Albion e Onore

di MsLucry94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Lewyn ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Lewyn ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Nymeria ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Nymeria e Gerold ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Le prigioni delle Torri Gemelle erano un posto freddo, umido, terribile. Nymeria lo sentiva fin dentro le ossa, ma non osava sperare che quella terribile situazione potesse in qualche maniera cambiare. Era passato un tempo che sembrava infinito da quando era stata rinchiusa li dentro, ma poteva ritenersi fortunata, almeno lei era ancora viva, cosa che non si poteva dire di tutti quelli che erano con lei alle nozze tra Edmure Tully e Roslin Frey. Incredibile come un evento che doveva essere gioioso come delle nozze si fosse trasformato in uno dei peggiori agguati e massacri della storia. Lei non era una donna del nord, come la carnagione evidenziava, ma aveva creduto a Robb Stark, aveva visto in lui il re che sarebbe potuto essere molto prima che venisse definito tale. Fin da bambini gli aveva detto che sarebbe stato un grande uomo, forse anche migliore di suo padre, e secondo lei questo sarebbe successo. Robb era una persona con un grande senso dell’onore, proprio come suo padre, ma vedeva in lui una luce diversa, un modo di porsi che lo avrebbe fatto risplendere. Incredibile come tutto questo fosse finito in una sala per banchetti, a un matrimonio per colpa di una famiglia troppo orgogliosa. Che i Frey non avessero proprio un’ottima fama era risaputo da tutti, ma nessuno si sarebbe mai immaginato che arrivassero a tanto. In fondo le leggi sull’ospitalità sono sacre in tutti i Sette Regni e quello che era successo andava ben oltre l’immaginabile. Nessuno le diceva nulla, era stata catturata e portata lì, una volta al giorno arrivava una persona con pane duro e acqua perché mangiasse qualcosa, ma nessuno rispondeva alle sue domande. Che cosa ne sarebbe stato di lei, avrebbero chiesto un riscatto alla sua famiglia? L’avrebbero uccisa? Queste domande la tormentavano tutte le notti, non sapere quello che sarebbe stato il suo futuro era una tortura. Eppure tutto questo era già successo, 17 anni prima, alla fine di un’altra guerra, ma allora era solo una bambina di otto anni che aveva appena perso tutti i suoi riferimenti nella vita, cosa poteva capire di quello che altri decidevano per lei. Adesso invece era una donna, forte, temibile e nessuno l’avrebbe mai piegata. Il motto della sua famiglia in questo era chiaro: Mai inchinati, mai piegati, mai spezzati. Era una Martell, figlia di una Guardia Reale e avrebbe affrontato il suo destino a testa alta.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Lewyn ***


Approdo del Re, 22 anni prima… Passeggiare lungo le rive del fiume delle Acque Nere dopo la mezzanotte, uno dei pochi piaceri che riesco a ricavarmi ad Approdo del Re. Incredibile come la propria vita possa cambiare, come un semplice mantello bianco ti faccia riconsiderare tutto. Un grande onore, non c’è dubbio, ma anche un pesante compito. La Guardia Reale era sempre stato il mio sogno, vero, ma la capitale me l’aspettavo diversamente. Sporca, una cacofonia di gente, così diversa da Lancia del Sole e dai Giardini dell’Acqua a cui era abituato a Dorne. Eppure la Fortezza Rossa e tutto il suo apparato sono una cosa indissolubile, incredibile, che solo vivendola si riesce veramente a capire. Sono stato fortunato, questo non posso negarlo, ormai sono quasi due anni che vengo poco alla capitale, stanziato con il principe ereditario a Roccia del Drago, un’isola lontana da tutto quello che può comportare la capitale. Sono solo, una delle poche volte, e guardo la notte intorno a me, rilassato, non è il momento migliore della giornata, questo è vero, ma so quello che faccio. Questi momenti solo per pensare in riva al fiume sono un piacevole passatempo, un modo per staccare la spina quando, una volta al mese torniamo ad Approdo del Re al seguito del principe. Il principe, non sono mai riuscito a farmi un’idea precisa su di lui, incredibile come quel ragazzo sia cresciuto. L’ho conosciuto come un bambino di sette anni, piccolo, molto curioso di tutto tranne la cosa fondamentale: la spada. Rintanato sempre nella sua stanza con un libro, non si è fatto vedere nella piazza d’armi fino ai dieci anni. Incredibile e inconcepibile per la tradizione dorniana, ma sempre incredibile è stato come in poco tempo sia diventato un abilissimo guerriero. Fatto cavaliere a diciotto anni si è sempre dimostrato una persona squisita, con modi perfetti, da vero cavaliere. Anche troppo per il mio modo di vedere. Il suo atteggiamento è stato ancora più incredibile, pensando alla sua crescita. Io sono arrivato che lui era troppo piccolo, ma il mio ex scudiero è arrivato che Rhaegar aveva ormai 17 anni ed era un uomo. Incredibile come due persone profondamente diverse possano capirsi così bene. Rhaegar e Arthur, l’amicizia più strana a cui abbia mai assistito. Uno un principe tutto cavalleria e onore, fermamente convinto di arrivare vergine fino al matrimonio, profondamente a disagio con le donne. L’altro un vero dorniano, casanova e frequentatore di bordelli. Ho sempre pensato che fosse l’onore ad averli uniti. L’onore e il fatto che il re avesse fatto di Arthur la guardia personale del principe. Mi avvicino all’acqua, è una serata fresca, così diversa dal caldo torrenziale di Dorne, ma piacevole e meno umida rispetto a Roccia del Drago. Presto devo rientrare, domani mattina all’alba devo dare il cambio al lord comandante davanti alla porta del re, ma mi voglio ancora godere di questa pace. Quando… Una figura riversa sulla riva del torrente. Piccolissima. All’inizio penso che sia un animale, ma poi vedo meglio. Un bambino. Nudo, quasi completamente immerso nel fiume, sembra morto tanto è immobile. Cosa ci farà qui tutto solo? Mi avvicino, spada in pugno, non si sa mai che sia un trucco, ma mi rendo quasi subito conto del mio errore. Il piccolo apre gli occhi, quasi di scatto, spaventato. Incredibile quella creatura ha gli occhi viola. Ma non solo ha anche i capelli argentati. Se non fosse per la sua carnagione olivastra potrebbe essere un appartenente alla famiglia reale. Mi guarda spaventato, rannicchiandosi, lo sguardo posato unicamente sulla mia spada ancora ben in vista. La metto via, quella creatura mi fa tenerezza, sento l’impulso di aiutarla. Deve avere una famiglia da qualche parte. Un bambino così piccolo tutto solo sul fiume deve essere stato notato. Ma forse no, fondo delle pulci è pieno di orfani anche più piccoli che vanno in giro tutti soli anche sul fiume. Per la maggior parte delle volte a rubare e quindi le persone hanno imparato a stare lontani da loro. Provo ad avvicinarmi ancora, ma il bambino si ritrae. Nonostante la spada non sia più in vista, ha visibilmente paura di me. Povero piccolo, non voglio neanche sapere da cosa viene questo terrore. Non conosco di persona la terribile esperienza degli orfani, ma da quello che ho sentito, è qualcosa di spaventoso. Lasciati completamente a se stessi, con nessuno che si occupi di loro, mangiano solo quando rubano qualcosa, cosa molto pericolosa, e quando vengono beccati a rubare, la legge è terribile con loro, anche se sono solo bambini, anche piccolissimi. - Ciao, piccolino, come ti chiami? – gli chiedo, cercando di fargli togliere gli occhi dalla spada, ora nel fodero. Niente, non mi risponde. Mi guarda stralunato, come se non riuscisse neanche a capire quello che dico. Probabilmente è troppo piccolo per capire. Avrà al massimo tre anni, e forse è anche straniero. Il suo aspetto è molto eloquente. Rimangono in pochissimi con quelle caratteristiche. A parte la famiglia reale di Westeros, rimangono solo pochi abitanti di Lys che vantano i colori dell’antica Valyria e il bambino potrebbe venire da lì. Lui purtroppo non conosco le lingue delle Città Libere, parla a malapena dieci parole di alto valyriano e delle altre lingue non ne conosco neanche una parola. Continua a guardarmi, ma almeno ha tolto gli occhi dalla spada, forse inizia a fidarsi, in fondo è solo un bambino, e fa un piccolo sorriso. Magari non ha capito quello che gli ho detto ma ha deciso di fidarsi. Mi accovaccio davanti a lui e gli faccio un bel sorriso e gli accarezzo i capelli, scompigliandoli e infine mi accorgo che è una bambina non un bambino. La tiro su, piano piano, senza strattoni e cercando di non farle male, non sembra ferita, ma vorrei tanto poterla portare da un maestro per averne la certezza, ma questo è impossibile. La Guardia Reale non può avere né moglie né figli, non posso portare la bambina dentro la Fortezza Rossa senza il permesso del Re o del Principe, cosa impossibile. Non la faranno mai entrare, lei non è nessuno per loro, neanche per me in realtà. Devo farmene una ragione. Ma non ce la faccio, la sua faccina speranzosa mi fa scattare qualcosa dentro. Sento di doverla proteggere a tutti i costi, ma come fare? La copro con il mio mantello bianco, sono senza armatura, ma il mantello lo porto sempre, il freddo della sera sta diventando pungente e la bambina è bagnata fradicia. In braccio si rannicchia contro di me, e poggia la testa contro la mia spalla, con gli occhi chiusi. Mi alzo e inizio a incamminarmi verso la città. Magari non dentro la Fortezza Rossa, ma la porterò almeno in città al sicuro, in qualche modo. Il principe è partito per le rovine del castello di Sala dell’Estate con la sola compagnia di Arthur come guardia. Con il re non ho possibilità per la bambina, lui non la accetterebbe mai, ma il principe è diverso. Ha un cuore gentile, e spesso aiuta gli orfani. Magari potrebbe accettare di farla crescere alla sua corte a Roccia del Drago e farla diventare una dama di compagnia o una serva personale presso il castello. La bambina sembra tranquilla, ha gli occhi chiusi, forse si è addormentata, il suo respiro tranquillo mi rende felice. Ma all’ultimo, quando penso che sia felice nel regno dei sogni dice una cosa, una cosa incredibile. Una sola parola, ma una parola che cambierà le nostre vite per sempre. - Nymeria. – e poi chiude veramente gli occhi addormentandosi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Lewyn ***


Una sola parola, ma che parola. Il suo nome. Il nome della bambina. Un nome che mi fa capire troppe cose. Perché per avere quel nome e quella carnagione quella bambina può essere figlia solo di due persone. In realtà solo di una. Incredibile. Non lo sapevo neanche. Era stata solo una notte di quattro anni prima. Era stato un errore. Una missione a Lys per conto della corona, una notte poco movimentata e un errore. Non lo poteva definire in altro modo. Un bordello, una donna bellissima con la carnagione chiarissima, occhi viola e capelli argentati. Gli stessi colori della bambina. Ma la sua carnagione parlava da sola. Carnagione olivastra. Carnagione di Dorne. Anche suo nipote, Oberyn, che era stato per lungo tempo ad Essos, poteva essere il padre della bambina, in fondo tutta Dorne conosceva la sua passione per i bordelli. Ma se le voci erano fondate, Oberyn aveva già avuto delle figlie bastarde e queste condividevano con il padre il taglio degli occhi da vipera. Cosa che la bambina che aveva in braccio non aveva. Non poteva crederci. Nonostante il suo giuramento, stava tenendo in braccio sua figlia. Come avrebbe fatto a spiegarlo a tutti. Il giuramento era chiaro, una guardia reale non aveva figli, non c’erano accezioni. Non era mai successo il contrario nella storia, quindi non sapeva cosa lo avrebbe aspettato se si fosse scoperto. Ma si sarebbe scoperto presto se avesse portato la bambina con sé come aveva pensato prima. Poteva lasciarla lì e fare finta di nulla, ma più ci pensava e più quella cosa gli sembrava terribile. Come avrebbe fatto ad abbandonare sua figlia. Stava ancora pensando con la bambina addormentata in braccio quando sentì arrivare due cavalli. Stavano andando al passo, tranquilli, senza fretta. Si spostò per farli passare e si accorse presto che si trattava del principe e di Arthur di ritorno da Sala dell’Estate. - Lewyn, tutto bene? – chiese Arthur quando, più vicino, si accorse di avere davanti il suo vecchio mentore. - Sì, sì, stavo solo passeggiando in riva al fiume – - E il fagotto che tieni in mano? – - Una bambina? Cosa succede? – Ecco il principe che si fa avanti. Incredibile, ha capito subito cosa avevo in braccio. - L’ho trovata in acqua, nuda – - Capisco, potremmo portarla dentro e farla vedere dal maestro Pycelle – - Pensavo la stessa cosa – - Non sarà difficile farla passare per la figlia di una serva di cucina e poi penseremo a lei – - Grazie, Rhaegar – Quando non siamo in pubblico, Rhaegar ha impedito a tutte le guardie che sono di stanza con lui a Roccia del Drago di chiamarlo in altro modo che per nome. Incredibile come odi tutta la formalità intrinseca nel suo ruolo. Solo per questo in tanti vedono in lui già un ottimo sovrano, anche migliore di suo padre. Prendo il mio cavallo, lasciato lì vicino e mi unisco ai due per ritornare dentro il castello. La prima parte del mio piano ha avuto successo. Il problema sarà quando dovrò spiegare come mai questa bambina mi assomiglia tanto. Il principe non è stupido, e nemmeno il maestro Pycelle, se ne accorgeranno subito. Decido di anticipare tutto parlandone direttamente lungo la strada. - Rhaegar, penso che ci sia un problema – - Quale? – - La bambina potrebbe essere mia figlia. – - Cosa? – - Durante la missione a Lys, sono finito in un bordello, la donna aveva occhi viola e capelli argentati, come la bambina. Adesso lei ha anche la pelle olivastra tipica dei Martell, e si chiama Nymeria. – Arthur è il primo a capire, è stato per dieci anni il mio scudiero a Lancia del Sole e proviene anche lui da Dorne. - Il vostro nome di famiglia. Tutti i Martell portano come secondo nome Nymeros. – - Esatto. Non ho mai detto il mio vero nome in quel bordello, ma come nome ho dato Nymeros. In fondo è un nome che viene da Essos. – - Essos. Anche tuo cugino è stato per tanto tempo lì. Potrebbe essere sua figlia. – - Impossibile. Ho sentito che le figlie di Oberyn hanno gli occhi da vipera come lui. – - Tua figlia. Una figlia avuta che eri già una Guardia Reale. Una situazione difficile. – - Mi dispiace, mio principe. Non volevo mettervi in una situazione difficile. – - La situazione difficile non è la mia. Ma la vostra e quella della bambina. Come pensate di risolverla? – - Non lo so, ci stavo pensando. Ero sotto copertura in una città che vive di schiavi sessuali. Sua madre era proprio una di queste. Le persone con le quali mi sono incontrato per stringere l’accordo mi hanno portato loro lì dentro e solo dopo aver fatto quello che ho fatto hanno firmato. – - Ottimo piano. Semplice. Sei stato costretto per far firmare l’accordo. Neanche il re sarà contrario a questo. – - Magari il lord comandante sarà meno felice. – Sghignazza allegramente Arthur. - Questo magari è vero, ma se è stato fatto per la corona, neanche ser Gerold avrà nulla da dire. Ottimo piano. Mi piace. Sarà anche più semplice spiegare come mai la bambina si trova a corte. Non sarà una serva. Rimarrà a corte come la figlia di una Guardia. Senza disonore. Magari più avanti potresti anche riconoscerla e darle il nome Martell. – - Non lo so. Vedremo. Intanto facciamo in modo che tutti l’accettino. Poi penseremo anche al resto. – - Giusto. Adesso muoviamoci. È tardi, dobbiamo rientrare. – Il resto del tragitto fu fatto in silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri. Aver trovato una spiegazione a prova di indagine sulla bambina lo aveva tranquillizzato, ma rimaneva preoccupato. Come avrebbe cresciuto la bambina. Anche se gli altri avessero accettato la sua presenza, cosa non del tutto scontata, sarebbero stati sei uomini a crescere una bambina piccola. Sarebbe stato più semplice che le insegnassero come tenere in mano una spada che come fare una riverenza. Il portone della fortezza mi sembra la mia sentenza. Adesso tutto è in ballo, niente di diverso da quello che ho detto al principe deve essere anche solo pensato dentro al castello o saranno guai per tutti. La fama del maestro delle spie, lord Varys, lo precede ovunque nei Sette Regni. Penso che peggio di lui ci fosse solo Bloodraven e le sue stregonerie. Dentro è caldo, rispetto alla riva del fiume e ancora pieno di persone che vanno e vengono, soprattutto servi che finiscono le loro incombenze prima di andare a dormire. Non è stata una serata di banchetto, anche perché il re non ama questo tipo di serate, quindi il castello si è quietato presto. La strada fino alla torre del maestro è deserta, difficile trovare qualcuno da queste parti quasi a mezzanotte, e sicuramente anche il gran maestro starà dormendo. Infatti, arrivati davanti all'entrata della torre, ci rendiamo conto che dentro è tutto silenzioso, nessun rumore fa pensare che qualcuno stia facendo una qualsiasi attività che non sia dormire. Ma il principe è sempre un principe, neanche essere tirato giù dal letto ad un orario impossibile dà adito a lamentele da parte di Pycelle. A quanto pare la bambina sta bene, infreddolita, ma non ha subito nulla di serio dentro il fiume. Pycelle chiede comunque di lasciarla a lui per la notte per sicurezza e tornare domani. Gli chiedo dalla sua esperienza quanto crede che abbia, anche se le mie supposizioni sono vere e la bambina è mia figlia concepita in quel bordello a Lys dovrebbe avere poco più di tre anni. E Pycelle conferma… tre anni, massimo massimo quattro, ma lo ritiene improbabile. Non dice una parola sull’aspetto della bambina, ma lo vedo trattenere un sorrisetto e guardare verso di me. A quanto pare quella bambina mi deve assomigliare un po' se anche una persona che conosco relativamente poco come il Gran Maestro nota una certa somiglianza.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Nymeria ***


Apro gli occhi in un posto che non conosco, che posto strano è questo. Dove sono finita? Le pareti sono di qualcosa di solido. Non sento più freddo e c’è tanta luce. Mi guardo intorno senza capire, non ho mai visto un posto simile, non ricordo nemmeno cosa sia successo. L’ultima immagine è quella di un uomo con la pelle scura che si avvicina. Sembrava una persona cattiva, almeno all’inizio, ma poi si è dimostrata una persona molto gentile. Non ho capito una parola di quello che ha detto, in questo posto parlano una lingua che non conosco, ma il suo mantello era caldo e il suo sorriso sincero. Continuo a guardarmi intorno, intimorita, quella persona gentile non si vede, in realtà non si vede nessuno qui, sono di nuovo tutta sola. Improvvisamente si apre una porta ed entra una persona vecchia, con una folta barba, una persona strana, diversissima dalla persona gentile. Si accorge che sono sveglia e si avvicina, dicendo qualcosa, che io non capisco. Lui mi guarda e sorride, probabilmente ha capito che io non lo comprendo, ma lui non parla la mia lingua. Si avvicina ancora di più, solo che non mi riesco a fidare, non fa nulla di male, ma i suoi occhi non sono buoni come quelli dell’altro. Mi alzo in piedi, spaventata, e corro verso la porta, non mi piace quel posto e non mi piace quella persona, voglio solo andarmene. Magari trovare anche quella persona e provare a ringraziarla, anche se non capisco neanche lui, possibile che tutti parlino solo questa lingua strana in questo posto? Incredibile, dove sono finita? La porta è vicina e si apre facilmente, ma il luogo dietro di essa è sconosciuto e vuoto. Non c’è nessuno. Dove posso andare? C’è un corridoio che va sia da una parte che dall’altra, devo scegliere, ma dove? Sento il vecchio che si avvicina alla porta e prendo una direzione a caso, da qualche parte devo pur arrivare. Corro corro, senza una meta, quando vedo una persona davanti a me. Non la vedo in faccia, ma noto subito un particolare. Un mantello bianco. La persona di prima! Volevo incontrare proprio lui. Che fortuna! Mi nascondo dietro il mantello, intimorita che il vecchio mi trovi. - Ciao, piccolina – mi dice quella persona e finalmente sento una lingua conosciuta, quindi qualcuno che parla la mia lingua c’è in questo posto. E mi accorgo di essermi sbagliata. Non ha la stessa voce dell’altra persona. Ha solo lo stesso mantello. Ma la sua voce è gentile. Mi sporgo leggermente da dietro il mantello, per sicurezza, e provo a guardarlo, anche se sono dietro di lui. Non lo vedo in faccia, ma la sua presenza sembra rassicurante. Molto più del vecchio di prima. Mi decido, voglio vedere come è fatto. Esco da dietro il mantello e gli vado davanti, un po’ timorosa, ma decisa. È un uomo imponente, grande e grosso, rivestito di acciaio che sembra bianco come il mantello, capelli scuri, occhi scuri, enorme. Non so come descriverlo, ma la sua faccia sembra simpatica e riesco a capirlo. - Ciao – dico, ancora poco sicura. - Da cosa ti nascondevi? – - L’uomo anziano – - L’uomo anziano? Quello nella torre? – - Sì, sì, è un uomo cattivo. – Lo vedo che aggrotta la fronte, forse non ha capito di chi sto parlando. Magari qui dentro ci sono molte persone come l’uomo anziano, non posso saperlo. - E io non sono cattivo? – chiede, sorridendomi. - No, tu no – rispondo sicura. Il suo sorriso parla per lui. - Sei sicura che lui sia cattivo? – - Non mi piace il suo sorriso e non capisco quello che dice – - Ti rivelo un segreto. Pochi parlano la tua lingua, nemmeno l’uomo che ti ha salvata la conosce. Ma di lui ti fidi? – - Sì, lui è gentile e mi ha dato il suo mantello. Faceva tanto freddo. – - Giusto. Ti garantisco che anche l’uomo nella torre non è cattivo. È un maestro. Ti guarisce quando sei malato. – - Potrebbe avere un sorriso migliore. – - Magari potrebbe. Ma adesso dobbiamo tornare da lui. Ti starà cercando ovunque, preoccupato. – - Va bene. – Non so neanche come si chiama, ma è gentile quando mi prende in braccio per riportarmi indietro. Guarda avanti, sicuro, e cammina veloce. - Io mi chiamo Nymeria – dico, tanto per dire qualcosa. - Ser Gerold Hightower – risponde lui. Che nome strano, penso, ma ormai siamo già arrivati davanti alla porta dalla quale sono fuggita prima. Lì troviamo la persona di prima, che guarda il corridoio, preoccupato. Si avvicina con una strana espressione sulla faccia, non capisco cosa ci sia di male in quello che vede e dice qualcosa. Sono arrabbiata, non capisco proprio quello che dicono, è una seccatura. Gerold parla la mia lingua, non capisco perché gli altri no. - Lui è il maestro Pycelle, si occuperà di te per un po’, vado a prendere una persona e torno. – mi dice Gerold. Sorrido non molto contenta. Non mi piace quell’uomo anziano e il non capirsi è un grosso problema, ma Gerold mi ha detto che non è cattivo e poi ha anche detto che torna subito. Sta via pochissimi minuti, e torna finalmente con la persona di ieri. Che bello! Finalmente lo rivedo! Lo devo ringraziare, assolutamente. È stato così gentile. La prima persona gentile in questo posto. Deve essere un aspetto fondamentale per queste persone con il mantello bianco. Non so neanche come si chiama. Sorrido felice, e provo a dire qualcosa, ma vedo che non mi capisce, uffi devo assolutamente imparare questa nuova lingua. Vedo che loro si parlano e poi mi sorridono tutti e due. Guardo Gerold, l’unica persona con la quale posso parlare. - Cosa ne dici se ce ne andiamo? – annuisco contenta. Voglio andarmene da questo posto il prima possibile. Mi prende per mano l’uomo buono e usciamo. Davanti alla porta ci sono altri due uomini e una donna. Non conosco nessuno di loro, ma noto che un altro uomo ha sempre il mantello bianco, e l’altro uomo ha i capelli bianchi come i miei. - Ciao, piccolina. – mi dice l’altro uomo con il mantello bianco, sorridendo. Anche lui mi piace subito. Ha un sorriso gentile. - Ciao. – rispondo io. - Andiamo nelle mie stanze e facciamo un po’ di presentazioni. – dice l’ultimo uomo. Tutti annuiscono e ci avviamo verso un’altra ala di quel posto. È enorme. Appena arrivati davanti a una porta entriamo tutti tranne la donna. La stanza è bellissima. Un letto enorme, mobili scuri, uno scrittoio e un camino già acceso. Su un tavolino accanto al camino con due panche ricoperte da cuscini c’è anche un vassoio con del cibo e delle coppe per bere. Ci sediamo tutti sulle panche, e tutti mi guardano, con dei sorrisi, prima di prendere qualcosa dal vassoio e una coppa. Fanno un piattino anche per me, cosa di cui sono grata, ho una fame terribile. - Bene, adesso che abbiamo qualcosa sullo stomaco, possiamo parlare un po’. – dice l’uomo con i capelli bianchi. - Ser Gerold mi ha detto che ti chiami Nymeria. Bene, io mi chiamo Rhaegar, loro sono Arthur – e indica la persona che era con lui fuori dalla porta prima – e Lewyn – dice indicandomi il mio salvatore. Sorrido a tutti, hanno tutti nomi buffi ma sono gentili e il cibo è squisito. Mi sento proprio bene. - Da oggi vivrai con la corte nel mio castello, che non è proprio questo ma ci torneremo presto. Sarai seguita da un maestro che ti insegnerà la lingua comune, a leggere e scrivere. Ci occuperemo noi di te. – - Grazie. – non so cosa dire, nessuno si è mai preso cura di me, da quando io ricordo. Non so come sono finita in questo posto, come fosse la mia vita prima, non ho ricordi di persone che hanno mai fatto nulla di carino per me. Detto questo torniamo fuori e mi portano in una camera lì vicino, dove la donna che stava fuori mi aiuta a farmi un bagno caldo, mi infila una camiciola di lana e poi mi posso mettere nel letto enorme che c’è per dormire. Mi risveglio poco dopo in preda al terrore, ho visto dei draghi morti uccisi da un cervo e da un leone. Non capisco cosa possa significare, ma improvvisamente questa stanza non è più bella come prima, è troppo buia e poi sono sola in questo buio. Ho paura, singhiozzo rannicchiata e così mi trova anche zio Arthur, venuto a controllare che fosse tutto a posto. - Cosa succede? – mi chiede, sento che la mia lingua non gli viene facile come allo zio Rhaegar ma almeno qualche parola la parla, non come la donna di prima. - Ho paura, ho fatto un brutto sogno – gli rispondo. Si avvicina, comprensivo e cerca di sorridere in modo incoraggiante. – Non devi avere paura, non ti succederà nulla qui con noi, sarai la nostra mascotte. – Lo guardo senza capire. - Noi non siamo abituati ad avere dei bambini intorno. I principi sono un caso diverso, il nostro onore ci obbliga a proteggerli e mai avremo un vero rapporto con loro. Te sei la prima bambina che entra veramente nella nostra famiglia. Ti consideriamo già tutti un po’ come la figlia che non avremo mai. – Continuo a non capire, ma le sue parole e il suo sorriso mi tranquillizzano un po’. Non sono sicura di riuscire a tornare a dormire come prima, ma almeno non ho più così paura. - Facciamo una cosa, Lewyn è di turno adesso, la nostra torre è vuota. Per oggi ti porto lì a dormire, cosa ne pensi? – Faccio di sì con la testa, contenta. Mi prende in braccio e ci dirigiamo verso un’ala distante di quel castello. Inizia ad essere tutto confuso, sono stanchissima e il sonno si sta impadronendo di me, possibile che qui sia tutto bianco? Con questo pensiero chiudo gli occhi definitivamente, cullata dalla tranquillità che quelle braccia mi trasmettono.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Nymeria e Gerold ***


Questa è stato il mio primo giorno. Ho conosciuto tante persone e ho trovato la mia famiglia all’interno del mondo. Non è stato tutto facile, soprattutto all’inizio, se quelli che poi sono adesso per me i miei zii sono stati tutti gentilissimi, non tutti nel castello alla capitale e poi soprattutto a Roccia del Drago, il castello del principe, dove mi sono trasferita qualche giorno dopo hanno accettato la mia presenza come se nulla fosse. Il rapporto con quelli che per tutti sono solo le spade bianche del re, qui a Roccia del Drago sono in due in pianta stabile, il fatto che io chiamassi per nome sia loro che il principe Rhaegar, non è andato bene a tante persone per tanto tempo. La lingua è stata facile da imparare, così come le buone maniere e tutte quelle cose che secondo tutti qui una bambina di nobili natali deve sapere, ma nessuno è mai riuscito a farmi seguire lezioni di ballo, canto o peggio ancora di ricamo. Sono uno spirito libero, cresciuta in maniera molto libera da praticamente solo uomini. Il principe ha una moglie e una bambina, Rhaenys, di un anno più piccola di me, ma abbiamo due caratteri completamente differenti. Ci vogliamo bene e ci consideriamo come delle sorelle, ma Rhaenys è dolce e affabile come la madre, io invece sono cocciuta come poche, se mi metto qualcosa in testa è quasi impossibile farmi cambiare idea. Il maestro e la septa volevano che seguissi le lezioni che loro stavano dando alla principessina, ma io non ho voluto sentire ragioni. Le lezioni del maestro mi piacevano e mi piacciono ancora, ma le lezioni della septa non le sopporto. Odio tutto quello che cerca di insegnarmi e spesso scappo da lei e mi rifugio nel cortile degli addestramenti a guardare i miei zii che si allenano. Loro mi vedono, non mi sono mai nascosta, ma non hanno mai detto nulla. Sorridono e fanno finta di non sentire le lamentele della septa. E intanto io continuo a guardarli combattere. Mi piace troppo. Sono bravissimi. Le giornate continuano così, e sono ormai passati quasi tre anni da quel giorno ad Approdo del Re. Ci siamo tornati spesso alla capitale, circa una volta al mese, e tutte le volte quel posto mi fa paura. Ho gli incubi tutte le volte che siamo lì e per dormire un po’ passo le mattinate nel letto o di zio Arthur o di zio Lewyn, a seconda di chi ha fatto il turno di notte. Ma oggi è arrivata un’altra notizia. Si parte di nuovo, ma stavolta non si va alla capitale. Stavolta si va a nord. È stato eletto un nuovo Lord comandante dei Guardiani delle Notte, e il principe deve presenziare alla sua nomina per una vecchissima tradizione. Sono emozionata. Un viaggio a nord, a vedere questa famosa Barriera. Molti libri che abbiamo studiato con il maestro parlano di questa Barriera e di quelli che la proteggono, i Guardiani della Notte. Non so cosa pensare, sembra tutto molto emozionante, ma alcuni dicono che non è così, che questi guardiani in realtà sono criminali che hanno scelto quella via invece di essere uccisi o mutilati. Mi sembra una cosa orribile. Il permesso di partecipare anche io è stato veramente difficile da ottenere. Questa volta nemmeno i miei zii volevano, dicevano che era un viaggio troppo pericoloso per una bambina così piccola, che la Barriera non era un posto per una bambina e cose così, ma io mi sono impuntata, mi ci è voluto quasi un mese per convincerli, ma alla fine ce l’ho fatta. Vestito nuovo di velluto pesante e mantello e sono pronta, affronterò questo viaggio. Sono troppo piccola per cavalcare da sola, anche su un semplice pony, e il nord è impervio, così starò a cavallo con zio Lewyn. Sono felicissima. Il viaggio è lungo e faticoso e le tappe brevi, bisogna arrivare a destinazione velocemente. Grazie al cielo Roccia del Drago è un’isola e alla Barriera c’è un porto, così la maggior parte del viaggio lo facciamo in nave. Mi piace sempre molto viaggiare per mare. Vedere il mare che scorre davanti a me è stupendo, rilassante. Sono di nuovo vicino a un fiume, vedo una città in fiamme e tre draghi uccisi da altri animali, un leone e un cervo. Faccio spesso questo incubo, non ho idea di che cosa significhi, ma è terrificante. Mi sveglio in lacrime, non c’è nessuno con me in cabina e il buio è inquietante. Ho paura, ma non voglio urlare, si preoccuperebbero tutti per me, e io non voglio. Sento la porta aprirsi, e faccio finta di dormire, ma a quanto pare non sono credibile. Sento qualcuno che si avvicina. - Che succede? – è la voce di zio Gerald, ci ha seguiti anche lui in questo viaggio. - Perché piangi? – non voglio rispondergli, non ho mai raccontato a nessuno di questo sogno, anche se le notti insonni sono state tante. - Nymeria, vedo che sei sveglia, cosa è successo? – - Brutto sogno – rispondo io. - Me lo vuoi raccontare? – - No – - Magari se me lo racconti diventa meno brutto. – - No. – - Non lo puoi sapere – - Invece sì, è terribile, non voglio che succeda. – - Non succederà, qualsiasi cosa sia, è solo un sogno, non ti devi preoccupare di quello che ti fa vedere. – - Lo faccio sempre, quando non siamo a Roccia del Drago, ovunque siamo – - Magari è solo questo, senti la mancanza di casa – - Ma non sogno Roccia del Drago. Sogno draghi morti vicino a un fiume. – Ricomincio a piangere, alla fine sono riuscita a dire quello che vedo. - I draghi sono tutti morti da tanti anni, piccola, non può essere vero quello che vedi. Secondo me è solo mancanza di casa, niente di più. A Roccia del Drago non fai questo sogno, vero? – - No, ma lì c’è sempre qualcuno con me la notte e mi sento sicura. – - Adesso ci sono io per un po’, perché non provi a tornare a dormire? – - Non lo so, e se poi torna quel brutto sogno? – - Sono sicuro che non tornerà. – Sembra così sicuro, e così gli credo, e torno a dormire. Sembra tranquilla, è tornata finalmente a dormire, incredibile come questa bambina sia sensibile ai cambiamenti. Possiamo cercare quanto vogliamo di darle tranquillità quando non è a Roccia del Drago, ma in quelle notti è sempre tormentata dagli incubi. Ma anche lasciarla al castello con il principe, Arthur e Lewyn via non è una soluzione, ci hanno provato e la piccola è stata perseguitata dagli incubi ancora di più che in viaggio con loro. Alla fine hanno deciso di portarsela sempre dietro e cercare di starle più vicino possibile, per cercare di darle un minimo di tranquillità. Sono quasi sulla porta quando la vedo agitarsi nel sonno, si è addormentata abbastanza tranquilla, ma sta di nuovo avendo un incubo. Almeno adesso sappiamo quale sia, non ha mai voluto nemmeno raccontarlo, testarda come sempre. Mi riavvicino al suo letto, ma non la sveglio, sarebbe solo peggio. Abbiamo scoperto che un buon modo per calmarla è quello di appoggiarle sopra il mantello bianco con cui Lewyn la coprì quando la trovò quella sera. Non sappiamo come la bambina lo sappia, ma quello ha il potere di calmarla all’istante e farla dormire tranquilla. È poggiato sulla cassapanca ai piedi del letto, ripiegato. Lo prendo e glielo appoggio sopra e l’effetto è quasi immediato, la bambina si calma all’istante. Si raggomitola per bene dentro la calda stoffa, sorride e torna a dormire tranquilla. Aspetto un altro minuto, tanto per essere sicuro e poi esco dalla cabina, tornando al tavolo nella stanza comune sperando di far passare velocemente la notte di guardia. Queste guardie notturne sulla nave sono lunghissime, ma non succede mai nulla. I marinai sono di guardia fuori e noi della Guardia Reale, a turno siamo di guardia nella sala comune, dove si affacciano tutte le cabine che sono state adibite per gli ospiti. - Ser Gerald, ser Gerald – improvvisamente una voce mi ridesta. - Eri talmente assorto che poteva passarti davanti anche un estraneo. – è il principe, che si trova davanti a me con un faccia divertita accompagnato sia da Arthur che da Lewyn. - Scusate Altezza, stavo pensando. – mi alzo in piedi rosso di rabbia. Sono il Lord Comandante della Guardia Reale e mi sono fatto trovare in una situazione tanto sconveniente sia dal principe che da due miei fratelli. - Sì, questo era evidente. Nymeria dorme ancora? – per Lewyn la piccola è il primo pensiero. È un’ottima guardia, ma da quando ha scoperto che la piccola è sua figlia, il suo primo pensiero è sempre lei. Tutti noi ci siamo affezionati in questi due anni alla bambina. Sarà sempre per tutti la figlia che non potremo mai avere. All’inizio non è stato facile. La spiegazione che Lewyn ha dato di come sia stata messa al mondo in effetti è credibile, la missione richiedeva che lui facesse tutto quello che gli uomini di Lys chiedevano, ma avrebbe dovuto dirlo subito che era stato con una prostituta, una volta tornato. Prima di incontrarla quella mattina nel corridoio non ero per nulla convinto di quella presenza, per quanto il re, in un gesto di grande generosità, avesse già accettato la presenza della bambina. Ma vederla correre da me come se fossi la sua ancora di salvezza e poi nascondersi dietro il mio mantello, mi aveva aperto il cuore. Dal racconto di Lewyn sapevo che la bambina non parlava una parola della lingua comune, ma io parlo abbastanza di antico Valyriano, e quindi ho potuto comunicare con la bambina. Incredibile come i bambini si fidino subito di un adulto da solo un sorriso. - Sì, dorme. – - Meno male. – Vedo negli occhi degli altri un sollievo. - Si è svegliata stanotte, ma il mantello ha fatto il suo dovere. – Tutti noi sappiamo di questo particolare, perché almeno una volta l’abbiamo tutti calmata e fatta riaddormentare la notte, anche il principe. Anzi è stato proprio lui a trovare la soluzione del mantello. - Ancora? – - Sì, ma almeno stavolta mi ha detto qual è il suo incubo. – Quando ho finito di raccontare quello che la bambina mi ha detto vedo lo stupore negli occhi di tutti. - Draghi morti vicino a un fiume? – - Sì, principe. Non so cosa voglia dire, ma ne è terrorizzata. – - Non lo so, ser Gerald, non lo so neanch’io. Potrebbe voler dire tutto o nulla. Il fatto che lo faccia solo lontano da Roccia del Drago mi fa pensare che non sia nulla, solo le sue paure. In fondo è molto piccola. – - Passerà un po’ di tempo prima di tornare a Roccia del Drago. Dopo questo viaggio ci sarà il torneo. – Il torneo di Harrenhal. Non so cosa pensare in merito. Oswell, un confratello, è tornato a “casa” da suo fratello Walter e poco dopo questi aveva indetto un torneo con dei premi incredibili. Tutti aspettavano questo evento, anche noi, per mettersi in mostra. Anche Nymeria sembrava entusiasta e aveva ottenuto il permesso di poterci passare la spada in caso le lotte nelle lizze fossero passate dalla lancia alla spada.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


