Marvel Meets Pokemon

di Giovanni Di Rosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Parte 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 - Parte 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 1 - Parte 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 2 - Parte 1 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 2 - Parte 2 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 2 - Parte 3 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 3 - Parte 1 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 3 - Parte 2 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 3 - Parte 3 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 4 - Parte 1 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 4 - Parte 2 ***



Capitolo 1
*** Premessa ***


Ciao a tutti e buona lettura.
Credo sia inevitabile e doveroso fare una piccola premessa a questa fan fiction, all’apparenza un po’ trash. Diciamo che ho pensato di combinare due universi che amo moltissimo, al fine di scrivere qualcosa di leggero e intrigante, che mi ricaricasse le pile, dopo la pubblicazione del mio primo libro.
Spero che vi piaccia l’idea e che sosterrete, in caso, questa mia piccola missione.
L’obiettivo con questa fanfic è quello di portare i Pokèmon, proprio così, all’interno del nostro mondo. Un mondo, che, però, è popolato dai personaggi che abbiamo imparato a conoscere nell’universo Marvel.
Gli eroi del MCU in questo universo non hanno i poteri, ma hanno i loro caratteri e, ove possibile, i loro background. Sono straordinari sì, ma straordinari allenatori di Pokèmon!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Parte 1 ***


#1 – L’AVVENTURA DI PETER PARKER
 
«Peter, svegliati. È veramente tardissimo.» Zia May lo osservava, dalla soglia della porta del loro appartamentino del Queens. Aveva i capelli avvolti in un asciugamano, che sembrava un enorme e ridicolo turbante. Era appena uscita dalla doccia e aveva uno sguardo preoccupato.
Peter faticò a mettersi in piedi, così come faticò a rispondere alla zia. Scosse la testa e sbuffò, cercando di riacquistare il pieno controllo delle sue funzioni mentali.
«Vedi che oggi è il gran giorno.»
Era vero, quel giorno i nuovi aspiranti allenatori di pokèmon degli Stati Uniti, che si erano iscritti al programma mesi prima, sarebbero dovuti andare a scegliere il primo mostriciattolo con cui avrebbero iniziato la loro avventura.
«Se non ti sbrighi, non avrai scelta e… Chissà, magari potrai iniziare il viaggio solo fra sei mesi.»
Peter si ravviò i capelli con un gesto quasi automatico. Doveva fare in fretta. Se non avesse trovato nessun pokèmon, il suo viaggio avrebbe potuto ritardare di molto tempo. Infatti i comuni delle singole città sovvenzionavano i ragazzi agli ultimi anni di liceo, che volessero cimentarsi in quella strada, ma avevano un numero limitato di finanziamenti e non tutti li ottenevano. Peter aveva ottenuto quella possibilità, piazzandosi terzo in un esame sulla conoscenza dei pokèmon. Era sempre stato un secchione, ed essere arrivato terzo ad un concorso a cui avevano partecipato quasi tutti i suoi coetanei era stato un risultato che non aveva stupito più di tanto né lui né zia May.
 
Erano circa le dieci meno un quarto, quando Peter finalmente raggiunse il centro. Come previsto, gli altri ragazzi erano già arrivati e avevano scelto il loro pokèmon. Sperava soltanto che non dovesse rinunciare a partire. Che poi, diamine, dovevano avere la lista dei nuovi allenatori della città, il numero di pokèmon pronti doveva essere sufficiente a coprire la richiesta. Di certo, zia May con quella battuta aveva soltanto voluto mandarlo in paranoia.
«Parker… Il bell’addormentato!» Nick Fury, il più grande esperto di pokèmon della città, era là, a pochi metri dal bancone dove l’infermiera si stava occupando di un Jigglypuff con il singhiozzo.
«Si ricorda di me?» Avevano scambiato quattro chiacchiere, subito la fine del test per stabilire chi avrebbe ottenuto il finanziamento per il viaggio.
«Come potrei non ricordarmi della tua faccia da schiaffi.» Fury aveva una benda nera sull’occhio e un lungo giaccone di pelle. Più che uno scienziato sembrava un sicario. A Peter venivano i brividi quando lo incontrava.
«Vorrei prendere il mio pokèmon e partire, dottor Fury.»
«Ma certo. Arrivi, fresco come una rosa, quasi un’ora dopo l’orario previsto e vuoi partire. Fosse per me la gente che si crede superiore alle regole prestabilite la rimanderei a casa, ma, purtroppo, hai avuto un risultato eccellente al test.»
Parker iniziava a sentirsi a disagio. Alzò appena gli occhi. Era intimorito.
«Senti, seguimi. Ti porto dal tuo primo pokèmon.»
 
