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Ciao!
Questa è la mia prima fanfic, siate clementi
XD
Attenzione:
gli avvenimenti e i personaggi saranno un po’
del cartone e un po’ del fumetto. Alcune
parti saranno scritte in terza persona, altre in
prima.
Un
ultimo ringraziamento molto speciale a Yaya-Sana,
senza la quale le mie fanfic non sarebbero qui! ^^
Ma
ora, iniziamo!
Proemio.
Un
inizio non male.
<<
Porca bomba! Sei stato grande! >>
Esclamai,
avvicinandomi timidamente a quel ragazzino
solitario. Timidamente. Già, una parola
quasi sconosciuta nel mio vocabolario, ma
sicuramente la protagonista di quel momento.
<<
Oh, niente di che. È normale farsi
rispettare dagli stupidi. >> Ribatté
lui in modo vacuo, fissando il vuoto.
<<
Certo. Ma comunque l’
hai fatto… con classe. Non è che ti
sei difeso come loro ti hanno attaccato... in quel
senso. Ti sei fatto rispettare e quei babbei sono
scappati con la coda tra le gambe. Io li avrei
presi a pugni… ahah… >>
Quella
risatina mi morì in gola, notando che il
ragazzo non faceva una piega.
<<
Uhm. Sì, ho notato anche io il tuo
caratterino. Mi sembri tosta, come ragazza. Niente
al confronto di quelle galline di Patty e Matty…
>>
Fece
un sorriso enigmatico. Sembrava soddisfatto,
contento, seccato ed imbarazzato nello stesso
tempo.
<<
Grazie… e sai invece che ho notato io?>>
Ghignai maliziosa.
<<
Noto che non sei molto abituato ad essere…
insomma… considerato in senso buono,
ecco.>> Alzò il capo, spalancando
gli occhi a palla.
<<
Intendo dire che ho capito che sei una personcina
fuori dall’ordinario, qui, e magari non ti
trattano benissimo. La gente ti schiva… ti
mette nella lista nera degli studenti…
Ti
giudicano ancora prima di conoscerti.>>
<<
Lo so. Ho notato.>> sbuffò, ma
sembrava colpito dalla mia deduzione.
<<
Ci sono passata anche io. Piacere, sono Elena
Patata.>>
gli
tesi la mano, sorridendo.
<<
Piacere… Ezechiele Zick …>> Tese
la mano titubante, poi me la strinse un po’
debolmente, ma si leggeva la sua convinzione
impedita negli occhi… oh, aveva la pelle
ghiaccia come la morte.
<<
Sì, lo so, è un nome buffo. Non ti
metterai a ridere anche tu!>>
<<
No, no, se non lo vuoi non lo faccio. >> Zick
sorrise guardandosi i piedi, mentre ghignava.
<<
Uhm… ma avrai pure un soprannome…>>
<<
Mi chiamano semplicemente Zick, ma per lo più
“Cadaverino ”, “ Pappamolla ”
oppure “ Re dell’oltretomba
rincretinito” o anche “ Morto vivente”
ma anche “Zombie”, “Spettro
ambulante” e... >>
<<
OKOKOKOK! Per me sei semplicemente Zick.>>
tagliai corto. << Alleluia. Finalmente
qualcuno intelligente in questa scuola!>> Alzò
gli occhi in cielo e allargò le braccia.
<<
Grazie, Zick… ^^ senti, io sono nuova qui…
mi diresti per favore i nomi delle persone da
evitare? Ho già una vaga idea…
>> Sorrisi e lui mi guardò con i
suoi occhi marroni mogano.
<<
Allora… quello con i capelli a caschetto
biondo è David McMackamack. Ma chiamalo
De-ded-de-devid.>>
<<
La testa a fungo è un po’
b-b-bba-balbuziente?>> Ridacchiai.
Fece
quel suo solito sorriso sghembo.
<<
Io credo che non sia il suo vero carattere. In
realtà so che ama leggere, i suoi genitori
sono bibliotecari. >> spiegò Zick con
calma. << Ah… e quindi fa lo scemotto
solo per sentirsi voluto e più forte? >>
<<
Certo! Hai visto come mi ha trattato quando sono
arrivato? Neanche fossi il Re dell’Universo.
>> esclamò Zick.
<<
Uhm… andiamo avanti… >>
<<
La palla di lardo con l’apparecchio è
Ford… non ci perdere tempo con quello, sa
soltanto ripetere a pappagallo tutto quello che gli
dice Soup.>>
<<
Quello basso, coi capelli a spazzola e gli
occhialini da nerd? >>
<<
Esatto. Non farti ingannare dall’apparenza,
Elena, è il più furbo di tutti. >>
<<
Ohoh. E che mi dici di quelle due smorfiosette…
>>
<<
Ahh… Patty e Matty. Ma lasciale perdere…
sono solo delle truzze sceme. >>
<<
Solo queste due parole? >> dissi io ridendo.
<<
Ovvio. Tre, due, uno... Guarda dietro di te.
>> Mi girai. Quelle due ci stavano…
pedinando.
Erano
rosse in faccia ( soddisfatta pensai che avessero
sentito le parole di Zick…) ma
ridacchiavano, additandoci…
Feci
per andare da loro a dire di smetterla quando Zick
mi fermò afferrandomi saldamente per un
braccio.
<<
Calmati… te l’ ho detto. Lasciale
perdere. Tanto alla fi… >> <<
No! Non voglio che ci prendano l’abitudine!
>>
Scostai
la sua mano pallida e mi avvicinai quasi marciando
verso le due truzze.
<<
Ehi, voi due!? Non sono di certo venuta qui a farmi
trovare sulle riviste dei gossip della scuola!>>
sbraitai agitando le braccia.
<<
Ihihihhiuhh!!!>>
<<
Sentite. Voi che ci guadagnate a parlare male degli
altri senza nemmeno conoscerli? Fate solo la figura
delle classiche ragazzine scimunite, che sanno solo
parlare male degli altri quando loro sono…>> Mi
zittii a forza non dire quella parola che avevo in
mente.
<<
OH, MA GUARDATELI! LA PATATA E LO STRAMBO! INSIEME!
LA STRANA COPPIA È FORMATA GENTE!
UAHAHAH!!>>
Si
misero a strillare, emettendo quasi degli
ultrasuoni da quanto erano acute le loro vocette.
Dei
ragazzini passanti si erano messi a ridere di noi,
e ormai avevano formato un anello di voci
schiamazzanti attorno a me e Zick. Un ragazzo però
sentendo quelle risatine odiose…
<<
Ma chetatevi… non avete niente di
meglio da fare invece di farsi fare il lavaggio del
cervello da delle oche? >> disse rivolto alla
folla.
Il
ragazzo strizzò un suo occhio azzurro cielo
e se ne andò via, ridendo per la sequela di
fischi e “ BUUU” provenire dalla folla.
“ Porca
bomba, com’è stato gentile quel
ragazzo! Neanche ci conosceva!”
Pensai
sorridendo soddisfatta.
Zick
intanto mi aveva guardato ed aveva sogghignato.
<<
Avete sentito, racchie? Quindi chiudete quei becchi
che vi ritrovate e fatevi gli affaracci vostri, per
una buona volta! >>
Sbottai
io. Sì, un buon finale.
E
ce ne andammo via, col sorriso sulle labbra, mentre
le nostre orecchie ascoltavano con piacere il
silenzio dietro di noi, di tutte quelle boccacce
che finalmente si erano zittite.
<<
Allora, Zick? Dicevi che era meglio ignorarle? >>
Gli
lanciai un’occhiata di sfida.
<<
Uhm… direi che hai avuto ragione.
Complimenti. >> Sembrava tanto
disinteressato ed altezzoso… ma sapevo che
era un modo per mascherare il suo entusiasmo e la
sua timidezza.
In
quel mentre passò un’automobile, dalla
quale marmitta uscì un fumo nero e
puzzolente.
Zick,
che sembrava in preda al panico, si tirò
fuori dalla tasca dei pantaloni uno strano
aggeggio, e se lo ficcò in bocca. Premette
lo stantuffo e sembrò che riuscisse a
respirare meglio. Tirò una boccata…
<<
Oh, Zick… ma tu soffri d’asma…
>> Alzò gli occhi al cielo
<<
Anche… >> << Come sarebbe a dire
“ anche” ? >>
<<
Ho anche molte altre allergie… >>
<<
A che cosa sei allergico? >>
<<
A tutto. >>
<<
A…TUTTO??! E come fai? >>
<<
Sto molto spesso in casa, non esco quasi mai. E non
vengo alle gite scolastiche. >> Poverino,
pensai. Che razza di vita!
<<
Oh… non dev ’essere bello…
>> << Ci sono abituato. >>
tagliò corto.
Ma
io vedevo, che soffriva…
<<
E... i tuoi genitori che fanno? >>
Zick
sembrò turbato da quella domanda.
<<
Mia mamma, Greta Barrymore, è una fioraia ed
ha un negozio qua vicino. >>
<<
E tuo papà? >>
Zick
mi guardò negli occhi con un’espressione…
triste.
<<
Papà è scomparso in Amazzonia da sei
anni, sette mesi e due settimane >>
<<
O Porca b… scusami Zick io non... volevo…
mi... mi dispiace! >>
<<
Tranquilla Elena… sto bene. >>
Mi
guardò coi suoi occhi incredibili, che ora
erano lucidi dalle lacrime, e mi rivolse un
sorrisino malinconico.
<<
Non ricordo quasi niente di lui. Avevo circa tre
anni quando è... scomparso. Di lui mi
rimangono solo delle foto e i racconti di mamma. So
che era un gran entomologo, cioè uno
studioso degli insetti, e spesso andava a fare
viaggi in giro per il mondo. >>
Abbassò
lo sguardo, e si asciugò le lacrime con la
manica.
<<
Ma non lo sapevi ed è giusto che tu me
l’abbia chiesto. Tranquilla. >>
Gli
feci l’occhiolino, e scostai la mano.
Il
ragazzo strizzò l’occhio con...
timidezza.
Dopo
qualche secondo di silenzio…
<<
Scusa ma… cos’è quella cosa che
fai… come si chiama…” Occhi da
Spettro”… col quale minacciavi quei
tre…? >> Zick fece una faccia
noncurante e fece spallucce.
<<
Oh, sì… niente di che. Un trucchetto
che faccio fin da piccolo per togliermi dai piedi
gli scocciatori.>>
<<
Fammelo vedere! >> Mi sembrò che
Zick stesse borbottando :
<<
Ma tu non sei una scocciatrice… >> Mi
sentii soddisfatta.
<<
Va bene… è così. >>
Mi
diede le spalle e poi si girò di scatto.
La
mia reazione?
<<
AHAHAHAHAAHHAAHH!!!!! >>
<<
Scusa, ma cosa c’è tanto da ridere? >>
mugugnò lui, facendosi tornare il viso
normale.
<<
Niente, Zick..sei così..mostruoso…^_^
>>
<<
Ah, non dirmelo T_T.>> tagliò corto
lui abbassando la testa.
Mi
ricordai le cose che mi avevano detto Patty e Matty
riguardo la sua convinzione di vedere i mostri
dappertutto.
Restai
per un attimo perplessa, ma rimasi muta.
Con
gli occhi così strabuzzati… quelle
rughe sotto di essi e la pelle bianca come quella
di un cadavere… non era né spaventoso
né strambo. Era… buffo.
Attraversammo
un passaggio pedonale, e dopo
Cominciai
a scrutare ogni minimo dettaglio del ragazzino che
camminava svagatamente accanto a me, l’unico
che sapesse farmi imbarazzare e intimidire.
Era…
tipo. Molte cose mi colpivano di lui: la sua pelle
fredda e di quel pallore insolito, nonostante
l’estate fosse appena finita.
Anche
le strambe rughe violacee che aveva sotto gli
occhi.
E
quegli occhi… a palla, forse leggermente
strabuzzati. Aveva anche problemi con la tiroide?
Boh. Ma il colore era stupendo. Un marrone mogano
brillante, che non emanavano calore, ma nemmeno
tanta freddezza. Semplicemente ne venivi catturato,
ed ogni occhiata che ti rivolgeva ti penetrava
dentro come una lancia.
Se
li guardavi troppo ti ci perdevi.
Ma
i capelli … O_o. Erano la cosa più
incredibile.
Ciocche…bluastre…che
ricadevano ribelli sul viso, celandosi dietro
quegli occhi incredibili. E quello strambo
cappellino, che faceva parte di un genere che non
avevo mai visto.
Forse
i lineamenti del suo viso erano un po’ troppo
spigolosi, per essere un preadolescente, e le
orecchie grandi e un pochino a sventola. Ma era
caruccio, nell’insieme. Particolare.
<<
Carino il cappello. >>
<<
Grazie. Me l’ ha fatto mamma. >>
<<
Scusa ma...ti posso fare una domanda un po’…
indiscreta… ? >>
chiesi
timidamente, abbassando lo sguardo.
Lui
mi guardò scettico, e negli spazi tra una
ciocca e l’altra vidi che inarcò un
sopracciglio.
<<
Dipende. Intanto dimmela, poi deciderò io se
è indiscreta o no. >> rispose con
distacco.
<<
Va bene… ma te, Zick… per caso…
proprio per
caso…
>> << SI? >>
<<
Sei un po’… >>
<<
DIMMI!!! >>
<<
…EMO? >>
<<
CHE COSA SAREI IO???!!! >> esclamò lui
sgranando ancora di più gli occhi,
riducendoli a delle palle da biliardo.
<<
Porca bomba… mi sa che la recluterai nelle
domande indiscrete…! >> risposi con un
sorrisino dispiaciuto.
<<
Niente… Emo. Sai… quel movimento di
ragazzi dei capelli scuri sopra agli occhi, i
vestiti scuri, che sono sempre di poche parole e
malinconici… >>
<<
So chi sono gli Emo! Ma per mia fortuna, non ho
l’istinto di tagliarmi le vene… ! >>
sbraitò Zick.
<<
Scusa… ma dai, sii onesto… somigli
molto ad un Emo… >>
<<
IO SONO COSÌ FIN DALLA NASCITA! Per ora i
miei capelli blu e la mia pelle bianca sono stati
oggetto di scherno da parte dei miei bei compagni!
Ed ora ti ci metti anche tu! >> Era
furioso! << Ma io non ho nulla contro gli
Emo… semplicem… >> <<
IO NON SONO EMO! >>
<<
Ok!!! Ho capito!! Non sei Emo, punto. Era solo una
domanda… >>
<<
Va bene… ma ora basta… >>
sibilò.
<<
Non dici “wow”? >> aggiunse con
sarcasmo.
<<
Non dico “ wow” perché sennò
sembro che ti tratti da fenomeno da baraccone.>>
ribattei ferma.
Lui,
che guardava semplicemente i suoi piedi che
calpestavano le foglie rosse, spalancò
visibilmente gli occhi.
<<
Bene, sai metterti nei miei panni.>>
Gli
sorrisi, guardandolo stavolta direttamente nei suoi
occhi.
Ricambiò,
stavolta sorridendo davvero.
Quello
era il nostro primo giorno di amicizia. E ne
seguirono molti, molti, molti altri.
La
sua migliore amica gli diede della pacche
amichevoli sulla spalla, scompigliandoli
teneramente i capelli blu.
<<
Sei pronta, Elena? >> Chiese Zick,
sorridendo.
<<
Ma dai… abbiamo rischiato di essere il pasto
di un Mostro-sauro, di essere catturati da dei
Gorka affamati, di cadere da un Flyvan a 30 metri
d’altezza, oltre ad aver rischiato di
lasciarci la pellaccia in molte altre situazioni…
che sarà mai il primo giorno delle medie…
>> gli fece l’occhiolino.
<<
E ti sei dimenticata che sono diventato un
ghiacciolo e che stavo per essere smembrato da due
draghi puzzolenti. Ah giusto, sono capitato in uno
spogliatoio pieno di ragazze. >> aggiunse
Zick ironico.
La
sua amica gli pizzicò l’orecchio.
<<
Tu non hai visto niente, vero?! >>
esclamò Elena, con fare amichevolmente
indagatore .
<<
Nooo… nooo… solo qualche reggiseno e
mutandina qua e là…>>
<<
ZICK! >> la sua amica gli diede uno
schiaffetto leggero.
Eheh,
sissì… Zick ed Elena erano
completamente entrati nella problematica ma
irripetibile fase dell’adolescenza.
La
ragazza era già matura in tutti gli aspetti.
Aveva acquisito belle forme e le sue gambe si erano
molto allungate, accompagnate da un bel vitino
stretto. Il viso ora era meno rotondo, e lasciava
spazio a dei fieri zigomi alti. Era sempre una
maschiaccio, per carità di Dio, ma anche lei
alla fine aveva scoperto la sua femminilità.
Naturalmente non si vantava mai,
ma
di fatto mostrava la sua bellezza ai ragazzi
sbavanti, con soddisfazione ed umiltà.
Zick
si era molto allungato. Adesso i suoi lineamenti
duri erano molto più adeguati, e gli davano
un aria più matura e consapevole. I suoi
incredibili capelli si erano allungati, coprendo
ormai le orecchie ( che si erano proporzionate) e
nascondendo ancor di più i suoi occhi
meravigliosi.
Le
ragazzine erano pazze di lui. Zick, Così…
strano, solitario, di poche parole…
E
naturalmente, odiavano profondamente Elena. L’unica
che era riuscita a conquistarsi l’amicizia di
Zick, superando quella barriera immaginaria che il
ragazzo si era costruito da sé. Poi,
insomma, erano invidiose… Elena era bella,
fine, tosta e desiderabile. Tanti ragazzi erano
segretamente cotti di lei.
Zick
non si interessava a nessuna, almeno non più.
Lay
ormai era solo un’amica, e capì che
quello che aveva provato per lei fino alla fine di
quei giorni non era che una cotta passeggera.
L’aveva lasciata in balia di un Teddy
letteralmente sbavante, senza provare né
caldo né freddo.
Quell’anno
sarebbero stati in compagnia, oltre che di ragazzi
nuovi, di Annie Van Mousse e David McMackamack, con
i quali adesso andavano molto d’accordo.
E,
ciliegina sulla torta, avrebbero condiviso ancora
per tre anni la piacevole compagnia di Patty e
Tatty.
Quel
suono squillante, ripetitivo, ipnotico.
Accidenti,
per tutti gli altri la campanella era motivo di
corsa, movimento… per me no.
Perché
devo essere sempre diverso dagli altri?
Lo
zaino in spalla mi sembrò pesante, anche se
sapevo che conteneva poco e niente.
Ho
girato la testa ed ho gettato lo sguardo lontano.
Dietro
tutte quelle teste sconosciute…
Papà
e mamma… Zob e Greta si sbracciavano urlando
qualcosa che... non potei comprendere, con tutto
quel casino… che bravi genitori…
voglio loro un mondo di bene ma… accidenti,
non sono cieco, li vedo… mi sembravano…
inappropriati.
I
nonni…Theo e Tessa mi salutavano con…
pacatezza, più lontani. Quanto avrei voluto
poterli abbracciare…
Ma
sarebbe stato come cercare d’ abbracciare
l’aria o l’acqua.
E
Bombo, Bombolo, Snyakutz Bu, Ben Talak, Clak Ritak
salutavano lontani dagli altri, per evitare ai
passanti di sentire la strana sensazione di
sbattere il naso su qualcosa di invisibile e
puzzolente… i Bolli cantavano, cantavano, ma
i normali essere umani non potevano sentirli. (
Beati loro)
Anche
loro, com’erano buffi e divertenti…
accidenti, il mio cuore lo sapeva, ma ero…
freddo… distaccato… non lo volevo ma…
Jeremy
e Timothy mi fecero un cenno imperioso con la testa
come per incoraggiarmi. Lo restituii cercando di
sorridere. Acci, la mia bocca sembrava bloccata in
una smorfia di spavento.
Anche
Harvey Patata mi salutava… e pure la povera
Julie che, goffamente, si sforzava di tenere i
gemellini Charlie e Violet in braccio con una
mano sola… che cari.
La
mia migliore amica era molto vicina a me…
quasi si appoggiava alla mia spalla…
schiacciata dalla folla… almeno lei sembrava
contenta… salutava amici e genitori con
euforia… chissà cosa avrebbero
pensato gli altri, vedendoci così vicini…
Vidi
che si girò verso di me, spalancando i suoi
occhi…
Oh,
non mi ero mai accorto che fossero tanto belli.
Lo
schiocco di dita che mi fece davanti al naso mi
catapultò nel mondo reale.
<<
Ehy, Zick! Ci sei? Andiamooo… >> Mi
prese la mano. Il suo calore mi rinvigorì.
La strinsi, e mi lasciai trascinare dentro quel
mondo nuovo.
Ancora
uno sguardo indietro. Mio padre mi urlò:
<<
Buona fortuna, figlioloooo…>>
L’aula
era grande, spaziosa. Il sole che penetrava dalle
finestre accecò Zick. Una fiumana di
ragazzini entrò di corsa, urlando. Un
energumeno di ragazzo con una gomitata spintonò
Zick via, facendolo cadere su un tavolo, e
acchiappò Elena per le spalle.
<<
Ehy, mezzasega, ti dispiace se ti
prendo la ragazza? >>
La
reazione di quest’ultima fu… come
dire… come sempre fantastica. Elena
spinse l’energumeno fuori dalla folla, che
ora stava a vedere, e gli urlò.
<<
PRIMA DI TUTTO:, NON SONO LA SUA RAGAZZA.
SECONDO: NON CHIAMARE Più ZICK
IN QUEL MODO O VEDI CHE TI SPACCO IL MUSO, PROF O
NON PROF PRESENTE.
TERZO:
MI DISPIACE DELUDERTI MA NON SONO UNA DI QUELLE
SCIACQUETTE CHE VANNO COL ROSPO VOLGARE E SCEMO DI
TURNO. Baci baci e vedi di stare alla larga. >>
Zick
si stupì di non vedere gli occhi della sua
amica in fiamme e il fumo uscire dalle orecchie.
Eh
eh, la mitica Elena. Tutti la applaudivano e
fischiavano.
Le
ragazze ormai la adoravano. Beh, tutte tranne Patty
e Matty, naturalmente, che restavano zitte mute non
sapendo che cosa dire di offensivo nei suoi
confronti, sapendo che si era comportata
splendidamente.
I
ragazzi erano colpiti dalla forza di quella
ragazza, ed ormai erano cotti di lei. Anche David
applaudiva con partecipazione ed era ammirato.
L’energumeno
se ne andò al banco mogio mogio.
Elena
si girò e guardò con tranquillità
il suo amico del cuore, mezzo sdraiato sul tavolo.
<<
Serve una mano? >> << No, grazie. Sei
stata mitica! >>
Zick
si alzò facendo l’occhiolino. Elena
rispondendo disse:
<<
Dove ti vuoi mettere? >>
<<
Boh. Laggiù va bene? >>
<<
Ok… >> Insieme si diressero verso i
due banchi in fondo a destra dell’aula. Le
ragazzine confabulavano elettrizzate vedendo Zick
ed Elena andarsi a sedere accanto.
<<
Ma tu pensi veramente che… >> <<
Oh sì, ma sei cieca? Non vedi che stanno
così bene insieme? >> << Ma
sono… fidanzati? >>
<<
Ma certo! >>
<<
Ma se lei ha detto di no! >>
<<Boia
dé,
è
una scusa… >>
<<
Oh… il suo ragazzo è carino…
>>
<<
Direi discreto, sì. Ma avete visto? Ha i
capelli blu! >>
<<
Sì è incredibile… >> <<
Sì… dai ragazze è fio…
>> <<
Seee… ma sembra un morto vivente! E non che
la Patata sia meglio! >> Strillò
Matty.
<<
Sapete quando era nella vecchia scuola diceva che
vede i mostri dappertutto! >> bofonchiò
Patty.
<<
Ma l’ ha detto in prima elementare…
era piccolo, l’aveva inventato per giocare…
>> tentò di difenderlo Annie ad occhi
bassi.
<<
Zitta, quattrocchi! >>
<<
Zitta te, Matty, che fino a un anno fa portavi dei
fondi di bottiglia sul naso! E scommetto che te li
sei tolti anche se non ci vedi bene, solo perché
non eri abbastanza “ cool”…>>
Entrò Elena, per difendere Annie.
Le
due digrignando i denti se ne andarono via.
Il
fatto di avere i riflettori puntati addosso a Zick
ed Elena infastidiva molto, ma cercarono di
rimanere calmi.
<<
Ragazzi! Mettetevi a sedere! >>
A
parlare era stata una donna che era appostata alla
porta dell’aula. Era sulla cinquantina,
abbastanza bassa e chiatta. Aveva dei capelli a
caschetto neri, e gli occhi grandi e castani,
nascosti dietro a degli occhialetti dalla montatura
di… legno.
Tutti
i ragazzini si furono zittiti, e si sedettero
composti senza far volare una mosca.
<<
Ora va bene. >>
La
professoressa avanzò verso la cattedra e si
sedette tronfia sulla sedia.
<<
Buongiorno a tutti. >>
<<
Buongiorno, professoressa… >>
<<
Bene. Inizia per voi la prima media. Solo un
avvertimento: ricordatevi che non siete più
alle elementari. Siete cresciuti, o almeno spero, e
quindi vogliamo ricevere un comportamento più
serio e maturo. Uhm. Io sono Aida dei Franceschi e
sarò la vostra insegnante di matematica e
scienze. >>
Zick
ed Elena si rivolsero una faccia spaventata: una
professoressa di matematica che sembrava così
severa…
<<
Vi ricordo che dovete dare sempre al professore del
lei e che ogni volta che entrerà in classe
vi alzerete dando il buongiorno. Capito? >>
I
ragazzi annuirono debolmente.
<<
Oh, già: i cellulari sempre spenti. E niente
cingomma. Adesso facciamo l’appello, e ditemi
qualcosa su di voi. Dopo, potrete fare tutte le
domande che volete. >> Ci sorrise.
<<
Sì, alla fine sembra simpatica, anche se è
severa. >> commentò Elena.
<<
Uhm. Speriamo in bene. >> disse Zick,
dondolandosi sulla sedia. La coppia David e Annie,
nei tavoli accanto, bisbigliavano qualcosa.
<<
Shhh. Iniziamo. >>
Aida
prese con tranquillità il registro e lo aprì
con lentezza.
<<
Vediamo… classe 1E… Anderson,
Rebecca... >>
fino
ad arrivare alla Z.
<<
Ezechiele Zick. >> Il ragazzino si alzò
timidamente e si presentò.
<<
Ciao… io sono Zick… >> e la
voce li morì in gola.
Si
sentiva strano. Aveva tutte le teste della classe
puntate su di lui. Chissà cosa stavano
pensando…
<<
Dai, dicci qualcosa di te. >> Il ragazzo si
accorse subito dello sguardo stranito della prof.
Anche lei osservava con un misto fra curiosità
e ribrezzo i suoi lunghi capelli blu, la pelle
diafana e le borse violacee sotto i suoi occhi.
Zick si sentì ancora peggio.
<<
Ehm… vivo ad Oldmill… >> Zick
guardò per un millisecondo l’amica che
gli mandò un’occhiataccia.
<<
Mi piace stare in casa durante le giornate brutte,
e fuori durante le giornate belle… >>
Oddio
che fantasia! Tutti i ragazzini sconosciuti della
classe ridacchiavano di lui. Zick vide Patty e
Matty bisbigliare qualcosa nell’orecchio
di un’altra ragazza truzza, e poi si misero
tutte a ridere. Elena si era data la sesta pacca
sulla fronte, rassegnata.
<<
Mi piacciono i fumetti. >>
<<
Occhhheii… passiamo all’ultimo e
ventiduesimo… Zofirus Lorrence… >>
Un
ragazzino si alzò dal tavolo davanti a Zick.
Aveva
i capelli biondo platino acconciati con tante
punte, probabilmente tartassati di gel. Indossava
una maglietta strappata nera, raffigurante un
teschio avvolto tra le fiamme. I pantaloni erano
sfilacciati in tanti punti, e ai polsi portava un
bracciale nero con delle placche metalliche.
<<
Ciao, ragazzi! Io sono Lorrence Zofirus! Non mi
giudicate per il mio aspetto, grazie! Adoro
raccontare barzellette e scherzare, e odio le
troppe formalità! Nel tempo libero disegno
fumetti comici! Viva il divertimento! >>
Rivolse
alla classe un sorriso a trentadue denti e spalancò
gli enormi occhi azzurro cielo.
Sedendosi
lanciò un fulmineo occhiolino a Zick ed
Elena…
Loro
due sentirono una strana sensazione… sì,
quel ragazzo lo conoscevano già… ma
dove l’avevano incontrato?
Lorrence
si sedette accanto a Thomas, un simpatico ragazzino
inventore, continuando però a sorridere a
Zick ed Elena.
<<
Ciao! >> << Ciao, Lorrence… per
caso ci conosciamo? >>
disse
Elena, un pochino in difficoltà.
<<
Prova a rimuginare dentro la tua mente… >>
sorrise il biondo.
<<
Ehy!!! Ma tu sei il ragazzo che un anno fa ci ha
difeso da quelle sceme di Patty e Matty! >>
esclamò Zick.
<<
Esatto, come l’acqua è bagnata, fra
dire e il fare c’è di mezzo “ e
il” … >>
Sì,
era un po’ pazzo, ma sicuramente simpatico.
<<
Iniziamo con qualche piccolo esercizio. >>
annunciò la prof, e la classe fu sommersa da
degli << Ohhh… >> di disappunto.
La
prima metà della mattinata trascorse lenta:
conobbero anche la prof di
italiano-storia-geografia, Olga Cartonelli, che da
quanto sorrideva e faceva elogi sembrava che stesse
prendendo per i fondelli tutti gli studenti. Tutto
questo durò due ore.
Durante
la ricreazione Zick ed Elena parlarono un po’
delle loro impressioni e di come avevano trascorso
l’estate con David ed Annie: il biondo adesso
era veramente gentile e molto carino con tutti,
soprattutto con Annie.
Al
quartetto in seguito si unì il bizzarro
Lorrence, dicendo quattro barzellette da
spanciarsi.
Dalla
1D uscì Soup, e dalla 1B quel grassone di
Ford.
Accidenti,
la 1E, D e B erano sullo stesso piano.
Ford
era cresciuto… non per lunghezza, ma per
larghezza… sembrava un rospo con la
ferraglia in bocca…
Soup
era sconcertante. Era dimagrito, quasi…
emaciato. Sì, era diventato molto alto.
Indossava occhiali piccoli e taglienti ma i suoi
capelli erano sempre ritti sopra la testa. Dal
tappetto scemo che era ad adesso… una bella
differenza!
I
due si avvicinarono al quintetto, e con una
gomitata Ford spinse David addosso ad Annie, che
caddero tutti e due.
<<
David, perché perdi il tuo tempo per stare
con questi scemi? >>
disse
Soup con voce melliflua.
<<
E con quella… >> fissò la
povera Annie, sdraiata a terra, come se fosse uno
straccio sporco.
<<
… rospetta? >>
Prima
che Zick, Elena e Lorrence potessero intervenire,
David ribatté:
<<
Non s-sto affatto perdendo il mio t-tempo. Invece,
stare con voi mi ha rovinat-to! >> si
alzò, e porse ad Annie la mano. << Lei
non è una r-rospetta! E loro non sono
affatto s-s-scemi! Sono i ragazzi più
simpatici e in gam-mba che abbia mai incontrato!>>
disse
con convinzione indicando prima Annie e poi Elena,
Zick e Lorrence. << Smettetela di
d-darmi noia! Tra noi è chiusa, capito? Non
voglio più avere a che fare con voi d-due!
Mi avete c-capito? >>
Intanto
alcuni ragazzi curiosi si erano fermati a vedere.
Tra cui, Patty e Matty.
Urlò
Elena. Fece per buttarsi addosso a Soup, ma in quel
mentre suonò la campanella.
Soup
schizzò velocissimo verso la sua classe,
prima che Elena gli potesse dare un bel pugno sul
naso.
Ford
guardò terrorizzato la ragazza e poi si
dileguò verso la 1B.
<<
Venite! Andiamo dalla Preside! >> esclamò
Elena furiosa, rivolta agli altri quattro.
<<
Dove credete di andare, voi cinqueee?? >>
dissero due voci così acute da far invidia a
dei Bolli sull’orlo di una crisi di nervi.
<<
La campanella è suonata, dovete ritornare in
classe! >> Patty e Matty sfoderarono i loro
soliti sorrisi ebeti.
<<
Non ficcateci il becco, voi due! È un’
emergenza! >> sbraitò Elena. <<
No, non è il m-momento… mi secca
molto ammetterlo, ma Patty e Matty hanno
ra-ragione…ritorniamo in classe. >>
disse David pacatamente ad una Elena furiosa.
<<
Ma bisogna dirlo a qualcuno, non vorrai ancora
farti mancare di rispetto in quel modo! >>
esclamò Elena esasperata.
<<
Lo dirai al prossimo prof che ci troveremo in
classe. >>
Concluse
Zick, cercando di calmare Elena.
I
cinque andarono a sedersi.
Elena,
sbuffando disse: << Non dobbiamo fare in modo
che succeda ancora, con quello scemo di Soup! >>
Si
girò verso David, due banchi più a
destra.
<<
Sei stato bravo, David, ma sii più forte! >>
Il
ragazzo scosse la testa.
<<
No, Elena. Questa è una battaglia fra me e
loro d-due. So io come difendermi. Non voglio fare
come te, che rispondi alla
v-violenza
con la violenza. >>
Elena
spalancò gli occhi, e Annie, accanto a lei,
le rivolse un sorrisetto.
<<
Ehy, David! Perché Ford e Soup ce l’avevano
con te particolarmente? >>
<<
Lorrence, è una storia lunga… te la
racconterò un altro giorno. Sta arrivando la
prof… >>
La
donna sorrise, ma i suoi occhi color ghiaccio
emanavano freddezza.
<<
Sono Cécile Monsonnieur, la professoressa di
franscese.
>>
L’ora
passò anche lì con calma: dovevano
cercare nella lingua italiana delle parole francesi
che si usavano, e quindi Cécile le ricopiava
alla lavagna.
<<
Dobbiamo dirglielo! È già passato
troppo tempo! >>
<<
Ma quando? >> << Quando la lezione sarà
finita, la prenderemo da parte e le diremo tutto!
>>
<<
No, Elena, è scortese rallentarla… >>
<<
Ma che cacchio di… >>
<<
Ehì, voi scinque in
fondo! >> la prof scrutò i ragazzi coi
suoi occhi gelidi.
<<
Abbiamo una cosa da dirle, prof! >> esclamò
Elena imperterrita.
<<
Se ha a che fare con la lesiònne,
ditemi. Ma se è tutt’altra cosa,
potete aspettare gentilmente la fine dell’orà…
>> Elena
sbuffò, mentre la prof scriveva la parola
Bonbon alla lavagna.
<<
Ora! >> << Adesso! >> <<
Non importa, Elena. >> Elena guardò
stranita la sua amica dai capelli rosso scuro.
<<
È vero quel che dice Annie… non
importa. >> sorrise David calmo. << Ma
cosa come io voi noi non… >> <<
Shht… calmati. Ti dico che va bene. >>
Elena continuò ancora imperterrita, ma solo
dopo molte insistenze di David ed Annie si arrese
con malavoglia.
La
prof entrò…
Era
una donna sui sessanta, bassissima ( tuttavia
indossava degli stivali rosa porcello scamosciati
con una zeppa.. esagerata ) grassa come un' oca
ingozzata. Aveva il viso grasso, in testa un cumulo
di capelli mossi nocciola spento. Eravamo a
settembre, faceva un gran caldo, e lei indossava un
vestitino di lana sbracciato,
con ricamati all’uncinetto dei pinguini.
A
completare in bellezza un enorme medaglione tutto
agghindato di lustrini e catenelle, dove in mezzo
al seno cadente spiccava un’icona della
Madonna.
<<
Hallo, guys! >> la professoressa appoggiò
il registro sulla cattedra, e poi si sedette sulla
sedia con un tonfo.
<<
Sono proprio contenta di conoscervi! Io sono
Loredana Tappone, la prof. di inglese. Voi…
? >> rivolse ai ragazzi un sorriso coi suoi
denti gialli.
Dopo
la solita palla delle presentazioni, la prof disse:
<
Ragazzi è il primo giorno… non volete
parlare di compiti, vero? >
Un
noo generale si levò da tutta la classe.
<<
Ehy sembra simpatica… ! >> disse
Lorrence a Zick ed Elena.
<<
Sì… già… che bello…
>>
L’ultima
ora di scuola trascorse piacevolmente: si scoprì
che Loredana Tappone amava viaggiare in tutto il
mondo, e parlò ai ragazzi di quando ebbe uno
scontro con un Bufalo in Tanzania, quando era
rimasta ad osservare per ore i pinguini che
facevano il bagno in Patagonia, quando recuperò
un vombato ferito lungo la strada in Tasmania…
sdrammatizzando tutto con delle battute molto
carine.
<<
Ragazzi quanto manca alla fine… uhu, un
minuto! Prendete i vostri diari, e scrivete
per mercoledì, il prossimo giorno nel quale
ci rivedremo di portare questo e questo ecc bla
bla… >>
DRIIIN!!!
I
ragazzi presi come da una forza in delirio
prepararono velocissimamente lo zaino e si
fondarono giù per le scale verso l’uscita.
Zick, Elena, David, Annie e Lorrence furono gli
ultimi, che procedevano con calma parlando.
David,
Annie e Lorrence presero una via diversa, e Zick ed
Elena ritrovarono il rispettivo padre e la
rispettiva madre, la quale teneva Charlie e Violet
dentro un passeggino, che parlavano.
<<
Ciao, ragazzi! Allora, come è andata? >>
I
quattro di diressero insieme a piedi verso le loro
case.
Zick
ed Elena scambiandosi occhiate d’intesa
rimasero zitti sull’episodio accaduto con
Soup, invece parlarono dei prof e di Lorrence.
Ognuno
entrò nelle rispettive case.
<<
Ehy Zick! Come è andata? >> esclamò
Greta, mentre buttava la pasta.
<<
Oh bene… >> e raccontò
noiosamente le stesse cose che aveva già
detto a Zob.
<<
ZICK STARE BENE? ZICK NON ESSERE ESPULSO? >>
Urlò
Bombo irrompendo nella cucina, abbracciando ( anzi,
stritolando) il povero Zick.
<<
No Bombo sto bene non sono stato espulso… >>
<<
A BOMBO TANTO MANCATO ZICK!!! MUEEEE!! >> Il
mostro pianse così tanto che allagò
la cucina.
Il
ragazzino presto si ritrovò tartassato di
domande dai suoi genitori, dai mostri, dai nonni
fantasma e Jeremy.
<<
Ohhhh lasciatemi in pace… >> sbuffò
lui alla quinta domanda della nonna. << Non
essere scortese… >> lo rimbeccò
il padre.
<<
A proposito: avete voglia di venire all’Antica
Armeria oggi pomeriggio? >> sorrise l’uomo.
<<
Ci saranno tutti… facciamo una specie di
incontro culturale. Che ne dite? >>
<<
Sì! Andiamo, papà! >>
I
due Domatori e le due Rifugiatrici, scortati dai
Mostri, entrarono nell’enorme bacino
vulcanico che costituiva la sala delle 101 porte
dell’ Antica Armeria.
Improvvisamente
tre ombre si proiettarono su di loro, e quindi
Elena e Zick alzarono lo sguardo.
Erano
Teddy Thaur, Lay Mamery e Bobby Clashche
entravano dal cratere vulcanico, in groppa ai loro
Flyvan. Teddy e Bobby si stavano scatenando e
costringevano i mostri alati a fare piroette ed
acrobazie, invece Lay atterrò dolcemente sul
pavimento di pietra.
“ È
veramente bella. “pensò
Zick., mentre vedeva il sorridente viso della
ragazza illuminato dai raggi del sole.
“ Però…
non mi importa più… “abbassò
lo sguardo.
“ Puah!
È atterrata con una grazia pari a quella di
un ippopotamo soprappeso con le emorroidi mentre si
siede sulla tazza del WC! “
Pensò
la ragazza dai capelli arancio, mentre sbuffava.
I
due amici andarono da loro…
Anche
gli altri tre erano cambiati. Teddy era diventato
un quattordicenne ancora più alto e secco, i
suoi capelli biondi erano più lunghi e
sfaccettati… sulle braccia si poteva vedere
un accenno di tono muscolare. Bobby si era un
pochino alzato, ed era un po’ dimagrito:
tuttavia fra i tre dodicenni era il più
basso e coi lineamenti più da bambino. Lay
non dimostrava i suoi quindici anni: Il suo corpo
era già quello di una donna più
grande, ed era diventata molto alta e slanciata, i
suoi capelli blu scuro si erano allungati fino alle
spalle.
<<
Ehy Zick! >> salutò Teddy con
vitalità, mentre scendeva dal suo Flyvan.
Poi rivolse una faccia schifata a Elena.
<<
Patata… >> << Thaur… >>
<<
Ehm… come vi butta? Anche voi con la prima
media…? >>
chiese
l’altro ragazzo dai lunghissimi capelli
biondi.
<<
Sì Bobby… tutto bene grazie…
>> la classica risposta di chi ne ha vissute
di tutte, ovviamente.
<<
Mi piace molto la scuola media di BigBurg… È
grande, moderna, ha la sala cinema… i banchi
sono pulitissimi… >> fantasticò
Bobby.
<<
Poi posso vedere Teddy e Lay… >> <<
Sei fortunato, Bobby… >> sospirò
Zick, ricordandosi con orrore delle Big Bubble
rosa pallido mummificate sotto il suo banco.
<<
Ehy, Zick! Allora, hai cuccato qualche Prof
caruccia… ihih… oppure le solite
vecchie carampane? >> ghignò Teddy,
dando una gomitata nel fianco dell’amico.
<<
Boh… niente di che… >> rispose
Zick.
<<
E tu, Patata? Doppiofoglio già di primo
mattino? >> sorrise beffardo il giovane
Thaur.
<<
Sai: la Patata ha un nome. E poi, nessun
doppiofoglio grazie… solo lodi dai prof. >>
rispose Elena, prima con tono arrabbiato, poi
suadente.
<<
Non sei simpatico, Teddy. Smettila. >> parlò
Lay con gli occhi a mandorla ancor più
serrati.
<<
Ok scusa scusa scusa … >> Teddy la
smise subito, solo dopo che Lay glielo ordinò.
La
ragazza dal caschetto blu e le ciocche fucsia che
le incorniciavano il viso
Grugno
mandò
a Zick un’occhiata seducente, coi suoi occhi
da gatta.
Morta
<<
Zick… ti posso parlare un attimo… in
privato? >>
<<
Ehm sì va bene… >> Gli venne un
brivido lungo tutta la schiena quando lo prese per
mano e lo trascinò letteralmente via.
Dovevate
vedere le facce di Teddy ed Elena: memorabili.
Rosse
fuoco, contratte in una smorfia di rabbia
indicibile.
Bobby
intanto non ce la faceva più a smettere di
ridere.
Ma
fu quasi subito zittito dai ceffoni che gli diedero
Teddy ed Elena in contemporanea.
I
due ragazzi entrarono in una fenditura della
parete: era buia e non si vedeva molto…
<<
Carino qui, vero? >> trillò Lay
saltellando qua e in là come una pazza. <<
A voglia… >> << Eh? >> <<
Cioè volevo dire carino… >>
<<
Uh uhm… è… intimo…
>> Zick
sentì una goccia di sudore freddo colargli
sulla tempia.
Il
ragazzo vide improvvisamente che la sagoma scura
della ragazza stava correndo verso di lui…
<<
Lay ma che cosa stai… !!!!!!!!!! >>
il povero Zick fu zittito dalle labbra di Lay che
si appoggiarono con violenza alle sue, mentre lo
stringeva fortissimo.
<<
S-m… etti-la… mi st-tai sbav..and…o
tut-to che S-C-H-I-F-O! >
Improvvisamente
un aurea azzurrina invase il ragazzo, e
allargandosi sempre di più, scaraventò
lontano quella.. ehm... di Lay che cadde sul sedere
contro la roccia fredda.
La
ragazza lo guardò stralunata, mentre lui si
puliva la bocca con la manica, tutta sbavata.
<<
Z-Zick ma che cosa ti prende… ? >>
balbettò lei.
<
CHE COSA MI PRENDE A ME? CHE COSA TI PRENDE A TE! >
<
Mi sei saltata addosso senza il mio permesso!!
AHOO! o dovuto ricorrere allo Spazio Dom per
riuscire a levarti di dosso! >
sbraitò
lui ancora schifato.
<<
Ma io credevo… io credevo che tu… mi
amassi… >> disse lei con un filo di
voce.
Non
ti amavo… era solo una stupida cotta da
bambino… tu non mi interessi più…
<<
No Lay. Non più. >> la ragazza
sbiancò.
<<
COME NO… >> il tono di Lay si fece
adirato, e Zick ne rimase spaventato.
Ti
sta beene ti sta beene!!
<<
No. Non l’ ho deciso io. Semplicemente un
giorno mi sono svegliato ed ho pensato: “ Lay
non mi piace più. “ Punto. È la
natura… devi accettarla… mi dispiace
per te ma non posso stare insieme ad una che non mi
piace! >> esclamò Zick.
Nell’oscurità
vide gli occhi verdi di Lay brillare di lacrime.
<<
TU… tu mi consideri brutta!! >>
<<
NOOOOO!!! Non sei brutta Lay lo giuro! Non sei
affatto brutta sei bellissima! Ma non mi piaci più
non so perché…! >>
Zick
era esasperato e sconvolto.
<<
È PER QUELLA TUA AMICHETTA, LA PATATA…
>>
urlò
Lay mentre si rialzava iraconda.
<<
TI HA FATTO IL LAVAGGIO DEL CERVELLO, QUELLA P…
>>
<<
SMETTILA, LAY! Sta’ zitta! Lei non c’entra
niente! Elena non ha fatto niente! Lasciala in
pace! >> Zick ansimò mentre la ragazza
lo scrutava con odio.
<<
Io… io sarei stata perfetta per te…
ti avrei accontentato in ogni cosa… ti avrei
fatto vivere momenti bellissimi… ti
avrei dato tutto quello che ti potevo dare…
>>
<<
Lay… io non voglio una ragazza che faccia
tutto quello che dico… io voglio una ragazza
che sappia ragionare col suo cervello… >>
spiegò calmo Zick.
<<
Non siamo fatti per stare insieme. Se volevi un
fidanzato che ti stesse dietro sempre, che ti
dicesse sempre come sei bella o come sei sexy io
non sono quel tipo di ragazzo. E a me,
personalmente, non mi piacciono le ragazze
leccapiedi e pomiciose… >>
<<
Io ora sono… sola… >>
<<
NO!! C’è Teddy! Teddy è cotto
di te non sai cosa darebbe per essere il tuo
ragazzo! Va’ con lui! >>
<<
Uhm… sì… Teddy mi piace…
mi piacevate tutti e due… ma non sapevo chi
scegliere e alla fine ho scelto te. >>
<<
Ma alla fine, mi rendo conto di aver fatto un
errore madornale. >> aggiunse la ragazza con
freddezza.
<<
Mettiti con Teddy, ne sarà felice… e
ne sarai anche tu… >>
<<
Sì, lo farò. >> Che
sciacquetta!
<<
Dai, usciamo da questo spazio angusto… >>
disse Zick cercando di essere dolce.
<<
Uhm sì va bene… >> << Noi
rimaniamo amici, comunque. >>
Zick
le tese la mano, sorridente. La ragazza sospirò
e poi la strinse.
Uscirono
insieme, e si diressero verso i tre amici.
Il
ragazzo fu veramente sorpreso di non trovare Elena
iraconda ad aspettare all’uscita della
fenditura dopo aver origliato tutto il tempo.
<<
Teddy… Teddy… che ne diresti di
fare un giretto… ? >> disse maliarda
Lay. Gli occhi nocciola del ragazzo luccicarono e
sorrise ebete, porgendole un braccio. Lei lo prese
e se ne andarono via.
Erano
rimasti solo Zick, Elena e Bobby. La ragazza scrutò
con freddezza il migliore amico, quindi Bobby
disse:
<<
Se dovete parlare, vi lascio soli… vado a
giocare a Palla Avvelenata con i Bolli. Ciao ciao…
>> il ragazzo sorrise mostrando il suo dente
scheggiato e corse via.
<<
Non sei venuta ad origliare…? Strano…
>> disse Zick.
<<
Oh, non volevo disturbare voi piccioncini…
>> ribattè Elena con freddezza. <<
Elena… non è successo niente…
Beh,
mi è saltata addosso e mi ha sbavato tutto…
>>
Elena
alzò il sopracciglio con aria scettica.
<<
Le ho detto che non mi piace più, Elena. Non
mi piace più. >>
Zick
non poté fare a meno di notare che gli occhi
color legno ciliegio della ragazza brillavano come
diamanti, e che proprio quando stava per fare un
sorriso enorme, si era fermata ad un'espressione
compiaciuta.
<<
Non mi piaceva molto come ragazza… non era
adatta per te. >>
disse
Elena con calma.
<<
Sì… me ne sono reso conto anche io…
ehy ma chi sei tu per capire qual'è la
ragazza giusta per me?! >>
<<
Intuito femminile. >> sorrise maliziosa.
<<
Ehy, ti va di fare una partita a Palla Avvelenata
coi Bolli? >> Continuò prima che Zick
proferisse parola.
Zick
ghignò divertito.
<<
Ma certo! >>
Lei
lo prese per il polso ed insieme corsero verso la
più epica battaglia di Palla Avvelenata coi
Bolli che avessero mai giocato.
Capitolo 3 *** La verità sulle persone è spesso celata... ***
La
verità sulle persone è spesso
celata...
<<
Presto!! Acqua fresca, acqua limpida!!! UN
COLUTTORIO! UNO SPAZZOLINO DA DENTI!!! >>
La
famiglia Zick e i mostri erano appena rientrati a
casa dall'Antica Armeria.
<<
Ma che ti prende? >> chiese apprensiva la
madre.
<<
Ho... ho mangiato una mosca!! >>
“ Nulla
sarà mai tanto schifoso come quel bacio!!!
Ma che dico bacio, era uno sbavamento totale!!! “
Il
ragazzino si fiondò verso il bagno, spalmò
una quantità generosa di dentifricio sulla
lingua poi sfregò tutto con lo spazzolino.
Finì in un secondo la bottiglietta del
Tantum Verde, e si ritrovò tutta la lingua
bruciante.
<<
Ahi ahi.... qui c'è qualcuno che veramente
mi vuole male... >> pensò malinconico
quanto arrabbiato Zick.
La
mattinata del mercoledì scolastico passò
lenta... noiosamente lenta... stancamente
noiosa....
I
ragazzini si erano dovuti sorbire la voce di Walter
Parrini, il professore di Arte, che fece un
discorso lungo tutta l'ora sulla storia dell'Arte
italiana. Sarebbe stato interessante, se il prof
avesse dato un minimo di movimento alla lezione, ma
no. La sua voce era sempre noiosa, lenta, monotona,
non cambiava mai di intonazione e Lorrence commentò
che sarebbe stato un gran baby sitter. E quando
Zick gli chiese il perché, Lorrence rispose
che la sua voce sarebbe stata un'ottima ninna
nanna.
Persino
David ed Annie, i ragazzi che erano stati più
pazienti e interessati alla lezione, ora erano
sdraiati sul banco mezzi morti.
<<
È t-troppo anche per noi... non ce la
faremo... >> balbettarono i due cercando di
rianimarsi a vicenda.
Ma
i loro guai non erano terminati.
La
terza ora i ragazzi conobbero la professoressa di
musica Grazia Pergozzo: era abbastanza giovane,
alta a magra. Il problema era che ti fissava come
una pazza psicopatica. Aveva gli occhi fissi,
enormi, a palla: sembrava che stessero sempre per
uscire fuori dalle orbite.
Elena
giurò di non averla mai vista sbattere le
palpebre.
Lorrence
ipotizzò quindi che aveva ben due occhi di
vetro, anche perché spesso invece di
guardare verso i ragazzi guardava nel vuoto e
parlava, rivolgendosi a loro.
Si
incavolò pure quando scoprì
che nessuno aveva portato il flauto.
MA
ALMENO IL DIRITTO DI NON SAPERE COSA PORTARE LA
PRIMA VOLTA NO, EH?
La
terza fu altrettanto desolante. Simona Mostardelli,
la professoressa di ginnastica, non fece fare loro
un giro fuori dalla scuola, come avevano previsto (
e sperato), ma li trattenne ancora un'ora in classe
a parlare delle regole della pallamano.
DRIIINNN!!!!!
<<
SANTA CAMPANELLA! >> esclamò Lorrence.
Tutta la classe lo sentì, ed anche la prof
ma questa sorrise.
<<
Non ci posso credere che non mi sia addormentato.
>>
Commentò
Zick, mentre addentava il suo panino alla
marmellata di ribes.
<<
Sì... le tre ore più noiose della mia
vita. >>
Elena
divorò la sua pizzetta con foga.
I
ragazzi per quei dieci minuti scarsi di libertà
si tennero ben lontani dal corridoio. Non volevano
avere più a che fare con altri scontri con
Soup e Ford... ma videro con fastidio che Gordon
Bobbins, il ragazzo scemo che aveva chiamato Zick “
Mezza sega” parlicchiava con loro e
ridevano...
<<
Oddio me ne vado io ne prendon-no sub-bito un
altro... >
sospirò
David mentre beveva il suo succo di frutta.
<<
E guarda quelle lì... >> sbuffò
Elena guardando verso tre ragazzine truzze.
Matty
e Patty stavano confabulando con l'altra truzza
della classe, Tatiana... ( ormai diventata
Tatty)...
<<
Ohhhh guarda amore le mie nuove Superga Bianche!!!
Ihih!! >> ( Matty)
<<
Ma quante le lovvo!! xseo4ever!! >> ( Tatty)
<<
Ehyyy guardate la my spillina a forma di bottone
glitterata! >> ( Patty)
<<
Oddio ma che amore!!!! >>
<<
Andiamo in bagno devo farvi vedere il mio nuovo
Motorola V3 dorato firmato D&G!! >>
<<
Nooooo!!! >>
<<
Io invece ho l'LG Cookie Touchscreen rosa! >>
Matty
saltellò agitando i boccoli scuri.
<<
Sììì ANDIAMO!!! >>
<<
Sto per vomitare... >> borbottò Elena.
DRIIN!!!!
<<
Dai che adesso c'è la Tappone per due ore...
ridiamo un po'... >> disse tranquillamente
Zick cercando di non scoraggiare gli amici.
<<
Ciao, raggazzi! >> salutò la
professoressa col suo solito accento siciliano (
anzi, segeliaaano...)
<<
Allora avete pronto tutto il materiale?
Lo
avete portato tutto e tutti? >>
Zick
frugò nel suo zaino, tranquillamente...
mancava il quaderno.
Lo
poteva dire alla prof senza paura, sapeva che non
lo avrebbe punito.
<<
Professoressa, io mi sono dimenticato il quaderno.
>>
Il
sorriso di lei scomparve, e i suoi occhi si
assottigliarono.
<<
Male, molto male... >>
A
Zick venne il sudore freddo.
<<
Questa cosa non la posso accettare ancora una
volta... va bene, è la prima volta, ma la
seconda... ti metto Doppio Foglio... >> La
Tappone aveva assunto un tono glaciale,
tagliente... dov'era la vecchia simpatica
professoressa che avevano conosciuto ieri l'altro?
Era stata spazzata via.... ?
Tutta
la classe era ammutolita per il comportamento della
Prof... sembrava un'altra persona.
<<
Va bene professoressa... starò più
attento... gulp! <:-(| >
<<
Devo segnarti sul registro, comunque... >>
vedendo la mano grassoccia agghindata con mille
anelli correre verso il registro, a Zick sembrò
un boia che stava per prendere la sua ascia
d'esecuzione...
<<
Come ti chiamavi tu? >> << Zick...
>> << Nome intero! >>
Ormai
tutti lo guardavano... accidenti, perché lo
chiamava Ezechiele??? Era il suo nome di battesimo
certo ma lo odiava... era un nome per vecchietti!
Ancora non era riuscito a capire perché i
suoi gli avessero appioppato un nome del genere...
<<
Finito. Allora puoi seguire sul quaderno della tua
amica Patata >> Elena era arrabbiatissima.
Scrissero
un casino di cose in quelle due ore, delle quali
Zick non ci capì niente, ( quando si mette
do e quando si mette does, il genitivo sassone e
tutte le sue regole ecc, quando va messo il simple
past e il simple present ecc...)
Mancava
poco alla fine dell'ultima ora.
<<
Prendete i vostri diari.... >> disse
freddamente la Tappone.
<<
Per... oh ci vediamo domani. Bene bene... studiare
a memoria il dialogo di pagina tre, fare la
traduzione, l'autodettato non meno di quattro
volte... studiare benissimo gli appunti sul
quaderno! E tu... >> la megera mandò
un'occhiata odiosa a Zick...
<<
Come ti chiamavi? >> << Zick... >>
<< Ezechiele, domani voglio vedere tutti gli
appunti scritti sul tuo quaderno. Right? >>
<< … Va bene... >>
DRIIINN!!!
<<
Quella sottospecie di sorcia! Quella bagaciospa!
Quella.... ANGUANA!!! >> Esclamò Zick
mentre scendeva le scale insieme ai suoi amici.
<<
Quella è una persona dalla doppia faccia...
>> sospirò Annie. << F-falsa...
>> aggiunse David.
<<
Ma poi!!! Avete visto quanta lezione c'è da
fare per domani? Cioè ma siamo solo al terzo
giorno!!! >> sbraitò la ragazza dai
capelli arancio mandando pugni all'aria.
<<
La verità sulle persone è spesso
celata... >> disse Lorrence pacatamente.
Aprii
la porta ed entrai dentro casa mia.
<<
Ciao... mamma? >> << Oh, ma tu devi
essere la Elenina!! Sei veramente una bella
bambolona! >>
Parlò
una voce zuccheratissima e unta come una palla di
burro, che proveniva da dietro di me.
Mi
girai con orrore, e vidi che alla porta era sbucata
una vecchietta. Sorrideva mettendo in mostra i suoi
denti gialli ( molti erano mancanti)e in testa
aveva un ciuffo di capelli marrone scuro-grigio. Mi
sentii un po' male quando vidi le strane
macchioline marroni che tempestavano le sue mani
scheletriche e venose.
<<
Chi... chi sei? >>
<<
Oh, ma sono la Mariangela! La nuova baby sitter!!!
>>
Elenina?
Bambolona? Baby sitter? OH PORCA BOMBA.
<<
La tua mammina non ti ha detto nulla...? >>
chiese con la sua vocetta ebete.
Non
ho tre anni e nessuno può osare chiamarmi
bambolona!!!!
<<
No mamma non mi ha detto proprio niente... solo che
oggi andavo da sola a casa... >>
<<
Ohhhh.... allora voleva farti una sorpresina!! >>
Più
che sorpresa un mezzo infarto mia cara.
<<
Dove sono gli amoriiini? >>
Gli...
amorini?!
Sto per vomitare...
<<
I tuoi gemellini... Charlino e Violetta... >>
SE
CHIAMI ANCORA CHARLIE E VIOLET IN QUEL MODO IO....
<<
Boh? Saranno nella loro stanzetta... >>
risposi cercando di levarmela di torno.
<<
Mi ci porti, per favore, bella bambolina? La tua
mammina mi ha detto che sei una brava bimba... che
belliina!! >> avrei preferito una sequela di
insulti che tutti quei complimenti che sapevano di
burro e falsità!
<<
Va bene... >> ringhiai.
<<
Ma sono un amooorreeee!!!!! Che bei bambolotti
dolcissimii!!!! >>
Vuoi
fare diventare mio fratello e mia sorella
diabetici??
In
quel momento entrarono nella stanza Sfruscio, Puffy
e Bombolo. Oh, no.
<<
Ma che bei ciuciiii!!!!! Che bel gattino!!
Che bel coniglietto!! >>
Ciuci???
Oddio, gergo da vecchiette paesane!!!
<<
Ciao io me ne vado dal mio amico a mangiare
ciaoooo!!! >>
Avevo
deciso tutto in quel momento, solo per liberarmi di
quella baby-sitter.
<<
Ma davvero sei sicura amore?? >>
<<
Certo ciao ciao!!! >> feci il mio zaino e mi
diressi verso l'uscita.
Mi
dispiacque tantissimo non abbracciare Bombolo che
mi venne incontro mentre andavo alla porta, ma
avevo una voglia matta di stare lontano da quella
megera....
Accidenti,
ci mancava la Tappone e mi ritrovo la baby sitter
smielosa ma qui c'è davvero qualcun che mi
vuole male!! Mamma quando la rivedo mi sente!!
Mi
diressi verso Villa Barrymore e suonai il
campanello...
<<
Chi è siamo a pr....oh ciao Elena! Che
succede? >>
Feci
segno che glielo avrei spiegato dopo e mi diressi
verso la sala da pranzo.
<<
Chi era Zick....? Oh ciao Elena! >> mi salutò
Zob riemergendo dal suo piattone d'insalata.
<<
Ciao a tutti... >> sorrisi timidamente.
<<
Ciao Elena!!! >> il mostro rosso dalle
macchie gialle che stava mangiando dei vecchi
infradito mi abbracciò stretta e mi ruttò
in faccia.
<<
Ciao anche a te, Bombo! >> ben presto fui
circondata da tutti i Mostri e anche Jeremy mi
diede un salutino.
<<
Qual buon vento ti porta qui? >> mi chiese
Greta.
<<
Oh beh Bombolo ha... Bombolo ha mangiato tutto il
cibo e in casa e... avevo fame e non sapevo a chi
rivolgermi... scusate se mi sono autoinvitata ma...
>>
<<
Oh Elena ma non c'è nessun disturbo!
Veramente! Vuoi un po' d'insalata? >> <<
Oh, grazie mille... >>
Ci
ritrovammo a mangiare tutti insieme a tavola...
<<
Elena... Zick mi ha parlato della vostra prof,
la... Tampone, Tarpone o come si chiama... >>
<<
Tappone... >> suggerii con un sussulto.
<<
Ecco grazie... tu cosa ne pensi? È vero che
oggi sembrava... un'altra persona? >> mi
chiese Zob.
<<
Certo! E ci ha dato un sacco di lezione per domani
e se l'è presa un casino con Zick perché
si era scordato il libro per la prima volta! >>
<<
Ha
fatto bene quel ragazzo è indisciplinato! >>
Esclamò
il Tutore dalle sembianze feline.
Si
dileguò quando tutti lo pugnalarono con
un'occhiata omicida.
<<
Uhm... capisco... non è un comportamento
molto bello. >> concluse Greta.
<<
Scusa puoi accendere la tv? Metti il
telegiornale... >> chiese il papà di
Zick.
<<
Qui è Sara Smith, la presentatrice del TG9.
Parliamo
di cronaca nera: una strana morte accaduta a
BigBurg... >>
Le
quattro persone a tavola si scambiarono occhiate
sconvolte
<<...
Ieri alle 4,30 di mattina Giorgio Martinelli, il
capo della Polizia di BigBurg, è stato
ritrovato per terra in un vicolo cieco vicino alla
stazione. Era totalmente carbonizzato... gli
investigatori non hanno trovato nessun indizio...
sembra che si sia preso fuoco da solo... >>
<<
Preso fuoco da solo? Ma è impossibile! >>
esclamò Zob.
<<
Shhhhh!!! >>
<<
La moglie e il figlio di vent'anni sono indagati...
>>
<<
Oddio... chissà cos'è successo... >>
disse Greta malinconicamente mentre lasciò
perdere il pomodorino che stava cercando di
infilzare con la forchetta.
<<
Non so Greta, non so... ma voi due non avete da
fare dei compiti? >> chiese Zob ghignando.
<<
Dai fateli adesso... così il pomeriggio
siete liberi... >> sorrise Greta.
<<
Va bene! Andiamo! >> << Ma non aiutiamo
a spreparare... ? >>
<<
VIENI! >> Zick la prese per la mano e la
trascinò in camera sua.
<<
Che succede?! Non è vero che Bombolo ti ha
mangiato il cibo, l'ho capito! >> sbraitò.
<<
Certo certo... sai oggi ho conosciuto una persona
odiosa quasi come la Tappone! >>
<<
Noooo... >> << Sìì! >>
Elena sorrise con malizia e poi spiegò.
<<
… Capito? Al confronto i Teletubbies sono
roba hard metal.... >> sbottai.
<<
Non riesco a capire come fai a sopportarla... >>
sospirò il mio amico.
DRIIIN!!
<<
Oh ma chi è? >>
Ci
sporgemmo dal balcone. Sulla strada davanti alla
casa Barrymore c'era un ragazzo in bicicletta.
<<
Ma è Lorrence! >>
Ci
fiondammo di sotto prima che i genitori di Zick
andassero ad aprire.
<<
Ciao Lorrence! >> << Ciao Zick ed
Elena! Ero venuto qui per portarvi a fare un
giretto... >>
<<
Ehm in teoria dovremmo fare i compiti ma... >>
<<
Li farete dopo... tanto è questione di pochi
minuti. Vi volevo chiedere una cosa... >>
Zick
de Elena fecero spallucce. << Ok... dicci...
>>
<<
Ma voi... siete un Domatore ed una Rifugiatrice? >>
La
rossina e il moro guardarono il biondo con occhi
strabuzzati, mentre quest'ultimo rideva.
<<
Greta? Ma te cosa ne pensi di queste strane... morti...? >>
L'uomo
addentò un pezzo di pane.
<<
È molto strano... quasi impossibile... >>
ribatté la donna dai lunghi capelli biondi.
<<
Che c'è, Zob...? >> chiese Greta dopo aver
notato la faccia strana del marito.
Lui
abbassò lo sguardo e sospirò.
<<
No niente... pensavo. >>
Dovevate
vedere gli occhi di Zick ed Elena.
Sembrava
che stessero per fuoriuscire dalle orbite dalla sorpresa.
Invece quelli celesti di Lorrence erano come al solito
tranquilli ma curiosi e allegri.
<<
C-cioè tu... tu conosci il mondo dei mostri... ?! >>
balbettò Zick.
<<
Ma certo!!! Comunque non rispondete con le domande alle
domande... ditemi se è vero che tu Zick sei un
Domatore e tu Elena sei una Rifugiatrice? >> rispose
allegramente.
<<
S-sì... >> balbettarono i due.
Poi,
dopo avendosi scambiato un'occhiata eloquente. afferrarono
il biondo per un braccio e lo trascinarono dentro casa
Barrymore.
<<
E così... tu conosci il Mondo dei Mostri... >>
disse Zob girando in torno al ragazzino. Aveva la voce
calma, ma si sentiva qualche scatto d'ansia.
<<
Uhm... e come esattamente... lo conosci? >> si
intromise Jeremy con il suo solito tono indagatore.
<<
Mio nonno paterno era un Rifugiatore. Lui mi ha insegnato
tutto... quando andavo a dormire da lui, la fiaba della
buonanotte era... un capitolo del Manuale del Domatore e...
>>
<<
Tu possiedi il dono della Vista? >> lo interruppe
Jeremy rude.
<<
Fammi finire... >> Jeremy si chetò stizzito.
<<
E lui mi ha dato la Vista, sì, quando avevo sei
anni... >>
Sorrise
il biondo guardando i Mostri di casa Barrymore con felicità
e curiosità.
<<
Purtroppo però il week-end scorso... >> la voce
di Lorrence si fece un sussulto velato ormai. << Un
infarto se l'è portato via... >>
Era
triste, certo, ma sorriso non era scomparso però...
questa sua particolarità era un po' inquietante.
<<
Oh Lorrence mi dispiace... >> disse Elena mettendo la
mano sulla spalla dell'amico.
<<
Tuo nonno non ha fatto in tempo a decidere se diventare
fantasma o meno quindi... >> si intromise Theo.
<<
No... ma spesso me ne parlava. Non voleva vivere per
sempre... senza poter fare nulla. Quando sei un fantasma non
è che puoi far molto... vero? >>
Theo
e Tessa si guardarono stupiti dalle parole del ragazzino.
<<
No... non puoi fare nulla in quel senso... cioè non è
che poi incidere sulla vita circostante. Sei un fantasma,
sei morto... ma puoi vedere la tua famiglia... far sentire
la tua presenza al tuo nipotino... >> spiegò
Tessa guardando teneramente Zick.
<<
Certo certo capisco... ma mio nonno ha lasciato un segno
però della sua vita. Mi ha donato il suo potere. >>
Guardò
i Mostri come se fossero diamanti preziosissimi.
<<
Piacere comunque... >> il ragazzo sorrise mentre
allungava la mano verso i due fantasmi... loro fecero
altrettanto e le loro dita si fusero dolcemente.
<<
Quindi tu sei un Rifugiatore...! >> concluse Jeremy
<<
Sì... >> << Scusa come fai di cognome? >>
<< Zofirus... >>
<<
Zofirus... Zofirus... sì conoscevo uno Zofirus...
Teodor se non sbaglio, no? Era un grande Rifugiatore sì.
Mi dispiace molto della tua perdita. >> gli occhi
verdi-giallo del gatto ora erano malinconici.
Lorrence
sorrise.
<<
Ora basta con questa lagna! Voglio conoscere i Mostri di
questa Oasi! >> Esclamò Lorrence con la
sorpresa si tutti, e così si fiondò verso
Snyakutz Bu.
<<
Piacere piacere! >> Lorrence rise sereno mentre vide
che la mano del mostro gli rimase nella sua.
<<
Tu sei un Bombo vero? Ti darei volentieri degli scarponi di
mio padre... >> << Sììì
grazie Lorrence tu essere molto buono con Bombo non essere
come Zick umpf! >> Il Bombo mandò
un'occhiataccia al giovane Domatore.
I
Bobak gli strinsero la mano elegantemente e i Bolli
cominciarono a svolazzargli attorno canticchiando.
<<
Nella Oasi del nonno c'era solo un piccolo Girti... la nonna
non possedeva la Vista e quindi non sapeva nulla.
Quanto
ridevamo io e nonno quando andavamo a casa sua... il Girti
svolazzava attorno alla nonna e lei non riusciva a capire
perché la guardavamo sforzandoci di non metterci a
ridere... quando lui è morto il Girti è
passato a me e quindi... lo tengo in casa come animaletto
domestico, tanto i miei non se ne accorgono... >>
<<
Quindi solo tu della tua famiglia hai la Vista. >>
concluse Zob. << Esattamente. A, non ci siamo ancora
presentati! Io sono Lorrence Zofirus. E lei deve essere
Zobedja Zick, figlio di Ezeria Zick, il grande Domatore!!!
>>
<<
Ehm sì grazie sono io sì... ma chiamami pure
Zob... >>
rispose
il Domatore imbarazzato, non abituato a tutte queste
formalità.
<<
Mio nonno mi parlava tanto di suo padre... e anche di lei.
<<
Ah davvero ehm grazie... >> sorrise Zob.
Si
girò verso Greta.
<<
Signora Zick! Che piacere!!! >> Il biondo le fece un
elegante baciamano.
<<
UhUhUh... ma che gentile che sei... >> cinguettò
lei deliziata. << Dovreste imparare da questo
signorino miei cari! >> per tutta risposta Zob e Zick
le fecero la linguaccia.
<<
Bene! Le presentazioni sono finite! Mi ero già
accorto della vostra famiglia già da un po'... >>
<<
E perché non ci hai mai detto nulla? >> sorrise
benevolo Zob << Mi vergognavo... >>
<<
Non ti devi vergognare di nulla Lorrence! Possedere la vista
è un grande potere! >> Sorrise Greta mentre gli
metteva dolcemente la mano sulla spalla.
<<
Volete venire a casa mia a fare i compiti? >>
I
ragazzi posarono le biciclette davanti al cancello. Era
enorme, altissimo e nero lucido. Su delle colonnine ai
fianchi stavano appollaiate delle statue di gargoyle in
pietra nera che sembrava ti seguissero con lo sguardo.
<<
Sembra che stiate per entrare in un cimitero, eh? >>
sorrise
Lorrence. << Ehm... già... >>
balbettarono gli altri due, osservando con timore gli
spunzoni affilatissimi in cima al cancello.
Entrarono
in un parco grandissimo. Era costituito interamente di
alberi sempreverdi, infatti l'ombra fresca avvolgeva i tre
ragazzi...
Un'enorme
villa apparve.
Aveva
molte torri che si levavano slanciate verso il cielo, le
finestre a bifora orniate di merletti floreali in ferro
battuto. Sulla facciata principale, un enorme rosone di
vetro colorato dava un po' di colore. Sì, tutta la
villa era completamente nera. Nero lucido, intrigante,
misterioso e che incuteva rispetto e timore.
<<
Era un'enorme cattedrale gotica. Quando la mia famiglia si è
trasferita qua ad Oldmill Village era cadente e stava per
crollare su se stessa. Mio padre se n'è innamorato e
l'ha fatta ristrutturare. >>
<<
Siete ricchi quindi! >> esclamò Elena.
