Violet Evergarden - Till death do Us part

di The Bride of Habaek
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Violet Evergarden - Till death do Us part ***
Capitolo 2: *** Civil War: Back on the front ***



Capitolo 1
*** Violet Evergarden - Till death do Us part ***


Violet Evergarden

C’è un cielo che potrei sedermi qui e raccontartelo.
E dirti quanti colori gli mancano quando non ci sei.
(Fabrizio Caramagna)

Intro. Era già trascorso un mese dal giorno in cui Violet e il Maggiore Gilbert si erano rivisti dopo un lasso di tempo in cui il destino li aveva voluti separare, ingiustamente. I giorni scorrevano alla velocità della luce, poiché si dice che "il tempo è un mare in tempesta", per loro un vento caldo, di innovazione, stava soffiando dalla loro parte e presto avrebbero pronunciato il loro "Si" dinanzi all'intera comunità. Gilbert aveva deciso di volerla al suo fianco per il resto dei suoi giorni, ed anche se il suo stato di salute tentennava fra alti e bassi, aveva ugualmente deciso che non avrebbe trascorso più nemmeno un giorno lontano da lei, ciò avrebbe finito col logorare le sue membra e sarebbe sicuramente perito per il dolore fisico e morale in breve tempo. Il fuoco che gli bruciava dentro si sarebbe senz'altro estinto.

Lontano da te anche il cielo più nitido è un po’ sporco,
e l’erba più morbida un poco punge e graffia,
e ogni cosa sembra fuori dalla sua aurea misura.
(Fabrizio Caramagna)

Violet si era trasferita a casa di Gilbert, nel frattempo stava perseguendo il suo lavoro come bambola di scrittura automatica, mettendo sempre il Maggiore al primo posto, visto che negli ultimi tempi la sua salute tentennava come le foglie di un albero scosse dal vento. Anche il suo umore era molto altalenante, tanto che spesso finivano col discutere animatamente anche per delle sciocchezze...  lei sapeva che non era colpa di Gilbert, ma dei farmaci che prendeva per curare le sue ferite interne post belliche. Lei lo amava talmente tanto che molte volte neanche ci faceva caso, quasi lo idolatrava... e quando vedeva che lui stava male, il suo cuore rischiava di arrestarsi per il dolore. Gilbert, nel frattempo, continuò a lavorare per l'esercito... non era da lui restare con le mani in mano. Non era più un soldato, il suo ruolo era quello di coordinare ed addestrare reclute. Nonostante la guerra fosse finita, bisognava restare sul "chi va là" e difendere la propria Patria da un potenziale attacco nemico.

Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano
– Paulo Coelho

Till death do Us part.

"Finché l'oscura notte nel tuo cuore non lascerà spazio al giorno dei miei sentimenti per te..." Recitava una breve poesia che Gilbert stava trascrivendo sul suo taccuino, aggiungendo di tanto in tanto qualche nota e pensieri sparsi dentro di sé. Era notte fonda e mancavano ormai poche ore al grande giorno. Dormì poco e malamente, non faceva altro che pensare alle meraviglie di un domani insieme alla donna che amava, era contento e teso al tempo stesso... non aveva mai provato emozioni così forti e contrastanti, ma il meglio doveva ancora avvenire.

“L’amore è quando non riesci a dormire perché finalmente la realtà è migliore dei tuoi sogni”
– Dr Seuss

 La vita è un vaso invisibile e tu sei ciò che vi getti dentro.
Getta invidia, insoddisfazione, cattiveria e traboccherà ansia.
Getta gentilezza, empatia e amore e traboccherà serenità.
(Fabrizio Caramagna)

