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di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 37: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La donna dormiva tranquillamente mentre la televisione mandava le immagini della partita che si stava svolgendo in quello stesso momento a Los Angeles. La bambina di tre anni in braccio alla donna guardava la partita con gli occhi ambrati sgranati e attenti, come se volessero imprimere nella sua piccola mente tutti i movimenti dei giocatori.
Era una partita di baseball che non era stata messa intenzionalmente. Infatti la donna aveva messo un cartone per far addormentare la piccola anche se era crollata prima lei per via della stanchezza.
Quando anche la bambina stava per addormentarsi involontariamente nel sonno la donna aveva cambiato canale e le urla avevano fatto ridestare la bambina che aveva guardato attentamente le piccole persone che si muovevano nel campo a forma di diamante. Ne era rimasta incantata. Aveva preso in simpatia la squadra con le divise completamente bianche con le strisce, e non sapeva il perché. Quelli con la divisa celeste le stavano antipatici.
Ogni volta che la squadra bianca segnava un punto o impediva all’altra squadra di segnare un punto batteva le manine tutta felice. Quello sport le piaceva tantissimo. Era completamente presa dalla tv che si accorse del padre solo quando questi le baciò i capelli castani.
-cosa stai guardando?- le chiese l’uomo mettendo un plaid sopra la donna ancora addormentata e prendendo la figlia in braccio. Lei gli sorrise.
-partita- disse indicando lo schermo dove i vari giocatori stavano correndo per cambiare postazione.
-l’ha messa Adel?-
-no! È apparsa da sola!- disse felice la bambina con un sorriso a trentadue denti.
-ti piace?- le chiese l’uomo lasciandole un altro bacio sui capelli. La bambina annuì.
-tifi per l’America o per il Giappone?-
-non lo so, io tifo per il colore!- l’uomo la guardò e poi scoppiò a ridere felice.
-e quindi per chi tifi?-
-quelli bianchi!- disse la bambina saltando sul divano per poi buttarsi tra le braccia del padre che preoccupato aveva seguito ogni movimento della bambina.
-quelli bianchi sono i Giapponesi. Tifi veramente per il Giappone? Traditrice!- disse l’uomo iniziando a farle il solletico. La piccola rise di gusto e cercò di scappare dalla presa del padre senza successo.
-cosa state combinando?- chiese con voce assonata Adel stropicciandosi gli occhi e guardando padre e figlia confusa.
-Nagi ha scoperto il Baseball- rise l’uomo indicando con la testa il televisore. La donna posò lo sguardo sull’apparecchio e guardò la battuta, un fuoricampo, del ricevitore del Giappone e sorrise.
-arrenditi Erik era destino che scoprisse il Baseball-
-colpa tua Adel!- disse l’uomo alzandosi dal divano andando in cucina per poi ritornare con un pacco di patatine che mise in braccio alla figlia che si trovava fra lui e Adel.
-EVVAI!- gridò la bambina quando un altro battitore del Giappone fece un altro fuoricampo. Nel mentre Adel puntava i suoi occhi in quelli di Erik che distolse subito lo sguardo.
-è ritornato nel Giappone-
-ho visto, ma sta ancora messo male-
-Erik…-
-non dire niente-
-okay-
-papà! Voglio giocare a baseball!- gridò la bambina interrompendo la conversazione dei due.
-okay tesoro. In quale ruolo?-
-non lo so! Forse quello del tizio che sta al centro. Sembra importante e poi mi piace il numero che ha sulla schiena- l’uomo guardò la bambina con il sorriso sulle labbra prima di scoppiare a ridere e stringere la piccola a se.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


-Miyuki Kazuya vuoi davvero giocare in quelle condizioni? Ma cosa ti dice la testa? Pensavo di essere io lo stupido tra i due- Eijun aveva aperto le braccia per enfatizzare quello che stava dicendo. Quello stupido del suo ragazzo voleva giocare quella cavolo di partita nonostante non riuscisse a muovere bene la parte destra del corpo. Quello stupido, come diceva Eijun, aveva fatto credere a tutti di essere guarito completamente da quell’incidente che aveva avuto durante la semifinale per partecipare al torneo nazionale del suo anno da Capitano al Seido. E ora Kazuya e Eijun si trovavano nella loro camera d’albergo in America per la prima partita di Miyuki nella lega americana e Eijun aveva appena scoperto i dolori del ragazzo.
-sei un incosciente! Non giocare! Potresti rovinarti la carriera- continuò a dire il lanciatore sempre più arrabbiato.
-tranquillo Eijun non mi succederà niente- disse il ricevitore con un sorrisetto strafottente sulle labbra.
-Miyuki se giochi quella cavolo di partita in queste condizioni non ti parlo più sappilo- disse il più piccolo incrociando le braccia al petto.
-si certo e io non ho mai fatto un fuori campo. Ci vediamo dopo la partita- disse Miyuki cercando di baciare il ragazzo che girò la testa dall’altro lato. Miyuki Kazuya ci rimase male, ma comunque non protestò e uscì dalla camere per raggiungere il campo di gioco.

 
-Miyuki!-
-MIYUKI KAZUYA!- Miyuki si girò di scatto sentendo Kuramochi al suo fianco che lo guardava con un’espressione arrabbiata.
-cosa c’è?- chiese Miyuki confuso.
-eri perso nel tuo mondo dei sogni. Stavi pensando ad un certo lanciatore?- chiese Yoichi facendo uscire il suo sorrisetto strafottente. Miyuki sorrise a sua volta, ma il suo era più un sorriso triste che fece capire a Yoichi di aver fatto centro. La sua espressione cambiò in un attimo.
-lo sai che è colpa tua e non sua?- gli disse vedendo che Miyuki aveva spostato lo sguardo sul finestrino dell’aereo che li stava portando a Chicago per il mondiale giovanile di baseball.
-grazie per avermelo ricordato Yoichi- disse il ricevitore sbuffando e continuando a guardare fuori  dal finestrino nonostante vedesse solo il bianco delle nuvole.
-ora non fare l’offeso. Sawamura ti aveva avvisato, sei tu che non hai seguito il suo consiglio e sei anni dopo ti sei trovato a ritirarti perché il tuo cavolo di braccio non ha retto e adesso ti riduci ad allenare al Seido insieme a Yuki e al Boss-
Miyuki strinse le mani in due pugni, ma non parlò. Sapeva perfettamente che Yoichi aveva ragione, e che era solo colpa sua se non vedeva Eijun da più di sedici anni. SEDICI! Eijun aveva parlato solo di non rivolgergli più la parola, non di scomparire. Nemmeno la sua famiglia sapeva che fine avesse fatto.
 Miyuki dopo la sua prima partita si era ritrovato nella camera d’albergo che aveva prenotato con Eijun da solo. Le cose del suo ragazzo erano scomparse. A niente era servito chiamarlo sul cellulare, l’aveva lasciato li. In bella vista sul comodino. Come se volesse rompere i rapporti con tutte le persone che conosceva. Miyuki era scoppiato a piangere. Il suo Eijun l’aveva abbandonato.
-GENTE QUANDO ARRIVIAMO?- gridò ad un certo punto la voce di Kiyo Yuki che molto probabilmente era stanca di quel viaggio.
-ARRIVIAMO QUANDO ARRIVIAMO DONNA!- gridò invece Jun alla figlia. Yoichi scoppiò a ridere seguito a ruota da Miyuki. Togliendo l’aspetto fisico di Kiyo, che aveva preso da Tetsuya Yuki, la ragazza era spiccicata a Jun con in quale litigava minimo tre volte al giorno con più di gara a chi gridava più forte.
-sono uno spasso- disse Kazuya riportando il suo sguardo al finestrino mentre Yoichi si alzava per controllare gli altri ragazzi nell’aereo. Alla fine avevano dovuto prenotare un aereo intero solo per loro visto che anche i genitori avevano deciso di seguire i propri figli.
-dormono?- chiese Kazuya quando Yoichi si rimise composto.
-Goro si, si è praticamente appisolata sulla spalla di Ryosuke- disse il ragazzo.
-Haru e Akiko?-
-stanno complottando qualcosa con Sei per la prossima partita- Miyuki sorrise sadico.
-e come stava Ryosuke? È ancora incazzato con te?- chiese poi mentre i sorriso si ingrandiva all’espressione abbattuta di Yoichi.
-secondo te perché sono seduto affianco a te?-
-perché tuo figlio si è preso il posto?- disse ridendo il ricevitore.
-ah ah ah ridi tu. Non hai mica messo incita tuo marito per la quarta volta- disse Kuramochi incrociando le braccia offeso.
-io non ho figli e non sono nemmeno sposato- disse Miyuki con un sorriso amaro. La sera del loro litigio voleva chiedere a Sawamura di sposarlo, ma il lanciatore era già sparito.
-appunto! Non puoi capire!-
-avvisiamo i gentili passeggeri che stiamo per atterrare. Allacciate le cinture grazie.-
-FINALMENTE!- disse Kiyo nelle risate generali.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


C’era silenzio nella hall dell’albergo dove erano radunati tutti i ragazzi che avrebbero partecipato ai mondiali l’indomani. Tutti guardavano il Coach che con i suoi soliti occhiali da sole stava a braccia conserte e scrutava con attenzione i ragazzi che aveva difronte, sia quelli del Seido, sia quelli delle altre scuole che erano stati selezionati per far parte ella rappresentanza giapponese.
-sia per la squadra femminile che quella maschile avremo i lanciatori a staffetta. Per le ragazze l’ordine sarà: Kanemaru, Harada e Takigawa. Ricevitrice Miyauchi- le quattro ragazze annuirono.
-una domanda perché io sto in mezzo? Non potevo iniziare per prima? Rischierò di giocare poco e nessuno potrà vedere quanto sono brava- disse la ragazza bionda. Miyuki si mise a ridere ricevendo un’occhiataccia da Mei.
-l’ordine è questo, non si discute- Miya sbuffò, ma non protestò oltre. Avrebbe fatto valere la sua tesi un altro giorno.
-per i ragazzi invece iniziamo con Furuya, Miyauchi, Sanada e finiamo con Harada- i quattro ragazzi si guardarono e annuirono. -ricevitore Takigawa-
-cosa? E io?- chiese Koji Harada protestando come la gemella. -non è giusto che i miei fratelli giochino e io no!- continuò il biondo incrociando le braccia al petto.
-povero Masatoshi, circondato da prime donne. Di cui una non è nemmeno un lanciatore!- disse Miyuki ricevendo occhiatacce da parte di tre dei componenti della famiglia Harada.
-sono persone piccole- disse Masatoshi facendo ridere Misao, l’unico dei suoi tre figli che non aveva preso da Mei il carattere.
-per il resto alterneremo i battitori cercando di dare il meglio. Questo è tutto! Stasera pensate solo a divertirvi al ballo d’inizio- tutti gridarono si in coro.
-non vedo l’ora di fare qualche bellissimo fuoricampo! Ah ah ah-
-concordo- disse Kiyo battendo il cinque con Juri che si era portata appresso la mazza di alluminio spaventando a morte le persone della reception.
-va bene ragazze è ora di calmarsi. Perché non andate a cambiarvi?- disse Shunpei Sarada prendendo la figlia dalle spalle e trascinandola nella sua camera cercando di non farle rompere niente con quella mazza.
 
Aspettarono un’ora per poter andare alla festa. Tutta colpa di Mei che non si decideva a mettersi qualcosa. Persino i gemelli erano pronti prima di lui. Alla fine Masatoshi era stato costretto a prendere il marito in spalla per farlo scendere dalla sua camera, con tanto di urla da parte del lanciatore che avevano fatto arrabbiare non poco i proprietari dell’hotel.
Fortunatamente riuscirono ad arrivare alla festa senza altri imprevisti.
 
-quindi alla fine non avete ancora fatto pace-
-statti zitto Miyuki- disse Yoichi incamminandosi a passo spedito verso il bar dove offrivano cocktail di qualunque tipo.
-io sto solo cercando di capire come aiutarti-
-non mi aiuti se continui a rinfacciarmi il fatto che non mi parla più. È un miracolo che non mi abbia ancora gridato contro- disse interbase guardando il menù dei cocktail sul bancone.
-cosa vi offro ragazzi?- chiese una donna avvicinandosi ai due giapponesi pulendo due bicchieri di vetro. Non appena incrociò gli occhi di Miyuki si bloccò.
-Miyuki Kazuya-
-Adel Jackson- disse lui sorridendo alla ragazza -cosa ci fai qui?-
-mi hanno chiamata per lavorare. Non mi aspettavo di trovarti qui- disse la ragazza guardandosi intorno con sospetto.
-sono qui con i ragazzi del Giappone, sono l’aiuto Coach- Yoichi seguiva lo scambio dei due curioso. Non aveva ai visto prima quella ragazza, e gli sembrava strana la confidenza che il ricevitore dava alla ragazza.
-oh bene, come va il torace?- chiese la ragazza con naturalezza. Lo sguardo di Miyuki si rabbuiò.
-bene anche se non tornerà come prima- disse l’uomo sospirando.
-se vuoi conosco un bravissimo fisioterapista. Ha risolto un sacco di casi come il tuo- disse Adel con un sorrisetto sadico che non sfuggì all’interbase.
-no grazie- disse secco Kazuya.
-Adel mi dai qualcosa da bere?- disse una ragazza avvicinandosi al bancone attirando totalmente l’attenzione di Adel e dei due uomini.
-una coca-cola va bene?- chiese la donna mettendo la lattina davanti gli occhi della ragazza che incrociò le braccia al petto.
-non sono una bambina voglio qualcosa di alcolico-
-te lo scordi! Chi lo sente a tuo padre dopo?-
-se tu non gli dici niente non lo scopre!- Adel socchiuse gli occhi e continuò a guardare la ragazza in quel modo per quella che parve un’eternità.
-no!- disse alla fine girandosi verso i due uomini. -cosa vi porto?-
-angelo azzurro- disse Yoichi per poi guardare Miyuki.
-quello che vuoi tu- disse invece il ricevitore aggiustandosi gli occhiali sul naso.
-Adel non ignorarmi!-
-o la coca-cola o niente tesoro. Tuo padre ha detto che farà una capatina quindi è meglio se non ti fai vedere con un bicchiere in mano- la ragazza sbuffò e prese velocemente la lattina per poi andare via di corsa, per quanto le permettevano i tacchi.
-Kazuya davvero non vuoi parlare con questo fisioterapista? È bravissimo!- continuò la donna porgendo ai due i loro bicchieri.
-Adel non insiste…-
-come si chiama questo fisioterapista?- chiese Yoichi bloccando la frase di Kazuya che lo guardò male.
-Erik Miky la ragazza di prima è la figlia-
-non mi interessa- disse Miyuki prendendo il bicchiere e allontanandosi dal bancone.
-mi puoi dare il numero di questo fisioterapista? Se mi metto all’orecchi forse lo convinco- disse Yoichi in direzione della ragazza che annuì. Prese un foglietto e scrisse il numero velocemente per poi passarlo all’interbase.
Anche Yoichi stava per andare via dal bancone quando si girò e chiese:
-avete anche dei succi?-
-come lo vuoi?-
-arancia-
 
 
-ti ho portato da bere- disse Yoichi porgendo il bicchiere con il liquido arancione al marito che lo guardò male.
-cos'è?- chiese l’uomo.
-succo d’arancia, quello che ti piace- disse l’interbase tremando. Ryosuke gli faceva paura quando faceva quell’espressione.
-stai cercano di comprarmi?- chiese l’uomo prendendo lo stesso il succo. Gli era venuta sete.
-no, ho solo pensato di portarti da bere-
-tu hai bevuto qualcosa di alcolico- Yoichi si bloccò sul colpo. Come aveva fatto a capirlo? -puzzi d’alcol- concluse poi il rosato finendo il succo e guardando Yoichi negli occhi.
-mi perdonerai mai?- chiese Yoichi dopo qualche minuto di silenzio nel quale i due avevano scrutato i loro tre figli che si stavano divertendo insieme agli altri ragazzi.
-se non ti avessi perdonato saresti già sottoterra- disse Ryosuke facendo girare di scatto il più piccolo mentre un leggero sorriso sadico compariva sulle labbra del più grande.
-sappi che l’inferno è appena iniziato-
-non mi fa paura Ryo-

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


La serata stava andando di male in peggio. Perché aveva preso parte a quella festa? A si, il padre l’aveva praticamente costretta. Aveva detto chiaro e tondo agli altri ragazzi della nazionale americana che non avrebbe partecipato al ballo e una volta a casa si era ritrovato il padre tutto sorridente che le mostrava un vestito blu, quello che la ragazza indossava in quel momento, e dei tacchi dello stesso colore dell’abito sui quali non sapeva proprio camminare.
La sua prima reazione era stata quella di gridare e chiudersi in camera, ma poi il padre l’aveva stressata a morire facendole perdere la pazienza e aprire la porta. Si era lasciata preparare dal padre senza protestare più di tanto. Sarebbe andata a quella festa, ma sarebbe tornata a casa subito. Non voleva restare li a lungo. Aveva una partita il giorno dopo!
Quando si vide allo specchio, per quanto gli premettevano gli occhi senza occhiali, sequestrati qualche minuto prima dal padre, Nagi rimase sorpresa. Sembrava una di quelle ragazze bellissime che facevano da vallette durante le premiazioni. La ragazza si era tanto abituata a portare jeans e felpe più grandi di lei che le faceva uno strano effetto vedersi in quel modo.
La sua contemplazione allo specchio non durò molto perché il padre ritornò da lei con uno scatolino in mano di lenti a contato. Nagi protestò, aveva sempre avuto paura di quelle cose, ma alla fine accontentò il padre, anche perché l’aveva minacciata dicendole che non le avrebbe ridato gli occhiali.
E ora si trovava alla festa, con i piedi che le facevano male per i tacchi e le lacrime che volevano uscire dagli occhi. Aveva trovato il suo ragazzo, o meglio il sue ex, che baciava la lanciatrice della sua squadra.
Nagi aveva subito pensato che ci fosse stato un malinteso. Imogen era la ragazza più dolce che avesse mai conosciuto, non poteva averlo fatto di proposito. Ma tutto non era mai stato come aveva pensato. Imogen e Taric stavano insieme da due anni, due! E questo voleva dire che in tre anni di relazione con lei, Taric le era stato fedele solo per un anno, forse.
Si sentiva morire dentro, ma non poteva di certo mettersi a piangere li, con la gara alle porte. Le avrebbe solo fatto male. Era andata anche da Adel, che stava li come barman, ma la donna, nonostante le avesse fatto da baby-sitter innumerevoli volte, non aveva voluto darle niente di alcolico.
Nagi si alzò decisa una volta per tutte ad andarsene da quella festa di merda e dormire tranquillamente sperando di giocare bene. Quando era troppo nervosa faceva troppi sbagli, come se già non ne facesse abbastanza alla battuta. Come si poteva essere stupidi quanto lei? Non riusciva a battere decentemente se non aveva le basi occupate!
Immersa nei suoi pensieri non si accorse nemmeno della persona che aveva difronte e andò a sbatterci facendosi anche male.
-scusami- disse la ragazza alzando lo sguardo e trovando due occhi rossi che la guardavano con curiosità
-scusa tu, non guardavo dove mettevo i piedi- le disse il ragazzo a massa voce in un inglese non del tutto coretto.
-sei straniero?- gli chiese Nagi curiosa. Quel ragazzo era davvero bello. Magari era un giocatore di baseball.
Il ragazzo annuì. Nagi sorrise e gli pose la mano.
-Nagi Miky, scusa ancora per prima- il ragazzo la guardò confuso e poi fece un piccolo sorriso stringendole la mano.
-Ryoichi Furuya, e non ti preoccupare eravamo sbadati in due- Nagi annuì.
-Giapponese?- chiese la ragazza mentre il suo sorriso sulle labbra andava ad ampliarsi.
-si, da cosa l’hai capito?- chiese il ragazzo che poco alla volta stava parlando con voce più alta.
-il tuo nome. Giochi a baseball?- chiese ancora la ragazza. Quel ragazzo le stava piacendo sempre di più.
-si, sono un lanciatore. Anche tu giochi a baseball o sei qui per altro?- le chiese il ragazzo. Gli occhi della castana si illuminarono.
-sei davvero un lanciatore?- chiese con gli occhi sognanti lei. Ryoichi annuì e Nagi iniziò a saltellare felice.
-io sono una ricevitrice. Posso ricevere uno dei tuoi lanci? Ti preogooooooo- iniziò a dire la ragazza mentre Ryoichi rimaneva abbastanza sorpreso.
-okay, ma dove? Non credo che qui ci facciano giocare- disse il ragazzo sorridendo. Quella ragazza non sapeva a cosa andava incontro nel voler ricevere un suo lancio.
-domani, prima dell’inizio delle partite ci si può riscaldare tranquillamente-
-Ryoichi! Seika ti sta cercando- disse una ragazza dai lunghi capelli rosa e gli occhi grigi correndo verso il moro che stava parlando con Nagi.
-davo andare a parlare con il mio ricevitore- disse il ragazzo alla castana che annuì -ci vediamo domani-
-a domani!- disse a sua volta la castana con il sorriso che si allargava sulle labbra. Non vedeva l’ora di ricevere uno dei lanci di quel ragazzo.
 
 
-potete cortesemente spiegarmi come mai voi tre vi siete messi all’orecchio? Ho già detto di no!- disse Miyuki irritato da Yoichi, Mei e Chris che lo stavano tormentando con la questione del fisioterapista.
-e tu non avevi alcun diritto di parlare della mia conversazione privata con Adel a loro!- disse il ricevitore furioso in direzione di Yoichi.
-Kazuya hai bisogno di aiuto! Non poi rimanere così per sempre!- disse l’interbase esasperato.
-a volte ti comporti come un bambino cocciuto. Mi ricordi Eijun- gli disse Chris facendo girare l’altro ricevitore verso di se con sguardo infuriato.
-sei diventato proprio come noi lanciatori. Una primadonna- concluse Mei con un sorrisetto sulle labbra.
-la volete smettere mi state dando ai nervi. Non mi farò mai curare da questo fisioterapista. Erik qualcosa- disse il ricevitore incrociando le braccia al petto.
-Erik Miky, uno dei migliori fisioterapisti in tutta l’America. Te lo consiglio Miyuki- disse una voce che fece girare i tre di scatto che si ritrovarono davanti Marc Jordan, un’interbase che era stato in squadra con Miyuki quando quest’ultimo era ancora nella lega americana.
-Marc non mi aspettavo di trovarti qui- disse il ricevitore sorpreso.
-mi hanno chiamato a fare il Coach alle squadre americane. Comunque Erik è davvero bravo. Mi ha risolto il problema al ginocchio in poco tempo- disse Marc indicando la sua gamba destra.
-bene Kazuya, ascolta il tuo ex compagno di squadra e fatti curare!- disse Mei prima di andarsene spazientito. Non aveva mai sopportato Marc.
-cos’ho fatto?- chiese Marc confuso.
-è lui che non ti sopporta- rispose Miyuki sospirando. -non mi convincerete mai- disse alla fine andandosene senza nemmeno salutare Marc.
-ci vediamo domani allora- disse Marc salutando gli altri due ragazzi del Seido che erano rimasti insieme a lui.
L’interbase camminò spedito verso il bar quando vide un viso familiare e si avvicinò all’uomo che stava tranquillamente parlando con altri medici li presenti. Marc aspettò che finisse di parlare prima di avvicinarsi e salutare l’uomo.
-Marc! È un piacere vederti. Sono felice che tu sia l’allenatore della squadra americana- disse il castano allentandosi la cravatta che si era messo. In quel posto faceva troppo caldo.
-così posso seguire bene tua figlia?- chiese il biondo per poi scoppiare a ridere insieme ad Erik.
-poco fa ho incontrato una mia vecchia conoscenza che ha un problema al torace, ma non vuole farsi curare. Ho fatto anche il tuo nome ma ha detto di no- disse l’interbase.
-davvero? E chi è?- chiese il fisioterapista curioso.
-Miyuki Kazuya- per poco Erik non si strozzò con la sua stessa saliva facendo preoccupare Marc.
-tutto bene?-
-si, non ti preoccupare- disse il fisioterapista. -ho bisogno di una boccata d’aria, sto soffocando qui dentro- continuò per poi uscire dal locare e fare un respiro profondo.
Chiuse gli occhi e poi gli riaprì. Erano pieni di rabbia.
-coglione!-

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Ryoichi guardava lo spazio verde dello stadio in cerca di Nagi, ma non vide la ragazza. Aveva detto che sarebbe stata li, ma della ragazza non c’era l’ombra. Guardò in direzione della sua squadra e sorrise nel vedere che si stavano allenando tutti insieme, anche se Zenko si stava innervosendo visto che Juri che non la smetteva di battere tutti i lanci che il ragazzo faceva per allenarsi.
-forza mammoletta lancia come meglio sai fare!- disse la ragazza iniziando a ridere come faceva il padre davanti un lancio.
Anche lui aveva paura di quella ragazza, anche se anche nel Seido avevano due bravissimi, e spaventosi, battitori. Kiyo e Sei.
-Furuya Ryoichi!- il moro si girò al grido che aveva sentito e si ritrovò davanti una ragazza con grandi occhiali neri e un sorriso bellissimo stampato sulle sue labbra.
Il ragazzo rimase un attimo confuso per poi sgranare gli occhi.
-sei Nagi?- chiese quasi titubante. La ragazza annuì felice per poi incamminarsi verso il bullpen seguita a ruota dal giapponese.
Nagi era molto diversa da come Ryoichi se la ricordava, ma la maglietta più grande di lei sopra i leggings neri la faceva sembrare una vera e propria giocatrice di baseball. Anche gli occhiali le davano un tono più professionale.
-sorpreso di vedermi vestita come un maschiaccio?- chiese la ragazza sistemandosi tranquillamente in un punto libero all’interno del bullpen.
-un po’, non me lo aspettavo. Stai bene- la ragazza sorrise e passò una palla al ragazzo mettendosi il guanto alla mano destra. Ryoichi la guardò confuso.
-sono mancina, non riesco a lanciare bene la palla con la destra- spiegò lei per poi, senza protezioni, posizionarsi per poter ricevere il lancio del ragazzo. -non ti trattenere- disse poi facendo un piccolo sorriso.
-okay- disse il giapponese, anche se non aveva intenzione di usare tutta la sua forza. Aveva paura di fare del male a quella ragazza.
Si mise in posizione e lanciò la sua prima palla della giornata. Non aveva dato tutta la sua forza e la palla arrivò nel guantone di Nagi senza par spostare la ragazza di un millimetro. Non aveva nemmeno fatto tanto rumore quindi nessuno si era incuriosito. Nagi si alzò e studiò la palla.
-ti ho detto di non trattenerti. Non sono di porcellana!- disse la ragazza prima di lanciare la palla a Ryoichi con abbastanza forza da far rumore e far girare parecchie persone nella loro direzione.
Ryoichi guardò la palla nel suo guantone sorpreso. Aveva più forza di quanto avesse immaginato. Sorrise timido e si preparò di nuovo non appena vide Nagi tornare in posizione.
E questa volta lo fece. Lanciò con tutta la sua forza non curante che anche gli altri ragazzi delle altre squadre erano li. Avrebbero iniziato a tremare prima del tempo.
E fu davvero così. Il rumore della palla a 160 km/h che finiva perfettamente nel guantone di Nagi attirò parecchi sguardi tra cui anche quelli della squadra del giapponese. Le labbra di Nagi si curvarono in un bellissimo sorriso mentre si alzava e prendeva la palla all’interno del suo guanto.
-questo si che era un tiro degno del suo nome!- disse la ragazza con ancora il sorriso sulle labbra.
-Ryoichi-san hai appena svelato la nostra arma segreta!- disse un ragazzo con dei riccioli in testa (rasati dal lato destro) in un perfetto inglese.
-mi dispiace Seika- disse il ragazzo nascondendosi dietro un ciuffo di capelli troppo lungo che gli era ricaduto sul viso.
-cavolo voglio battere quel lancioooooo! Furuya fammi battere!- disse Kiyo puntando la mazza vero il suo compagno di squadra che indietreggiò preoccupato.
-lanciate tutti così in Giappone?- chiese Nagi avvicinandosi ai tre ragazzi giocando con la palla che aveva in mano.
-più o meno- le rispose Seika guardando curioso la ragazza che aveva ricevuto con tutta tranquillità il lancio di Furuya.
-che fortuna! Ehi tu!- disse poi la ragazza fissando un punto dietro i ragazzi che si girarono subito incontrando lo sguardo dei giocatori della squadra maschile americana. I loro primi avversari. Nagi si avviò a passo di marcia verso di loro per poi tirare un calcio nel sedere di uno di quei ragazzi.
-fai gli esercizi di riscaldamento! Non ti azzardare ad entrare in campo senza averli fatti, o ciao ciao ginocchia- disse prima di riassestare un calcio al povero ragazzo.
Felice di aver minacciato il ragazzo si diresse verso i tre.
-anche tu dovresti riscaldarti prima di lanciare. Potresti trovarti in guai seri con la spalla.- disse a Ryoichi prima di consegnarli la palla e salutando con la mano si diresse fuori dal campo.
-dove l’hai conosciuta?- gli chiese Kiyo con un sorrisetto malizioso in direzione di Ryoichi che divenne completamente rosso.
-ieri alla festa. Ci siamo scontrati per sbaglio ed ha insistito per ricevere un mio lancio- disse il ragazzo in un sussurro mentre anche Goro si avvicinava ai tre e metteva un braccio intorno alle spalle del cugino, per quanto gli permetteva la sua altezza, o meglio bassezza, nei confronti del moro.
-sembra un bel bocconcino- disse Kiyo sorridendo. Amava far imbarazzare Ryoichi. Era troppo bello vedere quel ragazzo altissimo diventare improvvisamente un pomodoro. Un tutt’uno con i suoi occhi.
-le squadre maschili dell’America e del Giappone si preparino, tutte le altre fuori- disse la voce di uno degli arbitri.
Piano piano il campo andò a svuotarsi e anche le ragazze salutarono i loro fratelli, cugini, amici per poi andare a sedersi sulle tribune nei posti riservati dai loro genitori.
Con la squadra giapponese rimasero solo il Boss, Yuki e Miyuki.
-fate bene il riscaldamento, non voglio che abbiate dolori vari durante il torneo. Per quanto riguarda la partita giocate come meglio credete, Takigawa a te il controllo del gioco. Se volete fare un Bunt fatelo, se volete fare un fuori campo fatelo, se volete rubare due basi in un colpo fatelo. Io mi occuperò di sostituire i lanciatori al momento giusto- iniziò a dire il Boss sempre dietro i suoi inseparabili occhiali da sole mentre Miyuki e Yuki si consultavano guardando l’ordine di partenza dei giocatori americani.
-Furuya se senti che il caldo ti stia facendo troppo male non esitare a dirmelo ti sostituisco subito.- Ryoichi annuì. Sperava solo di non crollare in poco tempo. Perché doveva prendere quell’odiosa caratteristica da suo padre?
-ora andate in campo e fate vedere di cos’è capace il Se.. il Giappone!- finì la frase l’allenatore mentre i ragazzi del Seido scoppiavano a ridere. Anche sulle labbra dei due ex-capitani comparve un sorriso.
Il mondiale era appena incominciato!











ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti, grazie per aver letto la storia fino a questo punto. Gradirei volentieri una vostra recensione per sapere se c'è qualcosa che dovrei migliorare, o anche per sapere se la storia vi sta prendendo.
(quando parlo di Nagi e del fatto del guantone sulla mano destra non sono sicura che accada proprio così, ma ho dovuto scriverlo per una questione di storia, anche perchè le servirà la mano sinitra per lanciare!)
la_pazza_di_fantasy

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Qui vi metto i nomi dei ragazzi della nuova generazione con i rispettivi genitori, perchè sono un bel po' e non voglio confondervi:

· Yoichi-Ryosuke = Haru (3 anno f.), Akiko (2 anno f.), Goro (1 anno m.)

· Satoru-Haruichi = Ryoichi (3 anno m.), Sei (1 anno f.)

