Storie al profumo di salsedine di Fuuma (/viewuser.php?uid=1725)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 - 03. Victor ***
Capitolo 2: *** 04 - 06. Eden ***
Capitolo 3: *** 07 - 09. Together (part 1) ***
Capitolo 4: *** 10 - 12. Together (part 2) ***
Capitolo 5: *** 13 - 15. Apart ***
Capitolo 6: *** 16 - 17. The end ***
Capitolo 1 *** 01 - 03. Victor ***
#01
«Cos’è che avresti visto?»
Carol aveva riso. Naturalmente.
Victor volse lo sguardo al cielo con
una smorfia seccata. Non sapeva perché gliel’avesse detto, non gli
aveva creduto quando le aveva detto di aver visto uno scorpione
nella vasca da bagno nel loro viaggio in Messico (ed era stato punto
da quel bastardo), come poteva pensare gli avrebbe dato retta per
una sirena.
Lui per primo stentava a crederci.
«Lascia stare.» Scrollò la testa.
Qualche granello di sabbia volò sul 5 verticale delle parole
crociate di Carol: Lo si può fare anche a occhi aperti.
Victor sorrise.
Carol alzò gli occhi dalla pagina,
guardandolo controllare la bombola dell’ossigeno.
«Torni là sotto?»
«Oh sì.»
Là sotto, dopotutto, si trovava il suo
sogno.
[ 120w ]
44. Coloro che
sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto
di notte
(Dai Racconti di
Edgar Allan Poe)
#02
Aveva afferrato quella mano piccola e
palmata e si era subito sentito scivolare via.
Giù.
Mentre le bolle del poco ossigeno rimasto nella bombola salivano
verso una superficie ormai sempre più lontana.
E lui giù, sempre più giù, tra onde di un buio che pizzicava di
freddo la sua muta, con i polmoni vuoti e il petto pesante.
Dietro la maschera gli occhi li
sentiva di vetro – un altro metro e si sarebbero rotti come biglie.
Laggiù nessuno lo avrebbe aiutato. Ma,
come se gli avesse letto il pensiero, la piccola mano palmata che
aveva stretto finora gli raccolse il volto e gli strappò il
boccaglio dai denti.
Nella sua bocca morbida e carnosa,
Victor ritrovò il proprio respiro.
[ 120w ]
33. the flames are
reaching my body / please won't you help me
i feel like I'm
slipping away / it's hard to breath/And my chest is a-heaving
(Burning Love -
Elvis Presley)
#03
Aveva toccato terra in
punta di piedi, restando sospeso nell’abbraccio dell'acqua.
Il suo nuotare si era trasformato piuttosto in fretta in un cadere,
ma era mancata la sensazione di vuoto che di solito si prova in quei
momenti. E dal cadere era passato al galleggiare, o forse era più
giusto dire fluttuare nell'acqua. Qualsiasi cosa fosse,
sapeva che doveva essere merito della sirena dai capelli rosa
corallo.
Lei gli sorrise. Il volto di ragazza, mezzo corpo di donna e una
pinna dai colori del mare al posto delle gambe.
«Ma dove ti eri
nascosta finora…?»
Lei rise con un suono
musicale.
Gli strinse un braccio,
tirandolo verso di sé e gli stampò un dito al petto, all’altezza del
cuore. «Qui.»
[ 120w ]
48. ecco il mio
segreto. è molto semplice: si vede solo con il cuore. l'essenziale è
invisibile agli occhi
(Il Piccolo Principe
- Antoine de Saint-Exupéry) |
|
Si tratta di una raccolta
di 17 drabble in tutto, suddivise in 6 capitoletti, scritta sulla
base dei prompt della Corsa delle 36 ore, quindi nell'arco di un
giorno e mezzo - anche meno a dire il vero.
C'è una storia alla base,
ma ci sono alcune questioni che vengono sfiorate e mai spiegate -
non è solo per mancanza di tempo, ma è una cosa voluta. Questi solo
stralci della storia di Victor e di Eden di come è cominciata e di
com'è finita; gli spazi vuoti, se volete, potete riempirli voi.
---
I personaggi e la
storia appartengono a me
Scritta per
l'iniziativa
Corsa delle 36 ore @Torre
di carta
|
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 04 - 06. Eden ***
#04
«Cosa… cosa ti aspetti che faccia?»
Carol urlò, frastornata e spaventata.
Tutto quello che desiderava era stato
una vacanza, un po’ di tempo per sé, lontano dall’ufficio e dalle telefonate
di sua madre che le chiedeva se avesse finalmente parlato con Victor.