<<
Beh, sì un po' di soldini ce li abbiamo. >>
sorrise il biondo guardando il maestoso rosone.
<<
È un po'.... >> << Lugubre, Zick? >>
rispose Lorrence.
<<
In effetti, quando l'abbiamo trovata era color avorio. Già
pensavo come sarebbe stata bella così candida,
splendente... ma mio padre l'ha voluta tutta dipingere di
nero. È fatto così, è un po'... >>
<<
Dark? >> suggerì Elena.
<<
Uhm, diciamo di sì. >> << E tua madre ha
accettato questo tipo di casa? >> chiese Zick.
<<
Beh, se ha sposato ed ha avuto un figlio con un uomo che ama
queste cose, probabilmente le accetta. >>
Rispose
Lorrence, increspando per un millisecondo il suo perenne
sorriso.
<<
Più che altro, i miei vogliono privacy. Già al
cancello vi sentivate... come dire, non ispirati ad entrare
vero? >>
Zick
ed Elena annuirono vivamente.
<<
I miei genitori non amano gli ospiti e le visite. Sono
persone... solitarie e un po' schive. Ma ora entriamo. >>
Lorrence
condusse i due amici sotto un enorme arco a sesto acuto,
davanti ad un altissimo portone di legno scuro con delle
borchie che lo coprivano.
Lorrence
tirò fuori una chiave grande, pesante e di ferro
scuro. La mise nella serratura e la porta si aprì da
sola.
<<
Tranquilli, è un sistema automatizzato. Non sapete
quanta forza ci vuole per aprire completamente il portone!
>>
Zick
ed Elena entrarono timorosi...
Si
ritrovarono dentro un ampio atrio, che probabilmente doveva
essere il luogo di preghiera. Ma le panchine erano sparite
lasciando al loro posto tantissime poltrone di pelle verde
ramarro lucida.
Al
posto dell'altare ora stava un enorme tavolo, lunghissimo e
stretto, coperto da una tovaglia di seta rosso sangue. In
mezzo, troneggiava un candelabro d'oro.
<<
Strano, eh? Siamo solo in tre e papà ha voluto
prendere questo tavolo enorme... poi considerando che non
viene mai nessuno qui a mangiare con noi... non serve a
nulla. Ma seguitemi, non state a gingillarvi. >>
Elena
era inquieta. Strinse forte il braccio di Zick, che si
lasciò sfuggire un sussulto sorpreso e imbarazzato...
<<
Ma i tuoi sono in casa? >> chiese la ragazza.
<<
No... è da tre giorni che vivo da solo qui... >>
rispose vacuamente il ragazzo, mentre passava sotto
l'ennesimo arco a volta.
<<
Cioè? >> << I miei spesso partono per
viaggi di lavoro... stanno via giorni e giorni... mi
lasciano le chiavi e dei soldi e me ne sto qui ad
aspettarli... tanto ho la bici... >> rispose con
tranquillità Lorrence.
<<
E non senti la loro mancanza? >> chiese Zick.
<<
Uhm... no. I miei genitori mi hanno abituato già da
piccolo a questo stile di vita... e non è che mi
hanno dato tanto affetto. Semplicemente devo loro la
vita...e ne sono riconoscente certo. >>
Zick
ed Elena si scambiarono occhiate sorprese e stranite.
Che
tipo strano, quel Lorrence Zofirus.
<<
Andiamo in camera mia. Salite qui... >>
I
ragazzi si trovarono davanti ad un enorme scala di ebano che
si avvolgeva attorno alla sagoma della torre...
Zick
ed Elena non osarono guardare di sotto mentre salivano i
gradini. La ragazza si stringeva sempre di più al suo
migliore amico...
Dopo
una moltitudine di scalini, le scale finirono e i ragazzi si
ritrovarono davanti alla porta in mogano della camera di
Lorrence.
Zick
ed Elena erano sfiniti ed ansimavano dopo tutta quella
scalinata: Lorrence non era minimamente sotto sforzo e se ne
stava tranquillo ad osservare con ilarità i due
amici.
<<
Eheh, si vede che non siete abituati a vivere in una
cattedrale. >>
Il
ragazzo aprì la porta e... gli altri due rimasero
estasiati.
Era
un esplosione di colori. Ogni parete era di un colore
diverso, picchiettato però di macchie multicolori.
Il
piccolo letto era tutto sfatto, il cuscino per terra, una
miriade di fumetti sparsi qua e in là e delle mutande
e magliette sul pavimento.
La
finestra a trifora era stata dipinta di turchese e i colori
del vetro filtrati dalla luce venivano proiettati sulle
pareti...
Su
ogni muro spiccava la scritta: “ Mai essere normali
“
in
caratteri e colori diversi.
<<
Benvenuti del mio regno. >> sorrise Lorrence, buttando
il suo zaino su letto.
<<
Ah, si vede che qui ci vivi tu ihih! >> rise Elena.
<<
Aspetta vi devo presentare il mio amico... >>
La
voce di Lorrence diventò più vellutata.
<<
Girti... Girti... tranquillo sono amici non aver paura...
sei al sicuro ci sono io... >> Lorrence si piegò
e guardò sotto al letto. Aveva sentito dei mugolii...
Piano
piano, una testina sbucò tra le lenzuola variopinte.
A
poco a poco uscì... l'esserino si guardava intorno
timoroso con i suoi occhietti scuri che esprimevano una
dolcezza incontenibile. Aveva il corpo piccolo e
rotondeggiante di un pelo morbido, lucido e verdolino, la
codina che finiva a pallina e delle grandi e buffe orecchie.
Il
Girti schizzò velocissimo tra le braccia del
padrone...
<<
Dai fai amicizia con questi due simpaticoni... non ti fanno
niente dai... >> il mostriciattolo si girò
piano piano e smise di mugolare.
A
poco a poco si staccò dalle braccia di Lorrence e si
avvicinò con curiosità e timore a Zick ed
Elena, poi emise un versetto allegro.
<<
Che carino che sei, quasi non ti si può chiamare
mostro!
>> cinguettò Elena mentre il Girti le
svolazzava intorno alla testa.
<<
Solo una cosa non ho capito... >> cominciò Zick
mentre osservava divertito il Girti.
<<
Come hai fatto a capire precisamente che io ero un Domatore
ed Elena una Rifugiatrice? >>
Il
sorriso di Lorrence si trasformò in un ghigno.
<<
É un potere che ho sempre avuto da quando ho
posseduto la vista. Posso capire quanto potere Dom c'è
in una persona, se possiede la vista, di che gruppo
universale è... >> Lorrence chiuse gli occhi
con aria concentrata.
<<
Tu sei Dum-Zazap, vero? >>
Zick
spaventò i suoi occhi mogano,
<<
Essì, sono Dum-Zazap... >>
Il
ragazzino dai capelli blu e la ragazza dai capelli arancio
si scambiarono l'ennesima occhiata stranita.
<<
Dividete i banchi, prego. >> la voce della professoressa era
melliflua, calma, puramente malvagia.
Il
quintetto Zick-Elena-Lorrence-David-Annie si guardarono prima
sorpresi, poi con tristezza e ansia.
Dalla
classe si levarono degli sbuffi e dei gemiti di dolore.
<<
È un compito a sorpresa vero professoressa? >>
chiese
educatamente Lorrence staccando il suo banco da quello di Thomas.
<<
Certammente... >> quel solito ghigno, quella solita
parlata siciliana che faceva spaccare i nervi.
<<
Ezechiele? >> << Eh...? >> << Ti
dispiacerebbe se gentilmente passi il compito ai tuoi compagni? >>
“Mi
dispiace sì e lo faccio anche molto poco
gentilmente
“
Il
ragazzino stancamente si alzò e andò a prendere i
compiti... gli venne voglia di strapparli e stritolare le ditoccia
grasse a salsiccia della Tappone, ma si limitò a prenderli in
mano con fare stizzito.
Il
ragazzino si sedette al suo odioso banco. Mille graffiti di argomenti
ignobili purtroppo non cancellabili, miliardi di Big Bubble
mummificate sotto il tavolo... la sedia rotta e traballante...
proprio erano il luogo perfetto per iniziare il tuo amato compito a
sorpresa di inglese.
Il
ragazzino mandò un'occhiata d'aiuto ad Elena, cinque banchi
più in là, che rispose con un sorrisino triste.
Ieri
a casa ( cattedrale) di Lorrence avevano studiato inglese certo... ma
non così bene come si fa quando c'è la verifica!!!
Aveva ricopiato tutti gli appunti di Elena sul suo quaderno ( e ci
aveva messo tre ore -_-') e se li era ripassati sì...
Dietro
di lui aveva Gordon Bobbins, lo scemo del primo giorno.
Iniziò
a scrivere inanzitutto il nome cognome e la data... poi abbassò
lo sguardo sul primo esercizio ( ce ne erano dieci)
“
Collega
i nomi con le figure”
“
Bahh,
fin'ora una cacchiata da bimbini di prima elementare. “
Lo
volò. Strano, era la prima volta che iniziava una verifica
bene... che bello.
“
Esercizio
2: Coniuga queste frasi alla terza persona singolare in forma
interrogativa “
“
Uhm.
Un po' più impegnativo... Aspetta come si faceva? La terza
persona è sempre hesheit...
Si
mette does... poi il soggetto e il verbo base boh? Proviamo così
va' “.
Il
ragazzino soddisfatto pensò:
<<
Beccati questa Tappone. Un compito prefetto. >>
Con
sfacciataggine, Zick alzò il foglio ( certo mancavano altri
otto esercizi ma tanto...)
e
lo mise perpendicolarmente rispetto al piano del banco...
<<
EZECHIELE! >>
Quella
vocetta stridula...
<<
Sì professoressa? >>
<<
Dammi il compito! >>
<<
Scusi? >>
<<
DAMMI IL COMPITO TI HO DETTO! >>
<<
Ma prof cos'è successo...? >>
<<
Lo sai cos'è successo! Dammelo adesso! >>
Il
ragazzino stupito si alzò dal banco e si diresse verso la
cattedra... tutti i ragazzi della classe adesso avevano gli occhi
puntati su di lui.
Zick
glielo diede stranito, e lei glielo strappò di mano con le sue
unghiacce affilate.
<<
Professoressa ma che è successo? >>
<<
Non fare il finto tonto! >>
<<
Per favore me lo può dire così ci capisco anche io
qualcosa? >> Zick aveva assunto un tono seccato.
<<
Hai sollevato il tuo foglio! Volevi far copiare gli esercizi a
Bobbins! >>
<<
Ma per nulla prof! Lo avevo sollevato solo così per guard...
>>
<<
Niente scuse! >> << Ma se è vero... >>
<<
Anche il tuo compito è perfetto! Avrai sicuramente copiato! >>
<< Ma non è vero? Scusi ma anche io non posso avere un
compito perfetto ma che sono ritardato? >>
“
Ho
osato troppo...? “ pensò Zick mentre la prof lo fissava
con gli occhi furenti.
Lei
non lo ascoltò.
<<
Il tuo compito è annullato. >>
<<
Ma come scusi ?! >>
<<
Anche il tuo Bobbins. Portamelo qui. >>
Il
bestione si alzò mogio mogio e mise il suo foglio accanto a
quello di Zick. Era completamente bianco.
<<
Vede? Non ha copiat...! >>
<<
Stava per farlo, Ezechiele! >>
<<
Certo certo allora ha ragione lei guarda. >>
Anche
Zick si era stufato.
Mandò
un'occhiata veloce ad Elena... lei lo fissava con gli occhi
spalancati.
<<
Non fare quel tono con me raggazzo... >>
<<
E allora, per favore, non mi interrompa sempre quando parlo e prof
non voglio sembrare maleducato ma se si impunta sulle cose e crede di
aver ragione sempre lei... >>
I
due si guardarono per diversi secondi con astio.
La
classe era ammirata per le parole e il coraggio di Zick. Si era fatto
rispettare...
<<
Doppio foglio, Ezechiele Zick. >>
Ancora
quella voce detestabilmente odiosa, acuta, falsamente zuccherata.
Il
ragazzo con odio andò verso il suo banco, mentre sentiva tanti
occhi puntati su di lui.
Strappò
un foglio da suo quaderno, e lo divise in due.
<<
Una parte andrà a me, l'altra ai tuoi genitori. >>
dettò
freddamente la prof.
<<
Scrivi due volte il motivo per cui hai preso il doppio foglio. Il
ragazzino ghignò mentre pensava a ciò che aveva in
mente.
Tagli
la parte riservata alla Tappone e gliela diede.
<<
Nome: Ezechiele Zick. Classe 1E... >> cominciò a dettare
la prof ad alta voce.
<<
Data: 24109. Motivo del doppio foglio... >>
La
donna smise di parlare e spalancò gli occhi.
<<
Inesistente. >>
Zick
ghignò.
<<
Ragazzo cancella subito e spiega quello che hai fatto! >>
<<
Ma ho appena spiegato quello che ho fatto professoressa. >>
<<
SMETTILA DI USARE QUEL TONO CON ME! PUNIZIONE! RESTERAI IN CLASSE
DURANTE LA RICREAZIONE SENZA MANGIARE E SENZA I TUOI
AMICHETTI! >>
Zick
sbiancò, ma continuò a non perdere la calma.
<<
Voglio vedere i tuoi genitori Ezechiele. >>
sibilò
la professoressa.
<<
Ok, benissimo. >>
Il
ragazzino pensò alla faccia dei genitori quando avrebbero
saputo quell'ingiustizia. La Tappone non sarebbe stata
tranquilla.
Zick
e Gordon trascorsero l'ora standosene seduti e zitti al loro banco.
DRIIIN!
<<
Zick sei stato bravissimo però... >>
<<
Però che cosa Elena? >> rispose il ragazzino mettendo
nello zaino i suoi libri di inglese.
<<
Cioè hai fatto bene a farti rispettare e tutto... che
bagaciospa. >> Elena mandò un'occhiataccia alla prof che
se ne stava andando via tronfia.
<<
Però sai non era il comportamento giusto ecco. >>
<<
MA IO DICO! Scusa sono stato fin troppo calmo! Parla quella che non
si arrabbia mai...! Tu che avresti fatto al mio posto? >>
Elena
serrò gli occhi. << Beh, certamente avrei difeso la mia
opinione... ma se vedi che proprio è cocciuta come le pigne
verdi, era meglio lasciar perdere, non abbassarsi al suo livello...
>>
<<
EEEHHHP? Abbassarsi al suo livello? Ma io non mi sono abbassato al
suo livello! >> disse il ragazzino, stupito dalle parole strane
dell'amica. Accidenti, non sembrava lei. Era più fredda,
sembrava quasi che stesse prendendo le difese della prof!
Il
ragazzino si rese conto presto che tutti i ragazzi della classe ( e
le ragazze elettrizzate in particolare) ora gli stavano attorno come
dei mosconi e presto lo tartassarono di complimenti e lodi. Patty,
Matty e Tatty, ovviamente, se ne stavano da una parte a crogiolarsi
nella loro truzzaggine.
<<
Allora, David ed Annie: pensare che Zick abbia osato troppo? >>
disse Lorrence.
<<
Uhm... forse... la professoressa è sempre la professoressa. >>
rispose Annie mentre giocava nervosamente con i suoi chignon.
<<
Beh, l'importante è che si sia fatto rispettare. >>
Concluse
Lorrence, mandando un sorriso a Zick.
La
campanella suonò, e Zick ed Elena si avviarono verso l'uscita.
C'erano Greta e Harvey.
<<
Ragazzi, non avete molti compiti da fare spero... >> iniziò
Greta sorridente.
<<
No, no... perché? Rispose Zick incuriosito.
<<
É una bellissima giornata, fa un caldo pazzesco e avevamo
pensato se tutti insieme andavamo a fare un bagno... che ne dite? >>
disse
allegro Harvey.
Zick
ed Elena si guardarono con un'espressione piena di felicità e
sollievo.
<<
Papà ma Mariangela è a casa? >> << No,
no... vengono anche Charlie e Violet con noi. >>
La
ragazzina tirò un luuuungo sospiro di sollievo, e Zick la
guardò ridacchiando.
Il
ragazzino durante tutto il resto della giornata preferì non
dire nulla a proposito dell'episodio con la Tappone.
Zick
e su madre entrarono in casa e si ritrovarono davanti la buffa figura
di Zob in costume, con le pinne ai piedi, la maschera sugli occhi, il
boccaglio in bocca mentre reggeva un enorme ciambellone.
<<
Ehy papà! >> << Mmsmsmmsmm!! >>
<<
Magari se tuo padre si togliesse questo... >>
disse
Greta mentre cacciava via il boccaglio dalla bocca del marito.
<<
Ciao Zick! Vatti subito a mettere il costume si parte tra pochissimo!
>> disse allegro.
<<
I Mostri? >> << Sono all'Antica Armeria con Jeremy... >>
<<
Ma ora vatti a mettere il costume!! >>
La
mamma con uno sculaccione affettuoso lo condusse in camera sua e gli
porse dei boxer.
Zick
si guardò allo specchio in mutande.
Si
rendeva conto che era un ragazzo carino di viso. Gli piacevano
particolarmente i suoi capelli blu e i suoi occhi.
Con
una mano spostò una lunga ciocca in mezzo alla fronte. “
Che fico che sono” pensò il ragazzo sorridendo
soddisfatto.
Abbassò
lo sguardo invece sul suo corpo...
Le
sue braccia e le sue gambe erano degli stecchi pallidissimi,
nonostante il sole quell'estate avesse picchiato molto.
Non
aveva un minimo accenno di tono muscolare. Era tutto pelle ed ossa.
Strano, era parecchio agile anche quando combatteva, si ricordò
Zick.
Il
fatto di non aver bei bicipiti infastidì non poco il ragazzo.
Strano, adesso sentiva il bisogno di apparire... macho.
Alzò
le braccia per mettersi la sua maglietta...
Ma
bastò un rapido sguardo con la coda dell'occhio.
<<
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!! >>
Uno
strillo acuto si levò da casa Barrymore.
Nella
casa accanto intanto...
“Ma
cos'è 'sto strillo? Boh!? ” disse Elena mentre
appoggiava il suo zaino scolastico in camera.
<<
Guarda Elena, ho comprato per te un nuovo costumino! Vienilo a
provare. >> urlò Julie dalla stanza accanto.
<<
Ok ok... >>
La
mamma le porse un bikini verde brillante con delle pagliette nere
lucide.
<<
Uhm... >> << Che c'è Elly? >> <<
Niente niente... e non mi chiamare Elly. >> La ragazza si
spogliò e si mise il costumino...
<<
Ehm, mamma... >> << Dimmi? >>
<<
É molto... molto... mini! >>
<<
E cioè... ? >>
<<
É... piccolo e stretto... e poi guarda che scollatura!!
Nemmeno fossi Salma Hayek nella pubblicità del Campari!!! E...
oddio, lascia fuori un bel pezzo di chiappe! >>
La
madre si mise a ridere fragorosamente.
<<
Ma sono così i costumi... oh ma quest'estate ti mettevi il
medesimo tipo di bikini e non facevi storie... >>
<<
Sì ma non c'era Zick... non posso farmi vedere da lui in
questo modo! >> << E perché no... ? >>
<<
Perché io mi... oh vabbè non capisci!! >>
<<
Dai a Zick piacerai... >> << OH MAMMA! >>
<<
Ahahahaahah sei proprio un'adolescente che si vergogna del suo
corpo... >>
<<
Io non mi vergogno del mi... >> << Ceeerto infatti si
vede! >> ribatté ironica Julie.
<<
Comunque, non hai altri costumi più larghi... e non mi dire
che ti vuoi mettere quello intero! Quindi ti rimane questo. >>
<<
Ok va bene... ma aiutami ad allargare il reggiseno e le mutande. >>
<<
Tadààà! Sei pronta! Guarda come sei carina. >>
Elena
si guardò timorosa allo specchio.
Era...
bella in costume. Si vedevano le belle forme del suo corpo, si
sentiva.... carina, sensuale. Ma si vergognava, il problema era che
non riusciva a capire perché
<<
Fatti vedere da tua padre così... >> << Ma non ci
penso nemmen... >> << HARVEYY!!!! GUARDA UN PO' TUA
FIGLIA!! >> strillò sua madre prima che Elena potesse
fare qualcosa.
Purtroppo
Harvey arrivò di sopra e anche molto in fretta.
Quando
entrò, Elena si fece piccola piccola e cercò di
coprirsi il corpo con le braccia e le gambe.
<<
Non mi guardare papà. >>
<<
Ma non dire sciocchezze! Avrò il diritto di guardare mia
figlia in costume? Dai fatti vedere. >>
Elena
piano piano abbassò le braccia e le gambe...
<<
Oh, la mia figlia! Sta crescendo... >> disse Harvey
asciugandosi una lacrimuccia.
<<
Stai attenta ti ritroverai presto molti mosconi attorno se continui
così... chissà come sarà contento Zick! >>
<<
Oh papà non ti ci mettere anche tu... >>
I
due genitori scoppiarono in una sonora risata.
Zob
e Greta si guardarono stupiti.
<<
É Zick? >> << Sì... va a vedere tu Zob. >>
<<
Ehy ehy ma che succede?! >> esclamarono Tessa e Theo sbucando
dal muro.
<<
Spero niente di grave... >> rispose il genero salendo le scale.
<<
Ehy ma che strilli ti hanno sentito fino in Amazzonia! >>
sbottò
Zob entrando di getto nel bagno senza bussare.
<<
Ohh papà guarda! >>
Il
ragazzo alzò il braccio destro, e sull'ascella si vedeva un
orribile mostruoso famigerato... pelo.
<<
Ahahaha ma ti spaventi per così poco? Il tuo primo pelo...? >>
rise Zob mettendo la mano sulla spalla del figlio. << Naaa non
capisci! Che schifo! >>
Zick
riluttante prese una forbicina e il pelo prese la via del cestino.
Il
ragazzino scrutò suo padre.
Era
una bell'uomo: alto, muscoloso, i capelli blu cobalto che gli
coprivano gli occhi scuri...
Chissà,
magari un giorno sarebbe diventato come lui...
<<
Che cos'era? >> chiese Greta mentre metteva i panini nello
zaino.
<<
Oh, niente di che... solo un pelazzo clandestino... ^^ >>
rispose
il marito ridacchiando.
<<
Ohhh smettetela voi due! >>
Zob
e Greta si guardarono per tre secondi poi scoppiarono a ridere.
Gli
Zick e i Patata giunsero davanti ad un enorme spiaggia di
sabbia affollatissima. Il mare lì non era particolarmente
interessante. Il fondale era solo sabbia, e la cosa più
emozionante era trovare qualche arsellina. Niente pesci, nemmeno
l'ombra.
<<
Naaaaa ma non andiamo qui dai! È veramente
squallido!
>> esclamò Zob indignato.
<<
Sì hai ragione... uhm conosco un posticino magnifico... >>
Harvey
e Julie, che stava reggendo il passeggino con Charlie e Violet, si
scambiarono un'occhiata d'intesa.
<<
Appartato, carino, immerso nella natura e col mare bello. >>
descrisse Julie.
<<
Bene! Allora ci indichi la strada, mia prode! >> disse con
fierezza Greta mentre prendeva un po' in giro l'amica.
<<
Com'è questo posto? >> chiese Zick ad Elena.
<<
Vedrai, vedrai.... >> sorrise la ragazzina.
I
Patata li condussero in un boschetto di arbusti mediterranei e poi
sbucarono su una spiaggetta.
Era
situata in una piccola baia delimitate da delle rocce calcaree dalle
forme pittoresche. Il mare sul roccione di sinistra aveva scavato
tanti piccoli archetti di pietra e grotte sommerse dall'acqua. Il
destro invece era piatto e largo: ideale per fare i tuffi!
L'acqua
era veramente limpida e azzurra: si poteva vedere il riflesso
marrone-dorato delle rocce e quello smeraldo delle piante acquatiche.
La
spiaggetta era di ciottoli rotondi e lisci di tutti i colori.
<<
Allora? Molto meglio no? >> disse allegro Harvey mentre
appoggiava le borse da mare per terra.
<<
Beh, tra quella cagnara di prima e questo piccolo angolo di paradiso
non c'è paragone! Bravo Harvey! >> esclamò
contento Zob mentre sorrideva con aria complice all'amico.
Greta
iniziò a togliersi la maglietta e quindi iniziò lo
spogliamento generale.
Elena
si tolse il vestitino con un po' di vergogna. Cercò di non
farsi vedere da nessuno, coprendosi dietro la mamma divertita,
sopratutto da Zick.
<<
Allora volete pranzare adesso oppure prima facciamo un bagnetto? >>
disse Julie sfilando dolcemente le scarpine dai piedi di Violet.
<<
Io mi fiondo in acqua! >> << No no ragazzo! Vieni qui che
ti spalmo la crema solare! >> lo trattenne Greta acchiappandolo
per un braccio.
<<
Oh uffa. >>
<<
Zick ti sei rafforzato molto col tuo Dom e già non usi il tuo
Spray Aerosol.. però la tua pelle è ancora delicata
Zick... >> disse lei a bassa voce
<<
Cos'è il “Dom”? >> chiese curiosa Julie.
<<
Ehm... una cura che ha fatto Zick per rafforzare le sue difese
immunitarie ehm... >> si inventò sul momento la povera
Rifugiatrice in difficoltà.
<<
Sembro un pupazzo di neve, vero?! >> esclamò Zick
rivolto verso al padre con uno sguardo desideroso di aiuto. <<
Ma no, sei carinissimo tutto bianco spalmato... sembri un
confettino... >> lo prese in giro Zob.
<<
Mobbasta veramente però! Adesso vado! >>
Zick
corse ( e si fece un po' male ai piedi coi sassi ma non gli importò
nulla) verso il mare e si tuffò con un gran spruzzo d'acqua.
<<
Elena vieni? >> << Sì sì aspetta... >>
la ragazza si sfilò le spalline del vestito, poi disfò
i fiocchi che le reggevano i capelli, che le caddero sulle spalle.
Sentendo
le guance che bruciavano ( ma perché cavolo stupide stupide
stupide! ) la ragazza si incamminò lentamente verso il
bagnasciuga.
Zick
rimase... sì un po' inebetito davanti alla visione di Elena in
costume. Stava veramente bene, non se n'era mai accorto. Era
veramente cresciuta anche lei.
La
ragazza gli nuotò fino ad averlo accanto e gli sorrise.
<<
Allora?! Voi che fate non vi buttate?! >> strillò il
ragazzino rivolto agli adulti sulla spiaggia.
<<
Aspetta un attimo... prima ci riscaldiamo e poi veniamo a fare un
tuffo... >> rispose Greta per tutti, spalmandosi la crema.
“
Uff
sempre la solita storia... prima mi riscaldo poi vengo... che strani
gli adulti. “
Elena
gli andò vicino e gli sussurrò:
<<
Ehy tu attiva il tuo Spazio Dom. >>
<<
EH? >> << Oh, senti, ho un'occasione per respirare
sott'acqua e non me la vuoi dare? >> << Ma
certo che sì! Però credo che i tuoi genitori sarebbero
stupiti se non ci vedessero tornare a galla per respirare entro venti
secondi sai. >>
Elena
sbuffò. Giusto, giusto... se solo sapessero...
<<
Va bene, tanto i miei cercheranno SPERO DI COINVOLGERE I LORO AMICI
IN UNA CHIACCHERATA... >> disse ad alta voce Zick.
Zob
e Greta lo guardarono prima interrogativi, poi gli fecero
l'occhiolino.
<<
Ok hanno capito ma ora andiamo! >> Elena si immerse e così
fece Zick. Il ragazzo attivò lo Spazio Dom che si avvolse
attorno alla sua testa, poi anche su quella dell'amica.
La
ragazza tirò un sospiro profondo e aprì gli occhi.
Davanti
a lei c'era uno spettacolo bellissimo.
I
sassi che costituivano il fondale splendevano ai raggi del sole che
penetravano nell'acqua, magari anche loro curiosi di esplorare quel
meraviglioso mondo sommerso.
I
pesci, di ogni dimensione, specie e con tutti i colori dell'iride
banchettavano, forse un po' disturbati da quelle strane figure
informi che gli stavano a guardare.
<<
É così.. bello... >> disse Elena ( santo Spazio
Dom si riusciva a parlare e non c'era il problema della compensazione
delle orecchie XD)
<<
Uhuh. Dai, andiamo. >> e i due amici andarono ad esplorare
quell'affascinante dimensione sottomarina.
Intanto,
sulla spiaggia...
<<
Strano, è da tanto che non vedo Zick ed Elena riaffiorare. >>
notò Julie con aria preoccupata.
<<
Ehm io credo che siano così presi dalla bellezza del mare che
prendano solo una boccatina velocissima e poi subito sott'acqua... >>
cercò di giustificare Greta.
<<
Ohh ma guardate questo sasso! Che bello ehm... >> cercò
di cambiare argomento il Domatore, mentre i signori Patata li
guardavano con aria interrogativa.
<<
Ehy Zick! Guarda! >> la ragazza indicò la roccia davanti
a loro.
<<
Che c'è? Non vedo nien... >>
<<
Shhht!!! >>
Zick
si zittì finalmente e cerco di aguzzare la vista.
Niente.
Vedeva solo roccia.
Ma
ad un certo punto... si mosse. Sì, si mosse!
Un
polpo enorme si staccò dalla roccia, e subito le sue tonalità
di colore marrone si trasformarono in azzurre-verdi come l'acqua.
<<
Te lo dicevo di star zitto. L'hai fatto scappare! >>
<<
Scusa scusa... >>
I
due proseguirono verso le grotte sommerse.
Là
l'acqua era molto fredda, e la flora e la fauna erano diminuite.
<<
Guarda Elena! >> Zick indicò sotto di loro.
C'era
un enorme banco di pesciolini minuscoli, blu elettrico, che
splendevano nell'oscurità.
I
due rimasero a guardarli in silenzio, quando...
<<
BUUU!!!! >> << AAAAAHHH!!!! >>
<<
Ahahahaha!! >>
A
far loro quello scherzo erano Zob e Greta, anche loro avvolti dallo
Spazio Dom del Domatore.
<<
Ci avete fatto prendere un coccolone... >>
si
lamentò Zick mettendosi la mano sul cuore.
<<
Dai, risaliamo. Sennò i tuoi crederanno veramente che
riusciamo a respirare sott'acqua. >>
disse
Greta rivolta ad Elena.
I
Patata erano ancora a riva, e avevano già messo fuori il
pranzo.
<<
Dai andiamo a mangiare. >>
<<
Papà, mamma! Venite anche voi a fare il bagno dopo! >>
disse
Elena addentando il panino al salame.
<<
Ma certo... poi facciamo il bagnetto anche a voi eh? >>
disse
con voce tenera Julie mentre dava da mangiare ai figlioletti una
pappina giallognola.
<<
Ehy volete del mio gelato? >> sorrise Zob a fine pasto mentre
tirava fuori il suo kit da gelataio.
<<
Sìì!! >> << Allora che gusti volete? >>
<< Io vorrei un cono
stracciatella
e nocciola uhm...!! >> disse Zick.
<<
Ed io invece sempre un cono ma a... frutti di bosco e pompelmo rosa!
>> disse Elena.
<<
Ehy voi ne volete un po'? Julie, Harvey...? >>
<<
Oh no grazie stiamo facendo tutti e due la dieta... >>
<<
Ma se state benissimo! >> esclamò Greta.
Intanto,
Elena aveva dato la prima leccata...
<<
Ma è buonissimo! Accidenti sembra proprio di... di addentare
la frutta vera! È veramente incredibile! >>
esclamò
Elena
<<
Ohoh grazie... >> rispose Zob contento.
<<
Ma come fai? Tutti i gelati che ho mangiato hanno un sapore di frutta
leggero... questo è veramente gustoso! Ma come fai? >>
<<
Ehehehe segreto professionale. >>
Dopo
aver finito di mangiare, tutti si buttarono in acqua.
Julie
ed Harvey si davano il cambio a badare ai gemellini, quindi stavano
maggiormente nelle acque più basse.
Invece
gli Zick ed Elena si divertivano un sacco nelle acque più
profonde.
Zob
e il figlio si esibirono in ogni acrobazia subacquea e anche in
tantissimi tuffi di ogni tipo dal roccione piatto.
Non
se ne accorsero da quanto si divertivano, ma stettero in acqua per
molte ore!
Le
due signore dopo un po' invece uscirono dall'acqua, (Julie teneva in
braccio i gemellini infreddoliti) e si distesero sui propri
asciugamani.
<<
Ehy ma andate via così presto? >> urlò loro Zob.
<<
Abbiamo freddo! >> risposero le due amiche.
“
Tipica
risposta di una donna -_-' “ NdMe.
<<
Harvey... stai pensando anche tu quello che penso io? >>
disse
Zob guardando malizioso Harvey.
<<
Ma certo, amico mio... andiamo a ripulire la spiaggia! >>
Dopo
essersi scambiati un'occhiata d'intesa che tralasciava un po' di
malignità, Zob ed Harvey si avvicinarono lentamente alle due
donne, sdraiate di schiena, cercando di fare il minimo rumore
possibile...
al
segnale di Harvey, i due caricarono di peso la propria moglie sulla
spalla ( che protestarono indignate strillando come se le stessero
scannando vive e dando schiaffetti sulle schiene dei mariti ) e se le
portarono fino alla punta del roccione piatto ( e lasciami e
lasciami!! ) e le buttarono di sotto come sacchi di patate.
Greta
tornò a galla per prima, coi capelli tutti sugli occhi,
sputando un gran fiotto d'acqua.
<<
ZOB! SEI PROPRIO... SEI PROPRIO... >> cominciò a
balbettare dalla rabbia.
<<
UN UOMO! >> suggerì Julie uscendo dall'acqua e mandando
un'occhiataccia al marito.
<<
SIETE PRORPIO DEI MASCHI!!!! >> strillarono le due donne,
mentre i famigerati villani se la stavano ridendo della grossa.
Anche
Zick ed Elena si stavano spanciando dalle risate vedendo le loro
mamme così isteriche.
Anche
il Signor Zick e il Signor Patata si tuffarono, inondando d'acqua le
povere mogli.
Le
famiglie giocarono insieme ancora per un po', quando Julie esclamò:
<<
OH NO I GEMELLI! Gli ho lasciati soli sulla spiaggia! >>
e
nuotò di gran carriera verso i poveri figlioli che stavano
piangendo di brutto.
Lentamente
il sole stanco si adagiò piano sul suo letto di mare, e
dipinse coi suoi raggi stanchi il cielo di arancione, rosa e viola.
I
Patata e gli Zick osservarono il tramonto standosene beati sui loro
asciugamani.
<<
Però ora fa freschino eh! >> esclamò Greta, e
Julie ed Elena annuirono convinte.
<<
Mah! Io non sento niente! >> risposero i tre maschi quasi
all'unisono.
<<
Uhm... sarà meglio accendere le torce fra poco sarà
buio... sapete questo tramonto mi ricorda molto le mie serate in
Amazzonia... >> cominciò il padre di Zick.
<<
Erano tutte così belle? >> gli chiese Elena.
<<
Sì... certo ogni serata, dalla mia torre di avvistamento,
potevo assistere a tramonti come questo. E vedevi che tutta la
foresta si tingeva dei colori caldi del sole, e sentivi i versi degli
animali notturni che si
risvegliavano...
>> << Che meraviglia! >> esclamò Julie
ammirata.
<<
Essì... poi si vedeva la Via Lattea... >> <<
Papà io non l'ho mai vista com'è fatta? >>
<<
Beh diciamo che è una lunga striscia luminosa... vabbè
non posso descriverla devi vederla. >>
<<
Voi non siete stati in Amazzonia vero? >> chiese Greta ai
Patata.
<<
No... uffa dev'essere bellissimo! >>
<<
Beh sì ma quando ti ritrovi nel laghetto infestato di
sanguisughe e piranha... e non parliamo dei candirù!
>>
<<
Dai dai racconta! >>
(
il candirù è un pesce stretto e lungo che beve sangue e
che ha la brutta fama di ficcarsi nei vari buchi della gente (
intendo quelli sì) cercando cibo. È dolorosissimo
levarlo.... e potete immaginarlo :-(=| )
Zob
continuò a raccontare le sue avventure e disavventure per
tutta la serata, ma gli altri non si stancavano mai di ascoltare.
<<
Ehy ragazzi che ne direste di mangiare? >>
propose
Greta tirando fuori del riso freddo in scatola ed altri panini.
Naturalmente,
ci fu un consenso generale.
Ormai
la notte era calata e le due famiglie se ne stavano lì beate a
godersi la pace e tranquillità... ma due persone mancavano
all'appello.
<<
Mi sono proprio divertita oggi. >> disse Elena mente si
crogiolava nell'acqua trasparente, blu e calda.
<<
Anche io... c'eri tu. >> rispose Zick con un po' di vergogna,
senza smettere di guardare la via lattea.
<<
Sono così belli e piccoli... >> << Cominciò
Elena guardando deliziata il cielo notturno.
<<
Che sembra che tu li possa prendere in mano... >> la ragazza si
alzò dall'acqua e allungò la mano verso le stelle e i
pianeti... allungando le dita facendo finta di cogliere come frutti i
piccoli pallini luminosi.
<<
Pensa Elena... da qui sembrano piccolissime... ma sai quanto siamo
infinitesimalmente minuscoli in confronto a tutto l'universo... >>
sorrise Zick mentre fissava il cielo sdraiato sull'acqua a morto.
<<
Stasera è speciale... guarda com'è bella la luna...
enorme, bianca, splendente... >> Disse Elena con una voce così
dolce e velata che pareva venisse dall'altro mondo.
<<
Già... >> << I tuoi sono simpaticissimi. Tuo padre
e
tua madre sanno un sacco di cose sugli animali e le piante... è
molto interessante ascoltarli mentre parlano di queste cose. Poi i
gelati di tuo papà sono favolosi! Gnamme! >> <<
Anche i tuoi, hanno un buon senso dell'umorismo e dicono un sacco di
cose buffe. Mi sono divertito molto con loro. >>
<<
Com'è stato bello andare sott'acqua potendo respirare... >>
iniziò la ragazza.
<<
Abbiamo visto un sacco di cose meravigliose. Pesci di ogni colore,
seppie e polpi cangianti, piante marine, rocce piene di ricci.... e
chi ne ha più ne metta... >> << Anche a me piace
un sacco il mare. Sai da piccolo non potevo andarci perché ero
ancora troppo debole: mi scottavo subito... e l'acqua salata mi
bruciava la pelle... quindi potevo vedere solo dei documentari in
tv... non sai quanto ho sognato anche io da bambino di potermi
tuffare almeno una volta nella vita... e grazie a te, Elena. Mi hai
regalato un bellissimo pomeriggio. >>
Il
ragazzo si alzò: l'acqua gli era bassa fino alla vita. Guardò
sorridente l'amica, che gli rispose con dolcezza e un po' di...
vergogna.
<<
Beh sai... posso dire la stessa cosa... anche il mio sogno è
stato sempre di andare in mare e... respirare sott'acqua. E grazie a
te ci sono riuscita. Il bello di te... sei un grande amico
veramente... non mi hai mai abbandonata... mi hai regalato sensazioni
bellissime grazie! >>
La
ragazza con gli occhi color legno ciliegio che brillavano
nell'oscurità si buttò sopra il ragazzo e lo abbracciò
teneramente. Zick si accorse che appena le mani di lei gli avevano
sfiorato le spalle le sue guance erano avvampate.
Cosa
doveva fare?
Una
voce nella sua anima diceva di respingerla... era la sua amica non
poteva...
Un'altra
di non fare nulla e rimanere fermo... era stato uno sbaglio della
ragazza...
Un'altra
voce di ricambiare l'abbraccio e stringerla... doveva far vedere che
le voleva bene anche lui...
Che
cosa voleva il suo cuore veramente?
Le
mani di lui si mossero tremanti verso la schiena di Elena... il
contatto delle sue dita contro la pelle bagnata ma morbida di lei...
gli infusero tranquillità e benessere.
Chiuse
gli occhi, poteva sentire il respiro di lei riscaldargli il collo...
<<
Adesso basta coi sentimentalismi. >>
Un
sussurro della ragazza. La sua mano sul petto di lui...
Una
spinta. Uno scroscio e il corpo immerso totalmente nell'acqua.
<<
EHY MA CHE TI SALTA IN MENTE!? >>
strepitò
Zick riaffiorando mentre sputava acqua a più non posso.
<<
Ahahah! Sei un pollo! >> rise lei a crepapelle.
Lui
grugnì: non gli era mai piaciuto che qualcuno ridesse di lui.
Sopratutto una ragazza, e ancor più sopratutto la sua migliore
amica...
Prima
che Zick potesse ribattere qualcosa, lei lo investì con un
potente spruzzo in faccia e la ragazza se ne andò ridendo a
riva verso i più grandi.
Zick
un po' seccato si stropicciò gli occhi ( brucianti)
e
imprecò a bassa voce perché gli era entrata l'acqua nel
naso. Guardò la sagoma scura dell'amica che correva
saltellando in acqua...
Non
poteva dire altrimenti. Era aggraziata mentre correva... i suoi
lunghi capelli sciolti che brillavano al chiaro di luna, il suo
sorriso sincero, gli occhi che splendevano del riflesso delle stelle,
le sue ciglia...
Cosa
poteva rappresentare per lui il suo gesto di prima?
Certo,
non era la prima volta che si erano abbracciati...
ma
lì era stato diverso... Zick non sapeva che cosa aveva provato
di preciso. Ma era una sensazione... diversa, totalmente nuova.
E
se non stesse più pensando ad un semplice legame d'amicizia?
Il
Domatore furente picchiò il pugno contro la tavola.
<<
Stai calmo, caro. >> disse Greta.
<<
Che Anguana quella! E si permette di dubitare
dell'intelligenza di mio figlio?! Ma io dico stiamo
scherzando? >>
<<
Lo so quella donna è veramente stupida ma cerchiamo
di mantenere la calma... >>
<<
Zick, dimmi l'orario dei ricevimenti! >> ordinò
l'uomo al figlio.
<<
Meno male che non ci abbiamo la Tappone oggi... >>
sospirò
Elena.
<<
Oggi pomeriggio i miei ci vanno a parlare... >>
<<
Giusto! Speriamo che gliene dicano delle belle! >>
esclamò
Lorrence.
<<
In effetti, il suo comportamento non è molto giusto.
Insegnare sa insegnare bene e anche molto, però certo
un minimo di.... >> << Rispetto verso gli altri
David. >>
<<
Uhm... certo è indispensabile! Altrimenti la scuola
sarà vista come una cosa brutta e noiosa
anziché bella e istruttiva... >> commentò
Annie.
<<
Ragazzi! Iniziamo la lezione. >>
La
professoressa di italiano si sedette sulla cattedra.
<<
L'argomento di oggi saranno le micro-poesie. Io ve ne
leggerò alcune, e poi voi commenterete. Ok? Iniziamo
con la micro-poesia più famosa al mondo, “
Mattinata” di Giuseppe Ungaretti, che fa così:
“ Mi illumino d'immenso”.
Avete
capito il senso? Alzate le mani e ditemi cosa vi fa
pensare... >>
Il
nostro mitico quintetto alzò le mani per primo.
<<
Uhm.. vediamo... Zick! Dicci la tua. >>
<<
Io penso di aver capito. Al mattino te ti svegli e guardi
tutto quello che c'è intorno a te, e capisci che è
immenso, appunto, tutto ciò che ti circonda. E quando
al mattino sorge il sole, t'illumini d'immenso. >>
<<
Molto bene! Sentiamo altri ragazzi... >>
[
bla bla bla ]
<<
Adesso passiamo alla nota poetessa Gaudenzia Martinengo 1 ,
specializzata in poesie molto evocative verso se stessa,
cioè che ama nascondere attraverso le sue poesie
delle sue vicende... a me piace molto. Ve ne leggo una.
“ Sentieri
eterni ho camminato
il
tuo abbraccio nella gola
e
l'inverno dentro agli occhi. “
Vediamo
se qualcuno... Elena! >>
<<
Uhm... “ sentieri eterni ho camminato”... forse
sta pensando alla durata della sua vita... >> <<
Uhm. >>
<<
“ Il tuo abbraccio nella gola” Beh l'abbraccio è
una cosa
bella
però... >> << Però... di solito
una cosa nella gola com'è...? >> << É...
fastidiosa, brutta... e quindi penso che abbia sofferto per
amore... >> << Molto bene, mi piacete oggi.
Siete svegli e attenti.... >>
Patty
Matty e Tatty intanto si passavano dei bigliettini
evidentemente molto interessate.
<<
Vediamo se... David ci può dire cosa ne pensa
dell'ultimo verso di questa poesia, “ E l'inverno
dentro agli occhi. “ >>
<<
Di sicuro la poetessa quando l'ha scritta era triste...
l'inverno è sempre paragonato alla morte, alla
desolazione, alla solitudine... quindi sì sono
d'accordo con Elena ha sofferto per amore. >>
<<
Bravo! Nessun altro? >>
[
bla bla bla]
<<
Ora ad un poeta molto poco conosciuto, che personalmente
adoro, Antonio Squadrone. Le sue poesie non sono molto
allegre. I protagonisti delle sue opere sono cose “inanimate
che animano il mondo” come dice lui, cioè il
tempo, la vecchiaia, la morte, la solitudine... penso che
sia molto bravo. Vi leggo “ Tempo”:
“ C'era
tempo per uccidere il tempo,
succhiando
illusioni
da
un tubo di vetro. “
Questa
è molto difficile da capire, eh? >>
I
ragazzi annuirono vivamente.
<<
Allora secondo voi cos'è questo “ tubo di
vetro”? Che succhia illusioni, e sembra che uccida il
tempo? Pensate. >>
Dopo
alcuni secondi, Lorrence alzò la mano.
<<
Penso che questa poesia parli dell'alcool, della droga...
insomma cose che ti danno l'illusione che vada tutto bene...
appunto che uccidano il tempo... >>
<<
Esattamente! Ma che bello vedere dei ragazzi così
acuti e svegli! Ve ne leggo un'altra sempre sua. “
Luna”
“ E
quella fetta di luna
come
una bocca storta
cos'avrà
mai da ghignare? “ >>
<<
Qui non c'è molto da capire. Semplicemente descrive
la luna... strano, la vede come una presenza maligna,
inquietante... se io scrivessi una poesia sulla luna la
descriverei come una cosa buona, che infonde felicità...
almeno è quello che penso io. Comunque mi piace. >>
Disse
Annie, incoraggiata da un timido sorriso di David.
<<
Bene! Qualcun altro vuole dire la sua? >>
[
bla bla bla ]
<<
Ragazzi, mancano cinque minuti alla fine della scuola. Come
coordinatrice di classe, è mio dovere capire ogni
problema che c'è... ditemi. C'è qualche
problema con gli insegnanti? >>
I
pensieri di tutti i ragazzi andarono in zona Tappone.
<<
Professoressa... >> alzò la mano Elena.
<<
Abbiamo avuto ieri uno scontro... con la professoressa
Tappone... >> La Cartonelli sospirò.
<<
Cioè non lo abbiamo avuto tutti... è successo
a Zick... >>
tutti
gli occhi della classe adesso lo fissavano.
<<
Zick glielo vuoi dire...? >> gli bisbigliò
l'amica.
<<
Certo... >>
E
Zick spiegò dell'accaduto.
<<
Uhm... Loredana è stata sempre una persona molto
impulsiva... comunque ha sbagliato. Certamente non era tua
intenzione far copiare a Gordon, no? >>
<<
Certo che no! Avevo semplicemente messo il foglio in
verticale basta! >>
<<
Capisco. Sai può aver frainteso quel gesto... >>
<<
Ok va bene professoressa però appena cercavo di
spiegare che non volevo far copiare mi interrompeva sempre e
non mi faceva dire la mia... sosteneva di aver ragione
sempre lei! >>
<<
Non è molto giusto... vabbè nel prossimo
consiglio di classe ne parleremo. Grazie per le tue parole
Zick. >>
sorrise
la prof.
<<
I miei genitori le vanno a parlare oggi... >>
<<
A davvero? >> << Sì. >>
DRIIIIN!!!
***
<<
Noi andiamo a parlare con la tua “professoressa
adorata”... tu vieni o resti qui? >> chiese Zob
nervosamente.
<<
Mah, vengo ok. Voglio vedere la sua brutta faccia quando
gliela farete pagare! >>
I
tre Zick scesero dall'auto e si diressero verso l'ingresso
della scuola media...
Quando
varcarono la porta, videro la tozza figura della Tappone
vestita con i suoi orripilanti completini lanosi.
Appena
vide i genitori di Zick, rivolse loro il più
stucchevole dei sorrisi e gli accolse con un calore ben poco
accetto da Zob e Greta.
Riservò
a Zick un'occhiata falsamente melensa, poi condusse i suoi
genitori in una stanzetta.
Il
ragazzino fece per entrare, ma Tappone con un ghigno gli
chiuse la porta in faccia, lasciandolo come un baccalà.
Avrebbe
voluto origliare, spiare dalla serratura: ma purtroppo non
traspariva nessun rumore dall'interno e la serratura era
troppo piccola.
Si
guardò attorno rassegnato. La scuola era così
strana così silenziosa, così... vuota. Il
ragazzino si trovava a disagio quando la mattina era
circondato da centinaia di ragazzi schiamazzanti, però
anche questo rovescio della medaglia era... inquietante.
<<
È veramente strana, v-vero? >>
Disse
una voce alle spalle di Zick.
Il
ragazzino si girò e vide la figura sorridente di
David.
<<
Non sembra nemmeno la s-scuola così. Buongiorno... >>
disse
salutando il bidello che stava dando il cencio al pavimento
d'entrata.
<<
Ciao, David! >>
<<
Ciao, Zick. I t-tuoi sono dentro giusto? >>
disse
il biondo indicando l'ufficio della Tappone.
<<
Sì... ma tu che ci fai qui? >> << Niente.
Volevo fare una pas-s-seggiata ma non sapevo dove andare.
Allora mi sono ricordato del tuo appuntamento g-galante con
la Tappone e sono venuto per vedere un po'. >>
<<
Uh. Che si fa? >> << Vuoi fare una passeggiata
qua fuori? Ti offro un gelato. >> << Ok,
grazie... ma andiamo al bar di papà che ci fanno lo
sconto! >>
<<
Ah, gli conosco i tuoi! Brava gente! Cosa vuoi di bello? >>
<<
Ecco io vorrei... >>
<<
Simpatico quel Doodie! >> disse David leccando il suo
gelato al mandarino cinese.
<<
Un vecchio amico di famiglia. >> sorrise Zick.
Ci
fu qualche secondo di silenzio...
<<
Allora, come va? >> << Bene bene... >>
<<
Cosa avete fatto di bello in questi giorni? >>
<<
Mah, Elena ed io siamo stati a casa di Lorrence... >>
<<
Mi ha invitato ieri. È bellissima la sua
c-cattedrale. Certo è un po' lugubre, però
affas-scinante da morire. >
<<
I suoi genitori scommetto non c'erano. >>
<<
No... era solo. Diceva che erano al lavoro... Però
aveva un comportamento strano Lorrence... ancora più
strano. >>
<<
Cioè? >> << Sembrava che sorridesse
al...vuoto. >>
<<
Boh... magari pensava... >> disse Zick pensando subito
al Girti.
<<
Invece tu ieri? >>
<<
Siamo stati al mare... c'era anche la famiglia di Elena. >
<<
Divertiti? >> << Molto... molto... >> i
pensieri di Zick passarono dalla loro magnifica esplorazione
subacquea, poi alla mitica “ presa della moglie”
e poi... quell'abbraccio al chiaro di luna con Elena...
<<
Invece... tu ed Annie? >> David sorrise svagato.
<<
Non sembra, ma Annie è una ragazza molto forte. >>
Zick
guardò stranito l'amico.
<<
Spesso lei mi in-invita a casa sua a parlare... mi ha detto
che ha seri problemi fa-fa-familiari. I suoi genitori
litigano ogni giorno e lei si sfor-z-za un sacco per
sopportare la situazione... >> << Mi dispiace
per Annie. >> disse Zick.
<<
Oggi volevo invitarla ad us-scire a prendere il gelato dopo
c-cena... però non ho avuto il coraggio. >>
<<
Perché? Sai che accetterà. Tu le piaci
molto... >>
<<
Lo so... ma non è quello il pr-problema... quando
stiamo insieme div-v-entiamo troppo imbarazzati e alla fine
siamo veramente a disagio e non combiniamo n-nulla... >>
<<
Allora devi levare questa timidezza! E buttati, dille quello
che pensi! >>
<<
É veramente difficile... ma cap-pisco cerco non posso
con-t-inuare così... >>
Intanto,
nell'ufficio della Tappone...
<<
Nostro figlio ci ha detto una versione dei fatti molto
diversa. >> disse Zob.
<<
Io ve l'ho ripetuto! Sono convinta e certa che abbia messo
il foglio così verticale per fare copiare Bobbins! >>
<<
Uhm... era la prima verifica che hanno fatto i ragazzi no?
>> chiese Greta.
<<
Sì... >> << Quanti esercizi aveva già
completato? >>
<<
Due. >> << Signora, conosciamo molto nostro
figlio. Lui veramente non farebbe mai copiare. E sicuramente
non chiede aiuto agli altri, è un ragazzo
responsabile... >>
La
Tapponeintanto
scuoteva odiosamente la testa per nulla convinta.
<<
Per favore, ci può far vedere la sua verifica? >>
chiese Zob. La Tappone fece una smorfia e tir fuori dalla
sua borsa il compito, poi lo porse bruscamente ai due.
<<
Sono perfetti! >> esclamò Greta.
<<
Di solito non fa compiti così... ma ci ha dato la sua
parola che ha studiato duramente e infatti i frutti si
vedono... >>
<<
Voi vi fidate delle parole di un ragazzino? >>
<<
Noi ci fidiamo di nostro figlio! >> esclamò Zob
arrabbiatissimo.
<<
Forse noi che siamo i suoi genitori lo conosciamo meglio di
lei... >> aggiunse l'uomo freddamente mentre la
vecchiaccia lo guardava con disgusto.
<<
Penso che sia stato un gesto così, spensierato...
magari era contento e sa, signora come si fa quando si è
felici. >>
disse
Greta.
<<
Zick ci ha detto... >> iniziò il marito
<<
Che lei lo interrompeva quando cercava di spiegare... >>
<<
No lo nego! >> << E che continuava a mancargli
di rispetto... >> aggiunse Greta.
<<
Basta! Non parlatemi più in questo modo! >>
strillò
la megera con voce acuta.
<<
Noi siamo tranquilli. È lei che sta strepitando senza
motivo e che non ci sta a sentire. >> ribatté
Zob con voce ferma.
Il
viso da bodda della professoressa assunse un'espressione
iraconda.
<<
Non mi manchi di rispetto... >>
<<
Non la sto mancando di rispetto, non mi permetterei mai. Ma
lei non si deve permettere di dubitare dell'intelligenza di
nostro figlio! Ci ha detto che non riusciva a credere che
avesse fatto i due esercizi perfetti. Cosa crede, che Zick
sia un ritardato? >>
La
Tapponenon
rispose e si girò di scatto.
<<
Fuori dal mio ufficio... >> disse con voce melliflua.
<<
Ok, accontentiamo la signora, Zob. >> disse Greta
prendendo il marito per un braccio prima che ribattesse.
Aprì
la porta e fece per uscire:
<<
Ma che sappia che ci rivolgeremo al Direttore di questo
istituto. >>
E
dopo queste parole, Greta chiuse l'uscio e guardò con
aria complice il marito.
Zick
e David passarono per una viuzza stretta e lunga,
completamente assorti nella loro conversazione.
Era
un vicolo cieco... ma non sapevano di essere seguiti.
<<
Toh, ritorniamo indietro. >> disse David trovandosi un
muro di mattoni d'innanzi a sé.
I
due girarono i tacchi, ma furono subito spinti da qualcuno
contro il muro.
I
due ragazzi videro che quelle grosse sagome che gli
sovrastavano erano... Ford e Gordon.
<<
Ma che volete voi... >> disse Zick cercando
inutilmente di liberarsi, ma la presa di Gordon era troppo
forte.
Il
ragazzino dai capelli blu mandò un'occhiata veloce
all'amico: aveva una faccia terrorizzata.
<<
Ma bene bene... >> disse una voce.
Un
ragazzo alto, magro con grandi occhiali e capelli a spazzola
stava davanti ai quattro.
<<
Soup! Che vuoi da noi adesso?! >> esclamò Zick
divincolandosi ancora.
<<
Niente... mi stavo annoiando e quindi con i miei cari
amici... >> rivolse ai bestioni un'occhiata
disgustata.
<<
Siamo andati a vedere un po' in giro e abbiamo trovato voi
due... >> disse con voce calma ma minacciosa.
<<
E cosa pensate di f-fare? >> balbettò David.
<<
Boh... quello che mi p-passa per la m-ente... >>
Rispose
Soup col suo solito tono, divertendosi a prendere in giro
l'ex compagno si scorribande.
David
pensò velocissimo. Diede un calcio nella pancia a
Ford, poi riuscì a liberarsi.
Ma
l'energumeno non si scompose e afferrò saldamente
David per le spalle, poi lo spinse contro il muro.
Batté
la testa, e poi svenne e cadde a terra.
<<
DAVID! DAVID! >> urlò Zick.
David
non rispose. Il ragazzo aguzzò la vista e vide che
respirava.
<<
Oddio, David, David, David! Ma cosa, vi siete messi assieme
voi due? >> ghignò Soup.
<<
E tu vedi di riprenderti pezzo di... >>
Diede
un calcio nel sedere a Ford, che stava cercando di
riprendere il fiato dopo il calcio che, nonostante tutto
quello strato di grasso, era riuscito a piegargli il
diaframma.
<<
Ci sei rimasto tu, demente. >>
disse
Soup rivolto a Zick, adesso immobilizzato al muro da be due
bestioni.
<<
Perché te la prendi con me? Cosa ti ho fatto? >>
esclamò Zick.
Soup
diede un forte pugno sul labbro di Zick, che prese a
sanguinare.
Il
ragazzino dai capelli blu era sconvolto.
Per
le parole di Soup... per quell'orribile sapore del sangue in
bocca... non lo aveva mai assaporato. Nella sua vita quando
se ne stava chiuso in casa non succedeva nulla... da quando
però aveva iniziato a combattere come un Domatore si
faceva dei graffi e basta però...
Era
schifato da quel liquido rosso e caldo che gli scendeva
dalla
bocca, arrivando al mento e gocciolandogli sulla
maglietta... gli parve incredibile che avesse tutto quel
sangue, dato il pallore cadaverico della sua pelle.
<<
Dimmi che ti ho fatto! >> esclamò il ragazzino
cercando di non pensare al sangue.
<<
Io... io volevo essere considerato da tutti una persona
diversa... volevo che quando passassi la gente mi schivasse,
e che mi guardasse con paura e rispetto, sì...
Un
po' d'intimità, privacy, solitudine e pace! Ma poi
sei arrivato tu... il ragazzo strano e fuori di cervello...
e me non m'ha guardato più nessuno... volevo che mi
trattassero con dignità! >>
Soup
aveva voce rotta, sembrava incredibilmente che stesse per
piangere.
Zick
lo guardava con gli occhi spalancati, non riuscendo a
credere alle parole del ragazzo.
Anche
i suoi scagnozzi lo fissavano strabiliati.
David,
intanto, se ne stava ancora a terra.
<<
Io... non... NO! >> Soup scappò via
singhiozzando.
Zick,
Gordon e Ford si guardarono increduli per alcuni secondi.
Poi lasciarono la presa e fuggirono via.
In
quel vicolo rimasero Zick e David, soli.
Zick
era ancora stupito per le parole di Soup. Tutti quegli anni
di persecuzione e rivalità... per che cosa?
Il
suo sangue continuava ancora a uscirgli dal labbro gonfio,
ma cercò di non pensarci. Si chinò su David e
cercò di rianimarlo.
<<
David... David... >> disse dandogli degli schiaffetti
sulle guance.
Con
l'immenso sollievo di Zick, il ragazzo aprì
debolmente gli occhi.
<<
C-cos'è successo...? >> balbettò con
voce fioca.
<<
Se ne sono andati, David... >> << Chi se ne
s-sono andati? Perché sei fe-fe-ferito? >>
“ Oddio,
questo ha perso la memoria... gulp! “
pensò
Zick aiutandolo ad alzarsi e facendo appoggiare l'amico
sulla sua spalla.
<<
Andiamo a scuola... dai miei genitori... >> sussurrò
Zick più che per l'amico per se stesso.
<<
Zick! Ma che ti è successo?! >>
Esclamarono
Greta e Zob spaventati dal suo labbro spaccato.
<<
Ve lo spiego dopo! Adesso aiutatemi a portare David a casa!
>>
Greta
tirò fuori dalla sua borsetta delle salviette umide e
prima pulì il figlio, poi accarezzò adagio il
bernoccolo sulla testa di David ( che era ri-stramazzato).
Lo
caricarono in macchina e si fiondarono a casa McMackamack.
Dovevate
vedere la faccia dei genitori quando lo videro in quello
stato.
<<
Macos'èsuccessoperchèdovequandochi???!!! >>
Zick
spiegò l'accaduto.
<<
Accidenti... quel ragazzino ha le idee un po' confuse. >>
commentò
Zob.
<<
Credo di sapere il perché pensa questo. >>
disse la signora McMackamack con voce cupa.
<<
Quando lui e David erano amici abbiamo avuto l'occasione di
conoscere i suoi genitori... sono persone piene di
complessi. Sono fissati con l'ordine e la pulizia. Credo che
assillino Soup tutto il giorno con le loro lamentele e
manie... poi anche come si rivolgevano a lui... non erano
molto carini. >>
<<
Ah capisco... quindi ha questo desiderio di apparire più
grande e forte degli altri per essere temuto e aver un po'
di pace. Io credo che ne debba parlare coi suoi però.
>
commentò
Zick massaggiandosi il labbro che ora era come un canotto.
<<
Penso che sia molto difficile sai. >> disse il signor
McMackamack.
<<
Pensate che ne dovremmo parlare con... qualcuno? Intendo
professori e direttori vari... >> propose il signor
Zick.
<<
Non so... penso che ci dovremmo pensare. Teniamoci
aggiornati . >> sorrisero i genitori di David.
<<
Allora, com'è andata con la Tappone? >> chiese
Zick mentre saliva in macchina.
<<
Oh bene bene... >> rispose Greta ghignando.
<<
La tua carissima “proffa” è una persona
dalla doppia faccia veramente. >> parlò Zob
appoggiando le mani sul volante.
<<
Falsa, ipocrita... >> << Ecco pensa noi ce la
dobbiamo sorbire.... >> << No no non deve
continuare così. Parleremo con il Direttore sicuro!
>> borbottò Greta mentre si metteva la cintura.
<<
Speriamo che se ne vada presto quella Anguana... >>
sorrise
Zick. << Il problema è che ho paura che adesso
mi perseguiti ancor di più... >>
<<
Noi non glielo permetteremo! >> esclamarono fieri i
genitori.
Rieccomi!
Sì Gau e Tony sono i miei genitori^^ e quelle poesie
sono proprio loro! Bravibravi!
Mi
sono sempre chiesta perché Soup e la banda
perseguitassero così tanto Zick... a parte il suo
aspetto particolare e tutto...
Sì,
il signor Doodie è completamente inventato. Quello
che pensa Soup è completamente inventato.
Zick
si buttò sul letto. Era veramente stanchissimo.
Rimuginò
su tutto ciò che gli era accaduto dall'inizio della scuola. Fatti strani,
incredibili, spiacevoli e gradevoli.
Aveva
conosciuto Lorrence Zofirus. Un ragazzo apparentemente nella norma. Simpatico,
umoristico, geniale. Il fatto più strano era che vivesse per la maggior parte
nei suoi giorni solo in un'enorme cattedrale in stile gotico nero brillante,
avvolta in un vasto parco di sempreverdi, nel più completo silenzio e pace.
Poi,
era anche un Rifugiatore, ed adorava il suo Girti.
Un
suo particolare inquietante era quello di sorridere sempre. Anche nei momenti
di più assoluta tristezza.
Aveva
purtroppo conosciuto Loredana Tappone, una tipica donna dalla doppia faccia:
stucchevole e gentile con gli adulti, spietata e irragionevole coi ragazzi.
Aveva
finalmente capito il motivo per cui la banda di Soup l'avesse perseguitato fino
alla fine dei suoi giorni.
Privacy.
Tranquillità. Rispetto. Tutte cose che Soup aveva sempre desiderato e che aveva
sempre nascosto.
Era
ancora vivo però il ricordo di quell'abbraccio dolce con Elena, nel mare al
chiaro di luna...
Cos'aveva
provato esattamente? Non era sicuramente la prima volta che si abbracciavano.
Certo, ogni volta si era imbarazzato e tutto, però... lì cos'era successo in
lui? Aveva provato una sensazione di assoluto benessere e pace. Però, aveva
sentito anche un'incredibile euforia. Gli era presa la voglia di... sentirsela
sua, avere il contatto delle sue dita contro la sua pelle, sentire il profumo
dei suoi capelli avvolgerlo....
NO
NO E POI NO! E CHE CACCHIO è LA
MIA AMICA MICA LA
MIA...
Fidanzata....?
MA
NOO!!!! Non posso!!! Ma allora che mi succede?! Devo smetterla!!!!
Il
ragazzo si girò e rigirò tutta la notte.
<<
Allora? Cos'è successo con la
Tappone? I tuoi sono riusciti a farla ragionare? >>
<<
No, Lorrence, non ci sono riusciti. Comunque mamma e papà hanno detto che si
rivolgeranno al Direttore... >>
<<
Booyah! Che bello! Spero che riusciranno a scacciare quella bodda con lo
scoiattolo morto sulla testa... ma i tuoi l'hanno firmato il doppiofoglio?
>>
<<
No, no... >> << Uhu. A proposito: sai che oggi sei diverso di viso?
Uhm... hai qualcosa di Angelina Jolie. >>
<<
È vero! Zick cos'è successo al tuo labbro? >> esclamò Elena.<< Beh... c'è stato uno s-scontro con
la banda di Soup ieri... >> disse David, mentre Annie gli accarezzava
timidamente il bernoccolo.
<<
CHE COSA??!!! TI SEI CACCIATO NEI GUAI E NON MI HAI DETTO NULLA?!! >>
sbraitò Elena contro Zick.
<<
Scusami... ma te l'avrei detto oggi! >>
<<
Ohh di' quello che ti succede di brutto alla tua amica qualche volta! >>
<<
Ok mi dispiace molto Elena ma non ti arrabbiare ti prego... >>
Tre
ragazzine truzze passarono davanti al quintetto.
<<
Ohhhh!!! Stanno litigando!! >> << Uhuuu ma daii! >>
<<
Perchè non vi sbaciucchiate e fate la pace?Smack smack smack smack! >> e
mimarono una serie di baci un po' esagerati.
<<
Perchè invece voi non andate a cag... >>
<<
Shht, Elena. >> disse Lorrence mettendole la mano davanti alla bocca.
<<
Patrizia, Matilde, Tatiana... >> iniziò con aria professionale.
<<
Riflettete col vostro cervello da truzze. Non pensate per un attimo alla moda e
alla musica house. Lasciate in un angolino della vostra mente i cellulari
firmati e le spille glitterate e pensate a cosa state facendo veramente.
Scommetto che sotto quello strato di truzzaggine c'è almeno un briciolo di
contatto tra sinapsi. In effetti, state rompendo i cocones a dei ragazzi che
non vi hanno mai fatto nulla, ma che voi continuate imperterrite a prendere in
giro e a far umiliare in tutti i modi. Lo so che vi rendete conto che è vero...
che non ha alcun senso quello che fate... provate a metterci nei nostri panni.
Amici per la pelle, ma che devono condividere spiacevolmente la compagnia di
tre ragazzine che primo non sanno niente di loro, secondo non vi hanno mai
fatto niente di male e terzo che vi assillano con le loro sciocchezze truzze.
Pensate. >>
Patty,
Matty e Tatty guardarono il ragazzino con due occhi così, O_O e poi scapparono
in bagno.
Zick,
David, Elena ed Annie scoppiarono a ridere.
<<
Grazie, Lorry... >> disse Zick con un sorrisetto.
<<
Ave Maria piena di grazia, padre nostro che c'è nei cieli... >> <<
Cosa? >> << Beh tu mi hai detto grazie ed io prego... >>
(
Noemy ripensa alla nostra conversazione pazza ^^)
<<
Il mio lavoro dunque è finito qui. Vado a farmi una seduta spirituale. >>
e si diresse verso la porta del bagno.
David
si avvicinò a Zick con un sorrisetto imbarazzato.
<<
Adesso glielo d-dico. >> disse fissando Annie che parlava animatamente
con Elena.
<<
Prova a dire a me quello che diresti ad Annie. Così vediamo un po'... >>
<<
Ok... ma mettiamoci da una p-parte... altrimenti sai potrebbero scambiarci
per... >>
<<
Sì sì ok. Andiamo là in fondo. >>
<<
Ok. Fai finta che sia Annie. >>
<<
Ehm... v-vuoi me venir-re con... >>
<<
Ma no! Innanzitutto devi guardarla negli occhi, non fissare i suoi piedi! Poi David
devi smetterla di balbettare! Tu non sei un balbuziente lo so! Allora perché
fai finta...? >>
(
grazie Naomy93! NdMe)
<<
Ma... io... a lei piaccio di più quando balbetto... dice che sono più carino...
e quindi mi è preso il tic...>>
<<
Ok... ma sai se tu la inviti sicuro e sorridente anche lei si sentirà così no?
Se vi incoraggiate a vicenda, alla fine dell'appuntamento potrete combinare
qualcosa... >>
<<
Giusto! Ok adesso ci provo.... >>
David
fece un lungo sospiro, poi si schiarì la voce e guardò negli occhi l'amico...
<<
Annie, vuoi venire con me a prendere un gelato dopo cena? >> << Sì
sì uhuhh >> rispose a presa di giro Zick imitando la vocetta di una
femminuccia.
I
due si misero a ridere, ma videro che due ragazze di terza li stavano fissando
da lontano con delle facce sconvolte, poi corsero letteralmente via
bisbigliando freneticamente.
David
e Zick si guardarono con faccia stranita.
<<
Ma... pensi che ci abbiano sentito? >>
<<
Uhm uhm... credo di sì... >>
<<
Ma che figura di... >>
<<
Cacchio, Annie! Ma li vedi? David sicuramente sta chiedendo aiuto a Zick per
chiederti qualcosa... guarda guarda! Vedi che ti fissa? >>
esclamò
Elena rivolta ad una Annie incredibilmente imbarazzata.
Poi
David e Zick si avvicinarono alle due...
Il
biondo con le guance arrossate si posizionò davanti alla ragazza con i grandi
occhiali e le gote scarlatte come i suoi capelli.
Fece
un lunghiiiissimo sospiro, si schiarì ancora la gola e poi alzò lo sguardo e
sorrise.
<<
Annie... vuoi venire con me stasera alle nove e mezzo a prendere un gelato?
>>
Gli
occhi di cervone Annie brillarono e il suo sorrisetto timido si trasformò in
un'espressione di gioia ed euforia.
<<
Sì... sì!! >>
Elena,
Zick e Lorrence osservavano sereni la scena.
I
due in seguito raggiunsero i rispettivi amici.
<<
Uff!!! Sono andato bene? >> << Ma benissimo se continui così
diventerai un gran Tombeur de Femme! >>
esclamò
Lorrence ( indovinate che cosa?) sorridendo.
<<
Eggià... cadranno ai tuoi piedi come foglie... >> disse Zick.
<<
Elena...? Me lo puoi fare un favore...? >>
<<
Ma certo Annie... dimmi. >>
<<
Mi s-serve il tuo aiuto... senti io non riesco a vestirmi... come si dovrebbe
in questi casi ecco... >>
la
ragazza si guardò la sua larga maglia color beige, i pantaloni grigio topo e
gli scarponcini marrone scuro.
Elena
scosse la testa.
<<
Senti potresti venire a casa mia per... aiutarmi un po' a
prepararmi...
tanto per i miei non ci sono problemi se vieni... >>
<<
Ma certo! Anche per me! >> << Allora ti aspetto alle quattro a casa
mia, tanto sai dov'è ^^ >>
<<
OK! >>
La
ragazza dai lunghi capelli arancio suonò al campanello.
DRIIN!!
Le
aprì la porta un' altra ragazza dai capelli rosso scuro raccolti in due
chignon.
<<
Ciao! Entra entra! >>
Annie
salì le scale saltellando ed Elena un po' sorpresadal comportamento dell'amica ma contenta
della sua felicità.
<<
I tuoi? >> << Oh sono in cucina... impegnati. >>
sbuffò
la ragazza trascinando nervosamente l'amica in camera sua.
<<
Annie... che succede... >> << Niente! >> rispose la ragazza
schiva. Elena sorpresa si sedette sul letto e rimase cheta. Annie aprì il suo
armadio con stizza. C'era una fila di magliettone e pantaloni lunghi dal colore
smorto.
