When everything changes

di lunalba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lezione di teatro! ***
Capitolo 3: *** Un tranquillo pomeriggio tra...Nemici ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO 

 

Mi guardai di sfuggita allo specchio maledicendomi per non essermi svegliata in tempo: i capelli biondi mi ricadevano disordinati lungo le spalle, gli occhi presentavano ancora i residui di trucco del giorno prima, decisamente il modo sbagliato di presentarsi al primo giorno di scuola. Lo strombettio del clacson proveniente dal vialetto mi ridestò dal mio momento “vanità”, ricordandomi che non era il momento di pensare al mio aspetto fisico.
Distolsi lo sguardo dal grande specchio e scattai veloce verso le scale, nel vano tentativo di recuperare il terribile ritardo che avevo accumulato.
 
<< dannazione, ho dimenticato il cellulare >> imprecai tornando al piano superiore, mentre dall’esterno proveniva l’ennesimo suono del clacson
 
Recuperato il mio prezioso cellulare volai al piano di sotto, si può dire che volai letteralmente al piano di sotto visto che al terz’ultimo gradino non sentii più il duro marmo sotto ai piedi e, per un momento mi vennero in mente quegli assurdi personaggi dei cartoni animati che, sfidando qualsiasi legge di gravità, corrono senza toccare il suolo. Peccato che io non fossi un cartone animato, e tanto meno fossi in grado di sfidare le leggi della gravità, e in meno di due secondi si ritrovai a fare gli ultimi gradini con il mio povero fondoschiena.
Ignorando il dolore mi alzai e corsi verso l’ingresso, spalancando la porta con poca delicatezza.
 
<< ARRIVO!>> urlai in direzione della grossa macchina rosso fuoco che faceva bella mostra di sé nel vialetto.
<< Clarke, muoviti è tardi! E non rinuncerò alla mia colazione per causa tua e della tua pigrizia!>> rispose una voce proveniente dall’automobile.
 
Accelerai il passo, spalancando la portiera, lanciandomi nella maestosa macchina della mia migliore amica; Raven Reyes, l’adrenalinica, pazza e super tecnologica Raven. Non potei fare a meno di guardarla divertita, i lunghi capelli castani legati in una stretta coda di cavallo lasciavano libero il viso olivastro, facendo risaltare i grandi occhi castani che la stavano guardando con impazienza, incredibilmente il suo aspetto non presentava tracce della sfrenata serata del giorno prima.
 
<< Scusami, non ha suonata la sveglia… o meglio la sveglia ha suonato ma io non l’ho sentita >> mi scusai maledicendo la sera prima e i troppi bicchieri di alcool che avevo bevuto, promettendomi di non partecipare più a serate “pazze” durante la settimana scolastica.
 
Raven non rispose, limitandosi a scuotere la testa mentre ingranava la quarta e sfrecciava a gran velocità verso la strada principale.
Chiusi gli occhi cercando di ignorare il continuo “bum bum” che proveniva dalla mia testa e la nausea che andava via via crescendo, maledetta sbronza! Restai in silenzio per tutto il tragitto e la mia migliore amica mi lasciò in pace, capendo il mio bisogno di silenzio. Questo era il bello della nostra amicizia, non avevamo bisogno di parlare sempre o di ripeterci quando ci volessimo bene o quando fossimo “best friend Forever”, eravamo amiche e sapevamo che nel momento del bisogno l’altra ci sarebbe stata e questo ci bastava.
A metà strada mi decisi ad aprire gli occhi e guardai le grandi villette che sfrecciavano fuori dal finestrino; abitavo in quel quartiere da quando ero nata e per farsi un’idea del mio contesto di vita basta pensare ai classici quartiere benestanti caratterizzati da grandi giardini verdi e vialetti perfetti. Ero una ragazza fortunata e lo sapevo bene, avevo sempre avuto una vita agiata con una madre medico e un padre scienziato in una delle più grandi aziende del paese … mio padre … richiusi gli occhi cercando di portare, inutilmente, il pensiero altrove. Mio padre era morto l’anno precedente, un’incidente mentre tornava a casa da lavoro, una disgrazia che aveva colpito duramente me e mia madre.
 
<< bentornate all’inferno! >>
 
La voce di Raven mi ridestò dai miei pensieri, guardai l’imponente edificio bianco che ormai avevo imparato a conoscere e sopportare e sbuffai pensando a com’era volata via velocemente l’estate, cosa che sicuramente non sarebbe successa con i mesi invernali che invece sarebbero passati con estrema lentezza e agonia.
 
<< colazione, subito! >> quasi ringhiò Raven scendendo dall’auto e trascinandosi verso l’enorme ingresso.
 
