Il destino di ricordi passati

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro improvviso ***
Capitolo 2: *** Una serata sorprendente ***
Capitolo 3: *** L'insistenza del nemico ***
Capitolo 4: *** Aggressioni ***
Capitolo 5: *** Senza l'aiuto di nessuno ***
Capitolo 6: *** L'incidente ***
Capitolo 7: *** Un amore non corrisposto ***
Capitolo 8: *** Una trappola impensabile ***
Capitolo 9: *** La verità ***
Capitolo 10: *** Ritorno alla normalità ***



Capitolo 1
*** Un incontro improvviso ***


Ruby era appena rientrata nel suo appartamento di New York dopo una giornata molto faticosa passata in ufficio.
Dopo essere scappata da Storybrooke, la giovane ragazza aveva trovato il coraggio e la fortuna di ricominciare a vivere senza pensare al suo passato burrascoso.
Un passato che era riuscita a tenere segreto anche alla sua coinquilina Emily.
< Sei già a casa, Ruby? >
< Sì. Thomas mi ha detto che potevo andare. >
< Avete lavorato oggi al negozio? >
< Sì. Non ho avuto un attimo di sosta… Tu al bar? >
< A chi lo dici. Sono stanchissima > rispose Emily stiracchiandosi sul divano.
< Che hai intenzione di fare stasera? >
< Non lo so. Vuoi andare a cena fuori? >
< Potrebbe essere anche un’idea. A te potrebbe andare bene? >
< D’accordo. Basta non tornare a casa troppo tardi. Domani attacco alle sei. >
< Possiamo andare nel ristorantino qui sotto. Che ne dici? >
< Non lo so… Non ci si mangia tanto bene. L’ultima volta ho vomitato tutta la notte a causa di quello schifo di pasta. >
< Vuoi allora andare a mangiare cinese? >
< Nel nostro ristorante preferito? A quel punto dovremmo oltrepassare mezza città. >
< Allora decidi cosa vuoi fare, Emily. Io intanto vado a sistemarmi i capelli > replicò Ruby andando verso il bagno.
< A proposito di capelli, vedo che te li sei fatti rossi come me. >
< Sì. Il colore di prima non mi piaceva molto quindi ho deciso di cambiare. >
< Hai avuto un’ottima idea… Non è che sotto è stato un ragazzo a farti cambiare colore dei capelli? >
< Perché dovrebbe essere stato un ragazzo? >
< Non lo so… Potrebbe essere una possibilità. >
< Una possibilità inesistente, te l’assicuro io. >
< Sì certo… Lo sai che non m’inganni. Tu mi nascondi qualcosa > replicò Emily con ghigno malefico.
< Io non ti nascondo proprio un bel niente. E smettila di guardarmi così. Mi dai sui nervi > rispose Ruby guardandola accigliata.
< Ahahah lo sai che prima o poi la verità viene sempre a galla… >
< Che cosa vuoi farmi? Adesso ti vuoi mettere pure a controllarmi? >
< Potrebbe essere una possibilità. >
< Se lo vengo a sapere… >
< D’accordo d’accordo, stavo scherzando. Vai a prepararti. Questa sera mi devi spiegare un sacco di cose. >
< Io non devo spiegarti proprio un bel nulla. E levati quel sorrisino dalla faccia. Non lo sopporto. >
< Ihihi. >
Dopo essersi rinchiusa in bagno per sistemarsi i capelli e riflettere sulle parole di Emily, Ruby pensò a quell’incontro fatto una mattina mentre stava entrando in negozio.
 
 
Inizio flashback
“Maledizione. Non riesco a trovare le chiavi dell’auto… Ma dove potrebbero essere?”
Spazientita e preoccupata allo stesso tempo, Ruby gettò la sua borsa per terra facendo un errore a dir poco sconsiderato.
Senza che se ne accorgesse, un malvivente gli passò accanto fregandogliela da sotto il naso.
“Fermati! Al ladro!”
Correndo a tutta velocità con i tacchi che le stavano perforando i talloni, Ruby cercò con fatica di stare dietro al malvivente.
Ma grazie all’intervento tempestivo di un giovane uomo che stava passando nelle vicinanze, riuscì a riavere la sua borsa.
“Vattene via! Altrimenti…”
Ma prima che il giovane uomo potesse minacciarlo o prenderlo a schiaffi, il ladro era già andato molto lontano.
“Grazie mille. Grazie veramente” fece Ruby con il fiatone.
“Figurati.”
“Ancora non capisco come questa città possa brulicare di malviventi di ogni tipo.”
“Questo succede nelle grandi città come New York.”
“Peccato che non sono abituata a questo genere di cose…”
“Mi dispiace per tutto quello che le è successo. Spero solo che stia bene.”
“Adesso sto bene. Grazie a lei.”
S’eppur fissandolo con sguardo timido, Ruby era rimasta folgorata dall’intervento dell’uomo.
“Posso sapere chi è il nome del mio salvatore?”
“Mi chiamo Frank… E lei?”
“Ruby.”
“Bel nome, Ruby. Molto particolare e affascinante.”
Sentendo quelle parole, la giovane ragazza avvampò all’istante
“Spero di non aver detto niente d’imbarazzante…”
“Oh no, certo che no. Sono abituata a questo genere di complimenti” replicò Ruby con sorrisetto forzato.
“Ci credo. Una bella ragazza come lei…”
“Sì… E comunque puoi benissimo darmi del tu. Il lei mi fa sentire molto vecchia.”
“Ok, come vuoi tu Ruby.”
Dopo aver spostato lo sguardo verso il suo orologio, Ruby si ricordò che era tremendamente in ritardo.
“Accidenti! Devo andare ad aprire il negozio di parrucchieri e sono in un ritardo stratosferico.”
“Lavori forse da Thomas?”
“Sì, esatto.”
“Lo sai? È da molto che mi faccio i capelli da lui. Però non ti ho mai visto… Sei forse nuova?”
“Sì. Sono entrata a lavorare da nemmeno un mese.”
“E ti lascia già la chiave del locale? Dev’essere una grande responsabilità.”
“Infatti lo è. Però Thomas è un uomo molto gentile. Mi tratta come una figlia e mi fa sentire al negozio come se fossi a casa mia.”
“Sì, lo so bene… Scusa se ti faccio tutte queste domande. Sono un tipo un po’ curioso.”
“Figurati. Mi piace conversare.”
Dopo essere diventata rossa come un peperone, alla fine Ruby dovette far di tutto per troncare la conversazione.
“Vuoi che ti aiuti a cercare le chiavi della tua auto?”
“Faresti questo per me?”
“Sì, nessun problema.”
“Ti ringrazio infinitamente. Non ricordo dove le ho lasciate… Io alloggio qui vicino. Magari potremo andare in casa…”
“Come vuoi tu. Fammi strada.”
Ma appena Ruby ricontrollò accuratamente nella sua borsa, poté notare di avere le chiavi della macchina.
“Accidenti. Non so proprio dove ho la testa.”
“Ahahah, non ti preoccupare.”
“Ho fatto solo una grandissima figura di merda… Scusami tanto. E per di più ti ho fatto pure perdere tempo.”
“Nessun problema.”
“Adesso devo davvero scappare… Però mi piacerebbe molto rivederti.”
“Senz’altro… Va bene domani sera qui sotto alle otto in punto?”
“Sì. Alle otto in punto è perfetto” replicò Ruby con il cuore che gli martellava all’impazzata.
“D’accordo. Ci vediamo domani sera.”
“Grazie ancora per il tuo aiuto tempestivo. Non so cosa avrei fatto senza di te.”
“Dovere di buon cittadino” rispose l’uomo facendogli l’occhiolino “A presto” disse infine Frank scomparendo da dietro il vicolo.
Fine flashback
 
 
< Ruby! Sei pronta?! > gridò Emily da dietro la porta.
< Un attimo! > replicò Ruby dopo essere stata riscossa dai suoi pensieri < Devo mettermi i tacchi! >
< Muoviti! Altrimenti facciamo tardi! >
< Ma cos’è tutta questa fretta?! >
< Ho una gran fame. Oggi non ho mangiato niente. >
< Va bene. Arrivo. >
Dopo essersi lavati i denti e messasi il primo vestito che gli capitò a tiro, Ruby era pronta per uscire con la sua amica.
< Wow! E quel vestito? >
< L’avevo nell’armadio. >
Emily era completamente estasiata nel vederla in quel candido vestito rosso e quei tacchi dello stesso colore.
< Se fossi un uomo ti salterei addosso. >
< Emily! Ma cosa stai dicendo?! >
< Sei bellissima. Ma perché ti sei fatta così elegante? >
< Perché mi andava di farlo > replicò Ruby distogliendo lo sguardo dalla sua amica.
< Non è una risposta logica. E tu lo sai bene… Non è che devi incontrarti con qualcuno? >
< Non devo incontrarmi con nessuno! E smettila di fare la sospettosa. >
< Va bene, voglio crederti…. Però ti tengo d’occhio. >
< Uffa. Ma non hai di meglio da fare? >
< Assolutamente no. >
< Non avevi fretta di andare a mangiare? >
< Mi è completamente passato l’appetito. >
< Non ci credo > rispose Ruby scioccata < Una mangiona come te... >
< Che vorresti dire? Che sono una grassona?! >
< Ahahah non ho detto questo. >
< Però lo stavi pensando, vero? >
< Ahahah andiamo a cena, che è meglio. >
< Rispondi prima alla mia domanda. >
< Se fai la brava, ti racconto che cosa mi è successo questa mattina. >
< Adesso mi ricatti anche? >
< Sì. E mi piace molto farlo. >
< Sei molto crudele >
< Lo so > rispose Ruby facendo la linguaccia e l’occhiolino alla sua amica.

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Capitolo 2
*** Una serata sorprendente ***


