libro nello zaino e si incamminava verso casa.
 
 
-dobbiamo dirglielo- disse Aline mentre camminava affiancata dal fratello mentre raggiungevano Merlion alla fermata del pullman.
-non ora- fu la risposta del ragazzo che si beccò un pugno sul braccio da parte della sorella.
-e quando? State insieme Xav deve sapere!-
-se la finisci di urlare forse è meglio Ali- la ragazza sbuffò e si posizionò davanti al fratello per mettergli una ciocca di capelli dietro l’orecchio a punta del ragazzo che subito scostò la mano della sorella e rimise la ciocca al suo posto.
-sei pazza?- disse a denti stretti Xavier guardandosi intorno. Nessun cacciatore in vista.
-no, ho solo fato quello che potrà fare Alex visto che state insieme. Devi parlargli- furono le parole della ragazza prima di incamminarsi di nuovo verso la fermata.
-posso anche non dirgli niente-
-si certo e quando tenterà di metterti le mani nei capelli tu ti scosterai facendogli credere chissà cosa-
-Aline..-
-non dire il mio nome in quel modo, lo sai che ho ragione! E poi hai visto anche tu oggi come parlava felice di quel libro. Non credo che Alex sia un problema per noi- e a quelle parole raggiunsero la fermata dove la piccola Merlion era seduta con aria assente.
-Merl tutto okay?- le chiese Xavier sedendosi accanto alla ragazza che alzò gli occhi celesti verso di lui e gli sorrise.
-si Xav non ti preoccupare, solo che ho scoperto che nella mia classe ci sono ben quattro cacciatori di fate e non so se riuscirò a resistere li dentro-
-tranquilla Merl per qualunque cosa ci siamo noi. Siamo le tue guardie del corpo- disse Aline mettendosi una mano a pugno sul cuore fiera. La bionda sorrise e si alzò dalla panchina.
-andiamo?- chiese poi mentre una ciocca dei suoi lunghi capelli le finiva davanti agli occhi. I gemelli annuirono e poi si girarono in direzione della foresta che si trovava dietro la fermata del pullman e tesero le mani verso gli alberi. Due di essi iniziarono a tremare leggermente mentre davanti a loro si materializzava un enorme portale con contorni dorati. La prima a passare fu Merlion seguita poi da Aline e per ultimo Xavier che si guardò introno prima di entrare e chiudere il portale.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Merlion si guardò allo specchio dubbiosa. Aveva indossato un vestito celeste molto corto, ma non sapeva se fosse il caso di metterselo per il compleanno del padre. Lui le aveva implicitamente detto che voleva vederla nel vestito rosa con i fiori che le arrivava fino ai piedi, ma se l'era messo così tante volte che tante fare iniziavano a pensare che avesse solo quello. Non era l'unico motivo, aveva 15 anni, quasi 16, è per una volta voleva mettersi un vestito più corto, anche per slanciata la sua figura minuta. Non aveva per niente preso l'altezza del padre, anzi a stento riusciva ad arrivargli alla spalle con i tacchi. Da lui aveva preso solo il biondo dei capelli, per il resto la ragazza credeva di essere la copia spiccicata della madre che non aveva mai conosciuto. Non sapeva niente della donna che l'aveva messa al mondo, solo che non la voleva con se e che il padre non voleva per niente parlarne.
Sentì bussare alla porta a dopo aver detto avanti deve capolino dalla porta la figura di Aline vestita completamente di rosso. Non aveva un vestito, bensì un pantalone e una camicia come tutte le guardie del corpo del re.
-sei in servizio anche oggi?- le chiese Merlion mentre Aline si chiudeva la porta alle spalle.
-ovvio dobbiamo proteggere il nostro re- disse Aline prendendo un elastico dal comodino della principessa e legandosi i capelli in una coda.
-secondo te va bene questo vestito?- chiese la bionda facendo un giro su se stessa. Aline la guardò e sorrise.
-stai benissimo, meglio di quello rosa a fiori-
-è quello il problema, credo che papà voglia che metta proprio quel vestito- disse la bionda sedendosi sconsolata sul suo letto a due piazze.
-se ne farà una ragione, stai molto meglio vestita così- disse la mora sedendosi anche lei sul letto.
-ho paura di deluderlo, già non è contento che io vada sopra per studiare, non voglio deludere le sue aspettative-
-tranquilla tesoro, può non approvare alcune tue scelte, ma non credo che per colpa di un vestito non ti voglia più bene- Merlino sorrise e la diede la spalle.
-mi fai una treccia?- disse poi chiudendo gli occhi non appena la ragazza più grande iniziò a intrecciare i capelli biondi insieme a diversi fiori trovati sul letto della principessa.

-quel vestito è troppo corto- disse Michael non appena vide la figlia entrare nella sala del trono. Gli unici presenti erano loro due. Merlion guardò male il padre .
-nessuno tenterà di fare qualcosa se starò sempre appiccicata a Xavier ed Aline- rispose lei facendo sbuffare l'uomo che poi le sorrise.
-basta che non esco fuori con quel coso- disse prima di abbracciarla stretta e postale un bacio sui capelli intrecciati.
-ma che nel quadretto!- disse Lucas entrando seguito a ruota dalla moglie che alzò gli occhi al cielo alle parole dell'uomo. Michael rise all'affermazione dell'amico e gli diede una pacca sulla spalla come solito. Nonostante Lucas fosse una delle guardie di Michael i due erano cresciuti insieme ad erano come sei fratelli, quindi quando erano da solo lasciavano e parte tutte le formalità.
-auguri Michael- disse la donna avvicinandosi al re e baciandogli una guancia mentre Michael sorrideva.
-grazie Susan, dove sono Xavier ed Aline?- chiese non notando i due gemelli in sala.
-non lo so, Xavier ha detto che doveva fare una cosa urgente ed è scuomparso seguito a ruota da Aline- disse Lucas alzando la spalle.
In quel momento risuonarono le campane e nella sala iniziarono a riversarsi i vari invitati, praticamente tutte le date presenti nel regno, che iniziarono a mettersi in fila per fare gli auguri al loro re, mentre Merlion si spostava di lato stando vicina a Lucas e Susan.

Xavier aspettava in ansia sul muretto della scuola ancora chiusa. Alex gli aveva scritto che voleva vederlo quella sera e lui non aveva saputo dire di no. Aline sapendo tutto l'aveva seguito e si trovava nell'ombra per assistere a tutta la scena senza farsi scoprire da Alex.
Xavier guardò l'orologio che aveva al polso. Erano in tremendo ritardo. Dovevano già essere nella sala per controllare Merlino.
-Xav!- il moro di girò di scatti e sorrise grato di vedere arrivata Alex in tutta fretta e con il fiatone. A due passi da lui Xavier scese dal muretto e prese per la vita Alex baciandolo con passione. Alex sorrise sulle labbra dell'altro e si strinse a lui.
-come mai mi volevo vedere?- chiese Xavier mettendogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-vogli farlo- Xavier sgranò gli occhi.
-non potevo aspettare e dirmelo domani?-
-no, adesso ho il coraggio e adesso te lo dico-
-Okay, ma quando?- chiese Xavier.
-domani sera, casa mia e riamni a dormire- disse Alex con uno sguardo che non ammetteva repliche.
-Alex non so se posso rimanere...-
-Xavier non voglo in no. È già tutto deciso, tu domani vieni da me altrimenti ti trascino oggi a Vas. Decidi tu- Xavier si arrese. Stava facendo veramente troppo tardi. Avrebbe parlato dopo con i suoi genitori.
-Okay ci vediamo domani-
-Xav dopo scuola vieni direttamente a casa mia sappilo- Xavier annuì lasciando un altro bacio sulle labbra di Alex. Alexander rispose al bacio e poi lo salutò con la mano andando all'indietro per non perdere di vista Xavier. Una volta che Alex Anna girato l'angolo Xavier e Aline di incamminarono velocemente verso il bosco.
-cosa voleva dirti Alex? Non ho sentito niente da dove ero nasconsta-
-domani vado da lui e rimango lì tutta la giornata- disse Xavier con la voce che tremava leggermente.
-vuoi dire che..?-
-si-
Aline rimase un silenzio per un po' -devo dirglielo, dico davvero- disse alla fine facendo fermare per un attimo Xavier.
-poi vedrò. Se non si accorge di niente meglo aspettare-
-sei il solito. Mi prometti che se lo scopre gli dirai tutta la verità, o meglio se va qualcosa che ti dice che sta per scoprirlo, mi prometti che non lo bloccherai e gli dirai tutto-
Xavier rimase in silenzio a guardare davanti a se.
-okay, te lo prometto Aline-
-bene- proprio mentre Aline finiva di parlare i due ragazzi entrarono nella sala che era completamente piena.
-siamo in ritardo- constatò Xavier cercando con lo sguardo Merlion.
-colpa tua e del tuo ragazzo- gli disse la sorella incamminandosi spedita verso il tavolo delle bevande dove trovrono Merlion nel suo vestito celeste con in mano un bicchiere di qualcosa di non definito.
-cosa bevi?- le chiese Xavier versandosi un succo all'arancia.
-mela- disse solo lei sorseggiando piano la bevanda. Una volta finita guardò i due gemelli.
-dove siete stati?-
-dal ragazzo di Xavier-
-ALINE!-
-sei fidanzato? Dimmi tutto!- disse Merlion con gli occhi a cuoricino avvicinandosi di più alla sua guardia del corpo/amico.
-stiamo insieme da un po'- disse solo Xavier cercando di evitare la domanda il più possibile.
-e com'è?- tentò ancora la principessa, ma Xavier non rispose.
-alto, con i capelli ricci e rossi e due smeraldi al posto degli occhi- rispose invece Aline facendo infuriare Xavier che la guardò male.
-davvero? Lo voglio conoscere- disse la bionda con un sorriso a trentadue denti.
-no, devo fare una cosa- disse Xavier lasciando il bicchiere sul tavolo e incamminandosi alla ricerca dei suoi genitori. Non ci mise molto a trovarlo e alzò gli occhi al cielo trovandoli che si baciavano invece di controllare la situazione nella sala.
-Mamma, papà- disse il ragazzo attirando l'attenzione dei genitori. I due si girarono verso il ragazzo.
-cosa c'è? E dov'era finito?- chiese Susan guardando il ragazzo leggermente arrabbiata.
-ero da un amico che mi ha invitato a stare da lui domani, e volevo avvisarvi che domani non torno a casa- i due genitori di guardarono per poi riposare lo sguardo sul figlio.
-vuoi dire che hai preso la tua decisione senza consultarci? Lo sai che è pericoloso li fuori?- gli disse il padre guardandolo attentamente.
-Non posso dirgli di no, e comunque Alex è un ragazzo apposto. Non mi succederà niente- cercò di convincerlo il ragazzo.
-va bene, ma stai attento- disse la madre zittendo con la mano il marito. Xavier sorrise a dopo averlo ringraziato ritornò dalla principessa.
-Perché mi hai zittito?- le chiese Lucas.
-Perché ho visto nei suoi occhi la voglia di andare lì. E poi non gli facciamo fare mai niente al di fuori della scuola- disse Susan sorridendo e baciando di nuovo il marito.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Xavier guardava con curiosità la casa che aveva difronte. Stava per vedere dove Alexander aveva passato la maggior parte della sua vita, e ne era quasi terrorizzato, anche perché di lì a poco Alex avrebbe potuto scoprire la sua vera natura e lui non era pronto a dirgli la verità. Anche se lo aveva promesso ad Aline.
-Xav non stare li impalato che inizia a far freddo- disse Alex tirando per un braccio il suo ragazzo è facendolo entrare in casa. Alexander lasciò cadere a terra lo zaino e si buttò a capofitto sul divano che si trovava difronte al camino.
-non fai i compiti?- gli chiede Xavier poggiando lo zaino vicino a quello di Alex e avvicinandosi al ragazzo. Alex gli fece spazio sul divano.
-non mi va. Voglio stare tutto il tempo insieme a te- Xavier si sedette sul divano facendo in modo che Alex potesse stare tranquillamente tra le sue braccia.
-i tuoi non ci sono?-
-no, mia madre è fuori per lavoro. Dovrebbe tornare domani pomeriggio- disse Alex sorridenti in direzione di Xavier e baciandogli una guancia.
-hai organizzato tutto vero?- chiese il moro ridacchiando.
-ovvio, non sono così stupido. Anche perché conoscendo mia madre ti riempirebbe di domande, è non voglio- 
Xavier si mise a ridere e strinse più a se il ragazzo.
-hai tanti libri.-
-Sono tutti di mia madre. Alcuni sono bellissimi, altri ti fanno dormire non appena leggi la prima pagina-
Xavier annuì.
-hai finito il libro delle fate alla fine?- chiese il moro cercando il libro nella libreria senza successo.
-si, però appena l'ho messo apposto è sparito il giorno dopo- disse il rosso guardando corrucciato la libreria.
-possibile che tua madre l'abbia nascosto?- gli chiese Xavier.
-probabile, però doveva prima e non adesso che l'ho già letto- Alex sospirò e poi guardò in direzione di Xavier.
-sono davvero felice che tu sia qui. Non so cosa avrei fatto ad un tuo no-
-mi avesti portato di peso qui quella stessa sera- Alex rise.
-Non sono così forte. Probabilmente avrei rinunciato subito e sarei andato a casa triste e solo-
-Alexander mi dispiace no  essere tanto presente- disse Xavier baciando i ricci sulla sua testa.
-l'importante è che ti sia qui-
Alex sorrise  e si alzò dal caldo abbraccio del suo ragazzo è di diresse a passo Spedito in cucina per preparare il pranzo. Passando però si accorse che sulla parete difronte all'entrata della cucina, nascosta dal soggiorno, erano in bella mostra divise e armi dei cacciatori di fate e sbiancó. Non voleva far sapere a Xavier che era un cacciatore e forse subito in direzione dell'interruttore della luce e spinse il tasto che faceva girare la parete rivelandone una bianca con un solo quadro paesaggistico che copriva la maggior parte della parete.
-Xavier vieni in cucina!- gridò poi il ragazzo facendo alzare di malavoglia il moro che seguì la voce del ragazzo per ritrovarsi in cucina con Alex che stava mettendo la pasta nel fornetto.
-pensavo sapessi cucinare-disse Xavier poggiandosi allo stipite della porta.
-ovviamente qualcosa la so cucinare, ma mamma mi ha lasciato la pasta al forno ed è un peccato sprecarla- disse il rosso avvicinandosi a Xavier e baciandolo.
-Io voglio mangiare qualcosa fatta da te- disse il moro.
-ti preparo l'insalata se vuoi- disse Alex avvicinandosi al fornetto che aveva suonato in quel momento.
-Xav puoi prendere i piatti? Sono nel mobile sopra il lavandino- Xavier prese due piatti e li poggió sul  piano cottura mentre Alex usciava la pasta al forno dal fornetto e la metteva nei piatti.

 

Il pomeriggio passò velocemente con i due ragazzi stesi sul divano a guardare un film alla tv mangiando pop-corn e patatine a volontà. Non cenarono proprio perché avevano mangiato troppo nel pomeriggio e si ritrovarono nella Camera di Alex in un secondo.
-non abbiamo fatto i compiti-
-Io non li faccio mai- gli rispose Alex mettendo il telefono a caricare.
-si, ma domani non potrai copiarli da me-
-li copio da Aline- disse il rosso buttandosi sul letto sopra Xavier baciandolo. In quel momento suonò il telefono del moro che si mosse per prenderlo per poi sbuffare vedendo il nome sullo schermo.
-parli del diavolo- disse prima di rispondere alla chiamata. Alex mise il broncio e guardò Xavier in quel modo per tutta la durata della telefonata.
-era Aline- disse alla fine Xavier poggiando il telefono sul comodino.
-hai messo il silenzioso vero?-  chiese Alex guardando male il moro.
-tranquillo- disse il ragazzo baciandolo sulle labbra.
-bene, adesso sei tutto mio-



 

Il rumore incessante della sveglia fece aprire gli occhi ad Alex. In un primo momento pensò di aver fatto un sogno bellissimo, poi si accorse di essere completamente sdraiato sopra a Xavier e sorrise. Si alzò solo per spegnere l'oggetto infernale e poi si rimise tranquillamente dove si trovava prima.
-dovremmo alzarci- disse Xavier con la voce impastata e gli occhi ancora chiuso.
-non mi va-disse invece Alex stringendosi di più a Xavier.
-e se ti preparassi i pancake?- disse Xavier aprendo i suoi occhi cangianti e puntandoli sulla figura di Alex. Il rosso alzò la testa di scatto.
-li sai cucinare davvero?-
-si-
-allora va bene- si arrese Alex alzandosi dal ragazzo e cercando la sua roba nella confusione generale della camera.

Dopo un quarto d'ora erano tutti e due vestiti e in cucina mentre mangiavano tranquillamente i pancake.
-era da tanto che non facevo una colazione decente- disse Alex gustandosi il suo pancake con la nutella.
-immagino visto che ti riduci all'ultimo minuto per fare tutto-
Alex gli fece la linguaccia e continuò a mangiare tranquillamente.
-ma che carini- Alex per poco non si strozzó vedendo la madre entrare in cucina mentre di toglieva la giacca.
-Mamma! Pensavo tornassi oggi pomeriggio- disse il rosso sospirando di solievo non appena cosa che la madre non aveva la divisa addosso.
-buongiorno- salutó Xavier un po' impacciato trovandosi davanti la madre del suo ragazzo.
-ciao caro. Sei Xavier vero?- chiese la donna mentre Alex voleva sprofondare sotto il tavolo della cucina.
-si,...-
-puoi chiamarmi tranquillamente Scarlet. Non fate tardi a scuola- disse la donna salutando i due ragazzi con la mano e andando nella zona notte.
-pensavo peggio- disse Xavier dopo un po'.
-Questi perché è stanca e non ti ha fatto tutte le domande che voleva-
-conosce il mio nome- disse Xavier guardando curioso il rosso.
-la ho parlato di te e Aline. Siete i miei e migliori amici. Avrà fatto due più  due- disse Alex finendo il suo pancake e prendendo la sua giacca seguito a ruota da Xavier che prese anche il suo zaino.
-mi mancherai oggi- disse Alexentre camminava lentamente verso scuola.
-abbiamo ancora cinque ore insieme, non disperare Alex- disse il moro mettendogli un braccio intorno alle spalle.
-è un miracolo! Alexander è arrivato a scuola ad un orario decente- disse Aline appena li vide arrivare, poi si buttò sul fratello tutta felice.
-quando te ne fai di nuovo? Sono stata tanto bene senza di te- disse la ragazza salutando poi Alex con un bacio sulla guancia.
-allora mi trasferisco da Alex così non mi vedi più- disse Xavier facendo la linguaccia.
-magari- disse invece Alex sorridendo.


