Le sorelle Black

di MagiaOscura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Figlie brave e figlie cattive ***
Capitolo 2: *** Segreti tra sorelle ***
Capitolo 3: *** Vacanze in prigione ***
Capitolo 4: *** Verità oscure ***
Capitolo 5: *** Tradimenti, sensi di colpa e campiamento ***
Capitolo 6: *** La pazienza sta finendo ***
Capitolo 7: *** Matrimonio ***
Capitolo 8: *** Fidanzamenti ***
Capitolo 9: *** La follia di Bellatrix ***
Capitolo 10: *** Cuore o ragione? ***
Capitolo 11: *** Tempo di cambiamenti ***
Capitolo 12: *** Le prime delusioni ***
Capitolo 13: *** Prime discussioni ***
Capitolo 14: *** A natale sono tutti più buoni...o quasi ***
Capitolo 15: *** Vendette e litigi ***
Capitolo 16: *** Riunione di famiglia ***
Capitolo 17: *** Il doppio volto di Narcissa ***
Capitolo 18: *** La rabbia di Narcissa ***
Capitolo 19: *** Scherzi mortali ***
Capitolo 20: *** Il trasversalismo di Lucius ***
Capitolo 21: *** Per amore questo e altro ***
Capitolo 22: *** L'amore cambia ***



Capitolo 1
*** Figlie brave e figlie cattive ***



Druella e Cignus Black vivevano a Villa Rosier insieme alle loro tre figlie: Bellatrix, Andromeda e Narcissa.  Bellatrix senza dubbio era la figlia della quale i genitori si vantavano. Bella, vivace, rispettosa e intelligente: erano sono alcuni dei complimenti che i signori Black facevano alla figlia maggiore che inoltre era il prefetto dei Serpeverde. Fisicamente Bellatrix era una bellissima giovane ragazza: abbastanza alta, lunga chioma di capelli neri, fisico snello e amava vestirsi bene pur prediligendo il nero. Una cosa che contraddistingueva Bellatrix era il sorriso sempre presente sul suo viso. Narcissa diceva sempre che era un sorriso da psicopatica. Andromeda era considerata la pecora nera della famiglia. Anche lei era Serpeverde ma non seguiva  gli insegnamenti che le furono impartiti dalla famiglia. Fisicamente era quasi somigliante a Bellatrix se non fosse per l’espressione del viso molto più dolce della sorella maggiore. Anche lei aveva una lunga chioma di capelli però castani. Per esempio a scuola non aveva problemi a parlare e relazionarsi con studenti nati babbani e mezzosangue, non partecipava alle ronde guidate dalla sorella maggiore Bellatrix insieme al suo gruppo composto dai fratelli Lestrange, dai fratelli Carrow e da suo cugino Evan Rosier anzi, spesso correva a fermare il sadico divertimento della sorella contro qualche studente colpevole di essere un nato babbano.  Cignus e Druella Black frequentemente rimproveravano Andromeda per la sua amicizia con Ted Tonks, un Tassorosso piuttosto trasandato che la ragazza trovava molto gradevole come amico.
“Sei la nostra vergogna! Cosa ne penseranno le altre famiglie purosangue del fatto che tu permetta a sudici sangue marcio di parlarti!” diceva spesso Druella.
Andromeda non viveva in un clima sereno. I rapporti con i genitori erano tesissimi, con Bellatrix un poco meno ma solo perché non voleva neanche immaginare di avere una sorella traditrice del proprio sangue. Anche Narcissa non era molto benvoluta in famiglia perchè era considerata strana. Aveva dei lunghi capelli biondi e un viso perennemente imbronciato. Sembrava che odiasse ogni cosa.Amava la solitudine e il silenzio, si isolava dalla famiglia nella sua stanza. Anche lei era Serpeverde  e frequentava il terzo anno. Tra ciascuna delle tre sorella c’erano due anni di differenza, quindi Bellatrix frequentava l’ultimo anno di Hogwarts, Andromeda il quinto e Narcissa il terzo. Quest’ultima nel suo essere tendente all’isolamento strinse amicizia con Lucius Malfoy, un Serpeverde del quarto anno che la trovava bellissima e anche Narcissa lo trovava gradevole e di bella presenza ma anche quest’amicizia non piaceva in famiglia, visto che nel mondo dei maghi purosangue si mormorava che i Malfoy avessero un parente magonò chiamato Emmanuel Malfoy col quale la famiglia non interruppe mai nessun rapporto al contrario delle famiglie che seguivano la visione più conservatrice come i Black.
“Cignus, ma è mai possibile che su tre figlie tu me ne abbia fatta buona soltanto una?” esclamò all’improvviso la signora Black al marito durante uno dei tesissimi pasti di famiglia, in questo caso il pranzo.
“Cara, sei troppo dura con Cissy e Dromeda” disse il marito totalmente disinteressato alle proteste della moglie, preferendo leggere il giornale.
“Non ti preoccupare madre. Cissy e Dromeda devono soltanto crescere e capiranno quali sono le amicizie corrette” intervenne puntualmente Bellatrix per calmare la madre, che scoppiò quando parlò Andromeda.
“A 15 anni penso di sapere quali amicizie scegliere, madre e Bellatr…”
“NO CHE NON LO SAI!!! FREQUENTARE LA FECCIA DELLA FECCIA!!! DISONORE DELLA TUA FAMIGLIA!!!” urlò la donna contro la figlia di mezzo che in tutta risposta si alzò e lasciò la tavola.
“Che sgualdrina di figlia che ho…tu che hai da guardare? – chiese la donna a Narcissa che guardava la scena cercando di non piangere – non sei meglio di quella lì” disse la donna con disprezzo alla figlia minore, che preferì tacere.
Andromeda rimase chiusa nella sua stanza fino all’ora di cena così come Narcissa, mentre Bellatrix rimase coi genitori a parlare del futuro matrimonio con Rodolphus Lestrange che sarebbe avvenuto quasi subito dopo la fine dell’ultimo anno di Hogwarts di Bellatrix.
Verso l’ora di cena arrivarono Walburga e Orion Black insieme ai loro due figli: Sirius e Regulus.
“Dove sono Bella e Dromeda? Voglio raccontare a Bellatrix come ho spaventato dei babbani!” disse Sirius in preda all’eccitazione. Le due cugine senza dubbio erano le preferite del ragazzino, in particolare Andromeda era quella a cui era affezionato perché lei sapeva trovare le parole giuste per consolarlo quando si sentiva triste mentre Bellatrix il massimo che gli poteva consigliare era di spaventare qualche babbano.
“Walburga, quanto è adorabile Sirius! Così eccitato e ligio ai nostri insegnamenti…al contrario di quella sciagurata di Andromeda. Che ne dici se ce li scambiamo?” disse Druella Black alla sorella con tono scherzoso ma non troppo.
“Già ho Regulus che è strano…Andromeda non la reggerei e poi se continua la sua amicizia con quel Tonks temo che dovrai rinnegarla”
I genitori si accomodarono in soggiorno per aggiornarsi sugli ultimi eventi accaduti nel mondo magico mentre Sirius corse da Bellatrix e Andromeda, che si trovavano nella stanza della prima.
“…e quindi gli ho lanciato un sasso piuttosto grande che lo prese in testa”
Bellatrix ascoltava le gesta del cugino con un enorme sorriso dipinto sul suo volto mentre Andromeda lo guardava perplessa.
“Pensi che sia bello prendertela con un ragazzino solo perché è babbano?”
“Dromeda, devi sempre rovinare tutto. Sei noiosa” disse Bellatrix dando un pizzicotto a Sirius che apprezzò.
“No sei tu quella noiosa che ascolta ogni minima follia dei nostri gen…”
“Non parlare cosi di nostro padre e nostra madre, mai più”
La lite tra le due sorelle proseguì con il grande disappunto di Sirius che amava entrambe.
Nella stanza vicino c’erano Narcissa e Regulus, che pur avendo soli 5 anni si dimostrava molto sensibile e comprensivo con la cugina.
“Non puoi capire quanto io li odi…i miei genitori, Bellatrix. Bella è perfetta, Bella è intelligente…”
“Cissy, ma non lo dicono per cattiveria…”
“E per cosa? Per scherzare? Goditi l’affetto dei tuoi genitori perché ci mettono poco a smettere di amare i propri figli”
Regulus non capì, ma preferì tacere anche perché dopo qualche secondo nella stanza di Narcissa si sentì una puzza incredibile: Sirius aveva lanciato una caccabomba nella stanza della cugina minore e poi chiuse immediatamente la porta. Regulus scappò dalla stanza insieme a Narcissa che per trattenere la rabbia si morse le labbra a sangue. La ragazza era il bersaglio preferito di Sirius e ogni volta che veniva dagli zii le faceva uno scherzo, a volte anche pesante. Bellatrix diceva che il cugino doveva crescere e lei in quanto cugina più grande avrebbe dovuto collaborare nel suo corretto sviluppo. Narcissa in tutta risposta giurava sul suo futuro figlio che in qualche modo gliela avrebbe fatta pagare.
“Sirius! Vieni quì!” disse stizzita Andromeda al cugino che non capì la rabbia della cugina.
“Si può sapere perché te la prendi con Narcissa??? Che cosa ti ha fatto???”
“Ma io mi diverto…insomma, mi diverto”
“Ascoltami Sirius. Ho imparato una cosa, cioè che presto o tardi il torto che una persona riceve poi lo restituisce a volte in modo più pesante. Ti prego, smettila di comportarti così. Narcissa non ti fa nulla di male e un giorno potrebbe vendicarsi” disse seria Andromeda al cugino, che in tutta risposta scoppiò a ridere e poi scappò.  Narcissa rimase seduta davanti alle porte della sua stanza a meditare chissà quale vendetta contro l’odiato cugino.
“Vi odio. Vi odio tutti, maledetti” diceva la ragazzina piena di rabbia. Regulus nel frattempo rimase insieme a lei e sentirono i complimenti di Bellatrix, degli zii e dei genitori di Narcissa a Sirius.
“Lasciali stare…sono così. Ma non dovremo vivere insieme ai nostri genitori. Bellatrix tra 1 anno si sposa e staremo meglio, vedrai. Pazienza, Cissy” disse Andromeda alla sorella minore che sedeva per terra davanti alle porte della sua stanza.
“Te lo giuro Dromeda. Un giorno me la pagheranno, tutti.”
La giornata finì poco dopo visto che  Sirius e Regulus se ne andarono insieme alla famiglia mentre Narcissa andò a dormire una volta che la puzza della caccabomba svanì: il giorno dopo sarebbero ricominciate le lezioni a Hogwarts e Andromeda e Narcissa soprattutto non vedevano l’ora di allontanarsi dalla famiglia.
 
Le tre ragazze il giorno dopo si svegliarono all’alba e andarono a fare colazione con la famiglia. Narcissa e Andromeda erano ancora di cattivo umore per quanto successo il giorno precedente mentre Bellatrix insieme ai genitori criticava la scuola.
“Quel Silente…avrebbe dovuto scegliere te come Caposcuola non un volgare natobabbano” protestava la signora Black.
“Madre, Silente non ci sarà per sempre. Un giorno dovrà morire, magari per mano mia” disse ridendo di gusto la ragazza.
“Uccidere tu Silente quando neanche Grindelwald in persona ci è riuscito?” chiese Andromeda sarcastica alla sorella, attirando le proteste dei genitori.
“Parli troppo, ragazza. Poi non ti lamentare che vieni sempre ripresa. Impara la gerarchia” disse stizzito il signor Black.
“La bocca esiste per parlare, padre”
“Prendi esempio da Narcissa. Pur essendo strana almeno non parla” disse la signora Black guardando disgustata la figlia minore.
“Narcissa non è strana, madre. E’ tua figlia”
“Purtroppo. Vorrei invece di voi altre due figlie come Bellatrix”
Andromeda preferì tacere, disgustata dalle parole dei genitori mentre Narcissa ogni volta preferiva non rispondere visto che i genitori le dicevano queste cose da quando era nata.
Quando le tre sorelle salirono sul treno  per la gioia di Andromeda e Narcissa, Bellatrix decise di unirsi al suo gruppo di amici per pianificare altre ronde contro studenti nati babbani. Le due sorelle si sedettero in un vagone vuoto.
“Salve o mia dama” disse la voce di un ragazzo coi capelli neri e vestito in modo molto trascurato.
“Salve Ted, mi sei mancato. Ti presento mia sorella Narcissa” disse Andromeda al ragazzo.
“Quella matta?” chiese Ted, facendo innervosire la ragazzina.
“No, quella sana di mente…non vi presentate?”
“Non ho intenzione di stringere una mano cosi sporca…sanguemarcio che indossa vestiti marci” disse con disgusto Narcissa guardando Ted.
“Cissy…chiedi immediatamente scusa” disse Andromeda infuriata alla sorella che però non sembrò essere intenzionata a ritrattare quanto detto.
“Tranquilla Dromeda, sono abituato a queste parole. Non è la prima volta che mi viene detto”
Andromeda si sforzò di calmare la rabbia mentre Narcissa non badò minimamente alla rabbia della sorella anche perché poco dopo entrò un ragazzo dai capelli biondissimi che sembrava darsi tante arie.
“Lucius!” disse all’improvviso la sorella minore di Andromeda quando vide il ragazzo.
Andromeda guardò stizzita l’amico della sorella, sembrava proprio non gradire la sua presenza.
“Ah…anche tu” disse Lucius notando la presenza di Ted.
“Se la sua presenza ti disturba puoi pure andartene” intervenne Andromeda visibilmente irritata.
“Sono venuto a stare con Narcissa, fai finta che non ci sono perché neanche la tua presenza mi è gradita”
Andromeda non rispose alla provocazione di Lucius anche per Narcissa visto che passò delle vacanze estive orrende e la presenza dello sgradevole ragazzo la mise di buon umore.
“Ascoltami Cissy…mio padre mi ha parlato di un aspirante mago che parla di idee rivoluzionarie, di dominare mezzosangue e babbani…”
“Parli di Grindelwald? E’ ancora in prigione” intervenne Andromeda, non gradendo questi discorsi in presenza di Ted.
“No…si chiama Tom Orvoloson Riddle. Ma non pretendo che tu conosca certe idee rivoluzionarie vista la feccia che frequenti”
“ADESSO BASTA!!!” urlò Andromeda, stanca delle provocazioni di Lucius.
La ragazza si alzò e tirando per il braccio Ted se ne andò.
“Ho detto qualcosa?” disse Lucius facendo la vittima.
“Nulla. E’ fissata con quel nato babbano e da quando l’ha conosciuto è diventata la protettrice di questa feccia. Parlami di questo Tom Riddle, mi incuriosisce”
Lucius disse alcune cose in confidenza alla ragazza come per esempio che tale Tom Riddle stava raccogliendo tra le famiglie purosangue sostenitori delle sue idee contro i babbani, che fossero disposti a ucciderli anche.
“Tutto qui il suo messaggio rivoluzionario? Raccogliere purosangue e uccidere babbani? Non è il primo che lo dice” disse delusa Narcissa.
“Accidenti, non sei una che si stupisce facilmente” rispose Lucius sorridendo a Narcissa.
Il resto del viaggio i due lo passarono con la ragazzina che raccontò all’amico dell’estate passata, dell’odio che provava verso i genitori, verso Bellatrix e verso Sirius.
“La sai una cosa Narcissa? Io mi chiedo come mai in un manicomio del genere tu sia uscita normale”
“Chiamami Cissy”
“Agli ordini”
 

 

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Capitolo 2
*** Segreti tra sorelle ***




Le giornate a Hogwarts passavano veloci  tra una lezione e l’altra. Tra Andromeda e Ted cominciarono i primi baci nei posti più isolati della scuola, per non farsi vedere da Bellatrix e dalla sua comitiva. Tutto andava tranquillamente fino a una sera, quando Andromeda dopo essere rimasta insieme a Ted fino alle 10:30, mezz’ora prima del coprifuoco fu sorpresa.
“Non dovresti farlo, Bellatrix o uno dei suoi potrebbero vederti”
“Narcissa! – disse Andromeda spaventata alla sorella minore, sorpresa di vederla – che cosa ci fai? Mi hai spiata?”
“Si…volevo scoprire dove andassi dopo cena e purtroppo l’ho scoperto”
“Lo dirai ai nostri genitori?”
Narcissa Black rimase per qualche secondo in silenzio, guardando la sorella nei suoi occhi che tradivano paura.
“No, non lo farei mai. Non voglio che tu venga cancellata dall’albero genealogico”
Andromeda, nel sentire le parole si sentì meglio e riuscì finalmente a sorridere.
“Che cosa tu ci possa trovare in quello lì proprio non lo capisco. Già ci vediamo pochissimo e quando ti vedo stai insieme a quello”
“Ted è speciale…è vero che non ha vestiti pregiati, che non sarà uno di quei purosangue che tanto piacciono ai nostri genitori ma è unico, non te lo saprei spiegare” disse Andromeda rossa in viso.
“Hai ragione, è inspiegabile. Sarà meglio che torniamo al castello, Bellatrix è in giro a sorvegliare i corridoi” disse Narcissa alla sorella cominciando a camminare a passo svelto verso Hogwarts.
“Senti”  si fermò all’improvviso la sorella più piccola, come se volesse chiedere qualcosa a Andromeda ma non trovava il coraggio.
“Dimmi pure, ti devo un favore” le rispose Andromeda sorridente.
“Lucius mi ha invitato a casa sua per natale e vorrei chiederti di convincere i nostri genitori a darmi il permesso” disse Narcissa senza riprendere fiato.
“Cosa ci trovi in quello lì?” chiese Andromeda alla sorella minore stizzita.
“Lo stesso che tu trovi in Tonks. Mi aiuti o devo trovare metodi alternativi?”
“Certo che ti aiuto. Dopotutto siamo pur sempre sorelle e possiamo contare solo su noi stesse”.
Le due ragazze salirono a passo svelto verso il castello ma quando si diressero verso i sotteranei per andare nel dormitorio femminile furono fermate da una voce purtroppo per loro familiare.
“VOI DUE!”
Era Bellatrix che sbraitava contro le sorelle, quasi scoppiando per la rabbia.
“DA DOVE STAVATE TORNANDO? STAVI CON TONKS? DAL PRESIDE!”
“No non stav…”
“Tonks ogni volta si trova in biblioteca dopo cena, chiedi ai suoi amici”
“IL PRESIDE SAPRA’ COSA FARVI”
“Sai parlare senza urlare, Bellatrix?” chiese Andromeda infastidita alla sorella maggiore che tuttavia non la stava ascoltando perché imprecava ad alta voce.
“…ho perso il posto da caposcuola perché ho una sorella che gira con sangue marcio, devo ogni volta dire ai Lestrage e Rosier che è un momento passeggero ma lei addirittura esce di notte a fare chissà cosa…”
“Stavamo al Lago Nero, non facevamo nulla…” provò a mentire Narcissa ma fu interrotta da un urlo disumano di Bellatrix.
“SILENZIO!!!”
L’urlo della ragazza rieccheggiò per tutto il corridoio del castello e Andromeda era vicinissima dall’aggredire fisicamente la sorella, detestando quando lei approfittava dei suoi poteri di prefetto.
“Signorina Bellatrix, posso sapere come mai stai urlando a quest’ora?”
“PRESIDE…LORO DUE…”
“Puoi andare Bellatrix, me la vedo io” disse con calma l’anziano uomo. Era Albus Silente che indossava occhiali a mezzaluna, aveva lunghi capelli e lunga barba bianca, pigiama rosso luccicante e cappellino da notte mentre in mano portava una candela per fare luce.
“Mi ero alzato per andare in bagno e ho sentito la signorina Bellatrix urlare. Posso sapere a cosa era dovuta questa ira?” chiese serenamente il preside a Andromeda e Narcissa, che lo guardava scettica.
“Preside, eravamo uscite per una passeggiata e avevamo tardato, non accadrà mai più” disse tempestivamente Andromeda al preside, che rimaneva calma.
“Oh, dubito che non accadrà mai più signorina Andromeda, non bisogna mai promettere qualcosa che non si farà. Ti consiglio di fare attenzione la prossima volta. Sono piuttosto tollerante quando si parla di questioni di cuore ma non posso coprire qualsiasi studente o studentessa che girano per il castello fuori dall’orario consentito. Buonanotte signorine” disse Silente tranquillamente risalendo verso il suo ufficio.
“Che gran uomo Silente” disse Andromeda fiera.
“Che gran ipocrita filobabbani” disse stizzita Narcissa, dirigendosi verso il dormitorio senza aspettare Andromeda che camminava più lentamente, con la testa che pensava a Ted Tonks.
 
Tre giorni dopo mentre tutti gli studenti  stavano facendo colazione nella Sala Grande, planò un gufo reale verso i posti dove stavano seduti Andromeda, Narcissa e vicino a quest’ultima Lucius Malfoy. Bellatrix invece era ancora arrabbiata con le sorelle per la notte di giorni prima. Narcissa slegò la lettera dalla zampa del gufo e vide che arrivava dalla sua famiglia.
“Che altro vorranno quelli” disse Narcissa sottovoce per non farsi sentire da Bellatrix, che poco tollerava le critiche ai genitori.
“Io aprirei” disse Andromeda sorridendo alla sorella minore.
 
‘Io e tuo padre ti concediamo l’autorizzazione di passare le imminenti feste natalizie a casa del tuo amico’
Il brevissimo messaggio mise Narcissa di buon umore.
“Ma come ci sei riuscita???”
“Trucchi del mestiere. Ho giocato sul fatto che la nostra presenza li infastidisce…anche io non ci sarò ma perché resterò a Hogwarts con Ted” disse Andromeda all’orecchio della sorella.
“In altre circostanze avrei vomitato, ma ti devo un favore”
“Non mi devi nessun favore…siamo pari”
“Che commovente momente tra sorelle” disse acido Lucius Malfoy, rovinando uno dei rari momenti nei
quali le due sorelle mostravano affetto a vicenda.
 
 
 

 

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Capitolo 3
*** Vacanze in prigione ***




Le vacanze di Natale sembravano non giungere mai per Andromeda e Narcissa Black, dato che sarebbero state le vacanze natalizie più interessanti che avrebbero avuto.
La sorella più grande decise di rimanere a Hogwarts insieme a Ted Tonks anche se per Bellatrix e i genitori la versione ufficiale era chele serviva più tempo per prepararsi per i G.U.F.O. mentre Narcissa non aveva bisogno di mentire alla famiglia per andare dai Malfoy. Era vero che quest’ultimi avevano parenti babbani e magonò ma dall’approvazione dello Statuto di Segretezza si sposarono con famiglie purosangue, pur evitando di contrarre unioni tra parenti come facevano i Black. L’esistenza del magonò Emmanuel Malfoy inoltre non fu mai confermata, ma per la famiglia Black bastava il sospetto per disprezzare qualcuno.
“Bene, io vado dai miei genitori perché al contrario vostro sono benvoluta e sono sana di mente , buone feste” disse Bellatrix sprezzante a Narcissa e Andromeda che la guardavano piene di disprezzo.
“Sana di mente…insomma” disse Narcissa prima di scoppiare a ridere insieme alla sorella.
“Dromeda, stai attenta al gruppo di quella matta. E’ capace di aver lasciato qualcuno per spiare te e quello, fai attenzione” disse Narcissa all’orecchio della sorella sottovoce.
“Cissy insomma, non c’è bisogno di essere così spaventate di parlare tra noi”
“Tu forse non sai quanto siano fuori di testa Bellatrix e i nostri genitori. Già lo zio Alphard che ha idee tolleranti simili alle tue è visto di cattivo occhio”
“Buon natale Cissy…non pensiamo più alla nostra amorevole famiglia” disse Andromeda alla sorella per chiudere lì il discorso.
“Ma quanto ci metti? I miei genitori mi avranno preparato un pranzo coi fiocchi e un’ accoglienza come un prefetto merita, non voglio fare brutta figura” gridava Lucius Malfoy prima di entrare nel dormitorio femminile.
“Lucius…ma…”
“Malfoy, è il dormitorio femminile e non puoi entrarci” scattò in piedi Andromeda cercando di spingere fuori dall’ingresso del dormitorio Lucius Malfoy inutilmente, visto che era fisicamente più grande di lei.
“Io sono il futuro prefetto, posso fare tutto” disse sfacciatamente Lucius Malfoy spostando di peso Andromeda.
“Silente non è così sciocco, sei soltanto un pallone gonfiato di egocentrismo”
“Infatti lo decide Lumacorno…muoviti Narcissa, non voglio fare brutta figura coi miei genitori” disse frettolosamente il ragazzo prima di uscire frettolosamente.
“Quanto è insopportabile quel soggetto”
“Senti…io non parlo male di Tonks in tua presenza, evitalo anche tu” disse stizzita Narcissa, prendendo alla svelta i suoi bagagli.
“Passa buone feste…scusa” disse Andromeda abbracciando la sorella.
“Mha…buone feste. Quel Tonks ti sta rammollendo” rispose Narcissa, non amando abbracci e momenti di affetto.
 
 
“Abraxas, hai finito di leggere il giornale? Lucius e la sua amica stanno arrivando”
“Elladora, ogni anno fai questa commedia…lo so che sta arrivando e non mi piace il fatto che si porti dietro una di quelli”
Abraxas Malfoy e Elladora Rowle in Malfoy erano i genitori di Lucius Malfoy e spesso discutevano sull’educazione del figlio, come se facessero a gara su chi lo dovesse viziare di più per essere il genitore preferito. Abraxas Malfoy era di corporatura massiccia, pur non potendo essere considerato grasso, aveva dei radi capelli biondi e un paio di baffi. Elladora Malfoy era una donna curatissima, aveva dei lunghi capelli castani e il viso sempre pieno di trucco.
“Leggi qui...hanno trovato morti dei senzatetto babbani. Chiunque sia stato ha la mia piena approvazione, solo i babbani benestanti o intelligenti servono al mondo magico”
Prima che la moglie riuscisse a rispondere suonarono alla porta.
“Corri Trinky…è Lucius, svelta!”
Un’ elfa domestico corse inciampando ad aprire la porta dell’abitazione.
“Signorino padrone con sua amica…prego entrare signorino, i signori padroni vi aspettano”
“Trinky, prendi il cappotto mio e di Narcissa, lavali e asciugali, veloce!”
“Trinky ubbidisce signore”
L’elfa domestica ubbidì immediatamente a Lucius, che notò Narcissa stupita.
“Non avete elfi?” chiese stupito.
“Noi no, Bellatrix l’ultimo che avevamo lo ha decapitato”
“Ah vero…decapitate gli elfi domestici quando sono troppo vecchi”
“Già” rispose Narcissa a Lucius, che quasi rideva.
Mentre Lucius andò alla ricerca dei genitori, Narcissa guardò stupita la sfarzosità di Villa Malfoy. Fuori c’erano due pavoni, gli animali preferiti di Lucius e di suo padre. Alla ragazza non sfuggirono le mura decorate di smeraldo, rubino e zaffiro e preziosi e famosi quadri e sculture probabilmente babbani, visto che non si muovevano. Narcissa si avvicinò a un quadro appeso sopra all’entrata che la incuriosì e lesse: ‘Uomo Vitruviano di Leonardo’. Girava voce nel mondo magico che i Malfoy avessero rubato e sostituito con copie identiche moltissimi quadri babbani medievali, ma non c’erano prove certe. Andando verso il soggiorno notò una scultura con un’ incisione sulla quale c’era scritto: ‘Amore e Psiche, Antonio Canova’ mentre sopra a un divano di camoscio c’era un quadro che piacque moltissimo a Narcissa sotto al quale c’era scritto: ‘Giuditta I, Klimt’
“Ti piace?” chiese la voce di Elladora Malfoy a Narcissa che fu colta di sorpresa.
“Si…cioè…a me piace…per…”
“Elladora Malfoy…tu dovresti essere Narcissa Black. Lucius ci ha parlato di te e di provare simpatia per te”
“Ehm…bhe si, sono Narcissa Black” rispose imbarazzata Narcissa, chiedendosi in quale strano posto fosse capitata.
“Sono sincera, i Black ci piacciono poco…ma se sei simpatica a Lucius allora sei simpatica a noi. Gli amici di Lucius sono amici nostri. Il mio ragazzo sa scegliere bene” disse la donna e ogni volta che nominava il figlio le si illuminavano gli occhi.
“Gr…grazie sign…ora”
“Andiamo nel secondo soggiorno, questo è secondario. Lucius e mio marito si trovano lì per aggiornarsi su quanti babbani sono stati uccisi…spero che tu non sia dalla loro parte”
“Ehm…no signora, non li tollero.”
“Benissimo, andiamo allora. Abraxas è un vecchio brontolone, non dargli troppa importanza”
Narcissa rimase disorientata dalla donna, che sicuramente amava parlare moltissimo.
‘Se la madre è così chissà come sarà il padre’ pensò Narcissa nella mente.
Narcissa arrivò nel secondo soggiorno che era ancora più sfarzoso, pieno di tappeti che sembravano importati dall’oriente.
“Quindi sono stati uccisi solo 4 babbani senzatetto, papà?” chiese deluso Lucius al padre.
“Si comincia dal basso Lucius, per poi man mano salire. Io lascerei soltanto i babbani benestanti”
“Lo so papà che sei piuttosto tollerante con quella feccia”
“Abraxas caro, Narcissa aveva tardato perché stava ammirando il nostro bellissimo soggiorno, le è piaciuto tutto molt…”
“Si si falla accomodare, ho capito. Basta parlare però Elladora” disse bruscamente Abraxas alla moglie che si accomodò vicino al marito offesa.
“Dunque tu sei Narcissa Black, giusto?” chiese severamente Abraxas squadrando la ragazza mentre Lucius guardava divertito il padre metterla in soggezione la ragazza.
“Si…signore”
“Puoi sederti”
Narcissa, non riuscendo a capire le intenzioni di Abraxas Malfoy ubbidì e si sedette nella poltrona più piccola.
“Dai papà smettila, sei divertente quando cerchi di fare il duro” disse Lucius al genitore sorridendo.
“Accidenti, devi sempre rovinarmi la sorpresa? Ricordati, è la prima impressione che conta.
Trinsky, su richiesta della signora Malfoy servì ai presenti del tè con biscotti. Un’altra cosa che sconvolse Narcissa è il fatto che Elladora Malfoy si alzò con la massima premura per imboccare il figlio.
“Mangia tutto. Bello, intelligente e anche prefetto. Sei il mio degno figlio” disse con gli occhi lucidi la signora Malfoy e a Narcissa non passò inosservato il fatto che la donna si emozionava ogni volta che nominava il figlio o faceva qualcosa per lui.
“E’ come il padre. Anche io fui prefetto e Horace mi ha promesso di assegnargli la carica una volta che quella schizofrenica di Bellatrix se ne andrà…scusa cara, dimenticavo che fosse tua sorella” disse Abraxas Malfoy a Narcissa come se volesse farle una frecciatina.
“Preferirei che non sia mia sorella, la odio”
“Ma veramente??? Ma allora già sei migliore di quelli come la tua famiglia. Accoppiarvi tra fratelli, che schifo”
“Glielo posso garantire, signore. I genitori di mio cugino Sirius sono fratelli e infatti è nato lui. Solo Regulus è sano di mente in quella famiglia”
Narcissa Black finalmente cominciò a sentirsi a suo agio a Villa Malfoy e trovò un punto in comune con Abraxas Malfoy e Lucius. La ragazza si confrontò con i due criticando enormemente la sua famiglia e parlò con disprezzo dei genitori e della supponenza con cui la trattavano a casa. Elladora Malfoy nel frattempo aggiungeva dello zucchero nella tazza di tè di Lucius visto che amava molto i dolci.
“Sai una cosa Narcissa? Penso che andremo d’accordo e se ti mostrerai diversa da quelli della tua famiglia da noi sarai sempre la benvenuta” disse Abraxas Malfoy a Narcissa che gli sorrise.
“Parlando d’altro, dopo Natale dovremo fare un viaggio. Elladora, te la senti di prenderti cura di Narcissa? Dimmi si o no senza dilungarti in comizi” disse Abraxas .
“Papà – interruppe il padre Lucius – può anche venire con noi”
“Dove?” chiese Narcissa ai due uomini. Abraxas Malfoy dopo qualche secondo di indecisione, fidandosi del figlio decise di raccontare alla ragazza la loro destinazione.
“A Nurmengaard, a trovare un amico”
Narcissa Black sapeva che quel luogo era una prigione situata in Austria ma proprio non riusciva a capire perché Lucius e suo padre volessero recarsi proprio in quel luogo.
“Figliolo, sei sicuro che ci possiamo fidare? Ho ancora i miei dubbi se permetti” disse Abraxas all’orecchio del figlio.
“Si papà, ci possiamo fidare. Tu la conosci da adesso mentre io da qualche anno”
“Voglio venire anche io” esclamò Narcissa Black, cogliendo di sorpresa Abraxas Malfoy e Lucius.
“Ragazza, questa non sarà una piacevole gita e sicuramente non adatta a una  ragazzina della tua età” disse dubbioso Abraxas a Narcissa ma non riuscì a farla desistere, determinata e interessata a questo viaggio.
“Va bene…ma dovrai tenere il passo, se resti indietro non correremo ad aiutarti” disse duramente Abraxas Malfoy a Narcissa che non fu per nulla turbata dalle parole dell’uomo.
“Accetto”
“Hai fegato, complimenti”
Abraxas si ritirò in ufficio per occuparsi di alcune faccende inerenti alla gestione del castello mentre Lucius e Narcissa decisero di andare a dare da mangiare ai pavoni.
“Senti…se volevi impressionare mio padre lascia stare, qua si rischia” disse il ragazzo a Narcissa, che non era per nulla spaventata dalle parole dell’amico.
“E’ sempre più piacevole della mia famiglia, ho deciso. Non insistere più. Verrò”
Lucius Malfoy sbuffò ma preferì non insistere, sapendo quanto Narcissa potesse essere intrattabile quando si impuntava su qualcosa. Padre e figlio però non raccontarono nulla di questo viaggio misterioso alla ragazza, come se volessero nascondere qualcosa. Narcissa sapeva che Nurmengaard era una prigione di maghi costruita da Gellert Grindelwald durante il regno ma non si sapeva quale funzione avesse assunto questa prigione dopo la caduta del Mago Oscuro. Il trio sarebbe partito il giorno seguente all’alba, per non destare sospetti. Elladora Malfoy sarebbe rimasta al castello per preparare ai tre una gustosa cena quando sarebbero tornati, anche perché la matriarca di casa Malfoy di certo non si distingueva per il coraggio. Sembrava che di questo viaggio avessero più paura Abraxas e Lucius Malfoy che Narcissa, ma quest’ultima spesso si era distinta per il sangue freddo e vivere per 13 anni insieme a Druella, Cignus e Bellatrix significava avere parecchio coraggio.