La guardai divertita, poi rivolsi la mia attenzione alla folla intorno a noi, sperando di vedere Finn comparire tra lo sciame di persone raggruppate nel cortile. Ma sapevo bene che Finn era vacanza con i suoi genitori e non sarebbe tornato prima di un paio di giorni, che fortuna sfacciata! Sbuffai seguendo Raven verso il bar della scuola.
Mentre camminavo svogliatamente pensai a Finn, il mio dolce e spensierato Finn, con cui ero fidanzata ormai da 2 anni. Era un ragazzo stupendo e mi era stato vicino quando mio padre era venuto a mancare; lo amavo sopra ogni cosa e non vedevo l’ora di rivederlo.
Il dolce profumo di caffè e brioche ci accolse nella calda sala piena di mormorii e risate e mi ridestò dai miei pensieri. Raven si diresse subito al bancone a prendere la colazione per entrambe, mentre io mi guardai intorno cercando Jasper e Monty che sicuramente ci avevano preceduto, ma prima che potessi rintracciarli una voce attirò la mia attenzione, non una voce qualunque, la sua voce.
 
<< ehi principessa stamattina la tua parrucchiera personale si è dimenticata di pettinarti? >>
 
Bellamy Blake, appoggiato al muro e circondato dai suoi fastidiosi amici, aveva accompagnato la frase con uno dei suoi irritanti sorrisi beffardi.
Bellamy era il ragazzo più arrogante dell’intera scuola, l’universo lo aveva dotato di un bel aspetto fisico e questo lui lo sapeva bene e non faceva altro che ricordalo al mondo intero con il suo comportamento sicuro e sprezzante degli altri.
 
<< sparisci Blake >> sbuffai tornado ad ispezionare la sala bar, individuato finalmente i miei amici nel lato opposto.
Mi avviai verso di loro ignorando il gruppetto di tempisti che ridacchiavano alle mie spalle.
<< Buongiorno! Sembra che tu non abbia avuto un bel risveglio stamattina >> mi prese in giro Jasper addentando un’enorme brioche, probabilmente alla crema.
Non ebbi il tempo di rispondere perché Raven ci raggiunge con un vassoio strapieno di roba:
<< cappuccino, spremuta e brioche al cioccolato per la nostra Clarke la cui spazzola sembra essersela data alla fuga e caffè e brioche alla marmellata per me >> disse posando il vassoio sul tavolo e accomodandosi accanto a me.
<< Buongiorno anche a te!>> la salutò Monty sorridendo, mentre tentava di pulirsi la maglietta sporca di crema.
<< come hai fatto già a sporcarti? >> chiesi osservandolo divertito, mentre notavo Jasper abbassare lo sguardo imbarazzato
<< oh non mi sono sporcato, LUI mi ha sporcato >> rispose con tono accusatorio rivolto al ragazzo accanto a lui.
 
Li guardi mentre si battibeccavano su di chi fosse la colpa del “drammatico” incidente con la crema; Monty e Jasper, tanto diversi quando inseparabili. Jasper era un ragazzo decisamente stravagante, sempre sorridente e pronto a qualsiasi pazzia, Monty, al contrario, era un tipo calmo e riflessivo, ma nonostante fossero due opposti erano inscindibili.
Scossi la testa divertita da quella discussione abbastanza infantile e mi impegnai a finire velocemente la mia colazione.
 
<< io vado a lezione! C vediamo a pranzo>> sbuffò Raven sparendo tra l’immensa folla che si era formata all’ingresso.
 
Mi alzai e mi diressi anch’io verso l’uscita, preparandomi alla prima lezione del nuovo anno: matematica! Odiavo quella materia ma amavo il professore che la insegnava e cercavo davvero in tutti i modi di farmi entrare in testa quelle stupide formule, ma fino a quel momento con scarsi, anzi scarsissimi risultati.
Passai davanti al fastidioso gruppetto di Bellamy, ignorando i loro sorrisi beffardi e mi diressi verso l’aula, sarebbe stata una giornata molto lunga.
Nel momento esatto in cui varcai la soglia dell’aula il mio cellulare vibrò avvertendomi di un sms in arrivo, sorrisi preannunciando il nome che avrei letto sullo schermo e le miei aspettative non furono deluse: Finn
 
<< Buongiorno amore! Finalmente penultimo giorno di vacanza. Non vedo l’ora di tornare a casa. Come vanno le cose lì?>>
 
Risposi velocemente al messaggio prima di prendere posto all’ultimo banco dell’ultima fila, all’angolo vicino alla finestra, il mio posto preferito. Con la coda dell’occhio guardai il banco vuoto accanto al mio che mi ricordava quando Finn mi mancasse terribilmente.
Ero arrivata in classe giusto in tempo per vedere i miei compagni entrare in classe stile mandria imbufalita, ognuno con il preciso obiettivo di accaparrarsi il posto migliore.
Ovviamente il posto accanto al mio rimase vuoto poiché tutti ben sapevano che era il posto riservato a Finn e mi sentii sollevata quando vidi Blake prendere posto nell’unico banco rimasto libero, quello in prima fila, abbastanza lontano per garantirmi che non mi avrebbe infastidito. Bellamy era due anni più grande di me, ma il suo scarso impegno scolastico aveva fatto in modo che fosse rimandato per due anni di fila, e questo, con mio “immenso piacere”, significava che quell’anno avremmo avuto alcune lezioni in comune. Che fortuna!
Guardai fuori dalla finestra, sarebbe stato un lungo anno, questo era certo, ma la presenza di Finn e dei miei amici facevano prevedere anche tanti momenti di divertimento e spensieratezza.
Sospirai guardando le foglie mosse dal venticello di settembre, quei pensieri mi riportarono all’anno precedente, iniziato con tanti buoni propositi e ottimismo verso il futuro, sentimenti spazzati via quel terribile giorno di gennaio, il giorno in cui mio padre ci aveva lasciato; quell’avvenimento mi aveva insegnato che le cose non vanno sempre come prevediamo e che i cambiamenti sono sempre dietro l’angolo.
Scossi la testa scacciando quei brutti pensieri, quell’anno sarebbe stato diverso, quei terribili momenti mi avevano permesso di costruire una corazza difensiva e ormai mi sentivo pronta ad affrontare qualsiasi difficoltà, anche se, dentro di me sentivo o meglio lo speravo, che quell’anno le cose sarebbe andate diversamente, tutto sarebbe andato per il verso giusto.
 

