Mysterious Mystery Of You

di AlekHiwatari14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Arrivo alla città Z ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Ricerche ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Contrattempi ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - La vera forza ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Legame Oscuro ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Arrivo alla città Z ***


Capitolo 1 - Arrivo alla città Z.

Si sente una voce femminile avvolta nell'oscurità più profonda di ciò che sembra essere una base spaziale. La si sente dire:"Siamo sicuri che queste siano le coordinate?"
"Certo, Lady. E' tutto scritto." Risponde una voce maschile, quando una luce soffusa illumina parzialmente la tipa. Non si riesce a vedere molto, ma è abbastanza da intravedere il suo vestiario e i suoi tratti.
Occhi azzurri dipinti da un eyeliner nero, capelli lunghi, mossi e castani che le arrivano a metà schiena, labbra carnose e di un colore rosso intenso. Ha un colorito chiaro e roseo, alta circa 1,65 cm, snella e dalle forme proporzionate al suo corpo. Sembra essere sulla ventina d'anni. E' vestita con un leggins nero, stivali neri borchiati, una t-shirt viola che ricopre il sedere e la cintura borchiata in vita che si appoggia alla maglia. Con la mano destra tiene il foglio dei dati, mentre l'altra ce l'ha appoggiata alla vita. Sembra alterata da quella risposta e non esita a rimproverare:"Non chiamarmi Lady. Non faccio più parte di quella congrega. Ormai lavoro solo da me."
"Sei proprio sicura di voler lavorare da sola?"
"Non c'è motivo di lavorare con quella gente. Mi hanno abbandonata. Per loro non sono adatta a fare ciò che faccio, quindi vadano a farsi fottere. Ci perdono loro."
"Sai che non sarà una passeggiata. Andare senza guardiani e senza l'ausilio di altri mezzi ti condurrà a morte certa. Inoltre ho sentito che chiunque vada lì, c'è un essere che stende tutti con un pugno. Non puoi farcela! Io non posso..."
"Grazie del tuo lavoro, fratello, ma so quel che faccio. Se mi hanno assegnato il titolo di ribelle c'è un motivo ben preciso. Non ho mai fallito una missione, quindi inutile che ti allarmi così." Interrompe lei, dandogli le spalle per allontanarsi, ma il tizio si affaccia a quella luce fioca. Non lo si riesce a vedere in volto, ma si distingue che è più alto di lei, ma i vestiti sono neri e ribelli, dato da gilè in pelle e pantaloni neri con stivali in pelle borchiati. Sono nello stesso stile della ragazza.
"Ma sei stata sempre supportata." Le urla, cercando di farla ragionare, ma lei è decisa. Si volta verso di lui, rivelando: "Ho iniziato a 7 anni a fare queste cose, anche prima della congrega. Quindi, fammi il piacere di stare al tuo posto. Ho già tutto in mente. So come agire. Ho studiato un piano ben preciso e ho visionato ogni cosa. Datti una calmata e non contattarmi mentre sarò lì. Lo farò io."
"Si, Lady..." Sospira lui, rammaricato da quella scelta, ma quel nome irrita la ragazza.
"Ti ho detto di non chiamarmi Lady! Il mio nome è Rita! Rita Sawada! Chiamami Rita, non Lady! E nemmeno Lady R. Non sono più una di loro!" Grida lei, avviandosi verso la porta e sbattendola all'ultima esclamazione.
Una volta fuori, non si dirige subito verso la sua destinazione. Rimane lì, ferma e immobile. Stringe i pugni insieme a quel foglio che ha in mano.
"Beh, almeno non avrò rompiscatole a dirmi di non farlo. Faccio quello che diamine mi pare e piace. E poi..." Si blocca per un attimo. Si tocca la pancia per poter continuare a mormorare:"...non posso permettermi di ascoltarti, fratello. Non ora. Finchè ne ho la forza per viaggiare ed esplorare, cercare e trovare, non mi fermerò, nemmeno nelle mie condizioni."
Gli occhi della ragazza esprimono dolore. Sta soffrendo per qualcosa forse emotivo, ma potrebbe essere anche di fisico.
Con questo scuote la testa e si dirige verso la sua destinazione.

***
Città Z - ore 22.30

 
"Ehi, maestro. Ho finito proprio ora di fare le faccende." Fa notare Genos, intento a voler discutere un po', ma Saitama non è dell'umore giusto. Se ne sta con un manga tra le mani e con la sua solita faccia, indica: "Dovresti buttare giù la spazzatura."
"Ah, già. L'avevo dimenticato. Vado e torno, maestro." Gli dice, prendendo la busta dell'immondizia e portandola giù. Improvvisamente, proprio dopo aver depositato il sacchetto, avverte qualcosa.
"Cos'è questa sensazione?!" Pensa voltandosi di colpo.
Un'ombra viene da lontano, illuminata solo dalla luce dei lampioni in strada.
Il biondino utilizza lo zoom dei suoi occhi per comprendere e analizzare la forma:"Donna, probabilmente 22 anni, no... forse 23. La borsa è ermetica, proprio come la valigia. C'è qualcosa che nasconde."
Passo dopo passo, la tipa si avvicina sempre di più.
"Sta venendo da questa parte." Comprende lui, guardandola con sospetto a causa delle strane sensazioni che avverte da lontano.
E' lei, la castana citata poco prima.
Gira a destra, entrando proprio nel palazzo in cui abita Saitama. Dà un'occhiata a Genos, quasi come se scrutasse l'anima del ragazzo. Questo lo fa sentire pervaso di strane sensazioni sempre più sgradevoli, a tal punto da ordinarle:"Fermati."
La tipa si ferma inaspettatamente, per poi voltarsi verso il biondino e chiedere:"Che vuoi?!"
"Non ti ho mai visto da queste parti."
"E allora? Devo dare conto a te?" Ribatte lei con isolenza.
"No, ma..." Tenta di dire, ma la tizia comincia a salire le scale fregandosene di ciò che sta dicendo il ragazzo. Quell'atteggiamento e tutti quei bagagli dove non riesce a vedere ciò che ha dentro, spingono il ragazzo a seguirla incitando:"Ehi! Dove credi di andare?"
Afferra la valigia, intenzionato a vederci chiaro. Essendo ermetica e invisibile alla sua vista, gliela sfila di colpo, ma quel gesto non fa altro che aprire il bagaglio della tipa.
Volano oggetti come intimo, vestiti e tutto ciò che una ragazza normale potrebbe mettere in una valigia.
"Ma cosa?!" Cerca di capire il cyborg, comprendendo di aver avuto un grosso abbaglio.
"Ben fatto, idiota!" Afferma lei chinandosi a raccogliere le sue cose da terra.
"Che?!"
"Guarda cosa hai combinato! Tsk... ma ti pare che io debba incontrare sempre deficienti sulla mia via?"
"Lascia che ti aiuti." Vuole essere partecipe e rimediare al suo errore il povero ragazzo, prendendo tra le mani la prima cosa che gli capita. Un reggiseno.
La castana afferra l'oggetto dalle sue mani sfilandoglielo e sbraitandogli contro:"A fare cosa? A mettere tutto in disordine di nuovo?"
"Huh? Guarda che io non volevo." Chiarisce lui, ma i nervi della tipa sono ormai andati. Chiude la valigia e prendendola in mano gli dice chiaramente: "Senti, apprezzo il tuo devoto spirito di iniziativa, ma non è così che si fa, ok? Dunque, caro Genos, ti consiglio di continuare a fare ciò che fai, ovvero il servo cyborg di quella faccia di ebete del tuo maestro Saitama e di piantarla con queste sciocchezze."
Con questo sale al piano di sopra intenta a raggiungere il suo appartamento. Quelle parole però fanno insospettire il cyborg. Dopotutto chi altri potrebbe conoscerlo con il suo nome? Tutti lo conoscono come demone cyborg se non i suoi amici e persone con cui ha legato di più durante il suo cammino.
Questo fa si da alimentare la sua curiosità e spingerlo a chiedere:"Aspetta, come sai il mio nome?"
"Lo sanno tutti, Genos. Sei un eroe, no?" Ribadisce lei, appena arrivata sul piano e voltandosi verso di lui che la osserva e afferma:"Non è rilevante."
"Non è rilevante? Davvero? Tsk..." Sorride lei, mettendosi la mano destra sul fianco e guardando da tutt'altra parte. Scuote la testa e poi rivolge nuovamente lo sguardo al cyborg:"Senti, se vuoi fare l'eroe, è ok, ma stammi alla larga. Ho già i miei problemi e l'ultima cosa di cui ho bisogno è di trovarmi tra i piedi un cyborg affetto dalla sindrome del sopravvissuto, quindi grazie, ma addio!"
Detto con un tono di ironia, la ragazza si accinge ad andare verso l'appartamento, ma a quel punto è tutto chiaro per Genos. Lei sa qualcosa di lui. Sa il suo passato.
"Sindrome del sopravvissuto? Aspetta, ma tu..." La prende per la spalla destra, innervosendola ulteriormente: "Io cosa? Fammi il piacere di andartene a fanculo!"
Quell'urlo si fa ben sentire. La discussione è fatta proprio di fronte alla casa di Saitama. Preso dalla curiosità, il calvo apre la porta vedendo l'astio tra i due.
"Genos, che succede?"
Gli occhi della castana si posizionano sull'eroe senza capelli e la sua faccia da ebete. Una risata gli parte spontanea per poi affermare:"Mancava solo lui. Tsk..."
"Sei la nuova inquilina?" Domanda Saitama, sapendo del trasferimento di una nuova vicina e vedendola aprire la porta del suo appartamento.
Lei annuisce e poi con tono minaccioso conclude: "Piacere, sono Rita. Adesso andate a fanculo entrambi."
Sbatte la porta di casa con quest'ultima affermazione e Saitama risponde con quella faccia da ebete con un semplice: "Ok."

