La rivolta tra le dita

di ninety nine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Utepils: il sole, una birra, un sogno ***
Capitolo 2: *** Cwatch: un abbraccio, dei libri, la libertà ***
Capitolo 3: *** Kattebel: un bigliettino, un appuntamento, il mondo ***
Capitolo 4: *** Satsukibare: un giorno di maggio, l'estate, la vita ***
Capitolo 5: *** Jijivisha: un poliziotto, un capo, la voglia di vivere ***



Capitolo 1
*** Utepils: il sole, una birra, un sogno ***


La rivolta tra le dita, capitolo I
Uterpils: il sole, una birra, un sogno




***


La Sorbonne, marzo 1968.

Io all’università ci andavo per studiare, tu per divertirti; ti piaceva ridere con i tuoi amici, con la birra sempre in mano e me vicina con un libro aperto.
Avevi la fortuna di apprendere in fretta: poche parole appuntate su un foglio e poi via, di nuovo verso il parco, chitarra a tracolla e giornaletti di sinistra in tasca.

Il sole schiariva i tuoi capelli castani, in quei pomeriggi pigri di inizio primavera, trascorsi tra un bacio e una carezza.
Ma dentro fremevi: ti sentivo sognare, sempre, tanto forte che parevi gridare.

Era facile sognare, allora.


 
***






Buongiorno!
Eccomi giunta con un nuovo progetto: una serie di drabble sul maggio francese. Si tratta di un periodo complesso, e non rientra tra le mie pretese giudicare o dare un quadro storico completo ed esauriente: ho soltanto provato a raccontare le storie di due giovani sessantottini, tra amore, università, ideali, sogni e scontri.
I capitoli saranno a POV alternato: si inizia, in questa drabble, con il punto di vista della ragazza :)
Ciascun capitolo trae spunto da una delle parole proposte nella drabble indicata nell'intro: questo capitolo si ispira alla parola Uterpils, dal norvegese, che significa "stare all'aperto in una giornata di sole, bevendo una birra".
Concludo dicendo che il titolo è tratto da un verso della canzone Eskimo di Francesco Guccini, che io amo.
Concluse le note e concluso il capitolo, questa storia avrà aggiornamento giornaliero, o quasi, per rientrare nei tempi del contest.
Grazie a tutti voi che avete letto,
A presto, 99

 

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Capitolo 2
*** Cwatch: un abbraccio, dei libri, la libertà ***


La rivolta tra le dita, capitolo II
Cwtch: un abbraccio, dei libri, la libertà




***


Sei bella come il sole timido di marzo, ma cherie, con quel tuo naso sempre nei libri.
Sartre, Marcuse, Debord: chissà dove li hai trovati.

Hai la rivoluzione tra le dita e neanche te ne rendi conto.
Profumi di cambiamento ma hai paura di abbracciarlo.

Mi guardi, quando urlo troppo forte di lasciarci vivere. Mi abbracci, forse capendo che il mondo contro cui lotto mi sembra troppo grande. Tu mi abbracci e il mondo torna piccolo, mentre respiro la tua libertà borghese, io che chissà come ci sono finito in università.
La respiro e vorrei tenerne un po’ per me.


 
***




 
Buongiorno!
Capitolo due! Qui il punto di vista è quello del nostro giovane rivoluzionario! Questo capitolo si ispira alla parola Cwtch, dal significato di "non un semplice abbraccio, non un abbraccio qualsiasi, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro, quel luogo in cui ci sentiamo veramente a casa, tra le braccia della persona amata" (ecco perchè il concetto dell'abbraccio è così ribadito!)
Avete colto il riferimento al titolo? 

Concludo le note con un grazie, a voi che leggete!
A presto, 99
 

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Capitolo 3
*** Kattebel: un bigliettino, un appuntamento, il mondo ***


La rivolta tra le dita, capitolo III
Kattebel: un bigliettino, un appuntamento, il mondo.