 

Scarlet sistemó gli ultimi vestiti nella lavatrice e si alzò sospirando. Prese il telefono e iniziò a guardare lo schermo aspettando la chiamata delle 11.00. Come volevasi dimostrare, appena scattarono le undici il telefono iniziò a squillare e lei rispose
-dove sei stata?- chiese la voce dall'altro lato del telefono.
-a lavoro- disse la donna camminando nervosa per il soggiorno.
-e come mai non ti abbiamo trovata alla centrale?-
-perché ero nel bosco a fare la ronda-
-e perché non l'hai segnalata? E soprattutto perché quell'obbrobrio di tuo figlio non si è presentato ieri? Puzza di fata ultimamente- la voce di stava alterando. Scarlet cercò di calmare il respiro.
-alla centrale fanno perfettamente che esco durante la prima settimana del mese, non c'è bisogno di segnalarlo. Mio figlio non si è presentato perché doveva studiare le un compito importante-
-e perché puzza di fata?-
-non lo so, brobabilmente starà stato a contatto con le date durante le sue ultime ronde- cercò di inventarsi la donna. Sapeva perfettamente che suo figlio inziava ad avere un odore simile a quello delle fate, è sapeva anche il perché. Ma era meglio non dirlo in giro.
-contenta tu. Ma lo devo controllare e sopratutto devo fare il tuo lavoro-
-certo padre- disse Scarlet prima di chiudere la chiamata a scoppiare a piangere.
Sperava segretamente che nessuno si accorgesse del cambiamento del figlio, ma era impossibile. Quella mattina era stata felicissima di vedere suo figlio sorridente vicino a Xavier, una gara, anche se sul figlio molto probabilmente non è ne era minimamente accorto. E in quel momento sperava solo che quei due ragazzi non rischiassero molto stando insieme.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Merlion era tranquillamente sdraiata nel parco che si trovava a pochi passi dall’entrata del regno delle fate. Era uscita di nascosto facendo credere a suo padre di essere andata a dormire perché troppo stanca. Aline e Xavier avevano un progetto con la scuola, quindi era tranquillamente sgusciata fuori dalla sua camera e si era andata a sdraiare li. Era vicina all’entrata quindi, in caso di problemi, poteva tranquillamente entrare.
Merlion chiuse gli occhi sospirando. Amava stare all’aperto, solo che il padre glielo permetteva poche volte e ultimamente quasi mai. Suo padre aveva paura dei cacciatori e Merlion gli dava tutte le ragioni del mondo per essere spaventato, però non poteva impedirle di vivere. I suoi nonni e suo zio erano stati brutalmente uccisi dai cacciatori quando suo padre aveva 15 anni ed era dovuto salire al trono subito per calmare gli animi delle fate che volevano la guerra.
Suo padre era stato intelligente e aveva aspettato. Lui era troppo giovane e le fate troppo arrabbiate per ragionare decentemente. Merlion sapeva che il padre stava ancora tramando la sua vendetta, anche se aveva dato un piccolo avvertimento ai cacciatori 19 anni prima, quando aveva fatto saltare in aria la loro base. Merlion sorrise al pensiero dal padre che, quando era più piccola, le raccontava come aveva fatto saltare in aria l’edificio facendola ridere.
Merlion odiava i cacciatori. Sapeva che non bisognava fare di tutta l’erba un fascio, ma non riusciva minimamente a capire come delle persone buone potessero diventare dei cacciatori si fate. Era impossibile. Punto.  Merlion non vedeva l’ora della grande battaglia alla quale si stavano preparando tutti. Avrebbero distrutto finalmente i cacciatori in modo da poter vivere tranquillamente in superficie senza essere avere paura di mostrare la loro vera natura. Era stanca di portare i capelli sempre sciolti per coprire le orecchie. Voleva farsi qualche treccia ogni tanto, ma non poteva perché se no l’avrebbero presa e uccisa in un secondo. O peggio ancora se avessero scoperto che era la figlia del re l’avrebbero torturata per avere informazioni da lei. Ma non avrebbe parlato. Al costo di rimetterci la pelle, lei non avrebbe mai parlato. Non poteva mettere in pericolo la sua gente per niente. Alla fine sapeva che anche chi parlava veniva ucciso, quindi cosa cambiava? Niente, solo che tradivi la tua stessa gente.
Merlion era troppo concentrata nei suoi pensieri che non sentì minimamente i passi che si avvicinavano piano a lei. Se ne accorse solo quando le buttarono qualcosa addosso. Troppo tardi. Cercò di urlare ma una delle persone che l’avevano presa le diede qualcosa in testa che le fece perdere i sensi velocemente.
“non dovevo uscire da sola” pensò la ragazza prima di chiudere gli occhi.
 
 
Alex sbadigliò per la milionesima volta in due ore. Era stanco morto e quelle due ore di recupero intensivo fatte dalla professoressa di matematica gli avevano messo addosso ancora più stanchezza. Come avrebbe fatto a concentrarsi alla centrale? Sua madre lo ammazzava se non si presentava nemmeno quel giorno e soprattutto lo uccideva anche il povero John che aveva lascito da solo insieme agli stronzi. L’unica cosa bella delle due ore di recupero era stata Xavier che lo aveva torturato per tutta la lezione. Era bello averlo come compagno di banco.
-Alexander è vivo!- Alex alzò lo sguardo e rivolse un leggero sorriso in direzione di John che si trovava sul terrazzo che dava sulla strada principale della centrale.
-la matematica non mi ha ancora ucciso, ma ci è arrivata vicina- disse il rosso sistemandosi meglio lo zaino sulle spalle ed entrando nell’edificio.
-Alexander non hai la divisa- disse Gerald facendo spaventare il rosso che stava poggiando lo zaino a terra.
-sta nello zaino. Sono appena uscito da scuola- disse il ragazzo guardando con terrore l’uomo che si trovava difronte a lui. Aveva sempre avuto paura di Gerald. Capelli bianchi occhi verdi circondati da vene ben visibili che lo facevano sembrare spaventoso. La bocca sembrava quella dei lupi affamati pronti a mangiarti in un boccone. La statura bassa non impediva all’uomo di incutere timore anche ad Alex che era quasi venti centimetri più alto di lui, ma meno forte. L’uomo era uno dei membri più anziani dei cacciatori, uno dei discendenti dei fondatori e anche suo nonno. Quell’uomo era tutto il contrario di un nonno e Alex lo odiava da morire. Era colpa sua se era dovuto diventare un cacciatore nonostante la sua allergia.
-è l’unico figlio di Scarlet, anche se è solo un bastardo. La discendenza deve continuare- aveva detto l’uomo nel consiglio presentando un Alexander di appena 5 anni con Scarlet che controllava che il figlio stesse bene a distanza. La donna si era opposta, ma non c’era stato niente da fare.
Il rapporto con suo nonno non era mai stato dei migliori. Lui non lo vedeva quasi mai, le poche volte che accadeva era perché lo rimproverava di non fare il suo dovere di cacciatore oppure per ricordargli che non aveva nessun diritto di stare al mondo.
-vedi di non creare macelli. Oggi non uscirai, andrai con Johnatan nei sotterranei, abbiamo catturato una fata- gli disse l’uomo prima di sparire dietro la porta che portava al suo ufficio.
-tuo nonna fa paura lo sai?- gli disse John avvicinandosi al ragazzo che era rimasto immobile in mezzo alla stanza.
-lo so- sussurrò soltanto. Nella sua testa rimbombava una sola frase “abbiamo catturato una fata”. I cacciatori non facevano mai prigionieri, tranne quando i prigionieri erano membri importanti. Possibile che fossero riusciti a catturare un nobile? E come poi?
-Alex ci sei? Dobbiamo andare giù da Richard- disse il biondo guardando preoccupato il più grande.
-noi assisteremo alla tortura solo perché siamo stati indisciplinati vero?- chiese Alex iniziando a cambiarsi.
-si, so che non ti piace…non piace nemmeno a me, ma dobbiamo andare. Sarà peggio-
-lo so- disse il rosso chiudendo lo zaino e lasciandolo in un angolo della stanza per poi seguire John nei sotterranei.
 
-finalmente! Credevo vi foste persi- disse Richard appena vide i due ragazzi entrare nella piccola cella. Alex si guardò intorno per trovare la fata. Quando la vide cercò di non gridare. Era una ragazzina maledizione! Perché avevano preso una ragazzina? Poteva avere si e no 15 anni. Si girò verso John e lo vide completamente pallido. Si sorprese della sua reazione. Di solito cercava di rimanere sempre impassibile.
-cosa c’è?- chiese Alex sotto voce per non farsi sentire da Richard che intento era andato a prendere un po’ di lavanda fischiettando.
-viene in classe con me…- Alex sgranò gli occhi -…e diciamo che…che ho un debole per lei?-
-oddio! Sapevi fosse una…-
-no, l’ho scoperto adesso-
-ragazzi cosa state confabulando?- chiese Richard porgendo ad entrambi un rametto di lavanda. Alex subito indietreggio mentre John lo prese titubante. Richard guardò confuso Alex e stava per dire qualcosa e poi si bloccò.
-mi dimentico sempre che sei allergico- borbottò l’uomo riponendo il rametto in più e avvicinandosi alla ragazza.
-bene vostra altezza vi trovate bene? Vi abbiamo riservato la cella più bella!- La ragazza alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi verdi in quelli di Richard con odio per poi scrutare i due ragazzi soffermandosi di più su John, il quale degludì in ansia.
-principessa possiamo arrivare ad un accord…-
-come sai che sono la principessa?- disse la ragazza con odio rivolgendo di nuovo il proprio sguardo su Richard.
-dalla coroncina di fiori che avevi quando ti abbiamo trovata, ora tesoro collabora con noi e Jonatan non ti farà niente- disse l’uomo indicando poi Johnatan che stava letteralmente tremando anche se lui non se ne accorse.
La ragazza guardò John e poi sputò in faccia a Richard sorprendendo l’uomo.
-come osi!- disse quello guardandola con odio -ragazzi sorvegliatela io vado a pulirmi- e Richard uscì dalla stanza più infuriato che mai. Una vola che Richard fu uscito Alex si abbassò all’altezza della ragazza mentre lei si ritraeva.
-non ho intenzione di farti niente, tranquilla. Come ti chiami?-
-non ti riguarda- disse lei con astio.
-okay, quanti anni hai?-
-chiedilo al tuo amico, lo sa lo stronzo- Alex guardò confuso John che nel mentre era rimasto rigido come una pietra.
-okay, sei la principessa quindi- cercò di instaurare una conversazione Alex.
-si, e non sono fatti che ti riguardano- disse lei sempre fredda.
-va bene. Ti aiuterò ad uscire da qui-
-ALEX CAZZO SE TI SCOPRONO SEI MORTO!- gridò John per poi tapparsi la bocca con entrambe le mani.
-John sono stufo di vedere gente morire- disse il rosso guardando il ragazzo per poi riposare il suo sguardo sulla bionda.
-credimi, farò davvero tutto il possibile per farti uscire da qui-
-si per poi uccidermi-
-no. Io non ho mai ucciso una fata e non lo farò adesso. Dammi qualche ora, massimo un giorno e ti libero-
-vedremo rosso-

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Era mezzanotte passata quando Alex si introdusse di nascosto nella centrale. Dopo che Richard, ancora arrabbiato per lo sputo della ragazza, li aveva cacciati malamente i due ragazzi avevano studiato un piano per liberare la principessa. John lo aveva aiutato nelle ricerche, ma non poteva partecipare attivamente al salvataggio perché aveva il coprifuoco. Quindi toccava ad Alex salvare la ragazza.
Fortunatamente quella sera toccava a Joffry fare il turno di guardia alle celle. Quell’uomo aveva costantemente sonno e fame, quindi era un gioco da ragazzi introdursi nei sotterranei e salvare la ragazza. Era davvero fortunato. Nonostante sapesse che ci fosse solo Joffry di guardia decise comunque di essere cauto. A qualcuno poteva venire in mente la brillante idea di fare qualche interrogatorio a sorpresa, ed era meglio non farsi vedere li a quell’ora della notte.
Riuscì ad arrivare incolume e senza essere visto difronte la cella della fata. Stava per aprire la cella quando sentì una voce che lo fece gelare.
-sapevo che stavi tramando qualcosa- Alex si girò e si trovò faccia a faccia con Sonia.
-cosa ci fai qui?- le chiese Alex cercando di mantenere la voce calma.
-sono venuta a torturare la fatina. Tu invece? Ti muovi quatto quatto, non è che stai cercando di a scappare la fatina?- Sonia lo disse in una maniera tale che fece capire ad Alex che la sua compagna di ronda conosceva alla perfezione il suo piano. Alex degludì a fatica e si guardò intorno cercando di capire come scappare e portare con se la fata.
-sei un traditore lo sai?- disse la ragazza attirando di nuovo lo sguardo di Alex su di se.
-non ho mai voluto far parte di tutto questo, quindi non puoi dirmi di essere un traditore-
-invece si, fai di tutto per impedirci di compiere il nostro lavoro! E poi hai strane allergie, non è che sei una fata sotto mentite spoglie?-
Alex guardò la ragazza confuso. Come poteva essere una fata? Le fate erano creature bellissime e forti, in sintonia con la natura. Lui non aveva nessuna di quelle tre caratteristiche. E poi aveva vere e proprie reazioni allergiche alla lavanda, le fate invece si bruciavano ogni volta che la toccavano, quindi come poteva essere una fata? Era impossibile!
-è impossibile che io sia una fata! Ma mi hai visto?- disse il ragazzo allargando le braccia per poi lasciarle ricadere piano sui fianchi e prendendo il coltello dalla cintura. Non aveva molto tempo. Quando Sonia aprì la bocca per dire altro e distogliendo lo sguardo da Alex, lui scattò in avanti e le conficcò il pugnale nel cuore.
-mi dispiace, ma ho fatto una promessa- disse il ragazzo con voce tremante per poi asciugarsi le lacrime. La ragazza sgranò gli occhi, ma non riuscì a gridare. Si accasciò a terra e Alex tolse il pugnale per poi pulirlo attentamente sulla divisa della ragazza. Aveva appena segnato la sua condanna a morte, ma non gli importava.
Finalmente aprì la porta della cella e vide gli occhi verdi della ragazza che lo guardavano sorpresi. Non se lo aspettava. Alex le sorrise ancora tremante e con calma aprì le catene che tenevano imprigionata la ragazza.
-non pensavo saresti venuto veramente- gli disse massaggiandosi i polsi.
-una promessa è una promessa- disse lui incamminandosi verso l’uscita. -seguimi e non far rumore- le disse. Alex chiuse la porta della cella alle sue spalle e poi diede un’ultima occhiata al cadavere di Sonia sentendo i brividi percorrerlo e si incamminò spedito verso l’uscita.
Merlion guardò stupita prima il corpo della ragazza e poi il ragazzo che aveva davanti. Era arrivato a tanto per lei, davvero? Chi era quel ragazzo? E soprattutto perché stava aiutando una fata se era un cacciatore. Ma non gli fece nessuna delle domande che aveva intesta. Voleva prima uscire da quel luogo e poi gli avrebbe chiesto tutto.
Per fortuna riuscirono ad uscire senza incontrare nessuno. E il ragazzo la portò il più lontano possibile dalla centrale, precisamente nel cortile della scuola dove entrambi i ragazzi andavano.
-grazie, ma perché?- disse Merlion massaggiandosi i polsi ancora doloranti.
-odio i cacciatori e quello che fanno a voi. L’unico problema è che sono costretto a essere uno di loro- disse il ragazzo sorridendole. -ora però ti chiedo di non tornare più in questa scuola. Se ti vedono è la fine e ti uccideranno senza pensarci due volte- Merlion annuì anche se molto triste.
-grazie ancora. Comunque mi chiamo Merlion e ho 15 anni- disse la ragazza prima di lasciare un bacio sulla guancia di Alex e scomparire nella foresta difronte la scuola. Alex si toccò la guancia confuso e sorrise felice che quella ragazza fosse ancora viva grazie a lui.
 
 
Merlion entrò nella sala del trono correndo trovando suo padre super agitato in compagnia di Susan. Fu proprio la donna ad accorgersi della presenza della ragazza.
-Merlion grazie a dio- disse la castana avvicinandosi alla principessa e abbracciandola stretta.
-Merl- disse invece Michael prima di correre dalla figlia con gli occhi pieni di lacrime. -dove diavolo sei stata! Pensavo ti avessero presa i cacciatori- disse il re stringendo a se la figlia.
-mi hanno presa veramente- disse la ragazza in un sussurro impercettibile. Michael scostò da se la ragazza di poco con occhi sgranati.
-ma adesso sto bene, non mi hanno fatto niente perché un ragazzo mi ha salvata- disse lei con il sorriso sulle labbra e gli occhi pieni di lacrime.
-un ragazzo ti ha salvata?-
-si, un cacciatore. Avrà più o meno l’età di Xav e Aline ma non ha mai voluto diventare un cacciatore. Sono stata fortunata- continuò lei con un sorriso sulle labbra. Non aveva fatto in tempo a chiedere il nome a quel ragazzo. Aveva ucciso addirittura un cacciatore per salvarla. Non sarebbe riuscita ad uscire senza il suo aiuto. Gli doveva veramente la vita.
-non è che gli hai dato informazioni e per questi ti ha aiutata?- le chiese Susan dubbiosa. Come poteva esistere un cacciatore che non voleva essere tale? Una volta ne aveva conosciuto uno, era vero, ma non tutti rimangono così per sempre.
-no, non mi ha chiesto niente. Mi ha aiutata e basta- disse la piccola sorridendo.
-Merlion!- la ragazza si girò sorridendo in direzione dei due gemelli che l’avevano chiamata in coro. In poco tempo si trovò travolta dall’abbraccio dei due.
-eravamo preoccupatissimi, una volta che rimaniamo a scuola per un recupero e tu scompari! Prometti di non farlo mai più- le disse Xavier stringendo sempre più forte le due ragazze nel suo abbraccio.
-non verrò più a scuola quindi non ci saranno problemi-
-come scusa?- le chiese Michael confuso, anche se in realtà era felice, meno problemi.
-me lo ha detto il ragazzo che mi ha salvato. Non devo farmi vedere in giro altrimenti mi uccidono alla prima occasione-
-e questo ragazzo ti ha seguita fino qui?- le chiese Lucas avvicinandosi a Susan.
-no, mi ha accompagnata fino al cancello della scuola e li ci siamo separati. Ho controllato più volte. Non mi ha seguita nessuno- disse la ragazza non perdendo il sorriso.
-e noi che facciamo? Continuiamo ad andare a scuola oppure no?- chiese Xavier tradendo un po’ di preoccupazione. Voleva assolutamente vedere Alex. Come avrebbe fatto senza di lui?
-e meglio che continuiate. Ci servono informazioni e nessuno sospetta di voi- disse Michael mentre Susan sorrideva vedendo fare un sospiro di sollievo al figlio. Altro che amico, quell’Alex si era appropriato del cuore di suo figlio.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Xavier guardava preoccupato Alex. Quella mattina era entrato in classe in orario, cosa alquanto strana per lui, ma aveva delle occhiaie enormi sotto gli occhi. E non solo. Lo aveva salutato con un semplice ciao e non gli aveva rivolto più la parola per l’intera giornata lasciando sia Xavier che Aline confusi. E in quel momento erano all’ultima ora di lezione e Alex non aveva staccato gli occhi dalla lavagna nemmeno per un secondo.
Al suono della campanella, prima che Alex potesse salutarli e scappare via a gambe levate, Xavier prese il rosso per un braccio e si rinchiuse in uno dei bagli con lui.
-cos’hai?- gli chiese il moro cercando di guardare l’altro negli occhi, ma Alex sfuggiva al suo sguardo.
-niente- rispose poi girando totalmente lo sguardo.
-Alex non puoi dirmi che non hai niente e poi stare come un morto vivente al mio fianco, mi fai preoccupare- disse il moro cercando lo sguardo del suo ragazzo.
Alex sospirò e poi si buttò fra le braccia di Xavier iniziando a piangere. Xavier rimase sorpreso, ma lo strinse a se.
-ti prego non chiedere niente- disse il rosso stringendo di più la presa.
-okay, ma se ti posso aiutare in qualche modo fammelo sapere. Io sono qui-
-grazie Xav-
Rimasero così per più di venti minuti. Fino a quando Alexander non ebbe versato tutte le lacrime che aveva in corpo. Il ragazzo fu il primo a staccarsi e si asciugò le lacrime rimaste con la manica della felpa nera che indossava.
-dobbiamo andare o ci chiudono dentro scuola- disse il rosso ridendo.
Uscirono dalla scuola beccandosi anche un rimprovero dal bidello che stava lavando a terra. Entrambi scoppiarono a ridere una volta raggiunto il cortile dove un’Aline abbastanza preoccupata li stava aspettando.
-tutto okay?- chiese in direzione di Alex che annuì.
-non ti preoccupare-
-Alex se vuoi posso stare con te oggi- ad Alex gli si illuminarono gli occhi, ma poi si ricordò dell’urgente riunione alla quale doveva partecipare quel pomeriggio. La madre gli aveva detto chiaro e tondo che doveva esserci anche lui. Il suo sguardò si rabbuiò di nuovo.
-oggi non posso Xav- disse il ragazzo abbassando la testa triste. Xavier sorrise e lo strinse di nuovo a se.
-allora domani?- chiese il moro che non voleva lasciare il rosso in quello stato.
-si per domani va bene- disse Alex sorridendo e lasciando un bacio a stampo sulle labbra del moro.
-ci vediamo domani?- Alex annuì e salutò Aline con un bacio sulla guancia prima di correre verso la centrale. Sperava solo di essere ancora vivo il giorno dopo.
 