Una volta giunti nel loro ristorante cinese preferito della città, Emily e Ruby ordinarono subito da bere per cominciare il loro aperitivo.
< Vedi di andarci piano, Ruby > fece Emily vedendo la sua amica bere un gin tonic tutto d’un fiato < L’ultima volta ti sei sentita male, ricordi? >
< Sì, hai ragione… Stavolta farò più attenzione, mamma > rispose Ruby prendendola in giro
< Smettila di fare la sciocca! Sono seria! >
< Anch’io lo sono. >
< Non mi sembra proprio. >
< Non ti preoccupare, Emily. Non mi porterai a casa in braccio. >
< Anche perché non ce la farei. >
< Mi stai forse dicendo che sono troppo grassa? >
< Dico solo che non ho abbastanza forze per farlo. >
Guardandosi intorno e fissando l’entrata, sembrava che Ruby stesse aspettando una persona da un momento all’altro.
< Ruby, che cosa ti prende? >
< Niente, perché? >
< E’ da quando hai finito di consumare il tuo drink che non fai altro che guardarti intorno. >
< Sono solo curiosa di vedere le persone che entrano in questo locale. Sono tantissime, non trovi? >
< Sì. Infatti sarebbe meglio andare al nostro tavolo prima che non troviamo più posto. >
< Non ti preoccupare, Emily. Ho già detto al cameriere di lasciarci un tavolo. >
< Brava, complimenti. >
< Vieni, andiamo a sederci. Queste sedie sono diventate troppo scomode. >
Guardando attentamente la sua amica, Emily pensò che il drink che aveva appena finito gli avesse fatto un brutto effetto.
< Ruby, ce la fai a camminare dritta? >
< Sì, perché? >
< Perché stai sculettando e ti stanno guardando tutti. >
< E’ perché sono una bella topa, no? >
< Ssh, abbassa la voce. Vuoi farti sentire da tutti? >
< MI sto solo divertendo, Emily. Dovresti farlo anche tu, sai? >
< No. Stai dando solo del brutto spettacolo > replicò Emily irritata e arrivando alla conclusione che la sua amica era ubriaca.
< Dovrei andare un attimo in bagno… Sai dove lo posso trovare? >
< Sì trova in fondo a questa stanza. Sei capace ad arrivarci da sola? >
< Sì. Aspettami al tavolino. Farò molto in fretta. >
< Sei sicura? >
< Mai stata più sicura prima d’ora. >
Una volta rimasta sola, Ruby si recò velocemente in bagno per vomitare il drink e il suo spuntino consumato poco prima di prepararsi.
“Accidenti, Emily aveva ragione. Ho esagerato con quel diavolo di bevuta… E per di più l’ho bevuto tutto d’un fiato… Ma adesso che ho rigurgitato, sto molto bene.”
Dopo essersi risistemata a dovere, Ruby uscì dal bagno per raggiungere la sua amica.
Ma non avrebbe mai immaginato che avrebbe incontrato il suo salvatore.
< Oh, mi scusi. Non volevo > fece l’uomo.
Una volta che i loro sguardi s’incontrarono, Frank fu molto sorpreso di trovare Ruby in quel locale.
< Frank! Ma cosa ci fai qui? >
< Sono venuto a mangiare nel mio locale preferito. E tu? >
< Il tuo locale preferito? È anche il mio! >
< Che buffa coincidenza… >
< Comunque sono in compagnia di una mia amica. >
Ma a Frank non gli interessava minimamente con chi era in compagnia Ruby.
Il suo vestito e la sua bellezza l’avevano completamente ammaliato.
< Sei davvero uno schianto. >
< Ti ringrazio > rispose Ruby sorridente < Ma tu sei solo? >
< Solo come un cane. Infatti ho fatto riservare un tavolo al banco del ristorante. >
< Perché non ceni con noi? >
< Grazie del pensiero, ma non vorrei dare troppo fastidio. >
< Nessun fastidio, sciocchino. Sono convinto che anche la mia amica Emily sarà d’accordo. >
< Ok. Accetto volentieri. >
< Splendido. >
Ma quando Ruby vide che Emily era in compagnia con un uomo bello, alto e sospetto, decise di rimangiarsi quello che aveva detto.
< Scusami se cambio idea repentinamente, Frank… Ma la mia amica Emily è in compagnia con un uomo molto attraente. Non che tu sia da meno, s’intende… Oh, accidenti! L’ho detto a voce alta, vero? >
< Ahahah, sei incorreggibile Ruby. >
< Sono una sciocca, ecco che sono. >
< Non ti preoccupare > replicò Frank senza dar peso alle parole di Ruby < Piuttosto potresti dire alla tua amica Emily che esci con me. Così lì lascerai da soli a parlare in pace. >
< Non so se sarà d’accordo. Questa serata dovevamo passarla insieme. >
< Tu provaci lo stesso… Ci saranno altre occasioni per voi due. >
< D’accordo. >
Dopo essersi staccata da Frank, Ruby andò dalla sua amica per spiegargli che aveva incontrato un amico.
< Capisco… Vai pure con lui. >
< Davvero? Non è che ti da fastidio? Insomma, doveva essere la nostra serata. >
< Non ti preoccupare… In fondo anch’io sono impegnata > rispose Emily facendo l’occhiolino alla sua amica.
< Chi è quell’uomo? >
< Un vecchio amico che non vedevo da molto tempo. >
< Accidenti! Non vedo l’ora di sapere tutti i particolari! >
< Quali particolari, scusa? >
< Lo sai bene a cosa mi riferisco > rispose Ruby maliziosamente.
< Ruby! >
< Ahahah scherzo. Ci vediamo a casa, ok? >
< Sì. A più tardi. >
Una volta che tornò da Frank, Ruby si sentiva più sollevata che mai.
< Allora? Emily ci è rimasta male che tu non passi più la serata con lei? >
< No no. Anzi… >
< Che ti avevo detto? >
< Sono contenta che tu abbia avuto ragione… Allora? Mangiamo qualcosa qui e poi magari andiamo al cinema? Ho visto sul giornale che danno un bel film romantico che non vorrei perdermi. >
< Affare fatto. >
< Cosa? Sul serio? >
< Sì. Anche a me piacciono i film romantici, sai? >
< Non ci posso credere. Tu sei l’uomo che tutte le donne vorrebbero avere con sé, sai? >
< Sono contento di sentirtelo dire > replicò imbarazzato l’uomo < A che ora inizia il film? >
< Tra un’ora. Credo che ce la faremo, no? >
< Senz’altro. >
 
 
Appena finito di mangiare, pagato il conto ed essersi diretti verso il cinema, Frank ebbe la galanteria di pagargli anche il biglietto dopo che gli aveva pagato anche la cena.
< Ti prego Frank, fammi pagare a me questa volta. >
< Non se ne parla nemmeno. In mia compagnia, nessuna donna ha il diritto di spendere un soldo. >
< Sei davvero gentile… A proposito, ma quante donne hai portato fuori? >
< Perché lo vuoi sapere? >
< Solo mia curiosità personale > replicò Ruby distogliendo lo sguardo.
< Sei forse gelosa? >
< Assolutamente no. >
< Dal tuo sguardo direi il contrario. >
Ma Ruby evitò di rispondere, concentrandosi sulle pubblicità che il cinema stava dando prima dell’inizio del film.
< Comunque le altre donne non hanno nessun significato per me ora che ci sei tu… >
< Frank, io… >
< Ruby, da quando ti ho salvato da quel malvivente la mia vita è cambiata per sempre. Non posso più stare senza di te… Ti desiderò ardentemente… >
< Adesso basta. Non parlare più. >
Cogliendolo di sorpresa, Frank si ritrovò le labbra di Ruby sulle sue, sentendo tutto il suo sapore del suo rossetto alla ciliegia.
< Ruby, hai intenzione di guardare questo film? Oppure… >
< Non parlare. Fai finta che siamo completamente soli. >
< Che cosa vuoi farmi? >
< Voglio baciarti tutta la sera come una perfetta innamorata. Perché è quello che hai scatenato dentro di me: un’inguaribile romantica. >
< Ruby, dove sei stata per tutto questo tempo? >
< Ero in attesa di un uomo che mi potesse colpire al cuore. E tu ci sei riuscito senza fare nulla. >
< Non avrei mai pensato che ti avrei potuto folgorare. >
< La vita è piena di sorprese… E tu sei la mia sorpresa perfetta > disse infine Ruby continuando a baciare il suo amato mentre il film era già iniziato.
 
 
Passata la mezzanotte, Frank riaccompagnò Ruby nel suo appartamento.
< Grazie per questa bellissima serata > fece l’uomo < Sono stato davvero bene. >
< Sono molto contenta di sentirtelo dire. >
< Vorrei che questa sera non finisca mai. >
< Se vuoi possiamo rivederci anche domattina alle otto al bar che sta sotto il mio appartamento. >
< Non vedo l’ora. >
< Allora ci rivediamo qui alle otto in punto? >
< Alle otto è perfetto. >
< Stupendo > replicò la donna al settimo cielo.
< Buonanotte, Ruby. Fai sogni d’oro. >
< Senz’altro. Penserò a te > disse infine la donna baciandolo un’ultima volta prima di uscire dalla sua auto e fantasticando su tutti i bei momenti che poteva trascorrere insieme a lui.
 
 
Una volta rientrato in casa, Frank fu sorpreso dall’arrivo di un uomo misterioso che si avvicinò alla sua auto.
< Allora? Com’è andata? >
< Non poteva andare meglio. >
< Stupendo. Non vedo l’ora che tu gli spezzi il cuore per tutto quello che ha fatto. >
< Ma Signore, devo proprio… >
< Abbiamo un patto. E questo patto non si deve discutere. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Sì. Come volete voi > rispose Frank abbassando lo sguardo evitando di pensare al peggio che sarebbe capitato da lì a poco.

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Capitolo 3
*** L'insistenza del nemico ***


Quando Ruby si alzò dal suo letto, erano appena le sei del mattino.
La giovane ragazza dai capelli rossi non riusciva a riprendere sonno dopo la meravigliosa serata trascorsa, pensando continuamente al suo principe azzurro.
“Frank, non vedo l’ora di rivederti al bar per darti il buongiorno” pensò la ragazza mentre si stava vestendo per andare a fare un po’ di jogging mattutino.
Cercando di fare il minimo rumore prima di uscire di casa, vide che la sua amica Emily si era addormentata sul divano mentre stava leggendo un libro.
“Le pagine della nostra vita… Chissà come ha trascorso la serata in compagnia di quell’uomo.”
Domande che non poteva fargli in quel momento visto che la sua coinquilina dormiva sommessamente.
“Buon per te che riesci a dormire, Emily… Ci vediamo più tardi tesoro.”
Ma mentre Ruby era pronta ad aprire la porta, sentì che qualcuno la stava chiamando.
< Scusami, Emily. Non volevo svegliarti. >
< Non mi hai svegliato… Ma cosa stai facendo? Che ore sono? >
< E’ ancora molto presto. Perché non torni a dormire? >
< Ma devo andare al lavoro. >
< Ah giusto, è vero. Stamattina tocca a te attaccare per prima. >
Alzandosi di fretta e furia, Emily si precipitò in bagno a prepararsi.
< Vuoi che ti prepari la colazione? > gli domandò Ruby.
< No, grazie. Mangerò qualcosa fuori. Sono in un ritardo spaventoso. >
< Ma neanche tanto. Tra quanto devi esserci al bar? >
< Tra meno di dieci minuti > replicò Emily che per poco non sbatté la porta del bagno in faccia a Ruby < Piuttosto, come ti è andata la serata con quel tipo? >
< E’ stata meravigliosa… E la tua? >
< Niente di che. Quell’uomo voleva attaccare bottone ma non è molto bravo con le donne. >
< Oh Emily, mi dispiace. >
< Non ti preoccupare. Tanto non sono alla ricerca di ragazzi. Almeno pera ora… Quando ci potremmo rivedere? >
< Sicuramente dopo le sei. Poi non so… >
< Hai un altro appuntamento galante con quell’uomo? >
< Ancora non ho deciso. Però lo rivedrò tra poche ore al bar qui sotto. >
< Sono contenta per te, tesoro. Buona fortuna e buona giornata > replicò Emily dandogli un rapido bacio sulle guance.
< Grazie. Anche a te > rispose Ruby prima di uscire con la sua amica.
 
 
Quando Ruby ritornò a casa dopo la corsetta mattutina erano quasi le sette e mezzo.
“Molto bene. Ho tutto il tempo per prepararmi per Frank.”
Ma prima che potesse andare sotto la doccia, qualcuno busso alla porta del suo appartamento.
“Chi potrebbe essere a quest’ora?”
Incuriosita, Ruby si vestì con la prima cosa che gli capitò a tiro e andò subito ad aprire.
< Frank! Ma cosa ci fai qui? >
< Ti ho portato la colazione. Cappuccino e pezzo dolce per una giornata molto frenetica. >
Senza sapere cosa dire, Ruby lo fece accomodare nel suo appartamento.
< Perdonami per tutta questa confusione, ma non ti aspettavo nel mio appartamento. >
< So che ti ho colto di sorpresa ma non ce la facevo più ad attendere l’ora in cui ci saremo visto al bar. E quindi ti ho voluto fare una sorpresa. >
< Sei stato molto carino > rispose Ruby baciandolo.
< E tu sei incantevole con qualsiasi cosa che hai indosso. >
< Stavo per andare a farmi una doccia. Puzzo come una carogna. >
< Non ti preoccupare. Posso attendere qui sul divano, se vuoi. >
< Assolutamente no. La farò più tardi… Che cosa mi hai portato come pezzo dolce? >
< Una treccia al cioccolato. Spero che ti piaccia… Di solito la gente adora molto il cioccolato. >
< Ed io non sono da meno > rispose Ruby dopo avergli dato un morso.
< Ti piace? >
< E’ davvero squisita. E poi il cappuccino è ancora molto caldo… Non potevi farmi sorpresa migliore. >
< Ruby, a proposito della serata di ieri, voglio dirti che sono molto sincero nei sentimenti nei tuoi confronti… Forse adesso starai pensando che stiamo facendo tutto alla svelta. Ma da quando ci siamo incontrati, io non faccio altro che pensarti. Non riesco a stare senza di te in nessun modo. >
Sentendo le parole piene d’amore dell’uomo, Ruby appoggiò la sua colazione sul tavolo per andargli incontro e mettendosi sulle sue ginocchia.
< Sei davvero un uomo stupendo, Frank > rispose Ruby baciandolo < Però sì, sarebbe meglio non affrettare i tempi. Sono a New York da poco tempo e devo ancora ambientarmi… Però sono molto contenta di aver trovato un uomo come te che mi faccia stare bene. >
< Farei qualsiasi cosa per te. Non te lo scordare. >
< E lo stesso vale per me. >
Mentre Ruby stava per baciare ancora una volta il suo uomo, Emily entrò irruentemente nell’appartamento sorprendendo i due innamorati.
< Accidenti, oggi non è proprio giornata. Ho dimenticato le chiavi del locale in… >
Vedendo che Ruby era in compagnia di quell’uomo visto iri sera, Emily si scusò immediatamente con la sua coinquilina.
< Scusami, Ruby. Non volevo. Ho interrotto qualcosa? >
< Assolutamente no. Stavamo solo facendo colazione. >
< Meno male… Piacere, il mio nome è Emily > fece la donna presentandosi all’uomo.
< Frank. Il piacere è tutto mio. >
< Tu sei la nuova fiamma di Ruby? >
< Emily! Ma cosa stai dicendo? >
< Ho solamente domandato. Lo sai che sono molto curiosa. >
< Ti spiegherò io tutto stasera, ok? >
< Ma voglio sapere che cos’ha da dirmi Frank. >
< Non saprei cosa dirti, Emily. A parte che Ruby è la più bella donna che io abbia incontrato nella mia vita. >
< Perchè quante donne hai avuto? > domandò Emily squadrandolo malamente.
< Poche… Però Ruby è speciale. L’ho capito subito da quando l’ho incontrata. >
< Adesso basta interrogare Frank, Emily. Vuoi forse farti licenziare? >
< Tanto ritardo più ritardo… >
< Fuori di qui. Non voglio che tu perda il lavoro > replicò Ruby trascinando fuori dall’appartamento la sua coinquilina.
< Sai che non finisce qui, vero? Stasera mi dovrai raccontare tutto! >
< C’è sempre tempo fino a stasera. Buona giornata, Emily > rispose la donna scusandosi con l’ospite.
< Ahahah molto simpatica la tua amica coinquilina. >
< Sì. Tranne quando fa la ficcanaso. >
< E’ solo curiosa. >
< Curiosa dici? Vuoi che te la presti per un paio di giorni? Così poi mi dici come ti ci trovi… Anzi, forse è meglio no. >
< Ahahah saresti gelosa? >
< Non vorrei pentirmi di averti conosciuto. >
< Fidati. Farò in modo che non succeda > rispose Frank baciandola sulla bocca assaporando alla stesso tempo il profumo della colazione < Questi miscugli di profumi inebriano la mia mente… Non so come riesco a resistere. >
< Ne abbiamo già parlato prima… >
< Lo so. Sarò paziente e attenderò il tuo volere. >
< Lo spero tanto > rispose la ragazza guardando l’orologio < E’ meglio che me ne vada altrimenti rischio anch’io di fare tardi al lavoro. >
< D’accordo. Non vorrei che ti licenziassero per colpa mia. >
< Ti ucciderei con le mie stesse mai se ciò dovesse accadere. >
< Ahahah bene. Vuoi che ti accompagni al lavoro? >
< Perché tu non devi andare al lavoro come tutte le persone normali? >
< Diciamo che oggi ho il giorno libero. >
< Capisco… Ma poi non è che se ti rivelo tutti i miei spostamenti tu mi stalcherizzi, vero? >
< Ho un valido motivo per farlo? E poi non sono questo genere di uomo > replicò Frank rabbuiandosi.
< Scusami. Non volevo offenderti. >
< Lo so bene… Prima che tu te ne vada, quando ci rivediamo? >
< Stasera sono in compagnia di Emily. Va bene se ci vediamo domani pomeriggio verso le sei quando stacco dal lavoro? >
< Va benissimo. >
< Ti mando la posizione sul cellulare, ok? >
< Aspetterò con ansia quel momento > rispose Frank accarezzando la sua schiena e stringendola a sé.
< Anch’io… Grazie ancora per la colazione. >
< Figurati. È stato un piacere > disse infine l’uomo salutandola un’ultima volta incrociando lo sguardo di un uomo che li stava tenendo d’occhio.
 