 

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Capitolo 4
*** Verità oscure ***




Il giorno dopo i Malfoy si svegliarono all’alba. Narcissa dormì nella stanza degli ospiti e poteva giurare di aver passato la notte nel letto più comodo della sua vita, visto che i genitori riservavano tutte le comodità a Bellatrix.
‘Saranno pure strani questi qui ma meglio della mia famiglia’
La ragazza scese nel salone dove la famiglia stava facendo già colazione mentre Lucius e Abraxas discutevano sul viaggio.
“Ci sei già stato lì papà?”
“Ci vado periodicamente quando Silente abbassa la guardia. In questo momento è sicuramente ubriaco per il whisky incendiario…se scopre che abbiamo contatti con lui quella volpe si insospettirebbe e il nostro piano fallirebbe”
“Di chi state parlando?” chiese Narcissa incuriosita, sentendosi dopo meno di un giorno trascorso a Villa Malfoy come di casa.
“Non so se possiamo dirtelo p…”
“Papà possiamo anche dirglielo, tanto viene con noi” disse Lucius al padre, fidandosi ciecamente di Narcissa.
“Va bene. Andremo a visitare Gellert Grindelwald, vogliamo restaurare il suo potere” disse scettico Abraxas Malfoy alla ragazza, che non fu turbata per nulla.
“Tutto qui?” chiese delusa, sorprendendo tutti.
“Come tutto qui? Sai chi è Gellert Grindelwald? Non mi dire che ti dovrò fare una lezione su di lui”
“No signor Malfoy, lo conosco e so anche che oggi va di moda un certo Tom Riddle. Ne parla in continuazione quell’esaltata di Bellatrix”
“Riddle? Quello che dice che un giorno il mondo magico avrà paura di pronunciare il suo nome? E’ un povero esaltato, sarà come una stella cadente” disse Abraxas Malfoy sicuro delle sue parole mentre Lucius e Narcissa mangiavano in fretta.
In meno di dieci minuti il trio era già pronto per partire ma fu ritardato da Elladora Malfoy che abbracciò calorosamente Lucius, commossa come se il ragazzo stesse per partire per una missione mortale.
“Tieni Abraxas, dei dolcetti per il signor Grindelwald. Chissà quanta fame avrà”
“Grazie Elladora, avevo scordato di dirti. Cosa farei senza di te”
Il trio dopo aver salutato la donna si smaterializzò, ritrovandosi in un luogo freddissimo in Austria. Narcissa notò un’isola di montagne altissime alla cui cima era presente un edificio completamente nero di forma torreggiante. Nurmengard era divisa dal resto del terreno da un mare tempestoso.
“Come ci arriviamo?” chiese curiosa Narcissa
“Con questa barca, non possiamo smaterializzarci lì purtroppo” rispose Abraxas indicando una vecchia imbarcazione che sembrava vicina a rompersi.
“Facciamo subito. Lucius e Narcissa voi muoverete i remi, io essendo il più anziano vi guiderò. Veloci”
Narcissa guardò il signor Malfoy a bocca aperta ma Lucius la invitò a salire di fretta sulla barca, dove già stava Abraxas Malfoy a studiare il mare per trovare la via meno tempestosa. Dopo che Lucius e la ragazza si accomondarono per modo di dire nella barca in modo da non finire rimbaltati nel mare.
“Tirate dritti e attenti a non rimbaltare la barca perché non ci potremo salvare. La magia non funziona in questo luogo” disse Abraxas Malfoy col tono di un grande condottiero.
Il viaggio durò circa 20 minuti con alterna fortuna fino a quando arrivarono all’isola, quasi completamente bagnati.
“Proseguiamo con calma e lentamente, per non destare sospetti. Il minimo errore e giunge tutto alle orecchie di quell’impiccione di Silente”
Lucius e Narcissa seguirono Abraxas a passo svelto in salita con abbastanza difficoltà visto che tirava un fortissimo vento. Dopo altri venti minuti di camminata giunsero all’ingresso di Nurmengard, che da vicino sembrava ancora più spaventosa. Sopra all’enorme portone della prigione magica c’era scritto: ‘Per il bene superiore’
Sui portoni invece era ritratto un disegno particolare composto da un triangolo con all’interno un cerchio divisi entrambi a metà da una linea.
“Doni della morte” disse Abraxas Malfoy guardando il disegno.
I tre entrarono all’interno della prigione, scura e praticamente buia e salirono per tanto tempo, fino a quando non giunsero alla torre più alta. C’erano tante celle vuote, tranne una al cui ingresso c’era una fiamma viola.
“Aspettate, non entrate o finirete carbonizzati. Bevete questa” disse Abraxas Malfoy a Lucius e Narcissa che ubbidirono. L’uomo diede ai ragazzi due fiale piene di una pozione trasparente che bevvero. Aveva un gusto amaro, imbevibile e Narcissa aveva il desiderio di vomitare. Lucius invece non sembrava turbato, come se avesse già assaggiato questa “bevanda”
Seguendo le indicazioni di Abraxas che bevve anche lui la pozione, oltrepassarono il fuoco e si ritrovarono nella cella, praticamente buia.
“Chi è? Abraxas, sei tu?” chiese una voce roca.
“Si Gellert e ho alcune sorprese per te”
Al gruppo si avvicinò un uomo trascuratissimo, con barba e capelli lunghi e bianchi e piuttosto vecchio. Narcissa sul momento indietreggiò non appena si avvicinò l’anziano uomo al gruppo.
“Una volta si allontanavano da me per il timore che provavano nei miei confronti. Hai paura o ti faccio schifo, giovane ragazza?”
“Scusala Gellert, è la prima volta che ha incontri di questo livello, è emozionata”
“E’ piuttosto giovane anche. E’ una tua amica Lucius? Non penso che dovresti avere sorelle”
“Si chiama Narcissa Black, signor Grindelwald” disse Lucius senza sentirsi in soggezione e Narcissa capì che lui e il padre non era la prima volta che venivano in questo luogo così tetro.
“Black, gente fanatica. Mille volte meglio un nato babbano intelligente che dei purosangue come voi” disse sprezzante Grindelwald alla ragazza, che non rispose, inquieta come era.
Abraxas Malfoy diede all’anziano mago la confezione di dolci preparata da Elladora Malfoy che sembrò gradire i tortini al cioccolato soprattutto.
“Hai degli ottimi elfi Abraxas, ogni volta preparano dolci sempre più buoni. Sono sempre stato molto goloso. Accomodatevi sulla mia branda, non sarà di certo il letto dei vostri sogni ma sempre meglio che stare in piedi” disse Grindelwald a Lucius e Narcissa che ubbidirono. Abraxas Malfoy invece preferì restare in piedi e sembrava desideroso di scambiare qualche chiacchiera con colui che sembrava un suo carissimo amico.
“Sicuro che possiamo parlare dei nostri piani in presenza sua?” chiese Grindelwald a Abraxas Malfoy indicando con un cenno Narcissa.
“Si tranquillo, non è come tutta quella feccia”
“Allora tra qualche tempo sarà rinnegata. Quel poco di buono che esce da quella famiglia fa questa fine” disse Grindelwald ridendo insieme a Abraxas e Lucius.
Grindelwald insieme Abraxas e Lucius Malfoy e Narcissa prima di parlare decise di terminare il pasto preparato dalla signora Malfoy e fu evidente che l’anziano mago gradì il pensiero, dato che a Nurmengaard sicuramente non mangiava queste prelibatezze. Solo dopo Abraxas Malfoy e Grindelwald assunsero un tono serio e la ragazza capì che stessero per cominciare a parlare di cose piuttosto serie.
“Benissimo Gellert, ora che sei sazio te la sentirai di parlare di faccende serie…” esordì Abraxas Malfoy alzandosi in piedi, stessa cosa fatta da Grindelwad.
“Faccende serie? Nulla è cambiato. Albus è potente come al solito e gode di grandissimo credito presso quei plebei di maghi”
“Signor Grindelwald, non sa l’ultima notizia. C’è un certo Tom Orvoloson Riddle che sembra deciso di impadronirsi del mondo magico, l’ho sentito a scuola. Tanti giovani si stanno avvicinando alle sue idee che io condivido”
“Davvero? E quali sarebbero queste idee, Lucius? Eliminare in mondo indiscriminato i nati babbani, anche quelli che ci potrebbero tornare utili? Idiozia e tu sei ancora troppo giovane per capire la follia di tale Riddle” disse Grindelwald guardando negli occhi Lucius, che non reggendo lo sguardo del mago oscuro preferì osservare altrove.
“Affinchè tu possa tornare al potere Gellert, è necessario che Silente diventi innocuo. E’ troppo potente e rovesciare Leach non è servito a nulla, resta potente”
“E ha la mia bacchetta” disse amaramente Grindelwald
“Potresti sempre fingere di essere cambiato, sai com’è Silente. Concederebbe una seconda occasione a chiunque, figuriamoci a t…”
“Io??? Non rinnego ciò per cui mi ritrovo in questo buco – protestò vivacemente Grindelwald, perdendo la calma mantenuta fino a questo momento – d’altra parte è vero, Albus è sempre stato così ingenuo. Ancora pensa che sia lui ad aver ucciso sua sorella?”
“Si, è distrutto dai sensi di colpa. Sapremo su quale parte lavorare per renderlo più fragile quando sarà il momento” disse Abraxas Malfoy con un ghigno malefico.
Mentre i due uomini parlavano e Lucius e Narcissa li ascoltavano silenziosi, dalla fiamma che proteggeva l’entrata della cella cominciarono a sprigionarsi piccoli getti di fuoco.
“La visita è finita, fa sempre così. Se non uscirete alla svelta bruceremo tutti quanti, idea di Albus” disse tranquillamente Grindelwald, congedando i visitatori.
“Si lo so Gellert. Alla prossima occasione”
I Malfoy insieme a Narcissa si congedarono alla svelta e senza scambiare parola tornarono a Villa Malfoy che già era sera. Padre e figlio si comportarono tranquillamente, come se viaggiare così lontano fosse un’abitudine mentre la ragazza restò piuttosto turbata. Le voci che circolavano sui Malfoy si dimostrarono vere e scoprì altro come per esempio l’amicizia con Grindelwald, il tentativo di restaurare il suo potere, i furti di opere d’arte babbane e la devozione verso la magia oscura. Anche i Black erano attratti dalla magia oscura ma a livello teorico senza mai praticarla. Abraxas e Lucius Malfoy invece stavano cercando di inventare una maledizione che bruciasse qualsiasi cosa e già scelsero il nome: Ardemonio.
“Tutto bene? La cena degli elfi non ti è piaciuta? Dillo pure, provvederò a punirli” disse Lucius Malfoy a Narcissa dopo aver mangiato. Abraxas Malfoy si ritirò sul divano per leggere il giornale mentre la moglie andò a scegliere i gioielli che avrebbe messo il giorno dopo, lasciando i due ragazzi da soli.
“Si…cioè…non pensavo che le voci su di voi fossero vere”
“E l’importante è che gli altri continuino a pensarlo senza poterlo provare. Se Silente e la sua compagnia lo venissero a sapere saremmo rovinati. Possiamo fidarci di te?” chiese Lucius guardando dritta negli occhi Narcissa, che provò a distogliere lo sguardo dagli occhi penetranti del ragazzo senza riuscirci.
“Si. Nessuno lo saprà”
Lucius Malfoy all’improvviso con un coltello si fece un piccolo taglio sulla mano, il necessario affinchè uscisse del sangue e stessa cosa fece a Narcissa.
“Ma sei matto??? Cosa vuoi fare???”
“Stringere un patto di sangue con te, dammi la mano”
La ragazza ubbidì, più che altro non se la sentì di protestare sorpresa come era da tutto ciò.
“Bene, adesso sei nostra complice. Tutti i segreti custoditi in questa casa ora li saprai anche tu”
Narcissa rimase a bocca spalancata, incredula per la situazione in cui si stava trovando. Capì che per Lucius e suo padre compiere azioni illegali era la normalità e inoltre che fossero dei pezzi grossi del mondo magico nonostante le tante stranezze del loro modo di essere. Nel mondo magico si facevano soltanto delle ipotesi su cosa fece cadere il governo del primo ministro nato babbano della storia Nobby Leach ma lei sapeva che fu una congiura di palazzo attuata da Abraxas Malfoy con l’intento di indebolire Albus Silente e tutti coloro che si sarebbero potuti opporre al ritorno di Grindelwald.
La ragazza fu piuttosto affascinata da questo mondo di intrighi e potere, anche perché si sentì benvoluta dai Malfoy e non vedeva l’ora di passare altre vacanze presso questa famiglia. Per Narcissa per il momento tutto andava bene e si sentiva libera dal pensiero di Bellatrix e della sua famiglia ma per poco, visto che al ritorno a Hogwarts avrebbe avuto una sorpresa assai poco gradevole.

 

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Capitolo 5
*** Tradimenti, sensi di colpa e campiamento ***




Le vacanze natalizie per Narcissa Black furono per la prima volta nella sua vita piacevoli e per la prima volta desiderava che non finissero mai e il mondo dei Malfoy la attrasse moltissimo nonostante alcuni aspetti bizzarri di quella famiglia. Non vedeva l’ora di tornare a Hogwarts per raccontare tutto a Andromeda, vedendo nell’amicizia con quella famiglia una possibilità di riscatto dopo un’infanzia non certo piacevole.
Ma la sua eccitazione fu bruscamente interrotta quando appena tornata al dormitorio femminile dei Serpeverde vide Andromeda china sul suo letto con il viso tumefatto.
“Ma che cosa ti è successo???” chiese Narcissa scioccata alla sorella, non capendo cosa fosse successo.
Andromeda, dopo qualche secondo di indecisione parlò mentre la sorella minore si avvicinò con un fazzoletto al suo viso per ripulirlo dalle ferite.
“Bellatrix…è tornata a sorpresa qualche ora prima e mi ha sorpresa con Ted a scherzare e ridere. Ha chiamato il suo gruppetto, anche lui ci ha rimesso”
“Di nuovo quello!? Quante volte ti ho detto di fare attenzione? Mi ero pure raccomandata prima di partire ma no, tu devi fare sempre di testa tua”
“E’ stata più astuta di me la cara Bella” disse Andromeda amareggiata mentre Narcissa continuava a ripulire il suo viso con un fazzoletto ormai pieno di sangue.
“Ti ha rotto il naso quella. Adesso ci credi che è fuori di testa o vuoi altre prove?” chiese sarcastica alla sorella.
“E’ mia sorella, non posso odiarla. Non capisco come possa provare tanto rancore tu verso di loro, resta la nostra famiglia”
“Io non ho una famiglia. Se li tollero è per l’eredità che mi spetta”
“Raccontami piuttosto come è andata dai Malfoy…tutto bene?” cambiò discorso Andromeda, per non scatenare ulteriori conflitti.
Narcissa fu tentata dal raccontare alla sorella ogni dettaglio a partire da Villa Malfoy fino all’incontro con Grindelwald ma si ricordò della promessa fatta a Lucius di non parlarne con nessuno e preferì mentire, non perché non si fidasse di Andromeda ma perché era una ragazza che teneva fede alla parola data.
“Niente di che, una casa enorme come qualsiasi famiglia benestante ma mi sono trovata bene” rispose Narcissa senza troppa convinzione.
“Mi vuoi nascondere qualcosa?”
“Ma no…non ti nasconderei nulla, come puoi soltanto pensarlo?”
“Ted mi ha spiegato che nel mondo babbano quando qualcuno mente cerca di non guardare negli occhi l’interlocutore, proprio come te ora” disse Andromeda guardando la sorella con sguardo indagatore.
“Tu e il tuo Ted Tonks…non ne hai abbastanza? Sarà meglio che andiamo a pranzo” troncò il discorso Narcissa, lasciando perplessa Andromeda.
                                                                                                                                  
Per il resto della settimana la situazione sembrò tranquilla. Andromeda e Narcissa frequentavano le lezioni e Bellatrix non parlava con la prima e c’era da dire che era un discreto vantaggio, visto che ogni parola rivolta dalla sorella maggiore a Andromeda trasudava di disprezzo per la sua visione del mondo magico. Narcissa invece decise di approfondire l’amicizia con Lucius Malfoy, trovandolo sempre più gradevole come ragazzo e in linea con le sue ambizioni. Nuovo vantaggio della sua amicizia con il prefetto designato dei Serpeverde fu entrare nelle grazie di Horace Lumacorno, capo dei Serpeverde piuttosto tra le nuvole che spesso dimenticava i nomi degli studenti che non rientravano nelle sue prefenze. Da quando l’insegnante notò Lucius sempre in compagnia di Narcissa egli cominciò a trattarla con molto più riguardo arrivando ad invitarla al Lumaclub, riunione di tutti gli studenti preferiti di Lumacorno coi quali l’insegnante parlava delle ambizioni dei suoi studenti e prometteva aiuti per entrare a lavorare ai piani alti al Ministero. Unico aspetto aspetto negativo di tutto questo era che anche Bellatrix rientrava nelle preferenze dell’insegnante di Pozioni e quindi Narcissa avrebbe dovuto sopportarla tre sere a settimana al Lumaclub.
“Che ti importa di quella? Farò in modo che ti parli il meno possibile” disse Lucius dopo la lezione di Difesa contro le Arti Oscure.
“Quella trova ogni modo possibile per provocarmi, non la sopporto”
“E io troverò un modo per farla uscire dalle grazie di Lumacorno” rispose Lucius a Narcissa facendo un ghigno maligno.
In effetti  qualche ora più tardi al parco, Narcissa ebbe la conferma della capacità di Lucius di mantenere le sue promesse. Il ragazzo fece in modo che Ted Tonks e Bellatrinx insieme alla sua comitiva si ritrovassero nello stesso luogo, mentre lui insieme a Narcissa guardavano la scena soddisfatti e al momento opportuno avrebbero chiamato Lumacorno.
All’ora di cena al tavolo dei Tassorosso piombò un gufo in direzione di Ted con un piccolo messaggio:
‘Vediamoci al parco, dobbiamo parlare. Non farti scoprire da nessuno’
Il ragazzo guardò in direzione di Andromeda ai Serpeverde che era concentrata a mangiare e decise di seguire la richiesta nella lettera.
“Guarda come in un colpo solo inguaio Bellatrix e ti miglioro la situazione a casa tua” disse Lucius con aria furba a Narcissa.
“Bellatrix…ascoltami…” disse sottovoce il ragazzo a Bellatrix Black che fulminò lui e Narcissa.
“Ted Tonks dopo cena si vedrà con tua sorella, lo ha scoperto Narcissa. Perché non ci vai tu al posto suo?”
Bellatrix guardò con sguardo sadico i Lestrange e Evan Rosier e accettò, non riuscendo a credere al fatto che Narcissa la aiutò.
“Puoi fare in modo che Andromeda non lo sappia che io sono coinvolta?” chiese sottovoce Narcissa alla sorella maggiore.
“Perché? Hai per caso paura?”
“No. Il fatto è che se lei non sospetta di me potrò spiarla meglio”
La menzogna di Narcissa fu talmente credibile che Bellatrix acconsentì alla sua richiesta e smise di mangiare, per la fretta di incontrare Ted Tonks.
“Senti Lucius. Non mi piace pugnalare alle spalle Andromeda, lei è l’unica che rende la mia vita a casa sopportabile” sussurrò la ragazza all’orecchio dell’amico che tuttavia non fu per nulla turbato dalle sue parole.
“Se lei non scopre nulla tu non hai nulla di cui preoccuparti. Preparati per l’imminente spettacolo, cara”
Appena Ted si alzò dal tavolo, fu quasi immediatamente seguito da Bellatrix, Rodolphus e Rabastan Lestrange e Evan Rosier.
“Ted” disse Andromeda preoccupata, notando che la sorella si alzò contemporaneamente al suo ragazzo.
“Tranquilla Dromeda. Non cacciarti in ulteriori guai, non pensare che lei lo segua ogni secondo” disse Narcissa sentendo un enorme senso di colpa.
Ma non fu come mentì spudoratamente Narcissa dato che Bellatrix insieme al suo gruppo seguì Ted senza farsi notare fino al parco.
“Stavi aspettando qualcuno, Ted Tonks?” chiese Bellatrix guardando con sguardo sadico Ted che appena si voltò notò terrorizzato di essere circondato.
“Lasciami stare, non stavo qui per te”
“No, non stavi per me. Stavi per mia sorella, non è vero? Il gufo ti aveva inviato un messaggio da parte sua, giusto?” parlava ininterrottamente Bellatrix guardando in modo folle Ted.
“Ascolta Bellatrix. Perché non vuoi che io stia con Andromeda? Io per lei farei tutto, darei la mia vita. Perché non vuoi che lei si goda la sua vita come tutti gli altri?” provò a mediare Ted, scatenando ancora di più l’ira della ragazza.
“PERCHE’ LEI E’ UNA BLACK!!! LEI NON E’ COME TUTTI GLI ALTRI!!!”
“Forse dobbiamo dargli il resto, Bella” disse Rodolphus Lestrange estraendo la bacchetta insieme a suo fratello e Evan Rosier.
“Penso che tu abbia ragione…Wingardium Leviosa” disse Bellatrix prima che Ted potesse soltanto provare a difendersi.
Il ragazzo fu immediatamente scagliato in aria, fino a quando Bellatrix non spostò la bacchetta puntata contro di lui. Ted cadde sulla spalla, rompendola.
“Ti piacerebbe ancora imparentarti con mia sorella, Tonks?”
Mentre Bellatrix e il suo gruppo massacravano Ted Tonks, nel buio c’erano Narcissa e Lucius, coperti da un mantello scuro ad osservare la scena.
“Lucius, basta. Quella lo uccide”
“Non mi dire che ti dispiace per un sanguemarcio, mi deluderesti”
“Non mi dispiace per lui. Ma Andromeda per lui ucciderebbe e non oso immaginare cosa farebbe se gli accadesse qualcosa per colpa mia”
“E va bene…signore, la prego. Venga” sussurrò Lucius a Lumacorno, che passando per caso vicino al parco in una delle sue passeggiate notturne fu allarmato dalle grida di Ted.
“Lucius, cosa sta succedendo? Perché siete qui? E’ ora di dormire, dovrei punirvi”
“No, aspetti signore. Ci siamo spaventati dalle grida nel parco e guardi cosa sta facendo Bellatrix” tentò di giustificarsi Lucius guardando dritto negli occhi il professore.
“Bellatrix Black!!! Cosa stai facendo!!!” disse ad alta voce Lumacorno, guardando la ragazza che premeva col tacco sulla testa di Ted.
“Signore…io…”
“Nessun signore, in presidenza. Che comportamento squallido da parte tua e dei tuoi amici, signorina. E dire che volevo farti entrare in Ministero”
Bellatrix si sentì gelare visto che probabilmente aveva perso una grandissima raccomandazione per entrare nel Ministero della Magia e non potè fare nulla che ubbidire agli ordini del professore.
Lucius e Narcissa, nel momento in cui il gruppo che massacrava Ted si allontanò si avvicinarono a Lumacorno che guardava con pietà Ted.
“Portatelo in infermeria cari, se non vi dispiace. Incredibile cosa riesca a fare una ragazza” disse amareggiato Lumacorno, facendo comparire una barella su cui fece sdraiare Ted che sembrava avere un bel po’ di ossa rotta.
Lucius e Narcissa, trasportando Ted in barella, seguirono il professor Lumacorno che sfogava ad alta voce la sua amarezza per la condotta di Bellatrix.
“Chi lo avrebbe mai detto che Bellatrix era così…”
“Per non dire cosa fa a casa con Narcissa signore, orrendo…”
“Ma che cosa stai facendo!?” protestò sottovoce Narcissa alle spalle di Lucius.
“Lascia fare a me, se tutto va bene entro stasera sarai la sua preferita – rispose il ragazzo all’amica prima di continuare a parlare con Lumacorno – dicevo signore, ha reso l’infanzia di Narcissa un’inferno”
“Che peccato, sembrava una ragazza così a modo. Sono soltanto un vecchio tonto” disse amaramente Lumacorno.
“Ma no, signore. Tutti sbagliamo a fidarci di qualcuno, l’importante è capirlo”
“Hai ragione Lucius. Tu sicuramente non mi deluderai”
Qualche minuto più tardi il gruppo portò Ted svenuto in infermeria e per puro caso c’era anche Andromeda che vedendo Bellatrix completamente spettinata si precipitò a controllare se non avesse fatto qualcosa a Ted.
“Ted…Teddy…”
“Tranquilla, è messo male ma con le mie cure tornerà in sesto già domani” disse Madama Chips con tono materno a Andromeda, disperata e col volto rigato dalle lacrime.
“Sarà meglio se tornate nei vostri dormitori cari. E andate a dormire, senza scatenare ulteriori liti, a Bellatrix e al suo gruppo ci pensa il sottoscritto” disse Lumacorno a Andromeda, Lucius e Narcissa che ubbidirono.
“Vi devo ringraziare, non so come sarebbe finita. Sicuramente sarebbe finita se non foste intervenuti in tempo”
“La prossima volta imparate a stare attenti, non ci sarò sempre io a tirarvi fuori dai guai” disse con aria pomposa Lucius, prendendosi tutti i meriti mentre Narcissa non proferì parola.
“Bhe…buona notte allora. Proverò a evitare discussioni con Bellatrix, ti aspetto in dormitorio Cissy” disse Andromeda ai due quando arrivarono alla Sala Comune dei Serpeverde.
“Bhe…è andata alla grande, non trovi?” disse Lucius buttandosi su un divano.
“No, non mi sento per nulla a mio agio a mentire così a Andromeda. E’ colpa nostra…”
“Questo lo sappiamo solo io e te. Se nessuno di noi due parla chi potrebbe saperlo?” disse Lucius guardando con sguardo indagatore la ragazza.
“Forse hai ragione, questa notte però la passo qui…non ho sonno”
Lucius salutò poco dopo Narcissa, che rimase davanti al fuoco sola con i suoi pensieri non sentendosi per nulla a proprio agio di aver ingannato in questo modo Andromeda ma dopo qualche minuto passato a pensare sorrise:
“Lucius ha ragione, se nessuno parla Andromeda non saprà nulla. E’ tempo di cambiare”
 

 

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Capitolo 6
*** La pazienza sta finendo ***






Il piano di Lucius Malfoy per screditare Bellatrix agli occhi di Lumacorno riuscì perfettamente e oggi la ragazza non veniva nemmeno invitata al Lumaclub, al contrario di Narcissa che godeva dell’enorme stima del docente. Dopo un periodo di rimorsi quest’ultima divenne sempre più opportunista, proprio come il suo amico e ogni giorno erano sempre più vicini nonostante la giovane età di entrambi. Entrambi cercavano il potere, Lucius per ambizione mentre Narcissa per apparire migliore della figlia taciturna e quasi matta come era considerata in famiglia.
Quanto rimaneva dell’anno passò nel complesso velocemente. Narcissa superò gli esami del terzo anno eccellendo moltissimo soprattutto in Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure mentre Lucius prese il massimo in tutte le materie e entrambi pianificavano le vacanze estive dato che Narcissa ottenne il permesso di trascorrere le vacanze a Villa Malfoy insieme al suo amico dopo il matrimonio di Bellatrix con Rodolphus Lestrange, al quale era tenuta a partecipare tutta la famiglia.
“Senti, mentre tu starai impegnata con il matrimonio di quella squilibrata di tua sorella io mi vorrei interessare a questo Tom Riddle. Mi piacciono le sue idee” disse un giorno Lucius a Narcissa quando si ritrovarono soli. Non era consigliabile parlare di certe cose in pubblico, soprattutto in presenza di Albus Silente che sembrava non avere una bella opinione di questo mago e giravano voci su presunti omicidi di babbani commessi da Riddle.
“Certo che ti sei fissato con Tom Riddle…cosa ci trovi in quello che dice non lo so. I classici discorsi sulla superiorità dei maghi sui babbani, di sterminare chiunque non sia magico”
“Non sei per caso d’accordo?” chiese indispettito Lucius alla ragazza che ormai si trovava a proprio agio a parlare di queste cose.
“Per nulla. La mano di un mago è troppo nobile per sporcarsi col sangue di un babbano. E poi come può essere purosangue uno che ha un comune nome babbano? E’ il classico sangue marcio che vorrebbe essere un purosangue” disse con disprezzo Narcissa, stupendo Lucius.
“Mi piace come la pensi, sei molto più elitaria di me.  Si dice che è un discendente dei Gaunt”
“Ah bene, un altro potenziale matto. Ho sentito parlare dai miei che pure quelli si sposavano tra cugini. Che schifo” disse schifata Narcissa, stupendo lo stesso Lucius.
I due amici si salutarono e poco dopo venne incontro Andromeda di umore pessimo al contrario della sorella.
“Certo che non ti stacchi più da quello”
“Come tu non ti stacchi mai da Ted Tonks…lui almeno è un purosangue” rispose con acidità Narcissa.
“Ci starò staccata per tre mesi dato che i miei non mi permettono nemmeno di scrivergli. Quest’estate esco allo scop…”
“Che non ti passi neanche per l’anticamera del cervello. Lo sai che rischi di essere rinnegata???” disse scandalizzata Narcissa. L’uscita alla scoperta della sorella era la cosa che più di tutte la terrorizzava perché sapeva che Andromeda sarebbe stata rinnegata dalla famiglia, nel migliore dei casi.
“Io non ce la faccio a comportarmi come una criminale. Non faccio niente di male per nascondermi” sbottò Andromeda contro la sorella, che provò a farla ragionare.
“Sai bene quanto lui non mi piaccia ma è vero che tu non faccia nulla di criminale però sai che famiglia che abbiamo. Devi per forza metterti in mostra? Vuoi per forza perdere l’eredità?”
“Non mi importa più nulla dell’eredità. Ted lav…”
“Che lavoro può fare? Come vorrete vivere, alla giornata? Piantala con questi deliri Andromeda, aspetta almeno di finire gli studi se ci tieni così tanto a rovinarti”
Andromeda decise di ascoltare la sorella minore e di terminare almeno gli studi prima di uscire allo scoperto, dato che le mancavano solo due anni e si ripromise di provare a sopportare questi ultimi due anni che le rimanevano.
Il viaggio verso casa fu piuttosto teso dato che Narcissa e Andromeda non si parlarono per nulla perché la prima accusò la sorella maggiore di essere soltanto un’egoista e di preferire Ted Tonks a lei mentre Andromeda nutriva dei dubbi sulla sua amicizia con Lucius Malfoy, temendo che la sua amicizia con il ragazzo l’avrebbe portata sulla cattiva strada.
L’accoglienza a casa non fu di certo delle migliori, visto il resoconto sul loro anno scolastico effettuato da Bellatrix. A subire maggiormente l’ira dei genitori fu ovviamente Andromeda per la sua relazione con Ted Tonks mentre Narcissa con sua grande sorpresa non fu rimproverata per nulla per l’amicizia con Lucius Malfoy.
“Disonore della mia carne, traditrice del tuo sangue che altro non sei. Bellatrix mi ha raccontato tutto, che vergogna di fronte alle altre famiglie purosangue…” cominciò Cignus Black con tutto il disprezzo che poteva esprimere nei confronti della figlia che stava quasi per piangere mentre Bellatrix osservava soddisfatta la scena vicino ai genitori.
“Con chi si sposerà tua figlia, Druella? – proseguì la signora Black con altrettanto disprezzo – sai cosa dico? Dico non lo so, non posso mica dire che mia figlia si frequenta con uno schifoso nato babbano? Che vergogna. Maledetto il giorno in cui ti ho concepita”
“Dai madre e padre, smettetela. Vi siete sfogati abbastanza” provò a intervenire timidamente Narcissa venendo puntualmente zittita dal padre.
“Zitta tu, ti salva il fatto che i Malfoy non si siano più accoppiati con nati babbani da quando lo Statuto fu approvato anche se è da vedere se questo Emmanuel  Malfoy esiste. Fuori dalla mia vista, entrambe – disse disgustato Cignus Black alle due figlie più piccole – Bella, tu resta pure con noi. Apprezziamo  sempre molto la tua presenza” disse con tutt’altro tono a Bellatrix l’uomo, con dolcezza e amore.
Andromeda si precipitò nella sua stanza a piangere, venendo raggiunta poco dopo da Narcissa che si sedette vicino alla sorella.
“Io altri due anni così non li reggo Cissy! Che si tengano la loro eredità…li odio” si sfogò Andromeda con il viso nelle ginocchia.
“Tutto finirebbe se tu smettessi di frequentare quello lì…”
“MA NON LO CAPISCI CHE LO AMO???”
Narcissa nell’ascoltare queste parole gridate dalla sorella la guardò con orrore, capendo in cuor suo che Andromeda difficilmente avrebbe resistito altri due anni in questo clima così pesante e cominciò a pensare che l’incubo di un abbandono di Andromeda potesse realizzarsi.
“Senti…io…cioè…senti sappi che io ci sarò sempre per te anche se quello lì non mi piacerà mai” disse Narcissa alla sorella con compassione.
Andromeda, pur gradendo le parole della sorella le chiese di restare da sola dopo aver notato le finestre sbarrate, per evitare comunicazioni con Ted.
Qualche ora dopo arrivò per Narcissa il momento che più di tutti odiava: la visita degli zii insieme a Sirius e Regulus.
“Bella, Bella. Andiamo a giocare con Narcissa”
Sirius con giocare intendeva dire scagliare contro Narcissa che non sopportava senza neanche sapere il perché.
“Ma certo Sirius. Madre, Padre e zii, possiamo?”
“Ma certo, però non esagerate. Gli elfi hanno altro da fare e non possono perdere tempo a riordinare i danni che fate” disse severa Druella Black ai due.
Narcissa ascoltò tutto quanto dato che la porta della sua stanza era aperta e per la rabbia si morse un labbro fino a sanguinare.
“Un giorno me la pagherete, fosse l’ultima cosa che faccio”
“Bella, scaglia la maledizione Cruciatus. Dai!” urlò Sirius entrando nella stanza di Narcissa.
Quest’ultima si strinse la gonna per la rabbia, ma decise di non dare ai due la soddisfazione di vederla spaventata.
“Cissy, sai benissimo che non voglio ma me lo chiede Sirius e lui è l’erede dei nostri zii. Devi sacrificarti per renderlo felice” disse Bellatrix fingendo di essere dispiaciuta, senza ottenere nessuna risposta dalla sorella.
“Bene, pronto Sirius? Crucio”
Narcissa sentì tutti i nervi del suo corpo bruciare uno ad uno e cominciò a tremare ma decise di non urlare o mostrare segni di sofferenza, se non occhi lucidi.
“Bella, ma non soffre?” chiese Sirius deluso nel non vedere Narcissa contorcersi per terra.
“Non lo so Sirius. L’ho imparata da poco, mi dovrò esercitare ma quando ti diplomerai te le insegno tutte le maledizioni senza perdono. Promesso” disse Bellatrix rimettendo la bacchetta in tasca mentre Sirius se ne andò deluso.
“Avresti potuto fare la tua parte invece di fare l’orgogliosa” disse stizzita Bellatrix prima di andare via anche lei.
Narcissa restò irrigidita per il dolore in tutto il corpo per qualche secondo, prima di sdraiarsi e addormentarsi per qualche ora per l’ora di cena con gli occhi che lacrimavano.
“Cissy, Cissy…è l’ora di cena. Andiamo per evitare di ascoltarli” disse dopo due ore Andromeda scuotendo delicatamente la sorella.
Narcissa si alzò lentamente perché aveva il corpo indolenzito in silenzio mentre Andromeda guardò fuori dalla finestra.
“Se ancora pensi…al nato babbano…ti presto il mio…gufo” disse faticosamente Narcissa a Andromeda che la guardò tanto sorpresa quanto emozionata.
“Tu davvero faresti questo per me???”
“Si, l’importante è che la smetti di frignare. Sei insopportabile”
“Grazie Cissy, ti voglio bene” disse Andromeda colma di felicità.
“Piantala con questi sentimentalismi. Lo sai bene che odio queste cose”
 
 
Andromeda scese a cenare col cuore più leggero mentre Narcissa arrivò con il volto che non tradiva alcuna emozione.
“Quando si viene a cena si salutano i genitori, è la prima volta che ti viene detto?” disse Druella Black severa alla sorella.
“Saluta i nostri genitori” ordinò Bellatrix alzandosi di scatto in piedi, guardando minacciosa la sorella minore.
“Madre, padre: punitela”
“Dai Bellatrix, non siamo così severi” disse Cignus cercando di sembrare buono e tollerante.
“Buona sera madre e padre. Perdonatemi” disse Narcissa, imitando le tecniche per mentire nella maniera più credibile che le sono stati insegnati da Lucius Malfoy.
Stessa cosa fece Andromeda, sembrando tuttavia meno credibile.
“Narcissa si può ancora recuperare, Druella cara. Quella che sembra un caso perso è Andromeda” disse Walburga Black, guardando la nipote di mezzo sedersi a tavola.
“Andromeda è molto migliore di quanto immagini, madre” disse Sirius a bocca piena alla madre, provando a difendere la cugina che insieme a Bellatrix era la sua preferita.
“Non si parla a bocca piena, Sirius. Crescendo capirai come si scelgono le persone che ti devono stare vicino” disse Walburga Black al figlio maggiore.
Narcissa si sedette vicino a Regulus, che notò immediatamente gli occhi lucidi e l’espressione ancora più cupa sul suo viso.
“Che ti hanno fatto quei due?” chiese Regulus a Narcissa a bassa voce, guardando Bellatrix e Sirius che scherzavano facendo molto baccano.
“Nulla”
“Se non fosse nulla non avresti questa espressione. A me puoi dirlo, Cissy” disse Regulus.
Se c’è una cosa che Narcissa Black amava nel cugino minore era la sua grandissima sensibilità e maturità. A sette anni il bambino sembrava molto più maturo del fratello maggiore al quale la ragazza augurava ogni possibile male.
“Allora…”
“A tavola non si parla” ringhiò Cignus Black contro la figlia minore e il nipote.
Il pasto si consumò secondo i desideri del capofamiglia nell’assoluto silenzio, fino a quando l’uomo a cena terminata non cominciò a parlare per l’ennesima volta del matrimonio imminente della figlia maggiore con Rodolphus Lestrange.
“Ottimo partito i Lestrange, Druella. Ottima scelta…loro due invece?” disse Walburga Black guardando Andromeda e Narcissa come se fossero le creature più strane del mondo magico.
“Solita storia. La prima continua con Ted Tonks ma abbiamo preso le cautele migliore affinchè almeno l’estate possiamo avere una tregua da questa relazione snaturata mentre quell’altra continua la sua amicizia con il figlio dei  Malfoy”
Walburga e Orion Black scoppiarono a ridere infastidendo moltissimo Andromeda che fu calmata a stento da Narcissa, la quale le strinse molto forte il braccio.
“Un nato babbano e un Malfoy…non ci facciamo mancare proprio nulla. Se aveste una quarta figlia potrebbe accoppiarsi con i Weasley che sono la sintesi dei nati babbani e dei Malfoy” disse ridendo sguaiatamente Orion Black battendo il pugno sul tavolo e asciugandosi le lacrime agli occhi. Regulus e Sirius non ridevano come i genitori invece.
“Zio, zia…perché non provate a conoscere questo Ted Tonks?” disse timidamente Sirius attirandosi occhiatacce dagli zii e dai genitori.
“Mai un nato babbano metterà pieda in questa casa…MAI” ringhiò Cignus Black.
Sirius e Regulus insieme ai genitori restarono a dormire da Cignus e Druella Black e dormirono nelle due stanze degli ospiti: genitori in una, figli in un’altra. Quando anche i genitori e Bellatrix si ritirarono a dormire, Narcissa e Andromeda si ritrovarono nella stanza della prima perché era l’unica rimasta senza senza sbarre.
“Cissy, grazie per avermi fermata a cena…non so cosa avrei potuto rispon…”
“Dammi la lettera e zitta” disse bruscamente Narcissa Black alla sorella che la consegnò velocemente, temendo di venire scoperta.
“Vola dai Tonks e torna senza farti scoprire dai miei e Bellatrix” disse Narcissa al gufo che volò immediatamente.
“Cissy, non so come ringraziarti” provò a parlare Andromeda, cercando del dialogo con la sorella anche se inutilmente.
“Buonanotte”
“Si può sapere perché mi tratti così ma poi mi aiuti, mi calmi e mi consoli?” chiese stizzita Andromeda alla sorella minore che già si era messa la camicia da notte.
“Probabilmente sarai rinnegata tra qualche anno se non mese quindi mi sto abituando al fatto che sarai cacciata. Come ho già detto: BUONANOTTE”
Andromeda, capendo che la sorella non era per nulla disposta a parlarle ancora di più, uscì dalla sua stanza pensando però:
‘Se tu volessi potresti venire a vivere con noi’
 
 

 

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Capitolo 7
*** Matrimonio ***




Per qualche settimana le faccende a Villa Black proseguirono serenamente se così si poteva definire. Andromeda e Ted Tonks si sentivano regolarmente grazie al gufo che Narcissa mise a disposizione della sorella cercando di non farsi scoprire da Bellatrix e dai propri genitori.
Le due sorelle a volte discutevano sulle rispettive frequentazioni con Andromeda che più volte ripeteva a Narcissa che Lucius Malfoy l’avrebbe messa sicuramente nei guai mentre la sorella minore più volte le elencava i difetti di Ted Tonks: codardo, nato babbano, poco intelligente e tanto altro e quindi le due ragazze cercavano di evitare questi discorsi.
“Bene, vedi  Andromeda che riesci a stare benissimo senza il sangue marcio? Non è difficile” disse Druella Black alla secondogenita mentre stavano facendo colazione con gli elfi domestici che portavano piatti in continuazione
Andromeda Black era tentata dal rispondere in malo modo alla madre ma preferì tacere, anche per non mettere nei guai Narcissa.
“Bellatrix. Quando arriveranno i Lestrange per ufficializzare le nozze? Ne hai già parlato con Rodolphus?” chiese Cygnus Black alla primogenita.
C’era particolare fermento per le nozze imminenti dato che i Lestrange erano tra le famiglie purosangue esistenti mentre i Black, almeno il ramo di Cygnus e Druella Black era si tra quelli più puri e antichi ma era in dissesto finanziario da anni visti i debiti contratti dal padre di Cignus Black con il gioco d’azzardo, dissipando l’intero patrimonio familiare.
La leggera tolleranza nei confronti dell’amicizia di Narcissa con Lucius Malfoy era dovuta proprio alla speranza di risollevare le sorti economiche della famiglia dato che i Malfoy erano tra le famiglie più ricche del mondo magico e avevano importanti amicizie presso il Ministero della Magia. I signori Black pur provando antipatia verso di loro erano desiderosi dal far sposare le figlie con i rampolli delle più ricche famiglie purosangue.
“Sistemata Bellatrix dobbiamo pensare a Andromeda. Non potendo farti sposare con Sirius perché troppo piccolo c’è Rabastan. In questo modo coi Lestrange saremo a posto” disse Druella Black con la certezza che i suoi piani si sarebbero sicuramente realizzati.
“No” disse Andromeda tesa, determinata a non accettare la volontà dei genitori.
“Forse ha bisogno di un’altra spiegazione Druella cara” provò a intervenire Cygnus Black per contenere l’ira della moglie.
“No padre. Non ho bisogno di spiegazioni.  Non ho intenzione di sposare chi mi fa schifo solo perché il nonno ha sperperato il nostro denar…”
“BASTA!” urlò Bellatrix colpendo sul tavolo con uno pugno che fece muovere tutte le posate.
“E tu Bellatrix finiscila di fare la pazza. Lo abbiamo capito che tu non hai il cerv…”
Andromeda non riuscì a finire la frase quando fu colpita da uno schiaffo in pieno viso da Druella Black.
“E’ tempo di rispristinare le punizioni corporali in questa casa. Così capirai chi comanda in questa casa. Bellatrix, mi aiuterai” disse la donna guardando con disprezzo la figlia di mezzo.
"Certo, madre"
Andromeda andò via senza rispondere nella sua stanza, lasciando la i genitori fumanti di rabbia.
“Madre, non è necessario punirla. Sapete come è Andromeda” provò a difendere timidamente la sorella maggiore Narcissa.
“Siamo persone pazienti Narcissa, ma tutto ha un limite. E dire che ho sempre pensato che fossi tu quella strana. Almeno ti frequenti con un purosangue o presunto tale. Lei con un nato babbano” rispose Cygnus Black alla figlia minore.
Finito di mangiare i signori Black e Bellatrix si alzarono minacciosi e Narcissa capì cosa sarebbe successo, guardando anche l'espressione di sadico piacere sul volto di Bellatrix.
“Tu non ti unisci a noi?” chiese la sorella maggiore a Narcissa che non rispose, restando immobile al suo posto.
Druella, Cignus e Bellatrix Black armati di un gatto a nove code ciascuno andarono nella stanza di Andromeda. Narcissa, capendo cosa stesse succedendo si tappò le orecchie con le dita piangendo per non sentire le grida della sorella maggiore. Il tutto durò più di dieci minuti e quando i genitori insieme a Bellatrix tornarono soddisfatti, Narcissa chiese il permesso di andare alla sua stanza per cominciare a studiare.
“Si, ma evita di avvicinarti a quella sgualdrina. Che rifletta sul suo comportamento”
“Si, padre” rispose Narcissa senza guardare in volto i tre, per non mostrare le lacrime che le rigavano il volto.
La ragazzina però non ubbidì al padre e la prima cosa che fece era andare a controllare come stesse Andromeda ma la scena che trovò la lasciò senza parole. La sorella maggiore era riversa a terra con la schiena tumefatta e sanguinante a causa delle percosse ricevute e sulle ferite era stato cosparso del sale.
“Bella…voleva torturarmi con la maledizione cruciatus…l’hanno fermata loro…non sono marci infondo” disse faticosamente Andromeda appena vide la sorella entrata nella sua stanza.
Narcissa si diresse verso la porta della stanza e la chiuse a chiave, per evitare l’ingresso dei genitori e di Bellatrix che l’avrebbero lasciata sanguinante al suolo.
“Contenta? Sei contenta? Ti diverti così tanto a provocarli? Non lo capisci che sono fuori di testa?” cominciò a parlare a bassa voce piena di rabbia Narcissa Black alla sorella, cercando di medicarle in qualche modo le ferite.
“Sei molto cara Cissy, non capisco come tu faccia ad avere tutta questa pazienza con loro…ma cosa fai?” chiese Andromeda vedendo Narcissa strapparsi il vestito per farci qualcosa di simile a delle garze.
“Silenzio”
Narcissa con i pezzi del suo vestito strappato pulì le ferite dalla schiena della sorella cercando di non farle ancora più male e l’aiutò a distendersi sul letto. Dopo aver preso una sedia ed essersi avvicinata alla sorella la guardò sconsolata.
“Che cos’hai? Mi guardi come se stessi morendo” disse Andromeda guardando Narcissa sorridendo.
“E’ come se fosse così. Sai come sono quelli della nostra famiglia, fanno finta che non esistano coloro che non si adeguano ai loro desideri
“Anche tu lo farai?” chiese seria Andromeda, notando che la sorella non la guardava negli occhi.
Narcissa evitò lo sguardo come se non sapesse cosa risponderle. Era combattuta perché da una parte era l’unica persona che insieme a Regulus considerava come famiglia mentre dall’altra la considerava come un’egoista pronta ad abbandonarla alla mercè di Bellatrix e dei suoi genitori per rincorrere l’amore.
“Non lo so, dovrò vedere visto che sei soltanto un’egoista”
“Se vorrai potrai venire a vivere con noi, ti accoglieremmo a braccia aperte”
Nel sentire queste parole Narcissa fece una smorfia che sembrò di disgusto.
“Con voi? E con cosa volete mantenervi? Facendo i mendicanti???” chiese stizzita Narcissa alla sorella che non fu turbata dalle parole della sorella per nulla.
“Ci sono cose più importanti del semplice denaro Cissy, come per l’amore”
“Non si vive di amore”
Le sorelle dopo questo dialogo parlarono il meno possibile per evitare conflitti e Narcissa si limitò a tornare nella stanza della sorella per medicarle le ferite sulla schiena.
 