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Capitolo 2
*** Lezione di teatro! ***


LEZIONE DI TEATRO!

 
 
Spostai per l’ennesima volta quella che avrebbe dovuto essere una patatina, o almeno così riportava il menù scolastico, da una parte all’altra del piatto. I primi giorni di scuola erano stati una noia mortale, oltre a frequentare le lezioni non avevo fatto altro che studiare, o almeno provare a farlo, e guardare serie tv con Raven stravaccate sul divano di casa mia, in quei giorni stranamente vuota e silenziosa visto che mia madre stava facendo molti turni notturni all’ospedale. La nostra serie tv preferita era The Walking Dead, ma da quando il personaggio preferito da Raven, Rick Grimes, era uscito di scena lei non era molto più attratta dagli episodi, quindi ci limitavano a guardarlo un po' per inerzia, giusto perché “ormai l’avevamo iniziato”.
<< terra chiama Clarke, terra chiama Clarke! >> cercò di richiamare la mia attenzione Jasper sventolandomi la mano davanti al viso.
<< cosa c’è? >> risposi di malavoglia continuando a giocare con la malaugurata patatina.
<< uno zombie sarebbe più di compagnia… >>
<< non mi sento bene, ho la nausea, non ho dormito molto e non vedo l’ora che Finn torni>>
Finn avrebbe dovuto essere già tornato e invece gli avevano rinviato il volo e quindi sarebbe tornato solo il giorno seguente. Sbuffai posando la forchetta e dando pace al povero cibo nel mio piatto.
Vidi Raven con la coda dell’occhio farmi il mimo e alzare gli occhi al cielo
<< suvvia Clarke, non è mica la fine del mondo, Finn tonerà domani! E devi mangiare qualcosa, non hai fatto neanche colazione! >>
Aveva ragione eppure non riuscivo proprio a mandare giù neanche un boccone ed erano giorni che, sia fisicamente che mentalmente, mi sentivo peggio di una vecchietta di 90 anni.
<< ehi stasera festa a casa tua?>> mi chiese Jasper, ignorando il mio malessere e mostrando la sua profonda “sensibilità” maschile, cosa che doveva aver notato anche Monty visto che gli piantò una rumorosa gomitata nel fianco.
Sospirai sforzandomi di sorridere, acconsentendo ad aprire casa mia per una tranquilla serata tra amici, anche se alla parola “tranquilla” sia Raven che Jasper storsero il naso contrariati.
La nostra conversazione fu interrotta dal suono della campanella, allontanai il mio piatto rimasto intatto, salutai e mi avviai verso la mia prossima lezione: teatro.
Era una materia facoltativa, una lezione divertente e leggera che avevo frequentato anche l’anno precedente e da quando era morto mio padre era diventato un momento ancora più importante che mi dava la possibilità, per un paio d’ore, di diventare qualcun altro, fingere di essere felice, magari un personaggio leggendario in un mondo senza dolore e tristezza.
Salutai i miei amici e mi avviai verso la grande aula che fungeva da teatro e che era stata adornata esattamente come le classiche strutture che ci si aspetta di trovare quando si parla di teatro; da una parte le poltrone rosse e dall’altra uno spazio scenico che perimetra il luogo in cui avviene la rappresentazione.
Entrai salutando i miei compagni frettolosamente prima di prendere posto in prima fila, cercando di ignorare il senso di nausea che continuava ad affliggermi, maledetta influenza!
<< Principessa >>
Alzai lo sguardo e, se possibile, la nausea si accentuò ulteriormente ma non feci in tempo a dire niente perché Bellamy, ignorando le miei smorfie, si sedette accanto a me.
<< che diavolo fai? Quel posto è occupato>> sbottai in malo modo
<< io non vedo nessuno e poi per te dovrebbe essere un grande onore essere seduta accanto a me! >>
Scossi la testa innervosita dalla sua sicurezza. Stupido sbruffone!
<< da quando ti interessa il teatro?>>
L’ultimo posto in cui pensavo che avrei visto Bellamy Blake era proprio il teatro, o forse la biblioteca veniva prima, ma comunque proprio non lo vedevo sul palco a recitare chissà quale parte scenica. Se fosse stato per me gli avrei fatto fare la parte del ranocchio o, meglio ancora, dell’albero.
<< da quando sai cosa mi interessa?>> rispose guardandomi con quello che doveva essere uno sguardo ammaliatore, ed in effetti lo era, e facendomi l’occhiolino.
In quel preciso istante entrò il professore Marcus Kane, come sempre, sorridente e felice.
<< Buongiorno ragazzi! Sono lieto di vedere alcune facce conosciute e altre nuove! >> ci salutò posizionandosi al centro del palcoscenico.