 
< Che diavolo state facendo?! Così rischiate di farvi vedere! > gridò sottovoce Frank senza riuscire a mantenere la calma.
< Non ti preoccupare per me. Pensa solamente ad entrare dentro il suo cuore e dentro le sue coperte e vedrai che sarà tutto più facile. >
< Ci sto già riuscendo. Però lei mi deve lasciare in pace. >
< Ti lascerò in pace quando lo crederò giusto > replicò l’uomo misterioso prendendolo per il collo < Non hai ancora capito che non prendo ordini da nessuno soprattutto da un verme come te? >
< Qui l’unico verme siete voi! >
< Dovevi pensarci prima di fare affari con me, Frank. >
< Se oserete torcere un capello a quella donna… >
< Che cosa farai? La proteggerai? Ahahah ma non farmi ridere… A Storybrooke ti prenderebbero tutti in giro. E questo non vuoi che accada, vero? >
Essendo completamente in trappola, Frank evitò di rispondere alle minacce del suo aggressore.
< Portatela a letto e conquista la sua fiducia. Poi penseremo sul da farsi, d’accordo? >
< Come volete voi, Mr Gold. >

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Capitolo 4
*** Aggressioni ***


Appena finito il suo turno lavorativo, Ruby era pronta per tornare a casa.
< Ma dove vai così di fretta? > domandò una sua collega fermandola sulla porta.
< Me ne torno a casa. Sono stanchissima > rispose Ruby senza sapere che cos’altro dire.
< Tu stanca? Ma fammi il piacere! Stai solo scappando dalle domande di Melanie, vero? >
< Può darsi… >
< Ma non ti preoccupare, Ruby. Domani non sarai così fortunata. Ti tartasserò di domande. >
< Non so se ci riuscirai > rispose la donna dai capelli rossi facendogli la linguaccia.
< Scommetti? >
< Torna a lavorare prima che il nostro capo ci becchi a discutere di frivolezze fuori dal suo negozio. >
< Tu non ti preoccupare. So benissimo badare a lui. >
< Voglio proprio vedere come > rispose un uomo dietro le spalle di Melanie sorprendendola.
< Mi scusi capo, io… >
< Tornatene immediatamente al lavoro o ti licenzio! > la minacciò l’uomo.
< Sì, vado subito. >
Non riuscendo a trattenere una risata, Ruby evitò di farsi vedere.
< Ruby, sei ancora qui? Sei tu che distrai le ragazze? >
< Certo che no, capo. >
< Sarà meglio per te altrimenti… >
< Mi scusi capo ma devo andare. >
< Sì, vai. Hai lavorato molto sodo oggi. Ti meriti di riposare… A che ora attacchi domani? >
< Nel primo pomeriggio. >
< Allora ci vediamo nel primo pomeriggio. Buona serata. >
< Grazie altrettanto. >
< Ah, Ruby? > fece l’uomo fermandola < Qualche ora fa’ è passato un uomo che chiedeva di te. Io gli ho detto che eri impegnata e mi ha lasciato questo mazzo di rose. >
Completamente sorpresa dal regale, Ruby lo guardò con occhi increduli.
< Hai un ammiratore segreto e non vuoi farlo sapere alle tue colleghe? >
< Per ora ci stiamo solo frequentando… Però ci sto molto bene in sua compagnia. >
< Ne sono molto contento… Però digli di stare molto attento e di non farti soffrire. Sai che poi se la dovrà vedere con me… >
< Grazie mille per il suo supporto, capo. Lei è troppo gentile. >
< Io tengo molto alle mie ragazze. Soprattutto se si impegnano come te. >
< Ed io vedrò di non deluderla in nessuna situazione… Arrivederci a presto > disse infine Ruby prima di montare in macchina e leggere un messaggio sul suo cellulare.
 
 
Peccato non averti incontrato di persona mentre stavi massaggiando i capelli ad una cliente… Però ho voluto lo stesso farti un regalino per il nostro rapporto che sta nascendo.
Spero che tu non mi consideri un tipo possessivo e soffocante.
Mi hai completamente inebriato la mente ed io non posso fare niente per resisterti.
Ci vediamo domani.
Frank.

 
 
Anche se Frank stava diventando paurosamente assillante, Ruby non gliene importò minimamente.
Aver incontrato una persona che la faceva stare bene cancellava tutte le altre cose della sua vita.
“Accidenti. Tra poco mi dovrò sorbire l’interrogatorio di Emily. Devo trovare un espediente per arrivare in ritardo.”
Ma mentre mise in moto la sua auto vide proprio che la sua amica Emily non vedeva l’ora di tornare a casa.
Dove sei? Ti sto aspettando impazientemente per sapere di più della tua nuova fiamma” gli scrisse la sua amica.
Sto partendo adesso dal negozio. Tra dieci minuti sarò lì da te ad assorbirmi il tuo terzo grado.”
“Allora vedi di fare in fretta. Non ce la faccio più ad aspettarti.”
“Vedi però di non assillarmi troppo. Sono troppo stanca.”
“Come mai tu sei sempre stanca?”
“Non lo so. Forse perché lavoro troppo?”
replicò Ruby cercando in tutti i modi di trattenere la sua irritazione.
Ma vai via! Hai appena iniziato da un mese al lavorare al negozio e sei già stanca?”
“Evita di rompermi le palle o non torno a casa.”
“Adesso vuoi pure minacciarmi? XD”
“Certo. Me ne dai l’occasione XD.”
“Va bene tesoro, eviterò di assillarti. Ci vediamo più tardi. Mi manchi”
replicò Emily chiudendo la conversazione.
“Emily… Stressante e amorevole allo stesso tempo. Ancora non riesco a capire come fa’.” Pensò Ruby prima di dirigersi verso il suo appartamento.
 
 
Mentre stava per tornare a casa, Ruby si fermò dinanzi ad una piccola pasticceria per prendere alcuni pezzi dolci che avrebbero fatto felice la sua coinquilina Emily.
“Ma dove la trova una coinquilina che gli porta i pasticcini e prova a farla ingozzare e allo stesso tempo a farla ingrassare?” pensò la giovane donna dai capelli rossi divertita “Meglio che torni subito a casa, altrimenti Emily mi darà per dispersa.”
Una volta parcheggiata la sua auto di fronte il palazzo, Ruby era molto timorosa nell’assorbirsi le domande assillanti di Emily.
Ma quando si ritrovò di fronte alla porta d’ingresso del suo appartamento, rimase visibilmente scioccata.
Qualcuno aveva forzato l’entrata e l’appartamento era tutto sotto sopra.
“Ma che diavolo è successo?” si domandò Ruby spaventata.
Passando tra gli oggetti ridotti in frantumi e i libri sparsi sul pavimento, la ragazza chiamò la sua amica.
< Emily, dove sei? >
Ma la sua coinquilina non rispose, suscitando dentro di Ruby un senso si apprensione.
“Dannazione. Spero che non gli sia successo niente di grave.”
Dopo aver setacciato tutto l’appartamento, Ruby riuscì a trovarla rannicchiata e spaventata accanto al suo letto.
< Emily, ma cosa diavolo è successo? > fece Ruby cercando di consolarla.
< Non lo so… Ti stavo aspettando dal tuo ritorno al lavoro mentre ad un certo punto sento qualcuno bussare alla porta.
Credendo che tu ti fossi scordata le chiavi dell’appartamento in macchina, decido di andare ad aprire.
E fu in quel momento che il mio incubo iniziò.
Una figura incappucciata entra in modo irruente nell’appartamento cercando di farmi del male e mandando all’aria tutto quello che gli capitava a tiro… Ti giuro che ho avuto molta paura. >
< E tu che cosa hai fatto in tutto questo? >
< Mi sono nascosta in camera… Però la cosa più strana è che voleva sapere di te…
Ma io non gli ho risposto, rinchiudendomi in camera e attendendo che tu tornassi. >
< E tutto questo è successo in soli quindici minuti? >
< Sì… E’ stato tremendamente orribile > replicò Emily non riuscendo più a trattenere le lacrime.
< E’ meglio se chiamiamo la polizia. Deve fare luce su questa faccenda. >
< No, Ruby. È meglio di no… Quel ladro mi ha pure intimato che se chiamavo la polizia, mi avrebbe ucciso con le sue mani. >
< E quindi che cosa dovrei fare? Dovrei stare qui senza fare nulla?! > gridò Ruby cercando di farla ragionare.
< Non lo so… Non so che fare! > gridò spazientita Emily < In questo momento ho bisogno di ritrovare serenità… Ho creduto di morire, sai? >
< Sì… ti capisco… Adesso basta piangere. È tutto passato. >
< Spero tanto che sia così > disse infine Emily chiudendo gli occhi ed evitando di pensare al peggio.
 