 
 
Qualche giorno dopo si celebrò il matrimonio tra Bellatrix e Rodolphus Lestrange alla presenza di Druella Black in lacrime per la commozione mentre Cygnus Black pregustava una rinascita economica della propria famiglia. Erano presenti alla cerimonia anche Walburga e Orion Black insieme ai figli Sirius che fu il primo a congratularsi e abbracciare Bellatrix mentre Regulus preferì stare insieme a Narcissa che riuscì a fatica a contenere l’espressione di vivo disgusto. Andromeda fu tenuta in disparte per non rovinare l’atmosfera festiva e quando Sirius, vedendo la cugina triste si avvicinò per consolarla fu duramente rimproverato dagli zii e anche da Bellatrix.
“Ma non lo vedete quanto è triste???”
“Sirius…ti pre…”
“Fatti i fatti tuoi, come sta Andromeda non sono problemi tuoi. Torna alla tavola” provò a ordinare Orion Black al figlio anche inutilmente.
“No, io vo…”
Sirius non riuscì a terminare la frase perché fu colpito da uno schiaffo da sua madre, per la prima volta nella sua vita. Per Narcissa vedere l’espressione del cugino fu gioia allo stato puro.
‘Adesso sperimenti cosa proviamo noi ogni giorno, maledetto’ pensò la ragazza.
Sirius a malincuore decise di ubbidire ma cominciò a ripensare dopo questo episodio se l’educazione e gli insegnamenti ricevuti fossero davvero quelli giusti mentre Narcissa fissò per tutto il tempo il volto deluso del cugino.
“Tieni…della torta. E’ per te” disse Narcissa porgendo a Andromeda il suo piatto.
“Non mi è piaciuto il sorriso che hai fatto quando hanno schiaffeggiato Sirius, potevi risparmiarlo” ammonì severamente Andromeda alla sorella che appena si ricordò di questo episodio scoppiò a ridere.
“Ma come!? Il pupillo schiaffeggiato, è divertentissimo”
“Sirius ha un cuore buono e sta cominciando a conoscere la nostra famiglia” disse amaramente Andromeda mangiando il pezzo di torta che le porse la sorella minore.
“Marcio, come tutta la nostra famiglia. Vorrei che ci fosse lo zio Alphard oggi, sa sempre come rallegrare le feste”
Alphard Black era il fratello di Walburga e Cygnus Black ed era una persona piuttosto giocosa. Non condivideva gli ideali estremisti della famiglia ma cercava di non darlo a vedere, tenendo moltissimo alla sua eredità. I suoi nipoti preferiti erano Narcissa, Andromeda e paradossalmente Sirius. Del ragazzo l’uomo diceva che era una bravissima persona nata nella famiglia sbagliata e più volte invitò Narcissa e Andromeda a non odiarlo ma a fargli capire quali siano le scelte migliori da fare in quanto più grandi. Se la seconda ascoltò le parole dello zio, la prima in segreto sognava di vedere lui e Bellatrix uccidersi a vicenda.
“Narcissa, vieni che ti dobbiamo parlare” disse all’improvviso Cygnus Black in lontanza alla figlia minore che guardò stupita il padre.
“Che vorra?”
“Vai, non mi sembra minaccioso” rispose Andromeda alla sorella che decise di andare dai genitori. 
“Mi volevate, madre e padre?” chiese la ragazza dopo aver raggiunto i genitori che stavano insieme ai signori Lestrange vestiti di tutto punto.
“I signori Lestrange ci hanno parlato molto bene dei Malfoy e vorremmo tanto conoscere Lucius Malfoy, se per te non è un problema. Ci hanno confermato che Emmanuel Malfoy è soltanto una diceria di invidiosi.”
Narcissa nell’ascoltare le parole dei genitori restò spiazzata e a bocca aperta visto che fino a pochi giorni fa sparlavano dei Malfoy con così tanto disprezzo e non sapeva cosa pensare di questo repentino cambio di opinione.
“Coraggio ragazza, ai tuoi genitori farebbe piacere conoscere questo Lucius Malfoy, non ti vergognare” disse il signor Lestrange alla ragazza.
“Padre, ma non è presto per sposarmi? Cioè, devo cominciare il quinto anno di Hogwarts ancora”
“Ma non vogliamo farti sposare, però intanto ci farebbe piacere conoscere il tuo amico. Rodolphus l’abbiamo conosciuto quando Bellatrix faceva il secondo anno, siamo la tua famiglia e se sei felice lo siamo anche noi” disse Druella Black con un tono così amabile che era palesemente falso.
‘Voi la mia famiglia?’
“Va bene madre, farò come volete” disse Narcissa
‘Questi stanno bollendo qualcosa in pentola’
Quando Narcissa si allontanò abbastanza per non sentire, i Black cominciarono a farfugliare con i Lestrange.
“Andromeda è quasi persa, abbiamo dovuto ricorrere alle punizioni di una volta. Narcissa è la meno peggio e almeno quei Malfoy non si accoppiano con nati babbani pur essendo delle persone squallide, capisce signor Lestrange? Non sappiamo cosa fare” si sfogò Druella Black sull’orlo di una crisi di nervi.
“E anche Sirius sta dando i primi segnali di squilibri. Oggi l’ho dovuto schiaffeggiare”
“I nostri Rodolphus e Rabastan non ci hanno mai dato problemi, signora Black. Ma penso e credo che le punizioni corporali siano utile se non necessari in casi eccezionali” disse la signora Lestrange per incoraggiare le due donne.
“Dai Druella cara, i Malfoy ci torneranno utili per ripagare i debiti di mio padre. Guardala sotto questa luce”
Mentre i Black e i Lestrange rimasero a parlare tra di loro, Narcissa tornò da Andromeda con il volto sconvolto e raccontò alla sorella del dialogo avuto con i genitori, gli zii e i signori Lestrange.
“Davvero strano…chi li capisce è bravo”
“Ma non capisci nulla, sciocca?” tuonò Narcissa contro Andromeda, che veramente non sembrava capire il discorso.
“Ti stanno tagliando dalla famiglia. Già da qualche giorno sono troppo gentili con me e la stessa Bellatrix, troppo. Ti vogliono sostituire con me” disse con disgusto Narcissa rivolta a Andromeda che tuttavia non si mostrò per nulla turbata.
“Come ti ho già detto Cissy, mi sta importando sempre di meno dell’eredità…”
“Ma anche di me”
“A te mi importa e sempre mi importerà, ma sono stanca di vivere in questo clima. Tu più di tutti dovresti capire la mia scelta” disse Andromeda poggiando le sue mani su quelle della sorella.
Narcissa guardò negli occhi la sorella con la massima delusione, ma si promise che in un modo o nell’altro avrebbe mantenuto i ponti aperti, a costo di dover interagire col tanto disprezzato Ted Tonks ma dall’altra parte non avrebbe forzato la mano per non rischiare di perdere l’eredità di famiglia. Si ricordò per l’ennesima volta delle parole di Lucius:
‘Se ci tieni tanto a quella ma non vuoi perdere l’eredità di famiglia puoi sempre tenere un piede in due scarpe’
 
 
 

 

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Capitolo 8
*** Fidanzamenti ***





Quanto ne rimaneva delle vacanze estive passò alla svelta e per la gioia di Andromeda e Narcissa e finalmente poterono cominciare un nuovo anno a Hogwarts, lontane dalla famiglia e senza Bellatrix. Poco prima delle vacanze natalizie, terminate le lezioni la ragazza fu raggiunta da Lucius Malfoy nel parco della scuola.
“Mi hai evitato per questi mesi. Anche tu stai dando i numeri?” chiese stizzito alla ragazza che cercò di evitare il suo sguardo.
“No…tu non c’entri nulla…per la mia famiglia”
“Hanno minacciato di diseredare anche te se stiamo insieme? I soldi non mi mancano di cer…”
“E’ proprio questo. Da un giorno all’altro incoraggiano la nostra amicizia per poi farci sposare e ripagare i debiti di mio nonno” interruppe il ragazzo Narcissa con la voce piuttosto alterata dalla rabbia.
“Ah…bhe a me non dispiacerebbe sposarci quando finiremo entrambi questa topaia chiamata  scuola”
Narcissa sorrise imbarazzata con il volto arrossito non essendo abituata a complimenti e lusinghe, cosa che Lucius non le risparmiava.
“Tu…te lo dico perché so come siete…”
“Che potrei non volerti sposare? Sei pazza? Io non mi rif…”
“Dovraichiedereamiopadreilpermessodicorteggiarmieinfuturodisposarmi” disse velocemente Narcissa senza riprendere fiato.
Quando Lucius Malfoy, dopo qualche secondo capì cosa disse l’amica divenne pallido e sul volto gli comparve un’espressione di terrore misto a disgusto.
“Io? Chiedere in ginocchio il permesso di corteggiarti? E di sposarti? A tuo padre?”
Narcissa riprese a guardare per terra pensando che Lucius Malfoy, educato dalla famiglia ad essere il superiore e di essere il primo in qualsiasi cosa non avrebbe mai accettato di inginocchiarsi per lei.
“Scherzi??? Cioè…davvero siete cioè sono fuori di testa da te???” chiese incredulo Lucius Malfoy alla ragazza che non rispose.
“Se proprio servirà potrei pure farlo per te…ma non mi farà per nulla piacere. Mi fanno schifo”
“Davvero? Questo natale come vuole il cialtrone di mio padre?” chiese speranzosa Narcissa, stupita e rincuorata dal mancato rifiuto di Lucius.
“Di già???”
“Si…hanno fretta quelli. La seconda dopo Bellatrix sarebbe dovuta essere Andromeda che frequenta il sesto anno come quella matta ai tempi del suo fidanzamento con Lestrange ma adesso hanno fretta con me”
“I miei non ci vengono insieme a me però. Non voglio che mi veda prostrato a quelli lì” rispose Lucius con le labbra contratte dal disgusto.
Narcissa si alzò di scatto e baciò Lucius Malfoy dritto sulle labbra lasciandolo senza parole, non abituato a vederla mostrare affetto o qualsiasi altro sentimento che non sia odio o disprezzo.
“Il mio ringraziamento e quando finiremo Hogwarts ne avrai molti altri”
Narcissa Black andò a passo svelto nella Sala Comune dei Serpeverde e il suo improvviso buon umore non sfuggì a Andromeda che stava studiando per diminuire il carico di compiti assegnato dai professori.
“Sei di buon umore e scommetto che c’entri Lucius Malfoy, giusto?”
“Si…ha accettato di chiedere a nostro padre il permesso di corteggiarmi e poi di sposarmi” rispose Narcissa che scoppiava dalla felicità.
“Ma che lieta notizia. Non so se congratularmi con te oppure di offrirti la mia solidarietà”
“Che c’è…sei invidiosa?”
“Invidiosa? Stai diventando come loro Cissy. Ti stai piegando alla loro volontà accettando un matrimonio combinato con un purosangue guarda caso”
Narcissa in preda alla collera cominciò a calpestare con i tacchi il pavimento mentre Andromeda la guardava triste.
“Cosa ne puoi sapere tu di cosa sia l’amore??? Proprio tu che sei pronta a rinunciare anche a me per rincorrere il nato babbano???”
“Io non rinuncerò mai a te, ti ho proposto di venire a stare con noi in futuro ma tu hai rinunciato. Di cosa ti lamenti???” chiese Andromeda alzando anche lei diventata alterata, come ogni volta che si toccava questo argomento piuttosto delicato per le due.
Narcissa Black che era rinomata per il suo carattere irascibile sbattè i piedi sul pavimento e corse alterata al dormitorio femminile. Andromeda invece preferì non dormire, furibonda come era per le accuse della sorella minore che reputava assolutamente ingiuste.
 
 
Giunsero le vacanze natalizie e Lucius Malfoy si sarebbe presentato presso i Black in una cerimonia quasi solenne con Walburga e Cygnus Black riuniti con le rispettive famiglie. Su richiesta di Narcissa ci sarebbe stato anche Alphard Black, il terzo fratello dei signori Black che non si era mai sposato ma si comportava con i figli dei fratelli come se fossero figli suoi.
“Alphard, la pianti di viziare Sirius??? Tra poco arriva Narcissa con Lucius Malfoy e non è per nulla pronto”
“Madre, posso accoglierla anche scalzo” rispose Sirius stizzito.
Regulus era il più ansioso di conoscere il ragazzo di Narcissa perché desiderava che la ragazza si trovasse un uomo che la sapesse rendere felice. Arrivò al punto di spedire un gufo alla cugina a Hogwarts minacciando Lucius Malfoy di gravi ritorsioni se non avesse reso abbastanza felice Narcissa.
Tra tutti i familiari Bellatrix era quella più attiva nel dare ordini: “Zio Alphard fai questo, madre fai quello, padre sistemati la cravatta…”
La primogenita di Cygnus e Druella Black era senza ombra di dubbio la più coccolata e la più viziata. Ad altri questa tendenza al comando sarebbe sembrata fastidiosa ma non ai genitori che incoraggiavano.
“Guarda quanta energia la nostra Bella. Crescerà dei perfetti Black purosangue, altro che quella snaturata di Andromeda” disse Druella Black orgogliosa nell’osservare la figlia sistemare tutti i membri al proprio posto.
“Bellatrix, io mi siedo in mezzo a Narcissa e Sirius” disse lo zio Alphard tuffandosi sulla sedia senza attendere il consenso della nipote.
“Ma no…io…” cominciò a protestare Sirius venendo zittito da Bellatrix con uno scappellotto.
“Lo zio Alphard ha deciso. Per farti stare zitto vicino a te ci sarà Andromeda”
“Grazie Bella” rispose Sirius con un sorriso beffardo, contento di aver ottenuto ciò che voleva.
Qualche minuto dopo la prima ad arrivare fu Andromeda, per nulla contenta della sollenità con cui si era riunita la famiglia. La ragazza salutò con formalità gli zii e corse con maggiore calore dallo zio Alphard e da Sirius che insieme a Regulus con meno emozioni  furono gli unici a mostrarsi contenti di vederli.
“Alphard, non dovresti darle tutte queste attenzioni. Non se le merita” disse seria Druella Black rivolgendo alla figlia uno sguardo colmo di disgusto. Andromeda preferì non rispondere alla madre, per evitare altri conflitti con lei e i genitori.
“Druella, ma è tua figlia! Sei troppo dura con lei” protestò scandalizzato Alphard Black.
“Le mie figlie non vanno in giro con nati babbani…come fa lei”
Alphard Black fece l’occhiolino alla nipote di mezzo per farle capire che stava mentendo alla cognata.
“Bhe Druella. Ma è con affetto e tolleranza che si fanno capire gli sbagli ai figli e tu e mio fratello siete sempre stati troppo severi”
“Alphard, lascia pensare a noi come educare le nostre figlie…ecco, saranno arrivati!” disse Cygnus Black sentendo suonare al campanello e ordinò a Kreacher di aprire alla svelta.
“Allora, riepiloghiamo le istruzioni: bocca chiusa se non per rispondere alle domande più formali e non provocarli” disse fuori dalla porta a Lucius Malfoy vestito di tutto punto.
“Ci proverò”
Prima che Narcissa Black potesse inferocirsi di nuovo per la poca certezza con cui il suo ormai fidanzato rispose arrivò Kreacher ad aprire.
I due ragazzi erano vestiti di tutto punto. Narcissa indossava il vestito più elegante che avesse, rosso sangue e scarpe con piccoli tacchi mentre Lucius Malfoy indossò i vestiti più costosi che avesse per rimarcare il differente status economico presente tra i Malfoy e i Black.
“Entra Cissy cara, benvenuto Lucius” arrivò all’ingresso Druella Black insieme a Cygnus Black ad accogliere i due. Lucius strinse la mano al signor Black sforzando di sembrare il più credibile possibile nel mostrarsi cordiale mentre Narcissa tradì un’espressione di disgusto.
“Successo qualcosa, Cissy cara?” chiese la madre cercando di sembrare il più possibile premurosa.
“No madre, nulla” rispose Narcissa pensando mentalmente a quanto le facessero schifo queste false attenzioni solo perché aveva deciso di sostituire con lei Andromeda.
“Accomodati Lucius, siamo già tutti seduti in vostra attesa”
“Sono sempre così viscidi o è per l’occasione?”
“Per l’occasione…quasi quasi preferivo la situazione precedente” si sussurrarono all’orecchio i due ragazzi.
“Perché state bisbigliando? Qualcosa che non vi piace?” chiese Cygnus Black cercando di sembrare ancora più gentile e bendisposto della moglie.
“Oh…no…signor Black…imbarazzato” rispose Lucius all’uomo facendogli smorfie di disgusto alle spalle.
“Ma non ti devi imbarazzare…gli amici della mia Cissy sono amici miei”
“Io non so se ci arrivo fino alla fine Narcissa, ti avverto così poi non mi porterai rancore” disse il ragazzo all’orecchio di Narcissa Black che era ancora di più a disagio.
Quando i due giunsero nella sala pranzo scortati dai signori Black, Narcissa andò a salutare calorosamente Regulus e lo zio Alphard.
“Vieni, dai un abbraccio al tuo zio preferito. Stai crescendo anche tu piccola Cissy”
“Sono contenta di rivederti Narcissa”
“Anche io Andromeda” si salutarono con distacco le due sorelle cercando di mantenere un rapporto cordiale nonostante le differenti vedute.
Narcissa si sedette alla destra dello zio Alphard vicino a Andromeda mentre Lucius fu trascinato a sedersi in mezzo a Druella e Cygnus Black che per la successiva mezz’ora lo assillarono con ogni genere di domanda riguardo alla purezza della sua famiglia.
“Sono contenta per te Cissy, almeno adesso sarai trattata umanamente”
“Andromeda, potrebbe andare diversamente ti prego. Ripensaci a Ted Tonks ti prego…non voglio perderti” rispose Narcissa con gli occhi lucidi alla sorella.
“Cissy te l’ho detto più volte. Non ricominciamo, posso aspettare fino alla fine di Hogwarts ma ho fatto la mia scelta come l’hai fatta tu da quel che vedo. Godiamoci il tempo che ci rimane insieme”
“Cissy, stai piangendo tesoro?” chiese Druella Black con il suo solito tono eccessivamente sdolcinato.
“Bhe madre…soltanto un poco emozionata”
“Ma madre, la nostra Cissy è innamorata di un purosangue” intervenne Bellatrix che sembrava ancora più falsa della madre.
Il clima di falsità che si era creato a Casa Black durò qualche ora durante la quale Sirius assillò Andromeda su Hogwarts. Il ragazzino l’anno successivo avrebbe cominciato anche lui ad andare a Hogwarts e la cugina, oltre a raccontargli ogni dettaglio sulla scuola gli augurò di conoscere veri amici.
Dopo 3 ore di abbondante chiacchierata venne il momento della fatidica richiesta di Lucius Malfoy che non sembrava completamente convinto di inginocchiarsi al cospetto di Cygnus e Druella Black come la consuetudine dei Black voleva. Il ragazzo si alzò faticosamente dalla sedia sulla quale era seduto e sembrava muoversi a rallentatore.
“Lucius, cosa c’è? Tutto bene?” chiese Cygnus Black guardando sospettoso il ragazzo, pensando che il ragazzo volesse prendere ulteriore tempo perché non convinto di fidanzarsi.
“Oh…nulla signor Black. Mi fanno male le articolazioni” rispose Lucius notando che anche Bellatrix lo stesse guardando con sguardo bestiale, come se fosse pronta ad aggredirlo da un momento all’altro.
Lucius Malfoy si inginocchiò rallentamente al cospetto di Cygnus Black senza troppa convinzione, pur cercando di nasconderlo.
“Signor….ehm Black…sono qui per chiederle umilmente il suo consenso di poter corteggiare sua figlia” disse Lucius Malfoy cercando di sembrare il più credibile possibile.
“Benvenuto in famiglia Lucius” rispose fiero Cygnus Black dando un doppio bacio alla guancia al ragazzo che si sforzò di non sembrare disgustato.
“Bene e ora sarà che i nostri fidanzatini facciano conoscenza. La cena è finita” rispose con la solità falsità Druella Black cercando di sembrare il più orgogliosa possibile.
“Auguri Cissy. Spero che lui sappia renderti felice” disse Alphard Black alla donna con sincera felicità, almeno lui.
Lucius e Narcissa rimasero nella stanza di lei per parlare vivo disgusto la cerimonia organizzata dai Black.
“Pensavo che la situazione fosse migliore, Narcissa. Mai visto tanto viscidume come in questa occasione”
“Io ci sono nata in questo ambiente…sono abituata”
“Tieni presente che se mi sono abbassato solo ed esclusivamente per te…alt…”
Il discorso del ragazzo fu interrotto da Andromeda che bussò un paio di volte alla porta semi aperta della ragazza.
“Posso?” chiese la ragazza, sperando di non disturbare.
“Vi lascio sole…immagino che dobbiate di nuovo discutere sulle vostre scelte” disse Lucius guardando malignamente Andromeda.
Andromeda entrò nella stanza della sorella dopo aver squadrato Lucius Malfoy che si diresse dai Black.
“Comunque sono contenta” provò ad aprire il dialogo la ragazza con la sorella minore che provò tuttavia ad evitare di guardare e ascoltare la sorella, fingendo di guardare fuori dalla finestra.
“Cissy…mi hai sent…”
“Ti ho sentita – rispose Narcissa voltandosi di scatto verso la sorella – puoi pure non fingere. Tanto lo so che non lo sopporti”
“E’ vero ma per me conta la tua felicità e lo stesso dovrebbe essere per te”
“Per me? Vederti allontanarti per stare con lui dovrebbe rendermi contenta? Oppure vederti frustata e picchiata per lui?” gridò la ragazza con gli occhi lucidi. Il tono della ragazza era piuttosto alto e solo le porte della stanza chiuse da Lucius impedirono ai Black di ascoltare la discussione delle ragazza.
“Ma è mai possibile che ogni volta non perdi occasione per stuzzicarmi???”
“E tu è mai possibile che mi dimostri ogni volta sempre di più quanto tu sia egoista???” strillò Narcissa Black avvicinandosi al volto di Andromeda.
La ragazza decise di lasciare la sorella maggiore nella stanza amareggiata per dirigersi dai familiari insieme a Lucius.
“Se solo ci fossi tu in questo momento, Ted” disse Andromeda a bassa voce stringendo i pugni, per evitare di piangere.
Il momento di solitudine fu interrotto dalle grida di Sirius che correva per la casa mentre Alphard Black lo stava rincorrendo.
“Sirius…ridammi il mio cappello? L’anno prossimo andrai a Hogwarts e ti comporti come un bambino”
“Acchiappami zio” rispondeva con tono di sfida il ragazzino.
Quando Sirius vide la sua cugina preferita seduta triste sul letto di Narcissa mollò il cappello dello zio per andare a vedere cosa stesse succedendo alla cugina.
“Andromeda…ti prego di controllare questa peste. Solo tu e Bellatrix riuscite a tenerlo a freno”
“Si zio…non ti preoccupare. Andiamo nella mia stanza, Sirius?”
Il ragazzino ubbidì anche per non peggiorare la tristezza di Andromeda e insieme si diressero nella stanza della ragazza che si sedette sul suo letto, guardando verso la finestra.
“Hai il permesso di radere al suolo tutto ciò che vuoi”
“No. Voglio scoprire che hai…cosa succede?”
Andromeda restò immobile a guardare il cugino. La sua opinione su di lui era abbastanza positiva anche se non approvava le sue prepotenze contro Narcissa. Tuttavia è sempre stata restia ad aprirsi col ragazzo non sapendo se si sarebbe precipitato a raccontare ogni dettaglio a Bellatrix.
“Parla, non mi inganni. Lo so che hai qualcosa che non va” disse Sirius buttandosi sul letto della ragazza.
“Sirius…se per caso mi innamorassi di un ragazzo che potrebbe non piacere alla nostra famiglia che faresti?”
“Bhe…la vita è tua e sei abbastanza intelligente da scegliere tu chi amare”
Andromeda accarezzò il cugino sulla sua chioma di capelli ricci e nerissimi, rimasta sorpresa dalla maturità delle parole del ragazzo. Aveva sempre creduto che infondo avesse un cuore nobile nascosto dalla compagnia poco raccomandabile di Bellatrix.
“Ted Tonks…è lui, è cosi?”
“Ma come…???”
“Bellatrix, ne parla come se fosse la peste ma io penso che prima dovrebbe conoscerlo”
“Sirius…promettimi di mantenere il segreto, di non dirlo ai tuoi genitori, a Bellatrix e ai miei genitori”
“A quella strega di Narcissa invece???”
“Cissy già lo sa da tempo”
“Preferisci sempre lei a me…va bene. Tu però abbracciami, mi piace quando lo fai. Mia madre non lo fa mai”
Andromeda si sciolse e abbracciò il cugino più forte che poteva e cominciò a piangere silenziosamente
 
 
 

 

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Capitolo 9
*** La follia di Bellatrix ***






Le cose per Narcissa Black erano migliorate decisamente. Bellatrix la trattava con affetto, forse fin troppo e stessa cosa facevano i suoi genitori: ricoprivano l’ultimogenita di così tante attenzioni come mai in vita sua.
“Io mi chiedo fino a che punto voi Black possiate essere perversi…sostituire una figlia con l’altra dopo averla sottoposta a maledizione cruciatus per divertire il cugino…che schifo” disse Abraxas sputando col massimo disprezzo.
Erano giunte vacanze estive. Narcissa aveva superato il G.U.F.O col massimo dei voti e come premio ottenne dai genitori di passare le vacanze estive:
“Mi raccomando però  Cissy…niente smancerie. Le lasciamo per dopo il matrimonio quelle” si raccomandò Druella Black alla figlia.
“E dimmi…tua sorella ancora sopporta quel manicomio?” chiese Abraxas Malfoy mangiando uno dei tanti dolci preparati dagli elfi domestici.
“Per poco…vuole scappare dal nato babbano. Non so cosa sia peggio signor Malfoy”
“Da un lato quei disturbati, dall’altro una volgare relazione con uno schifoso nato babbano. Non ti invidio, Narcissa”
Il signor Malfoy continuò a leggere il giornale per informarsi su eventuali morti di babbani e nati babbani e poco dopo arrivò la signora Malfoy che sorrise a Narcissa. La ragazza sembrava voler chiedere qualcosa ai genitori di Lucius ma non sembrava avere il coraggio di parlare.
“Tu devi dire qualcosa” disse Lucius Malfoy che aveva appena finito di nutrire i pavoni. Abraxas Malfoy abbassò il giornale e squadrò attentamente la ragazza, guardandola  negli occhi.
“Sputa il rospo. Ti facciamo così tanta paura?” borbottò l’uomo.
“Io…bhe…scusate la mia arroganza…”
“Non ti preoccupare cara…sei di famiglia, puoi dirci tutto” disse Elladora Malfoy alla ragazza per farle coraggio.
“Quando mia sorella sarà rinnegata vorrei chiedervi un aiuto per permetterle di vivere dignitosamente. Nella nostra famiglia se si viene diseredati si fa la fame”
Abraxas Malfoy  sbatté  ripetutamente le palpebre  mentre Lucius e Elladora Malfoy guardarono meravigliati la ragazza.
“Ricapitoliamo…tu disprezzi il nato babbano con cui è fidanza tua sorella”
“Sì signore”
“E vuoi che ti aiutiamo”                                                                      
“Sì signore”
L’uomo guardò prima verso sua moglie e poi, dopo un cenno di approvazione verso il figlio.
“Lucius…conosci dei posti per nascondere il suo cadavere?”
“Sì papà…basta trasfigurarlo in qualcosa di minuscolo e seppellirlo”
“Si…signore – parlò Narcissa, scioccata per la tranquillità – io non voglio che quel nato babbano venga ucciso…insomma mi piacerebbe ma poi lei mi odierebbe per tutta la vita”
“Ah no…e che cosa???” chiese stupito Abraxas  guardando con sguardo meravigliato Narcissa.
“A…a…aiuto economico…piccolo. Il necessario per vivere”
“Diecimila galeoni bastano?”
Narcissa Black spalancò la bocca, guardando fissa negli occhi l’uomo che nel frattempo stava facendo un cruciverba sulla Gazzetta del Profeta.
“Allora?”
“Signor Malfoy…lei è molto generoso. Certo che bastano, anche troppi”
“In famiglia non abbiamo mai avuto problemi di debiti o di miseria…non siamo mica come i Black o i Weasley” disse Abraxas Malfoy ridendo insieme alla moglie e al figlio di gusto. La stessa Narcissa si fece contagiare dalla risata, abbandonando il contegno che l’aveva sempre contraddistinta.
Dopo la merenda Narcissa andò a passeggiare negli immensi giardini di Villa Malfoy  da sola dato che Lucius stava provvedendo a sistemare il guardaroba. La ragazza si abbandonò ai pensieri e cominciò ad immaginare la vita una volta diventata una Malfoy e non poté non sorridere al solo pensiero dello sfarzo a cui erano abituati . I suoi pensieri andarono anche a Bellatrix e a Sirius e pensò a come avrebbe potuto chiedere al signor Malfoy di ucciderli per vendicarsi di anni di prese in giro. La ragazza sospirò soddisfatta di come la sua vita era migliorata rispetto a qualche anno prima, quando Bellatrix arrivò a usare contro di lei la Maledizione Cruciatus per divertire Sirius. Narcissa sarebbe stata riaccompagnata a casa da Lucius che decise di rendere felice la fidanzata e di passare qualche ora con lei a Villa Black.
Ma non immaginava neanche lontanamente cosa la attendeva al rientro a casa, un qualcosa di vicino all’apocalisse: Andromeda, stanca di nascondersi vuotò il sacco, contravvenendo agli accordi con la sorella di aspettare il diploma. Troppo difficile per la ragazza passare le vacanze segregata a casa soprattutto in quel periodo che non aveva Narcissa farle compagnia.
Le conseguenze furono tremende per la ragazza visto che decise di farlo dopo l’ennesima lite coi genitori: quel giorno erano da loro in visita Bellatrix diventata Lestrange, Rodolphus e Rabastan Lestrange.
“TU! ABOMINIO CHE NON SEI ALTRO, DISONORE DEI NOSTRI GENITORI E DELLA NOSTRA FAMIGLIA!” urlò Bellatrix con tutta la rabbia che aveva in corpo contro la sorella  che tuttavia mantenne il sangue freddo necessario per non spaventarsi.
“GUARDA NOSTRA MADRE!!! E’ SVENUTA!!! MALEDETTA!!!”
“La vita è mia Bellatrix…sono io che devo scegl…”
“LA VITA NON E’ TUA NEL MOMENTO IN CUI DECIDI DI ACCOPPIARTI CON UNO SCHIFOSO SANGUE MARCIO!!!”
Andromeda fece per aprire la bocca per rispondere alla sorella ma fu colpita da un pugno sulle labbra da Rodolphus Lestrange e cadde a terra a causa della forza. L’uomo era il quadruplo più grosso della ragazza.
“Osi rispondere a mia moglie???” ruggì l’uomo guardando con disprezzo la cognata.
Andromeda provò a rialzarsi ma il piede di Rabastan Lestrange le schiacciò violentemente il cranio sul pavimento.
“Bella…che ne dici della Maledizione Cruciatus? Non vedo l’ora di provarla su qualcuno” disse il più piccolo dei Lestrange guardando sadicamente la ragazza che piangeva a causa del dolore.
“No…sei ancora minorenne, ti scoprirebbero subito i cani del Ministero. Puoi fare con le mani” rispose Bellatrix al cognato che non si fece attendere.  Afferrò con tutta la forza la chioma di capelli castani di Andromeda e sbatté il suo viso sul pavimento, rompendole il naso.
“Pad…padre…ma…dre” disse Andromeda balbettando impotente mentre Rabastan Lestrange continuava a schiacciarle con forza il cranio.
“Osi chiamarci così dopo quello che hai fatto? Osi chiamarci padre e madre dopo averci disonorati in questo modo???” arrivò Cygnus Black che aveva sentito i lamenti della figlia.
“Ai…aiut…aiutatemi”
L’uomo non si lasciò toccare per nulla dalle suppliche della figlia, la guardò col massimo disprezzo possibile e si spostò da davanti la figlia di mezzo, dando a Bellatrix carta bianca sul destino della ragazza.
“Ho un’idea…padre, mi presti il tuo pugnale di famiglia?”
“Cosa vuoi fare, ucciderla? No, non è degna neanche di essere uccisa da un Black questa traditrice” disse sprezzante l’uomo mentre Andromeda osservava la scena terrorizzata, senza poter nemmeno scappare a causa del piede di Rabastan Lestrange che le schiacciava il capo.
“No padre…diciamo vorrei fare in modo che si ricordi per sempre del suo oltraggio nei nostri confronti” rispose Bellatrix guardando sadicamente la sorella.
“E va bene…ma non voglio morti. Dovrà andarsene sulle sue gambe questa traditrice. Adesso torno da Druella per vedere se ha bisogno di qualcosa”
“Padre…padre…ti prego no…ti prego…fermala”
“Inutile i tuoi lamenti sorellina…reggetele gambe e braccia voi due”
Bellatrix si posizionò sulla schiena della sorella e premette col ginocchio, poi col coltello le strappò l’abito e cominciò ad incidere sulla sua schiena. Le urla della ragazza furono disumane e neanche le risate malefiche dei fratelli Lestrange e di Bellatrix riuscirono a coprirle.
“ANDROMEDA!”
Tra le grida nessuno sentì arrivare Narcissa insieme a Lucius Malfoy. La ragazza corse immediatamente verso la sorella mentre Malfoy osservò impietrito il pavimento sporco di sangue.
“CHE COSA FAI!? TOGLITI!!!” urlò Narcissa spingendo via Bellatrix da Andromeda che non aveva neanche la forza di reagire e piangeva soltanto.
“La signorina qui presente – cominciò Bellatrix a parlare indicando piena d’odio con un dito Andromeda – scriveva lettere di amore al sangue marcio e ha confessato a tutti noi che ci furono baci e anche altro. La sto punendo in rappresentanza di nostra madre che è svenuta. Adesso: togliti”
Bellatrix provò a spingere via Narcissa senza successo. La minore delle sorelle Black, nonostante il fisico decisamente gracile si interpose con decisione tra i Lestrange e Andromeda.
“Tu la ucciderai cosi…guarda che cosa le hai fatto!” ruggì Narcissa notando la schiena dilaniata di Andromeda.
“Era quello che volevo farle e neanche ho finito, spostati o farai la sua stessa fine”
“NO”
“L’hai voluto tu: Rodolphus e Rab…”
Bellatrix fu interrotta da Lucius Malfoy che puntò la bacchetta contro i Lestrange provando a farsi coraggio.
“TU! OSI PUNTARE LA BACCHETTA CONTRO DI ME NELLA MIA STESSA CASA???” urlò Bellatrix estraendo anche lei così come il marito e il cognato la propria bacchetta.
“Si…se l’incolumità…di Narcissa è minacciata…o…oso” balbettò Lucius con la fronte cosparsa di sudore a causa della paura.
“QUESTA NON VE LA PERDONO…AVADA…” urlò Bellatrix venendo tuttavia interrotta dalla voce imperiosa di Cygnus Black.
“BELLATRIX! HO DETTO NIENTE MORTI E TU MINACCI DI UCCIDERE NARCISSA E LUCIUS?”
 “Padre, si sono intromessi e mi hanno minaccia: nella mia stessa casa”
“Padre, è tua figlia…è mia sorella” disse Narcissa col volto rigato dalle lacrime, provando a difendere Andromeda che si rimise seduta, reggendosi il vestito.
“Lo era Narcissa. Da questo preciso istante ho due figlie mentre tu hai solo una sorella. E tu: fuori!” ruggì l’uomo rivolto contro Andromeda indicandole la porta d’uscita.
Andromeda Black si rialzò faticosamente e senza dire nulla a nessuno si avviò reggendosi il vestito strappato e uscì, lasciando dietro di sé gocce di sangue che scorrevano sulla sua schiena. Narcissa non poté fare a meno di leggere con orrore cosa Bellatrix le incise sulla carne: Traditrice, meretrice,  disonore dei nostri genitori, maledetta e tante altre parole irripetibili. Fu l’ultima volta che a Villa Black si parlò di Andromeda Black visto che come consuetudine tutti i membri che non si adeguavano ai dettami puristi della famiglia venivano rinnegati e stessa sorte toccò a Andromeda.
“Cissy, Lucius…siete arrivati!” disse Druella che sentì la voce della figlia minore.
“Druella…non dovresti stare in piedi, sei ancora provata”
“Cygnus, non ti preoccupare. Cissy…ho un regalo per te: una stanza ancora più grande”
Narcissa restò interdetta e capì velocemente che la stanza alla quale si riferiva la genitrice era quella di Andromeda, molto più grande della sua e arredata in modo impeccabile.
“Cosa c’è…non sei contenta?” chiese la donna accarezzando la guancia della figlia.
“No…madre…sono soltanto sorpresa da così tanta generosità…grazie. Posso andare a vederla meglio insieme a Lucius?” chiese la ragazza ai genitori facendo un cenno a Lucius Malfoy che sembrava paralizzato per la paura.
“Ce…certo. Vai pure, vedrai come ti piacerà”
Narcissa afferrò per il braccio Lucius e lo trascinò verso la sua nuova stanza, quella che una volta apparteneva ad Andromeda e chiuse la porta a chiave.
“Maledetta stupida egoista, lo sapevo che sarebbe finita così!” gridò Narcissa dando un calcio al letto.
“Narc…issa…quelli sono…matti” balbettò Lucius ancora spaventato dalla scena a cui aveva assistito. Il ragazzo si avvicinò alla fidanzata che guardava con gli occhi rigati dalle lacrime fuori dalla finestra.
“Posso fare qualcosa per te?”
“Lucius ti prego, vai e cercala. Aiutala” disse Narcissa al ragazzo guardandolo dritto negli occhi.
“Io…co…”
“Vai e cercala, non sarà andata lontano. Anzi, andiamo insieme” 
“Ma non è rischioso con quei matti per te? Potrebbero fare lo stesso a te”
“Fidati, so come mentirgli. Andiamo subito giù…vuoi aiutarmi?”
Lucius Malfoy guardò con indecisione Narcissa e tentennò un momento ma poi, dopo aver guardato il suo viso distrutto dalla disperazione acconsentì anche se a malincuore perché pur considerando i Black matti da legare disprezzava matrimoni con nati babbani.
“Andiamo, non perdiamo tempo allora”
Lucius Malfoy procedette a passo svelto fuori dalla stanza per scendere in soggiorno dove erano riuniti i Black e Narcissa dovette quasi correre per restare al passo del ragazzo.
I Black si erano calmati e Andromeda era come se non fosse mai esistita a Villa Black. I signori Black parlavano tranquillamente con Bellatrix e i fratelli Lestrange.
“E’ un peccato che Narcissa sia occupata, Rabastan. Ci sarebbe piaciuto avere come genero anche te però…”
“Oh non si preoccupi signora Black, posso essere anche amico di famiglia se lei vuole”
“Già lo sei, ragazzo, già lo sei” disse Cygnus Black.
“Madre e padre, se per voi va bene io e Lucius vorremmo fare una passeggiata”
“Ma siete appena arrivati, cari” disse la signora Black.
“Dove?” intervenne sospettosa Bellatrix.
“Queste domande le farai ai tuoi figli, Bellatrix” rispose seccamente Lucius Malfoy alla quasi cognata, approfittando del buon umore dei signori Black.
“Tranquilla Bella, dovresti rilassarti. Permesso accordato anche se ci sarebbe piaciuto essere in vostra compagnia. Ti è piaciuta la tua nuova stanza, Cissy?” chiese la signora Black a Narcissa.
“Oh…si madre. Bellissima, non ho parole per ringraziarti e mostrarti la mia gratitudine” rispose la ragazza cercando di sembrare il più possibile grata agli occhi dei familiari.
“Guardala Druella, si è anche commossa. Non sapevamo che tu fossi così emotiva” disse Cygnus Black notando gli occhi lucidi della figlia.
“Si…commossa. Si, mi sono commossa padre”
“Andate, andate e poche smancerie…ci fidiamo” disse Druella Black
Lucius Malfoy baciò la mano alla signora Black e fece un timido inchino al signor Black prima di uscire insieme a Narcissa.
“Lucius, grazie. Non dimenticherò mai cosa stai facendo per me”
“E non lo dovrai fare, sto venendo meno all’educazione che mi hanno impartito i miei genitori per te, solo perché non voglio vederti distrutta per colpa di quella…di quella, insomma di tua