TO BE CONTINUED…

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 - Parte 2 ***


Il laboratorio in cui Peter venne condotto era un enorme ambiente ovale, con le pareti ricoperte da lastre di metallo. Sembrava di essere in una sala degli specchi del Luna Park. 
Fury gli porse uno zainetto di malagrazia. «Qui dentro trovi la mappa di tutte le palestre e dei centri Pokémon d’America. Trovi il Pokédex con tutti i pokémon registrati negli Stati Uniti e una carta di credito, che contiene il tuo finanziamento di centomila dollari. Vedi di farteli bastare e di conquistare le otto medaglie necessarie a partecipare al torneo nazionale entro sei mesi, altrimenti non farai in tempo ad iscriverti e soprattutto dovrai trovare il modo di mantenerti da solo.»
Peter annuì, afferrando lo zainetto. 
«Ora tu credi di poter scegliere chissà quale pokémon. Che ne so… Sei un tipo da Bulbasaur, forse… Oppure da Treecko. Ma non andrà così. Ho scelto di non affidarti nessuno dei tipici pokèmon con cui i principianti iniziano il loro viaggio.»
Peter deglutì. Si aspettava, in effetti, delle conseguenze per il suo ritardo, soprattutto perché Fury non sembrava uno in grado di chiudere un occhio sulle mancanze di disciplina. L’uomo si voltò a guardare una teca, piena di ripiani. Su ogni ripiano erano stati posti dei lunghi cuscini rettangolari, sul quale erano appoggiate numerosissime sfere poké. Fury prese l’ultima sfera dell’ultimo ripiano.
«Questo pokémon l’ho catturato ieri. Era malconcio e affamato. E ha voluto a tutti i costi seguirmi, sperando di poter vivere insieme ad un uomo. Sai com’è… Alcuni pokémon amano la libertà, altri hanno quasi bisogno di essere accuditi dagli uomini. Credo sarà un pokémon fedele, ma è ancora piccolo e non molto potente. Non ti sto facendo un regalo, dandoti questo pokémon, ma ti sto mettendo alla prova. Se riuscirai a trarre da questa creaturina un buon compagno di avventura, allora mi ricrederò sul tuo conto.»
Quindi, con un gesto quasi frenetico, Fury mise la sfera nella mano di Peter e ritirò il braccio.
«Direi che è tutto: è tempo di andare!»
Peter mise lo zainetto ufficiale della lega di New York all’interno della più ampia sacca che si era portata, con alcuni cambi e alcuni alimenti a lunga conservazione. La sfera, invece, se la mise in tasca. Non vedeva l’ora di scoprire cosa c’era all’interno.

Ritrovatosi all’esterno del centro, Peter estrasse subito la sfera, così da far uscire il pokèmon contenuto all’interno. 
Pochi istanti dopo, di fronte a lui, si trovava una creaturina gialla e minuscola con quattro zampette pelose. Era un Joltik. Lo sapeva bene lui, che aveva studiato a lungo, prima di partire. Conosceva quasi tutte le specie. 
Rimase sorpreso a vedere quel ragnetto peloso, a pochi passi da lui. Aveva degli occhioni azzurri adorabili e sembrava l’essere più indifeso esistente sulla faccia della terra.
«Sarà un lungo viaggio, Joltik, ma cresceremo. Cresceremo insieme.»
Il pokèmon girò in tondo, facendo le feste a Peter. Era arrivato davvero il momento di partire.
TO BE CONTINUED….