 
Essendo molto preoccupata per la sua amica, Ruby pensò di chiedere aiuto a Frank per cercare di trovare un valido consiglio su come superare quella brutta situazione.
Una volta preso in mano il suo cellulare, Ruby compose il suo numero telefonico.
“Ti prego, Frank… rispondi…”
Ma niente, il giovane ragazzo non accennava ad accettare la chiamata della ragazza.
“Eppure mi aveva detto che oggi non lavorava… Che cosa mai potrebbe fare?”
Senza darsi pace, Ruby continuava a chiamarlo incessantemente.
< Ruby, che cosa stai facendo? > domandò Emily con voce flebile.
< Sto cercando di mettermi in contatto con Frank, ma non vuole assolutamente rispondere. >
< Magari è impegnato… >
< Non lo so. Ho assolutamente bisogno di lui per cercare di aiutarti. >
< Ma non per forza bisogna trovare l’aiuto in quello sconosciuto. A me basta averti accanto. >
< Quello sconosciuto, come lo definisci tu, è il mio nuovo ragazzo. >
< Il tuo nuovo ragazzo? Ruby, ma vi conoscete a malapena. >
< E anche se fosse? È l’unico uomo che riesce a capirmi. >
< Ruby, secondo me sei molto confusa. >
< Sei tu che stai parlando a vanvera. Io ho le idee molto chiare. >
Ruby non aveva mai aggredito la sua amica in quel modo.
< Non avrei mai creduto che parlare di quel misterioso uomo ti avrebbe fatto imbestialire in questa maniera. >
< Sai cosa c’è? Secondo me hai ancora bisogno di rimanere un po’ da sola > rispose Ruby alzandosi di scatto dal suo divano.
< Perché? Dove te ne vai? >
< Vado in farmacia a prendere qualcosa per il mal di testa. >
< Ma non puoi farti una tisana? >
< Ho bisogno di riprovare a chiamare quel “misterioso uomo” come l’hai definito tu. Faccio presto. >
< Ruby, non voglio rimanere sola > la pregò Emily.
Ma Ruby non volle sentire ragioni.
Prendendo il suo cellulare e le chiavi della sua auto, si diresse verso il suo garage.
“Come può Emily non fidarsi di Frank? Va bene che non lo conosce, ma è un uomo talmente buono e romantico… Spero tanto che prima o poi possa richiamarmi.”
Ma prima che Ruby potesse salire sull’auto, venne spinta da dietro le spalle cadendo a terra.
Spaventata e non vedendo nessuno nelle vicinanze, decise di lasciare il garage per tornare nel suo appartamento.
Ma una figura incappucciata si frappose tra lei e l’ascensore.
< Chi diavolo sei tu?! >
< IL tuo peggiore incubo, Ruby… >
< Come fai a sapere il mio nome? >
< Non ha importanza. Sei pronta per passare il momento più brutto della sua vita? >
Vedendo che il malvivente aveva con se un coltello, Ruby sgranò gli occhi dalla paura.
Non sapeva cosa fare e dove nascondersi.
Si sentiva in trappola e soprattutto era sola.
< Che cosa vuoi da me?! >
< Voglio farti capire che questo non è il tuo mondo… Presto i tuoi segreti verranno alla luce. Non puoi nasconderti per sempre. >
< Fai vedere la tua faccia, codardo! >
Correndo per non essere presa, alla fine Ruby inciampò battendo violentemente il ginocchio sull’asfalto.
< Te lo faccio vedere io chi è il codardo… Intanto sfregerò il tuo bel faccino… >
Ma le urla di Emily lo misero in allarme.
< Lasciala andare! > gridò la donna tenendo in mano un coltello da cucina.
< Maledizione… Ma non finisce qui. Tornerò > disse infine il malvivente sparendo dietro i pilastri del garage del palazzo.
< Ruby, va tutto bene? >
< No, Emily. Non va niente bene. Quel malvivente… Sa del mio segreto… >
< Che cosa stai dicendo? >
< Dobbiamo rintracciare Emma Swan. È l’unica che può aiutarci. >

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Capitolo 5
*** Senza l'aiuto di nessuno ***


< No! Eravamo d’accordo che non saremo mai tornati su quest’argomento! > gridò Emily irritata.
< Abbassa la voce! Vuoi che ci senta qualcuno?! >
< Chiamiamo immediatamente la polizia. Sono gli unici che possono aiutarci. >
< No! La polizia deve stare fuori in questa situazione. Non deve sapere che veniamo da un altro mondo. >
< Non m’interessa! Non possiamo rimanere qui senza fare nulla in attesa di un’altra aggressione da quel dannato malvivente incappucciato. >
< Forse dovrei parlarne con Frank. Sono sicuro che troverà una soluzione… >
< Se osi dire una sola parola del tuo passato a quell’uomo, non provare a tornare da me. Sono stata abbastanza chiara? >
< Ma Emily… >
< E’ una questione che riguarda solo me e te. Quel Frank non deve entrarci minimamente. Chiaro? >
Alla fine Ruby si convinse delle parole della sua coinquilina.
< Allora, sai dove possiamo trovare Emma Swan? >
< Non lo so. Dopo che siamo scappate da Storybrooke, non abbiamo saputo più niente di lei e di tutti gli altri. >
< E se il nostro aggressore venisse proprio dal mondo delle favole? > fece Emily.
< Tutto può essere… Hai un’idea del nostro malvivente? >
< Ci sono molte persone che ci odiano… A cominciare da tua nonna, Ruby. >
< Mia nonna non arriverebbe a tanto > replicò la ragazza difendendola < Anche se gli ho causato una moltitudine di torti e di problemi, non arriverebbe mai ad aggredirci… E poi sono convinta che il nostro malvivente sia un uomo. >
< Allora potrebbe essere Mr Gold! >
< Sì. Anche secondo me è il sospettato principale. >
< Se è così, dobbiamo andarcene da questo appartamento. >
< Per andare dove, Emily? Sai bene che quell’uomo ci troverebbe anche in capo al mondo. Non saremo mai al sicuro. >
< Hai forse un’idea migliore? >
< Io… non lo so… >
Ma mentre Ruby ed Emily stavano cercando una soluzione, il cellulare di Cappuccetto rosso cominciò a squillare.
< E’ Frank > fece la donna titubante nell’accettare la chiamata.
< Che cosa fai? Rispondi! >
< Ma io… >
< Non discutere e fai come ti ho detto. >
S’eppur inizialmente contrariata, alla fine Ruby acconsentì alla richiesta della sua amica.
< Pronto? >
< Ciao, Ruby. Mi hai cercato? Scusami se non ti ho risposto, ma ero a fare una passeggiata con il mio cane e avevo la musica nelle orecchie. Va tutto bene? >
< Alla grande… Ti volevo dire che domani non so se ci potremmo vedere > rispose Ruby fissando Emily < Dovrei andare fuori città con la mia amica Emily. >
< Capisco… Beh, non ti preoccupare. Possiamo fare un’altra volta, no? >
< Sicuramente. >
< Ruby, sei sicura che vada tutto bene? Ti sento molto strana. >
< Sì. È solo che ho avuto una giornata molto pesante e sono molto stanca. >
< Meglio a questo punto se vai a letto… >
< Sì, hai ragione. Buonanotte, Frank. Ci sentiamo domani. >
< Fai sogni d’oro, Ruby. Ti voglio bene > disse infine l’uomo prima che la sua dolce amata potesse interrompere la chiamata.
< Hai fatto bene a dirgli che andremo fuori città… Perché è quello che faremo. >
< Che cosa? >
< Prepara le tue cose più necessarie. Partiremo questa notte. >
< Ma Emily, per andare dove? Non abbiamo una meta precisa. >
< Ovunque meglio che qui. Fidati di me una buona volta. >
< Sai forse dove potremmo trovare Emma? >
< Forse posso avere un’idea… Andiamo. Non c’è tempo da perdere. >
 
 
Una volta presa l’auto, Ruby ed Emily guidarono nel pieno della notte verso Philadelphia.
< Sei sicura che si trovi qui? > domandò Ruby curiosa.
< Non sono sicura di niente, Ruby… Dobbiamo solo avere il coraggio di guardare avanti e di non avere paura di niente. >
< Ma allora cosa… >
< Basta fare domande adesso > replicò Emily parcheggiando dinanzi ad una casa.
< Che ore sono? >
< Sono le due di notte, Emily. Che hai intenzione di fare? >
< Svegliare il padrone di questa casa. >
< Che cosa?! >
< Tu aspettami qui. Potrebbe essere molto pericoloso. >
< Aspetta un momento! Fermati! >
Ma Emily non ne voleva sapere di ascoltare la sua amica.
Sarebbe arrivata in fondo a questa storia anche senza il suo aiuto.
< Fermati! Merida! >
Sentendo il suo vero nome, Emily si girò squadrandola malamente.
< Ci eravamo ripromessi che non ci saremmo mai chiamati con il nostro vero nome > fece la ragazza prendendola per il collo < Perché non hai mantenuto la promessa?! >
< Perché non posso vederti così… in collera… >
< La collera è quello che finora ci ha fatto tirare avanti… Guarda che cos’è successo? Stavamo trascorrendo una vita apparentemente normale ed ecco che qualcuno piomba minacciandoti sul tuo passato. Secondo te come dovrei agire? >
< Non senza pensare. >
Capendo che stava esagerando, Emily mollò la presa sulla sua amica.
< Troviamo un hotel nelle vicinanze e torniamo qui domani mattina. Secondo me è la decisione giusta. >
< E se non trovassimo il padrone di casa? >
< Ancora non capisco chi abita in questa casa… Tu lo sai, vero? >
< Ci abita Henry. >
< E tu come fai a saperlo? >
< Anche se è da molto che non ci scriviamo, qualche mese fa mi ha rivelato il suo indirizzo di appartenenza. >
< Che cosa? E quando avevi intenzione di dirmelo? >
< Credevo che non fosse importante. >
< Invece lo è eccome! Come hai potuto… >
< Adesso basta litigare. Soprattutto ben sapendo che qualcuno potrebbe spiarci. È meglio lasciare questo quartiere. >
< Prima spiegami il perché del tuo contatto con l’autore. Credevo che volevi tagliare con il passato. >
< Infatti era così… Ma è stato lui a cercarmi. >
< Questo non vuol dire che dovevi tenere un contatto con lui. Che cosa vi dicevate? >
< Niente d’importante. L’ho sentito solo un paio di volte… >
< Non me la racconti giusta, Emily. Parlami! >
< Volevo solo sapere come andava la vita a Storybrooke. Tutto qui. >
< E lui come poteva risponderti se abita a Philadelphia? >
< Grazie ad Emma. A quanto ne so, lei ci torna molto spesso. >
< E non sai assolutamente dove si trova? >
< Dobbiamo parlare solo con lui. È l’unica soluzione. >
< Va bene. Ma dobbiamo attendere domani, ok? >
< D’accordo, voglio fare come dici tu, Ruby… Spero solo che poi non sia troppo tardi. >
< Meglio tardi che mai… Adesso però cerchiamo un posto per la notte. Sono sfinita. >
< Hai qualche idea? >
< Alla fine credo che dovremo dormire nella tua auto, Emily. >
< Meno male che è più spaziosa della tua. >
< Che cosa vuoi dire? Almeno la mia è comoda! >
< Sì, certo… Ma adesso basta discutere. Allontaniamoci da qui. >
 
