L'oscurità dentro me

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Tiy guardava nervosa la porta della piccola baracca dove si erano riparati per la notte. Non si sentiva al sicuro, anche se era lei quella che in quel momento aveva bisogno di riposo non voleva restare dentro quella baracca troppo tempo.

- dobbiamo trovare un altro rifugio- disse infatti la donna guardando il marito negli occhi per cercare di convincerlo.

- non se ne parla. Devi riposare- le disse invece Gioser – ci ho messo secoli a convincere gli altri a riposarci per la notte, se partiamo non potremmo più fermarci e se ti senti male non voglio nemmeno immaginare cosa possa succedere-

- sei troppo protettivo, ma davvero non credo che questo sia un posto sicuro. Hai notato che era l’unica casa disponibile in mezzo alla foresta?- disse la donna abbassando la voce, non voleva far sentire alle altre persone della spedizione quello che stava dicendo.

- amore hai bisogno di riposo e nel casa succedesse qualcosa saremo pronti- disse Gioser mettendo una ciocca di capelli neri della donna dietro l’orecchio per poi lasciarle un bacio sulle labbra. - Tranquilla prima di quattro giorni saremo di ritorno a Medina e dal nostro Simon-

- non vedo l’ora di stringerlo e spupazzarmelo tutto-

- lo sai che odia quando inizi a farlo-

Tiy sorrise e baciò le labbra del marito.

- adesso che avrà un fratellino o una sorellina sarà invidioso di tutte le attenzioni che non li riserveremo più. Vedrai come si vorrà far spupazzare- disse Tiy toccandosi il ventre al quinto mese di gravidanza.

Gioser guardò la moglie preoccupato. Aveva insistito molto per farla esonerare da quella battaglia per via della gravidanza, ma la donna non aveva voluto sentire ragioni ed era partita insieme a lui.

Anche quando era rimasta incinta di Simon aveva partecipato a diverse battaglie, ma quella volta era diverso. Quella volta stavano andando verso il castello di Alara, il signore delle ombre, per sconfiggerlo definitivamente. Non era una cosa di poco conto.

Erano stati scelti i migliori per quella missione e lui e Tiy rientravano nella lista. Gioser era il migliore dominatore del fulmine della sua generazione mentre Tiy era l’unica nata con il potere del tempo. Un potere raro come quello della luce e delle tenebre.

In quella generazione di dominatori erano nati ben due dominatori con dei poteri rari e ciò portava sempre disordine. Molto spesso i dominatori di quei poteri rari venivano completamente dominati dai poteri stessi. Un caso esemplare era proprio Alara che si era fatto guidare dalla sua oscurità aveva creato terrore in tutto il regno.

Tiy era stata fortunata, il suo potere non l’aveva consumata, e questo solo grazie a Gioser il quale le era sempre stato accanto: prima come migliore amico, successivamente come fidanzato e in fine come marito. A lui doveva il fatto di essere ancora sana di mente.

- piccioncini non perdete troppo tempo. Tiy se te la senti possiamo continuare a...- ma la frase di Kossu fu interrotta a metà, infatti l’uomo era stato sgozzato sotto lo sguardo incredulo dell’intera squadra.

Tiy si alzò immediatamente in piedi cercando di usare i suo potere per individuare la scia lasciata nel tempo dall’assassino, ma non ci riuscì perché venne bloccata da qualcosa di viscido.

Abbassò lo sguardo e vide che intorno a lei si erano attorcigliati dei fili d’ombra.

- io se fossi in te non lo farei- disse una voce profonda che proveniva dalle tenebre in direzione di Gioser dalle lui mani scattavano delle scintille. l’uomo infatti stava per scagliare i suoi fulmini in direzione delle ombre che tenevano imprigionata la moglie.

- Alara fatti vedere- disse l’uomo non muovendosi di un millimetro e fissando Tiy negli occhi per accertarsi che stesse bene.

- ma quanta presunzione piccolo dominatore. Questo è il mi territorio, non ho bisogno di farmi vedere per uccidervi tutti- e dopo aver detto quelle parole tutto il resto della squadra che era stata mandata per uccidere Alara fu annientata completamente.

- maledetto bastardo cosa credi...- nel mentre Gioser stava dicendo quelle parole si sentì instabile a barcollando in avanti sputò un po’ di sangue. l’uomo abbassò lo sguardo trovando una spada d’ombra che gli trapassava l’addome e poi rialzò i suoi occhi cremisi in quelli ambra della moglie che lo guardava con le lacrime agli occhi mentre l’oscurità la inglobava completamente dentro di se.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


-che ne dici di uscire insieme questa sera?- chiese il bel ragazzo dai capelli neri e gli occhi ambra all'altrettanto bella ragazza che aveva difronte.
La ragazza lo guardò per un secondo poi rispose:
-mi dispiace Simon ma non sei il mio tipo-
Simon socchiuse gli occhi per studiare meglio la ragazza.
-non sono veramente il tuo tipo o c'è altro sotto?-
La ragazza fece la faccia di chi è stato colto in fragrante, ma cercò comunque di sistemare la cosa:
-davvero Simon a me tu non piaci molto- disse balbettando.
-certo è per questo che hai detto di no, no perché non vuoi uscire con l'unico senza poteri di Medina- il ragazzo sbuffò per poi voltarsi e incamminarsi verso la sua camera del dormitorio.
-ci vediamo in giro- disse non nascondendo il suo tono arrabbiato per quel rifiuto.
Ormai era diventata una prassi di tutte le ragazza dire di no alle sue proposte. Loro volevano qualcuno di potente non un ragazzo, si bello, ma senza poteri.
-Sim!- si sentì chiamare il moro e si girò verso il ragazzo che stava correndo verso di lui.
-tutto bene?- chiese il rosso riprendendo fiato e camminando affianco a Simon.
-se ottenere l'ennesimo rifiuto perché sono senza poteri significa stare bene, allora si sto bene-
-non prendertela con quelle ragazze, sono stupide e non capiscono che tu sei molto più forte di tutti noi proprio perché sei senza poteri- il rosso fece una piccola pausa per poi riprendere -e credimi ci sono ragazze che uscirebbero tranquillamente con te anche in questo stato-
-e come mai io non ne ho vista nessuna Richard?-
-perché non fai attenzione alla persone che ti sono intorno-
-fammi qualche nome-
Richard sbuffò guardando davanti a sé l'enorme struttura dei dormitori che si faceva sempre più vicina.
-no, lo devi scoprire da solo- disse il rosso precedendo il moro di qualche passo. Simon rimase parecchio male per la risposta del suo amico, ma decise lo stesso di accelerare il passo e di raggiungerlo.

- alla buon ora!- disse Charlotte una volta che vide arrivare i due ragazzi che stava aspettando da parecchio tempo.

- scusaci Charl- disse Richard scompigliandole i capelli biondi ricevendo un ringhio da parte della ragazza.

Simon rise ottenendo un’occhiataccia da parte della ragazza che, indispettita entrò dentro i dormitori seguita a ruota dai ragazzi. Per arrivare al campo d’addestramento avrebbero dovuto attraversare tutto l’interno dei dormitori per poi ritrovarsi in un enorme giardino che dava accesso al campo. Non era comodo questo è vero, ma impediva alla gente che voleva ficcare il naso di guardare gli allenamenti dei ragazzi.

All’interno della struttura infatti si allenavano i ragazzi dai 15 ai 20 anni. Imparavano a controllare il loro potere e a sprigionarlo al momento del bisogno. Ogni giorno si svolgevano dei veri e propri combattimenti per testare le capacità di ogni ragazzo e per prepararli a diventare le guardie delle città.

Prima che Arala sorgesse come signore del male tutte le città erano senza guardie, le persone si allenavano solamente per gusto personale. Adesso invece tutti i ragazzi erano costretti ad allenarsi e donare la loro vita per combattere a favore della propria città d’origine.

La città principale era Medina, che era anche la più lontana dal rifugio di Alara. Le altre città si estendevano tutte intorno a Medina ed erano più piccole. Solitamente i migliori di ogni città venivano mandati a Medina una volta superati i 20 anni per prendere parte alle selezione finale come guardi per il governatore di Medina. Erano presenti solo 4 posti. Quelli che solitamente riuscivano a superare la selezione erano i giovani di Medina, solo rare volte era capitato che qualcun altro riuscisse ad entrare nella guardia del governatore. Tutti gli altri, finito il proprio addestramento, finivano a far parte della guardia della propria città e venivano chiamati all’occorrenza per partecipare a missioni nei territori di Alara. La maggior parte delle volte nessuno di questi tornava vivo.

- Richard come ti senti?- chiese Charlotte una volta che il trio raggiunse il campo di allenamento nel quale non si vedeva ancora anima viva.

- per cosa scusa?- chiese il ragazzo confuso.

- fra sette mesi ci sarà la selezione e tu sei nella lista di quelli che lasceranno il campo. Il devo ancora aspettare due anni- disse la ragazza lamentandosi mentre si legava i lunghi capelli in una coda.

- ma di cosa ti lamenti! Meglio stare qui altri due anni che uscire, credimi- disse il rosso sbuffando. Non aveva proprio voglia di affrontare quella selezione, ma aveva compiuto i vent’anni e doveva per forza.

- fra un anno verrò a farti compagnia- disse Simon ridendo.

- ma se tu non puoi partecipare alla selezione! Ti ricordo che sono vietate le armi e tu combatti con Nuth e Geb- disse il rosso indicando le due spade gemelle che erano sempre attaccate dietro la schiena dell’amico.

- posso fare a pugni- propose il moro.

- non credo che te lo facciano fare, comunque io non voglio entrare nella guardia del generale quindi farò di tutto per farmi fare fuori al primo turno-

- ma è una carica alla quale aspirano tutti- disse Charlotte sotto shock per le parole dell’amico.

- io non sono fra quelle- disse Richard sedendosi su un gradone aspettando che arrivasse il loro istruttore. Non era l’unico, infatti parecchi ragazzi erano seduti sulle scale ad aspettare mentre chiacchieravano o mostravano nuove tecniche ai loro amici.

Simon e Charlotte si sedettero affianco a Richard nel più totale silenzio, non perché non avevano niente da dirsi, ma era un loro modo per concentrarsi prima dell’inizio dell’allenamento.

Aspettarono così più di un quarto d’ora, ma del loro istruttore non c’era traccia e questo aveva fatto innervosire tutti i ragazzi li presenti.

Narmer non era una persona che si faceva attendere, anzi odiava i ritardi e sopratutto i ritardatari, quindi il fatto che non si fosse ancora presentato stava facendo preoccupare parecchio Simon. Quando il moro alzò lo sguardo verso l’ingresso dell’arena si alzò di scatto vedendo la figura completamente nera del loro istruttore avvicinarsi a passo di marcia, e non era da solo. Al suo fianco c’erano due ragazzi. Il primo, alla sua destra, aveva una corporatura parecchio robusta con capelli castani a spazzole e la faccia che non prometteva nulla di buono. La cosa che risaltava di più di quel ragazzo era la lunga cicatrice che gli attraversava la parte destra del volto. Essa partiva dalla fronte e arrivava fin sotto la gola.

Il ragazzo alla sinistra di Narmer invece era molto più minuto, ma comunque era una figura abbastanza snella che camminava con rigore. I lunghi capelli neri, legati in una coda alta, svolazzavano per il vento. I suoi occhi andavano da una parte all’altra cercando di imprimersi il paesaggio. Essi si fermarono solo quando incrociarono quelli di Simon. Gli occhi del ragazzo era rossi, rossi come il sangue.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Simon e il ragazzo dagli occhi rossi continuarono a fissarsi per un tempo indefinito. Nessuno dei due sapeva il perché, ma erano attratti l’uno dall’altro.

- il moro è abbastanza sexy- furono questa parole di Richard a far distogliere lo sguardo dal moro per spostarlo sul suo amico che aveva appena puntato la sua nuova preda.

- dovrete scusarmi per il ritardo, ma il governatore ha richiesto la mia presenza più a lungo di quanto credessi- iniziò Narmer mentre tutti i ragazzi si zittirono non volendo ricevere qualche punizione.

- i due ragazzi al mio fianco sono Tao e Xavier, vengono dalla città di Sais, al confine. La città è stata rasa completamente al suolo da Alara, loro due sono gli unici sopravvissuti- il silenzio se possibile si fece ancora più cupo. Non era una novità che Alara attaccasse una città, e Sais era una di quelle che era stata presa di mira negli ultimi tempi. Simon si sarebbe aspettato di tutto, tutto tranne che la città fosse stata rasa al suolo. Come era potuto accadere? E sopratutto come avevano fatto quei due ragazzi a sopravvivere?

- Tao è all’ultimo anno di addestramento quindi parteciperà anche lui alla battaglia per diventare la guardia del governatore. Xavier ha solo 17 anni quindi mi aspetto da tutti voi un minimo di solidarietà. Detto questo abbiamo perso fin troppo tempo, iniziate a correre- e così Narmer si andò a sedere sui gradoni mentre tutti i ragazzi presenti nell’arena eseguirono i suoi ordini, anche Tao e Xavier.

- Xavier è davvero un bel nome, secondo voi è gay?- iniziò a dire Richard ai suoi due amici che correvano al suo fianco. Come risposta ricevette una risatina da parte di Charlotte e gli occhi al cielo di Simon, ormai stufo del solito atteggiamento dell’amico che ogni volta che vedeva un ragazzo carino cercava di mettergli le mani addosso.

- parla di meno e corri di più. Mi sembra strano comunque che solo loro due siano riusciti a sopravvivere- disse Simon dopo un po’ non fidandosi totalmente di quello che aveva detto Narmer.

- tu e la tua solita diffidenza! Avranno poteri molto forti che li avranno aiutati- disse Charlotte scrollando le spalle. A lei fregava poco come quei due ragazzi erano riusciti a sopravvivere.

- il fiato usatelo per correre e non per parlare- disse Narmer rivolto ai tre ragazzi, con il suo potere del suono aveva un orecchio così fine da riuscire a sentire anche il minimo sussurro. Non capiva perfettamente le parole, ma sapeva chi parlava. Sempre.

I tre ragazzi non aprirono più bocca, ma comunque lo sguardo di Simon si posò sui due nuovi arrivati che stavano correndo senza fare storie.

Appena Narmer diede l’ordine di fermarsi quasi nessuno era affaticato per via della corsa, solo i ragazzini di 15 anni che erano da poco arrivati al campo.

- iniziamo con i combattimenti, non abbiamo tempo per fare altro riscaldamento. Richard e Simon iniziate voi per punizione- Richard sbuffò, sapeva che Narmer non gliela avrebbe fatta passare liscia e si posizionò al centro dell’arena seguito subito da Simon che sembrava abbastanza tranquillo mentre impugnava Nuth e Geb. Avevano combattuto così tante volte l’uno contro l’altro che conoscevano a memoria le proprie mosse.

Tutti gli altri ragazzi si sedettero sui gradoni e subito i due nuovi arrivati furono circondati da tutti, che ne avevano le scatole piene di vedere sempre lo stesso combattimento fra i due.

L’unica davvero interessata al combattimento era Charlotte, non perché combattevano i suoi due migliori amici, ma perché sapeva benissimo che Richard avrebbe incendiato la maglia di Simon permettendo alla ragazza di avere una visione completa degli addominali del moro che la facevano sempre sbavare. Diciamo che Richard lo faceva proprio per lei.

Narmer diede il via al combattimento lanciando un’occhiataccia all’ammasso di gente che aveva preso a chiacchierare senza prestare attenzione al combattimento.

Il primo ad attaccare fu ovviamente Richard che in meno di un secondo fece andare in cenere la maglia di Simon che alzò lo sguardo sconsolato.

- vuoi incendiarmi tutte le maglie?- chiese infatti il moro per poi partire al contrattacco riuscendo a tagliare via una manica di Richard ferendo, non troppo profondamente, il braccio de rosso che lo guardò malissimo.

Nessuno prestava veramente attenzione ai due ragazzi che stavano combattendo e Narmer fu costretto a interrompere il combattimento dopo che Richard aveva bruciato anche i pantaloni di Simon e quest’ultimo l’aveva riempito di tagli.

- volevi bruciarmi anche le mutande?- chiese Simon una volta che si era infilato dei pantaloni di tuta che gli aveva lanciato Narmer visto che non poteva stare in mutande in mezzo all’arena.

- sarebbe stato un bel vedere-

- maniaco-

- guarda che non sono l’unico che la pensa così-

- siete stati grandi!- disse Charlotte una volta che i due si furono seduti lasciando ricadere lo sguardo sugli addominali di Simon ancora esposti alla luce del sole.

- visto che qui l’interesse è concentrato sui due nuovi arrivati perché non li facciamo combattere? Almeno seguirete le mie lezioni- disse Narmer leggermente arrabbiato.

I due nuovi ragazzi si guardarono per un po’, poi Xavier scese le scale per mettersi al centro dell’arena seguito subito dopo da Tao che aveva leggermente l'aria scocciata.

- non uccidetevi, quando usare il vostro potere cercate di ferire il meno possibile il vostro avversario. Iniziate-

I due si guardarono per un po’, avevano la completa attenzione dei loro nuovi compagni e non volevano fare assolutamente brutta figura. Dovevano far vedere quanto valevano.

Il primo ad attaccare fu Tao che fece partire una scarica elettrica dal suo palmo dritta verso Xavier.

Simon si irrigidì nel vedere ciò e prontamente Richard strinse una sua mano per rassicurarlo. Anche Narmer si era leggermente impietrito, ma solo un attimo perché subito dopo il suo sguardo si era posato su Simon in cerca di qualche reazione.

Xavier riuscì ad evitare la scossa spostandosi verso destra facendo un piccolo sorrisino, anche se a Simon era sembrato un vero e proprio ghigno malefico. In meno di due secondi i due ragazzi al centro furono inglobati nella luce più totale e poco dopo tutti riuscirono a guardare sul campo dove Tao era in ginocchio mentre si copriva gli occhi e Xavier sorrideva sempre più felice.

Aveva lasciato tutti di stucco. Quel ragazzino di 17 anni era un dominatore della luce. Non se ne vedeva uno da più di 300 anni.

Simon digrignò i denti mentre tutti nel più completo stupore applaudivano in direzione di Xavier.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


- un bamboccio, ecco cos’è. Un bamboccio viziato con un potere più grande di lui- disse Simon mentre camminava avanti e indietro per la sua camera sotto lo sguardo preoccupato di Richard e Charlotte che era li di nascosto visto che la sua camera era dall’altro lato del dormitorio e le ragazze non poteva entrare nella parte maschile e viceversa.

- be’ questo spiega come hanno fatto a sopravvivere-

- si però non mi piace. Hai visto come ghignava mentre lanciava quel fascio di luce! Che odio-

Richard scosse la testa. Simon era partito e nessuno lo avrebbe fermato. Anche il suo odio per il nuovo arrivato sarebbe cresciuto a dismisura fino a raggiungere picchi mai visti.

- dai Sim non farla così tragica, i poteri non li decidiamo mica noi! È capitato- disse Charlotte cercando di tranquillizzare il ragazzo fallendo miseramente.

- si, ma non è giusto che un bamboccio viziato abbia un potere così forte! Lo dovevo avere io per potermi vendicare della morte dei miei genitori! Lo sai anche tu che sceglieranno lui per combattere contro Alara. Il suo potere è l’opposto di quel mostro e io verrò scartato come se gli anni che ho passato sputando sangue per raggiungere il vostro livello fossero mera cenere-

- di certo non manderanno un ragazzino di 17 anni da solo per combattere Alara. Ci sarà di sicuro una squadra. Potresti farne tranquillamente parte- cercò di calmarlo Richard che sapeva quando la vendetta contro Alara era un punto fisso nella mente di Simon. Fin da quando gli avevano comunicato che i suoi genitori non sarebbero mai tornati dalla loro missione perché Alara li aveva uccisi. E questo era accaduto 17 anni fa, quando Simon aveva solo 2 anni.

- ma sarà dato a lui il compito di ucciderlo, non a me- disse Simon che si era leggermente tranquillizzato.

Dopo poco bussarono alla porta e Charlotte si irrigidì leggermente. Lei non doveva essere li.

- lo so che siete qui dentro aprite- fu la voce di Narmer a far ridestare Simn che andò ad aprire la porta della sua stanza per far entrare l’uomo che guardò leggermente male la bionda.

- potreste lasciarci soli?- chiese l’uomo e a quella richiesta sia Richard che Charlotte lasciarono la stanza chiudendosi la porta alle spalle.

- come stai?- chiese l’uomo al più giovane che scoppiò in lacrime buttandosi fra le braccia dello zio che non ci mise molto a stringerlo a se.

- il potere del fulmine è molto comune, ma devo ammettere che anch’io sono rimasto abbastanza sorpreso- disse Narmer tenendo sempre stretto il ragazzo a se.

- dovevo essere io quello che avrebbe ucciso Alara non quel damerino della luce- disse li ragazzo non lasciando il suo giaciglio.

- lo so tesoro, anch’io voglio vendetta per la morte di mia sorella, però devi capire che non sempre potremmo essere noi i protagonisti della nostra vendetta. La cosa importante è che riusciamo a sconfiggere Alara una volta per tutte. Senza di lui non avremo più problemi-

Simon si staccò leggermente dall’abbraccio con gli occhi lucidi per il pianto. Solo con suo zio si permetteva di piangere e sfogare la rabbia, ovviamente quando era da soli. Quando stavano con gli altri ragazzi evitavano di far prevalere il loro rapporto zio-nipote per privilegiare quello maestro-allievo.

- preferisco comunque essere io ad uccidere Alara-

- farti vendetta da solo non li farà tornare indietro Sim.-

- però riuscirò a stare in pace con me stesso, forse-

- il dolore non ti abbandonerà mai, ma non dare la possibilità a questo dolore di parlare per te. Ne abbiamo già parlato, anche se non hai potere essere completamente dominato dalla rabbia non ti fa bene. Potresti perdere il senno- l’uomo mise una mano sul petto del ragazzo proprio dove si trovava il suo cuore.

- calma la tua mente e pensa razionalmente, solo così potrai dire di essere davvero pronto ad affrontare Alara e ad ucciderlo-

- grazie zio- disse il ragazzo abbracciando nuovamente l’uomo che lo strinse più forte di prima.

- ricorda che non sei mai da solo- disse Narmer prima di sciogliere l’abbraccio e uscire dalla camera del nipote lasciandolo ai suoi pensieri.

 

- è stato più facile del previsto- disse Tao buttandosi a peso morto sul suo nuovo letto nella camera del dormitorio che condivideva con Xavier. - la prossima volta principino cercate possibilmente di non accecarmi- disse poi il più grande rivolto a Xavier che guardava fuori dalla finestra.

- smettila di chiamarmi in quel modo. Almeno non qui. E poi non ho controllato bene l’intensità- disse il moro attorcigliandosi una ciocca intorno ai capelli.

- ora tutti ti adorano sarà facilissimo entrare nel loro sistema e rompere tutte le difese così che Alara possa definitivamente sconfiggere Medina- continuò il castano facendo girare di scatto Xavier che guardava male il ragazzo sul letto con i suoi occhi che in quel momento sembravano davvero ignettati di sangue.

- smettila di parlare dei nostri piani come se nessuno potesse sentirci, se ci scoprono è la fine-

- la fine per te, tuo padre ti ammazza se sgarri. Io sono qui per controllare che vada tutto secondo i piani. Alara crederà più alla mia versione dei fatti che non alla tua- disse ghignando il castano facendo infuriare Xavier.

- io non ho intenzione di tradire mio padre, quindi vedi di non fiatare o la prossima volta ti acceco veramente- disse il moro per poi incamminarsi verso il bagno, aveva bisogno di darsi una rinfrescata.

- che poi da dove è uscito il potere della luce se tuo padre ha quello dell'ombra io non capisco proprio- disse Tao facendo girare di scatto Xavier.

- i poteri non dipendono dai genitori, ma dall’affinità che abbiamo con il nostro elemento. Ti ricordo che il tuo potere deriva da una trasfusione quindi ti conviene non parlare.-

- tranquillo principino. Non dirò a nessuno chi è tuo padre e nemmeno che ho nelle mie vene il potere di Gioser Arlett-

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


- dovremmo dividerci- disse Xavier mentre lui e Tao scendevano le scale del dormitorio che portavano alla mensa del posto. Al più piccolo era venuta molta fame e non vedeva di mettersi qualcosa sotto i denti.

- in che senso scusa?- chiese il castano che non aveva capito le parole dell’altro ragazzo.

- ho notato che ci sono diversi gruppetti, se restiamo nello stesso avremo informazioni solo da loro, mentre se ci dividiamo possiamo avere più punti di vista- spiegò il moro attorcigliandosi una ciocca di capelli che aveva lasciato ricadere morbidamente sulle spalle. Era pesante tenere i capelli legato tutto il giorno. Almeno quando non combatteva era libero di tenerli sciolti.

- come decidiamo da quali gruppi andare?-

- a caso, dove troviamo posto ci sediamo, ovviamente il più lontano possibile- disse Xavier varcando la porta della mensa che era molto più piccola di quello che si era immaginato. Nel palazzo di suo padre una stanza del genere era uno studio e la sala da pranzo era enorme.

- dovrete abituarvi- disse sghignazzando Tao per poi fiondarsi sul cibo che era messo a loro disposizione. Dopo un piccolo momento di incertezza anche lui si avviò verso il cibo che aveva un aspetto abbastanza orrendo. Spera che il sapore non rispecchiasse l’aspetto, altrimenti avrebbe fatto il digiuno. Quando si voltò per chiedere a Tao se aveva trovato qualche posto libero il castano era già seduto ad un tavolo di solo ragazze che lo avevano subito accerchiato.

Xavier fece una smorfia, sperava vivamente che Tao non combinasse nulla di pericoloso come suo solito per poi far ricadere la colpa su di lui. Alla fine era sempre Xavier quello che si beccava le frustate anche se non faceva niente.

Il moro fece vagare lo sguardo in tutta la piccola sala alla ricerca di un posto libero, ma sembrava che non ce ne fossero. Stava già per scoraggiarsi quando vide un tavolo da quattro occupato da solo tre persone, due delle quali erano i ragazzi che avevano combattuto all’inizio dell’allenamento. Il moro non era riuscito a seguire l’incontro per via delle ragazze che gli si erano parate davanti.

Iniziò a camminare velocemente verso la loro direzione e una volta arrivato a pochi passi da loro si schiarì la voce:

- posso sedermi qui? Gli altri posti sono tutti occupati- neanche il tempo di dirlo che il ragazzo moro dagli occhi ambrati con il quale si era guardato a lungo quella mattina lo guardò malissimo. Cosa aveva fatto per farsi odiare in quel modo? Possibile che era per via del combattimento?

- se non c’è nessun posto libero sei il ben venuto- disse il ragazzo dai capelli rossi sorridendo, nonostante la faccia dell’amico dicesse tutto il contrario.

- davvero?- chiese ancora Xavier fissando il moro negli occhi che lo guardavano davvero con odio.

- certo, vieni- disse la bionda facendogli spazio sulla panca affianco a lei.

Be’, erano due contro uno poteva tranquillamente sedersi. Xavier annuì e si sedette affianco alla ragazza poggiando il suo vassoio con calma. Si sentiva gli occhi del moro puntati addosso, cosa che lo metteva davvero in soggezione. Ma i suoi due amici non si erano accorti dello sguardo incazzato del moro, o facevano solo finta di non averlo notato?

- allora, Xavier giusto?- iniziò il rosso che al cenno di assenso del moro continuò – come mai non ti sei seduto al tavolo con il tuo amico?-

- perché lui si è fiondato dalle ragazze e non c’era più posto. E poi non è che siamo amici, ci siamo ritrovati a dover sopravvivere insieme per puro caso, prima nemmeno ci parlavamo- rispose Xavier. Ovviamente quella versione dei fatti l’aveva studiata prima ancora di partire per distruggere Sais.