"Maestro, ma la fa andare così?!"
"Genos, ma che ti prende?"
"Quella trama qualcosa! Ha un'aurea spietata!"
"Guarda che tutte le donne sono spietate e spaventose. Entra dentro e andiamo a dormire."
"Ma..." Tenta di dire Genos, ma il suo maestro entra dentro grattandosi le chiappe e dirigendosi in camera per dormire, ignaro dei sospetti che il cyborg ha dentro di sé.
Volge lo sguardo verso la porta accanto, per poi sospirare e decidersi a seguire gli ordini del suo maestro.

 
**

Rita, la ragazza è appena sfuggita a Genos, si ritrova con le spalle appoggiate alla porta per ascoltare i due mentre rientrano dentro casa.
Sente la porta chiudersi e lei la riapre accettandosi che non ci sia nessuno.
Prende un respiro di sollievo e rientra dentro appoggiando sul letto la sua valigia.
La apre e da una tasca nascosta prende un cofanetto fatto in accaio per poi metterla in una borsetta:"Questa mi servirà per la missione."
Poi prende una cartellina, sempre nascosta lì dentro quella tasca. Si siede al tavolo, aprendola e guardando tutti i fogli a sua disposizione.
"Secondo le mie analisi, lui dovrebbe essere nei dintorni. Devo trovarlo."
Si dice, guardando la foto della persona su cui è in cerca. E' Sonic. Cosa vorrà da lui? Perchè lo cerca?





*****
Note Autrice:
Salve ragazzi. Sono nuova del fandom. Inizio con il dire: "GRAZIE A TUTTI COLORO CHE SONO ARRIVATI A QUESTO PUNTO!"
Spero che la mia fanfic vi piaccia. Ho visto che di Sonic ci fosse poco e nulla e mi sono detta:"perchè non fare una storia su di lui?"  ed eccomi qua! Ho cercato di fare qualcosa con una trama un po' misteriosa e accattivante. Non so se sia il vostro genere, quindi ditemi che ne pensate.
Spero la leggiate in tanti e a presto. 
Dalla vostra,
AlekHiwatari14

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Ricerche ***


Capitolo 2 - Ricerche.

Genos è ancora in allarme. Nonostante la notte trascorsa, i pensieri ne sono molti. Ha troppi sospetti sulla vicina di casa e lo fa notare al suo maestro.
"Maestro, ma non le sembra strano che la vicina sappia i nostri nomi?"
"Forse li avrà letti da qualche parte."
"Sarà, ma sapeva molte cose di me. Forse potrebbe sapere qualcosa della mia famiglia e..."
"Sinceramente la vedo proprio come tutte le donne che ci sono state in questo palazzo, completamente squilibrata e priva di cervello. C'è gente che butta acqua dai balconi e sbraita ovunque."
"Sarà, ma a me non sembra un tipo di quello, maestro."
"Fidati. Tra poco la vedrai con la sigaretta in bocca, i bigodini e che scende con ciabatte e vestaglia da casa."
"Sarà..."

 
**

"Ok, è tutto pronto. Cellulare, preso. Soldi, presi. Lenti di analisi, presa. Cofanetto di sopravvivenza firmato Capsule & corporation, preso. Sembra che non manchi nulla."
Detto questo, mette la borsetta addosso. E' una di quelle che si lega alla vita e alla gamba così che nessuno possa rubarlo.
Ha una canotta grigia e dei skinny neri. Mette gli stivali neri borchiati ed è pronta per uscire.

Apre la porta, tenendo tra le mani il foglio d'analisi di Sonic, intenzionata a trovarlo in un modo o nell'altro.
"Dovrebbe essere sicuramente a Nord... oppure al Sud. Devo chiedere dov'è la foresta più vicina." Si dice, attraversando il corridoio che porta alle scale per scendere e uscire dal palazzo. Quelle parole, però, vengono ascoltate da qualcuno, da Genos che proprio in quell'istante si ritrova ad uscire.
Cerca di buttare un occhio sul foglio, ma non riesce ad analizzarlo a causa della ragazza che lo piega e lo mette in borsa.
Preso dalla curiosità e vedendo che il suo maestro tarda a uscire, lui si decide.
"Maestro, ho delle faccende da sbrigare. Ci vediamo più tardi."
"Ehm... ok..." Risponde Saitama, vedendolo uscire in tutta fretta.
La tipa nel frattempo si è già incamminata verso la direzione verso Sonic, anche se delle sue tracce nemmeno l'ombra.
"Questa dovrebbe essere la zona in cui lui e Saitama si sono scontrati più di una volta..." Pensa, fermandosi e guardandosi intorno, riconoscendo il luogo.
"Ok, non credo che sia tanto lontano da questo punto." Mormora a sé, prendendo il cellulare e cercando una mappa, quando si sente osservata.
Si volta dietro di sé, ma non vede nulla.
Sospira per poi dirigersi verso la direzione che porterà a quella che sembra essere una foresta.
Improvvisamente, proprio mentre sta camminando, quella sensazione di sentirsi osservata non va via.
Sposta lo sguardo dietro e nota la realtà: "Mi sta seguendo..."
Gira in un angolo, cercando di far perdere le sue tracce, ma il cyborg è astuto. Riesce a seguirla.
"Dov'è che va?" Si chiede, vedendola andare nuovamente verso il centro.
"Merda! Devo cambiare strada! Non posso farmi scoprire!" Esclama mentalmente, mentre cammina, quando i suoi occhi trovano una soluzione:"Trovato!"
Sorride e si fionda in un negozio, ma non è uno qualunque. Genos rimane fuori, esitando ad entrare. Dopotutto non passerebbe di certo inosservato se entrasse in quel negozio di intimo alla ricerca della tipa. Dovrebbe dare spiegazioni ed essendo solo sospetti che nutre su di lei, potrebbe fare un buco nell'acqua. Ne è ben consapevole, ma ciò nonostante non vuole cedere.
Sa che la tizia conosce la sua posizione, conosce in qualche modo il suo passato e vuole svelare il mistero che si cela in quella ragazza ad ogni costo.
"Tsk...è più cocciuto di quanto pensassi." Comprende la castana, incrociando le braccia per poi dirsi:"Mi serve un piano di riserva e alla svelta. Altrimenti finirò per perdere tempo prezioso e non ne ho alcuna voglia."
"Ehi, ma quella è Tornado!" Sente dire da delle ragazze che riconoscono l'eroina.
"Si, è proprio lei!" Grida l'altra ragazza, mentre Tornado sembra infastidita da quelle euforie dei fans:"Quanto chiasso. Di certo non sono qui per perdere tempo! Toglietevi dai piedi!"
Rita rivolge lo sguardo verso il cyborg ancora lì fuori per poi sorridere.
"Perfetto. Non vuoi andartene? Te la sei cercata, caro Genos, e perdonami in anticipo." Dice, pur consapevole che il biondo non potrà mai sentirla.
Con passo deciso si avvicina verso l'eroina di classe S poi si blocca. Troppa decisione. Deve inscenare un dramma.
"Ehm... mi scusi? Posso chiederle un'informazione? Lei è Tornado, non è così?" Domanda con fare timido. La verde si volta verso di lei, più nervosa che mai: "Senti, io non..."
"Sarò breve e circoncisa. Non voglio guai e nemmeno averne, ma c'è un tipo che mi sta seguendo da stamattina e comincio ad avere i brividi. Lei è un eroe di classe S. E' la più forte e di conseguenza dovrebbe essere semplice per lei spazzarlo via, non è così?" Interrompe lei, cercando di mostrarsi incerta e impaurita per la situazione.
Lei sbuffa: "Questo è un lavoro per eroi di rango C, non mio."
"Gli eroi di rango C non potrebbero mai aiutarmi!" Esclama la castana, prendendo le mani dell'eroina e inscenando la disperazione più assurda, continuando:"La scongiuro! Genos, il demone cyborg, si è invaghito di me e non mi lascia scampo. Sono giorni che mi perseguita e dice di essere più forte di ogni eroe esistente."
"Cosa?!"
La tizia stacca le mani dalla Esper per poi darle le spalle mettendosi le mani sugli occhi singhiozzando: "Dice anche che tu, Tornado, sei una mocciosa attizzosa e senza spina dorsale. Che gli stai sempre tra i piedi ed è per questo che non riesce a salire di rango. Io sono sempre stata una tua ammiratrice e gli ho detto che non la pensavo come lui, ma lui continua a torturarmi l'anima da quel giorno. Vuole essere il mio ragazzo e vuole dimostrare che tu, rispetto a lui, sei solo una caccola."
"Caccola io?! Ma come osa?!" Si innervosisce la Esper, sentendosi presa in giro dal biondo. Sa che potrebbero essere cose vere. In fondo è già successo di essere stata chiamata mocciosa da lui e da Saitama, ma non solo. Genos stesso ha cercato di minacciarla dicendole che gliele avrebbe date, quindi ci casca in pieno.
Vedendo quell'ira divorare la verde, la castana si volta verso di lei, giungendo le mani a mo' di preghiera e supplicandola con le lacrime agli occhi: "Ti prego, Tornado, aiutami tu a sbarazzarmi di lui."
"Senz'altro!" Esclama Tornado uscendo fuori e dandogliele di santa ragione a Genos.
Anche se in realtà sarebbe bastato un pugno per farlo volare via, ma sentendosi chiamare caccola non vuole di certo fermarsi ad un colpo e basta.
"Tu, misero cyborg! Come osi chiamarmi caccola?!" Grida attaccandolo fisicamente e prendendolo per la gola per poi scuoterlo avanti e indietro.
Un sorriso appare sul volto di Rita, vedendo la strada libera.
"Troppo facile." Ride, incamminandosi verso la direzione che dovrebbe portare a Sonic.