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Capitolo 4
*** Capitolo 1 - Parte 3 ***


Catturare pokémon non è impresa facile. Non certo, partendo da New York. Sono, infatti, pochi i mostriciattoli che se ne vanno a zonzo per la metropoli. A Peter toccava prendere un percorso, chiamato il sentiero degli allenatori. Una sorta di superstrada, che percorreva tutto il paese e non era attraversata da automobili, ma solo da coloro che dovevano raggiungere le palestre e conquistare le medaglie. Ai bordi di questa strada c’erano dei piccoli boschetti. Più ci si allontanava dalle città, più era frequente che dal sentiero si potesse accedere a parchi naturali, foreste o campagne, dove la presenza dei pokémon era certamente più numerosa.
Joltik zampettava accanto a lui. Non lo aveva rinchiuso nella sfera, dal momento che si sentiva solo e avere la compagnia di quella creaturina era già un passo avanti. Era un peccato essere partito così tardi. Nessun suo coetaneo era rimasto nei paraggi e, dunque, Peter non aveva con chi condividere il cammino. O, almeno così lui credeva.
«Ned, che ci fai qui?»
Era il suo compagno di banco. Anche lui doveva partire quella mattina.
«Peter, ce ne hai messo di tempo!»
«Eh, lo so… Mi son svegliato tardi. Ma come mai tu sei ancora all’inizio del percorso?»
Ned sospirò. «Mi ero già stancato a raggiungere il sentiero degli allenatori e ho pensato di fare una pausa. Speravo che tu arrivassi. In fondo, sei l’unico con cui volevo condividere quest’avventura.»
Peter abbracciò l’amico, entusiasta.
«Dimmi, quale pokémon ti è stato affidato?»
Ned sorrise e poi fece uscire dalla sfera un magnifico esemplare di Mudkip.
«Ma è bellissimo», disse Peter, chinandosi per accarezzare il Mudkip di Ned.
«Che cos’è quello?» chiese, invece, Ned, notando Joltik.
«È il mio Joltik. Lo so, non è il tipico pokémon per principianti, ma Fury ha voluto che iniziassi con lui.»
Ned annuì. Sapeva che la volontà di Fury era sempre incontestabile. I due amici, quindi, non indugiarono oltre e iniziarono il loro percorso.
A ora di pranzo si fermarono in una piccola area di sosta, predisposta appositamente per gli allenatori che si erano appena allontanati da New York. I tavolini della piazzola erano quasi tutti liberi. Solo un individuo, infatti, stazionava da quelle parti. Era un tizio stranissimo: aveva persino un braccio fatto di metallo o qualcosa di simile.
Peter e Ned si sedettero a un tavolo libero, non perdendo di vista lo straniero.
«Zia May ha fatto dei panini per questo primo giorno.»
«Ottimo! Io, invece, ho portato solo questo…» Ned tirò fuori dalla sacca una sfilza di contenitori, stracolmi di leccornie. La madre dell’amico era, infatti, una cuoca più abile di May.
«Facciamo così, disse Peter. I panini li mangio stasera e adesso ti aiuto a finire questo ben di Dio.»
Ned accettò volentieri di dividere il pasto con Peter. In quel momento, però, a loro si avvicinò lo straniero. I due quasi trasalirono a ritrovarselo accanto.
«Ragazzi, conoscete per caso il dottor Nick Fury?» L’uomo aveva i capelli neri, discretamente lunghi, e indossava una sorta di divisa militare, che lasciava però scoperte le braccia.
«Certo, siamo partiti da New York e Fury è il responsabile del centro pokèmon della città.»
«Bene, allora sono vicino. Devo assolutamente andare a parlare con lui.»
«Perché?» chiese ingenuamente Peter, osservando il misterioso interlocutore.
«Oh, niente, niente...» L’individuo fece per allontanarsi, salvo poi voltarsi e rivolgere un ultimo saluto ai due. «Io, comunque, sono Bucky. Piacere di avervi conosciuto!»
 
TO BE CONTINUED...