· Chris-Tamba = Yuya (3 anno f.), Seika (2 anno m.)

· Yuki-Jun = Dayu (3 anno m.), Kiyo (1 anno f.)

· Kanemaru-Tojo = Mineko (2 anno f.), Shiki (1 anno m.)

· Miyauchi-Nori = Nene (3 anno f.), Tadao (2 anno m.), Zenko (1 anno m.)

· Harada-Narumiya = Misao (2 anno m.), Miya (1 anno f.), Koji (1 anno m.)

· Carlos-Shirakawa = Ayame (3 anno f.), Toru (1 anno m.)

· Sanada-Raichi = Fujio (3 anno m.), Juri (1 anno f.)

 



 

 

 

 

Furuya Ryoichi era sul monte. Il giapponese si rigirava la palla tra le mani cercando di calmarsi e, soprattutto, la posizione giusta per il lancio. Il primo lancio della partita, e già era stanco per via del caldo.

Seika lo stava guardando dalla sua postazione di ricevitore in cerca di qualche segno, ma Ryoichi lo tranquillizzò con una scrollata di testa, o almeno sperava di averlo tranquillizzato.

-cosa sta aspettando?- chiese la voce di Furuya Satoru che guardava la partita dagli spalti insieme al marito che rise a quell'affermazione.

-si sta tranquillizzando. Lascialo fare- disse Haruichi sorridendo in direzione del figlio che aveva fatto il primo strike della giornata. Nonostante i giocatori della squadra americana avessero visto il lancio che il ragazzo aveva fatto con Nagi, non riuscirono a colpire i suoi lanci nemmeno una volta.

Alla fine la partita finì al quinto inning con la vittoria schiacciante del Giappone che aveva schierato solo due dei suoi lanciatori: Furuya e Miyauchi.

-mi aspettavo che la squadra americana fosse più forte di così- disse Seika una volta che si fu seduto sugli spalti vicino alle ragazze.

-concordo, quel lanciatore non era niente di che, avrei fatto solo fuori campi, oh aspettate io faccio sempre solo fuori campi!- disse Juri mentre addentava una banana che gli aveva passato il padre per darle forza prima della partita.

-sei sempre la solita- disse Fujio mentre guardava con faccia scandalizzata la sorella mentre mangiava due banane contemporaneamente.

-non è colpa sua se i vostri lanci fanno pena-disse Miya guardandosi le unghia laccate di giallo.

-ha parlato quella che va in crisi se la change up inizia ad alzarsi troppo-

-stai zitto Misao, non sono fatti tuoi!- disse la ragazza con lo sguardo più furente di sempre, o meglio uno dei più furenti di sempre, ma Misao Harada ci aveva fatto l'abitudine e non ci pensava nemmeno troppo.

-voi ragazze quando avete la partita?- chiese Goro mentre guardava il campo che veniva ripulito per permettere alle altre due squadre di giocare tranquillamente.

-dopo quella America contro Italia- disse Mineko con sguardo assente.

-e cioè?- chiese ancora il rosato.

-dopo questa partita ani-chan- gli rispose Akiko dandogli uno scappellotto in testa.

-quindi adesso gioca quella ricevitrice pazza?- chiese Seika guardando Ryoichi che si era fatto più attento mentre entravano le giocatrici dell'America.

-non è pazza- disse poi il moro senza degnare il suo ricevitore e sorridendo in direzione di Nagi che era appena entrata in campo. Toccava a lei battere per prima.

-Sei tuo fratello è partito!-

-lo so Haru, lo so-

 

 

Nagi era ansiosa, non solo perché stava per giocare la prima partita del torneo femminile della giornata, gli organizzatori infatti avevano deciso che in ogni stadio (ce ne era 4 in tutto) avrebbero giocato 4 partite, due del torneo maschile e due di quello femminile. Nagi era anche agitata perché il coach l'aveva inserita come prima in battuta, ma si poteva essere più matti di così? Di quel passo non sarebbe riuscita a fare una battuta decente!

L'aveva anche detto a Marc, ma lui aveva insistito perché iniziasse lei. Cos'era? Un modo per far tranquillizzare le ragazze della nazionale Italiana vedendo quanto faceva schifo alla battuta? Forse, ma se solo avesse visto un sorrisetto sulla faccia della lanciatrice avrebbe spedito la palla in orbita. Punto.

Nagi sentiva lo sguarda della ricevitrice su di lei. La stavano studiando. Potevano fare qualunque lancio, tanto non sarebbe riuscita a prendere nessuna palla con le basi vuote.

Nagi non si mosse e fece bene, perché quella palla era una ball bella e buona. Sorrise in direzione della lanciatrice che la guardò male. La seconda palla era una bella centrata. Nagi sorrise e mosse la mazza e la palla volò davvero in alto, solo che finì dritta dritta nel guantone della seconda base. Sentì i fischi dagli spalti e guardò male in direzione degli spalti e tutti, o quasi si zittirono. Quelli che non lo fecero erano i tifosi italiani che non la smettevano di ridere. Nagi si sarebbe vendicata, poco ma sicuro.

La sua possibilità di vendetta si avverò durante il nono inning. Dopo una serie di battute andate a male e bunt messi per far guadagnare basi alle altre ragazze della sua squadra era arrivato il suo momento alla battuta. La squadra avversaria aveva già due eliminazioni e un punto di vantaggio. La lanciatrice era abbastanza tranquilla perché era prontissima a contrastare un bunt di Nagi, ma Nagi non aveva la minima intenzione di fare un Bunt. Tutte e tre le basi erano occupate, quale miglior occasione per dimostrare quanto valeva?

Aspettò con calma quella palla e sorrise non appena la vide arrivare. Una palla interna, proprio come piaceva a lei. Si posizionò e batté al momento giusto, la palla si alzò nel cielo. Nagi iniziò a camminare tranquilla verso la prima base mentre le altre ragazze correvano. L'esterno destro inseguì la palla fino alla fine del campo, ma non ci fu niente da fare. La palla colpì con forza la recinzione intorno allo stadio. Nagi alzò il braccio in segno di vittoria e dopo un secondo di silenzio lo stadio iniziò ad esultare. La squadra di casa aveva appena fatto un fuoricampo con i fiocchi, portando a casa quattro punti e mettendo la parola fine alla partita.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


-Vedete quelli sono dei fuoricampi con i fiocchi!- disse Kiyo alzandosi mentre la squadra Americana e quella Italiana facevano il saluto finale. L’ultima battuta di Nagi aveva sorpreso tutto lo stadio, soprattutto perché non era riuscita a prendere la maggior parte delle battute. Nessuno si sarebbe aspettato un fuoricampo.
-Ryoichi la tua ragazza è in gamba!- disse Goro sorridendo in direzione del cugino attirando lo sguardo curioso di Haruichi e Satoru.
-Nagi non è la mia ragazza- disse il moro a bassa voce facendo ridere Sei.
-oni-san sei cotto!- disse infatti la rosata lasciando un bacio sui capelli del fratello prima di alzarsi per andare a disputare la loro prima partita.
-Ryoichi che rapporti hai con l’americana?- fu la domanda di Furuya Satoru una volta che tutte le ragazze se ne furono andate insieme al Boss, Miyuki e Yuki.
Ryoichi sobbalzò per lo spavento.
-nessuno, ci siamo conosciuti ieri per caso alla festa e oggi ho fatto qualche lancio con lei, niente di più. Sono gli altri che si inventano le cose- disse tutto d’un fiato il ragazzo facendo sorridere Haruichi.
-sarebbe bello che ti trovassi una ragazza che ama il baseball- disse il rosato vedendo diventare il figlio sempre più rosso.
-PAPÀ- disse infatti questi prima di alzarsi e incamminarsi verso una menta non ben definita. Non voleva stare al centro delle attenzioni, odiava stare al centro delle attenzioni. Tranne sul monte. Sul monte si sentiva tranquillo, come se nessuno potesse fargli del male.
Mentre pensava andò nuovamente a sbattere contro qualcuno. Era diventata una prassi in quei giorni a quanto pareva.
-scusa!- disse per poi sentire una risatina e incrociare gli occhi castano dorati di Nagi.
-abbiamo preso l’abitudine di scontrarci- disse la ragazza sorridendo -congratulazioni per aver passato il primo turno!-
-non ti dispiace che abbiamo battuto la tua squadra?- chiese Ryoichi confuso dalla felicità della ragazza.
-dopo quello che mi ha fatto quello stronzo del mio ex li odio tutti quanti!- disse la ragazza -tifo per voi-
-sono felice di avere un fan in più! Complimenti anche a te per essere passata avanti- disse il ragazzo ricordandosi del bellissimo fuoricampo della ragazza.
-senza di me sarebbero perse. Comunque mi scontrerò con il Giappone alle finali, se tutto va bene- continuò la ragazza incrociando le dita.
-ti troverai contro dei mostri. Kiyo e Juri hanno delle battute potentissime- disse Ryoichi scuotendo la testa al pensiero delle battute dei due mostri.
-allora è meglio se mi veda questa partita-
-se vuoi possiamo vederla insieme? Sono scappato dai miei che non facevano altro che tormentarmi-
-mi farebbe davvero piacere- disse Nagi sorridendo per poi prendere per mano il ragazzo e trascinarlo nella parte degli spalti riservata al personale medico. Ryoichi la guardò preoccupato.
-sicura che possiamo stare qui?-chiese infatti il moro.
-tranquillo, mio padre è un fisioterapista e mi ha lasciato i pass per stare in questa zona, tanto non verrà- disse la ragazza facendo un sospiro sconsolato. Quando mai suo padre aveva visto una sua partita? Solo quando aveva iniziato a giocare, precisamente all’età di 7 anni, era andato a qualche sua partita. Solo per riderle in faccia dopo che aveva cercato di fare un lancio sul monte ed era finita davvero male. Da allora non era più andato a vedere una sua partita. Nagi non sapeva nemmeno se il padre era al corrente che non era una lanciatrice ma una ricevitrice.
I due ragazzi si sedettero tranquillamente ai posti riservati al signor Miky e, mentre Nagi salutava la maggior parte delle persone presenti (che si congratulavano con lei), Ryoichi guardava ansioso il campo di gioco dove erano in posizione le ragazze. Avrebbero iniziato in difesa con Mineko sul monte.
-allora cosa mi dici delle ragazze della squadra giapponese?- chiese Nagi una volta che finì di parlare con le altre persone li presenti.
-e secondo te io ti dico i nostri segreti-
-si fa un favore a un’amica una volta ogni tanto, e poi io mi dimenticherò tutto fino alla finale- Ryoichi sorrise felice e poi disse:
-comunque quest’anno la nazionale giapponese è formata quasi interamente dal Seido, quindi siamo troppo forti per essere battuti-
-il Seido? Quel Seido? Il liceo di Miyuky Kazuya e Chris Takigawa?- chiese Nagi con gli occhi che le brillavano.
-si..-
-oddio! Io li adoro! Sono tra i migliori ricevitori di tutti i tempi! Ho preso in mano il guantone da ricevitrice solo perché ho visto una partita nella quale giocava Miyuki! Cavolo lo voglio conoscere!- Nagi era partita a raffica lasciando molto confuso il povero Ryoichi. Il ragazzo si aspettava tutto, tranne che conoscesse la sua scuola, e soprattutto quei due ricevitori. Okay che entrambi avevano giocato a livello mondiale, ma Miyuki aveva smesso di giocare quasi 10 anni prima, era parecchio strano che una ragazza dell’età di Nagi lo conoscesse come ricevitore.
-tu li conosci?- chiese dopo un po’ la ragazza guardando con curiosità l’inizio della partita.
-si. Miyuki è qui in veste di aiuto coach e lo fa anche durante gli allenamenti del Seido..-
-tu vai al Seido? Miyuki è qui?- disse la ragazza bloccando la frase del ragazzo.
-si e si. Ti piace tanto Miyuki-
-è stato lui la mia seconda ispirazione. È ovvio che mi piaccia-
-seconda? E chi è stata la prima?-
-Narumiya Mei. Avevo quattro anni quando ho visto la partita Giappone-America e c’era lui sul monte. Volevo diventare una lanciatrice, ma non è cosa mia- disse Nagi guardando con interesse la partita.
-sai che c’è anche lui qui?- chiese Ryoichi abbastanza sorpreso della rivelazione della ragazza.
-DAVVERO? DOVE SONO?- chiese la ragazza alzandosi di botto dagli spalti e incamminandosi verso l’uscita. Ryoichi la seguì per poi mettersi davanti alla ragazza e camminare in direzione degli spalti dove si trovavano tutti gli altri. Sapeva già che i suoi zii avrebbero iniziato a fare domande strane vedendolo arrivare con Nagi, va non se ne curava troppo, anche perché molto probabilmente la ragazza avrebbe urlato alla vista di Mei.
E così fu, non diede nemmeno il tempo a Ryoichi di presentarla che si fiondò dritta da Mei che in un primo momento la guardò confuso per poi sorridere capendo quello che stava dicendo la ragazza. Dopo essersi fatta la foto con Mei la ragazza si era accorta anche di Chris es era corsa come una pazza nella sua direzione mentre Ryoichi si andava a sedere quatto quatto vicino al padre.
-Vedo che la tua ragazza conosce già metà di noi- gli disse Yoichi ghignando mentre Haruichi e Ryosuke se la ridevano.
-non è la mia ragazza, e poi deve ancora vedere Miyuki. Appena lo vedrà succederà il finimondo. Lo adora- disse il ragazzo massaggiandosi le tempie stanco. Nagi strillava come a che.
-Furuya Satoru!- gridò dopo un po’ l’americana e si fiondò verso l’ex lanciatore del Seido che rimase immobile mentre la ragazza gli parlava in inglese con gli occhi a cuoricino. Poi capendo che erano complimenti quelli della ragazza, Satoru iniziò a sorridere compiaciuto.
-bene, conosce anche tuo padre- disse Ryosuke sghignazzando.
-mi ricorda un po’ qualcuno- disse Yoichi guardando la ragazza.
-anche a me- disse Haruichi incrociando lo sguardo di Yoichi e capendo immediatamente di aver pensato alla stessa persona.
Un urlo si levò nell’intero campo attirando l’attenzione di tutti i presenti. Kiyo aveva fatto il primo fuoricampo della partita.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Durante i successivi cinque giorni del mondiale ne Nagi ne Ryoichi riuscirono a vedersi, troppo impegnati con gli allenamenti delle loro squadre. Nagi non era riuscita nemmeno una volta ad incontrare Miyuki e la cosa aveva iniziato a darle leggermente sui nervi. Com’era possibile che tutte le volte che aveva incontrato di sfuggita le squadre americane Miyuki non era presente?
Nagi si riscosse dai suoi pensieri non appena una palla le finì dritta sulla spalla sinistra facendole perdere l’equilibrio precario che già aveva. La castana si trovò con il sedere per terra e guardò male la bionda sul monte che se la rideva tranquillamente seguita a ruota da tutte le altre ragazze. Imogen era passata da essere la persona più dolce del mondo a quella più odiosa e da quando Nagi aveva scoperto tutto di lei e Taric, Imogen non faceva altro che rovinarle la vita facendole prendere mille rimproveri dal coach.
Nagi non la sopportava più infatti si alzò in fretta e in furia andando come una pazza verso la ragazza che aveva difronte.
-o la smetti di lanciare a cavolo o ti scordi di avere me come ricevitrice- disse la castana arrabbiata. Nelle ultime gare aveva fatto l’arte dei pazzi per impedire alle altre squadre di batterle. Erano arrivate incolumi alla semifinale contro la Germania e non vedeva l’ora di superare quella partita che avrebbero giocato di li a mezzora, anche perché il Giappone aveva battuto quella stessa mattina la Cina ed era arrivato in finale. E Nagi moriva dalla voglia di giocare contro le ragazze del Giappone.
-okay allora non giocare. Che ricevitrice è quella che non riesce a prendere i lanci della sua lanciatrice?- disse la ragazza facendo ridere le altre che erano li vicino e attirando l’attenzione del coach.
-cosa sta succedendo qui?- chiese infatti Marc avvicinandosi alle ragazze preoccupato. Mancava poco alla partita.
-Nagi ha deciso che non sono degna di avere lei come ricevitrice- disse Imogen.
-Nagi cosa…-
-non è per niente vero. Ho detto solo che ti scordi di essere parata il culo da me nella prossima partita. Stai lanciando da schifo- disse la castana iniziando ad arrabbiarsi.
-non litigate. Facciamo così, Sonja in questa partita sarai tu la ricevitrice, Nagi se ci sarà bisogno entrerai tu-
-COSA? HAI INTENZIONE DI SOSTITUIRMI?- chiese la ragazza arrabbiata, non era di certo colpa sua se Imogen non lanciava bene.
-si, non possiamo permetterci di perdere questa partita, e poi in questo modo avremo una battuta forte fin dall’inizio- disse l’uomo evitando di proposito lo sguardo deluso di Nagi.
-vado a cambiarmi- disse dopo la ragazza abbassando la testa e prendendo la giacca della sua divisa mentre faceva ruotare la spalla sinistra. Le faceva troppo male.
 
-lo hanno fatta apposta, ne sono sicuro- disse Miyuki mentre guardava la partita che avrebbe deciso la seconda finalista.
Ryoichi dal canto suo guardava il campo confuso. Perché non c’era Nagi? Si era fatta male? La squadra Americana stava subendo di brutto l’offensiva tedesca, e la ricevitrice che stava al posto di Nagi perdeva la maggior parte dei lanci. Con Nagi non sarebbe successo.
-che fine ha fatto la tua ragazza Ryoichi?- gli chiese Mei guardando anche lui la partita preoccupato. Quella ragazza gli piaceva davvero molto.
-non è la mia ragazza, e non lo so- disse il moro cercando di guardare nella panchina americana, ma da quella distanza non riusciva a vedere niente.
-è davvero un peccato, sono già a due out, se ne eliminano un'altra per la squadra americana è la fine- disse Chris. Aveva ragione, la squadra tedesca aveva fatto poco più di 14 punti in 4 inning lasciando a 0 l’altra squadra. Un’altra eliminazione e la partita sarebbe finita lasciando l’amaro in bocca all’America. In quell’ultimo inning erano riusciti a prendere tutte e tre le basi, ma nessuno era riuscito a portare almeno un corridore in casa base.
-state zitti, Marc ha appena chiamato un cambio- disse Miyuki seguendo attentamente i gesti del suo ex compagno di squadra.
-CAMBIO BATTITORE: ESCE JACKSON 16 RICEVITORE, ENTRA MIKY 2 RICEVITORE- annunciò lo speaker mentre Ryoichi guardava attentamente Nagi che entrava in campo con la mazza sulla spalla. Non sembrava infortunata o altro.
 
Nagi aveva litigato con Marc durante tutta la partita. La scelta di non schierarla da subito era andata contro Marc che le aveva chiesto molte volte di entrare in campo nonostante i continui no della ragazza.
“-mi fa male la spalla per colpa della tua lanciatrice, non entro-” gli aveva detto la ragazza che era rimasta con la giacca della divisa tutto il tempo. Alla fine Nagi era stata costretta ad entrare.
“-comunque andrà avremo perso lo stesso. Almeno facciamo un punto-” gli aveva detto Marc prima di spedirla in campo con la mazza.
Nagi si posizionò per la battuta e guardò il tabellone per poi sospirare.
-volevo davvero giocare contro il Giappone- sussurrò più a se stessa che alla ricevitrice che stava vicino a lei.
Poi guardò la ragazza e sorrise: -una palla precisa, grazie- disse per poi guardare la lanciatrice e posizionarsi meglio.
La lanciatrice lanciò la sua palla, una bellissima Forkball che Nagi colpì con tutta la sua forza prima di mollare la mazza e correre con tutta la sua forza. La spalla le faceva malissimo, anche perché da brava stupida non si era riscaldata, ma il suo pensiero fisso era arrivare in casa base prima che gli esterni raggiungessero la palla. Un boato la distrasse guardò in alto, giusto il tempo di vedere la palla che colpiva il tabellone e cadeva regalando ben quattro punti alla sua squadra.
Era riuscita a fare un fuoricampo. Le vennero le lacrime agli occhi. Se avessero fatto solo un altro punto la partita sarebbe continuata. Arrivò in casa base il più velocemente possibile con il cuore colmo di speranza, ma alla battuta in quel momento c’era Imogen che, ancora provata per i suoi mille sbagli durante la partita sbagliò completamente la battuta facendo fare il terzo out alla Germania.
I fischi dell’arbitro segnarono la fine della partita. Nagi trattenne a stento le lacrime. Per un piccolissimo momento ci aveva sperato, ma era tutto finito.
 
Una volta negli spogliatoi Nagi prese tutte le sue cose e uscì di corsa, non aveva intenzione di parlare con nessuno. Marc cercò di fermarla, ma inutilmente. La ragazza corse fuori dallo stadio e si fermò a guardare il traffico che scorreva veloce. Quell’attimo di immobilità permise a Ryoichi di raggiungere la ragazza che appena lo vide si buttò tra le sue braccia e scoppiò a piangere mentre Ryoichi la stringeva di più a se.
-volevo giocare contro il Giappone- disse fra i singhiozzi la ragazza.
-lo so- le disse il moro continuando a stringerla.
-non è giusto, è tutta colpa di Imogen, quella Baka!- continuò la ragazza.
-dove l’hai imparata quella parola?- le chiese Ryoichi sorpreso.
Nagi si asciugò le lacrime con la felpa che aveva addosso e sorrise.
-sono per metà giapponese e ogni tanto mio padre se ne esce con parole giapponesi, credo che sia perché mia madre lo abbia influenzato troppo, e quindi ogni tanto scappa anche a me-
-quindi Nagi è il diminutivo di Nagisa?- chiese Ryoichi sorridendo mentre Nagisa annuiva.
-Domani verrai a vedere la partita?-
-non lo so, ma farò lo stesso il tifo per te. Ora devo andare, grazie di tutto- disse la ragazza lasciando un bacio sulla guancia del ragazzo e andando verso il pullman che si era appena fermato.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Nagisa guardò sorpresa il padre che stava preparando la cena fischiettando. Erik Miky non cucinava mai, solo quando era strettamente necessario, anche perché combinava disastri ogni volta che ci provava. Avevano dovuto cambiare cinque volte il forno visto che il padre l’aveva distrutto cercando di cucinare delle ciambelle.
-cosa stai facendo?- chiese la ragazza poggiando a terra il borsone e correndo in direzione del padre che le sorrise mentre mescolava con energia l’impasto all’interno della ciotola.
-ti preparo i pancake- disse l’uomo che non perse il sorriso nemmeno quando Nagisa lo guardò scettica.
-e perché?- chiese ancora la ragazza seguendo attentamente i movimenti del padre.
-perché so cos’è successo alla partita di oggi- Nagisa continuò a guardare l’impasto scettica.
-te l’ha detto Marc-
-ovvio-
-ma questo non è un buon motivo per cercare di far saltare in aria la cucina visto che l’abbiamo cambiata qualche settimana fa- disse la ragazza mettendosi le mani sui fianchi. -e poi non c’è bisogno di tirarmi su il morale, sapevo che non saremmo mai riuscite ad arrivare alla finale, anche se non vedevo l’ora di scontrarmi con il Giappone- Erik annuì e poggiò la ciotola sul piano cucina.
-non è solo quello il motivo. Avevo intenzione di prepararteli per un’altra cosa- Nagisa guardò il padre alzando scettica un sopracciglio.
-mi hanno dato un trasferimento e io ho accettato- disse tutto d’un fiato l’uomo.
-e allora?- chiese la ragazza approfittando di quell’attimo di distrazione per rubare la ciotola al padre e continuare a mescolare l’impasto. Le era venuta voglia di pancake.
-non si tratta solo di trasferirsi di pochi chilometri. Si parla di andare oltre oceano Nagi- disse il padre distogliendo i suoi occhi dorati da quelli identici della figlia.
-dove ti hanno mandato?- chiese curiosa la ragazza. Non aveva minimamente voglia di imparare una nuova lingua. Poteva trattarsi di qualunque paese e, nonostante odiasse tutte le persone della sua città non voleva cercare di creare nuovi rapporti con persone completamente sconosciute.
-Tokyo- Nagisa sgranò gli occhi e sorrise. Si sarebbe aspettata di tutto tranne il Giappone, anzi non ci aveva minimamente pensato.
-Davvero? Quando partiamo?- chiese la ragazza tutta felice.
-dopodomani, credevo non volessi cambiare paese. La tua faccia prima diceva l’esatto contrario-
-ma è il Giappone! Potrei andare al Seido! Oddio il Seido- Erik guardò la figlia sorpreso, ma sorrise, almeno non l’aveva presa male.
-da quanto tempo sai del trasferimento?- chiese dopo un po’ la ragazza.
-da quasi due mesi, non ti ho detto niente perché non volevo metterti pressione, soprattutto visto che avevi i mondiali giovanili da disputare-
Nagisa annuì, se il padre glielo avesse detto subito non sarebbe stata tanto contenta. Anzi avrebbe protestato per rimanere in America con Adel.
-domani non potrai andare a vedere la partita lo sai vero?- il sorriso di Nagi scomparve, per poi ritornare più luminoso.
-non fa niente, entrerò nella loro stessa scuola quindi potrò vedere le loro partite tutte le volte che voglio-
-e chi ti dice che entrerai al Seido?- Nagi gonfiò le guance indignata.
-riuscirò ad entrarci, stai a vedere! E entrerò anche nella squadra femminile di Baseball e incontrerò Miyuki Kazuya- Erik continuò a sorridere.
-questo accadrà solo quando riuscirai a fare una Cross-fire dal monte-
-PAPA’!- gridò la ragazza. -non si gioca sulle debolezze degli altri. E poi voglio vedere te lanciare una cross-fire dal monte. Anche il più scarso dei battitori riuscirebbe a colpirla-
-no se nascondo il braccio facendo un muro- borbottò l’uomo per poi scompigliare i capelli sulla testa della figlia.
-visto che ci sei finisci tu di preparare i pancake, io inizio ad impacchettare la mia roba- disse il castano uscendo dalla cucina.


 
 
-la tua principessa non è ancora arrivata- disse Shihi sghignazzando in direzione di Ryoichi che sembrava un fascio di nervi.
-non è la mia principessa quante volte te lo devo dire? E poi mi aveva già detto che non sarebbe venuta molto probabilmente- disse il maggiore dei Furuya nascondendo benissimo la sua delusione. Aveva sperato fino all’ultimo di poter vedere Nagi fare il tifo per lui durante la finale.
-terra chiama Furuya!- disse Miyuki sbattendogli le mani vicino la faccia e facendolo rinvenire.
-scusa- disse il ragazzo prendendo il bicchiere d’acqua che Goro gli stava porgendo.
-per un momento ho pensato che mi stessi ignorando di proposito come tuo padre, cerca di rimanere concentrato e ricordati che..-
-se sento la stanchezza e il caldo calarmi addosso vi faccio un segno e mi sostituite subito. Si lo so Miyuki-san non c’è bisogno di ripeterlo ad ogni partita- concluse il ragazzo che ormai si era stufato di quella prassi.
-i lanciatori sono tutti uguali- borbottò Miyuki prima di raggiungere Chris e sedersi al suo fianco e guardare Yuki e il Boss dare le ultime indicazioni ai ragazzi prima di scendere in campo.
-sbuffi troppo-
-ha parlato quello che non dice una parola tutto il tempo- Kazuya ricevette un’occhiataccia da parte del ricevitore, ma non aveva la forza di replicare. L’altro ricevitore continuò a guardarlo con curiosità.
-non iniziare Chris, la vita è mia e ne faccio ciò che voglio-
-non stavo dicendo niente- disse il più grande guardando i ragazzi che entravano in campo per giocare.
-no, però stavi per faro. Sappiate che non cambierò idea. Non ho la minima intenzione di farmi curare la spalla. Non gioco più- disse il più piccolo cercando di evitare il più possibile lo sguardo dell’ex ricevitore.
-ma fai fatica anche ad allenare i ragazzi, per non parlare di quando ti sforzi troppo. Non sai mentire bene come credi Kazuya- Miyuki non rispose al ragazzo e rimase in silenzio lasciando cadere così la loro conversazione. Sapeva benissimo che Chris aveva ragione, ma non poteva di certo darla vinta a lui, a Yoichi e a Mei. Non in quel modo. Avrebbe sopportato il dolore, si era così tanto abituato in qui 20 anni che non trovava nemmeno logico andarsi a curare. Sapeva che Chris lo diceva per il suo bene, lui ci era passato, ma non voleva fare niente.
La cosa che lo faceva insistere di più nel non curarsi era quel sentimento di autopunizione che aveva. Era per colpa di quell’infortunio che Eijun l’aveva lasciato. Era un modo per punirsi, per far capire a quella sua testa bacata che se in quel momento si trovava da solo era solo per colpa della sua testardaggine. Testardaggine che lo faceva pentire in quel momento mentre guardava tutti i suoi compagni felici e con i figli che iniziavano a far parlare di loro.
Era vero che a volte ringraziava di non averli, soprattutto i primi tempi quando Yoichi e Mei erano impazziti, ma lo stesso si chiedeva come sarebbe stato avere dei figli suoi e di Eijun. Era proprio quando pensava a quella possibilità che si sentiva morire dentro. Era colpa sua e se ne doveva fare una ragione.
Troppo perso nei suoi pensieri l’ex stella dei Seido si accorse che la squadra giapponese aveva appena fatto tre punti. Miyuki sorrise. Quei ragazzi erano fortissimi, avevano messo insieme i migliori di tutto il Giappone e il ricevitore si stava già pregustando il torneo estivo per il Koshien. Sarebbe stato davvero un bellissimo torneo.

 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 9 ***


Nagi picchiettava distrattamente il piede a terra mentre guardava arrabbiata il cellulare che non ne voleva sapere di funzionare. Da quando era arrivata in Giappone con il padre il cellulare aveva iniziato a non funzionare e la ragazza era stata costretta ad andare cinque volte in un negozio per capire il problema. Cinque senza contare la prima volta che era andata da sola e non era riuscita a capire una parola di quello che il commesso le stava dicendo. Alla fine era andata con il padre, che con grande stupore della ragazza, parlava un giapponese molto fluente e si era fatto capire in due secondi dal signore.

Nagisa sapeva che doveva avere pazienza per il cambio di gestore, ma non ne poteva più di stare senza internet. Non sapeva nemmeno se le squadre giapponesi avessero vinto il mondiale.

Nonostante ciò era felice perché si trovava al Seido (AL SEIDO) e avrebbe chiesto direttamente ai ragazzi com’era andata. Non vedeva l’ora di rivedere Ryoichi. Nonostante non fosse un genio era riuscita a superare senza problemi il test per entrare nella scuola, ovviamente l’aveva fatto in inglese visto che spiccicava solo poche parole in giapponese, ma avrebbe imparato presto. Nagisa era felice anche perché quello stesso giorno avrebbe fatto il suo debutto nella squadra di baseball del Seido. Non vedeva l’ora.

Il suono della campanella fece ridestare Nagi che mise velocemente il telefono sotto il banco e guardò i suoi nuovi compagni entrare in classe. Li scrutò attentamente cercando volti conosciuti. Ma solo due persone attirarono la sua attenzione, erano un ragazzo e una ragazza con entrambi i capelli rosa. La ragazza aveva gli occhi grigi che fecero ricordare a Nagi la sera della festa prima del mondiale. Quella ragazza era andata a chiamare Ryoichi. Il ragazzo l’aveva visto molto probabilmente in campo perché non aveva un ricordo vivido della sua faccia.

Nonostante li avesse riconosciuti non disse niente e li seguì con lo sguardo mentre prendevano posto insieme agli altri ragazzi. Poco dopo entrò il professore e tutti si alzarono, Nagi lo fece con qualche secondo di ritardo presa alla sprovvista, e successe la stessa cosa quando si risedette.