<<
Oh... io non riesco a mettermi cose carine... >>
<<
E perché Annie? >>
<<
Non so... mi vergogno... >>
<<
Ma Annie... sotto quegli occhiali e quei vestiti larghi e scialbi si nasconde
una bellissima ragazza, ne sono certa >
Annie
sorrise incoraggiata dal sorriso dell'amica.
<<
Solo che tu non ti valorizzi... non è una cosa di cui vergognarsi essere
belli... >>
<<
Chissà perché a me succede... >>
<<
Boh? Allora vediamo di farla finita. >>
Elena
si alzò dal letto e si mise accanto all'amica.
Rovistò
in un cassetto e tirò fuori un toppino turchese.
<<
Adesso sì che ragioniamo! >>
<<
Quello è il cassetto della vecchia roba di mamma... >>
<<
Allora proviamo!! >>
Elena
cacciò fuori dal cassetto tutto ciò che c'era.
Roba
carina, colorata, chic.
<<
Vediamo un po'... prova questa camicetta con questi shorts... >>
<<
No non mi piacciono quei pantaloni.. uhm questa gonna?>
<<
Ma si dai proviamo... >>
Dopo
una serie di combinazioni, le due ragazze riuscirono a trovare un accostamento
carino.
Il
pezzo sopra era un monospalla color rosa fucsia, con i bordi bianchi di raso
che stava aderente sul corpo e che lasciava un pochino di pancia scoperta.
Il
pezzo sotto invece era costituito da una gonna che finiva a metà coscia di un
argento brillante, assieme ad una cintura bianca latte con il raffigurante una
ciliegina.
Le
scarpe erano dei sandali bassi ma eleganti, tutti neri, coi tanti lacci fini in
pelle lucida che avvolgevano il piede armoniosamente.
Ma
le due ragazze improvvisamente sentirono degli urli e dei rumori di oggetti
rotti provenire da sotto...
Annie
si mosse con dei passi scattosi verso la porta delle camera, l'aprì velocemente
e sbraitò:
<<
CAZZO ANDATE AD URLARE DA QUALCHE ALTRA PARTE! >>
poi
chiuse sbattendo la porta in modo molto violento, e il rumore rimbombò in tutta
la casa.
La
ragazza si mise le mani nei capelli e si buttò sul suo letto piangendo.
Elena
era sconcertata. Annie che urlava, che sbatteva la porta, che diceva una
parolaccia...?
Era
la sua natura arrabbiata e triste che nascondeva abilmente quando era a scuola.
Così timida, di poche parole, umile, beneducata....
<<
Annie... Annie... >>
disse
Elena accarezzando la schiena dell'amica che continuava a singhiozzare.
<<
Basta... loro... urlano sempre... non ce la faccio più... ma anche io... non
dovevo di loro quelle cose... NO! >>
Elena
sospirò, veramente dispiaciuta per l'amica.
La
prese dolcemente per le spalle, e l'aiutò ad alzarsi e a mettersi seduta.
Annie
singhiozzò ancora per qualche minuto, mentre le lacrime le colavano dagli
occhiali appannati...
<<
Senti? Non smettono... io non conto niente per loro... >>
Elena
sentì in effetti che il vociare proveniente dalla cucina si sotto non si era
zittito, anzi, si era fatto più rumoroso e frenetico.
<<
No Annie non dire così... anche se loro adesso non si amano più come un tempo
non smetteranno mai di volere bene a te... sei la loro figlia... >>
<<
Ma no! Senti? Io gliel'ho detto di smetterla, e loro continuano... >>
<<
In questo sbagliano... hai mai provato a parlare con loro? >> <<
Certo... ma è come parlare al muro. Ma adesso basta pensare a queste cose,
voglio farmi carina! >>
Annie
balzò dal letto energicamente, con un nuovo raggiante sorriso.
<<
Come posso sistemarmi i capelli? >>
<<
Uhm... vieni vieni che ti sistemo... andiamo in bagno. >>
Elena
con grazia disfò i gommini che tenevano fermi a chignon i capelli dell'amica,
che le caddero delicatamente sulla schiena.
<<
Molto meglio eh? >> ghignò Elena cominciando a spazzolarle i capelli.
<<
Uh... già... >> la rossa guardò con felicità la sua immagine riflessa
allo specchio.
<<
Vuoi qualche acconciatura particolare oppure li lasciamo così sciolti...?
>> << Va bene così lisci grazie! >>
<<
Ok...hai il buco alle orecchie?
>> << No... >>
<<
Sai, dovresti metterti una crema antibrufoli... >>
<<
Non c'è problema. È lì accanto al rubinetto. >>
<<
Uhm. Dovremmo cambiare modello di occhiali... questi qua sono bruttini.
>> disse Elena levandoglieli.
<<
Ehi non vedo niente!!! >> esclamò Annie annaspando.
Elena
le prese il viso e lo girò.
<<
Annie, sai che con quegli occhialoni i tuoi occhi proprio non si vedevano? Sono
di un colore bellissimo, marrone-verde screziato... >>
<<
Davvero? >> << Ma certo! Semplicemente non li valorizzavi, come
tutto il resto. >>
<<
Hai degli altri occhiali? >> << Uhm... prova a guardare in quel
cassetto là in alto... dovrebbero esserci gli occhiali di mamma. >>
<<
Essì... ci sono... prova questi. >>
Elena
le inforcò gli occhiali, poi Annie sbatté le palpebre e si guardò allo specchio.
Riusciva
a vedere perfettamente: erano occhiali dalla montatura sottile color lillà, con
dei brillantini luccicanti, e dalle lenti fini e allungate.
<<
Credo che mi stiano bene... >>
<<
Eggià. Adesso mettiti i vestiti così vediamo come stai >
<<
Posso vedermi allo specchio ora? >>
<<
No. Aspetta che ti metto il lucida labbra, un pochino di rimmel e di
ombretto... a te sta bene dorato... >>
<<
Chiudi gli occhi... >> Elena girò la sedia verso lo specchio...
<<
Preparati... >> Annie sorrise.
<<
Apri gli occhi. >>
Persino
Annie non riusciva a credere ai propri occhi, e non credeva davvero che fossero
i suoi di occhi!.
Quella
ragazza bella, sorridente, con gli occhi cervone che brillavano e i lunghi
capelli scarlatti che le ricadevano sulle spalle... era lei???
<<
Io non... non ho parole.... grazie mille!!! >>
Annie
si buttò a capofitto dall'amica e la abbracciò mezza stritolandola.
<<
Grazie grazie grazie.... >>
<<
Ma di nulla! È un piacere aiutare la propria migliore amica. David non crederà
ai proprio occhi. Sei bellissima!
Ma
adesso levati i vestiti e tieniteli belli puliti e aggiustati per stasera...
La
ragazza volle rimanere in maglietta e mutande, e poi si sdraiò sul letto.
<<
Tu e David siete proprio carini. ^^ >> disse Elena.
<<
David è una persona molto profonda, ma non lo dà a vedere. >> rispose
Annie.
<<
Tu lo conosci solo da un anno circa. Io sto con lui a scuola dall'asilo. Non è
stato sempre uno sbruffone. Quando era piccolo era preso di mira da dei
bulletti come Ford e Soup... ed era molto impaurito da loro e se ne stava
sempre in disparte terrorizzato. Poi, verso la seconda elementare... qualcosa è
sbloccato in lui. Si è messo a fare il prepotente, lo scemotto... ma ho sempre
saputo che non faceva sul serio. >>
Elena
guardò sorpresa l'amica.
<<
E come? >> << Perchè leggevo il suo terrore e la sua controvoglia
infinita nei suoi occhi. >>
<<
Uh... io ero troppo accecata dalla rabbia per notarlo ihih! Sai quando mi ha
detto che non poteva colpire le donne io per tutta risposta gli ho dato un
pugno sul
naso!
>><< Oh oh. Sai a me piace
molto perché alla fine ha capito veramente che non deve vergognarsi di quel che
è... non aspettavo altro sai? >>
<<
Uhm. Sì, sono contenta anche io, guarda com'è gentile ed educato adesso.
>>
<<
Eggià... invece tu e Zick? >>
<<
Io e... Zick?! In che senso? >>
<<
Siete buoni amici oppure... >>
<<
No no! Siamo molto amici e basta O_O' >>
<<
Bene. Anche voi sareste molto carini sai? >>
<<
???!!! >>
<<
Tu mi nascondi qualcosa... >>
<<
Ehm... no è che... non so uff!! Ieri l'altro eravamo al mare assieme e poi e
scesa la notte ed io l'ho abbracciato... ero contenta che fossi stata con lui
tutto il giorno, mi sentivo bene mi ero molto divertita... mi è sembrato giusto
abbracciarlo... dopo tutto è il mio migliore amico... >>
<<
Giusto! Ma dimmi, cos'hai provato esattamente? >>
<<
Mah... te l'ho detto... ero contenta... però non so... mi piaceva stare con
lui... mi sentivo bene quando ci siamo abbracciati... >>
<<
Ok, sei cotta! >> Annie le fece l'occhiolino, mentre Elena era in
evidente difficoltà.
<<
Quando sta accanto alle altre ragazze “ libere” ti senti a disagio, ti arrabbi,
sei gelosa? >>
Elena
pensò a come si sentiva quando Lay faceva la smorfiosetta con lui.
<<
Beh... sono stata sempre un po' gelosa, sì. >>
<<
Beh certo è il tuo migliore amico... >>
<<
Beh ma non conta... sai oltre la scuola frequentiamo un... altro gruppo di
ragazzi... dove c'è una ragazza che fa tanto la carina con lui... >>
<<
E a te ogni volta che la vedevi vicino a lui ti veniva la voglia di spaccarle
la testa? >> sorrise Annie.
<<
S...sì!! >> << È carina? >>
È
una gatta morta, sciacquetta, idiota, superficiale, lingua lingua, antipatica,
racchia, stupida, insensibile, pettegola, impicciona e manipolatrice!
(
lo so Yaya stai godendo come un vincitore del Super Enalotto, e con questo
tutto Anti-Lay!!)
<<
N... s... >> << Cosa? >> << É c...car... >>
<<
Non ti sento... >>
<<
È CARINAAAAA!!!!! >>
(
Anti Lay stima Elena per il grande sforzo)
<<
Ce ne hai messo di tempo per ammetterlo! >>
rise
Annie.
<<
Sgrunt! >> Elena stava già pensando a nuovi insulti per Lay.
<<
Però... sono rimasta contenta quando lui mi ha detto che non gli interessava...
>>
<<
Capisco... eheh c'è qualcosa sotto. >>
Elena
e Annie si guardarono per parecchi secondi, poi scoppiarono a ridere come
matte.
Rieccomi!
Spero che questo capitolo non vi abbia deluso!Sinceramente mi dispiace molto per Annie. Mi sono un pochino
immedesimata in lei... T_T Alla prossima. Arys
Il
ragazzino dai capelli blu aspettava con ansia fuori dalla porta.
Fuori
dalla porta dell'Ufficio del Preside.
I
suoi genitori in quel momento stavano parlando degli strambi
atteggiamenti della Tappone...
<<
Ciao, Zick! >> salutò una donna bionda con un vestito
bianco di lino leggero, mentre scendeva le scale del piano di sopra.
<<
Buongiorno professoressa Cartonelli. >> Le rispose Zick un po'
sorpreso di vederla, anche se era più strano vedere uno
studente che un'insegnante a scuola di pomeriggio, in effetti.
<<
Che ci fai qui? Stai aspettando qualcuno...? >>
<<
Aspetto i miei, sono dentro a parlare col Preside della Tapp... della
professoressa Tappone. >>
La
donna si fermò e aggrottò le sopracciglia chiare.
<<
Com'è andata con... l'appuntamento con i tuoi? Sono riusciti
a... >> << No! Beh mamma e papà mi hanno detto che
continuava a non starli a sentire quando dicevano la loro, e che una
volta ha strillato contro mio padre... >>
<<
Loredana, come ti ho detto, è una persona molto impulsiva. È
il suo punto debole, l'orgoglio. Fa molta fatica ad accettare i suoi
sbagli o le sconfitte. In questo è rimasta una bambina. E come
vedi, quando si impunta su una cosa è inutile cercare di
schiodarla... >>
<<
Ma è un comportamento sbagliato per una professoressa. >>
<<
Certo Zick... ma ti assicuro Loredana è piegata da delle
sofferenze fisiche. Avrai notato che si porta sempre i fazzoletti
quando viene in classe, e prende delle pillole... vedi si ammala
molto facilmente... in realtà non ha una buona difesa
immunitaria. >>
In
questo la Tappone gli ricordò tanto lui da piccolo,
e si sentì a disagio e un pochino... immedesimato nella sua
situazione.
<<
E poi, Zick, chi non ha il proprio tallone d'Achille? >>
La
prof squadrò il ragazzo con i suoi occhi azzurri e poi con un
sorrisetto se ne andò via.
<<
Allora????!!!! Cos'ha detto cos'ha detto??!!! >>
Esclamò
Zick saltellando attorno ai genitori.
<<
Beh, noi esponevamo i suoi comportamenti bastardelli e loro
sospiravano e non volevano crederci... >> spiegò Zob.
<<
Comunque poi alla fine hanno ceduto ed hanno detto che le parlavano.
>> sorrise Greta.
<<
Evvai!!! Grazie grazie!! >> strillò Zick abbracciando i
genitori.
<<
Non cantar vittoria troppo presto, figliolo. >> sospirò
il padre. << Puoi considerarti protetto in questi giorni, ma
non si sa mai cosa può fare quella donna. Comunque se vedi
ogni comportamento sbagliato diccelo subito. >>
Zick
sorrise e gonfiò il petto.
<<
Agente 00Zick in azione! >>
Zick,
Elena e Lorrence videro arrivare un ragazzo dai capelli a caschetto
biondi mano nella mano ad una graziosa ragazza dai lunghi capelli
castano-rossi sciolti che indossava una maglietta colorata e una
gonna svolazzante e leggera.
<<
Ciao, David, ciao... Annie! >> esclamarono stupiti Zick e
Lorrence alla vista della ragazzina. << Annie... tu hai
qualcosa di cambiato! >> disse come al solito Lorrence
sorridendo.
<<
Scusa se te lo dico, ma non sembri nemmeno tu! Cosa hai fatto... chi
ti ha fatto questo?? >> esclamò Zick.
Annie
ed Elena si scambiarono un'occhiata complice.
<<
Se proprio lo volete sapere... >> sussurrò Elena con una
voce suadente. << Sono stata io. >> disse a testa alta.
<<
Wow, Elena! Potrai aprire una Beauty Farm se continui così! >>
La lodò Lorrence stupito.
<<
Oh, Elena, credevo che saresti stata una maschiaccio per sempre... >>
borbottò affettuoso Zick.
<<
Ma io sono sempre una maschiaccio! Sempre pronta a difendermi e a
difendere io! >> ribatté fiera la ragazza agitando in
pugni.
<<
Comunque... no, grazie, non voglio passare le giornate a togliere le
vesciche purulente alle vecchiacce pettegole mentre mi sorbisco le
chiacchiere per quelle stupidissime riviste di gossip... naa. >>
Dopo
aver detto questo, naturalmente Annie si unì ad Elena e invece
Zick e Lorrence a David.
<<
Allora? Cos'ha fatto quando ti ha vista così...? >>
<<
Ero... strabiliato! Non sembrava nemmeno lei! >>
<<
La bocca quindi era a terra... eheh. >>
<<
Uhm... >> << Cosa c'è Annie? >> << È
che... non sono abituata ad essere... guardata, fissata... >>
balbettò lei cercando di non rivolgere lo sguardo a dei
ragazzi di terza che la osservavano da lontano.
<<
Ti devi abituare, ragazza mia... è inevitabile, sei
veramente... >>
<<
Bella... >> << Ok Zick questo sta entrando nel mondo dei
sogni svegliamolo! >> disse Lorrence cercando di far uscire
David dalla trance romantica, dandogli degli scrolloni.
<<
E quindi, poi cos'è successo? >>
<<
Abbiamo preso il gelato lì alla Voglia Matta... >>
<<
La gelateria del papà di Zick... >> << Esatto...
poi abbiamo incominciato a parlare del nostro rapporto... >>
<<
Sembrava tutt'altra persona! Non tremava, era sicura, era molto più
carina... abbiamo parlato di come... >>
<<
Ci siamo innamorati... >>
<<
Lei mi era piaciuta anche quando ero uno scemotto... aveva capito che
non ero veramente così... è stata la prima a capirlo da
sempre. >>
<<
E quindi...? >> << Era...strano, lui non balbettava...
comunque mi ha infuso coraggio... cioè se continuava a
balbettare non ce la facevo nemmeno io a dire qualcosa.. >
<<
Bene! Vi siete sorretti a vicenda. >>
<<
E POI....??? >>
<<
Ci siamo baciati... >>
<<
Ma valà! >>
<<
Oh, il nostro David sta crescendo... >> sospirò Lorrence
facendo finta di asciugarsi una presunta lacrima.
<<
Com'è stato...? >> chiese Zick incuriosito.
<<
Mah... >> << Non mi dire UMIDO... >>
<<
Nuovo, in compenso, bello... è strano come due persone si
dimostrino l'amore reciproco semplicemente toccandosi con le
labbra... il mistero della natura. >>
<<
Bada David, se continui così diventerai un Play Boy di Las
Vegas... >>
<<
Naaaaa ma che schifoo!!! >>
<<
David era dolce... non violento o possessivo... >>
<<
Uh... uhuh... >>
Elena
si sentiva strana. Fino ad un anno fa parlare di queste cose per lei
era vomitevole e da femminucce babbee. Adesso era interessante,
coinvolgente...
Non
è che stava diventando una donna anche lei???
Che
cosa orribile.
<<
Sai ti odiavo a mio tempo quando Annie preferiva te che me... ma ora
va bene! Tanto c'è la Elena... >>
<<
SCUSA COME??? >>
<<
Zick? Era particolare come tipo ed era inevitabilmente
affascinante... tu eri gelosa di lui, vero? Ma comunque mi piaceva
David, volevo solo farci amicizia con il tuo... amicofidanzato. >>
<<
Non fare il finto tonto... lo capirebbe anche un bambino di un anno
che ti piace... >> disse a presa di giro Lorry.
Canticchiarono
David e Lorrence dondolandosi a braccetto.
<<
Siete proprio degli... >> sibilò Zick, cercando
inutilmente di seppellire la testa tra le spalle.
<<
Non dire quello che pensi, Ezechiele... >>
rise
Lorry. Sembravano delle... ragazze da quanto erano molesti!
<<
Non chiamarmi col mio nome...Ezechiele... lo odio... vabbè
comunque vi perdono perché siete i miei migliori amici...
comunque sapete è mooolto sottile la differenza tra il vostro
modo di fare e quello del Trio Truzzo... >>
In
seguito a queste parole, David e Lorrence si zittirono.
<<
Ohiii amicofidanzato chi?? LUI?? >>
<<
Ma Elena, tutto quello che mi hai detto ieri... >>
<<
Porca Bomba, accidenti alla mia boccaccia... >>
grugnì
la ragazza dai capelli arancio incrociando le braccia.
<<
Ma non c'è nulla da vergognarsi... credevi che nemmeno tu non
avresti mai scoperto l'amore? >>
“
La
bambina osservò dal basso la scena dei suoi genitori,
abbracciati, mentre si scambiavano dolci baci.
<<
BLEAHH!!! MA CHE SCHIFO!! Ma perché voi adulti fate queste
cose?? >>
sbottò
la bimba agitando le sue codine color carota.
<<
Elena, adesso ti sembra rivoltante ma poi piacerà anche a te..
>> sorrise Julie, la donna coi riccioli biondi.
<<
Io fare una cosa del genere??? Ma anche no! MAI! Che schiiifo... >>
E
vide con rabbia che la sua mamma e il suo papà la guardavano
divertiti, quasi la volessero prendere in giro.
<<
No... uhmpf... >> borbottò Elena abbassando lo sguardo.
<<
Spero che comunque non vada a finire come i miei... >>
sospirò
Annie guardando il vuoto.
<<
Non chiamerei mai papà o mamma al telefono solo per sparagli
miriadi di insulti e parolacce... >>
<<
Ragazzi, manca esattamente un secondo al suono della campanella... >>
annunciò Thomas, l'orologio umano della 1E.
DRIIINN!!!!!!!
La
professoressa entrò nella classe. Ma non con il suo solito
modo di fare tronfio, ma con timidezza, a passettini brevi, nervosi.
Si
sedette, rivolgendo a Zick un'occhiata terrorizzata.
Il
ragazzino si sentì un eroe e intanto gongolava come un
vincitore delle Olimpiadi.
Appena
si sedette, frugò nervosamente dentro la sua borsetta in pelle
di serpente e ne cacciò fuori un fazzoletto di stoffa, col
quale si soffiò rumorosamente il naso.
Tutta
la classe ridacchiò.
<<
Ehy c'è per caso una Ferrari qua in giro? >>
sussurrò
Lorrence a Zick.
<<
No... cosa? >> << Ah no scusa è il naso della
Tappone mi sembrava un rombo.... >>
Dopo
aversi ricacciato il fazzoletto moccioso dentro la tasca di lana,
prese dalla borsa una scatolina di carta e ne tirò fuori due
pasticche. Se le cacciò in bocca.
Sembrava
un pellicano che ingoiava un grosso pesce, facendolo strisciare giù
per la gola senza masticarlo.
Ancora
risatine isteriche e attacchi di ridarola cronica.
<<
Ragazzi oggi niente interrogazioni. >>
Occhi
sgranati. Mascelle che sfioravano il pavimento. Sguardi di completa
meraviglia.
<<
WEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!! >>
<<
SILENZIO O.... o.. >> la voce della prof si fece sempre più
sottile.
Poi
dette un ultimo sguardo sgomentato a Zick, che si accorse che la
pelle della prof era incredibilmente pallida ( come la sua quasi) e
che gli occhi nocciola della prof erano... fissi, vitrei. E tremava
tutta.
<<
Professoressa c'è qualcosa che non... >> disse David
spaventato, ma poi fu zittito da quella visione celestiale.
La
professoressa con un ultimo spasmo cadde rovinosamente a terra,
avvolta dalle urla di gioia e spavento degli alunni.
I
ragazzini della 1E osservarono l'ambulanza andarsene via
rumorosamente.
La
Tapponeaveva
avuto una specie di ictus... ma era ancora viva.
Tutti
gli studenti... anche quelli che più la odiavano... erano
straniti, dispiaciuti... quasi tristi.
Vedere
la prof con gli occhi chiusi, la pelle bianca e la mascherina
trasparente sulla bocca faceva impressione veramente. Già
naturalmente da quanto era brutta, figuriamoci ora.
<<
Ragazzi, dai, andate dentro. >> disse Olga Cartonelli, mentre
prendeva per le spalle qualche giovane e cercava di trascinarlo via.
Gli
ultimi rimasti, ovviamente, furono i componenti della nostra mirabile
cinquina.
<<
Povera professoressa. >> sussurrò Annie
<<
Era semplicemente una megera idiota... che sfogava le sue rabbie
antiche contro di noi, non so... >>
disse
Lorrence.
“
Contro
di ME”
pensò Zick socchiudendo gli occhi.
<<
Ho capito una cosa, ragazzi. >> annunciò Lorry in tono
solenne.
<<
Quante volte VOI TUTTI... >> mandò uno sguardo malizioso
a David ed Annie...
<<
VOI TUTTI avete sperato che se ne andasse, che non lavorasse più
qui ad Oldmill, che un giorno le fosse venuto un crepacuore come
quest'oggi... abbiamo saltato una lezione di inglese con lei, certo.
Ma alla fine, cosa ci abbiamo ricavato? Abbiamo saltato una lezione
certo odiosa e che sarebbe stata stressante e tutto, ma che
senz'altro ci poteva servire a qualcosa, alla fine.
In
questo momento, una persona tanto odiata sta soffrendo. SIETE umani,
e quindi è naturale che alla fine proviate qualcosa per questa
persona... altrimenti sareste dei MOSTRI. >> il biondo mandò
un'occhiata inquietante all'amico Domatore.
<<
Alla fine, la vendetta è una cosa che bramiamo tutti. TUTTI.
Ma che alla fine, non ti lascia niente, solo sconforto. >>
Tutti
lo fissarono, stupiti del suo discorso serio.
Lorrence
per tutta risposta fece un sorrisetto e se ne andò via
saltellando.
I
ragazzi se ne accorsero subito, l'estate finì troppo in
fretta.
Di
già le foglie degli alberi, un tempo fiere e verde brillante,
adesso giacevano a terra tinte di rosso e marrone, facendosi
calpestare umilmente a miriadi di piedi incuranti.
Le
giornate erano sempre più corte. Il tramonto giungeva quando
meno te lo aspettavi, colorando il cielo di un arancione rosato
tranquillo ma malinconico, mentre il sole andava a dormire sul suo
letto di collina.
Le
signorine di bell'aspetto con fastidio e indignazione si costrinsero
ad eclissare il proprio corpo con pesanti felpe, calzettoni e stivali
lunghi.
Il
freddo entrò nelle ossa prendendo a pedate nel sedere il caldo
umido, e per questo molti nasi iniziarono a colare e tanti altri
occhi a lacrimare, senza contare le labbra sanguinanti dal freddo.
Il
nostro quintetto era il gruppo più famoso della classe.
I
nostri eroi non fecero amicizia piena con i ragazzi della loro
classe: semplicemente si scambiavano qualche parola, per lo più
positiva e divertente ( Zick, David e Lorrence erano diventati i
ragazzi “ cult” considerati i più carini delle
cinque prime).
I
loro compagni chiesero loro più volte di connettersi a
Messenger: ma non gli andava di spippolare davanti ad uno schermo,
scambiandosi parole tipo:
Ciao,
Ciao!
Come
va?
Bene
tu?
Bene.
Finita
la conversazione.
Il
Trio Truzzo era rimasto fulminato dal nuovo look della ex
“ Ragnetto”
e adesso se ne stava a squittire lontano negli angoli più
remoti del bagno delle femmine.
Soup...
non diede più noia. Trascorreva la sua ricreazione in classe,
e le poche volte che lo vedevano era sempre nervoso e schivo. A
quanto pareva, si era auto-confessato al preside, da solo. E costui,
stupito dallo slancio di lealtà e coraggio del ragazzo, lo
aveva graziato, però con la promessa che non farà mai
più del male a qualcuno.
Ford
e Gordon non fecero più niente: si vedevano sì per quei
pochi minuti di libertà ( vigilata) che concedeva loro la
scuola, ma per scambiarsi innocentemente figurine di Naruto e
consigli di come superare l'ultimo livello di Doom 3.
La
Tappone, dopo un mese, era ritornata viva ma non vegeta.
Non
era più cattiva o crudele: si limitava ad interrogare e a dare
sempre un sacco di compiti, ma non si leggeva più nei suoi
occhi il sadismo precedente.
Nei
bagni correvano già tante voci e leggende sul misterioso
malore della professoressa famigerata....
Una
voce diceva che la Tappone aveva fatto finta di morire per
staccarsi dalla scuola e dal marito.
Un'altra
narrava la vicenda che proprio il marito ( povero lui pensa
ritrovarsi nel letto una ciospa così )l'avesse avvelenata per
prendersi i soldi ma che purtroppo il veleno era stato troppo
debole... insomma robe così.
Era
da tanto che i nostri due amici non andavano più all'Antica
Armeria e che non rincontravano la banda dei Domatori di Oldmill.
Lorrence era molte volte andato con loro, e aveva fatto amicizia
senza problemi con tutti.
Ma
la vita dei nostri Domatori stava diventando noiosa e ripetitiva.
Nessun
mostriciattolo birichino da inscatolare, nessuno Spettro Nero con cui
combattere, nemmeno un misero Zamurro intrappolato su un albero... (
il che è molto strano, gli Zamurri non hanno le braccia e le
mani per arrampicarsi).
Da
un lato era un fatto buono, ma dall'altro tutti in Domatori ebbero
presto il latte alle ginocchia.
Zob,Terrence
e gli altri Domatori adulti facevano ricognizioni sempre, sempre e
sempre, tanto per passare il tempo. Nessuna anormalità... che
barba.
E
non ebbero mai l'occasione di vedere i genitori di Lorrence.
Però,
lo strano caso delle morti bruciate continuava.
Ogni
settimana, c'era un ritrovamento di un corpo carbonizzato di qualche
uomo o donna capo dei servizi urbani, tipo la polizia, i carabinieri,
i pompieri, i vigili...ma anche medici e chirurgi.
Perennemente
e solo a BigBurg.
Ad
esempio, il colonnello dei Carabinieri è stato ritrovato sul
divano di casa sua, sdraiato e bruciato. Incredibilmente, però,
il divano non era affatto bruciato era completamente intatto...
Tutti
gli abitanti di BigBurg ed Oldmill erano quindi spaventati,
sopratutto Miss Rose, il capo della polizia di Oldmill.
Presto
molti Babbi Natale si ritrovarono appesi sulle scale o sul camino
delle case, gli alberi dei giardini vestiti con fili lunghissimi di
lucine cangianti, e ovviamente le pubblicità alla tv dei
giocattoli divennero assillanti.
Sì,
il giorno di Natale si avvicinava...
Zick
salì in macchina con allegria, tenendosi lo zaino sulle cosce.
Faceva molto freddo fuori, ma per fortuna il riscaldamento dell'auto
funzionava perfettamente.
Guardò
il termometro... -1 gradi.
Scrutò
il cielo fuori dal finestrino e vide dei grandi nuvoloni bianchi
all'orizzonte.
“
Bene,
bene... oggi nevica. “
I
ragazzi non stavano più nella pelle per uscire dalla scuola.
Intanto
in una stanza del primo piano nella scuola media di Oldmill...
I
fiocchi di neve cadevano lievi ed invitanti fuori dalla finestra...
invece gli alunni erano costretti a stare chiusi dentro la scuola ad
armeggiare con squadre e compassi.
<<
Bobbins... ma che schifo! Hai impiastricciato tutto! Ricomincia... >>
<<
Signorina Anderson, il tuo disegno è come al solito
perfetto... >>
Rebecca,
la biondina sorrise soddisfatta.
<<
Annie Van Mousse, ma cos'è questo?? >>
strillò
il prof mettendosi le mani nei capelli ( ce ne aveva ben pochi)
<<
Hai fatto sempre disegni tecnici eccellenti, cos'è questo
orrore?? >>
indicò
un lato dell'esagono leggermente storto rispetto all'insieme.
Annie
sorrise timidamente, poi il prof corse verso la finestra cacciando
urletti da femminuccia, la spalancò e si sporse di mezzo corpo
di fuori...
<<
Oddio Prof!! >> esclamò Annie alzandosi di scatto dalla
sedia.
Giuseppe
Apuano ritornò in piedi e sorrise.
Ecco,
quello era forse il prof più piacevole che avevano.
Quando
si arrabbiava, urlava certo, ma era comico, e faceva ridere tutti.
Quando vedeva un disegno tecnico non perfetto, diceva : “ Ma
cos'è 'sta schifezza! “ ma era simpatico, non maligno.
E,
quando qualcuno non rispondeva giusto alle sue domande o magari
faceva la babbeata di turno, il prof faceva finta di buttarsi dalla
finestra.
<<
Il Natale.... si avvicina... >> disse il prof.
<<
Forse potrei... >> << Cosa prof cosa?! >>
<<
Sapete come dice la canzone, a Natale si è tutti più
buoni... >>
<<
Sììììì?? >> i ragazzi non
stavano più nella pelle.
<<
Vi andrebbe di andare in cortile a... saltellare come daini sotto la
neve? >>
<<
Sìììì proooofff la pregoooo >>
La
cinquina famosa si scambiò occhiate traboccanti di gioia.
<<
É una questione di pochi minuti eh?? E fate piano, gli altri
stanno lavorando... un solo rumoraccio e vi riporto in
classe... chiaro?? >>
<<
Ceeerto proffo saremo degli angiolettiii! Graaazie! >>
<<
Uhm... Elena guarda! Ho scoperto che la neve è fredda e
bagnata! >>
<<
Ma noo ma dai Lorry! >> la ragazza rise vedendo lo
strambo amico che cercava di farsi cadere i fiocchi di neve sulla
lingua.
<<
Che ne direste di una battaglia a palla di neve? >>
propose
Zick già con le munizioni in mano.
<<
Ehy, Zick! >> disse una voce alle sue spalle.
<<
Cosa c'è...? >> Non fece in tempo a girarsi che si
ritrovò una palla di neve spiaccicata sul viso.
<<
Ah, Annie... questo significa... >>
<<
GUERRA!!!!!! >>
I
ragazzi erano bagnati fradici, ma sicuramente a loro non importava.
Si
erano divertiti un sacco: gara di palle di neve, angeli di neve,
pupazzi di neve...
Alla
fine ci erano rimasti per tutto il resto dell'ora, persino il prof si
era unito ai giochi degli alunni e si era divertito come un bimbetto.
<<
Ragazzi, mancano dieci minuti andiamo su... >>
<<
Allora, come lezione per le vacanze di Natale vi do da fare... il
disegno a pagina 63, e da studiare tutto il capitolo sui metalli... è
tutto. Buon Natale, Buona Epifania, buon panettone, buon tronchetto
di Natale... Preparatevi adesso. >>
<<
Ehy venite qui. >> disse Lorrence agli altri amici.
<<
Cosa c'è? >>
<<
Alla mia cattedrale organizzo una mega festa di Natale. Sarà
invitata tipo tutta Oldmill, ma tranquilli avrete il vostro spazio
vitale. Siete invitati tutti alle sette e mezzo... vi aspetto! E
cosa più importante, io non voglio nessun regalo! Ciao buon
Natale!
Il
biondo sorridendo scappò via, prima che gli amici potessero
ribattere qualcosa.
Zick
ritornò a casa, e ritrovò sua madre intenta a coprire
le sue piante in giardino con dei teloni.
<<
Uff accidenti a 'sta neve che mi ammazza le piante... >>
<<
Ciao mamma! >> << Ehy Zick... bella la neve eh? >>
<<
Già... ma non sembravi molto contenta un secondo fa... >
<<
Uhmpf... è solamente nociva per le piante... il freddo brucia.
>>
La
donna alzò gli occhi e sorrise.
<<
Zick, hai visto bello l'abete? >>
L'enorme
conifera troneggiava maestosa sopra i due, la neve che lo guarniva
come panna e miliardi di lucine di tutti i colori dell'iride.
<<
Wow mamma... è bellissimo! >>
<<
Ci ho messo tutta la mattinata per farlo... auff però sono
contenta, mi piace molto... >>
<<
Una... festa a casa di un tuo amico? >>
<<
Sì... beh vive in una cattedrale in realtà... >>
<<
Ma io in realtà volevo organizzare una festa all'Antica
Armeria... >> sbuffò Zob.
<<
Beh, papà, ci hanno invitato e non mi sembrava carino non
andarci... comunque dai...! Lorry ha detto che possiamo invitare
chiunque vogliamo, quindi i Domatori possono venire
tranquillamente... >>
<<
Ah ok... proviamo dai. >>
<<
Uhm... ora che ci penso... sarà un Natale molto speciale
questo... >>
<<
Perchè? >>
<<
Perchè sarà il primo che trascorrerò anche con i
miei nuovi amici e sopratutto... il primo che mi ricorderò
passato con te, papà... >>
<<
Eh, e per me sarà il primo Natale dopo tanti anni dove non
starò chiuso in una serra... e potrò festeggiare con la
mia famiglia... al completo. >>
Padre
e figlio si sorrisero, poi si abbracciarono.
La
ragazza dai capelli arancio entrò allegramente nella Piazza
della Scuola. Non era come al solito fredda, noiosa e spiacevole:
anzi, con tutte quelle bancarelle colorate che vendevano di tutto, da
rompicapi fastidiosi, libri antichi, mobili d'artigianato, bijou....
A
lei non piaceva molto quella confusione che la avvolgeva quando
andava a scuola: tutti quella folla di ragazzi vocianti, ghiozzi...
anche se la Piazza era più piena di gente e
sicuramente molto più rumorosa, si sentiva bene.
La
gente che passava era tutta diversa l'una dall'altra... acconciature
di capelli, vestiti, faccia...
“
Bah,
tutti uguali... “
Elena pensò alle pecore clonate che erano i suoi compagni di
scuola.
Forse
anche questi stereotipi di adolescente in realtà nascondevano
un gran cuore e un gran cervello... possibilissimo, mai fare
pregiudizi.
Passò
oltre ad una bancarella di cinesi che vendeva vestiti e gioielli, ad
un'altra che esponeva antichi orologi in legno d'ebano...
Il
suo sguardo fu rapito da una bancarella minuscola ma straboccante di
roba da vendere.
In
mostra erano appesi lunghissimi teli raffiguranti lupi in caccia,
aquile all'attacco, sciacalli malinconici, mandrie di bisonti che
correvano al chiaro di luna...
Dal
soffitto pendevano degli strani oggetti piumati...
sì,
erano gli Scaccia-incubi pellerossa...
Il
banco era avvolto da una nebbiolina dai colori cangianti prodotte da
delle bizzarre macchine ad ogni angolo del tavolo.
Ma
la cosa che più colpì Elena erano gli oggetti esposti
sul bancone.
i
simboli dei poteri Dom, mostri ( Elena poté distinguere
chiaramente la sagoma di un Gorka e di un Gingi)
ma
anche Domatori, Rifugiatori, Tutori... e un enorme quadro con
dipinta... Bibbur-si.
Anche
qualche vaso dipinto a mano con dei motivi geometrici, che Elena
pensò che fossero antichi Dom-box.
Strabiliata,
lanciò un'occhiata verso il venditore.
Stava
dormendo sulla sedia, anche se era seduto si poteva capire
chiaramente che era altissimo e molto magro. I suoi vestiti erano
antichi scialli marroncino chiaro col bordo multicolore, che lo
avvolgevano da capo a piedi. La pelle dell'uomo era scura, in
contrasto netto coi suoi capelli lunghissimi, candidi, che
gli cadevano nobilmente sulle spalle. Infilata qua e là
tra le treccine bianche qualche sbilenca penna di aquila.
La
ragazzina si avvicinò lentamente, senza cercare di fare
rumore...
Prese
in mano una collana in legno, intagliato con la forma di un Bobak.
<<
Ciao, ragazza. Vedo con piacere che ti interessa la mia roba... >>
Elena
sussultò e guardò il venditore.
Aveva
ancora gli occhi chiusi, e sorrideva.
<<
Sì, è molto bella... >>
<<
Sai, un'antica leggenda del nostro popolo Sioux narrava che alcuni
uomini avessero un potere speciale. La gente del mio popolo non
poteva vedere spiriti e creature maligne, ma certamente la teneva e
sapeva che esistevano. E queste persone speciali potevano vederli,
combatterle e scacciarle dai villaggi. >>
Elena
spalancò gli occhi.
<<
Domatori... >>
Il
vecchio, ancora gli occhi serrati tra mille rughe, sorrise benevolo.
<<
Esatto... questi li ho fatti tutti io... >>
Alzò
la mano nodosa e con un gesto teatrale indicò tutto il
materiale in vendita.
<<
Mi piace molto quel quadro... >> sussurrò Elena
contemplando la tela che raffigurava Bibbur-Si.
<<
Uhm... anche a me... >>
Sul
viso del pellerossa si stagliò un'espressione felice.
<<
Tu possiedi la Vista-Dom, vero...? >>
Elena
fremette, poi rispose di sì.
<<
Ti piace il mio animaletto Domestico, Dente di Luna...? >
Una
figura fumosa ed evanescente sbucò da dietro un drappo
colorato. Anzi, gli passò attraverso, per la precisione.
Il
lupo fluttuò elegantemente in aria e si accovacciò
sulle cosce dell'anziano padrone.
<<
È... è bellissimo... >> mormorò Elena
rapita dagli occhi vitrei ma incredibilmente espressivi del fantasma.
<<
É il mio migliore amico... >>
Il
vecchio Sioux finalmente aprì gli occhi, nerissimi ma che
trasparivano un calore e vitalità immensa.
I
Mostri di casa Barrymore si avvicinarono furtivi alla porta.
sussurrò
Snyakutz Bu, mandando un'occhiataccia ai Bolli.
Aprì
la porta piano piano... ma il braccio gli si staccò, poi cadde
a terra ed infine si infilò tra i piedi del mostro, che
inciampò e capitombolò rovinosamente e si divise in un
sacco di pezzi, che a loro volta ruzzolarono a terra facendo
inciampare tutti gli altri mostri, generando un fracasso della
Madonna.
Zick
si svegliò di scatto e vide con sorpresa e con fastidio i
mostri tutti sdraiati sul suo tappeto che lo guardavano con un
sorrisetto.
<<
Se continuiamo così, ragazzi, la mia sveglia non mi servirà
più... >>
mormorò
il ragazzo sbadigliando, poi si alzò dal letto e calzò
le sue pantofole.
<<
Buon Natale, Zick! >>
<<
Buon Natale anche a voi! >>
il
ragazzino andò incontro ai genitori e baciò loro la
guancia.
<<
Buon Natale, nipotino... >>
sorrisero
Theo e Tessa fluttuando aggraziati accanto a Zick.
<<
Ehy nessuno augurare Buon Natale a Bombo umpf! >>
borbottò
il mostro, con il consenso dei suoi colleghi.
<<
Ma no, Bombo... Buon Natale a tutti! Oh, ciao, Jeremy! >
<<
Buongiorno... e Buon Natale anche a voi>> grugnì burbero
il gatto-Tutore, stiracchiandosi.
<<
Ehy ma... i regali! >>
Esclamò
Zick fiondandosi sui pacchetti colorati sotto l'albero di Natale.
<<
Ah no! Prima si fa colazione! >> lo fermò Greta
mettendogli in mano una tazza fumante di caffellatte.
<<
Ahhiiii ma è bollenteee!! >> strillò il ragazzo,
appoggiando nervoso il Mug sul tavolo, mentre tutti ridevano e i
Bolli canticchiavano “We wish you a Merry Christmas”
<<
La colazione è finita, adesso vediamo i regali. >>
borbottò
Zick.
<<
Non credi che sia meglio aprirli tutti stasera, alla festa del tuo
amico? >> propose Zob addentando la sua brioche.
<<
Sì dai così quando gli aprirai sarai più
soddisfatto... >>
si
intromise Greta, e Zick annuì controvoglia.
<<
Ehyy Zick!! >> << Elenaa!! >>
I
due fecero per abbracciarsi, ma poi ritrassero le mani timidi.
<<
Buon Natale... >> << Buon Natale anche a te Elena... >>
Una
pausetta imbarazzante...
<<
Dai, facciamo un pupazzo di neve! >> propose la ragazza
rompendo il ghiaccio.
Zick
ne fu grato.
L'uomo
di neve era venuto meraviglioso. Alto due metri, con cappello alla
gangster, grandi baffoni e un gilet, che suonava una chitarra.
<<
Cariino! Lo chiamerò... Hank... >> sorrise Elena.
<<
Bello bravi! >>
Harvey
si avvicinò a loro due spippolando al cellulare
freneticamente.
<<
Cosa fai papà? >>
<<
Cavoli, sto ricevendo mille messaggi d'auguri da amici... uff... mi
dispiace non rispondere... >>
<<
Povero papà. Ihih. >> ghignò la figlia.
Il
pranzo a casa dei Patata proseguì tranquillo, mentre Bombo
vestito da Babbo Natale vagava per le vie di Oldmill scampanellando,
mentre Clak Ritak suonava il violino e i Bolli intonavano ( anzi,
stonavano) una canzone di Jhon Lennon sul Natale.
Presto
giunse la sera....
La
sagoma scura dell'antica cattedrale di Oldmill si stagliò
nell'oscurità del cielo.
Il
parco da marrone-verde si era tinto di un bianco intenso, ormai
sembrava un luogo incantato.
La
Cattedraleperò
era la cosa più spettacolare.
La
neve che abbracciava dolce ma possessiva le slanciate e sottili
torri, che teneva compagnia ai merletti fioriti delle finestre e che
formava mucchietti buffi sopra le teste dei gargoyle,
ridicolizzandoli.
Sembrava
una testa di un saggio, immersa in un mare di latte.
<<
Che bella...!! >> esclamarono i Domatori estasiati.
<<
I genitori di Zofirus devono essere claustrofobici eh? Cavoli, non si
sentiranno soffocati con tutto questo spazio! >> disse Teddy
col suo solito tono saccente.
<<
Chi sono quei ragazzi e... tutti gli altri? >>
Chiesero
Annie e David all'orecchio di Zick.
<<
Mah... vecchi amici... >>
Il
ragazzo cercò di non incrociare lo sguardo di Lay, ma non fece
molta fatica, perché continuava a fare la smorfiosetta con
Teddy. Bene, bene....
<<
Dov'è Lorrence? Dov'è Lorrence? >>
Niente,
nessuno lo aveva visto dall'inizio della festa e poi con tutta quella
gente era facilissimo perdersi...
Zick
ed Elena sfiniti raggiunsero l'enorme tavolo del buffet, dove c'era
la rivoltante e smielosa scena di Lay che imboccava i gamberetti in
salsa ad un Teddy completamente ammaliato.
<<
Baahhh... >> grugnì Elena, ma era contenta che la
Domatrice non facesse lo stesso con Zick.
Ci
misero un sacco di tempo a ritrovare tutti i loro conoscenti e
parenti, ma alla fine riuscirono a riunirsi tutti su un'unica grande
poltrona verde ramarro.
Improvvisamente,
le luci dei candeloni rossi appesi al muro si spensero, e dentro il
luogo sacro piombò la più completa oscurità.
Sì,
si sentirono qualche urletto acuto da donna, e tutti sussultarono.
Una
luce proveniente dal rosone illuminò una figura incappucciata,
che stava in piedi sull'altare in marmo nero. Si tolse il cappuccio e
il viso sorridente di un ragazzo carino, con gli occhi azzurri e i
capelli biondi ritti sulla testa.
<<
Buonsalve a tutti! Siete i benvenuti qui, alla festa di Natale di
casa mia! Purtroppo i miei genitori non saranno presenti per via del
lavoro e quindi... sono io l'amministratore della festa. Chiunque può
servirsi al tavolo dei buffet, spazzolate tutto pure! Se volete
passare il resto della serata in intimità con la vostra
famiglia, le antiche cappelle dei Santi Protettori sono state
trasformate in piacevoli posti dove godersi il Natale in
tranquillità... sono a destra della sesta navata a sinistra...
invece chi vuole partecipare alla Santa Messa dovrà aspettare
una mezz'oretta, fra poco arriverà il prete... insomma fate
quello che vi pare, buon proseguimento di serata e sopratutto buon
Natal... Ah dimenticavo! I bagni sono laggiù in fondo,
distinti per sesso. Vabbè, ho parlato abbastanza! BUON NATALE!
>>
<<
BUON NATALE!! >> l'augurio rimbombò tra le antichissime
pareti della cattedrale.
Il
ragazzino scese dall'altare e le luci come per magia illuminarono di
nuovo tutto l'edificio.
Lorrence
si unì felicemente agli amici.
<<
Passerai il Natale senza... i tuoi genitori? >>
chiese
Annie triste.
<<
Sì, tranquilla, quasi tutti gli anni è così...
>>
rispose
tranquillissimo il biondo, sotto lo sguardo stupito di tutti.
La
serata passò piacevole e calma.
I
ragazzi si divertirono un mondo assieme, e gli adulti come al solito
se ne stettero seduti sulle loro poltroncine a parlare e a scherzare.
Dopo
aver dato ad Annie il suo regalo, un libro contenente tutti gli
appunti di Carl Von Linné, assieme ai suoi disegni di piante e
animali ( la ragazza ne fu contentissima), Zick ed Elena si diressero
verso le cappelle.
Con
la coda dell'occhio videro in un angolino buio Teddy e Lay molto
impegnati sotto al vischio.
Pensò
Zick agitato, mentre cercava uno spaziolino senza sentirsi quella
maledetta pianta sulla testa.
NIENTE.
Ogni centimetro del soffitto, anche dov'era incredibilmente alto, era
abbellito con un delizioso mazzetto di vischio raccolto con un nastro
di raso rosso.
Si
accorse che degli esserini piccoli piccoli, col corpo di insetto e
dalle grandi ali colorate a farfalla, ma con il viso... umano e
sorridente, svolazzavano allegri attorno al mazzetto sopra di lui.
<<
Mamma... papà... guardate... >>
<<
Non ho mai visto questo tipo di mostri... >> disse Greta
seguendo con gli occhi gli spostamenti di un esemplare piuttosto
schizofrenico.
<<
Nemmeno io... tu Zick? >> chiese Zob sorpreso.
<<
No... proprio no... >>
<<
Ehy, ma cosa sono? >> disse Elena curiosa arrivando dalla sua
cappellina privata.
<<
Sapete, nemmeno io so cosa siano... ma sono innocui, non fanno niente
di male... >> disse una voce alle loro spalle.
<<
Non ho trovato in nessun libro da Domatore o Rifugiatore questo tipo
di mostro... ma io li chiamo Nargilli... buon proseguimento di
serata, ragazzi. E buon Natale... >>
E
con un sorriso enigmatico, Lorrence Zofirus si allontanò verso
la parte più scura del corridoio, e sparì inghiottito
dalle tenebre.
<<
Nargilli, uhm... simpatici. >>
borbottarono
le due Rifugiatrici e i due Domatori.
<<
Cosa c'è di strano in quel mazzetto di vischio? >>
dissero
Julie ed Harvey insospettiti dal comportamento strano degli amici.
Fissare
un mazzetto di vischio come degli ebeti roteando gli occhi non è
tanto normale...
<<
Ehm niente... >> disse Elena spingendo via i genitori.
<<
Guardavamo quanto sono belli quei nastrini... ihih... >>
<<
Eh ? >>
<<
Naaa, siamo troppo vecchi per queste cose... >>
borbottarono
Greta e Julie sedute sulle poltroncine leziose.
<<
Ma no... noi siamo ancora dei giovanotti... forse VOI sarete vecchie
boh... >>
Risposero
all'unisono i mariti, pronti.
<<
Ahahah... e così noi saremo delle vecchie eh...?? >>
Le
due donne si alzarono insieme e raggiunsero i mariti molesti.
<<
Sì sì, sei proprio una vecchietta. >>
sorrise
Zob mentre abbracciava teneramente la moglie.
<<
E tu uno sciocchino, come al solito... >>
<<
Oh, ma proprio sotto al vischio dovevamo trovarci... >>
borbottò
Julie appoggiandosi al marito.
<<
È inevitabile, vecchiaccia mia... >>
Zick
ed Elena in quel momento erano seduti accanto su un piccolo sofà
ottocentesco, mentre la ragazza teneva sulle cosce i fratellini.
Alla
vista dei propri genitori che si baciavano sotto al vischio, i due
adolescenti cercarono di non guardarsi e si allontanarono l'una
dall'altra, mentre costei copriva gli occhi ai gemellini.
<<
AHII!!! PORCA BOMBA CHARLIE!! >>
Strillò
Elena mentre agitava il dito dolorante, appena morso dal fratello.
Zick
osservò divertito l'amica che si soffiava il dito morsicato
borbottando esclamazioni inventate sul momento...
I
due si guardarono per un millisecondo, poi girarono la testa di
scatto, con le guance rosse e calde...
I
Nargilli sfarfallarono attorno ai due e si posarono sulle spalle dei
giovani, canticchiando canzoncine natalizie.
Inizialmente
venne voglia loro di scacciare quegli esserini ma poi cominciarono ad
abituarsi alla loro buffa presenza...
I
mostriciattoli presero con le loro manine i visi dei due e
la
girarono così pacatamente che i ragazzi non se ne accorsero...
Presto
si ritrovarono a guardarsi negli occhi con un'espressione di
sorpresa.
<<
Ehm, buon Natale, Zick... >> disse Elena sorridendo e
abbassando rossa come un peperone la testa.
<<
Questo è per te... >>
La
ragazza si frugò nelle tasche e tirò fuori un pacchetto
accartocciato, con un fiocco di nastro lucido.
<<
Non è niente, ma... >>
La
ragazza non finì la frase, perché fu catturata dagli
occhi color cioccolato fondente dell'amico che la guardarono sereno.
<<
É sicuramente qualcosa invece. E che mi importerà
tanto... >>
Zick
scartò il regalo più delicatamente possibile ( si
ritrovò in mano il pacchetto tutto strappato e il fiocchetto
tutto sciolto, ma ad Elena non importò)
Era
un portachiavi con appesa una pietra quadrata blu notte, con gli
angoli smussati, che raffigurava un omino stilizzato in posa da
combattimento: dalla mano usciva una specie di raggio che avvolgeva
l'altro disegnino, che ritraeva una sorta di... mostro.
“
È
stata anche lei da quel vecchio indiano... “
<<
Ti piace? >> disse Elena pacata.
<<
Certo che mi piace! È bellissimo grazie, grazie... ma è
un Domatore vero? >>
<<
Credo proprio di sì! Quando l'ho trovato ho pensato subito a
te... >>
Lei
abbassò lo sguardo vergognata, ed anche lui la assecondò.
<<
Anche io ho qualcosa per te... >>
Zick
tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una scatolina nera
lucida.
“
Naaa,
ma non puoi presentarti a lei con un sacchetto accartocciato... “
“
Ma
mamma, è lo stesso per lei... “
“
Ma
lo so, Zick, ti parlo dal punto di vista di una donna... di certo il
regalo è la cosa più importante, ma... anche la forma.
Dalle questa... “ Greta porse al figlio la scatolina nera
brillante.
“
Si
sentirà più contenta, perché sa che per lei hai
riservato il contenitore più carino... “
“
Mah,
voi femmine siete proprio strane” borbottò Zick.
“
A
chi lo dici, figliolo! Valle a capire le donne! “ esclamò
Zob ridendo mentre fu zittito dall'occhiataccia della moglie.
Elena
la aprì, e ne tirò fuori una collana con una pietra
triangolare bianca con gli angoli color ambra,
dove
un disegno tracciato a linee sottili nere descriveva la scena di una
donna che dava la mano ad un mostro.
<<
Oh... Zick... >>
<<
Lo so, siamo stati dallo stesso venditore... quell'indiano
d'America... >>
<<
Lì nella piazza della scuola...
<<
Esatto! Hai visto quante cose aveva? >>
<<
Sìì!! Tantissime su Domatori e i Rifugiatori! A me ha
spiegato la leggenda del suo antico popolo... parlava proprio di voi.
Ha capito subito che non ero una semplice umana... hai visto bello il
suo fantasma lupo? >>
<<
Eggià... >>
<<
Comunque grazie Zick mi piace tanto!!! Grazie! >> La ragazza se
la mise al collo in fretta, poi...
si
fiondò sull'amico, stringendolo affettuosamente.
Anche
Zick ricambiò, stavolta subito e senza esitare, cingendole i
fianchi, mentre i Nargilli elettrizzati cantavano Jingle Bells.
Era
più bello... di quell'abbraccio che si diedero quattro mesi
prima ammollo in acqua...
<<
Ti voglio bene... >> sussurrò lei, guardandolo coi suoi
occhi marrone ciliegio brillante.
<<
A-anche io Elena... >>
Non
si accorsero di quanto fossero vicini...
“
Baciala...
adesso è il momento giusto... ”
“
Siamo
sotto al vischio, Porca Bomba, abbracciati, ci siamo appena detti che
ci vogliamo bene...”
“
Non
fare come al mare... baciala! “
“
Ma
noi non ci vogliamo bene... “
“
Ma
che vergogna... e se poi lei si arrabbia? “
“
Ma
perché mi passano tutti questi pensieri smielati per la
testa?!”
<<
Auuuuuwnnnn..... i nostri bambini.... >>
I
due ragazzi si separarono di scatto con un sussulto, e guardarono con
astio i genitori che li guardavano trasognati.
<<
Grrr gnn.... >> ringhiò Elena, prendendo in braccio
Charlie e Violet ed alzandosi dal sofà, mandando ai genitori
un'occhiataccia di quelle che ti fanno male agli occhi.
Zick
non cercò lo sguardo dei genitori, invece andò a
cercare David, Annie e gli altri Domatori ( non sicuramente Teddy e
Lay)
Lasciò
tranquilli intenerito Dedevid e Ragnetto mentre si davano un bacino
sotto al vischio, e proseguì oltre.
Incontrò
Soup che lo guardò con gli occhi spalancati per un attimo, poi
scappò via.
Zick
si limitò a pensare per il resto della serata ai perchè
della vita.
Il
ragazzino attraversò rapido il salone d'ingresso,
gocciolante da capo a piedi.
Ma
ne era felice, adorava la pioggia.
Nessuno
gli rispose.
La
casa era illuminata da quella debole luce grigia che entrava
dalle grandi finestre di casa Barrymore.
L'unico
rumore era quello monotono ma non noioso delle gocce di
pioggia che si abbattevano contro i vetri... troppa calma.
Dov'erano
i Mostri? Di solito quando entrava i Mostri si fiondavano da
lui ( più che altro Bombo, per annusargli le scarpe,
stavolta speziate al dolce aroma di fango.)
No,
invece il vuoto, scuro e gelido innanzi a sé.
<<
C'è qualcuno...? >> sussurrò il ragazzo
appendendo il KWey.
Nessuna
risposta.
Zick
cominciò ad avere i brividi, e attivò la Vista
Dom.
Nulla,
nulla... nulla di pericoloso.
Poi
sentì un rumore di porta cigolante alle sue spalle...
Si
girò di scatto, e urlando, sparò un raggio
azzurrino contro la sagoma scura che usciva dalla stanza che
si rivelò essere...
Suo
padre molto incavolato.
<<
Ehy ehy ehy ma sei impazzito?? >>
Sbraitò
cercando goffamente di alzarsi.
<<
Scusa papà! >> Zick si fiondò ad
aiutarlo, prendendolo per un braccio.
<<
Ma che ti prende scusa? >> esclamò Zob,
stavolta con voce più calma, levandosi la punta di
una ciocca di capelli blu abusivamente entratagli nella
narice.
<<
Niente... scusa è che la casa era deserta, poi fa un
freddo cane e non c'è la luce... >>
<<
É saltata, infatti. E con lei il riscaldamento è
andato
a...
a... >>
<<
Farsi benedire? >> suggerì Zick, ritenendo
l'alternativa più fine.
<<
Sì... sì... >> l'uomo abbassava la testa
in basso bofonchiando a mezza voce cose incomprensibili..
<<
Papà... che succede? Ti vedo... nervoso. >>
<<
Niente... anzi, invece sì... c'è qualcosa che
mi turba e anche parecchio. >> << Cosa? >>
<< Te lo spiegherò poi... >>
<<
Ok, ho capito, sono troppo piccolo e stupido per
capirlo.
>>
<<
Ma non dire sciocchezze. Quel “ poi” riguardava
questione poco, sai? >>
<<
Uh uh davvero... ? >> rispose Zick con voce flebile,
cercando di farsi scusare dalla voce.
<<
Esatto... poi alcune cose non te le diciamo perché
sono forse troppo pesanti da sopportare e la tua mente deve
essere concentrata su altre cose. >>
<<
Sì vabbè... però anche io ho il diritto
di sapere. >>
<<
Certo... ma ogni cosa a suo tempo. >>
<<
Se lo dici tu... ma mi hai fatto una paura... perché
non mi rispondevi? >>
<<
Non ti sentivo, ero in bagno. >> rispose Zob con voce
seccata.
<<
Ok scusa ancora... >>
<<
Tranquillo figliolo. >>
un
sorriso svelto apparve sul viso del grande Domatore, ma
presto fu rimpiazzato da una faccia mesta e preoccupata.
<<
Ma... ci sei solo tu in casa? >>
<<
No... però è da un po' di tempo che non vedo i
Mostri... boh saranno qui in casa ma... vabbè non so.
Jeremy
dorme lì sul divano... >>
Zick
gettò lo sguardo in soggiorno e vide il gatto, alias
Tutore Massimo Jeremy Joth, che ronfava raggomitolato su un
cuscino.
<<
Ma che bel gattino... >> commentò Zob a presa
di giro.
<<
Uh... che angioletto... mi ricorda tanto Sfruscio. >>
sussurrò
Zick cercando di non ridere.
<<
E mamma? I nonni? >>
<<
Greta è a BigBurg a casa di alcune sue amiche
fioriste, delle certe Vanessa e Flora... anche i nonni sono
a far visita a dei loro vecchi amici fantasmi nell'antico
quartiere di Oldmill... Adesso vediamo di cercare quella
banda di pazzi, mi sto preoccupando. >>
E
dopo aver detto questo, Zob tirò fuori dalla tasca
della giacca rossa una torcia e l'accese.
I
due Domatori salirono le scale... e si ritrovarono davanti
allo camera di Zick
Il
padre fece segno ad Ezechiele di arretrare, mentre apriva
lentamente l'uscio...
I
Bolli strillarono e scoppiarono, mentre Bombo, Bu e i Bobak
si immobilizzarono.
<<
Ehy, cosa state facendo voi...?! >>
esclamò
Zick mentre si fiondava verso i mostri.
<<
Io no fare nulla io volere solo vedere scarpe di Zick! >>
<<
Bombo, tu volevi mangiartele! Leva subito le zampacce dalla
mia scarpiera!! >>
Ma
Bombo, stavolta, non si fece intimidire dalla voce del
padrone e si eclissò fuori dalla stanza scortato da
ben Talak e Clak Ritak.
<<
BOMBO FERMO! >>
Disse
una voce roca proveniente da fuori la camera.
Bombo
si immobilizzò e lasciò andare le scarpe,
mentre i Bobak, lo Snyakutz e i Bolli scappavano
elettrizzati.
<<
Ma vedi te se devo ancora ricorrere alla Voce Dom per
rendere questa Oasi degna di me! Non c'è disciplina!
>>
ringhiò
Jeremy con ancora il simbolo del Tutore Massimo che spiccava
sul suo petto.
<<
Oh, Jerry, ti sei già svegliato con la luna storta...
>>
Disse
a presa di giro Zob.
<<
Sta zitto tu! E non chiamarmi Jerry! >> ringhiò
il gatto.
<<
Senti, che ti piaccia o no, io e Zick andiamo a fare un
giretto, e tu rimani qua solo coi Mostri. >>
(
Tiè beccati questa Jerry! Grande Zob! )
<<
Fuori diluvia! Dove vorresti andare?! >>
<<
Lo so io. >> tagliò corto il Domatore.
Zick
si chiese dove l'avrebbe portato...
<<
Bah, non c'è disciplina, non c'è disciplina...
>>
borbottò
Jeremy scuotendo la testa e congedandosi a coda alta e
scodinzolante.
<<
Papà. Dove mi stai portando? >>
Il
ragazzino seguì ancora con gli occhi una goccia di
pioggia che colava dal finestrino.
<
Vedrai, vedrai... credo, anzi sono sicuro che ti piacerà.
>
Zick
si chiese perché suo padre facesse tanto il
misterioso, ma si limitò a fissare il paesaggio fuori
dall'auto. Le sagome scure delle case che sembravano
incombere su di te, i nuvoloni grigio scuro che invadevano
con possessività il cielo...
Tutto
creava un'atmosfera unica, misteriosa, tipica ed esclusiva
dei grandi acquazzoni invernali.
Era
un'eclissi molto particolare, alla fine.
Zob
inserì tranquillamente un disco nel lettore cd, ed
iniziò a canticchiare...
<<
The lunatic is on the grass... >>
Zick
sbuffò e rincantucciò la testa nel colletto
del maglione.
Odiava
le canzoni concentrati sui pazzi, sugli strambi, sulla gente
diversa...
Gli
ricordava troppo lui.
<<
Remembering games, and daisy chains and laughs...
Go
to keep the loonies on the path... >>
Il
panorama fuori cambiava...
Dalle
casette di quartiere, qualcheduna straordinariamente con
ancora qualche lucina di Natale che brillavano nella nebbia,
a catapecchie in legno abbandonate da vecchi pescatori a
rocce aspre e che s'innalzavano verso il cielo...
<<
Oh, non mi piace questa canzone... >>
borbottò
Zick con voce parecchio infastidita.
<<
COOSA?! >>
(
noi fan dei grandi Pink Floyd siamo affranti :'C
Il
padre mise in pausa il brano e disse:
<<
Ma è bellissima... >>
<<
É noiosa... >>
<<
Vuoi che ti metta RADIO MARIA?? >>
<<
No no no per carità...!! >> bofonchiò
Zick spiazzato.
<<
Comunque... se tu la mettessi la ascolteresti anche tu
quindi... >>
<<
Già, già... giusta osservazione... ma ora sta'
buono. >>
Le
mani di Zob si strinsero di più sul volante.
<<
Io sono tranquillissimo.... sei tu che sei nervoso o
preoccupato per qualcosa... a me ignoto. >>
<<
É vero... scusami... te ne parlerò quando
saremo arrivati a destinazione. >>
<<
E... dove sarebbe questa destinazione? >>
<<
Segreto. >>
<<
Ah. ..>>
Zob
schiacciò un pulsante, il bordo arancione che
brillava luminescente al buio, e la musica riprese da dove
era finita...
<<
Ha un testo veramente bello. Lo capisci? >> disse il
padre.
<<
Naa... >>
<<
There's someone in my head but is not me... >> dettò
la voce registrata di Roger Waters.
<<
C'è... >> mormorò Zick con voce
flebile...
<<
Qualcuno... >> suggerì Zob sorridendo, mentre
continuava a guardare la strada poco illuminata.
<<
Nella mia... >>
<<
Testa. >>
<<
Ma non sono... >>
<<
Io. >>
Un
fulmine squarciò il cielo illuminando col suo occhio
vigile tutto il panorama.
<<
Belle parole, comunque... >>
sbottò
Zick accarezzando nervosamente il tessuto liscio della
cintura.
<<
Vedi? Se sapessi di più l'inglese... >>
<<
Papà, peccato che mi ritrovi una ciospa orribile come
professoressa, e sai con questo tipo d'insegnante non è
che ti senta molto ispirato... >>
<<
Ahahaha, è vero... però questa lingue è
importante Zick... importante per... >>
la
voce si abbassò fino a diventare un sussurro, ma più
che altro mormorii nevrotici:
<<
Per... la vita... conoscenze... scoprire... >>
Zick
aguzzò l'udito, ma sentì solo parole
affiancate senza molto senso compiuto.
Il
comportamento del padre lo stava spaventando...
molto...
Non
lo “ conosceva” nemmeno da un anno, dopo tutto.
Dei suoi tre primi anni di vita trascorsi con lui non si
ricordava proprio nulla.
Ma
non aveva mai assunto questo modo di fare...
cercava
quasi sempre di essere allegro... almeno con lui.
Certo,
aveva i momenti nei quali aveva la luna storta eppure...
Ma
no, è normale...
I
see you on the dark side of the moon.
Zick
si lasciò trascinare dai pensieri strani sul padre,
mentre gettava ancora lo sguardo davanti a sé e sentì
l'auto arrestarsi e la musica finire.
Il
parabrezza incorniciava un quadro fatto dalle dita artiste
di madre natura.
Il
mare era in completa furia. Scuro e violento come il cielo,
si abbatteva con rabbia irrefrenabile contro le rocce
calcaree a strapiombo sul mare, che reggevano, reggevano e
ancora, come antichi reduci di un'epica battaglia iniziata
dall'alba dei tempi e che mai avrebbe avuto fine...
Il
cielo tinto di nuvole plumbee sovrastava tutto, i fulmini
cadevano dalla coltre materna dei cumuli come ragazzini
ribelli, parevano angeli dannati.
Incredibilmente
aggraziati e spietati.
I
tuoni rimbombavano burberi, la semplice ma efficace colonna
sonora di quello spettacolo unico...
Quanto
potente poteva sentirsi un Domatore, mentre riusciva ad
inscatolare chissà quale mostro cattivo, e credersi
un essere infimo e debole rispetto al teatro della natura?
<<
È... È... >> balbettò Zick, non
riuscendo a credere ai suoi occhi.
<<
Bellissimo, vero? >> suggerì Zob slacciandosi
la cintura.
Zick
annuì convinto.
<<
Lo so... te lo avevo detto... fidati di tanto in tanto di
tuo padre, qualche volta. >>
Zick
abbassò lo sguardo per un secondo, colpito dal tono
di voce freddo del papà, ancora.
Il
crepuscolo, il temporale e il mare in burrasca erano le cose
che più lo avevano emozionato, ed ora, rivederli
riuniti tutti assieme...
Era
proprio una sensazione... unica.
Poi,
essendo posizionati su un roccione a strapiombo sul mare, ti
potevi godere meglio lo show. Altro che occhiali 3D.
<<
Grazie... comunque... per avermi portato qui. >>
Un
bagliore vicino, un rumore lontano.
<<
Non c'è di che. >>
Perchè?
Perchè tutta questa....
formalità,
freddezza?
<<
Ah... beh adoro questo posto. >>
Puntualizzò
Zob con voce adesso amichevole e flemmatica.
<<
È un posto che mi richiama... così tanti
ricordi. >>
<<
Oh... me ne parli? >>
<<
Come ben sai, tua madre ed io ci conosciamo fin dalla
nascita... i nostri genitori ci portavano qua molte volte...
i miei per allenarmi a diventare un bravo Domatore, invece
lei per studiare Rifugiatologia ( nome completamente
improvvisato ^^) … sai qua prima al posto di questi
sassi c'era un prato... lo adoravamo tutti e due.
Lei
veniva sempre per accarezzare i petali dei fiori,
annusarne il profumo, raccogliere i soffioni e le
foglioline... invece di già ero attratto dalle
formiche che si arrampicavano sugli steli d'erba, dalle
cavallette che saltavano da fiore in fiore, dalle api che vi
si posavano per portarne via il polline... quindi questo era
un luogo particolare. >>
<<
Uh... >> sorrise Zick interessato.
<<
Uh... poi ovviamente siamo cresciuti... ed questo posto è
diventato il nostro posticino... >>
<<
Ah... dev'essere stato bello vedere le stelle cadenti da
qui. >> disse Zick colpito.
<<
Sì... sì sì. >>
Piccola
pausa di silenzio, Zick lasciò affluire
silenziosamente i ricordi al padre.
<<
Zick...? >> << Uhm? >>
<<
Come... va? >> << Bene... >>
“ No
che va bene! Mi spaventi, tu prima di tutto, e moltissime
altre cose... “
<<
Dimmi tutta la verità Zick. >> disse Zob,
sembrava addirittura che stesse sbuffando.
<<
E perché...? >>
<<
Non fare queste domande stupide. Sono tuo padre, devo sapere
quello che pensi, quello che stai passando, le cose che ti
turbano... ti possiamo sempre aiutare Zick. >>
L'uomo
si girò e guardò il figlio sorridendo.
A
Zick quel sorriso, stavolta, sembrò sincero.
<<
Uhm... papà... sono preoccupato... per te. >>
<<
Per me? >> chiese Zob con voce sorpresa.
<<
Sì! Sei strano oggi. Molto strano. Qual'è la
cosa che ti sta turbando? >>
<<
Te lo dirò quando avremo finito. >>
Il
calore di prima era di nuovo sparito.
<<
Papà, perché sei così freddo con me? >>
Un
altro tuono scandì il tempo di quella conversazione
tesa.
<<
Io... te l'ho detto, c'è una cosa che mi preoccupa.
>>
<<
Ok... però io non c'entro niente, non devi riversare
la tua preoccupazione su di me... >>
<<
Hai ragione, mi dispiace, tu non c'entri proprio nulla. >>
Zob
allungò la mano verso il figlio e lo avvicinò
a sé, mentre Zick appoggiava la testa sulla sua
spalla.
<<
Vuoi che ti dica tutto quello che sto pensando in questo
momento? >> disse con voce vellutata il ragazzino.
<<
Sì. Al momento, parli troppo poco con noi. Me lo fai
questo favore? >>
<<
Sì. Beh... allora la Tappone ci stramazza sempre di
compiti... >>
<<
Però non vi piglia più per il... >>
<<
No no. >> sorrise il ragazzino.
<<
Scommetto che quei pomeriggi che passava in ospedale deve
averle fatto bene. Avrà riflettuto sul suo
comportamento... >>
<<
Mah, secondo me aveva troppa paura di essere licenziata.. e
quindi si è regolata. >>
<<
Può essere. Doppifogli appioppati a cacchio? >>
<<
Uhm... solo a chi non fa i compiti. Gordon Bobbins, quel
cretino... ne ha circa 30...>>
<<
Cos'ha fatto? >>
<<
Semmai cosa non ha fatto! Non studia mai... >>
“ Ed
è il primo ragazzo col quale ho avuto uno scontro, ma
non ve l'ho mai detto... “
<<
Ah. >>
<<
C'è, però... una cosa che non vi ho detto. >>
<<
Dimmi. >>
Zick
spiegò del suo episodio accadutogli il primo giorno
di scuola.
<<
Uhm... adesso ho capito perché è un cretino.
>>
Ghignò
Zob.
<<
Comunque... perchè non ce l'hai mai detto? >>
Zick
osservò per qualche secondo uno scoglio lambito dalle
onde prima di rispondere.