 
***

Nel frattempo, il ragazzo si ritrova ad allenarsi duramente in quel bosco fitto, pronto a dare il massimo affinchè possa sconfiggere il suo acerrimo nemico.
"Dannato Saitama!" Grida Sonic, lanciando un kunai e colpendo la foto con faccia dell'eroe che detesta di più che ha posizionato su un albero.
A velocità supersonica, si avvicina a quella immagine stracolma di armi ninja, lanciati proprio per l'allenamento intensivo che sta attuando.
Le toglie da quella corteccia d'albero su cui è attaccata la foto. Ha un'aria perplessa e afflitta.
Abbassa il volto, guardando quelle armi con rammarico, pensando ad alta voce:"Per quanto io mi sforzi, sembra che nulla possa scalfirlo. Devo trovare un nuovo tipo di allenamento ed essere più veloce e forte di lui."
Poi alza lo sguardo e continua: "Ma come? Come posso...?"
"Tsk... quanti rammarichi nel cuore e nell'anima." Sente una voce femminile provenire dietro di lui. Spalanca gli occhi e si volta di scatto, cominciando ad andare avanti e indietro utilizzando la sua abilità: "Fatti sotto!"
Peccato che la castana è furba. Sa che non la troverà mai standosene ferma su quell'albero su cui è appoggiata.
"Prevedibile." Pensa la tipa, guardandolo proprio mentre lui gira in tondo nella zona in cui è situata lei, saltando sul tronco senza mai alzare al testa alle radici. La ragazza si nasconde lì e lui non se ne accorge nemmeno, ma cerca di spingerla a parlare.
"Dove ti nascondi? Cos'è? Hai paura?!" Inveisce, cercando una risposta che non viene e guardando in ogni angolo, ma sembra scomparsa ai suoi occhi.
All'improvviso, vede un cespuglio muoversi e lui, pensando fosse la tipa, si fionda su di esso, urlando: "Ti troverò!"
Da quel cespuglio, però, esce fuori un cinghialino selvatico e lui lo scansa con una giravolta all'indietro, atterrando sui suoi piedi per poi iniziare a sbraitare: "Maledizione! Dove sei finito, lurido bastardo?"
"Non sai proprio come comportarti con il sesso opposto, vero?" Gli domanda la ragazza per poi sospirare e scendere dall'albero.
L'oscurità nasconde il suo volto e quel mistero incuriosisce il ninja che voltandosi verso di lei, cerca di capire: "Chi va là?! Chi sei?"
Il mistero si infittisce e quell'attesa uccide mentalmente il ragazzo facendogli porre numerose domande, come:"Chi è? Perchè è qui? Cosa vuole?"
Ormai lei lo ha trovato e deve solo fargli capire che non è lì per discutere o nuocerlo. La diffidenza del bruno è tanta. Non sa che lei è lì per compiere qualcosa di preciso che riguarda lui.





******

Note Autrice:
Salve ragazzi. Eccomi con un nuovo capitolo. Spero che vi sia piaciuto.
A presto & un bacio dalla vostra,
AlekHiwatari14

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Contrattempi ***


Capitolo 3 - Contrattempi.
 
L'oscurità che nasconde il volto della fanciulla misteriosa, incuriosisce Sonic.
"Chi va là?! Chi sei?" Cerca di capire lui, avendo milioni di dubbi e domande nella sua mente, ma  lei lo rassicura: "Un alleato. Riponi le armi."
"Non mi faccio abbindolare da te!" Continua lui, impugnando la spada pronto ad attaccare, mentre la castana avanza verso di lui ribadendo: "Tranquillo. Non volevo spaventarti."
In quell'istante il ragazzo si tranquillizza vedendola viene allo scoperto, ma non abbassa la guardia. Ripone la spada, guardandola con sospetto.
"Chi sei? Non ti ho mai vista in giro..."
"Non sono di queste parti. Tu devi essere Sonic, il supersonico, non è così?"
La diffidenza negli occhi del bruno è tanta, fosse troppa. Continua a fissare la ragazza come se fosse un nemico, ma ciò nonostante vede che non ha armi per combattere.
Scruta ogni centimetri di lei, per vedere dove fosse nascosto il trucco e quale attacco avrebbe sferrato su di lui. Lei comprende la situazione e decide di rassicurarlo ancora una volta.
"Guarda che non voglio farti nulla. Mi trovo qui per puro caso e ho sentito delle voci in giro di un certo Sonic. Vedendoti qui, pensavo fossi tu. Non lo sei?" Dice lei, alzando le braccia a mo' di resa per mostrare che è disarmata e priva di ogni tipo di mezzo per ferirlo.
"Hai sentito parlare di me, eh? Ma io non conosco te. Chi sei?" Insiste lui, sempre più dubbioso per poi aggiungere:"Una persona normale non si sarebbe mai arrampicata sugli alberi e non avrebbe mai evitato i miei attacchi con così tanta facilità."
"Attacchi? Intendi quello girare intorno senza mai alzare la testa?!" Domanda lei per poi ridere e continuare:"Guarda che ero sull'albero solo perchè avevo perso l'orientamento."
"Cosa?!"
In quell'istante, il cinghiale selvatico amico di Sonic, si avvicina alla ragazza.
"Huh?" Farfuglia il bruno per poi tentare di bloccare l'animale:"Non ti avvicinar..."
"Che carino che sei!" Esclama la tipa, accovacciandosi e accarezzando l'animale. Quel gesto fa completamente abbassare ogni guardia e annullare ogni sospetto che il ninja ha su di lei.
"Non sembra pericolosa. Forse l'ho sopravvalutata..." Inizia a pensare Sonic, mentre la castana alza il volto verso di lui e continua il discorso con il ragazzo:"Comunque chiamami Rita. Sono solo una comune mortale che si è persa. Non è che c'è qualche villaggio o qualche parte dove poter bere? Sai, sto camminando da ore ormai."
"Comune mortale, tsk! Vieni. Ti faccio strada." Rivela dandole le spalle per poi chiamare l'animale:"Ino, vieni qui! Sta lontano da quella... comune mortale..."