Il professore iniziò a parlare velocemente in giapponese e la castana rinunciò a capirci qualcosa dopo le prima cinque parole. Troppo veloce. Dopo un po’ Nagi sentì alcuni ragazzi che dopo essere stati chiamati iniziavano a presentarsi, o almeno era quello che Nagi credeva. Presto arrivò il turno della ragazza rosata e Nagi prestò molta attenzione, ma l’unica cosa che capì fu il nome: Sei Furuya. Aveva lo stesso cognome di Ryoichi quindi forse erano parenti. Poi la ragazza fece i collegamenti e granò gli occhi ricordandosi che anche il cognome del lanciatore del Seido, Satoru, era Furuya.

-Kuramochi Goro- a quel nome l’altro ragazzo rosato si alzò e cominciò a parlare sempre facendo confondere Nagi.

-Miky Nagisa- Nagisa si alzò di scatto facendo rovesciare involontariamente la sedia e facendo ridere un bel po’ di gente. Si guardò intorno e si ritrovò gli occhi sorpresi di Sei e Goro puntati addosso.

--Ehm ecco io non so il giapponese quindi cosa dovrei fare?-- Chiese la ragazza in inglese grattandosi la testa in imbarazzo. Il professore la guardò per qualche secondo confuso, poi parve illuminarsi.

--Scusami, mi ero dimenticato di avere un’alunna straniera presentati-- le disse in un inglese stentato. Si vedeva che era arrugginito.

--Va bene sono Nagisa Miky sono nata in America e adesso vivo a Tokyo perché mio padre si è trasferito qui. Ah sono per metà Giapponese ma conosco solo qualche parola-- disse la ragazza molto lentamente cercando di farsi capire dai più, ma dalla maggior parte delle facce perplesse della sua classe intuì che avevano capito poco e niente. Solo i due rosati sembravano aver capito tutto quello che aveva detto.

Nagi alzò la sua sedia e si risedette tranquillamente al suo posto tenendo lo sguardo il più basso possibile. Il professore riprese tranquillamente a parlare velocemente in giapponese dimentico della sua presenza.

La lezione passò molto lentamente anche perché era come se tutti i professori si fossero dimenticati della presenza di un’allieva straniera. Ogni tanto Nagi aveva lanciato sguardi in direzione dei due ragazzi, ma la prima era troppo impegnata a seguire attentamente la lezione e il secondo guardava sempre il cellulare.

Quando suonò l’ultima campanella Nagi si alzò come una furia e uscì dall’aula con altrettanta foga. In America era abituata a cambiare aula per ogni lezione, e stare tutte quelle ore nella stessa posizione e nella stessa aula non le aveva fatto per niente bene.

Solo dopo aver percorso mezzo corridoio si accorse di non sapere minimamente dove fosse il campo del club di Baseball. Si diede della stupida e iniziò a ritornare indietro quando si ritrovò i due rosati direttamente difronte.

--Ci stavamo chiedendo dove stessi andando con tutta quella foga senza saper orientarti nella scuola-- le disse in inglese la piccola Furuya sorridendole mentre l’altro ragazzo le sorrideva apparentemente tranquillo.

--dov’è il campo di Baseball?-- Chiese Nagi impaziente di sfogarsi con qualche battuta e perché no, qualche lancio (ovviamente non sul monte).

--sapevo che l’avresti chiesto, se ci avessi aspettati ti avremmo portata noi-- le disse prendendola sotto braccio imitato poi dalla ragazza e iniziando a camminare.

La trascinarono velocemente e non riuscì a imprimere bene nella memoria la strada, ma in quel momento non le importava, voleva solamente giocare a baseball.

Non ci misero molto ad arrivare, e Nagisa venne dolcemente trascinata da Sei nello spogliatoio per mettersi la divisa biancha della squadra. Mentre la ragazza si legava i capelli in una coda bassa nello spogliatoio entrò un gruppo di ragazze che Sei iniziò a guardare con interesse per poi sorridere.

-KIYO!- gridò la rosata per poi buttarsi fra le braccia della mora che era appena entrata.

-con calma fragolina, sembra che non ci vediamo da secoli!- disse la mora stringendo comunque l’altra ragazza in un abbraccio.

-indovina con chi mi hanno messa in classe- disse Sei alla mora che nel mentre aveva iniziato a cambiarsi. A Nagi quella ragazza sembrava familiare, ma non si ricordava dove l’aveva vista.

-con il tappo!- disse Kiyo sospirando esasperata.

-come fai a saperlo?- chiese Sei abbastanza confusa.

-io sono finita con Shiki e Zenko, era l’unico rimasto-

-oddio sei finita con quei due– Sei iniziò a ridere come una pazza ricevendo un’occhiataccia da parte della ragazza. Poi la rosata si incamminò verso Nagi e la trascinò verso la ragazza mora.

-ti ricorda qualcuno questo faccino– disse Sei togliendo il cappello a Nagi. Kiyo la scrutò per un po’ e poi sembrò avere un’illuminazione.

-oddio tu sei la ragazza di Ryoichi- disse la mora facendo capire alla povera Nagi sono il nome del lanciatore.

-come ci sei arrivata qui? - chiese la mora in direzione di Nagisa mentre Sei rideva per la frase precedente pensando che se l’americana avesse compreso le parole avrebbe protestato come era solito fare suo fratello.

--ecco potresti parlare in inglese non capisco ancora bene il giapponese-- disse Nagi grattandosi dietro la testa in imbarazzo.

--nessun problema, come ci sei arrivata qui?-- chiese poi la mora sorridendo alla ragazza.

--mio padre si è trasferito per lavoro e io l’ho seguito e visto che molti giocatori che adoro sono usciti dal Seido ho deciso di iscrivermi qui--

--davvero e chi sono?-- chiese Sei mentre insieme alle altre due ragazze si incamminava all’aperto dove il boss stava controllando i ragazzi e le ragazze del primo anno aspettando che arrivassero tutti.

--Miyuki Kazuya, Chris Takigawa e Furuya Satoru-- disse la ragazza tutta contenta.

--quindi adori mio padre-- disse Sei iniziando a ridere per poi bloccarsi non appena il Boss le lanciò un’occhiata di avvertimento attraverso i suoi occhiali

--quindi Furuya è davvero tuo padre?-- chiese Nagisa con ammirazione.

--si si, anche se l’aspetto l’ho preso più dall’altro mio padre-- disse la ragazza indicandosi.

-BENE ADESSO INIZIEREMO LE PRESENTAZIONI DEI RAGAZZI DEL PRIMO ANNO, CHIEDO CORTESEMENTE SILENZIO- gridò il boss per poi dirigersi verso i ragazzi del primo anno. Nagi guardò confusa le due ragazze e Sei le spiegò a bassa voce cosa aveva detto il coach.

-Goro Kuramochi, interbase-

-Zenko Miyaguchi, lanciatore-

-Shiki Kanemaru, esterno destro- e continuarono così fino a quando tutti i ragazzi finirono di presentarsi. Il Coach passò dalla parte delle ragazze e fece un cenno alla prima di iniziare. Nagi non prestò minimamente attenzione anche perché non capiva una sola parola. Iniziò ad ascoltare solo quando arrivò il turno di Kiyo.

-Kiyo Yuki, seconda base– disse la ragazza sorridendo.

-Sei Furuya, interbase- disse la rosata al suo fianco.

Il Boss, come lo chiamavano le due ragazze annuì e puntò il suo sguardo, per quanto gli permettessero gli occhiali ovviamente, in quello di Nagi.

-Nagisa Miky, ricevitrice- disse la ragazza in giapponese, almeno sapeva quella parola. Sentì tutti gli sguardi puntati addosso, ma non abbassò lo sguardo. Il Boss annuì e passò avanti e la castana poté tirare un sospiro di sollievo.













P.S.: le parti tra --...-- sono i dialoghi in inglese.
 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 10 ***


Nagi aveva intravisto Ryoichi dopo le presentazioni, ma sfortunatamente era stata trascinata via da tutte le ragazze del primo anno senza riuscire a parlare con il ragazzo. Subito il Boss aveva messo i ragazzi del primo anno alla prova, nel senso che li aveva messi a correre dicendo un semplice: “correte fino a quando non mi ricorderò di voi” e se ne era andato dai ragazzi del terzo e secondo anno mentre loro erano stati affidati alla supervisione di un certo Ochiai che li scrutava massaggiandosi il pizzetto pensieroso.

Nagi aveva perso la cognizione del tempo e continuava a correre spedita non riuscendo ancora a credere di essere veramente finita al Seido, le sembrava ancora un sogno. La ricevitrice non si era nemmeno accorata di aver doppiato la maggior parte delle ragazze che avrebbero giocato con lei, aveva doppiato anche qualche ragazzo.

--Nagi come fai a non avere il fiatone?-- la riscosse dai suoi pensieri Sei mentre le correva al fianco con fatica. Nagi guardò la rosata e sorrise.

--di solito corro con tre copertoni attaccati alla vita, questo è niente--

--e come, di grazia ti è venuta l’idea dei copertoni?-- le chiese Kiyo mentre cercava di mostrare una resistenza fisica che ancora non aveva.

--mio padre, quando avevo sei anni e avevo appena iniziato a giocare a baseball gli chiesi come fare a diventare la migliore e lui disse: “prima inizia a correre con dei copertoni legati in vita e poni ne parliamo”. D’allora non ho mai smesso di farlo--

--ragazze se inizio a cedere il mostro lo dice al Boss?-- chiese ad un certo punto Goro raggiungendo le tre ragazze tutto scomposto per la fatica.

--secondo te cosa ci fa li? La bella statuina? Quei poveri disgraziati che hanno smesso di correre riprenderanno a farlo non appena finiranno di mangiare-- disse Sei indicando un groppo di ragazzi che si erano fermati. Nagi però non stava ascoltando più i tre ragazzi e sempre correndo si era avvicinata a una specie di sgabuzzino. Quando le tre giovani promesse si accorsero della scomparsa della ragazza lei si stava già avvicinando con un copertone legato in vita.

--tu sei pazza Americana-- le disse Kiyo scuotendo la testa mentre Sei ridacchiava.

--cosa volete! Mi sentivo strana senza copertone!-- tutti e quattro scoppiarono a ridere.

-Bene ragazzi per adesso basta- disse il Boss battendo le mani.

--adesso che avevo preso il mio amore-- si lamentò Nagi andando magia mogia a togliersi la ruota per poi raggiungere il Boss, aveva preso anche lei a chiamarlo così alla fine, e mettersi vicino a Kiyo e Sei.

-per coloro che non hanno fatto la corsa come avevo detto avranno una sorpresa dopo cena, ora passiamo ad altro- prese una pallina e si avvicinò all’angolo più lontano del campo –so che è un esercizio che si fa fare solo ad un tipo di giocatore ma voglio capire le vostre potenzialità-

Goro e Sei si guardarono gemendo di frustrazione.

--ti prego no! Sono più sicuro che la mia palla curverà peggio di quella che tirò Eijun-san-- disse il ragazzo mettendosi le mani sugli occhi. Nagi stava per chiedere a cosa si riferisse quando rimase praticamente spiazzata dal lancio che il Boss fece. La palla arrivò dall’altra parte del campo senza problemi, toccando la rete ed ad una velocità pazzesca.

Il boss fece provare a tutti, a Goro, come aveva anche preannunciato il ragazzo, la palla curvò vistosamente. A Sei camminò per un bel po’ poi si fermò a mezz’aria e cadde a terra attratta improvvisamente dalla forza di gravità. A Kiyo andò un po’ meglio, forse era stato il “muori” che la ragazza aveva gridato mentre lanciava la palla, ma comunque non andò vicino alla rete. Kiyo fece addirittura meglio di tutte le ragazze che si erano presentate come lanciatrici.

Alla fine arrivò anche il turno di Nagisa che guardò dubbiosa la palla che il Boss le stava porgendo. Quando la prese in mano constatò che era una normalissima palla, anche perché per un momento le era venuto il bruttissimo dubbio che quelle palle fossero appesantite da qualcosa e che il Boss lo stesse facendo apposta, e si posizionò all’angolo pronta a lanciare.

“tranquilla Nagi questo non è un monte! Vedi la terra è completamente piatta puoi lanciare tranquillamente come sai fare”. Andando a scavare nei cassetti più nascosti della sua mente Nagi prese la posizione da lanciatrice, che non usava più da quando aveva sette anni, e lanciò la palla con tutta la sua forza e svuotò la mente. O meglio immaginò il volto di Taric sulla rete, ma quello era normale.

Nagi guardò la sua palla volare consapevole che non sarebbe mai arrivata alla rete, ma si ritrovò con la faccia incredula non appena vide la palla che sbatteva violentemente contro la rete e che cadeva a terra. Si girò verso i tre ragazzi che avevano la sua stessa faccia incredula.

--sei sprecata come ricevitrice-- le disse in inglese l’omino di nome Ochiai mentre si lisciava il pizzetto.

--devo concordare, da domani ti allenerai nel bullpen-- Nagi rimase scioccata.

--NO! Aspettate non posso! Io sono una ricevitrice, faccio schifo a lanciare!-- tentò di protestare la ragazza. Fare la lanciatrice era sempre stato il suo sogno, ma sapeva che non poteva. Aveva un blocco che non riusciva a superare, e poi si era così abituata a comandare che le sembrava alquanto raccapricciante l’idea di essere comandata a bacchetta da un’altra ricevitrice.

--si vede come fai schifo, domani nel bullpen-- e con questo i due Coach se ne andarono lasciandola a bocca aperta.

 

 

--come mai quella faccia sconsolata? Dovresti essere felice, sei riuscita dove ho fallito pure io-- cercava di tirala su Kiyo mentre erano nella mensa e Nagi mangiava la sua quarta scodella di riso, si quarta.

--no che non lo sono, non so lanciare. Io sono una ricevitrice!--

--ti stai comportando da primadonna, come ogni lanciatore si rispetti tesoro-- le disse Shiki che insieme a Zenko si era unito al loro gruppo per mangiare. Non era arrivato ancora nessuno dei ragazzi del secondo e terzo anno.

--posso avere l’atteggiamento, ma credimi sono peggio quando ricevo--

--o quando fai quegli Home Run pazzeschi-- disse Zenko.

--quelli sono quando ho basi piene e le palle vengono lanciate con una precisione maniacale altrimenti vado avanti a bunt-- i cinque ragazzi si guardarono confusi.

--cosa c’è è quello che succede ogni santa volta--

--mai fatto bunt in vita mia-- disse Kiyo.

--cara tu sei figlia di due mostri degli Home Run--

--questi sono solo dettagli-- disse la ragazza finendo finalmente la sua terza scodella di riso.

-tesorini avete mangiato tutto?- disse una ragazza dai lunghi capelli rosa mettendo una mano sulla spalla di Sei e l’altra su quella di Goro.

-certo mamma!- disse Goro alzando gli occhi al cielo mentre sei iniziava a mangiare la sua prima scodella di riso.

-brava tesoro altrimenti te ne faccio mangiare il doppio- disse la ragazza strapazzando una guancia di Sei per poi sedersi tra i due rosati e iniziare a mangiare con gusto.

-dove sono gli altri?-

-Yuya e Nene somo rimaste nel Bullpen come Ryo e Seika. Dayo e Akiko stanno prendendo da mangiare mentre Mineko e Tadao stanno da qualche parte ad amoreggiare come loro solito– disse la ragazza con tranquillità. Come se fosse la routine, cosa che era vera, ma dettagli.

--ragazzi io vado a dormire ci vediamo domani..forse-- disse Nagi alzandosi dal tavolo e uscendo dalla mensa abbattuta.

-ma quella è la ragazza di Ryo!- disse ad un certo punto Haru che aveva scrutato la ragazza per tutto il tempo cercando di capire chi fosse. -perchè sembra a metà tra l’arrabbiata e il delusa?-

-perchè il boss le ha cambiato ruolo- le rispose il fratello mentre guardava uscire Nagi dalla mensa.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Ryoichi fu l’ultimo a raggiungere i ragazzi in mensa, perché era stato trattenuto da Chris che gli aveva dato una pergamena di esercizi da fare e glieli aveva anche spiegati. La prima cosa che fece Ryoichi appena arrivato in mensa fu quello di cercare il tavolo con tutti i ragazzi, la seconda fu quella di cercare Nagi. Era rimasto davvero sorpreso quando l’aveva vista parlottare con sua sorella e aveva avuto un’irrefrenabile voglia di andare a parlarle. L’unico problema era stato il Boss che li aveva subito divisi e lui non aveva avuto tempo di fare niente.

Purtroppo non riuscì a trovare la ragazza e mogio mogio andò a sedersi con i suoi amici.

- Ryo tutto okay?- gli chiese la sorella vedendo che non aveva nemmeno salutato.

Ryo la ignorò bellamente e mangiò con calma la sua scodella di riso.

- se eviti di fare come papà forse ti posso aiutare- continuò la ragazza conscia che di li a poco il ragazzo avrebbe aperto bocca. O almeno sperava.

- dov’è Nagi?- chiese in un sussurro il ragazzo.

- in camera sua. Era arrabbiata perché il Boss le ha cambiato ruolo-

Ryoichi si girò verso la sorella confuso.

- come le ha cambiato ruolo, ma se è bravissima! È riuscita a prendere una mia veloce senza problemi-

- ha fatto la solita storia del lancio sulla rete e lei è stata l’unica che l’ha colpita quindi le hanno cambiato ruolo- disse Kiyo che stava seguendo la conversazione dei due, come del resto tutti gli altri ragazzi.

- davvero?- chiese il ragazzo sorpreso, aveva sentito la forza che Nagi metteva nei lanci quando gli aveva passato la palla.

- si, e pensa che io sono stata quella più brava dopo di lei- continuò Kiyo felice come una pasqua.

- ecco cos’era quel “muori” che si è sentito per tutto il campo- disse Dayo ricevendo poi una linguaccia dalla sorella.

- quindi domani la troverò nel bullpen?- chiese curioso Ryoichi.

- si e molto probabilmente arrabbiata a dismisura e non ti rivolgerà nemmeno la parola- gli disse Goro sorridendo.

- ah ah molto divertente Go, davvero. Comunque come può una persona che ha sempre giocato in ruolo cambiare così drasticamente?-

- vuoi che ti faccia qualche esempio?- gli chiese Yuya sorridendo in direzione dell’altro lanciatore.

- Yu non ti da fastidio che ci sia un’altra lanciatrice?- le chiese Akiko curiosa.

- no, se rimango abbastanza costante sarò l’asso anche per il mio ultimo anno. E poi non ho problei con i lanciatori a staffetta-

- tesoro guarda che ci sono pure io- le disse Mineko staccandosi da Tadao.

- di certo non dimentico le tue veloci paurose, ma come ho detto prima non ho problemi. l’unica che potrebbe averne è Nene se il Boss cambia idea-

- Ehi fate stare le cosa come stanno per il momento. Se poi mi rimpiazza come ricevitrice me ne farò una ragione- disse Nene alzando le spalle.

- oh la mia piccola dolce e tenera sorellina-

- Zenko taci che sei più piccolo di me-

- solo di un anno-

- ragazzi una domanda, ma chi le farà da ricevitrice?- chiese ad un certo punto Sei. - delle ragazze abbiamo solo Nene che però è occupata con Yuya. Dei ragazzi idem con Seika, quindi che riceverà per lei?- la domanda della rosata fece riflettere tutti, ma nessuno riuscì a trovare una risposta.

 

 

La risposta arrivò il giorno dopo quando Nene, Yuya, Ryoichi e Seika entrarono nel bullpen e trovarono ad attenderli solo Chris e Miyuki. E Chris aveva le protezioni pronto per ricevere qualche lancio.

- papà perché sei vestito così?- gli chiese Yuya dubbiosa, mentre Seika scrutava solamente il padre confuso.

- perché dobbiamo mettere alla prova la nuova lanciatrice e Kazuya non può ricevere- il moro ricevette un ringhio in risposta dall’ex capitano, strano come il ragazzo, nonostante fosse rimasto in camera con Okumura avesse preso il suo modo di fare, o meglio di ringhiare quando una cosa non gli andava a genio.

- comunque dov’è la nuova lanciatrice?- chiese Nene e nemmeno il tempo di dirlo che nel bullpen entrarono il Boss con Nagi che veniva bellamente trascinata a forza con le braccia incrociate per dimostrare ancora di più tutto il suo dissenso per quella scelta.

- Nagi- disse Ryoichi non appena vide la ragazza che al suono di quella voce si girò in direzione del ragazzo e sorrise felice. Infondo non erano riusci ad incontrarsi il giorno prima. La ragazza non ci pensò due volte e andò ad abbracciare il ragazzo che ricambiò la stretta senza problemi cosa che fece alzare un sopracciglio a Yuya e Nene che erano abituate al ragazzino timido che non si spingeva molto nelle manifestazioni affettive.

--Bene Nagisa che ne dici di fare qualche tiro adesso?-- disse il Boss incrociando le braccia. La ragazza gemette di frustazione ma comunque prese un guantone e una palla e mogia mogia si andò a mettere al suo posto. Tutto questo sotto gli occhi attenti di Miyuki e Chris dei quali la ragazza non si era minimamente accorta.

Chris guardò il Boss e poi si posizionò e poi disse alla ragazza:

--voglio una palla centrale-- Nagisa alzò lo sguardo incredula.

--oddio Chris Takigawa! Non ci credo davvero avrò questo onore?-- disse la ragazza con gli occhi che le brillavano per l’emozione. Ryoichi non riuscì a trattenere una risata mentre vedeva la ragazza esaltata mentre parlava con Chris e quest’ultimo sembrava abbastanza sorpreso.

--Nagi vedi che c’è anche Miyuki-- disse dopo un po’ Ryoichi alla ragazza che si girò verso il sopracitato con occhi a cuoricino.

--oddio Miyuki Kazuya, non ci posso credere! Ho iniziato a giocare a Baseball dopo aver visto un Homerun che hai fatto durante la partita di 11 anni fa contro l’America! Sei praticamente il mio punto di riferimento!-- disse la ragazza sempre più contenta e mentre lo sguardo di Miyuki tradiva una sorpresa esagerata.

--possiamo cortesemente passare ai lanci-- disse il Boss al che la ragazza fece il saluto militare.

--agli ordini-- disse la castana per poi mettersi in posizione. Gli atri quattro ragazzi presenti nel bullpen si misero a guardare curiosi.

- è mancina- constatò Yuya quando la ragazza si mise in posizione.

Nagi stava tremando. Aveva paura di sbagliare il lancio e non solo perché le stava facendo da ricevitore Chris. No okay era proprio perché c’era Chris che aveva paura. Aveva deciso di sbagliare volontariamente in lancio, ma ora non poteva. Non poteva fare brutta figura davanti i due ricevitori che ammirava.

La ragazza ci provò e la palla finì nel guantone, per sua fortuna. Forse era tutto dovuto al fatto che si trovava nel bullpen e non sul monte. Era il monte che le dava problemi.

--visto non è tanto difficile-- disse il Boss notando la faccia triste di Nagi.

--il problema è il monte-- disse la ragazza sotto voce tanto che la sentì solo Chris e aggrottò la fronte curioso. Come il problema era il monte? Doveva riuscire a venire a capo di quella frase.

--un altro tiro- disse poi l’uomo riposizionando in guantone. Nagi annuì e si mise in posizione pronta a lanciare la sua seconda palla.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Nagi aveva lanciato per tutto il giorno diversi tipi di palle, o meglio ci aveva provato, solo che aveva avuto fortuna solo con il primo lancio perché gli altri gli erano andati vicino al guantone, ma non nella zona di stike. Delle perfette ball. Chris non si era scomposto più di tanto e l’aveva fatta lanciare senza pressioni, più o meno, vesti che non si spostava di un millimetro per prendere la palla.

Gli altri quattro ragazzi presenti nel bullpen furono messi subito in riga dal Boss e non ebbero molto tempo per guardare Nagi tirare.

Miyuki nel mentre guardava attentamente Nagisa. Non sapeva il prechè ma quella ragazza, che aveva visto anche alla festa per l’inizio del mondiale giovanile, le sembrava troppo familiare. Anche negli atteggiamenti che aveva, anzi soprattutto nei suoi atteggiamenti. Ma non riusciva proprio a capire chi gli ricordasse.

- a cosa stai pensando?- gli chiese Chris una mentre lasciavano il bullpen.

- Nagisa- disse soltanto l’uomo non degnando l’altro di uno sguardo.

- ai suoi lanci? O al fatto che ci ha acclamati come delle divinità scese in terra?- Miyuki sorrise, o meglio ghignò.

- io sono una divinità scesa in terra!- disse l’ex capitano guardando finalmente Chris che aveva uno strano sorriso sul volto. Di quelli che aveva visto rare volte.

- comunque stavo pensando a quanto quella ragazza somigli molto a una persona. E stavo cercando di ricordare la persona- Chris continuò a sorridere e ciò fece innervosire Miyuki. - cos’hai da sorridere?- chiese con tono alterato.

- i suoi lanci sono identici a quelli di Eijun, solo molto più veloci e potenti- Miyuki si bloccò di colpo accorgendosi che quasi tutto di quella ragazza gli ricordava Eijun. Il suo carattere estroverso ed espansivo, la sua forza di volontà, le scenate. Sembrava davvero Eijun.

- Miyuki tutto bene?- gli chiese Chris che in un primo momento non si era minimamente accorto che l’uomo si fosse fermato.

- si, solo che ho capito che quella ragazza mi ricorda Eijun anche per il carattere- poi fece un sorriso forzato e riprese a camminare.

 

 

--non è per niente giusto. Io voglio ricevere i lanci non farli!-- disse la ragazza sbuffando per la decima volta mentre insieme a Ryoichi camminava verso la mensa.

--tranquilla fino alla fine sono sicuro che ti faranno ricevere!--

--lo dici perché i miei lanci sono pessimi-- disse la ragazza ingobbendosi sempre di più conscia che se l’avesse vista suo padre l’avrebbe presa a schiaffi e avrebbe iniziato a parlare di quanto fosse importante tenere una postura corretta.

--no, perché si vede chiaramente che non vuoi lanciare-- Nagi sorrise.

--mi era mancato parlare con te, sai come tirare su la gente-- disse la ragazza prendendo sotto braccio il lanciatore facendogli imporporare leggermente le guance di distogliere leggermente lo sguardo.

--riesco a parlare così solo con te e mia sorella, con gli altri sono un tronco-- e mentre dicevano quelle parole entrarono in mensa e andarono dritti verso le due inservienti solo che furono bloccati a metà strada da un uomo con i capelli biondi che li scrutava con faccia arrabbiata.

- Okumura-san cosa… - iniziò a dire Ryoichi confuso, solo che non ne ebbe il tempo perché il ricevitore li prese tutti e due per il collo della maglia, ovviamente con qualche difficoltà nel caso di Ryoichi visto che era addirittura più alto di Satoru, e li trascinò tranquillamente nello studio dovo stavano seduti tranquillamente a parlare Miyuki e Chris.

- grazie Koshu. Puoi mettere la cassetta?- disse Miyuki alzandosi e indicando ai due ragazzi di sedersi sul divano. Non se lo fecero ripetere due volte visto la stanchezza che sentivano addosso. Koshu invece ringhiò in direzione dell’ex capitano, ma comunque fece quello che gli aveva detto.

--scusate se vi abbiamo chiamati così presto ma volevo farvi vedere una partita di pochi anni fa...--

--ma se eri appena diventato capitano del Seido!-- lo bloccò Chris mentre Miyuki sbuffava.

--sono comunque pochi anni--

--ma se sono più di vent’anni--

--ora non esagerare Koshu!-- Miyuki sospirò pesantemente e poi guardò i due ragazzi che se la stavano ridendo sotto i baffi --comunque questa è una partita della primavera del mio terzo anno dove ci sono due lanciatori del Seido. Ryoichi voglio che tu studi attentamente il primo lanciatore...--

--mio padre-- disse il ragazzo alzando gli occhi al cielo.

–...si tuo padre durante il crollo più brutto che abbia mai avuto nel quale si è giocato anche la maglia di asso per quell’estate. Voglio che tu comprenda bene cosa gli sia successo e sopratutto capire se stai finendo nel suo stesso problema.-- Ryoichi annuì mentre si preparava psicologicamente a vedere suo padre crollare.

--Nagi tu invece devi prestare attenzione a secondo lanciatore, i tuoi lanci sono molto simili ai suoi quindi vorrei che imparassi attentamente la sua tecnica, potrebbe aiutarti-- Nagi annuì alle parole di Chris anche se non si ricordava nessun altro giocatore del Seido con dei lanci particolari.

Okumura fece partire il video e i due ragazzi guardarono attentamente le immagini che scorrevano. Arrivati al momento del cambio di lanciatore il biondo fermò il video.

--aveva la testa da tutt’altra parte-- disse Ryoichi mentre tutti gli occhi erano fissi su di lui --e non riusciva a seguire bene le tue indicazioni Miyuki-san perché voleva lanciare una palla più veloce--

--esatto, non cercare di trovare una velocità mostruosa, l’importante che i tuoi lanci vadano dove richiede il tuo ricevitore. Per quanto uno più tirare velocemente non è detto che nessuno riesca a prendere la palla. Anzi le palle veloci sono le più pericolose. Quasi ogni squadra possiede una macchina sparapalle che raggiungono velocità molto alte. Potrebbero prendere la tua palla come un non niente. Concentrati più sulla precisione--

--si!--

--bene Okumura fai ripartire il video così possiamo vedere come Eijun abbia fatto spaventare a morte gli avversari-- disse Chris ridacchiando mentre Miyuki e Okumura gli lanciavano un’occhiataccia.

Nagi guardò attentamente l’entrata del numero 18 del Seido per capire meglio i suoi lanci. Solo che fu tremendamente distratta del suo aspetto. Perchè quel ragazzo gli ricordava tremendamente suo padre?

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Nagi era ancora scossa quando insieme a Ryoichi raggiunse la mensa dove erano stati riservati due vassoi solo per loro visto che era notte fonda e tutti gli altri erano andati a dormire. I due ragazzi si sedettero l’uno difronte all’altra e iniziarono a mangiare in silenzio. Silenzio interrotto dopo poco da Nagi.

--non avevo mai sentito parlare di quel lanciatore, come mai?-- chiese la ragazza alzando lo sguardo dalla scodella di riso e puntando i suoi occhi dorati in quelli rossi del ragazzo.

--non ha giocato per molto. Credo abbia smesso dopo il college, ma non ne sono molto sicuro perchè non ne parlano quasi mai-- Nagi guardò incuriosita il ragazzo incitandolo a continuare.

--per quanto ne so era il ragazzo di Miyuki-san e hanno avuto un litigio pesante e Eijun-san se ne andato senza dire niente a nessuno. Questo è successo più o meno 16 anni fa--

--eppure era davvero bravo come lanciatore--

--già, lui e mio padre erano rivali in tutti i sensi. L’altro mio padre si divertiva quando io e Sei eravamo più piccoli a raccontarci di tutto quello che combinavano Satouru ed Eijun, oppure di aneddoti relativi alla squadra del Seido quando c’erano loro-- Nagi ascoltava con interesse le parole del moro difronte a lei per poi ricordarsi della cosa che doveva chiedere al ragazzo.

--Ryo mi sono completamente dimenticata di chiederti chi ha vinto il mondiale. Non ho potuto seguire la partita perché ho dovuto sistemare le cose per poter venire in Giappone e non ho mai controllato, per non parlare del fatto che qui non mi prende internet--

--hai davvero dubbi su chi abbia vinto la partita?-- le chiese il ragazzo con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto. Nagi sorrise a sua volta.

--anche nel Baseball femminile?--

--ovvio con Kiyo e Juja era impossibile non fare punti-- il sorriso di Nagi si aprì ancora di più.

--avete fatto bene! Mi avete vendicata!-- Ryoichi scrutò la ragazza per un po’ pensieroso, poi decise di prendere coraggio e farle la domanda che voleva farle dal giorno della semifinale.

--come mai contro la Germania sei entrata dopo?-- vedendo che la faccia di Nagi stava diventando sempre più tetra si affrettò a dire: --ovviamente se non ne vuoi parlare non sei costretta, era solo una mia curiosità--

Nagisa sospirò pesantemente prima di spostare il suo sguardo sulla scodella di riso che stava mangiando, la seconda.