No, mamma, non abbiamo parlato. Non parliamo più da anni e
forse a malapena mi guarderebbe una volta consegnatogli le carte per il
divorzio.
«Non sei tu quella che ha un piano per tutto?»
Ma Victor non la guardava nemmeno ora, con quella cosa annaspante tra
le braccia e la macchia di petrolio che avanzava dal ventre squarciato della
petroliera.
Victor pensava a salvare quel mezzo pesce,
mentre Carol voleva solo tornare a quello che erano stati prima.
[ 120w ]
49.
i luoghi più caldi dell’inferno sono riservati a coloro che in tempi di
grande crisi morale si mantengono neutrali
(Inferno - Dan Brown)
#05
Eden schiacciò le dita alle
orecchie, premendosi contro lo sportello del rimorchio.
Victor le circondò le spalle e
la tirò a sé. Le fece poggiare la testa al proprio petto, offrendole la
copertura del giaccone, come riparo temporaneo dai rumori della città.
Sorrise, posandole un bacio tra
capelli rosa corallo e azzurro elettrico.
«Non c’è traffico dove stavi
tu, vero?»
Eden lo guardò, gli occhi
grandi e azzurri e acquosi. Le branchie sul collo si muovevano scoordinate,
come tasti di un pianoforte scordato, senza sapere cosa farne dell’ossigeno
sporco di fumi e benzina che le arrivava.
«Voglio tornare a casa»
Mormorò.
Victor abbassò lo sguardo. «Lo
so, Eden… lo so…»
[ 110w ]
36.
sarà difficile chiederti scusa / per un mondo che è quel che è
io nel
mio piccolo tento qualcosa / ma cambiarlo è difficile
(A modo
tuo - Ligabue)
#06
La trovò rannicchiata nella
vasca da bagno. Brividi sulla pelle nuda, braccia strette intorno al busto
sottile e occhi socchiusi che cercavano il mare, trovando invece piastrelle
a scacchi bianco-azzurro.
«Hey, piccola, da quanto sei lì dentro?» la voce rimbombò nella stanza da
bagno.
Eden non rispose.
Le onde dei capelli avevano
perso colore. Il tipico rosa corallo – coi riflessi verde e azzurro
elettrico – si era spento in un arancione smorto e le ciocche le ricadevano
stancamente sulle spalle.
Non
gli era mai sembrata così piccola e così distante come in quella vasca da
bagno.
Le mancava l'oceano e il suo canto. Ma non c’era nulla che Victor potesse
fare, se non guardarla appassire lontano dal suo mondo.
[ 120w ]
32.
life in the city can make you crazy / for sounds of the sand and the sea
life in
a high-rise can make you hungry / for things that you can't even see
fly
away, fly away, fly away
(Fly
away - John Denver) |
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 07 - 09. Together (part 1) ***
#07
Victor chiamava quel
posto casa. Per lei, invece, erano solo mattoni che formavano
una scatola muta.
Victor le aveva regalato una conchiglia, lucida e dalle tenui
sfumature di lilla. L'aveva portata all'orecchio, ma invece di
sentire il richiamo del mare, le era scivolato addosso un lamento
cupo, un pianto distante che si era, infine, mescolato al proprio.
Eden aveva pianto e Victor l'aveva stretta e cullata per tutto il
tempo, per tutta la notte.
Quando una nuova alba si era
affacciata alla finestra, lui l'aveva guardata negli occhi e le aveva
promesso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per restituirle ciò che aveva
perso.
Nei suoi occhi, Eden, ritrovò se stessa.
[ 110w ]
69.
tragedy blows through your life like a tornado, uprooting everything.
creating chaos.
you
wait for the dust to settle and then you choose.
you can
live in the wreckage and pretend it's still the mansion you remember.
or you
can crawl from the rubble and slowly rebuild
#08
Dell'appartamento, la terrazza
era il suo posto preferito – così grande da ospitare un dondolo di corda
intrecciata e la vasca idromassaggio in cui Eden era a mollo. Aveva
combattuto per spegnere la carica di bolle che, fastidiosa, faceva ribollire
l'acqua; ora, a braccia incrociate sul balcone, guardava in basso, sulla
via.
La pioggia profumava la notte, scacciando l'odore di fumo e città, e i tuoni
ruggivano annientando le grida delle auto.
In strada, Victor era diventato un puntino, rosso come il rimorchio in cui
si era infilato.
«Vado a prendere del pesce, non ci vorrà molto. Sarò di ritorno prima che tu
possa dire “sirenetta”» aveva detto ridendo.