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Capitolo 10
*** Cuore o ragione? ***




Villa Black era situata in una zona separata dal resto del mondo magico su decisione di Cygnus e Druella Black perché non ritenevano degno il resto della comunità magica di essere loro vicini. L’abitazione era circondata da un imponente bosco e fu lì che Narcissa e Lucius Malfoy si diressero.
“Seguiamo le tracce di sangue, sicuramente sono di Andromeda” disse Narcissa.
“Se la trov…”
“Nessun se, la troveremo. Dobbiamo trovarla”
“Scusa. Quando la troveremo  cosa ce ne faremo di lei? Io non posso ne voglio ospitarla a casa mia”
“Al Paiolo Magico e poi faremo una visita al sangue marcio, sai cosa intendo”
“Certo”
I due ragazzi seguirono le impronte di sangue lasciate da Andromeda e videro che la via intrapresa era dritta e immaginarono che la ragazza aveva barcollato. Camminarono per circa mezz’ora durante la quale Lucius si lamentò per la fatica, senza ottenere attenzione da Narcissa.
“Guarda! Eccola!” esclamò Narcissa, vedendo Andromeda distesa svenuta sotto un albero sul quale la ragazza notò con disgusto che era inciso: A e T per sempre insieme.
“Che schifo…cosa stai impalato? Prendila”
“Cosa!? Io? Ma è tua sorella e poi mi fa male la schiena” si lamentò Lucius portando un braccio all’indietro.
“Bhe…non posso mica prenderla e portarla in braccio io, è più grande e pesante di me. Dove hai lasciato i tuoi modi da nobiluomo?” rispose stizzita la ragazza.
Lucius si avvicinò dubbioso verso il corpo esanime di Andromeda e dopo aver gettato uno sguardo di supplica verso Narcissa, capendo la sua determinazione ubbidì e prese tra mille lamenti Andromeda.
“Cissy, mi fa male la schiena”
“E ti farà ancora più male dopo che l’avrai portata a piedi al Paiolo Magico”
“Che cosa???”
“Quello che hai sentito. Se non sbaglio non puoi ancora smaterializzarti quindi in marcia. Ha anche la febbre”
Lucius Malfoy guardò schifato Andromeda ma decise di non controbattere, sapendo quando potesse essere suscettibile Narcissa se non vedeva i suoi desideri soddisfatti. I due ragazzi si incamminarono con passo svelto verso il Paiolo Magico che era l’albergo più in voga tra i maghi anche se non vantava clienti del rango di Narcissa o Lucius. La camminata durò molto, circa 1 ora durante la quale il ragazzo non finiva di lamentarsi e a più riprese annunciava la sua imminente dipartita a causa dello sforzo a sue parole immane al quale era costretto dalla fidanzata.
“Manca poco, piantala. Quella scorticata dalla propria sorella e dai propri cognati è Andromeda non tu” disse stizzita Narcissa, stanca dalle continue lamentale del ragazzo.
“Bhe, dato che è svenuta qualcuno si deve lamentare per conto suo”
Narcissa sbuffò esausta per le lamentele di Lucius ma non fece nemmeno in tempo a rispondere dato che erano già arrivati. Lucius entrò disgustato nell’albergo.
“Signorino Malfoy e signorina Black, quale onore e lei…” disse Tom il proprietario del Paiolo Magico.
“Bando alle ciance. Offrici la stanza migliore, per lei” disse alla svelta Narcissa a Tom il proprietario, che senza perdere tempo offrì a Narcissa un mazzo di chiavi.
“Signorina, non è granchè ma è il meglio che io posso offrire”
“Dammele, veloce”
Disse Narcissa alla svelta, ordinando a Lucius di seguirla, lasciando indietro Tom che guardava incuriosito verso il gruppo con particolare curiosità verso Andromeda svenuta. I due entrarono alla svelta nella stanza e mentre Lucius posò Andromeda a pancia in giù sull’unico letto presente nella stanza, Narcissa chiuse a doppia mandata la porta. La stanza era meno peggio di quanto immaginavano. Aveva due armadi, un comodino e un letto matrimoniale, molto meglio delle altre stanze nelle quali i letti di solito erano mezzi rotti.
“Dovrò pagare un bel po’...ma se ciò ti fa stare bene pazienza”
“Sciocca che altro non sei, ma ti costava così tanto aspettare un altro anno? Se proprio non ti passava ti avrei aiutata a nasconderti” parlava Narcissa con le lacrime che le rigavano il volto, accarezzandola sui capelli castani.
“Ho un’idea…reggila” disse all’improvviso Lucius Malfoy dopo aver osservato la fidanzata parlare alla sorella.
“Che cosa vuoi fare???”
“Lacrime di fenice…io e i miei per ogni evenienza abbiamo una fiala ciascuno. Cura dalle ferite più mortali, figuriamoci da questi graffi”
“Graffi??? Ma non vedi che tagli profondi che sono???”
“Vuoi fare come ti ho detto io oppure continuerai a piangere ed aspettare che le ferite le guariscano da sole? Già non mi fa piacere farlo poi se neanche ti va bene…”
Narcissa senza protestare ulteriormente prese Andromeda per le braccia mentre Lucius la reggeva per le caviglie. Il ragazzo quindi cominciò a versare il contenuto della fiala sulle ferite della ragazza e Narcissa notò con enorme stupore che si stavano rimarginando per davvero: lì dove c’erano ferite così profonde che quasi si potevano vedere le costole adesso c’erano cicatrici. Andromeda cominciò a muovere debolmente le palpebre e Narcissa guardò scioccata verso Lucius che invece aveva un’espressione di puro disgusto dipinta sul volto.
“Cis…Cissy”
“Stupida, idiota, cretina e non so come altro chiamarti. TE L’HO DETTO O NO CHE QUELLI SONO MATTI DA LEGARE?” strillò Narcissa tanto sollevata nel vedere la sorella riprendere i sensi quanto feroce.
“Sc…scusa ma non…potevo più…farcela”
“STUPIDA!”
Andromeda provò a sedersi ma notò arrossita che aveva il vestito totalmente strappato.
“Aspetta tu” disse Lucius infastidito.
“Lu…”
“Reparo”
Il vestito di Andromeda era come se si fosse ricucito da solo senza fili.
“Ma ti rendi conto che ora sarai espulso???”
“Narcissa, mio padre ha fatto cadere Leanch. Figurati se mi lascerà espellere per un banale incantesimo di riparazione” rise Lucius Malfoy.
Andromeda dopo essersi finalmente seduta notò con enorme stupore che oltre Narcissa c’era proprio Lucius Malfoy che tanto disprezzava i nati babbani e che non era contrario alla visione purista della famiglia Black.
“Lui ti ha portata dal bosco fino a qui. Io non potevo mica portarti per tutta questa strada”
“Finalmente te ne sei ricordata Narcissa” disse stizzito Lucius.
“Grazie” disse dubbiosa Andromeda verso il ragazzo.
“Bene, lasciatevi alle smancerie. Io vado a convincere Tom a tacere e a fare finta che in questa casa non c’è e non ci sarà mai nessuno.”
Lucius Malfoy uscì alla svelta dalla stanza lasciando le due sorelle da sole che si guardarono negli occhi per qualche secondo, indecise su cosa dirsi.
“Io…non credevo di vederti…di vedervi qui”
“Ma certo che non te lo aspettavi…io sono quella cattiva no? Sirius è quello buono, ti aspettavi lui?” disse Narcissa alzandosi di nuovo innervosita.
“Narcissa, vieni qui per favore” disse Andromeda alla sorella che dopo qualche secondo di indecisione accontentò la sorella. In tutta risposta abbracciò Narcissa che non reagì, stupita dalla reazione.
“Non ci siamo mai abbandonate a smancerie noi due ? Non dimenticherò mai quello che hai fatto per me”
“Non mi servono abbracci e gratitudine. Mi importa solo che tu stia bene”
“Lo sai cosa mi serve per stare b…”
“Lucius andrà da Tonks e te lo porterà qui. Spero che lui adesso non fugga dalle sue responsabilità”
“Oh no…neanche lui tornerà a Hogwarts per…”
“Dove volete vivere?”
“Dai suoi genitori”
“Prendi” borbottò Narcissa buttando un sacchetto piuttosto pesante e quando Andromeda lo aprì rovesciò per sbaglio il contenuto sul letto, notando che erano galeoni d’oro, tanti galeoni d’oro.
“Ma quanti sono e dove li hai presi?”
“Li ho chiesti ai signori Malfoy. Con questi dovresti trovarti una casa decente”
“Mha…Cissy. Io con questi ci vivo per tutta la vita. Non…non so come ringraziarti”
“Fallo cercando di sparire dalla circolazione. Se Bellatrix ti incontra soprattutto con lui finirà ciò che aveva cominciato e potrei non esserci io”
“Ci rivedremo o è un addio?”
“Ci rivedremo. Ma per un periodo sarà meglio evitare ogni contatto. Quella nevrotica sospetta anche su di me”
Andromeda restò interdetta dalle parole della sorella minore. Anche se spesso litigavano provava per lei un sentimento di protezione e la considerava fin da quando nacque come una fragile ma preziosa bambola di porcellana. Aveva paura di lasciarla sola.
“Mi…mi mancherai”
“Non è un addio” rispose Narcissa.
“Tratta bene Sirius, lui non è cattivo”
Narcissa appena sentì nominare il nome del cugino si morse le labbra fino a sanguinare ma preferì evitare discussioni soprattutto in quel momento di saluti e non rispose.
Quando arrivò Lucius le due sorelle si diedero un ultimo abbraccio e si salutarono. Andromeda provò ad addormentarsi col cuore afflitto per tutto quello che aveva vissuto mentre Narcissa e il fidanzato decisero di recarsi nella Londra babbana da Ted Tonks.
“Ne hai ancora per molto a farmi girare per tutto il giorno tra babbani e sangue marcio Narcissa?” chiese nervoso Lucius.
“No…pazienta un altro poco e basta”
I due ragazzi uscirono dal Paiolo Magico e grazie alla bussola magica di Lucius furono condotti direttamente a Casa Tonks che appariva identica a tante altre case babbane inglesi con un prato molto curato.
“Babbani fissati con i prati…che schifo” borbottò Lucius con disprezzo, calpestando alcune aiuole.
“Come si entra?” chiese curiosa Narcissa, non sapendo che bastasse suonare al campanello così come si faceva nel mondo magico.
“Aspetta…TONKS! TONKS!”
Qualcuno arrivò mentre Lucius urlava con tutto il fiato che aveva nei polmoni e aprì la porta. Era una donna sulla quarantina che indossava un grembiule da cucina.
“Ma che modi sono !? Esiste il campanello, proprio strani gli amici di Ted”
Lucius e Narcissa entrarono nell’abitazione senza aspettare il permesso di colei che era la signora Tonks, madre di Ted. Il signor Tonks invece si trovava in soggiorno che guardava il televisore, apparecchio che Lucius e Narcissa non videro mai in vita loro.
“Dove si trova???” chiese impaziente Narcissa alla donna visibilmente alterata dal comportamento degli ospiti.
“Potreste almeno presentarvi…salite sopra e un poco di educazione non guasta. Ve lo dico per il vostro futuro” disse stizzita la signora Tonks a Lucius e Narcissa che non dissero neanche una parola alla donna e salirono alla svelta verso la stanza di Ted e entrarono senza neanche bussare. Il ragazzo non sentì arrivare nessuno perché era impegnato a studiare. Narcissa sbattè la porta con tutta la forza e spaventò il ragazzo che fece uno scatto. Notando l’espressione tutt’altro che amichevole di Lucius e Narcissa cominciò a preoccuparsi.
“Siete…siete…venuti per…farmi del…male?”
“Farti del male? Oh…non ora” disse tranquillamente Lucius guardando dritto negli occhi Ted che non sembrava per nulla tranquillo.
“Andromeda…cosa…come sta? Le è successo qualcosa???”
“Le è successo quello che sarebbe dovuto succedere a te, maledetto” sbottò con disprezzo Narcissa contro il ragazzo che stava cominciando a piangere.
“L’avete…lei mi ha detto che siete tutti matti…l’avete…uccisa???”
Narcissa spalancò gli occhi per la rabbia mentre Lucius Malfoy diede un pugno sul naso di Ted rompendolo.
“Osi dare della matta a Narcissa???” sibilò il ragazzo furioso ed era determinato a proseguire con calci ma fu fermato dalla fidanza.
“Mantieni la calma Lucius…non siamo venuti per quello”
“Per…cosa allora???” disse debolmente Ted tenendo il naso con entrambe le mani.
“Per metterti al corrente delle conseguenze del tuo comportamento  e di assicurarci che ti assumerai le tue responsabilità”
Narcissa raccontò dettagliatamente a Ted cosa successe a Casa Black riguardo alle torture subite da Andromeda e su dove si trovasse.
“Voglio…voglio vede…”
“Andromeda per ora è al sicuro ma adesso dovrai assumerti la responsabilità delle tue azioni. Quello che ha subito è anche colpa tua. Sei pronto a comportarti da uomo?” disse seriamente Narcisa avvicinando direttamente al viso di Ted, guardandolo negli occhi.
“Io? Qualsiasi cosa. Non tornerò a Hogwarts per prendermi cura di lei, qualsiasi cosa per renderla felice”
“Sarebbe più felice se fossi sparito prima ma il danno ormai è fatto. Adesso dovrai fare l’uomo”
Ted giurò sulla sua vita che si sarebbe occupato di Andromeda e ascoltò senza interrompere il piano di Narcissa per non venire scoperti da Bellatrix. Promise di andare a vivere insieme ai suoi genitori e Andromeda fuori da Londra  per evitare vendette da parte di Bellatrix e che sarebbero rimasti il più possibile nell’anonimato per attirare attenzioni da parte della famiglia Black e Lestrange.
“Quindi…dovremo vivere come dei criminali?”
“Esatto, non sei stupido come sembri”
“Lo farai?” intervenne anche Lucius estraendo la bacchetta  puntandola contro il petto di Ted.
“Si, tutto quello che mi avete detto”
I due ragazzi uscirono alla svelta dalla stanza di Ted, che si lasciò cadere sul letto, confuso tra la felicità e l’eccitazione di poter vivere il suo amore per Andromeda e di essere un vero uomo nonostante i 16 anni  serenamente e la paura e la rabbia per dover temere la reazione di Bellatrix e della famiglia Black ma si disse da solo che un vero uomo non ha paura di proteggere la propria donna da nessuno, neanche da una sorella piuttosto ‘vivace’.
Ma la resa dei conti interna alla famiglia Black non sarebbe finita lì dato che anche a Grimmauld Place stava per scoppiare la fine del mondo. Sirius non immaginava lontanamente ciò che era accaduto e proprio verso cena sarebbero andati  a Grimmauld Place Druella e Cygnus Black, Bellatrix e Narcissa per la prima volta senza Andromeda.
 

 

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Capitolo 11
*** Tempo di cambiamenti ***




“VOGLIO ANDROMEDA!!! CHE COSA LE AVETE FATTO!?!?!?!?”
Da un’ora Sirius urlava quelle parole a Grimmauld Place mentre stava cenando in una delle tante riunioni di famiglia con gli zii.
“Madre … penso che sarebbe giusto che sappia” intervenne Narcissa guardando con un’espressione maligna il cugino disperato. A Grimmauld Place per la prima volta erano presenti anche Rodolphus Lestrange e Lucius Malfoy e mentre il primo era piuttosto esausto dalle lamentele del ragazzo, il secondo era quasi divertito e osservava ogni sua minima azione.
“E va bene – sbottò Bellatrix perdendo la pazienza – ho scoperto che quella sgualdrina oltre a baciarsi si accoppiava già col nato babbano. Soddisfatto? Adesso continua a mangiare”
“Ma come? Cosa?”
“Ha avuto quello che si meritava e se vorrai seguire le sue orme sono più che d’accordo” intervenne Narcissa con un sorriso così grande che le mostrava tutti i denti, bianchissimi.
“Narcissa, non scherzare nemmeno su questa storia” intervenne stizzita Walburga Black, guardando severamente il figlio maggiore che non sembrava avere intenzione di rimettersi a tavola.
“Sirius, mi stai stancando. Cosa ti è successo in quest’ultimo periodo? Non eri così qualche anno fa” lo rimproverò Bellatrix, alterata tanto quanto gli zii e i genitori.
“Perché non sapevo che razza di persone siete. Andromeda è tua sorella, Bellatrix!”
“Non più. Fine dei discorsi. Mangia e porta rispetto per quello che ha preparato Kreacher”
“Io vado a cercare Andromeda se avete perso il senno tutti quanti”
“Tu non vai da ness …” provò a ordinare Walburga Black al primogenito ma ormai era troppo tardi perché il ragazzino era scappato di corsa nella sua stanza per vestirsi e cercare Andromeda alla quale era molto affezionato.
“Madre, Padre, Bellatrix e zii, se posso dire la mia consiglio una severa punizione. Vi ha mancato di rispetto” intervenne Narcissa facendo finta di essere scandalizzata per il comportamento del cugino.
“Sante parole Narcissa. Se quello sta degenerando tu sei migliorata in modo esponenziale. Andiamo madre, padre, zii e Rodolphus. Venite anche voi Cissy e Lucius?”
“Oh no Bella…soffrirei molto nel vedere Sirius punito. Andate voi”
Le due famiglie salirono alla svelta al piano superiore mentre Lucius, Narcissa e Regulus rimasero al piano inferiore.
“Io … non voglio che Sirius … venga punito” disse il ragazzino alla cugina sull’orlo del pianto.
“Oh smettila Regulus, ti dispiace? Ti sei scordato di quello che ci faceva con la collaborazione di Bellatrix? Ti manca ancora molto alla demenza senile”
“E’ … mio … fratello …”  
“Tranquillo Regulus. I parenti vanno e vengono, anche Andromeda era mia sor …”
Narcissa nel dire quelle parole si sentì un nodo alla gola che le impedì di concludere la frase. Anche se sapeva di dover reggere il gioco per evitare di essere diseredata non riusciva a parlare con disprezzo di Andromeda e odiava mentire a Regulus il quale insieme alla sorella di mezzo e allo zio Alphard era l’unico che considerava come famiglia.
“Quello che voleva dire Narcissa, Regulus – intervenne tempestivamente Lucius notando la fidanzata in difficoltà – è solo che anche Andromeda era sua sorella ma dal momento in cui ha tradito l’educazione della tua famiglia ha cessato di esserlo. Capisco che non avete una famiglia eccellente ma gli insegnamenti che vi hanno impartito sono giusti. Quando nasce dall’albero un frutto marcio è giusto buttarlo, così come successo a Andromeda”  
“Bhe … sì … volevo dire … questo. Mangiamo” tagliò corto Narcissa, chiudendo con le mani le orecchie per evitare d far sentire al cugino le urla di Sirius causate dal dolore delle percosse e dalla maledizione Cruciatus di Bellatrix e Rodolphus.
Circa dieci minuti più tardi scese il resto della famiglia, visibilmente soddisfatti dalla punizione inferta a Sirius e si accomodarono ai rispettivi posti.
“Regulus caro, successo qualcosa?” chiese premurosamente Walburga Black. Il tono diverso con cui la donna si rivolse al secondogenito non passò inosservato a Narcissa che ricordava bene il disprezzo col quale veniva trattata quando Andromeda era ancora la sposa prescelta per Rabastan Lestrange.
“Lucius. Il tono della mamma premurosa, dai che ci togliamo di mezzo Sirius” disse sottovoce Narcissa al fidanzato
“Ho notato. E non sembra dispiacerti questa volta il suo possibile disconoscimento. Spero che non mi farai camminare per chilometri di nuovo per salvarlo”
“No … al massimo li aiuto”
“Narcissa, Lucius per caso non vi piace la cena? Vi sto vedendo chiacchierare senza mangiare” disse Orion Black, notando i ragazzi parlare a bassa voce tra di loro.
“Oh … signor Black no è buonissima la cena. Siamo rimasti turbati dal comportamento di Sirius. Parlare con questi toni alla sua famiglia a causa di una sangue marcio, che vergogna” disse Lucius cercando di sembrare il più credibile possibile nella sua menzogna.
“Già … non so cosa gli sia preso. Spero che questa lezione gli sia servita. Mi dispiace aver dubito della tua purezza Lucius, sei un ragazzo perbene”
“Si figuri signor Black, piccoli malintesi”
“Madre, padre e zii. Se non vi dispiace vado a controllare come sta Sirius”
“Tranquilla Cissy, non è morto” disse Druella Black.
“Lo so madre, ma solo per sincerarmi se abbia capito la lezione. Non avendo partecipato al suo castigo posso spingerlo a ragionare”
“Narcissa stai facendo passi da giganti. Penso di essermi sbgliata sul tuo conto tutti questi anni” disse Bellatrix tanto stupita quando soddisfatta dal nuovo atteggiamento che Narcissa mostrava in famiglia.
La ragazza salì al piano superiore dove si trovavano le stanze di Sirius e Regulus con così tanto buon umore come mai in vita sua visto che anche il cugino più grande sembrava che stesse uscendo dalle grazie dei genitori. La ragazza aprì delicatamente la porta e notò che Sirius era sdraiato a pancia in giù sul letto come se fosse paralizzato.
“Sirius, dormi?” disse Narcissa con un tono di finta preoccupazione sperando in cuor suo che il cugino fosse morto.
Sirius rivolse alla cugina uno sguardo pieno di rabbia e Narcissa notò con felicità che il ragazzino aveva il viso tumefatto dalle percosse oltre agli occhi arrossati per le lacrime.
“Come puoi? Come puoi tradire Andromeda così? Lei era l’unica che fino a poco tempo fa ti voleva bene in questa famiglia”
“Riconosco che ciò che dici sia la verità però io ricordo anche che per un periodo ti divertivi con Bellatrix mentre mi sottoponeva alla maledizione Cruciatus. Nella nostra famiglia le cose cambiano alla svelta, Sirius”
Il ragazzo non avendo la forza di muoversi a causa del dolore rivolse alla cugina uno sguardo colmo di rabbia. Narcissa in tutta risposta si avvicinò al suo orecchio, decisa a prendersi la sua personale rivincita sul cugino.
“E’ brutto sentirsi soli e non amati, Sirius? Infondo tu sai che ti meriti quello che ti sta succedendo. Scappa quando avrai possibilità, questo mondo non ti appartiene”
Quando Narcissa se ne fu andata Sirius restò sdraiato immobile sul letto a causa del dolore, a riflettere sulle ultime parole che gli disse la cugina. Fino a quel momento desiderava rendere i genitori fieri di lui, essere un Serpeverde, sposarsi con una purosangue rispettabile e dare ai suoi genitori dei nipoti di cui essere orgogliosi. Iniziò a domandarsi se una famiglia così esaltata e fanatica come la famiglia Black se veramente fosse il mondo a cui voleva appartenere. Provò ad addormentarsi nonostante il corpo dolorante e pensò ad Andromeda, immaginandola felice con Ted Tonks. Quella sarebbe stata l’ultima notte che il ragazzino avrebbe passato a casa perché il giorno successivo avrebbe cominciato anche lui a frequentare la scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts.  
 
Il giorno successivo le famiglie Black si ritrovarono al binario 9 e ¾ per accompagnare Sirius al suo primo viaggio a Hogwarts. Il ragazzo non aveva detto una parola durante tutto il viaggio, memore di quanto accaduto il giorno prima. Quelli che erano in vena di parlare erano Lucius e Narcissa. Il primo stava per iniziare il suo ultimo anno a Hogwarts e parlava dei suoi piani per il futuro alla fidanzata per quando anche essa avrebbe terminato Hogwarts: matrimonio, figli e tanta prosperità.
“E’ così che ragiona un bravo ragazzo, bravo Lucius” disse orgoglioso Cygnus Black.
“Grazie signor Black, le sue parole mi lusingano. E’ ciò che pianifico da quando ho conosciuto sua figlia”
Stessa atmosfera di gioiosa cordialità non era presente nell’altro ramo dei Black. Walburga Black era la più alterata con Sirius mentre Orion Black si limitava ad accondiscendere la moglie.
“Dovresti prendere esempio da Bellatrix e da Narcissa. Mentre ieri ti punivamo mi si lacerava il cuore. Non fare altri passi falsi Sirius, la disgrazia che ha colpito mia sorella è cominciata ad Hogwarts. Sei avvertito”
Sirius salì sul treno senza salutare i genitori, guardando disgustato i sorrisi che piovevano tra i Black, Lucius e Narcissa. Il ragazzo, con il morale a pezzi, si diresse alla ricerca del primo scompartimento possibilmente vuoto. Ma non poté non restare incuriosito da rumori provenienti dallo scompartimento infondo alla cabina in cui era salito. Aveva la sensazione che fossero rumori quasi animaleschi e andò a sbirciare. Notò tre ragazzi, il primo con occhiali e capelli spettinati che si divertiva a buttare in aria il contenuto della valigia di un altro ragazzino grassoccio che cercava di riprendere le sue cose. Il terzo invece era seduto a leggere tranquillamente un libro.
“James! Ti prego, la mamma ha impiegato ore a piegare bene tutti i vestiti, ti prego!”
“Eh no Peter, mi dispiace per la tua mamma ma non ha fatto i conti con James Potter. Devo divertirmi in qualche modo non conoscendo nessun incantesimo da provare sui Serpeverde” 
Il ragazzo chiamato James notò che Sirius guardava i tre e uscì di corsa dal suo scompartimento.
“Entra! A quest’ora gli scompartimenti saranno già occupati però non ti garantisco immunità dai miei scherzi. Sto studiando nuovi scherzi per i Serpeverde”
Sirius con diffidenza entrò nello scompartimento e notò il ragazzo grassoccio chiamato Peter raccogliere disperato le sue cose mentre seduto c’era il terzo ragazzo che smise per un attimo di leggere.
“Allora – disse James tirando bruscamente per un braccio Sirius, che non sembrava per nulla il ragazzino vivace che insieme a Bellatrix formava una coppia del caos – quello che legge è Lupin, Remus Lupin detto anche Lunastorta mentre quello per terra è Peter Minus per gli amici Codaliscia e io sono James Potter oppure Ramoso. E tu?”
Sirius capì immediatamente che James fosse il capo del trio. Il ragazzo chiamato Remus Lupin gli fece un gesto di cordiale benvenuto mentre Peter Minus non fece caso al fatto che nello scompartimento fosse entrato un altro ragazzo.
“Io mi chiamo Sirius, Sirius Black”
L’espressione bonaria di James sparì dal suo volto appena sentì il suo nome e lo guardò con diffidenza, cosa che non passò inosservata a Sirius.
“Black … non ho sentito belle cose su di voi”
“Avrai sentito senza dubbio la verità”
“Quindi anche tu ti interessi a magia oscura e ti relazioni solo con purosangue?” chiese James stizzito a Sirius che era in evidente difficoltà davanti alle domande dell’altro.
“No, non siamo tutti così. Io non lo sono e neanche mia cugina Andromeda è così”
“Una Black non fissata col sangue puro. Me la presenterai, viene ancora a Hogwarts?”
“E’ … stata rinnegata … ieri” disse Sirius cercando di trattenere le lacrime di tristezza e di rabbia.
“Cosa!? Rinnegata? Ma allora è vera questa follia che rinnegate quei pochi che nascono decenti?”
“Sì … e forse io riceverò lo stesso destino. Fino a ieri non conoscevo chi fossero veramente quelli della mia famiglia. Quella strega di mia cugina Narcissa ancora frequenta Hogwarts. Tanto bella quanto malvagia e pazza”
Remus Lupin, notando Sirius in evidente difficoltà estrasse una barretta di cioccolata offrendola al ragazzo.
“Prendi, ti farà bene”
Sirius accettò scettico ma rimase in piedi, mangiando silenziosamente la cioccolata.
“Sembri un tipo a posto, benvenuto nel nostro gruppo. E’ evidente che non sei come tutti i Black e se un giorno rinnegheranno anche te ti aiuto io” disse James dopo qualche secondo di riflessione.
“Gr … azi … e”
“Ti battezzo Felpato e adesso andiamo a far arrabbiare qualcuno, Sirius”
“Cosa?”
“Andiamo. A Remus e Peter non piace divertirsi mentre io mi annoio, andiamo”
James tirò Sirius per un braccio, quest’ultimo si lasciò contagiare dall’entusiasmo del nuovo amico e insieme si misero a correre avanti e dietro per tutto il treno, fino a quando James non si fermò di scatto guardando dentro uno scompartimento nel quale era seduta una ragazzina dai capelli rossi molto carina insieme al suo amico che sembrava l’esatto opposto di lei. Era trasandato con addosso vestiti troppo corti per lui e aveva dei capelli unti troppo lunghi. 
“Secondo te dove finirò, Severus?”
“Serpeverde, Casa degli astuti”
Proprio in quel momento James e Sirius entrarono nello scompartimento e si posizionarono di fronte a Severus e la ragazzina.
“Bene bene, chi è che vuole finire tra i Serpeverde?”
“Se lo vuoi sapere James, tutta la mia famiglia faceva parte dei Serpeverde” rispose al ragazzo Sirius, guardando torvo Severus.
“Che delusione Sirius, e io che credevo che tu fossi normale”
“Bhe … posso sempre spezzare la tradizione”
“Sarà meglio così altrimenti non ti parlerò mai più”
“Fate pure se preferite i muscoli al cervello” rispose acidamente il ragazzo chiamato Severus e neanche Lily sembrava felice della presenza dei due ragazzi. 
“Ah sì? E tu dove vorresti finire visto che non hai nessuna di queste due qualità, Mocciosus?” domandò James posizionandosi minaccioso di fronte a Severus.
“Sarà meglio che ce ne andiamo via … evidentemente non possiamo stare in pace” disse scocciata la ragazza.
“Oooohhhhhh”  
Sirius e James fecero il verso della voce altezzosa della ragazza e il secondo provò a fare lo sgambetto a Severus che lo evitò, uscendo alla svelta dallo scompartimento.
“Accidenti! Ma sono tutti così fastidiosi nel mondo magico?”
“No Lily, ma quei due per esempio sì e sarà meglio evitarli. Troppo stupidi per noi due”
Severus e Lily vagarono per il treno alla ricerca di uno scompartimento libero fino a quando il ragazzino non si fermò e bussò a uno dentro il quale c’erano soltanto due ragazzi più grandi.
“Scusate, possiamo? Due palloni gonfiati ci infastidivano al nostro scompartimento”
I due ragazzi erano Lucius Malfoy e Narcissa Black e quest’ultima guardò sprezzante verso Severus, notando con disgusto i suoi vestiti vecchi e troppo piccoli. Provò a dire di no ma prima che potesse parlare Lucius invitò Lily e Severus nello scompartimento.
“Noto che hai la sciarpa dei Serpeverde. Chi frequenta quella Casa è automaticamente un mio amico. Lucius Malfoy, prefetto dei Serpeverde mentre lei è Narcissa Black” disse Lucius mostrando orgoglioso la spilla da prefetto appuntata sul petto.
“Io sono Severus Piton e lei è Lily Evans”
“Entrate, siediti pure Lily Evans” disse Lucius Malfoy notando la timidezza della ragazza.
“Evans…non è un cognome tipico del mondo magico” disse Narcissa guardando sospettosamente Lily che si era seduta vicino a lei.
“I miei genitori … non sono maghi”
Narcissa fece una smorfia di disgusto ed era pronta a cacciare la ragazzina dallo scompartimento ma fu di nuovo interrotta da Lucius Malfoy.
“E dove sta il problema? Capita, godiamoci il viaggio. Non bisogna giudicare qualcuno dall’apparenza, Cissy” disse il ragazzo facendo l’occhiolino alla fidanzata che si girò infuriata verso la finestra.
“Ci hanno infastiditi due palloni gonfiati … uno di loro si chiamava Sirius”
“Ma tu guarda quanto è piccolo il mondo, il cuginetto di Narcissa” disse Lucius buttando una caramella tutti gusti + 1 contro Narcissa visibilmente alterata per la presenza dei due ragazzini.
“Non chiamarlo in questo modo, per me è un estraneo. E tu che pensi di quello lì?” borbottò la ragazza rivolta verso Piton.
“Non lo sopporto. Arrogante e presuntuoso”
L’espressione sul volto si rasserenò e cominciò anche lei a socializzare col bizzarro ragazzo. Solo Lily Evans non sembrava a suo agio dato che Lucius Malfoy e Narcissa Black non facevano nulla per coinvolgerla nella conversazione mentre Severus era troppo emozionato dal fatto di aver amicizia col prefetto di quella che secondo lui sarebbe stata la sua casa.  
Il viaggio durò qualche altra ora fino a quando l’Espresso di Hogwarts non si fermò e Lucius e Narcissa non cominciarono a prendere le loro cose.
“La prendo io Cissy” disse Lucius alla ragazza che provava faticosamente a far scendere la propria valigia.
“Che ti è saltato in mente di far entrare anche la nata babbana?” sussurrò la ragazza al fidanzato.
“Diciamo che il ragazzino anche se sembra uno straccione ha ottime potenzialità. Devo pur conoscere tutti i Serpev…”
“Si ma non i sanguemarcio, hai scordato cosa successe con Andromeda???”
“C’è tempo anche per lavorare su questo, gli farò capire quali sono le amicizie più utili – sussurrò Lucius Malfoy alla fidanzata per evitare di farsi sentire – andiamo Severus, io devo assolvere ai miei doveri di Prefetto”
Piton ubbidì mentre Lily, spaesata si limitò a seguirlo pur non provando particolare simpatia per Lucius Malfoy e Narcissa. Nel giro di un paio d’ore ci sarebbe stato lo Smistamento e l’unica cosa a cui si sforzò di pensare Lily era di non fare tardi a quella importante cerimonia, per evitare di fare brutta figura con gli insegnanti.