La prima cosa che si nota, quando si arriva alla Barriera è il freddo. Un freddo assurdo, che ti entra dentro le ossa. Siamo ormai quasi arrivati al Castello Nero, manca solo una giornata a cavallo e, nonostante i vestiti pesanti, siamo mezzi congelati. Guardo Nymeria davanti a me, menomale che è troppo piccola per cavalcare, così posso coprirla con il mio mantello mentre cavalchiamo insieme. Sembra tranquilla. Il suo incubo mi preoccupa, non so cosa possa significare. I draghi sono ormai estinti. Ma almeno adesso sappiamo cosa sogna. È stato un inferno riuscire a farla parlare. Troppo testarda anche solo per chiedere aiuto, è andata avanti per quasi tre anni a fare questi incubi tutte le volte che ci allontaniamo da Roccia del Drago. Nessun altro castello la tranquillizza, men che meno la Fortezza Rossa. Guardo la nostra meta avvicinarsi con un po’ di timore. Questo viaggio non ci voleva assolutamente. Saremmo dovuti rimanere a Roccia del Drago per finire di sistemare le cosa in vista del torneo di Harrenhal. Ormai mancano meno di tre settimane all’inizio e non tutto è stato definito. Oswell è stato una manna dal cielo, quando ha proposto la sua famiglia per organizzare un torneo in cui riunire tutti i grandi lord del continente per un concilio informale sulla situazione attuale. Il re sta perdendo la ragione, inizia a essere discusso anche fuori dalle mura della Fortezza Rossa, e molti lord si stanno muovendo di conseguenza, con alleanze che escludo le famiglie fedeli ai Targaryen. Tutto questo non è sfuggito al principe Rhaegar, che è sempre più preoccupato. Era da tempo che voleva fare qualcosa per cercare di arginare questo problema, e un torneo sarebbe stata la scelta migliore. Il problema poi era dove farlo, questo torneo. Roccia del Drago non è abbastanza grande, la Fortezza Rossa non era possibile, Dorne troppo lontana per la maggior parte dei lord, serviva un posto nelle terre dei Fiumi, ma i legami con la famiglia Tully non erano abbastanza buoni. Poi il colpo di genio, Oswell è un Whent. I Whent sono una famiglia di quella terra ricca, con un castello abbastanza grande e lui e suo fratello sono dei fedelissimi del principe. Oswell è stato mandato a parlamentare nel maggior segreto possibile, solo pochissime persone sapevano veramente il motivo del suo viaggio, neanche il lord comandante, ed è tornato con la risposta positiva di suo fratello in poco tempo. I Whent non sono una famiglia ricchissima, e questo poteva essere un problema. Per attirare la maggior parte delle famiglie, bisognava mettere in palio dei premi favolosi, ma anche a questo si è trovato presto una soluzione. Sarebbe stato il principe a finanziare per intero il torneo e i premi. Quando la notizia aveva iniziato a spargersi quasi tutti si erano fatti avanti, dagli Stark di Grande Inverno a molte famiglie dorniane, Baratheon, Arryn, tutte le più importanti famiglie avrebbero avuto almeno un campione a gareggiare e avrebbero mandato delegazioni. Solo i Lannister non avrebbero partecipato, ma questo ce lo aspettavamo tutti. I rapporti con il re ormai erano nulli e Tywin Lannister non aveva intenzione di partecipare. Avrebbe comunque mandato una delegazione e questo poteva bastare. - Zio, zio, siamo arrivati. – sento l’entusiasmo nella voce di Nymeria. Ormai ha preso a chiamarci tutti zio e la cosa ci ha fatto piacere, anche ai più brontoloni. - Si, piccolina, siamo arrivati, questo è il Castello Nero. – Lo guarda meravigliata, non ha mai visto nulla del genere. Entriamo accolti da molti guardiani della notte, ci aspettavano. La tradizione che ci ha portati qui è antichissima, e poco utilizzata, ma il fatto che il maestro di questo castello sia un Targaryen ha fatto sì che questa venisse ritirata fuori al momento della nomina. Non sappiamo quasi nulla di questo nuovo comandante, il suo nome è Jeor Mormont, e prima di prendere il nero era il lord di Isola dell’Orso, ma le nostre informazioni finiscono qui. Il castello è strano, diverso da quelli che ho visto, e il freddo è terribile. Il mantello dello zio aiuta, ma non abbastanza. Le persone qui dentro non hanno una faccia molto simpatica, e mi guardano in modo strano. Non capisco cosa vogliono. Non hanno mai visto una bambina? Lo zio scende da cavallo e aiuta anche me, finalmente mettiamo piede per terra, questa cavalcata da quando siamo sbarcati al Forte Orientale è stata lunga e faticosa. Adesso capisco perché non volevano portarmi con loro. Mi aggrappo al mantello dello zio continuando a guardarmi intorno. - Signori, sono felice che siate potuti venire, nonostante i vostri impegni. – È stato un uomo imponente a parlare, sembra quasi un orso. Mi accorgo che è davanti a tutti, nel cortile e si è appena alzato in piedi. - Era nostro dovere, l’elezione del nuovo Lord comandante dei Guardiani della Notte è un grande evento. – Mi hanno sistemato nella biblioteca mentre loro fanno quello che devono fare, qualsiasi cosa sia. Questo comandante non è stato per niente contento della mia presenza, e se anche non sono riuscita a sentire quello che diceva al principe, la sua faccia non lasciava dubbi. Non mi voleva qui. Alla fine è stato deciso di farmi aspettare in biblioteca che tutto fosse pronto per ripartire. Sono un po’ arrabbiata per questo, io volevo vedere meglio questo posto. Nonostante tutto sembra bellissimo. Ma sono praticamente segregata qui dentro. - Ciao, piccola. – sento una voce dietro di me. Alzo gli occhi al cielo, piccola, tutti mi chiamano solo così. Mi giro per ritrovarmi davanti una persona molto anziana. Cammina lentamente, aiutato da un altro uomo, e mi sorride. Finalmente qualcuno di gentile. E che bel sorriso, rassicurante. Poi noto i suoi vestiti e la catena. Quindi questo è il maestro di questo posto! - Salve – rispondo sorridendo di rimando. Sembra simpatico. - Ti piace la nostra biblioteca? – - Non ho ancora letto nulla. – - Perché no? Ci sono molti libri interessanti. Il principe ci metterà un po’ prima di finire. Così il tempo passerà più in fretta. – - Lo so. – Rimango in silenzio, non voglio fargli capire che sono arrabbiata. - Sei arrabbiata per qualcosa. – - Come fate a saperlo? – - È evidente. E poi io sapevo che voi adorate leggere. – Questo è vero, da quando maestro Teczis mi ha insegnato, ho divorato tantissimi libri, è bello scoprire mondi nuovi attraverso quelle pagine. Ma questo vecchietto come fa a saperlo? - Come lo sapere? – - Conosco bene la corte di Roccia del Drago. – - Siete stato maestro anche lì? – - Fra le altre cose. Ero il maestro di mio fratello. – - Vostro fratello? – Non capisco, Roccia del Drago è la residenza del principe ereditario Targaryen da sempre, come è possibile che il fratello di questo maestro… A meno che… - Quindi voi siete… - Non ce la faccio a dirlo, sembra incredibile. - Sì, esatto. Il mio nome è Aemon e quando ancora portavo un cognome esso era… - - Targaryen. Siete parente con zio Rhaegar. – - Esatto. Siete una bambina sveglia. – - Grazie. Come mai siete finito alla Barriera? – La curiosità è tanta, ho già incontrato altri parenti di zio Rhaegar, ma tutti sono alla Capitale, nessuno in un posto così lontano. - È una lunga storia. Diciamo che per il bene di mio fratello minore, ho deciso di prendere il nero. – - Dovevate volere molto bene a vostro fratello. – - Sì, molto. – Solo alcuni anni dopo scoprii il perché i suoi occhi diventarono tristi e distanti. - Grazie per aver partecipato, principe. La vostra presenza ha significato molto per noi oggi. – - Era mio dovere essere qui oggi, lord Mormont. Vi auguro di avere un comando pacifico. – - Pacifico lo vedo duro. I bruti sono sempre più agguerriti. – - Troverò delle nuove reclute da mandarvi al più presto. – - Ogni nuova recluta sarà benvenuta qui. – - Molto bene. – Il principe è sempre molto sbrigativo. Non gli piace girare intorno agli argomenti più importanti, ed è evidente che ha fretta di tornare a Sud. Tutti sappiamo che la nostra destinazione non sarà casa, almeno per un po’, ma non vogliamo tergiversare. - Comandate Hightower siete pensieroso, cosa succede? – Ecco la domanda che ormai mi aspettavo da tempo. Siamo riuniti dentro la stanza del principe tutti insieme. Nymeria dorme tranquilla e noi siamo tutti intorno al tavolo per bere una coppa di vino. - Niente stavo pensando al torneo. – Vedo che il principe non è convinto, nessuno è mai stato capace di prenderlo in giro su questioni importanti. Ti legge dentro. Ma non sono riuscito a dirgli i miei sospetti, in fondo non sono affari miei, anche se la cosa non mi piace. Ho capito fin da subito che c’era qualcosa di strano. Oswell tornato a casa poco prima che il fratello indicesse il torneo, la palese contentezza di tutti, ma anche la palese rabbia del re. Arthur e Lewyn che hanno avuto un atteggiamento strano. Loro dovrebbero essere i primi ad essere contenti per un torneo, in fondo Arthur è pur sempre la Spada dell’Alba, ma in realtà poco concentrati sulle giostre e più interessati a chi avrebbe partecipato. Il principe lo stesso. Non è mai stato uno che ama le giostre, ma ha sempre partecipato con entusiasmo. Non questa volta. Mi stanno nascondendo qualcosa, ormai mi pare evidente, ma non posso fare nulla. Quando il principe comanda qualcosa, noi siamo obbligati ad obbedirgli, non posso dire nulla neanche ai miei due fratelli. Ormai è tutto deciso, mancano meno di tre settimane e per quasi tutto il tempo noi saremo in viaggio per tornare dalla Barriera. Il Lord Comandante è pensieroso, si vede benissimo. E posso anche capire quali siano i suoi pensieri. Ho chiesto aiuto per questa missione a quasi tutta la Guardia Reale, ma non ho messo a conoscenza lui di questo. Non che non mi fidi, gli affiderei la mia stessa vita, cosa che faccio quasi ogni giorno, ma rimane il Lord Comandante della Guardia Reale e per prima cosa risponde a mio padre. Mi conosce da quando sono nato e la fiducia è reciproca, ma il rapporto è meno confidenziale che con altri membri. Lewyn mi ha visto crescere, mi ha fatto quasi da padre e Arthur è il mio più caro amico, l’ho incontrato ormai quasi adulto, ma qualcosa ci ha uniti. Abbiamo due caratteri opposti, due modi di fare diametralmente differenti, ma la nostra amicizia è solida come poche. Sono questi due dorniani, più Oswell, il cui fratello si è praticamente offerto di organizzare questo torneo, a cui ho affidato il futuro dei Sette Regni.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Harrenhal finalmente. Dopo tutti i problemi che ci sono stati per organizzare tutto e poi il viaggio andata e ritorno dalla Barriera, siamo arrivati. È tutto pronto, domani inizierà il torneo che deciderà il destino del regno. Il nervosismo è palpabile. Siamo tutti tesi, soprattutto da quando abbiamo scoperto che anche il re parteciperà. Ci è quasi venuto un colpo quando lo abbiamo scoperto, re Aerys non esce dalla Fortezza Rossa da dieci anni, deve aver saputo qualcosa per convincersi a partecipare. Questa è l’unica spiegazione, solo che è spaventosa. Se solo sospetta qualcosa, muoversi diventerà impossibile. Non perderà di vista il principe e farà di tutto per umiliarlo. Sembra che sia il suo passatempo preferito umiliare continuamente il suo erede al trono. Solo che un conto è farlo nel privato, un conto è farlo in pubblico. Rhaegar ha bisogno della fiducia di tutti i lord per fare quello che ha intenzione di fare. Tutti, nessuno escluso o finirà in un disastro. Sa benissimo che Dorne gli è fedele, così come alcune famiglie sparse per i vari regni, ma tutto questo non basta. Guardo dietro di me, verso la carrozza che trasporta la principessa Elia, la piccola Rhaenys e Nymeria. Non è stata per niente contenta di dover finire il viaggio chiusa in carrozza, ma non c’era altro modo, e Nymeria lo sa. Al nord può anche cavalcare con suo padre, ma qui, nelle terre dei fiumi, si deve comportare come una piccola lady. Non sono riuscito a capire come il Rhaegar e Lewyn siano riusciti a farla legittimare dal re. Non voglio nemmeno immaginare cosa gli abbiano detto, ma adesso è ufficiale. La piccola porta il cognome di Lewyn. È riconosciuta come sua figlia. È ufficialmente Nymeria Martell. Non avevo mai visto Lewyn piangere prima di quella sera. È successo due giorni prima di partire per la Barriera. Era l’uomo più felice della terra, e l’emozione ha contagiato tutti quanti, nonostante il momento difficile. Eccolo. Harrenhal. La nostra ancora di salvezza o la nostra rovina. Ci siamo ormai buttati in un’impresa quasi impossibile, ma faremo del nostro meglio per portarla fino alla fine. Ormai è tutto deciso, dobbiamo solo fare in modo che funzioni. Il fratello di Oswell è stato astuto. Ha trovato una soluzione semplice per indire questo torneo. La figlia ha tredici anni, è in età da marito, e cosa è meglio di un torneo per trovarglielo, soprattutto quando tra i suoi campioni c’è anche uno zio Guardia Reale? Quasi nessuno ha sospettato nulla, sono tutti accorsi attirati dai premi strepitosi messi in palio e dalla partecipazione sia del Principe ereditario, della Guardia Reale al completo ed infine anche del re. Quei pochi che avevano esitato, quando hanno saputo che il re avrebbe partecipato, hanno deciso di presentarsi. Alla fine persino Harrenhal si è rivelato non abbastanza grande per tutti i partecipanti. Solo i più importanti lord avrebbero alloggiato nel castello, gli altri si sarebbero accontentati di tende piantate nella piana del castello. Un servo aprì le porte di due stanze identiche, comunicanti con una più grande nella quale avrebbe dormito la principessa Elia. Era in quelle stanzette che avrebbero dormito le due principessine. Nymeria guardò la sua stanza molto soddisfatta. La vista dalla finestra era splendida, il letto grande, le coperte calde e il camino già acceso. Si sarebbe trovata bene lì dentro per i dieci giorni di torneo. Non era un tempo molto lungo e presto sarebbero tornati a Roccia del Drago. Ma questo torneo la entusiasmava. Avrebbe coronato il suo sogno. Ci aveva sperato davvero tanto di poterlo fare anche in un’occasione ufficiale e non solo in allenamento e alla fine lo avrebbe fatto davvero. Avrebbe potuto vedere le giostre dal bordo del campo, ma soprattutto avrebbe potuto porgere la spada, in caso si fosse arrivati allo scontro, a tutti i suoi zii. Non era una cosa usuale, soprattutto per una piccola lady, come le avevano fatto notare, ma lei ci teneva veramente tanto e alla fine era stata accontentata. In fondo non c’era nulla di male. Era abbastanza grande da tenere in mano anche due spade, nonostante quella di zio Arthur fosse veramente ingombrante, e qualcuno doveva pur portargliele in caso di bisogno. Certo di solito era compito degli scudieri, e lei lo avrebbe fatto per tutti i suoi zii. Anche se avessero combattuto uno contro l’altro. Era stata una promessa che si era fatta e l’avrebbe mantenuta. Loro si erano sempre presi cura di lei e per una volta lei avrebbe fatto lo stesso. “La stanza è stupenda ma io voglio uscire”. Non mi è mai piaciuto rimanere per troppo tempo rinchiusa dentro quattro mura. Sono consapevole che non mi è permesso andare nel cortile degli addestramenti, non siamo a casa, ma questo posto sicuramente ha dei giardini, o magari anche il parco degli dei. In un libro ho letto che è il più grande di tutti i Sette Regni e vorrei tanto visitarlo. - Dai, Rhaenys, andiamo a fare un giro in questo posto. – La principessa però non ne vuole sapere. È distesa sul suo letto e gioca con il gatto che le ha regalato suo padre. Un dannatissimo gattino nero che lei ha chiamato Balerion. - No, non ne ho voglia. E poi non possiamo andare a giro da sole. – - Non dico di andare da sole. Anche a tua madre potrebbe andare di fare un giro. – Continuo testarda. - Non penso proprio. – Risponde Rhaenys. So che ha ragione ma non demordo. - Dai, almeno possiamo chiederglielo. Non ho voglia di rimanere rintanata qui dentro tutto il tempo. – - Invece è quello che farete. – Mi volto appena in tempo per vedere Elia entrare dalla porta. Sorride felice, ma è molto pallida. Ho visto anche io come non è stata bene durante il viaggio in carrozza, e mi dispiace tanto. Lei è la persona più vicina a una madre che ho mai avuto e non riesco a vederla soffrire. - Non potete andare a giro, discorso chiuso. – Vedo che Rhaenys annuisce felice, in fondo non aveva nessuna intenzione di muoversi, ma io non sono tanto contenta e si vede. Questa è anche una delle poche volte che Elia si impone su di noi. Per quanto io sia stata quella lasciata più libera, anche la piccola Rhaenys è stata cresciuta in maniera molto semplice e libera. La nostra educazione, per quanto è dipeso da Elia, è stata più dorniana che altro. Solo la septa è stata più scrupolosa e rigida. Per cercare di sviare i sospetti, noi tutti ci siamo fatti vedere ai campi di allenamento, come se veramente fossimo lì solo per un torneo. Ma si vede anche che non siamo concentrati. Rhaegar e Arthur stanno facendo qualche scambio di allenamento ma si vede che non ci sono con la testa. Io ho provato a fare lo stesso con il Lord Comandante, ma mi sono beccato pure una ramanzina per la poca attenzione. Ser Gerold si è accorto che qualcosa non va, che non siamo concentrati da quando siamo arrivati, ma non ha ancora detto nulla. Il suo giuramento lo tiene al suo posto, ma è inquieto, e si vede. Credo pensi che il principe non ripone abbastanza fiducia in lui, ma non è questo il problema. Noi tutti lo sappiamo ma non sappiamo neanche come farglielo capire senza che sappia cosa sta succedendo. - Dov’è finito Oswell? Non doveva allenarsi anche lui? Ha passato settimane a dire quanto per lui fosse importante questo torneo e adesso non si vede da nessuna parte? – - Jonothor è sempre bello rivederti. – Ecco arrivato un altro confratello. Jonothor Darry, fratello del maestro d’armi della Fortezza Rossa. Se lui è arrivato questo vuol dire che anche il re deve essere qui. Con i preparativi per le giostre solo lord Walter sarà andato ad accoglierlo. In fondo manca solo mezza giornata alla cerimonia di apertura e tutti i partecipanti sono sì arrivati, ma sono anche impegnati a prepararsi, cosa che stiamo facendo finta di fare anche noi, ma con scarsi risultati. Per fortuna questo campo è vuoto, se no saremmo stati ridicoli. - È con suo fratello da qualche parte. – - Sì, era ad accoglierci all’ingresso. – A parlare è stato ser Barristan. Nonostante gli anni che iniziano a farsi sentire, è sempre una figura solida e un cavaliere di tutto rispetto. In tanti dicono che è uno dei favoriti per la giostra finale. Con lui tutta la Guardia Reale è riunita qui. Siamo rimasti in sei ormai da un po’ di tempo. Il nostro settimo fratello, ser Harlan era morto nel sonno poco prima del torneo. Ma questo sarebbe durato ancora per poco. Durante la cerimonia di apertura del torneo ser Jamie Lannister sarebbe diventato una Guardia Reale. Siamo tutti contenti di questo. Sette è il numero sacro e sette sono le spade che devono proteggere la famiglia reale. È ormai notte fonda e il castello dorme. I turni di notte sono i più pesanti, ma tendenzialmente anche i più tranquilli. Io rimango l’ultima protezione, ma ci sono anche molti soldati dei Whent qui intorno. Lord Walter è un uomo cauto, non c’è che dire, e la sua guarnigione al completo sorveglia ogni centimetro delle mura. Con il re nel castello, non può fare altrimenti. Il silenzio quasi assoluto dell’esterno della torre dove è stata alloggiata la famiglia reale è spezzato all’improvviso. - E tu cosa ci fai qui a quest’ora? – Nymeria. Dovevo immaginarlo. - Non riesco a dormire e non volevo svegliare Elia. – L’amore che la bambina prova per la principessa è quasi commovente. La considera ormai come sua madre, e sono sicuro che Elia non ha mai fatto nulla perché la bambina non si affezionasse. In fondo lei è la mia adorata nipotina e lei sa benissimo chi è Nymeria. Non è stato difficile intuirlo quando l’ha vista per la prima volta. È stata proprio lei a convincermi a farla legittimare dal re. Non ero molto sicuro di volerlo fare, ma Elia mi ha detto che sarebbe stato meglio. Per quanto a Dorne siamo meno fiscali con la questione dei figli bastardi, non è lo stesso negli altri Regni. Una figlia bastarda non sarebbe mai stata vista bene a qualsiasi corte in cui saremmo andati, e Nymeria non lo merita. Questo mi ha colpito. Non ci avevo pensato. Per un periodo ha anche cercato di convincermi a mandarla ai Giardini dell’Acqua, per farla crescere con i figli della nostra famiglia, ma io non ho voluto. Tutto questo si è riflesso nel suo rapporto con Rhaenys. Per quanto non siano davvero sorelle, si considerano tali. Nymeria si comporta come una sorella maggiore nei suoi confronti, e Rhaenys, anche se non se ne rende conto, protegge la sorella dalla maldicenza della corte. Per quanto quella bambina abbia preso il carattere dolce della madre, diventa una belva feroce se si attacca Nymeria. - Forza, ti riporto a letto. Domani è un giorno importante. Devi dormire. – Vedo che non è contenta. Dormire da sola in un letto nuovo è sempre stato problematico per lei, ma speravo che il compito importante di domani le avrebbe reso più facile addormentarsi, anche in un posto che non conosce. - Non ho sonno. – - Nymeria… - - Va bene, va bene. – Sbuffa sonoramente, ma mi da retta. Le poche volte che devo sgridarla basta questo, il suo nome detto con una voce un po’ più autoritaria e lei ubbidisce. Nonostante le sue paure, è distrutta. Il viaggio è stato molto lungo e faticoso e si addormenta in cinque minuti. Per farla stare più tranquilla le metto sopra il mantello bianco che sta sempre accanto al suo letto e poi esco. Infondo domani sarà una giornata importante per tutti noi.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Il cortile del castello è un tripudio. Stamattina il cielo è limpido e perfetto per iniziare questo torneo. Fa caldo, sembra che finalmente l’inverno sia finito. I colori degli abiti delle lady cozza contro l’acciaio dei cavalieri. Alcuni di loro si sono armati appena finita la colazione e adesso sono nel cortile con le loro armature. È uno spettacolo eccezionale. Sono contentissima di potervi partecipare. Io e Rhaenys ci scambiamo uno sguardo, complice, e sorridiamo. Il cortile è affollatissimo e fra poco anche noi dovremo seguire Elia fino al palco reale per assistere alla cerimonia di apertura e poi all’inizio vero e proprio delle giostre. O almeno Rhaenys farà così, io no. Appena finita la cerimonia, che devo comunque seguire dal palco, scenderò e andrò alla tenda di Oswell, aspettando di vedere se oggi scenderà in campo. Non è detto. Per quanto sia uno dei campioni, rimane sempre una Guardia Reale. Non punteranno mai subito su di lui. Ma, anche se lui oggi non combatterà, io potrò comunque seguire il torneo dalle tende. Zio Lewyn è in servizio sulla tribuna reale, insieme a zio Gerold, ma zio Arthur ha promesso di venire alle tende anche lui. L’eccitazione ormai è alle stelle. Gli spalti sono gremiti completamente da lord e lady di tutti i regni. Il maestro del torneo ha appena finito di annunciare quello che è diventato l’evento più importante della giornata. Un certo ser Jamie Lannister diventerà una nuova Guardia Reale. Non ho molti ricordi dell’uomo che deve sostituire. Ser Harlan lo ricordo come una persona molto vecchia ma gentile, che ha sempre avuto un sorriso per me. L’ho visto troppe poche volte per poter dire davvero di aver sentito la sua perdita. Jamie Lannister invece è giovanissimo e il suo sorriso è contagioso. Si vede che questo per lui è un traguardo raggiunto. Magari anche per lui, come per la maggior parte degli altri, la Guardia Reale è il traguardo massimo al quale sperava di poter arrivare. Vedere zio Gerold mettergli il mantello sulle spalle è stato incredibile, ma ormai anche questo è passato, la cerimonia si è conclusa e il torneo può cominciare. Mi affretto, sono in ritardo, zio Oswell mi aspetta nella tenda e se non arrivo presto si preoccuperà. Non voglio o potrebbe distrarsi dal torneo e farsi male. Ma il problema è che non trovo la strada. Sono venuta via dal palco salutando tutti cordialmente e prendendo le scale che portano verso l’uscita, troppo tesa per ricordarmi di aspettare il servo che avrebbe dovuto accompagnarmi. Ecco adesso se non ritrovo quell’uomo e mi trovano da sola a zonzo per l’accampamento, sì che è un problema. Una piccola lady non dovrebbe mai girare da sola, me lo hanno ripetuto fino allo sfinimento. - Mia signora, aspettatemi. Non correte. – Almeno l’ho ritrovato. Un problema in meno, ma devo sbrigarmi. Devo arrivare in tempo per le prime giostre. Il servo arriva trafelato e si avvia verso il lato opposto a dove mi trovo, guardandomi per farmi capire che lo devo seguire. È stato sgarbato, ma faccio finta di nulla. - Nymeria, finalmente. Avevo paura ti fosse successo qualcosa. – Come volevasi dimostrare. Sono appena entrata in tenda che mi sento stringere forte dalle sue braccia, già ricoperte dall’armatura smaltata di bianco, pronto per combattere. - Sto bene. Non è successo nulla di particolare. Avevo solo perso il servo che mi doveva accompagnare. – - Come perso? – - Sono corsa avanti da sola e poi lui non sapeva dove fossi. Ecco perché sono arrivata tardi. – Lo vedo alzare gli occhi al cielo, anche se dovrei essere io a farlo. Sono anche fin troppo apprensivi quando non siamo tra le mura di Roccia del Drago. In fondo sono tre anni che vivo in un castello e sono perfettamente capace di muovermi da sola, ma niente, tutte le volte che siamo da qualche altra parte, soprattutto la Fortezza Rossa, o mi muovo con Elia o una delle sue dame di compagnia, o non mi posso muovere. - Non è successo nulla di male. Ero solo impaziente di arrivare. – - Lo so, ma può essere molto pericoloso. Non puoi mai sapere chi incontri e non sempre dentro le mura di un castello ci sono solo persone perbene. – Questo discorso lo sento da quando ricordo. Tutti me lo hanno fatto almeno dieci volte. È pericoloso andare in giro da sola… non sai chi puoi incontrare in un castello che non conosci… non tutte le persone che incontri, anche in un castello sono persone perbene… e così via. Io capisco la loro preoccupazione, non sono stupida, ma mi piace anche esplorare un po’ i posti nuovi dove andiamo. Ci spostiamo all’esterno della tenda così possiamo comunque seguire le giostre. I primi scontri non dovrebbero essere tanto grandiosi, tutti i migliori entreranno in gara solo tra qualche tempo, e per adesso saranno solo cavalieri meno importanti a sfidarsi tra loro. Nymeria è corsa via appena le è stato possibile. Incredibile come quella bambina non stia mai ferma un attimo. Ho perso il conto delle ramanzine che le abbiamo fatto tutti per questo suo comportamento, ma lei niente. Ascolta, dice di aver capito e la volta successiva è lo stesso. Spero solo che il servo che la doveva accompagnare alla tenda di Oswell l’abbia raggiunta in tempo. Ecco è arrivato il momento, finalmente. Sono un po’ emozionata, ma sono anche determinata. Farò il mio dovere fino in fondo. - Nymeria, ricordati, resta sempre vicina alla staccionata, non ti allontanare da sola, sarò io ad avvicinarmi in caso mi serva la spada e non ti allontanare mai dal servo. – Sto per rispondergli male, è almeno la terza volta oggi che me lo ripete, ma poi vedo che è veramente preoccupato. Lui è sempre stato quello meno convinto di fare questa cosa, e adesso è il primo che lo testa. Si vede benissimo che è agitato, così gli sorrido tranquilla, sperando di tranquillizzarlo. - Zio, so come comportarmi. – - Nym non sto scherzando. Resta sempre al sicuro! – Ecco, alla fine si è arrabbiato. Abbasso gli occhi, mortificata, non volevo arrivare a questo. - Sì, zio, starò attentissima, - - Scusa, non volevo essere brusco. Sono solo preoccupato. Se succede qualcosa tuo padre e tuo zio mi fanno fuori. – Sorrido, questo discorso è già uscito altre volte. Tutti nella Guardia Reale mi vogliono bene, ma per due persone è una cosa completamente diversa. Io chiamo ancora tutti zio, ma so che zio Lewyn in realtà è mio padre. Quando me lo hanno detto ero la persona più felice del mondo, finalmente avevo anche io una vera famiglia, ma ancora non sono abituata. Papà ha capito e non si è mai fatto scoraggiare da questo. Mi vuole bene e cerca di dimostrarmelo ogni singolo giorno. Con zio Arthur il discorso è simile. So della storia che lo lega a mio padre e dell’affetto che nutre per lui. Tutto questo evidentemente si è trasformato in un affetto incondizionato nei miei confronti. Mi avvicino insieme a zio Oswell alla staccionata e poi lo lascio entrare. Il servo che deve stare con me è a poca distanza e si guarda intorno vigile. La spada è pesante, ma riesco a tenerla in mano senza difficoltà. Mi sono preparata a fare questo compito a Roccia del Drago durante gli addestramenti degli zii lì presenti e questa spada non è minimamente la più pesante o ingombrante. Per quello devo aspettare zio Arthur. Lui e quella che si potrebbe definire sua moglie. Alba. Il suo spadone a due mani che brilla. È incredibile, ma vero. Quella spada brilla. Non una luce intensa, ma emette una pallida luce bianca. Alba è bellissima ma ingombrante come poche. Io riesco a malapena a tenerla in mano. - Tu, vieni a darmi una mano. – La voce autoritaria di un uomo distoglie la mia attenzione dalla giostra. Indica nella mia direzione e sta parlando al servo che è accanto a me. - Signore non posso. Devo restare con la lady. – Il servo è evidentemente in difficoltà. Non sa cosa fare. I suoi ordini vengono direttamente dal principe in persona, ma rimane pur sempre un servo e quello che ha tutta l’aria di un cavaliere gli sta dando un ordine. - Non mi interessa. Vieni qui, ora! – Il cavaliere si è spazientito. Si avvicina al servo e gli tira uno schiaffo. Non so cosa fare. Forse dovrei intervenire. In fondo quell’uomo sta facendo solo il suo dovere, ma non faccio in tempo. In men che non si dica il cavaliere sta trascinando per un orecchio il servo verso la sua tenda. Così io rimango lì, da sola, come non doveva succedere. Non sono spaventata, so benissimo che non mi può succedere nulla. sono una bambina, questo sì, ma sono anche una piccola lady e se dovesse succedere qualcosa mi basterebbe urlare per far accorrere qualcuno. Sento un rumore di passi e mi volto verso di esso. Quasi spero che sia il servo di ritorno, mortificato. Sarebbe tutto più semplice, non voglio neanche provare a immaginare di spiegare tutta questa faccenda a zio Oswell, sono sicura che si arrabbierebbe. Non è il servo, ma un ragazzo molto giovane con i capelli scuri e gli occhi grigi. Da come è vestito si vede che è una persona di alti natali. Non lo conosco e non vedo stemmi di casate e i colori dei suoi abiti sono comuni. Passeggia tranquillo, immerso nei suoi pensieri. Non presta attenzione a dove va e mi viene addosso. Non cado a terra solo perché ha la prontezza di afferrarmi per un braccio, ma la spada cade. - Scusatemi, mia lady, non stavo guardando dove andavo. – Si scusa prontamente il ragazzo. - Non vi preoccupate, non è successo nulla, mio lord. – Rispondo con un sorriso. - Siete qui tutta sola? – domanda guardandosi intorno. - Sì, ero con un servo, ma è stato richiamato. E il mio posto in questo momento è proprio questo. – Non voglio essere scortese, ma neanche stare a spiegare a una persona che non conosco cosa ci faccio qui. Di ramanzine su quanto sia poco ortodosso per una piccola lady ne ho avute abbastanza. - Certo, mia signora. Non era mia intenzione asserire il contrario. – Lo guardo, aspettandomi che mi saluti e che poi se ne vada. In fondo non ha nulla da fare qui, lui. Non è lo scudiero del cavaliere che sta ancora combattendo contro lo zio. Ma lui non accenna neanche ad andarsene. Anzi rimane lì, accanto a me, in piedi in silenzio e si mette a guardare la giostra in corso. Non dice più neanche una parola e se ne va quando vede zio Oswell che sta arrivando dalla nostra parte dopo aver vinto. Intanto del servo neanche l’ombra e io mi devo sorbire la ramanzina dello zio.