COMPONIMENTO I
Vorrei narrare
una storia in cui c’è un cavaliere
e un bosco buio e tenebroso.
Eccolo lì, tutto quel buio;
le fronde degli alberi
sono protuberanze della Terra,
sono braccia della Madre
che tiene al buio suo Figlio.
Quegli alberi altissimi,
quel buio,
sono gli stessi componenti del cuore
del cavaliere.
Quel cavaliere sono io.
Ci sono stati giorni in cui ho
creduto
che tu fossi il Sole e io la Terra;
invece no,
io sono un piccolo cavaliere
che brancola nel buio dell’ignoto
mentre tu sei la radura
che ho incontrato dopo anni di buio,
ove i rami e le fronde
mi hanno strappato via
la gioia e il credere in me stesso.
Come ricordo spesso e volentieri
non mi sono inoltrato nel bosco
per cercare la Bella Addormentata,
oppure oro, onore, vittorie presso
lontani tornei.
Ho varcato la buia soglia perché
credevo di aver visto una cometa.
Il Re Magio è tornato;
questo bosco ho attraversato
a dorso di cavallo,
non di cammello.
Eppure, dopo questo peregrinare
losco e triste,
ecco una immensa radura che si
estende
davanti a me…
Io, Re Magio,
eterno straniero tra gli Uomini,
pellegrino alla ricerca di qualcosa
che forse non esiste,
mi sono imbattuto nel verde eterno
del tuo animo gentile.
Adesso vedo di nuovo la luce del
sole.
L’erba turba le mie caviglie,
ma non è nulla in confronto al
sottobosco.
Il mio cavallo è stanco e si
abbevera,
c’è acqua e cibo a volontà.
Sai che potrei vivere per sempre
all’interno della pura e indomita
bellezza
dell’anima tua?
Ogni tanto rivedo i tuoi grandi e
dolci occhi.
Non mi smarrire qui.
Sono nel tuo animo, ma sta a te
accettarmi.
Nel frattempo vivrò nel limbo
di questa radura,
e sai, ti dirò di più:
ti racconterò una storia.
Ascoltala solo se vuoi,
ho visto che a volte ti annoio.
L’ho notato.
Sono dentro di te e sfrutterò questo
vantaggio,
ma adesso apri cuore e mente,
lascia che il vento caldo di questa
estate
fluisca su questo prato
lussureggiante
e porti alle tue orecchie
i miei versi,
così poveri e miseri
da non conoscere le rime dei Poeti.