- e a te piacciono le ragazze?- chiese ancora il rosso con un sorrisetto strafottente che fece arrossire Xavier. Come mai quella domanda. Fece vagare lo sguardo sugli altri due, ma la bionda stava mangiando tranquillamente mentre il moro sembrava totalmente disinteressato.

- be’ sono carine, ma non so se ecco...non so come sono caratterialmente- cercò di eludere la domanda. Mica poteva dire al primo ragazzo incontrato che era gay!

- tranquillo con il potere che ti ritrovi ti cado ai piedi anche solo se respiri- disse il moro, le prime parole che pronunciava da quando Xavier si era seduto a quel tavolo. Cosa che sorprese molto il ragazzo.

- Simon! Non è vero che fanno tutte così!- tentò di ribattere il rosso girandosi verso il moro.

- ho ragione Richard, è inutile che insisti- disse Simon guardando male il suo amico per concentrarsi nuovamente sul cibo.

- una persona che guarda solo il tuo potere non potrà mai dire di essere davvero innamorata di te- disse Xavier sbuffando leggermente. Quante persone si erano avvicinate a lui solo per il suo potere? E lui che credeva di farsi dei veri amici.

- concordo- disse la bionda sorridendogli - comunque questi due sono dei maleducati visto che non si presentano alla gente. Io sono Charlotte, il moro antipatico è Simon e il rosso è Richard-

Xavier annuì, aveva già memorizzato i nomi dei due ragazzi per la loro piccola discussione.

- grazie per l’antipatico- disse Simon bevendo un sorso d’acqua per poi sputarla. - ma cosa cavolo ci mettono? Piscio?-

- infatti Charl come mai non mi hai descritto come il più bello di tutta Medina? Comunque Sim è per questo motivo che io prendo la birra-

- la birra ha molta più probabilità di essere piscio Ric, e ho altri gusti quindi per me tu non sei il più bello di Medina-

Xavier doveva discordare con Charlotte, Richard era davvero un bel ragazzo, anche Simon lo era, però il rosso lo superava di gran lunga, e non aveva visto ragazzi più balli da quando era li.

Il più piccolo guardò il suo cibo, che non aveva ancora toccato, per poi guardare i piatti degli altri ragazzi. Nei loro piatti c’era di tutto tranne quello che aveva preso lui.

- è commestibile questa roba?- chiese indicando il suo piatto.

- se non vuoi avere un’indigestione ti consiglio di evitare le verdure e la frutta- disse Simon sghignazzando. Xavier ricontrollò il suo piatto: aveva solo frutta e verdura.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


- posso farti una domanda?- chiese Xavier a Richard mentre uscivano dalla mensa. Alla fine sia Simon che Charlotte se ne erano andati per chissà quale motivo, Xavier però aveva notato il calcio che la ragazza aveva mandato al moro sotto il tavolo per farlo andare via con lei.

Richard era rimasto con lui fino a quando non aveva finito di mangiare tutto. Si, aveva mangiato tutto e già si sentiva leggermente male. Simon aveva ragione.

- dimmi- disse il rosso sorridendogli.

- come mai Simon mi odia?- chiese a bruciapelo Xavier. Era stato indeciso se farla oppure no quella domanda, ma visto che il diretto interessato non c’era valeva la pena provarci.

- non è che ti odia, fa così con tutti. È molto diffidente, ma stai tranquillo e ignoralo- disse il rosso facendogli un sorriso di incoraggiamento.

Xavier annuì, il fatto che Simon fosse diffidente non gli andava molto a genio, anche perché avrebbe dovuto lavorare molto per guadagnarsi la sua fiducia e scoprire i piani del Governatore, ma se ci fosse riuscito avrebbe avuto via libera.

Era una benedizione, forse, il fatto che fosse capitato proprio in quel tavolo. In questo modo poteva cercare di manovrare il moro così da non averlo davanti ai piedi.

- mi mette ansia questa cosa- disse Xavier.

- tranquillo, abbaia ma non morde. Credimi ho dovuto lottare morto perché diventasse mio amico, ma non me ne pento. Una volta che entri nel cuore di Simon non lo lasci più- Xavier sorrise in direzione del rosso. Quei due dovevano essere amici da molto tempo. Il tono di voce del ragazzo al suo fianco era molto dolce, era come se stesse parlando di un suo famigliare.

Quante volte aveva desiderato anche lui un legame del genere con le persone all’interno del palazzo? Troppe. Tutti lo guardavano con rispetto o lo picchiavano perché doveva fare del suo meglio per diventare come Alara voleva.

Non aveva mai avuto dei veri amici, quei ragazzini che si definivano tali erano tutti terrorizzati da lui e da Alara che li minacciava per tenerli stretti al figlio.

Xavier non aveva mai visto un legame d’amicizia vero nei suoi 17 anni di vita.

- aveva qualche amico li?- chiese dopo un po’ di silenzio Richard.

- no, sono sempre stato abbastanza solo, le persone che erano al mio fianco lo facevano solo per mio padre-

- non deve essere stato facile-

- mi sono abituato alla fine- Xavier fece un sorriso amaro. Alla fine era la verità.

- credimi io preferisco mille volte farmi gli amici da solo che lasciare scegliere ai miei le mie amicizie-

- io non potevo scegliere. Mio padre non è...era qualcuno con cui si poteva ragionare- Xavier per poco non si morse la lingua. Stava usando il presente cavolo!

Richard non ci diede molto peso, forse pensava che fosse stato solo un lapsus.

- se vuoi puoi unirti al nostro gruppo senza problemi- disse una volta che i due furono arrivati al terso piano del dormitorio, dove si trovava la camera di Richard.

- sicuro che non dia fastidio ai tuoi amici?- chiese Xavier titubante. un’offerta del genere non poteva di certo farsela scappare.

- certo! Simon lo tengo a bada io- disse il ragazzo prima di incamminarsi verso la sua camera. Poi ci ripensò e si girò per avvicinarsi moltissimo al viso di Xavier, il quale iniziò a tremare.

- comunque i tuoi occhi sembrano due tizzoni ardenti, sono intriganti e sexy. A domani- disse il ragazzo prima di girarsi e sparire nel corridoio buio.

Xavier rimase completamente pietrificato a quelle parole. Nessuno aveva mai paragonato i suoi occhi alle fiamme. Tutti pensavano subito al sangue.

 

 

- hai avuto quello che volevi?- chiese Simon mentre la porta si richiudeva dietro le spalle di Richard che sorrise.

- ho testato un po’ il territorio. Xavier è davvero un bel bocconcino, vorrei tenermelo stretto più a lungo possibile quindi gli ho proposto di far parte del nostro gruppo ed ha accettato-

Simon scattò seduto in meno di un secondo facendo spaventare Charlotte che era sdraiata al suo fianco. Era una sua abitudine da quando aveva 12 anni quella di stendersi accanto a Simon solo per passare un po’ di tempo con il ragazzo nel più completo silenzio e sentire il suo profumo. Era così che si era innamorata di lui.

- io non lo voglio tra i piedi- disse Simon scocciato.

- è un ragazzo tranquillo e per niente presuntuoso. Ti sei fatto un’idea sbagliata di lui-

Simon sbuffò.

- lo dici solo perché te lo vuoi portare al letto. Te l’ho detto non mi convince minimamente- riprese il moro stendendosi nuovamente sul letto.

- non è vero e ti farò cambiare idea. E per tua informazione lo hai spaventato parecchio. Mi ha chiesto cosa ti avesse fatto di male- disse il rosso che aveva ancora impressi quei due tizzoni ardenti spaventati nella mente.

- meglio così-

- meglio così un corno! Lui starà con noi quindi sei pregato di non spaventarlo più- continuò Richard incrociando le braccia al petto.

- fa come vuoi, però la mia faccia dirà sempre quello che penso-

- ragazzi basta. Xavier sembra abbastanza tranquillo. Dagli una possibilità Sim- disse Charlotte lasciando un bacio sulla guancia del moro che sbuffò.

- okay, ma se fa uno sbaglio, anche il più insignificante, se la dovrà vedere con Nuth e Geb-

- non ti sembra di esagerare adesso?- chiese Charlotte che aveva paura della minaccia di Simon. - e se per puro caso rifiuta le avance di Richard che fai? Lo uccidi?-

- certo che no! Se fa soffrire Richard lo ammazzo, ma se non è gay di certo non posso costringerlo-

- tranquilli è gay- disse il rosso leccandosi le labbra.

- da cosa lo hai dedotto?-

- quando gli ho detto che i suoi occhi erano sexy è diventato un peperone vivente. Credo di non essergli indifferente, anzi- disse il rosso ampliando il suo sorriso.

- trovi sexy degli occhi color sangue?- chiese confuso Simon.

- non sono color sangue, ma color fuoco ardente- rispose Richard per poi creare una fiammella nella sua mano. - il fuoco è il mio elemento quindi i suoi occhi mi appartengono-

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Nel giro di una settimana Xavier si era abituato agli sguardi truci di Simon. Quel ragazzo non gli dava vita facile, ma alla fine aveva accettato il fatto, sopratutto quando aveva scoperto che il ragazzo non aveva poteri. Ne era rimasto sorpreso. Non aveva mai sentito parlare di persone senza poteri che combattevano. Xavier doveva ammettere però che Simon era davvero forte, molto forte. Quanta forza di volontà ci voleva per andare avanti in un mondo nel quale se non hai i poteri non sei niente?

Xavier aveva iniziato ad ammirare Simon, e aveva anche capito, forse, l’odio del ragazzo nei suoi confronti. Lui possedeva un potere raro e la cosa non andava a genio al ragazzo.

Charlotte si era sempre comportata normalmente con lui e Xavier si era subito trovato bene con la ragazza con la quale aveva parlato del più e del meno tante di quelle volte che sentiva di essere entrato molto in confidenza con la ragazza. Aveva anche scoperto che la ragazza era innamorata persa di Simon e quando aveva provato a sollevare l’argomento, ovviamente quando sia Simon che Richard erano ben lontani da loro, lei aveva scosso la testa negando tutto. Xavier non aveva insistito, ma rimaneva fermamente convinto della sua intuizione.

Richard era la persona che lo metteva più in soggezione. Di più anche di Simon. Questo perché il ragazzo dai capelli rossi lo fissa in continuazione come se lo volesse divorare e Xavier aveva davvero paura, paura perché era profondamente attratto da quello sguardo nero come la pece. E più volte si era ritrovato a voler farsi divorare da quel ragazzo. Ma non poteva.

Era in missione e non poteva farsi distrarre dai suoi istinti, anche se Tao sembrava non pensarla allo stesso modo visto che si era praticamente portato a letto quasi tutte le ragazze del suo gruppo. Aveva ricavato moltissime informazioni in quel modo, ma Xavier non si sarebbe mai abbassato al suo livello, anche perché sapeva che Tao avrebbe riferito tutto a suo padre.

Per colpa di Tao e delle sue galline Xavier era stato costretto a dormire fuori dalla sua stanza per tutta la settimana. Non era riuscito ad addormentarsi subito quindi si era fatto un giro dell’area e in quel poco tempo aveva creato una piantina dell’intero dormitorio che avevano spedito ad Alara tramite il potere di Xavier. Il ragazzo poteva distorcere la luce a suo piacimento ed era riuscito a sviluppare un metodo per il quale il messaggio attraversava i raggi della luce fino ad arrivare dove il ragazzo voleva.

Alara aveva risposto ai due tramite le ombre intimandogli di raccogliere più dati possibili nel meno tempo possibile in modo tale da poter attaccare subito Medina.

- Xav tutto okay?- Xavier si ridestò dai suoi pensieri quando Richard lo chiamò sedendosi al suo fianco. Sia lui che Charlotte avevano iniziato a chiamarlo Xav e a lui non dava per niente fastidio. Simon invece evitava il più possibile di chiamarlo e quelle poche volte che lo faceva lo chiamava con il suo nome intero.

- si scusa sono un po’ stanco- disse il ragazzo sorridendo al rosso. Il fatto che fosse stanco era abbastanza visibile delle enormi occhiaie che il ragazzo aveva.

- il tuo compagno di stanza non ti fa dormire vero?- disse Richard guardando verso Tao che aveva la lingua in bocca all’ennesima ragazza che quella stessa notte avrebbe occupato la camera dei due ragazzi.

- l’alternativa è stare in camera con loro che fanno cose e sinceramente non mi va- disse Xavier alzando le spalle.

- vieni da me e Sim-

- ma sei pazzo? Simon mi ammazza!- disse il più piccolo con gli occhi sgranati. La proposta di Richard era davvero allettante, almeno avrebbe dormito un po’, ma aveva davvero molta paura di Simon.

- gli spiego la situazione. Non credo dirà di no si sta addolcendo-

- questo lo vedi solo tu. Mi odia ancora di più secondo me- disse Xavier cercando di mantenere un po’ di distanza tra il suo corpo e quello bollente di Richard che mentre parlava si era avvicinato sempre di più.

- ci parlo io-

 

 

 

- ti prego non dorme da notti!- disse per l’ennesima volta Richard al suo compagno di stanza mentre quest’ultimo camminava avanti e indietro per la lor camera quel pomeriggio.

- non vedo perché dovrebbe venire a dormire da noi-

- perché siamo i suoi amici- Simon socchiuse gli occhi fissando male Richard.

- se provi a fartelo quando ci sono pure io in camera giuro che te lo taglio- disse il moro dopo un po’-

- non ho intenzione di fare niente questa sera, voglio solo che si riposi un po’. E poi è da un po’ che si allontana quando io mi avvicino- disse sconsolato il rosso per poi sorridere.

- grazie Sim sapevo avresti accettato-

- l’ho fatto solo perché sembra un morto che cammina non per altro. Se sento un solo gemito provenire dal vostro letto giuro che ti ammazzo- dopo aver minacciato il suo amico il moro uscì dalla camera diretto in un posto non identificato lasciando da solo il rosso.

Rosso che non ci mise molto ad uscire dalla sua camera ed incamminarsi verso quella di Xavier che si trovava al quinto piano.

Una volta arrivato bussò e poco dopo, dopo rumori di cose non ben identificate che cadevano a terra, la porta fu aperta da Tao che lo guardò interrogativo.

- c’è Xav?- chiese il rosso in tutta tranquillità cercando di sbirciare all’interno della camera senza però riuscire a vedere niente.

- XAVIER- gridò Tao e una volta che Xavier ebbe raggiunto la porta il castano si dileguò.

- Sim ha detto che va bene-

- davvero?- chiese incredulo il moro che aveva i capelli completamente disordinati nonostante fossero legati in una treccia morbida che cadeva sul lato destro.

- si tranquillo. Vieni- Xavier sorrise e dopo aver salutato Tao ed essersi messo un pantalone di tuta e una maglietta a maniche corte leggermente attillata seguì Richard nella sua camera per la notte.

Un pensiero si fece strada dentro di lui quando entrarono e Xavier guardò gli unici due letti presenti. Dove diavolo avrebbe dormito?

- ciao- disse Xavier in direzione di Simon che stava bellamente sdraiato sul suo letto mentre sgranocchiava biscotti.

Il moro alzò lo sguardo e fece un cenno con la testa per poi ritornare ai suoi biscotti.

- vieni, dormirai con me- disse Richard buttandosi a peso morto sul suo letto, quello vicino alla porta, e picchiettando con la mano sul materasso al suo fianco.

Xavier deglutì e si stese affianco al ragazzo cercando di toccarlo il meno possibile.

Richard coprì entrambi con la coperta e poi spense la luce sul comodino.

- buonanotte- sussurrò il rosso chiudendo gli occhi.

Xavier non rispose, ma rimase rigido per parecchio tempo, fino a quando la stanchezza ebbe il sopravvento e si addormentò avvicinandosi involontariamente al rosso.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Xavier si svegliò solo perché sentiva il braccio sinistro intorpidito. Aveva dormito come un ghiro e come mai aveva dormito in tutti i suoi 17 anni di vita.

Il moro aprì lentamente gli occhi trovandosi i pozzi neri di Richard che lo scrutavano. Senza accorgersene Xavier si era addormentato abbracciato al rosso e il suo braccio sinistro, quello intorpidito, si trovava sotto il busto del più grande.

Richard sorrise per poi prendere di sprovvista Xavier baciandolo sulle labbra. Xavier si irrigidì però aprì la bocca quando Richard richiese l’accesso con la lingua.

Si baciarono per un po’ fino a quando Xavier non si staccò.

- c’è Simon- disse il ragazzo con il fiatone.

- no tesoro, è uscito a correre. Abbiamo un’oretta- disse il rosso ribaciando il moro.

Xavier si lasciò andare completamente al bacio del rosso fregandosene altamente che fare ciò poteva compromettere la sua missione.

Le mani di Richard scesero sul copro del ragazzo fino ad arrivare all’orlo della maglietta per poi, interrompendo il bacio, toglierla e farla finire da qualche parte nella stanza. Il rosso riprese a baciare il moro facendo vagare le mani per il petto nudo del ragazzo che a sua volta tolse la maglia a Richard.

I due si guardarono per un po’ leggendo l’uno negli occhi dell’altro il desiderio reciproco e si sorrisero quasi inconsciamente.

- sei sicuro che Simon non ritorni prima di un’ora?-

- si, ora però baciami- e Xavier sorrise ancora di più prima di eseguire gli ordini di Richard.

 

 

Un’oretta dopo Simon era nel bagno della camera a farsi una doccia mentre Xavier e Richard, che avevano avuto il tempo di farsi una doccia, insieme, e di cambiarsi, erano seduti sul letto del rosso l’uno nelle braccia dell’altro.

- chi ti ha fatto tutti quei segni?- chiese Richard baciando il capo di Xavier. Il rosso si riferiva alle cicatrici bianche che aveva visto sulla schiena del ragazzino. Non era riuscito a fare finta di niente, quei segni erano troppi e troppo evidenti per non chiedere.

- mio padre quando non gli andava a genio quello che facevo, o quando lo facevo male- rispose il moro e ciò era la verità. Alara si divertiva a frustarlo quando sbagliava o anche solo per il gusto di vederlo soffrire. Ogni volta il dolore era sempre meno sopportabile. Quella missione gli stava dando una pausa da quella tortura.

- che uomo orribile, non si sfregia il proprio figlio- disse Richard stringendo forte la vita del ragazzo che gli sorrise lasciandogli un bacio nell’angolo della bocca.

- ormai è finita- disse Xavier inchiodando i suoi occhi in quelli neri di Richard.

- si però quei segni rimarranno su di te per sempre- disse il rosso per poi alzare la maglia del moro per baciare ogni cicatrice, come aveva fatto una mezz’oretta prima.

Xavier inizialmente rabbrividì per il freddo, ma poi si lasciò coccolare da Richard.

Oramai si era lasciato coinvolgere troppo e non poteva più tornare indietro, Tao se ne sarebbe fatto una ragione. Se lui poteva andare a letto con tutte le ragazze di Medina allora anche lui poteva andare a letto con chi voleva.

- fate queste cose quando siete da soli possibilmente- disse Simon uscendo dal bagno completamente vestito e pronto per andare all’arena per allenarsi, cosa che dovevano fare anche gli altri due ragazzi. Il moro guardò leggermente male Xavier mentre andava al suo letto per infilarsi gli stivali.

- non stavamo facendo niente Sim- disse Richard interrompendo quello che stava facendo e poggiando il mento sulla spalla sinistra di Xavier.

- si certo. Muovetevi- disse il ragazzo alzando gli occhi al cielo e uscendo dalla camera lasciando i due nuovamente da soli.

Richard ghignò per poi sdraiarsi all’indietro portando con se Xavier che rimase sorpreso dal gesto del ragazzo.

- dovremmo andare- tentò di dire Xavier, ma Richard scosse la tesa e baciò nuovamente il ragazzo.

- più tardi, fatti coccolare. Lo sai da quanto tempo stavo cercando di baciarti?- chiese il rosso una volta che Xavier si fu girato per guardare negli occhi Richard stando completamente spalmato sul ragazzo.

- dalla prima volta che ho mangiato con voi in mensa? Quando mi hai chiesto se mi piacevano le ragazze?- chiese Xavier al quale non veniva in mente nessun altro momento precedente.

- no. Da quando sei arrivato nell’arena e ti guardavi intorno spaesato- Xavier sgranò gli occhi.

- ma non mi conoscevi ancora! No che adesso tu mi conosca completamente, ma prima non mi conoscevi proprio-

- mi avevi attratto già da allora- disse Richard baciando a stampo il ragazzo per poi alzarsi portandosi nuovamente dietro Xavier. Quel ragazzo era un peso piuma per il biondo. Lo spostava come se niente fosse.

- andiamo altrimenti Sim ci ammazza-

Xavier e Richard arrivarono quasi per miracolo prima di Narmer. Per fortuna loro visto che altrimenti gli sarebbe toccata una bruttissima punizione.

- dove eravate finiti?- chiese Charlotte vedendoli arrivare tutti trafelati.

- a fare cose zozze ecco dove erano finiti- disse Simon sbuffando facendo sgranare gli occhi a Charlotte che poi si girò sorridendo verso Xavier e Richard.

- ma che bello finalmente ci sei riuscito- disse la bionda rivolta a Richard.

- devo preoccuparmi del fatto che quello che è successo sia solo una scommessa?- chiese Xavier che stava per avere una crisi di nervi.

Charlotte aveva detto più e più volte che Richard amava le persone belle e soprattutto portarsele al letto, cosa che sfortunatamente non gli aveva minimamente sfiorato la mente quella mattina visto che non era riuscito a carburare appena sveglio.

- all’inizio tu eri la mia preda e io solo il cacciatore- a Xavier stavano diventando gli occhi lucidi, perché cavolo non si era fermato quella mattina - ma adesso no. Il fatto di averti conosciuto questa settimana mi ha fatto cambiare totalmente idea-

- certo come no- disse Xavier che si era staccato dal rosso quasi con rabbia.

Richard guardò imbronciato il ragazzo per poi fare un passo avanti e baciarlo praticamente davanti a tutti. Xavier sgranò gli occhi sconvolto. La stessa faccia era sui volti di Charlotte e Simon che non avevano mai visto l’amico fare qualcosa del genere.

- voglio che tu sia il mio ragazzo. E sono serio- disse Richard con la faccia più seria che avesse mai avuto.












Angolo Autrice
Buongiorno, sono qui per ringraziare tutte le persone che stanno seguendo questa storia. Vi chiedo, se vi va ovviamente, di lasciare una recensione per sapere se la storia vi stia piancendo e cosa ne pensate ( tanto so che non lo farà nessuno come per le altre storie).
Volevo avvisarvi anche del fatto che potrebbe succedere, come anche nei giorni precedenti, che io aggiorni anche più capitoli al giorno. Questo perchè sono completamente libera fino al 16 e le parole mi escono dalla mente con una facilità assurda, pertanto vi chiedeo di controllare l'ultimo capitolo che avete letto, in modo tale da non saltare involontariemente qualche parte.
Buona giornata,
la_pazza_di_fantasy

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Richard ci aveva pensato tutta la notte ai sentimenti che poco alla volta stavano crescendo dentro di lui per il piccolo moro. Xavier era entrato nella sua vita come un uragano e non se ne sarebbe mai andato. Almeno era quello che Richard pensava in quel momento.

Se una settimana prima gli avessero detto che si sarebbe completamente invaghito di Xavier tanto da volerlo come suo ragazzo avrebbe riso in faccia alla persona. Ma in quel momento era più che sicuro di quello che provava per Xavier, e sperava che anche per il ragazzo fosse lo stesso.

Almeno era quello che aveva pensato quella mattina mentre Xavier lo baciava.

Xavier era rimasto impietrito non tanto per le parole che gli aveva detto Richard, di quelle era felicissimo, ma per il bacio. Cavolo non voleva che Tao vedesse tutto prima di spiegargli tutto.

Come cavolo avrebbe fatto adesso! Poteva inventarsi che era per rubare informazioni utili, ma non sapeva quanto avrebbe resistito quella scusa se non avesse veramente ricavato qualcosa dal rosso.

Richard stava ancora aspettando una qualche reazione da parte di Xavier che stava tardando ad arrivare e stava andando in panico. Se il ragazzo non gli avesse risposto qualcosa avrebbe fatto una figuraccia davanti a tutti.

Come se non l’avesse già fatto, ma in quel momento al dominatore del fuoco interessava solamente sapere quello che pensava Xavier e infatti iniziò a guardare il moro tremando.

Xavier si ridestò vedendo lo sguardo quasi spaventato di Richard. Quel ragazzo era terribilmente serio e lui gli stava nascondendo praticamente tutto, ma preferiva mentirgli un altro po’ che farlo stare male per un suo rifiuto.

Il moro si buttò tra le braccia del rosso che per poco non cadde all’indietro visto che non si aspettava una reazione del genere.

Una volta che Richard ebbe capito il significato di quel gesto strinse più a se il ragazzo. Era sul punto di mettersi a piangere per la gioia. Ma si trattenne anche perché in quel momento era appena arrivato Narmer che sembrava già nervoso di suo. Era inutile fare scenate, avevano già dato troppo spettacolo.

Narmer era veramente nervoso in quel giorno, infatti fece fare ai poveri ragazzi tanti giri di campo più combattimenti che prosciugarono completamente le energie di tutti i ragazzi. Alla fine di tutti i combattimenti fu ancora più cattivo, infatti vece fare degli esercizi di defaticamento che Xavier non riuscì a fare al meglio e lanciò un’occhiataccia verso Richard che gli mandò un sorriso di scuse. Mica poteva immaginare che quel giorno Narmer sarebbe arrivato più nervoso del solito.

Alla fine il rosso si fece perdonare lasciando il suo pezzo di dolce al suo ragazzo, be’ ormai poteva definirlo così.

- cosa gli hai fatto?- chiese Charlotte guardando sbigottita Richard.

- niente- disse Xavier che era seduto affianco al rosso e aveva difronte Simon che continuava a guardarlo male.

- lasciate stare il mio ragazzo- disse Richard con un sorriso sulle labbra.

- se dovete fare cose questa sera andatevene da qualche altra parte. Io non vi voglio in camera- disse Simon alzandosi di scatto e andandosene lasciando sbigottiti i tre ragazzi.

Richard si alzò subito dopo seguendo il suo migliore amico.

- cosa c’è?- chiese il rosso una volta che lo ebbe raggiunto.

- c’è che sei diverso. Non puoi fare una cosa del genere solo per un insulso ragazzo che è qui da una settimana, una settimana! La relazione più lunga che hai avuto con un ragazzo è durata un mese ma scopavate soltanto. Pensi che possa durare una cosa del genere? Hai sempre detto che non avevi bisogno di un ragazzo-

- lo so, ma le persone cambiano e credimi tu non sei stato con Xavier così tanto tempo come lo sono stato io in questi giorni. Abbiamo parlato molto e mi sono accorto che è entrato dentro di me senza nemmeno accorgermene.-

- okay può capitare, ma non così in fretta. E poi lo sai che Xavier non mi va a genio-

- quando ti invaghisci veramente di qualcuno non importa quanto tempo passi con quella persona- disse Richard. - non ho ancora capito cosa c’è che non va con Xavier comunque-

- ha detto che lui e Tao non si conoscono tanto bene, ma quando sono da soli parlottano in continuazione. Sembra che stiano complottando qualcosa-

- perché vedi sempre cose che non ci sono quando le persone non ti piacciono? Sei solo invidioso del fatto che lui abbia un potere raro e tu no, non vuoi che io stia al suo fianco perché così puoi deriderlo quanto vuoi. Sappi che io mi fido di Xavier e credimi, metterei a rischio la mia vita per lui-

- sei accecato dai tuoi stupidi sentimenti e non riesci a vedere oltre il bel faccino che si ritrova quel ragazzo.-

- questo non è vero. Sei pieno di pregiudizi e non vuoi guardare oltre quelli-

- fa quello che vuoi allora. Io sono convinto che Xavier e Tao nascondino qualcosa e niente, niente mi farà cambiare idea. Se tu non sei d’accordo con me puoi benissimo non parlarmi più-

- non fare il tragico adesso. Sei il mio migliore amico come faccio a non parlarti più!-

- devi scegliere o me o lui. E sappi che ti porterò le prove di quello che ti sto dicendo-

Detto ciò Simon si voltò e si rinchiuse in camera. Non sapeva cosa gli fosse preso, non aveva intenzione di dire veramente quelle cose, ma il terrore di perdere il suo migliore amico per colpa di un ragazzo appena arrivato con un potere raro lo faceva uscire pazzo.