 

"Ino? Hai scelto tu il nome del maialino?"
"E' un cinghiale, non un maiale."
"E' tuo?"
"No, è di Frank."
"Frank?"
"Ah... quante storie! Ti sto portando da lui. Vive nei dintorni. Probabilmente avrà l'acqua che cerchi." Dice, facendo strada alla ragazza verso l'accampamento del cacciatore che appena vede il bruno lo chiama: "Sonic, sei tornato?"
"Si, mi stavo allenando nelle vicinanze, quando una comune mortale mi ha intralciato."Svela, incuriosendo l'uomo: "Comune mortale?"
Gli occhi del cacciatore si posano sulla ragazza, ma Sonic sembra non volerla tra i piedi.
"Tieni l'acqua e sparisci! Non ho tempo da perdere!" Afferma lui, lanciandole la borraccia d'acqua che lei afferra al volo.
"Per niente socievole, eh?" Farfuglia lei, vedendo che il piano non va esattamente come vorrebbe.
Sentendo il suo mormorio, il ragazzo si volta: "Cosa vuoi?"
"Nulla. Solo questo. Non è che mi potresti accompagnare nella città vicino? Qui non prende il gps." Crea una nuova scusa la tipa, mostrando il cellulare senza campo e irritando ancora una volta il bruno: "Tsk... non sa nemmeno orientarsi. Mi dici perchè diamine una come te se ne va in giro da sola in posti come questi?"
"Perchè? E' un reato?"
"Mi stai facendo perdere del tempo prezioso." Ribadisce lui, per poi avanzare verso la direzione della città e incitare:"Sbrigati che prima ti accompagno e prima posso andarmene in santa pace ad allenarmi."
"Ciao piccolo Ino!" Saluta la ragazza e all'animaletto che se ne sta vicino al cacciatore.
"Muoviti!" Grida lui, facendola camminare verso di lui.

 
**

I due camminano verso le vie di quel bosco fitto. Il silenzio li accompagna insieme ai suoni della natura. Lei guarda Sonic che cammina dinanzi a lei per farle strada. Vorrebbe riuscire ad avere  un contatto, ma pare che non trovi argomenti adatti.
"Non credi che sia brutto?"
"Cosa?"
"Essere presi per villani quando in realtà si fa la cosa giusta." Cerca di mettere la discussione al centro dell'attenzione del ragazzo, ma lui si limita a dire:"Nessuno ti ha dato della villana."
"Non sto parlando di me, ma in generale."
"Beh, c'è gente che lavora in modo disonesto e ne è felice."
"Tu non sembri essere di quella cerchia."
Queste parole danno un campanello d'allarme al ragazzo che si volta verso di lei e domanda:"Cosa hai detto?"
Sentendo di aver fatto un passo falso, la tipa sdevia il discorso:"Dicevo, tu non sembri un tipo disonesto. Hai Ino accanto, no? Gli animali avvertono sempre se una persona è buona oppure no."
"Sei strana... fin troppo per i miei gusti."
I due raggiungono finalmente la strada e il ragazzo le dice:"Ecco, questa è l'uscita! Buona fortuna."
Le da le spalle, quando lei gli chiede: "Non è che mi potresti portare al centro?"
"Al centro?"
"Si, ho il cellulare scarico, purtroppo..." Mostra lei e lui sospira:"Senti, mi pare di essere stato chiaro. Non voglio che la giornata passi così, perdendo tempo con te."
"Guarda che se vuoi ti pago. I soldi li ho." Rassicura lei con un sorriso, mostrandogli il portafogli stracolmo di denaro.
"Non è per questo. E' che in realtà io..."
Proprio in quell'istante passa un ladro che afferra il portafogli al volo, ma non riesce a strapparlo dalle mani della ragazza.
Il sorriso della tipa svanisce di colpo e uno sguardo macabro si posa sul delinquente, proprio mentre lei lo tira a sé tramite quel portafogli che ha ancora in mano. Il gesto fa cadere a terra il furfante. Tutto è troppo veloce e Sonic realizza la situazione, ma non interviene. Rimane lì a guardare la scena.
"Ehi! Ma che razza di modi sono?!" La voce calma e dolce della ragazza si è tramutata completamente, proprio come l'atteggiamento che qualche istante fa ha avuto con Sonic. L'aurea oscura che avvolge la castana si fa ben evidente e quelle occhiatacce fanno tremare il malvivente che se la da a gambe in poco tempo.
"Tsk... che razza di modi! Se voleva qualcosa poteva tranquillamente chiedermela." Brontola lei, posando il portafogli in borsa.
"Non credo che se ti avesse chiesto soldi glieli avresti dati tranquillamente."Punzecchia il bruno, accorgendosi delle abilità della ragazza e incrociando le braccia.
"Certo che no! Mica sono scema? I soldi mi servono per sopravvivere, mica li ho fuori dalle tasche?!" Si altera lei e lui con tranquillità ribatte:"Eppure volevi darli a me."
"Beh, guarda che ti pago lo stesso. Mi serve qualcuno che mi fa da guida." Continua lei, dandogli le spalle per avviarsi verso il centro, ma lui non fa un passo. Rimane lì a fissarla con diffidenza.
Lei comprende, si ferma e domanda:"Che fai? Vieni o no?"
"No, me ne torno a casa." Cambia idea, dando le spalle alla ragazza per avviarsi nuovamente nei boschi. L'atteggiamento irrita e non poco la tipa che urla: "A casa?! Ma fai sul serio?"
"Si, ho le mie cose da sbrigare. Non posso perdere tempo stando dietro di te."
Improvvisamente un grido attira l'attenzione dei due, seguito dal rumore di qualcuno che cade. E' un anziano signore che fissa la tipa con fare meravigliato.
"Lei è..." Trema impaurito.
La castana comprende, proprio quando un uomo si avvicina al tipo e gli chiede: "Papà, cos'hai?"
"Ci è stata mandata! C'è una lady dall'universo! Quella donna ha i segni profetici!"
"Ma che dici, papà? Smettila di indicare." Poi alza la testa verso la ragazza e le dice:"Chiedo scusa, ma mio padre penso non stia tanto bene."
"Ti dico che è lei! Ha tutte le caratteristiche! Dolcezza, speranza, orgoglio, voglia di aiutare gli altri, ma soprattutto è dotata di una bellezza immane. Si dice che la più bella tra le aiutatrici sia colei che abbia il sangue umano fuso con quello di un vampiro e della generazione aliena malvagia nelle vene. Gli uomini, tutti, non hanno scampo al loro fascino."
Quelle parole fanno perdere le staffe a Rita che comincia a sbraitare: "Ehi, nonno! Ti pare che io abbia questa bellezza immane? Sono una fottuta comune mortale!"
Quel comportamento di certo non passa inosservato agli occhi di Sonic. Riflette su tutta la situazione creata e su quanto visto dai suoi occhi. Prima è riuscita a non farsi vedere da lui, poi ha atterrato il furfante senza nemmeno muovere un dito e adesso se la prende per qualcosa di surreale.
"Percepisco qualcosa in lei. C'è qualcosa che non va..." Si dice mentalmente, per poi  domandarle:"Cos'è? Ti riscaldi? Dovresti prenderlo come un complimento, no?"
"Io non sono bella!"
"L'aiutatrice ribelle..." Continua l'anziano signore, facendo voltare il bruno e la castana verso di lui a mormorare un: "Huh?"
"Tu sei l'aiutatrice ribelle, dico bene? Sei qui per proclamare un guardiano, per osservare o per sventare drammi?"
La calma si presenta in lei. Tutto è troppo strano.
Abbassa lo sguardo, mentre risponde all'anziano: "Ti stai confondendo, nonnino. Non sono io. Sono una comune mortale. L'ho detto e lo ripeto."
Poi, irritata da quelle parole, continua stringendo i pugni e guardando in modo minaccioso l'uomo:"Di certo non mi metto a proclamare guardiani alla cazzum."
Prende un respiro, cercando di rimanere calma, per poi voltarsi Sonic e continuare:" Per quanto riguarda te, sappi ti do tutti i soldi che vuoi. Basta che mi dici la cifra e te la do senza pensarci due volte."
"Sei seria?"
"Certo che sono seria. Ho bisogno d'aiuto! Mi pare fosse ovvio." Ribatte lei, ma lui non vuole affatto perdere tempo.
"Tsk... te la caverai anche da sola."
"Huh?!"
"Hai steso il furfante e l'anziano in un attimo, sicuramente saprai trovare la strada, quindi ci si vede." Continua lui, volendosene fregare altamente di lei e dei progetti della ragazza.
Vuole andare semplicemente ad allenarsi ed essere più forte affinchè possa distruggere Saitama una volta per tutte. Si sta dirigendo verso il bosco, intenzionato a voler riprendere gli allenamenti, ma di certo non si aspetta ciò che segue.
La ragazza prende un respiro:"Ho capito. Vuoi quattrocentomila e cinquecento yen?"
Quelle parole bloccano il passo di Sonic, ma non solo. La tipa sorride e aggiunge:"Te li do ora, non a fine mese."
Il bruno spalanca gli occhi, soprattutto per quella ultima frase. Si volta verso di lei incredulo a domandare:"Cosa hai detto?"
"Cosa c'è? Non eri irremovibile? Sembra che tu voglia perdere tempo."
"Io non voglio affatto perdere tempo!"
"Sembri sorpreso. Ah, già... forse ho capito. E' perchè è la cifra esatta del contratto mensile che avevi con il signor Soldoni. Dico bene?"
"E tu come fai a saperlo? Questo doveva rimanere una cosa tra me e lui. Chi sei veramente? Una sua parente o cosa?"
Lei gli sorride:"Ah... ci sono tante cose nei registri, lo sai? Vengono registrate molte cose su ognuno di noi, cose anche banali come la prima ragazza, il primo bacio, il primo amore, il primo lavoro, la scuola e tante altre sciocchezze simili, ma ci sono anche cose molto più importanti come i sogni infranti, il passato e tanto altro ancora. La professione di mercenario e da guardia del corpo del signor Soldini di certo non è quella più adatta a te, caro Sonic."
Sentendosi minacciato, lui afferra il manico della spada, ma lei tenta di rassicurarlo:"Ehi, calma gli animi, dolcezza. Non voglio rogne."
"Cosa vuoi da me? Parla! Non sei venuta nel bosco per caso, comune mortale, ma ci sei venuta per un motivo. Sputa il rospo!" Incita lui e lei non tarda a rispondere: "Ok, lo ammetto. Volevo solo un pretesto per trovarti e parlare con te."
"Parlare con me? E di cosa?"
Improvvisamente la castana si volta indietro, come se si sentisse osservata o minacciata in qualche modo.
"Tsk... tempo al tempo, Sonic." Gli dice, vedendo che non ha tempo di parlare con lui a causa di Genos. Infatti, il ragazzo cyborg si è svincolato da Tornado in qualche modo e si trova nei dintorni insieme al suo maestro.
"Ti dico che è pericolosa, maestro."
"Tutte le donne sono aliene e pericolose, Genos." Rassicura Saitama, mentre entrambi prendono la via verso casa.
"Mi spiace, tesoro, ma non posso parlare ora. Ci si vede in giro." Liquida lei al bruno, dandogli le spalle e andandosene.
"Ehi! Come sarebbe?! Adesso non ti servo più?"
"Aspettami nella foresta." Dice lei e lui ribatte:"E' un bosco, non una foresta!"
"Fa quello che ti pare."
Tutto ciò è troppo strano per Sonic a tal punto che ha sempre più punti interrogativi che vuole risolvere ed uno di questi è:"Cosa diamine vuole da me quella tipa? Perchè cercava uno come me e come sapeva tutte quelle cose di me?"

