L'Accademia degli Avventurieri

di Erikarry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il test d'ingresso ***
Capitolo 3: *** Il primo giorno di scuola ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

 

Prologo

Diventare avventurieri non è facile. Servono forza fisica, molte conoscenze, intraprendenza, coraggio e un sacco di buona volontà. E una Licenza da Avventuriere. 
Per essere chiari: nessuno ti vieta di fare la valigie e andare a zonzo uccidendo mostri, ma senza una Licenza le imprese non ti verranno riconosciute e non potrai ricevere ricompense. Quindi, perché rischiare la vita senza ottenere neanche una moneta in cambio? 
Non è sempre stato così: una volta l'avventuriero era proprio quello che di mestiere se ne andava in giro a uccidere mostri su commissione e tentando la fortuna lontano dalla famiglia che lo aveva disconosciuto (sì, di solito cominciavano tutti così). Ma poi la gente aveva cominciato a idolatrare gli avventurieri, e molti avevano iniziato a darsi a questo mestiere senza neanche avere idea di come si impugnava una spada, e venendo così uccisi alla prima missione. Così era stata istituita la figura dell'avventuriero professionista (quello con la Licenza, appunto). 
E come ottenere la Licenza? Con un esame, ovvio. E il modo migliore per avere alte possibilità di passarlo era diplomarsi all'Accademia degli Avventurieri. 
Il test d'ingresso per entrare in Accademia non è per nulla semplice. Comprende una prova scritta con domande di storia, geografia, teoria della magia, biologia dei mostri e quant'altro, e una prova pratica, la cui natura cambia tutti gli anni. E io, in questo momento, non sto studiando!
Appoggio la fronte sulla scrivania con un po' troppa enfasi e sospiro.
Ma io voglio veramente fare l'avventuriero? 
Nella mia famiglia sono tutti avventurieri da generazioni, a partire da nonno Melfis (che chiamo nonno ma in realtà è un lontano trisavolo) che aveva guidato l'ultima escursione nella guerra contro i Grandi Draghi (vincendo, ovviamente, altrimenti non sarei qui). 
Fin da piccolo, io e i miei cugini siamo cresciuti con le storie delle avventure dei nostri avi anziché con le solite storie della buonanotte. E su di me pesa ancora più pressione: sono l'unico erede del cognome Krys, ultimo discendente della linea maschile della famiglia. 
Non che mi abbiano mai forzato a fare l'avventuriero - sono il primo che l'ha sempre voluto fare - ma negli ultimi mesi ho cominciato ad avere un sacco di dubbi. C'erano sicuramente mestieri meno proficui ma molto meno rischiosi, ma comunque interessanti. 
Eppure... 
Appoggio il mento sul braccio, scorrendo con lo sguardo la moltitudine di libri accumulati sulla scrivania. Se passo il test d'ingresso, mi aspettano quattro anni di intenso studio... ne ho veramente voglia? 
"Zerik, è pronta la cena! Dai, Nelly ha cucinato tutto il giorno!"
Mi stropiccio gli occhi. "Sì, arrivo!"
Scendo le scale che dalla torretta est - ovvero la mia camera - portano al salone principale. Lì mi attende mio padre con un gran sorriso. 
"Come va con lo studio?" mi chiede. 
"Sono sempre un po' bloccato sull'anatomia dei draghi... è dannatamente complessa. Ma penso che entro domani la finirò". Non è del tutto falso, ma so che il me stesso di qualche mese fa, molto più motivato, sarebbe riuscito a sbrigarsela nella metà del tempo. 
"Sono sicuro che arriverai pronto all'esame. Sono anni che ti prepari!"
Annuisco, con un sorriso poco convinto. 
Mio padre - a detta di nonni e zii - è uno dei migliori avventurieri della famiglia dai tempi di nonno Melfis, e quando combatte deve essere veramente terribile, ma a casa è un dolce padre amorevole. Ha dovuto farmi sia da madre che da padre, e ha sacrificato parte della sua carriera per adempiere a quel compito. Dice sempre che, se una persona intraprende una missione, deve portarla avanti fino all'ultimo, con tutte le sue forze; sempre secondo questa logica, essere genitore, secondo lui, è una missione. 
Mi siedo al tavolo, che lui e Nelly hanno già apparecchiato (stufato di manzo... ecco un buon modo per tirarmi su di morale!)
"Buon appetito!" mi augura lei dalla cucina. 
"Grazie!" rispondo. Nelly fa la governante, la cuoca, la cameriera... insomma, un po' di tutto a casa, e quand'ero piccolo si prendeva cura di me quando mio padre partiva per qualche missione. 
Mangio in silenzio, cercando di gustarmi il più possibile lo stufato sapientemente cucinato. 
"Hai già deciso che corsi scegliere, all'Accademia?" mi chiede papà. 
"Al primo anno si sceglie solo la Classe", rispondo.
"Oh... ai miei tempi c'era anche qualche corso a scelta... vero che si faceva un anno in meno... e farai il Bi-classe?"
Normalmente gli avventurieri scelgono una Classe - mago, spadaccino, guerriero, assassino... - e vi rimangono fedeli, ma nessuno vieta di scegliere due Classi. I Krys, in particolare, erano da sempre Bi-classe guerrieri-maghi. 
"Non ne sono sicuro... ultimamente i Bi-classe non sono ben visti. In più dovrei fare un punteggio spaventosamente alto all'esame". 
"La questione dei Bi-classe va molto ad annate" continua mio padre, "Insomma, ci sono anni in cui sono idolatrati, altri in cui sono trattati peggio dei goblin... non ascoltare le opinioni degli altri, avranno sempre qualcosa da criticarti". 
Annuisco. Non ho mai parlato a mio padre dei miei dubbi... o meglio, non ne ho parlato proprio con nessuno. Ho paura di deluderlo... e poi non è che ho esattamente deciso di non fare l'avventuriero, no? 
Ci facciamo sempre più taciturni man mano che la cena prosegue, e una volta finito do una mano a sparecchiare ("Va bene che sei ricco e abbiamo Nelly, ma non devi essere viziato!") e torno in camera mia. 

Mi sdraio sul letto e apro la finestrella sul soffitto. È già calato il sole e si vedono le stelle. In fondo, ho scelto la torretta come stanza per un motivo. 
Cosa devo fare...

 

Questa storia è ancora in fase di ideazione, non ho ancora deciso il livello di complessità che voglio dare alla trama, la sto scrivendo di getto e molto probabilmente subirà parecchie modifiche!
Lasciatemi una recensione, essendo la storia ancora all’inizio le opinioni per me sono molto importanti! Prossimo update la prossima settimana!

 

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Capitolo 2
*** Il test d'ingresso ***


Test d'ingresso

 

Il test d'ingresso

Alla fine ho deciso. Circa. 
La mia convinzione in questi giorni ha vacillato un sacco, ma farò il test d'ingresso all'Accademia degli Avventurieri. 
Ho continuato ad allenarmi, e finalmente sono riuscito ad integrare bene un incantesimo con un fendente di spada. Mi ha soddisfatto un sacco, e mi ha dato la carica che cercavo per continuare a studiare.
Più o meno. Ho avuto un'altra crisi di demotivazione l'altro ieri, e mi sa che come risultato non sarò preparatissimo sulla parte di storia della rivolta dei goblin, ma alla fine sono pronto a farmi valere. Ho anche mandato il modulo con la richiesta di diventare Bi-Classe in caso facessi un buon punteggio. 
Adesso devo solo arrivare all'esame tranquillo. 
Più facile a dirsi che a farsi. 
"Zerik! Vieni, farai tardi agli esami!"
Scendo le scale di corsa, afferrando al volo un panino con la marmellata e al contempo cercando di sistemarmi i capelli, perennemente spettinati. 
"Cfono in rifardo!" bofonchio.
"Sì, lo so" risponde mio padre con un sospiro. "Sicuro che non vuoi che ti accompagni?"
Scuoto la testa. "La MetaMetro ferma praticamente dentro l'Accademia!"
"E va bene, come preferisci! Sbrigati però, se arrivi tardi non ti lasceranno fare l'esame!"
Afferro al volo la giacca, lo zaino che ho preparato ieri e la spada e mi fiondo fuori dalla porta, salutando con la mano.
"Buona fortuna!" mi urla mio padre dalla soglia. 
Corro verso la stazione della MetaMetro. Grazie ai lunghi allenamenti con la spada arrivo appena in tempo, e quasi senza fiatone.
La stazione si trova a pochi isolati da casa. In mezzo a un parco si erge una piattaforma di cemento, sormontata da una cupola bislunga di vetro e acciaio; è praticamente una galleria trasparente abbandonata in mezzo al prato.
Corro verso i tornelli, alla ricerca del mio abbonamento. Sono proprio all'ingresso, ma l'abbonamento non salta fuori. 
Oh no... eppure sono sicuro di averlo preso! Sono un idiota! 
Appoggio lo zaino a terra e comincio a cercare freneticamente.
Non ho tempo di tornare a casa a cercarlo... Non arriverò in tempo!
"Ehi... scusami... hai perso questo?"
Mi giro. Dietro di me c'è una ragazza minuta con i capelli corti e rossi, lisci, tagliati in modo asimmetrico: a destra le arrivano sotto al mento, mentre a sinistra sono praticamente rasati. Mi porge una tessera.
Mi alzo e la prendo. L'abbonamento!
"Ti è caduto là dietro" spiega lei, indicando qualche metro alle sue spalle.
"Grazie mille!" rispondo. 
Cosa devo dire ora... è carina... mi devo presentare? Oppure penserà che ci voglio solo provare con lei?
Faccio per dire qualcosa ma lei mi anticipa. 
"Be', buona giornata! Scusami, ma sono un po' di corsa oggi!" e scatta, rapida, verso uno dei tornelli.
La fisso qualche secondo, imbambolato come un imbecille.
Penserà che sono un maleducato? Dovevo chiederle il suo nome? Offrirle qualcosa? Ma cosa? E poi non ho il tempo per offrirle nulla!
Mi sa che ci stavo pensando troppo. Scuoto la testa e, armato di abbonamento, attraverso il tornello e mi posiziono sulla banchina. 
"MetaTreno in arrivo da Helsin - Ospedale in direzione Gerfer in arrivo al binario 2. Allontanarsi dalla linea gialla" annuncia una voce che riecheggia per la stazione.
È il mio!
Mi allontano dal binario appena in tempo per vedere un lungo serpente argentato planare a tutta velocità e inchiodare proprio davanti alla banchina. Veniamo sferzati da una fortissima folata di vento e devo fare qualche passo indietro per cercare di mantenere l'equilibrio. Vedo gente barcollare e sorreggersi a vicenda per evitare di essere sbalzati a terra. Poi tutti insieme, in sincrono, scattiamo verso il MetaTreno, alla ricerca di un posto a sedere. 
Essendo l'ora di punta, non ci spero neanche di riuscire a trovarne uno, e mi accontento di stare aggrappato ad un paletto accanto ad una porta. 
"MetaTreno per Gerfer in partenza. Allontanarsi dalle porte".
Come tante piccole ghigliottine, le porte si chiudono e il MetaTreno si solleva di alcuni centimetri da terra, prende velocità e sfreccia fuori dalla stazione, sollevandosi in aria alla volta della stazione successiva. 
Osservo dal finestrino, schiacciato tra le altre persone, la città che scorre sotto di noi, e stringo forte il mio paletto ad ogni stazione per evitare di cadere. 
I MetaTreni sono guidati da maghi grazie a un incantesimo di volo, ma per evitare che gli autisti consumino tutte le proprie forze prima della fine del turno (ehi, trasportare centinaia di persone dev'essere faticoso!) l'AMH (Azienda MetaTrasporti Helsin) si serve di Cristalli Magici di altissimo livello, che amplificano i poteri degli autisti. A quanto pare sono parecchio costosi, ed è per quello che biglietti e abbonamenti non sono proprio a buon mercato (anche se molti sostengono che i prezzi lievitino anche a causa dei continui rimborsi che l'agenzia deve ai passeggeri che rimangono feriti ogni giorno durante le brusche partenze e frenate dei MetaTreni, anche se queste voci non sono mai state confermate dall'Azienda. Motivo per cui molti - soprattutto gli anziani - preferiscono prendere i MetaBus, meno cari e più sicuri ma decisamente più lenti visto che utilizzano Cristalli Magici di più basso livello).
Ancora 5 fermate e saremo all'Accademia... 
"Scusami". Un passeggero mi urta per riuscire a scendere. Mi volto per farlo passare e noto la ragazza minuta di prima. Ha trovato un posto a sedere e sta leggendo un libro. È parecchio concentrata... sembra che stia studiando. 
Mi sporgo un po' per leggere la copertina: Matemagia: gli incantesimi e la matematica - volume 1. 
È uno dei libri consigliati per l'esame. Sta a vedere che... 
"Fermata Helsin - Accademia degli Avventurieri. Apertura porte a destra". 
La ragazza si riscuote di soprassalto dalla lettura. Mi vede e mi saluta con la mano. 
La saluto e arrossisco mentre scendo dal MetaTreno. Lei scende da un'altra porta e la vedo dirigersi verso l'Accademia, insieme ad una moltitudine di ragazzi, e presto la perdo di vista.

