Candlelight

di cin75
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il bacio e.... ***
Capitolo 2: *** ...l'amore!! ***



Capitolo 1
*** Il bacio e.... ***


N.d.A: Lady Castiel, questa è tutta per te.
P.s.: https://www.youtube.com/watch?v=zMaWeTOCUWs
Versione studio-live, perché mi sembrava più...sexy!!
:)
 

****************************

I due ragazzi, ignorandolo, erano finalmente rimasti soli. 

Quella maledetta festa di compleanno si era protratta più del dovuto.
Erano le due di notte e Jared si guardava frustrato in giro ad osservare il casino che, i suoi ben più che alticci amici , si erano lasciati dietro.
“Dio!! che caos!” esclamò credendo di essere solo, quando sentì lo scrosciare dello scarico del bagno.
Curioso allungò il collo verso la porta e poco dopo vide uscire Jensen.
“Ohw!! ci sei tu?? pensavo fossero andati tutti via!!” fece senza fastidio , però.
“Sì, scusami ma prima di andare avevo bisogno di usare il tuo bagno. Non volevo...”
“Ma no!! figurati. E’ il male minore!!” esclamò allargando le braccia e mostrando il campo di battaglia.
Jensen sorrise e comprese. Era davvero una piccola rappresentazione della disfatta di Waterloo.
“Senti, Jared...io domani non lavoro. E da quello che ho capito anche tu non...”
“Sì, giorno libero…..” e poi sospirò ancora. “...che passerò a fare la brava casalinga invece di fare quello che avevo in mente!!”
“No, se adesso mi permetti di darti una mano.” si offrì senza problemi.
“Ma...”
“Ascolta, rimettiamo in forma questo soggiorno e la cucina e poi mi offri il divano per  qualche ora di sonno!”
“Oh, andiamo!! non posso farti fare una cosa del genere!”
“Infatti sono io che mi sto offrendo. Tu non mi hai chiesto di fare niente. Devi solo accettare!”
“Accetto!!!” fece senza pensarci e con entusiasmo. “Però...”
“Però?” chiese sorpreso Jensen.
“Non hai nessuno a casa che ti aspetta o che devi avvisare.”
“Se ci fosse stato, non sarei venuto alla tua festa da solo!” rispose facendogli l’occhiolino.
Jared arrossì, perché aveva inteso che Jensen era single e quel  “se ci fosse stato” ne era stata una conferma.

Ok! Ok! Basta.
Quello non era il momento.
Ora si era ripromesso di riordinare tutto, aiutato dall’amico.
Sì! L’amico...Single. Senza una relazione. Libero.  Jensen!!
E Jensen era a casa sua. Ed erano soli. 

E lui si sentiva come un adolescente accanto al ragazzo che gli piaceva e che gli piaceva sempre di più tanto da non spiccicare una sola parola intelligente per andare avanti in quella conversazione.
“Ok!” lo salvò Jensen. “Dimmi dove trovo le buste di immondizia. Io mi occupo di bottiglie e cose varie. Tu dichiara guerra a piatti e bicchieri di plastica, vedrai che vinceremo la battaglia.” fece entusiasta di quel suo piano di guerra.