--Imogen non ne voleva sapere niente di tirare bene e mi sono arrabbiata con lei tanto che Marc, l’allenatore, ha deciso di non schierarmi subito. Si è pentito non appena è iniziata la partita e mi ha chiesto di entrare, ma io volevo dimostrargli come senza di me, che mi ero fatta in quattro per vincere le partite precedenti, loro non avevano nessuna possibilità di vittoria. Sono entrata solo per fare un punto e da brava stupida non mi sono nemmeno riscaldata a dovere e sono stata con la spalla dolorante per un’intera settimana-- disse infine la ragazza.

--sei molto fissata con il riscaldamento, l’ho notato anche il primo giorno del mondiale, come mai?--

--mio padre è un fisioterapista. Ha sempre detto che mi avrebbe lasciato giocare a baseball solo se fossi stata attenta e se avessi avuto più considerazione del mio corpo. Alla fine è diventata una cosa della quale nemmeno mi accorgo--

--beata te, Chris-san è costretto ogni santa volta a ripetermi di fare gli esercizi altrimenti mi dimentico e rimango con i dolori per molto tempo. Ho preso tutte le cose peggiori che si potevano prendere da mio padre--

--non dire così! Hai una buona resistenza--

--questo perché non mi hai visto giocare a mezzogiorno +, crollo dopo solo due lanci. E la stessa fine stavo per fare il primo giorno del mondiale, per fortuna è arrivata la nuvola che ha coperto il sole-- Nagi non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere davanti al ragazzo.

--Nagi guarda che non c’è niente da ridere è una questione seria questa!-- disse il ragazzo che andò contro le sue stesse parole iniziando a ridere con la ragazza. La risata di Nagisa era una delle più contagiose che avesse mai sentito.

Appena ebbero finito di mangiare entrambi presero i vassoi e li poggiarono sul ripiano rialzato dove di solito stavano le signore che gestivano la mensa. Si era fatto così tardi che anche loro erano andate a dormire.

--tu devi tornare a casa, ma ci sono pullman a quest’ora?-- chiese Ryo ricordandosi in quel preciso istante che la ragazza non alloggiava nel dormitorio.

--si passa fra un po’--

--ti accompagno alla fermata-- disse il ragazzo non ammettendo proteste e Nagi, ancora con la divisa che non si era cambiata per il poco tempo a disposizione, seguì il ragazzo fuori dai cancelli del campo e del dormitorio.

Il tragitto per arrivare alla fermata del pullman fu abbastanza lungo e silenzioso, non un silenzio teso. Il silenzio era piacevole ed entrambi lo utilizzarono per riposarsi un pochino, la stanchezza dell’intera giornata iniziava a farsi sentire prepotente tanto che Nagi parecchie volte chiuse le palpebre. Per sua fortuna c’era Ryo che la sorreggeva e non la faceva finire di faccia a terra. Una volta arrivati alla fermata entrambi si sedette sulla panchina.

--puoi andare se vuoi--

--voglio assicurarmi che tu salga sul pullman, anzi forse è meglio se vengo con te--

--Ryoichi non ti preoccupare. E poi non dovresti avere un permesso per uscire fuori dal dormitorio?--

--in teoria si, ma non potevo svegliare il Boss a quest’ora della notte. Non lo saprà nessuno tranquilla--

Nel mentre i due ragazzi parlavano arrivò l’autobus ed entrambi si alzarono.

--allora buonanotte e sta attenta. Mandami un messaggio appena sei arrivata a casa-- disse il ragazzo mentre Nagi saliva sul pullman.

--certo! Buonanotte!--disse lei sporgendosi per dargli un bacio sulla guancia, ma non si era accorta che anche il ragazzo stava facendo la stessa cosa e si ritrovarono a sfiorarsi le labbra. Appena se ne accorsero entrambi si staccarono di scatto rossi come dei pomodori e si guardarono negli occhi sorpresi. Non ebbero il tempo di dirsi niente perché le porte si chiusero e l’autobus partì lasciando un Ryoichi intontito alla fermata e una Nagi super extra imbarazzata che si metteva le mani nei capelli per capire cose fosse successo e perché le figure di merda le doveva fare tutte lei.

Quando la ragazza arrivò a casa, molto attenta a non svegliare il padre che stava bellamente russando sul divano, si chiese se era il caso mandare il messaggio a Ryo dopo quello che era successo.

Alla fine decise lo stesso di avvisarlo, non voleva farlo restare in pensiero e sopratutto quello che era successo era stato un incidente. VERO?

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Il giorno dopo Nagi era un fascio di nervi e ciò si vide soprattutto durante l’allenamento nel bullpen. Non riusciva a lanciare decentemente e tutte le palle finivano oltre il ricevitore. Chris tuttavia cercava di far rilassare la ragazza senza però ottenere risultati. Alla fine era stato costretto a sospendere l’allenamento e a farla riposare, cosa che in realtà non aveva giovato per niente a Nagi che si guardava intorno sempre più ansiosa. Non aveva ancora scambiato parola con Ryoichi anche perché lei era stata nel bullpen e il ragazzo sul campo da gioco perché stavano facendo un allenamento prima contro seconda rosa. Ciò inizialmente aveva fatto rilassare Nagi, ma poi si era ricordata che fino alla fine della giornata sarebbe stata costretta a parlare con il ragazzo quindi si era agitata troppo.

Tutta colpa di quel bacio involontario che si erano scambiati. com’era possibile che l’avesse scombussolata così tanto? Non era nemmeno riuscita a chiudere occhio la notte precedente e a dimostrazione c’erano le occhiaie che le contornavano gli occhi. Nemmeno quando aveva scoperto di essere innamorata di Taric aveva sofferto così tanto d’ansia. Possibile che quel ragazzo la sconvolgesse a tal punto?

--Nagi tutto okay?-- le chiese Sei sedendosi affianco alla ragazza che guardava il campo da gioco dove Ryoichi aveva appena fatto il terzo strike di fila.

--no-- disse solo la ragazza senza distogliere lo sguardo da campo.

--è successo qualcosa con mio fratello?-- chiese la rosa vedendo dov’era puntato lo sguardo della castana che annuì senza aggiungere altro.

--se vuoi lo posto pestare per te! Cosa ti ha fatto questa volta?-- Nagi si girò di scatto verso la ragazza spaventata.

--non è colpa di Ryoichi!-- Sei la guardò confusa.

--ieri quando mi ha accompagnata alla fermata ci siamo involontariamente baciati-- disse alla fine la ragazza diventando rossa come un pomodoro.

--oddio ma è una cosa bellissima Nagi!--

--bellissima un corno non so cosa fare adesso! E se non vuole più rivolgermi la parola? Io.. è la prima volta che mi sento in questo modo-- Sei guardava la ragazza e nel mentre sorrideva.

--vedrai che si risolverà tutto normalmente. Non farti troppi problemi l’hai detto tu stessa che è stato un incidente no? Può darsi anche che nasca qualcosa da quell’incidente-- Nagi guardò curiosa la sorella del lanciatore.

--cosa stai cercando di dirmi?--

--che tu non sei del tutto indifferente a mio fratello-- Nagi se è possibile divenne ancora più rossa e riposizionò il suo sguardo su Ryoichi che in quel momento aveva posato il suo sguardo rosso rubino su di lei. I due si guardarono per molto negli occhi. Il primo a distogliere lo sguardo fu proprio Ryoichi perché era stato chiamato per la battuta.

--prima di pranzo vi conviene parlarvi e risolvere la questione. Madò che bello avremo un’altra coppia!--

--Sei di cosa stai parlando! Non è detto che...---

--credimi Nagi voi due finirete insieme, se non oggi un altro giorno, ma comunque finirete insieme--

--è una cosa che praticamente hanno notato tutti e poi il piccolo Ryo si comporta in modo diverso quando è con te, direi quasi in modo più espansivo-- disse Kiyo che aveva sentito tutta la conversazione delle due ragazze e che si era seduta dall’altro lato di Nagisa.

--dite davvero?-- chiese l’americana ancora dubbiosa.

--certo! Fidati di noi. Sta succedendo la stessa cosa che è successa tra Tadao e Mineko e ora stanno insieme-- continuò a dire la mora sorridendo in direzione della ragazza.

--e stessa cosa che succedere tra te e Zenko--

--manco morta mi metto con quello-- disse la ragazza sentendo le parole di Sei che nel mentre se la rideva.

--o dai si vede lontano un miglio che ti piace Zenko--

--questo non è per niente vero fragolina. Ti stai inventando tutto-- Nagi guardava le due ragazze litigare e sorrise curiosa.

--e a te chi piace Sei?-- chiese la ragazza attirando completamente l’attenzione delle due ragazze su di se.

--nessuno-- disse la rosata diventando completamente rossa.

--il rossore sulle tue guance dice l’esatto contrario-- le disse Kiyo sorpresa della sua reazione. Non avrebbe mai immaginato che alla sua piccola fragolina potesse piacere qualcuno.

--si okay mi piace una persona, ma non è del Seido e non ho speranze quindi è inutile-- si arrese alla fine la ragazza.

--e di quale squadra? Lo conosco?-- chiese sempre più curiosa Kiyo mentre Nagi si era alzata perché i ragazzi stavano uscendo dal campo e lei voleva andare a parlare con Ryo. Aveva trovato un pizzico di coraggio.

--non te lo dico. Devi passare sul mio cadavere per scoprirlo-- disse Sei incrociando le braccia al petto.

--ciao ragazze, di cosa state parlando?-- chiese Ryoichi avvicinandosi alle tre ragazze guardando un po’ più a lungo Nagi per poi arrossire e distogliere lo sguardo.

--Ryo-kun a Sei piace una persona ma non mi vuole dire chi è-- disse Kiyo guardando il fratello della sua migliore amica che metteva su la sua faccia da indifferenza pura.

--KIYO!-- gridò invece la ragazza diventando rossa.

-chi sarebbe questo qui?- chiese Ryoichi fissando la sorella.

-se non l’ho detto a loro figurati se lo vada a dire a te che poi insieme a papà fai la strage- disse la ragazza andandosene tutta infuriata seguita poi a ruota da Kiyo che aveva appena capito di aver fatto una cazzata.

Rimasti da soli Nagi e Ryo si scrutarono per un po’ poi fu il più grande a prendere la parola.

--mi dispiace per ieri, è...è stato un incidente-- disse il ragazzo diventando completamente rosso facendo intenerire Nagi.

--non ti preoccupare diciamo che non mi è dispiaciuto-- disse Nagi cercando di buttarla li. Avendo visto la reazione del ragazzo mentre si scusava non era riuscita a resistere.

Ryo guardò la ragazza non sapendo come prendere quelle parole. Poi si fece coraggio.

--Nagi senti, tu...tu mi piaci veramente tanto--

--anche tu mi piaci Ryo..-- i due si fissarono per un altro po’ fino a quando Ryoichi non prese definitivamente coraggio e si avvicinò alla ragazza per baciarla sulle labbra, questa volta intenzionalmente.

Nagi sorrise e ricambiò il bacio del ragazzo alzandosi sulle punte dei piedi per no farlo stare troppo piegato sulla schiena.


 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


- ma dico io sei pazza? Poi davanti a mio fratello! Quello non mi lascerà più in pace- disse Sei che era stata bloccata da Kiyo all’ingresso della palestra.

- scusa, non avevo pensato. E sono davvero curiosa di scoprire chi sia- disse lei iniziando ad attorcigliarsi una ciocca di capelli.

- è una cosa che non può funzionare, quindi è praticamente inutile parlarne- chiuse il discorso la rosata entrando nella palestra e prendendo una mazza di legno per allenarsi.

Kiyo sospirò e guardò con sguardo truce Zenko che le aveva messo un braccio intorno alle spalle. Il ragazzo non era da solo, ma con lui c’erano anche Shiki e Goro.

- cosa hai fatto per far arrabbiare mia cugina?- le chiese il rosato guardando Sei mentre con violenza faceva ruotare la mazza.

- niente che vi possa interessare, anche perché se ve lo dico mi ammazza- disse la ragazza levandosi il braccio di Zenko con una scrollata di spalle. Zenko non demorse e mise nuovamente il braccio intorno alle spalle della ragazza che lo guardò malissimo.

- Ragazzi!- i quattro si girarono alla voce di Haru imitati da tutti i presenti mentre la rosa riprendeva fiato e sorrideva.

- ho appena scoperto che domani ci sarà una partita a tre con la Inashiro e la Yakushi!- continuò la ragazza tutta felice.

- e chi te lo ha detto? Quello stupido del tuo ragazzo?- chiese Goro sbuffando. Non gli era mai andato a genio Fujio Sanada.

- Fujio non è uno stupido! E comunque ha sentito suo padre che ne parlava quindi è sicuro-

- fino a quando non c’è la comunicazione ufficiale non ne possiamo essere sicuri- disse Sei che si era avvicinata ai ragazzi e aveva poggiato la mazza di legno sulla spalla sinistra.

- sono più che sicura che il Boss ci avviserà oggi stesso-

- speraci Haru-chan- disse Dayo scompigliando i capelli alla ragazza.

- Dayo lo sai che odio essere chiamata così-

- ma Fujio può farlo, perché io no?- Dayo non ricevette risposta, solo un ceffone in piena faccia.

Il quel momento Akiko raggiunse tutti gli altri ragazzi.

- il Boss ci vuole tutti in cortile- disse la castana per poi voltarsi e incamminarsi nel cortile seguita a ruota da tutti gli altri ragazzi.

Presto si ritrovarono tutti nel cortile difronte al Boss, Miyuki e Chris. Haru sorrise.

- stanno per dire della partita ne sono più che sicura.-

- quale partita?- chiese Ryoichi alla cugina confuso.

- aspetta e lo scoprirai- fu l’unica risposta della ragazza che lasciò perplessi sia Ryoichi che Nagi.

- Domani avremo l’onore di fare un piccolo torneo a tre con l’Inashiro e lo Yakushi. Domani giocheranno le ragazze, mentre sabato i ragazzi. I giocatori di entrambe le squadre che ospiteremo dormiranno qui domani notte, vi prego di non causare problemi. Se qualcuno dei ragazzi che non alloggia nei dormitori vuole fermarsi la sera è ben accolto- Tutti si guardarono felici e iniziarono a parlare concitatamente in vista delle partite che avrebbero affrontato il giorno dopo.

--cavolo mi sta salendo l’ansia-- disse Nagisa iniziando a tremare.

--tranquilla, non so se il boss ti schiererà subito in partita-- le disse Ryoichi sorridendole.

--non è di quello che ho paura. Farò una figura di merda se mi mette come lanciatrice!-- Ryoichi scoppiò a ridere attirando l’attenzione di Sei e Goro.

--cosa sta succedendo?-- chiese la rosata curiosa.

--Nagi non vuole lanciare--

--stai tranquilla, il Boss non mette mai uno del primo anno a lanciare per primo-- le disse Goro sorridendole. Nagi si tranquillizzò un po’, giusto il tempo per permettere a Chris di parlare della prima gara del giorno dopo.

- allora per la prima gara di domani, che sarà contro lo Yakushi inizierà a lanciare Nagisa e più avanti metteremo Mineko, Nene tu riceverai- Nagi per poco non svenne sul posto mentre le altre due ragazze annuivano. - per l’ordine di battuta, prima Akiko, seconda Sei, terza Nene, quarta Kiyo...-

--Nagi tutto okay?-- chiese Ryoichi scuotendo la ragazza che si era paralizzata.

--no-- disse lei piano annuendo quando venne chiamato il suo nome per il nono posto in battuta.

--di solito non mettono i primini per primi-- disse Goro scusandosi con la ragazza. Lei scosse la testa.

--preparatevi alla più colossale figura di merda della mia vita.--

--non dire così! Ce la farai- le disse Kiyo mettendole un braccio sulle spalle. --E non ti demoralizzare se Juri fa un fuoricampo, li fa con tutti-- Nagisa sorrise per le parole della ragazza. Certo far fare un homerun alla squadra avversaria era quasi peggio di fare tutte ball, ma almeno poteva sperare che la ragazza sbagliasse battutta.


 

Nagi poggiò il borsone sul pavimento del soggiorno per stiracchiarsi. Poi si incamminò in cucina, non era riuscita a mangiare niente alla mensa, anche perché altrimenti avrebbe perso il pullman per tornare a casa. Trovò suo padre intento a cucinare e rimase abbastanza sorpresa.

--cosa stai facendo?-- chiese la ragazza avvicinandosi. Erik sorrise e le fece vedere la carne che stava cuocendo, ovviamente per una sola persona.

--io non ha cenato, cosa c’è nel frigo?--

--come non hai cenato? Hai fatto allenamento fino a poco fa, non puoi non mangiare!-- disse l’uomo lasciando la carne a se stessa e guardando sorpreso la figlia.

--perdevo il pullman-- disse semplicemente la ragazza con un’alzata di spalle.

--così non va bene Nagi, devi mantenerti in forma. Adesso ti cucino un’intera scatola di riso-- la ragazza sbiancò.

--papà non c’è bisogno di cucinare un’intera scatola! Va bene anche solo una ciotola-- notando lo sguardo truce dell’uomo Nagi non ebbe il cuore di protestare e si sedette sul tavolo arrendendosi.

Stavano mangiando entrambi quando Nagi chiese:

--hai da fare qualcosa domani?--

--no, domani è la mia giornata libera, perché?-- chiese l’uomo abbastanza perplesso.

--domani gioco una partita di allenamento al Seido e si può vedere, quindi mi chiedevo se volessi venire-- disse la ragazza.

--vedrò, contro chi giocate?--

--con lo Yakushi, anche se non so come sono i loro giocatori-- Erik annuì e poi sorrise.

--giochi anche tu?-- chiese tutto contento.

--si, il Boss mi ha messa come prima lanciatrice.-- Erik si strozzò con il riso che stava mangiando, alla fine ave completamente carbonizzato la carne.

--papà tutto bene?--

--si non ti preoccupare Nagi, ma cìchi è il “Boss” che hai nominato?--

--Oh! l’allenatore, i ragazzi lo chiamano tutti Boss e quindi ho preso a chiamarlo anch’io così--

--Nagi, ma tu non eri una ricevitrice?-- chiese dopo un po’ Erik. Si ricordava chiaramente che la figlia aveva iniziato come lanciatrice e che poi era passata all’altro ruolo perché non riusciva a lanciare bene.

--allora lo sapevi!--

--certo, ho visto anche qualche partita...--

--davvero? Mi ricordo della tua presenza solo alla mia prima partita--

--ne ho vista un po’, okay che sono impegnato, ma non fino al punto di non poter vedere le partite di mia figlia--

--comunque il Boss mi ha cambiato di ruolo. Lo sai che Chris Takigawa mi ha fatto da ricevitore?-- Erik sgranò gli occhi sorpreso.

--davvero?-- chiese facendo sorridere la ragazza.

--certo! Anche se stava fermo e le mie palle sono andate tutte in ball-- Erik sorrise e finì la sua scodella di riso.

--quindi ci sarai domani?-- chiese la ragazza speranzosa.

--vedrò di fare un salto--

--ti voglio bene papà!-- la ragazza si alzò e si fiondò tra le braccia dell’uomo che la strinse forte a se.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Erik si era tranquillamente seduto su una delle panchine che circondavano il campo del Seido con indosso un cappello con la visiera e gli occhiali da sole, solo per precauzione. La gente era parecchia e l’uomo ringraziava di essersi mosso prima del tempo altrimenti non sarebbe riuscito a vedere niente.

Le due squadre che sarebbero scese in campo di li a poco si stavano riscaldando e ad Erik gli si riempì il cuore di gioia nel vedere la figlia con quella divisa addosso. Nagisa stava parlando con una ragazza dai capelli corti castani, molto probabilmente la ricevitrice, e non sembrava molto convinta di quello che le stava dicendo.

Di li a poco iniziarono la partita con il Seido in attacco e lo Yakushi in difesa. Erik si concentrò sulla prima in battuta, una ragazza dai capelli castani e minuta che stava dal lato sinistro anche se Erick era sicuro di averla vista battere da destra. Possibile fosse ambidestra?

La partita iniziò e la prima palla della lanciatrice fu uno strike. La ragazza, che Erik aveva scoperto chiamarsi Akiko Kuramochi (solo quel cognome gli faceva venire i brividi), non si era mossa di un millimetro. La stessa cosa fece con la seconda palla che questa volta l’arbitro chiamò ball. Fu solo con la quarta palla che la ragazza si decise a battere. Non era stata una battuta molto forte, ma era riuscita a far rimbalzare la palla parecchio lontana e a recuperare una base velocemente. Non persero tempo e subito arrivò la seconda battuta, una ragazzina davvero minuta con i capelli rosa e una mazza di legno. Erik sorrise, voleva vedere la battuta di quella ragazza. Lei non aspettò come l’altra, ma batté subito con il risultato di essere eliminata prima di riuscire ad arrivare in prima base, mentre Akiko riuscì a rubare la seconda base.

La terza in battuta era quella che Erik aveva individuato come ricevitrice. Non fece nulla di tanto esagerato, ma con un errore nella difesa riuscì ad arrivare in prima base mentre Akiko si prendeva la terza base. La lanciatrice dello Yakushi iniziava ad innervosirsi e si vedeva parecchio. Su tre battitori due erano riusciti ad occupare le basi e in quel momento era quello del quarto in battuta, quindi una bella batosta. Erik vide la ragazza dai lunghi capelli neri prepararsi a battere con un ghigno strafottente sulla faccia. Batté al primo colpo e fece un Homerun che spaventò da morire Erik. Come cavolo faceva quella ragazza a fare un homerun con tanta facilità? Il Seido si portò a casa i primi tre punti della partita, e furono anche gli unici che riuscirono a fare in quell’inning perché le due ragazze che venivano dopo alla battuta si erano fatte subito eliminare.

Erik in quel momento era davvero curioso, anche perché non vedeva l’ora di vedere la sua Nagi tirare. Sperava vivamente fosse migliorata dall’ultima volta, anche perché se il Boss l’aveva messa in campo c’era un motivo.

L’uomo si dovette ricredere durante il primo lancio di riscaldamento. La palla si fermò poco dopo che Negi l’ebbe lanciata finendo sulla terra vicino al monte. Ci fu un silenzio assoluto nel quale Erik vide la figlia diventare completamente rossa per l’imbarazzo. L’uomo diede uno sguardo veloce alla panchina solo per trovare lo sguardo sconvolto di Chris e Miyuki mentre il Boss sembrava inespressivo come al suo solito dietro i suoi occhiali da sole.

Nagi dopo un primo momento di spaesamento scese dal monte e riprese la palla in mano per fare un secondo lancio. Erik si accorse che ci mise leggermente più forza e la palla colpì il piano della zona di strike, ma non finì nel guantone della ricevitrice. Ricevitrice che sembrava abbastanza sconvolta. Gli altri due lanci fecero la stessa fine del secondo, ma la partita doveva lo stesso riprendere e quindi il primo battitore arrivò a battere, solo che non ce ne fu bisogno, infatti Nagi regalò tre basi per ball. Erik scosse la testa. Sua figlia non era fatta per fare la lanciatrice, lei era la sua ricevitrice.

La quarta in battuta sembrava più indemoniata rispetto a quella del Seido, Erik fece due più due in meno di un secondo, doveva essere la figlia di Raichi. La ragazza colpì senza esitazione la palla che andò in foul. Anche le altre due fecero la stessa identica fine. Al quarto lancio riuscì a colpire decentemente la palla, ma non fece un homerun, anzi fu eliminata e grazie a un fantastico doppio gioco il Seido riuscì ad evitare di subire punti da parte degli avversari. Nagi scese dal monte a testa bassa e si incamminò verso la sua panchina. Erik la vide parlottare con Miyuki e poi annuire togliendosi il cappello con la visiera. Possibile che la facessero già uscire?

La settima e l’ottava in battuta riuscirono ad occupare due basi, per miracolo si può dire e Erik vide con sollievo sua figlia che entrava nel box di battuta per i mancini. Molto probabilmente le avevano dato un’altra possibilità. Nagi battè al secondo lancio e la palla andò molto lontano. Nel tempo che la difesa si prese per recuperare la palla riuscirono a fare un altro punto mentre venivano occupate la terza e la seconda base. Si ricominciò con la rotazione, ma i punti rimasero 4 per via di una doppia eliminazione.

Il Boss fece subito il cambio di lanciatore, ma Nagisa rimase in campo come esterno destro. Molto probabilmente avevano parlato di quello appena scesa dal monte. Per Erik era importante che la figlia potesse giocare la sua prima partita, anche se non era non ruolo che la ragazza voleva veramente.

La partita continuò tra alti e bassi, con ben 7 homerun di Kiyo, e finì per 19 a 10 per il Seido. Avevano vinto la prima partita del girone. Adesso loro si sarebbero riposati e ci sarebbe stato Inashiro contro Yakushi.

Erik fece scivolare lo sguardo su tutti gli spettatori presenti, ma non vide nessuno che poteva conoscere e sorrise tranquillizzandosi. Chissà se la sua Ngi avrebbe gareggiato anche nella seconda partita o l’avrebbero lasciata in panchina. Erik sperava vivamente di no, anche perché la ragazza era riuscita a fare un bel po’ di battute valide, anche in difesa non se l’era cavata male. l’unico tasto dolente era stato il primo inning sul monte.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Nagi si era nascosta nel luogo più lontano possibile dal campo. Aveva fatto una figuraccia come aveva predetto, però l’avevano fatta rimanere in campo.

L’unica cosa buona in tutto quello che era successo era che finalmente il Boss aveva decretato che non poteva fare la lanciatrice.

Nagi ne era stata felicissima, ma comunque le era rimasto impresso lo sguardo deluso dei due grandi ricevitori. Speravano in lei come lanciatrice mancina, ma non si era dimostrata degna di quel ruolo.

In quel momento si stava svolgendo la seconda partita, ma non aveva minimamente voglia di guardarla, sapeva che non avrebbe giocato la partita successiva e poi poteva tranquillamente guardare i video dopo. Di sicuro non avrebbe giocato quell’anno anche perché non sapeva ancora se era nella seconda o nella prima rosa, anche se dopo quello che era successo non era in nessuna delle due ed era una riserva delle riserve.

--ecco dov’eri finita-- disse Ryoichi sedendosi tranquillamente affianco alla ragazza.

--non guardi la partita?-- chiese la ragazza appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo.

--a me non interessa, piuttosto dovresti guardarla tu, ti servirà per il futuro-- Nagi sbuffò a quelle parole, ma non aggiunse altro.

--non puoi fare così solo perché ti è andato male il primo inning di un’amichevole--

--era il mio esordio in Giappone Ryo. Ho fatto la figura dell’incapace difronte a tutti i tifosi del Seido e forse anche difronte a mio padre.--

--quindi è venuto?--

--aveva detto che vedeva se riusciva a passare, ma non so se c’era. Non sono riuscita a guardare tra la folla per la troppa ansia--

Ryoichi iniziò a ridere mentre Nagisa metteva il broncio, ma poi fu subito seguito dalla ragazza facendo così in modo da far trovare il loro nascondiglio a Kiyo e Sei.

--che state facendo? Siete peggio di Tadao e Mineko-- disse Kiyo aprendo di scatto la porta e facendo saltare in aria per lo spavento i due ragazzi.

--non stavamo facendo niente, stavamo solo parlando-- disse Nagi mentre Ryo diventava completamente rosso per l’imbarazzo.

--certo come no. Muovete il culo che dobbiamo vedere quella fottuta partita così possiamo rispondere come si deve all’Inashiro-- disse sempre Kiyo nel suo solito modo gentile ed educato. ( praticamente una scaricatrice di porto ambulante).

--che finezza-- disse infatti Sei porgendo una mano a Nagi che riluttante la prese per poi alzarsi seguita a ruota da Ryo che le mise un braccio intorno alla vita.

--che carini i piccioncini!-- disse Akiko che aveva seguito le due ragazze per tutto il tempo senza che le due se ne accorgessero.

--ma la volete finire tutti quanti!-- disse Ryo trascinando Nagi fuori dal loro nascondiglio e incamminandosi verso il campo, dove dietro la rete protettiva si misero ad osservare la partita che in quel momento stava al terzo inning e nessuna delle due squadre non aveva ancora fatto punto.

Ryoichi continuò a tenere il braccio intorno alla vita di Nagi cosa che non passò inosservata alla maggior parte degli spettatori li presenti che presero subito a confabulare fra di loro. “l’asso del Seido è molto intimo con quella schiappa” oppure “davvero quei due stanno insieme? Me quella non si vergogna?”

Per fortuna ne Nagi ne Ryoichi sentirono le frasi che parlavano di loro, troppo concentrati a guardare la partita, sopratutto Nagi che fissava con curiosità la ragazza bionda che in quel momento stava sul monte per l’Inashiro. L’aveva già vista in America durante il mondiale giovanile e la prima cosa che aveva pensato era come riuscire a battere le change up che la ragazza lanciava.


 

Anche Eric, che aveva leggermente perso interesse per la partita che si stava svolgendo in quel momento davanti ai suoi occhi, aveva notato sua figlia e quel ragazzo arrivare insieme e sopratutto aveva notato quella manaccia del ragazzo intorno alla vita di sua figlia. Non era riuscito a capire chi fosse il ragazzo, ma dai mormorii della gente intorno a lui sembrava essere un lanciatore. Ad Eric non piaceva nemmeno come stavano trattando la sua piccolina. Solo perché aveva sbagliato i lanci durante il primo inning era diventata agli occhi di tutti una giocatrice insignificante, quando durante gli altri inning aveva fatto delle giocate bellissime e degne di lode.

Era davvero brutto quel modo di pensare che aveva la gente. Anche con lui era successo all’inizio, ma poi si erano dovuti rimangiare le parole. Sperava che con la figlia succedesse lo stesso, forse con il ruolo che era suo fino dalla nascita.

Si, anche se quando aveva visto la prima partita di baseball si era innamorata del lanciatore (tralasciando il fatto che era Narumiya Mei), durante le successive partite Eric aveva visto il suo sguardo fisso sull’unica persona accovacciata e che riceveva i lanci degli altri giocatori.

Nagi aveva iniziato a giocare a Baseball all’età di 7 anni provando come lanciatrice, ma in quei tre anni non aveva fatto altro che parlare di Miyuki Kazuya. Era stato naturale, poi, per la bambina decidere di provare un altro ruolo per non rinunciare al baseball ed era stato istintivo, Eric lo sapeva benissimo, quello di prendere quel guantone diverso dagli altri e iniziare a ricevere per i lanciatori. Si era rivelata un prodigio, come il padre.

Eric se lo sentiva, se non fosse stata una lanciatrice sua figlia sarebbe di sicuro diventata una grande ricevitrice. Una grande ricevitrice che non avrebbe avuto problemi fisici di nessun genere perché c’era lui che l’avrebbe controllata in continuazione. Non era mica diventato fisioterapista per divertirsi! L’aveva fatto per impedire alle persone di farsi del male da sole. Il fatto che poi si era fatto riconoscere a livello nazionale per le cure date ai giocatori di baseball era stata una cosa istintiva. Lui, nonostante tutto, non aveva mai abbandonato la passione per quel campo a forma di diamante e per quel monte.

L’idea di diventare fisioterapista gli era saltata in mente solo 16 anni prima e aveva colto il momento altrimenti, lo sapeva, non ci avrebbe mai provato. Stranamente era riuscito a laurearsi e a mantenere Nagi senza problemi, questo grazie anche al grandissimo supporto che gli aveva dato Adel. I primi tempi erano stati davvero duri, anche perché lui non aveva pazienza con le persone. Poi grazie anche al doversi prendere cura di Nagi si era piano piano addolcito e la sua pazienza era aumentata esponenzialmente. Nel giro di cinque anni era diventato famoso nella lega di baseball americana e aveva sperato, oh quanto aveva sperato, che quel coglione decidesse di farsi curare. l’aveva fatto? Ovviamente no! Anzi aveva addirittura lasciato l’America e non ne aveva più sentito parlare, fino a quando non aveva sentito il suo nome pronunciato da Marc la sera della festa per l’inizio del mondiale giovanile.