L'Accademia degli Avventurieri una volta era un castello, e uno di quelli veramente grandi. Nonostante fuori ne abbia mantenuto l'aspetto, all'interno le aule sono all'avanguardia. 
Una volta arrivati all'ingresso, una serie di cartelli guida noi esaminandi verso l'auditorium, una sala assolutamente enorme, dove ci dovrebbero essere spiegate le modalità d'esame. 
File di banchi si arrampicano verso l'alto, in modo che anche chi siede in ultima fila possa vedere il relatore. Prendo posto a destra, più o meno a metà della scalinata, e attendo. 
La sala è piena, ci saranno centinaia di persone. Mi guardo in giro alla ricerca di qualche volto noto, ma c'è troppa calca e non vedo nessuno. 
Passano circa una decina di minuti, poi finalmente un professore alto e incredibilmente magro si siede alla cattedra. Lancia un incantesimo verso di sé e la sua voce tuona per tutta la sala. 
"Buongiorno, esaminandi. Vi prego di accomodarvi in silenzio". 
Quando anche gli ultimi ritardatari hanno finalmente preso posto, l'insegnante comincia a parlare. 
"Sono il professor Mels Grevis, e insegno Incantesimi ai ragazzi del primo e secondo anno. Sono qui per illustrarvi le modalità d'esame". 
Tutti ammutoliscono e si sporgono leggermente in avanti. 
"Per prima cosa, svolgerete la prova scritta. A seconda del vostro numero di ammissione e della scuola media di provenienza siete stati smistati in varie aule. Le tessere che avete ricevuto quando vi siete iscritti vi indicheranno dove recarvi". Agita una mano e varie luci blu si accendono per l'aula, una anche nel mio zaino. 
Quando mi sono iscritto, il mio MagiComp aveva automaticamente stampato una tesserina con la mia foto e i miei dati, che diceva semplicemente che andava presentata il giorno dell'esame. Ora si è illuminata e reca la scritta "Aula 126, piano 1". 
Mi guardo intorno: si è sollevato un certo brusio, mentre tutti confrontano le proprie tessere con quelle dei vicini. 
"Ehm, ehm". L'insegnante riporta rapidamente l'attenzione su di sé, e il silenzio si ristabilisce. 
"Molto bene. Al termine della prova scritta potrete mangiare in mensa, e dopodiché si terrà la prova pratica. Anche per quella sarete smistati, e la vostra tessera indicherà dove. In ogni caso, alle 13:30 dovrete trovarvi sul retro dell'Accademia. Tutto chiaro?"
Si sente qualche timido "sì" e il professore, soddisfatto (o almeno credo) ci lascia liberi di andare.