 

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Capitolo 12
*** Le prime delusioni ***




Tutti gli studenti del primo anno di Hogwarts per tradizione attraversavano il Lago Nero in tante piccole barche. Lily guardava stupefatta i tantissimi giovani maghi come lei che stavano per iniziare il loro percorso di studi a Hogwarts. La ragazzina spalancò la bocca quando intravide in lontananza al di là del Lago Nero un enorme castello illuminato da tante luci: era Hogwarts.
“Ehi! Attenta tu!”
L’enorme vocione spaventò Lily che camminando stupefatta sbatté contro un qualcosa che sembrava un’enorme montagna. La ragazzina si rialzò faticosamente e notò che ciò contro cui aveva sbattuto non era una montagna, ma una persona o per meglio dire un gigante.
“Sc…scusi”
“Oh…non preoccuparti. Rubeus Hagrid, guardiacaccia e custode delle chiavi di Hogwarts” disse allegramente Hagrid alzando bruscamente Lily per un braccio.
“Li…Lily Evans. E’ la prima volta che sono a contatto…con la magia”
“Oh tranquilla vedrai che ti integrerai alla grande. Sembri in gamba”
Lily ringraziando il gigante che continuava a indicare agli alunni del primo anno la direzione delle barche da prendere per attraversare il Lago Nero e decise di seguire gli altri alunni del primo anno.
“Lily, dove eri finita?”
Severus aveva appena salutato Narcissa Black e Lucius Malfoy che prima di salutare il ragazzino scoccarono uno sguardo colmo di disgusto a Lily
“Ero…mi ero persa. Quell’uomo gigante mi ha aiutata a trovare la direzione per le barche?”
“Non ci devi parlare con lui, è un gigante non lo vedi?”
“Ma è stato così gentile!” protestò la ragazzina mentre cercava di sedersi dentro la piccola barca senza ribaltarla.
“Non importa, resta sempre un gigante. Meglio relazionarsi con maghi piuttosto che con quelle creature”
Lily preferì non rispondere all’amico, stupita nel notare che le barche attraversassero il Lago Nero da sole, senza bisogno di remi. 
“Sev … non sembro piacere ai tuoi nuovi amici, ogni volta mi guardano male”
“Smettila Lily, devono soltanto conoscerti meglio. Lucius e Narcissa sono a posto. So riconoscere le persone giuste e quelle che non lo sono e quel gigante non lo è” disse con tono saccente Severus, come se fosse stesse frequentando Hogwarts da molti anni. La ragazzina preferì non rispondere al suo amico per godersi il viaggio in barca, il suo stupore aumentò appena Hogwarts cominciò ad avvicinarsi e Lily notò tutta la maestosità del castello quando le barche arrivarono a destinazione.
“Evans e Mocciosus, pronti a diventare Serpeverde?” disse la voce sfacciata di James Potter che era salito nella stessa piccola barca insieme a Peter Minus, Remus Lupin e Sirius Black. Quest’ultimo si avvicinò minacciosamente a Severus che non si mostrò per nulla intimorito dall’inferiorità numerica.
“Ramoso che scherzo hai in mente per Mocciosus?”
“Te lo faccio io lo scherzo se non sparisci insieme ai tuoi amici” disse arrabbiata Lily spingendo di qualche centimetro Sirius. 
“Mocciosus, Evans ha più muscoli di te non è buffo? Andiamo Sirius che con le punizioni possiamo cominciare domani, non voglio perdere il banchetto” disse sprezzante James guardando schifato verso Piton. 
“Che prepotenti. Non li sopporto quelli lì” disse Lily con altrettanto disprezzo mentre Severus avanzò seguito dalla sua amica verso il castello.
I due amici furono tra gli ultimi ad arrivare all’ingresso di Hogwarts e videro tanti studenti del primo anno trepidanti per l’ansia dello Smistamento imminente. Davanti a loro c’era una donna piuttosto anziana che faceva trasparire autorità e potere.
“Buonasera. Il mio nome è Minerva McGranitt, vicepreside e insegnante di Trasfigurazioni. Vi accompagnerò nella Sala Grande dove sarete smistati in una delle quattro Case: Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso, la quale sarà la vostra Casa per tutta la vostra permanenza a Hogwarts. Seguitemi”  
Tutti i ragazzi si misero in fila indiana e seguirono in silenzio la professoressa McGranitt. Perfino il gruppo di James Potter sembrava più silenzioso del solito. I ragazzini seguirono l’insegnante fino alla Sala Grande e sfilarono di fronte agli studenti più grandi. Al centro della maestosa quanto bellissima Sala c’era uno sgabello con un vecchio Cappello pieno di polvere.
“Questo è il Cappello Parlante e il suo compito è di smistare tutti gli studenti del primo anno dai tempi dei fondatori – l’insegnate srotolò un rotolo di pergamena e dopo essersi messa gli occhial scrutò con attenzione i ragazzini del primo anno – Allock Gilderoy”  
Un ragazzo con capelli biondi e un ciuffo che non smetteva di toccarsi si incamminò con aria trionfale verso il Cappello Parlante, regalando sorrisi a tutti i presenti. Gli altri studenti però nel guardarlo cercavano di soffocare le risate mentre la McGranitt lo guardò severa. Gilderoy Allock dopo aver salutato solennemente tutta la Sala Grande finalmente si sedette sullo sgabello.
“Mmh…hai una discreta intelligenza e anche molta ambizione, Salazar avrebbe apprezzato molto queste qualità ma dimostri anche voglia di impegnarti coi libri. Ho deciso: CORVONERO” 
Gilderoy Allock prima di ritornare al tavolo della sua nuova Casa fece un profondo inchino a tutti i presenti, come se fosse l’unico mago presente nella Sala Grande.  Il ragazzino capì di dover sbrigarsi quando la McGranitt tossì seccata, impaziente di leggere il prossimo nome.
“Avery”
Avery finì tra i Serpeverde ricevendo l’accoglienza dagli applausi e tutti tacquero quando venne il turno di Sirius. Anche Narcissa guardò incuriosita verso lo sgabello.
“Pensa se finisce tra i Serpeverde” disse Lucius a Narcissa
“No, non ce lo voglio nella mia Casa i miei ultimi anni” rispose al fidanzato la ragazza.
Sirius fu spinto in avanti da James e rischiò quasi di cadere. Dopo essere riuscito a rimettersi in piedi si sedette sullo sgabello e la McGranitt con fatica a causa dei tanti ricci presenti gli infilò il Cappello Parlante. 
“Black, un altro Black. Seguendo la tradizione dovrei spedirti a Serpeverde senza pensarci un attimo ma hai un qualcosa che non mi convince. Sei astuto ma ti manca l’ambizione che potrebbe portare i tuoi parenti in futuro verso posti di rilievo…”   
‘Per me è un complimento vecchio straccio’ pensò Sirius cercando di rimanere il più tranquillo possibile ma fu spaventato da un rimprovero del cappello e pensò che l’indumento potesse leggergli nella mente.
“Vecchio straccio? Portami rispetto moccioso, esisto da molto tempo prima della tua famiglia. Comunque ho deciso: GRIFONDORO”
Dal tavolo dei Grifondoro esplose un boato e neanche James riuscì a trattenere la felicità. Remus fece un cenno di intesa all’amico mentre Peter correva intorno ai due amici.
“Bones Amelia”
Una ragazzina molto sicura di sé si avvicinò allo sgabello e si sedette in modo composto, guardando al centro della Sala Grande.
“Tassorosso”
“Carrow Alecto”
Il Cappello Parlante non dovette nemmeno essere posato sulla testa di quella sgradevole ragazza per assegnarla ai Serpeverde e stesso discorso per colui che doveva essere suo fratello gemello, Amycus Carrow.
“Evans Lily”
Finalmente giunse il turno di Lily. La ragazza sentì il cuore battere così forte che sembrava stesse per scoppiare e le pernacchie fatte alle sue spalle da James non fecero nient’altro che peggiorare la situazione.
“Vedrai, sarai una Serpeverde” disse Severus per incoraggiare l’amica.
“Zitto Mocciosus, Evans è troppo bella per voi. C’è Carrow e la tua amica biondina cugina di Sirius per te”
Lily preferì non reagire alla discussione dei due e si avvicinò quasi di corsa allo sgabello. Quando la McGranitt posò il Cappello Parlante sul capo di Lily la ragazzina divenne così così rigida da restare pietrificata.
“Oh…hai grandi potenzialità piccola. Coraggio, altruismo, bontà e generosità per non parlare dell’intelligenza sconfinata. Escludo categoricamente Serpeverde, una come te sarebbe malvista in quella Casa. Escludo Corvonero perché in te non prevale soltanto l’intelligenza. Sarei leggermente indeciso tra Tassorosso e Grifondoro ma non mi dilungo oltre: GRIFONDORO”  
Lily scese dallo sgabello con estrema leggerezza, come se si fosse tolta un grosso peso dalle spalle. Tutti i Grifondoro applaudivano rumorosamente e anche James lo stava facendo pur dovendo essere ancora smistato.  Severus guardò invece sconfortato l’amica dirigersi verso il tavolo dei Grifondoro. Avrebbe voluto fare a pezzi con le sue stesse mani il Cappello Parlante.
“Karkaroff Igor” un bambino piuttosto gracile ma con un espressione tutt’altro che amichevole si avvicinò allo sgabello e si sedette dando l’apparenza di essere piuttosto sicuro di sé.
“Mmh…Karkaroff. Anni fa smistai tra i Serpeverde tuo nonno ed è finito piuttosto male per aver sostenuto Grindelwald. Secondo me non sarai meglio di lui: SERPEVERDE”
“Lupin Remus John”
L’amico più silenzioso del gruppo di James si diresse con discrezione verso il Cappello Parlante, cercando di coprirsi il volto con una mano. Quando fu costretto a scoprirsi il volto i bambini rimanenti da smistare fecero un’espressione di disgusto notando orribili cicatrici sul suo volto. Dopo essere stato smistato tra i Grifondoro Remus si diresse sconfortato verso il tavolo della sua Casa stringendo la mano al prefetto e a tutti gli altri.
“Gliela facciamo pagare a quelli lì, Lunastorta” disse Sirius arrabbiato all’amico.
“Tranquillo Sirius, non è nulla”
 “McDonald Mary”
La bambina con capelli a forma di caschetto si diresse velocemente verso lo sgabello, venendo smistata tra i Grifondoro.
“McKinnon Marlene”
Una ragazzina che sembrava piuttosto sbadata si diresse inciampando nel suo mantello troppo lungo per le sue minute dimensioni verso lo sgabello e fu smistata tra i Grifondoro.
Lo smistamento di Peter Minus durò più del dovuto, circa dieci minuti perché il Cappello Parlante fu piuttosto indeciso se smistarlo a Grifondoro oppure Serpeverde ma alla fine optò tra i primi, dicendogli però:
“Bada bene a chi scegli come amici”
Frank Paciock, un ragazzo abbastanza alto nonostante avesse 11 anni fu smistato tra i Grifondoro.
“Piton Severus Tobias”  
Il ragazzino sconfortato si girò verso i Serpeverde e notò Lucius fargli il pollice in su per incoraggiarlo. Si sedette sullo sgabello con il morale sotto i piedi per lo smistamento di Lily tra i Grifondoro.
“Bene bene…hai un cervello niente male, conosci così tanti incantesimi da fare invidia a studenti del quinto anno e inoltre sei un esperto di occlumanzia e legilimanzia. Nella nobile casa di Salazar troverai la tua strada: SERPEVERDE”
Piton salutò sconfortato Lily e mentre si dirigeva al tavolo dei Serpeverde e notò che Lucius Malfoy lo chiamava muovendo la mano.
“Congratulazioni, se mi darai retta farai grandi cose Severus. Ti ho tenuto il posto proprio vicino a me”
“Grazie” rispose sconfortato Severus, guardando il resto dello Smistamento in modo distratto, tranne quello di James che finì a Grifondoro tra il boato dei componenti della sua Casa.
La cerimonia terminò con gli smistamenti di Thorfinn Rowle e Travers tra i Serpeverde e quando il preside della scuola, Albus Silente permise di mangiare sulle tavole comparve tanto di quel cibo da poter sfamare tutto il mondo e Lily aspettandosi cameriere portare le portate rimase sbalordita quando comparve il cibo.  
“Allora Evans, che dici se facciamo conoscenza? Loro sono Sirius, Remus e Peter mentre io sono James Potter” disse James dopo essersi seduto vicino a Lily, come se non avesse aspettato altro.
“No grazie, preferisco mangiare piuttosto che parlare con voi”  
“Conosci quel mago che sembra un vecchio strambo?” chiese James alla ragazza indicandole il preside della scuola Albus.
“No, ma sicuramente è il preside”
“Preside??? Ma da quale mondo vieni? Lui è Albus Percival Wulfric Bryan Silente, il più grande mago esistente. Ma da dove vieni?”
“Dal mondo babbano Ramoso, lì non sanno che cosa sia la magia”
“Hai qualcosa contro il fatto che io sia babbana di nascita? Dimmelo pure” disse Lily stizzita a Sirius che fece finta di spaventarsi.
“Noi? Ma sei matta? Piuttosto il tuo amichetto odia secondo me quelli come te, guarda come sta parlando con Lucius Malfoy, marcio dalla testa ai piedi” indicò James Severus che parlava tantissimo con Lucius Malfoy e periodicamente scoccava sguardi verso Lily. Quest’ultima preferì non rispondere, cercando di interrompere in qualsiasi modo la sgradita conversazione con James e Sirius.
“Comunque hanno fatto ottimi acquisti i Serpeverde. Chissà quanti diventeranno mangiamorte” pensò ad alta voce Sirius azzannando una coscia di pollo.
“Mangiamorte? Chi sarebbero?” chiese improvvisamente Lily, colpita da quella strana parola.
“Evans si è destata dal sonno – disse James ironico, guardando sorridente Lily – comunque a questo punto non conosci nemmeno Voldemort…”
“James – parlò per la prima volta Peter Minus, spaventato e con il volto diventato immediatamente sudaticcio – la mamma ha detto di non nominare il suo nome”
“Oh smettila Peter, se ci dovrà ammazzare lo farà anche se non pronunciamo il suo nome. Dicevo Evans, Voldemort l’anno scorso è uscito allo scoperto e ha annunciato la nascita del suo regno nel quale quelli come te non avrebbero trovato spazio”  
“Quelli come me? Cosa ho di strano?” chiese Lily guardando torva James, credendo che lui e Sirius la stessero prendendo in giro.
“Voldemort odia quelli che non hanno genitori maghi, i nati babbani o come lui li chiama i sanguemarcio. E ovviamente i suoi servi migliori li sceglie tra i Serpeverde. La mia ‘cara’ cugina Bellatrix è la sua serva fin dai primi giorni di regno, scommetto che appena finita Hogwarts anche Lucius Malfoy e la sua signora si uniranno a lui. E guarda con chi ha fatto amicizia il tuo amichetto Mocciosus? Con Malfoy, Narcissa, Evan Rosier e Rabastan Lestrange” disse Sirius guardando disgustato verso i Serpeverde.
“Severus è un bravo ragazzo. Non sono le amicizie che influenzano il giudizio che ho su di lui” disse acidamente Lily.
“Contenta tu Evans, io lo dico per te. Quando anche Mocciosus si unirà a loro penso che soffrirai. Bhe, io ci sarò per consolarti se vorrai” le rispose James facendole un occhiolino.
“Preferisco affogare nelle mie stesse lacrime piuttosto che farmi consolare da te, Potter”
Due ore dopo l’inizio del banchetto il preside della scuola fece sgomberare i tavoli dal cibo e tutti gli studenti cominciarono a dirigersi verso i rispettivi dormitori. Lily cercò di avvicinarsi al tavolo dei Serpeverde per dare la buonanotte a Severus  ma quest’ultimo si stava già allontanando dalla Sala Grande insieme a Lucius Malfoy.  
“Dove mi porti?”
“Nella Sala Comune dei Serpeverde, vedrai che sfarzo” disse Lucius al ragazzino andando a passo svelto verso i sotterranei. Qualche minuto dopo i due furono raggiunti da Narcissa che sembrava di buon umore.
“Narcissa, sembri allegra” disse Lucius notando il volto sorridente della fidanzata.
“Ci puoi contare, non vedo l’ora di scrivere alla mia carissima famiglia per comunicargli lo smistamento di Sirius. Come minimo lo privano dei regali di natale”
“Non lo sopporti proprio?” chiese Severus a Narcissa. 
“Non lo sopporto? No, io lo odio proprio e tutta la mia famiglia”
Quando Severus entrò nella Sala Comune dei Serpeverde come preannunciato da Lucius restò stupefatto da tanto sfarzo: erano presenti due tavoli rotondi enormi con intorno poltrone nere, il pavimento era tappezzato con tappeti di calore verde e argento. Al centro della Sala c’era un enorme camino realizzato in stile medievale abbellito da statuine, teschi e da una gigantesca effige di un serpente.
“Corro a scrivere a quelli. Buonanotte” disse Narcissa eccitata dall’imminente lettera che avrebbe spedito agli zii e ai genitori.
“Bene Severus. Che impressioni hai avuto di Hogwarts e di noi Serpeverde?” chiese Lucius Malfoy buttandosi su una poltrona posizionata di fronte al camino.
“E’ tutto bellissimo, mi piace. Vorrei che ci fosse anche Lily qui”
Il viso di Lucius Malfoy si contorse leggermente come se avesse provato a soffocare alcune frasi poco gradevoli.
“Ehm…Severus, lo sai che non è come noi? Cioè…è una nata babbana”
“Lo so ma lei è diversa. E’ sprecata a stare in quella topaia di Casa”
“Sei ancora troppo giovane Severus ma grazie ai miei insegnamenti e quelli di Narcissa imparerai a conoscere la differenza tra nati babbani e non. Buonanotte”
Piton rispose con un cenno della mano al saluto del Prefetto dei Serpeverde ma non andò a dormire. Preferì passare tutta la notte pensando al perché Lily non potesse diventare uguale a Malfoy e a Narcissa Black e non pensò neanche un momento al fatto che l’indomani sarebbero iniziate le lezioni di prima mattina.   

 

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Capitolo 13
*** Prime discussioni ***





Era passato un mese dallo smistamento e Lily Evans continuava a stupirsi della scuola: scale che sparivano, insegnante fantasma, spiriti dispettosi, per non parlare del fantasma che infestava i bagni femminili della scuola. Si chiamava Mirtilla Warren, ma tutte la chiamavano Mirtilla Malcontenta a causa della sua perenne rabbia e tristezza e il mistero che aleggiava sulla morte durava ormai da quasi trent’anni. Il suo corpo fu trovato privo di vita proprio nel bagno femminile della scuola quando aveva soltanto 13 anni.
“Amo questa scuola, Sev! Ogni giorno una sorpresa!” esclamava Lily eccitava nei giardini della scuola a Severus che stava chino sul suo libro di pozioni.
“Sev, ma mi stai ascoltando? – chiese Lily stizzita, notando la distrazione dell’amico – Sectum…sempra. Che cos’è?”
Severus chiuse di scatto il libro, come se stesse pianificando qualcosa di misterioso, ma Lily non prestò attenzione al gesto dell’amico.
“Nulla, mi piace inventare incantesimi. Ne ho già intentato uno”
“Davvero??? Me lo insegni?” chiese meravigliata Lily.
“Il Sectumsempra te lo insegnerò quando lo perfezionerò. Se vuoi ti mostro il Levicorpus”
“Sì … mostramelo. Come fai a inventare incantesimi?”
“Bhe, ci vuole impegno. Io li invento da quando ho 9 anni grazie alla mia mamma. So anche usare le maledizioni senza perdono che sono utilissime”
“Senza perdono? Perché?”
“Perché qualora ti scoprissero di usarle, finiresti ad Azkaban per sempre. Sono tre: Avada Kedavra per uccidere, la maledizione Cruciatus per torturare e la maledizione Imperius per controllare”
“Sev, non mi piace la passione con cui parli di queste cose e non voglio che tu finisca ad Azkaban” disse Lily, preoccupata dall’interesse con cui il suo migliore amico parlava di cose così brutte.
“Bhe…vuoi provare il Levicorpus? – chiese Severus per cambiare discorso, evidentemente a disagio – resta immobile”
“Sev … non mi farà male? Ho un po’ di paura” disse leggermente spaventata Lily.
“Sul serio pensi che ti farei male? Non ti preoccupare, Lily” rispose il ragazzino sorridendo alla migliore amica, che restò immobile come richiestole.
“Levicorpus” disse Severus puntando la bacchetta contro Lily
La ragazzina si sentì sollevarsi per i piedi da una corda invisibile e in qualche millisecondo rimase sollevata in aria a testa giù.  
“Sev…Sev…tirami giù” diceva Lily ridendo divertita. Il ragazzo mosse la bacchetta su e giù, muovendo quindi anche l’amica che si divertiva sollevata a circa tre metri.
“Finite incantatem”  
Lily lentamente tornò a terra ed era molto divertita dall’esperimento del suo migliore.
“Prova su di me anche quel sec … sectum … sempre se non sbaglio”
“No – disse Severus cambiando immediatamente espressione  diventando serio – su di te non lo proverei mai. Quello lo riservo ai sanguemarcio”
“A quelli come me?” chiese Lily imbronciata, guardando severamente il suo amico.
“Ma no – rispose Piton colto di sorpresa dalla domanda dell’amica – non quelli come te. I sanguemarcio sono altri, non quelli come te”
“Vado a studiare ho tanti compiti, ci vediamo Sev” disse Lily poco convinta all’amico dirigendosi verso la Sala Comune dei Grifondoro. Anche Piton voleva andare a studiare ma fu raggiunto da Avery, Mulciber, Rabastan Lestrange, Travers e Rowle che erano il gruppo più temuto della scuola. 
“Piton, aspetta, non andare, volevamo proporti una cosa” disse Avery mettendosi davanti a Severus.
“Cosa?” chiese incuriosito Piton, non sapendo cosa potessero volere loro da lui.
“Se non sbaglio odi i sanguemarcio, ce lo ha detto Lucius. Che ne dici di andare a giocare con qualcuno di loro?” disse Rabastan Lestrange.
Severus fu colto di sorpresa dalla proposta dei due, ma poi si ricordò di aver raccontato a Lucius Malfoy di odiare i nati babbani e quindi acconsentì, decidendo di seguire entusiasta i ragazzi. Il gruppo camminò per un po’ alla ricerca di qualcuno di ‘interessante’ e trovarono la loro vittima prescelta allo stadio di quidditch. C’era un ragazzo che era seduto sul campo da gioco e stava leggendo un libro. Severus notò che era Remus Lupin, uno dei componenti del gruppo di amici di James Potter e notò disgustato le cicatrici che sfiguravano il viso del ragazzino.
“Bene bene – esordì Mulciber – Lupin. Dove hai lasciato i tuoi amichetti”
“Veramente volevo stare un po’ per conto mio se non vi dispiace. Ciao Severus” disse tranquillamente Remus guardando amichevolmente Piton. Travers e Rowle sollevarono Remus per le braccia e lo posizionarono davanti a Severus. 
“Coraggio Piton, facci vedere cosa sai fare. Spero che le tue buone capacità non siano l’ennesima favola inventata da Malfoy” borbottò Rabastan Lestrange al ragazzo che si convinse ad estrarre la bacchetta magica.
“Io non cerco guai Severus, voglio solo tranquillità” provò a dire Lupin per evitare lo scontro. A Severus dopo aver guardato Remus non sfuggì l’aspetto malaticcio sul volto, come se la notte precedente avesse subìto i peggiori tormenti che un essere umano potesse sopportare.
“Levicorpus”
Remus come Lily fu sollevato in aria per i piedi e mentre Severus manteneva la bacchetta puntata sul ragazzo il gruppo composto da Rabastan Lestrange, Mulciber, Avery, Travers e Rowle rideva sguaiatamente. 
Mentre Severus agitava la bacchetta puntata su Remus in tutte le direzioni muovendo anche lui con essa, Avery e Mulciber cominciarono a raccogliere della terra dal campo di Quidditch e dopo averla ammucchiata in piccole palle cominciarono a lanciarla contro Remus che si agitava e chiedeva di essere riportato giù.
“Patetico” disse Lestrange dopo che Severus fece cadere Remus al suolo. Avery e Mulciber prima di andarsene spinsero dentro la bocca di Lupin della terra.    
Quando il gruppo di Serpeverde si allontanò Remus si alzò faticosamente da terra e dopo aver sputato la terra che aveva in bocca, prese il libro che leggeva e si incamminò verso il castello di Hogwarts sperando che almeno lì sarebbe potuto stare da solo. Il ragazzo si incamminava debolmente per la scalinata ma sentì improvvisamente una voce femminile. 
“Stai bene?”
Remus si voltò e notò Lily Evans. La vide per la prima volta quando arrivarono sulle barche a Hogwarts e non gli diede una buona impressione, a dire il vero dopo quanto successo gli piaceva ancora meno perché era amica di Severus Piton.
“Sto bene grazie” rispose freddamente Lupin provando faticosamente a salire verso la Sala Comune.
“Sei pallido rispetto a ieri, ti è successo qualcosa? E guarda poi come sei ridotto … hai nuotato nel fango”
“Che c’è? Il tuo amico ti ha raccontato cosa mi ha fatto insieme al suo gruppo e sei venuta per girare il coltello nella piaga?”
“A chi ti stai riferendo, a Severus?” chiese Lily non capendo cosa stesse succedendo e perché Remus fosse così scontroso con lei.
“Sì al tuo Severus, sei sveglia. Adesso lasciami in pace”
“No che non ti lascio in pace. Intanto ti aiuto a salire e poi andrò a parlare con lui. Non stai bene, nel mio mondo si direbbe che hai l’influenza” disse Lily poggiando il braccio di Remus sulle sue spalle. La ragazzina non si fece impensierire dal peso superiore di Lupin e lo accompagnò fino alla Sala Comune dei Grifondoro.
“Casa dolce casa. Mi farà bene dormire un poco” disse Lupin dopo che Lily disse alla Signora Grassa la parola d’ordine.
“Vai a dormire tanto le lezioni sono finite. Se vuoi ti porto qualcosa da mangiare dalla Sala Grande”
“Grazie mille Lily Evans ma me la caverò, hai fatto fin troppo” disse Remus sorridendo a Lily, capendo di essersi sbagliato sulla ragazza.
Lily decise di non affrontare il discorso con Severus fino al giorno seguente. Nella Sala Grande ignorò l’amico che a dire il vero non badava proprio a lei, proprio come ogni volta che si trovava con Narcissa Black e Lucius Malfoy.
“Chissà come sta Remus. E’ strano che non si sia presentato a cena, adora la carne e poi inizio ad essere proprio curioso su dove sparisca ogni volta che ci sia la luna piena” disse James azzannando un enorme boccone di carne.
“Bhe Ramoso magari il nostro amico avrà paura dei lupi mannari. Dovremo fargli uno scherzo qualche volta” disse Sirius dando una gomitata sulle costole di James.
“Ma che razza di amici siete??? Scherzare sulle sue paure???” esclamò indignata Lily.
“Fatti gli affari tuoi Evans che sappiamo cavarcela da soli senza i tuoi preziosi consigli” rispose alla ragazzina Sirius.
Sirius e James insieme a Peter evitarono però di importunare Remus che si addormentò molto presto. Ciò non fece altro che insospettire i tre ragazzi.
“Deve essergli successo qualcosa e voi mi aiuterete a scoprirlo” disse James deciso verso Sirius e Peter.
Remus non disse nulla agli amici che tuttavia non avrebbero tardato a scoprire la verità. Ciò accadde nei giardini della scuola quando Sirius, James e Peter videro il gruppo dei Serpeverde che spaventava tutta la scuola riunito insieme a Severus Piton, Lucius Malfoy e Narcissa Black.
“…e poi lo ha messo a testa in giù. Ci sa fare il ragazzo” diceva Rabastan Lestrange ridendo rumorosamente.
“Avresti dovuto sentire quel Lupin – diceva Mulciber divertito mentre Lucius Malfoy ascoltava orgoglioso – ‘lasciatemi andare, voglio soltanto un poco di pace’” disse il ragazzo imitando Remus.
James sentì il sangue arrivargli al cervello così come Sirius che decisero di affrontare il gruppo nonostante la palese inferiorità numerica e nemmeno Peter riuscì a fermare gli amici avvertendoli della pericolosità di quel gruppo.
“Bene bene, chi è che si è divertito con Remus?”  disse James furente con aria di sfida con vicino a lui Sirius altrettanto irato. Davanti ai due si avvicinò Severus sicuro.
“Io. Volevo provare alcuni miei incantesimi su qualcuno. Problemi Potter?”
“Hai firmato la tua condanna Mocciosus. Nessuno tocca i miei amici per poi restare impunito”
“Sirius vedo che ti sei fatto altri amici” disse Narcissa guardando con sguardo maligno Sirius che ricambiò.
“Sì e guai a chi li tocca” disse il ragazzo estraendo la bacchetta tra le risate dei Serpeverde.
“Black ma lo sai almeno fare qualche incantesimo dopo un mese di scuola? Potrei polverizzarti con un paio di incantesimi verbali” disse Lucius Malfoy spingendo via Sirius. 
“James, Sirius andiamo via. Non è opportuno sfidarli vi prego” borbottò Peter tirando i due amici che guardavano colmi d’odio Severus e gli altri.  
Mentre James e Sirius se ne andavano fumanti di rabbia incontrarono Lily che si dirigeva verso il gruppo dei Serpeverde e fu proprio James ad aggredirla.
“Vai dal tuo amichetto Evans! Sei proprio come lui!!!”
“Si può sapere che hai Potter? Io il tuo amico l’ho aiutato a tornare nel dormitorio e tu te la prendi con me?”   
Lily andò faccia a faccia contro James mentre dietro di lei si posizionò Sirius.
“Coraggio Ramoso facciamole ciò che Piton ha fatto a Remus così impara cosa accade a chi ci tocca”
“Non mi fai paura Black. Prendetevela pure con una ragazza se siete codardi fino a questo punto” 
James dopo qualche istante di riflessione decise di allontanarsi da Lily e convinse Sirius a tornare al dormitorio per parlare con Remus. La ragazzina già inferocita per lo scontro con James e Sirius arrivò rabbiosa dai Serpeverde e non le importava minimamente che Piton fosse immerso a parlare con loro.
“Severus vieni con me devo parlarti”
“Chi ti credi di essere per interromperci, sanguemarcio” disse Avery avvicinandosi minaccioso a Lily che non si mostrò per nulla intimorita.
“Tra qualche secondo vi raggiungo. Andiamo da un’altra parte Lily”
Rabastan Lestrange guardò stupito Severus allontanarsi insieme alla ragazzina e chiese meravigliato a Lucius.
“Non mi hai detto che si relaziona coi sanguemarcio Lucius”
“Bhe  ognuno ha le sue debolezze. Ma non durerà, capirà le amicizie più convenienti”
Piton e Lily si allontanarono il più possibile, nelle vicinanze della Foresta Proibita per poter parlare in pace e il ragazzino notò che l’amica stesse piangendo.
“Perché piangi?”
“Perché!? Me lo chiedi pure? Hai sentito come mi ha chiamata Avery?”
“Dai smettila non voleva dire questo” provò a mentire il ragazzino senza riuscire ad essere troppo convincente.
“Perché hai fatto quello scherzo a Lupin? Anzi più che scherzo era una vera e propria tortura. Già non sembra molto in salute”  
Severus distolse lo sguardo dell’amica capendo che lei sapesse cosa era successo e provò a mentire di nuovo senza troppi risultati.
“Lui … ci provocava … abbiamo … soltanto reagito”
“Provocava? Lui era da solo mentre voi quanti eravate? 3? 4? Severus non sono nata ieri e non sono la stupida sanguemarcio che si beve di tutto che pensi  io sia”
“Io non penso che tu sia una sanguemarcio” protestò il ragazzino offeso.
“Ma i tuoi amici sì e seguendo i canoni dei tuoi amici, sono una sanguemarcio Severus” rispose Lily voltandosi per andare via.
“Aspetta … Lily …”
“Mi parlerai quando avrai chiarito le tue priorità Severus. Voglio stare da sola”
Lily tornò al castello senza voltarsi mentre Severus restò immobile nello stesso posto, riflettendo sulle sue azioni. Decise di non tornare dai Serpeverde ma al castello. Evitò tuttavia di costringere Lily a parlare con lui visto che si sarebbero rivisti volenti o nolenti all’ora di Pozioni del professor Lumacorno, capo dei Serpeverde che amava tenere le lezioni unendo le classi di Grifondoro e della sua Casa.
Nella Sala Comune dei Grifondoro James e Sirius pianificavano vendetta contro Severus e decisero di agire immediatamente dopo la lezione di Lumacorno, quando il ragazzino sarebbe rimasto da solo.   