<<
Non mi sembrava minimamente importante. >>
<<
Beh, non è che tutte le cose che diciamo sono
importanti. Ma è bello di scambiarsi ricordi ed
esperienze vissute, anche stupidissime... >>
<<
Sì hai ragione. >>
<<
Quindi... la tua amica ti ha salvato. >>
<<
Cosa?! >>
<<
Ti ha salvato da.. Babbeos, Bobbins o come si chiama. >>
<<
Beh... mi stavo quasi per alzare e a dire a quello là
di non mancarmi più di rispetto e di non azzardarsi a
toccare Elena... ma ci si è messa lei... >>
<<
Stai... ansimando Zick. >>
<<
Davvero? >>
<<
Uhm uhm. Dalla rabbia. Sei proprio geloso di lei, vero? >
Quella
domanda bussò alla porticina del cuore di Zick con...
un'inaspettata violenza.
<<
É la mia migliore amica... è naturale.... >>
<<
Certo certo... con lei va tutto bene vero? >>
<<
Sì... sì... va tutto bene, per fortuna. >>
Sì,
certe volte litigavano per alcune sciocchezze, ma facevano
subito la pace.
<<
È proprio una ragazza in gamba. Sei stato molto
fortunato a trovarla. >>
<<
Sì... >>
<<
E lei, ovviamente, a trovare te... >>
<<
Uh... strana la vita eh? Facendo nuove conoscenze te la
stravolge, sia positivamente che negativamente. >>
<<
Basta un attimo... ehehe, la vita è molto strana. Ad
esempio, sono pluri-laureato in entomologia, e mi ritrovo a
fare il gelataio part-time in un paesino... non che mi
lamenti, eh! È un lavoro allegro e mi piace,
comunque... >>
<<
Comunque non hai seguito il tuo sogno. Mi immagino te in uno
di quei documentari dove c'è lo scienziato e
compagnia bella che si avventura nelle varie giungle... che
alla fine muore per una morte stupidissima, tipo punto da
una pastinaca o non so che altro...>>
<<
Ahah, grazie per avermi augurato una splendida fine! Però
sarebbe stato forte. Ma molto pericoloso. >>
<<
Uh uh... non che fare il Domatore sia così
tranquillo... >>
<<
È questo il bello... >> << Ih ih... >>
<<
Però sai i miei sogni erano tanti... certo quello di
far l'avventuriero mi tentava, però... >>
<<
Però? >> << Alla fine io e tua madre
abbiamo avuto la splendida idea di fare un figlio e sei nato
tu. È stata la scelta migliore in assoluto. >>
<<
Oh oh. >>
<<
Ehy ehy, furbastro il mio mostriciattolo! >>
<<
Perchè? >>
<<
Hai cambiato argomento!! Parlavamo del tuo rapporto con
Elena ed hai voluto parlare di come è strana la vita!
>>
<<
Sì ma sei stato tu ad iniziare a parlare dei tuoi
vari sogni! >>
<<
Perchè te avevi iniziato! >>
<<
Allora stavi zitto! >>
Zob
ribatté stavolta con una risata, alla quale si unì
anche Zick.
Il
ragazzino era molto contento, adesso suo padre era allegro e
spiritoso come sempre....
<<
Allora riprendiamo da dove avevamo finito. >>
<<
Ok... >>
<<
Dicevamo che siete stati molto fortunati a trovarvi bene
l'uno con l'alta. >>
<<
Sì. >>
<<
Sei... rosso. >>
<<
Dove? >>
<<
Zona guance... >>
“Oh
no non ancora... non con papà...”
<<
Ehm, sarà il caldo... O_O''' >>
<<
Dentro la macchina ci sono dieci gradi, fuori invece
cinque... >>
<<
Ehm... >>
<<
È parlare di Elena quella che ti fa arrossire, vero?
>>
<<
Io... non... non so perchè!! >>
<<
La vita è tutto un perchè, quindi cerchiamo di
rispondere a quelli a cui si può trovare la risposta.
>>
<<
Boh... non so... è da quando siamo stati quel
pomeriggio al mare tutti insieme che mi sento strano... >>
<<
Uhm... ? >>
<<
Oh papà, smettila di fare quegli “ uhm”....
>>
<<
Uhm? >>
<<
Ohh va bene!!! MI PIACE ELENA!! >>
<<
Uhm... uhm uhm... >>
<<
Potresti fare l'enorme sforzo per dirmi qualcosa? >>
sbottò
Zick stizzito.
<<
Cosa vuoi che ti dica? È palese, sei innamorato. >>
<<
Oooooooookkkkkk............... >> Zick tirò un
lungo sospiro
(
non di sollievo ovviamente)
<<
Non... va bene... lei è la mia amica... >>
<<
Vuoi che resti così per sempre, anche se non lo vuoi?
>>
<<
No... ma... se poi succede... qualcosa... >>
<<
Lo so, Zick. Essendo tu un Domatore vai a ficcarti nei guai
e devi proteggere colei che ami ma lei è troppo
testarda e alla fine si ficca nei guai anche lei... >>
Zob
sospirò.
<<
Infatti... è quello che succede con te e mamma? >>
<<
Sì... >>
<<
Uhm. Non deve essere bello. >>
<<
Per nulla. >>
<<
È difficile? >>
<<
Sì, ma alla siamo contenti allo stesso. >>
<<
Ah bene... >>
<<
Allora... invece Elena che fa? >>
<<
Mah... è da tempo che si comporta... diversamente...
sembra più... più... >>
<<
Donna? >>
<<
Sì... >>
<<
È cresciuta veramente tanto Elena, in quest'anno. Ma
dimmi, che modo di fare ha con te? >>
<<
Mi... abbraccia di più... mi dice che mi vuole
bene... >>
<<
Uhm. >>
<<
A ridaglie con questo “ uhm!”
<<
Stavo solo pensando. Eheh, è un tipico modo di fare
femminile per far capire che tu le piaci... >>
<<
Sicuro? >>
<<
Sì sì. >>
<<
Oh... bene. Il problema è che... mi vergogno uhmpf!!
>>
<<
Allora, osserva con molta attenzione il modo di fare di
Elena. Se vedi che è più... gentile, ti
sorride di più, ti aiuta sempre... a proposito,
quand'è che avete fatto la vostra ultima grande
litigata? >>
<<
Mah... boh. >>
<<
Vedi???? >>
<<
Ma è da tempo che Elena è diversa. Si arrabbia
di meno, riflette un po' più sulle cose... >>
<<
É semplicemente maturata. >>
<<
Oh. Ma sai il problema è che io.... mi vergogno a
dirle quello che penso. E se poi litighiamo? >>
<<
Uhm... >>
<<
Ma la vuoi piantare???!!! >>
<<
Non mi sembravi tanto timido sotto al vischio. Anzi,
direi... piuttosto ardito! >> sogghignò l'uomo.
<<
Ohh argh... tu e mamma dovevate sbaciucchiarvi ancora un po'
così potevamo... >> grugnì Zick.
Hai
solo dodici anni ma sei molto determinato!! Tutto suo padre!
>>
<<
Ohh sta' zitto. >>
<<
Ok ok... scusa ma se ci è riuscito quel timidino di
David a mettersi con Annie non ci puoi riuscire anche tu? >>
<<
Ma lì è diverso... >>
<<
Ok sarà... >>
Zob
sorridendo guardò il cielo scuro.
<<
Ma non so che dirle... >>
<<
potrei dirti una tipica frase femminile. Fai quello che ti
dice il tuo cuore... >>
<<
sempre usando il cervello però. >>
<<
Sì... ma in questi casi il cervello ti può
bloccare, quindi è meglio usare il cuore. >>
<<
Ok... >>
<<
Con gli gli altri professori invece come va? >>
cambiò
argomento Zob, che si era divertito a stuzzicare il figlio,
ma aveva deciso di dargli un po' di tregua.
<<
Mah... ci ritroviamo... bene, insomma. Quella di italiano è
molto brava, forse troppo smielosa a volte ma è ok...
spesso lei ci chiede cosa ne pensiamo della scuola e dei
professori e quindi trascorriamo varie lezioni così a
parlare... lei ci dà dei consigli insomma... >>
<<
Uhm. Direi che fa bene. Un professore non deve insegnare
solo la sua materia... ma anche come affrontare la vita. >>
<<
Per quello non ci sono i genitori? >>
<<
Certamente, loro prima di tutto. Ma è interessante
cosa ti può dire una persona sconosciuta. >>
<<
Sì... poi quella di matematica e scienze... mah fa
delle battute carine a volte, insegna molto bene ma c'è
una cosa che proprio non sopporto di lei. >>
<<
Cosa? >>
<<
Le punizioni di massa!! Mamma mia che odio! Per uno o due
cretini che magari si lasciano sfuggire una risatina o
magari per tre truzze che si lanciano bigliettini TUTTA la
classe ci deve rimettere?? Una caterba di espressioni per il
giorno dopo anche agli innocenti? Grr!! >>
<<
È uno sciocco modo per invitare i ragazzi a non fare
casino... e sanno già cosa li aspetterà. >>
<<
Sì vabbè però... >>
<<
É ingiusto, Zick. Lo so lo so. >>
<<
Quella di musica... mah ti fissa con quegli occhi!!! >>
E
mimò la professoressa strabuzzando gli occhi
assumendo una faccia da psicopatico.
<<
Ahahhaha, dev'essere uno spasso. >> commentò
Zob.
<<
Beh però è molto severa. >>
<<
Ah... con gli altri tutto bene? >>
<<
Sì sì... >>
<<
Ok. Soup che fa di bello? >>
<<
Lui...? Mah, appena mi vede scappa via come se volessi
ucciderlo... >>
<<
Anche a me ha colpito molto quel bimbo. È molto più
profondo di quel che si vede. >>
<<
Già! Mi ricordo, alle elementari era un vero idiota!
Ma che proprio non capiva nulla! >>
<<
Si mascherava dietro questo atteggiamento. Invece con gli
altri tuoi amici? >>
<<
Oh, va benissimo. David e Annie sono molto bravi e colti,
poi l'hai vista Annie alla festa di Natale? >>
<<
Sì. Non sembrava nemmeno lei. >>
<<
Indovina chi l'ha conciata così? >>
<<
Boh? >> << Elena! >>
<<
Ma dai... >> << E sì! >>
<<
E quell'altro tuo amico... Lorrence? >>
<<
Ah, è troppo simpatico. A scuola fa delle battute di
spirito... da schiantarsi!!! è troppo divertente, poi
sembra svagato a volte ma invece è molto sveglio...
>>
<<
Oh. Però dimmi, è molto strano che non viva
quasi mai coi suoi genitori. >>
<<
E sì, quello è veramente strano. >>
Nessuno,
dico nessuno quell'anno aveva visto i signori Zofirus. O
erano via per lavoro, o per una riunione, e non poteva
mancare il classico appuntamento col cliente dell'ultimo
minuto.
<<
Poi Lorry... sembra quasi contento che non ci siano i suoi.
E poi, non capisco come fa a sorridere sempre. >>
<<
È un ragazzo pieno di sorprese. >>
<<
Sì. Ma ora per favore, dimmi cos'è che ti
preoccupa. >>
Il
sorriso dal volto di Zob scomparì di scatto.
<<
Parla dei vari delitti che stanno succedendo in quest'anno.
>>
<<
Ah... ho pensato molto su queste cose, se ne parla molto
anche a scuola. Il punto è questo:troviamo i vari
“ grandi
capi” degli importanti servizi umani, la polizia, i
carabinieri, i medici eccetera eccetera morti completamente
carbonizzati, in ogni punto della città. Anche nei
loro letti. Ma il resto è completamente intatto. C'è
chi pensa che il classico pazzo maniaco gli abbia rapiti e
poi messi lì sul posto, ma i vari familiari giurano
che non hanno sentito nessun rumore sospetto e che le
vittime prima non avevano comportamenti strani. Poi vabbè,
gli studiosi del paranormale dicono che si parla di
auto-combustione...
L'assassino
o l'assassina che uccide questa gente è veramente
arguto però. Rapisce questi uomini o donne,
sicuramente minacciandoli per non farli urlare o per far
casino. Poi non so, li lega e li brucia. Povere persone, che
morte atroce. >>
Gli
occhi del Domatore assunsero un'espressione triste.
<<
E poi, senza fare il minimo rumore, li riporta a casa.
Stranissimo, eh! >>
<<
Uh, già. >> commentò Zob guardando
ancora il mare.
<<
Ma ho pensato ad una cosa. Una cosa molto brutta, e che mi
auguro che sia solo una stupida ipotesi. >>
Continuò
Zob con voce cupa.
<<
Molti anni fa, quando avevo circa dieci anni... >>
Fece
una piccola pausa piena di suspense.
<<
Stavo leggendo l'antichissimo diario di Gianduja Gengins, un
Domatore che viveva nell' 800. raccontava delle sue storie,
ma un capitolo mi colpì particolarmente >
Zick
non stava più nella pelle. Ormai il rumore dei tuoni
non lo sentiva più, superati dalla voce fredda del
padre come il suono di un singolo tasto del pianoforte.
<<
Amava molto viaggiare, da solo. Ed una volta, giunse in un
paese devastato in Siberia. Trovò tutti gli abitanti
appunto, carbonizzata a terra. Quando stava per andarsene
dalla angoscia, sentì una voce moribonda chiamarlo.
Era
l'unico superstite, col corpo tutto bruciato, tranne uno
spicchio di viso.
Ha
detto, fra un gemito di dolore e l'altro, che molti mesi
prima era giunto un uomo, un forestiero.
Il
paese lo accolse con calore e presto divenne un fidato amico
e li aiutava, visto che era molto forte ed abile a cacciare.
Ma un giorno, costui impazzì. >>
Zick
spalancò gli occhi.
<<
Alzava il braccio e sollevava in aria tutte le persone, poi
non si sa come le faceva bruciare dall'interno. Poi,
distrusse le case con semplici pugni. Lui era l'unico che
viveva ancora, ma quando stava per dire a Gianduja cos'era
in realtà quell' “ uomo” morì. >>
<<
Oddio... pensi che sia... la stessa cosa? >> balbettò
Zick.
<<
Purtroppo sì, Zick. >> sospirò Zob.
<<
Ne parlerò sicuramente con gli altri Domatori e i
Tutori. Potrebbe benissimo succedere qualcosa a Big Burg. E
sicuramente, anche a Bibbur-Si. Dovremo fare qualcosa. >>
<<
Uhm... >>
<<
Adesso sei tu che dici “ uhm”, però! >>
<<
Niente... sono preoccupato molto anche io. Ma... mamma, i
nonni, Jeremy lo sanno? >>
<<
No. Sei l'unico oltre a me a saperlo. >>
<<
Ah. Sai, c'è una cosa che ho voluto sempre
chiederti... >
<<
Chiedi chiedi. >>
<<
Nelle tue varie.... battaglie da Domatore.... perchè
ne hai combattute tante no? >>
<<
Certo certo... >> Zob assunse un espressione che
tralasciava una valanga ricordi e ferite.
<<
Hai mai... ucciso qualcuno? >>
Zick
pronunciò quelle ultime parole con un soffio, un
sussurro timido e spaventato.
Gli
occhi color ebano del padre si tinsero di un'ombra infelice
e cupa.
<<
No, Zick, no, per fortuna. >>
<<
Bene... era solo curiosità... >>
<<
Zick, noi non uccidiamo nessun mostro, non uccidiamo nessun
Domatore Oscuro. Uccidere è una cosa bruttissima, se
lo fai tu in prima persona. Quando ti ritrovi il nemico
sconfitto ai tuoi piedi... anche se... provi una rabbia
fortissima, vuoi ucciderlo con tutte le tue forze... vuoi
vendicare tutte le persone che sono morte... non puoi. La
vendetta è una follia solo momentanea, che non ti
lascerà proprio nulla, solo un enorme rimorso. Un
rimorso che ti tormenterà tutta la vita, e alla fine
TU ti sentirai un vero mostro, perchè hai commesso un
reato contro natura, hai ucciso una creatura prima del suo
tempo. Ti dico un'ultima cosa. No, non ho ucciso perchè
sennò non sarei un umano, per quanto io sia “
anormale” col fatto di possedere i poteri Dom ma bensì
un vero mostro. >>
Zick
ripensò a quello che aveva detto Lorrence quando la
Tappone aveva avuto l'ictus, e si rese conto che erano
parole molto profonde e tristi.
<<
Ci sono stati momenti in cui volevi uccidere, vero? >>
disse
Zick con voce ferma.
<<
Sì. >> ammise Zob.
<<
Per fortuna ti sei controllato allora. Questo fa di te un
grand'uomo! >>
<<
Mah, non pensavo la stessa cosa quando ero piccolo così...
>> e Zob con le dita fece vedere la sua dimensione col
quale aveva convissuto per circa sette anni.
<<
Ahahahah, mi ha fatto proprio bene chiacchierare con te,
papà. >>
<<
Anche per me, figliolo. Mi ha fatto proprio proprio bene.
Vedi? Adesso non sono più strano come prima. >>
L'uomo
accarezzò i capelli del figlio, mentre lui lo
abbracciava stretto, e i fulmini segnavano cicatrici veloci
nel cielo.
Un
Domatore ed un Tutore Massimo stavano parlando animatamente
dentro una stanza dal tetto di vetro, ma questo rifletteva
solo la fioca e pacata luce della luna...
Questa
forse era al corrente di tutto quello che stava succedendo
in quello spiazzetto di mondo, ma evidentemente si
rassegnava a stare a sentire tutto da lassù senza
poter fare nulla.
<<
É solo una stupida leggenda! Tu credi a queste cose?!
>>
<<
Sì, io ci credo! E sono convinto che sia veriss....
>>
<<
Quando fai così mi fai cascare... la coda! Il diario
di Gianduja Gengins è stato sì scritto da lui
più di trecento anni fa, ma sono nate un sacco di
leggende e le sue avventure e possono essere tranquillamente
inventate dai secoli di trasmissione delle sue vicende...
molti sostengono anche che non sia mai esistito! >
<<
Io comunque ci credo, che a te piaccia o no! E poi, la
somiglianza dei fatti è strabiliante... >>
<<
Naaa..... >>
<<
Rifletti, Jeremy! Vuoi che stiamo qui ad aspettare che
qualcun altro muoia?! È palese che è lo stesso
essere! Certo questo colpisce in incognito ma... DEVE ESSERE
QUELLO!!! >>
<<
Sgrunt! Va bene, indagheremo. >>
<<
Non c'è tempo! Dobbiamo subito andare alla Città
Sospesa. A parlare coi Tutori. Ora. >>
<<
Ora...? Ma... >>
<<
Oh, Jeremy, muovi quel sedere di gatto e andiamo! >>
<<
Che succede? >>
Chiese
Greta alzandosi dal divano andando incontro al marito e al
gatto, che però la sorpassarono in malo modo
dirigendosi verso la porta di casa.
<<
Ehy, qualcuno faccia lo sforzo di rispondermi! >>
La
donna arrabbiata si sfilò gli infradito dai piedi e
li lanciò in testa ai due.
<<
Te lo diremo più tardi. Adesso dobbiamo andare a
Bibbur-Si urgentemente. >>
<<
A... a Bibbur-Si? Ma perchè?! >>
<<
Faccende da Domatori! >> sbraitò Jeremy
scuotendo la coda.
<<
Ohoh se ci vanno in mezzo i Domatori ci vado anche io mio
caro Jeremy! >>
La
bionda guardò in modo supplicante Zob che stava già
stringendo il pomello della porta, pronto ad uscire.
<<
Dobbiamo parlare coi Tutori Massimi della questioni delle
varie morti di Big Burg... penso che abbiamo a che fare con
un mostro o un demone molto antico e pericolosissimo. >>
Greta
spalancò gli occhi.
<>
La
donna abbassò lo sguardo e si diresse china verso il
divano per riposarsi.
<<
Andiamo, sbrigati! Non eri così di fretta? >>
ringhiò Jeremy-Joth strusciandosi sulle gambe del
Domatore per invogliarlo ad andare via.
<<
Ci vediamo... >>
Prima
che Zob potesse dire altro venne trascinato dalle zampate di
Jeremy e poi chiuse la porta con uno schianto.
Greta
alzò piano la testa e lanciò uno sguardo
rassegnato ai Mostri che stavano per scoppiare a piangere.
<<
Dai... a nanna anche voi. È molto tardi. >>
Fece
uno sbadiglio profondo ed accarezzò sulla testa Bombo
che stava mugolando.
I
mostri strascicando i piedi si buttarono sul divano e si
sdraiarono con pose drammatiche, alla Julius il Cane.
Persino
i Bolli fluttuarono mogi mogi senza proferire parola ( o
squittio) con l'aureola afflosciata, e poi scomparirono con
un “ Pof!” tediato.
Greta
spense la luce e andò di sopra per lavarsi i denti.
Passando
davanti alla camera di Zick notò che un po' di luce
scappava dal di sotto della porta.
Toc
toc toc
<<
Zick? Si può? >> sussurra la mamma con voce
dolce.
<<
Avanti. >>
La
donna entra e trova il suo bimbo ancora coi suoi vestiti
giornalieri che stava sdraiato sul suo letto, sopra le
coperte. Accanto a lui, e per terra, un sacco di numeri del
suo fumetto preferito “Ghosto”.
Il
ragazzo ha un'espressione totalmente immersa nel suo mondo,
ma una smorfia di... dolore sulle labbra.
Greta
cammina piano e si siede accanto a Zick.
<<
Tesoro? >>
Gli
occhi mogano di Zick fissano ancora il vuoto, fissi, ma che
fanno capire benissimo il loro animo.
<<
Che succede...? >>
La
donna accarezza la testa del figlio, che non fa una piega.
<<
Ho sentito degli urli. >>
Greta
sospira.
<<
Erano.... papà e Jeremy che parlavano. >>
<<
Parlavano? >>
Il
ragazzo alza il busto e guarda scettico la madre.
<<
Beh... discutevano sul da farsi. >>
<<
Sul da farsi? >>
<<
Sì. >>
<<
Riguardo... cosa sta succedendo? >>
<<
Esatto. Sono andati adesso a Bibbur-Si... >>
<<
Ora? >>
<<
Dovevano parlare coi Tutori Massimi. È proprio
un'emergenza. >>
<<
Mamma? Tu credi che... sia davvero lo stesso essere che ha
incontrato Gianduja Gengins...? >>
Il
sorriso debole della donna si affievolisce.
<<
Temo proprio di sì. >>
Gli
occhi del ragazzo si chiudono.
<<
Combatteremo una guerra vero? >>
Ha
ancora gli occhi chiusi, e Greta gli dà un buffetto
sulla guancia.
<<
Speriamo di no, Zick. Una guerra è l'ultima cosa di
cui abbiamo bisogno. Ci annienterebbe tutti. >>
La
donna china la testa con le mani tra le cosce.
<<
Sei preoccupata per papà vero? >>
Lei
gira il volto e guarda il figlio.
<<
Anche. Se proprio ci sarà una guerra... >>
Pausa
piena di tensione.
<<
Spero che ne sopravviverà. >>
<<
Oh, mamma, non essere così melodrammatica. >>
Zick
sorride e le mette una mano sulla spalla.
<<
Non sono melodrammatica.... sono realista. >>
<<
Oh... speriamo veramente che le cose si risolvano presto. >>
Zick
si sdraia ancora, sempre però guardando la mamma. Nei
suoi occhi si percepiva un barlume di speranza...
<<
Buona notte, mamma. >>
<<
Buona notte, Zick... >>
La
donna sorride dolce e si china sopra il figlio, lasciandolo
con un bacio sulla guancia.
Che
ore erano?
L'una...
l'una e mezzo...
Fuori
era buio.
La
porta della camera di Zick era chiusa, ma il ragazzo sentì
chiaramente il rumore di pazzi pesanti che proveniva dal
soggiorno di sotto.
Non
aveva dormito quella notte... pensava a troppe cose
contemporaneamente.
Il
mistero degli omicidi, la preoccupazione per l'imminente
guerra ( sì, adesso era sicuro che ci sarebbe stata),
il suo andamento scolastico, Elena....
Sì,
il suo viso era come marchiato a fuoco dentro la sua
testa...
Sì,
avrebbe deciso.
Doveva
parlare con lei.
Delle
sue preoccupazioni... gli serviva sì un appoggio, una
spalla su cui piangere...
No,
piangere no.
Sulla
quale consolarsi e basta.
Quindi
Zick si alzò, mezzo tramortito dal sonno, aprì
la porta ed andò giù... le luci erano tutte
spente.
<<
Pap...Jerem.... >>
<<
Zick? Che ci fai ancora in piedi? >>
Gli
mormorò Zob venendogli incontro.
<<
Ti ho sentito. E poi ero preoccupato. Com'è
andata...? >
<<
Senti Zick sono stanchissimo anche io... ve ne parlerò
domani. >>
Due
occhi felini dall'aria minacciosa brillarono nell'oscurità.
<<
Me ne vado a dormire! >>
Sbottò
il gatto raggomitolandosi sul tappeto.
<<
Shh... >>
Rispose
Zob guardando i mostri che se ne dormivano beati sul sofà,
emettendo ogni sorta di versi e grugniti.
<<
Dai, andiamo anche noi. >>
Zob
sbadigliando prese debolmente per la spalla il figlio e lo
portò di sopra.
<<
Buonanotte, figliolo... >>
<<
Buonanotte... >>
Zick
cercò gli occhi del padre ma non li trovò,
mimetizzati perfettamente con tutta quell'oscurità.
Si
limitò ad entrare in camera sua sbattendo la porta.
No...
non poteva addormentarsi... era troppo preoccupato...
l'indomani sarebbe stata domenica quindi non ci sarebbero
stati problemi se si potesse riposare...
Gettò
lo sguardo a terra e vide il profilo dei Tele-pattini
illuminato dal raggio lunare.
Un'idea
completamente pazza, inopportuna, azzardata visitò
l'anticamera del suo cervello.
Un'idea
meravigliosa, in poche parole.
La
ragazza dormiva della grossa...
Accanto
a lei, un coniglietto candido, un gatto tigrato ed un...
mostriciattolo col pannolino ronfavano raggomitolati
assieme..
Spazio
Dom!
Il
ragazzo si ritrovò in camera sua, completamente
avvolto dalle tenebre, visto che le persiane della stanza
erano serrate.
Si
fece un po' di luce con una Bolla Luminosa Dom e vide il
viso dell'amica illuminato dalla fioca luce azzurrina del
suo Potere.
Era
così... bella quando dormiva.
La
sua pelle spesso aggrottata di rughe di rabbia e nevrosi
adesso era liscia e rilassata, le sue labbra piccole e
carnose accennavano un sorriso.
I
capelli lunghissimi e sciolti le incorniciavano il collo e
la testa. Il resto del corpo sotto le spalle era
completamente avvolto da una trapunta bella calda.
Zick
non pensò molto, ma agì.
Si
avvicinò a lei cercando di non fare il minimo
rumore...
Ormai
era vicinissimo al viso della ragazza...
Che
aprì un occhio di scatto.
-____________________________________O'
Voi
non potrete mai immaginare che salto all'indietro fece Zick.
Indietreggiò
di scatto, cercando di alzarsi, poi fece un passo
all'indietro e scivolò sui suoi pattini, volò
( sì, volò) per mezza stanza e colpì il
deretano sul parquet freddo.
Elena
aveva cacciato uno strillo così acuto che Puffy,
Sfruscio e Bombolo si svegliarono a loro volta emettendo
versi di spavento molto rumorosi.
<<
Shhhh!!! >> cercò di zittirli la ragazza in
difficoltà.
Con
sommo orrore, Elena e Zick sentirono dei rumori di passi
fuori dalla camera... ed un grugnito insonnolito che Elena
riconobbe come quelli tipici di suo padre quando veniva
svegliato.
<<
Presto, sotto il letto! Se ti vede papà qui...!>>
bisbigliò
Elena a Zick che si infilò a capofitto là
sotto.
Appena
in tempo...
<<
Elena! Ti ho sentito urlare! >>
Disse
Harvey aprendo la porta e fissando la figlia con fare
preoccupato.
<<
Ohoh beh sono solo caduta dal letto, ihih! È tutto a
posto! >>
L'uomo
guardò la sagoma scura di Elena con fare scettico ma
stanchissimo e si liquidò senza dire più
nulla.
La
ragazza tirò un sospiro di sollievo immenso ed andò
ad accendere la lucina sul comodino, poi si tirò su
la maglietta e i pantaloni ( stavano cadendo
inesorabilmente) si sporse dal letto e frugò sotto il
suo letto, soddisfatta quando sentì acciuffare una
ciocca di capelli dell'amico.
<<
Ahi ahi ahi!! >> mugolò lui uscendo da là
sotto, tutto impolverato.
<<
Che ci fai qui? >> sibilò Elena
arrabbiatissima, accarezzando i suoi amici animali
invogliandoli a riaddormentarsi.
<<
Ti volevo... parlare. >>
<<
Beh c'era tutto il tempo domani! >>
<<
Lo so... ma io volevo vederti e parlarti adesso. >>
disse
lui con voce mogia.
<<
Ok Zick... tu sei pazzo... mi hai fatto prendere un
coccolone!! >>
La
ragazza aveva sempre avuto un sesto senso: anche quando
dormiva della grossa sentiva benissimo quando qualcuno la
stava fissando ed apriva un occhio automaticamente.
Ma
vedersi così una sagoma scura sopra la faccia non è
che sia tanto rilassante...
Ma
lei aveva riconosciuto il profilo di Zick, e ne era quasi...
rincuorata. Ma la sua voce ormai aveva strillato...
<<
Siamo stati moolto fortunati se ci vedeva mio padre non so
che cosa poteva fare... e pensare! >> sussurrò
nervosa levandosi i capelli dal viso.
Anche
Zick pensò a come si sarebbe sentito in imbarazzo se
fosse successo.... brr brr brr!!
<<
Dimmi... che succede... >>
Chiese
Elena stavolta con un tono di voce rilassato.
<<
Molte cose Elena... hai presente quelle morti strane... >>
<<
Sì sì... >>
Zick
avanzò per sedersi accanto ad Elena ma fu fermato
dalla timidezza che lo imprigionò e lo indusse ad
accovacciarsi sul pavimento duro.
Ad
Elena fece un po' di tenerezza, ma si tenne per lei i suoi
pensieri.
<<
Ecco... papà pensa che sia opera di un antica
creatura... una specie di demone... >>
Il
sorriso comprensivo di Elena fu scacciato a calci nel sedere
dalla smorfia di preoccupazione.
<<
Davvero? >>
<<
Sì... ieri abbiamo parlato e mi ha detto che leggendo
il diario di uno dei più grandi domatori della storia
aveva scoperto un essere apparentemente umano, che però
sapeva sollevare in aria le persone e farle bruciare
dall'interno... >>
<<
Oh porca bomba... è... è lui l'assassino? >>
<<
Forse non proprio la stessa persona ma... un suo
discendente? >>
<<
Oh... non so che dire... voi Domatori avete fatto qualcosa?
>>
<<
Sì, papà e Jeremy sono tornati tardissimo,
stanotte... qualche minuto fa. Erano andati a Bibbur-Si a
parlare urgentemente coi Tutori Massimi.... >>
<<
E cosa hanno detto? >>
<<
Papà me lo dirà domani. Fatto sta che... sono
molto preoccupato. >>
<<
Oh, Zick... ci credo... anche io. >>
<<
Mamma ed io crediamo che scoppierà presto una guerra.
>>
<<
.................... >>
<<
Una guerra tra i Domatori e questo essere... >>
<<
Aspetta aspetta aspetta Zick. Prima di tutto, dovranno
trovarlo. Poi capire veramente chi è e perchè
fa questo. >
<<
No, Elena! Vuoi che qualcun altro di innocente muoia? Lo
vuoi? Noi Domatori lo fermeremo il più presto
possibile. Non deve sopravvivere! >>
La
faccia di Zick era contratta in un ghigno che traspariva
molta rabbia e... desiderio di vendetta.
<<
Però... è pericolosissimo. >>
La
sua faccia tornò normale, anzi, depressa...
<<
Ho paura che... qualcuno si potrà fare male...
addirittura.. morire. >>
Elena
allungò la mano tremolante ed accarezzò la
testa dell'amico.
<<
Hai paura per tuo padre...? >>
<<
Sì... >>
<<
Oh... >>
<<
Non voglio che vada in guerra e che... non lo veda tornare a
casa la sera. >>
Rispose
con un soffio.
<<
Non succederà. >>
<<
Come fai tu a saperlo? >>
Ribatté
lui con voce aggressiva.
<<
Non lo so. Lo spero tanto però. Per te... non mi
piace vederti triste. Su, sorridi musone! >>
La
ragazza prende delicatamente le sommità della bocca
dell'amico e glielo tira fino a quando non gli si dipinge un
sorriso estremo sul volto.
<<
Così va meglio. Su, siediti qui. >>
Lui
si alza e siede accanto all'amica, facendo molta tensione a
non schiacciare i tre piccoli compagnoni di Elena.
<<
Senti: io domani sono fuori tutto il tempo, partiamo alle
otto quindi... Andiamo a trovare dei vecchi amici di mamma a
RockBurg... ci dormiamo e torniamo qua la mattina tardi.
quindi direi lunedì... alle due... vieni al parco.
Parleremo un po' e mi terrai aggiornata. Ok...?>>
<<
Ok. >>
Elena
sorride e Zick fa lo stesso.
<<
Ora... dovrei andare... >> mormora lui alzandosi in
piedi ed indietreggiando sempre guardando l'amica,
scivolando sulle rotelline dei suoi pattini magici.
<<
Oh... sai adesso non mi riaddormenterò più...
>>
<<
Perchè? >>
<<
Perchè sono troppo preoccupata ed... >>
“ Eccitata
per l'appuntamento”
<<
Oh, beh... penso che noi due faremo una notte in bianco
molto lunga. >>
<<
Uh... >>
<<
Beh, ciao Elena. A lunedì allora. >>
<<
Ciao... buona notte... Zick >>
<<
Buona notte... Elena. >>
Lui
sorride ancora e poi scompare mentre una voce metallica
scandisce: “ Spazio Dom!”
Elena
si sentì incredibilmente sola.
Ormai
per lei i suoi piccoli amici non avevano più
importanza.
Zick
era venuto a trovarla nel bel cuore della notte.
Avevano
scampato per un pelo ad Harvey, chissà cosa sarebbe
successo se gli avesse scoperto.
Lui
era andato a trovarla perchè voleva stare con lei.
Elena
lo sapeva.
E
ne era molto felice.
I
raggi del sole illuminarono la pallida pelle del ragazzo,
stuzzicandogli affettuosamente le palpebre, che si erano
appena chiuse.
Sì,
Zick si era appena addormentato.
Ma
ormai i tenui bracci della luce gli avevano già
“ bruciato”
le palpebre, e si risvegliò.
Tutta
la notte a pensare, a pensare e pensare...
Quando
sembrava che passassero dieci minuti, passava mezz'ora. E
quando sembrava ne passasse mezz'ora, ne passava una
intera...
Si
alzò con una carica inaspettata ed andò di
sotto.
Quando
varcò le soglia della cucina trovò suo padre
vestito solo con una magliettona larga e lunga, che stava
mezzo sdraiato sul tavolo, impugnando il manico di una mega
tazza di caffè.
I
suoi capelli erano arruffati e flosci, la sua espressione
era mesta e i suoi occhi, chiusi, incorniciati da delle
rughe profonde.
<<
Papà...? >>
Gli
occhi del padre si spalancarono di scatto e guardarono
nevrotici il figlio.
<<
Buon- giorno-figliolo. >>
<<
Buongiorno... ? >>
Con
uno sbuffo e serrando le palpebre il Domatore ( che adesso
sembrava uno di quegli uomini sull'orlo della crisi di
mezz'età) si portò alla bocca il mug ed
ingollò tutto il caffè caldo.
<<
Bleah... >>
<<
Che c'è? >>
<<
Mi sono dimenticato di mettere lo zucchero. >>
I
suoi occhi erano spenti ed esausti.
<<
Ah... papà? Ma stai bene? >>
<<
Secondo te? >>
<<
No... ma hai dormito stanotte? >>
<<
No... è colpa di tua madre. >>
<<
Perchè? >>
<<
Perchè continuava a tempestarmi di domande su com'era
andata... la mia visitina ai carissimi Tutori. E NON... non
ti azzardare a chiedermi anche tu cos'è successo. >>
<<
Ma... >>
<<
Niente ma. Non ne ho la forza. Chiedilo a Greta. >>
<<
Ma sta dormendo! >>
<<
Svegliala, che ti devo dire! >>
Zob
sbatté la tazza sul tavolo e si alzò
camminando nervosamente avanti a indietro.
<<
Ma porca... >>
<<
Papà cerca di stare calmo di prego. >>
Lo
interruppe Zick.
<<
Adesso io... non... va' a dormire. >>
<<
Dov'è Jeremy? >>
<<
È fuori. >>
Zick
osservò il padre, che era in uno stato pietoso, non
l'aveva mai mai visto così, con fare addolorato.
Poi
corse per le scale e si recò nella camera dei suoi
genitori...
Sua
mamma, in camicia da notte, dormiva raggomitolata dentro la
sua coperta di lana a fiori. Aveva il viso totalmente
diverso rispetto a quello sereno di Elena, ma al contrario
teso e sudato.
Il
ragazzino le scrollò un po' le spalle.
<<
Zob... che stai facendo... no...ora no...>>
<<
No mamma sono io... sono Zick... >>
<<
Smettila... perchè mi hai svegliato? >>
Mugugnò
lei ancora mezza addormentata, gli occhi strizzati.
<<
Ti volevo parlare. >>
<<
Ma perchè adesso... che ore sono...? >>
<<
Le sei... >>
<<
Acci Zick ma è domenica, avremo tutto il giorno... >>
<<
Ma io lo voglio sapere che succede a papà... è
nervosissimo... mi risponde male. >>
<<
Uhm... yawwwwnnnn!!! >>
La
bionda di alzò e sbadigliò stiracchiandosi per
bene tutte le membra.
<<
Papà... l'ho trovato giù... era pietoso. >>
<<
Lo so... Zick... >>
<<
È proprio così stressato? >>
<<
Sì... mi ha raccontato che lui e i Tutori si sono
scontrati pesantemente. >>
<<
Davvero?? Cos'ha fatto? >>
<<
Allora, ti riassumo tutto in poche parole ... hanno preso la
macchina, sono andati a Bibbur-Si... è stato
difficile poter contattare i Tutori stavano dormendo e
Jeremy non è riuscito a contattarli
telepaticamente... quindi si sono infiltrati. E gli hanno
svegliati... beh sai erano molto arrabbiati, hanno persino
minacciati di bandire Zob dall'Ordine dei Domatori e Jeremy
da quello dei Tutori ma ma poi gli hanno ascoltati... >>
<<
E cos' hanno detto? >>
<<
Erano totalmente indifferenti, e non credevano ad una sola
parola di quello che dicevano... >>
<<
Oh no... >>
<<
Zob mi ha detto le loro parole: “ Non ci interessa se
colpisce solo gli umani. Sicuramente è uno di loro.
Lasciamo i problemi degli esseri umani agli esseri umani! “
<<
Ma che str... >>
<<
Sì, Zick... >>
<<
Papà non si è dato per vinto? >>
<<
No, lo conosci... ha detto che si arrangiavano e che se ne
occuperanno i Domatori indipendentemente con o senza il
permesso. >>
<<
Oh... accidenti. Quindi oggi ci sarà la riunione
grande all'Antica Armeria, deduco. >>
<<
Sì. È veramente sotto pressione. Ed
arrabbiatissimo... coi Tutori. >>
<<
Eh, lo capisco... però non deve riversare la sua
rabbia contro di noi... prima gli ho chiesto gentilmente
come andava e cos'era successo e mi ha risposto male, mi ha
detto di lasciarlo in pace ed andare di sopra... >>
<<
Eh... anche a me fa lo stesso... ieri notte volevo
semplicemente abbracciarlo ma mi ha spinto via. >>
<<
Ma non è giusto... >>
<<
Lo so. Ma ti sembra giusto stare qui a vedere e non far
nulla? >>
<<
No. >>
<<
Bene, allora arrangiamoci... adesso però farmi
dormire eh? >>
<<
Certo... grazie mamma. >>
<<
Di nulla... ronf zzz... >>
<<
Cosa succedere a Zob? Lui essere molto cattivo con noi! >>
<<
No, non è cattivo... è arrabbiato. >>
<<
Cosa avere fatto noi? >>
<<
Nulla, nulla... >>
<<
Scusa ma se lui non essere arrabbiato con noi perchè
prima lui trattare male noi? >>
<<
Sai quando gli umani sono arrabbiati riversano la loro
rabbia anche su chi non ha fatto nulla di male, per
sfogarsi. >>
<<
Che stupidi gli umani! >> esclamò Ben Talak
riaffiorando dal suo antico tomo ammuffito.
<<
Sono esseri puramente illogici... >>
<<
Lasciare perdere voi due, eh?!. >>
Ordinò
Zick ai Bobak,che si ricacciarono nei loro nobili diletti.
<<
Pvima lui mia ha fatto pevdeve il bvaccio! Guavda! >>
Snyakutz
Bu indicò col suo braccio ancora al suo posto il suo
arto buttato a terra.
Ma
poi si infranse tutto e le sue gambe volarono per tutta la
casa, e la testa finì su quella di uno Zick molto
seccato.
<<
Come ti ha fatto perdere il braccio...? >>
<<
Lui me lo ha stvappato! >>
A
Zick sembrava molto strano che suo padre lo avesse fatto di
proposito, però...
<<
Dov'è papà? >>
<<
Lui essere uscito poco fa. >>
<<
Oho. >>
Zick
aspettò, aspettò, ed aspettò.
Quelle
due ore di attesa giunsero dopo un tempo che parve
plurisecolare.
Le
otto.
Il
ragazzo uscì di casa e raggiunse il giardino della
casa dell'amica.
Dopo
circa un minuto, la porta si aprì e ne uscì
l'allegra famigliola patata imbacuccata in maglioni e
giacchetti pesanti.
<<
Oh, Zick! Ben svegliato! >>
Salutò
Julie cercando di tenersi sulle spalle Violet.
<<
Buongiorno... >>
<<
Ciao, ragazzo. Che ci fai qui, a quest'ora? >>
<<
Sono venuto a salutarvi, so che tornerete domani. >>
<<
Ah... Elena ti ha detto tutto vero? >>
Zick
annuì, e poi fece l'occhiolino ad una Elena
sorridente.
<<
Ohi, Charlie stai diventando pesante... >>
Mugugnò
la ragazza, poi andò verso Zick e gli disse piano:
<<
Allora ci vediamo domani alle due... Ciao! >>
<<
Ciao... >>
E
Zick osservò i Patata entrare nell'auto e partire.
<<
Tuo padre mi sta preoccupando!!! È l'ora di pranzo e
non si è fatto vedere! >>
Esclamò
Greta digitando con le dita vibranti un numero al telefono.
<<
Pronto?! Zob vieni SUBITO QUI ORA!! Non m'importa tu vieni
qui ohoho!!! Vi riunirete dopo! No DOPO! Non m'importa
voglio sapere che succede! Ok ti sei deciso! Sei proprio uno
squallore quando fai così, mi fai proprio arrabbiare!
Mi sembri il ragazzino scemo di trent'anni
fa!
Ok vieni e sbrigati. >>
A
Zick non era mai piaciuto vedere sua mamma arrabbiata.
Adesso era veramente notevole, aveva scoperto un altro lato
della personalità di Greta.
Greta
ansimò per un po' e poi guardò Zick cercando
di sorridere.
<<
Prepara la tavola, per favore. >>
Zob
non toccò cibo per tutto il seguito del pranzo.
Che
sembrò durare ore.
Silenzioso,
noioso, teso.
Poi
l'uomo si alzò e portò il suo piatto in
cucina.
Subito
dopo, fu seguito dalla moglie, dal figlio, dai Mostri
e dai suoceri.
<<
Ho parlato con i Domatori. Sono tutti d'accordo con me.
Quando sentiremo che ci sarà stato un altro
omicidio, interverremo subito, tutti insieme. E
cercheremo l'assassino. E quando lo avremmo trovato, lo
combatteremo. >>
<<
È... è pericolosissimo. >>
mormorò
Greta.
<<
Lo so. Ma dobbiamo fare questa cosa, o altrimenti ci saranno
danni molto gravi presto. >>
Ribatté
il Domatore con voce glaciale.
<<
Greta cara... tuo marito ha ragione. >>
Disse
Theo guardando la figlia che adesso guardava Zob con aria
sconvolta, mentre Tessa cercava di sorriderle.
<<
Una guerra, per quanto sia orribile... >>
Iniziò
il fantasma baffuto aggiustandosi il monocolo
<<
È... necessaria. >>
Presto
furono le tre.
Zob
si era rinchiuso a chiave nel suo studio, ascoltando
la radio per le ultime notizie, Greta stava pulendo la
cucina mentre canticchiava le musiche che sentiva all'Ipod,
Zick stava finendo i compiti, i Mostri si dedicavano a
giochi di società e i nonni fantasma svolazzavano per
la casa parlando.
Zick
non vedeva l'ora di vedere le sua amica...
Mancavano
tantissime ore al suo appuntamento...
Doveva
dirle tutto.
Il
ragazzo trotterellò fino alla cucina, dove trovò
uno spettacolo buffissimo.
Sua
mamma che spazzava a tempi di musica, cantando:
<<
Remember when you were young... >>
Spaz
Spaz Spaz
<<
Shiine on you craaazy diamond... >>
“ Oh,
no... mamma è in trance Pink Floydiana... O-O' “
<<
Mamma... >>
<<
Now there's a look in your eyes, like black holes in the
sky... >>
<<
Mamma...!! >>
<<
Shiine on you craazy diamond.... >>
<<
MAMMA... >>
Spaz
Spaz Spaz
<<
You were caught on the crossfire of childhood and stardom...
>>
<<
MAMMA!!!!!! >>
<<
Ehy ehy che c'è?? >>
disse
lei levandosi le cuffiette.
<<
Ti volevo parlare. >>
<<
Oh, ma Zick, ma sto ascoltando la musica... >>
IL
ragazzo le mandò un'occhiataccia, e Greta ridacchiò.
<<
Non fare come papà... ti voglio parlare ora! >>
<<
Ok, ok... dimmi, Zick... >>
Rispose
con voce sconsolata, mentre appoggiava la scopa al muro.
<<
Mi dici una definizione della parola “ amore”?
>>
Greta
fu sorpresa dalla domanda del figlio, l'ultima che si
sarebbe aspettata da lui.
Sorrise
comprensiva e disse:
<<
Beh, dipende da che tipo di amore vuoi parlare...
c'è
quello che si prova psicologicamente, e quello carnale... >>
<<
Ehm direi il primo grazie -_-'' >>
<<
Ok... >> ghignò la donna divertita
dall'imbarazzo del figlio.
<<
Allora, se fossi una scienziata direi che l'amore è
provocato da alcune reazioni chimiche che avvengono nel
cervello... beh, è difficile dare una definizione
precisa: è una sensazione molto particolare che si
prova per una persona... cioè sei contento quando
state insieme, vedi tutti i pregi e tralasci i difetti, ne
sei attratto... è la forza che fa andare avanti la
specie... sai l'amore ti colpisce all'improvviso, anche se
non vuoi. Puoi cambiare idea molte volte su una persona...
un giorno sei indifferente, un altro sei cotto, un altro
ancora la odi...
Ehe
eh, poi ci sono i tipici sintomi dell'amore... vergogna,
voce tremante, sudorazione, timidezza, arrossamento...
insomma
così ^^ Ma perchè me lo hai chiesto? >>
<<
Beh... è per Elena... >>
<<
Ohohhhh!!!!!!!!! >>
“ Ecco
non dovevo dirlo... adesso mi tartasserà... >>
<<
Bene, sono felice. È una ragazza molto intelligente e
carina ^^ siete proprio fatti l'una per l'altra. >>
<<
Uhm... sì. >>
La
sagoma di Zob passò veloce nella cucina, poi uscì
velocissima.
<<
Zob? Dove vai? >>
<<
Devo andare! É successo un altro assassinio, stavolta
nella piazza San Maronno di BigBurg! Ha ucciso chiunque era
lì! Riunirò gli altri Domatori per
combatterlo! Voi restate qua al sicuro! Jeremy è già
sul posto! >> esclamò Zob precipitandosi verso
la porta.
<<
Papà! >> << Zob! >>
l'uomo
fu fermato dalla propria famiglia che lo abbracciò
con foga.
<<
Papà... papà... no...>> mormorò
Zick, mentre le sue lacrime bagnavano il petto di Zob.
<<
Zick... io devo andare... devo. Per far finire tutto questo.
>>
Sussurrò
l'uomo accarezzandogli lentamente la testa.
<<
Ma... morirai! E lo sai anche tu! >> esclamò
Greta singhiozzando e mezzo stritolandolo.
<<
No... ve lo prometto, non morirò... mi dispiace... >>
Anche
le lacrime di lui cominciarono a pungergli gli occhi.
<<
Promettilo. >> disse Greta con voce ferma.
<<
Ti prego... è una follia... far rimanere Zick orfano
lo distruggerà... e distruggerà anche me
rimanere vedova. >>
La
donna accarezzò la spalla del figlio
malinconicamente.
Intanto
i Mostri e i Nonni Fantasma osservavano la scena muti e
commossi. Persino i Bolli adesso se ne stavano immobili
nell'aria senza dire una parola ( o strillo).
<<
Sopravviverò. Farò più attenzione
possibile... >>
disse
il Domatore con voce velata.
<<
Greta, lascialo andare. >> disse una voce ferma e dura
alle spalle della donna.
<<
Ma papà! >>
<<
Fa' come ti dice tuo padre. >>
<<
No, no! >>
Greta
si strinse ancor di più al marito e poi lo guardò
intensamente negli occhi.
<<
Me lo prometti? Prometti che non... cercherai di morire? >>
<<
Sì, lo giuro. >>
<<
Fa attenzione... >>
La
donna avvicinò lentamente il suo viso a quello del
marito, con gli occhi socchiusi...
<<
Allora non ci resta che fidarci di te. >>
Greta
appoggiò le sue labbra contro quelle di Zob.
Lui
chiuse gli occhi intrisi di lacrime, poi le accarezzò
dolcemente la guancia.
Zick
intanto sorrise, mentre continuava a piangere.
Theo
e Tessa si asciugarono una lacrima trasparente, commossi.
I
Mostri scoppiarono tutti a piangere, ed così
allagarono mezza casa, ma non importò nulla.
Con
un'ultima carezza malinconica, i due si separarono.
Il
Domatore fu stritolato dai Mostri che sembravano delle
fontane viventi.
<<
No no non lasciare noi Buuuuu!!!!!!! >>
<<
Bombo, non ti preoccupare... >>
<<
Mueeeeeeeeee!!!!!!!!!!!! >>
Il
mostro si soffiò il naso nella giacca del Domatore,
mentre Snyakutz Bu era già a terra tutto scomposto, i
Bobak trattenevano il loro morale a terra e i Bolli
cantavano un'antica melodia drammatica.
<<
Adesso devo andare... >>
Zob
si staccò dalle persone che gli volevano tutti bene e
andò verso la porta.
Rivolse
a tutti un ultimo sorriso di speranza, e si liquidò
verso la...
Un
uomo dal viso allungato, il naso aquilino e i capelli blu entrò
nella Stanza delle Cento Porte dell'Antica Armeria.
Quell'uomo...
beh, sono io.
Mi
diressi verso le Scuderie dei Flyvan, mentre sentivo qualcosa dentro
di me che sembrava mi volesse trascinare via...
Entrai
e il mio destriero mi salutò dandomi un buffetto sulla
guancia...
<<
Ciao, Aliseus... >> dissi mentre accarezzavo le sue piume
celesti e morbide.
<<
Sì, stiamo per andare in battaglia... >>
l'animale,
anzi il mostro, mi guardò triste coi suoi grandi occhi gialli.
<<
Cerchiamo di sopravvivere, eh?. Abbiamo tutti e due una famiglia da
cui ritornare... >>
Ma
né lui né io non sapevamo se quella sera saremmo
tornati a casa... vivi.
<<
Guardiamoci le spalle a vicenda, amico. >>
il
Flyvan chiuse gli occhi avendo capito.
<<
Ehy, Zob, ti metti a parlare con loro adesso? >> disse una voce
arrogante che conoscevo ben bene.
<<
L'uomo che sussurrava ai Flyvan... >>
<<
Terrence... >>
Accidenti,
è il mio migliore amico, nonostante mi abbia fatto incavolare
molte volte, è così antipatico quando assume quel fare
prepotente... vabbè...
È
un Thaur, dopotutto!
<<
Cos'è quella faccia lunga? >> continuò lui mentre
montava la sella e le briglie al suo Flyvan.
Chiusi
gli occhi cercando di mantenere la calma.
<<
Ma ti sembra questo il momento di scherzare? >>
il
suo sorriso schietto sparì.
<<
E poi, notizia dell'ultima ora, io ho la faccia lunga. >>
<<
Sì ok, Zick... ma su un po' di umorismo... >>
<<
Terry, c'è momento e momento. Non sei anche tu in pensiero?
Non sai nemmeno tu se questa sera ritornerai sano e salvo a casa
tua... da tuo figlio. >>
Lui
gettò lo sguardo verso l'entrata delle Scuderie.
Quando
si parla del diavolo...
Un
ragazzo alto, magro e dai lunghi capelli biondi entrò
correndo.
<<
Teddy!! Teddy!!! Vai con gli altri! >>
esclamò
Johanna trafelata mentre cercava di acchiappare il figlio.
<<
Teddy, che ci fai qui? >> chiesi con calma ma anche con
preoccupazione.
...Spuntano
le corna.
<<
Che ci faccio qui?! Ma io vado a combattere con voi! Non voglio
starmene qui con gli altri ad aspettare come un pollo!
Non
sono debole come gli altri... >>
<<
Teddy, smettila di sparare sciocchezze a tutto spiano e vai con gli
altri! È troppo pericoloso per te morirai! >>
<<
Cosa cambia?! Morirete anche voi! >>
Terrence
e Johanna si guardarono sconsolati.
<<
No tesoro no. >> disse la donna accarezzandogli la guancia.
<<
Papà ha detto che mi fa andare! >>
<<
COSA???!!!! >> esclamammo Johanna ed io contro Terrence
all'unisono.
<<
Ma sei impazzito?! >> esclamò sua moglie incavolata
nera.
<<
Ma come puoi far andare nostro figlio?? E poi devi dirmele queste
cose, non all'ultimo minuto! Non puoi mandare Teddy! >
<<
Ma mamma io... >>
<<
ZITTO TADDUJA TERRENTUJA THAUR E VAI SUBITO DAGLI ALTRI O TI DO' UNA
LABBRATA DI QUELLE...!! >>
Il
ragazzino scappò via terrorizzato, mentre Johanna lo seguì
agitando i palmi minacciosa.
Nella
scuderia eravamo rimasti solo io e Terrence, assieme a tutti i Flyvan
che ci osservavano curiosi.
<<
No, Terrence, non hai ancora imparato... ? È... troppo piccolo
Teddy. Bravo, certo. Un po' sbruffone come qualcuno che conosco... Ma
troppo giovane, non penso che gli faccia bene avere questa battaglia
nei suoi pensieri... >>
<<
Scusa, ma... sì è vero... però... mi sembrava
un... >>
<<
Disonore? Ahaha, ma no, Terrence. Qui si tratta solo di proteggere
tuo figlio... questo sì che è un onore. >>
<<
Sì, giusto... beh, vado a dirli due parole. Grazie, amico. >
<<
Di nulla. >>
Gli
diedi una pacca sulla spalla, e lui se ne andò via col
sorriso..
No...
perchè ero stato così... così stupido??
Io
non ho avuto tempo per dire nulla a Zick...
-Cioè,
ne avevo tutto il pomeriggio, ma...
-Eri...
impegnato?
-No.
-Allora
perchè non gli hai parlato?
-Perchè
sono un perfetto idiota.
-Bella
risposta.
-Grazie
coscienza.
Prego,
mostro.
Vidi
che una donna coi capelli blu raccolti a chignon ed un'altra più
anziana entravano nelle Scuderie.
<<
Lenely, Zay... come va? Lay e Lyu stanno bene? >>
<<
Se per “ bene” intendi vive stanno bene. >>
mi
rispose la donna fredda come un ghiacciaio.
<<
Ma sai sono molto tristi. E preoccupate per noi. Del resto, la loro
mamma e la loro nonna stanno andando in guerra... >>
<<
Sì sì, capisco. Dev'essere difficilissimo anche per
loro. >
<<
Eggià. >> rimbeccò Zay.
<<
Non dirlo ai miei! >> esclamò un'altra voce.
<<
… Raul e Paul sono ancora più musoni del solito... >>
<<
Lo credo bene, Paco. >>
<<
È stato molto... arduo riuscire a parlare con loro... >>
<<
Anche per noi. Le mie figlie sono dure di capoccia... >>
<<
E tu, Zob? Cos'ha fatto Zick? >>
<<
Beh, io... lui... beh si è messo a piangere... non voleva che
andassi via... >>
<<
Oh... povero. >>
Mi
vergognavo troppo a dire che non avevo fatto un bel discorso con lui.
Nemmeno una parola di conforto.
Di
vero conforto.
Non
i soliti “ mi dispiace” “ stai tranquillo” “
andrà tutto bene”... tsk!
Un
vero discorso da uomo a... ragazzo.
<<
Greta? Come sta? >> mi chiese apprensiva Johanna.
<<
Uhm... male. >>
<<
Oh, ci credo... poverina. >>
E
sì.
<<
Beh... questa sarà una battaglia decisiva. >> disse Cal
Tulasech raggiungendo il suo Flyvan.
<<
Sì. Non sappiamo nemmeno con chi abbiamo a che fare veramente.
>> aggiunsi, proprio per mettere il dito sulla piaga.
<<
Uhm... cavolo! >> esclamò Dan.
<<
Dobbiamo combattere con... una cosa di cui non sappiamo nemmeno le
intenzioni e le origini... nemmeno dov'è... quando saremo lì
sul posto lo cercheremo vero? >>
chiese
Wally.
<<
Esatto. >>
<<
Come sono difficili i ragazzi! >>
esclamò
Terrence, confortato dalla moglie, mentre si metteva accanto a me.
<<
Ci siamo tutti? >> chiesi.
Ero
stato nominato capo Domatore per questa guerra.
Non
ho potuto fare nulla per fermarli.
Questa
responsabilità mi pesava troppo... Sembrava di avere quaranta
macigni sulle spalle. Oh, quanto vorrei essere al posto di quel
povero diavolo di Sisico....
C'ero
col corpo, ma non con la testa, che adesso stava esplorando ogni
angolo dell'universo tranne quello dove dovrebbe stare adesso. Ci
armammo del nostro Bastone Dom, e poi annunciai:
<<
Andiamo. >>
Ci
levammo in volo, e sbucammo fuori dal cratere vulcanico.
Poi
tutti si misero in cerchio, non smettendo di fissare me.
Evidentemente
si aspettavano che dicessi qualcosa.
Oddio...
<<
Fra poco, amici miei... combatteremo una guerra. Una guerra, contro
un essere misterioso quanto spietato.
Forse
sarà la nostra battaglia che deciderà per le nostre
vite. Ma... noi combatteremo. Combatteremo non per uccidere, ma per
far valere la nostra voglia di vivere! Dobbiamo farlo per la nostra
gente. Per i nostri Mostri... Dobbiamo sopravvivere per... le nostre
famiglie. I nostri figli, le persone che amiamo e che amano noi...
PER
LA VITA! >>
<<
PER LA VITA!!! >>
Dieci
Bastoni Dom si alzarono verso il cielo, avvolti dal nostro potere che
gli univa con un'aurea splendente.
<<
Zick, vieni, andiamo. >>
<<
Dove? Sniff...>>
<<
All'Antica Armeria. Faremo un po' di compagnia anche agli altri
ragazzi... e loro la faranno a noi. Dai su, vieni coraggio.
Papà vincerà... >>
Sorrise
la donna dando la mano al figlio.
<<
Uhm... >> mugolò il ragazzo.
<<
Venite anche voi, mostri... >>
<<
Allora voi andate, eh? >>
<<
Sì, mamma e papà... >>
<<
Spero che le cose vadano bene. >>
Sorrise
Theo sotto i baffi evanescenti.
<<
Uhm... ce ne sarà proprio bisogno. >>
Greta
si asciugò una lacrimuccia che pendeva pesantissima dalle sue
ciglia.
<<
Non sapete quanto vi vorrei abbracciare... >>
<<
Allora vieni, cara. Vieni... >> Theo e Tessa si scambiarono
un'occhiata d'intesa.
Greta
corse contro le due figure incorporee e fece per abbracciarle...
incredibile. La donna poté sentire sui polpastrelli il tessuto
dei vestiti dei genitori, accarezzare loro la pelle...
<<
Come...? Cosa...? Che succede...? >> balbettò.
<<
È una cosa che possiamo fare una sola volta nella nostra
eterna vita da fantasma. >>
sorrise
Theo.
<<
Possiamo dare una consistenza concreta al nostro corpo... per pochi
minuti. È una concessione che ci danno... solo quando serve
davvero. Richiede molta energia da parte nostra ma... ne vale la
pena. >>
Spiegò
Tessa con voce benevola ma tesa dallo sforzo.
<<
Nonni, mamma! >> esclamò Zick raggiungendoli.
<<
Vieni, Zick. Vieni ad abbracciare i tuoi nonni... non ne avrai più
l'occasione nella tua vita.. >>
I
Flyvan atterrarono sul pavimento lastricato di Piazza San Maronno.
Un
odore acre e pungente giunse alle nostre narici.
Un
odore... di bruciato, di fumo... di sangue?
Da
dove veniva?
Bastò
un'occhiata panoramica per capirlo.
Un
sacco di corpi carbonizzati ancora fumanti, stesi a terra, con gli
arti contratti dal dolore subito prima della morte...
Si
poteva leggere la loro sorpresa e la loro sofferenza nei volti,
adesso deformati, ma comunque espressivi...
Uomini,
donne, ragazzi e ragazze, bambini e bambine, cani, uccellini...
Scendemmo
dai Flyvan, cercando di non vomitare dal disgusto.
<<
Oh... povera creatura... >> gemette Johanna distogliendo lo
sguardo da un neonato ancora in braccio alla madre.
L'enorme
sequoia della Piazza, che un tempo sovrastava maestosa i grattacieli,
ora giaceva a terra, morente....
Tutti
guardarono me, con l'espressione tristissima, sconvolta e già
senza la più minima speranza.
Sì...
quella cosa che mi stava trascinando via con lei...
Era
la disperazione.
Ci
guardammo attorno per un po', pronti ad usare il nostro Bastone Dom,
ma 'unica cosa che vedemmo fu desolazione, morte e...
Circa
una decina di altri Flyvan che ci osservavano.
<<
Domatori! >>
Vidi
quattro gatti andare verso di me.
<<
La situazione è molto tragica, vedo. >>
Disse
la gatta dal pelo candido, dirigendo i suoi occhi enormi e neri verso
i cadaveri.
<<
Sì, Marilys-Mis. >> borbottò Jeremy-Joth, quello
marrone tigrato.
<<
Dobbiamo fare qualcosa! Adesso! >>
Esclamò
la siamese.
<<
Lardine, aspetta. Prima dovremo trovare questo presunto assassino, o
mostro. >>
Ribatté
il gatto senza pelo, gli occhi gialli seri e concentrati.
<<
Timothy? Penso che siamo giunti troppo tardi. Ormai sarà
scappato... >> ipotizzai con voce mesta.
<<
Allora, un motivo in più per cercarlo. Insieme. >>
Disse
una voce.
Tre
Tutori Massimi, nella loro forma originale, assieme ad un Gingi
armato fino ai denti.
<<
E siamo proprio noi, ragazzi. >> ribatté quest'ultimo,
muovendo fiero i tentacoli.
<<
Vedo che avete cambiato idea sul da farsi. >>
Mi
rivolsi ai Tutori, con voce fredda ma contenta.
<<
Sì... beh, abbiamo ragionato e... >>
<<
Abbiamo concluso che era meglio per Bibbur-si e per tutti che vi
aiutassimo. Questo essere poteva essere pericoloso per tutti, e avevi
ragione. >>
<<
Beh, ce ne avete messo di tempo. >> ma feci un sorrisetto.
<<
Uhm... sì, ammettiamo di aver sbagliato, uhmpf. >>
Risposero
loro con la puzza sotto al naso volata via.
<<
Bene! Allora andiamo a cercare questo mostro! >>
Esclamò
il Gingi alzando in aria il Dom Box.
<<
ATTENTO! >>
Terrence
gli si buttò addosso e lo spinse via, sparando un raggio
giallino al mostro che si ergeva innanzi a noi.
Era
di consistenza gelatinosa, rosata, la forma tentacolare e mille
occhietti che ci fissavano cattivi.
Oh,
lo conoscevo bene quel mostro.
Proprio
proprio bene.
Era
un Piplor.
Questo
alzò le membra e le indirizzò verso di noi.
<<
PRESTO! PRESTO, AI FLYVAN!!! >>
Urlai,
mentre tutti scappavano verso i nostri destrieri, e il mostro ci
inseguiva cercando di schiacciarci coi suoi tentacoli.
Un
Piplor? Che ci faceva lì? Perchè? Non poteva fare lui
tutto questo. Non ne aveva i poteri, non era possibile.
Ma
allora chi era?
Forse
il Piplor era un diversivo?
Balzai
sul mio Flyvan e mi diressi verso quel mostro che detestavo così
tanto.
<<
AHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!! >>
Urlò
Paco volando accanto a me.
<<
Sei pronto, amico? >>
<<
Certo, amico! Al mio tre: uno.... due... >>
<<
TRE! >>
I
due raggi che partirono dai nostri bastoni andarono a segno: l'occhio
centrale del Piplor, il quale urlò di dolore e indietreggiò,
ma poi colpì Paco che cadde dal Flyvan.
Per
fortuna, atterrò su quello di una Wally pronta.
<<
Potremo creare un grande Spazio Dom attorno al mostro, per
imprigionarlo! Trengingigan! Tu pronto ad inscatolarlo! >>
<<
Sempre pronto, Domatore! >>
<<
ORA! >>
Diciassette
raggi avvolsero il mostro, che continuava a divincolarsi, e si
riunirono in un unica bolla luminescente che lo imprigionò.
Era
molto, molto faticoso, per tutti noi.
Il
mostro continuava a sbattere i suoi tentacoli contro la nostra sfera
d'energia, indebolendola e distruggendola poco a poco.
<<
TENIAMO DURO! >> urlai, mentre sentivo il mio potere uscire
dalle mie dita, pizzicandole.
Eravamo
tutti sotto sforzo.
<<
ORA! TRENGINGIGAN ORA! >>
Il
Gingi alzò il Dom Box e lo aprì.
Lentamente
i nostri raggi si indebolirono sempre di più, mentre il Piplor
si agitava convulsamente...
Oh,
No.
Un
suo braccio riuscì ad uscire dalla nostra bolla e colpì
Trengingigan interrompendo il risucchiamento e scaraventando via il
Dom Box.
Il
Piplor emise un lamento cavernoso e strizzando gli occhi cominciò
a girare in tondo veloce come una trottola, tendendo i tentacoli per
riuscire a disarcionarci.
<<
ATTENZIONE!!! >>
La
battaglia andò avanti per troppo, troppo tempo.
A
noi si unirono anche altri Domatori: Roy Reboolaz: il guardiano del
faro, poi anche uno più anziano che mi ricordo di aver
conosciuto una volta... sì, quando abbiamo scoperto che il
vaso di Pandora era un Dom Box e poi un indiano d'America...
La
consistenza del Piplor si era fatta non più molle e
gelatinosa, ma bensì dura e robusta.
Mi
concentrai.
Non
pensai più a chi stava combattendo con me.
Ero
solo io. E il Piplor.
Cercai
di non pensare ai Domatori che, accanto a me, cadevano.
Ero
allo stremo.
E
il mio Flyvan con me...
Tutti
si chiedevano cosa ci facesse qui quel mostro...
Ma
alle nostre domande forse nessun avrebbe risposto.
Però
mi lasciai deconcentrare un attimo... e lì fu la mia rovina.
Terrence
che cadeva dal suo Flyvan, urlava.
Gli
altri o erano già a terra o impegnati a sopravvivere, nessuno,
apparentemente, si era accorto di lui.
<<
TERRENCEEEE!!!!!!!!!!!!!! >>
Diressi
Aliseus verso di lui...
Ma
il mostro mi colpì, e il mio Flyvan ed io fummo scagliati,
lontani, sul pavimento duro.
Per
fortuna, il corpo dei Flyvan aveva ammortizzato la caduta.
Mi
rialzai in fretta e, sempre senza badando a quello che stava
succedendo attorno a me, osservai il mio Flyvan.
Mi
guardava con i suoi occhi enormi e color limone, esprimendo dolore e
tristezza.
Aveva
la zampa rotta...
<<
Su, stai calmo qua a sicuro, ok? >>
Il
Flyvan ubbidì, e m'alzai per andare ad aiutare i miei
compagni.
Ma...
non so..
Diedi
un'occhiata sulla casa che stava accanto a me.
Vecchia,
le travi marce, lo stucco sgretolato in molti punti e delle travi
marce a serrare le finestre...
La
pecora nera in quella miriade di grattacieli alti, perfetti e lucidi.
ma
la porta era aperta.
Non
seppi perchè...
Ma
volli entrare, come spinto da una forza misteriosa.
Premetti
le mani contro il portone di legno ed entrai...
Era
buia, puzzava di muffa, chiuso e pipì di topo...
Il
tipico odore delle case vecchie!
Salii
le scale, mentre i miei occhi si abituavano all'oscurità.
Finii
in una stanza enorme, ma completamente avvolta dalle tenebre.
<<
Piacere di conoscerti faccia a faccia... Zobedja Zick. >>
Quella
voce non aveva né tempo, né luogo, né età,
ne sesso.
Sembrava
appartenere contemporaneamente sia ad un uomo anziano che ad una
bambina...
Proveniva
da... ovunque... accanto a me, sussurrava al mio orecchio, urlava
dall'altra parte del mondo....
<<
Chi sei? >>
Urlai,
girandomi verso ogni direzione, alla ricerca dell'essere che aveva
parlato.
Ma
i miei occhi non mi soddisfecero, naturalmente.
<<
Sono la tua vecchia amica... non ricordi? >>
<<
No... fatti vedere! >>
<<
Ma io sono in bella vista... sei tu che sei orbo!>>
<<
Dimmi chi sei veramente e... cosa vuoi fare! >>
Mi
accorsi che stavo sudando... le gocce di sudore si mischiavano a
quelle del mio sangue, picchiettando a terra...
La
voce rise, rise in modo sbeffeggiatore, argentina e gutturale dentro
me.
<<
Ahahaahaha!!! Chi sarei io? Sono ciò che tutti voi temete, più
di ogni altra cosa, stupidamente... a parte qualcuno che mi adora e
mi brama... come ti conosco?
Ahahaha....
che domanda stupida da parte tua... io conosco tutto e tutti, alla
perfezione, so scavare senza minimo sforzo dentro li vostri ricordi e
sensazioni... so a memoria tutto ciò che avete fatto, vissuto,
ogni odio, ogni peccato che avete commesso... tutto c'entra con me.
Sono la cosa che vi lega tutti... proprio tutti, Zobedja Zick. >>
Ogni
battito del mio cuore era come un pugno continuo al mio petto, il mio
cuore desideroso di uscire dal mio corpo e rifugiarsi da un'altra
persona con meno preoccupazioni...
<<
Ma... cosa vuoi da me... >>
Cercai
di ribattere al vuoto, mantenendo la calma.
<<
Mah... sai... la tua vita è molto, molto... interessante. >>
Cosa....?
In che senso...?
<<
In che senso? >> rise la Voce, riuscendo a leggermi nei
pensieri.
<<
Non si può dire che la tua vita sia stata monotona, no? >
Sia
stata? Tempo composto? Non mi piace.
<<
Esatto, misero mostro. In questi quarantun' anni della tua esistenza,
nemmeno un battito di ciglio in confronto alla mia... mi hai illuso
tutto il tempo... Io ero lì, ti aspettavo...>>
Adesso
il timbro era infantile, mellifluo...
<<
Ma tu non mi hai nemmeno degnato di uno sguardo, eh?! Mi hai sfidato
per tutta la tua vita! TU NE ERI CONSAPEVOLE EH? EH? TI DIVERTIVI A
PRENDERMI IN GIRO, EH?! >>
La
voce urlava, urlava e urlava.
<<
Mi hai proprio mancato di rispetto... Zobedja Ezeria Zick... >>
Concluse
con un sussurro.
Stavo
impazzendo? No, no... non potevo... non dovevo...
Mi
stavo immaginando tutto io... parlavo col nulla, era la voce che
rimbombava nella mia testa a darmi di volta al cervello...
<<
TU NON ESISTI! SEI SOLO FRUTTO DELLA MIA IMMAGINAZIONE! >>
<<
Ahahah... non ti facevo così stupido. Certo che esisto, e lo
sai anche tu... >>
<<
NO! DEVO SMETTERLA DI ASCOLTARTI! >>
<<
Ascolta la mia voce... vieni da me... buttati tra le mie braccia
starai meglio... >>
La
voce mi si avvicinava... adesso aveva assunto un tono femminile,
roco, sensuale, provocante...
