Nell'aria, una melodia di Crateide (/viewuser.php?uid=209651)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 1 *** 01 ***
Giusto una nota
prima di iniziare...
Bentrovati!
Brevissima
raccolta di
drabbles che raccontano il primo incontro fra Orfeo ed Euridice.
All’inizio
avrei voluto narrare il mito che tutti conosciamo, ma... beh, si sa, i
personaggi fanno quello che vogliono e loro due volevano raccontare del
loro
primo incontro.
Non ci saranno
altri
angolini dell’autrice (se non alla fine, forse) per non
spezzare oltre il ritmo
della narrazione.
Se lo desiderate QUI
trovate una raccolta di drabbles su mito di Ade e Persefone narrato dal
punto
di vista di Ade. Fateci un salto, se vi va!
«Perché
una musica così triste?»
Orfeo
pizzicò le corde della lira, che brillarono alla luce del
sole.
«Perché
una musica così triste?» insistette la fanciulla.
Aveva le ciglia umide e le
guance rigate dalle lacrime. I capelli d’oro le sfioravano le
caviglie, s’insinuavano
fra le pieghe della veste, fra i seni tondi che il lino celava appena.
La
mano di Orfeo fremette, le dita indugiarono sulle corde, mentre
l’ultima nota
vibrava nell’aria.
Perché
una musica così
triste? chiese a se
stesso.
La
fanciulla si avvicinò, lo sguardo languido. Gli si
inginocchiò di fronte e i
capelli si confusero con le giunchiglie che danzavano al vento.
«Qual
è il tuo nome?»
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Capitolo 2 *** 02 ***
«Qual
è il tuo nome?»
Orfeo
non rispose, ci pensò. Sentiva di aver perduto la propria
identità, che la
musica l’aveva portata via con sé, al cospetto di
chissà quale dio. Il suo
cuore pareva tacere nel petto, come quello di un morto, il suo animo
era
confuso. Cosa rispondere?
«Sono...
triste», disse infine.
La
fanciulla allungò una mano e gli sfiorò il
ginocchio. Aveva un tocco delicato e
fresco, come la pioggia di primavera. Non rispose, lo guardò
con quegli occhi verdi
come il mare in lontananza.
Che
fosse una dea? Nessuna mortale possedeva una bellezza così
pura.
«Dimmi
il tuo nome e, forse, io saprò dirti il mio.»
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Capitolo 3 *** 03 ***
«Mi
chiamo Euridice.»
Un
nome da poter cantare,
pensò Orfeo, le cui dita già si muovevano fra le
corde della lira, alla ricerca
della melodia adatta, della nota perfetta che sospirasse quel nome
tanto bello.
Stava
per sfiorare una corda, quando si trattenne.
«Non
suoni?» gli chiese Euridice.
«Vorrei
dedicarti un canto, ma non posso», rispose lui, afflitto.
«Perché?»
Orfeo
la guardò, con gli occhi arrossati da lacrime che non
riusciva a versare.
«Perché
non ricorderesti più chi sei, perderesti te stessa. La
musica, che è dono degli
dèi, ha un prezzo.»
Euridice
gli sorrise e il cuore di Orfeo parve sprofondare.
«Magari,
se dovessi perdermi anch’io, riuscirei a
ritrovarti.»
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Capitolo 4 *** 04 ***
E
lei lo aveva davvero trovato, alla fine. In un piccolo anfratto del
sottobosco,
fra le nuvole burrose nel cielo infinito, fra le giunchiglie proprio
lì,
davanti ai suoi piedi, nei meandri di un’oscura caverna, lei
lo aveva
ritrovato.
La
musica li aveva ricondotti indietro, piano, concedendo a entrambi di
bearsi
delle meraviglie del mondo. Avevano visto fiumi impetuosi sprofondare
nella
terra con laghi placidi e oscuri, monti dalle punte innevate e valli
gravide di
viti e fiori, luoghi inesplorati e misteriosi e genti sconosciute e dal
fascino
esotico.
Orfeo
si accasciò fra i seni di Euridice, esausto dal lungo
piacere, mentre un’ultima
nota trillava ancora nell’aria.
«Orfeo.»
Un
sospiro.
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