 

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Capitolo 14
*** A natale sono tutti più buoni...o quasi ***





Erano passati due mesi mesi dall’aggressione di Severus a Remus e da quel momento la situazione sembrava essersi calmata. Il ragazzino per evitare discussioni con l’amica evitò di farsi coinvolgere in altri attacchi a nati babbani dal gruppo di Rabastan Lestrange. James Potter e Sirius invece non diedero seguito per il momento alle loro minacce di vendetta,  ma solo perché stavano cercando di imparare l’incantesimo usato da Severus contro Remus, nonostante l’insistenza di quest’ultimo di evitare vendette.
Era il momento delle feste di Natale e al castello rimasero pochissimi studenti, tra i quali Severus e Lily, quest’ultima per fare compagnia all’amico che poco gradiva tornare a casa.
“Buon natale, Sev” disse Lily, avvicinandosi al tavolo dei Serpeverde e approfittando del fatto che fosse completamente deserto. 
“Lily … ma è per me?” chiese stupito Severus, notando Lily che gli porgeva il suo regalo.
“No, consegnalo ad Avery quando torna” rispose Lily ridendo. 
Severus, non appena ebbe scartato il suo regalo,  vide che era un libro nuovo di pozioni. Il suo era di quarta o quinta mano ed era quasi illeggibile per quanto fosse vecchio. Severus, dopo aver guardato il regalo dell’amica, le rivolse uno sguardo triste.
“Che c’è, Sev, non ti piace?”
“Mi piace molto, sai bene quanto mi piaccia Pozioni però – disse il ragazzo con un nodo in gola – io non ho nulla da regalarti. Non posso permettermi quasi nulla”
Lily rise allegra guardando Severus, per poi mettergli una mano sulla spalla.
“Tranquillo, Sev, i regali si fanno non per ricevere qualcosa in cambio, ma perché vengono dal cuore. Quando avrai la possibilità, me li farai in futuro”
“In futuro? Pensi che saremo amici per sempre – chiese Severus con un ritrovato entusiasmo – cioè anche dopo finita Hogwarts?”
“Ma certo, Sev,  cosa pensavi? Lo saremo per sempre, anche se non mi piace il tipo di amicizie che hai, ma sei abbastanza intelligente e buono da capire che non sono come te”  
Lily porse il mignolo all’amico, che non capì cosa significasse e la guardò dubbioso.
“Che significa?”
“Come cosa significa? Dammi il tuo mignolo e saremo amici per sempre. Nel mio mondo si fa spesso tra amici”
Il ragazzo avvicinò entusiasta il suo mignolo a quello dell’amica e poi Lily si avvicinò a lui per guardare il libro. Non le sfuggì tuttavia che al tavolo dei Grifondoro ci fosse Remus da solo, di nuovo pallido e malaticcio, come spesso gli accadeva.
“Aspetta, Sev, invito anche lui vicino a noi” 
“Che cosa??? –sbottò Piton, guardando Lily come se avesse detto la più grande sciocchezza del mondo – io quello lì non lo voglio”
“Ma che ti ha fatto di male? Lui non dà fastidio a nessuno anzi, ti prego di non ritornare su quanto successo qualche settimana fa”
“Vai tu da lui, a me fa schifo soltanto guardarlo”
Lily si alzò di scatto, rivolgendo all’amico uno sguardo di rimprovero e poi si avvicinò a Remus che guardava sul tavolo, senza dare attenzione a quei pochi compagni di Casa che erano seduti nelle sue vicinanze.
“Ciao”
Remus salutò Lily con un sorriso, ma poi chinò di nuovo il capo poco desideroso di parlare.
“Sembri malaticcio di nuovo, tutto bene?”
“Non devi fare la simpatica con me solo perché ti faccio pena” rispose debolmente il ragazzo senza guardare Lily.
“Senti – sbottò la ragazza, infastidita dalle insinuazioni di Remus – io non faccio la simpatica con te solo perché mi fai pena,  ma perché non sono abituata a restare indifferente quando qualcuno è solo nel giorno di Natale. Così mi hanno insegnato i miei genitori” 
“Hai dei bravissimi genitori, Lily Evans”
Lily, per rompere il muro di diffidenza che Remus aveva eretto con lei, estrasse dalla tasca una barretta di cioccolato e ne offrì metà a Remus. 
“Tieni, mangia. Fa bene, la mamma dice che ha poteri rigeneranti”  
Remus Lupin guardò sorpreso Lily e dopo qualche secondo di incertezza, accettò l’offerta della ragazza, rivolgendole un altro sorriso. Il ragazzino,  dopo aver mangiato un poco di cioccolato, sentì nel corpo una sensazione di piacevole calore ed ebbe la percezione di stare immediatamente meglio.  
“Allora? Stai meglio?”
“Sì, sto già meglio, grazie – disse Remus cominciando a sentirsi di più a suo agio in compagnia di Lily – il tuo amico però non è molto di buon umore. Mi lancia certe occhiatacce. Vai da lui, non voglio farvi litigare”
A Remus non sfuggì lo sguardo colmo di disgusto con cui lo stava guardando Severus, ma Lily non sembrò curarsene troppo.
“Gli ho proposto di venire da te insieme a me,  ma ha rifiutato. Problemi suoi, non posso mica costringerlo. I tuoi amici dove sono invece? Belle persone che sono a lasciarti da solo quando non stai bene”
“Oh – disse Remus colto dalla sorpresa per la domanda di Lily – hanno una loro famiglia e immagino volessero passare le feste con loro. Non volevo essere un peso e costringerli a stare lontani dai loro cari”
“Quando un amico sta male si sta insieme a lui, non si festeggia tranquillamente come se niente fosse”
“Ma loro me lo hanno proposto,  però ho insistito io. Soprattutto Sirius mi disse che avrebbe preferito mille volte passare le vacanze con me che con la sua famiglia, ma immagino fossero soltanto scuse”
“Ah – esclamò Lily sorpresa – non sono marci come sembrano allora”
“Sono molto più nobili di quanto possano sembrare. Ciò che sembriamo fuori spesso non è ciò che siamo dentro, Lily Evans”
I due ragazzi evitarono ulteriormente il capitolo amicizie e vita privata, parlando di altri argomenti come Hogwarts, materie preferite e non e Remus spiegò a Lily le regole e la storia del Quidditch, lo sport preferito dei maghi. Il ragazzino disse di tifare per i Wimbourne Wasps e che il suo giocatore preferito era la giovane promessa Ludo Bagman, che a soli 19 anni mostrava un talento fuori dal comune come battitore e Lily badò poco alle occhiatacce di Severus preferendo passare qualche ora con Remus.
Se Remus e Lily sembravano fare amicizia e Lily gli allietava le feste natalizie, stessa cosa non si poteva dire di Sirius. A Grimmauld Place si erano riunite le due famiglie Black, cioè i genitori di Sirius, Regulus e di Bellatrix e Narcissa con l’aggiunta di Lucius e Rodolphus Lestrange. Proprio durante l’ora del pranzo Orion e Walburga cominciarono a chiedere a Sirius come si trovasse a Hogwarts. 
“Tutto bene, padre, mi trovo bene”
“Insomma bene, mi sono ripresa da poco dal tuo deludente smistamento - rispose severa Walburga Black, guardando acidamente Sirius – Regulus, mi aspetto da te uno smistamento migliore”  
“Zia – disse Narcissa sorridendo alla parente, dopo aver guardato in modo maligno Sirius – penso di doverti far sapere che Sirius gira con amici strani tra i quali un certo James Potter insieme al quale gira dietro alla nata babbana Lily Evans”
A Walburga Black si dilatarono le pupille per la rabbia, Orion Black quasi si soffocò col boccone di carne che stava mangiando, Bellatrix spalancò senza parlare la bocca, mentre Druella e Cygnus Black guardavano i propri piatti facendo finta di non ascoltare ciò che stesse accadendo.  
“Bel colpo, Cissy” sussurrò Lucius alla fidanzata senza farsi sentire dagli altri.
“Si … Sirius … è … insomma è vero ciò che sta dicendo Narcissa? Dimmi che sta mentendo” disse Walburga con tono supplichevole al figlio, che tuttavia non smentì nulla, anzi confermò la sua amicizia con James e di trovare Lily molto carina anche se presuntuosa.
“E’ UNA VERGOGNA!!!” urlò Orion Black, colpendo il tavolo con un pugno.
“Sirius, vergognati, ma non hai coscienza? - chiese Bellatrix, scattando in piedi affranta e guardando disperata il cugino – ma non ci pensi a tua madre?”
“Perché dovrei pensarci? Sono io che devo fare amicizie, mica lei!!!” sbottò Sirius. Narcissa a stento cercava di non ridere soddisfatta della discussione scatenata in famiglia.
“Oh, non resisto – disse Walburga Black accasciandosi sulla sedia in preda a un malore – sta succedendo come con Cygnus, non ci posso credere!”
Orion Black aiutò la moglie e poi rivolse uno sguardo furente verso il figlio maggiore: “Con te facciamo i conti dopo”  
“Non vedo l’ora” rispose Sirius al padre, non preoccupandosi delle conseguenze delle sue azioni.
“Sirius, non dovresti far infuriare così nostra madre” disse Regulus al fratello con un tono di rimprovero al quale il ragazzo rispose con stizza.
“Sei contenta di quello che hai ottenuto?” chiese Sirius furioso a Narcissa, quando rimasero solo lui, la cugina, Lucius e Regulus che a dire il vero neanche si sforzava di nascondere la contentezza.
“Non ti nascondo che sono soddisfatta a vederti cadere lentamente in disgrazia, caro Sirius, e ti giuro sui miei futuri figli che farò in modo di rovinare la tua esistenza insieme a quella di Bellatrix”
“Potrei benissimo dirglielo e Regulus è testimone – disse Sirius rivolgendo uno sguardo colmo di odio verso Narcissa – glielo posso dire subito che tu in realtà vuoi soltanto seminare discordia nella nostra famiglia”
“E a chi pensi che credano i miei e i tuoi genitori? A te che sei finito a Grifondoro e che fai amicizia con sanguemarcio e mezzi giganti? Lo so che vai spesso alla caverna di Hagrid”
Sirius guardò furente verso Regulus cercando il suo appoggio, ma il fratello minore non disse nulla facendo finta di non aver ascoltato la discussione tra il fratello e la cugina. Nel frattempo stava scendendo furibonda Bellatrix con uno sguardo folle e si avvicinò afferrando Sirius per il colletto.
“SARAI CONTENTO? TUA MADRE SI E’ SENTITA MALE!!!”
“Non è colpa mia … io le st …”
“Mi ha anche accusata di seminare discordia in famiglia raccontando con chi fa amicizia, Bellatrix” intervenne Narcissa cercando di sembrare offesa, mentre Lucius tossì per soffocare le risate. 
“CHE COSA!? TU DOVRESTI PRENDERE ESEMPIO DA LEI, MOCCIOSO. LEI STA DIVENTANDO UN BRAVISSIMO MEMBRO DELLA NOSTRA CASATA, E TU? STAI DIVENTANDO COME QUELLA TRADITRICE DI ANDROMEDA!”
Sirius sentì il sangue affluire al cervello e si alzò avvicinandosi furente a Bellatrix, che una volta era la sua cugina preferita insieme a Andromeda.
“NON - NOMINARE - ANDROMEDA”
Bellatrix e Sirius stavano per venire alle mani e per il ragazzo non era una bella notizia. Bellatrix, nonostante il fatto che fosse una donna, era fisicamente molto forte e sarebbe riuscita facilmente a fare del male a Sirius senza fare uso della magia.
“Sirius, vai di sopra” ordinò Orion Black con tono autoritario al figlio che non si fece attendere. Insieme all’uomo tornarono Druella e Cygnus Black, mentre la signora Walburga Black restò a dormire.  
“Cissy – disse l’uomo con tono affabile alla figlia. Volevamo che fosse un natale diverso, ma per colpa di quello lì la festa è rovinata – questo è il nostro regalo per quest’anno. Sei molto maturata in questo periodo e stai dando molte soddisfazioni alla nostra famiglia. E’ l’anello che simboleggia la nostra famiglia. Un regalo da parte di Walburga”
Narcissa guardò meravigliata la bellezza dell’anello realizzato in argento con una pietra di smeraldo incastonata, mentre Druella e Cygnus Black si asciugavano gli occhi commossi da quell’avvenimento. Era tradizione della famiglia Black regalarlo al membro femminile della dinastia designata come capo della famiglia. Bellatrix aveva rinunciato a tale compito, perché non si vedeva come madre in futuro, mentre il compito di capo della famiglia Black era assicurare una salda discendenza di purosangue. 
“Zio, è un grandissimo onore. Non so come ringraziarvi” disse Narcissa, guardando ammirata l’anello.
“Dando alla nostra famiglia una salda discendenza di purosangue, figliola” disse Druella Black commossa alla figlia. 
Nella famiglia Black così terminò il natale: ottimo giorno per qualcuno e orrendo per altri. Se una volta era Andromeda a sentirsi non amata adesso era Sirius. Narcissa faceva del suo meglio per peggiorare la situazione del cugino, mentre Regulus non si esprimeva, non sapendo dalla parte di chi schierarsi, perché voleva molto bene sia a Narcissa che a Sirius. Nel cuore di quest’ultimo cominciò a crescere sempre più rancore e odio che avrebbe sfogato insieme a James e Peter contro colui che prese in antipatia più di tutti a scuola: Severus Piton, che era anche nelle grazie di Narcissa e Lucius. 

 

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Capitolo 15
*** Vendette e litigi ***




Le vacanze natalizie di Sirius furono disastrose e, il ragazzo tornò a Hogwarts più agguerrito che mai a far pagare a Piton quanto fatto a Remus, con l’aiuto di James. Quest’ultimo invece nella Sala Comune di Grifondoro raccontò che queste vacanze furono le migliori in assoluto, ma il ragazzo parlava così di qualsiasi festa che prevedesse regali. Sorprendentemente insieme a Peter trovarono di buon umore Remus, che pur continuando a sembrare malaticcio era sorridente.
“Non è male Lily Evans, è meglio di quanto possa sembrare”
James e Sirius guardarono l’amico come se fosse impazzito anzi, pensavano che fosse impazzito. Lily sembrava interessare a James nonostante quest’ultimo non lo volesse ammettere. Remus invece secondo il parere di Sirius avrebbe dovuto odiarla più di tutti dato che era amica di Severus, colui che lo umiliò insieme al suo gruppo di Serpeverde.
“Allora James, cosa vogliamo con Piton?” chiese Sirius, spostando il discorso da Lily che poco gradiva verso l’odiato nemico.
Mentre James assunse una posa meditativa, indeciso sul da farsi, Remus provò a convincere gli amici a desistere, poco convinto di dare un dispiacere a Lily, ora che sembrava essere diventata una sua amica.
“Sentite…non sarebbe meglio lasciare stare? Vendetta porta altra vendetta”
“Ma che cosa blateri, Lunastorta? Lily Evans ti ha per caso dato alla testa?” chiese incredulo James, innervosito dal tentativo di distensione di Remus.
“Sentite…è una sua amica ma non è male, non sono le amicizie che qualificano una persona”
“Ma sentilo – esclamò Sirius con tono irrisorio, guardando contrariato Remus mentre Peter si trovava in disparte – di quali pensieri profondi che delizi noi poveri umani, adesso però sei pregato di tacere”
James, mentre i due amici discutevano, si voltò sorridendo verso Peter che indietreggiò, spaventato dal modo col quale lo guardava l’amica.
“Peter – disse il ragazzino all’amico mentre Sirius si posizionò all’ingresso del dormitorio maschile per evitare di farlo uscire – dovrai farti scagliare l’incantesimo che Piton ha usato con Remus”
“Io? Ma…ma…per…chè?” balbettò Peter. Quest’ultimo era piuttosto intimorito da Severus e dal suo gruppo di amici anzi, Peter aveva paura di qualsiasi cosa che potesse muoversi, anche della sua ombra.
“Perché io e Sirius siamo ottimi copiatori e ci basta vedere Piton usare il suo incantesimo per imparare il movimento della bacchetta e la formula”
“E di certo non possiamo impararlo mentre siamo a testa in giù, Peter” intervenne anche Sirius per dare ragione a James.
Remus osservò la determinazione degli amici e pur non essendo d’accordo con gli amici, preferì tacere per evitare discussione ma anche ulteriori derisioni da parte degli amici e anche Peter accettò, seppur a malincuore.
Il piano scattò immediatamente dopo la fine delle lezioni. Lily salutò amichevolmente Remus, scatenando l’ironia di James e Sirius, che non risparmiarono prese in giro all’amico. I tre ragazzi si allontanarono, lasciando Peter da solo in classe. Severus non sembrava intenzionato ad andare via, sembrava scrivere qualcosa sul suo libro di pozioni. Decise di non seguire Evan Rosier, che gli propose di unirsi al gruppo di Serpeverde per prendersela con qualche natobabbano, per restare a studiare. Quando tutti se ne furono andati, Peter cominciò a provocare Severus, insultandolo.
“Mocciosus…unto”
Severus provò a far finta di non sentire gli insulti di Peter, ma perse definitivamente la calma quando quest’ultimo gli tirò contro una boccetta piena d’inchiostro, che macchio anche il libro che Lily gli aveva regalato. Peter, consapevole di aver fatto infuriare Severus, scappò più veloce che poteva, inzuppato di sudore per la paura.
“Questa me la paghi” esclamò Severus che ribolliva per la rabbia. Il ragazzo estrasse la bacchetta ed era deciso a sperimentare alcuni incantesimi su Peter, tra i quali il Sectumsempra. Peter fuggì dal castello, dirigendosi  verso i giardini e stessa cosa fece Severus, con la bacchetta in mano. Quando quest’ultimo arrivò ai giardini, Severus guardò uno spaventato Peter con sadico piacere.
“Adesso ti faccio stare un po’ a testa in giù come il tuo amico…Levicorpus”
Peter, come Remus, fu sollevato a testa in giù e cominciò a squittire come un topo, chiamando a gran voce Sirius, James e Sirius, che erano nascosti sotto al mantello invisibile del secondo.
“James, interveniamo” disse Remus, notando il volto arrossato di Peter, che invocava disperatamente gli amici.
“Levicorpus” esclamò James, puntando la bacchetta contro Severus, che finì a testa in giù come Peter, il quale fu rimesso in piedi da Sirius.
“Bene bene, Piton – esclamò James trionfante, guardando Severus imprecare a testa in giù – cosa si prova a subire il proprio incantesimo?”
Severus continuava ad agitarsi con le mani e rivolgere pesanti offese nei confronti dei quattro, ma non poteva fare nulla, e ciò lo frustrò ancora di più oltre al fatto di subire il proprio incantesimo.
“Piton, perché non chiami Evans?” disse Sirius con tono irridente al nemico, che nel sentire il nome della ragazza fu ancora di più furibondo.
“NON…NOMINARLA…SU…”
Ma dalla bocca del ragazzo cominciò ad uscire della schiuma da sapone, a causa di incantesimo di Sirius. L’unico che non sembrava felice di questa situazione era Remus, che però non sembrava tuttavia volere intervenire, per calmare gli amici, facendogli capire che poteva anche bastare.
Il ‘gioco’ di Sirius e James durò più di mezz’ora, fino a quando non arrivò inferocita Lily, spingendo via James.
“LO SAPEVO CHE VOLEVATE FARE QUALCHE VOSTRA PORCATA!!! E TU…CREDEVO CHE FOSSI MEGLIO DI LORO!!!” esclamò furibonda Lily, guardando disgustata verso Remus, che non sembrava per nulla felice.
“Evans…buonasera, non hai paura di finire in castigo?” esclamò James, rivolgendo alla ragazza insieme a Sirius uno sguardo di sfida.
“FALLO SCENDERE!!!”
“Come si chiede?”
“ORA!!!” strillò Lily, furente di vedere Severus umiliato e delusa da Remus.
“Come vuoi” rispose James, rimettendo la bacchetta in tasca e voltandosi soddisfatto insieme a Sirius e Minus per andare via.
“Sc…scusa” disse Remus, senza guardare Lily in faccia, che lo fissò colma di disprezzo. Severus si rialzò a fatica, grato però per l’amica che lo aveva salvato da un bell’impiccio.
“Quei stupidi…maledetti insetti” imprecò Lily verso il gruppo di amici, anche se ormai non erano presenti.
Il giorno dopo Lily era ancora inferocita per quanto capitato a Severus, e non rivolse la parola al gruppo di James, neanche insulti. A dire il vero né quest’ultimo e nemmeno Sirius sembravano particolarmente dispiaciuti per quanto fatto il giorno prima mentre Peter tendeva a pensare e fare le stesse cose dei due amici. Il più dispiaciuto era Remus, che pur non provando particolare simpatia per Severus, era grato a Lily per essersi avvicinata a lui durante le feste natalizie e si sentiva terribilmente in colpa per averla ferita. Finite le lezioni e quando James, Sirius e Peter si ritirarono a dormire, Remus si avvicinò timidamente a Lily, che stava studiando davanti al fuoco caldo del camino nella Sala Comune dei  Grifondoro. C’era solo lei e questo incoraggiò Remus ad avvicinarsi alla ragazzina, per provare a darle delle spiegazioni.
“Ehi, possiamo parlare?”
Lily si fermò per qualche secondo di scrivere il suo riassunto sulle pozioni curative semplici per il professor Lumacorno, ma dopo aver fatto una smorfia sul viso riprese a scrivere con ancora più rabbia e fastidio, decisa a fingere che Remus non fosse presente.
“Po…poss…”
“No non possiamo parlare” sbottò Lily infastidita, chiudendo rabbiosamente i libri, per continuare a studiare nel dormitorio femminile.
“Ascolta…a me…mi dis…piace” provò a giustificarsi Remus, scatenando la rabbia sopita di Lily, che provò a contenersi per non svegliare con le sue urla Mary e Marlene, le sue due migliori amiche.
“Ti dispiace??? E’ così che pensi di pulirti la coscienza dopo quell’agguato, con un mi dispiace???”
“Io gliel’ho detto…a James e Sirius…ma…”
“…ma non ti hanno dato retta. O non hai voluto essere abbastanza convincente. Stammi alla larga d’ora in poi, quelli che non prendono schieramento come te mi fanno ancora più schifo, odio i codardi” esclamò Lily disgustata, dirigendosi furibonda al dormitorio femminile dei Grifondoro, lasciando Remus da solo, dispiaciuto e in preda ai sensi di colpa non tanto nei confronti di Severus quanto di Lily. Aveva la sensazione di averla tradita. Ma non provò più nei giorni successivi a chiarirsi con la ragazza, perché dopotutto lei è vero che fu gentile in un’occasione con lui ma era pur sempre amica a colui che amava girare con i Serpeverde più violenti.

 

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Capitolo 16
*** Riunione di famiglia ***





Erano ormai passati due anni dagli eventi a Villa Black, quando Andromeda fu brutalmente torturata e rinnegata dalla famiglia, perchè decise di non nascondere più l’amore che provava per Ted Tonks. Molte cose erano cambiate da quel momento. Andromeda, dopo essere stata salvata da Narcissa, fu ospitata dai signori Tonks per qualche settimana, fino a quando Ted, che non tornò a Hogwarts insieme alla fidanzata non ebbe il coraggio di chiedere in sposa la ragazza. Poco dopo una semplice cerimonia, i ragazzi rimasero a Londra, acquistando una casa confortevole grazie ai soldi che Lucius Malfoy gli aveva lasciato sotto le pressioni di Narcissa. Da quel momento Andromeda cominciò a sentirsi più libera e da tre mesi era diventata mamma di una bambina, Nimphadora, che aveva preso le caratteristiche da metamorfomagus del padre. Un giorno di fine settembre, la famiglia Tonks stava tornando a casa e Andromeda portava la carrozzella della figlia, soprannominata dal padre Dora perché trovava il nome della figlia orrendo, e ciò sembrava pensare anche quest’ultima, dato che ogni volta che sentiva il suo nome scoppiava a piangere. Ted invece portava quattro buste piene di cibo, perché Andromeda voleva cucinare qualcosa di nuovo.
“Coraggio Ted, smettila di sbuffare! Sei un uomo o che cosa?” esclamò divertita Andromeda, notando il volto stanchissimo del marito, che sembrava trasportare macigni.
“Piantala, Dromeda! Non ti ci mettere anche tu adesso! Sarà un miracolo se torno a casa vivo!”
Andromeda, vedendo il marito arrossato per la fatica, gli prese la busta della spesa più pesante, sorridendo scherzosa all’uomo che si sentì alleggerito immediatamente, e smise di annunciare il suo decesso imminente.
La famiglia passeggiò allegramente per altri dieci minuti, durante i quali Ted intratteneva la figlioletta trasformando il suo viso in quello di animali. Nimphadora amava quando il padre aveva il viso da maiale e amava tirargli il naso. Andromeda, dopo essere arrivati a casa lasciò al marito la carrozzella della figlia per aprire la porta dell’abitazione. La donna aveva deciso di vivere come una tranquilla famiglia babbana, per gratitudine verso il marito, che amava ben poco la magia. Ma Andromeda notò che la porta della casa era aperta, senza però essere rotta e quindi escluse automaticamente l’ipotesi che siano entrati dei ladri. Entrò in casa, poggiandosi la mano sulla tasca dove c’era la bacchetta, lasciando Ted a divertirsi con la figlia, ma quando vide chi c’era in casa, si sforzò di non scoppiare in lacrime. Riconobbe sua sorella minore Narcissa anche se era girata di spalle a guardare le foto che Andromeda aveva disposto in soggiorno, dai capelli biondi quasi d’orati e dall’eleganza.
“Ci…Cissy!” balbettò Andromeda, incredula di vedere la sorella a casa sua dopo due anni dall’ultima volta che si sono viste. Narcissa si girò lentamente verso la sorella, rivolgendo uno sguardo pieno di disgusto quando entrarono in casa Ted insieme alla carrozzella con Nimphadora.
“Salute, Narcissa” disse Ted alzando la mano, notando la presenza della cognata, ma notando lo sguardo perplesso e disgustato che gli rivolgeva, preferì lasciare la moglie insieme alla sorella.
“Andiamo, Dora. Lasciamo la mamma da sola con la zia”
“Zia” disse schifata Narcissa, guardando perplessa Nimphadora che dalla culla la guardava incuriosita.
“Si, zia – disse Andromeda alla sorella, notando il suo disagio – è la bambina che ho avuto con Ted”
“Non me lo dire nemmeno, ho i brividi a immaginare che tu possa aver avuto una figlia da…da…”
Andromeda guardò perplessa la sorella, ma non insistette nel parlarle della sua relazione con Ted. Ricordava ancora benissimo il giorno in cui riaprì gli occhi e ritrovò la sorella di mezzo accanto a lei.
“Bhe…sono contenta di rivederti, non immagini quanto io abbia pensato a te questo tempo”
“Davvero? – chiese incredula Narcissa, non credendo a cosa stesse sentendo – bhe, a volte anche io”
“Siediti” disse Andromeda, invitando la sorella ad accomodarsi su una sedia. Narcissa notò che la casa era molto ordinata, i mobili erano nuovissimi e molto eleganti e la stessa Andromeda indossava abiti molto belli e sicuramente non poco costosi. Andromeda versò una bibita particolare in due bicchieri che aveva un profumo molto forte, mai vista né assaggiata da Narcissa. Quest’ultima guardava la sorella versare la strana bibita, piuttosto incuriosita.
“Assaggia, è buono però molto amaro” disse Andromeda alla sorella, che osservò il bicchiere come se fosse la cosa più strana del mondo.
“Che cos’è?” chiese dubbiosa la ragazza.
“Caffè, una specialità babbana. Ted è un avido consumatore di questa bibita”
“Ma sei matta? – esclamò Narcissa, non appena finì di ascoltare la sorella – io sono venuta per trovarti non per assaggiare babbanate”
Andromeda non si offese, infondo se lo aspettava che Narcissa rimanesse stizzita dalla sua offerta, e fece finta di nulla, cambiando discorso.
“Tu come stai? Come è andata con Hogwarts?”
“Ho preso il massimo dei M.A.G.O, ma il cialtrone di Silente non mi scelse come Caposcuola. Pazienza, di certo non mi mancherà quel posto. Tu invece? Come stai e come ti tratta quello lì?”
“Mi fa sentire una principessa ogni giorno e spesso mi fa dei regali, anche se non glieli chiedo e poi Nimphadora…cosa potrei chiedere di più?”
“Mmh, non so – disse Narcissa, fingendo di pensare – avere la certezza dell’eredità quando i nostri genitori tireranno le cuoia?”
“Sai benissimo che non mi è mai importato nulla dell’eredità…la situazione in casa come è ? Stai bene?”
Narcissa sorrise, ripensando con piacere a quanto la sua vita in famiglia sia migliorata, soprattutto da quando anche Sirius ha preso le distanze dagli insegnamenti rigidi e antibabbani della famiglia Black.
“Alla grande. Sai, anche Sirius sta seguendo la tua strada e io sto facendo tutto quello che posso per rendergli la vita ogni giorno più difficile”
Andromeda perse il sorriso sul volto, dopo aver soprattutto visto l’espressione di sadico piacere sul volto della sorella. La ragazza ripensò a tutto quello che dovette subire, e si sentì il cuore fermare al solo pensiero di Sirius torturato e maltrattato dalla sua famiglia.
“Cissy…non puoi sfogare il tuo odio contro Sirius, non puoi abbassarti al loro livello! Sirius è molto più nobile di quanto pensi!”
“Non avevo dubbi che tu difendessi il tuo amato Sirius, ma tranquilla…posso prometterti di non partecipare direttamente alle sue punizioni ma sicuramente non lo difenderò”
Andromeda restò amareggiata dalle parole della sorella. Non si aspettava che Narcissa e Sirius avessero creato tra di loro un rapporto strettissimo perché sapeva che i due sono molto rancorosi e vendicativi, ma aveva sperato che la sorella si sforzasse di essere più giusta. Non odiava Narcissa e mai la potrà odiare, ma trovava assurda la cattiveria verso Sirius. La tensione presente nella stanza fu smussata di nuovo da Andromeda, che preferì chiedere alla sorella novità anche su Regulus e Bellatrix. Narcissa raccontò alla sorella che il cugino più piccolo era diventato un Serpeverde e che era molto afferrato in Difesa contro le Arti Oscure.
Per quanto riguarda Bellatrix, Narcissa raccontò a Andromeda che si era unita ai seguaci di Tom Orvoloson Riddle, che tre anni prima annunciò all’intero mondo magico le sue intenzioni di assumere il controllo del mondo magico.
Andromeda rivolse alla sorella uno sguardo preoccupato, che non sfuggì a Narcissa. Nel mondo magico si mormorava di continue sparizioni di babbani e nati babbani e il primo pensiero di Andromeda andò a Ted e Nimphadora. La ragazza sperava ancora che Bellatrix non li venisse a cercare, ricordandosi del suo legame con lei, ma il cuore le diceva che la sorella maggiore se ne sarebbe disinteressata completamente del fatto che erano la sua famiglia. Per qualche secondo nell’abitazione ci fu un silenzio assordante, interrotto soltanto dai pianti di Nimphadora e dai versi buffi che faceva Ted, per divertire la figlioletta.
“Non capiscono nulla quei due…poveri sciocchi” esclamò Narcissa stizzita dall’apparente spensieratezza di Ted, che secondo lei non si dimostrava per nulla preoccupato per la moglie.
“E che cosa vuoi che facciano, Cissy! Dora è nata da poco, e Ted insieme a me prova a crescerla nella maniera più serena possibile”
“Dovrebbe essere in prima linea a difenderti…Dromeda, quella squilibrata di Bellatrix prima o poi verrà a cercarti e nel migliore dei casi…ti torturerà”
“Ti preoccupi di me??? E di mia figlia non ti importa nulla???” esclamò Andromeda, dopo aver capito che alla sorella minore importasse poco o nulla di Nimphadora.
Narcissa taque, provando a cercare le parole adatte per calmare la sorella, e decise finalmente di parlare, confidando a Andromeda che anche Lucius si era unito ai Mangiamorte subito dopo il diploma a Hogwarts.
“No no no…anche lui e anche tu siete dei loro???” disse Andromeda sconvolta, non aspettandosi una rivelazione così scioccante.
“No…io no, lui si. Sarà anche un modo per controllare quella matta di Bellatrix. E’ questo che volevo dirti, io farò tutto ciò che è in mio potere per fare in modo che non ti accada nulla, ma tu non uscire troppo allo scoperto. In qualsiasi momento possono prendersela e Bellatrix vuole secondo lei, tagliare i rami secchi della nostra famiglia”
Andromeda restò muta, non sapendo cosa dire. Pensò la ragazza che se Bellatrix arrivò a torturarla brutalmente, sicuramente avrebbe potuto fare del male a Ted e a Dora, anche se era una bambina. Restò immobile, guardando preoccupata Narcissa e nella sua testa si immaginò tutto quello che Bellatrix avrebbe potuto fare alla sua famiglia.
“Eh…Lucius…lui…ch…”
“Lucius non  ti torcerà un capello…e neanche alla tua ‘famiglia’” disse prontamente Narcissa. Il desiderio di quest’ultima non era sicuramente dare sofferenze alla sorella, l’unica che la trattò con affetto in famiglia prima che finisse in disgrazia. Il suo desiderio era vendicarsi della sua famiglia, e fare in modo che accadesse qualcosa a Bellatrix sarebbe stata la vendetta migliore nel suo modo di vedere le cose. La ragazza sorrise malignamente e ciò non sfuggì a Andromeda, che guardò orripilata la sorella.
“Perché…sorridi???”
“Niente, immaginavo uno scenario che potrebbe rendermi allegra”
“Qu..ale?”
“Immaginavo quando Lucius simulerà un incidente in una delle sue caccie al babbano. Sai? La segue spesso e pur evitando di sporcarsi le mani con quel sangue putrido, sa cosa fa. Non vedo l’ora quando simulerà un grave scontro con gli auror…colpendola per sbaglio con un’anatema che uccide”
“Cissy – disse Andromeda orripilata dalle parole della sorella minore – non vorrai…far morire Bellatrix? Dopotutto è nostra sorella, non puoi farlo!”
“Ah no !? – esclamò impaziente Narcissa, innervosita dai dubbi della sorella – la stessa che quasi ti uccise insieme a quei bruti? Chissà come sarebbe finita se non fossi tornata insieme a Lucius. Sarà meglio andare…altrimenti quei cialtroni dei nostri genitori si insospettiranno, Lucius li sta intrattenendo da ore ma alla lunga cominceranno a chiedersi dove mi trovo”
“Di già??? Ma ci siamo appena riviste e già te ne vai?” disse Andromeda, delusa dall’imminente partenza della sorella.
“Scrivimi all’indirizzo di Villa  Malfoy, vivo lì e tra qualche giorno sposo Lucius. Potremo sentirci molto più spesso e perché no, anche vederci”
Sul viso di Andromeda si illuminò uno sguardo di speranza, dato che spesso in questi anni passò motli giorni in preda alla nostalgia per la mancanza di Narcissa, che pur non essendo mai stata una campionessa in quanto dimostrazione di affetto, fece moltissimo per lei. Non potè fare a meno di abbracciare fortemente la sorella minore, che restò rigida come un albero e stupita dal gesto della sorella.
“Che significa?” chiese incredula Narcissa, stupita dal gesto di Andromeda.
“Ti abbraccio…non ci hanno mai abbracciate da piccole, me lo hanno insegnato Ted e i suoi genitori.”
“Bene…possiamo smettere ora però, sai che odio queste cose sdolcinate”
Narcissa salutò in modo affrettato Andromeda prima di andarsene, lasciando quest’ultima a guardare malinconica la porta di casa. La ragazza si sedette al tavolo, girando sempre sullo stesso punto il  cucchiaio nella sua tazza di caffè.
“Dora si è appena addormentata…ho sentito tutto”
Andromeda sobbalzò, non aspettandosi l’arrivo del marito che tuttavia non sembrava minimamente turbato da quanto ascoltato.
“Prendi Dora e vattene, il più lontano possibile. Vattene, meglio perdervi che sapervi morti” disse la ragazza, non riuscendo a trattenere le lacrime.
“Ma sei matta??? Dopo tutto quello che abbiamo passato adesso mi ordini di andarmene insieme a Dora? Piantala, Dromeda”
“Hai sentito cosa ha detto Narcissa? Bellatrix è una di loro, potrebbe farvi del m…”
“E io vi difenderò come ogni uomo deve fare. Ha anche detto che non avrebbe permesso di farci del male…seguiamo il suo consiglio e viviamo tranquillamente senza dare nell’occhio”
“Ted – disse Andromeda, prendendo il marito per le mani – sei sicuro di ciò che dici? Non sopporterei se vi succedesse qualcosa”
“Si, mai come adesso. Come disse il prete, nella buona e…”
“…cattiva sorte” terminò la frase Andromeda, rincuorata dal coraggio del marito.
 
 

 

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Capitolo 17
*** Il doppio volto di Narcissa ***





“La nostra Cissy si sposa! Con un purosangue!” esclamò emozionata Druella Black emozionata, dopo che Narcissa annunciò alla famiglia la richiesta di sposarla di Lucius Malfoy.
A dire il vero, quest’ultimo non fece nessuna richiesta. Il ragazzo supplicò Narcissa di evitargli l’umiliazione di chiedere il consenso di sposarla al futuro suocero, come era tradizione tra i Black. I Malfoy da decenni disprezzavano la famiglia Black, trasmesso di generazione in generazione e a dire il vero l’antipatia era reciproca. I Malfoy li vedevano come dei fanatici che, sposandosi anche tra parenti stretti generavano dei figli con problemi mentali. I Black invece rinfacciavano ai Malfoy il fatto di avere nell’albero genealogico nati babbani, mezzosangue e magonò e di non essere dei purosangue ma, visto quanto successo con Andromeda, decisero di scendere a patti e accettare la relazione tra Lucius e Narcissa. La famiglia del primo infatti era molto benestante e potente, mentre i Black erano economicamente in rovina.
I Black erano agitatissimi, e stavano preparando le nozze di Narcissa per il suo matrimonio che si sarebbe tenuto tra due giorni. Erano presenti anche gli zii con Sirius e Regulus e Bellatrix con Rodolphus Lestrange e Rabastan. Tra i cugini il più annoiato e poco intenzionato di trovarsi a Villa Black era Sirius, ormai molto distante dalla famiglia. Erano lontani i tempi in cui si divertiva mentre Bellatrix eseguiva la maledizione Cruciatus su Narcissa: oggi quest’ultima ha saputo abilmente a capovolgere la situazione a suo vantaggio. Mentre la famiglia era intenta nella preparazione delle nozze di Narcissa, Sirius si trovava da solo al tavolo con un pezzo di specchio all’apparenza rotto ma dal quale si vedevano James, Sirius e Remus.
“Non immagini che noia, Ramoso”
“Non c’è che dire, Felpato! Le tue cugine sono proprio belle…peccato siano fuori di testa”
Sirius, nel sentire qualcuno arrivare nascose il frammento di specchio in tasca, mettendosi a schiena dritta per fare in modo che nessuno sospettasse di lui.
“Con chi parlavi?”
Sirius si voltò di scatto, non aspettandosi qualcuno e vide che era Regulus. Quest’ultimo era sceso per prendere una piccola scatola piuttosto vecchia, da portare a Narcissa al piano di sopra.
“Che ti importa? Fatti gli affari tuoi” rispose scorbutico Sirius, già di cattivo umore per il fatto di non trovarsi a Hogwarts con i suoi amici.
“Inutile che te la prendi con me, vieni sopra e aiutaci con la preparazione delle nozze. Stare solo ti farà impazzire, sempre se non lo sei già visto che parli da so…”
“LASCIAMI STARE TI HO DETTO!” urlò Sirius, infastidito dall’insistenza con la quale il fratello si sforzava di parlargli.
Regulus rivolse a Sirius uno sguardo impietosito, pensando che seriamente sia impazzito ed evitò di cercare un dialogo.
 