La prova scritta è impegnativa, ma tutto sommato fattibile. Dalle voci che girano sul test d'ingresso, sembrava dovessimo risolvere problemi di ingegneria alchemica avanzata. 
Non ho avuto molto tempo per scambiare due chiacchiere praticamente con nessuno - mi sono perso e sono arrivato nell'aula giusta appena in tempo - e mi sento un po' nervoso. Non ho neanche visto la ragazza gentile della MetaMetro... chissà se davvero si trova qui anche lei. 
In mensa trovo un tavolo con un altro paio di persone: un ragazzo biondo chino su dei libri e uno castano che sembra in grado di ammazzare chiunque provi a parlare con lui. Mangio in fretta e in silenzio, sempre più nervoso. 
Anche gli altri ragazzi si sono preparati al massimo per quest'esame. 
Mi dirigo verso il retro della scuola con largo anticipo, anche perché non saprei dove altro andare. Mentre sto camminando, la mia tasca si illumina di blu. 
Ah, dev'essere la tessera...
La guardo: dice "Area C, 13:30". Sospiro, e continuo a camminare. 
Sul retro della scuola c'è un'ampio prato, leggermente in discesa, e più avanti una foresta che si estende a perdita d'occhio. Verso la linea degli alberi sono radunati molti studenti. Probabilmente è lì che fanno l'esame pratico. 
Sento la tensione che mi annoda lo stomaco, ma continuo a camminare fino alla foresta. Quando arrivo, vedo che la foresta è stata divisa in varie aree con delle corde - sospetto che siano incantate per evitare che qualcuno semplicemente le scavalchi - e ogni area è denominata con una lettera.
Cavolo... Sono alla H!
Le aree sono piuttosto grandi, e mi ci vuole parecchio prima si trovare la C. La mia area dev'essere quella con i ritardatari, perché ci sono solo due ragazze che confabulano. 
"Hai visto quello" dice una, che probabilmente è convinta di star sussurrando.
"Mi sembra di averlo già visto in giro... è famoso?" risponde l'altra, più o meno con lo stesso tono. 
"È un Kerys! Uno di quella famiglia di avventurieri!"
Divento di colpo paonazzo e mi volto, allontanandomi di qualche passo. La maggior parte delle volte che sono stato riconosciuto per il mio cognome la gente voleva solo favori da mio padre... odio questo genere di situazioni. 
Approfitto dei minuti ancora disponibili per prendere sistemarmi la spada sulla schiena - secondo il regolamento è consentito portare armi da casa. Più che con la normale spada a una mano, preferisco quelle a due mani o a una mano e mezza, come quella che attualmente porto.
Cammino un po' con lo sguardo fisso a terra ripassando mentalmente qualche incantesimo quando sento una voce dietro di me: "Mi stai seguendo, per caso?"
Mi volto, e dietro di me c'è - come nel più banale dei cliché - la ragazza gentile della MetaMetro.
"No... ehm... io... ehm..."
Lei scoppia a ridere. "Ti sto prendendo in giro, scemo! Io sono Elys, tu come ti chiami?"
Tende una mano. La guardo un po' meglio: ha la carnagione piuttosto chiara e labbra sottili e leggermente incurvate all'insù, ma la cosa che più mi colpisce sono gli occhi; sono entrambi azzurri, ma ha una leggera eterocromia: quello destro è di un azzurro ghiaccio, quello sinistro un blu più profondo.
Le stringo la mano. "Io sono Zerik... Sei nell'area C anche tu?"
Lei annuisce e mi mostra la sua tessera, con un gran sorriso. 
"Hai dei capelli strani" commenta. Arrossisco un po': i capelli neri con qualche ciocca rossa erano uno degli innumerevoli tratti distintivi della famiglia. Prima che possa aggiungere altro, veniamo chiamati a raccolta. 
"Buongiorno a tutti, aspiranti avventurieri!". Lo stesso professore di prima ci scruta con aria severa all'ingresso dell'area C... e di ogni altra area. 
Probabilmente è un'illusione... però bisogna essere molto esperti per mantenerne così tante nello stesso momento!
"La vostra missione è di ritrovare il medaglione dorato che è stato rubato al vostro cliente" continua, "come questo". Mostra un semplice medaglione appeso ad una catenella, con una greca sul bordo. "Lo scenario è questo. Ne troverete uno in ogni area, e solo chi lo troverà passerà l'esame. Avete due ore". 
Si solleva un certo brusio, e anch'io mi sento parecchio teso: ormai, di fronte all'area, siamo in una quarantina... è una selezione troppo alta! E se due persone meritevoli di entrare si trovassero nella stessa area? 
Se passo io non passerà Elys, la ragazza gentile... 
"Potete combattere contro i vostri avversari ma non attentare alla loro vita, o sarete squalificati. Anche invadere le aree altrui o abbandonare la vostra vi porterà alla squalifica. Come dovrebbe esservi stato comunicato, potete usare armi portate da casa, purché ordinarie. Per il resto, tutto vi è concesso. Buona fortuna!"
L'immagine dell'insegnante svanisce, e al suo posto compare un conto alla rovescia. 
Dieci, nove, otto... 
Mi preparo con la mano sull'elsa, pronto a scattare. 
Sette, sei, cinque... 
Elys ha una sacca legata in vita, e stringe tra le mani svariate boccette di vetro. 
Quattro, tre... 
Ma dai... è un'alchimista? 
Due, uno... START!
Faccio per lanciarmi in avanti ma mi ritrovo completamente bloccato, stretto da qualcosa di duro e gelido fino al torace. 
Ma che... 
Io e buona parte degli altri esaminandi siamo bloccati in una stretta di ghiaccio!
Vedo Elys che corre, le mani libere dalle boccette. 
"Scusa!" grida. 
Ragazza gentile un corno. 
Abbastanza alterato per essermi fatto fregare da un trucco così scemo, raccolgo la mia forza e lancio un incantesimo del fuoco - in fondo, è la specialità dei Kerys. Vengo praticamente avvolto dalle fiamme, e anche se con i capelli mezzi bruciacchiati mi libero e corro verso la foresta. 
Non lontano dall'ingresso, tre ragazzi - probabilmente guerrieri - stanno combattendo. Li evito, e prendo una direzione a caso, cercando di essere il più furtivo possibile. 
Cammino per un po' senza incontrare nessuno. Lanciarsi in scontri con persone a caso sarebbe controproducente; la cosa migliore sarebbe trovare un mago in grado di usare qualche incantesimo di ricerca, seguirlo e fregargli il medaglione sotto al naso. Non ne andrei esattamente fiero, ma è l'unico piano decente che mi viene in mente. 
Chiudo gli occhi, cercando di percepire se intorno a me vengono usati incantesimi. 
Uno... dietro di me!
Mi volto di scatto estraendo al contempo la spada dal fodero, appena in tempo per vedere un ragazzo che cerca di lanciarmi un incantesimo paralizzante. Riesco ad evitarlo tuffandomi di lato, ma lui è più veloce di me. Scatta in avanti con un pugnale, e questa volta non riesco a schivarlo. 
Dannazione!
Sulle corte distanze, i pugnali vincono sulle spade. Sento la lama tagliarmi il fianco. Mi piego d'istinto, stringendo i denti. 
Mentre indietreggia, cerco di colpirlo con l'elsa. Mi evita, ma riesco a riprendere la distanza di sicurezza. 
Stavolta sono io ad attaccare: scatto con un fendente, cercando di sfruttare per bene il peso della mia arma, e lui lo para maldestramente con il pugnale. Mi stupisco del fatto che non si rompa. Essendo probabilmente un assassino, dev'essere abituato ad attacchi a sorpresa e rapidi, non a battaglie durature. Quindi sono passato in vantaggio.
Deve averlo capito anche lui perché lancia a terra qualcosa che esplode e rilascia del fumo nero, permettendogli di fuggire. 
Maledizione!
Inseguirlo sarebbe inutile e mi farebbe sprecare troppo tempo. Decido che è meglio allontanarmi e cercare di far perdere le mie tracce. 
Corro a zig zag, e quando ritengo di essermi allontanato abbastanza mi fermo al riparo contro una roccia. L'adrenalina sta un po' scemando, e il taglio comincia a far male. 
Lo guardo: fortunatamente è piuttosto superficiale, ma sanguina comunque parecchio.
Strappo la parte inferiore della maglietta e ci faccio delle bende di fortuna: almeno bloccherò in parte l'emorragia.
Respiro profondamente, cercando di calmarmi. Non posso più farmi sorprendere da trucchetti e assassini.
Continuo a camminare, alla ricerca di qualche indizio su come trovare il medaglione. 
A un certo punto sento qualcuno singhiozzare.
Chi è? Una trappola?
Mi avvicino di soppiatto, mi acquatto dietro un cespuglio e sbircio. Le due ragazze di prima, quelle amiche che borbottavano, sono inginocchiate a terra e una delle due sta piangendo.
"Non c'è nessun altro oggetto d'oro nel raggio di cinque chilometri!" singhiozza una delle due.
"Magari è occultato..."
"No, non è occultato! L'hanno già preso ti dico, l'esame l'ha già passato qualcuno!"
"Forse..."
"Non c'è nessun medaglione! Non diventeremo mai avventuriere!"
Mi allontano, sempre in punta di piedi, con un nodo allo stomaco. Quella ragazza doveva essere una maga decisamente potente per poter fare un incantesimo del genere: e se davvero il medaglione fosse già stato trovato? Se fossi già bocciato?
Anche i maghi di questa scuola sono potenti. Forse il medaglione è davvero occultato. In ogni caso non posso arrendermi ora!
Continuo a camminare, concentrandomi sulla percezione degli incantesimi e finalmente ne trovo uno che attira la mia attenzione: un incantesimo di ricerca!
Trovato!
Mi avvicino furtivamente e, tra gli alberi, scorgo Elys: ha in mano uno strano dispositivo arrangiato con bastoncini e spago, cosparso da una polverina viola. Lo tiene con due mani ed è totalmente concentrata su quello che sta facendo.
Dev'essere un qualcosa per cercare l'oro... ma anche se glielo rubassi non saprei che farmene. Meglio seguirla finché non rileva qualcosa.
Cammino piano, attento a non calpestare rami secchi o a fare troppo rumore. Non ho la furtività dell'assassino di prima, ma la ragazza è talmente persa nel suo mondo che neanche mi serve. Continuiamo ad avanzare per venti minuti buoni, e comincio a temere che non troveremo nulla prima dello scadere del tempo, quando l'aggeggio di Elys inizia a vibrare. Lei si riscuote e corre verso un punto davanti a sé.
Scatto in avanti, pronto ad anticiparla. Ma non sono l'unico.
Ma che... mi stava ancora seguendo?!
Anche il ragazzo che mi ha attaccato prima è all'inseguimento dell'alchimista! Ci guardiamo per qualche secondo, increduli, ma Elys ci anticipa entrambi.
"Andate via!" grida, e scaglia una delle sue ampolle contro di noi.
Mi ritrovo a terra, stringendomi il fianco. Mi tiro a sedere più velocemente che posso: Elys sta scappando e l'altro ragazzo è a terra come me.
Non c'è tempo per un altro combattimento: Elys prenderà il medaglione!
Quasi nello stesso istante ci alziamo e corriamo dietro alla ragazza. Lei si china a terra, guardandoci spaventata da sopra una spalla. Allungo una mano per afferrarla, ma vengo colpito da una gomitata dell'assassino. Rispondo con un pugno dritto contro il suo mento, ma non vedo l'ennesima ampolla di Elys: qualcosa esplode tra noi tre e veniamo tutti scagliati a poca distanza, insieme allo strano strumento, ormai distrutto.
Ma la ragazza aveva già iniziato a scavare: il punto in cui si trova il medaglione è ben evidente sul terreno, proprio in mezzo a noi.
Ci studiamo per qualche secondo, poi vedo Elys cercare qualche altra boccetta dalla sua saccoccia e il ragazzo muovere le labbra per lanciare qualche incantesimo. 
È ora di mettere in pratica la mia nuova tecnica!
Sfodero la spada, la stringo saldamente con entrambe le mani e vi infondo un incantesimo: intorno alla lama si forma una specie di tornado.
Vediamo dove verrete spediti con questo!
Nello stesso momento, l'alchimista scaglia la sua pozione, l'assassino il suo incantesimo e io lancio un fendente nella loro direzione.
Non capisco bene cosa succede dopo; sento un botto assordante e poi so solo che mi ritrovo a terra parecchi metri più indietro e senza fiato. Il fianco mi fa male da morire, le orecchie mi fischiano e ormai ho praticamente esaurito l'adrenalina.
Resto fermo per qualche secondo cercando di riprendere fiato, poi aggrappandomi a varie sterpaglie riesco a mettermi seduto.
La scena che mi si presenta davanti mi lascia piuttosto perplesso: il tratto di bosco davanti a me è stato sferzato dal vento ed è tutto bruciacchiato, come se vi fosse caduto un fulmine. Elys si trova ancora a terra dalla parte opposta rispetto a me e si stringe il polso sinistro, con le lacrime agli occhi. L'altro ragazzo è qualche metro sulla mia destra, ed è stato scaraventato in mezzo a dei rovi. Si dimena, cercando di liberarsi. 
Sto cercando di capire se sono in grado di fare uno scatto per impossessarmi del medaglione quando una voce riverbera nell'aria.
"Tempo scaduto! Ripeto, tempo scaduto! I partecipanti sono pregati di cessare i combattimenti e di tornare all'ingresso!"
Sospiro. Alla fine ci ho provato con tutte le mie forze.
Mi aiuto con rami bassi e alla fine riesco ad alzarmi in piedi. Il lato destro della mia maglietta e parte dei pantaloni sono imbrattati di sangue: a quanto pare tutti quei movimenti e le cadute hanno peggiorato la situazione.
Ci penserò dopo.