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Le serate dei tornei sono sempre il momento migliore. Il banchetto offerto è strepitoso e i festeggiamenti durano per delle ore. Tutti si vestono con i loro vestiti migliori e ballano, mangiano e si divertono come se non esistessero problemi, rivalità fra casate o regni. È anche il modo migliore per capire quanto il regno sia felice e prospero. Tutto si può nascondere sotto la superficie di un sorriso di cortesia, ma è impossibile che tutti in una sala siano veramente capaci di trasmettere allegria e spensieratezza in caso queste non ci siano. È quello che si nota nella sala grande di Harrenhal. Essere una Guardia Reale ti da il privilegio di poter osservare le cose da una prospettiva privilegiata. Nonostante siamo riconoscibili da lontano e tutti sanno della nostra presenza, in realtà siamo come delle ombre, sempre presenti, sempre in guardia, ma sullo sfondo. È quello che dobbiamo imparare fin dall’inizio. Sentire ma non ascoltare discorsi fatti in nostra presenza, guardare ma non vedere quello che succede. Sempre attenti alla salvaguardia della famiglia reale, questo sì, ma obbligati a mantenere i loro segreti, qualsiasi essi siano. Durante i nostri turni di guardia spesso capita che ascoltiamo o siamo testimoni di cose che nessuno dovrebbe sapere, ma siamo anche consapevoli che mai dovremo dire una parola di quello che sentiamo o vediamo. Non è un compito facile, ne siamo tutti consapevoli, ma il nostro onore ci impone tutto questo. - Rhaenys, sei pronta? Rischiamo di fare tardi. – Incredibile come, anche con l’aiuto di una serva la principessa non sia mai pronta in tempo. Sta già sviluppando un’ossessione quasi morbosa per il suo aspetto, nonostante abbia solo quattro anni, e questo diventa sempre più noioso. A me non interessa poco la cura dell’aspetto. Non vado in giro come una stracciona e sono sempre attenta agli abiti che indosso, ma la cosa finisce lì. Cura dei capelli e di tutto il resto mi risultano dei concetti quasi estranei. Facciamo impazzire la serva che si occupa di tutte e due. Io sono di gusti semplici e ci metto il meno possibile a prepararmi, come questa sera per il banchetto. Il mio abito è bianco, un colore che adoro e metto spesso, semplice con le maniche che finiscono a pendente e una piccola cintura d’argento. I capelli sono lasciati praticamente sciolti, con solo una piccola treccia a tenerli lontani dagli occhi. Per Rhaenys le cose sono diverse. Ha dei gusti davvero raffinati e le piace avere un aspetto appariscente. Come per questa sera. Il vestito è rosso, un colore che sua madre le fa indossare sempre durante gli eventi ufficiali, molto elaborato, con una cintura d’oro che vira su un colore molto scuro che potrebbe sembrare un nero molto sfumato. I capelli sono stati una lotta per tutta la serata. La principessa ha ereditato i riccioli neri della madre e per questo non le piace tenere i capelli sciolti, dice che le vanno da tutte le parti. Alla fine ha optato per una treccia molto elaborata che le avvolge tutta la testa. - Sì, sì, ho fatto sono pronta. – - Tua madre ci starà aspettando. – - No, sarebbe già venuta a cercarci. – Deve sempre avere l’ultima parola e quando siamo in ritardo a causa sua le nostre discussioni finiscono sempre così. In corridoio incontriamo lady Ashara, la sorella di zio Arthur. - Principesse, vi stavo aspettando. Dobbiamo andare. – Come volevasi dimostrare siamo in ritardo. Lady Ashara non è entrata nelle nostre stanze, ma di sicuro era un po’ che ci stava aspettando. La Sala dei cento focolai, come è chiamata la sala grande del castello è tetra. Non ci sono altre parole per definirla. Fin dal primo sguardo ti da l’idea di oppressione, ma almeno gli stendardi delle casate presenti al torneo stemperano un po’ questa sensazione. Al nostro ingresso un’ovazione praticamente unanime dei presenti ci accoglie. È incredibile vedere come zio Rhaegar si amato da tutti. Io sono l’ultima in fondo al corteo, come sempre, ma mi fa piacere vedere l’impatto che il nostro ingresso fa. I principi sono magnifici. Zio Rhaegar è elegante nel suo farsetto rosso scuro con le maniche nere. Zia Elia porta un vestito rosso bellissimo. Sono accompagnati da zio Arthur. Zio Lewyn accompagna Rhaenys e lady Ashara accompagna me. Questo è da quando ricordo il modo in cui ci presentiamo alle occasioni formali. Il re non è ancora arrivato e tutti sono un po’ in ansia per la sua presenza. Capisco anche io il perché. Noi lo vediamo spesso e il suo aspetto non ci fa più così impressione, ma mi ricordo della prima volta che l’ho incontrato. Sembra un cadavere con un aspetto terribile. Ha capelli lunghissimi e unghie forse ancora più lunghe. Non si fida di nessuno e negli occhi ha sempre una luce di sospetto e guarda male tutti. Nessuno escluso. I nostri posti sono sulla pedana rialzata con Rhaenys e io in mezzo agli adulti. I posti centrali sono della famiglia ospitante, noi siamo alla loro sinistra e il re con altri posti liberi saranno alla loro destra. È arrivato, finalmente. Accompagnato da ser Gerold anche il re fa la sua comparsa nella sala del banchetto. Vedo la maggior parte delle persone che trattiene il fiato quando questo si avvicina. In pochi vedono in quella figura il loro sovrano. Chi penserebbe mai che un uomo in condizioni così deplorevoli possa essere il re dei Sette Regni? Io non riesco a dargli tutti i torti. La sua prigionia è stata lunga e difficile e rimane pur sempre mio padre. Certo, posso capire alcuni aspetti del suo comportamento, ma molti altri no. Sta diventando veramente folle come alcuni sussurrano ormai da tempo. E questo suo aspetto deve aver convinto molti lord di questo pensiero. Non avrei mai voluto arrivare a questo punto, nessuno dovrebbe mai arrivare a escogitare un colpo di stato contro il proprio padre, ma il suo comportamento e di conseguenza quello dei lord dei Sette Regni mi ha convinto ad agire, prima che le cose diventassero impossibili da gestire. Non voglio che si arrivi alla guerra civile, il Regno ne verrebbe distrutto. Ho escogitato, spero per il meglio, il piano di azione e voglio capire quanto sia applicabile e quanti lord mi sosterrebbero. Non sarà una cosa immediata. Vorrei proporre una mia reggenza per un certo periodo di transizione, far apporre delle modifiche sostanziali all’assetto intero del Regno e solo in seguito diventare a tutti gli effetti Re. Il mio sogno sarebbe quello di un’autonomia maggiore dei Regni, sulla falsa riga di quella che esiste a Dorne, ma mantenendo generalmente la struttura dei Sette Regni. Non è una cosa semplice da raggiungere, lo so bene, ma voglio lasciare il mio contributo alla storia. Voglio essere ricordato per il bene che ho fatto, come un buon sovrano. Guardo le bambine chiacchierare tra di loro. Sono tranquille. Sorrido e guardo Lewyn, anche lui sembra tranquillo. Essere riusciti a convincere mio padre a legittimare la bambina ha reso tutto più facile. Non è stato semplice, ci abbiamo messo tutta la nostra diplomazia e ci ha aiutato anche mia madre, ma alla fine ci siamo riusciti. Adesso la piccola Nymeria è come di famiglia. Tutta questa storia con Nymeria mi ha fatto prendere in considerazione anche un altro aspetto che voglio assolutamente cambiare. La Guardia Reale. Per loro è la più grande aspirazione farne parte, nessuno escluso, ma il fatto che sia a vita non mi piace. Questo mi ha fatto pensare. I loro obblighi hanno senso se sono per un lasso di tempo definito, se no diventano troppo stringenti. Non sono stupido, so benissimo che molti di loro frequentano bordelli, Arthur ha cercato di portami qualche volta con lui, anche se con scarsi risultati. Il non avere moglie, figli o terra può non sembrare un problema quando sei giovane o se sei un secondo genito ma poi può cambiare. Loro non lo direbbero mai, ma vedo come tutti si sono affezionati a Nymeria. Per quanto in realtà sia la prova evidente che Lewyn abbia infranto il suo giuramento, tutti e sei la trattano come se fosse figlia loro. Nessuno escluso. Il banchetto è ottimo e promette di andare avanti ancora per molto tempo. Tra poco gli adulti incominceranno a danzare, una cosa molto noiosa che spero di non arrivare mai a fare. Io e Rhaenys mangiamo il dolce, ormai è quasi ora che andiamo a letto. Come sempre. Sono esausta. Questa giornata è stata piena di emozioni e sono sicura che domani sarà ugualmente bella. Spero solo che le giostre un po’ più importanti inizino presto. Mi piace tenere la spada per zio Oswell, ma per ora è solo lui quello che combatte tra gli zii. Tutta la Guardia Reale scenderà in campo per questo torneo, ma tutti lo faranno a tempo debito. Stiamo per uscire, accompagnate da lady Ashara, che ha il compito di restare con noi per il resto della serata, quando viene portata dentro l’arpa di zio Rhaegar. Sia a me che a Rhaenys piace tantissimo quando canta una delle sue canzoni. È bravissimo, e ha una voce deliziosa. Non gli piace esibirsi davanti a un pubblico, soprattutto durante gli eventi ufficiali, ma questa volta fa un’eccezione. La sua canzone è bellissima, una di quelle ballate struggenti che fanno piangere, e infatti vedo molte donne che versano delle lacrime. L’ultima immagine che ho della sala dei cento focolari prima di uscire è quella di una ragazza, a un tavolo con lo stemma del nord che versa in testa a quello che è evidentemente suo fratello, una caraffa di vino. Mi fermo un momento a guardarli, sorpresa anche dal gesto della ragazza, e mi rendo conto che il ragazzo che adesso è tutto zuppo di vino è quello che è stato con me vicino al recinto e che poi se n’è andato senza dire una parola. Non sono neanche riuscita a salutarlo e ringraziarlo. Mi è dispiaciuto, ma almeno adesso l’ho ritrovato. Ero sicura che non fosse uno del popolo, i suoi vestiti erano troppo raffinati, anche se meno di quello che vedo di solito, e questa è la conferma, è sicuramente un lord. Adesso devo solo capire come fare a ritrovarlo per ringraziarlo. È calata la notte e il castello è silenzioso. Non si muove un filo d’aria e la notte è parecchio fredda. Sembra che l’inverno stia finendo, ma le notti ancora sono rigide. Per fortuna non nevica, ci mancherebbe solo quello. Questi turni di notte sono anche un ottimo modo di pensare a quello che succede. I nostri piani si stanno concretizzando come dovrebbero. Non è facile con il re qui, ma può ancora essere fattibile. Possiamo trovare un modo perché i progetti di Rhaegar si realizzino. Siamo ancora troppo pochi a sapere quello che il principe vuole fare, e questo a volte crea dei problemi. Lewyn e io siamo più tesi del solito, da quando siamo arrivati e il Lord Comandante inizia a notarlo. Non possiamo dirgli ancora nulla e lui inizia a farsi delle domande. Ma non possiamo ancora raccontargli neanche la metà di quello che il principe vuole fare. Non capirebbe, non ancora almeno. È nella Guardia Reale da troppo tempo per comprendere la profonda riforma che Rhaegar vuole fare. È stato difficilissimo da comprendere anche per noi due. Non tanto per me, che non sono poi molti anni che ne faccio parte, ma soprattutto per Lewyn. Dalla morte di ser Harlan è quello con l’anzianità maggiore dopo Gerold. La possibilità che il nostro impegno non sia a vita è un concetto fin troppo rivoluzionario per molti. La Guardia Reale è stata costituita da Aegon I ed è rimasta invariata per trecento anni. Ma il principe ha ragione, non serve a nulla avere delle persone che vanno avanti solo per senso dell’onore e non perché ci credono più come prima. Invece un tempo di cinque anni, poi prorogabile di altri cinque e solo successivamente, concordato con il lord Comandante e con il re, da trasformare in un impegno a vita, darebbe la possibilità di ragionare veramente bene sull’impegno che uno vuole assumersi. Darebbe anche la possibilità di una maggiore rotazione dei cavalieri che ne fanno parte. Ora solo le famiglie più influenti hanno avuto questo onore, ma magari nelle famiglie minori ci sono dei campioni che non vengono notati solo per il cognome che portano. Sarebbe stato lo stesso anche per me, se non fosse per la mia spada. È stato solo dopo che sono diventato la nuova Spada dell’Alba che sono stato preso in considerazione come possibile candidato. Altrimenti nessuno avrebbe mai pensato a me, secondogenito di una famiglia importante ma secondaria di Dorne.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Seconda giornata, secondo round e siamo ancora nello stesso punto di prima, nelle stesse posizioni e con le stesse persone. Anche oggi sarà una giornata tranquilla, senza grandi combattenti. I migliori inizieranno solo domani a presentarsi. Questa volta zio Oswell è più tranquillo, ormai la prova è stata superata e io sono evidentemente abbastanza grande per stare vicino a una staccionata per qualche minuto con una spada. Quando è tornato verso di me, dopo il combattimento era una furia, anche perché in quel momento ero sola, ma dopo avergli spiegato quello che è successo si è calmato. Molto meno semplice è stato calmare zio Arthur quando è venuto a saperlo. Avrebbe fatto tranquillamente la pelle al povero servo se non lo avessimo fermato. In fondo quel pover’uomo non c’entrava niente e la colpa del suo allontanamento era del cavaliere. Purtroppo nessuno poteva identificare quel cavaliere non avendolo visto bene. Sono però stati tutti contenti di sapere che comunque non sono rimasta da sola. Non ho detto a nessuno di aver riconosciuto il ragazzo che ieri è rimasto con me, prima voglio ringraziarlo di persona, ma gli zii gli sono stati riconoscenti anche senza sapere chi fosse. - Nymeria, eccoti. – Ti pareva? Sono uscita un attimo dalla tenda per guardare le altre giostre e sono subito venuti a cercarmi. - Sì, stavo guardando le giostre. – - Bastava dirlo. – - Scusa, zio – Lo sento dietro di me e mi giro. Oggi è nervoso, anche se non capisco il perché. - Zio sei nervoso, come mai? – - Il torneo. – - Ma ancora sono tutti avversari semplici. – - Sì, ma della mia famiglia sono rimasto l’ultimo. – - Ma se gli altri non hanno ancora gareggiato. – - Parlo dell’altra mia famiglia. – - Non capisco. La tua famiglia sono gli altri zii. – - Questo è vero. Loro sono diventati i miei fratelli. Ma ricordati che io ho sempre anche un altro fratello. – - Il signore del castello. Lo so. – - Sì. E per lui era importante che io giostrassi bene. Quando sono diventato Guardia Reale ho portato grande prestigio alla nostra famiglia e adesso per tutti era importante che lo mantenessi fino in fondo. Non è semplice da spiegare. – - Non ho capito. – - Noi siamo una famiglia importante, qui nelle Terre dei Fiumi, ma certo non la più importante di tutte. Il castello è il più importante e il più sfarzoso, ma non abbiamo ingenti capitali. La vicinanza alla famiglia reale ci aiuta, ma bisogna continuare a mantenerla. Sono tutti orgogliosi di me, ma non è semplice. Ieri eravamo cinque campioni, tutti di famiglia, a gareggiare e adesso rimango solo io. – - Hai paura di fare brutta figura? – - Non lo so, forse un po’. Ancora oggi ci saranno solo cavalieri più deboli, ma già da domani inizieranno le vere sfide. Non sarà semplice. – - Ma tu sei bravissimo. Ti ho visto allenarti. – - Grazie, piccola. Ma a volte la bravura non basta. Serve anche un po’ di fortuna. – - Perché? – - Tanti ottimi cavalieri non vincono spesso nei tornei, per quanto siano i migliori sul campo di battaglia. I tornei non danno l’impatto emotivo che ti da una battaglia vera. Non so come spiegarlo. – -Pensa ad Arthur. – - Cosa centra zio Arthur? – - Quasi nessuno potrebbe mai pensare di batterlo in uno scontro serio, ma nei tornei non vince così facilmente. È un osso veramente duro da battere, questo nessuno lo mette in discussione, ma non sempre vince. Anche quando si arriva alla spada. Se si impegnasse seriamente contro un vero nemico, con Alba sarebbe quasi impossibile batterlo, ma in torneo, per quanto impugni Alba, a volte viene battuto anche lui. – - Per questo pensi che potresti perdere, perché succede anche a zio Arthur? – - Anche. Io non sono alla sua altezza, lo so bene. – - Ma la fortuna potrebbe essere con te, per far felice la tua famiglia. – - Lo spero tanto, piccola. Lo spero tanto. – - Buona fortuna. Sono sicura che sarai bravissimo. – È arrivato nuovamente il momento di combattere. Il suo avversario è semplice, non sarei mai arrivata a fargli un sorriso di incoraggiamento prima che mi facesse quel discorso questa mattina, ma lo vedo molto agitato e un sorriso gentile aiuta sempre. In fondo rimane mio zio e gli voglio bene. Sono di nuovo qui davanti alla staccionata e un nuovo servo è con me. Non ho più visto da nessuna parte quello di ieri. Spero solo che gli zii non lo abbiano punito. Zio Arthur è già abbastanza nervoso in questo periodo, non voglio che le cose peggiorino. Non capisco proprio tutto questo nervosismo negli zii. Sono tutti tesi, anche zio Rhaegar, e lui è sempre così tranquillo. Zio Oswell oggi mi ha detto quello che lo preoccupa, ma questo riguarda solo lui e solo oggi, ma ho notato che non è l’unico nervoso e che tutto questo è iniziato da almeno un mese, da quando sempre zio Oswell è tornato a casa e poi l’altro fratello ha indetto questo torneo. Non capisco dovrebbero essere tutti contenti. Ho saputo che i tornei non sono comunissimi come si pensa e che tutte le volte che ne viene indetto uno tutti sono contenti. È un modo per mettersi in mostra e farsi valere. E la vincita di un torneo frutta dei buoni premi. Gli zii non si sono mai interessati ai premi in denaro, come è giusto che sia, ma la gloria di vincere un torneo è importante anche per loro. Adesso invece è come se tutto questo non importasse a nessuno di loro e ci fosse qualcosa di più importante. Non riesco a capire cosa potrebbe essere, ma la cosa non mi piace. Il nervosismo è palpabile e si vede dalle piccole cose. Zio Arthur e zio Rhaegar si sono allenati fino a sfiancarsi tutti i giorni a Roccia del Drago prima che partissimo per la Barriera, e tutti quanti hanno massacrato il povero capo della guarnigione a turno. Zio Lewyn ha combattuto meno degli altri due, ma la sua ansia l’ho notata da piccole cose, come lo stare molto più vicino del solito a me e Rhaenys. Non che non sia sempre stato uno zio affettuoso, ma in questo ultimo mese lo è stato anche fin troppo. E poi ha cercato in tutti i modi di evitare che facessimo il viaggio fino alla Barriera, arrivando quasi ad implorare il principe di non partire. Non ho capito il suo atteggiamento. Non si è mai opposto ad alcuna decisione presa da zio Rhaegar, anzi l’ha sempre appoggiata. E poi questo. Un altro servo scomparso, la mia è una maledizione. Ma non ci posso fare nulla. Un altro cavaliere è venuto a prendersi anche questo. Incredibile. Domani devo provare con uno stalliere, magari lui non serve a nessun cavaliere subito prima di una giostra. Ma poi non hanno degli scudieri, se hanno bisogno di qualcosa non possono farsi aiutare da loro? Non capisco, anche perché il mio abbigliamento fa intendere perfettamente che sono una piccola lady e il costume dice che una lady giovane come me non può restare da sola in giro. Questo lo so bene. È una lezione che mi hanno inculcato a forza, e una di quelle che vorrei non rispettare di più. Non sono una sprovveduta, e qui intorno è pieno di guardie, cosa potrebbe mai accadermi. Ma non voglio nemmeno passare i minuti successivi all’incontro a spiegare a zio Oswell come mai mi ha ritrovata da solo a bordo pista quando rientriamo nella tenda. - Mia signora, siete di nuovo qui da sola. – Sobbalzo quando riconosco la voce di chi mi si è avvicinato da dietro, ma sorrido. - Sì. – rispondo comunque in modo lapidario, mi bastano i miei zii a preoccuparsi per me, non mi serve anche uno sconosciuto. Sembra accorgersi della mia risposta sgarbata e fa per andarsene. - Scusate, non volevo essere sgarbata. Mi rincresce. – - Non vi preoccupate. Solo mi sorprende vedervi qui da sola. – Adesso capisco. Ieri sera mi ha riconosciuta nel corteo del principe. - Sono stata abbandonata dal servo che dovrebbe stare con me. – - Capisco. – - Sentite io voglio ringraziarvi per ieri… - - Non ce n’è bisogno. Anche se non sapevo chi voi foste era mio dovere stare con una giovane lady che in quel momento si trovava da sola. – Non c’è malizia in quello che dice, ma sento una nota di celata curiosità per tutto questo. - Porto le spade ai miei zii durante le giostre. – - Una grande responsabilità, mia lady. – - Lo faccio spesso quando si allenano a Roccia del Drago e volevo farlo anche in una situazione ufficiale. – - Capisco. Un nobile gesto. – Il suo sorriso è molto gentile e sincero. Sembra che abbia preso il mio gesto per quello che è, il mio desiderio di dare una mano, e non come un capriccio di una bambina. - Siete sparito non appena avete visto zio Oswell venire verso di me. Non sono neanche riuscita a ringraziarvi. – - Non ho niente contro la Guardia Reale, ma con lui che veniva nella vostra direzione ero sicuro che foste al sicuro, anche se non sapevo che fosse vostro zio. – Sorrido, comprendendo l’errore nel quale è caduto. Ha frainteso il mio chiamare tutti zio. - No, no, avete capito male. Non è veramente mio zio. – - Non capisco. – - Diciamo che sono un po’ la protetta di tutta la Guardia Reale. Il mio nome è Nymeria Martell. – - Piacere. Benjen Stark. – - Piacere mio. Quindi venite dal freddo nord. – - Esatto. – - Poco prima di venire qui siamo stati alla Barriera. – - Non ci sono mai stato, ma dicono che sia imponente. – - Estremamente. E il freddo è assurdo. – - L’ho sentito dire. – Mi piace chiacchierare con lui. È un po’ distaccato, ma in fondo è divertente. Non ho molte persone della mia età con cui parlare di solito e questa piccolo intermezzo fa piacere. Come la volta scorsa sparisce non appena zio Oswell ritorna verso di noi, con un sorriso di scuse. Non avrà nulla contro la Guardia Reale ma non vuole averci nulla a che fare a quanto pare.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Le giostre continuano senza sosta. Zio Oswell ha combattuto tre volte e tutte e tre le volte non gli è servita la spada. Per quanto possa dire di essere nervoso, è bravissimo. È anche stato quello che ha combattuto di meno. In fondo rimane sempre una Guardia Reale. Questo discorso non l’ho mai capito fino in fondo, nonostante abbiano cercato di spiegarmelo più volte. Siamo quasi alla fine della giornata, rimangono solo poche giostre. Tutti i migliori si sono conquistati il diritto di combattere anche domani e rimangono solo pochi cavalieri in lizza, quando arriva improvvisamente un cavaliere misterioso. È un uomo molto piccolo, vestito con un’armatura ridicola e con la voce distorta dall’elmo. Viene deriso dalla maggior parte dei cavalieri per la sua armatura indegna. Non è neanche una vera armatura, solo un’accozzaglia di pezzi di metallo messi insieme e l’elmo è schiacciato. Quale cavaliere terrebbe così male la propria armatura? Non riesco a capire. Anche zio Oswell sembra pensieroso, come se questa apparizione non gli piacesse, anche se non capisco come mai. In quasi tutti i tornei è successo che si presentasse un cavaliere misterioso. Non è una cosa così strana. Questa non ci voleva. E questo qui chi è? Aver messo l’obbligo di cavalierato per i partecipanti ci aveva resi tranquilli su un’eventualità del genere. Non volevamo nessun tipo di sorprese, doveva tutto svolgersi senza problemi e invece… Non è tanto per il cavaliere in sé, ma è per la reazione del re. Si è visto fin da subito quanto fosse contrariato da questa apparizione. Di solito è solo diffidente rispetto ai cavalieri che giostrano, ma non manifesta mai aperta ostilità nei loro confronti, ma questa volta è diverso. Non voglio nemmeno immaginare cosa sta pensando di questa faccenda la sua mente distorta. Anche il fratello di Oswell è nervoso, si vede da lontano. In fondo pensava di aver organizzato tutto al meglio per evitare un inconveniente, ma alla fine qualcosa è successo. Non è colpa sua, e sono sicuro che anche Rhaegar glielo dirà alla prima occasione, non poteva veramente pensare a tutto, ma sembra terrorizzato da questa apparizione. In parte lo capisco. Abbiamo visto tutto quanto sia un fascio di nervi durante tutto questo periodo. È stato subito entusiasta della possibilità di dare una mano al principe, ma da quando si è saputo che ci sarebbe stato anche il re è diventato teso. Non posso dargli torto. È nervoso. E come potrebbe non esserlo. In fondo, se tutto questo dovesse mai venire fuori, potrebbe benissimo essere considerato come una ribellione verso la corona e tutti sanno benissimo come il re risponde a una ribellione. La sua paura più grande è quella per la sua famiglia. Se tutto questo dovesse mai arrivare alle orecchie del re, o ancora peggio se mai dovesse avere delle prove concrete di quello che il principe vorrebbe fare, esso non si farebbe nessun tipo di problemi a sterminare tutta la famiglia Whent fino all’ultima donna e bambino. È pure bravo. Incredibile. Nessuno sa chi questo cavaliere possa essere né da dove provenga, ma è abile. - È bravissimo! – Zio Lewyn ci ha raggiunti nella tenda di zio Oswell dopo che il cavaliere misterioso è arrivato e ha una faccia scura strana. - È solo abile a cavalcare. – Mi risponde distratto. Non capisco, a me piace molto questo cavaliere misterioso, è bravo e la sua corporatura minuta me lo fa restare simpatico, ma vedo che gli zii non sono dello stesso parere. - Nymeria, per favore, torna su nel palco reale. – Questo è molto strano, non capisco, ma ubbidisco. Sono tutti strani oggi e non voglio neanche sapere quale sia il problema. Se ne hanno uno, che lo risolvano tra di loro. È una cosa che ho imparato ad accettare in fondo. Non sempre posso sapere cos’è successo e quale sia il problema per cui sono nervosi o tesi, ci sono cose che non possono raccontare neanche a me. - Nymeria, cosa ci fai qui, non dovresti essere nella tenda di Oswell? – Mi dovevo immaginare che appena mi sarei presentata nel palco, qualcuno avrebbe chiesto qualcosa. Non il re, che è completamente interessato a cercare di scoprire chi sia il cavaliere misterioso, ma gli zii di sicuro. - Sono molto stanca e mi fa male la testa. Ho preferito venire a sedermi all’ombra. – Non ho voluto dire la verità in presenza di così tante persone, ma penso che zio Arthur abbia capito che c’è altro. Di solito, anche se non sto bene, non lo dico mai così apertamente. - Sei pallida, ti riaccompagniamo alla torre. È meglio se ti stendi. – Ecco, appunto, si sono accorti che c’è qualcosa che non va, e stanno cercando di allontanarsi in qualche modo plausibile. - Sì, forse è meglio. – Non so cosa stia succedendo, ma sto al loro gioco. Lasciato il palco reale, la principessa Elia resta un po’ indietro insieme a Rhaenys, lasciandomi il tempo di dire quello che è successo a zio Rhaegar e zio Arthur. - Lewyn, Oswell, cosa succede? – - Rhaegar, Arthur, cosa ci fare qui? – - Nymeria ci ha dato la possibilità di andarcene per un po’ dal palco. – - È successo qualcosa? – - No, no. Ha fatto finta di non essersi sentita bene come scusa per essere tornata al palco. Quindi Elia ha proposto di farla tornare al castello e noi abbiamo seguito le donne. In un momento lontano da tutti la piccola ci ha detto quello che era successo. – - Sapevo che avrebbe capito. Brava piccola. – - Degna figlia di suo padre. Cosa ne pensate di quell’uomo, chi potrebbe essere? – - Non lo sappiamo, potrebbe essere chiunque. Ha già sbaragliato due cavalieri e manca solo una giostra alla fine di questa giornata. L’unica cosa che sembra è che sceglie non a caso i suoi avversari. Sembra andare a colpo sicuro sapendo chi scegliere. È un comportamento strano per un cavaliere misterioso. – - Per non parlare di quel suo strano emblema. Un albero diga sorridente. – - Potrebbe venire dal nord. – - Potrebbe, ma in quel caso l’albero starebbe piangendo. – - Non lo so, ma il popolino si è innamorato di questo cavaliere. – - Lo stesso non si può dire degli altri lord. – - E mio fratello è sicuramente furioso. – - Per non parlare del re. Gli ho sentito dire che potrebbe essere benissimo ser Jamie, in barba a quello che gli ha ordinato. – - Impossibile, ser Jamie è molto più alto di quel cavaliere. – - Infatti. – - Signori, calmiamoci tutti un attimo. Adesso non dobbiamo assolutamente attirare attenzioni indesiderate. Torniamo tutti ai nostri doveri senza dare nell’occhio. Io cercherò di calmare mio padre e tu Oswell devi calmare tuo fratello. In tutti i tornei ci sono stati dei cavalieri misteriosi non cambia nulla. – - Va bene. – - Rhaenys, sto bene adesso, voglio venire al banchetto anch’io. Non voglio rimanere qui da sola. – Ecco, io lo sapevo che non era una buona idea la mia. Lì per lì quella di fingere di stare male mi era sembrata l’unica soluzione per non sembrare sospetto il mio ritorno al palco, ma adesso mi sta causando solo problemi. Rhaenys, per quanto dolce, quando vuole sa essere molto testarda. - Rhaenys, sto bene, era solo un po’ di stanchezza la mia. – - Sì, ma il maestro ha detto che è meglio se non scendi a cena stasera. – Dannato maestro! Me lo sarei evitato volentieri. Ma la copertura doveva essere fino in fondo. Maestro incluso. La sala dei cento focolai mi sembra sempre più buia e tetra e dopo la tensione di oggi non è certo la cosa migliore. Almeno siamo riusciti a calmare gli animi. Il re rimane convinto della sua idea che il cavaliere misterioso sia Jamie Lannister, ma il fratello di Oswell si è calmato per fortuna. La sala è rincorsa dal vociferare dei presenti e quasi tutti parlano di questo cavaliere. La cosa non ci fa piacere ma dovevamo immaginarcelo. Quel cavaliere ha sbaragliato tre avversari senza grande difficoltà e già questo sarebbe stato da ricordare, ma è stato quello che ha fatto dopo che gli ha dato un alone di mistero intorno a lui. Da tradizione avrebbe dovuto richiedere un riscatto in denaro per armi e cavallo degli sconfitti, ma non l’ha fatto. Invece a quei cavalieri ha chiesto di insegnare ai propri scudieri cosa vuol dire veramente essere cavaliere. È stato incredibile, tutti pensavamo che fosse un cavaliere errante e quindi che avrebbe chiesto del denaro agli sconfitti, in fondo molto di essi sono diventati ricchi con le vincite ai tornei. Il re rimane nervoso e guarda male quasi tutti. Ecco lui come sempre può essere un grosso problema. La serata si scalda quando alcuni dei lord iniziano ad essere parecchio ubriachi. Soprattutto al tavolo dove siede il lord di Capo Tempesta le cose iniziano ad essere accese. Da lontano si vede benissimo che è ubriaco fradicio e le sue parole contro il cavaliere misterioso lo rimarcano. Robert Baratheon… non si sa mai cosa pensare di lui. Un grande uomo, in tutti i sensi, ma con una passione un po’ troppo smodata per i piaceri della vita e detto da un dorniano è tutto dire, ma noi, rispetto a lui siamo più discreti, non daremmo mai uno spettacolo del genere in pubblico, neanche il mio caro nipote, e lui è una testa calda come poche. Il banchetto è appena concluso e il principe è ancora più pensieroso di oggi pomeriggio. Non è un uomo che ama la violenza gratuita, ma non ha potuto fare nulla contro la decisione del re. Alla fine è stato il troppo vino bevuto da alcuni lord ad aver vinto nella discussione sul cavaliere misterioso. Quasi tutti quelli presenti erano arrabbiati con quel cavaliere e alla fine hanno deciso di sfidarlo in molti grandi lord, primo fra tutti proprio Robert Baratheon, convinto di finirlo con il suo martello da guerra, anche se non è una mischia. Il re è stato soddisfatto da quella decisione di molti lord e ha dato il suo consenso a quello che probabilmente sarà il massacro di un giovanissimo ragazzo. Non sappiamo chi sia, ma dal suo aspetto e dalla voce distorta dall’elmo non può essere che un ragazzino che vuol farsi grande e giostrare. Se fosse stato un qualsiasi altro torneo o una qualsiasi altra situazione, il principe sarebbe intervenuto in suo favore con maggior enfasi di quella che ha mostrato questa sera, ma la tensione lo ha tenuto cauto, anche se non abbastanza per il re, che non ha perso tempo a rinfacciargli quanto sia debole per non essersi unito a quei lord che volevano la sua testa. Ho paura anche solo di immaginare cosa succederà a quel cavaliere quando si presenterà domani alla giostra. Sono abbastanza sicuro che, se anche dovesse per caso vincere contro il suo primo avversario, il re, nella sua mente malata, lo farebbe arrestare immediatamente, e poi mettere a morte.