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Era passata qualche ora dopo il matrimonio con Lucius e Narcissa insistette per trasferirsi al il prima possibile a Villa Malfoy, giustificando la fretta come desiderio di abituarsi il prima possibile alla nuova abitazione e ai ritmi della nuova famiglia. Il primo giorno dopo aver dormito alla nuova abitazione, Narcissa era raggiante.
“Finalmente me li sono tolti di torno, finalmente le cose vanno come devono andare” esclamò la ragazza dopo aver raggiunto Lucius nel  salone, dove stava leggendo il giornale col padre. Quest’ultimo e il figlio si stavano scambiando opinioni sulle sparizioni di babbani e nati babbani, con Lucius che si mostrava piuttosto allegro per queste notizie, pur dicendosi innocente.
“Devo informare Gellert…chissà, magari se questo Voldemort finirà con l’uccidersi a vicenda con Silente avrà mano libera per riprendersi il potere. Unica cosa Lucius, non ucciderli” esclamò Abraxas Malfoy, guardando seriamente il figlio.
“Ucciderli, papà? Ma non ci penso proprio, le mie mani sono troppo nobili per loro, magari li farò uccidere”
“Ottime parole, sono contento di come la pensi…oh, ecco la nostra neo – signora Malfoy. Buongiorno,Narcissa” esclamò Abraxas Malfoy, notando Narcissa appena arrivata dopo aver fatto colazione.
“Buongiorno signor Malfoy, buongiorno caro” esclamò la ragazza, chinandosi per ricevere un bacio da Lucius.
“Oggi non ci sarò…questioni di lavoro” disse Lucius, sorridendo maliziosamente al padre e alla moglie. Quest’ultima capì immediatamente che il marito si riferiva alle attività da mangiamorte e si preoccupava moltissimo per la sua sorte, immaginando che l’uomo corresse numerosi rischi nel servire l’Oscuro Signore e soprattutto temeva per il fatto che Bellatrix potesse in qualche modo fargli del male.
“Narcissa – esclamò Abraxas Malfoy, notando l’espressione malinconica della nuora – non avrai per caso paura che a Lucius succeda qualcosa?”
“Lei no?”
“Ma certo che no, insomma…è mio figlio e della mia cara Elladora, che manca moltissimo nonostante non ci sia più. Se l’è sempre cavata”
“Mio padre ha ragione, Cissy. Conosco incantesimi che quei quattro scimmioni di mangiamorte si sognano soltanto. So come cavarmela e so come mantenere la discrezione. Se ti aiuta…puoi sempre raggiungere tua sorella”
Nel dire queste parole, Lucius Malfoy desiderò staccarsi la lingua a morsi ma preferiva immaginarla con Andromeda, che tanto disprezzava venendo ricambiato, ma preferiva immaginarla con la cognata che preoccupata da sola a Villa Malfoy. Il padre sarebbe andato al carcere di Nurmengard per aggiornare Grindelwald sui recenti avvenimenti nel mondo magico, e non ci sarebbe stato per farle compagnia.
“Davvero? – esclamò stupita Narcissa, dalla proposta del marito, sapendo quanto disprezzasse Andromeda – allora scriverò anche allo zio Alphard. Le farà piacere rivederlo” esclamò eccitata Narcissa, dirigendosi di corsa alla stanza coniugale per scrivere al parente. Il signor Alphard Black non vedeva da molto la nipote di mezzo e quest’ultima espresse in uno degli ultimi incontri con Narcissa il desiderio di rivedere lo zio.
“E’ proprio affezionata a quella sciagurata?” chiese Abraxas Malfoy, guardando scettico verso dove si trovasse Narcissa.
“Eh si…non lo so neanche io perché, ma se ci tiene la lascio stare. Devo solo fare attenzione che non la scopra la sua famiglia e la matta della sorella che ha non la scoprino”
“Già…sarebbe un bel guaio visto quanto sono esaltati quei matti…mi chiedo come sia nata e cresciuta bene lei in quel covo di matti”
“Me lo chiedo da anni anche io, papà”
Narcissa rimase da sola, quando le arrivò il gufo di risposta di Alphard Black, nel quale la ragazza evitò di diffondere i dettagli se non il desiderio di incontrarsi. Zio e nipote si ritrovarono poco lontani da Villa Malfoy, quando si incontrarono nei pressi di un locale di alta società.
“Che cosa è successo, Narcissa? Sembri agitata e dovresti essere felice” disse l’uomo, notando la preoccupazione della nipote che si guardava intorno, come se temesse di incontrare qualcosa di pericoloso.
“Sei solo?” disse velocemente la ragazza, guardando sospettosamente lo zio.
“Ma si che sono solo, con chi vuoi che io sia non avendo moglie e figli? C’è qualcosa che non va?”
La ragazza, dopo essersi assicurata che tra i presenti non ci fossero altri parenti o qualcuno di sospettoso, si avvicinò allo zio, in modo che nessuno li ascoltasse.
“Vedi…a dire il vero non ti ho chiesto di vederci soltanto. Come la prenderesti se qualche tempo fa incontrai per sbaglio Andromeda?”
Alphard Black balzò in piedi per poi sedersi con discrezione, colto alla sprovvista dalle parole della nipote , e cominciò a guardarsi intorno anche lui.
“Andr…omeda??? Ma…come???”
“Vedi, non so come dirtelo...ci furono un paio volte che la incontr…”
“E ME LO DICI COSI’??? – urlò l’uomo, attirando le attenzioni di coloro che si trovavano intorno e si calmò, chiedendo perdono per il disturbo arrecato – ma…quando?”
Narcissa, dopo essersi assicurata che lo zio non avrebbe riferito nulla alla sua famiglia, raccontò di come aiutò la sorella a riprendere le forze e di averle dato il denaro necessario per vivere in modo dignitoso e che oggi dopo essersi sposata, aveva una figlia.
“Io…non avrei mai pensato…che tu…”
“Non voglio perdere l’eredità di famiglia e nemmeno mia sorella, sto facendo i salti mortali per far funzionare tutto quanto” disse Narcissa con tono asciutto, stupendo ancora una volta lo zio, che si avvicinò ancora di più al viso della nipote, in modo che davvero nessuno li ascoltasse.
“Quindi andremo da lei???”
“Si…prometti che non dirai nulla”
“Ma certo che non dirò nulla…anche io non voglio perdere l’eredità. Voglio molto bene a Andromeda, e ho cercato di far desistere tua madre, ma lei…”
“Bene…non perdiamo tempo, andiamo”
Lo zio e la nipote, dopo essersi allontanati con grande discrezione e essersi assicurati che nessun parente li seguisse, si materializzarono nelle vicinanze di Casa Tonks. Alphard Black notò meravigliato l’abitazione di Andromeda, stupendosi per la piacevole casa che era. Narcissa raccontò allo zio del denaro che le aveva dato grazie a Lucius e inoltre gli disse che la sorella era diventata madre.
“Ma che bello! – esclamò l’uomo, quando scoprì che Andromeda aveva una bambina – sei una brava ragazza, Cissy, non sei invasata come mia sorella. Ho provato a convincerla ma lei…e poi Bellatrix, inizio a pensare che sia matta”
“Hai appena iniziato? E’ un po’ tardi, non credi?” disse la ragazza freddamente allo zio. Si ricordava bene di quando l’uomo cercava di portare pace in famiglia, ma dopo averlo odiato per anni capì che si sforzava soltanto di evitare ulteriori litigi, e che si rifiutava di credere nella follia di Bellatrix. Il piano che Narcissa reputava più ambizioso era quello di mettere Alphard Black contro Sirius, che rimaneva il suo nipote preferito tuttora.
La ragazza e Alphard Black, non sapendo che bastasse suonare il campanello, cominciarono a prendere a calci e pugni la porta, dato che non avevano le bacchette con sé.
“Arrivo! Arrivo!” disse Ted Tonks annoiato, non aspettandosi visite.
Quando Ted aprì la porta, si stupì nel vedere oltre il viso schifato che Narcissa gli rivolgeva puntualmente, un uomo distinto, che indossava abiti di seta pregiatissima anche se un po’ rovinata, che aveva la stessa espressione altezzosa di Narcissa senza essere tuttavia schifato.
“Ch…che vuoi?” chiese il ragazzo indeciso a Narcissa, che entrò in casa insieme all’uomo senza attendere di essere invitati. Ted chiuse la porta, guardando sospettoso Narcissa e l’uomo che, non sembravano intenzionati a parlare con lui.
“Dunque è per questo…solo per questo che tua sorella ha rinunciato a tutto?”
“Si…zio. Neanche io la comprendo, ma la conosci…non ha mai pensato molto prima di agire quella sciocca”
“Ehi! – li interruppe bruscamente Ted, scontento dei modi con i quali i due parlavano di Andromeda – state parlando di mia moglie! Moderate i termini!”
Narcissa, inferocita dal modo con il quale il ragazzo si era rivolta a lei, si avvicinò minacciosa a Ted, il quale non sembrò molto spaventato da lei.
“Moglie? Dunque non sei il suo domestico? Non siamo molto ricchi ma almeno abbiamo domestici e elfi” intervenne Alphard Black meravigliato.
“S…si. Non ci servono domestici, sappiamo fare tutto da soli”
“Bhe, non guardando il modo in cui sei vestito. Calzini diversi, camicia abbottonata in modo sbagliato e scarpe…spoche. Non proprio il tipo di uomo che immaginavo piacesse a Dromeda”
Ted arrossi nell’ascoltare le parole dell’uomo e, dopo essersi dato un rapido sguardo intorno notò che aveva ragione. Dopo essersi aggiustato con un tocco di bacchetto, chiese impacciato all’uomo se adesso andasse tutto bene.
“Bene, adesso va decisamente meglio. Perché non mi versi da bere? Ho un po’ di sete” disse Alphard Black, rivolgendosi amichevolmente a Ted, che fu colto dalla sorpresa dall’uomo, visto che all’apparenza sembrava identico agli altri Black.
“Pr…prego…beva”
“Mmh…il bicchiere è pulitissimo, glielo dico a Druella che i babbani e i nati babbani sanno essere più puliti di noi maghi, ma non c’è verso con lei”
Narcissa guardò in piedi lo zio, incredula e scandalizzata allo stesso tempo per le sue parole di apertura nei confronti del mondo babbano, ma tacque. Qualche minuto dopo scese Andromeda, forse ancora più bella del solito.
“Ted…la smetti di fare tutto questo cas…Cissy, Zio!”
La donna era incredula per la presenza del parente. In una delle sue lettere aveva espresso il desiderio di rivedere Sirius e Alphard Black, ai quali era molto affezionata. Narcissa non si espressa in modo molto ottimista, ma promise che avrebbe fatto qualcosa per organizzare un incontro con lo zio e così accadde.
“Sono contento di rivederti, Andromeda”

 

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Capitolo 18
*** La rabbia di Narcissa ***




Mentre Narcissa Malfoy insieme allo zio Alphard Black si trovavano a casa Tonks, Lucius Malfoy si era recato in un’abitazione antichissima, conosciuta come Casa Riddle. Quest’ultima casa appartenne in passato a una famiglia di babbani molto benestanti, diventata completamente disabitata dopo la misteriosa morte di Tom Riddle e dei suoi genitori. Ultimamente nell’antichissima abitazione si ritrovavano parecchi maghi mascherati e con addosso una tunica nera, e tutto erano tranne che persone raccomandabili. Proprio di questo gruppo faceva parte Lucius Malfoy. Si facevano chiamare Mangiamorte ed erano i seguaci di Lord Voldemort, che anni prima sterminò la famiglia Riddle per vendetta e fissò la sua abitazione come quartier generale dei suoi seguaci, nel quale dava ordini ai suoi seguaci per impadronirsi del mondo magico. Di questo gruppo oltre a Lucius Malfoy facevano parte maghi come Avery sr. , Corghan Yaxley, Rodolphus e da qualche mese suo fratello Rabastan Lestrange, Bellatrix Lestrange e tanti altri maghi che avevano abbracciato la causa anti – babbana di Lord Voldemort. I suoi seguaci erano numerosissimi ma quest’ultimo cercava di fare in modo che non si conoscessero tra di loro, per evitare rivolte. Uno dei pochi che conosceva la maggior parte dei mangiamorte era proprio Lucius Malfoy, che nonostante la giovane età sapeva muoversi con grandissima discrezione tra i servi dell’Oscuro Signore, conoscendo anche il più insignificante di loro. Lord Voldemort apprezzava moltissimo le capacità di infiltrarsi in modo silenzioso di Lucius Malfoy, e proprio per questo desiderava non schierarlo in prima linea. Solo Augustus Rookwood era in qualche modo ‘protetto’ dall’Oscuro Signore, in vista di un possibile assalto al Ministero della Magia e Voldemort riteneva fondamentale avere possibili infiltrati in esso.
“Aggiornatemi sulle ultime cacce ai babbani, prego Bellatrix” disse Voldemort con tono asciutto, guardando annoiato verso i Mangiamorte presenti. Se ciascuno di loro si considerava suo seguace e discepolo, Voldemort li considerava nient’altro che poveri servi utili alla sua guerra, tranne Lucius Malfoy, Rookwood e proprio Bellatrix insieme ai fratelli Lestrange, dei quali apprezzava la ferocia e l’ardente passionalità giovanile con cui lo servivano.
“Mio Signore, abbiamo fatto saltare in aria il Ponte di Westminster, di giorno proprio nel momento in cui i babbani facevano avanti e indietro. Ci sono state centinaia di morti” disse la ragazza, con gli occhi illuminati dall’orgoglio. Quanto detto però non sembrò impressionare Voldemort, per nulla.
“Tutto qui? Sono molto deluso di sentire il resoconto di qualche babbano, mi aspettavo qualche uccisione un poco più prestigiosa. Non vi chiedo Silente…ma non possiamo continuare ad uccidere qualche insignificante babbano”
Bellatrix guardò scandalizzata verso l’Oscuro Signore, ma evitò di proferire parola per non incorrere nella sua ira, così come fecero i Lestrange che non sembravano soddisfare molto le richieste di Voldemort.
“Lucius, a che punto sono i nostri reclutamenti?” chiese il Mago Oscuro, rivolgendo i suoi occhi color rosso sangue verso Lucius, che non fu intimorito dallo sguardo dell’Oscuro Signore.
“Mio signore…conosco due giovani maghi che ancora vanno a Hogwarts…il primo è Regulus Black mentre il secondo si chiama Severus Piton…”
“No, Mio Signore – intervenne Bellatrix, innervosita dalle parole del cognato – Regulus è il cugino stupido che ho mentre Piton è uno straccione oltre che mezzosangue”
“Condividono i nostri ideali, Lucius?” chiese Voldemort, facendo finta di non aver sentito le parole di Bellatrix, che guardava scandalizzata verso il cognato, soddisfatto di averle rovinato l’umore.
“Si, Mio Signore – disse Lucius, assumendo un tono di sottomissione verso il Mago Oscuro – nella maniera più assolut…”
“Piton è amico di una sanguemarcio, Mio Signore”
Tra tutti i mangiamorte scoppiò un mormorio di disapprovazione piuttosto acceso, turbati e scontenti da quanto detto da Bellatrix, che guardava con occhi folli l’Oscuro Signore. Quest’ultimo rimaneva molto tranquillo e, dalla sua espressione non si riuscivano a capire le sue emozioni cioè se fosse arrabbiato o sereno.
“Quanto detto da Bellatrix è vero o è l’ennesimo suo tentativo di screditarti ai miei occhi, Lucius?”
Lucius Malfoy per la prima volta da quando si trovava a Casa Riddle perse la tranquillità che aveva, e non sapeva cosa rispondere al Mago Oscuro.
“Dunque, Lucius?” rispose stizzito Voldemort, spazientito dal temporeggiare del suo servo, che si trovava evidentemente in difficoltà.
“Bhe…Mio Signore…si…”
Tutti i Mangiamorte cominciarono ad inveire contro Lucius Malfoy, che si fece molto piccolo. Sicuramente non gli sarebbe mancata la faccia tosta di rispondere a tono a tutti loro, ma aveva timore della reazione di Voldemort. Ciò che lo preoccupava del Signore Oscuro era proprio la mancanza di emozioni, che fossero esse positive che negative.
“Silenzio – disse Voldemort con tono asciutto, facendo tacere i Mangiamorte che inveivano con disgusto verso Lucius Malfoy, per poi rivolgere le sue attenzioni di nuovo a quest’ultimo – saresti così gentile da spiegarmi come potrebbe un moccioso mezzosangue amico di sanguemarcio essermi utile?”
Il giovane mago provò a distogliere gli occhi da quelli rossi dell’Oscuro Signore, per provare a non far arrabbiare il Mago Oscuro. Sapeva bene quanto quest’ultimo potesse essere feroce e senza pietà e che non tollerava il minimo sbaglio, e che ogni errore veniva punito con la tortura o peggio la morte.
“Mio…mio signore…ha ottime potenzialità…odia i babbani e i nati babbani…inventa incantesimi oscuri letali…la nata babbana è soltanto un periodo…presto si allontaneranno…” balbettò Lucius, mentre Voldemort lo osservava annoiato. Non sembrava intenzionato a punirlo e questo sollevò l’animo a Lucius Malfoy.
“Inventa incantesimi oscuri…potrebbe tornarmi molto più utile di Bellatrix…”
Bellatrix Lestrange, che si trovava alla destra di Voldemort alle sue spalle, lo guardò scandalizzata ma non reagì, troppo leale verso il Mago Oscuro. Avrebbe preferito però strangolare con le sue mani Lucius Malfoy e spesso, con Rodolphus e Rabastan Lestrange si sfogava chiedendosi con rabbia cosa ci avesse mai potuto trovare Narcissa in uno così.
“Benissimo Lucius…ti concederò del tempo e se questo Piton è veramente leale alla nostra causa, me lo presenterai”
“Ma Mio Signore…” protestò animosamente Rodolphus Lestrange, ottenendo in cambio la maledizione Cruciatus.
Lucius Malfoy, dopo essersi inginocchiato rispettosamente a Voldemort, si smaterializzò tra la costernazione di tutti i Mangiamorte, che mai si sarebbero aspettati una tale comprensione dall’Oscuro Signore. Per molto meno è abituato a uccidere i suoi servi, tanto meno se uno di loro gli provoneva come recluta un ragazzino che stringeva amicizia con nati babbani.
Il ragazzo tornò a Villa Malfoy, dove ad aspettarlo c’era Narcissa che stava impartendo ordini al loro nuovo elfo domestico Dobby, piuttosto impacciato nell’esecuzione degli ordini.
“Ciao Cissy, ciao papà” disse Lucius, andando incontro alla moglie e baciandola, mentre Abraxas Malfoy abbassò il giornale.
“Lucius…cosa ci racconta il signorino oscuro?” chiese con scherno l’uomo, mentre Narcissa notò l’espressione tesa sul volto del marito.
“Solite cose, papà…uccidere i nati babbani e cose simili. Esco con Cissy” disse il ragazzo, prendendo la moglie per un braccio, facendola restare sorpresa. Quando i due giovani rimaso a passeggiare da soli, Narcissa capì che il marito non era desideroso di parlare col padre di qualcosa.
“Siamo soli…puoi parlare”
“Ti senti ancora con Piton mi hai detto…come vanno i rapporti con la sanguemarcio?” chiese teso Lucius alla moglie, che rimase sorpresa da questa domanda.
“Discutono ogni giorno sempre di più, non dureranno…perché?”
“Riddle mi ha commissionato nuovi mangiamorte, e ho pensato a lui e Reg…”
“CHE NON TI PASSI PER L’ANTICAMERA DEL CERVELLO AVVICINARE REGULUS A QUELLA FECCIA!!!”
Lucius sobbalzò dalla reazione collerica della moglie, non aspettandosi una tale reazione da Narcissa. Sapeva quanto fosse tendente a cambiare umore all’improvviso, ma non si aspettava tanta collera da parte sua.
“Me ne ha parlato lui…sai com’è…Bellatrix…”
“HO DETTO CHE NON VOGLIO CHE SI UNISCA A LORO, TI E’ CHIARO?”
“Ma Cissy…lui vuole…”
“SO IO COSA VUOLE E COSA E’ MEGLIO PER LUI, NON QUELLA MATTA DI BELLATRIX! TI E’ CHIARO?”
“S…si…scusa”
Narcissa sentiva la rabbia pulsarle in testa. Davanti alla famiglia e soprattutto a Bellatrix cercava di contenere il disgusto che nutriva verso i mangiamorte, considerandoli come degli avanzi di galera buoni solo ad uccidere ma con Lucius dava sfogo a tutta la rabbia che represse nel corso della sua vita. E non tollerava per nulla l’avvicinamento sempre più marcato di Regulus alle idee di Bellatrix e della famiglia Black, ma non poteva mostrarlo apertamente, per non rischiare di venire diseredata. La sua inquietudine passava quando visitava Casa Tonks e vedeva Andromeda. Non era sua intenzione avere nessun rapporto con Ted e la nipote Nimphadora, ma si sentiva molto più tranquilla in quel posto rispetto alle tradizionali riunioni di famiglia di fine settimana a cui tenevano tanto i due rami della famiglia Black. Proprio quest’ultimi avevano invitato Narcissa e Lucius a Grimmauld Place per la sera. In origine era invitato anche Abraxas Malfoy, ma quest’ultimo rifiuta puntualmente ogni invito della famiglia.
Uno dei propositi di Narcissa, oltre di dare qualche guaio a Sirius, era parlare con Regulus delle sue simpatie per Voldemort e i Mangiamorte. Il ragazzino aveva soltanto dodici anni, e secondo la ragazza non aveva la capacità di capire quanto poteva essere pericoloso associarsi ai mangiamorte.
Qualche ora dopo, quando le famiglie Black cenarono, e dopo che Narcissa scatenò l’ennesima lite tra Sirius e la loro famiglia, chiese a Regulus di parlargli a quattr’occhi. Il ragazzino aveva dodici anni e in pochi mesi era diventato abbastanza alto. A Hogwarts fu smistato tra i Serpeverde e, dopo il progressivo allontanamento di Sirius dalla sua famiglia, era diventato il fiore all’occhiello della famiglia Black, dopo aver passato anni ai margini dell’affetto della famiglia.
Regulus si trovava nella sua stanza a terminare i compiti di Natale, quando sentì Narcissa entrare e chiudere la porta della stanza. Il ragazzino notò sul volto della cugina un’espressione di disappunto e non potè fare a meno di chiederle cosa avesse.
“Che cosa sono questi tuoi interessi per i mangiamorte?” chiese stizzita Narcissa al cugino, che sul momento non seppe cosa risponderle.
“Bhe…si…non sono male…Bella…”
“Che c’è!? Adesso ascolti cosa ti dice Bellatrix??? Quelli sono degli avanzi di galera che presto o tardi finiranno a Azkaban…”
“Anche Lucius?” chiese Regulus alla cugina, trovando sbagliati i rimproveri di Narcissa.
“Lucius è abbastanza furbo da sganciarsi al momento opportuno da loro…e tu??? Sarai così intelligente???”
“Se tu pensi che io sia uno stupido ti sbagli…e Bellatrix è cambiata nei miei confronti così come i nostri genitori e i nostri z…”
“Ma lo vedi che sei stupido ? – esclamò Narcissa con rabbia, perdendo per la prima volta la pazienza con Regulus – lo fanno solo per assicurarsi una discendenza normale. Sirius farà la fine di Andromeda , e qualcuno dovrà avere l’eredità”
“Ti sbagli, smettila di delirare, Cissy! I mangiamorte saranno degli amici per me quando prenderò il diploma”
“Amici??? Regulus, ti prego! Quelli non sono amici tra di loro, vivono per uccidere e si ucciderebbero tra di loro…”
“E io non lo farò…servirò l’Oscuro Signore al massimo della mia possibilità”
Narcissa restò sconvolta dalle parole del cugino e nella sua mente balenò l’ipotesi che Bellatrix gli aveva fatto un lavaggio del cervello. La ragazza però preferì non proseguire la discussione, decidendo di riprenderla più in là, qualora Regulus avesse conservato l’interesse di unirsi ai mangiamorte.  Narcissa preferì aiutare il cugino con Incantesimi, materia nella quale non era molto bravo, ma non potè tranquillizzarsi, preoccupata per il destino del cugino che era il suo preferito.

 

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Capitolo 19
*** Scherzi mortali ***




I Malandrini e Severus Piton avevano cominciato a frequentare il loro quinto anno ad Hogwarts, quello dei G.U.F.O. I rapporti tra il gruppo e Piton erano pessimi, ancora più di quanto non lo fossero già. Gli scherzi dei primi ai danni del secondo proseguivano, quest’ultimo invece spesso e volentieri provocava loro ed altri studenti Mezzosangue e Nati Babbani insieme a Avery, Mulciber e Rosier. In tutto ciò, Lily Evans provava a far capire quanto gli scherzi del suo gruppo di Serpeverde fossero malvagi. Dall’inizio dell’anno scolastico, Piton si era fissato l’obiettivo di scoprire dove sparisse ogni notte di luna piena Remus Lupin.
“Non mi piace che stai vicino a loro, Lily”
“E dove dovrei stare, Severus? Io sono una Grifondoro e non posso cambiare Casa”
Severus e Lily discutevano sempre più spesso, a causa della differenza di vedute di entrambi. Il primo si stava avvicinando in modo pericoloso alla Magia Oscura e manteneva un rapporto epistolare con Narcissa e Lucius Malfoy, mentre la ragazza gli ribadiva il fatto di essere ossessionato dal gruppo di James.
“Ascolta … Lupin è un ibrido, vuoi anche tu diventare come lui?”
“Io ho già sentito di questa tua assurdità … e sono stanca di sentire sempre le stesse cose. Concentrati sullo studio piuttosto, che quest’anno ci sono i G.U.F.O. Questi sono discorsi seri, non fissarti con Potter e i suoi a …”
“Fissarmi???  –  la interruppe bruscamente Piton, fuori di sé dalla rabbia  –  ti faccio presente che loro mi attaccano in quattro ogni volta”
“Ogni volta? Devo ricordarti chi anni fa attaccò Lupin non in quattro, ma in sei? E poi sarebbero Black e Potter a prendersela con te, vero? Sono stanca di questa discussione, Severus. Vado a studiare”
Piton però non sospettò affatto che la sua discussione venne ascoltata da Sirius, che guardava con occhi maligni il ragazzo, nascosto dal Mantello dell’Invisibilità prestatogli da James. Il ragazzo, quando si assicurò che nei giardini della scuola non fosse presente nessuno, attirò l’attenzione di Severus.
“Ehi! Unto! Dunque vuoi scoprire che fine fa Remus ogni notte di luna piena?”
Piton si girò diffidente verso Sirius, che lo guardava spavaldo, aspettandosi una razione da parte sua.
“Lo scoprirò senza il tuo aiuto, Black. Non ci metterò nulla a smascherarlo”
“Ma io potrei aiutarti … potrei condurti nel luogo dove si nasconde … potresti guardare cosa gli accade con quei tuoi occhi malvagi”
Severus, pur infastidito dalla presenza di Sirius, accettò con la speranza di inguaiare sia Remus che James, ma anche Peter e Sirius. I ragazzi si diedero appuntamento per le undici di sera, ben oltre il coprifuoco.
Piton arrivò nelle vicinanze della Foresta Oscura in anticipo, verso le dieci e mezzo di sera, mentre Sirius arrivò una decina di minuti dopo le undici, facendo pensare a Severus di essere stato preso in giro.
“Scusami il ritardo, Mocciosus. Capirai che ho molto da fare, al contrario tuo. Copriamoci con questo, così nessuno ci vedrà” disse Sirius, porgendo a Severus il Mantello dell’Invisibilità.
“Che cos’è?” chiese sospettoso Piton a Sirius, che gli rise in faccia.
“Una sorpresa … mettiti sotto di lui insieme a me, non ho intenzione di farmi punire per colpa tua” esclamò Sirius, guardando beffardo Piton, che pur essendo diffidente verso di lui, si mise insieme a Sirius sotto il Mantello dell’Invisibilità: troppo grande era la curiosità di scoprire cosa facesse Remus e se le sue teorie fossero vere.
I due ragazzi camminarono per un bel po’ e a Piton la strada percorsa sembrò infinita. Nella sua mente stava balenando l’idea che Sirius lo stesse prendendo in giro, per il puro gusto di metterlo nei guai.
“Tu mi stai imbrogliando, Black … sappi che me la pag…”
“Pagartela? E come? Mi cospargi le scarpe con l’unto dei tuoi capelli? Comunque siamo arrivati, togliti il Mantello”
“Non darmi ordini”
Severus però alla fine tolse il mantello e notò inquieto un grandissimo albero, che gli sembrava incredibilmente minaccioso. Si ricordò però che era un Platano Picchiatore, perché lesse di lui sul libro di Erbologia.
“Guarda, Piton. Toccalo qui – disse Sirius, avvicinandosi con prudenza all’albero, e lo toccò vicino alle radici. Il Platano quindi sembrò calmarsi, aprendo un passaggio che conduceva sotto terra. Severus, dopo aver visto Sirius, ripeté le azioni di quest’ultimo, e anche lui sparì attraverso quella fessura.
“Benvenuto nella Stamberga Strillante, seguimi … tra poco vedrai cosa succede a Remus la notte di luna piena”
Sirius aprì la porta di una stanza, seguito da Severus. Quest’ultimo notò Remus sdraiato su un letto sporco e sudicio e con tutta la stanza piena di mobili rotti, come se qualcosa di non umano fosse stato presente nella stanza, ma Severus prese il tutto come una conferma delle sue teorie.
“Si … Sirius – disse debolmente Remus, notando Piton presente nella stanza, che lo guardava con occhi maligni – portalo … via”
“Ma no, Remus. Immagino che Mocciosus volesse scoprire cosa ti succedesse” rispose all’amico Sirius. Ma prima che Piton, non capendo di cosa stessero parlando i due ragazzi, riuscisse a rispondere, Remus urlò, in preda a violenti spasmi in tutto il corpo.
“Che cos …”
Piton, balbettante e in preda alla paura, era immobile, mentre Sirius osservava divertito la scena.
“Bene, Piton. Ci salutiamo, buon divertimento” disse Sirius, scappando alla svelta dalla stanza e chiudendo la porta a chiave.
“Torna qui! Torna qui!” urlava Severus in preda al terrore, osservando Remus che tra grida di dolore si trasformava lentamente in un lupo mannaro. Il ragazzo, notando in modo cagnesco la presenza di Severus, provò ad attaccarlo, mentre fuori dalla stanza Sirius faceva il tifo per Remus.
“Mangialo, Lunastorta”
“Felpato! Razza di idiota!” urlò all’improvviso James, che aveva notato la mancanza del Mantello dell’Invisibilità nella Sala Comune dei Grifondoro.
“Zitto, James! Piton sta ottenendo ciò che si meri …”
“MA NON TI RENDI CONTO CHE CHI CI RIMETTERA’ SE PITON MUORE E’ REMUS? E’ LUI CHE SARA’ ESPULSO!”
Sirius rimase immobile, guardando negli occhi l’amico e capì di aver messo in pericolo soprattutto Remus. Sentendosi tremendamente in colpa verso l’amico, aprì con un calcio la porta insieme a James, e videro Remus, trasformato in lupo mannaro che stava per azzannare Piton, svenuto a causa di una botta alla gamba del letto, alla gola. James e Sirius, in pochi secondi si trasformarono in cervo e cane e provarono ad allontanare Remus da Piton, senza fargli male. Dopo una collutazione, James trasformato in cervo, colpì Remus con le corna alla testa, facendogli perdere i sensi.
“Per un soffio … Mocciosus è ancora vivo … ma che cosa ti è saltato in mente, Felpato!?” disse James, furibondo.  Sirius, sentendosi in colpa per aver messo in pericolo l’amico, taceva, mentre James si assicurò che Piton non fosse stato morso e, con grande sollievo, notò che la ferita alla testa che aveva, era stata causata dalla caduta, e non da Remus. Per qualche minuto Sirius e James discussero sul da farsi, e valutarono l’ipotesi di cancellare la memoria a Piton, ma prevalse la linea di Sirius, ossia di far ricordare tutto quanto a Piton, in modo che nel raccontarlo nessuno gli credesse. I due ragazzi rimasero per tutta la notte alla Stamberga Strillante per vegliare Remus, che verso l’alba era tornato ad essere umano, e dopo avergli fatto apparire dei vestiti, Sirius e James lo riportarono a Hogwarts. Piton invece si riprese poco dopo che i tre ragazzi se ne andarono, furibondo e impaurito per aver dovuto avere a che fare con un lupo mannaro che quasi lo morse.
Dopo le lezioni, la prima cosa che fece Piton fu precipitarsi nell’ufficio di Silente, intenzionato a denunciare Remus e Sirius, proprio al preside, nella speranza che venissero espulsi. Per l’eccitazione non vide nemmeno Lily, con la quale a dire il vero non si incrociò perché quel giorno Grifondoro e Serpeverde non avevano lezioni in comune. Finite le lezioni pomeridiane Piton, la prima cosa che fece, fu precipitarsi all’ufficio di Silente, ma la scena che trovò lo lasciò interdetto: nella stanza erano già presenti James, Sirius e Remus, quest’ultimo ancora provato per la trasformazione del giorno precedente.
“Accomodati, Severus. Stavo per chiedere a Horace di farti chiamare” disse Silente, che sembrava così tranquillo che la riunione nel suo ufficio sembrava un ritrovo tra vecchi amici.
Il ragazzo si avvicinò alla scrivania del preside, rivolgendo a James, Sirius e Remus uno sguardo colmo di disgusto. Silente invece guardava i ragazzi in modo pacato, cercando di smorzare la tensione presente, e diede la parola a Piton.
“Professore, Lupin ha tentato di uccidermi…è un ibr…”
“Come osi!” dissero in coro James e Sirius, provando ad aggredirlo, ma si fermarono quando Silente fece un cenno con una mano.
“Gradirei che nel mio ufficio non si usino questi termini, Severus. Detto ciò, so la verità riguardo Remus da prima che mettesse piede in questa scuola” disse il preside con il suo solito tono pacato, lasciando interdetto Severus.
“Lei…ha permesso a questo…a Lupin…di frequentare la scuola…esp…esponendo altri studenti a…un pericolo???”
“Le trasformazioni di Remus le tengo sotto controllo ogni mese, e permettimi di dissentire con il tuo attuale altruismo, perché sinceramente non penso che ti importi dell’incolumità degli altri studenti…”
James e Sirius, nell’ascoltare le parole del preside, rivolsero un ghigno di scherno a Piton, fumante di rabbia per quanto stava ascoltando. Si aspettava l’espulsione con effetto immediato di Sirius e Remus, e mai si sarebbe aspettato una tale comprensione di Silente nei confronti dei tre ragazzi.
“…inoltre, accetto critiche al mio operato da parte del Ministero della Magia e degli altri colleghi, ma non da studenti che devono ancora arrivare ai G.U.F.O, se tutto andrà bene – proseguì a parlare con il suo solito tono pacato Silente, puntando i suoi occhi verso James e Sirius questa volta – e mi trovo costretto a vietarti di diffondere in giro le voci sulla reale natura di Remus”
“Pr…eside…Lup…in…è peric…oloso” balbettò Severus, incredulo per quanto stesse accadendo in quel momento, mentre Silente non sembrava per nulla turbato dall’insolenza di Piton.
“Ripeto, Severus – rispose con la solita calma Silente a Piton, senza scomporsi minimamente – conosco bene la reale natura di Remus da prima che cominciasse a frequentare Hogwarts, e non ci sono mai stati problemi, tranne la scorsa notte. Se adesso non ti dispiace, gradirei parlare con loro tre da solo”
Severus, furibondo con tutti i presenti, uscì dall’ufficio, senza salutare il preside. Silente, dopo essersi assicurato che il ragazzo se ne fosse effettivamente allontanato, si girò verso James, Remus e Sirius, rivolgendo uno sguardo colmo d’ira.
“Ti rendi conto di cosa sarebbe potuto succedere ieri notte, Sirius? Hai messo a rischio non solo la vita di uno studente, ma del tuo stesso amico!” esclamò il preside, con un tono ben diverso da quello pacato che aveva con Severus.
“Prof…essore…era uno sch…erzo…”
“Scherzo!? Ma non capisci che hai scherzato sulla vita di due persone, di colui che dici sia un tuo amico!? Non è da me punire studenti, ma con te farò un eccezione. Fino alla fine dell’anno luciderai i trofei della scuola insieme al Mastro Gazza, ogni sabato”
“Professore…punisca me, è colpa mia se sono un lupo mannaro, non di Sirius…” intervenne Remus, sentendosi terribilmente in colpa per ciò che stava accadendo.
“No, Remus. La colpa è esclusivamente di Sirius, non tua o di James. E tu sei un lupo mannaro non per colpa tua, ma per un’orrenda creatura che terrorizza tanti maghi. Adesso tornate a fare i compiti…e James, tieni d’occhio Sirius”
“Si, signore” esclamò James, uscendo per ultimo dall’ufficio di Silente.
Quando i tre ragazzi furono a debita distanza dall’ufficio del preside, Sirius scoppiò a ridere sguaiatamente, non capendo la gravità di quanto commesso. Del trio, in effetti solo Remus sembrava quello seriamente in colpa, mentre James evitava di mostrare divertimento, per non turbare ulteriormente Remus.
“Però era divertente sentire Mocciosus urlare di paura, riconoscimelo, Ramoso”
“Divertente si, ma pericoloso per Remus. Dobbiamo pensare ad altro la prossima volta”
“Ma se lo lasciate stare? Va avanti da anni questo scambio reciproco scambio di dispetti. Magari se lo lasciate stare voi anche lui lo farà” disse Remus, generando sbigottimento in Sirius e James.
“Lunastora, ma cosa blateri? E’ Piton che iniziò per primo già al treno…non noi. E poi non mi sta bene che Evans gli giri ancora intorno, è troppo bella per diventare una mangiamorte come lui”
“Bhe, James…anche quella matta di mia cugina Bellatrix nel complesso è bella, ma è una mangiamorte, non dobbiamo basarci soltanto sull’aspetto”
James, nell’ascoltare le parole del migliore amico, si fermò a riflettere, mettendosi la mano al mento, per poi alzare l’indice in cielo.
“Hai ragione! – esclamò James, girandosi verso l’amico – è lo stesso modo di pensare di Voldemort…bhe, Evans mi sembra troppo buona per stare in giro con Piton, mi correggo. Saprò indirizzarla verso amicizie più adatte a lei”
I tre amici quindi, proseguirono a camminare verso la Sala Comune dei Grifondoro, dove c’era ad aspettarli Peter, che aveva finito i compiti per Sirius e James. Quest’ultimo se ne andò a dormire, dopo aver dato la buonanotte ai tre amici, ma il suo pensiero rimase Lily, sulla quale fantasticò per quasi tutta la notte, immaginando di avere un figlio con lei e di lottare e sconfiggere insieme a lei, Sirius, Remus e Peter, i mangiamorte e Voldemort. 