-cosa ti ha detto?- chiese Aline al fratello mentre camminavano per le strade della città cercando il quartiere generale dei cacciatori seguendo le indicazioni di Merlion.
-niente, è solo scoppiato a piangere, ma non ha voluto dirmi niente- rispose il ragazzo sconsolato.
-deve essere qualcosa di grave- Xavier annuì ripensando a come tremava Alex tra le sue braccia.
-sembrava spaventato e poi..- Xavier non finì la frase perché Aline lo prese per un braccio e lo fece accovacciare affianco a se.
-eccolo- disse poi indicando un castello in rovina dove si trovavano parecchie persone vestite di marrone. Dalla loro posizione dietro una macchia riuscivano a vedere bene, ma non a sentire.
-maledizione, dobbiamo avvicinarci di più!- Aline si alzò per cambiare postazione ma venne subito riportata indietro da Xavier che aveva lo sguardo vitreo. -cosa c’è?- chiese la ragazza confusa. Xavier non parlò le indicò solo un punto vicino al castello. Aline seguì il suo dito e per poco non sbiancò. Tutto si sarebbe immaginata tranne quello.
Davanti all’ingresso, circondato da altre persone, si trovava Alex vestito con la divisa dei cacciatori. Non sembrava nemmeno lui in quei vestiti che gli facevano morire il viso.
-non ci credo- sussurrò la ragazza.
-se gli avessi detto la verità mi avrebbe ucciso seduta stante- sussurrò Xavier mettendosi le mani nei capelli.
-ma… ha sempre detto di amare le fate! Perché allora è con loro-
-forse ci ha mentito perché aveva dei dubbi su di noi e voleva capire se fossimo delle fate-
-ma Alex è dolce…lui non farebbe mai del male a qualcuno! E soprattutto non a te! Siete fidanzati!- disse Aline con le lacrime agli occhi.
-devo lasciarlo-
-Xavier ma cosa dici!-
-Aline non posso stare con un cacciatore di fate!- disse il ragazzo con lo sguardo che diceva tutto il contrario.
-lo distruggerai-
-lo so. Andiamo- e i due gemelli si incamminarono verso il regno delle fate con un grosso peso nel petto.
 
 
Alexander non sapeva se la sua era stata fortuna. Nessuno aveva minimamente sospettato di lui per l’uccisione di Sonia. Anzi avevano dato la colpa alle fate che erano riuscite ad intrufolarsi nella sede e salvare la principessa. Nessuno aveva sospettato di lui. Solo John lo aveva guardato per capire come stesse. Ma Alex aveva evitato il suo sguardo. Si sentiva malissimo per aver ucciso una persona e non poteva dirlo a nessuno. Per un attimo era stato tentato di dire tutto a Xavier, ma poi aveva taciuto. Non voleva caricare il suo ragazzo di colpe che non erano sue.
Aveva deciso, però, di dirgli che era un cacciatore. Non poteva nasconderglielo ancora. Alla fine l’avrebbe scoperto lui stesso. Ma gli avrebbe spiegato il perché faceva parte di quella setta. Sperava solo che Xavier non lo molasse per una cosa del genere. Anche se aveva un bruttissimo presentimento.
 
La mattina seguente Alex era riuscito a dormire meglio anche se il ricordo dell’uccisione gli ritornava prepotentemente in testa. Però era felice. Avrebbe passato l’intero pomeriggio con Xavier, e non vedeva davvero l’ora.
La sua felicità scomparve quando vide che il suo posto affianco a Xavier era occupato da Aline. Guardò confuso i due ragazzi, ma visto che c’era il professore in classe decise di non fare storie e si sedette all’unico posto libero: in prima fila vicino alla finestra. Si trovava stano in quel posto, ma stranamente riuscì a seguire benissimo la lezione, anche perché era seduto da solo.
Alla ricreazione si alzò e andò vicino ai due gemelli.
-buongiorno! Perché avete cambiato posto?- chiese tranquillo sedendosi sul banco di Xavier. Il moro però gli rivolse un’occhiata strana.
-vieni con me- disse poi alzandosi e uscendo dalla classe. Alex rimase sorpreso, ma lo seguì tranquillamente. Si ritrovarono nel bagno dove erano rimasti il giorno prima. Alex sorrise, ma le parole che disse Xavier subito dopo o fecero sbiancare.
-ti lascio-
-come scusa?- chiese il rosso confuso.
-hai capito bene Alexander è finita- disse il moro mantenendo un tono di voce calmo. Aveva pianto tutto il pomeriggio precedente quindi non aveva problemi a rimanere distaccato in quel momento.
-perché? Ho fatto qualcosa di sbagliato?- chiese Alex che si stava sentendo morire. Perché? Era l’unica domanda che aveva in testa.
-no, ma non può funzionare, mi dispiace- disse Xavier distaccato.
-okay non può funzionare, ma non capisco il perché! Fino a ieri andava tutto bene. Cos’è successo? Oggi dovevamo stare tutto il pomeriggio insieme io dovevo…-
-Alexander basta. È finita. Non cambio idea- Alex chiuse gli occhi cacciando indietro le lacrime che cercavano di uscire prepotenti.
-non possiamo nemmeno rimanere amici?- chiese il ragazzo cercando di aggrapparsi alla sua unica ancora di speranza. Oltre ai gemelli non aveva nessun’altro.
-no, mi dispiace. Da adesso fa come se non ci fossimo mai conosciuti- disse Xavier incamminandosi verso la porta visto che era suonata la campanella.
-ti amo. E questo non cambierà.- disse Alex prima di chiudersi un uno dei cubicoli e scoppiare a piangere.
Xavier sgranò gli occhi, ma ricacciò indietro le lacrime. Alex era un cacciatore e lui era una fata. Non potevano stare insieme o avrebbe tradito il suo popolo.
Ritornò in classe scosso e Aline lo guardò curiosa.
-credevo che fossi riuscito a relegare i tuoi sentimenti in un angolino…-
-ha detto che mi ama- disse con voce tremante il ragazzo. Aline sgranò gli occhi.
-merda-
-già- e proprio mentre Xavier diceva quelle parole Alex entrava in classe senza degnare di uno sguardo i due gemelli e si sedette in prima fila. Prese il blocco e sfogò tutta la sua rabbia disegnando.

 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 9 ***


Alex si trovava alla centrale con sorpresa da parte del suo gruppo. Aveva detto a tutti il giorno precedente che non ci sarebbe stato per degli impegni e invece era li. Un'altra cosa che li aveva stupiti era stato il silenzio del ragazzo che non aveva detto una singola parola, nemmeno un saluto. Johnatan al suo finaco lo guardava preoccupato chiedendosi se stesse ancora male per quello che era successo due giorni prima, ma non poteva chiederglielo in quel momento.
-Alex cosa succede?- chiese dopo un po' Richard mentre mescolava un rametto di lavanda con dell'acciaio liquido. Stava creando dei piccoli puganli per darli ai ragazzi in caso di necessità, è Alex, John e Sloan (un altro del loro gruppo) erano stati incaricati di prenderli e portarli agli altri.
-niente di grave- disse il ragazzo con voce roca, sbrava come se avesse gridato a lungo.
-allora perché no ti sento lamentarti per la lavanda?- chiese ancora il cacciatore.
-perché sono abbastanza lontano da non sentire il suo effetto-
Richard non provò a chiedergli altro. Aveva capito che non avrebbe risolto la questione. Finí velocemente i piccoli pugnali e li consegnò in due scatole a John e Sloan mentre ad Alex diede un piccolo cofanetto dove erano infilati dai pugnali senza lavanda.

Mentre salivano le scale John si accostó ad Alex.
-È quello che penso?- chiese il più piccolo facendo voltare il rosso verso di lui con un sorriso.
-no, mi ha mollato senza un motivo valido- Johnatan sgranò gli occhi. Alex gli aveva sempre parlato di Xavier e di quanto era innamorato. John e Alex erano come due fratelli, quindi il biondo era stato felicissimo quando aveva scoperto che i due si erano messi insieme, quindi riuscì a capire il silenzio del ragazzo.
-mi sembra strano come comportamento, prima si mette con te e dopo nemmeno due mesi ti lascia senza darti uno straccio di spiegazione.-
-ha detto che non può funzionare- John alzò un sopracciglio dubbioso e Alex scrollò le spalle. Ormani era finita.
-ma non è solo quest...-
-sia lui che la sorella hanno tagliato tutti i rapporti con me-
-c'è qualcosa sotto. Non può essersi svegliato un giorno così è decidere di mollarti quando il giorno prima di aveva promesso che sareste stato insieme tutta la giornata-
-volete smetterla di chiacchierare voi due- disse Sloan interrompendo la conversazione. Alex annuì e aumentò il passo così in poco tempo raggiunsero gli altri.

-amore tutto bene?- chiese Scarlet vedendo rientrare il figlio con una faccia da funerale. Alex guardò la madre e annuì cercando di fare un sorriso il più convincente possibile. Ottenendo come risultato la madre più preoccupata di prima.
-tesoro lo so che sono la persona meno adatta con cui confidarsi, però sappi che sono qui- disse la donna sorridendo -e poi tra un po' sarà il tuo compleanno! Organizzeremo una festa bellissima e devo invitare anche il tuo ragazzo. Me lo devi presentare per bene.- disse la donna cercando di risollevare il morale del figlio ottenendo l'effetto opposto. Infatti gli occhi di Alex si scurirono.
-nessuna festa- disse solo il ragazzo lasciando a terra lo zaino, come suo solito, e sedendosi a tavola.
-perchè?- chiese la donna porgendogli la pizza rustica che aveva appena cucinato.
-perchè non c'è nessuno con cui festeggiare- disse con falsa tranquillità il ragazzo.
-Alex cosa stai dicendo?-
-Xavier mi ha lasciato, non siamo più amici quindi non c'è nessuno con cui festeggiare- gridò il ragazzo per poi zittirsi di colpo e mangiare nel più totale silenzio mentre la madre lo guardava preoccupata. Da quando li aveva beccati insieme quella mattina aveva capito subito che fra i due c'era qualcosa e aveva tartassato il figlio di domande fino a quando non le aveva detto la verità. Xavier aveva lo sguardo innamorato mentre guardava Alex, quindi per la donna pareva pressoché impossibile che il ragazzo cambiasse idea da un giorno all'altro. A meno che... Gli occhi di Scarlett si aprirono colta dall'idea appena avuta. Non avrebbe mai lasciato Alex a meno che non avesse scoperto che era un cacciatore. Era l'unica possibilità. Doveva trovare un modo per fare rimettere insieme quei due prima del compleanno di Alex. Ma come poteva riuscire a parlare con il ragazzo senza far pensare a Xavier di essere vittima di una trappola? Doveva trovare un modo, e l'unica cosa che poteva fare in quel momento per il figlio era chiedere aiuto.

-Scarlet non ti aspettavamo così presto!- disse la donna che dimostrava vent'anni in meno salutando la rossa.
-lo so, ma ho bisogno di una mano- disse Scarlet poggiando a terra la sacca con dentro un bel po' di vestiti.
-è successo qualcosa di grave?- chiese il figlio della donna che, avendo notato la presenza di Scarlet si era avvicinato per salutarla.
-non tanto, mio figlio si è lasciato con il suo ragazza, che è una fata, e devo trovare il modo di farli rimettere insieme- disse la donna sedendosi su ma radice di un albero li presente seguita a ruota dalla donna.
-lo vuoi fare per fare avere a tuo figlio qualcuno per il suo compleanno vero?- le disse Eloise che aveva seguito Scarlet durante tutta la gravidanza.
-si, io non sono la persona più adatta a stargli affianco, ho paura di quello che può succedere- disse Scarlet prendendosi la testa tra le mani.
-stai tranquilla, sai perché si sono lasciati?-
-credo che il ragazzo abbia scoperto che è un cacciatore- lo sguardo di Raphael si rabbuiò.
-e non glielo aveva detto?- chiese il ragazzo sedendosi di fronte le due donne.
-Alex odia far parte dei cacciatori e poi sono più che convinta che non si sia accorto della natura di Xavier- disse Scarlet.
-l'unica cosa che puoi fare è convincere Alex a rimettersi insieme al ragazzo. Se intervieni tu il ragazzo potrebbe isospettirsi-
-Alex ha già perso le speranze. Credo che niente gli farà cambiare idea-

 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 10 ***


Erano passati 10 giorni che lui e Xavier si erano lasciati e Alex si sentiva sempre più inutile. Le sue giornate erano diventate di una monotonia assurda. Si svegliava, andava a scuola, si sedeva al solito posto in prima fila e passava le ore ad alternare lo sguardo dal professore a Xavier ed Aline che ogni volta che li guardava ridevano felici. Poi finita la scuola andava dritto alla base senza mangiare per fare il suo solito turno di ronda insieme a John e gli altri, catturare qualche fata, e poi ritornava a casa, metteva qualcosa sotto i denti e poi si rifugiava in camera evitando il più possibile la madre che cercava in tutti i modi di convincerlo a far pace con Xavier. Come se fosse facile parlare con il ragazzo. Non poteva avvicinarsi ai due che subito i loro sorrisi scomparivano e si allontanavano da Alexander il più possibile, come se fosse qualcosa di contagioso e brutto. Si sentiva inutile. Non si era mai sentito in quel modo, nemmeno quando il nonno la guardava con disprezzo. Alcune volte si chiedeva perché sua madre l'avesse tenuto con se. Le aveva dato sono problemi su problemi. E soprattutto si chiedeva che fine avesse fatto suo padre. Perché abbandonare lui e la madre senza lasciare una spiegazione.
Mancava un giorno al suo compleanno e Alex sperava che sua madre non avesse in mente di fargli una festa a sorpresa. Non l'avrebbe sopportato.
Alex era tranquillamente steso sul letto quando sentì bussare alla porta. Disse un flebile avanti e asciugò le lacrime che gli stavano uscendo nel riguardare le foto che aveva insieme a Xavier. Non le aveva cancellate.
La madre entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.
-domani non vai a scuola- disse la donna sedendosi sul letto del figlio.
-perchè?- chiese lui confuso. Possibile che ci fosse una ronda mattutina?
-perchè è il tuo compleanno e ti voglio tutto il giorno per me- disse la donna lasciandogli un bacio sui capelli. Non poteva fargli vedere la sua espressione preiccupata. Aveva paura di quello che sarebbe accaduto di li a poco.
-okay, ma se devo rimanere a casa non voglio andare nemmeno alla centrale. E niente sorprese- disse il ragazzo.
-questo era scontato- disse la donna con il sorriso sulle labbra. -per la sorpresa poi vediamo-
-MAMMA!- gridò il ragazzo con gli occhi di fuoco.
-stavo scherzando Alex- disse la donna per poi lasciare un altro bacio sul capelli ricci del figlio e uscire dalla sua camera lasciandolo solo.
Una volta assicuratosi che la madre se ne fosse veramente andata Alex riprese il suo telefono e riprese a scorrere le foto. Tanto era stanco che non si accorse nemmeno di essersi addormentato.

Era tutto buio intorno a lui e Alex si sentiva strano. Come ci era finito lì dentro? Non vedeva nemmeno il suo corpo. Cercò di fare un passo in avanti, ma il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi. Dopo un po' riuscì a credere un lago davanti a sé e corrucció la fronte. Poco alla volta intorno a lui si andò a formare una radura con al centro il lago e davanti ad esso due ragazzi della stessa età di Alex più o meno. Alex cercò di chiamarli, ma la sua voce non usciva, cercò di muoversi nuovamente ma ancora senza risultato. I due uomini iniziarono a parlare e Alex si mise in ascolto cercando di capire dove si trovava e sopratutto come uscire di li.

-Non possiamo farlo Michael– disse il primo dei due, quello con i capelli neri, con voce disperata. Di cosa stavano parlando?

-Ma dobbiamo, non abbiamo rischiato tanto solo per vederci portar via tutto da due ragazze, e nemmeno due qualsiasi– disse Michael incrociando le braccia al petto.

-ma io la amo e porta in grembo mio figlio, non posso rischiare che vengano uccisi durante l’attacco-

-non rinuncio alla mia vendetta, anche se ne va di mezzo Scarlet- “Scarlet? Sua madre?” Si chiese Alex seguendo attentamente la discussione dei due.

-non facciamo il loro stesso gioco Michael, almeno fammi avvisare Susan e poi attacchiamo- disse il moro mettendosi le mani nei capelli scoprendo le orecchie a punta. Alex sgranò gli occhi. Erano due fate.

-credi che non avviserà gli altri cacciatori?-

-non lo farà, sa di me. Conosce la mia vera natura e sono più che sicuro che non lo farà- disse convinto il moro.

Il biondo sospirò.

-okay, avvisala e dopo usa questa– Michael prese un dardo d’edera e lo diede all’altro ragazzo. -però, Lucas, fa giurare a Susan di non dire niente a Scarlet. Non voglio che si metta in mezzo- Lucas lo guardò confuso.

-ma è la tua ragazza-

-si, però è legata ai cacciatori e il nostro colpo deve andare a segno. Anche se la amo non le posso dire niente- “ancora questa Scarlet, però questi ragazzi hanno la mia stessa età, non possono star parlando di mia madre! Anche se è l’unica Scarlet che conosco all’interno dei cacciatori” pensò Alex confuso. Doveva fare assolutamente chiarezza.

-okay, sei tu che devi decidere per la tua vita, ma sappi che non approvo minimamente la tua scelta- il moro sospirò per poi riprendere. - andiamo a distruggere la centrale-

Alex sgranò gli occhi. Volevano davvero attaccare la centrale? Doveva avvisare John e sua madre, non volava che venissero coinvolti, o peggio uccisi. Ma come poteva farlo se era bloccato li? Cercò di muoversi o di urlare, ma l’unica cosa che ottenne fu un forte mal di testa e un dolore impossibile da sopportare alla pancia.

Un altro urlo gli uscì dalle labbra, e questa volta lo sentì benissimo, tanto da svegliarsi nella sua camera mandido di sudore. Alex si guardò intorno confuso. Era stato tutto un sogno, però il dolore alla testa e alla pancia era reale. Ed era proprio quello che lo aveva fatto svegliare.

- Alex tutto bene?- Alex guardò la porta dalla quale si era affacciata sua madre completamente preoccupata.

-più o meno, mi fa male la testa, e anche la pancia – la donna si avvicinò al ragazzo e si sedette sul letto accarezzandogli i capelli.

- va tutto bene, non ti preoccupare, passerà- Alex la guardò pensieroso.

- mamma posso farti una domanda?- chiese dopo un po’. Voleva capire se la Scarlet che quei due ragazzi avevano nominato era lei.

- dimmi tutto- gli disse la donna continuando ad accarezzargli i capelli.

Alex si prese qualche altro minuto per riflettere.

- secondo te è possibile sognare qualcosa che sta accadendo da qualche altra parte?- chiese alla fine il ragazzo. Alla fine si era detto che non doveva essere per forza la sua di centrale quella che i due ragazzi, o meglio le due fate, volevano attaccare. E poi erano troppi gli anni di differenza per essere lei la Scarlet nominata. Sempre se quelle due fate non avessero più di 19 anni. Allexander cacciò dalla testa quel pensiero.

- non credo tesoro- disse la donna abbastanza confusa dall’iniziale silenzio del ragazzo.

