Le Vie dell'Ombra di Crateide (/viewuser.php?uid=209651)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 5: *** 05 ***
Capitolo 6: *** 06 ***
Capitolo 7: *** 07 ***
Capitolo 8: *** 08 ***
Capitolo 9: *** 09 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 1 *** 01 ***
La
Superficie lo trascinava con sé come il giorno fa con la
notte. Ade, però, si
celava allo sguardo di uomini e dèi, poiché
Invisibile era il suo nome, sua
eterna condanna.
Non
era l’Ombra che calava sugli occhi dei mortali ad attrarlo,
ma la Luce. I campi
indorati di spighe gravide, i prati floridi di fulgidi fiori, il mare
chiaro che
si congiungeva al cielo nell’orizzonte brumoso; il profumo di
frutti maturi, di
sole e fieno, di miele e latte, di aromi a lui sconosciuti.
Ade
vagava, lasciando dietro di sé orme nere. Vagava,
finché la rotondità di un
ventre non catturò la sua attenzione...
E
si sentì sprofondare.
Angolino
dell’autrice:
Ciao a tutti,
da quanto tempo non
scrivevo qualcosa su Ade e Persefone? Eoni, direi... beh, è
il caso di
recuperare e lo faccio con questa raccolta. Il tutto è
narrato dal punto di
vista di Ade, non ci sono dialoghi e nei capitoli venturi ci saranno
due
componimenti poetici, se così vogliamo chiamarli, dato che
io e la poesia siamo
due sconosciute, ma apprezzate l’enorme sforzo.
Non scriverò altri
angolini dell’autrice per non spezzare il ritmo della
narrazione, spero che
questo piccolo esperimento vi piaccia, anche se la brevità
non è decisamente il
mio forte (e chi ha letto le mie storie lo sa bene!).
110 parole esatte
per 9 drabbles (+ due “poesie”).
Senza pretese,
Elly
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Capitolo 2 *** 02 ***
Nell’Oltretomba
tutti tacevano. Nessuno osava chiedergli cosa lo spingesse Sopra, quale
dimenticato miracolo avesse catturato il suo cuore. Ecate sola poteva
porgergli
domande, di cui conosceva già la risposta. Colei che Vede,
Trivia: Passato,
Presente e Futuro si dipanavano davanti ai suoi occhi trapuntati di
stelle.
Ade
spiava quel ventre sempre più gonfio, ogni giorno,
all’ombra di un ulivo, tormentato
nell’animo da un richiamo atavico, simile a una voce che
pareva pronunciare il
suo nome.
Gli
Inferi lo richiamarono, lo trattennero nel loro seno per lungo tempo.
Ade li
sentiva fremere, finché un giorno la Superficie parve
rispondere e il cuore
dell’Invisibile fremette: la creatura aveva abbandonato il
ventre materno.
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Capitolo 3 *** 03 ***
Trovarla
non era semplice, poiché fra gli Olimpi aveva dimora, in un
luogo a lui
precluso.
Ade
desiderava vederla. Aveva il sentore che se ne avesse incontrato anche
solo lo sguardo,
il suo animo avrebbe trovato la pace agognata. Lo aveva compreso il
giorno in
cui aveva scorto quella rotondità perfetta, quella curva
armoniosa.
Camminava
sconsolato fra l’erba rorida, lasciando impronte scure sul
terreno ormai sterile,
finché non li udì: piccoli, leggeri passi lo
seguivano.
Ade
si arrestò e così fece la creatura alle sue
spalle. Ne percepiva il calore
sulla pelle e l’alito di vita.
Si
volse e la sua anima si specchiò nell’innocenza di
due occhi di fanciulla.
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Capitolo 4 *** 04 ***
Mestizia
in
questa vuota
dimora,
ventre sterile.
Desiderio
che
arde, s’innalza e sibila
in
un cuore freddo, addolorato e muto.
Silenzio.
Perdutamente
sprofonda
il
dio che Invisibile era, è e sarà.
Veleno
nelle
vene al posto del sangue
scorre,
dolente, dal giorno che visse.
Vita
oh
vita, che per lui
non
sei altro che riflesso impallidito.
Ombra,
unica
consolazione
per
un animo triste e mesto.
E
tu, chi sei?
Speranza,
promessa di luce e calore?
Oh
vita
splendida eco
lontana...
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Capitolo 5 *** 05 ***
Un
narciso le era caduto di mano, da quella mano piccola e diafana, dalle
dita
sottili e le unghie rotonde e rosate.
Il
narciso giaceva a terra, lo sguardo della fanciulla era enigmatico,
fisso nel
suo.
Ade
si chiese come potesse sapere dov’erano i suoi occhi, celati
sotto l’Elmo
dell’Oscurità. Come poteva, ella, scrutare
l’Invisibile, penetrarlo con lo
sguardo simile alla saetta che squarcia una notte placida?