In quel paio d’ore che passarono a riassettare tutto, i due parlarono dei progetti del giorno dopo di Jared.
Del fatto che il giovane , si sarebbe voluto alzare tardi. Fare una bella colazione alla sua caffetteria preferita. Andare in centro dopo pranzo perché in una libreria del corso c’era in vendita l’ultimo capitolo di una trilogia di cui si era appassionato.
“E come si chiama?!” chiese Jensen curioso.
“La trilogia si chiama : “Il primo cercatore di angeli” e questo che voglio comprare è il capitolo conclusivo : “Lo scrigno degli Arcangeli”!” fece con entusiasmo.
“Wow!! che entusiasmo. Deve piacerti sul serio l’argomento.” azzardò Jensen, mentre richiudeva l’ennesimo bustone nero.
“E’ una bella storia, niente alla Brown o Tolkien, ma sai!?! quando ci sono gli angeli, demoni e soprannaturale di mezzo...io mi ci appassiono!”
“Hai detto... ultimo capitolo?!”
“Sì. Il primo si intitola “L’inizio” . Il secondo “Passaggio per l’Inferno”!”
“Inquietante!”
“No, ma abbastanza ansiogeno!!”
“Mi stai mettendo quasi quasi curiosità!” affermò Jensen, stringendo appena gli occhi in un’espressione di curiosità.
“Posso prestarteli, nel frattempo io leggo il terzo!” si offrì sorridente Jared e con un altrettanto sorriso radioso, Jensen accettò.
“Quindi , sosta in libreria e poi?!” riprese il discorso Jensen aprendo un’altra busta.
“Niente di che. Il parco, una panchina, un po’ di sole. Insomma godermi semplicemente la giornata.”
“Magnifico.. magnifico programma!” convenne l’altro.
E poi piano, tirandosi dietro la busta mezza piena di altri tovaglioli e cartoni di pizza vuoti, si avvicinò a Jared, seduto sul bordo del divano, che con fare decisamente stanco, infilava altra spazzatura nel suo di sacco.

Jensen si fermò davanti al giovane che rimaneva comunque con lo sguardo basso e fermo verso l’apertura della sacca di plastica. Quasi avesse paura di guardare chi aveva di fronte.
Poi , senza comunque muoversi, ma sentendo il suo cuore battere già molto più velocemente, Jared vide che la busta di immondizia scivolava via dalle mani di Jensen.
Ma dentro di lui ancora la mancanza di coraggio di guardare quegli occhi bellissimi e verdi che lo avevano seguito tutta la sera, che si erano illuminati meravigliosamente quando i suoi amici gli avevano fatto spegnere addirittura le candeline, manco fosse stato un sedicenne. Quella stretta di mano tenuta per un po’ troppo tempo, quando Jensen gli aveva dato gli auguri
Eppure , erano fermi così, lui congelato su quel bracciolo di divano a testa bassa e Jensen, immobile , di fronte a lui.
Sapeva cosa stava per succedere. Lo sapeva, lo avrebbe voluto, lo voleva.
Ma cavolo!!! ne era terrorizzato, perché Jensen , dalle voci che giravano era un’arrivabile.
Parafrasando Kostner… “un intoccabile!”
Sembrava che nessuno fosse alla sua altezza. Jensen era intelligente al di sopra della media, le sue attività nel sociale smuovevano addirittura l’ufficio del sindaco e mentre faceva mente locale a tutto…
“Jared?!”
E poi era così maledettamente bello. Cioè anche lui non era male, anzi, uomini e donne spesso si giravano a guardarlo, ma Jensen, lui...beh!!!
“Jared??!”
E sapeva che era Jensen che lo stava chiamando, ma lui stupidamente o vigliaccamente si rifiutava di rispondere o solo di alzare lo sguardo.
“Jared….guardami!” fece allora Jensen e sorrise quando Jared non alzò il viso ma si limitò a negarsi. “Jared. Alza il viso e lascia che ti guardi!” fece ancora, e la sua voce era come un incantesimo a cui era difficile resistere.
“No!” finalmente rispose.
“Perchè? ...perchè non vuoi guardarmi, Jared?!” gli domandò dolcemente.
“Perchè ...Dio che imbarazzo!!...ma io...io so come andrà a finire.”
“E vuoi dirlo anche a me?!” fece sorridendo Jensen, facendoglisi più vicino.
“Ti guarderò e mi guarderai, e io mi perderò in quei tuoi occhi assurdi e tu leggerai sul mio viso la voglia matta che ho di baciarti e io….che Dio mi aiuti, non so nemmeno se tu  vuoi...e io ho voglia di…...”
“Ok! Una cosa alla volta, ci stai?!” suggerì divertito Jensen. “Uno: fammi vedere il tuo viso.”
Niente!!
“Jared ...fammi vedere il tuo viso!” con più convinzione e finalmente Jared si arrese e alzò lo sguardo verso quello sorridente e dolce di Jensen .
E Jensen si ritrovò a sospirare come se un peso gli si fosse appena tolto dal petto.
Il viso di Jared era bellissimo, dolcissimo.
Gli occhi di quel colore così particolare che brillavano per l’incertezza che il giovane stava provando. Le labbra sottili piegate in un sorriso altrettanto incerto, una mano ferma a stringere il ginocchio, l’altra che torturava un pezzettino di busta che gli era rimasta tra le dita nervose.
“Due: molla quella busta!” ordinò gentilmente e Jared , senza rendersene conto aprì la mano di scatto e la busta si afflosciò al suolo esattamente come era successo con quella di Jensen. “Ok!” sussurrò soddisfatto il biondo, avvicinandosi ancora e finendo così tra il poco spazio che c’era tra le gambe di Jared, che poi, timide, gli fecero più posto.
Il giovane deglutì, ritrovandosi in quella posizione.