- il fatto è che ho fatto un sogno strano e sembrava così reale..- iniziò a dire il ragazzo.

- potrebbe essere anche solo un sogno, oppure qualche tua paura che è venuta a galla in un sogno, la nostra mente è molto complessa- Alex annuì, anche se non era molto convinto di quello che la madre gli aveva detto.

- ora riposati, vado a prenderti qualcosa per il dolore. Per qualunque cosa chiamami- Alex annuì nuovamente e si ridistese e chiuse gli occhi mettendosi un braccio sulla testa che non aveva minimamente voglia di smettere di pulsare. La madre rientrò dopo poco lasciando lo scatolo dell’oki sul comodino. Alex nel mentre si era già riaddormentato e la donna sorrise in direzione del figlio e gli scostò i capelli dal viso. Quel viso che era identico a quello dell’uomo che aveva amato e che, nonostante tutto amava ancora.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Xavier guardava con insistenza il banco vuoto di Alex da più di un ora. Nonostante avesse rotto la sua relazione con il cacciatore non aveva perso l’abitudine di controllare sempre cosa stesse facendo io ragazzo. Ultimamente gli sembrava sempre più magro e aveva la netta sensazione che la causa fosse proprio la loro rottura.

- dovevi spiegargli il motivo- disse Aline al fratello durante la ricreazione. Il ragazzo continuava a guardare con sguardo assente il posto del rosso.

-per poi ritrovarmi un pugnale piantato nel petto – disse il moro scocciato.

-ma comunque continui a preoccuparti per lui e da questa mattina non fai altro che guardare il suo banco vuoto. Sei preoccupato – disse la ragazza guardando il suo telefono. Sperava in un messaggio di Alex, ma sapeva perfettamente che non sarebbe arrivato niente. - gli stiamo facendo passare il compleanno completamente da solo- finì poi la ragazza lasciando iò telefono sul banco sbuffando.

Xavier non disse niente. Sapeva perfettamente che Alex era tutto solo in quel momento e molto probabilmente stava passando la giornata stando sdraiato sul letto a non fare niente, o peggio stava facendo una ronda per ammazzare qualche fata. Xavier si immagino la faccia di Alex soddisfatta e piena di sangue e si sentì gelare dentro. Meglio non pensare certe cose.


 

Merlion sapeva di aver fatto la cazzata più grande della sua vita, o forse la seconda. Era uscita dal regno delle fate nonostante suo padre, e anche il cacciatore dai capelli rossi, gli avessero esplicitamente detto di non farlo. Ma Merlion aveva assoluto bisogno di uscire e prendere una boccata d’aria. Visto che Xavier ed Aline la mattina stavano a scuola e suo padre era impegnato con le sue cariche reali si annoiava da morire a stare da sola nella sua stanza. Nessuno dei ragazzi della sua età parlava con lei perché era la principessa. E questo la faceva rimanere e sentire sola.

Mentre stava camminando ancora nella foresta si scontrò con un qualcosa e cadde a terra. Terrorizzata alzò lo sguardo e si sorprese di trovare il ragazzo che l’aveva salvata che la guardava con un misto di curiosità, sorpresa ed ira.

- ti avevo espressamente detto di non andartene in giro in questo luogo. Se ti vedono i cacciatori è la fine- disse il ragazzo aiutando la bionda ad alzarsi.

-scusa, ma non ce la facevo più a stare da sola – disse Merlion accettando volentieri l’aiuto del ragazzo. Prima non se ne era accorta, ma il ragazzo non era vestito di marrone, ma aveva una camicia a quadri rossa e bianca e un jeans chiaro. Sembrava un’altra persona, e anche molto più bello.

- che ci fai nella foresta?- chiese la ragazza dopo qualche secondo di silenzio.

- stavo facendo una passeggiata, abito qui vicino- rispose Alex sorridendo.

- non ti ho ancora chiesto il tuo nome, e sopratutto non ti ho ancora ringraziato come si deve-

- non c’è bisogno di ringraziarmi, l’ho fatto perché non mi piaceva come ti stavano trattando. Comunque mi chiamo Alexander-

- io Merlion- i due ragazzi si strinsero la mano per poi sorridersi a vicenda.

- conosco una radura qui vicino, se vuoi possiamo stare un po’ li, però dopo mi prometti che ritorni nel regno delle Fate senza storie- disse Alex facendo strada alla ragazza che aveva annuito alla sua proposta e che lo seguiva felice di poter passare un po’ di tempo in compagnia di un’altra persona. Arrivarono quasi subito nella piccola radura della quale Merlion non si era mai accorta perché era impossibile scorgere da fuori con tutti gli alberi che la coprivano. Nessuno li avrebbe disturbati.

- non dovresti essere a scuola oggi?- chiese Merlion una volta che si furono seduti sull’erba fresca appoggiando la schiena ad un albero bello grosso.

- si, ma mi sono fatto unregalo, anche perché ultimamente non ho nessuno con cui parlare- Merlion lo guardò confusa.

- in che senso non hai nessuno con cui parlare?-

- perchè non ho amici e sono seduto da solo al primo banco-

- davvero? Mi sembra strano, sembri una persona molto socievole- Alex guardò avanti a se con nostalgia.

- perché gli unici veri amici che avevo mi hanno praticamente tagliato fuori senza spiegarmi il perché. Una cosa buona però l’hanno fatta- disse alla fine ridendo.

- e cioè- chiese Merlion curiosa.

- i miei voti sono aumentati drasticamente-

- non credevo che stare in prima fila desse tutti questi risultati-

- il bello è che i professori non ti considerano proprio, puoi anche dormire- Merlion si mise a ridere. - guarda che non sto scherzando. Una volta ho dormito tutto il giorno e non mi hanno detto niente- alla fine anche Alex si fece una risata insieme a Merlion.

- non capisco perché i tuoi amici ti hanno lasciato solo, sei un ragazzo davvero simpatico- disse Merlion.

- non dirmelo- disse Alex perdendo totalmente il suo sorriso. - non ho perso solo i miei amici, ma anche la persona che amavo quindi sono caduto in una depressione tale che faccio tutto in modo meccanico. Mia madre oggi mi ha praticamente cacciato di casa perché sembravo uno zombie- disse il ragazzo attirando lo sguardo dispiaciuto di Merlion su di lui.

- sono sicura che ci sia qualcosa sotto. Non è che ti stanno facendo solo uno scherzo?-

- dopo più di due settimane? E poi si capisce lontano un miglio che non mi vogliono tra i piedi- disse Alexander. Poi si girò verso la ragazza. - e tu che mi dici?-

- che essendo una principessa ho solo due amici i quali si trovano a scuola in questo momento e mio padre deve compiere i suoi doveri da re e mi trovo sola soletta ad annoiarmi- Alex sorrise.

- che ne dici se inizio a non andare a scuola tutti i giorni e ti faccio compagnia?- disse il ragazzo.

- adesso che i tuoi voti vanno bene? Non ci pensare proprio!- disse la ragazza alzandosi e mettendosi le mani sui fianchi arrabbiata.

- e se faccio un po’ e un po’?- chiese Alex spaventato dall’improvvisa reazione della ragazza. Gli era sembrata sua madre per un attimo. Sopratutto quando lasciava la camera completamente in di disordine e la donna inciampava ad ogni passo che faceva.

Merlion ci pensò un po’ su poi sorrise ad Alex risedendosi al suo posto.

- okay, ma non fare molte assenze- disse la ragazza con un sorriso sempre più grande.

- non ti preoccupare mi faccio fare il certificato dai cacciatori, così non mi conteranno le assenze- disse il ragazzo.

- secondo te finirà mai?- disse dopo un po’ Merlion guardando davanti a se.

- la guerra?- chiese Alex. Merlion annuì.

- spero di si, anche se ci sono poche probabilità che i cacciatori si fermino-

- noi fate siamo molto più calme e pacifiche-

- non è mica colpa mia se sono un cacciatore-


 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


- è una settimana che Alex non viene a scuola, inizio a preoccuparmi seriamente- disse Xavier mentre camminava spedito verso la foresta dopo cinque ore infinite di scuola.

- non starà bene- disse Aline conscia anche lei che le sue parole non erano del tutto vere.

- si come no, molto probabilmente starà uccidendo qualche fata- Aline guardò confusa il fratello. Era strano con quanta facilità passasse dall’essere preoccupato all’arrabbiato.

- prima eri preoccupato, adesso arrabbiato. Non ti capisco proprio Xav- disse alla fine la ragazza aiutando il fratello ad aprire il portale. Non ci misero molto e subito si ritrovarono nel regno delle fate.

- Aline io non so più cosa...-

- ragazzi venite immediatamente nella sala del consiglio- disse Susan correndo in direzione dei due ragazzi che guardarono confusi la madre per poi correre insieme a lei nella sala.

- cosa volevi dirmi Xav?- disse nel mentre Aline con il fiatone.

- non riesco a togliermelo dalla testa- Aline sorrise.

- non puoi allontanare i tuoi sentimenti Xavier. È impossibile- Xavier sospirò, ma non aggiunse altro anche perché erano appena arrivati nella sala dove erano presenti la maggior parte delle guardie reali con in più Merlion che aveva un’espressione preoccupatissima.

I due gemelli raggiunsero la ragazza guardando tutti i presenti che erano confusi quanto loro.

- ne sei davvero sicura Merlion?- chiese Michael alla figlia guardandola negli occhi verdi.

- si, mi fido di quel ragazzo, mi ha salvata già una volta. Non mi metterebbe in pericolo- disse la principessa reggendo lo sguardo del padre.

- okay, gente i cacciatori hanno deciso di attaccarci. Hanno scoperto il nostro ingresso durante le loro continue ronde e vogliono sterminarci-

- come possiamo essere sicuri? Potrebbe benissimo essere una trappola- disse Lucas guardando scettico il punto indicato da Michael sulla mappa.

- le fonti sono attendibili- disse Merlion incrociando le braccia al petto. Alex era affidabile, e poi nemmeno lui voleva quella guerra.

- okay, mettiamo il caso che l’informazione sia corretta. Cosa dovremmo fare? Se attacchiamo facciamo il loro stesso gioco- continuò il moro guardando il suo migliore amico negli occhi. Aveva iniziato lui quella stupida catena di attaccare la base di uno o degli altri.

- li precediamo nascondendoci sugli alberi. Li attenderemo e li faremo cadere in trappola circondandoli una volta arrivati- disse il re sostenendo lo sguardo di Lucas e poi guardando uno ad uno i presenti.

- ti fidi davvero di questa persona?- chiese a bassa voce Xavier a Merlion, in modo tale che solo lei e aline potessero sentirlo.

- si, non sarei qui se non fosse stato per lui. Affiderei la mia vita nelle sue mani- disse con tono di chi non vuole sentire ragioni Merlion.

- sicura che non sia una trappola?- le chiese a sua volta Aline.

- vuole la fine di questa guerra quanto noi- i due gemelli si guardarono e fu Xavier a fare la domanda che frullava in testa ad entrambi.

- secondo te ci sono altri che sono con questo ragazzo?-

- solo un altro ragazzo ma non si è esposto più di tanto-

- quindi ci stai dicendo che solo due persone sono dalla nostra parte e che quindi dovremmo fidarci di loro anche se con tutte le probabilità è una trappola?- chiese Xavier non ancora sicuro della situazione. Sentiva però lo sguardo di tutti i presenti puntato su di loro.

- non è una trappola. Ho già detto che mi fido di Alex- disse Merlion guardando tutti con aria di sfida. Perchè non volevano crederle?

Xavier ed Aline si guardarono. Possibile che l’Alex che aveva nominato Merlion fosse il loro Alex. Ma Xavier non voleva sperarci troppo. Troppe persone potevano avere lo stesso nome del ragazzo che amava.

- se è una trappola allora prenderemo questo Alex e lo uccidiamo- disse dopo un po’ Lucas.

- non ce ne sarà bisogno- disse Merlion convinta, e lo era davvero. Si fidava molto di Alex, il ragazzo aveva rischiato molto per salvarla dalle grinfie dei cacciatori, quindi era sicurissima che il ragazzo avesse detto la verità.

La riunione durò ancora un’oretta nella quale si definirono per bene le strategie d’attacco per prepararsi alla battaglia che si sarebbe consumata di li a tre giorni.

Una volta finita la riunione Merlion, Xavier ed Aline si incamminarono verso la camera della principessa. Una volta entrati Aline iniziò a fare qualche domanda per capire chi fosse l’Alex di Merlion sapendo perfettamente che il fratello non l’avrebbe mai fatto.

- allora come ha fatto questo Alex ad avvisarti?-

- ci incontriamo ogni giorno nella foresta, mi ha avvisata oggi- disse Merlion evasiva.

- ma tu non dovresti uscire dal regno come...-

- vi prego pure voi no! Ci hanno già pensato mio padre e i vostri genitori a farmi la ramanzina pure voi no!- disse la ragazza buttandosi a peso morto sul letto e coprendosi la faccia con un braccio.

- okay non ti chiediamo niente, ma almeno possiamo sapere com’è questo ragazzo? Giusto per regolarci se lo incontriamo durante lo scontro. Se sta davvero dalla nostra parte non vorrai mica che lo uccidiamo- disse Aline beccandosi un’occhiataccia da Xavier. Era così palese che stesse cercando di capire se stavano parlando dello stesso Alex? Forse si, ma Xavier doveva solo ringraziarla stava facendo lei tutte le domande che avrebbe dovuto fare lui.

- certo! Allora è alto...-

- tutti per te sono alti-

- XAVIER!- gridò la sorella fulminandolo con un’occhiataccia.

- ah ah ah divertente, comunque stavo dicendo: è alto, capelli ricci e rossi e occhi celesti- i due gemelli si guardarono sorpresi.

- ma questo ragazzo si veste sempre di marrone anche quando vi vedete?- chiese titubante Xavier. Stava sperando, stava davvero sperando che fosse il suo Alex. Gli avrebbe chiesto mille volte scusa, ma almeno era meglio che stare senza di lui.

- no! Non sembra nemmeno un cacciatore si veste sempre con vestiti colorati e...- Xavier non fece finire la povera ragazza che prese e uscì di corsa dalla camera. Corse per i corridoi scontrandosi con tutte le persone che incrociava, ma non gli importava, doveva andare da Alex, il suo Alex.

Per fortuna si ricordava ancora dov’era casa sua e si ritrovò a suonare il citofono con il fiatone per la corsa. Aspettò due minuti buoni prima di veder aprire la porta e trovarsi davanti gli occhi celesti di Alex che appena si accorse di chi aveva difronte si incupirono. Xavier non lo fece parlare e si fiondò subito sulle labbra del ragazzo che troppo sorpreso non oppose resistenza.


 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Si stavano ancora baciando quando Alex spinse via il ragazzo. E si portò una mano alla bocca mentre guardava Xavier arrabbiato.

- cosa vuoi?- chiese poi senza far entrare il ragazzo.

- io devo parlarti- disse il moro accorgendosi che forse non era minimamente il caso di baciare il ragazzo senza dargli una spiegazione. Ma non era riuscito a resistere. Troppo tempo senza averlo vicino.

- okay- disse Alex senza però dare cenno di volerlo far entrare in casa.

- ehm, possiamo entrare dentro?- chiese il ragazzo a disagio. Alex aspettò ancora qualche secondo poi aprì di più la porta facendolo entrare. Anche se da fuori poteva sembrare abbastanza tranquillo dentro stava scoppiando. Non solo per il bacio che aveva ricevuto, visto che gli mancavano da morire quei baci, ma anche perché avere Xavier così vicino lo faceva andare in tilt. Alex si diresse verso il soggiorno e si sedette sull’unica poltrona presente, anche perché voleva mettere un po’ di spazio fra lui e Xavier, altrimenti non avrebbe risposto delle sue azioni.

- allora cosa vuoi?- chiese il rosso nella sua finta calma.

- volevo chiederti scusa per quello che ti ho fatto passare e volevo anche spiegarti il motivo- Alex alzò un sopracciglio curioso. Dalla faccia di Xavier leggeva la verità delle parole che aveva appena detto. Alexander non disse niente e quindi Xavier intuì che doveva continuare a parlare.

- ti ho lasciato perché avevo scoperto che sei un cacciatore- gli occhi di Alex diventarono improvvisamente grandi e spaventati. - e ho pensato che tu stessi con me solo per approfittarne e quindi mi sono sentito morire dentro. Ho deciso di fare quello che ho fatto per paura e credimi me ne sono pentito ogni giorno che ho passato a guardarti disegnare da solo. Il mio cuore diceva di fregarsene, ma la mia testa non voleva ascoltarlo. Mi dispiace- Xavier abbassò la testa.

- te lo avrei detto quel giorno stesso sai?- disse dopo un po’ Alex facendo alzare a Xavier la testa di scatto sorpreso. - ma mi hai lasciato e quindi non ho potuto dirti più niente. Cavolo ho sempre odiato essere un cacciatore e tutte le cose belle che ho me le distrugge. Non è giusto!- disse poi il rosso iniziando a piangere. Xavier fece per avvicinarsi ma Alex lo fulminò con lo sguardo facendolo immobilizzare sul posto. Fino a prova contraria era una fata in una casa di un cacciatore. Chissà quante trappole erano seminate li dentro.

- e poi puoi spiegarmi come potevo approfittare di te!- gridò poi il ragazzo che non stava per niente trattenendo le lacrime. Xavier lo guardò sconvolto.

- non...non te ne eri accorto?- chiese poi titubante.

- ACCORTO DI COSA XAVIER?!-

Xavier guardò il ragazzo pentendosi sempre di più di quello che aveva fatto. Alex non aveva scoperto niente. Non si era minimamente accorto della sua natura. Erano semplicemente innamorati l’uno dell’altro. Xavier sospirò. - ci sono telecamere qui dentro?- chiese dubbioso.

Alex lo guardò curioso e scosse la testa. Nessuna telecamera. Xavier allora prese le ciocche dei capelli che gli andavano davanti la faccia e se le mise dietro le orecchie. Poi abbassò lo sguardo aspettando una qualche reazione da parte di Alex. Alex che era rimasto pietrificato nel vedere le orecchie a punta del ragazzo. O meglio della fata. E in quel momento tutte le sue domande ebbero risposta. Alex si alzò piano dalla poltrona e si avvicinò lentamente a Xavier. Alzò con timore una mano e toccò piano le orecchie del ragazzo curioso. Xavier lo guardava, aveva alzato la testa non appena aveva sentito il tocco leggero di Alex.

Fu incrociando gli occhi cangianti di Xavier che Alex si buttò definitivamente tra le braccia del ragazzo che il un primo momento rimase sorpreso, ma poi strinse forte il rosso a se.

Nessuno dei due seppe per quanto tempo rimasero abbracciati senza dire niente. Si staccarono solo quando Alex si fu definitivamente calmato e trascinò Xavier nella sua stanza dove si buttarono entrambi sul letto guardando entrambi il soffitto.

- non dovevo reagire in quel modo io...-

- non dirlo, avevi tutto il diritto di farlo, solo avresti fatto bene ad aspettare avevo bisogno di te quella volta- Xavier annuì ricordando il ragazzo sconvolto mentre lo stringeva.

- a proposito, cos’era successo?-

- avevo liberato la vostra principessa la sera prima e nel farlo sono stato costretto ad uccidere una cacciatrice. Quella stessa mattina era arrivata la convocazione di una riunione speciale e avevo paura che mi avessero scoperto- Xavier annuì e strinse forte la mano del ragazzo.

- comunque come mai sei venuto qui adesso. Cosa ti ha fatto cambiare idea?-

Xavier sorrise e si girò verso il rosso che aveva fatto lo stesso.

- Merlion-

- conosci la principessa?-

- diciamo che Aline ed io siamo le sue guardie del corpo- Alex sgranò gli occhi.

- ma io ho parlato di voi ma non le ho detto i vostri nomi-

- il piano- disse Xavier ed Alex capì a cosa si stava riferendo.