Recupero la spada, che è caduta poco lontano da me e la rinfodero. Poi cammino verso Elys, un po' incerto, anche se il fischio nelle orecchie sta scemando un po'. Quando la raggiungo si è messa a sedere e stringe il braccio contro il petto.
"Accidenti a voi" dice, "Ce l'avevo quasi fatta!"
Però, nonostante gli occhi lucidi, sorride.
"Ti serve una mano ad alzarti?" le chiedo. 
Lei scuote la testa e si mette in piedi. "Piuttosto, tu stai bene? È sangue quello?"
"Sto bene. Forza, andiamo a vedere quello là".
Ci avviciniamo all'altro ragazzo, che sta ancora cercando di liberarsi dai rovi.
"Tutto okay?" gli domanda Elys.
"Più o meno..." risponde lui, "Nulla di rotto. Non è che mi dareste una mano?"
Elys gli tende la mano sana e lo aiuta ad alzarsi. È pieno di taglietti e graffi, ma tra i tre è quello messo meglio. Si abbassa il cappuccio nero che gli copre il volto. Ha gli occhi di uno strano colore rossastro e i capelli biondi, lunghi e legati in una coda dietro la nuca. È piuttosto alto - sarà almeno un metro e ottantacinque - e ha un fisico piuttosto secco. Ha il labbro spaccato, probabilmente per colpa del mio pugno.
Quando mi vede sbianca.
"Ommioddio, scusami!" esordisce, "Io volevo solo rallentarti, non farti male sul serio! Mi dispiace!"
"È solo un taglietto" spiego, "Sono io che mi sono sforzato troppo".
Poi guarda il polso di Elys. "Te lo sei rotto?"
Lei alza le spalle. "Ci sono caduta sopra quando sono stata sbalzata via... ma credo sia solo slogato. A proposito, io sono Elys".
"Derv", si presenta lui. Mi presento anch'io.
"Che ne dite di vedere cosa c'era lì?" propone Elys.
Io e Derv annuiamo, e ci dirigiamo verso il segno lasciato dalla ragazza. Essendo l'unico nelle condizioni per farlo, Derv scava con le mani.
"Era un dispositivo per trovare metalli?" chiede.
"No, per l'oro. C'erano troppe armi per una ricerca generica sui metalli".
Derv solleva una placchetta. Non c'è dubbio, è d'oro, ma non è un medaglione. "Ci hanno fregati".
Camminiamo insieme verso l'ingresso. Siamo tutti e tre piuttosto delusi. Dopo qualche metro, vedendomi un po' barcollante, Derv si offre di aiutarmi a camminare.
"Sto bene, davvero..."
Incurante delle mie parole, il ragazzo si passa il mio braccio sulle spalle e mi costringe ad appoggiarmi a lui. 
Qualunque cosa dica, non mi dà alternativa. Decido di lasciarlo fare, anche perché ora che l'adrenalina è scemata del tutto comincio ad essere veramente stanco.
"Ma che cavolo di incantesimo era quello che hai fatto alla spada?" chiede Elys "Non avevo mai visto niente del genere".
"È una tecnica che integra scherma e magia".
"Scherma e magia?" commenta Derv, "Aspetta... ma tu sei..."
Mi guarda a bocca aperta. Sospiro. 
"Sì... Zerik Kerys". 
Tacciamo tutti e tre.
"Ma che figata!". È Elys a spezzare la tensione, "Diventerai un avventuriero fortissimo!"
"Ma non abbiamo trovato il medaglione..."
"Secondo me il vero test d'ingresso si basava su ben altro che uno stupido medaglione". Sorride ancora, stavolta con aria enigmatica. Non ci dà il tempo per chiederle cosa intende dire perché continua a parlare: "E questo spiega la potenza del vento. Io ho lanciato una semplice pozione esplosiva... e tu?"
Si volta verso Derv. 
"Un incantesimo elettrificante. Volevo paralizzarvi per abbastanza tempo da prendere il medaglione e filarmela".
"Ecco perché sembrava fosse caduto un fulmine! Che strano come si sono combinati gli incantesimi!"
Squadro Elys per qualche secondo. "E quella cosa che hai fatto alla partenza che accidenti era?"
Il sorriso sul suo volto scompare. "Scusami! Ero tutta presa a pensare all'esame e credevo che limitando il numero di partecipanti avrei avuto più possibilità... non ce l'avevo con te... ci ho pensato solo dopo che un metodo di valutazione del genere non aveva senso... mi dispiace, davvero..."
Scuoto la testa. "Non sono arrabbiato. È stata una buona idea!"
"Aspetta aspetta" interviene Derv, "Sei stata tu a fare quella cosa del ghiaccio?"
La ragazza annuisce. "Ho usato una pozione che fa gelare l'umidità dell'aria. Ha funzionato anche meglio di quanto mi aspettassi, probabilmente per via dell'umidità dell'erba..."
"È stata assolutamente una figata! Per poco non ci rimanevo bloccato anch'io!"
Elys sorride di nuovo e, tra un commento e l'altro, arriviamo all'ingresso.
Per terra c'è ancora un po' di ghiaccio, qualche insegnante che soccorre i feriti e una carovana di ragazzi con espressione mesta sta uscendo dalla foresta. In effetti, solo noi tre sembriamo allegri. Le osservazioni di Elys sull'esame ci hanno dato un po' di speranza. 
Un ragazzo alto e ben piazzato attira la mia attenzione: sta sbraitando contro un insegnante.
"SQUALIFICATELA, QUELLA STRONZA!"
"Non ha violato il regolamento".
"È TUTTA COLPA SUA SE SONO RIMASTO BLOCCATO QUI!"
"Se non si calma..."
"NON HO LA MINIMA INTENZIONE DI CALMARMI!"
Il ragazzo a quel punto ci nota. Vedo i suoi occhi sgranarsi poi, senza alcun preavviso, scatta verso Elys mentre estrae un coltello dalla tasca.
Spintono Derv e mi paro davanti alla ragazza per farle da scudo. Derv barcolla, dice qualcosa e tende la mano verso l'aggressore. Una sottile scia di fulmini colpiscono il ragazzo che crolla a terra e, dopo un paio di convulsioni, rimane immobile.
A quel punto interviene l'insegnante; agita una mano e delle corde compaiono dal nulla e bloccano il ragazzo.
"CHE CAVOLO PENSAVI DI FARE?!" gli urla, furibondo, "DOVRAI SPIEGARLO NON SOLO A ME, MA ANCHE ALLA POLIZIA!"
L'uomo schiocca le dita e il ragazzo scompare. Poi si volta verso di noi: "L'ho teletrasportato dal preside: ci penserà lui".
"P-perché..." mormora Elys. È ancora parzialmente nascosta dietro di me, ed è visibilmente terrorizzata.
"È arrabbiato per la storia del ghiaccio. A quanto pare è stato l'unico che non è riuscito a liberarsi. In ogni caso, se si arrende per così poco dubito che avesse la stoffa per diventare avventuriero".
Io, Elys e Derv ci lanciamo delle occhiate un po' perplesse. 
"Forza, voi tre, continuate verso la scuola: uno dei nostri studenti vi accompagnerà in infermeria".
Annuiamo e continuiamo a camminare. Elys è ancora piuttosto spaventata e non si allontana da me più di qualche centimetro. Decido che, visto che lei ci ha confortato nel bosco, adesso è il mio turno.
Mi faccio avanti e la abbraccio. "Sta' tranquilla".
Lei, dopo qualche secondo, ricambia. Anche Derv si unisce all'abbraccio. 
"Grazie" dice lei, e quando la lasciamo andare finalmente sorride di nuovo. È ancora nervosa, ma sembra in grado di respirare meglio.
Arriviamo all'ingresso della scuola dove un gruppo di ragazzi, probabilmente del terzo o quarto anno, aiutano i feriti distribuendo ghiaccio e bende e dando indicazioni.
"Ehi, voi tre!" urla uno, indicandoci, "Venite qui!"
Ci avviciniamo. Il ragazzo ci osserva. "Tu" indica Derv, "hai solo ferite leggere, puoi andare in auditorium. Se vuoi fartele medicare passa dopo l'annuncio dei promossi, altrimenti vai pure a casa. Voi due invece" indica me ed Elys, stavolta, "seguite quella ragazza. Ehi, Gem! Porta anche loro in infermeria!"
Gem? Gemma?
La ragazza interpellata, alla giuda di un gruppetto di altri ragazzi feriti, ci fa cenno con la mano di avvicinarci. 
"Zerik! Mi stavo giusto chiedendo che fine avessi fatto".
Lo sguardo di Elys rimbalza tra noi due. "Vi conoscete?" chiede.
"È mia cugina" rispondo. Gemma è un po' la pecora nera della famiglia: anziché avere i classici capelli neri con ciocche rosse, ha i capelli rossi con ciocche nere. In più, invece di essere guerriera-maga, si definisce sempre maga-guerriera, l'unica che si sia mai concentrata più sulla magia che sul combattimento. Non l'ho mai vista usare la magia, ma durante le risse di Natale (sì, da noi a Natale scoppia sempre qualche rissa) è un'avversaria veramente temibile e cercano sempre tutti di evitarla; posso solo immaginare quanto sia potente come maga.
"Ma che cavolo hai combinato? E lei chi è? Una tua amica?"
"Veramente ci siamo appena conosciuti..." rispondo.
E ora posso essere sicuro al cento percento che a mio papà arriverà la notizia che mi sono fatto la fidanzata.
"Va bene, va bene..."
Continuando a chiacchierare - anche se perlopiù parla solo Gemma - veniamo condotti in infermeria. 
L'infermiera è una donna piuttosto taciturna, sulla quarantina ma con i capelli già strati di grigio. Ci fa sedere sui lettini, isolati da tende separatrici. Il fatto che ce ne siano così tante mi mette un po' a disagio... che genere di allenamenti fanno qui? 
Quando arriva il mio turno, osserva il mio taglio e chiama un assistente. Gli dà istruzioni sulle pozioni da usare e come ricucirmi. 
Nel giro di una mezz'oretta sono fuori dall'infermeria e trovo Elys ad aspettarmi, con il polso steccato. 
"Slogato?" le chiedo. 
Lei scuote la testa. "Proprio rotto, ma con le medicine che mi ha dato dovrei tornare come nuova nel giro di un paio di settimane. Gli intrugli dei chierici sono proprio forti! Tu, invece?"
"Sto bene, mi hanno messo solo qualche punto... anche se mi hanno rimesso a riposo forzato. Tra una settimana potrò farli togliere, a quanto pare".
"Torniamo in auditorium? Derv ci starà aspettando". 
Camminiamo in silenzio, seguendo gli altri ragazzi che, come noi, sanno uscendo dall'infermeria. Quando arriviamo in auditorium vediamo Derv in fondo all'aula. 
Quando lo raggiungiamo Elys chiede: "Non potevi trovare dei posti un pochino più avanti? Il professore ci sembrerà un francobollo!"
"Ehi, preferisco stare nascosto nelle retrovie! Sono un assassino-mago, in fondo... o almeno, vorrei... "
Elys lo guarda storto. "Ti sei perso e sei arrivato tardi!"
A quanto pare c'ha preso. Mentre loro due bisticciano mi guardo in giro: c'è qualcuno con qualche fasciatura, ma non sembrano esserci feriti gravi. 
Che razza di test... 
Eles e Derv stanno ancora discutendo quando il solito insegnante attira la nostra attenzione. 
"Silenzio per favore. Sono qui per illustrarvi le modalità di valutazione del test". 
Mormorii si spargono per la sala. 
"Silenzio! Allora, per superare la prova scritta, bisognava ottenere il 65% del punteggio, e non meno del 50% in ogni materia, a parte logica, che aveva una soglia del 60%. Tutto chiaro?"
I ragazzi annuiscono, e il professore continua: "Per quanto riguarda la prova pratica... immagino che qualcuno di voi l'avesse capito, ma non c'era nessun medaglione". 
Evidentemente ci aveva sopravvalutato, perché un coro di voci alterate si leva nell'aria. Guardo Elys: aveva indovinato!
In effetti, come metodo di valutazione era troppo arbitrario... 
"Ma allora potremmo avercela fa..."
Le parole di Derv si spengono all'improvviso. Tutti i rumori si spengono. A quanto pare il professore, spazientito, ha lanciato un incantesimo del silenzio su tutto l'auditorium. 
Sospira. "Finalmente. Ora, anche se non ve ne siete accorti, eravate seguiti da vari famigli, e vi abbiamo osservato tutto il tempo. Valuteremo le vostre capacità di raccogliere informazioni, di combattimento, la vostra strategia, condotta, reazioni a situazioni inaspettate e, soprattutto, se vi siate arresi o meno. E questa è la caratteristica fondamentale per diventare avventurieri: se vi arrendere alla prima difficoltà, questo non è il mestiere adatto a voi". 
Io, Elys e Derv ci scambiamo sguardi eccitati: allora c'era davvero speranza! Elys è così contenta da non riuscire a rimanere ferma sulla sedia. Un po' ammiro la sua sicurezza. 
"Riceverete i risultati entro giovedì, compresi se siete stati accettati o meno come Bi-Classe e, per i promossi, lunedì inizieranno le lezioni. È tutto, buona fortuna ragazzi!"
E con queste parole scioglie l'incantesimo del silenzio. 
"Che ne dite di andare a mangiare qualcosa?" propone Elys. Io e Derv accettiamo, e ci dirigiamo insieme all'uscita.
Durante la strada, chiacchieriamo del più e del meno. Derv si informa delle nostre condizioni di salute, ed Elys non la smette di fare supposizioni su cosa ci abbia potuto far guadagnare punti o meno. Troviamo un tavolo in una caffetteria. Io bevo un semplice caffè, Derv ordina un'aranciata ed Elys un'enorme coppa gelato. 
"Ceni con quella?" le chiede Derv. 
"No, è solo uno spuntino". 
"Come sarebbe, uno spuntino?"
"Ho corso tanto e mi è venuta fame! In ogni caso, credete che la cosa del ghiaccio sia stata considerata scorretta?"
"Secondo me saresti passata solo con quella. È stata geniale" commento io. 
"E quel ragazzo? Quello che mi ha attaccata?" la ragazza si rabbuia. "Credete che l'abbiano davvero portato dalla polizia?"
"Io penso di sì" dice Derv, "Ha cercato di farti del male anche se l'esame era già finito. È un reato, no? Non è che te ne puoi andare in giro ad accoltellare la gente, anche se ti ha fatto un torto".
Mi dichiaro d'accordo con Derv, ed Elys sembra tranquillizzarti un po'. 
"Mi fai assaggiare un po' di gelato?" le chiedo. 
"No! È il mio gelato! Ordinatene uno!"
"Ma dai, ne hai una tonnellata!"
"Guarda che ti faccio saltare le dita!"

