Le Vie dell'Ombra

di Crateide
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 5: *** 05 ***
Capitolo 6: *** 06 ***
Capitolo 7: *** 07 ***
Capitolo 8: *** 08 ***
Capitolo 9: *** 09 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***



Capitolo 1
*** 01 ***


 

 

La Superficie lo trascinava con sé come il giorno fa con la notte. Ade, però, si celava allo sguardo di uomini e dèi, poiché Invisibile era il suo nome, sua eterna condanna.

Non era l’Ombra che calava sugli occhi dei mortali ad attrarlo, ma la Luce. I campi indorati di spighe gravide, i prati floridi di fulgidi fiori, il mare chiaro che si congiungeva al cielo nell’orizzonte brumoso; il profumo di frutti maturi, di sole e fieno, di miele e latte, di aromi a lui sconosciuti.

Ade vagava, lasciando dietro di sé orme nere. Vagava, finché la rotondità di un ventre non catturò la sua attenzione...

E si sentì sprofondare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Ciao a tutti,

da quanto tempo non scrivevo qualcosa su Ade e Persefone? Eoni, direi... beh, è il caso di recuperare e lo faccio con questa raccolta. Il tutto è narrato dal punto di vista di Ade, non ci sono dialoghi e nei capitoli venturi ci saranno due componimenti poetici, se così vogliamo chiamarli, dato che io e la poesia siamo due sconosciute, ma apprezzate l’enorme sforzo.

Non scriverò altri angolini dell’autrice per non spezzare il ritmo della narrazione, spero che questo piccolo esperimento vi piaccia, anche se la brevità non è decisamente il mio forte (e chi ha letto le mie storie lo sa bene!).

110 parole esatte per 9 drabbles (+ due “poesie”).

 

Senza pretese,

Elly

 

 

 

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Capitolo 2
*** 02 ***


 

 

Nell’Oltretomba tutti tacevano. Nessuno osava chiedergli cosa lo spingesse Sopra, quale dimenticato miracolo avesse catturato il suo cuore. Ecate sola poteva porgergli domande, di cui conosceva già la risposta. Colei che Vede, Trivia: Passato, Presente e Futuro si dipanavano davanti ai suoi occhi trapuntati di stelle.

Ade spiava quel ventre sempre più gonfio, ogni giorno, all’ombra di un ulivo, tormentato nell’animo da un richiamo atavico, simile a una voce che pareva pronunciare il suo nome.

Gli Inferi lo richiamarono, lo trattennero nel loro seno per lungo tempo. Ade li sentiva fremere, finché un giorno la Superficie parve rispondere e il cuore dell’Invisibile fremette: la creatura aveva abbandonato il ventre materno.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** 03 ***


 

 

Trovarla non era semplice, poiché fra gli Olimpi aveva dimora, in un luogo a lui precluso.

Ade desiderava vederla. Aveva il sentore che se ne avesse incontrato anche solo lo sguardo, il suo animo avrebbe trovato la pace agognata. Lo aveva compreso il giorno in cui aveva scorto quella rotondità perfetta, quella curva armoniosa.

Camminava sconsolato fra l’erba rorida, lasciando impronte scure sul terreno ormai sterile, finché non li udì: piccoli, leggeri passi lo seguivano.

Ade si arrestò e così fece la creatura alle sue spalle. Ne percepiva il calore sulla pelle e l’alito di vita.

Si volse e la sua anima si specchiò nell’innocenza di due occhi di fanciulla.

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** 04 ***


 

 

Mestizia

in questa vuota

dimora, ventre sterile.

Desiderio

che arde, s’innalza e sibila

in un cuore freddo, addolorato e muto.

Silenzio.

Perdutamente sprofonda

il dio che Invisibile era, è e sarà.

Veleno

nelle vene al posto del sangue

scorre, dolente, dal giorno che visse.

Vita

oh vita, che per lui

non sei altro che riflesso impallidito.

Ombra,

unica consolazione

per un animo triste e mesto.

E tu, chi sei?

Speranza, promessa di luce e calore?

Oh vita

 splendida eco lontana...

 

 

 

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Capitolo 5
*** 05 ***


 

 

Un narciso le era caduto di mano, da quella mano piccola e diafana, dalle dita sottili e le unghie rotonde e rosate.

Il narciso giaceva a terra, lo sguardo della fanciulla era enigmatico, fisso nel suo.

Ade si chiese come potesse sapere dov’erano i suoi occhi, celati sotto l’Elmo dell’Oscurità. Come poteva, ella, scrutare l’Invisibile, penetrarlo con lo sguardo simile alla saetta che squarcia una notte placida?