 
Quando sorsero le prime luci dell’alba, Ruby ed Emily si svegliarono.
< Era da un sacco di tempo che non dormivo così male > fece Ruby stiracchiandosi.
< Sì. Anche se siamo via da solo poche ore, mi manca molto il nostro letto. >
< Vediamo di non pensarci ed entriamo in quella casa. >
< Spero solo che Henry sia già alzato. >
< Se così non fosse, tocca a noi svegliarlo. >
< Suoni tu il campanello, Ruby? >
< Perché? Tu hai paura? >
< Assolutamente no. >
< Allora possiamo farlo insieme. >
< Ok. Affare fatto. >
Dopo essersi riavvicinati alla casa con l’auto, Emily e Ruby scesero dalla loro auto guardandosi attorno.
< Sembra che non ci sia anima viva in questo quartiere > fece Ruby.
< Meglio così. Non vorrei che qualcuno ci spiasse… >
< Se solo riuscissi a capire chi ci sta rendendo la vita difficile, lo ucciderei con le mie stesse zanne. >
< Calma la tua rabbia, lupo cattivo. Adesso dovremo fare i conti con il nostro passato. >
< E se Henry non ci vorrà aiutare? >
< Fidati di me, Ruby. Lo farà senza discutere. >
Ormai era giunto il momento della verità.
Ruby ed Emily contro il loro passato.
Sarebbero riusciti a uscirne fuori?
< Suona tu il campanello > fece Emily.
< Va bene… Ma ti confesso che ho molta paura. >
< Anch’io ho molto paura del nostro futuro, Ruby. Ma non ci dobbiamo dare per vinte. >
Acconsentendo alla richiesta della sua coinquilina, Ruby suonò varie volte al campanello, senza però ricevere nessuna risposta.
< E se non fosse in casa? > si domandò Ruby.
< Magari è fuori. >
< Quindi secondo te dovremmo attendere il suo ritorno? >
< Credo proprio di sì. >
< Mi dispiace ragazze, ma Henry non abita più qui. >
Sentendo una voce alle loro spalle, le due ragazze dai capelli rossi sobbalzarono dallo spavento.
< Archie! E tu che cosa ci fai qui? >
< Vi stavo cercando in lungo e in largo, ragazze. >
< Che cosa?! Spero davvero che non sia stato tu ad aggredirci questa notte. >
< Lo sai che non arriverei a tanto, Merida. >
< Smettila di chiamarmi con il mio vero nome! >
< Perché? Ormai è questo il tuo destino. Far parte di un regno che ti appartiene. >
< No! Io appartengo a questo mondo! Punto e basta! >
< Tornando a noi Archie, sai dove possiamo trovare Henry? >
< Mi dispiace ragazze, ma non posso aiutarvi. >
< Non puoi o non vuoi? >
< Ragazze, da quando siete andate vie da Storybrooke è successo il finimondo… David Mary Margaret non fanno altro che cercarvi per darvi la caccia. Mentre tua nonna è furibonda con te, Ruby. >
Sentendo parlare di sua nonna, Ruby distolse lo sguardo.
< Avete ucciso una persona, care ragazze. Non crediate che rimarrà per sempre impunito. >
< Noi non abbiamo ucciso nessuno! > gridò Emily impaziente cercando di difendersi < Ci hanno incastrato ben bene. >
< E chi potrebbe averlo mai fatto? >
< Qualcuno che ci vuole molto male. Come ad esempio Mr Gold. >
< Mr Gold? Non sento parlare di lui da molti anni. Da quello che so, anche lui se n’è andato da Storybrooke costruendo una nuova vita con la sua amata Belle. >
< Ne sei davvero sicuro? Io non ci giurerei. >
< Potete pensare tutto quello che volete, ragazze… Ma sta di fatto che se non sistemate questa brutta situazione contro di voi, passerete dei brutti guai. >
< Stiamo cercando Henry o Emma per farci aiutare > replicò Ruby con tono disperato < Siamo state aggredite e vogliamo trovare il colpevole. >
< So come vi potete sentire ragazze, ma non sarà un’impresa facile trovare Henry o Emma. Questo mondo è molto vasto. >
< E tu non ci puoi aiutare in nessun modo? >
< Mi dispiace, ma non saprei come. >
< Sei il più intelligente di Storybrooke. Avrai qualche dannato asso nella manica. >
Ma Archie non ne voleva sapere di aiutare le sue ragazze.
< Meglio che torniate a New York a risolvere la questione da sole. Io non posso farci nulla. >
< Un momento, Archie! Aspetta! >
Ma magicamente, il Grillo parlante scomparve dagli occhi delle due ragazze.
< Accidenti! Adesso che cosa facciamo, Ruby? >
Ma la ragazza non rispose, scioccata dalla sparizione dell’uomo.
< Ruby, mi stai ascoltando? >
< Qui ci sono molte cose che non tornano… >
< Che cosa vorresti dire? >
< Che sono tutti tremendamente contro di noi… A cominciare proprio da Archie. >
< Perché dovrebbe fare questo? >
< Non lo so… Ma l’ho capito dal suo sguardo che era molto preoccupato… Dobbiamo tenere gli occhi bene aperti. >
< Sì, però adesso siamo sole, Ruby. Sole nel resto di un mondo che non ci vuole. >
< Hai qualche altra idea brillante? >
< Spero che me ne venga una durante il nostro viaggio di ritorno. >

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Capitolo 6
*** L'incidente ***


< Arci non ci poteva trattare in questo modo. Non dopo l’amicizia che ci lega > fece Ruby con tono riflessivo.
< Ruby, tesoro mio, non hai ancora capito che Archie sta nascondendo qualcosa? >
< Che cosa? Spiegati meglio. >
< Ma era palese… Qualcuno lo sta ricattando. >
< E chi? >
< Il nostro aggressore, è naturale. >
Ruby era profondamente sconcertata dalle parole della sua coinquilina.
< Perché non me l’hai detto prima?! >
< Sarebbe servito a qualcosa secondo te? >
< Assolutamente sì. Gli avrei fatto sputare tutta la verità che ci sta nascondendo. >
< No, Ruby. È meglio agire indisturbati che avere l’aiuto di qualcuno. >
< Ma così non riusciremo mai a trovare il colpevole della nostra aggressione. >
< Non ti preoccupare. Sono convinta che si farà vivo tra poco tempo. >
Nel mentre le due ragazze stavano percorrendo la strada per ritornare a New York, Un individuo nell’ombra sbucò all’improvviso mettendosi in mezzo alla careggiata.
< Emily! Attenta! >
Per poterlo scansare, Emily sbandò paurosamente mandando l’auto contro un albero.
A causa del colpo subito, le due ragazze persero i sensi.
“No. Non può finire così” fece Ruby mentre stava sognando il suo futuro.
“Rassegnati, Lupo cattivo. La tua fine è vicina.”
Sentendo una voce provenire da dietro le sue spalle, Ruby si girò piano piano per vedere chi potesse essere.
“Mr Gold, che cosa vuole da me?”
“Non è chiaro? Vendicare la morte della mia amata Belle. Lo so bene che sei stata tu con la complicità di Merida” rispose Tremotino puntandogli addosso una balestra.
“Lei è completamente fuori strada. Io non sarei mai capace di fare una cosa del genere” rispose la donna con voce flebile.
“Tu menti!” gridò l’uomo “Ma adesso basta. La tua fine è vicina.”
“NO!”
Una volta scagliata la freccia, Ruby non poté schivarla, cadendo a terra morente in un bagno di sangue.
“E’ quello che ti meriti. Adesso tocca alla tua amica.”
 
 
Una volta ripreso conoscenza, Ruby spalancò immediatamente gli occhi.
Non riuscendo a capire momentaneamente dove si potesse trovare, cercò di uscire dall’auto.
Ma la macchina era ancora piantata nell’albero e la povera ragazza era bloccata dalla cintura di sicurezza.
“Maledizione! Come posso liberarmi?”
< Ruby… >
Sentendo che la sua amica la stava chiamando, cercò di svegliarla.
< Emily, come ti senti? >
< Ruby… che cos’è successo? >
< Non lo so. Credo che abbiamo sbandato. >
< Sul serio? >
Mentre stava cercando di salvare la sua amica, Ruby sentì nell’aria un odore forte che la mise subito in allarme.
“Cazzo! Quest’auto sta perdendo benzina!”
< Emily, dobbiamo uscire immediatamente da questa macchina. >
< Perché? Si sta molto bene qui. >
< Rischiamo di saltare per aria. Aiutami a liberarti. >
< Non ci riesco. Ho il braccio bloccato. >
Rovistando nell’auto in cerca di un’arma tagliente, alla fine Ruby riuscì a liberarsi e a liberare la sua amica tagliando le cinture di sicurezza con il coltellino del cavatappi.
“Spero che le portiere non siano bloccate, altrimenti siamo fritte.”
Grazie ad un calcio poderoso, Ruby riuscì a spaccare la portiera dalla sua parte e a liberarsi e a salvare la sua amica.
< Ma dove mi stai portando Ruby? Qui fuori sta piovendo. >
< Zitta e non parlare. >
Dopo che si furono allontanate a distanza di sicurezza, la macchina di Emily esplose sotto la pioggia battente che stava colpendo il territorio.
“Meno male. È finita” fece Ruby inginocchiandosi sull’asfalto.
< Ruby, non dirmi che la mia auto è esplosa… >
< Purtroppo è così, Emily. Adesso come ti senti? >
< Ho un fortissimo mal di testa che mi evita di ragionare lucidamente… >
< Lo stesso vale per me… Però adesso dobbiamo trovare subito un passaggio che ci riporti a New York. >
< E come pensi di fare? In questa strada non passa nessuno. >
< Dobbiamo farcela lo stesso. Intanto cerchiamo riparo. Ce la fai a camminare? >
< Adesso sì… Non riesco a capire come possa aver sbandato… Qualcuno è piombato in mezzo alla carreggiata all’improvviso e per scansarlo ho fatto un incidente… Dev’essere stato un animale del bosco. >
< Tu dici? E se fosse stato qualcuno che l’avesse fatto di proposito? >
< Del tipo? >
< Non lo so, Emily. Ci stanno succedendo fin troppe cose strane. >
< Se è come dici tu, allora questa persona si deve per forza trovare nelle vicinanze… >
< Adesso però vorrei evitare di scoprirlo. Il cielo è ancora buio e sono stanchissima. Meglio dormire un po’. >
< Ruby, come puoi riuscire a dormire in un momento come questo? >
< Non lo so, ma ho gli occhi che fanno fatica a rimanere aperti. >
Nel mentre le due ragazze si erano levate dalla strada, un camioncino che stava passando nelle vicinanze li sfanalò.
< Ma che cosa… >
Avendo bisogno di un aiuto insperato, Ruby si mise in mezzo alla strada con il pericolo di farsi investire.
< Grazie per essersi fermato > fece Ruby mentre l’individuo abbassò il finestrino < Io e la mia amica abbiamo fatto un incidente. La prego, abbiamo bisogno d’aiuto. >
< Ruby, ma che cosa ci fai qua? >
Vedendo che il conducente del furgoncino non era altro che Frank, Ruby tirò un sospiro di sollievo.
< Frank, ma cosa ci fai qui? >
< Questa è la strada che porta a casa mia. >
< Che cosa? Quindi siamo vicini a New York? >
< Assolutamente sì. Dove pensavi di essere? >
< Non lo so. Ho completamente perso il mi rinvengo… >
< Più tardi mi spiegherai tutto. Salta su insieme ad Emily. >
< Grazie, Frank. Sei il mio angelo custode. >
Appena Ruby adagiò la sua amica sul sedile posteriore completamente senza energie, si mise sul sedile davanti abbracciando e baciando il suo salvatore.
< Ma cosa ci facevate tu ed Emily su questa strada a quest’ora del mattino? >
< Stavamo andando a trovare una parente di Emily. È per questo che quest’oggi non ci potevamo vedere > rispose Ruby mentendo spudoratamente.
Ma Frank sembrava che non la stesse ascoltando, concentrandosi solo sulla strada.
< Avete corso un grande rischio > fece l’uomo < Potevate morire. >
< Non è colpa mia se qualcuno ci voleva far fare un incidente. Se riesco a trovare quell’individuo… >
< Adesso però ce ne torniamo a casa, d’accordo? >
< Sì. Sicuramente > rispose Ruby sbadigliando.
< Meglio se dormi un po’. Sei sfinita. Lo vedo dai tuoi occhi. >
< Manca ancora molto per arrivare? >
< No, tranquilla. Dormi beatamente tu che puoi farlo… >
Mentre Ruby cercava di prendere sonno, domandò a Frank che cosa ci faceva lui da quelle parti.
< Volevo andare a caccia. >
< A caccia? Con questo tempo? >
< Lo so… Però è solo in questo periodo che ho un po’ di tempo da dedicare a me stesso… Senza contare la tua compagnia che mi fa sempre molto piacere. >
< Sono contenta nel sentirtelo dire > rispose la donna sorridente < Sai Frank, non ti facevo un tipo a cui piace la caccia… Sembri un tipo tranquillo. >
Nel sentirsi definire in quel modo, Frank assunse un’espressione mista a serietà e rabbia.
< Però questo non toglie il fatto che tengo lo stesso a te. >
< Meno male… E comunque la mia passione per la caccia me l’hanno trasmessa i miei nonni quando ero piccolo. E da quel momento, non ne ho potuto più fare a meno. >
< Capisco… >
Dopo essere entrati in città, Frank si diresse verso l’appartamento delle due ragazze.
< Eccoci arrivati. >
< Ti ringrazio ancora per il tuo gesto, Frank > fece Ruby cercando di baciare il suo uomo.
< Ruby, meglio se te ne vai a letto… E’ molto tardi > rispose l’uomo negandogli questo piacere.
< Ma perché ti scansi? Volevo solo salutarti. >
< Lo so, ma sono arrabbiato con te e la tua amica. Non dovevate mettervi alla guida con un tempo simile. È pericoloso. >
< Scusami papà, non lo farò più > rispose Ruby con tono innocente prendendolo in giro < Adesso puoi darmi un bacino? >
< Va bene > rispose l’uomo acconsentendo alla richiesta.
< Ci vediamo nel pomeriggio? Sempre che io riesca a svegliarmi. >
< Chiamami se sei in forma, d’accordo? >
< Certamente. A presto, tesoro mio… Vieni, Emily. Siamo arrivate. >
< Dove? Siamo tornate a Philadelphia? >
< No, cara. Questa non è Philadelphia. Siamo nel nostro appartamento... Ce la fai ad alzarti? >
< Sì, nessun problema. Non sono così vecchia come tu puoi pensare. >
< Ah ah ah simpatica > rispose Ruby chiudendo la portiera del camioncino di Frank e prendendo sulle spalle la sua amica.
“Ruby… se solo tu sapessi che razza di uomo sono io…”
Una volta messo in moto l’auto, il cellulare dell’uomo iniziò a squillare.
“No. Lui…”
< Che cosa vuoi? >
< Hai riportato le donzelle a casa? >
< Hai tentato di provocare un incidente mortale… Ma non ti vergogni? >
< Nemmeno un po’. Così impareranno a rovinare la mia di vita… Ma questa è un’altra cosa… Che cos’hai scoperto? >
< Che erano a Philadelphia. Ma non so a fare cosa… >
< Sei puramente inutile! Dovevi fartelo dire! >
< La coinquilina di Ruby era praticamente senza energie mentre la mia amata si è addormentata in macchina… >
< Come hai detto? La tua amata? Ahahah vedrai quanto ti amerà sapendo che uomo sei veramente. >
< Non ti azzardare a rivelargli una cosa del genere, altrimenti… >
< Non devo rivelare che sei un mio complice e stai cercando come me ad arrivare alla verità? Sei solo uno sciocco sentimentale. Spezzagli il cuore o sarò io che spezzerò te > disse infine Gold attaccando la telefonata e lasciando il povero Frank interdetto.