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Capitolo 5
*** Capitolo 2 - Parte 1 ***


«Ned, non so davvero come fare.» Peter era sconsolato. Camminavano da diverse ore e il panorama, attorno a loro, iniziava a mostrare sempre più aree verdi e alcuni ruscelli. Stavano attraversando il Freshkills Park. Sopra di loro un ponte veniva percorso da numerose automobili, che sfrecciavano, lasciando un’eco fastidiosa nell’aria. C’erano pokémon in ogni dove, che guardavano incuriositi i due amici, avventurarsi tra gli sparuti alberi del parco.
«Che succede, Peter?» chiese Ned, scrutando incuriosito l’amico.
«Vorrei catturare dei pokémon. Joltik non è ancora pronto per lottare, e io vorrei davvero non ritardare il mio incontro alla prima palestra.»
Ned, che, nelle ore precedenti, aveva catturato già un paio di mostriciattoli, grazie al suo Mudkip, annuì. «Capisco. Hai ragione. Fury non ti ha fatto proprio un bel regalo, dandoti un pokémon di un livello troppo basso per lottare. Ci metterà un po’ a crescere e a sentirsi pronto, ma tu non devi disperare: ti aiuterò io!»
A quel punto, Ned fece uscire dalla sfera poké uno dei suoi nuovi pokémon: era un Poochyena. Il pelo grigio e gli occhi rabbiosi non attenuavano l’aria da cucciolo, che Peter trovava così affascinante. Avrebbe voluto anche lui un Poochyena.
«Poochy», Ned chiamava così il suo nuovo amico, «Aiuta Peter a catturare il suo primo pokémon.»
Poochyena ringhiò appena, ma, alla fine, osservò Peter e chinò il muso, in segno di obbedienza.
«Grande» esclamò entusiasta Peter, che mollò la sacca a terra e si avventurò nel parco con il pokémon dell’amico. Doveva trovare il pokémon giusto. Sapeva, inoltre, che i tipi coleottero avevano un vantaggio su Poochyena, quindi doveva scartare la maggior parte dei pokémon più comuni nell’area. Quando stava ancora decidendo a chi dare la caccia, ecco apparire di fronte a lui la creatura perfetta!
 
CHARACTERS and TEAM (SO FAR):
Peter: Joltik
Ned: Mudkip, Poochyena, Wurmple

 
TO BE CONTINUED…

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Capitolo 6
*** Capitolo 2 - Parte 2 ***


Era uno Zigzaggon dall’aria pigra, che stava rosicchiando una bacca senza reale appetito.
«Ah-Ah» urlò Peter, rovinando ingenuamente l’effetto sorpresa. Zigzagoon fece per scappare, ma Poochyena, prima ancora che Peter parlasse, colpì, sferrando un attacco azione. Zigzagoon fece, allora, per ribellarsi e lanciò un attacco ruggito.
«Poochyena non arretrare! Ancora azione!»
Il pokémon di Ned era coraggioso e sicuramente più belligerante di Zigzaggon. Il piccolo pokémon-procione, pur provando ad evitare il nuovo assalto, venne preso in pieno.
«Perfetto» disse Peter, ghignando, lanciando alla perfezione la sfera poké. Il roditore, intrappolato nella sfera, provò a uscire, ma senza troppa convinzione. Alla fine la cattura venne completata.
«Non posso crederci! Ho catturato uno Zigzagoon!» Peter portò al petto la sfera col suo nuovo amico, entusiasta di ciò che aveva appena fatto. In quell’istante, Ned, che aveva trasportato anche la sacca di Peter, li raggiunse.
«Riprenditi le tue cose: sono stanco morto» sbottò Ned. Peter, noncurante, lo abbracciò. Era davvero entusiasta e non sentì ragioni, quando Ned provò a fargli notare che gli Zigzagoon non fossero dei pokémon così forti. Per lui era un vero trionfo. Con Zigzagoon avrebbe potuto catturarne altri e, insieme a lui, avrebbe fatto migliorare anche il piccolo Joltik!
«Oh guarda, ma che bei pivelli…»
La voce li sorprese. Ned e Peter non ebbero il tempo di festeggiare. Da dietro un albero era apparso un individuo assai stravagante. Indossava una divisa bianca, e aveva i capelli lunghi, tinti di blu. Gli occhi erano color ghiaccio e il suo sguardo era severo. Accanto a lui si muoveva sinuoso un Carnivine.
«Chi sei tu?» chiese Peter, allarmato.
«Puoi chiamarmi James. Ma ciò che ti importa sapere è che sei in guai… In guai molto grossi!»
 
CHARACTERS and TEAM (SO FAR):
Peter: Joltik, ZigZagoon
Ned: Mudkip, Poochyena, Wurmple
James: Carnivine and ??
 