Dal giorno in cui Violet si era trasferita a casa sua avevano quasi sempre riposato nello stesso enorme letto matrimoniale, con tanto di baldacchino. Gilbert inizialmente aveva rifiutato l'idea di Violet di dormire assieme come facevano una volta, ora il rapporto tra loro due si era evoluto ed era evidente oltre che comprensibile il fatto che lui provasse una grande attrazione fisica verso di lei. Alla fine, lei era riuscita a dissuaderlo e si era infilata sotto le coperte senza il suo consenso, Gilbert inizialmente aveva faticato un po' ad abituarsi, non voleva mancarle di rispetto, voleva attendere il momento giusto, il grande giorno, per poter andare oltre... per diventare una sola cosa con lei. Da quel giorno dormirono sempre fianco a fianco, lui non aveva mai osato sfiorarla con un dito, era rispettoso non solo della tradizione, ma soprattutto della donna che amava. Avrebbe aspettato, ne sarebbe valsa la pena. Non erano mai mancati i baci fra loro due, momenti di affetto o di condivisione... da quando Gilbert era miracolosamente tornato vivo dalla Guerra, lei gli era stata molto addosso, quasi per paura... per paura che potesse scomparire come la visione di un oasi nel deserto, per paura che la sua debolezza e il suo malessere fisico potessero in qualche modo portarlo via per sempre da lei. Violet non glielo avrebbe mai permesso, non sarebbe riuscita a vivere con la consapevolezza che lui non avrebbe più potuto stringere le sue mani. Giunse l'alba del grande giorno, quando Violet si alzò dal letto Gilbert era già uscito da un bel pezzo, ma in compenso le aveva lasciato un biglietto con appesa una rosa rossa sul suo comodino: " Non posso vedere la sposa, come da tradizione. Ci vediamo sull'altare. Insieme trasformeremo i salici in fiori di loto. Tuo per sempre, Gilbert." Violet, leggendo quel breve messaggio, si rincuorò del fatto che lui non fosse lì con lei in quel momento, era andato a casa di Hodgins per acconciarsi e vestirsi a dovere. Pochi istanti dopo, Cattleya e le sue compagne del centro postale entrarono nella sua stanza e la aiutarono a prepararsi per il "Si" che avrebbe pronunciato di lì a poche ore. Gilbert arrivò in chiesa puntualissimo, in discreto anticipo, insieme a suo fratello Dietfried e al suo amico dell'Accademia Militare. Lacrime di gioia, involontarie, iniziarono a sgorgare dal suo occhio superstite color verde smeraldo, mentre attendeva l'ingresso della sua Violet in piedi davanti all'altare. La Cattedrale era immensa, in breve tempo si riempì di amici, parenti, compagni, semplici curiosi e conoscenti. Quando arrivò la sposa, avvolta da un semplice abito bianco a sirena, con un lungo strascico accompagnato da un velo voluminoso, si girarono tutti verso di lei, incantati... era bellissima. Gilbert la fissava estasiato nel suo smoking bianco perlaceo, mentre lei si avvicinava a lui con eleganza, lentamente. Dalle navate laterali iniziarono a volare petali di violetta. Fu una cerimonia emozionante, ricca di pathos e sentimento. Il loro discorso finale fece commuovere persino Dietfried, nonostante avesse un carattere impostato e non mostrasse facilmente ciò che provava. Violet:" Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, per amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita." Gilbert:" Io, Maggiore dell'esercito di Leidenschaftlich Army, giuro solennemente che ti renderò felice. Farò di te la mia amica, la mia confidente, mia moglie, ciò che più amo al mondo. Ti prometto che vivrò, per te solo lo farò! Voglio trascorrere il resto dei miei giorni al tuo fianco, aiutarti a crescere i nostri figli... perché Ti Amo con tutto il mio cuore Violet Evergarden." Scambiate le promesse, Gilbert e Violet anticiparono le parole che il sacerdote stava per pronunciare "puoi baciare la sposa". A quel punto erano marito e moglie, niente e nessuno avrebbe più potuto separarli.

“Ti ho amato prima di saperlo
e forse è solo così che si ama” – P. C. Freitas

Al lancio del bouquet, Cattleya se lo ritrovò fra le mani e sorrise, voltandosi verso Hodgins: loro sarebbero stati i prossimi a convolare a nozze. Dopo un'intensa giornata di festeggiamenti, sia Violet che Gilbert erano cotti dalla stanchezza ma felici. Si ritirarono nella loro stanza a notte fonda, quando tutti gli ospiti furono congedati. Gilbert sembrava più stanco del solito, aveva impiegato ogni sua energia per rendere quel giorno indimenticabile... voleva fosse tutto perfetto, dagli abiti agli invitati. Violet:"Gilbert ti vedo stanco, sei sicuro di sentirti bene?" Gli disse con un velo di preoccupazione quando furono finalmente soli. Gilbert:"Non potrei sentirmi meglio, ora che sono solo con te." Disse cercando di sviare il discorso, mentre si sdraiava su morbide coperte in pura seta rossa.

Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano
– Paulo Coelho

Gilbert:"Incredibile... avverto ancora dolore dopo tutto questo tempo..." Violet:"Cos'hai?" Disse preoccupata, vedendolo bianco come un lenzuolo. Gilbert:"Sento delle fitte al torace, sai sono ancora in riabilitazione... ma non è nulla di grave, veramente." Disse cercando di autoconvincersi e di convincere Violet che presto sarebbe tornato l'uomo forte e inarrestabile di un tempo. Violet si accovacciò vicino a lui e con una mano sollevò leggermente il suo braccio sinistro e ci si accovacciò. Lui la strinse attirandola a sé, per dimenticare il dolore che stava provando dentro di sé, ma trascorse breve tempo e sentì un'altra fitta... ancora più violenta e il suo volto sbiancò. Violet:"Gilbert, cosa c'è? Mi metti a pensiero... chiamo un medico?" Gilbert:"Un'altra fitta, il mio corpo sta ancora accusando i colpi che mi sono stati inferti sul campo di battaglia... il tempo è trascorso, ma le mie membra sono ferme a quel giorno e ce ne vorrà di tempo prima che io riesca a vincere anche questa battaglia..." Disse con un velo di malinconia, poi continuò: "Non hai più nulla da temere, nulla di cui preoccuparti. Amore mio, sono vivo, sono qui... sono insieme a te! Ed è l'unica cosa che realmente conta per me." Violet sentì i battiti del suo cuore raggiungerle la gola come una fonte d'acqua calda che si riversa su un lago ghiacciato. Allora erano proprio questi gli effetti dell'Amore. Si voltò verso di lui e lo guardò dritto negli occhi... ancora non riusciva a capacitarsene, era difficile credere che quell'uomo meraviglioso avesse lottato contro la morte per ritornare da lei. L'aveva salvata ed ora la teneva stretta fra le sue braccia magre ma muscolose,con delicatezza... come se lei fosse la pietra filosofale capace di dare un senso alla sua vita, un fiore dai delicati petali. Quanto lo amava, non avrebbe mai potuto esprimerlo a parole. Gilbert l'avvicinò a sé con la scusa di scostarle i capelli dinanzi ai suoi occhi azzurri come il mare e la vide versare lacrime di gioia udendo le dolcezza con cui lui le aveva proferito quelle parole. Gilbert la baciò e poco dopo si ritrovarono l'uno sull'altro, così vicini che facevano quasi fatica a respirare. Finalmente, dopo anni di attesa, fecero ciò che il desiderio dettava ai loro cuori ricoperti di cicatrici: l'Amore. Era la prima volta per lei, non aveva mai provato nulla di simile, nulla di più travolgente. Violet si sentì donna, viva come non lo era mai stata. Lui era sempre stato un gentiluomo, sapeva che l'avrebbe protetta nonostante versasse in uno stato fisico altalenante e instabile sotto certi aspetti. Gilbert fu delicato e gentile, non avrebbe mai fatto nulla che lei stessa non desiderasse ardentemente. Violet si sentiva sicura al suo fianco, era felice, sapeva che avrebbe potuto mostrargli ogni lato di sé e che lui lo avrebbe accettato con benevolenza. Non l'avrebbe mai abbandonata, lo sapeva bene.
  “Da quando mi sono innamorata di te, ogni cosa si è trasformata ed è talmente piena di bellezza… L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo”  – Frida Kahlo
Dopo una notte di passione si risvegliarono fra le candide luci dell'alba. Gilbert:" Buongiorno Signora Bougainvillea, dormito bene?" Disse mentre le faceva l'occhiolino. Violet:"Dormirei ancora un po' Maggiore. Ehmm" Rispose divertita e un po' assonnata. Gilbert:"Riposa, riposa, ci sarò io qui a vegliare su di te d'ora in avanti." Violet lo abbracciò da sotto le coperte, regalandogli un sorriso smagliante, un anticipo del loro futuro assieme. Gilbert:"Sai una cosa?" Violet:"E adesso cosa c'è?" Gilbert:"La vuoi sapere? Se no la tengo per me..." Disse fingendosi serio, anche se in quel momento aveva il sorriso facile. Violet:"Che cosa Gilbert?" Gilbert:"Ti Amo, Violet Evergarden."