Eden tese il braccio oltre il balcone, troppo lontana per raggiungerlo.
«Sirenetta…»
[ 120w ]
29.
somewhere after midnight / in my wildest fantasy
somewhere just beyond my reach / there's someone reaching back for me
racing
on the thunder and rising with the heat / it's gonna take a superman to
sweep me off my feet
#09
«Che cos’hai fatto, Eden?»
Victor guardò inorridito le
squame ingrigite sparse sullo squallido pavimento del vecchio negozio. Le
lucine rosse al neon negli occhi dei serpenti di Medusa brillavano a
intermittenza, con un fastidioso ronzio che sembrava il suono sgraziato di
una risata crudele.
Era arrivato troppo tardi.
Medusa, quella maledetta fattucchiera, era riuscita ad incantarla.
«Perché… perché l’hai fatto?»
A testa china, Eden non
riusciva a smettere di guardare quelle nuove protuberanze rosate che le
erano cresciute al posto della coda – c’era pelle dove prima c’erano squame,
dita dove prima c’erano pinne.
Sorrise tristemente. «Per te…»
Oh Eden, non aveva
capito che Victor l’avrebbe amata comunque, così com’era.
[ 120w ]
66. se mi lascio
trasformare come vuole, se faccio quello che dice, riuscirà ad
amarmi?
(La donna che visse
due volte) |
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 10 - 12. Together (part 2) ***
#10
Capitava ancora che saltellasse per la
camera a gambe unite. Victor non le aveva mai chiesto se fosse per
la mancanza della coda o perché aveva dimenticato di non averne più
una.
Era tanto fosse riuscito a convincerla a
dormire nel letto e non nella vasca.
Ora che Eden riposava, dopo aver calciato
coperte che mal sopportava – ma che senza le quali tremava dal freddo –
Victor indugiò sulle forme armoniose del suo corpo.
Aveva la bellezza mozzafiato delle cascate di
montagna e quella selvaggia degli acquazzoni estivi. Era bella da fargli
male.
Attirata dal suo calore, Eden gli si spinse
contro, piena d’innocente fiducia.
Victor si voltò a darle le spalle, rigettando
ogni voglia che aveva di lei.
[ 120w ]
50. la più grande
prigione in cui le persone vivono è la paura di ciò che pensano gli
altri
(La verità vi
renderà liberi - David Icke)
#11
Victor adorava sentirla ridere.
Accadeva così di rado, ormai,
che quando il suono trillante della risata d’argento riempiva la casa, la
stessa Eden si zittiva cercandone stupita la fonte, prima di scoprire di
essere ancora in grado di produrre suoni così belli.
«Hai mai letto Peter Pan?» le
chiese, guardandola con occhi innamorati. «No, certo che no.»
Eden scosse, infatti, il capo.
«In quel libro si racconta che
le fate siano nate dalla prima risata di un bambino» le spiegò.
Eden traballò appena,
avvicinandosi a piccoli passi al divano. Gli fece cenno di farle spazio e si
accomodò sulle sue gambe, incrociando le dita dietro al suo collo.
Victor respirò profumo di
salsedine. «Scommetto che nascono anche dalla tua risata.»
[ 120w ]
59. quando il primo
bambino rise per la prima volta,
la sua risata si
sbriciolò in migliaia di frammenti che si sparpagliarono qua e là.
Fu così che nacquero
le fate.
(Peter Pan - James
Matthew Barrie)
#12
Per Eden le Serre erano
qualcosa di magico.
La vecchia Clarice l'aveva presa in simpatia e quando le aveva dato le
chiavi, con il compito di curare le sue piante nel weekend, Eden aveva
ballato di gioia – un agitare di braccia e gambe come se avessero vita
propria. Era buffa e tenera allo stesso tempo.
Eden si voltò, le braccia
allungate verso Victor, le mani a ricercarlo.
Le afferrò, lasciandosi
trascinare di fronte a lei, così piccola ora che non aveva più una coda.
Gli occhi azzurri e misteriosi
lo guardavano con un nuovo languore.
«Cosa?» chiese a bocca secca.
Eden sorrise, bella come una
spiaggia al tramonto.
«Baciami.»
Semplice così: come un bacio dato per la prima volta.
[ 120w ]
114. “baciami.” |
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** 13 - 15. Apart ***
#13
Eden amava quella che
gli umani chiamavano musica. Non conosceva il nome o
l’importanza degli strumenti, ma la loro musica non era così diversa
dalla sua.
Quando, alla radio del bagno,
riuscì a udire le prime strofe di Lonely Together, corse alla porta.
