Tra l'Oscurità e la Luce

di darkjedi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PRIMO CAPITOLO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** 4 CAPITOLO ***
Capitolo 5: *** 5° CAPITOLO ***
Capitolo 6: *** 6° CAPITOLO ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** 9° CAPITOLO ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** PRIMO CAPITOLO ***


Una nave sconosciuta e senza nessuna insegna correva veloce sulla rotta per Tatooine, improvvisa- mente alle sue spalle apparirono 3 Star Destroyer  e iniziarono a inseguirlo, sparandogli addosso per cercare di fermarlo. La piccola nave cercò di sfuggire ma fu inutile e presto fu raggiunta. Uno dei Star Destroyer attivò il raggio traente e attirò la nave nel suo enorme hangar.

All’interno dello Star Destroyer un uomo imponente, completamente vestito di nero avanzò seguito una squadra di Stormtrooper, si avvicinò alla piccola nave e con voce tonante disse “aprite lo sportello o lo farò saltare.”

Non ebbe risposta, allora si girò verso i soldati e disse “Fate saltare il portello ma attenti voglio vivi e incolumi tutti i passeggeri della nave.”

Dopo un breve scontro gli assaltatori occuparono la nave e Lord Darth Vader entrò e si diresse dove i suoi soldati avevano riunito tutti i prigionieri.

Si guardò intorno e disse “ Sto cercando una donna con un bambino, dove sono?” ruggì il Signore Nero.

“E’ rimasta nella sua cabina non si sente bene.” mormorò tremante il capitano della nave.

“Portatemi da lei, subito.” ordino Vader e poi rivolto ai suoi soldati disse “voi rimanete qui.”.

Quando Vader entrò nella piccola cabina la vide subito, era seduta su una poltrona accanto al letto, era avvolta in un mantello  che le copriva il viso e stringeva a sé un bambino.

Vader provò un’emozione fortissima, l’aveva ritrovata e con lei c’era anche suo figlio.

Poi si riprese, lui era sempre Darth Vader, il temuto Signore Nero e facendo un passo avanti disse con voce cupa “Padme sono arrivato. Avanti alzati e vieni con me.”

La donna scosse la testa e il cappuccio gli scivolò via e con sorpresa Vader vide che la donna era Sabé, una delle dame da compagnia di Padmè.

Vader fece un passo indietro e ruggì furioso “dov’è Padmè?”

La donna lo guardò fisso in viso e disse “E’ morta dopo la nascita di suo figlio. Era troppo debilitata soprattutto dopo quello che tu gli hai fatto.”

“Morta!” ripeté Vader, strinse i pugni con forza. ‘No. Il suo angelo non poteva essere morto, sentì una sofferenza infinita al pensiero di non poterla più rivedere, riabbracciarla ma respinse quel dolore in fondo all’anima.  Guardò di nuovo Sabè e il bambino che aveva in braccio, il figlio di Padme e suo.

“Come si chiama?” disse.

“Luke.” rispose la donna stringendolo a sè:

Era il nome che avevano scelto insieme lui e Padme quel giorno lontano, in un’altra vita. Luke se fosse stato un maschio, Leia se fosse stata una femmina.

Allungò le braccia e prese il bambino che sentendosi sollevato da qualcun’altro aprì gli occhi.

Erano azzurri, notò Vader proprio come i suoi, quello era suo figlio. Allungò una mano guantata e accarezzò la testolina bionda scendendo lungo la guancia paffuta. Il bambino allungò la manina e acchiappò un dito del guanto, suo padre ritirò delicatamente la mano e il guanto rimase stretto nella manina del piccino che sbadigliò e tornò a dormire tranquillo con il guanto stretto nella sua manina. Vader sentì il cuore intenerirsi alla vista di suo figlio così tranquillo tra le sue braccia.

La voce di Sabé lo distolse dall’osservazione di suo figlio che dormiva tranquillamente tra le sue braccia “Cosa vuoi fare di lui, Anakin?” disse la donna.

“Il mio nome è Darth Vader, e lui sarà il mio erede, il più potente Signore dei Sith.” disse Vader.

“No, non puoi farlo.”

“Zitta donna. Portatela via e richiudetela con gli altri.” disse Vader rivolto ai suoi soldati.

Il capitano dei stormtrooper si avvicinò e disse “Cosa dobbiamo fare dei prigionieri, Milord.”

“Distruggete i motori e mandate la nave alla deriva verso la zona degli asteroidi, così penseranno ad un incidente.” disse Vader.

Poi se ne andò incurante delle urla di pietà dei membri della nave, stringendo a sè suo figlio.

 

Come figlio di Lord Darth Veder, l’infanzia del piccolo Luke non fu piena di affetto e amore come quella di tutti gli altri bambini della sua età ma ci fu solo il severo addestramento sith, e questo addestramento presto porto i suoi frutti e già a 12 anni Luke era diventato abile con la spada laser tanto quanto suo padre e sapeva uccidere velocemente e senza avere esitazioni. Non si chiedeva se fosse sbagliato o no, perché questa era la sola vita che conosceva. Aveva presto capito che i succes- si venivano premiati, ma gli errori erano severamente puniti. A 15 anni era diventato un abile e letale guerriero. A corte si diceva che fosse spietato quanto suo padre ed era conosciuto come Lord Shade, l’ombra di Vader perché era sempre al suo fianco invisibile e letale.  

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Un giorno il padre entrò nella sala in cui Luke si stava allenando e gli disse “Luke, l’Imperatore vuole vederti, domani andremo in udienza da lui.”

“L’Imperatore vuole vedere me? E per quale motivo padre.” Rispose il ragazzo, erano state molto rare le volte in cui era stato convocato dall’Imperatore al palazzo Imperiale, la maggior parte delle volte lo aveva ignorato.

“Non lo so ma questo non deve importarti. Quando il nostro Maestro ci chiama noi dobbiamo obbedire e ricordati Luke, gli ordini dell’Imperatore non si discutono, mai.” disse Vader duramente.

Padre e figlio percorsero i lunghi corridoi del palazzo imperiale di Coruscant diretti alla sala del trono. Con il cappuccio, calato sugli occhi per coprire il suo viso, e il mantello nero come quello del padre, Luke guardava con attenzione la curiosità che provocava la presenza di suo padre e la sua, e vedeva che tutti si scansavano al loro passaggio.

Arrivati nella sala del trono, Luke si tolse il cappuccio e davanti all’Imperatore padre e figlio si s’inginocchiarono con la testa china in avanti.

“Alzati Lord Vader.” Disse l’Imperatore. Il Signore Oscuro fece come gli era stato ordinato, salì le scale e si fermò di fianco al suo maestro. Luke rimase ai piedi del trono in ginocchio e con testa china ad aspettare che l’imperatore si rivolgesse a lui.

Palpatine guardò attentamente il giovane inginocchiato ai suoi piedi ed entrò nella sua mente, doveva sapere se era pronto, prima di affidargli la missione. Luke strinse i denti per questa intrusione ma poi si rilassò e aspettò che l’Imperatore ebbe finito di sondare la sua mente. L’Imperatore annuì soddisfatto da quello che aveva scoperto nella mente del giovane e si appoggiò alla poltrona poi disse “alzati giovane Skywalker” Luke si alzò e guardò l’Imperatore dritto negli occhi senza mostrare un indizio di paura.

“Tuo padre mi ha detto che sei stato ben addestrato e hai già portato a compimento con successo alcune missioni che lui ti ha affidato.”

“E’ vero, mio Signore.” Rispose Luke, con sincerità e nessuna traccia di compiacimento nella voce, erano stati tutti compiti di poco conto, aveva eliminato alcuni dignitari che erano palesemente contro suo padre e piccoli criminali che interferivano con i suoi progetti.

L’Imperatore lo scrutò attentamente poi disse “allora ti sentiresti pronto per una missione molto difficile. Tuo padre mi ha assicurato che sei in grado di portarla a termine con successo.”

“Se mio padre ha detto così, allora è così. Mio signore.” Rispose Luke.

“Non essere troppo sicuro di te ragazzo, questa volta non dovrai affrontare gentaglia facile da uccidere, questa volta sarà  uno dei nostri nemici più pericolosi, un jedi.  Allora te la senti ancora di accettare questa missione?”

“Se mio padre dice che sono in grado di portare a termine con successo questa missione allora lo sono, mio signore. Ucciderò il jedi e vi porterò la sua arma.” rispose Luke con sicurezza.

“Molto bene, ma non deludermi ragazzo, sai cosa accade a chi mi delude.”

“Non accadrà mio Signore.” Disse Luke inginocchiandosi di nuovo.

“Molto bene andate, siete congedati. Lord Vader spiega a tuo figlio di cosa si tratta. Aspetto con impazienza il risultato della sua missione.”

Padre e figlio uscirono dalla sala e Vader disse solo “sono molto fiero di te Luke ti sei comportato bene in presenza dell’Imperatore.”

Luke lo guardò trattenendo un sorriso, la soddisfazione di suo padre era la cosa  più importante per lui. Aspettò che suo padre continuasse ma l’uomo tacque e continuò a camminare.  

Darth Vader sentiva che suo figlio era curioso ed impaziente di sapere tutto, ma non disse una parola. Luke sapeva che doveva aspettare che fosse suo padre a dirgli tutto. Vader guardò soddisfatto suo figlio dopotutto il ragazzo era stato ben addestrato e sapeva che doveva attendere.

Quando arrivarono alla residenza del Signore Nero, Vader sentì che Luke era ormai arrivato al limite, si girò verso di lui e sorridendo gli disse “ Sento che sei ansioso di sapere della missione che ti ha affidato l’Imperatore.”

“Si, padre.” Rispose Luke, cercando di trattenere la curiosità.

Vader guardò Luke, aveva fatto veramente un bel lavoro con lui. Era robusto ma di corporatura  snella, aveva ancora bisogno di qualche anno di addestramento e imparare a padroneggiare il Lato Oscuro e poi sarebbe diventato un grande Sith, allora insieme avrebbero affrontato e ucciso l’Imperatore e lui avrebbe governato l’Impero con suo figlio al suo fianco. Se solo ci fosse stata anche lei tutto sarebbe stato perfetto, invece….  Scosse la testa scacciando quel pensiero.

Si accorse che Luke lo stava guardando e bruscamente disse “andiamo in Sala Riunioni e ti spiegherò tutto.”

Quando furono arrivati Vader aprì un file nel computer e Luke vide la mappa dei pianeti dell’Orlo Esterno, il padre indicò un puntino luminoso e disse “Secondo le spie dell’Imperatore, qui sul pianeta Alfard, dovrebbe essersi rifugiato uno degli ultimi jedi rimasti, il tuo compito sarà stanarlo ed ucciderlo. Questo non è un avversario come gli altri, Luke, questo è un jedi, devi stare molto attento.”

“Ho capito Padre.”

“Raggiungerai il pianeta viaggiando in incognito su navi mercantili. Voglio avere da te dei rapporti periodici, mi hai capito.”

“Si padre perfettamente.”

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Durante il viaggio Luke ripensò a quello che gli aveva detto suo padre, finalmente avrebbe affrontato un jedi, sapeva che era stato uno di loro ad uccidere sua madre, quando lui era nato e che avevano tentato di rapirlo. Non aveva nessuna paura di affrontarli, avrebbe dimostrato a suo padre

che era abile quanto lui. Quando arrivò sul pianeta Alfard, il capitano del mercantile in cui si era imbarcato lo chiamò.

“Hey ragazzo siamo arrivati.”

Luke s’affacciò e rimase a bocca aperta, vedendo il panorama che aveva davanti, non aveva mai visto tanto verde.

“Bhe, è un po' diverso dal pianeta da dove vieni, vero? Come farai a trovare tuo fratello?” disse il capitano atterrando nel porto del pianeta.

Era questa la scusa che Luke avevo escogitato per farsi dare un passaggio sul pianeta Alfard, il povero ragazzo orfano che andava a trovare suo fratello sul pianeta Alfard.

Luke si girò e disse “ non lo so chiederò in giro. Arrivederci capitano.”

Luke scoprì presto che Alfar era un pianeta agricolo. I primi giorni gironzolò per la città più grande poi decise di controllare i villaggi più lontani.

Dopo aver ispezionato i villaggi che erano nei dintorni, decise di allontanarsi e andare a controllare quelli più isolati, forse il jedi si era nascosto lì. Si era già messo in contatto con suo padre riferendogli che non aveva ancora trovato le tracce del jedi.

Gli abitanti del villaggio che appena visitato gli avevano sconsigliato di attraversare la foresta perché si diceva che vi abitassero dei diavoli e che raramente qualcuno ne usciva vivo ma Luke aveva risposto che non credeva alle favole da ormai tanto tempo e così si era incamminato entrando nella foresta.

Era già qualche ora che camminava, l’aria era fresca e pulita, il silenzio che regnava in quella foresta lo avevano fatto rilassare e gli aveva fatto abbassare le difese distraendolo, così non si accorse che qualcosa lo stava seguendo. 

La creatura attaccò prima che Luke ebbe il tempo di percepire la sua presenza, il ragazzo allungò la mano per prendere la spada laser nascosta nel poncho che indossava ma si accorse che i suoi movimenti erano rallentati, provò a fare qualche passo ma cadde sulle ginocchia, sentiva che il suo corpo si stava paralizzando, era sicuramente a causa del veleno che gli aveva iniettato la creatura.

Cercò di chiamare suo padre ma la mente si stava offuscando, improvvisamente vide un lampo di luce e subito pensò che suo padre fosse venuto in suo aiuto, ma prima di perdere totalmente i sensi vide, con sgomento che la luce della spada laser non era rossa ma di un blu splendente.

Non era stato lui a trovare il jedi, il jedi aveva trovato lui.

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Capitolo 4
*** 4 CAPITOLO ***


Luke si risvegliò in una camera e in un letto morbido si sentiva debolissimo. Non si trovava sull’astronave del padre, di questo era sicuro, perché quando era febbricitante e delirava, una dolce voce di donna lo rassicurava e gli passava un panno fresco sulla fronte e in quei momenti sentiva uno strano calore dentro di sé, che non era dato dalla febbre che lo opprimeva, ma era una sensa- zione di essere protetto e rincuorato che non aveva mai provato prima e si riaddormentava.

Rayna uscì dalla stanza quando fu sicura che il ragazzo si era addormentato di nuovo, Garen lo aveva portato a casa quella mattina e gli aveva detto che era stato attaccato da un krayen. Mentre stava curando la ferita procuratagli dall’animale, Rayna aveva notato delle strisce rosse sulla sua schiena e ne aveva parlato a suo marito. Garen uscì dalla stanza inquieto, Rayna molto  preoccupata lo aveva seguito e gli disse” Cosa possiamo fare, Garen. Sono molto preoccupata, la febbre non scende.”

L’uomo scosse la testa, quella mattina era stato lui a salvarlo, aveva sentito il suo segnale d’aiuto mentale ed era accorso in suo aiuto, ma dopo averlo salvato si era accorto che l’Oscurità circondava il ragazzo. Sua moglie aveva insistito per curarlo, e ora Garen era seduto sul tavolo della cucina a fissare la spada laser che gli aveva trovato addosso. L’aveva accesa e la lama rossa gli aveva tolto tutti i dubbi, il ragazzo doveva essere l’allievo di un Sith, e l’unico Sith era solo lui. Dovevano aver  scoperto che era ancora vivo e dove viveva e sicuramente il ragazzo era stato mandato a cercarlo per ucciderlo e uccidere tutta la sua famiglia, Garen sapeva che sarebbe dovuto andare di là e ucciderlo, doveva farlo se voleva proteggerli.  

Garen entrò nella stanza e accese la spada laser, si sentiva a disagio non aveva mai ucciso nessuno in quel modo, ma scacciò via i dubbi e sollevò la spada laser pronto a calarla sul ragazzo addormentato. In quel momento entrò nella stanza Rayna e gridò “Cosa stai facendo Garen, sei impazzito!”