E in quel momento, dopo 16 anni, lo stava guardando dal vivo mentre parlava con Nagi.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Nagi guardava con occhi sgranati Miyuki mentre le stava chiedendo quel piccolo favore. Non avrebbe mai immaginato che chiedessero a lei di fare una cosa del genere.

--lo farai?-- chiese allora Miyuki visto che la ragazza era rimasta paralizzata e non aveva ancora risposto all’ex ricevitore.

--certo-- disse lei mentre con un sorriso a trentadue denti si voltava verso Ryo che le stava sorridendo a sua volta. Miyuki sorrise soddisfatto e se ne andò lasciando i due ragazzi da soli con Nagi che si concentrò maggiormente sulla partita.

Dentro di se aveva una voglia matta di ammazzare Nene, ma doveva solo ringraziarla in quel momento.

Nene si era fatta male al ginocchio durante la loro prima partita e non riusciva a muoverlo bene e le faceva male quando stava piegata. Il tutto era successo durante il terzo inning quando era scivolata per prendersi la base. Non aveva detto niente, ma le condizioni erano peggiorate e non poteva giocare la partita successiva. La mora si era ritrovata gli sguardi truci di Chris e Miyuki.

Nagi non riusciva ancora a crederci. Avevano scelto lei! Avevano scelto lei per fare da ricevitrice!

--si vede lontano un miglio che sei felice-- le disse Ryoichi lasciandole un bacio sui capelli.

--credevo che non sarei entrata in campo come ricevitrice, anche se sono abbastanza arrabbiata con Nene-san-- disse la ragazza incrociando le braccia al petto e sorridendo nel vedere la Change up della bionda volare in aria per la battuta di Juri.

--dopo le dirai tutto quello che vuoi ma adesso concentrati-- le disse Ryo distogliendo lo sguardo dalla partita e guardando la sua ragazza. Gli faceva ancora strano pensarlo, ma era felicissimo. Ovviamente non aveva detto niente ai suoi genitori anche perché era più che sicuro che sarebbero venuti a saperlo da Miyuki-san, o da Sei, o dai suoi tre cugini che non tenevano mai la bocca chiusa.

--Ryo mi sono appena accorta di un piccolo dettaglio-- Ryoichi puntò i suoi occhi rossi in quelli ambrati della ragazza.

--non mi sono mai allenata con Yuya-- disse la ragazza facendo sgranare gli occhi a Ryoichi che solo in quel momento si accorse della veridicità delle parole della castana. --torno subito-- continuò lei alzandosi sulle punte per lasciare un bacio al moro e poi correre nella direzione del bullpen dove era di sicuro Yuya.

Avendo lavorato solo come lanciatrice non aveva mai avuto la possibilità in quelle settimane di ricevere qualche lancio e di li a poco avrebbero disputato una partita. All’ingresso del bullpen si scontrò con Miyuki.

--Nagi! Ti stavo venendo a chiamare per provare a fare qualche lancio con Yuya--

--sono venuta qui per lo stesso motivo. Scusa per prima-- disse la ragazza riferendosi allo scontro che era appena avvenuto.

--non ti preoccupare--


 

- ovviamente non per metterti di cattivo umore, ma tutti gli spettatori stanno sparlando di te e Nagi- disse Seika mentre si avvicinava a Ryoichi che era rimasto solo a guardare la partita.

- non mi interessa è la mia ragazza posso fare quello che voglio senza chiedere il permesso agli “spettatori”- disse il moro guardando male le persone che continuavano a bisbigliare mentre lo guardavano intensamente.

- li hai sentiti?-

- no, ma credo che non abbiano detto niente di bello nei confronti di Nagi-

- hai indovinato- disse il ricevitore guardando la partita e proprio in quel momento Ayama Kamiya era arrivata in casa basa, dalla prima base, ed era riuscita a fare il primo punto per l’Inashiro.

- quella ragazza è peggio dei figli di Kuramochi-san- disse sempre il ricevitore tenendo gli occhi fissi sulla rossa che con tutta la calma del mondo si toglieva il casco protettivo e si andava a sedere.

- si e ti ricordo che noi da quest’anno dovremmo vedercela con Toru-

- è vero mi ero completamente scordato di lui-

- finalmente anche voi capirete tutta la nostra sofferenza quando quell’arpia scatta- disse Alilo avvicinandosi ai due ragazzi seguita da Haru e da Sei, quest’ultima sembrava avere la testa da tutt’altra parte.

- però potremo contare su Goro- disse Seika ricordandosi in quel momento del rosato.

- sempre se riesce ad entrare nella prima squadra- disse Haru ridacchiando.

- ma quanto sei crudele con tuo fratello- disse Ryoichi sorridendo. Ormai era abituato a quel trattamento verso il “piccolo” Goro.

Sei staccò in quel momento gli occhi dal campo e li portò sui presenti per poi fissare intensamente il fratello attendendo una risposa alla sua muta domanda.

Muta domanda che Ryoichi non riuscì ad afferrare.

- Sei non sempre riesco a capire cosa vuoi chiedermi- disse Ryoichi vedendo che la rosa non accennava a fargli la fatidica domanda.

- dov’è Nagi?- si arresa alla fine la ragazza.

- credo nel bullpen con Yuya- disse tranquillamente il moro facendo sgranare gli occhi alle tre ragazze.

- mi stai dicendo che tirerà anche nella prossima partita? Contro quelle?- chiese Akiko con aria spaventata. Ryoichi scosse la testa con un sorriso. Solo Sei parve aver capito.

- non ci credo, davvero?- chiese la più piccola con gli occhi che le brillavano per l’emozione. Nagi stava per avere finalmente la sua possibilità come ricevitrice.

- si e si è anche arrabbiata perché Nene si è fatta male e non ha detto niente- disse sempre il moro ridacchiando. Ritrovandosi poi addosso gli occhi sconvolti di Haru e Akiko.

- non ci credo! Quella pazza si è veramente fatta male come credevo!- disse Haru iniziando a borbottare insulti a raffica.

- e ora come facciamo? Non ci siamo mai allenate con Nagisa come ricevitrice!- disse invece Akiko andandosene in panico e accovacciandosi a terra con le mani tra i capelli castani, era l’unica ad averli di quel coloro nella famiglia Kuramochi-Kominato.

- guardate che è brava e qualcosa si inventerà, infondo è riuscita a prendere una mia veloce- disse Ryoichi ricordandosi del lancio che aveva fatto durante il primo giorno di mondiale.

- concordo il guantone aveva fatto un suono bellissimo e lei non si era spostata di un millimetro- disse Seika ricordando di aver guardato con estrema curiosità quella ragazzina che era riuscita a fare una cosa che nemmeno lui era riuscito. Era stato un vero disastro, e pensare che le veloci del maggiore dei Furuya erano pure più deboli quando lui, una matricola, era stato scelto per ricevere il lancio di un ragazzo del secondo anno. Ovviamente conosceva Ryoichi da molto prima, come la maggior parte dei figli di coloro che avevano fatto parte di una delle generazioni d’oro del Seido.

- pronti per essere definitivamente sconfitti domani?- una macchia bianca e gialla si era avvicinata furtivamente al quintetto e aveva messo le sue braccia intorno a Seika e Ryoichi, o meglio ci aveva provato visto che entrambi erano molto più alti di lui.

I due ragazzi in questione guardarono male Koji Harada che aveva uno dei suoi sorrisetti strafottenti sul volto identici a quelli del padre: Narumyia Mei. Dietro Koji camminava molto tranquillamente Misao che guardava sconsolato il fratello.

- chi ti dice che vincerete voi?- chiese Akiko guardando male sia il biondo che il castano, anche se il povero Misao, che teoricamente non aveva fatto niente, venne guardato anche peggio.

- io tesoro, come anche Miya vincerà contro la vostra insulsa squadra-

- credici!- disse sempre la castana incrociando le braccia al petto.

- Akiko perché stai guardando male Misao se il colpevole è Koji?- chiese Seika vedendo che lo sguardo della ragazza non voleva lasciare in pace il lanciatore del’Inashiro.

- non sono fatti tuoi Seikuccia caro- disse la ragazza facendo ruotare gli occhi al castano.

- odio quando mi chiami così- disse il ragazzo che non fu minimamente calcolato dalla sua ragazza segreta. Si stavano insieme da quasi tre mesi, ma nessuno sapeva niente della loro relazione anche se Yuya era quasi riuscita ad individuarla. A quella ragazza non sfuggiva niente, purtroppo.

- i risultati si vedranno sul campo. Se mettete di nuovo quella lanciatrice da quattro soldi in campo la vittoria sarà al 30000 % nostra!- disse il biondo sempre con il sorriso con le labbra, sorriso che si spense non appena vide la faccia incazzata di Ryoichi e la sua stessa aura che sembrava volerlo incenerire.

- perché mi guardi così- chiese il ragazzo spaventato nascondendosi dietro al fratello che aveva una corporatura molto più robusta della sua.

- Nagi non è insulsa. È molto più brava di te- disse il lanciatore continuando a guardare male il ricevitore dell’Inashiro.

- cavolo Ryoichi questa brucia- disse Seika ridendo seguito a ruota dalle tre ragazze li presenti.

Nel mentre Koji e Misao cercavano di capire il significato nascosto di quelle parole.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Nagi era seduta di fianco a Yuya e la sua gamba destra non la smetteva di muoversi aventi e indietro per il nervosismo. Si era allenata con la lanciatrice del terzo anno fino a pochi minuti prima, quando erano state chiamate da Yuki-san per andare a disputare la partita contro l’Inashiro che aveva vinto per 5 a 0 contro lo Yakushi. Erano finite. Yuya invece sembrava la tranquillità fatta persona. Era seduta compostamente mentre si attorcigliava una ciocca di capelli ricci intorno a un dito. La sua espressione era calma e rilassata, la stessa che aveva quando lanciava una delle sue micidiali palle curve che in un primo momento avevano fatto spaventare Nagi. Ma comunque la castana era riuscita a prendere tranquillamente tutti i lanci di Yuya e avevano accordato insieme i segnali.

Non era preoccupata per la sua batteria con Yuya, ma per il fatto che fra il nascondersi e allenarsi nei lancia aveva perso tutta la partita e non sapeva come comportarsi.

--stai tranquilla, noi iniziamo in attacco. Ricordati solo che le Change up di Miya sono pericolose e ti possono indurre a fare qualche sbaglio di troppo-- le disse Yuya notando il suo stato di perenne agitazione.

--perché mi hanno messa come quinta in battuta?-- chiese la castana abbassando la testa sconsolata.

--perché sei brava, hai fatto delle belle battute nella prima partita--

--ma quello perché avevo le basi piene! Io non so battere se le basi sono vuote!-- disse l’americana pendendosi la testa fra le mani iniziando ad agitare più velocemente la gamba.

--tranquilla, Kiyo riuscirà di sicuro a prendere qualche base--

--ma Kiyo fa sempre homerun! Con l’homerun si svuotano tutte le basi!-- Yuya sospirò e lasciò perdere il discorso. Quella ragazza credeva poco in se stessa quando invece aveva dimostrato di avere delle buonissime capacità che se affinate potevano fare di lei una delle migliori giocatrici di quel torneo. Il fatto che sapesse lanciare una palla a più di 150 chilometri orari poteva benissimo essere un’arma letale contro le squadre che non sapevano di questa sua capacità.

Era anche la strategia che le aveva chiesto di adottare qualche secondo prima nel caso Ayame fosse riuscita a battere una palla molto vicina alla ricevitrice e avesse iniziato a correre verso la prima base. Il lancio di Nagisa era forte e veloce, poteva superare la velocità di Ayame.

Nagisa si era rivelata leggermente scettica alla proposta di Yuya, ma non aveva protestato. Era stata la ragazza rossa e di carnagione scura a sbloccare la partita contro lo Yakushi, avevano davvero poche possibilità di bloccarla.

In quel momento entrò nella parte riservata alle panchine Akiko con aria scocciata che lasciò cadere a terra la mazza con il casco.

- odio Miya e le sue odiose Change up!- disse la castana sedendosi a peso morto affianco a Nagi che la guardò un po’ triste.

- ho fatto del mio meglio- disse poco dopo Sei strisciando i piedi e poggiando la mazza di legno nel cesto adatto.

--ti hanno già eliminata?-- chiese Nagi che non aveva minimamente seguito la partita.

La rosata annuì –ho battuto al primo colpo ma Ayame è riuscita a prendere la palla al volo-- disse poi sconsolata mentre un grido di esultanza si spargeva tra gli spettatori. Le quattro ragazze si voltarono verso la partita e videro Haru tutta sorridente in prima base mentre si toglieva le protezioni.

- NAGISA!- chiamò il boss indicandole il cerchio d’attesa per la battuta. La castana si alzò e mettendosi guanti e casco si diresse verso il cerchi accovacciandosi. Kiyo era alla battuta e guardava la bionda, Miya, con aria di sfida. La mora non aspettò e colpì subito il lancio e si mise a correre mentre Haru guadagnava la terza base, ma fu costretta a fermarsi perché la mora del primo hanno non era riuscita a fare un homerun e la palla era stata ripresa dopo un rimbalzo. Kiyo però era riuscita a prendersi la prima base.

Nagisa si alzò sentendo all’improvviso un brusio che non era per niente consolatorio. Non riusciva a capire bene cosa gli spettatori stessero dicendo, ma sapeva che non era niente di buono. Tentò di non pensarci posizionandosi al suo posto e guardando gli occhi celesti della ragazza che aveva difronte.

Nagi fece andare i primi due lancia senza muoversi di un centimetro, il problema era che la ragazza era riuscita a fare due strike. Non sapeva cosa fare. Era troppo agitata per fare una battuta decente e non voleva rischiare di far perdere l’opportunità di portare Haru a casa. Poi le passò una mezza idea per la testa. Sarebbe stata eliminata, ma un punto poteva essere assicurato.

Miya lanciò la palla, ma si accorse troppo tardi della posizione della ragazza e cacciò un urlo indignato. Nagi aveva fatto un bunt, un bunt con i fiocchi si potrebbe dire. Nel mentre che la ricevitrice era andata a prendere la palla Haru era riuscita ad andare in casa base e segnare il primo punto della partita.

Ovviamente però qualcosa doveva andare storto e in un solo colpo fu eliminata.

--sei stata grande Nagi! Miya si è incazzata quando ha visto cosa stavi facendo-- le disse Sei aiutandola a indossare le protezioni.

--però sia io che Kiyo siamo state eliminate-- disse la ragazza infilandosi il guantone nella destra sospirando.

--io non sarei così tanto deluso, hai zittito tutti permettendoci di fare il primo punto-- disse Miyuki raggiungendo le ragazze e facendo quasi sciogliere Nagi per il complimento appena ricevuto.

--forza in campo-- disse l’ex-ricevitore sorridendo a Nagi mentre si incamminava nella sua postazione insieme a Yuya.

Mormorii concitati iniziarono a diffondersi da parte dei vari spettatori. Nagi si sentiva un fascio di nervi, ma non era quello il momento per agitarsi. Chiuse gli occhi per qualche secondo per poi riaprirli e chiamare tre lanci per far riscaldare Yuya, anche se sapeva che non c’è ne era bisogno.

l’arbitro diede via al gioco e Nagi si ritrovò ad osservare dal basso Ayame, la rossa che tutti quanti invidiavano per la sua velocità. In realtà era stata Sei a parlarle approfonditamente di quella ragazza con gli occhi che le brillavano. Nagi aveva come la sensazione che Sei fosse profondamente innamorata della rossa, ma non aveva avuto il coraggio di chiederle niente.

Chiamò un primo lancio semplice, una ball leggermente esterna. Ovviamente per capire come avrebbe reagito la rossa. Non si mosse e l’arbitro chiamò una ball. Il secondo lanciò che Nagi chiamò fu una curvo centrale. Anche con quella Ayame non si mosse. Colpì il terzo lancio e subitò corse in prima base.

Il problema? La palla non era riuscita ad andare molto lontana e Nagi non ci pensò due volte. Si alzò mentre prendeva la palla che era a pochi passi da lei e, con tutta forza che aveva nella sinistra, lanciò la palla che finì precisamente nel guantone di Sei prima ancora che Ayame posesse mettere piede sul quadratino bianco della prima base.

Ayame non si era nemmeno accorta della palla velocissima che l’aveva sfiorata durante la sua corsa.

In quel momento non volava una mosca. Gli occhi di tutti erano puntati su Nagi che stava ancora in posizione di lancio.

L’unica cosa che riscosse tutti fu l’urlo di gioia che aveva lanciato Ryoichi alla vista dell’azione della sua ragazza.

Nessuno l’avrebbe più sottovalutata.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Dire che Erik stava sprizzando gioia da tutti i pori era un eufemismo! Sua figlia aveva appena eliminato la battitrice più veloce che aveva l’Inashiro.

Erik non si era minimamente aspettato quel cambiamento di programma e quando aveva visto Nagi in battuta aveva pensato che l’avessero messa nuovamente come esterno, ma mai come ricevitrice. Forse era quello che Miyuki stava dicendo alla figlia durante la seconda partita.

L’azione che la ragazza aveva fatto eliminando la rossa aveva fatto zittire subito il pubblico. “così imparate a parlare male delle persone” pensò Erik sorridendo. La palla era andata a più di 150 chilometri orari. Quello si che era un lancio!

In tutto quel silenzio si era alzato un unico urlo ed era stato quello del ragazzo moro che era stato appiccicato a Nagi per tutto i tempo e che a Erik ricordava terribilmente qualcuno ma non riusciva a capire chi.

E quella era stata la cosa che aveva fatto riprendere il chiacchiericcio a tutti gli spettatori presenti.

“su su, parlate della mia bellissima bambina” pensò ancora Erik sorridendo sempre di più. Fissò la figlia e si trovò a guardarla negli occhi dorati che lo stavano guardando con sorpresa. Erik sorrise ancora di più facendo nascere nel volto di sua figlia un sorriso bellissimo. Non se l’era aspettato.

“davvero credevi che non sarei venuto alla tua prima partita nel Seido?” si chiese l’uomo mentre la ragazza ancora sorridendo si andava a posizionare in casa base pronta, con tutta la grinta che possedeva, a fare fuori altre due battitrici.

La sua azione aveva caricato tutta la squadra visto che le ragazze iniziarono a gridare felici.

- Yuya noi ti copriamo le spalle!- gridò la rosa interbase sorridendo in direzione della lanciatrice.

- vedi di fare altri punti invece di parlare!- disse invece la castana che stava sul monte prima di sorridere e lanciare contro la seconda battitrice.


 

La partita era andata bene, anche se il punteggio non era migliorato. In realtà era finita 1 a 0 per il Seido. Nessuno era più riuscito a fare punti con Miya sul monte. “un po’ come succedeva con Mei” pensò Erik.

Il Seido era riuscito a non far fare nemmeno un punto nonostante Ayame era riuscita più volte ad arrivare in terza base.

Erik era uno dei pochi spettatori che stava ancora guardando in direzione del campo, più per una questione di nostalgia che per altro. Nagi però si accorse che era ancora li e ne approfittò per andargli incontro e saltargli al collo non appena fu abbastanza vicina. Erik la prese al volo e la strinse a se baciandole i capelli.

--sei completamente sudata-- le disse l’uomo ridacchiando. Nagi si staccò dal suo abbraccio e gli fece la linguaccia.

--da quanto stavi seguendo la partita?-- chiese la ragazza mettendosi una ciocca di capelli, che aveva liberato dalla cada bassa che si era fatta, dietro l’orecchio.

--dalla prima partita che avete fatto con i tuoi lanci che facevano pena! Nemmeno un bambino di cinque anni lancia in quel modo!-- disse l’uomo iniziando a ridacchiare. Nagi si innervosì e i suoi occhi diventarono quasi simili a quelli di un gatto.

--tu! Non ridere delle disgrazie altrui!- disse la ragazza iniziando a dare dei pugni sul braccio del padre che invece di smettere di ridere continuava ancora di più.

--scusami tesoro, ma io avrei fatto mille volte meglio- disse l’uomo asciugandosi le lacrime per il troppo ridere da sotto gli occhiali da sole che non si era ancora tolto.

--si certo i tuoi famosi lanci che secondo te sarebbero meglio dei miei. Sono davvero curiosa di ricevere questi famosi lanci-- disse la ragazza incrociando le braccia al petto sempre più arrabbiata.

--un giorno ti permetterò di farlo. Sono poche le persone che hanno avuto l’onore di ricevere i miei lanci-- disse l’uomo sorridendo nostalgico mentre guardava quel bellissimo campo che aveva difronte.

--ADESSO!--

--cosa?--

--voglio ricevere questi fantomatici lanci adesso!-- disse nuovamente la ragazza che non credeva minimamente che il padre potesse saper fare dei lanci decenti. Oddio forse meglio dei suoi erano, ma non avendo mai giocato a baseball era impossibile che l’uomo riuscisse a lanciare decentemente.

--ma te lo puoi scordare! E poi non credo di poter entrare nella palestra della tua scuola--

--dillo che hai solo paura di fare una figura di merda davanti a tutti-- disse la ragazza con aria di sfida. Erik si mise a ridere.

--credimi tesoro, fare figure di merda era la mia capacità, ma adesso non è il momento e nemmeno il caso--

--allora permettimi almeno di presentarti Ryoichi!-- disse la ragazza iniziando a trascinare l’uomo per il campo.

“ha detto veramente Ryoichi? Ma Ryoichi era il nome del figlio di Furuya e Haruicchi!” pensò l’uomo mentre vide la ragazza avvicinarsi il più possibile verso il ragazzo moro che aveva visto insieme a lei.

“ecco a chi assomigliava” Erik sgranò gli occhi e si divincolò dalla presa della figlia che lo guardò spaesata.

--me lo presenti un’altra volta va bene? Adesso devo scappare!-- disse l’uomo mentre si aggiustava meglio il cappello e gli occhiali e, dopo aver lasciato un veloce bacio sulla fronte della figlia, scappava via dal campo e dal ragazzo che di sicuro l’avrebbe riconosciuto.


 

Nagi guardò il padre scappare con la coda fra le gambe e sospirò sconsolata mentre Ryoichi la raggiungeva posandole un braccio sulla spalla.

--tutto okay?-- le chiese.

--mio padre è scappato non appena volevo presentartelo-- Ryoichi sbiancò.

--meglio così o mi avrebbe ucciso-- mormorò il ragazzo spaventato.

--non l’avrebbe mai fatto con me presente!-- disse la ragazza incrociando le braccia al petto.

--va bene, andiamo che è pronta la cene-- disse alla fine il ragazzo trascinando con se la castana. Non era molto convinto che il padre di lei l’avrebbe lasciato libero senza minacciarlo, ma per il momento non era un suo problema.

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


La mensa del Seido non era mai stata così piena come in quel momento. Gente di tutte e tre le scuole si mischiava per cercare anche solo un piccolo posto affianco a le persone con le quali voleva parlare, cosa non semplice. I poveri ragazzi del Seido che non avevano giocato nessuna delle partite erano stati costretti a sistemare la mensa e avevano aggiunto più sedie possibile e così non c’era quasi più spazio per muoversi.

Per riuscire a prendere i posti allo stesso tavolo i ragazzi del Seido avevano fatto stendere Yuya su un tavolo che gridava occupato ogni volta che qualcuno delle altre squadre cercava di sedersi. La cosa era stata parecchio complicata quando era da sola, ma poco a poco stavano arrivando tutti i ragazzi con i vassoi e quindi lo spazio che doveva tenere occupato diminuiva sempre di più, fino a quando non furono tutti comodamente seduti.

Yuya si sedette finalmente e sorrise a Dayo che le stava portando anche il suo vassoio.

- smettetela di fare gli sdolcinati davanti a me!- disse Seika coprendosi gli occhi con una mano mentre riceveva un calcio da parte della sorella.

- ho solo sorriso non abbiamo fatto ancora niente- disse la riccia incrociando la braccia al petto con aria scocciata. Da quando la sua relazione con Dayo era diventata di dominio pubblico suo fratello non faceva altro che lamentarsi e poi si arrabbiava se lei cercava di capire l’identità della ragazza con cui si stava vedendo. Perché sapeva per certo che si stava vedendo con una ragazza e fino alla fine sarebbe riuscita a scoprire chi.

- ragazziiiiii, ci sono cinque posticini anche per noiiiiii- disse Miya avvicinandosi seguita dagli altri quattro giocatori dell’Inashiro.

- no- disse secca Yuya scoppiando a ridere vedendo la faccia sconvolta di Miya.

- io vedo chiaramente un posto libero vicino a Haru- disse Koji al quale dolevano le braccia per il peso del vassoio che non era abituato a portare.

- questo è per me- disse Fujio sedendosi al suo posto e guardando male il gemello di Miya.

- e il posto vicino a Kiyo?- chiese Toru

- per mia sorella- rispose sempre Fujio mentre anche Juri Sanada raggiungeva il tavolo dei ragazzi del Seido con una banana in bocca. Non era riuscita a resistere appena aveva visto quel frutto.

- non è minimamente giusto che abbiate pensato solo a quelli dello Yakushi- dissero in coro i due gemelli Harada mentre il maggiore scuoteva la testa sconsolato per il comportamento dei due.

- se volete qui giù ci sono dei posti- disse Sei sporgendosi in avanti per indicare i poti liberi affianco a lei e a Nagi che aveva seguito tutta la conversazione cercando di capire il senso, fallendo miseramente.

Sei nel mentre diceva quelle parole era leggermente arrossita cosa che non sfuggì ne a Ryoichi, ne a Nagi che era difronte a lei e ne a Kiyo che era al suo fianco.

- grazie piccola rosa- disse Ayame fiondandosi al fianco della rosata battendo sul tempo il fratello che fu costretto a sedersi affianco a Nagi con uno sbuffo. Se possibile Sei divenne ancora più rossa e si fece andare in maniera quasi naturale i capelli davanti agli occhi.

I tre fratelli Harada camminarono molto lentamente verso la punta del tavolo occupando gli ultimi tre posti: Koji quello affianco a Toru, Miya ad Ayame e Misao si mise tranquillamente a capotavola lanciando un sorriso come saluto in direzione di Ryoichi che ricambiò.

- ora che le loro maestà si sono sedute al nostro tavolo non si può più parlare di tattica per domani!- disse Shiki sbuffando.

- ma di cosa vuoi parlare tu!- gli disse Mineko lanciando un cucchiaio al fratello con aria furiosa mentre Nene se la rideva, come del resto tutto il tavolo.

- mi sembra di essere tornati al mondiale- disse con aria sognante Haru. Fujio annuì scrutando tutti i volti delle persone presenti al tavolo.

- mondiale dove io sono stata la migliore- disse Miya scostandosi i capelli da davanti con aria da diva.

- ma cosa vai a dire se sei stata sul monte per pochissimo tempo! Sono molto più brava di te e si è visto oggi- disse Yuya guardando male la bionda che mise su il suo miglior broncio.

- di sicuro non sono la peggiore su questo tavolo- disse quest’ultima lanciando un’occhiata abbastanza eloquente in direzione di Nagi che guardò Ryoichi cercando di capirci qualcosa.

--stanno litigando su chi sia stata la migliore lanciatrice di oggi-- le disse il ragazzo alzando le spalle. Sapeva com’era Miya, non c’era bisogno di arrabbiarsi con lei.

- ti sei fatta eliminare tutte le volte con solo tre strike- continuò Yuya

- e abbiamo eliminato con solo un lancio Ayame al primo turno, siamo nettamente più forti- continuò Nene per poi battere il cinque con Yuya.

- ma se tu non hai fatto niente- disse la rossa sbuffando per essere stata chiamata in causa in quella discussione. Quella palla era arrivata troppo velocemente e inaspettatamente.

Mentre la discussione continuava quasi pacificamente Ryoichi traduceva tutto a Nagi che rideva quasi per ogni battuta.

--ma fanno sempre così?-- chiese dopo un po’ la castana poggiando la sua ultima scodella di riso.

--purtroppo si, anzi è anche peggio quando anche noi ragazzi abbiamo fatto le partite. Oggi siamo abbastanza calmi, ma domani succederà il finimondo-- disse il ragazzo.

- Ryoichi da quando parli così tanto?- chiese Koji che non aveva fatto altro che fissare il moro sorpreso per tutto il tempo.

- da quando è arrivata la nostra piccola Nagi- rispose Haru per lui alzandosi e abbracciando Nagisa da dietro che guardava sorpresa la ragazza.

- a proposito, tesoro lascia il Seido e vieni da noi a fare da ricevitrice- disse Miya puntando il cucchiaio in direzione di Nagi che la guardava confusa. Aveva compreso quello che la ragazza le aveva detto, ma non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere.

- EHI- disse Nene guardando male la bionda.

- non se ne parla- rispose Nagi in un giapponese abbastanza perfetto da far rimanere stupiti tutti i ragazzi del Seido presenti in quel tavolo.

Miya non si sarebbe mai aspettata un no come risposta.

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Dopo il no secco di Nagi alla proposta di Miya la cena era continuata quasi tranquillamente.
Miya ci era rimasta davvero male, ma aveva fatto finta di niente. Sperava che prima o poi la ragazza avrebbe ceduto. Che ci trovava nel Seido quella ragazza? L'inashiro era mille volte meglio ed erano riusciti ad arrivare al Koisen più volte rispetto all'altra squadra.
E poi di certi non voleva assolutamente avere contro quella ragazza. Si era una schiappa come lanciatrice, ma come ricevitrice era bravissima. E ciò era stato dimostrato dal fatto che aveva ricevuto per Yuya con una facilità disarmante ed era la prima volta!
Voleva quella ragazza come ricevitrice, come sua ricevitrice. Avrebbero fatto la migliore batteria di tutti i tempi.
Miya lanciò un'occhiata a Nagi e la guardò felice e sorridente mentre discuteva qualcosa con Sei. La curiosità prese il sopravvento.
--come sei finita al Seido?-- le chiese la bionda in inglese. Aveva capito che la ragazza parlava poco e niente il giapponese.
--mi è sempre piaciuta come squadra quindi ho scelto di venire qua-- le rispose Nagi.
--si ma cosa ha di speciale il Seido?-- chiese ancora la bionda. Voleva convincerla a tutti i costi a cambiare squadra.
--é la squadra di Miyuki-san e Chris-san-- disse Nagi sorridendo. Poi continuò
--li ho sempre ammirati e stare qui è un sogno che si realizza--
Miya sospirò sconfitta. Quella ragazza non avrebbe mai cambiato idea.
--e menomale che la tua ammirazione è per qualcuno del Seido. Altrimenti contro di te saremmo finiti!-- disse Goro sorridendo per non si sa quale motivo. Infatti il ragazzo era super felice da quella mattina e non faceva altro che ridere. La cosa aveva fatto preoccupare leggermente Sei che non aveva mai visto il cugino così e aveva chiesto spiegazioni al rosato che aveva semplicemente scrollato le spalle con gli occhi che gli brillavano. Allora la ragazza aveva provato a chiedere qualcosa alle sua cugine. Haru aveva alzato le spalle mentre Akiko aveva sospirato pesantemente senza però dare una risposta alla più piccola.
Sei alla fine aveva deciso di non chiedere più niente, ma continuava a pensare che il comportamento del ragazzo fosse troppo strano.
--non sono poi così brava, ho anche dei piccoli difetti--
--quali?-- chiese Ayame aggiungendosi alla conversazione.
--di certo non li dico ai miei avversari-- finì Nagi bevendo un sorso d'acqua.
-io ci ho provato- disse la rossa a Miya in giapponese.
-tranquilla, non credo riusciremo a cavare qualcosa di bocca- disse la bionda sospirando sconsolata per poi guardare in direzione di Misao che sembrava perso nei suoi pensieri.
-tutto okay fratellone?- chiese dopo un po' la ragazza isolandosi dal resto del gruppo.
Misao sembrava non averla sentita e la ragazza dovette ripetere la frase più volte.
Misao si riscosse dai suoi pensieri una volta che vide lo sguardo arrabbiato di sua sorella, cosa che non preannunciava niente di buono.
-cosa c'è Miya?- chiese il ragazzo
-hai un'aria strana, stai bene?-
-certo My sono solo un po' stanco-
Miya guardò dubbiosa il fratello. Va bene quando era stanco era davvero più silenzioso del solito (solo lei e Koji avevano preso la parlantina di Mei) ma era comunque strano che stesse imbambolati in quel modo.
-anche se io e Koji ci comportiamo da stupidi lo sai che ti puoi fidare di noi- disse la ragazza per poi tornare a chiacchierare con gli altri lasciando il fratello maggiore perso nei suoi pensieri poco casti rivolti a qualcuno che non se li meritava, o almeno non da parte sua.