In realtà non era nemmeno sicuro che Xavier stesse complottando qualcosa, aveva detto le prime parole che gli erano venute in mente per dividere i due.

Il moro si mise le mani nei capelli e guardò con sguardo vitreo il letto di Richard.

- cosa cazzo ho combinato?-

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


- tutto bene?- chiese Xavier una volta che vide ritornare Richard che sembrava abbastanza scosso.

- si non ti preoccupare gli passerà- disse il rosso sorridendo al suo ragazzo.

Charlotte, che conosceva Richard da molto più tempo, capì dall’espressione del rosso che quelle parole non erano del tutto vere. I due ragazzi dovevano aver avuto una pesante discussione poco ma sicuro. E la cosa non era andata a finire bene come Richard voleva far credere a Xav. Ma forse era meglio così, almeno il ragazzo non si sarebbe preoccupato troppo.

- okay, ma non voglio essere io il motivo dei vostri litigi. Se succede qualcosa di brutto dimmelo- disse il moro stringendo forte la mano del suo ragazzo che gli sorrise rassicurante.

Xavier aveva detto quelle parole sinceramente. Non voleva davvero essere la causa dei litigi di due amici che erano tali da anni. Lui era arrivato da poco quindi non poteva, e non voleva mettere in cattivi rapporti i due.

Pensava di essere riuscito a portare Simon leggermente dalla sua parte visto che lo aveva fatto dormire nella sua camera, ma forse era stata solo la sua immaginazione. Comunque se voleva indagare senza avere il moro davanti ai piedi doveva assolutamente farsi accettare da Simon.

- sono contenta che tu abbia messo la testa apposto Rich- disse la dominatrice della terra dopo qualche minuto di silenzio.

- in che senso scusa?- chiese il diretto interessato.

- nel senso che ti sei trovato un ragazzo fisso nonostante i tuoi continui “non ho bisogno di un ragazzo fisso”-

- davvero hai detto una cosa del genere?- chiese Xavier al suo ragazzo guardandolo leggermente storto, ma chi cavolo si era andato a trovare?

- si l’ho detto, però come ho anche detto a Sim le persone cambiano e Xav è importante per me. È la luce che fa ardere il mio fuoco- a quelle parole Charlotte si mise a ridere mentre Xavier divenne un peperone vivente. Richard felice della reazione del ragazzo ne approfittò per lasciargli un bacio sulle labbra.

- potresti evitare di fare queste cose in pubblico?- chiese a bassa voce il moro che era ancora più imbarazzato di prima.

- ormai ti ho già baciato davanti a tutti è inutile nascondersi- disse il rosso che, nonostante le proteste di Xavier, baciò nuovamente il suo ragazzo.

- ci facciamo un giro più tardi?- chiese Richard una volta che i tre furono usciti dalla mensa.

- mi dispiace ma devo vedere se riesco a convincere Tao a smetterla di portare galline nella nostra camera- disse il moro. In realtà quel giorno lui e Tao avrebbero provato ad intrufolarsi all’interno del quartiere generale che si trovava a dieci minuti dai dormitori. Avevano concordato da tempo quella missione e Xavier non poteva di certo tirarsi indietro, e poi doveva far capire a Tao che stare con Richard gli avrebbe portato parecchie informazioni, anche se non pensava fosse vero.

- okay, allora a domani- disse il rosso leggermente triste. Baciò il moro come saluto e poi insieme a Charlotte si incamminarono verso la camera del rosso.

- cos’è successo realmente?- chiese la bionda una volta che si fu assicurata fossero davvero da soli.

- mi ha chiesto di scegliere tra lui e Xavier-

- ma è impazzito?-

- era abbastanza serio. Io gli ho voltato le spalle e sono tornato da voi-

- cavolo, non po' fare così! È il tuo migliore amico dovrebbe incoraggiarti e aiutarti non metterti i bastoni fra le ruote- disse Charlotte davvero infuriata con Simon. Come si permetteva di dire una cosa del genere al suo migliore amico?

- spero solo che l’incazzatura gli duri poco, se non mi parlerà più per il resto della vita giuro che do di matto- disse il rosso al quale stavano venendo pensieri orribili per la testa. Non voleva perdere il suo migliore amico, ma allo stesso tempo non voleva perdere nemmeno il suo ragazzo. Non poteva scegliere. Entrambi erano importanti per qualcosa.

- se vuoi posso parlargli io- si propose Charlotte che odiava vedere Richard in quello stato. l’aveva sempre visto così solo quando era suo padre ad imporgli qualcosa, mai per colpa di Simon.

- no, non voglio rovinare anche il vostro rapporto. Penserà sicuramente che tu stia dalla mia parte ed escluderà anche te.- disse il rosso una volta davanti alla porta della sua camera.

- ci vediamo domani- disse lasciando un bacio sulla guancia di Charlotte per poi entrare nella sua camera.

Simon era sdraiato sul suo letto mentre leggeva qualcosa. Quando entrò Richard nemmeno alzò lo sguardo per guardare il rosso. Rosso che sospirò e, dopo essersi fatto una doccia, si mise anche lui a letto e chiuse gli occhi.

Mai serata era stata più cupa di quella.

 

 

Simon aveva sentito chiaramente entrare Richard in camera, ma nonostante sapesse di essere in torto per quello che gli aveva detto, decise di ignorare il ragazzo. Era troppo orgoglioso per poter ammettere il suo sbaglio e preferiva soffrire lui stesso non potendo più parlare con il suo migliore amico.

Avrebbe aspettato che Richard facesse la prima mossa. Non gli importava quanto tempo sarebbe passato prima di ritornare a parlare con il suo migliore amico, ma non gliela avrebbe data vinta. Aveva una strana sensazione addosso da quando erano arrivati Xavier e Tao e non voleva che il suo migliore amico si invischiasse in fatti spiacevoli. Era vero che tutto era solo una sua congettura dettata dal suo istinto, ma il suo istinto non aveva mai sbagliato.

La prima volta che aveva appurato ciò era stato quando si era svegliato nel mezzo della notte piangendo quando aveva due anni. Si era sentito come se qualcosa fosse andata storta, ma non riusciva a capire il perché. Suo zio era corso da lui preoccupato e, pensando fosse stato solo un brutto sogno lo aveva cullato fino a quando non si era nuovamente addormentato.

Il giorno dopo scoprirono che tutti i partecipanti della missione per uccidere Alara erano morti quella stessa sera.

L’istinto di Simon l’aveva avvisato sulla morte dei suoi genitori, non poteva sbagliare.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


- si può sapere cosa ti è saltato in mente? Dobbiamo attirare poco l’attenzione su di noi- disse Tao mentre si stava mettendo vestiti scuri per uscire fuori senza farsi vedere.

- parla quello che si è portato a letto mezzo dormitorio femminile- disse Xavier che stava aspettando seduto su suo letto già vestito di tutto punto.

- è diverso-

- no che non lo è, posso ricavare informazioni utili da lui e dai suoi amici- desse il moro cercando di essere il più convincente possibile.

- ho scoperto che il governatore ha un figlio, dovevi metterti con quello non con mister fiammella- disse Tao sbuffando.

- il governatore ha davvero un figlio?- chiese sorpreso Xavier, non aveva mai pensato al fatto che anche quell’uomo potesse avere una famiglia.

- si, anche se non so chi sia. Ho provato ad indagare un po’ in giro, ma nessuno lo sa. Sarebbe stato davvero utile farselo amico- disse Tao una volta finito di vestirsi.

- sei sicuro che non sia più piccolo o più grande?- chiese Xavier. Era troppo strana come cosa. Essendo il figlio del governatore doveva davvero avere molti privilegi.

- si, dovrebbe avere 19/20 anni-

- quindi potrebbe fare la selezione con te- pensò Xavier aprendo la porta della camera per controllare se ci fosse qualcuno per i corridoi. Sorrise quando appurò che era completamente liberi di camminare.

I due uscirono facendo meno rumore possibile.

- secondo te parteciperà veramente? Credo proprio di no, diventerà guardia direttamente- disse Tao a voce talmente bassa che Xavier fece fatica a capire.

- C’è qualcuno?-

Xavier e Tao sbiancarono. Tra tutti proprio Narmer dovevano incontrare quella sera? Maledizione.

Xavier sospirò prima di spostare Tao verso la luce della finestra ed aspettare.

Narmer si affacciò dalle scale del terzo piano, infatti i ragazzi avevano già fatto due rampe di scale. Narmer aveva difronte a se le scale completamente vuote e corrugò la fronte. Era sicuro di aver sentito una voce e sopratutto dei passi, ma davanti a lui c’era il nulla più assoluto. Salì le scale fino ad arrivare a due passi da Xavier e Tao.

I due infatti erano diventati invisibili grazie al potere del più piccolo. Il potere della luce aveva più di mille utilizzi e uno di questi era in grado di piegare la luce a piacere per far in modo di diventare invisibile agli occhi degli altri. Ovviamente nessuno all’interno di Medina sapeva del suo potere.

Narmer se ne andò poco dopo, ma i due ragazzi aspettarono qualche minuto buono per non incrociare nuovamente il loro istruttore.

Riuscirono ad uscire dal dormitorio senza intoppi e si incamminarono per le vie quasi deserte di Medina. La gente aveva paura dell’oscurità per questo non usciva dalle proprie case dopo una certa ora. A Xavier tutto ciò dispiaceva. Chissà come sarebbe stata bella quella città con le luci e le strade completamente piene di gente che parlava, scherzava e si divertiva.

Mentre il ragazzo pensava ciò si trovò involontariamente a passare per uno spazio completamente ampio. Al buio non si vedeva molto bene quindi il ragazzo decise di avvicinarsi per capire cosa fosse. Al centro dello spazio c’era una specie di torre che il ragazzo non era riuscito ad individuare all’inizio. Si avvicinò ancora di più per notare che sulla parte bassa della torretta c’era un’incisione.

 

 

Sono caduti per sconfiggere l’oscurità ma grazie a ciò che hanno fatto riusciremo a riportare la luce.

Noi non dimentichiamo”

 

Solo dopo aver letto l’iscrizione Xavier comprese che quella torre era in onore di tutti quelli che erano morti per sconfiggere suo padre e si sentì leggermente male. Quante persone erano morte per quelle stupide battaglie? Solo una settimana prima lui e Tao avevano praticamente raso al suolo Sais.

- muoviamoci- disse Tao ridestando il moro che si alzò e si asciugò una lacrima che gli era scivolata. Perché improvvisamente si sentiva così male?

Arrivarono senza intoppi al quartiere generale, il problema adesso era entrarci. Xavier iniziò a girare intorno alla struttura per capire se ci fosse qualche entrata secondaria ma senza successo.

- non ho trovato niente- disse ritornando da Tao che era rimasto a fissare il palazzo frontalmente.

- impossibile sto posto deve avere delle prigioni sotterranee- disse Tao facendo anche lui il giro del palazzo fino a quando non arrivò precisamente dietro ad esso e sorrise vittorioso. A distanza di 200 metri più o meno, nascosta dall’erba rigogliosa si trovava una pietra che fungeva da coperchio.

Il ragazzo la sollevò per poi infilarcisi all’interno. Xavier lo seguì per poi spostare la pietra a coprire l’entrata, non completamente per permettergli di uscire, ma abbastanza da non far notare che qualcuno si fosse intrufolato all’interno del palazzo.

I due ragazzi si trovarono in un corridoio abbastanza bui fatto di terra e camminarono guidati dalla piccola luce che Xavier aveva creato nel suo palmo mentre Tao schizzava una specie di mappa del luogo.

Come preannunciato da Tao i due si ritrovarono in un corridoio leggermente illuminato che era dove si trovavano le prigioni. Xavier sbirciò all’interno di tutte constatando che erano tutte vuote. Tao scrutò il posto pensieroso per poi fare segno a Xavier di salire le scale.

Voleva far andare il moro a controllare se ci fossero state guardie. E le guardie c’erano veramente e per questo Xavier fece segno al ragazzo di stargli affianco in modo tale da rendere invisibili entrambi. Il moro dovette impegnarsi parecchio per distorcere più luci contemporaneamente in modo tale che nessuna delle quattro guardie posizionate nei quattro punti cardinali della stanza riuscisse a vederli. Una volata che furono fuori dalla vista delle guardie Xavier si appoggiò al muro respirando affannosamente. Era molto più complicato distorcere più fonti luminose contemporaneamente che una sola. Con una sola fonte riusciva a rimanere invisibile anche per un’ora prima di crollare, ma con più a stento riusciva a resistere qualche minuto. E per quella sera non aveva ancora finito, dovevano controllare tutti i piani e fare una mappa per Alara, poi dovevano tornare indietro ed entrare nei dormitori prima che sorgesse il sole e possibilmente senza farsi beccare nuovamente da Narmer.

Si prospettava una serata parecchio faticosa per Xavier.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Ci erano volute ben due settimane per riuscire a completamente completamente la piantina e Xavier era a pezzi.

Non solo di notte non aveva chiuso occhio, ma la mattina erano stati costretti ad allenarsi pure più duramente del solito e il ragazzo si era sentito un morto vivente. Anche Richard si era accorto dello stato del ragazzo e aveva cercato in tutti i modi di capire cosa fosse successo, ma Xavier aveva eluso la domanda dicendo solo che non riusciva a dormire bene come si immaginava e che non c’era bisogno di preoccuparsi.

Tao non si era rivelato inutile in quei gironi, infatti oltre ad impegnarsi per creare una mappa ben leggibile, la mattina era andato in giro a chiedere velatamente chi fosse il figlio del governatore. Nonostante ciò nessuno riuscì a dargli una risposta che comprendesse cose che non sapesse. Tutti dicevano sempre le stesse cose: ha 19/20 anni ed è qui con noi. Basta.

 

Xavier guardava il bellissimo paesaggio da sopra il tetto del dormitorio stando accoccolato alla spalla di Richard. Il rosso l’aveva portato li dopo l’allenamento per farlo riposare, e non solo.

- Xav- disse dopo un po’ il rosso che aveva preso ad accarezzare i lunghi capelli del moro.

- dimmi- disse Xavier non distogliendo gli occhi dal bellissimo paesaggio. Era cresciuto in un luogo dove le tenebre erano quello che circondava il suo castello. Tenebre e ancora tenebre.

- domani ti va se facciamo un pic-nic fuori da Medina?-

- come facciamo ad uscire scusa? Ci ricacciano dentro a pedate se proviamo ad uscire- da quando Alara era salito al potere ogni città aveva alzato molto i controllo ed impediva alla gente senza un’autorizzazione di uscire o entrare nelle città. Le fughe non erano previste, ogni città era prevista di una barriera magica che individuava immediatamente qualunque potere presente nelle persone.

- la barriera di Medina è vecchia ed ha una falla- Xavier sgranò gli occhi a quella rivelazione. Era una notizia succosissima.

- ogni 45 giorni alle 16.30 la barriera perde la sua magia e si hanno due ore di tempo per poter uscire e rientrare senza problemi- finì il rosso sorridendo a Xavier che lo guardava con gli occhi sgranati. Senza saperlo gli aveva appena regalato un’informazione utilissima.

- come te ne sei accorto?- chiese curioso Xavier.

Il rosso si morse il labbro prima di rispondere. - in realtà l’abbiamo scoperto io e Simon mento passavamo di li e Sim mi ha spinto fuori dalla città per scherzo. Poi abbiamo contato la periodicità e molto spesso abbiamo rischiato grosso, però ne è valsa la pena. Allora ci sei domani?-

- certo, ho bisogno di respirare un po’ d’aria. Stare qui dentro mi sta facendo impazzire-

- benissimo. Aspettami all’ingresso dei dormitori alle 16 così abbiamo tutto il tempo di arrivare alle mura.- disse il rosso baciando il moro che non vedeva l’ora di condividere quell’informazione con Tao. Il ragazzo si era lamentato che non aveva ancora portato nulla di utile, ma dopo quella avrebbe dovuto ricredersi.

- ora devo andare ci vediamo domani all’allenamento- disse il rosso alzandosi per poi, seguito dal moro, scendere le scale e salutarsi nuovamente al quinto piano.

Xavier arrivò nella sua camera tutto sorridente e sempre con il sorriso salutò Tao che lo guardò stranito.

- cosa c’è di così bello da sorridere? Fiammella ti ha invitato da qualche parte?- chiese infatti il castano piegando i fogli di carta spessa che aveva utilizzato per ricopiare decentemente la piantina del palazzo.

- si e ho una notizia bella per te. La barriera non funziona per ben due ore ogni 45 giorni- disse il moro iniziando a scrivere quell’informazione su un altro foglio per poi piegarlo e metterlo insieme agli altri per spedirli. Cosa che fece subito dopo.

- davvero e fra quanti giorni ci sarà la prossima falla?-

- domani- Tao ghignò.

- questo si che è buono, abbiamo 45 giorni, massimo 90 per preparare il nostro attacco definitivo- disse il castano iniziando a camminare avanti e indietro per la camera.

- ci riusciremo di sicuro. Abbiamo tutto..-

- tranne il figlio del governatore. Dobbiamo trovarlo e portarlo dalla nostra parte assolutamente-

- non credo sia così semplice Tao.-

- lo so, ma voglio trovare quel damerino a tutti i costi- Xavier rise alle parole di Tao però poi si bloccò di colpo. Cosa doveva portata per il pic-nic?

- arrivo subito- disse il moro uscendo di corsa dalla camera lasciando Tao sorpreso e confuso.

Il ragazzo scese velocemente le scale fino a quando non arrivò con il fiatone davanti alla porta della camera di Richard e Simon pronto a bussare, ma si fermò quando notò che la porta era aperta. Stava per chiedere permesso quando sentì due voci che litigavano. Una era quella di Charlotte, l’altra quella di Simon.

- no Charlotte io non cambio idea- stava dicendo il moro con molta rabbia nella voce.

- Xavier è un ragazzo dolcissimo e tu non puoi rifiutarti di parlare con il tuo migliore amico solo perché non ti fidi di Xavier- ribatté Charlotte.

- non me ne può fregare di meno, il mio istinto non ha mai, e ripeto mai, sbagliato. In questo momento il mio istinto mi sta dicendo che di Xavier non ci si può fidare-

- okay il tuo istinto non ha mai sbagliato, ma siamo umani tutti quanti, puoi sbagliati anche tu qualche volta. E questo non ti permette comunque di trattare da schifo il tuo migliore amico. Ci sta male e lo vedi anche tu-

- deve scegliere o me o quel tizio- disse Simon quasi gridando.

Xavier era rimasto paralizzato per quella conversazione. Perché Richard non gli aveva detto niente? Perché l’aveva tenuto all’oscuro di tutto? Eppure gli aveva ripetuto più volte di dirglielo se il problema con Simon fosse stato lui.

Le lacrime iniziarono ad uscire dagli occhi di Xavier. Simon si fidava del suo istinto, che non si sbagliava visto come stavano veramente le cose, e non si sarebbe più avvicinato a Richard per colpa sua.

Il moro, senza palesare la sua presenza, scappò da quel corridoio fino ad arrivare nella terrazza dove solo qualche minuto prima era stato insieme a Richard gridando tutto il suo dolore per la decisione che aveva appena preso.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Tristezza, ecco quello che provava Xavier mentre aspettava Richard davanti ai dormitori per il loro pic-nic. Il rosso non si era presentato agli allenamenti e i pieni di Xavier erano andati in fumo costringendo il ragazzo a fare quello che doveva fare proprio nel momento peggiore.

Durante l’allenamento Xavier aveva cercato di stare il più lontano possibile da Charlotte, cosa non molto difficile visto che la ragazza era stata a parlare tutto il tempo con Simon. Forse la discussione della sera precedente non era ancora terminata.

Erano le 16 passate e di Richard ancora non c’era l’ombra. Da una parte Xavier era contento, ma dall’altra preferiva che il ragazzo arrivasse il prima possibile per togliersi dal petto il peso opprimente che si portava dietro dal giorno prima.

Le preghiere del moro furono ascoltate e il rosso arrivò al loro punto di ritrovo con il sorriso più smagliante che possedeva.

A Xavier si strinse il cuore, avrebbe distrutto quel sorriso.

- scusami, mio padre mi stava trattenendo più del solito- disse il rosso lasciando un leggero bacio sulle labbra del più piccolo, il quale lo lasciò fare.

- andiamo- disse il rosso prendendo la mano del ragazzo ed iniziando ad incamminarsi, ma Xavier rimase fisso al suo posto facendo girare con curiosità Richard.

- cosa c’è?- chiese infatti il rosso avendo improvvisamente notato lo strano stato del moro.

- io credo sia meglio se ci lasciamo- disse il moro dopo aver fatto un respiro profondo. Aveva pensato tutta la sera a quello che aveva detto Simon e alla fine era arrivato all’unica conclusione che era quella di chiudere tutti i rapporti con il dominatore del fuoco. L’amicizia è la cosa più preziosa che una persona poteva avere, sopratutto un’amicizia longeva come quella di Richard e Simon. Xavier non era nessuno per introdursi in quell’amicizia e spezzarla.

Richard poteva sempre trovarsi qualcun altro come fidanzato, ma non avrebbe mai trovato un amico come Simon.

- perché te ne sei uscito con questa frase adesso?- chiese confuso il rosso che non voleva minimamente credere alle parole di Xavier, dopo Simon non poteva abbandonarlo pure lui.

- ci ho pensato parecchio, è meglio così Richard. Mi dispiace- disse il moro tenendo lo sguardo basso e voltando le spalle al rosso iniziò a salire le scale del dormitorio.

Richard lo fece girare nuovamente verso di se prendendolo per un polso. Il suo sguardo era pieno di rabbia.

- ti ha detto qualcuno di farlo?- chiese il ragazzo a denti stretti mal celando la sua voglia omicida nello sguardo nero come la pece.

- no, è una mia decisione, ci si vede in giro Richard- disse il moro cercando di mantenere un certo contegno mentre faceva sgusciare il polso dalla presa del rosso e girandosi definitivamente.

Richard non lo bloccò una seconda volta, lo guardò salire quelle scale sentendosi la persona più sola al mondo.

 

 

- gli ha detto anche della falla?- chiese Simon sgranando gli occhi a Charlotte che si era rintanata nella camera dei due ragazzi visto che Richard sarebbe uscito con Xavier e non voleva rimanere da sola. Le sue intenzioni in realtà erano quelle di far ragionare Simon. Ci stava provando da giorni, ma non aveva ancora ricevuto risultati.

- si, vanno a fare un pic-nic fuori-

- io non mi fido di quel bamboccio e lui gli rivela come se nulla fosse cose che nemmeno Mister fiamma sa?- la rabbia di Simon si stava facendo poco alla volta presente.

- come ce lo portava fuori senza spiegarli il come?-

- e sentiamo gli ha anche detto di essere il figlio del governatore? Sai com’è Tao è da giorni che cerca di capire chi sia!- disse innervosendosi Simon. Cavolo con loro Richard ci aveva impiegato mesi a confidarsi e con quello stupido dominatore della luce faceva passare solo pochi mesi.

- non gli ha detto di essere il figlio del governatore, non è così sprovveduto come lo stai dipingendo- disse Charlotte gonfiando le guance irritata. Sapeva che non sarebbe stata una buona idea dire a Simon delle intenzioni di Richard, ma voleva convincere il moro dagli occhi ambra a fidarsi di Xavier.

- sono preoccupato per lui, te l’ho già detto non mi fido di Xavier e nemmeno di Tao. Quei due nascondono qualcosa-

La porta della camera si aprì di colpo e i due ragazzi guardarono confusi Richard mentre entrava nella camere. Il rosso non si era accorto della presenza dei due e solo quando alzò lo sguardo e li vide si bloccò.

- scusatemi se vi ho interrotti esco subito- disse il rosso facendo per uscire ma venne prontamente fermato da Simon che si era alzato e aveva raggiunto il ragazzo con una velocità sorprendente non appena aveva visto gli occhi neri dell’amico leggermente lucidi.

- cos’è successo?- chiese il moro preoccupato da morire. Al diavolo in non parlagli per colpa del bamboccio.

- niente, vi lascio soli- disse il rosso cercando di sgusciare fuori dalla prese da Simon che si fece ancora più forte.

- niente un cazzo, sembri sconvolta. Cos’è successo?- chiese ancora il moro chiudendo la porta che era rimasta leggermente aperta e trascinando il rosso tra lui e Charlotte che era preoccupata da morire.

- Xavier mi ha lasciato- si decise alla fine il rosso evitando lo sguardo di entrambi.

- COSA?- Dissero in coro i due guardando con gli occhi sgranati il rosso.

- ma non dovevate fare il pic-nic oggi?- chiese la bionda stringendo il braccio del rosso.

- si, mi ha lasciato proprio mentre stavamo andando-

- come mai?-

- non lo so Charl, ha detto che era meglio così e mi ha lasciato come un fesso. Ho pure pensato che fossi stato tu a dirgli di farlo, ma lui ha detto che era una sua decisione- disse il rosso per poi girarsi verso Simon alla quale era rivolta l’ultima frase.

- non parlo con quel bamboccio da settimane. L’avevo detto io che non c’era da fidarsi- disse il moro mettendo un braccio sulle spalle di Richard tirandoselo più vicino. Il rosso non riuscì più a trattenersi e scoppiò a piangere, cosa che non faceva dalla morte della madre avvenuta sette anni prima, rintanandosi nell’abbraccio di Simon.

Sopra di loro, precisamente sul tetto dell’edificio, anche Xavier stava piangendo completamente da solo, sperando che Simon e Richard ritornassero amici.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Xavier era seduto sulla gradinata da solo mentre guarda triste tutti gli altri ragazzi che divisi nei soliti gruppetti parlavano fra di loro. Anche Tao l’aveva completamente snobbato per andare a parlare con le ragazze.

Gli occhi di Xavier ricaddero sui suoi ex amici, i tre sembravano essere tornati quelli di un tempo e il moro ne era felice. Almeno la sua decisione era stata giusta. Anche Richard sembrava più felice rispetto a quando stava con lui.

A Xavier gli si stava stringendo il cuore a pensare ciò, ma era la verità. Il ragazzo distolse lo sguardo non appena gli occhi ambra di Simon si puntarono nei suoi con rabbia.

Il moro lo guardava sempre male quando ne aveva la possibilità e Xavier si sentiva uno schifo. Di certo non voleva la gratitudine del ragazzo per aver lasciato Richard, da bravo amico doveva essere arrabbiato, però poteva evitare di guardarlo come se volesse ammazzarlo da un momento all’altro. Non si meritava tutto quell’odio cavolo.

Gli occhi di Xavier si posarono al centro dell’arena dove Narmer stava arbitrando l’ennesimo incontro che nessuno stava seguendo, ovviamente. Solo Xavier seguiva gli incontri, ovviamente non aveva con chi parlare quindi perché doveva distrarsi? Se lo faceva si sarebbe fatto del male da solo guardando in direzione di Richard.