Garen spense la sua arma e disse “è un Sith, Rayna. Suo padre ha ucciso i miei compagni, i miei amici, neanche i bambini si sono salvati. Sicuramente hanno scoperto dove sono e lui è stato mandato qui per uccidermi, per uccidere tutti noi.”

“Garen non puoi punire lui per quello che ha fatto suo padre. Sicuramente è stato cresciuto imparando solo ad odiare e ad uccidere quelli come te, non credo che abbia mai avuto la possibilità di conoscere qualcosa di diverso. Sei libero di ucciderlo, se credi, ma se lo fai allora sei come suo padre, pensaci”. Dicendo questo la donna uscì dalla stanza.

Garen guardò sua moglie uscire e sorrise tra sé e sè, aveva ragione, come sempre. Appena la porta si fu chiusa sentì una voce mormorare “Che cosa aspetti, avanti uccidimi.”

Garen si girò vedendo che il ragazzo era sveglio, gli occhi azzurri erano offuscati dalla febbre e gli chiese “come ti sentì?”

Luke invece di rispondergli gli disse debolmente “Hai ragione sai, sono venuto qui perché dovevo trovarti e ucciderti. E’ un ordine dell’Imperatore, io non posso disubbidire. Per cui è meglio che tu mi uccida subito.”

Garen posò la spada laser sul tavolo e si avvicinò e mettendogli una mano sulla fronte disse “Stai bruciando, hai la febbre alta, deve essere a causa del veleno che hai in corpo. Adesso ci penso io ad eliminarlo.”

“Cosa vuoi fare? Ti ho detto che sono venuto....” tento di dire Luke.

“Shh, zitto.” disse Garen mettendogli un dito sulle labbra, poi continuò ”ora chiudi gli occhi e rilassati.”

Luke fece come gli aveva detto e Garen gli posò una mano sulla fronte e si concentrò. La prima cosa che vide fu la solitaria infanzia del ragazzo e il brutale addestramento che aveva ricevuto. Garen si concentrò al massimo e lasciò che la Luce penetrasse in lui e lasciò che lo guarisse da tutta l’oscurità che lo ricopriva e poi lo liberò dal veleno del Krayen.    

Luke sentì come se un tornado di luce lo attraversasse e trascinasse via tutta l’oscurità che aveva in sé e poi lo riempì di luce e calore. Alla fine il ragazzo vide che tutto ciò che aveva fatto nella sua breve vita era sbagliato, che ciò che suo padre gli aveva insegnato era sbagliato, che c’era un altro modo. Aprì gli occhi di scatto e disorientato dalla sensazione che aveva provato mormorò “Che cos’era?”

“Shh! Ora dormi, devi recuperare le forze” e lo toccò leggermente sulla fronte e poi mentre Luke si addormentava sentì una voce nella mente che gli sussurrava “Questo è il Lato Chiaro della Forza.”

Garen uscì dalla stanza sorridendo, aveva fatto quello che doveva e non se ne pentiva e se il ragazzo era suo figlio, e lui ne era certo, le conseguenze di questo suo gesto sarebbero state imprevedibili. Quando uscì dalla stanza incontrò sua moglie e le disse “Preparagli qualcosa da mangiare perché quando si sveglierà sarà affamato.”

“Lo hai guarito?”

L’uomo annuì e disse “Presto starà bene, ho rimosso tutto il veleno che aveva in corpo.” ‘E anche qualcos’altro’ pensò tra sé e sé.

La mattina dopo Luke si svegliò presto, si sentiva molto meglio. Si alzò e uscì dalla stanza, tutto era silenzioso, stava per uscire dalla casa quando sentì una voce autoritaria dietro le spalle.

“Che cosa fai alzato, ritorna a letto immediatamente.”

Luke si girò e vide Rayna con le braccia conserte e un’espressione severa sul viso. Dietro di lei Garen con un’espressione divertita sul viso.

“Ma io...” tentò di dire Luke.

“Niente ma, te lo dirò io quando ti puoi alzare.” disse la donna, “vado a preparare la colazione, quando torno voglio vederti a letto. Hai capito?”

Garen posò una mano sulla spalla di Luke “andiamo, altrimenti si potrebbe arrabbiare per davvero. Ancora non so il tuo nome.”   

“E’ Luke. ”

“Dovevo immaginarlo ai tuoi genitori piaceva il nome Luke se saresti stato un maschietto e Leia se nasceva una bambina.” disse Garen mentre aiutava Luke a rimettersi a letto, poi continuò “Io sono Garen Muln. Ex Maestro Jedi, ex Cavaliere Jedi e ora agricoltore.” Si presento Garen.

“Tu conoscevi i miei genitori? Quando li hai conosciuti, e dove.” chiese Luke.

“Si, lo conoscevo, non molto bene, ma lo conoscevo. Li conoscevo tutti. Siamo tutti cresciuti nel Tempio Jedi su Coruscant.  Un giorno il maestro Qui Gon Jinn, che era il maestro di Obi Wan Kenobi, forse tuo padre ti avrà parlato di lui, “

“Si, mi ha detto che è stato lui ad uccidere mia madre.” disse Luke con disprezzo.

“Non ci credo, Obi Wan ammirava molto tua madre, forse era l’unico politico che ammirasse, non le avrebbe mai fatto del male. Ma ora torniamo alla storia. come ti avevo detto, il maestro Qui Gon ha portato al Tempio Jedi un bambino, Anakin Skywalker, convinto che lui fosse il Prescelto di una profezia. Purtroppo morì prima di poterlo allenare e Obi Wan promise al suo maestro morente di allenarlo in vece sua. Tuo padre era molto potente, tutti dicevano a Obi Wan di stare attento, ma lui aveva una totale fiducia in tuo padre, era convinto che non lo avrebbe mai tradito.”

“Quando ha conosciuto mia madre?” chiese Luke.

“Adesso ci arrivo. Si conobbero su Tatooine, così mi raccontò Obi Wan. Lei era la regina di Naboo, il suo pianeta e stava fuggendo, non mi ricordo perché, e lui li aiutò a trovare dei pezzi di ricambio per la loro nave e poi andò con loro al Tempio. Si rincontrarono dieci anni dopo, tua madre era senatrice del suo pianeta mentre tuo padre era l’allievo di Obi Wan. Ci furono degli attentati alla sua vita, e mentre Obi Wan andava ad investigare, tuo padre l’aveva riaccompagnata su suo pianeta per proteggerla. Non so come accadde, ma s’innamorarono e si sposarono, e lo tenne segreto perché era una cosa vietata ai jedi. No so se Obi Wan lo seppe mai. Poi scoppio la guerra dei cloni e li persi di vista. Alla fine seppi che tuo padre era passato al Lato Oscuro e con i cloni soldato aveva sterminato tutti i jedi. Io mi sono salvato perché ero in missione da solo.”

“Cosa accadde a mia madre?” chiese Luke.

“Non lo so.” rispose Garen scuotendo la testa. Poi pensierosamente disse “Forse c’è una persona che può saperlo. Il senatore Organa di Alderaan, lui era molto amico di tua madre e di Obi Wan. Quando andrò al villaggio per le provviste gli manderò un messaggio. Allora cosa intendi fare, ora”

Invece di rispondere alla domanda Luke disse “perché mi hai salvato? Io sono tuo nemico, dovevi uccidermi.”

“Lo so, ma non potevo farlo, sei soltanto un ragazzo e poi non è abitudine dei jedi uccidere.”

“Mi è stato raccontato diversamente” mormorò Luke.

“Posso immaginare quello che ti hanno raccontato. Che siano stati noi a iniziare la guerra dei Cloni, che volevamo rovesciare la Repubblica e prendere il comando. Noi invece volevamo solo vivere in pace nel Tempio.” Disse Garen malinconico.  Poi disse “E ora cosa intendi fare?”

Luke lasciò andare un profondo sospiro poi mormorò scuotendo la testa “non lo so. La mia missione era di ucciderti e portarti dall’Imperatore come prova. Ma ora ho fallito e non so quale sarà la mia punizione, per di più è stato l’Imperatore in persona ad affidarmi questa missione e questo rende, il mio fallimento ancora più grave.”

In quel momento entrò Rayna e vide le facce scure dei due e disse “Cosa  c’è?”

Garen si girò verso Luke e disse “Lei sa già chi sei e chi sono io, devo raccontargli anche il resto.”

Luke annuì e disse “Va bene.” e Garen raccontò alla moglie tutto quello che gli aveva detto Luke.

“Non posso credere che tuo padre ti punirebbe perché non hai portato a termine una missione così crudele.”

Per tutta risposta il ragazzo si stava per togliere la casacca ma Garen lo fermò e disse “le abbiamo già viste… è stato tuo padre?”

Luke annuì con gli occhi chiusi. Poi mormorò “non ho obbedito velocemente a un suo ordine e così mi ha frustato. Una frusta laser.”

La donna indietreggiò sconvolta, Garen la prese tra le braccia e disse “è il modo dei sith Rayna, è così che addestrano i loro apprendisti.”

“Garen non possiamo farlo tornare da quel mostro, anche se è suo padre. Può restare qui, ti può aiutare nei campi.” 

Prima che Garen potesse rispondere Luke scosse la testa e disse “No, non posso rimanere, se mio padre dovesse trovarmi vi ucciderebbe e distruggerebbe il villaggio. Tornerò da lui e affronterò la mia punizione.”

In quel momento si sentì una vocetta gridare “Mamma, papà ci siete?”

Rayna sorrise e disse “è già tornato Tam.” E uscì dalla stanza.

Luke guardò Garen che disse “E’ il figlio di Rayna, è un vero monello. Spesso va dal fratello di Rayna loro hanno un altro figlio della sua stessa età e Tam sta bene insieme a loro. E lì può anche frequentare la scuola del paese”

In quel momento entrò un ragazzino di circa 10 anni e corse da Garen che lo prese in braccio e lo strinse a sè affettuosamente. Luke guardò la scena e gli tornò in mente che quando aveva 10 anni, suo padre gli aveva messo in mano una spada laser e da quel giorno era iniziato il suo addestramento, niente abbracci affettuosi.

Quando scese dalle braccia del padre, il bambino guardò Luke con aria incuriosita e Garen gli disse “lui è Luke, Tam, è un ospite.”

“Ciao Luke.” disse il ragazzino tutto serio.

“Ciao Tam, è un piacere conoscerti.” gli rispose Luke sorridendo.

“Ora devo andare mi chiama la mamma. Ci vediamo dopo.” disse Tam.

“Devo andare anche io, ho del lavoro da fare. Tu riposati.” Disse Garen.

Luke guardò la porta chiusa ripensando a tutto quello che era appena accaduto. E a quello che avrebbe dovuto fare il giorno dopo, era indeciso. Una cosa era certa, qualcosa dentro di lui era cambiato, lui si sentiva cambiato.

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Capitolo 5
*** 5° CAPITOLO ***


Vader camminava avanti e indietro sul ponte dello Star Destroyer, erano giorni che Luke non si metteva in contatto con lui, e iniziava a preoccuparsi. Il ragazzo era stato addestrato bene ma era pur sempre un ragazzo. E se il jedi che era andato a rintracciare fosse stato Kenobi. Quel maledetto aveva tentato già una volta di portarglielo via, chissà cosa gli avrebbe  raccontato, quel vecchio sapeva essere molto persuasivo e lui lo sapeva bene.

Si girò e ordinò “mandate delle sonde sul pianeta Alfard voglio sapere tutto quello che accade. E registrate tutte le comunicazioni in entrata e in uscita.”

Un paio di giorni dopo, una mattina Garen entrò nella stanza di Luke e disse “Ehi pigrone alzati.”

“Ma Rayna ha detto che devo rimanere a letto” disse Luke.

“E’ uscita, tornerà tardi. Non ti va di allenarti un po’.” Gli rispose l’uomo sorridendo.

“Si, che mi va. Sono stanco di starmene a letto.” Esclamò Luke saltando giù dal letto, subito dopo era già vestito e uscì di casa per incontrare Garen.

Appena lo vide l’uomo gli lanciò la spada laser e poi disse “avanti fammi vedere cosa sai fare” disse l’uomo sorridendo.

I due stavano duellando quando Rayna tornò, aveva fatto presto e si era fatta accompagnare da suo fratello. Quando girò dietro la casa li vide, entrambi erano senza camicia, il sole faceva brillare il sudore sulle loro schiene e stavano combattendo con quella strana arma che Garen possedeva e che teneva nascosta, si fermò a guardarli per un po’ meravigliata dalla forza e dall’energia che i due emanavano.

Fece un passo avanti e disse “Ehi è ora di mangiare non avete fame voi due.”

I due si bloccarono e si girarono di colpo e Garen disse “Rayna, Luke si sentiva bene così noi due abbiamo…”

“Ma certo che sta bene, non c’è nessun dubbio su questo. Ah, se volete mangiare prima dovete farvi una bella doccia.” disse la donna entrando in casa.

Mentre li vedeva allenare Rayna percepì il legame che c’era tra suo marito e quel ragazzo, erano così simili. Garen lo aveva sempre negato ma ora Rayna capiva che gli mancavano i suoi compagni e in quel ragazzo ne aveva trovato uno.

La mattina dopo quando Luke entrò in cucina per la colazione Garen gli disse “Sai ci ho riflettuto bene, Luke. nel frattempo ti potresti nascondere da un mio amico, lui ti proteggerà. Sta con la Ribellione, lì sicuramente tuo padre non ti verrà a cercare.”

“La Ribellione? Garen io sono il figlio di Darth Vader, il Signore dei Sith, sono un loro nemico non mi accoglieranno mai. E poi…” continuò a voce bassa, “io sono Lord Shade, tu non sai cosa ho fatto.”

“Cosa hai fatto non importa.” disse Garen, poi continuò “Stai tranquillo lui ti proteggerà. Più tardi andrò al villaggio e chiamerò questo mio amico gli racconterò tutto e gli chiederò di venire qui così sarà lui a tranquillizzarti.”

Mentre Garen e la sua famiglia andavano al villaggio per fare degli acquisti e Garen per chiamare questo suo misterioso amico, Luke ne approfittò per fare una passeggiata nei dintorni e decise anche di liberarsi della trasmittente, l’ultimo legame con il padre, gettandola nella foresta, lì nessuno sarebbe stato così pazzo ad andarla a prendere, per paura delle creature che l’abitavano.

Mentre camminava ripensava a cosa era successo negli ultimi giorni, da quando Garen lo aveva curato si sentiva diverso, non sentiva più quel senso di rabbia e odio per tutto e tutti e che lo colmava da quando era nato, ora si sentiva sereno e in pace con se stesso e pronto a decidere, cosa fare della sua vita, non gli venne in mente che suo padre non sarebbe stato d’accordo.

Mentre stava tornando a casa non si accorse, però che un uomo lo aveva seguito, e quando aveva gettato via la trasmittente era entrato nel bosco e l’aveva raccolta. Era Palo Rankin, un vecchio nemico di Garen che lo odiava da quando era arrivato su Alfard perché gli aveva portato via Rayna. L’uomo nella sua mente contorta credeva che Luke fosse un ribelle fuggiasco, ricercato dall’Impero, ecco perché se ne stava nascosto in casa sua e non si faceva vedere da nessuno, e denunciandolo si sarebbe liberato anche di Garen.

Palo accese la trasmittente e disse” Sono Rankin dal pianeta Alfard, voglio parlare con qualcuno al comando.” E quando ebbe una risposta affermativa, continuò “voglio denunciare Garen Muln perché ha nascosto un ribelle fuggiasco, venite a prenderlo vi do le coordinate...” Ma prima che potesse continuare un Krayen lo colpi e l’uomo cadde a terra.