Bah,
niente in confronto alla mia Greta.
<<
NON DEVO... ASCOLTARTI... NON... non devo... >>
<<
Brucia... BRUCIA... >> mormorò la Voce che adesso si
stava trasformando in un ghigno malefico.
Un
calore immenso dentro me... cresceva e cresceva...
Allora
era la Voce, l'essere che ammazzava le persone...
NO!
Seguii
il mio istinto da sopravvivenza da Domatore.
Cercai
la salvezza.
Non
m'importò se avesse il vetro o no.
Mi
buttai contro la prima finestra che vidi, rompendo quella superficie
liscia e dura con la mia spalla.
Sentii
le schegge sfiorarmi la testa....
<<
Dai, ragazzi... su con la vita... >>
Disse
un ragazzo dai capelli biondi lunghissimi, mettendo le mani sulle
spalle degli altri due.
<<
Bobby. >> cominciò Zick sospirando.
<<
Tu non hai nessun tuo parente la fuori a combattere. In questo
momento, i tuoi penseranno che tu sia a casa di qualche tuo amico...
capisci? Mio padre sta combattendo, laggiù... >>
<<
Questo vale anche per noi! >> borbottarono i gemelli Leseney,
giochicchiando con le loro catenelle penzolanti dai pantaloni per
scaricare la tensione.
<<
E nostra madre, e nostra nonna... >>
Aggiunse
una ragazza di circa sedici anni coi capelli a caschetto castano,
Lyu, mentre accarezzava la sorella minore sulla spalla.
<<
Se succede qualcosa... non so cosa potremmo dire a papà. Lui è
un normale essere umano, non può sapere... >>
Balbettò
Lay.
<<
E non dimentichiamoci di me! Sia mamma che papà... >
<<
Oh, Teddy... >>
Lay
si accasciò accanto a lui e si fecero tante tante coccole
(
facce dei presenti: T_T' O_O <:o(| )
Zick,
infastidito dai due piccioncini, vide sua madre che camminava sola
soletta... i mostri giocavano a nascondino, nascondendosi dietro le
stalattiti e le stalagmiti dell'Antica Armeria...
<<
Mamma... >> disse il giovane Domatore, abbozzando un sorriso.
<<
Oh, Zick... come va? >>
<<
Va. Almeno questo... >>
<<
Uhm... Ma... tu non hai detto niente a Lorrence vero? >>
<<
No, su questa guerra nulla. Volevo lasciarlo tranquillo. >>
<<
Hai fatto bene. >> rispose Greta mettendo la mano sulla spalla
a Zick.
<<
Buonsalve, ragazzi! Mi sono perso qualcosa...? >>
Disse
una voce ben conosciuta alle loro spalle.
<<
L-LORRENCE???!!! >>
Volai
per circa... mah... cinque metri...
Tesi
i palmi in avanti, e presto furono graffiati dagli aguzzi rametti
spogli di un cespuglio.
Ci
caddi dentro interamente, i rami che mi laceravano i vestiti e mi
ferivano... assieme ai molti pezzi di vetro che mi caddero addosso.
Non
badai al mio corpo, che era tutto un dolore e cercai di uscire da
quella pianta ed alzarmi.
L'importante,
adesso, era sopravvivere.
<<
Credevi di sfuggirmi, eh? Ma chi ti credi di essere... >>
Oh,
no, ancora tu...
<<
Sì, proprio io... adesso MUORI! MUORIIII!!!!!!!!!! >>
La
Voceera
quella del gesso che stride alla lavagna...
Fu
tutto così veloce...
Il
pezzo di vetro, dalla mia testa, volò in aria, davanti a me...
E
s'abbatté sul mio braccio sinistro, quello scoperto,
segnandolo di rosso.
<<
Sì, sono proprio io. >> sorrise il ragazzino,
aggiustandosi il collare di borchie.
<<
Sei venuto fin qua da solo? >> farfugliò Greta.
<<
Certo! Ormai so tutto a memoria, eheh. ma... vi vedo proprio col
morale a terra, ragazzi. Che succede? >>
<<
Oh, Lorrence, beh... non ti abbiamo detto delle cose... >>
Incominciò
Zick, veramente infastidito dal sorriso alla Demi Lovato scolpito
sulla faccia dell'amico
<<
Cosa? >> chiese lui con fare curioso.
<<
Beh... a proposito... di quello che sta succedendo. >>
[…]
<<
Oh, Zick... mi dispiace tanto... >>
<<
Eh... non ci possiamo fare nulla. >>
<<
Oh... non mi offendo per nulla, sai, se non mi è stato
riferito nulla ultimamente. Ci sarà di certo un motivo
rilevante ^-^ >>
Da
un lato, la tranquillità di Lorry rincuorava Zick, che in quel
momento una litigata con un amico era proprio l'ultima cosa che
voleva fare. Ma, dall'altro...
Lorry
gli sembrava così innaturale... cioè, sorridendo sempre
sempre sempre, non sembrava un... un...
manichino?
Oh,
smettila Zick smettilasmettilasmettila... Lorrence è un po'
strano ma è un amico, è questo che conta.
All'inizio,
non provai dolore.
Come
al solito. Però, lo provi pensando al dolore che arriverà.
E quando arriva, ti distrugge.
Volli
urlare: urlare e gridare al mondo la mia sofferenza.
No,
non volevo gettare lo sguardo sul mio povero arto...
Ma
ovviamente, volli vedere cos'aveva combinato.
Uno
squarcio che partiva dalla mia spalla e finiva al polso, segnandomi
una linea vermiglia sul braccio.
Una
linea segnata dai contorni slabbrati della mia pelle, che si tingeva
così velocemente di quel colore...
<<
P-perchè hai scelto di f-farmi morire così... senza
br-bruciarmi... >>
Volevo
risparmiare le mie forze solo per dire queste ultime parole.
Nessuno
mi rispose.
La
Vocenon
parlò.
Ecco...
mi ero immaginato tutto io... ero completamente impazzito.
Sono
stato io a prendere quel coccio e ferirmi in questo modo?
No,
non era possibile... io avevo visto chiaramente il vetro sollevarsi
in aria da solo e squarciarmi il braccio.
Ne
ero sicuro... ma totalmente inconsapevole.
Il
braccio era caldissimo e mi pulsava...
Volevo
alzarmi, e vedere dov'ero finito.
Cos'era
successo agli altri Domatori... ed i Tutori...
Se
erano vivi o...
Morti?
Potevo
alzarmi? No, non ne avevo la forza...
Urlare?
Nemmeno.
Aspettare
la morte in silenzio?
Era
quella che... più mi allettava... dolorosa, lunga ma alla fine
avrei trovato la pace...
NO.
NON DEVO AZZARDARMI A DIRE QUESTE CAZZATE.
Dovevo
resistere... dovevo... non potevo abbandonare i miei amici, la mia
famiglia...
Mia
moglie, mio figlio. I miei genitori.
Avevo
promesso che avrei fatto tutto il possibile per sforzarmi a
sopravvivere.
Ed
eccomi qui che aspetto la morte come un pollo.
Non
potevo mancare al mio giuramento.
No...
Le
persone a cui volevo bene soffriranno...
Ed
io gli avevo illusi.
No...
“ Oh,
Zobbie...”
“ Mamma...”
“ Fa
attenzione tesoro... >>
“ Certo...”
La
mamma, è sempre la mamma... che tu abbia cinque, quindici,
ventisette, trentadue, quarantuno, sessantatré, ottantotto
anni... tu rimani sempre il suo bambino e lei la tua mami dolce..
E
questo vale ovviamente per il papà.
“ Figlio.
“ Mi mise la mano sulla spalla, guardandomi serio negli occhi,
mentre mamma continuava a piangermi addosso.
“ Padre.”
“ Chiamami
papà, “ padre” mi fai sentire vecchio...! “
“ Certo,
papà... tu sei un giovanotto, però. “
“ Eh,
figlioletto... abbraccia tuo padre, e prometti di non deluderlo. “
Promesse,
troppe promesse...
Dovevo
mantenerle, anche se mi fossero rimaste sulla coscienza per questi
pochi minuti di vita che mi rimanevano, probabilmente, DOVEVO, il
rimorso faceva anche lui la sua parte in tutta quella sofferenza.
Greta
si fidava di me...
Lo
sapevo che lei mi amava, e che mi avrebbe sempre amato... anche se
non avrei mantenuto la mia promessa.
Oh,
che donna... ma io lo meritavo veramente il suo amore?
Non
lo sapevo...
Ma
io amavo lei.
Avevo
ancora il suo profumo di fiori sulle mie labbra...
Non
potevo lasciarla.
Tantomeno
Zick.
Mio
figlio... mio figlio... la piccola creaturina che ha cambiato
la
mia vita...
In
meglio...
Gli
volevo bene più di ogni altra cosa.
No,
l'avrebbe distrutto perdermi... e sarebbe stata solo colpa mia.
Così
valeva anche per Greta, mio padre, mia madre...
E
non potevo abbandonare nemmeno i miei più cari amici...
Non
m'importò se non avevo più forze, o se stavo morendo
dissanguato.
Mi
aggrappai, col braccio destro, ad un tronco d'albero bitorzoluto che
s'ergeva accanto a me, facendomi forza sulle gambe.
Ci
riuscii... ad alzarmi...
Vedi,
non tutto è perduto.
E
no, coscienza. Non è ancora finita, per me.
Ed
io continuerò ad accompagnarti, fino a quando quel momento
verrà.
Grazie,
amica mia.
Prego,
mostro.
Il
braccio mi ciondolava e mi faceva malissimo, assieme a tutte le varie
ferite e contusioni che mi devastavano.
Non
me ne potei fregar di meno.
Stavo
mantenendo la mia promessa.
Era
questa la cosa più importante.
Improvvisai
un laccio emostatico strappandomi coi denti la mia maglietta, che
adesso era quasi del tutto lacerata.
Mi
fece molto, molto male, ma non ci badai.
“ Naaa,
ma a cosa mi serviranno mai questi corsi di sopravvivenza? Uffa che
noia... “
“ Adesso
che hai dieci anni ti sembreranno assurdità...
ma
poi, vedrai, ti ritorneranno molto utili nella tua vita da
Domatore... “
“ Bah,
sarà... “
Ringraziai
di cuore ancor una volta mio padre.
Quando
finii, cominciai a rendermi conto di dov'ero.
Sul
retro di uno dei più vecchi e trasandati grattacieli della
città...
Uno
sguardo ancora più in alto...
Vidi
i grappoli gibbosi che costituivano le case di Bibbur-Si, la Città
Sospesa dei mostri, e i loro ponti di congiunzione pullulare di
mostri di ogni tipo, che guardavano la battaglia svolgersi sotto di
loro.
Fischi,
urli di incitamento, “Oooh” “ Aaahh” e “
Fiuuu”...
Zoppicai
per un pochino, seguendo la direzione della testa dei mostri, per
riuscire a ritrovare i miei amici, nascosti tra chissà quali
grattacieli.
Il
Piplor era stato sconfitto?
La
battaglia era giunta al termine?
I
miei amici stavano tutti bene?
Non
lo sapevo.
Vidi
improvvisamente una figura che correva verso di me.
Una
donna... una donna con un vestito a fiori largo e i lunghi capelli
lisci che le sbattevano sul viso.
Greta.
<<
Zob!! ZOB!!!!! >>
<<
Greta... >>
Ma
in quel momento sentii le mie forze che mi abbandonarono.
Sbattei
le ginocchia sull'asfalto duro, e stavo quasi per accasciarmi quando
lei mi prese e mi resse.
<<
Zob! Oddio! Oddio... Stai bene?! Rispondimi ti prego! >>
<<
Greta... >>
<
Ti-ti porto all'ospedale subito! Ragazzi, prendete gli altri! >
<<
Vedi... ho mantenuto la mia promessa... sono vivo... >>
<<
Oh, Zob, non sprecare le forze... >>
<<
Ti amo. >>
Il
mio ultimo ricordo fu quello di lei che sorrideva, sotto tutte quelle
lacrime.
Fra
tutte sagome schiamazzanti che riuscivo a scorgere...
Due
corpi... due facce... richiamarono la mia attenzione.
Uno
di donna, uno di ragazzo...
<<
GRETA!! ZICK!! >>
I
contorni sfumati dei loro occhi si fecero seri e la loro bocca si
contrasse in un'espressione di completa sofferenza.
<<
Nooo!! >>
E
così come li vidi apparire loro scomparvero lambiti da fiamme
marmoree.
<<
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! >>
<<
Ehy!! Ehy si è svegliato!! >>
<<
Sììììììììììììììììììììììììììììììììì
>>
<<
Stai benestaibenestaibene????!! >>
L'uomo
stava ansimando, gli occhi piccoli e neri sgranati e i capelli
scarmigliati, attaccaticci alla fronte per il sudore.
Poi
richiuse gli occhi di scatto, abbagliato da tutta quella luce.
<<
Caro... >>
Una
voce di donna, amorevole, e la sua mano sul viso di lui.
Zob
sbatté le palpebre per altre tre volte prima di riuscire ad
abituare i suoi occhi alla luce.
<<
Sono... sono in Paradiso? >>
<<
No, papà... sei vivo! >> esclamò Zick pieno di
gioia.
<<
Uhm... dove mi trovo? >>
L'uomo
gettò lo sguardo sul soffitto della stanza.
Se
lo aspettò lindo, lucido e con le piastrelle perfettamente in
linea...
Invece
era un soffitto ricurvo, che andava dal marrone chiaro al rosatello,
fatto di una consistenza... bitorzoluta e semi-organica.
L'odore
che gli giunse al naso non era di medicinali e flebo, e di pulito
chimico, ma di spezie, profumi misteriosi ma anche puzze tremende...
Ed
era veramente chiassoso, si sentivano versi di ogni genere, urli,
risate isteriche, pianti disperati...
<<
Sei nell'ospedale di Bibbur-Si. >> spiegò Greta.
<<
Prima di tutto, era il più vicino... secondo, eravate davvero
in troppi e non credo che gli umani avrebbero gradito... terzo, i
dottori avrebbero chiesto troppo... quarto, non ti avrebbero potuto
fare la trasfusione, visto che il tuo sangue è da mostro, non
da umano... >> << Oh... E TUTTI GLI ALTRI?? STANNO
BENE?? >> disse alzando il busto, ma poi gemette di dolore.
<<
Ahia ahiaha... >> sentì un grande dolore alla spalla e
poi vi gettò lo sguardo.
Tutto
il braccio, dal deltoide fino alle punte delle dita, era ricoperto di
una poltiglia blu, lampeggiante.
<<
Oh... e questo... cos'è? >> chiese Zob già
allucinato dal ritmo psichedelico della luce che emanava quella melma
<<
Mi sembra che sia... bava di Troptilus. Il Dottor Jig Clartuk ha
detto che è molto più sicura dei classici punti... il
tempo di guarigione... non può sapere. Il Dottore diceva
che... è come se.. decidesse la bava stessa quando guarire la
ferita... insomma io non lo so, è nuova... l'hanno scoperta da
poco.... >> spiegò Zick..
<<
Bene, sono la cavia di un nuovo sistema di guarigione....
splendido... spero che si decida molto, molto presto a guarirmi....
Comunque...
come stanno gli altri?! >>
<<
Sono tutti vivi... >> << Fiuu... e dove sono? >>
<<
A giro per l'ospedale... tutti separati. Ma tranquillo, puoi andarli
a trovare quando starai meglio. Ti sei quasi dissanguato, Zob...
sembri addirittura più pallido di Zick. >>
<<
Eheeh... ma lui non lo batte nessuno. >>
L'uomo
fece l'occhiolino al piccolo Domatore, che incrociò le braccia
imbronciato.
<<
Peccato, però. Dovevano essere uno spettacolo i Tutori-gatti
dal veterinario... >> ridacchiò Zick, e poco dopo si
unirono anche le risate dei genitori.
<<
Come stiamo a ferite ed acciacchi? >> chiese Zob con voce
debole ma allegra.
<<
Vediamo... allora, Terrence si è rotto due dita della mano,
Johanna si è ferita la schiena, Cal ha preso una seria botta
in testa ed è stato in come per un po' ma poi si è
ripreso, Dan ha due microfratture alla gamba, Paco un ematoma alla
spalla, Wally ha la caviglia slogata, Lenilee il naso rotto, Zay il
labbro spaccato e poi... >>
<<
I Tutori? >>
<<
Ti dico che a Jeremy gli è andato via la punta dell'orecchio
ed a Timothy gli si è spaccata la coda... ma ritornando alla
loro forma naturale non hanno nulla, naturalmente, visto che i Tutori
non hanno ne il padiglione auricolare né la coda ... Lardine e
Marylis si sono rotte la “zampa”, ma il discorso è
lo stesso... anche ritornando alla forma di gatto non presenteranno
ferite.
E
gli altri Tutori poco e niente... gli altri Domatori... l'anziano che
custodisce il vaso di Pandora è già tornato a casa, non
aveva poco e nulla, invece l'indiano d'America... >>
Le
orecchie di Zick si fecero più acute, sicuramente quel tipo lì
doveva essere lo stesso dal quale aveva comprato il regalo di Elena
per Natale.
<<...
Ha avuto un problema al cuore... >>
<<
Ma è vivo?! >> esclamò Zick con la sorpresa dei
suoi.
<<
Non so... >> mormorò Greta abbassando lo sguardo.
<<
Dopo gli andrò a trovare tutti. >> affermò Zick
con voce dura.
<<
Bravo, ragazzo... saluta tutti da parte mia. >
<<
Sicuro, papà! >> il Domatore fu sollevato dal sorriso
felice del figlio, che gli infuse coraggio.
<<
Beep! Beep! >>
Squillò
un cellulare.
<<
Oh! È il mio! >> esclamò Zick stupito.
<<
E FATE STARE ZITTO QUELL'AFFARE!! >>
Tuonò
un Bobak dalla testa fasciata, che si stava leggendo Le Mille e Una
Notte, nel lettino accanto a quello di Zob.
<<
Ehm , certo, scusi... >> balbettarono i tre imbarazzati dalle
occhiatacce saccenti del mostro.
<<
Pronto...? >>
<<
Zick! Zick! Ero andata a casa tua stamattina, ma c'erano solo i nonni
fantasma, e mi hanno detto che voi eravate all'ospedale!! Cosa è
suc... >
<<
Elena, sono successe troppe cose, non posso raccontarti tutto via
telefono... >>
<<
Ma... i Domatori hanno combattuto, vero? >>
<<
Sì... anche i Tutori. >> Zick sospirò e si
incamminò verso l'uscita dell'ospedale, cercando meno chiasso.
<<
Oh porca bomba...!! Stanno tutti bene?! >>
<<
Hanno molti acciacchi... ma sono tutti vivi. >>
<<
Oh, fiuu!! Come sono felice! Cioè sono triste per quello che è
successo...! E tuo padre? >>
<<
Lui ha un braccio fuori uso, ma si riprenderà. >>
<<
Oh... ma sta bene?! >> << A parte questo sì...
ma è un po stralunato... >>
<<
Oh... mi dispiace per lui! Salutami tutti, ma proprio tutti da parte
mia!!! >>
<<
Certo... ah, a proposito... non credo che quella cosa si possa fare
oggi.... >> << Cosa? >>
<<
Il nostro... ehm... >>
Su,
stupido, di'quella parola.
<<
Appuntamento? >> lo precedette Elena.
<<
Sì... senti mi dispiace ma proprio oggi non ce la faccio, con
la testa... voglio restare con papà e mamma e tutti gli altri
qui... >>
<<
Certo, capisco... >>
<<
Mi dispiace molto Elena... >> << No, no, è ok,
comprendo. Allora va bene domani? >> << Sì,
certo... >>
<<
Ma alle cinque, perchè mamma ed io facevamo un salto in città
prima... >> << Ok. Sempre al parco? >>
<<
Certo... allora ciao, Zick. Spero che anche tu stia bene... >>
<<
Sì... >>
In
realtà, stava malissimo...
<<
Ok, ciao. >>
<<
Ciao... >>
<<
Ti voglio b...! >> disse Elena, ma l'amico aveva già
attaccato. Comunque, se la prese con la cornetta sbatacchiandola da
tutte le parti.
<<
Che succede, bambolina? >> disse una voce che sembrava essere
impastata di glassa e caramello.
<<
Niente... >> ringhiò la ragazza.
Già
era nervosa di suo, ci mancava la Mariangela... Non aveva nemmeno
bussato e si era infiltrata... Sì, infiltrata in camera sua.
<<
Oh, scusa, non sapevo che c'eri tu... >>
“ Sì
che lo sapevi l'ho detto prima e tu hai ascoltato benissimo...”
<<
Uhmm... io penso che ci sia qualcosina, eh, topolina? >>
Con
tutti quei vezzeggiativi Elena stava per vomitare, letteralmente.
La
ragazza non rispose, trattenendo un conato, anche se gliene voleva
dire quattro a quella vecchiaccia...
<<
Ciccina, devo fare la tua stanza... >>
<<
Puoi farla dopo?! Adesso volevo stare qui. >>
<<
ELENAA!!! NON FARE DA INTRALCIO ALLA SIGNORA!! >> urlò
sua madre dal piano di sotto.
<<
Non le faccio di intralcio!!! É lei che... >>
Ma
quello che stava per dire la rossina si ridusse in un borbottio
nervoso.
<<
Su, amore, dai, ci metto poco tanto... >> “ Ci mette
mezz'ora per pulire un vetro... e poi, le cose, le MIE cose, me le
mette sempre all'aria....
Porca
Bomba, se sono distribuite così ci sarà un motivo???
Non ha il diritto di ficcarci quelle manacce pustolose e macchiate
che si ritrova! “
<<
Ohiiii!!!!!!!! >>
“ Santa
Bomba, dammi la forza... “
Elena
uscì pestando il parquet con foga, graffiando con le unghie il
corrimano di legno delle scale ed andando in cucina a bersi un sorso
di latte, cercando di non fare caso alle facce dei genitori che la
osservavano divertiti.
<<
Sei di malumore, vedo. >> notò Harvey, imboccando il
figlioletto col suo frullato di frutta...
<<
Sì, sì e sì. Per colpa di quella là... >>
Ed
indicò rabbiosa la sua stanza di sopra.
Dapprima
fu tentata di indicarla col dito medio però poi si
auto-costrinse a rimanere calma.
<<
Oh, ma che ti fa di male quella povera donna? > sussurrò
Julie, sistemando il bavaglino a Violet.
<<
POVERA DONN...??!! >>
Elena
volle urlare ma poi fu zittita da un'occhiataccia dei genitori.
<<
Povera donna lei???!!! Provateci voi due a mettervi nei miei panni, a
sopportare ogni giorno una vecchiaccia che ti chiama amore tesoro
topolino e tutte quelle robe smelense lì! Che poi ti viene
sempre a rompere le palle nei momenti meno opportuni!! Lo fa
apposta!! >>
<<
No, Elena... è una brava donna. Poverina, ha perso il marito e
i suoi figli sono molto assenti...
e
poi è dolce, dai, ti vuole bene... >>
<<
Preferisco che non me lo voglia, piuttosto che questa tortura al
sapore di dolcificante con zuccheri aggiunti! SGRUNT! Mamma mia ma
avrà capito che ho dodici anni e non tre??!!! E poi, comunque,
poveri gemellini, e poveri anche Sfruscio e Puffy -e Bombolo- !! Non
sapete quanto mi dà sui nervi quella quando chiude tutte le
persiane, rabbuiando la casa!!! LO ODIO, e quando io le riapro dopo
tre secondi le ritrovo chiuse ARGH!!!! CHE ODIOOOOOOOO >>
Intanto,
nell'ospedale di Bibbur-Si...
La
donna prese per mano il marito, il suo sorriso di gioia precedente
dissolto nell'acido.
<<
Zob...come ti senti...? >> << Mah... non mi lamento...
>>
Sorrise
lui, ma la faccia di Greta si fece più truce.
<<
Dimmi la verità, caro. Voglio sapere come ti senti. >>
<<
Sono felice. >>
<<
Felice?! >>
<<
Sì... >>
<<
Come puoi essere felice in una situazione come questa?? >>
<<
A parte questa guerra inutile, il fatto che tutti noi dovremo stare a
riposo per un po' e il pensiero di tutta quella gente morta... sì,
sono felice. >>
<<
Oh... e perchè? >>
<<
Perchè... perchè ho mantenuto la mia promessa... >>
<<
Non ne dubitavo, tesoro. >> sorrise di rimando la moglie,
stringendo di più la sua mano.
<<
Facevi male. C'è stato un momento, in cui... mi ero arreso...
ed aspettavo la morte... e non stavo dando rispetto al mio
giuramento... me ne stavo fregando di voi. >>
Il
sorriso di lei scomparve per qualche istante, gli occhi castano
chiaro spalancati.
<<
Oh... beh... l'importante è che tu ti sia sforzato, alla
fine... ne sono ammirata veramente. Dev'essere stato
difficilissimo... povero maritino mio. >>
<<
Uhm... >> << Zob, dimmi.. dimmi cosa hai provato, ti
prego... devo saperlo. >>
<<
Io... io... >>
<<
Dimmi, avanti. >>
Non
era una richiesta.
Era
un ordine.
<<
Mi sono sentito un enorme pezzo di idiota. >>
<<
???!!! >>
<<
Tutti i Domatori avevano parlato coi loro figli, seriamente, su
questa guerra... un vero discorso. Invece, a Zick non ho detto
nulla.... io... >> << Non ti preoccupare... eri
nervoso anche tu... È felice, vedi? È felice che tu sia
qui con noi, ancora. È questa la cosa più importante
per lui adesso. >> << Uhm... vabbè, comunque
non mi sono comportato da padre. Da bravo, padre... >> lui
abbassò lo sguardo.
<<
Oh, non mi piaci quando fai il musone, su! >>
La
donna allungò la mano verso il mento dell'uomo
alzandogli
la testa.
<<
Brutto mostrillo. >> << Bella Anguana. >> <<
Ohoh, sono onorata da questi complimenti... Ma ora dimmi altro. >>
<<
Stavo combattendo, e... ho visto Terrence cadere dal Flyvan... volevo
aiutarlo, ma il Piplor ha sbattuto me e il mio Flyvan a terra,
lontano da tutti. Aliseus aveva la zampa rotta, e l'ho lasciato lì
in pace. Volevo andare ad aiutare gli altri, ma... ma non seppi
perchè, ma fui come condotto da una forza involontaria dentro
un vecchio palazzo ammuffito e buio... >>
Gli
occhi di Greta si ridussero a due fessure.
<<
Non sapevo cosa mi stava succedendo... ma poi una voce nel buio mi
parlò... mi disse che era... era la morte... credevo di
impazzire, ma non me la stavo immaginando... poi mi ha detto “
BRUCIA!” e veramente ho sentito un calore dentro... e mi sono
buttato dalla finestra. Sono atterrato in un cespuglio senza foglie,
credendo di essere scampato alla Voce... ma poi la risentii e vidi
chiaramente un vetro rotto alzarsi in aria e graffiarmi il braccio.
>>
<<
Oddio santo... >> mormorò la donna senza credere alle
proprie orecchie.
<<
E lì ho cominciato a delirare... a pensare di abbandonarvi
tutti... ma poi mi sono fatto coraggio e mi sono alzato... e poi ho
incontrato te... e poi non mi ricordo. >>
<<
Mi hai detto che mi amavi, e poi sei svenuto. >>
<<
Oh davvero...? >>
<<
E sì. E quindi... l'essere che ammazza quella gente è
dunque questa “ Voce” che dici tu...? >>
<<
Sì, ne sono sicuro. Il Piplor era solo un diversivo... intanto
lei poteva agire... ma non ho capito bene cosa voleva da me. >>
<<
Non lo so... resta comunque il fatto che non sappiamo perchè
fa questo. >>
<<
E no... chissà se ne riavremo l'occasione. >>
gemette
il Domatore malinconico.
<<
Ma Greta... che ci facevi tu là sul campo di battaglia...
assieme poi ad altri, no? Era pericoloso, il Piplor poteva... >>
<<
I ragazzi ed io siamo venuti lì dopo un messaggio telepatico
che ha ricevuto Zick da Jeremy, che diceva che avevano sconfitto il
mostro ma che avevano subito bisogno di rinforzi. >>
<<
Ah... però una cosa è strana. >>
<<
Cosa? >>
<<
Per tutto il pomeriggio nessuna forza speciale, nessun umano, nessun
soccorso... è venuto lì in piazza. >> <<
Uhm... beh.. ho sentito che la gente era andata in panico, sia nelle
centrali di polizia che in tutte le altre... che tutti avevano paura
di recarsi lì sul posto. >>
<<
Ah... >>
Il
panico generale, la confusione, l'indecisione.
Una
bella mente, questo assassino.
<<
Ciao, Zobbie! >> disse una voce di anziana signora traboccante
di ilarità.
<<
Mamma....! >>
<<
Figliolettoooo.... >>
Maria
gli corse incontro e gli riempì le guance di baci a dire poco
esagerati, sotto le risatine di Greta ed Ezeria.
<<
Ehy mamma... mi fai male... >> << Oh, scusa caro! >>
trillò la signora asciugandosi le lacrime con un fazzoletto.
<<
Ma che ci fate voi qui? Non potete uscire dalla vostra Oasi... >> <<
Una piccola eccezione per vedere nostro figlio.
Sorrise
il padre comprensivo.
Il
ragazzino uscito fuori dall'ospedale, ed adesso stava camminando
sopra un ponte sospeso pullulante di mostri.
<<
E fai attenzione a dove cammini! >>
Gli
sbraitarono le teste di uno Zamurro che Zick aveva appena appena
sfiorato.
Zick
nella folla, che fosse stata sia di umani che di mostri, si era
sempre sentito a disagio...
Lui,
così diverso rispetto tutta la massa...
Si
sentiva soffocare dagli sguardi di tutte quelle facce che lo
squadravano...
Si
tirò fuori il suo amato Spray Aerosol e tirò due
boccate, riuscendo a superare il Ponte di Mezzo, il più
glamour di tutta Bibbur-Si, pieno zeppo di negozi, covo d'incontro di
molte Gingi vanitose.
Oltrepassato
quella via infernale, il Domatore s'incamminò sul Ponte
Panoramico di Bibbur-Si, stranamente vuoto, e gettò lo sguardo
attorno a lui. Enormi grattacieli dai vetri grigi, come il cielo
quella mattina, perfettamente rettangolari. L'uno uguale all'altro.
Che
noia.
BigBurg...
tecnologica, efficiente, perfetta, ma inquinata...
Il
perfetto contrario di Bibbur-Si.
Sgangherata,
pazza, piena di sorprese, perfettamente però a su agio nel
cuore della città degli umani.
<<
Ti godi lo spettacolo, eh? >>
Zick
sobbalzò dalla panchina.
Quella
voce...
Oh...
La
ragazza aveva i capelli blu-violacei sciolti dalla brezza d'altura,
vestita con un maglione viola scuro abbastanza scollato ed una
minigonna nera, le gambe coperte de delle calze a righe gialle e
verdi fosforescenti e ai piedi degli stivali di pelle lucida bianca.
<<
Ciao, Lay. >>
<<
Ciao, Zick. >>
Lei
avanzò per un poco e si sedette sulla panchina più
lontana da Zick.
E
lui ne fu rincuorato moltissimo.
<<
Che ci fai qui? >> chiese lei in tono rude, guardando lontano
un telone della Victoria Secret, naturalmente sfoggiante della
classica donnetta mezza nuda che ricopriva l'intera facciata di un
palazzo.
<<
Nulla... solo una boccata d'aria. >>
<<
Io invece aspetto Teddy. Uffa, doveva essere già qui da tre
minuti! ARGH!!! >> grugnì picchiettandosi il vetro
dell'orologio.
<<
Uhm... come vanno tua madre e tua nonna? >> chiese Zick,
cercando di essere gentile.
<<
Ah, bene, per fortuna. Qualche graffio e botta... ma niente di che
alla fine, per fortuna. >> << Bene... almeno voi...!
>> Zick ripensò allo stato del padre e gli venne una
fitta al cuore.
<<
Ma dimmi te... >> bofonchiò la ragazza rabbiosa.
<<
Se il panorama debba essere rovinato da quella là... >>
ed indico la modella.
Il
suo tono era.... seccato, annoiato.... invidioso?
Zick
non ci fece importanza ed abbassò lo sguardo.
<<
Teddy sarà coi suoi genitori, Lay... >> << Oh,
è già da mezz'ora che ci sta!! >>
<<
Oh, ma avrà diritto di stare coi suoi, cavolo? Sono ritornati
da una guerra orrenda ed avranno anche loro le loro ferite!! Teddy
sarà stato in pensiero anche più di noi, visto che
entrambi i suoi genitori hanno combattuto! Ma ti rendi conto di che
cosa dici? È naturale che preferisca passare un po' di tempo
con loro che non con te, anche se tu sei la sua fidanzata! >>
Zick
era furioso... quasi quasi stava per levitare sulla panchina dalla
rabbia.
“ Ma
come ho fatto ad innamorarmi di 'sta stupida... “
Lay
non rispose e guardò con aria triste i suoi piedi.
<<
Zick... hai ragione... sono proprio una scema... è che io...
io ho bisogno di contatto... di amore... non mi accontento delle
parole... capisci? Mi capisci? Io e Teddy ci amiamo... ed anche se
non lo diamo a vedere, c'è ben altro che soli
sbaciucchiamenti... io lo amo perchè Teddy è forte,
spavaldo... ed intelligente, anche se molte volte fa lo stupido... a
parte che è fio. >>
“ Ok...
un quesito era risolto... ma ci manca l'altro... “
“ COSA
CI TROVA TEDDY IN LEI??!! ”
<<
Ah... ho capito... >> sorrise il ragazzino.
<<
E tu, invece... ? Ti piace ancora la tua amica? >> <<
O-o... beh io... ci incontriamo domani al parco. >
<<
Ohoh... >> sorrise Lay maliziosa, arricciandosi le ciocche
fucsia eccitata dalla notizia.
<<
Fate sul serio voi due, allora... >> ghignò la ragazza,
facendo arrossare le diafane guance del Domatore.
<<
Mah è solo per... per parlare... O_O'' >>
<<
Ahahahh, ma veramente credi che volesse intendere questo??!! Ahaha,
proprio non le conosci le donne, eh? Le sue intenzioni sono ben
altre! >> << Tu dici...??!! >> <<
Certo!! Ma non ti sei accorto di come ti guarda, come se fossi un
angelo caduto da cielo? >> << Io... io... >>
balbettò Zick, le gote ormai arrostite nella brace dell'amore.
Elena...
mah, non se n'era molto accorto, in realtà... era lui a
guardarla in quel modo, lo sapeva... tutti dicevano che era evidente
che si piacevano, entrambi... possibile che proprio i sottoscritti
non lo debbano capire?
Bene...
allora se era vero... potevano stare insieme!! Ma prima di tutto lui
doveva esserne sicuro, sicurissimo... e poi, c'era il problema più
grosso...
Amare
è facile, ma dirlo all'altro e superare la vergogna è
la cosa ardua!!
Il
ragazzino sospirò...
Doveva
fidarsi delle parole di Lay? Doveva dare infine, ragione alle parole
di Patty e Matty?
Erano,
dopotutto, quelle di tutti... anche dei suoi amici. E familiari... sì
sì, i suoi genitori lo tartassavano tanto... ed ormai era la
quarantesima volta che Zick era riuscito a scampare ai “
Discorsi tra maschi” del padre, ed il “ Manuale del
Perfetto Galantuomo” di sua madre.
<<
Eccomi... >> disse una voce alle loro spalle.
<<
Ma orsacchiotto miooo!!! >> cinguettò Lay andandogli
incontro saltellante.
<<
Ciao, Lay-Mammy-Mammy... >> disse lui con voce arresa,
facendosi sbaciucchiare.
Zick
stomacato distolse lo sguardo... ma nel farlo incrociò gli
occhi a mandorla di Teddy, aperti con un'espressione... desiderosa
d'aiuto.
Ezechiele
sorrise comprensivo...
E
guardò le cime aguzze dei grattacieli lontani che pizzicavano
la pancia delle nuvole, imbronciate.
Sì...
quell'indomani glie l'avrebbe detto, ad Elena... glie l'avrebbe detto
che... che si era innamorato di lei... in modo tranquillo, pacato...
dicendo che se lei non ricambiava sarebbero restati sempre amici.
Ispirò
un po' d'aria fresca e si alzò, spiando con la coda
dell'occhio i piccioncini molto indaffarati sulla panchina...
Rientrò
dentro all'ospedale, oltrepassando un Bombo con problemi di intestino
ed uno Snyakutz tutto smontato...
E
vide un vecchio anziano dalla pelle abbronzata, increspata di mille
rughe, ed i capelli lattei e lunghissimi, che sparivano sotto
l'ammasso di coperte.
Sembrava
avesse gli occhi chiusi, ma...
<<
Ciao, ragazzo. >> la sua voce era profonda e segnata da anni ed
anni di vita.
<<
Ciao, signore. >>
<<
Non sono un signore... >> rise il vecchio, accompagnato dagli
sghignazzi del ragazzino.
<<
Sta bene...? >> gli chiese apprensivo Zick andandogli accanto.
<<
Beh... il mio cuore adesso mi sta dicendo che è stanco. È
stanco... ho vissuto fin troppo ormai... ha sopportato emozioni e
fatiche... ma ne è felice, e soddisfatto. È giunta
anche a lui la sua ora di riposare, non credi? >> <<
Uhm... >> Zick si strofinò vergognato due lacrimucce che
gli erano sbucate dagli occhi.
<<
Lascia stare, ragazzo mio. Lascia stare... >>
Il
vecchio allungò la mano dalle dita lunghe e magre, e tolse con
un tocco delicato le mani di Zick dal suo viso.
<<
Non nascondere i tuoi sentimenti, non farlo mai, capito? >>
disse il pellerossa sorridendo, aggrottando di più la pelle
che nascondeva i suoi occhi.
<<
Sì... >> sorrise il ragazzino, leccandosi una lacrima
salata che gli pendeva dal labbro.
<<
Ho vissuto la mia vita, e ne sono contento. Non credo che riuscirei a
reggere altri anni così... anche se nonostante la mia età
veneranda, sono in forma come un giovanotto. Ihih! >>
Zick
sorrise commosso.
<<
Si trasformerà in fantasma? >>
<<
Uhm... penso di no... >>
<<
E chi penserà al suo lupo? >>
<<
Dente di Luna è libero... è libero adesso... mi
seguirà, se vuole. >>
Detto
fatto, il lupo argenteo sbucò dal muro gibboso e si mise
accovacciato sulla pancia del padrone.
<<
A presto >> sorrise il vecchio.
<<
A presto... >>
Poi
il respiro si affievolì fino a che non si sospese....
Capitolo 13 *** E piove sulle tue ciglia nere, Elena ***
E piove
sulle tua ciglia nere, Elena.
Che
ore erano??
L'antica
pendola segnò cinque rintocchi.
<<
Devo andare, devo andare!! >> strillò il
ragazzino, cercando di appiattirsi un ciuffetto ribelle che
gli stava dritto sulla testa, e combattendo senza pietà
contro un brufolo che gli era sbucato sulla punta del naso.
<<
Stupidimaledettiormoni... >> << Oh, Zick,
vieni qui... non si leva così un foruncolo... >>
Trillò
sua mamma divertita dalla goffaggine di Zick, andando verso
di lui.
<<
Su, vieni in bagno... te lo levo io... >> La donna
prese un batuffolo di cotone, lo imbevette di alcool e lo
tastò sulla fronte del figlio.
<<
Ahia ahii.... brucia... >> frignò lui.
<<
Oh, figliolo, se già piagnucoli per un brufolazzo,
non ti voglio vedere quando sarai alle prime prese con le
tue ferite di guerra! >> esclamò Zob
sorridendo, entrando nel bagno per assistere alla scena.
Ormai
stava meglio, ed tutti erano tornati a casa, ma il suo
braccio era sempre impiastricciato della bava luminescente
di Troptilus.
<<
Non ti ci mettere anche tu. >> mugugnò il
piccolo Domatore.
<<
Ok, sei pronto adesso!! >> esclamò Greta
ridendo.
Il
ragazzo si guardò allo specchio...
Nella
zona dove prima torreggiava il famigerato brufolo adesso
c'era solo un lieve arrossamento.
<<
Ohh, ma quanto sei diventato carino Zick...>>
disse
Greta appoggiando la testa sulla spalla ( quella sana) del
marito.
<<
Proprio un bel bimbetto abbiamo fatto, sissignore. >>
ribadì
Zob fiero.
Zick
si senti a disagio, e grugnendo uscì dal bagno.
<<
Ciao ciao... >> << Buona fortuna!!! >>
dissero in coro i mostri, i genitori, i nonni ed anche il
Tutore.
<<
Oh oh ehiehiehi!! Ti stai dimenticando una cosa
importantissima!! >> Zob scattò allarmato,
incurante della sua ferita di guerra, e raggiunse il figlio.
<<
Che c'è, papà? >> chiese Zick scettico e
curioso.
<<
Prendi queste mentine per l'alito. >>
Zob
tirò fuori una scatoletta dalla tasca e ne tirò
fuori una pasticchina.
<<
E perchè? >> chiese Zick ancora più
turbato.
<<
Possono sempre servire, tranquillo, parlo per esperienza! >>
gli sussurrò Zob all'orecchio.
Stranito
dal comportamento avventato del padre, Zick se la ficcò
in bocca.
Uscì
senza prendere l'ombrello e senza degnare nemmeno di uno
sguardo il giacchetto appeso al muro.
Gli
era sempre piaciuto bagnarsi il viso con le gocce di
pioggia... non capire più se la sua pelle era pelle,
oppure acqua...
Quando
era ancora debole fisicamente, prima di conoscere Elena e
scoprire il suo Dom, la pioggia era la colonna sonora dei
suoi lunghi pomeriggi d'autunno...
Guardarla
fuori dalla finestra di camera sua era il suo hobby
preferito.
La
pioggia... la sua unica amica... l'unica che lo stesse ad
ascoltare... l'unica che sapesse tenergli compagnia con la
sua dolce melodia...
Sì,
Zick era l'unica persona in tutta Oldmill Village che amasse
la pioggia. Non se ne vergognava: da un lato era fiero di
essere diverso dagli altri, ma dall'altro gli dispiaceva
essere considerato un “ diverso” e uno “
strano”.
Mentre
camminava verso il parco, il ragazzino alzò gli occhi
al cielo e aprì la bocca.
Sì,
qualche goccia andava a segno... Zick si assaporò con
piacere il gusto della pioggia.
Oltre
che lui, non c'era anima viva. Nessun tipico passante in
impermeabile, nessun gatto che cercava riparo, nessuna
chiocciola che si crogiolava... nessun mostro. Persino gli
Spettri Neri avevano preferito rimanere nei loro covi
oscuri?
Era
solo... anzi no, c'era la sua amica bagnata.
Zick
oltrepassò il cancello d'ingresso del Parco di
Oldmill.
Era
così... magico, bello, con tutta la pioggia che
rendeva lucidi i tronchi d'albero, la nebbia che sfumava i
contorni delle cose... sembrava di vivere un sogno.
Zick
aveva freddo, ma non ci badò. Era completamente
attratto da tutto ciò che vedeva intorno a lui.
Le
sagome contorte degli alberi spogli... non erano spaventose
o lugubri. Ma pittoresche, magnifiche... parevano antiche
torri di qualche castello... magari di una strega cattiva o
di un mago brontolone.
Torri
che, nonostante la vecchiaia e il fatto che sembrava
stessero per cadere da un momento all'altro, da quanto erano
attorcigliate, alla fine resistevano sempre. Zick era ormai
completamente fradicio, ma a cosa gli infuse tranquillità.
Starnutì
parecchie volte: ma anche usando la Vista Dom non vide
nessun Monster-ska nelle vicinanze. Era solo un comunissimo
raffreddore, finalmente.
Aspettò...
un minuto, due minuti, tre minuti...
<<
Zick! Zick! >>
Il
ragazzino si girò e vide una sagoma femminile appena
abbozzata nella nebbia, che correva verso di lui.
<<
Elena... >>
Era
molto carina coi capelli sciolti, che ora le ricadevano
ribelli sul viso bagnato. Indossava anche un velo di rimmel,
che le facevano sembrare ancor più grandi i suoi
meravigliosi occhi. Anche se era sbaffato sulle guance, la
ragazza era molto bella...
Elena
sorrise.
<<
Mi dispiace, ho dimenticato l'ombrello... >>
<<
Fa niente. >>
Zick
tremò al pensiero di camminare nel parco sotto
l'ombrello accanto ad Elena... che iniziò a
camminare.
<<
Zick... cos'è successo ieri? Dov'erano tuo padre e
Jeremy? >>
Zick
la guardò triste, e le raccontò tutta la
vicenda della battaglia.
<<
Papà deve fare molta attenzione quando cammina... è
una fortuna che non gliel'abbiano amputato. >>
Elena
si mise le mani sulla bocca.
<<
Era veramente in uno stato pietoso. Tutto il braccio con...
quello squarcio orribile... poteva morire dissanguato sai.
Lo hanno salvato appena in tempo. Adesso quando cammina fa
impressione... sembra che abbia un peso morto traballante al
posto del braccio! >>
Zick
sospirò e chiuse gli occhi.
<<
Mi... mi dispiace molto... >> disse Elena con voce
tremante.
<<
Gli altri Domatori hanno anche loro le loro varie fratture,
ferite, ematomi... ma è tutto ok! >>
<<
Mi dispiace moltissimo per tuo padre, i Domatori, i
Tutori... per tutti i loro parenti... per Greta... e per te,
Zick. >>
La
ragazza mandò un sorriso comprensivo all'amico e poi
gli prese la mano.
Zick
sussultò a quel contatto, ma ne fu anche incoraggiato
e confortato....
Con
estrema timidezza, incrociò le dita con quelle della
compagna... che la strinse, non osando però guardarsi
negli occhi.
I
due camminarono nel parco così ancora per un po'.
Sentivano
una strana ma piacevole sensazione... come se... si stessero
fondendo con tutto ciò che stava loro attorno...
l'erba, le piante, gli alberi, le cortecce, le foglie, i
rami, gli animali, la pioggia, la nebbia, le nuvole, il
fango...
Erano
un tutt'uno naturale.
<<
Ho freddo. >> disse Elena all'improvviso.
<<
Ehm, vuoi che andiamo s-sotto a quell'albero a fermarci? >>
balbettò il giovane Domatore indicando un enorme
cedro del Libano con tutte le foglie
aghiformi
verdi scuro al loro posto.
<<
Ok. >>
Elena
separò la sua mano da quella di Zick e trotterellò
verso l'albero inzaccherandosi tutte le scarpe e i
pantaloni, ma evidentemente non gliene importò.
Il
ragazzino stupito e preoccupato per il comportamento
dell'amica la seguì e si appoggiò sulla
corteccia nodosa e bagnata del cedro.
<<
Va bene adesso...? >> << Uhmpf... sì...
>> rispose vacuamente lei, mentre guardava il vuoto
con fare svagato.
Poi
la ragazza cambiò direzione e camminò spedita
verso l'amico.
Era
vicinissima. Zick poteva contare tutte le gocce di pioggia
appese alle sue ciglia...
Il
ragazzo sentì l'impulso di arretrare: ma non poté,
il tronco del cedro lo sbarrava.
In
un certo senso, Zick ne fu grato.
<<
Zick... io sono veramente dispiaciuta per te... >>
sussurrò
Elena socchiudendo gli occhi.
<<
Va tutto bene Zick? >> disse lei ritornando normale
stupita dal tremore della pelle di Zick.
<<
Sì sì... ho solo f-freddo... tranq-quilla...
>>
<<
Mi sembri Dedevid sai! >> sorrise Elena.
<<
Uhm... già... >>
<<
Sei molto triste vero...? >> sussurrò Elena.
<<
Sì... >>
<<
Zick? >>
<<
Eh? >>
<<
Tu mi consideri ancora la tua migliore amica...? >>
<<
Ma c-certo... noi saremo amici per sempre... >>
<<
Uhm... hai mai pensato a qualcos'altro che ci possa
accomunare? >>
<<
Ehm... sì noi vediamo i Mostri... >>
“ Stupido
imbranato stupido che sono! So affrontare i Monster-ska e
non le ragazze?! “
Elena
lo guardò delusa.
<<
Nel senso... >>
<<
Quel senso... ? >>
<<
Sì... >> rispose lei con voce velata.
<<
... Zick... quando c'era Charlie... ed io passavo tanto
tempo con lui, e mi divertivo tanto... tu eri geloso di me
vero? >>
Zick,
sorpreso da quella domanda, chinò la testa e borbottò
un “ sì” imbronciato.
<<
Sai Zick... non volevo che mi rimanesse nel cuore quel bacio
sulla guancia che tu mi diedi quella volta... che stavamo
giocando a quel gioco dove tu mi dovevi prendere... tu me
l'hai dato solo per distrarmi vero? Perchè volevi
vincere...? >>
<<
Sì, solo per quello. >>
<<
E me ne daresti uno ora per lo stesso motivo...? >>
L'ennesima
goccia di sudore calò dalla tempia di Zick e si fuse
con quelle di pioggia.
<<
Rispondi. >> gli occhi di Elena si erano fatti sottili
e freddi, ed era vicinissima ormai. Lei avvicinò la
mano al viso di Zick, e gli scostò dolcemente le
ciocche blu bagnate dalla fronte e finalmente poté
vedere i suoi occhi color cioccolato fondente.
<<
Ehm... >>
<<
A Natale, sotto al vischio... ricordi? >>
<<
Sì... >>
<<
Cos'hai provato esattamente? >>
<<
Ehm mm.. i-io.. >>
Elena
sorrise, dolce.
<<
Oh, piccolo Domatore imbranato... sta' zitto e baciami,
perchè TI AMO!!! >> La ragazza chiuse gli
occhi e appoggiò le labbra calde contro quelle gelide
di Zick.
Lui
rimase fulminato. Pietrificato. Immobilizzato.
Si
amavano allora... era quello che avevano alla fin fine
sempre sperato l'uno dall'altra...
Quello
sbavamento con Lay??? Ma non era niente a che fare. Aveva
gli occhi chiusi, e non ebbe il coraggio di aprirgli. Si
sentiva avvolto dai capelli profumati di Elena, mentre lei
gli accarezzava il collo e i capelli...
“ No,
non sono un pezzo di legno, non sono un pezzo di legno... >>
Il
ragazzino mosse le braccia a scatti e poi riuscì ad
avere contatto con la schiena della ragazza...
Oh
come si sentivano bene...
Da
lì iniziò la loro storia. La storia del loro
amore.
Elena
stringeva il braccio di Zick, lui le accarezzava la testa
bagnata e le cingeva un fianco..
Erano
davanti a Casa Patata.
<<
Beh, mi sa che devo entrare... >> disse Elena piano.
<<
Uhm uhm... male. >> borbottò lui stringendola
di più.
<<
Eh, lo so, mi dispiace... ma altrimenti i miei penserebbero
male, ci verrebbero a cercare, finiremmo nei
guai.........................................................................................
Mica
vorrai stare tutta la notte a girovagare con me!? >>
Elena
sapeva chiaramente che era una domanda retorica.
Zick
sorrise con espressione beata.
<<
Tranquillo, abbiamo tutta la vita davanti... ci sarà
del tempo per noi, no? Beh, allora... ciao, Zick... >>
Si
staccò da lui e camminò calma verso la porta
di casa sua. Poi si arrestò, e corricchiò
indietro, verso di lui.
<<
Dimenticavo questo >>
Gli
diede un piccolo bacio sulle labbra.
Il
ragazzino entrò in casa rosso in volto, i capelli blu
scuro che sembravano essere appena usciti da una camera di
ventilazione e un risolino sulle labbra.
Normalmente
avrebbe detto al figlio di asciugarsi prima di entrare in
casa, ma era così eccitata e curiosa di sapere
cos'era successo che non ci fece minimo caso.
<<
Zick avere la faccia di uno appena stato investito da un
camion! >> disse Bombo distraendosi da dei vecchi,
appetitosissimi scarponi di Zob.
<<
No, Bombo... io penso che abbia cuccato, ed anche di
brutto... >> ipotizzò Zob facendo l'occhiolino
al figlio.
Jeremy
ed i Bobak grugnirono qualcosa di incomprensibile e girarono
lo sguardo, ma con orecchie ben attente.
<<
Mmm.... >>
Il
Domatore con gli occhi mogano allucinati e fissi salì
le scale per andare in camera sua.
Ma
due fantasmi dal sorriso impresso sul viso gli sbarrarono la
strada.
<<
Allora? Alloraalloraallora??? >>
<<
Mmm.... se insistete sarò costretto a passarvi
attraverso. >> Theo e Tessa assottigliarono gli
occhi arrabbiati.
<<
Ok.. ok..! ve lo dirò quando sarò asciutto.
Vado a farmi una doccia. Promesso... -_-' >>
E,
con i borbottii maliziosi dei nonni che gli ronzavano nelle
orecchie, Zick si rifugiò in bagno.
Sì,
quella doccia ci voleva proprio: il ragazzo si sentì
sciacquare tutti i problemi via, lontani.
Finalmente
lui e la sua ex amica si erano capiti, dopo un anno di
amicizia bellissima ma anche gelosie acute e litigi.
Con
quel bacio si erano dimostrati quello che, in effetti, l'uno
provava verso l'altra da... da sempre!
Zick
lo aveva sempre saputo, anche quando era cotto di Lay. Era
sì attratto da quella ragazza più grande di
lui, bella e spavalda, ma il suo cuore, di nascosto, gli
sussurrava che le cose non potevano, non dovevano andare
così. Lay non era la ragazza giusta per lui. La sua
eletta era proprio accanto a sé, sempre.
Ma
non aveva avuto il coraggio di accorgersene.
Dopo
dieci minuti uscì e si mise l'accappatoio, poi uscì.
<<
AHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >>
TUTTI,
dico TUTTI gli inquilini di casa Barrymore erano lì
dietro la porta a spiarlo col sorrisetto appiccicato sul
viso.
<<
MI STAVATE SPIANDO, EH!???? >>
sbraitò
il ragazzino mentre sentiva quasi uscire il fumo dalle sue
orecchie da quanto era incavolato.
<<
Noooooo.... >> dissero tutti ridacchiando, poi i
mostri scapparono a gambe levate di sotto, mentre Zob,
Greta, i nonni fantasma e Jeremy rimasero lì con il
fenomeno del momento.
<<
Allora, che arma hai sfoggiato per sedurre la giovane e
innocente Elena? >> ghignò Zob.
<<
Nessuna. >> mugugnò il ragazzino abbassando lo
sguardo.
<<
Daiii dicci tutto! >> esclamò Tessa scuotendo
le sue trecce evanescenti.
<<
Non ho voglia, fatevi gli affari vostri. >> <<
Il piccolo Domatore ha ragione! Non è costretto a
dirvi tutto! E poi l'amore, gli appuntamenti galanti e gli
sbaciucchiamenti in questi casi è cosa poco
importante, dovete pensare a qualcos'altro! >> grugnì
Jeremy.
Zob
si mise a ridacchiare convulsamente, il braccio blu
luminescente che ballonzolava, dando un'impressione a metà
tra il buffo e il grottesco.
<<
Che c'è? >> chiese rude il gatto, preoccupato.
<<
Uhmmm... dov'è che eri le altre sere? Da quel bel
pezzo di gattina dal pelo candido che vive in casa Thaur,
una certa Missy.. >>
<<
TACI, ZOB! QUELLO CHE FACCIAMO MARILYS ED IO NON DEVE
INTERESSARVI! >>
E,
indignato, il gatto se ne scappò di sotto, mentre
tutti si piegavano dal gran ridere.
<<
Su, dai, Ziickk.... >> implorarono Tessa e Greta, con
le lacrime agli occhi per la risata incredibili di prima.
<<
No. >> << Comunque ce l'hai promesso! Su
sputa il rospo. >> disse Theo, e lì Zick si
sentì incastrato.
<<
Allooora... fatemi sedere perchè così non ce
la faccio a raccontare. >>
**
<<
É stata lei! Non io! >>
<<
Però lo volevi anche tu. >> sogghignò la
donna bionda. << Ammettilo. >> s'intromise
Theo.
<<
Uhm....sss...ì. >> << Oh, bene bene.
Audace, come ragazza. Spero che ti scrollerà un po'.
>> esclamò Zob dando una gomitata al figlio.
<<
PAPÀ! >>
<<
Su, stavo scherzando! Dai, mi hai reso proprio fiero di te,
sei proprio un gran conquistatore di donne come tuo padre
e... >>
STONK
!!!
<<
AHIAHAAIAH!! Greta ma sei impazzita? Guarda come sono
ridotto ti ci metti anche tu??!! >> esclamò il
Domatore sconvolto, fissando la moglie che sembrava volerlo
incenerire con gli occhi, ansimando, ancora con l'arma del
delitto in mano.
<<
CONQUISTATORE DI DONNE?? CONQUISTATORE DI DONNE?? Ma tu non
ce l'hai mai avuta una ragazza che non fosse me! Tu non me
la racconti giusta
signorino!
>> schiamazzò la donna dimenando il mestolo che
poco prima si era abbattuto sulla zucca di Zob.
<<
Ehhyy!! Ma io stavo solamente scherzando! Sai che ho occhi
solo per te... >>
<<
MMM..... TU-NON-ME-LA-RACCONTI-GIUSTA. >>
ripeté
a scatti la Rifugiatrice, incrociando le braccia sorridendo
scettica.
<<
Daiiii che scheerzooooo!!!! >> pigolò la donna
scaraventando via il mestolo ( che finì addosso ad un
povero Bollo che stava canticchiando indisturbato Poker
Face, facendolo scoppiare), e spiccando un gran balzò
atterrò sul divano accanto al marito e schioccandogli
un bacio sulla guancia.
<<
Dicevi, Zick? >> sorrise affettuosa la donna.
<<
Uhmm... dicevo che è stata lei a mettermi... spalle
al muro... anzi all'albero e.... mi è saltata addosso
insomma!
>>
<<
Saltata addosso...? >> chiese Tessa turbata.
<<
Ehmmm non in quel senso lì... io... lei... >> <<
Aspetta facciamo passare questa ondata di balbettamenti...
poi potremmo ricominciare con la nostra telenovela... ! >>
annunciò allegramente Greta, e riuscì a far
spuntare un sorriso imbarazzato a Zick.
<<
Alloora... ecco ci siamo detti alcune cose... e
poi..
beh. >
<<
E POIIII??? >> strillarono la madre e la nonna.
<<
Mi ha detto di stare zitto. >> << Oh....
continua!. >>
<<
E mi ha anche ribadito che sono un piccolo Domatore
imbranato. >> << Questa non mi è
nuova. U_U >> disse Zob chiudendo gli occhi e
sorseggiando la sua tazza di caffè.
<<
E poi vi siete sbaciucchiati smack smack sbaciucch sbaciucch
pciù pciù??!! >>
<<
Mamma mi sembri truzza. >> << ARGHHH!!!! MI
CUCIO SUBITO LA BOCCA!! >>
<<
Comunque... mi ha detto... che... >>
<<
?????????????????????????????????????????? >>
<<
Che... mi ama... >>
La
casa fu invasa di un “ OOOOOOOOHHHHHH”
potentissimo, che si precipitò anche per la via.
Ma
anche quell' “ OOOOOOOOHH “ di casa Patata fece
la sua bella parte.
E
con loro anche il pianto disperato di Harvey, e i Bolli che
cantavano “ Kiss Me” a squarciagola.
Zick
aprì gli occhi.
Era
una nuova giornata...
La
sua prima giornata...
Da
fidanzato della sua migliore amica.
Col
sorriso estremo si alzò e velocissimamente si vestì.
Andò
giù per le scale di corsa ed addentò al volo
una briochina alla marmellata di mirtilli e si diresse senza
pensare verso la porta.
La
casa era silenziosa...
Erano
le sette e mezzo, di solito almeno sua mamma era alzata a
quell'ora.
Ma
niente: nonostante il gran baccano che aveva provocato Zick
tutti dormivano profondamente.
Il
Domatore ridacchiò osservando i mostri che poltrivano
sul sofà del salotto e Bombo che comodamente russava
sul pomello in fondo alla scala.
Poi
si mise lo zaino in spalla, aprì la porta ( la chiave
era lì) ed uscì...
<<
Ciao, Zick. >> disse una voce femminile tranquilla e
serena.
<<
Ciao... Elena... >> rispose sorpreso e incespicando.
I
due abbassarono lo sguardo con le guance che incredibilmente
abbrustolivano a quel pallido sole invernale.
<<
Ciao, Elena! Comportati bene, eh! >> urlò
Harvey in pigiama sull'uscio di casa sua.
Zick
ebbe la spiacevole sensazione che quelle tre ultime parole
fossero indirizzate a lui...
<<
CEERTOOO PAPARIINO.... ciao ciao! >>
Sorrise
Elena, e poi girò la testa verso Zick.
<<
Allora, andiamo? >>
<<
S...sì. >> Erano solo loro due. Soli...
<<
Hai affrontato bene i parassiti? >> chiese Elena
sorridendo.
<<
I... i parassiti? >>
<<
Certo! I tuoi familiari! >>
<<
AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!! Beh... mi stavano un po'
appiccicati però.... >>
<<
Però sei riuscito a sopportarli. >> lo
precedette Elena facendogli l'occhiolino.
<<
Eh... mamma e nonna mi stavano attaccate come non so che e
papà... mi continuava a ripetere “ robe da
uomini...” varie... boh. >> << “
Robe da uomini??? “ >> chiese Elena curiosa.
<<
Sì... poi mi ha dato una mentina... >> <<
Ah sì me ne sono accorta. Eri proprio... >>
<<
Proprio...? >> << Mentoso. >> <<
Mentoso?? >>
<<
Sì, mentoso. >>
La
coppietta si guardò per alcuni secondi negli occhi
poi il Domatore e la Rifugiatrice si misero a ridere a
crepapelle.
<<
Sono così contenta Zick. >> disse
improvvisamente Elena con voce dolce, prendendogli un
braccio.
<<
Anche io. >> rispose puro e sincero il ragazzo,
arrossendo.
<<
Ma... Elena... come ci potremo comportare a scuola? >>
<<
In che senso? >> disse lei alzando il sopracciglio.
<<
Beh... adesso che... che stiamo insieme... come
faremo? Io mi vergogno un po'... poi pensa saremo i fenomeni
da baraccone della scuola e non oso immaginare le
facce di Patty, Matty e Tatty quando sapranno...
brr!!!!!!!!!! >> << Senti. Finché non
stavamo ufficialmente insieme sbagliavano a dirci che
eravamo fidanzatini e tutto.
Ma
adesso, che in effetti è vero, possono dirlo.
Nasconderlo?
Perchè, scusa? È un reato? Poi, che ti frega
quello che dicono tre truzze... basta che non ci scassino i
chitarrini troppo. Ma sta' tranquillo, ci sto io a
proteggerti. Come al solito ! >> <<
Come al solito? Scusami ma chi è che ti difende dai
mostri e dagli spettri, sfoggiando il suo potente potere
Dom? >> disse con la puzza sotto al naso.
<<
Avrai pure il tuo Dom ma ormai credo che tu abbia perso il
conto di quante volte ho salvato te con la mia mente
geniale! >>
<<
Sì sì, vabbè... tu sei la mente ed io
il braccio. >>
Concluse
Zick sorridendo.
<<
Due pezzi che combaciano perfettamente l'uno con l'altro. >>
disse Elena.
<<
E che formano un'arma letale!! >> esclamò
fiera.
<<
Uhmm... chissà adesso cosa succederà. >>
<<
Chissà... chissà... >> Ormai avevano
raggiunto il grande cortile della scuola media.
I
due osservarono con un misto di divertimento e disgusto una
truzzetta intenta a ricopiare in fretta e furia la lezione
di scienza dall'amica, poi notarono con la coda dell'occhio
Soup che gli scrutava da lontano.
Ignorandolo,
Zick ed Elena raggiunsero David, Annie e Lorrence seduti
sulle scale.
<<
Buonsalve! >> li salutò allegramente
quest'ultimo mostrando loro i suoi denti bianchissimi e
perfetti.
<<
Ciao ciao! >>
Il
Domatore si chinò per sedersi, ma la Rifugiatrice gli
prese la mano con vigore e lo tirò su.
<<
Lorry, Dedevid, Ragnetto...... è ufficiale! >>
annunciò solenne, sorridendo orgogliosa, mentre a
Zick venivano i sudori freddi.
<<
Siamo fidanzati! >>
<<
Wowowowowwwwoowowwowwowowoow!!!!! >>
<<
Benvenuti nel club dei sistemati. >> annunciarono
ridacchiando Annie e David.
<<
VIVA GLI SPOSIIIIIIII!!!! >> urlò
improvvisamente il biondo, richiamando l'attenzione di...
Oh,
no!
<<
Uhhh ma alloorra siiiete fidaaanzatiiiniiii fiinalmeeenteee
vi abbiiamooo smaaascheraaaatiiiii!!! >>
Strillacchiarono
Patty, Matty e Tatty saltellando cretine.
<<
Non avrei mai creduto di potervelo dire, ma stavolta vi do'
ragione. >> Ribatté Elena spavalda.
<<
Sì, ok. Stiamo insieme. Contente? Basta che ci
lasciate in pace e che non distribuiate in giro per tutta la
scuola false voci su di noi. Chiaro? Lo vedete questo pugno?
>>
sibilò
Elena intimidatoria, mentre il Trio Truzzo arretrava
tremando.
<<
Bene, tenetevelo presente, perchè se sento dire UN
dico UN pettegolezzo falso su di noi questo pugno
s'abbatterà sulle vostre faccette, non so quante
volte, dipenderà dalla gravità di quello che
direte. E bye bye alle foto fatte allo specchio o col
bacino. CAPITO?? >>
<<
Sì sì sì!! >> mugolarono le tre,
poi scapparono via.
Clap
clap clap clap clap!
La
ragazza fu acclamata da un potente applauso.
Zick
rivolse ad Elena un sorriso e poi sibilò a Lorrence:
<<
Lorry? Ma io dico sei impazzito? Strillare ai quattro
venti... stupidate? >>
Un
lampo di commiserazione passò negli occhi celesti del
ragazzo.
<<
Scusa Zick... stavo solo scherzando... è vero sono
stato un babbeo. Ihih! Pace? >> Sorrise, mentre gli
teneva tesa la mano.
<<
Pace. >> Zick sentì una strana sensazione,
stringendogli la mano.
Come
se... gli chiedesse scusa solo per...
necessità.
Cercò
di non pensarci, e si lasciò portare dentro la scuola
trascinato da Elena.
<<
Ezechiele Zick... hai portato la giustificazione? >>
chiese
severa la professoressa Dei Franceschi, aprendo il registro
di classe..
<<
Sì... eccola qua. >> Zick, mogio, prese un
foglietto dal suo diario e si avviò verso la
cattedra.
“ Assente
per motivi familiari”
Sì,
tutto quel lunedì scorso era stato al capezzale del
padre, mentre lui dormiva all'ospedale dei Mostri...
La
professoressa notò la faccetta giù del morale
del ragazzino, e disse:
<<
É... è successo qualcosa di grave? >> Non
era ficcanaso... era solo apprensiva.
<<
Sì professoressa. >> rispose il ragazzo gelido,
poi ritornò al banco.
I
ragazzi sbuffavano per la quantità incredibile di
compiti, i diari erano pieni zeppi delezione per casa di
inglese, David ed Annie contenevano il loro fastidio con
gran classe, Lorrence canticchiava: << Tap-pon
al-ler-gy, con i dop-pi-fogli Tap-pon al-ler-gy, mi fa-rà
boc-cia-re! >
Zick
ed Elena riposero il loro materiale con tranquillità,
poi la ragazza prese per la spalla il fidanzato:
<<
Ehy, Zick... che ne diresti di andare a casa mia oggi per
fare i compiti? >>
<<
O-ok... >>
Ma
il ragazzino rabbrividì dopo che sentì degli
squittii in fondo alla classe...
<<
Li vedete quei due? Il cadaverino e la Patata? Ecco, hanno
detto che stanno insieme ufficialmente! >> <<
Ci scommettevo... erano troppo attaccati e... piccioncini...
>>
<<
Uhmmmm.... uffa era carino lui... ohoh. >>
<<
Lei è stata più furba di te, Betty! >>
sibilò Patty.
Zick
tremò alla vista di Betty: una palla di lardo coi
brufoli purulenti, i capelli unti e la chincaglieria
incastrata nei denti.
<<
UUUHHH... >> le ragazze guardarono storto Elena,
invidiose.
<<
Uhhh... ma Lorrence è libero... >> sospirò
una ragazza alta, magra e dai capelli lunghi e biondo
platino.
<<
Rebecca?? Ma ti piace lo Zofirus?! >>
<<
Sììì!! è così carino...
poi è simpatico, brillante! E fa morire dal ridere!
>> << Uhhmm.... sì... >>
borbottò a bassa voce Matty, ma fu zittita da una
gomitata nelle costole di Patty.
<<
Ehm, volevo dire... è un perfetto idiota. >>
<<
Voi non capite! Umpf! >> esclamò Rebecca
irritata, marciando verso Lorrence.
“ Ohh....
finalmente una ragazza che sa pensare col proprio cervello.
>>
Pensò
Zick rincuorato.
<<
Ciaooo Lorry!! >> disse, cercando di trattenere un
risolino.
<<
Ciao, Rebby! Come la va? >> sorrise allegro lui
<<
Uhu! Bene! Ihhhhihh... i tuoi braccialetti sono molto...
carini! >> disse timida osservando gli spunzoni
metallici che sbucavano dai suoi lacci di pelle scura.
<<
Ti ringrazio! Devo dire che piacciono molto anche a me!
Ne
vuoi uno? >> << Uuuhh... non è proprio
il mio stile, ma... se è un regalo tuo o accetto!!!
>>
<<
Tieni! >> Lorrence stirò le labbra e si sfilò
il braccialetto, quindi lo porse alla ragazza.
<<
Graaazie!! Uhhhuhh!!! Devo ricambiare! >> <<
No, no, Rebecca. Un regalo si fa non per essere ricambiato,
ma per il piacere di farlo! >>
Lorrence
mandò un'occhiata insolitamente profonda coi suoi
occhi azzurri, a quelli grigi dell'amichetta.
<<
Grazie grazie! Ciao ciao! >> trillò lei, poi se
ne andò saltellante tenendosi il regalo stretto al
petto.
Il
sorriso ammaliatore di Lorrence si trasformò in un
ghigno soddisfatto, poi si mise le mani dietro la testa ed
appoggiò i piedi sul tavolo.
<<
Cavoli, Lorry... certo che ci sai proprio fare con le
donne... non come un tipetto che conosco! >> gli fece
l'occhiolino
Elena, dando una gomitata a Zick.
<<
Ehy ehy ehy! Non si disturba il pezzo di legno
mentoso!
>> ribatté lui ridendo.
<<
Ahahaahah ihhih.... allora a.. oggi, Zick. >>
<<
Ok!! >>
<<
Ehy, voi due... vi devo parlare. >> disse Lorrence con
voce tenebrosa, un sorriso semi-malefico sul volto.
<<
Dicci tutto! >> disse Elena leggermente preoccupata.
Lorrence
non rispose e trascinò i due in fondo all'aula, poi
si guardò intorno con aria sospettosa.
<<
Che ci vuoi dire? >> chiese Zick turbato.
<<
Volevo chiedervi... come va... i Domatori stanno bene? Scusa
se ieri non sono venuto a sentirvi ma... quando voi siete
andati a prendere i Domatori dalla piazza di battaglia sono
dovuto tornare a casa per forza, scusa se sono andato via
senza dir nulla... ma i miei genitori erano tornati a casa e
volevo stare con loro... >>
<<
Aaaah! Sono ritornati dal Giappone? >> esclamò
la ragazza dai capelli carota.
<<
Sì... bel cambio di programma. >> sogghignò
il giovane Rifugiatore, abbassando lo sguardo.
<<
Ah, beh... sì, beh... sì i Domatori stanno
bene. >>
rispose
Zick.
<<
Benissimo, sono davvero contento per tutti. >>
Sorrise,
pimpante.
<<
Meno male. Papà è stato molto fortunato. >>
mormorò
Zick.
Quel
pomeriggio, a casa Barrymore...
<<
Ripetiamo la unit. >> sospirò Elena.
<<
Ok.... “ Hello, Jamie! “ >>
<<
Hello, Mickey! What's up? What are you doing this
afternoon...? >>
<<
I'm going to a concert with my... my...? >> Incominciò
a balbettare Zick, che aveva un vuoto mentale.
<<
My girlfriend.... >> sbuffò Elena affettuosa.