***


Ho frugato nelle tue tasche, un giorno che cercavo un fazzoletto.
Ci ho trovato un bigliettino scarabocchiato in fretta: 3 maggio 1968, manifestazione, cortile della Sorbonne.
L’ho guardato e ho capito che avevi imboccato la tua strada, tu e quei tuoi ideali strimpellati con la chitarra.

Ti ho fatto scivolare il bigliettino in mano quando ti sei avvicinato. Hai sorriso, e io mi sono, di nuovo, innamorata.
Alla Sorbonne saremo in due, a maggio. Tu con le tue frasi urlate, io con i miei libri di Marcuse.

Forse non cerchiamo la rivoluzione, ma solo un mondo su misura per noi.



 
***




 
Buongiorno!
Capitolo tre! Per la "teoria" dei capitoli alternati, il punto di vista qui è quello della ragazza. La parola a cui mi sono ispirata invece è Kattebel, dall'olandese, che significa "
Un breve biglietto scritto in modo informale e dato a qualcuno per attirare la sua attenzione oppure tenuto per sé come promemoria per non dimenticare qualcosa": In questo caso, il qualcosa è prioprio l'occupazione del 3 maggio. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, a presto e grazie, 99.

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Capitolo 4
*** Satsukibare: un giorno di maggio, l'estate, la vita ***


La rivolta tra le dita, capitolo I
Satsukibare: un giorno di maggio, l'estate, la vita




***


Pensavo che alla Sorbonne saremmo stati solo io e te, invece ad occuparla eravamo migliaia.

Ti tenevo per mano e mi sembrava di volare: finalmente scoppiava la rivolta che tanto avevamo aspettato.
I giornali di sinistra che di solito a malapena uscivano dalle tasche oggi erano in aria, lanciati per essere letti.
Il sole di maggio pareva salutarci festoso: l’estate era vicina.
L’estate della libertà, dei diritti, dell’uguaglianza.

Gli amici accanto a me tiravano sassi ai poliziotti.
Gli dicevo di smetterla, ma senza convinzione: avevano gli occhi accesi, si sentivano vivi, perché interromperli?
In fondo, allora tutti ci sentivamo vivi.


 
***






Buongiorno!
Eccoci giunti al quarto capitolo di questa storia. Il 3 maggio, finalmente, è arrivato: è scoppiata la rivolta. Il nostro giovane protagonista maschio la vede come l'arrivo di un periodo luminoso, come l'estate. Il paragone nasce dalla parola ispiratrice del capitolo Satsukibare, ovvero "giorno luminoso di maggio che segna l'avvicinarsi dell'estate". Proprio da questa parola, per altro, nasce l'ispirazione per l'intera storia.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto,
a presto,
99

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Capitolo 5
*** Jijivisha: un poliziotto, un capo, la voglia di vivere ***


La rivolta tra le dita, capitolo I
Jijivisha: un poliziotto, un capo, la voglia di vivere





***


Del nostro gruppo, tu pari il capo, pugno alzato e capelli infuocati dal sole.

Quando i primi sassi vanno a segno, i poliziotti iniziano ad arrestare.
Prendono anche te, mani forti sulle tue braccia pallide.
Non urli, ti lasci trascinare via. I tuoi occhi sono ancora accesi di vita.

Urlo io, ma tu mi sorridi, e mi pare di sentirla, dentro di te, forte come un uragano, come migliaia di studenti in piazza, la voglia di continuare a vivere così: libero.
Scompari dietro l’angolo, ma so che tornerai, sognatore come prima, perché alla chiamata della vita tu hai sempre risposto.



 
***






Buongiorno!
Eccomi giunta alla conclusione di questa breve storia. Concludiamo con lo stesso POV da cui si era partiti, quello della ragazza, che vede il fidanzato arrestato (ho verificato, gli arresti ci sono stati, anche numerosi, quel giorno alla Sorbonne). Il capitolo prende spunto dalla parola hindi
Jijivisha, che siginifica "il forte ed eterno desiderio di vivere e di continuare a vivere". Spero davvero di cuore che questa storia vi sia piaciuta! A presto e grazie di aver letto,
99

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