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Capitolo 7
*** Un amore non corrisposto ***


Il giorno dopo che Ruby ed Emily si risvegliarono, ancora non riuscirono a capire com’era potuto accadere il loro incidente.
< Questo dannato mal di testa non vuole passarmi in nessuna maniera > fece Emily toccandosi la fronte.
< Almeno hai preso qualcosa? >
< Sì. Stanotte ho preso qualche pasticca contro questi dolori e mi sono fatta una tisana, ma niente. Se continuassi a dormire ancora, peggiorerei solo la situazione. >
< E poi, vedendo l’ora, credo che tu debba andare al lavoro. >
< Oh cazzo! Hai ragione! >
Dopo essersi diretta in bagno a sistemarsi, Emily prese i primi vestiti decenti che trovò.
< Allora? Come sto? >
< Emily, devi andare al lavoro. Non ad una sfilata di moda. >
< Accidenti. Non ho un vestito pulito decente. >
< Nel tuo armadietto di lavoro? >
< Non ne ho la più pallida idea, Ruby. Ho la testa confusa. >
< Vedi di concentrarti, altrimenti il tuo capo ti farà passare un brutto quarto d’ora. >
< Grazie per le tue parole carine. >
< Volevo solo avvertirti. >
< Sì, certo… Ci vediamo stasera? >
< Può darsi di no. Mi vedo con Frank. >
< Il tuo nuovo rampollo misterioso. Siete davvero una bella coppia, non c’è che dire > fece Emily con tono serio.
< Sei forse gelosa? >
< Che cosa? Gelosa io di te? Ruby, ma ti senti quando parli? >
< Allora perché Frank non ti piace? Non dirmi che non è vero perché l’ho capito dai tuoi sguardi che lui non ti vuole andare a genio. >
< Non lo so. È il ragazzo perfetto che ogni donna desidera avere… Bello, sensuale, e pronto a soddisfare ogni desiderio. Secondo me nasconde qualche orribile segreto. >
< Come noi due, del resto. >
< Ruby, c’eravamo ripromesse che non ne avremmo mai parlato. >
< Purtroppo quest’argomento tornerà molto presente, ne sono sicura. >
< Vuoi forse riferirti a Mr Gold? >
< Sono convinta che quell’uomo sta navigando nell’ombra in attesa di attaccarci… E’ un individuo viscido che non mi piace per niente. >
< Adesso però basta parlarne, altrimenti rischio di fare tardi al lavoro. Ci vediamo stasera, tesoro. >
< Buona giornata, Emily > replicò Ruby guardando la sua coinquilina uscire dall’appartamento.
“Frank, ho bisogno di confessarti una cosa…” pensò la ragazza prendendo il cellulare e componendo il suo numero.
< Pronto? >
< Ciao, Frank. Ti disturbo? >
< No, certo che no… Dimmi pure. >
< Saresti libero in questo momento per prendere un drink insieme? Avrei bisogno di parlarti di quello che è accaduto stanotte. >
< Va bene, nessun problema. >
< Fantastico. Ci ritroviamo al bar che sta sotto il mio appartamento tra mezz’ora. >
< Sì, ottima idea. A più tardi, Ruby > rispose Frank freddamente, riagganciando la chiamata e lasciando la povera Ruby interdetta.
“Frank, ma cosa ti sta succedendo?”
 
 
Appena Ruby e Frank si ritrovarono nel posto pattuito, i due non si salutarono nemmeno.
< Vedo che ti sei ripresa dalla stanchezza di stanotte. >
< Sì. Ho passato decisamente momenti migliori > rispose Ruby cercando inutilmente di smorzare gli animi tesi che si erano creati.
< Ci credo… Che cosa prendi? > domandò l’uomo una volta che si furono accomodati.
< Un succo d’arancia. E tu? >
< Va bene un caffè espresso. >
< Molto bene. Torno subito per la vostra ordinazione > replicò la cameriera sorridente.
Rimanendo in silenzio per alcuni secondi, Ruby squadrò Frank cercando di capire che cosa lo potesse turbare.
< E’ da questa notte che vorrei capire perché mi guardi con quegli occhi pieni d’odio.. Ti ho forse fatto qualche torto? >
Ma l’uomo non rispose, concentrandosi sulla gente che continuava ad entrare nel bar.
< Frank, perché non mi rispondi? >
< Perché non so cosa dirti. >
< Ti sei forse già stancato di me? >
< Ruby, è troppo complicato… >
< Allora che cosa mi stai nascondendo? >
< Non è niente di preoccupante, stai tranquilla. >
< Ecco qua la vostra ordinazione > fece la cameriera interrompendoli.
< Grazie > rispose Frank.
< Frank, si può sapere… >
< Ruby, ho bisogno di restarti lontano per un po’. È per il nostro bene. >
Sentendo quelle parole, Ruby sbiancò di colpo.
< Sì può sapere che cosa ti sta succedendo? >
< Sto attraversando un brutto momento per colpa di un individuo che non posso rivelare… Adesso, se vuoi scusarmi. >
< Frank, fermati immediatamente! > gridò Ruby dopo che l’uomo si era alzato e aveva lasciato i soldi per il servizio ricevuto.
< O tu mi spieghi che cosa ti succede, o non ti rivolgerò mai più la parola. >
< Ruby, non rendermi le cose difficili. Sono già abbastanza complicate. >
< Allora vedi di parlarmi, cazzo! > sbraitò la donna < E’ colpa di questa? È perché non facciamo l’amore? >
< Oh, andiamo Ruby. Non sono mica un vent’enne. >
< Però t stai comportando tale… Tutti gli uomini come te voglio una sola cosa. Ed io sono pronta per esaudirla. >
Una volta trovato un punto nascosto per poter agire indisturbata, Ruby cominciò a baciare appassionatamente il suo uomo e a spogliarlo.
< Ruby, ti prego… >
< Sei già eccitato. Lo capisco da come fremi… >
< No! Smettila! > gridò Frank staccandosi da lei < Io e te non siamo fatti per stare insieme. È stato tutto uno sbaglio fin dalla prima volta che ci siamo incontrati. Punto e basta. >
< No… tu non puoi dirmi così… > rispose la donna cercando di trattenere a stento le lacrime.
< Mi dispiace, Ruby. Ti prego di perdonarmi. >
< Non finché mi dici che cosa cazzo ti succede! Chi è quell’individuo che vuole renderti la vita difficile?! >
< Addio, Ruby. Ricordati che ti ho sempre amata > mormorò Frank prima di sparire sotto i suoi occhi.
Completamente distrutta dal dolore, Ruby si accasciò a terra piangendo fragorosamente.
“Frank… Perché ti sei comportato come un bastardo? Che cosa ti ho fatto di male? Io stavo cominciando ad amarti, mentre tu hai rovinato tutto come la maggior parte delle persone che ho conosciuto durante la mia inutile vita. Non posso sopportare questo dolore. Io…”
Una volta alzato lo sguardo, vedi che qualcuno la stava spiando.
< Chi c’è là dietro?! Ti ho visto, sai? >
Dopo averlo chiamato a gran voce, l’individuo misterioso uscì allo scoperto e si tolse il cappuccio che gli ricopriva il viso.
< Buongiorno, Ruby. È da molto tempo che non ci rivediamo. >
< Mr Gold… Sapevo che prima o poi l’avrei rivista… >
< Perché stai piangendo? Una bella ragazza come te è sprecata per tutte queste lacrime. >
< Questi non sono affari suoi… >
< Ne sei sicura? Ho visto quel codardo di Frank andarsene con la coda tra le gambe. Vi siete forse lasciati? >
< E lei come sa di me e Frank? >
< So molte cose su di te, Cappuccetto Rosso… O dovrei dire Lupo cattivo… >
Fissando intensamente lo sguardo di quell’uomo, Ruby si sentiva molto irrequieta.
< E’ stato lei a farlo scappare da me, vero? >
< Io? Non è colpa mia se quell’uomo ha qualcosa dentro di sé che non va’… Deve essere per il tuo stupido amore… Un amore che tu mi hai sottratto qualche anno fa’ uccidendo la mia adorata Belle. >
< Io non ho ucciso proprio nessuno! >
< Ah no? Questo è tutto da vedere… Sei pronta per la resa dei conti? >
< Che cosa? >
< La tua fine non sarà qui… Ma a Storybrooke… >
< Ha intenzione di uccidermi? >
< Non lo so… Ma tu e Merida passerete dei guai molto seri. Ve lo garantisco. >
Cercando di sfuggire alle sue minacce, Ruby corse disperatamente lontano da Mr Gold, Ma la sua magia oscura gli impedì di scappare.
< Dove vai così di fretta? >
< Lasciami andare! Non voglio tornare a Storybrooke! >
< Invece ci tornerai. Per pagare tutti i tuoi crimini insieme a quell’arciera da strapazzo. >
< NO! >
< Dimenarti non ti servirà a niente… Sei pronta? I tuoi peggiori incubi stanno per venire alla luce. >

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Capitolo 8
*** Una trappola impensabile ***


Quando Ruby si risvegliò, sembrava immersa in un mondo oscuro in cui non riusciva a trovare salvezza.
“Maledetto Mr Gold… Dove diavolo sono finita?”
Più si guardava intorno, più si sentiva disperata e oppressa.
“Deve esserci una via d’uscita. Io non…”
Ma appena Ruby alzò lo sguardo, l’unico che riuscì a vedere fu proprio il suo peggior nemico.
< Allora? Com’è stato l’assaggio dei tuoi luoghi più oscuri? >
< Ma… dove mi trovavo? >
< Nel tuo peggiore incubo, mia cara… Davanti a te c’era solo l’oscurità e nessuno che ti potesse aiutare. Fino a quando non mi sono manifestato io e… >
Ma Mr Gold s’interruppe di colpo, lasciando la ragazza in preda a mille domande.
< Che cosa mi volevi fare, maledetto? >
< Ti renderò la vita molto difficile, Ruby. Fino a quando la tua sofferenza non arriverà ad un punto che sarà insopportabile. >
< Non renderai la mia vita un inferno. >
< Ah no? Questo lo vedremo. Gli abitanti di Storybrooke non vedono l’ora di rivederti per darti contro. >
< No, ti prego… >
< Tu e la tua amica Merida passerete le pene dell’inferno. >
< Lasciami immediatamente andare! > gridò Ruby cercando di liberarsi dalle corde che la tenevano legata ad un palo dietro il negozio di Gold.
< Puoi gridare quanto vuoi. Nessuno può sentirti… >
< Ti prego, non farmi questo. >
< La mia vendetta sarà implacabile. Finché tu e Merida… >
< Noi non abbiamo fatto niente! Siamo innocenti! >
< Allora perché siete fuggite da Storybrooke senza dire niente a nessuno? >
< Perché volevamo ricominciare una nuova vita lontano dalle favole e dalla fantasia. >
< Ahahah e tu pensi che io creda ad una sciocchezza del genere? >
< Sei libero di fare quello che vuoi, ma è questa la verità. Io e Emily ci siamo talmente trovate bene nel mondo degli umani che non volevamo tornare indietro per nessun motivo. >
< Voi siete scappate senza una valida ragione. Non me lo toglie dalla mente nessuno. >
< Puoi pensare quello che vuoi… Ma io ed Emily riusciremo a provare la nostra innocenza e a trovare il vero colpevole. >
< Voglio proprio vedere come farete… Intanto tieniti pronta. Tra poco tu e la tua amica incontrerete una folla inferocita che non aspetta altro che rivedervi. >
< Dove si trova Emily? >
< Sono qui, Ruby > rispose la ragazza anch’ella legata.
< Non riesco a vederti… >
< Sono dietro questo dannato palo. >
< Ah eccoti… Sono legata come un salame. Mi riesce molto difficile muovermi. >
< Adesso basta parlare > fece Mr Gold liberandole e gettandole a terra < Siete pronte a venire derise e accusati da tutti? >
< Fermati un istante, Tremotino. >
La voce imperiosa della nonna di Cappuccetto rosso riscosse l’uomo.
< Signora, ma cosa… >
< Vorrei parlare con mia nipote e Merida da sola. >
< Perché? Cosa vi dovreste dire che io non posso sentire? >
< Sono fatti privati, mi dispiace. >
< Tutto quello che riguarda queste due ragazze deve essere detto in mia presenza. >
< Mr Gold, non mi faccia pentire delle mie azioni… Queste ragazze non meritano di essere prese di mira da tutti gli abitanti del posto. >
< Ah no? Allora vorrà dire… >
< Fermati! > gridò David puntandogli addosso la pistola < Abbassa immediatamente quel coltello. >
< Sceriffo, ho tutte le mie ragioni per potermi vendicare di queste due ragazze. >
< Mr Gold, vuole passare dalla ragione al torto? Le indagini sono ancora in corso e anche se Ruby e Megara sono sospettate, per ora possono stare tranquille… Per quanto riguarda lei, non mi costringa a sbatterla in prigione per tentata aggressione. Sarebbe un errore madornale. >
Una volta subita la minaccia dello sceriffo, Mr Gold abbassò lo sguardo liberando definitivamente le due ragazze.
< Vi avverto che non finisce qui. Arriverò alla verità con o senza il vostro aiuto > disse infine l’uomo prima di sbattere tutti i presenti fuori dal suo emporio.
 