<<
Ah , sì... I'm going to a concert with my
girlfriend... >>
<<
Oh, good! What about going also with me? >> <<
Oh, yes! See you later. >> << Bye! >>
<<
Bene, la sai... forse è meglio se la ripetiamo
un'altra volta? >>
Elena
capì che era una domanda retorica, e si sdraiò
sul divano di casa Barrymore.
<<
No, ti prego.... basta... basta dialoghi cretini in inglese.
Sbottò
Zick, abbassando le spalle.
<<
Vi vedo un po' sfatti. >> disse una voce profonda e
annoiata.
<<
Sì, papà.... anche tu non sei di bella cera
però. >>
Zob
sbuffò e si buttò sul divano come un sacco di
patate, con in mano un sacchetto colorato sospetto.
<<
Cos'è quello? >> chiese Zick con aria
sospettosa.
<<
Uh, niente. >> rispose Zob distogliendo lo sguardo e
nascondendosi il pacchetto misterioso dietro la schiena.
<<
COS'È???!! >> Esclamò Zick, poi si
alzò di scatto dalla poltrona e strappò di
mano il sacchetto al padre prima che potesse difendersi.
<<
PATATINE??? MA SEI IMPAZZITO? >>
L'uomo
guardò il figlio con occhi spenti.
<<
Ma ti fanno ingrassare papà...! Non ti fa bene, sei
in convalescenza e devi mangiare cose sane. >> <<
Sei apprensivo come Greta... da questo hai preso da lei...
>> mormorò il Domatore.
<<
Come va, Zob? >> chiese Elena, colpita anche lei dal
suo strambo modo di fare.
<<
Mah... a parte che sono chiuso in casa, visto che andare in
giro con 'sta roba sul braccio mi farebbe passare per un
babbeo... non posso coprirla con le maniche dei vestiti
perchè ci rimarrebbe appiccicata a vita. Persino
andare in giardino per me è una cosa ardua... i
vicini osservano e spiano... Poi mi fa anche male... e
quindi devo stare attento a muovermi. Poi ho anche molte
ferite dappertutto... E con questo, non posso fare attività
fisica. Io non sono come te, figliolo... io ho bisogno... di
correre, di sentire l'aria sul viso, di stare all'aria
aperta... poi, a parte questo... mi sento inutile. Non posso
aiutare tua madre con negozio... vedi è tutto il
pomeriggio che sta lì ed è molto
indaffarata... ed io non posso aiutarla. Sono un intralcio.
>> Abbassò la testa e strinse il pugno con
rabbia.
<<
No, non sei un intralcio, papà... ok sarai un po'
limitato coi movimenti e mi dispiace molto per te, però...
mi accontento che ora sei qui a parlare con noi. Mi basta
questo. >> Zick sorrise cercando di rallegrare il
padre. Lui ricambiò, ma nei suoi occhi scuri si
poteva leggere ancora il dolore che provava.
<<
Vieni qui, ciuffetto blu. >> mormorò Zob, poi
Zick gli si avvicinò e l'abbracciò, stando ben
attento a non toccargli il braccio ferito.
Elena
sorrise, vedendo quella scena così toccante.
<<
Papà? Dimmi... cosa ne pensi di quel che ti è
successo? >
<<
Tu lo sai, Elena? >> si rivolse tetro il Domatore,
assottigliando gli occhi.
<<
Sì. Me lo ha detto Zick ieri, e ne sono rimasta
sconvolta. >>
<<
Uhmm.... è... è quell'essere.... la Voce che
mi ha parlato... è lei. >>
<<
Sì ma... proprio non si capisce cosa sia in realtà,
no? >>
Chiese
Zick.
<<
No... è solo un essere molto, molto malvagio... che
ti scava dentro il cervello... ti fa impazzire.. ti
indebolisce e poi ti attacca... è molto molto
furbo... scatena il panico e così ci fa sentire tutti
impotenti. >>
<<
Uhmm... Gianduja Gengins aveva ragione... quella specie di
demone esisteva già... oppure... se non sbaglio aveva
detto che era un... umano apparentemente? >> disse
Zick ragionando.
<<
Sì... sì. >>
<<
Ma chi può essere questo individuo??? >>
esclamò Elena.
<<
Non si sa. E temo che non si saprà per molto tempo.
>> fremette truce Zob.
<<
Ha colpito ancora, che tu sappia? >> continuò
la ragazzina interessata.
<<
Sì... il tenente della caserma di BigBurg. Morto come
gli altri. Nella sua stanza. Il resto tutto intatto, come al
solito. >> spiegò a scatti Zob.
<<
Ooohh.... ma perchè colpisce sempre questa gente? A
cosa vuole arrivare?? >> chiese Zick con voce torva.
<<
Non lo so. So solo che... il Tutore Massimo Deputhy-Deth è
indagato... vi ricordate che ha già tradito Bibbur-Si
una volta... >> << Sì sì....
certo potrebbe fare doppiogioco un'altra volta però...
potrebbe benissimo essere anche qualcun altro che non
conosciamo. >>
<<
Come un nostro amico. Apparentemente amico. >>
<<
Uh.... >>
<<
Beh, io vado a studiare i bellissimi pidocchi della Boemia,
e a fare un ripasso per l'apparato digerente delle larve di
mosca tze-tze... A dopo.
<<
Ciao ciao.... >> Erano rimasti solo Elena e Zick in
casa.
I
mostri erano intenti a fare una mega caccia al tesoro in
giardino, sorvegliati da Jeremy.
Theo
e Tessa avevano deciso di sgranchirsi ( sgranchirsi?!) le
gambe facendo una passeggiatina fuori.
<<
Zick... ti vedo pensieroso. >> disse Elena
prendendogli la mano.
<<
Sì... sì... è che... anche io voglio
fare qualcosa... non voglio stare qui a guardare! >>
<<
Ma Zick.... anche i Domatori grandi ed i Tutori non sanno
che fare... >> << Lo so! È per questo
che devo fare qualcosa. >>
<<
Tu? Da solo? >> << Se sarà necessario,
sì. >>
<<
Non iniziare con le manie di protagonismo! >> ringhiò
Elena lasciando la presa.
<<
E tu? A te cosa verrebbe da fare, se fossi al posto mio? Su
dimmelo dai. >> ribatté Zick in tono di sfida.
<<
Io.... io prima mi consulterei con i grandi... >>
<<
Loro ti bloccherebbero. >> sibilò il ragazzino.
<<
Non vorrai avventurarti da solo in... pericoli? >> <<
Sì, se è necessario. >>
<<
Allora io sarò con te. >> << No. >>
<<
COOOSA??? >> << No, non puoi. >> <<
E perchè? >>
<<
Perchè è troppo pericoloso per te. >>
<<
E PERCHÈ, PER TE NO?? >>
<<
Non hai i poteri Dom, Elena. >>
<<
Cosa importa?? Io non ti lascio solo, Ezechiele Zick! Mai e
poi mai! >>
<<
Devi... non posso perderti già. >> mormorò
il ragazzo mandando un'occhiata penetrante alla ragazza.
<<
Ma non mi perderai! E scusa ma... non posso lasciare che tu
vada da solo a ficcarti nei pasticci... no... >>
la
ragazza corse verso il Domatore e l'abbracciò.
<<
Non t'azzardare a respingermi altrimenti ti schiaffeggio. >>
ringhiò la ragazza arrabbiata.
<<
Che paura. >>
Zick
si rese conto che non doveva dire quelle parole.
Ma
ormai era troppo tardi.
Il
palmo di Elena s'abbatté sulla guancia di Zick,
lasciando le impronte delle sue dita.
<<
STUPIDO! SEI UNO STUPIDO! >> gridò lei con le
lacrime agli occhi.
<<
No no....! Elena aspetta non volevo... mi dispiace! >>
<<
Lasciami in pace! >>
Zick
la prese saldamente per un braccio e l'attirò a sé.
<<
Guardami bene, Elena, e cerca di ascoltarmi. >>
<<
LASCIAMI ANDARE! >> cercò di dimenarsi la
ragazza, ma le mani di Zick erano salde.
<<
Calmati. Guardami negli occhi ed ascoltami. >> Disse
cupo lui, avvicinando i suoi occhi color cioccolato a quelli
lucidi della ragazza:
<<
Mi dispiace di aver detto quelle parole. Sono stato sciocco
lo so. No ti avevo capito. >>
<<
Faresti bene a pensare prima di agire. >> sibilò
la Rifugiatrice.
<<
Sì... ma mi avevi fatto arrabbiare. >> <<
IO? MA CHE HO FATTO? Sei tu che stai prendendo grosse
decisioni troppo in fretta. >> << Sì,
lo so... >> sussurrò Zick, poi con la sorpresa
di Elena l'abbracciò.
<<
Io domani pomeriggio vado a cercare nelle antiche pergamene
dei Domatori e dei Rifugiatori per vedere se ci sono altri
accenni a questa Voce. Mi aiuterai? >>
le
disse piano.
<<
Io... sì. >>
Due
creature.
In
quell'enorme stanza.
La
luce timida della luna cercava di entrare nell'enorme
rosone, ma ben presto veniva divorata dall'oscurità
che impregnava l'aria.
“ È
tempo d'agire. “ disse una voce.
Una
voce di mostro.
“ cosa
vorrai fare, padre? “ rispose la voce di un ragazzo
giovane, interrotto da ansimi di paura.
“ Quello
che sarà meglio per noi.”
“ Se
lo dici tu, padre... spero che non coinvolgerai gente
innocente come le altre volte. “
“ È
necessario! E tu non potrai osare ostacolarmi. Capito?
La
voce del mostro si era fatta ancor più grottesca e
spaventosa.
“ No.
Ma penso che tutto quello che fai sia inutile, alla fine. “
“ TU
MI SERVIRAI.... TU OBBEDIRAI... FARAI TUTTO CIÒ CHE
TI DICO... LE NOSTRE MENTI SI UNIRANNO... >>
La
Voce era melliflua e suadente, rimbombava nella testa nella
seconda creatura.
Capitolo 15 *** Ciò che temiamo è invisibile agli occhi ***
Ciò
che temiamo è invisibile agli occhi.
<<
Sei sicuro di tutto quello che stai facendo, Zick? >>
chiese la Rifugiatrice, guardando con preoccupazione i vari
poster della camera di Zick, che ritraevano facce di mostri
di videogiochi e alieni di vecchi telefilm di fantascienza.
<<
Sì, Elena. >> rispose il Domatore con voce che
non ammetteva repliche.
<<
Sia... >> sospirò la ragazza, aggiustandosi
nervosamente le ciocche arricciolate ai lati del suo viso.
<<
Lasciati stare... stai bene così. >>
Disse
Zick con voce calda mentre le scostava delicatamente la mano
dai capelli.
<<
Tu dici...? >> disse lei con voce sottile, mentre
spalancava i suoi occhi cercando di godersi quelli mogano
brillante del ragazzo.
<<
Certo. >> sussurrò lui.
Proprio
quando Elena stava per avvicinarsi a lui, il Domatore si
scostò brusco e andò a sistemare gli zaini che
avrebbero portato con sé quel pomeriggio.
<<
Lo sai già, i nostri genitori credono che siamo a
pranzo da David, ed ho detto che torneremo circa verso le
sei. >>
Spiegò
Zick cacciando dentro le tasche panini e bottiglie d'acqua.
<<
Va bene. >> rispose schematica Elena.
I
due si misero gli zaini in spalla, e scesero le scale in
tutta fretta.
<<
Divertitevi ragazzi!! >> salutò vispa la nonna
fantasma, alzando gli occhi per un attimo dalla sua trapunta
all'uncinetto alla quale stava lavorando.
<<
Sì, sì, certo! Ciao a tutti!! >> dissero
sintetici i due, poi si videro bene da non andare a sbattere
contro i Bolli che fluttuavano fischiettando svagati Dixie.
<<
Ehy, Zick... ancora non mi hai detto il piano d'azione! >>
incominciò
la ragazza scendendo le scale della casa.
<<
No, no... avremmo attirato troppo l'attenzione se lo avremmo
escogitato in classe... >>
<<
Eheh... sei sicuro che sia giusto lasciare Lorrence
all'oscuro di tutto questo? Ormai non fa anche lui parte
della squadra? Ci potrebbe dare una mano. E, ormai lo
conosciamo bene, non direbbe nemmeno un'H agli altri su
tutto questo. >>
<<
Uhmm... in effetti... >> borbottò Zick,
grattandosi la testa cercando di ragionare.
<<
Ma sì, andiamo a chiamarlo... >>
Finalmente
i due ragazzi avevano raggiunto l'enorme cancello del parco
della cattedrale...
Alto
e stretto, le punte sottili che parevano una corona di
spine, scuro come l'ala ossuta di un pipistrello.
Proprio
quando Zick stava per suonare il citofono, il cancello si
aprì, senza fare il minimo rumore
I
due non seppero perchè, ma trovarono quel silenzio
gelido molto più agghiacciante del classico cigolio
sinistro.
<<
Zick! Elena! Sapevo che sareste arrivati! >>
Disse
la voce immancabilmente allegra di Lorrence.
<<
Uhu... come hai fatto? >> chiese Elena colpita.
Il
sorriso pimpante di Lorrence si trasformò in quello
malizioso:
<<
Ho avvertito, circa dieci minuti fa, la presenza dei vostri
poteri che si avvicinavano a me... ed ho dedotto che stavate
per arrivare. Quindi ho mangiato in fretta un panino e poi
sono stato qua dietro ad aspettarvi.
E
quando vi ho sentito zompettare davanti al cancello, vi ho
aperto... ma qual buon vento vi porta qui? >> <<
Una proposta. Questo pomeriggio non fai nulla di
particolare, no? >>
<<
Certo, Zick... i miei sono pariti stamani per la Russia...
quindi sono totalmente libero. >>
<<
Bene, senti... ti avverto: quel che faremo noi è top
top top secret. >> sussurrò Zick avvicinandosi
al padiglione auricolare dell'amico.
<<
Uuhh!! Bello! Qualcosa di illegale! >> fremette Lorry
saltellando.
<<
Esatto. Qualcosa di eccitante! >> sogghignò
Elena.
<<
Ti dico di che si tratta... senti avrai notato quello che
sta succedendo no? Anzi, quello che non sta succedendo: né
i Domatori né i Tutori stanno alzando un dito al
momento per cercare la “Voce”... quindi non
volevo starmi a girarmi i pollici e basta ed ho deciso di
andare di nascosto all'Antica Armeria, per cercare nelle
pergamene qualche informazione su questo essere...
avevamo
pensato che forse una mano in più ci sarebbe
risultata comoda.... >> << Certo! Sarà
un piacere aiutarvi, anche perchè anche io voglio
fermare quell'orrida omicida! Tranquilli, sarò muto
come un cadavere! >> quindi incrociò le dita a
mo' di croce sulla bocca.
<<
Benissimo. Andiamo. >>
Per
tutto il seguito della passeggiatina, Lorrence deliziò
i suoi amici con le sue battute inventate all'ultimo minuto,
mentre Elena pensava che era ora di mettere le cose in
chiaro col suo ragazzo.
<<
Zick. Ascoltami. >> gli sussurrò, andandogli
vicino.
<<
Sono veramente felice che stiamo facendo quello che
stiamo facendo, insieme... ma... Zick... mi sembri
freddo con me... che succede, ho qualcosa che non va? >> La
ragazza gli lanciò un'occhiata sconsolata.
<<
No, Elena. Non hai nulla... è che... non so... mi
dispiace molto ma non mi sento in vena di... affetto
eccetera... spero che tu non te la prenda. >>
Accennò
un sorriso, mentre con la mano alzava il viso della
Rifugiatrice.
<<
Invece sai che ti dico? Anche io sono preoccupata... ma sono
una donna ormai e più affetto da parte tua mi
renderebbe più serena. Davvero... certo mica ti starò
appiccicata come quella sanguisuga di Lay... ci
mancherebbe!!! xD è che non so, una parolina, un
abbraccio sarebbero più confortevoli. >>
borbottò nascondendo nella voce un rimprovero a
Zick. << Aha... no su dai, non fare la musona!! Sei
molto più carina quando sorridi! >> sorrise
vivace Zick prendendola per la spalla e continuando a
camminare vicinivicini =^^=
<<
Ehe.. se lo dici tu... >> ridacchiò Elena,
felice delle sue parole.
<<
Ragazzi!!! Vedo una punta di vulcano all'orizzonte!! >>
annunciò
Lorrence ad alta voce.
<<
Antica Armeria, stiamo arrivando! >>
<<
Ehy, babies! Io so un'entrata segreta!
Una
scorciatoia! >> bisbigliò improvvisamente il
giovane Rifugiatore.
<<
L'hai scoperta da solo? >> chiese Zick, stupito.
<<
Esattament! Molte volte ho passeggiato da queste parti... ed
ho trovato questa entratella segretuccia! Seguitemi!! >>
trillò il ragazzo, ed iniziò a corricchiare
svelto seguendo il profilo del vulcano.
<<
Chi arriva ultimo è scemo. >> bisbigliò
Elena a Zick, dandogli una pacca sulla schiena, e si fiondò
a seguire Lorrence.
<<
E chi arriva primo lo è di piùù!!!! >>
ribatté Zick iniziando a correre di gran carriera, ma
ormai Elena era avanti già di un bel pezzo e
probabilmente non lo sentì.
<<
Ciao, scemotto. >> lo salutò ridacchiando
Elena, chinata ed ansimante.
Zick
per tutta risposta le fece la linguaccia e aspirò un
po' d'aria dal suo inalatore ( asma+fiatone=cosanonbuona).
<<
Venite, voi due. >> disse Lorrence, da dietro il
tronco martoriato di una quercia.
Doveva
essere morta già da molto tempo, ma il legno era
ancora abbastanza compatto, infestato da funghi a balconcino
e licheni multicolore.
<<
Dovremmo infilarci qui... >> bisbigliò il
ragazzo biondo saltando sopra una grossa radice che spuntava
dal terreno.
Si
sporse un poco e guardò dentro il buco scuro al
centro del tronco.
<<
Quand'è che hai scoperto questa entrata...? >>
chiese Zick dubbioso, appoggiando la mano sul bordo della
grotta legnosa.
Alzò
il capo, e vide tutti i rami imponenti alzarsi verso il
cielo, le foglie che li avevano lasciati già da tanto
tempo.
“ Doveva
essere bellissima quando era ancora viva...”
<<
Sono rimasto colpito da questa quercia... è
semplicemente magnifica!!! Anche se si vede chiaramente che
è morta... ma osservate. I funghi, i muschi, gli
insetti, gli animali che hanno trovato una casa in
quest'albero magnifico... la sua morte ha dato vita! >>
esclamò Lorrence un po' gasato.
<<
Ma poi ho notato, con il mio acutissimo occhio quel
piccolissimo buchino... >> Indicò la
voragine che segnava tutta la parte bassa del tronco.
<<
E mi ci sono voluto infilare... ma poi ho scoperto delle
scale di pietra!! E sono sceso... anche se era molto buio...
dopo aver annaspato per un po' io... SÌ, HO VISTO LA
LUCE! E quindi ho scoperto mi trovavo dentro una stanza
dell'Antica Armeria.. con un portone che dava sulla Sala
delle Cento Porte. Interessante, eh! >>
<<
Sìssì... wow che fortuna! Però bisogna
stare attenti! Bim Bombak e il suo amico Aha sono lì
alle cucine e dovremmo cercare di non farci scoprire.... >>
<<
Allettante missione. Spicciamoci, muoviamo le nostre
chiappette ossute! >> rise Lorrence, poi ficcò
il piede dentro il buco e sparì nell'oscurità.
La
luce azzurrina rischiarava le pareti umide e impregnate di
muffa color cetriolo, che cerchiavano cunicoli sempre più
bui e stretti.
SPLOOTCHH!!
<<
EH NO EH! È LA TERZA ROBA MOLLICCIA CHE CALPESTO E
CHE NON SONO RIUSCITA A CAPIRE COS'È! ZICK AUMENTA
SUBITO LA LUCE!! >>
Urlò
Elena agitando le sue scarpe per scrostare la sbobba
appiccicatasi, ed aggrappandosi per la spalla del Domatore.
<<
Shhh!!! Abbassa la voce!! Comunque eccoti accontentata. >>
Sibilò
Zick, poi allargò di più le dita della sua
mano e la Sfera di Energia Dom si fece più
sfavillante.
<<
Perchè dovrei abbassarla?? Tanto non c'è
nessuno che può sentirci qui! E non mi dire quello
che devo fare tu! >> Strinse la morsa alla spalla
di Zick, e lui sentì le sue unghie punzecchiargli la
pelle.
<<
Elena abbassa i decibel così svegli i bambini...
>> Le borbottò affettuoso Lorrence mentre
osservava con curiosità dei piccoli scarafaggi che
zampettavano via sulle pareti disturbati dai toni alti della
Rifugiatrice.
<<
Se mi succede ancora una volta io... >>
Ma
questo rumorino:
SPLAAAATTTCHHH!!!!
Non
le lasciò finire la frase.
<<
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!
NON
NE POSSO PIÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙ!!!!!!!!!!!!!!!!
IO MI.... >>
<<
Shhh!!! Ho sentito qualcosa! >> bisbigliò Zick
tappando la bocca con forza ad Elena, mentre Lorrence cessò
si saltellare.
Il
giovane Domatore tese la mano verso la fine buia del
corridoio sotterraneo, pronto a sparare una scarica di
Energia Dom se avesse visto qualche mostro in agguato.
<<
Cos'hai sentito...? >> gli sussurrò Elena con
voce tremante nell'orecchio.
<<
Come delle... risatine... >>
Le
goccioline d'acqua scivolavano dal soffitto e cadevano una
per una, verso il pavimento irto di stalagmiti perlacee.
<<
Provengono dal fondo di quella galleria! Si stanno
avvicinando! >>
Bisbigliò
Lorrence ai due amici.
<<
Nascondiamoci! >>
I
tre ragazzi schizzarono come molle e si ripararono dietro ad
una parete di stalagmiti alte e larghe, ma l'una abbastanza
distante dall'altra per poter spiare chi andava e veniva nel
cunicolo.
<<
Spegni la luce, Zick. Altrimenti ci scopriranno. >>
gli ricordò Lorrence a bassa voce, e, con un
sussulto, il ragazzino affievolì poco a poco
l'intensità del timido bagliore fino a che non furono
avvolti dalle tenebre.
Un
minuto.....
Due
minuti.....
Un'eternità...
Da
quanto erano lì?
Elena
era accucciata accanto a Zick, stringendogli la vita...
Ogni
loro respiro pareva troppo troppo troppo
rumoroso....
Le
risatine non si erano più fatte risentire...
Non
riuscivano a vedere nulla, solo nero, monotono nero...
Il
freddo era penetrato nella carne...
Il
suono dell'acqua che picchiettava a terra...
Il
buio.
L'ansia...
La
paura di ciò che non si vede.
I
tre ragazzi avevano una voglia matta di chiedere:
“ Ma
se ne sono andati? “ “ C'è nessuuuno??
“
“ Non
corriamo nessun pericolo veramente? “
Ma
il terrore di compiere un passo falso gli atterriva.
Un
rumore di...
Qualcosa
che strisciava sul pavimento...
Qualcosa
di...viscido...
<<
Ihih!! E questa l'abbiamo fatta!!! >> trillò
una voce così stridula che a fatica si riusciva a
capire se poteva essere femminile o maschile.
<<
Bene, ne sono felice. Tutto sta procedendo secondo i piani.
>>
Quella
voce, invece...
I
cuori di Zick, Elena e Lorrence persero un colpo.
Dovevano
restare lì...
Così
invulnerabili!
<<
Ehy, capo! Guarda come ho ben riempito questo
sacco!!!
>>
<<
Ho visto, non c'è bisogno che sprechi le mie
energie per girare gli occhi. >> << Certo,
certo capo!! >> << Ora dovremmo riorganizzare
i nostri piani. >>
<<
Uhuu!!!! >>
<<
Smettila di fare lo stolto. Ho commesso uno sbaglio
assumendoti come aiutante. Uno che è scemo, uno che
non mi ubbidisce...puah! >> << Scusa capo!
Certo capo! Ma non mi fare male ti
prego...
>> mugolò la vocetta.
Ma
presto iniziò a frignare, infantile.
Evidentemente
stava soffrendo...
Gli
occhi dei ragazzi erano spalancati.
Il
sudore che colava dalle loro tempie...
<<
Muoviamoci. >>
Dal
nero più opprimente nacque un puntino di luce
bianchissima, che s'allargò sempre di più fino
a prendere il posto dell'oscurità precedente.
Gli
occhi di Zick ed Elena furono si serrarono subito, colpiti
da quell'improvvisa luce così forte.
Poi,
l'oscurità gettò ancora una volta il suo telo
nei sotterranei.
<<
Z-Zick... >> mormorò Elena stringendogli la
mano.
<<
Sono andati via. >>
Zick
alzò il pugno che fu circondato da delle fiamme
azzurre.
<<
Lorrence, stai b... LORRENCE! È SPARITO! >>
Infatti,
la figura del ragazzo biondo e sorridente non c'era più.
<<
LORRENCE!! LORRENCE!! SE TI STAI NASCONDENDO ESCI SUBITO,
PER FAVORE! SE NON VUOI FARCI PREOCCUPARE ESCI!! NON È
TEMPO DEGLI SCHERZI!! >>
Urlò
Elena.
No,
la voce del ragazzo non rispondeva.
<<
Andiamo a cercarlo... >> disse Zick alzandosi ed
illuminando la galleria di pietra umida.
<<
Su, vieni. >> sorrise il ragazzo porgendo la mano ad
Elena.
<<
Oh, lo so che te la stai facendo addosso. >>
Ghignò
la ragazza, rifiutando il palmo di Zick ed alzandosi da
sola.
<<
No, non è vero! >> si schermì il
Domatore imbronciato.
<<
Sì, invece. Proprio come i vecchi tempi. Tu non
cambi. >>
Zick
stava per ribattere quando fu immobilizzato dal bacio sulla
guancia che gli diede la ragazza.
<<
Ehy, che c'è? >> rise Elena divertita
dall'espressione del ragazzo, paragonabile a quella di un
baccalà affumicato.
<<
N-niente... >>
<<
Ahahha, sono i miei baci a farti questo effetto? >>
<<
MMM... non è che sia molto abituato. >> Balbettò
timido il ragazzino accarezzandosi la guancia appena stata
sfiorata dalle labbra di Elena.
<<
Dai, andiamo a cercare quel pazzo scalmanato. >>
La
coppia esplorò ancora per molto tempo quelle gallerie
scavate nella terra.
Ciò
che teneva compagnia ai loro cuori era la paura, il timore
che li prendeva quando svoltavano un angolo...
Immaginandosi
di trovare chissà quale pericolo...
Chiamarono
per ore ed ore il nome del ragazzo, ma invano...
I
due cominciarono a stancarsi...
<<
Uffa se portavamo il cellulare potevamo chiamarlo... >>
Borbottò
la Rifugiatrice appoggiando la testa contro la spalla di
Zick.
<<
Uhmmm.... cavoli Elena sono ore che siamo qui a girare in
tondo... >> Disse Zick distogliendo spaventato lo
sguardo da delle radici che sbucavano dalle pareti, a prima
viste apparse come artigli pronti ad afferrarli.
<<
Torniamo a casa, Zick. >>
<<
Come? E vorresti abbandonare Lorrence??!! >> <<
No... e se lui fosse uscito? >> ipotizzò Elena.
<<
Giusto... e se invece fosse stato portato via da... >>
<<
Da dei mostri? Ma come, gli avremmo sentiti! Lui era appena
dietro noi due! Capisco riuscire a svignarsela ma essere
catturato e portato via da qualcuno... no no lui avrebbe
urlato! >>
<<
No! Perchè sennò le due Voci lo avrebbero
sentito! >>
<<
Già... allora... non so... >> sussurrò
Elena abbassando la testa.
<<
Però hai ragione. Torniamo indietro. Non possiamo
andare avanti, perchè ci potremmo perdere... e non
abbiamo più Lorry come guida per raggiungere la Sala
delle Cento Porte... andiamo. >>
<<
LORRENCE!! LORRENCE!!! >>
<<
É inutile, Zick. Lui non c'è. >>
Mormorò
Elena prendendo a calci un masso.
<<
Andiamo. Dai. Siamo stanchi morti tutti e due. >> <<
Ma... Lorrence... >>
<<
Lo chiameremo a casa col cellulare! E se non risponde, gli
chiederemo cos'è successo a scuola... sempre che ci
venga. Non abbiamo nient'altro da fare. >>
<<
Uh... va bene. >> concluse rassegnato Zick.
<<
Niente informazioni sulla Voce! Accidenti! >>
Sbraitò
Elena pestando con forza la terra.
<<
No... però gli hai sentiti quei due che parlavano.
>> Elena si arrestò.
<<
Erano loro. Ci scommetterei. >>
<<
Zick... dovresti dirlo ai tuoi genitori. >>
Lui
chiuse gli occhi, sospirando.
<<
Sì, penso di sì. Spero che ci perdoneranno per
quello che abbiamo provato a fare... solo adesso mi rendo
conto che era una mossa troppo azzardata. >> <<
Sìsì... uhu. >>
<<
Bene, siamo arrivati. Ora devo entrare in casa, avevo detto
ai miei che rientravo... ciao! >> La ragazza
sorrise, poi abbracciò Zick e si diresse
tranquillamente verso casa, mandando occhiate maliziose al
ragazzino.
La
ragazza era sdraiata sul suo letto, il piumone soffice che
le accarezzava dolcemente le guance e il suo gattone
Sfruscio che dormicchiava sulle sue gambe.
I
suoi genitori erano usciti per una passeggiata, assieme ai
gemelli, quindi era padrona della casa.
Aprì
gli occhi e si ritrovò quelli del coniglietto,
spalancati, che parevano due grossi rubini.
<<
Ahh!! Puffy!! Mi hai fatto venire un colpo!! >>
strillò
la ragazza alzando il busto di scatto.
<<
E non mi guardare con quell'aria da maniaco psicopatico
innocente! Uhmpf! >> borbottò la ragazzina
mandando occhiate di fuoco a Puffy che ora stava saltellando
in cerchio come un matto per tutta la stanza.
<<
Boomboloo avere fameee!!!! >> frignò il
mostriciattolo che stava letteralmente creando un lago sulla
coperta di Elena.
La
ragazza sospirò e si mise la mano sulla fronte:
<<
Ufff!!! Già baby sitter di due gemelli, un gatto, un
coniglio ed un mostro a dodici anni.... non voglio
immaginarmi quando avrò una vera Oasi di Detenzione
da gestire!! >> Cercò di scrollarsi Sfruscio
di dosso agitando le gambe, ma niente, quell'ammasso di
ciccia e pelo non si muoveva.
<<
Sfruscio... non farmi incavolare... >> ringhiò
la ragazza mentre il felino sorrideva (?) stiracchiandosi
come se volesse prenderla in giro.
“ Ok,
preparati a fare un volo di due metri e di schiantarti
contro la parete”.
La
ragazza si alzò di scatto e scivolò giù
dal letto.
MEOWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW!!!
Il
miagolio di Sfruscio si udì in tutta la camera (
casa... mettiamoci vicinato va'! ;o))
Il
povero gatto fu scaraventato in aria e andò a
sbattere il muso contro un poster ufficiale di Ghosto,
poi strisciò lungo tutta la parete e con un “
TONF!” secco s'accasciò sul parquet.
<<
Mi dispiace tanto, Sfruscio... >> sussurrò
Elena ridacchiando maligna.
Abbassò
lo sguardo e vide il piccolo Bombo in pannolino che si era
avvinghiato alle sue gambe.
<<
Me avere fame mueeeeehhhh!!! >> << Bombolo,
hai mangiato un'ora fa... in teoria non dovresti... comunque
ho scovato delle gustosissime uova marce nella pattumiera...
che te ne pare? =^^= >>
Gli
occhi di Bombolo si fecero enormi e lucidi.
<<
Vieni, allora. >>
Elena
lo prese in braccio, e lo portò di sotto, in cucina.
La
Rifugiatrice lo adagiò sul tavolo, dicendogli:
<<
Stai buono qui. Adesso ti preparo la merenda. E fa che non
trovi qualcosa di spiacevole ed osceno nel tuo pannolino.
>> La ragazza si mise i guanti di plastica della
mamma e tirò fuori dalla spazzatura le uova.
<<
Bene, è pronto... >>
Annunciò
Elena allegramente andando verso il cucciolo.
Bombolo
letteralmente andò addosso allo spuntino e se lo
divorò in un sol boccone.
PROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOTTT!!
<<
Bombolo,ma che schifo! >> sbraitò la ragazza
esausta tappandosi il naso.
<<
Sarebbe stato più utile se avessi imparato a...
contenerti, invece che a parlare... Adesso scusami vado a
prendere un po' d'aria... hai fatto di questa casa una
camera a gas!! >> Elena, con gli occhi irritati dal
miasma, fuggì letteralmente mezza soffocando.
Ispirò
profondamente l'aria pura e frizzante, chiudendo gli occhi.
Cos'era
successo al suo amico?
Dov'era
finito...?
Aprì
di nuovo gli occhi.
Non
fece in tempo a focalizzare il panorama di quartiere che
stagnava davanti a lei, che si sentì avvinghiare la
vita e sollevata in aria.
Non
si rese neppure conto come stava succedendo quella cosa, ma
la ragazza iniziò ad urlare.
Sentiva
il contatto di quegli artigli su di lei, che la ferivano,
che cercavano di trascinarla via...
Ma
non vedeva chi, o cosa, la stava caricando sulle spalle e la
stava portando via.
Elena
provò a graffiare le mani che la reggevano, ma fu
come cercare di ferire l'aria.
Il
ragazzino stava facendo i compiti: il capo chino sulle
parole stampate sulle pagine del libro d'inglese, la schiena
incurvata e gli occhi ridotti a due fessure.
Non
pensò che poteva essere pericoloso, dannatamente
stupido...
Ma
prese la rincorsa, afferrò saldamente la cornice
della finestra e si buttò.
Mentre
sentiva l'aria fredda scompigliargli i capelli e l'aria
raschiargli con violenza il viso, riuscì a cogliere
l'immagine sfocata di Elena che si dimenava in aria...
Spazio
Dom!
Un
vetro d'energia celeste lo avvolse....
L'impatto
a terra fu molto violento.
La
bolla si schiantò contro il vialetto piastrellato del
giardino di casa Barrymore, poi rimbalzò contro gli
alberi e ricadde sul pavimento, dissolvendosi poco a poco.
Zick
si alzò in piedi di scatto e corse a perdifiato verso
la casa dei vicini...
<<
ELENA!!!!!!!! >>
<<
ZIIICK!!! AIUTAMII!! TI PREGOO!! >>
Urlò
Elena, dando botte al nulla in qua e là,
mentre i suoi vestiti si laceravano sempre di più
scoprendo lembi di pelle.
<<
COLPISCILO! COLPISCILO! >> gridò la ragazza.
Per
Zick fu molto difficile cercare di calmarsi, figuriamoci
concentrarsi.
Alzò
il braccio e cercò di prendere la mira... ma a cosa
mirava veramente?
A
cosa stava per sparare?
Doveva
solo fare attenzione a non colpire Elena...
<<
SPARA! ADESSO! >>
Implorò
lei con le lacrime agli occhi, mentre un ennesimo graffio si
stagliò sulla sua pancia.
Zick
assottigliò gli occhi...
Il
suo battito cardiaco diminuì...
Un
calore gli investì il palmo della mano.
E
si ricordò di tutto.
“Papà...
“
“Dimmi,
figliolo. “
“Devo
sapere a che cosa sto andando incontro. “
“
Cioè?
“
“
Com'è
condividere la mia vita da Domatore con una Rifugiatrice. “
L'uomo
sospira e si guarda il braccio, blu, che manda continue
luminescenze a dir poco ammalianti.
“Questa
sì che è una bella domanda. “
Zick
sorride comprensivo, ma timoroso di fronte alla risposta
imminente.
“
La
mia è stata meravigliosa... certo prima che avessi
avuto quell'incidente con... il Piplour e... Terrence... “
L'uomo,
anzi, il mostro, chiude gli occhi e stringe il
pugno, cercando di controllare una rabbia repressa per molti
anni.
Il
giovane lancia al padre un'occhiata molto scettica.
“ Naturalmente,
ogni cosa ha i suoi lati brutti. “
“
“Iniziamo
bene, va'. “ “ Pensò Zick,
“ Ti
voglio fare un discorso uomo a uomo, Zick.“
Il
ragazzino alza gli occhi.
“ Uomo...?
Io...? “
“ Sarebbe
più preciso dire mezzo mostro... “
Zick
incrocia le mani e si gira dall'altra parte.
“ Non
è una cosa di cui offendersi, sai. “ gli dice
il padre mettendogli la mano sulla spalla.
“ No...no...
“ ribatte Zick con voce sarcastica.
“ Beh...
però... sono nato da una grande donna ed un grande
mostro, dopotutto. “
Il
ragazzo alza lo sguardo ed incontra l'espressione serena del
Domatore.
“ Comunque...
siamo mostri con corpo e mente da umani, quindi lo
diventerai... presto. Da quando ti ho conosciuto sei
maturato, e molto... e certe cose è giusto che ti
vengano dette. “
Il
giovane Domatore abbassa lo sguardo, turbato da un nuovo
pensiero, purtroppo non benevolo, infiltrato nella sua
mente.
“ Quando
sarai grande... sempre se vuoi continuare a fare il
Domatore... “
“ Certo,
papà! “ lo interrompe Zick mettendosi la mano
sul cuore.
Zob
sorride, finalmente potendosi godere la fierezza che provava
per il figlio.
“ Bene...
allora, dovrai sapere che quando sarai grande non ti
limiterai ad affrontare mostriciattoli ambulanti per
Oldmill... “
“ Cosa?!
Ce ne andremo via da Oldmill? “
Esclama
Zick alzando il busto ed aggrappandosi con l unghie ai
pomelli della poltrona.
“ Ahhaha!
Non crederai di vivere per sempre qui, eh? C'è un
intero mondo là fuori che ti sta aspettando... “
Zick
è colpito da quelle parole.
Oldmill
ormai era... il suo bozzolo, il suo guscio protettivo... non
l'aveva mai lasciata, veramente....
Si
sentiva ormai... parte di quel grazioso paesino....
Nascosto
sotto la boccia di vetro.
Non
aveva mai pensato di lasciarla... di avere questa
possibilità.
Quando
era piccolo e malato, già mettere il piede fuori casa
era un pericolo per lui.
Da
un lato aveva paura di affrontare posti e situazioni nuove,
preferiva restare nella sua bolla perfetta e pura, protetto
ed isolato.
Ma
una parte di lui lo chiamava..
Lo
attirava verso quel mondo, così grande e misterioso
là fuori...
La
curiosità, la voglia di esplorare quel...
quell'immensità là fuori.
Aveva
lottato per lunghi anni diviso da quelle due parti che lo
tiravano da una parte all'altra, su, giù, destra,
sinistra...
Ed
ora aveva la possibilità di stare al centro.
“ Ma...
ce ne andremo da Oldmill... per sempre? “
“ No,
no...! Beh, un po' a giro dovrai andare, se vuoi combattere
mostri assieme ai tuoi amici... ma potrai scegliere tu
dove stare. “
“ Voi
che farete? “
“ Beh...
finché non mi prende la demenza senile seguirò
voi giovincelli nelle vostre disavventure... poi vabbè,
andrò in pensione anch'io, no? “
Zick
annuisce ma non riesce ad immaginarsi suo padre anziano...
le rughe a fare da solenne cornice dei suoi piccoli occhi
scuri, i capelli tinti di un azzurrino scolorito e i ricordi
di tutte le sue vicende spericolate racchiuse in quel corpo
ingobbito e debole, deformato...
Cerca
di togliersi dalla testa quello spiacevole puzzle che stava
componendo in mente, e poi chiese un'altra domanda.
“ Invece
mamma? “
“ Greta,
come tutti i Rifugiatori, ha il compito di gestire la
propria Oasi di Detenzione, ma anche aiutare i Domatori...
certo, nel senso più... ehm... teorico... “
“ Quindi
non la vedrò per un po' di tempo quando saremo in
missione... “ conclude Zick abbassando il capo.
“ Dovrai
anche imparare a cavartela da solo, senza i tuoi genitori...
ma tranquillo, tua madre saprà sempre aiutarti. Ed
anch'io, ovviamente! “ esclama Zob con voce secca.
“ Lo
stesso che vale per mamma vale anche per Elena... “
mormora
il giovane.
La
durezza negli occhi del padre lascia spazio ad una debole
commiserazione.
“ Zick...
un Domatore deve essere sempre pronto a fare tanti
sacrifici. Elena, essendo ancora giovanissima, è già
molto matura e sono sicuro che svolgerà ottimamente
il suo lavoro. Il caso mio e di tua madre... beh... si
può dire che sia eccezionale. Le leggi della Città
Sospesa dichiarano che un intenso legame affettivo tra un
Domatore ed un Rifugiatore non è ben accettato...
Sopratutto
se poi si sposano ed hanno figli! Ma penso che anche nel tuo
caso accetteranno la tua condizione...
certo,
se rimarrà così per gli anni a venire. “
“ Non
gufare, papà! “ borbotta Zick nascondendo la
testa nelle spalle.
“ No,
no non gufo... dicevo che se quando crescerai avrai una
situazione come quella dei tuoi genitori, dovrai imparare ad
essere forte, Zick. “
L'uomo
rivolge un'occhiata penetrante e serie al figlio.
“ Ma
io sono forte, papà. “ ribatte il ragazzo con
una punta d'orgoglio nella voce.
“ Certo,
certo. Ma hai ancora molto da imparare”.
Sorride
sereno Zob.
“ Papà...
dimmi come ti sentivi quando eri lontano da mamma... “
mormora Zick, poco dopo ammutolito dallo sguardo vuoto, ma
che voleva dire tutto,del
padre.
“ Sentivo
una mancanza. Un buco dentro. Mi mancava molto... però
sapevo che così era al sicuro... solo così
potevo essere tranquillo... “
“ Elena
non è una tipa da stare a casa mentre gli altri
combattono anche per lei. “ puntualizza Zick con una
risatina malinconica.
“ Ami
Elena? “ gli chiede Zob sorridendo.
“ Sì...
perché? “
“ Allora
questo basta”.
Il
fiotto d'energia si lanciò nell'aria, e si infranse
su qualcosa di invisibile, liberando tante scintille
sfavillanti che accarezzarono il viso di Elena.
La
ragazzina si mosse di scatto verso il basso: e Zick comprese
che l'essere si stava piegando dal dolore.
Il
sorrisetto stampato sulle labbra del Domatore non fece in
tempo a seccare che fu completamente spazzato via. Il
mostro, ossia Elena, la quale stava urlando come una
pazza,si stava dirigendo verso il ragazzo con una velocità
allarmante...
Ma
quello che successe dopo, parve fermare il tempo...
I
battiti del cuore di Zick ed Elena, l'aria che si spostava,
i secondi che passavano l'uno dietro l'altro, la debole luce
che irradiava tutto intorno a loro...
Tutto
si era infranto... e forse mai avrebbe potuto risaldarsi...
L'essere
rallentò, piano piano... poi si fermò ad un
centimetro da Zick.
Il
ragazzino poteva sentirne il respiro scaldargli il viso...
Ogni
muscolo del suo corpo era teso... aveva smesso di
respirare...
Cosa
doveva fare?
Il
mostro era lì davanti a lui... tutti e due potevano
benissimo ferire l'altro... ma l'essere invisibile era
immobile... sembrava non volesse fargli del male...
“ Che
faccio? Che faccio? “
“ Sto
qui, zitto e fermo? No no... potrebbe ferirmi... attivo lo
Spazio Dom? Mi proteggerebbe ma... e se volesse dirmi
qualcosa?
“ Ma
cosa aspetta a colpirmi? Cosa vuole da ME? “
Intanto,
Elena fissava con occhi spalancati Zick.
Anche
lei stava aspettando che succedesse qualcosa...
era
così presa dalla tensione che non provò ancora
a liberarsi dalla morsa dell'essere.
Poi,
la ragazza si raddrizzò verticalmente con un
movimento delicato, quello che di solito si usa per
maneggiare una statuina di porcellana... sembrava quasi che
non le volesse più fare del male...
Appena
i piedi di lei toccarono terra, la Rifugiatrice lanciò
un'occhiata piena di sorpresa e paura al Domatore... che non
sapeva come ricambiare...
Lei
gli corse incontro e lo abbracciò... anche lui la
strinse, cercando di non toccarle le ferite...
Sempre
guardando verso la direzione dalla quale era venuto il
mostro.
<<
Chi sei? E che cosa vuoi? >> esclamò Elena
ansimante, con lo stupore di Zick.
Nessuno
rispose.
<<
Parla! >> ordinò Zick con la sua voce da
Domatore.
Niente.
<<
Oh ehi ehi ehi??? Ma che sta succedendo? Chi stava urlando??
>> strepitò una voce di anziana alle spalle dei
due ragazzini, che stava attraversando Camustro Street con
una corsetta ciondolante.
<<
Ehi! Ma stai sanguinando! Che ti sei fatta, piccola? >>
Chiese
la vecchietta con apprensione, brandendo il suo bastone da
passeggio, osservando con spavento i graffi sul corpo di
Elena.
<<
Ehmm... sono solo caduta in un cespuglio di rose... vero,
Zick? >>
Puntualizzò,
dandogli una gomitata nelle costole.
<<
Ehm io... ma si certo! È caduta lì e... io
l'ho aiutata... niente di grave, veramente! >>
E
lì mise in gioco il suo sorrisetto da schiaffi
solito.
<<
Oh... beh, sembrava che ti stessero scannando viva... grazie
al cielo... l'importante è che tu stia bene,
tesoro... fa attenzione. >> concluse la vecchina
aggiustandosi gli occhiali. Poi rivolse un ultimo sorriso a
Zick ed Elena, e se ne andò via bofonchiando: <<
Ah, i giovani d'oggi... non sono più come ai vecchi
tempi... bah bah bah.... >>
<<
Fiuuuuu!!! >> sospirò dal sollievo la
coppietta.
Poi
si ricordarono che l'essere poteva essere ancora accanto a
loro...
Elena
si staccò da Zick e camminò davanti a sé,
gli occhi castano chiaro sgranati in una sorpresa ed un
incanto mai visto...
<<
Elena! No! Che fai?! Resta qui! >> esclamò Zick
facendo un passo avanti e prendendola per un braccio.
<<
Lasciami. >> tuonò la ragazza mandandogli una
fulminea occhiataccia.
Zick,
che non riuscì mai a capirne il motivo, la lasciò
andare... ma era pronto ad avvolgere Elena con il suo scudo
d'energia, se ci fossero stati nuovi attacchi da parte della
creatura...
La
giovane allungò la mano, tremolante...
Finché
non toccò qualcosa...
Tastò
l'apparente nulla, mentre delimitava i contorni di un... una
cosa rotondeggiante... ma poi le sue dita si ritrassero di
scatto.
Qualcosa
l'aveva punta...?
Elena
alzò la mano e cominciò a... disegnare il
profilo di...
un
volto... un volto sottile, magro... col palmo poté
capire il volume delle guance... magre e piccole...
Saltò
la parte degli occhi, molto ampia, e puntò dritta ai
capelli...
Per
Elena fu come far passare la mano in un ispida spazzola...
E
fu allora che capì.
<<
Lorrence >>
Fu
come se qualcosa fosse stato completamente cancellato via,
con un'ondata violenta di incredulità incalcolabile.
Tutti
le volte che si erano sorrisi.
Tutte
le volte che avevano riso a crepapelle...
Tutte
le volte che si erano aiutati, che si erano divertiti un
sacco....
Tutte
le volte che aveva promesso un piacere, e l'aveva
mantenuto...
No...
non esisteva più tutto questo.
<<
Lorrence. Sei proprio tu. >> sospirò Elena,
guardando dove ci dovevano essere gli occhi del Rifugiatore.
<<
Perchè...? Perchè....?! Sei stato tu a fare
tutto
questo?
>> disse Elena con la voce rotta da singhiozzi.
La
sua mano si abbassò.
Lorrence
aveva chinato il capo...
Zick
poté scommettere che adesso, non stava sorridendo.
<<
Lorrence! Rispondi! Ti prego! >>
Ma
le parole, qui, non ebbero significato.
Elena
si guardò le mani... le sentiva bagnate dalle lacrime
dell'amico... ma le vedeva come se fossero asciutte.
<<
Lorrence... non è possibile... tu sei la Voce..? >>
Chiese
Elena con un sussulto.
<<
Elena! Non ti avvicinare...! >>
Zick
scattò verso la ragazza, la prese per un braccio e la
trascinò a sé.
<<
Non puoi parlare, vero? >> chiese Zick in tono rude.
Intanto,
due bambini passarono per la strada, seduti sui loro
tricicli. E restarono alquanto perplessi nel vedere un
ragazzo che parlava ad un lampione, assieme ad una ragazza
ferita da tutte le parti.
Con
un'espressione alquanto stupita, i due si dileguarono.
<<
No che può! Altrimenti lo avrebbe già fatto!
>> ribatté Elena aggressiva.
Fece
per muovere un passo verso Lorrence, ma Zick la tenne salda
per le spalle.
<<
E lasciami! >>
<<
Sta qui al sicuro! >>
<<
NO! >> poi lei gli graffiò le dita, e corse
verso il lampione.
Tastò
l'aria per degli attimi poi strinse le dita dove doveva
esserci la mano dell'amico.
<<
Ti prego... rispondimi... Lorrence... tu non sei
cattivo...
>>
Inclinò
la testa in avanti, mentre piangeva, e la appoggiò
sul petto dell'essere invisibile.
<<
Non può essere... >> mormorò la ragazza,
poi urlò.
Zick
sentì un fiotto d'adrenalina scorrergli nelle vene, e
scattò in avanti.
Lorrence
aveva ancora preso in braccio Elena che stava fluttuando per
la seconda volta in aria.
Gli
urli della Rifugiatrice avevano attirato adesso una folla di
curiosi avventati.
Sarebbe
meglio dire increduli.
Vedere
una ragazza ferita dimenarsi in aria non è uno
scherzo. Ma nella città di Oldmill, tutto questo è
possibile.
<<
Oddio! >> << Che succede! >>
<<
Non credo ai miei occhi! >
<<
Impossibile!! >>
Questi
erano i sussulti della gente alla vista di quello spettacolo
così bizzarro, ma la maggior parte dei componenti se
ne stava semplicemente zitta e con la bocca e gli occhi
sgranati dalla più pura incredulità.
Zick
cercò di fregarsene al momento degli spettatori e
strinse la mano ad Elena, cercando di tirarla giù.
<<
Zick! Non mollare! >>
<<
No, non mollo!! >>
Cercò
con tutte le forze di tirarla giù, da sé... al
sicuro...
Ma
si sentiva così debole e... inutile...
<<
ZICK! AHHH!! >> Urlò di dolore Elena, graffiata
ancora al ventre.
A
Zick venne voglia di tirare fuori il Dom Box... ma con tutta
quella gente... no non poteva... oh sì?
Ma
prima che potesse stringerlo in mano, un calcio lo fece
volare via, mozzandogli il fiato...
<<
ZIIICCKK!!! >> Ansimante, il ragazzo cercò
di rialzarsi, chiamato dall'urlo che la sua ragazza gli
rivolse...
Lei
era sempre più in alto... sembrava che la creatura
che la teneva in collo stesse... volando?
Il
Domatore si aggrappò ad Elena, mentre veniva a sua
volta trascinato in aria...
I
gridolini terrorizzati della gente si fecero più
forti.
Ma
si sentirono due colpi:
Uno
era stato indirizzato alla testa di Elena, che era svenuta.
L'altro,
alle braccia di Zick che mollarono la presa...
E
sbatté a terra il sedere.
Non
gli importò nulla delle grida della gente che lo
sovrastavano...
Aprì
il palmo e vide che, protetta nella sua mano, stava una
pietra triangolare ambrata, con un disegnino sopra.
Il
ciondolo che lui le aveva regalato a Natale...
Alzò
gli occhi al cielo.
Né
la creatura, né Elena non c'erano più.
<<
Ragazzo!! Che è successo??? Cos'è successo a
quella figliola??!! Cosa hai fatto??? Hai visto anche tu
quello che è successo??? >>
Zick
rivolse a tutte quelle persone un'occhiata vacua e
sconvolta.
<<
Non lo so. >>
Alcune
donne, mosse da un attacco d'isteria cronico, lo
strattonavano e gli urlavano in faccia altre domande... alla
quale Zick non sapeva le risposte-
<<
Fate largo! FATE LARGO VI HO DETTO! QUELLO È MIO
FIGLIO! >>
Disse
una voce di donna nervosa e spaventata, avvicinandosi al
ragazzino.
Le
persone vicino a Zick si ritrassero scattanti, come fanno
gli scarafaggi quando si accende la luce..
<<
Zick. Andiamo a casa. >> gli sussurrò Greta
prendendolo per le spalle e alzandolo in piedi, mentre si
sentiva bruciare le occhiate dei vicini sulla nuca.
Il
ragazzo si buttò sul divano si massaggiò la
pancia, ansimando.
<<
Usa il tuo inalatore, Zick. >> gli consigliò
Greta con voce piatta e glielo porse con fretta.
<<
Abbiamo visto tutto dalla finestra, figliolo. >>
Disse
Zob con voce roca, avanzando lentamente verso il piccolo
Domatore.
<<
Bombo non credere ai suoi occhi! >> esclamò il
mostro, ancora col naso incollato sul vetro.
Bu
si staccò un bulbo oculare, lo strofinò un po'
con le tende e se lo rimise a posto...
<<
Nipotino mio. >> gemette Tessa, sbucando dal pavimento
e sedendosi accanto al bimbo, seguita dal marito.
<<
Spiegaci chiaramente l'accaduto. >> ordinò nel
suo solito tono marziale Jeremy, scuotendo rabbiosamente la
coda.
E
Zick, raccontò.
<<
La Voce, quindi era... era Lorrence...? >> mormorò
Zob con sguardo vuoto, mentre rivolgeva nervose occhiate al
suo braccio blu.
<<
Non ce l'ha detto, papà. >> precisò Zick
piatto.
<<
Chi non altro può essere lui?! >> esclamò
il gatto tirando un graffio all'aria.
<<
Mi chiedo solo come sia possibile... sembrava un ragazzo
tanto buono... >> mormorò Theo.
<<
Bah!!! A me è sempre sembrato un po' strano! >>
esclamò il Tutore.
<<
Preoccupiamoci per Elena, adesso! >> sbraitò
Zick alzandosi in piedi.
<<
Dobbiamo andarla a cercare! >>
<<
Non abbiamo idea di dove sia... >> disse Greta
tristemente.
<<
E poi... i suoi genitori! Cosa diremo ai suoi genitori!? >>
chiese
Zick mettendosi le mani nei capelli.
<<
Giusto... >> Greta rivolse uno sguardo ammutolito al
marito.
<<
E poi, c'è quella cagnara là fuori! >>
abbaiò Jeremy infastidito.
<<
Vorrà dire che è l'ora di riusare il buon
vecchio caro Ipnodisco. >> sospirò
Zob, alzandosi cautamente per non sbattere il braccio in qua
e in là.
Aprì
un cassetto, sopra il quale era esposta una buona parte
della sua collezione di farfalle e scarabei, e ne tirò
fuori quello strambo aggeggio e lo porse a Zick.
<<
Sparafleshali tutti, quei mosconi. >>
Gli
fece l'occhiolino, ma il suo tono di voce era come se
appartenesse ad uno spettro.
<<
E quando arriveranno Julie ed Harvey, di' loro che prima di
uscire avevano portato Elena a casa di Annie per un pigiama
party. >>
Suggerì
Greta.
*****
Lei
aprì gli occhi.
Sentì
delle fitte gelide trapassarle il corpo, dove la pelle era
esposta e ferita.
La
fredda luce lunare che entrava da una misera finestrella
stagliava il profilo dei mattoni che formavano i quattro
muri di quella cella.
Elena
poté scorgere con orrore liquidi dal colore verde
marcio scivolare sinuosi tra una pietra e l'altra,
illuminati dai raggi chiari della luna, facendoli sembrare
come rivoltanti Vie Lattee.
Gettò
uno sguardo a terra: non si vedeva nulla, solo una lastra
nerissima fredda come il ghiaccio.
La
ragazza cercò di muovere le mani, ma le sentì
bloccate da delle catene arrugginite e fredde che le
laceravano i polsi.
Lo
stesso destino era toccato anche alle sue caviglie.
E,
sia con un'enorme sollievo, sia con un'inaspettata sorpresa,
non vide nessun cadavere di topo.
Si
guardò la pancia, e vide i graffi luccicare al chiaro
di luna.
Quella
cella era gelida proprio come i pensieri che le invadevano
la mente...
Cercò
di stringersi il più possibile... ed aspettare.
“ Perchè
ha preso me? Me!! Che ho fatto io?? Perchè mi ha
portato in un luogo così orribile?
Lorrence...
era lui la voce...? Che gli è successo...? Perchè
tutto questo... perché non ci rispondeva?
Zick...
che starà facendo adesso?
Cosa
diranno ai miei genitori...? E tutta quella gente che stava
vedendo? “
Ed
Elena stette lì, raggomitolata, ferita e freddolosa,
per un tempo che le parve interminabile.
SCREEEEEEEKKKK!!!!!!!!!!!!!!!!
Elena
aprì gli occhi di scatto e rincantucciò la
testa tra le spalle.
Vide
qualcosa nell'angolo buio della stanza muoversi...
E
poi una luce la abbagliò.
Strizzò
gli occhi e girò la testa dall'altra parte...
Lo
scalpiccio sulla pietra era leggero...
Le
parve di sentire una risatina appena percettibile e il
rumore di passi si avvicinò.
Sentì
un fiato scaldarle il collo e la luce bruciarle le
palpebre...
Si
sentì morire quando delle dita si appoggiarono alla
sua spalla.
La
persona che era lì con lei cominciò a
spalmarle una pappetta sulla pancia e sui polsi. Era fredda
come il ghiaccio, ma subito dopo Elena si sentiva scivolare
via il dolore per le ferite...
Ma
non aveva il coraggio di aprire gli occhi...
<<
Stai tremando come una foglia, cara. >> le disse una
voce benevola e serena.
La
Rifugiatrice la riconobbe subito... ma era come in uno stato
di shock... tanto aveva riconosciuto il possessore di quella
voce.
Lorrence
sorrise e posò a terra la lucerna.
Poi
inzuppò il dito nella bacinella che conteneva la bava
di Troptilus, poi la passò sopra la guancia percossa
della ragazza, con delicatezza.
<<
Sei tutta ferita, Elena. >> disse con voce tranquilla,
come quella che usa un medico quando visita il suo più
caro paziente.
<<
C-certo... mi hai ferito tu! >> ribatté
tremante Elena facendo una smorfia di disappunto.
<<
No, non l'avrei mai fatto. >> ribatté lui con
fermezza e calma.
<<
No... sei stato tu... sei stato tu a prendermi ed a ridurmi
in questo stato... ti sei reso invisibile e mi hai preso in
braccio....io... >> scandì con voce strozzata.
Lorrence
non rispose e le mise addosso una coperta di lana.
<<
Il freddo ti sta facendo delirare... mettiti questa. >>
<<
NO NON STO DELIRANDO! SEI TU CHE HAI QUALCHE PROBLEMA! NON
FARE IL SANTARELLINO!!! >>
Sbraitò
Elena spalancando gli occhi dalla rabbia.
Ebbe
l'impulso di alzarsi ma le catene la tennero ferma a terra.
<<
Lasciami andare. >> sibilò Elena.
<<
Non posso. >>
<<
FALLO E BASTA! >>
<<
Lo farei con molto piacere. Ma non posso. >>
<<
E perché? >>
<<
Qualcuno da cui dipende la mia vita non vuole. >>
<<
Chi??!! >>
<<
Non è ora di dirtelo. >>
<<
Non fare tanto il misterioso. >>
<<
Devo. >>
<<
Dove siamo? >> << Siamo a casa mia... >>
rispose con fare sognante il ragazzo, guardando fuori dalla
finestrella.
<<
Non ti ho mai detto che questa cattedrale era stata
costruita su un vecchio manicomio pericolante... >> Elena
si sentì gelare il sangue nelle vene.
<<
I Preti di casa mia hanno ristrutturato quella prigione per
pazzi e hanno usato le segrete come sale di tortura per gli
eretici. >>
Dettò
suadente il ragazzo.
<<
Ma io non sono un'eretica! E quindi, me ne voglio andare via
di qui! >> Gridò Elena stufa e terrorizzata.
<<
Vorrei tanto riuscire a liberarti, sai. >> rivolse
all'amica un'occhiata malinconica.
<<
Ma non so dov'è la chiave per queste catene. >>
Elena
abbassò lo sguardo, ancora sconvolta.
<<
Elena. Voglio che tu capisca chiaramente una cosa. >>
E
così, la Rifugiatrice ascoltò per la prima
volta la voce seria di Lorrence. E non fu molto piacevole.
Lorrence
si avvicinò a lei e le prese il mento, guardandola
intensamente negli occhi.
<<
Ti giuro, amica, mia, che non ho deciso io tutto questo. Non
sono stato io ad uccidere quelle persone in quel modo così
orribile. Non sono stato io a volere che il Piplour
attaccasse BigBurg. Non sono stato io a portarti qui ed a
ferirti... è stato qualcun altro, Elena.
Io
sono stato solo la marionetta che ha compiuto questo volere.
Sotto l'ordine di un burattinaio molto
<<
Beh?! Che aspettiamo??! Che Elena ci venga riportata a casa
come un pacco postale?! >>
Ringhiò
il ragazzo dai capelli blu, furioso, picchiando il pugno sul
tavolino del salotto.
Le
vecchie tazzine, poco prima contenenti un rilassante tè,
tremarono proprio come le facce dei presenti.
Theo
e Tessa, “ seduti” sul divano, sussultarono
preoccupati ed abbassarono lo sguardo in segno di
rassegnazione...
Zick
frugò nelle sue tasche dei pantaloni e con rabbia e
ne cacciò fuori un marchingegno, dove un grande disco
rifletteva tutti i colori dell'iride.
<<
Toh, il gioco è fatto. Adesso quelle larve stanno
vagando per Camustro Street come degli ebeti! Contenti!? >>
sbottò il Domatore, poi lo dette in malo modo a sua
madre.
<<
Vedi di calmarti, tu. >> tuonò Zob, poi gli
dette uno schiaffo sulla guancia.
Greta
sussultò quando sentì lo schiocco della
botta.. rivolse a Zob un'occhiata piena di sorpresa e di
rimprovero... lui le ricambiò con uno sguardo
indeciso...
non sapeva cosa fare... forse quello schiaffo non era
necessario... forse aveva abusato della sua carica di padre
per scaricare la tensione...
Sul
proprio figlio.
Zick
girò piano la testa e guardò il papà.
I
suoi occhi erano spalancati... brillavano per le lacrime...
si mise la mano sulla guancia appena percossa...
Zob
si sentì un... un verme...
Zick
si alzò con flemma. Poi, scappò su per le
scale, piangendo in silenzio. Sbatté la porta di
camera sua.
Greta
si alzò, per abbracciarlo... ma si fermò dopo
un cenno serio del padre.... era meglio lasciarlo solo per
un po'?
Seguì
un lungo silenzio imbarazzante.
<<
Ehy!! Cosa succedere? Perchè Zick andato via? >>
chiese
Bombo venendo dalla cucina, seguito dalle altre domande
fastidiose ed inopportune dei mostri.
<<
VIA! ANDATE! ANDATE IN GIARDINO! Non vi vogliamo qui adesso.
>> ringhiò Jeremy.
I
mostri, un po' allibiti ed offesi, zampettarono fuori
mogi... pure i Bobak, sempre tanto altezzosi, avevano il
capo chino... lasciarono cadere le sigarette che stavano
fumando, sul tappeto... i Bolli scoppiarono l'uno dietro
l'altro con squittii lamentosi.
<<
Lasciamo Zick solo per un po'...? >>
Mormorò
suo padre, massaggiandosi l'attaccatura del naso.
<<
Deve scaricare le sue tensioni... non si può
ragionare con lui se è imprigionato dai suoi
sentimenti. >>
Affermò
Theo, serio. E nessuno osò fiatare.
Driiin
Driiin!
Suonò
il campanello.
<<
Oh chi sarà mai! >> sbuffò Greta
ansiosa, trotterellando verso la porta. Poi, l'aprì...
Davanti
a lei c'erano una donna bassa e grassottella... ed un uomo
secco e lungo, con due dita della mano fasciate.
<<
Johanna?! Terrence?! >> esclamò Greta, che
proprio si aspettava tutti i visitatori del mondo, tranne
quei due.
<<
No, siamo un ippopotamo ed una capra! Ma certo che siamo
noi! >> sbraitò rude Terrence, prendendo per il
braccio la povera moglie e trascinandola dentro casa
Barrymore. Greta fu costretta ad appiattirsi al muro se non
voleva essere travolta.
<<
Non parlare così a mia moglie... se non vuoi
rimetterci anche tutte le altre dita. >>
Puntualizzò
subito Zob, a testa alta, senza lasciarsi sfuggire un
sorrisetto nervoso.
Il
Thaur fece una smorfia, poi si sedette di scatto sul divano.
<<
Beh?! Perchè quelle facce? Sembrate sorpresi di
vederci... >> disse Terrentuja accavallando le gambe
sottili.
<<
Mi risulta che non vi abbiamo invitato... >> precisò
Zob guardando gli ospiti con diffidenza.
<<
Abbiamo ricevuto un messaggio telepatico... >> rispose
con voce piccola la Domatrice, intimorita dallo sguardo
severo dell'amico.
<<
Io non ho mandato nulla.... Jeremy? >>
Il
Domatore dai capelli blu gli mandò un'occhiata che
trasmetteva tutta la sua rabbia.
<<
Io... ehm... IO sono un Tutore Massimo! E se ho l'onore di
disporre di questa carica, la posso usare come voglio! E
finché tu sei sotto la mia tutela, non puoi
contestarmi! >>
<<
Ok ok ok. Almeno dicci perché hai chiamato proprio
loro... >> disse il VERO CAPO.
<<
Beh... pensavo che ci potessero aiutare... >>
farfugliò il gatto.
<<
-__-''' >>
<<
Certo che possiamo! >> rispose Johanna.
<<
E chi lo dice... dipende da che dobbiamo fare! >>
Sbottò
Terrence.
E,
dopo questa domanda implicita, i residenti di villa
Barrymore raccontarono tutto, ancora una volta...
_____________
<<
Oh povera piccola! >> esclamò Johanna pensando
alla sorte di Elena.
<<
Uhmm.... beh non mi sembra che possiamo far
molto...
>> disse Terrence, mentre fissava con un ghigno
stampato sul viso il braccio blu cangiante di Zob.
<<
Noi no... ma forse voi sì... dov'è Teddy, a
proposito? >> chiese Greta curiosa.
<<
È a casa sua! >> ribattè Terrence.
<<
E come va la schiena, Joy? >>
chiese
imperterrita e premurosa Greta, noncurante della riposta
brusca dell'altro Domatore.
<<
Ahhh beh... va meglio... anche se sono sempre un po'
gobbetta... Ma non so se posso combattere... di Terry, poi,
non se ne parla... >> disse massaggiando dolcemente la
mano di Terrence.
<<
Siamo arrivati qua per niente... abbiamo sprecato il nostro
tempo! >> disse il Domatore biondo, mandando
un'occhiataccia altezzosa a Jeremy.
Poi,
ne rivolse una disgustata al vecchio amico...
<<
Ma guardati... nemmeno riesci a camminare con quel coso... a
proposito... dov'è tuo figlio? Sei riuscito a
deludere anche lui, eh?! >> disse lisciandosi il
pizzetto caprino.
Gli
occhi neri dell'altro Domatore brillarono.... ed assunsero
una sfumatura color rubino.
<<
Sei impotente come quando eri piccolo come un soldatino di
piombo... non puoi far nulla! >>
<<
TACI, CAPRA! >>
L'uomo
scattò in avanti, prima che qualcuno potesse
fermarlo. Acchiappò con la mano destra il collo di
Terrence, spingendolo violentemente contro il muro.
Johanna
si lasciò sfuggire un gridolino, mentre Greta non
sapeva che fare... semplicemente se ne stette seduta a
fissare la scena... ma sempre pronta ad intervenire, se ce
ne fosse stato bisogno.
<<
Vedi di chiudere quella bocca, prima di dire tutte le
merdate che dici. O il mio prossimo passatempo
prediletto sarà giocare a Shangai con le tue falangi.
>>
Sibilò
Zob, incurante del fatto che stava stringendo la presa al
collo del Domatore non debolmente, e che costui stava
prendendo le sembianze di una melanzana.
Farfugliò
Terrence, terrorizzato, le guance che stavano prendendo una
tonalità color vinaccia...
Il
Thaur non sapeva più fare... era bloccato... da
quelli occhi rossi penetranti... e imprevedibili.
<<
MI HAI ROTTO! SEI UNA PERSONA CHE NON FA ALTRO CHE CRITICARE
E LAGNARSI, MENTRE GLI ALTRI SI FANNO UN CULO COSÌ
PER SALVARSI... E PER BADARE PURE A TE! MA TU, COS'HAI IN
TESTA, TU, EH??!! DIMMELO TU CHE COS'HAI IN TESTA! >>
<<
I-io... >>
<<
UNA BELLA CEPPA DI MINCHIA! ECCO
COS'HAI!
>>
<<
Zob. Basta... >> mormorò Greta, intanto che il
marito attanagliava di più le mani sul collo di
Terrence.
<<
SMETTILA! LO STAI SOFFOCANDO! >>
Esclamò
la donna, stavolta accorrendo in aiuto del Thaur.
Cercò
con tutte le forze di spingere via Zob dall'altro uomo, ma
era troppo impotente...
Con
un gesto secco la spinse via... lei perse l'equilibrio e
cadde, sbattendo le ginocchia per terra.
All'uomo
non importò di quello che aveva appena fatto... in
quel momento era accecato dalla rabbia... stava perdendo la
coscienza delle sue azioni... l'importante era strozzare
quella maledetta capra... le emozioni si stavano
impadronendo troppo di lui...
Una
cosa inaccettabile per un Domatore.
<<
Zob! Che stai facendo! Lascialo! >> mugolò
Johanna atterrita.
Lui
si guardò intorno... il gatto che stava sclerando...
i suoceri che lo fissavano sconvolti... la moglie che lo
fissava ammutolita, ancora per terra...
Lentamente,
lasciò andare la presa...
Terrence
cadde a terra, viola come un livido, ingurgitando aria come
un'aspira-polvere.
Johanna
corse ad aiutarlo...
Zob
si rendeva conto finalmente di quello che stava facendo...
Terrence stava veramente male.... Johanna era in pena per il
marito... Negli occhi di Theo e Tessa la delusione era
palese... e l'abbattimento nella faccia di Greta.
<<
Andatevene. Mi dispiace molto. Chiedi scusa a Terrence da
parte mia. Ma ora, sparite. >>
********
Toc.
Toc. Toc.
<<
Chiunque tu sia, non entrare! >> urlò Zick,
riaffiorando dal cuscino.
<<
Sono papà. Ti posso parlare, anche da qui fuori? >>
Disse
Zob mesto.
<<
NO! Non ho voglia di parlare! >>
<<
Ma io sì. Allora, posso entrare? >>
<<
Ti ho detto di no! >>
Zick,
preso dalla paura che suo padre potesse irrompere nella sua
camera, si alzò e corse alla porta, appoggiandovisi e
stringendo la maniglia con le mani sudate.
<<
Oh, che fai? Forzi la porta? >> ridacchiò
l'uomo tristemente.
Zick
non rispose.
<<
Figliolo... mi dispiace per prima... non volevo...
offenderti con quello schiaffo... >>
<<
Facevi meglio a non darmelo ed a cercare di
capirmi.
>>
replicò
Zick gelido.
<<
Devi cercare di rimanere calmo... >>
<<
Ma come posso essere calmo?? Elena è la fuori! IN
PERICOLO! Nemmeno so dov'è! Ed è colpa mia...
MA TU CHE FARESTI, SE IN QUESTO MOMENTO FOSSI AL MIO POSTO,
EH?! DIMMELO, AVANTI!! >>
Zob
udì il rumore di passi veloci, poi una piccola pausa
ed un suono morbido e pastoso... e poi versi secchi e
continui.
Zick
probabilmente aveva corso fino al suo letto, aveva saltato e
si era tuffato tra le coperte... iniziando a singhiozzare.
Zob
era così dispiaciuto... naturalmente, non era sua
intenzione ridurre così il figlio... non sapeva cosa
poteva dirgli... non sapeva ancora fare il padre per bene.
Posò
con calma la mano sulla porta ed entrò...
La
testa di Zick era avvolta dai suoi cuscini... per terra,
miliardi di fumetti di fantascienza.... alcune pagine
strappate... le sue scarpe scaraventate negli angoli più
bui della stanza.
L'uomo
si sedette sul letto.
<<
Mi dispiace per quello che ti ho detto... che ti ho fatto.