Il Professor Kane era uno dei miei insegnanti preferiti, sempre disponibile con noi studenti ma con il giusto livello di severità che permetteva alla classe di lavorare seriamente, elaborando sempre spettacoli ben preparati e apprezzati da chi veniva ad assistente allo spettacolo.  Oltre al fatto che l’anno precedente era stato uno degli insegnanti che mi era stato più vicino dalla morte di mio padre.
Dopo un primo giro di presentazioni il docente ci chiese di discutere sullo spettacolo che ci sarebbe piaciuto preparare quell’anno e che avremmo poi presentato alla festa di fine anno.
Molte delle proposte era banali, tipo Romeo e Giulietta o Amleto, e lo avrei fatto notare se non fosse intervenuta prima il professore.
<< provate a pensare a qualcosa di più originale, magari qualche opera contemporanea, potremmo pensare anche di rivisitare qualche film o libro >>
Bravo professore! Possibilmente qualcosa di non romantico e sdolcinato, un bel horror?! Pensai tra me e me, preannunciando però che le mie volontà non si sarebbero realizzate, visto che anche l’anno precedente la maggior parte delle ragazze aveva votato per generi rosa.
E come volevasi dimostrare…
<< propongo Grease >> propose qualcuno, di cui non riconobbi la voce, dalle ultime file
<< che ne dite di Into The woods? >> disse una voce maschile accanto a me
Mi voltai per guardare Bellamy seduto, o meglio stravaccato, sulla poltrona. Proprio non mi aspettavo che avrebbe partecipato, e tanto meno che lo avrebbe fatto in modo serio e costruttivo.
Non avevo mai visto Into the Woods ma secondo le recensioni che avevo letto era un musical con grandi potenzialità, un’opera non scontata ma comunque abbastanza conosciuta dal pubblico, con un giusto mix di romanticismo, dramma e commedia.
Ovviamente la proposta di Bellamy ricevette molti consensi, fatto dovuto, a parer mio, più al fascino esercitato dal ragazzo che dalla validità della sua proposta.
Dopo qualche altra proposta l’insegnante ci chiese di votare e, con mio grande sollievo, anche se non lo avrei mai ammesso, vinse l’idea di Bellamy che sorrise soddisfatto facendomi l’occhiolino, gesto che ignorai voltandomi dall’altra parte.
Il Prof. Kane disse che avrebbe chiesto a due docenti di aiutarlo nelle “audizioni” per l’assegnazione dei ruoli, noi dovevamo solo individuare quello che ritenevamo adeguato a noi, impegnarci a provare e poi presentarci alla lezione successiva e fare l’audizione.
Bellamy, che aveva proposto lo spettacolo, fu invitato a fare una breve presentazione della trama e dei personaggi:
<< Into The woods è un film di Rob Marshall, basato sull'omonimo musical di Stephen Sondheim. La storia si basa su un maleficio che non permette ai protagonisti, un fornaio e la moglie, di avere figli. Per spezzare il sortilegio i due coniugi devono trovare alcuni oggetti: una mucca bianca come il latte, un mantello rosso, una scarpetta d’oro e una ciocca di capelli biondi. La storia narra dell’avventura dei due alla ricerca di questi oggetti che li porteranno all’incontro con gli altri personaggi della storia: Cenerentola, Cappuccetto rosso, Jack, Rapunzel … >>
<< bene, allora ragazzi per la prossima volta fate una ricerca approfondita sulla storia, riguardate il film e il musical e decidere per quale parte volete fare l’audizione. Nella prossima lezione assegneremo i ruoli e dopo vedremo insieme il musical in modo da discutere su come organizzare la presentazione…>> disse il professore entusiasta dello spettacolo scelto.
<< adesso utilizzate i vostri inseparabili smartphone per leggere brevemente la storia, fatevi un’idea dei personaggi e poi mi direte se qualcuno ha già in mente per quale ruolo presentarsi, ovviamente è solo per farci un’idea, non è una decisione definitiva >> continuò sorridente
Per una ventina di minuti ogni studente presente nella sala si concentrò attentamente sul proprio cellulare, tutti tranne Bellamy che rimase comodamente stravaccato sulla poltrona, dopodiché l’insegnante riprese a parlare:
<< va bene, vediamo se qualcuno si è già fatto un’idea dei personaggi… chi vorrebbe presentarsi per i ruoli del fornaio e della moglie >> continuò guardandoci con attenzione.
Senza rifletterci troppo alzai la mano, amavo il teatro e anche se non era nella mia indole stare al centro dell’attenzione, sapevo che mi sarei divertita molto di più se avessi interpretato un personaggio ricorrente e poi allo spettacolo di fine anno non veniva mai troppa gente.