Prendere la MetaMetro quando si è doloranti è veramente un disagio, ma io ed Elys, con il sostegno morale e fisico di Derv, ce l'abbiamo fatta. 
Mi sento più sereno; è vero, non sono ancora sicuro di aver passato il test, ma ora sono sicuro di una cosa: io voglio passarlo. È questo che voglio fare: esplorare, combattere... e passare più tempo con i miei nuovi amici. 
Sul treno io ed Elys salutiamo Derv, poi io saluto Elys fuori dalla stazione (a quanto pare deve fare un altro paio di fermate su un MetaBus). Mi incammino solo verso casa. 
Non avevo mai avuto degli amici... amici. Sì insomma, da piccolo giocavo con gli altri bambini e ogni tanto uscivo con qualche compagno di classe, ma non avevo legato molto con nessuno. Chissà che quei due... 
Non faccio in tempo ad aprire la porta di casa che mio padre è già lì che mi aspetta. 
"Bentornato!" grida, correndomi incontro a braccia aperte. 
Schivo il suo abbraccio. "Non posso, no, mi sono fatto male!"
Lui appoggia le mani sui fianchi e finge di essere arrabbiato. "Si può sapere che hai combinato? E che cos'è questa storia che ti sei trovato la fidanzata? Guarda che Gemma vi ha visti!"
Rido. "Non ho trovato la fidanzata... però adesso ho due nuovi amici". 
Mio padre rimane perplesso per qualche secondo, ma poi fa un enorme sorriso. Mi appoggia il braccio sulle spalle: "Raccontami tutto". 