Sullo Star Destroyer l’operatore che aveva intercettato la chiamata portò il messaggio a Lord Vader.

“Milord ho captato questo messaggio dalla trasmittente di Lord Shade, ma è strana.”

Il Signore Nero lesse il messaggio poi s’incupì e disse ad un ufficiale “Fate immediatamente prepa- rare una navetta, scendo sul pianeta insieme ad una squadra di Stormtrooper.”

Ignaro di tutto, Luke tornò all’abitazione e si sedette fuori nella veranda, aspettando che tornasse Garen. Appoggiò la schiena al muro chiudendo gli occhi e si mise a pensare a quei pochi giorni passati con Garen e al modo in cui la sua vita era cambiata, aveva sempre pensato che il modo cui era stato cresciuto era giusto, suo padre gli aveva insegnato che i nemici dell’Impero andavano annientati. Ma ora un nemico dell’Impero, un Jedi gli aveva fatto capire il contrario, gli aveva fatto conoscere un altro modo di vita e lui si sentiva una persona nuova. Si stava appisolando quando sentì in lontananza il rumore di uno shuttle ma non gli diede importanza.

Appena atterrò la squadra di Stormtrooper iniziò a perlustrare l’area e presto arrivò in vista della casa, Lord Vader vide subito suo figlio seduto di fuori, mentre si avvicinava vide che Luke teneva gli occhi chiusi e aveva un’espressione così serena che non gli aveva mai visto e in preda alla rabbia si avvicinò e disse “molto bene Lord Shade è così che esegui gli ordini.”

Luke aprì gli occhi di colpo al suono della voce di suo padre e lo vide che incombeva su di lui, si alzò di scatto e mormorò” padre io...”

Poi vide la sua espressione furiosa e tacque chinando la testa.

Improvvisamente sentì il rumore di un landspeeder che si avvicinava e una voce che gridava e riconobbe quella di Garen, incurante della presenza di suo padre e dei suoi stormtrooper corse verso la strada gridando “Va via Garen, va via.”

Sentì una forte spinta che lo rinviò indietro verso la casa, Luke colpì i gradini con la schiena e rimase lì dolorante. Garen fermò lo landspeeder e scendendo insieme a sua moglie e suo figlio, disse “Mi dispiace Luke ma non sono riuscito a trovarlo ma gli ho lasciato un messaggio. Mi hanno assicurato che glielo consegneranno appena tornerà.”

Luke si alzò scosse la testa e mormorò “E’ troppo tardi, mio padre è già qui.”

Garen si guardò intorno e vide gli Stormtrooper circondarlo e in mezzo la loro la tenebrosa presenza di Darth Vader.

“Ana...” iniziò Garen ma poi si riprese e continuò fissando l’uomo. “Vader.”

“E così sei sfuggito anche tu alla purga, ora dimmi dov’è Kenobi?” Disse Darth Vader con voce cupa.

“Non lo so, non lo hai ucciso come tutti gli altri?” rispose amaro Garen.

Darth Vader non rispose e si voltò verso suo figlio e gli ordinò “ Luke prendi la spada laser e uccidi questo Jedi come ti ha ordinato l’Imperatore.”

“Non posso” mormorò il ragazzo chinando la testa.

“Oseresti disubbidire ai miei ordini e agli ordini del tuo Signore?” ruggì Vader furioso.

Luke sentì la rabbia del padre colpirlo attraverso la Forza e chiuse gli occhi aspettando la punizione che sarebbe seguita, ma non era pentito era stato bene insieme a Garen, il jedi gli aveva insegnato molte cose sulla Forza.

All'improvviso una voce di donna risuonò “che razza di padre è lei, costringere il figlio a compiere azioni così crudeli.”

“Rayna..” sussurrò Garen e nello stesso tempo anche Luke sussurrò il suo nome spaventato, suo padre non perdonava chi si intrometteva nei suoi affari, aveva ucciso uomini per molto meno.

Darth Vader sentì la paura del figlio per quella donna e se ne beò, aveva trovato il modo per piegare Luke hai propri voleri, fece un gesto e gli stormtrooper puntarono le loro armi su Rayna. Luke impallidì e mormorò “no! No ti prego.”

Il padre lo guardò, il suo sguardo era freddo e le sue parole lo furono ancora di più. “uccidi il jedi o io farò uccidere lei”.

Luke guardò Garen con aria angosciata poi chinò la testa. No, non poteva farlo, ma prima che potesse parlare Garen gli si avvicinò e disse “Prendi la tua spada Luke, dobbiamo farlo. Non abbiamo altra scelta.”

I due iniziarono a combattere ma senza troppa convinzione sembrava più un allenamento che un combattimento vero e proprio. Improvvisamente sentirono un grido, entrambi si voltarono e videro Rayna tenuta sollevata da terra da una forza invisibile, le sue mani erano strette intorno alla gola cercando di allentare la presa. Luke capì subito cosa stava accadendo e disse “Ti prego lasciala.”

“Allora fa quello che ti ho ordinato. Uccidi il Jedi.” Rispose Vader spietato.

Luke era tormentato, doveva uccidere Garen o suo padre avrebbe ucciso Rayna lentamente davanti a lui. Luke sapeva che suo padre era crudele e senza pietà e l’avrebbe uccisa senza alcuna esitazione anche questa volta fu Garen a decidere e con voce dura disse “Avanti ragazzo fammi vedere cosa sai fare.” Luke trasalì non gli aveva mai sentito quel tono duro e perentorio ma subito dopo senti nella mente la sua voce supplicarlo “combatti Luke, combatti contro di me. Ti prego. Dobbiamo farlo per lei.”

Il ragazzo annuì leggermente e disse “Sono pronto” e accese la sua spada laser.

Darth Vader stava bruciando di rabbia aveva capito che tra suo figlio e il Jedi era passato qualcosa a cui lui era escluso. Stava per ordinare al figlio di obbedire quando i due iniziarono a combattere, questa volta non era un combattimento simulato ma un vero e proprio duello. Darth Vader guardava compiaciuto il figlio che combatteva contro il Jedi, ma dopo un po’ si accorse che Luke non combatteva come gli aveva insegnato lui. Darth Vader sentì la rabbia crescere, ‘stupido ragazzino’ pensò ‘si era fatto influenzare dal Jedi, ma una volta tornati a bordo dello Star Destroyer avrebbe fatto i conti con lui e questa volta Luke sarebbe diventato un seguace del Lato Oscuro.’

Garen sentiva attraverso la Forza le onde d’odio che il Signore Oscuro emanava. Doveva salvare il ragazzo dalle ire del padre e l’unico modo era far finire il duello come doveva finire.

“Mi dispiace Luke” mandò attraverso la Forza sperando che il ragazzo capisse, poi mentre Luke lo attaccava lui abbassò la spada e quella di Luke lo trapassò. Quando vide ciò che aveva fatto Luke gridò “Noooo” e quando spense la spada la spada laser il corpo dell’uomo gli cadde tra le braccia.

“Garen, perché” gridò Luke.

L’uomo gli strinse la mano e sussurrò “Sh Luke, ascoltami. Sono sicura che tua madre sia ancora viva, e che è con Kenobi, cercala. Tu sei la nostra sola speranza contro..” e poi morì.

Rayna e Tim corsero verso di loro, Vader fece un gesto e un soldato alzò il fucile e li falciò entrambi. Luke guardò la donna e il bambino a terra immobili e gridò “Nooo” poi sollevò un braccio e dalle dita uscirono dei lampi azzurri che colpirono il soldato che crollò a terra senza muoversi più.

Luke si guardò inorridito la mano e poi il soldato a terra, comprese cosa aveva fatto, aveva ucciso di nuovo e questa volta lo aveva fatto volontariamente!

Sentì la voce del padre raggiungerlo “molto bene, figlio.”

“Io l’ho ucciso!” sbottò Luke.

“Hai usato il tuo potere, finalmente. Il tuo odio ti ha fatto potente, hai iniziato il tuo cammino per diventare un sith.”

“Io non voglio diventare un sith, un mostro come te, io voglio..”

Prima che finisse la frase venne colpito da uno schiaffo del padre che lo sbatte a terra.

“Non mi importa di quello che vuoi tu! Tu sei mio figlio e diventerai un sith, che tu lo voglia o no.”

Poi rivolto ai soldati disse “Portate Lord Shade a bordo, un pò di giorni in isolamento e cambierai idea”.

Per tre giorni Luke rimase chiuso in una cella al buio, completamente isolato con solo un droide che gli portava del cibo.

In questi giorni di solitudine crebbe in lui un sentimento di ribellione e l’impulso di fuggire si fece più forte, ma, si disse, doveva aspettare il momento giusto. Quando Darth Vader giunse per tirarlo fuori si fece trovare tranquillo e sottomesso.

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Capitolo 6
*** 6° CAPITOLO ***


Erano passati alcuni mesi dal suo ritorno a Coruscant e Luke camminava lungo un corridoio del palazzo Imperiale, si era abbassato il cappuccio perché in giro non c’era nessuno ed era stanco di tutti quei sotterfugi. Quando improvvisamente sentì una voce chiamarlo, si girò e vide una ragazza corrergli incontro. Luke rimase basito nel vederla, la ragazza si fermò di fronte a lui e disse “Luke non mi riconosci?”

Luke la guardò attentamente, era una bella ragazza alta quanto lui con gli occhi verdi e i capelli rossi. Poi disse “Mara, ma sei proprio tu? Quando sei tornata.”

“E’ da un po’ di tempo. L’imperatore mi ha richiamato a corte. Sei tu che sei sempre fuori in missione. Vedo che ti sei rimesso dopo il duello con il Jedi.”

Allora era così, suo padre aveva nascosto la sua assenza dicendo che era stato ferito dal jedi, chissà se anche l’Imperatore sapeva la verità o anche a lui suo padre aveva mentito.

“Mara che altro si dice.” Disse Luke trascinandola in una nicchia del corridoio.

“Che sei andato in missione per trovare l’ultimo jedi ma che lui ti ha ferito durante il duello e che Lord Vader è intervenuto e ti ha salvato uccidendo il jedi.”

Luke scoppiò in una risata aspra, poi disse No. Non è andata così. Adesso ti racconto io quello che è successo.” E le raccontò come erano andate veramente le cose, poi disse “voglio andarmene di qui, non voglio diventare un mostro come mio padre, e poi voglio andare a cercare mia madre. E’ ancora viva ed è da qualche parte.”

“Ma Luke non puoi andare via, Lord Vader non te lo permetterà. Noi dobbiamo obbedienza all’Imperatore, lo sai!”

“Si lo so. Ma non voglio essere più un suo schiavo, né suo e né di mio padre. Andrò via o morirò nel tentativo.” Mormorò Luke, poi prendendo tra le sue le mani della ragazze continuò “Ti prego solo di non dirlo a nessuno.”

“Va bene.” Mormorò la ragazza, poi continuò “ti aiuterò Luke, in qualche modo cercherò di aiutarti.”

Ma i progetti di Luke subirono un improvviso arresto perché due giorni dopo suo padre venne a comunicargli che erano stati convocati dall’Imperatore. Luke poteva solo immaginare cosa l’Imperatore volesse da lui, ma era deciso a non obbedire più ai suoi ordini disumani.

Entrò nella sala del trono al fianco del padre, arrivati davanti al trono l’uomo gli ordinò” inginocchiati  davanti al tuo Signore.

Luke fece ciò che gli era stato ordinato, era meglio che per ora che si mostrasse sottomesso, pensò, in questo modo suo padre non avrebbe sospettato dei suoi piani di fuga.

Il padre lo guardò con aria soddisfatta e disse “mio figlio si è pentito delle sua azione sconsiderata, mio Signore.”

Palpatine lo fissò intensamente poi disse “ne sei sicuro Lord Vader, io sento in lui ancora una scintilla di ribellione.”

Luke tenne la testa bassa e cercò i rafforzare i suoi scudi mentali in modo che l’Imperatore non potesse leggere i suoi pensieri. L’Imperatore Palpatine lasciò andare una risata stridula poi disse “puoi ingannare tuo padre ragazzo, ma non puoi ingannare me, il tuo padrone.”

Luke strinse i denti ancora di più ma la forte mente dell’Imperatore penetrò con spietatezza nella sua e Luke si prostrò boccheggiando.

“Si, vedo che tu ambisci alla libertà, vorresti fuggire via da qui. Sei uno sciocco. Tu sei mio, come tuo padre.”

Luke strinse i pugni cercando di non reagire, ma sentiva che le parole dell’Imperatore stavano accendendo qualcosa dentro di lui, qualcosa di pericoloso.

Palpatine continuò a parlare leccandosi le labbra, anche lui lo stava percependo.

“Si ragazzo, tu sei mio e farai ciò che io ti ordino. Sei di mia proprietà, hai capito?  E diventerai un sith proprio come tuo padre, perché sei esattamente come lui. Tu mi appartieni, hai capito ragazzo.”

Luke si alzò di colpo in piedi gridando “no, mai.” E sollevò una mano da dove uscirono dei lampi azzurri che erano diretti contro l’Imperatore.”

Vader si girò verso suo figlio e ringhiò “Luke, come osi attaccare il tuo Imperatore.”

Ma Palpatine stava ridendo e non sembrava affatto preoccupato dell’attacco di Luke, con un gesto aveva bloccato i fulmini di Luke.

“Benissimo è proprio questo che mi aspettavo da te, ragazzo. Vedo che ti accendi velocemente, sarai un grande sith, forse anche più grande di tuo padre.”

Mentre l’Imperatore parlava Luke si guardò inorridito la mano, era caduto dritto dritto nella sua trappola, aveva di nuovo usato il potere del Lato Oscuro.

“Ma ora” stava continuando a parlare Palpatine “lascia che ti mostri il vero potere, inginocchiati davanti al tuo padrone.”

“No mai. Non sarete mai il mio padrone e io non sarò più il vostro schiavo.”

Luke vide l’Imperatore sollevare una mano e la sollevò anche lui, se riusciva a lanciare i fulmini forse poteva anche fermarli, pensò.

Per un po’ il suo scudo riuscì a bloccarne qualcuno, ma poi alcuni fulmini lo colpirono. Luke sentì il corpo bruciare, accese la spada laser e la mise davanti a sé per protezione e avanzò lentamente verso l’Imperatore, era deciso ad ucciderlo, ma si era dimenticato di suo padre.

Darth Vader accese la sua e si diresse verso il figlio con lo scopo di fermarlo. “non ti permetterò di attaccare il mio Signore, figlio traditore.”

Palpatine guardò con aspettativa il duello tra padre e figlio, era quello che voleva. L’aveva previsto.

Padre e figlio combattevano furiosamente le due lame rosse si scontravano, Luke si sentiva sempre più forte grazie alla rabbia che gli scorreva nelle vene con un colpo fortunato riuscì a colpire il padre ad una spalla. Vader ferito lasciò cadere la spada.

“Molto bene giovane Luke. Hai dimostrato di essere più forte di tuo padre e ora compi il tuo destino uccidilo e prendi il suo posto al mio fianco.”

Vader lo scrutò e disse “hai sentito Luke cosa aspetti ad uccidermi.” Sapeva che prima o poi sarebbe accaduto. Era la legge dei Sith.

Luke scosse la testa, tutta la rabbia era svanita ora riusciva a pensare lucidamente e mormorò “No. Non voglio.” Non avrebbe mai potuto uccidere suo padre. Fece un passo avanti e mormorò “Padre io..”

Palpatine aveva assistito a tutta la scena e con suo disappunto le cose non stavano andando come aveva previsto. Il ragazzo aveva fallito.

