L'amore in versi

di alessandroago_94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Componimento I ***
Capitolo 2: *** Componimento II ***
Capitolo 3: *** Componimento III ***
Capitolo 4: *** Componimento IV ***
Capitolo 5: *** Componimento V ***
Capitolo 6: *** Componimento VI ***



Capitolo 1
*** Componimento I ***


Componimento I

COMPONIMENTO I

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vorrei narrare

 una storia in cui c’è un cavaliere

e un bosco buio e tenebroso.

Eccolo lì, tutto quel buio;

le fronde degli alberi

sono protuberanze della Terra,

sono braccia della Madre

che tiene al buio suo Figlio.

 

Quegli alberi altissimi,

quel buio,

sono gli stessi componenti del cuore

del cavaliere.

 

Quel cavaliere sono io.

 

Ci sono stati giorni in cui ho creduto

che tu fossi il Sole e io la Terra;

invece no,

io sono un piccolo cavaliere

che brancola nel buio dell’ignoto

mentre tu sei la radura

che ho incontrato dopo anni di buio,

ove i rami e le fronde

mi hanno strappato via

la gioia e il credere in me stesso.

 

Come ricordo spesso e volentieri

non mi sono inoltrato nel bosco

per cercare la Bella Addormentata,

oppure oro, onore, vittorie presso lontani tornei.

Ho varcato la buia soglia perché

credevo di aver visto una cometa.

 

Il Re Magio è tornato;

questo bosco ho attraversato

a dorso di cavallo,

non di cammello.

Eppure, dopo questo peregrinare

losco e triste,

ecco una immensa radura che si estende

davanti a me…

 

Io, Re Magio,

eterno straniero tra gli Uomini,

pellegrino alla ricerca di qualcosa

che forse non esiste,

mi sono imbattuto nel verde eterno

del tuo animo gentile.

 

Adesso vedo di nuovo la luce del sole.

 

L’erba turba le mie caviglie,

ma non è nulla in confronto al sottobosco.

Il mio cavallo è stanco e si abbevera,

c’è acqua e cibo a volontà.

 

Sai che potrei vivere per sempre

all’interno della pura e indomita bellezza

dell’anima tua?

 

Ogni tanto rivedo i tuoi grandi e dolci occhi.

Non mi smarrire qui.

 

Sono nel tuo animo, ma sta a te

accettarmi.

Nel frattempo vivrò nel limbo

di questa radura,

e sai, ti dirò di più:

ti racconterò una storia.

Ascoltala solo se vuoi,

ho visto che a volte ti annoio.

L’ho notato.

Sono dentro di te e sfrutterò questo vantaggio,

ma adesso apri cuore e mente,

lascia che il vento caldo di questa estate

fluisca su questo prato lussureggiante

e porti alle tue orecchie

i miei versi,

così poveri e miseri

da non conoscere le rime dei Poeti.

 

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Capitolo 2
*** Componimento II ***


Componimento II

COMPONIMENTO II

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prima di inoltrarmi nel bosco

ho vissuto tra gli Uomini.

Nella loro società basata su Leggi scritte

e violenze verbali inaudite.

Ho visto padri disconoscere figli,

ma anche nonni allontanare i nipoti;

c’è forse qualcosa di più brutale

di far del male al proprio stesso sangue?

 

Tra gli Umani, avevo amici.

Tendevo loro una mano al momento del bisogno,

ma quando ho avuto difficoltà

mi hanno abbandonato.

Non erano veri amici.

Non erano vere amiche.

 

Quando ho detto che volevo andarmene

il Padre ha alzato l’indice contro di me,

la voce come il rombo di un tuono sull’Olimpo;

che tu sia maledetto, Figlio!

Tu hai idee perverse, non sei come noi Umani,

tu sparirai nel buio di quel bosco da cui sei attratto!

 

Sono rimasto sconvolto da cotanta aggressività

da parte di chi mi ha generato.

 

Allora ho iniziato a credere di essere io

quello sbagliato.