- Xavier e Simon- disse ad un certo punto Narmer facendo saltare in aria Xavier. Avrebbe davvero dovuto combattere con Simon? Gli tremavano le gambe al solo pensiero. Non aveva mai combattuto contro il moro, come mai Narmer li aveva abbinati in quel modo? Era una specie di vendetta?

Xavier si alzò spaventato dagli spalti e raggiunse il centro dell’arena aspettando che anche Simon facesse lo stesso. Il più grande aveva già sguainato le sue due spade e lo stava guardando come se fosse pronto ad ucciderlo per davvero.

Narmer diede il via al combattimento ed il primo ad attaccare fu proprio Simon. Xavier schivò per un soffio l’attacco, ma comunque una ciocca dei suoi capelli fu tagliata dalla spada destra di Simon che attaccò una seconda volta impedendo al più piccolo di riprendere fiato completamente. E impedendogli sopratutto di utilizzare il suo potere.

 

 

- strano, di solito Narmer non mette mai Simon con altri oltre a me e te- disse Charlotte che stava guardando il combattimento tra i due mori, o meglio gli attacchi a ripetizione di Simon e le schivate di Xavier che non era ancora riuscito ad utilizzare il suo potere.

- avrà sentito il suo istinto omicida verso Xavier- disse in tono piatto Richard che stava nascondendo una certa preoccupazione per Xavier visto che era già stato ferito due volte al braccio sinistro.

- istinto omicida che si è praticamente triplicato dopo aver saputo che ti ha lasciato-

- già- disse il rosso che per poco non saltò dallo spavento quando Xavier crollò in ginocchio dopo un colpo alle gambe da parte di Simon. Il rosso guardò Narmer confuso, perché non stava fermando il combattimento? Di questo passo il più piccolo si sarebbe trovato pieno di ferite e impossibilitato a combattere.

Proprio mentre si stava decidendo ad andare a parlare con Narmer Xavier lanciò un fascio di luce verso Simon, ma il più grandi si spostò evitando di essere accecato da esso. Xavier aveva il braccio destro che tremava dopo quel colpo e non riuscì a rimettersi in piedi, anzi cadde di faccia a terra decretando la fine del combattimento.

 

 

Simon guardava il ragazzino steso davanti a lui spaventato. Aveva esagerato. Preso dalla rabbia per quello che aveva fatto passare a Richard l’aveva riempito di ferite fino a farlo crollare davanti ai suoi piedi. Il moro guardò lo zio di sfuggita chiedendosi come mai non l’avesse fermato, ma l’uomo non sembrava intenzionato a dire niente per quello che era successo.

- Xavier riesci ad alzarti?- chiese dopo un po’ Narmer che riusciva ad avvertire il respiro debole del ragazzino.

Xavier non rispose, non ne aveva la forza. Narmer comprese e guardò Simon.

- portalo in infermeria- disse per poi annunciare le altre due persone che si sarebbero scontrate. Simon non aveva nessuna intenzione di aiutare il ragazzo, ma l’occhiataccia che gli rifilò lo zio lo fece sbuffare per poi prendere di peso il ragazzo e trascinarlo in infermeria.

Xavier tenne gli occhi chiusi per tutto il tempo, era troppo stanco per muovere un muscolo. Anche se era passata una settimana dall’ultima incursione nel palazzo, e anche dalla rottura con Richard, il ragazzo non si era per niente ripreso e il suo corpo si era ribellato ad ogni allenamento. Simon gli aveva dato la mazzata finale.

Il piccolo moro si sentiva completamente inutile in quel momento, e il fatto che Simon lo stesse portando in infermeria lo faceva sentire uno schifo.

Quando si sentì poggiare su un lettino aprì leggermente gli occhi vedendo che c’erano solo loro due all’interno della sala completamente bianca.

- arriverà a breve- disse Simon riferendosi all’infermiera che avrebbe curato le ferite di Xavier. Il ragazzino cercò di annuire fermandosi poco dopo per via dei muscoli doloranti.

- ti dovevo conciare peggio altro che infermeria- borbottò il moro più a se stesso che al ragazzo, ma Xavier lo senti lo stesso e ingoiò la saliva spaventato.

Restarono in silenzio per un bel po’ poi Simon iniziò a sbuffare per il fatto che l’infermiera non stesse arrivando, lui voleva andarsene da li. Lanciò un’occhiataccia al moro che non aveva detto una parola nonostante avesse sentito le parole che Simon aveva borbottato. Sembrava non gli avessero fatto ne caldo ne freddo.

- si può sapere perché hai mollato Richard? Okay che è meglio così, ma devi darmi una spiegazione- disse Simon non sopportando più quel silenzio.

- l’hai detto tu stesso, è meglio così- disse Xavier con quel poco di voce che era riuscito a tirare fuori.

- certo prima lo usi e poi lo butti via. l’ho sempre detto che non mi piacevi stupido approfittatore-

- l’ultima cosa che volevo fare era buttarlo via come una rifiuto- disse Xavier punto nell’orgoglio.

- certo perché scaricare le persone per te è normale e non significa giocare con i loro sentimenti- il moro dagli occhi ambrati si stava arrabbiando. Non si giocava con i sentimenti del suo migliore amico.

- se avessi voluto giocare veramente con i suoi sentimenti me ne sarei fregato altamente del fatto che a te non andasse a genio la nostra relazione e sarei rimasto con lui mentre la vostra amicizia andava a rotoli. Non l’hai detto tu stesso che fino a quando saremmo stati insieme Richard non era più tuo amico?- disse Xavier tra le lacrime per poi dare le spalle ad un Simon completamente sconvolto dalle parole, e dalle lacrime, del ragazzino.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Simon guardava abbastanza sconvolto il ragazzino che gli aveva dato le spalle. Aveva veramente lasciato Richard solo perché non voleva rovinare la loro amicizia? Nessuno avrebbe fatto una cosa del genere. E poi quando l’aveva sentito parlare se Charlotte gli aveva detto che Richard aveva cercato di non far trapelare la cosa con il ragazzo.

- quando hai saputo della mia decisione?- chiese Simon fissando la schiena del ragazzo.

- il giorno prima del pic-nic- rispose Xavier a bassa voce.

- e come?-

- stavo andando da Richard per chiedere cosa dovessi portare e la porta della vostra camera era leggermente aperta. Ho sentito per sbaglio la tua conversazione con Charlotte- disse sbuffando il moro, ormai era fatta, tanto le cose non sarebbero ritornate come prima.

- hai origliato- disse Simon leggermente arrabbiato, ma non con il moro.

- non era mia intenzione, tranquillo non dirò a nessuno del perché della mia decisione- Xavier aveva parlato rimanendo di spalle a Simon, non voleva farsi vedere con gli occhi rossi e pieni di lacrime.

Simon stava per dire qualcosa, ma fu fermato dall’ingresso dell’infermiera. Il moro dagli occhi ambra uscì dall’infermeria e si incamminò lentamente verso l’arena. Quel ragazzino aveva lasciato Richard solo per non far distruggere la loro amicizia e Simon ancora non si capacitava della cosa. Perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Doveva parlarne con Charlotte, infondo lei lo conosceva di più di lui. Ma doveva farlo quando Richard non era presente, il rosso sarebbe andato su tutte le furie.

Per sua fortuna quando arrivò all’arena il dominatore del fuoco stava combattendo contro un altro ragazzo e Simon accelerò il passo per raggiungere Charlotte.

- perché una persona dovrebbe rinunciare alla propria felicità per quella di un altro?- chiese il ragazzo lasciando stupita Charlotte.

- di cosa stai parlando?- chiese infatti la bionda.

- Xavier, inveendoli contro ho scoperto che ha lasciato Richad dopo aver sentito la nostra conversazione di sfuggita. Perché dovrebbe fare una cosa del genere?-

- ha lasciato Richard perché ci ha sentiti?- la bionda era sempre più stupita, si sarebbe aspettata di tutto tranne quello.

- dimmi il perché, spiegami perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere-

- dobbiamo dirlo a Richard, lui adesso lo odia, ma Xavier ha cercato solo di renderlo più felice...-

- non ora donna, rispondi alla mia domanda- disse Simon bloccando la ragazza per un braccio che era già partita in quarta per andare a parlare con Richard nonostante il ragazzo stesse combattendo, ed anche abbastanza bene.

- Xavier non ha mai avuto amici, o meglio amici veri. Credo che per lui sia più importante un’amicizia duratura e vera che un amore che può rompersi in qualsiasi momento. Ora però dobbiamo dire tutto a Richard-

- no. A Richard non si dice niente della nostra conversazione- disse il moro che iniziava a capire il comportamento del dominatore della luce.

- perché? Ha tutto il diritto di sapere la verità- protestò Charlotte che si sentiva sarebbe andata a finire in quel modo da quando Simon aveva fatto la seconda domanda.

- perché devo decidere se fidarmi di Xavier o no- disse il moro lasciando confusa Charlotte. - ti prego Charl- disse poi facendo gli occhi da cucciolo che riuscirono a convincere definitivamente la ragazza.

 

 

Erano passati tre giorni da quando Xavier aveva rivelato tutta la verità a Simon. Il moro però aveva continuato a guardarlo storto e lo stesso aveva fatto Richard ogni volta che i loro sguardi si erano incrociati anche per sbaglio. Da quei sguardi truci aveva capito che Simon non aveva riferito la conversazione a Richard. Il ragazzo però sospettava che Charlotte sapesse qualcosa anche perché ogni volta gli rivolgeva uno sguardo preoccupato. Lui le sorrideva, ma non aveva mai provato a parlare con la ragazza.

Era un giorno monotono, Xavier si era quasi del tutto ripreso, sia dal suo uso sconsiderato dei poteri, sia dal combattimento contro Simon. Stava salendo le scale del dormitorio per andare nella sua camera a riposarsi prima che Tao invadesse il suo spazio vitale, quando si bloccò visto che Simon gli bloccava la strada.

- scusami- disse il più piccolo cercando di sorpassarlo, ma venne nuovamente bloccato.

- posso passare?- chiese allora Xavier che iniziava ad avere leggermente paura di Simon. Mica voleva combattere nuovamente contro di lui?

- no, vieni con me- disse il moro scendendo le scale. Il dominatore della luce fu costretto, suo malgrado, a seguirlo. Scesero solo due rampe e poi Simon si incamminò per il corridoio del terzo piano, diretto probabilmente alla sua camera. Xavier lo seguì abbastanza confuso, perché doveva andare nella camera di Simon e di Richard.

Non chiese nulla al ragazzo davanti a lui solo per non farlo arrabbiare, non aveva voglia di ritrovarsi il suo sguardo arrabbiato addosso.

Simon aprì con tranquillità la porta della sua camera facendo segno a Xavier di entrare. Una volta entrato si ritrovò lo sguardo confuso di Richard addosso, mentre Charlotte aveva preso a sorridere in direzione di Simon dopo un momento di spaesamento. Xavier era rimasto fermo davanti alla porta non sapendo minimamente cosa fare.

Simon chiuse la porta alle sue spalle e dopo diede una leggera spintarella a Xavier.

- parla- disse poi sedendosi sul suo letto al fianco di Charlotte.

- cose dovrei dire?- chiese titubante Xavier. Possibile che Simon lo stesse accettando? No, era troppo bello per essere vero.

- il perché hai lasciato Ric- disse il moro che sembrava spazientito. Xavier sgranò gli occhi mentre Richard fece scattare il suo sguardo pece su Simon per poi riposarlo su Xavier in attesa delle parole del moro.

Il ragazzo prese un respiro profondo prima di fissare i suoi occhi rossi in quelli neri di Richard.

- ho sentito involontariamente Simon e Charlotte che litigavano e ho scoperto perché Simon non ti parlava più quindi ho pensato che se ti avessi lasciato sarebbe tornato tutto apposto tra di voi- il moro abbassò la testa, aveva visto la rabbia nello sguardo di Richard, lo sapeva sarebbe andata a finire in quel modo.

Richard aveva ascoltato tutto il discorso cercando di stare calmo, ma vedendo Xavier abbassare il capo non ce la fece più. Si alzò dal letto e strinse a se il ragazzo che dal canto suo stava per strozzarsi da quanto era forte la stretta del rosso.

- non azzardarti a fare una cosa del genere nuovamente senza prima parlare con me- disse il rosso baciandogli i capelli mori che quel giorno erano liberi da qualunque elastico. - e tu a quanto lo sapevi?- chiese poi a Simon con gli occhi iniettati di sangue.

- da tre giorni-

- e perché non me ne hai parlato prima?-

- perché avevo bisogno del mio tempo per pensare-

- pensare cosa?-

- Richard sto soffocando- alle parole del più piccolo il rosso allentò di poco la presa su di lui.

- il mio istinto ancora non si fida totalmente di lui, ma so che i suoi sentimenti per te sono sinceri e tu sei stato davvero male in questi giorni-

- stai dicendo che ti va bene che Xavier sia il mio ragazzo? Cavolo manco fossi mio padre che deve accettare la mia relazione Sim!- disse il rosso con tono arrabbiato, ma comunque era felice che il suo migliore amico aveva accettato Xavier, anche se non del tutto.

- per il pic-nic dovremmo aspettare un bel mesetto-

- non fa niente- disse il moro sorridendo al suo ragazzo. Era davvero felice.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


- Narmer ci ammazza- disse Xavier mentre si accoccolava meglio a Richard e chiudendo gli occhi per assaporare meglio il buon odore del ragazzo al suo fianco.

- no, Simon mi deve parecchi favori- disse il rosso stringendo più a se il ragazzino e baciandogli la testa.

- e come farà Simon a non far incazzare Narmer?-

- non lo so ma in qualche modo ci riuscirà. È poi è suo nipote di certo saprà come prenderlo-

- Narmer è lo zio di Simon?- chiese sconvolto Xavier. Mai avrebbe immaginato un legame di parentela tra i due.

- si, si comportano come se non si conoscessero durante gli allenamento, ma se li senti parlare quando sanno di essere da soli ti accorgi che sono parenti, Narmer gli vuole troppo bene- disse Richard iniziando ad accarezzare i capelli del suo ragazzo.

- non si assomigliano nemmeno molto- disse Xavier cercando di trovare qualche somiglianza tra i due, ma avevano solo i capelli dello stesso colore.

- Narme era il fratello della madre, tutti dicono che Simon assomigli più al padre come aspetto, anche se gli occhi sono della madre.-

Xavier voleva fare altre domande ma si bloccò, aveva sentito chiaramente il verbo al passato che aveva utilizzato Richard. Aveva paura di avere la risposta che aveva già immaginato.

- si sono entrambi morti- Xavier alzò il suo sguardo su Richard.

- io non ho chiesto niente-

- ma volevi farlo- disse il ragazzo guardando poi verso il letto di Simon sospirando.

- Alara vero?- chiese dopo un po’ Xavier.

- si, Simon aveva due anni. La sua voglia di vendetta è altissima, all’inizio ti odiava perché pensava saresti stato scelto per uccidere Alara-

Xavier sorrise a quelle parole ma dentro si sentiva morire. Ecco un’altra persona alla quale era stata rovinata la vita per colpa di Alara. Simon aveva tutti i motivi per odiarlo e lui doveva solo accettarlo.

- lasciando perdere le cose tristi facciamo un altro round?- chiese Richard prendendo di colpo il ragazzino per la vita e facendolo sedere sopra di lui.

- ma sei insaziabile- disse il moro ridacchiando anche perché non vedeva l’ora di farlo nuovamente con il suo ragazzo.

- tu non ti lamenti mica, anzi- disse il rosso baciandolo.

- la mia era solo una costatazione, puoi mangiarmi quanto vuoi-

- sarà fatto-

 

 

- Xavier ha la febbre e Richard è rimasto con lui, davvero? Questa ti sembra una buona copertura?- chiese Charlotte ridendo una volta uscita dall’allenamento con Simon che stava sbuffando.

- credi che mio zio non sappia la verità? Era per dire qualcosa- disse il moro mettendosi una mano nei capelli ricci cercando di aggiustarseli, ma finì per renderli più ribelli. Charlotte lo guardò sorridendo.

Aveva parlato molto con Richard riguardo ai suoi sentimenti per Simon e alla fine aveva pensato che sarebbe stato meglio per lei dichiararsi, aveva qualche possibilità. Anche perché sarebbe stata la prima ragazza che avrebbe chiesto s Simon di uscire insieme, le altre lo snobbavano tutte perché era senza poteri.

- Sim- disse la ragazza prendendo un po’ di coraggio.

- dimmi- disse il moro continuando a guardare davanti a se.

- mi piaci- disse la bionda per poi guardare con la coda dell’occhio il ragazzo al suo fianco.

- okay- disse lui.

La dominatrice della terra si fermò di colpo per la risposta. Cosa significava okay?

Simon continuò a camminare per un altro po’ fino a quando non si accorse che la ragazza non era più al suo fianco. Si girò per chiederle cosa c’era che non andava, ma lei sembrava davvero arrabbiata.

- cosa significa okay?- chiese infatti la ragazza alzando di un’ottava la sua voce.

- ehm ecco..-

- io mi dichiaro e tu dici solo okay?-

- lo sapevo-

- cosa?-

- sapevo già di piacerti- disse il moro che si era accorto di quello che provava la bionda e si aspettava da tempo una sua dichiarazione.

- e allora perché per tutto questo tempo non hai detto niente e andavi dietro alle altre ragazze?-

- perché per me sei solo un’amica- disse il moro sapendo perfettamente che avrebbe ferito la ragazza. Era per questo che aveva cercato di non dirle niente. Non voleva che soffrisse per una cosa del genere.

- okay, però non ti lamentare se poi nessuno ti vuole stronzo- disse la ragazza con le lacrime ali occhi per poi fare dietrofront e correre a rintanarsi nella sua camere.

Nel mentre faceva ciò involontariamente andò a sbattere contro una persona.

- scusa- disse la ragazza cercando di asciugarsi le lacrime.

- tutto bene- chiese la persona. Charlotte annuì e alzò lo sguardo ritrovandosi a fissare un ragazzo con un lungo camice bianco sporco di terra che la osservava preoccupato.

La ragazza rimase di stucco mentre guardava quel ragazzo, o meglio gli occhi di quel ragazzo: uno era castano e l’altro verde.

Il ragazzo si accorse subito che la ragazza aveva notato i suoi occhi spaiati e cercò di nasconderli sotto il ciuffo castano.

- scusa devo andare- disse la bionda accorgendosi di essere stata molto invadente probabilmente. Poi la dominatrice della terra riprese a correre in direzione dei suoi dormitori non prima di aver utilizzato il suo potere.

 

 

Quando Lucas si fu ripreso dallo scontro con la ragazzina bionda si incamminò nuovamente verso l’infermeria del quartiere generale dove erano appena arrivate altre persone ferite gravemente durante gli attacchi contro i seguaci di Alara. Era raro avere dei sopravvissuti e tutti coloro che potevano essere utili per salvare vite dovevano assolutamente recarsi in infermeria il prima possibile.

Il ragazzo entrò nella struttura il più velocemente possibile per poi mettersi subito al capezzale di un uomo che era rimasto senza un braccio.

- alla buon ora Lucas-

- scusa Margery- disse il castano alla sua amica senza nemmeno guardarla per poi iniziare a concentrare il suo potere sull’uomo.

- comunque sono contenta che finalmente il tuo camice sia pulito- disse la donna per poi riprendere a lavorare.

Il ragazzo confuso dalle parole di Margery guardò il suo camice e si accorse di come le macchie di terra erano magicamente sparite.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


- quindi ti sei rimesso con fiammella- disse quella sera Tao mentre Xavier controllava le lettere che erano appena arrivate da parte del padre che si complimentava con loro per l’ottimo lavoro.

- si, qualche problema?- chiese Xavier nella più totale indifferenza. Non gli interessava per niente il parere di Tao, lui amava Richard e niente lo avrebbe convinto a lasciare nuovamente il ragazzo. Non dopo quello che aveva fatto Simon.

- quindi il moretto ti ha accettato?-

- non del tutto, ma ci sto lavorando- disse Xavier mentendo. Non avrebbe fatto niente per far cambiare idea a Simon. Quando sarebbe arrivato il momento di attaccare la base non voleva che il moro si sentisse preso in giro. Lui sapeva che Xavier era cattivo e il ragazzo non avrebbe fatto niente per fermalo.

Pensando a ciò al moro vennero in mente le immagini di una probabile battaglia e della morte di Richard per mano sua. Per poco non impazzì. No, lui non voleva fare del male, ne a Richard, ne a nessun altro dei ragazzi all’interno di Medina. Loro non avevano fatto niente. Era suo padre quello in torto. Quello che si era fatto dominare dal suo potere invece di dominarlo.

Tutto ciò arrivò come una secchiata di acqua gelida sul viso di Xavier. Lui non aveva mai accettato i metodi del padre, ma aveva sempre fatto come voleva Alara perché altrimenti sarebbe stato punito. In quel momento invece si accorse di essersi sempre nascosto dietro quella scusa. Avrebbe potuto ribellarsi tante di quelle volte perché quello che stava facendo Alara era sbagliato e lui l’aveva sempre saputo.

Non voleva mettere in pericolo Richard e sopratutto non voleva che suo padre lo manovrasse come aveva fatto per fargli distruggere Sais. Nessun altro doveva morire per colpa di quell’uomo.

Xavier strinse il foglio di carta che aveva in mano. Erano incisi tutti i dettagli dell’attacco a Medina. Poteva andare tranquillamente a spifferare tutto alle guardi, Tao non l’avrebbe mai scoperto, ma aveva paura. Paura di non rivedere più Richard, paura di essere scoperto da Alara ed essere ucciso, paura di essere imprigionato. Paura che Richard lo ripudiasse per via di suo padre.

Il moro chiuse gli occhi cercando di respirare con calma. Non doveva far vedere a Tao il suo stato, avrebbe capito tutto.

Era stato affiancato da Tao proprio perché Alara non si fidava di lui, aveva sempre saputo che suo figlio era debole. Tao era li per impedirgli di mandare tutto all’aria.

Anche se Xavier aveva la possibilità di rivelare i piani di Alara non l’avrebbe fatto, era troppo rischioso.

 

E fu così che le settimane passarono con Xavier che ogni giorno che passava era sempre più felice grazie a Richard. Anche Simon alla fine si era ammorbidito nei suoi confronti. Era vero che continuava a rivolgergli la parola a stento, ma non lo guardava più male. Le cose però si erano andate a complicare tra Charlotte e Simon che si parlavano a stento. Alla fine sia Xavier che Richard avevano scoperto che la ragazza si era dichiarata ma era stata bellamente rifiutata dal moro.

Xavier era in agitazione in quei giorni, mancava una settimana precisa all’attacco di Alara e lui si era legato troppo a Richard, non riusciva a pensare a un futuro senza di lui. In quelle settimane aveva vissuto in una bolla di felicità. Una cosa che non aveva mia provato prima. In tutta la sua infanzia non aveva mai avuto la possibilità di essere felice. Le parole che lo avevano seguito erano state morte, violenza e sangue. Era quello che gli aveva insegnato Alara e solo avendo conosciuto Richard era riuscito a vedere tutto il resto del mondo. Era davvero grato al dominatore del fuoco che gli aveva completamente stravolto il modo di pensare.

Xavier era sulla terrazza del dormitorio mentre guardava il sole che piano piano tramontava. Stava aspettando Richard, ormai quello era il loro punto di ritrovo, passavano il pomeriggio li, abbracciati a guardare il tramonto. Il rosso però era terribilmente in ritardo e Xavier iniziava a preoccuparsi.

- scusami, mio padre è odioso a volte- Xavier si girò verso l’entrata della terrazza dalla quale stava arrivando Richard.

- nessun problema, cosa voleva?- chiese il ragazzino curioso. Richard parlava poco e niente del padre, e per quanto ne aveva capito Xavier nemmeno si vedevano molto.

- ha scoperto di te e ha fatto mille domande. Da quando mia madre si è messo in testa che deve fare anche le sue veci- disse il rosso sedendosi affianco al ragazzo per poi passargli una mano tra i capelli lunghi che quel giorno erano sciolti.

- e come è venuto a sapere di noi?- chiese confuso Xavier. Le cose che succedevano all’interno del dormitorio e dell’arena rimanevano dentro quegli spazi.

- lo hanno informato ovviamente. Quegli stupidi non si fanno mai i fatti loro- Xavier continuava a non capire. Chi aveva informato il padre di Richard. Vedendo la sua faccia confusa il rosso scoppiò a ridere.

- scusa, avevo dato per scontato che anche tu sapessi- disse il rosso continuando a ridere.

- che anche io sapessi cosa?- chiese sempre più curiosa Xavier. Cosa doveva sapere.

- mio padre è il governatore di Medina. Questa cosa la sanno solo Charlotte e Simon. Ora anche tu- disse il rosso lasciando completamente di stucco Xavier.

Tao aveva cercato quel ragazzo in lungo e in largo e lui l’aveva sempre avuto al suo fianco. Per poco a Xavier non vennero i brividi. Aveva parlato con quell’uomo il giorno in cui era arrivato a Meidna, ma a parte gli occhi neri Richard non aveva niente in comune con quell’uomo.

- non vi somigliate per niente- disse infatti il moro scrutando meglio il suo ragazzo. Avrebbe avuto una bellissima notizia da comunicare a Tao.

- si, assomiglio più a mia madre, ma ho i poteri di mio padre- disse il rosso e Xavier sorrise. “altra informazione utile. Il governatore ha il potere del fuoco”.

- come mai non lo dici a nessuno?- chiese dopo un po’ il moro.

- perché tutti se ne approfitterebbero. E poi ci sta anche che ci sia qualche spia di Alara. Però di te mi fido, come anche di Simon e di Charlotte. Voi non mi tradireste mai- disse il rosso baciando il suo ragazzo sulle labbra mentre Xavier sorrideva felice della fiducia del ragazzo.

E fu in quel momento che Xavier decise che quello sarebbe stato il suo piccolo segreto. Tao no avrebbe scoperto niente di tutta quella faccenda.

“Richard si fida di me e io non posso spezzare la sua fiducia” pensò il ragazzo imprigionando i suoi occhi color sangue in quelli nero pece di Richard.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Xavier ci aveva pensato tutta la notte dormendo meno di un’ora. Era stata una decisione difficile, molto difficile, ma sapeva che era la cosa giusta da fare. Infondo comunque fosse andata a finire Richard l’avrebbe odiato a morte lo stesso.

E fu così che la mattina dopo il moro stava camminando a passo di marcia verso Simon. Aveva bisogno del suo aiuto se davvero voleva che tutto quello che aveva in mente funzionasse.

Per sua fortuna sia Charlotte che Richard non erano ancora arrivati. Sarebbe stato troppo difficile parlare con loro due insieme. Avrebbero fatto troppe domande.

- Simon- disse il più piccolo attirando la completa attenzione del più grande che lo guardava spaesato.

- mi serve un favore- continuò Xavier sperando che Simon accettasse, non avrebbe saputo a chi chiedere altrimenti.

- cosa? E perché a me?- disse il moro con un tono che voleva essere scocciato, ma che non lo era affatto. Era più sorpreso che altro. Di solito Xavier avrebbe chiesto a Richard o a Charlotte, non a lui.