Il mio entusiasmo si smorzò non appena vidi che anche Bellamy aveva alzato la mano e che nel momento esatto in cui lo aveva fatto una serie di ragazze, fino a quel momento totalmente disinteressate allo spettacolo, avevano fatto altrettanto, entusiaste all’idea di poter recitare al fianco del bel ragazzo.
Il professore continuò la sua indagine riguardo ai diversi ruoli, assicurandosi che ogni personaggio avesse degli “attori” interessati a interpretarlo.
<< avete visto tutti il film o il musical? >> chiese continuando a contare le mani alzate.
Scossi la testa in automatico prima di rendermi conto, con estremo imbarazzo, che ero l’unica ad averlo fatto. “Bugiardi!” pensai guardando i miei compagni, molti dei quali, ci avrei messo la mano sul fuoco, non sapevano neanche di cosa parlasse.
<< bene, allora Bellamy potrebbe aiutarti a conoscere meglio la storia e aiutarti a capire le varie sfaccettature dei personaggi. Inoltre, potrete approfittarne per aiutarvi a vicenda per l’audizione. Riguardo agli altri, visto che tutti già conoscete la storia, vi lascio liberi di dividervi a coppie per fare altrettanto >> nel momento esatto in cui il professore terminò di parlare successero due cose: da una parte sentii l’infrenabile istinto di scappare da quella stanza, maledicendomi per aver ammesso la mia ignoranza sulla storia, dall’altro percepii addosso lo sguardo della maggior parte delle ragazze presenti in sala, sguardi di invidia e rivalità.
Avrei volentieri scambiato il mio posto con ognuna di loro, tutto pur di non dover avere a che fare con quell’antipatico di Bellamy.
<< Bene principessa, come ci organizziamo? >>
Riflettei sul da farsi: casa mia in quei giorni era quasi sempre libera, ma volevo davvero far entrare Bellamy Blake a casa mia? D’altronde non sapevo neanche se, viceversa, a lui facesse piacere invitarmi a casa sua e certamente non mi sarei autoinvitata…
Forse la biblioteca sarebbe stata una buona soluzione alternativa, non fosse stato per l’assoluto silenzio che pretendeva la bibliotecaria, così come erano da escludere le sale studio visto che, viceversa, erano sempre pieni di studenti tutt’altro che silenziosi, che impedivano un’adeguata concentrazione.
<< se vuoi possiamo provare a casa mia >> mi limitai a rispondere a bassa voce, consapevole che mi sarei presto pentita della mia decisione
<< però ho una condizione …>> aggiunsi guardandolo dritto negli occhi che a loro volta mi fissavano dubbiosi
<< non mi devi più chiamare principessa, mi chiamo Clarke ed è cosi che devi chiamarmi! >> terminai la frase con sguardo deciso per fargli capire che non scherzavo, il suo nomignolo mi irritava.
Sulle sue labbra si formò un ghigno furbo << vedrò cosa posso fare >> si limitò a dire continuando a sorridere.
<< Oggi pomeriggio io sono libero >> aggiunse tornando serio
<< oggi? >> risposi insicura, consapevole che stava accadendo tutto troppo in fretta; nel giro di un ora mi ero ritrovata a dover collaborare con Bellamy Blake e per giunta a doverlo fare a casa mia, avevo bisogno di tempo per metabolizzare tutte quelle novità, magari anche con una bella sessione di yoga che mi aiutasse ad accrescere la mia pazienza e far in modo di frenare i miei istinti omicidi verso Blake. Oltre al fatto che, nella mia testa, avevo già immaginato un pomeriggio di totale relax per riprendermi dall’influenza.
<< hai altri impegni? >> mi chiese alzando un sopracciglio
<< io… in realtà no… però… >> come potevo tirarmi fuori da quella situazione?
<< bene, allora poche storie Griffin, sono un ragazzo impegnato, non ho tempo da perdere >> si limitò a dire senza lasciarmi il tempo di controbattere
<< ragazzi visto che oggi è la prima lezione e abbiamo già discusso delle questioni più importanti, vi lascio andare prima, potete approfittarne per iniziare a lavorare a coppie… Buona giornata!>> ci interruppe il docente, uscendo dall’aula poco dopo, seguito da un numeroso gruppetto di alunni.
<< dove vai? Possiamo iniziare a leggere la storia…>> esclamai non appena vidi Bellamy alzarsi e dirigersi verso l’uscita.
<< ho da fare, ci vediamo oggi alle 15 ok? Tranquilla so dove abiti!>> rispose senza darmi il tempo di replicare.
Mi limitai a scuotere la testa seguendo il suo profilo che si allontanava.
Sarebbe stato un lungo pomeriggio, anzi un lungo anno!
 