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - La vera forza ***



Capitolo 4 - La vera forza.

Genos è pronto per mettersi ai fornelli. Apre il frigorifero, vedendo ormai solo desolazione poichè è quasi completamente vuoto: "Nel frigo c'è poco e nulla."
"Cuciniamo con quello che c'è." Dice Saitama, mentre il cyborg propone:"Facciamo uno stufato di alghe?"
Il pelato dà una sbirciata e con rammarico sospira:"Beh, è l'unica cosa rimasta."
Il biondo prende la cesta di alghe, ignaro che è ancora la scorta portata dal suo maestro quel giorno quando affrontò uno dei mostri.
Improvvisamente si sente bussare al campanello.
"Maestro."
"Va ad aprire, Genos. Non vedi che sono impegnato?" Gli dice il ragazzo, scaccolandosi e standosene sdraiato a guardare un programma TV.
Turbato, il cyborg sospira e va ad aprire, ritrovandosi qualcuno che lui non si sarebbe mai aspettato, ovvero la ragazza della porta accanto.
"Cosa vuoi?" Le chiede e lei replica semplicemente con:"Nulla. Solo dare questo come segno di benvenuto."
Mostra un sacchetto di carta che ha tra le mani per poi darlo a Genos e insospettendolo: "Huh?"
"Ah... e chiederti scusa." Continua lei.
"Scusa per cosa?"
"Per tutto ciò che è successo. E poi non credo che debba spiegartelo, no?"Domanda  ancora, toccandosi la nuca.
A quel punto, il ragazzo vuole vederci chiaro e andare dritto al dunque.
"Ti ho visto, sai?"
"Huh?"
"Con Sonic. Che rapporti hai con lui?" La interroga, pensando a qualche piano losco con quel tipo, ma la realtà è un'altra. Di certo Rita non vuole spiegarglielo e nemmeno dirgli ciò che ha realmente in mente con lui, quindi si limita a mentire: "Sonic? Scusa, ma non conosco nessun Sonic."
"Stai mentendo." Afferma Genos, calcolando i parametri vitali della ragazza e vedendo dei cambiamenti dovuti alla menzogna. Il tono della ragazza di certo non cambia e continua a tenere la tesi: "Sono nuova in città e non ho di certo un buon orientamento. Ho chiesto un po' in giro a varia gente che trovavo quale fosse la strada per casa essendomi persa, ma non capisco chi sia questo Sonic di cui parli."
"Stai mentendo."
"No."
"Se ti serviva una mano, avresti potuto chiedere a noi." Rivela lui, seguito dalla ragazza che ribatte: "Non mi piace aver bisogno di altri. Di solito faccio sempre di testa mia."
"Parli come una mocciosa." Le dice Genos, senza alcuna cattiveria o malizia, ma quelle parole innervosiscono la tipa a tal punto da dirgli in faccia con un sorriso inquietante:"Molte volte è meglio essere una mocciosa che un cyborg senza palle né fisicamente né metaforicamente."
"Come ti permetti di...?" Tenta di difendersi, ma lei lo indica interrompendolo: "Guarda che hai iniziato tu, mister blabla."
"Mister blabla?"
"Sei fin troppo logorroico e non vai al punto della questione. Detesto le persone come te che fanno perdere solo tempo prezioso per chi di tempo ne ha poco." Gli urla in faccia, per poi andarsene verso il suo appartamento, ma non prima di fermarsi e svelare:"A proposito, alla fine gliele hai suonate a Tornado o è lei che te le ha suonate a te?"
"Quindi era opera tua."
"Il tuo carattere di certo non ti aiuta. Ti sei fatto dei nemici, caro Genos. Ti consiglio di chiudere la bocca ogni tanto e far funzionare il cervello, anche se è impossibile. Forse dovresti prendere un cervello robotico. Magari funziona."
"Ehi, ma come ti permetti?!"
"Genos, chi è?" Irrompe Saitama, vedendo la situazione che si scalda, ma il cyborg cambia totalmente atteggiamento, replicando: "E' la vicina, maestro."
"Cosa vuole?"
"Mi sta insultando."
"Tsk... ti sto consigliando oltre ad averti portato la cena. Avrei gradito un grazie, ma se le cose stanno così, la prossima volta mi faccio gli affari miei." Afferma, avviandosi verso l'appartamento, mentre i due continuano a discutere.
"Cos'ha portato?" Chiede il pelato, seguito dal biondo che apre il sacchetto e guarda all'interno elencando ciò che c'è al suo interno: "Fast food. Hamburger, panini e ci sono le patatine fritte porzione XXL."
"Patatine fritte?!" Domanda Saitama per poi voltarsi verso la ragazza che è giunta alla sua porta:"Grazie!"
Poi entra dentro trascinandosi Genos. La porta si chiude e il sorriso sul volto della ragazza si presenta e non può non dire: "Ok, il pollo è arrosto. Adesso torniamo da Sonic. Non posso perdere altro tempo."

