Eroi e Dei

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Thor e Loki: Sarai sempre con me e sarai sempre mio fratello ***
Capitolo 2: *** Il mondo degli omini di fango ***
Capitolo 3: *** Il figlio di Thor e il figlio di Loki ***
Capitolo 4: *** Hercules e Iolao si incontrano ***
Capitolo 5: *** Marte e Dean ***
Capitolo 6: *** Marte e Venere e il primo bacio di Sam e Dean ***
Capitolo 7: *** Giove e la verità su Loki ***
Capitolo 8: *** Giove si confronta con gli Dei ***
Capitolo 9: *** Stralci di futuro e l'amore che sboccia tra Venere e Marte ***
Capitolo 10: *** La prima volta di Sam e Dean ***
Capitolo 11: *** Sam torna a casa dai genitori! ***
Capitolo 12: *** Cas e Ruben: l'accademia dei cavalieri ***
Capitolo 13: *** La comparsa del trickster e il ritorno dalla morte di Sam ***
Capitolo 14: *** Le Parche, il bambino , Lily e Severus ***
Capitolo 15: *** Sam e Dean incontrano la Morte ***
Capitolo 16: *** Il ritorno nel mondo degli omini di fango ***
Capitolo 17: *** Parlare di quello che è accaduto nel mondo delle creature non ancora nate ***
Capitolo 18: *** La bambina di Marika ***
Capitolo 19: *** I cavalieri dello zodiaco e la nascita di Alisea Speranza ***
Capitolo 20: *** Thor e Loki parlano di Sam ***
Capitolo 21: *** Gli stregoni Freya e Merlino - Silente e Piton ***
Capitolo 22: *** Un Loki smemorato ***
Capitolo 23: *** Bobby e la realizzazione di Loki ***
Capitolo 24: *** Missing moment di Sam, Dean, Merlino e Freya ***
Capitolo 25: *** Fuori dalla locanda ***
Capitolo 26: *** La stanza dei bottoni, mi tocca guardarla da fuori ***
Capitolo 27: *** Parlando di Harry Potter ***
Capitolo 28: *** Io ti guardavo, quando tu non potevi vedermi ***
Capitolo 29: *** Intermezzo - Sam e Dean parlano di loro due - ***
Capitolo 30: *** La vita precedente di Loki ***
Capitolo 31: *** L'incubo di Sam ***
Capitolo 32: *** Il Jael confuso ***
Capitolo 33: *** John, il padre di un futuro lontano ***
Capitolo 34: *** Chi sono Freya e Merlino ***
Capitolo 35: *** John ***
Capitolo 36: *** Jael, il matematico ***
Capitolo 37: *** Il marinaio ***
Capitolo 38: *** Intermezzo del presente ***
Capitolo 39: *** Sam e Alisea ***
Capitolo 40: *** L'isola di Phoenix ***
Capitolo 41: *** L'amore tra Cas e Ruben ***
Capitolo 42: *** Ricordi sulla neve ***
Capitolo 43: *** Ritrovare Castiel e Ruben ***
Capitolo 44: *** L'arcangelo Gabriel ***
Capitolo 45: *** Specchietto per le allodole ***
Capitolo 46: *** La famiglia della Luna Nera ***
Capitolo 47: *** Fuoco sotto le ceneri ***
Capitolo 48: *** Chibiusa ***
Capitolo 49: *** La pace tra Sam e Gabriel ***
Capitolo 50: *** Il litigio di Marte e Venere ***
Capitolo 51: *** Sam, Loki e l'ampolla ***
Capitolo 52: *** L'invisibile ***
Capitolo 53: *** Zaffiro e Diamond ***
Capitolo 54: *** La fuga di Zaffiro ***
Capitolo 55: *** Sam e Dean curano il principe Zaffiro ***
Capitolo 56: *** L'uomo misterioso -prima parte ***
Capitolo 57: *** L'uomo misterioso - seconda parte ***



Capitolo 1
*** Thor e Loki: Sarai sempre con me e sarai sempre mio fratello ***


“Loki!”

Il ragazzo alto dal lunghi capelli corvini si fermò.

Thor..” disse il ragazzo, squadrandolo. “Stavo andando nel salone a *mangiare* che cosa vuoi?”

Per Gli Dei, *mangiare * equivaleva a rimpinzarsi delle più svariate schifezze, da quintalate di nutella a bicchierone con panna e latte, rigorosamente versioni più genuine dei terrestri, a pasta di tutti i tipi, salse tra le più disparate, frutti tra i più ambiziosi e succulenti. Spesso gli Dei si trovavano li riuniti per mangiare, era la sala adibita agli spuntini. Era bello, mangiare in compagnia, tuttavia potevi trovare anche posti isolati, se davvero li volevi. Il loro castello era immenso.

“Volevo chiederti se ti andava di prendere il sole con me sulle nuvole, fratello.” disse Thor con voce dolce.

Loki guardò il fratello, i lunghi capelli biondi gli incorniciavano il viso, arrivando fino alle spalle. I suoi occhi azzurri splendevano come stelle, il suo sorriso avrebbe potuto far ridere le iene, il suo lungo vestito rosso con mantello annesso, era così regale. E lui era così bello.

“Preferisco mangiare che prendere la tintarella, fratello.” sottolineò l’ultima parola con rabbia, ad un tratto l’odio verso il suo fratellastro prese a battere di nuovo furiosamente nel petto. Lo odiava. Odiava tutti loro.

“Loki, ti prego, aspetta.” Disse bloccandogli il braccio.

Loki stette a guardare la mano di Thor che gli toccava il braccio, ma Thor non la ritrasse, sapeva che il fratello era un tipo ostinato e che se si faceva vedere impaurito o debole, non avrebbe mai vinto con lui.
Non che fosse una gara.

Sì che lo è.. avrebbe detto Loki.
“Mollami il braccio..” sibilò lui.

“Da giorni mi ignori, se ce l’hai con me per qualcosa, dimmelo. Voglio rimediare.”

“Ohh, che melodrammatico e quanto sei narcisista, fratello. Ti viene in mente che magari non tutto il mondo è il tuo centro? I miei malumori non sono opera tua, è così arrogante pensarlo.”
“Ma…”

“Adesso me ne vado a mangiare. Da solo. Il sole..può aspettare. Tramonta tutti i giorni e splende tutti i giorni alla stessa ora, instancabile, a lui solo è dato questo privilegio. Nemmeno agli Dei è concesso. Ho sempre pensato che se puoi fare come il sole, è quella la vera immortalità.”

E se ne andò lasciando Thor basito e dispiaciuto.

Il giardino






Erano passati alcuni giorni dalla loro discussione, ma Thor non si arrendeva.

“Loki, smettila di respingermi, sono tuo fratello.” gli disse Thor, strattonandolo, ma Loki, furioso, nel corridoio del castello, lo spinse e lo fece cadere a terra.

“NON SONO TUO FRATELLO. NON LO SONO MAI STATO!”

Thor lo guardò ferito e gli occhi lucidi.
“Loki, cosa..”

“me l’ha detto *papà* “ disse Loki, virgolettando quella parola, lo sguardo furioso. “L’altro giorno mi ha preso da parte e me l’ha rivelato..”

“Cosa stai dicendo? Io non ..non capisco..”

“Dovrei CREDERE che tu non ne sapessi niente? Chissà perché ma non ti credo, Thor! Sei un bugiardo, come lui.”

Fece per andarsene, ma Thor lo afferrò per un braccio, gli occhi pieni di lacrime, Loki lo guardò stupito.

“Se fossi come tu pensi, avrei gli occhi pieni di lacrime ora? RISPONDI!”

Il viso di Loki si trasfigurò in un’espressione di intenso smarrimento.
“Po—potresti solo essere spaventato dalla mia reazione.”

“Non reagirei così, non sarei così emotivo, se lo avessi saputo. Sai che sto dicendo la verità! Un Dio dell’inganno come te, deve riconoscere la menzogna quando la vede, LOKI!”

Gli occhi di Loki si sbarrarono nella comprensione, le sue labbra tremarono.

“Il Dio dell’inganno..è vero..però la mia arte non mi ha comunque aiutato, a saper riconoscere di aver vissuto finora nella menzogna!”

“Ma quale menzogna? Ti prego, fr..Loki, raccontami quello che ti ha detto pap…lui. Tutto quanto. Io DEVO sapere.”
“Tu dici DEVI, ma papà pensava che neppure io dovessi saperlo, quindi perché credi che dovresti tu?”

“Non hai mai fatto quello che diceva papà.”
Loki tutto sommato fece un sorrisino.
“Andiamo nel giardino.”




Thor seguì Loki nel GIARDINO. Era un enorme giardino, fatto di bianco, come un’enorme stanza scintillante senza pareti. Il cielo e le nuvole si confondevano, le piante erano verdi ma anche fatte di cristallo, lo chiamavano il GIARDINO DEL SOLE, il giardino dove un sole artificiale splendeva giorno e notte, i due fratelli avevano passato intere giornate li, ad abbronzarsi. Era li che andavano quando cercavano la solitudine e l’isolamento.

Thor e Loki si sdraiarono per terra e il terreno luccicante perlato diventò umido al contatto con la loro pelle, come se fossero al mare. Delle piccole onde arrivarono a lambirgli la pelle e la stoffa dei vestiti. Era la loro magia.

“Mi azzardai a toccare la corona di cristallo. “ disse Loki dopo qualche attimo.

“Cosa??” sbottò Thor allibito. “Ma ci è stato vietato di farlo..” “Lo so.” Disse lui. “Ma solo per qualche secondo..io volevo provare cosa significa..”
“Cosa significa cosa?”

“Splendere come il sole.” Disse Loki, fissando il sole luminoso e artificiale sotto le loro teste, Thor sentì il tono che aveva usato per dire questo e si chiese come potesse non rendersi conto che lui era già regale come il sole, non doveva invidiare nessuno, poi Loki guardò lui e il suo sguardo sembrò a Thor che ardeva, arrossì quasi a guardarlo.

“Cos’è successo?" domandò poi.

“Dalla corona è fuoriuscita una ventata di ombre, ombre nere, come oscurità, circondava la corona e poi dopo, sembrava che volesse aggredirmi.”
“Cosa?? Come hai fatto a uscirne vivo??”

“Papà accorse in pochi secondi, vedendomi a terra che mi dimenavo. Disse che nella sala imperiale vigeva un allarme che avvertiva in caso di intrusi. Toccò la corona e tutto cessò. Una volta tornata la calma mi spiegò tutto. Era un sistema difensivo, a chi non è di diritto ll vero erede, non è permesso toccare la corona.”
Thor chiuse gli occhi.
“Quindi tu non sei..”

“Suo figlio e tuo fratello, già.”
“Ma com’è possibile?”

“Mi raccontò una strana storia. A quanto pare, io faccio parte di una stirpe che la tua famiglia combatteva. Erano nemici giurati, ma un giorno tuo padre, vide un neonato per terra, sull’asfalto. Avevo i vestiti e lo stemma dei loro nemici, avrei fatto una brutta fine se qualcuno si fosse accorto di me. Non so perché lui ebbe..pietà. Mi prese con lui. Con voi.”

“Ti ha più detto niente dei tuoi veri genitori?”
Loki scosse la testa. “Ma immagino che li avrà uccisi.”
“LOKI!”

“Cosa? Guardiamo in faccia la realtà, ti prego. Già per anni ho vissuto nella menzogna. Per anni mi sono cullato nella forza del legame di sangue, tutte quelle volte che tu mi dicevi che mi saresti stato sempre accanto..ti credevo..sai perché?”

“Perché ti fidi di me?”
Loki fece una risatina.

“Il Dio degli inganni non si fida di nessuno.”
“E allora cosa..”

“Sapevo che sarebbe stato vero, perché il legame di sangue unisce per sempre, che saresti stato costretto a mantenere quella promessa..ma ora..ora tutto è cenere..siamo sconosciuti..” disse, affondando la mano nell’acqua, tirandola su, vedendola trasformarsi in sabbia che cadeva.

“Loki, ascoltami bene..non mi importa chi sei o dove sei, non mi importa chi sei o dove sei, non mi importa che non abbiamo lo stesso sangue, tu sarai sempre con me e sarai sempre mio fratello.”.”

Qualcosa brillò e scintillò negli occhi di Loki, Thor pensò che suo fratello volesse essere il sole, ma non vedeva che i suoi occhi brillavano come stelle.

Loki, sopraffatto così dalle emozioni, non parlò, ma lo fissò solo.

Thor fu grato di quel silenzio e di quello sguardo, pensò che fosse come un regalo, assieme alla concessione di avergli permesso di vedere le stelle in mezzo ai suoi occhi.



E poi Thor mi abbracciò di slancio



Thor e Loki stavano correndo per le vie del paese, correndo ansimanti sotto la pioggia.

Ridevano.
Ed era notte.

Si erano fermati e Thor aveva visualizzato con la mano, sopra di loro, una bolla dorata come una cupola che li proteggesse dall’
“Detesto la maleducazione.”

“Molto gentile anche improvvisare un ombrello a grandezza d’uomo.” Ridacchiò Loki.
“Io…uhm..”
“Che c’è, hai perso le parole, fratello?” gli chiese sensualmente.
“Io..uh…”
Loki,, si avvicinò al suo viso e lo baciò.
Fu solo uno sfioramento di labbra, il loro primo vero contatto.

Poi, Thor si fece più vicino, dissolse la cupola che si infranse producendo il disegno dorato di un vero ombrello, quasi come uno scherzo del destino, e insistette per forzare le sue labbra, Loki non si fece attendere per schiuderle.
Fuori diluviava e loro si inzupparono in un baleno.
Ma non importava.
In quel momento, due Dei, si stavano baciando, contro il muro di un paesello qualunque.


*

“Loki, ehi, Loki. Loki.
Il minore sembrò non sentirlo nemmeno mentre si avvivava per i corridoi del suo castello.

“Ti ordino di fermarti, Loki, figlio di Giove, è il tuo futuro re che te lo ordina.

Loki si fermò come paralizzato, e con la stessa aria paralizzata, si volse verso di lui.

“Non hai mai approfittato della tua carica di erede per darmi ordini..”

“Finora non mi hai mai dato motivi per farlo.” Disse Thor, poi addolcì il tono. “Che cosa succede, Loki? Siamo stati così bene fino a qualche giorno fa, poi tu all’improvviso.”
“Basta. Non dire un’altra parola.”
“Perché?”
“È meglio..”

“Cosa? Cosa è meglio? Thor, io non sopporto di starti lontano!” “Non..toccarmi..”

“Non posso credere che hai dimenticato il nostro ba..”

SCIAFFFF

Quel gesto fu molto più doloroso del dolore che ne conseguì.
“Loki..io..perchè?”

“Nessuno dovrà mai sapere che noi..tantomeno nostro padre! Mi hai capito?”

Thor annuì desolato. “Ho capito. Mi ero illuso che i tuoi sentimenti per me fossero sinceri e invece..”

Loki con un grugnito di frustrazione lo prese per le spalle e lo scaraventò dentro una stanza qualunque del castello e chiuse la porta.

“Io non proverò mai, mai dei sentimenti per mio fratello.”

“Loki, ma tu non sei il mio vero fratello.”
“Sì – CHE – LO – SONO!”

 

Thor lo guardò spaesato.
“Ma tu..avevi detto..”

“Tuo..nostro padre..mi ha convocato qualche giorno fa, nelle sue stanze, mi ha detto che..sono il suo vero figlio.”
“No..non è vero..la corona..ti ha respinto..”

Mi ha mentito, Thor!  Ha messo lui stesso le difese ad essa per convincermi che non fossi il suo vero erede!”
“Perché avrebbe fatto una cosa simile? Non capisco?”

“Perché io sono un bastardo, chiaro!”
“Cosa??”

“Lui ha avuto una relazione con una donna, dai poteri oscuri, dal quale sono nato io. Caso vuole che fosse anche parte di una dei nostri più acerrimi nemici. Lui si è divertito e poi..l’ha lasciata..”

Thor ora si era fatto più vicino e gli aveva accarezzato il viso. “Ma poi ti ha preso con lui. Con noi.”
“Cosa?? Credi che sia stato l’amore a spingerlo a prendermi con voi?”

Si era districato da lui e dalle sue mani troppe calde.

“Mia madre è morta! Uccisa da uno dei suoi uomini e quando lui l’ha scoperto..ha preso con sé questo bambino..questo figlio frutto di un amplesso malato..che lui non ha mai voluto. Non è stato l’amore, bensì il senso di colpa a spingerlo ad occuparsi di me!”
 

“Loki..io non lo sapevo..”
Loki annuì.
“Troverò il modo di fargliela pagare.”

“Loki! È sempre tuo padre!”
“LUI – NON È – MIO PADRE!”
 

Thor lo fissò sbigottito.
“Come tu non sei mio fratello. Quindi sta alla larga da me.”

Fece per andarsene, ma Thor di impeto lo abbracciò.

Loki restò sbigottito, per qualche secondo si lasciò cullare e avvolgere da quel mantello così regale, che lo copriva.

Gli alzò il mento e lo baciò. Un bacio veloce ma pieno di sentimento.
“Loki..”
“Noi non staremo mai insieme, Thor.”
Detto questo, se ne andò.






















Note dell'autrice: l'avevo detto che la storia non sai sarebbe fermata qui. Siccome ho scritto questo primo capitolo come fosse in versione telefilmica, specifico che Thor e Loki hanno il volto di Albert e Black!
Per leggere questa storia è praticamente obbligatorio aver letto le precedenti della serie, altrimenti non capirete niente.

la frase «Non importa dove sei, tu sarai sempre con me e sarai sempre mio fratello». è la citazione del film di fast and furious 7
ps è vero che Thor e Loki non sono fratelli di sangue

Avviso: per comodità ho deciso che lascerò i nomi di questa storia, anche nei dialoghi indiretti, se no ci sarebbe troppa confusione, ma vi dirò in ogni avviso, chi sono i personaggi originali. Thor: Albert. Loki: Black.

Nel cap 13 della storia di Beyond si parla dell'Oscurità!! Lo dico qui perché mi sono molto incavolata che ho cercato questo capitolo come una dannata più di una volta e ho finito impazzire per trovarlo!!

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Capitolo 2
*** Il mondo degli omini di fango ***


Avviso: Ringrazio Team che mi ha sistemato il capitolo e poi volevo ringraziarla che mi sostiene tantissimo nelle mie storie e anche in questa. Sento che non potrò mai ricambiare abbastanza allo stesso modo la cura che ha con le mie storie e mi dispiace, a volte mi sento in colpa, ma ti ringrazio tanto.

Ps ho una venerazione che non potete immaginare per Hercules e Iolao, questo dal fantastico telefilm, quindi dal modo in cui scrivo questo capitolo su di loro, credo potete intuirlo xd













L'omino d'argilla

Una landa desolata come quella di un deserto.
Una distesa infinita. Grigia e piena di fango.
E decine e decine di corpi /persone? Che rimanevano sedute in quella distesa infinita.
Come se stessero aspettando tutto, come se non stessero aspettando niente.

Lì i corpi erano come involucri senza vita, senza anima. Si muovevano come robot, senza essere consapevoli di dov’erano.
Erano fatti di argilla e fango, ed erano ciechi, e muti.
Nessuna consapevolezza ma solo una grande immensa fonte di vuoto.

Ma forse anche il vuoto era meglio di provare qualcosa.
O forse no?
 
“Gmmmm…”
Una scivolata.

Una scintilla dove non avrebbe dovuto esserci.
Una crepa, un bug nel meccanismo perfetto.

A volte basta poco per cambiare il corso di un destino.
Un pezzo di stella.
 
CRAMP.
L’essere cadde a terra e fece rumore.

Ma nell’indifferenza generale di tutti gli esseri, nessuno se ne accorse.
E anche se l’avessero per miracolo sentito, sarebbe stato come niente per loro.
 
L’essere fatto d’argilla si alzò, lentamente, il fango copioso gli scivolava fluido lungo il braccio su cui si era puntellato per alzarsi.

La sua faccia vuota, sembrò diradarsi e spuntò fuori il contorno di due grandi occhi cerchiati.
 
 

*

L’aridità faceva male.
Il posto aveva qualcosa che faceva sentire a disagio l’omino.

Qualcosa premeva nella sua bocca, pizzicandogli la gola e rendendogli difficile
Il respiro..
Il movimento..

Vento e calore arrivavano a sbattergli addosso.
L’omino fece un suono stridulo.
Crrrrr

Una specie di tosse.
Un fastidio.
 
L’omino si fermò ad un certo punto sussultando.
Una sensazione nuova gli pervase sotto – i piedi –
Una volta stabilito che non era pericolosa, avanzò.

La cosa era sempre più disagiante, faceva male, ma no, non male.

Era fredda, in netto contrasto con il vento caldo che gli arrivava dritto.
Voleva sapere cosa fosse.
Si chinò senza sapere perché.

Non vedeva niente ma il suo istinto di androide, guidava i suoi movimenti.
La cosa, qualunque cosa fosse, era molto grande.

Le mani, toccarono la cosa e qualcosa cambiò.
Sussultò. La sua mano si stava liquefacendo.
Sussultò, spaventato.
Non voleva morire!!

Morire? Cos’era morire? Aveva qualcosa a che fare con vivere…
Ma non..
Si fermò.
La sua mano non sembrava scomparsa. Sembrava solo..più LEGGERA.

Ora l’omino aveva assunto perfino delle sopracciglia ed erano arcuate come se fosse pensieroso.
Ma era comunque ancora spaventato, mise un piede in fallo e scivolò.
Cadde lungo disteso.
 
Era così LEGGERO e FLUIDO. Diverso da prima e fluidi che non capiva da dove arrivavano, lo avvolsero per poi cadere a terra, facendolo gocciolare.

Era pesante ma era anche diverso.
Era bagnato e pesante, freddo.
Si alzò.

Sentì la faccia appiccicarlo, premere conto di lui.
Se la toccò e con sorpresa vide che veniva VIA.
Sussultò ma continuò a staccarsela.
Non faceva male, ma tutto il contrario.

Si tolse un sacco di

PELLE?

Quando gli sembrò che se la fosse tolta tutta, respirò forte.
Quanto era bello respirare.
Al calore del Sole.
Si sentiva così leggero adesso, così bene.

Ma il resto non era così.
C’era ancora qualcosa che PREMEVA.
Si toccò sui fianchi e scoprì che la pelle veniva via semplicemente toccandola.

La strappò a fiotti e la gettò a terra.
Libero, libero. Come volare.
Voleva volare, voleva scomparire.
Illuminare tutto, splendere.
 
Scoprì di vedere.
Come un sipario che si denota dietro le tende.

Cos’era? Un altro mondo?
Che cos’erano le cose che vedeva?
Scoprì di essere affamato di tutto, di tutte le cose nuove che stava vedendo.

Guardò i pezzi di pelle e fanghiglia che si era tolto e poi la distesa piccola d’acqua come un’oasi, davanti a lui.
Oh, era così bella.
Era stata lei a salvarla.

Guardò la superficie d’acqua, così trasparente, blu, così bella.
Si vide!
Si vide finalmente com’era.

Non sapeva cosa celasse il suo volto, i suoi occhi, ma qualunque cosa fosse prima, ora era un altro, grazie a quella meravigliosa fonte così lucida e bagnata.

Si buttò a pesce nella distesa, lasciandosi avvolgere nell’acqua.
Avrebbe avuto tempo, DOPO, per guardare quello che c’era attorno a lui.

Adesso voleva solo VIVERE.
 
 
 
*

Il suo corpo aveva smesso di tremare leggermente dopo essere uscito dalla distesa.
Adesso si sentiva asciutto, con una punta di freddo, ma tutto sommato stava bene.
Gli piaceva camminare.

E mentre lo faceva, notò un altro essere come lui, camminare a capo chino.
Si fermò.
Era coperto di FANGO vischioso, sembrava non guardare niente, eppure i suoi movimenti erano automatici.
Sembrava così diverso da LUI.

Si trovò attirato magneticamente verso quella strana creatura.
Era PIENO di creature così, ma lui era il primo che aveva calamitato la sua attenzione.

Si mise a guardarlo da lontano in quella specie di deserto, mentre si sedeva.
Decise di vedere cosa faceva.






*




*
“Ciao.” Gli disse il primo omino.
Il secondo omino, seduto sulla distesa di deserto, sembrò guardarlo senza davvero vederlo, poi chinò lo sguardo.
Il primo omino non si lasciò scoraggiare.
Si sedette
“Mi chiamo Sam.
Dean..” Rispose l’altro.
“E questo come lo sai?” chiese Sam.
“Non lo so. E non mi importa. “ si sdraiò. “Vattene.”

Sam lo guardò con sguardo intenso, poi lo sfiorò delicatamente con il braccio.

L’omino di fango tremò visibilmente.
Chi sei??”Gli chiese ancora con la bocca impastata di fango, ritmica.


L’omino non sembrò averlo sentito.
“Vattene.” Disse sdraiandosi ancora.

Sam sembrò prendere una decisione, poi sospirò e gli mollò un ceffone che fece ruzzolare il povero omino.

L’omino in uno scatto d‘ira lo spinse via, ma all’istante si delineò un sottile filo rosso che delimitava il suo braccio e andava a finire nell’altro.

“Che mi sta succedendo?” chiese l’omino.
“Noi..siamo legati da un filo.” Disse Sam interdetto
“Un filo?? Cos’è??”
“Non lo vedi?”

Vedere? Mi prendi in giro? io non vedo MAI niente! Non c’è niente da vedere nel mondo. Solo NULLA. Tu non sei reale.”

Una mano prese la sua gentilmente e l’omino ebbe un brivido. “Cosa mi succede?” chiese l’omino arrancando alla cieca, Sam lo afferrò.
“Piano, rischi di cadere.”
“Cadere? Cos’è cadere? Cosa? Chi sei tu?”
“Non hai mai visto un tuo simile?”

“Simile? Non c’è nessuno, niente, tranne me e il nulla. Dovrei vedere altro? A volte sento dei suoni e adesso questa voce, ma non c’è niente.”

“Non è vero..” sussurrò Sam.
Silenzio.
“Perché dovrei crederti?”

“Perché io posso aiutarti a vedere…”
Altro silenzio.
“Non c’è niente, al di fuori dal nulla.”

“C’è sempre qualcosa per chi ha occhi per vedere.”


*
Sam lo portò davanti all’oasi e lo fece bagnare dentro. All’inizio fu molto difficile.

Dean scalciava e si agitava, era spaventato dall’acqua, poi fu sempre più sollevato, curioso, quasi felice.

“AHHHHHH!” sospirò sollevato, riemergendo dall’acqua.
Sam rimase senza parole.
L’omino di argilla, quasi cioccolato, era un bel ragazzo.

Aveva dei capelli lunghi fino al collo, leggermente gli toccavano le spalle, occhi di un verde intenso ed era muscoloso.

Sì, qualcosa di vagamente simile al ricordo di un corpo umano, gli venne alla mente.

Dean si voltò verso Sam e i suoi occhi si sgranarono nel vedere quei soffici capelli castani ricciolini e gli occhi verde di un verde smeraldo. In poche falcate, gli stava tastando il viso con le mani come se fosse un cerbiatto curioso.
“Ehi, che fai!!” cercò di divincolarsi Sam.

“Che cosa sei??” gli chiese Dean, fremendo di curiosità.
Sam gli tenne ferme le mani e studiò il suo viso con attenzione.

Poi, gli tolse con le mani, residui di fanghiglia e quadratini di argilla dagli occhi, con amorevole attenzione.

“Cosa fai?”
“Ti aiuto..”

“Mi piace questa parola. Aiutami ancora.”
Sam emise un’espressione triste.
“Resterai con me?”
“Sì.” Disse Sam.



*

Erano ancora seduti sulle dune, fianco a fianco. Sembrava scesa la notte.

“Cos’è questa sensazione?” domandò Dean, tremando.
“Senti freddo. Stringiti a me e io..” disse Sam, accarezzandogli il braccio, ma Dean lo spostò e tirandolo a sé lo piazzò con la testa sul suo petto.

“Che..che fai?” chiese Sam sentendo una strana sensazione infiammargli il viso.
“Sento freddo.”

“Ma così stai scaldando me!” protestò Sam.
Dean sorrise.

“Ah…capisco Ma sai…” tentennò. “…Credo che se tu ti scaldi, anche io non sentirò freddo.”

Qualcosa si sciolse nel cuore di Sam. Quell’essere, proteggeva LUI.

“Sam..” disse Dean dopo un po'. “Cosa pensi ci sia successo? Dove siamo? CHI siamo? Perché non..”
“Non ricordiamo niente?” chiese Sam per lui.
Dean annuì.

“C’è solo una spiegazione..” disse Sam dopo un po'. “Forse..siamo morti.” Disse.

Pensava che Dean non sapesse cosa fosse la morte, ma lui restò in silenzio, guardò il corpo di Sam e poi sé stesso, quei corpi nudi, coperti però da una patina di luce che impediva di vedere i loro genitali. Erano come protetti lì. Come anime.

“Ricordo qualcosa a questo proposito… tanto tempo fa… ma non so dove…e non so quando..”
Sam annuì. “Anch’io.”



Un amico come te





Quello che era successo aveva scombussolato enormemente Hercules e Iolao, rispettivamente Dean e Sam.

Sam aveva trovato un minuscolo essere, delle dimensioni di una fatina o uno gnomo, che aveva sembianze umane e sembrava giacere all’interno di una piccolissima teca.

Sembrava così indifesa, ma Dean avrebbe voluto che Sam le stesse lontano, non sapevano cosa poteva nuocere o no, in quel posto così strano.

Ma lui non l’aveva lasciata. L’avevano cullata e curata insieme, era cresciuta e poi se n’era andata.

Erano rimasti loro due, ma quell’esperienza travolgente era come se stesse ancora tra di loro. (questo si racconterà più avanti ) Nel frattempo, il loro rapporto era cresciuto ed era pazzesco e incredibile, come Dean sembrava provare un sentimento tanto forte per quello sconosciuto che diceva di chiamarsi Sam.

Insieme avevano percorso così tante miglia, chilometri. Restavano seduti e Dean lo attirava a sé con un braccio per abbracciarlo.
Camminavano e camminavano vicini, a volte sfiorandosi la mano senza farlo apposta e da esse si sprigionava una scintilla come una presa di corrente che faceva contatto e a volte a Dean sembrava di vedere un sottile filo che cambiava colore sospeso tra di loro come un ponte di collegamento.

Camminavano per chilometri, il paesaggio era sempre uguale ma la loro testa, immaginazione, era senza confini. Volavano solo con l’immaginazione.

Sam...” Disse Dean ad un certo punto. “...Non ho ricordi per immaginarmi con te, eppure, dentro di me, immagino tante cose!” disse Dean, guardando il paesaggio arido che si stendeva sui suoi occhi, sorrideva e sotto quello sguardo, Sam arrossì.

“Come credi sia possibile questo?” riprese Dean.
“E'..lo stesso che provo anch’io.”

Dean fece per fermarlo, Sam guardò il punto in cui l’aveva toccato e poi lui.
“Continuiamo a camminare. Mi piace.”
“Anche a me piace camminare. Con te.”


*

Era di nuovo notte in quello strano posto ed erano seduti sulle dune. “Sam.. stavo pensando.. se è bello stare qui..dove non c’è NIENTE..IMMAGINA..come potrebbe essere..se trovassimo altro...” diceva con voce sognante.
Sam si puntellò sui gomiti.

“Che cosa intendi dire? Non c’è niente oltre a questo”
“Ma tu tempo fa mi dicesti che per chi vuole vedere c’è altro....”
“Abbiamo camminato per tanto e non c’è altro.. Come hai visto tu..eccetto questo posto..e LORO..”

Dean vagò con lo sguardo sugli androidi che non davano retta a loro. “Credi che dovremmo liberarli?”
“No..”
“Ma tu hai liberato me..non siamo egoisti noi a non liberare loro?” “Non so spiegartelo..ma è come se sapessi che non dobbiamo..se si accorgono che li liberiamo..faremo una brutta fine..e torneremo come prima..”

Dean tornò a guardarlo con uno sguardo solenne e Sam si sentì piccolo piccolo. Abbassò lo sguardo mortificato.
“Lo so, sono un vigliacco. Lo sono sempre stato. Lo sarò sempre.”

“Sam..guardami..” disse Dean, tirandogli su il mento.
Sam lo guardò negli occhi.

“Sei il ragazzo più coraggioso che abbia mai conosciuto e un giorno lo scoprirai anche tu.”

Sam lo guardò senza capire. Cosa gli stava dicendo?

Ma Dean non sapeva spiegare perché l’aveva detto, era una cosa strana. Era come una frase che doveva ancora dire, un anticipo di qualcosa. Era molto strano.

Dopo qualche secondo di silenzio, Dean disse guardando l’orizzonte:

“Sam non c’è niente qui, dopo questo, ma se ci fosse...”

Dean si voltò verso Sam a guardarlo e vide che lui ricambiava lo sguardo.
“Verresti con me?”

“Io ti seguirei ovunque, Hercules!” Disse Sam, fiero, con lo sguardo luminoso e ardente.

Qualcosa bruciò nel cuore di Hercules/Dean, fiammeggiante.



*

Proseguivano le ricerche per il nuovo mondo. Qualunque cosa ci fosse, da un’altra parte, Sam e Dean lo stavano cercando.
Spesso trovavano pezzi di stelle tra le rocce o filoni argentati come uno strano e intrigante filo di Arianna.
Seguivano questi strani simboli come cacciatori curiosi.
E il paesaggio sembrava cambiare per lasciare posto a scenari interessanti.
Posti dove tanti soli tramontavano, così tante volte da perdere il conto.

Rocce, tante rocce, come se ci fosse il mare a pochi passi, ma nessun mare li attendeva.
E cieli infiniti.
Avevano perfino trovato una piccola capanna, che sembrava fatta di sole.



“Pensaci, Dean, potremmo restare qui per sempre, in questa capanna, dove il sole splende sempre e riscalda e illumina sempre il posto dove giaciamo.” Diceva Sam fuori dalla capanna.
“Possiamo avere di meglio, Sam.”
“Credi davvero che potrebbe esserci qualcosa di più bello di questo?” chiese Sam, sdraiato sull’erba.
Dean, sdraiandosi a sua volta vicino a lui, disse:
“Mio giovane amico, sì, certo che c’è.”
Ma in quel momento, per la prima volta, Dean credette di no.
“Dean..” disse d’un tratto Sam.
“Sì..?”
Sam tentennò, sembrò farsi cupo.
“Se tu..trovassi ALTRO..qualcos’altro meglio di me, per essere felice..”

“Che cosa dovrei trovare?” chiese Dean scoppiando a ridere.
“Tutto..qualsiasi cosa..” disse il minore.
“Sam..”

“Se tu..metti caso che lo trovi..ti dimenticherai di me? Mi lascerai?
Non ti servirò più?”
Dean ci pensò su per un po' e Sam trattenne il fiato.
Poi Dean disse:

“Sam..io avrò sempre bisogno di te, e non mi dimenticherò mai di te.”
Sam sorrise.
“È una promessa?”
“È una promessa!”

Sam allungò una mano e Dean gliela strinse.
“Dean..” disse Sam con le mani ancora giunte.
“Sì, Sam?”
“Qualunque cosa accadrà, questo sarà sempre uno di quei momenti, che non mi scorderò mai.”
“Neanch’io.” Disse l’altro e sciolse la stretta per abbracciare l’amico.


*
I due amici avevano lasciato da tempo la casetta e scalavano senza sosta la scogliera, si riposarono per un po', fino a quando Sam non vide in un breve ruscello, dei pesciolini molto strani.
Erano bianchi.
Qualcosa dentro di lui tremolò.
Una consapevolezza, quasi un sospetto.
Ne prese uno tra le mani e poi lo lasciò andare, tremando.
“Sam! Che stai facendo? Riprendiamo la nostra camminata? Sento che ci siamo quasi!”
“Loro, sento che sono vicini. Stanno per raggiungerci.” La voce di Sam tremò.
Dean gli fu vicino in un lampo, le mani sulle spalle.

“Non ci prenderanno mai. Le guardie o qualunque cosa siano quegli esseri che hanno cercato di fermarci, non ci riporteranno indietro. Loro vogliono impedirci di fuggire, perché questa è l'aldilà, ma mio giovane amico, insieme ce la faremo a scappare. Ci manca ancora poco, ho bisogno che tu sia al mio fianco.”

“S-sì.” Rispose Sam, tremando.


*

In lontananza, mentre dormivano davanti a un fuoco bianco, Sam aveva visto delle figure avvicinarsi. Le guardava con preoccupazione. “Sam…come va la guardia? Stanno arrivando?”
“No. Dormi, amico.” Disse Sam, accarezzandogli i capelli.
Il suo cuore sprofondò un po' di più.

*
“Sam!! Guarda! Siamo arrivati. È laFINE!!” fu l’urlo di Dean, una volta che arrivarono sull’orlo di un precipizio. “Deans..io non credo che…”
“Finalmente! Dobbiamo solo SALTARE!” disse lui.
Ma appena si avvicinò, un enorme precipizio nero, come una voragine di vuoto, sembrò atterrirlo e confonderlo.

“No! Non è possibile.. Io avevo visto un ponte..segnato da un arcobaleno..le fate che volavano intorno.. un enorme portale..” disse smarrito Dean.
“Era solo un’illusione, Dean..” disse Sam affranto.
“No!! Non è possibile. È questa l’illusione Vogliono ingannarci, confonderci, impedirci di raggiungere l’uscita!!
“Dean…” disse affranto Sam.

“Dobbiamo andare! Dobbiamo saltare, Sam! Ascoltami! è come l’Universo oltre i quasar, un posto dove andare per scoprire cosa c’è!!”

Ma Sam, zittì le sue proteste con un lieve bacio sulle labbra, mentre delle lacrime rigavano il suo volto.
“Non esiste nessuna uscita.” Disse Sam.

“Cosa’? No! Ti stai arrendendo, non devi!! Noi dobbiamo farlo! Dobbiamo andarcene, dobbiamo uscire da questo incubo!!” disse scrollandolo.

In quel momento, guardie armate e fantocci arancioni, arrivarono a interrompere il dibattito tra i due.

“Non esiste via d’uscita dalla VITA, Dean. Nemmeno la morte può arrestarla.” Disse una voce.
I due ragazzi si voltarono.
“Così è stato e sempre sarà.” Disse la guardia.
Dean guardò confuso, la guardia.

“VITA? Credevo stessimo scappando dalla morte.”

Le guardie scoppiarono a ridere, come se il tipo avesse detto una cosa molto divertente.

“Guarda il precipizio, figlio di Un Dio, dimmi cosa vedi.” Disse la guardia, alzandolo a molti metri da terra.
“Ouffff….Cough…Lasciami!”

“Vi prego, non fategli del male!” le urla di Sam erano per Dean più dolorose del quasi soffocamento.

“Dimmi cosa vedi!”
Con grande fatica, Dean guardò il precipizio.
“U-una grande voragine. Nera ed eterna. Come la morte. Come l’Universo.”
“Guarda – meglio.”

Dean si sentiva svenire. Chiuse gli occhi e li riaprì, cercò di concentrarsi.

“A-acqua..” una piccola distesa d’acqua arrivava, dapprima piccola, poi si allargava sempre di più come l’acqua di un pozzo.
La guardia sorrise.

A volte cammino nell’oscurità come un cieco. Faccio un passo davanti all’altro, nella speranza di non cadere in un abisso.

L’oscurità, dove tutte le cose vengono generate, in un ventre femminile o sotto la feconda Terra, quando sono ancora troppo deboli per sopportare la luce del sole.

Non è forse anche la speranza un seme? Cosa sappiamo di quello che ci aspetta nel buio? Finchè la luce non lo svela, è potenzialmente ogni cosa.

La speranza della vita…o il terrore…della Morte…” recitò la guardia.

Dean si voltò verso il ragazzo a pochi passi da lui.

“Sam…”
“Dean…”
La guardia continuò, facendo barcollare il ragazzo a penzoloni nell’abisso.

“Vi prego, risparmiate lui. Almeno lui.”
“Nulla..è ciò che sappiamo del buio. Cosa ci attende tra le sue pagine?

L’orribile terrore della Morte…o la terribile speranza della vita??”

E su quell’ultima frase, Dean sgranò gli occhi, nell’esatto istante in cui la guardia lo fece cadere nell’abisso.

Sam stava guardando il punto in cui Dean era caduto. Era in ginocchio e aveva lo sguardo vitreo, come se fosse morto.
Una mano arrivò ad accarezzargli i capelli.

“Non ti preoccupare, rivedrai il tuo amichetto molto presto. Tra Tra quattro anni."” A quelle parole, Sam aprì la bocca e i suoi occhi s’ingrandirono di stupore. Tremò.
“D-davvero?”
Le altre guardie annuirono.

“Sei stato molto bravo, Sam. Quando vi incontrerete di nuovo, nella vostra nuova vita, Dean sarà fortunato a poter affidarsi ad un amico tanto intelligente… un amico come te.”

“Intelligente..” ripeté Sam inebetito.

“Intelligente, ma certo. “ rispose un’altra guardia. “Non è da tutte le anime, capire prima del tempo, prima della fine del gioco, che questo non è l’aldilà, ma il mondo delle anime non ancora nate, che aspettano di nascere.”

“Avete giocato con noi! Non abbiamo mai avuto nessuna possibilità di scappare da qui… ma ce lo avete fatto credere..”
“Lo facciamo con tutte le anime. Aiuta a prepararle per la Vita, un mondo dove tutti giocheranno con la vostra di vita.”

“Verrai con noi, adesso? Potremmo costringerti, ma per noi è lo stesso. Se cercherai comunque di raggiungerlo, non tornerai comunque alla vita e la voragine ti farà soffrire enormemente per averci provato.”
Sam abbassò lo sguardo.

“Preferisco restare solo…Non cercherò di farmi del male.. Il dolore più grande lo sto già provando adesso”

“Sei sicuro? Quattro anni sono tanto, tanto tempo, anche per un’anima, da aspettare.”

“Sì, sono sicuro.” Disse Sam.
Quando le guardie se ne andarono lasciandolo solo, Sam diceva al vuoto "Un amico come te.." con lo sguardo vitreo.






















Note dell'autrice: Confermo che Sam e Dean, erano nel mondo delle anime ancora non nate. Le guardie si divertono quando qualcuno prova a scappare, pensando che è l'aldilà. Se non si fosse capito, Hercules e Iolao si chiamano così, ma non sono ancora nati, semplicemente hanno come dei flash del futuro e sanno che si chiameranno così :))

voglio anche specificare che mi rendo conto che è sembrato un capitolo frettoloso, non ho spiegato qual era la creaturina che hanno trovato (ma credo lo immaginate ) ne come ha fatto capire Iolao/Sam a capire tutto, ma lo spiegherò con dei missing moment più avanti, non posso rallentare la storia più di quanto sto già facendo, altrimenti non mi sbrigo più.

Vi dico anche che per comodità, nel testo li chiamerò sempre Sam e Dean anche se in realtà in questa storia si chiamano Hercules e Iolao, è una cosa per agevolare il lettore e perchè se no farei davvero prima a mettere questa storia nel fandom di Hercules, non avrebbe senso tenerla in Spn xd

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Capitolo 3
*** Il figlio di Thor e il figlio di Loki ***


Avviso: Thor: Albert.
Loki: Black.






Il figlio di Thor



Thor stava soffrendo per il fatto che suo fratello Loki non gli parlasse.
Loki. Il suo fratellastro.
Non poteva non comprendere la rabbia di suo fratello per il loro padre.

Il loro padre lo aveva cresciuto con loro, ma gli aveva fatto credere che non era figlio suo, quando era successo l’incidente della corona, per poi ammettere che lo era davvero.
Dal punto di vista di Loki, loro padre si vergognava di avere avuto un figlio da una donna che era loro nemica, forse si vergognava anche che lui fosse suo figlio.

E quindi, aveva mentito, aveva fatto il grosso errore di dire che era adottato, per poi rimangiarsi tutto, forse in seguito a qualche gravoso senso di colpa.
Inoltre c’era questo sentimento che legava lui e Loki, doveva aver sofferto moltissimo quando aveva scoperto che erano fratellastri di sangue.
 
Thor continuava a bere, incurante e finì per sbronzarsi.
E nel farlo, parlava con una ballerina di un locale.
Era vestita interamente di lingerie rosa shocking.

“Ti invidio..almeno tu.sei libera..puoi essere quello che vuoi..” disse Thor facendo un brindisi.

“Biondino, sei bello come un Dio, eppure..non hai mai provato a mettermi le mani addosso neanche una volta in tutto questo tempo che sei rimasto qui a parlare con me. Vuol dire che stai soffrendo davvero molto, è per una donna?”
“No.  è per un uomo. Per mio fratello. Ma non ne voglio parlare.”
La donna si fece molto triste.

“A volte è proprio la famiglia che ci rende più infelice e la cosa lo rende ancora più triste.” Disse lei accarezzandogli i capelli.
Si baciarono.
Thor non aveva mai provato quello che provava in quel momento.
Non aveva mai baciato un’umana prima d’ora.
 
 

*

Fecero l’amore e fu bello e appassionante.
Thor era un uomo molto passionale e focoso.
“Perché non mi dici il tuo nome, straniero?” gli chiese la donna, quando lui il mattino dopo, si rivestì.
Thor guardò la donna, dai lunghi capelli ricciolini fino alle spalle.
“Thor.”

La donna lo guardò con gli occhi sgranati.
“Non..non può essere..hai il nome di un Dio?”
“Io SONO il Dio.” Disse lui, materializzando il suo martello.
La donna sussultò, ma non si spostò da li.
“Non hai paura?”

“Ho appena fatto l’amore con te, non credi che pensi che se avessi voluto farmi del male, lo avresti fatto in uno dei momenti in cui ero più vulnerabile?”
Thor la guardò sorpreso. Quella donna sapeva il fatto suo, era dolce ma non debole e non si faceva intimidire.

“Sei..SPECIALE, Deianira.
 
 
 
 
*

SCIAFFFFF

Lo schiaffo di suo fratello Loki, era stato potente come una pugnalata.

“Hai messo incinta una mortale, non ci sono parole per descrivere la vergogna che hai gettato sulla nostra famiglia.”
“Mi sembra però che tu riesca a trovarle molto bene.” rispose Thor.
SCIAFF.

Thor l’aveva attaccato al muro.
“Attento, fratello. Ricordati che sono molto più forte di te, non ti conviene provocarmi!”

“Nostro padre ora dovrà rimediare alla tua vergogna, prendendosi lui la colpa di quello che tu hai fatto! Io ti avrei gettato in pasto alle Furie (divinità che puniscono Dei e mortali ) “
“ADESSO è diventato anche tuo padre, allora?? L’ultima volta che ti ho sentito lo stavi rinnegando!”

Loki ridacchiò e la sua risata divenne ancora più grande.
“È la sua giusta punizione per aver preferito sempre te a me, il suo primo figlio, con un’umana. E ora dovrà pagarne il prezzo. E anche tu.”
“C-che cosa vuoi dire?”

“Lascerai l’umana se non vuoi che ci siano altre conseguenze. Non vorrai far saltare la copertura.”
“NO, NON LO FARÓ. Sono innamorato di lei!”
Loki si fece più vicino a lui.

“Attento, Thor, non sfidarmi, o la tua eternità da immortale, la riserverò un’eternità di sofferenze, per te.”




Il figlio di Loki



“Come hai potuto?? Come hai potuto mettere incinta quella donna???”

La furia di Thor era palpabile e faceva ridere Loki. Si trovavano in mezzo alle nuvole, i loro movimenti erano fluidi, fatti apposta per non arrecare loro danno, eppure tanta era la loro furia che si spostarono appena, perdendo sostanza.

“Sai, sembri quasi geloso,  fratello.” disse Loki sogghignando. “Che c’è, tu puoi farlo e io no? L’arroganza è il tipico tratto dominante del tuo elemento, così come la RABBIA.”
“Il tuo invece è la menzogna, come quando mi hai detto che mi ami.”

Loki lo guardò con sguardo feroce e lo prese per le spalle con forza, aprendo una delle tante porte del paradiso e lo ficcò dentro con lui stesso all’interno.

La porta era piena d’acqua. Un lungo, profondo mare blu, azzurro. Lottarono perfino nell’acqua, fino a perdere le forze.
Pugni, calci. Avevano entrambi gli occhi aperti.
Poi Thor si sentì mancare e Loki lo baciò, facendogli ritrovare l’aria.



Dentro quel mare, c’era un’altra porticina, rosa, piccola come quelle che si trovavano nella fiaba di Alice nel paese delle meraviglie. Ci entrarono e all’improvviso uscirono fuori da una porta segreta verde, nella camera di Loki.

“Credevo..pflut..che non avrei mai più rivisto la tua stanza.”
“Te lo meritavi? Non credo.” Disse Loki, togliendosi il pesante mantello che seppur non l’aveva fatto affogare nell’acqua.

“Tu..hai minacciato la mia donna..e il bambino..avevi detto che li avresti uccisi se io non li avessi lasciati..e poi tu..metti incinta un’altra mortale?”

“Magari avevo solo voglia di vedere cosa si prova a divertirsi con una mortale.”

“Ma FIGLI, LOKI, i FIGLI. Non si scherza con delle creature innocenti!!!”

“Dimmelo te, Thor, insegnamelo. Perché io, non ho mai avuto un padre che mi insegnasse come farlo. Il padre.”
Thor lo fissò disorientato.
“Non avresti dovuto.”

“Non volevo un figlio.” Disse prima che Thor uscisse dalla sua stanza. Si voltò di scatto.

“Non volevo un erede! Non volevo che il mio sangue sporco e impuro proliferasse, condannando una creatura innocente, un ibrido che non sarà un dio, né un mortale!!”
“Io pensavo che tu..”

“Sono stato con l’umana per dimenticarti. E per farti un dispetto, lo ammetto. Volevo capire anch’io cosa si potesse provare ad amare qualcuno che non sei te.”
Thor lo fissò disorientato, boccheggiando, la bocca a due centimetri.
“Non avrebbe mai dovuto nascere. Così come anch’io. Ma lui vivrà, e forse se sarà abbastanza fortunato, vivrà una vita piena, da uomo valoroso e nobile, al contrario di me. “

Thor si avvicinò e gli prese il viso a coppa e lo baciò.
“Thor…cosa..perchè?”
“Tu non sei..un mostro. Sei l’uomo che amo.”
“Ma sono tuo fratello.”

“È vero, ma non è forse vero che siamo anche tutti figli del mondo?”

Loki lo baciò di slancio dopo quella frase. Un bacio infuocato, forte, appassionato, con tanto di lingue incandescenti e bagnate che desideravano fondersi in una sola.
Vestiti strappati, mobili rovesciati.

Loki mormorò un incantesimo per chiudere a chiave la porta, prima che Thor lo spingesse senza troppa delicatezza sul letto.
“Fammi vedere…quanto il buon Thor riesca a essere selvaggio. “ disse Loki scandendo bene le parole.

“Con piacere.” Disse l’altro, baciandogli la lunga linea di pettorali e scendendo sempre più giù mentre il Dio, reclinava la testa all’indietro in estasi.



*










Promemoria: Sam e Dean sono Hercules e Iolao

Sam aspettava nel mondo dei bambini non ancora nati. “Tutto quello che è illuminato dal Sole è il vostro regno.”
 
“E di posti all’ombra allora? Aveva chiesto Sam.
“Quelli sono oltre i nostri confini. È la parte di mondo in cui risiedono i bambini che non sono mai nati.
“E che fine fanno?”
 
“Restano lì, in attesa di rinascere di nuovo ed essere più fortunati.”


Sam sentiva le ginocchia tremare, mentre pensava a questo e gli saliva il pianto.

Non essere mai nato. Esisteva qualcosa di peggio? Non riusciva neanche a pensare a come si sentissero quelle povere creature. Pregò che non lo sapessero.

Da una parte voleva andare a conoscerli, scoprire cosa c’era oltre i confini. Scoprire cosa si prova a non essere mai nati.

Ma dall’altra parte, desiderava solo nascere al più presto per ricongiungersi ad Dean e dimenticare per sempre quel posto.

Si chiese se lui sarebbe stato un bimbo voluto, se suo padre aveva voluto la sua nascita o se avrebbe preferito che non fosse mai nato.






















Note dell'autrice:  le frasi sulle parti illuminate dal sole, sono un riferimento al re Leone :D 

Ringrazio Teamfreewill per avermi sistemato il capitolo *_*
FINALMENTE aggiorno!! Ora vi dico una cosa, a tutti quelli che scrivono fanfiction e che non riescono a trovare la forza di continuare, per favore, SFORZATEVI!! L'ispirazione non torna da sola, magicamente, bisogna sforzarsi di scrivere anche quando sembra che abbiamo perso tutta la voglia di riprendere una storia, perchè si tratta di un meccanismo che fa chiudere la mente e non ti sblocchi più se non ti sforzi un pochino. Mi è successo spesso di scrivere quando non avevo voglia, ma poi quando ho visto i risultati,. mi sono detta che ne era valsa la pena, fare qualche sforzo. Spesso anche l'ispirazione va stimolata, spesso ti viene mentre stai scrivendo :)
questo è stato un capitolo difficile e ammetto che non sapevo cosa sarebbe successo, prima che mi mettessi di fatto a scriverlo! (anche se un'idea ce l'avevo già)

In questo capitolo, si parla del fatto che Thor e Loki hanno avuto entrambi un figlio e Loki ha detto a Thor ti amo, no, non siete pazzi, non gliel'ho fatto dire, ma mi è venuto così, non l'ho raccontato ma è successo, forse un giorno farò una raccolta di missing moment dove scriverò tutte le cose lasciate in sospeso o che non ho approfondito :)

Vi dico anche un'altra cosa! Se Thor e Loki sono davvero fratelli o no, è una cosa che verrà chiarita solo con il passare dei capitoli :)

Ovviamente l'avvertimento incest vale sia perchè Dean e Sam stanno rivivendo la loro storia d'amore ma sono sempre fratelli nel presente, sia perchè ci sarà un'altra coppia di fratelli qui, ma non vi dico se sarà Loki e Thor o un'altra :)) Comunque è più per Sam e Dean l'avvertimento. :))

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Capitolo 4
*** Hercules e Iolao si incontrano ***


Avviso: anche qui, come in tutti i capitoli, lascerò i nomi di Sam e Dean, per facilitare la comprensione, ricordo anche qui che Dean è HERCULES, Iolao è Sam :)) grazie mille a Team che mi ha sistemato anche questo capitolo *_*
In questo capitolo viene raccontato il loro primo incontro :))
specifico che Sam e Dean siccome stanno facendo un viaggio nei ricordi si chiamano normalmente con i loro nomi senza rendersene conto, e dove scrivo Hercules, com qui, non è un errore, loro non si accorgono di passare a volte a usare i nomi veri :)






Il primo incontro



Sam si sentiva sempre più inutile, passeggiando nel suo piccolo paesello.
Era il più timido, lo era stato a scuola, quando ci andava e tutti in paese lo prendevano in giro perché era timido e perché non ci sapeva fare con le ragazze. O con i ragazzi..
 
La madre dava la colpa agli Dei o a Madre Natura, dicendo che era colpa loro, se era nato così timido e goffo in tutto; suo padre invece, diceva che era colpa unicamente del suo carattere e insisteva ad allenarlo come un guerriero per temprarlo, ma non lesinava di deriderlo per il suo poco coraggio e la sua poca tempra morale e forza fisica.
Avevano litigato anche quel giorno e Sam si sentiva sempre più inutile, aveva deciso di allontanarsi da casa per tutto il pomeriggio.
 
Non sarebbe mai stato qualcuno, non sarebbe mai stato importante nella Storia.
Non avrebbe mai avuto un vero amico.
 
E fu lì che lo vide.
Un ragazzo disteso a terra.
 
Sam si guardò intorno, spaesato, forse cercando un aiuto che non arrivò.
Non si era reso conto di essersi allontanato così tanto dal paese.
E il ragazzo era disteso a terra nel limitare dell’erba.
Oddio, non sarà mica morto?
“Ehi. Ehi. Svegliati. Mi senti?” lo scosse, appena si rese conto che il ragazzo era ancora vivo.
 
“Mmmmggghh..”
“Sveglia! Sveglia, mi senti??”
Lo schiaffeggiò.
 
“Ahia!! Potresti essere più gentile con un moribondo..”
“I moribondi non pensano di esserlo. Su, alzati.”
“No.”
 
Sam valutò per un attimo di lasciarlo lì, poi con uno sbuffo infastidito, lo sollevò.
“Noooo. Lasciami stare.”
“Quante lagne. Quanti anni hai?”
 
“V-Ventuno.”
“Sei più grande di me. Fai l’uomo.”
Dean finalmente si decise a guardare il ragazzino. Quel ragazzino che lo stava sfidando.
 
Lo guardò, vicinissimo al viso, il ragazzino distolse lo sguardo ma non la presa del suo braccio sul suo collo.
“Come ti chiami?”
“Sam.” Rispose Sam. “E tu?”
 
“Mmm..Veremith.”
Sam lo guardò scioccato.
“Se non lo avessi capito, sto cercando di aiutarti!” sbottò.
“Non capisco… cosa..”
 
“Credi non abbia capito che è un nome falso? Che razza di nome è Vermith?”
“Sono sicuro che ne hai sentiti di più strani. Quegli esseri che chiamiamo Dei, per esempio..”
 
“Schhh..” disse Sam, facendosi più vicino. “Non farti sentire! O Giove potrebbe fulminarti in questo istante. Non è molto tollerante con i bestemmiatori.”
 
“Sì, mi hanno detto che non danno diritto di parola, né di pensiero.”
“Sii gentile! Loro ci hanno dato la vita, il che qualcuno direbbe che è più di quello che meritano esseri come noi.”
Dean guardò Sam basito.
 
“Non puoi dire sul serio. Tutti gli esseri meritano di vivere allo stesso modo.”
“La tua rabbia mi sta impedendo ora di aiutarti. Che ne diresti di rimandarla a dopo, mh?”
 
Dean guardò Sam negli occhi e lo sguardo cocciuto del moro, disse a Sam che Dean aveva ancora intenzione di continuare a dirne sull’argomento, ma decise di non farlo.
“Va bene. Io..che vuoi fare?”
“Accompagnarti a casa, per esempio. Spero che tu sia in grado di camminare.”
 
“Lo sono. Grazie.”
“Sostieniti a me.”
“Sam.. Perché mi aiuti?”
“Qualcuno disse che non si aiutano le persone perché loro aiutino noi, le si aiuta e basta.”
Dean restò di stucco.
“Io..okay..”
 
“Non vorrei sembrarti invadente, ma..mi vuoi dire che ti è successo?”
“Ho..avuto uno scontro con mio fratello.” disse Dean cauto.
 
Sam lo guardò sorpreso. “Non ci credo!”
“Perché è così difficile da credere?”
 
“Credevo che i fratelli… insomma la famiglia. .Dai, mi stai prendendo in giro. Non può essere stato davvero tuo fratello a conciarti così.”
“Perché no?”
“Perché è la tua famiglia! Non lo farebbe mai!”
 
“Dai un sacco di cose per scontato, Sam. Tutti gli uomini non sono uguali e tutti i fratelli non sono amorevoli e gentili come pensi o dovrebbero esserlo."
 
Sam gli lanciò un’occhiata profondamente triste che fece sentire in colpa Dean che desiderò rimangiarsi tutto solo per non vedere quell’espressione così triste sul suo volto.
 
“Mi dispiace però.. Scusa se te lo dico, ma non vedo tracce di ferite sul tuo corpo …Eccetto un pugno li..” indicò il viso.
“Mio fratello è uno che non lascia segni.”
“E per cosa stavate litigando?”
 
“Differenze di vedute. Non la vediamo allo stesso modo. Scusa, ma non mi va di parlarne. Ahh..”
“Vermith!!” Sam si precipitò a sostenerlo.
“E’ tutto a posto. E’ che mi sento un po' debole.. Non so se riuscirò a tornare a casa. è ancora lontano..”
Sam sembrò pensarci un po'.
 
“C’è una locanda poco distante. Fermiamoci, così mangiamo e puoi riacquistare le forze.” Disse Sam sorridendo.
 
 
 
*
 
Alla fine Dean riacquistò le forze e lui e Sam si erano rimessi in cammino, parlando della popolazione e degli Dei, parlando delle regole, di tutto.
 
Parlarono anche del famoso figlio di Giove, Dean.
 
Dean rimase stranito di sentire che Sam a differenza delle altre persone, non vedeva il figlio di Giove come un appestato. In tanti infatti lo pensavano e vedevano con diffidenza, certo, chi lo aveva conosciuto. Non si fidavano perché era figlio di un Dio. Un Semi dio.
Sam invece non era così. Non pensava il male di lui, anche se non lo conosceva.
 
“Trovo stupido e ignobile giudicare qualcuno dagli errori dei padri. Penso che questo ragazzo, sempre ammesso che esista, viva una vita difficile, con una discendenza così importante, dover sentirsi parte addirittura di DUE MONDI così diversi. È già dura far parte di un solo mondo, figurati di due. Solo per questo ha la mia stima.”
 
Dean sorrise a quelle parole, mentre viaggiavano su un carretto.
“Anche se immagino non se ne farebbe niente.”
Dean restò stupito.
“Perché parli così?”
Sam corrugò le sopracciglia.
 
“Mi prendi in giro? Un Semidio? Cosa vuoi che gli importi di un parere di un comune mortale? Può avere tutto quello che vuole, senza occuparsi di quisquilie come queste.”
“Ora sei tu che stai giudicando troppo in fretta. Come fai a sapere quello che è importante per un semidio?”
 
“Uhh.. non lo so infatti. Ma una differenza di priorità deve esserci per forza. Non penserai mica che dei semidei si mettano a fraternizzare con gli UMANI?”
Dean scrollò le spalle.
“Non saprei.”
 
 
 
*
 
Quando finalmente arrivarono alla porta della casa di Dean, la madre arrivò alla porta urlando e abbracciando il figlio.
“HERCULES! Sei tornato!!”
 
Sam restò paralizzato dall’orrore e dalla sorpresa, vedendo la scena.
“E’ uno scherzo?” disse.
Dean si volse verso di lui.
 
“Non è uno scherzo, umano.” Disse Dean sorridendo.



L'odio tra Marte e Hercules



Sam era così felice. Dean era passato a trovarlo a casa e insieme ad altri amici avevano fatto un barbecue tutti insieme.
Sam era sempre contento di farsi raccontare le storie che Dean aveva da raccontare.
 
Storie di minacce di sirene, piovre giganti, dee cattive che ce l’avevano con lui.
Era una bella giornata di sole, quella.
 
Sam si era appoggiato ad un albero a sentire Dean narrare le sue gesta.
 
Dopo un po', Dean gli venne incontro.
 
“Sai, in più di un’occasione me la sono vista brutta. Ero solo. A volte penso, come farò la prossima volta? Sarò sempre così fortunato?”
“Cosa intendi? Sei Hercules! Te la cavi sempre.”
 
“Ma non sono immortale. Anch’io a volte avrei bisogno di un aiuto.”
Sam lo guardò ammutolito.
 
“Un partner, un amico, una spalla. Ogni eroe ha bisogno di una spalla.”
 
Il viso del suo amico era così vicino e Sam si trovava a chiedersi se gli aveva sempre fatto questo effetto.
 
L’effetto di sentire il viso in fiamme, quando si avvicinava troppo.
Forse gli Dei facevano tutti quell’effetto.
 
“E hai già in mente qualcuno?”
“Sì. TE.”
“COSA?”
 
“L’idea ti spaventa?” ridacchiò Dean, facendo finta di chinarsi ad allacciarsi uno stivale.
 
“Ma Dean! Certo che mi spaventa! Io non sono un eroe! Insomma... hai idea della fila che farebbero le persone a una tua proposta del genere?”
“Ne ho un’idea, sì.”
 
“E tu vieni a chiederlo a ME? A una persona che..non ha niente di speciale?”
Dean si avvicinò ancora a lui e Sam restò senza fiato. Il corpo appiccicato all’albero.
 
“Forse è perché non ti saresti mai proposto che ti voglio con me. Non ci pensi?”
Sam sbattè più volte gli occhi.
“Ma io non sono un eroe”
Dean sospirò.
 
“Quando ci siamo conosciuti non sapevi chi ero, ma mi hai salvato lo stesso. Mi hai aiutato.”
“L’avrebbe fatto chiunque.”
“No, Sam. Non è vero.”
 
 
Il sorriso di Dean e il suo sguardo intenso, lo abbagliò così tanto da farlo arrossire.
“Stasera. Appena tramonta il sole.” Disse con un sorriso Dean.
“Ehi, frena! Non ho detto di sì.”
 
“Non serve che tu lo faccia. I tuoi occhi l’hanno fatto per te.”
“Dean..” disse Sam con affanno.
“Sì, Sam?”
“Io..non so se posso..lasciare tutto..non lo so..”
 
“Non devi lasciare tutto, ma porterai tutto quello di cui hai bisogno. Te stesso.”
Sam deglutì, ma sorrise baldanzoso.
“E perché dovrei farlo?” lo provocò.
 
“Perché io ho bisogno di te.” Gli rispose l’altro, lasciandolo senza fiato.
 
 
 
 
*
 
Durante il tramonto, Sam stava correndo a tutta velocità con una sacca che si trascinava dietro.
 
“Dean!! Deannnnn! Deannnnnnnnn!”
 
“Piano, piccolino. Non sono ancora diventato sordo, ma non ci tengo a diventarlo.” Disse una figura dietro un albero con le braccia incociate.
 
“Tu..Razza di idiota!” gli disse colpendolo con un braccio.
“Ehi. Si parla così a un Dio? Ops, semidio.”
 
“Non rispondevi! Non eri in nessuna delle stanze. Credevo te ne fossi andato senza di me!”
Dean ridacchiò e gli cinse un braccio intorno al collo.
“Credevi di avermi perso, eh?”
Sam si divincolò, imbarazzato.
 
“Perché diavolo mi hai giocato questo scherzo? Sei stato tu a dire..”
“Lo so che avevo bisogno di te, ma volevo dimostrarti una cosa.”
“E cioè?”
“Che anche tu hai bisogno di me.”
 
“Io..non..cosa..io non ho bisogno di te..razza di presuntuoso.”
Dean rise.
“Come vuoi. Comunque i nostri cavalli sono poco più lontano.” disse Dean incamminandosi.
Sam restò a bocca aperta.
 
“Dai un mucchio di cose per scontate, Dean. E se non mi fossi presentato?” gli disse, inseguendolo.
“Naaa non l’avresti fatto.”
“Ma davvero, e perché mai??”
Dean scrollò le spalle.
 
“Sono bravo a conoscere le persone.”
 
 
 
 
Sono bravo a conoscere le persone, mi disse il mio amico Dean.
E lo era, lo era davvero.
Lui riusciva a vedere il buono in tutti..
 
Lui provava compassione per tutti, anche per l'individuo più spregevole.
Mi sono detto spesso che lui vedeva il buono che in realtà era in lui.
 
Poi piano piano la sua umanità mi conquistò, così come la sua bontà.
Volevo assomigliargli, emularlo. All’inizio ero anche un po' geloso di lui.
Invidioso anzi.
 
Poi ho cominciato anch’io a diventare come lui.
Ma mi sono sempre detto che lui, avrebbe dovuto essere più ferreo con suo fratello Marte.
Marte..lui lo odiava.
 
Anche se per Dean lui era come un fratello, Marte non sembrava vederla in questo modo.
E io avrei fatto qualsiasi cosa, per proteggerlo. Non solo da lui, da Marte, ma da tutti.
Tutti gli Dei del mondo.
 
A volte, mi dicevo che Dean si sbagliava su Marte.
 
Era troppo malvagio, non era rimasta bontà in lui.
Ma lui nonostante questo non perdeva le speranze.
 
 
“E’ mio fratello. Anche se lui mi odia.” Mi aveva detto.
 
“Allora non lo ucciderò. Per te. Solo per te.” Gli dissi io.

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Capitolo 5
*** Marte e Dean ***


Avviso: so che vi sembra un capitolo già visto, per questo vi chiedo di leggere bene le note :)  
 
 
 
 
 
 
 
Dean e Sam stavano camminando vicino al molo, dove uno straniero, coperto di stracci, sembrava che stava litigando con due uomini e altri due si stavano avvicinando, insultandolo.
Dean andò dietro uno di loro e gli picchiettò sulla spalla.
“Sapete cosa mi è sempre piaciuto del quattro contro uno?”
Il tipo barbuto si voltò.
UN PUGNO.
 
“Niente!” disse Dean.
 
Sam si apprestò a dargli subito manforte, visto che i quattro non persero tempo ad aggredirli.
Si trasformò tutto in una piccola zuffa.
Gli uomini rantolavano:
 
“Siete amici di quel fetente di un Dio? Dean non me lo sarei mai aspettato!”
Dean ridacchiò.
“Sei ubriaco per caso? Dio quello lì?”
 
Ma un sospetto gli attraversò la mente, mentre i quattro scapparono a gambe levate, mentre Sam gridava “Vigliacchi!!”
 
La vittima in questione, cappuccio sulla testa, stava cercando di dileguarsi, ma Dean gli arrivò alle spalle e lo fece cadere, faccia a terra.
“Fermo lì dove sei, Dio!”
Gli fece cadere il cappuccio dalla testa e gliela scoprì.
L’uomo sbuffò.
 
“Cosa?? MARTE?”
La sorpresa nella voce del semidio, era palese.
 
 
 
*
“E così, hai perso i tuoi poteri.” Disse Sam, braccia conserte, guardandolo con disprezzo.
“Esatto. È stato un castigo di Giove!” disse Marte inacidito.
 
Dean e Sam sembrarono sorpresi.
 
“Giove, nostro padre, fratello di Odino!” rimarcò Marte con la sua fastidiosa petulanza.
“Sappiamo chi è Giove. Ti prego, va avanti!” disse Dean, alzando gli occhi al cielo.
 
“A quanto pare, lassù, non sono molto contenti di noi. E tra la nostra famiglia, sono giunte voci non troppo lusinghiere. Giove è arrabbiato, molto arrabbiato. Dice che gli Dei non sono più quelli di un tempo..dice..”
“Sì?” lo incitò Sam, divertito.
Marte lo guardò male.
 
“Dice che alcuni di noi hanno bisogno di una lezione. E non so perché, se l’è presa con ME!”
 
Dean e Sam si guardarono buffamente. Dean apprezzò lo sforzo dell’amico per non ridere.
“E..perchè, proprio con te? Cosa hai..uhm fatto?” chiese Dean, quasi soffocandosi.
 
“Ma che ne so! Potrei..uh..aver fatto scoppiare qualche guerra di troppo ed essermi divertito un po' troppo ad assistere a qualche disputa. A quanto dice quell’inetto, sembra che non prendo il mio ruolo seriamente, mi ha chiamato..uh..com’era? sciocco moccioso infantile arrogante e ottuso!
 
Era troppo. Dean e Sam si stavano sganasciando dalle risate.
Dean si teneva la pancia e Sam era rotolato per terra.
 
“Ridete, ridete pure, sciocchi, ma quello che non sapete, è che se non riuscirò a riconquistare la spada che mi ridarà i miei poteri, il mondo andrà allo scatafascio! Sta già succedendo.”
Dean rise ancora una volta.
 
“Quindi il mondo rischierà di finire, se tu non ritorni a essere un Dio? Attento, potrei essere costretto ad essere d’accordo con Giove, nel sostenere che sei davvero solo un moccioso arrogante.”
 
“RAZZA DI IDIOTA, NON TI RENDI CONTO!” gridò Marte avvicinandosi a lui, anche se Sam, prontamente, si era avvicinato per impedirgli di avvicinarsi a Dean.
 
“Senza un Dio che governa l’Odio sulla Terra e nel mondo, la gente si lascerà dominare dai suoi impulsi senza più alcun controllo e regola! Non ci saranno più regole! SARÀ IL CAOS! Pensate che io sia terribile? Non avete idea di come le persone diventeranno senza il mio dominio! ”
 
Lo stupore era palese sui volti dei due ragazzi.
 
“Io credevo che..senza l’esistenza di un Dio della Guerra, non sarebbe più esistito l’odio. Non dovrebbe essere una cosa..BELLA?”
Il tono, l’ingenuità e la purezza di Sam, fece ridere Marte.
 
“Ohhh, ammiro la tua purezza, Sam. Finalmente riesco a capire cosa ci trova Dean, in te. Sì, questa è una credenza tanto comune quanto sciocca. La gente dà a noi la colpa della sua sofferenza, perché deve trovare dei colpevoli da ODIARE, appunto, ma non siamo noi gli artefici dell’odio, dell’amore e di tutte le altre cose. Non siamo noi i CREATORI.”
 
“E allora CHI?” chiese Sam interrompendolo.
 
Marte lo guardò male per averlo interrotto, ma rispose comunque.
 
“Chi lo sa. Forse un unico Dio, il più grande di tutti. o Forse l’Universo, ma non è questo il punto. Il punto è che noi siamo solo quelli che governano queste cose che sono più forti di voi. IN CAMBIO, di quello che facciamo, ci viene risparmiata la sofferenza di esserne dominati, come succede a voi. Non sappiamo quando esattamente è cominciata, ma è stata sempre così, noi siamo solo quelli a cui spetta governarli, tutto qui. A ogni Dio viene dato un elemento. Il mio è la rabbia, la guerra e quando perdo i miei poteri, perdo anche la possibilità di governarla.”
 
“E cosa succede…in quel caso?” chiese Dean, temendo di saperlo.
Marte li fissò grave.
 
“Nel mio caso specifico, il mondo viene divorato dall’ODIO.”






Dean e Sam, si trovavano con Marte e stavano dormendo all’aperto.
Marte non riusciva a dormire.
 
In piena notte, combatteva facendo a pugni con l’aria.
Dean lo raggiunse.
“Non otterrai nulla, lottando con i mulini a vento.” Gli fece presente Dean.
 
“Ma gli umani lo fanno continuamente, no? Quindi deve esserci un senso, se lo fanno comunque, no? E frequentemente.”
“Mi dispiace deluderti, Marte, ma esistono tante cose senza senso, a questo mondo, e questa è solo una di queste.”
 
Marte si voltò guardandolo con una smorfia.
 
“Ma non importa! Ho tanto tempo per imparare, no? La seconda cosa senza senso, sta davanti ai miei occhi! Un semidio!”
Dean storse la bocca in un ghigno.
 
“Pensi che potrei restare ferito dalle parole di chi è fuori di sé, disperato perché gli hanno tolto i poteri?”
Marte rise. “Disperato? Tu, ometto, cosa vuoi saperne tu della VERA disperazione?”
 
“So quello che vedo.”
“COSA NE PUÓ SAPERE UN ABOMINIO COME TE, DELLA DISPERAZIONE DI UN DIO PURO?”
 
“Devi cercare di controllare la tua rabbia o l’odio ti consumerà, lo stesso tuo elemento si ripercuoterà contro di te.”
“E’ buffo, un semidio che crede di conoscere dettagliatamente come funziona l’animo di un Dio.”
 
“Ma tu non sei un Dio, sbaglio? Non più, sei un comune mortale, o sbaglio? Questo significa che ora IO sono più forte di te.”
Marte lo guardò stupefatto, poi emise un grido.
 
“AAAAAAAAAARGH!” e cercò di andargli contro come un toro infuriato.
Dean si spostò senza alcuna fatica.
“Sei così prevedibile, fratello.” disse Dean.
“Non chiamarmi così.”
 
“Perché? È quello che siamo.” Disse Dean scrollando le spalle.
“Io non ti voglio come fratello!”
Dean fece una smorfia, cercando di non lasciar trapelare il suo sguardo ferito.
 
“Lo so, l’ho sempre saputo, è questa la differenza tra me e te. Io ho sempre saputo che tu mi odi, una cosa che non ho mai capito, ma che non ho mai ricambiato. Vedi, Marte, a me non importa che tu sia un borioso, ignorante, stupidello, arrogante, bullo, Dio della guerra e non mi importa che mi odi. Sei e rimarrai sempre mio fratello, per questo ti ho aiutato con quegli uomini sul molo. Per questo non posso voltarti le spalle, e non mi scuserò per questo.”
 
Marte lo spinse con una spinta violenta che lo fece arretrare, ma non cadere.
Il suo volto era stravolto.
“E’ buffo, sai, che pensi di me queste cose, perché per me è stato esattamente il contrario.”
“Cosa?” chiese Dean, il lampo di un leggero stupore sul suo viso.
 
“Io al contrario non ho pensato che tu fossi come me, ma tutto il contrario, ho sempre pensato che fossi coraggioso, nobile, valoroso e sdolcinato in un modo da far venire il diabete perfino agli angeli!”
Dean era stupefatto. Davvero suo fratello Marte pensava queste cose di lui?
 
Poi un lampo di consapevolezza lo colse.
 
“E tu non l’hai mai sopportato.”
 
“NO, ESATTO! MAI!”
 
Dean sospirò.
 
“Ti concedo di sfogarti con me come non hai mai fatto, se concederai anche a me, qualcosa.”
Marte sbarrò gli occhi.
“Cosa? Perché mai dovrei concedere qualcosa a TE?”
 
“Io ti concederò di picchiarmi, se è quello che vuoi, ma tu in cambio dovrai dirmi perché mi odi cosi tanto.”
Marte lo fissò basito, poi scoppiò a ridere.
 
“La perdita di poteri doveva fondere il cervello solo a uno dei due. Io me ne vado.”
Dean storse la bocca, poi lo trascinò con la sua forza, spingendolo contro un albero.
 
“Reagisci, altrimenti agirò IO.” Lo provocò Dean.
 
“No! Non mi presterò al tuo gioco folle. Non ti darò quello che vuoi.” Rise Marte sadico.
Un pugno. Prima sullo stomaco.
Poi sulla faccia.
 
“REAGISCI, VIGLIACCO!” gli disse scuotendolo.
Niente.
Marte era rimasto fermo.
Dean si allontanò.
 
“Capisco perché ti hanno tolto i poteri, non sei degno di essere il Dio della guerra.”
 
E fu allora che Marte finalmente reagì, lo prese da dietro, facendolo cadere. Caddero entrambi.
“Tu sei degno invece, di essere il cocco di papà? Che cos’hai tu in più di noi per meritare il suo affetto e la sua STIMA?”
 
“Coff…sei impazzito? Giove mi odia! Mi ha rinnegato! Cosa stai dicendo?”
Marte fece una smorfia, poi gli diede un pugno.
Si rialzò, perché neanche lui era così vile da picchiare un uomo a terra.
 
“Ti sei chiesto perché non ha mai voluto saperne di te? Forse perché non è il tuo VERO PADRE.”
“Cosa? NO, STAI MENTENDO. NON E’ VERO.”
 
“Sai benissimo chi è. L’hai sempre saputo.”
“THOR? No, è una diceria! Non è lui…non..”
 
“Le voci che giravano, erano vere! Thor, è il tuo vero padre! Giove ha fatto credere che fossi TU suo figlio, in modo da proteggere sia suo figlio, sia te stesso. Non avrebbero osato toccarti, se avessero pensato che sei il figlio del Padre degli Dei, mentre se avessero saputo che eri solo figlio di mio fratello invece....”
“Quindi tu non sei mio fratello! Sei..”
 
“Tuo zio!! Capito l’ironia?” rise. “Ma la cosa ASSURDA è che malgrado non sei mai stato mio fratello, è stato come se lo fossi sempre stato! Odino si è calato così tanto in questa messinscena del padre amorevole, da averti cominciato a guardare davvero COME UN FIGLIO. Oh la fierezza con cui ti guardava, quando tu non potevi vederlo, Dean... Ma IO lo vedevo. Il brillio nei suoi occhi, quando tu lo sfidavi e gli disobbedivi. Non l’ho mai visto con me, malgrado ho sempre fatto tutto per compiacerlo.”
 
Questa volta fu Dean a cercare di colpirlo, ma lo mancò.
“Se tu mi avessi detto tutto quanto avremmo potuto risolvere le cose!!” disse Dean.
Marte lo colpì di nuovo in viso.
 
“IO TI HO SEMPRE ODIATO, HERCULES. All’inizio era perché aveva scelto te come suo cocco, poi è stato perché non gli bastava neanche non volermi bene, ma insisteva a dirmi che dovevo assomigliarti! “Devi assomigliare a tuo fratello” mi diceva, peccato che tu non lo fossi.” Gli disse, dandogli un altro pugno.
Dean non reagì di nuovo.
 
“E poi ti ho odiato perché, con i tuoi modi sempre così gentili, da buon samaritano, la tua insistenza a non voler ricambiare il mio odio nei miei confronti, a trattarmi da fratello, anche se non lo ero, mi hai portato a desiderare...” un altro pugno ”....mi hai fatto desiderare che lo fossi.”
 
Era difficile dire se Dean fosse più scioccato o commosso dalle sue parole, visto che la sua espressione era vuota, solo dei sottili fili di sangue gli contornavano la faccia.
Marte se ne andò via senza più replicare.
 
 
Sam era rimasto a guardare tutta la scena, sentendosi straziare il cuore.
 
Per tutto il tempo aveva desiderato di fiondarsi in quella lotta e impedire a Marte di colpire il viso del suo migliore amico, ma qualcosa di più forte l’aveva fermato.
Sam sapeva che, anche se quell’essere non lo meritava, Dean soffriva perché lo respingeva come fratello e sapeva che se si fosse intromesso tra loro in quel momento, Dean non gliel’avrebbe perdonato. Sapeva che era una cosa tra loro.
“Dean.....”
 
Ma adesso il suo migliore amico aveva bisogno di lui e quindi corse ad abbracciarlo, mentre quello singhiozzava contro di lui, per terra.
“Sam quello che ho sempre creduto mio padre, mi ha sempre mentito.”
“Non fare così..non fare così..”
 
Oh, se solo fossi un ragazzo che sappia consolare meglio di così la persona che mi sta così a cuore!
Invece so dire solo banalità..il suo dolore è il mio e mi stringe il petto, non riesco a respirare e so dire solo banalità.

Quando saremo più calmi, io e lui, gli dirò che non deve essere triste, perché stanotte ha scoperto che esistono più persone che lo amano, di quanto avesse pensato.
Odino, che credeva fosse suo padre, gli ha mentito, sì, ma se quello che Marte dice, è vero, lo ha trattato come un figlio. Lui non era costretto a proteggerlo, ma l’ha fatto.

E gli dirò che anche Marte, l’uomo che lui ha sempre creduto lo odiasse, in realtà lo amava. Lo amava e lo stimava e desiderò anche che fosse suo fratello vero.

Più tardi, gli dirò tutte queste cose, gli dirò anche che aveva ragione, nel cercare di trovare amore anche in quel bastardo, che ho sempre odiato, perché aveva un fratello meraviglioso e non l’ha mai apprezzato, gli dirò tutte queste cose e cercando di non farmi vedere, poi, volterò la testa, dicendogli buonanotte, per non farmi vedere piangere.
Per non dirgli che anche io lo amo, ma non posso dirglielo.


Rimasero abbracciati a lungo, Sam e Dean, finalmente dopo un po' i singhiozzi di Dean si calmarono, sembrava un cucciolo ferito.
“Sono tanto triste, Sam..”
“Non devi esserlo. Stanotte hai scoperto che esistono tante persone che ti amano, più di quante tu avessi mai pensato.”
“Odino..mi ha mentito..ha fatto credere a tutti di essere mio PADRE..”
“È vero..lo ha fatto, ma l’ha fatto per proteggerti, poteva non farlo ma l’ha fatto..”
“Tutto questo ha portato l’odio di Marte nei miei confronti..”
“Ma oggi hai scoperto che lui ha imparato anche a volerti bene. Ti voleva BENE, Dean. A quanto pare, scombussoli i cuori della gente, è impossibile non volerti bene, non imparare a volertene.”
“Marte..” disse Dean, buttando la testa sul mio petto.
“E poi..sai..se i fratelli tuoi ti deludono, ci sono sempre io..non hai detto che sono tuo fratello?” gli chiese Sam sorridendo sentendo un groppo allo stomaco.
“No..non è vero..ho mentito…”
“C-come?”
“Sei più di un fratello per me..” disse Dean.
Sam avvertì il granito dentro di sé, sciogliersi.
“Per tutto questo tempo, ho cercato amore in lui..amore anche da Marte..”
“E avevi ragione a farlo..hai sempre avuto ragione e io avevo torto..”
“Thor…è un BASTARDO..lui..lui era davvero mio PADRE e ha lasciato che credessi sempre che fosse un altro mio fratello..”
“Lui l’ha fatto per..”
“No non dire che l’ha fatto per proteggermi..non posso sopportarlo..lui mi ha rinnegato e d’ora in poi è quello che farò io con lui..non toneremo mai più sull’argomento, non parleremo mai più di lui..Sammy, promettimelo.” Disse Dean.
E con il cuore in tumulto, in tempesta, con grande tristezza Sam gli rispose:
“Te lo prometto, Dean.”






















Note dell'autrice: mi sono resa conto che il confronto tra Marte e Dean è così importante (almeno per me) che deve avere un capitolo a parte, perchè lasciandolo nel capitolo di Venere e Marte, non riesco mai a collegarlo a quel capitolo e quindi ogni volta faccio una fatica bestiale per ricordarmi che è li.
Non voglio più fare fatica e quindi lo divido xd
anche perchè con la saga di Venere e Marte e i loro poteri, non c'entra un ciufolo :)
ovviamente sposterò anche questo! magari già oggi!
Scusate il disagio   

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Capitolo 6
*** Marte e Venere e il primo bacio di Sam e Dean ***


La spiegazione sull'amore e sull'odio 




Sam, Dean e Marte continuavano a camminare per le strade del villaggio quando, in un locale, incontrarono una donna piangente, seduta al tavolo della locanda con la testa china sulle braccia.
“Venere!” disse Marte, precipitandosi da lei.
Dean e Sam si fissarono.
“Venere, sorella.” Disse Marte, accarezzandogli i lunghi boccoli biondi che gli arrivarono fino alla schiena.
 
“Marte? Oh, Marte.” Disse lei, gettandogli le braccia al collo.
“Che cosa succede, Venere?” chiese Dean. Di tutti quelli che lui aveva creduto essere suoi fratelli, lei era la sua preferita.
“Non lo vedi, frat... Dean!” esclamò Marte. “Anche lei è umana.” Disse poi.
“Dice la verità?” chiese Dean sbalordito.
 
“Sì.” Disse lei, aggrappata al fianco del fratello.
Insieme uscirono dalla locanda.
 
 
 
*
 
Giove ha deciso di punire non solo mio fratello Marte, ma anche me.” Raccontava agli altri ragazzi, mentre camminavano.
“Giove, brutto bastardo! Come osa prendersela con te. Dio senza cervello. Te cosa c’entri? Lascia che gli metta le mani addosso e..”
“Marte, fratello, adesso calmati.” Disse la donna, posandogli una mano sul braccio e il Dio si calmò all’istante.
 
Dean e Sam restarono esterrefatti. Marte non aveva mai dato retta a nessuno, finora.
 
“Giove ce l’ha con me, perché io... ho sempre difeso Marte, a dispetto del mio stesso elemento.” Spiegò agli altri due.
“Che cosa significa a dispetto del tuo stesso elemento?” chiese Dean.
“Mia sorella governa l’elemento dell’amore, è nella sua natura odiarmi! O almeno, dovrebbe esserlo.” Disse Marte, spazientito.
Dean e Sam sembrarono ancora straniti.
 
“Beh, è difficile da capire? Io non lo faccio, no?” disse Venere, asciugandosi gli occhi e scrollando le spalle. “A dispetto dei nostri elementi, io voglio bene a mio fratello. Andiamo d’amore e d’accordo.”
 
“Questo non sta ovviamente bene a Giove! Sostiene che c’è troppo disequilibrio e dislivello. A causa dei nostri sentimenti, che proviamo l’uno per l’altra, condizioniamo anche il potere che emaniamo nell’aria. La gente non può amare in modo sano, se è attratta o prova compassione per l’odio e la guerra, viceversa, non può esistere vera malvagità, se si diffonde come un cancro, la credenza e la convinzione che l’odio viene alimentato dalla mancanza di AMORE. L’amore e l’odio non posso attirarsi naturalmente, questo genererà un mondo insano, l’amore dovrebbe tenere alla larga quello che amore non è, non cercare di convertirlo. Naturalmente sostiene che questo disequilibrio è colpa nostra, a causa del nostro legame.”
 
“Ma tutto questo sembra i deliri di un folle!” si lamentò Sam.
 
“Non posso odiare mia sorella, solo perché secondo gli ordini di un Dio, io sono destinato ad odiarla. Nonostante governo l’odio, non posso non rimanere affascinato dalla sua dolcezza, dalla sua bontà.” Disse Marte, accarezzandole una guancia.
“E io non posso odiare mio fratello. E’ la persona che mi capisce più di tutti, forse perché siamo i due Dei più incompresi dell’Olimpo. Solo insieme possiamo sentirci compresi.” Disse Venere, sorridendogli dolcemente.
 
Entrambi i fratelli si presero le mani e a Dean e a Sam sembrò come una scena troppo intima. Desiderarono di essere altrove.
“Ma perché Giove ha deciso di toglierti i poteri?” chiese Dean cercando di indagare.
 
Venere ci pensò su un attimo.
 
“Per darmi una lezione, suppongo. Da quando ho perso i miei poteri, vengo consumata dal bisogno, dalla fame d’amore. Ho come l’impressione che nessuno mi ami, nessuno mi voglia... Le persone mi evitano, mi respingono, anche chi non mi riconosce come la Dea dell’amore.”
 
“Fa sempre tutto parte del piano di Giove. Vuole dimostrare a mia sorella, che l’amore non corrisposto, genera ODIO.” Disse Marte, realizzando all’improvviso. “Vuole che lei cominci a subire gli effetti della mancanza d’amore, affinchè cominci anche lei a provare ODIO, nella speranza che odiando il mio elemento, alla fine odi anche me.” concluse desolato.
Delle lacrime scivolarono fuori dagli occhi di Venere.
 
“Invece per quel che riguarda te, vuole che tutto il mondo ti odi e che odi quello che sei, fino a farti venire così dipendente dall’amore, così affamato, da farti odiare proprio quell’amore, come le persone finiscono per odiare sempre quello che non possono avere.” Disse Dean.
“Esatto. Ci siete arrivati.” Disse Marte.
 
“Non credevo che avrei mai odiato qualcuno più di tuo fratello, Dean.” Si intromise Sam.
“Neppure io.” Ammise Dean.
 
“Suppongo che non possiamo fare nulla per cambiare le cose. Dobbiamo solo accettare il nostro destino e aspettare che ad altri venga data la carica di Dio della guerra e Dea dell’Amore.” Disse Venere sconsolata.
“No.” disse Dean scioccando tutti.
“No?” ripetè Marte basito.
 
“No.” confermò lui. “Non oso neanche immaginare come potrebbe diventare il mondo se diventerà come Giove l’ha previsto. Il mondo adesso è difficile, ma preferisco sempre vivere in un mondo in cui l’amore è così potente che a volte può sconfiggere l’Odio, e l’Odio in fin dei conti deriva dalla mancanza d’Amore, perché vuole dire che finchè sarà così, ci sarà ancora speranza per le nostre anime, piuttosto che un mondo privo di compassione, empatia e perdono. Io in un mondo così non vorrò mai starci.”
 
Marte e Venere li guardarono sbalorditi.
Venere si mise le mani sul viso e proruppe in singhiozzi, allontanandosi.
“Suppongo che essere umani, la rende più emotiva del solito. Ma voi..TU..intendi ancora aiutarmi dopo quello che ti ho fatto? Dopo quello che ti ho detto? Devi essere impazzito.” Disse Marte fissando Dean.
 
“O forse, sono solo influenzato da voi. “ disse Dean.
“Ma adesso abbiamo perso i nostri poteri!” disse Marte basito.
Sam prese la parola.
 
“Non l’hai ancora capito, Marte? Quello che seminiamo nel mondo, nella vita, è talmente potente, da continuare a circolare anche quando noi non ci saremo più.”
Mille brividi cosparsero la schiena di Marte.
 
“Quello che avete seminato voi, è così potente da non esser cancellato tanto facilmente. Non importano le punizioni..o le magie..e questo dimostra che voi siete i VERI e UNICI Dei dell’amore e della guerra.” Disse Sam.
 
“Ora, la vogliamo fare, questa sfida di riportarvi i vostri poteri?” disse Dean sorridendo.









Il primo bacio di Dean e Sam




Marte aveva appena assistito a una madre che aveva gettato una culla con un neonato nel fiume, e ora stava vomitando sopra il ponte.
“Marte. Il bambino sta bene. Hercules l’ha salvato.” Disse Iolao, mettendogli una mano sulla spalla, per confortarlo.
“Lei è stata fermata?” chiese Marte.
“Purtroppo è riuscita a scappare.” Disse Iolao.

Marte ruggì e cercò di inseguirla ma Venere lo abbracciò, impedendoglielo.
“Che vuoi fare? È una donna.”
Ha cercato di uccidere un neonato!! Nemmeno io sarei arrivato a tanto!! Non toccare i bambini!! è stata una delle mie prime leggi!!”

“Ma adesso tu non sei più il Dio della Guerra.” Gli disse Venere con gli occhi lucidi.
Marte fece una smorfia e si buttò tra le braccia di Venere, continuando a singhiozzare.
“Come può una madre voler uccidere chi ha generato? Non ha amore dentro di sé?”
La risposta gliela diede Hercules/Dean.

“Una volta parlai con un medico. Mi disse che molte donne dopo il parto vanno in una specie di tristezza infinita e struggente, impossibile da capire, in cui odiano i loro stessi figli, ma mi disse anche che dopo un po' di tempo, le madri imparano ad amarli. Questo perché l’amore può superare il dolore, ma da quando è stato strappato l’odio e l’amore a voi, sono tornati ad essere sentimenti puri e inscindibili, il dolore rimane solo il dolore e non è influenzato dall’amore e quando è così, il dolore diventa odio.”

“Odio per una creatura innocente?” chiese Marte strofinandosi gli occhi.
“Ma certo. Odio per tutto quello che ti impedisce di essere felice.” Disse Hercules.
 
 
Quella notte, Marte sembrava in una valle di lacrime.

Ovunque andavano, l’odio regnava e sembrava impossibile da riuscire a lenire.
Madri e figli si odiavano, amici di vecchia data si odiavano, fidanzati dopo un litigio si odiavano e si innamoravano alla velocità della luce di chi li faceva stare meglio.
Le persone non volevano andare più a lavorare, odiavano il loro lavoro, gli altri, perfino le loro case.

“Come ho fatto a vivere tanto a lungo senza odiarmi?” si chiedeva Marte.
Venere gli stava vicino. Era notte e continuava ad accarezzarlo e abbracciarlo, poi lo trascinò per dormire insieme nella loro tenda.
 
Poco distante, Hercules /Dean stava ammanettando Iolao/Sam a un albero.

“Iolao..è davvero necessario?” domandava Hercules.
“Sappiamo entrambi che lo è, Hercules. Anche io sto cominciando a cambiare. Mi odio. Odio me stesso per non poter fare abbastanza per te, per i nostri amici.”

“Iolao..una persona meravigliosa come te, non può odiarsi.”
“Ma è cosi che mi sento! Mi odio perché non sono abbastanza speciale per salvare il mondo, per salvare te! Per essere al tuo fianco!”
Hercules lo fissò sbalordito.

“Iolao..che cazzo stai dicendo? Io penso che tu sia straordinario!”
Iolao lo guardò, sul suo viso un’espressione triste.
“Non sono abbastanza perché tu possa amarmi. Perché tu possa volermi baciare.”
Mille brividi presero la schiena di Hercules.
“Stai..stai vaneggiando. Deve essere…”

“Madre Natura, sì!!” sospirò Iolao con sguardo sognante guardando il cielo. “Ella solo è così buona e gentile e misericordiosa con tutti noi! Lei sola è la dea che regna su tutti noi, anche sopra Giove. Per cercare di salvarci, lei ha gettato una pioggia di patina dorata su tutti noi, quando l’odio e l’amore diventano troppo e minacciano di ucciderci. Ci confonde la testa.”

Hercules gli accarezzò i capelli sudati dalla fronte.

“Questo è necessario, ma prima o poi tutto questo finirà..te lo prometto..quando troveremo la spada di Marte e l’amore di Venere…”
“Oh, io non ho fretta che finisca, mio caro amico!”
Hercules lo fissò stranito.

“La mente confusa può vedere il Divino. E io VEDO. Mio giovane amico. Quello che finora non riuscivo a vedere. Un altro mondo. Fango sulla mia pelle! Siamo fatti di sogni di cartapesta e di fango, prima di nascere!”
“Iolao..” Hercules era molto preoccupato per il suo amico.

“Io ti ho salvato..E tu hai salvato me. è da tutta la vita che ti aspetto. Anzi da prima.”
Quelle parole gettarono qualcosa sul cuore di Hercules, come un velo che aveva lasciato sul cuore. I suoi occhi cominciarono a lacrimare, tolse le manette dai polsi di Iolao, poi lo abbracciò e inaspettatamente lo baciò.

Premette le sue labbra sulle sue e dopo lunghi attimi in cui sembrava che Iolao fosse ancora assente, cominciò a rispondere, attirando Hercules a sé per il collo.

Fu un bacio appassionante e voglioso, desiderato e sensuale.

Hercules fece sdraiare Iolao per terra, sovrastandolo con il suo corpo.

La bocca di Iolao sapeva di pane grano saraceno, di vino dolce bianco, era meraviglioso.







La sofferenza di Venere



Venere aveva avuto un’altra crisi, infatti, anche se aveva passato tutto il giorno precedente a consolare suo fratello, Marte, cominciava ora, a risentire anche lei della sua stessa forte depressione.

Erano costretti a vedere come l’amore svaniva con la stessa velocità della luce dell’alba, una volta che veniva privato del piacere. Venere non riusciva più a tollerare un simile affronto, vedere il suo stesso elemento svilito così, la faceva piangere e in quel momento stava cercando di convincere due ex fidanzati a riconciliarsi.
“Siete stati innamorati fin dall’asilo, ti ricordi, Alex, la tua prima caramella l’hai data a lei, a questa bambina tanto caruccia.” Cercava di dirgli Venere.

Erano in un boschetto, ma la luce del sole sembrava non illuminare i cuori dei due giovani.
“È stato tanto tempo fa, una vita fa! Il mio futuro è da un’altra parte, così come il suo.” Disse il ragazzo.
La ragazza dai lunghi capelli ricci assentì, delle lacrime scivolarono dalle sue guance.

“Ma tu stai piangendo! Guarda la tua ragazza, piange!” disse Venere.

Il ragazzo la fissò, sembrò impallidire e per un attimo fare un gesto come se volesse abbracciarla, ma si bloccò.
La ragazza si asciugò distrattamente le lacrime.

“Non me ne sono resa conto, credo però siano lacrime di gioia. Sì. Finalmente un nuovo futuro. E quando il domani ti guarda con fiducia, ti commuovi. Addio.”
 E gli girò le spalle.

“Se n’è andata per non farsi vedere piangere da te!” gridò l’ex dea dell’amore.
“Non è vero! Se ne va perché non mi ama più.” uno strano scatto di rabbia pervase il ragazzo, che si sforzò di sorridere.

“Non è vero! Se n’è andata perché è troppo orgogliosa!! Ricorda, ricorda Steven, cosa dicesti tanto tempo fa. La paragonavi a un fiore ricordi? Un fiore troppo orgoglioso.”
“I fiori sono effimeri..” disse il ragazzo. “Come le chimere, e se l’ex dea dell’amore le difende, allora è come loro!” disse il ragazzo guardandola con rabbia e strattonandola.

Subito un pugno arrivò a intercorrere e a separare il ragazzo dalla dea.
“Toccala ancora e tu invece assomiglierai a un brutto incubo con i connotati smontati.” Disse Marte.
Venere era sconvolta.
“Marte! So difendermi benissimo da sola!”

“Certo! È quello che dicevi sempre anche prima. E invece io non facevo che vedere l’amore venire annientato dalla sofferenza, tutte le volte. Se non fosse per il MIO ELEMENTO, il tuo avrebbe ucciso tutti gli sciocchi che amano troppo. Li avrebbe sterminati dalla faccia della terra, alla faccia di nostro padre!”
“Marte..” disse Venere tentando di toccarlo.

“Lasciami stare!” disse lui allontanandosi.
 
 
 
*

Iolao e Hercules si stavano ancora baciando in una locanda, su un letto.

“Raccontami ancora di quel sogno..di quella visione anzi..di un altro mondo..è un mondo migliore di questo?” gli diceva Hercules/Dean sulle sue labbra, sbaciucchiandolo e mordendogliele, sensualmente.
“Non ricordo…” disse Sam, poi sembrò ripensarci. “Sembrava un mondo senza identità..ma non per questo meno doloroso..anzi, forse ancora più doloroso..se ci togli noi stessi, cos’altro rimane?”

“Tutti noi dovremmo sapere chi siamo..ma grazie all’AMORE forse possiamo scoprirlo..L’amore, Iolao, è questo che rimane.”
“Quindi tu mi ami? Sai che non sei costretto a dirlo, sai, vero? Che se anche tu non mi amassi, io lo farei..”

Dean sentì bruciare le guance nel punto in cui Sam lo stava toccando.

“Sento di amarti da molto prima di averti incontrato, non mi resta che una cosa, che sperare nell’esistenza di altri mondi e sperare che io ti abbia amato anche in altri, perché se non l’ho fatto, sono uno sciocco, e non potrò mai perdonarmi per questo, se così deve essere, allora desidererei non essere mai vissuto prima.” disse Dean.

“Oh, Hercules…” gli prese di nuovo il viso tra le mani e riprese a baciarlo.

Una solennità che scioglieva i cuori di entrambi. Loro erano destinati a restare insieme, lo sapevano, anche se non in maniera romantica, quella era solo una cosa in più, arrivata grazie alla palpitazione dei loro cuori, ma se anche non si fossero innamorati..

“Se anche non ti amassi, non potrei mai lasciarti..lo sai, vero? Sei il mio migliore amico, non potrei stare senza di te.”

“Per me è lo stesso, amico mio, ma non riesco a immaginarmi di averti al mio fianco senza amarti. È impossibile standoti vicino.” Disse Hercules, abbracciandolo.
 
 
 
 
*

Venere aveva assistito a un bambinetto che piangeva per un coniglietto morto, nel bosco, per poi asciugarsi gli occhi e correre felice nel boschetto.

“Ragazzino, perdonami se ti parlo in questo modo, ma non stavi piangendo per la tua creatura, pochi minuti orsono?”
Il bambino sembrò disorientato.
“È vero..ma adesso è passato..”

“Perché? “ poi più dolcemente. “Non è male piangere chi si ama, non devi temere di farlo..”
Il bambino sembrò contrariato.

“Sì che lo è invece. Soffrire è dolore, è una cosa brutta. Sono felice di riuscire ad abbandonare tutto ciò che mi fa soffrire.”
Venere sembrò disorientata come lo era lui poco fa.

“Perché tu vuoi farmi sentire una persona orrenda per questo?? Perché vuoi riportarmi indietro, perché vuoi che soffra? Se tu vuoi questo, allora anche tu..sei una persona cattiva.”
“No, no, io..”

“Ti ho riconosciuta! Sei la ex dea dell’amore! Ecco perché. L’amore è un sentimento brutto, che fa soffrire e tu ne sei la dimostrazione! Tanto più ami, tanto più soffri! E se tu vuoi questo, beh, anche tu SEI CATTIVA!”
“No!! Ti prego non dire così!!”

“MOSTRO!!” e scappò divorato dalla sua ossessione.
Venere si mise le mani sugli occhi, chinandosi, piangendo a dirotto.
 

“Vuoi che inseguo il marmocchio e gli do io una buona ragione per soffrire?”
“NO!! SMETTILA! È UN BAMBINO! SI PUÓ SAPERE CHE TI PRENDE???” strillò Venere.
Marte la guardò corrucciato.

“Ti ha fatto piangere!! Ha fatto piangere la donna che…” ma si fermò.
Si sentì terribilmente in imbarazzo.
E un Dio non dovrebbe mai sentirsi in imbarazzo.

“La malvagità non è mai giustificata!! Anzi!! Se punisci qualcuno per essersi comportato male, non è altro che un’altra sconfitta per l’Amore!!”
Marte era più disorientato che mai, non sapeva cosa dire, sapeva solo che la sua adorata sorella stava molto male e lui non sapeva cosa fare.

“Questo è…è tutto colpa di Giove. È colpa dell’incantesimo che ha creato, privandoci dei nostri poteri..quando li riavremo riacquisiti tutto tornerà come prima..vedrai..”
“Forse io non voglio più essere una Dea!”
“Cosa??” Marte era diventato bianco come un cencio.

Il mio elemento fa SOFFRIRE!! Io faccio soffrire la gente, le persone. Non merito di possederlo.”
Marte guardò Venere, sembrava straziata da cento anni di dolore, all’inferno.

Marte ricordava di quando aveva attraversato l’Ade, in quel frangente vide centinaia e centinaia di anime soffrire, in quel momento Venere gli sembrò una di loro.
 
 
*

Tempo dopo, Marte, Sam e Dean, tornarono nella locanda, nella stanza che avevano affittato e scoprirono Venere con la testa su un cappio, che penzolava.

“NOOOOOOO!” gridò Marte, afferrandola per toglierla da li, con l’aiuto degli altri due.“Perché l’hai fatto. Perché!”
“Perché…mi hai fermato..” disse Venere, accarezzandogli una guancia. “Io faccio soffrire..non merito..di vivere..”

Marte desiderò andare da Giove e colpirlo, colpirlo, fino a farlo sanguinare e macchiare la sua corona di quel sangue.





 






















Note dell'autrice: Marte che perde i poteri è ispirato a episodi davvero andati in onda sulla serie Hercules :D 
ora sembra un po' tirato per le righe, ma vi prometto grandi emozioni! Preparatevi anche a conoscere Venere  la DEA DELL'AMORE, che a sto punto posso rivelare che era la PROFESSORESSA ARIEL!! L'avevo fatta anche vestire di rosa apposta xd ^^

E sì, Giove, fratello di Odino! ahhah vi piace l'idea??

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Capitolo 7
*** Giove e la verità su Loki ***


Erano diverse ore che Marte era sparito e non si faceva più vedere.

Venere era stravolta e non faceva altro che darsi la colpa di quanto successo e Sam e Dean cercavano di consolarla e tranquillizzarla.
“Ha detto che sarebbe andato sull’Olimpo perché aveva una commissione da sbrigare, ma come fa? Perché? Non gli è permesso di salire sull’Olimpo, da UMANO.” Venere era davvero terrorizzata.

“Ho visto le Furie, al fiume, poco fa.” intervenne Hercules. “Mi supplicarono di far ragionare Marte, ora è umano, e se non si da una calmata, una cosa di questa portata…può costringere le Furie a decidere per una condanna. “ disse Hercules.
 
“Devi cercare di farlo ragionare. È nostro fratello, non vogliamo ferirlo, o farlo impazzire, ma lui è UMANO adesso e quando un umano compie un’azione grave, noi dobbiamo punirlo, con la pazzia eterna.” Diceva una delle tre furie, con la supplica nella voce.
 
 
 
“Cosa??” Venere era sconvolta. “Ma perché?? La pazzia solo perché vuole salire sull’Olimpo? È umano, non dovrebbe riuscirci!”
“Lui è già DENTRO.” Disse Hercules.
“CHE COSA?”

“Qualcuno dei nostri fratelli l’ha fatto entrare, non sappiamo chi, ma lui è DENTRO. Ce l’ha detto loro e..sembra che cerchi Giove. Nostro padre.”
Venere sembrò sul punto di svenire.
“Che cosa vuole fare?”

“Non lo sappiamo, ma in ogni caso non potrà fare niente da umano, stai tranquilla.” Cercò di rincuorarla, Sam.
 
 
 
 
*

Sull’Olimpo, intanto, si fu creato un pandemonio. Marte stava combattendo contro Giove, suo padre.
Si trovavano in un tempio di cristallo, isolato. E stavano combattendo, entrambi sanguinanti, ma non feriti mortalmente. Ogni volta che Giove sanguinava, le sue ferite si rimarginavano e ogni volta che suo figlio veniva scosso da altre ferite infertagli da lui, Giove gliele rimarginava automaticamente.

Fermati Figlio!! Fermati finchè sei in tempo! Le Furie non ti perdoneranno altrimenti!” lo scongiurava.
E chi perdonerà TE, eh?? Hai tolto i poteri ai tuoi figli, due delle emozioni basilari e ora il Mondo è nel Caos.”
“Odino!! È stato colpa di Odino!! Mi dispiace!”

“Odino?? Tu vaneggi, lui governa Roma, non ha tempo di venire a immischiarsi dei fatti della Grecia!”
“Lui sostiene di essere…il vero padre di LOKI!” disse Giove ansimante.
Marte restò talmente sconvolto da cadere per terra.

“Lui verrà a riprenderselo…sta cercando di spodestarmi dal regno. Il suo piano è quello di unire il mondo in modo che lui e i SUOI DEI regnino con un solo reame, vogliono spodestarci! Ma io non lo capii subito…ero cieco..”

“Ma perché diavolo spodestare NOI? Non ha alcun senso in questa storia. Se fosse vera.” Disse Marte.

“Lui mi propose una tregua.” Disse Giove, rimarginando con la magia i suoi tagli alle braccia. “Mi ha detto che avrebbe rinunciato alla paternità reale di Loki, a lui, se io avessi acconsentito a un’alleanza per cercare di ripristinare il mondo a una Luce più gradevole, un mondo in cui l’amore non avrebbe mai più sofferto, così come l’odio non avrebbe amato qualcosa che l’avrebbe fatto solo soffrire. Sembrava un’utopia, io non immaginavo che cosa realmente significava questo..mi convinse a fare il rituale..non immaginavo cosa sarebbe successo a voi e…”

“Tu…vecchio pazzo..ancora una volta hai preferito UN ALTRO FIGLIO a ME..
Cercò di aggredirlo di nuovo con un ruggito e Giove non stava facendo niente per fermarlo, ma una presenza, teletrasportata in quel momento, Lo afferrò per le braccia.
Dean.
“Lasciami Hercules! Voglio ammazzarlo! Deve pagare per quello che..”

“Tu non vuoi ammazzarlo. È tuo padre! Nostro padre!”
“Ci ha venduti!!! E io lo ODIO!!” gridò lui.
Al suo fianco, Plutone assisteva alla scena a braccia incrociate, al suo fianco c'erano pure Venere e Sam.

Recuperò il piccolo pugnale con cui aveva ferito Giove ripetutamente.

“Chiunque ti abbia dato questo pugnale, fratello, voleva provocare una rivolta. Ma i tuoi sentimenti non sono malvagi, se avessi voluto DAVVERO uccidere nostro padre, sarebbe successo, questo pugnale è intinto di malvagità, inibendo perfino i suoi poteri di auto guarigione, ma accade solo se influenzati negativamente dai sentimenti di chi lo impugna.”

“STAI DICENDO UN MUCCHIO DI CAZZATE, COME LUI!”

“Ti sta dicendo, che tu non odi davvero nostro padre! Non lo vuoi morto, anzi lo ami, e lui ti ama quanto tu ami lui e forse di più.” disse Dean sempre tenendolo fermo da dietro.
“Io..io non…” Marte cominciò a lacrimare, poi, non si sa come successe, padre e figlio finirono abbracciati.

Dean si commosse, credette che questo fosse il bello delle emozioni umane.
E pensare che Odino voleva distruggerle.









Giove spiega la verità su Loki

 

Dopo l'abbraccio tra Marte e suo padre Giove, quest'ultimo decise di spiegare una volta per tutte la vera storia di Loki, di cui, perfino i loro stessi fratelli erano all'oscuro, visto che non essendo dei genitori normali, i figli non assistevano a cose come un parto o la presentazione dei fratelli appena nati, per cui quando un bambino di nome Loki venne presentato come altro membro della famiglia, a tre anni, nessuno trovò strano che fosse già un bimbo di circa tre anni, ma questa era un'altra storia.


Morgana era una donna che non possedeva la magia insita, era gelosa delle altre streghe, lei che credeva di essere SPECIALE, lei che pensava che più di tutti meritasse di avere la magia, perché era destinata a fare cose grandi.

Morgana aveva dei capelli voluminosi, ricci, disordinati ma voluminosi, ribelli come lo era lei e occhi grandi con cui sembrava esplorare il mondo.
O divorarlo, forse.
Divorare tutta la sapienza del mondo.

Come tutti gli infelici del mondo, Morgana era una persona molto sola. Le altre persone avvertivano come lei fosse sempre invidiosa di chi avesse più di lei. Più potere, più ricchezza, più comunicazione, più bellezza.
Poi un giorno conobbe persone che le dissero quello che lei voleva sentire.

Le dissero che la magia non era solo innata, ma che esistevano pratiche per diventare streghe, anche se alla nascita non lo eri.

Lei si aggrappò a questa speranza e cominciò a fare dei rituali, portò il suo corpo ai limiti, allenandolo, trasformandolo, dando in cambio il dolore, come merce di scambio all’universo, finì ai confini dell’oblio, quasi nella terra dei morti, nei regressi della coscienza, pur di cercare la magia.
Fu avvertita, Morgana, che la magia ha sempre un prezzo, ma non ascoltò.
Un giorno una chiromante le disse:

“Tu sei destinata a fare grandi cose, non belle, ma GRANDI.”
E Morgana, che come tutti gli invisibili che hanno cercato solo un occhio che le guardasse per tutta la vita, non le interessava più di fare cose buone, ma GRANDI.

Voleva che la guardassero.
 
Quando finalmente ebbe la magia, la sua sciattezza scomparì per lasciare il posto alla bellezza e al fascino, alla grandezza, era diventata una creatura magica ma anche oscura, come tutte le creature che hanno sofferto nel corso della loro vita e smettono di farlo all’improvviso, pensando che l’abbandono della sofferenza darà loro un po' di pace, scopriranno poi che non è così.

Qualsiasi guerra che si prolunga finisce per stremare anche il vincitore.
Così Morgana scoprì che la pace a lungo anelata era solo un’illusione, che la sua ricerca della felicità era infinita e forse senza fine.
Tuttavia, la sua magia era diventata famosa ormai, il suo nome una leggenda.

Da ogni parte tutti conoscevano il suo nome che attirava molta curiosità.
Una strega che in principio non era una strega, può fare cose grandi. È diversa.

Non passò molto tempo prima che Morgana attirò l’attenzione anche degli Dei.
In particolare dei capostipiti Giove e Odino.
Morgana ebbe una relazione con entrambi, non fu solo sesso, ma non era neanche amore.

I loro corpi erano come attratti dalla loro magia, dalla loro intensità, un’attrazione di potere e seduzione che li attirava l’uno all’altra.
Nessuno tradiva nessuno, non era così che ragionavano gli Dei, e neanche Morgana, anche se non sapevano l’uno che c’era anche l’altro.

Morgana non si aspettava nulla, sapeva che loro erano Dei, e lei solo una strega.
Tuttavia si illuse.
Si illuse che un giorno uno di loro due gli chiedesse di regnare al suo fianco nell’Olimpo.

Questo tuttavia non accadde e così quando nacque il piccolo Loki, lei non fece parola a loro di quella nascita.
Desiderava proteggere l’unica creatura davvero SUA che poteva amare incondizionatamente.

Forse Morgana per la prima volta aveva scoperto l’amore.
 
Quando Giove riconobbe la donna che un tempo, a modo suo, aveva amato e vide quel bambino, la donna in fin di vita, riuscì a dirgli la verità.

Non fu mai davvero sicura di chi davvero era figlio il suo bambino, se suo o di Odino.
Giove rimase molto male, in fin dei conti anche se non c’erano state promesse con lei, l’idea che potesse aver avuto una creatura con il suo rivale, lo deluse, quasi.

Ma il bambino non c’entrava nulla e quindi lo prese con sé.
Odino era suo fratello,ma era anche bruciato, ormai. Temeva che se il bambino fosse stato affidato a lui, avrebbe trasformato anche quella creatura innocente in una macchina da guerra.
Volle però sapere la verità.

Tramite un rituale del sangue, scoprì che quel bambino di tre anni, non era suo figlio!
Le ramificazioni non mentivano.
Ma cosa fare allora?
Disfarsi del bambino? Darlo a suo fratello?

Prese un po' di tempo per pensare, dopodiché decise di tenerlo.
L’avrebbe cresciuto come suo.
Odiava quelle macchine da guerra che suo fratello Odino comandava e non poteva di contro, prendersi la responsabilità di contribuire a crearne una lui stesso, non era un ipocrita, ma non poteva neanche disfarsi del bambino.

Gli Dei sono persone nobili, superiori, non fanno del male ai bambini.
 
 
 
*

Con il tempo, imparò ad amare Loki, come se fosse davvero suo figlio, capì che il sangue a volte non faceva nessuna differenza, i legami vanno oltre la parentela, FAMIGLIA significava anche qualcos’altro e fu con questa mentalità che ordinò al genere umano di considerare la parola FAMIGLIA dandogli un altro significato, più importante, più ALTISONANTE di quello a cui erano stati abituati.

Aveva già avuto modo di constatare quanto l’amicizia riscaldasse il cuore degli uomini, tuttavia i legami di parentela sembravano avere la meglio perfino su quello, quindi decise di istituire un TRATTATO che fece circolare per mesi e mesi, facendosi acclamare da tutto il mondo.

In questo trattato esaltava il valore dei sentimenti e dei legami, diceva che famiglia era casa, era un posto in cui desideravi tornare, famiglia non era solo il legame del sangue, ma erano le persone che AMAVI.

Grazie a Giove, gli amici fraterni d’ora in poi erano considerati famiglia, gli stessi animali erano considerati famiglia, i figli adottati anche.
Giove era molto orgoglioso di ciò, ma Loki più cresceva e più lo preoccupava.

Aveva già avuto modo di considerare che i suoi figli e i loro poteri crescevano e si manifestavano o cambiavano in base a come erano nati o cresciuti.
Loki era il figlio dell’inganno e come tale era cresciuto, facendo scherzi e mentendo sempre.

Era divertente a volte, ma Giove sospettava che la sua natura irriverente poteva celare un’insofferenza di base e se fosse mai venuto a scoprire la verità, un giorno, avrebbe potuto ribellarsi e abbandonare il Regno, per rintracciare il suo vero padre.
Giove non voleva. Con il tempo aveva capito , soprattutto grazie a Loki, che lui stesso era stato vittima di un inganno, lo stesso da lui perpetrato a quanto pare.

Aveva predicato il valore della famiglia, ma..allora anche Odino era la sua famiglia e lo aveva tradito.
Se un giorno Odino, avrebbe mai scoperto la verità –sempre se era lui il padre – non l’avrebbe mai perdonato e neanche Loki lo avrebbe fatto.
Loki e odino non avrebbero mai dovuto saperlo.
 
La sua paura fu così grande che quando Loki scoprì che non era suo figlio, per via della corona di cristallo che lo respinse, rinnegandolo come erede, per il troppo terrore di perderlo, gli concesse una verità a metà.

Dovette ammettere di non essere il suo vero padre, perché non poteva negare il potere della corona, ma non gli disse di avere il sospetto che Odino fosse il suo vero padre. Suo fratello.

Tuttavia, con il tempo Giove ebbe paura che Loki potesse prodigarsi alla ricerca del suo vero padre comunque, e riuscire infine a trovarlo, quindi decise di prendere delle precauzioni, avrebbe detto un’altra bugia, avrebbe detto che lui era il suo vero padre, ma che aveva scelto di non dirglielo, perché troppo grande era la vergogna di non aver saputo proteggere la loro madre.

Loki ovviamente prese tutto il peggio di questa rivelazione, ci credette, ma pensava che il motivo per cui non aveva voluto dirgli nulla era perché dopo essersi divertito, lui aveva avuto intenzione di abbandonarla, di abbandonare tutti e due.
Giove trasecolò quando gli disse questo, replicò centinaia di volte che lui non aveva idea che la donna avesse avuto un bambino, che in fin dei conti, era la verità!