 

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Capitolo 2
*** Civil War: Back on the front ***


Dopo la loro unione Violet e Gilbert stavano vivendo la loro quotidianità fatta di piccole cose... il bacio del buongiorno, Gilbert: " Sta nascendo l'alba, ben svegliata Violet.", un caffè al risveglio, la casa e il lavoro. Tutto sembrava procedere nel migliore dei modi fino al giorno in cui arrivò una lettera minatoria indirizzata alla famiglia Bougainvillea. Violet non ne sapeva niente, Gilbert gliel'aveva tenuta nascosta per non farla preoccupare, ma il destino volle che la loro felicità si inginocchiasse dinanzi a nuovi fatti sconvolgenti. Il mondo era di nuovo in guerra e Leiden non era più la cittadina tranquilla di cui Violet aveva fatto la sua dimora. Gilbert:" Violet, vieni qui ho bisogno di parlarti." disse con lo sguardo rivolto verso il fuoco del camino. Violet:" Cosa succede? Sento che si tratta di qualcosa di terribile..." disse mentre veniva scossa da un brivido lungo la schiena. Gilbert:" Siamo di nuovo in guerra, dovrò partire a giorni o la nostra amata cittadina perirà per mano dei ribelli." dichiarò con tono sicuro pur celando un velo di malinconia. Violet:" Non ti lascerò andare, non da solo, non voglio perderti una seconda volta!" il tono di lei si fece supplicante più che imperativo. Gilbert:" Violet, devo farlo, sono un militare... lo devo alla nostra gente, alla nostra Nazione, lo faccio per te, per il nostro futuro insieme." Violet:" Se proprio devi andare portami con te. Dopotutto sono ancora un soldato, potrei esserti utile in battaglia." Gilbert:" Ne sei proprio sicura?" le disse corrugando le sopracciglia. Violet:" Sicurissima. Voglio seguirti, questo è il mio destino." Gilbert la strinse a sé senza dire una parola, il suo viso era solcato dalla preoccupazione, lei lo sapeva bene... sapeva quanto l'amava, quanta paura provava dentro di sé quell'uomo così inflessibile e duro esteriormente, ma dall'animo dolce e compassionevole. Era tanta la paura che lui provava al solo pensiero di dover rimettere piede su un campo di battaglia visti i trascorsi, anche se spesso non lo dava a vedere.

Partirono l'alba seguente, raggiunsero le campagne di Leiden che nel frattempo erano state completamente invase dai ribelli e combatterono con tutte le loro forze finché, impercettibilmente, non rimasero rinchiusi in un fienile. Violet e Gilbert stavano combattendo fianco a fianco, come ai vecchi tempi, ma qualcosa era cambiato, lei non era più la "macchina da guerra" come l'aveva denominata il fratello di Gilbert, Dietfried, si era indebolita ed i suoi riflessi erano molto più lenti negli ultimi periodi. Mentre lottavano contro il fuoco nemico, Violet venne quasi uccisa da una granata... per fortuna Gilbert era vicino a lei e riuscì a trascinarla in un fienile trascinandola di forza prima che la granata potesse raggiungerla. Trascorsero la notte in quel luogo austero, i bombardamenti non cessarono, né tantomeno le urla che provenivano dalle campagne. Per uscire di lì dovevano attendere i rinforzi, presto Dietfried li avrebbe raggiunti. L'ampio ingresso di legno era crollato in seguito alle sommosse dei ribelli, solo polvere e macerie rimasero ad aleggiare in quel posto che sembrava un posto infestato dai fantasmi dei propri avi. Trascinandola per un braccio, Gilbert la portò in salvo gettandosi insieme a lei su della paglia soffice... la struttura di legno che reggeva gli architravi crollò e non poterono far niente per rimediare al misfatto. Lì avrebbero trascorso la notte, non c'era altra via di fuga, almeno finché le acque torbide lì fuori non si fossero calmate. Violet:" Maggiore, come ti senti??" disse fissandolo mentre Gilbert si ripuliva il volto sporco di sangue, il sangue dei ribelli che aveva dovuto uccidere per tener salda la pelle. Gilbert:" Vivo, ma soprattutto sono felice che tu sia qui, ora." Violet:" Per poco non ti uccidevano una seconda volta a causa mia... come puoi essere felice?" Gilbert:" Sei qui con me, non mi hai ucciso. Tu mi hai salvato dalla solitudine e dall'odio che albergavano nel mio cuore." Violet:" Maggiore..." Gilbert:" Vieni qui, ti riscaldo da questa notte gelida."