 

Finita la cena, e dopo una bella doccia calda, Nagi si era ritrovata nella stessa camera con Kiyo, Sei e con l'aggiunta anche di Juri e Miya.
Sei non sapeva chi avesse fatto le camere, ma ne rimase davvero delusa perché lei voleva qualcun altro in camera.
-pensavo saremmo state tutte insieme- disse Miya che sentiva terribilmente la mancanza di Ayame. Non voleva essere l'unica ragazza dell'Inashiro.
-anch'io- disse Sei buttandosi a peso morto sul suo letto e affondando la faccia nel cuscino.
-non vi preoccupate troviamo il modo di andare a fare baldoria nella camera delle altre- disse Juri stiracchiandosi e girando incuriosita per la camera che apparteneva a Sei, Akiko e Haru.
Per l'occasione avevano ridistribuito le camera aggiungendo anche qualche letto in più in ognuna.
--credo che ci abbiano diviese per età-- disse Nagi che era seduta a terra mentre abbracciava un cuscino.
--uffa-- sbuffò Sei sempre con la faccia rivolta verso il cuscino.
--non dirmi che volevi stare in camera con le tue cugine!-- disse Kiyo guardando confusa la rosa.
--no! Però potevano mischiare un po'-- disse la ragazza alzando finalmente la faccia dal cuscino e guardando le altre quattro ragazze.
--volevi stare con qualcuno in particolare?-- le chiese sempre Kiyo con un tono di voce che faceva capire che la sapeva lunga.
-NO!- disse Sei diventando completamente rossa e facendo capire a tutte le presenti che le parole di Kiyo era vere.
-io amo i pettegolezzi, sentiamo con chi volevi stare?- disse Miya sedendosi sul letto di Sei e guardandola aspettando che iniziasse a parlare.
Ma Sei non aveva alcuna intenzione di parlare quindi si ributtò a peso morto sul cuscino sospirando.
--uffa-- disse la bionda sbuffando e facendo ridere sia Nagisa che Kiyo.
--no no tesoro io ho voglia di gossip quindi l'avrò. Sentiamo Americana come ci sei finita con Ryoichi?-- disse Miya cambiando postazione e sedendosi a terra affianco alla castana.
--lui mi piace, io piaccio a lui per quanto ne so e così è stato-- disse la ragazza a bassa voce tanto che Sei fu costretta ad alzare la testa dal cuscino per poter sentire cosa stava dicendo la fidanzata di suo fratello.
--questo era abbastanza ovvio. Voglio sapere chi è stato a dichiararsi-- continuò la bionda felice che almeno Nagisa stava rispondendo alle sue domande.
--di siamo dati un bacio involontariamente e il giorno dopo abbiamo chiarito cos'era successo--
--e tu stavi andando in crisi perché non pensavi che mio fratello ricambiasse-- disse Sei ridendo.
Miya nel mentre aveva gli occhi a cuoricino.
--che bello anch'io vorrei che la persona che mi piace si accorgesse di me e mi desse un bacio-- disse la bionda sconsolata.
--se vuoi posso dargli un calcio così ti cade addosso e ti bacia-- disse Juri che aveva tirato fuori una banana da chissà dove e se la stava mangiando con gusto.
--non servirebbe a niente a lui piace un'altra-- disse Miya chiudendo gli occhi e sospirando prima di riprendere il sorriso.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Alla fine la stanchezza aveva vinto e in nessuna delle camere delle ragazze erano continuati i pettegolezzi.

Anche i ragazzi erano andati a dormire abbastanza presto in previsione delle partite che avrebbero disputato il giorno dopo: due la mattina e una il pomeriggio.

Non sapevano ancora gli abbinamenti, quindi anche volendo non potevano fare previsioni.

La mattina comunque arrivò subito, come arrivò subito anche un furgoncino guidato da Yoichi pieno di bevande rinfrescanti e riso pronto per essere utilizzato per realizzare onigiri.

Yoichi non era da solo, ma aveva portato con se due aiutanti: Satoru e Haruichi. In realtà dovevano andare solo questi ultimi due a dare una mano, ma Ryosuke aveva malamente cacciato via il marito che si era trovato costretto a fare qualcosa per non morire di noia fuori casa.

I tre uomini furono subito raggiunti da Miyuki e Yuki, entrambi aiutarono a portare le casse piene di roba sul campo. Non erano tanto pesanti, ma Miyuki dopo poco iniziava già a sentire dolori atroci nella parte sinistra del suo torace. Stava sforzano troppo i muscoli. Yoichi si accorse subito della sua espressione dolorante.

- devi assolutamente farti vedere. Non puoi continuare così- disse infatti il castano poggiando a terra la sua cassa per poi prendere quella di Kazuya con uno strattone.

- ne abbiamo già parlato. Non ne ho bisogno- disse l’altro cocciuto come suo solito facendo scuotere a quello che era stato il suo vice capitano.

- secondo me fai male. Potresti trovarti a dover allenare una squadra in futuro, o a fare un lavoro dove hai bisogno di sollevare abbastanza peso al giorno. In questo stato non potrai fare assolutamente niente- continuò risoluto Yoichi.

- ci riuscirò lo stesso-

- sei troppo sicuro di te-

- conosco i miei limiti-

- quando non riuscirai a fare più niente non venire da me a piangere come un bambino. Io ti sto avvisando- finì la conversazione Yoichi visto che poco alla volta stavano entrando nel campo i ragazzi che avrebbero giocato quel giorno. Le ragazze si erano, invece, tranquillamente messe a sedere dove di solito stavano gli spettatori più assidui pensando che si sarebbero godute il loro giorno di riposo.

Povere illuse.

Kuramochi fischiò attirando l’attenzione di tutte le giovani promesse.

- le ragazze con me- gridò sempre l’uomo ricevendo come risposta sbuffi spazientiti. Sapeva perfettamente da chi provenivano.

- Akiko non sbuffare altrimenti ti tolgo il telefono per due mesi- disse l’uomo dando completamente la schiena alle ragazze e, con molta calma, incamminandosi verso la mensa dove Yuki e Satoru avevano portato tutto l’occorrente per fare gli onigiri.

La ragazza sbuffò una seconda volta, ma visto che non poteva farsi togliere il cellulare dal padre per la seconda volta in quell’anno decise di alzarsi e seguirlo di sua spontanea volontà.

Anche le altre ragazze, molto riluttanti, decisero di seguire l’uomo. Nella grande mensa, appena furono tutte entrate, trovarono Satoru e Haruichi intenti ad uscire tutti gli ingredienti necessari.

- dobbiamo farlo per forza?- chiese Sei con sguardo supplichevole in direzione dei suoi genitori.

- certo, nessuna eccezione- disse il rosato facendo un sorriso alla figlia che sapeva molto di minaccia.

Nessuno osò più parlare e le ragazze del Seido si rimboccarono le maniche e si avvicinarono al bancone.

--hai già fatto gli onigiri?-- chiese Haru a Nagi mettendole un braccio sulle spalle.

--si, quando ero più piccola ero fissata e mio padre si divertiva un mondo a vedermi tutta sporca mentre pasticciavo con il riso-- disse la castana con un sorriso sulle labbra.

Nonostante Eric passasse poco tempo in compagnia della figlia per via del molto lavoro che aveva da fare in America, riusciva sempre a trovare un po’ di tempo per divertirsi con la figlia.

--non ti ho mai chiesto come mai hai un nome giapponese-- disse ad un certo punto Haru attirando l’attenzione di Akiko, Yuya e Nene che erano li vicino.

--mio padre ha sempre detto che mia madre era giapponese--

--da chi hai imparato in giapponese? Ogni tanto lo parli tranquillamente-- disse Yuya che si era definitivamente unita alla conversazione.

--quando mio padre è veramente arrabbiato inizia a parlare in giapponese, alla fine mi sono imparata alcune parole così--

--tuo padre è stato in Giappone?-- chiese Nene.

--mi sa di si, non ho mai chiesto sinceramente-- rispose la castana mettendosi un dito sul mento pensierosa.

- ragazze meno chiacchiere e più lavoro- disse Yoichi interrompendo la conversazione delle tre che ascoltarono subito l’uomo e si misero a lavorare.

 

Nello stesso momento al Seido, precisamente nell’ufficio del preside, era stato convocato un uomo che guardava in modo sconvolto il preside della scuola che gli aveva appena dato una notizia che non voleva minimamente sentire.

Eric era arrivato da davvero pochissimo tempo in Giappone e già si era fatto riconoscere per il suo lavoro con parecchi atleti che l’avevano riconosciuto. L’associazione medica per la quale lavorava qualche giorno priva gli aveva detto che era arrivata una richiesta per lui: fare da fisioterapista fisso in una scuola superiore.

Aveva detto subito di si anche perché il suo datore di lavoro gli aveva detto un altro nome. Un nome sbagliato.

La scuola che aveva fatto richiesta era il Seido e lui aveva firmato il contratto ad occhi chiusi.

Quando era arrivato a destinazione per parlare con il preside si era quasi strozzato con la sua stessa saliva. l’unico luogo che aveva evitato il più possibile da quando era tornato in Giappone era proprio quello nel quale doveva lavorare. Aveva un contratto di ben 4 anni, non poteva di certo ritirare la domanda, anche perché il suo capo credeva in lui.

Aveva deciso che avrebbe evitato a tutti i costi la parte dove si allenavano per il baseball, dedicandosi agli altri club sportivi.

Le sue convinzioni però erano appena crollate. Era stato ingaggiato proprio per la squadra di baseball!

Gli atri club avrebbero potuto usufruire di una sua visita, ma avrebbe lavorato a stretto contatto con la squadra di baseball.

Una volta uscito dall’ufficio del preside si mise il capello con la visiera e gli occhiali da sole dirigendosi verso il campo da baseball visto che aveva già qualcuno da seguire. Maledizione!

Kazuya l’avrebbe scoperto subito e come se non bastasse era anche la scuola di Nagi.

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Erik entrò nella stanza dedicata al personale medico, anche se in quel momento lui era l’unico medico del Seido, e si sedette sula poltrona dietro la scrivania togliendosi gli occhiali e il cappello. Era stato fortunato, erano tutti troppo impegnati con la partita e nessuno aveva fatto caso a lui che tranquillamente andava nella sua stanza.

Quella stanza l’aveva vista così tante volte, sia per colpa sua, sia per colpa di Miyuki. Anche se anche Furuya alcune volte non aveva scherzato tra dolori e infortuni vari.

Sperava solamente che la oersona che si era fatta male arrivasse da sola, o almeno con qualcuno che non poteva riconoscerlo. Non aveva voglia di spiegare niente a nessuno. E sopratutto sperava che non si presentasse Nagi! Chi avrebbe tenuto poi la ragazza calma?

Sopratutto se Nagi avesse scoperto per prima che lui era li e avesse iniziato a dirlo in giro e Miyuki… “No! Basta pensare a queste cose!” si disse Eijun massaggiandosi le tempie doloranti. In un modo o nell’altro avrebbe fatto. Doveva mantenere la sua identità segreta più a lungo.

Per poco non gli prese un colpo quando sentì bussare alla porta. Prendendo la calma che era andata a farsi un giro l’uomo diede il permesso di entrare e nella camera entrò una ragazzina abbastanza bassa con i capelli castani e corti che non ne volevano sapere di stare apposto. Non indossava la divisa della squadra, ma dei semplici pantaloni larghi e una maglia d’allenamento. Per fortuna era da sola.

- tu sei?- chiese l’uomo facendole cenno di sedersi sul lettino.

- Nene Miyauchi- disse la ragazza e a quel nome per poco Eijun non si strozzò, ma fece finta di niente.

- okay cos’è successo?- chiese, aveva visto la camminata leggermente zoppicante della ragazza, ma voleva capire per bene le dinamiche dell’incidente. Poi gli venne un’illuminazione: possibile che fosse la ragazza che si era fatta male cercando di portare un punto in casa base durante la prima partita?

- sono scivolata in modo scomposto per prendere il punto in casa base e il ginocchio pulsa d’allora – disse la ragazza indicando il ginocchio all’uomo che annuì e iniziò a controllarla.

Alla fine scrisse alcune cose su un foglietto che poi diede alla ragazza.

- niente di grave, ma devi comunque stare attenta e fare questi esercizi ogni giorno. Scordati di fare da ricevitrice per il prossimo mese -

- come!- disse la ragazza sconvolta.

- so che può sembrarti molto dura come cosa, visto che si avvicina il torneo estivo, ma è meglio passare un mese senza fare la ricevitrice che una vita senza poter più giocare per via dei dolori- Nene nonostante avesse voglia di protestare non lo fece. Aveva visto cos’era successo a Miyuki-san e di certo non voleva fare la sua stessa fine. Sperava solamente che le ragazze si prendessero il biglietto per il Koshien. Non voleva passare il suo ultimo anno al Seido senza andarci.

- va bene- disse alla fine la ragazza prendendo il foglietto e sgranando gli occhi non appena vide la marea di esercizi che doveva fare ogni giorno.

- quando devo iniziare?- chiese spaventata. Quell’uomo era un mostro, altro che una brava persona che l’avrebbe aiutata.

- da oggi- disse il castano con un sorriso che fece cadere Nene sempre più in depressione.

- okay grazie- disse la ragazza incamminandosi verso la porta.

- vieni qui due volte alla settimana, voglio vedere i tuoi progressi- la bloccò Eijun per poi lasciarla andare.

Una volta che la ragazza fu uscita dalla stanza Eijun si buttò a peso morto sulla sedia e iniziò a farla girare su se stessa. Aveva sempre amato le sedie girevoli.

La sedia cigolava in una maniera terribile tanto che l’uomo non si accorse che qualcun altro aveva bussato alla porta. Poco dopo la porta si aprì da sola e Chris Takigawa entrò nella stanza.

Quando Eijun si trovò con la sedia davanti all’uomo per poco non fece un salto e urlò.

Nonostante Chris fosse rimasto impassibile nell’espressione, i suoi occhi traspiravano sorpresa. Tutto si sarebbe aspettato tranne vedere una versione cresciuta di Eijun difronte a lui in veste di fisioterapista della squadra.

Entrambi rimasero per qualche minuto congelati non sapendo cosa dire, poi Eijun esplose.

- Chis-sempai per favore non dire a nessuno che sono qui!- gridò il più piccolo alzandosi di colpo e congiungendo le mani in segno di preghiera.

- come ci sei finito qui? Che fine avevi fatto? E perché sei un fisioterapista?- chiese Chris sempre più incredulo.

- è una storia lunga, per favore non voglio che gli altri sappiano della mia presenza qui- continuò l’uomo mantenendo la stessa posizione.

Chris sospirò e poi andò a chiudere la porta della stanza a chiave. Una volta fatto si sedette sulla poltroncina difronte a quella di Eijun.

- non dirò niente, ma tu devi spiegarmi tutto per filo e per segno. Non omettere niente- disse l’ex ricevitore incrociando le braccia leggermente arrabbiato.

Eijun sospirò conscio che doveva raccontare davvero tutto, anche di Nagi, e si risedette al suo posto iniziando il racconto da quando aveva abbandonato Miyuki quella sera di 16 anni prima.

 

- Miyuki lo sai che quelli sono per i ragazzi?- disse Yoichi guardando male l’uomo che si stava mangiando uno degli onigiri fatti dalle ragazze quella stessa mattina.

Avevano lasciato andare via le ragazze una volta finito e in mensa erano rimasti solo Yoichi, Satoru e Haruicchi. Poco dopo i tre erano stati raggiunti da Miyuki che aveva preso a mangiare onigiri.

- lo so- disse l’ex capitano mentre prendeva un altro morso.

- e allora smetti di mangiarli- gridò ancora l’interbase che si stava veramente arrabbiando.

- quanto siamo permalosi- disse sempre Kazuya finendo definitivamente l’onigiri.

- non sono permaloso, voglio solo che ci siano abbastanza onigiri per tutti. E tu comunque che ci fai qui?-

- Chris mi ha lasciato solo perché ha detto che voleva andare a parlare con il nuovo fisioterapista che è appena arrivato-

- io credo invece che voleva che andassi insieme a lui ma tu hai rifiutato- disse Haruicchi con un’espressione che fece gelare Kazuya. Aveva colto nel segno.

- finalmente! Così potremo stressarlo per farti curare!- disse Yoichi orgoglioso dell’idea che gli era appena venuta.

Proprio in quel momento entrò nella mensa Chris che si sedette e non guardò in faccia nessuno.

- Chris-san tutto okay?- chiese Haruicchi abbastanza preoccupato.

- certo sono solo leggermente stanco- disse alla fine l’uomo alzando lo sguardo per poi soffermarsi parecchio tempo su Miyuki. Era ancora leggermente scosso per quello che gli aveva rivelato Eijun.

- allora com’è questo fisioterapista?- chiese Yoichi tutto felice e contente cosa che fece spaventare parecchio Miyuki.

- è in gamba- disse Chris che non aveva spostato neanche per un secondo lo sguardo da Miyuki che iniziava a sentirsi a disagio.








Questi sono i disegni dei ragazzi, scusate se sono girati ma non riesco a capovolgerli.




 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Chris stava ancora pensando a quello che era successo nel nuovo studio di Eijun quando Yoichi lo raggiunse porgendogli un onigiri.

- allora com’è il nostro fisioterapista? E non dire in gamba, è quello che hai ripetuto per tutta la giornata- disse l’ex interbase sedendosi affianco all’uomo.

- e cosa dovrei dirti?- chiese Chris con calme mentre dava un primo morso al cibo.

- gli hai già parlato della questione di Miyuki? Sai sarebbe una bella cosa se riuscissimo con l’inganno a farlo curare..-

- non è fattibile come cosa, avrà molto da fare con i ragazzi e poi Kazuya non è stupido, capirà subito la nostra destinazione- si affrettò subito Chris a fermare le parole dell’uomo più piccolo.

- cos’è successo in quella camera? È da quando sei tornato che sembri strano, veramente, non fai altro che fissare il vuoto- disse Yoichi sciogliendo definitivamente il nodo in gola che aveva. Voleva fare quella domanda a Chris da quando l’aveva visto fissare con sguardo assente Miyuki appena tornato dallo studio.

- niente, ho solo parlato con il fisioterapista-

- e questo fisioterapista ha un nome?-

Chris rimase in silenzio maledicendosi. Non aveva chiesto ad Eijun come si faceva chiamare. Non poteva di certo dire a Kuramochi che il fisioterapista si chiamava Sawamura Eijun.

- non ci siamo presentati- disse cercando di mantenere il suo solito contegno.

- okay cosa mi stai nascondendo? Chris-sempai questa è una cosa abbastanza strana. Il tuo comportamento è strano- disse l’uomo alzandosi di colpo e iniziando a camminare verso lo studio.

Chris capì immediatamente le sue intenzioni e iniziò a inseguirlo.

- dove credi di andare a quest’ora?- chiese il più grande cercando di bloccare Kuramochi.

- voglio conoscere questo fisioterapista- disse con schiettezza il più piccolo aumentando il passo vedendo che Chris l’aveva quasi raggiunto.

- tu non me la racconti giusta, sei troppo strano. E poi no è minimamente venuto a presentarsi come farebbe una persona per bene- continuò l’ex interbase che finalmente aveva raggiunto la porta dello studio.

L’aprì di colpo senza bussare, nel caso si sarebbe fatto scusare dopo.

 

 

 

Eijun stava tranquillamente sistemando le cartelle di tutti i giocatori del Seido quando la porta si aprì di colpo facendolo spaventare per la seconda volta in una giornata.

Aveva deciso di non presentarsi al resto della squadra di suo spontanea volontà, non voleva di certo essere riconosciuto da più persone e non voleva far sapere a Nagi della sua presenza li. Aveva chiesto aiuto a Chris e l’uomo gli aveva detto di non preoccuparsi, ma le cose non sembravano essere andate molto bene.

Quando Eijun vide la faccia incazzata di Kuramochi per poco non gli venne voglia di andarsi a sotterrare. La cosa buffa era che i suoi occhi non avevano ancora incontrato la sua figura.

Eijun infatti si trovava al lato destro rispetto alla porta e Yoichi aveva guardato solo verso alla scrivania che si trovava precisamente difronte alla porta.

Eijun non fece in tempo a nascondersi da qualche parte che lo sguardo castano di Yoichi incrociò il suo dorato.

Ci fu un attimo di incredulità sullo sguardo dell’ex interbase per poi esplodere totalmente in un urlo di incredulità mista a rabbia.

Dallo sguardo di fuoco di Kuramochi si capiva tranquillamente quello che voleva fare: dargli un calcio nel fondo schiena, ma Chris riuscì prontamente a fermare l’uomo prima che combinasse danni e a chiudere a chiave, nuovamente, la porta.

- Chris lasciami andare- disse Kuramochi mentre teneva lo sguardo fisso su Eijun.

- avevi detto che non lo avresti detto a nessuno!- disse invece Eijun nel più totale panico.

- non ho detto niente, solo che non sono bravo a nascondere le cose- disse Chris allentando leggermente la presa su Yoichi ma comunque non lasciandolo andare.

- SAWAMURA!- Yoichi prese un lungo respiro prima di continuare – DOVE CAZZO TI ERI ANDATO A CACCIARE! E SOPRATUTTO PERCHÈ HAI TAGLIATO I LEGAMI CON TUTTI. E COME CI SEI ARRIVATO QUI!- gridò non curandosene se qualcuno potesse sentire le sue urla.

- è una storia lunga e non sono qui perché volevo, anzi era il luogo che stavo cercando di evitare di più per tre motivi- disse Eijun incrociando le braccia al petto.

- e sentiamo quali sarebbero?- chiese Yoichi che finalmente era stato liberato dalla presa di ferro di Chris.

- Miyuki, i ricordi e Nagi- disse l’uomo abbassando leggermente la voce all’ultima parola, che però Yoichi comprese perfettamente.

- perché Nagisa? Che c’entra adesso l’american...- ma non riuscì a finire la frase perché nella sua mente iniziarono a susseguirsi una serie di immagini dei comportamenti strani della ragazza.

- Erik Miky, eri tu? E Nagisa è tua figlia!- continuò poi l’uomo scuotendo la testa sempre più incredulo. Poi sgranò gli occhi – aspetta ma Nagisa è...è di Kazuya- chiese con quasi timore di scoprire la risposta.

Eijun non parlò, ma abbassò semplicemente lo sguardo annuendo con la testa.

- ora si spiega perché stavi fissando Miyuki in quel modo- disse Kuramochi rivolto a Chris per poi posare nuovamente lo sguardo su Eijun.

- quando lo hai lasciato lo sapevi gia?-

- cosa?-

- mi hai capito Sawamura- Eijun sospirò.

- si, glielo volevo dire dopo la partita, ma abbiamo litigato e ho lascito tutto senza pensarci-

Kuramochi si incamminò a passo di marcia verso il suo ex compagno di stanza. Gli si fermò di fronte e gli diede uno schiaffo in pieno volto per poi stringerlo in un abbraccio spacca ossa.

- pensavamo fosse successo il peggio- disse l’interbase fra le lacrime. Aveva veramente avuto paura che potesse essere successo qualcosa a quel lanciatore fastidioso.

Eijun dopo un primo momento di spaesamento totale ricambiò l’abbraccio del suo sempai.

- adesso che Miyuki saprà che sei qui sarà tutto...-

- Kazuya non deve sapere che io sono qui- lo blocco Eijun con la faccia più seria del mondo.

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


- l’avevo detto io che avremmo vinto tutto!- disse Koji con un sorriso che gli occupava tutta la faccia mentre insieme ai ragazzi dello Yakushi salutavano i ragazzi del Seido.

Le partite avevano coronato come vincitori indiscussi del torneo maschile. Il Seido invece era riuscito a vincere solo contro lo Yakushi che aveva peso sia con i ragazzi che con le ragazze. Diciamo che aveva fatto veramente schifo in quel torneo.

- ci rifaremo in estate- disse Dayo incrociando le braccia tutto fiero.

- vinceremo di nuovo noi- disse sempre Koji sorridendo.

- non dimenticate che si siamo anche noi- disse Fujio intromettendosi nella discussione dei tre.

- ma se avete fatto schifo!- disse Toru iniziando a ridere seguito a ruota da Koji.

- chi vi dice che non l’abbiamo fatto apposta?- continuò il capitano dello Yakushi con un pizzico di orgoglio. Gli bruciava molto non essere riuscito a vincere nemmeno una partita.

- si come no- disse Kiyo intromettendosi nella discussione.

- e tu cosa centri?- disse Koji.

- fino a prova contraria noi ragazze del Seido siamo state le vincitrici indiscusse quindi ho tutto il diritto di intromettermi. Vinceremo anche quest’estate e andremo al Koshien- continuò la mora tutta soddisfatta.

- ragazzi avete visto Misao?- disse ad un certo punto Miya mentre cercava il fratello con lo sguardo senza trovarlo.

- mi chiedevo come mai Koji stava parlando ininterrottamente- disse Seika ricevendo poi un’occhiataccia dal diretto interessato.

- comunque no, manca anche Ayame- disse Sei guardandosi intorno in cerca della ragazza con i capelli rossi.

- sono qui fragolina- disse poi la ragazza scompigliando i capelli di Sei che non si era minimamente accorta della presenza della ragazza vicino a se.

- dove diavolo si sarà cacciato?- chiese Miya a nessuno in particolare prima di prendere il telefono e provare a chiamare in ragazzo.

 

 

Misao stava guardando Goro mentre o aiutava a cercare il suo lettore mp3 che aveva lasciato involontariamente nella camera dove aveva dormito il giorno prima che era anche quella del rosato, oltre che quella di Ryoichi e Seika.

- comunque chi è che usa ancora l’mp3?- chiese il rosato che non era per niente scocciato della situazione come stava cercando di far vedere, anzi era davvero felice che Misao avesse chiesto a lui di aiutarlo.

- non sono riuscito a passare le canzoni sul telefono- disse il più grande sbuffando.

- eccolo!- disse ad un tratto il più piccolo buttandosi oltre al letto per cercare di prenderlo, ma il suo braccio era troppo corto e non riusciva ad arrivarci.

- maledizione- disse a dentri stretti maledicendo suo padre per la sua bassazza e per il fatto di averla ereditata.

Misao arrivò dietro di lui e in due secondi riuscì a recuperare l’mp3 senza nemmeno sporgersi più di tanto, facendo sbuffare Goro.

- grazie per l’aiuto- disse il castano arrotolando le cuffiette intorno all’apparecchio per poi cacciarselo nella tasca della felpa.

- e di cosa? Sono stato completamente inutile- disse Goro una volta che si fu definitivamente tirato su dal letto dove si era buttato per recuperarel’mp3.

Misao sorrise scuotendo la testa e poi prendendo coraggio lasciò un piccolo bacio a stampo sulle labbra di Goro che rimase immobile per la sorpresa.

Misao si incamminò verso la porta quando Goro lo bloccò e lo fece girare verso di se. Il rosato si alzò sulle punte dei piedi e baciò nuovamente il ragazzo questa volta però approfondendo il bacio. Misao mise un braccio intorno alla vita di Goro per sorreggerlo meglio. Avrebbero continuato a baciarsi se il telefono di Misao non avesse preso a squillare risvegliando entrambi i ragazzi. Si guardarono un po’ negli occhi, poi Misao prese il telefono rispondendo e lasciando che il braccio che era ancora intorno alla vita di Goro ricadesse lungo il suo busto.

- devo andare stiamo per partire- disse Misao andando verso la porta mentre Goro annuiva per poi seguirlo e andare a salutare gli altri.

Nessuno dei due parlò del bacio che c’era stato.

 

 

Miya guardò prima Misao e poi Koji. Durante tutto il viaggio di ritorno avevano tenuto entrambi lo sguardo verso il finestrino come se stessero pensando a qualcosa ignorando bellamente la ragazza che cercava di avere una conversazione decente con almeno uno dei due. Alla fine la ragazza si era stufata e dopo aver sbuffato aveva provato a parlare con Toru o Ayame, ma si era presto accorta che i sue fratelli si erano bellamente addormentati e l’unica cosa che era riuscita a fare era stata quella di sbuffare e guardare male i suoi due fratelli.

Era rimasta arrabbiata per tutto il viaggio e continuò ad esserlo anche quando, entrando in casa, andrò dritta nella sua camera e sbatté la porta così forte che fece prendere un colpo a Mei che guardò confuso il corridoio dal quale era venuto il rumore per poi guardare i suoi due figli con sguardo interrogativo.

Presto si accorse che non avrebbe ricevuto risposta dai due perché sembravano entrambi persi nel loro mondo.

Si asciugò le mani con un panno e, lasciando la cena a se, decise di andare a parlare con la sua unica figlia. Non bussò alla porta ed entrò nella camera della ragazzaper poi stendersi sul letto al suo fianco.

- cos’è successo? Avete perso?-

- si, ma solo contro il Seido, i ragazzi hanno vinto entrambe e partite. Ma non è questo il problema- disse la ragazza girandosi verso il padre e sospirando.

- cosa c’è allora?-

- quei due. Non mi hanno minimamente considerata nonostante io cercassi di parlare con loro- disse Miya nascondendo il volto nella spalla del padre.

- sembrano entrambi persi nei loro pensieri. È successo qualcosa?-

- è quello che stavo cercando di capire, ma per loro è come se non esistessi-

- non dire così. Sei la loro principessa. Dopo cena cercherò di parlare con entrambi e capire cosa c’è che non va. Tu vuoi mangiare tesoro?- disse Mei accarezzando i capelli biondi della ragazza per poi lasciarci sopra un bacio.

- non ho tanta fame-

- okay- disse l’uomo alzandosi e lasciando la ragazza da sola. Una volta uscito trovò Masatoshi che lo guardava curioso.

- dopo dobbiamo parlare con i ragazzi- disse solo il biondo abbracciando di slancio il marito che, abituato a quella manifestazioni improvvise d’affetto, strinse forte l’uomo a se.

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Eijun stava in macchina nel parcheggio difronte al Seido. Aveva da poco mandato un messaggio a Nagi. Era inutile farle prendere il pullman quando c’era lui con la macchina che la poteva portare tranquillamente a casa. Per spiegarle in tutto si sarebbe sicuramente inventato qualcosa.

Il messaggio di risposta di Nagi arrivò quasi subito e l’uomo aspettò la figlia sorridendo in direzione dell’ingresso della scuola fino a quando non la vide arrivare con i capelli al vento e il borsone più grande di lei a tracolla.

Nagi aprì la portiera della macchina e una volta sistemata si prese le braccia iniziando a strofinare energicamente per via del freddo che sentiva. Eijun le sorrise e accese la macchina per poi partire e uscire dal parcheggio.

--che ci facevi da queste parti?-- chiese la ragazza una volta che il freddo fu svanito.

--lavoro, mi hanno trasferito da queste parti e finirò sempre per quest’ora quindi se per te non ci sono problemi ti posso passare a prendere. È di strada-- disse l’uomo tenendo lo sguardo fisso sulla strada.

--okay, ma alcune volte finiamo davvero molto tardi. Non voglio farti aspettare molto--

--tranquilla, nel caso mi avvisi e ti dico. Capiterà anche che io mi debba trattenere di più a lavoro-- la ragazza annuì e spostò il suo sguardo sul paesaggio che scorreva fuori dal finestrino.