- devi tenermi occupato Tao per tutto il giorno.-

- cosa ti serve?- chiese dubbioso Simon – devi fare cose in camera tua con Richard?-

- no! Non è quello- disse il ragazzo arrossendo, chissà se Richard gli avrebbe rivolto la parola dopo quello che stava per fare. - devo fare una cosa che non posso dirti, ma fidati è importante e sei l’unica persona alla quale posso chiedere di tenere Tao impegnato. Per favore! Sarà l’ultima cosa che ti chiederò- disse il moro cercando di essere il più convincente possibile, se Tao avesse scoperto cosa stava andando a fare,e sopratutto che aveva tutte le lettere di Alara nascoste sotto la maglia, l’avrebbe ammazzato all’istante.

Simon guardò Xavier per un po’ non convinto. Il fatto che non gli voleva dire a cosa gli serviva tenere Tao impegnato non gli piaceva, ma leggeva paura negli occhi del ragazzino difronte a lui e di certo non voleva ritrovarsi un Richard incazzato perché non aveva aiutato il moro.

- va bene, ma dopo mi devi spiegare cosa cavolo sta succedendo- disse il moro dagli occhi ambra sospirando sconfitto.

- grazie mille Simon sapevo di potermi fidare di te- disse il moro dagli occhi scarlatti prima di voltarsi e uscire dall’arena sotto lo sguardo confuso di Simon. Non avrebbe fatto allenamento?

Il più piccolo si girò di colpo e guardò Simon con gli occhi velati di tristezza – grazie e scusa- disse per poi voltarsi e scappare definitivamente via.

Simon rimase confuso, perché gli aveva detto scusa?

Sapendo di non poter ricevere risposta dal vento alzò le spalle e si incamminò verso Tao provando a pensare qualcosa per poterlo intrattenere il più possibile.

 

 

Xavier stava facendo avanti e indietro da un po’ difronte la porta del governatore. Una volta arrivato le guardie gli avevano detto di attendere li e lui aveva obbedito.

Era nervoso, non solo perché stava per rivelare la sua vera identità e tutti i piani di Alara, ma anche perché quello che stava per incontrare era il padre del suo ragazzo, e lui sapeva di loro.

La porta si aprì e Xavier fece un salto per lo spavento ricevendo un’occhiataccia da parte di Narmer. Era stato lui che aveva incontrato per la strada e che gli aveva detto di aspettare. In quel momento di sicuro lo stava odiando perché era li e non in arena e sopratutto perché non permetteva a lui di andare in arena.

- entra- disse lo zio di Simon mentre Xavier prendeva un respiro profondo ed entrava nell’enorme sala delle udienze del governatore. Era già stato li insieme a Tao appena arrivati da Sais, ma in quel momento aveva più paura.

L’uomo seduto sul trono al centro della sala lo guardava con curiosità celata sotto la sua maschera di austerità. Gli occhi neri lo stavano scrutando nel profondo e la cosa che metteva in soggezione era che erano identici a quelli di Richard.

- cosa volevi dirmi?- chiese il governatore con aria annoiata.

- io e Tao siamo arrivati qui sotto copertura. Non siamo di Sais, ma siamo sotto il controllo di Alara. In questi mesi abbiamo preso tutte le nozioni possibili per poter permettere ad Alara di attaccare Medina- Xavier sentiva su di se gli occhi di fuoco di Narmer e vedeva la faccia sconvolta e allo stesso tempo arrabbiata del governatore. - ho qui tutte le lettere che Alara ci ha inviato- continuò uscendo i fogli con l’inchiostro nero sul foglio. Ad un cenno del governatore una delle guardie prese i fogli dalla mano di Xavier.

Vedendo che il ragazzo non parlava più il governatore prese la parola:

- come mai ci stai dicendo tutto, non sei dalla parte di Alara?- il suo tono era arrabbiato, forse anche per il fatto che pensava che Xavier avesse giocato con i sentimenti del figlio.

- perché ho sempre saputo che Alara era nel torto e non voglio che distrugga questa città facendo del male a persone innocenti- disse il moro al quale erano venute le lacrime agli occhi.

- e che mi dici del tuo amico?-

- lui non sa niente della mia decisione di tradire Alara-

- quindi è una tua scelta. Lo sai che possiamo ucciderti?-

- accetterò le conseguenze. Se morendo posso impedire che Alara vinca allora lo farò volentieri- Xavier stava tremando. Non voleva morire, ma sapeva che sarebbe stata una delle possibilità se avesse rivelato tutto.

- perché hai scelto di dirci tutto adesso?-

- perché ho capito quanto siano importanti per me le persone che ho conosciuto qui e non voglio che muoiano per colpa di Alara, e di conseguenza per colpa mia-

Il governatore guardava il ragazzo davanti a se con ammirazione per la sua decisione suicida, ma allo stesso tempo non capiva come mai qualcuno che aveva scelto le file di Alara potesse cambiare idea alla svelta.

- permettimi di farti un’ultima domanda- disse l’uomo mentre Xavier annuiva.

- come mai hai scelto di stare dalla parte di Alara?-

- non ho scelto. Sono suo figlio, non ho mai avuto scelta- disse Xavier e vide in poco più di una manciata di secondi cambiare completamente l’espressione sul volto del governatore mentre il moro sentiva sempre più che la sua morte era vicina.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Quando Richard e Charlotte arrivarono all’arena si pietrificarono all’istante. Davanti a loro avevano uno scenario che non avevano mai visto prima: Simon chiacchierava allegramente con Tao.

- cos’è successo?- chiese confusa Charlotte con gli occhi sgranati al massimo.

- vuoi dire cosa si è fumato Simon- disse Richard che con lo sguardo stava cercando Xavier senza però trovarlo. Che fine aveva fatto il suo ragazzo?

- c’è qualcosa di strano- disse dopo un po’ Charlotte.

- in che senso?- chiese Richard non capendo le parole della ragazza.

- Simon parla allegramente con un tizio che odia e Narmer è in ritardo- solo in quel momento Richard si accorse che il loro allenatore non era ancora arrivato. Cos’era successo? Quando si era assentato la scorsa volta era perché erano appena arrivati Xavier e Tao. Non era che per caso era stata distrutta un’altra città?

Dovettero aspettare un’oretta buona prima dell’arrivo di Narmer e Simon non si era minimamente scollato da Tao.

- scusate per il ritardo, ma erano questioni importanti- disse l’uomo che sembrava più stanco del solito. “cos’è successo?” si chiese Richard. Era sicuro che Narmer fosse andato a parlare con suo padre.

- Tao il governatore richiede la tua presenza- disse poi il moro sorridendo in direzione del castano che pareva del tutto sorpreso. Poi si aprì in un sorriso di soddisfazione.

- ciao pivelli- disse il castano uscendo dall’arena tutto contento. Nel mentre Simon si era avvicinato ai suoi due amici.

- cosa stavi facendo con Tao?- chiese Charlotte al moro una volta arrivato.

- lo stavo intrattenendo- disse lui semplicemente.

- e come mai?- chiese ancora la bionda.

- Xavier mi ha chiesto questo favore. E non chiedetemi perché. Non lo so nemmeno io- disse il moro mettendo le mani davanti non appena aveva visto Richard provare ad aprire bocca.

- okay, ma per quanto riguarda il mio ragazzo, dov’è?-

- non lo so, è arrivato, mi ha chiesto di tenere a bada Tao e poi se ne è andato come se nulla fosse- disse il ragazzo facendo un’alzata di spalle.

- e tu fai una cosa che chiede Xavier senza protestare?- chiese dubbioso il rosso.

- ha insistito e poi sembrava scosso- disse il moro alzando nuovamente le spalle.

- posso avere la vostra attenzione?- chiese dopo un bel po’ di silenzio Narmer. Era strano come comportamento. Tutti si zittirono.

- bene, fra meno di una settimana Alara attaccherà Medina- bisbigli si alzarono tra tutti i ragazzi. Anche i tre amici iniziarono a guardarsi confusi e sorpresi.

- quindi ci alleneremo il più possibile per poter sconfiggere definitivamente quel mostro. Attaccherà sicuramente durante la notte per poter entrare indisturbato nella città sfruttando le ombre. Il suo obbiettivo è il palazzo del governatore. Saremo divisi metà li e metà all’ingresso della città per bloccare l’avanzata dei suoi uomini. Bene adesso allenatevi- disse Narmer con gli occhi iniettati di sangue.

- finalmente la mia vendetta- disse Simon che non vedeva l’ora di affondare Nuth e Geb nel corpo del dominatore dell’ombra.

 

 

Xavier osservava la sua cella con curiosità. Era molto più pulita di quanto se l’era immaginata. In realtà era rimasto molto sorpreso quando il governatore aveva deciso di rinchiuderlo in cella. Aveva chiesto perché non lo uccidevano subito. La risposta dell’uomo l aveva scioccato ancora di più:

- tu non hai colpe. Grazie per averci avvisati-

Quelle parole avevano sconvolto il dominatore della luce nel profondo. Aveva detto di essere il figlio di Alara pensando che sarebbe tutto finito e invece il governatore lo aveva rinchiuso per sicurezza, non perché lo riteneva responsabile.

Era stato accompagnato in cella da Narmer. Era rimasto per la maggior parte del tempo in silenzio. Solo quando erano arrivati in cella aveva parlato.

- ami davvero molto Richard per rischiare la tua vita- gli aveva detto. E non era una domanda. Xavier nemmeno si era accorto di averlo fatto soprattutto per Richard. Era scoppiato a piangere davanti a Narmer e l’uomo si era spaventato, preoccupato di aver detto qualcosa che non doveva.

Xavier si era lasciato andare raccontando all’uomo tutti i suoi timori. Aveva paura che Richard lo odiasse dopo quello che aveva fatto. Per avergli mentito.

Narmer era rimasto li con lui fino a quando non si era calmato.

- parlerò io sia con Richard che con Simon- gli aveva detto con un sorriso per incoraggiarlo. Xavier aveva annuito e lo aveva lasciato andare.

Non sapeva bene perché aveva fatto quella scenata. Forse aveva solo bisogno di sfogarsi con qualcuno e Narmer era risultata la persona giusta in quel momento.

Sperava solo che quelli che considerava i suoi amici l’avrebbero accettato così com’era. Non voleva perderli. Non dopo tutto quel tempo passato insieme.

Sentì un rumore in lontananza e alzò lo sguardo curioso.

La prima cosa che incrociò furono gli occhi iniettati di sangue di Tao. L’avevano catturato. Avrebbe dovuto ringraziare Simon dopo.

- tu sei uno stronzo figlio di puttana. Come ti sei permesso! Hai mandato tutto all’aria per cosa? Tuo padre sarà deluso- disse il ragazzo mentre veniva sbattuto in cella ammanettato. Xavier invece era libero di muoversi come voleva all’interno della sua cella.

- quell’uomo non mi ha mai apprezzato. Se devo morire per mano sua lo faccio volentieri salvando le persone che amo- rispose Xavier nella più completa tranquillità.

- sapevo che era colpa di fiammella. Giuro che una volta fuori di qui ti farò assaggiare tutto il male possibile ed immaginabile-

- non mi fai paura.

 

 

Narmer era in camera di suo nipote in quel momento mentre tre paia di occhi lo guardavano curiosi. Aveva promesso a quel ragazzino che avrebbe raccontato lui tutto. Quando se lo era ritrovato tra le braccia mentre piangeva per poco non gli era venuto un colpo. Come aveva fatto a vivere con Alara come padre?

- credo che vi siate accorti dell’assenza di Xavier oggi- iniziò l’uomo. A quelle parole l’attenzione di Richard si amplificò. Aveva cercato il ragazzino ovunque.

- è venuto a palazzo questa mattina e ci ha rivelato tutto- fece un respiro profondo chiudendo gli occhi. - è il figlio di Alara ed era qui insieme a Tao per organizzare l’attacco-

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


- no, no, no- era quello che Richard stava ripetendo come un disco rotto dopo che Narmer aveva rivelato la verità ai tre ragazzi. Charlotte aveva gli occhi pieni di lacrime mentre Simo aveva lo sguardo perso nel vuoto.

- mi ha chiesto lui di dirvelo al posto suo-

- avevi ragione Simon. Xavier è cattivo e non mi sarei mai dovuto fidare di lui- disse dopo un po’ Richard guardando il suo migliore amico. Simon alzò di scatto gli occhi a quelle parole.

- Xavier è un mostro e l’unica cosa che merita è morire- continuò il rosso in preda alla rabbia. Narmer si spaventò. Stava accadendo proprio ciò di cui aveva paura Xavier.

- Richard so che sei arrabbiato, ma Xavier si è costituito di sua volontà e ha detto che lo ha fatto per i suoi amici, che siete voi tre. Non credo che vorrebbe questo- cercò di farlo ragionare Narmer.

- non mi interessa per chi l’ha fatto. Non doveva mentirmi, non quando io gli ho rivelato tutto. Ha usato le mie parole per aiutare Alara. Sapeva chi fossi, mi ha tradito quando io ho riposto la mia fiducia in lui- disse il rosso in preda ad un pianto isterico.

- gli avevi detto che sei il figlio del governatore?- chiese sorpreso Narmer.

- si, di sicuro ne avrà parlato con il padre visto che Tao mi andava cercando-

- in realtà in nessuna lettera c’è scritto ciò. Pensavo non lo sapesse- disse Narmer profondamente sorpreso. Possibile che il ragazzo si fosse tenuto quell’informazione per se? Quando aveva parlato con il governatore stava tremando, ma Narmer pensava fosse per la paura, non perché sapesse che era il padre del suo ragazzo.

- potrebbe averlo fatto e non avervi mostrato la lettera-

- non credo- disse Narmer scuotendo la testa. Perché sembrava che quel ragazzo non volesse capire?

Simon si alzò dal suo letto e si incamminò verso la porta.

- dove vai?- chiese confuso Narmer.

- è in prigione no?- la sua non era una vera e propria domanda.

- cosa vuoi fare?- chiese sconvolto Narmer avendo capito le intenzioni del nipote visto che con se aveva Nuth e Geb.

- ammazzalo anche da parte mia- disse invece Richard. Simon annuì e sotto lo sguardo sconvolto di Narmer scomparve dietro la porta, chiudendola poi a chiave.

Narmer si diede dello stupido. In questo modo non avrebbe potuto salvare quel ragazzino.

- davvero vuoi che muoia così?- chiese rassegnandosi a Richard. Il ragazzo però non riusciva più a parlare per via del pianto che lo stava sconvolgendo. Era deluso. Profondamente deluso e ferito.

 

 

Erano passate poche ore da quando era stato rinchiuso li dentro, però a Xavier erano sembrati giorni interi. Come avrebbe fatto a resistere li dentro per un’intera settimana?

Si stava torturando le mani preoccupato chissà se Narmer aveva parlato con Richard. Sperava di si, aveva una voglia matta di abbracciare il dominatore del fuoco. Aveva bisogno di sentirlo vicino a se per superare quei giorni.

Tao non aiutava. Gridava come un pazzo insulti e alla fine Xavier aveva deciso di non ribattere più, ma comunque gli era venuto un mal di testa atroce.

Sentì il rumore di qualcuno che stava scendendo le scale e drizzò le orecchie. Anche Tao si zittì per qualche secondo. Xavier sperava vivamente che fosse Richard, ma la sua richiesta non fu accettata. Davanti a lui era appena apparso Simon con entrambe le spade a portata di mano e gli occhi pieni di rabbia.

Il cuore di Xavier perse un battito. Se era li solo Simon significava solo una cosa: Richard lo odiava. A Xavier vennero le lacrime agli occhi. Abbassò gli occhi di fuoco e sospirò pronto ad essere ammazzato dal non dominatore.

Simon infatti entrò nella sua cella. Xavier riusciva a sentire benissimo i suoi passi pesanti. Il ragazzo si fermò solo quando fu perfettamente davanti al più piccolo.

Xavier chiuse gli occhi pronto a morire, ma l’unica cosa che sentì fu un tonfo. Aprì di scatto gli occhi e si trovò a guardare quelli ambra di Simon.

Il ragazzo si era seduto a gambe incrociate davanti a lui e lo stava scrutando.

- sentivo che c’era qualcosa di strano in te, ma non avrei mai pensato fossi il figlio di Alara- furono queste le prime parole che gli disse. Xavier abbassò la testa.

- mi dispiace- sussurrò poi.

- smettila- Xavier alzò di scatto gli occhi confuso. Simon sembrava incazzato.

- smettila di scusarti per cose che non hai fatto tu. È stato tuo padre ad uccidere i miei genitori, non tu. Non eri nemmeno nato quando è successo- Simon si riferiva sia alle scuse di quella mattina sia a quelle che il moro dagli occhi scarlatti gli aveva rivolto poco prima.

Xavier annuì non capendo il comportamento di Simon.

- Richard è arrabbiato con te- disse dopo un po’ di silenzio Simon.

- non capisco perché non dovrebbe. L’ho deluso- sussurrò Xavier. Simon scosse la testa.

- no, non dovrebbe perché sei stato un pazzo a fare quello che hai fatto. Un altro non ci avrebbe pensato due volte prima di fregarsene altamente delle persone che gli erano accanto- Xavier guardava sconvolto Simon.

- non sei venuto qui per uccidermi?- chiese abbastanza confuso il più piccolo.

- no. Sai, mi hai fatto cambiare idea su di te- Xavier sgranò gli occhi.

- mi stai accettando completamente?- chiese senza crederci nemmeno lui.

- si, e credimi Richard ha bisogno solo di un po’ di tempo per assimilare la cosa.- Xavier scoppiò a pianger per poi abbracciare di slancio il ragazzo difronte a se.

- grazie- disse fra le lacrime mentre Simon lo stringeva a se.

- tanto Alara vi ucciderà tutti!- disse Tao con odio facendo girare verso di lui un Simon parecchio incazzato.

- scusa devo uccidere qualcuno- disse il moro dagli occhi ambra prendendo le spade.

- aspetta!- Xavier fermò il ragazzo che lo guardò confuso. - non farlo, lui ha dentro di se il potere di un dominatore che è stato catturato da Alara. Ci serve vivo per poter togliere quel potere e darlo a chi spetta.-

- di chi ha il potere?- chiese Simon con le gambe che iniziavano a tremare. Quel potere era identico a quello di suo padre.

- di Gioser Arlett-

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


- come fai a sapere che è di quell’uomo il potere?- chiese Simon risedendosi non prima di aver lanciato un’occhiataccia a Tao.

- perché la trasfusione del potere è avvenuta quando avevo tre anni e involontariamente ho visto tutto-

- vuoi dire che Gioser è stato vivo negli anni successivi alla sua missione?- chiese Simon sorpreso.

- per quanto ne so Alara l’ha ucciso dopo la trasmissione del potere- disse Xavier facendo un’alzata di spalle.

- merda! E la donna che era con lui?- chiese Simon con una piccola luce di speranza negli occhi.

- non c’era nessuna donna. Era l’unico- disse Xavier pensando bene a quello che aveva visto. - perché me lo chiedi?-

- Gioser era mio padre- disse Simon facendo sbiancare le sue nocche per quanto stava stringendo la spada. Xavier sgranò gli occhi.

- mia madre era andata con lui in missione, all’epoca era incinta, speravo che… lascia perdere sono morti entrambi, o meglio tutti e tre ormai- disse il ragazzo sconsolato. Xavier gli si avvicinò abbracciandolo.

- non azzardarti a scusarti. Il solo sapere che mio padre era ancora vivo è già tanto- disse Simon stringendo a sua volta Xavier.

- potremmo trasferire il potere che ha Tao a te. Infondo sei suo figlio- disse Xavier dopo che ebbero sciolto l’abbraccio.

- non so, ho sempre vissuto senza poteri-

- sei il figlio di Gioser, se non lo prendi tu quel potere chi lo farà?-

- okay. Grazie Xavier- disse Simon sorridendo al moro difronte a se.

- non dirlo- disse invece lui mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

- farò il possibile per far ragionare Richard- Xavier annuì e vide Simon alzarsi e spazzolarsi la polvere dai pantaloni. - vengo a trovarti domani-

- va bene- e così anche Simon se ne andò lasciando nuovamente Xavier solo con Tao.

- io non rinuncio ai miei poteri-

- non sono tuoi-

- nemmeno di quel moretto li-

- sono più suoi che tuoi Tao-

 

 

Simon ci aveva messo davvero impegno a far ragionare Richard. Ma il rosso sembrava non volerne più sapere di Xavier e ogni volta che Simon andava a trovare il moro gli si stringeva il cuore a vedere il suo sguardo triste. Xavier aveva perso le speranze, ma Simon no.

- smettila di comportarti come un mulo-

- perché lo difendi, proprio tu. Non ti è mai piaciuto Xavier- gli disse Richard un giorno che entrambi si erano rintanati in terrazza mentre Charlotte era andata a farsi vedere un enorme taglio in infermeria, in realtà era un piccolo graffio, ma i due ragazzi non avevano avuto il coraggio di contraddire la ragazza che da un po’ di tempo passava le sue giornate in infermeria per stupidaggini. I due avevano capito che centrava qualche ragazzo e avevano lasciato perdere. Anzi, si può dire che Simon era contento che la ragazza non se la fosse presa troppo per il suo rifiuto e che anzi si era buttata ad inseguire la sua nuova preda.

- perché ha fatto una cosa davvero con coraggio. In quanto avrebbero avuto le palle di farlo?-

Richard non rispose, stava guardando il tramonto pensieroso.

- e poi non ha scelto lui di essere il figlio di Alara e tu dovresti capirlo più di tutti- Simon si alzò e spolverandosi i pantaloni guardò anche lui verso il tramonto.

- ha perso le speranze sai. Pensa che tu non lo perdonerai mai. Ma io so che non è così. Tu lo ami e il sentimento è reciproco. Vai da lui- e con queste parole il moro lasciò da solo il dominatore del fuoco. O meglio lo lasciò in balia dei suoi pensieri che lo stavano divorando dentro.

 

Xavier sentì i passi di qualcuno che stava scendendo le scale, ma non ci fece tanto caso. Infondo era Simon come sempre. Come gli aveva promesso il primo giorno era andato a fargli compagnia ogni giorno. Era solo grazie al moro che le giornate di Xavier erano passate velocemente nonostante il suo pensiero tornava sempre a Richard quando il moro non era presente. Erano passati cinque giorni da allora e solo fra due sarebbe avvenuta l’invasione da parte di Alara. Xavier non vedeva l’ora di uscire da quella prigione e di sentire finalmente che Alara era morto.

La sua cella si aprì, ma Xavier mantenne gli occhi chiusi pregustandosi il momento in cui Alara fosse stato finalmente ucciso. Già immaginava Simon che lo uccideva grazie alle sue spade gemelle.

- tutto bene?- Xavier aprì di scatto gli occhi. Quella non era la voce di Simon.

Il moro puntò i suoi occhi scarlatti sulla figura di Richard che era rimasta vicino all’entrata della cella.

- si, non mi posso lamentare- disse il moro con il cuore che batteva a mille. Richard era li. Era li davanti a lui. Alla fine Simon l’aveva convinto.

Richard annuì e senza guardare gli occhi di fiamma di Xavier si avvicinò al ragazzo per poi sedersi difronte. Rimasero in silenzio. Richard che posava lo sguardo ovunque tranne che su Xavier e il moro che guardava il ragazzo davanti a lui sperando di poterlo abbracciare. Aveva bisogno del calore di quel dominatore del fuoco.

- quelle cicatrici te le ha fatte Alara?- chiese Richard dopo un po’.

- si, quando non facevo le cose come voleva lui. Usava fruste d’ombra- disse Xavier stringendosi le braccia intorno al corpo. Gli erano venuti i brividi solo al ricordo. Io freddo passò in un attimo. Due braccia forti erano avvolte intorno a lui e Xavier si lasciò abbracciare beandosi in quel calore che tanto aveva cercato.

- scusa- disse Richard nell’orecchio destro di Xavier. Il più piccolo si strinse di più al rosso. Rosso che non ce la fece più e fece unire le sue labbra a quelle di Xavier. Quanto gli era mancato.

- vedete di non fare cose davanti ai miei occhi- gridò Tao dalla cella difronte.

Richard sorrise non staccandosi dalle labbra del moro e alzò un dito medio in direzione di Tao mentre l’altra mano stringeva a se il ragazzo.

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


- si può sapere chi hai puntato?- chiese Simon a Charlotte mentre loro due più Richard camminavano verso le case più vicine alla falla del muro che circondava Medina. Alla fine il giorno dell’invasione di Alara era arrivato e tutti non vedevano l’ora dell’inizio della battaglia.

Richard aveva passato quasi interamente gli ultimi giorni con Xavier nonostante il ragazzo stesse ancora in prigione.

Quella mattina stessa sia Simon che Charlotte erano andati a trovare il dominatore della luce che aveva ripreso a sorridere come i primi tempi. I due non erano stati molto, anche perché non volevano rubare molto tempo a Richard.

- nessuno di particolare e poi perché ti interessa? Non mi hai scaricato?-

- cosa mi sono perso?- chiese Richard che aveva sgranato gli occhi alla seconda domanda della ragazza.

- solo che mi sono dichiarata e che il bell’imbusto qui mi ha scaricata, niente di particolare- disse Charlotte ridacchiando.

- sembri averla presa bene- disse il rosso sorridendo alla ragazza.

- il primo giorno è stata tragica, ma poi mi sono imbattuta in un ragazzo mille volte meglio di Simon ed è tutto magicamente passato- disse la bionda sorridendo.

- bene si può sapere il nome o dobbiamo continuare a chiamarlo mister infermeria?- disse Simon ridacchiando.

- certo che non ve lo dico, voi fate solo casino e non voglio che lui scappi per colpa vostra- disse la ragazza incrociando le braccia al petto.

I tre ragazzi arrivarono in poco tempo al punto di ritrovo e si guardarono intorno mentre il resto di loro veniva smistato nelle diverse case.

- noi dove siamo?- chiese Richard avvicinandosi al ragazzo castano che aveva in mano un elenco e lo stava scrutando mentre mordicchiava la punta della penna che aveva in mano.

- chi siete?- chiese il castano senza alzare gli occhi dal figlio.

- Richard Soler, Simon Arlett e Charlotte Orion- disse il rosso. Il castano smise di mordicchiare la penna e alzò lo sguardo eterocromatico dal foglio. I due ragazzi rimasero sorpresi nel vedere quei due occhi diversi fra loro che li scrutavano, non si ricordavano di un ragazzo del genere all’interno del dormitorio, eppure non sembrava molto più grande di loro.

Charlotte invece maledisse il destino per averle fatto trovare proprio Lucas difronte a lei.

- ciao- disse la ragazza a bassissima voce.

- ciao, tutto bene il braccio?- chiese il ragazzo prima di riabbassare lo sguardo per cercare la loro posizione.

- si va meglio- disse la ragazza che si sentiva addosso gli sguardi dei suoi due migliori amici.

- siete nella quinta casa a destra- disse il castano indicando ai ragazzi la direzione, poi si rivolse a Charlotte con un sorriso – stai attenta e buona fortuna-

- grazie, tu non combatti?-

- no, starò nella zona medica per intervenire prontamente sulle ferite- disse Lucas. Charlotte annuì e salutando il ragazzo con la mano si incamminò insieme a Simon e Richard verso la loro meta.

- quindi è lui mister infermiere- disse Simon ridacchiando.

- smettila! Che sfiga!- disse la ragazza mordicchiandosi il labbro nervosamente.

- dai è carino- disse Richarc ridacchiando appresso a Simon.

- lo vado a riferire al tuo ragazzo.-

- tanto lo sa che amo solo lui- disse il rosso volgendo lo sguardo versi il palazzo di suo padre preoccupato.

- starà bene- disse la rossa abbracciando di slancio il rosso.

- lo spero- disse il dominatore del fuoco sospirando. Non voleva perdere Xavier ora che si era finalmente chiarito con lui e che non c’erano più segreti pesanti tra loro.

- andrà tutto bene, si trova paradossalmente nel luogo più sicuro della città- disse Simon dando una leggera pacca sulla spalla del rosso che gli sorride grato.