“Patetico ragazzino” ringhiò e lanciò i suoi fulmini di forza verso di lui. Luke cadde a terra dal dolore e cercò di sollevare una mano per fermare i fulmini, proprio in quel momento il grosso lampadario della sala crollò a terra. Nella confusione che seguì Luke sentì una voce dirgli “vieni via Luke presto.”  E una mano lo aiutò ad alzarsi. Quando furono usciti dalla sala del trono si accorse che il suo salvatore era Mara. Stava per ringraziarla quando la ragazza lo trascinò verso l’hangar dicendo “qui c’è un armatura da stormtrooper mettila e sali su quella nave. Sta partendo per l’Orlo Esterno, lì né tuo padre e né l’Imperatore potranno trovarti. Fai presto Luke.”

“Grazie Mara. Per tutto.” Mormorò Luke baciandola su una guancia mentre si metteva il casco.

Luke salì a bordo confondendosi con gli altri soldati e poi si nascose in uno dei cunicoli  di cui era piena la nave. Appena sarebbero arrivati su un pianeta sarebbe sceso e fatti perdere le sue tracce.

Non lo avrebbero più trovato.

Durante il giorno Luke stava nascosto ascoltando i movimenti della nave e del suo equipaggio, mentre durante le ore di riposo usciva dal suo nascondiglio per cercare qualcosa da mangiare, aveva anche trovato dei pezzi di metallo abbandonati per costruirsi una nuova spada, gli sarebbe servito un blaster, una volta sceso ma sapeva che su un incrociatore come quello le armi erano controllate minuziosamente e la scomparsa di un blaster avrebbe causato dei sospetti.

Intanto su Coruscant suo padre aveva sguinzagliato squadre di soldati a cercarlo ovunque, in seguito aveva scoperto, interrogando, alcuni uomini che lavoravano nell’hangar, che una ragazza era stata vista lì insieme ad un soldato. L’Imperatore aveva interrogato Mara e alla fine la ragazza aveva rivelato di averlo aiutato a salire sull’Exter in partenza.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Stavano viaggiando già da alcuni giorni e quel giorno era tornato nel suo rifugio sfinito e con un po’ di pezzi vari che avrebbe potuto rivendere sul pianeta dove sarebbe sceso e si era addormentato subito.

Fu svegliato all’improvviso da voci animate, aprì la mente per sapere cosa stava accadendo. All’inizio sentì preoccupazione, allarme ma soprattutto paura. Sondò attentamente le menti dei soldati e scoprì che stavano cercando un clandestino: Ed era lui.

Come avevano fatto a scoprirlo, era stato molto attento.

Sondò più in profondità le menti degli ufficiali per scoprire come aveva fatto a scoprirlo e scopri che era stato suo padre ad avvertirli e che stava arrivando a bordo dell’Ammiraglia, l’Executor. Ecco il motivo perché erano tutti terrorizzati. Il primo pensiero di Luke fu di fuggire, non doveva farsi catturare.

Scoprì, leggendo di nuovo le menti degli ufficiali, che  erano in orbita intorno al pianeta  Arbra, che  si trovava sull’Orlo Esterno. Non lo aveva mai sentito nominare, ma non aveva altra scelta doveva fuggire da lì prima che arrivasse suo padre. Uscì dal suo rifugio e portò con se solo le cose che poteva tenere nelle tasche della cintura e si diresse verso l’hangar. Aveva deciso di rubare un caccia TIE e atterrare sul pianeta poi lì avrebbe chiesto un passaggio a qualcuno e sarebbe fuggito dal pianeta. Sapeva che avrebbe dovuto usare i suoi poteri e se lo l’avesse fatto suo padre l’ lo avrebbe sentito, ma era un rischio che doveva correre.

Sulla via per l’hangar aveva incontrato qualche assaltatore e aveva usato un trucco mentale che li faceva cadere addormentati o li faceva dimenticare di averlo visto. Era quasi riuscito a raggiungere l’hangar quando una pattuglia di assaltatori, guidati da un ufficiale, lo aveva visto e l’uomo disse

“fermati! Chi sei e cosa ci fai qui?” Gli assaltatori, ad un cenno dell’ufficiale lo avevano circondato,

l’uomo vide che il ragazzo non indossava nessuna uniforme, dichiarò “Fermo!” 

Luke allungò una mano e con una spinta della Forza e li fece volare tutti dall’altra parte dell’hangar poi corse dove si trovavano i TIE.

Improvvisamente sente sparare nella sua direzione e uno dei colpi lo prese alla spalla, un’altra pattuglia che era arrivata in quel momento aveva visto tutto e il loro ufficiale aveva ordinato ai suoi soldati di sparargli per fermarlo.

Luke riuscì a saltare a bordo di un TIE e a metterlo in moto per fuggire quando sentì in testa una voce che  conosceva troppo bene: suo padre, Darth Vader.

“E’ inutile che fuggì, figlio. Ti ho trovato.”

Luke strinse i denti e decollò in fretta mentre gli altri piloti salivano sui loro TIE per inseguirlo.

Intanto l’Executor si era avvicinando all’Exeter e Vader si fece portare subito a bordo dalla nave. Quando arrivò il capitano per accoglierlo, Vader lo apostrofò con voce tonante “Dov’è il ragazzo?”

“E’ fuggito, signore, con un TIE.” disse il capitano Tyle con voce tremante. Poi continuò “ma abbiamo mandato i nostri migliori piloti ad inseguirlo, lo prenderemo.”

“Attenzione, capitano. Lo voglio vivo e incolume, ha capito! Altrimenti dovrà subire la mia ira e quella dell’Imperatore.” dichiarò Vader con voce minacciosa, poi continuo pensieroso “Sicuramente vorrà atterrare sul pianeta per far perdere le sue tracce, fate scendere tutte le pattuglie che avete e perlustrate tutti gli insediamenti, deve essere trovato e portato a me. Ma si ricordi capitano, lo voglio vivo e incolume.” ribadì Vader, poi prese il comlink e disse “Ammiraglio Ozzel faccia scendere le pattuglie sul pianeta, dovete trovarlo a tutti i costi.”

“Si signore.” fu la risposta dell’uomo.

 

Intanto Luke era riuscito a distanziare gli inseguitori tra i labirinti rocciosi del pianeta, e stava cercando di atterrare, l’atterraggio però fu piuttosto brusco, alcuni alieni raccoglitori di rottami erano lì vicino e lo videro. Riuscì ad uscire dal TIE danneggiato con la spalla che gli faceva male. Gli alieni scambiarono i rottami del TIE con un mantello logoro e puzzolente e le indicazioni per arrivare della città più vicina, la città di Lorret.

Con un buon passo Luke arrivò lì in mezzora ma scoprì che era solo un avamposto portuale e soprattutto che l’Impero lo aveva anticipato, la città pullulava di assaltatori, che certamente stavano cercando lui.

Luke riesce  ad entrare in città cercando di non farsi notare strisciando lungo i muri. La città era piena di piloti e lui decide di cercare qualcuno che gli possa dare un passaggio e lo porti via di là. La maggior parte dei piloti, sono alieni e non gli ispiravano nessuna fiducia e leggendo nelle loro menti scopre che sono quasi tutti mercenari o criminali e sicuramente lo avrebbero venduto all’Impero per qualche credito, così continua a camminare cercando un posto dove nascondersi.

Han Solo, comandante e proprietario di una nave stellare, il Millennium Falcon, è li su Arbra per consegnare un carico da parte di Jabba, ritirato il compenso pattuito, si era fermato in una cantina a farsi un paio di bicchieri. Ma quando escì dalla cantina trovò la città invasa dagli imperiali. ‘Per fortuna’ pensò ‘Chewie è rimasto sulla nave, gli imperiali e i wookie non vanno molto d’accordo.’

Mentre torna verso lo spazioporto  vede un ragazzo che si aggira con fare circospetto e si nasconde appena vede una pattuglia di soldati.

‘Ecco il motivo di tutti quegli imperiali sul pianeta, ‘ pensò Han ‘probabilmente stanno cercando lui. Non ha scampo prima o poi lo cattureranno.’

Intanto Luke stava cercando un modo per non farsi catturare dagli assaltatori, erano sempre di più ed era sempre più difficile riuscire a sfuggirgli, iniziava a temere di non poter sfuggire alla caccia che suo padre aveva sguinzagliato contro di lui.  Improvvisamente sentì uno sguardo su di se e si girò e vide un giovane uomo che lo fissava e poi gli fece un gesto di seguirlo, Luke sondò la mente del giovane e vide che non aveva cattive intenzioni e lo seguì.

Nel momento in cui Han aveva visto sul viso del ragazzo l’espressione disperata di chi si rende conto di essere in trappola, in quel momento, e contro ogni buon senso, Han decise di aiutarlo a fuggire dalle grinfie degli imperiali. Anche se aiutarlo avrebbe significato mettersi nei guai.  

Il giovane ricominciò a camminare facendo di nuovo segno di seguirlo, quando Luke lo guardò bene vide che doveva avere sui vent’anni e indossava una giacchetta lisa e un paio di pantaloni militari. 

Arrivarono ad una casupola e il giovane gli fece cenno di entrare, poi si guardò intorno con circospezione ed entrò anche lui.

Luke si fermò a bocca aperta alla vista dell’astronave grande e piatta e stava per dire “ma questo coso vola davvero..” ma venne anticipato dal giovane che disse “dai ragazzo Sali! che partiamo subito.”

Luke entrò nella nave e vide venirgli incontro un wookiee che ruggiva. Ma il giovane che lo seguiva disse “stai calmo Chewie il ragazzo è con me. Dobbiamo decollare subito.”

“No. Non potete.” disse il ragazzo.

“Perché ragazzino.” chiese il giovane.

“Perché ci sono due Star Destroyer in orbita intorno al pianeta.” Poi continuò “Uno è quello da cui sono fuggito, l’altro mi sta dando la caccia.”

“Mi sembri troppo giovane per essere un soldato.” fece Han Solo scrutando attentamente il ragazzo.

“Non sono un soldato, sono…”

Vennero interrotti da un ruggito potente. I due si girarono verso di lui che ululò qualcosa e Han disse “si hai ragione Chewie ce ne andiamo subito.”

“Ehi aspettate, ci sono i Star Destroyer.” disse Luke.

“Tu non sai di cosa è capace il Falcon, ragazzino. Ora siediti.” disse Han.

“Mi metto di là non voglio darvi fastidio.” mormorò Luke, la spalla gli stava facendo veramente male.

“Dai mettiti seduto lì dietro e stai a guardare.” disse Han, indicandogli un sedile di metallo che sembrava molto scomodo, si sedette con attenzione cercando di appoggiare con attenzione la spalla dolorante.

Guardò con attenzione la nave mentre decollava, ‘per essere un pezzo di ferraglia’ pensò ‘non se la cavava poi tanto male.’ Quando giunsero nello spazio, Luke vide i due Star Destroyer che si stavano avvicinando, sicuramente su uno di quelli c’era suo padre. Cercò di occultare la sua presenza per non fargli sapere che si trovava su quella nave. Prima che la nave riuscisse ad identificarli, Han disse “Chewie faccio subito i calcoli  e facciamo il salto, prima ce ne andiamo e meglio è.”

Luke si allungò per vedere i movimenti dei due, all’improvviso senti un forte contraccolpo che lo sbatte dietro sul sedile. Strinse i denti dal dolore e prima di svenire rifletté che sulle navi imperiali non era così violento il salto.

 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


Luke si svegliò su una cuccetta, sentiva il rombo sommesso dei motori e improvvisamente si ricordò dove si trovava e cos’era successo.

Aprì gli occhi e vide il giovane che l’aveva salvato e disse

“Hey ben svegliato, ti sei fatto una bella dormita, ragazzo. Bhe ci credo con quella spalla, Hai avuto anche un po' di febbre, Chewie temeva che non ti svegliassi più. Ora come ti senti?”

“Bene” rispose Luke, poi mosse leggermente la spalla e si accorse di non sentire nessun dolore.

Vedendo la sua faccia sorpresa, il giovane disse “E’ il bacta. Quella cosa fa miracoli, io e Chewie ne abbiamo preso un po' dall’ultimo carico che abbiamo consegnato ieri.  Non se ne accorgeranno mai.”

“Quanto tempo ho dormito?” chiese Luke cercando di mettersi seduto.

“Con oggi sono 5 giorni, dovevi essere veramente stanco. Ecco Chewie che torna. Ah, dimenticavo, io sono Han Solo, il capitano, pilota e proprietario del Millenium Falcon, lui e Chebecca ed il mio copilota e meccanico della nave. Tu chi sei? E perché quegli Imp ti davano la caccia.”

“Mi chiamo Lu…Lucas e sono fuggito da Coruscant. Mi stanno dando la caccia per riportarmi dall’Imperatore.”

“E la spalla ? Ti hanno ferito loro?” chiese Han.

“Si. Mi hanno sparato per cercare di fermarmi. L’Imperatore non permette che uno dei suoi schiavi fugga.” Rispose Luke amaro. Poi continuo rabbioso “se adesso vuoi consegnarmi all’Impero e riscuotere la taglia, non te lo permetterò.”

“Puoi stare tranquillo, neanche io e Chewie abbiamo molta simpatia per l’Impero.” Rispose Han. In quel momento Chewie abbaiò qualcosa e gli porse una scodella con del liquido caldo e scuro e Luke mormorò “Grazie.”

Mentre Luke mangiava vide che Han e Chewie si erano allontanati e parlottavano, per curiosità sondò leggermente i loro pensieri e non vide che non c’era pericolo, anzi erano indecisi su qualcosa.

Han gli si avvicinò e disse “io e Chewie abbiamo discusso e siamo d’accordo, se vuoi puoi rimanere con noi.”  Luke annuì e Han continuò “lavoro per Jabba de Hutt, faccio dei viaggi a volte legali ma spesso illegali.”

“Sei un contrabbandiere!” esclamò  Luke.

“Bhe, io preferisco dire che trasporto delle cose, dietro compenso, a chi ne ha bisogno, poi se sono illegali tanto meglio, in quel caso il prezzo sale, allora ti unisci a noi?” rispose Han con un sorriso furbo.

“Va bene rimango. Non ho mai fatto il contrabbandiere.” Rispose Luke con lo stesso sorriso.

Poi tra sé e sé pensò ridacchiando, chissà cosa avrebbe detto suo padre se avesse saputo che lui era diventato un contrabbandiere.

Nelle settimane successive imparò a conoscere la meccanica del Falcon in tutte le sue parti ed iniziò ad amare quel ‘pezzo di ferraglia’ si occupava con passione delle sue riparazioni e ce ne erano tante Non sapeva perché ma  aveva sempre amato aggiustare le cose.

Durante i viaggi con Han e Chewbacca aveva scoperto che esistono più razze di quanto ne aveva studiate su Coruscant, ed  alcune di queste erano facilmente suggestionabili ai suoi poteri, altre, come gli Hutt, non lo erano. Si ricordava ancora quando Han lo aveva portato dal grande signore del crimine su Tattooine, e lo aveva presentato come un suo lontano parente.

“Non ti preoccupare di lui Jabba, sarò responsabile io di lui.” Disse Han posando una mano sulla spalla di Luke.

Guardandosi intorno  Luke aveva visto una ‘vecchia conoscenza’ : Boba Fett.

Han vide che Luke era distratto e mormorò “cosa c’è ragazzo?”, poi seguì il suo sguardo e vide il soggetto del suo interesse.

“Ah, Boba Fett. Non ti preoccupare lui lavora per gli Hutt.”

Luke annuì poi tra sé pensò ‘ti sbagli Han lui lavora anche per l’Impero e soprattutto per mio padre.’E se l’avesse riconosciuto? No, non era possibile, le uniche volte in cui si erano incontrati lui era sotto le sembianze di Lord Shade. Ma era meglio evitare di essere notato.’

Si girò verso Han e gli sussurrò ”Han vado al Falcon a dare una mano a Chewie.”

“Ok” fece l’uomo. “Io intanto vado a trovare qualche lavoretto.”