- le hanno creduto?- chiese curioso.

- si, si stanno organizzando, anche se mio padre all’inizio era scettico. Pensava a una trappola. Anch’io a dirti la verità. Una volta rimasti soli con Merlion le abbiamo chiesto chi era questo ragazzo e lei ha fatto il tuo nome. Io non volevo crederci per non darmi false speranze, ma Aline ha iniziato a fare domande e quando ho capito che eri veramente tu ho mollato tutto e sono venuto qui-

- allora dobbiamo ringraziare Merlion, altrimenti non staremmo di nuovo insieme. Perché ci siamo messi di nuovo insieme vero?- chiese poi Alex dubbioso. Xavier sorrise e lo baciò sulle labbra.

- certo, sempre se tu non voglia il contrario-

- sarei un pazzo! Io adoro le fate e amo te- Xavier sorrise per poi fare una faccia abbastanza pensierosa.

- tutto okay?- Xavier annuì.

- stavo pensando...dopo la battaglia se riusciamo a vincere vuoi venire a vivere con me nel regno delle fate?- Alex rimase sconvolto.

- stai dicendo seriamente? Non è uno scherzo vero?-

- nessuno scherzo amore-

- certo che vengo con te- disse Alex felice come una pasqua. Xavier sorrise anche lui felice e prese dalla tasca del pantalone un cordoncino nero con al centro una pietra a forma di goccia che era sulle tonalità del grigio,viola,verde. Come gli occhi di Xavier.

- cos’è?- chiese il rosso curioso. Xavier non disse niente, però mise la collana al collo del ragazzo. Una volta legata guardò Alex mentre scrutava la collana e sorrise.

- è il segno della nostra promessa- Alex sorrise e lasciò un bacio sulle labbra del ragazzo, anche se Xavier non gli aveva detto tutta la verità su quella collana, e non aveva nessuna intenzione di dirglielo.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***



 

Merlion guardava sorpresa Aline.

- mi stai dicendo che Alex è il ragazzo di Xavier? E che è per colpa vostra che sembrava un morto vivente?-

Aline annuì. Dopo che Xavier era corso via come una scheggia aveva dovuto spiegare tutto alla povera Merlion che adesso sembrava davvero incazzata.

- ma dico io non potevate parlare prima? No! Escludete le persone a prescindere! Quel ragazzo è stato malissimo-

- lo so, ma sai quanto me che Xavier ha lo stesso carattere di mio padre e che è davvero difficile fargli cambiare idea- Merlion annuì e poi sorrise.

- adesso ho anche voi dalla mia parte ad affermare che Alex è dalla nostra parte!-

- credo che tu li abbia convinti abbastanza. Ora non ci resta che attuare il piano e sperare che vada tutto bene-

- certo che andrà bene Aline! Finalmente finirà la guerra- Merlion sorrideva mentre parlava, era davvero felice. Finalmente avrebbe potuto fare tutto quello che voleva all’aperto.


 


 

- come mai non riesco a fidarmi pienamente?- chiese Lucas alla moglie mentre erano entrambi nella loro camera e l’uomo era sdraiato sul letto mentre guardava il soffitto.

- perché sotto sotto non lo vuoi fare. Sei convinto che andrà male- disse la donna sedendosi sul materasso accanto al marito e iniziando ad accarezzargli i capelli – però di me ti fidavi-

- è diverso, ti conoscevo molto bene e ti amavo, proprio come ora- disse l’uomo spostando lo sguardo negli occhi marroni della donna.

- sai quando Merlion ha detto il nome del ragazzo Xavier e Aline sono rimasti abbastanza sorpresi-

- pensi che sia quel ragazzo di cui parlava sempre Xavier? Il suo amico?-

- credo che sia più il suo ragazzo...-

- aspetta un attimo donna, in che senso il suo ragazzo? Xavier non può stare con un cacciatore!- disse l’uomo alzandosi di colpo guardando la donna preoccupato.

Susan si mise a ridere mentre guardava la faccia del marito.

- ti devo forse ricordare che anche tu stavi con una cacciatrice?-

- è diverso Sus! Tu eri stata costretta. Di questo ragazzo non sappiamo quasi niente e ho paura che possa succedere qualcosa di brutto ai ragazzi-

- non succederà niente di brutto, credimi. E comunque non eri tu quello ottimista? Che fine ha fatto la tua positività?- Lucas guardò la moglie e sospirò ristendendosi sul materasso.

- spero solo che Mich non si incontri con Scarlet. Quello è capace di andare su tutte le furie e parlare troppo. Non ha mai voluto che Merlion sapesse la verità e ho paura che possa scoprirla nel modo più brutto possibile-

- Scarlet starà di sicuro tra le prime file. È il Diavolo rosso, non può non esserci. Per quanto riguarda Merlion cercheremo di tenerla al sicuro qua dentro-

- come se quella principessina ascoltasse veramente quello che le viene detto- Sbuffò Lucas per poi alzarsi e lasciare un bacio sulle labbra della moglie.

- dove stai andando?-

- da Michael, voglio parlare un po’ con lui- disse il moro per poi salutare la donna con la mano e chiudersi la porta alle spalle.

Si incamminò per il lungo corridoio sotterraneo muovendosi velocemente visto che conosceva quei corridoi come le sue tasche. Non ci mise molto per arrivare alla camera del re, o meglio del suo migliore amico. Fin da quando ne aveva ricordo Lucas era sempre stato al fianco di Michael e Raphael. Aveva legato molto di più con Michael, ma solo perché erano della stessa età. Il forte legame che c’era fra i due uomini era stato fondamentale soprattutto in quattro momenti della vita di Michael.

Il primo era stato quando il principe Raphael era stato rapito e poi ucciso dai cacciatori di fate quando aveva solo 10 anni. Un Michael di 15 anni si era praticamente lasciato andare in un pianto di sfogo tra le braccia di Lucas, non aveva permesso ai suoi genitori di avvicinarsi.

Due mesi dopo era toccato alla coppia reale morire sempre per mano dei cacciatori. Michael era definitivamente crollato, e solo il grosso sostegno che gli aveva dato Lucas aveva permesso al principe di prendere sulle sue spalle l’incarico di guidare l’intero regno delle fate a soli 15 anni. Il giovane re aveva espresso con gli occhi in fiamme il suo enorme desiderio di vendetta contro il cacciatore che aveva ucciso i suoi genitori.

Il terzo crollo era avvenuto quando aveva scoperto che la persona che aveva ucciso il resto della sua famiglia altri non era che il Diavolo rosso del quale il principe si era follemente invaghito ed era anche ricambiato. Era stato un dolore per lui lasciare la ragazza, ma quando era arrivato il momento di ucciderla per la sua vendetta non ci era riuscito. Lucas gli era sempre stato accanto e, nonostante non approvasse completamente le sue scelte, l’aveva sostenuto.

A distanza di più o meno tre anni Michael aveva ritrovato il coraggio di compiere la sua vendetta ed era andato a casa della ragazza. Non ci era riuscito nemmeno quella volta, anzi si era completamente perso in quei bellissimi occhi. Nove mesi dopo usciva di nuovo da quella casa incazzato e con un fagottino rosa tra le braccia. La sua piccola Merlion che Scarlet si era rifiutata di tenere chiamandola: “sporca creatura con le orecchie a punta”. Se non fosse stato per quella piccola vita tra le sue braccia Michael avrebbe ucciso definitivamente la donna. Quando Lucas l’aveva visto tornare con quel fagotto tra le braccia e gli occhi pieni di lacrime aveva dovuto mantenere tutto il suo contegno per non gridargli contro e supportarlo ancora una volta.

Michael aveva pianto quattro volte durante la sua vita e in tutte e quattro c’era sempre stato Lucas come sostegno.

Lucas bussò alla porta e ci volle poco tempo prima che Michael aprisse la porta e lo guardasse incuriosito. Poco dopo si spostò per far entrare il moro e si chiuse la porta alle spalle.

- come stai?-

- Bene-

- Michael!-

- cosa ti devo dire Lucas? Sono scioccato che mia figlia sia uscita nonostante le avessi detto di non farlo! Sono arrabbiato a morte con lei, e se le fosse successo qualcosa?- gridò l’uomo lasciando finalmente uscire quelle parole che si era tenuto dentro durante l’incontro.

- è figlia tua e di Scarlet, è ovvio che abbia disobbedito alle regole, però ci è ritornato utile, anche se non sappiamo quanto possiamo fidarci di questo Alex- disse Lucas poggiando una mano sulla spalla destra del biondo che sospirò chiudendo gli occhi.

- credi che questa volta riuscirò ad uccidere Scarlet?- chiese poi aprendo i suoi occhi verdi e incastrandoli in quelli cangianti dell’amico.

- sinceramente? No. Credo che non riuscirai mai ad ucciderla la ami- disse tranquillamente il moro guardando l’espressione del principe farsi più dura.

- è stata la mia più grande debolezza. Poteva risolversi tutto così velocemente, e invece mi sono innamorato della persona sbagliata- una lacrima solitaria scese sul volto del biondo. - se mi dovesse accadere qualcosa durante lo scontro prenditi cura di Merlion e impedisci ai morti di fame di tartassarla con proposte di matrimonio inutili- lo sguardo di Lucas si fece scuro.

- non pensarci nemmeno! Tu uscirai vivo da questo scontro e sarai tu stesso a rifiutare le proposte di matrimonio per Merlion. Io e Sus ti copriremo le spalle. La cosa più importante è uccidere il loro capo, una volta fatto ciò li avremo in pugno e non potranno scapparci- sul volto di Michael apparve un sorriso.

- e così sia. Ucciderò il loro capo-

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


I due ragazzi stavano tranquillamente facendo colazione quando Scarlet entrò nella cucina. Il sangue che scorreva nelle vene di Alex si bloccò drasticamente. Sua madre avrebbe subito scoperto la natura di Xavier.

La donna guardò i due incuriosita per poi sorridere felice.

- che bello avete fatto pace!- disse andando dietro i due ragazzi e stringendoli contemporaneamente mentre Xavier si irrigidiva spaventato. La donna si girò verso di lui sorridendo.

- prenditi cura di Alex-

- MAMMA!- disse il rosso confuso dalle azioni della madre. Possibile che non se ne fosse accorta?

- comunque perché sei entrata con il borsone? Dove vai?- chiese poi curioso.

- vado a fare il mio solito giro, non so per quanto tempo starò via-

- ma la cosa che dobbiamo fare questo fine settimana?- chiese Alex stringendo sotto il tavolo la mano di Xavier.

- per quella forse farò un po’ di ritardo. Non ti preoccupare se non mi vedi arrivare. Ciao ragazzi- disse poi la donna lasciando un bacio sulle guance di entrambi e salutandoli con la mano uscì dalla cucina per poi uscire definitivamente dalla casa.

Una volta fuori iniziò a saltare come una matta, ma accorgendosi di essere in mezzo alla strada si diede subito contegno e iniziò a camminare spedita verso la radura. Era davvero felice che i due ragazzi si fossero rimessi insieme. Molto probabilmente entrambi sapevano della natura dell’altro, ciò spiegava anche la rigidità di Xavier quando l’aveva abbracciato e anche la faccia spaventata del figlio. Sorrise fra se. Era davvero felice che suo figlio si fosse trovato un ragazzo tanto carino e anche forte. Scarlet non aveva resistito alla tentazione di controllare i muscoli di Xavier e ne era rimasta piacevolmente sorpresa.

Anche il fatto che Alex aveva parlato dell’attacco con tanta tranquillità davanti alla fata voleva dire che li aveva avvisati. Meglio così suo padre non sarebbe riuscito a distruggere le fate che si sarebbero fatte trovare sicuramente pronte. E poi c’era lei, che stava complottando peggio di suo figlio. Nel suo borsone non c’erano viveri e vestiti come al solito, ma tutte le armi delle fate che erano state sequestrate nel corso degli anni. Per sua fortuna era tranquillamente riuscita ad intrufolarsi nella base e spegnere tutte le telecamere.

Le fate della radura erano tutte quelle che lei aveva “ucciso” quindi in quel momento si trovavano senza armi per poter combattere la guerra che sarebbe avvenuta quel fine settimana. Dovevano combattere anche loro per poter bloccare definitivamente i cacciatori, e sopratutto bloccare definitivamente suo padre. Non vedeva l’ora di vedere la faccia sconvolta del padre mentre le fate lo attaccavano da tutte le parti. Sarebbe stata una bellissima vendetta.

Mentre camminava per il bosco i pensieri di Scarlet vagarono fino a quando la ragazza non sospirò pesantemente. Non vedeva l’ora di rivedere Michael e sua figlia, sopratutto sua figlia. Era stato un dolore troppo grande quello di lasciar andare la piccola, ma non la poteva tenere con se visto che aveva le orecchie da fata. Suo padre l’avrebbe uccisa subito. Per fortuna l’uomo non si era accorto della sua seconda gravidanza ed era riuscita a lasciare la bambina nelle mani del padre. Michael la odiava e lo sapeva bene, soprattutto dopo aver detto quelle cose orribili a sua figlia, ma non poteva fare altrimenti per far si che il ragazzo portasse con se la bambina. Lo sguardo furente di Michael di quel giorno le aveva fatto venire una gran voglia di rivelargli la presenza di Alex, ma si era trattenuta. Alex era nato umano, cosa più unica che rara, e non voleva che Michael si schifasse di lui. Anche perché aveva il diritto di stare con almeno uno dei suoi figli.

Scarlet sapeva perfettamente che non aveva scampo. Se durante la battaglia si fossero incontrati Michael l’avrebbe di sicuro uccisa. Non sapeva bene il perché della rabbia cieca del biondo nei suoi confronti. Oddio, essendo lei il Diavolo rosso era molto probabile che avesse “ucciso” qualcuno dei suoi amici e che quindi volesse vendetta, ma non immaginava che quel ragazzo potesse accanirsi in quel modo verso di lei. Okay l’aveva risparmiata già tre volte, ma non era detto che l’avrebbe risparmiata anche quella volta.

Nel mentre era persa nei suoi pensieri era arrivata nella radura dove un sorridente Raphael era corso nella sua direzione abbracciandola.

- cosa ci hai portato oggi Scar?- le chiese il ragazzo con il sorriso che non voleva smettere di uscire dalle sue labbra.

- qualcosa di vostro- disse la donna ricambiando il sorriso mentre apriva il borsone e faceva vedere le armi a tutte le fate che le si erano avvicinate.

- quindi è tutto pronto, potremo riprenderci ciò che ci appartiene?- chiese Eloise con gli occhi che le brillavano per la gioia.

- si, venite qui che vi spiego il piano nel dettaglio- le fate non se lo fecero ripetere due volte.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


La settimana era praticamente volata e i preparativi erano giunti a termine da tutte e tre le parti. I cacciatori però erano ignari dell’attacco a sorpresa che di li a poco avrebbero ricevuto e con i sorrisi stampati sulle labbra non vedevano l’ora di portare un po’ di morte e distruzione tra le fate. Il sorriso più grande era quello di Gerald. quell’uomo non vedeva davvero l’ora di sterminare tutte le fate. Alexander lo guardava da lontano mentre stringeva tra le mani la collana che gli aveva dato Xavier. Non l’aveva più tolta da quando il ragazzo gliela aveva messa addossi, e non aveva nessuna intenzione di farlo. Non vedeva l’ora di vedere la faccia sconvolta di quel mostro. Distolse velocemente lo sguardo e iniziò a inserire diversi pugnali nella sua divia marrone. Anche quel giorno doveva indossare quella cosa orribile!

- Alexander dov’è tua madre?- chiese Gerald al nipote guardando attentamente i movimenti del ragazzo, puzzava sempre più di fata e la cosa iniziava veramente a dargli fastidio.

- ha detto che sarebbe tornata durante la battaglia e di non aspettarla-

- quella sgualdrina!- disse l’uomo prima di voltare le spalle e andarsene come se niente fosse. Alexander si controllò per non urlargli addosso, grazie anche al tempestivo intervento di John che gli strinse forte il braccio sinistro e con l’altro prendeva i coltelli senza lavanda che Alex aveva lasciato per lui. Si erano messi d’accordo sul fatto che anche John avrebbe combattuto dalla parte delle fate. Anche perché Alex gli aveva spiegato tutta la questione di Xavier, ovviamente chiedendo prima al suo ragazzo se poteva, e John era stato super mega felice quando aveva scoperto che si erano rimessi insieme. Erano anche gli unici a sapere dell’imboscata che gli stavano tendendo le fate sugli alberi. Xavier ed Aline avevano approfittato dell’assenza di Scarlet per andare quasi ogni giorno dal rosso e spiegargli nei dettagli il piano che avevano ideato per non farlo cadere nella loro trappola, e lui lo aveva detto a John intimandogli di rimanergli appiccicato prima dell’attacco, altrimenti le fate l’avrebbero preso di mira.

- Alex a cosa stai pensando?- chiese John quando tutte le truppe iniziarono a muoversi e loro aspettarono per rimanere nelle ultime posizioni.

- a mia madre. Spero vivamente che arrivi a battaglia conclusa- John guardò il ragazzo concordando con lui. l’ultima cosa che gli mancava era il Diavolo rosso che iniziava ad uccidere fate a destra e a manca.

- quella donna mi fa paura, riesce a scorgere la presenza di fate grazie all’odore che emanano- disse John stringendosi le braccia intorno al petto per una scarica di rividi che aveva avvertito.

- allora mi puoi spiegare come mai non ha minimamente sospettato di Xavier? - disse il rosso che era rimasto altamente confuso dal comportamento della madre.

- questo non lo so Alex, probabile che sia molto bravo a celarlo, nemmeno tu te ne eri accorto-

- è di mia madre che stiamo parlando..-

- oppure lo sa ma non ha voluto fare niente perché ti ha visto finalmente felice- Alex soppesò le parole del ragazzo biondo al suo fianco.

- comunque credo che mi avrebbe detto qualcosa, invece ha fatto come se niente fosse-

- l’unica cosa che puoi fare è chiedere direttamente a lei il perchè- Alex annuì e solo una volta alzato lo sguardo si accorse che erano appena arrivati nella radura che i cacciatori avevano contrassegnato come ingresso del regno delle fate. Gerald fece segno a tutti di fermarsi e controllò la zona con circospezione.

Non trovando nulla di strano fece cenno a due ragazzi che stavano in prima fila di avanzare. Nel mentre Alex si guardava intorno cercando di capire dove potevano essersi posizionati Xavier ed Aline, ma non riuscì ad individuare nessuno e riportò lo sguardo sulla testa del gruppo, non voleva far insospettire nessuno.

Dal canto suo Xavier sull’albero affianco al padre aveva perfettamente visto Alex e lo stava seguendo con lo sguardo mentre si sentiva addosso lo sguardo del padre. Aline era dalla parte opposta insieme alla madre. Avevano deciso di dividersi in quel modo per far si che le due guardie individuassero quali erano i ragazzi che non dovevano assolutamente colpire.

- gli hai messo la collana al collo!- fu l’affermazione fatta a due millimetri dall’orecchio di Xavier che guardò il padre con un po’ di paura. Quando aveva dato la collana al ragazzo sapeva che molto probabilmente suo padre non l’avrebbe accettato e lo sguardo truce che l’uomo stava rivolgendo al rosso in quel momento confermava perfettamente i sospetti di Xavier che non disse niente. Non voleva iniziare una discussione con il padre in quel momento. Avrebbe affrontato la questione una volta che la guerra fosse finita con Alex al suo fianco per far vedere al padre quanto quel ragazzo fosse importante per lui.

Quando i due uomini di testa raggiunsero il centro della radura vennero entrambi colpiti da delle frecce scagliate dall’alto. Gerald guardò con stupore i due corpi a terra.

- cosa sta succedendo qui?- chiese con rabbia l’uomo e mentre faceva ciò davanti ai suoi occhi vennero interamente circondati dalle fate che erano andati a cogliere di sorpresa. La sua espressione passò dalla sorpresa alla rabbia furente.