Ma Loki non si fece ingannare, in fin dei conti, era il principe dell’inganno e riuscì a capire che in realtà se sua madre non aveva voluto dirgli che aspettava un bambino da lui e se lui stesso non l’aveva capito, voleva dire che la relazione tra i due era agli sgoccioli e l’aveva lasciata da prima.

Giove su questo non aveva potuto replicare perché lui aveva ragione, certo avrebbe potuto dare tutta la colpa alla donna, dire che era stata lei ad allontanarsi, ma non se la sentiva di essere un tale verme a dare tutta la colpa ad una donna che non c’era più, già aveva a che fare con troppi sensi di colpa..e poi aveva il sospetto che Loki non gli avrebbe creduto, quindi non disse niente, troppo esausto dal continuare a inventarsi storie.
 
Poi era successa un’altra cosa che non si sarebbe mai aspettato.
Uno dei sui figli, Thor, ebbe una relazione con un’umana, e nacque una creatura semi dea.
Giove si mise le mani nei capelli. Un’altra?? Era dunque come Loki? No, la creatura era semi umana, Loki era più simile a un dio, tuttavia il bambino aveva qualcosa, una grandissima forza a quanto pareva.

Non poteva portarlo sull’Olimpo, non era posto per un neonato umano o anche semi umano, non lo avrebbero mai accettato.
Thor sembrò perdere la ragione, si stava diffondendo la voce secondo cui il bambino era suo figlio e temeva che potesse essere fatto loro del male.
Giove riflettè velocemente, se avesse detto che Hercules fosse suo figlio, forse sarebbe stato più al sicuro, visto che molti avrebbero avuto paura a far del male al figlio del padre degli Dei.

Certo, a Giunone non piacque per niente l’idea di passare per una regina che accettava un figlio bastardo nato da un tradimento, ma per amore del marito, decise di acconsentire alla farsa e quindi fecero in modo che si sapesse che Hercules fosse il figlio di Giove.
Solo che non era figlio di Giove, ma di Thor.
 
Molti anni dopo però, si fece vivo Odino, reclamando a sé Loki come suo vero figlio, Giove però non voleva perderlo. Era un periodo oscuro per il suo Regno, pieno di crepe e ombre familiari e il legame con i suoi figli si stava andando logorando, era venuto a sapere della relazione tra i suoi figli cogliendoli sul fatto, ma non si era scomposto più di tanto, cosa che aveva insospettito i suoi figli, lui aveva ribattuto che “Siamo Dei, siamo esonerati dai pregiudizi terreni” ma Loki aveva capito che nascondeva qualcosa.
Successe che Loki finalmente scoprì la verità, quando Odino lo contattò,sostenendo di aver scoperto di essere il suo vero padre.

Furono brutti tempi, Loki scappò dal Regno e chissà dove andò per diverso tempo.
I suoi figli e in particolare Thor, ce l’ebbero con lui per molto tempo.

Inoltre stava vivendo un dramma con l’altra sua figlia, Venere, che a quanto pare aveva avuto una bambina, durante il suo periodo da umana e la diede in adozione.
Venere quando scoprì che Giove, suo padre, si era fatto avanti solo per Hercules e non per la sua bambina, ebbe una crisi di nervi, anche se lui ad onor del vero, non era a conoscenza del fatto. Sapeva solo che grazie a un incantesimo, sua figlia era rimasta umana per qualche tempo.

Insomma la sua famiglia era un disastro ma lui avrebbe fatto di tutto per tenerla unita.

I rapporti con Marte inoltre, erano peggiorati. Non si era mai abituato alla nascita di Hercules, era geloso di lui, era evidente, e quando scoprì la verità sulla nascita di LOKI, diventò ancora più furibondo, vedendo pure nell’altro fratello, che Giove preferiva sempre lui a lui.
 
Quando Odino propose di rinunciare al diritto di avere suo figlio Loki con sé se avesse acconsentito a riunire il mondo insieme, unendo i suoi dei ai loro, acconsentì, ma non credeva che questo significasse privare Marte e Venere dei LORO poteri.
Odino lo aveva ingannato per vendicarsi.
 
 
Ora Dean e Sam sapevano tutta la storia, erano ancora abbracciati, mentre la valanga di pensieri di quello che aveva passato Giove, pioveva su di loro.
“Ho creduto per tutta la vita, di essere tuo figlio..” disse Dean.

“Per me lo sei stato.” Disse Giove. “Lo sei. Come tutti voi. Siete tutti miei figli. Anche Loki.

“Dove si trova adesso?” chiese Dean. Non aveva idea che Loki e Thor soffrissero così tanto, si sentiva in colpa, chissà quanto doveva aver sofferto Loki nell’avere la testimonianza vivente della relazione con chi più amava al mondo, che lui però aveva avuto con un’altra donna. Se Marte finora lo aveva odiato, cosa provava Loki per lui? Chiaramente disprezzo, in effetti aveva capito da molti anni di non essergli molto simpatico.

“Preferisce stare un po' per conto suo adesso..ma non temete, tornerà, lo sa anche lui che ha una famiglia Qui. Ora però è più importante che Marte e Venere riacquistino i loro poteri.”
“Noi faremo di tutto per aiutarli.” Disse Dean e Sam gli riservò un luminoso sorriso.



 


 
















Note dell'autrice: c'è ancora tanta carne al fuoco da metterci dentro LOL xd sto cercando di recuperare tutti sti mesi che non ho aggiornato. Preciso che dovrò fare una revisione alla storia, perchè è tutto molto incasinato e dovrò modificare i nomi, per spirito di precisazione, lo dico ora:
il VERO padre di Loki, è Odino xd ho deciso stavolta. In realtà Loki e Thor sono fratellastri, sempre di sangue, ma fratellastri. Stavolta mi sono decisa xd abbiate pazienza, sto cercando faticosamente di ritornare in carreggiata ç_ç

allora, innanzitutto vi dico che ho dovuto modificare i nomi di Hercules e Iolao, in tutti i capitoli, anche grazie a Team che ringrazio ancora una volta! Io li chiamerò sempre Sam e Dean per una maggiore comprensione del testo sia per me che per voi, anche se qui in questo tempo si chiamano in un altro modo! Questo capitolo anche se vi sembrerà inutile, in realtà è molto importante per fare un riepilogo della storia e dei ruoli di Thor e Loki!! Perchè se sono andata io in confusione che sono l'autrice, figuratevi VOI LOL cmq finalmente si chiarisce una volta per tutte che Loki non è il fratello, nè fratellastro di Thor! E mi dispiace molto, credetemi, ormai mi ero abituata all'idea, ho cambiato idea centinaia di volte ma alla fine ho preso una decisione definitiva ed è stata questa, è fondamentale per far quadrare tutto, inoltre nei capitoli precedenti ho fatto un gran casino perchè mi riferivo a Odino come il padre di tutti gli Dei, ecco, lasciate perdere tutto. Ci sono DUE padri di tutti gli Dei, uno è Giove, il dio che governa la grecia, e l'altro Odino, che governa la Roma! Voi direte: e in tutto il resto del mondo? LOL ecco il fatto è che la base è la base di dove stanno, sono queste città, dove p possibile vederli, ma i poteri che ne derivano toccano tutto il mondo..non mi fate andare avanti che diventa troppo complicato xd

Spero che con questo capitolo sono riuscita a chiudere un cerchio, c'è ancora la situazione di Marte e Venere da mettere a posto e prometto che lo farò ma ho bisogno di rivedere una puntata di Xena, per fare questo. Spero di poterlo fare a breve, ma il tempo è sempre poco..continuo a rincorrerlo ma mi sfugge sempre xd

Ciaooo

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Capitolo 8
*** Giove si confronta con gli Dei ***


Padre, Padre, che ti è successo.”

Giove aveva chiamato i suoi figli grazie al megafono interstellare.
Chiaramente gli Dei avevano percepito dei gran casini nel Tempio di Cristallo, ma non si erano azzardati ad andare a vedere perché un messaggio vocale di Giove – inteso come la segreteria magica degli Dei – aveva intimato loro di stare lontani dal Tempio e che era tutto sotto controllo.
(- rivedere il capitolo 7)
Nessun figlio di Giove, disubbidisce mai al volere del loro padre, ecco che erano rimasti alla sala del Trono, la sala per i discorsi e le grandi convocazioni.

Avevano capito che stava succedendo un duello laggiù ma fino a che percepivano l’energia del sovrano più forte che mai, avevano preferito rispettare i loro ordini.
Alla fine tornò Giove, con le vesti spiegazzate, la faccia stravolta dalle emozioni e dal pianto recente, ma anche una tranquillità che non avevano visto in lui da molto tempo. A qualche metro di distanza, Thor vide Loki. Non lo vedeva da diverso tempo, aveva preferito starsene in solitudine per un po', ma evidentemente anche lui aveva sentito il richiamo della forza potente di Giove, in difficoltà. Era venuto malgrado l'ultima volta che aveva visto Giove, gli aveva detto in faccia che lo detestava. Rivederlo gli faceva venire le lacrime agli occhi.
Era stato Thor a parlare. La sua agitazione per non vedere Loki da tanto tempo da quando aveva voluto prendersi del tempo per meditare, lo innervosiva tantissimo.

“Credevamo che tu fossi in pericolo!!” disse Nettuno, il Dio del mare.
“Voglio ringraziarvi per avermi tuttavia aspettato e non aver disobbedito ai miei ordini.Sono così contento di avere dei figli TANTO DEVOTI. Tuttavia ora è giusto che vi metta al corrente di cosa è successo. Sono stato attaccato. Io e vostro fratello MARTE abbiamo avuto un duello.
“CHE COSA????”
 
“Vi prego, non abbiatecela con lui. Lui ha ragione. Aveva tutte le ragioni del mondo per avercela con me, per ribellarsi. È stato sempre un BRAVO FIGLIO, ma anche i padri sbagliano, spesso e volentieri. Credo tutti voi sappiate che vostro fratello Marte e vostra sorella Venere abbiano perso i loro poteri.”
“Perdere la magia li ha fatti ribellare contro il loro stesso sangue? Non sono altro che dei...” si intromise Plutone, ma Urano lo trattenne.
“CALMATI, lascialo parlare.” Disse.
 
“Grazie, Urano. In realtà ho più colpe di quanto voi pensiate, sono colpevole io in primis della perdita dei loro poteri, io ho fatto un patto con Odino..”
“Odino??? Che cosa c’entra lui??” gridò Loki, che finora Giove aveva ignorato. Si voltarono tutti verso di lui, sapendo bene che era il suo padre naturale.
Giove sospirò.
 
“ODINO vorrebbe riunire le nostre fazioni. Fare un regno UNICO, lui è sempre mio fratello, volevo riappacificarmi con lui..accettai..”
“MENTI..” disse rabbioso Loki.
Si girarono verso di lui.
“Loki, per favore…”
“STA MENTENDO, SENTO LA PUZZA DEL SUO INGANNO FINO A QUI. Dì LA VERITÀ O ME NE VADO SUBITO.”
“Loki, stai esagerando, adesso piant..” cominciò Thor, ma Giove lo fermò con una mano.
 
“Ha ragione, stavo omettendo un dettaglio. In realtà non è stato solo il legame fraterno a spingermi a considerare la scelta della richiesta di Odino, ma anche un’altra richiesta..la richiesta di…insomma, lui ha detto che..avrebbe rinunciato a reclamare Loki come SUO FIGLIO, se io avessi acconsentito all’unione dei due regni, ma per far questo, c’era bisogno di un grande sconvolgimento su due figure tanto importanti come chi deteneva l’amore e l’odio..”
Loki rimase così stordito che per qualche secondo non disse niente, poi fece per attaccarlo.
 
“SEI UN BASTARDOOOOO!”
Meno male che Urano e Nettuno lo tennero per impedirgli di gettarsi addosso al padre.
“Dunque prima vuole uccidermi tuo fratello , ora vuoi farlo tu, Loki?”
 
“Non sono mai andato troppo d’accordo con Marte, ma adesso lo appoggio in pieno! Ha la mia più sincera solidarietà, avendo avuto la disgrazia di avere un padre COME TEEE.
“Loki…” disse Urano.
 
“Dunque neanche sapere che l’ho fatto per poterti tenere con me, riesce a dare consolazione al tuo cuore? A farti sentire meglio?” chiese Giove meditabondo.

“MEGLIO?? MI FA STARE PEGGIO NON MEGLIO!” gridò Loki. “Prima mi rubi al mio vero padre, poi fingi di esserlo, facendomi sentire un miserabile perché amavo un mio FRATELLO..” disse indicando Thor che scuoteva la testa amareggiato. “ma non hai MAI VOLUTO ESSER DAVVERO MIO PADRE, non mi hai mai trattato come un FIGLIO, hai sempre preferito Dean e Thor a me! Mi hai strappato alla mia vera famiglia, e ora che ti è stata data l’opportunità di sbarazzarti di me, non l’hai accettata, e ora PER COLPA TUA, anche Marte e Venere mi odiano!!”
“Figliolo…”

“Come hai potuto farmi una cosa simile?? Ritira IMMEDIATAMENTE quello che hai fatto. Se devo restare QUI a dispetto dei miei stessi fratelli, NON LO VOGLIO. Non hai diritto di giocare con la mia vita come una marionetta.”
 
“Figliolo, se anche volessi restituire ai tuoi fratelli, i loro poteri, non potrei comunque oramai. Ciò che è fatto non va restituito, loro dovranno dimostrare di esser degni della loro magia, solo in questo modo torneranno ad essere degli DEI.”
“Io non..io non posso crederci..dove sono ora loro? Voglio parlargli.”
 
“Prima lascia, lasciate che vi racconti tutto quello che ci siamo detti..”
E prese a raccontare nel dettaglio.
 
Alla fine del racconto, Thor era angosciato.
“Sam e Dean erano lì al tempio di Cristallo?” chiese.
Giove confermò.
 
“Ma mentre raccontavo tutta la storia anche di Dean, non erano sorpresi, perché..e adesso posso rivelarlo anche a voi, Marte aveva già avuto un confronto con Dean, tempo fa, dove gli rivelò tutto. Successivamente ci siamo confrontati su questo, Marte , vostro fratello, era così tanto angosciato, e non se la sentiva di rivelare a tutti voi che aveva detto la verità a lui, credo che..credo che malgrado tutto, lui pensasse che se ne avesse parlato anche con voi, sarebbe stato anche più vero, avrebbe reso ancora più reale il fatto che non era davvero suo fratello.Alla fin sotto strati di cenere e di odio..amava davvero fraternamente Dean. “
Erano tutti ammutoliti.
 
“Devo dire che sono molto orgoglioso di tutti voi FIGLI, tutto quello che è successo, tra di voi, mi fa capire che l’affetto fraterno, o amore che dir si voglia, funziona anche se alcuni di voi non sono davvero fratelli e questo mi rende orgoglioso in un modo che non riesco nemmeno a dire.”
“Sei..un grande insensibile, lo sai?” disse Loki d’un tratto.
“Prego?”
“Come fai a non accorgerti che tuo figlio sta soffrendo a causa di quello che hai raccontato?”
 
Giove si girò e vide Thor che cercava di trattenere le lacrime.
“Thor..piangi?”
“N-NO. Io non sto piangendo!”
“Certo come no!” disse Loki ironico.
“Thor, io non capisco, perché stai..-“
“Non mi hai detto..che Dean sapesse tutto..che sapesse che sono IO suo padre..”
“Figliolo, lo sa da pochissimi giorni..”
 
“Se non fosse venuto però Marte ad attaccarti, non ce lo avresti mai detto..non ME lo avresti mai detto..”
Che differenza fa? Figliolo, non hai mai avuto un rapporto con quel ragazzo!!”
Cambia! Lui adesso mi odierà per sempre per averglielo tenuto nascosto!!
 
“È questo, dunque?? Per questo??? Per L’ODIO DI UN UMANO?? Figlio mio! Credevo di averti cresciuto diversamente! Sei un DIO! Siamo DEI! L’ODIO degli umani è qualcosa che non ci tocca, né deve mai toccare il cuore di un Dio! Se fosse così, il nostro regno sarebbe stato distrutto da tempo. “

“Non cambi mai..Giove. Ti riempi la bocca di parole di amore fraterno e figliare ma non sei altro che un Dio arido e senza cuore, che vive di possesso ma non ha amore per capire i suoi figli. Neanche ti rendi conto che gli hai spezzato il cuore oggi..” disse Loki.

“Oh per favore.. Thor non ha bisogno dell’amore di un ragazzino umano. Come non ce l’hai bisogno tu, o vuoi forse dire adesso che anche tu mi porti odio per questo?”
 
“Non mi aspetto CERTO che un uomo che ha passato la sua vita a tenere lontani i figli dai suoi veri padri naturali, possa comprendere quanto dolore si alberga nel cuore di un uomo che è costretto a rinunciare a un figlio. Che ne sai in tutto questo tempo, delle volte che Thor ha guardato DEAN di nascosto, tremando all’idea di non potergli dire la verità? O di quante volte io ho NASCOSTO il mio desiderio di fare altrettanto per non fargli pesare anche la mia stessa situazione? No, tu..Giove, non potrai mai capire.”
“Figliolo..”
 
“Mi hai stufato..io e Thor ce ne andiamo, se non hai altre rivelazioni scoppiettanti da farci.” Lo prese sottobraccio e volarono via insieme.






















Note dell'autrice: come spiegavo a inizio capitolo Mi dispiace davvero tanto di avervi dato questa delusione di mettervi non un capitolo nuovo ma un missing Moment ma credetemi è davvero molto importante questa cosa, mi sono resa conto che non ho mai parlato della sofferenza che Dean deve aver provato nello scoprire che suo padre era non Giove come aveva sempre pensato e non potevo non mettere questa cosa perché sarebbe come vanificare tutto questo lavoro incredibile che sto facendo con questa storia per definire i legami di sangue, Insomma non sarebbe credibile e per andare avanti con la storia ho bisogno di ripercorrere anche i sentimenti di Thor e Dean in tutto questo , in questo capitolo ne ho fatto un piccolo accenno ma ne parlerò anche nei prossimi capitoli mettendo qualche Flashback qui e là dove ne parla con Sam, è davvero indispensabile, non mettere queste cose vanificherebbe tutto il lavoro che ho fatto finora Quindi vi chiedo di avere un po' di pazienza ovviamente mi rendo conto che spendendo tutte le mie energie Sul rapporto Sam e Dean Thor e loki e i due ragazzi con i loro padri ne risente l'amicizia che Dean e Sam hanno potuto avere e avrei potuto raccontare con gli altri amici . lo so Me ne rendo conto ma in questo momento non riesco proprio a concentrarmi su altro vedremo prossimamente magari parlerò anche dell'amicizia con loro :))

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Capitolo 9
*** Stralci di futuro e l'amore che sboccia tra Venere e Marte ***


Avviso: Clere e Marika, sono Xena e Olimpia.

Ispirato alla 2 x 8 del telefilm Xena






Riprenderci la spada di Marte




“Sei pesci fritti per un denaro, sei pesci fritti per un denaro!” disse una signora al mercato.
“Cosa? Pesci fritti?” disse Marika, una graziosa ragazza bionda, avvicinandosi al bancone della signora.
“Sì, non sono male, ma sono pieni di lische, io li do puliti e dieci per un denaro!”

“Cosa? Dieci?” Marika fece per andare da lui, ma la tipa disse “Io ne do dodici!”
Marika fece per tornare da lei ma si sentì presa da ambedue le braccia.
“Che significa?? Giù le mani di dosso! Insomma, lasciatemi andare, non li voglio i vostri pesci!!
Marika cominciò a lottare contro i due, tutti al mercato nel frattempo, cominciavano a combattere.
Clere li osservò da lontano e si avvicinò.

“Chi è stato a incominciare? Qualche guerriero?”
“No, questi qui!”
“Callisto, ti scongiuro, niente guai, ti prego!”
Marika rise.
“Ehehe, hai paura di lei eh? E invece dovresti aver paura di me!”
Clere - che al momento era nel corpo di Callisto, la sua più accerrima nemica - la tenne ferma per un braccio e la allontanò tenendola per un orecchio.
“Marika!”

“Clere lasciami, devo fermarli!”
Clere non le badò.
“Gente pacifica che diventa violenta. Cosa sta succedendo al mondo?” disse portandola a una taverna.
Marika continuava a guardare male tutti.

“Taverniere della malora, c’è gente che ha sete qua al tavolo!” strepitava Marika.
Qualcuno si girò nella loro direzione.
“Visto che succede quando il dio della guerra si ritira? O meglio, quando è costretto a ritirarsi, Xena.”
Era Marte.
In compagnia di Sam, Dean e Venere.
Dean sobbalzò quando Marte fece il suo nome.

Clere? Ha il corpo di Callisto??” sembrava orripilato.
“Metti un po' di vino su questo straccio e passalo sul taglio.” Disse Clere gettandolo a Marte.
“C’è qualche problema?” chiese poi vedendo che Venere la guardava malissimo. “Oh, la Dea dell’amore, tanto piacere.” Le porse la mano che lei continuò a stringere forte. “Dean, è un piacere vederti!”

“Conosci Xena?” domandò Sam, guardingo.
“Beh, chi non la conosce!” si schernì Dean.
Clère lo guardò con curiosità.
“Sì e poi noi siamo abbastanza intimi.” Disse maliziosa. Il viso di Sam diventò una maschera di rabbia.
“Ho bisogno di bere..” disse Sam, allontanandosi.
“Sam, aspetta, ma dove vai!” disse Dean.



“Qualche problema? Al tuo amico non devo stare molto simpatica.” Disse Clere.
“No! Ma che dici!” poi forse capendo che stava negando l’evidenza, disse “Non ha solo un buon rapporto con l’armeria pesante.” Disse notando il suo vestiario, Clère sbuffò in una posa incredula. “è che ci diciamo sempre tutto e non gli avevo raccontato invece che..ti conosco, ecco.”

Clère sembrò voler dire qualcosa, ma poi Dean aggiunse:
“Oltre a questo siamo appena arrivati direttamente dall’Olimpo.”
Che cosa? Mi stai prendendo in giro?”
“Assolutamente no! Avrai notato cosa sta succedendo al mondo no?”
“Certo che l’ho notato! Sembrano tutti impazziti, anche la mia amica.” Disse Clère girandosi a guardare Marika.

“Beh, è tutto un casino di Giove ed Odino.” Disse Dean.
“Di loro due insieme??”
“Peggio. Molto peggio. Adesso ti racconto tutto.”
 




Quando Dean ebbe finito di raccontare, arrivò Marte a passare un braccio attorno al suo collo in una posa confidenziale e fraterna che un po' imbarazzò Dean, soprattutto visto che era nella visuale di Sam, non credeva che il fatto che fosse praticamente suo ZIO impedisse a Sam di essere geloso.

“Ho un patto per te, Clere!! Altrimenti non potrai riavere il tuo corpo! Andiamo, Clère, chissà come ti mancano quegli occhi blu quando passi davanti a uno specchio.”
“Beh, avresti potuto invitarmi personalmente.” Disse Clere mostrandogli una pergamena.
“Invitarti?? Invitarti dove? Io non..non l’ho invitata da nessuna parte.” Disse voltandosi a guardare Venere corrucciata.

“Strano. Qui avrei ricevuto un tuo invito su nave.” Disse Clere mostrandoglielo.
“Non sono stato io!” protestò lui. “Chi è che si spaccia per me???” disse indignato.
“Beh, forse la tua spada si trova in questo posto.” Disse Dean ragionevole.
“Peccato che l’invito sia uno solo.” Disse Venere.
“Per adesso..” disse Marika ridacchiando.

Sam sorrise di rimando e si guardò complice con Marika.
Dean assistette alla scena.
“Mi stanno cominciando a far paura.” Disse Dean, vedendo come Sam e Marika mettevano fuorigioco due briganti che tenevano delle pergamene.
Adesso abbiamo un altro invito!”

“E un altro!” disse la ragazza, battendosi poi il cinque con il ragazzo.
“Sam, vieni qui.” disse Dean minaccioso.
“Geloso, fratello?” gli disse Marte ridacchiando.

“Pensa alla tua spada, Marte, se resti ancora senza di essa, potresti perdere anche tutto il tuo testosterone.” Disse Dean, malizioso.
“Io non ci conterei, sono un gran figo anche così!” disse Marte.
“Un Dio che si fa prendere a pugni.”
“Magari volevo essere preso a pugni! Non ti è balzata l’idea? Non avevo mai provato il dolore! È interessante!”

“Piantatela tutti e due. Prima troviamo questa spada e prima posso uscire da questo corpo che detesto!” disse Clere.
 
Acconsentirono e salirono sulla nave, anche se chi comandava la nave, pretese che tutti lasciarono le armi.
“È Marte che lo chiede. Altrimenti non potete salire.”

“E chi ci dice che sia veramente Marte che ci manda a chiamare?” protestarono i briganti.
“Perché non posso dire chi sono?” chiese Marte.
“Vuoi scoprire chi c’è dietro a questo? Allora io non darei nell’occhio se fossi in te.” Disse Clere.
 
Qualche minuto dopo cadde un oggetto come un cerchio che cominciò a ruotare su sè stesso, da esso arrivava una strana voce.  
 
“Amici, sono ansioso di poter incontrare tutti voi. Me ne rendo conto, prima di allontanarvi d terra, la scelta di abbandonare le armi vi sembrerà di ostacolo a una traversata tranquilla ma vi posso garantire che l’esito alla fine di questo viaggio vi ricompenserà abbondantemente. Sappiate che intendo ritirarmi e nominare un successore.”
 
"Ahhh andiamo! Non assomiglia per niente alla mia voce!" si lamentò Marte, ma nessuno lo ascoltò, tranne Venere che gli faceva gli occhi dolci.
Quando gettarono l’ancora e la nave si fermò, entrarono in un castello su una scogliera, appena entrarono, con tutti i marinai dentro, decine di fiaccole si accesero.

“Soltanto una persona è capace di messinscene come questa: Sisifo.” Disse Clère.
“Amici.” Disse un vecchio materializzandosi all’istante. “Distinguo un volto familiare che non era stato invitato, ma voglio dare il benvenuto pure a lui., caro Marte.”
“Cosa, Marte? È lui?” tutti intorno a lui erano sorpresi.
Che idioti, pensò la divinità.

“È un prestigiatore i cui trucchi non dobbiamo temere.” Disse Dean.
“Io sono morto e il mio ritorno è qualcosa di più di un semplice imbroglio da ciarlatano.”
“Tu mi hai portato via la mia divinità.” Disse Marte incavolato.
“È vero ma sei libero di riconquistarla, se ci riesci.”

“La mia richiesta è semplice, mentre fuggivo dal mondo dei morti, la spada di Marte mi è praticamente finita tra le mani. Ognuno può reclamarla per sé e in cambio per aver designato il nuovo dio della guerra a me sarà garantita l’immortalità. Ci sarà una gara, un duello all’ultimo sangue con un mostro. Il suo nome è Voragine. A tutti verranno date delle armi e chi ucciderà il mostro, avrà la spada di Marte. È semplice.”




Stanze da letto 



Sam e Dean si erano sistemati in una stanza con un letto.
Sam stava massaggiando la schiena di Dean , che era molto preoccupato dopo che aveva visto quasi attaccare Marte, suo fratello.

Dean continuava a considerarlo suo fratello, anche se non lo era, forse era anche per questo che Sam lo amava.
“Non perdi il tuo tocco, Sam..neanche quando sei spaventato.
“Devi aver preso anche qualche colpo alla testa.” Ridacchiò Sam, ma l’altro gli prese la mano per le dita, portandole al suo petto e poi alla sua bocca.
“Le tue dita sono tremanti, ma restano calde, appassionate..” le baciò.
“Dean…”
Ti amo, amico mio.
“Ricordati che..”

Dean si voltò, facendolo distendere e stendendoti sopra di lui.
“….Ti sei appena preso un calcio allo stomaco..”
“La mia cura sei tu. Sei sempre stato tu.”
“Da quando?” mormorò Sam.
“Da sempre. Dalla nascita delle stelle.”
Sam gli accarezzò i capelli, ma subito dopo Dean lo coinvolse in un bacio appassionato che quasi gliele fece vedere.
Un’esplosione di stelle.
“Dean..”

“Se mi tocchi così..io non rispondo di me..lo sai..”
“Cosa dovrei sapere?”
“Che io ti amo..e ti voglio per sempre al mio fianco..”
 
 
 
 
*

Clere stava medicando il torace del povero Marte. Erano entrambi seduti su un letto.
“Sbaglio o sei nervoso? Sono io?” le chiese lei con un sorrisetto.
“Tu? Beh, tu mi innervosisci sempre, Xena.” Rise.
“Idiota.” Commentò lei.
“Sai, anche se sei in un altro corpo, riconosco le tue mani, calde e delicate.”

Clere rimase un attimo in silenzio, poi continuò ad armeggiare con la benda.
“Sei cambiato..”
Marte la guardò sbalordito.
“Mi hanno tolto i poteri, ci credo.”

“No, non intendo questo..sei cambiato perché una volta avresti cercato di sedurmi e ora non mi prendi neanche le mani..non tenti di accarezzarmi..”
Marte ridacchiò.
“Stai cercando di sedurmi, Clere?”

“Perché, non è questo che facciamo da sempre?”
“Sempre è un tempo tanto lungo..e il tempo tende sempre a cambiare le cose..” disse Marte in modo malinconico.
Clere si fermò.
“Si tratta della tua mortalità? È per questo che sei così triste? Oppure ti sei innamorato di un’altra?”
Silenzio. Marte non la stava guardando.

“Tze. Uomini, siete tutti uguali, ma il vostro sbaglio è pensare sempre che io sia una donna qualunque.”
“Non ti ho mai trattato come una qualunque!” disse indignato.
“Vero.” Convenne lei. “Tuttavia come tutti gli uomini non hai il coraggio di ammettere la verità, come se questo potesse ferirmi.”

“Con tutto il rispetto, principessa guerriera, ma ho altri problemi adesso, sto pensando alla mia SPADA e per una volta tanto NON è un sottointeso, non mi interessa parlare di sciocchezze come problemi di cuore!”
Clere ridacchiò.
“Finalmente riconosco il mio Marte.”
“Non sono mai stato tuo.”

“Sì invece..sono io che non sono mai stata TUA.”
Marte fece un smorfia, Clere ridacchiò.
“Sai, mentre combattevamo, ho visto una vecchia luce nei tuoi occhi, tu ti divertivi, io invece no..per me di solito è facile, odio e sete di sangue, è la prima volta che devo pagarne le conseguenze.”
“Risparmiartelo, Marte.”

“Che c’è, non mi credi? Con quello che ti ho fatto non ti biasimo, ma questo assaggio di vita mortale mi ha aperto gli occhi, e chi può dirlo, forse quando riavrò la mia spada, tutte le cose saranno..DIVERSE..”
“Un Dio della guerra dolce, gentile e amabile? Sappiamo tutti e due che non accadrà.”
“Sei cambiata tu, perché non io? Non ti ho mai mentito ti ho ingannato, raggirato, sì, ma a un dio non serve mentire.”

“E infatti è qui che ti volevo, tu non sei più un dio ora, quindi per quanto io voglia crederci e ci creda tu stesso, sarà tutto diverso quando riavrai la tua divinità. Ammesso che tu ci riesca.”
“Credo che rimarresti sorpresa del cambiamento che può ispirare ad un uomo, o ad un Dio, l’amore di una donna!”
“Credevo tu non fossi più innamorato di me.” disse Clere perplessa e accigliata.

Marte non rispose, la guardò con uno sguardo strano, ma sembrava assente.
 
In quel momento la porta della stanza si aprì con violenza.
“Marte!! Ah, sei qui, avrei dovuto immaginarlo!” Era Venere, sembrava furiosa. I suoi riccioli biondi e lunghi erano spettinati.

“Venere. Potevi anche bussare. Io e Marte potevamo anche essere..impresentabili..”
“Approfittare così della sua debolezza! Non mi sarei aspettata niente di diverso dalla principessa guerriera.”
“Approfittare? Credo che tuo FRATELLO stia approfittando della mia bontà. Non vedi cosa sto facendo? O credi che possiamo copulare nel mentre gli fascio le ferite?”

Venere sembrò imbarazzata, ma poi la guardò male quando Clere si mise un dito in bocca con aria lasciva.
“Marte, vieni qui.”
Clere guardò a bocca aperta Marte alzarsi, ubbidendogli.
“Però. Ti tiene al guinzaglio. Ti fai comandare da tua sorella, Marte? Speriamo che nessuno lo verrà mai a sapere o la tua reputazione..”

“Sta tranquilla!” la redarguì Venere, tirandolo per un braccio. “Come sei brava ad umiliare tu mio fratello, non lo fa nessuno! In questi anni ho dovuto assistere a come TE non hai fatto altro che giocare con lui!”
“Oh, poverino..” disse l’altra.
“Adesso basta! Clere, sii buona con Venere, è molto fragile da quando ha perso i poteri. Per lei è più difficile che per me. Dell’odio si può fare a meno..ma dell’amore..ti uccide.”

Clere rimase a fissare prima uno e poi l’altro, Venere sembrò lottare per non piangere, poi sembrò cedere ai singhiozzi e buttò la testa sul suo petto.
Marte la accarezzò e abbracciò come se fosse il tesoro più grande del mondo. Clere sembrò di colpo realizzare. Sgranò gli occhi.
“Beh, meno male che ha te, Marte. Sembri volergli molto bene.”

“Già..” disse Marte, accarezzandole il viso con le dita come un amante, Venere si strinse ancora più a lui e a Clere sembrò d’un tratto di essere la terza incomoda, si sentì a disagio come se fossero nudi.
“Beh, comunque questa è la MIA stanza..e vorrei restare da sola..quindi..”
“Certo. Buonanotte Clere.” Disse l’ex dio della Guerra, andando via abbracciato alla sorella.
 
“Venere…e Marte..” bisbigliò Clere, esterrefatta. “Possibile?”
 
 
 
*

Sam era uscito per andare a prendere della frutta e aveva visto altri due uomini farsi a pezzi, non sapeva cosa fare, non se la sentiva di avvisare Dean, ma doveva.
Nel tragitto alla loro stanza però, notò una cosa che lo distrasse.
Marte e Venere, entrarono nella stessa stanza, abbracciati.
Strano..perfino per un Dio..ma forse sono io che penso male..

Sam però era sicuro che non fosse malizia, c’era qualcosa di più.
In stanza con Dean aveva parlato anche di quello, del profondo rapporto fraterno tra Marte e Venere.
A volte avevano il luccichio sfavillante degli Amanti.
Certo, non era proprio come essere fratelli di sangue.
O forse sì?

Gli Dei non erano mortali, ma avevano comunque un padre e una madre, anche se essa non partoriva, come i mortali.
A dire la verità, il mistero su come gli Dei nascessero e crescessero, era da sempre stato un grande mistero, irrisolto.
Era o no incesto?
Non gli piaceva usare quella parola però, da qualche parte nel suo cuore, quella parola lo faceva soffrire come se fosse lui stesso il protagonista e non solo uno spettatore esterno.
 
“Ciao, Sam, anche tu non riesci a dormire?” gli domandò Sisifo.
Sam lo guardò nauseato.
“Saranno le vibrazioni negative che avverto in questo castello. Sisifo. O forse gli omicidi.

“Già..quelli..ma non biasimarmi, Sam, è solo un gioco, questo.”
“Tu consideri questa cosa..UN GIOCO?” chiese Sam e non ebbe paura di affrontarlo. “Delle persone sono MORTE per il tuo GIOCO, sporco bastardo.”

“Comprendo la tua acrimonia, Sam, ed è per questo che non ti punirò per la tua insolenza, ma sappi che tutto accade per una ragione.”
“Me ne sbatto della tua filosofia da 4 soldi. Quelle persone, nonostante molti fossero delinquenti, avevano probabilmente delle famiglie da cui tornare e ora grazie a te non..”
“Oh, Sam, Sam, Sam, tu credi davvero di conoscere quelle persone? Così come credi di conoscere te stesso? Si conosce così poco di noi o di quel grande mistero che è l’AMORE, chi avrebbe mai potuto pensare infatti, che chi governa sull’amore, possa AMARE chi governa sull’ODIO? Eppure l’amore è così imprevedibile.”
Sam si sentì mancare. Erano arrivati a Marte e Venere.
“Non so di cosa tu stai parlando!”
“I vostri ex dei, se la spassano alla grande eh?”

“Sei un miserabile! In un mondo giusto saresti stato fulminato all’istante per queste illazioni!”
“Già..la verità è sempre condannata e imbavagliata..e sarà così per tanti secoli ancora. Ma non stavolta. Voglio farti un regalo, Sam."
“E tu CREDI che io possa volere qualche cosa da un omuncolo schifoso come te?”

“Questo..mio caro Sam..non è una richiesta.” Disse Sisifo avvicinandosi.
Quand’era arrivato così vicino? Prima che Sam potesse allontanarsi, gli prese il viso tra le mani  e lo tempestò di visioni.




 

Stralci di un possibile futuro 



“Lei..è innamorata di Sam! Lo vuole tutto per sé!”

“E tu no?” gli chiese Albert con spirito indagatore.
Sam si mise una mano sulla bocca, guardando Dean come una mina pronto ad esplodere.

“Io..io cosa?

“Dipende da cosa tu sei disposto a rispondere, Dean. La prima? La seconda? Entrambe?”

“Io..non le permetto di insinuare certe cose! Sam è mio fratello!
“Peccato..avevo certe voglie..”
prese Sam a sorpresa, per il giubbotto e lo spinse contro quell’albero, facendolo ansimare per la sorpresa.
 



Non gli diede neanche il tempo di riprendersi dallo shock, che incollò le labbra alle sue.

All’inizio furono baci a fior di labbra, poi Dean approfondì il bacio, facendo intrecciare la lingua con la sua.
Ehi, ti fidi di me?”
Sam annuì a fatica.
“Bene..”

E dicendo così, gli accarezzò l’interno coscia, mentre Sam si inarcava sotto di lui, poi sostituì la mano con la sua gamba davanti al minore, poi lasciò che i loro inguini strusciassero tra di loro.

Sam gemette per la sensazione. Era meraviglioso. Pelle contro pelle.

 
Sam si riscosse, di colpo, quasi mancandogli il fiato.
“C-che cazzo era quello?”
Sisifo sorrise.

“Stralci di un altro futuro..o del passato..chissà..”
“Quello..non ero io..e non era Dean..”
“Chi lo sa! Forse hai visto degli altri voi stessi o forse questi eravate voi, in un’altra vita, un altro tempo.”
Si girò.
Sam disse a fatica:

“Non..non esiste un’altra vita..un altro mondo.”
“Sam, Sam, Sam..tu non capisci..io ero MORTO..e quando lasci il tuo corpo, saresti sorpreso di sapere, quante cose non eri riuscito a capire quando eri VIVO.”
“Se la tua concezione di conoscenza la giudichi in base a strappare delle vite, preferisco non conoscerla mai.”

“È TARDI. Ti consiglio di andare a letto, Sam. Buonanotte.”
Sam tornò nella stanza di Dean, con il cuore a mille, senza sapere cosa stesse succedendo nella camera di Marte e Venere, loro, si stavano baciando.
 




 

Marte e Venere fanno l'amore


*

Marte e Venere erano appena entrati nella stanza dell’ex Dio, quando lei cominciò a gridare.
“Ti rendi conto di come mi ha trattato la tua sciacquetta? Te ne rendi conto?”
“Sei la dea dell’amore non essere così volgare..non è..elegante.”
Lei sbuffò.

“Comunque se non mi sbaglio, ho preso le tue difese li dentro.”
“Eri nudo!! Nel suo letto!” battè i pugni sul suo torace ancora scoperto.
“Non abbiamo..fatto sesso.”
“Ma lei voleva e se non fossi entrata..”

“Non sarebbe successo. Non ho più in mente Xena, io.”
Lei sbuffò incredula.
“Ti ha fatto sempre un certo effetto. Non fraintendermi, puoi fare quello che vuoi con la tua vita sentimentale..è solo che..”
“È solo che?” Marte si era avvicinato a lei. Era così vicino.
“È solo che…quando ci sono io..tu non..”
“Io?”
“Non..non mi va che tu mi lasci da sola. Non devi lasciarmi da sola. Io ho bisogno di te.”

Marte allungò un dito sulla sua bocca e lei tremò, chiudendo gli occhi.
“Mi fai impazzire..quando ti comporti così da bimba viziata, sei così..oserei dire, sexy?”
Venere aprì gli occhi e lui deglutì.
Tolse via di fretta il dito ma Venere gli prese la mano, se la portò alla bocca e baciò piano le dita.
“Marte..”

Marte la spinse un po' rudemente contro il muro.
“Tu..non dovresti..”
Ma non finì di terminare la frase che incollò le labbra a quelle della sorella, un bacio che divenne da subito incandescente, come se le loro bocche fossero fatte, fossero NATE per essere baciate, per quel momento.
"Sorella.." “Marte..baciami..”

Marte riprese a baciarla, più passionalmente, il fuoco divampò quando mise le mani sotto la sua vestaglia e sulla pelle nuda, lei gli salì in braccio e lui la distese sul letto, lei se lo trascinò sopra.
“Tu sei l’unica..” sospirò sulla sua pelle.
“E tu sei l’unico..”
“L’unica..” sospirò ancora, saggiando uno dei suoi seni, in maniera dolce ma anche erotica, facendola sospirare.

“Marte!” gemette ancora quando lui le succhiò un capezzolo,poi l’altro.
“Quanto ti desidero…”
“Allora..dimostramelo!” gli disse Venere, slacciandogli i pantaloni di fretta.

Lui la lasciò fare, la mano di lei che si intrufolava nei pantaloni di lui, era calda, lui fece lo stesso toccandola nella sua intimità, Venere si strinse attorno a lui, abbracciandolo.
“Ti amo..” disse lui.
“Ti amo anch’io.”
Il loro bacio illuminò tutta la stanza.

Poi Marte si spinse dentro di lei con passione ma senza che mancasse la tenerezza.
“Non pensavo sarebbe mai successo questo..” gemette lui a bocca aperta.

“Io l’ho sempre voluto..” disse lei accarezzandogli il viso.
“Se tu ti fossi fatta avanti..no..dimentica quello che ho detto..è stata colpa mia..solo colpa mia..”
“Schhh, sei qui adesso.”
“Sì. Sì. Sì.”

Le spinte aumentarono portando entrambi all’estasi.
 
 

Altri squarci dal futuro

 
*

“Sam! Cos’hai? Perché sei così spaventato?”
“Sisifo..lui..lui..”
Cosa ti ha fatto??? Se ti ha toccato , io..IO LO AMMAZZO!”

Sam lo fermò per un braccio.
“Ho visto..ho visto..”
“Cosa???”
Sam non riusciva a trovare le parole esatte, soprattutto quando una luce innaturale irruppe dalla finestra della sua stanza.
“SAM!”
“DEAN!”
 
 
*

Squarci. Squarci di un altro mondo.
Come un sogno.
Come quando sogni delle persone, volti che non conosci e li associ ai tuoi famigliari, ai tuoi migliori amici.
Chi sono tutte queste persone?

Una ragazzina bionda, un ragazzino dai capelli rossicci.
Queste persone sono importanti per te.
Lo sono, eppure..
Non quanto una, la più importante di tutte.
Sam.

Ma non ti è permesso amarlo, non ti è permesso.
E tuo padre..tuo padre è un insegnante, tu vai a scuola in un edificio lussuoso, innaturale..
Maneggi una strana penna, tutto è diverso..

Un anello cade e Sam, il tuo grande amore piange.
Lo stringi a te, lo consoli..
Gli dici parole che le tue orecchie non capiscono.

Non capisci niente.
NIENTE.
Ma senti che sta per arrivare la verità.



 

Marte e Venere ritornano Dei


“Sam..dove sei..SAAAAAAAAAAAM!”
“Sono qui, Dean.”
“Oh mio dio, Sam!!”
Le braccia di Dean lo avvolsero e a Sam sembrò di esser tornato a CASA.
“Dean..mi sento così confuso..io..”

“Sam..quello che abbiamo visto..è reale?”
Sam lo guardò. Quasi aveva paura di credere alle sue orecchie.
“Quello che abbiamo visto..abbiamo vissuto..io figlio di un Dio..Hercules..Marte..Venere..è tutto reale?”
“Oddio, Dean, io..io non lo so..ma sembrava così reale!”
Allacciò le braccia al suo collo e restarono così. Stretti, uniti, più uniti come non si poteva.
“Ok, ok, calmati adesso, Sam..”
“Sì…”

“Ruben..l’incantesimo..deve averci riportato nel passato..ci ha fatto rivivere le nostre vecchie vite..ma perché diavolo non abbiamo ricordato nulla fino adesso?”
“Forse è necessario che dimentichiamo per rivivere tutto da capo..o forse è la conseguenza delle particelle dei miei ricordi..erano fuggite..hanno creato tutto questo..”
“Quindi anche Ruben e Jael ci hanno seguito? Ma gli altri?”

Sam guardò Dean allibito.
“Clere!! Clere è XENA, Dean. E Marika..”
“È OLIMPIA.” Disse Dean in realizzazione.
“Venere è la professoressa Ariel, ma gli altri dove stanno?”
“Dobbiamo ancora incontrarli, forse. Quello che non capisco è dove siamo ora.” Disse Dean.

“Credo sia merito di Venere e Mare, il loro amore ha creato una cosa talmente grande che forse loro ora..sono ritornati degli Dei e in qualche modo..questo, potenziato alle mie visioni..”
“Lo ricordo.” Disse Dean a bocca aperta. “Ricordo quando è successo. è già accaduto prima. allora non avevo compreso le visioni che avevo visto..ma ora..ora ricollego anche i volti a cui non sapevo dare un nome..Albert..Il professor Black..”

“Ricordo anch’io..tu eri il mio migliore amico..il mio magnifico Hercules..che avevo incontrato ancora prima di nascere..” disse Sam, accarezzandogli il viso.
“Sì..sì..” disse Dean.
“Ricordo la nostra vita, a frammenti, ma non quello che accade dopo..”
“Credo che dovremmo scoprirlo a poco a poco..è questo il gioco..” disse Dean.

“Alisea..era..non so..non riesco a ricordare!”disse Sam tenendosi la testa.
“Lo ricorderai..Sam..”
“No! Tu non capisci, Dean, ho la sensazione che sia importante..io..che mi succede.? La mia testa..”
“Sam..qualsiasi cosa succeda..ricordati che sarò sempre al tuo fianco. SEMPRE.”

La voce di Dean appariva sempre più frammentata, fino a quando scomparve del tutto nella luce.
 
 
 
*

“Dean!”
“Sam!”
“Cosa..cosa diavolo erano quelle visioni? Quelle persone?”
“Le hai viste anche tu, Dean?”

“Ho visto un uomo..con la barba, sembrava insegnare in una scuola..ma era..diversa! Lussuosa! E poi ho sognato che tu piangevi stringendo un anello prezioso. Dalla pietra blu.”
“Anche io..ma prima di queste..ne ho viste altre. Oh, Dean, ho davvero timore di parlartene.”
“Sam, tu sai che mi puoi raccontare tutto.”
“SIAMO DI NUOVO DEGLI DEI!” gridò Marte irrompendo nella stanza, in mutande.
“Ehm..ehm..Marte..” disse Dean in disapprovazione.

“Chiedo scusa! Ma ho per voi una notizia davvero scioccante, abbiamo di nuovo i nostri poteri.”
“E Sisifo è scappato, lasciando un biglietto. A quanto pare si congratula con noi, perché abbiamo riavuto i nostri poteri, collaborando.”
Sam li fissò sospettoso. disse Venere
“Collaborando eh?”
“Ehm..ehm..che importano i dettagli? L’importante è che..” iniziò Marte.

“Non mi piacciono i segreti. Rovinano le famiglie, come ci ha insegnato nostro padre Giove. Ve lo chiederò una volta sola e vorrei che siate sinceri. State insieme? Come amanti?”
Marte e Venere divennero di un colorito bordeaux.
“Bene, abbiamo la risposta che volevamo. Comunque a me non interessa, d’altronde anche io e Sam stiamo insieme.”
“DEAN!”
“Cavoli.” Dissero Venere e Marte in coro.

Un gran baccano dissolse l’attenzione da quella cosa.
Tutti gridavano strepitando.
“CI SONO STATE DELLE LUCI CHE SONO ENTRATE DALLA FINESTRA”
“È LA FINE DEL MONDO”
“SISIFO HA LASCIATO UN MESSAGGIO”
“CI SONO DEI MORTI SUL PAVIMENTO”
 
Sam, Dean, Venere e Marte si sbrigarono ad andare nel salone principale.
“Miei cari signore e signori, alla fine a quanto pare, i nostri vecchi dei hanno riavuto i loro poteri.Mostratevi a loro. Miei cari. Avete vinto la battaglia.”
Marte cercò di colpirlo con un fulmine, Venere gli lanciò contro degli uccellini e una ghirlanda di fiori.

Sisifo si dissolve in una nube e perfino Sam e Dean scossero la testa.
“Questo sembra tutto un’orrenda barzelletta che non fa ridere. Portami via, Dean.”
“Ci sto provando, Sam.”
Sisifo riapparve con una risata.

“Devo ammettere che non avrei mai pensato che dalla gara ci sarebbe stato un tale epilogo, lui sarà molto curioso di saperlo.”
“LUI CHI, VERME?” gli gridò Marte.
“Oh, il dio che mi ha commissionato questa gara. Aveva molto a cuore che i due fanciulli vedessero visioni dal futuro. È stato un modo simpatico per fargliele avere, ma aveva bisogno di un…mandante, diciamo!”
“Perché questa sceneggiata della gara? Era d’accordo con nostro padre??” chiese Marte furioso.
Sisifo lo guardò sogghignando.

“Dovresti ringraziarlo. Lui aveva a cuore le vostre sorti, non era in combutta con vostro padre, ma desiderava restituirvi i poteri, ma c’era un solo modo per farlo. Signore e signori, diate il benvenuto tutti quanti alla coppia d’amore per eccellenza. La regina che governa l’amore e il re della guerra.”
Sisifo si sbracciò come un re, mentre i morti a terra, riprendevano a camminare.

“Oh, loro, una gentile concessione di vostra sorella Morte. Perché si muore a questo mondo, la mancanza dell’amore, oppure per la guerra, voi le avete riuniti..puff. Avete riportato in vita i morti.”
Un putto di fiori rosa caddero dal soffitto sommergendoli.
“MARTE E VENERE STANNO INSIEME?”
“HAI SENTITO? MARTE E VENERE STANNO INSIEME?”
“LEI È DAVVERO LA DEA DELL’AMORE?”

“Molto divertente. Sisifo, ma ora dimmi quale dei nostri SPIRITOSI fratelli ha organizzato tutto questo.” disse Marte astioso.
“Tu chi credi che sia?” chiese Sisifo.
“Io CREDO che nessuno resusciterà TE quando avrò finito con te.”
“Perché non lo chiedi a Sam? Lui sicuro lo sa.” Disse ridendo in una bolla di sapone.
“Sam..”

“Oh, andiamo, non crederai a quel vecchio pazzo! Non so niente, ioooooooooooo.”
Cominciò a scappare, mentre Dean gli gridava contro.
“Toccalo e non vedrai la luce del giorno!”


 






 
















Note dell'autrice:  mi rendo conto che questo capitolo è un po' EEHH xd quindi consiglio a tutti di guardare la 2 x 8 di Xena :)) li capirete tutto, anche se ho dovuto modificare di parecchio certe cose per piazzarci anche Sam, Dean (Iolao e Hercules) e Venere, il capitolo è quasi uguale alla 2 x 8, compresi i dialoghi, sono stata costretta a farli cosi, poi ricordatevi che siamo sempre nel Medioevo e quindi non ci saranno chissà quante paturnie mentali:))

per la seconda parte su visioni e storie d'amore: ehm ehm ehm..la vedete la luce in fondo al tunnel? Sì, dai che la vedete! ahhah 
ci siamo quasi LOL
scusatemi se non approfondisco tanto la questione "tu sei mia sorella, tu mio fratello" ec ecc
è noiosa ç_ç lo è già quando la faccio per la wincest, ma qui ancor di più..con tutta sta carne al fuoco perchè devo perder tempo con dei personaggi che cmq non occuperanno tutta la storia? xd LOL
ricordiamoci sempre che anche se Marte SEMBRA che sia il padre di Sam, non è lui il padre xd ma Loki xd
ormai non li distinguo neanche più io xd LOL

I ricordi sono per metà veri, per metà alterati, credo abbiate capito che il padre di Dean non ha mai insegnato, è il preside Albert xd
lo dico solo perchè se fosse un telefilm, si vedesse il volto cmq xd

i ricordi dell'anello, invece, anche quelli alterati, si riferiscono al capitolo 18 di Beyond:

L'anello di zaffiro ballerino 

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Capitolo 10
*** La prima volta di Sam e Dean ***


“Sai, sono molto contento che alla fine Clère abbia riavuto indietro il suo corpo.” Disse Sam, mentre camminavano.
“Sono contento anch’io..” ma venne interrotto da una frase di Sam.

Anche se era innamorata di te.”
Dean emise una risatina.
“Che diavolo c’è da ridere? NO, guarda che non c’è proprio un cavolo da ridere!”
“La tua gelosia lo è..”
“Ah sì eh? La mia gelosia! Non dovresti neanche salutarla, sai come sono fatte le donne. Basta un piccolo saluto, uno sguardo, un sorriso..e tornano a sperare.”
“Sam, mio dolce Sam..sei troppo ingenuo e troppo PURO.”
“Prego? Questo che cosa vorrebbe dire?”

“Sei convinto che la nostra fosse una relazione d’amore?”
Sam lo fissò basito e arrossì un po', distolse poi lo sguardo.
“Stai dicendo che..il sesso..?”
“Già..”
“E BASTA?”
“Sì.” Dean rise.
Sam sbattè le palpebre sorpreso.

“Non si va a letto solo se si ama, Sam, lo so che sei troppo puro e pensi..”
“Smettila di dirlo come fosse un’offesa! Non sono un novellino, ok? Lo so che..è di uso anche fornicare e basta. Non sono mica uno sprovveduto..solo che..beh, suppongo di aver pensato che..fosse quasi uguale?”
“Pensi che amore e puro sesso sia uguale?”

Sam si era fermato e vide che Dean lo guardava con uno sguardo strano.
“Io…NO. Non è questo. è che sono solito pensare che anche il mero sesso si trasformi in amore..dopo che..lo fai un po' di volte.”
Pensò che Dean gli avrebbe gridato contro e invece scoppiò a ridere.

“Sam, ti assicuro che non dipende da quante volte lo si fa. I sentimenti non tengono conto di questo, per esempio io e te non l’abbiamo ancora fatto ma io ti amo.”
“Allora se mi ami, forse dovremmo farlo.”
“Prego??”
Sam sospirò.

“Lo so, prima c’era tutta la questione dei tuoi fratelli..e non eravamo mai soli, ma adesso siamo soli, quindi non vedo perché dovremmo aspettare!”
“Sam, non farò sesso con te, solo per dimostrarti che ti amo.”
Sam si irrigidì e salì sul suo cavallo.

“Ecco si è offeso. Oh, avanti, Sam, non fare il bambino.”
“Stai lontano da me!”
“Quando fai così, sei troppo carino.”
“Tu non mi ami!”
 
Lo sorpassò con il cavallo, facendogli prendere un colpo.
“MA SEI PAZZO? POTEVO..”
“Cadermi tra le braccia? Oh, sai che sciagura.”

“Da come continui a temporeggiare, non sembra che non ti dispiacerebbe.”
“Sam..” disse lentamente. “Io ti desidero..ma..”
“Ma..”
“Sarebbe la prima volta con un uomo e non..ecco, io..”
“Non sai come farlo?” sussurrò Sam.

“No. Non è quello. Ma ho paura di farti male. E non voglio. Sei il mio migliore amico e..”
“Non voglio essere solo un fratello per te.”
Dean sospirò.
“Sam, ancora con questa storia? Ne abbiamo già parlato. Quello che abbiamo visto era probabilmente solo un inganno di Sisifo.”

“Come puoi dire una cosa del genere? Marte e Venere sono tornati Dei..un tuo fratello ha programmato tutto e tu..non ti preoccupi?”
“Molto probabilmente Sisifo si è inventato tutto. Queste visioni le ha inventate lui. Gli è sempre piaciuto giocare.”
“Ma qualcuno l’ha riportato davvero dalla morte!”
Dean sembrò preso in contropiede per un momento.
“D’accordo, qualcuno l’ha fatto ma non è una valida ragione per credere a quelle visioni..”

“L’idea che possiamo essere fratelli, ti sembra così orribile?”
“Sam.. io non ho visto quello che hai visto tu..quindi..”
“Quindi non ti fidi di me. Chiaro.”
“Sam!”
“Basta, continuiamo a camminare. Sono stanco e poi..voglio andare a trovare mio fratello. Il mio vero fratello. Non lo vedo da molto. Mi manca.”
Dean annuì.

“D’accordo, ma prima..potresti scendere da cavallo? Voglio farti vedere una cosa..”
Sam lo accontentò.
“Cosa?”
“Questo.”
Lo afferrò per la maglia e lo sbattè contro un albero, in quel momento un flash di loro due che si baciavano contro un albero risuonò nella sua mente.
“Oh mio..”
“Dean! Dean che c’è?”

“Io..ho visto noi..noi che ci baciavamo contro un albero..ma non sembravamo..NOI.”
Dean era scioccato e dovette sedersi per terra, per non crollare.
“Te l’avevo detto, amore mio.”
“Oh mio dio, avevi ragione. Adesso cosa facciamo?”
“Io vado da Jael.”
“COSA? Ti sto appena dicendo che..”

“Lo so cosa hai detto, ma io ho davvero bisogno di riconciliarmi con l’unico fratello che ho, non con la sua incarnazione passata o..futura, da quale punto lo si guardi. Ho bisogno di capire..di trovare la mia identità.”
Dean lo guardò per un po' e poi sentenziò:
“Sai, vai a trovare tuo fratello perché vuoi capire come mai in un’altra vita eravamo due fratelli AMANTI, ragione che mi spinge di più a non farti andare da lui. “

Sam guardò Dean a bocca aperta, prima che vide che stava sorridendo.
“IDIOTA –SEI – UN – PERFETTO IDIOTA.” disse puntellandogli le dita sul petto.
“Ma mi ami lo stesso!” disse prendendolo tra le braccia.
“Ti amo, sì.” Miagolò come un gatto e Dean seppe di amarlo un po' di più.
“Non capirai mai noi, attraverso qualcun altro, Sam.”

“Forse non sarà così, ma sarebbe una prova d’amore se tu mi lasciassi provare.” Disse Sam.
Dean sospirò.
“Va bene, va bene amore mio.” e lo baciò dolcemente.




Dean aveva detto a Sam che non voleva bruciare le tappe, non voleva fare l’amore con lui subito, era la prima volta per entrambi con un uomo, Dean era sempre un mezzo dio e non voleva rischiare di fargli del male, non controllando la sua forza.
Ma quella notte, guardandolo al suo fianco, sotto le stelle, con il suo sacco a pelo, si sentì quasi..GELOSO.
Una scarica d’amore ma anche di gelosia più potente, affiorò in lui.
Voleva andare a trovare suo fratello JAEL.

Ma LUI, lui era il suo vero fratello.
Sapeva che non lo era, eppure, nella sua testa era come se da qualche parte in qualche tempo, in qualche luogo, lo fosse stato.
Si accorse di volere che fosse SUO, suo in ogni modo possibile, voleva sentirlo, voleva amarlo, voleva farlo SUO.
“Sono già tuo..” disse Sam, la voce dolcissima.
“Eh??” Dean si riscosse come risvegliato da un incantesimo.

Si accorse che era avvinghiato a Sam, in un modo in cui i loro capelli si mescolavano, non riuscendo a capire dove finivano i propri.
“Borbottavi qualcosa, a proposito del fatto che volevi che fossi TUO..” disse Sam accarezzandogli i capelli. “E poi..”
Dean guardò in basso e notò con orrore la maglia aperta di Sam , i lacci slacciati.
“Oh mio dio..cosa ho..”

“Ehi tranquillo, ad un certo punto hai iniziato a spogliarmi, ma..un po' inaspettato ma non spiacevole!” disse Sam sorridendo.
“Sono un animale! Non avrei dovuto..io.”
“Dean..” disse Sam, prendendogli le mani e togliendogliele dalla testa. “Non mi aspettavo che anche tu mi volessi tanto quanto ti voglio io. Fammi tuo. Io sono qui” gli sussurrò.
“Lo vorresti davvero?”
“Non desidero niente di più al mondo, forse restare insieme a te per sempre.”

Dean lo baciò appassionatamente dopo quelle parole, così tanto pregne d’amore.
Con la stessa dolcezza, una delicatezza che Sam non si sarebbe mai aspettato da un omone così possente, finì di spogliarlo, sempre accarezzandolo con languore, un languore così dolce che fece lacrimare gli occhi di Sam.
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” gli disse Dean pieno di orrore.
“No..no..piango perché..sono felice!”

“Allora smetti, per favore..mi spezzi il cuore..” disse Dean, poggiando la sua bocca contro il suo torace, baciandolo.
“N-non posso farne a meno..ci sei tu..ci siamo NOI..e le stelle sono sotto di noi, a guardarci, a deriderci per quanto tempo ci stessimo aspettando, e ad amarci e fare il tifo per il nostro amore. Guardale, Hercules, brillano!”
“Preferisco guardare TE, senza offesa.” Disse Dean, baciandolo dolcemente.
Sam lo abbracciò stretto.

Ci furono altri minuti di preliminari, fino a che il fuoco non divampò tra di loro.
Dean fu delicato, a prepararlo e ad entrare dentro di lui.
“È una sensazione nuova..eppure FAMIGLIARE..come attraversare infiniti universi, DEAN.”
“È lo stesso per me!” disse Dean, cominciando a spingere con affanno.
 
Fecero l’amore appassionati per un tempo che parve infinito.

Come il loro amore.






















Note dell'autrice: ragazzi, ve lo ricordate Jael? ahhah

Jael ho linkato il capitolo in cui compare LOL lo so lo so, ve lo eravate dimenticati tutti..anche io per un periodo ahha xd ma è praticamente una delle persone responsabili di questo viaggio nel tempo e sono stata quasi obbligata a inserirlo, altrimenti niente di questo ha senso xd

anche se sarò costretta a rileggermi i capitoli dove compare. Sigh. Salvatemiii (non per lui, ma sono stufa di rileggere le mie stesse storie ahha)

Teaaaam ahhah xd la stai vedendo la luce in fondo al tunnel? dai dai che quasi ci siamo ahha piano piano andiamo avanti xd

ps in tempi antichi l'amore era più romanticizzato, non lo dico io, ma milioni di film, telefilm e romanzi che ci hanno fatto vedere, uno partiva per la guerra o in nave, incontrava una ragazza, tac, si innamorava..ed erano amori che duravano per sempre, anche se poi non si vedevano più, era per cause di forza maggiore, ma sapevano amare davvero xd ora lasciate stare che era perchè la vita era più breve o per via della guerra o per tante altre cose, ma una volta si aveva un'altra concezione dell'amore, ci si innamorava più facilmente, è per questo che Sam sembra quasi stupito quando capisce che Dean e Clere si divertivano e basta xd

Sam ha ritrovato suo fratello Jael e stanno andando in una certa scuola! Spero vi piacerà ^^
scusate ma non avevo tempo stamattina di fare un capitolo lungo xd
nella scuola c saranno delle sorprese!!
Ah, una cosa importante, in questo mondo, i gufi proprio come in Harry Potter, portano la posta ai proprietari ahha
è una cosa decisa da Madre Natura, mentre la pioggia di stelle e dei ciliegi, è una cosa che spiego in questo capitolo di quest'altra mia storia:

  Jael mostra a Sam il loro mondo

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Capitolo 11
*** Sam torna a casa dai genitori! ***


Sam!!”
Sam non gli aveva dato neanche modo di metabolizzare il suo arrivo che si era fiondato tra le sue braccia.
Jael venne sommerso dai suoi morbidi capelli castani come velluto.
Ricambiò l’abbraccio, sorridendo. Era stato così tanto arrabbiato con Sam.
Non aveva neanche voluto mandargli una lettera con i gufi *, nonostante il fratellino gliene avesse mandate invece TANTE.

Una notte, lui si era risvegliato e non aveva trovato Sam e neanche Dean.
Si era sentito tradito, avevano trattato sempre Dean come fosse un altro figlio e poi un giorno era arrivato a casa loro e si era portato via il suo unico fratello.
Sì, l’aveva odiato ma era sempre suo fratello, odiava Dean, il figlio degli dei, per averlo portato via da loro, ma quando si vide tornare a sorpresa, Sam a casa quel giorno, quando se lo vide cascare addosso in quel modo, dimenticò tutti i motivi per cui era arrabbiato con lui.
Aveva i capelli morbidi, Sam, e lisci.
Erano morbidi come i suoi, anche se quelli di Jael, erano più fluenti e più lunghi.
“Mio dio, gli unicorni ti hanno riportato sulla via di casa?” chiese Jael ironicamente.
“Magari!!” disse Sam. “Ho sempre sognato di incontrare una di quelle creature.”

“Sei così puro che potresti chiedere a Madre Natura di farteli conoscere. Sono certo che acconsentirebbe. Oh, Dean.” Mannaggia. Il figlio di Giove. E lui stava piangendo, anzi, stava quasi per piangere. Doveva ricomporsi alla svelta, non stava bene piangere davanti a un Dio. “Vuoi..vuoi entrare?”
Dean scosse la testa.
“Sono venuto qui perché..uhm..Sam voleva passare un po' di tempo con voi.”

“Non hai risposto a nessuna delle mie lettere.” Disse Sam, cercando di accarezzargli il viso, ma Jael si spostò.
“Non ero tenuto!” e per la prima volta da quell’incontro, trattenne una nota di nervosismo. “Tu te ne sei scappato da casa nostra nel cuore della notte. Nessuna delle tue scusanti poteva perdonare questo.”
Sembrava che Sam stesse per scoppiare a piangere, Dean stava per intervenire, ma Jael fu più veloce. “Questa improvvisata è molto meglio di una lettera, però! Quindi sei perdonato, per ora.” Disse facendolo sorridere e sorridendo anche lui.

“Quindi..io..uhm…immagino di dovermi scusare.” Mormorò Dean.
“L’hai fatto. Nelle miriadi di lettere che hai mandato ai miei. Risparmiati. Hai inondato casa nostra.” Sbuffò Jael.
Dean ridacchiò. “Mi sentivo in colpa. Anche se sono molto felice di avere Sam al mio fianco, ma capisco che..”
“Dacci un taglio! Vuoi entrare a bere qualcosa o no?”
“Jael!!” lo rimproverò Sam.

“No, a dire la verità, no, contavo di farmi un giro in città..non so ancora quanto ci tratterremo, ovviamente se Sam vorrà, potremmo anche restare qui qualche giorno. Voglio anch’io che Sam stia con la sua famiglia.”
“Che grande concessione!”
“Jael!” lo rimproverò Sam ma sembrava più un miagolio. Ridacchiava e si strinse al fratello in un modo che Dean ne fu un po' geloso.
Che idiota che sono.

“Bene, allora se non c’è altro..ci sentiamo. Magari più tardi. E Dean, grazie di avermelo riportato. Anche se a scadenza.” Disse Jael e tutti risero.
“Dean..non sparire eh.” Gli sussurrò Sam, abbracciandolo.
“Sta tranquillo, non me ne vado senza di te, pulcetta.”
Sam si sfilò dal suo abbraccio e gli sorrise in un modo che sciolse il cuore di Dean.
Avrebbe fatto di tutto per vederlo felice.
 
“Sam, non riesco a credere che sei tornato.” Disse Jael, continuando ad abbracciarlo.
Sam inspirò forte il profumo di suo fratello, gli era mancato.
Arrivò la madre in quel momento e cacciò un urletto.
“SAM!”
“Mamma.”
“Sam?”
Il padre.

Jael sorrise, era così bella quella mattina.
 
 
 
 
*

Sam stava facendo colazione, la madre continuava a riempirlo di cibo e frutta fresca, mentre Sam raccontava cosa era appena successo con Marte e Venere.
“Abbiamo ricevuto la notizia poche ore fa anche noi, di quello che è successo. Giove ci ha informati dall’alto e Madre Natura ha fatto piovere una pioggia di polvere di petali di ciliegio per festeggiare.” Disse lei.

Sam sorrise, il ricordo dei baci con Dean, scambiati durante la notte, sotto una pioggia di petali di ciliegio e poi sotto la polvere di stelle, lo faceva ancora sognare.
Ma non avrebbe raccontato questo, ai suoi genitori, era una cosa personale.
“Jael, perché non porti tuo fratello a fare un giro per il paese oggi? Così state un po' insieme.” Disse il padre.  “Ci sono tante novità che deve conoscere.”
Sam si accigliò incuriosito. “Tipo?”

“Oh, sì, la scuola di cavalieri.
“Scuola di cavalieri? Ne ho sentito parlare, ma non ne ho ancora mai vista una dal vivo.” Disse Sam.
“Oh, è una cosa meravigliosa! Non vedo l’ora di fartela vedere! Mamma e papà insistono perchè io mi iscrivi, ma a me piace lavorare per i campi e con gli animali. Una volta ho provato un allenamento ma mi hanno messo al tappeto, uno dei nostri amici. Non voglio partecipare e fare certe figure.”
Sam si accoccolò al suo braccio.
“Sì, voglio andare, portami!”

Jael si gasò tutto.
“Dovevo arrivare io per farti conoscere una scuola di cavalieri? Dean non ha mai..”
“Jael.” Lo rimproverò il padre.
“Uhm..d’accordo. Lasciamo perdere. Finiamo questa colazione, poi ti porto a vederla.” Promise.
“Yuppiyyyy. Non vedo l’ora.” Disse Sam.
 






 
























Note del'autrice: ed eccomi qui!
innanzitutto devo dire delle cose, forse non dovrei dare spiegazioni a chi comunque dimostra di non apprezzare la mia storia, lo faccio quindi solo per Teamfreewiil, e Lovely, sappiatelo <333
1) la parte in corsivo è un piccolo riassunto dei dialoghi di Sam e Dean, del capitolo 8, per capire meglio cosa accade dopo <33, allo stesso modo quando dico "Guardale, Hercules, brillano" non è uno sbaglio, in quel momento ho voluto lasciare il nome originale perchè mi piaceva di più :)

2) ora arriviamo invece a una spiegazione generale:
Ho scritto la prima volta di Sam e Dean alias Hercules e Iolao!
Confesso che volevo farlo da tanto tempo ma mancava sempre l'occasione perchè c'erano sempre altre cose da scrivere.
Ora sono un po' pentita di aver aspettato tanto.
Voglio qui dare una spiegazione ma sarà l'ultima volta che avviso e che giustificherò i miei spostamenti riguardo alla storia.
Come notate sto proseguendo con i missing moment, non saranno gli unici due, e CON MOLTA PROBABILITÀ potreste poi non trovare più questo capitolo in questa numerazione.
Non verrà cancellato, semplicemente, visto che sono cose ACCADUTE PRIMA, potrei spostare i capitoli, tipo questo arriverebbe nei primi capitoli, collocato dopo il capitolo 9, e via discorrendo, ci siamo capiti?
All'inizio non volevo farlo, volevo lasciare i capitoli così, affinchè TUTTI li vedessero, ma ora ho capito che mi sono stufata di aver tutte queste accortezze sempre per tutti. Non mi pare che nessun altro abbia tutte ste premure mai per me, perciò chi è interessato se ne accorgerà da solo perchè vuol dire che ha seguito e segue la storia!
Alla fine dei missing moment farò un avviso dicendo che ho spostato i capitoli, senza spendermi in troppe spiegazioni, chi è interessato si andrà a riguardare i capitoli.e già dare questo avviso, è già più del necessario, visto che sembra che nessuno oltre a Team, e Lovely,  è interessato alla storia :)
d'ora in poi penso solo a me stessa, se vedo che certi capitoli stanno meglio spostati, non mi farò problemi a farlo.
Ho finito di essere troppa generosa.! Chi troppo da, nulla stringe ^_^

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Capitolo 12
*** Cas e Ruben: l'accademia dei cavalieri ***


Avviso: forse non dovrei dare neanche tutte queste spiegazioni, perchè mi aspetto che chi segua questa storia, abbia ALMENO seguito la storia prima, altrimenti è inutile, comunque voglio dire lo stesso che se volete capire come fanno Sam e Jael a mangiare gelati da un fiore, dovete leggere questa storia:

The Love of the gods: 




L'accademia dei cavalieri



Era così bello poter uscire ancora con Jael, suo fratello.
Mentre camminavano per le strade del loro paesello, Sam raccontava a Jael brevemente e vagamente delle loro avventure.
Gli raccontava degli dei, dei problemi di Dean con il suo fratellastro Marte, di come si resero conto poi che fosse in realtà lo zio di Dean, di come lui si scoprì innamorato del suo migliore amico.

Jael ne fu molto sorpreso, ma non disgustato. “Avevo capito che il vostro rapporto fosse profondo, ma non tanto fino a questo punto. Sono stato ingenuo. Quindi le donne non ti piacciono? O è solo per Dean?” c’era genuina curiosità in Jael, nel loro mondo l’omosessualità era considerata una scelta di vita, un po' come mangiare vegano piuttosto che carne, non era considerata una scelta disgustosa, ma una scelta.
“Non ci avevo mai pensato prima, Dean però..è l’unico per cui sento queste cose. L’unico maschio.”
“Mmmm..comincio ad essere un po' geloso.” Disse Jael passandogli un braccio intorno al collo.

“Scemo!” disse Sam dandogli un pugnetto giocoso. Quanto gli era mancato.
“Sembri essere felice. Allora perché te ne sei andato? O è Dean a farti sentire così? Non..non stavi bene con noi prima?” disse Jael mentre lo accompagnava verso un grande fiore per mangiare del gelato.
 
Sam si rabbuiò appena,mentre il suo fratellone prendeva da esso una sostanza viola brillante e la faceva spruzzare in entrambi gli scodellini. Diede poi una carezza al fiore che nitrì come un cavallo.

Davanti a esso c’era un cartello con scritto di non insistere se il fiore sembrava non voler aprire le fauci. Sarebbe voluto dire che era stanco per altri servizi.
“Jael..non è questo.” disse mentre mangiava il suo gelato alla viola. “Io vi amo. Vi amo tutti..ma sentivo come se..mi mancasse qualcosa. L’avventura, l’amore per il rischio, il sentimento che ti fa sentire utile a qualcosa, come essere umano. L’adrenalina. La vita tranquilla..non faceva per me. Semplicemente. Ma ciò non toglie che io vi ami e che vi pensi sempre.”

“Ma costringi me e mamma e papà a preoccuparci per te ogni giorno..i rischi che hai affrontato..”
“Vi mando sempre delle lettere per rassicurarvi, e poi con me c’è Dean, non permetterebbe mai che qualcuno possa farmi del male, come io non lo permetterei con lui.”
Jael sbuffò.
“Ti costringe a scarpinate di mesi, in giro per il mondo.” Osservò.

“Direi che Madre Natura è abbastanza generosa da fare sì che i viandanti possano sopravvivere giorni e giorni e mesi e mesi camminando, senza ammalarsi o sfiancarsi. Ha seminato frutti per far sì che le forze non ci manchino mai, e ci consola con i suoi regali che fa piovere dal cielo.”
“Certo certo. Non per niente è la mia preferita.” Sorrise Jael.
Sam fece un sorriso malizioso.
“Spero non ti prenda una cotta. Non potresti farlo per una donna più irraggiungibile.” Risero insieme.

“Dai, adesso basta con le sciocchezze, pensiamo ad arrivare all’accademia.”
 
 
 
 
*

Quando Sam arrivò all’accademia, c’era anche una grande arena, poco distante, dove si esibivano gli aspiranti cavalieri, ovviamente nessuno lì rischiava la vita. Era solo allenamento.
“Mamma mia, quanto sono giovani. Questi ragazzi dovrebbero combattere?” chiese Sam, Jael sorrise all’indignazione del moro.
“Tu non sei più tanto grande di loro. Hai vent’anni, Sam.”
“Beh, ma IO ho un semidio accanto a me che mi guarda le spalle.”

“Loro hanno i poteri magici dalla loro parte.”
“Non chiamarli così, non sono mica stregoni.”
“Beh, ma di fatto sono dei poteri! Guarda!”
 
Sam si concentrò alla vista di un ragazzino dai capelli ricci che mandava una scintilla azzurra contro lo scudo di un altro cavaliere.
La scintilla si scontrò contro lo scudo, spegnendosi.
“Non mi sembra tanto motivato. Non diventerà mai un cavaliere.” Disse Jael.

“Spiegami ancora come fanno a fare questo. è una cosa che possono fare tutti o..”
“Non credo. Forse sì, ma non tutti hanno lo spirito forte per riuscirci.”
“Lo spirito?”

“Devi avere uno spirito forte per riuscire ad attingere alla forza del cosmo e trasformarlo in energia tua, non tutti ci riescono. Non è per tutti.” poi lo guardò.
“Tu vorresti provare?”
“Forse.” Disse Sam esitando. “Ma non lo so. Non ora, ad ogni modo.”
Tra una lotta e l’altro c’era un maestro che spiegava cosa fosse il COSMO.

Il cosmo è una sorta di forza interiore, di energia spirituale, che gli esseri umani possiedono. Quasi nessuno però ne è a conoscenza e quindi quasi nessuno sa usarlo. Il cosmo, a volte chiamato anche microcosmo, è alla base della forza dei cavalieri, che combattono proprio espandendo e bruciando quest'ultimo. Alla base del cosmo vi è una cieca forza di volontà, che spinge l'uomo al di là dei suoi limiti, fino a compiere imprese impensabili. Sfruttando la forza del cosmo si possono distruggere rocce enormi con un colpo solo o far scorrere verso l'alto le acque di una cascata. Usare il proprio cosmo richiede una grande fatica perché non si fa altro che bruciare energie del proprio organismo, così che più un colpo è forte, maggiore è la stanchezza successiva. In alcuni casi estremi, lo sforzo di bruciare al massimo il proprio cosmo può anche essere mortale. Il cosmo dipende anche da altri fattori, come la costellazione-guida di ogni cavaliere, della quale assume l'aspetto, o l'armatura, che in alcuni casi lo amplifica e restituisce le energie, ma in maniera minore. Espandere e bruciare il cosmo significa quindi concentrarsi ed aumentare al massimo le proprie energie, per poi convogliarle nei colpi segreti, più o meno potenti in base all'energia in essi immessa. I cavalieri imparano a sviluppare il proprio cosmo durante gli anni dell'addestramento, ma in alcuni casi anche dei normali esseri umani possono usarlo, quando la loro volontà raggiunge massimi livelli. ”

Ci fu lo scroscio di un applauso, quando il maestro fece una pausa.
“Non si tratta di un gioco, ma di una cosa molto seria, questa scuola insegna proprio questo. A spingersi oltre i propri limiti. C’è un fiume qui attorno, ci sono delle montagne e un bosco, servono proprio a questo, ad insegnare a spingere verso i propri limiti, non tutti però sono idonei alle grande fatiche che richiedono certi allenamenti. Non tutti hanno in loro la FORZA. Non tutti possono essere cavalieri.
Sam ascoltava rapito quella spiegazione e mai come allora desiderò diventare un CAVALIERE.

Sentiva che esisteva un motivo imprescindibile per cui avesse deciso di tornare e avesse visto quella scuola. doveva essere il destino, il SUO destino.
Se fosse diventato un cavaliere, avrebbe potuto aiutare Dean, essergli più d’aiuto che d’intralcio, non avrebbe dovuto preoccuparsi così tanto di lui e per lui.
Sarebbero stati PARI.
 
In quel momento, Sam trattenne il fiato.

Il prossimo che stava per sfidare a duello qualcuno, era Dean.
Lo shock dovette riflettersi sul suo volto, poiché anche Jael aveva la sua stessa espressione.
“Gli hai detto tu di venire?” gli chiese Jael.
“Cosa?? NO! “
“Allora deve essere che anche lui è venuto a sapere della scuola e ne è rimasto affascinato, ma avrebbe prima dovuto fare l’allenamento.” Disse Jael irritato.

“Lui è un semidio, combatte sempre, non ha bisogno..”
“Non importa!! Non dovrebbe avere trattamenti preferenziali.” Si lasciò scappare un moto di nervosismo.” Scusami.” Disse poi.
“Cerca di controllarti. So che non puoi vedere gli Dei, ma Dean è..”
“Sì..sì..lo so..non è come gli altri. Ed è il TUO Dean..il tuo Dio. Ricevuto..ma..” gesticolò. “Ti sembra giusto che affronti un ragazzino?”

Sam rimase a bocca aperta.
 
Un ragazzino si stava per fare strada nell’arena.
Aveva capelli rossi fiammeggianti che ardevano, ma riflessi dorati, sembrava davvero piccolo.
No, Dean non poteva davvero voler gareggiare con un bambino!
“Non gareggio con i bambini.” disse infatti lui e Sam sentì un moto di orgoglio.
 
“Non sono un bambino. Ho sedici anni. E mi alleno da molti anni per diventare un cavaliere.” Disse il ragazzo.
Dean ne rimase molto sorpreso.
“È lo stesso, ragazzo, sei troppo piccolo, non me la sento di..”
Un moto di irritazione del ragazzo fece tremare la terra e Sam ebbe davvero paura che ci sarebbe stato un..

“Ma che succede??? È un terremoto? Dobbiamo spostarci. Ma..che diavolo ridi???” chiese basito a suo fratello.
Jael sorrideva come la sfinge.
“Non è il terremoto. È Castiel. “
“ È LUI a fare tremare la terra?”
“Non lui ma la sua catena! Guarda meglio a terra.”

Sam guardò e come lui tutti trattennero il fiato, la catena sembrava riflettere il nervoso del ragazzo.
Senza più aspettare, Dean venne colpito da una forza rosa, che lo spinse a terra.
Quest’ultimo si alzò scioccato.

“Forse ti ho sottovalutato. Bene, cominciamo.”



Cas e Ruben sono speciali, esattamente come tutti noi


Sam e Jael assistettero all’allenamento tra Castiel e Dean.
Fu davvero uno spettacolo. Castiel gli lanciava delle nebulose in una maniera così forte che sembrava provenire dalla Galassia direttamente e Dean le parava, a volte lo colpiva ma senza farlo cadere in maniera bruta a terra.
Castiel gli lanciava contro la sua catena, graffiandolo, era in vantaggio ma a Sam sembrava sempre fosse lui quello arrabbiato.

“Reagisci! So che non stai combattendo al massimo della tua potenza. Non voglio vincere così!”
Sam sapeva che Castiel aveva ragione. Dean stava cercando di controllare la sua forza.
Tuttavia Dean non lo accontentò e alla fine Castiel vinse il round, anche se di fatto non era una gara.
Scappò via a perdifiato, senza neanche godersi la vittoria.
“Dean!” Sam gli corse subito incontro, abbracciandolo. “Stai bene?”

“Sam, che ci fate voi qui? Non dovresti essere..”
“Jael voleva portarmi proprio qui!”
“Già..a quanto pare è destino che voi due non riusciate a stare lontani.” Sbuffò Jael.
Dean fece per ribattere, ma Sam non glielo permise.
“Dean, quel ragazzo..io l’ho già visto. Nelle mie visioni!”
Dean sgranò gli occhi solo per una frazione di secondo, poi disse:
“Sì, anche io.”

“Cosa?? Avevi detto che non avevi visto quello che ho visto anche io.”
“Per una frazione di secondo, ho visto anche un ragazzino dai capelli rossi Era LUI, ne sono sicuro. Assieme a una ragazzina che sembrava identica a…a Olimpia. Ma non ricordavo prima, ho ricordato solo quando l’ho rivisto qui. E rivedendolo mi ha fatto come avere un’altra visione. Lo stesso ragazzino, stava dando la mano a un ragazzo che rischiava di precipitare in un crepaccio, una frase mi ha colto. “Fratello, finalmente sei di nuovo TU.”
Sam ascoltava attonito.

“Castiel.. quel ragazzino..è parte della tua visione?”
“Lo aspetta un grande destino. Lo sento.”
“Ma adesso è scappato in lacrime.” Disse Jael, pensieroso.
“Dean, dobbiamo subito andare a vedere cos’ha.” Disse Sam.
 
 
 
 
Lo ritrovarono alla locanda che piangeva mentre trangugiava una minestra.
Sam si avvicinò cauto a lui, mettendogli una mano sulla spalla.
Vedere quegli occhi azzurri brillare di lacrime, lo scosse nel profondo.
“Il mio amico..non voleva offenderti, sai, vorrebbe chiederti scusa.”
Castiel boccheggiò, voltandosi verso Dean.
“Tu conosci il figlio di Giove? Hercules?”
Sam storse la bocca.

“Preferirebbe che non lo associassi a suo padre. È una storia lunga.”
“Ma mi dispiace davvero, questo è il concetto.” Disse Dean, sedendosi accanto a lui.
“Che cosa vuoi da me? Chiedere di rifare l’incontro?”
“No, volevo offrirti qualcosa di più forte. Una birra per favore!”
“Non sai neanche se io lo voglia.”
“Oh, io so molte cose invece.”

“Ah davvero? E come faresti, sentiamo. Che arroganza.”
“Sì, sono il migliore tra la mia stirpe. Guarda un po', vedo pure nel futuro, quindi sì, posso permettermi di essere arrogante. Come vanno le ricerche per ritrovare tuo fratello?
Castiel si alzò di colpo facendo cadere la minestra.
Dean sorrise.
“Fammi indovinare. Malissimo.” Sorrise poi.

Ehi!! ADESSO ME LA PAGATE QUELLA MINESTRA!”
Il tipo sembrava sul punto di volerli sbattere fuori, Sam stava per farsi avanti ma Jael lo anticipò.
“Pago io per il ragazzo, pago anche la birra e adesso puliamo noi. Anzi, io..mi aiuti, Sam? Per favore, il nostro amico è un po' agitato..per la sua famiglia, sa.”

Il barista lo guardò storto, ma annuì, continuando a borbottare e andando a prendere uno straccio per pulire.
Sam gli sussurrò un “grazie” smozzicato e pieno di gratitudine e Jael si strinse nelle spalle.
“Non faccio mai niente per te, permettimi di fare una cosa piccola.”
Castiel invece sembrava non essersi accorto di nulla.
“Come fai a sapere di mio fratello?”
“Beh, non so molto, so che lo stai cercando..”
“Come?”

“Ho avuto una visione, in cui c’eri tu, ma non..non posso dire altro..so che eri in compagnia di un uomo che chiamavi “fratello.”
La reazione di Castiel fu immediata.
Si mise le mani sugli occhi e scoppiò a piangere.
Ruben è il mio unico fratello. Ci hanno separati quando avevo cinque anni. L’hanno fatto partire per l’isola della regina nera e non lo vedo da allora. È per lui che voglio diventare cavaliere. Per ritrovarlo!”

“Okay..senti, perché non bevi un po' e ti tranquillizzi?” disse Dean e sussultarono quando la birra venne posata in malo modo dal barista.
“Non ho mai bevuto alcolici, ma credo di dover fare un’eccezione, stavolta.”
 
 
Fu un racconto pieno di lacrime, quello di Castiel.

Raccontò come il fratellino di soli 10 anni, si fosse fatto avanti per evitare che lui andasse sull’isola al suo posto ad allenarsi.
Voglio andarci io al posto di mio fratello.”
“Mi dispiace ma è contro il regolamento.”
“A lei non dispiace affatto e poi che importa chi vada? L’importante è che qualcuno vada!”
“Ti prego, Rub..non farlo.”
“Non preoccuparti piccolo, io tornerò da te.”


E poi l’orribile momento in cui lo portarono via con la macchina, con Castiel che lo rincorreva.
“Ruben. Ruben!! Non lasciarmi, fratellino!!”
“Tornerò, Castiel, tornerò per te, lo prometto.


Poi un altro ricordo.

Un pugno contro l’albero.
“Più forte!”
“Non posso , Ruben, non ci riesco.”
Castiel si mise a piangere.

“Smetti di piangere, reagisci al dolore, Cas.”
Gli prese le mani e gli parlò con dolcezza.
“Purtroppo siamo soli al mondo, non abbiamo ne mamma ne papà ad occuparsi di noi. Per questo dobbiamo diventare coraggiosi, per poter affrontare le difficoltà della vita senza chiedere l’aiuto di nessuno.”
 
Dopo quei racconti strappalacrime, i quattro stavano passeggiando per il paese, e Castiel sembrò visibilmente più rilassato.
“Davvero tu hai visto mio fratello? Cosa diceva? Era..era contento di vedermi?”
Dean pensò alla circostanza in cui aveva visto la visione. . Sei di nuovo tu, gli aveva detto. Ciò lasciava presupporre che fosse successo qualcosa per cui sembrava non fosse più lui.
“Castiel, ascoltami attentamente, se dovrai mai rivedere tuo fratello, dovrai essere preparato.”
Castiel trasecolò. “Cosa vuoi dirmi con questo?”

“Sarete riuniti. È questo che ho visto nella mia visione, ma c’è qualcos’altro che ho visto che mi lascia supporre che quando lo rivedrai, potresti non riuscire a riconoscere il bambino che tu conoscevi. Il fratello che tu conoscevi.”
“Oh mio dio. Gli è successo qualcosa mentre è stato in quella maledetta isola, vero? Che cosa gli hanno fatto? Tu..devi dirmelo. TI PREGO.”
Sam prese le braccia di Castiel e le tolse gentilmente dalla maglia di Dean.

Castiel, ascoltaci bene. Dean e io..abbiamo avuto un’esperienza molto forte con Marte e Venere..sai chi sono, vero?”
“Sì, certo..chi non lo sa.”
“Bene, è stata un’esperienza forte, sotto tutti i punti di vista. Eravamo li quando si è scatenata una specie di tempesta che ha fatto riavere ai legittimi dei i loro poteri, puoi non credere a quello che stiamo dicendo perché sappiamo che è assurdo, ma a seguito di questa tempesta, io e Dean siamo stati assaliti da immagini del..FUTURO..e c’eri anche tu. Io mi fido di quello che Dean dice di aver visto, dice che ha visto te con..lui..tu chiameresti mai un altro uomo, fratello, a dispetto del legame di sangue?”
“Io..no. Non se non lo avessi prima ritrovato, almeno.”

“Bene, allora..fidati di noi. Se Dean dice che vi riunirete, lo farete ma per far sì che questo accada, non possiamo darti indicazioni più precise su quello che Dean ha visto..non vogliamo certo impedire che avvenga tutto ciò proprio perché ti informiamo, vero?”
“N-no..ma il fatto che mi dite una cosa del genere..io come dovrei sentirmi? Mi state praticamente dicendo che avete avuto un predizione su me e mio fratello.”

“Non sei neanche l’unico. Abbiamo visto altre persone, oltre a te e vogliamo credere che tu assieme a queste, siate..SPECIALI. “ disse Dean.

 























Note dell'autrice: ed eccoci, ci siamo, finalmente xd
FINALMENTE siamo arrivati a Castiel xd
vi anticipo già che nel prossimo capitolo parleremo di RUBEN xd
PARLEREMO, perchè non credo comparirà..spero vi piaccia quello che ho in serbo.
Vi dico già subito che tutta la spiegazione sul COSMO non è delle mie tasche, ma è tutta una cosa che ho trovato su Google, che si riferisce al cosmo dei cavalieri dello zodiaco (anime) mi ispirerò infatti a quel mondo, anche se non ci saranno gli stessi personaggi, o almeno qualcuno ci sarà, ma reinventati da me e NON ci sarà la dea Athena, diciamo che sarà una rivisitazione dei cavalieri dello zodiaco.
Vi dico anche che il prossimo capitolo potrò aggiornarlo in tempi brevi ma non assicuro niente per i prossimi xd
questa storia so a grandi linee come deve proseguire ma per scrivere questi capitoli mi affido sempre all'improvvisazione, infatti la gran parte delle cose mi viene in mente solo quando scrivo, non prima, prima di scriverlo infatti non sapevo che avrei inserito anche Jael, nè che Cas sarebbe arrivato così presto ma ora mi sembra come se tutto si incastri alla perfezione! :))

Le informazioni sul cosmo, le ho trovate qui in questo sito:

http://www.icavalieridellozodiaco.net/informazioni/articoli/TERMINI.htm

Vi dico subito che le parti in corsivo sono prese direttamente dall'anime di Saint Seya, i protagonisti sono Shun e Ikki (i nomi italiani sono Andromeda e Phoenix) lo so, chi non ha visto l'anime non ci capirà NIENTE, e mi dispiace, io vi consiglio di guardarlo perchè è IMPOSSIBILE capire il sentimento di fratellanza che lega i due fratelli se non lo si guarda, non è neanche lontanamente immaginabile l'intensità da questi dialoghi, anche se io mi sono data da fare per farlo capire il più possibile xd Cas piange perchè...è esattamente così Andomeda..piange sempre per il fratello xd
Lo so, Saint Seya (I cavalieri dello zodiaco) è un capolavoro e non sono così arrogante da pensare di poter riprodurre in questa ff la sua magnificenza, non avevo neanche idea che avrei messo Ruben e Cas nei loro ruoli, è stata una cosa dell'ultimo secondo, invece Cas ho sempre saputo che volevo farlo diventare un cavaliere..Ruben invece non sapevo che ruolo dargli e se non gli davo questo, davvero ero in alto mare xd spero apprezziate l'idea..lo so che è tutto vago e impreciso ma davvero se non faccio cosi questa storia non va più avanti

solo delle piccole precisazioni per chi non sa come funziona: i bambini venivano mandati in posti duri da piccoli per allenarsi e riuscire così a trovare l'armatura per diventare cavalieri, non tutti potevano riuscirci, Cas sarebbe dovuto andare nell'isola della regina nera, un posto pieno di vulcani, dove l'aria era irrespirabile, il clima torrido e dove chiunque andasse ne usciva cambiato, per questo Ruben si offre al posto suo. (nell'anime erano Andromeda e Phoenix)

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Capitolo 13
*** La comparsa del trickster e il ritorno dalla morte di Sam ***


Era passato un po' di tempo da tutte queste avventure, poi un nuovo dramma capitò nella vita di Sam e Dean.
Sam, disgraziatamente venne colpito da una nemica, da una freccia avvelenata.
Dopo ore agonizzanti, morì tra le braccia di Dean.
“NOOOOOOOOOO. SAAAAAAAAAAAAAAAAAAAM.”

Dean non si rassegnò mai alla morte del suo più caro amico, del suo amore e quindi chiese aiuto al trickster, il dio degli scherzi e degli inganni. Era una specie di demone. In molti si rivolgevano a lui per avere qualcosa, ma lui pretendeva sempre qualcosa in cambio e il debito nei suoi confronti seppur ripagato, non si estingueva mai. Una volta che avevi fatto entrare il trickster nella tua vita, esso rimaneva sempre lì.

Gabriel, così si chiamava, andò a cercare l’anima di Sam nella terra dei morti e la richiamò nel suo corpo. Lo avvertì però, che Sam avrebbe potuto tornare MOLTO CAMBIATO da come lui lo conosceva.
 
“Quando le anime muoiono, esse vengono chiamate nella terra dei morti, da spiriti diversi dagli Dei, spiriti Superiori, che informano le anime del Senso della Vita. Donano loro la conoscenza che a lungo è stata a loro celata, le anime vengono a conoscenza di tutte le scelte sbagliate che hanno fatto, di tutti i futuri che avrebbero potuto AVERE, se avessero compiuto certe scelte, di tutti i perché che non hanno mai avuto risposta. Potresti avere davanti a te un’anima fondamentalmente cambiata, rispetto a quella che tu conosci e ami.”
“Sarà sempre lui, qualsiasi cosa abbia attraversato, qualsiasi cosa abbia conosciuto. È la mia anima gemella e io non voglio perderlo.”
Gabriel sembrò toccato da quelle parole e profondamente scosso.

Ricordati queste parole..
 
E così aveva richiamato Sam dalla morte, che si svegliò con un soprassalto.
“Dean!! Deeeeeean!!!”
“Sam, oh mio dio!!”
Andò subito da lui e lo abbracciò.

“Oh Dean, sapessi! Ho avuto tanta paura! Ho sognato che ero morto! E che tu..dove siamo? Quanto tempo è passato. Che diavolo ci faccio qui??” disse Sam spaventato, vedendo che si trovava in una stanza desolata in pietra.
“Sam, calmati.”
“NO. NON MI CALMO. Cos’è questo cerchio?? Questo disegno a piramide? E queste candele???”
Si alzò immediatamente scosso.
“È una stella a cinque punte..il disegno è…per non far entrare le forze del male.”
Sam lo guardava tremando.

“Perché una forza del male avrebbe dovuto possedermi?”
Dean rimase zitto abbassando lo sguardo.
“Le forze del male tentano di possederti quando sei debole…incline alla malvagità..oppure..lo fanno quando..quando si tenta di riportare indietro le persone dalla morte..”
Dean lo guardò lentamente.
“Dean..sono morto, vero?”
“Sì, è così..lo eri.”

Sam si tenne la testa tra le mani.
“La freccia avvelenata..”
“Sì..”
Sam alzò lo sguardo su di lui.
“Sono..uno zombie adesso?”
“No, Sam, sei vivo. Davvero vivo. Ho chiesto aiuto a ..una persona..il trickster.

Sam gemette. “Dean..non dovevi..”
“Tu avresti fatto lo stesso per me.”
“Che cosa..che cosa ti ha chiesto?”

“Niente..certo a parte il diritto di tormentarci in eterno, ma credo sia un povero diavolo in fondo..e poi..sono il figlio di un Dio..cosa credi potrebbe farmi..ehi..non piangere..” gli toccò il mento. “Io mi preoccupo solo per te..”
“Dunque il tuo amore arriva fino a questo punto? Di farmi tornare dalla morte?”

“Sam..non hai capito…io ti andrei a prendere anche all’inferno.”
Sam deglutì. “Meno male che non ce n’è stato bisogno allora..eh?”
“Già…ascolta, so che è forse troppo presto per chiedertelo ma..hai visto qualcosa?
 
Sam gli disse per sommi capi quello che lo stesso Gabriel gli aveva rivelato dell’aldilà o comunque un velo squarciato sull’aldilà.

“Queste figure..con il mantello e il cappuccio bianco come sacerdoti..mi hanno mostrato tutte le scelte che ho fatto..poi mi hanno chiesto cosa desideravo vedere d’altro..io in realtà volevo vedere solo te..ma…poi mi dissero che io ero SPECIALE..che ero diverso dagli altri e dovevo saperlo.”
Dean sgranò gli occhi a quella rivelazione.
“Speciale?”

“Dovevo CONOSCERE chi era il mio vero padre. E vuoi sapere chi cavolo è? Loki. “ disse ancora Sam, scioccandolo.






















Note dell'autrice: chiedo scusa per non aver raccontato la morte di Sam, ma..non è essenziale ai fini della trama xd
non so se avete visto l'episodio in cui Iolao muore (poi ritorna ma solo dopo un po' ) io ho modificato un po' le cose, così ne approfitto anche per inserire finalmente sta storyline del padre di Sam, che mi sta tormentando da tanti capitoli xd
sappiate che da adesso in avanti si inserirà la 2 parte della storia e spero tanto vi piaccia.
Credetemi tutto ha un senso,niente è stato fatto al caso xd

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Capitolo 14
*** Le Parche, il bambino , Lily e Severus ***


Avviso: riassunto della puntata precedente. Sam dice a Dean che ha scoperto di essere figlio di Loki. Qui veniamo a sapere cosa ha scoperto.




“Mi scusi, lei non sembra in gran forma..sta così  per una donna?”
Loki l’aveva guardata. La donna non  l’aveva riconosciuto. Certo, loro Dei avevano il POTERE. In pochissimi eletti riuscivano a tenere in mente il volto degli Dei dopo averlo visto. Dovevano vederli per tante tante volte per riuscire a ricordarli.
Loki bevve un altro goccio.
“Mi auguro che sia una BELLA donna, allora..” disse ancora.
Chissà cosa vuole da me questa.. pensò Loki. Non gli importava che fosse bella e avesse capelli rossi fiammeggianti come il fuoco.

Era il Dio dell’inganno e come tale riusciva a capire e indovinare un inganno quando gliene veniva prospettato uno.
Gli umani subivano la grandissima tela di trappole dell’universo, quelle che così romanticamente venivano definite da loro illusioni.
La ricciolona dai capelli di fuoco era una di queste.
Non portava da nessuna parte, era una strada senza via di uscita.
E tutto sommato qualcosa lo tratteneva. Probabilmente si trattava del dolore per via di Thor.
Come aveva potuto mischiare il suo gene a quello di una lurida umana? Come poteva?
La donna era bella, ma era sicuro che anche quella di Thor lo era, ma questo che voleva dire? Venere era la Dea più bella di tutti ma non per questo tutti ci andavano a letto.
Bevve un altro bicchiere.

Il cuore faceva sempre più male.
 
 
 
*

Un bacio nel giardino, sul retro del bar.
Un bacio al chiaro di luna. Quel giardino sembrava un parco quella sera.
Forse era per quello che gli sembrava così romantico.
Una duplice illusione.
“Mi chiamo Lara…”
Curioso che si sia presentata dopo il primo bacio.
Non era di certo una donna comune.

“L-Laurien..”mentì lui.
Ma sì, tanto era solo una notte, no?
Un altro bacio in carrozza.
Era strano come baciava lei.
Non era volgare ma dolce, come l’acqua, ma meno del miele.
Eppure sapeva di non amarla.

Quanto tempo ci vuole per innamorarsi di qualcuno?
E per amarlo?
E per smettere?
Trattenne le lacrime.
Un Dio non piange. Non davanti ad un mortale.
 
 
 
 
*

Non era da Loki comportarsi così.
Non era vergine, ma gli sembrava di esserlo, mentre lei lo spogliava e lo faceva sdraiare nel letto.
La sua pelle era di porcellana, la sua bocca era morbida.
Come faceva a non averla screpolata. Magari era una dea.
E tuttavia..
Tuttavia lasciò che delle lacrime caddero, sì sentì un coglione.
“Laurien..cosa..”

“Basta, basta, dobbiamo smettere. Perdonami, perdonami Lara. Ma dobbiamo smettere.”
“Perché? Io non..non ti piaccio forse? Hai già un’altra?” disse e i suoi bellissimi occhi azzurri tremarono di lacrime.
“No. Sono da solo ma..io..sono..amo un altro, Lara. Mi dispiace.”
Lara non sembrò scomporsi, si infilò la vestaglia bianca e balbettò.

“Allora perché non sei con lui adesso? Magari non ti vuole? O ti ha tradito? Chi amiamo non è sempre colui con cui siamo destinati a stare. Ascoltami..”
Loki non capiva. Scuoteva la testa. Sapeva già che gli umani erano stolti e patetici ma non sapeva potessero arrivare a tanto. Pregare uno sconosciuto.
E poi la vide.

Una strana luminescenza azzurra e gialla fluttuare sulla sua testa.
Come un’aurea.
Loki non faceva queste cose. Perché sapeva potevano provocare tanto dolore ma vedendo ora quell’umana piangere, capì che esistevano altri dolori più grandi del dolore fisico, e lui non ne capiva il perché. Subdorava un INGANNO e lui era il re degli inganni. Solo che in quel momento non riusciva più a capire se l’inganno era perpetrato a lui o alla povera donna, o se la donna era sfruttata da qualcuno, come una marionetta.

La guardò e sfruttò il suo potere.
Istantaneamente la donna cominciò a gridare.
Fu un grido straziante e Loki si preoccupò di insonorizzare l’ambiente, sentendosi un verme. Sentendosi piccolo.
Ma andò avanti.
Continuò a leggere la sua anima, che lettura era forse dire TROPPO. Non era una vera lettura nella mente, quello che stava facendo. Stava praticamente costringendo l’imbroglio o qualsiasi cosa fosse che si nascondeva dentro di lei a mostrarsi.

Capì allora la verità dentro le sue parole.
Chi amiamo non è sempre colui con cui siamo destinati a stare.
Lei aveva provato lo stesso, ma non la lei di ADESSO, ma un’altra lei. Loki non capiva. C’era forse una sua gemella nel mondo? Di un’altra dimensione? O forse..una vita passata sì, in un’altra vita lei era stata amata a lungo, ma non ricambiava quell’amore, per questo disse quelle parole.

Smise all’istante di leggere la sua anima.
La ragazza crollò in ginocchio.
“Ascoltami..” le prese le mani. “Non sono la persona giusta per te, non importa che karma tu voglia scontare, non sono la persona più indicata..”
“Tu..cosa..mi hai fatto..io..” lo guardò basita. “Sei una creatura MAGICA??” sgranò gli occhi.

Loki la fissò. Certo non esistevano solo gli Dei in quel mondo. Comprendeva la domanda della giovane. Lui avrebbe potuto essere chiunque.
“Io..sono un DIO.”
La ragazza si mise la mano sulla bocca.
“Cosa?”
In quel momento lasciò che la sua vera natura venne fuori. La ragazza lo riconobbe come Loki.

“Loki?? No. No. Non può essere..non eri..eri un’altra persona..io..”
“Gli dei possono mascherarsi tra la gente per non farsi riconoscere, sai che possono farlo. Io avevo bisogno di una vacanza per svagarmi..mi dispiace ma tu sei stata così insistente..e io..è meglio che vada..“
“Aspetta!” lo bloccò. “Resta con me, per favore..ancora un po'..raccontami cosa ti è successo.”

Loki la guardò. “Hai sentito cosa ti ho detto? Io amo un a…”
Ma non riuscì a finire la parola, che qualcosa lo bloccò di nuovo.
La sua testa brillava.
Un’altra menzogna.
“C’è qualcosa in te…” disse avvicinando la mano.
“Io sento di conoscerti..” disse lei.

“Non può essere..” poi la guardò duramente. “Mi permetterai di frugare nella tua anima? Se me lo permetti, non farà tanto male..non voglio fartene di più..”
“Fallo.” Disse lei senza alcuna logica.
Loki si sentì un malvagio ma lo fece lo stesso.



Questa volta non fu terribile come la prima volta, ma si vedeva che la ragazza stringeva i denti per il fastidio che provava. Farsi frugare l’anima non era cosa da poco.
 
“Ero io quello che tu amavi..” disse Loki basito ed esterrefatto.

Lara cominciò a singhiozzare. “Devo confessarti una cosa, alcuni mesi fa, io sono stata da delle chiromanti, mi hanno fatto una previsione molto strana. Mi dissero che il mio destino era speciale, che avrei incontrato un uomo in questa vita, che avevo respinto in una mia vita passata, mi dissero..”
“Non è possibile..”

“Non sapevo chi fosse o che fosse un Dio, credimi! Mi dissero che le nostre incomprensioni, l’amore non corrisposto, aveva stabilito dei nodi karmici che dovevano sciogliersi e aveva scelto questa vita per farlo e sarebbe dovuto sciogliersi in un modo molto bello. Con la nascita di un bambino!”
Loki indietreggiò. Gli veniva da vomitare.
“No..”

“Sarebbe stato un bambino molto speciale, mi hanno detto.” Disse Lara continuando a singhiozzare. “Chi? Chi è quest’uomo speciale da cui avrò un figlio? Ma loro non hanno voluto dirmi il nome. Mi hanno detto solo che la mia anima lo avrebbe riconosciuto.Ho continuato  a cercarlo tra la gente, in questi mesi, ho parlato con chiunque, ma con NESSUNO è capitato..quello che è capitato con te. Ho sentito un’energia diversa, alcune persone hanno cercato di adescarmi ma io sentivo DENTRO..che..che non erano lui. Poi ti ho visto stasera e ho sentito la mia anima BRUCIARE..”

“Non farò MAI un figlio con te. Tu sei pazza.”
“Ma le chiromanti hanno detto..”
“Se credi a delle imbroglione devi essere pazza come loro!”
Ma Loki SAPEVA che lei non era pazza. Sapeva che era sincera e che c’era di più, molto di più.
“Descrivimele. Com’erano?” cercò di indagare.

“Erano..tre vecchiette, avevano abiti logori, come stracci ma lunghi come vestiti, erano..oh mi dispiace dirlo ma avevano un tessuto strano..come se..,come se fosse intrecciato di aghi!” disse sconvolta.
Loki chiuse gli occhi.
“Le tre parche.
Lara sbiancò.
“Cosa??? No! Loro no! Non può essere. Cosa c’entrano? Non si tratta del filo della mia vita ma di una preveggenza ….come..”

“Sciocca ragazza! Sono tre le donne che cuciono e il lavoro che fanno è molto di più che limitarsi a stroncare anzitempo la vostra inutile vita!!” Non voleva attaccarla, la donna non c’entrava niente, ma era furibondo. In che razza di pasticcio era andato a infilarsi?
Lara riprese a piangere disperata.
“Dei dell’Olimpo. Dovevo incontrare proprio una piagnona!! Smettila, adesso devi venire con me.” la prese per il polso.
“Cosa??? No!! Lasciami andare! Ti prego!”

“Eh no, mi avete messo in mezzo in parecchi, adesso voglio vederci chiaro e c’entri anche tu, quindi che ti piaccia o no, adesso andremo a farci una visitina dalle Parche e vieni anche tu.”
Si smaterializzarono mentre Loki la teneva ancora per il polso.
 
 
 
 
*

Si rimaterializzarono in una specie di grosso antro cavernoso, Lara tremava al suo fianco e Loki, stranamente anche per lui, si era ritrovato a stringerla al suo petto.
Provava tenerezza per lei ora. Non sapeva neanche lui perché.
Loki, non pensavamo la tua sconsideratezza sarebbe arrivata a tanto! Portare un’umana nella nostra casa.”

“Lei non è un’umana qualunque, voi l’avete condotta DA ME. Un DIO. Pretendo delle spiegazioni, altrimenti giuro che neanche nostro padre riuscirà a risanare i vostri preziosi FILI una volta che li avrò distrutti.”

Le parche si guardarono.

“Perché sei venuto, LOki? Tu sei un Dio, è vero e abbiamo molto rispetto per voi, ma come non è concesso agli umani porre domande o lamentarsi dei loro destini, non facciamo favoritismi neanche agli Dei. Siete uguali per noi.”

“Questa donna asserisce che io sono l’uomo destinato a fare un figlio con lei per sciogliere i nodi karmici di un’altra vita. Potrei semplicemente ribellarmi a questo destino ma la curiosità è sempre stata una delle mie più grandi debolezze. Voglio sapere tutto. Voglio conoscere chi ero prima di essere un Dio, so di essere diverso, infatti a differenza degli altri miei fratellastri, io sono nato dall’unione di una mortale e un Dio. Non ho intenzione di mettere al mondo un altro ibrido se prima non vengo a sapere il perché dovei farlo e se ne vale la pena.”

Le parche si guardarono ancora.

“Loki, sei sempre stato un Dio presuntuoso. Cosa ti fa credere che a noi importa qualcosa se tu decidi di non sciogliere il tuo nodo karmico e quella della ragazza qui presente? Non è un nostro problema.”
“Se davvero è come dite, non vi sareste date tanta pena per avvisare la ragazza. VOI VOLEVATE INTENSAMENTE che questo bambino nascesse, dico bene? Deve trattarsi di qualcosa di così grande che non potete rischiare che non avvenga. Siete andate anche CONTRO al libero arbitrio per questo.”

Le parche lo guardarono a bocca aperta e Loki ridacchiò.

“Avete messo in mezzo UNA MORTALE, dandole informazioni non richieste e segretissime., Nessuno dovrebbe mai venire a conoscenza delle sue vite passate o future, voi avete commesso un grande peccato. Chissà cosa ne penserà papà Giove di questa vostra iniziativa, sono pronto a scommettere che lui non ne sa niente., vero?”
Le parche ammutolirono, spaventate.

“ORA PARLATE! ALTRIMENTI ANDIAMO DI FILATO DA GIOVE! ORA!”
 
 
 
*

Quello che accadde dopo, Loki lo comprese a stento. Come avviene con tutto quello che si fa fatica a capire perché tutto quello che è confuso è difficile da ricordare.
Le parche balbettarono qualcosa sui messaggi dell’Universo, su un messaggio che sarebbe arrivato a loro sotto forma di un canto TERRIBILE. Forze del Male che vogliono compiersi, contro forze del bene. L’arrivo di un bambino speciale che potrebbe salvare il mondo o addirittura diversi mondi, figlio di due persone che insieme hanno creato un’energia potentissima derivata da un amore speciale, ma non corrisposto, nato però in un’altra era, in un’altra epoca.
Questo bambino sarebbe nato con queste energie speciali, l’energia speciale che ne è in possesso solo chi è in grado di amare così tanto e tanto a lungo una sola persona, questo bambino avrebbe attraversato i secoli e le ere, per arrivare adesso, qui, in quel luogo.
E Lara e lui, Loki, sarebbero stati i Portatori.

“Mi avete detto molto, ma non tutto..non posso dare un figlio ad una donna di cui non ricordo nulla, sulla base di un AMORE che io non ricordo. Se volete convincermi, dovete darmi di più. Voglio il RICORDO.”
Le parche lo guardarono sgomente.
“Non possiamo darti il ricordo della vostra vita passata. È illegale, è sbagliato, immorale..”

“FATELO.” Disse lui rabbiosamente. “O giuro su tutti i miei fratelli, che questo vostro bambino speciale non vedrà mai LA LUCE del giorno.”


Lily e Severus




Erano tornati nella camera della donna.
Quello che avevano saputo dalle Parche era strabiliante.
Quasi come farsi squarciare l’anima in due.
Ora capiva, Loki, ora capiva anche Lara, il perché non fosse permesso agli umani di conoscere il passato e il futuro.
Tutto cambia, tutto è diverso dopo.
E una mente potrebbe impazzire dopo.
Perché nulla è più la stessa cosa.
Lo stesso Loki guardava quel letto, che aveva le lenzuola bianche ma dentro di lui quel bianco avrebbe potuto essere di un’altra graduazione, quasi un livello superiore.
Come il colore di un giglio.

Oppure conservare in sé tutti i colori del mondo.
E Lara..lei..aveva i capelli rossi come ALLORA ma..quel rosso non esisteva più.
Era passato. Come passa tutto quanto.
Avevano ragione tutti.
Tutto vive e niente muore, ma tutto si trasforma.
La baciò.

Con la disperazione di averlo desiderato fare per tutta la vita ed essere stato respinto per quella manciata di anni.
Gli sembrava così crudele allora, averla amata per sette lunghi anni e poi vedersela strappare via da un ragazzino insulso e arrogante.
Era così superficiale.
Sette anni non sono niente a rimpiangerla tutta la vita ma quello lui non lo poteva ancora sapere.
 
Lara lo baciò.

L’amore…aveva ragione chi diceva che era il mistero più grande dell’universo.
E i sentimenti sono così complessi, volubili, capricciosi.
Lara aveva imparato – e forse lo aveva imparato non solo in questa vita ma forse era una conoscenza che aveva acquisito in tante molteplici vite – che l’amore può finire o cominciare all’improvviso, allo stesso modo di come puoi cambiare idea su una persona, decidere che non la amerai mai e poi all’improvviso farlo.

Le circostanze di vita, le diverse vite e i diversi mondi , i diversi FUTURI e le diverse scelte ti fanno cambiare idea.
Non aveva amato allora LUI, non aveva mai pensato di baciarlo, figurati dargli un figlio.
Forse non era destino, NON ERA LARA allora.
La ragazza di allora non poteva.
Chissà cosa esiste nelle nostre anime che ci fa amare qualcuno e odiare un altro.

Ed era stranissimo pensare a cose che avevamo pensato una volta, a come credevamo di avere ragione, ora se potessimo esserci registrati, ci diremmo: che stupidi, a quante stronzate pensavamo, a quante idiozie credevamo! Non avevamo ragione! Neanche un po'.
 
 
Loki la stava ancora baciando, si erano spogliati rimanendo in intimo, ma all’improvviso si fermò.
“L- Lily..io non..”

“Non chiamarmi così..non sono più quella ragazza..sono Lara, adesso.” Gli disse lei accarezzandogli il viso.
“Io..”
“Non mi vuoi? Capisco, sei un Dio, ora..” disse lei triste.
“No, non è questo..è che io..sono innamorato di un altro uomo.”
“Quell’uomo di cui parlavi prima..è così importante per te al punto da disobbedire perfino alle Parche?”
Loki la guardò solenne.

“Mi sarei ucciso un tempo, piuttosto di respingerti.” E nei suoi occhi trasudava dolore.
Lara fece una risatina ironica, anche se non risentita.
“Non diciamoci bugie..tu mi hai rinnegato…anche solo per un secondo, ma l’hai fatto..non avresti mai rinunciato al Male per me..vuoi forse negarlo?”
Loki scosse la testa.
“Non voglio più pensare al passato.”

“Hai cominciato tu, Sev…
“No! Non chiamarmi così..”
Lara si fermò ammutolita.

“Sai, ho sempre pensato che tu fossi la donna che avrei amato per sempre, soltanto TU..ma non sono riuscito a mantenere quel proposito fino in fondo..un’altra persona mi ha rubato il cuore..una persona a cui ho dato TUTTO.”
Lara lo guardò sconvolta.
“Lui..”e finalmente capì.
“Lui.”

“È lui l’uomo di cui parli?”
“Sì..”
"Ed è con te anche in questa vita?" "Sì..io..dopo la visita alle Parche, l'ho riconosciuto.." “Posso sapere chi..”
“No!! Lasciami almeno questo, te lo chiedo, ti supplico. Non sono pronto a parlarne, non l’ho mai fatto..”
Lara annuì.

“Puoi non dirlo a me, ma tu a lui, glielo devi dire. Sei un Dio, a te crederà.”
“Ma anche lui lo è.”
Lara sgranò gli occhi.
“Non un’altra parola mi caverai da questa bocca.”
“D-d’accordo..ma glielo dirai, vero?”

“Ho passato una vita senza rivelarti mai il mio amore..e ora mi chiedi di non fare lo stesso errore? Non spetta a te decidere il mio destino. L’hai fatto una volta. Non farlo di nuovo.”
“Se…Loki..mi dispiace..”

“Schhh..” disse Loki, asciugandole gli occhi. “Non piangere e dammi quel figlio per cui un tempo avrei fatto follie per averlo da te. Non mentirò, non posso dirti di amarti ora, ma mi ricordo ancora com’era quando lo facevo..ti basterà?”
“Mi è SEMPRE bastato.” Disse Lara e allacciò le mani al suo collo.
 

I baci di Loki sui suoi seni, sulle sue gambe e sulle sue mani, sulla sua bocca, non erano volgari, ma sensuali e carezzevoli, velati di malinconia, tristezza , ma anche amore.
Fu bello e avvolgente.
E Lara non potè fare a meno di pensare che un figlio nato con queste sensazioni, sarà per forza speciale.

Loki nel frattempo, pensava che alla fine il fato era bastardo, ti dava quello che desideravi, solo quando lasciavi andare l’ossessione, solo quando dimostravi di non averne più così disperatamente bisogno.




 






















Note dell'autrice: vi ho sbalordito? Eh? Eh? Ehhhhh??? ahhah xd
allora, avete colto i miei riferimenti a Harry Potter? LOL
non vi dirò se i nomi erano solo uguali o se sono davvero le loro reincarnazioni xd
dico solo che sono divisa a metà, da una parte questo capitolo mi sembra perfetto, dall'altra mi sembra una cazzata
sono confusa xd
cerco di fare un altro capitolo, ora che mi sento che ce la posso fare xd

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Capitolo 15
*** Sam e Dean incontrano la Morte ***


Dean era rimasto sconcertato da quello che Sam gli aveva rivelato.
“Quindi noi…saremmo cugini?” chiese Dean incredulo.
“No.” lo corresse Sam. “Ricordi? Mio padre non sarebbe DAVVERO fratello di tuo padre! È stato adottato da Giove.”
“Certo..certo..cavolo però, è davvero un bel casino. Ma tu sei certo..non è che..ti hanno mentito..”
Sam scosse la testa.
“Volevano che vedessi queste cose, credimi, sono sconvolto anche io, Dean. Spero solo che Jael non lo sapesse. Non sopporterei di essere stato tradito anche da lui.”
 