TO BE CONTINUED…

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Capitolo 7
*** Capitolo 2 - Parte 3 ***


James li osservava con uno sguardo crudele.
«Che cosa vuoi da noi?» chiese Peter, ponendosi coraggiosamente davanti a Ned e ai loro pokémon. Si sentivano tutti minacciati, ma Peter non era disposto ad arretrare di un millimetro.
«Non è ovvio.» James rise a lungo. «Voglio i vostri assegni. Quei bei soldoni che avete vinto così facilmente e che vi servono per questo stupido viaggetto.»
Peter ingoiò la saliva, che si era formata nel palato, e con essa la consapevolezza che chi aveva davanti era un balordo, pronto a tutto, pur di ottenere il denaro di cui erano in possesso. Erano delle prede facili. I pokémon che possedevano erano di livello basso, mentre il Carnivine di James sembrava una creatura perfettamente addestrata e temibile.
«Datemeli di vostra spontanea volontà e io non vi farò del male.» James avanzò, con fare intimidatorio verso di loro. I capelli blu ondeggiavano, scossi da un venticello primaverile. Era una serata meravigliosa, non fosse altro che si ritrovavano in quella spiacevole situazione. Se avessero consegnato il denaro, non si sarebbero potuti permettere il viaggio e il loro sogno di diventare allenatori sarebbe naufragato. Ma, se non lo avessero fatto, chissà cosa sarebbe capitato loro…
«Fermati, stronzo! Non pensi che dovresti prendertela con quelli della tua età…»
Una donna dai capelli rossi e il viso pallido si era avvicinata a loro. Indossava un giaccone di pelle, anch’esso scarlatto, e aveva dei guanti a mezza nocca.
«Ci rivediamo, Wanda» fece James, sprezzante.
«Esatto. E, visto come è finita l’ultima volta, dovresti dartela a gambe. Smettila di importunare questi due ragazzi.»
«Non intendo farlo. Non aspetto altro che vendicarmi di te.»
James e Wanda si conoscevano, ed era evidente anche a Peter e Ned, che non li avevano mai visti, che tra di loro non scorresse buon sangue.
La donna non ci pensò su due volte e mandò in campo il suo pokémon… Un Musharna!
Carnivine e Musharna si guardarono con aria di sfida. La tensione era alle stelle. Peter e Ned non sapevano se fosse il caso di scappare o provare a dar man forte a Wanda. Nell’incertezza, alla fine, rimasero lì, impietriti, mentre un duello stava per avere inizio!
 
CHARACTERS and TEAM (SO FAR):
Peter: Joltik, ZigZagoon
Ned: Mudkip, Poochyena, Wurmple
James: Carnivine and ??
Wanda: Musharna and ??
 
TO BE CONTINUED…
 
 
Nota dell’autore: Con questo capitolo cambio il rating della mia storia. Voglio, infatti, inserire degli antagonisti più realistici e “malvagi” di quelli che si sono scorti nell’anime Pokémon. Mi piacerebbe inserire un po’ di oscurità in queste storie e creare un dualismo maturo, così da rendere più difficoltosa l’avventura del nostro eroe. James è chiaramente James del Team Rocket ma utilizzato OOC, in modo da renderlo qualcosa di più serio del brontolone ambiguo che appare nel cartone animato!

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Capitolo 8
*** Capitolo 3 - Parte 1 ***


