Non c'era una volta

di Yuki002
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***
Capitolo 4: *** IV. ***
Capitolo 5: *** V. ***
Capitolo 6: *** VI. ***
Capitolo 7: *** VII. ***



Capitolo 1
*** I. ***


MESSAGGIO, TIMORE, DESIDERIO

 
I suoi palmi toccarono quelli di Elisea. Erano piccoli come i suoi, le mani sudavano e gli occhi lasciavano trasparire un messaggio che l’anima gridava, ma che la lingua non aveva il coraggio di dire.

“Non andare”

Neanche il pianto più disperato avrebbe potuto esprimere quello che il suo spirito sentiva, lacerandosi dall’interno facendo sbocciare un timore ancora più oscuro e profondo.

“Non morire”

E, come un fiore che ha il coraggio di crescere nel fango, la lingua espresse un desiderio.

“Torna presto”

Erick sbatté le piccole ali trasparenti e, piano piano, si sollevò dalla camelia che condivideva da anni con il suo vero fiore.


nr. parole: 105

Note dell'autrice:
Il fiore della camelia non è scelto a caso, questo perchè mi baso sul suo significato nel linguaggio dei fiori (nel dettaglio al libro "Il linguaggio segreto dei fiori" di Vanessa Diffenbaugh): il destino è nelle tue mani.

 

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Capitolo 2
*** II. ***


GALATEO SOFFOCANTE

 

Elisea, dalla bellezza apollinea, richiuse i petali senza voltarsi.
Nessuno aveva diritto a vedere la sua espressione devastata dall’angoscia.
La sua mente andò in black-out totale. Di nuovo.
Erick ed Elisea erano una delle coppie più longeve ed amate del minuscolo paese di Ceyla: sette mesi e un giorno era un autentico record.

“Le fate non amano, procreano. Sono macchinette per la riproduzione”

E questa frase Elisea la odiava.
La trovava scritta ovunque nei libri di storia, educazione civica e galateo fiabesco. Per il Regno loro erano solo piccole operatrici che permettevano alle fiabe di svolgersi come gli autori desideravano. Schiavi senza libertà, ecco quello che erano.




nr. di parole: 107
 

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Capitolo 3
*** III. ***


AD UN GRAMMO DALLA MORTE

 


Quel singolo grammo di polvere che serviva per una scelta di un protagonista costava loro grande fatica.
Molte fate morivano per l’eccessivo sforzo di estrarre la corteccia, da cui trarre poi il prezioso pulviscolo dorato.
Non sapevi mai se il prossimo saresti stato tu. Una condanna silenziosa.

Elisea sapeva benissimo che Erick era fortunato e forte. Motivo per cui si preoccupava di quanto esse sarebbero durate; se la prossima volta quel muscolo strappato si sarebbe rivelato fatale o se l’odore tossico della polvere gli avrebbe corroso i polmoni.

Lei pregava ogni sera per lui. Ogni volta che se ne andava.  



nr. di parole: 100

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Capitolo 4
*** IV. ***


POLLINE E CORTECCIA




Elisea, invece, si occupava di tenere in fiore la porzione di prato che gli era stato affidato.
Il polline di quelle particolari piante, dai petali ghiacciati, era essenziale per rendere più produttivo l’albero da cui le fate estraevano quella maledetta corteccia che non sembrava finire mai.
La giovane odiava quella sua mansione, perché sapeva benissimo che, se avesse smesso, il lavoro di Erick avrebbe “subito” la stessa sorte. E l’unica volta che ci aveva provato la sua ala era stata strappata dalla sua schiena per sempre, costringendola a piedi.

“Chi infrange le regole, danneggia il sistema. Se tu ne sei responsabile, il sistema danneggia te”




nr. di parole: 105

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Capitolo 5
*** V. ***


SEMPRE DI PIÙ





Ti rendono la vita più complicata e, via via che tu continui ad infrangere le regole, ti ritrovi a strisciare solo sulle tue braccia, perché, arrivati a quel punto, anche le gambe non saranno più in grado di sorreggerti.

La loro ricompensa?

Una mera possibilità di entrare nel Regno, dove le mansioni svolte erano più dignitose come rilegare il libro concluso o, tramite l’uso della polvere, condizionare lo scrittore nelle scelte.
Però, o qui o nel Regno, non vi era tregua. Motivo per cui servivano sempre più fate, sempre più giovani…

Erano macchine da lavoro e da riproduzione. Macchine, e non essere senzienti.




nr. di parole: 103
 

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Capitolo 6
*** VI. ***


PRESTO





Tutto ciò era insopportabile per Elisea tant’è che, in adolescenza, pianse ovunque in paese.
Fu tra quei pianti che conobbe Erick.
Il loro amore fondato sull’affetto e non sul sesso fece scalpore, ma nessuno osò obiettare: il giovane era figlio, seppur illegittimo, di un famoso rilegatore. Mai andare contro chiunque fosse relazionato col Regno: sapevano bene che, chi veniva considerato inabile a qualsiasi mansione che il sistema proponeva, veniva messo a tacere con la morte.
Per Ceyla, Erick era una sorta di controllore, nonostante fosse un umile schiavo come altri.

Ed ogni schiavo, presto, è destinato a fare un errore.




nr. di parole: 100

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Capitolo 7
*** VII. ***


LETTERA PER L'ALDILÀ





Elisea non si stupì quando la lettera arrivò a casa: la corrosione dei polmoni era stata fatale.
La cosa che la stupì era l’incredibile freddezza del suo “Grazie” agli ufficiali quando li congedò.
Come il suo messaggio “Non andare” aveva scalpitato nell’anima, allo stesso modo si sentiva ora la sua voglia di piangere repressa.
E, come ogni cosa repressa per troppo, essa scese sempre più in profondità nel fango dello spirito distrutto.
Un’idea folle fiorì nella melma.
Prese la punta della sua ala rimasta, ormai intorpidita e malconcia, e se la strappò con un gesto secco. Era diventata inabile.

Basta. La sua storia era volta alla conclusione.




nr. di parole: 107
 

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