 
 
 
 
*
Jael non sapeva niente. Si abbracciarono a lungo quando Sam tornò a casa per affrontare il discorso. Raccontò a sua madre e suo padre quello che aveva scoperto e loro gli rivelarono che lo avevano sempre saputo ma avevano mantenuto il segreto per proteggerlo.
Sam aveva prima chiesto alla madre di parlare da soli, perché se si fosse trattato di un tradimento, non voleva mettere in crisi il loro matrimonio, ma la madre lo aveva abbracciato, rassicurandolo, dicendogli che il matrimonio con suo padre era in crisi, nonostante la nascita di Jael e solo dopo l’incontro con Loki, riuscì a lasciarsi tutto alle spalle. Aveva contattato poi la sua famiglia, spiegando tutto ed era stata perdonata.
Sam pensò che davvero la sua era una strana famiglia, ma fu contento che non si trattò di tradimento.
 
 
*
Tempo dopo, la loro vita fu scossa nuovamente da una cosa che li segnò molto.
Morte fu imprigionata da un brigante, incatenata, da un uomo che non voleva morire, condannando tutti i poveretti a soffrire in eterno, quelli che avevamo delle malattie incurabili.
Quando dopo mille peripezie, Sam e Dean riuscirono a liberare la Morte, consapevoli che grazie a lei, tante sofferenze che supplivano il cuore dell’uomo, avrebbero avuto fine, la Morte guardò Sam e Dean negli occhi con aria grata e sorrise.
Aveva il volto di una donna bellissima, vestita di bianco con lunghi capelli ricci castani.
“Voi mi avete liberata e voglio fare anche io una cosa per voi. Darvi un regalo. Svelarvi quello che eravate prima di essere Sam e Dean.”
E in un attimo scomparvero.
Sam e Dean non lo sapevano ancora ma stavano per rivedere il mondo delle anime non ancora nate.






















Note dell'autrice: non sto neanche a scusarmi per la cortezza del capitolo..ve l'ho detto che voglio solo finirla al più presto ç_ç
cmq la cosa della Morte, ha a che fare davvero con una puntata della serie Xena, vi consiglio di vederla.

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Capitolo 16
*** Il ritorno nel mondo degli omini di fango ***


Aviso: per la comprensione di questo capitolo, è indispensabile aver letto/rileggere il capitolo 3 e soprattutto RICORDARLO XD

Il mondo dgli omini di fango



La figurina dai capelli rossi



Sam e Dean avevano rivissuto tutta l’esperienza pre nascita di quando erano omini di fango, ma in maniera inconsapevole, e stavano continuando a camminare, visitando quel mondo così strano ai loro occhi.
Era un mondo…PURO. C’erano anche le montagne, erano bianche, quasi incolori, pure.
Come gli alberi. Però era strano, era come se nulla di tutto quello fosse reale, come se fosse solo una copia.

“Un’anticipazione di qualcosa.” disse Dean ad alta voce.
“Come?” chiese Sam stranito, fermandosi.
“TUTTO ciò che ci circonda..è come una maschera..come coperto da un velo, come un qualcosa che si nasconde..che non è pronto.
Sam arcuò le sopracciglia.
“Hai sbattuto la testa per caso?”
Dean rise.

“Queste..tutto questo, sono riproduzioni..riproducono fedelmente la realtà, ma…è tutto così etereo..evanescente..” si chinò ad afferrare una manciata di sabbia che da dorata diventò argentata prima di cadere a terra.
“Hai mai visto della sabbia argentata?”
“Mi stai mettendo paura, Dean..”
“Bene, perché sono spaventato anch’io.”

“Riprendiamo a camminare. Non può essere tutto così.”
“Così come?”
“Abbozzato..come fosse..disegnato!”
Sam cercò di rimuginare su quelle parole, fino a che qualcosa non calamitò la loro attenzione.
“SAM!! CHE DIAVOLO è QUESTA???”
Sam cacciò un grido.
 
Quasi come se fosse amalgamata con la roccia stessa, dallo spuntone di roccia dove scendeva una specie di cascata, c’era situata una piccolissima teca di cristallo con dentro QUALCOSA.
Capì subito lo stupore di Dean.
La teca ospitava un essere vivente.
“Mio dio, Sam!!”
“Scccchhhh, potresti spaventarla!”

“Ma che cos’è? Una farfalla? No, non toccarla!”
“Oh, Dean, cosa credi mi possa fare? Mordere? E comunque non è una farfalla, è..”
“UNA FATA??”
“Oddi sì…che carina..”
“Carina?”
“Sembra carina.”

Dean si sporse per guardarla. Una minuscola figurina rossa riposava all’interno.
“Una fata rossa?”
Sam rise.
“Che cè da ridere? Magari è figlia del diavolo!”

“Dean, questi..sono i suoi capelli..credo sia appena nata.”
“Mmm..Sam non mi piace per niente questa cosa..dovremmo lasciarla dov’è. Ci sarà una ragione se l’hanno lasciata li.”
“Dean..guarda la teca. Si muove..”
“Oddio, oddio..lo sapevo io che..”

“Sembra..come un uovo.credo stia per nascere.”
Si volse a guardarlo.
“Non..pensarci nemmeno..”
“Non possiamo lasciarla da sola. Morirà!”

E Dean vedendo la supplica in quegli occhi di smeraldo non seppe dire di no al suo nuovo amico.



Dritto davanti a sè non si può andare molto lontano



 Sam si prendeva cura dell’esserino costantemente.
Dean all’inizio lo catalogava come “esserino” poi divenne “essere” poi “cosa” e poi cominciò a pensare a lui come a un demone.
Un demone, pensava lui, che assorbiva l’energia vitale del suo migliore amico e chissà perché lui invece sembrava esserci così attaccato.
“Guarda, Dean! Si sta schiudendo!” disse Sam, vedendo l’ampolla infrangersi in minuscoli pezzi che divennero cristalli di neve per poi dissolversi nel nulla.
Dean solo a quella vista ebbe i brividi.

La teca non era una vera teca, ma più che altro era come un ventre materno, peggio, come un uovo, trasfigurato da teca. Infatti la teca era impossibile da aprire prima del tempo, a meno di nom buttarla a terra e romperla. Dean ci aveva pensato svariate volte, ma era consapevole che se l’avesse fatto, l’esserino sarebbe morto, probabilmente, e Sam non gliel’avrebbe perdonato.

Quando però, la teca – uovo si disgregò e quei minuscoli frammenti di cristallo, svanirono, ebbe la conferma che era tutto sbagliato.
I cristalli non svaniscono, non diventano neve e non si dissolvono nel nulla, le piccole fate non nascono da strane teche uovo.
O forse sì? In fondo Dean non aveva mai davvero visto una fata. Non sapeva come nascevano.
 
“Dean! Dean, oh, hai visto?? È nata!!”
Sam gli si era accollato tra le braccia e Dean si sentì un po' in colpa.

C’era da dire che per quanto inquietante, il momento del “parto” era stato emozionante.
Quindi per pochi attimi si era sentito davvero emozionato assieme a Sam.
Ma era stato solo quel giorno.
 
Sam insisteva per portare la pulce con loro, Dean continuava a pensare che fosse una cattiva idea.

“Sammy, non sappiamo cosa mangiano quelle come lei, non sappiamo di cosa ha bisogno, magari il suo habitat naturale è dove l’abbiamo trovata, non avremmo dovuto spostarla.” Diceva lui cercando di farlo ragionare.
Nel frattempo la fatina, addormentata, appollaiata sul collo di Sam come una scimmia, dormiva.
“Non la abbandonerò, Dean. Morirà se non ce la portiamo dietro. Non sa badare a sé stessa.”
Dean sbuffò.

“Sam, non sappiamo che cosa è. Guardati intorno. Hai mai visto qualcosa di simile a una cosa così? Nel posto da cui siamo venuti..” esitò.
Sam si fermò.
“Non c’erano, lo so. Nel posto da cui siamo scappati, vorrai dire. Dove ti ho trovato. E non ho abbandonato te, non abbandonerò neanche LEI.”

Dean sospirò. Aveva l’impressione che fosse una battaglia persa in partenza.
 
Per fortuna, in quella specie di mondo strano, dove il sole tramontava quando ne aveva voglia, sembravano non patire la fame. Di tanto in tanto, trovavano dei frutti dalla dubbia provenienza e la fatina si aggrappava a quei meloni giganti e li sgranocchiava.
“La pulce sembra ghiotta di quegli affari.” Disse Dean sorridendo e Sam gli sorrise di rimando, grato di quell’ascia tenuta giù.

Dean poi, si offriva di fare l’assaggiatore, pur di non permettere a Sam di mangiare per primo, avendo così tanta paura che Sam potesse mangiare qualcosa di avvelenato per lui.
“Così, tu proteggi me?” chiese Sam, abbracciandolo per le spalle.
“Qualcuno deve pur pensare a te, visto che tu sei così impegnato a proteggere la pulce.” Disse Dean con voce adorabile, accarezzandogli i capelli.
Sam rise. La risata sua era cristallina.

L a notte si accoccolava a lui e Dean era così felice che non gli dava fastidio neanche che la piccola fata era aggrappata a Sam.
 
 
Con il tempo però, le cose peggioravano e sembravano peggiorare in concomitanza con la crescita dell’essere.
La fatina cresceva, aveva un corpo ibrido, senza genitali apparentemente, sembrava non soffrire mai il freddo e aveva sempre fame. Sempre. Mangiava erbe, sassi, con inquietudine crescente di Dean.
“Ha fame e qui non c’è altro.” Diceva Sam.
Ma le sue parole erano sempre più strascicate, i suoi passi sempre più pesanti, la sua temperatura era sempre più fredda. Quando Dean spostava la fata dal suo corpo, quando dormiva, Sam diventava aggressivo.
“Lasciala qui! Vuole dormire con me!!”

“Che si trovi uno spasimante della sua taglia.” Replicava Dean facendo ironia.
“Dean!!”
“No, Sam, ascoltami. Questa..cosa..ti sta facendo qualcosa. Ti sta prosciugando. Non lo vedi? Sei sempre irascibile, rispondi male, mi GUARDI MALE, andavamo così d’accordo prima che arrivasse lei e..”
“È questo il problema! Tu..tu sei..GELOSO. Ecco cosa!!”

Dean rimase basito e ferito a quelle parole.
Si rivolse alla luna, chiedendogli aiuto.
Un grosso astro luminoso, argentato, indifferente alle sue preghiere.
“Aiutatemi..qualcuno mi aiuti.”
 
 
Un giorno, perse la pazienza.

Sam a malapena si reggeva in piedi. La fatina, aveva raggiunto l’altezza di una bambina di sei anni, ed era ORRIBILE, aveva gli occhi infossati, iniettati di sangue e si aggrappava a Sam come un’anguilla, lo tempestava di parole che non riusciva a capire, come una specie di nenia.
Dean sperò che impazzisse lui stesso per non dover sentire più niente, poi non ce la fece più e quando vide una specie di oasi vicino a loro, gettò Sam lì dentro, con una spinta.

“AHHHHHHHHHHH!”

Dean cominciò a prepararsi alla sfuriata.
“ma sei impazzitooooo!”
Dean tirò un sospiro di sollievo, si aspettava di peggio.
Sam non venne fuori, restò lì a sospirare e Dean temette che stava per perdere il senno, poi lo vide rilassarsi e restare a peso morto nell’acqua.
“SAM, CHE TI SUCCEDE, SAAAAAAAM!”

Non può essere così gelata..
Si gettò per andare da lui, incurante del piccolo demone che li guardava come un corvo in attesa con i capelli scarmigliati simili a quelli di una piovra.
“Sam..ehi, piccolo..”
Sam si aggrappò a lui, sospirando, come un cucciolo bagnato, Dean si preoccupò ma Sam sospirò, rilassato come per la prima volta dopo giorni.
“Che bella l’acqua...grazie Dean..”

Ora Dean lo sapeva. Per quella piccola pulce avrebbe fatto l’impossibile. Anche devastare una montagna.
Ritornò alla riva, con Sam in braccio, che sembrava rinato.
Il demone a pochi passi, guardò Dean e i suoi occhi color sangue diventarono quasi liquidi, si aggrappò alla sua gamba, come se fosse una bambina piccola che richiedeva attenzione.

Da un po' di tempo si erano occupati di vestirsi con delle vesti bianche che avevano trovato in giro, chissà come erano riusciti a cucirsele addosso e ora dentro quella sorta di veste che sembrava una veste fa bambina, gli sembrava davvero una fanciulla innocente, che voleva solo l’attenzione della mamma.
Forse mi sto sbagliando..è solo una bambina.. pensò.

“Dai, vieni qui, pulce, lascia stare Sammy per un po'..ha appena fatto un giro nell’oasi. Ha bisogno di riposo.”
 
Sammy si addormentò e Dean si fermò a pensare al da farsi, ma proprio quando si era ricreduto su quella bambina, la trovò che stava banchettando con delle carcasse non meglio identificate di animali.
È un mostro. È un mostro. Pensò disperato, mettendosi le mani nei capelli.
 
 
 
L’indomani mattina, come da manuale, discussero a tal proposito. Litigarono molto e Dean minacciò di andarsene.
“Se SCEGLI un demone al mio posto, allora io me ne vado.”
“Dean, non essere stupido. Non puoi essere geloso di una BAMBINA.”

“Quella è figlia del DEMONIO. Quante bambine farebbero quello che ha fatto lei? No, Sam, mi dispiace, ma se scegli lei, io..io me ne vado!”
Sam l’aveva guardato ferito, e con espressione glaciale, gli aveva detto: “ALLORA VATTENE!”
Dean, espressione ferita e disorientata, aveva detto “Molto bene. Allora..addio, Sam.”
Sam, labbro tremulo e occhi liquidi, non aveva risposto.

Quando Dean si era allontanato, solo quando divenne una figura in lontananza, seduto a terra, si era messo le mani in faccia e era scoppiato a piangere.
 
 
 
*

Dean aveva fatto pochi passi prima di crollare su un masso poco distante.
Lì, subendo le trasformazioni impietose dell’astro sopra di lui, era crollato in singhiozzi che gli laceravano il cuore.
Come aveva potuto SUO FRATELLO fargli questo, scegliere quell’essere abbietto che si accaniva su carcasse di animali, che gli rubava energia senza provare rimorso, che aveva lunghi solchi neri al posto degli occhi, come?

Sopra di lui, la luna, divenne ENORME, un grosso cerchio nero come l’eclissi, sembrava condannarlo all’esilio, alla morte, all’oblio.
Sì, l’oblio era la rinuncia all’amore, era una vita senza chi amavi.
Dopo alcuni minuti di tormento, sentì il cuore fare ancora più male, un calore tormentoso farsi strada senza più al petto, alzò gli occhi al cielo.
Una grossa luna rossa al posto del cerchio nero e seppe che l’inferno era una vita senza amore e lui ci era finito attraverso.
Crollò a terra, desiderando di svenire, di morire presto, per non sentire più tanto dolore.

Pensò che fosse passata un’era glaciale. Uno strano miscuglio di freddo e calore lo irradiavano trapassandolo senza pietà per poi cullarlo in una sorta di dolorosa tranquillità, come forse trapassato da fasci di luce che brillavano.
Alzò gli occhi e pensò che la notte non era mai stata tanto bella.
Le stelle brillavano più di fari luminosi, come se si trovasse in una gigantesca New York o forse in una notte fatata, una notte di sogno.

La luna, sempre piena, brillava ed era argentata, e Dean seppe che la bellezza trafiggeva con dolore.
Ma era piena d’amore, di quello che quando non c’è, brucia peggio delle fiamme, intrappola peggio delle catene.
Seppe che una vita senza Sam, era peggio di qualsiasi cosa e tornò indietro, pregando che in quel mondo assurdo, lui non avesse fatto tanta strada.

La logica suggeriva che se era stato fermo tanto a lungo, Sam doveva averlo superato PER FORZA ma si ricordò di una frase che aveva letto una volta in un libro e pensò che nei mondi assurdi non bisognava seguire la logica perché la logica non esisteva.
Per logica avrebbe dovuto correre DRITTO DAVANTI A SÈ.
Ma Dritto davanti a sé, non si va molto lontano, così diceva il libro.

E quindi incurante della logicità, tornò indietro, come dovrebbero fare tutti quelli che amano, che si rendano conto di aver fatto una grande gigantesca immane cazzata.
Se tutti avessero ragionato in quel modo, Dean lo sapeva, si sarebbe vissuti in un mondo migliore.
Dritto davanti a sé non si può andare molto lontano.







L'allontanamento di Alisea





Dean corse con tutte le forze che potè, pregando che non fosse troppo tardi e trovò Sam a terra, carponi, piangente, davanti a lui, il DEMONE.
Il demone cercò di avvicinarsi a Sam, ma Dean gli diede una manata e lei cadde a terra.
“DEAN!”

Sam piangeva, Dean lo fece rialzare e lo strinse a sé.
Un lamento terribile li avvolse.
La creatura.
Si girarono, stretti l’uno all’altro, Sam con la testa poggiata sul suo petto.
“Dean!! Lei ha cercato di..di soffocarmi..io l’ho spinta via..ma avevo..avevo così tanta paura!”
“È passata..adesso è passata, Sam.”

“Uiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnn…” la creatura sembrava furibonda e fuori di sé, Dean aveva una paura dannata, ma dentro di sé, un’unica preoccupazione:
PROTEGGERE SAM.

Poi la creatura sembrò accartocciarsi su sé stessa, dal nulla, attorno a lei comparve un alone dorato e si ritrovò all’interno di una sfera appiccicosa e con enorme sorpresa dei due ragazzi, RIMPICCIOLÍ.
La sfera si rimpicciolì anch’essa, insieme a lei, e poi schizzò via, come se fosse stata un ufo, fino ad agglomerarsi con una montagna.
“Dean!!” Sam scoppiò in singhiozzi sul suo petto e Dean continuò ad accarezzargli i capelli, per farlo calmare.

Sam non voleva smettere di piangere, Dean gli prese il viso tra le mani.
“Guardami, guardami. È tutto finito. Lei..se n’è andata.”
“È la prima volta che dici LEI, di solito la chiamavi sempre mostro, o la cosa.”
Dean assunse un’espressione dispiaciuta e Sam si gettò ancora di più sul suo petto.

“Perdonami. Io volevo solo proteggerla. Credevo fosse innocente, Indifesa. Non volevo..ferirti.
“E io non volevo ferire te. Non ho capito i tuoi sentimenti, perdonami..ero forse..sì, oltre che preoccupato, ero geloso. Io credo.!
Sam si asciugò gli occhi con una mano,
“Ci sei stato sempre solo tu..ma lei..pensavo..io non lo so..”
Poi guardò Dean in faccia.

“Te ne sei andato..quando te ne sei andato..io ho iniziato a odiarla.”
Dean scosse la testa.

“Sapevo che non sarei riuscito a lasciarti, appena ti ho perso di vista. Si fanno così tante cose stupide per colpa dell’orgoglio. Ho pianto anche io lo sai? Non so cosa mi hai fatto piccoletto..”
Sam lo abbracciò di nuovo di slancio e ricominciarono i singhiozzi e Dean si permise di far cadere anche lui qualche lacrima sul viso.
“Dean..secondo te che cosa era?”

“Non lo so, Sam..qualcosa di maligno, di sicuro..ma adesso..sono solo contento che se ne è andata..dio..non so cosa avrei fatto se non fossi arrivato in tempo, poteva UCCIDERTI..e io TI HO LASCIATO SOLO.”
In preda ad un dolore immane, Dean lasciò un urlo e lasciò Sam, poi prese a fare a pugni con la roccia davanti a sé, Sam spaventato, gli tolse le mani da li.
Gli tenne le mani ferite tra le sue, portandosele alle labbra.

“No! Nessuno deve più farsi male..non voglio più vedere nessuno ferito. Neanche te. Basta dolore.”
Dean lo guardò e gli disse solo:
“Va bene, va bene,. piccolo, vieni qui.”
Sam lo abbracciò e come una litania, continuava a chiedergli di perdonarlo.

“Non hai nulla da farti perdonare, anzi, Sammy, perdonami tu. Ti prometto che non ti lascerò più, mai più.”
“Mai più. Suona bene.” miagolò Sam.
Dean prese Sam per la mano e continuarono il loro cammino insieme, un pensiero che turbava Dean affacciò nella sua mente:

“Non posso lasciarlo solo, se non lo proteggo, Sammy rischia di morire.”
Non aveva idea dell’ironia della cosa, visto che quello era il mondo delle creature che stanno per nascere.







Avviso: in quest'ultimo lungo paragrafo ricalchiamo il capitolo 3 ma dal punto di vista di Sam, quindi aggiungiamo dei pezzi di suoi pensieri. Vi dico anche che i capitoli sono venuti un'altra volta incasinata e sarò costretta dunque a fare nuovamente un capitolo unico ma non so se lo farò subito, 
Cmq dopo questo, Sam e Dean torneranno al presente, o meglio alla loro storia del Medioevo xd e parleranno di quello che hanno ricordato qui!
Dai che la storia va avanti xd





 

Sarò coraggioso per te




Era di nuovo notte in quello strano posto ed erano seduti sulle dune. “Sam.. stavo pensando.. se è bello stare qui..dove non c’è NIENTE..IMMAGINA..come potrebbe essere..se trovassimo altro...” diceva con voce sognante.
Sam si puntellò sui gomiti.
 
“Che cosa intendi dire? Non c’è niente oltre a questo”
“Ma tu tempo fa mi dicesti che per chi vuole vedere c’è altro....”
“Abbiamo camminato per tanto e non c’è altro.. Come hai visto tu..eccetto questo posto..e LORO..”
 
Dean vagò con lo sguardo sugli androidi che non davano retta a loro.
“Credi che dovremmo liberarli?”
“No..”
 
“Ma tu hai liberato me..non siamo egoisti noi a non liberare loro?”
“Non so spiegartelo..ma è come se sapessi che non dobbiamo..se si accorgono che li liberiamo..faremo una brutta fine..e torneremo come prima..”
 
Dean tornò a guardarlo con uno sguardo solenne e Sam si sentì piccolo piccolo. Abbassò lo sguardo mortificato.
“Lo so, sono un vigliacco. Lo sono sempre stato. Lo sarò sempre.”
 
“Sam..guardami..” disse Dean, tirandogli su il mento.
Sam lo guardò negli occhi.

 “Sei il ragazzo più coraggioso che abbia mai conosciuto e un giorno lo scoprirai anche tu.”
 
Sam lo guardò senza capire. Cosa gli stava dicendo?
 
Ma Dean non sapeva spiegare perché l’aveva detto, era una cosa strana. Era come una frase che doveva ancora dire, un anticipo di qualcosa. Era molto strano.
 
Dopo qualche secondo di silenzio, Dean disse guardando l’orizzonte:
 
“Sam non c’è niente qui, dopo questo, ma se ci fosse...”
Dean si voltò verso Sam a guardarlo e vide che lui ricambiava lo sguardo.
“Verresti con me?”
 
“Io ti seguirei ovunque, Hercules!” Disse Sam, fiero, con lo sguardo luminoso e ardente.
 
Qualcosa bruciò nel cuore di Hercules/Dean, fiammeggiante.
 
Proseguivano le ricerche per il nuovo mondo.
Qualunque cosa ci fosse, da un’altra parte, Sam e Dean lo stavano cercando.
Spesso trovavano pezzi di stelle tra le rocce o filoni argentati come uno strano e intrigante filo di Arianna.
Seguivano questi strani simboli come cacciatori curiosi.
 
E il paesaggio sembrava cambiare per lasciare posto a scenari interessanti.
Posti dove tanti soli tramontavano, così tante volte da perdere il conto.
 
Rocce, tante rocce, come se ci fosse il mare a pochi passi, ma nessun mare li attendeva.
E cieli infiniti.
 
Avevano perfino trovato una piccola capanna, che sembrava fatta di sole.
 
“Un’anticipazione di qualcosa.” disse Dean ad alta voce.
“Come?” chiese Sam stranito, fermandosi.
“TUTTO ciò che ci circonda..è come una maschera..come coperto da un velo, come un qualcosa che si nasconde..che non è pronto.

 
Questo aveva detto Dean.
Sam si mise a pensarci su.
Le stelle non nascono tra le rocce..ma qui sì. E da nessuna parte i soli tramontano tante volte al giorno e le rocce…le rocce non portano a nessun mare..non visibile..
Sam provava mille brividi mentre pensava a questo.
 
“Pensaci, Dean, potremmo restare qui per sempre, in questa capanna, dove il sole splende sempre e riscalda e illumina sempre il posto dove giaciamo.” Diceva Sam fuori dalla capanna.
“Possiamo avere di meglio, Sam.”
 
“Credi davvero che potrebbe esserci qualcosa di più bello di questo?” chiese Sam, sdraiato sull’erba.
Dean, sdraiandosi a sua volta vicino a lui, disse:
“Mio giovane amico, sì, certo che c’è.”
 
Ma in quel momento, per la prima volta, Dean credette di no.
“Dean..” disse d’un tratto Sam.
“Sì..?”
Sam tentennò, sembrò farsi cupo.
 
“Se tu..trovassi ALTRO..qualcos’altro meglio di me, per essere felice..”
 
“Che cosa dovrei trovare?” chiese Dean scoppiando a ridere.
“Tutto..qualsiasi cosa..” disse il minore.
“Sam..”
 
“Se tu..metti caso che lo trovi..ti dimenticherai di me? Mi lascerai? Non ti servirò più?”
Dean ci pensò su per un po' e Sam trattenne il fiato.
Poi Dean disse:
 
“Sam..io avrò sempre bisogno di te, e non mi dimenticherò mai di te.”
Sam sorrise.
“È una promessa?”
“È una promessa!”
 
Sam allungò una mano e Dean gliela strinse.
“Dean..” disse Sam con le mani ancora giunte.
“Sì, Sam?”
 
“Qualunque cosa accadrà, questo sarà sempre uno di quei momenti, che non mi scorderò mai.”
 
“Neanch’io.” Disse l’altro e sciolse la stretta per abbracciare l’amico.
 
*
 
I due amici avevano lasciato da tempo la casetta e scalavano senza sosta la scogliera, si riposarono per un po', fino a quando Sam non vide in un breve ruscello, dei pesciolini molto strani.
Erano bianchi.
Qualcosa dentro di lui tremolò.
Quei pesciolini sembravano dentro un viaggio nel tempo continuo.
Diventavano grandi, poi tornavano embrioni, poi ancora grandi.
Ne prese uno tra le mani e poi lo lasciò andare, tremando.
Il pesce era diventato sabbia liquida tra le sue mani, per poi tornare embrione e ancora pesce una volta caduto nell’acqua.
“Sam! Che stai facendo? Riprendiamo la nostra camminata? Sento che ci siamo quasi!”
Loro, sento che sono vicini. Stanno per raggiungerci.” La voce di Sam tremò.
Dean gli fu vicino in un lampo, le mani sulle spalle.
 
“Non ci prenderanno mai. Le guardie o qualunque cosa siano quegli esseri che hanno cercato di fermarci, non ci riporteranno indietro. Loro vogliono impedirci di fuggire, perché questa è l'aldilà, ma mio giovane amico, insieme ce la faremo a scappare. Ci manca ancora poco, ho bisogno che tu sia al mio fianco.”
Sam guardò la figura di Dean, stagliarsi al sole. Nessuna ombra faceva capolino sulla sua figura.
“S-sì.” Rispose Sam, tremando.
 
 
Questo è un mondo vuoto..è un mondo fittizio..una grossa gabbia dorata..noi non esistiamo..o..non siamo mai nati. Proprio come questi pesci. Non possiamo andare da nessuna parte.
In lontananza, mentre dormivano davanti a un fuoco bianco, Sam aveva visto delle figure avvicinarsi. Le guardava con preoccupazione.
“Sam…come va la guardia? Stanno arrivando?”
“No. Dormi, amico.” Disse Sam, accarezzandogli i capelli.
 
Il suo cuore sprofondò un po' di più.
Sam non visto, lasciò che delle lacrime scivolarono dalle sue guance.
Anche chi non esiste, può provare dolore?
 
*
 
“Sam!! Guarda! Siamo arrivati. È la FINE!” fu l’urlo di Dean, una volta che arrivarono sull’orlo di un precipizio.
“Dean..io non credo che…”
“Finalmente! Dobbiamo solo SALTARE!” disse lui.
 
Ma appena si avvicinò, un enorme precipizio nero, come una voragine di vuoto, sembrò atterrirlo e confonderlo.
“No! Non è possibile.. Io avevo visto un ponte..segnato da un arcobaleno..le fate che volavano intorno.. un enorme portale..” disse smarrito Dean.
“Era solo un’illusione, Dean..” disse Sam affranto.
 
“No!! Non è possibile. È questa l’illusione. Vogliono ingannarci, confonderci, impedirci di raggiungere l’uscita!!”
“Dean…” disse affranto Sam.
 
“Dobbiamo andare! Dobbiamo saltare, Sam! Ascoltami! È come l’Universo oltre i quasar, un posto dove andare per scoprire cosa c’è!!”
 
Ma Sam, zittì le sue proteste con un lieve bacio sulle labbra, mentre delle lacrime rigavano il suo volto.
“Non esiste nessuna uscita.” Disse Sam.
 
“Cosa’? No! Ti stai arrendendo, non devi!! Noi dobbiamo farlo! Dobbiamo andarcene, dobbiamo uscire da questo incubo!!” disse scrollandolo.
 
In quel momento, guardie armate e fantocci arancioni, arrivarono a interrompere il dibattito tra i due.
 
“Non esiste via d’uscita dalla VITA, Dean. Nemmeno la morte può arrestarla.” Disse una voce.
I due ragazzi si voltarono.
 
“Così è stato e sempre sarà.” Disse la guardia.
Dean guardò confuso, la guardia.
 
“VITA? Credevo stessimo scappando dalla morte.”
 
Le guardie scoppiarono a ridere, come se il tipo avesse detto una cosa molto divertente.
 
“Guarda il precipizio, figlio di Un Dio, dimmi cosa vedi.” Disse la guardia, alzandolo a molti metri da terra.
“Ouffff….Cough…Lasciami!”
 
“Vi prego, non fategli del male!” le urla di Sam erano per Dean più dolorose del quasi soffocamento.
 
“Dimmi cosa vedi!”
Con grande fatica, Dean guardò il precipizio.
 
“U-una grande voragine. Nera ed eterna. Come la morte. Come l’Universo.”
“Guarda – meglio.”
 
Dean si sentiva svenire. Chiuse gli occhi e li riaprì, cercò di concentrarsi.
 
“A-acqua..” una piccola distesa d’acqua arrivava, dapprima piccola, poi si allargava sempre di più come l’acqua di un pozzo.
La guardia sorrise.
 
A volte cammino nell’oscurità come un cieco. Faccio un passo davanti all’altro, nella speranza di non cadere in un abisso.
 
L’oscurità, dove tutte le cose vengono generate, in un ventre femminile o sotto la feconda Terra, quando sono ancora troppo deboli per sopportare la luce del sole.
 
Non è forse anche la speranza un seme? Cosa sappiamo di quello che ci aspetta nel buio? Finchè la luce non lo svela, è potenzialmente ogni cosa.
 
La speranza della vita…o il terrore…della Morte…” recitò la guardia.
 
Dean si voltò verso il ragazzo a pochi passi da lui.
 
“Sam…”
“Dean…”
 
La guardia continuò, facendo barcollare il ragazzo a penzoloni nell’abisso.
 
“Vi prego, risparmiate lui. Almeno lui.”
“Nulla..è ciò che sappiamo del buio. Cosa ci attende tra le sue pagine?
 
L’orribile terrore della Morte…o la terribile speranza della vita??”
 
E su quell’ultima frase, Dean sgranò gli occhi, nell’esatto istante in cui la guardia lo fece cadere nell’abisso.
 
Sam stava guardando il punto in cui Dean era caduto. Era in ginocchio e aveva lo sguardo vitreo, come se fosse morto.
Una mano arrivò ad accarezzargli i capelli.
 
“Non ti preoccupare, rivedrai il tuo amichetto molto presto. Tra quattro anni.”
A quelle parole, Sam aprì la bocca e i suoi occhi s’ingrandirono di stupore. Tremò.
“D-davvero?”
Le altre guardie annuirono.
 
“Sei stato molto bravo, Sam. Quando vi incontrerete di nuovo, nella vostra nuova vita, Dean sarà fortunato a poter affidarsi ad un amico tanto intelligente… un amico come te.”
 
“Intelligente..” ripeté Sam inebetito.
“Intelligente, ma certo. “ rispose un’altra guardia. “Non è da tutte le anime, capire prima del tempo, prima della fine del gioco, che questo non è l’aldilà, ma il mondo delle anime non ancora nate, che aspettano di nascere.”
 
“Avete giocato con noi! Non abbiamo mai avuto nessuna possibilità di scappare da qui… ma ce lo avete fatto credere..”
“Lo facciamo con tutte le anime. Aiuta a prepararle per la Vita, un mondo dove tutti giocheranno con la vostra di vita.”
 
“Verrai con noi, adesso? Potremmo costringerti, ma per noi è lo stesso. Se cercherai comunque di raggiungerlo, non tornerai comunque alla vita e la voragine ti farà soffrire enormemente per averci provato.”
Sam abbassò lo sguardo.
 
“Preferisco restare solo…Non cercherò di farmi del male.. Il dolore più grande lo sto già provando adesso”
 
“Sei sicuro?. Quattro anni sono tanto, tanto tempo, anche per un’anima, da aspettare.”
 
“Sì, sono sicuro.” Disse Sam.
Quando le guardie se ne andarono lasciandolo solo, Sam diceva al vuoto "Un amico come te.." con lo sguardo vitreo.
 
 
Amico mio..tu mi dicesti  “Sei il ragazzo più coraggioso che abbia mai conosciuto e un giorno lo scoprirai anche tu.” Ma la verità è che non sono coraggioso ma solo un codardo!” disse Sam ad alta voce. “Avrei dovuto aggrapparmi a te! Impedire a loro di farti questo, di portarti via da me! E invece non sono riuscito a proteggerti, come non sono riuscito a proteggere LEI, sono un fallimento per tutti!!! Ho permesso che ti portassero via da me!!” si sporse a guardare la voragine piena di stelle.
“Quanta crudeltà, mio povero amico. Le stelle si fanno i fatti loro, sono indifferenti alla nostra sofferenza. Crudeli come la MIA DEBOLEZZA. Deboli. Siamo tutti DEBOLI.” Gridò. “Noi poveri umani, mediocri che ci riempiamo la bocca di tante belle parole che molto spesso si rivelano VUOTE, promettiamo di non abbandonare mai nessuno, di amarlo per sempre, di esserci SEMPRE, di non rompere mai una promessa, EPPURE..” affondò le mani sulla sabbia guardandosele sparire tra le dita.
“Eppure noi tutti ci annichiliamo dalla paralisi davanti il terrore della MORTE, non osiamo ribellarci, restiamo inutili, restiamo fermi, mediocri come la nostra inutilità, come le nostre parole vuote.” Guardò la voragine.
“Un amico come te, disse quell’uomo! Questo dunque sarà il mio destino? Quello di rincontrarci, i nostri destini sono legati come pensavo dunque! Ma come farai quando ti rivedrò? I nostri cuori sapranno riconoscerci, le nostre anime si riconosceranno??” sprofondò le mani nella sabbia.
“Sei il ragazzo più coraggioso che abbia mai conosciuto mi dicesti, eppure ho permesso che ti strappassero via da me. Perdonami, amico mio. Io avevo capito che eravamo senza via di scampo. Una prigione senza fine. Forse siamo morti, mi dissi, forse siamo all’aldilà., in paradiso..o forse in un mondo in cui non esistiamo, ma non pensavo..anche quando ho visto quei pesci , non osavo sperare..che potessimo nascere..perchè forse c’è qualcosa che fa ancora di più spavento, ancora più della morte e dell’eternità senza scopo, ed è la VITA..”
Pianse, pianse lacrime amare a quelle parole.
“Ma io dunque ti prometto, che quando infine tornerò da te, sarò L’UOMO che meriti di avere al tuo fianco, e ti amerò come meriti, in qualunque veste, io VIVRÓ per stare al tuo fianco, Dio mi è testimone, affinchè non possa scordare queste PAROLE!”
Un tuono squarciò quel cielo che sembrava fatto di cartapesta.
“È così dunque..” disse Sam guardando lo squarcio nel cielo. “La potenza di una promessa può scuotere e essere sigillata perfino da un cielo fatto di cartapesta, se è tanto sincera e dunque posso sperare che attraversi i confini dei mondi della realtà per arrivare fino a me. E io sarò coraggioso, Dean! Lo sarò per te, solo per te.” Disse solennemente e i suoi capelli smossi dal vento gli davano l'aria di un eroe tragico e romantico, poi mandò un bacio con la mano alla voragine.
Poi si voltò dando un ultimo sguardo alla voragine.
“E forse quando tornerò, io, le stelle non saranno più indifferenti, ma ci guarderanno e ci adoreranno.”  





 






















non so più in che lingua scusarmi..non lo faccio solo x rispetto alle altre mie storie che non sto aggiornando da molto più tempo..cmq rieccomi e non temete, questa parentesi durerà pochissimo..nella mia mente partorita almeno anni fa, sarebbe dovuta essere una cosa più lunga ma..niente va come ce lo si aspetta

il libro di cui parla Dean, è il piccolo principe, libro meraviglioso <333 leggetelo!! :)) <333 Devo confessare che sono molto orgogliosa di questo capitolo!!

perdonatemi se la tiro per le lunghe, ma non avete davvero idea di quanto sia importante questa parte, la parte su Alisea ha grande importanza e non vedo l'ora di portare la cosa su un diverso livello! Credo abbiate oramai capito che essendo il mondo delle creature non nate ancora, Alisea non era davvero viva, non ancora, quindi deve ancora nascere, ma allora cosa è davvero Alisea? Vi posso anticipare che ho preso l'idea da una cosa su Xena, non posso dirvi di più, ma quello che ricordano la prima storia di questa saga, credo sia facilmente intuibile :)) sapete non mi sono scordata degli altri personaggi, presto assisteremo anche alla storyline di Marika e Clere! state tranquilli :)) purtroppo avendo tantissimo in ballo, rischio di fare un polpettone di tutto ma ho tutta una scaletta in mente e la porterò a termine :))

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Capitolo 17
*** Parlare di quello che è accaduto nel mondo delle creature non ancora nate ***


Avviso: questo capitolo è in parte ispirato a una puntata di Xena dove la Morte viene imprigionata da re Sisifo (che in questa storia ho fatto invece morire prima ) è una puntata intensisima, credetemi, vale la pena di vederla, forse un giorno la racconterò in un missing moment ) 





Sam e Dean si erano risvegliati nel castello di Lamien, dove avevano infine liberato la Morte, imprigionata da un re capriccioso, ma allo stesso modo, infelice.
Erano per terra e si risvegliarono quasi contemporaneamente.
“Dean…sei..sveglio?”
“Sì..” disse l’altro, alzandosi a sedere.

Si guardarono per alcuni istanti, poi scattarono in piedi e si tuffarono l’uno nelle braccia dell’altro.
“Dean..tu…ricordi allora?”
“Oh, Sam, amore mio..come ho fatto..come ho fatto a dimenticarti? Perdonami.
“Perdona tu me, per averti lasciato.”

“Non dirlo neanche per scherzo. Se non l’avessi fatto, se non avessi dato ascolto a quei…quegli esseri…noi saremmo stati separati per sempre..chi sa il destino di quelli che gli disobbediscono.”
“Loro..non credo che siano cattivi, sai? Loro fanno quello che devono fare. È il loro compito. Un po' come la Morte, che abbiamo liberato..” disse voltandosi.
Dean rimuginò sulle sue parole.

“La morte. Una donna dolcissima con capelli lunghi e ricci come una fata, non crudele, ma dolce e misericordiosa e malinconica, odiata da tutti, eppure lei non manca di avere misericordia. Non ha chiesto lei di avere il dono di spegnere la fiamma della vita, eppure tutti la odiano per la sua natura, per il suo dono. Come odiano Marte, il mio povero fratello.”
Sam si volse verso di lui, un sorriso amaro ma dolcissimo a incorniciarlo.
“Lo consideri ancora tuo fratello..”

“SEMPRE lo considererò tale, anche se non abbiamo lo stesso sangue. Sai, Sammy, io..” gli prese le mani, facendolo avvampare. “Anche quando abbiamo parlato di un loro possibile amore, e quando li abbiamo visti entrare nella nostra stanza, svestiti, a rivelarci dei loro poteri ritrovati, non ho provato disprezzo, a vederli..erano così..sembravano così PURI..non sembravano neanche volersi nascondere da noi, come se fosse una cosa NATURALE il loro sentimento. Hai mai visto qualcosa di più meraviglioso, Sam? Un sentimento che non conosce vergogna, che non necessita di nascondersi, due persone che sono destinate a essere naturalmente insieme. Io penso, sì, penso che loro siano destinati a stare INSIEME, ecco perché sono stati premiati, ecco perché hanno riavuto i loro poteri.”

“Oh, Dean…” disse Sam, con le lacrime agli occhi e le sue mani ancora intrecciate a lui. “Parole meravigliose escono dalla tua bocca, io sono così tanto fiero di te..non so se è per via della tua natura di mezzo dio, a renderti tanto nobile, ma io non posso fare a meno di essere ancora di più orgoglioso di essere con te, di essere tuo amico, il tuo..posso dire amante?”
Dean rise, accarezzandogli i capelli.
“Certo che puoi dirlo, amore mio.”
Si baciarono.

Fu un bacio diverso stavolta, più consapevole, più profondo, più sentito, aveva in sé tutti i colori dell’arcobaleno.
“Dean, andiamo via per favore..in questo castello c’è stato così tanto dolore..non mi piace che ci baciamo qui.” disse Sam, Dean fu d’accordo e lasciarono il castello ma poco più lontano, spinse Sam contro una roccia e lo baciò per almeno cinque minuti.
 
 
“Dean…accidenti..come sei focoso..ho le labbra quasi consumate.” Ridacchiò Sam.
“Non mi sembrava ti dispiacesse.” Disse Dean accarezzandogli il mento e mordicchiandogli le labbra, facendolo gemere.
“Infatti..”
Continuarono a baciarsi, fino a quando non crollarono esausti ma contenti al fianco della roccia.

“Scusami ma..quello che ho visto..” disse Dean, accarezzandogli le ciocche dei capelli.
“Sono felice che la mia tristezza per la tua lontananza, ti esalti.” Disse Sam, scherzoso.
Dean impallidì, ma Sam rise, baciandolo di nuovo.
“Scherzavo.”
“Mpf..ascolta..è..stato tanto brutto? Aspettarmi, dico.”

“Io..non lo so. Forse. Sai, i miei ricordi sono un po' sfocati..lì credo tutto esista in un modo diverso, vivi in maniera diversa, insomma non è che non soffri ma non è come soffrire mentre ESISTI, capisci il senso?”
“Quindi soffrivi di meno, è questo che mi stai dicendo?”
Sam scosse le spalle.

“Quando soffriamo tutti noi pensiamo sia quasi come morire…ma per quanto possa ricordare..è stato meno terribile di quanto pensassi..non è come se pensassi che non ti avrei più rivisto, sai..mi concentravo su quel pensiero..vedendo tutte le cose che sarebbero nate da li a tra qualche anno, probabilmente…sai, quando vedi davanti a te la vita che non è..ancora vita..ma si PREPARA ad esserlo..tutto acquisisce un altro significato, un altro senso..io penso che se tutti noi avessimo l’opportunità di vedere una cosa del genere, la smetteremmo di dare importanza a cose futili. Il fatto è che la vita la diamo per scontata, non ci fermiamo mai a considerare che miracolo sia.ma quel mondo..te lo mostra. Ti fa vedere cosa diventerà quella specifica cosa ma non solo gli esseri umani…ma anche solo un pezzo di roccia o di montagna..io lo vedevo e pensavo-.questa è solo l’ombra, non esiste ancora..ma è così che diventerà…tra moltissimi anni e avevo i brividi..trovandomi davanti a qualcosa di più grande di me.”

Dean lo strinse dolcemente annusando il suo profumo e l’intensità di quelle parole.
“E pensare che io l’avevo quasi indovinato..ci ero andato così vicino…avevo parlato senza capire..che stupido..”
Sam sorrise a quelle parole e lo guardò dolcemente.

“Questo perché tutti noi esseri umani, abbiamo fretta..pretendiamo di capire senza intuire..vogliamo essere veloci senza imparare a essere lenti..un’altra cosa che ho imparato laggiù..imparare a essere lento. Ho imparato quanto preziosa è l’attesa.”
Gli occhi di Dean si riempirono un’altra volta di lacrime.
“Dean!! Ma..stai piangendo..”

“Io sono un mezzo dio, Sam..ma credimi, non posso fare a meno di pensare che tu sia la cosa più preziosa che mi sia mai capitata..”
“Dean..” anche gli occhi di Sam diventarono liquidi.
“E ti sbagli, è vero che sei coraggioso..e lo eri anche allora. Ci vuole un gran coraggio a aspettare senza impazzire, a continuare ad amare quella persona anche se a distanza e tu..mi hai aspettato...e hai continuato ad amarmi nonostante tutto.”

“Sempre te..” disse Sam accarezzandogli il viso e mettendo la sua fronte contro la sua.
“Dean..quella bambina…”
“Quel MOSTRO..”
“Ok..LEI…cosa credi fosse in realtà? Credi fosse..un essere umano?”
 
Dean si alzò e cominciò a muoversi a disagio.

“Non mi piace riparlarne, Sam..ma..io credo o meglio SPERO fosse un ostacolo, una prova mandata da noi apposta..”
“Perché avrebbero dovuto fare una cosa del genere?”
“Perché ci hanno lasciato camminare tanto avanti illudendoci di poter fuggire da li? Giocavano con noi, non mi meraviglierebbe quindi sapere che quella creatura fosse un’altra prova. Chissà cosa volevano ottenere. Io DEVO sperare fosse una prova, Sam..perchè altrimenti..”

“Significherebbe che da qualche parte nel nostro mondo, si sta preparando a nascere. O forse è già nata.” Disse Sam alzandosi.
Dean si mise una mano sul volto.
“Dei..no..questo no..”
“Dean, dobbiamo guardare in faccia la realtà! Era il mondo delle creature non ancora nate, quindi..”
“Magari la gravidanza è andata a finire male? Io ci spero.”
“Dean..non dire così..”

“Così? Sam, hai visto cosa ha fatto, cosa TI ha fatto, cosa è in grado di fare.”
“Sì, sì, lo so..ma chi lo sa, magari può cambiare. Sotto una guida esperta..sotto un po' di amore.”
“Tu l’hai protetta e gli hai dato tanto amore eppure non è servito.” Obiettò Dean.
Sam scosse la testa.
“Sto parlando dell’amore di una MADRE, Dean.”

“Dei! Non voglio neanche pensare a cosa potrebbe fare a degli eventuali GENITORI. Non è già abbastanza terribile pensare che una creatura del genere possa nascere? Una creatura che si finge innocente eppure è capace di uccidere fin dalle fasce. Pensare che possa anche avere dei genitori è…è troppo.”
“Eppure potrebbe succedere…e Dean…potrebbe fare del male.”
“C’è però la speranza che non sia ancora nata e che non succeda tra molti, molti anni ancora.”
Sam chiuse gli occhi.

Dean sospirò. “Perdonami, sono una persona orribile e anche un gran codardo..”
“No, Dean..non è questo, è che io penso che tutto accade per una ragione..”
“Cosa intendi?”

“Morte..non ha voluto solo sdebitarsi con noi..lei conosceva il nostro percorso e le creature divine non fanno niente, per niente. Tutto ha un significato..non fanno una cosa solo per..sdebitarsi, ma perché c’è uno scopo più grande! Così io ho conosciuto le ragioni della mia nascita, non perché sto simpatico a qualcuno, ma perché il mio destino è importante e anche il tuo probabilmente.”
“Certo. Ovvio. Siamo Dei!” obiettò Dean.
Sam scosse di nuovo la testa.

“Non credo sia solo questo. Io penso che noi siamo destinati a GRANDI COSE..e se il mio ragionamento è giusto, Morte ci ha dato questo ricordo non solo per sdebitarsi con noi, ma perché DOVEVAMO ricordare..voleva che ricordassimo LEI.”

Dei brividi percorsero la schiena di Dean.
“La creatura..”
“Già…”
“Quindi tu credi che lei..”
“Arriverà presto, sì. Dobbiamo star attenti, Dean.”






















Note dell'autrice: eccomi, ragazzi! Devo confessare che sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo ^_^
si capisce che mi è proprio piaciuto scriverlo??? <333
dai, ci ho messo 23 capitoli per arrivare a questo punto, ma d'ora in poi credo sarà tutto in discesa xd

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Capitolo 18
*** La bambina di Marika ***


Avviso: ragazzi vi consiglio caldamente di guardare la 3 x 4 di Xena e il testimone di Dahak, altrimenti capirete ben poco di questo capitolo.
Io ce l'ho messa tutta per rendere il testo più comprensibile possibile, ma solo se guardate la puntata, potete capire bene cosa succede, qui ho fatto solo un riassunto molto striminzito, perchè non avrei MAI potuto scrivere tutta la puntata, sarebbe stato troppo massacrante ç_ç
ho anche messo le foto per facilitarvi nella comprensione, lo so che non è molto, ma non credo che altri lo avrebbero fatto al mio posto :))
 
 
 
 
 
Xena e Olimpia.
Marika e Clare
 
 
Una ragazza bionda stava per essere venduta come schiava assieme ad altre ragazze, ma all’improvviso un cerchio rotante interruppe il tutto.
Era Clare, la principessa guerriera.
“Molla la ragazza, mostro.”
 
 
Clere aiutò la ragazza bionda, - Marika – a tornare dalla sua famiglia, la accompagnò ed accettò l’ospitalità per un paio di giorni. I genitori di Marika erano un po' prevenuti nei confronti della principessa guerriera per quello che ha fatto in passato ma ciònonostante, capirono ben presto che lei era cambiata, era buona adesso, combatteva per gli innocenti.
 
“Clare. Se partirai, io..voglio venire con te. Voglio viaggiare per il mondo. Scoprire posti fantastici, salvare le persone!!”
“Questo posto è troppo crudele per te, fanciulla, è meglio che resti a casa e sposi un bel partito.”
Marika però non voleva rassegnarsi a tornare alla sua vita di sempre e desiderava partire con Clère, diventando la sua compagna di avventure.
 
Durante la notte…
“Clare!! Clare!!”
Una ragazza bionda la stava inseguendo, mentre lei si allontanava diretta verso il bosco.
“Oh, Dei, non ci credo! Sei cocciuta, ragazzina!”
“Oh, Clare. Per favore portami con te. Non ti darò fastidio, ti aiuterò nelle battaglie.”
“E va bene. Andiamo.” Clare si era lasciata scappare un sorrisino.
“Ah, ah, hai sorriso. Ti ho visto.”
 
 
 
*
 
 
 
Clare stava rischiando la vita. Era adagiata su un telo, in bilico tra la vita e la morte.
“No…no..Clare..tu non puoi lasciarmi..tu sei la mia famiglia..”
Marika perse la testa e cominciò a picchiare dei pugni contro il torace dell’amica.
“Olimpia, lasciala in pace. Oramai è..”
“HHHHHHHHH.”
“Oh, oh, Xena. Xena. È viva!”
La abbracciò, portandosela al petto.
 
 
*
“Che cos’è una montagna se non un mucchio di massi? E che cos’è una roccia se non un grosso granello di sabbia?” chiedeva Marika, mentre passeggiava con Clare. “E che cos’è un grosso granello di sabbia..riesci a capire la mia teoria?”
“No! Che utilità possono avere queste informazioni per noi?”
“Non ne ho idea ma almeno abbiamo parlato di qualcosa lungo il cammino deò villaggio.”
“Ah, villaggi, villaggi che sono composte di case che non sono alto che grandi capanne che sono fatte di legno che viene dagli alberi che sono più grandi delle capanne! Quindi la tua teoria non è valida!”
“Riesci a essere così disarmante certe volte!” disse Marika sorridendo.
Clare e Marika si scontrarono con degli uomini che stavano portando dei prigionieri, Clare sembrava volerli lasciar andare ma quando sentì l’uomo dire: “Perché non ci uccidete qui, noi non ci sottometteremo mai a Cesare.”  Clare ordinò subito di lasciare “quegli uomini.”
“Per quale ragione?”
“Ce ne sono parecchie..” gliele elencò, poi aggiunse: “Arrivo raramente alla 4 ma quando lo faccio divento pericolosa.” Quindi gli uomini scapparono.
 
 
*
IL TEMPIO DI DAHAK:

“Cesare ha occupato il nostro grande tempio, temo che possa distruggerlo.”
“E a chi è stato dedicato?” chiese Marika, seduta per terra contro un albero, la bella gonna marrone da amazzone, in primo piano.
“Ecco..a una divinità a voi sconosciuta. Vorrei dirti di più ma..”
“Non fa niente, gli Dei che conosco sono già un problema.” Disse la bella Marika.
 
 
 
*
“Discordia, la vuoi finire? Ti ho già detto che non hai speranze. Il mio cuore è già impegnato.”
“Con VENERE, già..quella stupida donnicciola ochetta..preferisci lei a ME?”
“C’è bisogno di un equilibrio nel mondo..io e te..siamo troppo simili.”
“Equilibrio..quello che mancherà quando la nuova divinità arriverà in questo mondo. Distruggerà tutto ciò che noi abbiamo costruito.”
“No, non lo permetteremo mai.” Fu la risposta pronta di Marte.
 
 
 
 
 
*
Marte giocava con la sua spada facendola ruotare da una parte e l’altra.
Clere si avvicinò a lui.
“Il tempio! Non hai distrutto il tempio.” Disse con tono ironico.




“Che cosa c’è in quel tempio che sembra disturbarti così tanto?” chiese Clere.
“Non c’è posto per quella divinità nel nostro mondo! Questo è il mondo che noi abbiamo creato! Giove, Minerva, Nettuno, Plutone. Questo è il nostro mondo!”
“E prima di questo c’era il mondo dei titani. Oh è vero! Giove li ha deposti non è così? Avete solo paura che la leggenda possa ripetersi.”
“Qualunque cosa tu possa pensare, Clere, tu ci conosci, puoi amarci, puoi odiarci ma non siamo malvagi. Questa divinità lo è.”
“Malvagia per te.”
“Credimi, Clere!”
“E perchè dovrei??”
 
 
 
 
*
La nave su cui viaggiavano Marika e Clère fu attaccata, nella mischia, Clère credette che Marika si fosse salvata con l’equipaggio ma poi si accorse che lei non c’era! Era stata rapita da Cesare!
Capì che Boadicea le aveva mentito, le aveva fatto credere che Marika era con loro e invece non c’era.
Così cominciò la lotta per ritrovare Marika che era tenuta in ostaggio da Cesare.
Riuscì infine a ritrovarla e le raccomandò di stare lontano da Cesare, perché era come la fiamma che attira la falena.
Purtroppo le due amiche riuscirono a stare insieme per poco, nuovi combattimenti le divisero nuovamente, Marika si ritrovò da sola con il guerriero amico che le aveva parlato della nuova divinità e quindi andarono insieme nel tempio che Cesare voleva distruggere.
Qui trovarono le ragazze che volevano iniziare la cerimonia.
 
*
 
“Fin dall’inizio dei tempi, la divinità sta aspettando di chiudere il cerchio, il mondo che è suo ha raggiunto il momento del ricongiungimento, il vecchio mondo è lontano e un mondo nuovo è dinanzi a noi, tremate al suo arrivo. Ma prima la porta deve essere aperta, il sentiero con il quale arriverà, deve essere purificato con il sangue. Sangue puro, sangue innocente.”
Marika capì all’istante che c’era qualcosa che non andava.
“LASCIATEMI.” Gridò Marika.
“Ma di che cosa state parlando!” gridò l’altro uomo.
 
“Questo mondo dovrà finire oggi, la mano di Dahak spazzerà via la terra, portando il gelo dell’inverno per migliaia di anni e uccidendo cosi chiunque lo contrasterà.”
“Con questo sacrificio rendiamo lode a Dahak, signore dell’eterno fuoco.” Disse la donna di colore, brandendo un pugnale. Il suo amico era disteso su un altare e lei stava per pugnalarlo.
Marika si liberò di chi la teneva ferma e spinse via la donna, impedendo di fare del male al suo amico.
La donna cercò di attaccare di nuovo ma Marika per difendersi attaccò la donna con lo stesso pugnale che le era sfuggito e la pugnalò allo stomaco.
Rimase subito inebetita.
Lei non aveva mai colpito a morte nessuno.



La donna prima di cadere a terra, le sorrise, fregandosene dello sguardo perso della povera Marika.
“Ti ringrazio, Marika, ci hai aiutato a portare Dahak in questo mondo” il falso amico si alzò. "Aveva bisogno di un sacrificio e non solo di uno spargimento di sangue. Voleva che la tua purezza e la tua innocenza si trasformassero in malvagità e tu gliene hai dato la possibilità.



" Il mondo di Dahak avrà il sopravvento e TU Olimpia, ci hai aiutato in questo.”
“NOOOOOOOOO.” Gridò Marika, rendendosi conto subito di cosa aveva fatto.
 
 
 
*
Alla fine Clere riuscì a raggiungere il tempio e ritrovò l’amica che però era distrutta. Si trascinava per terra a fatica.
Lei raccontò di aver ucciso la donna.
“No..io non posso crederci..forse accidentalmente.” Disse Clere tenendola tra le braccia.



“No..no..io l’ho pugnalata..l’ho uccisa..” rantolò la bionda.
Clere non capiva più niente, capiva solo che qualunque cosa fosse successa, Marika, la su amica, la ragazza più pura che avesse mai conosciuto, non poteva aver pugnalato una donna intenzionalmente, la abbracciò, cercando di darle coraggio, prendendo tempo, ma poi una voce la costrinse a voltarsi.
“Ringrazio anche te, Clare.” Disse l’uomo arrivato li.
“Nooooo.” Marika al suono di quella voce si staccò e si voltò dall’altra parte.
Clare la guardò e poi si voltò verso l’uomo misterioso.



“Ma che cosa le hai fatto, orrendo mostro!” disse lei quasi urlando.
“Ho lasciato che si compisse il suo destino.” Disse lui. “Lei appartiene a Dahak.”
“Chi è Dahak?”
“Il signore dell’eterno fuoco, la forza oscura che cancellerà questo mondo. Questi vecchi storpi ciechi e incapaci che chiamate Dei, saranno eliminati tutti, Dahak accenderà il fuoco purificatore della distruzione del mondo, una distruzione nata dall’innocenza.”
“Una divinità così mostruosa non potrà mai vincere.”
"Credi? Tutto si è svolto secondo un piano perfetto e devo ringraziare anche te." "Non capisco di cosa stai parlando." "Guarda dentro di te, sei tu che l'hai portata qui. E perchè sei venuta? Per sconfiggere Cesare, è il tuo odio che ti ha condotta qui. E il tuo odio piace molto a Dahak." Questo fece scattare Clère che con un balzo lo affrontò, fino a quando Clere fece irritare molto l’uomo, dicendo “Questa divinità non mi sembra poi così onnipotente, dove si trova? Non è che ha ingannato anche te? Io non ho visto niente, solo qualche minaccia di morte e visto qualche strana fiammata.” Lo derise.
Ed ecco che una scintilla divampò, delle fiamme si innalzarono da terra e una specie di mano gigante prese la bionda
“AIUTO CLERE!”
La lingua di fuoco continuava a trascinare Marika. Come un lazo la prese per un piede e la sollevò in alto.
Dopodichè la innalzò in aria facendola volteggiare nel vuoto.



Clere lottò contro il guerriero traditore che nel frattempo si era trasformato in mostro, che gridò di essere il suo unico TESTIMONE.
Clère non seppe mai come riuscì a trovare la forza di spegnere il fuoco e acchiappare Marika prima che cadesse sotto le frane del tempio.
La portò fuori e accucciate contro le macerie, consolava Marika che con lo sguardo nel vuoto, continuava a dire che era cambiato tutto, che sentiva male DENTRO.
 
 
 
*
Tempo dopo, Marika scoprì di essere incinta.

Alla dimora dei guerrieri dei cuori trafitti


Marika stava sognando di essere in un prato rigoglioso e di rivedere la sacerdotessa che aveva ucciso, le andò incontro, abbracciandola, per poi vedere un pugnale materializzarsi in alto.
Lo prese e la pugnalò allo stomaco.
Si svegliò, ansimando.
“Oh, Clere! Ho fatto ancora quell’incubo!”
Subito dopo dovette vomitare.
“Oh, Marika, hai ucciso una persona. Il tuo spirito e il tuo corpo si stanno ribellando.”
“Non capisci. Io VOLEVO ucciderla. L’avevo già premeditato.”
“Marika, è stato difficile anche per me la prima volta, ma un giorno ti sveglierai e ti renderai conto che sei in grado di agire anche per il bene.” le sorrise.
 
In quel momento mentre camminavano, vennero attaccate da dei mostri che avevano l’aria come un mix di furie e ninfee, avevano un aspetto di zombies ma erano vestite come ninfee.
Clere cominciò subito ad attaccare, ma quando Marika cercò di trapassare il corpo di una di loro, quella si voltò e si inchinò a lei.
“Marika…”
Marika corse subito da Clere.
“Clere, non so perché ma a me non fanno del male.”
“Bene, allora saranno tutte per me.” disse raggiante.
“Clere, ti supplico. Non mi sento tanto bene oggi.”
“D’accordo. Siete fortunate, oggi gli Dei sono con voi. Marika non si sente troppo bene.” disse Clere con un sorrisino ironico.
 
Ma gli esseri continuavano a parlare a lei:
“Marika, non volevamo offenderti..”
“Ti proteggeremo..”
“Lascia che gli spiriti di morte abbiamo cura di te..”
“Tu sei stata scelta tra tante, Marika..”
 
*
“Spiriti di morte? Non sono esseri umani?”
“No, assumono sembianze femminili solo poco prima di attaccare, tornano a essere spiriti dopo che ti hanno colpito. Il loro incontro non è stato casuale.”
“Clere, cosa credi che vogliano da me?”
“E chi lo sa, questo è un altro motivo per lasciare subito la Britannia, sono strane creature.”
“E io che pensavo che le nostre divinità fossero un po' strane.”
“A ognuno le proprie.”
“Clere, forse il male è dentro di me. Per questo gli spiriti mi adorano.”
“Adesso basta, quello che è successo in quel tempio non deve scalfire la tua personalità, prendila come una sfida, devi superare questa crisi, puoi farcela.”
 
Poco dopo, Clere decise di andare a parlare con Asdrubale, per un'imbarcazione, lasciando la bionda in una taverna a riposare.
“Prova a mangiare un po' di brodo di pollo, ti farà bene, vedrai." le disse la mora, prima di andare via.
 
“Ecco,” disse il taverniere porgendogli la ciotola, poco dopo.
La bionda annusò la ciotola, in estasi.“Mmmm..ascolta, oltre al brodo non avresti il pollo?”
“Sì, certo.”
Marika annusa la ciotola.
“E delle ciliegie. E del fegato di maiale, che non sia troppo cotto perché mi piace al sangue.”
“Va bene.
“Aspetta, mettici sopra del formaggio fuso, credo che sarà perfetto.”
“Nient’altro?”
 
 
Dopo un po'..
“Ascolta, avresti del latte di capra?”
Intanto dei barbari stavano per appiccare il fuoco alla locanda dove stava Marika.
 
 
Marika riuscì a scappare e Clere allertata dalle grida, andò a difenderla.
Si mise davanti a loro.
“Perché inseguite la mia amica?”
“I guerrieri..”
“Quelli con i cuori trafitti?”
“Sì, hanno detto che sarebbe arrivata al principio della fine.”
“La fine di COSA?”
“Dell’era della bontà.”
“Dimmi dove posso trovare questi guerrieri.”
“La foresta degli spiriti di morte.”
Clere si girò cercando la sua amica, ma lei era già scappata.
 
 
*
“Non andare via Marika..”
“Perché mi fate questo?” chiese la bionda, seduta su un masso mentre gli spiriti le accarezzavano la veste e i capelli.
“Siamo le tue schiave.”
“Che cosa volete da me?”
“Noi ti adoriamo, ti veneriamo, tu sei la fiamma. La vita, la speranza.”
“Non so di cosa state parlando. Ah, ma che cosa ho  nello stomaco.”
“Tu non lo sai?”
“Cosa?”
“Il bambino che hai dentro di te, quando nascerà, segnerà l’inizio di una nuova era. L’era del male.”
“Io aspetto un bambino? Vi sbagliate! Clere.” La vide e corse per raggiungerla. “Sono pazze.” Gli spiriti si rivolsero alla mora dicendo che non potevano permettere che se ne andassero prima che il bambino nascesse.
"Oh, Clere, ti prego, andiamo via. Mi sento molto meglio adesso."
La mora si girò verso gli spiriti.“Intendiamo lasciare la foresta. Questo vi crea qualche disturbo?” chiese Clere ironica.
 
 
DIMORA DEI GUERRIERI DEI CUORI TRAFITTI
Per fortuna riuscirono a trovare rifugio in una specie di fortezza.
Si sistemarono in quella che sembrava una stalla.
“Aspetti un bambino. La gravidanza sembra molto avanzata.” Disse Clere, guardando il suo pancione.
Clere le fece dei massaggi alle tempie cercando di calmarla.
“Ho venerato la vita, ho amato l’umanità, non ho mai dubitato ma poi alla fin ho ucciso..e ora qualcuno vuole che io paghi.”
“Schhh cerca di dormire.”
 



 

 

Madre natura avvisa Sam e Dean


“Dean….Dean…Dean…”
Sam si cullava adagiato nel corpo bollente del semidio Dean.
Il loro amore era caldo, bollente, infiammante, ma portava sempre cose belle.

“Oh..non avrei mai immaginato che il sesso che non comprendesse lo scopo della creazione, potesse essere addirittura più appagante.” Disse Dean accarezzandogli i capelli.
“È così perché ci amiamo.” Disse Sam.
“Sì..da tanto, tanto tempo.” Disse Dean, accarezzandoglieli ancora una volta.
Sam si sporse a baciare il suo petto bollente, quando una civetta, volò tra loro.
 
Avviso di materializzazione imminente da parte del signor Marte, il Dio della Guerra.
A seguito della legge sulle regole del diritto alla privacy e alla segretezza, a fronte di un atto che predica amore e pudore, invito i qui presenti a prepararsi alla visita del Dio della Guerra.
La vostra amata Madre Natura.
Ps date qualche dolcetto alla mia gentile amica.

Sam e Dean si guardarono a bocca aperta, dopodiché Sam diede dei biscottini alla dolce civetta, che pigolò felice.
“Dean..che figura però.” Disse Sam paonazzo, rivestendosi.
“Ehi, siamo umani, anche se per metà, abbiamo diritto a dei momenti per noi.”
“Meno male che esiste questa legge, altrimenti ci avrebbe visti in momenti decisamente imbarazzanti.” Disse Sam.
Dean ridacchiò.

Cinque minuti dopo, il Dio della Guerra, si materializzò davanti a loro.
“FINALMENTE!! Mi è arrivato un richiamo da parte di madre natura che diceva che la mia materializzazione non aveva avuto successo PERCHÈ stavate facendo qualcosa di deprecabile e misteriosamente erotico!”
Sam e Dean lo guardarono sospettosi.
“Sono abbastanza sicuro che Madre Natura non si è espressa in questo modo.” Disse Dean.
Marte scrollò le spalle.
“Il succo è questo. E così…voi due eh?” disse con un sorrisino.
Loro avvamparono.
“Almeno io e Venere non ci siamo nascosti e voi non siete neanche imparentati!!” li accusò.
“Più o meno.” Disse Dean.
“Dean!”

Ormai il danno era fatto.
“Cosa intendete dire? Adesso lo voglio sapere!”
“Non possiamo, è davvero una cosa troppo grossa.” Disse Sam.
“Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, ESIGO di saperlo.” Disse Marte.
 
Così i due raccontarono a Marte tutto quello che scoprirono a partire dalla morte di Sam e la sua rinascita, per andare a finire al mondo delle creature mai nate.
“Interessante, molto interessante. A dire la verità non avevo idea che fossero stati LORO a far resuscitare Sam, credevo fossi stato tu.” Disse Marte sorpreso, guardando Dean.

“Beh, mi dispiace ma NON SONO STATO IO.” Disse Dean con una nota di rimprovero e di senso di colpa. “Non che non ci abbia pensato eh..avevo un piano per scendere nell’oltretomba.”
“DEAN!” disse Sam scandalizzato.
“Non avrai pensato che ti avrei lasciato marcire laggiù?”

“Siete SICURI che non sia un inganno? Voglio dire, LOKI è sempre stato un po' strano, e oramai tutti sull’Olimpo sanno che non è nostro fratello, anche se la questione del sangue è un po' archetipa, considerato come nasciamo, non siamo considerati fratelli come voi, ma..quello che ha fatto mi sembra un tantino troppo STRANO pure per lui.” Riflettè Marte.
“Non è proprio come se non ci fosse già stato un precedente, eh?” disse Dean. “Thor..ha fatto la stessa cosa.”

“Già..a proposito, com’è che non ti ha detto la verità sul tuo vero padre?” indagò Marte.
Dean alzò le braccia.
“Ho già avuto questo discorso con MIA MADRE. Lei dice che Giove gli ha manipolato il cervello per farle credere che Thor non ha mai fatto il suo nome, quindi lei non avesse idea di chi fosse l’uomo con cui..possiamo smettere di parlare dei nostri padri, per favore? Che cosa ci fai qui? Dovevi dirci una cosa importante?”

Ma sembrava che Marte faticava a riprendersi da queste rivelazioni.
“Cercate di capirmi..sono venuto qui da voi per darvi delle rivelazioni e avvertirvi di una cosa enorme, ma..voi me ne avete dato altre. Ho bisogno di bere.”
Fece materializzare un calice di vino rosso dal nulla, e lo svuotò.

“Ah..adesso mi sento meglio. Dunque..Madre Natura ha cominciato a radunare tutti gli Dei a uno a uno, mettendoli in guardia a proposito di questa nuova divinità che potrebbe e vorrebbe spazzare tutti gli Dei.”
“Abbiamo sentito, era su tutti i giornali, ma abbiamo sentito anche che le nostre amiche l’hanno sconfitta.” Disse Dean avvertendo come Sam, un fiotto di orgoglio all’idea.
“Ecco..” Marte si grattò la nuca. “Non è proprio andata sconfitta.”

“CHE COSA?? MA IL GIORNALE DICEVA..” sbottò Sam.

“I giornali hanno scritto quello che Giove ha ordinato per non far cadere il mondo nel panico.” Disse Marte pazientemente come se avesse a che fare con un bambino scemo. “Avrebbe tranquillizzato di più dire che la divinità era stata scacciata o che fosse MORTA? No, la verità è che non sappiamo neanche noi se sia morta davvero no! La divinità conosciuta come Dahak, si è palesata sotto la falsa illusione di fiamme vive, non avendo quindi apparentemente una forma e un corpo proprio o un cuore da strappare, non sappiamo se sono di fatto riuscite ad ucciderla! La vostra amica Clère ha solo fatto scappare le fiamme, e ha salvato la vostra amica Marika, dopodiché c’è stato un grande crollo del tempio e PUFF, tutto finito, ma la divinità potrebbe esser ancora VIVA.”
Sam e Dean avevano uno sguardo astioso nei confronti del Dio.
“Ehi non guardate me. Gettate reclamo a Giove, è lui che ha voluto cercare di non seminare il panico, dando per scontato che avesse chiuso ogni porta alla divinità.”
“E non è così?” chiese Sam.

“No. Una nuova calamità si sta per gettare sul nostro mondo! Gli spiriti della morte e altre creature magiche hanno fatto girare la voce che la vostra amica bionda è…incinta!”
Sam e Dean guardarono sbalorditi il Dio.
“Incinta di Dahak!” disse Marte.
“Ma tu hai detto che non ha una forma umana!! Come..come è poss..” disse Sam.

“Se gli ha fatto del male…” iniziò Dean digrignando dalla rabbia.
Marte sbuffò.
“Non l’ha stuprata. Anche se volendo vedere la cosa, la pratica non è stata esattamente consensuale, ma non credo che delle fiamme magiche del fuoco eterno siano in grado di fare della violenza.”
E raccontò quello che aveva saputo dalle creature magiche.

“Le cose sono andate in questo modo, anche perchè la vicenda è stata confermata dai tanti abitanti che hanno raccolto le confidenze delle due ragazze.” Disse Marte.
“Quindi adesso la nostra amica Marika è incinta di una divinità malvagia?” chiese Dean orripilato.
“Dean!! È lei, deve essere lei per forza.” Disse Sam.
Dean lo guardò orripilato.
“Lei chi??” chiese Marte sospettoso.

Dean e Sam si guardarono. Avevano evitato accuratamente di raccontare al Dio della conoscenza con la figurina demoniaca, era imbarazzante da raccontare, ma ora non potevano più nasconderlo.
 
 
Al termine del racconto, il Dio era infervorato.

“COME AVETE POTUTO NASCONDERMI UNA COSA TANTO GRAVE??? SIETE FORSE USCITI DI SENNO??? VI MERITERESTE LA CONDANNA A VITA DALLE FURIE!!!”

Sam e Dean arretrarono impauriti.
“Marte, adesso calmati.” Disse Dean.
“VI RENDETE CONTO DI COSA POTREBBE ACCADERE??”
“Noi non potevamo sapere che questa..COSA avrebbe trovato il modo di venire in questo mondo, né come, invece di giudicare noi, che siamo comunque mortali, come mai degli DEI hanno permesso che una simile calamità si abbattesse sulla Terra???” gridò Dean.

Marte si fece avanti a lui torreggiandolo.
“Hai una minima idea di quanti problemi abbiamo a che fare ogni giorno? Piuttosto tu, il grande Hercules, ti dai un sacco di arie, dov’eri quando questa divinità ha ingravidato una vostra amica?”
Dean gli diede un pugno che lo sorprese, Marte boccheggiò per un attimo come uno scemo, poi digrignò i denti.
“Bene, avevo proprio bisogno di una scusa per sfogare il mio stress, che non fosse il sesso.”
 
Cominciarono a prendersi a pugni, mentre Sam alzò gli occhi al cielo, lamentandosi di avere a che fare con dei bambini.
“Uomini. Io non li capirò mai. Eppure non gli faccio mancare il divertimento tra le lenzuola, eppure ha sempre voglia comunque di menare qualche pugno.” Disse la voce angelica di Venere.

Sam si voltò e vide che Venere, bellissima come sempre, era a cavallo di una fantastica creatura che sembrava un uccello gigante con il becco di un’aquila.
“Venere? Che cosa???”
Marte si voltò, rapito dalla sua voce e Dean ne approfittò per dargli un altro pugno.

“Sam, Madre Natura mi ha concesso di prestarvi uno dei suoi animali per arrivare più in fretta dalle vostre amiche, la situazione a quanto pare è un’emergenza.” Disse Venere.
“Sentito, Dean? Dobbiamo andare.” Disse Sam, sentendosi tremare le gambe e gli occhi illuminarsi. Capitava ogni volta che cavalcavano gli animali fantastici di Madre Natura.

Madre Natura concedeva i suoi animali come emergenze ai suoi abitanti se avevano bisogno di spostarsi velocemente e non avevano cavalli o carrozze a loro disposizione.
   

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Capitolo 19
*** I cavalieri dello zodiaco e la nascita di Alisea Speranza ***


ATTENZIONE: in questo capitolo ci sarà un piccolo crossover tra i cavalieri dello zodiaco e Supernatural, infatti credevo che avrei inserito solo Andromeda e Phoenix nei panni di Castiel e Ruben, ma..ho cambiato idea LOL
mi dispiace ma chi non ha seguito quell'anime non può capire i vari riferimenti alle armature dei cavalieri e i loro poteri.
Chiedo ancora una volta scusa per l'assenza dei dettagli, ma ho fatto fatica a scrivere questo capitolo! 
 
 
 
 
 
“Dove siamo?”
“Questa è la dimora dei guerrieri dei cuori trafitti. Lottano contro gli spiriti di morte."
 
In un grande salone, dei signori seduti a un grande tavolo rotondo, stavano discutendo. Clere, aveva lasciato Marika alla stalla ed era entrata nella fortezza, ascoltando in silenzio i cavalieri.
“Non possiamo.”
“Invece possiamo e dobbiamo, è il nostro dovere che ce lo impone.”
“Non è vero.”
“Avete violato la regola più importante della nostra confraternita.”
“Non abbiamo attaccato la fanciulla.”
“Non l’avete fatto personalmente, avete spinto il villaggio a catturarla e ucciderla, è sufficiente. Il nostro giuramento ci IMPEDISCE di far del male agli innocenti. E quella fanciulla è l’immagine della bontà.” Disse Castiel.
“In tutti i casi bisogna prendere dei provvedimenti, lei è innocente, è vero, ma la creatura che porta in grembo, deve essere UCCISA.” Gridò un altro.
 
A quelle parole Clere, si mostrò a loro, brandendo la spada. "Che cos'avete contro la mia amica? Parlate!"  
 
I guerrieri rimasero un attimo esterrefatti, poi uno di loro parlò.

“Hai mai sentito parlare di Dahak?” chiese l’uomo.
“È una divinità che non può entrare nel nostro mondo.”
“Dahak è una forza dietro la quale si cela il MALE. Se un giorno diventasse il potere dominante nel nostro mondo, la bontà cesserebbe di esistere. Quando la tua amica era sull’altare nel tempio di Dahak, il Signore dell’Eterno Fuoco l’ha posseduta."
“Che cosa significa?”
“Il grembo di Marika che accoglie una vita è l’unico modo che il male conosce per entrare nel nostro mondo,”
“A volte anche le creature che sembrano malvagie, possono essere salvate. Mio fratello ne è la dimostrazione.” Disse Castiel, sicuro e fiero.
Prima che Clère potesse avere la possibilità di chiedere chi fosse quello strano ragazzo, la porta si spalancò e ne entrarono Sam e Dean, in compagnia di Marte e Venere.
“Che ci fate voi qui?” chiese lei.
“Siamo qui per aiutare Marika.” Disse Dean.
In quel momento la fanciulla cominciò a gridare.
 
Nel frattempo, all'esterno, l’eclissi stava coprendo il sole,
 
“Marika!! Marika, coraggio. Ehi, Sono Sam, Sam, ricordi?” Sam gli andò vicino e gli accarezzò i capelli.
“Sam..”
“Coraggio, Marika. Coraggio.” Gli strinse le mani.
“CHE MI SUCCEDE!?”
“Marika, ascoltami bene.” disse Sam, appoggiandosi a lei per farsi sentire solo da lei. “Sai che io sono una mezza divinità, lo sai?”
“Ma che stai dicendo? Oh, dovrei essere io a delirare, non tu!!”
 
“Sì, è così, mio padre è un dio. Nessuno me l’ha mai detto e so anche chi è. Ma sono tanto spaventato, E ho bisogno di te, Mari, ho bisogno che tu mi aiuti, la vuoi ascoltare la mia storia? Perché io voglio raccontarla, so che sei brava a scrivere le avventure di Xena, ebbene voglio che anche tu scrivi la mia. Che scrivi la mia storia, solo tu e nessun altro, ma per poterlo fare, devi superare questa situazione, non puoi lasciarti andare, io mi posso fidare solo di te, quindi è NECESSARIO che tu rimanga in vita, per questa bambina e per raccontare la mia storia, per QUESTO non puoi mollare.” ovviamente a Sam importava relativamente di raccontare la sua storia,era solo il mezzo che aveva per spingere Marika a lottare.
“SPINGIIIII.” Le voci di Clere e Dean in sincrono, mentre Marte e Venere le davano energia con i loro poteri.
 
Un pianto. Fu Clere a tirarla fuori e Sam a prenderla.
I guerrieri a quel punto riuscirono  a sfondare la porta e ad entrare.
 
“Quella creatura è innocente, non puoi punirla per la malvagità di suo padre.” Disse un ragazzo dai capelli color fiamma.
Castiel si appoggiò a lui aggrappandosi al suo braccio, Sam e Dean videro il ragazzo e gli rifilarono un’occhiata interrogativa.
“Dean, Sam, questo è…mio fratello. Ruben. Il cavaliere de..della FENICE.”
“L’hai trovato alla fine.” Sorrise Sam.
Castiel annuì, gli occhi pieni di lacrime, non riusciva a parlare.
Chissà cosa era successo a loro.
Ruben gli sorrise di un sorriso radioso, gli scompigliò i capelli e gli diede un bacio sulla fronte.

“Questa nascita è un triste presagio.” continuò un altro uomo.
“Non possiamo dire adesso se è figlia del MALE, sappiamo solo che tutti nasciamo nello stesso modo.” Disse un altro ragazzo, dai capelli castani.
Una statuina di un cavallo e credi di essere tu l’erede di Pegasus, eh, Seiya?” lo derise uno di loro.
“Siete gli aspiranti cavalieri della Dea Athena.” Disse Dean, in realizzazione.
“Quanti altri di voi sono qui?”
Si fecero avanti un ragazzo dai capelli lunghi fino ai piedi e un ragazzo biondo con gli occhi di ghiaccio.
“Crystal e Syrio , aspiranti cavalieri del cigno e del dragone, dobbiamo ancora completare la prova per vincere l’armatura.” Disse il ragazzo dai capelli neri.
“E invece morirete STANOTTE, INSIEME ALLA NEONATA. ATTACCATE.” Gridò un uomo.
Nel mentre che combatterono, delle auree luminose si estensero in quei tre cavalieri, delle auree strane e luminose provenivano dai corpi di Seiya, Siryo e Cristal.
“CRYSTAL, MA CHE COSA CI SUCCEDE? AHHHH.” Gridò Seiya, nel vedere le mani brillare.
“SONO I NOSTRI COSMI, SIAMO..STIAMO DIVENTANDO DEI CAVALIERI.” Disse Syrio il dragone e istantaneamente si guardò le mani, che formicolavano.
“Guarda, Phoenix, guarda. Loro sono i nostri compagni.” Disse Castiel commosso al fianco di suo fratello Ruben.
In quel momento, una finestra si infranse e caddero con un gran fracasso, gli scrigni delle armature arrivati ai legittimi proprietari.  
 
Seiya, Syrio e Crystal erano appena diventati cavaliere di Pegaso, del Cigno e del Dragone.
 
"CHE COSA STATE ASPETTANDO? ATTACCATELI?" "Ma Cosimo, loro sono i CAVALIERI DELLA DEA ATHENA!"
"Ragazzi, voi portate in salvo le fanciulle, pensiamo noi a questi quattro babbei." disse Seiya tutto gasato, accarezzando il suo scrigno come se fosse un piccolo puledro appena nato.

Clere prese in braccio Marika e la portò via.
“Avevi ragione, Clere, mi avevi detto che un giorno avrei ritrovato la speranza, la voglio chiamare così. Alisea Speranza.”
 
 
 
 
 
*
 
Sam e Dean, si trasferirono insieme a Ruben e Castiel in una stanza della fortezza, in compagnia di Clere e Marika, volevano scappare e non restare un minuto di più in compagnia di quei guerrieri che volevano fare del male alla bambina, ma fuori c'era una tempesta e non potevano rischiare. Dovevano aspettare di potersi muovere in condizioni favorevoli, nel frattempo gli altri neonati cavalieri della Dea Athena, si stavano prodigando per calmare i guerrieri, per fortuna evitando spargimenti di sangue e riuscirono ad ottenere una provvisoria ospitalità, di certo la soggezione di trovarsi davanti dei cavalieri di bronzo, aiutava molto. Nel frattempo passavano i giorni e ora Alisea dimostrava avere almeno sei mesi, si reggeva anche discretamente in piedi.  
 
“È incredibile, cresce a vista d’occhio.” disse Dean.
“È davvero bella, non può essere la figlia di Dahak.” disse Sam, preoccupato
 
"Sam..la somiglianza con..tu sai chi, mi preoccupa, io credo che dovremmo parlarne."

"Non è ancora il momento, Dean, non creiamo allarmismi inutili."

Marte e Venere però non la pensavano in quel modo, molto preoccupati per quello che Sam e Dean avevano raccontato al dio della guerra, presero da parte Clere che già covava dei sospetti nei confronti della bambina, e le raccontarono tutto. Lei allora prese da parte Marika e raccontò loro i suoi sospetti, ma la bionda non la prese bene. Si era affezionata molto velocemente alla bambina, fin da quando l'aveva tenuta tra le braccia dal primo momento.

"È solo una DANNATA COINCIDENZA, potevano esserci tutte le creature di questo mondo in questa specie di limbo di cui loro ti raccontano, non credo neanche sia l'unica creatura che esista li, la mia BAMBINA non è la creatura che hanno incontrato Sam e Dean, ti stai sbagliando." disse Marika cocciuta. Clere cercò di insistere, ma Marika si ombreggiò. "È la MIA BAMBINA, Clere, non metterti tra noi."

Marte e Venere stanchi di questa situazione tornarono sull'Olimpo, non potevano comunque restare troppo tempo tra gli umani, come Dei avevano delle responsabilità.

Durante la notte, però, purtroppo, accadde un fatto molto grave. Uno dei ragazzi, Castiel, venne aggredito. Sam e Dean, sentirono le sue grida mentre erano in giro in perlustrazione e si affrettarono a tornare nella loro stanza. “Ahhh..”
Sam e Dean arrivarono appena in tempo per vedere Ruben levare la spada contro la bambina, mentre Marika la teneva al suo petto per proteggerla.
"RUBEN! Che è successo??" esalò Dean. “Questo MOSTRO ha cercato di strangolare mio fratello con la sua collana.”
"SEI PAZZO. GUARDALA, È SOLO UNA BAMBINA." Clere si mise davanti a Ruben e ora brandiva lei stessa una spada. “Fatti da parte, Marika.”

In quel momento arrivarono anche gli altri cavalieri che videro la scena. Seiya esalò. "Che diavolo sta succedendo?"

"Il mostro ha cercato di strangolare Castiel. deve PAGARE." disse Phoenix. "NO. NON è VERO. Castiel avrebbe potuto strangolarsi da solo con la collana, magari era stretta e difettosa, e ha pensato che fosse stata la bambina, ma non è così. Non avrebbe potuto farlo. è così piccola, guardatela. È solo una bambina."

Si girarono tutti verso Castiel che disse "Io non so cosa ho visto.." "BUGIARDO. CASTIEL È TROPPO BUONO E MENTIREBBE PER PROTEGGGERE ANCHE CHI VUOLE FARGLI DEL MALE. SO COSA HO VISTO. MIO FRATELLO SI STAVA CONTORCENDO A TERRA, LA BAMBINA ERA SU DI LUI, HO DOVUTO SPINGERLA VIA, PER IMPEDIRGLI DI FARGLI DEL MALE. MA ORA MALEDICO LA MIA EMOTIVITÀ, AVREI DOVUTO UCCIDERLA SUBITO." Un lamento come di un animale ferito. Era Marika.

“Marika, è un inganno. Sembra una creatura innocente ma dentro di sé ha il MALE. disse Clere sempre più agitata.
 
Marika purtroppo non voleva saperne di essere ragionevole, in quel momento entrarono gli spiriti di morte e cominciarono a creare confusione, i guerrieri stanchi di quella situazione li avevano fatti entrare. Cominciarono tutti a combattere con gli spiriti, pure i cavalieri, Sam e Dean, Marika approfittò della confusione per fuggire via, fuori dalla fortezza.  
 
I ragazzi alla fine riuscirono a liberarsi degli spiriti ma Marika era scomparsa, interrogarono un vecchio poco distante, in una radura che disse di aver dato la sua barca a remi a una ragazza bionda con una bambina.  
 
Sam, Dean e Clere si gettarono all'inseguimento, dopo qualche metro erano già stanchi, ma per fortuna Madre Natura inviò loro delle rane saltellanti, grosse come canguri, per dare loro un passaggio. Sam e Dean sapevano che era il secondo aiuto da parte di Madre Natura in poche ore e che se non sapevano farlo fruttare bene, non ne avrebbero avuti altri. In poco tempo trovarono Marika che si stava arrampicando su delle rocce.  
 
Clere era davvero disperata e cominciò a gridare, sperando di farsi sentire da lei.

"MARIKA! QUELLA CREATURA CHE HAI TANTO A CUORE, È UN MOSTRO. SE NON LA UCCIDI, UCCIDERÀ TE." Altri passi.
FORSE RICORDARE IL PASSATO PUÓ AIUTARTI. ERAVAMO NEL TEMPIO DI DAHAK, IL SIGNORE DELL’ETERNO FUOCO, mentre eravamo nell’altare lui ha messo il suo seme nel tuo grembo,è CRESCIUTO VELOCEMENTE ED HA CERCATO DI UCCIDERE APPENA DOPO LA NASCITA.
PROTEGGENDO QUELL’ESSERE MOSTRUOSO GLI DAI LA POSSIBILITÀ DI CONTINUARE A FARE DEL MALE."
 
 
Clere raggiunse Marika che le disse che la bambina voleva strangolarla e ha dovuto buttarla giù dal dirupo, ma Clere senti un pianto, vide un anfratto in una caverna e non ci credette.
“Clere, che c’è, non mi credi? Ti ho detto la verità.” La insegue.
Clere sposta la pietra, ma trova solo un topo.
“Perdonami, Marika, ma volevo esserne sicura.,”
 
 
Intanto, Sam e Dean avevano visto poco distante la bambina in una grossa cesta trasportata dalla corrente del fiume. Rimasero esterrefatti appena si resero conto che Marika aveva mentito a Clere facendole credere di aver ucciso la bambina, ma non osarono smentirla.
Si congedarono da Clere e Marika, sentendosi comunque degli stronzi insensibili per lasciarle da sole dopo quanto successo, anche se comunque le due ragazze erano abituate a contare su loro stesse e forse a maggior ragione dopo quanto successo, desiderarono stare da sole, ma c'era una ragione per questo. Sam e Dean dovevano parlare a quattr'occhi con i cavalieri, quindi invocarono un gufo che fortunatamente rispose al richiamo e mandarono loro una lettera alla quale risposero subito accettando di incontrarsi.

Una volta arrivati al luogo designato, Ruben aveva una faccia che faceva paura.

“È solo per LUI che accetto di avere questa riunione." disse voltandosi verso Castiel. " QUEL MOSTRO ha osato fare del male a mio fratello, se dovessi trovarla, le taglio la testa.” Ruben aveva detto glaciale, facendo il segno del taglio vicino alla gola, detto questo, si allontanò, furibondo.


“Ruben! Perdonatelo, lui è ancora scosso da quello che mi è capitato..ma in fondo anche lui ha provato a uccidermi, a ucciderci più d una volta, vero ragazzi?” disse Cas imbarazzato e con un sorrisino timido lo inseguì.
I cavalieri sospirarono, guardando Sam e Dean.
“Lasciar andare quella bambina, potrebbe bastare a toglierci subito le armature e scomunicarci come cavalieri.” Disse Crystal.
“MA, dei VERI cavalieri non possono esimersi dal protegger una neonata, da qualsiasi parte sia nata, certo il fatto che ha cercato di uccidere appena dopo la nascita..non depone a suo favore,” disse Seiya.
“Ci consulteremo  con la nostra nuova dea.” Disse Syrio conciliante.
“Teneteci aggiornati.” Disse Sam.
 

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Capitolo 20
*** Thor e Loki parlano di Sam ***


Thor e Loki si stavano allenando nella palestra dell’Olimpo, che in quel momento aveva le sembianze di una landa desolata e arida, ma fiammeggiante. Calda, come loro.
“È INCREDIBILE come alla fine tutto riporti a questo. Rosso come il sangue e l’amore, è il dolore.” Disse Loki, torreggiando su di lui e baciandolo con passione su una pianura rocciosa.
Thor avvolse le braccia sui suoi fianchi, ricambiando il bacio.

“Di tutte le illusioni questa è la mia preferita, Thor.” Disse Loki.
“Perché sei un SELVAGGIO come ME.” disse Thor compiaciuto.
Loki sorrise e gli leccò le labbra.
“Ci sono certi giorni, sai..che io..quasi lo rimpiango..di non essere il tuo vero fratello.”
Thor rise.
“L'estasi per il proibito?” gli chiese.

“No, suppongo sia solo..ecco..desiderio e certezza che tu sia MIO in tutto e per tutto.” Disse Loki accarezzandolo, malizioso.
Thor sospirò.
“Non è un legame di SANGUE, che mi rende tuo, lo sai, vero? Se fosse così, tutte le famiglie sarebbero unite..”
“Già..se ci pensiamo, è buffo, io e Marte condividiamo lo stesso destino.”
“QUALE?” chiese Thor un po' accigliato.
L’altro, rise.

“Non essere geloso, fratello, " disse Loki, divertendosi a sottolineare con malizia, quella parola. "Mi riferisco al fatto che entrambi desideriamo avere un legame di sangue, con chi non è nostro fratello. “
Thor guardò in basso.
“Stai parlando di Dean, e di Marte, come lo sai?”
“Non è un mistero in fondo, tutti lo sanno, che questo sciocco odio che si porta appresso Marte da tanto tempo per lui, non fosse altro che una manifestazione d’affetto e di stima.”
Thor sorrise.

“Ma lui non ama Dean, però.”
Le guance di Thor si colorarono di rosa per un po', cogliendo il riferimento a loro due.
“È vero..suppongo. Beh, buon per lui. Visto che il suo cuore è..già impegnato..” disse, torturandosi le mani.
Thor andò dietro di lui e lo abbracciò teneramente da dietro.
L’illusione sfarfalleggiò e un cielo viola e rosa prese il posto dell'arancione del deserto, delle farfalle volarono sopra di loro.

"Il pensiero che mio figlio e il tuo, si amino, mi rende più felice di quanto io possa dire..non avrei potuto immaginare niente di più..meraviglioso..lascia che ti dica una cosa, Loki....proprio perché alcuni di noi VORREBBERO un legame fraterno con ragazzi che non sono loro VERI fratelli, sarebbe cosa buona e giusta, coltivare i legami di sangue che invece hanno.”
Loki fece per divincolarsi.
“Che cosa stai suggerendo??”
“Sai di chi sto parlando, Loki, SAM.”
Loki sbuffò.
“Figurati. Lo immaginavo.”
“È tuo figlio.”

“È stato solo un DOVERE, per me, e io un mezzo per far sì che si compisse un passaggio del destino, non è mai stato nient’altro per me. E proprio tu mi fai la morale, dal momento che, tu hai rinunciato a DEAN?”

Thor si incupì per un momento.

"Dean adesso sa la verità, temo non mi perdonerà mai..perchè in un certo senso..io..l'ho VENDUTO..ho lasciato che credesse di essere figlio di un altro, posso solo sperare che un giorno riesca a perdonarmi..dovrà essere pronto per ascoltarmi però. La situazione tua e di Sam è differente, lui non ha creduto per ANNI di essere figlio del Padre degli Dei, non deve fare i conti con una delusione così grossa...

"Dici un mucchio di sciocchezze per giustificarti, lo sai, vero?"

"Probabile, ciascuno di noi, si racconta le verità che gli fanno più comodo..ma non fare l'errore mai per un momento di credere che questo non mi faccia dormire la notte.

Loki non ebbe il tempo di riuscire a metabolizzare quella frase, che Thor parlò di nuovo.

Qualsiasi cosa che sembra nata per caso, non lo è mai, qualsiasi cosa che nasce, per imprevisto del caso, non sarà amata DI MENO, ma lo sarà anzi di più.
“Ora ti metti a fare il poeta?”
“È una delle prime frasi che ci insegnò nostro padre quando nascemmo.”

“Per questo non la ricordo.” Disse lui ironico.
Thor lo girò per farsi guardare da lui.
“ È TUO figlio. Non importa come è nato, né il perché, non puoi cambiare questo.”
“Mi stai forse suggerendo che sono obbligato ad AMARLO perché gli ho dato la luce??” disse lui divincolandosi.
“No.” disse calmo Thor. “Dico solo che non si può odiare chi hai generato e con un tono solenne, recitò un'altra frase:
 
Sono tuo padre, sono colui che ti ha generato, come puoi mentirmi, come puoi nasconderti?
“Oh, bene! Adesso ti metti anche a citare frasi di altri libri, per giunta libri di mortali.”disse Loki stizzito.

Con questo tuo comportamento mi fai sentire completamente inutile. Io non servo, non ti posso aiutare, a me non puoi aprire il tuo cuore perchè non sono altro che un elemento del paesaggio, un povero vecchio cieco al quale raccontare delle favole. Tu esisti per la mia volontà, per la volontà di tua madre, come puoi pensare, dunque, che io non sia in grado di accoglierti, che io non sia in grado di prendere la tua mano come quando eri bambino e camminare insieme?
Delle lacrime scivolarono dalle guance di Loki.
“Belle parole, sì, belle parole! Peccato che non l’abbiamo MAI FATTO!”

Thor andò davanti a lui e gli prese le mani tra le sue.
“Che cos'altro è la paternità se non questo continuo accogliere, questa continua capacità di rigenerare chi si è generato?”
Loki tremò tra le sue mani.
“Il fanciullo che è dentro di noi, non cresce mai veramente, è sempre li, dentro di noi, in attesa che venga consolato, abbracciato e sfamato come una volta. Non respingerlo più, Loki, come non respingere più tuo figlio.”

“Lui è cresciuto senza di me. Non ha più bisogno di me. È tardi.”
“Non è MAI tardi per essere amati. C’è chi aspetta di essere amati, per tutta la vita, dico bene?”
Un’occhiata eloquente fece tremare gli occhi di Loki.
“Spero che in quell’altra vita tu ci sia stato, ma ora penso che non è possibile, altrimenti non avrei potuto fare a meno di amare TE.”
E si abbracciarono. I loro mantelli si avvolsero intorno a loro, in un abbraccio suggellativo.

“Sai, non è detto. Ci sono anime che si rincorrono da più vite e altrettante ce ne vogliono, prima che imparino ad amarsi o a riconoscersi.”
“Zitto. Zitto. Non parlare.” Disse Loki appoggiando il capo sulla sua spalla, ad occhi chiusi. Thor sorrise tra sè, sapeva che per uno come Thor era difficile accettare il fatto di non amare da subito, da sempre, una sola persona, di non esserle fedele da sempre e PER SEMPRE.
 
 
 
 
*

“COSA? SAM E DEAN stanno proseguendo verso la via Del Nord? Ma non dovrebbero esserci li..”
“Gli stregoni, sì.” Disse Thor annaspando.
“Papà…lui farà qualcosa..” disse Loki.
“Non farà niente.”
“COSA? Ma si tratta di DEAN!!”

“Da tempo ormai non lo guarda neanche più, si culla sulle sue imprese eroiche e crede che sia invincibile, adesso..”
“Ma loro non possono fare nulla contro la magia!”
Thor lo guardò.
“Sei preoccupato per Sam?”
“Che sciocchezze!!”

“Non hai mai voluto osservarlo né conoscerlo.”

"Anche tu non l'hai mai fatto con Dean!"
"Non potevo sostenere il senso di colpa nei confronti di nostro padre e nei suoi, per nascondergli chi ero veramente. La tua scusa qual è?"
“ Una cosa simile! Perché io avrei dovuto avere il PRIVILEGIO di conoscerlo, se lui non poteva conoscere me? Sono il dio degli inganni, non delle ingiustizie, ho anche io il mio onore.”
“Hai un animo buono, Loki, potevi osservarlo di nascosto tante e tante volte, ma hai scelto di non farlo. Io invece 'l'ho fatto.” disse dolcemente Thor.

"Ecco perchè siamo diversi, Thor. Tu sei in grado di amare da lontano e lasciar andare..io invece ho BISOGNO di NON VEDERE per restar lontano..di NON CONOSCERE. Credo sia perchè in un'altra vita, ho amato tanto una donna da lontano, per non voler più ripetere l'esperienza.

"Loki..un giorno me ne parlerai?."
“Agli umani non basta UNA VITA per raccontare tutti i loro segreti a qualcuno e chiedi proprio a UN DIO di raccontare la sua vita precedente? Non so se riuscirò mai a scalfire il muro, visto che i muri sono stati eretti per un motivo! Ma.. non posso lasciare che muoia. Non perché..lui per me conti qualcosa ma è che..non l’ho mai conosciuto veramente..non posso permettere che muoia senza sapere chi è..”
Thor sorrise.

"Forse dopotutto siamo più simili di quanto credevo. Io invece non posso lasciare che Dean muoia senza sapere prima che mi ha perdonato. Per questo penso che dobbiamo essere li per controllare che non venga fatto loro del male.” disse Thor e si smaterializzarono insieme.
 
 
 
 

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Capitolo 21
*** Gli stregoni Freya e Merlino - Silente e Piton ***


Sam e Dean stavano combattendo contro gli stregoni, cercando di sviare incantesimi che li facevano saltare in aria, oppure che li tenevano a testa in giù per le caviglie.
“Bel colpo, Freya. Sei stata grande!” disse il mago che era al suo fianco.
“Ti ringrazio, Merlino. È così divertente avere a che fare con questi babbei. Sono così buffi.” Ruotò il dito e lo fece girare.

“AHHHHHHH” Sam fece un giro rotante come avvolte in un mulinello.
“Lascialo andare. Il mio amico ha le vertigini. Gli va il sangue alla testa.”
La ragazza lo guardò facendo una smorfia.
“Allora sarai ben felice di prendere il suo posto!” e fece finire Sam contro una balla di fieno.
Dean fece tutta una serie di piroette a zig zag.

“Ti alleni per il balletto?” chiese Merlino a Dean.
“Basta, Freya, mi sto annoiando. Diamogli la possibilità di difendersi.” aggiunse poi Merlino.
“Ok.” E materializzò un paio di spade che sembravano uscite da un film di fantascienza.
“Combattete. Noi non siamo vili. Non attacchiamo senza dare la possibilità al NEMICO di difendersi.” Disse la ragazzina con l’aria di dargli una grande concessione.

“UN semidio non attacca dei bambini.” disse Dean guardandoli duramente.
Freya lo guardò stranita e poi scoppiò a ridere.
“Hai pochi anni in più di noi , credi di essere tanto GRANDE? Ma in fondo cosa sono 22 anni, davanti all’immortalità, dico bene?”
“Dovresti informarti meglio, posso invecchiare e morire come chiunque altro.”
“Questo lo vedremo.” Disse la ragazzina.

No, basta, non vogliamo farvi del male.”
“Ma noi sì.” Disse Merlino.
Sam e Dean si presero per mano e si rifugiarono dietro un carro.
 
Tornate qua e combattete, codardi!” gridò Freya.
Nel frattempo Sam e Dean si stavano consultando.
“Dean, perché non li mettiamo fuori gioco e basta? È sufficiente farli svenire.” Disse Sam.

“Non possiamo rischiare, con la magia fanno troppi danni, dovremo picchiarli per metterli fuori gioco, ma tu te la senti?”
Sam fece spallucce. “Vogliono ucciderci.”
“Sam, tu pensi davvero che vogliono farlo? Guardali. Non sono esattamente colpi mortali.”
Sam li guardò.
“Ma chissà come ragionano gli stregoni!”
“SAM!”
“Ok ok, volevo appellarmi alla mia parte egoista e cinica, ma hai ragione, solo che..che cosa facciamo allora?”

“Dobbiamo cercare di immobilizzarli.”
 
Intanto gli stregoni…
“Non credo che siano davvero malvagi, Freya. Si rifiutano di combattere con noi.”
Freya faceva la spavalda ma si vedeva che era combattuta.
“Questo non conta, devono pagare per quello che ci hanno fatto.”
“Sì, ma cosa vuoi fare? Ucciderli?.”
Freya lo guardò con l’impressione di una cucciola smarrita.

“Li terrorizziamo per un po' e poi faremo finta che ci sfuggono..magari facciamo finta che ci sono scaricate le batterie.”
 
In quel momento scesero gli Dei dal Cielo e loro alzarono lo sguardo in su.
State lontano da loro!” disse Thor.
“Tuuuu. Hai ucciso la nostra gente!” gridò la ragazzina, e insieme al fratello, si unirono in fasci di luce azzurra dalla doppia natura, da essa scaturì una luce violetta.

“No! Andate via. ANDATE VIA!” gridò Sam, non si sapeva se per difendere i ragazzini o gli Dei.
"Tu fatti gli affari tuoi.” Gridò Merlino e lampi verdi in cima a una collera profonda scaturirono dalle sue mani.
Sam si vide il fascio verde arrivare addosso, Dean stava già per scattare per salvarlo, ma qualcuno inaspettatamente si gettò contro di lui.
LOKI.
Loki aveva protetto Sam.
La realizzazione della cosa, colpì Dean come un pugno nella bocca, ma si sforzò di riprendersi subito.

“Loki NOOOOOO.” Andò subito verso di lui, prendendogli la testa tra le mani.

“Loki, amore mio, rispondimi.”
Sam e Dean rimasero sbalorditi davanti alla sua dichiarazione.
“Chi..chi sei tu?”
Thor gridò di ira e lanciò tuoni, fulmini e infine fiamme, contro il terreno, che sembravano voler colpire i ragazzi che si misero a scappare per poi volare a bassa quota.
“RIPORTATELO COM’ERA! ORA!!!”

Freya si fece avanti con la potenza di una sacerdotessa.
“Sei triste perché il tuo amore ha dimenticato chi sei? Ma non è forse il destino di noi tutti, piegarci alla memoria dell’Universo, alle scelte del fato? Tu non hai idea..di tutto quello che noi dimentichiamo, di tutto quello che è PERSO, nelle scatole del mondo.”

“ULTIMO AVVERTIMENTO: RIDAGLI LA MEMORIA ORA O VIENI VIA CON ME SULL’OLIMPO.”

“Osi minacciare me? Una sacerdotessa? Una serva della magia? Va bene, Thor figlio di Giove, ti accontenterò, se è la memoria quella che cerchi, ma non sarà il tuo amico a ricordare, ma TU.”
Thor rise.

“Non c’è niente che io mi sia scordato nella mia vita.”
A Freya vennero dunque gli occhi bianchi.
“Ed è così scritto che, la memoria persa, sarà ritrovata, quando tu ricorderai per ENTRAMBI. Buona fortuna, Thor , figlio di Giove.”

“Aspetta, che cosa intendi..ma cosa..”
Un vortice grande, in cielo, verde e azzurro sembrò minacciarlo. Una strana forza lo attirava per i vestiti attirandolo dentro.

“No. NOOOOOOO.”
Per poi farlo finire dentro.

No! Siete stati crudeli. Riportatelo indietro. Non merita quello che gli avete fatto. Vi prego.” disse Sam, in ginocchio davanti alla ragazzina.
“Se quello che prova il vostro amico per lui, è amore VERO, tornerà indietro da solo, lo farà in ogni caso, ma non vedrà nulla.”

Fece per andare via con suo fratello, ma Dean li richiamò.
“Voi non siete CATTIVI, LO SO, LO SENTO. Non comportatevi da persone cattive.”

Freya stava per parlare ma Merlino parlò per lei.
“Perché dai per scontato che quella che mia sorella ha fatto è un’azione cattiva?”
Dean e Sam si trovarono impreparati a rispondere.

“Ecco come succede sempre, tutto quello che non è capito, viene catalogato come malvagio dalle persone NORMALI, così come sono stati i druidi e gli stregoni, condannati dall’alba dei secoli, visti come mostri, solo per odio nei confronti della magia. “ svanirono in un colpo di mani, lasciando i ragazzi basiti.

Dean e Sam guardarono il Dio davanti a loro senza sapere cosa fare.
Sembrava ancora in stato confusionale.
Viaggiava tra il sogno e la veglia.
“Dobbiamo proprio portarcelo con noi?” chiese Dean.

“Proviamo a chiamare gli Dei, dovranno risponderci. Venire a prenderlo, insomma, qualcosa!” disse Sam.
 
 
 
 
 
 
*

Erano su una collina desolata, fredda e buia, con il vento che sibilava tra i rami. Un uomo ansimava, tenendo un bastoncino tra le mani, poi nell’aria balenò una luce bianca, accecante e frastagliata, come un fulmine. L’uomo cadde in ginocchio e il bastoncino gli cadde dalle mani.
“Non mi uccida!” gridò Piton.
Thor guardò perplesso la scena. A cosa si riferiva l’uomo? A quanto pareva, l’uomo non aveva fatto nulla, erano stati i lampi a fare questo. O no?

“Non era mia intenzione.” Disse Silente.
“Io..io vengo con un avvertimento, no, una richiesta.”
L’altro uomo agitò un altro bastoncino bastoncino, foglie e rami continuarono ad agitarsi tra loro ma ci fu silenzio attorno a sé.
Uno stregone!

“Quale richiesta potrebbe farmi un mangiamorte?”
Mangiache? Gli ha rinfacciato di voler eludere la morte?
“La..la profezia..la Cooman..”

“Ah si. Quanto hai riferito a Lord Voldemort?”

“Tutto..tutto quello che ho sentito! È per questo..è per questo motivo..lui pensa che sia Lily Evans!”
“La profezia non parla di una donna ma di un bambino maschio nato alla fine di luglio.”
“Sa cosa voglio dire! Lui pensa che si tratti di suo figlio, le darà la caccia, li ucciderà tutti!”
“Se lei è così importante per te, Lord Voldemort la risparmierà no? Non puoi chiedere pietà per la madre in cambio del figlio?”

Io..io gliel’ho chiesto..”
“Tu mi disgusti!”
Thor provò una rabbia cocente che non sapeva da dove venisse, ma anche un altro sentimento che non seppe come definire. Forse..no, era assurdo, possibile che fosse..delusione? Perché provava queste sensazioni per quest’estraneo?
“Quindi non t’importa se suo marito o suo figlio muoiono? Possono morire, purchè tu ottenga ciò che desideri?

“Allora li nasconda tutti! La metta..li metta al sicuro, la prego.”
“E tu che cosa mi darai in cambio, Severus?”
“Qualunque cosa.”
 
La scena si dissolse.
Thor si fermò a riflettere su quello che aveva visto.

Non sapeva, non CAPIVA, chi fossero quelle due persone e che cosa avessero in comune con lui.
Probabilmente la profezia di cui cianciava quell’uomo, si riferiva a un bambino che avrebbe ucciso qualcuno e quel qualcuno forse voleva ucciderlo prima che potesse essere in grado di fare danni.
Chissà perché quell’uomo voleva risparmiare solo la donna.

E perchè lo stregone guardava l’altro uomo con disprezzo, quasi.
Una cosa lo colpì di quella scena. Sembrava SPREZZANTE all’inizio ma dopo, divenne quasi GENTILE, desideroso di ottenere qualcosa da lui.
Ciò che desideri..ma cosa desiderava? O desiderava qualcosa..o..la donna stessa, realizzò all’improvviso.
Qualunque cosa..ma che cosa significava ?
 
 
 
 
*

“Credevo che lei….l’avrebbe….protetta..”
Thor si sentì male davanti a quella voce. Trasudava DOLORE.
Lei e James hanno riposto la loro fiducia nella persona sbagliata, più o meno come te, Severus.
SEVERUS..
Non speravi che Lord Voldemort la risparmiasse?”
Lord Voldemort..
“Suo figlio è sopravvissuto.”

Thor sussultò.
“Suo figlio è vivo, ha i suoi occhi, esattamente i suoi occhi, ricordi la forma e il colore degli occhi di Lily Evans, non è vero?”
“NO! Perduta! Morta!” gridò lui.
“È rimorso, Severus?”
“Vorrei..vorrei essere morto io..”

Thor si asciugò le lacrime sulla faccia. Ma cosa stava facendo? Stava piangendo per uno sconosciuto..un..un mangiamorte!
“E a cosa sarebbe servito e a chi? Se amavi Lily Evans, se DAVVERO l’amavi, allora la tua strada è tracciata!” sembrava che al contrario suo, l’uomo davanti all’altro, non aveva pietà, né il minimo cedimento.

“Cosa..cosa vuole dire?”
“Sai come e perché è morta, fa che non sia stato invano.”
"Non ha bisogno di protezione. Il signore Oscuro se n’è andato.”
“Il Signore Oscuro tornerà e Harry Potter sarà in enorme pericolo.”
Dopo una lunga pausa, Piton riprese.

“Molto bene. Molto bene. Ma non lo dica..non lo dica mai a nessuno, Silente, deve restare tra noi! Non posso sopportare..soprattutto il figlio di Potter…voglio la sua parola!”
“Vuoi la mia parola , Severus, che non rivelerò mai la parte migliore di te? Se proprio insisti…”
 
Lo studio si dissolse e Thor crollò in ginocchio.

Il bambino..che cos’aveva detto sul bambino?
Ricordava di aver sentito qualcosa di simile..una volta..
Un cedimento da parte dell’uomo che amava e gli aveva raccontato la storia della nascita di SAM.
 
“Ma lo PROTEGGI. Potresti non farlo eppure lo fai. Sei sicuro che sia solo un dovere per te?”

“Thor!!” ora lo aveva preso per i lembi del mantello.
Promettimi che non glielo dirai mai.”
“Ma…”
“No!! Tu me lo devi PROMETTERE!”
 
Thor si mise le mani sulla testa.
“No.. no… NOOOOOO.”



















Note dell'autrice: ciao ragazziiiiii
allora, vi dico subito che Merlino e Freya (direttamente dalla serie tivù MERLIN , ) non erano previsti ahha
ma poi mi è piaciuta l'idea.
Anche l'idea di Thor nel viaggio sugli altri mondi non era previsto (ma sarà un mondo parallelo o una vita passata'?)
mi sembra di fare uno spin off di un'altra mia storia ahhah xd
oramai sono ossessionata da questi due, mia grandissima ship xd
Cmq so che può sembrare strano, ma Thor guarda la scena come spettatore esterno, è per questo che nonostante la frase di Freya, lui non capisce subito che cosa lei intende, cioè sul fatto che vedrà proprio lui e Loki.
lui non immagina una cosa del genere, anche perchè Loki gli ha spiegato per sommi capi cosa è accaduto sulla storia di suo figlio . Forse perchè neanche lui ricorda tutto.
Thor quindi non immagina di essere coinvolto LOL
Ricordate che Morgana gli diceva di dirgli tutto?

ps FREYA E MERLINO: sempre su Merlino e Freya, nel telefilm Merlin hanno avuto una piccolissima storia ahhah e.. no, non è perchè shippo wincest, vi assicuro che è un caso ahha li vedo bene come fratello e sorella xd cercate di non avercela con loro se potete ahha non sono proprio cattivelli, sono perlopiù pestiferi, ovviamente hanno dietro una famiglia, non sono da soli, ecco perchè Loki e Thor erano spaventati, non è che avevano paura di loro xd

Baci ^_^

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Capitolo 22
*** Un Loki smemorato ***


Sam e Dean erano andati a recuperare i cavalli, che avevano lasciato al coperto dagli stregoni, per evitare che venissero colpiti dagli incantesimi, per fortuna non li avevano seguiti.
Si erano coperti con i sacchi a pelo e si erano messi a dormire  e fortunatamente Loki non fece obiezioni, essendo ancora in stato confusionale.
Sam aveva cercato di allontanarsi, non potendo sopportare di avere SUO PADRE, così vicino, ma Dean lo attirò a sé, contro il suo petto, abbracciandolo.

“Stai con me. Ti tengo io.”
Sam soffocò dei singhiozzi contro il suo petto.
“Ti amo, Dean.”
 
 
 
*

L’indomani vennero svegliati da un grido.
Aprirono gli occhi e si resero conto che era stato il Dio a gridare.
“Chi siete voi? Che cosa ci faccio qui, da solo, con voi, in un bosco??” chiese lui, costernato.
“Calmati, non vogliamo farti del male.” disse Dean alzandosi.
L’uomo li guardò, allibito.
“Siete solo dei ragazzi. Io..cosa ci faccio con voi? Io non..non mi ricordo NIENTE!”

Dean sospirò. Avevano concordato con Sam, la versione che avevano dato all’uomo.
“Ti abbiamo trovato nei pressi del villaggio di Verenice, vagavi a piedi, come un sonnambulo, dicevi che..che non avevi una casa e che non ti ricordavi chi fossi. Poi..”
“Poi sei voluto venire con noi. Hai detto che non ricordavi NULLA eccetto..il tuo nome. Laurien.” Disse Dean.

“Laurien…non mi dice niente questo nome. Ma questi vestiti..devo essere abbastanza RICCO per vestirmi così." disse notando i vestiti di seta nera. "Perché non mi ricordo di voi? Quanto tempo è che sono con voi?”
“Solo due giorni, comunque, durante la giornata di ieri, siamo stati attaccati da due STREGONI, sei rimasto molto scioccato, forse è per questo che non ti ricordi.” Disse Dean cauto.
“Sì..gli stregoni..ricordo delle persone che si libravano in cielo ma..erano dei ragazzini!” disse sconvolto.

“Sì, ma sono molto potenti, da non sottovalutare. Noi l’abbiamo fatto e hanno combinato un bel guaio.” Sbuffò Dean.
“Aspetta..ricordo altro..io..TU..” disse indicando Sam. “Stavi per essere colpito da un fascio..era VERDE e io..ti ho spostato. Ma io..volavo?” chiese guardandosi le mani.
“NO.” disse Dean precipitosamente. “Era un effetto delle radiazioni magiche elettromagnetiche degli stregoni.”
“Sì, forse è così..” disse poi, voltandosi.

Sam nel frattempo mimava la frase “Radiazioni elettromagnetiche, davvero?”
“Non mi veniva in mente altro.” Seguitava a dire Dean.
 
 


*

Sam. Dean, e Loki proseguivano il suo viaggio, speravano che l’uomo facesse meno domande possibili ma lui non accennava a smettere.

“Mi sembra così incredibile che sia venuto con voi! Dovevo essere proprio intontito per aver voluto seguirvi, ma mi fido di voi. Non mi sarei messo in mezzo per proteggere LUI se non foste degni di fiducia, solo che, mi sembra così strano non sapere chi sono. È così strano avere la coscienza di esistere ma allo stesso tempo non avere accesso ai tuoi ricordi. So bene com’è fatto un bosco, ho ricordi di aver anche giocato tra gli alberi, una volta..ma non so quando e ogni ricordo che potrebbe dirmi chi SONO, mi..mi sembra estraneo..ma sono cosciente di esistere, so com’è fatto il mondo, so che è governato da entità superiori ma…è come se non riuscissi a ricordare di averci…VISSUTO..potrei anche avere una famiglia, per quanto ricordo..magari loro mi stanno cercando e io vago da solo chissà dove…mi sento in colpa..”
“Io non mi sentirei in colpa se fossi in te..comunque non sarebbe colpa tua, è peggio sapere di avere dei figli e non volerli mai conoscere.”
L’uomo si voltò verso Sam, sbalordito, mentre anche Dean gli lanciava un'occhiata penetrante, ma Sam la ignorò.

“Sì, so che esistono persone così, ma non manco di stupirmi ogni volta. La famiglia è l’unica cosa che definisce noi stessi. Come si fa a rinnegare chi abbiamo creato?”
Sam fece una smorfia e non rispose.
“Aspetta..a te è successo?” chiese l’uomo.
“Sì, ma non è una storia interessante. Mio padre non ha voluto mai conoscermi, sa chi sono, ma non mi ha mai avvicinato." "Perchè??" chiese l'uomo sconvolto.

"Non gli interessa.” disse Sam, conciso.

L’uomo si sentì addolorato da questo.
“Non è che..s-sono io, vero?”
Sam si costrinse a una risatina nervosa.
“No. No.”
“Ahhh, meno male. Per un attimo mi sono preoccupato. Sai, essere senza memoria..puoi esser chiunque, ma sono certo che..non avrei mai disconosciuto un figlio.”

Continuarono a camminare al galoppo, con Dean che lanciava occhiate in tralice a Sam.
 