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Capitolo 3
*** Un tranquillo pomeriggio tra...Nemici ***


 UN TRAQUILLO POMERIGGIO TRA ... NEMICI 
 
Dopo la lezione di teatro, mi limitai a trascinarmi verso l’ultima lezione prevista per quel giorno, cercando di tenere a bada la nausea e sperando che quella giornata finisse in fretta. Il pensiero del pomeriggio che avrei dovuto trascorrere con Blake non aiutava a farmi sentire meglio, perciò cercai di non pensarci, concentrandomi invece sul ritorno di Finn, previsto per il giorno seguente.
<< Raven oggi pomeriggio non puoi fermarti a casa mia >> informai la mia migliore amica mentre ci avviavamo verso la sua macchina.
Ormai i pomeriggi trascorsi insieme tra patatine e serie tv erano diventati una routine, perciò non mi stupii quando Raven di tutta risposta mi guardò alzando il sopracciglio confusa.
<< però ci vediamo stasera, giusto? Speriamo che Jasper abbia recepito la frase “tranquilla serata tra amici” >> mi affrettai ad aggiungere, sperando che non approfondisse la questione chiedendomi quale altro impegno avessi, speranza che, ovviamente, si rilevò vana.
<< cos’hai da fare questo pomeriggio? >> mi chiese salendo in macchina.
Attesi un momento prima di rispondere, valutando la possibilità di mentire spudoratamente, idea che scartai immediatamente: non avrei mai mentito alla mia migliore amica.
<< il professore Kane ci ha assegnato un compito da fare a coppie e oggi mi vedo con il mio compagno di corso per studiare il copione dello spettacolo >> risposi optando per la verità, tralasciando però di specificare l’identità del fantomatico compagno.
<< e chi sarebbe questo compagno? >> indagò Raven con finto tono innocente. Mi conosceva troppo bene e ovviamente aveva notato che le nascondevo qualcosa.
<< … Blake >> borbottai a bassa, bassissima, voce.
<< Blake? Bellamy Blake? >> quasi urlò, in un tono tra il divertito e lo scettico.
<< lo stesso Blake che odi e che fa di tutto per farti saltare i nervi? >> continuò guardandomi con gli occhi spalancati.
<< Raven per favore concentrati sulla strada… comunque non ho avuto molta scelta, tutta colpa del professor Kane >>
<< E bravo il professore! Beh, guarda il lato positivo, almeno Blake è un bel ragazzo >>
Ignorai la prima affermazione di Raven, sicuramente si era trattato di una casualità, il professor Kane non aveva nessun motivo per accoppiare me e Bellamy (rischiando che ci uccidessimo prima del termine dell’anno).
<< oh certo, Bellamy è dotato di un bell’aspetto fisico, ed è la consapevolezza di ciò che lo rende tanto insopportabile! >> risposi nell’esatto momento in cui il mio cellulare squillò avvertendomi dell’arrivo di un messaggio.
Sorrisi vedendo il nome di Finn sul display: “Ciao amore! Quasi tutto pronto per la partenza! Tu come stai? Non vedo l’ora di rivederti. Ti amo”
Sorrisi leggendo il messaggio, Finn mi mancava terribilmente e sapevo che con il suo ritorno tutto sarebbe stato più facile.
<< arrivate! Lo sai che puoi sempre contare su di me vero? Quindi se alla fine uccidi Bellamy chiamami che ti aiuto a nascondere il corpo! Anche se sarebbe un peccato sprecare tanto fascino >>
Non risposi, limitandomi ad alzare gli occhi al cielo e salutando Raven con un cenno della mano.
La casa era vuota e silenziosa, mamma, ovviamente, era al lavoro e probabilmente non sarebbe tornata prima di sera tardi; l’orologio segnava le 14.45, a breve sarebbe arrivato Bellamy, sempre che avesse intenzione di arrivare puntale.
Buttai lo zaino in un angolo, aprii le finestre e mi legai i capelli alla ben meglio con un mollettone, la nausea era diminuita quindi mi concessi un cioccolatino, dovevo ricaricare energia prima dell’arrivo di Bellamy, mi ci sarebbe voluta tutta la mia forza per impedirmi di ucciderlo.
Guardai il televisore spento e pensai che normalmente in quel momento mi sarei trovata stravaccata sul divano con la mia migliore amica ad ingozzandoci di patatine guardando The walking dead… patatine! Era meglio che mi assicurassi di avere in casa patatine e schifezze varie o Jasper al suo arrivo mi avrebbe ucciso! Iniziai a rovistare negli armadietti e alla fine mi ritrovai a contare solamente due pacchetti di patatine e un barattolo di biscotti al cioccolato; per qualsiasi persona normale quella quantità di cibo spazzatura sarebbe bastata almeno per due giorni ma non per Jasper, sapevo che il suo insaziabile stomaco avrebbe richiesto più zuccheri e grassi.
Riposi le mie scorte al loro posto e scrissi velocemente un messaggio a Raven chiedendole di andare a fare rifornimento di cibo prima di venire da me, appena cliccai il tasto di invio il campanello suonò.
Sospirai rumorosamente guardando l’orario sul display che indicava le 15 esatte: “puntale come un orologio” pensai mentre aprivo la porta, trovandomi il moro con le braccia incrociate al petto, le spalle larghe sempre ben dritte, gli occhi scuri, che sembravano esaminare tutto e tutti in ogni momento e, ovviamente, l’immancabile sorriso sicuro e sfacciato.