Mentre tornava all’approdo 94, dove di solito parcheggiavano il Falcon quando si trovavano su Tatooine, Luke ripensava al suo passato, la vista del cacciatore di taglie gli aveva fatto tornare in mente chi lui era veramente: Lord Shade, l’ombra di Vader, il suo esecutore. Si guardò le mani e gli sembrò di vederle sporche di sangue della gente che aveva ucciso. In quei lunghi giorni di prigionia aveva deciso di ritrovare sua madre, Garen gli aveva detto che era ancora viva, ma dov’era  non lo sapeva. Non poteva presentarsi su Alderaan per cercarla, e se qualcuno avesse scoperto chi era c’era il rischio di essere imprigionato o al peggio giustiziato per le sue azioni, no, non poteva rischiare. All’improvviso dei latrati lo distrassero da quei cupi pensieri, alzò la testa e vide Chewie che lo chiamava, sorrise e rispose “Ecco arrivo.”

Ormai il Falcon era la sua casa e Han e Chewie  la sua nuova famiglia solo questo importava ora, e c’era sempre così tanto da fare per rimettere in sesto quella ‘vecchia ferraglia’ che non aveva tempo per pensare ad altro.

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Capitolo 9
*** 9° CAPITOLO ***


 

Quando Han tornò al Falcon era già notte e trovò Luke e Chewie che giocavano a Dejarik.

“Ehi voi due avete sistemato il Falcon?” disse Han.

“Tutto a posto comandante” replicò Luke portandosi due dita alle fronte a mo’ di saluto, mentre Chewie latrava la stessa risposta. Poi Luke continuò “c’è qualche viaggio in vista, Han?”

“Si. Dobbiamo andare ad Hovan a portare delle cose per Jabba.”

“Bene!” rispose Luke, ‘il Falcon aveva bisogno di una revisione completa e lui malgrado i suoi poteri non poteva riportarlo a nuovo. Poi continuò “c’è un pezzo di Bantha arrosto offerto gentilmente da una taverna.”

“No grazie, ragazzo, ho mangiato qualcosa in giro” rispose Han.

Mentre dava una controllata al Falcon, era sua abitudine prima di ficcarsi nella cuccetta, Han sentì Chewie borbottare e Luke rispondergli ridendo “Ok, puoi mangiartelo tu.“

Poi il Wookie borbottò di nuovo e il ragazzo che gli rispondeva a tono “Non ho chiuso perché stavi vincendo, ho chiuso perché sono stanco e domani dobbiamo lavorare. E poi non stavi vincendo.”

Han vide Luke sdraiarsi nell’altra cuccetta e Chewie accucciarsi in un angolo a terra e li guardò stupito, il rapporto che era nato fra i due lo sorprendeva ogni giorno di più. Il Wookie non era mai stato molto socievole con le altre persone, ma il ragazzo era un’eccezione, fin da quando era salito a bordo del Falcon, il Wookie lo aveva preso in simpatia. Riguardo poi al ragazzo, Han non sapeva cosa pensare, era un pilota in gamba e un meccanico eccellente, sembrava capire subito di cosa aveva bisogno il Falcon e inoltre da quando c’era lui i creditori non gli stavano più alle costole per farsi pagare, bhe meglio così. Con questi pensieri Han Solo si addormentò, invece Luke era ancora sveglio e aveva sentito i pensieri del pilota nella sua mente. Non poteva dirgli che usava dei trucchi mentali per prendere i pezzi di ricambio che gli servivano. Aveva iniziato ad usarli pochi giorni dopo essere arrivato su Tatooine. Su un bancone di un commerciante aveva visto qualcosa brillare al forte sole del pianeta, si era avvicinato e con stupore aveva riconosciuto un cristallo kyber, era bianco e un po' rovinato ma era proprio un cristallo. Utilizzando la mente era riuscito a farselo dare, finalmente avrebbe potuto costruirsi una nuova spada laser. E da allora aveva utilizzato quel trucco per convincere i mercanti di pezzi di ricambio a dargli ciò che gli serviva per sistemare il Falcon, alcune volte però non ci riusciva e doveva cavarsela con quello che aveva, lo faceva soprattutto per ripagare Han Solo per averlo preso con sé senza avergli fatto tante domande.

Consegnato il carico di Jabba, Han e Chewie fece un giro per il porto spaziale di Hovan  per cercare qualche lavoro, mentre Luke era rimasto a bordo. Rimasto solo Luke provò a meditare, quando stava insieme a Garen, l’uomo gli aveva imparato a meditare e insieme lo facevano spesso, ma da solo era difficile. Oltretutto non riusciva più a dormire bene, sognava una ragazza, non la vedeva bene e non sapeva chi fosse ma qualcosa gli diceva che era importante. Gli era tornata in mente Mara, ma non era lei, ne era sicuro. Chissà cosa faceva, se l’Imperatore aveva scoperto che l’aveva aiutato a fuggire e l’aveva punita. Sentì le voci di Han e Chewie venire da fuori e si alzò per andare loro incontro.

“Bhe, avete fatto buoni affari?” chiese Luke.

“Così così ragazzo, ho trovato qualche cosa ma qui pagano poco.” Rispose Han. “facciamo questo paio di consegne e poi ce ne torniamo a Tatooine. Il Falcon è a posto?”

“Tutto a posto, Han possiamo partire quando vuoi.”

Al contrario di quanto aveva pensato Han, arrivarono altri lavori e l’equipaggio del Millennium Falcon rimase nel sistema di Hovan un mesetto.

Quando tornarono su Tatooine Han venne chiamato da Jabba, doveva andare a prendere un carico di spezie su Nar Shaddaa e portargliele. Alla risposta negativa del pilota, il grosso vermone gemette “Han sei il solo di cui mi fido, ti pagherò il doppio ma devi portarmi quelle spezie.”

“Ok. Ma vedi di darmi i soldi quando arrivo.” replicò Han, poi se ne andò seguito dalla sguardo malevolo di un piccolo rodiano.

Quando tornò al Falcon Lucas gli chiese “ cosa voleva Jabba?”

“Dobbiamo fare un salto su Nar Shaddaa a prendere un carico per lui” rispose Han.

“Nar Shaddaa! La luna dei contrabbandieri ?” esclamò Lucas eccitato.

“Guarda che lì i ragazzini come te se li mangiano a colazione.” ridacchiò Han. poi continuò “Avanti partiamo.”

“Guarda che so badare a me stesso” replicò Lucas sbuffando. ‘Però sapeva che il pianeta governato dagli Hutt era un posto molto pericoloso, neanche l’Impero ci metteva piede’.

Arrivarono su Nar Shaddaa dopo due salti e mentre Han prendeva accordi sulla merce Lucas si diresse verso l’uscita dell’attracco. Teneva la mano posata sul blaster che aveva al fianco, di certo non voleva guai. Fece un giro lì intorno e poi tornò all’attracco del Falcon. Quando arrivò una terribile puzza di marcio colpì le sue narici.

Si avvicinò al Falcon e gridò “Han, Chewie.”

Il giovane scese dalla passerella e disse “Finalmente sei tornato ragazzo, stavo mandando Chewie a cercarti. Sali che partiamo.”

“Cos’è questa puzza?” chiese Lucas.

“Sono le famose spezie di Jabba, le ho fatte mettere nei compartimenti sotto il pavimento così si sente meno la puzza. Ci vorrà chi sa quanto per far andar via quest’ odoraccio.”

“Se va via” mormorò Lucas.

Stavano tornando verso Tatooine e Lucas era ai comandi insieme a Chewie, mentre Han stava controllando alcuni strumenti. Spesso Han gli dava il comando del Falcon, sapeva che Lucas teneva al Falcon tanto quanto lui e sapeva che non avrebbe corso rischi. Erano appena usciti dall’iperspazio quando Chewie mugolò e batté una zampa pelosa sulla spalla di Lucas. Il ragazzo si voltò e disse “Che c’è Chewie?”

Il Wookie gli indicò il radar e Lucas vide tre punti enormi avvicinarsi. Il computer li analizzò erano tre Stardestroyer.

“Accidenti!” borbottò Lucas, poi gridò “Han vieni qui, fai presto.”

Il giovane entrò nella cabina e disse “Cosa c’è?”

In quel momento una voce arrivò dagli altoparlanti “nave corelliana sconosciuta spegnete i motori e preparatevi ad essere abbordati per un’ispezione.”

“Maledizione!” sbottò Han e si diresse al sedile del pilota lasciato subito libero da Lucas. Poi disse ”Se ci trovano con questa roba a bordo finiamo nelle miniere di Kessel.”

“Se non peggio!” mormorò Lucas. ‘Non riusciva ad immaginare la reazione del padre se lo avesse saputo. La sua reazione sarebbe stata terribile. Lui, il figlio del Signore dei Sith arrestato come un semplice contrabbandiere.’

“Dobbiamo buttarla fuori!” decise Han, “non possiamo scappare con questa roba nella nave, è troppo pesante.”

“Buttarla fuori? E Jabba?” esclamò Lucas.

“Preferisci l’Impero o Jabba? “gli chiese Han.

“Buttiamole fuori” decise Lucas. ‘Aveva ragione Han, meglio Jabba che l’Impero e lui aveva degli ottimi motivi per sfuggire all’Impero.’ Poi si diresse verso il fondo della nave, dove si trovava il pulsante di espulsione e disse “Dimmi quando devo sganciare il carico” gridò Lucas.

Aspetta calcolo il salto nell’iperspazio e poi ti do il via.” gridò Han, mentre dagli altoparlanti si sentiva ancora la voce arrogante dell’ufficiale imperiale che gli ordinava di fermarsi.

“Ora!” gridò Han e mentre Lucas spingeva il pulsante espellendo il carico, il Falcon saltava nell’iperspazio.

“Umf, salvi per un pelo” disse Han sorridendo, “però ora dobbiamo vedercela con Jabba.”

“Già. “ribadì Lucas, mentre Chewie ululava mesto.

Una volta arrivati solo Han si presentò davanti a lui, era stata sua la decisione, disse, e lui si sarebbe preso la colpa. Lucas e Chewie dovevano restarne fuori.

“Cosa? Hai buttato le mie preziose spezie nello spazio?” gridò l’Hutt nel suo dialetto mentre un ossequioso Twileek traduceva in Basic.

“Ehi Jabba cosa credi anche io a volte faccio brutti incontri, e poi quei Stardestroyer ci stavano aspettando.” ribatté Han.

“Mi dovrai risarcire della mia perdita, Solo.”

Han Solo sospirò e disse “Ok Jabba, fammi solo trovare qualche lavoretto e ti ripagherò.” rispose Han.

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Passarono giorni, poi settimane e Han passava il suo tempo nella taverna insieme a Chewie, per trovare qualche lavoretto. Ogni tanto venivano gli sgherri di Jabba ma la risposta che Lucas dava era sempre la stessa: ‘Il capitano Solo non c’è’ e poi ‘Presto avremo i soldi per Jabba’.

Intanto nello spazio profondo a poca distanza da Tatooine si stava svolgendo un inseguimento. Un grosso Star Destroyer stava inseguendo una corvetta corelliana e gli sparava contro. All’improvviso la corvetta si fermò, a bordo c’era il caos. Un uomo alto con una  tuta militare grigia si alzò dal posto di comando e girandosi verso un uomo più anziano e con la barba e una ragazza, entrambi indossavano la sua stessa uniforme, disse “ Ben porta in salvo Leia. Vi daremo il tempo per fuggire”

“No, padre. voglio rimanere al tuo fianco.” disse Leia.

“No Leia. Il tuo dovere, ora, è portare i dati della Morte Nera alla Ribellione. Ben ti aiuterà, e ora dovete fuggite” rispose l’uomo.

“Vieni Leia” disse Ben, poi si girò verso l’uomo e disse “Non ti lasceremo nelle mani dell’Impero, Bail.”

Bail Organa annuì poi si girò verso un uomo alto con i gradi da ufficiale e disse “Capitano Raymus consegni a tutti gli uomini delle armi dobbiamo tenerli occupati fino a quando il Maestro Kenobi e Leia non sono in salvo.

“Si signore.” disse l’uomo uscendo dalla cabina. Bail Organa rimase a guardare lo schermo centrale pregando gli dei che sua figlia e il suo amico riuscissero a portare a termine il loro compito a loro assegnatogli.

Mentre correvano lungo i corridoi, Leia prese un comlink dalla tasca e disse “C3PO, R2 venite al Viber, dobbiamo fuggire.”

Quando Ben e Leia arrivarono al Viber i due droidi erano già lì, Un droide protocollare  di nome C3PO  e un astrodroide di nome R2D2.

“Avanti dobbiamo decollare prima che lo Star Destroyer catturi la Tantive.” disse Ben.

“Dove andiamo, Maestro?” chiese Leia, mentre Ben si metteva ai comandi e accendeva i motori.

“Qui vicino, dovrebbe esserci il pianeta Tatooine, lì possiamo nasconderci e cercare una nave per Alderaan dove potremo riunirci alla Ribellione e cercare di liberare Bail.”

Mentre stava per decollare sentì un forte disturbo nella Forza, alzo gli occhi verso lo Star Destroyer e impallidì. ‘Non era possibile,’ pensò, ‘Darth Vader era su quella nave. Bail era in gravissimo pericolo ma ormai non poteva fare più niente per lui. Doveva portare Leia in salvo insieme ai piani, ne andava del destino dell’intera Ribellione.’  

Darth Vader salì sulla nave, con i suoi Stormtroopper, pronto a combattere e disse “Voglio i passeggeri della nave, uccidete chi si oppone.” 

I membri dell’equipaggio combatterono strenuamente ma furono uccisi o catturati dagli assalitori.

Anche Bail Organa fu catturato e portato davanti a Darth Vader

“Dove sono tua figlia e il vecchio?” disse Vader sprezzante.

“Non ci sono.” dichiarò Bail, “puoi pure far perquisire la nave, ma non li troverai.”

“Stai sicuro che lo farò.” disse Darth Vader poi rivolto ai suoi soldati disse “Rinchiudetelo in una delle celle dell’Executor. Una volta a bordo distruggeremo la nave.”

“No. Non puoi Vader, risparmia il mio equipaggio.” gridò Bail mentre lo portavano via.

“Sono ribelli meritano di morire” replicò Darth Vader mentre girava loro le spalle e tornava sulla sua nave.

I membri dell’equipaggio superstiti cercarono di raggiungere i gusci di salvataggio ma due colpi della cannoniera dell’Executor rese vani i loro sforzi.

Intanto Ben e Leia e i due droidi erano atterrati su Tatooine, Vendettero il Viber a un gruppo di Jawa di passaggio e poi si diressero a piedi alla fattoria dei Lars che si vedeva in lontananza.

Owen e Beru Lars erano una coppia di mezz’età e appena li videro  gli accolsero calorosamente.

“Come stai Ben?” disse l’uomo poi vide la ragazza al suo fianco e mormorò sorpreso “Non mi dire che lei è la piccola Leia?”

Ben annuì e confermò “Si, è la figlia di Padme.”

“Complimenti ti sei fatta proprio una bella ragazza, assomigli a tua madre quando era giovane.”

Leia arrossì e mormorò un grazie.

In quel momento intervenne Beru che disse “Sei proprio un maleducato Owen, lasciarli sotto il sole. Su venite dentro a prendere qualcosa di fresco.”

Mentre Berù versava in alcuni bicchieri del liquido blu, Owen disse “Come mai siete  da queste parti? Non credo che sia una visita di cortesia, vero?”

“No” disse Bene gli raccontò tutto.

“Accidenti “ disse Owen “siete proprio nei guai. Vader capirà subito dove siate andati e sguinzaglierà  i suo uomini a cercarvi. Vi posso portare a Mos Eisley, lì potrete trovare un pilota che vi porterà ad Alderaan. Avete dei crediti?”