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Oggi le tende degli zii sono di più. Anche zio Arthur e papà hanno montato la loro. Non so se sono contenta oppure no, ma almeno inizia il divertimento. Questo torneo è abbastanza noioso e i cavalieri che hanno giostrato fino ad ora non sono stati un granché. Ieri sera alla fine non mi hanno fatto scendere per il banchetto e quindi non ho assistito a tutta la discussione nata intorno al cavaliere misterioso, ma me l’hanno raccontata e adesso sono curiosa. Ieri, almeno all’inizio mi è rimasto anche simpatico, ma poi ho visto gli zii diventare nervosi per la sua presenza e quindi non mi è più così simpatico. Questa mattina siamo tutti sulle tribune, le giostre iniziano ad essere più scaglionate e quindi i cavalieri sanno perfettamente con chi e quando devono combattere e questo ha reso inutile restare una giornata intera nella tenda ad aspettare un incontro. Le tende sono montate per l’occasione, ma sono quasi tutte vuote. Si riempiono solo quelle di chi combatte o nella mattina o nel pomeriggio. Oggi sono contenta, sono ben in tre gli zii a giostrare, tutti quanti nel pomeriggio. Questa mattina doveva toccare a zio Gerold ma alla fine ha rinunciato, come ha rinunciato a presentarsi nel torneo. Non arriva nessuno. È da parecchio che questo cavaliere è atteso, ma ancora non si è presentato. Nessuno ne sa la ragione, ma il re si sta spazientendo. Già sospetta non si sa cosa su questo cavaliere e il fatto che non si presenti dopo quello che ha ordinato ieri sera lo fa diventare ancora più sospettoso. Ieri sera ne ha ordinato l’arresto e molto probabilmente la sua successiva morte e il fatto che oggi non si presenti forse vuol dire che egli ieri sera era presente nella sala del banchetto. Sembra l’unica soluzione, anche se in quella sala erano presenti solo i lord dei Setti Regni, cosa che dovrebbe significare, anche se in modo poco credibile, che questo cavaliere sia uno di loro. Ma come potrebbe essere possibile? Tutti loro sono cavalieri e quindi già di diritto autorizzati a partecipare alle giostre, perché presentarsi in una veste del genere quindi? Non avrebbe senso. Ma per quale altra ragione non dovrebbe farsi vedere se non perché è venuto a sapere di quello che il re ha intenzione di fargli? Nessuno ha una risposta a questa domanda e la cosa inizia a rendere tutti nervosi. Il re manifesta il nervosismo in maniera evidente a tutti, ma, per chi conosce bene il principe, vede benissimo che anche lui è nervoso. Ha una posizione troppo rigida e una maschera di granito al posto del volto. I suoi occhi spaziano per tutti gli spalti come se stesse cercando qualcuno o qualcosa ma senza mai trovare niente. Solo la principessa Elia e le bambine sono tranquille. Per fortuna questo torneo inizia ad essere meno caotico dopo i primi due giorni di giostre e anche la piccola Nymeria stamattina può stare tranquilla sulle tribune. Ieri poteva dire quanto le pareva che il suo malessere fosse una finta, ma era veramente molto pallida. Spesso ci dimentichiamo che ha solo cinque anni e questo non va bene. Era fin troppo impaziente di avere questo compito, e la cosa ci fa piacere a tutti, ma dobbiamo anche ricordarci che è solo una bambina piccola. Sorrido passando una mano sul pugnale che porto alla cintura. Nymeria ancora non lo sa, ma presto questo sarà suo. Al compimento degli otto anni, come da tradizione Martell. Lo sto portando io solo perché, un pugnale donato, soprattutto se di acciaio di Valyria, non può essere nuovo. Non sarebbe un vero dono, non porterebbe fortuna. Di solito non credo in queste cose, ma quella del pugnale è una tradizione che mi ha spiegato Lewyn. È una loro vecchia tradizione. Il padrino, o colui di cui il bambino poi diventerà lo scudiero, regala la prima vera arma al bambino all’età di otto anni, quando di solito il bambino viene preso come paggio nella casa del suo nuovo tutore, e questa prima vera arma, il pugnale, non può essere un’arma nuova, ma deve essere stata usata dal padrino per un certo tempo. Solo al compimento dei dieci anni al bambino verrà fatto dono della sua prima vera spada, questa volta da parte del padre, e questa di solito per tradizione è una spada forgiata di nuovo, a meno di casi molto particolari. Nymeria è uno di questi casi molto particolari. Il pugnale in realtà non è mio, ma di Rhaegar che lo ha dato a me perché lo portassi per questi due anni che mancano al compimento degli otto di Nymeria. Nessuno sa nulla di questo pugnale e nessuno lo sta cercando, nonostante la sua importanza. Non si può certo definire bello, ma visto che è in acciaio di Valyria, deve essere estremamente costoso e importante. In realtà Rhaegar l’ha trovato semisepolto dentro una delle innumerevoli sale della Fortezza Rossa e l’ha preso per semplice curiosità. Da allora sono passati quasi sei anni e nessuno ne ha mai fatto parola. Rhaegar non l’ha mai usato perché non ci si trovava con l’impugnatura e per come è fatto e l’ha lasciato nelle sue stanze per tutto il tempo dimenticato. L’ha ritirato fuori solo una sera, parlando con me e Lewyn a Roccia del Drago. Io non sapevo neanche che il principe conoscesse questa tradizione, ma ci ha fatto entrambi molto felici. La spada è ancora più misteriosa. È anche questa in acciaio di Valyria ed è in possesso della mia famiglia da non si sa quanto tempo. È una lama più sottile e piccola rispetto alle normali spade e quindi poco adatta ad un uomo, per questo è rimasta inutilizzata per tutti questi anni. Casa Dayne ha già una sua spada ancestrale di famiglia, Alba, e quindi è sempre stato strano la presenza di quella spada. Nessuno sa da dove viene e neanche da quanto tempo esattamente sia in nostro possesso. Non l’ha mai usata nessuno di noi ed è rimasta nella sala del tesoro da quando chiunque ne ha ricordo. Lewyn avrebbe voluto seguire la tradizione e far fare una spada nuova a Nymeria, forgiata a Lancia del Sole, ma poi abbiamo pensato che quella fosse adatta per la sua forma. E l’acciaio di Valyria la rende una spada molto leggera. Niente sarebbe stato più adatto. Lewyn avrebbe voluto che la spada fosse della sua famiglia, per mantenere la tradizione, ma alla fine si è deciso che questa fosse la decisione migliore. Il re ha finito di spazientirsi e ha mandato mezza guardia reale con il principe in persona a cercare il cavaliere misterioso. E il suo ordine è terribile. Non solo dobbiamo trovarlo, ma anche portarlo a tutti i costi da lui, vivo. Nessuno di noi ha dubbi su cosa possa succedere a quell’uomo una volta davanti al re, ma il suo ordine è perentorio e non ci sono scappatoie dal nostro compito. Nymeria ci guarda spaventata andare via. Si vede che ha le lacrime agli occhi, ma ha anche una compostezza incredibile. Non una lacrima esce dai suoi occhi, ma è spaventatissima. Non è mai riuscita a vederci partire per delle missioni, sempre spaventata che ci possa succedere qualcosa. Quando sono successi i casini con la banda del Bosco del Re, la piccola è stata malissimo finché Arthur non è tornato sano e salvo. Il parco degli dei, certo, quale posto migliore per nascondersi di quello. Un parco vastissimo, mezzo incolto e in parte poco accessibile per quanto folta è la vegetazione. Non abbiamo avuto molti dubbi su dove andare a cercare il cavaliere misterioso, soprattutto per il suo simbolo. - Perché dovrebbe nascondersi proprio qui? – Oswell non è molto convinto, anche per l’enorme distesa di alberi che abbiamo davanti. - Ha come simbolo un albero diga, e al centro di ogni parco degli dei si trova un albero diga, compreso questo. – - Sì, certo, ma questo parco è enorme, non lo troveremo mai. – - Non essere pessimista, lo troveremo. – - Forse sarebbe meglio non trovarlo proprio. – - Lo so, lo penso pure io, ma gli ordini sono ordini, non possiamo far altro che obbedire, e lo sai. – - Sì, sì, lo so, ma non mi piace. – Non mi piace neanche a me, ma non ci possiamo fare nulla. Il principe è silenzioso, anche più del solito, ma neanche lui può fare nulla, almeno per ora. Quando diventerà re, tutto questo cambierà. Nessuno di noi ha dubbi su questo, ma ancora è presto. - Eccolo! – Non faccio in tempo ad accorgermi di qualcuno a cavallo nel mezzo degli alberi che questo fugge. - Maledizione! – Dannazione, è pure veloce. Non porta l’armatura ed è ancora più difficile vederlo. Rischiamo di perderlo in mezzo agli alberi. E noi siamo fin troppo visibili. Ci vedrà arrivare da leghe di distanza. Le armature bianche sono belle ma poco utili in questo caso, ci si vede da lontano come fari. Neanche il principe è esattamente nascosto. La sua armatura è nera e quindi meno visibile, ma il suo cavallo è bianco. - Dividetevi. Lewyn, a destra, Oswell a sinistra. Cercate di arrivargli davanti e tagliargli la strada, ma state attenti. – “State attenti.” Alzo gli occhi al cielo, Rhaegar è sempre lo stesso. Nonostante siamo noi la sua guardia, non riesce proprio a non preoccuparsi per noi. Non dovremmo stare attenti per noi, ma stare attenti che non gli succeda nulla. Glielo abbiamo ripetuto tutti quanti non so più quante volte, ma lui nulla, si preoccupa comunque. Le ramanzine che si è preso dal Lord Comandante per il suo atteggiamento sono epiche e fanno ancora sorridere tutti quanti. Eccolo! Siamo riusciti a circondarlo. Finalmente. È stata una caccia lunga e estenuante. Quel cavaliere è dannatamente bravo a cavalcare e noi siamo anche fin troppo visibili. Ma non è possibile. Non è un cavaliere… - Mia signora, cosa ci fate qui e perché stavate scappando? – Una donna… e sono sicuro di averla già vista da qualche parte, nel salone delle feste e probabilmente anche sugli spalti nel torneo. Deve essere per forza una nobile, anche se non è vestita proprio come tale, ed è una bambina. Non può avere più di quattordici quindici anni al massimo. Ma siamo sicuri che sia lei, ha ancora lo scudo in mano. Ci siamo tutti immobilizzati. Non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere. Ci aspettavamo di trovare un cavaliere… certo anche noi avevamo pensato che fosse molto giovane, ma non certo così giovane e non di certo una ragazzina spaventata. Perché è più che evidente che sia spaventata a morte. È pallida come un morto e continua a guardare tutti noi con occhi sbarrati. Questa non ci voleva, adesso come facciamo a riportarla davanti al re. Ci siamo proprio messi in una brutta situazione. - Mia signora, rispondi alla mia domanda, per favore. – - Non so cosa pensate, ma io non ho fatto nulla di male. – Cavoli, certo che ci vuole un bel coraggio ad affermare una cosa del genere, soprattutto con lo scudo che ancora porta. - Vi siete iscritta sotto falso nome ad un torneo mentendo anche se non siete un cavaliere. E siete scappata davanti al principe e alla guardia reale. Mi dovete almeno una spiegazione valida per le vostre azioni. – Il principe ha provato a metterla sulla diplomazia, cercando di stemperare la situazione critica. - Non ho fatto nulla di male e avevo le mie buone ragioni. – - Sareste così gentile da dirmele, così da evitare spiacevoli situazioni, per voi e per la vostra famiglia. – La vedo rabbrividire, forse consapevole di aver messo in pericolo la sua famiglia. - Dovevo dare una lezione agli scudieri di quei cavalieri e la mia famiglia non centra nulla con questa storia, lasciatela fuori! – Cero che la ragazza ha fegato, non posso negarlo. L’ultima frase l’ha praticamente urlata in faccia al principe, senza ritegno. - Nobile proposito, non posso negarlo, ma ho bisogno di altri dettagli e magari anche del vostro nome. – - L’altra sera tre scudieri hanno attaccato un alfiere di mio padre senza alcun motivo. Io l’ho difeso mettendoli in fuga e poi quella sera, al banchetto, li ho riconosciuti e ho deciso che avevano bisogno di una lezione e quale migliore di quella che gli ho fatto dare dai loro cavalieri dopo che sono stati sconfitti? – - Posso comprendere le vostre motivazioni, ma dovevate lasciare a un cavaliere questo compito. Voi siete una donna. – - Questo non significa che non sappia combattere. – Donna audace, non c’è che dire, e ancora non ci ha detto come si chiama. - Mia signora, non mi avete ancora detto il vostro nome. – - Avete appena minacciato la mia famiglia! Loro non c’entrano niente in tutto questo! Lasciateli fuori! – Adesso è uscito il vero panico nella sua voce. - Mia signora non voglio far nulla né a voi né alla vostra famiglia, voglio solo conoscere il vostro nome. – Aggrotto la fronte, questa è nuova! - Lyanna Stark. – È solo un sussurro, ma sentiamo tutti. Stark, quindi è la figlia del lord protettore del nord. - Molto bene, lady Lyanna. Adesso datemi quello scudo, per favore. – Siamo tutti sorpresi, compresa la ragazza. Ma cosa pensa di fare con lo scudo. - Molto bene, potete andare. – Non so adesso chi è più sorpreso se noi o la ragazza, ma lei parte di corsa verso l’uscita del parco degli dei senza più aggiungere neanche una parola. - Bene. – Non dice più neanche una parola e inizia a incamminarsi anche il principe verso l’uscita. - Come bene, Rhaegar, e adesso cosa facciamo con il re? Ci chiederà cos’è successo qui! – - E noi gli diremo che abbiamo trovato solo lo scudo appeso a un ramo di un albero. In fondo non abbiamo trovato nessun cavaliere, solo una fanciulla sola in un bosco. – Non mi convince, ma in fondo ha ragione. Quella ragazza era più spaventata dalla possibilità che succedesse qualcosa alla sua famiglia che succedesse qualcosa a lei stessa. Ha detto il suo nome solo quando è stata sicura che il principe non facesse del male anche ai suoi familiari. Incredibile, come la storia che ci ha raccontato, ma in fondo è credibile. Non conosco per nulla il suo carattere e quindi non posso giudicare, ma mi sembra molto probabile che abbia agito in quella maniera sconsiderata solo per proteggere un alfiere del padre. Vedo Rhaegar molto pensieroso e non nascondo un sorrisetto. Non sono un mezzo pervertito come Arthur, ma so riconoscere quando una persona è attratta da un'altra ed è quello che è successo tra quei due. Non ci sono dubbi e sono contento. Per quanto Rhaegar sia sposato con mia nipote, vedo benissimo che il loro matrimonio non è felice come fanno sembrare. Nessuno dei due è innamorato dell’altro e questo causa infelicità in entrambi.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Con la questione del cavaliere misterioso finalmente risolta, possono ripartire anche le giostre del giorno. Il re ha digerito a fatica la spiegazione della sparizione del cavaliere misterioso, ma se l’è fatta andare bene. In fondo era plausibile la sua scomparsa. Noi abbiamo tutti tirato un grosso sospiro di sollievo quando alla fine le cose si sono risolte per il meglio. La ragazza è scomparsa dalla nostra vista e adesso è sulle tribune circondata da quella che presumo sia la sua famiglia. Sembra ancora più giovane in questo modo e sono felice che abbiamo trovato il modo di risolvere il problema senza che venisse catturata. La vedo portare una volta lo guardo verso il nostro palco, spaventata a morte, ma un leggero sorriso da parte del principe la tranquillizza. Ancora non lo sa, ma la sua strampalata storia e la sua determinazione a ottenere vendetta per l’alfiere del padre hanno convinto Rhaegar a presentarsi oggi per le giostre. In realtà sarebbe troppo presto, ma ha deciso di anticipare la sua entrata nei giochi per continuare quello che la ragazza non avrebbe più potuto fare. Ho sorriso felice quando me l’ha detto, mi era venuto un mezzo sospetto quando l’ho visto con la ragazza nel bosco, ma quando ha detto una cosa del genere non ho avuto più dubbi. Si è innamorato. Penso che non ne sia consapevole neanche lui, ma è evidente per chi conosce tutta la storia e probabilmente anche Arthur inizia a farsi venire qualche dubbio. La sua faccia quando ha sentito quello che voleva fare il principe non ha lasciato molti dubbi in merito. Rhaegar è combattuto, si vede, ma sono sicuro che Arthur riuscirà a fargli cambiare idea. Finalmente la sua vicinanza a un dorniano come Arthur avrà qualche risvolto positivo. E quando vorrà, io sarò pronto a dargli una mano con la corte di Lancia del Sole. Rhaegar ha una mentalità molto più chiusa per queste cose rispetto alla nostra e non capisce a pieno, ma per noi non sarebbe un grosso problema se dovesse avere un amante. Amanti e concubine sono normali a Dorne e nessuno ne sarebbe offeso. Un altro discorso sarebbe se volesse fare di quella ragazza la sua nuova moglie. Il matrimonio poligamo non è una pratica comune nei Targaryen ma è già stata utilizzata in passato. Certo, è anche una pratica usata solo da loro, quindi dovrebbe andare con i piedi di piombo e spiegare la situazione in maniera ottimale alla corte di Lancia del Sole, per evitare guai. Non ci posso credere. Zio Rhaegar addirittura! Non pensavo che iniziasse a giostrare così presto e invece oggi ci sarà anche lui. Quando me l’ha detto ero al settimo cielo. Ero stata in pensiero per tutto il tempo che sono stati via, spaventata che potesse succedere qualcosa, e quando sono tornata e mi hanno dato la bella notizia tutta la paura è evaporata. Mi sarei potuta mettere a piangere per la contentezza, tanto ero felice. Zio Rhaegar è bravissimo e poi è il principe. Tutti lo riconoscono, lo acclamano e tifano per lui durante i tornei, questo si vede. Gli vogliono bene tutti, anche il popolo, e si aspettano tanto da lui e io sono sicura che diventerà un ottimo re. È troppo gentile per non esserlo. Il momento più bello è arrivato, finalmente. Papà e zio Arthur che combattono. Uno scontro bellissimo, avvenuto molte volte in allenamento e sempre emozionante. Sono entrambi bravissimi e si conoscono alla perfezione, quindi non è mai scontato chi vincerà. Papà dice spesso che è ormai passato il tempo in cui poteva pensare seriamente di battere zio Arthur e che inizia ad essere troppo vecchio per questi divertimenti, ma io non ci credo. Non è mai stata così scontata la vittoria di zio Arthur in allenamento, anche se succede spesso, e comunque gli ha sempre tenuto testa benissimo. Sono emozionata, ancora una volta vicino a questa staccionata. Stavolta le spade che porto serviranno sicuramente. Impossibile che non arrivino allo scontro con le spade. Tutto il pubblico trattiene il fiato, aspettandosi un gran spettacolo. Infondo non succede tutti i giorni di vedere due guardie reali combattere uno contro l’altro e il loro mantello garantisce che sarà uno spettacolo. Le spade pesano parecchio e sono ingombranti, ma non ci faccio caso. L’emozione è troppo forte. Non so nemmeno cosa fare. Mi hanno ripetuto più volte che in caso di bisogno si sarebbero avvicinati loro, e quindi io devo rimanere al mio posto, ma sono comunque un po’ in apprensione. Mi sembra quasi che Alba pesi come un macigno e mi sudano le mani, ma cerco di non darlo a vedere, ci manca solo che con questo pretesto non mi facciano continuare. Zio Arthur era già poco convinto quando mi ha lasciato sua moglie, come spesso chiama scherzosamente la sua spada, e anche papà era più scuro in volto di quanto è di solito. La giostra è epica. Hanno spezzato dieci lance ciascuno prima di arrivare alla spada. Quando sono arrivati a prenderle erano silenziosi, taciturni e zio Arthur si è passato per un attimo una mano sulla spalla sinistra prima di prendere in mano Alba. Spero solo che non si sia fatto male nello scontro con le lance, non sarebbe molto bello e farebbe fatica a combattere. Sono bravissimi… non ci sono altre parole per descrivere il combattimento che ho davanti. Sembra che si equivalgano con la spada come con la lancia e questo mi fa pensare seriamente che zio Arthur possa essere in qualche modo ferito alla spalla. Per quanto papà sia bravo, non ho mai visto lo zio così lento come lo è ora. - Arthur, complimenti, sei sempre il migliore. – Siamo appena tornati alla tenda dopo lo scontro. È stato parecchio difficile ed estenuante e alla fine ha vinto Arthur, nonostante una ferita alla spalla sinistra. - Quindici anni di meno e spalle più grosse. – - Impertinente come sempre. Mi stai dando del vecchio per caso? – - Non vorrei mai. – - A proposito di spalle, vai a farti vedere la sinistra. – - Ah, è solo un graffio non fa male. – - Certo, come no. – - Sono serio. – - Anche io. In fondo ti conosco da troppi anni ed ho appena finito di combattere contro di te. Non sono ancora rimbecillito, Arthur. Si vedeva da lontano. – - Ripeto è solo un graffio dovuto a una scheggia della lancia. Non penso neanche che sanguini. – - Meglio comunque che un maestro te la controlli, non si sa mai. – - Zio Arthur, complimenti, sei stato bravissimo! – Sorrido, vedendo arrivare una Nymeria felicissima. Salta letteralmente al collo di Arthur pur di abbracciarlo e lo vedo che stringe gli occhi, come per soffocare un gemito di dolore. E meno male che non era nulla. Quel ragazzo è incredibile. - Zio, tutto bene? Ti ho fatto male? – - No, no, sto bene. – - Non è vero. Ti ho visto combattere. Ti sei fatto male alla spalla. – - Adesso non ci sono più scuse. Se n’è accorta anche la bambina. – - Ripeto che non è nulla. Una scheggia mi ha preso nel punto di congiunzione dell’armatura e mi ha lacerato la pelle. Niente di più. Sto bene. Non fa male. – Io lo guardo male, ma Nymeria è più veloce di me a rispondergli. – Non è vero. Ti ho visto combattere e non usavi il braccio sinistro. – Sorrido. Quella bambina ci ha visti allenarsi anche troppo e ci conosce bene. Per quanto Arthur sia ambidestro e sappia impugnare Alba con entrambe le mani piuttosto bene, la sua mano preferita rimane la sinistra ed è con quella che dà il meglio di sé. Di destra fa molta più fatica ad essere veloce ed incisivo e mette meno forza negli attacchi. - Va bene, va bene, dopo lo scontro di Rhaegar vado a farmi controllare. – Si vede che è esasperato, ma non dobbiamo mai nascondere una ferita, nemmeno la più piccola, è una delle cose che gli ho sempre cercato di inculcare negli anni in cui è stato mio scudiero. Un cavaliere non deve mai nascondere una ferita, se no quella potrebbe infettarsi e la cosa diventerebbe molto più complicata. Adesso tocca a zio Rhaegar e se mi ricordo qualcosa dalle lezioni sulle casate nobili di Westeros, il suo avversario è uno Stark. Il simbolo del metalupo è ben visibile sul suo scudo e la sua armatura di acciaio spicca accanto a quella nera dello zio. Sembra possente e sicuramente è più grosso di zio Rhaegar, ma non sono preoccupata, conosco bene la bravura dello zio e non penso che questo cavaliere possa anche solo impensierirlo. Dopo lo scontro tra papà e zio Arthur, però, sono un po’ preoccupata. Lo zio ha vinto, ma è stato messo in difficoltà più volte e non solo per la bravura di papà, ma anche per una ferita non intenzionale alla spalla. In pochi ci pensano, ma è veramente facile farsi male in questi giochi e anche la più piccola ferita può essere pericolosa. La mia preoccupazione, però, è infondata. Spezzano solo due lance prima che il cavaliere del nord venga disarcionato e zio Rhaegar vinca l’incontro. Sono felice, anche perché così domani ci sarà forse uno degli incontri più belli che si possano vedere. Zio Rhaegar contro zio Arthur. Quando si allenano sono un portento, difficile non restare ammaliati dalla loro bravura. Si vede che sono due abilissimi guerrieri e questo rende i loro combattimenti ancora più incerti. Non si sa mai chi sarà il vincitore e questo rende tutto uno spettacolo. Sempre che zio Arthur stia bene. È cocciuto, ma adesso non ha scuse, lo ha promesso, deve andare a farsi vedere il taglio che ha sulla spalla. Dannazione! Ci mancava solo Rhaegar, non mi bastava Lewyn. Avevo deciso di far finta di niente, complimentarmi con Rhaegar e andare via. Non volevo che venisse fuori il mio piccolo problema e non avevo nessuna intenzione di far visita al maestro. La spalla mi fa ancora un po’ male, ma niente di più, in fondo è solo un graffio. Ma no, niente. Tutti dicono che sono cocciuto, ma secondo me Lewyn mi batte, ma anche tanto. Si era legato al dito il fatto che avessi detto che sarei andato non appena fosse finito l’incontro di Rhaegar e così lo ha fatto intervenire di persona per convincermi. E Rhaegar niente, non ha voluto sentire ragioni, mi ha praticamente costretto ad andare dal maestro. Sono arrabbiato con tutti e due. Gli voglio bene ma a volte sono davvero impossibili da gestire. Andare da un maestro e dirgli di avere una ferita, con la nostra posizione, è come una tortura. Non ci sono altre parole. Ci ho passato letteralmente un paio d’ore d’inferno lì dentro. Ha insistito nel pulirla, cauterizzarla con il vino bollente, pulirla di nuovo e solo dopo fasciarla. Ci ha messo una vita e solo dopo altro tempo mi ha dato il permesso di tornare ai miei doveri. Incredibile quanto tempo ho perso per nulla. - La tua faccia penso dica tutto. – Rhaegar non è divertente, per nulla. Volevo solo tornare agli alloggi e sdraiarmi sulla branda, senza pensare a nulla. Ma niente. Lewyn era anche lui lì, e sono sicuro che mi stesse aspettando al varco e mi ha subito detto che il principe mi stava cercando. - Sto bene, come ho sempre detto. Era solo un graffio. – - Almeno adesso ne siamo sicuri. – Scuoto la testa senza neanche rispondere. Tanto non servirebbe a nulla. Quando fanno così mi viene voglia solo di strozzare entrambi. A volte sembra che si coalizzino. - Se mi fossi ferito io, avresti fatto battute per i prossimi dieci giorni, non penso che sia stato nulla di così tremendo. – Continuo a non rispondere, non ho nessuna voglia di fare del sarcasmo in questo momento. Lewyn si accorge di questo e decide saggiamente di uscire. Sa che quando succedono questi episodi è meglio lasciare me e Rhaegar da soli. Non so come, ma in questi casi ci comprendiamo alla perfezione e l’altro dice sempre qualcosa che tira su di morale quello che sta male. - Arthur… - - Lascia perdere, va bene? – - Sai che non lo farò mai. Che succede? – - Niente. – - Non mi liquidi così, non ci provare neanche. – - Una scheggia. Una dannatissima scheggia. Mi sono procurato una ferita per una scheggia di lancia in un torneo. – - E allora? Capita a tutti. – - Non lo so. Quando ho visto quella piccola ferita mi è entrata una grande rabbia addosso e non capisco come mai. – - Siamo persone, Arthur, può succedere, anche ai migliori di noi. – - Ma non a me, non in questo modo. Lewyn è stato il mio mentore e non ricordo neanche quanti lividi o piccole ferite mi sono fatto quando ero il suo scudiero. Non dovrei provare rabbia per una cosa come questa. E se non fosse solo per questo, adesso che siamo entrambi guardie reali, il nostro rapporto è ancora più forte. Fratelli è una parola che non rispecchia neanche fino in fondo quello che provo per lui. Gli devo tutto… il mio posto qui, persino Alba… e provo rabbia perché mi ha procurato una piccola ferita? Non è normale! – - Arthur ti conosco da sei anni ormai e so che tipo di persona sei. Hai ceduto a un’emozione momentanea e solo dopo aver finito di combattere. Non hai mai voluto far intenzionalmente male a Lewyn, non crucciarti per questo. – - Non avrei mai fatto male a Lewyn! – - Lo so benissimo. Ti ripeto. Ti conosco fin troppo bene. E se vuoi ti posso fare lo stesso discorso che mi hai fatto spesso anche tu… - - Lascia perdere, non sono dell’umore giusto per sentire un discorso del genere. – - È proprio in quei momenti che andrebbe fatto. – - Lo so, lo so. Ti ho fatto questo discorso almeno cento volte in questi sei anni, ma non ho voglia di sentire le mie stesse parole. E poi quel discorso non vale allo stesso modo anche per me, non in questo caso. – - Sì invece, è esattamente la stessa situazione. E lo sai anche te. E sai qual è l’unica cosa da fare. – - Non possiamo, Rhaegar, tra poco c’è il banchetto. – - Non ci vorrà molto e te hai bisogno di sfogarti. Prendi Alba, forza. –

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


C’è voluta quasi un’ora di combattimento serrato per calmare Arthur, ma alla fine ci sono riuscito. Non è stato per nulla facile, ma non lo è mai stato. Questo non è mai stato un semplice combattimento, ma uno sfogo per uno dei due, in caso di bisogno. Entrambi sappiamo che, in caso di rabbia, c’è sempre il modo di sfogarla nel modo migliore, senza prendersela con chi non ha possibilità di difendersi veramente. Arthur non è mai stato felice di questo metodo, ma è risultato il più efficace per entrambi. La prima volta che l’abbiamo fatto l’ha proposto lui, ma poi era talmente nervoso che non ha fatto altro che difendersi e aspettare che esprimessi tutta la rabbia che avevo dentro. Efficace, ma solo fino a un certo punto. Quando l’ho capito, mi sono impuntato che, perché fosse veramente efficace, anche lui doveva metterci tutto il suo impegno, senza farsi condizionare dal fatto che io fossi il principe. C’è voluto tanto tempo, ma alla fine ha accettato. E almeno due volte sono stato io quello che l’ha dovuto calmare con questo metodo, e in quelle circostanze, la sua rabbia ha tirato fuori il suo vero io combattente, rendendolo veramente pericoloso. In quei casi, non è facile per niente riuscire a tenergli testa, ma questo mi ha reso anche uno spadaccino migliore. - Adesso, possiamo finire il discorso con più calma. – Siamo appena tornati nella camera del principe ed io in effetti sono riuscito a ritrovare la calma, ma rimango della mia idea… non ho nessuna voglia di parlare di quello che ho provato. - Rhaegar, sai benissimo che non ho nessuna intenzione di tornare sull’argomento. Ti sono grato per avermi calmato, ma non ho intenzione di parlarne mai più. – È solo un’occhiata, niente di più, ma è più eloquente di mille parole. E non serve altro spesso tra di noi. - Ho paura… lo sai. Paura di quello che questa reazione possa significare. – - Che anche tu sei umano? Cosa deve significare, Arthur? È quasi la prima volta che ti vedo avere una vera reazione a qualcosa successo durante un allenamento. Non è mai una bella cosa quando uno si tiene tutto dentro, lo sai. E non venire a raccontami la storia che il tuo avversario fosse Lewyn, non attacca. – - Ma è proprio questo il punto. Se fosse stato chiunque altro avrei potuto anche capire una parte della rabbia che ho provato, ma in questo caso proprio no, non capisco. – - Arthur, continuo a dirtelo… sei anche te una persona umana, non una macchina. E il bene che provi per Lewyn non è diminuito solo per un momento di rabbia. – - … - - Arthur, adesso è il rimorso a parlare, non sei te. Lewyn non si è fatto neanche un graffio e te non hai sfogato la rabbia contro di lui, ti sei trattenuto aspettando il momento migliore per sfogarti. È a questo che serve quello che abbiamo fatto stasera, e lo sai anche te. – - Arthur, non voglio parlare con il muro, guardami per favore. È andato tutto bene e non si è fatto male nessuno. – I miei occhi incontrano finalmente i suoi e inizio a capire quello che mi vuole dire. Sono stato uno stupido a reagire in questo modo, ma non è stata solo la rabbia, è stata anche la paura a parlare. Paura, e che paura. Quando sono arrivato nella capitale il re era già impazzito, non ho mai visto l’altra parte del suo carattere. In molti me l’hanno raccontata, ma quasi non ci ho mai creduto. Mio padre ha combattuto alle Stepstones e mi ha raccontato di un allora principe Aerys totalmente diverso da quello che ho avuto modo di incontrare io a corte. È stata la sua evidente pazzia in contraltare con l’immagine che mio padre e quelli che erano andati in guerra con lui mi avevano descritto, a spaventarmi in casi come questi. Sapere e vedere come un uomo possa impazzire con poco mi ha reso nervoso e guardingo. - Arthur, non sono né stupido né cieco. E sai che ho le tue stesse paure. Ma questa non è follia, ma impulsività. Anche io a volte mi faccio trasportare ed essa prende il sopravvento sulla razionalità. – Lo guardo male, lui impulsivo… ma se è la persona più razionale che conosca! - Non guardarmi così, sai cosa voglio dire. E sai che la pazzia di mio padre preoccupa anche me. In fondo sono suo figlio. – - Rhaegar, tu non sarai mai come lui. Non pensarci neanche. Ti conosco, e conosco il tuo carattere. Non riusciresti mai a diventare come tuo padre. Non pensarci neanche. – - Rimane sempre mio padre e il sangue non mente. So che abbiamo caratteri completamente differenti, ma anche lui era una brava persona e un ottimo re quando ha cominciato. – - Ma adesso sappiamo tutti come è diventato. E la prigionia non è l’unico motivo del suo comportamento. – - No, ma è un ottimo punto di partenza. Il trauma di quello che ha subito è stato troppo forte per lui e non si è fidato più di nessuno. In parte lo posso capire. – - Aveva già iniziato ad essere diffidente con chiunque. La prigionia ha solo fatto uscire il peggio di lui. Tu non sarai mai così e avrai sempre qualcuno a ricordarti di come sei veramente, anche se dovessi impazzire, non ti preoccupare. – Non è facile cercare di sdrammatizzare in questa circostanza, anche perché ero io, fino a un minuto fa quello che doveva essere rassicurato, ma non posso farne a meno. La mia preoccupazione ha risvegliato anche la paura di Rhaegar, solo che lui ne ha molto più motivo di me. Io posso dire quanto voglio di non voler diventare un pazzo, ma nessuno della mia famiglia lo è e quindi non sono propriamente predisposto per questo, ma per Rhaegar è diverso. Come dice spesso, il pazzo è suo padre e lui potrebbe averlo nel sangue. - Ora non fare lo spiritoso. E poi chi mi dovrebbe ricordare di come sono, te? L’altro pazzo? – Scoppio a ridere. Adesso sì che stiamo facendo discorsi senza senso. Come dei pazzi. - Rhaegar sai qual è la mia risposta. Ti voglio bene e ti voglio stare vicino, ma non sono sicuro di essere la persona giusta. – - Ne abbiamo parlato già altre volte, Arthur. Voglio solo te quando sarà il momento. – - Non lo so, è una grossa responsabilità. Forse anche più grande di me. Non ho mai pensato di esserne in grado e tu avrai bisogno delle persone migliori, soprattutto con quello che vuoi fare. – - È vero, ma chi meglio di te. Mi hai aiutato a decidere che tipo di re vorrò essere quando sarà il mio momento. Mi sei stato vicino in ogni decisione presa in questi anni e mi hai fatto capire molte cose. Quello che voglio per i Sette Regni non è facile e neanche una cosa che si può fare in poco tempo. Ma sono sicuro di questa cosa. Non sono sicuro di molte cose di questo piano ma sono sicuro di chi voglio al mio fianco e te e Lewyn siete queste persone. – - Che sarebbe migliore di me in questo campo. Ne sono sicuro. – - Lewyn non accetterebbe mai, lo sai anche te. Ha sempre rifiutato i ruoli di potere. Si sente un soldato fatto e finito e ha passato gran parte della sua vita a pensare solo a questo. Non mi sarebbe di aiuto tanto quanto te e lo sai. – - Continuo a non essere così sicuro che sia una buona idea ma sai che ti starò vicino fino alla fine. – - Lo so e sono sicuro che sarai un ottimo Primo Cavaliere anche se tu non ne sei certo. – Un discorso uscito ormai da tempo. Non abbiamo iniziato a progettare tutto questo piano da un giorno all’altro, ma ci abbiamo pensato su per tanto tempo, appoggiati in pieno da tutti gli altri protagonisti. Il progetto di Rhaegar per il Regno è ambizioso, non ci sono altri modi per definirlo, ma tutti quelli che lo conoscono dicono che solo lui è in grado di attuarlo. Elia e Lewyn sono stati i primi a dirsi favorevoli a tutto questo e in gran segreto anche Doran, già principe di Dorne dopo la morte della madre, è favorevole alla reggenza di Rhaegar. Non posso che definirmi felice di tutto questo. In fondo Doran è stato il primo dei grandi Lord a definirsi a favore di Rhaegar sul Trono di Spade. Abbiamo sempre avuto paura che nessuno volesse veramente seguire il principe perché convinto che alla fine avrebbe preso la strada intrapresa dal padre, ma adesso stiamo capendo che non è così. La presenza del re ha reso veramente difficile poter iniziare a parlare in modo informale con gli altri lord, ma la loro reazione al principe