 
Ruby ed Emily si sentivano molto serie e preoccupate.
Soprattutto la prima, che non voleva dimenticare come Frank l’aveva lasciata malamente.
< Ruby, che cos’hai? > gli domandò la nonna.
< Niente, nonna > rispose la ragazza chiudendo a chiave la porta d’ingresso del negozio < Ho bisogno di rimanere da sola. >
< Ma come? Dopo tutto il tempo che non ci vedevamo… >
< Ti prego di non insistere. Devo cercare risposte che sembrano impossibili. >
< Ruby, sono estremamente convinta che tu non centri nulla in questa storia. Però vorrei sapere perché tu ed Emily siate scappate come due volgare ladre nel cuore della notte… >
< Perché avevamo paura! > sbraitò la ragazza < E anche ora ho molta paura. Perché mi sento molto sola… Sola contro tutto e tutti. >
< Ma Ruby, come puoi pensare una cosa del genere? >
< Mi dispiace Emily, tu non centri nulla… Sono io che sto attraversando un brutto momento. Ti prego di perdonarmi > rispose Ruby con le lacrime agli occhi prima di sparire sotto gli occhi della sua coinquilina di New York e di sua nonna.
< Ruby… >
< Meglio lasciarla andare, signora. >
La nonna di Ruby si sentiva molto male nel vedere la sua unica nipote consumarsi dentro dall’angoscia e dalla disperazione.
< Comunque sono contenta di rivedervi tutte e due qui… >
< Ruby viene da una situazione sentimentale che l’ha distrutta definitivamente… >
< Questo mi dispiace. >
< Per non parlare del ritorno di Mr Gold… Sono tutte situazioni che l’hanno segnata nel profondo. Lei mi capisce, vero? >
< Sono sicura che Ruby tornerà ad essere la ragazza solare e spensierata che tutti noi conosciamo… Però dobbiamo trovare l’assassinio di Belle. >
< Non è così semplice. Non abbiamo nessun indiziato… E Mr Gold non fa che tenerci d’occhio. >
< Il Signore oscuro deve capire che non stiamo facendo niente per mettergli i bastoni tra le ruote… >
< E se noi ci coalizzassimo con lui per trovare un fondo di verità? >
< Non so se è una buona idea… Accidenti però come sono maleducata. Non ti ho offerto nulla, Merida. >
< Non ho bisogno di niente, grazie. Sono apposto così. >
< Ok. Vado in camera di Ruby per sapere se almeno lei ha bisogno di qualcosa. >
Ma quando la signora anziana aprì la porta della sua camera, fu molto allibita di non trovarla nella sua stanza.
< Merida! Vieni subito qui! >
Spaventata dalle grida della donna, la ragazza ribelle si precipitò al piano di sopra.
< Ruby… è scomparsa nel nulla… >
< Dobbiamo ritrovarla alla svelta. Questo luogo non è abbastanza sicuro per lei. >
< Sì, hai assolutamente ragione. Andiamo immediatamente alla centrale. Non c’è minuto da perdere. >
 
 
La pioggia aveva cominciato a battere insistentemente sulla cittadina di Storybrooke.
Le strade erano praticamente deserte se non fosse per Cappuccetto Rosso che si copriva a malapena con il suo mantello rosso.
Dopo aver camminato per parecchi minuti, Ruby si ritrovò dinanzi la porta dello studio di psicologia di Archie Hopper.
“Spero vivamente che si trovi qui. Ho bisogno del suo aiuto.”
Con il cuore che gli martellava per l’emozione, Ruby notò che la porta d’ingresso era aperta.
“Ma cosa significa…”
< Ti stavo aspettando > fece Archie spaventando la povera ragazza.
< Archie… Ma sei impazzito? Non ti facevo dietro le mie spalle. >
< Scusa, non volevo… Vieni, accomodati pure. >
Guardando lo sguardo serio e concentrato di Archie, Ruby si sentiva sempre di più a disagio.
< Allora Ruby, di cosa mi vuoi parlare? >
< Non ce la faccio più a sostenere questa situazione… Mr Gold non fa altro che starmi addosso dandomi contro. Per non parlare della mia amica Emily… Siamo distrutte. Che cosa possiamo fare? >
Senza dire una parola, Archie si alzò per ritrovarsi dinanzi alla ragazza.
< Dovete cercare di mantenere la calma. Vedrai che andrà tutto bene. La verità verrà fuori. >
< Io e la mia amica dobbiamo andarcene da qui. Per il nostro bene… Ma abbiamo paura di Tremotino. Ci cercherebbe anche in capo al mondo. >
< Forse potrei aiutarvi io… >
< Davvero? E come faresti? >
< Seguimi. >
Incuriosita dalle intenzioni di Archie, Ruby lo seguì senza esitare.
< Ma Archie, dove mi hai portato? >
< Tu e la tua amica Emily non rivedrete mai più la luce del sole. >
Trovandosi dinanzi ad uno scantinato, Ruby capì che era tutta una trappola.
< Che cosa vuoi farmi? >
< Scuoierò la tua pelle da lupo mannaro appena ti trasformerai, rendendo la città di Storybrooke un posto sicuro… Farai la stessa fine di Belle. È quello che si meritano le donne come voi. >
< Quindi sei tu il killer che l’ha uccisa… >
< Adesso non ti deve importare… Addio, mia cara Ruby > disse infine Archie dandogli un colpo in testa facendola svenire e rinchiudendola nello scantinato.

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Capitolo 9
*** La verità ***


Non sapendo dove cercare Ruby, la nonna di Cappuccetto Rosso e Merida cercarono di farsi aiutare da Regina e da Emma.
< Perché dovremmo aiutare un’assassina? > domandò Regina con tono freddo.
< Perché mia nipote non è un’assassina > replicò la nonna di Ruby
< Tutte le prove sono contro di lei. È stata vista insieme qui alla presente Merida sul luogo del delitto con le mani imbrattate di sangue. >
< Io e Ruby non riuscivamo a credere a quello che abbiamo visto > spiegò Merida < Eravamo scosse e spaventate. Cercavamo di aiutare la povera Belle, ma inutilmente… Ancora non riesco a togliermi dalla testa il suo corpo imbrattato di sangue… Uno spettacolo orribile. >
< Anche se non siete state voi, avete inquinato la scena del delitto. Vi rendete conto? > disse Emma.
< Scusateci > rispose Merida con le lacrime agli occhi.
< Mettendo da parte i vostri sospetti, ci potreste aiutare a ritrovare mia nipote oppure no? >
A quel punto Regina ed Emma si guardarono a vicenda.
< Ruby è una mia cara amica… E anche se sono tutti contro di lei, io non l’abbandonerei comunque. Quindi siamo con voi. >
< Vi ringraziamo infinitamente. Non so come faremo senza di te. >
< Andiamo. Non c’è tempo da perdere. >
 
 
Una volta giunto a Storybrooke, Frank si diresse verso l’emporio di Mr Gold per farsi dare delle spiegazioni in merito alla scomparsa di Ruby.
< Frank, che diavolo ci fai qui? >
< Sto cercando Ruby. Dove si trova? >
< Mi dispiace, ma non posso aiutarti. >
< Bugiardo. Mi stai mentendo. >
< Perché dovrei farlo? >
< Perché ce l’hai a morte con lei. Se vengo a sapere che gli hai fatto del male… >
< Anche se sono ancora fermamente convinto che ad uccidere la mia amata Belle siano state lei e Merida, non arriverei ad ucciderla. Prima la farei soffrire e poi la torturerei senza pietà. Ma da un giorno a questa parte non so proprio dove sia. >
< A te piace molto mentire, vero? >
< Puoi controllare il mio negozio da cima a fondo, ma ti assicuro che non la troverai mai. >
Squadrando malamente Tremotino, Frank setacciò rapidamente il negozio senza però trovare la sua amata Ruby.
< Che cosa ti dicevo? Ruby non è qui. >
< Sono sicuro che la stai tenendo nascosta da qualche parte. >
< Forse si è nascosta… Ma non qui. >
< La tua presenza e le tue parole taglienti mi fanno molto incazzare. >
< Caro Frank, mi hai servito come un valido sicario… Ma adesso che Ruby è tornata nella città a cui appartiene, la posso tenere sotto controllo senza il tuo aiuto. Quindi, se vuoi andartene… >
< Tu sai dove si trova! Dimmelo! >
< Anche se davvero lo sapessi, non te lo direi nemmeno per idea. >
Spazientito dalle parole di Mr Gold, Frank agguantò il collo della sua camicia per strattonarlo violentemente.
< Che cosa sta succedendo qui? > tuonò Regina irrompendo nell’emporio.
< Regina! Tempismo perfetto, non c’è che dire > rispose Mr Gold felice di vederla.
< Chi è questo ragazzo? >
< Il nuovo fidanzato di Ruby. >
< Che cosa? >
< Sto cercando disperatamente la mia amata e tutti gli indizi mi hanno portato in questa città. >
< Non sapevo che mia nipote avesse un fidanzato > rispose la nonna della ragazza.
< Scusate se ho omesso una cosa del genere > fece Merida ritrovandosi gli occhi di tutti addosso.
< Tu lo conosci? >
< Vagamente. Ruby e quest’uomo si sono conosciuti a New York mentre un malvivente stava per rubare la borsa alla mia coinquilina. >
< Ruby fidanzata? Si vede che sto diventando sempre più vecchia. >
< Tornando a noi, che cosa ci fa un umano come te in questa città? >
< Voglio ritrovare la mia amata per ritornare a New York. È questo il nostro destino. >
< Quindi tu vorresti sottrarmi la mia amata nipote? Non se ne parla nemmeno. >
< Signora, io amo sua nipote più di qualsiasi altra cosa e farei di tutto per ritrovarla. >
< Ed io non ti permetterò di portarmela via. L’ho persa già una volta e non permetterò che accada in un’altra occasione. >
< Ragazzi, vi ricordo che litigare non porterà a nulla > fece Emma interrompendo la discussione < Gold, spero davvero che tu non centri nulla in questa storia. >
< Anche se ho reso la vita di Ruby e di Merida molto difficile, mi dissocio dalla sua scomparsa. >
< Quindi questo vuol dire che siamo da punto e a capo… >
Non avendo nessun indizio su dove cercarla, alla fine ad Emily venne in mente chi poteva aiutarli.
< Perché non ci rechiamo nello studio di Archie Hopper? Magari potrebbe essere lui che ci potrà dare un aiuto. >
< Archie Hopper? Lo psicologo? Questa sì che è un’idea stupida > rispose la nonna di Ruby.
< Tentar non nuoce… >
< Sapete? Credo che Merida abbia avuto un’ottima idea. Vi consiglio di ascoltarla. >
< Tanto lo sappiamo che sei stata tu a farla scomparire > mormorò Frank < Vuoi solo farci allontanare dal tuo reale obiettivo. >
< Se la cosa può farvi stare meglio, potrei venire anch’io con voi. A quel punto non avrei il tempo di fare nemmeno una magagna. >
< Questa potrebbe essere un’idea… > fece Regina.
< Sì però dobbiamo sbrigarci. Archie Hopper se ne sta andando > disse infine Emma inquadrandolo mentre si stava dirigendo verso la sua auto.
Ma il gruppo che si era riunito per ritrovare Ruby non era riuscito a raggiungere Archie, che fece in tempo a scappare con la sua auto.
< Ruby… > fece Merida con tono scosso.
< Che cos’hai, Merida? >
< Mi è sembrato di vedere la sagoma della mia amica nell’auto di quell’uomo… completamente legata e imbavagliata. >
< Questo è impossibile. Archie non è quel tipo di uomo > rispose Regina.
< Archie… quel tipo di uomo… >
Sentendo quelle parole, Mr Gold gli tornò in mente un aneddotto accaduto poche ore prima la morte della sua amata.
 