Ripubblico questo capitolo perché ho fatto alcune piccole correzioni. Visto che mi hanno fissato un esame il 25, il prossimo capitolo uscirà probabilmente la settimana dopo (1 o 2 di luglio).
Lasciatemi qualche suggerimento con una recensione!

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Capitolo 3
*** Il primo giorno di scuola ***


Il primo giorno di scuola

 

Il primo giorno di scuola

Alla fine il giorno dell'esito è arrivato. 
Io, Elys e Derv, ognuno dalla propria camera, siamo in contatto tramite il MagiComp. La Sfera Trasmittente di Elys è piuttosto sporca per via della brutta abitudine di fare esperimenti in camera sua, e a malapena la si vede.
Derv gliel'ha appena fatto notare. "Non puoi pulirla?"
"Ho provato a usare lo Smacchiatore Magico di Nonna Aurelia ma non è venuto via... chissà che cosa ho creato... magari potrei usarlo come prototipo per una vernice ultra-resistente..."
"Stai divagando". 
Rimaniamo qualche minuto in silenzio, con Elys che ogni tanto scribacchia qualcosa su un quaderno - probabilmente sempre a proposito della vernice. È mancina, e fa fatica a scrivere con il braccio steccato.
Aggiorno la finestra della Posta Magica (o m-mail) ma ancora nulla. "Niente. Che ore sono?"
"Le 15:58. La m-mail diceva che i risultati sarebbero usciti alle 16" risponde Derv. La sua connessione Maginet è un po' scarsa, e il video è in ritardo rispetto all'audio. 
"Non ne posso più!" chino la testa sulla scrivania. "Sono i due minuti più lunghi della mia vita!"
Dal giorno del test d'ingresso io e gli altri due pazzoidi ci siamo tenuti in contatto tramite il Maginet, e questa è la terza volta che facciamo una videochiamata. Durante la prima abbiamo scoperto della passione di Derv per la cucina - piuttosto particolare per un assassino - mentre la seconda si è interrotta quando Elys ha deciso di farci vedere una delle sue invenzioni, che è esplosa imbrattando completamente la Sfera Trasmittente e, probabilmente, il resto della sua stanza. Quella ragazza è veramente un vulcano attivo. 
"Io arrivo subito!" annuncia, "Ho bisogno di un pacchetto di biscotti!"
"Ma mancano solo due minuti!" le faccio notare, "Non puoi aspettare?"
"Ma ho fame!". Sparisce dalla mia visuale. 
"Secondo te mangia perché è nervosa?" mi chiede Derv. 
"Secondo me mangia e basta". Ma sotto sotto sorrido. 
Io e Derv rimaniamo in silenzio in attesa di Elys quando la sentiamo gridare in lontananza: "Sono le 16!"
Io e Derv ricarichiamo le pagine mentre Elys si lancia verso il MagiComp con la bocca piena. 
"Yuffiiii! SONO PASSATA!" esulta. 
"Anch'io!" grida Derv, "E ho anche ottenuto l'autorizzazione alla Bi-Classe!"
"Anch'io!" concludo. 
Derv ha improvvisato un balletto sulla sedia - ripeto, è piuttosto particolare per un assassino - mentre Elys agita in aria i biscotti - e qui mi viene il dubbio che sia più contenta per quelli che non per la promozione. 
"Che ne dite, ci troviamo alla stazione dove scendete voi e festeggiamo?" propone Derv. 
"Andiamo a mangiare qualcosa!" lo asseconda Elys.
"Ma te non pensi ad altro che a mangiare?" la stuzzico. 
"Sta attento tu a quello che mangerai... potrei offrirti una torta che farà prendere fuoco ai tuoi capelli!"
"Tipo... così?" mi concentro e riesco ad applicare un incantesimo del fuoco - lo stesso con cui mi ero liberato dal ghiaccio di Elys - solo sulla mia testa.
Nonostante il dolore per via dei punti, scoppio a ridere quando Elys caccia uno strillo. Poi anche il rilevatore di fumo inizia a suonare.
"Zerik!" mi urla mio padre dal corridoio, "Quante volte ti ho detto di non esercitarti con gli incantesimi in casa?!"
"Scusa!" rispondo, e spengo l'incantesimo. Ridacchio ancora un po'.

