Fluorescent adolescent

di fumoemiele
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fumare di nascosto ***
Capitolo 2: *** Un cioccolatino e facciamo pace? ***
Capitolo 3: *** Telefonate nel cuore della notte ***
Capitolo 4: *** Rimedio per un cuore spezzato ***
Capitolo 5: *** Messaggiare in continuazione ***



Capitolo 1
*** Fumare di nascosto ***


 
 
Fluorescent adolescent
1 - Fumare di nascosto
[Word count: 337]
 
 
 



Mila sbuffa nuvolette di fumo denso.
Lo lascia uscire fuori dalle labbra, sembra quasi nebbia, in una nuvoletta che si disperde nell’aria stantia dei bagni della scuola.

Odia l’ora di matematica e per questo cerca di uscire sempre dall’aula per almeno venti minuti, durante la lezione. Minuti in cui si rinchiude nei cessi dai muri imbrattati di stronzate – “Aidan è gay”, “Kayla succhia cazzi per cinque dollari” e “La prof De Leroy non indossa mai le mutande”. 
Chiude la porta di legno, tiene la maniglia con la mano libera e che non stringe la sigaretta, e aspetta che finisca il suo tempo, la sua libertà; attende che il tabacco diventi cenere e che la cartina bruci fino a lasciarle fra le mani solo il filtro arancione e un polmone marcio.

Quel giorno, però, Mila viene beccata.
Da quando è venuta a insegnare religione quella cazzo di ex suora – la stessa che, come è scritto anche sul muro dei bagni, ha scoperto di essere lesbica e ha abbandonato le preghiere – la sua vita è un inferno, così come quella di tutti i fumatori.
È sempre lì, pronta a spalancare le porte di legno senza bussare, senza chiedere nulla, ma pronta a condannare. 

Non è la prima volta che succede, ormai è la terza. E Mila è stanca, è stufa, è arrabbiata ed è frustrata perché non ha intenzione di finire - di nuovo - in vicepresidenza a parlare con quella babbea dai capelli grigi.
Tira l’insegnante di religione per un braccio. Lei è più giovane, è più dinamica.
Le afferra i capelli, sperando che non urli troppo e non causi un rumore infernale, e le spegne la sigaretta in un occhio, nel tentativo maldestro di tenerla ferma mentre si agita, grida e bestemmia – imprecano tutti, anche le vecchie suore, quando provano dolore.

Sente il fuoco sfrigolare contro il bulbo e ride, Mila. Ride fino a non poterne più e ammira soddisfatta il buco cieco, l'assenza dell'iride verde. 

Adesso non la disturberanno più mentre fuma.

***

Io mi rendo conto di avere qualche serio problema. Ho scritto un paio di flashfics ieri e le ho scritte per divertirmi, con lo scopo di utilizzare i prompt proposti dal Giardino, ma siccome non erano prompt horror ho scovato il divertimento nel ribaltarli e renderli tali. E devo dire che sono davvero fiera di come ne ho sadicamente usati alcuni.
Alcune di queste flash sono ironiche, quindi non prendetemi troppo sul serio. 
Saranno davvero brevi, arrivano massimo a 300 parole, perché l'obiettivo era fare una raccolta di drabble, ma ho sforato con tutte, per cui. Chiaramente, i personaggi saranno tutti adolescenti, avranno fra i 13 e i 19 anni. Il nome della raccolta è una delle mie canzoni preferite degli Arctic Monkeys. 

Vi lascio di seguito la lista dei prompt che ho utilizzato, a 'mo di indice. Quelli che vedete qui sotto li ho già scritti, devo solo correggerli e postarli, ma con calma.

1 - Fumare di nascosto 
2 - Un cioccolatino e facciamo pace?
3 - Telefonate nel cuore della notte
4 - Rimedio per un cuore spezzato
5 - Messaggiare in continuazione 

 
 

 

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Capitolo 2
*** Un cioccolatino e facciamo pace? ***


 
 
Fluorescent adolescent
2 - Un cioccolatino e facciamo pace?
[Word count: 148]
 
 
 


Yuki è triste.
Lei e Haru hanno litigato, questa mattina.
Yuki era affamata e per questo gli ha rubato un cioccolatino. Un dolcetto amaro e piccolo, nulla capace di far smettere di brontolare il suo stomaco.
Pensava che Haru l’avrebbe capita, invece si è arrabbiato. Ha sbraitato parole taglienti e Yuki è corsa in giardino a piangere.
Poi, forse pentito, è tornato da lei e si è accovacciato sulle ginocchia.
Ha aperto il palmo della mano. Al centro una pralina di cacao, la carta colorata di verde la ricopre, finché non la scarta.
Yuki sorride, accetta le scuse mute di Haro e manda giù il cioccolatino senza nemmeno guardarlo.
Sfortunatamente è avvelenato e si strozza. Stringe la gola fra le dita, si graffia la pelle per raschiare via l’assenza di fiato, e soffoca. 
Le rimane sulle labbra il sapore amaro del veleno, mescolato al cioccolato pieno di zucchero.