 
 
 
*

“È faticoso portare i cavalli per lunghe scarpinate in mezzo al mondo? Non rischiano…che ne so..di..restare feriti? Cavolo. Quanto è buona questa zuppa.” Disse Loki strafogandosi. “Scusate, mi sembra di non mangiare da una vita.”
Sam sorrise.
“Serviti pure di quello che vuoi, possiamo farci portare anche del formaggio e del miele dopo e le fragole.”
“Non vorrei approfittare della vostra gentilezza.”

“Per noi è un piacere. Siamo solo io e Sam, sempre, con i nostri cavalli, e anche se siamo in fortissima sintonia insieme, spesso la tensione sale. Noi due da soli, dobbiamo provvedere a scaldarci, al nutrimento, Madre Natura è generosa, assicurando una temperatura mite per chi viaggia a piedi e l’approvigionamento di cibo con i frutti selvatici, ma deve sostentare tutti e a volte il rifornimento non è..immediato. Anche i cavalli hanno sete e fame e dobbiamo badare a loro, quando siamo costretti a proseguire a piedi per non metterli in pericolo. Per esempio quando sono venuti gli Dei a chiamarci per farci salire su quelle creature Alate, per raggiungere la nostra amica Marika che stava per partorire.” Disse Dean con gentilezza.

“Non avremmo mai abbandonato i nostri cavalli se non avessimo la certezza che vengano curati e protetti dalla nostra Dea. Fortunatamente poi una volta rientrata l’emergenza, abbiamo potuto riprenderli, ma preferiamo non sfruttare troppo la sua gentilezza, comunque per quanto si sta bene, a volte vorremmo un aiuto, un compagno di viaggio in più.” disse Sam.

“Però deve essere faticoso viaggiare sempre, in movimento, senza riposarsi mai, anche con l'aiuto di Madre Natura, è una vita sempre in movimento, è molto diverso che sapere che girato l’angolo, avrai una poltrona ad aspettarti.” Disse Loki.
“Vero, ma è una cosa che ho messo in conto da sempre, quando ho deciso di seguire Dean nelle sue avventure. Ho avuto una vita così e non faceva per me, il pantofolaio non è una cosa che mi piace fare, mi…ammoscia.” Disse Sam.

Dean rise, di sicuro pensando a una cosa sconcia. Sam gli pestò il piede.
“Capisco. Deve essere difficile..essere il figlio di un Dio, Hercules.” Disse Loki. “Voglio dire, so che si diceva che Giove aveva avuto un figlio.. credo di ricordare anche che ad un certo punto è saltata fuori la verità..che tu fossi in realtà figlio di THOR..anche se non ricordo dove ho sentito la notizia.”

“Forse è meglio non ritirare fuori la notizia con la gente dei villaggi. Non ci piace come..guardano Dean, quando ne parliamo.” Disse Sam, allarmato.
Loki annuì.

“Lo so, ci sono persone che sono sempre pronte a giudicare, mentre non giudicano mai sé stessi, loro INGANNANO sé stessi e gli ALTRI, io le ho sempre detestate. Persone ipocrite che si credono meglio degli altri. Gli Dei sono quello che sono e non piacciono neanche a me, ma trovo che a volte facciano bene ad aver imposto delle regole all’umanità ipocrita. Ops, scusate, non so proprio perché mi vengono in mente certe cose.” Si mise le mani sul viso.

“Ehm, credo sia ora di servire quello stufato.” Disse Sam allegro, alzandosi, subito seguito da Dean.
 
 
 
*

Dopo il pranzo, avevano fatto un po' pausa, per lavare e strigliare i loro cavalli, mentre Sam, davanti a un placido fiume, provvedeva ancora al bagno dei cavalli, Loki piano si era avvicinato a lui, vedendo la cura con cui lavava il cavallo di Dean.
“Mi piace come lavi i cavalli, se possibile ci metti ancora più AMORE nella cura del cavallo del tuo amico.”
Sam si schernì con timidezza.

“Amo il mio cavallo, ma quello di Dean..si occupa di proteggere una persona che amo e quindi..” si morse la lingua quando Loki lo guardò sorpreso a bocca aperta.
“Oh…”
“Beh, non scappi disgustato?”

“Tutt’altro! Io sono affascinato dall’amore, sono ammaliato dall’amore! Non mi importa se a farlo sono due maschi o due donne o due maschi e una donna, finchè è amore e non sopruso o abuso! Odio l’inganno, quello sì. Sempre odiato. E ti ringrazio per non avermi detto una bugia. Potevi farlo e non l’hai fatto.”
Dean da lontano osservava la scena, preoccupato.
Sullo sfondo, il sole stava tramontando.



















Note dell'autrice: e anche stavolta come promesso, ho aggiornato di martedì ^_^
dovete scusarmi se non è un capitolo lungo, ma ho seriamente difficoltà ad aggiornare questa parentesi di Loki e Sam, perlopiù improvviso, spero andrà meglio tra un po' e di concludere presto questa storyline :)) anche perchè poi si passerà di nuovo ad Alisea xdx LOL
non so quanto ci metterò a passare di nuovo ad Alisea, considerati i ritmi con cui aggiorno,può essere che non ci riuscirò prima di un mese xd
ma dal momento che questa storia era ferma da secoli, credetemi che è meglio di niente xd

Cmq come state vedendo, Loki non si ricorda di essere..LOKI XD come prenderà il fatto che proprio lui che è il Dio degli inganni, sta finendo per essere ingannato da Sam e Dean? si arrabbierà? E Thor che fine ha fatto nel frattempo? xd

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Capitolo 23
*** Bobby e la realizzazione di Loki ***


Purtroppo già il giorno dopo, cominciarono a uscire fuori delle voci, a spopolare la notizia che due Dei dell’Olimpo erano stati attaccati dagli stregoni e che quindi Thor e Loki erano scomparsi.
Sam e Dean si guardarono preoccupati, la magia che avvolgeva gli Dei, rendeva impossibile ricordare il loro volto , quando loro sparivano alla vista, tranne se fosse stato reso davvero necessario, ma ora Loki era umano o rimaneva sempre un Dio.

“A vederlo così, sembra umano.” Disse Sam, al suo orecchio.
“Certo. E l’ha smossa lui quella ghiaia quando siamo passati.”
“A me piace pensare che sia stato il vento.”
“Sam..è un Dio..è ancora un Dio..senza memoria e quindi molto pericoloso, senza contare che..se non ricorda chi è, ora potrebbe essere riconoscibile.”
“Ma se è rimasto un Dio, dovrebbe avere intatti ancora i suoi poteri.”

“Si basa tutto sulla loro identità, ma se lui non ricorda chi è…io la vedo male.” disse Dean.
 
Appena arrivarono alla locanda, infatti, tutti trasalirono.
Cominciarono  a chiedere spiegazioni a Sam e Dean.
Che cosa ci fa il Dio degli inganni qui con voi?”
“Sull’Olimpo lo cercano.”
“Che cosa gli è capitato?”

“Gli avete fatto qualcosa? è in ostaggio?”
“È un suo gemello?? Un sosia??”
Sam e Dean si ghiacciarono sul posto. Nei giorni scorsi avevano visto gente, erano stati in varie locande, quindi perchè solo adesso riconoscevano il Dio Loki??.
All’improvviso , Loki, capendo che ce l'avevano con lui, sbottò.
“Insomma, si può sapere che cosa volete da me?? Mi chiamo Laurien! Non sono il vostro Dio!!”
Il locandiere lo guardò in tralice e disse:
“Lo avete drogato, ragazzi? Non mi aspettavo questo dal FIGLIO DI THOR.”

Dean trasalì. “Aspettate..non è come credete, c’è un errore.” Disse Dean.
Ora questo lo chiamate errore??” disse il locandiere, piazzando il giornale sulla loro tavola.
Dean, Sam e Loki si sporsero per leggere.
 
I DUE FIGLI DI GIOVE SPARITI.
L’OLIMPO IN TUMULTO, CERCA IL DIO DEI TUONI E IL DIO DELL’INGANNO.

GIOVE DECIDE DI STRAPPARE A LOKI LA SUA INTERFACCIA MAGICA CHE RENDE IL SUO VOLTO DIMENTICABILE AI COMUNI MORTALI, PER RENDERE PIÚ FACILE IL SUO RITROVAMENTO E SI APPELLA AI MORTALI PER RITROVARLO
GIOVE RECA RICOMPENSA A CHI GLI PORTERÀ I DUE DEI SANI E SALVI.
 
Dean e Sam alzarono lo sguardo increduli.

“Che cosa c’entriamo noi con questi due?? Che cosa volete da noi?? Non li abbiamo presi noi.” si ribellò ancora Loki.
“Non lo sai? Oh, il tuo danno al cervello è molto forte ragazzo. Non sai di essere Loki, il Dio degli inganni?”
“No..vi sbagliate..io mi chiamo Laurien..non sono..un Dio..”
Un coltello volò dalla sua parte e Sam si mise subito in mezzo per proteggerlo. Coltello che si conficcò nel braccio di Sam.

“No..io cosa avete fatto..cosa AVETE FATTOOOOO.” Loki cominciò a far tremare la terra, i tavoli, che ballarono tutti, facendo un gran fracasso.
Dean corse a vedere Sam, gli prese la faccia tra le mani,
“Dean..sono vivo..sono vivo..”

Dean lo lasciò andare, era comunque tra le braccia di suo padre, prese per la collottola il brigante che stava per scappare e gli diede un pugno, due, tre, stava per dargli il quarto, ma qualcuno lo fermò. Il locandiere.
“Basta così, supereroe, non vedi che è svenuto?”
"Lui l'ha colpito! Stava cercando di uccidere.." "Quel disgraziato voleva solo metterlo alla prova, non approvo il suo metodo ma non voleva uccidere nessuno, e di sicuro per quanto voglia ucciderlo io stesso, il figlio di Thor, non deve diventare un assassino per la feccia.."
Dean non disse nulla.
“Io..io..” Dean era in stato confusionale, non capiva più niente. Nel mentre il Dio continuava a far volare in aria i tavoli e le sedie, era fuori controllo e la gente si ritraeva terrorizzata.
“Fai fermare questa cosa, fermalo.”
“Laurien, fermati, ti prego, ferma questa cosa, fermati..
“LOKI!!”
Al suo nome, lui fermò tutto.

Guardò Sam, gli tolse il coltello dalla spalla con uno scatto e senza sapere cosa faceva, lo guarì.
Sam lo guardò, carico di stupore.
“È tutta colpa mia..tutta..”
Sam mugolò dal sollievo, Loki l’aveva curato con i suoi poteri.

Nel frattempo erano scappati tutti via, o almeno una metà. L’altra rimaneva con tutta probabilità per cercare ancora di intascare i soldi della ricompensa.
“MIO PADRE NON VERRÀ A SAPERE COSA È APPENA SUCCESSO QUI, SE VE NE ANDATE SUBITO.”

Detto questo, se ne andarono tutti.
“Ehi.” Protestò il locandiere, ma Dean lo guardò male.
“Non – dire – una parola.  Questo è tutto colpa tua.”

Ah sì? Credi sareste stati più fortunati là fuori, saputelli? Preda dei briganti e dei nemici? Quel gran genio di GIOVE, ha avuto la brillante idea di fornire una ricompensa ma non ha specificato COME tuo fratello dovesse tornare sull’Olimpo!”

Tutti e tre si ammutolirono davanti a quella sfuriata.
“Ringrazia che sia accaduto nella mia taverna.” Poi si rivolse a Sam, notando il braccio ancora arrossato con del sangue rappreso.
“Non può fare di più?”

“Mi sembra come se mi sono scaricate le batterie.” Disse Loki dispiaciuto. "A quanto pare come Dio sono un mezzo disastro."
“Mpf..vieni qui ragazzo, ci penso io. Il Whisky fa sempre bene, poi una bela bistecca, si è quello che ci vuole. Mi chiamo Bobby, comunque, disse, passandogli un bicchiere e poggiandogli una bistecca cruda sul braccio.” Dopo una pausa, disse:
“Ma davvero non sapevate che questo Dio, era ricercato ovunque?”
“Abbiamo preferito costeggiare colline e boschi in questi giorni..” disse Sam, ma Loki con una smorfia, lasciò il locale.

“Ehi,aspetta.” lo chiamò Dean.
“Lascialo stare. “
“No..non sposso ..”
“Lui non si allontanerà. In questo momento ha bisogno di restare da solo.”
Dean cocciuto guardò dalla finestra e capì che era vero ma gli si strinse il cuore a vederlo così, seduto sulla riva del lago.
“Noi..gli abbiamo mentito..io gli ho mentito….” diceva Sam, tormentato.

“Mmm..a quanto pare, questa faccenda è più intricata di quanto si poteva pensare. Che rapporto c’è tra te e il Dio degli inganni?” chiese Sam.
“Lui è..mio padre…
Bobby rimase a bocca aperta a sentire questo.
Guardò Dean come per avere conferma.
Dean annuì.
“Buon Dio..ora capisco perché era con voi..ma lui..lo sa?”
“No.” disse Dean.

“E prima dell’amnesia, lo sapeva?”
“NO.” disse Sam.
Bobby storse la bocca.
Dean lo guardò male.
“Sì, lo sapeva. È solo che non gli importava.”
Delle lacrime corsero dagli occhi di Sam.
Bobby si inginocchiò davanti a lui e gli disse:

"Sai, ragazzo, tu e il tuo amico, siete piuttosto famosi, per via dei vostri vagabondaggi, di certo lo saprai..che i vostri nomi sono conosciuti.."
"Sì.." sospirò Lui.
“Inutile quindi che io finga che non sappia come ti chiami, Sam, posso chiamarti Sam, vero?”
“Sì.” rispose lui con un debole sorriso.
“Un giorno mia madre mi disse una cosa che mi fece molto riflettere. Disse che tutti gli uomini sono figli del mondo, Mi disse che gli Dei governano sul mondo, e quindi è come se fossero nostri Padri e le nostre madri, questo ci rende in un certo senso, figli degli Dei."
Sam lo guardò con curiosità.
" Ma proprio perché per loro siamo TUTTi figli, gli Dei non sanno cosa vuol dire avere un figlio proprio. Capisci cosa ti sto dicendo?”
Sam tirò su con il naso.

“Poteva non sapere cosa fosse un figlio, PRIMA, ma può scoprirlo ORA.”
Poi si volse verso Dean.
“Vale la stessa cosa per te, figliolo, sai, questa cosa può essere di dimostrazione a tutti e due..”
“Perché dai per scontato che per Sam, sia la stessa cosa che per me?”
Bobby rimase zitto.

“Loki ha..una storia particolare..c’è un motivo segreto dietro la nascita di Sam, ma la mia nascita..è diversa. Thor si è divertito con un’umana e poi..ha lasciato a suo padre, la responsabilità di riconoscermi. Per anni ho creduto di essere il figlio di GIOVE. Ho dovuto saperlo da MIO ZIO, che per anni ho creduto essere mio fratello. Ed è stato solo quando i suoi VERI FIGLI hanno rischiato di perdere la loro immortalità, che lui si è degnato di far sapere la verità al mondo, non l'ha fatto per bontà nè per amore verso di me.”
“Avete davvero dei padri disdicevoli, se mi trovo davanti il tuo, giuro che lo fucilo. Sempre se non l’ha inghiottito l’universo.”

Dean rise davanti a quella sparata, ma dopo pochi secondi, si ritrovò a preoccuparsi davvero anche lui.

Aveva cercato fino a quel momento di non pensare davvero al fatto che Thor fosse stato inghiottito nel nulla, si diceva che doveva essere forte per Sam e quindi cercare di non lasciar trasparire il suo dolore, ma ora quell’uomo aveva riportato tutto a galla.
























Note dell'autrice: come avete visto, si cominciano a sbrogliare un po' le matasse. Vi piace l'arrivo di Bobby?? Vi dico che nemmeno io, sapevo che sarebbe arrivato LOL xd
per quanto riguarda il rapporto Thor/Dean è qualcosa che non è stato mai esplorato da me, che cercherò di esplorare nel prossimo o nei prossimi capitoli :))

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Capitolo 24
*** Missing moment di Sam, Dean, Merlino e Freya ***


Vedere scendere Thor dal Cielo, mi colpì all’interno come una scarica di un fulmine.
Sono questi i fulmini che mio Padr..no…GIOVE, ha sempre governato?

O forse un fulmine emozionale, uccide di più di un fulmine vero?
Non l’ho mai visto direttamente, solo per sentito dire, o tramite una foto, vista per caso o un’apparizione fugace.
Spesso mi sono chiesto se fuggisse da me per non farsi vedere.
Per me è stato sempre una leggenda, troppo evanescente per sembrare REALE.
Mio padre..quello che ho sempre creduto fosse mio padre, era Giove, sempre stato lui. Nessuna altra variante.
Quando Sam, il mio dolce, carissimo Sammy, mi raccontò del suo VERO padre, non so dove trovai la forza, quella stessa forza che mi faceva essere un Semi Dio, per mettere da parte quanto tutto quello mi facesse sentire come spaccato in due, ma lo feci, per Sam.
Perchè aveva bisogno di un amante, che era anche un amico, che non pretendeva di essere consolato, non aveva intenzione di dire a Sam che anche lui avrebbe voluto essere consolato da una cosa simile.
Davvero, poi, la sorpresa di sapere che anche il mio dolcissimo Sammy, era il figlio di un Dio, superò ben presto anche la sorpresa di sapere che non aveva ereditato anche lui la forza sovrumana di un semi dio, ma andò anche oltre. Non riuscivo infatti a capacitarmi del fatto che un essere dolce come Sammy, poteva essere rifiutato, da un Dio.

Io per me l’avevo accettato, ma non riuscivo a immaginare che qualcuno non potesse voler reclamare Sammy come suo, come suo figlio.
La storia che mi aveva raccontato Sammy era assurda, io pensavo che la mia lo fosse, ma non avevo valutato che potessero esistere storie ancora più strane.
È il destino di ogni essere vivente credo.
Tutti pensano di essere speciali, ma al mondo esiste sempre un essere che è più speciale di te. È la ruota del mondo.
Le Parche lo sanno bene.

Quegli esseri sommi ingannatori che hanno tessuto una ruota per Sammy, più di una.
Che hanno stabilito che Sammy era così speciale che doveva nascere.
Darò dei fiori a queste meravigliose creature per avermelo regalato, per aver deciso per qualche motivo, che io dovessi avere il privilegio di averlo al mio fianco.

Da un lato soffrivo ancora per il fatto che il mio vero Padre, non abbia mai fatto un cenno per volermi conoscere, ma quando Sam me lo chiedeva, di notte, mentre mi abbracciava e mi baciava..io lo rassicuravo..non mi interessa, non mi è mai importato..ha sul peso una storia più pesante della mia. Non volevo buttargli addosso i miei problemi, non lo merita.
Potevo essere forte per tutti e due.

E gli dicevo anche che non deve soffrire neanche lui per Loki.
Se lo volesse, saprebbe dove trovarti. È un dio, in fondo.
 
 
Quando lo vedo scendere dal Cielo con Loki quindi,sento questo fulmine emozionale, ma qualcosa di più doloroso avverto, quando Loki cade a terra per difendere Sammy, quando poi THOR corre da lui, pronunciando parole d’amore pregne di sentimento, mi sento come se qualcuno girasse la ruota del carro sopra il mio cuore.

Loki e Thor….insieme?
Ci sarebbe dell’ironia in tutto questo, se non facesse così male.








Mi sto incavolando davvero tanto xd non con voi tranquilli xd stavo spostando i capitoli, ma ogni volta che lo faccio, in gestione storie mi riporta all'ultima storia che ho scritto, visto che è parecchio che non aggiorno questa..quindi è DESTINO che debba fare le cose alla cavolo..e vabbè..mi rassegno ad aggiornare PRIMA questa storia e cosi posso spostare i capitoli senza dover sempre tornare in giù, sappiate che mi sto per adoperare per spostar i missing moment e spero che ora che arriverete a leggere questo capitolo, io l'abbia già fatto..comunque vi spiego cos'ho fatto (o mi accingo a fare)

!) Il missing moment di Giove che parla con gli Dei a proposito della verità su chi Loki è figlio, diventa un capitolo a parte non più missing! Ed è il cap 7, quindi subito dopo che Giove parla con Dean Sam e Marte! Era del tutto illogico tenerlo negli ultimi capitoli!
2) La prima volta di Sam e Dean è diventato un capitolo a parte, il 10.
3) Sam che torna a casa dai genitori: è diventato il capitolo 11
3) Capitolo 20 dialoghi REVISIONATI e aggiunti pezzi in cui Thor parla anche di Dean!

4) ho scritto un altro capitolo che ho spostato prima di questi, il famoso confronto fra Dean e Marte che è diventato il capitolo 5, l'ho diviso dal resto. Nelle note del cap 5 spiego perchè

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Capitolo 25
*** Fuori dalla locanda ***


Sam raggiunse Loki, suo padre. Faceva ancora un certo effetto, sentirlo come tale.

Era accanto al suo cavallo, davanti alla riva di un fiume.

Quando lo vide, Loki gli riservò un sorriso triste.

“Si è avvicinato a me con il muso..come per consolarmi. Creature sensibili gli animali, non trovi anche tu? Ma non molto intelligenti…mi dispiace parlare così del tuo cavallo, ma non può essere altrimenti..diversamente, un buon animale, difenderebbe il suo padrone e non dovrebbe riservare affettuosità a persone che fanno del male al suo padrone.”

Un enorme moto di rabbia scaturì da Sam stesso, anzi credette che più slanci di rabbia lo pervasero.

“Non ti permetto né di parlare del MIO cavallo in quel modo, né di parlare di TE in quel modo!” disse iroso.

“Non puoi dirmi come posso parlare di me stesso!”

“Può darsi, ma non permetto a NESSUNO di parlare di MIO PADRE in quel modo, quindi neanche a te!! Sono stato chiaro??” chiese in modo perentorio, ma poi elargendo un sorriso.

Loki sembrava fare del suo meglio per non sorridere.

“Tutta la mia vita è stata un inganno..”

“Beh, è quello il tuo ruolo! Se non ne sei soddisfatto, potevi lamentarti con Giove tanto tempo fa! Magari eri ancora in tempo!”

“Non è divertente, Sam..”

“Ohhh, non riesco ad immaginarmi il grande Loki che trova qualcosa di NON divertente! Meno male che non ti ho conosciuto prima, saresti stato una delusione!” disse Sam sperando di non esagerare.

Loki sembrò soppesare le sue parole.
“Ma lo sono adesso..”
“Non necessariamente.” Insistette lui.
“Oh, andiamo!! Mi hai nascosto chi ero davvero!”

“Sì, l’ho..l’abbiamo fatto! E quindi??” lo guardò accigliato.

“Quindi?? Mi sembra chiaro che ti vergogni di me!
Sam sbarrò gli occhi.
“Sei davvero così stupido??”

“Sì, tra le tante cose..quando non vado a fare il padre degenere qui e là!!

Io e Dean ti abbiamo nascosto chi eri, per non turbarti, razza di stupido! Immagina di dire a un qualunque umano che è il Dio dell’inganno! Avresti potuto subire un trauma!”

“L’ho appena subito..” disse lui, sedendosi su una roccia. “Devi odiarmi davvero molto.”

“Non tanto quanto pensi, ma devo ammettere che se continui con questa ottusità, riuscirai nell’intento molto presto..e con MOLTO PRESTO, intendo dire prima che cali il sole!” disse indicandolo in cielo.

Loki osservò il sole e sbuffò.
“Il Sole..sembra ricordarmi qualcosa..a qualcosa che associavo..ma che sembra sfuggirmi..”
Sam sospirò e si sedette vicino a lui.

“Non mi fai domande su di te? Ehi, prometto che ti risponderò..e sarò sincero stavolta.” Disse toccandogli una gamba, lui sussultò al contatto. “e che cercherò di rispondere a tutte le tue domande..beh, a quelle che posso ovviamente.”

“No..” disse lui.

“Come sarebbe?? Non capita spesso neanche a me, che sono un semidio, di conoscere più cose di voi altri lassù…e a Sam, detto francamente, non capita proprio MAI, lasciagli godere la sensazione.” Disse Dean arrivato in quel momento.
Loro due volsero lo sguardo a guardarlo.

“Dean ha ragione..lascia che ti illumini sulla tua vita..ci sono cose di te stesso che devi sapere..”

“Credi che BRAMI dalla voglia di sapere i dettagli del perché e del percome ad un certo punto ho fatto un figlio che non ho più voluto?? No, non ci sono giustificazioni per un simile atto senza senso!”

“E qui SBAGLI…senti, non voglio dire che ti ho perdonato del tutto, ma una volta che ho saputo l’intera storia..ti ho capito meglio..e anche tu devi sapere che cosa è successo..”

“Ah sì eh? Quindi avevo i miei buoni motivi per stare lontano da te? Allora dimmi, Sam, per caso ti hanno detto che mi hanno rapito, minacciato, puntato una pistola alla testa o minacciato di fare del male a me e ai miei cari se non ti avessi abbandonato?”
“Cosa? No!” disse Sam accigliato.
Loki fece una smorfia.

“Visto?? A mio parere, quindi, tutte le altre sono motivazioni senza senso!”
Sam lo guardò scattoso.
“Sei un idiota!”
Loki lo guardò disorientato.

Sam ha ragione e non guardarci così! Continui a rifarlo! Hai allontanato da te, Sam, perché avevi PAURA, proprio come hai paura adesso, fottuto VIGLIACCO!”

VIGLIACCO
VIGLIACCO
VIGLIACCO

Quella parola gli rimbombava nella testa come se fosse stata urlata da qualcuno di lontanissimo, appartenente a un altro tempo..a un’altra epoca..a un altro mondo..

“No..non sono un VIGLIACCO!” disse tenendosi la testa tra le mani.

“Sì, invece! Sei un vigliacco! Non vuoi affrontare la verità!” disse Dean, ma poi si avvicinò a loro e disse più dolcemente: “Ma sei un Dio capace anche di un buon cuore..ti sei frapposto tra Sam e il fulmine, quando eri ancora un Dio..hai sacrificato la tua vita PER LUI..questo dimostra che lo amavi a tuo modo..e se ci sono cose per cui un padre merita di essere perdonato, è proprio questa.” Disse dolcemente.

Loki lo guardò sgomento, poi guardò sgomento Sam che piangeva silenziosamente.

“E tuo figlio ti corrisponde, Loki..guardalo! Ha fatto lo stesso per te, in quella locanda. Entrambi vi siete feriti, ma non a vicenda, come hanno il vizio di fare gli umani, ma lo avete fatto per proteggervi!”

Loki abbracciò suo figlio, senza neanche sapere come si facesse e Sam si aggrappò a lui.

“Come puoi riservarmi parole tanto gentili..ho ferito anche te..se davvero sono LOKI, avrei dovuto LOTTARE per dire a mio fratello di conoscerti, di non fare come ho fatto io..”

“Tu dici? E sei sicuro di non averlo fatto? Senti, io non posso sapere cosa hai fatto quando eri ancora lassù…ma io posso dirti che ti sono grato in realtà..anche se forse è più egoistico da parte mia. In qualche modo le vostre azioni sconsiderate ci hanno fatti CONOSCERE. Io ti sarò grato per sempre di avermi fatto conoscere Sam, mi hai capito?”

Loki lo guardò confuso e poi grato, con un sorriso.
“Beh, allora, GRAZIE..”
“No, Loki, grazie a te.” Disse Dean, toccandogli un braccio.

In quel momento il braccio di Loki si illuminò di una luce dorata.

“Che cosa hai fatto??” lo guardò disorientato.
“Niente!! Non sono stato io!” disse Dean.
“Dean!! Che cos’è questa luce??” chiese Sam spaventato.

“Vi giuro che non sono stato io!!!” disse Dean allarmato, alzando le mani.

“È stato quel GRAZIE..quando mi hai ringraziato, ho avuto la sensazione che non mi stessi ringraziando per quello..ma che fosse qualcosa di ancora più profondo..come di un altro..TEMPO..” disse Loki.

“Loki, ti giuro su tutti gli Dei, che io non ti ho mai conosciuto prima!!” disse Dean.

“Dean!! La luce sta diventando più grande..ci sta avvolgendo!!” disse Sam.

“SAM, NO!!” disse Dean correndo per proteggerlo, ma la luce diventò grande come una cupola e li avvolse tutti, facendoli scomparire.






















lo so, lo so, sono passati 2 anni ç_ç ma vi giuro che ho finalmente trovato un sistema per riprendere tutte le mie storie più vecchie da dove le avevo interrotte..non lo voglio dire per scaramanzia..ma credo che con un po' di fortuna, nei prossimi giorni ne potrete trovare diverse che riprendono miracolosamente VITA! Ad ogni modo, io ho dovuto rileggermi alcuni capitoli, quindi temo che dovrete farlo anche voi perchè qualcosa certamente avete dimenticato ç_ç in particolare la storia di come è nato Sam, che è figlio di Loki, è molto importante, ma tanto comunque la riprenderemo più volte nei capitoli! Nei prossimi capitoli ci saranno anche tantissime rivelazioni. Spero vi piaceranno <333  

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Capitolo 26
*** La stanza dei bottoni, mi tocca guardarla da fuori ***


Sam e Dean si ritrovarono in una stanza completamente bianca e con le pareti imbottite, Loki era SCOMPARSO. Dall’altro lato della parete c’era solo una porta marrone. Non c’erano finestre.

Sam!! Dove siamo??” chiese Dean confuso.

“Non lo so, Dean! Dov’è mio padre??” disse Sam spaventato.

“Loki…no…BLACK…” disse Dean in realizzazione, sgranando gli occhi.
Sam sbarrò gli occhi insieme a lui.

Il professore!!!” disse Sam sgomento come lui, mettendosi una mano sulla bocca.

“Oh mio dio!! Sei mio fratello!! Non siamo dei semidei..siamo..SAM E DEAN!”
Sam represse un singhiozzo e si precipitò ad abbracciare suo fratello.

Avevano temporaneamente ricordato chi erano davvero!
 
 
 
 
*

“Alisea…ecco perché continuava a dire che esisteva il male dentro di lei…” diceva Sam sovrappensiero, tormentato, seduto sul pavimento.
“Come??? Alisea diceva questo??” gli chiese Dean terreo.
Sam lo guardò confuso.

“Ma non te lo ricordi?? Quando ti ho raccontato come ci siamo conosciuti, ti ho detto che lei sosteneva che ci eravamo conosciuti in un altro mondo e che esisteva del male in lei e che io mi sono fatto carico di questo male…e per questo il male era in ME!”
Dean guardava nel vuoto atterrito.

“Dean!! Dean! Ci sei ancora??” gli disse Sam, facendo schioccare le dita davanti ai suoi occhi.
“Sì, sì, ci sono..”
“Meno male! Per favore, non ti incantare più così, mi fai spaventare!”

“Stavo riflettendo su quanto mi hai detto..”
“E ti ricordi?”
“Molto vagamente..ma perché stiamo parlando di questa cosa adesso, Sam, con tutto quello che ci sta capitando addosso??” Dean sembrava arrabbiato.
Sam era sconvolto.

“Possibile che non capisci??? Alisea potrebbe essere l’esserino che abbiamo visto nel mondo dei bambini mai nati!
Dean aveva la bocca spalancata.
“Oh mio dio..”
“E presumibilmente è anche la figlia di MARIKA, in quella vita! Ecco perché il rituale fatto da Albert e gli altri Dei, le collegava insieme!”

“Sam..hai ragione..è una cosa terribile..mi dispiace tanto!!”
“Va bene, va bene, capisco che sei sconvolto come me..in fondo ci siamo appena risvegliati DI NUOVO..da questa sottospecie di amnesia collettiva che ci ha colpiti tutti!”

“L’incantesimo di Jael…” disse Dean sovrappensiero.
“Sì..sta ancora continuando, Dean e non sappiamo quando finirà!” disse Sam disperato.

“Ok, cerchiamo di riflettere un attimo..dobbiamo rimettere insieme i pezzi, in fondo è per questo che siamo finiti in questo incantesimo, no? Dobbiamo SCOPRIRE cosa è successo nella nostra vita precedente, di tanto sconvolgente..è evidente che è qualcosa di MOLTO GROSSO, considerato anche tutto quello che ci è successo nel presente…e i ricordi affiorati..”

“Va bene…cominciamo dall’uomo che era con noi..oh mio dio, Black…il professore Black era LOKI! Ed era tuo PADRE!” disse Dean.
“Ora capisco quella sensazione, Dean..”
“Quale sensazione..”

“Quando caddi quel giorno, a scuola, e lui mi afferrò il mento per guardarmi..”
 
Qualche minuto dopo, Black uscì dallo studio del preside, ancora visibilmente irritato. Forse fu per via di quella tensione, che l’anello gli cadde nuovamente dalle mani.

Rotolò fino ai piedi di un ragazzo.
Sam.

Black trattenne a malapena un grugnito. Di nuovo uno di quei mocciosi!

Sam raccolse l’anello. Sembrava affascinato dalla pietruzza.


“Che bello.” Disse tra sé e sé, poi vedendo chi si trovava davanti, lo fissò intimorito.
Black sorrise.
“È un anello molto bello, non è vero? Ti piacerebbe averlo, vero?”

“Sì.” Disse sinceramente Sam.

Per un folle momento, Black fu quasi sul punto di darglielo veramente, poi per fortuna si riscosse da quell’inaspettata follia.
“Beh, non puoi. È mio.”
“Certo! Mi scusi.” Disse Sam, porgendoglielo.

Black fu sorpreso dall’arrendevolezza di quel ragazzo cosi ribelle fino a pochi minuti prima.
Lo guardò in viso. Aveva un labbro spaccato.
 
Si avvicinò a lui, proprio nel momento in cui il ragazzo – che Black ribattezzò subito piedi di pastafrolla – cadde ai suoi piedi, inciampando.

Black si inginocchiò e sorrise.

“Non ti reggi in piedi, eh? Troppe emozioni per oggi?”

Sam sperò che quell’odioso professore prendesse il suo anello e se ne andasse subito, ma invece di prendere l’anello,  il professore senza preavviso, gli alzò in su il mento, così che costrinse Sam a guardarlo fisso negli occhi. Il verde splendente in un tuffo nel nero più profondo.

Sam rimase per un attimo infastidito da quella confidenza che lui non gli aveva dato e che non aveva nessun diritto di prendersi; però, Sam notò anche che per quanto rude, il tocco sembrava gentile in un certo senso. Non arrogante. Il professore lo stava fissando come un medico guarda le ferite di un malato. Mancava solo uno stetoscopio al suo collo.
 
“Cosa ti sei fatto al viso? Non mi pareva che Stinsky ti avesse toccato. Non era intervenuto il tuo adorabile fratello a difenderti?”



 
“Credi che LUI sapesse già che fosse tuo padre in quella vita??” gli chiese Dean.

No. Non mi avrebbe mai guardato o trattato in quel modo altrimenti..ma quella sensazione che ebbi quel giorno, Dean..era così…TANGIBILE..ora SO..so che se sei legato a qualcuno da qualcosa di invisibile, quel qualcosa lo senti..la sensazione di quel giorno..mi ha toccato proprio come se fossi suo figlio..c’era dell’amorevolezza in quel gesto..era preoccupato per me!” disse lui.

Dean era meditabondo.
“Lui è mio padre…ma anche ALBERT è tuo padre…adesso sappiamo che è così..hanno lo stesso volto!  Avevi intuito giusto!” disse ancora Sam.
“Non ti sfugge niente..” disse Dean.

Dean! Tu glielo devi dire!” insistette Sam.
“Ma non sappiamo neanche dov’è lui adesso…e dove siamo noi adesso!” disse Dean spalancando le braccia.
Sam si massaggiò le tempie nervoso.
“Deve esserci un motivo per cui siamo stati sottratti di nuovo a quel mondo all’improvviso..”

“Non è la prima volta che è accaduto..è successo anche prima..quando eravamo occupati a restituire a..MARTE..i suoi poteri..e a Venere..”
Sam sbarrò gli occhi.

“Sì..è vero…ma in un certo senso..no..non eravamo qui..abbiamo RICORDATO chi eravamo, ma per poco!”

Dean guardò a sua volta la stanza, osservandola e studiandola.
“È vero, che luogo è mai questo? E perché ci siamo arrivati all’improvviso?” disse Dean toccando una parete e studiando diffidente la porta all’altro lato.
“Prima o poi dovremmo oltrepassarla.” Disse Sam.

“Sam, no, aspetta! Vado io, sono il maggiore.” Disse Dean facendogli un sorriso a mò di smorfia e per tutta risposta, Sam si beccò uno sgambetto che quasi lo fece cadere.
“EHI!! Quand’ero un semidio avevo più rispetto!” disse, mentre Sam gli ricambiava il sorrisetto.

“CHIUSA! LO SAPEVO! SIAMO INTRAPPOLATI QUI DENTRO!” disse Dean battendo i pugni sulla porta.

“Credi che se usiamo i nostri poteri, potremmo riuscire a buttarla giù??” chiese Sam.

“Non so neanche se li abbiamo ancora, Sam..” disse Dean.
“Beh, almeno tentiamo no?” disse Sam.
Dean fece spallucce ma in quel momento una voce li richiamò sgarbatamente.

“NON FARETE NIENTE DEL GENERE, GIOVANI SCIAGURATI!”

Sam e Dean sussultarono dalla sorpresa, voltandosi, trovandosi davanti BLACK WHITE, l’incarnazione futura e presente del giovane Dio Loki.

“E tu…quando sei arrivato?” chiese Dean.
Black sembrò spiazzato quanto loro.

“Sono qui da quando vi siete svegliati, ma ogni sforzo per farmi sentire o vedere, è risultato vano, poi sono passato agli insulti, non perché pensavo sarebbero valsi a qualcosa con voi zucche vuote, ma perché almeno nel frattempo potevo divertirmi!”

“Sam, tutto questo è molto inquietante..” disse Dean terrorizzato.

“Ehm..professore..alla luce di tutto quello che abbiamo vissuto..come vuole che la..chiamiamo? Io almeno..devo chiamarti LOKI, professor White..Black..”

“Chiamami Black e basta!! Non aggiungere altro, non avanzare altre scelte!! Disse lui alzando le mani e un’onda di panico sembrò attraversarlo.
Sia Sam che Dean sorrisero.

“Credo che forse..insomma..non credete sia il caso di parlare di quello che è accaduto laggiù?” chiese Dean imbarazzato.
Sia Sam, sia Black, sembravano imbarazzatissimi.

“Già..ecco..io..non sapevo di essere..ehm..tuo..lo sai..altrimenti te lo avrei detto..”
“Grazie.” Disse Sam.

“E..ehm..ecco..non so che pensare a questo riguardo..” disse lui sottosopra.
“Quando sono morto..gli spiriti mi hanno mostrato i segreti della mia nascita..non quella del presente, ma di allora..” disse Sam.
“Raccontamela, ti prego.” Disse Black.
Sam e Dean lo guardarono.

“Io non la so..perchè a quanto pare la recente amnesia della mia incarnazione, me l’ha fatto scordare.” Disse lui sbuffando.
 
 
 
*

Dieci minuti dopo, Black era più nervoso che mai.
“LILY..ma certo! La ragazza che sognavo sempre ultimamente, con i capelli lunghi e rossi.che mi provocava una grande tristezza e angoscia..deve trattarsi di lei.”

“Black..quell’anello..quello che Sam raccolse quando ti cadde quel giorno, a scuola.. era suo?” gli chiese Dean a bruciapelo.
Black chiuse gli occhi.
“Non lo so.”
“Ma…come sarebbe!!” disse Dean arrabbiato.

“L’ho detto anche ad Albert..non ho idea di chi sia..l’ho trovato un giorno a casa mia, in una botola e da allora ho deciso di tenerlo. Fine della storia!”
“Non ci stai raccontando tutto..quell’oggetto emanava delle vibrazioni strane..l’ho sentito appena l’ho visto..” disse Sam speranzoso che suo padre si aprisse con lui.

“Sì..avete ragione..ma non vi ho mentito..anche io sento che c’è qualcosa..ma non saprei dire cosa..forse per me quell’oggetto significa più di quello che la mia mente è disposta a ricordare..per adesso..smettetela di farmi il terzo grado!!” sbottò.
Sam e Dean tacquero.

“Vi prego, raccontatemi cosa è successo..c’è questa maledetta amnesia che quei bastardi di stregoni mi hanno inculcato e continua ancora adesso..non riesco a ricordare quando ero questo Loki e quindi neanche cos’è successo a tutti gli altri..dovrete farmi voi un resoconto di quanto ci è capitato!” disse Black.

“Ehm..ci vorrebbero ore e non ce le abbiamo..in qualunque momento potremmo ritornare laggiù!” disse Dean imbarazzato.

“Numi di tutti i signori della guerra!! Devo forse pregarvi? Vi diverte vedere un Dio che prega? Se proprio volete, fatemi un riassunto breve ma fatemelo! Dove sono i vostri amici? Cosa fanno, CHI SONO? Dove diavolo si è ficcato ALBERT???”
Sam sospirò a lungo.

“Clere e Marika sono rispettivamente Xena e Olimpia..direttamente dal telefilm..mentre Dean sarebbe HERCULES..ricordo che lo chiamavo così..e io ero il suo amico..IOLAO..”

“Mi state prendendo per i fondelli e mi sto arrabbiando moltissimo…”

“Non è così, Sam sta dicendo la verità…avevamo quei ruoli..e poi anche voi riprendete i ruoli di Dei dell’Olimpo, quindi anche questo è assurdo ma sembrate non avere problemi ad accettarlo..” disse Dean.
“Un conto è accettare gli Dei..ma HERCULES? XENA??”

“Senti, sono personaggi leggendari,..ci hanno fatto dei telefilm, è vero, ma questo non significa che un tempo non sono realmente esistiti..magari hanno preso spunto.” Disse Sam.
Loki si mise le mani a massaggiarsi le tempie e si sedette sul pavimento, si sentiva svenire.
 
“Vi prego, andate avanti, ho bisogno di pensare ad altro..dunque, voi avete incontrato loro nei panni della principessa guerriera e nei panni di un semidio, presumo..raccontatemi questi incontri..”

Sam e Dean raccontarono brevemente a Black come si erano conosciuti, e come una volta tornato dai suoi genitori, Sam e Dean erano andati anche in questa società per combattimenti dei cavalieri e lì avevano conosciuto Castiel e Ruben.

“Dunque essi erano fratelli in quella vita..alla fine c’entravano davvero con noi..e con voi..ma forse solo ai margini..” disse meditabondo. “Andate avanti, parlatemi della vostra amichetta dai capelli rossi..” disse lui.
“Ehm..non preferiresti che parlassimo ancora dei litigi tra te e tuo frat..” disse Dean.

Vi ho chiesto più volte di parlarmi di lei e avete glissato!! Non abusate oltre della mia pazienza, ho detto!!”

Sam e Dean si arresero all’inevitabile e raccontarono del mondo dei bambini che non erano ancora nati. Raccontarono così che fu quello il momento in cui si erano davvero incontrati e che quello fu presumibilmente anche il momento in cui avevano incontrato per la prima volta ALISEA, sotto forma di fatina demoniaca.
Il professore era terreo dalla rabbia.

“C’è qualcos’altro di terribile di cui devo essere messo ancora a conoscenza?” chiese in modo sinistro.
Dean e Sam a quel punto gli raccontarono che avevano scoperto che Alisea era anche la figlia demoniaca che Marika aveva messo alla luce. FIGLIA DEL MALE.

“La ragazzina dai capelli rossi!! Sapevo che c’era qualcosa di inquietante in lei! Se non sapessi che sono vissute entrambe nello stesso tempo, avrei detto addirittura che lei stessa fosse la reincarnazione di Lily!!” disse arrabbiato.

“Alisea e mia madre la stessa persona? Oh, adesso non esageriamo..anche se tutto in questa storia è assurdo, ma qui siamo alla follia.” Disse Sam rabbrividendo.

“Vi rendete conto della prova che abbiamo appena avuto!! Quella ragazzina è figlia del demonio!! E voi che non mi volevate credere!! E corromperà Sam nel futuro!! Ma che sto dicendo!!! L’ha già fatto!! Ha trasferito il male in lui e ora tuo fratello porterà Lucifero sulla Terra!!”
“Dean, è fuori di sé..” disse Sam.

“Black, cerca di calmarti adesso..che importanza ha prendersela così tanto..ormai quel che è fatto è fatto..non si può più evitar..”
“ALBEEEEEEEEEEEEERT!! Dove sei!! Vieni subito qui ad aiutarci!!”
E inaspettatamente, Albert arrivò veramente.

Aprì la porta ed entrò lasciandola così.
“Eccomi, Sono qui.” Disse anche se appariva confuso.
“ALBERT???” dissero in coro Sam e Dean.
“Ma…come hai fatto a venire qui?? E come diavolo hai fatto ad aprire la porta??” chiese l’altro arrabbiato.
“Appoggiando la maniglia? Non è stato difficile..” disse lui, mentre loro lo superavano sulla soglia.
 
“Quanto al come, miei giovani amici, mi dispiace deludervi, ma non lo so neanche io.” Disse mentre loro fuori dalla porta osservavano quella numerosa sequenza di strane figure geometriche sospese nel vuoto e giganti che inquietanti stazionavano in un corridoio ancora più inquietante, che si contorceva come a formare un tunnel che si liquefaceva come un’autostrada nel cosmo.

“T-tu ti trovavi in mezzo a queste cose, Albert?” chiese Black.

“Macchè..ho fatto un viaggio nella letteratura contemporanea, rifacendomi un po’ di cultura giovanile, e approfondendo i temi della magia in chiave della narrativa tra ragazzi, comprendendo più a fondo la teoria che mischiata sulla pratica della realtà..”
“VIENI AL PUNTO!”

“Ero Silente, nel mondo di Harry Potter, e tu eri Severus Snape…prima di essere gli Dei Dell’Olimpo, eravamo i personaggi di un libro di fantasia per ragazzi.” Disse Albert pacato e solenne, stordendo tutti quanti.













pps La stanza dei bottoni, sarebbe il limbo in cui si trovano e la citazione è presa dal pappagallo Iago di Aladdin, che si riferiva però al palazzo del sultano ahha

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Capitolo 27
*** Parlando di Harry Potter ***


Si era ritrovato in un mondo nuovo.
Un mondo dove era considerato uno dei maghi più grandi degli ultimi tempi.

Un mondo dove era considerato dapprima un eroe e poi un tiranno.

Un mondo in cui lui e il suo grande amore, Loki, era stato un suo nemico..
E poi suo amico..
E infine amante.
E allora ricordò..
Ricordò tutto.

Di Harry Potter e di Lily, di Severus, di quel mondo fantastico..
Ricordò la sua morte e poi ricordò di essere infine ALBERT..
Ricordò Sam e Dean e si ritrovò nel Limbo.

Quando aveva riconosciuto le loro voci, dovette aspettare un momento per riuscire a calmarsi.
Severus, no, Loki…no…White…Black White…
Era tutto così confuso e minacciava così tutto di crollare da un momento all’altro.

E ora erano tutti lì che aspettavano una risposta..proprio da lui.
Lui che ora faticava perfino a respirare dall’emozione, come poteva..parlare?
 
“Albert! Razzi di stronzo! Smettila di scherzare! Abbiamo avuto una giornata molto pesante, anzi nera! Più nera del nero dei miei capelli! Cosa diavolo ti salta in mente di scherzare in questo modo? Io e questi ragazzi ne abbiamo passate di tutti i colori! E anche se sono dei mocciosi insolenti e anche molto imbranati, sono sempre un INSEGNANTE e devo PROTEGGERLI! E anche io sono prossimo a una crisi di nervi!! Non pensi a me?? Tu ancora non lo sai, ma ho appena SCOPERTO che io sarei suo PADRE!” disse indicando Sam come se fosse una grossa minaccia alla sua sicurezza.

“Non sembravi così dispiaciuto prima..” disse Sam accigliato.
“Zitto! zitto! Non rievocare quegli orribili momenti!” disse Black in preda all’isteria, mettendosi le mani sulle guance. Sam e Dean sorrisero, Era molto buffo. “Albert! Albert! Non hai niente da dire?” lo richiamò arrabbiato.

“Non vedi che è sotto shock?” disse Dean arrabbiato.
“Ci credo! È stato rapito da quegli orribili demoni che lo hanno convinto che facciamo tutti parte di una demenziale saga letteraria!! Avrà gli incubi per mesi!! E anche io!!” disse Black stravolto.

Severus..”
Sam, Dean e Black trattennero il fiato.
“Albert, adesso smettila, non sono lui, mi hai capito?”

“Quando trovavo delle somiglianze tra voi due e Silente e Piton e ne discutevo con Sam, non credevo fosse vero..” disse Dean, con Sam che annuiva scioccato.

“Cooosa? Che avete fatto? Oh, ma adesso è tutto chiaro! Albert ha sentito i vostri discorsi su quel libro e sotto shock per i vostri gusti assai discutibili nonchè per il pessimo gusto di trovare somiglianze dove non esistono, paragonandoci a due sciocchi maghi dalle altre scelte assai discutibili, ha cercato di cancellare questa informazione, ma la sua MENTE, sconvolta da cosa lui ha cercato di riproporgli, si è ribellata spaventata, è andata in blackout e qualcosa non ha funzionato..quindi invece di cancellarla, ha immagazzinato questa informazione, spacciandola per un ricordo vero..è vero, Albert?” disse sorridendo al suo uomo.
“La vuoi smettere di dire cretinate??” disse Dean.

“IO??? Non riuscirai a farmi credere che siamo i personaggi di quel libricino stupido per bambini!!”

"Non insultare Harry Potter!" disse Sam guardandolo strizzando gli occhi.

"Lascialo perdere, Sam, è solo incazzato nero perchè in quel libro fa una brutta fine.."

"La stessa brutta fine che rischiate a breve di fare voi due, vi avverto.."

"Oh-oh cosa vuoi fare professore? Spedirci a leggere pagina 394?" disse Sam.

"Tutto a un tratto capisco quel professore.."

"Ah-ah, sgamato..hai visto i libri.." disse Harry.

"Razza di insolente.."

“Severus, basta..”

Si voltarono di nuovo tutti verso di lui.
“Al..”
“Chiamami con il mio vero nome..”
“Tu..non puoi essere serio..”

“Dimmi che mi perdoni..” disse alzando una mano su di lui.
Prima che appoggiò la mano sulla sua guancia, su quella di Black corse una lacrima.
“Dimmelo…”

Black non parlava più ora, godendosi quella carezza.
Una luce si sprigionò di nuovo su di loro, illuminandoli.
“DEAN! DOBBIAMO FARE QUALCOSA!!” aveva gridato Sam.

“No!! Fermo! Lasciamo che accada quello che deve succedere!!” disse Dean.
Black e Albert si abbracciarono e poi si baciarono focosamente come due amanti disperati.
 
Passarono molti minuti in quella condizione, dove la luce era così intensa che stava ormai illuminando tutto e una melodia struggente piano piano aumentò sempre più di volume, fino a quando divenne quasi insopportabile.

Era un canto così triste.
“Un canto così triste..come quello di una fenice, sì..” disse Dean triste.
“Dean! Non crederai sul serio che quello che ha detto Albert è tutto vero!” disse Sam sconvolto.
“Lui non ci mentirebbe mai, Sam..” disse Dean.

Sam rimase accigliato per un po’.
La Lily di Loki!! Credi che sia..”

“Lily Evans?? Forse. Probabile? Cosa significa questo? Non lo so.” Disse Dean.
Sam e Dean si guardarono sconvolti.

“L’incarnazione di Lily è la donna che mi ha dato alla luce, Dean! Questo significa che..”
“Potresti essere Harry Potter???” domandò Dean stravolto.
“Ho sempre detestato le cicatrici!” sussurrò Sam.
“Non è divertente!”

“E quello lo è?” disse Sam indicando il maremoto che aveva inghiottito i due e ora si apprestava a fare lo stesso con loro.
“LA PORTA, SAM, PRESTO!!”
Aprirono la porta e se la chiusero alle spalle, ma il maremoto oltrepassò la porta allagando la stanza e facendoli cadere.

"NON BASTA CHIUDERSI UNA PORTA ALLE SPALLE PER FUGGIRE.."



Una voce cavernosa, che sembrava provenire dall’oltretomba, da un tempo antico come la terra stessa.
La voce di ALBERT.

Eppure sembrava diversa in qualche modo.
“DEEEEAN!”
“SAAAM!”

Le onde stavano allagando la stanza velocemente e i due cercarono affannosamente di prendersi la mano.

"CREDEVO CHE TU LO SAPESSI, SEVERUS..."


“Sam, prendi la mia mano..prendi..”

"CHE NON BASTA CHIUDERE UNA PORTA PER SFUGGIRE A VOLDEMORT.."



“Dean..non ce la faccio..”
“No!!! Ti ho perso una volta..non ti perderò di nuovo!” disse Dean.

L’acqua li vinse infine, sommergendoli, ma quando infine dopo quella che sembrò un’eternità, riemerse dalle viscere di un mondo misterioso, Dean e Sam erano a terra, bagnati fradici ma con le mani intrecciate saldamente una nell’altra.

Come in un sogno, con l’aura di un cavaliere d’altri tempi, Black si avvicinò ai ragazzi, in particolare a Sam e gli scostò una ciocca di capelli dal viso.
“Ohhh..tu..” disse Sam.

“IO.” Disse Black sorridendo. Sapeva che Sam si riferiva a Severus. Era come se in quel momento le loro menti fossero collegate come mai prima di allora.

“È vero? Sono davvero Harry? Sono tuo figlio?”chiese.

Black sorrise e scosse la testa. Dipinto sul suo volto, quello che sembrava un sorriso triste.
“Non sei Harry..e non sei neanche mio figlio. Tu sei..quel bambino che io avrei voluto avere..quante volte l’ho sognato..quante volte..pensando a lei..a Lily..”

Sam si sentì vittima di un’emozione così potente che lo fece piangere. Il suo viso si rigò di lacrime.
Ma che stava facendo? Piangeva per un sogno? Una fantasia?
Black tirò fuori dal suo lungo mantello nero, un anello.

L’anello di zaffiri.
“Ohhh..” disse Sam.

“Ora ricordo cos’è quest’anello..era di LILY..me l’aveva dato un giorno..dicendomi: vorrei che tu lo dessi a tuo figlio..un giorno..

Un giorno...pensò Sam.

Porse quell’anello a Sam, che senza sapere perché, si strinse a quell’anello come se fosse un pupazzo di peluche.
“Tu sei il figlio che non ho avuto..”
“Io non capisco cosa significa..” disse Sam.

“Lo so..ma capirai…so che pensi di essere Harry, non lo sei..ma sei ugualmente importante..” disse sempre Black.
“Eri tu, Harry..” disse Albert, rivolto a Dean, che si pietrificò sul posto. “E io non ero tuo padre, ovviamente..ma avrei voluto che lo fossi..” disse prendendosi una pausa.

“Siamo diversi, eppure uguali, Severus e io. “ Lui desiderava un figlio che non è mai esistito, e io ne desideravo uno che invece esisteva..e queste due meravigliose creature sarebbero state..sono..FRATELLI..” disse ancora.

Dean e Sam si guardarono, con le lacrime agli occhi, strinsero la mano che ancora non avevano sciolto l’una nell’altra e da sé si sprigionò di nuovo la luce.
Sobbalzarono.

“Non c’è niente di cui avere paura dalla luce. È la sola che può sconfiggere l’oscurità!” disse Albert, prima che la luce li abbagliò del tutto.

Forse fu un gioco di luce, ma poco prima che la luce impedì loro di vedere, l’ultima cosa che videro, furono le ombre di Silente e Piton, leggendarie come probabilmente erano state una volta.






















Note dell'autrice: ciaooooooooooo ragazziiiiiiiiiiiiiiii. Alloraaaaaaaaa!!! Sono così emozionata che non so cosa dire per prima! Per prima cosa riprendere questa storia dopo anni è un'emozione assurda, ma anche mettere in mezzo la saga di Harry Potter è un'emozione unicaaaa. Non avete IDEA di quanto tempo è che aspetto questo momento!!! DA MOLTO PRIMA che finisse la prima storia di questo ciclo delle storie di Sam e Dean, parlo della prima storia di questa serie "Beyond" da pochissimo che erano comparsi Albert e Black, io già sognavo!! Sognavo il momento in cui avrei finalmente SVELATO che loro erano Severus e Silente per cui ho un'adorazione sconfinata (per entrambi ) e nel mentre che scrivevo, io sognavo..e sognavo il MOMENTO in cui avrei detto chi erano davvero! Solo che la storia andava allungandosi troppo, e questo momento non è mai arrivato, perchè la storia si era interrotta, e nel mentre speravo sempre che quando sarebbe infine arrivato il momento, non sarebbe sembrata una cosa demenziale, perchè ci tenevo davvero troppo! io penso che alcuni indizi li avevo dati qua e là, anche con la storia del capitolo in cui si scopre di chi è figlio Sam, in questa storia, infatti in un certo capitolo vengono tirati in ballo Severus e Lily..e niente, stavo già dando segnali ma non troppo espliciti xd mi sto innamorando davvero tanto di questa storyline che quasi rischio di non scrivere più cosa succederà nel mondo degli Dei ahha ma non vi preoccupate, ci arriverò! So che ho lasciato degli interrogativi..insomma, soprattutto su Sam, ma non temete, piano piano si verrà a sapere tutto, ve lo prometto..ma anche la trama principale deve andare avanti xd 

quando Dean dice a Sam che l'ha perso una volta e non intende perderlo di nuovo, parla di quando a loro accade una cosa simile, qui:

Cap 55: Un desiderio: L'ultimo..che lui mi accompagni: 

ovviamente se non ricordate, sarebbe meglio che rileggeste non solo questo capitolo..ma almeno cos' si capisce a cosa si riferiscono i personaggi tra di loro..

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Capitolo 28
*** Io ti guardavo, quando tu non potevi vedermi ***


“A volte camminiamo nell’oscurità come ciechi.
Dove sono…non vedo niente..dove sei, Dean??? Dean!!

 Facciamo un passo davanti all’altro, nella speranza di non cadere in un abisso.
Non riesco a muovermi se non ci sei anche tu, ho paura!!

L’oscurità, dove tutte le cose vengono generate, in un ventre femminile o sotto la feconda Terra, quando sono ancora troppo deboli per sopportare la luce del sole.

Vi prego! Qualcuno accenda la luce!!

Non è forse anche la speranza un seme? Cosa sappiamo di quello che ci aspetta nel buio?
Vi prego..non lo sopporto

Finchè la luce non lo svela, è potenzialmente ogni cosa.


Vi prego.. fatevi vedere..FATEMI vedere.

La speranza della vita…o il terrore…della Morte…”
 
“NO!!”


 
La luce si rivelò all’improvviso.
Loki e Thor erano davanti a lui.
“Loki….!! Thor!! Sei…tornato..”

“Sì..sono..siamo tornati.” Disse Thor criptico.

“Che cosa significa?? Dov’è Dean?
“Sta bene. Sta tranquillo, ragazzo.”

“Non mi sentirò tranquillo, finchè non potrò vederlo. Perché non è qui assieme a noi?”

“Volevi raccontarmi la storia della tua nascita, ma non potevi farlo, figliolo..perchè tu non sai ancora tutto su di essa.”
“Cosa?? Ci sono altre cose che devo sapere??”

“Sì..altri retroscena..GUARDA!” disse alzando la mano e un fascio di luce si sprigionò dalla sua mano per entrare dritto nella sua fronte.
 
 
Loki aveva detto che avrei scoperto altre cose..

In realtà quello che mi sta investendo è una tale mole di informazioni di cui non so cosa farmene..perchè non le capisco..

Ma forse con i desideri siamo troppo precipitosi..e troppo poco precisi..

Diciamo di volere la verità, ma quando ne veniamo sommersi, non la capiamo..

Perché forse parla un linguaggio troppo difficile per noi..

Allora non dovremmo limitarci a chiedere la verità, ma chiedere che ci venga spiegata in un modo comprensibile a noi poveri disgraziati dalla mente limitata..

Sono in una specie di limbo, nero come l’universo, in mezzo allo spazio profondo e galleggio.
Vengo investito da tantissime immagini come un film a più dimensioni

C’è un ragazzo..un ragazzo molto triste..che guarda una ragazza..
Lui è innamorato della ragazza…

E non so perché ma qualcosa si muove anche dentro di  me..non è amore..ma qualcos’altro..

Fruga dentro di me e gira, come un frullatore..come una specie di ingranaggio..come una CHIAVE che apre una porta..
O forse un cofanetto segreto..

Fa male e allo stesso tempo è delizioso..
Come la Creazione…

Sento di appartenere a Lui..e a Lei.. ma allo stesso tempo per loro non sono Nessuno..
Ma loro per me, sono Tutto..
Non lo sanno, ma io ci sono..

Sono solo un’idea.. un’ispirazione..che fluttua in quel meraviglioso mondo che gli umani chiamano IPERURANIO..

Là dove tutto è perfetto e bellissimo..
E aspetto di nascere.

Nascere deve essere una bella cosa, è quello che avviene quando esci fuori dall’idea e prendi forma, quella forma che era solo nella mente del Piano e che per questo la gente che c’è, pensa che non esiste..

In realtà anche le idee esistono, fanno parte di questo mondo, anche se al contempo ne rimangono fuori.. fino a quando non viene dato loro il permesso di uscire…
 
Ma questo non accade a me.

Aspetto, aspetto..e più aspetto, più comincio a sentirmi male.
Qualcosa sfuma, e lo posso avvertire perfino da qui.

Perde colore, sostanza…SPERANZA..VITA…
Qualcosa di terribile sta accadendo..prima questi due ragazzi generavano così tante belle cose, che mi alimentavano..ora le stesse cose che mi alimentavano, si stavano spegnendo..

L’idea..perde convinzione, forma, sostanza…l’idea svanisce..
L’idea si PERDE…
 
 
Il neonato Sam, dondola rannicchiato sempre di più nella sua bolla.
 
Mi ritrovo in una strana radura, come un deserto. La radura è immensa e anche arida, accanto a me esseri dalle forme più strane, vanno avanti e indietro nei posti più disparati.. mi ritrovo davanti a una roccia enorme, un portale accanto a quella enorme roccia simile a una porta.

Ai piedi della roccia un sacco di fiori dall’aspetto di gemme viole, come fiori del deserto.

“Mi dispiace…la relazione tra quei due ragazzi, è distrutta per sempre..non nascerai da loro..”
“No..questo non è possibile..era tutto pronto..come..”

“Lo so, purtroppo succede in continuazione, i nostri geometri costruiscono quello che sembra un OTTIMO piano, lo portano avanti..le creature che dovrebbero seguirlo, sembrano starci..poi ad un certo punto, si ribellano senza una ragione..e ci obbligano a rifare tutto da capo..” disse l’uomo. “Mi dispiace molto, se può consolarti, potrebbe andare meglio la prossima volta.”

Sam si sentì gelare a quelle parole e un sentimento mai conosciuto prima si fece strada in lui.
Che razza di creature del genere potevano fare qualcosa di tanto orribile???

Lui c’era! Esisteva già, seppur in un modo molto strano, e aspettava di venire al mondo, tramite anche la loro collaborazione! L’essere davanti a lui, aveva parlato di collaborazione, quindi per un certo periodo, quelle persone che aveva visto, si erano mosse in un modo come per seguire questo piano, ma poi..tutto era crollato.
E lui ci era andato di mezzo!

Non era possibile! Come potevano avergli fatto qualcosa di tanto brutto??? A causa del LORO EGOISMO, lui ora non sarebbe mai nato! Come avevano potuto fare qualcosa di così terribile, era una cosa troppo crudele da quantificare..perchè si erano ribellati al piano? Queste creature a quanto pareva, lo facevano continuamente..mandavano all’aria i piani che quegli esseri così diligentemente costruivano e uccidevano LORO quando erano ancora solo delle idee..

E se facevano questo a loro, tremava all’idea di che cosa potevano fare alle creature che riuscivano invece a NASCERE!

“Stai bene? So che all’inizio è un po’ dura da accettare. Per quel che vale, possiamo addormentarti e cancellare la tau coscienza, fino a quando un nuovo piano di esistenza si ripresenterà per te..” disse l’essere accanto a lui.
“NO! NON VOGLUIIO!” si ribellò lui.
“È per il tuo bene..starai meglio dopo.”

Per qualche motivo, Sam ne dubitava. In fondo chi aveva deciso che lui dovesse dipendere dalle creature che esistevano dall’altra parte, erano CONVINTE di fare del bene..ma hanno sbagliato..perchè avevano pensato che le creature che c’erano dall’altra parte, potessero essere ALL’ALTEZZA..e anche LORO lo avevano creduto..perchè altrimenti l’idea non sarebbe andata avanti..ma poi..poi è successo qualcosa..e ci avevano ripensato..come fare a fidarsi ancora di qualcuno adesso? Tutti che CREDEVANO di fare del bene e di essere all’altezza, ma poi..

“E va bene, ma non dovrai mai più avvicinarti a quel portone, hai capito? Non puoi più guardare dall’altra parte. Sei ufficialmente fuori, mi hai sentito? Non obbligarci a punirti.”

Sam era ancora più agitato a sentire questo. Punirlo?? Non bastava quindi quello che aveva subito? Volevano punirlo ancora?? Perché non doveva avvicinarsi a quel portone? Cosa c’era che non doveva guardare dall’altra parte? Non importava. Pensavano davvero che avrebbe desiderato VEDERE ancora qualcosa di quel mondo orribile che non l’aveva voluto?

“Lasciatemi stare!” disse Sam allontanandosi.
“Ma..ASPETTA!”
“Lascialo stare. Fanno tutti così…prima o poi gli passerà.” Disse l’essere accanto a lui.
 
 
 
 
 A Sam però, faceva fatica a passare..era passato diverso tempo e anche lui vagava come gli altri, e passava il tempo a oziare nel deserto e a vedere strane creature volteggiare o arrampicarsi nelle rocce e poi scomparire in strane figure geometriche e buchi neri.

Quella era l’unica distrazione e per un certo periodo di tempo, valutò l’idea di chiedere di venire resettato..o addormentato. Non sopportava più quella sua condizione di attesa continua.
Qualcosa però lo fermava.
Quel pallino che gli avevano lasciato in testa.

Quel portone assurdo da cui quasi ogni giorno venivano espulsi altri esseri come lui.
Non erano come lui, gli esseri sembravano provenire dai mondi più disparati, ma Sam quasi non ci faceva caso.
Lì era come se fossero tutti uguali.

Si chiedeva sempre cosa avrebbe visto, ora che era stato espulso dal piano originale..prima vedeva quella che sarebbe stata la sua vita, ma ora che non ne faceva più parte, cosa avrebbe visto?
A quanto pare era qualcosa che non aveva diritto di sapere, altrimenti gli sarebbe stato proibito.

Non ce la faceva più a restare con l’angoscia di quella curiosità.
Qualcosa gli diceva che doveva VEDERE, doveva..DISOBBEDIRE..

E quindi lo fece.
 
Si avvicinò a quel luogo quando seppe che tutti dormivano.
Scostò la foltissima e altissima siepe che proteggeva quel guardino enorme incolto di erbacce e si fece male.

La sua pelle bruciava come se l’avessero frustrato, ma continuò a camminare lo stesso.
Infine si trovò davanti al portone che non era sorretto da niente. Era una semplice porta che dava sul nulla, in mezzo al giardino.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma in qualche modo era ancora più inquietante adesso, dopo che sapeva che lo stava guardando adesso, da invasore.

Ma perché ci teneva così tanto a sapere cosa c’era dall’altra parte di un mondo che lo aveva sputato fuori?
Forse per avere quella risposta doveva GUARDARE.
 
E quindi avvicinò il viso alla porta, ma quella..non si aprì.

Deluso e sconfortato, si sedette sull’erba al lati. Come aveva potuto pensare che fosse così facile?
Fu attratto poi, da quei fiori così simili a gemme..
Li guardò così da vicino, che d’un tratto la sua vista sembrò come mutare..

D’un tratto gli sembrò di guardarli da un’altezza immensa, come se volasse nel cielo.
E d’improvviso era come aver indossato degli occhiali magici!!!
 
Vide! Vide come non vedeva ormai da molto tempo!
E quello che vide lo sconvolse.

Quello che vedeva era di gran lunga più scioccante di quello che vedeva quando era nel Limbo.
Vedeva un bambino.
Ma quello..era Lui?

Lo shock purtroppo si trasformò rapidamente in delusione quando a intermittenza vedeva il volto di quello che avrebbe dovuto essere sua madre e un altro ragazzo che NON ERA suo padre..
Quindi capì..
Stava vedendo l’idea di un altro bambino.

Non aveva idea se ancora esisteva o se come lui, era solo un’idea!
Quindi questo era il suo sostituto??
Non sapeva come sentirsi al riguardo.
Questo essere stava per avere quello che lui non aveva avuto??
 
 
  ********

Passarono altri giorni e Sam continuò a passare a vedere in quella specie di specchio a senso chiuso.
Sentimenti come tristezza e angoscia, aumentarono, fino a mischiarsi con qualcosa di piacevole e inatteso, seppur indesiderato.
Si era affezionato al bambino.

In un certo qual modo gli faceva piacere vederlo..era come averlo accanto a sé..quel bambino avrebbe dovuto essere lui..e ora qualcun altro avrà quello che lui non ha avuto..provava rabbia inizialmente per quella ingiustizia..ma poi quel sentimento si trasformò in GIOIA..
Poteva VEDERE..

Vedeva il DNA del bambino..non sapeva come fosse possibile..ma VEDEVA come sarebbbe diventato..a quanto pare il piano stava andando così bene, che l’idea era diventata così formata che niente avrebbe potuto interromperla più..forse stavolta Lei aveva trovato il degno compagno..forse lei era giusta..era Lui che non era quello giusto..forse stavolta non avrebbero mandato a monte il piano..

Vedeva che più passava il tempo, più il DNA del bambino, diventava più leggibile.

Avrebbe avuto una gran massa di capelli neri.. e gli occhi verdi..avrebbe avuto problemi di vista..e quindi avrebbe avuto bisogno di qualcosa per vedere..avrebbe parlato lingue che pochi avrebbero conosciuto..e questo lo stupì un po’, ma non più di tanto..era speciale il suo sostituto. Almeno non era stato sostituito da uno più ignorante e non all’altezza.

La sua nascita sarebbe stata decisa da una profezia..ma non gli fu concesso di leggere di più su questo..
Cercò di decodificare altro, ma non ci riuscì..quell’ALTRO che c’era..era una confusa sensazione di calore e carezze nell’animo che erano di difficili interpretazioni..che allietavano e lasciavano confusi e smarriti, alcuni erano belle e altre dolorose..Sam non sapeva cosa fossero..stava sentendo i suoi SENTIMENTI.

Malgrado non sapeva che si chiamassero così, cominciò a provare AMORE per quel bambino che non avrebbe mai conosciuto..che aveva preso la sua vita ma non aveva colpe di questo.
Fino a quando venne prelevato e portato a forza via dal Giardino.
 
 
 
**

“Da questo momento non potrai più guardare dall’altra parte!”
“Perché??” gli sembrava una tale ingiustizia che glielo venisse proibito proprio ora che sentiva di averne così bisogno.
“È PROIBITO!”

“L’ho fatto fino adesso e nessuno è venuto mai a dirmi nulla!”
“Adesso è diverso!”
“Perché?? Perché è diverso??” protestò Sam.
L’altra guardia sospirò esasperata.

“Adesso l’essere che tu hai sempre spiato per tutto questo tempo, è uscito fuori dal concetto di IDEA per cominciare il processo di procreazione che lo porterà poi alla sua nascita!”
Per Sam fu un pugno nello stomaco.

“Ce l’ha fatta??” chiese. Gli sembrava come se gli stessero rivelando che qualcuno aveva appena decrittato il segreto di un aramaico antico. Riuscire a venire all’altro mondo era così difficile che non era scontato riuscirci e anche se poi superavi il primo step, poi dovevi affrontare l difficile percorso della creazione!

“Certo.” Dissero in coro e a Sam venne le lacrime agli occhi. Il suo bambino ce l’aveva fatta!
“Voglio continuare a vederlo!”
“Questo è fuori discussione!”

“Ma perché..ha iniziato un altro percorso..voglio stargli vicino con il cuore anche in questo..voglio assicurarmi che..”
“NO!!”
Sam si sentì straziato.
“Ma prima l’ho fatto..”

“Te l’avevo detto che siamo stati troppo permissivi, Radish.”
“Lascia che ci parli io, Sgoom..”
Radish, si piegò vicino a Sam e gli parlò in maniera più dolce.

“Il motivo per cui ti abbiamo permesso di vederlo fino a questo punto, è perché non era detto che avrebbe superato lo scoglio..che da idea sarebbe passato a essere vivente, capisci?”
“Ma..che differenza c’è??”
Le guardie si guardarono come se Sam fosse impazzito.

“C’è una grandissima differenza! Ora che sta iniziando il processo vero e proprio per diventare reale..non puoi più SPIARLO..ci deve essere una netta divisione tra ciò che è reale e ciò che non lo è, se così non fosse..la gelosia e l’invidia che si svilupperebbe nei confronti di coloro che CE L’HANNO FATTA, finirebbe per corrompere tutti voi, si costruirebbe un’anarchia di ribellione e il mondo, i MONDI finirebbero nel caos..sarebbe la FINE.” disse Radish.

“Io non ho intenzione di fare del male a quel bambino..lo giuro..voglio solo..vederlo..” disse Sam supplicante.
Le guardie scossero la testa.
“Dicono tutti così..” disse Radish.

“Ma il MALE è insito in tutte le cose..e se lo lasciamo dilagare..se siamo permissivi, è la FINE..”
Ma il Male è già arrivato! Si è insinuato tra i miei genitori e li ha convinti che per qualche motivo non dovessi mai nascere..non siete STATI ATTENTI..” gridò Sam.

“Non era una nostra responsabilità!” disse Radish sgomento.
“Erano LORO che dovevano portarti in quel mondo.” Disse Sgoom.

“I vostri..ASSISTENTI..avrebbero dovuto capirlo che loro non mi avrebbero mai fatta nascere!! Hanno pensato male, hanno sbagliato e IO ne ho pagato il prezzo!!” strillò Sam puntando i piedi.
“Sta perdendo la ragione..” disse Radish.

“Te l’avevo detto che avevamo sbagliato a lasciarlo vigile, Sgoom..”
“IO..VI ODIO..SIETE DEI MOSTRI!!” strillò Sam scappando via.
 
Le guardie rimasero allibite guardando Sam scappare.

“Ma dove va? Dovrebbe saperlo che non può scappare da nessuna parte.” Disse Sgoom sconvolto.
“Povera anima..provo pena per lui.”

Sbagli. L’Universo non è buono, ma giusto. Se fosse buono, non avrebbe le forze per contrastare il Male..e finirebbe accartocciato su sé stesso, piegato da questa forza oscura e maligna. “ dicendo così si voltò. “Non è nostro compito rendere il mondo, un mondo buono, ma un mondo che FUNZIONA. E quando siamo buoni e caritatevoli, non stiamo migliorando il mondo, ma permettiamo alle forze oscure soltanto di crearsi un passaggio più grande per oltrepassare e fare ancora di più del MALE..”

“Abbiamo appena ferito un’anima che non è stata voluta da chi avrebbe solo dovuto volerlo…questo non è di certo BENE..e se non è male, non so cos’altro sia.”
Sgoom gli mise una mano sulla spalla.

“Credo che la cosa sia andata troppo oltre, Radish..dobbiamo cancellare dalla sua mente questi ricordi..”
“E questo è BENE o MALE?”
“Non lo so..non ne sono più sicuro..”
“Per lui..o per noi?”
“Per entrambi, Radish.”

"Quella mattina vennero a prenderti, Sam e dolcemente ti invitarono a prendere una bevanda calda. Tu l'hai bevuta e poi ti addormentasti. Avevano scelto il modo più dolce, erano state due guardie gentili a decidere il metodo più dolce..per non fare che l’ultima cosa che vedessi, fosse il trauma di una violenza. Quelle stesse guardie che ritenevano che provare compassione per un’anima, portasse alla rovina. Ti addormentasti e al risveglio, non ricordavi più chi fossi e neanche ricordavi quel bambino.”
 
 
 
Sam a quel punto si risvegliò nella radura che avevano lasciato. A parlare era stato Thor. Aprì gli occhi e trovò Dean ad aspettarlo, Loki e addirittura Thor.

“Avete..avete visto tutto quello che ho visto io?” chiese tremante.
“Sì.” Dissero loro.
“Anche tu?” chiese a Dean.

Lui annuì e Sam corse verso Dean e si abbracciarono stretti l’uno all’altro.
“Ora avete intenzione di spiegarci quello che abbiamo visto? Chi era quel bambino che Sam guardava?”

“Come fai a non averlo ancora capito?” chiese Albert.
Dean guardò Sam che sorrise dolcemente.
“Eri tu, Dean.”
“Cosa?? IO??? No, non può essere…no!”

“Perché non accetti semplicemente che sei legato a mio figlio più profondamente di quanto tutti noi Dei avremmo potuto prevedere? Di quanto le stesse parche avrebbero potuto prevedere?” chiese Loki.

“Sentite..AMO Sam e non ho nessun problema a dirlo, va bene? Lo dico..LO GRIDO, se non è abbastanza..ma quel bambino non sono io..non ho mai avuto i capelli neri, né gli occhiali..nè ho mai sentito alcuna profezia.”

“Chi ti dice che quel bambino facesse parte di questa vita, di questo mondo?” chiese Albert.
A Dean si mozzò il fiato.
“C-cosa?”

“Dean, quando gli spiriti mi hanno mostrato i segreti della mia nascita, ho sentito Loki e mia..madre..che parlavano di un tempo..in cui non si chiamavano neanche così..avevano altri nomi..e un’altra vita..”
“Dei…” disse Dean.

“Non solo dei, ma anche maghi. “ disse Loki. “Esistono altri mondi, oltre il nostro..e spesso questi mondi anche se sono diversi, si possono incrociare..grave errore pensare che siano impenetrabili.”

“State parlando di..vite precedenti..e okay, quando Sam mi raccontò di come fu..ehm..concepito, ci era sfiorata questa idea..ma io RICORDO che ci siamo conosciuti nel mondo dei bambini che dovevano ancora nascere!” insistette Dean.

“E l’hai fatto..quegli avvenimenti che avete visto accadere, sono accaduti molto prima del vostro incontro.” Disse Thor.
“Quando gli esseri umani muoiono, a volte, non sempre, non rimangono nell'aldilà..alcuni, per motivi che esulano dalle nostre competenze, vengono richiamati per TORNARE INDIETRO.. tornano in quel luogo che avete visto e rimangono in attesa...di rinascere un’altra volta.” Disse Loki.
Dean sbarrò gli occhi in realizzazione.

“Sono morto, quindi…quando? Quanti anni avevo? Come è stata la mia vita?”
“Ci dispiace, ma non ci è dato rivelarlo. “ disse Loki.
“Eravate lì con me?” chiese Dean sospettoso.
Loki e Thor si guardarono a disagio.
“Sì.” Dissero.
“Come..cosa..”

“Non chiederci oltre, ti prego. Ci sono segreti che non possono essere svelati. È già molto quello che vi abbiamo svelato.” Disse Loki, guardando Sam. “Sei il figlio che avrei voluto avere..ma ciò non è stato possibile…ma sappi che la tua non nascita, ha permesso la nascita di un EROE, un ragazzo meraviglioso che a soli undici anni è diventato un eroe e a 17 ha sconfitto un uomo che ha portato grande terrore nella comunità magica..ha liberato il mondo dalla schiavitù di quell’assassino.”

“Io..un eroe..” disse Dean scioccato.
“Lo sapevo..lo sapevo che tu sei speciale…” disse Sam abbracciandolo.

“Anche tu sei speciale, Sam..sei rinato, il Cosmo ha voluto profondamente che tu nascesti di nuovo e che fossi accompagnato proprio a Dean..che è mio figlio..io non so perché l’ha voluto..forse con quella tua incoscienza, quando ti sei messo a disobbedire..una disobbedienza che si vede così rara..quell’affetto così inusuale che provasti nei confronti di una creatura che ti stava privando del tuo posto  in quel mondo..forse con i tuoi sentimenti, quelle strane cose che vengono derise da tutti, sei riuscito a commuovere perfino gli spiriti della morte. Forse perfino l’Universo.”

A Sam scese una lacrima dalla commozione.

“Perché Morte non ci ha detto niente di tutto questo? Quando l’abbiamo liberata, non ci ha detto nulla di tutto questo.” Disse Dean, sperando che non si offendessero.

“Beh, non è detto che Morte debba sapere ogni cosa..il mondo dell’aldilà è così vasto..soprattutto non esiste un solo mondo..ricordatevelo sempre..soprattutto che se lo ricordano CERTI STREGONI CHE SI METTONO AD ACCUSARE INGIUSTAMENTE CERTI POVERI DEI CHE NON C’ENTRANO NULLA!” gridò al nulla.
“State parlando di quei due scalmanati dell’altro giorno?” chiese Sam.

“Proprio loro! Erano così convinti che avessimo fatto fuori la loro gente e invece la nostra famiglia non c’entrava nulla, sono stati loro a mandarmi in quella specie di tunnel spazio temporale..un viaggio nei ricordi di un mondo a cui non appartengo più..ma in un certo senso..so che sono buoni, ma non ho ancora capito se fanno parte anche loro di quel mondo o no..” disse meditabondo.

“Hai detto che si chiamano Merlino e Freya giusto?”

“Sì. Beh, comunque prima o poi lo scopriremo! Credete che la smetteranno di minacciare il mondo o dobbiamo prepararci a dei nuovi nemici? Ne ho parlato con nostro padre ed è molto infervorato e preoccupato all’idea di combattere con dei ragazzini! Dice che ne va del nostro ONORE!”

“Una volta ogni tanto, papà dice una cosa giust..ops..mi dispiace!” disse Dean. Aveva scoperto da poco che Giove non era il suo vero padre ed era ancora difficile per lui chiamarlo diversamente da “papà.”
Thor però sorrise.

“Non fa niente, non dispiacerti..non devi cambiare le tue abitudini per me..io non merito tanto..”
“Non dire così..” disse Dean emozionato. “Per quel che vale..io no provo risentimento per te..te lo giuro..capisco perché tu..ecco..non hai voluto dire niente..”

“Davvero?”

“Sì..Giove è temuto e rispettato..era più facile in questo modo..proteggermi. Anche se mi sarebbe piaciuto vedere come sarebbe stato il nostro rapporto se avessi saputo da prima..” sorrise.

“Non ti avrei dato tregua alla palestra degli Dei e non ti avrei asciato vincere come faceva nostro padre.”
“Sarebbe stato solo più esaltante.” Disse Dean sorridendo malizioso.

“Avreste dovuto fare la guerra con me, se avreste voluto che vi concedessi il pass per lo sport tra le nuvole. Gli atri nostri fratelli l’hanno fatto.”

“Sarei stato curioso di vedere se sai combattere meglio di Marte.” Disse Sam baldanzoso.
Loki lo guardò sconvolto.
“È tuo figlio.” Disse Thor, facendolo ridere.

"Dopo che tramonta il Sole, è TUO NIPOTE."

"Credevo che non foste davvero fratelli!" disse Sam facendo la linguaccia.

Loki lo guardò a bocca aperta e Thor e Dean scoppiarono a ridere.

“Vediamo allora se le tue gambe sono lunghe quanto la tua lingua biforcuta!” disse facendogli materializzare una spada per affrontarlo.
“LOKI!”

“No, va bene..certo che non perdi tempo, sei di nuovo un Dio da cinque minuti e già mi sfidi a duello!”
“Zitto e combatti!” disse Loki intrecciando la sua spada con la sua.

“Non essere preoccupato, Dean, è il modo di Loki di esprimere affetto!” disse Thor guardando la sua aria preoccupata.
“Beh..non sono abituato a vedere il ragazzo che amo in pericolo e stare a guardare.” Obiettò lui.
“Ma..no, ti assicuro che..”

“Quindi, dovrai fare in modo di DISTRARMI.” Disse Dean malizioso.
“Eccolo il mio ragazzo.” Disse materializzando una spada per entrambi.
 
 
 




















Note dell'autrice: ciao ragazzi.... Allora, questo capitolo è lunghissimooooo O.O ha 3700 parole hahah era tantissimo che non scrivevo un capitolo così lungo! Lo so, chi segue le mie storie penserà che sono bugiarda, ma in realtà considerato che io di solito riunisco più capitoli insieme, e questo invece l'ho scritto di getto in una giornata, è proprio così xd



prima voglio che una cosa sia chiara..quando Sam sta per nascere come "idea di figlio di Lily e Piton" NON SIGNIFICA che il bambino c'è già e loro se ne disfano...no...*fa segno di no col dito * scusatemi ma è molto importante specificare...quello che si intende con loro che si "ribellano" vuol dire che la loro relazione si muoveva in un modo che avrebbe funzionato per creare questo ipotetico figlio, l'idea c'era già..ma poi come sappiamo la relazione si era distrutta e quindi l'idea è sfumata...spero sia chiaro, non volevo pensaste si fossero disfatti del bambino..sarebbe troppo orribile da pensare.

dunque, in questo capitolo Sam e Dean sono tornati a essere Hercules e Iolao, penso che l'abbiate capito..la storia deve andare avanti! Forse qualcuno se l'è scordato quindi lo ribadisco anche di nuovo qui: Sam e Dean rivivono le loro precedenti incarnazioni, in queste si chiamavano HERCULES E IOLAO, ecco. Ma per comodità e per non confondere i lettori, me stessa e per non far scomparire i nomi dei protagonisti di fatto da questa storia, ho deciso che continuano a chiamarsi in questo modo. Anche loro percepiscono di chiamarsi così, anche se in certi momenti Sam lo chiama Hercules, ma non si accorge di cambiare nome..diciamo che in questo viaggio a ritroso, loro pensano di chiamarsi Sam e Dean. Voglio anche spiegare che questa cosa di Sam che è il figlio mancato di Lily e Piton..voi sapete già che nel capitolo "Severus, Lily e le parche" loro avevano deciso che dovevano avere un figlio..credetemi che non avevo idea che le cose sarebbero progredite a tal punto! io pensavo solo di renderlo loro figlio e il fatto che in un altro mondo fossero i Lily e Sev della saga rendeva tutto più affascinante e mistico, ma non avevo intenzione di crearci tutta questa trama addosso, di fare addirittura che c'era questa idea di Sam, figlio loro..mi è venuta all'improvviso e mi sono innamorata di questa idea ^^ considerato il legame che avevano Sam e Dean fin dal mondo degli omini di fango, mi sembrava tutto ancora più mistico! 
Da un lato avrei voluto raccontare tutta questa cosa più avanti, diciamo sul finale, ma poi ho temuto di non averne il tempo O.O infatti anche se sembra che la storia è ben lontana dal finire..in realtà non dovrebbero mancare molti capitoli ancora alla fine, e c'è bisogno di chiudere tutte le questioni lasciate in sospeso, perchè non so se alla fine ci sarà il tempo di parlare ancora di questo.. 

detto questo, dovremmo anche passare ad altri personaggi, quindi abituatevi all'idea, non potrò dedicare sempre i capitoli solo a Sam e Dean xd c'è ancora Alisea..e la sua trama..a volte mi sono quasi pentita di averla inserita nella storia..oramai c'è e mi tocca tenermela ahhaha :ppp

ps la parte in corsivo all'inizio dove si parla dell'oscurità (frasi di Sam escluse ) è tratta da un fumetto di Dylan Dog - il vecchio che legge

ps mi sento male a vedere la valanga di errori che ci sono in sto capitolo..un po' li ho già corretti..abbiate pazienza ç_ç

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Capitolo 29
*** Intermezzo - Sam e Dean parlano di loro due - ***


Era successo di nuovo.

Sam e Dean si erano ritrovati nuovamente in un altro luogo, ma stavolta non erano chiusi nella stanza che Dean aveva rinominato “Stanza dei bottoni.” Ma erano fuori. Avevano camminato per un po’ e si erano ritrovati in una specie di FORESTA, nera, ma piena allo stesso tempo di luci colorate al neon.

Sembrava New York di notte, ma senza case. Tutti intorno, animali, cervi, uccellini e tigri camminavano intorno a loro.

“Chissà se questo posto è reale, oppure no..” disse Sam., accarezzando il folto manto di una bellissima tigre.
“Ha una qualche importanza?” chiese Dean.
Sam sorrise mentre chiudeva gli occhi.
“No..dopo tutto quello che abbiamo vissuto..direi di no.”

Dean lo abbracciò dolcemente da dietro, cingendolo per la vita.
“Ce l’avevo con tuo fratello quando ha deciso di spedirci qui..ma ora gli sono grato. È incredibile quante cose possono cambiare in poco tempo.”

“Anche io sono felice..stiamo scoprendo il mistero che stava dietro le mie origini..ma non dobbiamo dimenticare che non è un divertimento..siamo qui perché dobbiamo CAPIRE..” disse Sam.

“E va bene..allora CAPIAMO..” disse Dean lasciando Sam e buttandosi su un letto di foglie guardandolo con un sorrisino. “Tiriamo le somme..da dove cominciamo?”
“Direi dall’inizio..” disse Sam meditabondo.

“Ma qual è l’inizio? Abbiamo vissuto così tanti inizi da quando siamo qui, che faccio fatica a raccapezzarmi!”
Sam ci pensò un po’ su.

“Iniziamo a dividere un po’ le epoche..concentriamoci di più sulla nostra epoca..”
“Ohhh, meno male, credevo che non me l’avresti mai chiesto! Dunque..l’inizio del nostro presente eh? Beh, il nostro incontro, quindi!”
“Sì..” disse Sam sorridendo.

“All’epoca eri un fanciullo spaventato che chiedeva asilo a casa nostra perché suo padre era scomparso..”
Nostro padre.” Lo corresse Sam.

“E va bene..nostro. “ sbuffò Dean sorridendo. “Scusami, ma è un aggettivo che identifico sempre a noi, mi viene difficile usarlo su altri..”

Sam gli colpì una spalla con un pugnetto.
“Smettila di fare il ruffiano!”
Dean rise.

“Dunque..non c’è un mistero chissà grande da districare, a parte il fatto..del tuo coma.
Alisea..” gli ricordò Sam.
“Già..si è avvicinata a te, cominciando a ciarlare che ti aveva conosciuto in un altro mondo..aspetta un attimo..era questo??” chiese Dean.

“Probabile. Disse che io l’avevo SALVATA..ma non ha specificato come..dice che non lo ricorda.”
“Potrebbe mentire!” disse Sam pensieroso.
“Sì..potrebbe..ma è diventata nostra amica..mi deluderebbe se fosse così..”

Sam sorrise, accoccolandosi accanto a lui al suo fianco.
“Sei cambiato tantissimo..una volta volevi ucciderla.”
Dean rabbrividì al pensiero.
“Si tratta di un altro me..”
“Ma eri comunque tu..”

“Non capisco, mi stai rinfacciando di aver avuto ragione o di aver cambiato idea?” gli chiese Dean accigliato.

“Amore mio, non ti arrabbiare..non mi fraintendere..sto solo dicendo che spesso noi stessi, quando cambiamo idea su qualcosa, facciamo fatica a riconoscerci..eppure eravamo NOI quelle persone..mi chiedo se ciò valga lo stesso, anche se parliamo di noi stessi di un’altra vita..insomma..tu credi che dovremmo sentirci IN COLPA se in un’altra vita abbiamo agito in una maniera che adesso non faremmo?”

“Tu non hai niente da rimproverarti, Sam..”
“Non ancora..” disse Sam sorridendo. “Ma ce l’avrò, a quanto dice Alisea..”
“Alisea potrebbe sbagliarsi..o potrebbero averla confusa.”
Sam sbuffò.
“Dean, ricordi la profezia che ci lesse Albert?”

“Molto vagamente..la profezia diceva che Lucifero si sarebbe servito di un ragazzo per tornare sulla Terra..un ragazzo che già in passato è stato cercato e voluto da lui…Sam, questa profezia potrebbe essere FALSA!”

“Sono venuti a prendermi, Dean! Cercavano ME. Azazel ha creato una bolla attorno a casa nostra per proteggermi. Sono sicuro di essere proprio io! E poi ricordi che abbiamo avuto la prova definitiva con quella febbre..”

“Sì…lo so..” disse Dean esausto. “E va bene, sei tu..ma abbiamo avuto la prova che in questo mondo eri buono, Sam! Era Alisea quella che aveva qualcosa che non andava, sia nel mondo degli omini, sia quando è arrivata sulla Terra tramite Dahak! Quella creatura ti ha fatto qualcosa, lo so! Probabilmente ti ha fatto qualcosa…tremo solo al pensiero! Black ha ragione, cazzo. È pericolosa.”

“Ricordati che stai parlando sempre di una nostra amica..”
“Lo so, ma in questo mondo è pericolosa! Non posso non essere arrabbiato con lei!”
Sam sospirò.

“Lo so, ma Alisea non c’entra..non ha colpe per chi è stata quando era..SPERANZA.” disse pensieroso.
Dean sgranò gli occhi.
“Questa è la prima volta che la chiamiamo con il suo primo nome.” Disse Dean.

“E finora abbiamo anche evitato di discutere del fatto che tu eri..HERCULES…” disse Sam sorridendo.
“Già..cazzo..è vero..io HERCULES…diosanto..eravamo entrambi figli degli Dei..non ho mai creduto neanche a un Dio, figuriamoci a più di uno..”

“Sì, ma non dimenticare che questi Dei che noi vediamo..esistevano in questo mondo, che non era la nostra Terra..a noi sembra strano che possono esistere perché non ci sembra possibile pensando al nostro mondo, appunto. Ma loro NON SONO di questo mondo..ma di un altro. Dean, chissà quante cose esistono, che noi non sappiamo..chissà quanti mondi esistono oltre al nostro. “

“Non solo il mondo di Hercules..ma quello di Harry Potter..” disse Dean.

“È davvero incredibile..Dean, pensi che quindi esistono anche altri mondi in cui esistono Sherlock Holmes..e Peter Pan..o Cenerentola..e tanti altri?” chiese Sam.

“Potrebbe essere..e in questo mondo sarebbe logico farsi una domanda..come diavolo facciamo noi ad avere un’indicazione di cosa succede davvero in altri mondi? Insomma, come possiamo avere accesso a cosa succede in altri mondi? È tutto allora un gigantesco complotto? Il governo o associazioni segrete, di cui non sappiamo neanche l’esistenza..sono state loro a divulgare tali informazioni facendole passare come opere di fantasia? A quale scopo? Oppure si tratta di una sorta di preveggenza collettiva di persone normali che non si sa perché, hanno il dono di vedere uno squarcio in altri mondi?” chiese Dean.

“Potrebbe essere un’idea..ricordati che, io potevo vedere te, mentre eri solo un’idea..e ti vedevo da un altro mondo addirittura..e com’era possibile vederti visto che non eri fisicamente lì, è tuttora un mistero..ma se ci pensiamo bene, chi viaggia con la fantasia e immagina..non fa lo stesso? Vede cose che non sono lì..pensiamo che sia invenzione e invece magari..”
Dean sgranò gli occhi.

“Sam! Il portone di cui parli..non ti sembra molto somigliante a…lo specchio delle brame in Harry Potter!?”
Sam lo guardò a bocca aperta.
“Cavolo..hai ragione, Dean! Però io non ci vedevo i miei desideri.”
“Beh, sì, però neanche l'Hercules che conosciamo, rispecchia quello che a quanto pare ero IO..e sulla nostra Terra stessa esistono così tante versioni diverse..magari sulla nostra Terra vengono riportate solo alcune cose che sono vere, non tutte. Oppure potrebbero esistere tanti mondi paralleli con tante versioni diverse..meglio che mi fermo, perchè mi gira la testa,”

Sam gli sorrise dolcemente.

“Potrebbe avere senso..hai ragione..certo, il fatto che abbiamo scoperto che tu eri la reincarnazione passata di Harry, ci influenza e ci fa magari vedere similitudini che non esistono..”

“No, Sam..non è così..ne sono sicuro..niente accade per caso..te ne dico un’altra..tu mi GUARDAVI..il portale assomiglia allo specchio delle brame..e guarda caso, Harry, undici anni dopo..si ritroverà davanti a uno specchio a guardare i suoi genitori..”
“Ma tu RICORDI questo, Dean?”

“No..non lo ricordo..ma mi fido di tutto quello che abbiamo visto..e sono sicuro che è stato così..poi certo..magari qualcosa di diverso sarà successo..”
“Tipo?”

“Magari non ho davvero visto i miei genitori, ma ho visto il desiderio di un FRATELLO..” disse guardandolo intensamente.
“Dean..non credo..”

“Ohh, andiamo! Ti sembra così strano? A me no. E ti dirò di più…tu ti sentivi un po’ come il mio custode, dico bene? Volevi PROTEGGERMI..hai detto a quelle creature, quei guardiani..che volevi osservarmi per starmi vicino..”
“Beh, sì..”

“Perfetto. Adesso ascoltami! Ti ricordi quando Silente sosteneva che l’amore di LILY EVANS avesse PROTETTO HARRY?”
“Ehm..sì, per quanto leggere qualcosa in un libro, lo associ a un ricordare..” disse Sam a disagio.

“Bene, e se…prendiamola con le pinze, e se non fosse stato l’amore di LILY a proteggermi, ma invece una forza ancora più immensa? Tipo quella di un ragazzino che per me era ormai come un fratello? Un fratellino di un altro mondo?”
“Stai parlando di..”
“Sto parlando di te, Sam..”

Sam sgranò gli occhi e poi si buttò tra le sue braccia, lasciandolo basito.
“Beh..non mi aspettavo questa reazione.” Disse Dean.

“Oh, Dean..tu mi ami così tanto che mi dipingi come un angelo..mi sopravvaluti..”
“Non è così..”

“Sì, invece! Mi ritieni capace di cose di cui non potrei mai essere capace! Dean, io non potevo minimamente influenzare le creature viventi di un altro mondo..un mondo separato di cui io non facevo parte..perchè non ero neanche un essere vivente!”

“In teoria POTEVI..altrimenti perché le guardie laggiù, ti avrebbero separato da me? Perché ti hanno impedito di continuare a vedermi?”
Sam rimase in silenzio.

“Temevano l’ANARCHIA, me lo ricordo bene, Sam..e temevano che i due mondi si rovesciassero..come fai a temere qualcosa se di fatto voi non potevate intervenire sul nostro mondo? E non è tutto..tutte le cose inspiegabili che accadono nel nostro mondo, sulla Terra..gli stessi demoni, come Azazel o altri più malvagi..come fanno a interagire sulla Terra, con noi? Io non credo che facciano parte della Terra..sono sicuro che sono arrivati qui, tramite altri luoghi..forse perfino altri mondi!”

“Hai ragione, Dean..tuttavia, sei tu l’eroe..non io.”
Dean lo attirò a sé e gli abbracciò la vita.

“Se io sono così, è solo grazie a TE, se valgo qualcosa è solo grazie a te..ricordatelo sempre..”
“Oddio..”

“E dai, Sam, fammi essere romantico, una volta tanto.”
“No..è che..questa frase..non ti ricorda niente?”

“Oddio..non mi dire che l’ho detta anche quando ero Hercules?”

“No..non l’hai detta tu..ma qualcun altro..”

“Oddio..CHI?”
Sam si fece avanti e gli sussurrò:


Aladdin..”

“Che???”
“Sì…”
 
“Se Jasmine pensa che valga qualche cosa è solo grazie a te! Cosa succederà quando si scoprirà che non sono un principe?”
 
“Andiamo, Sammy..è una coincidenza..ora non cominciamo a pensare che abbiamo impersonato tutti i personaggi delle favole..”
“Non dico questo, però..”
“E poi non sono pronto a scoprire che per caso io ero Aladdin e tu il Genio..”

“Neanche io sono pronto a essere il Genio e a vederti sposare un’altra.”
Dean sorrise.
“Il mio Sammy gelosone. Vorresti essere JASMINE?”
“Io sono JASMINE!”

“Wow wow..il mio Sammy gelosone e prepotente..ho sempre saputo che sei una principessina.”
“Ehm..no..aspetta..”
“Troppo tardi, principessa..”

“Facciamo che io sono il Genio e tu tradisci Jasmine con me!”
Dean lo guardò a bocca aperta.
“Che c’è?? Ti ho rovinato la favola?” chiese Sam timoroso.

“Tutt’altro..mi hai appena dato l’idea per un nuovo stupendo gioco di ruolo tra le lenzuola.”
“Basta che non mi pitturi di blu..la vernice fa fatica a venire via..DEAN!!”

Dean lo aveva spinto a terra baciandolo con passione e Sam era sprofondato tra i fiori coloratissimi.
Li guardò e si ricordò di quando guardando i fiori, aveva visto Dean.
Sì, ora..RICORDAVA.

Poi si concentrò sul suo Dean e smise di pensare a quel tempo lontano.  
 
 




















Note dell'autrice:  ciao ragazzi, so che avrei detto che sarei passata ad altro, ma io volevo che Sam e Dean riepilogassero un po' i misteri che hanno risolto, altrimenti quando lo fanno? LOL poi deciderò se anche gli altri personaggi lo faranno xd non vi preoccupate, nessun crossover previsto tra Spn e Aladdin ahhah neanche io voglio vedere Sam nei panni del Genio e Dean sposare un'altra LOL anche se nel caso, Dean sceglierebbe sempre Sam :ppp

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Capitolo 30
*** La vita precedente di Loki ***


"Perché non hai voluto raccontare anche ai nostri ragazzi la verità sulle nostre origini?" Gli chiedeva Loki, tra un bacio e l'altro, quando furono tornati sul Monte Olimpo.

"Sei tu il mio ragazzo!" Rispose Thor, con passione.

"Stupido." Disse Loki, ma compiaciuto. "Rispondi alla domanda."

Thor lo guardò ancora solenne.

"È una storia che appartiene a noi e a noi soltanto."

"Non direi.." ribatté Loki, infastidito.

"Sai cosa voglio dire...tu...io..la nostra storia d'amore, non deve interessare nessun altro, all'infuori di noi stessi. Non dobbiamo rendere conto di noi a nessuno così come allora." Disse Thor e con una tenerezza che Loki non aveva mai visto, gli prese il viso con delicatezza e lo baciò con amore.

Loki ricambiò ma non gli sfuggì l'intensità del momento.

"Non mi hai mai baciato così prima d'ora." Disse.

"Sarà che mi sei mancato.." disse l'altro scherzando ma con serietà.

"Thor, non mentirmi."

"Non lo farei mai.. " disse l'altro amareggiato.

"Allora non farlo..so che qualcosa è cambiato, mi guardi in modo diverso e so che c'entra in qualche modo il luogo in cui sei stato, quando quei due stregoni ci hanno separato.. "

"Merlin e Freya.."

"Cosa??? Li conosci?? Conosci quei due disgraziati?"

"Sì, li conoscevo ma non lo ricordavo...è successo in una vita che non ci appartiene adesso..."

"La stessa dove sostieni che eravamo amanti.. e che io dopo esser passato alla parte oscura, ho fatto la spia...PER TE!"

Thor annuì.

"Fammi vedere."

"Io non posso...non ne sono in grado, scusami."

"Non mentire! Siamo Dei e uno dei nostri privilegi più potenti è proprio quello di poter trasferire per via trasversale una stessa visione che ci è stata mandata, a qualcun altro, se è passato poco tempo da quando l'abbiamo ricevuta...e tu sei appena tornato."

Thor adesso aveva gli occhi pieni di lacrime.

"Ti amo, Loki! Volevo risparmiarti dei dolori inutili. Il peso degli errori di una vita può essere straziante da sopportare.."

"Ripetimi che cosa siamo noi, Thor."

"Dei." Disse lui senza capire.

"E che cosa fanno gli Dei?"

"Assistono e governano gli umani."

"E a cosa assistono quando guardano gli umani?"

Thor cominciò a capire.

"Alle loro vittorie.. ai loro fallimenti..."

"E ai loro errori.." Disse Loki.

Calò un silenzio solenne tra loro.

"Come Dei, giudichiamo gli errori e le vittorie di questo popolo, giudicando, spesso infierendo e di tanto in tanto premiando.. Ci sentiamo tranquilli, ci sentiamo invincibili in questo nostro regno d'avorio...indisturbati,invincibili! Ma c'è stato un tempo che non era così...dove invece di giudicare, eravamo giudicati...io non ho paura di ritornare a vedere come ero, quando ero dall'altra parte del lago.. perché se giudichi, devi anche accettare di essere giudicato. Se ti senti in diritto di condannare, devi prendere atto che è GIUSTO che venga condannato anche tu..se dici che gli sbagli si PAGANO,devi avere il coraggio di vedere gli sbagli che hai fatto tu..."

Thor pianse ancora, aveva gli occhi chiusi e sempre senza aprirli, fece combaciare nuovamente le labbra su quelle del fratello, dando vita finalmente alla lunga sequela di visioni che avrebbe dato tutte le risposte che il suo amato chiedeva.





È incredibile quanto il tempo possa trascorrere lento, perfino per gli Dei. Perfino Giove stesso e gli Dei più antichi esistevano da così tanto tempo, che a volte dimenticavano l'inizio di tutto.

Giove spesso si divertiva, quando i suoi figli erano più giovani a raccontare di tempi antichissimi.

"Diranno di noi che era il tempo dei miti e delle leggende, che era la storia di un tempo lontanissimo...ma in realtà, figli miei, voi dovete sapere che c'è stato un tempo ancora più antico.. ci sono stati tempi antichissimi che voi non potete minimamente immaginare. Un tempo più antico di questo, dove c'erano altri Dei più antichi di noi e prima ancora di loro esistevano i giganti.. e le fate.. e gli spiriti della natura e Madre Natura.. e tutti questi esseri, tutte queste cose meravigliose, sono derivate da altri esseri, da altri mondi che hanno portato altri mondi simili a questi.. sto parlando della Magia, figli miei.. La forza più grande di tutte. Più grande anche dell'amore, perché riesce a creare nuovi Mondi e nuovi universi e così nuove forme di vita che potranno amare da qui all'eternità. "

Loki ricordava di un padre sentimentale e romantico, che parlava di favole e di tempi antichi. Lui sosteneva che loro erano esseri speciali e che avrebbero parlato di loro molto a lungo, anche se quello che lui definiva" le favole", sarebbero state speciali, intramontabili. Le favole erano da lui considerate trasportatrici della magia, per lui non c'era niente di più favoloso della magia e loro ne avevano ereditato un po'.

Per Loki, di tutti questi discorsi sulla magia e sulle favole, le esistenze di altri esseri prima di loro, erano appunto solo storie.. un modo per sognare a occhi aperti con loro padre, seduti sul pavimento in cerchio con i suoi fratelli. Non pensava potessero essere vere e invece adesso, mentre il suo amato fratello lo stava tempestando con visioni di un'altra vita, capiva che era tutto vero. La magia era vera. Lo sapeva già, ma non aveva idea che fosse così sconfinata che appartenesse addirittura ad altri mondi, che LORO appartenevano ad altri mondi.. e invece era proprio così. Esisteva un tempo ancora più antico del loro, in cui non erano Dei, in cui erano stati altri. Si era sempre chiesto che cosa fossero stati prima di essere Dei e se esistesse davvero un prima. Quelle classiche cose che si chiedono tutti e che non avevano avuto risposte neanche chiedendo a Plutone o a morte. Non avrebbe mai pensato che la risposta l'avrebbe trovata addirittura in un altro mondo. Erano così speciali dunque le anime, per riuscire a trasmigrare addirittura da un mondo all'altro? Pensava agli esseri umani e a quanto avevano condito la letteratura di parole bellissime e romantiche solo parlando di anime. Come Dio capiva quanto l'anima fosse una cosa importante. In termini pratici sopravviveva anche al corpo, però, Loki doveva ammettere che oltre questo, aveva sempre pensato che gli umani esagerassero un po' a romanticizzare tutta la questione. Forse era il fatto di essere un Dio e di essere immortale a non fargli vedere la grandezza di questa cosa, proprio per questo aveva sempre trovato un po' troppo sdolcinate le poesie sulle anime. Ora capiva quanto era stato stolto. Le anime sono talmente meravigliose da trasmigrare addirittura da un mondo all'altro, da fare incredibili viaggi, milioni di viaggi alla velocità della luce per raggiungere e per incontrarsi, anche se con qualcuno anche se non si riconoscevano. Ora capì che non era tutto esagerato. Anzi, ora pensava che forse tutte le parole bellissime riservate alle anime, fossero in realtà troppo poco per una bellezza così grande. E in effetti gli esseri umani avevano una mente limitata. Non era colpa loro, ma era chiaro che vivendo in un corpo con una mente limitata, potevano percepire la bellezza solo fino a un certo punto. Era quindi logico che quello che a loro arrivavano e che li spingeva a essere così romantici, era solo una parte della quantità di bellezza che c'era. Questo era chiaro. A loro arrivava solo un po' e già sembrava troppo. Ma ora capì che anche a loro Dei non era arrivata forse tutta la consapevolezza di quanto fosse meravigliosa la Vita! Non erano poi molto diversi dagli umani dopotutto. Sia che sei immortale sia che no.

"Se la potessero percepire tutta non so cosa succederebbe loro.. Cosa succederebbe a tutti noi.. Forse è un regalo che non possiamo.. Una tale bellezza può gonfiarti il cuore fino a ucciderti.. Devi stare attento ad assimilarla solo a gocce.. Non tutta insieme.."

E ora Loki stava avendo un assaggio di tutta quella forza. Di tutta quella magia.

Era stato un uomo, una volta. Un uomo che poteva usare la magia.. Ma non era un Dio. Non era neanche immortale. Strano. C'erano dunque uomini speciali che potevano usufruire di un tale potere, ma non erano Dei. Perché? Chi lo aveva stabilito?? Madre natura? Sempre se esisteva in quel mondo.

Loki si rese conto che non esisteva. O meglio, esisteva una qualche forma grande, di potenza smisurata, che governava tutto. Ma Loki non sapeva cosa fosse. Vedeva tutto con altri occhi. Gli occhi di un mago. Sapeva che qualcosa ci doveva essere ma non sapeva cosa fosse. Si rese conto che in quel mondo non esistevano Dei che gli uomini veneravano e che le persone credevano a un solo Dio ma che non potevano vedere e che questo generava sconcerto, smarrimento e dolore, ma anche amore, compassione, fede e valori.

Loki provò una forte tenerezza per quel mondo e anche per quello da cui lui veniva e governava. Aveva sempre pensato che veniva da uno dei mondi peggiori possibili perché gli uomini non avevano la giusta considerazione degli Dei e non li veneravano abbastanza, ma a quanto pare esistevano dei mondi dove la povera gente non aveva nemmeno la consolazione di poter vedere i loro governanti CON I LORO OCCHI.

Non potevano vederli e nemmeno parlare con loro. Era terribile. Almeno nel loro mondo potevano farlo e potevano fare delle richieste a loro. Certo, la maggior parte delle volte la risposta era NO, ma perlomeno avevano una risposta.

Loki pensava che il loro mondo fosse un mondo terribile ma quello era cento volte peggio. Come potevano quelle persone essere ancora sane di mente se non avevano degli Dei a consigliarli, a metterli sulla strada giusta, a indicare il loro percorso giusto da seguire e se si comportavano male, a punirli? Loki si sorprendere che non si fossero ancora uccisi tutti a vicenda!! Sentì un inaspettato moto di pietà e di infinito amore per quegli esseri soli e lasciati al loro destino. Era compassione?

Poi venne assalito dalla coscienza e dai pensieri struggenti di un uomo. Pensieri che divennero come suoi in un lampo. Non gli appartenevano ma era come fossero anche suoi e li condividesse in un certo senso. Loki non aveva mai sentito qualcosa di così triste.
Era come una melodia struggente a un pianoforte.
Loki si rese conto che era lui stesso.








*
Ora che Loki sapeva tutto delle sue origini e di quello che rappresentava veramente suo figlio, guardare quella che era stata la sua vita, fu per lui molto più intenso e traumatico di come era stata per suo fratello. Pianse a lungo con i singhiozzi, a terra, in ginocchio e con le mani sporche nel fango, quando si rese conto che per via del suo tradimento aveva rischiato che il figlio di Lily potesse morire e quando realizzò che aveva rischiato di uccidere il ragazzo che sarebbe stato il futuro figlio di Thor, l'uomo che tanto amava, si sentì terribilmente in colpa. Un gelo incredibile che assomigliava a quello dei dissennatori, gli ricoprì la schiena e realizzò poi dopo, che in realtà a quel tempo Harry non era ancora Dean e non era ancora figlio di Thor, suo fratello. Però in realtà lo era ancora ed era come se lo fosse sempre stato. Sapeva che gli esseri umani si facevano mille teorie ed elucubrazioni sul tempo e su come a volte passato, presente e futuro si confondevano. Li aveva sempre presi in giro per questo e come Dio avrebbe dovuto sapere che prima o poi, quello che fai, ti si ritorce contro. Non importa se accadrà tra cento o tra mille anni.

"Quindi non ti importa se lui e suo figlio muoiono? Possono morire purché tu ottenga quello che desideri?"

Loki era stravolto e aveva il cuore a pezzi. Era del futuro figlio del suo amato fratello che stavano parlando e aveva davvero pensato una volta di un tempo indefinito, di portarlo da un mago cattivissimo che lo avrebbe ucciso? No, voleva urlare! Non lo farei mai, non ti darei mai questo dolore! Come aveva potuto pensarlo? Come aveva potuto pensare di fare questo a chiunque?? Gli esseri umani erano pericolosi! Quanto dolore infliggevano al proprio prossimo e questo solo per ignoranza, questo solo perché hanno dimenticato.

"Io…sono davvero io?"
 
"Ne hai forse qualche dubbio?"
 
"Non riconosco la persona che è nello specchio".
 
“Quella persona non sei tu. È solo un’immagine illusoria”.
 
 
Ti giri con aria sprezzante
 
 
“Adesso NE HO ABBASTANZA di questi giochetti. DIMMI CHI SEI.”
 
“Come, con tutta questa luce non riesci a vedermi?”
 
“Sei avvolto da una nebbia” rispondi con aria dura.
 
Ti sbagli! Non c’è nessuna nebbia. Tu la vedi intorno a me perché i tuoi occhi non sono ancora pronti a riconoscermi.
 
“Aspetta….io ti conosco già???” Sgrani gli occhi. Non capisci. Sarebbe servito a qualcosa dirti che una volta ti chiedevi continuamente come facevano le persone a meravigliarsi sempre di tutto, anche delle cose che in fondo sapevano già? Adesso tu stavi facendo lo stesso.
 
 
 
Non rispondo. Faccio un sospiro. Ti prendo una mano.
 
“Voglio solo che tu sappia una cosa. Non ho mai voluto  farti del male. Lo sai, vero?”
 
“L’hai fatto?” Dici con voce strozzata.
 
“No! Volevo dire che…non ho mai avuto intenzione di farlo. Neanche quando….c’è stato il grande crollo di tutto.”
 
“Io non capisco quello che tu dici”.
“Si invece, lo rifiuti solamente. Vedi,” dico stringendoti ancora di più la mano.
 
“Io…non riuscivo a capire come potessi decidere di buttare tutto all’aria, tutto quello che avevamo, per colpa di un branco di ragazzini….non riuscivo ad accettarlo…io…”
 
“Lasciami la mano!”

 

Da dove veniva questa voce? Assomigliava a quella di qualcuno che conosceva, eppure non faceva parte di questo mondo e neanche del suo. In un edificio che non conosceva e impossibile da definire, dall'architettura molto strana, un uomo dai capelli castani, spiava i due giovani che stavano litigando. Eppure non aveva tempo di pensarci ora. Doveva concentrarsi su una situazione alla volta o sarebbe impazzito?!!

Il vecchio, e il vecchio sè stesso, litigavano o meglio, il vecchio lo stava trattando malissimo e il vecchio sè stesso stava subendo inerme.

"E tu cosa mi darai in cambio, Severus?"

Loki avvertì i brividi nel sentire tanta confidenza in una sola frase. Tanta intimità nel suono di un solo nome. Che rapporto c'era tra quei due?

"Qualunque cosa."

E seppe senza sapere come, che era lui. Il vecchio era proprio il SUO Thor. Non sapeva dire perché ma lo sapeva. Thor gli aveva accennato qualcosa prima ma lo shock e il turbamento che stava vivendo in prima persona, gli avevano impedito di ricordare.. E ora semplicemente si rese conto di non avere bisogno di un Thor che gli raccontava come era andata. Lui SAPEVA come era andata. La sua anima glielo diceva. Gli diceva chi era quella persona davanti a lui.

Da lì in poi accadde tutto come all'acceleratore. Come se lo avessero infilato in una cabina e da lì avrebbe potuto superare lo spazio e il tempo, anche di anni.. O di secoli. Chissà se un giorno sarebbe stato possibile inventare una cosa del genere. Chissà se gli umani avrebbero potuto. Inventare una cosa del genere. E chiamarla "macchina del tempo." Doveva smettere di pensarci. I pensieri degli Dei sono sacri e regali. Sono talmente sacri e divini che gli uomini riescono a percepire le loro idee.. Anche se non se ne rendono conto. Le loro onde cerebrali captavano qualcosa che non capivano e succedeva che potessero restarne ossessionati per anni. Un Dio pensava scioccamente a un macchinario che potesse viaggiare negli anni? Si rischiava che gli esseri umani potessero passare anni a cercare di inventarlo.

E d'altronde era l'unico modo per consentire agli esseri umani di poterli vedere, parlare e interagire con loro. Lasciare che captassero le loro frequenze. Altrimenti sarebbero state presenze invisibili per loro e si sarebbero sentiti abbandonati, tristi e soli.

Ma non è forse il destino di tutti gli uomini sentirsi abbandonati e soli?

Loki stava cominciando a ricordare. A sentirsi sempre più simile a Piton, fino a sentirsi completamente parte di lui.

L'odio per i mezzosangue. Aveva odiato sé stesso per essere diverso. Per essere un mostro, diverso dai suoi fratelli. Era diventato quello che in quel mondo disprezzata. Era diventato un diverso. Ma perché in quel mondo odiava i diversi? Si rese conto che era per suo padre. Lui era un umano. Lui maltrattava lui. Lui odiava sua madre. Aveva lasciato che morisse.

Lui aveva abbracciato l'oscurità.

Lui aveva protetto il figlio di Lily. Quanto l'aveva amata. Era sconvolgente rendersi conto di quanto intensamente proviamo un'emozione e poi ce ne dimentichiamo. È come se non fosse mai esistita. Eppure è esistita e esiste ancora da qualche parte nascosta dentro di noi, eppure noi non la ricordiamo più.

Aveva amato Lily? Aveva smesso di amarla? O la amava ancora? Non capiva più.. Non capiva più chi era.

Era Piton ma era anche Loki.. E poi chi altro? Quante persone potevi essere contemporaneamente prima di disgregarti?

Era tutto così doloroso, nero, fino ad arrivare a un mondo privo di colore, di odore e di suoni. Aveva imbracciato l'oscurità e abbracciato il suo dolore, e aveva infine capito che le emozioni erano il male, perché alcune erano immortali. Erano una specie di cancro velenoso che era il più infido perché non ti faceva morire ma ti avvelenava a poco a poco nutrendosi di te.

L'amore per Lily era diventato il suo mondo oscuro e vuoto. Forse da adolescente credette che se avesse continuato ad amare in questa maniera disperata, folle e imperitura, prima o poi il cosmo gli avrebbe restituito la medesima cosa.

Doveva essere così. Era una delle leggi universali.

E così era stato. Solo che scioccamente non aveva capito. Lui credeva che gli sarebbe tornato indietro L'AMORE DI LILY, che lo avrebbe finalmente corrisposto! Invece Lily non lo corrispose mai e l'unica cosa che ottenne che fu ETERNO, furono proprio le sue EMOZIONI, IL SUO AMORE. Severus capì dunque che con i desideri non si è mai troppo precisi..lui voleva Lily per sè eternamente..ma non puoi costringere nessuno ad amarti e quello che ottenne invece, fu l'ossessione di Lily per SEMPRE.