- CHI È STATO! CHI HA RIVELATO IL NOSTRO PIANO?- gridò l’uomo furioso mentre sguainava la sua spada pregna di lavanda pronto a scontrarsi con le fate.

- io. Sono stato io- disse Alex avanzando e ponendosi difronte al nonno che lo guardava con sguardo sempre più furente.

- come hai osato piccolo essere insignificante! Era per questo che puzzavi sempre più di fata in questi giorni. E pensare che tua madre non ha scoperto niente, piccolo figlio di puttana- Alexander non si scompose difronte le parole dell’uomo, anzi rimase fermo e impassibile mentre le fate continuavano ad aumentare.

- non importa! Tanto vinceremo lo stesso e tu piccolo pezzo di merda morirai con loro- Alex sostenne lo sguardo dell’uomo mentre sorrideva strafottente.

- vedremo chi sarà il primo a morire-

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Alex aveva detto in un impeto quelle parole e infatti in quel momento stava tremando come una foglia. Aveva una paura matta anche perché il nonno aveva iniziato a correre nella sua direzione con la spada puntata verso di lui e le fate intorno non accennavano a muoversi. Fu costretto a parare il colpo con uno dei pugnali che aveva appesi alla viti. Fu un attimo e l’odore della lavanda intasò le sue narici facendolo tossire e indietreggiare con gli occhi sgranati.

Non gli era mai successa una cosa del genere a quella distanza. Di solito doveva stare molto più vicino per ottenere una vera e propria reazione allergica. Alexander sperava vivamente che la tosse passasse il prima possibile. Sarebbe stato difficile per lui combattere cercando di fermare l’allergia.

Dopo quel primo colpo tutto intorno a loro era iniziata la battaglia tra fate e cacciatori. Alex tossì nuovamente e si piegò in due per poi vomitare tutto quello che aveva mangiato quella mattina.

- che è successo alla tua resistenza? Stando con le fate la tua stupida allergia è aumentata?- lo prese in giro l’uomo sorridendo sadico. Non aveva mai sopportato quel ragazzino che aveva impedito alla figlia di sposarsi con qualcuno di degno. Era stata una palla al piede fin da quando era nato e Gerald non vedeva l’ora di farlo fuori. Senza Scarlet in giro poteva fare tutto quello che voleva e poi se la figlia si fosse ribellata gli avrebbe semplicemente spiegato che quel ragazzino si era alleato con le fate. Era un ottimo ragionamento. Sorridendo si avvicinò sempre di più al rosso per potergli dare il colpo di grazia, ma una spada dorata si frappose tra lui e il nipote. Seguì il braccio che reggeva la spada fino al volto della fata. Un uomo con gli occhi verdi ignettati di sangue che lo guardavano con odio.

Alex alzò lo sguardo per capire chi fosse il suo salvatore. Gli si gelò il sangue nelle vene. Era uno dei due ragazzi che aveva visto nel suo sogno il giorno del suo compleanno, solo cresciuto. In quel momento dimostrava un 38/39 anni. Nel mentre si era bloccato nel guardare l’uomo due braccia forti lo sollevarono da terra e incrociò i suoi occhi verdi con quelli cangianti di Xavier che erano più preoccupati che mai.

Alex riuscì a sorreggersi da solo e sorrise in direzione del ragazzo.

- che ti è saltato in mente!- gli disse il moro con voce alta per farsi sentire da sopra il frastuono.

- non mi sono fatto niente tranquillo...-

- che è successo alla tua allergia? Perché ha reagito in quel modo?- Xavier iniziò a controllarlo attentamente.

- non lo so Xav. Ora sto bene- disse invece Alex stringendo forte il pugnale mentre parava il colpo di un’altra spada di un cacciatore che gli si era avvicinato intenzionato ad ucciderlo. Era Sloan. Xavier prontamente sciolse il nastro rosso rosso che aveva legato intorno al suo braccio e lo mise a mo di sciarpa intorno alla bocca e al naso del ragazzo. Alex lo ringraziò con lo sguardo mentre continuava a parare i colpi incessanti di Sloan.


 

A John era quasi preso un colpo quando aveva visto il suo migliore amico andare davanti a Gerald in quel modo e si era sentito spaesato. Alex gli aveva intimato di stargli vicino così lo potevano riconoscere come un cacciatore che era dalla parte delle fate, ma John non aveva avuto nessuna intenzione di seguire Alex difronte al capo dei cacciatori. Per sua fortuna gli si era avvicinata una fata, che in seguito aveva capito essere Aline, con un foulard rosso che gli aveva legato intorno al braccio. Grazie a quello le fate non lo calcolavano di striscio e lui poteva tranquillamente combattere contro i suoi simili. John lanciò un veloce sguardo in direzione di Alex e vedendolo combattere con il foulard come protezione intorno al viso si tranquillizzò per poi concentrarsi di nuovo sul suo avversario.


 

Michael parava tutti i colpi che il capo dei cacciatori indirizzava verso di lui. Era stata una vera sorpresa vedere quel ragazzino gridare quelle cose difronte quell’uomo, che doveva ammetterlo, aveva davvero qualcosa di spaventoso. Era anche grazie a quel ragazzo che era riuscito ad organizzarsi in tempo per poter attaccare. Michael era molto felice che il piano era riuscito e sopratutto che sua figlia avesse avuto ragione fin dall’inizio su quel ragazzo.

Michael non si era soffermato molto a guardare i cacciatori, ma era più che consapevole che Scarlet non era presente. Da una parte si sentiva davvero molto sollevato, ma dall’altra aveva paura che la ragazza potesse apparire da un momento all’altro e distogliere la sua completa attenzione dall’uomo.


 

- e poi non mi volevi insieme a te durante il combattimento! Si può sapere come cavolo hai fatto a ridurti in questo stato il braccio in nemmeno cinque minuti di combattimento?- Susan era davvero arrabbiata, o meglio incazzata con il marito al quale stava medicando il braccio ferito. Aveva combattuto incessantemente con lui in quella settimana per convincerlo che c’era bisogno anche del suo aiuto come guaritrice. Alla fine Lucas era stato costretto a dirle di si perché troppo stufo di sentirla parlare ogni giorno.

- non volevo farti venire perché ci può essere qualcuno che ti conosceva- disse l’uomo guardando attentamente la donna mentre lavorava.

- si e l’altro motivo e che non ti fidi di me- disse la donna sospirando e tagliando le bende in eccesso.

- non voglio perderti Sus- disse l’uomo alzandosi e riprendendo la spada che aveva appoggiato a terra. Prima di andare verso la battaglia lasciò un bacio sulle labbra della moglie. - non farti trovare- le disse a due millimetri dalle sue labbra per poi lasciarle un altro bacio e raggiungere gli altri.

La donna sospirò per poi piegarsi e mettere a posto nella sacca tutto quello che aveva usato per curare la ferita. Mentre stava facendo ciò sentì dei passi che si dirigevano spediti nella sua direzione e stando attenta prese il pugnale che aveva nascosto sotto la veste. I passi si bloccarono proprio dietro di lei e in meno si due secondi Susan si era già voltata in posizione difensiva. Poco dopo i suoi occhi castani si sgranarono e lasciò involontariamente cadere a terra il pugnale.

Dall’altro lato Scarlet guardava la sua migliore amica incredula di vederla viva a vegeta difronte a lei. Nel mentre anche a lei era caduta la spada. Rimasero entrambe immobili fino a quando Scarlet non iniziò a piangere e si fiondò tra le braccia dell’altra donna nonostante fosse ancora confusa.

Susan si irrigidì in un primo momento, ma subito dopo si rilassò e strinse forte a se la rossa che era sempre stata molto più minuta rispetto a lei.

- credevo fossi morta tra le mie braccia quel giorno- fu l’unica cosa che Scarlet riuscì a dire tra le lacrime mentre stringeva sempre più forte la donna non curandosi minimamente del suo odore da fata, e ne tanto meno le orecchie a punta che si vedevano bene grazie ai capelli raccolti.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


20 anni prima

 

- non avrei mai immaginato che il Diavolo rosso avrebbe bussato alla mia porta chiedendo di poter dividere l’affitto- disse la cacciatrice castana mentre aiutava la rossa a portare in casa tutti gli scatoloni con la sua roba.

- sono stata costretta a scappare da quella casa. Non sopportavo più mio padre- disse la ragazza di appena 19 anni mentre poggiava uno scatolone a terra e si asciugava il sudore con la manica della felpa.

- allora sei arrivata in tempo, la proprietaria dell’edificio ha appena affittato la casa affianco alla nostra a due bellissimi ragazzi.- disse Susan facendo l’occhiolino alla rossa che la guardò come se avesse visto un fantasma.

- dai Scarlet non fare quella faccia! Hai diciannove anni devi pure divertirti nella vita!- continuò la castana.

- io non ho tempo per divertirmi- disse solo la più piccola iniziando a mettere tutti i suoi vestiti nella cabina armadio della sua camera dove si trovavano le due ragazze.

- o non così presto cara mia. Tu con me ti divertirai e sopratutto mi farai da spalla per andare a chiedere ai due ragazzi che arriveranno una serata a quattro. Sono davvero felice che tu sia venuta qui! Da sola non sarei mai andata a chiedere niente- Susan era appena partita nel suo mondo e Scarlet scosse la testa. Aveva già troppe cose per la mente e suo padre le stava troppo addosso in quel periodo, non poteva mandare al diavolo in lavoro che stava facendo da più di cinque anni per divertirsi.

- Scarlet mi puoi spiegare come mai non hai nemmeno un vestito?- chiese ad un certo punto la castana guardando sconvolta l’armadio della sua migliore amica.

- non mi servono- disse semplicemente la rossa chiudendo l’armadio e andando in soggiorno a prendere le altre cose.

- ragazza non dire così sei giovane! Cavolo adesso dobbiamo andare assolutamente andare a comprarti un vestito! Se no come possiamo chiedere a quei ragazzi di uscire se tu non hai cosa mettere?- disse Susan partendo in quarta e andando nella sua camera per prendere la borsa tutta felice.

- io non voglio uscire con gente che nemmeno conosco e sopratutto non voglio assolutamente comprare un vestito, non mi servirà a niente. Alla fine lo userò come straccio per pulirmi la spada- disse Scarlet convinta facendo rattristare la faccia di Susan, ma questo solo per un attimo. Infatti la ragazza approfittando di un attimo di distrazione della rossa la prese sottobraccio e si incamminò spedita verso la porta.

Scarlet era molto più forte di Susan, ma essendo stata presa alla sprovvista non aveva la forza per ribellarsi. Alla fine la rossa si arrese alla furia incontrollabile dell’amica che uscì tranquillamente dall’appartamento per poi bloccarsi di colpo. Scarlet approfittando dell’occasione creata sgusciò dalla presa dell’amica e alzò lo sguardo per ringraziare il suo salvatore.

Non l’avesse mai fatto! I suoi occhi furono catturati da un altro paio verde smeraldo. Susan si riscossa poco dopo.

- salve ragazzi voi siete per caso i nostri nuovi vicini?- Scarlet spostò lo sguardo e si accorse che oltre al ragazzo con i capelli biondi e gli occhi smeraldo ce ne era un altro, moro con gli occhi cangianti, che aveva attirato la completa attenzione di Susan che se lo stava mangiando con lo sguardo.

- si, ci siamo appena trasferiti- disse il moro che mangiava con gli occhi Susan. “praticamente sono attratti l’uno dall’altra! Bene” pensò Scarlet sbuffando. Non le poteva andare peggio, anche se doveva ammettere che il biondo era parecchio carino.

- che bello! Che ne dite se stasera venite a cena da noi? Così possiamo spiegarvi bene tutti i posti buoni che si trovano nelle vicinanze- Scarlet sgranò gli occhi. Avevano la casa completamente in disordine e non avevano niente in frigo, come voleva invitarli a cena quella pazza?!

- sarebbe fantastico, grazie ragazze!- la conversazione era praticamente stata tra Susan e il moro, anche perché il biondo sembrava della stessa idea di Scarlet.

- perfetto ci vediamo per le 21 a casa nostra-

- sicuro!- i due ragazzi entrarono nel loro appartamento e Scarlet lanciò un’occhiataccia a Susan per poi trascinarla dentro il loro appartamento.

- ma sei completamente impazzita? Non abbiamo niente da mangiare e la casa è un campo da battaglia!- gridò Scarlet una volta entrate.

- tranquilla io vado a fare la spesa tu intanto inizia a sistemare- Susan si incamminò verso la porta.

- mi stai lasciando tutto il lavoro sporco?-

- certo coinquilina!- Susan si chiuse la porta alle spalle senza aspettare la risposta di Scarlet che rimase a bocca aperta per un po’. Poi sbuffando iniziò a sistemare tutte le cose che erano in mezzo portando tutti gli scatoloni nella sua stanza senza aprirli. Non aveva il tempo di sistemare tutto.

Alle 20 era finalmente riuscita rendere la casa presentabile mentre Susan, ritornata solo una mezz’oretta prima, si era messa allegramente ai fornelli per cucinare per quattro persone. Una volta che la castana vide la rossa arrivare le sorrise.

- puoi mettere la tavola?- Scarlet la guardò malissimo, ma non si oppose e iniziò a sistemare la tavola in silenzio. Una volta finito sbadigliò e guardò prima verso Susan e poi spostò lo sguardo su quello che la ragazza stava facendo. Vedendo che Susan non aveva più bisogno di lei si andò a fare una bella doccia fredda per poi cambiarsi, ma niente di troppo particolare: un maglioncino verde e un paio di jeans scoloriti. Legò i capelli ancora bagnati in una morbida treccia, solo per provare a farsi qualche onda, ma tanto sapeva fin dal principio che non ci sarebbe riuscita, i suoi capelli tornavano lisci in un secondo.

Si sedette sul divano e guardò un po’ il telefono, giusto per fare qualcosa, non dovette aspettare molto prima di sentire il suono del campanello. Si alzò per andare ad aprire, anche perché Susan era andata qualche minuto prima a cambiarsi, e sorrise in direzione dei due ragazzi che si trovò difronte. In realtà non sorrise solo perché aveva visto i ragazzi, ma sopratutto perché il biondo aveva tra le mani un vassoio pieno di dolci che sembravano davvero invitanti.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Anche Susan fu molto felice di vedere i pasticcini. Andiamo, chi non è felice di vedere un vassoio i pasticcini, poi portato addirittura da due ragazzi bellissimi. Scarlet aveva ringraziato subito i due ragazzi facendoli accomodare nel loro appartamento e portando in vassoio in cucina.

- sono così contenta che abbiate accettato l’invito- disse Susan nel suo vestito rosa cipria mentre accompagnava i ragazzi in cucina per sedersi al tavolo. Secondo Scarlet la castana aveva leggermente esagerato nel mettersi un vestito quella serata, ma non stava male. Il problema era che era l’unica leggermente elegante. Infatti i due ragazzi avevano entrambi un pantalone nero di cotone e un maglioncino, rosso per il biondo e viola per il moro.

- anche noi, non sapevamo cosa fare per cena quindi ci avete salvati dall’ordinare qualcosa da sporto- Scarlet sorrise a quella frase, era quello che dovevano fare anche lei e Susan.

- ma che maleducate che siamo!- disse ad un certo punto Susan mettendo il piatto con le bruschette e i salumi al centro del tavolo - non ci siamo ancora presentate! Io sono Susan e lei è la mia migliore amica nonché coinquilina Scarlet-

- io sono Lucas-

- e io Michael- dissero prima il moro e poi il biondo sorridendo alle ragazze cosa che fece praticamente andare in tilt Susan. Scarlet invece era più preoccupata per il fatto di non trovare argomenti di conversazione con i due ragazzi, e sopratutto non voleva dire a quei due che erano delle cacciatrice anche perché avvertita dai due ragazzi un odore particolare che avevano solo le fate.

Per fortuna di Scarlet parlarono molto, ma erano riuscite a non far trapelare l’argomento cacciatori di fate. Fino a quel momento almeno.

- cosa fate di bello nella vita ragazze?- chiese infatti Lucas mettendosi in bocca il terzo pezzo di bruschetta.

- lavoriamo per un’associazione che si occupa di tenere i boschi circostanti puliti, molti ragazzini ci vanno a giocare e lasciano tutto quello che gli capita in giro inquinando la natura- disse prontamente Scarlet che si era praticamente creata l’alibi durate tutta la cena.

- voi?- chise Susan che cercò di non far trapelare la sorpresa per quello che aveva detto l’amica.

- siamo qui perché siamo investigatori e ci stiamo occupando di un caso molto importate, appena finiremo il lavoro ritorneremo a casa- gli occhi di Susan si oscurarono.

- che peccato, pensavo vi tratteneste di più-

- in realtà non sappiamo di preciso quanto tempo ci prenderà questo caso, per questo abbiamo deciso di prendere la casa, sarebbe stato molto scomodo fare avanti e indietro- disse Michael che durante la serata si era sciolto e aveva parlato tranquillamente. Cosa che aveva lasciato sconvolta Scarlet. Sperava che almeno quel ragazzo fosse come lei, ma era l’unica che non si divertiva.

Susan sorrise leggermente rassicurata dalla prospettiva che i ragazzi sarebbero potuti rimanere anche per un anno e si alzò per andare a prendere i dolci che i due ragazzi avevano portato loro con l’aggiunta di una bella bottiglia di vodka che Scarlet non aveva visto prima. I due ragazzi guardarono stupiti la bottiglia con il liquidi trasparente dentro.

- ragazzi non ditemi che non avete mai bevuto vodka?!- disse la castana sconvolta. I due ragazzi scossero la testa, non l’avevano mai bevuta.

- l’unica che si è ubriacata fino a vomitare sei tu bella mia- le disse Scarlet scuotendo la testa sconsolata, come doveva fare con quella ragazza.

La castana sconsolata si versò la vodka in un intero bicchiere da birra e se la scolò tutta d’un colpo per poi riempire nuovamente il bicchiere lasciando sconvolti i tre ragazzi.

- se volete bere non fate complimenti- disse poi prendendo un pasticcino e mordicchiandolo. Scarlet scosse la testa e si portò alla bocca il pasticcino che aveva la marmellata al certo, stesso che prese anche Michael. l’unica altra persona a bere la vodka fu Lucas. all’iniziò si versò solo un goccio per provare, poi constatando che non era male si riempì l’intero bicchiere facendo felice Susan che lo incitò a riempirsi l’altro.

- bene mi aspetterà una nottataccia- disse sconsolata Scarlet guardando i due che continuavano a bere ridacchiando.

- perché?- le chiese Michael che aveva ascoltato le sue parole mentre addentava un altro pasticcino.

- avete mai bevuto qualcosa di alcolico?- chiese confusa la ragazza.

- si però ci siamo sempre limitati a un bicchiere di vino, massimo due-

- più si è ubriachi più si ha il rischio di passare la notte in bianco a vomitare- il viso di Michael sbiancò per poi girarsi verso Lucas e vedere con orrore che i due avevano praticamente finito la bottiglia di vodka e ne avevano iniziata un’altra, questa volta però si trattava di rum.

- dovremmo fermarli?- chiese il biondo in direzione della rossa che si era incantata guardare il profilo de ragazzo e quindi rispose leggermente in ritardo.

- falli ubriacare, domani ne pagheranno le conseguenze- disse semplicemente la ragazza alzando le spalle con disinteresse.

- sadica-

- così imparano- i due scoppiarono a ridere per poi guardarsi negli occhi per un tempo che ad entrambi sembrò infinito. Furono riscossi solo dal fatto che non sentivano più le risate dei loro due amici e si girarono rimanendo scioccati da ciò che videro.

Susan e Lucas si stavano baciano, o meglio si stavano mangiando la faccia a vicenda incuranti della presenza dei loro due amici che si alzarono di scatto per andare nel soggiorno. Non volevano assistere alle loro sconcierie.

- non pensavo che solo con un po’ d’alcol potessero arrivare a tanto- disse Michael sedendosi sul divano affianco a Scarlet che sorrise divertita.