Non trovò risposta, la vide volgersi e andare via, abbandonando il narciso lì ai suoi piedi, sul terreno brullo dove aveva posato il calcagno.

Ade si chinò, lo prese e ne aspirò il profumo, prima che perisse nel palmo, fra le dita tremanti.

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** 06 ***


 

 

Tremava il suo animo, tremava il suo Regno; urlavano i suoi pensieri e strepitavano le Ombre dei defunti, di coloro che erano e non sono più.

Come fare? Come rivederla?

Ade lo sapeva, era lei, era la creatura che nel ventre della propria madre lo aveva chiamato. Era luce, era sole e vita, mentre lui...

Quale tormento!

Cos’era lui se non un ammasso oscuro di dolore, solitudine, freddo e tristezza? Ade odiò se stesso. Odiò il proprio Regno e il suo triste destino che gli negava la gioia della Superficie.

Viveva fra i dannati, maledetto fra i maledetti, detestato.

Eppure, lo sapeva, gli sarebbe bastato rivederla... e averla per sé.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** 07 ***


 

 

La spiava all’ombra, ne seguiva i movimenti fluidi del corpo sinuoso velato dal peplo candido; s’incantava nel vederne i capelli inanellarsi intorno al viso ridente, agli occhi fulgidi.

Di tanto in tanto lei si fermava e guardava nella sua direzione. Allora il cuore di Ade accelerava i battiti e sussurrava: «vedimi!», ma non accadeva. Lei tornava a giocare, a correre e ridere.

Un giorno la trovò sola, raccoglieva fiori e li infilava in una corolla.

Le arrivò alle spalle, fremente, e osservò la luce del tramonto disegnarne il profilo, donando ai capelli un riflesso di fuoco.

Le mani tremarono, mentre si sfilava l’elmo dal capo e l’Invisibile diveniva alfine Visibile.

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Capitolo 8
*** 08 ***


 

 

Lei si fermò. Volse leggermente il capo dorato e rimase immobile a rimirare quell’ombra allungarsi accanto alla sua. Ade trattenne il fiato e quando la guardò ancora negli occhi, capì che mai e poi mai avrebbe dovuto strapparla alla Superficie, a quel Mondo che pareva incarnare. Tutte le grazie e tutte le bellezze erano in lei, rifulgevano, lo abbagliavano.

Ade si coprì il volto con una mano e pianse, lasciando cadere l’elmo a terra. Pianse la sua misera Sorte e quell’amore a cui era costretto a rinunciare.

Un fruscio leggerissimo lo costrinse a risollevare il capo. La fanciulla gli porgeva l’elmo e all’interno – quale meraviglia! – una ghirlanda di narcisi bianchi.

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** 09 ***


 

 

Non li aveva toccati, quei narcisi. Temeva che, se l’avesse fatto, sarebbero morti. Giacevano nel suo elmo, abbacinanti contro l’oscurità che veleggiava tutt’intorno.

Perché quel regalo? Lei non aveva parlato, ma gli aveva sorriso come a un caro amico. Forse, lo aveva visto davvero mentre la spiava sotto ulivi e tralci di vite?

Il tormento di Ade crebbe. Cosa possedeva lui per onorare quel dono? Era ricco, gli Inferi custodivano i più mirabili tesori, ma ai suoi occhi nessuno pareva valere la metà di quei fiori...

Ade lo percepì poco a poco e il suo cuore tremò.

Si alzò e corse via, lasciando quei narcisi a illuminare il suo Regno.

 

 

 

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Capitolo 10
*** 10 ***


 

 

Ade avrebbe voluto chiederle tante cose, come avesse fatto a trovare l’entrata del suo Regno, per esempio, o come sapesse che quello era il suo Regno. Se l’era ritrovata davanti sulle soglie degli Inferi, impaurita e con il peplo sporco di terra. Appena lo aveva scorto, in lontananza, il suo volto si era rasserenato e un sorriso di gioia le aveva incurvato le labbra carnose e rosse.

Ade non parlò e sentì gli occhi inumidirsi. Possibile che non avesse paura di lui? Non esisteva creatura, in Superficie, che non lo disprezzasse, ma quella fanciulla... ma lei gli sorrideva ed era sincera. Sincera, come il bacio che gli sfiorò le labbra.

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Capitolo 11
*** 11 ***


 

 

Per amore lo aveva accolto

fra i morbidi seni

e aveva fatto dell’Ombra

la sua nuova dimora.

 

Per le vie dell’Ombra

la luce squarcia l’oscurità

e a essa si fonde

e danza

per gli animi soli.

 

 

 

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