<< Buon pomeriggio! Ti manca tanto per finire la scannerizzazione? So che il mio affascino incanta però non vorrei rimanere tutto il pomeriggio sulla porta! >> disse interrompendo le mie riflessioni.
<< entra >> mi limitai a dire sperando che le mie guance non tradissero il mio imbarazzo.
<< tua mamma non c’è? >> chiese posando sul tavolo un sacchetto che fino a quel momento non avevo notato, e nel suo sguardo notai, per un breve momento, un lampo di imbarazzo.
<< no, in questo periodo lavora molto >> risposi guardando incuriosita il sacchetto.
Bellamy seguì il mio sguardo e sorrise della mia curiosità, un sorriso diverso da quelli che di solito mi rivolgeva, non strafottente e sicuro, anzi scorsi anche un leggero impaccio.
<< Le buone maniere impongono, quando si viene invitati a casa di qualcuno, di non presentarsi a mani vuote, quindi ecco qui! >> rispose senza aspettare che formulassi la domanda per chiedergli cosa contenesse il sacchetto. Mi avvicinai circospetta alla piccola busta, come se potesse saltare fuori uno scorpione velenoso, o qualcosa di simile.
<< è una torta e tranquilla l’ho comprata in un negozio mentre venivo qui, quindi niente cianuro! >> continuò ironico mentre scorgevo nella busta un’invitante torta al cioccolato.
<< grazie, non dovevi disturbarti! >> dissi ricevendo come risposta una semplice alzata di spalle mentre si toglieva la giacca.
Dovevo ammettere che non mi sarei mai aspettata una tale premura da parte di Bellamy.
<< appoggia pure il giubbotto sulla sedia. Cosa ne dici di iniziare guardando il musical? Magari con una fetta di torta davanti? >> proporsi indicando prima il divano nel mezzo del salotto e poi la torta ancora nella busta. Nell’esatto momento in cui terminai la frase mi sentii arrossire, sembrava una proposta che avrei fatto più a Raven o a Jasper e Monty, mai mi sarei aspettata di fare una proposta simile a Bellamy Blake.
<< va bene! Se vuoi inizio a mettere il film>> rispose avviandosi verso la mia televisione, con fare stranamente insicuro
<< fai pure, la televisione è Smart quindi puoi tranquillamente cercarlo sulle piattaforme streaming>>
dissi mentre aprivo la torta e preparavo le fette, pensando a quanto fosse paradossale la situazione, mai mi sarei aspettata di trovarmi a tagliare una torta per Bellamy Blake mentre lui scartabellava con il mio televisore.
<< perfetto! Tutto pronto!>> strillò improvvisamente, facendomi sobbalzare per lo spavento.
Mi avvicinai portando con me due fette di torta, Bellamy si era accomodato sulla parte destra del divano e per qualche secondo rimasi immobile non sapendo cosa fare: sedermi nella parte più lontana rischiando di sembrare una maleducata? Oppure sedermi accanto a lui rischiando di sembrare come le tante gallinelle della scuola per cui ogni occasione era buona per approfittare della sua vicinanza? Ad un tratto mi accorsi che Bellamy mi guardava confuso
<< hai intenzione di sederti o di guardare il film in piedi? >> chiese alzando un sopracciglio mentre il suo sguardo mi scrutava, cercando di capire cosa non andasse.
Senza rispondere mi sedetti optando per il lato più lontano da lui, pronta a quel lungo pomeriggio che, anche se non lo avrei mai ammesso ad alta voce, era iniziato meglio di quanto avessi immaginato; almeno fino a quel momento ero riuscita a trattenere il mio istinto omicida.
Il musical si rivelò piacevole e divertente, ogni tanto scrutavo guardinga verso Blake che, concentrato sul film, sorrideva divertito, anche se più volte notai che la sua postura non era rilassata come sempre, forse non si sentiva a suo agio.
Quando sullo schermo apparvero i titoli di coda non riuscii a frenare un vistoso sbadiglio ed ebbi la sensazione che Bellamy si irrigidì ulteriormente
<< che c’è ti annoi? Le principesse prediligono altri generi di film? >> chiese ironico stiracchiandosi.
<< non chiamarmi principessa! >> ringhiai incenerendolo con lo sguardo
<< il film è molto bello! È solo che in questi giorni non sono stata bene e sono stanca >> continuai pentendomi subito della mia risposta, cosa gli importava a lui della mia salute, avrei dovuto tapparmi la bocca ed evitare di parlare come se fosse un mio amico.
<< io sono un ragazzo impegnato, per cui decidiamo quale parte presentare all’audizione così posso andarmene>>
<< che ne dici della parte inziale in cui la strega lancia la maledizione? >> proposi mentre riponevo i piatti nel lavandino.
<< troppo banale! Facciamo la parte finale, in cui la moglie del fornaio muore! >> controbatté Bellamy spostandosi dal divano allo sgabello della cucina; sentivo il suo sguardo puntato sulla schiena.
<< proprio la parte in cui il mio personaggio muore? Una scena più allegra no? >> risposi irritata, in quella scena mi sarei dovuta limitare a stare sdraiata a fare la morta.