“Si, ne abbiamo abbastanza, non ti preoccupare.” fece Ben.

Partirono subito a bordo del landspeeder di Owen, l’uomo gli aveva prestato degli abiti da contadini, con le divise di Alderaan sarebbero stato sospetti. Quando arrivarono alla porte della città Owen disse “accidenti c’è una pattuglia, dobbiamo prendere un’altra entrata. Speriamo che non siano tutte sorvegliate.”

“Vai avanti Owen, ci penserò io alla pattuglia.” disse Ben.

Quando arrivarono di fronte alla pattuglia il soldato disse “fermi fatemi vedere i vostri documenti.”

Ben si sporse verso la guardia e con voce calma disse “Non c’è bisogno che controlli i nostri documenti.”

Con lo sguardo assente il soldato ripete “non c’è bisogno di controllare i vostri documenti.”

“Ora siamo liberi di proseguire.” continuò Ben.

“Ora siete liberi di proseguire.” ripeté il soldato.

“Andiamo.”

Il landspeeder passò tranquillamente, Owen si girò a vedere il soldato che parlava con i suoi compagni e disse “Ogni volta che ti vedo usare quel trucchetto mi vengono i brividi.”

“La Forza influenza le menti deboli.” mormorò Leia ridacchiando, “ e le loro sono molto deboli.”

“Andate alla Taverna li troverete dei piloti ma attenti di solito sono pirati.” disse Owen fermandosi vicino a una delle casupole più grandi, poi continuò “io vado a prendere qualcosa e poi torno a casa. Buona fortuna a tutti e due.”

Quando si fu allontanato Ben e Leia entrarono dentro quella che Owen gli aveva indicato come la Taverna. Appena entrarono un uomo grande e grosse gridò indicando i due droidi “Ehi qui non serviamo quelli lì.”

Leia mormorò “aspettateci fuori non vogliamo guai.”

“Si padroncina Leia.” disse il droide dorato e uscirono, mentre Ben iniziava a parlare con un paio di uomini.

Han Solo era seduto al solito tavolo e appena vide entrare il vecchio e la ragazza si fece attento ‘non male la ragazza’ mormorò, poi vide il vecchio parlare con un paio di piloti che conosceva e disse “Chewie va a sentire. Sento odore di lavoro.”

Leia si guardò intorno non aveva mai visto tante specie tutte insieme, su un tavolo in fondo al locale c’era un giovane che gli fece l’occhiolino, Leia lo ignorò e si girò per cercare Kenobi e vide che stava parlando con un altissimo scimmione peloso, aveva già visto degli Wookie ma erano tutti

schiavi dell’Impero, era strano vederne uno libero.

“Ah, Leia” vedendola “Ti presento Chewbacca, è il secondo pilota di una nave che farebbe al caso nostro. Adesso ci accompagnerà dal capitano della nave.”   

Lei vide che si stava  dirigendo proprio dal giovane sfacciato, non era male, doveva avere qualche anno più di lei ma sfoggiava una sicurezza che rasentava l’arroganza. Appena li vide mormorò qualcosa alla ragazza Twileek che aveva sulle ginocchia questa sorrise e se ne andò.

Il Wookiee ruggì qualcosa al giovane che annuì poi si presentò “Sono Han Solo capitano del Millenium Falcon. Chewie dice che state cercando un passaggio per il sistema di Alderaan.”

“Si esatto, figliolo. Se la tua nave è veloce.” rispose Ben.”

“Cosa? La nave è veloce? Non ha mai sentito parlare del Millenium Falcon?”

“No. Mi sembra di no.” rispose Ben divertito.

“E’ la nave che ha fatto la rotta di Kessel  in meno di 12 parsec, ho lasciato indietro le navi dell’Impero, è abbastanza veloce per te, vecchio.” rispose Han piccato, iniziava ad averne abbastanza. Ma aveva bisogno di soldi, così si calmo e disse “La merce cos’è?”

“Solo passeggeri. Siamo io, la ragazza e due droidi. E non vogliamo domande.”

“Cosa c’è avete qualche problema?” chiese Han.

“Vogliamo evitare complicazioni di carattere imperiale. E questo ti deve bastare.” replicò Ben risoluto.

“Ah, ho capito. Allora non siete tanto in regola, bhe questo vi costerà un po' di più.” disse Han poi fece qualche calcolo mentale poi dichiarò “Sono trentacinque mila anticipati” poi con un sorriso aggiunse “e non faccio domande.”

Leia sbottò “Trentacinque mila! Ma sei pazzo! Ben cerchiamo qualcun altro questo è solo uno sbruffone.”

Han si appoggiò alla sedia, mentre Chewie borbottava, e disse “Prego. Ma non troverete una nave veloce come il Falcon.”

Leia stava per alzarsi ma Ben la fermò “Abbiamo con noi solo dieci mila crediti, ti posso dare quelli, e quando arriviamo  su Alderaan, per te ce ne saranno altri quaranta mila. Sei d’accordo?”

Han lo guardò sbalordito “Cinquanta mila!” Poi chiese sospettoso “Sei sicuro di trovare tutti quei soldi.”

“Te lo prometto. Me li darà il governo di Alderaan.” garantì lui.

“Va bene avete trovato la vostra nave. Si parte domani mattina Molo novantaquattro.”

“Molo novantaquattro. Va bene.” rispose Ben.

Quando i due se ne furono andati Han disse “che fortuna, cinquanta mila crediti, così possiamo pagare Jabba. Chewie vai al Falcon e di al ragazzo di preparare la nave alla partenza.”

Stava per seguirlo, dopo aver pagato la consumazione, quando una voce metallica, deformata da traduttore, disse “Vai già via, Solo” E sentì una pistola puntata alla sua schiena. Si girò e vide Greedo, uno degli scagnozzi di Jabba.

“Si, anzi per essere esatti stavo andando da Jabba a dirgli che finalmente ho i soldi.”

“E’ quello che hai detto ieri, la settimana scorsa, e quella prima. Jabba è stanco delle tue fandonie.”

“Ma questa volta ho davvero i soldi.” dichiarò Han.

“Allora dammeli.” disse l’alieno.

“Ma non li ho con me. Di a Jabba che…”

“Troppo tardi, credo che Jabba si prenderà la tua nave, e penso che me prenderò io. Devi sapere che sono stato io a denunciarti agli Imperiali.” poi qualcosa che assomigliava ad una risata usci dal traduttore.

“Allora cosa aspetti a spararmi.” disse Han furioso.

“Andiamo fuori lo sai che qui dentro non vuole morti.” Il rodiano sollevò la pistola, ma all’improv- viso un lampo di luce usci dal tavolino e il rodiano cadde sopra senza un lamento.

Han tirò fuori la pistola ancora fumante da sotto il tavolo e disse “Questo è per avermi denunciato, Jabba doveva mandare qualcuno di più furbo.”

Poi usci dal locale senza guardare nessuno.

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


Han arrivò di corsa ed entrando nel Millennium Falcon gridò “Ehi ragazzo dove sei? Dove ti sei cacciato?”

Luke uscì fuori da una botola e disse” sono qui Han, cos’hai da gridare tanto. Ti sta inseguendo qualcuno che hai imbrogliato?”

“Sei proprio divertente, ragazzo. Ascolta ci è capitato un colpo di fortuna, siamo stati ingaggiati per portare un vecchio, una ragazza e due droidi su Alderaan e pensa ci daranno 50 mila crediti.”

‘Ad Alderaan!’ pensò Luke ‘era proprio una fortuna, forse lì avrebbe potuto sapere qualcosa di sua madre. Ormai era da parecchio che non ci pensava più.’ Poi disse “Accidenti è meraviglioso, questa sì che è una fortuna. Di solito, però, chi paga così tanto è uno ricco e quelli hanno una nave propria.”

“Il vecchio mi ha detto di avere problemi con l’Impero ed è per questo che ha bisogno di un passaggio, diciamo, irregolare e perché paga così tanto” rispose Han ammiccando poi continuò “ a proposito come vanno le riparazioni?”

“Sono riuscito a sistemare quel collettore ma non durerà molto, dobbiamo trovare al più presto un pezzo di ricambio.” disse Luke mentre continuava a fare le riparazioni (l’unico collettore che era riuscito a trovare ce l’aveva un piccolo sporco toydoriano che però era immune alla Forza).

“Non ti preoccupare con i soldi di questo viaggio pagherò Jabba e gli darò anche un piccolo extra, giusto per tenerlo buono, con il resto rimetteremo a posto il Falcon. Ah, a proposito di Jabba, penso che ci farà una visita, dobbiamo essere pronti.”

“E perché dovrebbe scomodarsi lui a venire qui, di solito ci manda i suoi scagnozzi.” rispose Luke.

“Ho incontrato quel piccolo verme di Greedo e lui ha avuto la peggio.”

“Ah, era ora.” fece Luke.

“Ah, dimenticavo, è stato lui che ci ha venduto agli imps”

“Che bastardo, spero che tu gli abbia dato una lezione.” disse Luke.

“Una di quelle definitive” rispose Han serio.

“Ah, ho capito! Non ce lo vedremo più intorno.” Poi continuò  “quando dovrebbero arrivare questi tizi ricchi.”

“Gli ho dato appuntamento qui, domani mattina così abbiamo il tempo di sistemare i nostri affari.” rispose Han, poi mormorò guardandosi intorno con aria circospetta disse ai suoi due compagni “ Chewie, Lucas prepariamoci dovrebbe essere qui tra poco.” 

Infatti pochi minuti dopo il grosso vermone a capo della criminalità su Tatooine arrivò scortato dai suoi tirapiedi.

“Hey Solo, amico mio dove sei?”

“Amico è una parola grossa detta da te, Jabba. Visto che hai mandato quel piccolo verme di Greedo a farmi fuori.” Disse Han uscendo da dietro un angolo.

Jabba sobbalzò e si girò verso la voce e vide Han Solo appoggiato al muro con le braccia incrociate, era solo ed armato, ma indifferente alle guardie che lo circondavano e questo preoccupava molto l’Hutt, voleva dire che aveva qualcosa in mente.

Jabba si guardò intorno irrequieto e disse “Ma Han perché avrei dovuto farlo tu sei il miglior contrabbandiere sulla piazza. Greedo doveva solo riferirti la mia comprensibile preoccupazione per il tuo ritardo nel pagamento, io non gli ho mai dato l’ordine di ucciderti”.

“Sembra che lui la pensasse in modo diverso. La prossima volta che hai qualcosa da dirmi vieni tu stesso. “ disse Han con una smorfia.

“Ma Han, lo sai che non posso fare eccezioni, se tu non avessi scaricato nello spazio quella partita di spezie…  “ disse Jabba con voce carezzevole.

“Ehi Jabba, non credere che l’abbia fatto perché non sopportavo più l’odore di quella robaccia, anche a me capita a volte di essere abbordato, che credi. E quella volta io e il ragazzo l’abbiamo scampata per un pelo.” Replicò Han.

“A proposito del ragazzo dov’è ?”

“Lo sai come sono i ragazzi, sono sempre in giro a fare guai. Tu ne sai qualcosa vero, Jabba?”

Disse ridacchiando Han. Poi tornò serio e disse “Ascolta, ho noleggiato la nave a un cliente e potrò  restituirti quello che ti devo, più un piccolo extra. Ma devi darmi un altro po' di tempo. Ora posso darti un piccolo acconto e il resto quando torneremo.”

Jabba fece cenno ai suoi uomini di abbassare le armi, poi disse “Va bene Han, lo faccio solo perché sei il mio miglior pilota e potrai essermi utile in futuro, ma ascolta se mi deluderai di nuovo metterò una taglia così grande sulla tua testa e quella del ragazzo che non potrete avvicinarmi mai più ad un pianeta abitato perché tutti saranno smaniosi  di farvi fuori per avere la taglia.”

“Ok Jabba, non temere riavrai i tuoi soldi e non perché ho paura delle tue minacce.” disse Han passando davanti all’Hutt e tornando al Falcon.

La mattina dopo mentre Luke e Chewie stavano dando un’ultima controllata al Falcon, Han guardava sulle carte la rotta per Alderaan. Dopo un po' Luke uscì dal Falcon per controllare se i loro clienti stavano arrivando, era da quando si era svegliato che era nervoso, aveva notato che quel giorno nel porto di Mos Eisley c’erano più imperiali del solito o forse il motivo era che stavano andando su Alderaan. Uscì e si appoggiò sul muro per vedere se arrivavano i loro clienti, quando Chewbacca arrivò e con alcuni latrati gli fece capire che era meglio che lui rientrasse dentro e che ci pensava lui a controllare la strada. Luke sorrise e gli diede una grattatina affettuosa sul collo e disse “Hai ragione Chewie è meglio che non mi faccia vedere dai soldati.” E si diresse verso la grande nave elissoide..

Intanto Ben e Leia e i due droidi si stavano dirigendo verso il loro appuntamento al molo novantaquattro, ma il porto era gremito di soldati e dovettero stare molto attenti a non farsi scoprire. Alla fine giunsero alla loro destinazione e Ben disse “Ecco il molo novantaquattro, c’è anche Chewbacca, ci sta facendo segno di sbrigarsi.”

Infatti c’è il Wookiee che si gesticolava e ululava qualcosa. Ben e Leia si affrettarono a seguire lo wookiee, ma nessuno si era accorto di una strano essere mascherato che li aveva pedinati e ora stava parlando in un comlink.

Quando si trovò di fronte al Millennium Falcon Leia sbottò “ma è un pezzo di ferraglia.” Quel coso non li avrebbe mai portati fino ad Alderaan, chissà molto probabilmente non sarebbe neanche riuscito a decollare. Quell’insolente li aveva presi in giro. “E’ impossibile che quel coso voli nell’iperspazio.”

In quel momento Han Solo stava uscendo dalla nave e sentì le parole della ragazza “Certo non ha un bell’aspetto, ma non gli manca niente. Inoltre, supera di zero virgola cinque la velocità della luce, ora se volete salire, partiamo subito.”

Leia lo guardò dubbiosa poi si girò verso Ben che gli sorrise e annuì, lui si fidava del capitano Solo.   

In quel momento, Chewbacca che era rimasto all’entrata del molo, arrivò ululando e nello stesso momento un giovane uscì dalla nave, guardò i due nuovi arrivati e il suo sguardò si bloccò sulla ragazza, era lei la ragazza del sogno. Forse, ma non ne era completamente sicuro, poi si girò verso Han e disse “Han dobbiamo andarcene in fretta! Sento puzza di guai.”

“Anche Chewie” disse Han indicando il Wookie e salì in fretta sulla nave dirigendosi alla poltrona del capitano e iniziò a fare i preparativi per la partenza.

In quel momento la creatura mascherata stava indicando ad alcuni imperiali l’entrata del molo novantaquattro. Il capo del drappello annuì e disse “Sono entrati lì.” la creatura annuì e il soldato disse “presto catturiamoli.”

Nel momento in cui Ben e Leia e i due droidi stavano salendo sul Falcon i soldati irruppero nel molo con le armi in pugno, Luke gridò “sbrigatevi!” mentre tirava fuori il blaster e iniziava a sparare e Chewbacca lo imitava tirando fuori la sua balestra. Ben e Leia entrarono di corsa nella nave e si diressero alla cabina di comando, mentre i due droidi si mettevano in un angolo nella zona riposo. Una volta entrato Ben disse “possiamo esserti d’aiuto?”

“Si.” rispose il giovane senza neanche girarsi, poi continuò. “Mettetevi seduti di là e allacciatevi le cinture sarà una partenza rapida, parecchio rapida.”

“Chewie vai dentro ad aiutare Han e dirgli di fare il più presto possibile, qui la situazione si fa seria.” disse Luke al Wookie.