Quel always che lo aveva ottenebrato ed ossessionato letteralmente fino alla fine dei suoi giorni.

Ora, mentre osservava la sagoma del castello e si metteva le mani dietro il capo in agonia, di notte, al gelo, ebbe un pensiero.

"Forse no...forse non è la cosa cosa che ho ottenuto."

Altri flash gli riempirono la visuale e si ritrovò nella stanza del preside, mentre discutevano di lezioni o con lui davanti allo specchio delle brame..mentre passeggiavano nei corridoi della scuola.

"Avevi detto che mi avresti aspettato o sbaglio??" diceva un indispettito Piton al preside che lo precedeva per dirigersi alla Sala grande per fare colazione con un sorrisetto sulle labbra.

Loki sorrise tra sè e sè..forse non era l'unica cosa che aveva ottenuto..no..forse non aveva amato solo Lily..

Guardò la sagoma di Silente..protese una mano, fino quasi a volerlo toccare..il suo doppio camminava al suo fianco, le loro braccia vicine quasi a sfiorarsi, eppure non si toccavano..e Loki gemette. Credette di sentire cosa provava il suo doppio e internamente gli disse mille volte di afferrare il suo braccio e toccarlo..stringersi a lui..al suo amico..perchè la vita è troppo corta e non puoi mai sapere quando sarà l'ultima volta che vedrai le persone che ami..

Ma lui non poteva sentirlo. Lui era passato..lui era una versione di sè che era passata e lui invece, viaggiava ad una frequenza che non poteva raggiungerla, quella del "futuro". Quella cosa che quando fai grandi progetti, sembra meravigliosa, e quando invece la vedi veramente, testimone di quanto non sei riuscito a salvare, diventa terribile.

Li guardò allontanarsi e gli sembrarono due fantasmi, come stelle che esplodono e sono così belle che vorresti non smettessero mai di brillare..eppure esse si sono spente da anni, e la loro luce continui a vederla..e fingi che non è così..che loro sono ancora vive..

Ancora VIVI..

Un altro flash. Il suo doppio gridava di un sentimento che lui conosceva bene.

GELOSIA.

“Karkaroff vuole fuggire se il marchio si accende.” Disse Piton.
“Davvero? E tu sei tentato di fare lo stesso?” chiese Silente.
“No. Non sono così vigliacco!”
“No. Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto…"

Ho sempre odiato tali sdolcinerie
Eppure in bocca a lui, quelle parole
Mi resero FELICE


Il figlio di Lily.

Se penso a quanto l'ho odiato.. E se penso che quel ragazzo sarebbe stato il futuro figlio di Thor..

Quanto l'ho odiato. L'ho odiato perché era il frutto dell'amore tra l'amore della mia vita e James.. La testimonianza vivente della mia sconfitta. Ma Lily poi è morta e l'amore della mia vita è stato Albus.. Non lei.
E l'ho odiato forse anche perché avevo capito.. Che Albus lo amava. Come un padre può amare un figlio, certo.

Ma io non ho mai saputo cos'è l'amore. Non ho mai saputo AMARE. E volevo l'amore tutto per me.

Sono stato geloso di Lily.. E poi di Albus..

Ho protetto Harry.. Credevo di farlo per Lily ma forse lo facevo per Albus.
Avevo capito che si era affezionato al ragazzo.
Ancora una volta venivo dopo qualcuno.

Ma Albus no. Albus mi ha dato un amore e una fiducia che non aveva dato mai a nessuno.
Neanche a Grindelward.

Sono stato io quello che non riuscivo ad amare.. Non è vero, smettila, disse la voce di Albus.. Thor..
L'illusione svanì. Il castello svanì è Loki si ritrovò colmo di lacrime, di nuovo sull'Olimpo.
Erano di nuovo nella stanza del Sole.
"Non è vero che non sai amare. Tu sei di ispirazione a moltissime persone."
"Quelle persone sono fottute se prendono ispirazione da uno come me! Perché mi hai portato qui?"
"Pensavo forse che i raggi del Sole Eterno potessero asciugare le tue lacrime. Sbagliavo?" disse Thor sorridendo.
"Lui ti avrebbe ucciso per queste parole, lo sai, vero?"
"Ne dubito. Quello stronzo irriverente non lo faceva neanche quando glielo chiedevo."
Loki si buttò tra le sue braccia e i due si scambiarono un bacio estremamente passionale mentre i visi di entrambi venivano rigati dalle lacrime.

"Sei un maledetto bastardo.." singhiozzò Loki. O forse era Piton.
"Lo so. Potrai mai perdonarmi?"
"E tu potrai mai perdonare me?"
Non si risposero ma continuarono a baciarsi, ad accarezzarsi e a fare l'amore, strappandosi i vestiti di dosso, mentre il sole li illuminava a faceva risplendere il loro amore.
 
 




















Note dell'autrice:  Buongiorno, ragazzi! Come vedete, sono ritornata xd ogni tanto ricompaio xd oramai non ho più scuse per i miei ritardi.. mi sembra anche sciocco continuare a scusarmi tutte le volte.. posso solo promettere che questa volta cercherò di non sparire di nuovo T. T questo capitolo, anzi questi due capitoli che poi riunirò, mi hanno emozionato non sapete come.. lo so che sembra ancora strano e tutto così bizzarro rendere due personaggi originali, tra l'altro neanche i protagonisti, Silente e Piton..Però davvero è una cosa che volevo fare fin dalla storia principale!! Li ho sempre shippati tantissimo e a maggior ragione in questa ff e semplicemente parlare del modo di Harry Potter e delle loro incarnazioni passate era un mio sogno!! Vi giuro che ho pensato innumerevoli volte se forse stavo azzardo troppo e se forse non era giusto nei confronti di Sam e Dean visto che toglievo a loro troppo spazio.. però non ci potevo fare niente. Era un mio sogno e ho deciso di realizzarlo.. Inoltre mi piacciono le storie parallele di Dean e Sam con loro e i legami di sangue che ne sono venuti fuori.. certo adesso la storia è tutta ancora più ingarbugliata perché ci sono un sacco di trame parallele che devo riuscire a districare, ma spero che adesso che ho perlomeno risolto la gran matassa delle incarnazioni di Silente e Piton e della storia della nascita di Sam e ora che finalmente tutti e quattro sanno tutto, spero di riuscire ad andare avanti con la trama principale!!

Ps forse non salta all'occhio subito la frecciatina che ho lanciato per quanto riguarda il Tardis del Doctor Who, però diciamo che l'occhiolino l'hi strizzato :) Così come ho strizzato l'occhio anche al sogno della macchina del tempo e con conseguente viaggio nel futuro e nel passaggio che ha ossessionato e continua ad ossessionare l'umanità ancora adesso :)

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Capitolo 31
*** L'incubo di Sam ***


"No..mmm...no...non voglio..nnnmghhh.."
"Sam.."

"No.. No.."



Sam sembrava sull'orlo di un brutto incubo Dean non lo aveva mai visto così. Era tutto sudato e lui non riusciva a svegliarlo.

Sam era morente. Poteva sentire la malattia, il male che stava per divorargli il corpo.
Ancora nel suo letto febbricitante poteva sentire anche qualcos'altro però.
Poteva sentire le grida dei suoi genitori straziati dai demoni che erano venuti lì per mangiarli.

Sam pregò di morire presto perché non ne poteva più di quelle urla. Non poteva salvare neanche i suoi. Stava troppo male.
Poi avvertì una di loro venire da lui. Finalmente tutte le sue agonie e sofferenze avrebbero avuto una fine.
Ma il demone sembrò esitare.

Se Sam non stava troppo male e se non fosse stato sicuro che erano i deliri del male, avrebbe detto che il mostro era.. Spaventato.
Forse la sua malattia era così spaventosa che terrorizzava perfino i mostri.
Poi accadde l'impensabile.
Invece di finirlo, il mostro gli toccò la fronte e ogni male da lui sembro svanire.
Ed era una sua impressione oppure..
Era solo una bambina?

“Questo bambino è morto, consumato dalla sua stessa malattia. Vi consiglio di non trasformarlo se non volete fare la sua stessa fine, sapete bene cosa fa il sangue di uomo morto” disse decisa. "Potete avere i genitori. Accontentatevi. Come sapete a volte la natura è crudele."
 
"No... Papà.. Mamma.." Sam non riuscì a trattenersi e delle lacrime sgorgarono dai suoi occhi. La ragazzina si protese su di lui. "Non fare l'idiota. Vuoi morire?"
"I miei genitori.. Salvali.. Ti prego.."
 
"Non posso.. Sono già condannati.."
"Ti prego.. Ti prego."
 
"A quest'ora sono cibo già per i miei compagni."
 
Sam continuò a lacrimare e sentì la ragazzina bestemmiare contro i santi del paradiso.
Sparì dalla stanza e sentì i mostri gridare.
 
"Scappate, io penso a minacciarli."sentì che lei diceva loro. Dopo poco tornò e vide che i suoi genitori erano pieni di macchie di sangue. E il sangue usciva dalla loro bocca. I loro occhi erano rossi. Sam gridò.
 
"Ma tu vuoi proprio morire!! VUOI MORIRE??" sbottò la ragazzina.
"Cosa gli hai fatto?" chiese Sam.
 
"I tuoi genitori sono salvi." sbuffò lei. "Se sopravvivono al morso, poi andranno in transizione e se riesci a sopravvivere senza farti mordere, dai loro questo." disse lei facendo vedere a Sam una siringa. "È meglio se li leghi se cominciano a impazzire .. Non sembri molto sveglio, potrebbero morderti prima che tu abbia il tempo di dire AHI." disse lei accompagnando i genitori del ragazzino in un'altra stanza. Sam cercò di raggiungerli ma lei chiuse a lui la porta in faccia e gli porse un pugnale. " Prendilo. Usalo per minacciarli se cercano di aggredirti."
 
"GLI UNICI CHE CI HANNO AGGREDITO QUI SIETE STATI VOI!"

"Non sarà più così quando cominceranno la transizione.."

"Io non capisco cosa tu dici!! Avevi detto che sarebbero stati salvi!!"
disse Sam scandalizzato, facendo cadere il pugnale. "Eeeehh, e poi cosa pretendevi da me? Siamo demoni, mica dei boy scout. È già tanto che sono vivi, credimi. Mi sono inventata una storia assurda per farli andare via. Loro si fidano di me."
 
Più tardi Sam avrebbe ragionato sul fatto che se dei demoni grossi e violenti prendevano ordini da una ragazzina così piccola qualche cosa di sbagliato doveva pure esserci, però sul momento riusciva solo a pensare alla parola demoni.
"È questo che siete? DEMONI?"
 
"Beh, i miei amici sono vampiri. Sono loro che hanno morso i tuoi genitori.. E tu per evitare di finire come loro.. Devi stare molto attento."
 
Sam non riusciva a capire niente di quello che la ragazzina gli stava dicendo. Vampiro?? Che cosa significa la parola Vampiro?? Dalle loro parti, esseri come quelli che aveva appena visto, venivano classificati semplicemente come mostri. A malapena conosceva il termine "demoni" e lo conosceva solo perché aveva letto Dante.
"OK.. Adesso devi ascoltarmi.. Non abbiamo molto tempo."
Dieci minuti dopo, Sam aveva ringraziato la ragazzina che si apprestava ad andare via.
 
"Non mi ringraziare. Se i miei compagni vi trovano di nuovo, non ci sarò a salvarvi la pelle un'altra volta. Quindi vedi di fare buon uso di questa possibilità. Non posso inventarmi sempre che avete ingerito della verbena."
 
Sam non aveva idea di che cosa fosse questa verbena, ma giurò che l'avrebbe trovata e ne avrebbe fatto scorta.
"Ma.. Perché fai questo? Tu sei un.. Un demone.. Un mostro. "
 
La ragazzina si fermò. "Forse perché esiste un mostro che è più malvagio di noi.. Le malattie.E quando ci troviamo davanti a questo, noi ne siamo terrorizzati. È l'unica cosa che ci spaventa proprio tanto. Comunque non temere, cose come queste lasciano degli strascichi. Non sono una benefattrice. Sei in debito con me."
"Cosa?? Ma noi.. Siamo poveri.. Non posso offrirti niente."
"Quelli come noi non hanno bisogno di denaro, nè lo desiderano."
"E allora cosa vuoi?"
 
"Un giorno potrei avere bisogno di un favore.. Allora tu dovrai aiutarmi senza discutere."

Sam si svegliò, gridando e la stessa cosa la fece Marika nel sacco a pelo dove stava dormendo.  





"Tesoro, ma sei proprio sicuro di non conoscere quella ragazzina?" gli chiese Dean, cercando di farlo calmare, visto che Sam non riusciva a pensare ad altro.

"No, Dean, te l'ho già detto! Non l'ho mai incontrata! E sono assolutamente certo che non ho mai rischiato di morire per via di una malattia gravissima e mortale e tantomeno che i miei genitori abbiano mai rischiato la vita!! E poi.. I demoni!! Pensi che i nostri Dei lascerebbero mai che veniamo invasi dai mostri??"

"Tu mi hai raccontato di un tipo di mostri che succhia il sangue degli uomini per sopravvivere, trasformando a sua volta l'uomo come loro." disse Dean meditabondo, mentre guardavano un ruscello sopra un piccolo ponticello di pietra.

"Sì.. E con questo?"

"Non esistono creature del genere qui da noi!" "Hai ragione.. Ma allora..."

"Potrebbe..Sam, I nostri padri ci hanno parlato di un mondo passato, un mondo dove eravamo altre persone.. Magari.." Sam sembrò riflettere un po', ma poi scosse la testa.

"Non può essere, Dean! Io ricordo che ci hanno detto chiaramente che in quel mondo non sono mai nato...in quel sogno esistevo invece.. Anche se stavo per morire."

"Forse è davvero solo un sogno."

"Non credo, Dean! È troppo ricorrente per essere solo un sogno. Inoltre ogni notte che passa, si allunga sempre un po' di più, la notte del massacro è sembrata durare una vita intera. Mi ha fatto soffrire molto. E ora sto ripercorrendo la guarigione dei miei genitori.. genitori che non ricordo di aver avuto, eppure in un certo senso, questo ricordo lo sento MIO. E ricordo loro, anche se non ricordo la mia vita CON LORO. "

"Sam, tu credi che.. Si tratti di un'altra vita passata??" pensò Dean con orrore. "Non lo so, ma quella ragazzina disse che io le dovevo un favore.. Dei.. Dean.. E se fosse.."

"Non dire quella parola.. No.. "

"La figlia di Marika!!"

"È solo una neonata.. Ed è morta!! Sua madre l'ha gettata di sotto! "
"Sai bene che non è mai stata una bambina e Marika non è la sua vera madre."

"SAM, ADESSO BASTA! MI RIFIUTO DI VEDERTI LEGATO A LEI IN QUALUNQUE MODO. TU SEI LEGATO A ME. SOLO A ME, CHIARO?"

Il labbro di Sam tremò.

"Mi piacerebbe che le uniche catene che vincono gli esseri umani siano fatte d'amore ma purtroppo la vita non è una favola.." disse Sam guardando il ruscello.

"Ma l'amore sì.. E se ci credi fino a non mollarlo mai, può sconfiggere il male.. E l'odio.." disse Dean, mettendo una viola fra i suoi capelli.

"Sono legato a lei, Dean.. Chissà da quanto tempo aspetta che io ricambi il suo favore.. C'è solo da sperare che non è un mostro.. Perché se lo è lei, lo sono anche io. "

"Tu non sei un mostro.. Sei la mia anima gemella.. E poi mio padre ha salvato il tuo.. Ricordi? Molte vite fa. "disse accarezzandogli I capelli. " Avrei voluto che li avessimo conosciuti." disse Sam lacrimando. *Non era il nostro destino, conoscerci allora.. Ma lo è ora. Non sprechiamolo, ok?"

"Dean.."

Sam lo abbracciò e Dean lo strinse forte.

"Il fiore.. Non sono una principessa.. E poi.. Sono rotto. Corrotto da quando quell'essere mi ha toccato." Sam fece per buttare la viola sul ruscello ma Dean lo fermò.

"Ti prego, no.. Tu non sei così.."

Sam si mise un dito sulla bocca e poi accarezzò la viola con la mano. Dean gli mise la mano sulla sua e insieme recitarono la litania di canto dedicata a Madre natura.

Il fiore venne circonfuso di un alone rosa e la viola tornò nella sua terra con la radice.

Madre Natura non avrebbe mai permesso la morte delle sue creature. Tutti i fiori e le piante venivano raccolti solo per poi tornare a vivere di nuovo e se ciò non succedeva, scomparivano di notte per tornare da dove venivano. A volte la stessa notte, a volte dopo giorni.

Per questo gli innamorati avevano cominciato a creare fiori finti da poter tenere sempre in casa.

Le mani di Sam e Dean avevano riportato la viola alla sua terra. Sam sembrò felice ma poi il suo sorriso si incrinò.

"Non ti ricorda.. Non ti ricorda.. Quella creatura che ci seguiva quando non eravamo ancora nati?"

Dean non disse niente. Forse dal destino non puoi sfuggire.. Sam riprese a piangere e Dean lo abbracciò mettendogli la testa sul suo petto.

"Sam, ascolta.. Che ne dici.. Di andare a trovare i tuoi? Magari possiamo stare anche un po' con tuo fratello."

Sam lo guardo stupito e poi lo baciò. "Ti amo."
















 





Note dell'autrice: buongiorno, come vedete, sto cercando di dare un'accelerata alla situazione, visto che questa storia è rimasta ferma troppo a lungo..allora, l'incubo di Sam, riguarda un fatto vecchissimo risalente addirittura alla storia principale..non so in quanti se lo ricorderanno, ma allego link per chi non sa più di cosa sto parlando:

L'ipnosi di Marika

ragazzi non fatemi tribulare, ci sarebbe anche il capitolo 26 successivo a quello che ho linkato ma quello potete trovarlo benissimo da soli..già ho fatto fatica a recuperare questo xd

Detto questo, come vedete, ho tutta l'intenzione di sciogliere tutti i nodi e le questioni rimaste in sospeso..e anche nel precedente capitolo ho anticipato quello che sarà uno dei misteri cardini di questa storia, il famoso incubo di Black White ovvero il nostro Severus Piton..non me ne sono dimenticata eh..e non avete idea che cosa c'è sotto ahhah
poi.. ragazzi, come vedere anche voi, la trama si sta finalmente delineando. Mi dispiace di aver parlato per 31 capitoli sempre delle stesse cose però purtroppo o forse per fortuna, la trama di Sam e Dean con i loro padri era davvero troppo importante e dovevo delineare i loro rapporti e spiegare anche la storia della nascita di Sam! Ora che forse finalmente abbiamo chiuso temporaneamente con questa trama si ritorna alla trama originale, che sarebbe quella di Alisea e Speranza.. e dai tanto ormai l'avete capito tutti che Alisea e Speranza sono la stessa persona LOOL anche perché a vederlo come un telefilm, lo capire ste comunque visto che avrebbero lo stesso volto xd
il vero problema è che lo hanno capito anche Sam e Dean xd ora Io voglio aprire una parentesi :so bene che magari la storia sarebbe sembrata più succosa e ricca di suspense, se io avessi messo che Sam e Dean non avevano capito che la ragazzina del sogno e Speranza fossero la stessa persona.. forse a livello di suspense sarebbe stato meglio però non c'è niente da fare io odio da morire quando nei telefilm non arrivano alle conclusioni più ovvie.. Perché nella realtà non è mai così xd nella realtà siamo stupidi per certi motivi, lo convengo, ma intelligenti per altri... nei telefilm sembra che per scoprire l'identità di qualcuno ci mettono dei secoli. Certe cose le trovo veramente troppo demenziali e per quanto a volte andrebbe anche mio favore, non me la sento di metterle nella mia storia.. Il problema è che loro ci erano già arrivati che la creaturina nel mondo degli omini che non sono ancora nati e speranza fossero la stessa persona quindi oramai non potevo più tirarmi indietro.. Perché nella vita reale se vivi un'esperienza del genere è davvero impossibile che per associazione non credi che una creatura che è arrivata così sulla terra non possa essere la stessa persona che ha incontrato in quel luogo così incredibile

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Capitolo 32
*** Il Jael confuso ***




PRIMA

"Fratellino mio.. Che cosa ti hanno fatto.. Gli dei ti perseguitano, la magia ti perseguita e ora anche i demoni!! Ce l'hanno tutti con te, ma ci sono io a proteggerti!"

I due fratelli si trovavano nel cortile della casa della famiglia di Sam. Jael lo stringeva un po' troppo affettuosamente per i gusti di Dean. Lo guardava di sbieco con le braccia conserte e sbuffando mentre tratteneva a stento la vergogna quando pensava che erano fratelli. E lui era uno stupido ad essere geloso di suo fratello!

Sam sembrava imbarazzato, forse era una impressione di Dean ma gli sembrava che cercava di allontanare il fratello in modo delicato senza ferirlo, anche se sorrideva.

"C'è Dean con me, mi protegge lui abbastanza.." disse e il cuore di semidio di Dean fece una capriola, ma Jael sembrò prendere male quel tentativo di rassicurazione.

"Sono IO TUO FRATELLO!! Dean sarà pure un semidio ma io sono tuo fratello! Sono cresciuto con te! Nessuno può capirti meglio della tua famiglia e ti dico che devi restare qui sulla Terra.. Da quando frequenti gli Dei sono cominciati i guai.."

"Uno di loro è il mio vero padre, Jael.."

"Ti ha fatto solo del male.. Non ti ha detto niente che era tuo padre se non quando è stato costretto.."

"Anche la mamma.." obiettò Sam duro.

Jael sciolse l'abbraccio e cominciò a disperarsi in modo teatrale.

"Il lavaggio del cervello è già cominciato.. Ti sei dimenticato di chi ti ha amato davvero.. Ed è per questo che i demoni sono arrivati da te.."

"Ah, adesso sarebbe colpa mia?"

"Proprio così.. Loro hanno sentito i dubbi nel tuo cuore e giocano con te.. Sanno che cerchi le tue origini e quindi ti depistano con storie assurde e illogiche, appartenenti ad ere del Giurassico e addirittura di altri mondi..quando allontaniamo chi amiamo siamo facile preda dei mostri! "

"Adesso basta, stai delirando! "

Dean pensava che forse dopotutto Jael stava delirando ma il suo discorso era talmente assurdo che poteva assurdamente anche avere senso. E questo lo terrorizzava.

"È nel delirio che l'uomo vede la verità e io non voglio più essere cieco!! Dal momento che a quanto pare siamo schiavi dell'amnesia prenatale, voglio inventare QUALCOSA per cui non dovremmo più dimenticare chi siamo, chi siamo stati e forse addirittura vedere che cosa saremo!! "

"Ma.. Non esiste una cosa così.. "disse Sam sconvolto e arrabbiato.

"Non ancora.. Ma le grandi cose non esistono mai nel presente, esse viaggiano sempre nel futuro.. Voglio farlo per te, Sam.. Così se dimenticherai ancora chi sei, potrai avere un modo per tornare DA NOI! "disse Jael.

Dean pensava che i suoi occhi erano come quelli di un pazzo. Brillavano di una follia cieca. Erano gli occhi di un uomo che non si sarebbe arreso mai davanti al suo sogno, fino a quando non sarebbe stato realizzato. A costo di viaggiare nel futuro.






ADESSO

"Dean!!! Dean!!"

"Sono qui, Sam, sono qui." disse Dean,alzandosi dai cuscinetti in cui era sommerso, sdraiato sul pavimento.
"Vieni, presto!"
"Che succede adesso??"

Erano ritornati nel limbo creato da Jael, il presunto fratello di Sam in una sua vita passata. Presunto, perché Dean aveva delle riserve su di lui. C'erano ancora troppe cose che non tornavano nella sua storia, a maggior ragione ora che ricordava la loro precedente vita?! Come giustificava la sua eterna giovinezza? Il fatto che non fosse invecchiato di un giorno?? Doveva ricordarsi di chiederglielo appena lo avrebbe rivisto.

"Vieniii!!" disse Sam parecchio agitato.
Ora che ci pensava meglio, era strana tutta quell'agitazione.

"Sam, cosa.." iniziò, mentre notava che Sam si sporgeva dalla porta aperta. Le parole gli morirono in gola quando vide che stava guardando proprio Jael che si guardava freneticamente come un pazzo, in posizione guardinga, come se lui e Sam fossero stati il NEMICO.

"Jael?? Sei anche tu qui?" gli chiese. Il punto interrogativo gli sembrava d'obbligo dal momento che per quanto sembrasse proprio lui, aveva bisogno di verificarne l'identità , dal momento che non sembrava per niente lui. Al massimo, il suo gemello.

"Come fai a sapere il mio nome?? Chi diavolo siete voi?? E che diavolo è questo posto??" gridò.

Dean si voltò verso Sam che prima guardava Jael carico di pena e ora guardava Dean terrorizzato.

"Jael, siamo tuoi amici.. Non ci riconosci?"chiese Sam.
"AMICI?? Non vi ho mai visti nella mia vita!!"

"Anche io vorrei non averti mai conosciuto, ma PURTROPPO sei il fratello dell'amore della mia vita, stupido figlio di puttana!!" disse Dean irato. Vedere Sam con gli occhi lucidi, ferito dalle parole di un coglioncello strafottente con manie di grandezza e onnipotenza, - del tutto ingiustificabili visto che nel loro passato aveva appena assistito a lui che in preda a un delirio folle sosteneva di poter diventare il nuovo Pitagora, per poi venire scavalcato da un ragazzino ribelle e ancora più stronzo di lui, che era riuscito dove lui non era mai arrivato - erano una di quelle cose che lo facevano andare in bestia! Forse doveva controllarsi meglio, ma non c'era niente da fare. Vedere Sam sorridere alle sue parole, gli dava la certezza che aveva fatto la cosa giusta. SEMPRE lui avrebbe fatto di tutto per vederlo sorridere. SEMPRE. Sam era il figlio mai nato di Severus Piton e Lily Evans e lui SEMPRE gli avrebbe ripetuto questa parola.

Jael sembrò stranirsi e per un attimo sembrò quasi RICORDARE, ma poi gridò nuovamente.

"Non vi ho mai visti in vita mia!! Fratello?? Io non ho FRATELLI!! Sono figlio unico da sempre.."

"Jael, ti prego.." Sam era tornato triste e Dean era tornato certo del fatto che avrebbe spaccato la faccia a quel figlio di puttana dannato. Dannato a lui e al momento che aveva rapito Sam. Avrebbe dovuto riempire di pugni LUI e non Ruben.

"Voi mi avete rapito e volete fare un sacrificio per ottenere favori dal Dio Dahak sulla mia pelle!!"

"Dahak??Dean!! É tutto chiaro, lui crede di essere ancora nel mondo degli Dei.."

"È la sua precedente incarnazione.. Quella più arguta immagino." disse Dean digrignando i denti.

"Mondo??? Non esiste mondo all'infuori degli Dei!! Non esiste nulla!!"

"Possiamo verificarlo subito.."disse Dean Facendosi scrocchiare le nocche, pronto a menar le mani.

"Smettila, Dean! Jael, ascolta.. "

"Ma smettere cosa?? Lui ci ha trascinati qui e ora fa il pagliaccio?? Io lo gonfio.. "

"Non permetterò a voi servitori di Dahak di costruirne un altro più oscuro!!" disse lui scappando a perdifiato lasciandoli basiti.
"Dean!! Dobbiamo fermarlo!!"
"Oppure.. Potremmo lasciare che venga risucchiato dalle figure geometriche." Sam gli diede uno spintone nelle costole.
"Ahhhi. E va bene. Che cosa non si fa per amore!!"

Ma prima che Dean potesse gettarsi all'inseguimento, Sam lo prese d'impulso, stampandogli un bacio così mozzafiato e repentino che quasi lo fece cadere.

"Ma che.. Mmmm... Mmm... Oppure potremmo restare qui a baciarci mentre lui sprofonda nelle sabbie mobili.."

"Ricordo tutto.. Il nostro amore incredibile.. Come abbiamo ricordato il nostro passato... Tutte le prove che abbiamo avuto che siamo anime gemelle.. Oh, Dean.. Perché il fato ci ha voluto rendere fratelli? Non è giusto!! "

"Ehi, già sono abbastanza geloso di quel figlio di puttana per le scene che ho dovuto vivere.. O rivivere.. Pochi attimi fa.. Non espropriarmi adesso pure del ruolo di fratello maggiore.. Unico e solo, almeno in questa vita!!"

"Quanto sei vanesio!! Secondo te cosa è successo a Jael?" chiese a Dean mentre continuavano a camminare nel corridoio e Dean cercava di schivare i triangoli giganteschi che volteggiavano nell'aria.
"Non lo so!! Abbiamo interrotto la visione con lui che cercava di baciarti davanti a me!!"

"Non cercava di baciarmi!!" rispose Sam seccato mentre oltrepassava un cerchio trasparente con grande orrore di Dean. "Però adesso che ci penso... Oh mio dio, Dean!! Quando Jael mi ha rapito, io non ricordavo nulla!!"

Dean lo fissò pensieroso, poi sgranò gli occhi.

"Vero!! E ora non ricorda nulla lui di noi.. Deve essere collegata la cosa.."

"È collegata per forza!! In questo viaggio nel tempo ci siamo venuti perché le mie particelle dell'amnesia hanno permesso ciò.. Jael ha detto che è tutto connesso.. Passato, presente, futuro..."

"Pensi allora che Jael non si ricordi di noi, forse perché noi stiamo ricordando tutto?? Insomma, voglio dire, passato e presente si mescolano perché il nostro viaggio sta per finire e stiamo ritornando al nostro presente??"
Sam ci pensò su.
"Potrebbe essere ma c'è ancora qualcosa che mi sfugge.. "
"Oh dei, che cosa può esserci di peggio??" si disperò Dean. " È poi dove cavolo sono finiti gli altri?? "

"Dean.. Ti amo sempre tanto ma.. Perché non stai mai zitto??" chiese Sam e Dean quasi urlò quando si trovarono davanti la loro amica Marika grigia, pietrificata stesa a terra.

"Marika!!! Noooooo. "

"Stai tranquillo, Dean.. Non è morta."disse Sam chiudendo gli occhi.

"Come fai ad esserne certo e come fai a stare così calmo??"gli chiese Dean rimproverandolo, tenendo Marika per me spalle mentre fissava il vuoto.

"Perché è quello che successe a Hermione nei libri di Harry Potter.."disse Sam con gli occhi lucidi.

"No.. Lei.. Non è.. HERMIONE.. non può essere!!"

"Non so chi sia lei.. A malapena so chi siamo noi.. Ma so che ci sono cose che ancora non sappiamo.. "disse Sam indicando una direzione." O che forse non vogliamo vedere!"

Dean guardò la direzione indicata da Sam che indicava un grosso buco nero che vorticava. Al suo interno sembravano ruotare milioni di satelliti e puntini luminosi.

"Sam, per l'amore del cielo, non vorrai mica entrare lì dentro!!"
"Leggi lì, Dean!"
Attaccato alla parete sopra il buco nero c'era scritto "La nostra anima conosce già la verità che risiede nel futuro, ma l'ha dimenticato."

"Io credo che sia solo un valido motivo per non entrare là dentro, Sam! Abbiamo visto Jael sparire.. Dobbiamo cercarlo! Magari è stato lui a fare questo a Marika!"
"Pensavi che anche Ruben le avesse fatto del male.. Che avesse tradito tutti noi.." disse Sam.
Dean si morse le labbra. Aveva ragione.
"No, Dean.. Non dobbiamo più perdere fiducia nei nostri amici. È il solo modo che abbiamo per non perderci tutti.. Un'altra volta." disse Sam glorioso.

"Mi dispiace di aver dubitato di Ruben.."
"Lo so..ma adesso c'è una cosa più spaventosa di lui ad attenderci.." disse Sam.
A sorpresa, Dean gli prese la mano.
"Non c'è niente da temere nella verità. La verità di noi stessi è la cosa più bella che esiste. Il nostro vero io, non quello che credono gli altri."
"Te la disse tuo padre.." disse Sam.

Dean seppe che parlava di Silente. Sapeva che tutti e due lo sapevano.

"Sì.. Me lo ricordo.. E senza viaggi nel tempo stavolta. E tu come lo sai?" "La mia anima me lo dice.. Forse lo so perché in qualche modo quel buco sembra parlarmi di mio padre allo stesso modo.. So che riguarda lui.. E ho paura.."
"Con me al tuo fianco non hai da avere paura.." disse Dean.
Sam sentì come un vento. Una forza primitiva e selvaggia avvolgere il suo amato. Non aveva bisogno di voltarsi.
"Grazie, Hercules." disse.
Dean sorrise, dopodiché si buttarono nel burrone tenendosi per mano.




















Note dell'autrice:  vi dico già che non so cosa mi è preso..non so neanche io se Marika è Hermione oppure no..si è inserita in questo capitolo in maniera del tutto imprevista ahhahah .-.

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Capitolo 33
*** John, il padre di un futuro lontano ***


"Sam deve morire!!"

Il discorso con gli altri era concluso e John era rimasto da solo e si sentiva molto provato. John non era mai sembrato così tanto deciso e determinato come in quel momento. Sua figlia Marika era stata colpita da una maledizione di un demone. Aveva dato alla luce una figlia demoniaca e ora l'ombra del male incombeva si di lei. Ora che poi gli aveva addirittura rivelato che questa figlia del demonio non era morta, e che faceva terribili incubi che riguardavano uno dei due semidei di cui il mondo tanto parlava, la sua angoscia non aveva fatto altro che crescere sempre di più!!

Malgrado ODIAVA il soprannaturale, si era rivolto a una strega di nome ROWENA che gli aveva preannunciato una terribile sciagura!! Sam si sarebbe alleato con le forze del male e la figlia del demonio e avrebbe portato una nuova divinità sulla Terra, distruggendo così di fatto il mondo.

La nuova divinità non era affatto Dahak come la maggior parte credeva. No, esisteva una minaccia più concreta, più antica.. Più antica addirittura di Dahak!!

JOHN si sentiva un illuminato. Infatti faceva parte di una setta chiamata "gli eletti" che sostenevano di conoscere a dispetto di tutti, la verità.

Dahak non era niente affatto il demonio come tutti credevano. Lui avrebbe portato la luce, il calore e un nuovo mondo. Nonostante ciò, un'altra divinità più antica di lui, più antica perfino degli Dei, voleva prendere il suo posto e governare il mondo, spodestando tutti gli Dei dell'Olimpo e se ce l'avesse fatta, sarebbe stata la fine del mondo che conoscevano..

Si diceva che la nuova entità che voleva arrivare nel mondo.. Era più antica anche degli Dei.. Essa apparteneva a un tempo antico, era più vecchio anche di Madre Natura..
Si diceva che la nuova entità.. Fosse UN ANGELO.
Si diceva che un semidio, che portava lo stesso nome dell'angelo, era destinato a portarlo sulla Terra..

Sam. Sam avrebbe portato l'angelo distruttore sul pianeta. E con sua grande tristezza, la strega lo informò anche che il ragazzo aveva dei precedenti, dei trascorsi con la figlia di sua figlia. Essi erano legati da un vincolo che non riusciva a capire o che forse non voleva capire.
Sam e Speranza avrebbero portato la distruzione sulla Terra. Sua figlia era condannata. Rowena aveva visto chiaramente sua figlia morire per proteggere la figlia del demonio.
Doveva assolutamente impedire che il ragazzo e la figlia del male diventassero alleati.
Sam doveva morire e poi..
TUMP..
"Ma cosa.."
"Perché???"

"Come???"
"Perché vuoi farmi del male?? Non mi vuoi più bene??"

John guardò con stupore il ragazzino che gli era caduto addosso. Aveva un taglietto sulla fronte e occhi brillanti come smeraldo. Un taglio all'angolo della bocca e l'espressione corrucciata in un viso sofferente.
JOHN sbarrò gli occhi nel riconoscere in quel volto il ragazzino che meditava di uccidere. Il ragazzino che tutto il mondo cercava.
"Sei Il figlio di Loki."

Il suo petto tremava violentemente mentre il significato di quelle parole lo scuoteva nel PROFONDO. "Perché non mi vuoi più bene?" aveva chiesto quel ragazzo. Ma lui non lo conosceva nemmeno! Non era niente per lui.. Forse essere un mezzo uomo e mezzo divinità ti rendeva anche mezzo scemo. In effetti era presumibile pensare che il ragazzo non fosse tutto in quadro e d'altro canto per essere oggetto d'attrattiva del diavolo, dovevi avere per forza qualcosa che non andava e allora perché le sue parole lo scuotevano tanto?

A fatica lo spostò da sé. Lo sollevò di peso e lo fissò. Aveva qualcosa di struggente nello sguardo, nel modo in cui lo fissava. Un'autentica maschera di dolore. Poi sentì dei passi dietro la porta. Senza capire perché lo facesse, lo fece uscire dalla porta sul retro.

"Esci. E non parlare con nessuno finché non sarai lontano. Non puoi fidarti di chi sta qui." gli disse.

Sam era impaurito e infreddolito e lo fissava con un'espressione che gli fece venire il gelo nelle ossa.

"Perché? "

John gli chiuse la porta in faccia per non dovergli rispondere.

"Si disturba così un uomo che vuole bere?" chiese alle guardie.
Quando aprì di nuovo la porta, il ragazzo non c'era più
"Dei.. Che cosa ho fatto.. Ho gettato al vento l'unica possibilità che avevo per salvare mia figlia. Perché l'ho fatto.. Perché?"
Forse era stato per il modo con cui quel ragazzo lo aveva fissato. Quello sguardo liquido come dolore.. Come se lo stesse tradendo.
Ma che sciocchezze. Era assurdo. Non lo conosceva nemmeno.


*****

Sam si era risvegliato, trovandosi su un treno che si chiamava "Nottetempo". Erano le tre del mattino e un personaggio curioso stava cantando canzoncine strampalate come filastrocche.
"Ti prego.. Non puoi cantare più piano? Ho un tremendo mal di testa!" si lamentò Sam.

Sebastian saltellò da lui e lo afferrò per il mento per osservarlo meglio.
"Hai qualcosa di più di un mal di testa, tesoro." Sam si divincolò arrabbiato dalla sua presa.
"Non chiamarmi tesoro!" disse. Perché tutti pareva che morissero dalla voglia di prenderlo per la faccia?

Il solo che poteva farlo era Dean. Appena pensò a lui, desiderò non averlo fatto. Sentì la sua mancanza così fortemente da sentire proprio un dolore fisico e troppo da sopportare.

"Che cosa ci fai sul nottetempo, a proposito?"

Sam sconcertato si accorse di non ricordarselo. "Io non lo so.. Io.. Non ricordo.. NIENTE!!"
Dean... Chissà come era in pena per lui..
"OH dei dell'Olimpo..mi sa che hai bisogno di aiuto, ragazzo. Il mio circo può offrirti ospitalità. Puoi lavorare. Con la tua faccia potresti fare l'orsetto. A proposito. Io sono SEBASTIAN ROCHÈ."

********

"Sì, è qui. È proprio qui. Fa presto a venire. Io cerco di trattenerlo." diceva Sebastian alla cornetta di un telefono fisso.
Sam non poteva crederci. Aveva appena sentito con le sue orecchie, Sebastian cercare di consegnarlo a qualcuno!! Stava cercando di tradirlo!! Dopo che si era fidato di lui!!

"Sam! Ti ho portato un'ottima zuppa di.. Ma che stai facendo? Poggia quel coltello!"
"No.. Tu non sei mio amico. Hai cercato di vendermi a qualcuno!"
"Non è vero.. Sei solo confuso.. Sono tuo amico io."

"BUGIARDO!! VUOI VENDERMI! VUOI VEDERMI MORTO!! PARLAVI CON UN UOMO!!"

"Singer?? Quel lurido ubriacone non sarebbe capace di fare del male nemmeno a quel trickster di Gabriel!"
Gabriel? Quel nome gli diceva qualcosa.. Solo che non sapeva bene cosa. Bobby?
All'improvviso era crollato in ginocchio e stava piangendo ai piedi di Sebastian.
"Ehi. Dai su. Non fare così. Lo so anche io che non è bello avere quel trickster sempre intorno ma è simpatico in fondo.. Ragazzo?"

Sam non riusciva ad arginare i singhiozzi. Ricordava a malapena quello che era successo. Quel.. JOHN.. E Poi la fuga.. E il buio. Sia prima che dopo.. Durante. Il buio.
"Ho bisogno di parlare con Bobby.."
Non era vero. Aveva bisogno di parlare con Dean.

***

Due ore dopo Dean in compagnia di Bobby, erano arrivati al circo di Sebastian.

Dean non riusciva a lasciare Sam. Continuava a stringerlo per assicurarsi che fosse ancora tutto intero e che fosse davvero lì tra le sue braccia.

"Sì, è così, non ricordo NULLA, non so perché sono fuggito. Ricordo solo che stavo scappando in questo quartiere malfamato.. E che ho sentito i discorsi di quell'uomo.. Dicevano che ero pericoloso.. Che avrei aiutato un Angelo a prendere il potere.. Ho una perdita di memoria.. Ma quell'uomo mi sembrava di conoscerlo.. E.... So che sembra assurdo.. Ma quando l'ho visto...la mia mente è sembrato espandersi.. È stato come se io lo vedessi come.. Mio padre!! E lui voleva uccidermi. E io soffrivo perchè lui voleva uccidermi! È stato orribile!!"

"Noi crediamo di sapere che cosa ti è successo, Sam. "disse Bobby." Dobbiamo presentarti una persona. "

"Cosa? Chi?? "chiese Sam, asciugandosi gli occhi.

"Ehi, ehi, ehi, vacci piano con le parole, umano. Persona a chi? "disse una voce che gli sembrava molto famigliare.

Sam sbarrò gli occhi nel ritrovarsi il trickster. Lo aveva incontrato quando era morto. Gli aveva raccontato la storia della sua nascita. Gli aveva raccontato di chi era figlio. Era il Dio degli inganni ma in quel momento aveva deciso di dirgli la verità.

"Se io sono una persona, anche tu dovresti essere una persona!! E dal momento che sei morto è resuscitato e abiti nello stesso corpo, anche nei tuoi riguardi, definirti persona sarebbe come spararla un po' troppo grossa!"

"Adesso si ricordava di lui. E del suo umorismo irritante.

"Perché non la smetti di insultarmi e non mi dici che cosa mi è successo??"

"Sì, finiamola con le corbellerie. "disse Dean arrabbiato.

"Corbellerie??? Oh, fai bene a chiamarle così, perché il fatto che un pulviscolo di fango come lui, debba avere accesso a dei LAMPI DEL FUTURO, solo perché è un figlio di un Dio, morto e resuscitato, questa è davvero una corbelleria con i controfiocchi. Ma Giove mi sentirà. Per il mio silenzio pretendo tripla razione di omaggi questo mese!"

Rimasero tutti di sasso.

"Lampi.. Del futuro?"chiese Dean di sasso.




















Note dell'autrice:  ciao ragazzi, sembra che non posso fare a meno di regalare figure paterne a Sam . Non so cosa mi prende ahahah ma la trama si delinea in modo imprevisto xd come vedete, a sorpresa arriva anche JOHN XD sì, è proprio lui xd è comparso nei primi capitoli della storia principale e poi non se ne è saputo più nulla, poi è tornato in maniera improvvisa.. Con una storia assurda xd per quanto riguarda il trickster, è comparso solo in questa storia e per raccontare a Sam della sua storia e di chi fosse figlio.

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Capitolo 34
*** Chi sono Freya e Merlino ***


"Frena,frena un secondo....un conto è.. Le vite del passato ma... Del FUTURO??"

"OK, ascolta.. Tu sei un semidio, giusto?" chiese Gabriel. "Sì, ma questo cosa.."

"Sei o no un semidio??"
"Sì." sbuffò Sam.
"Un semidio che poi è morto.. E resuscitato!"

"Sì, ma questo non mi da l'opportunità.. Che so io.. di vedere il futuro!! Non me lo da vero?" chiese Sam guardando gli altri due.

"Non so.. Io.. Dovrei chiedere a mio padre!" disse Dean.

"Forse lui lo sa! In fin dei conti è stato lui a RiPORTARTI INDIETRO!" aggiunse poi, guardandolo duramente.

"Ma non avrei potuto fare niente se Morte non fosse stata d'accordo! Avevate un debito con lei, ricordate??" poi notava che lo guardavano sospettosi." Sentite, non guardatemi così. Se è successo qualcosa a Sam, probabilmente è capitato dopo la visita alle grotte di CRISTALLO. "

"Le grotte di cristallo?? "dissero tutti e quattro basiti.
"OH, mannaggia a me, non dovevo dirlo. Beh, è stato un piacere, arrived.."
"Fermo qui, tu non vai da nessuna parte!!" lo fermò Bobby.

"Ma io non c'entro in questa storia!!" si lamentò lui.

"In questa storia pazza e stralunata non si può mai sapere chi c'entra e chi ci entrerà." disse Bobby.

"Certo. E poi puoi decidere se restare qui con noi a raccontarci una bella favola, o se raccontarla alla tigri laggiù." disse Sebastian.

"iiihhh. Ok, resto qui. Scherzo, le tigri non possono farmi nulla. Sono il trickster. Resto perché mi diverto a vedere le vostre facce da scemi. Allora tutto è cominciato qualche giorno fa.. C'era stata una pioggia di meteoriti e gli Dei vi avevano raccomandato di stare a casa, ma voi semidei rinomati teste di cazzo, dovete fare sempre di testa vostra e sfidare Madre Natura e a causa vostra, prima o poi la pagheremo cara tutti.. "

Gabriel continuava a raccontare la sua versione e Dean, Sam e Bobby pian piano ricordarono. Ricordarono che si erano incamminati in un luogo e si erano persi dopo aver aiutato dei giganti in una guerra con gli umani. Avevano attraversato una cascata in una fenditura e si erano ritrovati in un posto incontaminato. Sembrava che l'uomo non ci avesse mai messo piede.
"Se mi aveste detto che avrei incontrato dei posti così meravigliosi prima di morire, vi avrei seguiti da prima." disse Bobby spingendo il suo cavallo.

"Tu non morirai mai, Bobby. C'è bisogno di più spiriti come te, in giro, che a sessant'anni ancora trovano il modo di incuriosirsi."disse Dean. "Certo che non morirò.. Ma se lo facessi.. Tu mi riporterai indietro, vero? "

"Solo se devo andare a riprenderti all'inferno. "disse Dean.
"Non vale. Lo sanno tutti che sono un angioletto. "disse lui.
Tra le risate dopo un po' si trovarono davanti delle grotte dall'aria sacrale.

"Non so se facciamo bene ad avvicinarci..sento una strana energia arrivare da laggiù.." disse Dean.
Il gruppetto però si avvicino comunque e dentro quella grotta videro dei cristalli azzurrissimi e lucenti, grandi come stalattiti.
"È meraviglioso.." disse Sam.

"Io non li toccherei se fossi in te. "disse una voce a lui famigliare.
Si voltarono di scatto. Era stato un ragazzo dai capelli neri e gli occhi di ghiaccio a parlare.
"È voi chi siete? "chiese Bobby.
"Dategli retta. La verità è una cosa meravigliosa e terribile. Ce lo disse Silente."
"Freya.." disse Dean.
"Con il tuo amichetto spavaldo Merlino." disse Sam. "Conoscete questi beduini??" chiese Bobby.
"Il beduino in questione è uno dei maghi più potenti che esistono al mondo.. FERMO. NON TOCCARLO." urlò Freya.
Troppo tardi. Sam aveva afferrato il cristallo che aveva preso a brillare.






***

Erano già 15 minuti buoni che Merlino e Freya stavano rimproverando Sam per aver osato guardare nel cristallo lucente caduto dal cielo e Dean ne aveva le tasche piene.
Alla fine si mise a gridare e tutti compreso Bobby, fecero un salto.

"Basta!! Chi vi credete di essere per fare queste ramanzine??? Voi sarete anche degli stregoni più potenti DI UN'ALTRA GALASSIA, ma NOI siamo dei semi dei e se il Cielo HA Voluto far cadere una pioggia di cristalli che mostrano COSE ci deve essere una buona ragione altrimenti non lo avrebbe fatto! Quindi smettetela con questo tono arrogante e snobbista e tornatevene DA DOVE SIETE VENUTI."
Ci furono trenta secondi di silenzio, poi Bobby intervenne.
"Snobbista? Hai per caso inventato un'altra lingua?"gli chiese con tono da presa in giro.

"Tra qualche migliaio di anni, ci sarà bisogno di un vocabolario più forbito. Impensabile l'idea di usare ancora le stesse parole. Il mondo si evolve e bisogna trovare nuove parole per comunicare.. Per convincere meglio le persone."rispose lui.

"E a quanto pare, ce n'è un gran bisogno, altrimenti noi non saremo qui. Non avete idea del pericolo a cui siete appena andati incontro. Sam, devi dirci che cos'hai visto esattamente in quel cristallo. "disse Merlino.

"Insomma, come altro devo dirvelo? Non ho visto un bel niente!! Ho guardato per solo dieci secondi, adorabile puzzola delle nuvole benedette!! "

Lo guardarono tutti basiti.
"Potresti ripetere? "gli chiese Freya trattenendo a stento le risate.

"Ehm.. Volevo proferire qualche insulto, ma la verità è che amo troppo gli animali, anche le puzzole..e sono stato troppe volte nell'olimpo per trovarlo detestabile, quindi.. "

"Okay, magari parliamo un'altra volta della gita verso l'Olimpo per i privilegiati, eh? "chiese Bobby.

"Perché non cominciamo dall'inizio?? Perché non ci spiegate perché questi cosi sono scesi sulla Terra senza che né gli Dei né madre natura né sappiano nulla?? E perché vi preoccupa così tanto? Ah, e già che ci siamo, spiegateci anche perché quando avete attaccato il padre di Sam e spedito mio padre chissà dove, in un buco nel cielo, sapevate già in anticipo che lo facevate per il suo bene! "
"Come vi permettete di rivolgervi a noi con questo tono.. Siete solo dei.. "disse Freya.

"Sì, ma questo lo sappiamo già.. "disse Dean beffardo. Freya fece una smorfia e diede segno di volerlo picchiare, ma Merlino la fermò. "No, Freya, basta dai, hanno ragione in fondo.. "
"Ma Merlino.. "

"Hanno avuto fin troppa pazienza e noi dobbiamo loro delle spiegazioni.. "

"Non avete fatto una piega quando Dean ha detto che Thor è Loki sono nostri padri." disse Sam.

"E scommetto che non lo sapevate dalle voci che sono cominciate a circolare, vero?" chiese Bobby.

Freya chiuse gli occhi.

"No, lo sapevamo da prima.." rivelò. "Da prima che lo sapeste voi.." precisò.

"Ma questo non perché siamo degli stregoni.. Ma perché abbiamo avuto l'onore di conoscere SILENTE a Hogwarts, in un altro mondo.. Sì, vedo che come immaginavo, questo nome non vi è nuovo. Immagino che sappiate già tutto. Meglio così. Posso cominciare a raccontare. Dunque, conobbi Silente quando fece visita da noi a Camelot, un posto dove la magia era VIETATA.. lui mi.. Mi ha salvato la vita. Ero solo un fanciullo.. E ha salvato la vita mia e di mio padre.. Eravamo druidi..e ci davano la caccia perché praticavamo la magia. Poi arrivò Silente, in groppa a un cavallo bianco, bellissimo.. Aveva questi capelli arancioni, folti.. Sembravano brillare come fuoco. Lui fece fuggire i briganti.. Dicendo loro che la magia non era un reato.. E che avrebbero dovuto farsene una ragione perché aveva intenzione di ripopolare quel mondo con gli UNICORNI.. Un esemplare di animale bellissimo di cui non avevamo mai sentito parlare.. Era PURO diceva.. E sarebbe servito per contribuire a riportare la purezza della magia nel mondo. "

Merlino fece una pausa e poi continuò.

"C'era bisogno di un guardiano che proteggesse quello che poi diventò il giardino degli unicorni.. Diversi guardiani a dire la verità.. Uno si stabilì anche vicino a Camelot, ***ma questa è un’altra storia.. "disse Merlino e nei suoi occhi brillò una lacrima di dolore, ma i presenti non osarono chiedere nulla.

"Quello che è importante, è che tra me e Silente fu l'inizio di una lunga amicizia durata anni.. Il fatto che lui fosse un viaggiatore di un altro mondo non aveva alcuna importanza per me che ero uno stregone ed ero amico di un drago! Ero molto felice di quest'amicizia, fino a quando.. "Merlino chiuse gli occhi. " Non scoppiò lo scandalo GRINDELWALD."

A quel punto parlò Freya.

"Grindelwald era un nostro amico anche lui.. Ma prese una brutta strada.. Voleva governare il mondo.. Lui e Silente erano grandi amici ma quando si trattò di dimostrare quest'amicizia lui.. Lo ha rinnegato! Lo ha rinnegato e lo ha fatto chiudere in una fetida cella e si è dimenticato di lui! "disse Freya.

"A Silente ho voluto molto bene.. Ed ero disposto a perdonarlo.. Per aver abbandonato Grindelwald.. Per aver abbandonato l'ideale di aiutarci a riportare la magia nel mondo.. Per aver abbandonato.. ME.."disse Merlino chiudendo gli occhi.

Freya gli posò le mani sulla sua.

"Mi dispiace cari, ma ho l'impressione che stiate frignando come dei fanciulli che cercano la mamma. "disse Bobby.
Lo guardarono male, ma fu Sam ad intervenire.

"Lasciatelo in pace, ha perso l'amore della sua vita! "

Merlino lo guardò come se in quel momento gli si fosse ghiacciato il sangue e dal modo in cui lo guardavano tutti, Freya si affrettò a spiegare :

"Un momento.. Non sta parlando di Silente."

"No.. No.. Non è Silente.. Un uomo.. Un altro uomo.. Bello.. Biondo.."

"C'era bisogno di specificare che fosse bello?" chiese Dean.
"Come.. Come fai a sapere.."

"io.. Io non lo so.. Ho avuto il flash di un uomo.. Biondo.. Nel lago.. Con una spada sul torace.. Un uomo che piange abbracciato a lui e chiama un drago.. Mi dispiace."

Merlino si inginocchiò ai suoi piedi e gli prese la mano, commosso.

"Non devi chiedere perdono.. Anzi, perdona tu me.. "
"Insomma qualcuno ci spiega cosa sta succedendo?" brontolò Bobby.

"Credo che Silente abbia qualcosa a che fare con quest'uomo.. Dico bene?" chiese Dean.

"Sì.. Io....NO!! Non è colpa sua.. Io servivo un re.. Era il re di Camelot.. Arthur...era l'uomo più buono, gentile e altruista che avessi mai conosciuto.. Era l'amore della mia vita.. Io vivevo per lui. Respiravo per lui. Era la mia ragione di vita." disse Merlino asciugandosi gli occhi.
"Ma poi lui è morto.. "disse Sam.

"È morto.. Sì.. Silente mi promise che mi avrebbe aiutato a riportarlo indietro.. Ma sparì.. Aveva abbandonato Grindelwald.. E poi anche me.. E io mi sforzai di perdonarlo per questo, ma poi quando ho saputo che.. Invece per quell'uomo, aveva fatto DI TUTTO.. lo protesse contro tutto e tutti.. Lui.. Un nemico.. Una spia.. Un.. MANGIAMORTE.. "

"Non riuscisti mai a perdonarglielo.. "disse Sam.

"Non ci parlammo più.. Poi loro morirono.. Ma noi,no..siamo immortali..e possiamo viaggiare attraverso i mondi...poi un giorno scoprimmo di essere capitati per caso in un mondo in cui vivevano le reincarnazioni di Silente e Severus.."

"Io ho cercato di convincere Merlino ad andarsene ma lui non voleva...lui credeva che.. Se fosse riuscito a rubare la famosa AMBROSIA, il cibo degli Dei.. Sarebbe riuscito..forse..a riportare la magia nel nostro mondo. "disse Freya imbarazzata.
Dean, Sam e Bobby li guardarono sconvolti.
"Ma.. Rubare una cosa così importante ai nostri Dei, deve avere per forza UN COSTO!! "disse Bobby indignato." Ci sarebbero state delle conseguenze, che avrebbero potuto iniziare dal far perdere per sempre i loro poteri, al decretarne la loro fine.. E per che cosa? "

"Non ci arrivi, Bobby? È chiaro.. Volevano diventare loro stessi degli Dei.. Che cosa succede? Essere degli stregoni immortali non era abbastanza gratificante per voi? Volevate avanzare di grado rubando la magia alle nostre divinità?"chiese Dean.

"Sentite, lo so che ho agito in modo.. Abbietto.. Non l'ho mai fatto.. Ma l'ho pensato e questo mi rende colpevole allo stesso modo.. Una volta ero migliore di così.. "

"Sembra difficile crederlo. "disse Bobby in tono duro.
Merlino abbassò lo sguardo e intervenne Freya a difenderlo.
"Credetegli, dice la verità!! Merlino è un uomo buono, coraggioso, leale, onesto.. Era uno stregone votato alla bontà e al bene.. Ma la morte di chi ha amato di più è per cui avrebbe dato la vita lo ha distrutto e lo ha cambiato totalmente.."

Dean, Sam e Bobby lo guardarono ed era facile crederle, se si limitavano a fissare lo sguardo del giovane uomo e i suoi lineamenti gentili eppure lo sguardo colmo di dolore.

"Oh, Dei dell'Olimpo..quando Marte e Venere persero i loro poteri.. Siete stati voi!" disse Dean.
Loro annuirono.

"Ma non sapevamo di arrecare loro un danno.. Né pensavamo di gettare il mondo nel caos.. Volevamo solo una briciola di quel potere.. Solo un po'.." disse Freya.

"Avete cospirato contro Odino per farlo e avete messo due fratelli, uno contro l'altro!" disse Sam arrabbiato.

"Mi dispiace, ma almeno da questa faida insensata, Giove ha ammesso a tutti i suoi figli la verità sulla vera paternità di Dean.. E questo ha portato anche al perdono di Marte verso suo padre.. Non è andata poi così male in fondo, no?"disse Merlino.

Ci fu un silenzio carico di riflessione. Non aveva poi torto.
"Ma il vostro scopo qual era?" chiese Bobby.

"Eravamo bloccati in questo mondo, senza poter tornare nel nostro e non capivamo perché.. A volte succede e c'è sempre un motivo. Il più delle volte è qualcosa che bisogna risolvere, ma non capivamo cosa e questo ci rendeva sempre più furiosi e impazienti. "disse Freya.

"Vedo che continuate a giustificarvi per il vostro ingiustificabile comportamento quando ci avete attaccato.. "disse Dean.
"Stavamo solo giocando! Non volevamo davvero uccidervi."disse Freya.

"Davvero??? Beh, se stavate recitando, eravate molto convincenti."disse Sam arrabbiato.

"Sapevamo chi erano loro e chi eravate VOI. L'idea di aver perso tutto.. E che loro invece avevano accesso a tutto quel potere.. Mi tormentava.. Cercavo solo di.. Fargliela pagare un po'.. Ma poi quando mi sono trovato davanti Albus.. Voglio dire, Thor.. Io.. "Merlino si mise una mano sugli occhi.

"Sapevo che le emozioni di Merlino stavano prendendo il sopravvento. Quando Loki si è buttato per proteggere Sam, lui ha sbarrato gli occhi e si è coperto la faccia. Stava piangendo." disse Freya.

"No.. Non è vero.. "disse Merlino, ma tutti lo stavano guardando basiti.

"Non puoi mentirmi. E sui sentimenti per Arthur non sei mai riuscito a farlo.. Piangevi per lui.. Perché.. "

"Smettila di nominarlo?!!? "disse Merlino gridando e loro ebbero una prova visiva di quanto soffriva lo stregone. Era struggente a vedersi e loro non potevano immaginarsi di vedere quello spettacolo per..

"Quanto è passato dalla sua morte? "chiese Dean.
"Quanto io aspetto non è importante.. "

"Stregone, io ho visto LUI dentro i cristalli. OBBEDISCI. "disse Sam autoritario.

Dean e Bobby lo guardarono disorientati. In particolare Dean che lo conosceva da più tempo di Bobby e sapeva perfettamente che Sam NON ERA COSÌ. Si chiese se fosse in qualche maniera sotto l'influenza del cristallo. Forse vedere il futuro ti trasforma in qualche modo, anche solo temporaneamente.

"Duecento anni.. Ma non è molto per me.. Posso aspettare anche per mille.. Una profezia di un drago mi disse che un giorno lui sarebbe ritornato.. Da me.. E io lo aspetterò. "disse Merlino.

"Tu.. VOI. Eravate come noi? "chiese Dean imbarazzato, indicando lui e Sam.

"Sì.. Anche se all'inizio lui non.. Non capiva quanto io valevo.. Mi prendeva in giro ma era bello anche questo.. Ad un certo punto capisci che il tuo destino non è bello né brutto.. È il tuo destino. Diventa bello quando trovi il tuo destino in una persona.. Molte persone non hanno questa fortuna.. Per questo non dovete provare tristezza per me.. In fin dei conti, sono stato più fortunato di altri. "

Dean e Sam si guardarono e capirono che stavano pensando la stessa cosa.

"Se voi fate parte dello stesso mondo in cui abitavano i nostri padri, c'è una cosa che dobbiamo dirvi.. "iniziò Dean.
"Anche noi ne facciamo parte. "disse Sam.

Si aspettarono che avrebbero fatto un salto alto due metri, ma gli stregoni ebbero solo una piccola meraviglia.

"Sapevamo anche chi eravate VOI.. ovviamente, aspettavamo solo che foste pronti a confessarcelo. "disse Merlino con dolcezza.

"Ma.. Come facevate a saperlo?? E come avete fatto ad avere il potere di indurre anche mio padre A RICORDARE?? "chiese Dean.

"Quando sei un viaggiatore del tempo, puoi sfruttare la tua magia per governare lo spazio tempo e diventare un tutt'uno con esso. Noi siamo in grado di riconoscere non solo le anime che abbiamo già incontrato, ma anche farlo ricordare a loro, però solo se è una persona che conosciamo è con cui abbiamo avuto un legame con essa. "disse Merlino.

"È uno dei vantaggi di essere dei viaggiatori del tempo. Quando i tuoi atomi si scompongono così tante volte per viaggiare nel tempo, arrivi a acquisire anche la conoscenza della memoria delle anime. "disse Freya compiaciuta.

"Quello che non capiamo è.. Se odiavate Silente, perché avete voluto che ricordasse? "chiese Dean.

"Perché quando ho visto la reazione di mio fratello, ho capito che non esiste niente di più importante dell'amore.. "disse Freya guardandolo." L'amicizia che noi reputiamo che sia stata tradita? Il nostro senso di abbandono quando Silente è scomparso.. " cominciò Freya.

"Perfino la mia GELOSIA nei confronti di Severus, era nulla, paragonata all'amore che entrambi provavamo nei confronti dei nostri due amori della nostra vita! Quando ho capito che Silente provava per Severus ciò che io provavo per Arthur.. Gli ho perdonato tutto.. E mia sorella che mi capisce meglio di chiunque, lo ha capito.. Per questo ha fatto quello che on quel momento ero troppo afflitto per fare io stesso. "

Ci fu un lungo silenzio che ad un certo punto Bobby interruppe.

"Non fraintendetemi, è stata una bella favola in fondo, ma non dovevamo parlare di questi stramaledetti cristalli e della caverna delle meraviglie? "

Tutti sembrarono come svegliarsi da un sogno.

"Giusto.. Quando gli Dei hanno annunciato che ci sarebbe stata questa pioggia di meteoriti, ci è sembrato subito strano.. Naturalmente abbiamo pensato che avesse qualcosa a che fare con questo blocco temporale che ci impediva di riprendere a viaggiare nel tempo.. "disse Merlino.

"Abbiamo cominciato a indagare sulle coordinate in cui avrebbero dovuto cadere questi cosi.. Perché gli Dei li avevano etichettato come meteoriti ovviamente non riuscendo a capire esattamente cosa davvero fossero e quindi anche noi pensavamo che fossero meteoriti.."

"Ma non lo erano. "disse Bobby.
"No, infatti. E immaginate la nostra sorpresa quando in mezzo al deserto blu del Savana, abbiamo trovato questi.. "disse Merlino indicandoli." Esistono anche nel nostro mondo e li conoscevamo bene.. Per questo quando vi abbiamo visto, abbiamo cercato di fermarvi. Sappiamo cosa fanno e non è una buona idea conoscere il proprio futuro! Io ne sono la prova. "disse Merlino, a occhi chiusi.

"Ma io non ho visto il futuro.. "ripeté di nuovo Sam.

"Probabilmente questi cristalli funzionano in una maniera diversa.. Io ho visto il vostro arrivo qui.. Per questo sapevo che sareste venuti. Non è stata una casualità.. Tu però invece di aver visto il futuro.. Hai visto il passato. È una cosa ben strana. A sto punto magari qui i cristalli funzionano in maniera diversa.. Forse potresti avere altre visioni tra un po' di tempo.. Per favore, se dovessi averne altre, avvisaci."

"Cosa??Adesso dovremmo fidarci di voi dopo tutto quello che avete combinato e ci avete nascosto??" disse Bobby.
Merlino si gettò ai piedi di Sam.

"Abbiamo fatto degli errori, ma se c'è una cosa di cui potete essere certi.. È il mio amore per l'uomo che servivo.. Per il mio re.. Tu lo hai visto e per questo io sarò sempre fedele e leale a te e ai vostri amici. Fidatevi!" disse Merlino.

Sam lo guardò negli occhi. Merlino aveva gli occhi di un blu profondo che generavano una profonda tenerezza. Chissà se erano gli occhi di cui un re si poteva innamorare.




















Note dell'autrice:  ciaoooo ragazzi!! Avete visto che BOMBA che è saltata fuori??? LOOL vi dico che io per prima sono sorpresa perchè non avevo per niente idea che sarebbero rientrati in scena Merlino e Freya ahah sono stupita io per prima..xd mi è piombata questa bomba addosso e me ne sono innamorata subito!! Ovviamente non è proprio un fulmine a ciel sereno..ovviamente avevo già dato vari indizi sul fatto che Freya avesse voluto apposta aiutare Thor..ma pensavo di tornare in un secondo momento su sta cosa..e non sapevo neanche se ci sarei mai tornata..e poi BOM..mi viene in mente questo capitolo xd un capitolo che nasce per caso, in seguito al capitolo sui lampi del futuro di Sam, ma che trovo si incastri alla perfezione! Tra l'altro va anche a spiegare tutta quella situazione stramba in cui Marte e Venere perdono i poteri e che non ho mai spiegato come si deve!

Merlino mi fa davvero una grande tenerezza e penso si può capire come un'altra mia ship potente è il merthur, da come ne parlo <333

*** Merlino si riferisce a una puntata di Merlin in cui c'era appunto un unicorno e il suo guardiano

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Capitolo 35
*** John ***


"Ora ricordo tutto anche io..la caverna.. I cristalli.." disse Dean.
"Come è possibile che lo abbiamo dimenticato?" chiese Sam.
"Ci dissero gli Dei che sarebbe potuto accadere.." disse Bobby.
"Tutti questi sbalzi mi fanno venire il mal di testa.."disse Dean.
" Ma tu come fai a essere sicuro che quello che hai incontrato fosse tuo padre in una vita futura? Hai visto qualcosa del futuro in cui lo chiamavi papà? " chiese Gabriel.

"No! No! No e no!! "
"Ma allora perché pensavi fosse tuo padre?? "chiese Gabriel esasperato.
"Era una.. Sensazione.. Sentite, so che pensate che io sia pazzo...ma in quel momento, era come se non fossi io! "
"Come se non fossi tu.. "ripeté Bobby.

"Sì, come se fossi qualcun altro!! Cioè, ero sempre io.. Non ho mai perso la padronanza di me stesso ma era come se.. In quel momento fossi un'altra persona.. Ma mi sentivo comunque io!! Il mio dolore quando mi rivolgevo a lui era.. REALE.. ma non so perché dissi quelle cose.. In quel momento mi sembrava così Giusto.. E allo stesso tempo così ingiusto lui nei miei confronti. Era come se sapessi delle cose che ora ho dimenticato.. "

"Come se fossi sotto ipnosi..."disse Dean pensieroso.
In quel momento, Dean e Sam vennero sputati fuori dal buco nero del limbo.
"Dean.. Siamo ancora qui? "chiese Sam alzandosi.
"La domanda più importante è dove è qui!! "
"Mpf.. E dove andiamo, non lo chiedi? "disse Sam.
"Ma soprattutto, ci basterà la benzina? "chiese una voce famigliare.
Dean e Sam si voltarono con il fiato mozzo.
Davanti a loro, con lo spirito di chi tutto gli è dovuto e come se non fosse passato un giorno, con un sorriso che avrebbe illuminato mille galassie, JOHN WINCHESTER li fissava.

Dean e Sam Cordero immediatamente ad abbracciare John. Avevano vissuto così tante esperienze, avevano avuto così tanti poi padri, che.. Avevano finito per dimenticare chi fosse il loro "vero" padre in quel piano dell'esistenza.

Appena lo abbracciarono, scoppiarono in lacrime assieme a lui,rimembrando quello che avevano vissuto tutti insieme loro tre. John..
John che era sparito, abbandonando un ragazzino nei pressi di casa loro.

John che aveva abbandonato di nuovo un figlio.. Il secondo, dopo che sembrava fosse il figlio prediletto, quello che lui aveva scelto. John, che cianciava di demoni, ossessioni, spiriti maligni e che credeva che duo figlio non fosse suo figlio.. Che glielo avevano cambiato.

John che voleva proteggere Sammy e per questo lo aveva abbandonato. John che era tornato e aveva rivelato che Sam era la "chiave."
John che diventò padre di Sam, solo con la mente.
John che aveva due figli che si amavano e quando lo scoprì, non li fracassò di botte, ma li abbracciò.
John che adesso piangeva tra le loro braccia.

"Dove sei stato.. Dove sei stato fino adesso." gli chiese Dean.
"Dappertutto. "disse John e Dean scoppiò a ridere.
"È sempre stato il tuo posto preferito.. "disse Sam.

"Quando voi eravate dei semi dei.. Benché pure quella è stata una esperienza.. Illuminante.. Oh, Sammy.. Non sai.. Tu non lo sai.. Nella mia vita non avrei mai potuto mettere a repentaglio la vita di mia figlia per nessuno.. E per te lho fatto.. Già allora avrei dovuto capire. Ma non ho mai brillato per intelletto.. L'unico motivo per cui potevo farlo.. Era per un altro figlio.. Un figlio che non avevo ancora avuto."disse accarezzandogli la guancia.

"Papà.. "

"Anche se non ti ho riconosciuto allora, la mia anima tremò. Da un giorno all'altro mi sono trovato in un mondo che.. Non era il nostro mondo.. Anzi in un mondo abitato da dei.. un mondo pieno di magia.. E pieno Ma io non volevo accettare.. Quello che vedevo.. E quindi non riuscivo a raggiungervi né a trovarvi.. Poi ho capito finalmente.. Fino a quando non l'avrei accettato.. Non sarei riuscito a trovarvi.. "

"Accettato cosa? "chiese Dean e sia lui che Sam ebbero mille brividi.
" Di essere morto.. "disse John in tono solenne.

"Papà.." Dean e Sam erano sconvolti.

"Papà.. Dimmi come sei morto.. Dimmelo, ti prego.. È stato per colpa mia?"
"Figlio, smettila di rimproverarti, io morii quando tu neanche esistevi."
Sam lo guardò scioccato e John si affrettò a spiegare.
"Non lo avete ancora capito, vero? Eppure vi ho dato un importante indizio.. Il mondo di magia.." "Nooo.." dissero loro.
"Sì.." disse lui.
"Hogwarts..Harry Potter.. Chi eri?" chiese Dean.
"Non lo immagini?"
"OH dio.. No..James?? JAMES POTTER?? Chiese Dean.

John sorrise in un tacito assenso.

"Questo significa che la mamma.. È Lily? "chiese Dean

"Dei dell'Olimpico, spero di no!! Scusa, Dean, so che è sempre tua madre.. Ma si è comunque innamorata di un DEMONE, insomma!"

"Allora.. Allora la donna che vidi in sogno, magari.. "disse Sam concitato.

"Non lo so, figlio mio.. Ma io sono più felice per te, se è lei.. Mi hai detto che ti piaceva molto.. Per quel poco che hai visto. "disse John triste.

"Papà.. Ecco perché tu dicesti che Sam.. Non era nato in modo tradizionale.. E che non era figlio tuo, davvero!! Può darsi che.. Oddio, può darsi che in realtà tu subivi le reminescenze di una vita passata?? Sì, insomma.. Dentro di te sapevi che in un'altra vita non era figlio tuo.. Allo stesso modo invece di quando lui era Iolao e tu sentivi che lo sarebbe stato in FUTURO! "

A giudicare dallo sguardo di gioia di suo fratello e di quello di ammirazione di suo padre, sapeva di aver azzeccato la sua teoria e quegli sguardi lo ripagavano inoltre di tutte le tribolazioni vissute fino a quel momento.

"Dean, la finirai mai di rendermi continuamente orgoglioso di te? Lo sono stato già a sufficienza! Sono orgoglioso del prescelto che ha salvato il mondo, sapevo che avresti vendicato la morte mia e di tua madre, Dean.."

Dean finì di nuovo tra le sue braccia e poi dopo volsero lo sguardo entrambi su Sam che sorrise. "Dai, non è così male.. È giusto.. E poi ti ho potuto avere almeno in questa vita.. Anche se non avrei voluto toglierti tuo padre, Dean."

"Non mi hai tolto da nessuno, Sam.. È la vita.."

"O il destino.. Tu eri il figlio mai nato del mio acerrimo rivale e di mia moglie.. E poi sei diventato davvero mio figlio.." disse John.
"Dimmi che non stai mentendo.."
"noi Grifondoro non mentiamo mai.." disse John.
Sam corse da lui e andò ad abbracciarlo e tutti e tre si strinsero addosso l'uno con l'altro.
Poi John cominciò a sfarfalleggiare come se fosse un lampadario rotto.

"Papà, no.. Cosa ti sta succedendo??" urlò Dean.
"Il mio tempo si sta esaurendo.. Devo andare.."
"No!! Non ci separeremo di nuovo!!" urlò Sam.
"Il mio turno è finito.. Se restate con me perdete del tempo prezioso per scoprire la verità su voi stessi.." disse John sorridendo.
"È assieme a te che scopriamo la verità su di noi.." disse Sam piangendo.
John li guardò commosso e sorrise.
Poi baciò le loro teste a ciascuno di loro.
" Non avrei mai creduto che sarebbe stato possibile amare qualcosa che è nata dalla mente di quel sudicio mezzosangue.. "disse John crollando le spalle.

Sam con le lacrime agli occhi disse" Anche io devo dirti una cosa.. "un momento di pausa e sempre con il sorriso, da birbante, Sam continuò:" Facevo il tifo per Piton!! "

JOHN scoppiò a ridere, rovesciando la testa all'indietro ed era bello vedere John ridere, che trasparente , cambiava forma, e la sua faccia trasfigurarsi in quella dell'affascinante ventenne e spudorato James.
Era una visione solenne e malinconica insieme e così bella.
Poi scomparve del tutto in tanti granelli dorati.




















Note dell'autrice:  ciaoooo ragazzi!! Avete visto che bomba che ho lanciato su John?? Ma che ne dite se vi rivelo che neanche io sapevo che lui era James?? Ahahah mamma mia che colpo di scena!! Eppure sembra incastrarci tutto così alla perfezione.. Quello che Dean dice ha perfettamente senso, anche sul fatto che John diceva nei primi capitoli che Sam non era suo figlio!! E anche il fatto che avrebbe avuto Sam con metodi non tradizionali.. Insomma tutte reminescenze!! Ora però ho il terrore che mi innamori troppo di questa trama e decido di applicare una simile pure su Hp e fare innamorare Harry di un suo possibile mai nato fratello ahahah oddiooo aiutoooo

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Capitolo 36
*** Jael, il matematico ***


John era scomparso così come era apparso. Come faceva sempre. In fretta. Evanescente e glorioso come il ragazzino irriverente ma anche nobile e coraggioso che era stato.

Dean e Sam si strofinarono gli occhi guardando il punto da cui era appena sparito di nuovo.

"Cioè.. Papà è appena comparso ed è svanito di nuovo in trenta secondi!! Ti rendi conto?" gli chiese Sam.

"Preferisco non pensarci o avrò gli incubi per i prossimi sei mesi, Sam.. Ma ti rendi conto che lui è James fucking Potter????"
"E tu sei Harry fucking Potter!"
"E tu il figlio di Piton!"

Dean e Sam si guardarono e scoppiarono a ridere.
"Mi sarebbe piaciuto conoscerti in quell'universo.."disse Sam.
"E a me sarebbe piaciuto conoscere te.. E farti conoscere i miei amici.. "disse Dean.

"Mi avresti odiato come i nostri padri si odiavano?"lo provocò Sam.

" Ti avrei amato come farei in ogni versione di te.."disse Dean, prima di trascinarselo addosso per baciarlo profondamente.
" Okay.. Adesso facciamo il punto della situazione.. "disse Dean.

"Sì.. È meglio.. Cominciamo dai lampi del futuro.. "disse Sam.
"Non è la prima volta che abbiamo delle premonizioni.."disse Dean.
Sam si voltò sorpreso.

"Anche durante la lotta per far recuperare i poteri a Marte e Venere, abbiamo avuto delle premonizioni, ricordi? È stata la prima volta che siamo venuti nel limbo.. Non era ancora così. "disse Dean indicando la stanza.
"È vero.. "disse Sam.

"Però non erano il nostro vissuto originale.. Insomma, è stata una versione modificata.. "disse Dean.

"Sì, perché noi stiamo rivivendo il nostro passato.. Ma prima, inizialmente lo rivivevamo come fossimo solo spettatori che stavano rivivendo qualcosa di già visto.. La nostra coscienza non si era ancora staccata dal presente e quindi questo si intrometteva dentro di noi.. "disse Sam.

"È stata la nostra coscienza, il presente che lottava per ritornare a farsi sentire, che ci ha fatto poi creare tutto questo.. Avevamo bisogno di un luogo in cui ritornare, ma che non si intromettesse nella nostra mente. "disse Dean.
"Un posto che si arreda e si evolve sempre di più, ogni volta che ritorniamo. "disse Sam.

"Ma poi sono incominciate anche le premonizioni vere.. "disse Dean meditabondo.

"Deve c'entrare per forza Jael, hai sentito cosa ha detto.. Avrebbe fatto di tutto per proteggere i miei ricordi se avessi dimenticato di nuovo.."
"L'incantesimo per portarci nel passato, l'ha fatto Ruben.." gli ricordò Dean.
"Sì, ma lui mi ha riportato nel nostro mondo.."

"Sì, non c'è bisogno che mi ricordi il momento del tuo rapimento.. GRAZIE. Comunque, qualcosa deve aver pur fatto, altrimenti come ci spieghiamo che è rimasto giovane come allora?"
"È vero.. Non ci avevo mai pensato.. Dean, credi che abbia fatto qualcosa di oscuro? "chiese Sam spaventato.

"Qualcosa deve aver fatto per forza.. Dobbiamo scoprirlo, ma per farlo dobbiamo trovarlo. Avanti, deve essere ancora in questo posto. "
"Sì, però, Dean, dobbiamo trovare anche gli altri.. "

"Una cosa alla volta.. Per adesso l'unico che è scappato sanguinante in preda a un delirium tremens è lui. "disse Dean.
Oltrepassarono la porta e si ritrovarono in quel corridoio pieno di figure geometriche volanti.

"Io non voglio stare qui!! Andiamocene! "disse Dean.
"Lo sai che non decidiamo noi!"disse Sam.
"Prima quando ci siamo buttati nel buco, non sembrava! "disse Dean.

"Ma perché ti fanno così tanta paura? Magari vogliono dirci qualcosa.. "disse Sam toccando una sfera vorticante.

"Non mi fido di loro!! E poi vorrei sapere dove sono finiti tutti.. Troppo comodo non dover fare i conti con il presente! "disse Dean.
Sam sospirò e stava per fargli presente le sue contraddizioni, quando notò una porta in fondo.
"Guarda!! Prima quella porta non c'era.. O sì? "chiese Sam notando una porta grigio metallizzata in fondo.

"Non lo so.. Ma in ogni caso tu tieni la mia mano, Sam. "
"Magari Jael si trova laggiù. "disse Sam, andando insieme a Dean.
Appena aprirono la porta, Sam gridò.
"Bloody hell. "fu il commento di Dean.
Davanti a loro, si presentava Jael, con un taglio alla fronte, davanti a una lavagnetta, sulla quale scriveva una sfilza di numeri, con lo sguardo allucinato.



"Ah, siete arrivati, alla fine! "disse solo e sembrava arrabbiato.
"Jael..che cosa hai fatto alla testa.. Qualcuno ti ha fatto del male? "chiese Sam, andando da lui, accompagnato da Dean che continuava a guardarlo circospetto.
"Oh, questo? Non è niente.. Anzi, diciamo che è TUTTO.. mi ha aperto la mente! "disse Jael.
"Ha cercato di aprirti anche qualcos'altro. "disse Dean.

"La verità fa sempre male.. Per questo è la verità.. È segnata nel nostro cuore. E nei numeri. "disse presentando la lavagnetta.
"Ho sempre odiato la matematica. "disse Dean guardando i numeri come se gli avessero fatto un grande torto.
"Jael.. Adesso ricordi, vero? Ti ricordi chi siamo? "gli chiese Sam.
"Sì.."disse lui. Sorrideva ma sembrava anche triste.

"Allora devi aiutarci! Abbiamo scoperto una cosa incredibile su John, su nostro padre!! "disse Dean.
"Ne sono lieto, ma non è il momento di pensare a lui adesso.. C'è un'altra persona di cui dovreste occuparvi, ma non lo state facendo. "
"Beh, scusaci tanto, se questa famiglia è davvero troppo numerosa e non riusciamo a stare dietro a tutti!" disse Dean esasperato.

"Chi è, Jael? Diccelo! È qualcuno che conosciamo?" chiese Dean.
"Qualcuno dei nostri amici?" rincarò Sam.

"È l'invisibile. Colui che è scomparso dal mondo e perfino dalla vostra memoria! L'avete conosciuto ma l'avete dimenticato!! Perché tutti lo odiano e dimenticandolo, potete fingere che non esista!! "disse Jael.

Jael sembrava sconvolto, come se in qualche modo la vicenda lo riguardasse personalmente.

"L'avete dimenticato.. Eppure era molto importante per la storia.. Colui che nessuno amava.. Eppure è stato amato da qualcuno.. "
"Jael... Sei tu? "gli chiese Dean. Sam si sentì mozzare il respiro.
Jael lo fissò e poi scoppiò a ridere.

"Non sono io.. Ma avrei potuto esserlo. "disse in modo enigmatico.
"Allora, mio padre.. Piton.. "
"No, no, no! "
"Loki, voleva dire Loki! "disse Dean.
"Voi credete davvero di sapere chi sono i protagonisti di questa storia, vero? Sareste voi i protagonisti e non sapete neanche accorgervi di una cosa che avete avuto davanti agli occhi tutto questo tempo.. Soprattutto, Sam, tu mi hai molto deluso.."

Sam si sentì colpito.
"Lascia stare, Sam, stronzo! Non hai idea di quello che ha appena passato.. "
"E sarà sempre peggio mano a mano che scoprirà. "
"Cosa?? Cosa devo scoprire?? Che distruggerò il mondo alleandomi con Lucifer? Se hai il coraggio, vieni con noi e fammelo vedere. Sei mio fratello!! "disse Sam disperato.

"Hai sentito MIO FRATELLO, bastardo. Tu vieni con noi e guai a te se sparisci di nuovo. "disse Dean, sollevandolo per la collottola.
"Non sono io a decidere. "disse lui.
"E chi allora? "chiese Dean.
"La verità dovete scoprirla da soli. Io l'ho scoperta e non faccio più parte di questa storia. "disse. Schioccò le dita e sparì per poi riapparire poco più in là.
"Figlio di.. "disse Dean.

"D'ora in poi, vedrete il passato non più dal vostro punto di vista ma da quello di ciascuno di loro.. Vi servirà per capire la fine della storia e il destino di tutti i vostri amici.. "
"Come fai a sapere.. Sei stato tu, vero? "chiese Dean.
"Diciamo che questo taglio non me l'ha procurato una qualche bestia di Satana. "disse lui sorridendo.
" JAEL, CHE CAZZO HAI FATTO??? "gridò Sam.

"Quello che andava fatto.. Quando ho visto che non riuscivamo a venire a capo della questione, ho fatto un incantesimo in più.. Ho incantato le menti di tutti i presenti per fare in modo che potessero vedere aldilà del velo.. Anche se allora non ci sono riusciti.. In questo modo vi ho aperto il terzo occhio.. D'ora in poi sarete in grado di vedere attraverso il velo di Maya, la verità mai svelate, anche se non le avete viste con i vostri occhi.. Come se stesse vedendo un film alla tivù.. Ma fate attenzione.. Se neanche con questo incentivo in più, riuscirete a trarre le vostre conclusioni, sarà stato tutto inutile..avrete perso la nostra unica occasione.. "
" Quanto ti è costato, dimmelo!! "disse Sam, aggrappandosi al suo collo.
" LA magia ha sempre un prezzo.. Per aprire il vostro occhio, ho dovuto sacrificare il mio.. "

" Io ti.. Ti acceco del tutto!! "disse Sam graffiandogli la faccia.
Dean lo portò via di forza.
 
“Sei impazzito?? È sempre tuo fratello..beh, in un’altra vita..ma comunque..”
“Lascialo stare, Dean, Sam è troppo stressato e adesso deluso anche da me, lo capisco..
 
“Tu non hai nessun diritto di sacrificarti!!”
“Non puoi dirmi cosa devo fare, Sam..non sei Dio..e non sei più neanche un Dio, non sei neanche più mio fratello..
Sam si accasciò al pavimento, sostenuto da Dean.
 
Jael, bastardo, scusati immediatamente con Sam.”
“Io non faccio più parte di questa storia..proteggilo, Dean. Per favore.
 
“Jael, aspetta! Ti prego! Sam, ha bisogno di te!”
“Non è vero. Non ne aveva bisogno PRIMA e tantomeno ora.” Disse Jael e la sua sagoma apparve più lontana. “Guardate, se non mi credete.”
 
Dean e Sam alzarono lo sguardo e gemettero.
 
Attaccato al muro in versione collage di foto, c’erano le stampe di Marika, Clere, Ruben, Castiel, Alisea, tutte segnate con una grossa X rossa. C’erano altre foto ma non erano riusciti a vedere chi fossero, ma poi Dean sentì Sam gridare e temette di capire chi fosse la stampa che aveva visto.
 
Ti prego, non andartene, non è ancora il tuo momento!”
“Pensiamo sempre di sapere quale sia il momento di tutti, compreso il nostro..ma ci sbagliamo. SEMPRE. Tu tra tutti, Sam, dovresti apprezzare la citazione.“
 
Ti prego, non andartene, ti chiedo scusa, ti chiedo perdono, non volevo dire quelle cose, ma rimani, ti prego!” disse Sam e se Dean non avesse avuto quell’incrollabile fiducia nel suo fratellino e se non sapesse, avvertisse che il suo sentimento era tanto struggente, quanto puro, forse  ne sarebbe stato geloso.
 
Jael sorrise. Un sorriso triste.
 
“Chiediamo sempre perdono quando qualcuno si allontana da noi..fanno questo gli umani..e voi vi siete reincarnati..per sentire questo?”
 
Sam ebbe una sensazione strana, come se il discorso di Jael lo riportasse a qualcos’altro, qualcosa che non capiva, qualcosa..di un altro tempo..ma era troppo scioccato, spaventato, non capiva.
 
“Sta tranquillo, Sam..ci rivedremo..questo non è un addio. Solo il destino deciderà se non ci incontreremo più..”
 
“Jael, non farlo..” questa volta era Dean a pregarlo. Come se fosse un angelo. E invece era il demonio.
 
Proteggilo, Dean, ti prego.” Disse lui e in quel momento tutto si fece strano, vorticoso..le figure geometriche che volavano nell’aria nel corridoio erano nulla. Le carte dei loro amici cominciarono a mulinare sempre più confusamente, compresa la carta di JAEL.
 
“Trovate l’invisibile, Sam.”
 
Poi Sam vide qualcosa..qualcosa di strano, sulla carta di Jael, qualcosa che c’era ma che non avrebbe dovuto esserci..ma che allo stesso tempo non capiva. Si trattava forse dell’invisibile di cui parlava Jael? Cercò di guardare meglio, perché sentiva che era importante..se solo fosse stato meno emotivo e agitato!!
 
Poi qualcosa che li spaventò oltremodo.
 
Tutte le carte mulinavano vorticosamente ma due carte volarono via dal mucchio tra esse.
La carta di John.
E la carta di Bobby.
Quella di John era segnata da una X rossa, mentre quella di Bobby..
Stava prendendo FUOCO.
 
E poi scomparvero tutti.




















Note dell'autrice:  ciao ragazzi! Sono molto emozionata, perchè dal prossimo capitolo comincia la seconda parte di questa storia..dal capitolo successivo comincia la "caccia all'invisibile" ahhahah e secondo voi chi è? LOL

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Capitolo 37
*** Il marinaio ***


"Stanne fuori, Bobby. Da quando ti sei immischiato nella mia famiglia, le cose tra me e mio padre vanno molto peggio!"
"Figliola, cara.. Ascoltami."
"Non voglio ascoltarti! E non chiamarmi così, non sono tua figlia!!!!"
"Va bene, allora, ascoltami, ragazzina cocciuta, arrogante e ignorante.. Io e tuo padre siamo amici.."

"AMICI??? Tu non conosci questa parola.. Tu sai solo.. Metterlo contro me.. Hai rovinato la vita mia e di mia figlia.." disse Marika asciugandosi un occhio, stanco.

"Se la pensi così.. Io e te non abbiamo più niente da dirci!" disse Bobby, uscendo dalla locanda con andatura sicura.
Sam e Dean ascoltavano interdetti lo scambio tra i due.
"Cosa diavolo c'entra Bobby con John?? Come fanno a essere amici?? Voleva ucciderti!!" disse Dean furibondo.
"Forse.. Lui.. DEAN!! Cosa ti succede??"
"Reggimi.. Mi sento svenire." disse Dean aggrappandosi a lui. "Dean!!"

"Sto cadendo, Sam!" "No, non sei tu, Dean.. È il pavimento, sta.. Girando..Oddio, il terremoto.."
"No, sei tu, Sam.."
"Ma che cosa stai dicendo!!"

"Sono sicuro!! Mi sento come mi sentii quando la tua energia galleggiava nella casa di Jael.. La riconosco.. Sei tu.. In qualche modo.. Sono i tuoi pensieri.. forse no.. Non pensieri.. Ricordi.." disse Dean, prima che la stanza scomparve.


***
Lo scenario era cambiato. Ora si trovavano in una casa. Una modesta casetta, ma allegra, con le tende gialle.
"Va bene, allora, ascoltami, ragazzina cocciuta, arrogante e ignorante.. Io e James siamo amici.."

"AMICI??? Tu non conosci questa parola.. Tu sai solo.. Metterlo contro me.. Hai rovinato la vita mia e del figlio che aspetto.." disse la ragazzina dai capelli rossi, asciugandosi un occhio, stanco, toccandosi il pancione.
"No, dimmi di no, dimmi che ho capito male.." disse Sam reggendosi a Dean.

Dean era troppo sbalordito per dire qualcosa. "Se la pensi così.. Io e te non abbiamo più niente da dirci!" disse il ragazzino dai capelli neri, uscendo dalla sua casa, subito seguito da Sam e Dean.

La ragazzina però non gli permise di cavarsela così a buon mercato. Si affacciò dalla finestra per continuare a sbraitargli contro.

"Non pensare di aver vinto!! Morirei piuttosto che regalare James a te! Hai capito, Black? Hai capito??"

Sam e Dean sentirono di essere prossimi a uno svenimento. Dean gemette e Sam dovette reggerlo di nuovo.
"Torna a casa e beviti una tisana con cannella e vaniglia. Agitarti così non fa bene al bambino." disse Black con uno strano sguardo triste.
Prima che Lily sbattè allo sventurato la finestra in faccia, riuscirono a notare un lievissimo movimento della mano, come se ella si stesse accarezzando il pancione.

"Dei dell'Olimpo e di tutto il mondo.. Sirius.. Bobby era Sirius Black.. Ed era il migliore amico di nostro padre!!"

"Ecco perché ho riconosciuto in qualche modo quelle frasi.. Io credevo.. Credevo che fossero i tuoi pensieri a ricordarmi qualcosa e invece erano i miei ricordi.. Dei.. Ricordavo di aver sentito qualcosa di simile quando ero ancora nella pancia!!" disse Dean sbalordito.

" Dean, pensi che sia lui.. che sia Bobby, l'invisibile??? "
Ma Dean non fece in tempo a rispondergli, perché davanti a loro si pararono tre figure. Una ritraeva John, a terra, sanguinante, con uno squarcio sul petto. Sembrava morto e Sam fece per sporgersi su di lui, ma Dean lo fermò.


" Mi dispiace, ma John ha fatto la sua scelta.. Sapeva a cosa andava incontro." disse un ometto con i baffi, dall'accento scozzese.
"E io faccio la mia. Cosa vuoi per la vita di John?" disse Bobby facendoli sussultare.

L'ometto si lisciò il pizzetto con aria maliziosa.
"Ti hanno mai detto che le creature umane come voi, limitate e fragili, hanno a che fare nel corso della loro vita, con processi reversibili e quelli irreversibili??

"Non sono pronto a farmi fare lezioni di storia da un demone." disse lui e Sam e Dean sussultarono. Cosa ci faceva Bobby con un demone?

"Allora te lo spiego io, le cose reversibili sono tutto ciò che in questo sciocco mondo, potete riportare allo stadio PRIMARIO..tanto per fare un discorso semplice, se si macchia un tavolo di pomodoro, poi potete ripulirlo, se qualcuno di voi si ammala, può GUARIRE..un letto disfatto può tornare ricomposto..e questo è REVERSIBILE..uno specchio che si rompe non può essere ricomposto..puoi incollarlo, ma come un vaso, sarà sempre rotto..questo è irreversibile, come una cena bruciata..non è possibile farla tornare com'era prima..mi segui fino a qui?"

"Credo..di sì.."mi stai dicendo che il mio amico.."

"LA MORTE è una di quelle cose IRREVERSIBILI da cui non si torna indietro o almeno così credono le vostre menti limitate..è possibile rendere di nuovo reversibile, qualcosa che non è reversibile..non da voi, certo..non ne avete le capacità..per farlo vi occorre chi non fa parte del vostro mondo..un'altra razza..una razza come noi..che ha poteri che voi non avrete mai..certo se non diventate come noi..e prima o poi.."

"Ti prego, va avanti, Crowley..è possibile, dunque.."

"MA anche in quel caso, il prezzo da pagare è ALTISSIMO."

Bobby sbattè gli occhi inebetito. Il demone Crowley sorrise.

"Niente ti viene dato o restituito se non dai qualcosa in cambio..non te l'hanno detto? Giocare con la vita e con la morte non è uno scherzo. Se vuoi riportare indietro la clessidra dai contenuti irreversibili, dovrai pagare un prezzo molto alto, il più alto di tutti.. Cambiare quello che è irreversibile è molto più che doloroso!!"

"Non mi importa di soffrire!!"

"Non mi hai sentito, uomo!?? É molto peggio della sofferenza!! Dovrai annullare TE STESSO. È l'UNICA merce di scambio con cui la nostra Signora è disposta a contrattare."

"Sono condannato a vedere chi amo, morire ripetutamente e fa male esattamente come la prima volta!! Non spiegare a me la sofferenza. Sono pronto. Sono disposto a tutto purché John viva!!"

"Va bene, uomo." disse l'ometto e i suoi occhi divennero rossi.

"Per scindere qualcosa di irreversibile come la morte, l'unico prezzo che ha valore, è la TUA ANIMA. Da questo momento in poi, mi apparterrai."
Bobby chiuse gli occhi e lacrime apprese affiorarono dai suoi occhi.

"Sarai rinchiuso in un sogno, per sempre!!Ti consiglio di sceglierne uno abbastanza bello!!"

Bobby annuì e non parlò. Ma Sam e Dean vennero invasi da immagini di Hogwarts di quelli che scoprirono essere i malandrini.

"Il tuo sogno è quello di vivere sull'isola che non c'è, dove i bambini non crescono mai e i sogni non muoiono. Va bene, uomo."

Sam e Dean ebbero l'impressione che il demone assumesse un'inflessione quasi pietosa nel suo tono e si chiesero quanto dovesse essere brutto quel luogo, per suscitare pena perfino in loro.
Gli occhi del demone mandarono bagliori rossi e vennero invasi da una luce bianca fortissima. Chiusero gli occhi e quando li riaprirono, una grossa nave si stagliò all'orizzonte e le loro scarpe vennero bagnate dall'acqua.
Poi videro il marinaio che reggeva il timone e gli prese un colpo. Lo avevano riconosciuto.
Il padre di Marika.

Dean e Sam avevano sentito parlare di Peter Pan. Conoscevano la fiaba e l'adoravano, ma vederla con i propri occhi, era tutta un'altra cosa!

Vedere Peter scendere dal cielo, volando, come un Angelo, e prendere la mano del capitano, ballando con i marinai e le sirene, era qualcosa di così potente e maestoso che insieme al sole, li bruciava tanto da sembrare INSOPPORTABILE.

"Dean, lo riconosci?? Riconosci quell'uomo??" chiese Sam sbalordito.
"Sì, Sam.. È l'uomo che faceva da psicanalista sulla Terra a Marika, in quell'assurdo appartamento in cui non riuscivamo ad entrare!! Ne sono sicuro."

"Ma non ha alcun senso!! Stavamo vedendo Sirius, cioè, Bobby.. Cosa ha a che fare.. Oddio, Dean, credi che siano la stessa persona?" chiese Sam.

"Sappiamo già che in un'altra vita, Marika era figlia del nostro attuale padre, e sappiamo che non può esserlo in questa, perché sono due persone completamente diverse.. E in base a quello che ha detto prima quel demone.. Oddio.. Il psicanalista.. È Bobby!! "concluse Dean.

"Ecco perché nessuno poteva vederlo.. Ecco perché il luogo era impenetrabile ai terrestri.. Perché non era davvero del nostro mondo! "disse Sam sbalordito.
"E così avete scoperto il mio segreto alla fine.." disse il padre di Marika, guardando il suo doppione giocare con il loro equipaggio.

Sam e Dean si voltarono basiti verso la figura.
"Eri tu, Bobby.." disse Dean con aria nostalgica e triste.

Lui sorrise. Un sorriso triste e in quel sorriso e quegli occhi dolci, Dean riconobbe il viso del suo dolce padrino.

"Io sono stato tante cose.. Sono stato Sirius Black, un purosangue che rinnegò i purosangue e che è stato rinnegato.. Sono stato il migliore amico di James, l'unico mai sospettato di aver tradito i malandrini in principio.. E l'unico che pensò di uccidere uno di loro, per fare giustizia. Amavo James.. Volevo solo il suo amore, ma lui è MORTO.. e in cambio il fato mi ha dato i suoi FIGLI.. prima tu.. Anche se non lo eri.. Lo sei diventato.. "
" E poi Marika non è vero? "chiese Sam con il fiato mozzo." Era figlia di John.. Ma.. "

"Esatto, Sam.. Esatto. Era figlia di John e nel vostro mondo, nel vostro presente.. Io sono diventato per lei, l'equivalente del padre che lei cercava. Come a Hogwarts lo ero per te, Dean.. "disse Bobby.

"Ci sono un sacco di cose che ancora non capiamo.." disse Dean.
"Chiedetemi tutto quello che volete.. Io cercherò di rispondere a quello che mi è possibile."

"Eravamo.. uniti? " chiese Sam con gli occhi lucidi.

Bobby sorrise.
"Voi cosa dite?"
"Il mio cuore dice che ti volevamo bene, e che tu ne volevi a noi..ma non ricordiamo tutto ancora.. E sono certo che lo stesso vale per Sam" disse Dean. Suo fratello annuì.

"Vi sfugge ancora qualcosa.. "

I ragazzi lo guardarono preoccupati.

"Che anche io ero affezionato a voi, razza di idioti." sorrise burbero.

Dean e Sam sorrisero commossi.

"Altra domanda." disse lui.

"Come è morto, John?" lo spronò Sam.
Bobby divenne triste.

"Mi dispiace.. Ma questo fa parte di quello che non posso dirvi. Non guardatemi così.. Non posso. Non dipende da me. Dovete arrivarci DA SOLI, altrimenti resterete qui per sempre. Me l'ha detto il vostro amico che proviene dal nostro vecchio mondo."

"Jael è stato da te??? "chiese Sam sbalordito.
"Fate un'altra domanda.. "

"Questo non è un gioco!! Dovrebbe saperlo anche quel pezzo di cretino che è venuto a trovarti e che gioca a fare Dio con il passato e.. "urlò Dean.

"Ho detto: FATE UN'ALTRA DOMANDA!! Vi prego. "disse ancora.

"Cosa è successo quando sei scomparso dietro il velo, Sirius? " gli chiese Dean.
Al suo posto il volto si trasfigurò in quello di un giovane ragazzo moro, molto affascinante.

"Volete sapere cosa vidi? Vidi questo."
"Ma.. Noi.."
"Credevamo.." farfugliò Sam.

"Credevate fosse il sogno promesso da Crowley? NO.. Questa era la mia fantasia quando attraversai il Velo. Mi sentii assurdamente felice per un po'.. Poi mi addormentai.. Suppongo che morii ad un certo punto." sorrise tristemente. "E come tutti noi, mi reincarnai in quello che sarebbe diventato un dispotico barista dai modi burberi. Sembra che non riesci a liberarti di me, Dean."

Dean corse da lui e lo abbracciò.
"Posso.. Oddio, posso abbracciarti." disse Dean.
"Già ." disse lui a sua volta.

"Torniamo al patto con il demone, cosa diavolo è successo per far sì che tu.." disse Sam.
"Non posso dirvelo..dovete.."

"Scoprirlo da soli!" sbuffò Dean, che non voleva lasciare il suo padrino. Era strano ma da quando aveva scoperto la verità, non voleva lasciarlo. Temeva che sarebbe sparito se solo avesse osato. Aveva sempre stimato e provato una vera ammirazione per Sirius, da fan dei libri. E aveva l'impressione che non erano i sentimenti di fan, quelli che stava provando, ma i suoi.Quelli di Harry.

" Esatto.. Ma posso dirvi il sogno in cui mi sono ritrovato.." disse con dolcezza.
Sam e Dean lo guardarono interessati.
"Venite." disse lui attraversando il veliero con l'acqua che bagnava loro i piedi.

Si ritrovarono all'improvviso sulla spiaggia e a Sam e Dean sembrò di entrare in un dipinto talmente si sentivano in pace.

"Tutto quello che ci accade in vita, è soggetto alla ripetizione. Così funziona il karma. Quando caddi dentro il velo, ebbi una fugace apparizione dai miei desideri più nascosti, intimi, segreti, ma durò poco. Forse attimi, forse minuti, chi può dirlo, poi il buio. Un'anticipazione di quello che avrei provato davvero una vita più avanti, quando Crowley mi promise un Sogno. Forse quell'arco maledetto in un certo senso mi ha mostrato IL MIO FUTURO.. ma per viverlo, ho dovuto aspettare di vivere di nuovo. "

"È.. Pazzesco. "disse Sam.

"Lo so, talmente pazzesco che non sembra vero.. Ma è così che funziona qualsiasi cosa che ti da il dono di viaggiare nel tempo.. Pazzesca, bislacca, straordinaria.. E senza senso.. Un po' come il tempo stesso è senza senso, in questo assurdo mondo dove il tempo risucchia tutto quello che amiamo.. "disse l'uomo e non era più Sirius, ma Bobby. Dean strinse di più la presa sulla sua mano e Bobby gli diede un sorriso di gratitudine. Si fermarono a quel punto a guardare cosa avevano davanti.
Un giovane moro stava suonando con la chitarra seduto sulla spiaggia, contornato da fanciulle che lo guardavano, con ghirlande di fiori sui capelli. Vicino a lui un ragazzo dai capelli brizzolati che lo guardava, ridendo.

Contro ogni logica, Dean cercò di toccare il giovane, sulla testa, per una carezza, ma toccò l'aria.

"Mi dispiace, Dean.. Le nostre fantasie sono come fantasmi.. Specchi di luce e colori che come fantasmi, possiamo solo mirare e non toccare.. Guardare, pensando che siano eterni e per un singolo attimo, sarà davvero così.. Tuttavia capisco quello che provi. "
" E come lo sai? "chiese Dean con le lacrime agli occhi.

"Perché so che quello è tuo padre.. Anche se non lo è davvero, tu percepisci che lo è o perlomeno il suo riflesso, la sua fantasia.. Sai, quando Crowley mi ha messo in questo sogno, mi ha confinato per vivere per sempre su questa isola. Un'isola in cui sarei rimasto per sempre un ragazzo, l'amore era ancora puro e gli ideali erano più preziosi dell'oro e le donne non erano oggetti da picchiare o su cui sfogare i propri istinti carnali, ma ispirazioni con cui fare quadri o da cui regalare un fiore.. E poi c'era vostro padre.."

"Come hai fatto a stare per tutto questo tempo confinato qui, senza impazzire? "gli chiese Dean.

"La mia mente e il mio cuore venivano in mio soccorso quando la consapevolezza era troppa da sopportare.. Potete pensare che il sogno fosse immutabile, ma non era così.. Anche nel sogno c'era qualcosa che cambiava sempre..a volte vivevo un'eterna isola che non c'è, come se fossi sulla Terra.. A volte mi veniva permesso di dare una sbirciata.. Al vostro mondo!!. "

"Hai mai desiderato.. Fuggire? Riprendere a vivere? "chiese Sam.
Bobby fece una risata amara.

"Scappare, significa morire, Sam.. Nel mio caso, avevo annullato tutto per quel patto.. Restare qua era l'unica cosa che mi teneva ancora in vita.. E comunque non siate tristi per me, la verità era che io.. Non desideravo fuggire."

Dean e Sam lo guardarono con tanto d'occhi.
"Arriva fino a questo punto, l'amore per nostro padre? "gli chiese Sam.

"Il mio stupore è lo stesso vostro, intuendo che dopo tutto quello che avete visto, siete ancora stupiti. Se così non fosse, se fosse così facile voler scappare da un sogno.. I sogni non avrebbero fama di essere ETERNI. Forse se non fosse stato così, i sogni non avrebbero la fama di renderci prigionieri, perché prima o poi ogni prigioniero desidera fuggire via dalla sua prigione..E poi non era poi tutto così immutabile come pensate. Ho vissuto molte vite diverse, qui all'isola che non c'è, dentro il sogno. "

"Stai dicendo che anche qui esistevano sequel e spinoff?"chiese Dean.
"Spero che siamo almeno stati meno drammatici di tutto quello psicodramma pieno di Harry che abbiamo avuto nei libri. Grazie, Dean. "disse Sam e Dean gli fece la linguaccia.
Bobby scoppiò a ridere di nuovo.

"Quanto mi manca il tuo umorismo.. E ora che ti conosco, mi manchi anche tu, mi manca averti conosciuto.. Ti avrei apprezzato, anche se sei il figlio che l'uomo che disprezzavo, non ha mai avuto." disse rivolto a Sam.
"Conosci la storia di Sam!? Come è possibile?" chiese Dean.
Bobby sembrò farsi cupo. Smise di parlare e i due ragazzi non ebbero il coraggio di forzarlo. Dopo alcuni minuti, riprese a parlare, guardando i due giovani.

"Eravamo sempre amici.. In ogni vita che passava.. Non sempre lo riconoscevo, a volte succedeva dopo un po'..la vita qui è un po' più lunga di come viene vissuta sulla Terra.. Puoi vivere per secoli.. Ma poi.. I ricordi ritornano e capisci che tutto questo non è reale.. Allora anche il sogno diventa difficile da vivere. Per un po' lo vivevo comunque ma dopo un po' era difficile.. "
" Cosa facevi a quel punto? "chiese Sam.

"Il mio cuore non reggeva a un simile strazio e mi concedeva di dimenticare tutto..Ero però sempre io a decidere quando farlo. E rivivere da capo una nuova vita.. Ma non siate tristi per me. Io ero felice perché avrei incontrato di nuovo vostro padre. L'unico che mi abbia mai reso felice, l'unico per cui ho mai provato qualcosa, oltre che per mio fratello Regulus.. Incontrarlo mi rendeva sempre felice, anche se dimenticavo che lo avevo già incontrato, c'erano alcuni momenti, in cui ricordavo tutto.. Allora era meraviglioso ricordare cosa ero io per lui e cosa era lui per me.. "

" Bobby, tu e mio padre eravate.. "disse Dean.
" Mi stai chiedendo se eravamo amanti qui o nella realtà?"
"In entrambe." chiese Dean.
Lui sospirò profondamente.

"Esattamente, Dean..esattamente."

Ci fu un lungo silenzio, interrotto solo dal fruscio delle onde sul mare.

"L'ho tradito..io ho tradito James..ho tradito vostro padre. Alla fine è diventato vero quello di cui mi hanno accusato e per cui sono finito ad Azkaban.. Di essere un traditore.."

"Bobby, no!! Non è vero..tu non..eri.." iniziò Dean.

"Cosa?? Rinchiuso qui?" enfatizzò lui. "Credete che sia meno grave perchè l'ho fatto con la sua immagine? Io non avrei dovuto..senza il suo permesso.." poi guardò Sam. "Non sono migliore di Piton." disse infine.

Sam non negò e non ribattè. Sapeva per esperienza che spesso gli uomini hanno solo bisogno di incolparsi e condannarsi senza che ci sia nessuno ad assolverli. Si limitò a sostenere il suo sguardo. Forse anche Dean capì che era meglio non insistere.

"Chi sei davvero, Bobby? "gli chiese Dean." Un fantasma?"

"Non lo so..non l'ho mai capito.. Fino a quando non mi sono ritrovato in quello studio e quella ragazzina bionda ha cominciato a venire a trovarmi.. Poi siete arrivati voi due.. Ma i ricordi totalì arrivarono solo dopo molto tempo dopo.. Però non avevo più modo di raggiungervi.. Voi avevate smesso di TORNARE. "Bobby chiuse gli occhi e poi li riaprì.

"Bobby, aiutaci e noi ti aiuteremo a uscire da questo limbo!"disse Dean.
"Tze. "
"No, voglio farlo invece. In passato non sono riuscito a salvarti.. Quando sei scomparso dietro il velo, io.. Mi sento morire dentro come se fosse appena successo! "disse Dean." Dammi l'occasione di rimediare! "

"Dean ha ragione, Bobby!! Non ti piacerebbe rivedere nostro padre e riabbracciarlo?? Nostro padre vero!! Non la copia che ti sei costruito in tutti questi.. Millenni.. Per non essere solo! "disse Sam.
" Non si può cambiare il passato.. "

"Ma si può ricostruire un nuovo presente.. Però devi volerlo, Bobby. L'hai detto anche tu.. Nessun prigioniero vuole restare sempre dentro alla propria prigione!! "disse Dean.
Bobby guardò ancora i due giovani e sospirò.

" È con me da tanto tempo che dovrei odiarlo ma non ci riesco.. Non so neanche che genere di incantesimo sia.. "poi si voltò verso di loro." Ho una paura folle che quando lo rivedrò mi accorgerò invece di odiarlo. "
"OH, lo farai ovviamente perché nostro padre è così.. Una canaglia. "disse Sam.

"Ma una canaglia adorabile!! Quando ti guarda con quegli occhi gli perdoneresti tutto. "disse Dean.
"Gli occhi di James.. Erano così belli.. E malgrado pensavano tutti che avessi gli occhi di Lily, io no.. Non l'ho mai pensato. "
Questo ricordò qualcosa a Sam.

"Mi fa un po' senso pensare che mia madre sia una dei nostri più cari amici. "
Bobby lo guardo stranito.
"Ma che stai dicendo.. Non hai mai conosciuto tua madre. "

"Sam intende che la nostra amica si è reincarnata in Lily come abbiamo fatto tutti noi con.. "
"No, ti sbagli.. È solo un caso che la vostra amica ha pronunciato le stesse parole di Lily.. Ma non è lei.. "

"Ma.. Come fai a saperlo?? "
"Perché lo saprei se Lily.. Insomma, lo so e basta. "
Dean e Sam lo guardarono scioccati.
"Tu lo sai, vero? Sai chi è mia madre.. "disse Sam.

" Si solo un nome.. Mara.. Come voi. Ho visto tutto quello che hai visto te, Sam.. Da qui."
"Da quando??" chiese Dean.

"Che importa.. Il tempo è relativo, lo sapete.. Non conta nulla."
"Da quanto tempo, rispondi!!" disse Dean e il mondo sembrò adombrarsi pieno di nuvole nere e cominciò a piovere.

"Sei identico a James.. Anche lui quando si arrabbiava faceva crollare le montagne, oscurare il sole.. E poi il temporale si abbatteva su tutti noi. Pensavo che era perché era il Sole, e questo era quello che succedeva quando lo facevamo piangere. Ma mi sbagliavo. Ero IO a far scoppiare la tempesta.. Ero IO a soffrire perché non sopportavo di vedere il mio Sole soffrire.. Lui non ha mai smesso di splendere neanche quando era ferito.. Neanche quando mi guardava con quegli occhi.. "disse. Dean tutto fuorché a disagio, continuò a fissarlo con i suoi occhi verde smeraldo che mandavano bagliori di fuoco. Bobby si voltò ed era di nuovo Sirius adesso.

"Vi osservo da quando avete cominciato la scuola. Da quando gli Dei hanno messo piede nel vostro mondo. E lo chiamo vostro, perché non ne ho mai fatto parte.. Non davvero.. O forse sì, ma non me lo ricordo. Ad ogni modo, in questo mondo artificiale, in alcune delle mie vite con James, era come vivere sulla Terra. Conosco tutto quello che voi conoscete. "

"E sai anche la storia della nascita di Sam! "realizzò Dean, che non aveva alcuna intenzione di lasciar cadere l'argomento.
" Siamo tutti coinvolti, Dean. Che lo vogliamo oppure no. Pensate di essere i soli ad aver iniziato questo viaggetto tra i ricordi? Io l'ho cominciato con voi.. Una piacevole distrazione dalla monotonia del Sogno. " disse Bobby sorridendo.

"Non capisci, tu devi venire con noi, perché solo in questo modo possiamo far cessare tutto!!" disse Dean.
"Io?? Ne dubito fortemente, il mondo he fatto a meno di me per tanto tempo e continuerà a farne a meno.."
"Stammi a sentire, brutto.."
"Dean, lascia perdere, lascialo in pace." disse Sam.

"No, Sam, non permetterò che lasci che il mondo collassi perché non vuole abbandonare il suo?!! Come fai a non capire, Bobby??"
"Siamo noi che non capiamo.. Lui.. Non è l'invisibile. "disse Sam a occhi chiusi.
Dean lo guardò con aria desolata. Bobby sorrise.

"Sam ha ragione, Dean, non so chi sia l'Invisibile, ma so di certo che io non lo sono.. Mi dispiace ma nella mia vita spericolata ho sempre cercato di farmi ricordare. "
"Io.. Non ti dimenticherò mai.. "disse Dean asciugandosi gli occhi.

"Non piangere, soltanto il destino deciderà se non ci incontreremo più. Figlioli. "e la figura di Bobby svanì.
 

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Capitolo 38
*** Intermezzo del presente ***


Sam e Dean videro la figura di Bobby svanire e anche l'isola di riflesso.

Poco dopo si ritrovarono nuovamente nella stanza dove avevano trovato Jael intento a fare il "matematico."
"É incredibile, Sam.. Siamo ritornati quaggiù."

"L'isola..Peter Pan.. Bobby.. Ma siamo veramente finiti laggiù, oppure é stata solo una grande allucinazione??" domandò Sam.

"Credo che questa domanda sia abbastanza relativa. Stiamo viaggiando tra passato e presente.. Il concetto di reale e concreto é diventato leggermente opinabile, non trovi?" chiese Dean.

"Io comincio ad avere fame.. Da quanto tempo é che non mangiamo?"
"Beh, da quando IO ti ho preparato quel sandwich con prosciutto e formaggio sull'erba!" disse Dean.

Sam gli diede uno spinone.
"Il cibo preparato da una divinità é squisito." disse Sam e poi si chinò per dargli un bacio.
"Semi divinità.." gli ricordò Dean, poi sussultò.

"Sam, guarda laggiù!!"
"Oh, mio dio, Dean!" disse Sam.
Appeso al muro, alla parete c'erano le facce di Jael, John e Bobby segnate con una x rossa.
"Che significa tutto questo, Dean?"

"É come una specie di Jumanji.. Dobbiamo continuare a giocare, Sam. Dobbiamo scoprire la soluzione."
"Trovare l'invisibile.. Ma come?" disse Sam.
All'istante una porta si illuminò all'altro lato della stanza.

"Dean, stavolta vedremo cose ancora più terribili, lo so, me lo sento..."
"Tu prendi solo la mia mano e fidati che io.."
"No!! TU DEVI FIDARTI.."
Dean lo guardò un po' stupito dalla sua irruenza.

Sam si aggrappò a lui.
"Devi promettere che ti fiderai di noi. Di ognuno di noi e che non sarai influenzato da nessuna delle cose che vedrai.. Non siamo adesso quello che eravamo prima e qualunque cosa vedrai.. Dovrai andare oltre e perdonare!"

"Sai che lo farei.. Io.."
"Promettilo, Dean.."
"Te lo prometto, Sam.. Per te. Solo per te."
"Anche se dovessi esser io?"
"Soprattutto se fossi tu.."

Sam lo baciò con slancio e poi prima di scoppiare a piangergli in faccia, entrò dentro la porta, lasciandola aperta, che ora emanava una luce gialla talmente fosforescente da apparire spaventosa. Avrebbe potuto essere il paradiso. Oppure L'INFERNO.
 
Dean sospirò mentre lo vide correre via. Lontano da lui.

Non se la prese. Per quanto avrebbero potuto correre lontani, nulla avrebbe potuto dividerli, neanche loro stessi.
Lo sapeva lui e lo sapeva anche Sam.
A quel punto varcò anche lui la porta.

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Capitolo 39
*** Sam e Alisea ***


Ricompare Speranza!!  
 
 
 
Ho lasciato Dean da solo.. E adesso mi sento come se mi avessero strappato un arto.. Il pezzo mancante della mia anima.. Ma non sarà per sempre.. Lo sa anche Dean.. Perché le anime gemelle pensano allo stesso modo anche se non lo comunicano... Non avevo scelta, Dean, questa é una cosa che dovevo fare da SOLO.. perché altrimenti ALISEA non si farà mai viva..
 
Sento che é lei.. Posso percepirla..l'ho incontrata troppe volte per non riconoscere la sua aurea.. La riconosco anche se non siamo anime gemelle.. Forse perché lei.. Mi ha salvato la vita!!

 
Mentre Sam pensava questo, il percorso che lui stava facendo, diventava mano a mano sempre meno bianco e più rosa. Ad un tratto si trovò in uno spazio sconosciuto con il cielo colorato da una strana luce rosa come se il tramonto avesse sputato fuori una delle sue luce meravigliose.
 
Quella luce particolare, aveva illuminato anche quell'incredibile giardino.
Appena Sam vide quei fiori, capì cosa doveva cercare. E appena lo capì, sentì una melodia dolce e strana come la nenia di una sirena.
No, non una sirena, ma un FIORE.
 