Ti seguirò, ovunque vai, e farò dell’inferno un paradiso se morirò per mano di chi adoro. (William Shakespeare)

Violet andò verso di lui e si rannicchiò nella paglia mentre Gilbert la cingeva nel suo abbraccio. Gilbert:" Non andare da nessuna parte, ok? Resta qui, vicino a me." disse in un dolce sussurro, un suono surreale paragonato al finimondo che stava prendendo vite su vite lì fuori. Violet:" Non mi muoverei nemmeno se me lo ordinassi." disse carezzandolo in viso, con la scusa di scostargli i capelli, rimase imbambolata dinanzi alla bellezza dei suoi occhi... due smeraldi luminosi come fanali nella notte, fissi su di lei. Ogni volta che li guardava finiva con l'innamorarsene nuovamente.

Gilbert:" C'è una luna bellissima non trovi?" disse mentre rivolgeva gli occhi al cielo... a quel manto stellato sopra di loro. Il soffitto del fienile era malconcio al centro, al posto del tetto, c'era un'ampia fessura ma in compenso era possibile ammirare la volta celeste. Violet:" E' incredibilmente bella, non posso credere che un paradiso simile possa venire a conoscenza dell'inferno, dell'infamia, che gli uomini stanno compiendo lì fuori." Gilbert la ascoltava attentamente mentre pensava ad un modo per poter uscire all'esterno senza farsi sorprendere dal fuoco nemico. Gilbert:" Già, hai ragione, il genere umano ha dimenticato la bellezza che lo circonda ed ha finito col trasformarla in un enorme campo di battaglia. Questa notte credo proprio che la trascorreremo qui, almeno finché le acque non si saranno calmate, o Dietfried non venga a soccorrerci ..." Gilbert:" Non posso trascinarti con me in una fossa, siamo in minoranza numerica e verremmo senza dubbio sbranati dai leoni se cadiamo in una foiba." Violet:" Lo comprendo, a volte bisogna saper aspettare. Ma, soprattutto, non voglio dovermi separare da te... mai più." Fuori dal fienile sembrava che il mondo stesse per finire. Uomini che uccidevano altri uomini, donne in fuga dalle loro vite e dalle loro abitazioni. Sangue dappertutto, sui tetti e per le strade, nell'aria si respirava l'odore della morte... una puzza tremenda... la terra fertile delle verdi campagne si era trasformata in un cimitero. Distesi sulla paglia, immobili e al buio, illuminati solo dalla fievole luce della luna... l'uno affianco all'altra il frastuono si affievolì. Gilbert:" Non preoccuparti, presto potremo uscire da qui e salveremo il nostro Paese." Violet:" Credo in te, so che non mi deluderai."