#3 – LA BAITA DI BUCKY
 
Il duello tra Carnivine e Musharna fu terribile. Nessuno dei due allenatori intendeva arretrare di un millimetro. Quando il pokémon di James sembrava, ormai, al minimo delle energie, Wanda decise di approfittarne. «Iper Raggio, Musharna, adesso!»
Il pokémon fluttuante scagliò un potentissimo Iper Raggio, causando una piccola esplosione. Si alzò un polverone così intenso che, per diversi istanti, nessuno vide niente. Quando, finalmente, la polvere ricadde al terreno, Wanda, Peter e Ned si accorsero che James, nel frattempo, era fuggito.
«Quel vigliacco» borbottò amaramente Wanda, che poi guardò i due ragazzi. «Tutto bene?»
Peter e Ned annuirono. «Abbiamo salvato il denaro e anche la pelle, grazie a te» rispose Ned.
«Chi era quello?» chiese Peter incuriosito.
Wanda sospirò. Continuava a essere inquieta e guardinga. «Si chiama James ed è uno dei tanti subalterni di Thanos. Le fila di Thanos sono una grandissima seccatura qui, negli Stati Uniti.»
«Chi è Thanos?» la incalzò Peter, che, nel frattempo, accarezzava il suo ZigZagoon per calmarlo.
«Thanos è uno spietato allenatore, che ha creato un’organizzazione criminale. Il suo obiettivo è rubare le cinque gemme dell’Infinito. Le gemme sono delle pietre preziose che, se riunite, permettono di evocare il pokémon più forte presente sul globo. Non so se si tratta di una leggenda o meno, ma so che Nick Fury ha fatto di tutto per disperdere le gemme ed evitare che venissero utilizzate per richiamare qualsiasi pokémon leggendario.»
Ned era letteralmente a bocca aperta. Peter, invece, cercava di riunire i pezzi e capirci qualcosa di quella storia.
«Gli sgherri di Thanos causano sempre un mucchio di problemi. È per questo che il Dottor Fury ha arruolato alcuni grandi allenatori, per assicurare che la lega degli Stati Uniti non sopporti ulteriori attentati o disguidi. Io sono una delle allenatrici scelte da Fury per il compito. Mi chiamo Wanda Maximoff e sono una maestra di pokémon di tipo psico.»
Peter e Ned ringraziarono a lungo la donna col giaccone scarlatto. «Dovete allenare in fretta i vostri pokémon. Non pensate che ci possa essere sempre qualcuno a proteggervi. Ma voi siete stati fortunati. Adesso vi condurrò alla baita di Bucky. Passeremo lì questa notte, insieme, e poi ripartirete.»
Bucky. Tornava quel nome. Peter si chiese se anche lo straniero che avevano incrociato poche ore prima fosse uno degli allenatori assoldati dal Dottor Fury. I suoi pensieri, però, vennero spazzati via dagli ampi gesti di Wanda, ansiosa di condurli in questo misterioso luogo, dove avrebbero passato la notte.
 
TO BE CONTINUED

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Capitolo 9
*** Capitolo 3 - Parte 2 ***


La baita di Bucky era una piccola costruzione in legna, col tetto a spiovente. Un’abitazione suggestiva, che sembrava fuori da ogni tempo e contesto. La tenuta era circondata da una staccionata in legno chiaro, all’interno della quale si muovevano liberamente alcuni pokémon di Wanda. C’erano un Girafarig, un Gothita e un Abra.
«C’è una stanza con due letti al piano di sopra. Potete restare lì per la notte» aveva esordito Wanda, rifilando a Ned con un gesto brusco le lenzuola pulite.
Peter era pensieroso. Avrebbe voluto sapere di più di Thanos e dei suoi lacché. Quel viaggio, adesso, appariva più pericoloso che mai.
«Io vado ad allenarmi coi miei pokémon. Voi non fate danni, Bucky si fida di me e gli ho promesso che avrebbe ritrovato la sua baita nelle stesse condizioni in cui l’ha lasciata.»
Wanda si allontanò, andando in giardino, pronta ad addestrare la sua banda di pokémon psico, mentre Peter si costrinse a salire al piano di sopra, per aiutare Ned a sistemare la stanza.
«Quindi… L’abbiamo scampata bella, eh, Peter?» Ned si avvedeva di come Peter fosse assorto nei suoi pensieri.
«Meno male che ci sono gli uomini di Fury, altrimenti saremmo senza un centesimo e il nostro viaggio sarebbe già finito.»
Finito di stendere le lenzuola e di preparare la stanza, Peter diede da mangiare a Joltik e al suo nuovo pokémon Zigzagoon.
«Come farò ad affrontare la prima palestra con questi due esserini. Non mi sembrano proprio adatti a combattere…»
«Ti sbagli!» Intervenne Wanda, che aveva sentito le parole di Peter. «Devi pretendere molto da te stesso e dai tuoi pokémon, altrimenti non sarai mai un bravo allenatore e non riuscirai a cavartela da solo.»
Peter annuì sconsolato. La rossa, intanto, fece un segno a Ned e i due andarono in cucina. Era quasi ora di cena, e dovevano preparare qualcosa.
Prima di recarsi in cucina, però, Wanda rivolse uno sguardo serio a Peter: «Domani ti farò conoscere uno dei più grandi allenatori pokémon esistenti in America. Spero che possa darti le giuste dritte. È bene che ti svegli un po’, dopotutto…» Dopo una pausa enigmatica, il volto rigido di Wanda sembrò sciogliersi. «E adesso apparecchia la tavola, che non può fare tutto il lavoro il tuo amico!»
 