“Che vuoi fare??!” ansimò, allora.
Jensen gli prese le mani e se le poggiò sui propri fianchi. “Queste stanno decisamente meglio qui, non credi?!” suggerì malizioso e Jared si ritrovò solo ad annuire imbambolato.
“Jensen….”
“Ssshhh!” sibilò arricciando in un modo decisamente invitante le belle labbra carnose e lucide. “Ora sto per fare una cosa….”
“Cosa...Cosa stai per….” e istintivamente abbassò di nuovo il viso.
“Guardami Jared, perché sto per baciarti. Guardami!!” disse con una dolce decisione che lo fece sorridere perché sentì le mai di Jared contrarsi sui suoi fianchi e poi lo vide alzare di nuovo il viso su di lui.
“Tu stai….tu vuoi….”
“Sì, Jared. Sto per baciarti perché è da gran parte della serata che immagino e desidero farlo e ora...beh!!, ora credo che sia il momento migliore. Io e te. Da soli!!”
“Oddio...” si ritrovò ad ansimare Jared, emozionato come se non avesse mai baciato o non fosse mai stato baciato.
Ma quello era Jensen e lui , vergognandosene, aveva anche sognato il momento in cui fosse stato così fortunato da baciarlo.
E ora stava per accadere.
“Lo farò prima piano. Ti accarezzerò piano le labbra con le mie. Te le stringerò appena tra le mie. Poi piano ti stuzzicherò con la lingua e cercherò la tua. Assaggerò il tuo sapore. Tu assaggerai il mio e poi...” gli spiegò Jensen come se non stesse parlando di un bacio e con un tono di voce tale che Jared si sentì rabbrividire dalla testa ai piedi.
“E poi?!” sussurrò con un filo di voce, Jared.
“E poi ti bacerò di nuovo. Ma lo farò con passione. Fin quando non ti sentirò gemere insieme a me in quello stesso bacio.” e così dicendo si abbassò verso il giovane e mise in pratica quello che fino a pochi attimi primi erano state solo parole.

Le sue labbra sembrarono appena sfiorare quelle di Jared. Le accarezzarono come era stato promesso. Le saggiarono piano, delicatamente, dolcemente. Le stuzzicarono con cautela, mordicchiandole appena.
E Jared si beava di quei tocchi, di quelle sensazioni, del sapore di Jensen sulla sua bocca, nella sua bocca. Le sue mani, lentamente si spostarono dai fianchi di Jensen, alla sua schiena e piano risalirono fino alle spalle, così da tirarsi più vicino il biondo.
Quel bacio leggero sembrò essere infinito, ma se ne stavano talmente beando che nessuno dei due sembrava voler smettere di baciarsi in quel modo.
Poi fu Jared a tirarsi appena indietro.
Tornò con le mani sui fianchi del biondo, che non riusciva a smettere di guardare i suoi occhi, i suoi lineamenti, quelle labbra sottili e perfette.
“Pentito?!” domandò cauto, mentre ancora osservava Jared che osservava lui.
“No.”
“Allora cosa?!” chiese perplesso, Jensen, alludendo al “ritirarsi” di Jared.
“Deluso!” e Jensen strabuzzò gli occhi dalla sorpresa causata da quella risposta così immediata.
“De….deluso?!” fece eco, un tantino imbarazzato.
“Mi hai baciato e baciato e baciato ancora. Ed è stato dolce e bellissimo come avevi detto, ma...”
“Ma allora perché sei...”
“Sto aspettando la seconda parte del bacio. Quello che ci farà gemere entrambi!” asserì malizioso Jared, consolidando la presa sul corpo dell’altro, che sorrise di palese desiderio.
“Non sia mai che io ti deluda!!!” e un secondo dopo, era di nuovo sulle labbra del più giovane.
Lo baciò con impeto, con irruenza e decisamente con la passione che aveva promesso, e fu talmente bravo in questa “parte” del bacio, che Jared ad un certo punto perse l’equilibrio e cadde all’indietro, finendo sul divano alle sue spalle. Naturalmente non perse l’occasione di tirarsi dietro Jensen, che gli finì addosso.