 

Sì, io, un errore in questo mercato Umano,

dove si compra e si vende,

c’è chi viene e chi va,

ma sempre tutto resta inalterato.

Nulla cambia nella sua sostanza.

 

Ho provato ad avere altri amici,

ma è finita male.

Ho iniziato a desiderare di morire,

di sbranare le mie carni.

 

Vendersi, come altri Umani hanno fatto,

hanno venduto le loro anime alle divinità

del denaro e dell’arroganza,

hanno reso pietraie i loro cuori;

non puoi entrarci, non puoi camminare

su quei sentieri pieni di sporgenze

taglienti e aguzze,

che sono calvario e sofferenze.

 

Non sono come loro, voglio andarmene,

urlavo di notte nel mio letto,

svegliandomi madido di sudore.

Il mio cuore stava diventando a sua volta di pietra.

 

Ma cosa potevo saperne io,

io, che non sono nato nemmeno da un gesto d’amore?

Cos’è l’amore, prima di tutto?

Due corpi che si avvinghiano frenetici

o due cuori che si rendono fertili a vicenda?

 

Ho pianto tante volte

anche se non volevo.

Ho sanguinato tante volte

ferito dalle pugnalate dei miei simili.

Poi, un giorno, una cometa.

Apparsa nel cielo, così, dal nulla.

Io non la conoscevo.

Ho scelto di seguire la scia dell’ignoto.

 

Sono così diventato un Re Magio,

colui che non ha casa,

straniero tra gli Umani.

Ho svegliato il mio placido destriero

dal suo torpore

ed ho affrontato le insidie del bosco.

 

Il Padre non mi ha trattato da Figlio.

L’Uomo non mi ha trattato da Fratello.

Non appartengo all’Umano,

appartengo al Creato,

e per questo il mio viaggio è iniziato.

 

Il bosco,

il suo buio che mi è sembrato eterno,

poi ti ho conosciuto,

poi sono giunto alla tua radura interiore.

 

Tutto questo perché ho inseguito una cometa,

la tua,

che mi ha incitato ad affrontare il buio

di ciò che non si conosce.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Componimento III ***


Componimento III

 

COMPONIMENTO III

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mentre il tuo verde interiore mi acceca,

mi sento di doverti narrare anche quanto ho sofferto

prima di venire abbagliato da te,

che per me sei Sole,

Luna,

Via Lattea,

Universo in costante espansione.

 

Nelle lunghe notti d’estate

mentre tutti si divertivano,

io piangevo.

Perché ero diverso,

e questo lo sono ancora.

 

Sai cosa vuol dire

inseguire una cometa,

affrontare il buio?

Significa guardare in faccia le proprie paure,

andare oltre i propri limiti.

 

Ed io ho fallito.

 

Credo di essere rimasto intrappolato

nella bellezza del tuo animo.

 

Non ho affrontato la cartina geografica,

bensì la rotta dei sentimenti.

 

Tra il folto della boscaglia

potevo solo immaginare la tua luminosità

e inseguire la coda della tua cometa

ogni qual volta che le alte fronde me lo permettevano.

E ho avuto paura,

e tremavo da capo a piedi;

ho avuto paura dei briganti,

ho temuto che ci fossero Umani

immersi in quel buio.

Non come me, alla ricerca del punto

di non ritorno,

bensì speranzosi di fare bottino.

 

Non ho nulla con me,

perfidi tentatori!

Mi veniva da dire così,

ma sapevo di essere solo.

 

Dio è morto,

l’hanno ucciso gli Uomini.

Io invece l’ho invocato,

tra le lacrime, mentre inseguivo la tua rotta.

 

Quando ho raggiunto la tua radura,

e ho visto finalmente la tua cometa

mentre esplodeva in un fuoco d’artificio

sopra la mia testa,

sono rimasto colpito da così tanta bellezza;

non ho avuto più gli incubi,

non ho visto più solo il buio.

Ho smesso di credere nell’Uomo

e in tutto ciò che non sei tu.