#TO BE CONTINUED
 
 
CHARACTERS and TEAM (SO FAR):
Peter: Joltik, Zigzagoon
Ned: Mudkip, Poochyena, Wurmple
James: Carnivine and ??
Wanda: Musharna, Abra, Gothita, Girafarig

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Capitolo 10
*** Capitolo 3 - Parte 3 ***


La mattina seguente Wanda svegliò di buon’ora i due ragazzi, annunciando loro che avrebbero conosciuto il grande maestro pokémon, di cui aveva parlato la sera prima. Ned era entusiasta, come sempre. Peter, invece, era leggermente imbronciato e ancora in ansia per quelli che sarebbero stati i pericoli che si sarebbero manifestati nel percorso.
Una volta lasciata la baita, Wanda fece rientrare nelle sfere poké tutti i suoi pokémon, e intraprese insieme a Ned e Peter un viaggio di quasi due ore. Raggiunsero la località di Arden Heights. Là sorgeva un ampia torretta dall’aria supermoderna, che prendeva il nome di “Asgard Castle”. Le mura erano di mattoni bianchi e l’entrata un monumentale arco, contornato da uno stipite in pietra bianca.
All’interno dell’edificio, Wanda parlò con una receptionist a un bancone, e chiese di vedere il proprietario della torre.
«Qui gli allenatori vengono a prendere lezioni dal grande maestro, il proprietario della struttura. Molti giovani allenatori decidono di prendere delle lezioni di lotta prima dei grandi tornei. Costa un po’ fare lezioni con il maestro, ma vi assicuro che ne vale la pena. Oggi, però, non dovrete spendere nemmeno un soldo!»
Peter e Ned annuirono, di fronte alla spiegazione di Wanda.
«Il maestro sta arrivando!» comunicò loro la receptionist, anticipando l’apparizione dell’individuo che Wanda voleva presentare a Peter e Ned. Questi, come anticipato, apparve poco dopo, con un sorriso smagliante sul volto e una lunga giacca verde, che svolazzava alle sue spalle.
«Eccoti!»
Wanda si avvicinò e strinse la mano al grande maestro Pokémon. Peter e Ned erano ormai impazienti di presentarsi all’uomo, che avrebbe dato a loro i giusti insegnamenti, per cavarsela da soli sul sentiero degli Allenatori.
 
#To Be Continued

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Capitolo 11
*** Capitolo 4 - Parte 1 ***


«Mi chiamo Loki e vengo da un paesino nel Missouri, che prende il nome di Asgard» si presentò il maestro, nonché proprietario della torretta. «Da anni do lezioni private agli allenatori desiderosi di migliorare la loro tecnica, in vista dei tornei.»
Peter e Ned annuivano, ascoltando il grande maestro parlare con un tono mellifluo.
«Non per vantarmi», continuò Loki, ravviandosi i lunghi capelli corvini, «ma ho vinto per tre volte consecutive il torneo della Lega degli Stati Uniti e, da quel momento, sono considerato il più grande maestro di pokémon che abbia mai lottato nei tornei ufficiali di questa nazione. E, dato che sono una persona generosa, ho deciso di creare l’Asgard Castle e di renderlo il giusto luogo per trasformare allenatori mediocri in grandi campioni!»
Loki diede due pizzicotti, uno a Ned e uno a Peter. Li trattava con fare tronfio. A Peter ricordò il modo di fare di una vecchia maestra delle elementari, che proprio non sopportava.
«Ho portato questi due baldi giovani, perché pensavo che tu fossi l’unica persona in grado di insegnare loro come lottare e cavarsela da soli. Tra non molto dovranno affrontare il primo incontro in palestra, ma soprattutto devono imparare a difendersi dagli sgherri di Thanos…»
Loki annuì. «Oggi non ci sarà nessuna lezione teorica. Voi due, seguitemi, è ora di lottare.»
«Lottare?» fece incredulo Ned.
Wanda sorrise. «Una lotta servirà a voi e ai vostri pokémon per capire come funzionano le lotte e qual è il miglior modo per entrare in sintonia.» Wanda strizzò l’occhio ai due ragazzi e, insieme a Loki, raggiunsero una grande arena al primo piano della torretta.
Era un campo misto, con un piccolo torrente, delle rocce e anche un piccolo prato. Un luogo in cui si sarebbe potuto mandare in campo qualsiasi tipo di pokémon.
«Le regole sono semplici», esordì Loki, ormai pronto al duello. «Sarà un due contro uno. Ognuno di voi sceglierà un pokémon e lotterete contro due dei miei pokémon. Chi manderà, per primo, KO entrambi i pokémon avversari, avrà vinto!»
 