Il getto della doccia copriva i rumori esterni. Victor non si accorse del
suo ingresso finché non sentì la sua voce cristallina intrecciarsi con
quella della cantante.
Ne scorse la sagoma oltre il
vano doccia.
«Ti dispiace?» borbottò, colto
da un improvviso pudore.
Eden ridacchiò.
«Affatto.» Aprì lo sportello
del vano e, ancora vestita, si unì a lui.
Non era quello che intendeva,
ma col corpo sinuoso della sirena schiacciato al proprio, decise che andava
benissimo così.
[ 120w ]
10.
lonely together - avicii ft. rita ora
#14
«No, no, no!»
Victor sbatté le mani al
volante e schiacciò l’acceleratore a tavoletta.
In testa cantilenava
ininterrottamente la voce sardonica di Stein – ti avevo detto che la tua
bella sirenetta sarebbe stata mia.
Prima ancora di infilarsi in
auto, se l’era presa con l’appartamento. Mobili di strutti, quadri
rovesciati, sedie e tavoli schiantati al muro… il caos che sentiva gli era,
però, cresciuto dentro, alimentato dal panico.
Stein aveva preso Eden. Dio
solo sapeva cosa le avrebbe fatto quel bastardo psicopatico, in nome di un
amore malato che lei non avrebbe mai ricambiato.
«Cazzo.» Passò con il rosso,
lasciandosi alle spalle il fanculo di un clacson.
Sarebbe arrivato in tempo,
giurò a se stesso.
Questa volta avrebbe salvato
Eden.
[ 120w ]
68.
people don’t write sonnets about being compatible,
or
novels about shared life goals and stimulating conversation.
the
great loves are the crazy ones (gossip girl)
#15
Victor non era un uomo
violento.
Eppure davanti al sorriso
compiaciuto di Stein, ogni freno si era frantumato e si era gettato su di
lui a pugni alzati.
Aveva continuato a colpirlo senza sosta, col fiato corto, le nocche
scorticate e, negli occhi, un odio che non credeva di poter provare.
«Victor!» Eden si aggrappò al suo braccio. «Ora basta…»
Victor si bloccò.
La risata gorgogliante di Stein
si intromise.
Entrambi si voltarono a
guardarlo: aveva la follia dipinta su una maschera di sangue. Incurante del
dolore, rideva a bocca aperta e rideva e rideva e rideva…
Non si sarebbe mai fermato, non
avrebbe mai lasciato in pace Eden.
C’era solo un luogo in cui lei
sarebbe stata al sicuro.
[ 120w ]
85. Sometimes the
right path is not the easiest one (Pocahontas) |
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** 16 - 17. The end ***
#16
Victor guidava in
silenzio.
Eden piangeva.
Nell’abitacolo P!nk poneva la
domanda per loro { what about us, what about all the broken happy ever
after }, ma la risposta non l’avrebbero trovata in una canzone alla
radio. Quella spettava soltanto a loro.
Victor accostò l’auto.
In lontananza il sole sorgeva
sulla spiaggia di Coney Island e qualcosa, nei colori del cielo gli ricordò
il giorno in cui aveva incontrato Eden per la prima volta.
Sembrava passata un’eternità.
Prima che spegnesse il motore,
Eden gli strinse una mano tra le proprie. La prima volta erano palmate,
fredde, bagnate, in quel momento furono solo piccole.
«Perché non mi chiedi di
rimanere?»
Victor si sporse per baciarla
raccogliendo sapore di sale.
«Perché lo faresti.»
[ 120w ]
04.
What About Us - P!nk
#17
Le onde le lambirono i
piedi nudi.
Eden rabbrividì per l'emozione. Aveva le lacrime agli occhi e il cuore così
pieno di gioia che faticava a tenerlo nel petto.
Victor le aprì una mano alla schiena, calda e grande, spingendola con
gentilezza.
«Vai» le disse.
Eden lo guardò.
Temporeggiava per paura di aver dimenticato cosa si provava a stare tra i
flutti, a farsi trascinare via dalla corrente, libera, viva.
Nel sorriso di Victor
intravide un lampo di tristezza. Lui, però, scosse il capo e l’abbracciò; la
baciò a lungo, dolce e disperato e la spinse tra le onde.
Nel momento in cui la
sirena tornò al suo mare, le gambe si riunirono in una pinna.
«Sei
a casa, Eden.»
[ 120w ]
70.
Never forget what you are, the rest of the world will not.
Wear it
like armour and it can never be used to hurt you
(Game
of Thrones)
|
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3828473
|