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Capitolo 20
*** Il trasversalismo di Lucius ***





A Villa Malfoy arrivò una lettera da Severus Piton indirizzata a Lucius e Narcissa, nella quale era piuttosto furibondo. Il ragazzino raccontò nella lettera tutto quello che era accaduto qualche giorno fa a causa dello scherzo di Sirius, e della mancata espulsione di quest’ultimo e Remus.
“Dunque quel rimbambito di Silente permette a un ibrido di frequentare Hogwarts. Quella scuola sta cadendo sempre più in basso” esclamò sprezzante Narcissa. Mentre Lucius pianificava da tempo di farlo entrare nei Mangiamorte, Narcissa si era affezionata sinceramente a quel ragazzino perché rivedeva molti aspetti in comune con lui. Entrambi crebbero soli, anche se lei si considerava fortunata di avere avuto Andromeda nei periodi più bui e entrambi nutrivano una grandissima attrazione per le Arti Oscure.
“E a quanto pare anche i rapporti con quella nata babbana non sono più idilliaci, cosa dice? Che spesso discutono?” intervenne curioso Lucius, sbirciando nella lettera di Severus.
“Esatto, a quanto pare se la prende per il fatto che lanci incantesimi contro sanguemarcio come lei”
“Eccellente” esclamò soddisfatto Lucius Malfoy.
I due giovani da qualche settimana vivevano da soli, perché Abraxas  Malfoy acquistò una tenuta nei pressi di Londra, per consentire ai due di vivere da soli in tutta tranquillità. Una delle idee che aveva da un bel po’ Narcissa, era di invitare per qualche giorno Severus Piton a Villa Malfoy.
“Prendi sul serio il tuo mestiere di leccapiedi di quell’elemento” esclamò Narcissa fredda, guardando l’entusiasmo negli occhi del marito. La ragazza, pur accettando il fatto che il coniuge era un Mangiamorte, non condivideva l’importanza che dava agli incarichi di Voldemort, e odiava inoltre il fatto che Lucius mancasse molto tempo da casa, coinvolto in caccie ai babbani.
“Piantala, Cissy! Lo sai che le mie intenzioni non sono servirlo con dedizione per tutta la vita come quella matta di Bellatrix, ma…”
“…radunare i Mangiamorte più intelligenti, rovesciare lui e Silente e riportare al potere Grindelwald, lo hai detto centinaia di volte. Ma anche io vorrei un figlio e vivere tranquillamente con mio marito, non immaginarlo guidare spedizioni contro schifosi babbani e lottare contro auror…potresti venire ucciso” disse Narcissa, guardando con preoccupazione Lucius negli occhi. Quest’ultimo invece continuava a guardarla beffardo, non prendendo sul serio le sue preoccupazioni.
“Così mi offendo, Cissy! Ci vuole ben altro per uccidermi…che ne dici se più tardi andiamo a Nurmengard, vorrei aggiornare Grindelwald sugli ultimi sviluppi…sarà entusiasta sapere che ho trovato un potenziale genio”
“Piton ti considera amico, tu lo stai soltando usando per i tuoi comodi. Lui non è adatto a fare il Mangiamorte, ha troppi scrupoli per farlo” disse stizzita Narcissa al marito, che continuava a non prendere sul serio i suoi discorsi.
“Ma Cissy, è normale che lui mi consideri amico! Io sono ciò che lui vorrebbe essere, e io posso aiutarlo ad emergere dalla mediocrità nella quale si trova, a cominciare con l’allontanarlo da quella nata babbana”
“Riguardo a quella sanguemarcio hai ragione...ho avuto fin troppe noie a causa di quella razza con Andromeda, gli darà soltanto problemi. A volte mi piacerebbe che nelle vostre ronde contro babbani e nati babbani finisca coinvolto quel Ted Tonks…”
Lucius Malfoy guardò sorridente la moglie, contento che finalmente non abbia toltanto criticato il suo “lavoro”. Narcissa accettò di fare visita a Gellert Grindelwald insieme al marito. Quest’ultimo aveva deciso di aggiornare l’anziano mago oscuro degli ultimi avvenimenti, mentre alla ragazza sembravano piacere le idee di Grindewald, che non erano né troppo aperte come quelle di Silente, ma neanche prevedevano l’uccisione dei nati babbani. Narcissa, così come i Malfoy, pensava che potessero essere utili, anche se li considerava inferiori agli elfi domestici.
I due giovani coniugi si prepararono alla svelta, e dopo aver ordinato al loro elfo domestico Dobby di preparare qualche pietanza, si smaterializzarono alla riva del mare che divideva Nurmengard dalla terra ferma. Dopo circa mezz’ora, i giovani arrivarono alla cella di Gellert Grindelwald, che guardava fuori da un buco della sua cella.
“Chi è?” chiese Grindelwald, sentendo qualcuno attraversare le fiamme viola che proteggevano la sua cella.
“Sono io e mia moglie, signore” disse Lucius Malfoy, facendo un rispettoso inchino all’anziano mago oscuro, stessa cosa che fece anche Narcissa.
“Moglie? Congratulazioni allora…quali novità mi porti, Lucius?”
Il ragazzo, prima di aggiornare il mago oscuro, gli consegnò le pietanze che aveva preparato Dobby, e Grindelwald le gradì moltissimo, anche perché durante il giorno mangiava soltanto pane e acqua, e quindi qualsiasi cosa diversa dal solito gli sarebbe piaciuta.
Lucius raccontò a Grindelwald di come Voldemort si fidasse ciecamente di lui, o almeno pensava così. Grindelwald sembrò divertito dal fatto che i Mangiamorte continuassero a limitarsi ad uccidere babbani, senza puntare su maghi di maggiore spessore.
“Bellatrix Lestrange una delle streghe più potenti al suo servizio? – chiese incuriosito Grindelwald, quando Lucius gli nominò il cognome da sposata di Bellatrix – anni fa uccisi una Lestrange, mi stava simpatica, ma troppo sciocca”
“Il marito di colei che purtroppo ho come sorella si chiama Rodolphus Lestrange, signore” intervenne Narcissa, che non sembrava avere più il timore del posto in cui si trovava.
“Non sembri provare molta simpatia per tua sorella…e conoscendo i Black mi sembra qualcosa di positivo. Mi chiedo come mai tu continui a mantenere un’apparente serenità nei rapporti con la tua famiglia” chiese incuriosito l’anziano mago, non capendo fino in fondo la perversione dei rapporti dell’attuale famiglia Black.
“Per l’eredità…i miei amabili genitori hanno rinnegato mia sorella Andromeda, e non voglio perdere la mia porzione di denaro, tutto qui”
Grindelwald guardò sorridendo la ragazza, che non trasmetteva alcuna emozione e sorrise, contraendo le numerose rughe sul suo volto, causate non solo dall’età ma anche dalle difficili condizioni della sua carcerazione.
“A volte penso che tu sia nata nella famiglia sbagliata…hai un modo di pensare da Malfoy piuttosto che da Black. Anche Abraxas è fissato col denaro…venderebbe la sua dignità in cambio di qualche moneta…”
“Il che non è sbagliato, signore – intervenne Lucius, divertito dai discorsi dell’anziano mago – per vivere con tutti gli agi bisogna avere denaro, tanto denaro…con la dignità non si comprano vestiti pregiati, il cibo più buono del mondo”
“E’ su questo che io e tuo padre abbiamo spesso discusso, Lucius. Ho sempre creduto che c’è un limite che non vada attraversato, per questo ho ucciso il minimo necessario. Discorso che immagino non sia valido per il nostro caro Lord Voldemort…”
Mentre Lucius raccontava delle ultime “imprese” dei Mangiamorte e di Voldemort, Narcissa ascoltava in silenzio. La ragazza non era interessata ai discorsi sul potere e sugli omicidi dei due uomini. L’unica cosa che pensava era che, se Grindelwald fosse riuscito a tornare al potere e abolire lo statuto di Segretezza, lei avrebbe potuto mantere il rapporto con Andromeda senza doversi nascondere dalla famiglia.
Circa mezz’ora dopo, Lucius e Narcissa salutarono rispettosamente Grindelwald e quando dopo il solito difficoltoso viaggio di ritorno furono a Villa Malfoy, si rilassarono in soggiorno ordinando al loro elfo Dobby qualcosa da mangiare. Lucius si lasciò cadere sul divano in pelle, sbuffando.
“Sta invecchiando Grindelwald, tutti quei discorsi sul limite da non oltrepassare e sulla dignità mi hanno annoiato”
“Bhe non ha tutti i torti – intervenne Narcissa, mangiando un dolce annoiata – non puoi mica uccidere un neonato per i tuoi comodi”
“Ah si? E perché no? Se posso ricavarci un singolo galeone non mi farei problemi”
“Quando parli mi fai schifo tanto quanto la mia famiglia” disse la ragazza sprezzante al marito, che non sembrava prenderla sul serio.
“Dai Cissy…sarà meglio non parlarne più, adesso ti saluto. Impegni di lavoro”
“Non avevo dubbi” disse con freddezza la ragazza, senza tuttavia sottrarsi al bacio del marito.
Lucius Malfoy, dopo aver salutato la moglie, si smaterializzò a Casa Riddle, accomodandosi alla destra del tavolo rotondo al quale era seduto Voldemort. L’Oscuro Signore stava presiedendo la sua riunione settimanale, dalle quali erano esentati Rookwood e Lucius per il loro lavoro di spie, al quale il Mago Oscuro dava maggiore priorità.
“Bene…miei mangiamorte…Lucius, aggiornami sul tuo lavoro di reclutamento…”
“Ho ucciso una famiglia di babbani, mio Signore. Li ho fatti a pezzi” intervenne disperata Bellatrix, desiderosa di entrare definitivamente nelle grazie del Mago Oscuro.
“Hai svolto soltanto il compito che richiedo ai miei servi, Bellatrix” rispose con freddezza Voldemort, facendole capire che adesso voleva ascoltare soltanto Lucius.
“Mio Signore – disse Lucius, schiarendosi la voce – il rapporto tra Piton e la nata babbana si sta sgretolando, come vi avevo promesso”
“Bene, benissimo – disse Voldemort, sembrando soddisfatto dalle notizie che gli aveva portato Lucius – come primo incarico quando vorrà entrare tra noi, potrei chiedergli di uccidere quella sanguemarcio”
“Personalmente, mio Signore, non la vedo come la peggiore della vicenda. Piton ha un padre babbano che si ubriaca e che lo picchia”
Voldemort sembrò infuriarsi nell’ascoltare le parole del suo servo. Il Mago Oscuro la cosa che tollerava ancora meno dei nati babbani, erano i babbani che umiliavano i maghi.
“Bene, allora gli ordinerò di uccidere suo padre come prova di fedeltà…non dovrebbe essere un compito difficile. Continua a lavorare, Lucius, sono curioso di conoscere questo ragazzino…”
“Mio sign…”
“Non ti ho detto di parlare, Bellatrix. Puoi andare, Lucius”
Il ragazzo si alzò alla svelta, e dopo un profondo inchino al Mago Oscuro, si smaterializzò, con un sorriso sulla bocca, immaginando come Voldemort avrebbe punito Bellatrix per la sua condotta. Il Signore Oscuro odiava venire interrotto mentre parlava, e torturava per quasi un’intera ora chi osava farlo.

 

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Capitolo 21
*** Per amore questo e altro ***




Era passato un anno da quando Lucius Malfoy cominciò a parlare a Voldemort di Piton, e in quel lasso di tempo tante cose erano cambiate. Il rapporto di Piton con Lily si era bruscamente interrotto a causa di un'offesa irripetibile del ragazzo a Lily, che rappresentò la goccia che fece traboccare il vaso.
La ragazza però non superò in questo periodo la fine della sua amicizia con Piton e continuava a seguire con interesse il comportamento dell'ex amico, che aveva smesso di dare il tormento agli studenti nati babbani, e sperava nel profondo che potesse cambiare. Dall'altro lato James Potter con insistenza continuava a manifestarle il suo interesse, attirando la gelosia di Mary McDonald e Marlene McKinnon, le sue migliori amiche che proprio non riuscivano a capacitarsi di come potesse rifiutare la corte serrata di James, senza dubbio lo studente più popolare della scuola.
“Adesso basta – sbottó Lily dopo l'ennesimo tentativo di James di restare da solo con lei nella Sala Comune dei Grifondoro – sono stanca di te e dei tuoi tentativi di provarci con me. Lo so che non stai studiando”
James sbuffó ma al tempo stesso era divertito, perché per l'ennesima volta Lily aveva capito che stesse cercando un motivo per restare da solo con lei, e non che all'improvviso fosse preoccupato per i M.A.G.O.
“Ma ti faccio così schifo, Evans ? Non mi pare di essere così male, cioè…tutte mi fanno la corte e tu fai la preziosa…”
“Io faccio la preziosa perché non ti voglio, come devo dirtelo? Potrai anche avere quei capelli spettinati che tanto piace alle cascamorte che ti sbavano dietro…ma io preferirei restare zitella a vita se tu fossi l'unico uomo rimasto”
James era provato perché nonostante i suoi milioni tentativi per fare colpo su Lily, puntualmente veniva respinto da quest'ultima mentre Remus riuscì a fatica a convincerlo di non darle di nascosto il filtro d’amore, come suggeritogli da Sirius.
“E dai…un tentativo, piccino piccino ma damme…”
“NO! LASCIAMI IN PACE!!!” urlò Lily colma di rabbia e fastidio.
James a quel punto con la testa abbassata, si diresse verso il dormitorio maschile, dove Sirius, Peter e Remus già dormivano da un bel po'. Il ragazzo, triste e abbattuto come non mai e dopo essersi messo il pigiama ed essersi tolto gli occhiali, chiuse gli occhi, non desiderando neanche pensare a Lily come ogni notte. Il suo sonno, così come dei suoi amici tuttavia fu interrotto circa dieci minuti dopo da Lily, che entrò nel dormitorio maschile senza troppi complimenti.
“Potter, alzati!” sbottó Lily, svegliando tutti tranne James, che continuava a russare beatamente.
“Evans – si lamentó Sirius, sbadigliando rumorosamente così come Peter e Remus – se tu non hai niente da fare, bhe io ho qualcosa da fare domani”
“Zitto, Black! POTTER!” urlò Lily, furibonda con James che nonostante il rumore che faceva non si era svegliato.
“Che vuoi, Felpato?” si lamentó James, non immaginandosi di essere svegliato proprio da Lily, che qualche minuto prima lo cacció malamente.
“Tieni – disse Lily senza troppi giri di parole, lanciando verso James un pezzo di pergamena – svolgi queste cinque richieste e avrai un appuntamento con me. Ma solo uno…ciao" disse la ragazza con tono deciso, non desiderando di intrattenersi ulteriormente con i ragazzi. James afferrò il pezzo di pergamena e lo lesse attentamente, con Sirius, Peter e Remus che si dimenticarono di avere sonno e si misero dietro a James, che leggeva più e più volte il foglio:
-Chiedi scusa a tutte le vittime dei tuoi scherzi
-aiuta gli studenti più in difficoltà con il quidditch 
- non infrangere le regole
- non essere maleducato
- non pavoneggiarti
“Evans ha accettato! Evans ha accettato!” cominciò a saltare sul letto, preso da una gioia irrefrenabile. Anche Sirius e Peter erano colmi di gioia mentre Remus era l'unico che non sembrava particolarmente soddisfatto.
“Ramoso, lo sai che queste richieste sono state fatte col preciso intento di non uscire con te? Lily crede che non riuscirai ad eseguirle”
“Oh stai zitto, Remus – disse Sirius acido – il nostro Ramoso ha fatto centro. Cominciamo da domani…”
“No! Da adesso!” disse James mosso da un entusiasmo che nulla sembrava trattenerlo.
“Non penso sia una saggia idea, ne abbiamo combinate di tutti i colori e svegliare tutto il castello per scusarci potrebbe essere considerata come un'ulteriore presa in giro" disse Remus, provando a trattenere James.
Sirius e James temporeggiarono per un attimo, ma poi furono costretti ad ammettere che Remus aveva ragione, e quindi tornarono a dormire. James questa volta si addormentó di nuovo felice, ricominciando a fare i quotidiani sogni su Lily.
“Riuscirò a conquistarti, Evans e faremo tanti bei figli insieme”
Il giorno dopo James si svegliò di buon'ora e già questo allarmó Sirius e Remus, visto che il ragazzo di solito era il primo ad addormentarsi e l'ultimo a svegliarsi e il fatto ancora più allarmante fu che stava veramente cercando di eseguire tutte le richieste di Lily per un appuntamento. E fu così che chiese scusa a Travis Brown per avergli gonfiato la lingua per scherzo fino a quasi soffocarlo, a Matthew Moore per averlo lasciato sollevato per le gambe a testa in giù e anche al professor Vitious per aver incendiato l'aula di Incantesimi per far terminare prima la lezione. Ma la missione più dura fu scusarsi con la professoressa McGranitt per aver manomesso i voti di Peter ai G.U.F.O, anche e soprattutto per la reazione che ebbe l'insegnante nell'ufficio di Silente.
“TU COSA???” esclamò furente la professoressa McGranitt, mentre il professor Silente osservava la scena ridendo sotto i baffi.
“Ho manomesso i suoi voti per far ammettere Peter ai M.A.G.O e le chiedo scusa" disse James arrossendo, non avendo il coraggio di guardare in faccia l'insegnante.
“Quanto c'entrano Black, Minus e Lupin in questa faccenda? E non fare l'eroe per proteggerli" disse con freddezza la McGranitt.
“Nulla, signora. È stata tutta una mia idea, loro tre cercarono di farmi cambiare idea, convinti che lei se ne potesse accorgere”
La professoressa McGranitt guardó con severità James, pensando a quale castigo assegnargli pur apprezzando la sua onestà e quello che lei credeva fosse del rimorso.
“Bene, sono contenta e accetto le tue scuse, ma non posso passare sopra queste azioni e ti dovrò punire: fino alla fine dell'anno niente Hogsmeade”
“No, la prego – esclamò disperato James, che contava di invitare Lily a Hogsmeade – tutto ma non questo. Mi costringa a spolverare i trofei per tutto l'anno, mi faccia ripulire le aule o mi tolga il quidd…”
“Che cosa? – esclamò indignata la McGranitt all'ultima affermazione del ragazzo – non priveró i Grifondoro del loro miglior giocatore, non ho intenzione di farmi prendere in giro da Horace…”
“Minerva – intervenne Silente con dolcezza – se posso dire il mio parere, credo che costringere il signor Potter di lucidare e riordinare le aule sia un castigo adatto”
“Ma Albus!?” esclamò indignata la professoressa McGranitt, mentre James si dimenticó di qualsiasi gerarchia e scavalcó la cattedra per baciare il professor Silente sulle guancia.
“Sono lieto di averti reso felice, signor Potter, ma gradirei che non succeda mai più questo. Sono molto tollerante ma sono anche il tuo preside” disse Silente cercando di sembrare contrariato, indicando a James la porta.
“Gr…grazie signore…mi…scusi ancora…professoressa" disse James, correndo verso l'uscita.
“Albus? Ma avete bevuto whisky incendiario?” chiese incredula la professoressa McGranitt.
“No, Minerva…preferisco succo di idromele"
“In tanti anni che insegno in questa scuola mai, dico mai uno studente ha fatto trattative per la punizione e mai è corso ad abbracciare il proprio preside, felice per il castigo assegnato. Qualcosa non mi quadra”
“L’amore ci aiuta a crescere così come ci fa perdere ogni razionalità. Se questa mia decisione aiuterà a creare una nuova vita mi riterró soddisfatto. Spero che non te la sia presa per essere stata scavalcata.
La McGranitt non capì le parole del preside e a cosa si rivolgesse, ma preferì chiudere lì il discorso. In tanti anni di collaborazione aveva imparato a capire che la più scellerata decisione del preside in realtà nascondesse tanto altro.
“Un'ultima cosa, Minerva. Scommetto che tu avevi capito subito che Peter non avesse mai potuto prendere un eccezionale nella tua materia…perché non sei intervenuta?”
“Perché volevo capire chi lo avesse fatto e i miei sospetti erano su Black o Potter, e poi volevo capire se fossi troppo severa nel dare giudizi e se fosse il caso di essere meno selettiva e, viste le enormi difficoltà di Peter nella mia materia, credo di dover continuare ad essere selettiva”
James nel frattempo, mosso dalla prospettiva di un appuntamento con Lily, durante il pranzo si scusó con Mary McDonald per averle versato della pozione dilatante nel succo di zucca, che le fece gonfiare la testa a dismisura. Lily assistette alla scena pietrificata e capì che il ragazzo stava prendendo sul serio le richieste, e nella sua mente si diffusero tanti pensieri orrendi riguardo a un appuntamento con James.
“Allora, ti sto piacendo, Evans?” chiese James a Lily, pieno d'orgoglio.
Lily non rispose, mentre James guardò verso i Serpeverde e in particolare Piton, che dopo aver fissato James e Lily per qualche secondo, distolse immediatamente lo sguardo.
“Che mi tocca fare per te, Evans, che mi tocca fare” sospirò James, allontanandosi da Lily per tornare vicino ai suoi amici.
“Dovresti concedergli un'occasione, sbava dietro a te da anni…Hai sopportato a lungo Piton…” provó a parlare Marlene McKinnon ma fu fulminata dallo sguardo furente di Lily, e capì che tacere era l'opzione migliore in assoluto.
Su James piombó una grande angoscia, viste le sue intenzioni di porgere le proprie scuse a Piton, ma decise di farsi coraggio e di farlo dopo la lezione di Pozioni, quando sarebbe rimasto solo.
Il momento tanto atteso gli si presentò quando la lezione di Lumacorno terminò verso le sette di sera, e in aula rimase solo Piton con Evan Rosier a prendere appunti sul suo libro di Pozioni, e con suo grande sollievo Lily se ne andava dall'aula senza parlare più con Piton, e ciò lo aiutava nell’impresa.
James si avvicinò al banco di Piton e Rosier, che non lo avevano sentito avvicinarsi, e per attirare l’attenzione del primo tossí.
“Che vuoi, Potter? Ti sei scordato la tua banda o ora in preda alla tua megalomania vuoi sfidarci in due?” disse Piton, mentre Rosier afferrò sorridente la sua bacchetta.
“No…ehm…Bhe…allora da dove iniziamo…insomma, ho sbagliato nei tuoi confronti e…ti…chiedo scusa"
Piton e Rosier guardarono James come se fosse un matto, non capendo se fosse serio o se stesse architettando uno scherzo dei suoi insieme ai malandrini.
“Bene bene…Potter pentito…E come mai?”
“Non siamo abbastanza in confidenza da rivelartelo…bhe, ora vado, spero in una pacifica convivenza”
“Eh no – balzó in piedi Piton insieme a Rosier, armati di bacchetta – non spererai di cavartela così…Levicorpus”
In un batter d'occhio James si ritrovò a testa in giù, che lottava e si dimenava per tornare coi piedi per terra, anche se sapeva che fosse fiato sprecato.
“Vedo che ti piacciono i miei incantesimi, Potter. Userei la mia ultima invenzione, ma non voglio rischiare l'espulsione” disse Piton che scoppiava di rabbia, e gli diede un potente calcio in faccia con la punta della scarpa, rompendogli il naso. La sensazione che provò James fu orrenda, perché oltre il dolore il sangue gli colava negli occhi, impedendogli anche di vedere.
“Piton, hai avuto ciò che volevi, mettimi giù” protestó James, sapendo che però non sarebbe successo. Piton in tutta risposta agitó la bacchetta verso i muri dell'aula, e James sbatté su ognuno di loro, ma poi finalmente interruppe l’incantesimo, lasciando James dolorante al suolo, mentre Rosier sghignazzava felice.
“Ottimo lavoro, Piton"
I due uscirono contenti dall'aula, lasciando James dolorante ma felice, dato che aveva fatto un qualcosa che mai avrebbe creduto di fare per Lily, e le sue speranze per un appuntamento crebbero a dismisura. Qualche minuto dopo, James si risvegliò in infermiera e aveva intorno a lui Sirius, Peter e Remus, preoccupati.
“Ma che ti è successo?” chiese Sirius preoccupato, notando il bernoccolo sulla testa di James.
“Oh…nulla niente di che…” provò a dire James, senza essere troppo credibile.
“Piton…è stato lui?” chiese Remus, guardando James dritto negli occhi.
“Che cosa!? – sbottó Sirius, furioso – adesso me la paga. E tu, James, che ti è preso???”
“No…lascialo stare, l’amore prevede anche questo…adesso penso che Evans vedrà il mio impegno"
“Ma…” provò a protestare, ma non disse altro quando James gli fece un sorriso dei suo, evidentemente soddisfatto.
“Oh e va bene…fai come vuoi, io preferisco cambiarne una ogni giorno che finire cosi" disse Sirius seccamente.
James invece guardò fuori dalla finestra, interessato a come avrebbe reagito Lily nel vederlo conciato così per lei, e tornò a fantasticare su di lei ad occhi aperti, mentre Sirius si divertiva a ricordare a Remus che il giorno dopo ci sarebbe stata la luna piena.

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Capitolo 22
*** L'amore cambia ***


Era passato un anno da quando Lucius Malfoy cominciò a parlare a Voldemort di Piton, e in quel lasso di tempo tante cose erano cambiate. Il rapporto di Piton con Lily si era bruscamente interrotto a causa di un'offesa irripetibile del ragazzo a Lily, che rappresentò la goccia che fece traboccare il vaso. La ragazza però non superò in questo periodo la fine della sua amicizia con Piton e continuava a seguire con interesse il comportamento dell'ex amico, che aveva smesso di dare il tormento agli studenti nati babbani, e sperava nel profondo che potesse cambiare. Dall'altro lato James Potter con insistenza continuava a manifestarle il suo interesse, attirando la gelosia di Mary McDonald e Marlene McKinnon, le sue migliori amiche che proprio non riuscivano a capacitarsi di come potesse rifiutare la corte serrata di James, senza dubbio lo studente più popolare della scuola.
“Adesso basta – sbottó Lily dopo l'ennesimo tentativo di James di restare da solo con lei nella Sala Comune dei Grifondoro – sono stanca di te e dei tuoi tentativi di provarci con me. Lo so che non stai studiando”
James sbuffó ma al tempo stesso era divertito, perché per l'ennesima volta Lily aveva capito che stesse cercando un motivo per restare da solo con lei, e non che all'improvviso fosse preoccupato per i M.A.G.O.
“Ma ti faccio così schifo, Evans ? Non mi pare di essere così male, cioè…tutte mi fanno la corte e tu fai la preziosa…”
“Io faccio la preziosa perché non ti voglio, come devo dirtelo? Potrai anche avere quei capelli spettinati che tanto piace alle cascamorte che ti sbavano dietro…ma io preferirei restare zitella a vita se tu fossi l'unico uomo rimasto”
James era provato perché nonostante i suoi milioni tentativi per fare colpo su Lily, puntualmente veniva respinto da quest'ultima mentre Remus riuscì a fatica a convincerlo di non darle di nascosto il filtro d’amore, come suggeritogli da Sirius.
“E dai…un tentativo, piccino piccino ma damme…”
“NO! LASCIAMI IN PACE!!!” urlò Lily colma di rabbia e fastidio.
James a quel punto con la testa abbassata, si diresse verso il dormitorio maschile, dove Sirius, Peter e Remus già dormivano da un bel po'. Il ragazzo, triste e abbattuto come non mai e dopo essersi messo il pigiama ed essersi tolto gli occhiali, chiuse gli occhi, non desiderando neanche pensare a Lily come ogni notte. Il suo sonno, così come dei suoi amici tuttavia fu interrotto circa dieci minuti dopo da Lily, che entrò nel dormitorio maschile senza troppi complimenti.
“Potter, alzati!” sbottó Lily, svegliando tutti tranne James, che continuava a russare beatamente.
“Evans – si lamentó Sirius, sbadigliando rumorosamente così come Peter e Remus – se tu non hai niente da fare, bhe io ho qualcosa da fare domani”
“Zitto, Black! POTTER!” urlò Lily, furibonda con James che nonostante il rumore che faceva non si era svegliato.
“Che vuoi, Felpato?” si lamentó James, non immaginandosi di essere svegliato proprio da Lily, che qualche minuto prima lo cacció malamente.
“Tieni – disse Lily senza troppi giri di parole, lanciando verso James un pezzo di pergamena – svolgi queste cinque richieste e avrai un appuntamento con me. Ma solo uno…ciao" disse la ragazza con tono deciso, non desiderando di intrattenersi ulteriormente con i ragazzi. James afferrò il pezzo di pergamena e lo lesse attentamente, con Sirius, Peter e Remus che si dimenticarono di avere sonno e si misero dietro a James, che leggeva più e più volte il foglio:
-Chiedi scusa a tutte le vittime dei tuoi scherzi
-aiuta gli studenti più in difficoltà con il quidditch  
- non infrangere le regole
- non essere maleducato
- non pavoneggiarti
“Evans ha accettato! Evans ha accettato!” cominciò a saltare sul letto, preso da una gioia irrefrenabile. Anche Sirius e Peter erano colmi di gioia mentre Remus era l'unico che non sembrava particolarmente soddisfatto.
“Ramoso, lo sai che queste richieste sono state fatte col preciso intento di non uscire con te? Lily crede che non riuscirai ad eseguirle”
“Oh stai zitto, Remus – disse Sirius acido – il nostro Ramoso ha fatto centro. Cominciamo da domani…”
“No! Da adesso!” disse James mosso da un entusiasmo che nulla sembrava trattenerlo.
“Non penso sia una saggia idea, ne abbiamo combinate di tutti i colori e svegliare tutto il castello per scusarci potrebbe essere considerata come un'ulteriore presa in giro" disse Remus, provando a trattenere James.
Sirius e James temporeggiarono per un attimo, ma poi furono costretti ad ammettere che Remus aveva ragione, e quindi tornarono a dormire. James questa volta si addormentó di nuovo felice, ricominciando a fare i quotidiani sogni su Lily.
“Riuscirò a conquistarti, Evans e faremo tanti bei figli insieme”
Il giorno dopo James si svegliò di buon'ora e già questo allarmó Sirius e Remus, visto che il ragazzo di solito era il primo ad addormentarsi e l'ultimo a svegliarsi e il fatto ancora più allarmante fu che stava veramente cercando di eseguire tutte le richieste di Lily per un appuntamento. E fu così che chiese scusa a Travis Brown per avergli gonfiato la lingua per scherzo fino a quasi soffocarlo, a Matthew Moore per averlo lasciato sollevato per le gambe a testa in giù e anche al professor Vitious per aver incendiato l'aula di Incantesimi per far terminare prima la lezione. Ma la missione più dura fu scusarsi con la professoressa McGranitt per aver manomesso i voti di Peter ai G.U.F.O, anche e soprattutto per la reazione che ebbe l'insegnante nell'ufficio di Silente.
“TU COSA???” esclamò furente la professoressa McGranitt, mentre il professor Silente osservava la scena ridendo sotto i baffi.
“Ho manomesso i suoi voti per far ammettere Peter ai M.A.G.O e le chiedo scusa" disse James arrossendo, non avendo il coraggio di guardare in faccia l'insegnante.
“Quanto c'entrano Black, Minus e Lupin in questa faccenda? E non fare l'eroe per proteggerli" disse con freddezza la McGranitt.
“Nulla, signora. È stata tutta una mia idea, loro tre cercarono di farmi cambiare idea, convinti che lei se ne potesse accorgere”
La professoressa McGranitt guardó con severità James, pensando a quale castigo assegnargli pur apprezzando la sua onestà e quello che lei credeva fosse del rimorso.
“Bene, sono contenta e affetto le tue scuse, ma non posso passare sopra queste azioni e ti dovrò punire: fino alla fine dell'anno niente Hogsmeade”
“No, la prego – esclamò disperato James, che contava di invitare Lily a Hogsmeade – tutto ma non questo. Mi costringa a spolverare i trofei per tutto l'anno, mi faccia ripulire le aule o mi tolga il quidd…”
“Che cosa? – esclamò indignata la McGranitt all'ultima affermazione del ragazzo – non priveró i Grifondoro del loro miglior giocatore, non ho intenzione di farmi prendere in giro da Horace…”
“Minerva – intervenne Silente con dolcezza – se posso dire il mio parere, credo che costringere il signor Potter di lucidare e riordinare le aule sia un castigo adatto”
“Ma Albus!?” esclamò indignata la professoressa McGranitt, mentre James si dimenticó di qualsiasi gerarchia e scavalcó la cattedra per baciare il professor Silente sulle guancia.
“Sono lieto di averti reso felice, signor Potter, ma gradirei che non succeda mai più questo. Sono molto tollerante ma sono anche il tuo preside” disse Silente cercando di sembrare contrariato, indicando a James la porta.
“Gr…grazie signore…mi…scusi ancora…professoressa" disse James, correndo verso l'uscita.
“Albus? Ma avete bevuto whisky incendiario?” chiese incredula la professoressa McGranitt.
“No, Minerva…preferisco succo di idromele"
“In tanti anni che insegno in questa scuola mai, dico mai uno studente ha fatto trattative per la punizione e mai è corso ad abbracciare il proprio preside, felice per il castigo assegnato. Qualcosa non mi quadra”
“L’amore ci aiuta a crescere così come ci fa perdere ogni razionalità. Se questa mia decisione aiuterà a creare una nuova vita mi riterró soddisfatto. Spero che non te la sia presa per essere stata scavalcata.
La McGranitt non capì le parole del preside e a cosa si rivolgesse, ma preferì chiudere lì il discorso. In tanti anni di collaborazione aveva imparato a capire che la più scellerata decisione del preside in realtà nascondesse tanto altro.
“Un'ultima cosa, Minerva. Scommetto che tu avevi capito subito che Peter non avesse mai potuto prendere un eccezionale nella tua materia…perché non sei intervenuta?”
“Perché volevo capire chi lo avesse fatto e i miei sospetti erano su Black o Potter, e poi volevo capire se fossi troppo severa nel dare giudizi e se fosse il caso di essere meno selettiva e, viste le enormi difficoltà di Peter nella mia materia, credo di dover continuare ad essere selettiva”
James nel frattempo, mosso dalla prospettiva di un appuntamento con Lily, durante il pranzo si scusó con Mary McDonald per averle versato della pozione dilatante nel succo di zucca, che le fece gonfiare la testa a dismisura. Lily assistette alla scena pietrificata e capì che il ragazzo stava prendendo sul serio le richieste, e nella sua mente si diffusero tanti pensieri orrendi riguardo a un appuntamento con James.
“Allora, ti sto piacendo, Evans?” chiese James a Lily, pieno d'orgoglio.
Lily non rispose, mentre James guardò verso i Serpeverde e in particolare Piton, che dopo aver fissato James e Lily per qualche secondo, distolse immediatamente lo sguardo.
“Che mi tocca fare per te, Evans, che mi tocca fare” sospirò James, allontanandosi da Lily per tornare vicino ai suoi amici.
“Dovresti concedergli un'occasione, sbava dietro a te da anni…Hai sopportato a lungo Piton…” provó a parlare Marlene McKinnon ma fu fulminata dallo sguardo furente di Lily, e capì che tacere era l'opzione migliore in assoluto.
Su James piombó una grande angoscia, viste le sue intenzioni di porgere le proprie scuse a Piton, ma decise di farsi coraggio e di farlo dopo la lezione di Pozioni, quando sarebbe rimasto solo.
Il momento tanto atteso gli si presentò quando la lezione di Lumacorno terminò verso le sette di sera, e in aula rimase solo Piton con Evan Rosier a prendere appunti sul suo libro di Pozioni, e con suo grande sollievo Lily se ne andava dall'aula senza parlare più con Piton, e ciò lo aiutava nell’impresa.
James si avvicinò al banco di Piton e Rosier, che non lo avevano sentito avvicinarsi, e per attirare l’attenzione del primo tossí.
“Che vuoi, Potter? Ti sei scordato la tua banda o ora in preda alla tua megalomania vuoi sfidarci in due?” disse Piton, mentre Rosier afferrò sorridente la sua bacchetta.
“No…ehm…Bhe…allora da dove iniziamo…insomma, ho sbagliato nei tuoi confronti e…ti…chiedo scusa"
Piton e Rosier guardarono James come se fosse un matto, non capendo se fosse serio o se stesse architettando uno scherzo dei suoi insieme ai malandrini.
“Bene bene…Potter pentito…E come mai?”
“Non siamo abbastanza in confidenza da rivelartelo…bhe, ora vado, spero in una pacifica convivenza”
“Eh no – balzó in piedi Piton insieme a Rosier, armati di bacchetta – non spererai di cavartela così…Levicorpus”
In un batter d'occhio James si ritrovò a testa in giù, che lottava e si dimenava per tornare coi piedi per terra, anche se sapeva che fosse fiato sprecato.
“Vedo che ti piacciono i miei incantesimi, Potter. Userei la mia ultima invenzione, ma non voglio rischiare l'espulsione” disse Piton che scoppiava di rabbia, e gli diede un potente calcio in faccia con la punta della scarpa, rompendogli il naso. La sensazione che provò James fu orrenda, perché oltre il dolore il sangue gli colava negli occhi, impedendogli anche di vedere.
“Piton, hai avuto ciò che volevi, mettimi giù” protestó James, sapendo che però non sarebbe successo. Piton in tutta risposta agitó la bacchetta verso i muri dell'aula, e James sbatté su ognuno di loro, ma poi finalmente interruppe l’incantesimo, lasciando James dolorante al suolo, mentre Rosier sghignazzava felice.
“Ottimo lavoro, Piton"
I due uscirono contenti dall'aula, lasciando James dolorante ma felice, dato che aveva fatto un qualcosa che mai avrebbe creduto di fare per Lily, e le sue speranze per un appuntamento crebbero a dismisura. Qualche minuto dopo, James si risvegliò in infermiera e aveva intorno a lui Sirius, Peter e Remus, preoccupati.
“Ma che ti è successo?” chiese Sirius preoccupato, notando il bernoccolo sulla testa di James.
“Oh…nulla niente di che…” provò a dire James, senza essere troppo credibile.
“Piton…è stato lui?” chiese Remus, guardando James dritto negli occhi.
“Che cosa!? – sbottó Sirius, furioso – adesso me la paga. E tu, James, che ti è preso???”
“No…lascialo stare, l’amore prevede anche questo…adesso penso che Evans vedrà il mio impegno"
“Ma…” provò a protestare, ma non disse altro quando James gli fece un sorriso dei suo, evidentemente soddisfatto.
“Oh e va bene…fai come vuoi, io preferisco cambiarne una ogni giorno che finire cosi" disse Sirius seccamente.
James invece guardò fuori dalla finestra, interessato a come avrebbe reagito Lily nel vederlo conciato così per lei, e tornò a fantasticare su di lei ad occhi aperti, mentre Sirius andò a dormire.
“Si da il caso Sirius, che tu non cambi una Lily Evans ogni giorno" disse James prima di addormentarsi.
Mentre i malandrini condividevano la gioia sfrenata di James, Lily fece una cosa che mai aveva fatto fino ad ora: infrangere le regole. Erano mesi che aveva un peso sulla coscienza riguardante Piton. Ormai da mesi la ragazza non gli rivolgeva parola, e con sollievo notó che non andava più in giro a sperimentare incantesimi oscuri su nati babbani ma anzi, si era isolato completamente e passava le notti da solo nel parco, e Lily decise che l'unico modo per avere un confronto con lui fosse infrangere le regole.
Quando tutti si addormentarono, Lily si mise un mantello per proteggersi dal vento fresco e scese, il più silenziosamente possibile. La ragazza provava una fastidiosa sensazione nello stomaco, non sapendo cosa aspettarsi da colui che un tempo era il suo amico. Cosa poteva fare da solo di notte? Magari nascosto da tutti torturava nati babbani ?
Ma quando arrivò  nel giardino con sua grande sorpresa lo trovò seduto su una panchina a leggere il suo amato libro di pozioni, che anni fa gli regalò proprio Lily, e prendere compulsivamente appunti. Lily si schiarì la voce, per attirare l'attenzione di Piton, e dopo un'altra finta tosse, il ragazzo distolse lo sguardo dal libro.
“Che vuoi ?” chiese freddo Piton, innervosendo la ragazza, che tuttavia decise di mantenere la calma.
“Fino a prova contraria dovrei essere io l'offesa e non tu, per il resto volevo soltanto vedere come stavi" rispose Lily a Piton, che non sembrò per nulla toccato dalle sue parole.
“Oh…che onore, finalmente mi onori della tua parola. O per caso hai finito di cinguettare con James Potter e non sapendo cosa fare sei venuta da me?” disse Piton con disprezzo, col chiaro intento di ferire Lily.
“Io??? Ma…ma come ti permetti?? Io non cinguetto con lui…e…ho capito, lascio perdere, speravo fossi cambiato e invece…Bhe…buonanotte” disse la ragazza colma di rabbia, senza dare il tempo a Piton di ribattere.
Ma il ragazzo non aveva intenzione di ribattere, perché quando Lily si allontanò abbastanza da non vederlo, si asciugó gli occhi dalle lacrime e continuò  a leggere il suo libro di pozioni, sul quale tuttavia non c'erano appunti di pozioni ma di magia oscura.

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