#TO BE CONTINUED

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Capitolo 12
*** Capitolo 4 - Parte 2 ***


«Avalugg, Vanilluxe, scelgo voi!»
Loki mandò in campo i due suoi pokémon. Erano entrambi di tipo ghiaccio. Pokémon molto rari per quelle zone, che né Peter né Ned avevano mai visto di persona.
Ned e Peter, per affrontare Loki, scelsero Poochyena e Zigzagoon.
Wanda si mise a sedere su una panca, a bordo dell’arena, ansiosa di vedere i tre allenatori darsi battaglia.
«Fatemi vedere come vi comportate. Voglio capire a che livello siete. Dal canto mio, prometto di andarci piano…» disse Loki, pochi attimi prima di mandare all’assalto Vanilluxe e Avalugg. Vanilluxe esordì con un terribile ventogelato, mentre Avalugg usò rafforzatore.
«Zigzagoon resisti! Fammi vedere ciò che sai fare», provò Peter, incoraggiando il suo alleato, «vai con turbosabbia!»
Una tempesta di sabbia riuscì a contrastare il ventogelato del rivale. A quel punto Poochyena colpì con azione Vanilluxe, mandandolo a sbattere contro una roccia.
«Ottima mossa!» si complimentò Peter con Ned.
«Ora vai con ruggito su Avalugg» ordinò Peter a Zigzagoon, ma l’enorme pokémon rivale non arretrò. Nemmeno il morso di Poochyena su Avalugg sembrò avere effetti.
«Troppo impari la sfida…» ridacchiò Loki. «Avalugg ancora rafforzatore. Vanilluxe vai con Cristalcolpo su Poochyena.»
Incredibilmente, però, Vanilluxe evitò il colpo e Zigzagoon attaccò con azione. Ancora una volta Vanilluxe venne messo in difficoltà.
«Avalugg concludiamo: SLAVINA!»
L’attacco di Avalugg sorprese tanto Poochyena che Zigzagoon, che avevano consumato molte energie, e vennero entrambi messi fuori gioco dal potente colpo del micidiale pokémon di Loki.
«Bravi!» Loki aveva appena vinto, eppure, battendo le mani, si complimentò con Peter e Ned. «Sapete gestire alla perfezione i vostri pokémon. Dovete farli crescere e catturarne di nuovi.»
«Non credo di aver fatto una gran bella figura…» disse amaramente Peter.
«Smettila, Peter. Hai dimostrato a te stesso di essere in grado di combattere. E sappi che anche le sconfitte fortificheranno i tuoi pokémon» provò Wanda, che si era avvicinata a loro. «Quello che hai appena fatto con Zigzagoon devi provare a farlo con Joltik. So che è piccolo e debole, ma devi lanciarlo in battaglia. Con i tuoi due pokémon dovrai cavartela. Saranno loro a difenderti quando non potrò esserci io.»
Loki annuì. «Penso che potreste migliorare come tecnica, ma per essere alle prime armi, non ho nulla da dirvi, se non che dovrete sempre credere in voi. Ma non è tutto. Ho un regalo per voi…»
 
CHARACTERS and TEAM (SO FAR):
Peter: Joltik, Zigzagoon
Ned: Mudkip, Poochyena, Wurmple
James: Carnivine and ??
Wanda: Musharna, Abra, Gothita, Girafarig
Loki: Vanilluxe, Avalugg and ??
 
#To Be Continued

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