Chewie latrò qualcosa e Luke rispose “Non preoccuparti qui ce la faccio da solo. Tu vai da Han e digli di sbrigarsi.” Il Wookie salì sul Falcon e si diresse nella cabina e ululò qualcosa a Han.

“Ok ho capito. I motori si sono accesi ora mettiti seduto e dammi una mano.” Mentre il Wookie si infilava nel sedile del copilota e inizia a toccare i comandi, Han Solo parlò attraverso un comlink “Lucas salì su e chiudi il portellone.”

“Era ora capitano.” rispose il ragazzo e mentre saltava sulla passarella e nello stesso momento spingeva il pulsante del boccaporto con la Forza.

Ben Kenobi sollevò la testa quando vide il ragazzo saltare dentro e lo guardò fisso, mentre saliva  ave- va utilizzato la Forza per chiudere il boccaporto, l’aveva percepito.

Si alzò e disse “Ti chiami Lucas vero?”

“Mi scusi ma ho da fare.” rispose Luke cupo, sentiva che il vecchio possedeva la Forza, era luminosa come quella che aveva sentito in Garen, la morte dell’uomo ancora lo perseguitava. Sicuramente era anche lui un Jedi e Luke decise che era meglio stargli lontano, non voleva che si accorgesse che anche lui era sensibile alla Forza.

“Maestro, hai sentito?”

“Shh Leia. Si ho sentito, il ragazzo possiede la Forza.” rispose Ben.

Leia aspetto un po' poi disse “Maestro, Ben, devo dirti una cosa.“ Aspettò che il jedi avesse la sua attenzione, poi continuò “ti ricordi quei sogni strani che facevo. Ecco mi sembra lui, il ragazzo che sognavo. Non lo vedevo chiaramente ma sono sicuro che è lui.”

Ben rifletté e disse “ne sei sicura?” quando la ragazza annuì. Ben pensò ‘è una cosa molto strana… a meno che… non fosse… no non era possibile.’

Il Falcon decollò velocemente e mentre salivano verso lo spazio sentì la voce calma del ragazzo dire “Han due Stardestroyer in vista, accidenti, sono tre. Uno è appena uscito dall’iperspazio.”

“Lucas vai alla torretta e tienili a bada mentre faccio i calcoli per il salto nell’iperspazio.” disse Han.

“Agli ordini capitano.” rispose Lucas mentre si alzava e usciva dalla cabina.

“Posso aiutarti?” disse la ragazza alzandosi e avvicinandosi quando lo vide uscire dalla cabina, poi continuò “so sparare bene.”

“Va bene vieni con me.” rispose Luke cupo poi indicandogli una scaletta disse “scendi giù c’è una cabina con un sedile, sistemati poi quando sei pronta me lo dici. Va bene.”

“Va bene.” rispose la ragazza. Poi lei gli porse la mano e sorridendo continuò “Io mi chiamo Leia.”

“Io Lucas.” rispose Luke e senza rendersene conto allungò la sua e strinse la mano che la ragazza gli tendeva, entrambi sentivano che c’era qualcosa tra di loro ma nessuno dei due riusciva a capire cosa, Leia stava per parlare quando all’improvviso sentì dei colpi sul Falcon e Han gridare “Lucas, cosa stai facendo?”

“Andiamo altrimenti mio fratello si arrabbia.” disse Luke e senza aspettarla salì sulla torretta superiore.

I due giovani sparavano contro i caccia TIE riuscendo ad abbatterli tutti, però più ne abbattevano più ne arrivavano. Finalmente Luke vide le stelle allungarsi, finalmente erano entrati nell’iperspazio.

Quando entrambi uscirono dalle torrette Leia si diresse verso di lui ma Luke s’infilò nella cabina di pilotaggio senza neanche guardarla.

“Ottimo lavoro ragazzo.” si complimentò Han, poi continuò “ormai siamo nell’iperspazio.” Poi continuò

“Io vado di là a vedere i nostri ospiti vieni?” disse Han mentre si alzava dalla poltrona insieme a Chewie.

“Preferisco rimanere qui.” rispose cupo Luke sedendosi sulla poltrona lasciata da Han. ‘Anche la ragazza era sensibile alla Forza, doveva essere la sua allieva,’ pensò Luke.  ‘L’aveva sentita mentre sparavano contro i TIE. Doveva stare attento anche a lei. ‘

Quando Han entrò nella saletta di riposo per controllare dei dati su una consolle vide la ragazza e il vecchio che stavano parlando, e disse “Avete visto, che vi dicevo quelle lumache imperiali sono rimaste indietro. Secondo il computer dovremo arrivare su Alderaan alle zero punto quattro.”

“Ehi non ditemi grazie tutti insieme.” replicò stizzito, quando nessuno dei due disse niente.

“Ben sono preoccupata per mio padre” gli stava dicendo Leia.

“Anche io Leia, ma sono sicuro che non lo uccideranno, lui vale troppo per loro. Perché non vai a far compagnia a quel ragazzo, io devo meditare sulla situazione. E poi devo scambiare due parole con il capitano Solo.”

Leia annuì poi si alzò e si diresse nella cabina di comando, entrò e si sedette sulla poltrona accanto a Luke, il giovane  la ignorò completamente e continuò a fissare fuori mentre la nave volava nell’iperspazio. Non voleva avere a che fare niente né con la ragazza e soprattutto con il vecchio. Non dovevano scoprire chi era!  Nessuno doveva sapere chi lui era. Che lui era il figlio di Vader!   

Ben era intrigato da quel ragazzo aveva sentito la Forza in lui. Inoltre il suo aspetto gli faceva venire in mente vecchi ricordi. Si concentrò e tentò di sondare la mente per capire se i suoi sospetti fossero giusti.

Luke sentì subito la mente del vecchio cercare di entrare nella sua, rinforzò gli scudi e si girò verso la ragazza e sibilò furioso “Di a quel vecchio di smetterla di cercare di entrarmi nella mente.”

“Lo ha sentito allora è vero sei…” mormorò Leia.

“No! Non sono niente! Hai capito! E ora vattene di là. Non ti voglio qui.” sibilò Luke.

Leia sentì la furia del ragazzo colpirla attraverso la Forza e rimase scioccata, si alzò tremante, non aveva mai sentito un’oscurità così forte e tornò dove si trovavano gli altri.

Luke aveva sentito subito la mente del vecchio cercare di entrargli nella mente, anche se era stato un tocco leggero a differenza di quello, a cui era abituato con suo padre e l’Imperatore, era scattato e istintivamente aveva rafforzato gli scudi.

Leia si sedette accanto a Kenobi e l’uomo le prese la mano e mormorò “scusa Leia è stata colpa mia, non dovevo spingerlo in quel modo.”

Aveva sentito anche lui la Forza oscura del ragazzo e questo aveva aumentato i suoi sospetti: il ragazzo aveva la stessa età di Leia, i due erano in qualche modo uniti come solo due gemelli possono esserlo e nel ragazzo era prevalente il lato oscuro ma nel poco tempo in cui era entrato nella sua mente aveva percepito una scintilla di luce che cercava di emergere. Non c’erano dubbi il ragazzo era quello del messaggio di Garen, quello che lui stava cercando da tanto tempo: il figlio perduto di Padme.

Si girò verso il capitano Solo che li stava fissando interessato e chiese “Da quanto conosce il ragazzo?”

“Lucas? Da un paio anni. Non so da dove viene e non mi importa. So solo che è un meccanico eccezionale e un pilota in gamba.” Poi scoccò un’occhiata maliziosa a Leia ancora ferita dal comportamento di Luke e disse “ ragazzina lascia perdere Lucas è un tipo solitario e non gli piace la gente, ma qui c’è un uomo meraviglioso che non aspetta altro.” Leia gli scoccò un’occhiata furiosa e sbottò “chi sarebbe quest’uomo meraviglioso?”

“Io no?” rispose Han.

All’occhiata sbigottita di Leia, Ben scoppio a ridere.  Non aveva mai incontrato un tipo più sfrontato, sfacciato e impudente del capitano Solo ma gli piaceva.

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


Luke sentì le risate arrivare dalla saletta e si chiese cosa stava accadendo poi guardo il navicomputer  e vide che si stavano avvicinando ad Alderaan e chiamo Han.

“ Han stiamo arrivando ad Alderaan”

“Ok adesso arrivo.” disse il giovane, Luke sentiva che stava discutendo animatamente con la ragazza.

All’improvviso Luke provò una sensazione che gli fece venire i brividi, c’era qualcosa che non andava.

Uscì dall’iperspazio e vide che intorno al pianeta di Alderaan c’erano alcuni Stardestroyer.

“Han vieni subito, sbrigati.” gridò Luke.

Han sentì il tono allarmato del ragazzo ed entrò di corsa nella cabina lasciando Leia li ferma.

“Cosa c’è ragazzo?”

“Guarda lì.” disse Luke indicando il pianeta.

“Maledizione!” Sbottò Han, “Presto fuggiamo.” disse sedendosi sulla poltrona di pilotaggio lasciata subito libera da Luke.

Intanto Leia e Ben Kenobi erano entrati nella cabina di pilotaggio e avevano sentito tutto e Leia dichiarò “Tu non vai da nessuna parte, ti abbiamo pagato per portarci su Alderaan e ci porterai su Alderaan.”

Mentre Han le rispondeva a tono, all’improvviso Luke percepì un’oscura presenza e girandosi verso Leia gli ordinò “occulta la tua presenza, sbrigati.”

“Ma che stai dicendo?” sbottò Leia.

Ben Kenobi le posò una mano sul braccio e disse con la sua voce calma “Fa come ti ha detto Leia.” Poi si girò verso Luke per parlargli ma vide che il ragazzo era pallido e teneva gli occhi chiusi, suo padre era lì da qualche parte e Luke lo aveva percepito e temeva che lui lo sentisse. Anche il vecchio doveva averlo percepito.

Han lo vide e chiese preoccupato “Ehi ragazzo stai bene?”

“Si.” mormorò Luke poi continuò “Andiamo via, subito.”

“Ok hai ragione, facciamo subito il salto nell’iperspazio e ce ne andiamo da qui.” disse Han ma subito dopo un forte colpo li fece sbattere contro i sedili.

“Che succede “ sbottò Leia.

“Maledizione!” sbottò Han. “Ci hanno presi con un raggio traente. Cercherò di liberarmi ma sarà diffi- cile è troppo potente.”

Tentò per un po' di minuti di liberare la nave mentre il rombo dei motori saliva sempre più d’intensità poi Han lasciò i comandi mormorando “E’ inutile. Devo spegnere tutto altrimenti bruciamo i motori. Ma dovranno sudare per catturarci. Giusto Chewie?”

Il Wookie lanciò un ruggito possente.

Mentre si avvicinavano sempre di più agli Stardestroyer notarono che il raggio traente li stava portando all’interno di una base spaziale a forma di luna, ormai erano nelle mani dell’Impero.

“E’ inutile combattere se non puoi vincere, ma ci sono delle alternative al battersi.” disse Kenobi non un sorrisetto e guardando verso il vano di carico.

“Ho capito, buona idea vecchio. Avanti entrate tutti nel compartimento segreto certo staremo un po' strettini.” replicò Han Solo.

La nave fu trascinata dal potente raggio traente dello Stardestroyer all’interno dell’enorme base spaziale.

Lord Darth Vader fissava lo spazio mentre stava aspettando che il Moff Tarkin finisse di parlare con alcuni suoi sottoposti poi l’uomo si girò verso di lui e disse “Allora Vader sei riuscito a sapere qualcosa dal prigioniero.”  L’ultima parola fu detta con il massimo disprezzo.

“Si. La base ribelle si trova su Dantooine. Ho già mandato una squadra a controllare. Ma non mi ha an- cora detto i nomi dei suoi complici” rispose Vader.

“Ottimo dobbiamo…”

In quel momento una voce usci da un intercom “Signore abbiamo catturato un’astronave che è uscita dall’iperspazio nello spazio di Alderaan. Ci risulta da alcune informazioni che sia fuggita dall’astroporto di Mos Eisley.”

“Mos Eisley, su Tatooine. Non mi importa.” sbottò Tarkin

“Invece a me sì.” rispose Vader. “Credo proprio che la figlia del nostro prigioniero stia cercando di portare i droidi e le piani scomparsi su Alderaan. Forse possiamo ricongiungerla con suo padre.”

“Allora lascio tutto nelle tue mani, Vader.” rispose Tarkin.

Darth Vader arrivò all’hangar e disse “E’ questo?”

“Si signore, non hanno risposto alle nostre ripetute chiamate così abbiamo aperto la rampa dall’esterno.”

“Va bene faccia salire i suoi uomini ed ispezionatelo completamente.” disse Vader.

Una squadra di assaltatori con le armi pronte salì a bordo, dopo pochi minuti uno di loro, il capo della squadra, si affacciò dalla rampa e disse a un ufficiale che aveva aspettato giù “E’ completamente deserta signore, non c’è nessuno.” Poi continuò “Abbiamo controllato tutta la nave. Dal computer risulta che sono stato lanciati dei gusci di salvataggio. Forse l’hanno abbandonata subito dopo che sono decollati da Mos Eisley.”

“Li faccio scendere, Milord.” chiese l’ufficiale imperiale

“Non mi convince mandi a bordo una squadra di ricerca, voglio che la nave sia controllata pezzo per pezzo.” Detto questo Lord Darth Vader si allontanò, sentiva un’inquietante sensazione  come se ci fosse qualcosa che non riusciva a percepire.

Quando i soldati si furono allontanati dal Falcon, a bordo della nave silenziosa si sentì un fruscio e poi un colpo secco. Due piastre di metallo si sollevarono dal pavimento e emersero delle teste arruffate. Han e Luke diedero un’occhiata in giro e quando furono sicuri che la nave era deserta fecero cenno ai loro compagni di uscire, l’ultimo ad uscire, con un po' di fatica fu Chewbacca.

“Meno male che avevi questi compartimenti segreti.” disse Leia

“Ehi bambola dove pensavi che portassi la merce di contrabbando? Ma non avrei mai pensato che avrei contrabbandato me stesso.”

Leia stava per controbattere ma Lucas la fermò “Shh, stanno arrivando dei soldati.”

Due tecnici si stavano avvicinavano alla nave trascinando una cassa. Uno dei soldati disse “Ecco la nave, è tutta vostra. Se i vostri sensori captano qualcosa chiamateci subito.”

I due tecnici annuirono e salirono sulla nave. Una volta scomparsi all’interno della nave si udì uno schianto e una voce disse “Ehi potete darci una mano.”

I soldati si guardarono e salirono sulla nave seccati da quei tecnici incapaci.

Si sentì un altro schianto ma questa volta nessuno se ne accorse.

Dopo pochi minuti l’’ufficiale sulla torretta di controllo si accorse dell’assenza dei due soldati.

Prese il comlink e disse “DST-468 perché non siete al vostro posto? DST-468 rispondi immediatamen-te”.

Un stormtroopper scese dalla rampa della nave e si toccò il casco, mimando che non sentiva.

“Laggiù hanno di nuovo una ricetrasmittente fuori uso, prendi il mio posto intanto vado a vedere cosa posso fare.”

Appena aprì la porta l’ufficiale si trovò di fronte un’enorme bestione peloso e infuriato che lo colpì con un pugno sulla testa facendolo stramazzare al suolo. Il secondo ufficiale si alzò ma venne colpito dal blaster di Han in pieno petto che lo uccise all’istante.

“Fai segno agli altri di venire.” disse Han mentre controllava i computer che si trovavano nella stanza.

Quando vide i suoi compagni entrare sbottò “se non disattiviamo quel maledetto raggio traente non riuscirò neanche a uscire dall’hangar.”

“Questi sistemi non li conosco. Sono strani per essere di uno Stardestroyer.” Disse Leia entrando nella stanza e dando un’occhiata alla consolle che si trovava al centro della stanza, poi si rivolse al piccolo astrodroide che la seguiva disse “R2 controlla quelle consolle.”