Sam era tornato nel mondo dell'Olimpo e stava guardando dall'esterno, la sua precedente incarnazione insieme a quella di Dean, sorseggiare del latte in una locanda.
Stavano ridendo come bambini e se Sam non avesse saputo che di certo c'era qualcosa di serio e drammatico all'orizzonte se lui era lì, avrebbe valutato l'idea di contemplarli per ore.
"Dean, guarda.. É lei.." disse Sam.
"Lei chi?"
 
Dean si voltò e tutto quello che vide, fu una ragazza dai lunghi capelli rossi fluenti che oscillavano nel vento.
Era vestita con un lungo cappotto di paglia.
"La conosci??"
 
"Dean.. Io credo che lei sia la ragazza che.. Mi appare in sogno."
"COSA??"
"Devo andare a parlarle! Se lei è davvero la figlia di Olimpia, io devo saperlo. Devo assicurarmi che non sia una minaccia!"
"Tu non vai da nessuna parte!!" disse Dean cercando di fermarlo.
Sam guardò la sua mano appoggiata sul suo braccio e sorrise.
"Che cosa credi che possa farmi?"
"Io.. Niente.. Ma.."
 
"Non c'è niente di peggiore della paura.. Forse solo la paura della morte.. Me lo hai insegnato tu stesso."
Dicendo così gli diede un dolce bacio a occhi chiusi e raggiunse la ragazza che lo guardava da fuori.
 
Sam raggiunse la ragazza dai lunghi capelli rossi e ebbe l'impressione che la temperatura fosse scesa di parecchi gradi.
" Fa freddo qui, non trovi? Perché non mi offri una tazza di caffè forte bollente?" le chiese la ragazza sfregandosi le mani.
"Perché non mi dici chi sei e perché spii me e il mio fidanzato??" gli chiese Sam duro.
 
La ragazza lo guardò sorpresa, poi si mise a ridere.
"Sei certo di volerlo sapere? Non sarà piacevole per te scoprirlo."
"La verità non lo è mai.. Per questo é la verità!" disse Sam.
"D'accordo.. Mi hai riconosciuto, immagino."
"Forse più di quanto immagini..ma ho ancora dei dubbi.Mi chiedo solo come hai fatto a mantenere intatto questo volto.. Parliamo di chissà quante vite fa."
 
"Una caratteristica di noi demoni.. .Vedo che non hai neanche un brivido. O sei un ragazzo dotato di una particolare tempra di coraggio o uno sciocco.."
"Non c'è niente di peggio della paura.. E poi lo sapevo già.." disse Sam.
 
"Niente peggio della paura, Sam?? Ti ricrederai!!" disse la ragazza ergendosi alta e sollevandosi come fosse una fata del male. Sam non arretrò, neanche quando lei si avvicinò a lui e alzò una mano su di lui.
"Te lo ripeto. Non hai paura di me?"
"Se avessi voluto uccidermi, l'avresti fatto già allora. Quindi, la finiamo con questa pagliacciata e andiamo avanti?"
 Lei allora annuì, si avvicinò a lui e gli posò due dita sulla fronte.






*

Il ritorno della demone

Pensieri di un semidio del passato


Non se l'aspettava Sam, che quella ragazza lo avrebbe trasportato in un contesto in cui era più grande. Sam capì subito che quel ragazzo così alto è magro, che guardava il fiume sul ponte con aria malinconica e i capelli che volavano al vento, doveva essere lui.
Era strano vedere lui da grande. Perchè era di sicuro più grande del bambino che aveva visto. Doveva avere almeno vent'anni. Non era propriamente identico a com'era adesso. Il suo viso era differente ma in un modo che non riusciva a spiegare, gli occhi erano gli stessi. La stessa profondità, le stesse domande. Ma il dolore era diverso.
 
Un mondo senza Dean..
 
Dov'era? Cosa stava facendo, perché non era con lui? Avrebbe voluto gridare al vento. Aveva sempre pensato che un mondo senza Dean, era impossibile. E invece esso esisteva. Ma anche Dean era vissuto in un mondo in cui Sam non esisteva, quando era Harry Potter.
Ma davvero non esisteva? Desiderò cercarlo fino alla fine del mondo, fino al centro della Terra, presentarsi davanti a lui e chiedergli perchè.
Infilare le mani nelle piante, non per fare loro del male ma per chiedere loro se avevano delle risposte!!
Erano anime gemelle lui e Dean?? A che scopo essere anime gemelle in un mondo in cui il tuo amato non esisteva!? Dov'era Dean quando lui soffriva così? Gli occhi di Sam erano così velati che sembravano volersi fondere con l'acqua! Dov'era Dean in quel momento?
 
I suoi occhi si riempiono di lacrime offuscandogli la visione. Non gli importava che Alisea potesse vederlo.
Poi arrivò la stessa ragazza dai capelli rossi che fiammeggiavano.
"Ciao, Sam. Ci rivediamo."
"È passato tanto tempo.. Alisea.." disse Sam.
Lei sorrise rivelando il suo rossetto viola.
"Sono felice che ti ricordi di me."
 
"Sei la mia carnefice e la mia salvatrice .. Sono in debito con te.. È difficile dimenticarti."
"Ma non impossibile....vuol dire che ti ho colpito."
 
Il Sam del presente rimase sconvolto. La ragazza stava.. Flirtando???
 
Alisea gli aveva messo le mani sul viso in una sorta di strana carezza.
 
"Sono in debito.. Non ci lega nient'altro." disse Sam gelido senza scomporsi.
 
Un'ombra di delusione corrucciò le sue labbra in una smorfia infantile, subito dissimulata e a Sam ricordò la sua amica. Si chiese quanti anni avesse. Sembrava una ragazzina. Avrebbe potuto benissimo essere lei. Solo con qualche malizia in più.
 
"Lo dici come se fosse nulla.. Ma non esiste legame più forte di qualcuno che ti salva la vita.. Almeno questo devi ammetterlo."
 
Il Sam del presente guardò attentamente il Sam del passato cercando nel suo sguardo qualcosa. Un dubbio, una domanda, una negazione. Cercò di leggere i suoi occhi e ci lesse uno sguardo assorto. Come se stesse pensando a qualcosa. Un battito più forte colpì Sam, come la speranza. Forse il Sam del passato stava pensando all'amore?????
 
"Forse è così.." disse Sam stringendo gli occhi.
 
Il Sam del presente capì che non avrebbe avuto risposte più chiare da quel ragazzo così ermetico.
 
Alisea soppesò il ragazzo quasi delusa. Evidentemente le ragazze non cambiavano mai in nessuna epoca. Così trasparenti nei loro sentimenti, così evidenti quando rimanevano deluse.. E così vendicative quando non ricambiavi i loro sentimenti.
 
"Non sembri felice che io ti abbia salvato, Sam.. Che abbia salvato la tua famiglia."
 
Il Sam del passato cambiò subito espressione.
 
"Perdonami, non volevo sembrarti ingrato. Sono solo sorpreso.. Che tu sia qui. Certo che ti sono grato. Ti sarò grato in ETERNO."
 
Il Sam del presente sentì dei brividi a quelle parole, ma Alisea sembrò compiaciuta dalle sue parole.
 
“In Eterno..mi piace questa parola..”
 
"Quello che non capisco è... Perché?"
"Perché?" chiese lei stranita.
 
"Tu sei un mostro... Sei venuta da noi in casa nostra per ucciderci.. Ma alla fine hai avuto pietà.. Di me. Della mia famiglia.”
 
Alisea sembrò farsi cupa.
 
“Te lo dissi già una volta..quelli come noi..sono spaventati da poche cose..la malattia è una di queste..tu come ti sentiresti se ci fosse qualcuno più potente di te e dieci volte più mortale?”
 
“Credo che ne sarei terrorizzato..”
“Per noi è la stessa cosa..in fondo la malattia non è altro che un mostro molto più letale di noi..e ci paralizza..perchè noi siamo qui, potete vederci..quella no.”
 
Sam la guardò e poi sorrise cupamente.
 
“Quindi stai dicendo che la mia famiglia è salva solo perché avevo una malattia mortale? Perché una come te ha avuto compassione di me?”
“Sì..”
“Scusa se faccio fatica a crederti..non avevi compassione della MIA FAMIGLIA QUANDO STAVI PER TRUCIDARCI TUTTI E STAVI PER UCCIDERE ANCHE ME!”
 
Alisea non disse niente.
 
ERO UN BAMBINO, ACCIDENTI!”
 
“Lo so..”
 
I MIEI GENITORI ERANO PERSONE INNOCENTI!”
 
“Mi dispiace..”
 
“Le scuse di un mostro non valgono nulla.” Disse Sam e dicendo così, le puntò la pistola contro.
Lei sussultò.
“Vuoi uccidere la tua salvatrice?”
“So che sei tornata da me dopo tanti anni non certo per un fatto sentimentale. Dì il tuo prezzo e sparisci dalla mia vista.”
 
“Non c’è spazio per le persone come te a questo mondo. Sam..”
“Neanche per quelle come te..”
Lei lo guardò solenne e Sam non si scusò.
“Andiamo giù..non fare mosse false. “ disse Sam indicando il ponte.
Lei aveva chiuso gli occhi.
“Fossi in te non chiuderei gli occhi davanti a una pistola.”
“Tu non mi sparerai, Sam.”
“Essere troppo convinti dell'anima di qualcuno, porta alla morte il più delle volte.”
“Non c’è spazio per le persone come te..”
“Sì, questo lo hai già detto..”
“Per questo il mondo uccide la vostra razza..per farvi posto.” Disse lei.







***

La richiesta

"Mi hanno scoperta. Hanno scoperto che io li ho traditi per salvare te e la tua famiglia."
Sam capì che Alisea parlava della sua famiglia, anche se si sentiva male a pensare a quei mostri come "famiglia."
"Dopo tanti anni, lo scoprono ora?" chiese Sam scettico.
 
"Non l'hanno scoperto ora, sciocco! L'hanno scoperto subito!! Io sono in fuga da allora e adesso sono riusciti a trovarmi!"
Sam la guardò stupito. Davvero quella.. Cosa.. Era in fuga da allora??
"Non essere così stupito, Sam. Credi che saremmo quello che siamo, se non avessimo una tempra d'acciaio? Credi che non saremmo già sterminati o estinti, se non fossimo in grado di mimetizzarci, nasconderci dalla tua razza e scappare dai nemici?"
 
Sam si guardò le mani sporche di terra e all'improvviso un pensiero lo colpì.
"Siete arrivati insieme ai primi uomini? "
"Io credo di sì.. "disse Alisea stupendolo per la sincerità che aveva usato. " io credo che il Male esista dall'alba dei tempi, fino alla fine del tempo.. Ma ti vedo perplesso, Sam, non è la risposta che volevi sentire, vero? "
"Io...io non.. "
 
"Credi che io viva dall'inizio del mondo?? Ohh, magari!! Magari potessi possedere quella conoscenza millenaria.. Sapere quando sono nate le prime stelle, le prime luci, le prime montagne.. Il prima di tutto. Mi aiuterebbe a conservare lo stupore per qualunque cosa. Saprei che tutto cambia, conoscerei tutto di qualunque cosa e poi dimenticherei tutto.. O forse no. E invece mi rimane solo un senso estraniante e inutile VUOTO, un po' come lo scontro con un buco nero.. Quel senso di vuoto, così facile da dimenticare quando sei felice, così impossibile da cancellare o allontanare, quando sei fatto di carne.. Questa inutile, gloriosa, patetica CARNE che non finisce mai di trasformarsi e annichilirsi fino a quando non muori..eppure adesso farei volentieri un baratto con uno stregone, per poter riavere indietro questo processo."
 
"Alisea, tu.. "
 
"Ero umana, Sam.. Ma ho dimenticato.. È questo che ti succede quando diventi un demone.. Quando diventi come noi...cosa c'è? Vuoi che ti racconti perché sono diventata così? Sai, Sam.. Non so se voglio farlo. Dopotutto perché devo forzare un bambino a diventare adulto quando non vuole farlo? Sarebbe come dire a Peter Pan di.. "
 
"IO NON SONO UN BAMBINO!!"
 
"Non prenderla sul personale, Samuel!! Bambini sono tutti coloro che si rifiutano di vedere e conoscere la verità, non importa quanti anni abbiano davvero! E tu non vuoi sapere davvero la verità, credimi.. Non vuoi sapere davvero il mistero.. Della morte.. "
 
Il Sam del presente pensò a improbabili e sconcertanti rivelazioni sul destino dello spirito, a confessioni sull'anima e al mistero della vita, invece il Sam semidio, rimase perplesso, essendo abituato al suo mondo. Un mondo che sapeva essere governato da Dei, e dalla Morte e da Plutone che risiedevano nell'Oltretomba. Quasi si aspettava che la demone cominciasse a parlare di LORO. Forse in quel mondo erano ancora nascosti e non conosciuti. Forse non avevano ancora cominciato a governare l'Olimpo!

"Mettimi alla prova.. "disse Sam avvicinandosi a lei.

"D'accordo. Pensi forse che quando sei morto, è finito TUTTO? Oh, magari fosse così!! Che bello starsene Beati in pace con l'annichilimento totale della coscienza e lo spegnimento di tutti i sensi.. Lo avrei preferito!! La verità è che.. Alcuni di noi.. Ritornano. cambiati."
 
"Cambiati..stai parlando degli zombies?"
 
Il Sam semidio non sapeva cosa fossero gli "zombies" ma a quanto pare il suo omonimo non era così tanto ignorante in tema di mostri, come era sembrato in un primo momento.  
 
"Sto parlando di creature della notte che non hanno niente di umano, che assomigliano più a delle bestie.. Ti sei mai chiesto da dove arrivano, Sam? Qual è la loro casa? Forse pensi che vivano sugli alberi a compaiono dal nulla.. Ma non è così.. Hai presente l'inferno?? "
" No, non anche queste stronzate, ti prego.. " rispose il ragazzo e il semidio si disse che dopotutto forse, se metteva in dubbio l'esistenza dell'INFERNO, aveva sbagliato i suoi calcoli e non era così intelligente come aveva appena appurato.

"L'inferno esiste, Sam!! E io ci sono stata.. Tanto tempo fa."
 
Non per la prima volta, il Sam semidio si chiese che razza di mondo era, se qualcuno non credeva all'inferno o se si dovesse passare attraverso questo, per crederci! Nel suo mondo, non c'era bisogno du morire per crederci. Forse erano fortunati a ricevere fin da bambini una adeguata istruzione in merito a cosa ti succede dopo la morte, forse i loro Dei erano degli insegnanti molto validi e facevano un buon lavoro di "informazione" ma a nessuno sarebbe mai venuto in mente di negare l'esistenza dell'INFERNO. Se fosse successo, Giove avrebbe scatenato fulmini e saette per mesi!! E non osava neanche pensare a cosa sarebbe successo se avessero messo in dubbio l'esistenza del PARADISO! Probabilmente sarebbe scesa Madre Natura direttamente per castigare chi avesse osato dire una tale bestemmia e avrebbe ordinato subito una rieducazione dettagliata a partire dalle Basi, perché evidentemente qualcosa era andato storto. Quelle persone lì dovevano essere dei pazzi.  
 
"Fammi indovinare.. Hai fatto esplodere un carriolo con dei bambini." **disse Sam ironico.
"Non ricordo chi ero.. L'inferno ha spazzato via i miei ricordi.. Non so neanche com'era la mia vita.. La mia morte però.. Non l'ho mai dimenticata.. Ti interessa, Sam?"
"Non particolarmente." disse lui voltandole le spalle.
 
"Mi stavano succhiando il collo e chi lo faceva, grondava sangue, togliendomi la vita. Ero stesa per terra e sentivo la mia vita fluire via da me!"
 
"Basta!! Credi che io abbia pietà di te?? Di un'assassina??? Ti aspetti che pianga per te, per un demone che non ha esitato a diventare più crudele del suo assassino?? Desideri che pianga?? Cosa se ne fa un Demone delle mie lacrime??"
Sam aveva gridato e poi l'aveva guardata smarrito.
"No, Sam.. Volevo solo dirti che sto per morire. "
"Cosa? "
"La mia vecchia banda è sulle mie tracce.. Presto mi troverà e mi uccideranno. Lo so, Sam..quelli di noi che muoiono.. Nessuno sa cosa capita a loro.. E io.. Non voglio morire! Non voglio scomparire per sempre da questo mondo."
 
Sam annuì, poi vide un vaso di terracotta e lo fracassò a terra con rabbia.
"Se ti aspetti che io ti protegga, hai sbagliato persona!! "
"Sam.. "
 
"Non ho nessuna intenzione di ospitarti a casa mia nè di offrirti protezione! "
"Sam.. "
"Voi.. Portate niente affatto che guai.. Non intendo guardare mentre bevi il sangue di un capretto o.. "
"SAM!! IO VOGLIO SOLO IL TUO PERMESSO!! "
 
"Il.. Il permesso per fare cosa? "chiese lui intimorito.
"Il favore che io ti ho chiesto.. Se tu accetterai.. Mi permetterai di tornare un giorno.. Anche se io morirò.. Mi permetterai un giorno di ritornare.. "
"Io.. Io non capisco.. Io non ho poteri magici.."
 
"Non servono. Ti ho salvato la vita.. Siamo già legati io e te, ed essendo un demone ho già delle capacità soprannaturali.. Io.. Conosco un modo per tornare dalla morte, se dovessi morire.. Ma lo posso fare solo con l'aiuto della persona che ho salvato.."
 
"No.. Non posso.. Io.. "
"Io ti ho salvato la vita, e se tu vorrai, puoi ridarmela.. È un patto equo. "
"Quindi se tu muori, io posso.. Resuscitarti? "
Alisea scosse la testa in segno di dissenso.
 
"No, Sam.. Non puoi riportare in vita nessuno dalla morte.. Sei solo un umano."
"Lo sapevo!! Tu mi stai solo prendendo in giro!!"
 
"Ma puoi.. Vincolarmi alla terra. Permettere che un giorno il mio spirito possa reincarnarsi ancora. Darmi una seconda possibilità. "
" Di fare ancora del male! "disse lui atterrito.
"Di fare del bene! "disse lei.
 
"Avresti potuto farlo in QUESTA VITA se avessi voluto! "gridò Sam, indicando con l'indice, in basso.
"Queste sono le solite metafore che voi umani usate ma che non valgono niente. Dimmi, Sam.. Se tu avessi davanti un budino alla vaniglia, puoi ordinargli di essere un budino alla fragola? No, perché è la sua natura.. Non può cambiare. Può solo rinascere."
 
"Stai solo cercando di manipolarmi."disse Sam, tenendosi la testa tra le mani.
“E a che scopo, Sam? La mia vita è segnata ormai..a che mi serve ingannarti? Che male posso ancora fare ormai?”
 
“Quante persone hai ucciso, Alisea?”
“Questa è una brutta domanda, Sam.”
“Quante? DIMMELO!”
 
Ma Alisea rispose in un modo che i due Sam del passato non avrebbero mai potuto prevedere. Dopo tanta remissività, quella ragazza..quel demone, parve ritrovare un certo orgoglio.
 
“Io sono una creatura della notte, umano, come osi darmi degli ordini? Dovresti baciare questa terra e l’aria che respiri per il semplice fatto che IO ti PERMETTO di parlare con me! Per il solo fatto che io non ti uccida all’istante!”
 
Funzionò. Alisea aveva detto quelle parole con una calma serafica, ma Sam rimase impietrito davanti a quel repentino cambio di comportamento.
 
“Io rispondo solo alle leggi della natura e della terra! A loro e solo a LORO, devo dare conto, perché è grazie a LORO, se io cammino ancora su questa Terra! Io servo LORO e di sicuro non servo TE!”
 
Calò un silenzio tombale. Sam non parlò per lunghi minuti, sufficiente ai due Sam per pensare che non avrebbe mai più proferito Verbo e che la ragazza sarebbe andata via senza concludere più nessun accordo, ma all’improvviso fu il ragazzo a cedere per primo.
 
Ma il suo primo gesto non fu una parola, ma un sorriso.
Il demone ricambiò il sorriso.
 
Eccolo lì. Stava tutto lì. Non in qualcosa di epico o di grande, il segreto per ricominciare o risolvere i conflitti, ma in un sorriso.
 
“1 a 0 per te, demone. Io ho..esagerato. Ti chiedo scusa.”
“Ohh, non chiedere scusa per una qualità innata che la tua razza possiede in natura. Se c’è una cosa per cui siete famosi e che non potete controllare né modificare, è proprio l’esagerare! Sarebbe come dire a un deserto di diventare PIETRA!”
 
Sam sorrise e al Sam del presente sembrò quasi che il suo omonimo provasse quasi compassione. E per la prima volta durante quel confronto, Sam si chiese se la demone non si stesse per caso sbagliando. Vedendo Sam sorridere alla demone, non gli venne difficile neanche credere che davvero la sabbia in particolari condizioni, potesse davvero trasformarsi in terra.
Sapeva che anche l’altro Sam, dovesse pensarlo.
 
“Mi aiuterai, allora?”
“Sei sicura che non preferisci che ti aiuti invece a restare viva? Non fraintendermi, non è che ho cambiato idea, ma..” si schernì Sam. “è solo che..non mi sembra un grandissimo aiuto, per te, in pratica quello che mi chiedi è di non fare NULLA, in cambio di un favore tardivo, che chissà quando e SE si realizzerà mai..mi sembra quasi di..non so..”
 
“Imbrogliarmi?”
Sam si strinse tra le spalle.
La demone rise e Sam si corrucciò.
 
“Mi fa piacere che trovi la mia correttezza, ridicola.”
“Scusami, Sam..non intendevo offenderti. Non ti trovo ridicolo, anzi, ti trovo particolarmente tenero."
 
Sam ripensò a quando l’altro Sam aveva estratto la pistola e l’aveva minacciata di ucciderla e non gli sembrò molto tenero e dalla perplessità con cui Sam la stava guardando, sapeva che pensava la stessa cosa.
 
“Ti assicuro che so di cosa sto parlando. È tenero per te preoccuparti per me, ma..”
“Non mi sto preoccupando!” cominciò Sam, ma lei continuò.
 
“Ma..è davvero l’opzione migliore per me. Io non voglio delle alternative, lo capisci? Non voglio più vivere così, in questo mondo.”
 
La meraviglia di Sam dovette riflettersi nei suoi occhi.
 
“Ti stupisce? Dopo quello che è successo con te..ho vissuto quello che voi umani chiamate, diciamo..CRISI..un mostro che salva la vita a un umano che invece dovrebbe uccidere? Prova a immaginare a un LEONE che salva un umano..ci riesci? Ecco, adesso prova a immaginare a questo leone che riprende la sua vita normalmente come se niente fosse..ci riesci?”
 
“Sì. Perché è un animale. A loro importa solo cacciare per mangiare..e sopravvivere! È questo quello che fanno.” Disse Sam, meditabondo e i due Sam che stavano assistendo, si ritrovarono non per la prima volta da quel lungo confronto, ad ammirarlo ancora una volta per la sua sincerità genuina.
 
“Bravo, Sam..vedo che sei intelligente, mi congratulo con te. Gli animali sono così..sono programmati per fare questo. Non importa cosa succede a loro, troveranno SEMPRE la forza di ricominciare. Sono diversi dagli umani..e se per gli umani non è così, come pensi che debba essere per una creatura modificata che prima era un umano e poi si è evoluta in PEGGIO?”
 
Sam la studiò attentamente e poi parlò con l’aria di aver avuto una grande rivelazione.
 
“Tu odii quello che sei.”
“Che bravo. Ci sei arrivato alla fine.”
“Mi dispiace.”
“Le tue scuse non mi faranno all’improvviso amare me stessa. Se non ci sono riuscita da umana..”
Sam non parlò.
“Ma sono comunque BELLE.” Sorrise Alisea. “Allora, direi che abbiamo sproloquiato a sufficienza, come dicono i grandi oratori del vostro mondo. Che ne dici se cominciamo finalmente a parlare di quello per cui sono venuta??”
 
Sam annuì e a quel punto Alisea si fece seria e si avvicinò a lui.
 
“Devi lasciare che io beva il tuo sangue.”
“COOOSA???”
“Solo poco. Dal tuo collo e poi tu berrai il mio. Si tratta di un incantesimo vecchio come il cucco. Il sangue è fonte di vita e quando qualcuno salva la vita di qualcun altro, questa è una cosa che ci resta DENTRO, nella pelle..tu non lo sai, ma quando io ti ho salvato, ti ho lasciato un marchio..se quindi io adesso bevo il tuo sangue, anche se si trattasse di poche gocce, il tuo sangue mi legherà a TE.. ciò significa che io non posso morire definitivamente..non mi impedirà di morire in questa vita, ma mi permetterà di tornare un giorno..”
 
Un giorno.. pensò solennemente il Sam del presente.
 
“Accetto.” Sospirò Sam. “Ma non lo facciamo qui..o penseranno tutti che sia una scena del crimine e uno dei due, o entrambi, finiremo in prigione per tentato omicidio.”
 
Alisea rise.
 
“Voi umani..sempre a preoccuparvi di quello che pensa la vostra specie. Va bene, facciamo come vuoi tu. Scegli tu un luogo più appartato.“
 
“Andiamo a casa mia.” Rispose Sam.  
 
 
 
 
 
 
 
 
******

Il rito

Sam aveva appena chiuso la porta dietro di sé, quando si trovò spinto contro il muro da una forza micidiale.
“Ma che..”

“Ti fidi di me, Sam??”

Sam rimase sconvolto, vedendo la ragazza sensuale di poco prima, trasformarsi in un orrendo mostro con delle zanne lunghissime.

“NO!” disse lui precipitosamente.
“BENE!” disse lei e si avvicinò al suo collo per morderlo.

“NO! No..no..” Sam rovesciò il capo all’indietro, sentendo le forze venire meno. Forse sarebbe svenuto. Forse se la demone avesse avuto pietà di lui, sarebbe morto.
E quando pregò per l’oblio totale, fu in quel momento che qualcosa cambiò. La furia della demone parve acquietarsi, il suo morso farsi più delicato, limitarsi a un lento succhiare sul suo collo.

Quasi sensuale..
Svenne.
Poi dopo qualche minuto, qualcuno lo schiaffeggiò.
SCIAFF.

Sam si sentì così stordito da non riuscire a reagire, ma poi quando vide che gli schiaffi si ripeterono, una seconda volta e una terza…decise di reagire.
“Basta! Basta, smettila adesso!!”

Alisea lo osservava furiosa e con qualche rivolo di sangue sul mento. Sam la trovò carina anche così, poi pregò che quelli come lei, non potessero leggere nella mente, POI sentì un tremendo mal di testa e si ricordò che doveva essere arrabbiato, o perlomeno sembrarlo.

“Sei..una bastarda.” Mormorò. Voleva sembrare arrabbiato, ma sembrò solo confuso. E deluso, forse.
Lei però sembrò più meravigliata di lui.
“Io? IO???”

“Eravamo d’accordo che sarebbe stata una cosa consensuale, lenta, pacifica..mi hai atterrato al muro come un ANIMALE.”

Se sperò di farla sentire in colpa, sbagliò mossa. Lei sembrò ancora più arrabbiata.

“Oh, il principino, è deluso!! Il principino è dispiaciuto che non sia stata gentile!! Pensa a quanto sono delusa IO! Credevo che ci tenessi a fare questa cosa, credevo che l’avresti presa sul serio!!”
“Senti, non riesco a seguirti..”

“C’era solo UNA COSA che dovevi fare, UNA. Essere sincero! Non sei riuscito a farlo, Sam!”
“Senti, mi sento uno straccio..e se non mi dici subito che cappero ti prende, io..io..”

Lei lo fissò con le braccia incrociate come a sfidarlo.
“Io…ti vomito addosso. Perciò perché non mi dici di cosa stai parlando? Mi sei saltata addosso come una furia..non ho reagito, ho fatto quello che hai voluto..”

“Hai mentito!
“Ma QUANDO?? Ma se non ho neanche avuto modo di parlare, che mi sei piombata come una furia addosso.”

Lei sbuffò come se fosse lei ad aver una grande pazienza e non il contrario.
“Io ti ho chiesto se ti fidassi di me e tu mi hai detto di no!”
Sam realizzò.
“Ahhh..okay..beh, facevo bene a non farlo, allora!”

“Non capisci!! È stata una bugia!! Io ti ho chiesto se ti fidavi di me e tu hai detto di no!! Ma non era vero!!”
“Prego??” chiese Sam sempre più confuso.

Non è vero che non ti fidavi di me! Io l’ho SENTITO! L’ho sentito mentre prendevo il tuo sangue! Eri SICURO che non ti avrei ucciso!”

Sam rimase lì a guardarla come inebetito, poi scoppiò a ridere. Lei lo guardò accigliata.
“Lo trovi divertente?”

“Cioè..sei arrabbiata perché mi sono fidato della tua buona fede..scusa, ma non posso fare a meno di ridere..ahhahah..”

“Non capisci!! Sei proprio un IDIOTA!! IO avrei dovuto prendere il tuo sangue CON LA FORZA, perché sono una creatura OSCURA, TU non avresti dovuto CEDERMELO..al contrario, IO avrei dovuto donarlo a te..invece tu..hai rovinato tutto, perché dicevi che non ti fidavi di me, e invece ti fidavi! In questo modo è come se tu mi avessi ceduto il tuo sangue! Il rito in questo modo è sbagliato!! Ora per colpa tua non tornerò più in vita!” disse Alisea mettendosi le mani nei capelli. “Ma la vuoi smettere di ridere??”

“Perdonami, ma non mi era mai capitato prima di qualcuno che si OFFENDESSE perché mi fidavo di lui..è una cosa atipica e unica. Grazie per questo momento.”
“Sì, okay..ridi, ridi pure di me..tanto non sei tu quello che NON tornerà in vita.” Disse lei sbuffando e sedendosi sul puff in cucina.
Sam sorrise.

“Sembri quasi umana, adesso..con quelle fossette e l’aria corrucciata..una ragazzina umana che fa i capricci.”
“E scommetto che la cosa ti diverte TANTO.”
“Mi solleva..” disse lui e Alisea lo guardò stranita.

“Secondo me ti preoccupi troppo. Voglio dire..ti avevo già dato il mio permesso, ricordi? Il permesso di prendere il mio sangue! Me lo hai chiesto. Che importanza ha il DOPO o il MENTRE? IO ti ho concesso di prendermelo e questo ha fatto la differenza molto più e molto prima di quello che sia successo durante l’atto..”

“Sam, sei troppo fiducioso..e la tua incrollabile fiducia potrebbe aver compromesso seriamente questo rituale.”
“E a te chi lo dice che l’ho compromesso? Ci sono dei precedenti?”
Alisea si mise a pensare e ancora una volta a Sam fece tenerezza. A tutti e tre i Sam, a dire la verità.

“Non lo so. Nessuno è mai tornato indietro per raccontarlo!” disse ed era così buffa che Sam scoppiò a ridere nuovamente.
“Uffaaa!! Sai fare qualcos’altro oltre a ridere come un idiota?”
“Sì.” Disse Sam, posando le labbra sulle sue.

I due Sam spalancarono la bocca, basiti e Alisea sussultò. Non si era resa conto che lui si era avvicinato così tanto e che si era chinato su di lei, ma la sorpresa durò poco. In men che non si dica, allacciò le mani al collo di Sam per fargli capire che apprezzava e lui non si tirò indietro, anzi, approfondì il bacio.
I due Sam ringraziarono il fatto che i loro Dean non potevano vedere quella scena o erano certi che non sarebbe stata una reazione molto pacata la sua.

Nel frattempo, i due sembravano averci preso gusto. Sam sembrava un’altra persona rispetto al Sam che solo poco prima, aveva rifiutato il bacio provocatorio della demone. Adesso se l’era caricata in braccio come se non avesse peso e stringeva il suo sedere con presa possessiva e bramosa di desiderio.
Fu un miracolo se non caddero addosso a qualcosa nel tragitto che fecero fino alla camera da letto.

Sam in particolare diede prova di essere un contorsionista niente male, riuscendo ad atterrare sul suo letto con Alisea in braccio, senza rompere niente e senza sbattere addosso a qualcosa.
 
Nel frattempo, Sam era riuscito nella straordinaria impresa di slacciare la camicetta verde della demone, senza staccare le labbra dalle sue, e senza neanche guardare cosa stava facendo. Non era da tutti. Una volta slacciata la camicetta, si trovò davanti il reggiseno nero della demone, che lasciava intravedere almeno una terza abbondante. Sam lo fissò con una certa lussuria negli occhi, poi affondò nel suo seno, senza neanche slacciargli il cordino.

Alisea gettò la testa all’indietro in segno di godimento ed emise dei gemiti di piacere che imbarazzarono molto i due Sam.

Il seno della demone era sodo e roseo e Sam prese in bocca i suoi capezzoli, stuzzicandoli con le labbra, fino a farla gridare dal piacere, poi li prendeva tutti in bocca, uno a uno, succhiandoli come se fossero un nettare delizioso. Non c’era che dire. Sam sapeva come far godere una donna. Ma, fu solo quando arrivò a baciarle la pancia, che la demone sembrò impazzire dal piacere. Prese la testa di Sam con le mani e gli strinse forte i capelli.

“Ahhh..Sam..SAM!” gemette la demone quando Sam passò a leccargli l'ombelico,. Dopo poco decise di strapparle quella minigonna viola fosforescente che indossava, rivelando delle mutandine di pizzo rosse. Sam sorrise è le tirò fuori anche quelle. Con la bocca! Guadagnandosi così un bacio di elogio della demone per la sua bravura.

Sam era ancora mezzo vestito e la demone provvedette subito a strappargli i pantaloni di dosso, facendolo ridacchiare sotto di lei.
Alisea però non sembrava avere nessuna intenzione di accettare passivamente il ruolo della sottomessa.

Gli spostò la testa sul cuscino e cominciò a leccarlo sul collo, in particolare sulla ferita che gli aveva lasciato, sentendo Sam muggire di apprezzamento, mentre le palpava i glutei sodi.
Alisea passò a lasciargli una scia di baci lungo il collo. Uno più sensuale dell’altro, alternando poi morsi e baci e leccate, quando si trovò a passare sul suo torace.
I versi che faceva Sam al suo indirizzo, compiacquero Alisea, facendogli capire che faceva la cosa giusta e si esaltò.

Arrivando all’ultimo indumento, gli strappò via le mutande e cominciò a leccargli la sua erezione – incredibilmente grossa – tutta. Non risparmiò neanche un lembo di pelle, ma lo faceva con la punta della lingua, con lo scopo di farlo impazzire.
Sam voleva pregare di non farlo impazzire, ma non voleva suonare blasfemo.

Alisea passò ai suoi testicoli, succhiandoli uno ad uno, come se addentasse una pesca succosa e Sam pensò di stare davvero lì lì per svenire.
 
Il Sam del presente si sentiva in colpa come non mai, come se fosse un TRADIMENTO. Sapeva che non era colpa sua..Dean non esisteva ancora nella sua vita..eppure si sentiva in colpa comunque. Soprattutto perché a dispetto di tutto, trovava quella scena estremamente erotica, almeno visivamente, doveva ammettere che la demone era una bella ragazza, anche se non provava pulsione sessuale per lei. Non più. Pensò ad Alisea e si sentì assurdamente felice per lei e orgoglioso del fatto che in passato fosse così bella. Pensò mentalmente se rivelarle o no, quando tutto questo immane casino fosse finito, che in un'epoca lontana, in chissà quale universo, era stata una bomba sexy!! Ma avrebbe dovuto rivelare anche che era una sanguinaria creatura della notte e sarebbe stato senz'altro imbarazzante rivelarle in che occasione avesse avuto modo di mirare da vicino le sue grazie! Decise che non era il caso di tirare fuori simili questioni.. Questo gli ricordò che in effetti non era la prima e unica volta tra lui e la ragazza. E si rese conto che probabilmente reminescenze di quello che era successo in quel passato lontano, lo avevano colpito nel presente.

Infatti ERA SUCCESSO qualcosa tra lui e Alisea anche nel loro presente, anche se lui era praticamente stregato da un incantesimo..alla fine non erano stati a letto insieme, ma stava per succedere! Ora capiva perché. Ora tutti i tasselli stavano andando al loro posto.
Tornò a guardarli, proprio mentre Alisea aveva preso in bocca tutto il membro di Sam e lo gustava golosa e Sam sembrava sull’orlo di uno svenimento.

Per sua sfortuna e grandissimo imbarazzo, i due sembravano avere PARECCHIA energia e tensione da buttare fuori e non sembravano avere intenzione di finire quello spettacolo a breve e Sam pensò di valutare l’idea di chiudere gli occhi fino a quando non avessero finito, quando Sam cominciò a penetrarla con foga, come se ne andasse della sua stessa vita.

Poi fortunatamente la piantarono e crollarono una tra le braccia dell’altro e la scena cambiò.  
 
 
 
 
 

I genitori di Sam

Sam e Alisea erano ancora a letto ma per fortuna non stavano più facendo sesso, anche se la scena era ancora troppo intima per i gusti di Sam.
I due Sam speravano che quello che avessero visto era sufficiente.
Non fu così.

Mancava ancora la scena di Sam che beveva il sangue da Alisea.

Fu una scena disperata e struggente insieme quella in cui Sam abbracciava disperatamente la demone per la schiena.
Aveva smesso di succhiarle il collo e ora piangeva.

Piangeva sommessamente e la demone le sussurrava parole dolci e talmente in contrasto con le grida di piacere di solo un attimo fu che i due Sam avrebbero detto che era un'altra persona.
"Non lo dimenticherò mai.. Non lo scorderò mai.."

"Sì, invece, Sam.. Lo farai..."
Ma i due Sam non capivano a cosa si riferisse.
Ci fu un cambio di scena e fu mattina.


Alisea era già tutta vestita e si stava mettendo il rossetto davanti allo specchio sul comò, tenendo bene sollevata la gonna per farsi vedere da Sam, civettuola.

"Vedi qualcosa che ti piace?" gli chiese lei ammiccante.

"Molto." rispose lui."Se vuoi fare un altro round.." disse Sam.

"Sono tentata, ma devo proprio andare.. Magari un'altra volta!" disse, rivolgendogli un'occhiata malinconica che lui ricambiò. Entrambi sapevano che non si sarebbero rivisti mai più.

"Alisea..a proposito di quello che tu hai visto ieri notte..."

"Non dire niente, Sam, non ce n'è bisogno.."
"No!! Voglio farlo!! Deve essere stato così imbarazzante per te vedermi così.. Non sono solo un ragazzino piagnucoloso.. So essere anche.."
 
“Sam....non hai niente da scusarti. Sono io che devo chiederti scusa. È colpa mia.” Disse Alisea. Gli andò vicino e gli diede un dolce bacio sulla bocca, poi si allontanò.

 
“Addio, Sam.” Disse.
Sam non rispose neanche. Si avvicinò piano al cassetto del comò e tirò fuori la sua pistola. Quella che aveva usato per minacciare Alisea.
 
“NOOOOO!” gridò il Sam del presente, senza sapere che anche il Sam del passato stava facendo lo stesso.
 
Ma non udirono il rumore di uno sparo, ma  i due Sam si videro come catapultati all'indietro. Una nuvola viola e blu li avvolse e si trovarono di nuovo in cucina ma in un momento diverso.

La madre di Sam aveva appena rotto un bicchiere contro il muro e piangeva a dirotto.
" Mamma.. Ma che.."
"Tu sei figlio del demonio!!"

"Mamma, no, ti prego, sono sempre io, sono tuo figlio!!"
"Tu hai smesso di essere mio figlio da quando quel demonio ti ha toccato!!" urlò lei.
"Lei mi ha guarito!! Ha guarito tutti noi!!"

"Il demonio non guarisce!! Se lo fa è solo perché vuole la tua anima!! Ha preso la tua anima e ha maledetto anche noi! "
Sam la guardò come se non la riconoscesse.

"Mamma, ma che dici. Sono sempre Sam."
"No...tu adesso sei del diavolo!!"
"Basta così, Mary.."

"Voglio che il ragazzo se ne vada, John.. Forse se lui se ne va, siamo ancora in tempo.. Per far tornare la luce in questa casa.. Lui è perduto ma noi.. Possiamo ancora salvarci."

"Se la pensi in questo modo allora dovresti essere tu ad andartene, Mary."
"Che cosa?? John, sono tua moglie!!"

"E lui è mio figlio e tu lo stai rinnegando. Quindi io rinnego te."
"John, ti prego, cerca di ragionare.. Quello non è più nostro figlio!!"

"Sei tu che non sei più mia moglie. E neanche una madre. Vattene. Adesso!!"
Dopo che la donna fu andata via piangendo con un misero bagaglio, Sam con le lacrime agli occhi aveva sussurrato : "Papà...grazie."

"Non toccarmi!"
"Papà ma.."

"Non mi piacciono i modi di tua madre ma ha ragione. Sei stato curato da un mostro e questo ha di sicuro corrotto la tua anima. Non volevo un figlio morto ma neanche un figlio dannato."
"No.. Non puoi dirlo sul serio.. Siete stati curati ANCHE VOI!"

"Noi non avevamo una malattia gravissima che ci stava uccidendo! Aspetta, non è che ci hanno attaccato perché...stavano cercando TE?"
"Ma.. Che stai dicendo??"

"Ma è chiaro...volevano corrompere la tua anima, sono entrati qui apposta.."
"Papà, ti supplico, ragiona.."

"Verrai subito visitato da padre Singer che ti praticherà subito un esorcismo, dirai 40 Ave e Maria al giorno e 50 padre nostro per un mese.."
"Stai scherzando, spero!"

"Zitto, sciagurato!! Farai un bagno nella tinozza gigante, in giardino, con il sale, assistito dal prete che pregherà ogni notte per la tua anima.. E non uscirai di casa per un anno..la tua anima deve essere purificata."

"Solo questo?? Perché non mi battezzi con il ferro e il fuoco se tutto questo non è abbastanza?"
"Non darmi altre idee.."
"Sai una cosa?? Sarebbe stato meglio morire quel giorno piuttosto che sentire questo!!"

Il padre restò scioccato per qualche secondo, poi si riprese.
"Dove stai andando?? Sam, non osare uscire di casa. SAAAAM!"
 
 
 
Sam si stava puntando la pistola alla testa, piangendo a occhi chiusi e i due Sam si aspettavano la catastrofe, quando una mano si posò sul polso di Sam.
 
“Molto male, Sam.”
 
SCIAFF
 
Lo schiaffo fu più rumoroso di una pallottola.





Ma negli altri mondi, sì


Sam era scioccato oltre ogni limite. Era convinto che non avrebbe mai più rivisto quella strana ragazza, mascherata da mostro, o forse quel mostro, mascherata da bella ragazza. Era così difficile capire. Era solo un ragazzo semplice che si era ritrovato in qualcosa di più grande di lui. Prima credeva di conoscere il bene e il male, ma da quando i mostri erano entrati nella sua vita, non riusciva più a capire i confini, a riconoscerli, né a respingerli.
 
“Credevo ti fosse passata..credevo che quando mi avessi detto che era tutto a posto, ieri notte, dopo quella visione che abbiamo condiviso..fosse..vero..
 
Alisea abbassò gli occhi e i suoi occhi si nascosero. Al Sam del presente ricordò i personaggi dei cartoni animati, quando durante un evento tragico, i loro occhi pareva scomparissero. Ad entrambi parve di capire adesso, come mai il loro “antenato” l’aveva amata. Alisea era un mostro, è vero..e probabilmente aveva fatto anche cose terribili, ma il suo stupore era genuino nel modo in cui ammetteva candidamente che aveva creduto davvero alle parole del “suo” Sam. Non c’era vergogna o imbarazzo nel modo in cui mostrava apertamente che si era sentita ferita, ingannata da quella bugia.
 
All’improvviso fu chiaro di cosa parlassero. I due Sam credettero che Sam si riferiva al fare l’amore con Alisea, ma..invece, si riferiva ai suoi genitori. Era pazzesco, come qualcosa potesse sembrarne un’altra o un’altra ancora e un’altra ancora, a seconda di come la guardi, a seconda di quanti puzzle hai e quanti te ne mancano per sapere…l’intera storia! Al Sam del presente ricordò i lego..fino a quando non finivi il disegno, poteva essere qualsiasi cosa avresti voluto..potevi decidere di farla diventare qualsiasi cosa avresti voluto. Il Sam del mondo degli Dei, non conosceva i lego, ma nel suo mondo, i bambini si divertivano, intrecciando i fili di rami e di erba e di sassi e tante altre cose, per formare delle forme. Entrambi pensavano alla meraviglia del lavoro incompiuto. Fino a quando non decidi che direzione prendere, quale linea incurvare e dove, poteva essere qualsiasi cosa..entrambi i due Sam, credevano che questo valesse anche per le persone.
 
 
"Non pensavo che il rituale potesse scatenare in te ricordi così devastanti.. Altrimenti ti avrei avvisato di chiudere la mente.."
 
"Allora siamo pari.. Io non mi aspettavo da te, quelle dolcezza.. Né che rimanessi sconvolta come e forse più di me." disse Sam.
 
Alisea lo guardò, apparentemente non prendendo affatto bene di mostrare una sorta di debolezza davanti a un umano. Per qualche attimo, un baluginio rosso attraversò i suoi occhi e la sfida che i due Sam lessero nel suo sguardo, fece pensare a loro che lo avrebbe sfidato ad andare avanti, ma i secondi passarono e i suoi occhi tornarono normali.
 
"Non sono abituata a.. Cioè siamo abituati al MALE e anche alla sofferenza, ma non così..non avevo mai condiviso il dolore di nessuno prima d'ora.. Dai suoi occhi."
 
"Ti stai...giustificando con me, per aver tirato fuori una stilla di umanità??" chiese Sam. "Tranquilla, non lo dirò a nessuno.. la tua reputazione non ne risentirà!" disse Sam ironico e in disappunto.
 
"È per questo che mi odiavi tanto? Mi davi la colpa? " chiese lei, ansiosa di cambiare discorso.
"Sì.. Non ho mai più rivisto i miei genitori da allora. Perché per colpa tua e della tua gente loro pensano che sono un mostro."
"Mi dispiace.."
"Mi dispiace non è sufficiente.. Voglio che tu mi dici perché.. Ti prego. Perché, siete arrivati proprio nella nostra casa.. Perché noi e non qualcun altro.. Perché?"

"Non vuoi saperlo davvero, Sam..credimi."

"Cosa? sì, sì, che voglio saperlo invece!"
"No.."
"Ti sbagli, voglio saperlo. DIMMELO!"
"Se stavi per ucciderti per così poco.cosa farai se io.."
Stavolta fu Sam a schiaffeggiarla.
Alisea voltò la faccia dall'altra parte e sorrise.
"È il meglio che sai fare?"
Un altro schiaffo e un altro ancora e un altro ancora.
"All'inferno sono più creativi.." disse lei.
"HO INTENZIONE DI STARE QUI TUTTA LA NOTTE SE TU.."

"Ci hanno chiamati loro, Sam!"

"Cos..cosa...cos.."
"Hanno fatto un rituale esoterico e hanno lasciato un..lasciapassare per farci entrare. VOLEVANO MORIRE."

"Stasi mentendo..perchè menti..io non capisco..." Sam tremava tutto.

Alisea lo prese per le spalle e lo guardò negli occhi.

"Sono certa che lo hanno fatto in un momento di debolezza, forse hanno pensato che non aveva funzionato, o ci hanno ripensato...ma quando noi siamo arrivati, erano davvero sorpresi..se questo ti è di conforto, credo ci avessero ripensato, alla fine.."

"Come può questo..essermi di conforto..io..perchè diavolo lo avrebbero fatto?"

"I tuoi genitori erano disperati..che in questo mondo equivale sempre a essere.. Malvagi."
"Cosa?"
"Siamo stati attirati dall'oscurità che alberga dentro di loro. È qualcosa che puoi sentire.. Prima o poi ci prende TUTTI. È come un odore.. Emana dalle auree delle persone come una fogna..puzza..cosi come tu invece emanavi LUCE.. eri ancora PURO..incredibilmente,puro, come un faro abbagliante."Alisea alzò lo sguardo verso di lui." Quelli come noi uccidono, ma sono attratti di più dall'oscurità delle auree che emanate. Ce ne nutriamo. "
 
Il Sam del presente non potè fare a meno di pensare ai dissennatori del mondo di Harry Potter.
 
"Tua madre voleva che tu morissi per mano nostra..ma..io..non sapevo della tua malattia..e quando l'ho vista..tu eri così..SPLENDENTE..PURO..quando poi ho visto il male dentro di te.. io..non ce l'ho fatta..non..non me la sono sentita..qualcosa mi è successo quel giorno..io DOVEVO..guarirti, capisci?"

I due Sam che assistevano, dubitavano fortemente che in quel momento Sam capisse.

"No.. No.. No.. No.. No.. I miei genitori non sono cattivi.. Sono io il mostro.. Quello dannato.. Io.. Io.. Io.." disse Sam singhiozzando sul letto.
Alisea andò da lui e gli accarezzò la testa.
"Sai, Sam.. La luce è come una fiammella che governa una lanterna, quando si spegne..è spenta per sempre… " disse la ragazza, con l’aria di chi avrebbe voluto che non fosse così.
 
"Puoi farmi dimenticare tutto??"
"Non hai bisogno di me per farlo..con il tempo.."
"No, no, no!! Risparmiatelo, non raccontarmi storielle sul fatto che il tempo fa dimenticare il dolore..voglio solo che tu lo faccia.."
"Perdere la speranza è come perdere l'amore!"
"NON HO NESSUN AMORE. AVEVO SOLO QUELLO DEI MIEI GENITORI ED È MORTO, MORTO. CENERE."
Alisea lo fissò, ma Sam non si fermò e aggiunse:
 
"Cenere come quella che tu sei così impaziente di diventare." disse con cattiveria.
"Sai, Sam, forse mi sbagliavo su di te.." disse lei.
Lui non fece in tempo a ribattere che lei lo bloccò a letto, prendendolo per il collo.
"AMF.. Agggghhh!" Sam si contorse immediatamente ma Alisea era troppo forte per lui.
 
"LA purezza dei BAMBINI, Sam.. È quello che più si avvicina al candore degli angeli.. Poi CRESCI e l'oscurità piano piano si avvinghia dentro di te, come un morbo. Credi di essere stato sfortunato?? La tua malattia era niente in confronto a quello che ci aspetta tutti. "
"Coff.. Coff.. Asp. Argh.. "
 
“Mary e John Arkham! Infermiera e Guaritore! Una combo di acciaio! Dovrebbero curare le persone! Te l’ha mai detto tuo padre, di quante persone malvagie avrebbe voluto lasciar morire? Una iniezione e BAM..vieni da noi. Te l’ha mai detto che si sente in colpa per ogni vita che non è riuscito a salvare??
E tua madre.. te l’ha mai detto che ha desiderato più volte di mettere fine alle agonie dei pazienti, dando loro il colpo di grazia? Te l'ha mai detto che aveva CAPITO che eri malato e odiava ogni singolo paziente che riusciva a guarire, pensando con rabbia: perchè loro devono vivere e mio figlio NO?? Te l’hanno MAI DETTO che meditavano di ucciderti nel sonno PER NON FARTI SOFFRIRE?????”
 
“Loro non lo avrebbero mai fatto!!”
"Tua madre e tuo padre.. Erano già ammalati.. Ammalati di oscurità.. Si apprestavano a diventare come noi!!"
"No, no, tu menti!!"
"Sai cosa ci hanno detto quando siamo venuti da voi?? Credi che hanno pregato per la vostra salvezza?? No.. Hanno pregato che noi li prendessimo.. Perché loro sapevano a cosa stavano andando incontro e non sopportavano di dover passare all'inferno per diventarlo!!"
"Nooo!!"
"Non hanno avuto un pensiero per te.. Il loro unico figlio."
"NOOOOOO!!"
 
Alisea lo lasciò e Sam ne approfittò per prendere la pistola che era sul comodino.
"Lasciami, voglio morire!"
"No!! Se muori con il sangue nelle mie vene sarai dannato per sempre, sciocco!!"
"La mia vita è già finita, non capisci?? Non ha più alcun significato!!"
Alisea gliela tolse di nuovo di mano e lo spinse rudemente per il letto, prendendolo di nuovo per il collo ma stavolta mettendosi a cavalcioni.
"Adesso mi hai stufato, ragazzino."
"Levati di dosso!!"
"Credi di essere l'unico ad aver sofferto?? Tutti noi soffriamo, perché viviamo!! Io sto per morire e non ho tempo per fare da balia a un ragazzino ferito che vuole uccidersi per delle parole. Pensi che le parole ti feriscano, principino?? Non esiste niente di peggio che quando le persone ti dimenticano.. Quando ti dimenticano, è peggio della morte!!"
Sam lottava ancora per calciarla via, ma lei non demordeva.
 
"E va bene, Sam.. Vuoi cancellare L'AMORE dei tuoi? Ma questo avrà un prezzo!!"
“Che..cosa vuoi fare?”
 
Dicendo questo gli toccò la fronte e Sam si sentì invaso da una strana luce gialla.
 
"Ricevere un dono da una creatura della notte, è molto più potente che riceverlo dai tuoi SIMILI e la legge del contrappasso, ti precipiterà addosso come uno tzunami. Una cosa uguale e contraria ti cadrà addosso come GRANDINE e non potrai fare nulla per evitarla.”
"Cos..asp..coff.."
"Io,Alisea Kristinoff, PRENDO la tua memoria e in cambio..riceverai qualcosa in cambio..qualcosa che non hai..per compensare la tua memoria andata persa..qualcosa che non sai..questa è la cosa SIMILE.”
 
Sam era troppo scioccato per fermarla o per dire qualsiasi cosa. Alisea gli toccò la testa e un filo argentato uscì fuori dalla sua tempia, come la tessitura di un filamento di seta, Alisea se la mise in testa, e Sam si tenne la testa tra le mani.
 
“Mi fa..male..che cosa mi hai fatto..” disse Sam toccandosi la fronte, e andando davanti allo specchio a guardarsi.
"AAAAAAAHHH!"
 
Sulla fronte di Sam era sbucato un terzo occhio verde.
 
Alisea spalancò la bocca, meravigliata.

"Il terzo occhio!" sembrava lei per prima sorpresa, di cosa avesse prodotto.

Sam nel frattempo cercava di tirarselo via con le mani, Alisea gliele allontanò, atterrita.

"Smettila subito, vuoi farti del male?"

"Mi colpisce che parli di MALE. Quando tu stessa hai portato IL MALE NELLA MIA VITA!"
“Sta calmo, Sam. Questo.."disse indicando l'occhio. "L’hai voluto te.”
 
"SAPEVI che sarebbe successo! Mi hai ingannato!"  
 
"No, te lo giuro..non lo sapevo. è la prima volta che faccio una cosa del genere..Sam, credimi, TE LO GIURO!" diceva atterrita mentre Sam cercava si guardava l'occhio con orrore.  
 
“TOGLI QUESTA COSA SUBITO!”
“Non si può tornare indietro, ho cercato di avvisarti..”
“TU ADESSO TOGLI QUESTA COSA SUBITO!”
 
"Aspetta.fammi dare un'occhiata." disse.

"L'occhio non è davvero qui..è solo una rappresentazione..quindi.."

"NON MI INTERESSA. TOGLILO SUBITOOO!"

“Sei come tutti gli altri..” disse Alisea. Gli diede una spinta e Sam cadde sul pavimento.
 
“Cercate tutta la vita la verità e quando ce l’avete, volete liberarvene! Credevi che la verità fosse INDOLORE, comoda e non ingombrante? Mi dispiace per te, principino, ma perfino la torta di mele fa male se ne mangi troppa!
 
“Non ho mai chiesto la verità, non ho mai chiesto questo!!” gridò il ragazzo.
 
“Hai chiesto di DIMENTICARE, povero, piccolo, stupido..e la legge dell’universo, stabilisce che per una cosa di cui tu scegli di sbarazzarti, ti verrà rispedita una cosa indietro di simile potenza. Ti sei sbarazzato della tua MEMORIA, hai scelto di non sapere e di rimando ti è tornato indietro un altro tipo di conoscenza. Non è una punizione, Sam.” Disse dolcemente la ragazza. “Il terzo occhio interiore ti permetterà finalmente di vedere oltre il velo di Maya, oltre l’ipocrisia della tua razza..ti permetterà di riconoscere il  MALE..potrai difenderti da esseri come noi..”
“Difendermi? Quando la mia gente mi vedrà così, saranno loro a darmi la caccia, considerandomi un mostro.” Disse Sam piangente.
 
Alisea andò da lui e gli accarezzò la faccia.
 
“L’occhio scomparirà tra poche ore. Non è un organo vero, ma una rappresentazione della tua nuova consapevolezza. Siccome non è davvero qui, sparirà a breve, ma d’ora in poi accenderà la tua mente. Nulla sarà più come prima.”
 
“E farà male?”
 
Alisea ci mise un po’ a rispondere.
“Quanto può farlo il Bene..” disse malinconica.
“Hai detto che succederà una cosa contraria..”
Alisea lo guardò quasi dispiaciuta.
 
“Hai rinunciato alla tua memoria, questo stabilisce che quando desidererai ricordare, non potrai..”
“Non desidererò mai ricordare questo.”
Alisea sembrò pensierosa.
“Cosa? Che c’è?”
“Non so se si tratterrà di questo.”
“Di cosa? Allora? Parlami!! Sai qualcosa che io non so??”
“Smettila, Sam..NON LO SO!”
 
Sam la mollò.
Ma lo saprò. In questa vita o nell’altra.” Disse dandogli le spalle.
Sam la guardò oltre lo shock.
“Questa non è l’ultima volta che noi ci rivedremo, Sam..” disse lei malinconica, guardandolo.
 
“In un’altra vita..” soffiò fuori Sam, stranito.
Lei annuì.
“Vedo che la tua mente è già più sveglia..non che ne avessi bisogno, però..”
“Ti prego, smettila. Non scherzare..come puoi..come puoi esserne sicura?”
Alisea sospirò.
 
“Ho preso una cosa da te, Sam. LA TUA MEMORIA. Tu il mio sangue. Abbiamo preso entrambi qualcosa di molto prezioso per l’altro. Qualcosa CHE NON CI APPARTIENE. Questo significa che non importa se io morirò, o se lo farai tu..dovunque andremo dopo la morte, ci ritroveremo nella prossima vita.”
 
Anime gemelle..” disse Sam e aveva uno sguardo estatico che stranamente rese Alisea triste.
 
“Noi non siamo anime gemelle, Sam..”
“Sei sicura?”
Alisea annuì. “Quando moriamo, veniamo a conoscenza delle molte verità del mondo..”
Lei si avvicinò a lui.
 
Non esistono anime gemelle in questo mondo."
 
Sam aveva la faccia triste e sgomenta di un bambino che è appena stato informato che Babbo Natale non esiste. Ai due Sam straziava il cuore.
 
Alisea si avvicinò al suo orecchio.
Ma negli altri mondi, sì.” Gli sussurrò all’orecchio, andando via, poi, com’era arrivata. In silenzio.  
 
 
 
 
 
Ora Sam finalmente comprendeva il legame che esisteva tra lui e la ragazza dai capelli rossi. Ora capiva meglio perché al suo risveglio dal coma, prima di incontrare suo fratello Dean, la ragazza lo aveva perseguitato con visioni di "altri mondi." Evidentemente Alisea aveva conservato chissà come, ricordi di quei mondi. Non riusciva però a ricordare di "quali mondi" esattamente. Cercò di focalizzarsi a cercare di ricordare se Alisea in ospedale avesse menzionato l'Olimpo o il suo essere demone.. Ma non riusciva proprio a venirne a capo.
"Quando desidererai ricordare, non potrai." Era vero dunque, infatti aveva perso la memoria su una parte molto importante della sua vita o meglio, delle SUE Vite precedenti. Sam pensava che fosse una cosa normale perché nessuno ricordava le sue vite precedenti a meno di una ipnosi regressiva,ma più andava avanti e scopriva cose nuove del suo passato e più capiva che forse il suo caso era più unico che raro. Jael, per esempio, gli aveva cancellato la memoria quando lo aveva rapito.

il karma che si ripete..
 
E poi avevano avuto bisogno delle particelle che componevano la sua amnesia, per tornare indietro!
Il loro viaggio stesso era un lungo viaggio onirico attraverso il tempo per riacquistare i ricordi perduti.
 
Ma perchè? Che cosa doveva ricordare? Che cosa aveva fatto di tanto orribile??
Chi era l'invisibile? Era forse lui??
All'improvviso tutto si fece luminoso e splendente. Sam pensò di essere in Paradiso e invece rimase a bocca aperta non appena riconobbe il luogo pieno di rocce e sabbia e sole cocente e splendente.
Il mondo dei bambini non ancora nati.
 
Un Sam e Dean di un altro passato, ridevano gioiosi mentre la figurina che li seguiva e che era nata da un'ampolla nella roccia, danzava per loro. Era di un colore rosso vivo come il vulcano e aveva le sembianze di una fatina. Era nuda ma non aveva organi femminili. Sembrava un esserino nato da una pianta.
Sembrava amare gli applausi. Quando loro applaudivano, si gonfiava tutta e quelli che sembravano petali, si ergevano davanti a lei come se fosse stata una splendida rosa.
Era stato uno dei rari momenti di beatitudine e spensieratezza che lui e Dean avevano condiviso, prima che scoprirono che la creaturina fosse malvagia.
Alisea.. Perché lo hai fatto? Perché?
"Perché era la mia natura, Sam."
 
Sam si volse verso di lei, statutaria, con un lungo vestito rosso. Bella come il diavolo.
"Che significa che è la tua natura?? Non ti credo! Non esiste il destino. Ce lo scegliamo noi da soli, il nostro destino!"disse Sam sentendosi tanto Clark Kent di Superman.
"Facile dirlo per un semidio..il vostro destino è glorioso fin dalla nascita.. Ma non lo pensavi anche quando dicevi che tu e la tua anima gemella, figlia di Giove, siete destinati a stare insieme.. Non lo pensavi quando osservavi queste rocce, non ancora nate, ancora figlie di un progetto.. Ma destinate comunque a nascere, in un modo o nell'altro. Dimmi, Sam, riusciresti a impedire a queste montagne, a questi fiori di esistere un giorno, lo faresti?"
 
"Si, se servisse a evitare una valanga. Una frana.. Se servisse a salvare delle vite!"
Alisea fece un sorriso triste.
"Salvatore della patria come sempre, eh, Sam?"
 
Il Sam del presente stava ascoltando tutto. Tutto questo, il dialogo con Alisea.. Non gli apparteneva. Era solo uno spettatore, nient'altro e quindi non poteva ribattere a Alisea come avrebbe voluto. La frase" Già, in fondo me l'avevi detto nella mia vita passata che avrei imparato a difendermi dalla tua razza e quindi sono diventato un cacciatore per questo.. "quella frase rimase solo nella sua mente.
 
"Uccideresti anche me se potresti? Eviteresti la mia nascita pur di preservare il trono dei tuoi Dei?"
"Se lo facessi e ripeto, SE, lo farei solo per proteggere gli umani dalla tua furia.. Hai cercato di uccidere Castiel.."

"Giochiamo a carte scoperte allora?"
"Oh, non immagini quanto. Confessa." disse Sam, facendo mozzare il respiro anche all'altro Sam.
"Cosa, Sam? Cosa dovrei confessare secondo te? Chi credi che io sia?"

"Non vale. Avevi detto che giocavamo a carte scoperte ma in realtà lo faccio solo io. CONFESSA."

"E va bene. Hai vinto. Sono lei. Speranza. Ma questo tu già lo sai."

"Hai ragione sul resto ma su una cosa ti sbagli. Non ho vinto. Ho perso."
Lei lo guardò interrogativa.

"Abbiamo tutti perso se abbiamo permesso a un'entità diabolica come te, di farla franca."

"Quante parole piene di astio nei miei confronti, Sam..che cosa ti ho fatto da non potermi perdonare? Sono scoppiata a piangere quando hai cercato di levarmi il ciuccio?"

"HAI CERCATO DI UCCIDERE UN CAVALIERE. UN NOSTRO AMICO!!"

"Tu non sei arrabbiato perché ho cercato di uccidere il tuo amico, ma perché ho cercato di uccidere TE.."
 
Sam la guardò con rabbia.
"Come osi? Pensi di essere così importante per me?? Se non mi avessi fatto questa.. Cosa.. Neanche mi ricorderei della tua esistenza!"
"Non ti saresti ricordato di me, ma siamo legati tu e io.. Lo sai.. Non si può spezzare il nostro legame. Io sono tornata grazie a te.. Da te...e ora.."
 
"IO NON VOGLIO AVERE NIENTE A CHE FARE CON TE!!"
 
Alisea lo guardò ancora, titubante.
 
"Senti, non voglio sembrare un ingrato, ti sono grato per quello che hai fatto per me.. Ma è stato tanto tempo fa.. Ora è un'altra vita! Hai cercato di uccidere me! Hai cercato di uccidere un cavaliere, un mio amico!! Queste sono le persone che contano per me adesso!! "
 
"Sì, è giusto.. Lo capisco.. Non è la prima volta che mi metti da parte per qualcun altro, in fondo.. " disse lei con un sorriso triste, guardando per terra.
"Che cosa? Cosa vuoi.. "
"Niente, è un'altra storia, che magari un giorno ti racconterò.. Non c'è tempo per questo.. Ascolta, Sam.. Non nego che i miei comportamenti sono stati un po'.. Esagerati.. Lo ammetto.. Ho sbagliato i modi.."
"Giudichi due tentati omicidi, sbagliare i modi?"
 
"Quando ho fatto quello che ho fatto con te e il tuo prezioso Dean, non eravamo ancora neanche nati!! E per quanto riguarda il secondo omicidio, vuoi davvero incolparmi per qualcosa che ho fatto quando ero nata da appena qualche giorno, Sam?"
 
Sam rimase paralizzato e senza riuscire a dire nient'altro. Messa così sembrava proprio che avesse ragione lei. Aveva senso e non riusciva a ribattere.
Ci sa maledettamente fare.. È dannatamente brava con le parole.. SAM, non ti fare abbindolare, lo pregò Sam dall'altro lato.
 
"Ma adesso sono più preparata, più lucida.. Ho capito.. Essere una mezza divinità non è facile, si può perdere la strada, per un po' prima di trovare la LUCE, anche a te è successo, Sam.. Sei una mezza divinità anche tu. So che mi capisci."
A quelle parole un complesso di cerchi cominciarono a ruotare verso il cielo. A Sam ricordarono delle note musicali. Andarono a danzare verso il volto di Alisea, sembrava che volessero formare delle parole.
E Sam ricordò dove lo avesse già visto una cosa simile.
 
Era sul volto di Jael quando cominciò a fare quei calcoli matematici assurdi!
Quei cosi stavano cercando di fargli capire qualcosa.. Danzavano sul volto di Alisea mentre continuava a cercare di incantare Sam con parole melodiose.
Sembravano voler formare qualcosa e per riuscirci, come fossero delle gomme, cancellavano man mano, gli zigomi di Alisea e poi gli occhi e poi scomparve il naso e poi la bocca.
Oh mio dio..
Andava a formare un..
UN PUNTO INTERROGATIVO.
 
"NO!! Non sei tu l'invisibile." disse Sam parlando per la prima volta.
E il volto di Alisea si infrange in milioni di pezzi nello spazio.
Sam cadde nello spazio profondo, urlando il suo nome e poi ricadde pesantemente su una superficie rocciosa, lamentandosi per il dolore.
"Sentirti gridare il nome di quell'arpia velenosa che cerca sempre di sedurti, non è esattamente tra i miei sogni di vacanza ideale." borbottò una voce famigliare.
"DEAN???"
 
"Ma a pensarci bene non lo è nemmeno trovarmi in questo fetido e puzzolente, nonché infernale posto dimenticato dagli Dei e da madre natura!"
Sam non diede peso a quegli sproloqui e gli gettò le braccia al collo.
"Ehi!! Sta attento, amore. Se moriamo qui, non so se Jael ci riporterebbe in vita come ha fatto il trickster ai tempi."
 
"OH, Dean! Finalmente! Finalmente sei di nuovo con me. Non ce la facevo più a non vederti! Sei davvero tu, vero? Non il Dean di un altro passato, vero? Non ce la farei a sopportare la delusione."
Dean sorrise.
"Sono io e ho visto tutto quello che hai visto te.."
 
"Lo speravo!! Cioè no, non volevo che tu..sono contento che non devo rispiegare tutto da capo ma mi dispiace che hai dovuto assistere a.. Mi dispiace, Dean.. Io.. ALISEA.. la situazione.."
 
Dean gli mise la mano sulla bocca e lo baciò con infinita dolcezza.
"Non mi devi giustificare niente e poi se tutto è servito a portarti da me, ben venga le puttanelle demonesse che cedono al tuo fascino.. Almeno adesso abbiamo degli elementi in più.. A proposito, grande idea quella del punto interrogativo..a me non sarebbe venuto mai in mente.. Soprattutto perché non me ne hai parlato prima."
"Hai ragione, mi dispiace, non ho avuto neanche tempo di metabolizzare.. "
"D'ora in poi devi dirmi tutto e per questo è meglio che non ci separiamo mai più.. "
"Io lo desidero tanto, Dean, ma non so se sarà ancora possibile.. Non so mai dove vado finché.. "
"Allora dovremo fare in modo che lo sia, Sam, ho bisogno di te, altrimenti come posso fare a trovare l'invisibile in questo posto sperduto da Dio? "
"Dean.. Non dirmi che hai scoperto chi è?"
Dean lo guardò con sguardo eloquente.
 
"Sam, è la persona che sembrava la più semplice di tutte, quella più innocua e forse sottovalutata da noi, e che si è resa invece quella più ambigua e contorta di tutte. Ha fatto un sacco di guai, sufficienti per creare una supernova e farla esplodere e ha osato pure dire che l'ha fatto per il bene di tutti noi."
 
Sam spalancò la bocca.
"Ruben.. "  
 
 
 
 
 
 
 
 




Note dell'autrice: ma quanto mi è piaciuto scrivere questo capitolo!!! Da qui in poi sarà una lunga sequela di colpi di scena!! Preparatevi! Comunque la frase "E di sicuro non servo te." l'avete riconosciuta vero? :pppp la dice Castiel in Supernatural :ppp ma non ricordo in che puntata xd è comunque la uarta stagione, credo! lo so che potreste sentirvi confusi, dalle tante volte che passo ai pov dei due Sam, ma è essenziale per non perdere il filo della storia...dobbiamo capire che non sta assistendo solo il Sam del presente, ma anche il Sam del mondo degli dei, e così possiamo capire quello che stanno pensando gli altri!! Trovo che sia affascinante leggere i pensieri dal punto di vista di Sam, un ragazzo che è cresciuto in un mondo di Dei, dove il soprannaturale e la magia non sono messi in discussione perchè ESISTONO!! Dal suo punto di vista, mettere in dubbio l'inferno è come dire una bestialità!! :))

Avete notato dei parallelismi con il sangue di demone di Sam di spn vero? Io oltre a notare quello, ci ho visto anche dei parallelismi con Harry Potter e il sacrificio di Lily per salvarlo..LOL da quel momento Harry aveva con sè la protezione di sua madre..e state pur certi che questa cosa mi piace così tanto..questo parallelismo..che potrei sfruttarlo per una cosa carinissima :))

*Carriolo: non esiste ovviamente, ho inventato io questa parola perchè dire "pulmino" mi sembrava una cosa troppo moderna per questo mondo lol

Ragazzi, lo so che sarete molto sorpresi. Non ve lo aspettavate questo colpo di scena eh??? xd Ebbene fino a poco tempo fa, neanche io xd So già che mi sentirò in colpa da qui fino alla fine della storia ahahah ç_ç però che dobbiamo fare..a furia di scrivere solo di Sam e Dean..prima o poi, la voglia di evadere leggermente e farli andare con qualcun altro, almeno temporaneamente, giusto per vederli in un altro ambito, ti viene. Ecchecavolo!! ahhah perdonatemi Sam e Dean ç_ç vabbè, non è davvero come se tradissi la mia ship!! Vero? Vero?? ç_ç  
 
Vi spiego: all'inizio non era preventivato che lei e Sam avessero una relazione.non era preventivato sul serio! E lo so che sembra scontato..sembra un qualsiasi telefilmetto che si vede oggigiorno dove PER FORZA i componenti di sesso maschile e femminile che si incrociano tra di loro, devo per forza andare a letto insieme!! Sembra banale, ma proprio perchè io non faccio mai queste cose..è inaspettato..lo è stato anche per me. Non era preventivato che finissero insieme ma alla fine le loro interazioni e tutto quanto, stava diventando davvero tutto TROPPO profondo e intimo, affinchè rimanesse solo un'amicizia! Alla fine, sono entrambi liberi e condividono un legame profondo..Sam non ha ancora Dean nel suo cuore.perchè non dovrebbero finire insieme? Mi sembrava assurdo e in più mi piaceva fare una specie di remake della scena tra Sam e Ruby della quarta serie :pppp certo non è che mi PIACCIA confrontare i due..credo che la MIA scena, ovvero questa, fosse più passionale ed eccitante di quella però vabbè questo è il mio pensiero lol

i colpi di scena non finiranno qui e non vi preoccupate, la mia ship del cuore rimarrà sempre SAM E DEAN <33333 ahah xd

ciao ragazzi. Come vedete le cose sono TANTISSIME..qui spiego cosa lega davvero Sam e Alisea..in pratica sono legati perchè entrambi hanno preso qualcosa di intimo dall'altra..converrete con me, che prendere i RICORDI di qualcuno sia decisamente più intimo del sangue xd comunque qui i riferimenti a spn, sono parecchi, quindi rileggo il capitolo e poi li elenco tutti nelle note, per chi non li riconosce ad occhio.  
 
Riferimenti a Harry Potter: chiudere la mente - occlumanzia- 
Mary e John volevano uccidere Sam? : Non che l'abbiano mai fatto..o anche solo provato..ma immaginato sì, e per questo forse volevano morire, uccisi dai demoni..è davvero straziante come storia, a volte ho pensato di modificare questa trama perchè mi dispiaceva troppo per Sam..ma sinceramente..come si fa a dimenticare un torto del genere? Avevo bisogno di qualcosa di ancora più forte..un dolore più grande che giustificasse almeno in parte la cattiveria che hanno dimostrato per Sam T_T principino, la torta di mele: anche se formulata in un altro modo, la frase è simile a quella usata da Bobby nella 4 x 22!! "Mi dispiace che ti senta così ferito principino, credevi che la famiglia dovesse farti sentire bene, preparare una torta di mele per te??"

Tutti noi abbiamo sofferto: 
trasformata in "Tutti noi soffriamo." frase detta da Klaus di The Originals, in non so più quale puntata xd
Potrai difenderti da esseri come noi: lo cogliete il riferimento a Sam, Dean, Mary e John cacciatori? ehheeh amo sempre di più questa storia e ancora non avete visto NIENTE *_* e voi??? Che dite, l'invisibile è Ruben???

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Capitolo 40
*** L'isola di Phoenix ***


Di solito i primi giorni di scuola non sono mai come nei telefilm.
Non succede mai niente.
Un giorno come un altro.
Ma stavolta forse sarà diverso.

Ruben pensa questo, mentre sente borbottare all’interno del pullman in cui era seduto.
A quanto pareva, stavano aspettando un ragazzo, che era in ritardo.

Forse La ragazzina bionda che Ruben conosceva bene, ebbe paura che il pullman sarebbe partito senza aspettarlo, quindi cominciò a supplicare l’autista.
“La prego, aspetti mio fratello! Arriverà tra pochissimo, glielo giuro!”

Ruben ebbe un guizzo di curiosità a sentire questo. Marika era una ragazza carina, ma misteriosa. Non si sapeva mai nulla di lei, eccetto che viveva con la madre e con il fratello. Del padre non si sapeva nulla. Lei di rado si lasciava scappare qualcosa di sé stessa. Le rare volte però che si illuminava, era quando nominava il fratello.

Ruben non vedeva l’ora a quel punto di conoscere questo famoso fratello. Non vedeva l’ora di conoscere la faccia del ragazzo che riusciva a fare breccia in una ragazza così chiusa e un po’ snob.
Ruben non la definiva una ragazza superficiale, anzi era molto dolce, ma un po’ troppo schiva e chiusa per i suoi gusti. Lui era più attratto dalle ragazze dinamici e maliziose con cui era divertente giocare.

Con Marika di rado potevi giocare. Non sorrideva quasi mai.
Per questo Ruben era curioso di vedere che faccia aveva il ragazzo che riusciva a farla sorridere così, anche se era suo fratello.
Come minimo doveva avere qualcosa di particolare sulla faccia, tipo un unicorno o una fascia da hippie degli anni ottanta.
Di certo era riuscito ad attirare l’attenzione già il primo giorno di scuola.

Quando riuscì finalmente ad arrivare, Ruben rimase sbalordito.
Il ragazzino riusciva ad essere ancora più maldestro della sorella e non era facile! Credeva che niente e nessuno avrebbe mai battuto Marika.
Aspettò con curiosità che il ragazzo lasciasse libero il passaggio, ma sembrava che le sue mani non funzionassero bene. Non sapeva come metterle. Forse portarsi in braccio la merenda non era stata una grande idea.

All’improvviso però, furono i suoi piedi a non rispondere. Inciampò e la sua merenda finì a…
Addosso a lui!
MELE.
Non era mai stato un fan delle mele. Insomma, si chiamava Ruben, non certo Guglielmo Tell.
 
 
“Fratellone, fratellone..voglio quelle pesche, guarda come sono buone!”
“Sono troppo in alto, Shun! Se vuoi della frutta possiamo andarla a comprare.”
“Ma io voglio quelle, ti prego!”
“Shun..ma..”

“Prendimi in braccio. Le prenderò io.”
“Shun, ti faresti male..”
“No, non mi posso fare male se ci sei tu a proteggermi!”
Ikki si era congelato e poi sorrise.

“Dannato ruffiano. Quando diventerai un cavaliere, ti useranno per plagiare i criminali e convincerli a passare al lato della Luce.”
Ikki lo sollevò come se non avesse peso e poi se lo mise sulle spalle.
“Fai presto.”
“Faccio prestissimo.”

“Shun? Hai fatto? Non ce la faccio più.”
“Ancora un attimooo..Resisti, fratellone. PRESA! Ohhhh.”
Ikki però aveva barcollato ed erano caduti entrambi sul prato.

“Shun!! Shun!! Shun! Stai bene??”
“Sto bene, non mi sono fatto niente, fratellone.” Disse Shun tenendo ben stretta la pesca nella mano. “Uffa, volevo prenderne una anche per te.”
“Questo è quello che ti preoccupa?”

“Ma..che c’è? Fratellone, perché stai piangendo?”
“Io..io non sto piangendo!!”
“Fratellone..”

“Mi avevi chiesto di RESISTERE e io non l’ho fatto! Sono caduto e ho rischiato di farti del male. Sono imperdonabile!”
“Io non mi sono fatto niente!”

“Per volere degli Dei!! Come farai ancora a fidarti di me? Mi avevi chiesto una sola cosa..dovevo fare UNA SOLA COSA. Avevi appena finito di dire che io ti proteggo e..”
“Ne sono ancora sicuro.”
“Cosa…? Ma io..ti ho fatto cadere e..”

“E l’hai fatto. Non mi sono fatto male, no? Sono caduto e non mi sono fatto male, perché c’eri tu con me.”
Ikki lo guardò senza fiato e poi lo strinse a sé con forza e disperazione.
“Fratello, ma cosa..”

“Sei MERAVIGLIOSO. E ti prometto che la prossima volta che mi dirai di RESISTERE, lo farò. Non ti deluderò mai. Mai più.”
“Non potresti mai farlo.” Disse Shun.
 
Nessuno aveva mai gettato una mela addosso a Ruben. Non in quel modo. Nemmeno quando lo desiderava, dopo l’invasione di quegli spot delle mele Marlene durante il boom dei primi anni 2000.

Un tipo del genere doveva PER FORZA diventare suo amico e anche se non voleva, lo avrebbe costretto lui.
 "L’importante è che non mi abbia preso in testa.  E poi non dicono*una mela al giorno toglie il medico di torno?* tieni. Puoi sederti qui se vuoi.”

Ruben sperò che il ragazzo avrebbe rifiutato senza fare troppe storie o avrebbe dovuto spingerlo..e considerato il suo già precario equilibrio..
Per fortuna accettò subito.
La vocina di Marika che lamentò un po’ di cioccolato, gli ricordò che in effetti era la sorella di Castiel.
Sorrise tra sè e sè, l’aveva scordato.
 
Era solo l’inizio.

Marika e Castiel, soprattutto il secondo, sarebbe entrato dentro al ragazzo dai capelli rossi, in un modo che lui non poteva prevedere e che non si sarebbe MAI aspettato.
Quel piccolo ritardo e l’incontro con suo fratello, era stato solo l’inizio.
Poi ci fu la fermata..
Due ragazzi come loro, che bloccavano la strada.

Castiel che lo sorprese per la seconda volta in meno di un’ora.
Si mise a scendere dal pullman, inseguito dalla sorella e dopo un attimo di tentennamento, Ruben li seguì.

Dentro di sé li amava per aver scombinato in quel modo la sua routine.
Poi la tempesta di sabbia che quasi li travolse.
Fu istintivo per lui, pararsi a difenderli.
Quei due ragazzi, fratello e sorella, non significavano niente per lui.
Eppure da quel momento si era come annunciato l’incarico di PROTEGGERLI.

Per colpa di quei tre sciagurati che avevano bloccato il traffico, Ruben dovette farsela a piedi, il primo giorno di scuola, ma stranamente non era arrabbiato, ma galvanizzato.
Stava correndo assieme ai suoi “protetti.”
Gli dispiacque quando il fratellino di Marika si separò da loro, prendendo tutta un’altra direzione.

Dopo quello che avevano condiviso, gli sembrava quasi una cosa..SBAGLIATA.
Dopo un folle momento in cui stava quasi per corrergli dietro, Marika gli bloccò il braccio.
“Non può venire con noi. È di un’altra classe!”
“Ma..non è giusto!” disse Ruben, non curandosi di come le sue parole potessero sembrare folli e illogiche.
Per fortuna Marika sorrise.

“Non te l’hanno detto che la vita non è giusta? Dai, Ruben, questa mattinata è stata già un disastro..non ti ci mettere anche tu.” Disse, spingendolo dall’altra parte.
“Uff..”
 
Dopo pochissimo, Castiel tornò.
“Ehi…” disse una voce.

“Ehi..” Ruben aveva visto il fratellino di Marika sulla soglia della loro aula. Gli occhi gli si erano illuminati a vedere Castiel con i suoi biondissimi capelli.

“Che ci fai qui, Cas?” chiese Marika, che aveva preso posto vicino a Ruben.

“La professoressa che avrebbe dovuto venire a fare lezione da noi, non si è fatta viva! Adoro già questa scuola.” disse Cas illuminandosi.

“Invece noi ce l’abbiamo la professoressa, ma il Preside l’ha convocata per chiedere se può fare supplenza ad un’altra aula. Aspetta, è la VOSTRA?” chiese Marika.

Ruben scoppiò a ridere.

“Tutto questo è meraviglioso. Due classi libere dai prof. I tuoi amici non potrebbero bloccare il traffico più spesso?”

“Non sono miei amici.”

“Ma potrebbero diventarlo. Ehi, che fai?” chiese a Castiel.

“Ops, scusa, ti serviva?” chiese Castiel, cercando di ridargli il foglietto.

“No, no, continua! Che stai facendo?”
“Un aeroplanino!”

“Che figo. Puoi insegnarlo anche a me? Sai fare anche gli origami?”





Di cavalieri e di strani animali



“È un cavaliere, quello? ” chiese Castiel, sporgendosi vicino al suo banco. Da quando Cas si era fatto spostare nella loro aula, avevano cominciato a sedersi vicini e questo non era mai cambiato.

Ruben si imbarazzò fortemente, ma non fece nulla per nascondere il foglio, però l’imbarazzo aveva lasciato spazio alla sorpresa.

“Come..come hai fatto a capirlo?”
 “So riconoscere un’armatura.Ha le ali..perchè?”
“Non..queste non sono delle ali vere.”

Cas però sembrava non aver bisogno di spiegazioni.
“Cosa simboleggiano le ali?”
“Simboleggiano..LE ALI DELLA FENICE!”
“L’uccello di fuoco.”

Ruben guardò Castiel come se lo vedesse per la prima volta.
“Sì, bravissimo. L’uccello leggendario. Sai, si dice che..sia un uccello che RINASCE dalle sue ceneri..non muore mai veramente e le sue lacrime hanno potere curativo.”

Con orrore di Ruben, alcune lacrime cominciarono a scendere dal viso di Castiel.
“Castiel..cosa..”
“No, scusami. Sono fragile. Mi commuovo. È..una cosa bellissima..il dono dell’uccello, della fenice, voglio dire.”
Ruben gli passò un fazzoletto.
“Sei molto sensibile..”

“Lo so. Disegni molti uccelli nelle tue opere..ti piacciono.” Disse Cas e Ruben si sorprese ancora una volta del repentino cambio di argomento.
Ruben rise.
“Vedo che hai osservato molto i miei disegni, ultimam..”

“Okay, so cosa comprarti per Natale. Un pappagallino!”
“Se vuoi farmi un regalo non dovresti dirmelo..e poi non mi va..gli uccelli preferisco saperli LIBERI..liberi di volare dove vogliono.” Disse Ruben con sguardo nostalgico.
“Sì, lo so..ma io adorerei avere un uccellino al mio fianco..da coccolare..da accudire, proteggere.”

“E se fosse LUI a proteggere te?” disse Ruben fissandolo con uno sguardo così intenso da farlo avvampare.
“M.ma un uccellino non potrebbe mai..”
“Un uccellino, no, ma magari uno più grosso..”
“Come una fenice?” lo sfidò lui con un sorrisetto.
Ruben  ricambiò il sorriso, malizioso. Ma in cosa esattamente si stavano sfidando?

Cas guardò ancora il disegno.
“Quindi, credi che LUI..abbia con sé il potere della FENICE?”
Ruben rimase ancora una volta sorpreso dalla sua perspicacia.

“Sì, può essere..sai, si dice che esiste uno spirito animale, in ognuno di noi..lo spirito ci nutre, ci da forza. La professoressa per esempio, potrebbe avere dentro di sé un gatto." disse guardandola.
"Lei un gatto?" chiese Cas scettico, guardando l'arcigna professoressa. Ruben scoppiò a ridere.
"Un gatto selvatico. Molto selvatico."

"E io allora? Che spirito avrei dentro?"

Ruben si ritrovò spiazzato.
"Con quella faccia? Direi un ANGELO." disse e Castiel sbiancò. Anche Ruben sembrò rendersi conto di quello che aveva detto ma a differenza sua, si sentì avvampare.

"O.. O forse un diavoletto. Sì, ripensandoci, sarai stato una sorta di demone." disse per alleggerire il tutto.

"Parlavamo di animali." Per fortuna Castiel sembrava assecondarlo e non aver intenzione di tornare sull'argomento.
"Credo che non ci siano limiti di razza sulle leggi cosmiche per gli spiriti che possono coesistere dentro gli umani.. Insomma, nei piani alti non sono mica razzisti."

L'aveva detto come battuta ma Cas sembrò essere d'accordo, stupendolo ancora una volta.

"Credi che sia solo uno spirito VIVENTE a vivere con noi?”

Ruben lo guardò ancora stupito.

" Me lo auguro..se potessero possederci anche i fantasmi.. Sarebbe.. Non oso immaginare! "disse e lo sguardo spaventato di Ruben, fece sbuffare Castiel.

" Non mi riferivo a quel tipo di spirito.. "

“Ah. Allora parli.. Di.. Ehm.. Dell'anima? Ehm..scusa, ma non credo di essere pronto a qualsiasi argomento spirituale tu voglia fare sull’anima o..”
“Non quello, sciocco,” rise Castiel e Ruben sospirò dal sollievo, ma quello che disse dopo Castiel lo fece rimanere di sasso.

“Ci sono alcune culture che credono che anche se l’Universo ci appare così lontano..e distante..possiamo sentirlo lo stesso DENTRO di noi, e attingere forza dalle STELLE, energia, per bruciare il COSMO che è dentro di noi.”
Ruben aveva perso le parole e Castiel si schermì.

“Ma magari sono tutte sciocchezze..però il tuo disegno, mi ha ricordato questo pensiero..Sono belli i disegni che fai..”
“Grazie..vengono da alcuni sogni che faccio..spesso sogno di città e costruzioni in pietra, stile medievale..anche lui viene da uno dei miei sogni..anzi, LUI è protagonista di uno dei miei sogni ricorrenti..scappa, combatte, scappa…e cerca una fanciulla..una fanciulla da salvare…non so chi sia lei, ma il combattente..credo di essere..IO..” si accorse dello sguardo di Castiel e si rabbuiò. “Non so perché ti racconto queste cose..io..non l’ho mai raccontato a nessuno..neanche ai miei genitori..”

”Le tue opere sono bellissime!! Compreso LUI. Ti somiglia!” disse Castiel, accarezzando di nuovo il profilo, poi sembrò imbarazzarsi e impallidire allo stesso momento.
“G-grazie..credo.” disse Ruben tutto confuso. “Ma non credo che..” si volse di nuovo a guardare il disegno. Era fin troppo bello per assomigliare a lui.

“Io..devo andare al mio posto. A dopo!”
Aspetta un momento..Castiel pensava che fosse..BELLO?
Una vampata di aria calda lo investì.
Chissà se era questo che provavano gli uccelli..davanti all’aria calda.
 
 
 
 
“Castiel, perché mi hai portato in spiaggia, di sera? Sai che qualcuno potrebbe pensare male?” lo rimbeccò Ruben, provocandolo, ridendo.
“Che stupido.” Disse Castiel, sorridendo. “Ti ho portato qui, perché potessi ammirare tutti gli uccelli che vuoi.” Disse aprendo le braccia, verso il cielo.

Ruben alzò lo sguardo verso il tramonto e notò le rondini in gruppo che si accalcavano e sorvolavano il tramonto, sopra il mare.
“Ma..è FANTASTICO…tu lo sapevi?”
“Sono un amante della natura e ogni essere vivente che la ama, è soggetto delle mie attenzioni e curiosità.”
“Quindi io sono diventato oggetto delle TUE?”

Castiel lo guardò con uno sguardo impertinente.
“Tu ameresti la natura?”
“Beh, amo gli uccelli che a quanto pare, amano la natura..quindi..”
“Avvicinati e guarda nell’acqua..” disse, invitandolo ad avvicinarsi all’acqua.
Ruben non fece domande, ma si avvicinò.

“Ricordi il mito di NARCISO?”
“Sì, ma questo cosa..”
Castiel increspò l’immagine di Ruben nell’acqua e lo schizzò con essa.
“Ma cos..”

La risata di Castiel bastò a far ridere anche lui.
“Ragazzino impertinente…”
“Tu amante della natura? Un narciso come te? Preferiresti che fosse la natura ad ADORARE TE!”
“Adesso vedrai la tua amata natura da molto vicino, appena ti prendo!”

Cominciarono a inseguirsi, per poi Ruben avere la meglio su Cas, giocando a sporcarlo nella sabbia.
“Va bene, basta..mi arrendo, mi arrendo!”
“Non ti credo..appena ti libererò, mi farai un attacco.”
“No, no! Lo giuro!”
“Mmm..”

Appena gli lasciò le mani, Castiel gli fece il solletico.
“No, no! Il solletico non vale!!”
 
Dopo alcuni minuti di lotta stremata, erano sdraiati tutti e due a guardare il tramonto.
“Guarda, Ruben..è rosso..come i tuoi capelli..come il fuoco della fenice.”

“Io..non so come fai, Castiel..ma quando sono con te, è come se tu mi..capissi..non mi era mai capitato con nessuno prima d’ora..”
Ma Castiel si era accoccolato al suo fianco e non gli rispose.
 




***
“Amico, ma non era più divertente lasciare che ti stracciassi di nuovo alla playstation?”

“La prossima volta metteremo il cd che ho comprato IO di Super Mario!” disse Castiel continuando a camminare.
“Come fai ad averne trovati così tanti?”
“Li ho sognati.
“Come hai detto?”

“Li ho sognati..ma non è comunque la prima volta che mi capita di sognare cose FUTURE..mia sorella aveva sognato gli occhi di un cerbiatto, prima di cominciare la scuola.”
“Ah..”
“Sul vetro della macchina..a occhi aperti.”
“AHHH.”

“Spero che quando fai sesso, ci metti più slancio.”
Ruben gli diede uno scappellotto al sedere.
“Sono modi di rispondere?”
“Scusa, papà.” Disse ridendo lui.

Ruben si fermò un attimo. C’era qualcosa di strano in quello che aveva detto, come se avesse sbagliato..ma che gli prendeva? Certo che aveva sbagliato. Figurati pensarlo come suo figlio.
Scusa, fratello..
Ma..che diavolo era quello?

“Vieni, Ruben. Guarda qua. Sono così carini. Non ti viene voglia di proteggerli per la vita?”
Ruben sorrise nel vedere Castiel dare delle fragole con una manciata d’erba al cerbiatto.
“Questa è l’immagine più tenera che io abbia mai visto. Posso scattarvi una foto?”
“Professoressa Ariel, che cosa ci fa al rifugio di animali selvatici?” chiese Ruben, sbalordito.

“La stessa cosa che ci fate voi, suppongo. Da quando ho trovato questi cuccioli in mezzo alla strada…non faccio che pensarci..volevo portarli  a casa ma non me l’hanno permesso, così ogni tanto gli porto da mangiare..ma non staranno qui per sempre. È giusto, devono tornare nel loro ambiente naturale.” Sospirò, guardando i tre piccoli lupacchiotti che giocavano con le palline.

La professoressa Ariel sembrava molto meno artefatta di quando la videro con quel lungo abito rosa da Dea, scendere in quel modo, in mezzo alla strada, ma conservava comunque un’aurea da altro mondo, che la rendeva in un certo senso divina.
“Il tuo amico però, sembra distratto dagli altri animali..” disse la professoressa, sorridendo.

“Per me tutti i cuccioli sono uguali.” Sbuffò Castiel, contrariato, per poi forse accorgersi del tono brusco e aggiungendo: “Professoressa..” cercando in extremis di essere più gentile.
Ruben rimase sbalordito. Non era da Castiel rispondere male ad un insegnante.
“Io..vado a prendere qualcosina per i cuccioli di lupo.” Disse, avviandosi verso la sala del cibo.
 
 
 
 
 
 
Per i pochi metri che separarono Ruben dalla stanza giochi, si perse in riflessioni dei giorni precedenti. Quel primo giorno di scuola, così originale..con quei cuccioli di lupo arrivati da chissà dove e subito finiti al rifugio di animali..c’era qualcosa che lo richiamava lì, ma non sapeva bene COSA.
Fino al momento in cui Castiel, sorprendendolo, gli aveva chiesto di rivedere i cuccioli.

Ora che erano andati a trovarli però, non solo avevano scoperto che anche la professoressa Ariel ci andava, chissà da quanto tempo, ma a quanto pare, Sam sembrava più ipnotizzato da un cerbiatto e un gatto che stavano sempre insieme e li fissavano come se..li conoscessero.
Ma che pensiero stupido.. pensò, però non gli piaceva il modo in cui guardavano Castiel.
Come quasi a studiarlo.

Sentiva il bisogno quasi che lui si allontanasse da loro e non aveva idea di come fare, per non dover dare spiegazioni.
Tornato con i biscottini per i lupi, vide Castiel attorniato dal cerbiatto e dal gattino.
“ALLONTANATI DA LORO!” gli disse, facendolo spaventare.
“Ruben, ma cosa..”

Ruben piuttosto rudemente, lo spinse indietro, tirandolo per un braccio.
Ehi, mi hai fatto male! Si può sapere che diavolo ti prende??”
Quelle parole ebbero l’effetto di una scossa elettrica per lui.
“Scusa..io..io..è che..sono animali selvatici, possono farti del male..insomma non..non si sa mai come..”

“Il tuo amico voleva solo proteggerti.” Disse la professoressa Ariel sorridendo.
“So difendermi benissimo da solo..-“ sbuffò Castiel. “Comunque..grazie.” disse quasi scusandosi. “Ma guardali. Sono innocenti, indifesi.”
Ruben fece come gli aveva chiesto. Li fissò e in effetti sembravano il ritratto dell’innocenza, ma Ruben non si lasciò ingannare dall’apparenza.

“Leggo nei tuoi occhi che NON MI CREDI, però non esiti ad accarezzare quei lupi come se fossero I TUOI PUPILLI.” Disse Castiel.
Ruben sbalordito, guardò i lupacchiotti, di cui due erano in braccio alla professoressa come se fossero due bimbi piccoli e il terzo stava attaccato alla sua gamba implorando attenzioni. Era vero. I lupi erano DIVERSI, in qualche modo. Per lui non rappresentavano un pericolo.

“Io..questo posto mi confonde.” Disse Ruben, andando alla ricerca di un bicchier d’acqua.
“Ruben, aspetta, ma dove vai? Io..vengo con te!” disse Castiel, lanciando un’occhiata obliqua alla professoressa, di cui Ruben non si accorse.
 
 
 
 



Quella stessa notte, i sogni cominciarono. Non capiva dove si trovasse. Gli sembrava di galleggiare in un profondo nero, come l'Universo,


“Lucifero sta per tornare, l'apocalisse incombe e quando succederà, il diavolo cercherà il suo erede designato e lo porterà via con sé. "
“È TUO dovere impedirlo, in un modo o nell’altro..” disse un’altra voce e Ruben si accorse con sgomento che si trattava del CERBIATTO.

"Che cosa state dicendo? L'apocalisse? Impedirlo?? Non posso fare niente, sono solo un ragazzo!!"

"Puoi fare molto invece! Se riporterai indietro le spire del tempo, se tornerai quando tutto è iniziato, puoi fermare il diavolo!" disse il gatto.

Cosa significa?? Cosa significa riportare indietro le spire del tempo??”cercò di interrogarli, benchè sapesse che gli oracoli come loro, nei film perlomeno, di rado davano risposte tutte in una volta.

Ciò che è stato non può essere modificato!” disse saggiamente il gatto, che a Ruben parve di aver già visto da qualche parte, ma in quel momento non riusciva a ricordare DOVE.
“Ma rivederlo, può modificare il destino del presente.” Disse il cerbiatto.
“Non capisco. Rivedere COSA??”
“IL PASSATO!!”ripeterono in coro loro.



Il sogno finì e Ruben ci capì sempre meno. Cos’è che doveva rivedere?? E cosa c’entrava il suo preziosissimo amico??
Perché avvertiva come una MINACCIA, quei due animali e invece si sentiva così legato ai lupi?
Un flash gli tornò in mente così tanto da lasciarlo senza fiato.

“La prossima volta metteremo il cd che ho comprato IO di Super Mario!” disse Castiel continuando a camminare. “Come fai ad averne trovati così tanti?” “Li ho sognati.” “Come hai detto?”
“Li ho sognati..ma non è comunque la prima volta che mi capita di sognare cose FUTURE..mia sorella aveva sognato gli occhi di un cerbiatto, prima di cominciare la scuola.”



Un URAGANO piombò nel cuore di Ruben, tra capo e collo. A Marika sembrò di vedere un CERBIATTO nel finestrino della macchina e suo FRATELLO, se ne sentiva stranamente attratto...codesto cerbiatto adesso, compariva nei suoi sogni, nominando proprio LUI.

Ancora sovraeccitato dal sogno, mandò un messaggio audio al suo amico, prima che potesse pentirsene.

“Cas, quello che sto per chiederti potrà sorprenderti, ma ho BISOGNO che tu faccia delle ricerche per me, senza fare troppe domande, dunque..”

Se ne pentì l’attimo dopo.




I due cavalieri



“Allora, Cas, che mi dici?”
“Mh?”
Ruben fece un gesto con le mani. “Le ricerche. È chiaro, no? A che punto sei?
Castiel fece una faccia delusa e abbassò gli occhi al tavolino dove stavano mangiando le loro coppe di gelato.

“Ma certo. Ecco perché mi hai invitato a mangiare questa favolosa coppa alla nocciola..per chiedermi delle tue preziose ricerche.”
“Beh, quale altro motivo avrebbe dovuto esserci?” Il suo tono spazientito venne sostituito da un’occhiata di puro orrore, davanti all’occhiata di puro odio che Castiel gli mandò.
“Non volevo..oh, senti, piantala..lo sai che io...” Cercò di toccargli la mano, ma Castiel la tirò indietro.
Ruben sbuffò.

Lo sai che amo da morire la tua compagnia..con te sto bene e mi piace passare del tempo con te, ma questa cosa è troppo importante.”
“Ti ho già detto che io non so NIENTE.” E poi si alzò in piedi. “Quante volte te lo devo dire?”
“Magari non hai cercato abbastanza..”

“Senti, perché non ti fai TU le TUE ricerche, così magari avrai le TUE risposte!”
“Ma perché devi rispondere così..ti ho chiesto solo di aiutarmi in un piccolo favore..”
“No. Tu mi chiedi cose IMPOSSIBILI. Di investigare su un SOGNO, figurarsi!”
“Cas..”

“Non ho trovato niente su strani animali misteriosi che si mettono a parlare del tempo e della possibilità di RIPORTARLO INDIETRO. Magari se cerco in una lista di cartoni animati, avrò più fortuna!”
“Non è divertente, Cas..”

 “Il sogno degli animali parlanti lo è molto di più di quello dei SOLDATI MEDIEVALI. uno stramaledetto cavaliere medievale che si ostina a cercare di salvare dalle acque, una donzella misteriosa, incatenata da chissà chi, in chissà quale tempo, per chissà quale assurdo e strampalato motivo!”
Ruben si specchiò nei suoi occhi che vide accesi di rabbia.

“Io..mi dispiace, non volevo darti così tanto disturbo..non..non te lo chiederò più.” Disse Ruben rammaricato e lasciò il locale, senza neanche finire la sua coppa di gelato alla crema.
 
Tre ore dopo gli arrivò un sms al cellulare.
Sei un coglione, lo sai?
Ruben rimise il cellulare a testa in giù e si sistemò meglio a pancia in giù contro il cuscino.
Dopo dieci minuti ne arrivò un altro.
Come ti sei permesso di pagare tu i gelati e andartene in quel modo? Sono forse la tua puttana?

Questa volta Ruben non potè trattenere un sorrisino. La sua puttana? Non sarebbe stato male.
Ma cosa andava a pensare? Se Castiel avesse saputo di quei pensieri, chissà cosa avrebbe fatto.
Dopo ben più di mezz’ora, arrivò un altro sms.
Un messaggio stavolta inaspettato.

Senti, io..ti chiedo SCUSA, ok? Sono stressato perché mia sorella ultimamente è così strana..spesso sparisce e non so dove va, non lo dice neanche a me..io sono..preoccupato…il nostro rapporto è fortissimo e io amo mia sorella ma lei ha sempre la testa tra le nuvole e io temo che prima o poi si farà male a forza di rincorrere le sue fantasie.. e quando hai cominciato a parlarmi di quest'altro sogno, io, sono..impazzito, ecco. Mi hai ricordato LEI e io vi voglio troppo bene e per questo mi preoccupo. Sono solo sogni, Ruben.. Lucifero non sta per scendere sulla Terra e non sta per scoppiare NESSUNA apocalisse. Sono solo sogni, dimenticali.”

Ruben capì di amarlo e capì anche di essere un coglione.
Doveva smettere di pensare a cavalieri misteriosi e donzelle sconosciute senza nome e pensare di più alle persone a lui più vicine.
 
 
 
 
 
*

Una settimana dopo…
Il suono martellante della porta che bussava, lo fece cadere quasi dal letto.
Si precipitò subito ad aprire, rimanendo sconvolto davanti a un Ruben chiaramente infuriato.

“Ruben..potevano esserci i miei..cosa..”
Non me ne frega niente, anzi meglio se c’erano, così avrebbero saputo anche loro che hanno un figlio BUGIARDO!”
“Come dici?”

“L’hai saputo, l’hai sempre saputo chi era, vero? E non hai voluto DIRMELO!”
“Adesso piantala di fare il pazzo e dimmi di che cosa stai..”
“Vuoi sapere di cosa? Accomodati!”

Gli scaraventò per terra un plico di fogli molto voluminosi.
Castiel, lanciandogli un’occhiataccia, li prese in mano e li sfogliò velocemente.
I plichi erano scritti fitto fitto e raffiguravano tutti, TUTTI, un’unica immagine ma in contesti diversi.

Una donna incatenata al fiume con una veste bianca.
Una donna incatenata, sospesa nell’Universo.
Una donna incatenata da rose rosse.

A volte l’immagine della donna cambiava di poco, cambiavano i colori e la veste, ma nell’insieme era sempre lei e sopra di lei c’era la stessa identica frase:
La storia di Andromeda.
 
“Come..l’hai..” disse Castiel. Non aveva neanche la forza di parlare.

“Come l’ho SCOPERTO? È stato semplice! Ho incontrato tua madre, l’altro giorno e abbiamo cominciato a parlare..abbiamo parlato della scuola, dei nostri percorsi scolastici..e mi ha detto che avevi intenzione di fare una TESINA a breve, una tesina su una certa SIGNORINA di nostra conoscenza. Su un argomento che ti appassionava fin da quando eri PICCOLO.”
Castiel si mise una mano sulla bocca.

Sapevi chi era quella donna, sapevi che era Andromeda, sapevi la sua storia e ciònonostante non solo me l’hai tenuto nascosto, ma ti sei anche arrabbiato quando ti chiesi di indagare per me!” lo accusò lui.
“Tu..non capisci, Ruben!” disse Castiel cominciando a lacrimare. “La storia di Andromeda è una storia dolorosa, piena di tristezza e pene infinite..cose terribili accadono, quando ci si mette a rimestare tra leggende così antiche, intrise di dolore..io..volevo solo..”

“Cosa? Spezzarmi il cuore, facendomi sentire un miserabile, solo per non dirmi quello che volevo sapere?”
Castiel lo guardò orripilato.
“Ruben..”

“Ma c’è di meglio..guarda qui: a quanto pare, i cavalieri del mio sogno ESISTEVANO veramente, probabilmente più di uno. Ce n’era uno che, toh, che caso..sfruttava il COSMO di cui mi hai parlato tu qualche tempo fa, attingendo alla costellazione di Andromeda, combattendo il male con l’uso di una catena molto speciale per affrontare i nemici. Si chiamava Shun della costellazione di Andromeda.
Cas stette zitto.

Eri tu, non è vero? Tu sei Shun, il cavaliere. Magari lo sogni come faccio io con il cavaliere della fenice, e magari da più tempo di me..ecco perché ti interessavano tanto i miei disegni.”
“Sì..è vero..è cominciato da quando ero piccolo..quando mi hai parlato della fanciulla in catene, io..immaginavo che potesse essere l’incarnazione di Andromeda..”

“Alla faccia del ragazzo normale. Andrromeda, eh? E non hai pensato di dirmelo! Io a confessarti i miei segreti come uno scolaretto, tu a custodire i tuoi..che stupido io..”
“No! Le cose non stanno così! Quando mi hai detto di Andromeda, io..ho avuto PAURA! Non sapevo come affrontare la cosa. Ad un tratto è diventato tutto così vicino..così..REALE..pensare di avere a che fare anche indirettamente con l’incarnazione di una leggenda..mi sono sentito..”

Schifato al pensiero che potessi rappresentare anche lontanamente l’immagine di una ragazza di cui il sottoscritto magari si era infatuato, immagino..”
Castiel lo guardò, spalancando la bocca e i suoi occhi a Ruben apparvero ancora più azzurri.
“Stavo per dire sopraffatto! Come puoi pensare che io..”

“In questo momento, l’unico pensiero che ho io, è che non posso più fidarmi di te!”
“Non dirai sul serio!”
“Tieniti stretti i tuoi segreti…e la tua catena, cavaliere!
“Non ho una catena, stupido, imbecille!” disse, ma Ruben si era già incamminato per uscire. “Dove, vai, codardo?”

Lo rincorse fino al cortile, per poi gridare quando stava per lasciare il giardino:
“NON HO UNA CATENA, MA SE NE AVESSI UNA ADESSO, LA USEREI CONTRO DI TE!”
Questo fece fermare Ruben.

“Per trattenerti.” Disse Castiel, lacrimando. Le spalle di Ruben tremolarono e per un attimo, Cas sperò.
Ma poi lui continuò a camminare senza voltarsi.
 
 
 
 
 
*
 
“No! No! No! No! Mio FRATELLO non può aver usato il potere della fenice contro di me. Non può averlo fatto.” Si disperava Shun al torneo.

“Shun..ci dispiace dovertelo dire, ma forse devi prepararti al fatto che quello che abbiamo visto oggi…non è più tuo fratello!” disse Seiya, inginocchiato al suo fianco, mentre tutti i cavalieri lo circondavano per consolarlo del suo tradimento.
 

“Pensi ancora che sia RUBEN l’invisibile, Dean?” chiese Sam.
“Non lo so, Sam..non lo so più.”rispose lui.
 
 




















Note dell'autrice: Se volete rileggere il capitolo di riferimento, (la parte in cui si incontrano e poi sono a scuola):

Capitolo 14 Beyond: Cosa ci fanno quei due in mezzo alla strada?

non è stato per niente facile. Ho dovuto riprendere connessione con la prima storia, creare complicità tra Cas e Ruben, un rapporto che non ho mai approfondito nella prima storia tranne averlo appena accennato e ho dovuto riprendere cose lasciate in sospeso e creare nuovi scenari e ampliarli..è un miracolo che anche solo questo capitolo venga alla luce.. T. T però, nonostante la cortezza del capitolo, già qui c'è molta carne al fuoco! Come avete modo di vedere, qui non sto esplorando solo la relazione tra Cas e Ruben, MA sto riprendendo anche gli aspetti misteriosi dei primissimi capitoli della storia BEYOND!! Vi ricordate la stranezza dei cuccioli in mezzo alla strada il primo giorno di scuoia? Vi ricordate la professoressa Ariel con il suo vestito rosa? Ebbene, questi elementi sembravano SVANITI NEL NULLA, ma sapete bene che prima o poi tutti i nodi tornano al pettine. Questo viaggetto nei ricordi è sia per spiegare meglio la relazione Cas e Ruben, ma anche per dare finalmente personalità ai due, , infatti se Ruben abbiamo imparato a conoscerlo un minimo, - poco ma è comunque qualcosa - di Cas abbiamo conosciuto veramente pochissimo..ma non è tutto, dobbiamo finalmente CAPIRE il perchè quel giorno quegli animali hanno intasato il traffico, perchè anche quello non è un caso..e chissà se alla fine verrà anche la risposta allo strano comportamento di Ruben, prima che Dean e Sam arrivassero da Jael? Questo è un vedere dietro le quinte. So che vi starete domandando dove sono finiti Dean e Sam e non vi preoccupare, perché già nel prossimo capitolo li rivedremo!

Quando Ruben parla del fatto che la prof potrebbe avere lo spirito di un gatto, è un fare l'occhiolino all'universo di Harry Potter, accennando a Minerva mc Granitt.. Chissà se ci siete arrivati da soli ahahah

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Capitolo 41
*** L'amore tra Cas e Ruben ***


Dopo le parole del professore



I ragazzi erano appena stati congedati dal professore, Ruben si apprestò ad uscire ma vide che Castiel si era fermato nell'angolo della scuola. Sembrava avere il viso sconvolto.

"Castiel, cosa.. Cosa fai?"
"Ti stavo aspettando. O forse quello che è successo in palestra, non ti turba nemmeno un po'?"

Ruben reagì a quelle parole, semplicemente abbracciandolo.
"Andiamo via, sta per scoppiare un temporale.."
"No!! Io.. Tu devi spiegarmi perché non hai voluto DIRE a tutti che anche tu sei un cavaliere!"
Ruben lo fissò cupo.

"Potevi smascherarmi ma non l'hai fatto."
"Non è mio compito smascherare le identità degli altri!"
"Bene. Ciao."
"Ruben!! Perché??"

Ruben si fermò, lo fissò e tornò da lui. Gli disse sottovoce: "Perché io.. Non ero un vero cavaliere."
"Ma che diavolo dici.."
"Ero un cavaliere NERO. Ero vostro nemico, Cas.."
"No.."

"È meglio che mi stai alla larga. È meglio per tutti voi." disse andando via e mettendosi il cappuccio sulla testa.




LA SERA DOPO LA GITA SULLA NEVE...



Quella stessa sera, Castiel si presentò a casa di Ruben sotto un'acquazzone di pioggia.
"Maledizione, Cas.. È mezzanotte.. Cosa.."
"Lo sai che sei carino in pigiama?"
"Come?"

"Il nero ti dona, forse anche l'armatura da cavaliere nero ti donerebbe. Perché non fai un disegno?"
"Sei ubriaco."disse Ruben facendo una smorfia. " Entra, ti faccio asciugare. Non far svegliare i miei.."
"No!!"disse Cas aggrappandosi a lui.
"Cas,va tutto bene.."

"No che non va bene!! Tu dici tuoi genitori.. Ma sono anche i miei.. Eppure non lo sono. In questa vita, no.."
"Ma cosa stai.."
"Non lo sai, vero? Che io sono tuo fratello."
La faccia di Ruben gli disse che non lo sapeva.
"È da quando mi hai detto dei tuoi disegni, che lo sogno.. Noi due.. Insieme, e poi separati...tu e io, uno contro l'altro..."
"Non me l'hai detto..."

"Io non volevo credere che fosse vero...e adesso entrambi abbiamo mentito ai nostri amici."
Ruben andò a prendergli un asciugamano e gli frizionò i capelli dolcemente poi gli prese il viso tra le mani.
"Guardami. L'idea di avermi come fratello è così terribile?"
"Sì..."

Ruben non ebbe neanche il tempo di rimanerci male, perché gli saltò alle labbra contro labbra, appiccicandole alle sue, in un bacio disperato.
Ruben lo abbracciò, stringendolo forte, spingendolo contro il tavolo, facendolo sedere su di esso. Castiel gemette, allacciando le gambe a lui.
Lo baciò ancora più voracemente.

"Sei...sicuro..che..sono tuo fratello?" gli chiedeva Ruben tra un bacio e l'altro.
"Come...sono sicuro.. Che.. Non posso.. Fare a meno di te!!"





***
Va tutto bene, sorellina. Sto bene. Dormo da Ruben stanotte.

Ci siamo dati un bacio FA – VO – LO -SO.
Adesso sto dormendo abbracciato a lui.. È a letto nudo e io posso abbracciarlo. È così bello quando dorme. Sto una FAVOLA.
 
 
Marika rilesse più volte l’sms che suo fratello gli aveva inviato, per essere sicura di aver capito bene.
Suo fratello l’aveva avvisata che sarebbe andato dal suo amico, ma non aveva avvisato né lei, né sua madre, che non sarebbe rientrato.

Sua madre non si era preoccupata eccessivamente: “Gli adolescenti fanno così, figlia mia..anche tu dovresti fare così..uscire e fare bagordi fino a tardi..invece tuo fratello più piccolo di te ti ha superato anche in questo..che cosa devo fare con te? Perché non sei normale come tutti gli altri ragazzi?

Marika ancora una volta non aveva risposto per non dover scoppiare di collera. Sua madre la considerava una sfigata, una disadattata sociale. Voleva che fosse normale e non immaginava neanche lontanamente quanto non lo fosse. Non sapeva niente di quello che era successo dal loro preside della scuola..se avesse saputo che i loro stessi professori e lei e i suoi stessi compagni di scuola erano persone provenienti da “altri mondi” probabilmente le avrebbe fatto cambiare scuola perché l’avrebbe considerata una setta pericolosa che instilla false idee nelle mente dei propri alunni contribuendo al grado di anormalità nel mondo.

Ma quanto davvero di anormale c’era in quel mondo? Quanta entropia c’era in quel triste mondo che ospitava quei tristi abitanti? L’entropia era il grado di disordine di un sistema e in quel loro mondo doveva essercene davvero tanto per far succedere tutto quello che era successo..e se c’era un tale disordine in quel mondo, non osava immaginare quanto disordine potesse esserci in un mondo pieno di MAGIA.

La MAGIA..solamente a pensarci, si sentiva lievitare in un mondo fatto di nuvole con luci al neon e cuori in technicolor! Aveva sempre adorato la MAGIA..le FAVOLE..non aveva potuto mai viverne UNA e quindi le aveva immaginate e create per sé, ma era bello anche così..fino a quando non aveva ricevuto quell’sms e si rese conto che il suo dolce fratellino ne stava vivendo proprio UNA.
Castiel..piccolo bastardello..ce l’hai fatta alla fine con Ruben..non posso crederci..

Si sentì in colpa per aver pensato che il suo fratellino non avesse speranze con il rubacuori della scuola, ma dentro di sé si sentiva anche orgogliosa di sé stessa. Era sempre stata invidiosa di tutti..le ragazze erano sempre più belle e più sexy di lei..più popolari, più capaci di lei con le interazioni sociali..
Eppure di Castiel, del suo dolce fratellino, lei NON ERA gelosa.
Non era invidiosa.

Beh, magari un po’ gelosa di lui, sì..se Ruben gli avesse tolto le attenzioni di suo fratello, ma l’invidia..era tutta un’altra cosa.
Abbracciò il cuscino e sorrise felice come se stesse vivendo un’altra delle sue belle favole.
Il suo fratellino stava vivendo qualcosa di erotico, focoso e meraviglioso con il ragazzo dei suoi sogni..e sotto lo stesso tetto dei suoi genitori!

Domani sarebbe scoppiato un macello..e Marika davvero non doveva essere felice di altri drammi, quando in realtà non potevano permettersi di vivere drammi adolescenziali in un mondo che rischiava di entrare nell’apocalisse..
Eppure nonostante non potevano permetterselo, era successo comunque.
Domani era un altro giorno e ci avrebbero pensato, ma solo per quella notte, poteva essere felice per il suo fratellino.

E poi l’aveva cercata. Aveva voluto dirgli che stava con il ragazzo dei suoi sogni.
Come aveva potuto pensare che Ruben gli portasse via le attenzioni di suo fratello?
E con questo pensiero felice, si addormentò.
 
 
 
 
 
*

Spiegare tutto ai genitori di Ruben, che, sconvolti e un po’ giustamente incazzati, avevano domandato cosa ci faceva un ragazzo nella camera del figlio, spettinato e con la chiara aria di chi aveva appena dormito lì nella sua stanza.
Ruben aveva spiegato ridacchiando, che era un suo compagno di scuola, che aveva avuto un litigio con i suoi e si era precipitato da lui con il temporale, chiedendo asilo e lui Ruben – da bravo figlio – non aveva voluto svegliare i suoi genitori, chiedendo una cosa che da – nobilissimi esseri umani che credevano nell’importanza di aiutare il proprio prossimo e che ciò li avrebbe portati nella luce dell’altissimo – gli avrebbero concesso comunque.
E mentre sua madre gli gettava improperi su quanto avesse cresciuto un figlio leader nella sottile arte della manipolazione, suo padre chiedeva guardando un giornale, al suo ragazzo, se avesse un menù di colazione preferita.

Ruben ridacchiò tra sé e sé. La sua famiglia adorava già il suo ragazzo.
E mentre lo raggiungeva in bagno per rubargli baci volanti, Castiel lo aveva convinto a dire tutta la verità, ai loro amici..sul fatto che lui era un cavaliere e su quei strani sogni che lo perseguitavano.
Gli aveva detto di sì, perché.. “Se anche sono stato un cavaliere oscuro, tu sei la mia fiammella nel buio..la fiammella della mia speranza!”
 
 
 
 
 
*

Dean e Sam avevano passato una notte e una mattinata d’inferno.
Un demone era entrato nella loro casa e aveva candidamente ammesso di frequentare Mary da un po', Sam aveva avuto un attacco di panico violento di magia incontrollata e avevano rischiato di far saltare in aria la loro casa, il demone in questione li aveva portati via dicendo di volerli "proteggere" e proprio quando credevano che non poteva andare peggio di così nelle loro vite, avevano ricevuto di mattina presto, un SMS da parte di Ruben che aveva raccontato tutta una strana storia a proposito di sogni, animali parlanti, cavalieri tenuti nascosti e oscuri e leggende antiche come il Medioevo o forse anche da prima.
SEGRETI, MENZOGNE, BUGIE.