 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Telefonate nel cuore della notte ***


 
 
Fluorescent adolescent
3 - Telefonate nel cuore della notte
[Word count: 207]
 
 
 


Altra notte insonne.
Jack dovrebbe giocare con i carri armati di plastica, fermare quelle occhiaie.
E invece sono solo altre burbere ore prive di silenzio. Il telefono squilla, suona, stride; non smette mai.
Jack non ne può più di tutto quel casino notturno. È stanco, stufo.
Stacca la corrente. Non vuole ricevere nessuna cazzo di telefonata stridula.
Sono sei giorni che non riesce a chiudere occhio. Sua madre è morta, suo padre pure, si decompongono nel loro letto perché loro sì, loro riescono a dormire.
Jack non ha nessuna voglia di uscire di casa, né di andare a scuola. Si trascina da un lato all’altro della camera, la testa abbassata, floscia; lo sguardo morto. Non va avanti. Un cadavere che cammina su due gambe sottili come stuzzicadenti. Non dorme e non mangia più, Jack, perché il telefono continua a squillare.
E squilla anche senza la corrente.
Sono trascorsi sette giorni quando si decide a farlo smettere.
Risponde.
Dall’altro lato è solo silenzio.
Questo basta a fargli capire chi è che lo chiama: la morte.
Astuta, ricerca la fine della realtà della sua vittima prima di portarla nella fossa piena di vermi.
Jack si trascina fino al letto e decide di lasciarsi morire lì, con gli altri cadaveri.   




 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Rimedio per un cuore spezzato ***


 
 
Fluorescent adolescent
4 - Rimedio per un cuore spezzato
[word count: 162 + 114]
 
 
 

Layla soffre da tanto tempo.
Il suo cuore si è spezzato quando l’amore è scivolato via e ha lasciato il posto alla solitudine, alla malinconia e all’assenza.
Lei cerca da giorni, scava nel terreno con le unghie, si ferisce e sfiora talvolta i lombrichi umidicci e viscidi. Strappa le radici, ma non trova soluzioni. Uccide i fiori, ma non la vita. 
Pensa spesso che non c’è nessun rimedio per un cuore spezzato.
Talvolta si arrende, talvolta cade e si rialza. È un’adolescente come tante altre.
È una fredda notte d’agosto quella in cui afferra il coltello da cucina, si sistema di fronte allo specchio e si incide il petto. Taglia via la pelle, smuove i muscoli, spezza le costole che rinchiudono i suoi ventricoli nella gabbia toracica.
Tira fuori l’organo che batte – e che ora non batte più.
Lo guarda e non capisce, nel suo ultimo disilluso istante: dove sono le crepe? Perché, se sta così male, non è davvero spezzato?



 
Finale alternativo, perché non ci facciamo mancare nulla.  

Layla afferra il coltello da cucina e si precipita a casa di Edmund. L’ha lasciata e non può perdonarlo, per questo. Ha sofferto a lungo, ha versato tante lacrime dal sapore salato e adesso vuole sentire soltanto l’odore nauseabondo e aspro del sangue. L'acidità dell'omicidio. 
Rompe – distrugge – la maniglia della casa di Edmund. Il sole è sparito oltre l’orizzonte e rimane soltanto il buio pesto, dentro e fuori.
Lo pugnala per cinquanta volte nello stesso punto; qualche millimetro in più, qualche millimetro in meno, non fa differenza. Gli lascia un buco vuoto, rosso e buio nel petto senza vita.
Ed è allora, solo allora, che sente il suo cuore tornare a battere.


 

Liberi di scegliere il finale che preferite, a me piacciono entrambi e per tanto ho deciso di metterli tutti e due, non riuscivo a decidermi. A presto. <3 
 

 

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Capitolo 5
*** Messaggiare in continuazione ***


 
 
Fluorescent adolescent
5 - Messaggiare in continuazione
[Word count: 178]
 
 
 


Sono due settimane ormai che Jane non fa altro che pigiare tasti sul primo cellulare che le hanno regalato i suoi genitori. Il primo della sua esistenza, segno che ormai è diventata grande abbastanza – dodici anni – da poter utilizzare internet.

Sua madre non ne può più. Le hanno regalato quell’aggeggio elettronico, costato anche troppo, e non hanno ricavato granché. Pensavano che avrebbe avuto l’occasione di distaccarsi dal suo amico immaginario, così.

Certo Jane non accennava più a lui, ma non era cambiata la situazione. Era sempre assente e distaccata, lo sguardo appiccicato allo schermo luminoso.

Sono a tavola, quella sera. Gli ultimi istanti prima della follia e Jane non stacca le pupille dallo schermo, le dita dalla tastiera.

Con chi parla? Si è trovata un fidanzato, per questo è così presa? Non ne può più di non ricevere risposte e le strappa il cellulare dalle mani.
Legge la conversazione per qualche istante e poi lascia cadere l’aggeggio a terra. Ha la bocca spalancata, è confusa. Perché Jane parla in una chat da sola con se stessa?


 
 
 

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