--com’è andata la partita dei ragazzi? Avevi detto che dovevano giocare oggi--

--bene, hanno vinto contro lo Yakushi, ma hanno perso contro l’Inashiro--

--peccato, potevate fare la doppietta-- disse l’uomo che conosceva già il risultato della partita.

--comunque devi dire al tuo ragazzo di starti meno appiccicato quando ci sono io in giro-- disse l’uomo ricordandosi in quel momento che Yoichi gli aveva detto che Ryo stava sempre appiccicato a Nagi. La cosa non gli andava tanto a genio.

--papà! Ryoichi è un ragazzo tranquillissimo, volevo anche fartelo conoscere così ti saresti tranquillizzato, ma tu hai detto di no--

--avevo delle cose da fare, e comunque stai attenta. Non mi fido di quel lanciatore--

--hai qualcosa contro i lanciatori?--

--no! Però non capisco cosa ci trovi in un lanciatore-- Nagi alzò un sopracciglio per la strana piega che aveva preso quella conversazione.

--sono una ricevitrice, è ovvio che mi piacciano i lanciatori--

--ma per favore!--

--è vero papà, le coppie lanciatore-ricevitore sono le più forti-- disse la ragazza sorridendo mentre Eijun sbuffava.

--fammi qualche esempio-- disse l’uomo.

--Narumiya e Harada, oppure i genitori di Nene, Tadao e Zenko-- disse la ragazza cercando di pensare a qualche altra coppia del genere.

--Chris e Tamba-- disse ad un certo punto la ragazza ricordandosi dell’altro ricevitore che amava di più. Eijun scosse la testa.

--sono solo tre casi isolati, non è detto che accada sempre così. Per esempio l’altro lanciatore che ti piaceva, ecco quel Furu qualcosa..-

--Furuya, il padre di Ryoichi! Si lui non sta con un ricevitore, ma è solo lui-- disse la ragazza sorridendo. Poi si ricordò di un’altra cosa. --ho scoperto che anche Miyuki è stato con un lanciatore quindi è abbastanza normale come cosa--

Eijun per poco non inchiodò. Come cavolo aveva fatto sua figlia a scoprire una cosa del genere? Aveva cercato di togliere davanti tutti gli articoli che parlavano di lui.

--come l’hai scoperto?-- chiese spegnendo il motore dell’auto. Erano arrivati.

--me lo ha detto Ryoichi il giorno che ci hanno fatto vedere una partita i 20 anni fa più o meno. c’erano due lanciatori: uno era Furuya e l’altro un altro ragazzo che non aveva mai visto o sentito nominare e quindi dopo ho chiesto spiegazioni visto che Ryoichi sembrava conoscerlo-- disse la ragazza mentre usciva dalla macchina ed entrava in casa seguendo il padre che posò la giacca sul divano per poi dirigersi in cucina.

--papà hai davvero intenzione di cucinare?-- chiese la ragazza sconvolta.

--io non ho mangiato niente-- disse l’uomo prendendo una scatola di tonno e aprendola per poi metterla su un piatto immacolato sotto lo sguardo attento di Nagi.

--comunque i due non stanno più insieme no? Quindi non è detto che duri-- disse l’uomo iniziando a mangiare. --hai fame?--

--no, ho mangiato li. Comunque fra me e Ryoichi va più che bene-- disse la ragazza incrociando le braccia al petto e uscendo dalla cucina. --vado a farmi una doccia--

E così Eijun rimase da solo con la sua scatoletta di tonno.

Nemmeno il tempi di pensare ciò che il telefono iniziò a squillargli e lo guardò con sguardo corrucciato vedendo il numero sconosciuto. Alla fine decise di rispondere.

- pronto?-

- sai quanto ho penato per farmi avere questo numero?-

- Kuramochi-sempai! Come? Come l’hai trovato?- chiese sconvolto l’ex lanciatore.

- ho sbirciato tra le carte dello staff medico. Comunque se vuoi che io mantegga il tuo segreto devi darmi qualcosa in cambio-

- cosa vuoi adesso?- chiese esasperato il più piccolo lasciando andare la forchetta che aveva in mano. Ormai si era abituato alle posate occidentali e non riusciva più ad impugnare bene le bacchette. 16 anni non erano mica pochi.

- è semplice, molto probabilmente Ryo mi scaccerà da casa appena ne avrà la possibilità quindi verrò al Seido a darti fastidio-

- come mai Ryosuke-sempai dovrebbe cacciarti da casa?-

- diciamo che in questo periodo passa dall’odiarmi al volermi al suo fianco ogni singolo istante quindi ho poca scelta se non voglio ritrovarmi ucciso-

- cosa hai combinato?-

- diciamo che la famiglia Kuramochi si sta allargando- Eijun sgranò gli occhi.

- ma sarebbe il terzo!- disse Sawamura sgranando gli occhi.

- no, tu non c’eri quindi non lo sai, è il quarto-

- IL QUARTO!- gridò Eijun alzandosi in piedi sgranando gli occhi – ci credo che Ryosuke voglia ucciderti!-

- ehi non esagerare adesso! Tu hai solo una figlia-

- si e so cosa si prova a partorire e per questo lo capisco. Voi Alpha non capirete mai niente. Pensate solo a figliare-

- ehi ricorda che sono un tuo sempai. Comunque ti ho chiamato solo per dirti che ti romperò le scatole quasi tutti i giorni e che tu non potrai fare altro che accettare la cosa altrimenti vado da Kazuya e spiffero tutto- appena Yoichi finì di dire quelle parole Eijun riuscì a sentire un urlo che doveva essere di sicuro del maggiore dei Kominato.

- ora ti devo lasciare! Ci vediamo lunedì- disse l’ex interbase per poi chiudere la comunicazione.

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


- si può sapere cosa cavolo ci fai qui?- disse Kazuya leggermente arrabbiato ad uno Yoichi spensierato che prendeva dalla macchinetta tutto il cibo che aveva appena comprato.

- do fastidio a te e stresso il fisioterapista- disse l’ex interbase sorridendo.

- e non puoi andare da qualche altra parte?-

- certo che no! E poi Ryo mi ha cacciato di casa. Ovviamente se mi chiama corro da ui, ma in questo momento mi voglio solo divertire-

- mi dispiace per quel povero medico che so dovrà subire le tue pene- disse Miyuki aumentando il passo.

- ma guarda che io lo stresserò per fare in modo che ti curi-

Miyuki si bloccò di colpo e si girò con sguardo tagliente verso Yoichi.

- ti ho già detto che non ne ho bisogno- era davvero arrabbiato.

- bene allora rimani nel tuo guscio a soffrire in silenzio. Stiamo cercando di aiutarti stupido. Quindi fammi il favore di andare dal nostro fisioterapista e farti curare-

- ho vissuto per molto tempo con il torace che...-

- io non parlo solo del torace Kazuya. Ti sto dicendo di riprovare di nuovo a...-

- non se ne parla! Per me esiste solo Eijun- Kazuya voltò definitivamente le spalle al suo ex vice capitano e se ne andò lasciando l’uomo da solo.

- stupido coglione io sto cercando di farti mettere con Eijun- sussurrò l’uomo per poi prendere il cellulare e comporre il numero di Chris.

- io ci ho provato ma non mi vuole ascoltare. Pensaci tu- disse una volta che l’uomo ebbe risposto dall’altra parte del telefono.

- okay, ma non ti assicuro niente, ricordati che stiamo facendo questo contro la sua volontà- disse l’uomo che era nel bullpen e stava guardando Nagi che si allenava con Yuya mentre Nene faceva i suoi esercizi quotidiani.

- tentar non nuoce, nel peggiore dei casi non si incontreranno mai- disse Yoichi per poi chiudere la telefonata e incamminarsi verso lo studio medico.

Questa volta almeno si ricordò di bussare ed entrò sono quando ebbe il permesso.

Eijun stava scrutando con attenzione una cartella medica e solo quando Yoichi poggiò tutto il cibo che aveva sulla scrivania, il più piccolo alzò lo sguardo per rimproveralo.

- cosa c’è ho fame!- si giustificò l’uomo.

- sembra che sia tu quello ad avere gli ormoni sfasati per la gravidanza, e comunque non potresti mangiare qui dentro, io ci visito le persone!- disse Eijun riposando poi gli occhi sulla cartella.

Yoichi alzò gli occhi al cielo per poi aprirsi il primo pacchetto di patatine ed iniziare a sgranocchiarle.

- chi stai controllando?- chiese dopo un po’ vedendo che l’altro uomo non lo degnava della sua attenzione.

- Ryoichi. Ha preso tutti i difetti di Furuya- disse Eijun chiudendo la cartella.

- stai controllando le condizioni di tuo genero?- disse Kuramochi iniziando a ridere per la faccia sconcertata di Eijun.

- è troppo presto! E comunque è il mio figlioccio- borbottò il ragazzo iniziando a giocare con il tappo di una penna per il nervoso.

- il carattere è tutto di Haruicchi. È Sei che ha preso il brutto carattere di Satoru- disse Kuramochi cercando di tranquillizzare Eijun.

- l’ho notato, ma comunque se fa soffrire la mia Nagi lo faccio fuori indipendentemente da chi siano i suoi genitori-

- la tua Nagi che sarebbe anche di Miyuki-

- lo so di chi è mia figlia, non c’è bisogno di puntualizzare ogni santa volta-

- senti perché non provi a parlare con Miyuki? Se vuoi ti do il suo numero. Senza farli sapere che sei qui, dovete giusto parlarvi un po’ per telefono e cercare di chiarire la situazione..-

- il numero di Miyuki lo so a memoria. E comunque non c’è nulla da chiarire, parlerò con quell’uomo solo quando si deciderà a curarsi- disse Eijun super convinto di quello che stava dicendo. Nessuno l’avrebbe smosso dalla sua posizione.

“siamo messi bene! Sono due cavolo di cocciuti” pensò Yoichi sospirando mentre apriva il secondo pacchetto di patatine.

- e se entrasse in questa camera per puro caso? Non puoi non parlargli-

- non entrerà mai qui dentro perché se lo farà stai pur certo che lo lego e gli faccio fare quella cavolo di riabilitazione che non ha ma avuto intenzione di fare- gli occhi di Eijun bruciavano come se fossero dominati dalle fiamme dell’inferno.

- ho paura per lui. Sembri abbastanza pericoloso. Comunque hai detto a tua figlia che lavori qui?-

- certo che no! Se glielo dico lei lo va a dire in giro e qualcun altro potrebbe scoprire la mia identità. Tipo il Boss! Mi bastate già tu e Chris-sempai- disse l’uomo incrociando le braccia al petto.

- infatti è strano che il Boss non sia ancora venuto a farti visita. È più di una settimana che stai qui- disse Yoichi ricordandosi come in tutte le volte che era andato a trovare Eijun l’unica persona che aveva incrociato era Nene che stava migliorando a vista d’occhio a detta di Chris.

- devi dire per fortuna. Non so come affrontarlo. E poi mica posso chiedergli di tenere nascosta la mia presenza qui- disse Eijun.

- dovreste abbassare un po’ il tono della voce, vi si sente dal corridoio- disse Chris entrando nella stanza e sedendosi sull’altra sedia libera.

- che bello il mio studio è diventato un salottino- disse Eijun sbuffando.

- comunque credo che il Boss sappia che tu sia qui. Ha letto i nome sul documento che gli hanno inviato- disse il più grande dei tre chiudendo momentaneamente gli occhi.

- è davvero una brava ricevitrice- disse poi rivolto ad Eijun.

- è il mio orgoglio. All’inizio speravo diventasse una lanciatrice come me, ma credo che mi piaccia più come ricevitrice-

- hai mai provato a fare ricevere uno dei tuoi lanci numerati?-

- no, lei pensa che io non abbia mai toccato una palla da baseball in vita mia- Eijun ridacchio piano per poi aprirsi in un enorme sorriso – la conosco, avrebbe fatto tremila domande. È già stato parecchio difficile nasconderle tutti gli articoli dove comparivo-

- COMUNQUE PERCHÈ LE AVETE FATTO VEDERE UN VIDEO DOVE TIRAVO ANCH’IO?- Gridò ad un certo punto l’uomo ricordandosi la conversazione avuta con la figlia qualche sera prima.

- non sapevo fosse tua figlia- disse Chris alzando le spalle.

- sono stato fortunato che non mi abbia riconosciuto- disse Eijun sospirando.

- non potrai nasconderle per sempre di chi è figlia. Guarda che anche Haruichi la prima volta che l’ha vista ha pensato a te per il suo comportamento. Alla fine credo che verrà fuori in un modo o in un altro- disse Yoichi.

- prima le racconti la verità meglio sarà- concordò Chris.

- in sedici anni non ha mai sospettato niente e non credo che possa iniziare adesso a farsi venire dei dubbi. Ora uscite, fra un po’ dovrebbe arrivare Nene-

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


- cosa volete?- disse Miya in direzione di Misao e Koji che si erano intrufolati nella camera della ragazza.

- parlare forse?- disse Koji buttandosi a peso morto sul letto della ragazza.

- io non parlo con due tizi che mi snobbano per tutto il tempo. Siete venuti qui solo perché papà vi ha minacciati-

- ho baciato Goro- disse Misao facendo girare di scatto i gemelli che non si aspettavano minimamente quella frase.

- quando?- chiese stupito Kijo mentre Miya non riusciva ancora a pronunciare parola.

- quando ho dimenticato l’mp3 nella sua camera-

- quindi adesso state insieme?- chiese Miya con gli occhi che iniziavano a brillarle per l’emozione dimenticandosi di essere arrabbiata con i due ragazzi.

- non lo so, dopo il bacio non abbiamo più parlato-

- e come mai? Di solito dopo un bacio si dice qualcosa no? Quanto è durato?- la ragazza era completamente partita.

- mi hai chiamato durante il bacio e quindi ci siamo fermati presto-

- scusaaaaaaaa- disse la ragazza mettendosi le mani nei capelli.

- non puoi chiamarlo, o mandargli un messaggio?- chiese Kijo.

- non ho il suo numero-

- avrai il numero di qualcuno del Seido al quale puoi chiedere no?-

- ho il numero di Ryoichi però non voglio chiedergli il numero del cugino, sembrerei un maniaco- disse il ragazzo sedendosi anche lui sul letto.

- devo fare tutto io in questa famiglia?- disse Miya esasperata prendendo il suo cellulare per poi poggiarlo sul letto mentre guardava il fratello più grande.

- se me lo avessi detto prima ti avrei procurato subito il numero!- continuò la ragazza per poi riprendere il cellulare che nel mentre si era illuminato.

Dopo poco a Misao arrivò un messaggio al telefono. Il ragazzo guardò sorpreso il numero che la sorella gli aveva mandato.

- come cavolo hai fatto?-

- Nagi! Le ho detto che era una questione di vita o di morte. Credo pensi che mi piaccia Goro a questo punto- disse Miya ridacchiando.

- ma a chi la dai a bere che si vede lontano un miglio che ti piace Toru- disse Koji incrociando le braccia al petto e sbuffando.

Misao nel mentre aveva salvato il numero di Goro e aveva aperto la chat per scrivere qualcosa al ragazzo ma non sapeva cosa.

- parla quello che non ha il coraggio di dichiararsi a Juri per paura di un rifiuto!- disse Miya.

- infatti sono stato rifiutato tesoro. Era per quello che stavo male- disse i biondo sospirando.

- non ci credo. Cosa ha detto?- chiese Miya completamente preoccupata.

- che per lei esiste solo il baseball e che sono troppo snob- disse Koji per poi guardare male Misao – muoviti a scrivere quel cavolo di messaggio-

- non so che scrivere!-

- sei il più grande ma non ne capisci niente di queste cose!- disse Miya mettendosi le mani suoi fianchi per poi prendere il telefono dalle mani di Misao. Quando glielo ridiede aveva appena mandato un messaggio a Goro.

Ciao sono Misao

- ora aspettiamo la risposta- disse Miya.

- e se visualizza e non risponde- chiese Misao che guardava con ansia il messaggio.

- gli parlerai di persona alla prossima partita- disse Koji alzando le spalle.

Misao era pronto al peggio quindi quando sentì il telfono vigìbrare per poco non saltò sul posto.

 

Quindi non era Miya che voleva il mio numero.

Eri tu

 

Fu la risposta del ragazzo. Misao sbiancò. Nagi aveva detto al ragazzo che Miya gli aveva chiesto il numero.

- cosa rispondo adesso- se ne andò in panico il ragazzo perdendo completamente la compostezza che era una della caratteristiche che lo distingueva dai gemelli.

- sei un caso perso! Digli la verità- disse Miya avvicinandosi di più per poter tenere sott’occhio il telefono del fratello.

 

Volevo parlati di quello che era successo,

ma non avevo il tuo numero e non potevo

chiederlo a Ryoichi

 

mio cugino ti avrebbe riempito di domande.

Ti ascolto.

 

Non per messaggio.

Quando ci possiamo vedere?

 

Goro guardò l’ultimo messaggio mordicchiandosi il labbro. Quando Nagi gli aveva scritto dicendo che Miya voleva il suo numero era rimasto parecchio confuso, ma comunque aveva detto alla ragazza di darglielo tranquillamente. Mai avrebbe pensato che era Misao che voleva il suo numero. Anche perché i bacio era ancora impresso benissimo nella sua mente e aveva dominato la maggior parte dei suoi sogni.

Non sapendo cosa scrivere decise di chiedere aiuto a Sei

 

SEI, AIUTO!

 

Cosa c’è?

La persona che mi piace mi ha chiesto

di incontrarci, cosa rispondo?

 

Ti piace Miya?

 

Cosa c’entra Miya adesso!

Nagi mi ha detto che ha chiesto il tuo numero

ho pensato fosse lei.

 

Non è Miya.

Aiutamiiiii

 

è ovvio che devi dire di si tesoro.

 

Si ma quando? E sopratutto come cavolo

faccio ad uscire da qui!

Ti aiutiamo io e Nagi!

Digli domani

 

Goro chiuse la chat con Sei e riaprì quella con Goro fissando nuovamente il messaggio del ragazzo.

 

Va bene domani?

Certo. Per le 17?

si si.

Dove?

Possibilmente vicino che uscirò

senza permesso

che ne dici del parco vicino scuola tua?

Okay, a domani

a domani

 

 

Goro chiuse la chat e guardò il soffitto della sua camere trattenendo a stento un sorriso enorme. Non si sarebbe mai aspettato un primo passo da parte di Misao. Veramente non si sarebbe mai aspettato nemmeno il bacio iniziativa del più grande, ma era felice.

Sperava che il ragazzo non lo stesse solo illudendo.

Forse voleva dirgli che era stato solo un errore?

No! Non doveva pensarci. Se fosse stato un errore non gli avrebbe mai scritto. Vero?

La porta della sua camera del dormitorio si aprì di corsa ed entro una Sei tutta pimpante seguita a ruota da Ryoichi che era abbastanza confuso della presenza della sorella.

- ti rubo Goro per un po’- disse Sei prendendo per un braccio il cugino ed uscendo dalla camera trascinando il rosato lontano da orecchie indiscrete.

- se vuoi che ti aiuti mi devi dire tutto. E sopratutto chi è!- disse la ragazza incrociando le braccia e guardando il ragazzo fisso negli occhi, infondo erano alti uguali.

- è Misao, ci siamo baciati la sera dell’ultima giornate delle partite amichevoli- disse il ragazzo iniziando a grattarsi dietro la testa nervoso lasciando Sei completamente sbalordita.

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


- siete sicure che nessuno ci ha seguito?- disse Goro in giapponese super preoccupato. Alla fine Nagi riusciva tranquillamente a capire la maggior parte delle frasi in giapponese quindi aveva chiesto ai ragazzi di usare la loro lingua. Vero, alcune volte non capiva tutte le parole, ma se non si faceva le orecchie non avrebbe mai imparato.

- si, rilassati e vai dal tuo uomo!- disse Sei spintonando il cugino che con titubanza uscì dal cancello e raggiunse il parco dove si era dato appuntamento con Misao sedendosi su una panchina dove poteva vedere tranquillamente Nagi e Sei che lo guardavano peggio di due fangirl sfegatate. Si stava pentendo sempre di più di aver rivelato tutto alle due ragazze. Le sue sorelle sapevano della cotta che aveva per Misao dal mondiale giovanile che avevano disputato in America, anche perché era li che si era accorto di prvare qualcosa per il lanciatore dell’Inashiro.

Ad Haru e ad Akiko non aveva detto niente dell’incontro: Haru molto probabilmente avrebbe fatto trapelare il suo fastidio sul volto senza dirgli niente, mentre Akiko avrebbe fatto scoppiare la terza guerra mondiale. Odiava Misao a pelle.

- ciao, sei qui da tanto?- Goro alzò gli occhi alle parole che gli aveva rivolto Misao. Il rosato scosse la testa alzandosi dalla panchina dove si era precedentemente seduto.

Rimasero a fissarsi per un po’ poi Misao sospiro e distolse lo sguardo per poi riportare i suoi occhi in quelli di Goro.

- mi piaci. Mi piaci da un bel po’- disse Misao prendendo coraggio.

- anche tu- disse Goro non distogliendo il suo sguardo da quello del più grande nel quale si era accesa una piccola scintilla di sorpresa.

- posso baciarti?-

Goro rise alla richiesta di Misao e fu lui a raggiungere il ragazzo per poi baciarlo.

 

 

- ma che cariniii- disse Sei mentre guardava i due ragazzi baciarsi.

Nagi annuì anche se l’amica non la poteva vedere e fece una foto ai due per poi mandarla a Miya che non aspettò nemmeno un minuto per inviare alla castana una nota vocale che Nagi non ascoltò. Aveva la netta sensazione che fosse un urlo di gioia e non si voleva far scoprire.

- ti conviene non far vedere a Goro la chat con Miya, ti ammazza- disse Sei guardando il telefono di Nagi. I due ragazzi difronte a loro si stavano ancora baciando dimentichi di tutto.

- deve solo ringraziarmi- disse Nagi sorridendo e mettendosi il telefono in tasca.

- deve ringraziare sopratutto Miya, senza di lei credo che quei due non si sarebbero mai chiariti-

- già. Dobbiamo creare un’associazione per far mettere insieme le persone!- disse Nagi convinta per poi riprendere il telefono e mandare il messaggio con la sua idea alla lanciatrice bionda.

- una è andata bene, ma non puoi sapere se ci sia qualcun altro che...-

- ce ne sono parecchi, un esempio sei tu- disse la ricevitrice bloccando la rosata.

- come scusa?- chiese lei sgranando gli occhi.

- si hai capito bene, si vede lontano un miglio che ti piace Ayame-

- come hai fatto!- disse la rosa che non alzò la voce sol perché aveva paura di farsi scoprire da Goro e Misao che in quel momento stavano parlando senza l’imbarazzo iniziale.

- la nomini in continuazione e vai in tilt quando è vicino a te- disse Nagi alzando le spalle facendo intristire Sei.

- non mi considera nemmeno per sbaglio-

- non dire così! Ti ha chiamata fragolina l’altro giorno!- disse Nagi ricordandosi dell’ultimo giorno delle partite a tre.

- ma mi ha sempre chiamata così!- disse Sei incrociando le braccia facendo sbuffare Nagi.

Le due non dissero niente per il resto del tempo guardando in silenzio i due ragazzi che continuavano a parlarsi e sorridersi.

Dopo quelle che alle due ragazze parvero ore, Goro e Misao si salutarono e il rosato raggiunse le due ragazze sorridendo tutto felice.

- allora com’è essere il fidanzato di un lanciatore?- chiese Nagi ridendo mentre i tre rientravano nella struttura.

- non ci credo ancora- disse Goro con gli occhi che gli brillavano.

- vedi che è andato tutto bene! E tu che ti preoccupavi inutilmente- disse Sei sbuffando.

- è normale preoccuparsi Sei!- disse Goro incrociando le braccia al petto.

- Ehi che ci fate da queste parti?- chiese Yoichi raggiungendo i tre che aveva visto da lontano.

- tu cosa ci fai qui. Papà ti ha di nuovo cacciato di casa?- chiese Goro che si era preso uno bello spavento sentendo la voce del padre.

- si e poi ho trovato il mio hobby preferito! Infastidire il fisioterapista- disse l’uomo ridacchiando. Poi corrucciò la fronte. - che hai li?- chiese Yoichi al figlio fissando un punto sul collo del ragazzo.

Il rosato lo guardò confuso e si toccò la parte incriminata non capendo perché il padre lo stesse guardando con quello sguardo, però non c’era niente di strano.

- sembra un livido- disse l’uomo avvicinandosi al figlio e controllando da vicino mentre Goro sbiancava. Misao gli aveva lasciato un succhiotto. Lanciò uno sguardo veloce alle due al suo fianco cercando aiuto.

- oggi gli è arrivata una palla sul collo, potrebbe essere stata quella zio- disse Sei cercando di tenere un tono di voce tranquillo.

Yoichi lasciò stare il collo del figlio e annuì facendo rilasciare un sospiro di sollievo a Goro.

- metti la crema, ci vediamo- disse l’uomo salutandoli e avviandosi verso lo studio di Eijun.

Una volta entrato sbuffò pesantemente sedendosi sulla poltroncina difronte all’uomo che non lo degnò di uno sguardo.

- mio figlio aveva un cavolo di succhiotto sul collo! Voglio sapere chi cazzo glielo ha fatto!- disse l’ex interbase con il fuoco che usciva dagli occhi.

Eijun alzò lo sguardo sul suo sempai per poi riabbassarlo sulle carte che stava compilando.

- sono cose che capitano quando si cresce- disse l’ex lanciatore.

- si ma Goro è troppo piccolo-

- ti ricordo che alla sua età tu e Ryo avevate già fatto...-

- non è questo il punto! Non voglio che uno stupido Alpha dia fastidio a mio figlio-

- Yoichi calmati, io non faccio queste scenate quando vedo Nagi con i succhiotti sul collo-

- ma tu sai chi è, e poi Ryoichi è un bravo ragazzo- Kuramochi si alzò dalla sedia e iniziò a camminare avanti e indietro sempre più nervoso.

- ho visto Misao mentre venivo qui- disse Eijun guardando attentamente il suo sempai.

L’unica reazione di Yoichi fu quella di sgranare gli occhi sconvolto.

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Miyuki era accovacciato a terra mentre respirava affannosamente. Aveva sollevato una cassa di palline, la stessa che in quel momento era rovesciata a terra con tutte le palline sparse per la palestra. Il dolore al torace si era fatto molto più intenso quando aveva fatto quello sforzo facendo mollare istintivamente la presa all’uomo.

Il suo dolore diventava sempre più acuto di giorno in giorno. Era arrivato al limite e quella era la prova. Miyuki alzò lo sguardo mentre si alzava piano piano. Il dolore si fece più forte, ma cercò di non dargli peso. Mise la cassa dritta e iniziò a raccogliere le palline che erano cadute. Nessuno doveva sapere quello che era successo.

- lascia a me, se continui ti farà più male- Miyuki si girò verso la porta della palestra dove Yuki lo guardava a braccia conserta. L’ex ricevitore annuì sconfitto.

Yuki gli si avvicinò e in poco tempo mise in ordine il disastro che Miyuki aveva combinato.

- non puoi continuare così- disse il moro una volta trasportato la cassa al suo posto.

- lo so-

- fatti curare. Lo so che non vuoi darla vinta a Kuramochi però qui si parla della tua salute, lascia il tuo orgoglio da parte per una volta-

- io…non è Yoichi il problema- disse Miyuki puntando il suo sguardo ovunque tranne che negli occhi di Yuki che lo stavano scrutando nell’anima.

- non è punendo il tuo corpo che avrai indietro Sawamura- disse Tetsuya scuotendo la testa.

- lo so-

- credo sia più il contrario- Kazuya guardò confuso Tetsu.

- non avevi detto che avevate litigato perché avevi nascosto il tuo infortunio? Credo che lui voglia che ti curi più di chiunque altro-

- hai parlato con Eijun?-

- non lo vedo da molto più tempo di te-

- allora come fai a sapere che lui vorrebbe che io mi curassi?-

- intuizione-

Kazuya sbuffò. Non sapeva come poteva essere che curandosi avrebbe riavuto indietro il suo lanciatore, ma non poteva più rimanere in quelle condizioni.

- conosci un buon fisioterapista?- chiese arrendendosi.

- ne abbiamo uno qui che sta facendo miracoli con Nene- disse Yuki con un principio di sorriso divertito.

- non se ne parla! Non darò questa soddisfazione a Yoichi!- disse l’ex ricevitore quasi indemoniato.

- può controllarti più facilmente e non dovrai lasciare il lavoro troppo spesso. È la cosa più comoda. Chi se ne frega di Kuramochi-

- ma se ci passa le giornate con quel fisioterapista! Chissà cosa gli avrà detto! E se me lo ritrovo adesso?- disse Miyuki incominciando a camminare avanti e indietro per la frustazione.

- se ne è appena andato. Fidati è più comodo se ti fai seguire da questo fisioterapista. Adesso-

- okay, ma se mi ritrovo Yoichi davanti ti ammazzo- disse Kazuya uscendo dalla palestra in direzione dello studio del fisioterapista.

Yuki lo guardò uscire e, una volta sicuro che non fosse a portate d’orecchio, prese il telefono e chiamò Chris che gli rispose quasi subito.

- il pesce sta andando dritto dritto nella rete- disse l’ex capitano con un sorriso a trentadue denti.

Chris dall’altro capo del telefono sorrise mentre guardava i ragazzi allenarsi nel bullpen.

- direi che era ora-

 

 

Eijun sbadigliò scorrendo velocemente la home page di instagram. Si stava annoiando, in quel posto non succedeva mai niente di particolare e poi era relegato dentro il suo studio per via di Miyuki e Nagi. Si sentiva un animale in gabbia. Sbuffò scocciato lasciando il telefono sulla scrivania e iniziando a giocare con la sedia girevole sulla quale era seduto.

Sentì bussare dopo poco e si incuriosì. Chi era a quell’ora? Yoichi se ne era andato qualche minuto prima e Nene era già andata a farsi controllare il ginocchio. Disse un avanti mentre stava ancora girando sopra la sedia.

- scusa il disturbo, sono uno degli aiutanti del coach, ho un piccolo problema al torace, volevo sapere se era possibile fare qualcosa- Eijun si congelò completamente sulla sedia che in quel momento dava le spalle al nuovo arrivato.

Avrebbe riconosciuto quella voce ovunque. Quanto cazzo gli era mancata?

In due secondi la rabbia di Eijun monto e si girò di colpo per poi alzarsi e raggiungere l’uomo che era appena entrato.

- un piccolo problema al torace sto cazzo Kazuya!- gridò al ricevitore facendo uscire tutta la sua rabbia mentre l’ex ricevitore lo guardava quasi come se fosse un fantasma.

- Eijun- disse Miyuki con gli occhi che diventavano sempre più grandi e lucidi.

- Eijun un corno- borbottò l’uomo di fronte a lui per poi trascinarlo sul lettino iniziando ad ispezinarlo.

- togliti la maglia- disse il più piccolo.

- vogliamo già passare ai fatti- disse Miyuki con un po’ di malizia. Trovarsi Eijun davanti gli aveva mandato momentaneamente il cervello in pappa.

- cosa ti fa credere che io voglia ancora farlo con te?- disse tagliente Sawamura facendo congelare sul posto Kazuya. Tutto si sarebbe aspettato tranne quella risposta.

Miyuki si tolse la maglia, con molte difficoltà per via del dolore, e la fece cadere tranquillamente sul lettino al suo fianco.

Eijun gli si avvicinò e iniziò a a controllarlo.

Miyuki iniziava a capire il comportamento strano di Chris la sera che era andato a parlare con il fisioterapista, capiva anche perché Yoichi aveva insistito a morire per farlo andare da Eijun a curarsi e anche le sue frecciatine sul rifarsi una vita.

Il fatto che Eijun era il fisioterapista aveva dato a Yoichi la libertà di andare a stressarlo ogni giorno, altrimenti non lo avrebbe mai fatto.

Una domanda assillava però il cervello di Miyuki, o meglio due. Come mai il suo Eijun era diventato fisioterapista? E Quando?