Dean fumava ancora dalla rabbia, mentre nel corridoio dell’ospedale, aspettavano di ricevere un responso su come stava Mary, la loro madre.
Si staccò dal muro, sbuffando fumo come se fosse stato un drago.
Se questo è uno dei suoi stupidi scherzi, io lo UCCIDO.”
“Dean, ti prego, siamo in un ospedale..”

“Esatto, Sam, esatto! Siamo in un ospedale! Ti sembra che quello sciagurato abbia scelto un momento OPPORTUNO per i suoi stupidi scherzi, dopo tutto quello che abbiamo appena passato?”
“Magari non è uno scherzo..” sussurrò Sam.

“Ma dai, Sam!” sbottò Dean. “Insomma, non puoi credere davvero a una storia così assurda..andiamo, lo avrebbe detto prima, no? Perché tenercelo nascosto? E poi, Castiel lo avrebbe coperto? Non è proprio da Castiel, coprire qualcuno o meglio avere dei segreti!”
“Non si finisce mai di conoscere le persone davvero..” disse Sam amaramente.

“Secondo me, si è inventato tutto perché è smanioso di attenzioni, ha visto che è stato l’unico insieme a Castiel, a non aver ricevuto la sua dose di ramificazioni..è GELOSO. Tutto qui. E si è inventato questa assurda storia! D’altronde chi potrebbe mai smentirlo?”
“Chi potrebbe mai inventarsi una storia così assurda solo per questo? Insomma, nessuno accetterebbe di passare per il cattivo della storia. "
“Questo lo dici perché non lo conosci bene.” Disse Dean, avvicinandosi a lui e parlando con tono da cospirazione. “Ascoltami bene, Sam..conosco Ruben da tanto tempo..per sentito dire. E lui fin dalle elementari si mette sempre al centro dell’attenzione con le sue storie strampalate e avventure mirabolanti..non crederai mica che sono tutte VERE!”
“Ma qui stiamo parlando dell’Apocalisse, Dean!”

“Esatto, Sam..esatto! E perché mai dovrebbero scegliere proprio LUI per salvare il mondo? E chi cavolo è? Un signor NESSUNO, proprio come noi. Perché dovrebbe essere speciale?”
“E perché IO dovrei esserlo secondo te?” lo aveva sfidato Sam arrabbiato.
Dean annaspò, boccheggiando.

“Mi sembra lo-logico..guardati..un cervello che a soli sedici anni, è già dello stesso q1 di Einstein..e aspetta..perchè aumenterà ancora..vedrai che lo supererai!”
Sam aveva sbuffato, ma un sorriso gli si era sbucato.
“Stiamo qui a parlare di quello sbruffone quando oggi i demoni ci hanno fatto visita! Mi ha distolto anche da questo. Non lo sopporto, non lo sopporto!!” disse Dean continuando a inveire contro Ruben.

“Senti, io comunque devo dirtelo..ho avvisato il preside di quanto mi ha detto Ruben..scusami, Dean, non potevo stare zitto dopo le cose che mi ha detto per sms.” Disse vedendo la faccia allibita di Dean.

“Hai fatto bene..” disse Dean sorprendendolo. “Così si beccherà una bella strigliata dal preside quello sbruffone..vediamo se gli passa la voglia di piantare casini..un piantagrane del genere..se combina qualcosa che metterà in pericolo il gruppo, gli spacco la faccia.”
“E se quello che ha detto fosse vero?”
“Ma figurati!”
“Ma se fosse? Dean..”

“Se tutto quel cumulo di sciocchezze che ha detto fosse vero, vuol dire che ha contaminato pure un’anima pura come Castiel..che è un AMICO..e beh..posso solo dirti che dopo che avrò finito, dovranno cercare il suo corpo in cinque mondi diversi.”
 
 
 
 
 
*

In ospedale



Purtroppo Ruben pensò bene di farsi vedere, accompagnato da Castiel, in ospedale, verso mezzogiorno.
“Amico, non puoi proprio stare qui oggi, e in pausa pranzo, perdipiù..” disse Sam, cercando di farlo andare via, prima che arrivasse Dean e lo vedesse.
“Sam, non rispondete ai miei messaggi, e io..”
“Ti sembra il momento? È venuto un demone in casa nostra e nostra madre..”

“Siamo appunto qui per questo!” protestò Ruben.
“Ascoltaci Sam, se sono arrivati i demoni, vuol dire che Lucifer è già..” cominciò Castiel.
Che ci fa lui qui?” chiese Dean.

“Dean..finalmente..come..come sta, Mary?”
“Come sta non deve riguardarvi, soprattutto a te. E te, Castiel..pensavo fossi un ragazzo più serio..accompagnarti a certa gentaglia..” disse Dean.
“È un ragazzo a posto.” Disse Cas rabbioso.

“Certo, non lo metto in dubbio..disturbarmi mentre nostra madre ha rischiato la vita, riempiendoci il cellulare di favole della buonanotte..”
Possibile che tu sia tanto ottuso??? NON SONO FAVOLE! MAGARI LO FOSSERO!”
“E ALLORA perché NON LE HAI DETTO PRIMA, GENIO DELLA LAMPADA??”
“Dean, Ruben, BASTA!”aveva gridato Sam.

“RUBEN! Se non la pianti ti prendi una sberla!” aveva gridato Castiel.
I due ragazzi erano molto spaventati. I loro rispettivi ragazzi si stavano sfidando apertamente, con il viso a pochi centimetri dal viso.
Che cosa succede qui? Che cos’è questa confusione? Lo sapete che siamo in un ospedale??"
Albert con il suo pastrano lungo, si avvicinò con lunghe falcate ai due, dividendoli.
“Mi meraviglio di te, Ruben. Credevo che avessi conservato almeno un minimo senno da capire che in questo momento la tua presenza qui è indesiderata e inopportuna.”
Ruben continuò a guardare Dean in cagnesco.

“Con tutto il rispetto, signor preside, non credo che conosca qualità come rispetto e delicatezza..è solamente un cane rognoso.”
“Dean, non esagerare!” disse Castiel.
“Mi auguro che abbia il pisello più grande di quanto sono le sue palle, Cas, perché altrimenti..”

“WINCHESTER!”lo aveva richiamato il preside. Sam era avvampato e Ruben si era districato dalla presa del preside, ma lui lo tenne più saldo.
“Non finisce qui, Dean! Dovrai ascoltarmi! Tutti voi dovreste!”
“Dai, piantala.” Disse Albert portandolo via. “Vieni anche tu, Castiel, vuoi?”
Castiel si mosse subito verso di loro.

“Cas..” lo richiamò Sam.
“Mi dispiace, Sam..Dean..” disse Castiel.
“Ah, Dean…esprimiti ancora una volta così davanti alla mia presenza e..”
“Non può sospendermi per una parolaccia.”
“No..questo no, è vero, ma posso fare in modo che tu possa scontare le tue punizioni con il professor Black nel suo studio per due mesi di fila.”
Dean gemette.

“Con tutto il rispetto, signore..non credo che Luc..Lui..aspetti che io finisca il mio castigo.”
“Lui magari no, ma io sì. Ci vediamo.”
Fino a che non lasciarono la loro visuale, Sam aspettò, dopodichè diede una pacca sulla testa abbastanza forte a suo fratello.
“Ahio!! E dai, se l’è meritato, no?”





“Sono stato proprio un coglione..” disse il Dean del presente, guardando la scena appena trascorsa e i due Sam e Dean del passato che si stringevano l’un l’altro.

“Non dire così..” disse Sam.

“Sì, lo sono stato..lo sono.” Disse lui.

“Io sono il tuo compagno e ti impedisco di parlare così di te stesso.” Disse Sam sorridendo, guardando l’altro Sam che abbracciava il suo Dean e gli stringeva i capelli tra le dita con fare protettivo.

“Tu sei il mio angelo..non Castiel, non lui..è nostro amico, ma TU sei il mio angelo custode..non so cosa farei senza di te..insomma, guardami, irascibile, coglione..ASINO..non ho neanche preso sul serio la questione di RUBEN..non lo so perché..invece di fargli domande, di preoccuparmi, di capirci di più..l’ho allontanato..non l’ho preso sul serio quando..”

“Nessuno di noi l’ha fatto.” Gli ricordò Sam. “Siamo stati leggeri tutti, Dean..quando Ruben piomba tra di noi e comincia a dire di essere un cavaliere oscuro..eravamo tutti tipo: okayyy, e allora? Anche se fossi, mettiti in fila alla montagna di problemi che dobbiamo risolvere..c’è prima il DIAVOLO..”
Dean rise e Sam rise con lui.
“Forse non ho mai pensato che fosse pericoloso..non davvero..insomma, lo vedevo solo come un ragazzino un po’ sbruffone, che giocava a sentirsi importante.”

“Lo dici perché ti ricorda qualcuno, vero?” lo provocò Sam.
Dean gli morse giocosamente la clavicola, ma invece di dargli fastidio, ottenne un gemito di apprezzamento da parte di Sam.
“Forse è come dici tu…”
“Ma io stavo scherzando!”
“No, dico sul serio..insomma, forse l’ho avuto in antipatia dall’inizio, perché..mi ricordava me stesso..mi ricordava com’ero, prima di conoscere te..”

Sam lo guardò e c’era tanto amore nei suoi occhi.
“Credi che con Castiel..”
“Possa cambiare anche Ruben? Sam, la domanda non è se Castiel può cambiarlo..la domanda vera, è: è mai stato davvero cattivo? L’abbiamo mai capito veramente?”
Sam gli sorrise e lo abbracciò teneramente e intensamente, dandogli un lungo bacio prolungato sulle labbra.
“Ti amo.”

“Oh, bene..Non sapevo che apprezzare Ruben ti facesse amare da me..se lo sapevo, lo avrei fatto prima..un duro colpo per il mio ego, ma..”
“Coglione!”
“Il tuo coglione.” Disse Dean, prendendolo per il bavero e baciandolo più profondamente.
La stanza inghiottì loro, ma non il loro amore, precipitandoli in un naufragio di memoria e passato.

Il loro amore, una fiammella nel buio, dove tutto resiste, anche quando viene inglobato dal tempo stesso.

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Capitolo 42
*** Ricordi sulla neve ***


Il gruppo di amici si stava divertendo sulla neve e gli slittini, ma c’era qualcuno che non si sentiva tranquillo.
Ruben.
Mentre giocavano nella neve, si sentì BRUCIARE, come se stesse andando a FUOCO.
Era la prima volta che gli accadeva una cosa del genere.
Devo chiamare aiuto..

"Proprio come nell'isola nera, vero,Ruben? Ricordi com'era stare vicino a quei vulcani?"

"Adesso m metto a gridare."
Non lo farei se fossi in te, Ruben..questo è un colloquio privato!

“Chi diavolo sei tu?? Sto..sto impazzendo?”
Schhh tranquillo..non stai impazzendo, ma lo penseranno se non ti controlli. Non c’è niente di cui aver paura.

“I personaggi dei telefilm lo dicono sempre prima di fregarti!”
Ma qui non siamo in un telefilm, giusto? Nella verità è tutto molto più duro..non è vero?
“Chi sei? Cosa vuoi da me?”

Io posso aiutarti, posso salvare voi e Sam..posso aiutarvi a impedire l’apocalisse..ma dovete venire da me.
“Abbiamo parlato di nemici e salta fuori una voce dentro la mia testa che mi chiede di andare in un posto che non so dove. Puoi scordartelo.”
“Sono vostro amico, Ruben!”

“Non mi fido di chi non mostra la sua faccia..quindi..puoi andare a..”
Ho cercato di portare i miei animali ad avvertirti, ma non mi hai dato ascolto..ho dovuto intervenire in prima persona.
“Quegli animali..in strada..e nel sogno..non sono di questo mondo..Sei stato tu..”

Sono animali speciali..li ho portati per Sam..credevo che lui avrebbe capito, ma non l’ha fatto..pensavo di poterlo contattare in sogno, ma lui..non riesco a..e quindi ho dovuto contattare te.”
“Perché io? Sono un ragazzo insignificante!”

No, non è vero..tu sei uno dei cavalieri più forti dell’altro mondo..uno di quelli più forti..sei Phoenix, il cavaliere della FENICE..e sei il solo che può fare un rituale speciale per me, per far venire Sam qui..
“Sei pazzo. Io non farò nessun rituale satanico per portare via uno dei miei amici!!”

Preferisci che venga preso dai cavalieri di Lucifer? Stupido, io posso salvarlo! Tu..tutti i tuoi amici..non siete parte di questo mondo..i professori vi avranno informati..se non vuoi credere a me, credi almeno a loro?”

“Tu..stai cercando di manipolarmi..io non tradirò i miei amici..”
“Li HAI GIÀ TRADITI TUTTI..le cose si ripetono, cavaliere. Non ricordi?”
“No..no..no..io..lasciami in pace.”

“Forse non ti importa più di loro..come non ti importava allora.".
“Fottiti.”

“Allora lascia che muoiano..che muoiano tutti..che LUCIFER LI PRENDI. LASCIA CHE LI UCCIDA TUTTI.”
“Vaffanculo, chiunque tu sia.”

Prese una manciata di neve e se la gettò sulla testa, poi ci si sdraiò sopra.
“Oppure..puoi aiutarmi a proteggerli.” disse più dolcemente.
“Perché dovrei credere a te?”

“Perché io sono il fratello di Sam di un’altra vita e lo amo più della mia stessa vita..puoi star certo che farò di tutto per proteggerlo.”
Alla fine era passata una bella giornata e Dean si sentiva molto più felice, ora che si era chiarito definitivamente che Sam non avesse ciucciato il capezzolo di Alisea, stavano per tornare tutti a casa, ma qualcuno aveva uno sguardo che prometteva tempesta in arrivo.

Mi dispiace, Marika..mi dispiace farti questo..ma qualcuno deve essere sacrificato..
 
 
“La giornata sulla neve..Ruben ha passato tutto quello e non ci siamo accorti di niente. Che razza di squadra siamo?” chiese Dean orripilato.

“L’abbiamo lasciato solo. Come abbiamo fatto in passato. Non ci siamo accorti che stava soffrendo.” Disse Sam.
“Terribile quando sei abbandonato dai tuoi stessi compagni..”disse Dean.
“Dean..” disse Sam.  “La neve..si sta sciogliendo.”

La neve divenne acqua e si ritrovarono in mare aperto.
 





















Note dell'autrice: questo capitolo è preso da quest'altro: 

Svolta imprevista

ai tempi non si era capito perchè Ruben avesse detto quella cosa, ho voluto cercare di colmare gli spazi vuoti, ma..mi sono resa conto che ho fatto un casino di recente con la cronologia, quindi, tanto per essere chiari, aggiungerò un pezzo in cui dirò che, passano alcuni giorni da quando Ruben e Cas si dichiarano, a quando c'è poi la famosa gita..quindi non succede tutto nell'arco di una notte - dichiarazione e ospedale da Mary, perchè altrimenti non so quando cavolo inserire la gita..non possono organizzare una cavolo di gita in mezza giornata lol cmq abbiate ancora un po' di pazienza che siamo quasi alla fine anche dell'arco narrativo di Ruben..non ne posso più sinceramente

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Capitolo 43
*** Ritrovare Castiel e Ruben ***


Gli voleva bene.
Si era affezionato a lui, come era successo a Dean.
Castiel era il ragazzino buono, dolce, gentile, sincero, ingenuo e straordinariamente buono.
Si era ritrovato spesso ad andare al parco con lui, a dare da mangiare agli uccellini.
Un giorno addirittura Castiel si era messo ad appendere un cartello con su scritto:
“NON DATE DA MANGIARE IL PANE ALLE ANATRE. LE UCCIDETE!”
Sam si era preoccupato che venisse punito, ma Dean gli prese la carta e affissò altri cartelloni come quello.
Castiel lo aveva guardato pieno di gratitudine.
Poi si erano buttati tutti nel fiume a fare il bagno, insieme ad anatre e cigni.
Erano sopraggiunti i carabinieri e si erano dovuti allontanare al largo, a nuoto.
Che ridere quel giorno!
Ma adesso quei ricordi facevano male.
Perché era di Castiel quel punto interrogativo sulla testa che volava su di lui mentre il ragazzo nuotava con foga senza voltarsi indietro.
Incurante di Sam che nuotava dietro di lui e lo chiamava con quanto fiato aveva in gola.
Come aveva potuto tradirlo così? Era LUI l’invisibile??
Riconosceva il luogo. Era lo stesso lago di quel giorno fa.
Mille ricordi come lampi che attraversavano il suo cervello.
Ma niente cigni e anatre stavolta.
Su di loro un sole accecante come d’Estate, lo schermava parzialmente.
Castiel, perché ci hai fatto questo? Perché ce l’hai nascosto?
 
 
 
 
*
“RUBEEEEEEEEEN!! RUBEEEEEEEEEEN!”
Dean continuava a sgolarsi e a gridare.
Era stato separato da Sam così brutalmente che voleva solo gridare il suo nome fino a svenire, ma sapeva che non sarebbe servito a nulla.
Se li avevano separati è perché avevano una missione.
E lui forse aveva appena trovato l’Invisibile.
Un ENORME punto interrogativo volava sulla testa di Ruben che scalava quella lunga distesa di rocce in quella maledetta isola infuocata, come se fosse uno stramaledetto scalatore professionista.
“Ruben, figlio di puttana. FERMATI!”
Ma non lo avrebbe fatto. Dean sapeva che lui non lo avrebbe mai fatto.
Doveva andarlo a prendere lui.
 
 
 
 
*
Castiel era nello studio dello psicanalista.
Lo stesso psicanalista dove andava la loro amica Marika e dove Castiel giurava di non esserci MAI ANDATO.
Lo stesso che si era scoperto essere SIRIUS BLACK.
Lo stesso che non aveva mai avuto figli.
 
 
Si sedette sulla panchina, mirando il lago di un azzurro stupefacente e pensando che le persone amputavano quel colore ai suoi occhi.
Quel giorno quell’azzurro gli faceva bruciare quasi gli occhi.
Pensò a Ruben e desiderò ammazzarlo con le sue mani.

Io ti amavo, stupido bastardo!

Come aveva potuto tradirlo così? Fargli una cosa del genere?
Voleva tornare indietro, restare un bimbetto, il fratellino della ragazza bionda che andava a scuola, voleva dimenticare i segreti magici che aveva scoperto e ritrovare l’ingenuità e l’innocenza che gli era stata strappata via.
Tornare a essere una comparsa, se ciò significava riavvolgere indietro il tempo e riavere sua sorella con sé!
Non sapeva neanche se fosse ancora viva o morta!
 
Ma non poteva farlo. Una voce dentro di sé, gli diceva che era il suo destino.

Ma quale voce? Quale destino? A cosa era destinato lui?
Non era importante per nessuno, nemmeno per suo padre.
Aveva preferito sempre Marika a lui, infatti lei andava a trovarlo nell’appartamento magico e lui NO.
Non aveva mai voluto sapere niente di lui.
 

D’improvviso si alzò.
Il lago era sempre blu, ma su un piano diverso d’esistenza, bruciava sotto i suoi occhi.
Gli sembrava quasi di vederlo bruciare!

Era questa forse la dimensione astrale di cui parlava sempre Marika? La capacità di vedere oltre l’invisibile?
E d’un tratto capì.
Lui non era ammesso nell’appartamento magico, perché non sapeva vedere l’invisibile, o forse non aveva mai voluto vederlo. Aveva voluto restarne fuori, pensando di non essere parte di quel mondo, non aveva desiderato neanche capirlo, vivendolo come un qualcosa che non lo riguardasse. Il suo ego lo aveva reso cieco, indegno. Al cospetto di un luogo così magico, intenso, era risultato indegno.

Ma adesso non era più un bimbo sperduto che faceva i capricci perché non era stato ammesso al ballo della scuola, alla festa più popolare della città.
Adesso aveva un MOTIVO per volere risultare degno, meglio, per pretendere che quel luogo gli aprisse le porte.

Non era per sentirsi importante, ma per salvare la vita di una delle persone più importanti della sua vita.
Non voleva più respingere l’ignoto, ma abbracciarlo.
Non voleva più chiudere gli occhi, ma aprirli.
Voleva trovare le risposte, non voleva più averne paura.
Non era più un bambino sperduto.
Era cresciuto.
 
Castiel era riuscito infine a vedere l’appartamento famoso e poi a otrepassarlo.
Era stranissimo come a volte accadono le cose. Fino a che ti sforzi di forzare l’invisibile, con rabbia, non ci riesci.
Poi quando finalmente lasci andare la rabbia e il rancore, riesci infine a superare la barriera.

Grazie alla comprensione. Grazie all’amore.
Non la rabbia, ma l’amore, apre le porte!
Una luce azzurra e gialla, inondarono Castiel, facendogli sentire un’ondata di calore, quando la attraversò.
Il mondo invisibile era MERAVIGLIOSO.
Lo amava.
E finalmente avrebbe visto suo padre.
 
Quando arrivò da lui, Robert sembrò sorpreso, inizialmente.
Boccheggiò.
“Figliolo….”

Castiel voleva insultarlo, dirgliene di ogni, chiedergli tipo “Mi hai riconosciuto allora.” Ma sentirsi chiamare “figliolo.” Lo fece crollare.
Gli arrivarono le lacrime agli occhi e non riuscì a dire una parola.
Fece solo un passo e l’uomo si fiondò da lui, ad abbracciarlo.
Castiel gliene fu grato perché non aveva idea se sarebbe uscito a muoversi.
Non potè fare altro che singhiozzare sulla sua spalla come un bambino.

“Figliolo..sono così contento che ce l’hai fatta anche tu, infine.”
“Credevo..che tu..non mi volessi..”
Robert lo guardò scandalizzato.
“Come potrei non volerti! Sei mio figlio.” Lo spinse sulla sedia davanti alla scrivania. “Non riesco ancora a credere di averti qui davanti.”
Castiel tirò su con il naso.

“L’ho pensato perché…hai sempre preferito parlare con mia sorella, con Marika, piuttosto che con me.”
“Oh, Castiel…” disse Robert con tono bonario. “Non ho preferito Marika a te, io voglio bene a entrambi i miei figli, ma Marika aveva il DONO di entrare…per tutto questo tempo, ti ho potuto vedere solo attraverso i suoi ricordi e ho dovuto farmelo bastare. Per quel poco che ho visto di te..mi hai reso davvero orgoglioso.”

“S-sì, ma…potevi fare qualcosa, chiedere di me..farmi venire qui.”
“No, non potevo. OVVIAMENTE chiedevo di te, ma tua sorella e io, non volevamo farti soffrire, dandoti delle speranze che ti avrebbero illuso, ovviamente volevo vederti ma tu non eri in grado di vedere l’appartamento, così come Dean e Sam all’inizio, non eri PRONTO, dovevi essere tu a volere venire qui altrimenti non saresti mai riuscito a passare quella barriera.”

Castiel annuì anche se non era ancora molto convinto.
“Ora vedo però che ci sei riuscito, infine.”
Castiel annuì e d’un tratto tutto quello che successe precipitò su di lui, proprio come una cascata.
“Figliolo..me lo sono sentito dal momento che ti ho visto comparire..dopo tutto questo silenzio..è successo qualcosa, vero?”

“Io..sì! Marika…” cominciò a singhiozzare. Robert restò imperturbabile.
“Tesoro, cosa è successo a tua sorella?”
“È stata rapita.” Pianse ancora più forte.
Robert si alzò lentamente dalla sedia, andò da suo figlio e lo abbracciò forte.

Si strinsero forte per un minuto, poi Robert guardò il figlio negli occhi.
“Da chi, figliolo?”
“I-io..ti prego, non odiarmi!”
Robert lo guardò stranito.
“Lo sai che non potrei mai..dimmi cosa è successo.”

“Marika è stata rapita da un ragazzo che..io credevo fosse un amico! Un amico a cui tenevo molto! L’ha rapita! Era nel nostro gruppo e io..non ho mai sospettato di niente! È stata colpa mia!!” continuò a singhiozzare e il padre gli mise la testa sulla sua spalla.
“No che non è colpa tua. Accade molto di rado che riusciamo a comprendere cosa nasconde il cuore delle persone.”

Si vedeva che il padre soffriva molto ma si tratteneva, per consolare il figlio. Prima che potesse aggiungere altro, Castiel parlò ancora.
“Anche Sam, è stato rapito. E Dean sta uscendo pazzo, come me.”
“COSA?? ANCHE SAM?”
Castiel annuì ancora.

“È stato preso da un tizio vestito da cavaliere di un romanzo. Marika invece, prima è sprofondata in un sonno irreale come la bella addormentata, sembrava morta…poi è sparito anche il suo corpo.”
Sembrava che tutta la calma mostrata da Robert finora, fosse messa a dura prova.
Si alzò e camminò in tondo.

“Raccontami tutto dall’inizio, non tralasciare niente.”
 
 
Castiel gli raccontò tutto dall’inizio. Di come si era scoperto che Sam e Dean fossero figli di due Dei , di come ben tre insegnanti della loro scuola si fossero rivelati tali e di come fossero tutti coinvolti in qualche modo, ma di come ancora facevano fatica a capire chi erano in quest’altra vita e in quest’altro mondo. Castiel raccontò della sua infatuazione per questo Ruben, della profonda amicizia con Sam. di come si era scoperto che lui era una sorta di chiave e come la sua nascita fosse avvolta nel mistero, di come avessero trovato Marika e fossero impazziti all’idea che ci fosse una talpa insospettabile nel loro gruppo, del rapimento di Sam, della paura che c’entrasse anche Ruben in questa storia, di come lui si sentisse INUTILE e di come questo lo avesse fatto in un certo senso evolvere magicamente.

“Non era così..non era così che volevo superare le barriere e entrare qui e incontrarti.” Disse Castiel.
“Anche per me non era così che desideravo ci ricongiungessimo, ma è accaduto, molto spesso le cose non vanno come avremmo desiderato, ma come è destino che accadono.” Disse Robert, poi fumò una boccata di pipa. “Io sono qui isolato dal mondo, vivo continuamente qui e in una dimensione alternativa, dove faccio ancora il marinaio, nella mia nave.”
“Sei..morto?” chiese Castiel con delicatezza.

“Non so cosa sono davvero,è molto difficile spiegare cosa c’è davvero nell’altra dimensione. Un confuso rimasuglio di ricordi e visioni, poi torno qui e..penso. A volte..a volte faccio fatica a capire cosa è reale o cosa no. A volte è come se non fossi mai vissuto. Sai, ricordo la mia vita con tua madre, vostra madre..ricordo voi da piccoli..il mare..e basta. Come se non fossi mai più cresciuto..a volte penso di essere un fantasma, a volte credo sia stato un sogno e che non sia mai vissuto..lo penserei davvero, se non ci foste stati voi a volte a venirmi a trovare..” sorrise.

“Magari..fai parte di quel mondo da dove veniamo anche noi.” disse Castiel.
“Forse. È ancora tutto molto nebuloso. Mi dispiace da morire di non esservi di aiuto. Mi sento così inutile.”
“No. Non dirlo! Tu non sei inutile! Tu ci sei stato di grandissimo aiuto, è grazie a te che Dean e Sam hanno ricordato chi sono. Lo devono a te! Anche Marika ha ritrovato sé stessa e si è aperta alla magia, grazie a te. Tu hai fatto del bene a noi.”
“Figliolo..”

Si abbracciarono nuovamente.
“C’è una cosa che non ti ho detto. In questa dimensione in cui mi ritrovo..io non rivivo la mia vita.”
“Come? E allora cosa vivi?”
Il padre esitò per un attimo.

“Io non volevo dirlo..non l’ho detto mai neanche a tua sorella per non turbarla..forse è stato uno sbaglio.”
“Papà..-ti prego..dimmelo.”
Robert lo guardò e sorrise.

“Siamo sulla nave e tu sei con me. Navighiamo insieme. Tu sei felice, mi aiuti con la barca, a pulire e tutto il resto. Siamo..felici. E siamo padre e figlio anche li..non è questa vita che abbiamo qui, ma è comunque la NOSTRA VITA..non esiste Marika..non lì credo..abbiamo solo l’un l'altro..e i mozzi..” ridacchiò.
Castiel ebbe dei brividi.
“Ti ho spaventato..perdonami..non avrei dovuto."

“No!! io tremo per l’emozione! È..bellissimo. Io..avrei voluto saperlo prima.”

Si abbracciarono di nuovo, con la promessa da parte di Castiel, che avrebbe fatto di tutto per riportare indietro Marika e anche Sam, che si era affezionato anche a lui, che erano tutti una grande, meravigliosa famiglia, che li amava anche se molti non sapeva neanche dove arrivassero e dove fosse nata questa alchimia, non parlò di Ruben, la ferita bruciava ancora e il padre evitò di infierire, disse ancora che quando sarebbe tornato con tutti quanti, avrebbe indagato sul sogno, voleva capire cosa significasse, voleva vederlo anche lui perché secondo lui, era un sogno bellissimo!
 
 
Per Sam era abbastanza.
Agguantò Castiel per il bavero e lo fece cadere.
Caddero entrambi di riflesso, sotto gli occhi allibiti di Robert.
Sam, cosa..”
“Sporco, bugiard..AAAAAAH!”
Fitte nella testa, come lampi. Dovette lasciarlo andare.
Lui gridò. Castiel gridò. Robert gridò.
La stanza mulinò e scomparve.
 
 
Quando infine ripresero i sensi, Sam capì che erano soli.
“Mmmm..che male la testa..prima o poi avrò dei danni cerebrali..” disse.
“Si può sapere che diamine ti ha preso, Sam? Che volevi fare, uccidermi??”
“Dov’è finito, Robert??”
“Lo hai fatto andare via tu! Devi averlo spaventato!”
“Bene! È solo un traditore..come te..”
“Ma cosa diavolo stai dicendo! Sei uscito di senno??”
“Non ho intenzione di parlare con un ricordo!”
“Guardami! Razza di cretino! Non sono un ricordo, SONO IO!”
Sam lo fissò.
“Sei Castiel? Il vero Castiel?”

“Sì, maledizione e sto facendo come te questo grazioso viaggetto nei ricordi e mi sono rotto le scatole da un bel pezzo!”
“BENE. Sono contento che sei tu così posso prendere a schiaffi quella tua faccia da schiaffi, razza di traditore!”
“Ancora? Sam, mi stai facendo..”

Perché non mi hai detto che eri tu l’invisibile, eh?”
“MA DI COSA DIAVOLO STAI PARLANDO? QUALE INVISIBILE??”

“Ohhh, certo, adesso fai lo gnorri..ma io so bene che sei te..noi..IO E DEAN stiamo cercando l’invisibile..e guarda caso il punto interrogativo viaggia sulla tua testa.”
“Sam, io sto cominciando davvero a pensare che questo viaggio nel passato ti ha bruciato tutti i neuroni…”

“SMETTILA! QUELLO NON È TUO PADRE, È SIRIUS BLACK DEL MONDO DI HARRY POTTER E NON HA MAI AVUTO FIGLI PERCHÈ È MORTO, È MORTO DA NON SO NEANCHE QUANTO TEMPO ORMAI..”
Castiel finalmente tacque.

“Quindi, o ci ha raccontato un sacco di balle..oppure..le ha raccontate a te..oppure ci avete preso in giro tutti e due!” disse Sam ferito.
“Sam, lascia che ti spieghi..”
“No!!” disse Sam scacciando le mani dell'amico.
“Sam..”
Una voce, un’altra, più gentile, lo scosse.
“Sirius…come hai potuto mentirci..” disse Sam, guardando ora quell'uomo che aveva di nuovo il volto di Bobby Singer.

“Non vi ho mentito.”
“Hai detto che non hai mai lasciato quel mondo..” disse Sam.

“Ed è la verità. Marika NON è mia figlia..così come Castiel non è mio figlio..ma ad un certo punto, volevamo entrambi così tanto che fosse vero..che io ho finito per credere alle fantasticherie della ragazza a cui io ho voluto bene come una figlia..esisteva una specie di connessione tra noi..entrambi eravamo legati al mondo dell’occulto..vedevamo L’INVISIBILE..ma Castiel era diverso…lui non vedeva oltre il Velo…e ne era GELOSO.”
Castiel aveva chiuso gli occhi, triste.

“Ma dopo quello che ha fatto Ruben, il suo dolore, se da un lato l’ha fatto diventare più..adulto, dall’altro gli ha sbloccato il terzo occhio..il suo incredibile desiderio di rivedere Marika, gli ha donato la possibilità, il DONO di vedere quello che vedeva lei stessa."

A Castiel sfuggì una lacrima.

"Alla fine anche lui mi ha visto..e quando è successo, non so perché, ma per me..era proprio come se fosse davvero MIO FIGLIO..mi dispiace..è tutta colpa mia.” Ora anche Robert piangeva.

“No, è colpa mia, è colpa mia, papà.”
“Non..non sono tuo padre, però avrei voluto..”
“Sì, lo sei, invece.” Ora anche Castiel piangeva.
Robert/Sirius gli diede una carezza e Castiel lo abbracciò.

“Non vuoi abbandonare quel tuo mondo onirico, Sirius, ma sembra che, ci sono delle persone che ti AMANO nel mondo fisico..un mondo che forse tu non vuoi, ma è un mondo che sembra volere te..io fossi in te ci ripenserei.” Disse Sam.
“Sam, io..”
“Non capita tutti i giorni di avere per figlio un ragazzo così speciale..che può perdonare tutti i coglioni di questo mondo, compreso me!” disse Sam.

“Sam!” Castiel scoppiò in singhiozzi e lo abbracciò. “Perdonami, perdonami.,”
“No, sei tu a dover perdonare me! E dire che sono praticamente quasi uguale a te! Sono addirittura nato solo con l'immaginazione, ma non ho saputo crederti, peggio, capirti”
“Non siamo noi l’invisibile, Sam..ma forse abbiamo un’intuizione su chi possa esserlo.”
Sam lo guardò e tornò il punto interrogativo che stavolta vibrò tra loro.

“Una persona che mi ha..aiutato. Una persona parecchio ambigua.” Disse lui.
 
 
 
*
“Non sono più Ruben, oramai. Sono Phoenix.” Disse il ragazzo, con l’armatura scintillante e una lunga coda dietro.

“Sei anche l’Invisibile!” disse Dean con tono accusatore. “Ti prego, non mentire. Abbiamo bisogno del tuo aiuto.”
“Jael è venuto anche da te, eh? So che credi lo sia, ma perché lo pensi?”
“Forse perché hai un grosso punto interrogativo sulla testa?”
Ruben lo fissò con noncuranza.
“Ah, quello.”

“Ti prego, poniamo fine a tutto. Qualunque cosa tu sai che ha portato a questo Crollo, devi DIRMELA, così potremo tornarcene tutti al presente. Io..ti imploro!”
“Neanche un Angelo esaudisce le nostre preghiere e pensi che possa farlo un Cavaliere?”

“Eh?”
“Guarda..il tuo punto interrogativo, Dean..guarda DOVE VA.”
Dean seguì con lo sguardo il punto interrogativo dorato che si infiltrava tra i pertugi nelle rocce e gli corse dietro. La voce di Ruben che gli andava dietro.

“Non ho fatto altro che ripercorrere eventi della mia vita passata quando ero cattivo, in un’altra vita..quando l’isola nera mi aveva tolto tutto, anche la mia ANIMA..”
Dean continuò a scavarsi un passaggio.
“Credevo non ci fosse niente di peggio di quello, ma mi sbagliavo, poi è arivato LUI..”
“Lui CHI??”

“Non lo capivo, PRIMA..era una voce, una voce ribollente come lava che proveniva proprio da lì..che mi diceva:
“La vita qui per avere l’armatura, ti annienta l’anima..ma io posso preservarla, fare in modo che venga solo temporaneamente congelata..darti la possibilità di tornare da tuo fratello e dai tuoi amici..in cambio desidero solo che tu mi faccia uscire da qui..
“Aiutami..possiamo farcela in due..Ruben..”

“Era Lucifero, Dean..
Dean si paralizzò e guardò Ruben come se lo vedesse per la prima volta in vita sua.

“Non capii chi fosse..non lo sapevo..te lo giuro..ho acconsentito..e..lui semplicemente se ne andò..non so se era davvero lui, o solo una delle sue tante incarnazioni, ma adesso capisco perché JAEL HA SCELTO ME. Perché io ho il simbolo della fenice. Resurrezione. Ho fatto risorgere Lucifer ed ero L’UNICO che poteva aprire la porta per il mondo degli dei.”

Sembrò che le sue parole avessero aperto il passaggio. Con un gran boato, i massi si aprirono, rivelando una grotta. Dean si voltò verso di lui.
“Tu non hai fatto risorgere il diavolo, Ruben..nessuno ha questo potere..tanto meno tu..e riguardo a Marika, tu sei stato manipolato da Jael..questo è quanto..” era incredibile che ora doveva essere lui a convincerlo di non essere poi così cattivo.
“Ma..”
“Smettila adesso! Mi servi concentrato.” disse esasperato.
“Ti giuro che io non volevo fare del male a nessuno!!”
“Va bene, adesso aiutami, devi aiutarmi, Ruben..”

“Come avrei potuto capirlo? Quando poi tornai successivamente qui..e ho visto quei disegni, ho pensato che fossero la prova FISICA E VISIVA di quello che temevo quando ho riacquistato piano piano la memoria..”
“Gesù..” disse Dean guardando numerosi disegni stilizzati sul muro della grotta, di un uomo con le ali.

“Ho sempre pensato che LUI in preda a una sorta di delirio narcisistico, avesse disegnato migliaia di ritratti della sua immagine..ma poi ho compreso che mi sbagliavo, quando ho visto MEGLIO..e ho ricordato che avevo già visto quel volto.”

Dean sgranò gli occhi. Aveva già visto quel volto. Guardò quel volto che era confuso ma anche familiare in un certo senso. Notò uno scarabocchio vicino a lui. Un alfabeto che non aveva mai visto, eppure sembrava che riuscisse a leggerlo.

"Sì, Dean, so che un semi dio come te, può leggere l'enochiano. Avanti."

“Dei dell’Olimpo..quello non è Lucifero..è…GABRIEL. L’ARCANGELO GABRIEL.”  





















Note dell'autrice:  Parola mia, NON NE POSSO PÍÚ!!!"! :;ooooo ok, questo capitolo mi ha appassionato più degli altri, magari per via del colpo di scena finale, ma NON NE POSSO DAVVERO PIÚ, non vedo l'ora di finire questa trama, ma sono costretta a finire la scaletta. Però BASTAAAAAAAAAAAAA QUANDO FINISCEEEEEEEEEE

Non scriverò MAI PIÚ DI COSÍ TANTI PERSONAGGI. MAI PIÚÚÚÚÚ

Ok, dopo lo sclero, ritorniamo a parlare della storia xd Sembra che Sam e Dean non riescano proprio a capire chi sia questo Invisibile e sbagliano SEMPRE..eh sì, mi sono ispirata a tutte quelle volte in cui si gioca sull'idea che ti sei finalmente avvicinato a scoprire qualcosa, dai per scontato che è quella cosa lì, e poi ZAC, sconvolgi lo spettatore, riportandolo al punto di partenza! Ogni volta sembra che l'hanno trovato..OGNI DANNATA VOLTA..l'ho già detto che qui niente è come sembra..nessun personaggio..tutti possono nascondere segreti e scheletri nell'armadio..TUTTI XD e non puoi mai essere sicuro di sapere davvero chi è una persona, fino alla fine!! xd Ma qual è LA FINE??? ehhh SAPERLO XD cmq non abbiate paura che ci stiamo avvicinando alla conclusione...non mancano più molti capitoli ormai, anche perchè i personaggi stanno finendo AHHAHA ma tranquilli che non li elencherò proprio tutti..e ben presto ci sarà anche una brusca accelerata per capire davvero cosa diavolo è sto cavolo di CROLLO..spero che scoprirlo non vi deluda troppo!

BOBBY/ROBERT/SIRIUS E I FIGLI MAI NATI: Dico la verità, ci sono a volte dei momenti in cui dico a me stessa: mi pento sul serio di aver inserito la sua trama AHHAHAH XD no, davvero, cioè..immaginatevi dover giostrare un uomo che ha tre identità DIVERSE e dover specificare OGNI DANNATA VOLTA che cavolo di VOLTO HA :OOOOOO cioè davvero, ma che casino ho fatto..ma chi me l'ha fatto fare di fargli così tante vite, non potevo dargliene una sola e renderla avvincente??? HAHAHAH XD ci penso spesso, ma come dico sempre, purtroppo sti maledetti personaggi fanno quello che gli pare a loro e io mi sento solo come una veggente che non fa altro che trasmettere su schermo quello che vedo, quindi "subisco" tutto ciò xd il punto è che non riesco proprio a ignorare le idee che mi vengono! E quindi a quel punto che fai?? IGNORI O VAI AVANTI? IGNORI O VAI AVANTI?? PILLOLA ROSSA O PILLOLA BLU????
Mi era sembrata un'idea grandiosa, GRANDIOSA, questa storia del padre di Marika, relegato chissà perchè e chissà COME, in questo cavolo di studio fantasma, invisibile, come una brutta scopiazzatura di Grimmalud Place - ai tempi manco sapevo che l'avrei reso Sirius, pensate un po' - mi era piaciuta così tanto che non avevo mica ragionato troppo sul come spiegare come diavolo accidenti ci era finito e come era scomparso dalla vita dei suoi figli. Qualcosa mi verrà in mente, mi sono detta. IN FUTURO.
Ma il tempo è passato e il tempo di spiegazioni non è mai arrivato, poi è proseguita sta genialata del mondo di Hp e non sono riuscita a ignorare neanche quello..e a quel punto come cavolo ce lo combaci l'idea di Sirius con l'idea dello psicanalista Robert??? Una trama tra le due va eliminata. La elimini, cosa elimini?? E se le tenessi ENTRAMBE?? MA CHE FOLLE IDEA, PAZZA PAZZA FOLLE IDEA, cantava qualcuno..ma che ci posso fare?? E quindi incredibilmente le ho tenute entrambe perchè mi sembravano giuste entrambe!
E sono diventate TRE LE VITE, quando ho deciso che doveva essere ANCHE BOBBY!! Non so se l'ho deciso perchè i9n fondo shippo John e Bobby insieme e l'idea di pensarli come James e Sirius era una cosa troppo allettante per lasciar perdere, fatto sta è che sto poveraccio era già così tanto incasinato e aveva così tanto bisogno urgente di uno psicanalista anche se lo era lui stesso, che l'ultima cos anche aveva bisogno al mondo, era che lo dessi pure BOBBY!!! Ma che ci posso fare..non ho abbandonato neanche questa idea xd che poi Bobby nella prima storia, manco c'è, quindi mi è stata offerta pure su un patto d'argento xd anche se, penso che ormai, ci ero così dentro che penso avrei trovato il modo di renderlo Bobby, pure in quel caso xd

E così mi sono incasinata la vita. Non potevo più rinnegare il fatto che avesse detto esplicitamente che Cas e Marika fossero suoi figli nè che c'era un capitolo INTERO su Cas che lo chiama "papà.." mi è capitato già in passato di modificare scene o dialoghi che contrastavano con la coerenza di altri capitoli, ma CANCELLARE UN CAPOTOLO INRERO??? non me al sono sentita..quindi non l'ho fatto..è poco realistico? Chi se ne frega..e d'altronde capita anche nella realtà che crediamo a cose che non sono mai esistite, perchè quindi non può essere realistico nella fantasia??

L'ARCANGELO GABE: il punto focale del capitolo e lo tengo per ultimo ahhah vabbè pazienza..che dire senza fare spoilers? L'idea di Gabriel mi è venuta in mente solo di recente e principalmente da quando è comparso pochi capitoli fa....fino a quel momento non c'era neanche nella mia mente xd poveraccio, lui che cerca sempre di tirarsi fuori dalle beghe della sua famiglia e io che ce lo metto sempre in mezzo xd a dire la verità però, l'idea di Gabriel mi si era formata nella mente nei primi capitoli, quando si parla di un certo spiritello dispettoso, ma spiegherò tutto nel prossimo capitolo..sperando di non incasinare ulteriormente tutto xd

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Capitolo 44
*** L'arcangelo Gabriel ***


Era sospeso nel vuoto in una foschia grigia, in una caverna buia. Nel suo campo visivo era comparso un uomo dall’aspetto giovanile, pieno di boccoli biondi.
Sam si sentiva rintontito e la testa gli doleva.
“Chi sei tu?”
“Il trickster.”

“Il trickster? Che cosa vuoi da me? Dean dov’è?”
“Sulla Terra, suppongo, dolcezza.”
“Sulla Ter…no..io..sono morto??”

“Però..sei un fulmine.”


Sam si mise la faccia tra le mani.
“No, Dean..”

Dopo minuti che sembravano infiniti, Sam sembrava ancora non decidersi a dire nulla, tranne: “Dean, Dean. Dean..” Alla fine il trickster, mosso a compassione, gli mise una mano sulla spalla.
“Tesoro, hai aspettato una vita intera per saperlo..perchè aspettare anche con la morte?”
“A-aspettare cosa?”

“Di conoscere i retroscena.”
“Q-quali retroscena?”
“La vita è un immenso palcoscenico..vuoi conoscere il mistero dietro il copione? I retroscena, le scene tagliate? Io posso farlo. Mi interessa il TUO FILM.”
“Sei simpatico.”
“Lo so.”

“D’accordo..ma voglio vedere Dean.” Disse, facendo sbuffare il trickster.
“Potrei vomitare!”
“Cosa??”
“Niente, niente.Lo scoprirai” Ridacchiò il trickster.
 



*

“Papà….” Sam piangeva e lo stringeva e non la smetteva e la faccenda cominciava a diventare imbarazzante.
“E basta! Comprati un orsacchiotto, ragazzo. Che diamine.” Disse, sciogliendo l’abbraccio.
“Mi dispiace..ma..mio padre..Loki..perchè…io..”

“Beh, da qualcuno dovevi pur essere nato, no? Ci sono disgrazie peggiori..anche se ora non me ne viene proprio in mente nessuna. Aspettami qui.”
Quando il trickster tornò con le sue ali dorate e la sua uniforme nera, Sam stava cantileando “Dean, Dean..” con cadenza struggente.
“Lo sapevo che avresti ricominciato con il solito ritornello. MIELE."disse lui portando un grosso barattolo di miele con un cucchiaio." Per le pene d’amore. MANGIA. Poi se vuoi, ricominciamo il tour guidato.”

Sam non diede segno di voler mangiare e il trickster gli sollevò con delicatezza il mento, guardandolo in viso, notando con orrore che aveva gli occhi pieni di lacrime.

"Dei del cielo, aiutatemi! L'ultimo che aveva dei laghi negli occhi era MOSÈ e quello che gli dissi, non furono parole, ma suppliche. L'ho supplicato di non fare uno spettacolo del genere anche quando avrebbe dovuto dividere le acque. Indovina come mi ha risposto?"

Delle lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi occhi.

" Come te adesso, campione. E sai cosa ho fatto io? Questo."

Gli ficcò un cucchiaio di miele a forza.


" Sembrava così tanto una buona idea che ho riempito il mare della Terra Promessa con latte e miele. Così, per non rischiare di far piangere Mosè e confondere le sue lacrime con le acque divise, sai com'è.. Non ero sicuro che a mio PADRE piacesse che un leader piangesse mentre doveva incitare la folla. Non credevo lo avrebbe trovato appropriato. Ma erano altri tempi.. Mica erano tutti smidollati come voi giovani eroi di oggi che piangete come femminucce e fate innamorare le ragazze."

Sam non sembrava badare a quello sproloquio ma perlomeno aveva smesso di piangere e il trickster ne fu sollevato. Sorrise.

“Come avrà fatto nostro padre a crescere così tanti figli? Mica tutti sono bravi, belli e obbedienti come me!! Oh, oh..”
Sam stava succhiando di malavoglia il miele, mentre il trickster guardava incantato sé stesso illuminarsi. Guardò Sam e un sorriso sadico gli spuntò sulle labbra.

“Un po’ in ritardo, ma si è deciso il fratellone, eh?”
“Chi?” chiese Sam non capendo.
“Ah, già, tu non..non sai..lascia perdere..parlavo di altre vite, altri scenari..altri mondi!”
“Non esiste mondo al di fuori di questo.” Mugugnò Sam.
Il trickster lo guardò.
“Non sai quanto ti sbagli.”

“Aspetta, dove vai!!” disse Sam bloccandogli il braccio.
“Non lo vedi? Sono stato chiamato.”
“Non lasciarmi solo!!”
“Siamo tutti soli in questa valle di disperati, tesoro. E comunque non pretenderai che resti a farti compagnia. Ho finito con te!!”
Gli rivolse un altro sorrisino ambiguo.

“È luminosa la tua anima..chissà se si vedrà anche da laggiù..”
“laggiù..dove?”
Ma il trickster era scomparso e non gli rispose più.
 
*
 
Gabriel, così si chiamava, andò a cercare l’anima di Sam nella terra dei morti e la richiamò nel suo corpo. Lo avvertì però, che Sam avrebbe potuto tornare MOLTO CAMBIATO da come lui lo conosceva.
 
“Quando le anime muoiono, esse vengono chiamate nella terra dei morti, da spiriti diversi dagli Dei, spiriti Superiori, che informano le anime del Senso della Vita. Donano loro la conoscenza che a lungo è stata a loro celata, le anime vengono a conoscenza di tutte le scelte sbagliate che hanno fatto, di tutti i futuri che avrebbero potuto AVERE, se avessero compiuto certe scelte, di tutti i perché che non hanno mai avuto risposta. Potresti avere davanti a te un’anima fondamentalmente cambiata, rispetto a quella che tu conosci e ami.”
“Sarà sempre lui, qualsiasi cosa abbia attraversato, qualsiasi cosa abbia conosciuto. È la mia anima gemella e io non voglio perderlo.”

Gabriel sembrò toccato da quelle parole e profondamente scosso.

Ricordati queste parole..




Il circo


 
"Gabriel! Ormai ti sei trasferito a pianta stabile al circo!! Che cosa dirà tuo padre!?" gli domandò Sam saltellando allegro, entrando nel circo.
"Ciò che pensa mio padre, non è affar mio.." disse Gabriel cupo, ma elargendo un forte abbraccio caloroso a Sam quando si avvicinò a lui.
 
"Dai, vieni con me! Sarai il mio compagno di trapezio oggi!" gli sorrise Sam.
"Sì.." disse Gabriel guardando con nervosismo i fogli lasciati sulla scrivania del suo camerino.
 
"Dai, vieni!" disse Sam con allegria prendendolo per mano. "Cosa stavi scrivendo?" gli chiese ancora.
 
"Oh, nulla di importante..appunti sul mangime da dare alle scimmie.."
"Guarda, Dean ci guarda dalla platea! Non facciamo brutta figura!!"
 
 
 
 
 
 
*
 
"Come mai un Dio dovrebbe desiderare abbandonare il cielo per venire qui a sgobbare per sfidare la gravità, usando mezzi umani?" chiese Sam, mangiando in mezzo agli elefanti e alle piccole scimmie, per terra.
 
"Forse perché gli animali sono migliori di quelle bestie dei miei fratelli.." disse Gabriel cupo, poi guardò Dean e sbiancò.
"Scusami, sono i tuoi zii, in fondo..."
 
Dean scosse la testa. "Tante grazie per avermelo ricordato..ogni volta che cerco di dimenticarlo, c'é sempre qualche guastafeste che me lo ricorda."
Risero tutti e tre.
 
"Ehi, non pensare di essertela scampata. Devi rispondere in modo più approfondito alla domanda." disse Sam stuzzicandogli il braccio con affetto.
Gabriel sospirò.
 
"A dire la verità..è tutto abbastanza palese. Limpido come il sole. Ho un fratellastro che ha odiato nostro padre perché gli ha nascosto di essere un figlio adottato..per poi scoprire che invece era davvero suo figlio. Quattro di loro, hanno preferito amarsi tra di loro, piuttosto che amare il sottoscritto..che preferiscono evitare come la peste.."
Dean e Sam non avevano bisogno che Gabriel dicesse loro che parlava di Marte e Venere e di Thor e Loki. Era abbastanza scontato.
"Ho due nipoti che continuo a vedere come fratelli minori.." disse guardando loro due con un sorriso.
"Ehi! Quella non è colpa nostra!"si difese Dean.
 
"Vero. Ho una sorella che pur di trovarmi un'occupazione che non facesse vergognare la mia famiglia, mi ha assunto come assistente..ma anche lì, li ho delusi..visto che invece di guidare i trapassati alla vita che li aspetta nell'aldilà..preferisco mettermi a chiacchierare con loro.."disse dando un'occhiata a Sam. "Sono un completo disastro e in realtà non me ne dispiace neanche più di tanto. In realtà non mi sono mai davvero integrato con la mia famiglia...sento la mancanza di una famiglia diversa.." disse Gabriel.
 
"Per questo hai deciso di lavorare per il circo? Per averne una diversa?" chiese Dean mangiando ancora dei popcorn caramellati.
 
"Voi lo sapete che noi non esistiamo da sempre, vero?" disse lui sorprendendoli.
"Certo." dissero loro grattandosi la testa a disagio.
"A scuola ci hanno detto qualcosa.." disse Dean.
 
"Ma non abbiamo capito granché..Credevamo che voi foste immortali e ci foste da sempre.." disse Sam.
 
"Nulla esiste da sempre..con il tempo ogni cosa si trasforma e diventa qualcos'altro..perfino un Dio..dopo migliaia e migliaia di anni..diventa altro..quando la sua magia si esaurisce...prima di noi c'erano altre divinità..e prima delle divinità..c'erano i giganti..prima dei giganti..."
 
"Sì???" chiesero in coro Sam e Dean vedendo che il trickster si era perso nel suo mondo.
"Si dice che tuttavia esistono..o sono esistiti..degli esseri che hanno visto l'alba dei tempi..il primo uomo e la prima roccia....che hanno inventato addirittura la prima parola del mondo..che hanno creato tutto quello che noi conosciamo!"
"Sarebbe fantastico parlarci.." disse Sam esaltato.
 
Un'ombra scura si gettò sul volto del trickster, tuttavia il secondo dopo scomparve e i due ragazzi pensarono che se lo erano immaginati.
"Io non credo che questi esseri dovrebbero parlare con l'uomo.." disse.
Dean fraintese il senso del discorso.
"Oh..credi che sarebbero troppo superiori per farlo?" chiese offeso.
 
"No..tutt'altro..trovo che il parlare sia fin troppo sopravvalutato..in un certo senso è una cosa che sminuisce l'anima..l'anima di tutti noi..anche della vostra.."
Sam e Dean lo guardarono con curiosità.
 
"Gli angeli io li immagino godere della compagnia di esseri come questi..condividendo con loro le gocce, la terra, il fango e l'acqua..guardandoli, accarezzandoli..condividendo il loro spazio vitale..non direbbero niente..li guarderebbero solo con amore e luce, pensando di aver contribuito a creare qualcosa di tanto meraviglioso..un simile miracolo..forse si farebbero vedere o forse no..ma non è importante questo, perché loro..e tutti gli altri esseri sentirebbero la loro presenza..sentirebbero che loro li amano.."
"Sembra quasi che preferiresti essere uno di loro.." disse Dean.
Gabriel si irrigidì.
 
"Noi Dei non desideriamo essere altro..siamo diversi da voi umani..sappiamo che qualunque forma abbiamo adesso, non sarà mai così per sempre..tutto può essere cambiato o alterato.."
"Non intendevo off.."
"Devo andare adesso, la mia pausa sta per finire!"
 
"Davvero vorresti essere uno di loro?? Tipo come quell'essere della profezia che vorrebbe usarmi per distruggervi??"
Gabriel e Dean spalancarono la bocca.
"L'avevo dimenticato." disse Gabe.
"Beato te!" disse Sam.
 
"No...certo che no..perdonami, Sam..ho detto una sciocchezza..non volevo.." disse ancora mentre Sam tirava su con il naso. "Perdonami." disse ancora abbracciandolo stretto.




La lite tra Sam e Gabriel



Sam era entrato come una furia nel circo. Gabriel aveva appena avuto il tempo di mormorare il suo nome, che il giovane ragazzo con un'espressione arrabbiata, gli buttò fuori un mucchio di lettere sul grembo.
"Sam! Che cosa..." ma impallidì nel riconoscere le cartoline.

"Come hai potuto farmi una cosa del genere, Gabe??" "Io non so che cosa.."

"NON MENTIRE!! SO CHE SEI STATO TU!!"

Gabriel chinò la testa. Non poteva più smentire.
"Non negherò, però lascia che ti spieghi.."

"Allora fallo!! Spiegami!! Spiegami perché da SETTIMANE mi stai mandando decine e decine di lettere anonime e minatorie, con parole terribili, minacciandomi!!"

Gabriel provò a parlare, ma non ne uscì alcun suono.

"Ohhh, non parli?? Magari il grande ARCANGELO è troppo importante per parlare con un semplice umilissimo semi dio??"

Gabriel sbiancò.
"Cosa.."
"Phoenix!! Il nostro amico cavaliere!! Si è ricordato di aver visto un disegno quando è stato sull'isola nera!! Un disegno che guarda caso, porta a te, Gabriel!! Successivamente, mi è bastato fare qualche indagine su di te...sei tra gli Dei, quello più recente..non ti sei MAI integrato e ti sei stranamente allontanato dalla tua famiglia e dall'Olimpo, nell'ultimo anno..Guarda caso il tuo allontanamento coincide con la PREDIZIONE DELL'ORACOLO SU LUCIFER E ME!!"

"Sam, ascolta, sei mio amico.."

"AMICO?? Come osi chiamarmi ancora così??Non provi un briciolo di vergogna??"

Si alzò in piedi, asciugandosi le lacrime.
"Tu volevi vendermi a Lucifer.."
"NO!!Non è vero!! Volevo salvarti invece!! Ti ho mandato per questo, quelle lettere!! Per mandarti via! Per mandare via sia te che Dean!! Non volevo che Lucifer vi trovasse!!"

"Come posso ancora crederti dopo che mi hai mentito??" urlò Sam, le lacrime rapprese intorno agli occhi.
"Senti, io.."
"Come posso fidarmi ancora di te, dopo che mi hai nascosto chi sei.."

"Sono sempre lo stesso che conoscevi.."
"No..io credevo di conoscere un amico.."
"Lo sono ancora.." disse avvicinandosi.
"No, no, no, tu mi hai mandato quelle lettere.."
"Per salvarti.."

"Vuoi forse dirmi che almeno all'inizio non ti sei avvicinato a me, vedendomi solo come colui che avrebbe aiutato Lucifer a regnare??"

Gabriel esitò per qualche secondo di troppo e Sam scosse la testa. "Lo sapevo.."

"Senti magari è anche cominciata così, ma poi è cambiato tutto..io mi sono affezionato a te. E..." disse cercando di prendergli le mani.

"Ti odio, ti odio, TI ODIO!!" gli battè ripetutamente dei pugni sul petto, ma Gabriel non si spostò.
"Ti prego, Sam, sei mio am.."
"NON DIRLO!!" disse, schiaffeggiandolo.

Gabriel barcollo, cadendo a terra e sotto il peso del colpo, si aprirono delle immense ali bianche dalla sua schiena, che ruppero la maglia che lo fasciava.

Sam rimase a bocca aperta a guardare le ali che quasi apertosi un difesa del suo proprietario, si erano ora chiuse attorno a lui come a proteggerlo.

"Prima un demone e ora un Angelo. Entrambi che vogliono usarmi. Vi nascondete tra di noi, camminate tra di noi, sembrate come noi ma le vostre intenzioni sono malvagie."

"Io NON SONO MALVAGIO!!"

"Come posso ancora crederti dopo che eri disposto a far sterminare la tua stessa famiglia purché Lucifer ritornasse??"

"LUI È MIO FRATELLO!!"gridò. "Il mio antichissimo fratello rinnegato..e mi manca."

"Non sai nemmeno che faccia ha.." disse Sam con voce rotta. "Lui è tuo fratello ma io ero tuo amico."

"Lo sono ancora..Sam, devi solo, devi solo perdonarmi, Sam.."
Sam lo indicò con un indice come a dirgli di non avvicinarsi e indietreggiò.
"Non posso.." disse prima di correre via.

Gabriel crollò a terra, sulla via del pianto.
"Ha scoperto tutto, non è vero?"
"Sì..almeno su di me."
"Allora significa che il Sogno è finito.." mormorò Balthazar triste.
"Sì.."
Gli occhi di Balthazar si illuminarono di oro, e altre ali, più grandi di quelle dell'altro arcangelo, si levarono dal suo corpo.
"Piangi...fratello mio...piangi.." Disse lui, abbracciandolo con le sue ali e le sue mani.





















Note dell'autrice:  questo capitolo mi è piaciuto tantissimo scriverlo<3333 il primo pezzo prima del circo, si riferisce al cap 13 che non ho mai raccontato dal punto di vista di Sam!! Quando Gabe lo chiama fratellone si riferisce al Dean di Beyond. Quando dice "ho finito con te" è un occhiolino alla puntata di spn 3 x 11 :)) si nota che ADORO Gabriel?

credo che ormai abbiate capito da questi ultimi capitoli drammatici,soprattutto questo, che ci stiamo avvicinando alla parte finale. Devo dire che non vedevo l'ora.. nonostante sono affezionata a questa storia, la stavamo tirando davvero troppo per le lunghe, soprattutto perché di fatto loro non hanno fatto ancora niente ma stanno solo rivedendo eventi del passato ajajah mi sono chiesta spesso se avrei potuto fare in modo che fosse più breve però in realtà sono affezionata a tutto quello che ho inserito in questi capitoli e per quanto potessi sforzarmi non mi ci vedo a toglierne nessuno!! Per il resto un po' mi dispiace perché l'amicizia tra Gabriel e Sam non era preventivato e a dire la verità non era preventivata neanche la presenza di Gabriel quindi spero di essere giustificata In ogni caso se non ho raccontato niente della loro amicizia, proprio perché io ero la prima a non aspettarmi che diventassero amici lol e come al solito i personaggi fanno quello che vogliono.. io mi ritrovo rammaricata di non aver potuto raccontare del loro rapporto, però davvero mettere ulteriori capitoli in più per raccontare i loro rapporto sarebbe significato allungare di chissà quante altre decine di capitoli, la storia e non me la sento perché veramente dopo un po' è anche ora che finisca questa parte del passato loool Almeno questa parte visto che per finire la storia vera ancora non ci stiamo neanche avvicinando alla fine xd in fin dei conti spiegare dell'amicizia tra i due non è molto importante ai fini della trama e potrò sempre tornarci in un secondo momento anche tra 1/ 2/ 3 anni mi rivolgo ai fan di questa nascente amicizia, non perdete le speranze visto che ci sono storie che sto continuando ancora adesso dopo sei sette anni xd

Probabilmente leggendo questo capitolo sarete rimasti spiazzati perché vi faccio scendere giù questa bomba delle lettere minatorie che in realtà non le ho fatte neanche arrivare di fatto nei capitoli che Sam ha già scoperto tutto però ci ho pensato e non era necessaria questa parte della trama xd non è detto che comunque qualche stralcio delle lettere non lo riporterò giusto per far capire di cosa stiamo parlando.. così come non spiego come Sam viene a scoprire che è stato Gabri limitandomi alla parte riassuntiva che gli ha spiegato.. se non faccio così davvero questa storia finirà fra tre anni ma comunque sono parti che non è davvero necessario raccontare

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Capitolo 45
*** Specchietto per le allodole ***


I gemiti di piacere di Sam davano a Dean un’elettricità pazzesca. Era il piacere che si mischiava all’amore, e la consapevolezza che lui e il suo corpo, la sua anima, gli stavano restituendo la felicità, anche se per poco. Anche se per pochi minuti. Non aveva importanza. Dopo la delusione che aveva provato per colpa di quell’angelo, ogni attimo, ogni minuto rubato e dato a lui per procurargli piacere e regalargli amore, non era andato sprecato.

Dean aveva resistito all’impulso di ammazzare quell’angelo a mani nude, solo per rispetto per Sam.

Provava un grandissimo amore per il suo compagno e condivideva con lui un’empatia e una chimica, se non una connessione fortissima. Se fosse capitato a lui una cosa del genere, sarebbe stato annientato.
Questo e solo questo gli aveva impedito di prendere la mano di Sam e accompagnarlo in quel circo assurdo, teatro di orrore e menzogne.
Gli Dei..erano da sempre stati bollati come macchinatori, manipolatori e meschini, ma mai uno di loro aveva fatto una cosa del genere.

Suo padre, il suo vero padre, Giove, gli aveva nascosto di essere suo padre, non rivelandogli che il suo fratellastro era in realtà il suo vero padre, ma non era la stessa cosa..lui, nella sua mente contorta, l’aveva fatto per proteggere lui e tutti i suoi figli.

Ma Gabriel..
“Ahhh…” gemette Sam.
Si strinse di più a lui, lo abbracciò, lo strinse forte e gemettero in contemporanea.
Loro erano nati per restare incastrati insieme. Non avrebbe mai permesso a nessuno di dividerli.

Mai.
Nemmeno agli Angeli.
Poi lo vide.
All’inizio sembrò solo come uno scintillio nel cielo, poi capì che erano i suoi occhi che mandavano bagliori dorati e dopo un attimo, riconobbe la sagoma.

Si chiese distrattamente se nel tempo di cui parlava Gabriel, quando esistevano gli Angeli, essi venivano riconosciuti dagli scintillii dorati, come lucciole nella notte.
Come facevano ad andare in giro per il mondo? Gli umani li riconoscevano?

“Amore…”

Quella parola pronunciata da Sam, lo sciolse.

“TU..sei tutto l’amore che c’è..” gli disse Dean, rallentando per baciarlo e poi spingendo più forte nel bacio, strappandogli un gemito soffocato.
 
 
 
*

Sam stava dormendo e gli sembrava di tradirlo, non rivelandogli la presenza di Gabriel, poco più in là. Ma stava dormendo così bene, dopo aver tanto pianto. Non voleva turbarlo. Si disse questo, cercando di giustificarsi, sperando che avrebbe alleviato i suoi sensi di colpa, mentre si rivestiva, avanzando verso di lui.

Non sentiva il bisogno di nascondere la sua nudità. Se un Angelo, servo degli Dei, non si vergognava di aver tradito gli uomini o la sua stessa specie, lui non si sarebbe vergognato del suo essere nudo. Almeno lui si mostrava per quello che era!
“Mi dispiace di aver interrotto il vostro..”

“Non hai interrotto niente!!” disse Dean, e poi per timore che fraintendesse cosa significava per lui Sam, aggiunse: “Sam sta dormendo..non sa che sei qui..perciò, dì quello che vuoi dire e poi vattene subito.”
“D'accordo..mi…mi dispiace.

“Tutto qui?? Cavolo, per tutti gli dei! Credevo ci avresti messo più tempo per smammare, ma se è tutto qui, sono fortunato. Puoi andartene ADESSO!”
“Non ho finito..”
“Ah, ecco, mi sembrava troppo bello!”

“Ascoltami, non importa cosa sia successo, la verità è che io non avevo intenzione di consegnare Sam a Lucifer..”
Dean arcuò un sopracciglio e poi scoppiò a ridere.
“Dean..”

“Scusami, è che…è davvero così divertente quello che dici…AHAHHAHA.”

“SAPEVO che Sam era il ragazzo che Lucifer avrebbe voluto per…insomma, per qualsiasi cosa lui intenda fare in questo mondo! Lo sapevo e non l’ho detto, lo ammetto! Ma ammetterai anche tu che tra saperlo e non dirlo e consegnarlo, c’è una bella differenza!”

“Mi fai quasi tenerezza per come ti stai giustificando, davvero..non sembri neanche un angelo, mi sembri solo uno sciocco.”
Prese fiato e poi disse più duro: “Credi davvero che solo perché non hai materialmente spinto Sam da Lucifer, tu sia in qualche modo giustificato? Credi che sia meno grave? Non lo è, povero, piccolo, sciocco, idiota! Tu sei imparentato con un essere che vuole usare Sam per i suoi scopi meschini! Sei legato a lui, sei suo fratello! E ce lo hai tenuto nascosto!”

“Sai da dove vengono gli Angeli?”
Dean rimase spiazzato dal brusco cambiamento di argomento.
“Questo cosa..non tentare di cambiare argomento!”
“Dean, tu SAI da dove vengono gli Angeli? Vi siete mai interrogati sul perché non avete trovato tracce di essi, qui?”

“Fino a quando non abbiamo saputo della presenza del tuo caro FRATELLO..pensavamo che foste esseri di fantasia..e avremmo preferito che così fosse..”

“Ma non lo siamo! E c’è una ragione per cui non avete mai trovato traccia della nostra presenza qui..noi..non apparteniamo a questo mondo.”

“Ma dai..adesso mi dirai che siete ALIENI..”

“Se così chiamate esseri che non sono nati qui ma vengono da altri pianeti, sì…nei secoli gli Dei hanno scoperto la nostra esistenza, ma non hanno potuto mai dimostrarla, perché gli Angeli non sono stati creati QUI, ma sono stati creati ALTROVE..forse addirittura in un altro universo..un’altra galassia..un altro mondo, dove non esistono tanti Dei..ne esiste uno..”

“Un solo Dio non può governare tutto il mondo..stai dicendo solo..”
“UNO SOLO, Dean..uno solo che ne ha creati tanti altri, ma non ha creato altri Dei come lui, ha creato..gli Angeli..ed essi non potevano però essere visti dagli Uomini..vagano invisibili sulla Terra, li proteggevano e basta..”
“Che cos’è successo a loro?”

Gabriel chinò la testa.
“Io non lo so..non ricordo.”
“BALLE.”

“È così, ti dico. Io sono rinato. Ma solo quando l’Oracolo ha predetto il ritorno di mio FRATELLO, ho cominciato a ricordare chi ero stato in un’altra vita! Quella notte..la ricordo come la notte peggiore della mia vita. Ho avuto degli incubi..le mie grida lancinanti hanno sconvolto l’intero Olimpo..loro credevano che la profezia mi avesse sconvolto più di quanto pensavano..e avevano ragione..ma loro non credevano..non pensavano che…io decisi di abbandonare l’Olimpo..quella non riuscivo più a vederla come la mia gente…non adesso che ricordavo di aver avuto un’altra famiglia.”
Gabriel guardò Dean con gli occhi pieni di lacrime.

“Sai cosa significa svegliarsi in un mondo in cui tutto ti sembra estraneo, in cui non riconosci più chi sei? In cui ti sembri un alieno in un mondo che non è tuo? Lampi di altri fratelli..di un altro mondo hanno tempestato i miei occhi..non posso vedere altro. Non posso riconoscere altro. Non so che fine ha fatto la mia famiglia di un altro tempo. Ma tra tutti i volti, un volto mi è rimasto impresso.”
“Proprio un volto amatissimo e luminoso.”

“LUCIFER LO ERA. Ricordo ben poco, ma ricordo che lui era chiamato addirittura la Stella del Mattino. Era il più luminoso di noi tutti..di tutti noi. Era un angelo bellissimo. Poi..fece qualcosa che nostro padre non gli perdonò mai. Gli disobbedì.”
Dean alzò un sopracciglio.

“Non ricordo cosa ha fatto, ma per nostro padre dovette essere qualcosa di DAVVERO GRAVE…lo rinchiuse in una bolla piena di liquido scuro bollente, rosso come il sangue..e da lì..i miei ricordi si interrompono. Non vanno più avanti. Deve essere qualcosa che ha sconvolto tutti noi parecchio.”

“Ma Phoenix dice che Lucifer risiedeva nel vulcano dell’isola Nera! Dice che gli ha parlato!! Se appartiene ad un altro mondo, come fa ad avergli parlato da lì??”
“lo so che sembra strano, ma..”
“Ha inciso disegni di te in quella grotta, Gabriel!!”

Gabriel sussultò, come se quella cosa in particolare lo sconvolse.
“Posso..credi che potrei..quei disegni..potresti..”
“NO!!”
Gabriel sussultò.

“Sai perché non ti ci porterò?? Perché quello che mi chiedi è TROPPO!! perché non te lo meriti! Perché sei fedele a un essere che vorrebbe distruggere tutto il nostro mondo, perché ami un essere che vuole fare del male al ragazzo che amo!! Perché sei un BUGIARDO!! Non siete mai vissuti in un altro mondo, ma sempre solo in questo e tutto ciò che dici è una bugia!! Perché non ci si può fidare di voi ANGELI! Perché ti odio!”
Dean fece per andarsene, ma Gabriel parlò di nuovo.

“Non so come faceva Lucifer a essere in quella grotta..probabilmente è rinato come me..o forse è stato sbalzato su questo pianeta chissà come..da mio padre o da qualcun altro..forse ci è voluto finire lui stesso..non posso darti la risposta che cerchi e sai perché? Perché io non ho contatti con lui e non posso fargli questa domanda!!

“Però vorresti…se ne avessi l’opportunità, vorresti averlo di fronte e fargli tutte queste domande e penderesti dalle sue labbra e ascolteresti tutto ciò che lui ha da dire e crederesti a ogni parola..” disse Dean malinconicamente.
“È l’unica famiglia che mi è rimasta..tu non faresti lo stesso? Per te sono un traditore, Dean..uno che è disposto a pugnalare la sua famiglia..ma non ho fatto del male a Sam e fino a prova contraria ho cercato di salvarlo!”
“Certo, con quelle stupide cartoline!!”

“Saranno sciocche ma sono comunque qualcosa!! Per me Sam non era niente, NIENTE!! E ho fatto anche troppo per quello che a conti fatti prima di essere un AMICO, era uno sconosciuto per me. E checchè tu ne dica, non ho ancora tradito la mia famiglia di questo tempo! Non sai cosa farò da qui a qualche settimana o tra un anno o che cosa dirò, perciò non avere così tanta fretta di giudicarmi prima di non aver visto come andrà a finire questa storia e ricordati che per noi esseri DIVINI, i SENTIMENTI non hanno gli stessi parametri che avete voi umani! Per noi Dei, non è facile..non siamo abituati ad amare gli esseri umani!!”

Dean rimase a bocca aperta.
“Perciò se anche ho fatto uno sbaglio, ho avuto dei tentennamenti, o vi ho delusi, non avere così tanta fretta di giudicarmi..”
“Non ho tempo di stare qui ad ascoltare un Dio che cerca di farsi perdonare perché non sa da quale parte stare. Se vuoi scusarmi, devo curare un cuore infranto..nel mentre tu continua pure a chiedere perdono perché quando Lucifer distruggerà l’Olimpo, tu forse lo aiuterai..”

“Non sarà Lucifer, né io, a distruggere il regno degli Dei, Dean!”
Dean si voltò di nuovo una seconda volta.
“Sarai tu.”
“Che cosa??”

“Ecco la seconda bomba che è scoppiata ai piani alti. La seconda profezia che hanno deciso di tenere all’oscuro anche ai vostri due padri, perché ritenuta troppo pericolosa. Chi porterà alla distruzione dell’Olimpo e di tutti gli Dei, sarai tu, Dean.

“No..non è vero..tu MENTI..avevi..avete detto che sarà Lucifer!!”
“Solo uno specchietto per le allodole. È vero che Lucifer ci proverà, ma sarai TU a far cadere gli Dei, Dean..LORO lo sanno..ti preoccupi per me, ma guardati intorno! Ti, VI stanno vendendo fumo negli occhi!” gridò Gabriel.
“No, no..questo non può essere vero..è una BUGIA…

“SVEGLIA!! Malgrado, i miei ricordi, sono un Dio anch’io!! Ciò vuol dire che farai cadere anche me! Se scoprono che ti ho detto questo, mi uccidono prima che possa farlo tu!! Credi che io voglia questo, che voglia morire??”
Dean non sapeva cosa fare. Si sentiva svenire.
“C’è una guerra interna..si sono create delle fazioni divise..c’è chi vorrebbe combattervi..uccidere te e Sam prima che possiate con le vostre azioni, con o senza Lucifer, portare alla caduta dell’Olimpo.."

"Loki e Thor non lo permetteranno mai!!"

"Uccideranno anche loro se si metteranno in mezzo!! O forse tu credi che io li abbia rinnegati senza un motivo?? Io ODIO questo..TUTTO QUESTO..non posso sopportare che dei fratelli si uccidano l’uno con l’altro..io ho CHIUSO con loro..però voi..se voi volete avere una possibilità, avete bisogno di un aiuto..io posso aiutarvi ma non posso fare molto da solo..però c’è qualcuno che può farlo..”
“No, no, io non mi fido di te..”

“Ascoltami, Venere, sta dalla vostra parte..”
La Dea dell’amore?? Quella ragazzina sciocca e frivola che non fa altro che passeggiare con quei vestiti da hippie? Andiamo, se ti avevo creduto prima..” disse Dean, indietreggiando.
“Può PROTEGGERVI, razza di idiota!!”

“Venere non può proteggere neanche sé stessa..sta con il Dio della guerra, adesso..sarà fedele a lui..”
“Dean, non essere sciocco..”
“BASTA, NON DIRE UN’ALTRA PAROLA!!”
Gabriel chinò il capo e pianse.
“Questa è la stessa frase che disse mio padre a mio fratello, prima di cacciarlo per sempre..”
Alzò di nuovo il capo verso Dean.

“Forse se gli avesse permesso di parlare ancora..mio fratello si sarebbe salvato.”
“Mi dispiace..” disse Dean.
“Anche a me.” Disse Gabriel prima di smaterializzarsi.
Dean restò a guardare il cielo, scurirsi e sprigionare un lampo.

Si chiese se anche un tempo, quando gli Angeli parlavano agli uomini, non riuscivano a capirsi tra di loro.
Venere voleva aiutarli? La potenza di quel pensiero lo sconvolse. Venere. Davvero avrebbe portato lui alla distruzione dell'Olimpo? C'era il padre di Sam lassù..e il suo stesso padre. Non avrebbe mai compiuto un simile tradimento. Era davvero già tutto scritto? Tornò da Sam, sconvolto al pensiero che adesso era lui ad aver bisogno di essere consolato.





















Note dell'autrice:  Mamma mia, mi sento veramente strana..o.o perché questi capitoli che fanno parte del famoso crollo, ormai quasi disperavo di riuscire a scriverli, considerato quanto la storia si stava allungando. quando l'ho iniziata nel 2018 non pensavo che ci avrei messo circa 5 anni per scrivere questi capitoli o.o Forse è stato un bene non averlo saputo, se no non so se avrei avuto la forza di scrivere questa storia.. ci sono cose che è meglio non sapere mai in anticipo ahahahaj ma ad ogni modo davvero mi sento molto strana ! Mi sembra quasi una favola Il fatto che sia riuscita ad arrivare a questi capitoli finali ...vi dico che comunque prima di scrivere la parola fine dovremmo attendere ancora diverso tempo.. non posso sapere quanto ci metterò a scriverli però avendo capito oramai i miei ritmi penso che almeno altri 10 o 20 capitoli ce li spolpiamo tutti ahahahaj Comunque davvero mi sembra di sognare!! Sto arrivando veramente ai capitoli finali!! Non pensavo di potercela fare!!Ormai mi stavo tipo rassegnando

e infine non credo di riuscire a spiegare con il dovuto sbalordimento tutta la mia sorpresa sul fatto che il personaggio di Gabriel non era neanche contemplato fino davvero al capitolo in cui è comparso o.o è stata una sorpresa anche per me e non solo.. anche considerato quanto è diventato importante in questi ultimi capitoli..davvero mi lascia sbalordita

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Capitolo 46
*** La famiglia della Luna Nera ***


La Luna Nera era composta dal vecchio saggio e da un gruppo di esseri umani che veniva da un altro pianeta. I membri sono dotati di poteri oscuri provenienti da Nemesis, il decimo pianeta del sistema solare. Un pianeta dall'energia "negativa", possibile da vedere solo tramite raggi X. Il clan è guidato dal principe Prince Demand. Tutti i membri hanno un simbolo di luna crescente nera al contrario sulla fronte ed indossano degli orecchini costituiti da una pietra chiamata Malefico Cristallo corvino, che gli dona poteri, ottenuta da un misterioso individuo chiamato Wiseman. Nelle battaglie impiegano esseri artificiali chiamati "Droidi", portati in vita dal potere del loro cristallo.
 
i membri di Black Moon sono i discendenti di coloro che rifiutarono di essere purificati dal Cristallo d'Argento e quindi esiliati su Nemesis. Il loro intento iniziale era di chiedere il permesso agli Dei di ritornare sulla Terra ma, plagiati da Wiseman, cominciarono a meditare vendetta.
 
A capo del clan c'era il principe Diamond. Aveva sui trent'anni ed era un uomo affascinante, dai capelli argentati e dagli occhi chiari. Zaffiro, il fratello minore, aveva capelli blu elettrici e occhi dello stesso colore. Tutti loro appartenenti alla Luna Piena, avevano ereditato, grazie all'energia oscura, strani colori di occhi e capelli. Un colore che non esisteva in natura negli esseri umani. Avevano perso già diversi dei loro. Il primo a cadere, era stato Jack. Era biondo, era vanitoso, simpatico ed egocentrico. Portava buonumore. Era un amico..

Da quando era scomparso, non si sapeva più che fine avesse fatto. Molti lo davano per morto, ma Zaffiro non smetteva di sperare che fosse vivo da qualche parte nel mondo.

Zaffiro pregò per lui nella cattedrale allestita a preghiera. Non meritava di morire in quella crociera, per colpa della principessa guerriera e della sua fedele compagna e sperava ancora che non fosse così.

Zaffiro pensò agli altri. A Lord Kaspar e a Zackar. Non sapeva che lei fosse innamorata del quarto generale.
Zachar era stata punita dal grande saggio per aver ucciso Sam. Aveva ordini di portarlo da loro Vivo. Sam era poi stato riportato in vita, ma questo lo avrebbero scoperto solo dopo e comunque questo non sarebbe bastato a impedire al grande saggio di vendicarsi.
Zachar era poi morta tra le braccia del suo comandante che in punto di morte rivelò i suoi stressi sentimenti, ricambiati per lei.
 
Questa parte della storia si rincorse molte volte nel circolo della luna nera. Erano in molti a sussurrarla, nonostante il grande saggio disse che erano tutte sciocchezze e che Zachar aveva avuto quello che si meritava. Il resto erano solo frottole romanzate.
 
 
La luna Nera era molto spaventata. Avevano perso un'infinità di loro componenti e tutti loro cominciarono a temere di essere i prossimi ma avevano paura anche di essere eliminati dal grande saggio se si fossero rifiutati di continuare con la loro missione. Esso cercò di rassicurarli. Presto Lucifer sarebbe arrivato sulla Terra e li avrebbe protetti. Nessun altro avrebbe dovuto morire più e si sarebbero vendicati di tutto quello che gli Dei avevano fatto passare ai loro vecchi antenati.
Ciònonostante, Zaffiro temeva per sè stesso, per suo fratello e per le quattro sorelle persecutrici. Nonostante il loro nome, avevano sempre fatto a lui una grande tenerezza e temeva davvero che sarebbero state le prossime.
Ma non furono loro le prossime. In realtà fu "Nevius."
Nevius si innamorò di una ragazza terrestre, quando in realtà avrebbe dovuto usarla per rapire Marika e portarla con loro sulla loro astronave. Marika era infatti la madre di Speranza. La figlia che Wiseman aveva concepito nel suo grembo. Tuttavia convincere Speranza a unirsi a loro si era rivelato complicato. Essa sembrava essere stranamente titubante a lasciare l'uovo umano che l'aveva ospitata e che non era la sua vera madre. Wiseman era furibondo di vedere come la sua stessa figlia fosse rimasta imprigionata nel tetro oscuro potere dell'amore, ma determinato a non arrendersi, aveva deciso invece di usare quella donna per convincere la sua figlia disobbediente a unirsi a loro, volente o nolente, così aveva incaricato Nevius di sedurla per attirarla in una trappola, ma quello sciocco chissà come, aveva cominciato a legarsi alla sua amica. Il vecchio saggio quando capì che quella ragazza stava corrompendo uno dei suoi soldati migliori, decise di ucciderla, attirandola in un bosco. Nevius la inseguì e nel disperato tentativo di salvarla, e ridotto in fin di vita dal grande saggio, fu salvato in extremis, da una Dea.
 
Insieme a tutto quello che stavano passando, quindi, si aggiunse quell'ulteriore preoccupazione. Se il grande saggio avesse scoperto che suo fratello Diamond , il Principe, si era preso una cotta per il nemico, sarebbe stata la fine. Avrebbe ucciso suo fratello, poi lui e poi ancora lui.
Dilaniato dalla paura per il fratello, abbassò la guardia, aumentò la protezione nei suoi confronti..non voleva lasciarlo da solo con il vecchio bavoso e ci furono delle conseguenze.
 
Quando toccò alle quattro sorelle persecutrici rubare l'energia degli esseri umani per diventare più potenti, vennero fermate nuovamente dai cavalieri dello zodiaco e vennero soggiogate dal nemico e fatte passare dall'altra parte. Ma quel che fu peggio era che il Principe, vide tutto questo e sembrò innamorarsi ancora più perdutamente della dea dal nome che proveniva dall'antico pianeta da cui si diceva prendeva tutto il potere dell'amore.
 
Arrabbiato nero, il principe Diamond aveva affrontato sui fratello Zaffiro.
 
"Questo che è successo è TUTTA COLPA TUA. Non ti avevo forse ordinato di sorvegliare le quattro sorelle dopo quello che era accaduto con Nevius??? Mi hai disobbedito, Zaffiro e mi hai molto deluso."
 
Zaffiro aveva perso le staffe.
 
"Non le ho sorvegliate come dovevo perché ero troppo preoccupato per te!!"
"Per me? Io non ero in pericolo." disse Diamond basito.
"Ma davvero?? Io non ne sarei così sicuro! Abbiamo già perso molti dei nostri, chiunque di noi potrebbe essere il prossimo!!"
 
"Hai disobbedito a un mio ordine per una congettura? Per una paura senza fondamento?"
"Io.."
 
"Se io ti dico di fare una cosa, Zaffiro, tu mi devi obbedire.Ti avevo detto di sorvegliare quelle sciocche e non l'hai fatto!! Ora ."
"Perdonami se non riesco a pensare agli ordini quando la mia famiglia è in pericolo."
 
Diamond sembrò addolcirsi.
"Eri preoccupato per me.."
"Finalmente ci sei arrivato."
 
"Posso capirlo ma non giustificarlo né accettarlo. Ho dovuto giustificarti con il vecchio, inventare una scusa assurda per non dirgli come mai non eri a sorvegliare le quattro sorelle come ti era stato ordinato..io..mi sono preso la colpa..ho detto che ti ho impartito all'ultimo, un ordine diverso.."
 
"No!!!"
"Era l'unica soluzione, altrimenti avrebbe punito te o peggio.."
"Dimmi cosa ti ha fatto!!"
 
"Sono vivo e sono ancora qui, no? Come vedi sto bene che è meglio di quanto pensavo.."
Zaffiro gli alzò il colletto della camicia. Diamond lo spinse via con un brivido.
"Cosa diavolo fai?"
"Quello è sangue..ti ha frustrato,vero ?"
 
Gli alzò la maglietta e Diamond dovette spingerlo via.
"Non essere ridicolo. Non sai com'è fatto il sangue? Ne hai visto parecchio in battaglia.
 
"Diamond!! Ti prego, non fare mai più una cosa del genere!!"
Diamond sussultò e gli mise una mano sulla bocca.
 
"Non dire queste cose. Se il vecchio saggio ti sente, non so cosa ti farebbe. Sentirti pregare potrebbe indurlo a pensare che sei passato anche tu dall'altra parte e ti farebbe uccidere."
"Non dirò più preghiere se tu mi prometti di non fare mai più cose del genere. Non per me."
Diamond non promise ma disse invece: "Non disobbedirmi più e non ci sarà più bisogno di preoccuparti per me e non ti azzardare ad andare da lui a dirgli la verità. Lo renderebbe furioso. Sai cosa pensa dell'amore e delle azioni che ci muovono spinti da esso. Soprattutto considerato che è stata quella forza a farci tradire dai nostri. Ci accuserebbe di tradimento."
 
"Non posso fingere di non provare amore per te. Sei mio fratello."
Diamond si mise una nano sulla bocca, tremante, poi la mise su di lui.
"Sai quanto disprezzo prova il vecchio per queste emozioni umane. Se sapesse che sotto la cenere sopravvivono dentro di noi, finiremmo uccisi come i nostri compagni."
 
"Sei un ipocrita. Guarda che ti ho visto, totalmente succube e ammaliato dalla Dea dell'amore o vorresti negarlo??"
"Beh, è una bella donna, questo lo vedrai anche tu.."
 
"Come puoi esserne così infatuato dopo che si è portata via ben quattro di noi?? Dovresti essere infuriato con lei!!"
" L'ira sarebbe una qualità tipicamente umana e se non ti conoscessi, fratello, direi che sei un terrestre, non uno di noi. So bene che ci ha portato via quattro dei nostri, ma pensi che questo mi impedisce di riconoscere la genialità e il talento solo perché provengono da una nostra nemica?È ovvio che sono ammirato dalla sua bravura e dal talento che ha dimostrato, nonché dalla sua bellezza, lo riconosco.. e poi comunque, solo perché è contro di noi, non vuol dire che le cose non possono cambiare. Intendo cercare di portarla dalla nostra parte e farla ragionare, farle capire quanto è sbagliato il mondo in cui è all'interno..farla diventare una di noi.."
 
"Tu sragioni, fratello..lei non accetterà mai!! E il grande saggio non lo permetterà mai!!"
 
"L'amore è una forza troppo potente per non essere utilizzata e strumentalizzata a nostro piacimento. Se riesco a convincere Venere a diventare una di noi, i suoi poteri si uniranno ai nostri e noi vinceremo. Il grande saggio è ambizioso e non si opporrà alla prospettiva di diventare ancora più potente. Sa anche lui certamente, che senza un aiuto interno noi non possiamo mai vincere, ma questo non andarglielo a dire." disse malizioso.
 
"Io non ti capisco, fratello. A parte che cerchi di nascondere la tua passione per quella dea, mascherandolo da gioco dj potere e questo mi fa arrabbiare, mi fa arrabbiare molto. Ma il Grande Saggio?? Continui a sottovalutare quanto è pericoloso e inquietante quell'essere! Continui a essergli leale dopo quello che ha fatto ai nostri amici. Alla nostra gente. Presumo che tu sappia che ha eliminato Kaspar e Zackar e non esiterebbe a eliminare Nevius e le sorelle persecutrici adesso che loro.."
 
"Zaffiro, io non sono fedele al grande saggio.."
"Ma.."
"Però glielo farò credere perché lui sarà un mostro ma non sono uno sciocco come i nostri compagni..fingerò di essergli leale fino a che non ci servirà più dopodiché mi libererò di lui. E se tu vuoi restare vivo, ti consiglio di fare lo stesso, Zaffiro."
 
Il principe se ne andò, lasciando Zaffiro triste, confuso e disperato.
 





















Note dell'autrice:  specifico che l'inizio la descrizione che descrive i cattivi della luna nera, sono presi da Wikipedia. Non sapevo come fare per riassumere la storia dei cattivi xd Allora per chi non l'avesse ancora capito Questo è un crossover con Sailor Moon con i nemici di essa. Non abbiate timore Non ho intenzione di far arrivare anche Sailor Moon e le sue amiche. Entreranno in campo solo i nemici e tra l'altro neanche tutti diciamo che i protagonisti saranno più che altro i fratelli Zaffiro e Diamond che io stra Adoro il resto della famiglia della luna nera verrà più che altro menzionata accennata e forse si vedranno delle comparsate qua e là degli altri componenti. Il motivo per cui ho deciso questa cosa visto che questa storia era già abbastanza complicata che strabordava già di troppi personaggi complicati? Beh dovete sapere che illustra adoro Diamond e zaffiro ed era solo questione di tempo prima che le raccontasse in una mia fanfiction non era ovviamente previsto che comparissero qui ma tanto dovevo fare in modo di concludere la saga di Dark che ho cominciato e poi ho accantonato senza un motivo e con la comparsa adesso di Lucifer è davvero necessario spiegare che fine fa Dahak! Era troppo difficile trovargli una collocazione e quindi ho dovuto farlo diventare Wiseman ovvero il grande saggio, il nemico della Luna Nera, ma in realtà la sua ambizione è più grande di quello che si pensa..lui vuole spodestare gli Dei con l'aiuto dell'angelo caduto, Lucifer.

Come avete notato i componenti della famiglia della luna nera non compaiono vengono solo Ricordati tramite i ricordi di zaffiro Non posso davvero ripercorrere tutto quello che hanno passato tipo veraci perché dovrei fare almeno altri 50 capitoli però ci ha tenuto a mantenere più o meno IC E coerente la linea originale ovviamente escludendo Le guerriere sailor. L'ambientazione è un po' confusa per chi non ha mai visto l'anime però posso dirvi che questo luogo è ambientato in una specie di astronave enorme grande come una città in cui i personaggi si muovono e tutto nero oscuro e pieno di materia negativa è davvero difficile descriverlo per chi non ha visto l'anime potete immaginarlo come un grande gigantesco Castello nero. Loro abitano quindi nello spazio e per muoversi usano la smaterializzazione.

anche se non volevo mettere uno dei loro video perchè tutti parlano della morte di Zaffiro nell'anime, mi trovo costretta perchè credo che non molti sappiano chi siano.. ecco a voi:

https://www.youtube.com/watch?v=H3E2GHvqxLg&list=PLBcpDQmE-rfNrdReOJYS8PRU7ANSwTcM9&index=7

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Capitolo 47
*** Fuoco sotto le ceneri ***


"Quello che è successo, è davvero troppo grave. Non possiamo più stare in silenzio. Dobbiamo contattare immediatamente Clere e raccontarle tutto. Non solo di Lucifer e delle profezie, ma anche di quel piccolo demonio scappato chissà come alla morte e diventato adulto nel giro forse di neanche ventiquattro ore."
 
"Ti prego, Dean, sta attento a quello che fai!"
Dean sospirò, preparato ancora a una volta a una discussione.
 
"Non posso credere che vuoi tenere la vicenda di Speranza viva, ancora nascosta, dopo che qui sta per scoppiare la fine del mondo e quel demonio potrebbe essere colei che contribuirà a far crollare tutto!"
 
"Ahhh, è questo il punto, allora!!"
"Cosa? Che vuoi dire??"
 
"Un arcangelo meschino e traditore ti dice che sarai tu a causare la rovina e la fine degli Dei e tu gli credi!! E per non sentirti in colpa per questo, preferisci credere che sarà Speranza a causarlo, ma non tu!"
"Non posso crederci! Dopo quello che abbiamo passato, ancora proteggi quell'essere??"
 
"Sei un idiota! Non proteggo lei, ma Marika!! È nostra amica e se davvero ha finto di ucciderla quando era neonata, non credo l'abbia detto a Clere!!"
 
"Sì? Beh, sai che ti dico...che se non l'ha fatto, ha sbagliato!! E ho sbagliato anche io a darti retta e a non dire niente a Clere!"
"Tu non tradisci i nostri amici.."
 
"Anche Clere è nostra amica!! E a parte che..non sappiamo se davvero Marika ha finto di ucciderla..non avremmo dovuto tenere nascosto un segreto del genere..noi abbiamo sbagliato..abbiamo connesso un errore imperdonabile..noi..non saremo mai perdonati, Sam..abbiamo tradito la loro amicizia.."
 
Sam lo guardò con rammarico.
 
"L'avremmo fatto qualunque cosa avessimo scelto di fare..."
 
"Ma adesso non possiamo più stare zitti...dovessimo anche perdere la loro amicizia...noi dobbiamo parare con loro...confessare che tu hai parlato tempo fa con Speranza..rivelare che è viva, è diventata adulta e anche che voi vi conoscete da una vita precedente.."
 
"E anche che fa parte di una profezia e che suo padre c'entra in qualche modo con me..e che mi vorrebbe uccidere...come posso distruggere una famiglia a cuore leggero..come, Dean?"
Dean lo abbracciò teneramente.
 
"È straziante anche per me...quel diavolo di un Angelo avrebbe potuto dirci almeno questo, quando mi ha detto che avrei distrutto l'Olimpo. Forse è così che lo farò crollare." ridacchiò, ripensandoci.
 
"Beh, in ogni caso, direi di cominciare subito." disse Sam tirando su con il naso.
 
Presero un rotolo di pergamena e scrissero un messaggio per Clere e Marika, poi incaricarono uno degli animali magici di Madre Natura di portare a loro il messaggio.
 
"Clere, Marika, dobbiamo parlarvi di una cosa della massima importanza. Per favore, diteci dove vi trovate, così vi raggiungiamo. Si parla della fine del mondo."
 
Mentre guardavano un meraviglioso fenicottero volante con una cosa rosa portare il messaggio, Sam disse:
"Forse avremmo dovuto accennare a Speranza!"
 
"Sì..così avremmo parlato solo a Clere, perché avremmo trovato Marika già morta."
 
"Non scherzare su queste cose. È sua amica. La perdonerà. Sa cosa quella bambina significava per lei."
 
"E per te??"
"Per me cosa??"
"Per te significa ancora un essere indifeso??"
 
Sam lo guardò profondamente e rispose:
 
"Ho visto quell'essere in molti modi. Come una fatina indifesa e poi come una adorabile bambina. L'ho vista come una neonata demoniaca e poi come un demone adulto vero. Odio quel demone e le sue mille facce più di quanto odio Lucifer e Gabriel messi insieme, credimi. Non voglio altro che vederla morta."
 
Dean fischiò.
"Che c'è??"
 
"Non credi che sei troppo duro? In fondo mi hai raccontato che in un'altra vita ti ha salvato.."
 
Sam fece un sorriso amaro.
 
"Chi siamo stati in un'altra vita non è quello che siamo adesso. Lei adesso ..è malvagia..credimi, la voglio morta."
 
Prima che Dean potesse replicare, tornò il fenicottero con un altro messaggio.
 
"Ma è di nuovo lui?? Secondo te ha rinunciato a trovarle??" chiese Sam.
"No, credo sia già tornato con la risposta!" disse Dean.
Sam lo guardò, sbalordito.
"Ma che stai dicendo?? È stato troppo veloce per.."
"Sono animali magici, Sam..e possono smaterializzarsi. Non sottovalutarli." disse srotolando il foglio di pergamena. "Ecco qua, come pensavo."
 
Un messaggio in una grafia elegante, di colore rosa, si estendeva davanti a loro.
Cari Sam e Dean, amici dolcissimi del nostro cuore, siamo impazienti anche noi di vedervi e aggiornarvi sulle ultime novità, che in questi tempi molto cupi e ombrosi, sono parecchio sorprendenti.
Vi aspettiamo alla locanda del vecchio che ride.
 
Seguivano le loro firme circondate da ghirigori, cuoricini e stelline.
 
Sam e Dean si guardarono con tanto d'occhi.
"Sembrano di buonumore.." disse Dean.
"Forse è solo un'impressione..ci stai ripensando?"
"No..e tu?" chiese Dean.
 
"Se non ci ripensi tu, non lo faccio neanch'io..comunque oramai abbiamo loro scritto e anche se volessimo, non possiamo più dare loro buca."
"D'accordo..cominciamo a metterci in marcia..la locanda del vecchio che ride è distante parecchi chilometri ancora."
 
"E se chiedessimo a Madre Natura di prestarci uno dei suoi animali?"
"Niente comodità! Dobbiamo fare ammenda!"
"Temevo che l'avresti detto." disse Sam.
 
"Non dire più una parola sull'argomento o i babyes si arrabbiano." disse Dean riferito ai cavalli.
 
Quando arrivarono alla locanda, a pomeriggio inoltrato, la prima cosa che colpì loro fu la folla. Non riuscivano neanche a muoversi, poi una bambina che si agitava frenetica. Non fecero neanche in tempo a vederla, che fece cadere Sam.
"Ouch!"
"Scusa!"
 
Sam venne aiutato da un basito Dean a rimettersi in piedi. Davanti a loro si agitava una bambinetta che poteva avere all'incirca cinque anni, con i codini, che rideva per via del solletico della ragazza davanti ai loro occhi.
 
Marika.
"Sei una piccola peste."
 
La bambina rideva e si accoccolava a lei.
"Non è niente..è molto carina." disse Sam.
"Niente di rotto?" chiese Clere sorridendo.
 
"Niente a parte l'orgoglio come si suol dire, eh? Messo al tappeto da una bambinetta." disse Dean facendogli l'occhiolino.
Sam voleva ribattere con una parolaccia ma non si azzardava davanti all'infante.
 
"Che bel colore di capelli." disse Sam. "Risultato di una tintura particolare? Un regalo di Giove?" chiese Sam rivolto alla bambina.
"No!!" rispose lei timida e si andò a nascondere dietro le gambe di Marika.
"Sam, Dean, questa è mia figlia. SPERANZA." disse lei a disagio, ma sempre sorridendo.
 
Sam e Dean la guardarono sbalorditi. Clere fece una smorfia a disagio, alzando le spalle, senza smettere di sorridere.
 
Davanti a loro, la figlia del demonio, con i codini svolazzanti di un rosa stupefacente, il viso d'angelo e gli occhi del diavolo, che si nascondeva dietro sua madre, come un coniglietto impaurito.
 
 
 
 
 
"Quante volte ancora vi devo dire di portarmi IL CONIGLIO???"
 
"Signore, Lei è ben protetta..e quella stronza della madre..."
"SILENZIO!! QUELLA NON è SUA MADRE!!"
 
Il grande saggio mandò tuoni e fulmini e i membri della Luna Nera - quelli che non erano ancora stati sterminati da lui - si nascosero per non essere uccisi. La sala si svuotò all'istante.
 
"Idioti!!" disse il Grande Saggio.
 
 
**
 
"Ha detto: Quella stronza della madre?"
"Mi sembra di aver sentito così dagli altoparlanti.." disse Zaffiro.
Diamond scoppiò in una risata fragorosa. Teneva ancora in mano quel calice ricco di vino rosso.
"Non è divertente."
"Ha detto così...ora è morto, presumo?"
 
"No..non credo..è scappato.." disse Zaffiro incerto.
Diamond scoppiò a ridere nuovamente.
"Adesso piantala. si può sapere che cosa ti prende?"
"Il vecchio Saggio non l'avrebbe fatto scappare così impunemente..si sta rammollendo.."
"Credi che non punirebbe TE se sapesse che ti gingilli con i vizi terrestri?" disse Zaffiro guardando con disappunto il vino rosso nel suo calice.
 
"Mi sono rimasti ben pochi piaceri, fratello..visto che altri non posso soddisfarli.." disse facendogli l'occhiolino.
"Certo che puoi.." disse Zaffiro, sentendosi a disagio.
 
"sì..potrei..ma al momento le donne qui scarseggiano..però se vuoi offrirti.."
Zaffiro gli diede una spinta furiosa e il vino nel calice gli si rovesciò addosso.
 
"IDIOTA!!" disse andando via furibondo.
 
"Zaffiro!! Adesso me ne vai a prendere dell'altro..ZAFFIRO. TORNA QUI. Ma tu guarda." disse guardando le macchie rossastre sui suoi vestiti. Raccolse una delle gocce cadute sui suoi pantaloni.
 
"Però...allora anche un'anima candida e timida come te, cova del fuoco sotto le ceneri, Zaffiro.."
 





















Note dell'autrice: allora, lo dico per chi non abbia capito...Speranza si è trasformata ufficialmente in chibiusa di Sailor Moon AHAHHA





ormai questo è a tutti gli effetti un crossover di Sailor Moon xd poi, ragazzi, ma cosa devo fare? Io AMO i due fratelli Diamond e Zaffiro ahhah allego qui delle immagini:









IL GRANDE SAGGIO:

 
 
nel capitolo precedente invece, ho postato un video per farvi capire meglio le interazioni e i personaggi

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Capitolo 48
*** Chibiusa ***


Sam e Dean vennero messi al corrente da Clere e Marika che, la loro bionda amica aveva ammesso dopo pochi giorni da quella brutta disavventura, che non aveva ucciso la sua piccolina. L'aveva lasciata vivere, anche se pensava che, averla lasciata su una barca, spinta dalla corrente, avesse segnato il suo destino e non fosse comunque riuscita a sopravvivere. Glielo confessò a Clere, un giorno, piangendo e l'amica l'aveva abbracciata, sentendosi in colpa anche lei. Entrambe pensavano che Speranza fosse davvero morta.
 
Negli ultimi tempi però, gli eventi avevano preso una brutta piega. Speranza era diventata adulta e gli Dei erano determinati a fermarla prima che la famiglia della Luna Nera la trovasse e la facesse diventare un potente loro alleato. Sam e Dean non erano a conoscenza di tutta quella storia della Luna nera perché avevano avuto i loro drammi con gli Dei e soprattutto con i loro padri a cui badare, senza contare che sembrava che la cosiddetta famiglia della Luna Nera, orbitasse sempre e solo attorno ai cavalieri dello zodiaco e viceversa. A volte era successo che anche Clere e Marika si erano trovate coinvolte, ma sporadicamente.

"Li abbiamo sentiti nominare ma non siamo mai riusciti a capire chi fossero in realtà nei dettagli e mio padre è sempre diventato di malumore ogni volta che ho provato ad avere più informazioni." rivelò Dean.

"Questo perché quello tra gli Dei dell'Olimpo è un vecchio attrito. Una ruggine profonda che ha radici lunghe diversi secoli." spiegò Marika.

Le due ragazze spiegarono a Sam e Dean che la famiglia della Luna nera è composta da un gruppo di esseri umani, con poteri simili a quelli degli Dei, ma non concepiti naturalmente, ma acquisiti grazie a un potente cristallo nero, chiamato cristallo corvino. Questi esseri umani, secoli orsono, erano spregevoli e volevano governare e conquistare la Terra. Fu per questo che vennero poi esiliati dagli Dei e mandati in esilio in un pianeta chiamato Nemesis, pieno zeppo di energia negativa. Fu così che ne uscirono trasformati e adesso il loro scopo era quello di vendicarsi degli Dei per essere stati esiliati.

"Credevamo che la minaccia più grande disse Lucifer.." disse Dean.

"E lo è. Senza Lucifer non possono battere gli Dei dell'Olimpo o almeno questo è quello che credono." disse Marika.

"I cavalieri dello zodiaco si sono messi al servizio degli Dei per proteggere la Terra da questa grande minaccia ma il nemico è tosto e da fonti sicure siamo venuti a sapere che Wiseman, voleva cercare di catturare mia figlia per mettercela contro."disse Marika.

"Wiseman??" dissero loro.

"Dahak. È così che si fa chiamare adesso per non dare nell'occhio e cercare di passare inosservato. È cambiato..non è più il Dio dell'eterno fuoco..adesso ha l'aspetto di un chiaroveggente incappucciato barbone." disse Marika, ridacchiando. Clere la guardò male, come a dire che non era il momento di ridere e lei fece segno con le dita di tapparsi la bocca.

"È riuscito a liberare Lucifer dalla lava in cui sembra fosse imprigionato.." disse Clere.

"Ecco, spiegaci questa parte della storia che è un po' confusa.."dichiarò Sam.

Dean e Sam avevano sentito delle voci che si rincorrevano da alcuni mesi. La lava del vecchio vulcano dell'isola nera era stata quasi del tutto prosciugata e il vulcano si era spento. Alcuni pastori e monaci sussurrarono che dal cielo era spuntata un'astronave e che aveva portato "qualcosa " fuori dal vulcano. Qualcosa come un corpo.

"Non posso crederci. Dunque è vero quello che hanno sussurrato per tutte quelle settimane..cioè che Lucifer era stato liberato. Credevamo fosse una bufala." disse Dean.

"Purtroppo era tutto vero, ma non solo. In seguito a quelle voci hanno cominciato a rincorrersi altre voci..che parlavano di una ragazza, disperata, che ogni notte faceva telefonate sconnesse alle cabine telefoniche, chiedendo aiuto..ovviamente i numeri di telefono non portavano a nulla, nessuna linea esistente, ma queste telefonate sono state ricevute all'Olimpo.." disse Marika.

Il servizio delle cabine telefoniche era improntato in un modo che, chiunque cercasse aiuto ma non riuscisse a trovarlo o falliva il servizio terrestre, sarebbe scattato il segnale di SOS sull'Olimpo. Questo perché non poteva essere che sulla Terra, gli esseri divini rimanessero sordi alla sofferenza dei loro umani.

Numerose telefonate vennero raggiunte sull'Olimpo e si cercò di capire chi era questa ragazza, che chiedeva aiuto e cercava i suoi genitori.

"Era la voce di una ragazza spaventata. Una bambina più che ragazza. Una bambina adulta che cercava aiuto e cercava..i suoi genitori." disse Marika scoppiando in lacrime.

"Quando gli Dei ebbero elementi sufficienti per capire che era proprio Speranza..volevano ucciderla..ci dissero che..che se non fossimo riusciti a renderla inoffensiva..l'avrebbero fatto loro..piuttosto che consegnarla a Wiseman..l'avrebbero uccisa." disse Marika trattenendo le lacrime.

"Devo ammettere che litigammo ancora quella volta..se non fosse stato per Gabriel che..si è presentato a noi e si offerto di imitare una voce fasulla per trarre in inganno Chibiusa e convincerla che era suo padre e che la stava aspettando.."disse Clere.

"Non posso crederci..e lei se l'è bevuta?" chiese Dean sconvolto.

"Ve l'abbiamo detto...ha la mente e l'ingenuità, ancora di una bambina, nonostante..la tendenza alla crudeltà ereditata dal padre..che siamo riusciti a sopprimere in tempo, per fortuna." disse Marika a disagio, mentre Clere le lanciò un'altra occhiataccia.

Sam capì che quello era ancora un argomento minato e decise di cambiare discorso.

"Comunque allora ci si può fidare di Gabriel.."

"Sam..non lo sappiamo..è che è così ambiguo..un momento prima sembra che è dalla nostra parte e un momento dopo..non si sa mai cosa pensa davvero, capisci?" disse Clere.

"Come Speranza..lei mi ha parlato e posso assicurare che i toni e i ragionamenti non erano affatto quelli di una ragazza ingenua.." disse Sam.

"È CHIBIUSA,adesso." disse Marika, indispettita.

"Va bene, sentite, perché non ci raccontate del giorno in cui Sp..Chibiusa è diventata l'adorabile bambina che conosciamo adesso?" disse Dean e le sue ripresero a raccontare.

Madre Natura e Venere le fecero una trappola, grazie all'aiuto dell'arcangelo Gabriel. Il dio era famoso per gli inganni e riuscì a convincerla che il suo vero padre la aspettava alle cascate del monte Rosa. Lei ci andò e una volta lì trovò gli Dei e madre Natura a farle un'imboscata. Lei diventò aggressiva e ci fu una lotta al termine del quale cadde dalla cascata mentre Venere usò il cristallo d'argento su di lei.
 
Le acque del monte Rosa erano acque curative e potevano curare le anime che non erano pienamente malvagie ma che erano state corrotte da eventi maligni ma il modo in cui tornavano indietro quelle anime, era...imprevedibile.
Speranza tornò indietro nuda, senza vestiti e ringiovanita come una bambina di cinque anni con insoliti capelli rosa e occhi bianchi. Marika si era tuffata di riflesso nel fiume per prendere la sua bambina e non l'aveva più lasciata.
Scoprirono che Speranza non aveva ricordi della sua sé stessa adulta. Non riusciva neanche a parlare. Acquisii le prime parole solo dopo una settimana e ce ne mise un'altra per riuscire ad articolare i discorsi. Non ricordava nulla del prima.
Madre Natura la sottopose a un esame magico e capii che non mentiva.
"E così sei tu..sei Speranza.." disse Sam guardando ipnotizzato la bambina.
"Per favore..chiamami Chibiusa!" disse lei.
"Uh..d'accordo."disse lui.
 
"Anche se non ricorda, sa purtroppo che quel nome è associato a qualcosa di malvagio." disse Marika.
"In fondo Chibiusa è molto carino come nome." disse Sam dolcemente.
"Marika, Clere, noi vorremmo parlarvi in privato." disse Dean.
 
"Chibiusa, per favore, vai a giocare con Seleuco in giardino." disse Marika.
Dean e Sam si misero subito a raccontare loro tutto. Di Dahak, dei sogni di Sam, della visita che fece loro Speranza e del padre di Marika. Lei era scoppiata a piangere alla notizia.
"Mio padre non è un pericolo. Lo giuro sugli Dei. Non avrebbe dovuto dire quello che ha detto. Appena lo sento.."
"Non essere troppo dura con lui..è l'amore di un padre a muoverlo, non altro. Io non sono arrabbiato con lui." disse Sam dolcemente.
"Tu sei troppo buono.." disse lei.
 
"No..non è vero..ho odiato tua figlia..la volevo..la volevo morta." disse Sam con rammarico.
Marika sussultò, ma subito dopo si riprese.
"Non sei l'unico. Anche lei la voleva morta." disse guardando Clere.
 
"Era prima che si trasformasse in un coniglietto rosa adorabile." si giustificò Clere e tutti scoppiarono a ridere.
"Non credo che la ragazza che ti ha fatto visita fosse davvero lei, Sam." disse Clere.
"Ma che motivi avrebbe avuto per mentire? Ad ogni modo, l'arcangelo vi ha aiutati. È davvero dalla nostra parte alla fine. Mi pento di aver.." cominciò Sam.
"Sam, non puoi fidarti di lui." rimasero tutti sorpresi dell'intervento di Clere.
"E perché mai? Hai appena detto che è anche grazie al suo aiuto che Spe..che Chibiusa è tornata tra voi, umana e molto più docile di quanto.."
"L'arcangelo è bugiardo e non puoi mai essere certo che stia dicendo la verità e lo dico perché..lui ti ha detto che causerai tu la fine dell'Olimpo, vero, Dean?"
"Sì, esatto."
"E allora perché...da quando Chibiusa è tornata tra noi.. Cercano di ucciderci?" disse Clere.
"CHE COSA??" dissero in coro loro due.
 
"Gli Dei pensano, chissà per quale motivo..che sarà CLERE a segnare la fine dell'olimpo." spiegò Marika.
 
“CHE COOOOOSAAAA??”  
 
 
 
Sam stava guardando la bambina dai capelli rosa, nuotare nella piscina interna della locanda.
Dei fortissimi sentimenti di tenerezza lo attraversavano da capo a piedi.
"Cos'è, pensi forse che a furia di guardarla, si ricorderà di te?"

Sam si voltò verso di lui e accolse le braccia al collo che Dean gli mise al collo, dandogli un bacio all'indietro come Spiderman.

"Mi sento in colpa.." disse Sam.
"Non devi..e poi perché?"
"Ho detto delle cose terribili su di lei..sono un essere abominevole.."
"Smettila!"
"No, Dean..io.."
"No, smettila sul serio stavolta. Stai facendo la stessa cosa che hai fatto prima su..Chibiusa..ora la fai su di te e ancora prima, la facevo io parlando di lei..forse dopotutto siamo stati troppo precipitosi...quello che è stato male, può tornare a essere bene e non tutto ciò che sembra male, lo è.." disse Dean.

"Non l'avevo mai vista in questi termini.." disse Sam, asciugandosi un occhio.

"Però c'è una cosa che desidero dirti e desidero che tu mi ascolti sul serio stavolta.."
"Ok.."

"Non posso proteggerti dagli Dei dell'Olimpo se tutte le mie forze sono concentrate sul cercare di provarti che sei una bella persona e che non sei il mostro che continui a dire di essere. Noi..non possiamo proteggerci a vicenda, se non siamo sicuri dell'amore che abbiamo dentro e l'uno per l'altro..non possiamo vincere..quindi ti dico.." disse accarezzandogli una guancia. "Ti fidi di me? Puoi smettere di parlare male di te stesso e credere a quello che ti dico io?"

"Sì..lo farò..per te...solo per te...per non deluderti..e perché ti amo." disse Sam dolcemente.

"Bene!!" disse Dean, baciandolo e poi buttandolo in piscina a tradimento.

Sam cacciò un urlo e subito Dean lo raggiunse con un tuffo. Dall'altra parte della piscina, Chibiusa esultava felice, raggiungendoli.
 





















Note dell'autrice: allora, riguardo alle cabine telefoniche, lo so che da ridere ma se mi attengo al medioevo vero e proprio, è un gran casino..nella mia storia preferisco pensare che ci fossero effettivamente delle linee telefoniche, anche se non come siamo abituati ad averle noi, ecco.

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Capitolo 49
*** La pace tra Sam e Gabriel ***


Dean e Sam si erano fermati in un grazioso villaggio per la notte. Era mattina e stavano facendo colazione con pane e latte in una locanda quando vennero raggiungi da un vociare e un trambusto che li sorprese ma anche famigliare.
"Non ci posso credere. Che figli di puttana!" disse Dean scoppiando a ridere.
Tutti i cavalieri dello zodiaco al completo, stavano entrando nella locanda.
Appena li videro, si abbracciarono tutti come vecchi amici.
 
"Ehi!! Razza di delinquente...Ti sei unito alla combriccola, allora." disse Dean dando una manata fraterna alla schiena di Ikki.
"Non posso lasciare da solo mio fratello...è la mia spina nel fianco...senza di me può morire.." disse Ikki facendogli l'occhiolino.
 
Castiel gli fece una linguaccia e andò a ordinare una brioche per lui e il fratello.
"Se lo rendi infelice dovrai risponderne a noi." disse Sam scherzando ma vide che Ikki sembrava imbarazzato.
 
"Non preoccuparti, Sam, i due sposini sono in piena luna di miele.." disse Seya con uno strano accento malizioso ma prima che ebbero modo di chiedere spiegazioni, Ikki si infilò il cappuccio in testa e disse che andava a controllare la qualità delle brioche.
"Venite al nostro tavolo!! Dobbiamo informarvi di tante cose.." disse Dean ma appena cominciò a nominare Speranza, i cavalieri lo interruppero.
 
"Sappiamo già che Speranza è viva..Ikki non la smette di dire che avrebbe dovuto ucciderla quando ne aveva l'occasione..adesso è tardi." disse Syrio.
"Perché, qualcuno può darmi torto?? Aiuterà quei cicisbei e lo stronzo del padre a distruggere l'olimpo e tutti quelli che ci stanno sotto.." disse Ikki.
 
"Non..non posso crederci..voi lo sapete già??"disse Dean.
"Perché non ci avete detto niente??" chiese Sam.
"Beh, avevamo tutti più cose importanti da fare che non a giocare al telefono senza fili no ?" chiese Seya.
 
"E poi come fidarsi ancora di Madre natura per le lettere?? Ormai non sappiamo più di chi possiamo fidarci." disse Crystal.
Sam e Dean si fissarono con occhiate colpevoli.
"Che c'è??" chiese Crystal.
"Beh noi...potremmo aver continuato a usare le lettere da consegnare agli animali messaggeri.."disse Sam.
"Non posso crederci..siete un vero disastro..mi sorprende che siete ancora vivi senza la nostra protezione!!"disse Ikki.
 
"Smettila di voler fare il salvatore di tutti.." disse suo fratello Castiel con una gelosia che era evidente e che rese compiaciuto Ikki.
"Credete che anche Gabriel sapesse di Chibiusa?" chiese Sam.
"È probabile. Lui è un Angelo.." disse Crystal. Dopo quello che era successo con Gabriel, sembrava che quest'ultimo avesse deciso di fare una specie di outing e aveva informato tutti quanti della sua natura, poi con un'uscita di scena molto spettacolare, aveva abbandonato l'Olimpo.
"Ma perché ti importa??" chiese Ikki.
"Quello stronzo era amico di Sam, ma segretamente complottava per venderlo a Lucifer!!

Un coro di "OHHH" seguì quelle parole.

"Questo fa male." disse Ikki.

"È venuto poco dopo a chiedere perdono per riappacificarsi..ma l'abbiamo mandato a stendere." disse Dean gagliardo.

"Hai mandato via un Angelo??" chiese Castiel intimorito.

"Uno che si approfitta di un'anima buona di uno come Sam è solo un mezzo Angelo." disse Dean.