Ma è indispensabile mantenere la calma, in queste
situazioni... so quanto possa essere difficile, ci sono
passato anch'io... ti prego di rispondermi, però...
potrai dirmi che non ti capisco... ma mi ferisci se mi
ignori... aiutami, Zick. Aiutami a diventare un padre
migliore. >>
Il
ragazzino girò debolmente la testa, e guardò
il padre con gli occhi mogano, ora rossastri dal pianto.
<<
Papà... ero io che stavo andando di matto... ma mi
rendo conto che tu puoi capirmi benissimo... ma mi sento
distrutto... non ho saputo salvarla. >>
<<
Il senso di responsabilità... un onore ed una pena
per un Domatore. >> cominciò a dettare Zob.
<<
Nessuno ce l'avrebbe potuta fare, Zick. Nessuno... adesso ti
sentirai in colpa per una cosa di cui tu sei assolutamente
innocente... >>
Zick
chiuse gli occhi.
<<
Devo salvarla. >>
<<
Certamente.... >>
<<
Tu non puoi aiutarmi. >> notò Zick malinconico,
gettando sguardi mogi al braccio del padre.
<<
No... non in senso... pratico... >> lui si sentiva
impotente, debole, inutile... soffriva così tanto
sapendo che non poteva aiutare suo figlio... non poteva
combattere una battaglia alla quale stava partecipando a
pieno anche lui stesso...
<<
Ho sentito urlare certe parole particolari, poco prima. >
Disse
Zick.
<<
Terrence mi aveva fatto più o meno incazzare. >>
sorrise
Zob accarezzando le testa del figlio.
<<
Wow... wow... eccone un'altra di parola particolare... >>
commentò Zick ironico.
<<
Già... >>
<<
Penso che l'abbiano portata a Villa Zofirus. >>
Zob
spalancò gli occhi, non preparato ad una affermazione
così immediata.
<<
Lo sento... in qualche modo.... è il mio istinto da
Domatore... Elena è là... e.... oh! >>
I
suoi occhi si fecero rossi. Tutto intorno a lui sparì...
si trovava in una dimensione dalle pareti violacee, che si
muovevano... stava avendo una visione.
Poco
a poco, davanti a lui si unirono centinaia e centinaia di
puntini bianchi... che formarono un'immagine.
C'era
una ragazza, seduta in una piccola stanza buia...
aveva
grossi braccialetti ai polsi... oh no, non erano
bracciali... erano manette.. catene.
Accanto
a lei c'era un'altra figura... maschile, sembrava... la
teneva per le spalle e le accarezzava la testa...
Zick
sentì un po' di gelosia entrargli nel cervello, ma
cercò di non pensarci...
La
ragazza aveva in una mano un foglio... nell'altra un
aggeggio lungo e sottile... appena toccava il foglio
lasciava una traccia.
Zick,
che osservava la scena dall'alto, volle avvicinarsi di
più... per scoprire cosa stava disegnando.
Avanzò
lentamente, e scrutò li spostamenti della mano della
rossa... stava delineando un viso... un viso largo e
spigoloso.. un ragazzo dagli occhi grandi ed il naso
piccolo... i capelli scuri davanti agli occhi...
“ Quello
sono io “ pensò Zick.
“ Elena....
Elena! “ chiamò, avvicinandosi sempre di più
a lei.
“ Elena!
Sono io! Sono Zick! “
Lui
stava ridendo dalla gioia... finalmente poteva riabbracciare
la sua Elena...
Ma
appena riuscì a sfiorarle i capelli, venne come
risucchiato indietro...
<<
NO! ELENA! ELENA! SONO QUI! AAAAAAHHH!! >>
L'immagine
si stava sgretolando... in poco tempo la cella divenne uno
spazio bianco, nella sua mente...
l'ultima
cosa che riuscì a vedere, era il volto della ragazza
che si girava verso di lui, in alto...
<<
Zick. >> sussurrò la ragazza, guardando fissa
in aria.
<<
Lo hai sentito? >> chiese Lorrence sorridente, mentre
si scostava dalla lettura del suo fumetto comico preferito,
“ Le Mirabili avventure di Troto Crotalossi”
<<
Sì... era qui... io ho sentito la sua voce... >>
sussurrò la ragazza, girando le testa da ogni
angolazione per vedere se si era nascosto da qualche
parte...
<<
É forte il legame che vi tiene uniti... ha un'energia
notevole... >> disse il ragazzo.
Elena
sorrise.
<<
Oh, fammi vedere cos'è... >>
Lorrence
delicatamente allungò la mano scheletrica verso il
foglio che Elena teneva in grembo.
<<
Oh, ma è Zick.... ma che bello...! >>
<<
Già... già... ma sarebbe ancor più
bello se fosse qui accanto a me adesso... >> mormorò
la ragazza, abbassando il capo.
<<
Sta tranquilla. Conosco Zick. Non si lascerà sfuggire
un bel bocconcino come te. >>
Il
biondo abbracciò l'amica... le sue ferite ormai si
erano richiuse...
Elena
sentiva il bisogno di sentire il calore di una persona... e
continuava a ringraziare il cielo che ci fosse Lorrence lì
con lei...
<<
Winryed. >>
Lorrence
ed Elena sentirono i loro cuori prendere un infarto.
Aveva
appena parlato una voce.
La
Voce.
Lorrence
scattò in piedi.
<<
Sì, padre. Winryed è pronto a servirvi. >>
<<
Ahhaha! Bene... bene bene... mi faresti un favore, allora...
uccidi quella bimba... tanto non ci serve. >> Elena
si sentì raggelare... una morte così... una
morte per cui non sapeva il motivo... la Voce così
sadica e terribile...
<<
Perdonatemi, padre, ma... siete stato voi a decidere che la
portassi qui... contro il mio volere... a che serve
ucciderla? >>
<<
A divertirmi un po'. >> ridacchiò la Voce, con
fare allegro.
<<
Non voglio. >>
<<
Dai, smettila di fare questi piagnistei. Ammazzala, ora. >>
la Voce aveva preso la tonalità di un uomo di
mezz'età.
<<
In che modo, padre...? >> disse Lorrence con voce
rassegnata.
<<
In quello che ritieni più opportuno... io assisterò
alla scena. Era dal medioevo che non vedevo uno spettacolo
così stuzzicante... dai, fa' divertire tuo padre,
<<
Era nella parte più oscura della cella, coperto dall'ombra..
ma mi sembrava Lorrence Zofirus... sì, sì, era lui. >>
Si alzò ed iniziò a girare nervosamente per la sua
camera, dando calci a qualunque cosa si intromettesse nel suo
cammino.
<<
E Lorrence che faceva? >>
<<
La teneva per le spalle... avvertivo un po' la sua tristezza... non
sembrava che le volesse fare del male... >>
Un
alieno di gomma fu scaraventato in aria ed atterrò pigolando
sul pavimento.
<<
Sei sicuro al 100% che sono alla sua cattedrale? Continuò
l'interrogatorio Zob.
<<
Sì, papà. Lo sentivo. >>
I
due corsero giù per le scale, mentre venivano fissati dai
familiari, ancora sconvolti per l'accaduto di prima.
Il
Thaur e la Tulaseck avevano tolto il disturbo già da tempo...
Zob
sentiva ancora le sue mani stringere il collo di Terrence: le sue
dita erano ancora contratte dalla rabbia di prima e le sue nocche
bianche, dove il sangue non scorreva più...
Greta
fissò il marito impassibile come uno spettro, poi rivolse a
Zick una cupa occhiata.
<<
Ci sono novità, Ezechiele Zick? >>
Il
ragazzo si sentì tremare quando la mamma pronunciò
tutto il suo nome... quando lo faceva era sempre arrabbiata...
brutto, orripilante segno.
<<
Ho visto Elena. Era in una cella tutta buia, incatenata...
era
più buio di come è adesso... ora siamo al crepuscolo.
Là il cielo era già nero. Penso che abbia previsto il
futuro... con lei c'era Lorrence, che la consolava... sono sicuro che
sono alla cattedrale di Oldmill. >>
Zick
si ritrovò un po' in difficoltà: tutti lo fissavano con
aria stralunata, e lui, se non aveva l'aiuto dei suoi parenti cosa
poteva escogitare?
<<
Previsioni.... interessante... non ho mai conosciuto Domatori
con questa capacità... >>
disse
Theo accarezzandosi turbato i baffi trasparenti.
<<
Può anche non essere vera. >> latrò Jeremy.
<<
E se lo è??? >> ribatté il Domatore.
<<
Può essere una nuova capacità che ha sviluppato... >>
ipotizzò Zob.
<<
Le visioni vanno e vengono a loro piacimento... non le decido io
quando si fanno vedere. Ma non voglio che restiamo con le mani in
mano, così! Io sento che è vero, quello che ho visto!
>>
<<
Va bene... io ti credo. C'era qualcuno lì con lei? >>
<<
Sì, nonno, sì... c'era Lorrence, tranquillo lì
con lei... >> << Quindi non pareva pericoloso. >>
concluse Tessa.
<<
Niente affatto... anzi, sentivo che anche lui provava dolore...
psicologico... ma sai, l'apparenza inganna... >>
disse
Zick amaro.
<<
Cosa pensi di fare? >> gli chiese sbrigativo Jeremy, senza
nemmeno dargli il tempo di riflettere.
Il
piccolo Domatore, spiazzato, balbettò:
<<
Ehm... io... ma perché lo chiedete a me? >>
Sempre
i soliti sguardi, seri ma completamente perduti...
<<
Chi è scampato quasi illeso dalla battaglia di BigBurg? >
continuò
il Tutore scuotendo la coda.
<<
Tra i clan dei Domatori, le Mamery sono quelle che hanno subito meno
danni. Il naso di Lenilee e il labbro di Zay sono quasi come nuovi...
Mentre per gli altri... beh ci vorrà più tempo... >>
Jeremy
guardò eloquente il braccio del Domatore che tutelava. Zob
aveva l'aria sciupata, e ribatté però con uno
sguardo... invidioso... la lacerazione all'orecchio non c'era,
ovviamente... magari se lo fosse tagliato lui!
Sarebbe
andato sicuramente ad aiutare la sua famiglia e i suoi amici...
invece...
<<
In più, ci sono anche il giovane Thaur, Robert Clash, i
gemelli Luseney e le sorelle Mamery, che sono sani come pesci e
possono aiutarvi... anzi, devono! È compito di ogni Domatore
aiutare l'altro in caso di emergenza! Che il proprio genitore lo
voglia o no. >>
<<
Ma sono piccoli! >> contestò la Rifugiatrice bionda,
indignata.
<<
Lo so! Ma è tempo che si facciano forza e crescano! C'è
sempre la prima volta! Non c'è altra alternativa! Sono forti e
ben preparati... e sono gli unici adesso che possono aiutarci
davvero. >>
<<
Ma io... >> mugolò Greta, poi affievolì sempre di
più la voce.
<<
Cosa pensavi di fare? Di andarci tu, al posto loro? Di poteri Dom, tu
hai solo la vista... non puoi fare molto, e lo sai anche tu. Non
penso che tu sia così impulsiva da prendere ed andare con
loro. Anche se là c'è tuo figlio. E poi, non credo che
tuo marito ti faccia andare così facilmente. >> ghignò
il gatto dal pelo marrone.
Infatti,
Zob stava guardando la moglie col “ NO” stampato sul
viso.
<<Il
cosiddetto marito può pensare quello che gli pare... >
ribatté
Greta glaciale, sorpassando Zob a testa alta.
<<
Ma io non voglio abbandonare così mio figlio. >>
Andò
dietro Zick e gli prese le spalle.
<<
No mamma no. >> farfugliò il Domatore preoccupato.
<<
Sì mamma sì. Siete dei ragazzini alla deriva. Vi serve
un supporto adulto e dei consigli da chi è più grande
di voi... ed ha più esperienza. >> Concluse Greta con
un'occhiataccia al Tutore ed al marito.
I
due fantasmi bisbigliarono qualcosa, ma poi annuirono, vinti dalla
determinazione della figlia.
<<
E sia! >> esclamò il gatto alzando gli occhi verdi al
soffitto.
Greta
sorrise maligna al marito, che non sapeva cosa ribattere, poi sorrise
a Zick.
<<
I Tutori, come al solito, staranno lì ad osservare tutto in
panciolle... >> commentò sarcastico Zobedja, cercando di
salvarsi la pellaccia da duro dopo il piccolo scontro, alla quale
aveva ceduto, con la moglie.
<<
I Tutori devono rimanere a Bibbur-Si! Per le missioni di
importanza minore, ci devono pensare i Domatori...
>>
“Importanza
minore?! Qua si tratta di salvare una persona... e sconfiggere quella
maledetta Voce una volta per tutte! Beati voi, a starvene sempre
rinchiusi nelle vostre bolle di vetro, mentre noi rischiamo sempre la
vita! “ Pensò
Zick con le mani che gli prudevano dalla rabbia.
<<
.... e non protestate! Questi sono i nostri incarichi. Noi
amministriamo la Giustizia della Città Sospesa, e non credete
che sia un compito semplice! I Domatori, invece, hanno sempre
provveduto e provvederanno sempre a difendere con la
forza. Io devo rimanere qui, mi dispiace ma
devo tutelare questa Oasi! Possiamo tenerci in contatto
con i messaggi telepatici. Di più, non posso
fare.
>> In quel momento Jeremy Joth era squadrato da cinque paia di
occhi abbastanza incavolate: ma riconobbero che aveva bisbigliato
quel “ Mi dispiace...” anche se lo aveva
sussurrato, la sua voce ed i suoi occhi sembravano sinceri...
<<
Potresti contattare anche Timothy.
Lui
ci aiuterebbe... >> propose Zobedja, pronunciando le ultime
parole con un tono di rimprovero.
<<
Prova anche con Trengingigan, Jeremy! Mandagli una lettera! >>
esclamò Zick teso.
<<
Ok, ok ok! Ma devo fare tutto io qui!? >>
borbottò il Tutore, credendosi di non farsi sentire. Invece,
tutti i presenti incomberono su di lui con sguardo omicida.
<<
Vado subito a contattare tutti! Ma non qui mi serve concentrazione e
silenzio! >>
Con
un sorriso tirato, Jeremy sgattaiolò su per le scale.
Tutti
emisero un lungo sospiro...
Zob
guardò sconcertato moglie e figlio, seduti accanto sul divano,
mentre lui sulla sua poltrona.
“Incredibile.
“ pensò.
“
Per
la prima volta della mia vita, vedrò mia moglie, una
Rifugiatrice, andarsene via da
me incontro
ad un grande pericolo... senza la mia protezione. Mentre io me ne sto
qua al sicuro nella mia bella casuccia... come un vecchio cuscino
ammuffito e grinzoso... quando potrei aiutarvi tutti, ed invece...
Oh,
ed in più il mio figliolo sta partendo anche lui con la
madre... ma bene... “
Non
si dissero nulla finché Jeremy ritornò di sotto.
<<
Stanno venendo. >>
Detto
fatto, l'ampio soggiorno di casa Barrymore si illuminò di otto
grandi bagliori azzurrini, che, allargandosi sempre di più,
formarono le sagome di otto Domatori.
<<
Eccoci! >> annunciò spavaldo Teddy, scuotendo i capelli
biondi.
<<
Abbiamo notato. Ciao a tutti... >> rispose Zick gelido.
<<
Per favore, levatevi i Telepattini... mi rigate il
pavimento... >> chiese Greta più gentile che poté.
<<
Allora... quindi noi dovremmo andare in questo posto a salvare
Elena... >> fece il resoconto Bobby, slacciandosi le magiche
calzature.
<<
Sì. Usando sempre i Telepattini... è un
trasporto più veloce e sicuro. >>
Dopo
aver detto quelle parole, Zob fissò la moglie.
<<
Tu non hai il potere dello Spazio Dom, quindi non puoi usare
i Telepattini. >>
Greta
restò sconcertata per un paio di secondi, poi disse:
<<
No, in effetti non li ho. Ma ho letto da qualche
parte,
qualcosa riguardo lo Spazio Dom combinato. “
Accennò
un sorriso birbante, mentre Zob sfoggiò la sua solita faccia
perplessa.
<<
Lo Spazio Dom Combinato è solo un esperimento
che è stato provato un centinaio di anni fa! Fin'ora non ci
sono mai stati casi in cui è riuscito completamente! >>
sbraitò Jeremy pronto.
<<
Perchè forse è stato provato una sola volta, molti anni
fa.... >> disse Greta stirando le labbra. Camminò con
aria rilassata per tutto il salotto, schivando i divani e mandando
occhiate alle cornici appese ai muri, e a una bella corazza di
scarabeo smeraldino chiuso in una bacheca.
<<
... magari i Domatori di allora erano debolucci... >>
Con
la coda dell'occhio guardò il braccio sinistro di Zob.
<<
... oh forse non è cambiato nulla... >>
<<
Con il S.D.C. si può creare uno Spazio Dom attorno ad una
persona che non ne ha, permettendo di usarlo in tutte le sue forme...
Scudo, Bolla D'Aria ed Energia di Teletrasporto... e vabbè!
Proveremo. Ma se non funziona, rimanga qui senza discutere. >>
Borbottò Jeremy spazientito.
Era
tempo di partire, per i nostri salvatori... i Mostri scesero le scale
ed abbracciarono tutti.
Greta
e Zick salutarono i nonni con un sorriso, poi si rivolsero a Zob, che
era sdraiato sul divano.
Lui
non disse una parola, sfoggiava solamente un mezzo sorriso.
Un'espressione d'attesa...
<<
Ciao, papà. >> disse Zick, poi si chinò e gli
strinse il braccio, appoggiando la testa sulla sua spalla.
<<
Ciao, figlio... mi dispiace di non poterti aiutare in nessun modo...
veramente... scusa. >>
<<
Non è colpa tua. Sta' tranquillo... ce la faremo, salveremo
Elena e sconfiggeremo la Voce... vendicheremo tutta la gente che è
morta. >> rispose Zick fermo.
Zob
serrò gli occhi.
<<
Zick. Ti ricordi cosa ti avevo detto, a proposito della vendetta....
>>
I
ricordi di quella chiacchierata si rifecero vivi nella mente di
Zick...
“ La
vendetta è solo una follia momentanea, che non ti lascerà
nulla. “
<<
Cercherò di non farmi prendere. Anche se la tentazione è
forte... >>
Zick
guardò in basso mordendosi il labbro.
<<
Lo so. Lo so. Ci siamo passati tutti. Ciao... sta'
attento...
dammi un bacio. >>
<<
Perchè? >> chiese Zick leggermente stupito.
<<
Perchè ne ho bisogno... >> sospirò il padre.
Il
piccolo Domatore sorrise e detto fatto lo baciò sulla guancia.
Poi
si alzò e se ne andò dai suoi compagni... aveva capito
che era un momento un po' particolare per Zob e Greta e che doveva
lasciarli in pace.
<<
Beh? Cosa aspetti? Che venga lì a sbaciucchiarti un'altra
volta?>> domandò Greta con voce tagliente al Domatore.
<<
In realtà non aspetto altro. Ma... non mi sembri molto in
procinto... >> ribatté l'uomo malizioso.
<<
Per nulla. Forse perché non te lo meriti. >> disse lei
fredda.
<<
Mi dispiace. Non ero in me prima... scusami. >>
I
due si guardarono per un po'. Greta, come al solito, lo squadrava con
gli occhi nocciola assottigliati dalla diffidenza, mentre quelli
scuri di Zob erano rilassati e bisognosi di affetto... di un perdono.
<<
Io non c'entravo nulla... ti volevo solo fermare. Nemmeno a me
Terrence non va a genio, lo sai, ma stavi esagerando davvero.
Sembravi impazzito. Lo stavi per ammazzare! >>
Lui
si alzò cauto dal divano, e camminò con flemma verso la
donna, che rimaneva impassibile ed immobile.
<<
Su, che vorresti fare? Cosa si merita lo sciocco marito? >>
chiese ironico, porgendole la guancia pronto a ricevere uno schiaffo.
<<
Sei già ridotto male, non mi va di spaccarti la testa. Saresti
ancor più di peso. >> sorrise la Barrymore, seguita
dall'espressione soddisfatta del marito.
<<
Ma non mi spintonare più, eh? Altrimenti al mio ritorno mi
senti. >>
<<
Sempre se lo Spazio Dom Combinato funzioni. >> notò Zob
furbo.
<<
Speralo, speralo... >> rise Greta, poi gli prese la mano sana.
<<
Addio. Adieu. Tot
ziens.
Zbogom, caro. >>
<<
A dopo. >> sorrise lui, poi stirò il sinistro e allungò
le dita verso la moglie. Che lo fissava esterrefatta.
<<
C-caro.... il tuo b-br-braccio.... >>
<<
Eh? Cosa? >> chiese lui spaesato.
Poi
si rese conto che il suo braccio steso, ricoperto dal grosso strato
di bava di Troptilus, non gli stava facendo per nulla male.
Non
più.
Era
stato un gesto così naturale e istintivo che... anche se aveva
convissuto molti stressanti giorni col dolore addosso... non ci aveva
proprio pensato!
<<
Sto guarendo. Sto guarendo.... finalmente! >>
Espressione
di gioia e sollievo sul volto di Zobedja.
<<
Oddio... oddio... prova a ruotare il polso! >> trillò
Greta in preda al delirio.
<<
Si muove perfettamente. >> Sorrise il Domatore, premendo
invisibili tasti con le dita.
<<
Prova a piegare il braccio! >>
Il
mostro eseguì l'ordine della moglie.
Piano
piano, lo fletté.
Non
avvertì subito dolore.
<<
Ti fa male? >>
Seppe
la risposta quando Zob la fissò con aria delusa.
<<
Un pochino. >>
<<
Allora smettila... lascialo stare... Hai già fatto tanti
progressi... ma è meglio se ti riposi... oh, come sono
contenta che ti stia riprendendo! >> sussurrò Greta.
<<
Ma non ti azzardare a venire con noi eh? >> << Lo sai
che sono tentato... >>
<<
Lo sai che mi dispiace ma se oserai muovere un muscolo ti spezzo la
schiena. E vediamo se poi stai fermo. >> << Ok,
piccola... >>
Lay
socchiuse gli occhi e, con fare svenevole, si avvinghiò a
Teddy.
<<
Tedduccio mio... promettimi di salvarmi se un mostro cattivo mi vuole
fare del male... >>
<<
Certo, certo... ma fa' anche del tuo! Non posso badare sia a te che a
me stesso! >> ribatté il biondo alzando gli occhi a
mandorla al soffitto.
<<
Ma sì orsacchiotto... sì sì sììì!
>> Poi il povero Teddy fu travolto da un'ondata di bava.
Tutti
distolsero lo sguardo, letteralmente disgustati... persino i musoni
di Raul e Paul si tramutarono in smorfie di puro orrore.
Gli
occhi di Lenilee, Zay e Lyu si ridussero a due sottili sbarre
arrabbiate, e la bocca
una
linea ritta senza curve.
Sulla
faccia delle tre parenti si poteva leggere benissimo le parole: “
Sei- un-disonore”.
<<
Ehm ehm, dovremmo andare. >> annunciò Zick
tossicchiando, e la parassita si staccò con malavoglia dalla
sua preda.
Ormai
tutti erano pronti. I Telepattini ai piedi, i Dom
Box Universali nelle loro tasche,
la
determinazione scolpita nelle loro facce.
Greta
ne indossava un vecchio paio appartenuti al marito, e a fatica
riusciva a reggersi in piedi.
<<
Jeremy. Avverti Timothy e Trengingigan di partire con la Polvere
Scoppiettante Teletrasportale al tuo tre. >> disse la donna.
<<
Uno... >> disse Jeremy seccato di dover prendere ordini da...
una Rifugiatrice.
<<
Due... >> i Domatori si scambiarono fugaci occhiate.
<<
A presto.... SPAZIO DOM! >> annunciò Zick.
Greta
si sentì avvolta da un'enorme energia... l'energia che Zay e
Lenilee le stavano prestando..
Poi
si sentì sollevare in aria mentre tutto intorno a lei spariva.
<< No.
>>
Elena
si scostò lentamente la coperta dagli occhi, che erano
terrorizzati ma allo stesso curiosi della scena inquietante a cui
stava assistendo.
<<
Come sarebbe a dire? Te l'ho ordinato. E tu, devi eseguire. >>
il tono della Voce si stava incrinando...
<<
Non me la sento. E poi, non c'è motivo, per me. Il gusto nel
vedere un essere vivente soffrire, è crudele e sadico. Tu sei
così. Io non la ucciderò. Non lo farò mai.
Uccidila
tu, piuttosto. Io non ho né motivi, né voglia né
forza. Ma sappi che se le vorrai bruciarela
vita, cercherò in tutti i modi di ostacolarti. Io voglio bene
a quella creatura. Tu non potrai mai comprendere quello che io provo,
perché tu non hai mai saputo amare o volere bene. Mia madre
non esiste più, l'hai uccisa tu assieme a tutta la mia
famiglia. Tu mi hai preso con te, non perché mi volevi bene ma
perché volevi crearti un aguzzino, un servo, uno schiavoche
facesse il lavoro sporco al posto tuo. Perchè tu non ne hai
coraggio.Sei un vigliacco. Questa è la mia
parola. E non la cambio, che ti piaccia o no, Kremshin il Gorka Nero.
>>
“ No,
Lorrence...! “ pensò Elena stringendo le braccia.
Il
ragazzo restò in attesa, a busto alzato, per un paio di
secondi. Gli occhi azzurri erano fissi, a guardare avanti a sé.
Respirava affannosamente, cercava di contenere la calma...
Il
silenzio...
<<
AHHHHHHHH!!!!!!!! >> Lorrence urlò, strizzò gli
occhi e si piegò in avanti.
<<
Ohh! >> gemette Elena.
<<
NON OSARE PARLARE PIÙ A ME IN QUESTO MODO! E NON OSARE DIRE IL
MIO NOME, WINRYED!
TU
SEI SOLO UN MISERO VERME! NON PUOI SPEZZARE IL PATTO! TU MI SERVIRAI
FINO ALLA FINE DEI TUOI GIORNI, ED IO TI DARÒ UN TETTO!
SE
VUOI ONORARE I TUOI STUPIDI IDEALI, TRA I QUALI SPICCA LA VERITÀ,
NON DEVI DISUBBIDIRE.
FA'
QUELLO CHE DEVI FARE, ED IN FRETTA ANCHE!
Urlò,
tuonò, strillò, strepitò, pigolò
Kremshin.
Lorrence
mostrò i denti e si portò le mani alla pancia.
<<
Io-io voglio disfare il p-patto... ho sbagliato... ho d-dato la mia
p-parola... non ucciderò Elena. >>
<<
Allora preparati a morire... non risolverai il tuo problema così...
tanto alla fine, ammazzerò anche lei... così vedi, vedi
chi è il vigliacco...! BRUCIA! >>
Lorrence
urlò, ed urlò...
<<
NOOO! SMETTILA! >>
La
voce di Elena riecheggiò nella piccola ed angusta camera.
Le
onde sonore rimbalzarono sulle pareti, e si insinuarono
dentro
ogni orifizio presente tra i mattoni petrosi e il legno limaccioso
del portone...
Le
sue parole, dalla potenza amplificata, gridarono per tutto il
corridoio delle segrete...
La
Rifugiatrice, per un attimo, guardò verso l'oscurità...
vide
tre occhi, tutti rossi, sfavillare nel buio...
Si
spaventò e nascose la testa dentro la coperta che un'ora prima
le aveva porto il suo migliore amico...
che
ora aveva girato debolmente la testa e i suoi occhi celesti
spalancati.
<<
No... >> gemette, prima di stramazzare a terra.
Elena
riaprì gli occhi.
Si
levò con un gesto secco le lacrime calde che le appannavano la
vista, e disse:
<<
TU! LASCIALO IN PACE!!!!
“ Ecco...
sono morta... che stupida... abbandonare mamma, papà, Charlie,
Violet, Sfruscio, Puffy, Bombolo in questo modo...
e Zick. No... scusami tanto... tranquillo, veglierò su di
te... ti amo, Zick....”
La
Voce rise.
<<
Piccola... su, non arrabbiarti... ti rovina quel bel musino... >>
disse dolce.
<<
NO! NO! NO! ORA LIBERAMI! LIBERAMIII!! >>
Elena
sapeva che quello che stava chiedendo non era fattibile... figurati
se la Voce la liberava! Che razza di stupida!
Si
scollò la coperta di dosso, e si rizzò con le gambe.
Ma
le catene la tennero a terra.
Elena
sembrava posseduta da una rabbia ed una furia incredibile..cercava di
liberarsi tirando e tirando, massacrandosi i polsi e le caviglie...
La
Voce intanto stava ridendo come un pazzo...
<<
Direi che anche questo è un bel divertimento... brava bambina.
>>
Poi
si trasformò.
Gli
occhi sanguigni si fecero enormi e luccicanti come rubini, mentre
salivano sempre di più... degli artigli più neri del
nero squarciarono l'ombra, spietati, ed un corpo enorme e
bitorzoluto, scuro come gli arti, si stagliò davanti ad
Elena...
<<
Buona morte, tesoro. >> disse mostrando i denti violacei,
simile a dei chiodi arrugginiti.
La
ragazza fissava il Gorka Nero con gli occhi sgranati.
<<
BRU.... ! >>
Ma
qualcosa accadde.
Nella
cella dodici scintillii apparirono... le scintille celesti si
trasformarono in fiamme... Una di queste si aprì... facendo
uscire... una mano...
Ciò
che ci fa bloccare, ci costringe a fermarci...
Un
normale sistema di difesa che il nostro cervello ha
elaborato sin dal primo giorno in cui dormimmo nelle
caverne, senza armi, con la notte fuori popolata da creature
pronte ad ammazzarti senza tante cerimonie.
Un
residuo del nostro passato che ci siamo portati dietro fino
ai giorni nostri... quando sembra che l'uomo sia la creatura
più potente ed intelligente dell'universo, che invece
tiene celati i più irragionevoli timori...
La
paura del buio... la paura del nulla.. la paura di ciò
che temi ma che non puoi vedere, non conosci...
La
paura dell'imprevedibile.
Il
timore cerca di salvarti, ma è un'arma a doppio
taglio.
Se
resti fermo lì a piagnucolare, intanto arriva il
mostro cattivo che ti taglia le gambe.
Se ti
batti....
Beh...
La
Forza di Volontà può determinare il tuo
successo.
Ma
non basta quello..
Entra
in gioco anche la pazza, sbeffeggiatrice Dea Bendata, che
solo lei decide quando agire o no...
La
Forza... la forza mentale che ti fa pensare... la forza
fisica che ti fa agire.
Si
aiutano a vicenda, sono inseparabili...
Ma
per certe dodici persone, il terrore e l'indecisione non
erano concessi, in quel particolare momento...
Le
sagome dei salvatori diventarono sempre più
nitide, le forme dei loro corpi e i tratti del viso che
emergevano dal bagliore celeste che li soffocava.
Kremshin
proprio non se l'aspettò.
E
si sentì morire.
Zick
non seppe più contenersi quando vide l'artiglio nero
che si avvicinava ad Elena, la sua Elena, che lo
guardava paralizzata, supplicante, indifesa.
Anche
tre fuochi rosso sangue sfavillare nel nero...
Sentì
il palmo della mano arroventarsi e da lì parti una
scarica rossa fuoco che rischiarò, con un lampo,
l'angusto ambiente.
La
ragazza incatenata a terra vide quell'orribile mano a tre
dita indietreggiare, nascondendosi nel piccolo angolo
ombroso della stanza.
Anche
gli occhi svanirono con un ultimo bagliore scarlatto.
Si
levò un orribile urlo.
Un
macabro coro di donne violentate, uomini sotto l'effetto
delle bruciature dei tizzoni ardenti, bambini che
strillavano il loro ultimo grido.
Il
Gorka Nero era stato colpito.
Il
mostro, poi, sparì in una nube scura come il catrame.
E
ora? Che si fa? Dov'è andato? È morto? No,
troppo semplice.....
É
finita? Speriamo di sì... vorrei crederci.
Zick
fissò il fumo rosso pallido uscire dalla sua mano e
contorcersi in aria senza fare il minimo rumore.
Il
pericolo non c'era più.
<<
L-lui... >> Mormorò una debole voce dall'altro
angolo della gattabuia.
<<
Non ci darà noia per un po'.... >>
Il
ragazzo provò ad alzarsi, ma le sue braccia
cedettero, piegandosi in una posa sgraziata.
<<
Lorrence...! >> Sussurrò Greta, poi si chinò
ad aiutarlo e alzarsi in piedi.
<<
Grazie per l'aiuto, signora Zick.... >>
Si
guardò intorno, vedendo tanti occhi curiosi ma
diffidenti che lo scrutavano.
<<
Buonsalve a tutti voi. Sapevo che sareste venuti. Vi
ringrazio di aver rischiato la vostra vita, venendo qui.
Beh,
certo, solo per salvare Elena... >>
Il
suo sorriso si appannò un poco, abbassando la testa.
<<
Lo so che non vi fidate di me. >>
I
Domatori, il Tutore e il Gingi si scambiarono sguardi
interdetti.
<<
Posso assolutamente capirvi. Avete ragione. Io ho catturato
Elena. Io l'ho portata qui. Io le ho fatto quelle ferite. >>
Indicò
la ragazza ancora incatenata a terra con sguardo
imbronciato.
<<
Beh, liberatela, no? >>
<<
Sì, ma non ci dare ordini tu.... traditore...
>> gli sibilò Teddy nell'orecchio passandogli
accanto.
<<
Smettila, Thaur. Lorrence è il ragazzo più
buono che abbia mai conosciuto. >> ribatté
Elena con voce grossa.
Zick
rimase infastidito non poco dalle sue parole.
<<
Vi decidete a liberarmi, Porca Bomba?! >>
I
Domatori si mossero ma Zick fu il più veloce a
raggiungere la ragazza... diede un colpo col tacco del piede
e con la spinta dei suoi pattini magici le fu accanto.
Provò
a spaccare le catene con la sua Energia Dom ma le scalfì
appena...
Poi
un raggio bianco si fece strada tra il buio, e le frantumò.
Timothy
ghignava mentre il segno del Tutore Stellato brillava sul
petto glabro.
Zick
ringraziò l'ex Tutore con un sorriso e, finalmente,
poté dedicarsi alla sua Elena.
Le
accarezzò le dita e la aiutò ad alzarsi...
<<
Come stai...? >> le sussurrò.
<<
Non c'è male, direi. >> ribatté lei con
sarcasmo, ma naturalmente era contenta di essere tra le
braccia che più desiderava...
<<
Qualcuno ci spieghi cos'è successo! >> disse un
Domatore basso e coi capelli biondi, interrompendo
quell'attimo di pace tra i due.
<<
A suo tempo, Bobby. A suo tempo... >>
Lorrence
sorrise, non curandosi degli sguardi intimidatori
che
lo fissavano.
**
Le
Bolle d'Energia dei Domatori illuminavano gli stretti
corridoi delle segrete, facendo emergere dal buio cose non
molto piacevoli da trovare.
Teddy
fu prontissimo a tappare il becco a Lay, la quale stava per
cacciare uno strillo quando vide il cadavere di un topo
sbarrarsi sul suo cammino.
Lorrence
e Greta – che lo aiutava a reggersi in piedi-
aprivano
il convoglio. A chiudere Trengingigan, che ogni secondo si
girava di scatto verso ogni direzione, pronto a colpire
qualsiasi cosa gli avesse dato fastidio.
Elena
si stava grattando la pancia e le braccia, e Zick si chiese
cosa stesse facendo.
<<
Cos'era quella roba blu? >>
<<
La Bava di Troptilus. Me l'ha messa Lorrence per curare le
mie ferite... >>
<<
É un piacere, Elena! >> disse Lorrence
dall'altro capo della carovana, mostrando i denti con
ilarità.
<<
Si indurisce e si leva a pezzettini.... wow.... >> Zick
pensò a suo padre... poi notò che la ragazza
al suo fianco tremava.
<<
Hai freddo...? >>
<<
No, è paura... >>
Zick
la prese per le spalle e poi si avvicinò a lei.
Elena
pensava che la stesse per baciare, ma invece lui si tirò
fuori dalla sua tasca un ciondolo triangolare e glielo
allacciò al collo.
Prima
che la Rifugiatrice potesse ringraziarlo, lui premette le
sue labbra ghiacciate contro quelle assiderate di
Elena...
Sentirono
degli “ Uhuhuh”, risatine maliziose e numerosi
fischi, ma se ne sbatterono altamente...
Quando
Zick sentì una voce ben conosciuta e seccante
parassitargli i dolci pensieri che stava formulando mentre
baciava la sua ragazza.
“ Sono
il Tutore Massimo Jeremy Joth! Ezechiele! Riesci a sentirmi?
“
<<
Sì ti sento benissimo, stai urlando. >>
rispose Zick costretto a separarsi da una Elena alquanto
delusa.
“ Ti
sembra il momento di scherzare, Domatore? Sei in una
situazione di estremo pericolo! Stati tutti bene? “
<<
Sì Jeremy. Siamo vivi. Ho colpito la voce, ma si è
dissolta.... ora stiamo camminando per le segrete, guidati
da Lorrence... >>
<<
COOSA?! >>
<<
Tranquillo Jeremy. È innocuo... non sto dove ci sta
portando, ora glielo chiedo. Ti richiamo quando ci sono
problemi, eh? Ciao... oh, salutami i mostri, i nonni
e
papà. >>
“ Piccolo
Domatore, non stai andando mica a fare un pic- nic! Devi
prendere le cose seriamente! Ed io non... “
<<
Devi preoccuparti. A dopo, Jem. Ciao.... >>
Zick
si sforzò e chiuse la mente. Non ricevette più
nessun messaggio.
Elena
gli rivolse uno sguardo seccato e, lasciandogli la mano,
camminò verso Lorrence.
<<
Grazie Lorry per aver cercato di salvarmi... sei stato molto
coraggioso... io ti ringrazio tanto, tanto.... >>
Lo
abbracciò stretto e poi se ne ritornò da Zick,
lasciando il ragazzo un po' spaesato.
Ad
un certo punto, Lorrence si fermò.
<<
Stia tranquilla, signora Zick. Ora sono in grado di stare in
piedi da solo. Allora, ragazzi miei! Certamente vi starete
chiedendo perché stiamo vagando in questi umidi
budelli senza far nulla, no? Non ci state capendo nulla,
vero? Anche il fatto si seguire un.... un traditore... >>
Rivolse
un sorriso enigmatico al Domatore biondo che lo pugnalava
con gli occhi.
<<
Beh, è giunta l'ora che vi dica tutta la verità.
Sedetevi,
ragazzi.... >>
Adesso,
dava veramente la parvenza di essere un luogo di preghiera.
Erano
giunti nella navata centrale della Cattedrale.
Le
candele scarlatte appese alle pareti creavano una luce
satanica ed inquietante...
Le
poltroncine in pelle color verde ramarro erano scomparse.
Al
loro posto fredde, dure e spigolose panchine in legno.
Il
lungo tavolo da pranzo non c'era più, sostituito da
un altare in marmo, ornato di orchidee, tulipani e
narcisi....
Appassiti...
L'emaciata
figura del Crocifisso era illuminata dal basso da un lume
giallognolo, che schizzava ombre tra le costole e dentro gli
zigomi scavati...
Lay
con un brivido distolse lo sguardo dalla sofferente statua
ed appoggiò il fondo schiena gelato su una panca (
altrettanto ghiacciata).
Il
ragazzo dai capelli platino balzò sullo scanno e
iniziò a narrare:
<<
Non sono un umano, ma un mostro come tutti voi... >>
Indirizzò
un'espressione benevola a Greta e Elena.
<<
Signora e signorina... a parte voi naturalmente. Beh, faccio
parte di una particolare specie di Gorka. Non come quella di
Kremshin. No... sono un Gorka delle Nevi. Sono nato, la
bellezza di 1210 anni fa, in un paese della Siberia. Facevo
parte di una piccola comunità di mostri come la mia
specie. L'unica del mondo. >>
Lorrence
si divertì a guardare le facce stupite dei suoi
amici.
<<
I Gorka delle Nevi sono molto più piccoli dei normali
Gorka, tipo Magnacat. Abbiamo la testa a martello bianca e
il corpo color nocciola. Eravamo mostri pacifici, noi. Non
avevamo molti contatti con gli umani, sapevamo comunque la
loro lingua e vivevamo in pace.
Quando...
Un
uomo ha bussato al portone delle mura del nostro paese.
Abbiamo preso subito la forma da umani e siamo andati ad
aprire...
Il
forestiero cercava riparo dalla bufera di neve. E lo abbiamo
accolto come un fratello, però non smascherando il
nostro vero aspetto... lui non ci rivelò il suo nome.
Un
giorno, però, costui impazzì. >>
“ È
come quella storia scritta nel diario di Gianduja Gengins,
che mi ha raccontato papà... “pensò
Zick rabbrividendo.
“ Oddio!
Non è che.... “
<<
Stavamo mangiando nella piazza principale. Quando il
forestiero si alzò da tavola e si trasformò in
Gorka Nero. La sua forma reale.
Iniziò
a sollevare in aria la mia gente, bruciandola dall'interno.
La
prima vittima fu mia madre. Si chiamava Pansidrièl.
La
vidi morire contorcendosi in aria, mentre ero tra le braccia
di mio padre....scoppiò il panico generale. La gente
scappava terrorizzata, impotente di fronte al calore
insopportabile che cresceva dentro di loro.
Lui
spaccò le nostre case a colpi di nocche.
Avevo
un anno. Mi nascondevo tra le braccia di mio padre, pregando
che riuscissimo a scappare prima che Kremshin ci colpisse.
Colpì
mio padre.
Shelwiid
Zofirus, papà, mi nascose tra due cespugli innevati.
E vidi anche lui, mentre soffriva...
Poi
passò Gianduja Gengins. Papà ormai era quasi
tutto bruciato, tranne il suo occhio destro.
Mio
padre non fece in tempo a raccontargli tutta la storia,
quando morì. Non li rivelò mai chi era
veramente quell'uomo. >>
Tutti
erano colpiti dalla calma e dalla freddezza con cui Lorrence
raccontava. La sua voce non era rotta da singhiozzi, gli
occhi azzurri non erano lucidi, ma il sorriso sulle sua
labbra non c'era.
<<
Non osai uscire per andare da Gianduja. Avevo troppa
paura... ma ero poco più di un neonato, non mi
rendevo conto che andando con lui mi sarei salvato...
Quando
iniziai ad avere molto freddo mi alzai in piedi ed iniziai a
vagare per la mia cittadina. Avevo da poco imparato a
camminare e inciampavo spesso... non sapevo cosa fosse
successo ai miei compaesani.... non sapevo ancora cosa fosse
la morte e pensavo che fossero tutti in un sonno
profondo....
Avevo
freddo e fame....
Quando
mi sentii sollevare in aria.
E
lì, proprio, sentii tutta la speranza e l'amore
fluire via da me... lasciando posto a.... il vuoto totale,
l'assenza di emozioni.
Kremshin
mi fissava... con quei suoi occhi che parevano gocce di
sangue coagulato....
Ghignava
con quei suoi orrendi denti viola....
Mi
disse delle parole che ancor oggi ricordo.
“Sei
un cucciolo. E hai già visto la morte. Bene, bene...
potresti
tornarmi utile.... ormai la tua mente è pervasa da
questa stupenda cosa.... ah, che bella.... che bellezza...
non si rende conto della differenza tra il Male e Bene...
che poi, cosa sono Male e Bene! Ahahhaha!!
Tu
mi servirai e io ti lascerò vivo. Ti donerò
una vita lussuosa, piacevole... basta che tu ubbidisca.
Accetti? Non risposi.
“ Accetti??
“
Accennai
un sì.
“ Bene...
come ti chiami? “
Winryed.
“ Io
sono Kremshin e sono un Gorka Nero... ma.... ahahh! Sto solo
perdendo tempo con un bimbo....
muahahahahahahahahahaahh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
“
Trascorsi
la mia infanzia come suo schiavo. Lui architettava i
piani... io li compievo.
All'inizio
non mi rendevo conto di quello che stavo facendo. Beh,
certo, si insinuava dentro la mia mente e mi comandava con
la forza del pensiero.
Ci
spostavamo sempre... non fu mai mio padre, ma lui mi
costrinse a chiamarlo sempre così . Schiavo di una
mente malvagia e spietata.... fino alla mia adolescenza non
mi facevo amici nei luoghi dove andavamo.
Era
tutto così breve.
Arrivo.
Morte senza spiegazioni di un abitante. Partenza.
Ma
Kremshin si sbagliava. Si sbagliava di brutto.... non sapeva
che finalmente avevo cominciato a pensare sulle sue
azioni... sulle mie. >>
<<
Ehy ehy ehy aspetta aspetta aspetta! Così non sei
stato tu ad ammazzare quelle persone! >> sbraitò
Teddy.
Lorrence
lo fissò comprensivo.
<<
No, Tadduja. Non farei mai del male.... >>
<<
Scusa ma perché. Perchè Kremshin ha
ammazzato quelle persone a Big Burg. Non era gente così
a caso. Erano capi di grandi servizi urbani..... perché.
E come, anche! >> chiese Zick sempre più preso.
<<
Kremshin voleva scatenare il panico. L'indecisione. La
paura. Colpiva i capi dei servizi per fare confusione,
confondere le persone. Il motivo? Per lui il male è
divertimento. Come? Lui è l'unico esemplare di Gorka
Nero esistente al mondo. Sa padroneggiare l'uso della magia
in un modo eccezionale. Con quello brucia la gente, con
quello riusciva a rendere il suo corpo invisibile e anche
inconsistente... >>
<<
Mentre andavamo a casa tua.... tipo la tua festa di
Natale....lui... lui dov'era? >> chiese Elena con gli
occhi lucidi.
<<
Nascosto nelle sue segrete. Negli ultimi anni si è
leggermente addolcito con me, nel senso di libertà di
movimento e il fatto di invitare amici e costruirmi una mia
vita sociale... anche con Rebecca.... ma... esigeva di più
da me in campo di fedeltà.. e azioni. E mentre mi
controllava, cercavo di riuscire a trovare i miei pensieri e
a ribellarmi. E a lui, ciò non andava affatto bene.
>>
<<
Capisco... ma Lorrence, ti ricordi, quando siamo andati in
quella caverna per entrare nell'Antica Armeria? Avevamo
sentito due Voci. Una era quella della Voce, lo so... ma
l'altra? >>
Lorrence
si mise a ridere sguaiato, con l'imbarazzo di tutti.
<<
Elena, ti ricordi quel batuffolino verdolino che ti piaceva
tanto? >>
<<
Il.... il Girti?! >> La Rifugiatrice assunse
un'espressione sconcertata.
<<
Esatto. Era il mio animaletto domestico, ma Kremshin non lo
sapeva. Poi, però, lo ha scoperto. E siccome non gli
ubbidivo, lo ha stregato e gli ha donato la parola.
È
stato lui, al posto mio, a indicargli dove vivevano quelle
persone che ha ucciso. La strage di Piazza San Maronno però
l'ha compiuta senza che io lo sapessi.... >>
<<
Ma sei scomparso dopo! >>
<<
Mi ha costretto Kremshin. Dovevo ritornare a casa... >>
<<
Tu hai rapito Elena, no? Chiaramente era Kremshin a
volerlo... >>
<<
Esatto signora Zick... Mi ha controllato la mente e ha
catturato Elena. Lì, ero con il mio corpo originale e
invisibile. Ma... mi sono ribellato. Ho riacquistato la mia
forma originale, anche se poi Krem è riuscito a
ricontrollarmi. >>
<<
Ah... e dimmi, ma se tu eri un mostro perché non ho
mai starnutito quando ero con te? >> domandò
Zick.
<<
Eheheheh!!! Perchè Kremshin mi ha fatto una magia
molto particolare. In pratica, rende me, il Girti e lui
stesso ehm... come dire.... “invisibile” anche
per i sensi...
Per
i Domatori, ovviamente. Non sentivate nulla quando ero con
voi, quindi pensavate che fossi un semplice umano.
Così
come il fatto e potessi sentire il vostro potere da lontano.
Sempre un suo incantesimo di precauzione. >>
<<
Scusa ma dov'è finito quel brutto ceffo? Noi stiamo
parlando tranquillamente qui calmi come se stessimo
prendendo un tè da brave signorine! >>
Sbraitò
Trengingigan alzando i tentacoli rosa.
<<
Kremshin con la sua forma naturale è estremamente
debole contro il vostro Potere Dom. >> cominciò
a spiegare Lorrence.
<<
Già, grazie al raggio di Zick, è molto meno
forte. Basteranno altri tre o quattro colpi per annientarlo
definitivamente. >>
<<
D-davvero..? >> disse Lyu incredula.
<<
Certo. Però, come attacco, è molto potente. Ha
preferito scappare via per non rischiare ancora.
Ora,
si sarà nascosto qua dentro. >> Lorrence roteò
la testa e guardò con ammirazione la sua enorme
dimora.
<<
Sarà meglio andare a cercarlo! Così lo
uccideremo una volta per tutte! >> Annunciò
Lenilee alzandosi e tastandosi lo chignon con aria di
superiorità.
<<
Stia tranquilla, signora Mamery. So esattamente dov'è
andato. Nel suo Labirinto. >>
<<
Quale Labirinto? Io non vedo nessun Labirinto qui! >>
Zay
si guardò intorno poi rivolse a Lorrence uno sguardo
perplesso.
<<
Certo che non lo vedete. È sotto terra. >>
<<
Beh cosa aspettiamo. Sarà meglio andare. >>
disse Timothy serio.
<<
Sì ma solo se vi spostate di qui! Siete proprio sopra
l'entrata per il labirinto, sapete?
Tutti
guardarono per terra e videro un intaglio nel marmo a forma
di rettangolo, con una scritta in latino in bassorilievo:
HIC
IACET ROMVLVS.
<<
Romulus era il fondatore di questa cattedrale. Non è
la sua vera tomba, questo è un falso che ha fatto
costruire Kremshin come entrata segreta del suo labirinto.
Luce,
grazie.... >>
I
Domatori illuminarono il pavimento con la luce emanata dalle
loro mani; Lorrence si piegò e ficcò la mano
in una rientranza rotonda sotto la scritta.
Si
sentì un “ clac” e Lorrence si rialzò
con un sorriso trionfante.
L'enorme
blocco in marmo nero si alzò retto da un supporto di
ferro -doveva essere pesantissimo- rivelando un buco che si
infilava nel sottosuolo....
<<
Andiamo. Ci sono le scale, fate attenzioni voi coi
Telepattini. >>
Lorrence
ci si calò dentro e fu inghiottito dalle tenebre.
<<
Prima le signore... >> sussurrò Zick ad Elena
mentre le prendeva la mano.
<<
Che c'è, Zick? Paura del buio? >> ghignò
Teddy dietro di lui.
Elena
e il ragazzo dai capelli blu lo ignorarono, poi camminarono
verso il buco.
Zick
stava per inciampare quando una mano di donna lo prese per
le ascelle e lo tirò su.
<<
Stai attento, piccolo. >> disse Greta dolcemente.
Più
scendevano più si sentiva freddo.... e la paura
aumentava con loro.
<<
Ehy ma quanta strada c'è da fare? Mi fanno male le
gambe... >> mugulò Lay, ma non fece in tempo a
dire altro che sbatté il grugno contro... delle
foglie.
<<
Ma cos'è 'sto robo... !!! >>
Finalmente
si zittì e alzò la testa, tremando.
Innanzi
a lei, si ergeva un enorme siepe verde scuro.
Fitta,
fredda, le foglie minuscole e compattate, coriacee.
<<
Lay, hai trovato il Labirinto! Brava! >> si congratulò
Lorrence, poi sorpassò la ragazza e si infilò
in una fessura quasi invisibile.
<<
Dai entrate! KremBrulee è qui dentro.
>>
Dandosi
delle occhiate un po' spaurite, i Domatori entrarono....
Il
Labirinto era intricato, claustrofobico, inquietante.
Le
curve del sentiero erano secche e spigolose, e un brivido
percorreva la loro schiena ogni volta che giravano l'angolo,
non sapendo cosa avrebbero potuto trovare.
Soffitto
e pavimento erano neri, quasi uniti tra loro...
A
Zick sembrava di camminare nell'aria, così come le
siepi fluttuanti.
Erano
rimasti d'accordo di tenersi tutti per mano, e di restare
più uniti possibile...
L'ansia
cresceva, e di Kremshin neanche l'ombra.
<<
Scacco matto. >>
Il
fantasma sorrise, tirando in fuori il petto in segno di
vittoria.
Ben
Talak allungò la mano e prese stancamente l'alfiere,
posizionandolo in diagonale rispetto al Re Nero, quello
dell'avversario.
Un altro
mostro ridacchiò controvoglia.
Serrò
gli occhi neri e sul suo viso apparve una smorfia amara.
<<
Oggi sono proprio una nullità totale. Complimenti,
suocero. Ti darei la mano ma... >>
<<
Non puoi. >> suggerì Theo, come sbeffeggiandosi
della sua morte.
<<
Grazie, Ben, per aver mosso i miei pezzi... >>
continuò
lo
spettro rivolgendosi alla creatura gelatinosa.
<<
Di niente. >> borbottò, poi si tirò una
boccata di sigaro.
<<
Lo sai che Greta non vuole che si fumi in casa! >>
disse Zobedja sventolando la mano, ma così il fumo si
sparse ancor più nel soggiorno!
<<
Lascia perdere... fallo fumare qui. Fuori fa freddo. >>
Disse
Theo, e sul muso di Ben comparve un sorriso.
I
Bolli emettevano suoni sgraziati, svolazzando per casa a
loro piacere ed esplodendo in tante scintille rosee.
Clak
Ritak dimostrava la sua abile bravura nel suonare il
violino... Bombo giocava a Shangai con le falangi di Bu...
Tessa
cuciva una sciarpa. Sul suo viso da anziana donna,
traspariva un'aria tranquilla... un'aria ormai rassegnata,
vinta da tutto il male del mondo... stanca, come ogni
espressione delle persone che si avvicinano alla fine...
Beh,
ormai lei l'aveva superata già da un pezzo...
Tutti
ormai lasciavano fare..
ormai non importava più...
Zob
sbuffò per la trecentesima volta quella sera...
macché
sera, si stavano ormai avvicinando le undici....
Jeremy
camminava spedito avanti e indietro per il corridoio, in
attesa di messaggi che non arrivavano.
<<
Ancora niente, eh? >> chiese il Domatore amaro.
<<
No! Ho sentito tuo figlio prima, ha detto che chiamava
quando si sarebbe messo nei guai. >>
<<
Allora non sta succedendo niente. Meglio così. >> <<
Sì ma sai quante volte mi hanno disubbidito! Ormai
non mi fido più. >> << Jeremy, per una
volta, non ci prendere per degli stupidi. >> Zob
sorrise e si alzò per mettere a posto gli scacchi.
Usò
il braccio sinistro.
<<
Ehy... vedo che oggi stai guarendo molto
velocemente...
>> notò Jeremy stupito.
<<
Sì... mi sa che la questo è il momento. La
Bava si è decisa. >>
Lo
piegò e lo fletté, notando con allegria che
l'impiastro blu si stava indurendo e sgretolando... ormai la
giuntura del suo braccio all'avambraccio era completamente
sgombra e lasciava nuda la pelle.
<<
Ahah! Ahahha! >> rideva, mentre si toglieva i residui
di bava grattandoli con le unghie della mano sana.
<<
Ehy ehy aspetta tu! >> mugolò Jeremy ma fu
investito dalle risate di gioia di Zob.
Il
braccio presto fu completamente spogliato della sostanza.
Si
notava chiaramente il segno della sua pelle dove era stata
incisa dal coccio di vetro, la cicatrice sembrava un
millepiedi che si arrampicava dal suo braccio.
Gli
sarebbe rimasta per tutta la vita...
Un'altra
prova per dimostrare la sua forza.
<<
Oh caro... >> gemette Tessa commossa.
<<
Zob essere guarito! Noi dovere festeggiare! >>
annunciò Bombo lanciando via un dito di Bu e
correndogli incontro per abbracciarlo!
<<
Sarà ora di andare ad aiutarli, quegli sciagurati....
ma fai piano, Bombo, sono appena guarito! >>
<<
Sì.... vai, vai. Sono
felice che la tua convalescenza sia finita. >>
<<
Eh? Cosa? Non ho sentito Jerry... >> lo sfotté
Zob mentre si avvicinava al gatto.
<<
Sono felice che tu ti
sia rimesso in sesto...! >>
<<
COOSA? >>
<<
Sono contento che tu sia guarito! >> <<
Ehhh????? >>
<<
OH, INSOMMA! SONO FELICE DI VEDERTI STARE BENE! >>
<<
Ohh finalmente non ti sentivo bene! Parla un po' più
forte! >> esclamò il Domatore.
<<
Grazie, Jeremy. Sai rompere le scatole con abile maestria,
ma lo so che hai il cuore fatto di stracchino! >>
Strinse
il pugno e si tirò giù le maniche della sua
maglia bianca e della sua giacca rossa.
Andò
a cercare i suoi Telepattini e li calzò.
<<
Vado... >> si mise un giacchetto pesante e lasciò
roteare le rotelle dei suoi pattini verso la porta di casa,
che aprì.
<<
Ci vediamo. In gamba eh! >>
Si
teletrasportò fino a sotto le scale del suo giardino
-evitandole- lasciando i coinquilini con espressione
spaurita e ammirata.
Sorrise
e si mise a pattinare tranquillamente per Camustro Street.
Capitolo 20 *** Il Paladino della Pace Universale ***
Capitolo
20
Il
Paladino della Pace Universale
“ Le
indagini sugli strani avvenimenti accaduti a Big Burg quest'anno non
hanno portato a nulla.
Tutti
gli scienziati del mondo sono interessati a questi fenomeni e stanno
lavorando su di essi, ma anche loro senza successo. Persino gli
studiosi del paranormale stanno intervenendo...
Non
si sono mai registrati accaduti simili prima d'ora.
La
strage di Piazza San Maronno rimane dunque un mistero... “
La
giornalista gettò occhiate in giro, poi avvicinò il
microfono alle labbra:
“ Ora
intervisteremo qualche cittadino... “
Si
vide per un attimo lo scorcio di una Piazza San Maronno devastata,
racchiusa da una striscia di plastica rossa e bianca.
Tutti
intorno a quella specie di recinto una calca di persone
schiamazzanti, la maggior parte ragazzi.
Un
gruppetto di adolescenti ( tutti maschi) notando la giornalista, le
si avvicinarono.
“ Vediamo
se... questi... ehm, gentili ragazzi possono dirci la loro su queste
vicende... “
La
donna era in evidente difficoltà.
Allungò
il microfono verso un ragazzino obeso, che con aria trasognata disse:
“ Tutto
questo è un sogno... non può essere vero... io sto
dormendo, lo so, se c'è qualcuno che è sveglio mi può
dare un pizzicotto, per favore? “
La
giornalista e il cameraman si scambiarono un'occhiata persa.
“ Posso
parlare io? “ Chiese un altro ragazzetto, basso e con gli
occhialoni.
“No..
qua ci sono in gioco gli alieni! Loro ci stanno attaccando! Come
nell'ultimo livello di Alien Space War 3! Io sto aspettando ancora il
Paladino della Pace Universale, che verrà a salvarci, a
cavallo della sua fidata Pian... “
Un
membro della combriccola gli strappò in malo modo il microfono
di mano e sbraitò:
“ STUPIDI!
Siete degli stupidi! Ma non capite che è il Governo
a
farci questi scherzi per impaurirci e intanto aumentarci le tasse per
“riparare” i presunti danni? Eh??? Non ve ne siete
accorti eh??! è Tutta una cosa combinata! Ed io non... “
<<
Baaaaahh!! Che stupidaggini! >> sbottò Jeremy, il pelo
rizzo dalla rabbia.
<<
State tranquilli, conosco questo labirinto come le mie tasche.
Però...
state attenti. Ci sono insidie ovunque! State ben attaccati e
sopratutto guardate bene dove mettete i piedi! >>
Annunciò
Lorrence con voce allegra, accarezzando le foglie del labirinto.
Zick
si avvicinò all'amico e gli mise la mano sulla spalla.
<<
Ehm... Lorry? Che tipo di... insidie? >>
<<
Mah... direi di tutto... piante stregate,
laghetti acidi, animaletti un pochetto fastidiosi... dipende che
strade prendiamo... >>
Il
resto del gruppo fremette.
Teddy
si arrestò.
<<
Ma come fai ad essere così tranquillo?! Ci stai mandando a
morire e tu... fai finta di niente e sorridi come se stessi per
andare al tuo compleanno? Tu sei PAZZO! Io me ne ritorno A CASA! >>
Il
sorriso di Lorrence si affievolì.
<<
Mantenendomi calmo e sereno di mia volontà non lascio che la
paura e la rabbia mi avvolgano... sopratutto in situazioni come
queste, dove le emozioni malevoli non sono d'aiuto... Ma potresti
smetterla di gridare e rimanere con noi? Perché... >>
<<
NO! >>
E
prima che tutti potessero dire qualcosa, dietro di Teddy si stagliò
un'ombra più nera del nero.
Il
ragazzo, stranito dall'improvviso mutismo dei compagni, ma sopratutto
dalle loro espressioni terrorizzate, balbettò:
<<
Ci dev'essere qualcosa di mostruoso dietro di me, vero? >>
La
creatura emise un suono acuto che lacerò il silenzio.
I
Telepattini atterrarono con tanta violenza che sgusciarono in avanti,
facendo cadere il Domatore sulle natiche.
<<
Ahi. >> bofonchiò, massaggiandosele.
Inondò
la mano di Potere Dom e rischiarò l'ambiente circostante.
Si
trovava in una specie di giardino. Tutto era molto freddo e umido:
accanto a lui una fontana di mattoni neri, accerchiata da delle siepi
folte ed intricate.
La
piazzetta era circolare e l'acqua zampillante faceva un suono...
grave e minaccioso.
“
Ma
dove sono finito? “
Zob
si alzò, reggendosi al bordo della fontana.
Oh
il suo braccio era decisamente guarito.
“ Sembra
una specie... di labirinto! “
Pattinò
un po' intorno ( doveva fare attenzione, il pavimento era molto
sdrucciolevole).
Si
appoggiò a un muretto e cercò di contattare Zick...
Ma
niente. Suo figlio non gli rispondeva. Poté però
sentire i suoi pensieri... paura, agitazione, desiderio di salvarsi.
Provò
disperatamente a contattare gli altri, ma ebbe lo stesso risultato...
“ Oddio...
sono nei guai... e adesso? “ Si
mise la mano sulla faccia.
Girò
la testa verso le siepi. Si intravedevano le entrate per tante vie...
ma quale scegliere?
Improvvisamente
una cosa sferoidale schizzò davanti ai suoi occhi.
A
Zob parve di sentire una risatina.
Si
mise in posizione d'attacco, il potere sfavillante nelle mani.
Certo
che però.. sarebbe stato difficile muoversi, con quei
maledetti Telepattini!
Si
guardò intorno, ma non vide niente...
Poi
la cosa schizzò di nuovo davanti a lui!
“Mi
stai facendo arrabbiare, quella creatura.
Devo
essere più svelto, la prossima volta.. appena lo vedo.. ZAC!
Gli sparo un raggio... “
Rieccolo.
Il
raggio Dom lo mancò, ma la stramba presenza cambiò
direzione... e diresse velocissima verso il Domatore.
Zob
eresse uno scudo d'energia davanti a lui, ma
incredibilmente... l'esserino riuscì a oltrepassarlo e a
andargli addosso.
“
Ma...
cos'è?! È un Girti... con le zanne??? “
Il
Girti apriva e chiudeva la bocca meccanicamente, provando a mordergli
il naso: Zob lo teneva con le mani e cercava di mandarlo via dalla
sua faccia.
<<
È inutile, Domatore! Arrenditi! I tuoi amichetti stanno
passando un serio pericolo! >>
Strillò
la creaturina.
Zobedja
non aveva tempo di stupirsi se quel Girti riusciva pure a parlare,
doveva toglierselo di mezzo!
Sparò
due getti dalle mani e il mostriciattolo si catapultò
all'indietro.
Zob,
veloce come una scheggia, iniziò a pattinare e a seguire gli
spostamenti della creaturina.
Un'impresa
abbastanza ardua pattinare velocissimamente sul bagnato, guardare
dove andava quel rompiscatole di Girti, cercare di illuminare tutta
la piazzetta e tentare di prendere il Dom Box dalla tasca tutto nello
stesso momento, ma che altro poteva fare?
Il
Girti schizzava in aria, ridacchiando e prendendo in giro Zob.
<<
Tanto non mi preeendi... Sei un Domatore scarso, sai? Non sai nemmeno
inscatolare un innocuo Girtino... la vecchiaia fa male, eh? >>
Si
muoveva a zig zag, impedendo a Zob di prendere la mira.
<<
Ora hai rotto! >>
<<
PRRRRRRRRRRRRR! >>
Il
mostro curvò a destra e fu vicinissimo alla gamba del
Domatore, pronto a mordergliela... ma Zob, lesto, mosse la gamba e
gli diede una bella telepattinata in bocca, spaccandogli tutti i
denti e tramortendolo.
Il
Girti finì per terra... intanto Zob, accorgendosi che la gamba
con cui aveva calciato il mostriciattolo era ancora in aria e che
stava andando in avanti a 100 all'ora, cercò di arrestarsi. Ma
troppo tardi: si diresse verso la fontana e vi si buttò
dentro.
Com'era
gelida! Il Domatore si sentì un autentico pollo, ma almeno era
riuscito a fermare il Girti, che era ancora a terra, svenuto.
Uscì
dalla fontana ( brrr!!) e pattinò verso la creatura.
<<
Mi avrai fatto fare un bel bagno, ma ti ho preso. >>
Prese
il Dom Box e il Girti venne risucchiato al suo interno.
<<
Mi sembra che sia un sì. >>
Detto
fatto, Teddy iniziò a pattinare come non aveva mai fatto.
Non
che gli altri stettero lì fermi a guardare!
Il
mostro era orrendo, ed aveva la forma di una specie di insetto:
la
testa tonda e con tenaglie scarlatte, il corpo lungo e scuro, pieno
di “ zampette” lunghe due metri.
Sulla
parte terminale del corpo, una spina aguzza e, sotto l'addome, una
bizzarra peluria bianca.
Gli
occhi erano quattro e rossi come rubini infuocati.
<<
Ora quel mostro conoscerà il mio Dom Box!>> urlò
Trengingigan.
<<
No! Il Pacius non si può inscatolare! Ha un sigillo magico! >>
Avvertì
Lorrence.
<<
E come si ammazza?! >> Il prode Gingi era un po' in difficoltà.
<<
Vedi quel pelo sotto il popò? Bisogna tagliarlo! È il
suo punto debole! Ma dobbiamo aiutarti! >>
<<
NO! ME NE OCCUPO IO! SCAPPATE! >>
Lorrence
guardò ammirato il mostro rosa, ma
Greta
lo prese per la collottola e lo esortò a correre via.
Timothy
era il più veloce di tutti: la sua agilità felina lo
aiutava in quelle situazioni.
<<
Avanti!! >> incitò, illuminando la strada coi suoi
occhi.
<<
Ah sì, eh? Che ti credi di essere, brutto insetto schifoso? >>
Trengingigan
balzò in aria e si si arrampicò su una siepe.
Per
fortuna, gli occhi del mostro emanavano luce: rossa e inquietante, ma
sempre luce.
<<
Ehi tu! Vieni quii! >> Il Gingi cercò di attirare
l'attenzione
del
Pacius, scuotendo i tentacoli.
Quando
l'insettone, adirato, scattò verso di lui per serrarlo nelle
sue tenaglie, il fiero Inscatolatore gli lanciò addosso una
bomba fumogena.
Il
Pacius non vide più niente, ma Trengingigan gli balzò
sulla schiena. Corse verso la coda e si aggrappò allo Spunzone
aguzzo, per aiutarsi a scendere, ma la creatura si mise a scuotere la
coda per toglierselo di mezzo!
Trengingigan
doveva tenersi bello stretto per non cadere, ma doveva riuscire
assolutamente a tagliare quei dannati peli.
Vide
una cordicella davanti a sé. Ma certo!
Il
suo paracadute!
Lasciò
andare la presa e la tirò.
La
bomba fumogena stava perdendo effetto e ben presto il Pacius avrebbe
ricominciato a vedere...
Il
paracadute era abbastanza efficace quanto per non fargli fare male:
atterrò velocemente a terra, se lo levò di dosso con
uno strattone e corse verso la peluria, scansando la coda con un
balzo...
Cacciò
fuori il coltello.
ZAC!
I
Domatori, le due umane, il Tutore Stellato e il Gorka Bianco udirono
un lungo lamento risonare nel Labirinto.
Si
fermarono.
Il
sorriso di Lorrence si fece più ampio.
<<
Trengingigan ce l'ha fatta. >>
<<
Sììììì!!! Ehhhhh!! Evviva! >>
festeggiarono tutti, ma per pochi secondi perché dovettero
riprendere fiato, dopo tutta quella corsa sfrenata!
Elena
era distrutta e si era accasciata a terra ansimante.
<<
Ev-viva... p-possiamo riposar-ci un po'? Per-f-favore... >>
Il
ragazzo dai capelli biondo platino le si avvicinò.
<<
Va bene Elena, ma dovremo rimetterci in cammino... Kremshin deve
essere fermato, ricordi? >>
Lorrence
non era per niente stanco ed osservò benevolo i suoi amici,
felice come una Pasqua del fatto che fossero salvi.
Ma
avvertiva qualcosa...
<<
Si sta avvicinando... >>
<<
Chi?! >> chiese Lay, boccheggiante.
<<
Oh, nessuno di pericoloso...>>
Si
girò verso Greta e Zick.
<<
...Potrebbe essere Zobedja. Sento che ha del Potere Dom... >>
Greta
esclamò, stupita:
<<
Zob? Ma lui è a casa! Non poteva venire qui! Non può!
Io gliel'ho ordinato. >>
Tutti
si misero a ridere.
<<
AH AH AAAAH! >>
Tuonò
improvvisamente una voce.
La
nostra eroica compagnia si girò, esterrefatta.
Trengingigan
cavalcava il Pacius, che ora sembrava una docile creaturina.
I
peli sul didietro erano stati tagliati e il Gingi li aveva usati a
mo' di redini.
Il
mostro fu acclamato, glorioso, poi esortò:
<<
Avanti! Salite e andiamo a dare un bel calcio nel deretano a quel
Gorka Nero! >>
Era
da un po' che Zob vagava per il Labirinto: non sapeva da che parte
andare e si sentiva un po' perso. Ed aveva freddo... l'acquagli
si era appiccicata addosso in modo insopportabile. Tremava. Per
fortuna l'energia Dom che emanava da tutti i pori lo riscaldava un
po'...
“
Devo cercare di
ricontattare Zick e gli altri... ma... come mi sentirò se non
mi rispondono? “
Represse
quell'angosciante pensiero negli angoli più remoti della sua
mente e attivò il Contatto Telepatico.
“ Zick...?
Sono papà... Riesci a sentirmi? Sono qui nel
Labirinto!
“
Attese
una risposta, e sentì con piacere che ora Zick era tranquillo
e felice...
“ Papà?”
“ Sì
Zick sono io! Dove sei? “
Zick
sorrise.
“Non
ci crederai mai... ma ora lancia in aria una palla d'energia, così
potremo venire a prenderti! “
Tutti
alzarono la testa. La sfera celeste si librò in aria,
illuminando tutto il labirinto. Non era molto lontana.
<<
Ragazzi.... SI VOLA! TENETEVI FORTEEE!!
>>
Il
Pacius si allungò verso l'alto sempre di più, sempre di
più... mentre sul dorso si spiegavano enormi ali diafane.
<<
È stata dura. >> raccontò il Domatore.
<<
Il Girti non me lo sarei aspettato proprio... però alla fine
l'ho sistemato. >>
Accarezzò
il Dom Box.
<<
Bene! Benissimo! Ora che il gruppo è al completo, possiamo
andare. La fine del Labirinto è laggiù, ed è lì
che è nascosto Kremshin. >> Annunciò Lorrence
contento.
<<
E come fai tu a saperlo? >> chiese Teddy, sempre diffidente.
<<
Lo sento. >>
Kremshin
non avrebbe mai pensato di sentirsi così debole e vulnerabile.
Lui era la creatura più spietata che il mondo avesse mai
conosciuto, lui era la Voce, il Male.
E
ora si ritrovava a scappare da quei... tsk, Domatori...
Dietro
di lui di innalzava la pietra, davanti un intrico di siepi e
viottoli. Doveva per forza entrare nel labirinto per riuscire a
salvarsi.
Il
suo servo l'aveva tradito. Quello stupido ragazzino... l'avrebbe
pagata cara.
E
non riusciva più a mettersi in contatto con nessuno, perché
gli faceva spendere troppe energie.
Chissà
se il Girti era ancora vivo...
Kremshin
sperò con tutto se stesso che avesse staccato le gambe a morsi
a quei maledetti Domatori.