La sorpresa della caduta li allontanò un attimo e i due restarono a fissarsi , in silenzio, affannati dal bacio, soddisfatti delle labbra arrossate e tumide, rendendosi conto, solo dopo, della posizione che avevano.
Jensen era letteralmente finito tra le gambe di Jared e una gamba del giovane , assecondando la spalliera del divano, abbracciava i fianchi del biondo.
“Come la mettiamo adesso!?” azzardò Jensen.
“Sei tu quello che a quanto pare ha più potere adesso….” maliziò Jared.
“Ma è stata la tua festa di compleanno, quindi...”
“...quindi a quanto pare il mio desiderio si sta avverando!” lo sorprese ancora, Jared.
Jensen sorrise, e si sporse per baciarlo ancora. Per seguire con le labbra il profilo accattivante del suo collo fino alla spalla.
“Posso confessarti una cosa!?” fece tra un bacio e l’altro, Jensen.
“ Sì….sì….sì...” ansimò Jared e Jensen sorrise perché sapeva che solo uno di quei “sì” era la risposta. Gli altri erano ..beh!!..erano ben altro!
“Quando hai spento le candeline credo di aver espresso anche io un desiderio!”
“Ma il mio non finiva con un bacio sul divano!” replicò in fretta Jared, arrossendo appena.
“Ok! Ora è certo.” asserì malizioso. “È decisamente lo stesso desiderio e credo finisca nello stesso modo!” ansimò Jensen.
“Camera da letto?!” azzardò Jared, baciandogli le labbra appena tremanti.
“Decisamente...camera da letto!” convenne Jensen, tirandosi su e portandosi dietro il compagno.

Il tragitto verso la camera non fu facile, poichè i due non riuscivano a smettere di baciarsi, toccarsi, accarezzarsi e con sguardi a volte ammiccanti a volte dubbiosi, si chiedevano se fosse la cosa giusta da fare. E ogni volta, una leggera carezza sui loro volti accaldati, li convinceva che era quello che volevano entrambi.

Quella sera, in quel momento, con quello che stavano provando, con quello che stava per accadere era la cosa giusta.
Al domani c’avrebbero pensato….domani. 

Quando stavano per entrare in camera, Jared si fermò e fermò Jensen, che stava cercando di sbottonargli la camicia con l’intento di sfilarla via.
“Aspet...Aspetta!!!” ansimò Jared.
Jensen si fermò e lo guardò basito. “Ci hai...ripensato!?” chiese comunque cauto, e sperando in un “No!” come risposta.
“No!….no...no….” lo rassicurò Jared, baciandolo ancora, velocemente, ma con decisione.
“Allora ?...cosa...”
“Dammi qualche minuto….in camera….solo...solo qualche minuto!” chiese con un’espressione che era un misto di eccitazione ed imbarazzo per quella richiesta.
“Ok!” esalò Jensen, lasciando la presa che aveva sui suoi fianchi.
“D’accordo!...farò….farò in fretta. Te lo giuro!” promise, mentre spariva nella camera da letto, senza chiudere del tutto la porta.
Jensen sorrise e dentro di lui fu lieto di quella sorta di pausa. E fu lieto che Jared, in un certo senso, non voleva che quello che stava per accadere tra loro non fosse una cosa ….veloce.
Il ragazzo voleva perfino preparare per la loro prima volta. 