Non rispose, limitandosi ad alzare le spalle con lo sguardo fisso in un punto alla mia sinistra e, quando lo seguii, mi resi conto che stava guardando la foto attaccata al frigorifero; io, mamma e papà guardavamo verso l’obiettivo sorridenti. Ricordavo bene il giorno in cui era stata scattata, avevamo trascorso la giornata al lago, felici e spensierati.
<< la parte inziale mi sembra più adatta>> insistetti schiarendomi la voce e ignorando la foto.
<< tranquilla, con me come compagno avrai sicuramente la parte, quindi poco importa se fai una scena in cui balli e canti o una in cui fai la morta, sarà comunque un successo grazie a me! Anzi, vista la tua capacità di cadere da ferma e con le scarpe da tennis, forse è meglio se ti limiti a stare sdraiata e lasci a me il compito di affascinare i professori, mi riesce bene! >> ed ecco di nuovo la sua strafottenza.
<< che ti piaccia o no voglio, anzi pretendo, di avere una parte attiva, quindi scegli un’altra scena! >>
<< testarda come un mulo!>>
<< senti chi parla>>
Ad un tratto il mio sguardo cadde sull’orologio alle spalle di Bellamy e mi resi conto che a breve sarebbero arrivati i miei amici; Bellamy doveva assolutamente andarsene prima del loro arrivo perchè se Jasper lo avesse visto, mi avrebbe torturato con le sue allusioni e presa in giro per il resto della vita.
<< ok! Facciamo la scena che vuoi tu! >> mi affrettai a dire mentre mi alzavo dallo sgabello.
Bellamy alzò un sopracciglio confuso, probabilmente non si aspettava che avrei ceduto tanto facilmente.
<< che succede Clarke? >>
<< niente, ma non avevi detto che eri molto impegnato? Forse è meglio continuare un altro giorno>>
Nell’esatto momento in cui terminai la frase suonò il campanello. La mia mente elaborò mille modi per evitare quell’incontro: avrei potuto far uscire Bellamy della finestra oppure fare finta di non essere in casa e non aprire la porta.
“finiscila cretina! Sono idee stupide” pensai sospirando e avviandomi verso la porta d’ingresso, che in quel momento mi sembrava un patibolo.
Feci appena in tempo ad afferrare la maniglia che la porta si aprì di scatto, colpendomi dritta in faccia. Cercai un appiglio a cui reggermi ma le mie mani toccarono solo l’aria e, in una frazione di secondi, mi ritrovai a cadere rovinosamente a terra.
<< Maledizione Jasper, guarda cos’hai combinato! >> riconobbi la voce di Raven e percepii anche un rumore sordo, come di una mano che colpisce qualcosa di duro.
<< Ahi! Saremmo stati qui fuori a vita se non avessi preso l’iniziativa! >> si giustificò un’altra voce, Jasper, e quando lo guardai si stava massaggiando la nuca con una mano.
<< Allora perché ci stavi mettendo tan… >> la frase rimase a metà perché tre paia di occhi avevano appena incrociato quelli di Bellamy, ancora seduto sullo sgabello con sguardo divertito.
<< non ci avevi detto di avere altri ospiti >> disse Monty alzando una mano per salutare Blake che, di risposta, si limitò a fare un cenno con il capo.
<< abbiamo un compito per la lezione di teatro da svolgere insieme>> risposi alzandomi poco elegantemente da terra.
<< meglio! Più siamo e meglio è! >> cinguettò Raven con uno strano sorriso diabolico.
Ebbi la sensazione che tutto il sangue che avevo in corpo si fosse prosciugato: << Bellamy mi ha già detto di essere molto impegnato >> risposi velocemente. Il mio tono doveva essere risultato disperato, perché tutti i presenti mi guardarono con un sopracciglio alzato. Li fulminai con lo sguardo, sicuramente non ero l’unica in quella stanza a non apprezzare la presenza di Blake.
<< il cibo non manca >> aggiunse Raven alzando il sacchetto che teneva in mano, alternando lo sguardo tra me e Bellamy. Quest’ultimo sembrò rifletterci poi scosse la testa << devo andare… sapete sono molto impegnato>> rispose facendomi l’occhiolino quando pronunciò le ultime parole. Poi, alla velocità della luce, indossò il giubbotto e raggiunse l’ingresso: << ci vediamo domani per continuare con le prove >> disse alzando il braccio per salutare.
<< domani non pos… >> cercai di replicare ma Bellamy si era già chiuso la porta alle spalle. Sbuffai irritata.
<< vedo che avete iniziato con il piede giusto >> mi prese in giro Jasper mentre addentava un pezzo della torta al cioccolato.
<< lo ucciderò prima della fine dell’anno >>
<< e noi ti aiuteremo a nascondere il cadavere >> risposero in coro Jasper e Raven, mentre Monty si limitò a scuotere la testa divertito per poi aggiungere << forse è l’occasione buona in cui tu e Bellamy stringerete amicizia >>.  Lo guardai divertita alzando il sopracciglio. Dolce e ingenuo Monty che pensava sempre positivo…
<< credimi Monty, è più probabile che io diventi un mostro con tre teste … >>
<< Mai dire mai, in fondo oggi non vi siete uccisi a vicenda anzi… mi è parso più un tranquillo pomeriggio tra amici >>
Scossi la testa sicura, mai e poi mai sarei diventata amica di Bellamy Blake: << io lo descriverei più come un tranquillo pomeriggio tra … Nemici >>.

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