In
quel momento non era più l'essere invincibile che si credeva
di essere... Trasformarsi davanti a quella ragazzina era stato uno
sbaglio. Sì, aveva torto. Kremshin non aveva mai
provato quella sensazione: o meglio, non aveva ancora imparato ad
accettarla.
Ma
era così bello, vederla urlare soffrire...
Non
poteva ritornare alla “ forma” di Voce. Peccato... ma se
l'avesse fatto, sarebbe morto. Quel bimbetto, sparandogli un raggio,
gli aveva tolto grandi energie e potere...
Il
suo corpo era goffo e sarebbe stato facile perdere la vita...
Doveva
escogitare un modo per scappare. No anzi, prima doveva uccidere i
Domatori e i loro amichetti nel modo più orribile, poi avrebbe
pensato a nascondersi.
Ma
fu il suo sadismo la sua condanna.
Alzò
le braccia e urlò:
<<
Creatura che vive nelle fogne, ti ordino di mostrarti a me e
servirvi! >>
Il
muro in marmo si spaccò in diversi punti, dai quali uscirono
dei lunghi steli.
Greta,
attenta a non cadere di sotto, gattonò verso suo marito, che
sedeva vicino a Zick. Accanto a quest'ultimo, Elena.
<<
Ora, come avevo promesso, ti spacco la schiena. >>
Mosse
la mano verso quella di Zob.
<<
Da quando una pacca affettuosa è sinonimo di “ Ora ti
spacco la schiena?” Sorrise lui.
<<
Da adesso. >>
Greta
si sedette vicino a lui e suo figlio.
<<
I miei ometti >> gongolò lei.
<<
Non avreste mai scommesso che un giorno avreste viaggiato sul dorso
di questo insettone, eh? >> continuò la Rifugiatrice,
contenta.
<<
Insettone? >> Sospirò Zob << Gli insetti
hanno sei zampe, gli aracnidi otto e quelli che ne hanno di più
si chiamano miriapodi, ma i miriapodi non hanno le ali quindi
non capisco se... >>
<<
E piantala per una buona volta con tutta questa scienza! >>
Sbottò
Greta, e Zick ed Elena si misero a ridere.
Improvvisamente
si udì un rumore.
<<
Che cos'è? >> gemette Lay, avvinghiandosi ancor di più
al povero Teddy.
<<
QUELLA! >>
Lorrence
indicò una creatura fatta a lunghi filamenti che s'innalzava
sopra il labirinto, lontano.
Il
Pacius si stava innervosendo: Trengingigan dovette stringere di più
le redini per riuscire a farlo star fermo.
<<
La Pianta Digerente. >> mormorò Zick.
<<
L'ha stregata Kremshin! Non l'avevo calcolato questo... beh diciamo
che la userà come diversivo mentre lui scapperà
attraverso il labirinto. >> Disse Lorry calmo.
<<
Bene, perfetto! >> sbottò Tadduja, seccato.
<<
ATTENTI! >> La Pianta Digerente allungò uno dei suoi
lunghi fusti verso il Pacius, provando a morderlo.
Trengingigan
virò a sinistra e tutti si tennero forte; le cinque teste
inseguirono il mostro alato, aprendo e chiudendo le fauci.
<<
Se riusciamo ad intrecciare le sue teste forse riusciremo a renderla
inoffensiva! Ma voi dovete scendere da qui! >>
<<
E come? >>
<<
Create uno scudo d'energia Dom e buttatevi di sotto! >> urlò
Timothy.
Zick
abbracciò Elena e si lanciò nel vuoto.
L'atterraggio
non fu dei migliori, ma almeno non si fecero niente. I membri del
gruppo erano caduti in vie differenti, ma comunque erano molto
vicini.
<<
Lui è nei dintorni. >> Disse il Gorka Bianco ad alta
voce.
<<
Dovremo creare una strategia. Io vi indicherò con la mente le
strade che voi dovrete prendere e accerchieremo Kremshin. Io saprò
dove andare. Correte! Anzi, pattinate! Quest'area del labirinto è
tranquilla e Krem è lento! Andate! >>
Elena
lanciò un'ultima occhiata all'amico, ma venne trascinata via
da Zick.
Per
Lorrence, comandare dodici persone contemporaneamente era un grande
sforzo mentale. Non aveva mai provato ad usarli, ma sapeva che dentro
di lui c'erano sempre stati grandi poteri magici.
Ma
ci stava riuscendo bene. Per un buon fine.
Il
mondo avrebbe riacquistato la serenità e lui sarebbe stato
libero di vivere la sua vita.
Finalmente,
stava decidendo per sé.
Corse
veloce in avanti, annusando nell'aria l'odore del potere di Kremshin.
Sapeva esattamente dove andare.
Sentiva
la sua paura.
Ora
era vicinissimo.
Girò
a destra e lo vide corricchiare con affanno.
<<
Kremshin. >>
Il
Gorka Nero si arrestò.
<<
Tu, piccolo lurido di un Gorka Bianco! >>
Girò
la sua orrenda faccia verso il ragazzino.
Nelle
sue zampette rachitiche si materializzarono delle palline, che lanciò
verso il ragazzo.
Intanto,
Lorrence stava conducendo Kremshin nel centro del labirinto... un
grande piazzale dove portavano tutte le strade.
Le
palline si trasformarono in mille lame argentee.
Sibilarono
in aria e si conficcarono nel corpo di Lorrence.
<<
Ah! Aha! Tu non sei niente. Niente! Tu... >>
Ma
Kremshin era così stupito.
Lorrence
camminava ancora in avanti. Incurante delle lame e del sangue che
sgorgava dalle ferite, copioso, insensibile al dolore.
Con
un determinazione negli occhi che “ suo padre” non
aveva e non avrebbe mai più visto.
Le
lame stavano sgusciando via dalle ferite, e cadevano a terra.
Il
sangue ritornò dentro i tagli, e le ferite si richiusero.
<<
Hai paura adesso? >> Chiese Lorrence, pacato.
Kremshin
non aveva parole. Indietreggiò.
<<
Tu... MUORI! >>
“ Ora.”
Tanti,
piccoli occhi rossi brillarono nel buio.
I
Domatori uscirono dai cunicoli e stesero il braccio verso Kremshin.
Era
in trappola, e vi ci si era messo da solo.
Una
grande luce azzurra rischiarò l'enorme grotta sotterranea.
La
Voce si era finalmente zittita.
<<
Ehi tu! Calmati! >>
La
Pianta Digerente, con gran sorpresa di Trengingigan, eseguì il
suo ordine.
Le
varie teste si guardarono in modo stralunato.
<<
Stavamo strisciando per la Metropolitana quando ci siamo ritrovate
qui! >> Disse una.
<<
Che strano! Ma che ci è successo? >> Domandò
un'altra.
<<
Non è tempo per le domande, belle ragazze! Che ne direste di
darci un passaggio... di sopra? Il mio carissimo Pacius è un
po' stanchino... vero, Paci? >>
Il
Gingi gli diede delle pacche sul dorso, e lui brontolò.
Era
ormai molto tardi, ma Piazza San Maronno era oggetto di visite da
tutto il mondo ormai ( sia dal punto di vista religioso che
paranormale ).
Il
piccolo Timmy, giovane nerd appassionato di videogiochi di
ruolo, era ancora convinto che in quelli strani avvenimenti accaduti
a Big Burg fossero frutto degli alieni: come nel suo amato videogioco
Alien Space War 3, dove gli extraterrestri attaccano la terra proprio
in quel modo.
Aveva
undici anni e sembrava molto più piccolo per la sua età.
Era
bassino e gracile, e aveva un animo gentile e fantasioso.
Non
come Ford e Soup: l'uno era un demente e l'altro un vile e
maleducato, ma debole.
Li
aveva conosciuti proprio lì a Piazza San Maronno, discutendo
degli eventi di Big Burg.
La
sua parola era stata subito presa in giro, ma lui ci credeva
fermamente.
<<
Ehi, ragazzi! Scommetto 50 bigliettoni che questa notte il Paladino
della Pace Universale verrà qui! >>
Sorrise
trotterellando verso i due.
<<
Tu sei pazzo. 50 bigliettoni? E dovi li vai a prendere? >>
Sputacchiò
Soup.
<<
Io ti dico che ce li ho. Scommettiamo? >>
Ford
e Soup si guardarono con noncuranza.
<<
Ok, ma non fare scherzi, moccioso.... aaaah! >>
Quelle
inaspettate vibrazioni del terreno fecero cadere tutti i turisti e
non, scatenando il panico generale.
<<
Un terremoto! >> strillò Ford cercando di ripararsi (?)
con le manone.
<<
È l'apocalisse! È il volere di Dio! >>
Esclamarono delle giovani aspiranti suore, anche loro incuriosite dai
fenomeni.
Dopodiché
si misero a pregare.
Le
scosse cessarono.
Molta
gente si alzò e scappò via, ma i più curiosi
rimasero lì a vedere cosa sarebbe successo.
Dei
ragazzi in prima fila urlarono:
<<
Guardate! Il pavimento si sta incrinando! In molte parti! >>
E
non solo incrinando, si stava pure alzando.
Solo
pochissimi ora restarono a guardare.
<<
È come la guerra dei mondi! Ora verranno i Tripodi ad
ucciderci tutti! >> Urlò Soup terrorizzato.
Dalle
crepe uscirono le teste di un'enorme pianta... si innalzarono
altissime, e poi sorrisero alla folla:
<<
Buonasera, come va? >>
Solo
Timmy non urlava e non era minimamente spaventato.
Allungò
la mano verso il cielo.
Sulla
testa più alta era in piedi una figura fiera e possente, che
scherniva tutti con la sua maestosità. I tentacoli del
Paladino della Pace Universale ondeggiavano al vento, impavidi. La
sua Pianta Zurgakiana sempre al suo servizio, illuminata dai flesh
delle macchine fotografiche del gruppetto di cinesi.
<<
Mi sa tanto che mi devi 50 bigliettoni. >>
ridacchiò
Timmy ad un Soup che rischiava un infarto.
Tadàààn!
E rieccomi su EFP! ( finalmente N. d. Voi)
Perdonatemi.
Ve lo chiedo in ginocchio. Questa sfigatissima Fanfic ha attraversato
un periodaccio durissimo nell'ultima parte ( avrete notato quanto ero
diventata crudele e dark O_O''').
Non
avevo voglia di scrivere. Non sapevo perché. Ero molto
triste...
Anche
quegli stupidi esami...
Sono
passata con 9, ma mi hanno rubato un sacco di tempo...
Ora
sono “ guarita” e mi sono decisa a scrivere il 20 perché
continuare così era impossibile!
Un
grazie a chi ha recensito!
Jessica_Hale:
Sì, Teddy con Lay! Muauaha! XD Sono felice che la storia ti
piaccia ^_^
kikka97:
Grazie e ancora grazie, sono molto felice e onorata di questi
complimenti! ( immeritati ^^'')
E
grazie anche a Whivel, che ha messo la storia tra le preferite! Spero
che ora non sia più troppo “ dal punto di vista
femminile” ^_^
Mi
auguro che vi sia piaciuto :D
Riguardo
il combattimento con la Pianta Digerente stregata, mi sono un po'
ispirata ad Hercules che combatte l'Idra...
e
per il Pacius...
avete
visto Arthur e il popolo dei Minimei? Ecco per il Pacius ho preso
spunto dal Pacimollo ( guardatelo per capire xD)
RECENSITE
E CRITICATE! ( no non siete costretti xD)
Non
è finita qui.... eheheheh >:)
Al
21! ( che sarà l'ultimo capitolo, mi dispiace! ç__ç)
La
bambina correva felice, gli occhi sprizzanti di chi nella vita si
accontenta solo di un giocattolo o una carezza... sorrideva,
mostrando i dentini bianchi e irregolari...
I
lunghi capelli che ondeggiavano ad ogni suo passo, le mani tese in
avanti, desiderose d'affetto.
La
donna la prese in braccio e le fece dei buffetti sul naso... la
toccava come se fosse fatta di porcellana, come se potesse
sgretolarsi sotto le sue dita... o scomparire.
<<
Mamma? >> chiamò la piccola.
Il
suo faccino pallido ora esprimeva dubbio e curiosità.
<<
Sì? >> La donna la sistemò per bene sulle sue
ginocchia, in modo che la potesse vedere negli occhi.
<<
I tuoi capelli hanno il colore del tramonto. >>
Alla
mamma venne voglia di ridere. Ma sentì che, se avesse riso,
sarebbe stato come se non avesse preso sul serio le parole della
bambina... come se la prendesse in giro.
<<
È stato lui a regalarti il colore? È stato il tramonto?
>>
La
bimba socchiuse i grandi occhi neri.
La
madre la sollevò e si avviò verso la finestra.
<<
Guarda. Fra poco questo bellissimo tramonto finirà. Ma sta'
ben attenta, Zisha: osserva il colore del cielo quando non sarà
né tramonto, né notte, allora chiamami. Poi dimmi se ti
ricorda qualcosa, eh! >>
Zisha
appoggiò il nasino contro il vetro e aspettò.
Si
era sempre stupita di come il sole fosse veloce a cadere nel mare,
non faceva in tempo a chiamare papà per farglielo vedere
che lui era già sommerso.
E,
allora, Zisha commetteva sempre l'errore di andarsene.
Questa
volta invece il disco solare era decisamente pigro.
La
piccola Domatrice pensò che lo stesse facendo apposta per fare
un dispetto a lei, e cominciò a fargli le pernacchie.
Sua
madre era in cucina a preparare la pizza. Le sarebbe piaciuto
assistere alla metamorfosi del cielo insieme alla figlia, ma doveva
finire di preparare la cena al più presto. Gli ospiti potevano
arrivare a momenti!
Zisha
era affascinata da quello che stava per accadere, ma era
inevitabilmente impaziente.
L'ansia
e la voglia di sapere tutto al più presto, tipica dei
bambini...
Mise
il ditino “ sopra il sole” e cominciò a
strusciarlo per spingerlo giù più velocemente.
Ormai
si era quasi eclissato sotto l'orizzonte, accerchiato da un'aura
arancione e gialla. Le nuvole rosa acceso svolazzavano lì
intorno beate, mentre il cielo più lontano si faceva violaceo.
Il
sole scomparse.
Il
cuore di Zisha cominciò a battere all'impazzata.
<<
Mamma, è andato giù! >> annunciò,
saltellando.
La
donna alzò la testa. Le labbra piene di farina e sulla guancia
appiccicata una fetta di pomodoro.
<<
Ahah, mamma, ma sei sporca! >> rise la bimba, poi girò
fulminea la testa verso la finestra.
Il
cielo si stava facendo scuro...
Delle
minuscole lucine cominciarono a spuntare nella volta celeste...
stelle, pianeti, mondi lontani...
Zisha
spinse la testa più avanti, e una ciocca di capelli andò
vicino alla finestra.
Non
aveva mai visto la metamorfosi del cielo, e quello spettacolo la
affascinava tanto.
Abbassò
gli occhi per prendere la ciocca e scostarla via, ma quando la vide
si accorse che i suoi capelli erano dello stesso colore di quel cielo
magico.
Zisha
spalancò gli occhioni neri e si mise a giochicchiare coi suoi
capelli, premendoli contro il vetro della finestra, incredula.
<<
Mamma! Mamma! Sono dello stesso colore del cielo! Vieni a vedere! >>
La piccola sorrideva e saltellava, eccitata.
Elena
si pulì le mani dalla pasta appiccicosa e si inginocchiò
accanto alla figlia.
<<
Hai visto, Zisha? I tuoi capelli hanno quel meraviglioso colore del
cielo al crepuscolo. >>
Le
accarezzò la testa.
La
bambina si girò verso di lei con sguardo improvvisamente
triste.
<<
Perché quando vado a scuola i bambini mi dicono cose brutte?
Perché mi dicono che ho i capelli strani? Perché gli
altri bambini non hanno i capelli come me, papà e nonno? >>
Elena
sospirò e la strinse a sé.
<<
Perché tu sei speciale, bambina mia. Perché sei
speciale. >>
Uovo.
Zisha
ed Elena finirono insieme di preparare la pizza.
La
bambina stava ancora pensando a quella frase...
“Perché
tu sei speciale, bambina mia. Perché sei speciale.”
Diiin
Dooon!
La
donna si staccò dai pomelli del forno e corse verso il
citofono.
<<
Penso proprio che siano loro, ma non si sa mai... chi c'è? >>
<<
Nessuno! >>
Rispose una voce maschile.
Elena
ridacchiò.
<<
Ok vi apro il cancello... >>
CLACK!
Uovo
Zisha
corse incontro alla sua famiglia e agli altri invitati, che stavano
salendo le scale per arrivare al piano di sopra.
Di
solito mangiavano nel soggiorno di sotto; ma quella sera avrebbero
cenato sul tavolo fuori, sul balcone.
Villa
Zick dava su una spettacolare vista sul mare, e inoltre era davvero
un'ottima casa. Grande, con un bel giardino, e godibile per...nove
inquilini.
Le
pareti erano allestite da teli esotici e cianfrusaglie etniche di
ogni tipo, che i padroni di casa avevano racimolato nei loro
viaggi...
<<
Ehi Pout Pourri! Piantala di strusciarti contro di me! >>
Zisha
cercò di togliersi di dosso il grosso gatto grigio, ma senza
successo. Il felino continuava a miagolare e a fare le fusa, lezioso.
<<
Ma povero Pupurrì! Lascialo in pace cattiva! >>
Lo difese un bambino dai capelli arancio e le lentiggini, agguantando
il povero gatto e strapazzandolo di coccole.
<<
Che fratello rompiscatole! E mollalo lo stai strozzando! >>
Due
uomini dai capelli blu stavano osservando la scena, in disparte.
Quello più giovane sembrava un po' preoccupato, mentre l'altro
era sereno.
<<
Avete fatto due splendidi bambini, sai? >>
Zick
abbassò il capo, contrito.
<<
Lo so, però... tu dici che cresceranno bene? A volte mi
vengono in mente grandi dubbi... sopratutto per Zisha. Per certe
cose, è molto matura per avere solo otto anni. E poi è
una Domatrice. Dovrà affrontare seri pericoli nella sua vita e
a scuola i bambini la prendono in giro per i capelli e perché
non è come gli altri... poi Elian... non ha nessun potere, a
parte la Vista, e... >>
Fece
una pausa e guardò dolcemente il bimbo.
<<
È un bambino tanto dolce, ma insicuro. Ha solo quattro anni,
ed ha il desiderio di spiccare... molto spesso mi chiede “
Papà papà perché io non sono come te, Zisha e
nonno? Ho qualche cosa che non va? Sono malato? “ E non
vuole capire che è speciale così com'è e che
deve accettarsi e non sentirsi inferiore... spesso Zisha lo prende in
giro... e si mortifica. >>
<<
Mi dispiace per lui. Vedrai che crescendo capirà... del resto
come faremmo noi due senza Greta e Elena, anche se sono
“ semplici”
umane? >>
Zob
abbassò o sguardo e si mise a fissare il pavimento con aria
assorta.
<<
Eh già... del resto, poi, c'è anche tua s... >>
<<
AHHHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!! >>
I
due uomini schizzarono in avanti col sederino arroventato e si
girarono.
Greta
e Elena si soffiarono la mano, l'arma del delitto, e fissarono i
mariti con malizia.
<<
A tavola, cari. >>
Zob
e Zick, non ancora ripresi, esclamarono:
<<
Ma cavolo! Lo sculaccione potevate evitarlo! Ci ha fatto molto male!
>>
<<
Ooooohhh.... poverini... non sapevamo che aveste il culetto così
delicato... >>
Presero
i mariti a braccetto e si avviarono verso la tavola.
La
cena andò avanti a risate, spassosissime battute di Barz ( il
mostro Aha che aveva deciso di unirsi alla famiglia) e tonnellate di
ottima pizza.
Tra
gli invitati c'erano i genitori di Elena e Zick, i gemelli, Lorrence
e Rebecca e...
<<
Fratellone, esigo un dolce. >>
Disse
una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi.
<<
Calmati, sgorbia. Se li vuoi, alza le chapettes e vatti a preparare
le ciambelline. >>
<<
Antipatico. >>
Serena
Zick era la copia sputata di Greta, fisicamente parlando.
Purtroppo,
aveva ereditato il caratteraccio difficile e inaccontentabile di suo
nonno, Ezeria. E non aveva poteri Dom.
<<
Papà ma non ti sembra un pochino ingrassata la mia sorellona?
>> Chiese Violet ridacchiando insieme alla cugina.
Zick e
Harvey sbiancarono.
<<
Oh sì è vero! >> Annuirono tutti ( inclusa Elena
che aveva capito il gioco). Ovviamente Zick e quel pollo di Harvey
non capivano che stesse succedendo.
<<
L-la mia povera bambina... >> Mugulò Harvey.
<<
Io non vedo nessuna differenza! >> Obiettò Zick
inquieto, fissando la pancia di Elena.
La
guardò negli occhi.
<<
Elena... ? >> Lei non disse nulla.
<<
E il bambino? >>
<<
Quale bambino, Lorrence?! >> Chiese Zick nervoso.
<<
Il vostro terzo bambino! Quello di cui Elena è incinta! >>
<<
Insomma, a quando i fiocchetti sulla porta? >>
<<
Lorrence! >>
<<
E dai... lasciala un po' respirare quel bocciolo di rosa che ti
ritrovi come mogliettina... farle sfornare figli a tutto spiano,
poverina... certo che ti sei dato da fare, eh? >> Continuò
il biondo.
<<
Ma qui non c'è nessun bambino! >>
<<
Se se certo... >>
<<
Però ti sei dato da fare anche se non è effettivamente
incinta!
>>
<<
Fratellone.... maniaco... >> borbottò Serena.
<<
Chi hai chiamato maniaco?! >>
<<
Mi sa proprio tu! >>
<<
Ma che mi dici di te Lorry? Cos'è quel ringonfiamento lì?
>>
Indicò
la pancia di Rebecca.
Lorrence
fece una faccia spensierata.
<<
Boh.. sarà grassa, ma che ne so... o lo Spirito Santo... >>
<<
COOOOSA???!! >>
<<
Niente tesoro >> sorrise.
<< Oh ma che bello!
Anche io voglio un bambino! >>
<<
Io pure! >>
Trillarono
i gemelli Patata.
Harvey
si girò di scatto verso Violet.
<<
TU NO. >>
<<
Ma papà! >> Cercò di protestare la ragazza.
<<
Per la tua cicogna è troppo presto piccola mia. >>
borbottò Harvey.
Charlie
guardò il padre sconvolto, poi si diede una pacca sulla
fronte.
<<
Oddio papà! Ma pensi che noi crediamo ancora a queste storie?
Quelle della cicogna e dei bambini nati sotto i cavoli? >>
<<
È sempre meglio che credere a questa follia... >>
Lanciò
un'occhiata seccata a Bombolo ( ora faceva quasi ridere chiamarlo
così, visto che era diventato un colosso - e anche i suoi
peti- ) , che giocava col gatto nell'altra stanza e all'Aha, che si
erano fatti visibili.
Per
Harvey fu un brutto colpo quando sua figlia e Zick, dopo la luro luna
di miele, rivelarono a lui, Julie a ai gemelli l'esistenza dei
mostri. Charlie e Violet ne furono entusiasti, mentre
Julie
era rimasta profondamente perplessa e colpita, certo, ma a poco a
poco si adattò.
Harvey...
beh.
Improvvisamente si sentirono
strambi rumori di ferraglia inceppata provenienti dal bagno.
<<
Scusate >> Elena si alzò << Ma penso che sia la
lavatrice... fa le bizze in quest'ultimo periodo... >>
Si
diresse verso il bagno.
<<
Boh, spero che non sia nulla di grave. >> Borbottò Zick
poggiando la forchetta.
SBEEEEEEENG!
Elena
si soffiò la mano e vide con piacere che la lavatrice ora non
faceva più quei rumoracci.
<<
A volte le sberle sono più potenti delle parole! >>
Esclamò soddisfatta. Girò lo sguardo e vide una pila
gigantesca di vestiti ammucchiati lì in un angolo. Oh, quelli!
Elena li doveva mettere in lavatrice già da un po', ma se ne
era proprio dimenticata con tutto quello che aveva da fare...
-.-''''
uovo
<<
ZIIIICK! >> Chiamò la donna.
<<
Vieni ad aiutarmi a mettere i vestiti nella lavatrice! >>
<<
Ma... adesso?! >>
<<
Sì certo perché? >>
Zick
guardò perplesso il suocero e raggiunse la moglie.
Harvey
bevve una sorsata d'acqua e si mise in ascolto.
<<
SPINGI ZICK! Insomma mica sei una mammoletta vero?! Avanti!
Fooooorza!!!!! >>
Harvey
sputò tutta l'acqua e si ritrovò col fiatone, il
bicchiere vuoto nella mano tremante e davanti a sé una Julie
tutta ricoperta dalla bevanda, esterrefatta.
<<
Chiedo scusa >>
Appoggiò
il bicchiere fulmineo e schizzò verso il bagno.
Zick
e Elena stavano spingendo il cumulo di vestiti dentro il macchinario,
quando girarono di scatto la testa e lo fissarono, immobili.
Lui
fissò loro.
Loro
fissarono lui.
Lui
fissò loro.
Loro
fissarono lui.
Ho
fissato un appuntamento alle cinque con Tafano e...
No,
questa non c'entrava niente.
Harvey
rovinò a terra, dalla bocca un rivolo di bava e gli occhi
rovesciati.
Harvey
si era rimesso subito, dopo quello shock. Si erano un po' spaventati,
ma ora andava tutto bene.
Lorrence
prese per le spalle Rebecca e l'aiutò ad alzarsi. Il pancione
era prominente e loro figlio, o loro figlia, poteva nascere a
momenti. Non avevano voluto fare il controllo per prevedere il sesso
del bambino, con grande disappunto dei medici e della famiglia di
Rebecca. Volevano la sorpresa. Avevano già comprato dei
vestitini e giocattoli sia per femmina che per maschio, erano pronti.
Non importava loro se metà dei vestiti non li avrebbero usati:
li avrebbero dati in beneficenza.
Ovviamente
tutti lo avevano preso come un comportamento sciocco e senza senso,
ma loro erano felici così.
Elena
sorrise guardandoli, poi si dirisse verso il marito.
<<
Zick... ti devo parlare. >>
<<
Oh... va bene. >> acconsentì lui, un po' preoccupato
dalla serietà improvvisa di Elena.
Lei
lo prese per mano e lo trascinò in un angolo, lontano dagli
altri.
Harvey
lo notò. Oh sì che li notò.
Li
seguì di nascosto.
Anche
gli altri invitati notarono il comportamento di Zick ed Elena e
seguirono il signor Patata. Sapevano che stavano facendo qualcosa di
sbagliato e stupido, ma la curiosità era al massimo...
Del
resto, non volevano perdersi la scena di Elena che rivelava a Zick di
essere per la terza volta incinta!
<<
Zick... io... >>
<<
Perché la fai così lunga? Avanti dimmi! >> Disse
Zick, allarmato.
<<
Tesoro... che succede? È che ti vedo così seria... >>
Lei
lo fissò intensamente negli occhi.
<<
No niente è che io... io...
Stamattina
stavo passeggiando nel parco quando ho visto in lontananza un branco
di Lurridi e Bonz Mangiatutto... Per ora sono nella parte più
“selvaggia” del parco, dove confina col bosco, però
poi si spargeranno un po' ovunque e... >>
<<
Bisogna fermarli. >>
Zick
aveva troppo a cuore quel parco, era un luogo senza tempo e che
andava protetto da ogni male. Il posto dove Zick ed Elena si erano
scambiati quel bacio innocente, da bambini... quello che diede inizio
a tutto.
Elena
sorrise compiaciuta.
<<
Va bene capo! >> Mise la mano a pugno e gli diede una
bottarella sulla spalla.
<<
Allora nei prossimi giorni sbrigheremo la faccenda... >>
Sentirono
dei tonfi sordi dietro di sé.
Si
girarono e videro gli invitati stramazzati a terra.
<<
Che succede?! >>
<<
C-credevamo che tu d-dicessi a Zick che asp-aspettavi un b-bambino...
>>
Mormorò
Lorrence.
<<
Ancora con 'sta storia! E mo' basta veramente però! >>
Sbottò
Zick stufo.
<<
Meglio così! >>
Harvey
si rizzò in piedi, saltellando.
<<
Già! E poi io non voglio avere altri fratelli rompiscatole! >>
Commentò
Zisha mentre cercava di strozzare il fratello.
<<
Tu sei rompiscattole! >> Ribatté il piccolo
prendendola a botte col suo pupazzo.
<<
Bravi nipotini vi adoro. >> Harvey li strinse forte forte.
<<
N-nonno ci stai soffocando... >>
<<
Oh scusa! >> Li lasciò andare, mentre i poveri bambini
cercavano di riprendere fiato.
<<
Quindi niente bambino? >>
<<
Niente bambino, Charlie. >> Rispose Elena paziente.
<<
Ooooh... uff... siete i soliti guastafeste... >>
<< Beh però il
nostro bimbo potrebbe nascere tra poco... meglio che niente, no? >>
Annunciò Rebecca sorridendo. Lorrence andò dietro di
lei e la prese per le spalle, delicato.
<<
Bene! Qui ci vuole un bello spumantino per festeggiare questa serata!
Vado a prendere i bicchieri. >>
Esclamò
Harvey, diregendosi verso la cucina.
Si
chinò verso degli scaffali e cominciò a rovistarci
dentro.
<<
Vah, proviamo con questo qui in basso... saranno qui i bicchieri di
cristallo spero! >>
Elena
era sovrappensiero e stava osservando con tranquillità il
padre.
Appena
lui aprì la porta dello scaffale Elena vide gli occhi di
Harvey dilatarsi fino al raggiungere il diametro di un pallone da
calcio.
E
allora si rese conto.
Ma era
troppo tardi.
La
donna si precipitò in cucina, fulminea. Sul suo viso
un'espressione di terrore.
<<
Papà! Nooooooo! Quello in basso nooo! >>
Harvey
si girò di scatto verso di lei.
In
mano teneva in completino intimo abbastanza equivoco.
<<
E...e questo? Cos'è che significa? E che ci fa qui in cucina?
>>
Chiese
Harvey con la voce a scatti per il trauma.
Elena
sudò freddo.
<<
No... quello? Non l'ho mai visto! Non è niente... >>
Balbettò.
<<
Allora non è tuo! >>
Gli
occhi dell'uomo si erano fatti lampeggianti e sotto di essi si
stagliavano profonde rughe.
Intanto
la voce alta di Harvey aveva richiamato ospiti...
Zick
accorse in cucina, esasperato.
<<
Ehm Harvey di che parli? >>
<<
Di questo coso! >> sventolò il completino.
<<
Cosa? Io non vedo niente! >> cercò di bluffare Zick.
<<
Già nemmeno io papà! >> Disse Elena annuendo a
scatti e guardandosi intorno.
<<
Ma cosa...?! >>
All'improvviso
entrò Julie in cucina.
<<
HARVEY? Cos'è quell'affare che hai in mano???!!! >>
<<
Niente cara niente! >> Sorrise ebete e si nascose il vestitino
dietro la schiena.
<<
Eh no fai vedere! >>
I due
si accapigliarono, mentre Zick ed Elena intanto strisciarono in
silenzio verso la porta della cucina... ma vi trovarono davanti
Lorrence a sbarrare la strada.
<<
Anvedi che reprimi i tuoi istinti con quel vestitino, Zick! >>
Si
mise a ridere di gusto.
<<
Figlio mio, che canaglia! >> Entrò Zob scutendo la
testa.
<<
Papà! >>
<<
Ma Ziiiiiick! >> Greta era scioccata.
<<
Papà, posa quel coltello, ho una famiglia! >> Scherzò
Elena.
<<
Ora ne ho proprio abbastanza! >>
Zick
spintonò gli ospiti e uscì dalla cucina, facendo
rimanere tutti immobili e in silenzio.
<< Mamma mamma
papà si vuole buttare dal balcone!! >>
Urlò Zisha
dall'altra stanza.
<< Cooosa? >>
Tutti accorsero sul
balcone, spaventati.
<< Questo mi
fa venire in mente una barzelletta spassosissima che fa faceva:
“ Il bambino urla alla mamma: << Papà si
sta per buttare dal balcone! >> “ E la mam... >>
<< Non ora
Barz! >> Ribatté Elena in preda al panico.
<< E la mamma
gli rispondeva: “Che
imbecille, gli ho detto che gli ho fatto le corna mica le ali! “
Ahhahhahah!
>>
Il
Domatore era in piedi sulla ringhiera , in perfetto equilibrio.
<<
Zick ma che ti prende?! >> urlò Elena, seguita
dagli altri.
<<
Sono stufo! Ne ho abbastanza. Questa sera tutti mi dicono cose
strane alle spalle e a me non va! >>
<<
Ma scendi, cretino! Si scherza! Avanti scendi per
favore!
>>
Elena
era tesa e si stava preoccupando veramente per il marito.
Tutti
lo invitavano a scendere... tranne Zisha.
E
Barz ovviamente, che stava prendendo come al solito tutto come
un gioco.
La
piccola stava fissando il padre. Non sapeva a che pensare. Papà
non gli sembrava una persona così priva di buonsenso...
quel comportamento era anormale. C'era qualcosa di strano.
Gli
occhi di Zisha si fecero rossi e i suoi sensi si propagarono
fino a sentire tutto.
Il
papà se ne accorse. Certo che se ne accorse.
Sorrise
alla figlia e le fece l'occhiolino. Gli altri erano troppo
occupati a disperarsi per notarlo.
Pure
Zob aveva capito tutto.
Lei
si rasserenò e se ne stette buona buona a ridere del
panico inutile degli altri. Elian piangeva e si rotolava per
terra... povero ciccio.
<<
Ora mi butto! Addio! >>
Fece
un passo indietro e cadde nel vuoto.
Tutti
accorsero sulla ringhiera e guardarono giù...
Quando
una bolla celeste rimbalzò in aria, contenente uno Zick
che se la stava ridendo.
Gli
invitati si misero a strepitargli contro epiteti delle più
svariate specie... mentre Zick, Zisha e suo nonno si
divertivano come matti.
Il
Domatore atterrò sul balcone e il suo scudo si dissolse.
Camminò
sereno verso la moglie, che stava letteralmente per esplodere.
Le
porse un piccolo fiore di camomilla che aveva colto nella sua
breve “sosta” in giardino.
La
Rifugiatrice era riluttante e arrabbiata con lui.
Com'era
stata sciocca! Certo che non si sarebbe suicidato in quel modo
così stupido! Come aveva potuto pensarlo?
Indietreggiò.
<<
Dai, vieni Elena. >> Sorrise.
<<
Non mi fare più questi scherzi stupidi! >>
Il
Domatore si mise a ridere.
<<
Ma ti pare che sono così scemo? Calmati, prendi una
camomilla. >>
Le
porse il fiore.
Elena
allungò la mano, tremante di rabbia. Colse il fiore.
Zick
la prese per il braccio e la attirò a sé,
chiudendola nella sua bolla d'energia.
<<
Zick? Zick? Lasciami! >> Cominciò a strillare, ma
lui la teneva stretta.
Zick
corse verso la ringhiera e saltò.
<<
No, no no no no! NooooOOOO!!!!
>>
Zick
ed Elena rimbalzarono su e giù per il giardino, ridendo
come matti, incuranti del fatto che potessero essere visti.
<<
Si fa anche noi? >>
Greta
ridacchiò nervosa.
<<
No... Zob NO! LASCIAMI! >>
<<
E dai, non siamo così vecchi e rimbambiti per queste
cose. >>
Le
sussurrò lui all'orecchio.
Anche
loro si ritrovarono a fare boing boing per il giardino, anche
scontrandosi più volte con Zick e Elena.
Lorrence
accarezzò la sua fidanzata.
<<
Che c'è...? >> si girò lei.
In
men che non si dica si ritrovarono tutti e due a svolazzare
felici per la casa. Eh sì... la magia di Lorrence è
molto potente.
Harvey
stava rosicando come non mai.
<<
Ah... tu neanche mi prendi un fiore dal giardino e guarda loro!
>>
Disse
Julie, facendo ancor di più borbottare il marito.
<<
Si può dire che questa sera sia un vero e proprio...
giramento di palle!
Ahhaahah! >> Disse Barz, facendo ridere tutti gli altri
ospiti, tranne
Harvey.
Dopo
quel divertente giochino con le sfere d'energia, i nostri eroi
si erano messi a riposare in soggiorno, sorseggiando gustose
tazze di caffè.
Lorrence
abbassò il capo e inizò a sghignazzare rumorosamente.
<<
Lorry... che hai? >> gli chiese allarmato Zick posando la
tazzina.
L'amico
biondo gli mandò un'occhiata maliziosa:
<<
No, sai... niente...è che io non ti ho mai sentito quelle due
paroline ad Elena! >>
Il
cuore di Zick batté a mille, mentre una goccia di sudore
cominciò a scivolargli viscida dalla tempia.
<<
Ah, nemmeno io se per questo. >> ammise Zob con un ghigno.
<<
Oh... ma loro due lo fanno in intimità... Però noi
vogliamo sentirlo adesso! Avanti di' le tue parole, Ezechiele! >>
<<
Hai sentito? L'hai voluta la mia povera figlioletta? Allora glielo
dici subito!
>>
L'occhiata
che gli lanciò Harvey a Zick non piacque proprio per niente.
Elena
camminò verso il marito.
<<
Avanti... non me lo dici? >> sorrise maliarda.
Zick
si tirò il colletto della camicia...
<<
Te-tesoro ma che stai dicendo? >>
<<
Insomma è tua moglie, mica ti fa schifo! Spero! O sarai
passato all'altra sponda? >> Ipotizzò suo padre
grattandosi la testa con fare perplesso.
Zick
guardò Zob come se fosse un alieno a tre teste.
<<
Ma papà! O_O >>
<<
Ma allora dillo, no? >> Lo incitò il Gorka Bianco.
<<
C-che cosa...? >>
Tutti
gli mandarono un'occhiata eloquente.
<<
M-ma è una cosa mia e di Elena! Un po' di intimità
perfavore! >>
Lorrence
e Zob si guardarono tre secondi con occhi sbarrati.
Poi si
girarono verso Zick con uno scatto, sempre con gli occhi sgranati.
<<
Ok, è dell'altra sponda. >>
Zick
cadde a terra a peso morto, ma rialzò magicamente un secondo
dopo.
<<
Ma cos'avete tutti con me stasera?! >>
Elena
fece una smorfia.
<<
Lasciamo perdere, tanto non me lo vuol dire. >> Prima che
Zick potesse dire qualcosa, Greta scosse la testa.
<<
Ma come ti ho allevato male! Credevo di averti dato un'educazione! >>
Julie
borbottò: << Non saprai dire «ti amo» ma
a figli ci dai dentro, vero? >>
<<
Eh! Non si fa così fratellone! Birichiiino! >> lo
schernì Serena.
<<
E VA BENE! >>
Zick
si lanciò verso Elena e le prese le mani.
Lei
gli sorrise radiosa e Zick fu quasi abbagliato da tanta bellezza.
<<
Elena... io... >>
<<
Je t'aime... je t'aime... oh, oui je t'aime...Moi non plus... Oh mon
amour! Comme la vague irresolé... >>
Puf e
Pof, i due Bolli di Zisha, comparvero dal nulla ed iniziarono a
cantare...
Onestamente
quella canzone cantata dai Bolli, con le loro vocette stridule,
perdeva tutto la sua... diciamo atmosfera.
La
ridicolezza era al massimo e tutti si misero a ridere a crepapelle.
Tutti,
tranne Zick.
<<
E dai... ahahah! Zick ma ahahahah! La dovresti
conoscere bene questa canzone, no? Ahhahh! >>
Riuscì
a balbettare Lorrence, tra una risata e l'altra.
Zick
lo fissò con sguardo truce.
Vide
uno schiacciamosche appoggiato sul davanzale.
Lo
strinse fra le dita.
Lo
levò verso il soffitto.
Lo
calò.
La
cresta gellata di Lorrence attutì il colpo.
Lo
schiacciamosche rimbalzò all'indietro e si stampò sulla
faccia di uno Zick esaurito.
<<
Ahahha! Scusami Zick! I miei capelli sono... magici! >>
Si
scusò il biondo con un sorriso divertito.
Lo
schiacciamosche cadde a terra.
La
faccia di Zick ridotta ad una scacchiera.
<<
Uhm... bocca di Elena in C-17! >> azzardò Charlie con
una faccia da schiaffi.
La
sorella gli rivolse un'espressione serena.
<<
Non stavolta. >>
<<
Oh... mancato. >> mormorò deluso.
<<
E dai, voglio vedere come se la cava mio figlio con le donne. Ho
sempre sospettato che fosse un po' debole. Però è
strano... ma da che cosa sono usciti quei due bambini? >>
<<
Ma papà! >>
Immerso
nelle risate generali, Zick si girò verso la moglie.
Zick
era sempre stato timido... e lo è anche adesso... nessuna
carezza, nessun abbraccio, nessun bacio e nessun «ti amo»
senza essere preceduti da un attimo di indugio... quel lampo di
timidezza che Elena riusciva sempre a vedere nei suoi occhi color
mogano...
Quel
timido bagliore di cui Elena si era innamorata. Zick
aveva
sempre paura di essere inopportuno e violento.. ed era
perfetto
così com'era. Riusciva ad amare senza soffire o far
soffrire...
<<
Elena. >>
La
prese per le mani.
<<
Sì, Zick? >> chiese lei sorridente.
Si
avvicinarono fino a sfiorarsi il naso.
<<
Io ti amo, Elena. >>
<<
Anche i.... >>
<<
Ehy! Ma le paroline non dovevano essere due? Voi ne avete dette
quattro! >>
Zick e
Elena mandarono a Lorrence un'occhiata così torva che riuscì
a zittirlo.
<<
Oh ma che carini! >>
<<
Ohhh... ora mi commuovo! >>
Non
mancarono lacrime o fazzoletti...
Zick
notò che gli occhi di Harvey si erano fatti lucidi.
Ma
capì che non lo voleva dare a vedere, perché se poi si
era girato di schiena ed era andato via.
Elena
e Rebecca erano in cucina a preparare le ciambelle per gli altri,
quando Zick passò davanti alla porta.
Voleva
dare una mano, ma vide che le due donne stavano parlando...
Siccome
quella sera tutti ( chissà perché) parlavano male di
lui, Zick decise di fare una cosa molto disonesta.
Si
accucciò dietro la pianta di ficus, davanti alla porta, e
rizzò le orecchie.
L'ultima
volta che l'aveva fatto era stato molto tempo fa.
Il
padre non gli voleva dire nulla sulla sua nuova, ennesima missione e
lo aveva lasciato inerme su due piedi... e curioso come non mai.
Zob
aveva preso Greta per le spalle e l'aveva condotta nella serra, il
solito luogo delle chiacchere.
Zick
li inseguì furtivo e si nascose, anche allora, dietro una
pianta.
<<
... Cosa? Non è ancora cresciuto da allora? Incredibile... >>
<<
Lo so Rebecca... è assurdo... nemmeno di un millimetro! Ho
provato a farglielo capire, ma niente! >>
Nella
mente di Zick cominciarono a formularsi spiacevoli pensieri.
Si
sentì il rumore di sedia spinta e probabilmente una delle due
si era seduta.
<<
Cavolo... pensavo che certe cose le capisse. E poi certamente non
dev'essere un bello spettacolo... piccolo, rinsecchito e tutto
storto! >>
<<
Oh sì, è proprio così! Di notte, quando mi
capita di guardarlo, non so se mi fa ribrezzo o pena... è
davvero inquietante! Voglio che si allunghi, che diventi grande e
maestoso! È troppo debole e gracile... così non serve a
niente! >>
L'uomo
spalancò gli occhi, scioccato.
<<
E lui continua a dire: « Vedrai che crescerà! È
solo questione di tempo « Ma niente! >>
<<
Eh... brutta storia...>> assentì Rebecca.
<<
Gli dovrò dire di tagliarlo. Non lo sopporto più.
Spero che il prossimo cresca ben bene... >>
«
Cosa?!» si chiese Zick, grattandosi la testa.
Sentì
dei piccoli passi dietro di sé e si girò.
Un
bambino piccolo e dai capelli color carota lo fissava incuriosito.
<<
Papà che fai? >> domandò con la sua voce
squillante.
Zick
si sentì nei guai fino al collo.
<<
Ehm piccolo ora non è il momento abbassa la voce papà è
impegnato... >>
Gli
disse frettoloso spingendolo indietro.
<<
Pecché? Che fai papà? >>
Il
piccolo alzò lo sguardo sopra Zick con innocenza.
Il
Domatore si sentì morire,sentendo dietro di lui dei respiri
affannosi di rabbia.
<<
Ciao mammina. >>
Elena
e Rebecca erano alle spalle di Zick, furiose.
La
prima brandiva un minaccioso mestolo, che sbatteva piano sul palmo
della mano. La faccia un'ombra adirata.
<<
C-ciao tesoro... come butta? >>
SBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENGGGGGGGG!!!!!!
L'uomo
si accasciò a terra, inerte, gli occhi come spirali.
Come
nei cartoni animati xD
La
donna ghignò soddisfatta.
Si
accucciò fino a sfiorarlo con le labbra.
<<
La prossima volta non origlierai più. >>
Si
alzò e guardò il figlioletto, che la osservava stupito.
<<
È l'amore Elian. È così che vanno le cose. >>
Lo
grattò sulla testa, mentre Rebecca rideva.
<<
Wow. >> commentò il piccolo abbastanza confuso.
Zick
rinvenne e si alzò in piedi, dolorante.
La
moglie si girò verso di lui.
<<
Zick, da quando hai l'Everest sulla testolina? >> commentò
Elena sarcastica alludendo al bernoccolo epico che si ergeva sul suo
cranio.
<<
Forse è un enorme brufolo... >> Azzardò Rebecca.
<<
No è un conno! Un conno gigante vero papà?
>>
<<
Un... un conno? >>
<<
Un corno. >> precisò Elena con veemenza,
scuotendo il mestolo.
<<
Come quello che i mariti fanno alle mogli quando non si comportano
bene. Gli uomini, intendo. >>
<<
Ehi ma mica siamo solo noi! Comunque sei fortunata che non sono due,
accontentati! >> Sbraitò lui.
Fu
subito zittito da un'altra epica mestolata della moglie.
<<
Contento? >> chiese Elena pacata.
<<
B- basta... e per la cronaca... >> Zick si fermò per
prendere fiato << Io non mi taglierò un bel niente! Sia
chiaro! >>
La
Rifugiatrice e Rebecca gli lanciarono un'occhiata stranita.
<<
Eh? Ma di che parli? >> gli chiese la moglie, allucinata.
<<
Lo sai benissimo! Non fare la santarellina con me! Sono un Domatore e
posso percepire tutto! Non posso tagliarlo è una parte di me!
Ma come puoi pensare cose del genere?>>
Le due
donne si guardarono per tre millisecondi.
Poi
scoppiarono a ridere, rotolandosi per terra.
Cosa
che a Zick non piacque per niente.
Elian
non ci stava capendo più nulla ed era sgattaiolato via già
da tempo.
<<
Ma di che cosa volevi che si parlasse? Ahhahah! >> Gli chiese
la moglie sull'orlo del pianto.
<<
Mah, veramente... >> Mormorò Zick arrossendo.
<<
Di quell'orrendo albero che avevi preso quando siamo venuti ad
abitare qui! Non è cresciuto di niente da allora! >>
Zick
si sentì uno stupido.
<<
Ma quello me l'ha consigliato mia madre! >> Mugolò.
<<
E allora? Non si allunga di niente! >> sbuffò lei.
<<
Toh, tieni. Per punizione andrai a finire le nostre ciambelline.
Percepisci questo.>>
Gli
porse il mestolo.
<<
E anche tu! >> esclamò Rebecca.
Per le
dita teneva l'orecchio di Lorrence Anche lui si era appostato lì
vicino per sentire cosa stava succedendo...
Quest'ultimo
riservò un sorriso benevolo a Zick.
<<
Questi uomini, sempre a origliare. >> Commentò Elena
sprezzante.
<<
Già, io non lo farei mai. >> Aggiunse l'amica
bionda.
Elena
prese anch'essa il marito per l'orecchio, quindi le due donne si
avviarono in cucina.
<<
Abbiamo veramente dei mostri per mariti. >>
<<
Eh sì... eheheh! >>
<<
Ma io solo a metà! >> esclamò Zick.
Elena
strinse di più le dita sull'orecchio del suo Domatore.
<<
Zitto. >>
Li
lasciarono e dissero loro:
<<
Avanti, sgobbate! >>
Le due
donne uscirono dalla cucina ridendo come matte.
Appena
furono distanti dalla porta Rebecca la prese e sussurrò a
Elena:
<<
Oh... pss... sentiamo cosa dicono mentre noi non ci siamo?
Eeeeeh??
>>
<<
Sì dai! >>
Le due
amiche ridacchiarono e schizzarono dietro a quel povero Ficus.
Sono
proprio donne -.-''' Uovo
<<
Allora... dimmi come sono quelle di Elena? >>
<<
Minuscole e flosce... nemmeno belle lucenti... >>
Elena
era scioccata.
<<
Ah, capisco. Neanche quelle di mia moglie sono meglio
eh.
Sono piene di strambe rughe e poi ti si sfaldano in mano.. >>
Anche
Rebecca era scioccata.
<<
Uff... non capiscono che a noi piacciono belle grandi e cicciose! >>
<<
Già! E poi di solito sono anche le più gustose! >>
Ok.
Era troppo.
<<
Zick... a te piacciono enormi? Ma proprio gigantesche...? >>
<<
Certo, ovvio! E belle morbide... >>
Fece
una pausa, mentre le due spie stavano impazzendo.
<<
Ma non dirlo ad Elena per favore... si arrabbia e poi sai com'è...
>>
<<
Sì sì certo... capisco. >>
Non
fece in tempo a dire « lamagongo « ( ???) che Elena e
Rebecca avevano fatto irruzione in cucina, i capelli che vorticavano
in aria e gli occhi che fumavano.
<<
ZICK! VIENI QUI! ORA TE LO TAGLIO VERAMENTE, E NON PARLO DELL'ALBERO!
>>
Il
Domatore e l'amico ( ma sopratutto Zick, chissà perché)
fecero un salto all'indietro di almeno tre metri e si ritrovarono
sdraiati per terra, terrorizzati.
<<
M-ma... che vi prende? >> Balbettò atterrito Zick.
Il
mattarello che gli lanciò Elena bastò come risposta.
<<
Piccole? Con tante rughe? E che ti si sfaldano in mano???! >>
Non
che la donna bionda fosse tanto più tranquilla.
Lorrence
non capiva lo strano comportamento di sua moglie, quindi si alzò
e le mise una mano sulla spalla ( lei era riluttante).
<<
Signore! >> annunciò.
<<
Ma è ovvio che c'è stato un malinteso! Zick ed io
stavamo solo parlando delle vostre orripilanti ciambelline! >>
Indicò
il tavolo su cui riposavano degli ammassi di pasta cruda.
<<
Non delle vostre generose prosperità! >>
Zick
annuì convinto. Elena fece una faccia scettica, e posò
famigerato mattarello.
<<
Per stasera vi voglio credere. >>
Lanciò
un'occhiata torva a Zick.
<<
Ma se sento un'altra volta delle cose del genere, io... >>
<<
Ahhhh!! >>
Improvvisamente
Rebecca si piegò in due.
Si
resse la pancia e cominciò a mugolare.
<<
Che succede? >> Accorse Lorrence.
<<
P-penso che sia il momento... >> rispose la donna a denti
stretti.
<<
Oh Santo Piripillo! >> esclamò biondo mettendosi le mani
nei capelli!
<<
PRESTO! Bisogna andare all'ospedale! >>
Tutti
erano allarmati, ma allo stesso divertiti dalla strambezza di
Lorrence nell'affrontare le cose... che rendeva tutto assurdo, quasi
allegorico.
<<
REBECCA È IN TRAVAGLIO! >>
Urlò
Lorrence tutto avvampato.
<<
Noi andiamo con voi! >>
Dissero
tutti all'unisono.
<<
Zisha, Elian. Voi rimanete qui con Barz. >>
<<
Ma mamma! >>
<<
Non si discute! >>
Elena
si girò verso l'Aha, seria.
<<
E niente battute sconce coi bambini eh? >>
Barz
emise un risolino.
<<
Cetto badrona! >> Si mise sull'attenti sfoderando una
faccia da schiaffi.
<<
Oh, cara, certo che però il bambino non potevi fartelo venire
un po' più tardi...? >>
<<
MA TI PARE CHE POSSO FERMARLO IO? >>
<<
Ma... le ciambelline... >>
<<
Qualcuno gli dà una sberla da parte mia?! >>
SBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENGGG!
Le ore
passavano...
Rebecca
e Lorrence erano ancora dentro, mentre gli amici aspettavano in Sala
d'Attesa.
L'ansia
era alle stelle e tutti aspettavano con grande momento la nascita del
figlio dei due biondi...
<<
Spero che vada tutto bene... >> Mormorò Elena.
<<
Eddai, in questi tempi, cosa può andare storto? >>
Dalle
occhiate serie degli altri Zick si rese conto di aver detto una
cacchiata e se ne rimase zitto.
<<
Eddai, fratellone... >> disse Serena con un ghigno.
<<
...Che tra poco ci riandrai presto in ospedale! >>
Zick
guardò la sorella, stranito.
<<
Eh? Ma che dici? >>
Gli
altri annuirono, ridacchiando.
<<
Ma... mi augurate di andare in ospedale?! Bella famiglia che siete!
Grazie! >> Ribatté indignato.
<<
No, non hai capito. >>
Zob
indicò Elena.
<<
EH? In che senso? >> Zick era allarmato. Pure Harvey era molto
inquieto.
<<
Non è evidente? >> Risposero tutti gli altri.
<<
Se questa la chiamate evidenza... >> Borbottò, girandosi
dall'altra parte.
Però
una rotella scattò nel cervello di Zick e Harvey e allora si
resero conto di ciò che intendevano.
<<
COOOOOSA??? >> Esclamarono, poi si accasciarono al suolo,
inermi.
Una
giovane infermiera che era passata di lì vide la scena...
<<
Oh! >> esclamò. << Sono svenuti! >>
<<
Non si preoccupi. >> la rassicurò Elena perfettamente
tranquilla.
<<
Tra un secondo saranno in piedi. Visto? >>
Zick e
Harvey si erano alzati e bofonchiavano parole senza senso.
L'infermiera,
un po' stranita, se ne andò via.
<<
Avere figli non sarebbe male... posso paparino? >>
Serena
si girò verso Zob, sbattendo le ciglia.
<<
C-cosa? Non pensi che sia troppo presto? No. No no. >>
Bofonchiò
quest'ultimo.
<<
E dai, lasciala in pace... sta scherzando... >> Disse Greta
tranquilla.
<<
E invece no, mammina! Perché siete di nuovo nonni! >>
Sorrise
e si tamburellò la pancia con fare innocente.
La
bocca di Zob e Greta toccò il pavimento.
<<
C-cosa? Cosa dici tes-soro? >>
<<
Sono incinta! >>
Caddero
a terra.
<<
Eccoli, ci risiamo! >> Commentò Serena.
<<
Ma sorellina! Non me l'avevi detto! >> Esclamò Zick
indignato.
<<
Shh... aspetta... >>
Si
avvicinò ai genitori stramazzati a terra.
<<
Scherzavo. Vi ho beffati. >>
Genitori
e figlia continuarono a beccarsi per dei buoni minuti, quando...
<<
Zitti! >> Disse Zick aguzzando le orecchie.
<<
Sento qualcosa come... >>
Si udì
un palese piagnisteo di neonato, nell'altra stanza.
<<
È nato! È nato! >> cominciarono a saltellare
tutti come dei dementi.
Visto
che non c'erano finestre, i nostri eroi si appiccicarono alla parete
e cercarono di sentire qualcos'altro...
<<
Ecco. >>
L'infermiera
porse la bambina a Rebecca.
Aveva
un colore delicato e roseo, e sulla testa già spuntavano
piccoli capelli dorati.
La
testa era perfettamente tonda ed era piene di morbide pieghette...
Lorrence
non credeva ai suoi occhi. Strinse forte la mano della moglie e
allungò le dita verso la figlia.
<<
È veramente nostra figlia? >> Balbettò, commosso.
<<
Sì, Lorrence. >> Sorrise Rebecca.
<<
Non avrei mai pensato di finire così. Con te... e con lei. >>
Guardò
amorevolmente la piccola.
<<
Ora la mia vita ha un senso. >>
Rebecca
chiuse gli occhi e si appoggiò al cuscino, esausta.
<<
Come la chiamiamo? >>
<<
Io pensavo... >> Rebecca schiuse le palpebre.
<<
Winryed. >>
Lorrence
si mise a ridere di gusto.
<<
Ma no! Winryed no! Per la mia specie è un nome maschile! >
<<
Shh, abbassa la voce, tonto... >>
I
medici li avevano lasciati un po' soli, ma già stavano
fissando Lorrence come se fosse un alieno.
Certamente
« per la mia specie» detto da un uomo non si sente tutti
i giorni.
<<
Ma cosa vuoi che ne sappiano i comuni mortali che per voi è un
nome maschile? A me piace. >>
<<
Ma mi farà uno strano effetto chiamarla così... è
come se tu chiamassi tua figlia Ignazio, Agenore, Melchiorre... non è
che sia proprio il massimo, no? >>
Rebecca
gli spedì un'occhiata eloquente.
<<
Ok hai vinto, mia cara... Winryed sarà il nome. Però
voglio che mi ricordi... della mia prima vita. Pansidrièl.
Questo sarà il suo secondo nome. >>
<<
Come il nome di tua madre. >>
<<
Esatto. >>
<<
Come ha detto che si chiama la bambina, scusi? >> Si avvicinò
un medico, tossicchiando per finta.
<<
Winryed Pansidrièl Zofirus. Perché? >>
Il
medico rimase un po' scioccato.
<<
No, niente. Tanti auguri. >>
Tutti
gli amici erano andati a vedere la bambina e ne erano rimasti
estasiati... era davvero bella.
Risero
insieme, vicino al lettino di Rebecca e non sapete che risate quando
Lorrence mimò loro la faccia del medico quando seppe del nome
della piccola.
Le
luci dell'alba cominciavano a rischiarare il cielo notturno ed era
ora di andare a dormire.
Lorrence
e Rebecca rimasero lì, insieme a Winryed...
Si
salutarono tutti e ognuno andò a casa.
Zick
spettava Elena per il corridoio dell'ospedale, aspettando Elena che
stava ancora salutando Rebecca.
Sentì
dei passi dietro di sé e si girò.
<<
Buona dormita figliolo. >>
<<
Grazie, papà. Buonanotte anche a te. >> Gli fece un
cenno di saluto con la mano e si girò, continuando a girare in
tondo.
Sentì
in lontananza Zob che sghignazzava...
<<
Ah! Buonadormita! Tsk! Ma che glielo dico a fare!
Ahah! >>
<<
COOOOOOOOOSA???????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >>
<<
Sì! Sogni d'oro Zick! >> esclamarono gli altri amici e
parenti, sghignazzando.
<<
Ma andate a quel paese >> Borbottò.
Poco
dopo, Zick si ritrovò a correre a perdifiato per le strade di
BigBurg, inseguito dagli amici e parenti, inferociti.
<<
Il peso della famiglia! Ah! >>
Si
diresse verso angoli più bui, per dar perdere le tracce ai
«segugi «
Dopotutto,
Zick si stava divertendo come non mai.
Epilogo.
Dopo
la morte di Kremshin, il mondo è rimasto sconvolto e pieno di
dubbi.
Queso
susseguirsi di stranissimi fenomeni di massa, mai accaduti prima, è
stata soprannominato « Fenomeno Maronno» per la Piazza in
cui si è scatenato l'evento, intitolata al grande e noto santo
Padre Maronno.
Chi
ha fatto quella strage? Perché? Ma sopratutto, come?
Questo
sarà uno dei tanti misteri dell'umanità, secondo solo
allo Yeti e al Mostro di Lockness.
Anche
la scappatella notturna della Pianta Digerente non verrà mai
dimenticata.
Tutto
è ritornato alla «normalità» e i nostri
eroi finalmente sono tranquilli a godersi la propria vita.
Lorrence
è felice come non mai ed è finalmente libero, però
c'è un problema.
È
rimasto solo, senza nessuno che lo badasse e gli procurasse soldi e
con un' intera cattedrale tutta sua!
Ha
rivelato l'esistenza del Labirinto ed ora è attrazione di
studiosi e turisti.
Niente
paura: Lorrence ha scaraventato via le insidie e i mostri al suo
interno attraverso la sua magia.
Ha
«aggiustato» Il Girti ed ora è il suo animaletto
domestico.
Il
Pacius è rimasto con Trengingigan, il suo fiero destriero.
L'insettone
mostruoso poteva essere mooolto interessante per gli studi di Zob,
quindi prese diversi campioni ( pezzettini di scorza, d'ala, e
qualche peletto del fondoschiena) e divenne ancora una volta famoso
tra gli scienziati ( che mai seppero dove aveva trovato quei campioni
e a che animale appartenessero, tanto Zob rimaneva zitto).
Il
ragazzino, o per meglio dire il Gorka Bianco, il giorno dopo la
grande sconfitta di Kremshin ha salutato tutti.
Sì,
perché poi se n'è andato.
Con
la promessa che un giorno sarebbe ritornato.
Lorrence
in quei lunghi anni di errabondaggio ha visto maestosi boschi,
antiche tribù di mostri barbuti e sortilegi sconosciuti: ha
accresciuto il suo potere magico, e con quello è cresciuto
anche lui ed è diventato un uomo.
E
che uomo * sbav *
Dopo
otto lunghi anni d'assenza, Lorrence ritornò come da lui
promesso.
Bussò
alla porta della casa di Rebecca, che si era fatta grande anche lei.
Quando
lei aprì e se lo ritrovò davanti no riusciva a credere
ai suoi occhi.
Aveva
voglia di pigliarlo a pugni per la sua assenza, ma era felice e
commossa.
Si
mise a piangere e gli ordinò subito di raccontarle tutto.
Quel
poi « Ma sono appena tornato! E più fico che mai, per
giunta! » di Lorrence la fece ridere come non mai.
E
così Rebecca scoprì tutto di Lorrence. Il suo passato,
la sua natura i suoi poteri. Non aveva mai dimenticato quello strambo
ragazzo così gentile e carino. Sapeva che era speciale, in
qualche modo.
Dopo
che lui ebbe finito di raccontare, lei si ricordò di una cosa.
Aprì
il cassetto e ne tirò fuori un vecchio braccialetto con le
borchie.
«
Questo dev'essere tuo. « Gli disse, col sorriso.
«
È tuo, adesso. Lo è sempre stato. «
La
prese per le mani e poi glielo mise al braccio.
La
famiglia di Rebecca era altezzosa e molto rigida. Non avevano mai
accettato Lorrence. E fu per questo motivo che un giorno scapparono
insieme, lasciando un biglietto sullo zerbino di casa Anderson.
«
Sono scappata con un Gorka Bianco. È un mostro, ma tranquilli
non morde.
Vi
adoro ciaooo!
Rebecca.
P.S.
« Vi adoro» era ironico. «
Zick
ed Elena, intanto, continuavano la loro storia, accrescendo sempre di
più il sentimento che li univa.
Ora
hanno trentacinque anni, una splendida Domatrice di otto anni e un
piccolo Rifugiatore di quattro. Nella vita reale lui fa lo psicologo,
e un po' anche lo studioso del paranormale. Dopo tutto, anche lui fa
parte di quel mondo... Elena invece è diventata una bravissima
veterinaria.
Lorrence
è diventato il medico ufficiale dei Domatori di Oldmill e li
aiuta nelle loro peripezie... poi gestisce un negozio di scherzi...
magici!
Ora
conducono una vita desiderabile: viaggiano per il mondo e divertono
insieme ( qualche volta rischiano la pellaccia ma questa è
un'altra storia ).
Elena
era sul balcone. La luce della luna rischiarava la sua pelle,
argentea, e una brezza leggera le faceva ondeggiare i capelli.
Sul
viso un'espressione piena di pensieri.
Zick
si avvicinò a lei e la prese per le braccia.
<<
Che hai? >>
Lei
strinse un po' le spalle.
<<
Non lo so... sto pensando... >>
<<
A cosa? >>
<<
A tutto. >>
<<
Ti va di pensareinsieme? >> Le sussurrò
all'orecchio.
Elena
sorrise.
Per
quelle ore che seguirono, Zick ed Elena si raccontarono un sacco di
cose, fecero il riassunto di una vita.
Senza
mai aprire bocca.
Il
potere telepatico di Zick era utilissimo per quei casi quando non sai
cosa dire, ma invece avresti tanto da raccontare.
Se ne
stetterò lì seduti, l'uno di fronte all'altra, a
guardarsi con affetto e curiosità.
<<
Grazie per la «chiaccherata», Zick. >> Mormorò
Elena.
<<
Di niente. >>
Si
guardarono negli occhi per un paio di secondi.
I
capelli blu di Zick si fondevano col cielo e i suoi occhi scuri
parevano due piccoli, profondissimi universi.
Elena
lo abbracciò forte, poi lo guardò ancora.
Si
toccò il ciondolo ambrato che le pendeva dal collo... quello
che le aveva regalato Zick per Natale, tanto tempo fa.
Si
sentiva felice, stanca, ammaliata, preoccupata, innamorata... eh sì,
tutte quelle emozioni racchiuse in quel piccolo secondo che
precedette il contatto delle loro labbra.
Voltarono
la testa e videro un Harvey piangente con in mano una bottiglia di
vetro.
<<
PAPÀ?! >>
<<
Oddio il suocero no! >>
Elena
corse verso il padre, stupefatta.
<<
I-io ero andato a portarvi un re-regalo per il vostro anniversario di
mat-matrimonio! E voi mi ricompensate facendo queste cose belliss...
sconcie davanti a me? Sigh... >>
<<
Papà, nessuno ti ha chiesto di guardarci! >> Ribetté
la figlia, furba.
Harvey
stramazzò a terra.
<<
Oh, per fortuna non si è rotta la bottiglia! >> Disse
Zick, prendendola dalla mano del suocero.
<<
IO CADO A TERRA E VOI VI PREOCCUPATE DELLA BOTTIGLIA? >>
<<
Oh, ma papà, piantala di fare il bischero... siamo
abituati alle tue scenette da cascamorto! >>
Bischero:
Toscanismo, significa «sciocco», «scemotto»
Mentre
il padre mugugnava parole incomprensibili Elena gettò uno
sguardo alla bottiglia.
<<
Uhm... buono! Io adoro il fragolino! Grazie papà! >>
Gli
diede un bacio sulla guancia e il papà si rimise in piedi.
<<
Grazie. >> Sorrise Zick.
Il
suocero gli sorrise a sua volta.
<<
Prenditi cura di lei. >>
Zick
annuì.
<<
Lo farò sempre. >>
<<
E ora, vivete. >>
Zick
rimboccò le coperte a Elian e prese la moglie per le spalle.
<<
Vi è piaciuta? >> sorrisero il Domatore e la
Rifugiatrice.
<<
Oh sì! È bella papà! >> Esclamò
Elian contento.
<<
È piaciuta anche a me! Ma non avevo l'avevo mai sentita né
letta prima... ma che fiaba è? >>
Zick
ed Elena si sorrisero.
<<
La nostra storia. >>
Fine
Inanzi
tutto fate un bell'applauso a Zick e Harvey che in questo capitolo
sono morti e resuscitati almeno 50 volte! XDDD
Clap
Clap Clap!
Ragazzi...
siamo finalmente giunti al termine di quest'avventura durata un anno.
Questa
Fanfiction ha visto le mie varie «fasi,» il mio
mutamento, il mio periodo di depressione e la mia rinascita...
poveraccia. Ed è per questo che è così varia,
che si passa da un capitolo angst-tragedy ad uno
comico-adolescienziale.
Inizialmente
la volevo rifare tutta da capo, perché era troppo
inverosimile.
Zick
ed Elena, per avere dodici anni, sono troppo intraprendenti e
dimostrano una maturità, fisica e mentale, sproporzionata.
L'ideale
sarebbe stato far iniziare la fanfiction nel loro primo anno di
Liceo. Ma lì ci andrò solo questo settembre, quindi non
so per certo a cosa andrò incontro. Mi allettava l'idea di far
provare a Zick ed Elena le mie emozioni di quando sono entrata alle
Medie e di come le ho passate, vicende con professori, genitori ecc;
ma anche vedere, in modo un po' comico, il rapporto genitori-figli
durante l'adolescenza.
Ma
questa è la mia prima vera seria fanfiction, e, anche se è
sprecisa in certi punti, mi piace così com'è :3
Ho
iniziato questa fanfiction conoscendo solo il cartone animato: quindi
molte cose sono sbagliate, ad esempio le età dei personaggi...
Ho
scoperto solo oggi che nel fumetto di M.A. esistevano già i
Gorka Bianchi O__o E, appunto, sono Gorka pacifici e molto saggi.
Che
strano, eh? XD Ammetto che all'inizio all'inizio pensavo di far fare
a Lorrence la Voce, però poi mi dispiaceva... mi ero troppo
affezionata a lui ^_^ E poi volevo farlo morire alla fine e farlo
diventare un Trasparente ( leggete il fumetto per capire) il classico
sacrificio per salvare tutti.. ma non m'ispirava.
(
Mi vuoi bene, mia cara, vedo! N.d.Lorry) ( Statti zitto tu! N.d.A)
«
La nostra Storia-Kremshin's voice» la dedico a yaya_sana.
Senza
di lei non sarebbe mai iniziata questa follia e io le devo questo ed
anche di più. UOVO Molte battute ( quelle più cattive e
maliziose xD) di questo capitolo sono opera sua, grazie a quella
pazza conversazione ;), e il capitolo non sarebbe stato così
se non ci fosse stata lei. Mi dispiace per quello che è
accaduto ed è per questo che ho cercato di finire il più
presto possibile il capitolo... UOVO
GRAZIE
:')
E
credo che tu sappia che UOVO+uovo fa due uova. Grazie ancora e buona
frittata.
Un
grazie anche alla mitica Lion of Darkness, Diginicky, Naomy93 e
giuly_chan95, che mi hanno dato tanti spunti a aiuti per la storia.
=D
E
grazie anche a delya, anche se non penso mai leggerà questa
frase, che mi ha fatto ridere finché è durata :)
Anna_Zedreamer94:
Ogni giorno io ti ringrazio, anche se non lo dico, per la
disponibilità e l'amicizia che mi dai. Mi sembrava giusto
ringraziarti pure qui.
GRAZIE
:')
Un
caloroso saluto e tanti grazie anche a nueblackcrowfriend, Lovely
Laura, kikka97, Jessica_Hale, ElanorFantaGreen, ElseW e MaryVera96
che hanno recensito :)
E
grazie anche a Claudietta_Cullen e Whivel, che hanno messo la mia
fanfiction tra le preferite e BlAck_pAnTeR_94, RubyMcDoll, Punk92 ,
Emilie91 e LordAndreius per averla messa nelle seguite :)
Grazie
*_*
Finalmente
non vedrò mai più la Tappone e Mariangela :3 :3 :3
P.S.
Per il personaggio de « La Voce» mi sono ispirata a «La
Voce della Persuasione» della Saga de « La Bambina della
Sesta Luna» di Moony Witcher u_u
«
Qualcuno gli dà una sberla da parte mia?!» Citazione da
« L'era Glaciale 3» Qui ci stava troppo bene =3
Ah,
vi volevo dire una cosa: visto che sono molto curiosa, ho ficcanasato
in giro e... ho letto che lo sceneggiatore di M.A. È al lavoro
e pure Barbucci, il disegnatore, dice che si troverà molto
impegnato quando dovrà fare le copertine per la nuova serie a
fumetti di M.A. :) Spero che arrivi presto, se è vero! ç__ç
La fine è indecorosa u____ù
Beh,
diciamo che con questo fandom ho finito, di storie nuove non le
metterò ( almeno che non ci sia bisogno ;-) ) e andrò
avanti solo a « Amore allo Stato larvale». Ma
chissenefrega.
Mi
piacerebbe moltissimo se rilasciaste una recensione, ma di quelle
vere e lunghe, per darmi un giudizio finale su questa storia. Su
come è scritta, sui contenuti, se è equilibrata ( no no
per niente) ecc.... Così capirei cosa c'è da migliorare
per far in futuro un lavoro migliore :)
Ma
fate un po' come vi pare... tanto purtroppo non ho ancora affinato la
padronanza della Maledizione Imperius.... sigh.
Il
capitolo è arrivato in ritardo grazie al petotrapano dei
vicini che mi svegliava ogni giorno alle otto e continuava fino alle
5 =____=
Scusatemi
se è venuto bruttino questo chap. XD
Beh...
ho finito.
Alla
prossima mostruosa avventura ;))))
Vorrei
mangiare eggs and bacon qualche volta con te, Yaya. Sarebbe
molto uovo.