Sorrise tra sé e sé. Jared era davvero così speciale? Poteva davvero essere lui , il ragazzo, il compagno, l’amante che stava cercando?
Se lo augurava davvero, perché Jared gli piaceva davvero!!

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Capitolo 2
*** ...l'amore!! ***


Nella stanza, Jared, con un sorriso nervoso stampato sul viso, sistemava alla meglio il letto , già comunque in ordine, giusto qualche cuscino e una rimboccata qui e là, e preparava la stanza. Socchiuse le persiane che erano completamente aperte e sistemò il resto. Riuscì a pensare perfino ad un sottofondo musicale.
Voleva che fosse perfetto.
Tutto perfetto, per colui che credeva essere la persona perfetta per lui.
Poi si fermò al centro della stanza e guardò il tutto. Fece partire la musica. Solo un leggero sottofondo. Il giusto per sentirne le parole, ma non alta da creare disturbo.
Ok! Così andava bene.
Si guardò per un secondo allo specchio e con le mani si tirò indietro i capelli.

Poi…
“Jensen?!” chiamò, rimanendo fermo dov’era.

La porta si aprì lentamente e lentamente Jensen entrò nella stanza. Ne rimase stupito. Piacevolmente sorpreso.
Nella camera c’era una bellissima penombra creata da alcune candele accese e le persiane socchiuse lasciavano entrare un sottile bagliore notturno.
Jared , al centro della stanza, agli occhi di Jensen, era bellissimo.
Quasi suggestivo.
I pantaloni scuri, la camicia bianca lasciata fuori, le ombre delle candele che giocavano sul suo viso e tra i suoi capelli. Gli occhi di un bellissimo colore indefinito. Per un attimo, Jensen, pensò che quel ragazzo era troppo bello per essere vero.
Una piacevole musica e delle parole che sembravano fatte apposta per quello che stava per accedere, lo raggiunsero, facendolo sorridere.

Gioca con me, fai quel che vuoi con me….
guardami, guarda cosa mi hai fatto e
non farmi mai andare via dopo stasera...” 
 

Un ritmo che ammiccava al tango coprì i passi leggeri con cui Jensen raggiunse Jared al centro della stanza. Il più giovane, lievemente in imbarazzo, a volte distoglieva lo sguardo dall’altro, ma non appena questi gli fu di fronte non potè non notare la luce negli occhi di Jensen. 

Una luce che in quel momento, ne era certo, brillava solo per lui.
“Lui ha ragione!” sussurrò Jensen, accennando al cantante e sfiorando sensualmente il fianco di Jared con una mano.
Jared confuso dal brivido che l’attraversò, non rispose. Non sapeva cosa dire.
“Guardami….guarda cosa mi hai fatto!” recitò come stava recitando armonicamente il cantante.
“Cosa ti ho ...fatto?!” disse sottovoce Jared.
“Mi hai conquistato!” rispose senza esitare Jensen, e non mentiva , perché era così che si sentiva. Conquistato.
“Mi stai dicendo che non sei più….”
“Intoccabile?!” lo spiazzò Jensen e vedendo il volto sorpreso di Jared, sorrise di cuore. “Sì, lo so che in molti mi chiamano così perché difficilmente mi lascio...”
“Conquistare?!” e questa volta fu Jared a finire per lui.
“Già! Ma tu lo hai fatto, Jared. Tu ci sei riuscito. Il tuo sorriso...” posandogli una mano sulla guancia e con il pollice , accarezzò le labbra sorridenti. “..i tuoi dolcissimi occhi..” disse ancora guardando quegli stessi occhi. “...la tua bellissima risata, il modo in cui stai tra la gente, in cui parli o muovi le mani mentre racconti una storia. Il modo in cui ti tiri indietro i capelli quando sei nervoso...” azzardò e dallo sguardo sorpreso del compagno, capì di aver capito appieno quel gesto istintivo.
Nello stesso momento, Jared, quasi si spaventò del modo in cui Jensen già conosceva quella sua piccola mania.
“Jensen, io….”
“Non dire niente!” lo fermò il biondo, mentre con le mani risaliva sensualmente lungo la schiena del più giovane, per poterselo avvicinare in un dolcissimo abbraccio. “Lascia solo che accada. Stanotte.”
“Voglio che accada. Stanotte!” gli fece eco Jared, mentre con le mani, gli incorniciò il viso per baciarlo piano, dolcemente, profondamente. Mischiando i loro due sapori. Godendo di quella nuova fragranza che invadeva entrambi.
Poi tutto accadde semplicemente. 