Violet:" Devo dirti una cosa molto importante." disse mentre il suo volto arrossiva spontaneamente. Gilbert:" Di che cosa si tratta?" disse serioso con lo sguardo rivolto verso di lei. Violet:" Questa mattina, prima di partire per la missione, sono andata a far visita al nostro medico di famiglia e... ho scoperto di essere in dolce attesa da circa tre settimane." Gilbert:" Wow! Ma è meraviglioso!" esclamò "Sono l'uomo più felice del mondo, diventerò padre!" disse esultante, con gli occhi lucidi per la contentezza. Violet si sentì sollevata, lui l'aveva presa bene. Gilbert la strinse tra le sue braccia muscolose e la scaldò con il calore del suo corpo. Gilbert:" Non vorrei che il nostro angelo custode patisse il freddo!" Violet:" Ti ringrazio, non riesco a dire altro per ora..." disse commossa dalle sue parole, mentre veniva colta da un nodo alla gola. Il loro era un Amore con la A maiuscola, un amore sconfinato. Violet sentiva l'amore di Gilbert che ora si stava riflettendo anche sulla creatura che portava in grembo. Lui appoggiò la testa sul ventre di lei, cercando si percepire anche un piccolo segnale di vita. Poco dopo, istintivamente, Violet iniziò a giocherellare con i capelli mori del Maggiore, quando Gilbert si risollevò con cuore esultante i loro occhi chiari si incrociarono. In quel frangente si baciarono e l'atmosfera divenne sempre più incandescente. Fu un gioco di sguardi... la loro complicità, la passione vertiginosa fra due amanti fece ondulare l'albero da cui Violet e Gilbert poterono cogliere i frutti proibiti. La guerra li aveva colpiti con violenza, ma ciò che provavano l'uno per l'altro andava ben oltre l'odio e il risentimento che germogliavano sul fronte. Furono sorpresi dalla luna mentre si stringevano amoreggiando al suo cospetto. Il mondo circostante era di nuovo scomparso... c'erano solo loro, in silenzio, avvinghiati a contemplare le stelle. Assopiti, mentre ascoltavano ogni singolo sussulto del cuore.

Ti amo con un amore che è più dell’amore. (Edgar Allan Poe)

"Maggiore, promettimi solo una cosa" disse Violet improvvisamente. Gilbert:" Qualunque cosa" rispose. Violet:" Giurami che non mi lascerai mai, nemmeno per combattere una guerra, che continuerai a vegliare su di me e ad essere la stella del nord che illumina il mio cammino, giorno dopo giorno..."Gilbert la guardava sorpreso dalla sua confessione. L'avvicinò a sé, come era solito fare in alcune circostanze. Gilbert:" Violet, non mi separerei da te nemmeno se mi puntassero un fucile alla tempia." disse con una voce tanto profonda che penetrò fin dentro i suoi occhioni azzurri, poi si mise in ginocchio dinanzi a lei e prese le mani di Violet fra le sue. Gilbert:" Giuro che ti amerò fino al giorno in cui  il mio corpo diverrà solo cenere e la mia anima granelli di sabbia. Ti terrò legata a me con il filo rosso del destino, affinché nessuna battaglia possa mai distogliere il mio sguardo su di te." Violet lasciò che lacrime di gioia grondassero come torrenti sul suo viso. Gilbert era sempre così rassicurante, così vero e presente nella sua vita. Era così surreale per lei che aveva vissuto nel limbo ritrovarsi nell'Eden con l'uomo dei suoi sogni... era troppo bello per essere vero. A volte, era come se chiedesse a Gilbert di pizzicarla per mostrarle la realtà delle cose, per dirle che non era solo un bel sogno. Lui era lì vicino a lei e l'amava dal profondo del suo cuore.

Di qualunque cosa siano fatte le nostre anime, la mia e la tua sono fatte della stessa cosa. (Emily Brontë)

“Qualunque 
fiore tu sia,
quando verrà il tuo tempo, sboccerai.
Prima di allora
una lunga e fredda 
notte potrà passare.
Anche dai 
sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò sii paziente verso quanto ti accade
e curati e 
amati
senza paragonarti
o voler 
essere un altro fiore,
perché non esiste 
fiore migliore di quello
che si apre nella pienezza di ciò che è.
E quando ciò accadrà,
potrai 
scoprire
che andavi sognando
di 
essere un fiore
che aveva da fiorire.” 
DAISAKU IKEDA


 

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