La sera, anche se è ancora settembre, comincia a fare freschetto. Forse era meglio prendere una felpa più pesante.
Sono il primo ad arrivare all'appuntamento. Sposto il peso da un piede all'altro mentre aspetto gli altri. 
"Ehi!" sento gridare dietro di me. Vedo Elys che mi corre incontro agitando il braccio sano. Quando mi raggiunge mi chiede: "Ci sei solo tu?"
Annuisco. "Sei più riuscita a fare qualcosa per quella vernice?"
Scuote la testa. "Alla fine ho lasciato perdere. Ho pensato anche di farci una bomba che acciechi i nemici imbrattandoli, però ha troppe incognite. La cosa migliore resta la bomba stordente che ho usato su voi due stalker".
Quando arriva anche Derv - è quello con più strada da fare - faccio strada verso il bar di Fress. 
"Anche questo è un tuo cugino?" mi chiede Derv dopo aver accettato la mia proposta. 
Scuoto la testa. "Uno zio. A quanto pare da giovane più che l'avventuriere ha fatto il cercatore di tesori e se l'è piuttosto spassata tra donne, uomini e scommesse. Scommette praticamente su ogni cosa. Ora gestisce un bar quando è in zona". 
"Quando è in zona?"
"Ogni tanto fa le valigie e parte per chissà dove. A volte sparisce anche per dei mesi e quando torna è sempre con dell'oro, oggetti magici e armi rarissime e cose così". 
"Certo che ce n'è di gente strana nella tua famiglia" commenta Elys. 
"Dovresti venire alle nostre cene di Natale... quelle sono uno spasso". 
Continuiamo a camminare ma a un certo punto noto che Elys continua a girarsi a guardare dietro. 
"Tutto bene?" le chiedo. 
Lei fa sì con la testa. "È solo che è da quando sono uscita di casa che ho l'impressione che qualcuno mi segua..."
Ci fermiamo e scrutiamo i passanti. 
"Non mi sembra che ci sia nessuno di sospetto" commenta Derv. E penso che ci si possa fidare della sua parola.
Elys fa un sorriso. "Probabilmente sono solo un po' stanca... con la storia degli esiti non ho dormito molto la scorsa notte". 
La studio per qualche secondo. "Sei sicura?"
Lei fa sì con la testa. "Non è nulla". 
Il bar di Fress è abbastanza piccolo ma accogliente, anche se oggi è parecchio affollato. Ci sono tanti tavoli in legno di varie dimensioni e sono tutti diversi l'uno dall'altro. Sulle pareti sono appesi gli oggetti più svariati: calderoni, elmi, una testa di grug, spade da cerimonia e molti - ma veramente molti - boccali di birra da ogni parte del continente. 
"Zerik!" mi urla lo zio, correndomi incontro appena varchiamo la soglia, "Benvenuto! Tuo papà mi ha detto che sei entrato in Accademia! Congratulazioni!"
"Grazie" sorrido, un po' imbarazzato visto che mezzo bar si è girato a guardarci. "Hai posto per noi tre?" indicò Elys e Derv. 
"Ma certo che ho posto! Sono amici tuoi?"
"Sì, siamo entrati in Accademia tutti e tre!"
"Beh, allora è proprio il caso di festeggiare! Che ne dite di sedervi a quel tavolo là nell'angolo?"
Ci indica un piccolo tavolino tondo di legno chiaro. "Prendete pure le sedie da dove volete, io arrivo subito". 
Una volta sistemati al tavolo, vediamo arrivare lo zio Fress con un cesto di patatine fritte e tre birre piccole. 
"Offre la casa! Sono troppo contento oggi, ho anche vinto 50 monete d'argento da tua zia Kels!". Non voglio neanche sapere esattamente per cosa le abbia vinte. 
"Ma abbiamo quattordici anni..." tenta di protestare Elys alla vista degli alcolici. 
"Appunto, avete già quattordici anni! Su, però non dirlo a tuo padre, Zerik!"
Rido. "Perché, pensi che non lo indovinerà?"
Anche zio Fress scoppia in una risata fragorosa. "Divertitevi, ragazzi!"
Quando se ne va Derv commenta: "È simpatico!"
Durante quella serata scopro ancora qualcosa di più sui miei amici: a quanto pare i genitori di Derv sono due chierici e lavorano all'ospedale della città e non erano per nulla contenti che il loro figlio rischiasse la vita per delle avventure. 
"Preferirebbero qualcosa di più tranquillo... mia sorella, per esempio, è appena diventata ricercatrice. Anche lei è un chierico e studia pozioni curative". 
"E tu com'è che sei finito a fare l'assassino?" gli domando, incuriosito. 
"Prima di tutto, sono un assassino-mago. E poi, non sei l'unico ad avere uno zio matto". 
Elys, invece, è figlia di due commercianti, alchimisti come lei. A quanto pare i suoi genitori hanno una bottega in centro. "Pensavano che mi sarei dedicata alla ricerca vista la mia mania di fare esperimenti, ma sono stati contenti quando gli ho detto che volevo entrare in Accademia!"
Sorseggiamo le birre e mangiamo patatine. A quanto pare Elys non regge bene l'alcol e a metà della sua birra è già paonazza e comincia a ridacchiare senza motivo apparente - più del solito, almeno. Derv gliela sequestra e la finisce al posto suo. 
"Il primo anno abbiamo praticamente tutti i corsi in comune, vero?" chiedo. 
"Sì, indipendentemente dalla Classe. Ma io e te ne avremo qualcuno in più" mi risponde lui. 
"Quindi dovrò imparare a fare a botte anch'io?". Non riesco a capire se Elys ne sia felice o infastidita. 
"Metti che finisci i tuoi fuochi d'artificio... devi difenderti comunque, no?" le fa notare Derv. 
"Io non finisco mai i miei fuochi d'artificio!". E detto questo ride per due minuti buoni senza riuscire a fermarsi.

Finite le birre salutiamo zio Fress e facciamo una passeggiata per far prendere un po' d'aria a Elys. Quando arriviamo nei pressi della stazione è praticamente tornata normale. 
"Sicura che non vuoi che ti riaccompagno a casa?" propongo. 
"So badare a me stessa" risponde lei. 
Ci fermiamo ancora un po' a scherzare - soprattutto su Elys - e ci salutiamo. "In fondo ci vediamo lunedì!" osserva la ragazza. 
"D'accordo, ma mandate una m-mail quando arrivate a casa!" ci raccomanda Derv. 
Elys sbuffa. "Sei peggio di mia madre". E con un'ultima risata ognuno torna a casa.

Il giorno seguente lo passo praticamente tutto a fare le valige. L'Accademia degli Avventurieri ha dei dormitori, divisi per anno. C'è una sala comune dove gli studenti possono studiare o rilassarsi, e due camerate, dove gli studenti sono divisi per sesso. Dal lunedì al venerdì - salvo particolari emergenze - è obbligatorio fermarsi a dormire, ma ognuno è libero di tornare a casa per le vacanze o per i week-end se vuole. A quanto pare la scuola ritiene necessario per la nostra formazione creare del cameratismo tra gli studenti.
I preparativi per il primo giorno di scuola non sono pochi: devo pensare a cosa potrebbe servirmi non solo per la settimana, ma anche tutte le cose che lascerò a scuola come cancelleria varia, armi - a quanto pare è consentito portarle, anche se con alcune limitazioni per quelle incantate - libri e quant'altro. 
Sento bussare sulla porta della mia stanza. "Zerik, è arrivato un famiglio per te!"
Apro la porta. Nelly mi aspetta sulla porta con un enorme pacco. "Penso sia la tua uniforme!"
La mattina gli studenti seguono le lezioni normali - storia, geografia, biologia dei mostri, matemagia, teoria alchemica... - e si indossano le uniformi scolastiche, che hanno colori diversi a seconda dell'anno. Il primo anno ha il colore blu: pantaloni (leggeri per l'estate e pesanti per l'inverno) e giacca blu allacciata sul davanti con due file di bottoni dorati e sulle maniche con altri due bottoni. Sotto, una camicia a maniche corte per l'estate e una a maniche lunghe per l'inverno. Entrambe hanno un taschino a sinistra. La camicia è allacciata con una cravatta, anch'essa blu. Sul taschino della camicia e sulla giacca è cucito lo stemma della scuola.
Oh, cavolo... devo seriamente mettermi la cravatta?
Ringrazio Nelly e appendo l'uniforme nell'armadio, attento a non stropicciarla. Dovrò metterla domani, per il primo giorno di scuola.
Sento bussare di nuovo. "Vieni pure!"
Mi aspettavo Nelly, e invece trovo mio padre, che resta affacciato sulla soglia. "Ehi... la valigia è pronta?"
"Quasi..."
"Be', allora spero che ci sia posto per questa". 
Mi porge la sua spada: acciaio lucente, con sottili intrecci d'oro giallo e bianco sull'elsa. È una spada a una mano e mezza, anche se piuttosto grande. L'avevo sempre guardata con ammirazione fin da bambino: i decori erano molto semplici, ma al contempo era eleganti. 
"L'ho fatta lucidare per te" continua lui. Io rimango in piedi, fermo, senza sapere cosa dire. Insomma, è quella spada! Quella con cui ha compiuto tutte le sue imprese! 
Quella con cui ha salvato mamma da quel beholder... e si sono conosciuti...
"Sai, è un po' una nostra tradizione..." continua mio padre, "Questa spada mi è stata passata da mio padre quando mi sono iscritto in Accademia. E ora è tua. Avanti, prendila".
Allungo la mano e la osservo. L'elsa si adatta perfettamente alla mia mano, e il bilanciamento è assolutamente perfetto. Il filo, nuovo, è stato curato in modo maniacale.
"È stata incantata con un incantesimo di resistenza: il filo non si smusserà per anni, ed è praticamente impossibile che si spezzi. Oh, questo è il fodero". 
È di cuoio molto semplice, ricamato con fili dorati e d'argento che riprendono i motivi sulla spada.
"È... insomma, è... è bellissima. Grazie...". Non so bene cosa dire.
"Ti va di provarla? Ho già fatto predisporre l'area di addestramento".
Sorrido. "Certo che sì!"

Quella notte faccio fatica ad addormentarmi. I dubbi sulla mia carriera non sono affatto passati, ma allenarmi con papà mi ha aiutato. E quella spada... usare gli incantesimi con quella mi riesce in qualche modo più facile.
Se anche il nonno ha usato questa spada per le sue avventure deve essere veramente antica. Mi chiedo quanto.
Papà era stato piuttosto vago su quel punto. Forse non era chiaro nemmeno a lui, o forse non voleva dirmelo.
Prima o poi lo scoprirò.