Promettimi che ti sveglierai accanto a me
una vita intera, per sempre più un giorno;
resta con me…..
questa sensazione che sento non voglio nasconderla”

Ormai nudi, senza ricordare chi avesse iniziato per primo a spogliarsi o chi avesse spogliato chi, i due , ora, amanti, si lasciavano accarezzare la pelle già madida di sudore dalla leggerezza delle lenzuola del letto che li aveva accolti. Le gambe, quasi per istinto, trovarono un intreccio perfetto e Jensen, sovrastando ancora Jared, non riusciva a smettere di baciarlo, scendendo sensuale ora sul collo, ora sul petto. Stuzzicandogli il torace , ma mai scendendo oltre, perché gli stava piacendo da morire sentire i leggeri gemiti di frustrazione e  delusione che emetteva Jared, quando credeva che qualcosa sarebbe accaduto e invece ….niente.
“Jensen!!” lo richiamò meravigliosamente frustrato o forse dannatamente eccitato.

Al lume di candela è come mi piace vederti dire il mio nome;
al buio non è la stessa cosa” 

E ogni volta che il biondo ritornava su e riprendeva a torturargli le labbra lucide e appena tremanti, un esasperato “Mi stai facendo impazzire!” da parte di Jared , lo faceva sorridere soddisfatto.
“E’ quello che voglio…voglio che tu perda la testa per me...che impazzisca per me!” sembrò confessare in quell’ennesima sessione di baci torturatori.
Ma ciò che accadde dopo, Jensen, proprio non se lo aspettava.
Jared lo afferrò per le spalle e con un movimento deciso e forte, ma non rude, capovolse le loro posizioni, trovandosi, così lui, ora, in una posizione di “potere”.
“Ehi!!Non vale!!” parve lamentarsi Jensen, mentre le gambe di Jared cercavano la giusta posizione tra le sue e le mani del giovane, lo costringevano schiena al materasso.
“ Tempo scaduto. Ora tocca a me!” ironizzò Jared.
“Non sapevo fosse una gara a tempo!” replicò scherzoso Jensen, sistemandosi comunque contro il corpo del compagno.
“Lo è diventata quando hai deciso di farmi impazzire….beh!! sei arrivato tardi anche lì!!” asserì quasi con timore, Jared, perché forse si stava spingendo oltre e loro erano solo al primo round di quella che poteva essere l’inizio di una relazione, benchè fuori dai canoni. In tutti i sensi.
“Ma cosa….”
“E se a modo mio fossi già ….pazzo di te, Jensen? Se l’aver organizzato questa stupida festa di compleanno fosse stato solo un pretesto per convincere Misha a farti venire e ...”
“E’ stata un pretesto?!” gli fece eco divertito, Jensen, come a chiedere conferma.
“Cazzo!, Jensen….ho 34 anni. Davvero credi che io abbia bisogno di una festa di compleanno con tanto di torta e candeline??!” fece sarcastico, baciandolo alla base del collo, mentre Jensen , pensandoci, fece solo spallucce. “Non sapevo come avvicinarti. Stavo tempestando di messaggi Misha da settimane per sapere qualcosa su di te, ma tu...tu...”
“Io...cosa?” chiese curioso mentre le sue mani correvano attente lungo la schiena dell’altro.
“Sei come uno a cui si controlla la fedina penale e risulta immacolata. Non si riesce a sapere niente.” asserì con un tono quasi frustrato.