“Questo non è uno Stardestroyer.” affermò Luke poi si diresse alla consolle di un computer digitò qual- cosa e subito dopo apparve una mappa, Luke gli diede un’occhiata veloce poi spense il computer. ‘Si, era proprio come se la ricordava.’ pensò. Si girò e mormorò “Questa è la Morte Nera. La stazione da battaglia dell’Impero Ci penserò io a disattivare il raggio traente, voi tornate sul Falcon.”

“Come sai dov’è?” chiese Leia con accenno di sospetto nella voce.

Luke la guardò con un’espressione impenetrabile “Ho studiato i piani di costruzione di questa cosa quando avevo solo 12 anni. La conosco perfettamente fidati e la voglio distruggere quanto te. In quel computer ci sono tutti i piani di costruzione di questa mostruosità.”

“Ce l’abbiamo già i piani. Ma quelli ci serviranno ugualmente, grazie.” disse Leia.

Stava per andare via e Kenobi si avvicinò e gli sussurrò “Stai attento c’è Vader lassù da qualche parte.”

“Lo so. State attenti voi o lui vi ucciderà. Non ha pietà per i jedi.”  gli rispose Luke andandosene.

“Non capisco cosa sta succedendo e non mi piace. Da quando siete arrivati il ragazzo si comporta in modo strano.” borbottò Han sedendosi su una poltrona.

In quel momento il piccolo astrodroide iniziò a pigolare, e Leia disse “Cosa c’è R2.”

Una fila di dati iniziarono a scorrere sullo schermo, più leggeva e più il viso di Kenobi si illuminava.

“Tuo padre è qui Leia, in una delle celle.” Poi lesse ancora e disse “Ecco si trova al livello cinque nel blocco di detenzione PP- 40.”

“Andiamo a liberarlo, presto.” disse Leia dirigendosi verso la porta, poi si girò verso Han Solo stravac- cato su una poltrona, ordinò “Andiamo Han.”

Il giovane rimase seduto e disse “Io non vado da nessuna parte, se usciamo da qui finiremo anche noi dentro una di quelle celle e poi il ragazzo ha detto di tornare sul Falcon e così farò.”

“Ha ragione Leia e poi non abbiamo un piano” disse Kenobi, poi continuò guardando Han di soppiatto continuò “certo se avessimo con noi un giovane astuto ed intelligente capace di superare in astuzia que-gli imperiali e ideasse un piano, forse potremmo riuscire a liberare tuo padre. E certamente, lui, ricono- scente per essere stato salvato dall’Impero, lo ricompenserebbe con più di quanto riuscisse ad immagi- nare.”

“Quanto per essere precisi?” bofonchiò Han.

“Ah non so. Sai la Casa Reale di Alderaan è molto ricca. Immagina” disse Leia ironica, “ma purtroppo un tipo così non l’abbiamo.”

Han Solo si alzò di scatto dalla poltrona sbuffando “bhe la potete anche smettere con questi giochetti, ho capito. Ragazzina tu e il vecchio indossate le divise dei soldati e indosserò quella dell’ufficiale, e speria- mo che vada tutto bene. “ poi si girò verso il suo compagno e disse “Chewie vai sulla nave e nasconditi appena ti do il segnale che stiamo tornando preparala per la partenza e speriamo che il ragazzo disattivi quel maledetto raggio traente. Ah, porta alla nave anche la ferraglia dorata e il piccoletto e mi raccoman- do restate nascosti.” Mentre il grosso Wookie usciva Leia sbottò indicando l’armatura degli stormtroo- oper “perché devo indossare io questo coso ingombrante, non posso indossare la divisa da ufficiale?”

“Perché ragazzina, il piano l’ho ideato io, e io sono alto, bello e aitante. Nessuno ti prenderebbe per un ufficiale imperiale, mentre al contrario a me si” rispose Han beffardo.

Mentre Leia, aiutata da Kenobi si metteva l’armatura mormorava tra se e se “Se mi chiama un’altra volta ragazzina giuro che lo strangolo.”

Intanto Luke s’immergeva sempre più a fondo nelle viscere della Morte Nera, aveva già disattivato uno dei reattori del raggio traente, ora doveva disattivarne altri due in modo che il Falcon potesse fuggire senza problemi.  

Han, Leia e Ben si stavano dirigendo verso le prigioni, fortunatamente nessuno li aveva fermati. Ben aveva dato un’occhiata  alla mappa per vedere dove dovevano andare e poi aveva spiegato a Han la strada più breve per arrivarci. Salirono su un turboascensore che li avrebbe portati dritti nel blocco di detenzione. Appena usciti dal turboascensore si trovarono davanti ad un ufficiale con i gradi uguali a quelli di Han che li guardò con sospetto e disse “ Cosa ci fate voi qui?”

Han lo guardò e stava per sollevare i blaster per colpirlo quando Ben lo e togliendosi il casco disse con voce suadente “Noi siamo qui per sostituirvi.”

“Voi siete qui per sostituirci” ripete l’ufficiale come in trance.

“Adesso andrete nei vostri alloggi a riposarvi, siete molto stanchi.” disse di nuovo Ben

“Si siamo stanchi, molto stanchi.” disse l’ufficiale imperiale e andò via seguito dai suoi soldati, anche loro sotto il controllo della Forza.

In quel momento Lord Darth Vader era in una delle grandi sale riunioni insieme al governatore Tarkin e un ufficiale stava facendo loro un rapporto, improvvisamente il Signore Oscuro sollevò una mano fermando il resoconto dell’uomo e sollevò la testa come se avesse sentito qualcosa che solo lui poteva sentire.

“Cosa c’è Vader?” disse Tarkin sorpreso.

“Kenobi è qui?” disse cupo  Vader

“Come lo sai?”

“Lo sento, è stato come un tremito nella Forza. Ora però è scomparso.” disse  Vader dirigendosi poi ver- so la porta. “Se è qui devo trovarlo.” E usci dalla sala.

Intanto ignaro che Lord Vader l’avesse sentito Ben, guardando su uno schermo disse. “Sbrigati Leia va a liberare tuo padre, si trova nella cella PP 40.” disse Kenobi

La prigione era fatta a più livelli, Leia iniziò a controllare le celle del livello in cui si trovava, in fretta controllò tutte quando alla fine del corridoio la trovò. Sparò alla porta e quando il fumo della porta dimi- nuì vide il padre seduto su una brandina, l’uomo la guardava a bocca aperta e con aria sorpresa, Leia si accorse di avere ancora il casco in testa se lo tolse e corse da suo padre.

L’uomo la vide e disse “Leia, cosa..”

“Padre, sono qui con Obi Wan, siamo venuti a salvarti.”

Bail Organa uscì dalla cella e quando incontrò il suo amico  Obi Wan lo abbracciò con calore.

Han lo guardo sbalordito, lo aveva riconosciuto, anche se lui era un avventuriero, aveva riconosciuto il principe del pianeta Alderaan.

“Ora dobbiamo sbrigarci ad andare via.” disse Ben.

“Come facciamo.”

“Nello stesso modo in cui siamo arrivati qui. Con la nave di questo nostro amico, il capitano Han Solo, è lui che ci ha aiutato ad arrivare qui.” disse Kenobi.

“Ma come facciamo ad uscire dalla prigione? Ci sono delle guardie fuori.” disse Bail.

“Non più le abbiamo fatte andare via. Han, hai un’idea di come tornare all’Hangar?” disse Obi Wan guardandolo.

“Indossando la divisa di uno stormtrooper.” disse Han.

Intanto Luke era riuscito a disattivare tutti  i reattori del raggio traente e stava tornando all’hangar, all’improvviso trovò la strada sbarrata da due stormtrooper, con la Forza gli fece credere che ci fosse qualcuno nel corridoio accanto, i due si diressero da quella parte poi tornarono indietro turbati, ma Luke ormai era passato.

Darth Vader si stava dirigendo verso le prigioni dove aveva sentito Obi Wan, ma si fermò all’improvvi-so aveva sentito una altra presenza, una presenza più familiare: suo figlio. ‘Anche Luke si trovava lì, perché?’ si chiese il Signore Oscuro seguendo, ora, la traccia di Luke.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Lord Darth Vader si stava dirigendo verso le prigioni dove aveva percepito di Obi Wan, il suo ex maestro e anche l’uomo che odiava di più. All’improvviso si fermò aveva sentito un’altra presenza nella Forza, una presenza che conosceva bene: suo figlio.

‘Perché Luke si trovava lì?’ si chiese fermandosi un attimo. Poi un pensiero lo colpì, ‘Anche Obi Wan si trovava lì. Non era possibile che il jedi avesse trovato Luke prima di lui e lo avesse convinto a stare con lui raccontandogli chissà quali menzogne? No, Luke era suo.’ ringhiò furioso. ‘Doveva riprendersi il ragazzo ad ogni costo, doveva persuaderlo a passare al Lato Oscuro e diventare un potente sith, senza di lui non sarebbe mai riuscito a sconfiggere l’Imperatore e insieme avrebbero governato la galassia.”

Dart Vader si diresse con decisione verso dove aveva sentito la presenza di suo figlio.

Intanto Luke si stava dirigendo verso l’hangar ignaro che suo padre lo avesse sentito, in quel momento anche i suoi compagni liberatisi delle uniformi imperiali si stavano dirigendo verso l’hangar.

Darth Vader sentì la presenza del figlio poco più avanti e accelerò il passo. Intanto anche Luke si stava dirigendo verso l’hangar stava attento a non imbattersi in soldati imperiali. Mentre camminava i suoi pensieri erano tutti fissi sul vecchio che stava insieme alla ragazza.  Iniziava ad avere il sospetto che il vecchio non fosse altri che Kenobi, e se era lui forse…

I pensieri furono interrotti una voce oscura “Luke!” poi sentì la presenza del padre che lo sovrastava nella Forza. Si girò lentamente e vedendolo disse “padre.” Poi chiuse i suoi pensieri in modo che suo padre non sapesse il motivo per cui era lì e soprattutto con chi.

Darth Vader si avvicinò e disse cercando di convincerlo attraverso la Forza Oscura “Tu non sai chi è quell’uomo! Lui ha ucciso tua madre e ha cercato di uccidere anche te!”

“Basta!” gridò Luke. “Basta menzogne, padre. Io non ti credo più. Mi hai sempre mentito in modo che io rimanessi al tuo fianco come tuo schiavo e di Palpatine.”

“Ho capito. Allora devo obbligarti ad obbedire.” disse Darth Vader accendendo la spada laser con la lama rossa.

“Tu provaci!” rispose Luke accendendo la sua, con la lama bianca. Poi Luke si lanciò contro il padre.

Darth Vader parò facilmente il colpo del figlio e i due iniziarono a combattere lungo i corridoi della Morte Nera.

Intanto Han, Kenobi, Leia e Bail erano quasi arrivati nell’hangar dove si trovava il Falcon.

Han camminava davanti, all’improvviso si fermò e fece cenno a Kenobi, che era subito dietro di lui, di avvicinarsi. Il jedi si sporse e vide in una sala  adiacente Luke e Darth Vader che combattevano furiosamente.

Luke stava cercando di attingere al Lato Oscuro come aveva fatto l’ultima volta che aveva combattuto contro suo padre, ma non ci riusciva.

Negli anni trascorsi a bordo del Falcon aveva rinunciato al suo odio, come poteva odiare una persona come Han Solo che lo aveva accolto senza sapere nulla di lui e lo aveva trattato come un fratello più piccolo o come avrebbe potuto odiare il grosso Wookie che cercava sempre di proteggerlo come avrebbe fatto con un cucciolo della sua specie.

Darth Vader sentì la debolezza del figlio e aumentò la potenza dei colpi. Fu presto ovvio che la lotta era impari e Vader colpì Luke ad un braccio, il giovane si lasciò sfuggire un lamento e lasciò cadere la spada laser. La lama rossa era puntata alla sua gola. Era stato sconfitto. Darth Vader lo guardò spietato e disse “ Sei stato sconfitto Luke. L’ultima volta sei riuscito a battermi perché hai usato il Lato Oscuro, senza sei soltanto un debole. Ora tornerai su Coruscant con me e avrai la punizione che meriti per la tua ribellione.”

“Mai, non tornerò mai con te, padre. Dovrai uccidermi.” ringhiò Luke con furia.

“No. Lo sai che non lo farei mai, tu sei mio figlio, e starai al mio fianco che tu lo voglia o no.” ribadì Vader fermamente. Poi rivolto ai stormtrooper che erano venuti ad aiutare il loro Signore, disse “portatelo via e  rinchiudetelo in una cella. “

In quel momento Obi Wan si girò verso Leia e disse “andiamo Leia dobbiamo aiutarlo”.

“Ma è il figlio di Vader!” rispose la giovane con aria sconvolta, non avrebbe mai immaginato che quel giovane fosse il figlio dell’uomo che lei odiava più di ogni altro.

“Si lo so.” rispose Obi Wan calmo poi continuò “è anche tuo fratello.”

Leia rimase un attimo interdetta poi gridò “ che cosa?” e si girò verso suo padre ma Bail guardava Obi Wan con uno sguardo furioso e quando vide che Leia lo stava guardando per chiedere spiegazioni evito il suo sguardo.

Leia si girò di nuovo e vide che Obi Wan stava già andato contro il Signore Oscuro e lo seguì ripromettendosi di andare in fondo a quella questione.

Appena Vader lo vide gridò rabbioso “Tu! Lo sentivo che c’eri anche tu.”

“Questa volta non lo avrai, Vader. Non ti permetterò di portarlo via di nuovo.” disse Obi Wan e si scagliò contro di lui con la spada laser accesa.

Leia lo seguì dopo un breve duello entrambi riuscirono a far indietreggiare il Signore Nero oltre un corridoio esterno, fu allora che Obi Wan gridò “Han spara alla serratura.” Il corelliano non se lo fece ripetere due volte sparò e centrò la serratura e le porte anti-blaster si chiusero di scatto dividendoli dal Signore Nero e dai stormtrooper.

Kenobi si chinò su Luke ancora a terra e aiutandolo ad alzarsi disse “Dai Luke appoggiati a me.”

Il giovane lo guardò sorpreso mentre si alzava “Io…”

“Si so chi sei, avevo già dei sospetti ma quello scontro mi ha tolto ogni dubbio.” poi rivolto a Han che stava fissando Luke disse ”Vogliamo andare capitano?”

Han prese il comlink e disse “Chewie accendi i motori stiamo arrivando.”

Tutti si diressero in fretta, salirono sul Falcon e decollarono allontanandosi dalla Morte Nera.

Luke guardò verso il cockpit, Han si era diretto verso lì senza neanche guardarlo, sentiva che il pilota era scosso da ciò che aveva scoperto su di lui e questo lo angosciava, non voleva perdere l’affetto dell’uomo

Bail Organa si diresse nel cockpit e Luke sentì che parlava con Han, sicuramente gli stava dando indicazioni su dove andare, poi si avvicinò a Luke e lo guardò attenta- mente poi si avvicinò al jedi e disse  “è chi credo che sia?” Il Maestro Jedi annuì.

Poi Bail Quando tornò, Luke sollevò e la testa e fissando Kenobi disse “Perché mi hai aiutato? Che cosa farete di me adesso?”

“Stiamo andando alla base segreta della Ribellione.” Rispose Bail.

“Ho capito allora sono vostro prigioniero.” Rispose cupo Luke.

“No, Luke. Io ti stavo cercando da tanto tempo, è stata tua madre mi aveva chiesto di cercarti.”

“Mia madre? Allora sapete dov’è?” chiese Luke agitato. ‘Avrebbe finalmente conosciuto sua madre.’ Il ragazzo sentiva un forte turbamento al pensiero di vederla per la prima volta.

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