- se per te quello è un po’ d’alcol- disse la rossa per poi ridere. - si stavano mangiando con gli occhi da quando ci siamo incrociati sul pianerottolo- disse poi semplicemente.

- si è quel pazzo è stato mezz’ora per decidere cosa mettersi per fare colpo su di lei- i due si guardarono per poi scoppiare a ridere.

- mi sa tanto che ci incontreremo ogni giorno-

- già, credo anch’io-

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


I mesi erano passati velocemente e Lucas e Susan erano diventati a tutti gli effetti una coppia. Quando si incontravano nessuno poteva separarli e questo aveva fatto si che Michael e Scarlet passassero moltissimo tempo insieme tanto che i due si stavano anche frequentando a insaputa dei due amici. Non è che volessero tenera segreta la loro relazione, ma perché nessuno dei due era sicuro che sarebbe durata.

Infatti con il passare del tempo Scarlet aveva capito che i suoi sospetti erano fondati e che quei due ragazzi erano veramente due fate e molto probabilmente stavano cercando la centrale dei cacciatori. l’altro motivo riguardava le due fate, infatti Susan aveva rivelato a Lucas di essere una cacciatrice di fate e il ragazzo l’aveva subito riferito al suo principe. Lucas comunque non poteva cancellare i suoi sentimenti per la ragazza che si erano fatti ogni giorno più forti e aveva continuato a vederla nonostante rischiasse molto. Michael d’altra parte aveva capito che anche Scarlet era una cacciatrice, ma anche lui aveva deciso di continuare a frequentarla, anche perché quella ragazza gli piaceva troppo. Entrambi si stavano assumendo i rischi di quelle relazioni.


 

- credo che Scarlet e Michael stiano insieme- se ne uscì una sera Susan mentre era accoccolata nelle braccia del suo ragazzo che la guardava mentre giocava con le ciocche castane dei suoi capelli.

- anch’io, ma non capiscono perché non ce lo vogliano dire- disse l’uomo sbuffando. Aveva avuto una brutta conversazione con Michael quel giorno. Perchè vi state chiedendo? Perchè il povero moro aveva scoperto indirettamente che Scarlet era il Diavolo rosso, nonché la persona che Michael voleva uccidere con tutte le sue forze. Il biondo gli era sbiancato davanti agli occhi e aveva iniziato a ripetere no un’infinità di volte. Poi gli aveva praticamente detto fra le lacrime che si era innamorato di quella ragazza e Lucas aveva compreso tutto.

Sinceramente il moro non sapeva se stare tranquillo oppure no. Sapeva perfettamente che il Diavolo rosso riusciva a avvertire l’odore di una fata anche a distanza quindi il fatto che non li avesse ancora uccisi cosa significava? In un primo momento aveva sperato che la ragazza non se ne fosse accorta, ma ricordandosi come li aveva squadrati quella prima sera che avevano mangiato a casa delle ragazze avvertì la consapevolezza che lei sapeva. Sapeva, ma non aveva fatto e detto niente. Anzi, molto probabilmente usciva senza problemi con Micheal nonostante gli avesse praticamente ammazzato tutta la famiglia.

- a cosa stai pensando amore?- gli chiese Susan accarezzandogli la guancia con dolcezza, da qualche giorno quella ragazza era diventata improvvisamente dolce, troppo dolce.

- sai cosa sono?- chiese ad un certo punto il ragazzo senza rispondere alla domanda che gli era stata fatta.

- sei il mio ragazzo- disse lei senza scomporsi. Lucas la guardò per un bel po’ di tempo facendole capire che non era quella la domanda che le aveva fatto.

- si so che sei una fata, e allora?- chiese la donna arrendendosi finalmente alla verità del fatti, non poteva di certo continuare a tenergli nascosto che lei sapeva, infondo aveva rivelato la sua identità da cacciatrice solo quando aveva scoperto la natura di lui, non voleva obbligarlo.

- perché non mi hai ancora ucciso?-

- perché ti amo e non mi è mai piaciuto uccidere fate. Ti ho già detto che sono entrata nei cacciatori solo perché ero un’orfana e quelli ingrossano le loro file prendendo bambini senza famiglia- Lucas annuì e strinse più a se la ragazza.

- e poi sono incinta di tuo figlio, perché mai dovrei ucciderti?- disse d’un tratto la ragazza facendo girare verso di lei il ragazzo sconvolto.

- tu cosa scusa?-

- sono incinta- ripeté la ragazza in tutta calma.

- questo non va per niente bene!- disse il ragazzo sciogliendo l’abbraccio e alzandosi prendendosi la testa tra le mani

- c’e qualche problema?- chiese Susan stringendosi la pancia spaventata.

- Michael- disse solo il moro per poi stringere forte la ragazza a se. - devo trovare un modo per convincerlo a farti diventare una di noi. Altrimenti non potrò più vederti, anzi vedervi- disse il ragazzo con le lacrime agli occhi mentre continuava a stringere la ragazza a se.

- sai perché siamo qui?- chiese dopo qualche minuto di silenzio Lucas. Susan negò con la testa.

- Michael si vuole vendicare della morte dei suoi genitori e l’assassino è...-

- Scarlet- quella di Susan non era una domanda. La castana sapeva che i due terzi delle fate morte lo erano perché era stata Scarlet ad ucciderle. Lucas non disse più niente e continuò a stringere la ragazza a se.


 

Scarlet guardava felice il pancione di Susan che iniziava a intravedersi. La castana era al quinto mese ed era stata esonerata dal lavoro fino a quando non avrebbe partorito, quindi la ragazza si godeva la bella vita parlottando tranquillamente con il suo ragazzo mentre Scarlet faceva il doppio, se non addirittura il triplo, del lavoro. Nonostante tutto però era tremendamente felice di vedere la sua migliore amica al settimo cielo per la sua gravidanza.

- secondo te che nome posso dargli?- le chiese la ragazza sedendosi sulla sedia con uno sbuffo di fastidio.

- non dovresti sceglierlo con Lucas? E poi non sai ancora il sesso- disse la rossa giocherellando con una ciocca dei suoi capelli mentre le saliva improvvisamente la nausea. Era da un po’ di giorni che si sentiva abbastanza debole e la nausea la perseguitava. Aveva subito pensato che era stato per il fatto che vedeva Susan vomitare minimo due volte al giorno, ma poi era diventata una cosa troppo presente. Tanto da convincerla a comprare un test di gravidanza che non aveva ancora usato. Non per mancanza di coraggio, ma perché voleva essere da sola a casa e non far insospettire Susan, che sapeva avrebbe spifferato tutto al ragazzo che a sua volta avrebbe detto tutto a Michael il quale non doveva sapere assolutamente niente di quello che doveva fare, anche perché il ragazzo era diventato parecchio gelido nei suoi confronti e non sapeva spiegarsi nemmeno il perché.

- lo so, ma lui ha detto che non ci vuole pensare per il momento. Ogni volta che nomino il bambino inizia a diventare irrequieto e iperprotettivo- disse la castana sbuffando. - e poi sei la mia migliore amica, voglio un consiglio!-

- non sono brava con i nomi io!- le rispose Scarlet sorridendo.

- adesso andrò a chiedere a Michael, probabile che sia più propenso ad aiutarmi di te e Lucas- disse la castana per poi incamminarsi davvero verso la porta e l’appartamento dei ragazzi. Dopo un piccolo momento di smarrimento, perché di solito erano sempre i due ad andare da loro per non far stancare Susa, Scarlet colse la palla al balzo e si rintanò in bagno.

Quello che vide sul test le fece gelare completamente in sangue nelle vene.


 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Susan guardava Scarlet sentendosi in colpa. Erano ne bosco nei pressi della centrale perché lei aveva detto di voler fare una passeggiata. In realtà era solo una scusa per poter attuare il piano delle due fate di cui Scarlet non era al corrente.

Susan sarebbe stata trasformata in una fata quella sera stessa, un giorno prima di entrare nel sesto mese di gravidanza per poterle permettere di non avere problemi ed entrare nel regno delle fate senza troppe protesta. Era stata un’idea di Michael che Susan aveva subito accettato il giorno in cui aveva fatto finta di andare a chiedere un consiglio per il nome. L’unica cosa su cui non era stata d’accordo era stata quella di non dire niente a Scarlet e di farle credere che Lucas l’avesse uccisa. Michael era stato categorico: “Scarlet non deve sapere niente” e lei si era ritrovata costretta ad accettare le condizioni. Sapeva che fra i due le cose si erano leggermente complicate, ma non aveva avuto tempo di parlare con la rossa e chiederle se sapeva il perché. La ragazza infatti sembrava persa in un altro mondo e sembrava anche molto triste e stanca.

- Scarlet sei molto giù in questi giorni va tutto bene?- chiese ad un certo punto Susan fermandosi, era quello il punto che i due ragazzi avevano indicato. Nel mentre avrebbero attaccato anche la lor centrale ed era meglio tenere Scarlet il più lontano possibile.

- si non ti preoccupare. Riposati- disse la rossa sorridendo nella sua direzione. Susan però capì che quello era un sorriso finto. Cosa stava succedendo alla sua Scarlet?.

Stava per parlare ancora e far sputare il rospo quando sentì qualcosa conficcarsi con forza all’altezza del suo cuore. Un dolore atroce si sparse per tutto il suo corpo mentre abbassava lo sguardo trovano il dardo d’edera che Lucas le aveva mostrato. Michael le aveva detto che le avrebbe fatto male all’inizio ma non pensava così tanto. Guardò difronte a se e vide la faccia sconvolta di Scarlet che cercava di sorreggerla mentre delle lacrime solcavano le sue guance. Susan fece vagare ancora di più lo sguardo incrociando gli occhi preoccupati di Lucas che stringeva ancora la presa sull’arco che aveva usato per sparare il dardo. Lei gli sorrise per rassicurarlo. Poi chiuse gli occhi e si lasciò cadere a peso morto sull’erba della radura. L’ultima cosa che sentì fu l’urlo straziante di Scarlet.


 

Susan si risvegliò solo due settimane dopo. Si trovava in un bellissimo letto matrimoniale circondato da fiori. La castana sorrise e si alzò facendo attenzione a non fare movimenti bruschi. Difronte al grosso letto c’era uno specchio altrettanto enorme e la ragazza rimase a fissarsi incredula. Era rimasta praticamente la stessa, solo che le sue orecchie si erano appuntite e il suo vestito era stato cambiato con uno color cipria che le cadeva morbidamente sulla pancia che era leggermente cresciuta.
Susan si ridestò dal guardare la sua immagine allo specchio solo quando sentì la porta alla sua sinistra aprirsi e si girò verso la porta incrociando sorridendo lo sguardo di Lucas che appena la vide svegli si fiondò sul letto per abbracciarla forte.

- mi sei mancata- furono le parole che il ragazzo le disse mentre la stringeva a se.

Susan sorrise, ma subito il ricordo dell’urlo di Scarlet la riportò alla realtà.

- cosa è successo dopo? E Scarlet?- chiese preoccupata facendo incupire lo sguardo del ragazzo.

- siamo riusciti ad incenerire la centrale hanno perso tutto. Scarlet non l’abbiamo minimamente toccata. Si è arrabbiata molto quando ti ha vista priva di sensi a terra. Pensava fossi morta. Mi ha anche accusato di aver ucciso sangue del mio sangue. Ma non ha attaccato. Cosa che ha sconvolto molto Michael. Ha reagito solo quando ti ho presa in braccio per portarti con me, ma è stata fermata da altri cacciatori- disse il ragazzo accarezzando la guancia della ragazza che aveva difronte.

- mi dispiace per lei. Credo che qualcosa la preoccupasse nel profondo- disse Sasan cercando di alzarsi dal letto poi aiutata dal ragazzo che le porse anche un paio di ballerine color cipria da mettere ai piedi. Solo quando fu perfettamente in piedi notò con piacere che il vestito era uno di quelli lunghi che le arrivava fino ai piedi e iniziava a piacerle sempre di più. Lucas la guardò per poi inginocchiarsi ai suoi piedi facendo prendere un colpo alla povera ragazza.

- Susan vuoi sposarmi?- le chiese lui guardandola sempre negli occhi. Non aveva distolto un attimo il suo sguardo cangiante dai bellissimi occhi nocciola di lei.

Susan per poco non si mise a piangere e riuscì solo ad annuire prima di essere completamente inglobata dal dolce abbraccio del suo futuro marito. Una volta che il ragazzo si fu staccato prese dalla tasca del jeans una collanina con un pendente a forma di stella dello stesso colore degli occhi del ragazzo.

- qui è diverso da voi. Noi abbiamo una tradizione secondo la quale a 12 anni dobbiamo andare a cercare la pietra che ricorda il colore dei nostri occhi per poi realizzare un ciondolo da portare sempre con noi. Il ciondolo è la prova della nostra forza ma anche della nostra fedeltà. Conserviamo la collana fino a quando non troviamo la persona degna di possederla. Una volta messa questa collana i nostri destini saranno uniti e il nostro matrimonio sarà indistruttibile- disse l’uomo facendo piangere veramente la ragazza che aveva difronte mentre le allacciava la collana al collo. - una volta che la collana è al collo della persona amata quella rappresenta anche l’amore unico che la persona che l’ha donata prova. Il colore è un particolare importante perché ci possono essere momenti difficili nei quali non è possibile essere vicini e la collana ricorda all’amata lo sguardo dell’altra persona in modo da eliminare totalmente la distanza- Susan non aveva resistito e durante il discorso si era fondata tra le braccia del ragazzo per piangere di gioia. Mai, mai si sarebbe aspettata un dono del genere. Per lei quella collana contava di più dell’anello che gli umani erano soliti regalare.

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Oggi

Scarlet era ancora attaccata stretta all’amica, alla sua migliore amica. Quanto le era mancata quella ragazza? Troppo.

Susan dal canto suo era felicissima di vedere dopo tanto tempo Scarlet, solo che non sapeva come comportarsi nei suoi confronti. Era un’amica o una nemica? E sopratutto l’avrebbe uccisa perché era diventata una fata?

Scarlet si staccò ancora riluttante dall’abbraccio e iniziò a scrutare con occhi pieni di gioia l’amica.

Susan rimaneva immobile aspettando qualche sua reazione. l’unica cosa che però fece Scarlet fu quella di portare le mani a tastare le orecchie della castana. Susan non si mosse mentre la rossa tastava con interesse le sue orecchie. Scarlet stava per dire qualcosa quando Susan si sentì strattonare all’indietro. Si ritrovò subito dietro le spalle possenti del marito.

- cosa vuoi?- disse Lucas che era felice di essere tornato indietro dalla moglie. Mai si sarebbe aspettato di trovare Scarlet che tastava le orecchie alla sua donna.

- Lucas!- fu l’unica cosa che Scarlet disse mentre passava lo sguardo da l’uno all’altra. - non l’avevi uccisa, non li avevi uccisi- poi la rossa scoppiò di nuovo a piangere mentre un sorriso le compariva sulle labbra lasciando perplesso l’uomo che comunque ancora non si fidava del Diavolo.

- ripeto, cosa vuoi?- questa volta Lucas lo disse con più calma e Scarlet si asciugò definitivamente le lacrime per poi sorridere.

- stavo venendo per la battaglia, non mi sarei mai immaginata di trovare la mia Sus. Quando mi sono accorta che era lei non ho resistito al desiderio infrenabile di abbracciarla di nuovo.- disse la donna in tutta sincerità.

- non ti permetterò di ucciderla-

- non ho nessuna intenzione di uccidere la mia migliore amica!- disse la rossa mettendosi le mani sui fianchi indignata. Come poteva credere Lucas che avrebbe ucciso la ragazza. Lei non era un mostro. Cercò di fare qualche passo verso i due ma la spada di Lucas si frappose fra lei e le due fate.

- non voglio farvi del male!- disse Scarlet alzando le mani e facendo notare che non aveva armi con se, l’unica arma che si era portata dietro le era caduta dalle mani quando aveva salutato l’altra donna.

Solo allora Susan notò un altra cosa importante. Scarlet non aveva la divisa da cacciatrice, ma un semplice jeans e un dolcevita nero. Anche Lucas parve accorgersi della cosa.

- perché non hai la divisa se stavi venendo per la battaglia?- chiese infatti l’uomo dubbioso.

- perché non combatto con i cacciatori, ma con voi- disse la donna seria. Lucas guardò la moglie confuso.

- perché dovrei crederti? Perché dovremmo crederti? Dopo tutte le fate morte per mano tua credi davvero che noi potremmo volerti dalla nostra parte?- gli occhi azzurri di Scarlet si scurirono immediatamente.

- è vero ho ucciso delle fate in passato, ma non tante quante me ne attribuite voi. Il numero reale è due. Ho ucciso solo due fate in tutta la mia vita e entrambe quando aveva 12 anni. Da allora mi sono ripromesso che non avrei ucciso più fate- Lucas scosse la testa senza crederle.

- e allora il principe? La regina e il re? Sei stata tu ad ucciderli, così come hai ucciso tante altre fate innocenti. Il principe aveva solo 10 anni!- la rabbia dell’uomo aumentò a dismisura mentre Scarlet scuoteva la testa.

- non li ho uccisi- disse solo per poi guardare Susan cercando supporto nella sua amica, ma la donna rimaneva dietro al marito evitando il suo sguardo.

- non posso crederti- disse Lucas con un sorriso amaro.

- è la verità. Le due fate che ho ucciso le uccise perché c’era mio padre che mi guardava mentre lo facevo. Non ho più ucciso una fata, non riuscivo nemmeno ad uccidere quelle due che avevo davanti- disse la donna iniziando a piangere ricordandosi le facce spaventate delle uniche due fate che aveva ucciso nella sua vita. Mai ricordo era stato più straziante per lei. Nemmeno quando era stata costretta a far finta di odiare la figlia per farla andare in un posto sicuro insieme al padre. La sua piccola bambina.

- e come ti saresti guadagnata la fama di Diavolo rosso allora?-

- facendo finta di uccidere-

- e allora perché tutte le persone che hai “ucciso” non sono qui?- Lucas mimò le virgolette mentre diceva la parola ucciso.

- perché era troppo rischioso per loro ritornare, sopratutto se mio padre avesse deciso di marciare sul vostro regno e uccidervi. Avrebbe subito capito che gli avevo mentito e non si sarebbe più fidato di me lasciandomi carta bianca- Susan alzò il suo sguardo e lo puntò in quello della rossa cercando qualche traccia d’esitazione, ma non c’era. Era sincera.

- Lucas credo che Scarlet...-

- MAMMA!- Susan non terminò la frase perché si voltò di scatto preoccupata riconoscendo la voce preoccupata di Xavier. Guardò il figlio temendo il peggio, ma non era lui quello che stava male. Tra le braccia il moro portava il ragazzo dei capelli rossi incosciente mentre dalla ferita sul torace uscivano fiotti di sangue. Gli occhi di Xavier erano pieni di terrore e Susan non ci pensò due volte. Andò incontro al figlio mentre prendeva tutto il necessario per curare il rosso.

- cos’è successo?- chiese la donna mentre strappava del tutto la parte superiore dalle divisa del ragazzo svenuto e iniziava a disinfettare la ferita che non voleva saperne di smettere di sanguinare.

- un colpo alle spalle diretto a me- disse solo il moro mentre scostava delle ciocche ricce dal volto del suo ragazzo. Quel pazzo si era messo in mezzo e si era preso il colpo che spettava a lui. Xavier non ci aveva visto più dalla rabbia e aveva ucciso il cacciatore per poi prendere Alex in braccio e correre dove sapeva era stanziata la madre con la postazione medica.

Scarlet cercò di avvicinarsi ai tre ma la spada di Lucas la bloccò.

- mi dispiace ma non vai da nessuna parte tu- disse l’uomo. La donna spostò il suo sguardo di fuoco verso l’uomo che ne rimase sorpreso. Aveva visto quello sguardo solo una volta: quando avevano inscenato la morte di Susan.