“Beh!!! la privacy non è un reato.” sporgendosi per mordicchiargli docilmente le labbra sottili ma magnificamente invitanti.
“Sì, se fa impazzire le persone e io stavo davvero per….” ma non finì , mimando solo un gesto di esasperazione mentale e godendo al tempo stesso del tocco della labbra dell’altro.
“Posso confessarti una cosa?!” fece , poi, Jensen, sporgendosi appena alla richiesta dell’ennesimo bacio che l’altro non negò. Anzi, fu ben lieto di concedere con un più che intenso entusiasmo che si concluse con un gemito di appagata soddisfazione.
“Visto il posto dove siamo e le condizioni in cui siamo, credo che sia il momento adatto per tutte le confessioni!” ammiccò, Jared, dopo che ebbe liberato le labbra del biondo dalle sue.
“Ho tempestato anche io il povero Misha perché ti convincesse con questa festa, o non avrei saputo come fare per avvicinarti. I nostri lavori...le nostre abitudini….sono così diverse che non sapevo come …..”
“Tu volevi conoscermi?!” esclamò sorpreso Jared. E fu solo allora che si fermò issandosi su Jensen che gli sorrise amabilmente. Era davvero sorpreso.
Anche Jensen, sembrò riprendere fiato e confessò quel suo segreto.
“Da quando Misha ci ha solo presentati quel giorno che abbiamo preso un caffè insieme, ma io andavo di fretta e poi….non ho più avuto modo di ...”
“E io chiedevo di te ma non ho avuto mai il coraggio di chiedere a Misha il tuo numero. Ma ora capisco perché insisteva tanto con quel “facciamo una bella festa”!!!” asserì alla fine, ridendo e nascondendo il viso tra la spalla e il collo di Jensen, che liberatosi le mani, iniziò ad accarezzargli di nuovo la schiena nuda e ben delineata, arrivando fino alla zona lombare su cui esercitò una decisa pressione per spingersi contro il bacino del compagno e spingere il compagno contro sé stesso
Un fremito, un brivido bollente, attraversò entrambi.
“Ci siamo comportati come due adolescenti, ti rendi conto??!” gli fece presente in biondo, deglutendo per resistere alla piacevole sensazione che i loro corpi vicini procurava.
“ A chi lo dici!!! Io non avevo nemmeno il coraggio di guardarti in faccia seduto a quel divano.”, sospirò ansante, Jared, invaso dalle stesse sensazioni del suo amante.
“Eri magnifico ….così timido e in imbarazzo!” lo rassicurò Jensen. “La cosa più bella che io avessi mai visto.” disse ancora e fu allora che Jared alzò di nuovo il viso sul volto dell’altro. “Eccolo qui, di nuovo!” fece Jensen. “Meraviglioso!”
“Jensen...” lo richiamò Jared mentre si sistemava più vicino a lui.
“Sì?”
“Continua a guardarmi ….perchè sto per baciarti!!” sembrò volerlo parafrasare Jared.
“Io...in verità, speravo in qualcosa di più!” rispose malizioso Jensen, alzando una sua gamba e piegando il ginocchio in modo da poter accarezzare il fianco di Jared.
Si mosse con intenzione. Con chiare intenzioni, verso il corpo di Jared.
E Jared colse ogni significato di quel movimento sensuale e lento.
Si stuzzicarono per un po’ così, perché quella sensuale frizione tra i loro corpi, tra le loro virilità era estremamente piacevole ed eccitante.
Respirarsi vicini, inebriarsi dei loro odori era eccitante!