Poi si diede dello stupido da solo. Poteva ancora considerarlo il suo Eijun? Certo che no.

Miyuki era completamente perso nei suoi pensieri e lasciava ad Eijun completa autonomia nel controllarlo, cosa che l’ex lanciatore notò.

Okay forse era stato un po’ duro con la risposta che gli aveva dato, ma era rimasto scioccato ed era arrabbiato a morte con l’uomo. Avere Kazuya così vicino e senza maglia lo stava facendo andare completamente in tilt.

Non sapeva quanto tempo avrebbe resistito senza saltargli addosso e baciarlo.

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


- coglione- era la parola che Eijun continuava a dire tra un bacio e l’altro con Miyuki.

Alla fine non era riuscito a resistere e aveva baciato l’uomo che aveva difronte.

Miyuki non parlava, pensava solo a mettere le mani dappertutto sul corpo dell’ex lanciatore. Quanto gli era mancato?

Anche Eijun iniziò a far scorrere le mani sul corpo di Miyuki. Il più grande fece uscire un gemito di dolore quando il più piccolo strinse forte il torace involontariamente.

Eijun staccò le labbra da quelle di Miyuki e fissò i suoi occhi dorati in quelli ambrati dell’uomo.

- scusa- gli sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra. Miyuki scosse la testa e catturò nuovamente le labbra dell’uomo che aveva tra le braccia.

Quanto cavolo gli era mancato?

Eijun salì sulle gambe di Miyuki facendolo poi stendere sul lettino continuando a baciarlo. Questa volta fu Kazuya a interrompere il bacio.

- avevi detto che non volevi farlo con me- disse l’uomo quasi in un sussurro.

- ero arrabbiato- rispose Eijun con lo stesso tono usato dall’uomo.

- anche adesso sembri arrabbiato-

- sono sedici anni che non ti vedo, agisci di più e parla di meno-

- di solito ero io che ti dicevo di chiudere la bocca- disse Miyuki ridendo prima di ribaciare il suo lanciatore. Si, il suo lanciatore.

 

 

- ma sono troppi!- disse Miyuki mentre guardava la lista lunghissima che Eijun stava finendo di compilare due ore dopo.

- sono io il fisioterapista fra i due quindi stai zitto- disse Eijun che era comodamente seduto sulle gambe di Kazuya che si era appropriato della sua sedia girevole.

Kazuya lasciò una scia di baci sul collo di Eijun per poi sistemarselo meglio sulle gambe stringendo forte la vita dell’uomo.

- come mai sei diventato fisioterapista?- chiese alla fine Miyuki.

- per impedire ad altri stupidi come te di farsi del male da soli- rispose Eijun ricontrollando attentamente il foglio.

- sei ancora arrabbiato con me, nonostante abbia deciso di farmi curare-

- è ovvio, a questo punto non so se potrai ritornare completamente come prima- sbuffò i più piccoli lasciandosi andare addosso a Miyuki che a sua volta poggiò la schiena sulla spalliera della sedia.

- dov’eri?-

Eijun non rispose alla domanda di Miyuki, aveva troppe cose da spiegargli e quindi decise che nascondere il viso nell’incavo del suo collo fosse la scelta migliore.

Il telefono che Eijun aveva lasciato sul tavolo iniziò a vibrare e l’uomo dovette uscire il volto dal rifugio che aveva trovato per prendere l’apparecchio elettronico e guardare di chi era il messaggio. Appena vide il nome di sua figlia sgranò gli occhi e lo aprì cercando di mettersi in modo tale da non far vedere niente a Miyuki.

La ragazza lo stava solo avvisando che rimaneva a dormire al Seido per quella sera. Eijun rispose un “va bene” veloce e poi rimise il telefono a posto abbassando la suoneria.

- chi era?- chiese Miyuki, ma nuovamente non ottenne risposta.

- stai evitando di rispondere alle domande di proposito o sei troppo stanco?-

- Yoichi mi ha fatto esaurire oggi- disse Eijun giocando con una pallina di baseball che aveva messo sulla sua scrivania qualche giorno prima.

- quel traditore non mi ha detto della tua presenza qui- disse Miyuki lasciando un bacio sui capelli di Eijun.

- sono stato io a minacciarlo, come ho fatto anche con Chris-sempai- disse l’ex lanciatore.

- non so niente di quello che ti è successo in questi anni, perché non me ne vuoi parlare? Tu sembri sapere tutto quello che mi riguarda- disse Miyuki cercando di tirare le parole fuori dalla bocca di Eijun.

- anche volendo evitare di sentire notizie su di te sarei stato informato lo stesso. Comunque se lo vuoi sapere ho visto tutte le partite che hai giocato prima di ritirarti-

- alla faccia che non volevi sapere più niente di me-

- quando una donna monopolizza il telecomando puoi fare poco e niente- disse Eijun sbuffando. Nagi era un demonio i primi periodi. Non voleva perdersi nemmeno una partita. Una volta aveva bellamente marinato la scuola per vedere una cavolo di partita che Eijun aveva messo a registrare.

- una donna? Di chi stai parlando?- chiese Miyuki confuso.

Eijun dal canto suo si morse il labbro quasi a sangue. Aveva parlato troppo.

Vedendo che Eijun non rispondeva Miyuki provò ad insistere.

- per favore Eijun- supplicò l’uomo non ottenendo niente. - scommetto che Chris e Yoichi sanno tutto- continuò l’uomo leggendo negli occhi di Eijun che aveva centrato nel segno.

- posso almeno sapere perché non vuoi dirmi niente?- chiese in un ultimo tentativo Miyuki.

- ho paura della tua reazione- disse alla fine Eijun.

- Eijun io ti amo e qualunque cosa tu mi stia nascondendo non potrà scalfire l’amore che provo per te.- disse l’uomo facendo sgranare gli occhi a Eijun.

- tu mi a...ami?- chiese sconvolto l’ex lanciatore.

- certo che si!- disse Kazuya sorpreso dall’espressione di Eijun che in meno di un secondo scoppiò a piangere e si rintanò nuovamente nell’incavo del collo di Miyuki.

- Eijun mi stai spaventando- disse Kazuya nel mentre accarezzava la testa del suo lanciatore.

- anch’io ti amo. Ti amo da morire Miyuki Kazuya- disse il lanciatore tra i singhiozzi.

Quando Eijun si fu calmato non lasciò la posizione confortevole che aveva trovato e rimase tra le braccia di Miyuki ad assaporare il buon odore del suo ricevitore.

- Eijun- disse dopo un po’ Kazuya che non aveva smesso di accarezzare l’uomo.

Eijun rispose con un “mh” incitando Kazuya a continuare.

- in realtà è una cosa che volevo chiederti quella sera che mia lasciato da solo in America- disse Miyuki prendendo un po’ di coraggio e attirando completamente l’attenzione di Eijun che fissò i suoi occhi dorati in quelli dell’uomo incitandolo a continuare.

- qui non ho niente perché non mi aspettavo di rivederti quindi sarà una cosa un po’ campata in aria- l’ex ricevitore fece una pausa per prendere un respiro profondo e poi continuò - Eijun Sawamura mi vuoi sposare?-

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


- potresti trasferirti qui- disse Miyuki una volta entrato nella sua casa seguito da un Eijun ancora stordito per la proposta di matrimonio di Miyuki che aveva accettato subito.

In realtà era scoppiato a piangere facendo preoccupare l’ex ricevitore, ma una volta che si era calmato aveva risposto si e si era fiondato a baciare l’uomo. Avevano così deciso di andare a casa di Kazuya, che era la più vicina per fortuna di Eijun, e di trascorrere la serata li.

- per il momento no, dopo- disse Eijun guardando la casa che era troppo grande per una sola persona e che già gli piaceva, aveva anche un garage più grande di quello suo.

- aspettami qui- disse il più grande scomparendo sulle scale per ritornare subito dopo con uno scatolino in mano. Eijun capì subito e stava per prendere lo scatolino dalle mani di Miyuki quando quest’ultimo si inginocchio aprendolo e mostrando al ragazzo il piccolo anello d’argento al suo interno.

- Eijun Sawamura vuoi sposarmi?- chiese di nuovo il ricevitore guardando negli occhi il suo lanciatore. Lanciatore che sbuffò trovando del tutto inutile rifargli la proposta, ma comunque sorrise.

- si- rispose e in men che non si dica Miyuki si alzò e infilò la fedina nell’anulare della mano sinistra di Eijun.

Eijun si portò la mano al viso guardando con curiosità quel pezzo d’argento che portava al dito. Come avrebbe spiegato la cosa a Nagi?

Tanto era immerso nei suoi pensieri che si accorse del bacio di Miyuki solo quando le sue labbra toccarono quelle dell’altro.

- hai cenato?- chiese Miyuki una volta che si fu allontanato dal viso dell’altro.

- no, non è professionale mangiare nello studio-

- potevi venire in mensa, anzi da domani mangi in mensa con noi- disse l’uomo trascinando in cucina il più piccolo per preparargli qualcosa di buono.

- non credo sia il caso. Le uniche persone che lo sanno siete tu, Chris-sempai e Yoichi-san- disse Eijun omettendo il fatto che ci fosse anche Nagi in mensa e non voleva far sapere le cose alla figlia tanto presto.

- ma dai! Così diciamo a tutti che sei di nuovo con noi!- disse Miyuki mentre cucinava una cosa che Eijun non riusciva a vedere.

- no- disse secco l’uomo facendo incuriosire Miyuki.

- come mai tutta questa avversione per incontrare le altre persone?- chiese il ricevitore cercando di trovare delle risposte alle domande che risposte ancora non avevano per lui.

- non è avversione verso le persone, ma credimi è meglio se non mi faccio vedere in giro per il Seido in questo momento-

I due rimasero in silenzio fino a quando Miyuki non mise un piatto di carne davanti ad Eijun e si sedette difronte.

- grazie- disse l’ex lanciatore iniziando a mangiare con gusto il piatto che aveva difronte cercando di riabituarsi alle bacchette.

- posso sapere cosa hai fatto in questi anni o per me sarà sempre un tabù?- chiese Miyuki.

Eijun guardò l’uomo indeciso su cosa fare. Aveva una paura assurda di dirgli di Nagi. E se poi non voleva più sposarlo? Comunque non poteva nascondergli tutto e quindi decise di spiegargli qualcosa.

- sono rimasto in America e ho studiato li. Adel mi ha aiutato moltissimo sopratutto con la lingua-

- aspetta quindi Adel sapeva tutto?- chiese Miyuki sconvolto che la sua migliore amica non gli avesse detto niente.

- si- rispose Eijun evitando il contatto visivo con Miyuki.

- e come mai sei tornato in Giappone? E Quando?-

- sono tornato qualche mese fa per lavoro. Mi hanno trasferito qui e ho accettato-

- era Adel la donna che monopolizzava il telecomando? Vivevate insieme?-

Eijun finì la carne e fissò Miyuki, non avrebbe risolto niente non dicendogli di Nagi, però aveva paura.

- no e no. Veniva quando io ero troppo impegnato per lavoro o i primi tempi che studiavo, oppure andava lei al college a prendermi gli appunti, ma questo i primissimi tempi-

- Eijun stai girando intorno ad un argomento che non vuoi toccare vero?- chiese Miyuki che si stava leggermente stufando di tutta quella situazione.

Eijun non rispose ma abbassò lo sguardo sul cellulare dove come foto di blocco schermo aveva lui e Nagi quando aveva 6 anni. Quel giorno erano andati insieme a vedere una partita di Baseball, una delle ultime di Miyuki che aveva giocato per il Giappone in America.

- hai avuto altre storie di cui non vuoi parlarmi?- alla fine buttò fuori i suoi dubbi Miyuki. Non gli avrebbe di certo fatto una colpa, ma almeno voleva saperlo.

Eijun alzò di scatto lo sguardo sbalordito.

- ma quando mai!- disse infatti l’uomo che lesse la frustrazione negli occhi di Miyuki.

Miyuki non disse più niente e prese il piatto per iniziare a lavare mentre Eijun guardava nuovamente la foto sul telefono.

Alla fine sospirò e prese coraggio.

- ho una figlia-

Miyuki si bloccò di colpo per poi girarsi di scatto in direzione dell’uomo con sguardo scioccato. Non riuscì a dire una parola.

- sono rimasto incinta di te e quando ti ho mollato in quella camera lo sapevo già, ma ero troppo arrabbiato per rimanere e dirtelo. Avevo anche paura della tua reazione. Adel mi ha aiutato a crescerla- Miyuki smise di lavare i piatti e si risedette difronte a Eijun con gli occhi lucidi.

- non volevo dirtelo perché avevo aura della tua reazione e...-

- sei uno stupido, stavo pensando al peggio e tu mi dai una notizia belle- disse Miyuki con le lacrime agli occhi cose che Eijun aveva visto raramente.

- sai quante volte ho desiderato avere un figlio mio con te?- chiese Miyuki guardando Eijun negli occhi che si rilassò completamente alle parole dell’ex ricevitore.

- è qui con te o è rimasta in America?- chiese l’uomo prendendo la mani di Eijun nelle sue.

- è qui con me, però lei non sa chi è veramente suo padre-

- okay, quando posso conoscerla?- chiese Miyuki dopo aver annuito alle parole di Eijun, una cosa del genere la sospettava già.

Eijun scoppiò a ridere facendo preoccupare da morire il suo ricevitore.

- la conosci già- disse una volta che si fu calmato.

- come posso conoscere una ragazza che ha vissuto in Americ...- gli occhi di Miyuki si sgranarono quando l’uomo iniziò a collegare tutte le cose. - Nagi è mia figlia?-

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***


Miyuki mordicchiava una matita mentre guardava l’allenamento delle due squadre scelte per rappresentare il Seido in vista del torneo estivo mentre si allenavano.

Lui ed Eijun, o meglio Eijun, avevano deciso di parlare a Nagi solo dopo il ritiro estivo e quindi erano già due giorni che l’uomo aveva un’irrefrenabile voglia di andare dalla figlia e strapazzarla, ma non poteva.

In quei giorni l’aveva anche osservata meglio e aveva riconosciuto quasi tutti gli elementi di Eijun all’interno del fisico e della personalità di quella ragazza. Aveva anche scoperto i suoi, ma non tutti anche se Eijun continuava a dire che era molto più simile a lui nonostante non l’avesse mai incontrato.

- quante matite vuoi rompere?- chiese Chris mentre guardava confuso Miyuki. Si era aspettato una reazione esagerata da parte del ricevitore per quello che gli aveva detto Yuki al telefono, ma Miyuki non dava segno di aver incontrato Eijun.

- quante bastano per non farmi andare in mezzo al campo ad abbracciare mia figlia- disse l’ex ricevitore facendo girare nuovamente Chris verso di lui con gli occhi sgranati.

- quindi sai- disse solo il più grande.

- ci ho messo una sera intera per cavagli questa informazione dalla bocca- disse Miyuki distogliendo lo sguardo dalla figura di Nagi che era appena scattata dopo aver fatto una battuta.

- ti ha fatto una ramanzina?- chiese ridacchiando Chris.

- non solo, mi ha anche dato una lista infinita di esercizi da fare. Mi vuole morto- Chris rise ancora di più attirando lo sguardo confuso del Boss.

- in compenso però gli ho fatto la proposta e ha accettato e più avanti si trasferiranno da me-

- potreste anche far mettere Nagi nei dormitori così sta con le altre ragazze-

- deciderà lei- poi il più piccolo sorrise. - quest’estate gareggerà con il mio cognome e come ricevitrice, sarà una cosa bellissima-

- posso immaginarlo-

- Eijun mi ha promesso che mi farà vedere tutte le foto più vecchie. Sai la cosa che rimpiango di più è di non averla vista nascere, però posso dire di essere stato un esempio per lei anche se non ero li-

- ti adora. Se vi date d’impegno potreste far compagnia a Ryosuke e Yoichi- disse Chris ridacchiando.

- sempre se Eijun non mi uccide prima. Un lanciatore questa volta- disse Miyuki ridendo ma con un piccolo desiderio che andava sempre di più ad ingrandirsi.

- e se venisse un altro ricevitore?-

- Eijun se ne farà una ragione- disse Miyuki.

- stiamo anche già palando al maschile ma potrebbe essere benissimo una donna-

- vero, però in questo caso sarò costretto a non fermarmi fino a quando non avrò un maschio- disse Kuzuya che si era finalmente distratto da Nagi.

- Eijun ti ammazza definitivamente se sente questa frase-

- infatti rimarrà tutto tra di noi. Vado a dare fastidio al mio lanciatore prima che Yoichi se lo prenda- disse Miyuki salutando Chris ed incamminandosi verso lo studio dove trovò anche Yoichi.

- smamma- disse infatti l’ex ricevitore una volta entrato.

- no- disse Yoichi continuando a sgranocchiare le sue patatine. Si stava facendo raccontare come erano andate le cose da Eijun, non si sarebbe scollato da quella sedia.

Miyuki lo guardò male, ma non disse altro andando a salutare Eijun lasciandogli poi un bacio sulle labbra.

- andate a fare certe cose fuori di qui!- disse l’ex interbase fingendo di essere disgustato, ma in realtà era molto felice di vedere quei due finalmente insieme dopo tanto tempo.

- tu sei quello di troppo qui- disse Miyuki sbuffando facendo ridere Eijun che si rimirava in continuazione l’anello che aveva al dito.

 

 

Nagi si asciugò il sudore dalla fronte mentre trascinava i piedi per andare a farsi una doccia fredda. Era stanca morta, non aveva mai fatto un allenamento stancante come quello che stavano facendo in quei giorni. Ed erano solo al secondo giorno! Sarebbe morta prima del tempo.

Vedendo tutti gli altri ragazzi del primo anno non era l’unica ad essere stremata. Anche Sei e Kiyo sembravano stanche anche se sembrava non volessero darlo a vedere. I ragazzi del secondo e del terzo anno sembravano invece abituati a quella tortura.

Come facevano Nagi non lo sapeva proprio. Non vedeva l’ora di infilarsi sotto le coperte. Per sua fortuna le aveva permesso di rimanere al dormitorio del Seido per quei giorni così non avrebbe dovuto prendere il treno o addirittura scomodare suo padre per farsi venire a prendere.

Anche perché rimanendo al dormitorio aveva più tempo per dormire e prepararsi al giorno successivo.

- sembri un piccolo cadavere- le disse Ryoichi mettendole un braccio intorno alla vita cercando di sorreggerla.

- non sono abituata a questi ritmi- disse la ragazza appoggiandosi completamente al lanciatore che sorrise.

- lo farai nei prossimi anni-

- tu l’anno prossimo non ci sarai- disse la ragazza colta da un’improvvisa illuminazione. Ryoichi frequentava il terzo anno, quella sarebbe stata la sua ultima estate al Seido.

- ci vedremo comunque, non con la frequenza di adesso però ci vedremo-

- cercherò di entrare nella tua stessa università!- disse la ragazza convinta.

- ma tu non volevi seguire le orme di Miyuki-san?-

- si, però voglio entrare nella tua stessa università e niente mi fermerà-

- okay, allora ti aspetterò-

- smettetela di fare i piccioncini voi due- disse Kiyo sbuffando per poi infilarsi nel bagno riservato seguita a ruota da Sei che se la rideva.

Anche Nagi sorrise e lasciò un bacio sulle labbra di Ryoichi prima di entrare anche lei nel bagno seguendo le sue due amiche.

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 ***


Nagi era super eccitata mentre parlava al padre della maglia che aveva ricevuto. La numero 2, come quella di Miyuki.

I due stavano ritornando a casa dopo che la ragazza aveva finito la partita dell’ultimo giorno di ritiro ed entrambi erano molto stanchi.

Eijun ascoltava la figlia sorridendo anche se dentro di se voleva morire. Come avrebbe fatto a spiegarle tutto?

Nagi dal canto suo fissava con sospetto l’anello d’argento che il padre teneva all’anulare sinistro senza però smettere di parlare ininterrottamente della maglia ricevuta. Avrebbe risolto i suoi dubbi una volta tornata a casa.

I due non ci misero molto, anche perché il traffico scorreva anche abbastanza velocemente.

Una volta in cucina Nagi si sedette al tavolo mentre Eijun iniziò ad apparecchiare la tavola sotto lo sguardo confuso della figlia. Di solito quando cenavano loro due non mettevano mai la tavola stavano attenti a non sporcare e basta.

- come mai la tavola?- chiese Nagi in Giapponese, ormai si era abituata a parlarlo che le veniva anche in casa con il padre.

- abbiamo ospiti- disse l’uomo anche lui in giapponese mentre metteva tre bicchieri con altrettanti forchette e coltelli.

- ha a che fare con il tuo anello?- chiese la ragazza indicando con io mento l’oggetto che aveva attirato la sua attenzione in macchina.

Eijun si guardò la mano sinistra per poi sospirare, di certo non poteva far prendere un colpo alla figlia se vedeva arrivare Miyuki con le pizze senza averle detto niente.

- si, ti devo parlare- disse l’uomo mettendosi seduto difronte la ragazza. Ottenendo la sua completa attenzione e curiosità.

- prima di tutto io ti ho partorita-

- sei un omega?- chiese ancora più curiosa Nagi, non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere.

- si, e sia io che tuo padre siamo Giapponesi- continuò Eijun.

- quindi Erik non è il tuo vero nome..-

- no, una cosa per volta Nagi- Eijun sospirò - io e tuo padre abbiamo litigato e io sono scappato da lui senza dirgli niente più per capriccio che per altro. Quando siamo tornati qui per puro caso sono finito a lavorare dove c’era lui e ci siamo rivisti e be’ una cosa tira l’altra-

Nagi guardava il padre sempre più curiosa e sorrideva avendo già capito che la persona che stava arrivando era il suo secondo genitore.

- mi ha chiesto di sposarlo e io ho accettato per questo ho l’anello-

- quindi non era vero che eravate sposati-

- no eravamo solo fidanzati all’epoca. Comunque dopo che me lo ha chiesto e dopo avermi pressato gli ho rivelato tutto e quindi sa anche di te e non vede l’ora di abbracciarti- Nagi sorrise quasi con le lacrime agli occhi. Per quanto tempo aveva sognato quel momento?

- devo dirti anche altro- disse Eijun dopo una lunga pausa facendo alzare lo sguardo lucido di Nagi su di lui.

- io giocavo a baseball...-

- davvero?- chiese stupita la ragazza.

- si e anche tuo padre-

- anche lui quindi è un medico adesso?-

- no- disse Eijun mordendosi il labbro. Come faceva a sganciare la bomba.

- allora come avete fatto ad incontrarvi sul posto di lavoro?-

- sono il nuovo fisioterapista del Seido- disse alla fine Eijun.

- davvero? Perché non me lo hai detto prima?- chiese Nagi che adesso iniziava a capire come mai il padre avesse sempre i suoi stessi orari.

- perché al Seido ci sono parecchie persone che mi conoscevano e non volevo ancora palesare la mia presenza in Giappone.- Eijun guardò Nagi aspettandosi qualche altra domanda, ma la ragazza lo stava guardando fisso attendendo solamente che il padre continuasse.

- il mio vero nome è Eijun, Eijun Sawamura- disse alla fine l’uomo fissando i suoi occhi dorati in quelli identici della figlia. Nagisa sgranò gli occhi.

- ma allora eri tu l’altro lanciatore… aspetta mi stai dicendo che stavi con Miyuki-san?- chiese la ragazza che poco alla volta cercava di collegare i vari pezzi.

- si- disse Eijun guardando la figlia mentre si scervellava. La ragazza stava per dire alto, ma venne interrotta dal suono del campanello.

Nagisa rimase immobile timorosa di quello che sarebbe successo di li a poco. Eijun invece si alzò e andò ad aprire la porta senza nemmeno guardare dallo spioncino, infondo sapeva per certo che era Kazuya colui che stava dall’altra parte.

Infatti l’ex ricevitore stava davanti alla porta con tre cartoni di pizza più un sacchetto bianco del quale Eijun non riuscì ad identificare il contenuto.

I due si sorrisero e, dopo aver dato un bacio al nuovo arrivato, Eijun prese le pizze dalle mani di Miyuki e le portò in cucina mentre quest’ultimo si toglieva il giubbotto.

Nagi era rimasta dove Eijun l’aveva lasciata, timorosa di fare un passo falso. Solo quando sentì la seconda persona entrare nella stanza alzò lo sguardo.

E Nagisa si ritrovò a fissare gli occhi ambrati di Miyuki, la persona che aveva sempre ammirato e cercato di imitare.

Kazuya sorrideva alla ragazza di quindici anni che aveva difronte. Aprì leggermente le braccia facendo un invito muto alla ragazza che non perse tempo e si fiondò con le lacrime agli occhi tra le braccia del padre, che finalmente dopo giorni poteva stringerla a se.

Eijun guardava la scena da fuori mentre sorrideva. Quante volte si era immaginato quella scena in quegli anni, e soprattutto in quegli ultimi giorni? Tante, forse anche troppe, ma comunque era migliore di quanto si fosse aspettato. Era deciso a rimanere in disparte, era il loro momento di ritrovarsi e non si sarebbe intromesso, anche perché credeva che Nagi l’avrebbe ammazzato per avergli nascosto una cosa del genere.

I due si staccarono solo dopo abbondanti minuti che ad entrambi parvero durare pochi secondi. Nagi si stava ancora asciugando le lacrime che uscivano dagli occhi quando si girò verso Eijun che stava aprendo le pizze.

- che gusto hai preso?- chiese la ragazza a Kazuya mentre si sedevano entrambi al tavolo l’uno affianco all’altra.

- quelle che mi ha detto Eijun- disse l’uomo mentre gli occhi della ragazza si illuminavano vedendo la diavola proprio difronte al suo posto.

- cosa sta nella busta bianca?- chiese Eijun mentre si metteva davanti la sua margherita, non perché gli altri gusti non gli piacessero, ma era da un po’ di giorni che non si sentiva tanto bene e non voleva esagerare.

- natto- a quella parole per poco Eijun non fece cadere la busta a terra, ma vedendo Miyuki che cercava a stento di trattenere le risate sbirciò all’interno della busta trovandoci delle semplici patatine fritte.

L’ex lanciatore guardò malissimo il suo ricevitore, ma Miyuki gli rispose con un sorriso mentre addentava la sua capricciosa.

- dopo voglio vedere tutti gli album di quando eri piccola- disse Kazuya rivolto a Nagi.

- un’altra volta- disse la ragazza diventando rossa.

- li ho già usciti- disse invece Eijun facendo sorridere Miyuki.

- PAPÀ!-

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Capitolo 37
*** Epilogo ***


Nagi, Sei e Kiyo stavano uscendo dallo stadio dopo aver finito di disputare la semifinale con lo Yakushi. Erano riuscite a vincere non si sa per quale colpo di fortuna visto che Juri aveva fatto più homerun il quella partita che in tutta la sua vita.

Le tre ragazze erano felici infatti mancava solo una partita e avrebbero partecipato al Koshien. Il problema era che la partita sarebbe stata contro la Inashiro che si era rivelata una delle squadre più forti del torneo. Miya non aveva scherzato quando aveva detto che sarebbero arrivate in finale senza troppi problemi.

Diversamente era andata per la squadra maschile dell’Inashiro che era stata eliminata al terzo turno proprio dal Seido che di li ad un giorno avrebbe disputato la finale contro lo Yakushi.

I ragazzi del Seido erano tutti elettrizzati, se avessero vinto sia la finale maschile che quella femminile avrebbero fatto doppietta, e non era cosa da poco.

- bene bene è spuntata fuori la figlia di Miyuki- le tre ragazze del Seido alzarono la testa trovando difronte a loro Miya, che aveva parlato, e Ayame.

Nagi sorrise, prima dell’inizio del torneo avevano cambiato il suo cognome in quello vero, Miyuki, ed era successo il finimondo con la stampa, ma la ragazza non si era fatta prendere dal panico, grazie anche all’aiuto del padre.

- vi batteremo- disse Nagisa sorridendo alle due ragazze.

- lo vedremo- disse invece la bionda, anche lei con il sorriso sulle labbra.

- bene se vinciamo noi Ayame deve uscire con Sei- disse Nagi lanciando uno sguardo d’intesa a Miya con la quale progettava di far uscire le due ragazze insieme da parecchio tempo.

- COSA?- gridò Sei guardando male Nagi e diventando completamente rossa.

- per me va bene- disse invece Ayame sorridendo.

- se invece vinciamo noi sequestreremo Goro e Sei per un mese- disse Miya ghignando.

- perché ci sono sempre io in mezzo?- chiese la rosata alla quale stavano venendo i brividi. A Goro non sarebbe per niente dispiaciuto farsi sequestrare visto che sarebbe stato sempre appiccicato a Misao, ma lei no. Lei si sentiva terribilmente a disagio.

- affare fatto!- disse Nagi mentre stringeva la mano a Miya mentre Kiyo ridacchiava divertita.

- Ehi perché fate tutto senza il mio consenso!- disse Sei senza però essere ascoltata da nessuno.

- ci vediamo in finale- dissero Nagi e Miya nello stesso momento per poi incamminarsi entrambe in due direzioni diverse.

Kiyo seguì subito Nagi mentre Sei sbuffò prima di seguire le due.

- ci vediamo fragolina- disse Ayame sorridendole per poi scompigliarle i capelli e sparire con Miya.

 

 

- manca solo l’Inashiro e poi andremo al Koshien- disse Eijun a Kazuya una volta che la partita delle ragazze fu conclusa.

- mica andiamo noi al Koshien- disse l’ex ricevitore sorridendo.

- ci va la nostra Nagi e noi la seguiremo ovviamente- Miyuki assottigliò gli occhi alla frase di Eijun.

- non se ne parla proprio- disse dopo. Eijun mise il broncio e guardò male suo marito. Alla fine si erano sposati un mese dopo aver detto a tutti del ritorno di Eijun e aver rivelato la vera natura di Nagi.

Ryoichi appena aveva scoperto il tutto era sbiancato, ma poi aveva parlato con Eijun che, a dispetto di quanto voleva ammettere, aveva dato l’autorizzazione al ragazzo per stare con Nagi.

Satoru invece aveva cercato di dividere i due prontamente fermato da Hairuichi che aveva minacciato il marito solo con lo sguardo. Alla fine anche l’altro ex lanciatore del Seido era stato costretto ad accettare la relazione dei due.

- sono solo al secondo mese, sai quante cose ho fatto con Nagi ancora nella mia pancia?- disse Eijun incrociando le braccia e facendo risaltare la pancia che stava iniziando a crescere.

- può essere pericoloso e non voglio rischiare- disse Miyuki rimanendo fermo nelle sue convinzioni.

- Kazuya sei troppo protettivo! Quando arriverà al nono mese cosa farai?- chiese Yoichi che era seduto vicino ai due con Noya in braccio, l’ultimo arrivato della famiglia Kuramochi che aveva già preso possesso dell’attenzione di tutti gli ex giocatori del Seido essendo il più piccolo.

- non uscirà di casa- disse convinto l’ex ricevitore facendo una smorfia in direzione di Noya che iniziò a ridere felice.

- manco morto Kazuya! Io faccio quello che voglio e tu non puoi fermarmi- disse convinto Eijun.

- tranquillo lo teniamo a bada noi- disse Ryosuke in direzione di Eijun guardando poi male Kazuya.

- grazie sempai!- disse Eijun per poi fare una linguaccia a Miyuki che dovette arrendersi ai tre contro di lui.

- però il nome lo scelgo io- disse dopo un po’ Kazuya.

- quello era ovvio! Sentiamo un po’- disse Eijun che si era momentaneamente scordato della conversazione precedente.

- Kaito-

- e se fosse una femmina?-

- è un maschio- disse convinto Kazuya - e si chiamerà Kaito-

- se lo dici tu, poi però non piangere se sarà un altra femminuccia- disse Eijun baciando il marito.

- non lo farò perché sarà un maschio- disse Kazuya una volta che Eijun si staccò dalle sue labbra. L’ex lanciatore rise e Miyuki ricatturò le sue labbra in un altro bacio.

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