 
***

Tutto è troppo strano per Sonic. E' lì, fermo e immobile seduto su di una roccia vicino ad un fiume, cercando di riflettere su tutta la situazione. Tutto è troppo strano per lui.
La ragazza ha qualcosa che non va.
Più passa il tempo a pensare e più crede a ciò che le sue orecchie hanno sentito. Lei non è normale, non è una comune mortale come lei sostiene. Altrimenti non l'avrebbe dovuto sottolineare più e più volte.
"Tsk... sapevo che eri qui." Interrompe la ragazza quei suoi pensieri.
"Non l'ho sentita arrivare." Riconosce mentalmente il bruno non essendone per nulla sorpreso. Tutto conduce in una sola opzione.
Si alza da terra e la fissa con fare sospetto, per poi chiederle chiaramente: "E' vero che sei un'aiutatrice?"
"Lo ero. Ero nella congrega, ma adesso non più. Ciò nonostante il senso della mia vita è quello." Risponde lei inaspettatamente, mentre lui tiene la mano ben ferma sul manico della sua spada, quasi come se volesse attaccare o fosse pronto alla difesa.
"Ho sentito parlare di te da un cacciatore, quello che hai incontrato poco fa. Qualche mese fa mi rivelò che attendeva l'arrivo della donna del tempo ribelle. Disse che non essendoci stato alcun essere di quel calibro, le speranze dell'apparizione di una di quelle persone, andava a crescere ogni giorno sempre di più. Quindi presumo che tu sia veloce e forte essendo colei che dovrebbe tenere il potere del tempo."
Lei lo osserva e dopo un po' svela:"Ci sono molti modi per essere forti."
"Non è ciò che ti ho chiesto."
Lei sospira affannosamente, quasi infastidita da quel fare, ma lui è deciso. La attacca velocemente, sferrando la sua velocità contro di lei. Si muove velocemente da un albero ad un altro, per testare le abilità e i riflessi della ragazza.



Lei non muove un dito. Sta ferma, proprio mentre Sonic arriva a lei e la lama della sua spada si posiziona verso la gola.
Lei si limita a seguirlo con lo sguardo. Lo fissa negli occhi e lui si ferma proprio un istante prima di colpire la sua gola.
"Hai ottimi riflessi. Riesci a seguirmi. Dunque, perchè non reagisci?" Gli chiede lui, ma di certo la risposta non è ciò che vorrebbe sentirsi dire.
"Non ha senso. Non voglio scontrarmi. E poi so che non lo faresti."
"Perché ne sei così sicura?"
"Tu combatti per soldi e per difenderti, non per altro. Inoltre adesso hai altre priorità il cui nome è Saitama."
"E' questo che detesto di te!" Sbraita lui, colpendo con la spada, ma lei è agile. Schiva il colpo proprio un attimo prima che la colpisse.
Comincia a sferrare attacchi ripetuti, utilizzando i kunai e la spada, ma ogni colpo è vano. La tipa riesce a scansarli tutti.
"Come fai a sapere tutte queste cose su di me?"
"Il tempo è una fonte inesauribile di conoscenza, la conoscenza degli eventi ti rende saggio e la saggezza molte volte viene confusa per ribellione. So tutto di te, Sonic. Il tuo stile di combattimento è obsoleto con me. Non può sfuggirmi nulla." Rivela lei, innervosendolo ancora di più.
"Ti sbagli! Io non sono come dici!" Grida lui, sferrando un altro colpo di spada e cercando in tutti i modi di beccare la ragazza, ma lei scansa tutti i colpi. E' come se stesse danzando più che schivarli, quasi come se conoscesse tutte le sue mosse. Si muove sempre più velocemente ed evita l'impatto della lama. È un gioco per lei. Sa sua ogni mossa e questo fa andare nel panico Sonic che non vuole cedere. Cambia metodo, sfuttando nuovamente la velocità per attaccarla di spalle con la spada. Lei scansa il colpo e questo accorcia le distanze tra i due. Il bruno reagisce. Afferra dei kunai per lanciarglieli, ma è troppo tardi.
Lei lo blocca per il polso con cui sta tenendo quelle piccole armi con una velocità assurda per poi fare qualcosa che lui non si aspetta lontanamente. Avvolge l'altro braccio a lui, disarmandolo emotivamente.
È un abbraccio seguito da queste parole:"Va tutto bene. So cosa hai passato. Non deve essere stato facile per te."
Le armi cadono dalle sue mani. Ciò che percepisce è strano. È come se fosse in qualche modo bloccato e  colpito dal profondo, come se fosse entrato in un limbo mentale senza precedenti.
Spalanca gli occhi, non sapendo esattamente come descrivere quelle sensazioni.
"Eravate amici, per questo ti ha risparmiato. Stavi male e proprio allora ha reagito. Che vita travagliata. Quante cicatrici sul corpo e nell'anima. Sei dovuto cadere nelle tenebre per sopravvivere, non è così? Sei dovuto diventare un fottuto mercenario, quando invece volevi solamente apprendere l'arte ninja e aiutare gli altri. Avevano deciso già dalla tua nascita che dovevi essere un assassino senza chiederti cosa volevi fare tu."
"Ma che...?" Farfuglia mentalmente il ragazzo, sentendosi fragile e senza difese. Le lacrime scendono involontarie dai suoi occhi. Quella tizia lo ha colpito moralmente ed emotivamente. Non sa che dire. Non sa che fare. È la prima volta che si trova di fronte a qualcuno che si comporta così. Non si è mai trovato in una situazione del genere. Di solito lo attaccherebbero o scapperebbero, ma lei è lì ad accarezzare le sue ferite interne.
"Perchè? Perchè mi sento così...?" Continua a domandarsi mentalmente, sentendosi privato di ogni energia esistente.
"Che c'è? Non parli più? Volevi conoscere la mia forza. Te l'avevo detto che ci sono molti modi per essere forti." Svela lei, spostandosi da lui. Gli accarezza il volto, mentre lui è ancora pietrificato e pervaso da quelle ferite vecchie che sembrano non rimarginarsi.
"Povera anima in pena."
"Sei una fottuta bastarda! Io non sono una anima in pena!" Grida lui, intenzionato a reagire, ma è senza armi. Gli sono cadute per lo shock emotivo e non solo. E' stato anche disarmato mentre era completamente preso da quell'abbraccio che ha riaperto ogni ferita.
Cerca di prendere un kunai, ma è inutile. Il suo borsello di armi non c'è più.
Lo ha la ragazza che lo butta a terra insieme alle altre armi.
"Ma come...?"
"Sonic." Lo chiama, prendendo la sua attenzione:"La vera forza non risiede nei pugni, ma un ciò che fai. Ricordatelo bene."
"Tu non capisci! Tu non sai come mi sento! Tu non sai nulla di me. Tu non sai di come mi sono sentito quando sono stato battuto da Saitama. Tu non sai com'è stato ferito il mio orgoglio di ninja. Potrai anche sapere la mia storia e ciò che ho passato, ma non potrai mai sapere dei miei sentimenti!"
"E' qui che ti sbagli." Interrompe lei, avvicinandosi a lui e dicendogli:"Guardati! Sei un ragazzo intelligente, determinato, ambizioso e pronto a tutto. Hai un senso di sacrificio enorme e un'ambizione che ti porta anche a mangiare la cellula per diventare un mostro e distruggere la tua umanità."
"E allora? Con ciò che dovrei farci, eh?! Io non sono forte!"
"Apri gli occhi. Non rimanere nelle tenebre. Non è il posto che fa per te." Con queste parole lo bacia di punto in bianco. Quel gesto confonde e non poco Sonic a tal punto che inizia a chiedersi mentalmente:"Ma...cosa...?"
Per lui quella situazione è decisamente assurda. Non sa che lei sta semplicemente giocando con la sua mente.  È emotivamente provato a quegli attacchi psichici della ragazza.
Le labbra si staccano e lei scoppia a ridere, notando l'imbarazzo e la confusione nei suoi occhi.
"Sono una scocciatura, non è così?" Queste parole lo fanno in qualche modo rinvenire in sé. Si allontana velocemente da lei, afferrando la sua spada a terra con agilità, per poi puntargliela contro sbraitando:"Stammi alla larga! Hai capito? Va via da me, brutta psicopatica!"
"Psicopatica io? Certo. Sono come te quando hai quel bellissimo tic del sorriso inquietante quando ammazzi i tuoi nemici. Dico bene?" Ricorda lei con quel sorriso che dà i brividi al bruno:"Cosa vuoi da me? Perché diamine sei venuta qui? Parla, maledetta!"
"Ho una missione tutta mia. Anche se vado contro le regole della congrega non mi interessa. Sono una di quelle che quando si mette una cosa in testa è irremovibile."
"Non capisco. Di cosa stai parlando? Taglia a corto!" Continua ad urlare con il terrore negli occhi, quando la tipa svela quella realtà di cui lui non è per nulla a conoscenza: "Sono qui per farti tornare ciò che la tua anima richiede."
Quelle parole lo spiazzano e non poco. I dubbi e i sospetti sono sempre più fermi dentro di lui. C'è terrore nei suoi occhi a causa di quella sensazione provata a cui non sa dare alcuna spiegazione. Disarmato emotivamente e attaccato psicologicamente. Possibile che quello sia un ulteriore attacco?