 

 

Il momento era giunto e Xavier non sapeva cosa avrebbe dato per poter stare al fianco dei suoi amici e combattere anche lui contro Alara. Stare in quella prigione gli faceva solamente perdere la pazienza. Il sapere che sopra di lui stava per svolgersi la battaglia lo stava mettendo ancora più in agitazione. Avrebbero vinto?

Certo che si! Erano preparati, li aveva aiutai rivelando i piani di Alara di attaccare il palazzo, non si sarebbero fatti cogliere impreparati.

Il moro camminava avanti e indietro. I pensieri lo stavano invadendo come un fiume in piena. Voleva combattere, voleva farlo stando al fianco di Richard. Voleva vedere Simon uccidere Alara e prendersi la sua vendetta.

- smettila di camminare- disse Tao sputando nella sua direzione, ma lo sputo non superò le grate della cella del castano.

- faccio quello che voglio- disse il moro in tono tagliente. Non vedeva l’ora di poter ridare il potere a Simon.

- si è visto infatti- Xavier si girò di scatto spaventato. Non era stato Tao a parlare e il ragazzino avrebbe riconosciuta quella voce tra mille. Alara era li e a separarli c’era solo la grata della prigione.

- come ci sei arrivato qui- gridò Xavier sperando di riuscire ad attirare le guardie.

- dal secondo ingresso. Devo dire che c’erano parecchie guardie, ma essere un’ombra ha i suoi vantaggi. Gridare comunque non porterà a niente. Nessuno può sentirci- disse l’uomo che dissolvendosi oltrepassò le grate e si posizionò proprio difronte al figlio.

Con la mano destra gli prese il mento e gli alzò il viso mentre con la sinistra azionò le ombre che bloccarono il ragazzino impedendogli di utilizzare i suoi poteri.

- ma guardati, un piccolo figlio ribelle. Tua madre sarebbe fiera- disse Alara ridacchiando per poi farsi serio e puntare i suoi occhi neri incazzati in quelli rossi del ragazzo.

- chi ti ha detto di mandare all’aria il mio piano?-

- io mi do le regole da solo, non ho bisogno di te- disse Xavier sputando in faccia al genitore.

Alara si arrabbiò ancora di più.

- la morte è l’unica cosa che meriti- disse l’uomo stringendo di più la presa sul mento del ragazzino.

- come hai ucciso la mamma solo perché ti andava?- disse Xavier tranquillo. Qualcuno sarebbe arrivato, ne era sicuro.

- quella puttana di tua madre è ancora viva, farti sapere della sua morte era tutto un piano per portarti dalla mia parte- gli occhi di Xavier si sgranarono.

- che vuol dire che è viva?- chiese il moro quasi con le lacrime agli occhi.

- ma guardati sei una mammoletta!- gridò Alara ridendo. - ora che stai per morire posso anche dirtelo-

- dirmi cosa?- chiese Xavier che era sempre più confuso.

- io non sono tuo padre. Eri solo un bambino da un grande potere che ho preso per poter avere maggiori speranze di vittoria, ma il tuo sangue mi ha tradito. Dovevo ucciderti quando eri ancora nel grembo di tua madre-

- cosa stai dicendo! Di chi sono figlio allora?- Xavier stava gridando in preda ad un pianto inarrestabile, cosa significava che non era il figlio di Alara. Aveva sofferto tanto per cosa? Per una menzogna? Aveva rischiato di perdere tutto per una menzogna.

- oh solo di due dei più forti guerrieri che erano venuti ad uccidermi ma non ci sono riusciti. Ti dicono niente i nomi Ty e Gioser Arlett?-

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


“Simon”

Questo è stato il primo pensiero di Xavier non appena Arlet gli aveva rivelato i nomi dei suoi veri genitori.

“sono il fratello di Simon” si ripeté il ragazzo che non riusciva a far si che le lacrime smettessero di uscire. “sono il fratello di Simon e nostra madre è ancora viva. Devo dirglielo”.

Gli occhi di Xavier si accesero di determinazione, doveva assolutamente attirare qualcuno li per far si che Alara non lo uccidesse. Doveva rivelare tutto a Simon.

- cosa vuoi fare adesso?- chiese ridendo Alara. - mica ti permetterò di avvisare tuo fratello- continuò l’uomo lasciando il mento del ragazzo e girandosi verso Tao.

- il tuo compito era quello di sorvegliarlo perché non l’hai fatto?-

- mi ha preso alla sprovvista- disse cercando di scusarsi Tao. Alara socchiuso gli occhi e poi una scheggia di oscurità penetrò Tao da parte a parte facendolo cadere a terra.

- Noooo!- gridò Xavier. Non poteva permettere che Tao morisse, gli servivano i poteri di suo padre.

- tuo padre si è abituato a vivere senza poteri. E poi non gli serviranno a niente nel mio regno- Xavier sgranò gli occhi, era vivo anche lui.

- si li ho lasciati in vita entrambi, ma se avessero fatto un solo passo falso tu saresti morto- disse Alara avvicinandosi nuovamente a Xavier.

- i tuoi genitori ti volevano davvero bene per rinunciare a rivelare tutto ai loro amici qui a Medina- disse l’uomo ridacchiando.

- ti ucciderò- disse Xavier con gli occhi sempre più iniettati di sangue. Non riusciva a muoversi e voleva assolutamente tirare un pugno sul viso perfetto e giovane di Alara.

- certo e come credi di fare bloccato in questo modo?- chiese l’uomo ridendo vedendo la faccia irritata del ragazzino difronte a se.

- XAVIER- per poco Xavier non scoppiò a piangere dalla gioia.

- SIMON- gridò di rimando il moro quando vide il più grande arrivare nella prigione con il fiatone e Nuth e Geb piene di sangue.

- oh due al prezzo di uno, bene- disse Alara ridacchiando.

- io ti ammazzo- disse Simon facendo cadere con un calcio la grata della prigione. Alara rimase del tutto impassibile mentre il moro dagli occhi ambra entrava nella cella.

- accomodati se riesci- disse poi allargando le braccia come invito.

- Simon aspetta io so...- Xavier non riuscì a completare la frase perché un fascio d’ombra gli coprì la bocca. Il ragazzo cercò comunque di parlare ma quello che ne uscì furono solo mugugni che per Simon erano incomprensibili.

- me lo dici dopo Xav- disse il ragazzo partendo alla carica. Xavier vide davanti a se i due combattere, o meglio Simon cercare di affondare le spade dentro Alara che si rintanava dentro le ombre sfuggendo tranquillamente agli attacchi.

Il più piccolo si sentiva completamente inutile. Aveva un enorme potere e non riusciva minimamente ad usarlo. Doveva fare qualcosa. Si concentrò sulla luce presente nella cella grazie alla fiamme sulle torce. Gli stava scoppiando il cervello per la troppa concentrazione che ci stava mettendo, ma i suoi sforzi furono ripagati quando riuscì ad eliminare qualunque ombra presente nella stanza. Lui fu libero e respirò cercando di calmarsi, mentre Simon riuscì a ferire Alara che non poteva più nascondersi.

- maledetto moccioso!- gridò l’uomo in direzione di Xavier mentre Simon gli lanciava un sorriso di gratitudine.

Xavier corse subito al fianco del moro.

- devo dirti una cosa importante- disse al più grande con gli occhi che brillavano.

- non ora, prima uccidiamo Alara- disse Simon ignorando completamente le parole di Xavier.

Alara in un impeto di rabbia, e per impedire a Xavier di parlare, puntò il suo potere verso il soffitto.

Esso tremò attirando l’attenzione dei due ragazzi su di esso.

Xavier per poco non sbiancò, se fosse crollato avrebbe sommerso entrambi ed addio vittoria. Non pensò veramente a quello che stava facendo, si accorse di ciò che aveva fatto solo quando Simon gli gridò contro.

Si era mosso e aveva spinto suo fratello fuori dalla cella. l’ultima cosa che riuscì a vedere fu la faccia sorpresa di Simon, poi il buio.

 

 

Simon era seduto a terra mentre con occhi sgranati guardava il corpo di Xavier riverso a terra coperto dalle macerie.

- Xavier!- gridò mentre si alzava pronto ad aiutarlo, ma Alara mise un piede sopra la testa del ragazzo per poi guardalo con aria disgustata.

- ora che l’ho tolto di mezzo ci sono più ombre sia per me che per te. Sarà una lotta pari-

- lotta pari un corno. Ma vincerò io- disse Simon incendiando con lo sguardo Alara. Doveva assolutamente togliere quel piede da li.

- oh è vero hai sempre pensato di essere senza poteri- disse Alara facendo una vocetta che voleva sembrare triste.

- cosa vuoi dire?- disse Simon confuso.

- che anche tu hai un potere dentro te- disse l’uomo sorridendo.

- e allora perché non si è manifestato?-

- perché la tua paura lo ha bloccato inconsciamente-

Simon si mise a ridere per poi ringhiare.

- perché mai avrebbe fatto una cosa del genere! Non ti credo-

- l’oscurità ti ha scelto, come la luce ha scelto Xavier-

Simon sbiancò. Non poteva avere quel potere. Era impossibile. Già era strano che due persone avessero dei poteri rari, ora addirittura tre? Tre senza contare sua madre.

- ora sei spaventato lo capisco, ma tu hai un potere fortissimo dentro te e devi mostrarlo e unirti a me- disse Alara porgendogli la mano.

- io non solo come te- disse Simon – e non ho poteri-

- si invece. Percepisco la tua oscurità da qui-

- stai mentendo-

- no e lo sai anche tu-

- STAI ZITTO!- gridò il moro dagli occhi ambra mentre essi stessi diventavano più scuri e intorno a se esplodeva il buio. Il buio più assoluto.

Un colpo di spada squarciò l’aria e subito dopo l’oscurità si placò rivelando la figura di Simon che stringeva Nuth con forza mentre dalla sua lama sgorgava sangue, il sangue di Alara che era riverso a terra poco più in la. Il volto di Simon era pieno di lacrime mentre si rendeva conto che veramente aveva l’oscurità dentro se.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Simon stringeva il corpo di Xavier tra le sue braccia mentre correva come un disperato verso la prima postazione medica a disposizione.

Aveva ucciso Alara, ma a quale prezzo se Xavier fosse morto?

Quando la battaglia era iniziata aveva avuto un bruttissimo presentimento e non ci aveva pensato due volte prima di correre verso il palazzo del governatore lasciando la sua postazione.

Li era tutto calmo, ma qualcosa gli diceva che le cose non stavano andando nel verso giusto.

Era entrato nell’edificio tranquillamente, era tutti troppo concentrati a sistemare le cose per la battaglia che non si erano minimamente accorti della sua presenza, e non ci aveva messo niente a raggiungere le prigioni.

Quello che aveva visto gli aveva fatto gelare il sangue. Alara era entrato senza troppe difficoltà.

Aveva scoperto di avere un potere, un potere molto pericoloso che non voleva assolutamente usare, ma vedere Xavier riverso a terra e con il piede di Alara sulla testa lo aveva fatto scattare per la rabbia.

Dopo aver ucciso Alara erano scese delle guardie a controllare cos’era successo, probabilmente avevano oscurato l’intero edificio, e Simon non ci aveva pensato due volte prima di lasciar cadere le spade a terra e tirare Xavier fuori dalle macerie.

Poi era corso fuori dal palazzo come un pazzo. Quel ragazzino non poteva morire. Non in quel modo.

E poi gli aveva detto che doveva dirgli una cosa importante.

- SIMON!- il moro si voltò al richiamo dello zio, e rallentò leggermente, giusto per permettere all’uomo di raggiungerlo.

- non ho tempo devo portare Xavier in infermeria- disse il ragazzo una volta che l’uomo l’ebbe raggiunto.

- cos’è successo dentro le prigioni?- chiese Narmer che continuò a correre affianco al nipote.

- ho ucciso Alara- disse Simon quasi sotto voce, non riusciva a crederci nemmeno lui. Sembrava troppo semplice.

- tutto bene?- chiese Narmer vedendo la faccia sconvolta di Simon.

- si- Simon aveva paura, paura di rivelare la verità. Cosa sarebbe successo se tutti avessero scoperto del suo potere? l’avrebbero considerato un secondo Alara? Probabilmente si.

- cos’è successo?- fu Lucas a farlare quando vide i tre mori arrivare, e soprattutto quando vide la parte inferiore di Xavier completamente coperta di sangue.

- è stato investito dai detriti, ma respira ancora- disse Simon posizionando il dominatore della luce su un lettino che Lucas aveva prontamente avvicinato al ragazzo.

- capito, lascia fare a me- disse il castano scomparendo insieme a Xavier dalla vista di Narmer e Simon.

- mi ha salvato- disse Simon dopo un po’ non guardando lo zio in faccia, ma continuando ad osservare il luogo dove era stato portato via Xavier. Perché si sentiva così male? - ha aumentato la luce impedendo ad Alara di usare le sue ombre e mi ha spinto quando il soffitto è crollato- continuò il moro dagli occhi ambra.

- è un bravo ragazzo ed è anche forte. Si riprenderà- disse Narmer mettendo una mano sulla spalla di Simon.

Xavier era forte e sarebbe riuscito a sopravvivere, ma lui era abbastanza forte da riuscire a convivere con il suo potere?

 

 

Xavier aprì gli occhi per poi richiuderli velocemente. Troppa luce. Fece per girarsi dall’altra parte ma non riusciva a muovere le gambe. Possibile si fossero addormentate durante la notte?

Poi la realtà arrivò come una secchiata d’acqua fredda. Era stato sommerso completamente dai detriti!

Si alzò di scatto aprendo gli occhi il più possibile, ma la luce era ancora troppa e si sentì spingere giù da qualcuno.

- smettila di muoverti in questo modo!-

- Richard- sussurrò il moro riconoscendo la voce del suo ragazzo. Sorrise mentre gli occhi si abituavano alla luce della stanza a il volto del rosso entrava completamente nel suo campo visivo.

Il ragazzo sembrava esausto, ma sorrideva e il suo sorriso era uno dei più belli che Xavier avesse mai visto.

- cos’è successo?- chiese il moro guardandosi intorno. Si trovava molto probabilmente in infermeria data la presenza di muri bianchi e tanti lettini pieni di gente ferita.

- abbiamo vinto. Simon ha ucciso Alara grazie al tuo aiuto- disse il rosso prendendogli una mano e baciandogliela.

- sono felice. L’ultima cosa che ricordo è il soffitto che mi crolla addosso- disse Xavier beandosi di quella dolce coccola. Suo padre non c’era più. No. Alara non c’era più.

- dov’è Simon- chiese infatti Xavier ricordandosi quel piccolo particolare che doveva dire al fratello.

Lo sguardo di Richard si oscurò.

- non lo sappiamo. Il giorno dopo la battaglia è scomparso senza dire niente. Lo stiamo cercando d’allora.- disse il rosso.

- quanto tempo è passato?-

- cinque giorni dalla battaglia- Xavier sgranò gli occhi. Così tanto?

- non ho più le gambe vero?- chiese Xavier dopo qualche secondo di silenzio. Durante la sua conversazione con Richard aveva provato a muoverle, ma senza risultati.

- le tue no. Lucas è riuscito a farti delle protesi di metallo. Ha detto che ti ci vorrà del tempo perché tu ci ti abitui prima di tornare a camminare normalmente-

Xavier sgranò gli occhi alzando la coperta di scatto trovando veramente al posto delle sue gambe quelle di metallo. O meglio sembravano le sue ricoperte.

- pensavo di non potermi più muovere- disse Xavier sussurrando e contemporaneamente sospirando di sollievo.

- un secondo ma chi è Lucas?- chiese poi il moro guardando incuriosito il suo ragazzo.

- la nuova preda di Charlotte- disse ridacchiando Richard.

- Xavier ti sei svegliato!- come si dice quando parli del diavolo spuntano le corna, proprio in quel momento infatti era entrata Charlotte nella stanza e aveva iniziato a stritolare Xavier che aveva ricambiato l’abbraccio contento.

- ero così preoccupata! Richard anche più di me. Non si è mosso di qui nemmeno per un secondo-

- CHARLOTTE!- gridò il rosso diventando dello stesso colore dei suoi capelli mentre Xavier gli sorrideva grato.

- Xavier sono felice di vederti sveglio- questa vota fu Narmer a parlare e fece venire un groppo in gola al ragazzino. Quell’uomo era suo zio.

- so che ti sei appena svegliato, ma visto che Simon è sparito dovresti rispondere ad alcune domande- continuò l’uomo.

- Narmer si può aspettare!- disse Richard girandosi verso il suo allenatore leggermente arrabbiato. - si, però prima devo dirvi una cosa importante che mi ha rivelato Alara- disse Xavier apparentemente tranquillo, ma le sue mani tramavano. Richard le prese stringendole tra le sue.

- Ty e Gioser Arlett sono ancora vivi, non so dove, ma sono vivi- l’espressione di Narmer cambiò immediatamente come anche quelle di Richard e Charlotte, ma Xavier aveva puntato i suoi occhi in quelli di Narmer. - ha detto di averli ricattati per tutti questi anni. Se solo avessero osato ritornare a Medina o anche dire a qualcuno che erano ancora vivi avrebbe ucciso me- disse il ragazzino prima di abbassa completamente lo sguardo.

- perché avrebbe dovuto ucciderti?- chiese Charlotte abbastanza confusa, invece Narmer sembrava aver capito tutto. Infatti l’uomo si avvicinò al letto e abbracciò stretto Xavier.

- li riporteremo a casa. Tutti e tre- disse Narmer mentre Xavier scoppiava a piangere per la seconda volta nelle braccia di quell’uomo.

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


- da dove hai detto che vieni?- chiese il moro dai capelli ricci alla ragazza che stava cuocendo due topi allo spiedo difronte a lui.

- da un paesino sperduto ai confini del regno. E tu bellezza?- chiese la ragazza mentre si metteva dietro l’orecchio una ciocca dei suoi capelli argentei.

- da un paese abbastanza grande- disse Simon facendo alzare un sopracciglio alla ragazza.

- che sarebbe?- chiese infatti lei porgendo un topo al ragazzo.

- e il tuo come si chiama?- chiese di ripicca il ragazzo.

- sei odioso Simon, è un paesini scriato dal mondo non lo conosci di sicuro- disse l’argentea addentando il topo.

- allora non sono tenuto a dirti il nome della mia città di origine Veronique- disse il ragazzo imitandola.

Non gli piaceva la carne di topo, però era grato di aver qualcosa da mettere sotto i denti. Non poteva di certo morire di fame solo perché voleva fare lo schizzinoso. La prima volta che aveva mangiato un topo lo aveva sputato subito dopo con tanto di risate da parte di Veronique che non si faceva problemi a mangiare qualunque tipo di carne le mettessero davanti.

Alla fine Simon si era abituato, ma Veronique non perdeva occasione per prenderlo in giro.

- si può sapere almeno perché non sei nella tua città? Sono quattro giorni che viaggiamo insieme, ma non so niente di te-

- perché avevo bisogno di prendermi un momento di pausa. Tu perché sei scappata dal tuo paesino?-

- le guardie di Alara mi davano sui nervi e quindi sono scappata- disse la ragazza finendo il suo topo e stendendosi sul sacco a pelo.

- le guardie di Alara?-

- si, fin da quando sono nata sono sempre state in città a controllarci, se facciamo come vuole Alara viviamo pacificamente- disse la ragazza omettendo volontariamente qualcosa.

- si, ma ho sentito che Alara è stato sconfitto- disse Simon guardando Nuth e Geb che erano al suo fianco per poi riposare lo sguardo sulla ragazza.

- aspetta e spera tesoro. Non riusciranno mai a sconfiggerlo. Il potere delle ombre è molto forte- disse la ragazza sbadigliando. - e ora dormi che domani ci alziamo presto- poi si voltò dando la schiena al fuoco e al ragazzo.

- buonanotte- disse Simon infilandosi nel suo sacco a pelo, o meglio quello che Veronique gli aveva prestato. Nella fretta di lasciare Medina aveva pensato solo a riempire lo zaino di cibo per potersela cavare per qualche giorno, cosa che era riuscito a fare egregiamente, poi era arrivata Veronique con i suoi topi e Simon ne era stato felice. Non pensava che sarebbe riuscito a resistere da solo in viaggio.

 

 

Il giorno arrivò presto, troppo presto per Simon. Quando si alzò dal suo sacco a pelo trovò Veronique già indaffarata a distruggere quello che rimaneva del fuoco che avevano utilizzato la sera prima.

- buongiorno- disse il ragazzo all’argentea che non si era accorta del risveglio del ragazzo.

- buongiorno, muoviti ho sentito dei rumori sospetti credo che qualcuno ci stia seguendo-

Simon si alzò di fretta chiudendo il sacco a pelo e infilandolo all’interno del suo zaino, poi prese Nuth e Geb e se le mise nella cintura.

- è rimasta un po’ di carne essiccata?- chiese in direzione di Veronique che come lui era pronta a partire. A ragazza annuì e porse due pezzetti di carne al ragazzo che li prese volgendo u sorriso di gratitudine alla ragazza.

I due si incamminarono in silenzio. Da quando si erano scontrati casualmente mentre una delle bestie d’ombra di Alara aveva iniziato a inseguirli, non avevano mai parlato durante il viaggio. I fedeli rimasti di Alara si stavano organizzando per riprendere il potere, molti di loro volevano rimettere sul trono Xavier, ma non sapevano che quel ragazzino non stava più dalla loro parte. Simon sperava vivamente che si fosse ripreso. Lucas aveva fatto un buon lavoro con le sue gambe e Simon si sentiva fin troppo responsabile per quello che era successo. Per non parlare che aveva quel potere orribile. Non poteva restare a Medina, non quando poteva distruggere tutto e tutti. E sopratutto non voleva che lo zio venisse a sapere di quello che aveva risvegliato. Ne sarebbe stato distrutto.

Quel potere era lo stesso di Alara, lo stesso che aveva ucciso i suoi genitori, non poteva di certo usarlo. Era anche per quello che non aveva rivelato alla dominatrice dell’aria al suo fianco che aveva quel potere. Le aveva detto di esserne senza come aveva creduto lui per tutta la vita.

Aveva capito indirettamente che quella ragazza odiava da morire il potere dell’ombra e lui aveva terribilmente bisogno del suo aiuto per sopravvivere nel viaggio per il paese.

Sapeva anche che mentirle non era una buona idea, sopratutto se avesse dovuto utilizzarlo. Lo avrebbe ucciso in un istante, ne era certo.

- Sim c’è qualcosa che ti preoccupa?- chiese stranamente la ragazza.

- no tranquilla- rispose lui facendo cessare la conversazione.

Continuarono a camminare in silenzio per un altro po’, fino a quando i due non si trovarono all’ingresso di un paesino pieno di guardie di Alara.

- quanto odio quell’uomo!- disse Veronique incamminandosi verso l’ingresso del paese.

- cosa vuoi fare? Non puoi attaccare da sola- le disse Simon correndole dietro con tutte le intenzioni di aiutarla.

- anche se mi piacerebbe molto non posso affrontarle da soli e poi abbiamo bisogno di altro cibo oltre a topi non credi?- disse la ragazza per poi sorridere difronte alle guardie che avevano appena raggiunto e che sorvegliavano l’ingresso della città.

- cosa volete?-

- vogliamo entrare per commerciare- disse la ragazza continuando a sorridere. Le guardie squadrarono prima lei e poi posarono i loro occhi su Simon.

- okay ma dovrete restare una notte in questa città-

- perché?- chiese Simon, non avevano i soldi sufficienti per comprare qualcosa di commestibile figurarsi per pagare una locanda per la notte.

- perché i furbi arrivano prendono quello che vogliono e se ne vanno. Se succedono disordini possiamo subito rintracciarvi visto che dovete rimanere dentro per forza un giorno- disse la guardia ridacchiando per poi lasciarli passare. Una volta lontani dalle loro orecchie Simon parlò:

- con quali soldi vuoi pagare?- era davvero furioso con la ragazza per aver accettato le condizioni di quei tizi.

- le mie intenzioni sono sempre state quelle di prenotare una locanda con un buon pasto, ne abbiamo bisogno Simon- disse la ragazza incamminandosi spedita verso una locanda parecchio mal ridotta.

- okay- disse Simon seguendo la ragazza abbastanza scettico, però se poteva dormire in un letto la cosa non gli dispiaceva molto.

- salve vorremo alloggiare qui per una notte- disse Veronique all’anziana proprietaria che stava pulendo un boccale.

- quante camere?- chiese quella scrutandoli attentamente.

- una grazie-

- sono sette monete pasti compresi-

- grazie mille- disse Veronique mentre schiacciava il piede a Simon che stava per protestare e lasciava sul banco le sette monete che la signora aveva chiesto. Ne erano rimaste solo tre nel sacchetto che la ragazza custodiva gelosamente nella sua scollatura.

- vi accompagno- disse la donna che dopo aver fatto sparire in un attimo le monete si incamminò su per le scale seguita dai due.

- ecco a voi buona serata- e con il sorriso malizioso sulle labbra lasciò i due da soli.

- perché hai preso una camera sola?- chiese Simon più arrabbiato che mai.

- così risparmiamo per domani e poi non ho problemi a dormire nello stesso letto con un ragazzo- disse Veronique facendo l’occhiolino a Simon per poi sparire nella zona bagno che era separata dal resto della camere da una tenda fatiscente.

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Veronique si era presa una cotta per Simon non appena lo aveva incrociato. Si era maledetta da sola anche perché voleva viaggiare da sola, ma quando Simon gli aveva chiesto di viaggiare insieme si era ritrovata a dire di si senza nemmeno accorgersene.

E ora aveva tutte le intenzioni di far capire a quel ragazzo che l’aveva sconvolta e quale miglior vendetta di dormire nello stesso letto?

Il suo piano era geniale, nella sua mente però.

Una volta che entrambi si distesero sul letto Veronique si accorse della cazzata che aveva fatto. Il letto era si grande, ma Simon era parecchio robusto e nemmeno lei scherzava, quindi si ritrovarono costretti a dover dormire appiccicati, i loro corpi si toccavano praticamente in tutti i punti, un solo passo falso e sarebbero caduti sul pavimento di legno.

Veronique era rossissima in viso e ringraziava il fatto che fosse buoi e che Simon la potesse vedere in quelle condizioni.

La ragazza cercò di spostarsi in una posizione leggermente più comoda, ma fu bloccata da Simon.

- per favore non muoverti, siamo praticamente appiccicati e io non sono di ferro- disse il ragazzo. Solo in quel momento la ragazza si accorse di aver strusciato il suo seno, troppo prosperoso a suo parere, sul torace del moro.

- scusa- disse la ragazza immobilizzandosi sul posto, anche perché aveva avvertito una leggera pressione dalle parti basse di Simon.

Si stava pentendo sempre di più della scelta che aveva fatto, ma per nulla al mondo avrebbe ceduto il letto o ammesso di essersi sbagliata, al costo di rimanere tutta la notte in quella posizione scomoda. Non potevano nemmeno mettersi l’uno di spalle all’altro!

 

 

Simon stava cercando di non pensare a Veronique da quando si erano posizionati per dormire, ma quando la ragazza si era mossa, ovviamente non facendolo a posta, aveva risvegliato il suo amichetto ed era stato costretto a bloccarla. Sapeva perfettamente che l’argentea aveva avvertito la sua leggera erezione, ma non poteva farci niente se lei si era praticamente strusciata su di lui.

Cercò di dormire, ma non ci riuscì per tutta la notte e la mattina dopo si ritrovò ancora più stanco di quando dormiva nel sacco a pelo.

Si stiracchiò cercando di far riprendere i suoi muscoli che si erano leggermente intorpiditi durante la notte.