 

Tu sei il mio mondo,

custodiscimi come Madre Terra.

Sii tu la materia paterna,

sii tu la culla della mia giovinezza

che rapidamente sfiorisce.

 

 

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Capitolo 4
*** Componimento IV ***


Componimento IV

COMPONIMENTO IV

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Adesso sono qui,

dentro di te;

ti porto sempre con me,

i miei pensieri sono tutti qui,

nella tua radura.

Sei tu quindi il mio tutto.

 

Sono nella fertile e lussureggiante radura

del tuo animo, ma tu non mi chiami.

Non mi cerchi.

Il silenzio è assordante.

 

Ho cercato nello Zodiaco,

tu Leone, io Acquario,

tu segno di fuoco, io d’aria.

Sono quello spiffero caldo che incendia

il tuo animo e le tue risate cristalline.

Sono quella forza che non ti lascia

avvertire mai la solitudine.

 

La verità è che tu mi hai incendiato,

hai portato il fuoco nel mio animo.

Io sono solo vento, che adesso gode della bonaccia

che risiede nella tua profonda interiorità,

però mi rendo conto che

qualcosa ancora non va;

sono fermo in questa radura,

languisco qui

eppure avverto ancora qualcosa dentro te;

un velo da squarciare,

una nuova realtà da esplorare.

Non mi è possibile andare più in là,

se non me lo permetti.

 

Adesso che il mio cuore arde di amore e dedizione,

ho timore che il mio vento interiore porti scintille

nel tuo paradiso,

incendiandolo.

E dopo? Saremo in due a bruciare, a dannarci,

e a non averci mai.

 

Quando non ci sei, mi manchi.

Quanti chilometri farei,

quanti!

Nulla mi ferma per giungere a te,

al tuo corpo,

al tuo sorriso,

anche se l’anima l’ho già colta.

 

Sono cotto a puntino.

 

Adesso sì, che capisco le poesie degli Umani,

che narrano d’amore,

però irrealizzabile.

L’amore cantato che però non si realizza,

 e se ce la fa

poi capitola.

 

Io amo perdutamente,

ma non posso far altro che vivere

di quelle poche briciole che mi concedi.

 

Attendo ancora una tua chiamata,

se mai tornerai ad essere cometa

io ti inseguirò oltre,

ma fino a quel momento

ti aspetterò nella tua radura interiore.

 

 

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Capitolo 5
*** Componimento V ***


Componimento V

COMPONIMENTO V

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho sempre avuto paura

di essere accoltellato alle spalle.

Eppure tra gli Umani è successo tante volte,

prima ridi e poi ti ritrovi la lama affilata

conficcata tra le costole…

in fondo, quante pugnalate ho già ricevuto?

Ma sono sempre sopravvissuto.

 

Ora aspetto la tua.

 

Qui la calma della tua radura

mi fa sentire al sicuro,

spero che non ci siano ombre

in grado di confondermi,

ingannarmi,

e poi alle spalle pugnalarmi.

 

Non tramutarti anche tu in ombra malevola.

 

Ora che sfioro il cielo con un dito,

ho paura di cadere,

di restare ferito,

o che qualcosa tra noi si incrini.

 

Ho paura!

 

Ho paura che tu approfitti di ciò che provo per te,

che tu mi sbrani.

Mi hanno parlato di te, tra gli Umani;

mi narravano della tua proverbiale cattiveria.

E perché con me tutta questa bontà?

Tutta questa generosità?

Sono frastornato.

 

Ho pensato, intanto che inseguivo la cometa,

che la tua pugnalata sarebbe stata la più dolce.

Mille o anche più, scannami,

se questo può farti felice,

io sono solo uno strumento per la tua felicità

dal tanto che il mio cuore si è perso.

 

Ma ora mi ritrovo a implorarti;

non accoltellarmi,

lascia che questo sogno senza speranze

prosegua,

lascia che io sia un illuso,

te ne prego.

Non far crollare il mio castello di carte,

non cacciarmi dalla tua radura interiore,

dove finalmente ho trovato la mia dimensione.