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Legame Oscuro ***


Capitolo 5 - Legame oscuro.

"Di cosa stai parlando? Taglia a corto!" Esclama Sonic, non sapendo dei piani di Rita che non tarda a rivelare:"Sono qui per farti tornare ciò che la tua anima richiede."
I dubbi si insediano nella mente del bruno, secondo dopo secondo insieme ai sospetti. La paura è onnipresente, nonostante voglia scacciarla. Quella sensazione provata, il sentirsi disarmato emotivamente e attaccato psicologicamente, non sa come spiegarlo. E' la prima volta che gli capita di trovare qualcuno in grado di colpirlo attraverso i suoi punti deboli non visibili e che porta da anni dentro di sé.
"Huh? Che significa?" Domanda lui, completamente confuso e turbato da tutta la situazione.
"Non hai mai chiesto di essere un mercenario, ma ti sei visto costretto a causa della mancanza di lavoro. Dentro di te si nasconde un'anima buona e colma di determinazione. Noi due siamo uguali. Se ci guardano da fuori possiamo sembrare villani, ma se vedono ciò che portiamo dentro, se vedono i mille fardelli dell'anima e del cuore, beh.... allora penseranno tutt'altro di noi."
"Cosa?!"
"Nessuno te l'ha mai chiesto. Nessuno ti ha mai chiesto:'Sonic, come ti senti?'. Le persone ti hanno sempre lasciato al tuo destino, pensando che tu fossi cattivo d'animo, anzi. Ti hanno allenato per essere ciò che sei, ma non sanno che dentro, dietro quella corazza fatta di buio e sete di sangue si nasconde una persona fragile e questo ti indebolisce, non è così?"
Lui rimane in silenzio. Abbassa il volto, quasi come se stesse accusando il colpo, abbassando le armi e lasciandola continuare: "Ti senti instabile a causa di Saitama. Credevi di essere il migliore e invece non è così. Non è vero?"
Quella ragazza lo ha letto dentro. E' come se avesse letto la sua anima. Stringe i pugni per poi alzare il volto verso di lei e dirle in modo deciso: "Presto sconfiggerò Saitama! Diventerò più forte di lui!"
"Perché vuoi diventarlo fisicamente e non mentalmente?"
"Huh?"
"Vedi, ci sono molti modi per essere forti. Ed io te l'ho mostrato. Quando prendi una persona emotivamente, può essere il più forte del mondo, ma si piega facilmente. Quel che intendo dire è perché limitarti a questo? Usa la testa. Tu un cervello, rispetto a Genos e Saitama, ce l'hai. Perché limiti la mente?" Gli chiede lasciandolo perplesso.
In quell'istante tutto si fa chiaro nella mente di Sonic. Spalanca gli occhi per poi supporre: "Quindi... è per questo che hai scelto me."
"La mia missione è semplice, ma il fatto che sono qui darà fastidio a molte persone e non escludo che vengano a cercarmi. Detto ciò, voglio semplicemente assecondare le tue vere intenzioni. Tu, vuoi dimostrare che non sei un perdente, dico bene? Non sei malvagio, altrimenti Ino non ti starebbe dietro." Fa notare lei, vedendo nuovamente il cinghialino che si è messo alla ricerca di Sonic.



Lui sposta lo sguardo verso l'animaletto. Diventa sempre più confuso. Posa l'arma, vuole tenere un atteggiamento amichevole. Quella ragazza  non ha fatto altro che mostrargli quello e lui decide di stare al gioco, anche per capirne di più: "Perchè dici questo?"
"Perchè ne sono certa. Io so tutto, forse troppo e questo è una grande piaga. Molte volte è meglio non sapere le verità, soprattutto come sono fatta io."
"Perchè questa decisione? Perchè proprio io?"
"Perchè ti ho visto, sai?"
"Huh?" Farfuglia lui alzando lo sguardo verso di lei, mentre ella continua:"Quando mi sono accorta del tuo stato d'animo, mi sono deciso. Quando ho visto il tuo ghigno, che in realtà è dovuto ad un tic uscito fuori dal compiacimento di essere riuscito a battere i pettegolezzi del non avercela mai fatta nella vita, l'ho capito. Ho capito che eri infelice della vita che conducevi e sei stato contento dello scontro con Saitama, anche se ti è costato un pugno sulle parti basse. Non negarlo. Se non fosse arrivato lui, il tuo scopo non sarebbe cambiato. Vuoi diventare più forte e sconfiggerlo, ma allo stesso tempo ti comporti da eroe quando vuoi e Ino ne è la prova. Ti sei battuto con il pitone per salvarlo, non è così?"
"Sono dal parere che gli animali ne capiscano più delle persone." Sintetizza lui e lei sorridendo accorda:"La penso anch'io come te. Per questo sono qui. Puoi essere molto di più di tutto questo. Voglio che tu sia felice. "
"Perché?"
"Perché ti vedo come me. Ferito nell'animo e che cerca di trovare una luce nelle tenebre. Ti prego, lasciati aiutare da me." Gli dice tendendogli la mano. Il ragazzo la guarda per un attimo per poi rifiutarla e darle le spalle brontolando: "Cos'è questo malsano romanticismo? Io non ho bisogno di nessuno, tanto meno di te."
"Ti sbagli. Tutti abbiamo bisogno di supporto emotivo. Devi lavorare lì perché è la tua pecca."
"Cosa?" Farfuglia il bruno, voltandosi verso di lei che svela: "Sei forte, agile, veloce, ma il passato ti tormenta sempre, che sia Saitama o chi altro, hai sempre dei grossi timore. Anche per questo non hai una dimora fissa e giri in lungo e in largo. Non sai di chi fidarti ed è un enorme sbaglio. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno al nostro fianco, di qualsiasi natura tu sia. E' una cosa immorale vedere la solitudine e la tristezza trasformarsi in rammarico e odio solo perchè non ci sono altre vie di salvezza."
Con questo, la ragazza si allontana, lasciandolo perplesso.
"Huh? Ehi, dove diamine vai adesso? Prima mi fai la predica e poi te ne vai?"
"Se mi vorrai, mi trattengo in città per qualche giorno. Ti lascio il tempo per decidere. Verrò io stessa da te, nella tua base. Sei nelle rovine della città K, dico bene?"
Spalanca gli occhi dallo stupore e lei comprende: "Dal tuo sguardo sembra proprio di si. Bene! Se non ti vedrò venire, capirò che è un no e mi leverò dalle scatole. Pensaci con calma e tranquillità. Non voglio essere assillante."
Mette le mani sui fianchi, avviandosi verso la città, mentre Sonic la guarda andar via.
"Ah... giusto una cosa dimenticavo." Dice lei fermandosi e voltandosi verso di lui per poi concludere:"Una persona che cammina nell'ombra sa riconoscere un'altra che sta affogando nelle tenebre. Quindi lo faccio solo perché ho un debole per te. Non è nulla di ciò che tu pensi. Ti vedo semplicemente come me e voglio aiutarti. E poi... in due si lavora meglio per arrivare alla luce."