Il ragazzo guardò in direzione del letto e si sorprese nel vedere come Veronique stesse tranquillamente dormendo occupando interamente il letto. Simon la invidiava in quel momento e voleva farla dormire di più visto che di solito era sempre lei la prima a svegliarsi, ma sapeva perfettamente che non potevano fermarsi per molto nella camera, dovevano andarsene altrimenti la proprietaria li avrebbe cacciati a pedate. Avevano promesso di non trattenersi oltre le otto.

Simon si affacciò dalla finestra per controllare l’orario. Per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Erano le sette e quarantacinque.

Si precipitò sul letto iniziando a scuotere Veronique.

- cosa vuoi ho sonno- borbottò la ragazza aprendo i suoi occhi grigi e puntandoli in quelli ambra del ragazzo difronte a lei.

- sono le sette e cinquanta dobbiamo andarcene dalla camera prima delle otto- le disse con calma il ragazzo mentre l’argentea borbottava un’imprecazione. Nemmeno lei era riuscita a dormire per tutta la notte, si era addormentata solo quando Simon aveva lasciato il letto, praticamente pochi minuti prima.

Veronique si vestì in tutta fretta per poi scendere insieme a Simon per fare colazione. Erano rimasti entrambi parecchio sorpresi quando avevano scoperto che nonostante l’aspetto fatiscente della locanda il cibo era davvero buono e dopo settimane di topi e carne essiccata era una delizia poter mangiare qualcosa di diverso.

Mangiarono con calma le loro colazione, volevano godersi quel momento anche perché entrambi sapevano di essere seguiti e non avevano mai avuto tempo di mangiare o anche dormire qualche ora in più. Anche in quel momento teoricamente dovevano correre e scappare da quella città prima che chiunque li stesse seguendo li raggiungesse, ma erano entrambi stanchi e avevano bisogno di riposo.

Mangiarono il più lentamente possibile e una volta finito Veronique andò a comprare il cibo con i loro ultimi tre soldi prima di lasciare definitivamente la città.

- sei sicura di quello che hai fatto? E se ci servissero dei soldi?- chiese Simon mentre l’argentea metteva il cibo nel suo zaino.

- faremo qualche lavoretto con i nostri poteri… o meglio io farò qualche lavoretto mentre tu ti prendi i soldi- disse la ragazza scrollando le spalle.

- sei davvero divertente- disse Simon fingendo una risata. Odiava quando lo trattavano in quel modo.

- lo sai che stavo scherzando Sim- disse la ragazza accorgendosi della faccia lugubre del moro.

- ci conosciamo da poco per poter scherzare su queste cose- disse il ragazzo.

- ma per dormine nello stesso letto no- disse leggermente arrabbiata la ragazza.

- quella è stata una tua idea-

- non potevamo spendere tutti i soldi per prendere due camere-

- avevamo i sacchi a pelo-

- e allora perché non hai dormito li?- disse la ragazza in un impeto di rabbia.

- perché non lo hai fatto tu?-

- i soldi erano i miei e li ho divisi con te, teoricamente dovevo dormirci io sul letto- disse la ragazza alzando sempre di più la voce.

- almeno tu hai dormito perché io non ho chiuso occhio se proprio lo vuoi sapere-

- nemmeno io se è per questo-

- certo, ma se dormivi come un ghiro- disse il ragazzo leggermente irritato.

- allora andiamo ognuno per la sua strada- disse la ragazza gonfiando le guance irritata.

- e questo che c’entra adesso?-

- sono stufa Simon, stufa del tuo comportamento- la ragazza aprì il suo zaino per poi prendere metà del cibo e darlo al moro che la guardò confuso. - ognuno per la propria strada- disse poi correndo il più lontano possibile e non dando il tempo materiale a Simon di poterla inseguire.

- si può sapere cosa ho fatto?- si chiese il ragazzo guardando il cibo che aveva fra le mani. Poi guardò nella direzione nella quale era andata Veronique con tutte le intenzioni di seguirla. Non voleva di certo che si facesse del male, e poi si era preso una bella cotta per quella ragazza e di certo non se la sarebbe fatta sfuggire così tanto facilmente.

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Veronique riteneva di essere una persona davvero sfortunata. Non aveva avuto nemmeno il tempo di andarsene lontano da Simon che subito era stata attaccata dal loro inseguitore. “Tempismo perfetto” aveva pensato la ragazza che era stata presa alla sprovvista ed era finita a gambe all’aria. Per fortuna i suoi riflessi erano abbastanza veloci, tanto da permetterle di creare una folata di vento e far andare il suo aguzzino a gambe all’aria come lei.

l’argentea si rialzò di scatto e corse il più lontano possibile dall’uomo, che era uno dei seguaci di Alara, presumibilmente quello che la pedinava da quando era uscita dal suo villaggio anche se Veronique si stava ancora chiedendo il perché. Lei non era di nessuna utilità, perché dovevano volere lei?

Sentì qualcosa prenderle la caviglia, abbassò lo sguardo per controllare, ma fu sbalzata all’indietro fino ad atterrare di schiena sull’erba facendosi malissimo. L’uomo di Alara la raggiunse velocemente e iniziò a scrutarla con un ghigno perfido sulle labbra.

Veronique cercò di alzarsi, ma la schiena le faceva troppo male e ogni movimento le costava una fatica enorme.

“ti prego fa che non mi sia rotta niente” pensò la ragazza chiudendo gli occhi pronta a qualunque cosa il tizio volesse farle. Ma il tizio non fece niente. Nonostante ciò volle continuare a tenere gli occhi chiusi. Li riaprì soltanto quando sentì un rumore di un gemito di dolore e la cosa che vide la fece rimanere di stucco.

Simon era a pochi passi da lei con l’uomo che l’aveva aggredita nella morsa delle sue spade.

L’uomo guardava Simon con terrore negli occhi.

- chi ti manda?- chiese il ragazzo con calma.

- Alara- disse quello con voce leggermente roca.

- voglio la verità- disse invece Simon spingendo sempre di più la spada vicino all’uomo.

- okay, mi manda la signora di Alara- disse quello mentre cercava di divincolarsi da quella presa.

- e cosa vuole?- chiese Simon senza scomporsi minimamente.

- il signore oscuro- disse quello fissando i suoi occhi in quelli di Simon.

Simon che sgranò gli occhi capendo immediatamente che si stava riferendo a lui. Per riuscire a salvare in tempo Veronique aveva bloccato l’uomo con l’ombra e questi si era accorto dei suoi poteri.

Ma perché questa signora di Alara lo voleva? Di sicuro per i suoi poteri, ma a cosa le servivano?

- Simon..- cercò di dire Veronique mentre con fatica si alzava da terra nonostante il dolore le stesse imponendo di rimanere dove era.

- rimani ferma ti aiuto io-

- vieni con...- l’uomo che stava cercando di convincere Simon ad andare con lui non riuscì a finire la sua frase perché finì infilzato da una delle due spade di Simon che subito le lasciò cadere a terra e corse ad aiutare Veronique.

La ragazza una volta in pieni iniziò a toccarsi il busto per controllare se avesse qualcosa che non andava, ma sembrava tutto okay.

- come stai?- chiese Simon che teneva le mani vicino alla ragazza pronto a prenderla nel caso.

- bene credo. Che ci fai qui?- chiese la ragazza non degnandolo di uno sguardo.

- ero venuto per parlarti e farti cambiare idea. Insieme possiamo sopravvivere meglio in questo viaggio, anzi viste le circostanze è meglio che ti riporti al tuo villaggio, devi farti controllare da qualcuno esperto.- disse il ragazzo che grazie alla sua ultima frase ottenne gli occhi grigi della ragazza su di se.

- non se ne parla nemmeno! Me ne sono andata da quella città per una ragione e non ci ritorno- disse alzando la voce, ma se ne pentì subito quando si accorse che in quel modo le faceva più male il torace.

- non fare la cocciuta hai bisogno di cure e non abbiamo soldi per chiederle a qualcuno qui vicino- disse Simon prendendo le sue spade e pulendole tenendo sempre d’occhio la ragazza.

- e va bene- disse alla fine lei – ma dopo tu sparisci dalla mia vista- disse lei arrabbiata.

- non credo-

- cosa?- chiese la ragazza leggermente irritata.

- ho detto che non credo di voler sparire dalla tua vita- ripeté il moro riavvicinandosi alla ragazza e prendendo in spalla il suo zaino caduto poco lontano.

- e se io non ti volessi tra i piedi?- chiese lei, anche se era la prima a non essere convinta di quelle parole. Quella sera passata nella locando le aveva fatto capire che quella per Simon non era una semplice cotta.

- mi infilerò nella tua vita a forza- disse il moro a pochi centimetri dal volto della ragazza. Non resistette più e la baciò, come aveva immaginato di fare quella sera e le altre sere precedenti.

La ragazza rimase sorpresa da quel contatto, ma non bloccò Simon, anzi schiuse la bocca permettendo al ragazzo di inserisci la lingua. Il bacio divenne in poco tempo passionale e con attenzione Simon circondò la vita dell’argentea per poi far aderire i loro corpi.

Si staccarono solo per il bisogno di aria.

- alla faccia che non mi volevi nella tua vita- sussurrò il moro leccandosi le labbra che ancora avevano il sapore di quelle di Veronique.

- pensavo non in questo senso- disse invece la ragazza abbassando il capo leggermente in imbarazzo. Era stato il suo primo bacio.

- andiamo a casa okay?- chiese Simon mettendole una ciocca di capelli che le era sfiggita dalla coda dietro l’orecchio.

La ragazza annuì sgusciando fuori dall’abbraccio di Simon.

- da che parte?- chiese il ragazzo guardandosi intono per orientarsi nella foresta.

- a nord- disse Veronique iniziando a camminare verso la direzione che aveva appena detto.

- ti fa parecchio male?- chiese Simon avvicinandosi alla sua ragazza, poteva definirla tale vero?, mentre la vedeva camminare con fatica.

- si, ma credo che alla fine mi abituerò. Il villaggio è parecchio lontano e noi abbiamo poco cibo- disse lei accettando volentieri la mano che Simon le stava porgendo.

- vai con calma, nel caso mi metterò all’opera io- disse il moro stringendo la mano di Veronique.

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Erano passati sei giorni da quando i due ragazzi avevano deciso, o meglio da quando Simon aveva deciso, di ritornare nel villaggio di Veronique per curare le ferite della ragazza che andavano sempre di più a peggiorare visto che l’argentea si sforzava troppo.

- ci stiamo fermando troppo spesso, di questo passo non arriveremo che tra due o addirittura tre settimane- disse la ragazza sbuffando quando Simon si sedette sull’erba.

- non mi interessa, stai peggiorando e hai bisogno di riposo- disse il ragazzo incrociando le braccia

al petto mentre anche la ragazza si sedeva al suo fianco e poggiava la testa sulla spalla di lui.

- e se le persone che ci stanno inseguendo, perché sono sicura che qualcuno ci stia inseguendo, ci raggiungono?-

- me ne occupo io tranquilla- disse il moro mettendo un braccio intorno alla vita della ragazza sempre delicatamente. Sapeva che era proprio quello uno dei punti che faceva più male alla ragazza e non voleva di certo nuocerle.

- smettila di trattarmi come porcellana, se mi fai male te lo dico- disse irritata la ragazza prima di sedersi a cavalcioni su Simon che la guardò sorpreso.

- cosa vuoi fare?- chiese il ragazzo, ma ottenne come risposta un bacio dalla ragazza che ricambiò volentieri.

La ragazza fece una leggera pressione sulle spalle di Simon tanto che il ragazzo si abbassò fino ad arrivare a toccare a terra con la schiena senza però interrompere il bacio con Veronique.

- dovresti riposare- disse il moro una volta che si staccarono dal bacio.

- mi sto riposando- disse la ragazza con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. Simon alzò un sopracciglio leggermente scettico, ma non protestò ritornando a baciare le labbra della sua ragazza.

Le avrebbe dovuto parlare dei suoi poteri, ma non era quello il momento.

 

 

- fra un po’ farà buio- disse Veronique osservando il sole che poco alla volta stava scomparendo coperto dagli alberi.

- è colpa tua se abbiamo fatto poca strada-

- non mi sembra che ti stessi lamentando più di tanto prima- disse la ragazza con un leggero ghigno sulle labbra vedendo il suo fidanzato diventare rosso. Era davvero bello vedere con un ragazzo grande e grosso potesse imbarazzarsi per davvero così poco. Okay, per entrambi era stata la prima volta, ma la ragazza non pensava che Simon avrebbe reagito in quel modo.

- come sei tenero- disse infatti la ragazza abbracciando da dietro il moro che sorrise.

- già, siete davvero teneri, peccato che mi serva il moretto- i due ragazzi si girarono verso la direzione dalla quale proveniva la voce di una donna, donna che apparve subito dopo con un ghigno stampato sulle labbra.

- cosa vuoi e chi sei- disse Simon proteggendo con il suo corpo Veronique.

La donna rise di gusto alle domande di Simon.

- sono Jessica e sono qui per reclamare il nuovo signore oscuro- disse lei incrociando le braccia e facendo in modo di far ondeggiare i suoi lunghissimi capelli neri.

- qui non c’è nessun signore oscuro- disse Simon cercando di non far tremare la voce, non avevano mai voluto Veronique, volevano lui.

- io invece lo vedo benissimo proprio difronte a me. Il mio caro Alara non c’è più quindi devo pur sempre reclamare il mio nuovo signore-

- qui non c’è nessun signore oscuro sparisci troia- disse Veronique stringendo forte le braccia intorno alla vita di Simon. Lo stava sentendo tremare da quando quella donna aveva detto signore oscuro e la ragazza stava cercando di capire perché.

- ma se è proprio tra le tue braccia, oh aspetta non dirmi che Simon non ti ha detto di essere un dominatore dell’oscurità?- disse la donna con una faccia sorpresa davvero molto finta. Simon digrignò i denti mentre stringeva i pugni, non voleva che Veronique lo venisse a sapere in quel modo.

- cosa? Simon dimmi che sta scherzando- disse la ragazza completamente scioccata dalla rivelazione.

- anche se so dominare l’oscurità non vuol dire che sarò il nuovo signore oscuro- disse Simon portando una mano dove erano intrecciate quelle di Veronique. Voleva rassicurarla in qualche modo senza perdere di vista Jessica.

Veronique dal canto suo si congelò sul posto. Simon era davvero un dominatore dell’ombra. Ma allora perché non le aveva detto niente.

- invece si, nessuno può resistermi- disse la donna mentre i suoi occhi da castani diventavano completamente bianchi. Il corpo di Simon si irrigidì tra le braccia di Veronique e poco dopo si mosse spontaneamente verso la donna che fece ritornare i suoi occhi castani.

- Simon dove stai andando?- chiese l’argentea completamente spaventata dal comportamento del suo ragazzo che aveva appena raggiunto la mora. Il suo sguardo ambra sembra vacuo.

- adesso è sotto il mio controllo. Simon baciami- disse la donna sorridendo vittoriosa verso Veronique alla quale vennero le lacrime agli occhi quando vide i due baciarsi davanti ai suoi occhi.

- troia lascia il mio ragazzo ora!- gridò la dominatrice dell’aria usando il suo potere per colpire la donna senza successo.

L’argentea venne bloccata dalle ombre di Simon che si era portato in avanti per impedirle di attaccare. Le lacrime sul volto di Veronique iniziarono a scendere con molta più velocità.

- ti prego Simon io ti amo- disse la ragazza cercando negli occhi ambra del moro qualche segno di vita, ma quello che ottenne fu solo uno sguardo freddo che la guardava cose se non esistesse.

- povera piccola, senza il tuo ragazzo non riuscirai mai a raggiungere casa, meglio così- Jessica rise per poi scomparire nell’oscurità creata poco prima da Simon, Simon che seguì la donna senza rivolgere una seconda occhiata dietro di se.

Una volta che l’oscurità che avevano usato i due scomparve, scomparve anche quella che teneva imprigionata la dominatrice del vento che canne in ginocchio mentre le lacrime continuavano a rigarle la faccia.

Rimase così per qualche altro minuto, poi con decisione si alzò e decise di continuare a camminare. Doveva arrivare il più in fretta possibile al villaggio. Doveva farsi curare, poi sarebbe andata salvare Simon, era una promessa.

E poi c’era un’altra cosa importante che doveva fare, Alara era morto quindi quelle stuoide guardie potevano anche sloggiare.

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Veronique stava cercando di non urlare per il dolore mentre l’anziana Veig, curatrice del su villaggio, le tastava la schiena per capire quali danni ci fossero e la gravità degli stessi.

- mi puoi spiegare come pensavi di poter resistere senza farti curare? Lo sai che devi stare a riposo per un bel po’? È un miracolo che non ti sia fatta niente di grave- borbottò la donna prima di fasciare stretto il torace della ragazza per impedirle di muovere parti che non doveva muovere altrimenti avrebbe aggravato la situazione.

Veronique era arrivata nel suo villaggio dopo due settimane da quando Simon era stato catturato da Jessica, e ci aveva messo così poco solo perché un mercante doveva andare verso il villaggio e lei si era fatta caricare sopra il suo carro.

Quando era arrivata si era ritrovata tutti gli abitanti del villaggio, o quasi, che la guardavano con rimprovero. Non doveva scappare in quel modo dal villaggio, ma non riusciva più a vivere in quel posto.

L’unica persona che l’aveva accolta con il sorriso sulle labbra era stata Yrja. La ragazzina di 15 dominatrice del fulmine era la più piccola del villaggio. Tutti altri ragazzi avevano dai 19 anni in su, come Veronique, e l’argentea era l’unica persona con cui la piccola mora aveva legato di più.

In realtà la piccola peste, come amava chiamarla Veronique, era stata l’unica ragione per la quale la dominatrice dell’aria aveva tardato la sua partenza. Non voleva lasciarla da sola, ma alla fine il suo bisogno di libertà aveva prevalso.

- Alara è morto- disse Veronique a Veig quando quest’ultima ebbe finito di fasciarle il torace. La donna la guardò scettica.

- magari fosse vero bambina mia- disse infatti la donna scuotendo la testa. - credo che non ci libereremo mai di quell’uomo-

- Veig credimi, Alara è morto ed è tempo di cacciare quelle stupide guardie da qui- continuò la dominatrice del vento sicura di quello che stava dicendo. Quando glielo aveva detto Simon nemmeno lei ci aveva creduto, ma il fatto che fosse apparsa Jessica reclamando il nuovo signore dell’ombra era una conferma che le parole di Simon erano vere.

- Ver non possiamo, se Alara non è morto rischieremo grossi guai e lo sai bene-

- ti dico che è morto!-

- chi è morto?- chiese Yrja entrando nella casa di Veig che fungeva anche da infermeria portando alla signora le erbe medicinali che aveva raccolto.

- nessuno tesoro- disse la donna lanciando un’occhiataccia in direzione di Veronique. - Ver è stanca e farfuglia cose senza senso-

- io non farfuglio- borbottò l’argentea alzandosi dalla brandina.

- devi stare a riposo-

- lo so, voglio solo camminare un po’, Yrja mi controllerà- disse l’argentea facendo sorridere la mora che lasciò subito le erbe e corse verso la porta seguita subito dopo da Veronique.

- allora Ver, cosa hai fatto in questi mesi?- chiese la più piccola con il sorriso sulle labbra.

- mangiato topi arrosto, ucciso bestie d’ombra, incontrato guardie di Alara e baciato un ragazzo- elencò la dominatrice dell’aria sussurrando di proposito l’ultima parte.

- hai baciato un ragazzo? DAVVERO? E adesso dov’è?- chiese la mora che nonostante tutto aveva sentito perfettamente.

- si, è un po’ complicato da spiegare, ma appena mi rimetterò in sesto andrò a cercarlo- disse Veronique con una leggera malinconia nello sguardo. Le mancava Simon da morire, anche se a volte era irritante comunque lo amava. Forse il fatto di aver vissuto per più di un mese a stretto contatto con il moro le aveva fatto accettare tutto di lui.

- oh abbiamo una ragazza innamorata qui- ridacchiò Yrja che non aveva mai visto la sua Ver interessata a qualche ragazzo prima di allora, c’era comunque da dire che quelli del loro villaggio erano tutti dei cessi.

- cavolo voglio anch’io uscire di qui e trovarmi un ragazzo- disse poi la mora.

- mi sa che per l’ultima parte tuo padre non sarebbe molto d’accordo- disse Veronique ridacchiando per la faccia scocciata che fece la ragazzina.

- lui mi rinchiuderebbe in una bolla di cristallo per tutta la vita. Lo so che i miei hanno attraversato momenti difficili e non vogliono perdermi, ma non succede niente se per una volta mi allontano un poco dal villaggio- disse Yrja sospirando sconsolata. Lei non era mai uscita dal villaggio e la cosa stava iniziando a pesarle parecchio.

- avrai anche tu la tua occasione-

- la mia occasione l’avrò quando Alara creperà- disse con rabbia Yrja. Veronique abbassò lo sguardo. Voleva dirglielo, dirle che Alara era morto, ma non lo fece. Veig l’aveva zittita e lei non poteva far altro che aspettare che la notizia della morte del signore oscuro arrivasse anche li. Cosa che non sarebbe successa a breve purtroppo.

- aspetta, quindi appena ti rimetterai in sesto partirai di nuovo?-

- si, devo cercare il mio ragazzo- disse Veronique alzando le spalle.

- e tornerai qui? O te ne andrai per sempre?-

- certo che tornerò qui! Te lo devo presentare- disse Veronique ridacchiando e facendo in modo di far ridere anche Yrja.

- è ovvio, hai gusti davvero particolari tu quindi se ti piace sarà un bellissimo pezzo di manzo-

- ehi vedi che è mio-

la due ragazze continuarono a scherzare per tutto il tempo e nemmeno si accorsero di essere arrivate all’ingresso del loro piccolo villaggio. Una volta notato ciò fecero dietrofront per non incrociare le guardie. Erano odiose e per ogni cosa facevano un casino assurdo.

- ehi dove credete di andare!- gridò una guardia e le due ragazze, credendo che si stesse rivolgendo a loro, si rigirarono, ma la guardia non ce l’aveva con loro, ma con un ragazzo dai capelli rossi come il fuoco che stava entrando tranquillamente dentro il villaggio.

- ti ho detto di fermarti- continuò la guardia bloccando il ragazzo per un braccio.

- molla subito il mio braccio o ti incenerisco faccia- disse il rosso creando nella mano libera delle fiamme vive.

- questo è territorio di Alara non potete fare come volete-

- certo invece- continuò il rosso. Altre guardi erano arrivate circondando il rosso che non aveva possibilità di scamparla.

- andatevene immediatamente via da qui- disse una voce dietro i fitti alberi. Le guardie si guardarono confuse mentre dalla foresta uscivano altri tre ragazzi.

- perché siete ancora qui? Smammate- disse ancora il ragazzo dai lunghi capelli neri e gli occhi rossi come sangue. Le guardie non se lo fecero ripetere una seconda volta e lasciarono l’ingresso del campo alla velocità della luce.

Le due ragazze si guardarono confuse prima di rivolgere nuovamente il loro sguardo verso i nuovi arrivati.

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Yrja e Veronique guardavano i quattro nuovi arrivati leggermente spaventate, erano riusciti a far andare via le guardie di Alara in meno di un secondo e ciò non sembrava essere qualcosa di buono.

- andiamo via prima che ci vedano- disse Veronique iniziando ad incamminarsi verso il centro del villaggio.

- ehi voi due- ad entrambe si congelò il sangue nelle vene, ma furono costrette a girarsi. Le aveva chiamate il ragazzo dai capelli rossi che si stava avvicinando piano piano insieme agli altri.

- potete dirci un posto dove poter mangiare qualcosa di caldo? Stiamo morendo di fame- tutta la voce autoritaria di prima era scomparsa lasciando spazio ad un tono abbastanza tranquillo e cordiale.

- certo- disse Veronique che non capiva cosa avessero quei ragazzi e sopratutto perché il moro dagli occhi rossi le ricordava qualcuno.

I sei arrivarono nel centro del villaggio in pochissimo tempo dove tutti gli abitanti stava allestendo tavoli e panche.

- cos’è?- chiese l’unica ragazza del gruppo degli stranieri che aveva i capelli biondi e lisci.

- visto che siamo pochi ogni sera mangiamo tutti insieme intorno al fuoco- disse Yrja che fino a quel momento non aveva aperto bocca.

- ma è una cosa bellissima- disse sempre la bionda guardandosi intorno contenta – di sicuro il cibo non è schifoso come quello delle mensa- continuò facendo ridere gli altri tre ragazzi.

- se posso chiedere da dove venite?- chiese Veronique mentre raggiungeva Veig insieme ai ragazzi.

- da Medina- disse il ragazzo castano che non aveva ancora aperto bocca. Fu in quel momento che Veronique si accorse che i suoi occhi erano eterocromatici.

- è parecchio lontano da qui. Cosa vi porta dalla capitale in questo luogo?- chiese Yrja.

- una ricerca- disse il rosso.

- Veig- disse Veronique una volta che furono arrivati davanti alla signora che guardò con un cipiglio i quattro stranieri.

- chi siete? Cosa volete?- chiese infatti sulla difensiva.

- veniamo da Medina, stiamo cercando delle persone- disse il ragazzo dai capelli neri che aveva fatto scappare via le guardie.

- chi cercate? Qui non c’è nessuno di Medina- disse la signora stringendo le labbra in una linea sottile.

- Ty e Gioser Arlett- continuò il moro.

- non so chi siano- disse Veig con apparente calma mentre Yrja era diventata un blocco di ghiaccio.

- ne siete davvero sicura?- chiese ancora il moro.

- sicurissima ragazzo e ora se non vi dispiace andatevene- disse guardandosi intorno cosa che fece anche Xavier curioso.

- state cercando le guardie?- disse il rosso guardando con gli occhi neri ridotti a due fessure la signora.

- non sono fatti vostri. Sparite prima che di l’allarme.-

- le guardie le abbiamo mandate via noi, ora diteci la verità. Siamo in viaggio da un mese buono e ci siamo girati quasi tutti i villaggi con le guardie di Alara. Ty e Gioser Arlett sono qui?- disse il rosso con rabbia.

- Richard calmati- disse invece il moro stringendogli un braccio.

- cosa volete?- chiese una voce maschile che fece girare tutti i presenti verso di se. Un uomo sulla quarantina si stava avvicinando al gruppo con passo fiero e sguardo indagatore.

- cosa ci fai qui?- chiese Veig in totale panico.

- cercano me no? Cosa volete?- chiese ancora l’uomo che aveva appena rivelato di essere Gioser Arlett.

Richard riconobbe in lui una versione più grande di Simon e gli occhi del suo Xavier, rossi come fuoco ardente.

- Alara è stato sconfitto, voi potete ritornare a Medina- disse Richard capendo che il suo ragazzo non avrebbe aperto bocca da quanto tremava.

- Alara sconfitto?- chiese Gioser con occhi increduli mentre anche Yrja sgranava gli occhi. Veronique sorrideva felice guardando Veig con sguardo di chi ti dice “te lo avevo detto”.

- come fate ad esserne sicuri?- chiese Veig non fidandosi di quei ragazzi.

- perché abbiamo combattuto contro di lui. È morto, è finita- continuò Richard con orgoglio. Avevano vinto contro Alara e nessuno poteva dire il contrario.

- se è vero ciò che state dicendo allora perché le guardie erano ancora qui?- chiese Yrja.

- perché non sapevano nemmeno dell’attacco- disse Xavier facendo una smorfia, l’avevano riconosciuto come figlio di Alara, quindi non erano stati avvertiti di niente.