 
“Finalmente sei tornata” fece risoluto l’uomo “Ti ho cercato ovunque in città.”
“Me n’ero andata da Hopper per una consultazione.”
“Che cosa potrebbe fare quell’uomo per aiutarti?”
“Quello che non stai facendo tu da qualche a tempo a questa parte” rispose la donna piccata sfuggendo dal suo uomo.
“Aspetta un momento!”
“Lasciami andare! Non voglio più sentirti parlare a vanvera!”
“Mi dispiace Belle, ma da qualche tempo a questa parte mi sento molto solo e abbandonato.”
“Sei tu quello che mi hai abbandonato! Non vuoi rendermi felice!”
“E sentiamo, che cosa dovrei fare secondo te?”
“Potresti evitare di fare il signore oscuro e concentrarti più su di me. Ma credo che sarà impossibile…”
“Belle, sai meglio di me che se lo faccio è solo per i miei interessi.”
“Allora per una volta potresti pensare solo a me?!”
“Non puoi chiedermi una cosa del genere…”
“Allora ti faccio una proposta: preferisci me o i tuoi interessi?”
Nel sentire una simile domanda, Mr Gold distolse lo sguardo dalla donna.
“Non puoi chiedermi una cosa del genere.”
“Mi dispiace per te ma l’ho appena fatto.. Allora, cosa mi rispondi?”
“Non mi lasci altra scelta: preferisco i miei interessi. Sono troppo importanti.”
Una volta ricevuta la risposta, Belle cominciò a piangere dalla disperazione.
“Ok, se è questa la tua risposta, è meglio che non ci vediamo più. Addio.”
“Aspetta, Belle! Non andartene!”
Ma ormai era troppo tardi.
Belle se n’era andata prendendo la sua auto per sfuggire dal suo amato che in fondo in fondo, non aveva mai amato.
 
 
< Gold, che cosa ti succede? >
< Niente, salvatrice. Stavo pensando al momento che Belle se n’era andata… Ancora non riesco a togliermi dalla testa quel brutto momento. >
< Prima che vi rincontraste, sai dove era andata? >
< Proprio da Archie Hopper. >
< Perché non ce l’hai detto subito?! > sbraito Frank < Magari è lui il criminale che stiamo cercando! >
< Mi dispiace, ma ero troppo scosso e disperato nel pensarlo. Non riesco a togliermi dalla testa l’immagine del ritrovamento del corpo di Belle. È stata una situazione troppo… >
Ma Mr Gold non riusciva più a trovare le parole necessarie.
< Dobbiamo inseguire Archie Hopper. >
< Ma Emma, non sappiamo dove possano essere andati > replicò Regina.
< Forse io lo so… Venite con me. >
 
 
Quando Archie Hopper fermò la sua auto, si ritrovò dinanzi ad uno strapiombo.
< Eccoci arrivati, Ruby > fece l’uomo liberando la sua bocca dall’imbavagliatura.
< Che hai in mente di fare? >
< Visto che siamo arrivati alla tua fine, voglio spiegarti che cos’è accaduto alla tua amica Belle… >
< Sei stato tu ad ucciderla, vero? >
< Quando ho saputo che lei e Tremotino avevano rotto per sempre, ne ho subito approfittato per prendere il suo posto… Ma non potevo immaginare le dovute conseguenze. >
 
 
“Archie, dove sei?” gridò la donna.
“Belle, sei già tornata da me” fece l’uomo con tono soave “Non ti attendevo così presto. La nostra prossima seduta si svolgerà domani.”
“Non sono venuto a parlare della nostra seduta… Io e Tremotino abbiamo rotto per sempre” rispose la donna asciugandosi le lacrime agli occhi.
“Oh, mi dispiace molto.”
“Quel dannato uomo senza scrupoli. Mi ha rovinato la mia vita per sempre. E poi per cosa? Per i suoi dannati interessi. Se solo potessi ucciderlo con le mie stesse mani…”
“Adesso però calmati… Vieni con me.”
Una volta averla guidata nel suo ufficio, la fece accomodare sul divanetto offrendogli un bicchier d’acqua.
“Adesso stai meglio?”
“Sì. Grazie, Archie.”
“Dopo questa parentesi con quell’uomo che ti ha rovinato per sempre, come credi che sia la tua vita?”
“Non lo so. Non ci ho ancora pensato… Vedo solo un vuoto dentro di me… Mi sento così sola…”
“Ma Belle… tu non sei sola…”
E fu in quel momento che Archie gli saltò addosso aggredendola allo stesso tempo.
“Che cosa vuoi farmi?”
“Non l’hai ancora capito? Io sono innamorato di te. Non posso stare…”
“Archie, ti prego. Mi sono appena lasciata da Tremotino. Non posso gettarmi nelle tue braccia come se niente fosse.”
“Ma io non posso aspettare…”
“Archie, è stato un errore venire qui. Ci vediamo tra qualche giorno.”
Ma l’uomo non l’avrebbe mai permesso, bloccando la porta del suo ufficio e provando ad abusare di lei.
“No, Archie! Lasciami!”
Ma mentre stava per stuprarla e togliergli i vestiti, per cercare di fermarla la strozzò inavvertitamente.
Appena si rese conto di quello che aveva fatto, Archie prese il suo corpo e cominciò a pugnalarla ossessivamente.
“Questo è quello che ti meriti, maledetta.”
Per paura che venisse colto sul fatto, gettò il corpo della povera Belle in mezzo alla strada, riuscendo a non farsi vedere da nessuno e ripulendo il suo ufficio da ogni singola traccia.
 
 
< E’ così che è andata… Ancora oggi mi pento per quello che ho fatto… Ma Belle non si doveva comportare in quel modo. Doveva capire i miei sentimenti. >
< Ma si era appena lasciata! Che cosa avevi in mente di fare?! >
< Voi donne non riuscite a capirmi! Nessuno riesce a capirmi! > gridò Archie dandogli un sonoro schiaffo a Ruby e gettandola a terra < Dopo la tua dipartita, toccherà anche alla tua amica Emily. >
< No! Non te lo permetterò! >
< E come credi di fare? Sei completamente legata. Non puoi farmi nulla… E appena avrò compiuto il fatto, lascerò la città scomparendo per sempre. >
< Non riuscirai nel tuo intento. Fossi l’ultima cosa che faccio. >
< Voglio proprio vedere come farai > rispose l’uomo puntandogli addosso la pistola < La tua morte sta per giungere. >

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Capitolo 10
*** Ritorno alla normalità ***


Sembrava che per Ruby non ci fosse più nessuna speranza.
Ormai la sua vita era appesa ad un filo che pochi secondi dopo si sarebbe spezzato irrimediabilmente.
< Archie, ti prego. Pensa a cosa potresti andare incontro. Se confessi il tuo crimine, noi di Storybrooke ti potremmo dare una mano. >
< E finire gli ultimi miei giorni in una prigione o in un centro per malati mentali? Non ci pensare nemmeno, Lupo mannaro. Preferisco essere libero e lontano da tutto e da tutti. E tu non farai niente per fermarmi. >
Una volta chiuso gli occhi per paura di vedere la morte in faccia, Ruby cominciò a piangere dalla disperazione.
Ma non avrebbe mai immaginato che proprio l’amore della sua vita sarebbe giunto fin lì per salvarla.
“Ma cos’è successo? Non sono morta?” pensò la ragazza dopo aver sentito il colpo di pistola.
Appena riaprì gli occhi, vide che il suo Frank era riuscito a disarmare Archie Hopper con l’aiuto di Regina e di Emma.
< Non posso crederci > fece Ruby senza riuscire a trovare le parole adatte < Frank, mi hai salvato… >
< Ruby, tesoro mio. Non potevo permettere tutto questo… Ti ho cercato ovunque e finalmente, con l’aiuto della gente di Storybrooke, sono riuscito a ritrovarti. >
Non riuscendo a contenere tutta l’emozione che si teneva dentro, Ruby agguantò Frank per il collo abbracciandolo e baciandolo appassionatamente come non aveva mai fatto prima d’ora.
< Ti amo, Frank. >
< Anch’io, Ruby. Più della mia stessa vita. >
< Ruby! > gridò Merida piombando addosso alla sua coinquilina.
< Merida! Credevo di non rivederti mai più! > rispose Ruby presa da un moto di felicità < Per fortuna che tutti voi siete arrivati in tempo. >
Appena si furono tutti riuniti, Archie Hopper fu messo nel carcere di Storybrooke in attesa di venire interrogato e condannato per il suo losco crimine.
 
 
< Non avrei mai creduto che dietro la morte della mia amata ci fosse uno come te > fece Mr Gold ritrovandosi solo con il criminale e attirando la sua attenzione.
< Non si finisce mai di conoscere le persone che ti stanno attorno, Tremotino. >
< Mi hai portato via l’unica persona che io abbia mai amato in tutta la mia vita… >
< Lei al contrario non ti amava proprio… Vi eravate lasciati e non aspettava altro che divenire la mia nuova amata. >
< Bugiardo! Tu stai bleffando! > gridò Gold prendendolo per il collo.
< Puoi pensare quello che vuoi, ma non potrai mai cambiare la realtà dei fatti. >
< Tu l’hai uccisa a sangue freddo e l’hai gettata in mezzo alla strada come se fosse una puttana! >
< E anche se fosse? È quello che si meritava. >
< Maledetto… >
Prima che Tremotino potesse commettere qualcosa di spiacevole, fu fermato da David e Da Emma.
< Non ne vale la pena, Tremotino > mormorò lo sceriffo.
< Ha ucciso Belle! Deve sortire la sua stessa fine! >
< Non possiamo ucciderlo. È contro la nostra legge. >
< Non voglio mai più vederlo per il resto della mia vita… E se non sarà processato a dovere e rinchiuso fino alla fine dei suoi giorni, sarò io che mi farò giustizia da solo. E non ci sarà nessuno che lo potrà mai salvare. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Tremotino, cerca di ragionare. >
< Ho già detto abbastanza > disse infine Tremotino lasciando la centrale di polizia con la rabbia che gli continuava a ribollire nelle vene.
 
 
Archie Hopper fu condannato al carcere a vita e ai lavori forzati in una miniera molto distante da Storybrooke.
La vita nella piccola cittadina stava tornando piano piano alla normalità.
Se non fosse per una piccola questione.
< Allora hai proprio deciso di andartene? > domandò la nonna di Ruby.
< Mi dispiace nonna, ma la mia vita è a New York. Insieme a Frank. >
< Capisco… >
< Però ti prometto che tornerò molto spesso a Storybrooke a trovare te e tutti i miei amici. >
< L’hai promesso… Vieni qua > fece la signora anziana abbracciando sua nipote < Sei la migliore nipote che una nonna può desiderare. >
< Adesso però basta, nonna. Mi stai facendo piangere. >
< Non è colpa mia se sono così sentimentale. >
< Lo so… Adesso però è meglio che vada. Frank mi sta aspettando > replicò la ragazza asciugandosi gli occhi.
< Sì, vai pure. >
< Ti voglio tanto bene, nonna. >
< Anch’io nipote mia. Più della mia stessa vita. Stai molto attenta al mondo degli umani. Qui non siamo a Storybrooke. Dovrai superare insidie che nemmeno tu riesci ad immaginare. >
< Sì, lo so. Però ho Frank con me. Sono convinta che lui mi rimarrà accanto incondizionatamente. >
< Sì, anch’io ne sono certa… A presto, nipote mia. >
< Arrivederci, nonna > disse infine Ruby salendo in macchina del suo amato per lasciare una città che l’aveva cresciuta e l’aveva fatta diventare una persona migliore malgrado il suo segreto che la stava distruggendo.

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