è stata evidente fin dalla prima serata. Le ovazioni che segnano l’ingresso del principe non sono passate certo inosservate, esattamente come l’accoglienza poco più che tiepida che viene riservata al re. Ormai sembra chiaro che nessuno crede più a re Aerys. Non abbiamo ancora la certezza che, se non tutti, almeno la maggior parte dei lord sarebbero a nostro favore, ma lo speriamo. Per adesso le casate sono poche e solo quella dei Martell fra le maggiori. Poi abbiamo molte piccole casate sparse fra quelle fedeli a Roccia del Drago, per la maggior parte, e qualche lord sparso qua e là, come per l’appunto i Whent che hanno organizzato questo torneo. Nuovo giorno, nuovo round. Adesso le cose iniziano a farsi veramente emozionanti. Sono rimasti in gara solo quattro cavalieri e sono tutti e quatto degli ottimi combattenti. Per prima ci sarà la sfida tra zio Arthur e zio Rhaegar questa mattina e poi nel pomeriggio anche zio Barristan combatterà per accedere alla finale. Mi dispiace che il combattimento tra zio Arthur e zio Rhaegar sia solo oggi e non domani in finale, ma sono anche sicura che sarà spettacolare. Zio Arthur ieri era ferito ma oggi sembra in piena forma. Non so bene cosa pensare di zio Barristan, non sta con noi a Roccia del Drago, quindi lo conosco meno rispetto a tanti altri. Mi sta simpatico e ha sempre un sorriso dolce per me quando mi vede, quindi faccio il tifo anche per lui. In fondo siamo tutti una famiglia, anche con quelli che conosco di meno. E sarà così anche con quello nuovo, Jamie Lannister. Mi ci vorrà un po’ per avere il rapporto che ho con gli altri, che in fondo conosco da tre anni, ma sono sicura che alla fine ci riuscirò. Mi è dispiaciuto tanto quando il re gli ha ordinato di tornare ad Approdo del Re per proteggere la regina perché non ho potuto iniziare a conoscerlo. Non so cosa pensare di lui. Gli zii sono molto combattuti. Da una parte sono contenti che sono di nuovo in sette, il numero giusto, ma dall’altra parte non sono convinti fino in fondo di lui. Una sera li ho sentiti parlarne e non tutti erano convinti che fosse una buona scelta. La sua storia la conosco anche io… soprattutto della sua investitura a cavaliere da parte di zio Arthur dopo lo scontro con la Fratellanza del Bosco del Re, ma tutti dicono che sia troppo giovane per questo ruolo. Tutti quanti sono diventati guardie reali molto più grandi dei sedici anni di ser Jamie e non sono convinti che sia abbastanza maturo per questo ruolo. Ho quasi le lacrime agli occhi quando gli zii tornano da me per prendere le spade. Hanno spezzato in totale dodici lance prima di passare alla spada e non so dire chi sia stato più bravo fra i due. Zio Arthur non ha risentito per nulla della ferita alla spalla di ieri e ha ritrovato la sua solita luce ironica negli occhi. Si vede che per lui tutto questo è tornato ad essere solo un gioco. Zio Rhaegar è altrettanto tranquillo e mi fa un piccolo sorriso mentre prende la sua spada. Sono entrambi due formidabili guerrieri e lo scontro è formidabile. Non si riesce quasi a seguire i loro movimenti, tanto sono rapidi. Neanche negli allenamenti si sono mai dimostrati tanto bravi. Dalla mia posizione vedo che tutti quelli intorno alla staccionata sono come incantati dallo spettacolo. Perché non si può definire in altro modo, quello che sta avvenendo è un vero spettacolo. La bravura, la maestria e la velocità dei loro attacchi sono senza paragoni, e questa non è nemmeno la finale. Sono sicura che, chiunque affronterà uno dei due in finale, non riuscirà mai ad eguagliare quello che sta avvenendo oggi davanti a tutti. Quaranta minuti, stanno andando avanti da tutto questo tempo e non danno neanche prova di essere stanchi. Continuano a scambiarsi colpi serrati come se niente fosse, ma nessuno ancora ha avuto la meglio su l’altro. In alcuni momenti è sembrato che zio Arthur potesse vincere, ma zio Rhaegar si è sempre sottratto all’ultimo. Ma non possono andare avanti ancora per molto, prima o poi si stancheranno! Non sono mica macchine, anche se inizio ad avere i miei dubbi. Ecco! Forse è arrivato il momento! Zio Rhaegar mette male il piede e sembra scivolare, mi immagino il ghigno soddisfatto di zio Arthur mentre alza Alba per sferrare il colpo che gli avrebbe garantito la vittoria, ma all’improvviso… zio Rhaegar scatta di lato, sguscia sotto la lama di Alba già tesa e colpisce zio Arthur sul braccio sinistro, stando comunque attento a non colpire il punto dove lo zio è ferito. Lo zio non perde la spada, ma indietreggia sconcertato, forse non si aspettava una mossa del genere, e quando attacca di nuovo, lo fa con meno foga di quanta ne aveva prima, e zio Rhaegar ne approfitta di nuovo e questa volta, quando sguscia di nuovo sotto la lama di Alba, colpendo di nuovo zio Arthur al braccio, questo perde Alba e l’incontro. Il silenzio sembra assordante, come se nessuno si fosse reso veramente conto di quello che è appena successo e che il combattimento è veramente finito. Tutti sono ancora congelati a guardare i due contendenti che si stringono la mano, comunque tutti e due felici di quello che hanno fatto. Ma dura solo per un attimo, poi tutto il pubblico esulta come mai ha fatto per gli altri incontri. L’arena è sommersa da scrosci di applausi per il principe e sono tutti entusiasti. Tutti tranne il re. Dalla mia postazione non sono riuscita a vederlo in faccia, ma ho visto come non si è unito agli applausi della folla per il figlio e come abbia già abbandonato sdegnosamente il palco reale come se tutto questo non gli interessasse. La felicità di zia Elia, invece, è talmente evidente che la noto anche io da questa distanza.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Ultima giornata di torneo, manca solo la giostra finale e tutto sarà finito. Rhaegar contro Barristan. Uno scontro quasi epico. Forse non come quello di ieri, ma poco ci manca. Barristan è un combattente eccezionale e un vero veterano di torneo e con la spada difficilmente qualcuno lo batte, ma è meno esibizionista di Arthur. Lo vedo con un mezzo sorriso, questa mattina, rilassato e sono contento. Dopo quello successo ieri l’altro avevo paura che si fosse risentito per il nostro combattimento, ma invece è tranquillo, con un sorriso che gli illumina gli occhi. Non ho idea di che cosa sia successo quella sera prima di cena tra lui e il principe e in parte non mi interessa. Sono uscito dalla camera proprio perché non mi volevo immischiare tra di loro. Non fossero loro avrei forse anche pensato che il modo in cui risolvono questi problemi non sia proprio casto, ma li conosco troppo bene anche solo per pensare una cosa del genere. Sono molto più propenso a pensare che li risolvano con la spada, in fondo, forse, solo Rhaegar è all’altezza di Arthur quando è veramente furioso, come quella sera. Guardo Barristan e anche lui è tranquillo. Siamo in cinque seduti intorno al tavolo centrale della torre dove sono alloggiati i reali e stiamo riordinando un attimo le idee prima di iniziare questa giornata. Manca solo ser Gerold che è insieme al re ed Oswell che questa notte non è tornato nella torre per finire di parlare con il fratello. Ci siamo impegnati tutti tanto per la riuscita di questo torneo, sotto tutti i punti di vista. Nonostante tutto quello che pensavamo, la presenza del re non ha interferito più di tanto nel nostro piano. Rhaegar è riuscito, nonostante tutto, a parlare con alcuni lord maggiori dei Sette Regni e a farsi un’idea di quello che pensano. Siamo stati molto attenti a scegliere con chi parlare, ma siamo riusciti a parlare con almeno un lord di ogni Regno. Non tutti sono stati molto contenti di quello che hanno sentito, soprattutto al Nord, ma si sono rivelati almeno in parte interessati a valutare quello che stavamo dicendo. Non è stato semplice e ha richiesto un enorme lavoro da parte di tutti quelli che sapevano la verità su tutto questo torneo, quindi anche del fratello di Oswell, anzi forse lui è quello che ha fatto il lavoro maggiore. Con gli occhi del re puntato quasi sempre su di noi, è stato lui ad avvicinare una buona parte dei lord e a parlarci. Non sappiamo bene che cosa gli abbia detto, ma ha riportato commenti per la maggior parte positivi. Questo ci fa ben sperare per il futuro. Essere riusciti a parlare con almeno un lord in ogni Regno rende la cosa più semplice. Ne abbiamo parlato veramente tanto e forse siamo arrivati anche a una specie di piano. Come abbiamo sempre pensato non sarà una cosa immediata, ma graduale. Ci abbiamo pensato e crediamo che prima di un anno o forse due non saremo veramente in grado di muoverci, soprattutto dopo quello che ci ha riferito Elia. Ha detto che voleva aspettare la fine del torneo e la vittoria di Rhaegar, ma anche lei deve aver notato il cambiamento nel marito. Tutti lo abbiamo notato e siamo felici, anche Elia. Il loro è stato un matrimonio politico in cui l’amore non c’è mai stato, solo rispetto e fiducia reciproca. Si vogliono bene, a modo loro, ma di amore neanche l’ombra. Rhaegar vuole bene sia ad Elia che a Rhaenys e le proteggerà finché vivrà e questo è fuori discussione, ma quello che prova per la ragazza del nord è qualcosa di talmente puro che è difficile anche solo da descrivere. Questo torneo non li ha fatti solo incontrare, ma anche avvicinare. Molte serate non si sono concluse nella sala dei banchetti, ma in una sala appartata con loro due e il principe che suonava qualcosa per la sua amata. Per quanto uno possa pensare male di questa situazione, la ragazza ha soli quattordici anni e il principe è un gentiluomo. Non hanno mai fatto nulla di sconveniente, in fondo lei è solo poco più di una bambina. Si sono divertiti a modo loro e si sono avvicinati. Si è capito quasi fin da subito che anche la ragazza provava qualcosa per il principe, e non per la sua posizione, anzi. Non ha mai fatto pressione sul principe per nulla, dicendo di voler combattere le proprie guerre da sola e gli ha fatto capire fin da subito che lei non sarebbe mai diventata la sua amante. È stato quasi buffo, detto da una ragazza così giovane, ma questo l’ha resa ancora più intrigante. Una ragazza pienamente consapevole di quello che vuole e quello che il mondo si aspetta da lei. C’è voluta quasi tutta l’arte persuasoria del principe per farsi dire che la ragazza era già promessa a un uomo. Era quasi in imbarazzo quando l’ha detto, affermando quasi subito dopo che non voleva che il principe interferisse in nessuna maniera con tutto questo e che avrebbe risolto la cosa da sola, anche se ancora non sapeva bene come. È stata quasi comica per come era risoluta, ma alla fine Rhaegar ha accettato di aspettare che lei risolvesse il suo problema da sola. Anche parlando con Elia, che forse aveva trovato una soluzione al problema, ha affermato di voler lasciare che la ragazza trovasse da sola la sua strada. È stato quasi incredibile come Elia si sia affezionata alla ragazza senza quasi averci mai parlato, ma lei è fatta così, ha visto quanto rendesse felice Rhaegar, come lei non aveva mai potuto fare, e questo ha reso la ragazza un dono del cielo. Può non esserci amore da parte di nessuno dei due, ma entrambi augurano solo il meglio all’altro, e se uno dei due trova l’amore vero l’altro non riuscirebbe mai a portarglielo via. Sorrido pensando anche al regalo che Rhaegar vuole fare alla sua bella se oggi vincerà il torneo. Non potendo ancora fare nulla per risolvere la loro situazione, ha deciso che avrebbe incoronato la ragazza regina di amore e di bellezza. Un gesto molto bello e significativo. La tradizione avrebbe voluto che incoronasse sua moglie soprattutto perché presente al torneo, ma lui, con il permesso di Elia, ha deciso di incoronare quella che per lui è la sua vera regina. Ha anche scelto apposta delle rose blu dell’inverno, un fiore molto particolare che cresce nelle terre della ragazza. Ci siamo, la giostra finale. È incredibile, sono emozionatissima. È da ieri sera che non riesco a pensare ad altro. Sono talmente emozionata che non ho chiuso occhio stanotte. Zio Rhaegar contro zio Barristan, uno scontro memorabile. Da quanto mi hanno detto zio Barristan ha battuto molte volte zio Rhaegar nelle giostre, ma negli ultimi tempi le cose non sono sempre andate in quel modo. Zio Rhaegar è diventato molto bravo ed è anche molto più giovane di zio Barristan. Tifo indubbiamente per zio Rhaegar ma sono emozionata di vederli combattere insieme, non mi è mai successo. Zio Barristan non sta con noi a Roccia del Drago e quindi non ho mai visto dei suoi allenamenti, anche perché, quando siamo alla Fortezza Rossa non mi permettono di andare nel cortile degli allenamenti. Ci avviciniamo tutti e tre alla staccionata e poi loro entrano. Io sorrido emozionata ma loro sono un po’ tesi. Si nota dalla loro espressione. Io sorrido tranquilla, cercando di infondere tranquillità anche a loro. L’ultima volta che uno degli zii aveva quell’espressione zio Arthur si è fatto male e io non voglio che succeda di nuovo una cosa del genere. Voglio vedere uno stupendo spettacolo, come quello di ieri tra zio Arthur e zio Rhaegar. Forse anche più bello, in fondo siamo in finale, deve essere qualcosa di epico, non ho dubbi in merito. Infatti non ci sono dubbi, e io sono contenta. Spezzano ben dodici lance uno contro l’altro prima di arrivare alla spada. Sono emozionata come poche quando passo ad entrambi la loro spada per lo scontro finale. Adesso è il tutto per tutto, chi vince questo scontro vince tutto il torneo. Zio contro zio, armatura bianca contro armatura nera, drago contro spada bianca, non ci sono altre parole per descrivere quello che vedo davanti ai miei occhi. Sono di un’abilità incredibile, le loro lame sono velocissime e non si riesce neanche a seguire quello che sta accadendo. Si vede che non si conoscono bene come zio Arthur e zio Rhaegar, ma rimangono due abilissimi combattenti. Zio Barristan è meno elegante e più incisivo sia di zio Rhaegar, che basa tutto il combattimento sull’eleganza dei colpi, come se stesse danzando, invece di combattere. È come se la fatica non esistesse per nessuno dei due, anzi più il combattimento va avanti più mettono energia nel proseguire, come se non sapessero cosa sia la stanchezza. Danno prova di avere risorse illimitate, ma non so come possa andare avanti ancora per molto, prima o poi uno dei due farà un passo falso, magari per stanchezza. Non proprio per stanchezza, ma a un certo punto vedo zio Rhaegar fare una mossa che ho visto fare qualche volta a zio Arthur in allenamento e sbilanciare leggermente zio Barristan, colto di sorpresa. Non si aspettava una mossa del genere ma non demorde. Non vuole arrendersi, ma neanche zio Rhaegar vuole farlo. La mossa improvvisa sembra dargli un’idea e fa di nuovo una mossa strana, anche questa vista qualche volta da zio Arthur, e riesce a sgusciare sotto la lama di zio Barristan, che però è abile a togliersi all’ultimo dalla morsa e a mantenere la presa ben salda sulla spada. A questo punto è il suo momento di sfoderare le sue mosse e per un po’ sembra mettere in difficoltà zio Rhaegar, che però resiste. È come se aspettasse solo il momento opportuno per fare qualcosa che solo lui sa. Un solo attimo, ma questa volta basta. Dopo quasi un ora di combattimento serrato, arriva finalmente il momento propizio per zio Rhaegar. Non una distrazione, non uno sbaglio da parte di zio Barristan, solo un momento in cui zio Rhaegar trova un varco nella difesa che nessun’altro aveva visto e si infila dentro questo varco a una velocità incredibile. Un momento prima sembrava che fossero tutti e due alla stessa distanza a combattere e un momento dopo zio Rhaegar stava puntando la spada alla gola di zio Barristan disarmato. Il silenzio è quasi surreale, mentre tutti e due i contendenti abbassano la spada. Ci vuole un attimo perché la folla si renda conto di quello che è successo davanti ai loro occhi, ma dopo il frastuono è incredibile. Vedo tutti che applaudono ed esultano felici come non mai. In fondo come dargli torto, avevo ragione, lo spettacolo è stato incredibile, forse veramente anche migliore di quello di ieri, e la vittoria finale del principe ha reso tutto ancora più bello. Zio Barristan può anche essere un idolo per la folla, ma rimane pur sempre una guardia reale, mentre zio Rhaegar è il principe ereditario, il futuro re, e la folla si è innamorata del suo futuro sovrano. Le tribune sono un’ovazione unica, tutta per la bravura del principe, ma, esattamente come ieri, vedo che il re non si sta unendo ai festeggiamenti per suo figlio. Non capisco, certo vedo anche io che il loro rapporto non è unito, ma rimane pur sempre suo figlio ed ha appena vinto un importante torneo facendo una grande figura. In fondo ha sbaragliato anche due delle migliori guardie reali, che cosa può volere di più da lui? Di tutt’altro avviso sono Elia e Rhaenys, non so proprio dire chi sia più felice delle due. Anche da questa distanza vedo che entrambe hanno le lacrime agli occhi per la contentezza. Rimane solo un’ultima cosa da fare ed è la più dolce. Il vincitore del torneo offre in dono una corona di fiori a una dama fra il pubblico. Di solito, se il cavaliere è sposato questa dama è la moglie, oppure può essere una dama facente parte della famiglia reale, oppure ancora la promessa sposa o una donna che ha catturato il suo cuore. La scelta è ampia ma quasi sempre scontata, come oggi. In fondo zia Elia è presente sulle tribune e il suo sorriso si vede da distanza, zio Rhaegar non dovrebbe aver alcun dubbio su chi incoronare. Gli si avvicina un paggio con un cuscino, la famosa corona da dare alla dama, ma quando solleva il velo che la nascondeva, rimango sorpresa. La corona non è di fiori d’arancio, i fiori preferiti di Elia, ma di strani fiori blu. Sono bellissimi, ma di sicuro non sono quelli preferiti di zia Elia. Lei ama i fiori e i colori di Dorne, non certo dei fiori e colori così particolari. Infatti succede qualcosa di assolutamente fuori dal comune. Zio Rhaegar prende questa corona, che quasi avevo iniziato a pensare che fosse quella sbagliata, si avvicina alla tribuna, ma sorpassa, con evidente sorpresa di tutti, il palco reale e zia Elia, e si avvicina ad un altro, verso sinistra, dove svettano i colori del nord. Non ci posso credere… non voglio credere a quello che vedo davanti a me. Zio Rhaegar ignora completamente zia Elia e posa la corona in grembo a un’altra donna. Non la posso vedere da questa distanza, ma vedo la reazione che hanno tutti, intendo proprio tutti. Prima erano tutti lì ad applaudire ed esultare intonando a grande voce il nome di zio Rhaegar, un attimo dopo c’è un silenzio di tomba, nessuno riesce a credere a quello che sta succedendo davanti ai suoi occhi. Il silenzio è quasi surreale, nessuno sa cosa fare, cosa dire e come comportarsi in una situazione del genere. Vedo zia Elia che continua a sorridere tranquilla, Rhaenys non capisce che cosa sta succedendo e guarda tutti un po’ intimorita, ma è la faccia del re che mi fa paura. Non che non succeda spesso, ma questa volta sembra proprio che abbia una faccia assassina. Se fino ad un attimo prima aveva solo un’espressione annoiata, come se sapesse perfettamente quello che sarebbe successo da lì a poco, adesso guarda sia il figlio che quella ragazza come se li volesse incenerire tutti e due. Il silenzio rimane sospeso in quella scena quasi surreale, fino a quando, improvvisamente una risata tonante non si fa strada fra tutto lo sgomento della gente. Come tutti mi giro verso la fonte del rumore, ma non riesco a vedere bene chi sia stato, con gli occhi inondati di lacrime. Voglio troppo bene a zia Elia per non essermi arrabbiata per quello che ho visto davanti a me. La risata sembra ridare vita a tutti quanti. Improvvisamente è come se tutti riprendessero a respirare e quel silenzio quasi surreale finisce. C’è un ultimo applauso, anche se meno entusiasta di quello di prima, verso il principe quando esce e poi la gente inizia a tornare al castello. Vedo zio Rhaegar avvicinarsi verso di me, tranquillo e con un sorriso sulle labbra, ma io non riesco a rimanere qui un momento di più. Le lacrime ormai escono copiose dai miei occhi e mi accorgo che zio Rhaegar se n’è accorto, ma non ci posso fare nulla, è più forte di me, non riesco neanche a guardarlo, mi giro e fuggo via, disperata.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Vedo Nymeria scappare via, con le lacrime agli occhi e in parte mi sento in colpa. Lei non sa nulla di quello che è successo e non riesce a capire il mio gesto. Non so neanche quello che deve aver pensato di me in questo momento, è troppo legata ad Elia per non essersi arrabbiata. Non posso risolvere la situazione da solo, la piccola non mi ascolterebbe mai, ma dobbiamo assolutamente trovarla. È solo una bambina di quasi sei anni, sperduta in un castello che non conosce bene e potrebbe succederle qualcosa, non si può mai sapere. Devo tornare velocemente verso la tenda, sono sicuro che Lewyn e Arthur siano lì ad aspettare per festeggiare. - Lewyn, Arthur dovete darmi una mano! – Quasi non metto piede dentro la tenda prima di parlare, sono troppo preoccupato. - Che succede? – Arthur ha già messo mano ad Alba, preoccupato per la mia ansia. - Nymeria è scappata senza aspettarmi e adesso non so dove sia. – Vedo Lewyn sbiancare, spaventato a morte da quello che potrebbe succedere. - Ho già mandato delle guardie a cercarla, anche il fratello di Oswell, ma noi la conosciamo meglio di tutti. – - Certo – Lewyn non ci sta con la testa, troppo preoccupato che possa succedere qualcosa alla piccola. - Non ti preoccupare, la troveremo. – Gli dico, cercando di tranquillizzarlo. Non mi guarda neanche, troppo preso dalle sue paure. Posso capirlo, non so cosa potrei fare se Rhaenys dovesse sparire in questo modo. Le ricerche sono lunghe e infruttuose, Nymeria sa bene come nascondersi, e, dopo quasi tre ore, non siamo riusciti ancora a trovarla. In questo momento non so dire chi sia più preoccupato, e la cosa non mi piace. Ci siamo fatti dare una mano da tutti, soprattutto dai soldati del fratello di Oswell, ma niente. Per quanto conoscano bene questo castello, la piccola deve aver trovato un posto dove nascondersi che non è venuto in mente a nessuno. Ormai manca solo da setacciare il parco degli dei… l’ultimo posto che abbiamo lasciato. Eravamo speranzosi che si fosse rifugiata in un posto dentro il castello, non in un parco grande trenta acri. Potrebbe essere ovunque in questo posto. E setacciarlo tutto da cima a fondo, anche con tutti i soldati che ci stanno dando una mano, non sarà un’impresa facile. Ma non abbiamo altra scelta. Il posto è grande, il freddo di notte è veramente tanto e Nymeria ha soli sei anni. Non possiamo permettere che passi la notte da sola in un posto del genere, potrebbe succedere di tutto! Siamo riusciti a tenere buono Lewyn per tutto il tempo, dicendogli che l’avremmo ritrovata presto, ma adesso inizia ad essere seriamente spaventato per quello che potrebbe essere successo. Ha un’espressione che dice tutto ma nessuno ha avuto il coraggio di dirgli niente, con la faccia che ha avrebbe potuto uccidere chiunque ci avesse provato. Mi avvicino per provare a mettergli una mano sulla spalla, per dargli un po’ di conforto, ma il suo sguardo spento, quando si gira, mi dice che non sono stato di aiuto. - La troveremo, non ti preoccupare. – - Non ce la faccio, Arthur, è solo una bambina. – - Una bambina capace di badare a se stessa. Non le è successo nulla, ne sono sicuro. – - Come fai ad esserne sicuro! È troppo piccola e questo parco è enorme. Come facciamo a trovarla prima di notte? – - La troveremo e starà benissimo. – Lo vedo piangere per la prima volta da quando lo conosco. – Non riesco a pensare a nient’altro che a quanto possa essere spaventata. E se si fosse persa? Se fosse stata attaccata da qualche animale? Se fosse… - - Basta, calmo! Non è successo nulla! Sono sicuro che la troviamo nella prima radura. Non pensare neanche per un momento che le possa essere successo qualcosa, va bene? Sta bene, devi convincerti di questo. – Vedo benissimo che non è convinto, ma almeno fa finta di credermi. Nymeria non è né nella prima né nella seconda radura che troviamo e anche io inizio a preoccuparmi, per non parlare di quello che sta provando Lewyn. Rhaegar gli ha già proposto tre volte di tornare al castello e lasciare a noi la sua ricerca, ma lui non ha neanche prestato attenzione alle sue parole. Penso che non le abbia neanche sentite, troppo chiuso nel suo dolore. Siamo tutti stanchi e inizia a farsi sera, ma non possiamo mollare, Nymeria non potrebbe mai sopravvivere a questa notte se rimanesse nel bosco al freddo. Mi avvicino a un’altra radura, quando sento, anche da lontano, il rumore di singhiozzi. Mi basta avvicinarmi di poco al posto per rendermi conto di averla trovata. È inconfondibile contro gli alberi che la circondano. Non la posso vedere in faccia perché mi dà le spalle, ma da quello che posso vedere non mi sembra ferita, per fortuna. Mi avvicino e lei si volta, sentendomi arrivare. I suoi occhi mi fanno quasi paura. Sono rossi e gonfi, segno che ha passato la maggior parte del tempo a piangere. Almeno non scappa anche da me, ma non mi sorride come fa sempre quando mi vede. Nei suoi occhi vedo un misto di rabbia, dolore e incomprensione e si aggrappa a me con lo sguardo, come per credere che quello che ha visto non sia reale. Non so cosa possa aver capito di quello che è successo, ma devo trovare il modo di spiegarle la scena. Ne abbiamo parlato con il principe, che ci ha dato una buona idea. Non vogliamo che sappia ancora la verità, è troppo piccola e non capirebbe, ma dobbiamo dirle qualcosa. - Nymeria, ci hai fatto spaventare. – Mi avvicino e mi siedo accanto a lei. Mi guarda per un attimo e poi scoppia di nuovo in lacrime, contro il mio petto. La lascio piangere e aspetto che si calmi, accarezzandole i capelli per tranquillizzarla. - Va tutto bene, piccola. Tutto bene. – Ci vuole un po’, ma alla fine smette di piangere e rialza il faccino dal mio petto. Mi guarda con due occhi imploranti, come a sperare in una spiegazione di quello che ha visto. - C’è una spiegazione a quello che è successo. – - Quale? – - Rhaegar voleva fare un regalo di fidanzamento per la ragazza che presto si sposerà con un suo parente. Quest’uomo non è molto bravo nei tornei e voleva assolutamente dare un pegno alla sua promessa sposa. – - Per questo zia Elia era felice? – - Esatto. – - Quindi zio Rhaegar vuole ancora bene a zia Elia? – - Certo. Rhaegar vuole molto bene ad Elia. Non devi mai dubitarne. Anzi, se vuoi ti rivelo un segreto. – - Quale? - Finalmente rivedo un piccolo sorriso sul suo volto. - Tra qualche mese Elia darà un fratellino o una sorellina a te e Rhaenys. – - Davvero? Un fratellino? – Ormai si sente parte della famiglia di Rhaegar e pensa già al bambino come a un suo fratellino. - Sì, ma è un segreto. Mi raccomando, non dirlo a nessuno. – - Promesso. – Sorride, si è calmata del tutto. Adesso dobbiamo solo uscire di qui, portarla dal maestro per essere sicuri che non si sia fatta male ed avvertire tutti gli altri coinvolti nelle ricerche che la piccola sta bene. Spero solo che Lewyn regga il colpo. - Stai bene, sei ferita? – - No, sto bene. Ho camminato senza sapere neanche dove stavo andando finché ho retto e dopo mi sono fermata qui. Non so neanche da quanto sono in questo posto. – - Nymeria, non farlo mai più di scappare a questo modo. Ci siamo tutti spaventati tantissimo. – - Mi dispiace. Davvero. – Vedo ricomparire le lacrime. Adesso si sente in colpa. - Non ti preoccupare. Ma la prossima volta non scappare. Se avessi aspettato Rhaegar ti avrebbe spiegato tutto. – Le escono di nuovo le lacrime e ci vuole un po’ prima che si calmi. Alla fine è esausta e si appoggia al mio petto, stremata. La giornata è stata lunga per tutti. La prendo in braccio e la porto fino al cavallo. Dobbiamo uscire da qui il prima possibile. Cerco di fare il viaggio di ritorno senza grossi scossoni. È definitivamente crollata poco dopo che siamo montati a cavallo e adesso dorme appoggiata a me. La fine del parco è una benedizione, anche perché sono stati lasciati dei soldati, in caso la piccola fosse tornata da sola o se uno di noi l’avesse trovata, in modo da poter riferire tutto subito agli altri impegnati nelle ricerche. Mi si avvicina subito un soldato, soprattutto quando scorge il piccolo fagotto che tengo con me sulla sella, e mi guarda speranzoso. - L’ho trovata in una radura. La porto subito al castello. Manda qualcuno dagli altri. – Non aspetto neanche la sua risposta e mi avvio velocemente verso Harrenhal. Ultima serata, ultima cena. Ormai ci siamo, siamo arrivati alla fine di questo periodo sfiancante e ci possiamo mettere alle spalle tutto questo. Possiamo concentrarci su cose più importanti aspettando il momento propizio per dare inizio a quello che abbiamo progettato in questi giorni. Con Rhaegar abbiamo già iniziato a discuterne. Sappiamo che non sarà una cosa facile, ne tanto meno immediata, ci serve ancora del tempo per finire di organizzare le ultime cose per evitare che sfoci tutto in una guerra civile, soprattutto per Elia e i bambini. Rhaegar, adesso che sa che sta per diventare di nuovo padre, è anche deciso ad aspettare la nascita del piccolo prima di fare qualsiasi cosa. Con Elia in dolce attesa, soprattutto pensando a quanto è stata male la prima volta, non ha intenzione di fare nulla. Nella sala questa sera il mio sguardo si è posato più di una volta su un’altra fanciulla, Lyanna Stark, la donna che ha fatto perdere la testa al principe. Penso che neanche lui sappia come far combaciare i suoi piani per il Regno con i suoi progetti personali con la ragazza, ma so benissimo, come tutti, che il suo onore e la sua personalità non gli permetterebbero mai di mettere da parte il bene del Regno per l’amore. Preferirebbe rinunciare del tutto alla ragazza per il bene dei Sette Regni. Lo sappiamo bene tutti e vogliamo fare di tutto per evitarlo, soprattutto Elia. Gliel’ha già detto più volte e lo ha dimostrato con la faccenda della Regina di amore e di bellezza. Ha letteralmente dato il suo consenso a quello che è successo oggi e ci ha aiutato a calmare gli animi dopo che tutti hanno assistito al gesto del principe. La copertura che abbiamo usato con Nymeria è stata usata anche con la corte e soprattutto con il Re, furioso con Rhaegar. Non gli è piaciuta questa spiegazione, ma almeno non è andato da Robert Baratheon, l’uomo messo in mezzo per la nostra spiegazione, a chiedergli se fosse vero. Grazie al cielo quell’uomo l’ha presa sul ridere, pensando e capendo non si sa bene che cosa nel gesto del principe, quando è successo, anche perché abbiamo scoperto che è un uomo piuttosto collerico e facile al rancore. La sua faccia all’inizio era di un uomo pronto ad uccidere il principe lì davanti a tutti, ma dopo si è messo a ridere cianciando qualcosa di poco chiaro da una certa distanza e ha lasciato perdere, o almeno così speriamo tutti. La ragazza è splendida per questa ultima cena e il suo abito si intona alla perfezione con il colore delle rose della corona che porta, come da tradizione, sul capo. La vedo raggiante parlare con i suoi fratelli al loro tavolo. Non abbiamo avuto modo di conoscere anche i fratelli della ragazza, ma speriamo di trovare il modo prima o poi, anche perché io devo decisamente fare due chiacchiere con il fratello di mezzo. È dalla prima sera del torneo che lo vedo ronzare intorno a mia sorella Ashara e voglio capire che intenzioni ha con lei. Ashara mi ha garantito che si è sempre comportato come un gentiluomo nei suoi confronti e che è una persona molto garbata e anche un po’ timida, e io ho capito fin troppo bene che si è già innamorata di lui. Ma prima di essere contento per loro voglio decisamente farci due chiacchiere per capire io stesso che tipo di persona è. La prima sera ho visto quello che è il fratello maggiore avvicinarsi ad Ashara per chiederle qualcosa, ma poi non li ho mai visti ballare in nessuna di queste serate. Invece l’ho sempre vista ballare con l’altro fratello e lei mi ha detto che, la prima sera, il fratello maggiore l’aveva avvicinata per chiederle un ballo per il fratello troppo timido per farsi avanti da solo. Una cosa che anche lei, come me, aveva trovato un po’ strana ma affascinante. Siamo a fine serata e si aprono le danze. Come da tradizione è il principe, come vincitore del torneo, con la sua Regina di amore e di bellezza che le aprono. Sono splendidi da vedersi e fanno di tutto per non far capire quello che in realtà provano l’uno per l’altro da occhi che non sanno la verità. Ci riescono alla perfezione, comportandosi quasi come due sconosciuti costretti da una tradizione a fare quel ballo. In realtà ci sono state altre occasioni in queste serate in cui i due hanno ballato insieme, ma in tutte si sono comportati come i loro ruoli indicano. Una giovane lady che balla in maniera del tutto casta e tranquilla con il principe ereditario, un uomo sposato. Come guardia devo sempre rimanere in allerta e osservo tutti quelli che ballano, attento che non succeda nulla e, avvicinandomi un po’ alla coppia sento la fine dei loro discorsi. - Non tornerò al nord, non subito almeno. Mio fratello maggiore Brandon si sta per sposare con lady Catelyn Tully e io ho avuto il permesso da mio padre di passare il tempo che rimane prima del matrimonio a Delta delle Acque. Solo dopo il matrimonio ritornerò a Grande Inverno. – Questa era un risvolto interessante. Rhaegar ancora non sa cosa fare per risolvere senza problemi la situazione con la ragazza, ma il fatto che ella non sarebbe stata nelle terre del Nord per quasi un anno, avrebbe certamente semplificato le cose. Come ancora non lo sappiamo, ma lo avrebbe sicuramente fatto.