- quindi noi dovremmo credervi sulla parola? No grazie-

- Veig! Stanno dicendo la verità. Ho incontrato un’altra persona che diceva la stessa cosa- disse Veronique non potendo più sentire la donna scettica.

- un’altra persona? Chi?- chiese Xavier animandosi improvvisamente.

Veronique si immobilizzò un attimo, poi rispose:

- un ragazzo moro che combatteva con due spade gemelle- disse la ragazza stringendosi le braccia intorno al corpo.

- dov’è adesso?- chiese ancora Xavier che si era improvvisamente animato.

- lo conoscete?- chiese Veronique sconvolta. Se loro lo conoscevano significava che Simon veniva da Medina.

- si, è mio fratello- disse il moro abbassando lo sguardo triste. - è stato lui ad uccidere Alara, ma è scappato subito dopo la battaglia e non sappiamo dove sia finito. Dov’è?-

Veronique sgranò gli occhi, era stato Simon a sconfiggere Alara? Il suo ragazzo aveva sconfitto il peggior dominatore di tutta la storia e non glielo aveva detto?

- io, non lo so. Ci siamo separati un po’ di tempo fa- mentì la ragazza. Di certo non poteva parlare li davanti a Gioser, Yrja e Veig. Non poteva dire ciò che era successo. Guardò il moro negli occhi cercando di fargli capire che non era vero e lo vide fare una faccia strana per poi annuire.

- quindi Alara è stato veramente sconfitto?- chiese ancora per sicurezza Gioser.

- si- disse Richard sorridendo mentre stringeva forte la mano di Xavier.

- anche il suo esercito?-

- quello che ha portato con se in battaglia si, perché?- chiese Richard facendo finta di non capire dove voleva andare a parare l’uomo. Stava cercando di capire che fine avesse fatto il suo secondogenito senza sapere che era proprio a sue passi da lui.

- curiosità personale. Come facevate a sapere che io e mia moglie eravamo ancora vivi?-

- me lo ha detto Alara credendo di stare per uccidermi e che quindi niente sarebbe trapelato, ma poi è stato lui quello ad essere ucciso- disse Xavier prendendo un po’ di coraggio.

- perché ti avrebbe detto una cosa del genere?- chiese Gioser confuso.

- perché mi aveva fatto credere di essere suo figlio quando non era vero- disse il ragazzo abbassando il capo. In un secondo si ritrovò stretto tra le forti bracci di Gioser e non ci pensò due volte prima di ricambiare l’abbraccio.

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Dopo che Gioser aveva abbracciato il figlio tutti li avevano lasciti soli, tutti tranne Yrja che guardava i due con le lacrime agli occhi, lacrime di gioia.

- è stato Simon ad ucciderlo?- chiese dopo un po’ Gioser non lasciando andare in figlio. Xavier riuscì solo ad annuire mentre respirava il buon odore del padre.

- sono così felice che tu stia bene- continuò l’uomo impedendo al ragazzo di uscire dalla sua stretta.

- e io sono felice di avervi ritrovati- disse il ragazzo.

- lo devo dire a Ty, sarà felicissima- disse ancora l’uomo decidendo finalmente di lasciare la presa e guardando attentamente il figlio che aveva i suoi stessi occhi ma assomigliava molto di più alla madre.

- Simon sarà stato contento di scoprire che eravamo vivi immagino- disse Gioser asciugando una lacrima del figlio con il pollice.

- in realtà non lo sa, e non sa nemmeno che sono suo fratello. Non sono riuscito a parlargli quando stavamo combattendo contro Alara e poi io sono stato ferito gravemente, quando mi sono ripreso erano passati cinque giorni e lui era già sparito chissà dove- disse il dominatore della luce sentendosi in colpa per quello che era successo.

- non è colpa tua Xav, lo troveremo- disse l’uomo sorridendogli. - appena arriva Ty ci devi raccontare tutto, sopratutto di cosa c’è tra te e il rosso- Xavier divenne un pomodoro.

- come te ne sei accorto?- chiese quasi in un sussurro.

- sembravate molto uniti-

- è il mio ragazzo- disse Xavier abbassando il capo.

- bene, ti devo presentare una persona- disse Gioser girandosi in direzione della figlia che era rimasta in disparte. Xavier si accorse solo in quel momento che era rimasta solo la ragazzina.

- Yrja lui è Xavier, Xavier lei è Yrja, tua sorella- Xavier sgranò gli occhi per poi guardare meglio la ragazzina che aveva difronte e sorriderle. Capelli neri, occhi ambra che tendevano al rosso, era un mix tra lui e Simon.

- ciao- disse lui mentre la ragazza scoppiava in lacrime mentre lo abbracciava stretto.

- ho sentito parlare di te e Simon così tanto che volevo incontravi assolutamente, ma avevo paura che non ci sarei mai riuscita-

 

 

- è stato strano- disse Richard dopo cena mentre era seduto vicino al fuoco con la testa di Xavier poggiata sulla sua spalla.

- cosa?- chiese il moro che teneva gli occhi chiusi.

- essere presentato ai tuoi genitori e a tua sorella- continuò il rosso.

- ti adorano, e ancora di più quando hanno scoperto di chi sei figlio- disse il moro stringendo la mano al suo ragazzo.

- già, ma credo sopratutto perché è stato grazie a me che sei passato dalla nostra parte-

- quanto siamo modesti-

I due scoppiarono a ridere felici mentre guardavano il fuoco scoppiettare. In quel villaggio c’era una bellissima quiete che li faceva rilassare.

- ragazzi posso parlarvi?- chiese una voce facendo girare i due verso la figura della dominatrice dell’aria.

- riguarda Simon vero?- chiese Xavier. La ragazza annuì e si sedette al loro fianco.

- credo sia al palazzo di Alara-

- a fare cosa?- chiese Xavier stupito.

- stavamo venendo qui insieme perché ero stata ferita e mi stava aiutando a tornare a casa quando ci siamo imbattuti in una donna. Ha detto di essere Jessica e..-

- Jessica la dominatrice delle illusioni?- chiese Xavier scattando a sedere dritto in un nanosecondo.

- si, lui mi ha protetta, ma è stato incantato da lei che lo ha portato dalla sua parte-

- com’è possibile? Lei riesce a incantare solo le persone che hanno una mente instabile, Simon è forte non si farebbe mai influenzare da lei- disse Xavier sconvolto.

- invece è successo e credo di sapere anche come ci è riuscita- disse l’argentea mettendosi una ciocca di capelli che le era uscita dalla coda dietro l’orecchio.

- come?- chiese Richard al posto del ragazzo.

- credo che Simon stesse combattendo una battaglia dentro se e che Jessica ne abbia approfittato prendendo due piccioni con una fava-

- che battaglia-

- è un dominatore dell’oscurità-

- cosa? Ma ha sempre detto di non avere poteri!-

- credimi li ha usati contro di me una volta che è stato ipnotizzato da quella donnaccia.-

- ora si può spiegare anche come ha fatto ad uccidere Alara tanto velocemente, e forse anche perché è scappato- disse Richard guardando verso il cielo stellato.

- perché non ci ha detto niente?- chiese Xavier a se stesso sentendo le lacrime uscirgli dagli occhi per la seconda vola quel giorno.

- non ne ha parlato nemmeno con me, credo che l’avesse scoperto da poco come potere comunque-

- perché avrebbe dovuto parlarne con te e non con noi che siamo i suoi migliori amici?- disse Richard con un pizzico di indignazione.

- ero la sua ragazza- disse Veronique mentre una lacrima le scendeva sulla guancia.

- eri la sua ragazza?- chiese incredulo Richard. Lei annuì soltanto continuando a guardare il fuoco davanti a se.

I tre rimasero in silenzio per un po’ poi fu Xavier a parlare.

- hai detto che è molto probabilmente al palazzo di Alara-

- si-

- io so dov’è, vieni con noi?- le chiese il moro sorridendole.

Veronique gli sorrise a sua volta e annuì.

- grazie-

- non devi ringraziarci, senza di te non avremmo mai saputo nulla sulla posizione di Simon-

- scusa per prima- disse dopo un po’ Richard – non immaginavo che tra voi ci fosse stato qualcosa-

- fa niente, spero solo che una volta ritornato in se mi voglia ancora come sua ragazza- disse lei stringendosi nella braccia per il freddo che iniziava ad avvertire.

- credo proprio di si, non credo si farebbe sfuggire una ragazza così bella- continuò il rosso.

- devo essere geloso?- chiese Xavier alzando un sopracciglio.

- lo sai che amo gli uomini- disse Richard al suo ragazzo per poi baciarlo.

Veronique sorrise a quella scena ed in silenzio si allontanò dai due. Sperava che le parole di Richard fossero vere e che Simon la volesse ancora nonostante tutto.

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Due giorni dopo l’arrivo dei quattro ragazzi di Medina sia Gioser che Ty erano pronti a partire per ritornare a casa dopo 17 anni.

I ragazzi sarebbero partiti quello stesso giorno per andare a riprendersi Simon. Non avevano detto quello che era successo realmente, avevano solo detto che volevano andarlo a cercare e sia Gioser che Ty non avevano fatto storie.

Anche Yrja aveva deciso di voler andare con il fratello e alla fine i ragazzi erano stati costretti ad accettare dopo che la ragazza li aveva quasi fulminati al loro primo no.

In realtà Xavier non voleva mettere in pericolo la sua sorellina, ma vedendo quello che aveva fatto con il potere simile a quello del padre aveva deciso che sarebbe potuta risultare utile durante la battaglia.

Si era sicuro ci sarebbe stata una battaglia e sperava solamente di non dover ferire il suo fratellone.

- a cosa stai pensando?- chiese Richard mentre tutti e sei camminavano nella foresta guidando il resto del gruppo verso il palazzo di Alara.

- a Simon, non voglio combattere contro di lui- disse Xavier.

- nemmeno io voglio combattere contro il mio migliore amico. Riusciremo a portarlo dalla nostra parte-

Xavier sorrise sperando di riuscirci veramente. Se veramente Simon era pieno di dubbi e indecisioni riguardo ai suoi poteri sarebbe stato più semplice per Jessica controllarlo e più difficile per loro riportarlo dalla parte giusta.

- allora com’è che vi siete messi insieme tu e Simon?- chiese curiosa Charlotte più dietro dei due ragazzi a una quasi imbarazzata Veronique.

- dopo che avevamo appena finito di litigare- disse Veronique attorcigliandosi una ciocca di capelli argentei.

- ho sempre pensato che gli ci volesse una ragazza che gli tenesse testa, anche se all’inizio pensavo di poter essere io- disse Charlotte sorridendo alla ragazza che la guardò stupita.

- non mi ha mai vista in quel modo quindi alla fine sono stata costretta a farmene una ragione quando mi ha rifiutata. È stato quello stesso giorno che ho conosciuto Lucas- disse poi la bionda guardando in direzione di quello che era diventato il suo ragazzo, ed era stata addirittura lei a chiederglielo.

- mi fa un po’ strano adesso- disse Veronique leggermente in imbarazzo.

- tranquilla, ormai mi è passata la cotta- disse Charlotte facendole l’occhiolino.

 

 

- ci sono degli intrusi- disse Jessica seduta sul trono che era stato di Alara mentre guardava il suo burattino che si trovava in piedi al suo fianco.

- vai a catturarli- disse guardando negli occhi che erano diventati spenti per via della sua ipnosi. Il ragazzo piegò la testa e scomparve oltre la porta.

Fece il corridoio fino ad arrivare all’ingresso del castello che sembrava parecchio silenzioso. Si guardò intorno in cerca di quegli intrusi che Jessica voleva che colpisse, ma non c’era traccia di persone vive.

Si distrasse un secondo e subito si ritrovò scaraventato sul muro da una folata di vento.

Si rimise subito in piedi cercando la provenienza della folata di vento quando la vide. I capelli argentei legati nella loro solita coda alta con solo due ciocche che dispettose scendevano davanti alla faccia. I suoi occhi grigi lo stavano guardando cercando di trovare qualcosa in lui.

Simon si avvicinò alla ragazza con passo svelto e lei fece per attaccare nuovamente, ma le sue braccia furono bloccate da dei fasci d’ombra.

- Simon liberami immediatamente!- disse la ragazza cerando di far sgusciare fuori le braccia senza riuscirci.

Il ragazzo era a poca distanza da lei e la ragazza iniziò a tremare. Lei era da sola li.

Avevano deciso di dividersi per tenere occupata Jessica e poter prendersi Simon, ma mai avrebbe immaginato che quella strega avrebbe mandato proprio Simon in ricognizione. Gli altri erano tutti andati, attraverso diverse vie, verso la sal principale.

Simon le era arrivato vicinissimo e la ragazza aveva seriamente paura che la uccidesse da un momento all’altro, ma quello che fece il ragazzo la lasciò senza parole...in tutti i sensi.

Il moro aveva poggiato le sue labbra su quelle della ragazza e la stava baciando con passione mentre anche lei rispondeva a quel bacio. Le erano mancati da morire quei baci.

Poco dopo si accorse che i suoi polsi erano stati liberati e in un secondo fece finire le braccia intorno al corpo di Simon mentre lui la stringeva per la vita.

Quando si staccarono Veronique poté vedere il suo riflesso negli occhi ambra del ragazzo che erano ritornati pieni di vita.

- sapevo saresti arrivata- disse il ragazzo con un sorriso bellissimo sulle labbra mentre le metteva una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

- quando, quando sei rinsavito-

- al tuo ti amo- disse il ragazzo mentre lei sgranava gli occhi.

- e perché non hai fatto qualcosa prima?- chiese lei leggermente arrabbiata.

- Jessica è pericolosa, avevo bisogno di più persone per tenerla a bada. Mi dispiace per quello che è successo nella foresta- disse il ragazzo rattristandosi un po’.

- non fa niente, perché non mi hai detto di essere un dominatore dell’ombra?-

- perché avevo paura del tuo giudizio. Hai sempre detto di non sopportare Alara quindi pensavo che se ti avessi detto la verità tu...-

- Alara ha ucciso i miei genitori è ovvio che io lo odi, ma tu non hai fatto niente. Le ombre fanno parte di te ma esse non fanno di te un mostro, anzi puoi dimostrare che non era il potere a rendere Alara cattivo, ma lo era e basta- poi la ragazzo lo baciò nuovamente.

- con chi sei venuta?- chiese il ragazzo tenendo sempre stretta a se l’argentea.

- con tuo fratello e i tuoi amici- disse la ragazza sorridendo. Simon si accigliò.

- io non ho un fratello- disse Simon confuso.

- ma lui ha detto che sei suo fratello- disse anche Veronique abbastanza confusa da quella situazione.

- okay, lasciamo perdere per il momento. Dove sono?- chiese Simon.

- stanno andando verso la sala principale.

- okay andiamo-

- hai qualcosa in mente?- chiese la ragazza sgusciando malvolentieri dalla presa di Simon. Il ragazzo le sorrise facendole capire che aveva un piano.

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


- ma che carino Xavier, non pensavo di mancarti tanto- disse Jessica quando vide entrare nella sala del trono Xavier insieme ad altri insignificanti ragazzini.

- non mi sei minimamente mancata strega- disse lui guardandola male per poi cercare Simon per la stanza ma di lui non c’era traccia.

- se stai cercando il mio nuovo signore oscuro ho brutte notizie per te, lui non è qui- Xavier la guardò male.

- dov’è?- chiese Richard facendo spuntare una fiamma dal suo palmo.

- di certo non lo dico al figlio del governatore di Mediana-

- come lo sai?- chiese quello sconvolto.

- sei identico a tua madre, sai sono stata io a farla fuori quando è venuta qui-

- strega- disse il ragazzo scattando in aventi per incenerirla. Riuscì a bruciare una parte del trono, ma venne subito sbattuto contro il muro da una delle guardie che erano appena arrivate nella sala.

- Richard- gridò Xavier preoccupato prima di lanciare un fascio di luce proprio negli occhi della guardia che aveva ferito il suo ragazzo. Essa si ritrasse coprendosi la faccia ferita.

- mia signora- a quelle parole tutti i presenti si girarono verso Simon che era appena entrato nella sala e aveva catturato all’interno delle ombre Veronique.

A Charlotte venne un colpo come anche a Xavier.

- oh grazie mille tesoro- disse Jessica avvicinandosi al ragazzo e sorridendo sadica in direzione della ragazza imprigionata. Poi la donna baciò sulle labbra Simon facendo infuriare Charlotte che utilizzò il potere della terra per separarli sotto lo sguardo sorpreso di Veronique.

- che c’è sei invidiosa?- disse Jessica senza elimina il suo sorriso.

- certo che no sono fidanzata, però tesoro non si baciano i ragazzi degli altri- disse la bionda arrabbiata.

- ma Simon diventerà mio marito, non mi interessa se questa vecchietta- e tirò leggermente i capelli argentei di Veronique – era la sua ragazza-

Charlotte per la rabbia colpì il terreno con il piede facendo alzare pezzi di terra per poi dirottarli verso la donna aiutata dal suo ragazzo che, utilizzando metallo presente in quella stanza, fece degli spuntoni. Il colpo non arrivò mai alla donna perché venne bloccato da un pozzo di oscurità.

Jessica rise mentre Charlotte e Lucas guardavano stupiti Simon che aveva appena aiutato il suo nemico.

- Simon siamo noi- cercò di dire Xavier guardando negli occhi il fratello, ma essi sembravano essere spenti. - ti prego ritorna in te- sussurrò il ragazzo. Non voleva combattere contro di lui, e non aveva nessuna intenzione di combattere contro l’oscurità creata dal ragazzo.

- mio piccolo Xavier, il nuovo signore oscuro non ti può sentire- disse lei avvicinandosi al ragazzo dai lunghi capelli e gli occhi di fuoco.

- non tornerà mai come prima, sarà sempre sotto il mio contro….AH!- gridò la donna tirandosi leggermente indietro e guardando malissimo la ragazzina con i capelli neri che l’aveva appena colpita con un fulmine frapponendosi fra lei e Xavier.

- Yrja attenta- disse Xavier che si era preso uno spavento quando aveva visto quel fulmine arrivare.

- tu chi cavolo sei!- disse la donna che era ancora scossa per la scossa appena ricevuta.

- una persona che ti farà fuori- disse la ragazza facendo scaturire altre scintille dalle sue mani.

Jessica la guardò malissimo.

- che fate li impalati, attaccateli!- disse la donna alle guardie e allora ci fu il caos generale. I ragazzi, anche Richard che si era ripreso da poco, dovettero combattere con tutte le guardi del castello senza riuscire a raggiungere Jessica.

Xavier combatteva prevalentemente con il suo potere, ma aveva scoperto di avere un’arma ancora più utile a suo parere, le sue gambe. Le sue gambe che erano ricoperte di metallo e che quindi erano molto più resistente delle gambe normali e facevano anche più male.

Ci aveva messo parecchio per imparare a camminarci bene e a volte aveva ancora qualche difficoltà, però erano un’arma vincente se voleva stordire solamente le persone.

 

Veronique si era infuriata a morire quando Jessica aveva baciato il suo ragazzo, e si era infuriata molto anche con lui visto che aveva ricambiato il bacio. Le aveva fatto più rabbia quello e non che la donna le avesse dato della vecchia per i suoi capelli e glieli avesse tirati.

In quel momento la ragazza stava guardando malissimo Simon che sembrava veramente sotto l’effetto di Jessica, ma lei sapeva che non era vero. L’aveva visto quando attraverso il suo potere si era oscurato lo sguardo e poi delicatamente le aveva avvolto le ombre intorno per far finta di averla catturata. Il piano del ragazzo era geniale e la ragazza fremeva dalla voglia di uccidere Jessica subito.

La ragazza si sentì leggermente tirare e si trovò con l’orecchio vicinissimo alle labbra di Simon che avevano l’odore di quella troia.

- fra un po’ ti libero- le sussurrò per poi rimetterla nella stessa posizione di prima. Veronique guardò il suo profilo sempre più arrabbiata. Non aveva detto niente per giustificare quel bacio.

Simon fu di parola e poco dopo la liberò dalle ombre nonostante sembrasse che le fluttuassero ancora intorno.

La ragazza non perse tempo e scattò in avanti volando verso Jessica e tirandole un pugno in pieno viso. La donna, sorpresa di vederla libera, cacciò un orlo orribile.

- dovevi tenerla ferma- gridò poi in direzione di Simon che però non era più dove lo aveva lasciato. La donna si guardò in giro, ma non era rimasta nemmeno una guardia e tutti i ragazzi erano liberi anche se abbastanza confusi. Le guardi con le quali stavano combattendo erano scomparse all’improvviso.

- piccole pesti- disse la donna andando verso Veronique che aveva raggiunto gli altri. Ma indietreggiò subito perché dal soffitto spuntarono gli spuntoni di metallo e di pietra che erano stai assorbiti dall’oscurità di Simon.

Facendo un ultimo passo indietro la donna si trovò a sbattere contro un qualcosa di duro, fece per girarsi ma in un secondo si ritrovò una spada che le usciva dalla pancia.

- così impari megera- disse Simon per poi rimuovere la spada facendo cadere a terra il corpo e alzò lo sguardo verso i suoi amici facendo un piccolo sorriso.

Si ritrovò subito stretto tra le braccia di Veronique e felice ricambiò quell’abbraccio. Due secondi dopo uno schiaffo della ragazza gli fece girare la faccia.

- questo è per il bacio che hai dato alla troia-

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Capitolo 34
*** Epilogo ***


- scusa, ma se non avessi risposto al bacio se ne sarebbe accorta- disse il moro rigirandosi verso la sua ragazza per poi lasciarle un bacio sulla fronte.

- quante altre volte vi siete baciati?- chiese la ragazza titubante.

- mi baciava solo davanti a te- disse il moro sorridendole.

- ehm noi saremmo qui- disse Richard guardando Simon con un sopracciglio alzato. Il moro rise e poi, lasciando momentaneamente la sua ragazza, andò ad abbracciare il suo migliore amico.

- grazie per essere venuti- disse i moro stringendo forte il rosso a se.

- tu non puoi pretendere di sparire senza che noi veniamo a cercarti.- disse il rosso per poi mollare un pugno sul braccio del ragazzo. - perché cazzo non hai parlato con noi invece di scappare a gambe levate?- disse il rossa arrabbiato.

- avevo paura okay? Ho sempre creduto di essere senza poteri e poi arriva Alara che mi dice che sono come lui, secondo te come mi sono sentito?- chiese Simon capendo perfettamente la rabbia dell’amico.

- potevi parlarne con me o con Charlotte, ci saremo sempre per te- disse Richard per poi riabbracciare il ragazzo, ma il secondo abbraccio non durò molto visto che il rosso venne spostato da Charlotte che abbracciò a sua volta il suo migliore amico per poi lasciargli un bacio sulla guancia.

- quando ti sei ripreso?- chiese la bionda sorridendogli.

- quasi subito dopo che mi aveva ipnotizzato- disse il ricco sorridendo a Veronique che ricambiò il sorriso.

- quindi prima era stata tutta una scenata?- chiese incredula la bionda e quando il moro dagli occhi ambra annuì lei lo schiaffeggiò.

- e questo per cosa?- chiese il ragazzo massaggiandosi la parte colpita.

- per aver baciato quella megera davanti a Vero- disse la bionda per poi correre verso l’argentea e abbracciarla.

- quando sono diventate amiche quelle due?- chiese Simon abbastanza confuso.

- mentre venivamo a salvarti- gli disse Richard ridacchiando.

Simon sorrise in direzione delle due ragazze per poi guardare Xavier e sorridergli.

- sono felice che ti sei svegliato-

- anch’io. Non ho più le mie gambe ma rifarei quello che ho fatto mille volte ancora- disse il minore dei due fratelli per poi abbracciare Simon di slancio.

- grazie per essere venuto a salvarmi- disse Simon – di nuovo- poi ridacchiò abbracciando il fidanzato del suo migliore amico che sembrava non aver minimamente voglia di staccarsi da lui.

- tutto okay Xav?- chiese poi Simon quando sentì il ragazzino singhiozzare mentre ancora lo abbracciava. Il ragazzo annuì soltanto mentre continuava a tenerlo stretto. Cercò gli occhi di Richard per capire cosa stesse succedendo ma il rosso gli stava sorridendo come se sapesse qualcosa che lui non sapeva.

Xavier si staccò poco dopo con le guance ancora rigate di lacrime.

- scusa- disse asciugandosele – sono successe così tante cose che...- prese un respiro profondo per poi continuare. - ti ricordi il giorno che hai ucciso Alara quando ti ho detto che dovevo dirti una cosa importante?- chiese Xavier e vedendo l’altro annuire continuò – ecco Alara mi ha detto che non ero suo figlio e che… che ero tuo fratello, io...- il ragazzino non finì di parlare che si ritrovò stretto di nuovo nell’abbraccio di Simon e questa volta fu il maggiore dei due che non voleva più staccarsi dall’altro.

Ora Simon capiva di cosa stava parlando Veronique quando l’aveva incontrata nella sala.

Passò molto tempo prima che i due si staccassero.

- mi sono arrabbiato molto quando ho scoperto che eri scappato chissà dove- disse Xavier dando un piccolo pungo al ragazzo più grande che sorrise.

- ma adesso sono qui e ti prometto che non scapperò più-

- e fai bene altrimenti ti ammazziamo- disse Yrja intromettendosi nella conversazione.

- cosa?- chiese Simon che non aveva ancora capito chi fosse quella ragazza.

- vuole dire che se scappi di nuovo i tuoi fratelli ti fanno il culo- disse Xavier che sorrise vedendo la faccia sconvolta di Simon alla parola fratelli.

- questa era l’altra cosa che dovevo dirti, mamma e papà sono vivi e appena mi sono rimesso siamo partiti per cercarli. Li abbiamo trovati più o meno tre giorni fa e ho scoperto che abbiamo una sorellina- Xavier mise un braccio intorno alle spalle di Yrja che gli sorrise – mamma e papà sono tornati a Medina e noi siamo venuti qui a prenderti. Veronique è con noi perché il villaggio dove abitava era lo stesso dei nostri genitori- Simon lo lasciò finire prima di fiondarsi nuovamente sui due e abbracciarli. Abbracciare i suoi fratellini, coloro che doveva proteggere, ma era stato lui a farsi salvare da loro.

- troppe notizie belle in un solo giorno- sussurrò Simon all’orecchio dei due che sorrisero.

- secondo te mi ammazza?- chiese Richard sottovoce a Lucas che era al suo fianco mentre guardavano la scena felici.

- per il momento credo non abbia ancora realizzato niente, ma fidati che qualcosa ti fa sicuro- disse il castano ridacchiando per poi mettere un braccio intorno alle spalle di Charlotte che gli si era appena avvicinata.

- farò leva sul fatto che sono il suo migliore amico- disse sempre Richard cercando di autoconvincersi della cosa, ma aveva una paura matta di far innervosire Simon.

Passò un bel po’ di tempo prima che i tre si staccassero dall’abbraccio.

- torniamo a casa- disse Xavier e gli altri due sorrisero. Poi però Simon gli prese il polso bloccandolo.

- posso...posso chiedervi il favore di non dire niente di quello che è successo qui? Non voglio essere paragonato ad Alara- disse il ragazzo.

- tranquillo saremo muti- disse Veronique avvicinandosi e baciandogli una guancia.

- grazie- disse Simon lasciando il polso di Xavier che gli sorrise per poi andare verso Richard e abbracciarlo.

- ah Richard?- il rosso stava ancora abbracciando il suo ragazzo quando sbiancò al sentire la voce di Simon rivolta a lui – prova a farlo soffrire e ti infilo nelle ombre- Richard annuì spaventato dalla minaccia mentre Xavier se la rideva nascosto nell’incavo del collo del dominatore del fuoco.

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