Jared, poi, si chinò verso il viso del biondo e lo baciò piano e piano una sua mano, finalmente, scese con cautela lungo il torace, poi il ventre, poi, carezzando la virilità pulsante di Jensen, raggiunse l’intimità più segreta del corpo del biondo e si insinuò attenta. Il corpo di Jensen si inarcò dal piacere che il tocco delle dita di Jared stavano procurandogli e quando quelle stesse dita , con gentilezza si fecero strada dentro di lui, i suoi muscoli non opposero più resistenza e l’accolsero, cercando di assecondarne l’intrusione accattivante ma gentile. Premurosa e lenta.
“Jared!!” si ritrovò ad ansimare tra l’affanno e il piacere.

Al lume di candela è come mi piace vederti dire il mio nome;
al buio non è la stessa cosa” 

Quando i loro corpi furono pronti al passo successivo, Jared ritrasse la mano e allineandosi con gentilezza al corpo di Jensen che sembrava divenire urgente al pari della sua urgenza , lo conquistò.
Prendendo piano tutto ciò che Jensen gli offriva.
Un respiro strozzato dal piacere e da un sottile dolore presto sopraffatto dal godimento, costrinse i due a restare per qualche secondo fermi. Uno contro l’altro. Uno dentro l’altro. Fronte contro fronte. Occhi negli occhi , labbra su labbra.
Poi tutto divenne magico.
I movimenti divennero naturali, i gemiti colmi di piacere divennero melodia, i muscoli in tensione si muovevano all’unisono.  Le bocche mai sazie dei loro sapori si cercavano con avidità, così come le mani di entrambi, mai sazie di toccare quei corpi così forti e armoniosi allo stesso tempo.
Raggiungere il piacere fu meravigliosamente estenuante. 

Ogni spinta.. un passo verso il Paradiso.
Ogni carezza ...una piuma rubata ad un angelo.
Ogni bacio... un universo di meravigliose sensazioni che li avvolgeva in un magnifico calore.

Poi, quel brivido elettrico lungo la schiena. Quella intrigante morsa al basso ventre. La mente che perdeva lucidità. I baci che divennero famelici. I movimenti dei loro corpi si fecero urgenti, cadenzati, profondi. Un ritmo appassionatamente incessante.
I respiri divennero affanni. Le mani cercarono un appiglio sicuro che evitasse di cadere nell’oblio in cui stavano cadendo.
Jensen si aggrappò al collo di Jared. Jared, con un movimento deciso e veloce, passò le sue braccia attorno alle spalle di Jensen.
In quella posizione così intima, gli ultimi affondi li traghettarono verso un sublime e sconvolgente amplesso che li colse in un modo così profondo e totalizzante da lasciarli senza fiato.
Stretti, uno all’altro. Appagati, uno tra le braccia dell’altro.


Fu solo quando i respiri iniziarono a tornare regolari che Jensen, riprendendo ad accarezzare la schiena del compagno lo richiamò, piano.
“Jared?”
“Mmmhh!?” mugugnò Jared, spostandosi piano dal corpo del compagno e scivolandogli accanto.
“Buon compleanno, Jared!!” sussurrò dolcemente, Jensen.
A quelle parole, Jared si mise su un fianco così da poterlo guardare e ammirare ancora i suoi magnifici occhi verdi che brillavano per l’amore e il piacere appena provato.
“Mai avuto compleanno più bello e….”
“E...!?” fece curioso Jensen.
“Mai stato così felice che un desiderio si avverasse così in fretta!!” scherzò.
“Possiamo festeggiarlo anche domani, se vuoi!” azzardò Jensen, arrossendo appena.
“Possiamo festeggiarlo tutte le volte che vuoi, Jensen, e non mi interessa se arriverò a 100 anni in poche settimane, l’importante è che passi questo mio tempo con te!” si dichiarò il più giovane.
“ Non accadrà, non invecchierai. Fermerò il tempo per te, Jared. E quello che ci rimarrà, vedremo di viverlo insieme!” promise Jensen, baciandogli le labbra.

“Non chiedo di meglio. Non chiedo di meglio!” convenne Jared, lasciando che Jensen lo abbracciasse forte.

 

“Al lume di candela è come piace vederti dire il mio nome;
al buio non è la stessa cosa
quindi vieni a baciarmi ...
perchè al buio non è la stessa cosa”


 

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