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Il castello si è quietato lentamente stanotte. Quasi tutti i lord hanno bevuto parecchio al banchetto finale e poi si sono dati ai festeggiamenti più sfrenati per molte ore. Ormai è arrivato anche l’ultimo turno di guardia dentro queste mura e poi ce ne possiamo tornare tutti a Roccia del Drago, forse. Dopo quello che ho sentito questa sera tra il principe e lady Lyanna non so cosa faremo una volta usciti da questo castello. La notizia che la ragazza non sarebbe tornata nelle sue terre per qualche tempo, restando nelle Terre dei Fiumi per il matrimonio del fratello maggiore, ha lasciato tutti spiazzati, soprattutto Rhaegar. Guardo il panorama pensieroso, non sapendo quello che succederà in futuro. Senza una buona preparazione tutto quello che stiamo progettando si trasformerà in un disastro. Corriamo il pericolo di portare tutto il Regno in una guerra civile. - Zio Arthur? – sento dietro di me una vocina assonnata. - Nymeria, cosa ci fai sveglia a quest’ora? – La piccola era talmente stanca che non è neanche scesa a cena stasera. - Ho fatto un brutto sogno. – - È solo un brutto sogno. Sai che non ti può succedere nulla. – - Non lo so, sembra sempre così reale. – - I draghi sono morti da quasi cento anni piccola. Non è nulla. – - Forse, ma ho paura. – - Non devi, andrà tutto bene. – - Papà era molto arrabbiato prima. – Ecco, lo sapevo. Alla fine mi avrebbe detto il vero motivo per il quale non era a letto a quest’ora e me lo dovevo immaginare. Quando Lewyn è tornato e l’ha vista al sicuro e senza ferite prima si è rallegrato per averla trovata salva, ma dopo si è arrabbiato perché era scappata in quella maniera. Nymeria è stata stoica fino alla fine, accettando la ramanzina di Lewyn senza dire una parola e senza versare neanche una lacrima, ma adesso sicuramente ci sta rimuginando su. - Lewyn era solo molto spaventato, non era veramente arrabbiato con te. – - Non mi vuole più bene, vero? – Mi chiede piangendo. - No, piccola, non è vero. Tuo padre ti vuole molto bene. Si era solo preso un grosso spavento e la preoccupazione per quella situazione gli ha fatto dire cose che non pensa realmente. – - Veramente? – - Sì, piccola, non dubitarne mai. Lewyn ti vuole davvero tanto bene. Dai adesso ti riporto a letto, è davvero molto tardi. – Ha smesso di piangere e mi fa un piccolo sorriso mentre torniamo dentro il castello. La mattina coglie tutti troppo presto. C’è chi ha ancora i postumi di tutto il vino bevuto ieri sera e si aggira per il castello barcollando senza una meta e chi, invece, non vede l’ora di mettersi alle spalle tutto quello che è successo dentro queste mura e andare avanti con la sua vita. In quest’ultimo gruppo rientrano sia la famiglia reale al completo, visto l’atteggiamento tenuto dal re per tutto il tempo, sia quasi tutti i rappresentanti del nord. È evidente che lady Lyanna non vorrebbe mai andarsene per non rovinare il momento particolare che ha vissuto insieme al principe, ma i suoi fratelli sono evidentemente ansiosi di tornare a casa e dimenticare quello che è successo. Anche il lord di Capo Tempesta sembra ansioso di tornare a casa, anche se, dalla sua faccia tutte le volte che incrocia il principe, non dimenticherà mai quello che è successo qui. Nessuno di noi è riuscito a capire che cosa abbia bofonchiato prima di mettersi a ridere quando Rhaegar ha incoronato la sua promessa sposa regina di amore e di bellezza ma, nonostante la risata che si è fatto, adesso non riesce neanche a incrociare il principe senza riservargli delle occhiate omicide che fanno ben intendere quello che pensa di lui. Questo è un grosso problema per noi e dovremo trovare il modo di risolverlo per il meglio e alla svelta, prima che rovini tutti i nostri piani. Robert Baratheon non è un semplice lord adirato con il principe, questo avremmo potuto in qualche modo gestirlo, ma è anche il lord delle Terre della Tempesta, il capofamiglia di una delle casate maggiori dei Sette Regni. Non possiamo inimicarcelo. Ne uscirebbe una situazione ingestibile. Anche perché inimicandoci lui, molto probabilmente ci ritroveremmo contro anche il Nord e la Valle di Arryn. Il gioco di potere di lord Rickard Stark è tanto evidente quanto pericoloso. Ha forse trovato il modo di fare alleanze molto vantaggiose con molte casate importanti del sud dei Sette Regni. Con il matrimonio del suo primogenito si sarebbe unito con i Tully delle Terre dei Fiumi, con il matrimonio di sua figlia con i Baratheon delle Terre della Tempesta e mandando il figlio di mezzo a crescere a Nido dell’Aquila si era assicurato amicizie anche nella Valle. Sembrava uno strano progetto il suo, ricordando soprattutto il forte astio che il lord protettore e, di conseguenza la maggior parte del nord, provava nei confronti della corona. Era successo tutto alcuni anni prima, quando lord Rickard era appena diventato lord protettore del nord ed era arrivato alla corte di Approdo del Re per rendere omaggio al re. Si era presentato con tutti i crismi del caso e portando un grande rispetto per il re, ma esso lo aveva deriso di fronte a tutta la corte e lo aveva bollato come un semplice servo, bollando anche il suo gesto come codardia. Non era stato un atto felice quello del re. Se lord Rickard fosse stato un uomo più collerico la cosa sarebbe potuta finire molto male, ma per fortuna era finita lì. Lord Rickard non aveva risposto, si era inchinato ed era uscito dalla sala del trono per tornare nelle sue terre. Quello era stato anche uno dei primi veri litigi che avevo visto tra Rhaegar e suo padre. Rhaegar era solo un ragazzo all’epoca del fatto, ma aveva capito che quella mancanza totale di diplomazia da parte del padre era stata molto avventata. Re Aerys, come la maggior parte dei lord del sud, spesso non ci pensa, ma il nord è il Regno più difficile da controllare fra tutti e Sette, anche più di Dorne. Il Nord è grande quanto tutti gli altri sei Regni messi insieme, troppo selvaggio e impervio per chiunque non sia ben attrezzato e la sua gente troppo legata alle vecchie tradizioni. Un abitante del nord è più propenso a seguire il suo lord protettore che a seguire il Re, fatto che non si può certo ignorare. Il re è stato il primo a partire questa mattina presto e noi ci metteremo in cammino molto presto. Non vedo l’ora, questo viaggio è durato anche troppo per i miei gusti. Il torneo è stata la cosa più bella che abbia mai fatto, soprattutto sono entusiasta per il mio ruolo e spero di poter replicare il prima possibile, ma il viaggio andata e ritorno dalla Barriera subito prima di arrivare qui non ha aiutato per nulla. Anche quel viaggio è stato molto bello ed ho visto un posto incredibile, ma tutto insieme è stato veramente pesante. Adesso voglio solo tornare alla normalità il prima possibile. Tornare finalmente a Roccia del Drago ricominciando la nostra normale vita, sperando di non dover tornare troppo presto ad Approdo del Re. Non sono mai entusiasta quando dobbiamo partire per la capitale. Guardo la carrozza con piacere. Ormai è tutto pronto e anche noi ci dobbiamo mettere in cammino. Non sono per nulla felice di dover tornare in quell’arnese per viaggiare, ma devo farmelo andar bene ancora per un po’. Non vedo l’ora di essere abbastanza grande da poter cavalcare da sola. Almeno c’è una buona notizia. Ora che la guardia reale è tornata ad avere sette membri, zio Oswell verrà a stare con noi a Roccia del Drago. Il re sembrava solo che contento di liberarsi di lui e mandarlo con noi e io sono contentissima. Questo torneo e le prime due giornate passate quasi esclusivamente con lui nella sua tenda, mi hanno fatto avvicinare tantissimo a lui. È più giovane rispetto a papà e zio Arthur e secondo me anche più incline allo scherzo. Sarà divertente avere anche lui con noi a Roccia del Drago. Sono però dispiaciuta per una cosa. Lady Ashara, la sorella di zio Arthur, non tornerà con noi ma ritornerà a casa. Mi è dispiaciuto tantissimo quando lo ha detto a me e a Rhaenys, ma non ho pianto. Io l’ho conosciuta abbastanza bene e le sono affezionata, ma quella che veramente ha sofferto per la sua partenza è stata Rhaenys. Si era affezionata ad Ashara come a una seconda mamma ed è stata inconsolabile per tutto il giorno dopo che Ashara ci ha dato la notizia. Non ci ha detto il motivo, ma io penso che forse l’ho capito e sono contenta per lei. Per tutte le sere del torneo, a quelle che ho partecipato almeno, l’ho vista ballare sempre e solo con lo stesso uomo e quindi, forse, torna a casa per poterlo sposare. Sarebbe bellissimo. - Bambine, contente di tornare a casa? – zia Elia prova a farci passare la noia di queste interminabili giornate in carrozza. - Non lo so, io mi stavo divertendo tanto. – risponde Rhaenys. In fondo è la prima volta che lascia Roccia del Drago per andare in un posto che non sia Approdo del Re. Anche per me sarebbe stata la stessa cosa, se non fossi andata con gli zii fino alla Barriera. - Anche per te, Nymeria? – - Non lo so. Mi manca veramente tanto Roccia del Drago, ma queste giornate sono state splendide. – - Ma non sei stanca? Sei anche andata fino alla Barriera? E poi hai fatto tutta quella cosa? Io sarei distrutta. – Rhaenys è veramente dolce. - In parte è vero. È un mese che sono a giro per i Regni e in parte non vedo l’ora di tornare alla normalità. Ma senza questo viaggio non avrei mai visto tutto quello che ho visto ne fatto le bellissime esperienze che tutto questo mi ha dato. – Zia Elia sorride e ci lascia parlare. Con lei spesso succede così. Ci vede silenziose e inizia ad intavolare un discorso di qualsiasi tipo per farci parlare e poi ci lascia in pace ai nostri discorsi. - Rhaegar, sei più silenzioso del solito – - Stavo solo pensando. – - A una bella ragazza del nord – - Arthur! – - Cosa c’è? Non si può nemmeno più nominarla? – Provo a metterla sul ridere, ma vedo che per Rhaegar non è il momento migliore. Ha preso la storia con la ragazza del nord veramente sul serio e le sue intenzioni sono anche fin troppo evidenti. L’incoronazione alla fine del torneo è stato solo il primo atto di quello che vuole fare con la ragazza, ma ancora non sa bene come muoversi. - Rimango della mia idea che ci stai pensando troppo. Ti ha detto che hai un’opportunità che non ricapiterà più. La ragazza non tornerà nelle sue terre per qualche tempo. Non ci sarà occasione migliore. Le Terre dei Fiumi sono perfette. – - Ma io non voglio scatenare una guerra! – - Ma chi ha detto che la scatenerai, scusa? – - Secondo te, se la porto via senza il permesso del padre o dei fratelli maggiori non succederà nulla? – - Secondo me puoi trovare un punto di incontro. Non tutti i suoi fratelli sono irragionevoli. – - Ma il maggiore sì e anche il suo promesso sposo, che rimane un grande amico di un altro dei fratelli. – - La situazione non è semplice, ma rimango della mia idea che si può ancora fare, in un modo o in un altro. – - E come? Dopo quello che è successo al torneo, non mi potrò più avvicinare alla ragazza senza scatenare una guerra con i fratelli e il promesso sposo. – - Non farebbero mai una rivolta per una donna. – - Non lo puoi sapere. E se anche fosse, non oso immaginare che cosa succederebbe a corte se tornassi con una donna che non è Elia. – - Non lo so Rhaegar, non ti so dare una risposta. L’unica cosa che so è che non ti vedevo così felice da tanto tempo e voglio continuare a vederti così e sai benissimo che è la stessa cosa anche per Elia. – - Lo so Arthur, ma tu ricordati che Approdo del Re non è Dorne, la corte non accetterebbe mai Lyanna. – - Allora scappate insieme e ripresentatevi solo a fatto compiuto. Quando sarete sposati nessuno dirà nulla. – - Ho paura che non la accetterebbero comunque e non oso immaginare della reazione di mio padre. – - Sì, certo, magari potrebbe anche bruciarla viva. – Vedo Rhaegar sbiancare. Sappiamo entrambi fin troppo bene quali siano le perversioni del re verso l’altofuoco. - Rhaegar, stavo scherzando! – - Forse… - - Rimango della mia idea che scappare insieme sarebbe forse la vostra unica possibilità. Mettete tutti davanti al fatto compiuto e state a vedere che cosa succederà. Dalla maldicenza della corte la proteggerai te con il tuo nome e sapendovi ufficialmente sposati i suoi fratelli non faranno problemi. L’unico di cui ti devi veramente preoccupare è il Baratheon. Dai discorsi sentiti in giro sembra che si sia innamorato perdutamente della ragazza. – - Ma lei non l’ama, me l’ha detto chiaro e tondo. Concorda con suo padre che è un ottimo partito, ma vede perfettamente tutti i difetti che ha e non riesce a pensare a una vita felice con lui. – - Sai fin troppo bene che la maggior parte dei matrimoni sono così. Sono in pochi a sposarsi per amore. – - Lo so fin troppo bene. – Lascio perdere il discorso. Rhaegar è troppo pensieroso e non sa ancora cosa fare. Non so come aiutarlo, non ho mai conosciuto un amore così intenso come quello che lui prova per la ragazza. Vedo avvicinarsi Roccia del Drago, finalmente siamo tornati a casa. Qui dentro sembra tutto più facile e sono sicuro che troveremo una soluzione a tutti i nostri problemi. Guardo Rhaegar, non sembra per niente convinto, ma io sì, sono sicuro, risolveremo tutto e lasceremo la nostra impronta nella storia dei Sette Regni.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Tornare a Roccia del Drago è stata come una benedizione. Mi è piaciuto tanto poter vedere altro del mondo al di fuori di questo castello, ma ho sempre preferito stare tra le sue confortevoli mura. Questi sei mesi passati dalla fine del torneo sono stati tra i più belli della mia vita, ma sono destinati a non durare ancora per molto. Zia Elia ha dato a Rhaenys e me un fratellino, chiamato Aegon in onore del bisnonno di zio Rhaegar e del primo re Targaryen. Aegon è stata la cosa più bella che mi sia mai successa. Non riesco neanche a dire quanto sono felice che lui sia qui. Rhaenys è stata molto gelosa nei suoi confronti per tanto tempo, ma alla fine adesso è contenta anche lei. Passiamo interi pomeriggi a giocare con lui e a cercare di farlo divertire. Zia Elia è stata molto male dopo la sua nascita e zio Rhaegar non è potuto essere molto presente in questo periodo. Non so cosa stia succedendo, ma ci siamo accorte tutte e due che qualcosa non va. All’inizio Rhaenys era solo molto arrabbiata con suo padre perché non aveva mai tempo per lei e pensava che fosse per il fratellino, ma alla fine si è accorta anche lei che le cose non stanno così. Zio Rhaegar non è presente neanche per Aegon e anche papà e le altre guardie sono spesso assenti. Negli ultimi tempi stiamo passando sempre più spesso grandi periodi con solo la presenza di zia Elia che non sta bene e non sappiamo il perché. Chiedere dove vanno è quasi sempre tempo sprecato e la cosa rattrista soprattutto Rhaenys, che è molto arrabbiata con suo padre. Io non so cosa pensare di tutto questo. Da una parte mi dispiace non avere sempre qui papà e zio Arthur, ma inizio a rendermi conto che c’è qualcosa di più grande che sta succedendo. Non ne parlano mai davanti a noi ma io un paio di volte ho origliato i loro discorsi e non sono mai stati molto divertenti. A volte hanno anche parlato di una guerra. - Rhaenys, per favore, fammi entrare, parliamone – - No, non ne voglio parlare, io non ci vengo ad Approdo del Re. – Questa storia va avanti da un po’. Negli ultimi mesi Rhaenys non ne vuole mai sapere di venire alla capitale e tutte le volte sono delle discussioni per convincerla. - Rhaenys, dai, ti prego, esci dalla camera. – - No, ho detto che io non vengo, neanche papà questa volta mi convincerà. – - Zio Rhaegar si arrabbierà moltissimo se non ci muoviamo presto. Dobbiamo andare – - Che succede qui? – - Zia Elia, Rhaenys non vuole uscire – - Rhaenys? – - No, mamma, io non ci vengo ad Approdo del Re non mi farete mai cambiare idea. – - Rhaenys, piccola, dobbiamo andare – - NO! – C’è voluta quasi un ora, ma alla fine siamo riusciti a partire. Adesso siamo sulla nave che ci porterà alla nostra destinazione. Rhaenys non ha praticamente più detto una parola da quando zia Elia è entrata di forza nella sua stanza per costringerla a partire. Non l’ho mai vista così arrabbiata e risoluta nel partire. Neanche lei ama molto andare alla capitale e alcune volte ha assecondato la voglia di Rhaenys di rimanere a casa, ma questa volta non ha voluto sentire storie. - Sei sempre convinto del tuo piano Rhaegar? – - Sì, ormai ce l’abbiamo quasi fatta, manca poco. – - Sei riuscito a contattare Lyanna? – - In parte ma abbiamo concordato un piano. Spero solo che vada tutto bene. – - Sono certo che andrà tutto bene e poi nessuno vi conosce veramente, non sarà un problema riuscire a scappare insieme e una volta arrivati a Dorne tutto sarà più facile. – - Lewyn è stato un genio a trovare quella torre mezza abbandonata dove ci possiamo nascondere per un po’. – - Si possono dire tante cose su Lewyn, ma quando si parla della sua terra, la conosce come le sue tasche. Mi dispiace solo un po’ che lui non venga con noi. – - Non avrei mai potuto chiederglielo, non con Nymeria. Ne soffrirebbe troppo. E non possiamo portarla con noi, è troppo piccola. – - Lo so, ma mi dispiace lo stesso tornare a casa senza Lewyn. – - Lo so, ma non sarà per molto. Verrà comunque Oswell con noi. – - Spero solo che alla Fortezza Rossa Elia e i bambini staranno bene. Sono un po’ preoccupato. – - Staranno benissimo. Mio padre li ignorerà come sempre e mia madre proteggerà tutti loro. – - Hai ragione. – Sono settimane che programmiamo tutto, niente potrà andare storto. Rhaegar, Oswell Lewyn e io accompagneremo Elia e i bambini alla capitale per poi lasciarli li con Lewyn e le altre guardie reali e noi partiremo prima per le Terre dei Fiumi dove ci incontreremo con lady Lyanna per poi partire per Dorne, dove Lewyn ha trovato una torre semidiroccata dove nasconderci per un po’. Rhaegar non sapeva proprio come risolvere i suoi problemi con lady Lyanna ma alla fine ha accettato la soluzione forse più semplice: scappare insieme a lei, sposarla in gran segreto e poi tornare a cose fatte e mettere tutti davanti al fatto compiuto. Non so dire chi tra i due fosse meno contento di questo piano, ma alla fine hanno accettato entrambi capendo che non ci sarebbe stato altro modo. Il re non è stato per nulla contento all’idea di accogliere per un po’ Elia e i bambini nella capitale. Ha protestato vivacemente ma alla fine ha accettato. Non possiamo lasciarli a Roccia del Drago praticamente senza protezioni, non sappiamo quello che potrebbe succedere quando si scoprirà della scomparsa del principe e della ragazza. Non possiamo neanche escludere che Robert Baratheon si presenti a Roccia del Drago pretendendo di sfidare Rhaegar in duello, e lasciare Elia e i bambini con la sola protezione di Lewyn sarebbe un azzardo veramente troppo grande. Nella capitale invece saranno più al sicuro e ci sarà la guardia reale quasi al completo a proteggerli. Avevamo anche pensato di portare tutti a Lancia del Sole, ma ci siamo presto resi conto che sarebbe stato veramente complicato da spiegare un viaggio così improvviso senza destare sospetti e lord Varys non è persona che si possa sottovalutare. - Principe Rhaegar, principessa Elia siamo lieti di rivedervi qui. Siete sempre i benvenuti. – Ad accoglierci all’ingresso della Fortezza Rossa c’è solo ser Willem Darry, non che ci aspettassimo il re. - Il piacere è sempre mio, ser Willem. – - Sua maestà vi aspetta nella sala del trono. – - Grazie. – Vedo Rhaegar nervoso, è sempre questo l’effetto che il padre gli fa. Non ho mai capito il loro rapporto. Sono arrivato alla capitale che Rhaegar era poco più di un bambino e sua maestà non aveva ancora cominciato a manifestare la sua pazzia, ma il rapporto con il suo erede era già molto teso allora e negli anni è solo che peggiorato. Ormai non si parlano neanche più se non obbligati e il principe cerca di trovare tutti i modi possibili per non tornare spesso alla capitale e stare in compagnia del padre. Sono ormai tanti anni che torniamo solo una volta al mese per le riunioni del consiglio più impellenti e per far visita alla regina, ma ormai anche questi momenti sono diventati una fonte costante di tensione tra padre e figlio. Se prima il re faceva sostanzialmente finta che il suo erede non fosse presente e non prestava attenzione a quello che aveva da dire, da qualche tempo a questa parte le cose sono nettamente peggiorate. Il re schernisce continuamente Rhaegar e cerca in tutti i modi di metterlo in cattiva luce davanti a una corte per la maggior parte compiacente. In molti sussurrano che il re vorrebbe diseredare il figlio maggiore per fare suo erede il piccolo principe Viserys. Grazie al cielo il re non è arrivato a questo livello di follia, sarebbe la fine del regno. Ci sono stati altri casi nella storia di re che non vedevano di buon occhio i propri figli e questo ha scatenato talmente tanti problemi che non vogliamo neanche pensare a una situazione del genere. Tornare in questo posto è sempre una fonte di incubi per me, non mi è mai piaciuto da quando ricordo. Ho solo un bel ricordo e risale a quando papà mi ha salvata e l’incontro con gli zii. È davvero un bel ricordo e sono legata a questo posto per quello che mi suscita, ma non riesco proprio a farmelo piacere. Tornare qui mi fa sempre pensare a brutte cose e mi fa tornare in mente il mio incubo. È un po’ che non lo faccio più, ma rimane il fatto che ho sempre la sensazione che sia una cosa reale, che possa veramente succedere prima o poi e non mi piace, così come non mi piace per nulla il re. Mi ha accettata come la figlia bastarda di una delle sue guardie e tempo dopo è stato il suo decreto a farmi diventare veramente parte delle famiglia di papà, questo lo so, ma mi guarda sempre come se sospettasse qualcosa, come se io dovessi fare qualcosa contro di lui o come se fossi qualcosa che non dovrei, come se la mia presenza non fosse naturale. Mi hanno raccontato che la guardia reale non prende moglie e non genera figli, ma non riesco a capire il suo atteggiamento. Quando ho provato a parlarne con papà e con gli zii, loro hanno cercato di tranquillizzarmi dicendomi che il re ha questo atteggiamento quasi con tutti quelli che incontra, anche con la sua stessa famiglia, e che non me la devo prendere, ma rimane il fatto che non mi piace. Una volta uno dei fratelli di zia Elia ha detto che è il mio sangue dorniano a parlare e poi ha fatto una battuta con gli zii che non ho capito e che loro non mi hanno voluto spiegare. Entrare nella sala del trono fa sempre una certa impressione con i suoi teschi di drago sparsi un po’ dappertutto, ma è di una bellezza incredibile. Ed eccolo lì, l’uomo più potente dei Sette Regni, re Aerys II Targaryen. Il suo aspetto è ancora peggiorato dall’ultima volta che l’ho visto. Ha i capelli ancora più lunghi e sporchi e anche le unghie delle mani sono diventate delle specie di artigli. Sembra quasi che voglia assomigliare una volta di più al drago del suo stemma, ma tutti sanno che quando un Targaryen inizia a pensare ai draghi non ne viene mai fuori niente di buono. Sono sempre esistiti Targaryen che sognavano la rinascita dei draghi dalla loro scomparsa ai tempi del terzo Aegon e tutte le volte le cose non sono andate per nulla bene tra principi che hanno bevuto altofuoco pensando di tramutarsi in drago e altre pazzie. Forse una delle peggiori è successa il giorno della nascita di Rhaegar. Re Aegon V, che era sempre stato considerato un buon re, ha deciso di mettere fine a tutti i problemi interni del regno cercando di far schiudere delle uova di drago. Dire che non è finita bene è un eufemismo. Ha praticamente estinto tutta la sua dinastia per questo suo esperimento e il castello di Sala dell’Estate è stato distrutto dall’incendio. È stata poi una bella coincidenza quella della nascita del principe proprio nel momento dell’incendio, mentre quasi tutta la sua famiglia veniva uccisa dall’incendio, compreso il re. Di noi Guardie Reali solo il lord comandante era già in servizio all’epoca e ancora ne parla con enorme rimpianto. Ha perso il suo re, quasi tutta la famiglia reale e anche il lord comandante, ser Duncan l’alto. Tutti noi siamo cresciuti con le storie di quell’uomo che è diventato lord comandante della Guardia Reale da semplice cavaliere errante che era un tempo. - Padre… - - Rhaegar… - Il disprezzo del re è evidente in ogni singola sillaba del nome del principe e la sua corte è in prevalenza ostile al principe e favorevole ad ogni singola manifestazione di disprezzo nei suoi confronti. Il re ci guarda con sospetto e non dice più una parola, ma noi ormai ci siamo abituati, è sempre così quando torniamo alla capitale. Tra padre e figlio si scambiano quattro parole in croce e poi ci sono solo silenzi carichi di tensione. Il re odia in modo profondo sia il figlio che sua moglie e non guarda neanche per errore i suoi nipoti, anzi. Se con il piccolo Aegon è stato sostanzialmente neutrale riconoscendone comunque il sangue di drago per via del suo aspetto prettamente valyriano, con la principessa Rhaenys le cose sono andate in maniera profondamente diversa. La piccola ha preso i colori della madre e un aspetto molto dorniano, che è evidente sempre più ogni anno che passa, e quando è stata presentata alla corte il re ha fatto un commento molto infelice sul suo aspetto ed ha offeso profondamente sia il figlio che la principessa Elia. È stato allora che il principe ha tagliato in maniera radicale ogni tipo di rapporto con il padre e si è praticamente rifugiato nel suo castello di Roccia del Drago. Le nostre stanze sono sempre le stesse. Io e Rhaenys abbiamo due camere vicine in una torre dalla quale si vede una buona parte della città. Non mi piace molto la vista, ma poche volte dormo veramente nella mia stanza. Non sempre mi è permesso andare a rifugiarmi nella torre della guardia reale, ma succede spesso. Ho imparato che l’importante è che nessuno si accorga di me quando attraverso quasi tutto il castello per arrivare, tanto so che una volta dentro, chiunque io incontri, non mi farà mai dei problemi. - Principessine, tutto bene? – Sono nel giardino con Rhaenys, quando la voce di Jamie Lannister ci fa voltare verso di lui con un sorriso. Rhaenys dice spesso che non le piace molto quando sorride e che il suo sorriso non arriva mai agli occhi come altre guardie, ma alla fine anche lei si fida abbastanza di lui, come degli altri. Io penso solo il meglio di lui. È molto giovane, anche rispetto agli altri zii, ma mi è simpatico. Nonostante un viso molto malinconico e un paio di occasioni in cui l’ho trovato veramente arrabbiato, è sempre stato molto buono con me.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Adesso arriva la parte veramente difficile del piano. Dobbiamo dire a tutti della partenza e non mettere in allarme una corte di vipere, cosa per niente facile. Il re è stato il primo ad essere informato, anche prima del nostro arrivo alla capitale e in un qualche modo non ha fatto problemi, ma adesso rimane di dirlo alle bambine, che non saranno per niente felici di saperlo e alla regina. L’atteggiamento di Rhaenys nell’ultimo periodo è quello che ci spaventa di più. Il carattere dolce ereditato da Elia sta lasciando il campo a un carattere meno docile e più battagliero, molto più simile a quello del padre. Per un periodo abbiamo creduto che la sua fosse solo gelosia nei confronti del fratellino appena nato, che sarebbe stata anche più che giustificata, ma poi ci siamo accorti che ci sono anche altri problemi e chiedere a Nymeria è stato come scontrarsi con un muro. Per prima cosa dobbiamo andare dalle bambine e dire loro una piccola bugia sulla nostra partenza. Sono troppo piccole per capire quello che sta succedendo tra il principe e la sua lady e si arrabbierebbero solo. Tutti noi ci ricordiamo la reazione della piccola Nymeria dopo lo scontro finale al torneo di Harrenhal e non vogliamo ritrovarci in una situazione simile anche ora. - Bambine, dobbiamo parlare. – Le due parole peggiori che si possono sentire. Quando un adulto ti dice una cosa del genere di solito significa che è successo qualcosa di brutto. Gli occhi di Rhaenys si inumidiscono subito e anche i miei. Zia Elia non sta bene da quando è nato Aegon e adesso pensiamo che sia successo qualcosa di molto brutto alla zia. - È successo qualcosa a zia Elia? – chiedo molto preoccupata. Intanto Rhaenys ha cominciato a piangere. - No, niente del genere. Elia sta bene. Dobbiamo solo parlare di una cosa molto importante in privato. – Ci siamo tranquillizzate alle sue parole. Almeno la zia sta bene. - Cosa succede? – - Appena arriviamo in un posto appartato vi diciamo tutto. – La camera degli zii non è sembrata mai così distante come in questo momento. Anche se ci hanno rassicurato che la zia sta bene, siamo comunque molto preoccupate. Potrebbe essere successo qualcosa a chiunque altro. Qualcosa di brutto, non ci sono altre spiegazioni del perché tutta questa segretezza. Se fosse stata una bella notizia ce l’avrebbero potuta dire anche nel giardino dove eravamo fino a pochi attimi fa. Invece zio Rhaegar ha congedato in maniera molto sbrigativa ser Jamie e poi ci ha detto quella cosa. Per forza deve essere successo qualcosa, se no avrebbe anche potuto dircelo davanti a ser Jamie, in fondo lui è un membro della guardia reale ed è abituato a sentire i segreti della famiglia e sa che non deve mai dire nulla di quello che sente. Ci sentiamo molto meglio una volta entrate in camera. Ci sono sia zia Elia che il piccolo Aegon addormentato sul letto. La zia sembra anche molto più in forma di quanto lo è stata nell’ultimo periodo. Ci sorride tranquilla e ci fa segno di sederci vicine a lei sulla poltrona. - È successo qualcosa? – - No, Nymeria, ma dobbiamo dirvi una cosa molto importante. – - Cosa? Un altro fratellino? – Rhaenys è sempre la stessa. - No, no, niente del genere, ma dobbiamo partire. – - Torniamo a Roccia del Drago? – - No piccole e voi rimarrete qui con Elia, il piccolo Aegon e Lewyn. Partiremo solo io, Arthur e Oswell. – - Perché? – - Dobbiamo farlo. – - No, ci deve essere una spiegazione. Dove andate, perché? – Rhaenys è disperata e piange tra le braccia della madre e anche io ho le lacrime agli occhi per questa partenza inaspettata. E ho anche paura per le storie di una guerra che ho sentito. Ma non posso dirlo adesso, non posso davanti a una Rhaenys già così disperata per la loro partenza. Se sapesse anche di una possibile guerra imminente non sarebbe più consolabile per la paura. - Rhaenys, tranquilla, torneremo il prima possibile. – - Perché dovete andare. Non può farlo qualcun altro? – - No, lo dobbiamo fare noi. – La piccola guarda tutti gli interessati con due occhi spalancati, rossi di lacrime e fa un piccolo sorriso. La sua fiducia nel padre è totale e si è tranquillizzata dalle sue parole. - Hai ragione, tu sei il principe. Devi andare e loro ti devono seguire. Ha senso. – Guardano anche me che intanto non ho ancora detto una parola, ma i loro sorrisi non riescono a tranquillizzarmi. Mi sembra che nascondano qualcosa, che non ci dicano una parte importante di questa storia. È la stessa situazione che ho vissuto alla fine del torneo di Harrenhal. Ho fatto finta di credere alla storia della ghirlanda per non arrabbiarmi con zio Arthur che me l’ha raccontata ma non sono così stupida da credere a una storia tanto strana. In realtà è successo qualcosa tra il principe e quella lady che non possiamo sapere. Pensandoci bene con calma mi sono resa conto di averli visti ballare spesso insieme e altri piccoli indizi durante quel torneo. Come quel giorno nel parco degli dei di Harrenhal faccio finta di credere alle bugie che raccontano per non arrabbiarmi con gli zii, ma faccio molta fatica. Questa volta non è una spiegazione strampalata di una ghirlanda alla fine di un torneo, questa volta parlano di partire per non si sa dove per non si sa quanto tempo e di lasciarci qui alla Fortezza Rossa nel frattempo senza notizie. - Sono preoccupato. – Le parole di Rhaegar non arrivano inaspettate. È da quando abbiamo messo in atto tutto il nostro piano che non dice altro e la reazione delle bambine non ha fatto altro che accentuare la sua ansia. Il problema maggiore è stata la necessità di dover lasciare la famiglia qui alla capitale e non riesce ancora a farsene una ragione e a ragione. Ha paura della reazione del padre alle notizie che prima o poi arriveranno sicuramente alla corte per mano di lord Varys su quello che stiamo per fare. Non possiamo impedire che le notizie prima o poi arrivino e speriamo solo che insieme alle notizie non arrivi anche un esercito di lupi arrabbiati con il principe. Non oso nemmeno immaginare che cosa farebbe il re con loro. - Non hai motivo di essere preoccupato, andrà tutto bene, è tanto che te lo ripeto, ogni tanto dovresti darmi retta, lo sai. – - Non sei divertente, Arthur! E faccio bene a preoccuparmi. Lascio tutta la mia famiglia in mano a quel pazzo di mio padre con quello che sta per succedere! Dovevamo trovare il modo di farli andare a Dorne. – - Lo sai anche tu che sarebbe stato troppo pericoloso. Non avremmo mai trovato una spiegazione abbastanza solida di questa partenza improvvisa e senza sarebbe stato anche peggio. – - Lo so. Ma sono comunque preoccupato di quello che potrebbe succedere quando mio padre verrà a sapere della mia fuga con Lyanna. – - Ci sarà sempre Lewyn a proteggerli. Non abbandonerà mai la sua famiglia. – Questo è un altro motivo per il quale Lewyn non verrà con noi. Gli è dispiaciuto non seguirci, ma almeno siamo sicuri che Elia e i bambini saranno al sicuro. - Hai ragione. Prima o poi devo convincermi che tutto questo sia una cosa fatta bene e non una pazzia fatta per un capriccio. – - L’amore non sarà mai un capriccio. E anche te hai il diritto di amare veramente nella tua vita. – - Arthur ha ragione, Rhaegar. Ti sei negato l’amore per tutta la vita, ma adesso devi vedere in faccia la realtà. La tua vita non sarebbe più felice se ti facessi da parte e rinunciassi a quella ragazza. Lady Lyanna ricambia il tuo amore e ti rende felice. Devi approfittare di questo. Ci sarò io qui a proteggere la tua famiglia da tuo padre, non devi preoccuparti e anche tua madre mi darà una mano, in caso di bisogno. Tu vai, sii felice e torna prima che tutto questo scateni una guerra. Questa è l’unica cosa che ti chiedo. – - Spero solo che non arriveremo mai alla guerra. – - Anche io, ma non si sa mai. Lord Baratheon è una persona con cui non si ragiona. Promettimi solo che starete attenti. Non vi chiedo altro. Ci rivedremo quando tutto questo sarà finito. Arthur, Oswell vi affido la vita di Rhaegar, mi raccomando. – - Sembrano molto i discorsi che fa ogni volta Gerold. Inizi a sembrare sempre di più lui quando parli. Attento a non trasformarti troppo presto nel lord comandante. Ricordati che Rhaegar non è ancora arrivato al trono. – - Non sei divertente, Arthur, sappilo. – - Ma è la verità. Lo sappiamo tutti qui cosa accadrà dopo che Rhaegar sarà diventato re. – - Sì, che tu diventerai il primo cavaliere. – - E tu prenderai il posto di Gerold. – - No, non lo potrei mai fare. Gerold è nella guardia reale da più tempo di tutti noi e non gli potrei mai togliere questo onore. Continuerò semplicemente a fare il mio dovere come tutti i giorni e crescerò la piccola Nymeria come una dorniana, ecco cosa farò dopo che Rhaegar sarà diventato re. – Lewyn è sempre il solito testardo. Non vuole in nessun modo avere ruoli di maggiore responsabilità rispetto a quello di guardia reale. Gli piace il suo ruolo e non ha intenzione di cambiare qualcosa. Rhaegar vorrebbe affidargli un ruolo di maggiore spessore, visto tutto quello che ha fatto per lui, ma Lewyn non se la sente. Ha sempre avuto solo una mentalità da soldato rispetto a quella di un politico. Ha acume e buon occhio per la politica, ma dice sempre di non sentircisi portato. In fondo era il fratello della principessa di Dorne un tempo ma ha preferito diventare una guardia reale invece di rimanere alla corte di Lancia del Sole ed avere un ruolo al suo interno. Sono molto arrabbiata con tutti e non riesco a dormire. Non voglio che se ne vadano tutti lasciandoci qui. Sono felice che papà rimanga, ma vorrei che rimanessero anche gli altri, anzi vorrei proprio tornare a Roccia del Drago e dimenticare tutto quello che sta succedendo, ma non è possibile. Mi scende qualche lacrima di rabbia mentre continuo a rigirarmi nel letto per trovare il modo di dormire un po’. Gli zii partiranno domani mattina molto presto e io voglio essere ben sveglia per poterli salutare. Non so quando saranno di ritorno, non lo hanno detto, e non voglio perdermi la loro partenza. Spero solo che tornino presto. Sento la porta aprirsi piano e faccio finta di dormire. Non ho voglia di parlare con chiunque sia venuto, sono troppo arrabbiata. - Nymeria… - - Nymeria, per favore, rispondi, so che non stai veramente dormendo. – - Non voglio parlare. – - Non devi essere arrabbiata con noi. Dobbiamo andare, adesso non posso spiegarti il perché, ma dobbiamo. Appena saremo tornati sarà tutto più chiaro. – - Perché non posso venire con voi? Sono già stata alla Barriera. – - Questa volta è diverso, dobbiamo andare solo noi. Sari più al sicuro qui con Lewyn. – - Ne sei sicuro? Qui, ad Approdo del Re? – - So che non ti piace questo castello, ma per adesso è più sicuro di Roccia del Drago. – - Quindi sono vere le notizie di una guerra? – - Dove hai sentito una cosa del genere? – - L’ho sentito in giro. – - Chi te l’ha detto? – - Nymeria, chi ti ha detto questa cosa? – Zio Arthur si è arrabbiato, ma in sottofondo sento anche la sua paura nella voce. - Nessuno, vi ho sentiti parlarne una sera. – - Nymeria, piccola, per favore, guardami. Non ci sarà una guerra, devi credermi. Quello che dobbiamo fare è molto importante ma non scatenerà una guerra. Andrà tutto bene. – - Ne sei sicuro? – - Certo, tutto questo è solo per precauzione. Vogliamo che tu e i bambini siate sempre al sicuro e che non vi succeda nulla di male. Per questo starete per un po’ qui alla capitale. – - Ne sei sicuro, saremo al sicuro? – - Ne sono più che certo. E poi ci sarà Lewyn a proteggervi, non te lo dimenticare mai. – - Non lo potrei mai fare. – - Brava piccola e ricordati di proteggere i tuoi fratelli. – - Come sempre, zio. Non ti preoccupare. – - Mi raccomando, fai la brava, obbedisci a Elia e non fare troppi danni. Quando torneremo avremo una bella sorpresa per te. – - Quale? – - Lo saprai una volta che saremo tornati. – - Va bene, buona notte. – - Notte piccola. – Stavo quasi per rivelarle il nostro segreto, ma non posso, è troppo pericoloso, lo scoprirà al momento più opportuno. Mi era venuta anche una mezza idea di regalarle il pugnale, ma non mi è sembrato il momento più opportuno, ma non so come fare. Il suo pugnale ce l’ho sempre io e la piccola sta per compiere solo sei anni. Ma si vede che è preoccupata per tutta questa faccenda, anche se vorrei tanto sapere come e quando ci ha sentiti parlare di una possibile guerra. Dovremmo aspettare ancora due anni per farle avere anche solo il pugnale, ma con tutto quello che sta succedendo non possiamo sapere quello che ci riserverà il futuro e potremmo non essere qui quando Nymeria compirà otto anni e sar5 pronta per portare il pugnale. Abbiamo scelto come sua data di nascita il giorno in cui Lewyn l’ha trovata in riva al fiume, non sapendo esattamente quale fosse quella reale e manca solo poco più di una settimana. Siamo sicuri che per quel momento non saremo qui con Rhaegar e la cosa ci dispiace molto, anche perché sicuramente non avrà mai la festa che avrebbe avuto se fossimo rimasti a Roccia del Drago. Sicuramente Elia farà in modo che abbia una piccola festicciola, ma niente di più. In fondo per un dorniano i sei anni sono un traguardo molto importante ed Elia farà in modo di onorare questo momento nel modo migliore.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