"Beh..dai. Consolati, Sam..è una divinità..non sa come approcciarsi ai sacri valori.." disse Crystal.
"Perché non facciamo tutti una partita ad Acchiapparella?" chiese Seya che era da sempre il più giocherellone del gruppo e in quel momento desiderava distrarre Sam dal pensiero dell'angelo.
 
Acchiapparella era un gioco che funzionava in questo modo: si gonfiava un muro di mattoni rossi e lo si stendeva in alto, dopodiché si liberava la palla d'oro, che grazie a un complesso intricato di geniali meccanismi, si librava in alto contro e oltre il muro di mattoni cercando di cadere. Il colpito dei giocatori era quello di impedire alla palla di cadere, afferrandola in tempo prima che si divincolasse e partisse di nuovo alla carica.

La partita non durò a lungo visto che nel pomeriggio arrivarono la famiglia della luna nera a creare scompiglio.
"Che cosa vorranno??"chiese Sam che stava facendo amicizia con Castiel.
"Credo vogliano combattere con noi." disse Castiel.
"Devo andare a cercare subito Dean!!" disse Sam correndo alla locanda.
"Io vado dagli altri cavalieri." disse Castiel.
 
Qualche minuto dopo, un disperato Sam stava bussando a più riprese ai cavalieri.
"Non riesco a trovare Dean!!"
I cavalieri erano in mutande e alcuni si coprirono imbarazzati.
"S-scusatemi." disse Sam imbarazzato voltandosi dall'altra parte.
Dean stava combattendo da solo contro un mostro e i cavalieri con Sam lo trovarono ferito.
 
"Deeeeeaaaan!!"
"Porta dentro tuo fratello, pensiamo noi a lui." disse Castiel.
"Ma io.."
"SUBITO!!" gridò Seya.
 
Sam accompagnò Dean alla locanda dove Bobby mise a soqquadro tutta la sua locanda e la sua credenza per trovare il materiale per curare Dean.
"In questo momento vorrei che gli Dei fossero ancora nostri amici.." disse Sam piangendo, cercando di tamponare la ferita.
"Che sciocchezze." disse una figura abbagliandoli.
"Non avete bisogno di loro quando avete un Angelo." disse Gabriel.
"Gabriel??" Sam era allibito. Non vedeva l'angelo da settimane.
 
"Spostati." disse Gabriel, spingendolo via malamente e mettendo le mani sul torace di Dean.
Ne scaturì una luce azzurra intensa che illuminò il suo torace.
"Che cosa gli stai facendo??" gli chiese Sam.
"Lo sto guarendo..zitto adesso!" disse Gabriel.
 
L'operazione sembrò che durasse in eterno. Alla fine quando l'angelo staccò le mani dal suo torace, Dean rovesciò gli occhi all' indietro e svenne.
"DEAN!!"
"Sta fermo. È solo svenuto."
"Avevi promesso che sarebbe guarito!!"
 
"Ed è così, razza di zuccone. Non vedi che non ha più ferite??"
Sam lo osservò tra le lacrime.
"Io...sì.."
"È una conseguenza della..guarigione...a volte può capitare..non l'ho sperimentata molte volte..non ho mai avuto nessuno per cui..."
Non parlò più. Sam lo abbracciò stretto.
"Gabriel...perché...perché l'hai fatto?"
 
"Perché sei mio amico..SIETE miei amici..per un Angelo..è importante suppongo..il che credo voglia dire che per un Angelo è importante sentirsi uno schifo..."
"I cavalieri..devo andare ad aiutarli.."
"Vai..baderò io a Dean...se ti fidi.."
 
Sam lo abbracciò ancora di slancio e gli diede un bacio sulla guancia.
"Ti tengo d'occhio anch'io, riccioli d'oro." disse il proprietario sghignazzando.
 
 
 
 
Sam tornò sul campo di battaglia. Lui, come Dean, non aveva poteri magici, ma aveva scoperto che essendo un semi dio, poteva attingere ai poteri dei cavalieri e alimentarne la potenza. Nelle ultime settimane non avevano fatto altro che allenarsi con i cavalieri, per quello.  
 
Il mostro venne neutralizzato, ma la famiglia della luna nera non voleva mollare, seminando di nuovo il panico.
 
"Visto che non volete darci il coniglio, prenderemo i cocchi degli Dei." disse Diamond.
 
Esmeralda si scontrò con Sam che gli cadde addosso, con il suo peso ma quando gli mise le mani sulle spalle sgranò gli occhi.
"Mi hai molto deluso, Esmeralda..non sei neanche in grado di tenere testa a due ragazzini." disse Diamond.
Il ragazzo che era con lui, il fratello Zaffiro, lo seguì.
"Nooooo. Per colpa tua il principe Diamond mi odia." gridò lei spingendolo via.
"Esmeralda, no!"
"ED È TUTTA COLPA TUA!!" gridò lei continuando a sprigionare fuoco con le mani.
I cavalieri continuavano a cercare di proteggere le persone innocenti e a contrastare Esmeralda che si costrinse alla fuga.




All'interno della navicella, Wiseman si avvicinò ad Esmeralda in lacrime.

"Prendi questa corona, Esmeralda e il principe Diamond ti vedrà finalmente per quello che sei. Bella e possente e invincibile."
Gli gettò una corona sotto lo sguardo allibito di Esmeralda. Una volta lasciata sola, la stessa si trasformò un drago che cominciò a sputare fuoco.
 


Gli eroi pensavano che la famiglia della Luna Nera se ne fosse andata definitivamente, ma non si sentivano tranquilli.

"Perchè cercano Chibiusa qui?" chiese Sam.

"Perchè loro erano davvero dirette qu, ma VENERE è riuscita a scoprire la navicella e ad avvisarle. Adesso stanno fuggendo a Sud." disse Crystal esaminando la pergamena che era appena arrivata a loro con un'elegante civetta nera.

"Continua a proteggerci ancora dopo tanto tempo e malgrado siamo la causa del terremoto sull'Olimpo." disse Sam.

"Non pensatelo neanche per un istante...non è vostra la colpa di quello che sta succedendo..gli unici criminali qui, sono la famiglia della Luna nera." disse Syrio.

"Purtroppo dobbiamo restare ancora..dobbiamo assicurarci che non tornino." disse Seya. "E pensare che volevo fare una partita ad Acchiapparella."





Un nuovo attacco arrivò durante il pomeriggio. Un drago gigantesco arrivò sulla città, spruzzando fuoco e seminando il panico.

"No, basta." disse Sam. "Basta..BASTA, SMETTILAAA."
 
Le urla di Sam provocarono un terremoto che sembrò disorientare perfino il drago, oltre che tutti i presenti.

Dean, come i cavalieri, guardarono accigliati Sam, che stava dimostrando un'emotività esagerata per la situazione e non da lui. Alla fine Dean portò via Sam dalla battaglia mentre i cavalieri approfittarono del momentaneo terremoto che le urla di Sam avevano scaturito, per sconfiggerla.
Alla fine il drago scomparve lasciando un'immagine trasparente della donna triste e amareggiata.
 
Principe Diamond..
 

"Cosa, Esmeralda?" gli domandò lui, seduto sul suo trono, all'interno della nave.

Esmeralda tornò corporea, precipitando rovinosamente contro il terreno, sotto lo sguardo allibito di tutti.

"Eri TU, Esmeralda.." disse Dean allibito.

In quel momento arrivò Zaffiro sotto lo sguardo allibito dei ragazzi pronti a combatterlo.
"No, aspettate!! State fermi!!" gridò Sam.
 
Zaffiro gli gettò appena uno sguardo prima di prendere in braccio Esmeralda e portarla via, svanendo con lei in braccio.
 






*

Dopo il combattimento si erano chiusi tutti alla locanda per riposarsi.

"Gabri..non avrei mai pensato che ci saremmo riconciliati durante una situazione così assurda e tragica..grazie di quello che hai fatto." disse Sam.

"Anche io avrei preferito che succedesse in altre circostanze più felici ma non possiamo decidere noi del nostro destino."

"Forse no...tuttavia non riesco a capacitarmi del crollo che ho avuto nel pieno della battaglia...i miei compagni rischiavano di morire e io sono stato colpito da un esaurimento nervoso...non so ancora adesso perché mi sono comportato così..è stato molto imbarazzante per me!" disse Sam.

"Non dirlo neanche per scherzo. Non devi scusarti. Siamo solo contenti che stai bene. Ci siamo preoccupati molto." disse Dean. "Questo non mi fa sentire meglio, Dean."

"Piangevi...sembravi sconvolto per qualcosa di indecifrabile...hai anche causato un terremoto." disse Seya.

"Io...mi dispiace...è cominciato tutto da quando mi sono scontrato con Esmeralda...all'improvviso ero sconvolto...triste per lei!! Non lo so perché...era come se potessi capire cosa provava e cosa sentiva!! E poi quand'è arrivato il drago....è stato come se io intuissi che era lei!! Gabriel io ho paura!!"

Gabriel gli sorrise.

"Ti voglio bene, Sam e per dimostrarti che sono sincero, voglio regalarti un segreto. Quando ti ho salvato dalla morte, ho come esaltato i tuoi poteri di semi dio..non sei diventato un Dio ma i tuoi poteri sono aumentati e in quanto tali, hai adesso capacità che si avvicinano molto a quelle degli Dei e in quanto tali sei in grado di riconoscere la magia in altri esseri e a volte entrare nelle loro menti...nel loro cuore..."

Sam avvampò a quelle parole.

"Io...non credo di meritate un onore simile!"

"Quante volte devo dirtelo? Non sei tu a decidere." disse Gabriel.

Sam a quel punto abbracciò l'angelo, lasciandolo interdetto.

"Come vedi ti sbagli." disse Sam.

"E io comincio a sentirmi un po' geloso." disse Dean. "Ehi, prenditi anche tu un Angelo da spupazzare." disse Sam. "Lo farò. Magari chiederò a Lucifer di farmi da cuscinetto." disse facendogli la linguaccia.

Gabriel esibì un sorriso di circostanza.

"Gabri, scusami sono un idiota." disse Dean.

"Non fa niente, anzi, ti ringrazio..inventa pure tutte le storie che vuoi su mio fratello...almeno lo immaginerò in qualche modo." disse sorridendo.

"Ti aiuteremo a incontrarti con lui, se lo desideri. È il minimo che possiamo fare per ripagarti." promise Sam.

"E poi per ripagarci a tua volta potresti anche convincerlo a " fermare la fine del mondo. " disse Ikki facendo scoppiare tutti a ridere.



















Note dell'autrice:  la citazione di Ikki è la mia spina nel fianco, senza di me può morire " è una citazione di Spn di Dean Winchester!

Acchiapparella è un gioco che ho inventato io, ed è un mix come potete vedere, tra la pallavolo e il Quidditch ahahah il muro di mattoni chissà se l'avevate capito che è un tributo a Diagon Alley ahaha

Chissà se qualcuno di voi l'ha intuito che la battuta di Sam sul fatto di trovarsi un altro angelo , era un riferimento a Castiel di Supernatural xd

Purtroppo devo dirvi anche però che missing Moment non sono finiti e che però adesso per i prossimi Anche se fossero solo tre creerò una raccolta a parte perché davvero continuare a spostare i capitoli Mi ha sfinito Non ne posso più

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Capitolo 50
*** Il litigio di Marte e Venere ***


Il mondo era finito nel caos. Le guerre erano all'ordine del giorno. Sembravano tutti arrabbiati e pieni di odio e gli Dei sembravano presi da altri problemi per pensare a quelli degli umani.
 
Marika, Clere, Sam e Dean, dovevano lottare non solo per mantenere il bene nel mondo, ma anche contro gli Dei, che cercavano in ogni modo di ucciderli
"Presto, venite con me." disse Venere a Sam e Dean, comparendo nella radura in cui si trovavano i ragazzi, dopo che le Furie avevano manipolato degli uomini per indurli a ucciderli.
 
"Venere?? Ma cosa.." disse Dean, mentre stava toccando premurosamente le guance di Sam, controllando i graffi e il sangue sulle sue guance.
"Sbrigatevi!!" disse lei. Loro si avvicinarono, lei li prese sottobraccio e svanì con loro in una nuvola di fumo rosa.
Caddero su dei cuscini di velluto rosa come nuvole candide. Dean cadde a faccia in giù, cosa che Sam trovò adorabile.
 
"Riposatevi ora. Ne avete bisogno." disse lei soffiando una polvere magica rosa e oro e facendoli dormire. Quando si svegliarono tre ore dopo, si trovarono davanti Venere che si pettinava i capelli e un tavolino pieno di tramezzini ricolmi e un vino rosso porpora squisito.
 
"Mangiate..noi non avveleniamo..se vogliamo uccidere preferiamo un solo tiro con una freccia." disse. Loro sembrarono turbati, ma siccome erano anche affamati, si lanciarono sul cibo.
"Pensa te..ora che Cupido stava crescendo, credevo di avere più tempo libero e ora invece mi tocca tornare a fare da babysitter!!" disse lei, guardandosi nell'enorme specchio incorniciato di oro e sistemandosi i lunghi boccoli d'oro.
"Possiamo fidarci di te?? La tua famiglia ci vuole morti."
 
"Oh, Giove vuole morti tutti..se fosse per lui, sterminerebbe l'intero genere umano..ma poi sai che fatica ricominciare tutto da capo..siete fortunati che è un padre padrone molto pigro!! Sapete per caso se Lucifer abbia in progetto o le capacità per creare un'umanità migliore? Dopo che ci avrà uccisi tutti, intendo! Magari a lui non scoccerà ricominciare tutto da capo..forse non è pigro come nostro padre."

"Da quanto trapela da voci insistenti, Lucifer odia gli umani molto più di quanto ci odiate voi. Se siederà mai sul trono, non credo che vorrà mai creare una nuova razza." disse Sam.

Venere scrollò le spalle, mentre si guardava allo specchio.

"Un po' lo capisco..piuttosto di sbagliare e fare peggio di quanto fatto prima, è meglio non fare nulla."

"Venere, devi cercare di convincere Giove che noi non siamo un pericolo per lui..sta cercando di ucciderci in tutti i modi!!" disse Dean.
Venere sospirò e le sue guance brillarono di blu come la sua tristezza.
 
"Purtroppo difendete la figlia del demonio e questo vi rende dei traditori e pericolosi."

"Ma tu non lo pensi se ci aiuti." disse Sam lentamente.

"No, non lo penso..io penso che vi siete trovati in qualcosa di più grande di voi e credo che non bisogna dare retta a tutte queste profezie che hanno scatenato il panico...e pur non condividendo la strenua difesa nei confronti della bambina demoniaca, sono anche io una madre e.." si soffiò il naso e trattenne la commozione.
"Ci aiuterai a difendere anche lei??" chiese Sam speranzoso.

"Proteggere la figlia del demonio?? Colui che vuole la fine del nostro regno, di tutti noi?? Voi dovete essere pazzi!!" disse lei alzandosi dalla sedia e facendo svolazzare la sua sottoveste rosa.

"Venere.." la chiamò Sam.

"No!! No! NO!! Voi non sapete che cosa sto rischiando anche solo ad avervi portato qui!! Sono a tutti gli effetti una traditrice adesso!! Se mi scoprono vorranno la mia testa!! E osate chiedermi anche di..No..no..questo è troppo per me.."
 
"Sappiamo che è troppo e non intendiamo chiederti di fare più di quello che stai già facendo..ti chiediamo solo di guardarti dentro e ascoltare la tua stessa magia..tu sei la dea dell'amore..e sei in grado di riconoscere cosa è amore e cosa non lo è..e dimmi, è amore uccidere una bambina che ha come unica colpa essere nata da una fonte malefica?? È amore ucciderla solo per i peccati del padre??" chiese Dean.
 
"Basta!! Voi non sapete niente dell'amore!! Io lo so!! Sapete che cos'altro non è amore?? Sacrificarsi per le cause degli altri!! È fanatismo e ossessione..e dolore!! Ma non è amore!!"
 
Sam e Dean rimasero ammutoliti mentre Venere si asciugava in occhio.
"Adesso andate..io vi proteggerò ma non potere stare qui adesso..".
"Venere, aspetta, noi.." cominciò Dean.
Lei schioccò le dita e li fece tornare nel punto in cui li aveva presi.
Nel momento stesso in cui Dean e Sam piombarono lì, tutto sembrò scemare e Sam si accorse che il mondo sembrò diventare sfocato sotto i suoi occhi.
"Non sono ancora diventato miope, veto, Dean? Vero??"
"Di che cosa stai parlando?? Aiutami a portare via i cavalli..così ci leviamo da questo posto." disse Dean.
 
"Ma cosa.." disse Sam notando che una sola cosa sembrava non essere sfocata. Un cartello con un punto interrogativo.!! Era brillante e abbagliante. Si girò e Dean continuava a parlare apparentemente con un Sam invisibile.
"Non trovi anche tu che Venere sia una dea un po' troppo smorfiosa?"
Sono tornato alla realtà..al mio presente...e adesso ho l'opportunità di scoprire finalmente il mistero..ma qual è veramente..voglio davvero scoprirlo?
Sfiorò il cartello ed esso si illuminò in modo sfavillante. Dopo alcuni secondi si accartocciò come una barchetta per poi far materializzare una porta accanto a lui.
Brillava.
 
Sam diede un'occhiata a Dean dietro di lui. Camminava pacifico con un Sam che non c'era.
"D'accordo. Adesso vediamo cosa c'è dall'altra parte, che può ancora stupirmi." disse, aprendo la porta.



Il litigio tra Marte e Venere



Sam si stupì molto di scoprire di essersi trovato nell'olimpo. Di nuovo.
Il corridoio maestoso di quel regno, lussuoso come un castello, si estendeva per migliaia di metri quadri davanti a lui. La sua sorpresa fu grande quando scoprì che anche gli altri Sam e Dean, erano lì e osservavano di nascosto, dietro un arazzo, delle voci molto concitate.
Si avvicinò. Gli sembrava di riconoscerle.
Venere che discuteva con Marte.
"Come hai potuto nascondermi una cosa così importante!!"
La voce di Marte trasudava dolore.
"Giove mi aveva chiesto di mantenere il segreto!!"
 
"Sono l'uomo che ami!!"
Venere si mise una mano sugli occhi.
"Stavo per diventare tuo marito.."
"L'amore e la guerra non potranno mai sposarsi." disse Venere voltandogli le spalle.
 
Marte si accorse che stava tremando e gli mise le mani sulle spalle.
"Abbiamo un figlio insieme.."
"Sì..ed è meraviglioso...Cupido è...la speranza. "
Marte gli diede uno schiaffo senza pensare.
Venere cadde a terra.
"Perdonami, io..non volevo.."
"Tu sei pazzo, Marte! Sei pazzo!"
"Hai detto quel nome..perché proprio quel nome..non dovevi..non.."
"È mia nipote!! Che tu lo accetti o no!!"
 
Sam, Dean e il Sam del presente sussultarono. no!!"
 
"No..no..quel mostro che vuole distruggere la nostra famiglia non è NIENTE per te!!"
"Tu da questo momento non sei niente per me!"
"No.."
 
"Non provavo amore per quell'uomo da cui sono rimasta incinta..ma non fu uno sbaglio..ebbi quella bambina con amore, AMORE, Marte. Continuai ad amarla anche quando dovetti abbandonarla su ordine di nostro padre, con la promessa di non rivederla mai più.."
"Se io solo avessi saputo.."
 
"COSA???COSA AVRESTI FATTO, SENTIAMO, MARTE!! TE LO DICO IO, ASSOLUTAMENTE NIENTE!! Tu sapevi, come tutti LORO nell'olimpo, che io ero diventata mortale per un periodo..come PUNIZIONE da parte di Giove per aver solo osato dare lui dei consigli sugli umani, rimproverarlo..sapevi, come voi tutti, che mi aveva mandato sulla Terra in esilio e nessuno di voi ha fatto nulla.."
"Se uno solo di noi ti avesse aiutata, avrebbe punito anche lui..non potevamo.."
"Più che altro non vi importava..Giove voleva che CAPISSI quanto l'amore potesse essere anche DOLORE..quanto fosse necessario..forse è stato con piacere che mi ha tolto mia figlia.."
"Sei rimasta incinta di un umano..hai procreato con loro, come Loki, come Thor.."
Venere sogghignò.
"Sei turbato del fatto che non puoi capire chiaramente quale dei tre semi dei porterà alla nostra fine??"


"Non mi serve chiedermelo!! Perché lo so!! Tu, tu e solo tu, lo porterai alla fine!! Perché la tua maledetta nipote, figlia di un Dio crudele e meschino, porterà tutti alla nostra fine!!"
Venere lo guardò con odio.
"Vedo un solo Dio, crudele e meschino..e non è il grande saggio."
Marte ricambiò il suo sguardo, avvicinandosi a lei, minaccioso.
 
"Riuscirò a trovare la tua adorata nipotina e la tua rimpianta figlia e le getterò entrambe nello stesso vulcano da cui hanno preso Lucifer, poi farò lo stesso con lui e il predicatore da strapazzo con il cappuccio..riunirò tutta l'allegra famiglia in un antro caldo e luminescente per l'eternità!!"
"Perché sei così meschino??"
 
"Io??Io meschino?? Tu fai una figlia con un umano, me lo tieni nascosto, questa figlia cresce, crea una figlia demoniaca che vuole distruggerci tutti e sarei io il cattivo??"
"Speranza non è...Chibiusa non è cattiva..non più..è stata purificata dal cristallo d'argento..adesso è una bambina vulnerabile, dolce e indifesa.."
"È UN INGANNO!! UNA MENZOGNA. È D'ACCORDO CON LORO. Tu che ti vanti di essere la Dea dell'amore..non riconosci l'amore vero, da un inganno..da una sua simulazione.."
 
"Forse hai ragione..altrimenti non avrei mai pensato che avrei potuto amarti.." disse lei, le mani sugli occhi. Lui sbarrò gli occhi, ma si riprese subito.
"Sai, cara SORELLA, dovrebbero scriverlo sul vangelo questo.." disse dandogli le spalle. Lei ancora in ginocchio. Lui continuò a camminare. Delle lacrime rigarono i suoi occhi.
 
Sam sbarrò gli occhi. Quella scena gli ricordava una cosa. Una cosa che aveva visto tanto tempo fa.
 
Marika si fermò d'un tratto, sentendo una coppia litigare. 

"Ti prego, Carl, ti prego, non lasciarmi, farò tutto quello che vuoi, ma non lasciarmi".

"Lasciami, sei patetica" si divincolò l'uomo. 

"Tra noi due è finita, Carmen, sono stanco dei tuoi capricci, STANCO!"  e se ne andò mentre la ragazza piangeva. 

"Non...lasciarmi". disse debolmente la ragazza premendosi le mani sul viso. 

Marika continuò a guardare la ragazza con il cuore colmo di pena. Voleva dirle qualcosa per consolarla, ma non sapeva cosa e trovava ingiusto che una persona dovesse essere lasciata sotto il sottofondo di una canzone cosi triste. 
 

 
 

Another heartache, another failed romance
on and on, does anybody know what we are living for? 
 
Un altro mal di cuore, un'altra storia fallita.

Senza sosta, qualcuno sa cosa stiamo cercando?

 
 

 
Intanto l'uomo che si era allontanato e che nè Marika nè la ragazza potevano più vedere ora, si voltò indietro, senza essere visto. Guardò la ragazza che era ancora in preda ai singhiozzi e pensò: "Perdonami Carmen. è meglio cosi." Una piccola lacrima gli scese per il viso. Non l'asciugò nemmeno e se ne andò con lo sguardo duro.
 

I guess i'm learning (i'm learning learning learning )
i must be warner now 
i'll soon be turning (turning turning turning ) 
round the corner now 
outside the dawn is breaking
but inside in the dark i'm aching to be free
 
Suppongo di stare imparando, devo essere più caloroso ora
presto sarò una svolta, gira l'angolo ora
fuori, l'alba sta scoppiando
ma dentro nel buio sto soffrendo per essere felice. 
 
 
 

 
 
*
 Marika era andata via, ma la donna era rimasta lì a singhiozzare. All’improvviso, si sentì porgere un fazzoletto da qualcuno.
“Cosa..” farfugliò, poi vide la faccia benevola e adorabile di Sam. che gli porgeva il fazzoletto.

“Grazie..io..mi dispiace di farmi vedere così..il mio ragazzo mi ha appena lasciato e..”

“Mi dispiace.” Disse Sam.

“Io..non importa. Grazie.” Disse la donna, prendendo il fazzoletto e sorridendo a Sam e Dean.

Sam e anche Dean, la guardarono come a dire "Mi dispiace anche per questo. Qualsiasi cosa sia il motivo." 

e forse la donna lo capii, perchè raccolse le borse che aveva a terra, fece una carezza ad entrambi e se ne andò senza mai smettere di sorridere.


the show must go on 
the show must go on, yeah yeah
ooh, inside my heart is breaking 
my make up may be flaking
but my smile still stays on 
 
lo spettacolo deve andare avanti 
lo spettacolo deve andare avanti 
dentro il mio cuore è rotto
il mio trucco potrebbe scrostarsi
ma il mio sorriso regge ancora.

 





















Note dell'autrice:  Allora, come potete vedere, sto cercando di dare un'accelerata. Non ne posso veramente più..nel prossimo capitolo scopriremo finalmente il mistero che va avanti dai primissimi capitoli della prima storia di questa serie. Scopriremo anche qual è il famoso personaggio, quindi invisibile, quello di cui tutti non si sono accorti o che hanno visto solo per un breve periodo e poi si sono scordati. Scoprirete che è abbastanza importante per la trama e poi ci sarà anche un ulteriore colpo di scena nel colpo di scena. In pratica vedrete questo colpo di scena da parte di un'angolazione inaspettata

Mi dispiace che hai sempre tutto così frettoloso non ho neanche descritto bene l'olimpo o comunque la stanza in cui si trovavano assieme ed immaginatevela Comunque come la camera di un castello lussuoso. Allora, fino all'ultimo non sapevo se volevo rendere Venere MADRE DI MARIKA, ma alla fine ho ceduto..la parte in corsivo si riferisce capitolo 11 di Beyond che trovate all'interno della serie. Il capitolo è tutt'altro che finito ma dopo l'operazione al laser mi stanco troppo a scrivere, per il momento

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Capitolo 51
*** Sam, Loki e l'ampolla ***


Sam si trovò davanti una porta aperta, la oltrepassò e scoprii con sorpresa di trovarsi nella stanza di Venere.
"Vuoi assaggiare questo frutto, Sam? È squisito." diceva Dean.
Assieme a loro, Cupido, gattonava felice.
Aspetta..mi ricordo questo episodio...
 
"Non senti anche tu gridare, Dean?" chiese Sam e uscirono per andare a vedere.

Si trattava dello stesso giorno della scena che aveva appena visto, ma stavolta lo guardava dalla sua, dalla LORO angolazione. Lui e Dean erano appena stati salvati da Venere e giocavano con il piccolo cupido. Venere chiese loro di restare lì ma loro non seguirono il suo consiglio.
Li stavano guardando di nascosto e vide anche il loro punto di vista.
Era invisibile ai loro occhi. Poteva avvicinarsi a loro che assistevano inorriditi al loro litigio.
"La sta trattando male per colpa nostra.." disse Sam.
 
"Oppure forse perchè è un buzzurro dio arrogante psicotico con deliri di onnipotenza." disse Dean.
Ci fu un altro cambio e ora vedevano Venere che parlava concitamente con i ragazzi.
 
"Devi pensare a te stessa. Noi non possiamo più permettere che tu litighi con la tua famiglia per causa nostra. Per noi." gli diceva Sam.
"Se avete sentito tutto..sapete anche che è anche la mia famiglia." diceva lei.
"Quello che farai con Marika e Chibiusa non è affar nostro..noi non vogliamo più la tua protezione." disse Dean.
 
Venere restò scioccata.
 
"Vi ho appena salvato di nuovo la vita..è così che mi ripagate?? Sono la vostra Dea! Esigo rispetto!!"
"E come fai a pretenderlo..se non riesci ad ottenerlo nemmeno dall'uomo che ami?" gli chiese Dean.
 
Venere rimase scioccata. Sam lo guardò, con l'aria di chi gli stava dicendo che aveva esagerato ma la frangia copriva gli occhi di Dean.
"Molto bene. Vi riporto sulla Terra e non ci rivedremo più, suppongo..visto che da questo momento siamo in GUERRA."
Loro annuirono.
"Prendete le mie mani." disse e li materializzò nella radura da cui li aveva presi.
 
"I vostri cavalli sono ancora lì, protetti dalla protezione che ho messo loro contro i malfattori e i ladri..non disturbatevi a ringraziarmi."
"Venere, ascolta.."
"No, Dean..forse Marte aveva ragione dopotutto. Non so niente dell'amore."
E dicendo così svanì in una nuvola di fumo rosa.
"Dean!! Mannaggia a te! Le hai spezzato il cuore!"
"La dea dell'amore?? Se non sa lei ripararsi il cuore, non mi stupisco che non riesca a farlo con gli umani!"
 
"C'era bisogno di essere così cattivo?"
"È l'AMORE a esserlo! L'hai sentita con Marte!"
"Oh, allora perchè lei è ferita, uccidiamola..che ti dice la testa?"
 
"Mi dice che il suo cuore è combattuto! E il cuore di una Dea non può essere combattuto! Altrimenti perde il suo potere! Ha troppe persone di cui occuparsi, senza che ci si mettiamo anche noi...non credi anche te? E poi..come fai a starle vicino, considerarla amica, quando sai che potresti causare la sua distruzione?"
"Oh, Dean...è questo che ti distrugge.." disse andando ad abbracciarlo.
"Non possiamo vivere, sperando di essere sempre salvati dagli Dei..dobbiamo imparare a cavarcela con le nostre forze, Sam..l'hai vista..da quando ha preso le nostre parti è debole..e un dio debole è un dio che morirà..credimi..se le vogliamo bene, deve stare alla larga da noi."
 
"E le nostre amiche allora?"
"A loro ci penserà il destino..preferisco occuparmi di te."
"Non è un po' egoista?"
 
"L'amore lo è SEMPRE. Per questo è l'amore." disse Dean.



Lo scenario cambiò. Marte e Venere si stavano baciando con passione. Marte la spinse contro una colonna e continuò a baciarla.
"Ti amo..ti amo.."
"Oh, Venere...credevo di morire..avevo paura di morire.."
 
"Il dio della guerra che ha paura della morte?"
 
"Non c'è morte peggiore di una vita senza amore. È la più atroce delle morti."
"Io sono morta nel momento esatto in cui ti dissi che è stato sbagliato amarti.."
"Amore mio..vita mia..non sai quanto mi rendi felice.."
"Sì, ma..I ragazzi.."
Marte sospirò.
 
"Non puoi chiedermi di essere dalla loro parte..non posso.."
"Marte.."
"Ma fingerò di essere cieco e sordo se ti trovo con loro, per pochi attimi.."
Venere lacrimò.
"Per te..solo per te.."
 
Sam si accorse che c'era un altro spettatore che li osservava sconsolato.
LOKI???
 
Lo scenario cambiò un'altra volta e Venere si trovava in una grotta e accudiva Marika tra le sue braccia. L'aveva salvata dal congelamento. Aveva salvato tutti loro e adesso era spuntato il sole. Chibiusa e il piccolo cupido giocavano a rincorrersi. Il piccolo cupido cercava di volare via e Chibiusa lo acchiappava, stringendoselo al petto come se fosse un peluche.
Marte la guardava da lontano e lei andò da lui.
"Guarda..nostro figlio ama sua zia..non è meraviglioso?"
 
"Che qualcosa di tanto meraviglioso possa portare alla rovina? È tremendo e stupendo!" disse prima di baciarla nuovamente.
Lo scenario cambiò di nuovo.
Marte fu attaccato in un bosco. Proprio da Diamond e i suoi occhi divennero neri.
"Adesso vedrai tutto quello che io vedrò, Sam.."
"Loki??? Tu..tu come fai a sapere??"
 
"Marte era controllato da una ricetrasmittente. Lo controllavo su ordine di mio fratello, Thor. È stato preso dalla Luna nera. Ma Giove riteneva che se si era rifiutato di usare gli orecchini era perché dentro di sé voleva già tradirci tutti."
Lo scenario cambiò di nuovo.
 
Venere a terra gridava e piangeva. Il meraviglioso vestito da dea lacerato.
Loki prese la lettera e la diede a Sam.
 
 
"Mia cara amata Venere..se stai leggendo questa lettera io non ci sono più..sono morto o peggio, sono stato preso dalla luna nera.
So cosa penseranno tutti di me adesso, che sono stato preso perché non ho voluto indossare gli orecchini e quindi sono un traditore
Ma io non potevo permettere che un qualcosa di artificiale e solo quello mi mantenesse sul retto cammino
Avevo bisogno di sapere cosa il mio cuore avrebbe scelto se non fosse stato costretto
Avevo bisogno di sapere se potevo essere abbastanza forte.
Non volevo essere un finto buono.
 
E se adesso non sono più con te, è solo perché non lo merito, non Ti merito
Non posso biasimare altri che me stesso
Non credere mai al cuore, mia dolce venere
Esso è traditore.
Con amore
Perdonami
MARTE
"Una scena penosa..non credi, Sam?" disse indicando Venere inginocchiata a terra che piangeva, il vestito ripiegato come una sposa in lacrime. "Preparati perché io ho visto di meglio."
In quel momento arrivò l'altro Loki che andò da Venere e la abbracciò.
"Non temere, sorella, l'uomo che ami non è in pericolo..gli ho messo una spia sottopelle a sua insaputa settime fa..io temevo che..non ha alcuna importanza..la spia mi dirà sempre dove si trova..non importa dove andrà, io lo troverò SEMPRE."
"Allora, riportamelo, ti prego." disse Venere, gli occhi pieni di lacrime.
"Sorella..io lo troverò SEMPRE."
 
"Loki..papà..." disse Sam, cercando di toccarlo, ma la sua immagine si scannerizzò come se toccasse degli algoritmi di un computer.
"Non sono veramente qui con te, Sam.."
"Ma come...no..io voglio abbracciarti.."
"Non sono qui, sei tu che devi raggiungermi.."
"Come posso fare? Voglio abbracciarti!" disse lui con ardore.
"Apri la mente, Sam..apri la mente, espandila ed entra dentro la mia. Fallo senza paura."
"Io..non so come fare.."
 
"Non è vero..dentro il cuore lo sai. Raggiungi la porta, Sam."
Si ritrovarono nel limbo dove avevano visto le facce seminate da una grossa X. Ora era piena di maschere di pelle terrificanti con la bocca spalancata.
"Non posso guardare.."
"GUARDA, SAM..GUARDA.. non avere paura.. la ragione per cui voi umani non riuscite mai a vedere la verità è perchè volete chiudere gli occhi..non volete vederla.."
"Queste cose mi fanno paura."
 
"Sono solo facce..anche quella che indossi tu è una mashera..dentro sei molto di più."
Sam chiuse gli occhi e sembrò farsi forte di una nuova forza.
"Ci sono. Sono pronto."
"Vai figlio, rendimi fiero di te."
"Sì. Cosa devo fare.?"
"Quello che vuoi.."
 
Sam lo guardò interrogativo ma decise di non chiedersi altro, avanzò, cercando di non guardare le facce ma concentrandosi solo su suo padre. Alla fine vide la sua faccia e urlò.
"Sei TU. Ti riconosco!" Era la stessa faccia che vide quando Jael gliela mostrò nel nuovo mondo.
Loki annuì.
Sam corse verso la maschera e la tenne in mano come se se stesse guardando un gioiello. Notò che la testa era aperta.
"Apri la mente..." recitò Sam.
"Oppure?" chiese Loki.
Sam si guardò intorno e individuò un tavolino in legno con una coppa.
Lo guardò. Dentro c'era un pugnale.
 
"Riempirla?"
Loki stette zitto.
"Dobbiamo.."
 
"Non ti avevo detto che sarebbe stato piacevole." disse lui indicandosi il braccio.
"Ti sbagli." disse Sam, stupendolo.
Gli afferrò il braccio e sobbalzò, quando si accorse che poteva toccarlo. Alzò lo sguardo e lo guardò con ardore.
"Entrare nella mente di mio padre, di mio padre Dio..è una gita al lunaparak..e il mio più grande onore!"
 
Loki gli sorrise felice e non perse il sorriso neanche quando gli fece un taglietto al braccio e mise il sangue nell'ampolla, poi fece lo stesso con sè stesso.
Il sangue si rimpolpò fino a riempire la brocca e ora sul tavolino c'erano due calici.
 
Sam lo abbracciò di slancio e Loki lo strinse forte. Poi si staccarono delicatamente, entrambi commossi.

"Alla salute!" disse Loki facendo tintinnare i bicchieri, Bevvero e l'ampolla cominciò a girare vorticosamente, fino a quando non caddero all'interno.
 





















Note dell'autrice:  allora, il cuore è traditore è una citazione dall' alchimista invece l'amore lo è sempre, per questo è l'amore, è una citazione modificata di Supernatural: la famiglia ti fa sentire malissimo, per questo è una famiglia e invece io lo troverò sempre è una citazione di Once upon a time

Mamma mia mi sono stancata solo a scrivere le citazioni x....x Scusate ma essendo appena operata agli occhi per la miopia, queste cose mi danno uno sforzo incredibile !! Infatti dopo vado a riposarmi! Comunque volevo solo dire che il rimando agli orecchini e perché anche se io non lo ricordo ma l'ho letto in giro Zaffiro della luna nera era l'unico che si rifiutava di portare gli orecchini tra quelli della famiglia della luna nera e si dice -anche se io non me lo ricordo -che avesse un'influenza maligna su tutti loro

quando dico che Sam riconosce la sua faccia intende non nei suoi ricordi ma quando nei primissimo capitoli di the love of the gods Jaell gli mostra il dio fatto di pietra.

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Capitolo 52
*** L'invisibile ***


Sam non aveva proprio nessuna idea su come c'entrasse suo padre Dio, con Marte. Si sentiva in colpa dopo a pensare a Loki, -al professor White- come a suo padre!! Si sentiva in colpa nei confronti del suo VERO padre!! Ma in fin dei conti anche John non era forse il suo vero padre. Era nato come "chiave" no? Anche se in realtà aveva i suoi geni.
Era tutto così confuso. Avrebbe voluto che Dean fosse lì con lui.
Si ritrovò a percorrere tutto il progetto di Loki per sorvegliare Marte. Le sue ansie. Le due paure. I pianti a notte fonda nel cuscino, il fare l'amore frenetico, appassionato con suo fratello Thor. La qual cosa fece arrossire Sam e imbarazzare profondamente Loki, anche se nascondeva un sorrisino.
 
Si sentiva dentro un palloncino pieno d'amore e d'acqua dentro il quale nuotava.
Suo Padre provava un amore FORTISSIMO. Per Thor, per suo padre, per i suoi fratelli. Lo vide in una mansarda. Stava disegnando una donna dai lunghi capelli rossi e l'espressione malinconica, su una tela.
"Era così che mi immaginavo mia madre. Non la conoscevo, non ho mai potuto conoscerla e così la disegnai. Non ero a conoscenza del fatto che un tempo ero innamorato di una ragazza dai capelli rossi.."
 
"Ma non è per questo che tu la disegnasti, vero? Non c'entra niente Lily Evans." disse Sam.
Loki non disse niente.
"Questo quadro assomiglia ad Arianna Silente.." disse Sam toccandolo con dolcezza.
 
"Sì..ero già in connessione con Albus...cercavo tracce di lui dappertutto, perfino in altre vite..anche senza saperlo.." disse lui con amore.
"Hai così tanto amore dentro.." disse Sam, abbracciandolo di slancio. All'improvviso il ricordo di quel professore così ostile gli sembrava solo un lontano ricordo. Un'invenzione.
"Ce l'avevo anche per mio fratello Marte." rivelò.
 
Lo scenario cambiò e Sam vide quando Loki fabbricò la ricetrasmittente che avrebbe spiato suo fratello. La fabbricò in un cassetto che si apriva automatico, poi indossò un bracciale. Presumibilmente che lo collegava con la microspia.
"Pranza con me, fratello. Io so cosa si prova a sentirsi soli e abbandonati."
Mentre mangiavano la frutta, Marte svenne di colpo e Loki ne approfittò per iniettargli il chip sottopelle, dentro il braccio.
 
"Non vado fiero di quello che ho fatto. Una cattiva azione fatta con buone intenzioni, resta una cattiva azione."
"Beh, non cambia più lo scenario." disse Sam, notando che erano ancora fermi a quel punto.
 
"Devi dirmi tu dove dobbiamo andare, Sam."
"Io?? Ma io non lo so!!"
"Hai già intuito chi è l'invisibile..sei connesso a me, devi solo avere il coraggio di guardare.."
Sam si sforzò di farlo, di guardare l'invisibile.
E la vide. Una sottile linea gialla che si estendeva come un filo per tutto il percorso.
 
La seguì. Portava oltre una porta. La oltrepassò.
 
 
 
Marte stava per uccidere Venere! In un bosco!
 
“Ti prego…cerca di ricordare…sono la Dea dell’Amore..e tu il Dio della Guerrra..due forze immense che sembrano destinate a non incontrarsi mai, ma che si sono innamorate follemente…”
I nemici della Luna Nera devono essere sconfitti!!”
Marte era vestito con un lungo mantello nero e aveva uno sguardo folle sul viso. Con la spada cercava di ucciderla mentre lei si difendeva con i suoi poteri.  

“Avevi detto che morire è vivere senza che io ti amassi…non puoi essertelo dimenticato…questo è il carillon che io costruì con le risonanze delle nostre melodie mischiate insieme…sfioralo..”
 
Marte sembrò turbato dalle sue parole e lo fece. La luce del carillon invase tutto il suo corpo facendolo diventare bianco.
 
 
Marte crollò tra le braccia di Venere.  
 
"Marte...Marte...sei davvero tu?"  
 
"Sorella mia...perdonami.."  
 
"Oh, marte...fratello mio adorato..amore mio...perchè non hai voluto difenderti..perchè.."  
 
"Forse perchè volevo una scusa per andare via.."  
 
"Ma perchè? Perchè?"  
 
“Io…non riuscivo a capire come potessi decidere di buttare tutto all’aria, tutto quello che avevamo, per colpa di un branco di ragazzini….non riuscivo ad accettarlo…io…”
 
Sam sbarrò gli occhi, sentendo quella frase.
  
“Non potevo accettarlo!! Tu volevi proteggerli, ma non  è… non era nella nostra indole farlo….”
 
“Schhhh…” disse Venere, tenendogli la mano. “Va tutto bene…il passato è passato..il bene vincerà…e insieme al cristallo d’argento, anche l’amore trionferà. TE LO PROMETTO.” Disse Venere.
 
In quel momento un altro uomo, vestito di bianco, si alzò nel cielo e si diresse verso di loro.  
 
"IL CAVALIERE BIANCO..." disse Venere, ricordando quell'uomo dai modi gentili e eleganti che l'aveva sempre salvato nei momenti più brutti.  
 
"Venere..quello sono..IO.."  
 
"COSA??" Venere gli accarezzò il viso. "Lo sapevo! L'avevo detto! Dentro di me, io l'ho sempre saputo!! Ma come.." lo baciò. Non riusciva a parlare per l'emozione.  
 
"Il cristallo nero aveva annientato la mia volontà ma non poteva impedirmi del tutto di amarti..dentro il mio cuore non ho mai smesso di desiderare che tu fossi PROTETTA....e siccome non potevo farlo io..mi sono immaginato che qualcuno lo facesse al posto mio..e ho creato senza volerlo..un mio alter ego..nei rari momenti in cui ricordavo chi fossi..immaginavo di PROTEGGERTI.."  
 
Il cavaliere bianco che altro non era che una proiezione olografica di Marte, entrò dentro di lui come un fascio di luce bianchissima e potentissima.  

"Lo sapevo. Io ho sempre creduto in te!! E in noi!!"
 
"Non è vero.." disse Marte ridacchiando.
 
Venere lo imitò. "La mia mente e il mio cuore sono diversi...il mio cuore sapeva. Ha sempre saputo."
 
In quel momento videro un'altra figura famigliare allontanarsi dal bosco. La videro in faccia.
Era Loki.
 
“No…non è possibile…”
“Hai scoperto il segreto, alla fine…devi solo vederlo interamente, ADESSO.” Disse Marte.
 
Cambio di nuovo di scenario. Si trovavano dentro una scuola. La scuola di Sam e Dean.
"Oh, mio dio, il sogno.." disse Sam.
 
 
 
Oscurità…..oscurità completa. …non si pensa mai che il principio è SEMPRE buio….come la fine…. .tutti dicono che quando si muore si vede una gran luce bianca…non è vero..quelle sono favole. È il buio la prima cosa che vedi. E tutto quello che ti accompagnerà dopo. Come potrebbe esserci luce dopo il buio?
 
ERA LA VOCE DI MARTE
 
 
"Avrei dovuto saperlo….. "sussurri.
 
La voce di Venere.
 
 
 Cammini ancora un po’, come un automa. Ti fai strada verso…
 
"Aspetta….è un corridoio?....."
 
Continui a camminare….
 
"Il corridoio di una scuola….ma è tutto buio….non vedo niente…."
 
All’improvviso il corridoio si illumina in maniera violenta, come se qualcuno avesse acceso di colpo decine di riflettori all’interno…ma non erano riflettori.
 
 
 
“Sono LAMPADE. Sono lampade antiche appese ai muri” esclami con stupore nella voce.
 
“Allora….allora non è vero che c’è solo oscurità e che non esiste la luce.”
 
"Si vede quel che ci si aspetta di  vedere….anche se non corrisponde al vero".
 
 
 
“Aspetta….io non capisco più niente…c’è una tale confusione nella mia testa…credo di non riuscire a ricordare neanche più chi sono. Sono maschio o femmina? Io…non lo ricordo più” dici toccandoti la testa.
 
“Che importanza ha? Si nasce androgini, poi l’uomo nega la sua parte femminile. Il format esterno sentenzia: maschi di qua, femmine di là.
IDIOTI.”
 
Tu sobbalzi.
 
"Vogliono dividere L’UNO, ma non possono dividerlo."
 
 
"Io non capisco…."
 
"Non importa. C’è uno specchio là in fondo. Puoi guardarti, se vuoi".
Ti avvicini lentamente e guardi con timore dentro lo specchio. Con timore e con una certa soggezione.
 
Riconoscimento. Era tutto quello per cui lottano gli esseri umani dal momento in cui vengono al mondo a quando muoiono. Per tutta la vita cercano di riconoscersi, di capire chi sono e non riuscendoci, cercano di riconoscersi negli occhi degli altri, incorrendo in un’illusione dopo l’altra…dopo l’altra….
 
 
"Io…sono davvero io?"
 
"Ne hai forse qualche dubbio?"
 
"Non riconosco la persona che è nello specchio".
 
“Quella persona non sei tu. È solo un’immagine illusoria”.
 
 
Ti giri con aria sprezzante
 
 
“Adesso NE HO ABBASTANZA di questi giochetti. DIMMI CHI SEI.”
 
“Come, con tutta questa luce non riesci a vedermi?”
 
“Sei avvolto da una nebbia” rispondi con aria dura.
 
Ti sbagli! Non c’è nessuna nebbia. Tu la vedi intorno a me perché i tuoi occhi non sono ancora pronti a riconoscermi.
 
“Aspetta….io ti conosco già???” Sgrani gli occhi. Non capisci. Sarebbe servito a qualcosa dirti che una volta ti chiedevi continuamente come facevano le persone a meravigliarsi sempre di tutto, anche delle cose che in fondo sapevano già? Adesso tu stavi facendo lo stesso.
 
 
 
Non rispondo. Faccio un sospiro. Ti prendo una mano.
 
“Voglio solo che tu sappia una cosa. Non ho mai voluto  farti del male. Lo sai, vero?”
 
“L’hai fatto?” Dici con voce strozzata.
 
“No! Volevo dire che…non ho mai avuto intenzione di farlo. Neanche quando….c’è stato il grande crollo di tutto.”
 
“Io non capisco quello che tu dici”.
“Si invece, lo rifiuti solamente. Vedi,” dico stringendoti ancora di più la mano.
 
“Io…non riuscivo a capire come potessi decidere di buttare tutto all’aria, tutto quello che avevamo, per colpa di un branco di ragazzini….non riuscivo ad accettarlo…io…”
 
“Lasciami la mano!”
 
“Non potevo accettarlo!! Tu volevi proteggerli, ma non  è… non era nella nostra indole farlo….”
 
Momento di silenzio.
 
“Nostra?” Dici con voce strozzata. Percepisco la paura nella tua voce.
 
Ti lascio la mano.
 
"Basta cosi. Questi ricordi sono troppo dolorosi e poi comunque quando ti risveglierai non ricorderai più niente…e neanch’io.
 
“Aspetta, cosa vuoi dire?”
 
Mi limito a sorridere.
 
Non ha importanza.
 
In quel momento, di nuovo il buio.
 
La figura che li stava spiando, era Loki, il proprietario della voce era MARTE.
 
Tutto svanì e si ritrovarono sull’Olimpo.
 
“Non sei mai stato tu a parlare così a Venere, ma Marte!” disse Sam in confusione.
“Esatto. Sam. Era lui.”
 
“L’invisibile…la persona misteriosa di cui ci siamo dimenticati…era lui.”
“Sì.”
“Perché ce l’hai tenuto nascosto?” chiese Sam.
 
“Io non ho mai voluto tenervelo nascosto! Non lo ricordavo neanche io. Quando avevo questo incubo, credevo di essere IO il protagonista.”
 
"La voce che si sente fuoricampo.." disse Sam.

"Sempre mio fratello. Penso che comunicasse con me tramite questo sogno...forse oltre a indurci a ricordare, voleva anche farci capire che era...che è ancora VIVO... e noi non l'abbiamo capito.." disse Loki commosso.  
 
Sam lo guardò. Suo padre era ancora commosso e legato a un fratello che non aveva ancora conosciuto in quel tempo e che aveva creato un mucchio di problemi. Forse desiderava ancora adesso aiutarlo e per quanto apprezzasse la poesia di questa fratellanza, non c'era tempo per la contemplazione di questo sentimento.  
 
“Ma…quindi è stato Marte a provocare il crollo?”
“Diciamo che è stato Marte a portare CHIBIUSA dal Grande Saggio…”
“No…”
“Sì…”
 
 
IL BUIO.
 





















Note dell'autrice:  e FINALMENTE DOPO ANNI, scopriamo chi cavolo è questo invisibile -.- vi dico la verità, il fatto che dovesse essere Marte, NON è stato un colpo di testa...io decisi fin dall'inizio che doveva essere lui...il punto è che avevo questa scena in testa con protagonista il professor White, che ho dovuto mettercela PER FORZA... forse all'inizio pensavo che davvero il protagonista del dialogo fosse White e quindi nella mia testa lui era Marte, ma poi quando è nato Loki, è diventato tutto più difficile..perchè a quel punto era Loki e non più Marte e non riuscivo a vederci Loki in quel dialogo, DOVEVA ESSERE MARTE XD perciò ho procrastinato per tutto questo tempo..e la cosa era resa ancora più difficile dal fatto che non c'era Marte in "Beyond" LOL non potevo inoltre risolvere il mistero fino a quando non arrivavo ai capitoli finali sul crollo...ora FINALMENTE CI SONO ARRIVATA xd ma non cantate vittoria troppo presto perchè purtroppo ci sono ancora tante questioni da chiarire xd vi anticipo cmq che nel prossimo capitolo si ritorna a parlare della Luna Nera xd

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Capitolo 53
*** Zaffiro e Diamond ***


Avevano perso Marte, ma erano riusciti a riprendersi Chibiusa.
Erano riusciti a prendersi la bambina e per Diamond sembrava non esistere nient'altro di più bello.
Guardava la bambina, sospesa a testa in giù mentre veniva soggiogata dal potere del cristallo corvino e sorrideva soddisfatto.
 
Zaffiro aveva sopportato, fino a che non ce la fece più. Smaniava dal parlare con il fratello ma era rinchiuso nel bagno da almeno un'ora. Non voleva entrare mentre era lì dentro, ma perse la pazienza. Alla fine spalancò la porta.

"Ti prego, fratello, devi fermarti!!"
"Zaffiro!! Non si usa più bussare?" Il principe, che gli dava le folle e aveva appoggiato la testa all'indietro sulla ceramica perfetta della maestosa vasca rotonda, voltò la testa contrariato.
"Questo che stai facendo è un abominio. Io non posso permettertelo!"
Diamond alzò gli occhi al cielo.
"Cos'è che non potresti permettermi, Zaffiro??" Disse, tornando ad appoggiare la testa sulla vasca. Come se fosse al mare e si stesse crogiolando nell'acqua. I suoi magnifici capelli argentati, risplendevano come cristalli dentro l'acqua.
 
"Noi non tocchiamo i bambini!! Non facciamo del male ai bambini!!"
Diamond sussultò per qualche secondo.
"Hai ragione..tuttavia..lei non è una bambina vera. Ne converrai anche tu."
"E noi, fratello?? Siamo ancora esseri umani?? In grado di provare emozioni, sentimenti?? RIMORSO??"
 
Diamond fissò il fratello negli occhi.
"Quando mi guardi così, Zaffiro, io..."
"Cosa??"
"Riesci quasi a farmi sentire colpevole." disse tornando a guardare l'acqua nella vasca da cui era immerso.
Zaffiro lo sorpassò e poggiò un oggetto curioso, dall'altra parte del bordo della vasca. Diamond guardò quel curioso soprammobile, accigliandosi. Zaffiro a quel punto, tornò da lui quasi correndo.
"Io ti ho portato qualcosa.."
"Che cos'è quell'oggetto?"
 
Zaffiro gli mise le mani sulle spalle per massaggiargliele. Diamond chiuse gli occhi a quel tocco.
"Ricordi il primo fiore che vedemmo nascere su Nemesis?" "Certo! Ma questo cosa c'entra?"

"Ricordi quanto fu emozionante??"
"Era solo un fiore, Zaffiro!"
"Guardalo ora."
Diamond aprì gli occhi e fissò ora l'oggetto blu, molto più somigliante a un'orchidea, di quanto non sembrasse inizialmente.

"Andiamo! Non può essere lo stesso fiore!"
"No..è solo una sua rappresentazione...guarda.."
 
Diamond guardò. Quel fiore si dischiuse. Era blu. Si aprì e poi si schiuse come una conchiglia. Sprigionava una luce forata che poi diventava blu e poi rosa e poi rossa e poi ricominciava da capo. Diamond sbattè un paio di volte le palpebre.
Il suo petto si alzò e si abbassò a ritmo costante. Le mani di Zaffiro sulla sua spalla.
"Sembra...bello. L'avevo dimenticato."
 
Si volse verso Zaffiro e notò che stava piangendo.
"Zaffiro..ma cosa."
"Perdonami..io..non è niente.."
Diamond gli tolse la mano dagli occhi.
"Il colore dei tuoi occhi..è come quel fiore..bellissimo.."
Zaffiro divenne improvvisamente timido e rifuggì il suo sguardo.
"No...lascia che io lo guardi.." la sua mano ipotizzata su uno zigomo della sua guancia.
Zaffiro non fece cenno di levargliela.
 
"Da quando abbiamo perso tutti..la tua vicinanza è l'unica cosa che riesce ancora a scaldarmi, a essere come qualcosa di di simile al rimpianto della luce.."
Zaffiro coprì la mano con la sua, con dolcezza.
"Mi hai regalato un momento di ineffabile dolcezza che avevo dimenticato..vorrei che tu sapessi che se volessi condividerne altri...io non mi arrabbierò con te...il vecchio saggio può pure pensare che siano terribili momenti di sentimentalismo inutile e pericoloso, ma io non sono come lui.."
 
Zaffiro strinse le sue dita. Dolcemente. Come una carezza o una possessività dolente. Come a tenerlo vicino.
"Finché sarò al tuo fianco non ti permetterò mai di essere o di diventare come lui."
Diamond rise.
"Amo questo tuo lato prepotente. Io PRETENDO che tu lo faccia..così come pretendo che tu mi stia sempre vicino...non devi mai allontanarti troppo da me..o non vorrai che cominci a metterti il guinzaglio??"
 
"Credi che ce ne sia bisogno? Credi che io voglia allontanarmi da te?"
Diamond sbattè le ciglia più forte.
"Spero..di no.." disse, rivelando un lato di sé insicuro, che, Zaffiro ne era sicuro, Diamond odiava.
Zaffiro baciò quelle dita e entrambi si crogiolarono nella dolcezza di quel momento.
 
"Mi hai reso felice, Zaffiro."
 
Zaffiro sussultò per l'emozione.
"Tutto per il mio principe." disse cercando di scherzare.
"Ho bisogno di averti più vicino...quando ti ho vicino, io.."
"Libera la bambina.. Libera anche l'angelo..lasciamo tutto e potremmo tornare a essere i bambini di quel giorno.."
Diamond sembrava però essere assente.
"Resta. Fai il bagno con me.Resta ancora un po'..non siamo vicini da molto tempo.."
 
Diamond si alzò in piedi, per mettere nuovo bagnoschiuma rosso. Coperto da bolle rosse, si intravedeva comunque la sua nudità.
Zaffiro si sentì avvampare.
"Saremo di nuovo vicini quando sarai più vestito." disse Zaffiro distogliendo lo sguardo.
"D'accordo.." disse lui stizzito. "Se ti importano queste cose.."
Zaffiro era appena andato via.
 
"Zaffiro.." gli occhi del principe brillavano come diamanti nel buio.




Il vecchio saggio parlava a lungo, anche di Chibiusa, che assorbita dal potere del cristallo corvino, era diventata di nuovo adulta ed era diventata definitivamente malvagia e dalla loro parte. Diamond si era perso dopo i primi tre minuti, dopo i quali preferiva incantarsi a guardare suo fratello. Era così bello suo fratello. Naturalmente se ne era sempre reso conto, ma gran parte della sua attenzione era obnuviolata dallo stress del pensiero costante e fisso di governare quel mondo che li aveva esiliati secoli fa e vendicarsi degli Dei e di tutti i suoi abitanti. Conosceva Zaffiro da anni. Condivideva con lui e altri abitanti di Nemesis, la bizzarria del colore dei capelli e degli occhi. Colori inusuali che a quanto pare si creavano per via dell'energia negativa di Nemesis. Una botta di colore sfrenato in un mondo altrimenti solo nero e grigio. Come al solito l'universo trova altri modi per compensare colore dove altrimenti è inesistente.

Zaffiro aveva questo occhi di un blu stupefacente. Blu come i suoi capelli. Come le acque di quel mondo così pieno di blu. Non aveva mai prestato troppa attenzione a quanto fosse ammaliante quel colore, fino a quando Zaffiro non gli aveva mostrato quel fiore che avevano visto da bambini, nascere su Nemesis. Era raro che su Nemesis vedevi nascere forme di vita nuove, ma a volte succedeva e da bambini era sempre uno spettacolo.

Aveva dimenticato lo stupore e la felicità per quella visione. Aveva dimenticato quanto fosse bello vedere qualcosa nascere dalla terra. Allora aveva interrogato l'angelo caduto. Gli aveva parlato e gli aveva chiesto se tutto questo stupore e felicità era normale o una manifestazione del fatto che stessero entrambi perdendo il senno.

L'angelo si era messo a ridere, dentro la cabina piena di liquido rigenerante in cui era rinchiuso e Diamond stava quasi per andarsene via, offeso, ma poi l'angelo parlò.

"C'erano un mucchio di fiori nel mondo da cui provengo e prima che quelle luride scimmie arrivassero a infettarlo con le loro schifose zampe, era un posto meraviglioso e i fiori erano più belli di noi angeli..passavamo giornate intere a fissarli e a venerarli..soprattutto io!! Parlavo con loro, chiedevo scusa a loro perché noi fossimo meno belli di loro e tuttavia non potessimo concedere loro, l'arrivo nel regno dei cieli, ma nostro padre non voleva, allora chiedevo loro perdono per averli lasciati condividere lo stesso spazio con la bestie ammaestrate!"

"E loro cosa ti rispondevano?"

Ma Lucifer lo stupì ancora una volta. "Niente!! I fiori sono troppo superiori per mettersi a rispondere alle domande! Non credo tuttavia ci abbiano mai perdonati!" E si era chiuso in un silenzio definitivo.


Diamond riteneva che l'angelo fosse un essere affascinante quanto criptico, ma non riusciva a togliersi di dosso quel discorso sui fiori. A quanto pareva, se per gli Angeli erano qualcosa che andava anche oltre il divino, dovevano essere davvero speciali. C'era qualcosa di simile ai fiori e alla vegetazione su Nemesis, ma non come su quel mondo, dove radici, piante e verde si estendevano per gran parte del territorio.

Quando poi infine aveva trovato uno spettacolo che lo aveva lasciato a bocca aperta, non aveva smesso di pensare a quello che aveva detto suo fratello. Se aveva trovato meraviglioso quel fiore, chissà cosa avrebbe detto adesso. Voleva stupirlo. Voleva che piangesse davanti a quello. Perché aveva imparato che se vuoi che qualcuno ti ami, devi STUPIRLO.


"Principe Diamond?? Mi stai ascoltando??"
"Eh?? Cosa??"
 
Diamond si guardò intorno. Tutti lo stavano scrutando. Alcuni con disapprovazione altri con curiosità, altri ancora con ilarità. Zaffiro aveva la stessa espressione di sdegno e braccia conserte che aveva mantenuto per tutto il tempo del discorso del vecchio.
 
"Il discorso è già finito?" chiese Diamond. "Era così interessante." mentì.
"Forse se sua maestà l'ha trovato così interessante, sarà lieta di sottolineare i punti più salienti in un perfetto riassunto per tutti noi." disse il vecchio incappucciato contrariato.
"Oh, non ci penso proprio..era così noioso!!" disse il principe. Zaffiro poco piu in là emise uno sbuffo di risata.
 
Diamond si sentì crepitare di gioia. Era così bello il suo volto quando faceva quelle espressioni contrariato, ma vederlo ridere era ancora più bello!
"Forse se sua maestà avesse PRESTATO ATTENZIONE adesso saprebbe il piano.."
"Per fallire la prossima volta con stile?? Ogni volta, mi perdoni la franchezza, riusciamo a fare più schifo della precedente, grazie a questi genialissimi piani..ma vi prego, voi andate pure avanti e stupitemi ." disse Diamond facendo un buffo inchino.
 
Vide di nascosto Zaffiro ridere, nascondendosi la bocca con le mani.
"Ora se a tutti voi non dispiace, gradirei una passeggiata conciliante nella notte, sul pianeta che spero, tutti noi conquisteremo molto presto. O molto tardi. Dipende dai tempi. Zaffiro, vieni con me?"
Zaffiro non aspettava altro che una scusa per svignarsela e gli fu subito accanto senza neanche rispondergli. Due secondi dopo, i due principi andarono via nel buio assoluto.
 

 
"Sei stato FANTASTICO. Hai tenuto testa al grande saggio e l'hai zittito davanti a tutti. Nessuno ne aveva mai avuto il coraggio prima di te e chi l'ha fatto, è stato incenerito.. Non che avrebbero potuto farlo con te. Io non l'avrei mai permesso." disse Zaffiro, mentre passeggiavano fuori nella notte illuminata dalle luci dei lampioni. "Quindi hai finalmente capito che avevo ragione sul grande saggio e che non ci si può fidare di lui?"
"No, semplicemente mi ha disturbato una volta di troppo e poi sono stufo del suoi sermoni senza senso."
Zaffiro sospirò. Era chiaro che era deluso.
 
"Questo significa che continuerai con questa assurda storia dell'angelo e della figlia del vecchio.."
"Lascia perdere il vecchio e la bambina e guarda davanti a te.." disse, indicandogli il bosco davanti a loro.
Zaffiro spalancò la bocca.
"Ma cosa.."
"Queste sono rose BLU. Ho pensato di dedicartele, Zaffiro..io..ho pensato che ti.."
"Diamond..ma stai..piangendo??"
"No..io..non è niente.."
 
"Diamond!! Guardami.." gli prese il mento e lo costrinse a guardarlo. I suoi occhi traboccavano di lacrime.
"Non ti vedo piangere da non so quanto tempo e poi sei strano da giorni..da quando.." Zaffiro all'improvviso si irritò. "Da quando quell'orribile donna ti ha parlato in quel modo!"
 
"Non so di cosa tu stia parlando! NESSUNO MAI OSA RISPONDERMI CON INSOLENZA, TANTOMENO UNA DONNA!!"
Ma Zaffiro sapeva che mentiva.
Era successo due settimane fa. Stavano combattendo e Diamond era nervoso perché Chibiusa, ancora bambina, lo aveva preso in giro, attirandolo da lei con incubi e allucinazioni e quindi durante il combattimento era agitato e arrabbiato e l'aveva trattato male. Clere, il nome della donna con cui stavano combattendo, si era messa in mezzo.



"Tu sembri un ragazzo gentile..vieni con noi..non devi stare con lui.."
Diamond l'aveva presa a calci.
"Non ti permettere mai più di parlare a mio fratello in quel modo. Anzi, non devi parlargli affatto!
Clere aveva sputato sangue.
 
"Tuo fratello?? Lui sarebbe tuo fratello?? Tratti in questo modo tuo fratello?"
"Mio fratello sa che quando sono di cattivo umore, è meglio assecondarmi e non farmi arrabbiare.."
"Se io avessi un fratello e fossi in te, cercherei di trattarlo meglio, o prima o poi scapperà da te."
Diamond con una sferzata di potere, l'aveva stesa a terra.
"MIO FRATELLO MI AMA!"
 
"Questo non è amore...ma solo supremazia e schiavitù..tu sei un principe narciso e egoista..non sai cosa significa amare!"
"ADESSO BASTA. NON TE LO PERMETTO!!" disse Zaffiro, con una sferzata del suo potere, la fece cadere nel lago. La ragazza bionda che era con lei, gridò e si lanciò al salvataggio.
"Io..io..adesso le..."
"È andata!! È andata via!! Non hanno scampi contro la corrente e la cascata!"
 
"Se non ti conoscessi bene direi che...Zaffiro!! Non puoi lasciarla scappare!! Non puoi permettere che la faccia franca!" il volto di Diamond era quello di un folle.
"Neanche io posso lasciar scappare te.."
"Cosa?"
"E tu non puoi lasciar scappare me..non hai paura che se mi perdi di vista io potrei fuggire?" rise tra le lacrime.
I due principi si abbracciarono con il mantello, anzi, i due mantelli che si abbracciavano nel vento.





"Ti prego, dimmi che non stai ancora pensando alle parole di quella donna!!" disse Zaffiro.
 
"Forse lei ha ragione..il cristallo corvino ha avvelenato per sempre la mia anima..ma anche se il mio cuore è oscuro..io ti amo, fratello. Volevo che questo..simboleggiasse quello che provo per te..un amore..forse IMPOSSIBILE.."
"Diamond..."
Diamond con una spinta, si lanciò verso di lui e lo baciò, cogliendolo di sorpresa.
"Diamond.. "
"Perdonami, Zaffiro..dovevo farlo..almeno solo una volta..
"Perché..?"
 
"Perché solo quando me ne parli te..io torno a credere nell'amore..al suo potere..solo a te, credo..solo sulla tua bocca..ha significato..e allora volevo cercare di capire..se la tua bocca, portatrice di verità, potesse sulla mia, rivelarmi altre verità che mi sono negate..", gli toccò le labbra facendolo fremere. "Perché desidero il sangue del mio sangue? Perché Lucifer stesso mi dice di cedere a queste lusinghe e al fuoco eterno della dannazione? Dahak, prima di diventare il vecchio saggio, era il Dio del fuoco..lo stesso fuoco che mi aspetta quando io morirò?"
"Smettila adesso!!" disse prendendogli I polsi, Zaffiro.
 
"Gli Dei saranno nostri nemici ma sono anche degli esteti..non potrebbero mai permettere che il tuo bellissimo volto finisca deturpato nell'inferno..visto che sei più bello di Lucifer..più bello dell'ultimo Angelo che è sopravvissuto.."
"Pensi che io sia..."
"Non ti accorgi che a volte non riesco neanche a guardarti? Io non credevo che tu..la tua passione per la Dea.."
 
"La desideravo perché volevo che mi spiegasse il mistero dell'amore e della bramosia che sento PER TE..desideravo che mi insegnasse a spegnerlo.."
Zaffiro si allontanò da lui, ferito e addolorato.
"No...questo è ..è ingiusto..disumano.."
"E poi forse lo facevo solo per ingelosirti.."
Zaffiro tornò a guardarlo male.
 
"Diamond..tu sei folle davvero!!" fece per colpirlo ma Diamond scansò ridendo il suo pugno.
Finirono per lottare e Diamond finì disteso su di lui, in mezzo all'erba.
"Aspettavo questo momento da tanto.."
"Allora smettila di parlare." disse Zaffiro, prendendogli il viso e baciandolo con passione.

Zaffiro aveva immaginato tante volte come avrebbe reagito suo fratello se l'avesse baciato. Non che aveva creduto mai davvero che sarebbe successo. Si era sempre limitato a fantasticare di questo, nella sua camera da letto, quando era da solo. immaginava che Diamond non lo mandasse via disgustato, che non lo ripudiasse, ma nonostante questo, faceva fatica a immaginare davvero la sua reazione.

Non aveva idea se stesse facendo tutto nel modo giusto..non sapeva come Diamond amasse essere baciato e cercava di accarezzargli voluttuosamente le labbra, per imprimergli tutto l'affetto e la venerazione che sentiva per lui. Voleva che quel contatto durasse fino a quando entrambi non ne potevano più. Voleva che percepisse le sue labbra il più possibile, centimetro per centimetro e che ogni movimento durasse la stessa eternità che lui stesso a volte trovava soffocante nel cristallo d'argento e capire se l'avrebbe mal sopportata anche adesso.

Diamond non sembrava però manifestare lo stesso scontento. Lentamente, con studiata lentezza, lo baciò, dilatando ogni attimo, appositamente e percepì finalmente della frustrazione, ma non sentì lo schifo che temeva. Il Principe desiderava un bacio più profondo e veloce.
Gli diede quello che voleva, ma dilazionato. Una specie di punizione per averlo fatto sospirare tanto di quel tempo da a volte aver dimenticato perfino come si chiamava. Un bacio più sentito, uno schiocco di labbro, uno più trattenuto, un trattenere il labbro superiore nel suo e succhiarglielo come fosse uno di quei vini speziati di cui lui tanto andava matto. Il Principe gemette e si agguantò a lui, come se stesse per cadere e iniziò a corrispondere con entusiasmo e a quel punto la mente di Zaffiro si perse momentaneamente. Sembrava quasi come se suo fratello lo...DESIDERASSE..

Non capì più niente ed entrambi si limitarono a baciarsi come se stessero degustando un frutto tutto nuovo e non riuscissero a credere che potesse esistere un sapore del genere. Si staccarono solo quando non ebbero più fiato. Il cuore a mille.

"Zaffiro..non immaginavo che tu fossi..così.."
Lo baciò meglio e con ancora più passione. Le loro lingue si fusero insieme quasi a diventare una sola.
Diamond con il suo potere, creò un letto di foglie per loro due.
 
Le loro mani si esplorarono a fondo, sotto i vestiti.
"Ti amo da tanto tempo.." disse Zaffiro piangendo.
"Anch'io..permettimi di fondere i nostri corpi in uno solo. Di inebriarci in un unico profumo e un unico piacere. Un unico sentimento."
"Te lo permetterò se..distruggi quegli orecchini.."
"Non hanno mai davvero funzionato..ma se ci tieni.."
 
Diamond li tolse e li scaraventò a terra, calpestando e frantumandoli, dopodiché incollò le labbra di nuovo a Zaffiro.
"Diamond..aspetta..aspetta.."
"Cosa c'è..Zaffiro...se hai paura, io.."
 
"Ti prego, rispondimi con sincerità..tu..mi ami davvero?"
Diamond si fece triste.
"Tu credi a quella.."
 
"No! No! Io non credo a lei..ma è solo che.. Fino a ieri dicevi che l'amore era tutta una debolezza...ODIAVI il potere dell'amore scaturito dal cristallo d'argento..forse sono un po' insicuro.." disse accarezzandogli uno zigomo. "Dicono che l'amore è un dono..è l'universo..ma qui sulla Terra, l'amore tra consanguinei non è considerato AMORE.."
"E poi io non sono stato molto amabile di questi tempi.."
"No, io non volevo dire.."
"Schhh..lo so, è colpa mia, Zaffiro..solo colpa mia..e ti capisco..anche io non riuscirei a credere a un uomo che rinnega l'amore...io..volevo sconfiggerlo...eppure BRUCIA dentro di me.." Diamond pianse lacrime calde a questo. "Sopravvive dentro di me nonostante io non lo merito."
 
Zaffiro gli prese il viso tra le mani.
"Si può sempre diventare meritevoli..e il pregio di questo potere è che perdona e accetta sempre chi dimostra di essere pentito e si converte al cristallo d'argento.. Chiediamo perdono, fratello..e ci perdonerà..giuriamo di servire il cristallo d'argento e diventeremo entrambi meritevoli.."

"No..non posso...non posso..non puoi chiedermi di tradire come hanno fatto LORO.. Non voglio essere purificato dal cristallo d'argento."

"OK..ok..non importa se tu non credi al potere del cristallo..io credo in noi..non ti lascerò mai..e non smetterò mai di amarti.. E questo è sufficiente per essere perdonati. Subiamo l'influsso di quel potere anche senza essere colpiti dai suoi raggi. "

"Non puoi crederci davvero."

"Io credo a quello che provo per te. Non ho bisogno di essere purificato dal cristallo per amarti."

Diamond si commosse. Gli accarezzò uno zigomo, sorridendo.

"Allora forse noi della Luna Nera avevamo torto.."
Zaffiro lo guardò accigliato.
"Viva il cristallo d'argento!" disse Diamond.
 
Si baciarono ancora. Diamond lo spogliò con eleganza e sinuosità, baciandogli il torace nudo, facendolo gemere.
"Prendimi..fammi tuo..mio principe."
Nudi. Diamond dentro di lui. Uniti in un abbraccio dissoluto, indissolubile. Eterno.
Da un'altra parte, Lucifer rideva dentro la sua gabbia rigeneratrice.




Quando Zaffiro tornò, sentì il vecchio saggio parlare con qualcuno di "invisibile".
Non capiva chi fosse. Sembrava in realtà che parlasse da solo.
 
Zaffiro provò una profonda inquietudine avvolgerlo. Si era sentito così FELICE quando aveva fatto l'amore con suo fratello in mezzo a quelle rose BLU...ma ogni volta che tornava a "casa" e vedeva il vecchio saggio, si sentiva il cuore tormentato dalle tenebre.
Avevano fatto dei progetti, lui e Zaffiro, prima di tornare a casa.
Avevano parlato della loro "famiglia acquisita."
 
Rubeus, Jack.. le sorelle persecutrici, Esmeralda.. erano tutte persone che per loro erano come "famiglia" anche se non erano loro fratelli veri.
Volevano riportarli tutti tra loro, anche Esmeralda, che era come morta, uccisa dal vecchio saggio.
Esmeralda era stata trasformata in un drago, ingannata dal vecchio. Ferita mortalmente era stata salvata dalle sorelle persecutrici, in extremis. Da allora era sprofondata in un sonno eterno come la bella addormentata nel bosco, una favola che aveva letto, antichissima come il tempo stesso in cui gli umani di Nemesis non erano ancora diventati la famiglia della luna nera. O forse anche da prima.
Poi sentì qualcosa che lo turbò profondamente.
 
Il vecchio saggio affermava la volontà di voler uccidere sia lui, sia suo fratello.
Che la sua vita fosse in pericolo, l'aveva sempre messo in conto. Era da quando aveva capito il ruolo che aveva avuto il vecchio Saggio nel quasi omicidio di Jack, che aveva giurato di fargliela pagare cara, un giorno.
Jack era il suo migliore amico e aveva capito di essere spacciato nel momento stesso in cui aveva giurato vendetta per lui e per tutti gli altri.
Ciònonostante aveva promesso di restare vivo il più possibile, perchè non voleva che quel verme restasse da solo con suo fratello.
Ma adesso era tutto un altro discorso.
Un conto era la SUA vita, ma quella di Diamond?
 
Aveva minacciato Diamond e questo non avrebbe mai dovuto farlo.
"Chi è là?? Chi è l'intruso??" Una voce spettrale come quella dell'oltretomba, avvolse la stanza.
Zaffiro fuggì.
 
Fuggì come se avesse le ali ai piedi.
Doveva trovare Diamond.

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Capitolo 54
*** La fuga di Zaffiro ***


Zaffiro fuggì a perdifiato, cercando suo fratello, ma il vecchio saggio gli era alle calcagna e gli buttava dietro ondate di potere che per poco non lo colpivano.
Lottarono e distrussero anche il soffitto cesellato di vetro sopra di loro.
La gabbia di Lucifer si ruppe e l'angelo osservò sbigottito i vetri creparsi, mettendo una mano fuori.
 
Zaffiro intanto continuava a lottare finché un'ondata di energia non lo colpì di striscio, ferendolo e facendolo cadere a terra in ginocchio .
"È la fine per te. Dirò al principe come il suo sforato fratello è caduto mentre complottava come ucciderlo."
No... Pensò Zaffiro piangendo, mentre il vecchio saggio veniva colpito a sua volta da una scarica di energia potente, tramortendolo.
 
Zaffiro restò a bocca aperta, osservando l'angelo nudo e bagnato davanti a lui. Aveva lunghi capelli del colore dell'oro e occhi arancioni del colore del sole.
"Tu...mi hai salvato!"
"Il vecchio mi ha liberato dal vulcano, ma ho sempre odiato mio padre quando mi ha messo contro i miei stessi fratelli. ..una cosa imperdonabile."
"Lui non..non è mio padre."
 
"Meglio così..adesso è meglio che andiamo..potrebbe svegliarsi e non ho altro potere di riserva per ucciderlo."
"Devi metterti qualcosa addosso. Andiamo nella mia stanza." disse Zaffiro.
"Non ti reggi in piedi. Ci rallenterai soltanto." disse Lucifer afferrandogli il braccio e portandolo nella sua stanza volando.
"Ecco..siamo arrivati.." disse, ma crollò a terra.
"Vuoi aiutarmi a..ok, evidentemente no."
 
Lucifer diede un'occhiata al vestiario ma sembravano tutti capi molto piccoli per la sua stazza. Li fece cadere tutti uno dopo l'altro sul pavimento. Alla fine si infilò delle mutande abbastanza aderenti e un lungo mantello rosso che lo avvolgeva tutto con il nastro d'oro.
"Spero che hai avuto una verve in più quando hai dovuto spogliare il tuo amato fratello.." disse Lucifer prendendoselo in braccio.

Zaffiro arrossì, ma evitò di commentare.

"Dimmi dove andare e ci porterò lì."
"T-Tokyo.."
Lucifer si concentrò e si smaterializzarono verso l'uscita.
"Tu..sai usare il teletrasporto??" disse non appena furono fuori.
 
"Ti faccio presente che sono sempre un Angelo..tu invece..non so più cosa sembri.." disse vedendolo arrancare.
"La vita sta per abbandonarmi.."
"Cosa?? Ma non è possibile..Ti ho salvato."
"Per poco..quelle ondate di energia non lasciano scampo e la smaterializzazione.." Zaffiro cercò invano di reggersi in piedi.
"No!! Non permetterò a colui che mi ha fatto uscire da lì, di morire!!" disse Lucifer, afferrandolo.
Gli sfiorò la mente e Zaffiro sospirò. Piano piano cominciò a sentire tutto il suo corpo riscaldarsi di un lieve tepore. Lucifer di contro, si sentì indebolirsi.
 
"No..sono troppo debole ancora..se ti concedo altra energia, sarò io a stramazzare..non posso fare di più..Ti ho concesso abbastanza energia per sopravvivere e cercare aiuto...adesso sta a te..buona fortuna. Scusa ma mi rallenteresti."
"Aspetta..io ho contribuito a imprigionarti..perché mi hai aiutato?"
"Gli Angeli non ragionano così..fai solo una cosa degna di valore e ti perdonano tutto quello che hai fatto prima..ecco perché odiavo gli umani.." disse con rammarico.
"Un'ultima cosa.."
 
"Hai una ferita mortale e perdi ancora tempo! Forse dopotutto vuoi morire.." disse seccato.
"Non ho dovuto spogliarlo io..è stato lui a spogliare me.." disse con un ghigno.
Lucifer ricambio il ghigno.
"Buona fortuna, Biancaneve."
 
Zaffiro continuò ad arrancare, cercando un posto sicuro, fino a quando non cadde a terra ai pressi di un albero.
È la fine...

In quel momento, Sam si trovò davanti Zaffiro svenuto.

"Sam!! La vuoi anche tu la torta di mele?? Saaaaaam!!"
 
Dean si avvicinò, trovando Sam atterrito, inginocchiato davanti a una figura.
"Sam, ma cosa..chi è quel ragazzo?"
"Dean.." disse Sam, turbato, con gli occhi spalancati. "È Zaffiro della Luna Nera.."
Dean spalancò bocca e gli occhi di riflesso.























Note dell'autrice:  eccoci, ragazzi!! Come avrete visto, è come avrà notato chi ha visto Sailor Moon e in particolare ha seguito la saga della famiglia della Luna Nera, sto seguendo fino adesso, tutto il Canon fino alla fuga di Zaffiro dal vecchio saggio!! Mi perdonerete spero la scarsa descrizione e la fuga frettolosa ma non ricordo purtroppo i dettagli della fuga di Zaffiro e ho dovuto inventarli -.- mi dispiace anche per averli fatti parlare forse un po' troppo..temo di aver spezzato un po' il pathos xd ma non riuscivo proprio a immaginarmi LUCIFER in GIRO nudo a città ahagag doveva per forza vestirsi!! E mica poteva andare a cercarsi da solo i vestiti nella navicella xd non ricordo purtroppo se usavano solo la smaterializzazione oppure se esisteva anche una sorta di porta della navicella spaziale e ho preferito rimanere sulla smaterializzazione che tra l'altro usavano sempre!! Spero vi piaccia il colpo di scena della fuga di Lucifer insieme a Zaffiro! Non era prevista, ma alla fine mi è sembrato un bel colpo di scena! Il gesto di Lucifer non è propriamente buono ma essendo sempre un Angelo, sa apprezzare il valore della riconoscenza xd e in fondo anche se volevano trattarlo come un alleato, non deve essere stato piacevole per lui fuggire da una gabbia per entrarne in un'altra xd

Scrivere di Zaffiro ferito mi spezza il cuore, ma ho preferito almeno fino a qui attenermi al Canon, perché lo preferisco fuori dalle grinfie di quel vecchio xd e poi eccoci all'incontro con Sam ! Non ve l'aspettavate, vero? Come vi sembra ma loro reazione? Se avete notato, Sam e Dean sembrano sapere chi siano finalmente, quindi in un certo modo è implicito che si sono informati e magari qualche volta hanno anche combattuto con qualcuno di loro xd la loro reazione non è di disprezzo, ma di meraviglia, mista a una sorta di timore reverenziale verso sti personaggi che a loro volta, comunque mettono soggezione..anche qui ho voluto attenermi a come reagivano le guerriere sailor quando si trovavano davanti a certe situazioni :)

Ripropongo questo video per la fuga di Zaffiro :)) https://www.youtube.com/watch?v=H3E2GHvqxLg&list=PLBcpDQmE-rfNrdReOJYS8PRU7ANSwTcM9&index=7

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Capitolo 55
*** Sam e Dean curano il principe Zaffiro ***


Sam stava tenendo il principe Zaffiro tra le braccia in un modo che avrebbe reso geloso Dean se le circostanze fossero state diverse in un altro contesto.
La differenza era il contesto e il fatto che Sam stava...piangendo.
Vederlo commosso e addolorato per un altro uomo, uno sconosciuto, era qualcosa che avrebbe reso più di una domanda a Dean stesso, soprattutto per il fatto che era un loro nemico, ma..
 
Per qualche motivo sentiva di condividere i sentimenti di Sam.
Avevano imparato negli ultimi tempi a conoscere la famiglia della luna nera. Zaffiro così come suo fratello, li avevano sempre visti ai margini, di rado avevano scambiato con loro più di qualche battuta velenosa e poi erano sempre fuggiti.
Ma c'era qualcosa di diverso in loro..
Di malinconico..di struggente..
A tratti doloroso da vedere.
 
Così come ora vedere quello che sembrava a tutti gli effetti un ragazzo, un ragazzino per diamine..poco più grande di loro..prostrato, distrutto dalla sofferenza e da forse qualcosa più grande di loro..era come doloroso a livello fisico da reggere.
 
"Dobbiamo aiutarlo..Dean..dobbiamo aiutarlo..." disse Sam guardandolo disperato.
 
Dean annuì. Non c'erano domande e di contro non c'erano risposte da dare. Sam non le aspettava e di sicuro Dean non le avrebbe date. Se si fosse fermato a fare delle domande, era sicuro che Sam ne sarebbe stato deluso e anche lui si sarebbe sentito deluso da sè stesso.





"Guarda cos'ho trovato, Zaffiro!" disse il bambino mentre camminavano tra le macerie di una città distrutta.
"Cosa? Altra spazzatura?"
 
"Qualcosa di molto più bello. Vieni!" gli disse suo fratello.
Lo portò davanti a un grazioso fiore blu con riflessi viola e lunghe foglie.
"Wowwww. Ma questo è..un fiore. Come ha fatto a..." disse Zaffiro accarezzandolo.
 
"I fiori sono esseri maestosi e possono crescere anche nel luogo più arido che esista."
"Poverino! Starà soffrendo molto in questo terreno arido."
"I fiori che crescono e sopravvivono in terreni aridi e ostili sono quelli più forti."
"Io non..aiutami a portarlo via."
"Cosa?? Ma ti ho appena detto.."
 
"Non mi interessa che diventi forte, mi interessa solo che sia felice, e lo sarà solo in un bosco, con i suoi simili. Ti prego."
Diamond gli si avvicinò e lo prese tra le sue braccia.
 
"Ascoltami..capisco quello che provi ma se stacchiamo questo fiore, segneremo la sua fine. Esso infatti non può sopravvivere una volta che viene strappato alla sua radice."
"Oh no..." disse Zaffiro cominciando a lacrimare.
"Non fare così..non farmi pentire di avertelo mostrato."
 
"Oh no, no, no, fratello, tu non dovrai mai pentirti delle cose belle che fai, soprattutto se lo fai per me!! Promettimelo!"
Zaffiro... Pensò Diamond.
 
"D'accordo..non piangere più..io..te lo prometto."
Ore dopo Diamond tornò su quello stesso luogo.



"Zaffiro..Zaffiro..vieni con me, devo farti vedere una cosa."
"Mmm..che c'è? Il fiore è volato via?"
"No, ma devo farti vedere una cosa più bella..vieni."
"Io non vedo niente.."
"Quelli, Zaffiro, sono semi.."
 
"Non credo siano per il fiore una grande compagnia."
"Non resteranno semi per sempre. Germoglieranno se ci prenderemo cura di loro e diventeranno dei compagni per il nostro fiore, così non si sentirà più solo."
"Hai detto nostro.."
 
"Si..all'inizio credevo che fosse solo tuo..ma adesso ho capito che è nostro..questo fiore rappresenta quello che io sento per te..mi prenderò cura del nostro fiore così come io mi prenderò cura di te.."
"E io farò lo stesso con te.." disse Zaffiro abbracciandolo di slancio.
Diamond rimase esterrefatto.


"Sei dolce, Zaffiro ma non ce ne sarà bisogno..tu sei il mio fratellino e io devo prendermi cura di te..non il contrario...resta al sicuro e io non potrei mai desiderare nient'altro."
 
 
 
 

 
 
ANNI DOPO...
 
"Sei cambiato. Non ti riconosco più! Dov'è il fratello gentile e compassionevole che conoscevo? Non fai che pensare alla guerra e alla vendetta!"
"Sono solo cresciuto e ho scoperto la verità sulle nostre origini e il nostro esilio. Combatto per i nostri DIRITTI. Quelle miserabili divinità pagheranno caro quello che ci hanno fatto."
 
"Fratello....e se lasciassimo perdere la vendetta? Dimentichiamo! Oramai è passato tanto tempo! La nostra vita è qui a Menesis!"
"È qui solo perché quei miserabili ci hanno esiliato qui!! Avremmo potuto avere una vita molto più felice se fossimo rimasti in quel pianeta!!"
 
"Dov'è il fratello che mi diceva che per essere felice, non importava il luogo, ma essere accanto a delle persone che si amavano?? Dov'è quel fratello che ha seminato dei semi accanto a un fiore per farlo restare con i suoi compagni?? Allora non pensavi che il luogo fosse importante!!"
Diamond rimase inebetito.
 
"Sono cresciuto. Sono diventato adulto e dovresti farlo anche tu."
Zaffiro era corso via nella sua camera.
Ore dopo, Diamond era tornato e aveva bussato alla camera di Zaffiro.
"Non voglio vederti.."
 
"Non importa che tu mi guardi, basta che mi ascolti..ho capito che avevi ragione."
Zaffiro lo guardò, gli occhi che luccicavano.
"Davvero??"
 
"Sì..ed è per questo che quando partirò per lo spazio, tu verrai con me!"
"SEI PAZZO. NON ACCETTERÒ MAI."
 
"Metti in dubbio le tue stesse parole? Hai detto tu che bisogna restare insieme con le persone che ami.."
"Io non intendevo questo.."
 
"Se un uomo mette in dubbio le sue stesse parole, come può pretendere di farsi ascoltare da altri e convincerli? Se vuoi essere un leader, non devi mai ritrattare quello che dici. Mai."
"Riconoscere di aver creduto in qualcosa di fallace può essere sintomo di saggezza a volte.."
 
"Non ho intenzione di discutere oltre. Domani voglio che tu sia pronto. Partiamo all'alba."
"Io non ci sarò."
Diamond si inginocchiò davanti a lui.
 
"Sei il mio fratellino..siamo rimasti solo io e te al mondo..io domani partirò..vuoi rimanere solo?"
"Fratello.."
"Se domani non accetterai di partire con me, io e te avremo un problema." disse gelido.
 
L'indomani mattina , dalla finestra della camera del castello, Zaffiro aveva visto suo fratello molto prima dell'alba, dormire sul prato, con la testa sulle ginocchia. Sembrava che stesse aspettando l'arrivo dell'alba.
"Fratello.."
"Zaffiro.."
"Sei rimasto qui tutta la notte.."
 
"Speravo che la luna e le stelle con la loro saggezza, potessero illuminare la mia mente.."
"Mentre dormivi??"
"È il momento in cui la mente è più ricettiva a essere illuminata..il nonno ce lo diceva sempre, ricordi?"
Il nonno..
 
"E poi aspettavo che per compire l'opera, il sole illuminasse il mio spirito.."
"Credevo che noi fossimo nemici della luce."
La mano di Zaffiro sulla sua spalla, bruciava.
 
"Sì, ma..dovremmo convivere con queste forze notte e giorno nello spazio..meglio non farsele nemiche se... Guarda, Zaffiro..sta sorgendo.."
Mentre l'arancio del sole si stava alzando, i due principi rimasero a contemplarne la bellezza.
"Verrò con te.."
Diamond non si voltò. Teneva lo sguardo fisso su quella palla arancione che si stava alzando, ma il fratello sapeva che l'aveva sentito, perché delle lacrime caddero dalle sue guance.
"Sempre verrò con te." disse lui.

 


Sam stava piangendo calde lacrime mentre teneva la mano di Zaffiro. Si alzò lentamente mentre Dean e Bobby lo osservavano pensierosi.
"Che cos'ha detto?" chiese Bobby.
 
"Non ho capito bene..parlava di fiori..e di compagni....di casa..e esilio..di amore e solitudine..di stelle gemelle..della luna e del sole e del tempo e di altre cose che mi hanno fatto piangere.."
Sam si voltò e vide che Dean si stava asciugando gli occhi con un fazzoletto.
"Dean!! Cos'hai??"
 
"Io..potrei aver sentito qualcuna di queste cose.."
Sam si gettò tra le sue braccia mentre Bobby fingeva di non aver sentito mentre mescolava il sugo.






"Dov'è questa astronave?"
"Ancora un po' di tempo e siamo arrivati.."
 
"Povero illuso..il vero viaggio che vi attende è molto più LONTANO.."
 
"NO! IL VECCHIO SAGGIO!!"
 
Vide il vecchio saggio prendere suo fratello e portarlo via.

Zaffiro urlò "No!!" e si alzò di scatto, ributtandosi nuovamente a letto per il dolore che provava, tutto fasciato.
Sam, Dean, Bobby e le sorelle sentirono le grida e si precipitarono nella sua stanza.
 
"Zaffiro!!"
"Voi? Cosa.."
"Fermo..non devi muoverti..sei ancora debole.."
"Devi rimetterti in sesto."
"Cosa ci faccio qui? Cos'è questo posto..?"
 
"Sam ti ha trovato svenuto davanti a questa locanda e ti ha portato qui.."
Zaffiro seguì il suo sguardo e gemette non appena lo riconobbe.
"I semidei...tanto valeva che mi finivate all'istante.."
"Credi che uccideremmo un uomo inerme?" chiese Dean indignato.
"Io non merito tanti scrupoli..ho lasciato fuggire Lucifer.." disse Zaffiro chiudendo gli occhi.
 
Tutti si lanciarono un'occhiata. Dopo un lungo silenzio, fu Pezzite a romperlo.
"È stato Lucifer a farti questo?"
"Cosa?? No!!"
"E allora chi??" chiese Dean.
 
"Non mi avete sentito? Vi ho appena detto che.."
"RISPONDI ALLA DOMANDA!!" disse Dean che stava iniziando a perdere la pazienza. Lucifer a piede libero nel mondo! Era da considerarsi un nuovo nemico o un alleato?
 
"Il vecchio saggio!!" disse Zaffiro gemendo per il dolore.
Rimasero tutti di sasso.
"Credevamo che foste dalla stessa parte!" disse Bobby.
 
"Ci ha ingannato tutti..quel maledetto non ha mai voluto riscattarci...si è servito della nostra sete di vendetta per manipolarci contro i vostri Dei ma segretamente agiva contro di noi! Ha ferito a morte due dei nostri..uno è riuscito a fuggire, l'altra, Esmeralda.. è mortalmente ferita, imprigionata in un sonno eterno manipolata dal vecchio saggio.."
 
"Esmeralda.." sussurrò Dean. Sam gli lanciò un'occhiata. Sapeva cosa Dean stava pensando. Si era trattato di qualcosa di molto triste. Quella donna si era trasformata in un drago. Aveva dato fuoco a un villaggio, aveva cercato di uccidere tutti loro. Sam e Dean avevano combattuto con i cavalieri dello zodiaco per contrastarla, ma poi sorprendentemente quando riuscirono a sconfiggerla, il drago sembrò dissolversi, lasciando come ultima immagine quella di una donna triste e distrutta da un dolore segreto. Sam e Dean malgrado tutto si dispiacquero per lei.
 
"Ha cercato di uccidere molti dei nostri..con alcuni ci è anche riuscito..ha cercato anche di uccidere Nevius..per fortuna si è salvato! E ora vuole uccidere me e Diamond...l'ho sentito che parlava con qualcuno di invisibile. Devo andare ad avvertirlo."
 
"Fermo per carità, fermo!! Non hai ancora capito che sei vivo per miracolo??" disse Pezzite.
"Non posso restarmene qui in panciolle mentre mio fratello rischia la vita!!"
"E Chibiusa??" chiese Dean.
Zaffiro si voltò verso di lui interrogativo.
"Chibiusa!! Hai lasciato fuggire Lucifer!! Perché non hai portato con te anche lei?? È solo una bambina!! Sua madre sta soffrendo molto per colpa vostra!" disse Sam.
"Credo stiate parlando della Lady nera..noi la chiamavamo solo "coniglio." disse la ragazza dai capelli grigi. "Mi dispiace..lei..non ho potuto portarla con me. Mi reggevo a malapena e poi...non avrei potuto portarla davvero con me."
"È solo una bambina! Come hai portato con te Lucifer.."
 
"Non capite..lei non è più la bambina che conoscete..è ..cambiata..è malvagia..è sotto il controllo di Wiseman adesso..se sua madre cercherà di avvicinarla..lei cercherà di ucciderla.."
Ci fu un grosso sospiro tra tutti.
"Dean, Sam..vi preghiamo..proteggetelo.." disse una delle quattro sorelle.
"Quest'uomo. Insieme a suo fratello è complice e responsabile di molte sofferenze.." si intromise Bobby.
 
"Anche noi lo siamo state!! Ma abbiamo avuto una seconda possibilità!!"
"Per quello che vale..mi sono reso conto che il vecchio ci ha manipolato e se me lo permetterete, io voglio avvicinare mio fratello per convincerlo ad abbandonare questa assurda guerra...ma avete bisogno del mio aiuto per questo. Mio fratello non si rende conto del pericolo che corre..ha sottovalutato il potere del saggio e io sono l'unico con cui accetterà forse di parlare." disse Zaffiro.
Ci fu un altro lungo silenzio.
"Zaffiro.." disse Sam lentamente. "Quando ti ho soccorso, io ho avvertito qualcosa..una specie di connessione.."
Zaffiro voltò la testa verso di lui, sorpreso.
 
"Connessione??"
 
"C'è una cosa che non ti abbiamo detto...quando abbiamo fatto pace con una persona che per me è un amico, oltre che un dio..mi ha detto delle cose.."



"Ti voglio bene, Sam e per dimostrarti che sono sincero, voglio regalarti un segreto. Quando ti ho salvato dalla morte, ho come esaltato i tuoi poteri di semi dio..non sei diventato un Dio ma i tuoi poteri sono aumentati e in quanto tali, hai adesso capacità che si avvicinano molto a quelle degli Dei e in quanto tali sei in grado di riconoscere la magia in altri esseri e a volte entrare nelle loro menti...nel loro cuore..."
 
"Ti sto dicendo questo perché quando ti abbiamo soccorso, io ho sentito la magia che c'è in te, Zaffiro..ho sentito la magia del cristallo corvino in te e ho percepito anche che non ti controlla del tutto...tu non sei oscuro, Zaffiro..non del tutto...c'è del buono in te.." disse Sam.
"Del buono in me.." disse lui.
 
"E un'altra cosa..questo mio amico..non è un dio qualunque..ma è il secondo Angelo di questo pianeta..si chiama Gabriel ed è fratello di Lucifer.." disse Sam.
"No..." sussurrò lui. "Lui..no...non mi ha mai detto di avere un fratello.."
"Ti stupisci? Gli angeli non condividono segreti con gli umani di un altro mondo assoggettati dal cristallo corvino.." disse Bobby duro.
"Comunque..due fratelli per due fratelli..sembra un gioco di scacchi..vedremo quale amore fraterno vincerà tra di voi..se Gabriel riuscirà a farsi ascoltare da suo fratello o se lo farai tu.." disse Dean.
"Potremmo vincere entrambi.." disse Zaffiro a sorpresa.
 
"Nella nostra esperienza ho imparato che le due parti non possono vincere sempre..." disse Sam.
"A mio avviso in questo momento non vedo nessuna differenza tra noi.."

Dean e Sam lo guardarono sbalorditi. Uscirono dalla stanza, parlarono tra di loro e si dissero d'accordo che la risposta di Zaffiro significava che lui in fin dei conti poteva ancora essere salvato. Fecero un cenno alle sorelle e le fecero uscire dalla stanza per parlare con loro.

"D'accordo.." disse Dean.
"D'accordo.." disse Sam. "Lo proteggeremo." disse lui.
 
Le quattro sorelle si ritrovarono a saltare, abbracciandosi tra di loro. Zaffiro le notò dalla finestra e mormorò:"Oh no.." coprendosi con la coperta.
"Che Giove ci fulmini..ora ci tocca difendere anche i cattivi..cosa abbiamo fatto di male.." disse Dean.







*

Sam teneva le mani di Zaffiro mentre anche attraverso la sua bocca, riviveva le stesse immagini che prima non aveva visto. Le immagini dei due principi che erano rimasti soli al mondo, in un reame vuoto, senza amore. Dean guardava quella scena con il cuore pieno di letizia. Non pensava che avrebbe potuto provare emozioni così forti per un sentimento d'amicizia del suo compagno con un altro uomo, senza pensare male.

"Ho come l'impressione che tu mi capisca..." disse Zaffiro intimidito.

"Siamo connessi io e te.." disse Sam tenendogli le mani.

"Non puoi...non puoi essere connesso a una bestia come me." disse Zaffiro.

"Non sei una bestia!!" disse Sam accorato.

"Sam ha ragione. I vostri avi hanno vissuto come reietti in un pianeta vuoto, freddo, senza amore...questo avrebbe trasformato il cuore e la mente di chiunque. Non mi importa se qualcuno dice che ve lo siete meritato perché avete iniziato voi la guerra. Gli Dei avrebbero potuto fare di più...per la pace tra noi e voi..e a nostro parere se ti arrendi all'odio e al male , sei colpevole come i cosiddetti cattivi.." disse Dean.

"E poi ci vuole una grande forza d'animo per crescere così e rimanere integro come sei rimasto te..hai avuto il coraggio e la forza di ribellarti..sei migliore di quanto pensi, Zaffiro.." disse Sam.

"Tutte le cose orribili che ho fatto..è tutto perdonato?" chiese Zaffiro con gli occhi lucidi. "Non solo perdonato ma anche dimenticato.." disse Dean.

"Non può essere...nessuno è così buono.." disse lui sgranando gli occhi.

"Siamo cresciuti in un mondo in cui esistono delle divinità che ci hanno insegnato che bisogna perdonare il nostro prossimo..forse voi non avete avuto questa fortuna.." disse Sam.

"Non esistono divinità nel nostro mondo..anche se il vecchio saggio afferma di essere in contatto con una divinità..non abbiamo mai capito se è vero.."

"Ti possiamo assicurare che quando nasci in un mondo in cui delle divinità ti insegnano a essere buoni..è molto facile credere nell'amore e nei sacri valori..non vi reputiamo cattivi perché non avete avuto questa fortuna.." disse Dean.
Zaffiro scoppiò in singhiozzi lunghi e strazianti.
Dean, Sam e le sorelle si strinsero insieme.

"Vi giuro che mi sdebiterò. Convincerò Diamond..vi riporterò indietro la bambina.."

Dean e Sam si guardavano. Quando il male era spietato, era facile cadere nel difetto di desiderare punizioni e altra crudeltà. Ma nel momento in cui era messo in ginocchio e assumeva le sembianze di un bambino triste che piangeva, era straziante da vedere ed era allora che ne avevi compassione.

Dean e Sam si allontanarlo per andare in cucina, lasciando le sorelle da sole con il principe che lo coccolavano.

"Non lo so, Sam..non sono convinto che basti la nostra compassione a salvarlo..a salvare tutti noi.." disse Dean versandosi del caffè.

"Io sono sicuro di sì.." disse Sam sorridendo.
Dean seguì il suo sguardo e vide le sorelle abbracciare Zaffiro.
Dean sorrise e abbracciò Sam più stretto. "Forse hai ragione...l'amore può vincere e anche guarire il male."
 





















Note dell'autrice:  ciao ragazzi! Mi dispiace di aver scritto il capitolo in modo così confusionario ma sto attraversando un momento difficile...era diversi giorni che non aggiornavo e quindi ho voluto farlo a tutti i costi. Lo so che può sembrare inverosimile il legame che sente Sam con Zaffiro ancora senza neanche conoscerlo ancora un po'...ma io mi muovo come mi sento, in base alle mie sensazioni e desideravo far muovere Sam e Dean nei confronti di Zaffiro allo stesso modo o quasi di come si sono mosse le guerriere sailor -e anche qualcosina in più!

Per quanto riguarda Dean e Esmeralda, non avete le visioni..non ho mai raccontato quella parte in cui Esmeralda ha provato a sedurre Dean xd perché mi è venuta in mente solo adesso e quindi sarà una specie di missing moment ma non lo racconterò..ma tranquilli è qualcosa di simile a quando Diamond nella serie ha rapito Sailor Moon...non c'è stato bacio ne niente xd così come non racconterò della pace con Gabriel ..magari in futuro!

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Capitolo 56
*** L'uomo misterioso -prima parte ***


I suoi capelli ricordavano il mulino. Quella sorta di immaginario mulino in cui gli umani si raccoglievano per fare il pane e gustose brioches fragranti e colazioni divine, più divine degli Dei. In quel mulino tutti si svegliavano contenti, felici, erano tutti delle famigliole felici con bambini radiosi e solari. Tutti si amavano e lavoravano con il sorriso. Gabriel aveva sempre sorriso di questa fantasticheria. Non si era mai domandato perché gli umani sentivano il bisogno di immaginare un posto simile che non esisteva, ma in ogni caso non lottava per capirlo. Tutto quello che rendeva docili e sognanti gli umani, alleggeriva il loro compito di governarli e quindi non era da combattere, ma incoraggiare. Soprattutto una fantasia.

L'Olimpo era l'unica cosa, l'unico regno inaccessibile ad altre creature del creato, non esistevano altri luoghi, immaginari o non. Ma vedendo Lui, Gabriel si ritrovò per la prima volta nei loro panni. Non aveva mai provato curiosità eccessiva, tranne quella che era normale, per questo fantomatico mulino, fino ad allora. Forse era per i suoi capelli. Era difficile capire se fossero arancioni, rossi o biondi. Sembravano brillare come la luce, risplendere come le fiamme e bruciare come il fuoco, come se comprendessero tre colori visibili in uno e allo stesso tempo avessero in sé anche altri colori, nascosti.

L'uomo sprigionava un'energia e un'aura che lo mise a disagio ma allo stesso tempo, lo affascinava. Era possente, molto più possente del semidio Hercules e questo lo disorientò. L'uomo si girò e aveva degli occhi viola. Sussultò di fronte a questo, e il bicchiere gli cadde sul pavimento. Il whisky si ruppe e il liquido si rovesciò. Gabriel tornò a guardare l'uomo e i suoi occhi non erano più viola, ma blu.
Un'allucinazione...
"Dell'altro whisky per il mio amico qui al bancone." disse lui mentre il barista ripuliva il danno, borbottando.

Amico? Ehi, un momento, non allarghiamoci...

"Ehi, sei pallidissimo, fai un bel respiro, amico. È solo whisky, insomma...ti racconto una storia...una volta ho visto uno che piangeva per del latte versato. Non vorrai mica fare come lui?" gli si era avvicinato, sussurrandogli all'orecchio. Un po' troppo vicino per i suoi gusti.
"Te la sei appena inventata..." disse Gabriel facendo una smorfia.

"Forse." ammise il bel straniero facendo un sorriso.
Accidenti da vicino è ancora più bello...o almeno lo sembra...

"Ecco il whisky...cerca di non far cadere anche questo." disse il barista .
"Stavolta lo guardo io.." disse lo straniero ammiccante.

Ma che cosa penso? Bello?? Non ho mai trovato un uomo bello, non oltre il dovuto insomma..non sarò mica uno di quelli?

"Mi stai preoccupando, amico. Mi senti? Riesci a capirmi? Se ci metti più di trenta secondi a rispondermi vuol dire che il whisky non basta e ti porto in ospedale.."

"Non sono abituato a considerare amici degli sconosciuti." disse con una smorfia. Non avrebbe mai permesso di farsi trascinare in qualunque luogo senza il suo consenso. Quel tipo chi diavolo si credeva di essere??

"Ahhh allora sai parlare. Vedo che la minaccia di portare via il whisky, funziona per tutti. Comunque hai ragione..tu non mi conosci e io non conosco te. Mi chiamo Mark."
"Gabriel..."
"Bel nome..così raffinato."

"Sono d'accordo. Al contrario del tuo così comune.." "Sai, volo basso per non destare sospetti sulle mie straordinarie capacità."

Quella frase sul volo lo incupì.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" disse l'uomo, facendosi più vicino.

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Capitolo 57
*** L'uomo misterioso - seconda parte ***


"No, figurati, sono solo sbronzo." disse Gabriel, alzandosi, ma quasi crollò sul pavimento. Mark lo sorresse.
 
"Fa attenzione. Cadere a questa altezza fa abbastanza male." disse Mark.
Il tono con cui aveva detto quella parola, "cadere" gettò un'ombra di inquietudine su Gabriel.
 
"Ti accompagno a casa. Non puoi di certo andare da solo in queste condizioni."
"Non ce n'è bisogno, davvero!!"
Mark lo guardò con un'ombra di delusione sul volto.
"Però..una passeggiata mi aiuterà a farmi passare la sbornia, quindi mi farebbe piacere avere compagnia...sai così ci saresti tu..se dovessi..cadere di nuovo."
Mark fece una risatina.
 
"Ho detto qualcosa di divertente??"
"No..no...una cosa che...lascia stare. Certo che vengo con te."
 
 
 
 
*
 
La notte era fonda e le luci dei lampioni mischiate con quelle della luna piena e le stelle gettavano come un incantesimo su una notte che sembrava fatata.
"Uhhhh, se avessi saputo di venire bombardato così..sarei rimasto nel locale. Sai...tutte queste luci abbaglianti." disse Gabriel, gesticolando, sentendosi sbronzo e impacciato.
"Se fosse una notte come un'altra, ti direi che sembri sbronzo da far schifo."
Risero.
 
"Ma questa è davvero una notte speciale." disse Mark con sguardo malinconico e solenne, alzando lo sguardo alla luna.
Gabriel lo guardò, affascinato. Sembrava così solenne e fiero e...BELLO. Sembrava brillare molto più del sole e della luna.
 
Distolse lo sguardo imbarazzato. Non aveva mai trovato belli gli uomini prima d'ora. Non eccessivamente, almeno.
"Ti piace guardare me molto più delle luci qua fuori, a quanto sembra."
"COS..NO! Non è vero!!" annaspò. che diavolo gli era preso.
"Non mentire. Mi accorgo di tutto, sai." disse con un sorrisino.
 
"I-in realtà stavo guardando i tuoi capelli."
"I miei capelli..." disse solo. Una constatazione. Non una domanda.
"Lo so che ti sembrerà assurdo...ma tu mi hai fatto pensare a un mulino.."
"Un mulino?"
"Un mulino immaginario. Il mulino bianco."
"Non lo conosco."
"Scherzi?? Tutti lo conoscono."
 
"Davvero? Questo rende la faccenda ancora più interessante."
"Beh, comunque..questo mulino è una specie di leggenda..una specie di favola che si racconta ai bambini per farli addormentare...in questo mulino, questo grande gigantesco mulino, si costruiscono....le colazioni."
 
Mark scoppiò a ridere.
"Le colazioni??"
 
"Ehi, è un compito molto serio. Macinano il pane e le brioches. Tutto quello che viene fatto grazie al mulino, è buono e genuino. Le famiglie si svegliano tutte con il sorriso, mangiando queste prelibatezze che arrivano dal mulino bianco...e il grano stesso è sempre lucente e non appassisce mai. Le famiglie non litigano mai, c'è pace, serenità e i bambini ridono e giocano sempre. È..un mondo idilliaco."
 
"Perché mai io ti ho fatto pensare a questa favola??" Mark sembrava lusingato, perplesso e confuso al tempo stesso.
"Io...non lo so...saranno stati i tuoi capelli..mi hanno ricordato il colore brillante del grano...il calore splendente dei raggi di quel sole eterno.."
Silenzio.
"S-scusami...io sono davvero troppo ubriaco. Lasciami andare adesso. È meglio che torni a casa."
 
"No! Aspetta. Non..voglio che smetti di parlare." disse afferrandogli un braccio.
Gabriel sbarrò gli occhi.
"Da quando ti ho visto, non ho fatto altro che desiderare che ti mettessi a parlare con me, regalandomi ogni briciola delle tue parole..non voglio che smetti."
"Questo potrebbe essere difficile adesso.."
 
Non gli diede il tempo di assimilare o capire il concetto, che Gabriel si buttò su di lui e lo baciò.
Mark lo guardò con stupore, mentre Gabriel strusciava le labbra sulle sue, per poi accarezzarle con la lingua, dappertutto dentro la sua bocca. Mark si riprese ben presto dalla sorpresa, regalando a Gabriel versi di approvazione e contentezza. Era in estasi.
 
"Io..io non ho mai fatto niente del genere.." disse Mark con stupore ma felicità sul suo viso.
"Neanche io, ma tu...mi ispiri."
"Anche tu..mi ispiri." disse Mark, sbattendolo contro un lampione.
"Ehi!!!"
Mark gli sollevò la maglietta per poi accarezzargli la pelle nuda piano. Gabriel gemette.
 
"Mi piacciono i tuoi suoni..vediamo se possono cambiare." e dicendo così, si chinò a leccargli piano l'ombelico, facendolo agitare.
"No, no, no, Mark, fermo, fermo!!"
"Non è quello che vuoi.."
"Sì, hai ragione...io...ma non qui..non davanti a tutti."
 
"Timido all'improvviso? E va bene. Andiamo a casa mia!!" disse malizioso.
 
 
 
 
*
 
Era semibuio nella casa di Mark.
Gabriel si muoveva piano, respirando tensione ed elettricità nell'aria. Assaporandola e allo stesso tempo, temendola.
"Ti offro un succo d'arancia."
 
Gabriel bevve dal bicchiere e poi osservò la caraffa con il succo arancione, ipnotizzato. Poi sussultò.
Mark era dietro di lui e la sua presenza lo faceva sentire ancora più a disagio.
"Ti piace la spremuta d'arancia?"
"Troppo arancione.." disse incoerentemente.
 
Mark rise. Stava facendo la figura dell'idiota.
"Non ti piacciono le cose che brillano?"
"Al contrario..mi piacciono i tuoi capelli."
"Ti piacciono le cose accese..e io desidero che ti accendi."
 
"Non..non è l'unica cosa che dovremmo accendere..la tua casa è fredda. Dovresti.. Forse.." disse Gabriel sporgendosi per dargli maggior accesso al suo collo.
"Renderla più confortevole?" disse l'altro e delle fiamme crepitarono nel camino davanti a lui, facendolo sussultare.
"Come..come diavolo fai fatto??"
"Beh, le leggi che governano questo mondo non sono poi così complicate...basta una ridicola equazione che cambia e tutto attorno a te pare diverso." disse con voce suadente Mark, sul suo collo.
"Io non le definirei proprio ridicole queste equazioni.."
 
"Lo sono una volta che hai capito il meccanismo...hai mai sentito parlare dell'entropia? Dissero gli dei una volta, che era l'origine del mondo...e la sua rovina."
 
"Non..non lo so...non mi sono mai interessato alle cose bibliche!" mentiva ovviamente. Gabriel era un dio dopotutto.
"L'entropia era una puttana, il cui unico desiderio e scopo, era quello di distruggere tutti i mondi, qualsiasi cosa che esistesse...così per puro divertimento. Ma per evitare di essere fermata..aveva bisogno di un capro espiatorio..qualcuno a cui dare la colpa."
 
Gabriel lo guardò perplesso. Gli Dei non gli avevano mai raccontato questa parte.
"Chi?"
"Scelse la creatura più pura che esisteva..e la contaminò..da allora..non fu mai più la stessa.." disse tornando sulla sua pancia.
"La creatura cambiò dopo quell'incontro e tormentata e insofferente, non si oppose in alcun modo, lasciando che facesse di sé quello che lei voleva...quello che il mondo voleva..e da innocente divenne il male "
 
"Nessuno..è mai davvero innocente." disse Gabriel gemendo.
Mark lo prese tra le sue braccia, divorando le sue labbra.
"Su questo sono d'accordo..ma la creatura non sapeva che sarebbe diventata portatrice di ogni più becero crimine dell'umanità intera e che il suo nome sarebbe diventato portatore di sventura..un nome che tutti gli esseri umani avrebbero temuto..che eppure una volta i suoi compagni parlavano con RISPETTO..facendo brillare tutto di lui..anche quello che non si poteva vedere.."
 
Gabriel sussultò notando qualcosa brillare sulla sua schiena.
"Che eppure traspariva lo stesso se guardavi con ATTENZIONE."
I suoi occhi splendettero di fiamme e Gabriel gridò.
"LUCIFER."
"Quando avrò finito con te, lo dirai con più estasi."
"Eri tu."
 
"Ci hai messo tempo...anche tu come gli altri non ti accorgi di me fino a quando non mi paleso..forse sei diventato troppo come loro, fratellino."
"Lucifer...sei proprio tu." disse Gabriel, accarezzandogli il viso, mentre calde lacrime solcavano il suo volto.
Lucifer leccò con la lingua le dita di Gabriel che ritrasse subito la mano.
"Smettila!!"
"Non mi sembrava ti dispiacesse prima."
"Io non sapevo chi fossi tu..non..stammi lontano..non avresti..non avremmo dovuto."
"Perché?? Ti faccio schifo ora che sai chi sono??"
"Non..non è questo."
"E allora...."
 
"Lucifer...noi non..quello che abbiamo appena fatto...tra fratelli noi non..non si fa!!" disse stringendosi le spalle.
Lucifer lo guardò perplesso.
"Certo che non l'abbiamo mai fatto....ma forse avremmo dovuto. Ci siamo persi un sacco di belle cose."
Gabriel spalancò la bocca.
"Non lo pensi davvero."
 
"Invece sì, fratellino..io non ho mai..tutto questo tempo rinchiuso e non ho mai..Ho sempre solo visto altri che provavano..questo.."
"Tu...hai visto l'umanità?? Da dove??"
"Parliamo di altro. Tipo del fatto che mi hai fatto provare finalmente cosa sia la PASSIONE.."
Gabriel avvampò ma prima che potesse anche solo ragionare, Lucifer si abbarbicò a lui e lo strinse in un abbraccio focoso ed elettrico. Le loro labbra si incollarono, facendo risplendere le loro grazie come una fornace. Gabriel all'improvviso sembrò ripensarci.
"No. No. Non posso. Non posso!"
 
Cercò di sfuggire ma Lucifer lo inseguì prima che potesse scappare dalla porta e lo inchiodò al muro, sollevandolo da terra, baciandogli il collo.
"Ahhh..Ahhh.." Gabriel era ormai del tutto incoerente e in balia di Lucifer.
"Dimmi che ti piacciono ancora..i miei capelli..che ti ricordano..il colore del grano..del mulino.." Gabriel gli toccò delle ciocche.
"E del sole eterno.."
Glieli strinse forte.
 
Lucifer lo prese in braccio e lo portò in camera. Lo spogliò e vide il suo corpo illuminarsi di una luce bianca argentea.
Gabriel cominciò a spogliarlo di riflesso con frenesia e Lucifer ridacchiò.
"Le nostre grazie sono felici di essersi ritrovate."
"Non farai..con nessuno dei nostri fratelli quello che farai con me."
"Sei l'unico fratello che ho ritrovato.."
Gabriel gli morse una spalla per dispetto.
"AHI. Piccolo selvaggio. Non sai che così mi ecciti di più. Hai bisogno di qualcuno che ti domini."  

Gabriel si sentiva in estasi. Lucifero era dappertutto dentro di lui. Calore. Fuoco. Possesso. Passione. Una fiamma divina. Più fiamme divine insieme. Era come se in lui coesistesse un leone, una pantera, una tigre. Fece l'amore con lui in maniera animalesca ma con l'ardore di un Angelo e ruggiva quando Gabriel gli graffiava la schiena mentre facevano l'amore. Dei ruggiti che Gabriel trovava così sexy e che zittiva con baci succosi e sensuali, per poi vederli trasformati in teneri vagiti come cuccioli di gattini, quando lo accarezzava.



















Note dell'autrice:  Chissà se qualcuno di voi l'ha intuito che la battuta di Sam sul fatto di trovarsi un altro angelo , era un riferimento a Castiel di Supernatural xd

tutte queste luci abbaglianti lo dice davvero Jensen Ackles in una con!

Ragazzi, che ne pensate di questo colpo di scena??? Non era mia intenzione farli finire insieme, ma diciamo che mi ha ispirato ahahah io ci ho provato a rendere la situazione almeno un po' romantica con sta cosa del mulino, ma non ce l'ho fatta ahahah

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