Per il primo giorno di scuola io, Elys e Derv abbiamo deciso di incontrarci alla stazione della MetaMetro dell'Accademia. Quando arrivo, Derv è già al suo posto. Indossa solo la camicia dell'uniforme e non si è ancora messo la cravatta.
"Ehi!" mi saluta. "Come va? Nervoso?"
Sorrido."Sì un po'... tu?"
Scrolla le spalle. "Sono un assassino, devo avere i nervi saldi".
Lo guardo storto.
"Okay, lo ammetto, sono un po' nervoso". 
"Ciao!". Sobbalziamo entrambi quando Elys fa la sua comparsa dietro di noi, con indosso la divisa femminile della scuola. La giacca è abbastanza simile a quella maschile, ma è leggermente più corta, più aperta e sciancrata, ma ha le stesse due file di bottoni dorati. Anche la camicia ha una forma leggermente diversa, e in più ha dei bordini blu sulle maniche (sia quella a mezze maniche che quella a maniche lunghe). Invece dei pantaloni, ha una gonna a pieghe blu con due strisce bianche sul fondo e un cravattino - sempre blu - al posto della cravatta. Come i ragazzi, ha lo stemma cucito sul taschino della camicia e sulla giacca. Inoltre, noto che si è tolta la steccatura dal polso.
A quanto pare le ragazze possono scegliere quali calzini/calze o quant'altro indossare: Elys ha scelto un paio di parigine blu con bordini bianchi.
"Sei carina" le dice Derv. Noto un leggero rossore.
"Grazie" risponde lei con un sorriso. Dietro di sé trascina a fatica un'enorme valigia.
"Che è tutta quella roba?" le chiedo. 
"Oh, sai... vestiti, libri... e l'attrezzatura da alchimista tiene via un sacco di spazio".
"Hai intenzione di fare esperimenti anche a scuola?"
Fa un sorrisino enigmatico. "Vedremo. Derv... tu come fai con solo quel borsone?"
In effetti Derv viaggia piuttosto leggero. "Be', sapete, voglio abituarmi ad avere con me solo l'essenziale. Per quando sarò un avventuriero".
Il ragionamento ha senso. 
Ci incamminiamo verso la scuola. Lungo la strada racconto loro del regalo di mio padre.
"Wow!" commenta Elys, "Quando arriviamo al dormitorio devi assolutamente farcela vedere!"
"Certo". 
"Io invece ho un'idea interessante per una cortina fumogena. Potrebbe esserti un sacco utile, Derv!"
"Potrei usarla tranquillamente oppure potrei rimetterci le dita?" la prende in giro lui.
Tra una battuta e l'altra arriviamo ai cancelli dell'Accademia.
"Woah..." è il commento di Derv.
"Eh già..."
Il cortile è gremito di ragazzi in uniforme che si dirigono verso il cancello. Per la cerimonia di apertura dell'anno scolastico, tutto l'edificio è decorato con fuochi fatui dei più svariati colori. 
Siamo ancora bloccati all'ingresso, incantati dalla magnificenza della scuola, quando qualcuno ci urta.
"Levatevi!" ci urla un ragazzo. Ha i capelli castani con un ciuffo verde davanti e occhi neri come la pece, alto e magrissimo. Porta un paio di occhiali tondi e l'uniforme blu del primo anno. "State bloccando il passaggio".
Non ha tutti i torti, però...
Derv indica il resto della cancellata, abbastanza grande da far passare sei carrozze una accanto all'altra. "Non c'è abbastanza spazio per te?"
Il ragazzo mi guarda. "Solo perché siete con un Kerys credete di poter fare gli spacconi?"
"Uuh?" è la mia risposta. E questa da dov'è uscita?
"Spacconi?" interviene Elys, "Siamo semplicemente fermi in piedi! Ma che problema hai?"
Lui la guarda per qualche secondo. "Nessuno ti ha interpellato". 
"Nessuno aveva interpellato nemmeno te, o sbaglio?". Derv avanza con aria minacciosa. 
Afferro entrambi. "Andiamocene. Non vale la pena arrivare tardi per uno come lui", e li trascino via. 
Siamo tutti e tre silenziosi per qualche metro. 
Sarà davvero così per me? Tutti presupporranno che mi comporti in un certo modo solo per il mio cognome? 
"Penso di sapere chi fosse". Le parole di Derv spezzano il silenzio. 
"Chi?" si incuriosisce Elys, "Avevo una voglia pazzesca di farlo diventare tutto rosa per un paio di giorni". 
"Come pensavi di... no, lascia stare, non lo voglio sapere. Comunque, penso sia un Seji".
"Un Seji? Sul serio?". Avevo sentito molte storie su di loro; a quanto pare erano una famiglia di avventurieri rivale della mia parecchie generazioni fa, ma erano caduti in decadenza e adesso erano quasi del tutto spariti dalla scena principale. A quanto pareva, però, erano gli unici a non averlo capito: anche Gemma e altri miei cugini avevano avuto problemi con loro. 
"In ogni caso, meglio sbrigarsi" concludo. 
A pochi metri dall'ingresso, una professoressa ha evocato una scritta sopra di lei che dice "Primo anno". Ci dirigiamo verso di lei. 
"Primo anno, da questa parte! Sì, dico a voi, venite qua!"
Una volta raggiunta, ci divide in gruppi da circa trenta persone e ci affida man mano a uno studente più grande. "Vi accompagneranno al dormitorio. Avete tempo fino alle dieci per sistemare le vostre cose, poi tornate nell'auditorium per la cerimonia di inizio anno! In uniforme, mi raccomando!"
Continua a ripetere l'avviso per tutto il tempo, mentre una ragazza del terzo anno - con la divisa verde - ci guida verso il dormitorio. 
Mentre saliamo le scale, la ragazza ci spiega com'è strutturato il dormitorio e come orientarci per la scuola, anche se le istruzioni sono troppo confusionarie per essere in qualche modo utili. 
Infine, dopo una marea di scale, arriviamo all'ultimo piano del castello. 
"Il vostro dormitorio si trova qui". Indica una porta immensa. La apre e davanti a noi si presenta una stanza assurdamente grande - è praticamente un salone. In fondo alla stanza c'è un caminetto - spento, visto il caldo di questo settembre - grande abbastanza per poterci stare in piedi in sei persone. La stanza è piena di tavoli, tavolini, poltrone, librerie e lampade a fuochi fatui gialli e blu. Ai lati della stanza ci sono due porte che conducono a destra alla camerata dei ragazzi, a sinistra a quella delle ragazze. 
"Avete tempo fino alle 10" ci ricorda la ragazza, "Poi scendete nell'auditorium seguendo le indicazioni che vi ho dato prima". 
"Potresti ripeterle per..." cerca di protestare una ragazza alta e bionda, ma la ragazza se n'è già andata, probabilmente a raccogliere il prossimo gruppo di matricole.
Elys sbuffa. "Portare la valigia per quelle scale è stata veramente una faticaccia!"
"Vedi che il mio ragionamento aveva senso" la prende in giro Derv.
Rido. "Sistemiamoci velocemente o non arriveremo mai in tempo". 
Con un sorriso, Elys ci saluta e va nella sua camerata, mentre io e Derv andiamo a destra. 
Anche la camerata è molto più grande di quanto mi aspettassi: ha una forma rettangolare e ci sono due file di letti a castello con accanto ad ognuno un armadio. Il pavimento è di legno e anche il soffitto è a cassetta. In fondo, c'è una vetrata che da sul cortile. Lateralmente, invece, una porticina porta al bagno. Tutto sommato, la stanza è molto accogliente. 
Faccio uno scatto e riesco ad accaparrarmi i due letti vicino alle finestre. "Presi!"
Derv sorride. "Non farà freddo lì?"
"Oh, dai... c'è una vista stupenda!"
Scrolla le spalle. "Okay, mi hai convinto. Però io voglio il letto sotto".
"D'accordo, tutto tuo!"
Mentre io sistemo le lenzuola, Derv sistema le sue cose nell'armadio. "Ehi, guarda chi arriva" mi dice, nascondendosi per metà dietro l'anta (gli assassini hanno la brutta abitudine di stare sempre nell'ombra). 
Volgo lo sguardo verso l'ingresso e vedo il ragazzo di prima, Seji, entrare nel dormitorio alla testa di una combriccola di cinque persone. 
"Si comportano come se fossero suoi sottoposti... non ti pare assurdo?" continua Derv. 
In effetti ci ha azzeccato: aspettano che gli indichi dove sistemarsi, e continuano a guardarlo come in cerca di istruzioni. 
"Chissà che ha fatto per guadagnarsi una fiducia così cieca..." commento. 
Per fortuna sembra aver altro a cui pensare ed evita di attaccar briga un'altra volta.
Usciamo non appena finito di sistemare le nostre cose, aspettando la nostra alchimista di fiducia. Nonostante mi sembra di averci messo un'eternità, Elys ci fa aspettare parecchio e se ne esce pure con un "ho pure lasciato stare a metà per non farvi aspettare troppo". A quanto pare, durante la nostra assenza, ha anche fatto amicizia con la ragazza con cui condividerà il letto a castello e ce la presenta. "Lei è Myra! È una druida!"
Ci presentiamo anche noi. La prima impressione che dà Myra è quella di un fantasma: ha la carnagione così chiara che sembra quasi di vederci attraverso, con solo un velo di lentiggini sugli zigomi, sul naso e sugli avambracci. Anche i capelli sono di un biondo chiarissimo, quasi bianco, lisci e lunghi fino alla vita. Gli occhi sono di un castano molto chiaro, praticamente color del miele, con qualche riflesso dorato, e le sopracciglia dritte e quasi invisibili. Le labbra sono sottili e molto pallide, e danno l'impressione che sia sempre sul punto di chiedere qualcosa. È - se possibile - persino più magra di Elys, nonostante sia leggermente più alta. 
"È un piacere conoscervi". Ha una voce cristallina nonostante il tono molto basso.
Un ragazzo paffutello ci si avvicina. "Ehi, qualcuno di voi si ricorda la via per l'auditorium?"
Risponde Myra: "Io me la ricordo. Vi faccio strada".
Ci avviamo insieme al ragazzo paffutello e a un gruppo di altre matricole piuttosto smarrite verso l'auditorium. Grazie all'eccellente orientamento della ragazza arriviamo in un batter d'occhio.
La maggior parte dei ragazzi degli altri anni sono già seduti. In fondo a tutti ci sono i ragazzi del quarto anno, con la divisa nera. Davanti a loro ci sono i ragazzi del terzo anno con l'uniforme verde e poi quelli del secondo con quella rossa. E, infine, ci siamo noi, seduti praticamente sotto al palco con le nostre divise blu. 
Gli insegnanti ci intimano di prendere posto. Riusciamo a trovare quattro posti abbastanza centrali.
"A inizio anno c'è il discorso del preside, vero?" si informa Derv.
"In teoria..." rispondo.
Quando tutti i ragazzi sono seduti, gli insegnanti salgono pian piano sul palco e si sistemano su piccoli seggi dietro a un tavolo da conferenze. Al centro siede quello che deve essere il preside: un uomo sulla cinquantina, con una barba e dei capelli molto lunghi e brizzolati. Dev'essere un guerriero perché indossa il busto di un'armatura sopra una cotta di maglia. Ha occhi vispi e neri, leggermente piccoli, che guizzano per tutta la sala. Una volta che anche gli insegnanti si sono sistemati, si alza in piedi.
Un silenzio di tomba crolla sulla sala. Mi sembra quasi di vedere i miei compagni sporgersi inconsciamente in avanti.
"Benvenuti, nuove matricole, e bentornati ai vecchi studenti!" esordisce. "Noi avventurieri siamo di poche parole, e preferiamo far parlare le azioni. In questi quattro anni vi prepareremo a questo mestiere, e non parlo solo di quanti incantesimi o tecniche di combattimento imparerete: dovrete imparare ad essere sempre pronti ad ogni evenienza, perché la sorpresa è l'essenza di ogni avventura. Dovrete pensare alla svelta, agire alla svelta e prendere decisioni alla svelta. Detto questo, buona fortuna, futuri avventurieri!"
La platea applaude, poi il preside riprende: "E ora, qualche piccolo annuncio.
"L'area di addestramento ventisei è temporaneamente chiusa: a quanto pare, durante il test d'ingresso qualcuno ha lanciato un incantesimo per far crescere la vegetazione senza controllarlo bene e i nostri insegnanti stanno ancora cercando di riportare la foresta al suo stato originario. 
"Per quanto riguarda il tirocinio, abbiamo deciso di estenderlo anche agli studenti del primo anno. Durerà una settimana, e i dettagli vi verranno spiegati meglio in seguito.
"Anche quest'anno siamo riusciti ad ottenere dei corsi di scuola guida convenzionati. Le lezioni sono riservate agli studenti che compiranno sedici anni entro il 31 dicembre. 
"Il corpo docenti ha anche deciso di farvi un regalo: la piscina della scuola sarà ad accesso libero nei week-end e la sera dopo le sette a scopo ricreativo. Se volete usarla per allenarvi dovrete comunque fare richiesta come gli anni precedenti.
"Bene, questo è tutto: potete andare a finire di sistemare le vostre cose, oggi non si svolgeranno le lezioni. Chiedo alle matricole di fermarsi un altro po', ma gli altri possono andare. Mi raccomando di farvi trovare tutti in mensa per mezzogiorno per il pranzo. Buon inizio anno scolastico, avventurieri!"
Dopo un altro applauso, gli studenti più grandi si avviano per le porte. Ci vuole un quarto d'ora buono prima che l'esodo finisca e la sala torni in silenzio.
Sul palco è rimasta solo l'insegnante che ci ha accolto al cancello. 
"Benvenuti all'Accademia degli Avventurieri, primo anno! Io sono Melenha Cather e sarò la vostra insegnante responsabile".
"Allora, qualche chiarimento sul regolamento d'istituto. Per prima cosa: è assolutamente vietato usare incantesimi, pozioni o quant'altro di tipo offensivo contro un altro allievo. Ovviamente, anche risse o combattimenti non supervisionati sono severamente vietati. Se volete allenarvi con queste cose fuori dall'orario di lezione potete recarvi in una qualunque area di allenamento dietro la scuola, dove avete fatto il test d'ingresso. Fino alle ventuno sarà sempre presente un insegnante a supervisionare e a cui potrete chiedere suggerimenti per migliorare.
"Entro le 21:30 dovrete trovarvi tutti all'interno del vostro dormitorio. Non verremo a controllare tutte le sere che siate tutti andati a dormire per le dieci, quindi fatevi furbi e almeno evitate di fare baccano".
Continuò spiegando gli orari delle lezioni, dei pasti, quando è obbligatorio indossare l'uniforme e un mucchio di altre regole. Alla fine, distribuisce ad ognuno di noi - chiamandoci in ordine alfabetico - una tabella che indica i suoi orari o appuntamenti scolastici o medici del mese (per esempio, scopro domani devo togliere i punti in infermeria alle otto). A quanto pare il ragazzo di prima si chiama davvero Seji (Joev Seji per la precisione). Quando chiamano il mio turno cerco di ignorare i borbottii che seguono la pronuncia del mio nome, anche se mi innervosiscono lo stesso.
Fortunatamente non sono l'unico che viene da una famiglia conosciuta: c'è una Holls (famiglia di assassini implacabili), una Tyra (che invece ha molti maghi di alto livello tra i discendenti), un Yils (che ho già sentito nominare per i guerrieri) e molti altri.
Per molti anni la maggior parte dei ragazzi accettati all'Accademia erano stati per il novanta percento provenienti da famiglie d'elité, per il semplice motivo che era praticamente impossibile passare il test senza un vero e proprio addestramento. Poi era stato deciso di far entrare più persone abbassando gli standard del test, ma aggiungendo un anno al raggiungimento del diploma - fondamentalmente il primo anno - di insegnamento delle basi. Alcune famiglie non l'avevano accettato e pensavano che quello dell'avventuriero dovesse rimanere un mestiere riservato a pochi fortunati, e alcuni avevano deciso di mandare i propri pargoli in scuole, più selettive, di altre regioni.
Finita la consegna delle schede veniamo divisi nuovamente in gruppi da trenta - riesco a rimanere insieme ad Elys e Derv per un pelo, ma veniamo separati da Myra - e accompagnati in giro per il castello dai ragazzi più grandi.
Finiamo con Gemma, che però evita di stuzzicarmi più del dovuto. Ci porta a vedere le aule dove si svolgono i corsi teorici, le aree in cui impareremo a creare pozioni, usare la magia e ad impugnare vari tipi di armi, le biblioteche, le sale studio, la mensa e la piscina.
Rimaniamo incantati non appena la vediamo: più che una piscina, è un vero e proprio centro termale. Ci sono vasche con acqua a varie temperature e gradi di salinità, cascate e a quanto pare si possono ricreare le onde. La piscina si trova all'ultimo piano del castello, in mezzo alle torrette, e il soffitto è ricoperto da vetrate e si vede il cielo.
"Come avete sentito, a quanto pare da quest'anno la possiamo usare per divertirci. Verrete portati qui per fare allenamenti speciali o la potete usare come area di addestramento se trovate un insegnante disposto a farvi da supervisore. Non dovrebbe essere troppo difficile. In più, il soffitto è incantato e si può aprire: d'estate è veramente un posto magico".
Il giro continua, e verso mezzogiorno ci riporta in sala mensa. La ringraziamo e lei saluta e va verso un tavolo dove un gruppo di amici le hanno tenuto un posto.
"Cavolo... questa scuola è enorme... mi sono appena dimenticata dove sono metà dei posti interessanti" commenta Elys.
"Ma questi orari non potevano funzionare anche come mappe?" la asseconda Derv agitando la scheda. 
Troviamo un tavolo al quale sono già seduti Myra e il ragazzo paffutello di prima - a quanto pare si chiama Kiel Verzant - e ci sediamo con loro. Myra è abbastanza taciturna e Kiel dev'essere piuttosto timido, ma Elys compensa per entrambi.
"Ehi!" un ragazzo del nostro anno ci raggiunge. Lo riconosco, è il ragazzo biondo con cui avevo mangiato il giorno del test d'ingresso, ma non ci eravamo parlati. "Stasera si festeggia al dormitorio! Scroccate qualcosa da mangiare se riuscite!"
Non aspetta di sentire la nostra risposta e va ad avvisare un altro gruppetto di primini.
Dopo pranzo io e Derv andiamo a fare una passeggiata nel giardino sul retro mentre Elys torna al dormitorio per sistemarsi. Quando ci raggiunge sono quasi le tre, e passeggiamo chiacchierando fino all'ora di cena. In mensa non troviamo Myra e ci sediamo da soli. 
Quando arriviamo al dormitorio gli altri ragazzi stanno già festeggiando. In qualche modo sono riusciti a recuperare bibite e cibo a volontà. Sono anche riusciti a rimediare una radio e stanno sparando musica a tutto volume. 
Vedo Myra seduta a un tavolo in un angolino, intenta a studiare. Decido di non disturbarla. 
Io e Derv afferriamo un po' di cibo e bevande e ci sistemiamo su delle poltrone accanto alla finestra, cercando di isolarci un po' dall'eccessivo caos della sala mentre Elys si è unita al coro di persone che canta a squarciagola sopra la musica, inventandosi metà delle parole. 
"Fino a che ora pensate che tireranno?" si chiede Derv. 
"Penso che a un certo punto li faranno smettere" replico.
"Lo spero, io ho sonno... ehi, ti va una partita a carte?"
Iniziamo a giocare, poi si uniscono prima due, poi tre persone, e finiamo per giocare in una decina, tra cui Elys. 
"Stai barando!" accusa Derv "Stai sbirciando le mie carte!"
"E come? Non ho la vista a raggi X!"
Si gira di scatto. "Stai guardando il riflesso nel vetro! Maledetti assassini con i vostri stupidi trucchetti!"
Verso mezzanotte, la professoressa Cather apre la porta e ci caccia a letto. Derv continua a stuzzicare Elys anche mentre ci diamo la buonanotte, poi ce ne andiamo nel dormitorio. 
"E così domani si comincia, eh?" commenta Derv dal letto sotto al mio. 
"Francamente mi stupisco del fatto che non abbiamo cominciato oggi". 
"Già... be', buona notte! Scommetto che domani ci sveglieremo distrutti". 
"Anch'io... e scommetto anche che Myra dovrà svegliare Elys... per lei è già un record riuscire ad alzarsi prima delle dieci, figuriamoci alle sei e mezza!"
Derv ridacchia, poi tacciamo. Mi giro sul fianco. La finestra è oscurata da tende, ma se mi concentro riesco a intravedere la luna piena al di là di esse. La guardo finché, nonostante il russare e i borbottii dei miei compagni non riesco ad addormentarmi. 

 

Un altro capitolo concluso!
Un piccolo avviso: ho cambiato un po’ l’aspetto fisico di Elys (ha un senso per via di come è nato il personaggio e per un progetto al quale sto partecipando).
Un’altra cosa. Il sistema del sito per la pubblicazione delle storie (ovvero il passaggio tramite codice html) mi risulta un po’ scomodo, soprattutto per via delle correzioni che sto continuando a fare… probabilmente troverete alcune piccole incongruenze tra i capitoli perché non riesco a mantenerli sempre aggiornati al 100%; lavoro su un cloud, non sempre da pc, e tante volte modifico i capitoli e poi mi dimentico di riportare il tutto su efp.

Grazie molte per i feedback postivi – e soprattutto ragionati - che ho ricevuto! Mi avete veramente regalato un sorriso!

In questi giorni sto lavorando un po’ a rilento – grazie caldo infernale e sessione d’esami, ci voleva proprio – ma dovrebbe essere pronto per il 18 o 19 luglio.

Grazie ancora a tutti quanti!

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