L’alba della mattina dopo ci vede tutti nel cortile del castello, pronti a partire. Manca veramente poco tempo e saremo per strada, diretti verso le terre dei Fiumi e poi verso Dorne. Alla fine, ieri sera, Arthur è venuto a parlare con Rhaegar e me del discorso del pugnale e della sua intenzione di anticipare il momento in cui lo darà a Nymeria. Non lo so, non so cosa pensare di questa cosa, ma da una parte sono contento e poi è una decisione che deve prendere in assoluto solo lui con la sua coscienza, io non posso mettere bocca in tutto questo, anche se sono il padre della bambina. La tradizione vuole questo e io non sono nessuno per non rispettarla. Rhaegar era della mia stessa convinzione, anzi. Ancora più deciso a non entrarci nulla in tutto questo discorso e convinto che solo Arthur sa cosa meglio fare, e lui mi ha detto che dovrei fare. In fondo la tradizione è solo dorniana e lui non centra nulla con essa, la conosce solo e la rispetta, ma non essendo un dorniano non la comprende appieno. In fondo lui non ha ricevuto il suo primo pugnale all’età di otto anni del suo padrino come tutti i dorniani e quindi non sa cosa possa significare per noi. Ricordo ancora sia quando lo ricevetti io quel pugnale, da uno zio che poi si prese la briga di farmi cavaliere molto tempo dopo, e poi quando, onorai quella stessa tradizione io stesso, e passai il testimone ad Arthur, consegnandogli il mio pugnale e accettando di farlo diventare il mio scudiero. Stiamo per partire, ma ormai sono deciso a consegnare il pugnale a Nymeria. Se lo merita ed almeno avrà qualcosa di nostro in caso tutto questo finisca male, non si può mai sapere. Lewyn mi ha dato il permesso e io sono contento. Non ne avevo davvero bisogno, come mi ha più volte ripetuto ieri sera, ma sentivo il bisogno di chiedergli se fosse d’accordo. Rhaegar non ha aperto bocca su tutto questo, in fondo è una tradizione che non gli è propria, per quanto Lewyn abbia influito molto sulla sua educazione. È comunque una tradizione che rispetta, come rispetta in tutto la tradizione dorniana di Elia e quindi sta già cercando un pugnale per il piccolo Aegon. Sul chi dovrebbe avere il ruolo di portatore del pugnale e successivo mentore del piccolo principe è ancora molto indeciso. Da una parte vorrebbe dare questo ruolo a Jon Connington. Sono stati scudieri insieme e sono grandi amici, anzi forse per Jon sono qualcosa di più, ma non è sicuro che accetterebbe una tradizione così distante dalla sua educazione. John viene da Posatoio del Grifone, un castello nelle terre della Tempesta e poco affine agli usi dorniani. Sarebbe complicato spiegargli l’importanza di portare con onore il pugnale per qualche tempo prima di darlo al piccolo Aegon come sue prima vera arma. L’altra possibilità sarebbe probabilmente anche la migliore. Il pugnale sarebbe donato da Lewyn il quale poi prenderebbe anche il piccolo Aegon come scudiero nel momento in cui il piccolo avrebbe compiuto otto anni. Questa sarebbe probabilmente la situazione migliore, ma per fare tutto questo Lewyn dovrebbe avere un ruolo diverso da quello di semplice guardia reale. A Rhaegar non interesserebbe se a fare da padrino al futuro re di Westeros ci fosse un cavaliere di quelli che lo dovrebbe proteggere, ma siamo tutti più che sicuri che la sua corte avrebbe molto di che ridire. Questi sono comunque discorsi che andranno fatti fra molti anni, per adesso non dobbiamo preoccuparci di tutto questo, siamo solo contenti che Rhaegar abbia voluto comunque onorare una tradizione che viene dalla famiglia della moglie. Sento bussare alla porta della mia camera. È strano, è molto presto e una serva mi sta ancora aiutando a vestirmi. Mi guarda, anche lei sorpresa e poi va ad aprire la porta. Davanti c’è zio Arthur con un sorriso, armatura e mantello bianco. Sembra pronto per partire e non capisco come mai sia venuto qui, ci saremmo visti nel cortile per i saluti finali tra poco. Congeda in modo sbrigativo la serva per rimanere da solo con me e chiude la porta. - Nymeria, piccola, voglio darti una cosa, una cosa molto importante e voglio che la custodisci come un tesoro. Saresti un po’ troppo piccola, ma voglio farti lo stesso questo regalo. – - Cosa, zio? – chiedo. Lo vedo sfilarsi dalla cintura il pugnale che gli ho sempre visto portare e porgermelo. - Questo pugnale è stato preparato apposta per te. Dovrebbe essere tuo solo tra due anni, quando per la tradizione dorniana sarai anche pronta per imparare ad usare una spada, ma voglio che tu lo prendi ora. Sarà un modo per ricordarti sempre di me. – - Zio, ma è bellissimo. – - È stato trovato da Rhaegar qualche anno fa qui, nella Fortezza Rossa e poi io l’ho usato per qualche tempo come mio pugnale personale. La tradizione vuole questo. Mi raccomando, non è un gioco, è ben affilato. Stai attenta. – - Starò attentissima, non ti preoccupare. Questo vuol dire che posso imparare anche ad usare una spada? – - No, è troppo presto. Fra qualche anno. – - Nymeria, mi raccomando, stai attenta e bada ad Elia e ai tuoi fratelli. Noi staremo via il meno possibile. – - Va bene. Ho già fatto questa promessa a zio Rhaegar e non posso deludervi. – - Lo so, piccola, sono sicuro che non ci deluderai. Stai attenta anche tu però. E fai la brava. – - Sì, lo farò. – - Brava, piccola, così si fa. Adesso però andiamo che si sta facendo tardi. – Nel cortile è tutto pronto. I tre cavalli sono già stati sellati e sono pronti per partire. Zio Rhaegar partirà solo con zio Arthur e zio Oswell, nessun altro andrà con loro. Riuniti a salutare il principe che parte ci siamo solo Elia, Rhaenys e io. Rhaenys fa la stoica e si immerge nel suo ruolo di principessa, anche se nessuno della corte la sta guardando. In questi casi le piace molto avere un atteggiamento più maturo dei suoi cinque anni per far vedere che è la degna figlia di suo padre. Sa benissimo che non sarà mai lei a prenderne il posto ma il fratellino, ma rimane comunque una principessa e tutte le volte che siamo in pubblico, soprattutto ad Approdo del Re, mantiene un atteggiamento molto più maturo di quello che ci si aspetterebbe da lei per far vedere che comunque è una Targaryen. Zia Elia ha gli occhi un po’ tristi mentre saluta il marito in partenza, ma anche lei mantiene un contegno degno del suo ruolo. Tutti i discorsi e i saluti sono stati fatti nell’intimo subito prima di scendere nel cortile. Tutti dobbiamo mantenere un contegno adeguato e rispettare quello che la corte vede di noi. Le bambine sono state bravissime, ma non ci aspettavamo di meno. Si sono calate benissimo nel loro ruolo di principessine reali e non si fanno mai trovare in errore anche in casi come questi. I commiati sono stati brevi e molto distaccati, in fondo tutti i saluti erano già stati fatti nell’intimità prima di scendere nel cortile. Siamo tutti e tre tristi ma speranzosi di risolvere la questione il prima possibile e tornare presto alla capitale per poi tornare tutti insieme a Roccia del Drago. Non abbiamo idea di come tutti prenderanno il nostro ritorno, soprattutto perché, se tutto andrà come deve andare, Rhaegar tornerà con una nuova moglie. Abbiamo cercato di risolvere tutti i possibili intoppi che ci potranno essere ma siamo abbastanza sicuri che qualcosa ci è sfuggita. La strada fino a Delta delle Acque è lunga e noi abbiamo un po’ di fretta. Abbiamo appuntamento con lady Lyanna da qui a una settimana, non possiamo tardare o tutto andrà in malora. Bisogna concordare in maniera perfetta i tempi o i nostri piani potrebbero essere scoperti e mandando lettere semisegrete via corvo non è stata la maniera migliore di organizzare tutto, ma non avevamo altra scelta. Non conosciamo quasi per nulla la guarnigione di Delta delle Acque e non conosciamo bene neanche i suoi abitanti. Lord Hoster Tully è un brav’uomo e un fedele suddito del re, questo è praticamente tutto quello che sappiamo su di lui. Ha tre figli adulti la cui femmina maggiore si dovrebbe sposare di qui a poco tempo con Brandon Stark, per questo lady Lyanna è nel castello. Queste sono le poche informazioni che abbiamo avuto e non sono state sufficienti per muoversi. Alla fine la soluzione si è trovata grazie a una serva di origine dorniana che serve nel castello di lord Hoster. L’ho incontrata ad Harrenhal e alla fine l’abbiamo arruolata per aiutarci in questo delicato compito. All’inizio non era entusiasta per nulla di quello che doveva fare, ma alla fine il cognome di Lewyn è stato fondamentale. Lui rimane sempre un Martell e la ragazza, per quanto non facente più parte della corte di Lancia del Sole, è sempre una dorniana e quindi fedele anche ai suoi principi. L’abbiamo convinta a fare da tramite per le lettere tra il principe e lady Lyanna e alla fine ci ha dato la sua parola che avrebbe accompagnato la lady nel bosco dove saremmo stati noi pronti a prenderla per portarla a Dorne. Tutto questo è molto pericoloso, ne siamo consapevoli, ma non avevamo altra scelta. Dovevamo in qualche modo recapitare dei messaggi a lady Lyanna per metterci d’accordo sul luogo e il momento più adatto per questa fuga e nel castello si sarebbe saputo e speculato se una lady così giovane come Lyanna Stark avesse iniziato a intrattenere una corrispondenza con uno sconosciuto. I suoi fratelli avrebbero potuto anche insospettirsi e questo noi non lo vogliamo. Siamo sicuri che alla fine verrà fuori con chi lady Lyanna è andata via, ma non volevamo che i sospetti iniziassero anche prima che tutto fosse compiuto. I suoi fratelli avrebbero anche potuto impedirle di uscire dal castello e rovinare tutto. I territori intorno a Delta delle Acque sono un posto relativamente tranquillo e sicuro dove incontrarsi e adesso noi siamo qui, ad aspettare l’arrivo della lady del principe e a gelare. Fino a sei mesi fa sembrava quasi che l’inverno stesse per finire e dovesse tornare la primavera, ma, appena finito il torneo di Harrenhal è finito anche il periodo di relativa primavera che abbiamo avuto. È tornato a nevicare un po’ dappertutto, anche ad Approdo del Re. Peccato, sarebbe stato meglio un tempo più mite rispetto e questo rigido inverno per i nostri piani, ma non ci faremo scoraggiare da una temperatura rigida, tanto, una volta arrivati a Dorne le cose cambieranno. Non posso dire di non essere felice di tornare nelle mie terre, ma sono molto preoccupato. Tutta l’agitazione, ragionevole, di Lewyn alla fine ha contagiato anche me. Adesso mi sembra solo di fare un’enorme stupidaggine dovuta alla testardaggine di Rhaegar. Lui e le sue stupide profezie, se siamo qui lo dobbiamo per la maggior parte a quello. Non voglio sminuire il valore dell’amore che Rhaegar prova evidentemente per la giovane lady, ma io so che in realtà in parte il suo interesse è dovuto anche al fatto che il principe vuole un terzo figlio, figlio che Elia non può più dargli. La gravidanza del piccolo Aegon è stata molto difficile ed Elia si è ripresa a malapena, quindi i maestri hanno sconsigliato di riprovarci, ma Rhaegar ha letto troppi libri di profezie per non volere un altro figlio. È da quando lo conosco che parla sempre di questa profezia delle tre teste del drago. Secondo lui la profezia si riferirebbe ai suoi figli, e questo significa che lui avrebbe dovuto avere tre figli. I primi due da Elia, e per onorare i suoi avi li ha chiamati come i primi re Targaryen, ma il terzo ormai non poteva più venire dalla moglie. Molti a corte gli avevano detto che questo non aveva importanza, la coppia aveva già l’erede maschio e anche una bella femminuccia da far sposare per una buona alleanza, ma per Rhaegar tutto questo era diventata un’ossessione. Neanche i miei discorsi sul fatto che questa ossessione non avrebbe portato a nulla di buono sono serviti a fargli cambiare idea. Non ha smesso di volere bene ad Elia, ma l’aver incontrato lady Lyanna prima di avere la brutta notizia da parte dei maestri gli ha fatto vedere le cose da un altro punto di vista. Il mio essere un dorniano non ha aiutato per nulla. Quasi ridendo ha avuto il coraggio di dirmi anche che non si era mai visto un dorniano dire a una persona che non stava bene pensare di avere una relazione con una donna che non fosse la moglie. Mi ha fatto ridere, questo è vero, anche per come sono fatto io, ma mi ha anche fatto pensare. Pensare a come sono cambiato in questo periodo nella capitale. All’inizio il re mi aveva fatto guardia personale del principe anche per fargli vedere com’è il mondo all’infuori dei suoi amati libri e fargli provare i piaceri della vita prima di maritarsi, ma alla fine è stato proprio Rhaegar che ha cambiato di più me di quanto io non abbia fatto con lui. Non posso dire di non averci provato, l’ho anche portato in un bordello quando è stato fatto cavaliere a diciotto anni, dicendogli che, adesso che era cavaliere, doveva provare cosa voleva dire veramente essere uomo. Sorrido al ricordo della sua faccia quando ha capito dove era finito e di come velocemente sia scappato quando ha visto la prima donna nuda andargli incontro. - Eccola! – Finalmente vediamo arrivare una giovane donna insieme a lady Lyanna. È cresciuta dall’immagine che ho di lei, ragazzina, dentro il parco degli dei di Harrenhal, e si è fatta ancora più bella. - Mia lady, vi siete superata. Siete bellissima. – - Grazie, mio principe. Signori. – dice, rivolta a me e a Oswell, chinando leggermente il capo in segno di saluto. - Lady Lyanna, è sempre un piacere rincontrarvi – - Grazie, anche per me. Verrete anche voi in questo viaggio verso sud? – - Sì, Lya. Anche loro ci accompagneranno e ci proteggeranno. E poi Arthur è di Dorne e conosce quelle terre come nessuno di noi. – - Questo è vero. – - Molto bene, possiamo andare. – - Signorina, questa è per voi. Mi rimetto a voi perché siate il più discreta possibile su quello che è successo qui oggi. Vi prego di non dirlo mai a nessuno. Se volete in quella borsa c’è la possibilità di una nuova vita tranquilla dovunque vogliate andare. Grazie ancora di quello che avete fatto. – - Non l’ho fatto per voi, ma per la richiesta del principe Lewyn. Vi ringrazio per la possibilità che mi state dando di rifarmi una vita e vi garantisco che il vostro segreto è al sicuro con me. – - Molto bene, possiamo andare. – La questione si è conclusa nel migliore dei modi. Alla giovane donna che ci ha fatto da tramite per tutto questo tempo il principe ha dato una borsa piena di denaro che sarà sufficiente perché si rifaccia una vita agiata ovunque voglia. Abbiamo sempre saputo che l’ha fatto per il nome che porta Lewyn e che comunque non ci avrebbe mai traditi anche se non l’avessimo pagata, ma al principe è sembrato molto più giusto darle un compenso per tutto quello che ha fatto per noi. Siamo liberi, ce l’abbiamo fatta! Adesso ci aspetta solo il lungo viaggio fino a Dorne e poi la libertà. Nessuno conosce veramente la faccia del principe dove stiamo andando e men che meno di lady Lyanna. Dobbiamo solo fare molta attenzione durante la strada per arrivare e nient’altro. Una volta a destinazione dovremo trovare un septon che sia disposto a unire in matrimonio il principe e la lady e poi tutto sarà finito. Non torneremo comunque subito a casa, ma passeremo qualche tempo lì e lasceremo il tempo alla coppia di stare insieme come marito e moglie per un certo periodo prima che tutto diventi molto più complicato con i doveri della corte reale, anche perché non sappiamo come lady Lyanna prenderà quelli che saranno i suoi nuovi doveri come principessa dei Sette Regni.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Notizie preoccupanti arrivarono presto ad Approdo del Re. Nessuno sapeva se crederci veramente oppure no, ma da quello che si diceva il principe era stato visto in compagnia di una donna, non ancora ben identificata, nelle Terre dei Fiumi. Per i primi periodi nessuno sapeva altro e anche lord Varys faceva fatica ad avere delle notizie certe su quello che si presumeva fosse accaduto, ma ad un certo punto iniziò a girare la voce che il principe fosse scappato con questa donna, una presunta fuga d’amore. Nessuno ancora sapeva il nome della fanciulla, ma in tanti vociferavano sulla presunta fuga d’amore di una persona assennata e poco incline a queste cose come il principe. Alcuni iniziarono anche a pensare che Rhaegar stesse iniziando a diventare pazzo come il padre. Lewyn seguiva con apprensione tutto quello che veniva detto o bisbigliato sul conto del principe. Era una tortura non essere al suo fianco e consigliarlo ma sapeva bene che il suo ruolo era molto importante. Le bambine erano state tenute all’oscuro anche dei pettegolezzi della corte, almeno per quanto era stato possibile e lui doveva cercare di rincuorare Elia nei momenti peggiori. Il re si era fatto una risata quando aveva saputo dei pettegolezzi, dicendo che finalmente il suo erede si comportava come un uomo, ma adeso iniziava ad essere sospettoso. Rhaegar non sembrava aver intenzione di tornare presto alla capitale e, nella mente malata del re, questo significava un qualche tipo di complotto da parte sua con la famiglia della lady che era scappata con lui, anche se nessuno sapeva chi fosse. Non potendo rivalersi sul figlio, il re se la prendeva spesso con la principessa Elia con battute e apprezzamenti poco consoni e spesso maleducati. Elia faceva finta di nulla per non dare soddisfazione alla mente malate del re, ma a volte era davvero difficile sopportare tutto. In quei casi si rifugiava per ore nella nursery con il piccolo Aegon e passava il tempo a cullarlo. Non aveva mai versato una sola lacrima, almeno non davanti a qualcuno, ma spesso, quando la raggiungevo per sapere se andava tutto bene, aveva gli occhi rossi di pianto. È sempre stata una donna molto forte, ma tutta questa situazione inizia a diventare pesante anche per lei. Almeno tutto questo non ha influito sulle bambine. Rhaenys inizia a provare piacere per tutte quelle attività che sono consone a una principessa e adora ricamare. Nymeria continua ad essere allergica alle lezioni di etichetta che la septa cerca di insegnarle, ma si è messa d’impegno per assomigliare almeno un po’ alla principessa per mantenere le apparenze alla corte reale. La sua passione rimane comunque l’arte del combattimento. Il pugnale che Arthur le ha regalato prima di partire l’ha fatta sentire importante, soprattutto dopo che le ho raccontato la storia dietro quel gesto, e adesso non vede l’ora di poter imparare ad impugnare una spada. Nymeria sa che è ancora troppo piccola per questo e che comunque dovremo aspettare di essere tornati a Roccia del Drago, ma scalpita per iniziare ad imparare i primi rudimenti. Questo suo atteggiamento ha strappato un sorriso a tutta la guardia reale e Gerold si è quasi commosso quando ha visto il suo interesse. Come tutti noi la vede come la figlia che non avrà mai e il suo palese interesse per l’arte del combattimento l’ha reso orgoglioso. Rhaegar l’ha rinominata la torre della gioia e per lui è decisamente così, ma per me e per Oswell inizia a diventare la torre della noia. Non succede mai niente in questo posto, Lewyn l’ha scelto anche fin troppo bene per nasconderci, anche perché, non essendo di passaggio, non arriva mai nessuno da queste parti, a meno che non conosca il luogo, cosa altamente difficile, e quindi siamo anche tagliati fuori da qualsiasi notizia. Non sappiamo veramente nulla di quello che sta succedendo nei Sette Regni e questo un po’ ci dispiace e ci mette a disagio. Potrebbe anche essere scoppiata una guerra da quello che ne sappiamo e noi siamo relegati qui, senza fare nulla, ad aspettare. Sappiamo tutti che, in caso di bisogno o di urgenza, Lewyn sa benissimo dove ci troviamo e come trovarci, quindi saremmo informati di eventuali problemi, ma è la quotidianità che ci manca. Non sappiamo più nulla dei nostri cari che abbiamo lasciato alla capitale e questo ci mette un po’ di ansia. Lady Lyanna è anche più preoccupata. Lei sa benissimo che i suoi fratelli devono per forza aver già avuto notizia della sua scomparsa, anche se non possono sapere con chi è sparita, ed è preoccupata dalla loro reazione. Durante il tragitto ci ha parlato un po’ della sua famiglia e ci ha detto soprattutto che suo fratello maggiore Brandon, quello che avrebbe dovuto sposarsi a Delta delle Acque in questo periodo, è una persona fin troppo avventata e non sempre ragiona prima di fare qualcosa. Ha paura anche lei per la mancanza di notizie e per la reazione dei suoi fratelli. Era la sola della sua famiglia in quel momento a Delta delle Acque, con il fratello maggiore ancora in viaggio da nord per il matrimonio e l’altro fratello ancora a Nido dell’Aquila a finire la sua istruzione presso lord Arryn. Non possiamo sapere come abbiano preso dentro le mura del castello la scomparsa di un’ospite così importante ne possiamo sapere quale sarà la reazione della sua famiglia. Speriamo solo che nessuno scopra con chi la ragazza è scappata fino a che non torneremo quando tutto sarà ormai già compiuto e non sarà più possibile tornare indietro. Dobbiamo ancora trovare il septon che celebrerà il matrimonio e non è facile. Rhaegar ufficialmente è già sposato e la religione dei sette non prevede il matrimonio poligamo, quindi dobbiamo trovare un septon disposto a fare un’eccezione, come successe nel passato con alcuni re Targaryen. In fondo la religione ha sempre accettato in qualche maniera il matrimonio tra fratelli, come da tradizione Valiryana, quindi non dovrebbe essere troppo difficile trovare qualcuno disposto a sposare un uomo che è già stato sposato. O almeno così speriamo. Per adesso non l’abbiamo ancora trovato e passiamo il tempo ad allenarci. Sto aiutando Oswell a migliorare con la spada e di tanto in tanto do qualche lezione anche a lady Lyanna, ma per lo più è Rhaegar che le sta insegnando a duellare. Diciamo che io faccio solo da insegnante aggiuntivo. Cammino per i corridoi insieme ad una delle dame di compagnia di zia Elia, diretta alla mia stanza, quando sento delle lady di corte chiacchierare di zio Rhaegar. All’inizio non capisco bene che cosa dicano, sono solo dei sussurri, ma avvicinandoci sentiamo che parlano di una fuga con una donna. Ci sono molti risolini da parte di queste dame ad ognuna delle parole di una di loro che racconta. - Una mia cugina serve alla corte di Delta delle Acque e mi ha raccontato che sembra che una lady che era presente lì per il prossimo matrimonio tra la figlia maggiore del lord e un lord del nord sia scomparsa in seguito ad un incontro con il nostro principe. – - Non ci credo, non è possibile, non il principe Rhaegar. – - Mia cugina non mi ha mai mentito su queste cose, sa da quale corte provengo, e mi ha detto che è proprio così. Sembra siano stati aiutati da una serva dorniana che è scomparsa dal castello subito dopo la scomparsa della lady. – - Che anche la serva sia andata con loro? – - Nessuno sa più che fine abbia fatto, né che fine abbiano fatto il principe e la lady, o perché siano scappati insieme, ma mia cugina dice anche che il fratello maggiore della lady era furioso quando ha saputo della scomparsa della sorella e che potrebbe venire qui a chiedere spiegazioni al principe in persona. – - Continuo a non crederci, il principe non fa cose del genere, non è un degenerato come alcune persone della corte, e poi non si trova neanche qui, anche se fosse vero, questo fratello non troverebbe nessuno se venisse. – - Forse non gli interessa. – - Cosa? Mettersi contro il re? – - Forse, se io fossi scomparsa vorrei che anche mio fratello venisse a pretendere spiegazioni da chiunque mi avesse rapito. – - Tuo fratello non lo farebbe mai, lo sappiamo tutte e due, e poi nessuno sarebbe così pazzo da venire qui alla capitale, dal re, a chiedere spiegazioni sul comportamento del principe. Non si può mai sapere che cosa ti farebbe il re. – - Zitta, queste pareti hanno le orecchie. – Mentre passiamo di fronte queste due lady smettono improvvisamente di parlare e ci guardano andare via. Non so cosa credere. Non mi è mai piaciuto dare peso alle dicerie della corte sulla famiglia reale, anche perché alcune persone sanno diventare veramente crudeli quando vogliono, ma questa volta sono un po’ agitata, la storia sembra quasi plausibile, in fondo zio Rhaegar è partito ormai da qualche tempo e fin da subito ha detto che sarebbe stato via per un po’, senza mai specificare quanto. Sono indecisa su cosa credere e mi dirigo alla fine alla camera della zia, sperando che lei mi fughi ogni dubbio. - Zia Elia, posso chiederti una cosa? – - Cosa succede, piccola. – Non l’ho trovata nella stanza, ma nella nursery con il piccolo Aegon, come succede spesso da quando siamo rimasti soli. - Ho sentito una cosa molto brutta oggi – - Cosa? Sai che non devi mai dare troppo peso a quello che la corte dice di te, non ti conoscono. – - Non stavano parlando di me, ma di zio Rhaegar. Dicono che sia scappato con una donna nelle terre dei fiumi! È vero? – Vedo la zia adombrarsi un po’. Questo può voler dire solo una cosa… - Allora è vero, ci ha abbandonato per un’altra famiglia! – - No, non è così. Non so come spiegarti quello che sta succedendo, Nymeria, sei veramente troppo piccola per capire. Posso dirti che solo adesso Rhaegar è veramente felice. Non mettere mai in discussione l’amore che lui ha per tutti noi, vuole molto bene sia a me che a voi bambini, ma questa è una cosa molto diversa. Gli ho sempre augurato di trovare quello che finalmente ha adesso con quella lady e dobbiamo tutti noi augurargli solo ogni bene. – - Continuo comunque a non capire. – - Sei troppo piccola, ma un giorno capirai, te lo prometto. Per adesso devi continuare a tenere il segreto con Rhaenys, non voglio che lo scopra. E cerca di non farti impressionare da quello che questa corte di serpi dice. – - Va bene. – - Brava piccola. – Passo il resto del pomeriggio nella nursery con la zia e il fratellino. Aegon è un bambino molto buono e gli piace veramente tanto quando lo si fa giocare, ma per il resto non piange quasi mai. Adoro passare qualche tempo con lui a farlo giocare e non vedo l’ora di passare ad insegnargli altro, mi piacerebbe veramente tanto dare una mano quando gli insegneranno a camminare e poi a parlare. Non mi sento una vera e propria insegnante e non so se sarei veramente brava, ma sento che per il mio fratellino ci potrei anche provare. Passa un’altra settimana e di notizie di Rhaegar neanche l’ombra. Sembra che nessuno sappia dove sia o cosa stia facendo e questo è un bene. Per me non sarebbe troppo difficile mantenere dei contatti, so molto bene dove si trova quella benedetta torre, ma non voglio. Un messaggero, in caso di bisogno estremo, è pronto a partire per mandare informazioni, ma non vorrei proprio farne uso. Voglio far passare a quel povero ragazzo una sorta di luna di miele con la sua dolce lady prima di tornare ai suoi doveri di principe. La cosa veramente importante è stata la sua presenza alla nascita del piccolo Aegon e per i successivi tempi, in modo da far riprendere Elia dal parto difficile e non destare troppi sospetti. È stato importante anche per lo stesso Rhaegar che è così partito senza grossi pensieri per la famiglia che si lasciava alle spalle. Ormai è passato quasi un mese da quando sono partiti per Dorne con lady Lyanna e per tutto questo tempo non abbiamo avuto notizie della famiglia della ragazza né del suo promesso sposo. non sappiamo se abbiano mai saputo con chi veramente la ragazza sia scappata quel giorno a Delta delle Acque e quindi, forse, non sanno come muoversi. La cosa comunque sembra strana, anche perché, da quello che abbiamo saputo dalla corte, in molti hanno sentito della fuga d’amore del principe e non sarebbe stato affatto difficile per la famiglia della lady capire il nesso. Nessuno avrebbe veramente creduto a due lady scomparse nelle stesse terre da due lord diversi, non sarebbe stato difficile fare due più due. Elia mi ha anche detto che Nymeria ha scoperto tutto ma che ha accettato il fatto che sia troppo piccola per capire quello che sta succedendo. Mi ha fatto sorridere quello che le ha detto Elia per calmarla, ma in fondo sono contento. È stata sempre Nymeria a raccontarci i pettegolezzi che circolano nella corte. Per me ed Elia sarebbe stato davvero difficile, come difficile è anche passare inosservati in questo periodo nella Fortezza Rossa, ma la giovane età di Nymeria ha aiutato molto. Ci sono tantissimi bambini che passano nei corridoi per svariati motivi e le persone tendono a guardare meno i bambini degli adulti e quindi passano abbastanza inosservati. Mi ha fatto una certa impressione sapere che è venuto fuori persino il coinvolgimento della serva dorniana nella fuga e mi ha messo apprensione nei confronti di quella giovane donna. Non l’ho mai conosciuta di persona e ha detto ad Arthur di non avere legami né con la famiglia Martell né con la corte di Lancia del Sole, ma ci ha comunque dato una mano solo perché io di cognome faccio Martell. Non è una cosa comune questo attaccamento alla famiglia protettrice della propria terra d’origine, ma ci ha fatto piacere, ma ci ha anche spaventato. Se è venuto veramente fuori che siamo stati aiutati da una serva dorniana a servizio di Delta delle Acque, molto probabilmente questa ragazza è stata catturata, magari pure con l’oro del principe. Non era per niente d’accordo quando Rhaegar ha detto che voleva pagarla per il favore che ci stava facendo, pensando che tutto questo avrebbe portato a delle prove sul suo coinvolgimento, ma Rhaegar è stato irremovibile, quella ragazza ci stava dando una mano solo per il cognome che io portavo e a Rhaegar non sembrava giusto e si era messo in testa l’idea di darle il denaro per potersi rifare una vita. Sono giorni che mi arrovento sul destino che può aver avuto questa ragazza quando arriva alla capitale una persona che cambierà la storia di questo regno per sempre… Non avevamo saputo nulla della famiglia di lady Lyanna e ci siamo tutti cullati nella segreta speranza che non avessero saputo chi fosse stato a rapire la lady, quando improvvisamente alle porte della città, palesemente molto arrabbiato, arriva Brandon Stark con un manipolo di compagni.