 

Ti prego.

 

Ora ti supplico

ancora e ancora;

non farlo, non ferirmi mai,

mi sono ridotto ad aver venduto

il mio animo da cavaliere

in cambio di un cuore che arde

e di una mente inarrestabile.

Curami come se fossi una piantina

di questo manto erboso,

annaffiami e fa in modo che io cresca

sano e retto,

che il mio stelo sia resistente

a fuoco e vento.

 

Almeno tu,

abbi pietà di me.

 

 

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Capitolo 6
*** Componimento VI ***


Componimento VI

COMPONIMENTO VI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho capito con il tempo

che le nostre anime sono affini,

gemelle,

per questo convivono bene assieme.

 

L’unica differenza resta

a riguardo della mia sottomissione.

 

Non è colpa mia

se mi hai rubato il cuore!

 

Al cuor non si comanda, dice il saggio,

ma io mi sono trovato in mezzo ad un viaggio

in cui sono stato pellegrino, Re Magio e cavaliere,

ho attraversato una foresta intricata,

ho lasciato alle spalle il mio passato di sofferenze

sono andato incontro all’ignoto

e tutto questo perché l’averti conosciuto

mi ha donato le forze di cui avevo bisogno.

 

Mi hai salvato la vita,

strappandomi da quel pantano orribile

nel quale ero invischiato da tanto tempo.

Hai creduto in me, e hai raccolto il frutto di questa scelta.

 

E adesso come facciamo,

che io sono dipendente da te,

sei la mia droga

la mia benzina

il carburante della mia vita,

ed io per te non sono nessuno?

 

Qualcuno salvi

il mio cuore perduto!

 

Mi sono chiesto se è meglio riprenderlo,

questo cuore che all’amore ho ceduto.

Ho capito che no, non devo.

perché mi fai stare bene, e ciò che fa stare bene

va seguito

e gelosamente custodito.

 

Ti amo e senza di te non vivo.

 

E per te chi sono?

Solo un simpatico ragazzo,

niente di più.

Forse qualcosa di meno.

 

Dio mio, se al cuor si potesse comandare

avrei potuto amare chi

mi ha chiesto di condividere la vita,

ma no, no, questo cuore dannato e selvaggio

va dove gli pare

e mi tiene ancorato in questa radura.

 

Però è tanto bello stare qui, la mia idea non cambia.

 

Qui sto bene, non ho intenzione di tornare tra gli Umani.

 

E allora tienimi per te,

che io sia un tuo strumento.

 

Sono un uomo migliore da quando ti ho conosciuto,

però resto ancora così fragile;

non mi fortifico.

 

So solo questo;

ti amo e ti amerò per sempre,

mio Angelo,

sì,

Angelo che Dio ha perduto accanto a me,

ed io che da bravo idiota non me n’ero accorto

del fantastico dono che la vita mi ha fatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Spero di non aver sbagliato a interpretare la consegna di questo fantastico Contest. Incrocio le dita.

In ogni caso, sono felice di avervi partecipato con questa raccolta molto particolare, e anche speciale; come vedete, in essa ho raccolto le somme delle poesie che ho scritto durante la lunga estate appena trascorsa. Questo per chi mi segue sempre con pazienza e sincero affetto.

Per chi non segue le mie semplici opere poetiche, be’, credo che i temi trattati siano molto chiari.

Ho cercato di ricreare un’atmosfera fiabesca, con un Io narratore cavaliere, che si addentra in una foresta oscura… a parte un mezzo richiamo importante al nostro Dante, la componente fondamentale è proprio la fiaba e l’avventura, anche, la ricerca di sé e l’affrontare le proprie paure. Un percorso interiore per crescere, migliorarsi, amare.

Un pizzico di horror poetico (molto delicato) per quanto riguarda alcune scene.

E un bel po’ di romanticismo. xD

Grazie per aver letto. Questi componimenti mi stanno molto a cuore, spero che abbiano trasmesso qualcosa anche a voi.

 

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