Non
trovò risposta, la vide volgersi e andare via, abbandonando
il narciso lì ai
suoi piedi, sul terreno brullo dove aveva posato il calcagno.
Ade
si chinò, lo prese e ne aspirò il profumo, prima
che perisse nel palmo, fra le
dita tremanti.
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Capitolo 6 *** 06 ***
Tremava
il suo animo, tremava il suo Regno; urlavano i suoi pensieri e
strepitavano le
Ombre dei defunti, di coloro che erano e non sono più.
Come
fare? Come rivederla?
Ade
lo sapeva, era lei, era la creatura che nel ventre della propria madre
lo aveva
chiamato. Era luce, era sole e vita, mentre lui...
Quale
tormento!
Cos’era
lui se non un ammasso oscuro di dolore, solitudine, freddo e tristezza?
Ade
odiò se stesso. Odiò il proprio Regno e il suo
triste destino che gli negava la
gioia della Superficie.
Viveva
fra i dannati, maledetto fra i maledetti, detestato.
Eppure,
lo sapeva, gli sarebbe bastato rivederla... e averla per sé.
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Capitolo 7 *** 07 ***
La
spiava all’ombra, ne seguiva i movimenti fluidi del corpo
sinuoso velato dal
peplo candido; s’incantava nel vederne i capelli inanellarsi
intorno al viso
ridente, agli occhi fulgidi.
Di
tanto in tanto lei si fermava e guardava nella sua direzione. Allora il
cuore
di Ade accelerava i battiti e sussurrava:
«vedimi!», ma non accadeva. Lei
tornava a giocare, a correre e ridere.
Un
giorno la trovò sola, raccoglieva fiori e li infilava in una
corolla.
Le
arrivò alle spalle, fremente, e osservò la luce
del tramonto disegnarne il
profilo, donando ai capelli un riflesso di fuoco.
Le
mani tremarono, mentre si sfilava l’elmo dal capo e
l’Invisibile diveniva
alfine Visibile.
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Capitolo 8 *** 08 ***
Lei
si fermò. Volse leggermente il capo dorato e rimase immobile
a rimirare
quell’ombra allungarsi accanto alla sua. Ade trattenne il
fiato e quando la
guardò ancora negli occhi, capì che mai e poi mai
avrebbe dovuto strapparla
alla Superficie, a quel Mondo che pareva incarnare. Tutte le grazie e
tutte le
bellezze erano in lei, rifulgevano, lo abbagliavano.
Ade
si coprì il volto con una mano e pianse, lasciando cadere
l’elmo a terra.
Pianse la sua misera Sorte e quell’amore a cui era costretto
a rinunciare.
Un
fruscio leggerissimo lo costrinse a risollevare il capo. La fanciulla
gli
porgeva l’elmo e all’interno – quale
meraviglia!
– una ghirlanda di narcisi bianchi.
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Capitolo 9 *** 09 ***
Non
li aveva toccati, quei narcisi. Temeva che, se l’avesse
fatto, sarebbero morti.
Giacevano nel suo elmo, abbacinanti contro
l’oscurità che veleggiava
tutt’intorno.
Perché
quel regalo? Lei non aveva parlato, ma gli aveva sorriso come a un caro
amico.
Forse, lo aveva visto davvero mentre la spiava sotto ulivi e tralci di
vite?
Il
tormento di Ade crebbe. Cosa possedeva lui per onorare quel dono? Era
ricco,
gli Inferi custodivano i più mirabili tesori, ma ai suoi
occhi nessuno pareva
valere la metà di quei fiori...
Ade
lo percepì poco a poco e il suo cuore tremò.
Si
alzò e corse via, lasciando quei narcisi a illuminare il suo
Regno.
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Capitolo 10 *** 10 ***
Ade
avrebbe voluto chiederle tante cose, come avesse fatto a trovare
l’entrata del
suo Regno, per esempio, o come sapesse che quello era il suo Regno. Se
l’era
ritrovata davanti sulle soglie degli Inferi, impaurita e con il peplo
sporco di
terra. Appena lo aveva scorto, in lontananza, il suo volto si era
rasserenato e
un sorriso di gioia le aveva incurvato le labbra carnose e rosse.
Ade
non parlò e sentì gli occhi inumidirsi. Possibile
che non avesse paura di lui? Non
esisteva creatura, in Superficie, che non lo disprezzasse, ma quella
fanciulla... ma lei gli sorrideva ed era sincera. Sincera, come il
bacio che
gli sfiorò le labbra.
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Capitolo 11 *** 11 ***
Per amore
lo aveva accolto
fra i
morbidi seni
e aveva
fatto dell’Ombra
la sua
nuova dimora.
Per le
vie dell’Ombra
la luce
squarcia l’oscurità
e a essa
si fonde
e danza
per gli
animi soli.
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