 
**

Giorno seguente - Rovine della Città K


 
"Sapeva che ero qui. Sapeva che mi rifugio in questo luogo e il motivo per cui mi muovo da un posto all'altro. Chi è quella tizia? Perchè mi ha...?"
In quel momento ritorna alla mente il momento esatto del bacio. Spalanca gli occhi, essendo sempre più confuso su tutta quella situazione: "Perchè non riesco a toglierla dalla mente? Era solo una tattica senza precedenti. Allora perchè...? Perchè non riesco a smettere di pensare a quelle debolezze e a quelle sensazioni che ho provato?"


**


Intanto, nell'appartamento di Rita, situato nella città Z, la ragazza è al telefono a rapportare l'andamento della missione.
"Cosa?! Tu cosa hai fatto?" Si sente urlare dall'altro lato del telefono, mentre la ragazza cerca di calmare:"Calmati, fratello. Lo sai che il modo migliore per togliere una persona dalle tenebre è condurlo verso l'amore."
"Ah... Rita! Perchè fai sempre di testa tua?! Lo sai che non dovevi farlo! Tu non lo ami. Potrebbero esserci delle conseguenze disastrose!"
"Lo so. Ho un debole per quel ragazzo, lo ammetto. Anche se non lo amo, lo vedo come me e voglio aiutarlo."
"Una debolezza non è amore! Può essere ammirazione, amicizia, tenerezza, non necessariamente amore. Ti rendi conto della scemenza che hai combinato? Quello potrebbe restarci secco a vita!" Rimprovera il ragazzo dall'altro lato, ma la tizia con voce seccata replica: "Hai ragione, ma dovevo."
"Che diamine significa che dovevi?!"
"Te l'ho detto. Devo toglierlo dall'oscurita del suo cuore, anche se potrei bruciarmi, non posso tirarmi indietro. Ormai ho deciso."
"Sentimi bene, Rita. So che sei decisa, ma lo hai fatto troppe volte. Baciare coloro che sono nell'oscurità e portarli alla luce non farà altro che danneggiare te! È per questo che ti trovi in questo stato! Avresti dovuto analizzare la situazione prima e non buttarti a capofitto come se non te ne fregasse nulla. Se non potevi far altro, avresti dovuto arrenderti, non fare ciò che hai fatto!"
"Pensi che non ci abbia pensato? Sonic è inavvicinabile. Proprio per questo ho usato i mezzi pesanti e poi non potevo lasciarlo così. So che potrebbe condurmi a morte certa questo mio gesto avventato, ma non mi importa. Almeno avrò vissuto aiutando un'altra persona. "
"Arg! Sei sempre la solita incosciente! Lo sai che quel potere è troppo forte e ti lega a vita ad un'altra persona! Non dovevi farlo! Non c'era alcun motivo di aiutarlo!" Rimprovera il tipo dall'altro lato e la castana sospira: "Purtroppo è questo che fa di me un'aliena in un mondo di pazzi umani in disaccordo. Avevo una possibilità per aiutarlo e l'ho sfruttata, quindi chiudi il becco una buona volta."
Cala il silenzio quando dall'altro lato si sente sussurrare il compagno: "Sei diventata un'aiutatrice per questo, infondo..."
"Si, ed è assurdo che sia stata radiata per ciò che ho. Secondo loro non potrei viaggiare tra mondi e fare missioni solo perchè potrei mettermi in grave pericolo. Non è assurdo?" In quelle parole, il tizio dall'altro lato scorge il lato malinconico della compagna e non può far altro che confortarla: "Rita, so ciò che stai attraversando. I tuoi guardiani ti sono vicino. Di certo non ti abbandoneranno, nonostante non sia più una di loro e ognuno di noi dovrebbe starsene a casa. Il problema è che non possiamo. Ne abbiamo affrontate troppe insieme. In fondo ciò che lega i guardiani ad un'aiutatrice è la storia che percorrono insieme, no?"
"Già...."
"Inoltre, sei stata affetta da infiammazione alienoplasmata e sei ancora qui, quindi non c'è alcun motivo per cui non pensare che tu sia così forte da superare anche questo." Ricorda lui e lei rivela: "L'infiammazione alienoplasmata è nulla a confronto, ma è per causa di quella infezione che comprendo ciò che ha dentro Sonic. Invidia, dolore, paura, terrore, lacrime, sindrome di inferiorità, stanchezza fisica e psichica, con un desiderio enorme di distruggere le persone a cui tieni solo per non vederle soffrire della vita. È questo ciò che provoca quell'infezione, oltre al fatto che non riesci a vedere altro che buio intorno a te. Non riuscivo nemmeno più a raggiungere la base, lo sai. Per Sonic, per quanto possa sembrare assurdo, se dovessimo paragonarlo a dei demoni, è posseduto da quello dell'avarizia e dell'invidia a tal punto da essere accecato e non accorgersi delle sue abilità sono migliori di quel Saitama. Certo, fisicamente lui è superiore cento volte, se non mille, ma lui ha astuzia, determinazione, agilità, velocità, indole buona con una paura al fallimento che lo porta a migliorarsi ogni giorno sempre di più e queste abilità valgono molto di più nella vita a quella forza stessa a cui lui ambisce. Ormai Saitama è intrappolato in se stesso e privo di ogni stimolo. Non riesce a sentire alcuna emozione. E' un'ameba in un corpo umano a causa della sua stessa ambizione che continua ad avere e non trovare avversari al suo calibro. Sonic non riesce a vedere che potrebbe diventare come lui ed è meglio avere meno forza fisica e difficoltà nei combattimenti, piuttosto che una forza bruta ed essere privo di ogni emozione che ti fa sentire vivo. Il mio compito personale è questo. Renderlo consapevole di ciò che fa e condurlo ad essere ciò che è davvero. Un anti-eroe."
Cala nuovamente il silenzio e dopo un respiro affannoso, il compagno la avverte:"Rita, sta attenta. So che è una cosa nobile da parte tua, ma non giocare troppo col fuoco. Quelli della congrega sono già sulle tue tracce."
"Tranquillo. Ho utilizzato il mio potere anche per questo. Una persona innamorata difenderà la sua amata, no?" Scherza lei, ma di certo non è una battuta che piace al ragazzo a tal punto da dirle: "Sei priva di scrupoli."
"No. Sono solamente priva d'amore e poi avere un po' di attenzioni mi farà bene."
"Ne hai da tutti dalla mattina alla sera e poi è un gesto incosciente da parte tua. Quando baciasti me, fu difficile per me rendermi conto della situazione. Sono passati anni e ancora sono sotto quell'effetto. Lo sai che combatto ogni giorno contro quei sentimenti che mi hai impiantato, nonostante tu mi abbia detto chiaramente che era opera del tuo potere."
"Ti prego, fratello mio, non ricominciamo. Sono anni che va avanti questa storia. So che è difficile soffocare i propri sentimenti, ma devi farlo anche per il tuo destino. Se fallissi, se il tuo destino mutasse, non ci sarebbe più nulla da fare. Lo sai."
"Lo so, ma questa cosa mi rode. Così come mi rode che tu non possa metterti con nessuno della razza anime. Una donna così forte, piena di sentimenti e intuizioni, non dovrebbe avere questi limiti. Quelli della tua razza non ti meritano. Tu non sei spietata come loro."
"I limiti di razza ci sono da sempre. Se stessi con uno di voi, non potrei procreare ne tanto meno farmi una vita normale. Essere una persona che va nei mondi è difficile. Anche perchè quando ti ritrovi davanti alle persone che ami, non sai come comportarti e che tu lo voglia o no la scintilla può sempre scoppiare, ma un amore impossibile è destinato ad essere diviso. Sempre. Per questo preferisco soffocare le mie emozioni, piuttosto che mostrarle. Le persone le usano contro di te ed io ho imparato a fare altrettanto, ma in modo giusto."
"Quella storia con Kai non l'hai ancora digerita, vero?" Comprende lui, quando lei lo liquida: "Devo andare. Salutami tutti, fratello."
Stacca il telefono, per poi mettersi una mano tra i capelli riflettendo sulla situazione: "Riuscirò a far ragionare Sonic o sarà tutto vano?"

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