- fammi passare- Scarlet aveva detto quelle parole con una glacialità spettrale. I tre che erano oltre la spada non si erano minimamente accorti di quello che stava succedendo.

- perché?- chiese Lucas senza accennare a voler abbassare la spada.

- perché mio figlio è pieno di sangue. Come madre dovrei avere il diritto di poterlo vedere e toccare. Oppure non posso?- Scarlet non si era minimamente scomposta mentre diceva quelle parole mentre Lucas sgranò gli occhi sconvolto.

Alex era il figlio di Scarlet.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


La spada di Lucas rimase alzata per solo una manciata di secondi. l’uomo abbassò il braccio lasciando passare Scarlet che appena vide la lama abbassarsi corse in direzione del figlio.

Susan si accorse della presenza di Scarlet solo poco dopo.

- come sta?- chiese la donna quasi pallida mentre Xavier aveva alzato due secondi lo sguardo per poi riposarlo su Alex.

- ha perso molto sangue- furono le uniche parole che Susan disse mentre ricuciva la ferita. l’aveva disinfettata al meglio possibile e per fortuna il sangue si era fermato, anche se il rosso era diventato ancora più pallido di prima.

Appena finì di cucire la ferita guardò un piccolo scatolino che aveva preso inconsciamente e poi le bende. Teoricamente doveva cospargere quella crema sulla ferita per farla guarire il prima possibile, ma solo le fate potevano sopportare quell’unguento.

- mamma?- chiese Xavier confuso mentre guardava la madre alternare lo sguardo tra le bende e il barattolino.

Teoricamente Alex aveva più possibilità di sopravvivere se spalmava l’unguento. Ma non voleva far bruciare la pelle del ragazzo.

- cosa ti preoccupa?- le chiese Scarlet. Susan non aveva ancora ben capito cosa ci facesse la donna affianco a lei e sopratutto come mai su marito l’aveva fatta passare tranquillamente.

- l’unguento. Dovrei metterglielo, ma non essendo una fata c’è il rischio che gli ustioni completamente la parte e...-

- metti l’unguento tranquillamente- disse Scarlet senza farla finire di parlare.

- ho appena detto che..-

- metti l’unguento, ha raggiunto i 19 anni non gli farà niente-

- di cosa stai parlando Scarlet?- chiese sempre più confusa Susan.

- mamma fidati e metti quel stramaledettissimo unguento- disse Xavier interrompendo il dialogo tra le due. Il ragazzo ancora non aveva capito come le due si conoscessero, ma se la madre di Alex diceva che potevano usare l’unguento allora dovevano farlo.

Susan guardò a lungo il figlio prima di sospirare e aprire il barattolino per poi spalmare l’unguento delicatamente sulla pelle appena ricucita. l’unguento non ustionò la pelle del ragazzo, anzi la parte arrossata divenne piano piano più chiara fino ad eliminare il rossore. Tutto questo sotto gli occhi increduli di Susan che una volta finito fasciò per bene il torace del ragazzo. Nel mentre Xavier si era leggermente staccato da Alexander per togliersi la giacca rossa che aveva e metterla con attenzione ad Alex per non farlo raffreddare. La notte stava diventando sempre più gelida.

- io… mi dispiace- disse Xavier incrociando gli occhi azzurri di Scarlet. La donna scosse la testa.

- non è colpa tua. È lui che si va a cacciare sempre in situazioni problematiche- disse poi sorridendo in direzione del moro che ricambiò il sorriso per poi stringere più a se Alex. Lucas nel mentre si era avvicinato e aveva aiutato la moglie ad alzarsi che incredula guardava lo scambio di battute fra i due.

- sinceramente non sto capendo niente- disse alla fine la donna poggiandosi stanca al petto del marito. Scarlet sorrise per poi rialzarsi.

- Alex è mio figlio- Susan sgranò gli occhi e si raddrizzò alla svelta. Se Alex aveva 19 anni ed era il figlio di Susan significava anche che Merlion non era la primogenita e che Michael aveva due figli e non una. E questo spiegava anche perché poteva spalmare tranquillamente l’unguento e l’allergia del ragazzo.

- quando l’hai scoperto?-

- una settimana prima della…- la parole di Scarlet le si bloccarono in gola mentre a Susan gli si riempivano gli occhi di lacrime. Ecco perché era strana in quei giorni: le cose con Michael non andavano nel migliore dei modi e lei aveva scoperto di essere incinta di lui.

- perché non mi hai detto niente?- chiese Susan avvicinandosi piano alla rossa che sospirò.

- avevo paura- Scarlet si ritrovò stretta tra le braccia di Susan mentre scoppiava nuovamente a piangere, tutto sotto lo sguardo confuso di Xavier che non riusciva a capire più niente. Lucas guardò la scena sospirando per poi posare nuovamente lo sguardo su suo figlio e sul suo ragazzo. Quel rosso era il figlio del suo migliore amico e lui nemmeno lo sapeva. Poi sgranò gli occhi realizzando che suo figlio stava con il figlio del re, nonché principe ereditario e si mise le mani nei capelli per poi guardare la moglie sconvolto. Susan rise alla sua faccia e strinse più a se Scarlet. Quando le due ragazze si staccarono si sorrisero, anche perché avevano entrambe realizzato che i loro figli si era praticamente messi insieme senza farlo apposta. Ma il sorriso di Scarlet non durò molto visto che sentì come qualcosa che le penetrava nella carne. Quando cercò di parlare dalle sue labbra uscì solo sangue per poi accasciarsi a terra. Susan cacciò un urlo mentre vedeva un uomo vestito completamente di marrone che ripuliva la spada sporca di sangue sul suo avambraccio.

- non mi è mai piaciuta quella puttana- disse l’uomo che Susan riconobbe poco dopo. Era Richard, quel bastardo che aveva provato in tutti i modi di mettere i piedi in testa a Scarle non riuscendoci mai.

- brutto bastardo come hai osato- iniziò la donna che stava per ricevere lo stesso trattamento dell’amica ma Lucas fu più veloce e impedì a quella spada di trafiggere la moglie.

- è un piacere vedere che ti sei unita alla feccia Susan, sarà molto bello ucciderti- appena terminò la frase si ritrovò un ceffone in piena faccia da parte di Lucas. Il tempo che l’uomo aveva guadagnato aveva permesso al figlio e alla mogia di portare via i due rossi. Non fecero molta strada e Susan si mise subito all’opera per curare anche la ferita di Scarlet mentre le lacrime non volevano smettere di uscire dai suoi occhi.

- vado ad aiutare papà-

- no! Tu rimani qui e controlli il tuo ragazzo- disse la donna asciugandosi le lacrime e iniziando a lavorare alla massima velocità. Xavier non protestò e si strinse Alex al petto lasciandogli un leggero bacio sui ricci. Solo allora si accorse delle piccole orecchie a punta che puntavano dalla folta chioma di ricci. E mentre le guardava sorrideva felice.

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Michael era riuscito in poco più di venti minuti ad uccidere Gerald, ma la battaglia non si era fermata come aveva pensato, anzi era diventata ancora più violenta. l’uomo faceva danzare la sua spada dorata da un cacciatore all’altro cercando di ucciderne il più possibile. Quella guerra doveva assolutamente finire. La cosa che lo sconvolgeva di più era il fatto che avevano mandato a combattere anche dei ragazzini. Michael cercava il più possibile di scontrarsi con loro, anche perché erano terrorizzati, ma con gli altri non si risparmiava. Sapeva, grazie a Susan, che la maggior parte dei ragazzi che componevano i cacciatori erano orfani che i cacciatori utilizzavano per i loro sporchi scopi e per ingrossare le loro fila. Di certo Michael non voleva uccidere dei ragazzi che non avevano fatto niente.

Il biondo si fermò al centro del campo guardandosi intorno. I cacciatori sembravano aumentare sempre di più e non riusciva a vedere Lucas da nessuna parte, cosa che lo stava facendo preoccupare troppo. Non vedeva nemmeno Xavier e il ragazzo dai capelli rossi. Possibile fosse successo qualcosa. Michael decise di incamminarsi verso il punto dove si trovava la postazione medica di Susan ma non fu molto attento e solo quando la spada del cacciatore era a due centimetri dal suo viso si accorse del pericolo. Per suo sfortuna non aveva molto tempo a disposizione. Sarebbe finito tutto così?

Fu un attimo ma la spada del cacciatore volò via e davanti a lui apparve la figura di un uomo di spalle con lunghi capelli biondi e una spada argentea in mano che trafisse il cacciatore senza pensarci due volte.

- e che cavolo Mich sei in modalità voglio morire?- chiese il ragazzo per poi girarsi verso il re e fare uno dei sorrisi più radiosi di sempre. Michael rimase di sasso nel guardare quel ragazzo che gli sorrideva e per poco non crollò a terra per l’emozione. Il re chiuse e riaprì gli occhi più volte, ma Raphael era proprio difronte a lui e non era una sua immaginazione. Fece prima un passo, poi un altro e alla fine si ritrovò con le braccia a stringere il fratello che credeva aver perso per sempre. Raphael ricambiò la stratta del maggiore respirando affondo il suo odore. Quanto gli era mancato? Troppo.

Michael si staccò dal ragazzo stringendolo dalle spalle, come se potesse scomparire davanti ai suoi occhi.

- com’è possibile. Tu eri morto- disse il maggiore con gli occhi lucidi.

- era quello che dovevano credere i cacciatori di fate. Anche la mamma è viva. Papà ci ha lasciti due anni fa- disse il ragazzo vedendo l’espressione di Michael cambiare.

- come avete fatto a sopravvivere?-

- tutto merito di Scar. È una ragazza dolcissima, il padre era quel bastardo con i capelli bianchi che hai ucciso. Ci ha sempre aiutati facendo finta di ucciderci. Lei si prendeva la gloria e noi continuavamo a vivere. Senza il suo aiuto saremmo tutti morti- gli occhi di Michael si sgranarono.

- Scar?- chiese. Non voleva crederci. Era possibile che la donna che amava potesse essere buona dopotutto?

- si, si chiama Scarlet anche se è nota come Diavolo rosso perché si è presa il merito delle nostre “morti”. È un piccolo peperino con i capelli rossi. Ha fatto un doppio gioco incredibile oggi. Ci ha addirittura riportato le nostre armi per poter combattere insieme a voi. È dalla nostra parte e dovrebbe essere qui da qualche parte, ma non la vedo. Molto probabilmente è andata a cercare il figlio- Michael ascoltò attentamente il discorso mentre un sorriso iniziava ad illuminargli il volto. La sua Scarlet era dalla sua parte. Solo dopo si accorse dell’ultima frase del fratello.

- figlio?- chiese infatti dubbioso. Il fratello intanto aveva ucciso altri tre cacciatori. Le divisi marroni stavano diminuendo sempre più.

- si, ha un figlio di 19 anni. È un cucciolo bellissimo, non che io l’abbia visto sia chiaro. Ho visto Scarlet durante la gravidanza perché è venuta a chiedere aiuto alla mamma visto che il padre del bambino era una fata.- Raphael alzò le spalle. - non ha mai voluto dire il nome della fata che l’aveva messa incita. So solo che ha chiamato il figlio Alexander e che è nato umano. Ha fatto da poco 19 anni e si è trasformato in una fata, ma il ragazzo non se ne è ancora accorto- concluse il minore che non si era minimamente accorto della faccia sconvolta di Michale. Michael che aveva appena scoperto di avere un altro figlio che altri non era che quel ragazzino dai capelli rossi che aveva sfidato il capo dei cacciatori e che era allergico alla lavanda. E Scarlet gli aveva nascosto la sua esistenza. Nonostante fosse andato da lei dopo tre anni. Non riusciva a credere alle parole del fratello.

- Michael tutto okay?- chiese dopo un po’ il fratello vedendo la faccia spaesata del maggiore.

- no! CAZZO NO!- scoppiò questi iniziando a camminare a rotta di collo verso gli ultimi cacciatori rimasti. Li uccise tutti. Le fate esultarono per la vittoria appena conquistata, ma Michael non aveva voglia di festeggiare. Dov’era Scarlet? La sua Scarlet?

Raphael si era spaventato leggermente alla reazione dell’uomo e aveva preso a seguirlo per capire cose gli fosse preso. Non aveva il coraggio di fare altre domande.

I due fratelli arrivarono in una radura poco distante dal centro della battaglia e Michael si pietrificò sul colpo. Non tanto per Lucas che stava ancora combattendo con l’ultimo cacciatore rimasto, ma perché aveva appena visto un corpo dai folti capelli rossi disteso sull’erba che Susan stava cercando di curare. Capì immediatamente che la ferita di quel corpo era stata creata da cacciatore e a passo sostenuto arrivò alle spalle dell’uomo in marrone e lo uccise con un solo colpo per poi mollare la spada a terra e correre verso quel corpo che aveva riconosciuto da lontano. Susan alzò gli occhi dalla fasciatura che stava facendo e tagliando velocemente le garze fatte d’edera diede la possibilità al re di prendere in braccio quel corpo che tanto gli era mancato. Raphael era dietro di lui ed era sbiancato appena aveva riconosciuto la sua Scar in quel corpo.

- la guerra è finita abbiamo vinto- disse Michael alle tre fate che erano li presenti e Lucas sorrise mentre lasciava cadere a terra la spada. Susan invece aiutò Xavier ad alzarsi mentre teneva ancora in braccio il corpo di Alex che non ne voleva sapere di svegliarsi. Ma forse era meglio così. Lucas raccolse nuovamente la sua spada e quando alzò lo sguardo incrociò gli occhi verdi di Raphael e rimase di sasso.

- voi cosa ci fate qui?- chiese incredulo mentre Michael aveva già preso la strada per ritornare nel regno delle fate dove lo stava aspettando la sua piccola Merlion.

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Capitolo 26
*** Epilogo ***


Xavier guardava preoccupato il suo ragazzo che dormiva tranquillamente nel suo letto. Erano passate tre ore da quando il ragazzo era stato ferito e purtroppo non dava segni di volersi svegliare. Xavier stava temendo il peggio, ma la madre gli aveva detto di non preoccuparsi.

Il moro sospirò e sorrise nel vedere la collana al collo del ragazzo. Nei minuti successivi alla battaglia aveva scoperto molte cose che lo avevano lasciato praticamente senza parole. com’era successo anche ad Aline e Merlion.

La prima di tutte era stata la vera natura di Alex: era una fata, come loro, come lui. La seconda che la madre di Alex e la sua erano amiche da quando erano piccole e a Xavier era venuto un colpo quando aveva scoperto che la madre era stata una cacciatrice di fate. La donna l’aveva tranquillizzato o, ma lui aveva ancora una paura matta di farla arrabbiare. L’ultima cosa che avevano scoperto, e non era la meno importante, anzi, era che Alex era il figlio di Michael, nonché fratello maggiore di Merlion e principe ereditario. Merlion era rimasta sconvolta in un primo momento ma poi era stata felicissima anche perché adorava da morire Alex. A Xavier era venuto un colpo. Aveva chiesto al principe delle fate di sposarlo! Okay che quando l’aveva fatto non sapeva ancora la vera natura di Alex, però aveva lo stesso paura di ricevere un no da parte di Michael che ancora non si era accorto di niente, troppo impegnato a cercare di salvare la vita di Scarlet.

- Xav- Xavier si girò di scatto sorridendo in direzione del rosso che stava aprendo piano gli occhi per abituarsi alla luce della camera.

- non sforzarti troppo- disse il moro avvicinandosi e aiutandolo a mettersi seduto sul letto. Alex si guardò in giro confuso.

- dove siamo?- chiese curioso.

- nella mia stanza. Ti avevo promesso di portarti nel regno delle fate. Eccoci qui- disse il moro vedendo gli occhi di Alex farsi sempre più grandi per l’emozione. Poi incurante del torace che gli faceva male si buttò su Xavier baciandolo.

- la prossima volta cerca di non morire per salvarmi. Mi hai fatto prendere un colpo- disse il moro mentre stringeva il rosso in un abbraccio. Alex annuì incapace di dire altro.

Xavier dal canto suo voleva dire al ragazzo cosa aveva scoperto, ma forse era meglio che lo scoprisse dai suoi genitori. Il pensiero di Xavier corse a Scarlet. “speriamo si riprenda”.


 


 

Scarlet guardò la stanza dove si trovava molto perplessa. Come ci era finita li? l’ultima cosa che si ricordava era l’abbraccio con Susan, poi buio. cos’era successo? E il suo Alex stava bene? Si alzò di scatto ma fu costretta a ristendersi per una fitta allucinante alla testa che le fece chiudere di scatto gli occhi. Solo in un secondo momento aprì gli occhi e provò ad alzarsi, questa volta con più calma. Si guardò intorno curiosa. La stanza era molto ambia e di un colore molto chiaro, non sapeva dire se bianco o rosa. tutt’intorno alla stanza erano posti rampicanti che creavano bellissime decorazioni che presero la totale attenzione di Scarlet tanto che la ragazza non si accorse delle due persone che entrarono nella stanza.

- Scar stai bene!- Raphael si buttò a capofitto verso la ragazza e la strinse a se. Scarlet un po’ confusa ricambiò l’abbraccio della fata.

- dove siamo?- chiese la donna staccandosi dall’abbraccio con il più piccolo.

- nella mia camera- disse la seconda voce che fece girare di scatto la ragazza sorpresa per poi fare una smorfia di dolore. La testa le faceva malissimo. Subito ebbe Michael e Raphael affianco a lei preoccupati.

- sto bene- disse dopo la rossa chiudendo gli occhi per poi riaprirli e guardare quelli di Michael che la guardavano come se la vedevano per la prima volta.

- mi dispiace- disse il ragazzo mentre stringeva una mano della rossa.

- quella che si deve scusare sono io, ti ho mentito e..-

- l’importante è che tu non sia la feroce assassina che credevo che fossi- disse il biondo interrompendo la ragazza per poi baciarla.

- Merlion non vede l’ora di conoscerti-

- Merlion?- vedendo il sorriso dell’uomo Scarlet capì subito che stava parlando della loro bambina e le vennero le lacrime agli occhi e si tuffò tra le braccia del ragazzo che la strinse a se.

- sa avessi saputo che era Michael il ragazzo lo avrei strigliato per bene- disse a un certo punto Raphael attirando lo sguardo dei due.

- vi conoscete?- chiese allora Scarlet a uno dei due.

- è mio fratello- dissero in contemporanea i due biondi facendo sgranare gli occhi a Scarlet.

- sei il principe?- chiese a Michael con occhi che brillavano.

- in realtà il re- disse lui sorridendole.

- aspetta quindi vuoi dire che i nostri figli sono principi?-

- si, ah per quanto riguarda Alex mi ha appena avvisato Susan che si è svegliato quindi se vuoi andare da lui possiamo- Scarlet annuì e si alzò aiutata da i due ragazzi. Per puro caso guardò la sua immagine allo specchio e si pietrificò sul colpo. Michael notandolo la raggiunse cingendole la vita dalle spalle.

- ho dovuto farlo altrimenti non sarei riuscito a salvarti- disse l’uomo mentre la ragazza si portava le mani alle orecchie che erano diventate a punta come quelle del figlio. Lacrime uscirono dai suoi occhi mentre si girava e stringeva a se l’uomo. Michael sorrise e le baciò i capelli poi si stacco.

- vuoi essere la mia regina?- le chiese abbassandosi tanto da essere alla sua stessa altezza. Gli occhi di Scarlet si ingrandirono capendo cosa le stava chiedendo l’uomo che amava e gridò un si che forse si era sentito in tutto il regno ma non le importava più niente. Michael sorrise e prese un piccolo ciondolo a forma di cuore verde sotto lo sguardo curioso e attento di Scarlet per poi legare la collana al collo della donna.

- ti spiego tutto più tardi. Ora andiamo da Alex- la rossa annuì e seguì il suo futuro marito.

In quel momento andava tutto bene.

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