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


L’arrivo alle porte della capitale di un manipolo di uomini armati al seguito di quello che a tutti gli effetti è il prossimo protettore del nord ha messo in agitazione tutta la Fortezza Rossa. Anche e soprattutto me, che mi posso immaginare come mai quegli uomini siano qui. La mia preoccupazione deriva proprio da questo e da quello che il re potrebbe fare di loro. Tutti noi sappiamo quanto non ami Rhaegar, ma rimane pur sempre suo figlio e non permetterà mai che qualcuno lo minacci e rimanga impunito. Anche se non fosse per l’amore che prova per il figlio, quello che quegli uomini stanno facendo va contro ogni legge del regno e nessuno potrebbe mai biasimare una qualsiasi reazione da parte del re, anzi questa sarebbe quasi una cosa doverosa, per far capire che certe cose non possono essere tollerate, ma nella mente di molta gente rimane sempre quello che è successo dopo Duskandale e lo sterminio delle famiglie che lo avevano tenuto prigioniero e in molti sperano che tutto questo non abbia esiti altrettanto catastrofici. Non ho idea di che cosa stia succedendo, ma tutti quelli che incontro per i corridoi sono incredibilmente tesi. Sembra che tutti siano in attesa di qualcosa, ma non so che cosa e guardano verso le mura della città come se ci fosse un pericolo alle sue porte. Non riesco a capire come mai dovrebbe esserci qualcosa che non va, in fondo questa è la capitale e nessuno può arrivare alle sue mura come se niente fosse, e se anche lo facesse ci sono migliaia di soldati a proteggerla e non potrebbe mai succedere nulla di male. Provo a guardare anche io per vedere le mura della città, ma è impossibile, siamo troppo distanti e poi mi sembra una cosa molto sciocca da fare. Non c’è nessun pericolo, sono sicurissima di questo, e quindi mi metto l’anima in pace, le persone di questo castello sono veramente strane e sono sempre in ansia per qualcosa, qualsiasi cosa, e non ci faccio nemmeno più caso. L’episodio strano potrebbe essere benissimo finito qui quando alla fine scopro il perché di tutto questo trambusto… Non è stato difficile, anche perché la cosa è stata talmente eclatante che tutta Approdo del Re ha assistito alla scena completamente senza sapere che cosa fare o pensare. Non ci posso credere, quel pazzo è venuto proprio qui a cercare il principe per farsi restituire la sorella. Deve essere andato completamente fuori di testa quando ha scoperto la cosa, non ci sono altre spiegazioni del suo comportamento, soprattutto di quello che ha fatto sotto le mura della capitale. Se si fosse limitato a chiedere udienza per cercare di dare una spiegazione al rapimento della sorella da parte del principe ereditario, tutto si sarebbe anche potuto risolvere senza spargimenti di sangue, ma quel pazzo non si è limitato ad una pacifica richiesta di spiegazioni da parte del principe, che fra l’altro doveva immaginare non fosse neanche qui, ma si è anche messo a fare una scenata davanti a tutti. Il re aveva mandato me e ser Jamie verso il contingente del nord con il preciso ordine di arrestare tutti. Io non ero molto felice di quello che dovevo fare e stavo cercando di trovare un modo di mediare. Ero sicuro che, se quel pazzo scatenato, non avesse perso completamente la testa, avrei potuto chiarire anche solo il fatto che il principe non fosse presente alla capitale e farlo tornare da dove era venuto evitando spiacevoli inconvenienti. era quella la mia intenzione quando ci siamo incontrati con Brandon Stark… - Lord Stark… - Aveva una sguardo indemoniato, come se non ci vedesse neanche tanta era la rabbia presente nei suoi occhi grigi. - Ditemi dov’è quel maledetto di un principe! – - Il principe Rhaegar non è qui. – Cerco di farlo ragionare con toni più distensivi per evitare problemi. - Ha rapito mia sorella! Dove diavolo è finito quel maledetto! – - Per favore, lord Stark, si calmi. Ripeto che il principe Rhaegar non si trova qui al momento e non so neanche dove sia. Perché non torna nelle sue terre? – - Non posso tornare nelle mie terre, come lei dice, senza mia sorella! Quel maledetto ha rapito mia sorella minore, aiutato sembra da almeno un'altra guardia reale! Come avete osato rapire una giovane fanciulla di soli quattordici anni! – - Non so di cosa parla. Il principe è partito qualche tempo fa e io so solo questo. – - Non mi freghi con le tue belle parole! Come se non si riconoscesse voi guardie reali! Come se nessuno si fosse accorto della presenza del principe in persona con seguito dietro nei boschi di Delta delle Acque! Come sia stato semplice ricordarsi di una semplice serva dorniana! In fondo due delle guardie vengono da quelle terre e quella serva poteva avere ancora dei legami con la sua terra d’origine. Non è stato difficile collegare tutto! – - Lord Stark le faccio notare che parla con una di quelle guardie dorniane e che io non sapevo che una delle serve del castello di lord Tully venisse dalle mie terre. – - Non mi interessa se voi lo sapevate o meno, abbiamo fin troppe prove che il principe ha rapito mia sorella e adesso la rivoglio indietro! Come ha osato anche solo mettere le sue sporche mani su di lei! – - Lord Stark, la prego di moderare i termini con qui parla del principe Rhaegar se non vuole che la cosa finisca molto male. Capisco che possa essere arrabbiato per la scomparsa di sua sorella ma insultare un membro della famiglia reale e presentarsi alle porte della capitale con un piccolo esercito non la aiuterà nella sua causa. – - Non mi interessa quello che dice una semplice guardia, io voglio parlare con il principe in persona! – Vedo ser Jamie agitarsi sulla sella del suo cavallo a disagio. Non è legato come me ed Arthur a Rhaegar e non sa nulla di questa storia, ma è comunque legato dal suo giuramento a tutta la famiglia reale ed inizia ad innervosirsi, così come si stanno innervosendo i soldati sulle mura della città, che sicuramente stanno seguendo con apprensione il nostro dialogo, spero solo abbastanza distanti per capire veramente quello che stiamo dicendo. - Lord Stark, per favore, mi dia retta. Torni indietro e sono sicuro che il re sarà disposto a chiudere un occhio su questa pazzia. Torni nelle sue terre, si sposi e dimentichi tutto. – - Dimenticare tutto! Dimenticare mia sorella rapita dal principe Rhaegar! Lei è pazzo! – Detto questo mi sorpassa e inizia a gridare verso le mura della città: - Rhaegar, vigliacco, esci fuori ed affrontami da uomo a uomo! – Io e ser Jamie ci guardiamo. Ci manca solo che quel pazzo sfoderi la sua spada e siamo a posto. Adesso non possiamo più far altro per risolvere la situazione in maniera pacifica. Ci costringe a fare il nostro dovere come ci impone il nostro giuramento ed arrestare tutti i presenti. Non vorrei e mi sento in colpa per quello che sta succedendo, anche perché ho un brutto presentimento di quello che farà il re, ma le circostanze non ci lasciano altra scelta. Quando Rhaegar è partito mi ha lasciato il compito non solo di proteggere Elia e i bambini ma anche di impedire qualche alzata di genio sia da parte del re sia da parte della famiglia di lady Lyanna, se mai fosse venuta a conoscenza della fuga della giovane con il principe. Ho dato la mia parola che avrei cercato di mediare ogni possibile gesto ma ho fallito miseramente nel mio intento. Cerco non posso dire di non averci provato in tutti i modi, ma non posso tirarmi indietro e dare l’impressione di non voler punire un pazzo che urla contro il principe che il mio giuramento mi impone di proteggere, ne verrebbe meno il mio onore di guardia reale e si potrebbe dire che ho fallito come tale. Guardo ancora una volta il povero Jamie Lannister a cavallo vicino a me e per un momento mi fa tenerezza. In fondo ha soli 16 anni e si trova in una situazione veramente difficile. Da una parte il re gli avrebbe ordinato di arrestare tutti subito, dall’altra ha visto me, un suo confratello giurato con più anzianità ed esperienza, cercare di mediare. Sono sicuro che non possa aver capito la situazione ed è veramente in difficoltà. Quel pazzo di Brandon Stark ha continuato ad inveire contro il principe per tutta la strada fino alle segrete della Fortezza Rossa con voce talmente alta da farsi sentire da tutto il castello. Almeno il resto del suo gruppo è stato molto più collaborativo e si è fatto arrestare con meno problemi. Lord Stark sembra abbia perso la testa per questa storia, mentre il resto del suo gruppo sembra solo abbattuto per tutta la faccenda. Sicuramente l’onore li ha fatti venire qui al seguito di Brandon Stark e adesso sanno bene quello che li aspetta per quello che è successo. Nessuno di loro si aspetta anche solo un po’ di pietà da parte del re e sanno tutti quello che la legge prevede in questi casi. - Sono tutti dei traditori, devono morire! – queste sono le sole parole che il re ha detto su tutta la faccenda e nessuno nella sala del trono ha osato ribattere alla sua terribile sentenza. - Cosa dobbiamo fare? – La faccia del povero Owen Merryweather, Primo Cavaliere del re, è terrea difronte alla collera del re. - Mandiamo a chiamare tutti i padri di quelli che si sono presentati insieme allo Stark! Che vengano a chiarire le azioni dei proprio figli! Nessuno escluso! – - Sarà fatto, mio signore. – Il maestro Pycelle esce della stanza per andare immediatamente a fare quello che il re gli ha ordinato e con questo anche tutti gli altri escono dalla stanza. Questa è stata forse la peggiore riunione del concilio ristretto alla quale ho avuto l’orrido dovere di assistere come guardia reale. È stato terribile quello che ho dovuto sentir dire da parte del re e di tutto quel manipolo di leccapiedi che lo servono. Non stanno facendo il bene del regno in questo modo e non se ne rendono neanche conto. Tutto quello che sta succedendo rischia seriamente di far scoppiare una guerra civile e nessuno ci pensa o se ne preoccupa seriamente. Solo il povero Merryweather ha cercato di far abbassare i toni, ma senza grossi risultati. Adesso c’è solo una cosa che posso fare e non avrei mai voluto farla, ma devo per forza, Rhaegar deve essere informato. Quando abbiamo deciso il piano di fuga ed io ho trovato la torre diroccata nelle terre di Dorne, abbiamo deciso che, in caso di bisogno, un messaggero sarebbe sempre stato pronto a partire in ogni momento per recargli delle informazioni importanti. Non avrei mai voluto far partire quel messaggero, ma adesso non ho scelta. Il principe deve sapere quello che molto probabilmente sarà il terribile destino del fratello maggiore di lady Lyanna. Spero solo che il re non voglia anche ammazzare i padri degli accompagnatori di lord Stark. Non voglio nemmeno immaginare quello che potrebbe succedere al regno se venisse ucciso, insieme al suo erede, anche il protettore del nord, sarebbe una catastrofe immane. Spedito il messaggero di tutta fretta a Dorne da Rhaegar mi dirigo verso la nursery del piccolo Aegon per poter mettere al corrente Elia di quello che è successo. Abbiamo deciso di comune accordo di evitare di spaventare i bambini e quindi di farli il meno possibile partecipi degli eventi che stanno succedendo ma, giustamente, Elia mi ha chiesto di rimanere informata degli sviluppi degli eventi. Come quasi tutto il castello, questa mattina ha assistito all’arrivo di Brandon Stark e del suo teatrino alle porte della città, ma adesso è mio compito anche dirle quello che il re ha deciso. - Elia… - Non so neanche come dirle tutto questo. La situazione a corte è sempre più tesa e la principessa inizia ad essere stufa di tutta questa situazione, ma mantiene un comportamento stoico per evitare di dare adito a qualsiasi problema e per essere di aiuto a Rhaegar. - Ho quasi paura di chiederti quello che ha deciso il re. – - Tutti i presenti sono stati condannati a morte e il re ha fatto anche chiamare i padri di quelli che hanno accompagnato Brandon Stark. – - Compreso lord Stark? – - Esatto. – - Questa è pazzia, può finire molto male! Gli Stark rimangono i protettori del Nord! – - Lo so, ma non possiamo farci nulla. – - E immagino che nessuno abbia detto nulla alla riunione. – - Sai che non te ne posso parlare. – - Lo so, zio. La mia non era una domanda. – - Hai già mandato il messaggero da Rhaegar? Quando arriverà probabilmente tutto questo sarà già successo, ma deve sapere quello che sta avvenendo. – - Sì, prima di venire qui. Il messaggero è già partito. – - Non posso assolutamente dire di essere felice di questo, ma sono d’accordo che Rhaegar debba essere informato di quello che sta per accadere qui. Ho però paura per le bambine. Se il re vorrà fare un’esecuzione pubblica richiederà anche la loro presenza e sono abbastanza grandi per capire quello che accadrebbe davanti a loro. – - Lo so e non mi do neanch’io pace per questo, ma non possiamo far altro che aspettare. – - Si, ma quest’attesa mi sta uccidendo. – - Non ti preoccupare, si sistemerà tutto, ne sono sicuro. – - Lo vorrei tanto essere anch’io, ma non ci riesco. – Passiamo il successivo mese in attesa del nostro destino. Sappiamo tutti bene che il re non si muoverà finché non arriveranno i padri di quelli che hanno accompagnato Brandon Stark qui alla capitale e, venendo quasi tutti da nord, ci metteranno del tempo per arrivare, almeno un mese. Siamo tutti preoccupati per quello che succederà nel momento in cui saranno tutti qui, ma cerchiamo di non pensarci troppo.

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Sono alcuni giorni che alla capitale è arrivata la notizia dell’avvistamento dei vessilli del metalupo che si stanno avvicinando velocemente e la tensione nella Fortezza Rossa è diventata insostenibile. Ormai quasi tutta la corte sa della terribile sentenza che il re ha emesso nei confronti della delegazione del nord e in molti si interrogano su quello che sarà il loro futuro. Tutti sanno quanto una possibile guerra civile sarebbe devastante per il regno, soprattutto in questo momento. Ormai il re è visto male da parte di quasi tutti i regni e si teme che un’esecuzione anche dei padri oltre che dei figli degli uomini del nord, possa portare dalla parte dei possibili futuri ribelli molti grandi lord. Si è anche scoperto che tra gli arrestati e già condannati a morte c’è anche un nipote di Jon Arryn ed erede della Valle. Oltre alla comprensibile rabbia per l’uccisione del suo erede, il signore della Valle rimane anche come un padre per Eddard Stark, fratello e figlio di due uomini che rischiano seriamente in questo momento. Per non parlare del fatto che un altro protetto di lord Arryn è quel Robert Baratheon che sarebbe il promesso sposo di lady Lyanna. L’arrivo di lord Rickard Stark con una delegazione di duecento uomini mette in subbuglio tutta la capitale. Siamo arrivati all’atto finale di questa pazzia. Adesso si deciderà il futuro del regno. Il re ha deciso di non mandare noi guardia reale ad accogliere gli uomini del nord, ma la guardia cittadina e questa cosa è sembrata molto sospetta e infatti è successo il peggio. La guardia cittadina ha fatto una strage di quasi tutti gli uomini che erano arrivati alle porte della capitale, duecento uomini uccisi davanti alle mura senza quasi una parola da parte delle guardie, come se ce ne fosse stato bisogno. Solo lord Rickard è riuscito a sopravvivere abbastanza da chiedere un processo per singolar tenzone, cosa che gli ha risparmiato la vita almeno per un po’, anche se non per molto temo. Quell’uomo può anche essere un buon cavaliere, posso anche pensarlo, ma il re dispone di molti ottimi cavalieri della guardia reale, anche se Arthur non è presente, e lord Rickard non ha molte possibilità di sopravvivere. Almeno però ha guadagnato qualche altro tempo. Adesso tocca al re decidere tempi e modi di questo processo. Stanno succedendo cose molto strane in questo periodo, non c’è altro modo di descrivere quello che stiamo passando dentro queste mura. Un mese fa è arrivato uno strano contingente di persone che urlavano qualcosa contro zio Rhaegar, non è stato difficile anche per me sentire quello che il pazzo stava urlando contro le mura, e adesso sembra sia arrivato un altro manipolo di uomini sempre per chiedere qualcosa. Sta diventando sempre più difficile sentire qualcosa dalle serve e dalle cortigiane del palazzo. Per un po’ mi è anche piaciuto fare da spia per la zia e papà per le dicerie su zio Rhaegar e non è stato nemmeno troppo difficile, ma adesso sto notando che le persone tendono a parlare molto meno di quello che sta succedendo e non riesco più a sapere molto. La zia e papà non sono dispiaciuti di questo e anzi mi hanno detto che sono stata molto brava. Sono stata contenta delle loro parole, ma vorrei continuare a dare una mano, soprattutto in questo periodo così difficile e con quello che sta succedendo qui. Siamo nel giardino che Rhaenys e il piccolo Aegon. Rhaenys e io abbiamo detto a zia Elia che volevamo portarlo un po’ fuori all’aria aperta e passare del tempo con il fratellino nel giardino. Non è stato semplice, ma la zia ha accettato. Ormai io ho sei anni compiuti e riesco perfettamente a prenderlo in braccio, mentre Rhaenys fa più fatica, anche perché inizia ad essere un bel bambino di otto mesi bello panciuto e pesantuccio. Siamo comunque capaci di stare per un po’ di tempo con lui da sole in giardino ed oggi è una bellissima giornata di sole e fuori ricomincia a fare caldo. - Hai sentito quello che è successo stamattina alle mura? – - Sì, sembra impossibile. – - Quegli uomini erano dei traditori e la guardia cittadina ha fatto bene ad uccidere tutti quanti. – - Non lo so, mi sembra una cosa terribile. Ho sentito che erano duecento uomini. Come facevano ad essere tutti traditori? – - Sono venuti qui a chiedere la testa del principe. Sono dei traditori. – Vedo Rhaenys sbiancare dalla paura dopo quello che abbiamo sentito. Cavolo, ci mancavano solo due cortigiane pettegole proprio qui, ora. Non volevo assolutamente che Rhaenys scoprisse qualcosa di quello che sta succedendo in questo modo. - Rhaenys, dai rientriamo. – - Tu sapevi qualcosa di quello che hanno detto? – - No, io non sapevo nulla e tu sai che non devi credere a tutto quello che dicono le cortigiane di questo posto. Spesso non dicono le cose come stanno, lo sai anche tu. Dai adesso rientriamo. – - Non sono stupida, Nymeria, non farmi passare per tale. Ho sentito anch’io le voci che girano su mio padre e inizio a pensare che siano vere, anche perché anch’io ho sentito quel pazzo urlare contro le mura un mese fa, non era difficile. Adesso però voglio la verità. Non sono più una bambina. – - Rhaenys, non la so neanche io la verità. Non hanno detto nulla neanche a me. Secondo me vogliono solo proteggerci da quello che sta succedendo. – - Non ci credo che non ti hanno detto nulla, a te dicono sempre tutto! – - Rhaenys, sai anche te che non è così. – - Ma non è giusto. – - Lo so. Adesso torniamo dentro, dai e andiamo a cercare zia Elia. – La zia sembra molto turbata da quello che le diciamo, ma ci fa un bel sorriso, cercando di nascondere la verità dietro di esso, ma non le riesce molto bene. Come ha detto prima Rhaenys saremo anche delle bambine, ma non siamo stupide e abbiamo capito che qualcosa non va. Mi riprometto di riparlarne stasera con papà e poi di capire se dire qualcosa anche a Rhaenys. Mi dispiace non raccontarle quello che so, ma mi sento troppo protettiva nei suoi confronti e non voglio che qualcosa la turbi, e sono abbastanza sicura che quello che scoprirò da papà sarà abbastanza terribile da sconvolgere chiunque. il messaggero con la lettera di Lewyn ha sconvolto tutti. Quando il principe l’ha letta ed è sbiancato ci siamo preoccupati tutti pensando al peggio. Abbiamo lasciato troppi affetti in quel covo di pazzi che è la capitale senza che una lettera così inaspettata da Lewyn non ci faccia preoccupare. La mia prima preoccupazione è andata a Nymeria, subito dopo ho pensato ad Elia e i bambini, ma non avrei mai immaginato quello che c’era scritto. Il messaggio era di poche parole, Lewyn non si smentisce mai in questo, ma di quelle che fanno male a pensarci. Quando Rhaegar ha riunito tutti per leggercelo la nostra reazione è stata di orrore, ma niente in confronto alla reazione quasi violenta di lady Lyanna. Non è stato semplice convincerla a non tornare immediatamente alla capitale quando ha scoperto della terribile sentenza di morte che il re aveva dato all’amato fratello, ma alla fine Rhaegar c’è riuscito. Siamo sconvolti anche noi da quello che il messaggio dice, ma abbiamo convenuto che in questo momento tornare non sarebbe di nessuno aiuto e comunque, a meno di imprevisti non molto credibili, la terribile sentenza di morte è già stata eseguita e Brandon Stark è già morto. La cosa più terribile è anche la convocazione a corte dei padri dei ragazzi, compreso quello di lord Stark. Lady Lyanna non ha ancora compreso quello che probabilmente tutto questo comporterà, ma noi sfortunatamente iniziamo a farci un’idea terrificante. Il re non avrebbe mai convocato dei lord per nulla, ed iniziamo a pensare che voglia uccidere anche i padri dei ragazzi che hanno osato arrivare a fare un gesto tanto eclatante. Le nostre paure peggiori si stanno avverando, quindi. L’uccisione di massa di lord importanti e del futuro di molte casate nobili, tra cui i protettori del Regno più difficile da gestire tra tutti i sette, porterà molto probabilmente alle soglie di una guerra civile come non se ne vedono da tantissimi anni. Soprattutto se è venuto a conoscenza di tutta questa storia anche Robert Baratheon. Non possiamo sapere quello che potrebbe fare insieme ad Eddard Stark, il quale vorrebbe una giusta vendetta nei confronti della corona per il trattamento riservato alla sua famiglia. Ho visto per la prima volta lady Lyanna piangere veramente dopo che ha letto la lettera e abbiamo un po’ tutti capito che, per quanto forte e sicura, rimane una ragazza di quindici anni che prova ad essere forte in un momento tanto difficile per lei. Rhaegar ha mandato una risposta quasi immediata a Lewyn cercando di rassicurarlo un po’ e ricordandogli di non fare pazzie. Ci fidiamo cecamente di Lewyn, ci mancherebbe altro, ma conosciamo tutti il suo carattere un po’ focoso. Rhaegar vuole che anche lui sia al sicuro, così come la sua famiglia e la piccola Nymeria e l’unico modo e continuare con la nostra recita, anche se in parte è già stata scoperta. Ci ha sorpresi veramente tanto scoprire che la serva dorniana è stata scoperta. Ci ha sorpresi e ci ha fatto anche temere per quello che le può essere successo. Speriamo solo che stia bene e tutto questo sia una semplice coincidenza, anche se nessuno di noi crede nelle coincidenze. La risposta di Rhaegar arriva quasi troppo tardi. Stavo iniziando a pensare di usare un altro messaggero, correndo un grosso rischio di essere scoperti tutti quanti, ma dovevo assolutamente mettere al corrente di quello che sarebbe successo domani anche Rhaegar. Non ci posso credere di aver dovuto dare una notizia del genere. Non è stato per nulla semplice scrivere quella dannata lettera, ma dovevo farlo per forza, anche loro devono sapere quello che sta succedendo qui. Ma come fai a scrivere che il re ha massacrato tutto il seguito di lord Stark e anche tutti i ragazzi venuti con il figlio. Tutti, ha fatto una strage, non ci sono altre parole. È rimasto in vita solo un ragazzo di nome Ethan Glover, che dovrebbe essere l’ex scudiero di Brandon Stark oltre ai due Stark che hanno chiesto un processo per combattimento. All’inizio, quando abbiamo saputo della notizia, abbiamo anche tirato un sospiro di sollievo, pensando che un duello avrebbe dato almeno una piccola possibilità a lord Stark di salvarsi, anche se sarebbe dovuto andare contro una guardia reale, ma poi abbiamo saputo che il campione del re non sarebbe stata una di noi guardie, cosa che ci ha fatto infuriare, bensì l’altofuoco, la sostanza altamente infiammabile che condanna a una morte atroce chi ne viene in contatto. Come fai a dire tutto questo in una lettera, ma soprattutto come fai ad assistere a scene del genere davanti ai tuoi occhi senza poter fare o dire nulla e continuare a credere veramente nella tua missione. Inizio a farmi qualche domanda anche io e le risposte che trovo non sono per nulla belle. Credo fermamente nella mia missione e nel mio lavoro, ma inizia a diventare sempre più difficile. Ho appena inviato il messaggero a Dorne con le ultime terribili notizie e ho letto la risposta di Rhaegar, anche se non è riuscito a farmi sorridere con le sue parole sulla pazienza e la calma, e sto tornando verso la torre delle spade bianche per provare a dormire un po’ prima di assistere alla vergogna che succederà domani mattina. L’alba ha reso quasi tutti noi molto nervosi. Chi ha una coscienza non riesce a capire come farà ad affrontare quello che sta per succedere nella sala del trono. Chi è già fin troppo avviso alla pazzia del re e non da più retta alla sua coscienza, non si fa invece problemi. Io sento solo una gran rabbia dentro. Mi fa ribrezzo l’idea di assistere alla terribile scena che si presenterà di qui a poco tempo nella sala del trono, ma in fondo sono un guerriero e di situazioni discutibile al limite del legale ne ho affrontate veramente tante in combattimento. La guerra rende le persone delle bestie e ci sono veramente poche persone che sono esenti da tutto questo. Avrei potuto cercare di fare finta di niente e tirare in qualche maniera avanti senza pensarci troppo tempo, ma la decisione del re di far assistere tutta la corte all’esecuzione degli Stark, perché di processo non si può proprio parlare, mi ha fatto traballare molte convinzioni. Elia ha reagito in maniera stoica, come una vera principessa alla notizia che avrebbe dovuto partecipare a questo evento, ma è quasi scoppiata a piangere quando ha scoperto che anche le bambine erano tenute a partecipare, solo il piccolo Aegon è stato risparmiato. Questo ha fatto orrore a tutti, ma non abbiamo potuto opporci, come potevamo, anche se Elia ci ha provato, senza successo. La cosa mi spaventa terribilmente, le bambine sono abbastanza grandi da capire quello che vedranno, ma soprattutto da essere traumatizzate da quello che sarà lo spettacolo. Non oso nemmeno immaginare quello che succederà loro dopo. Nymeria è stata perseguitata dagli incubi tutte le volte che venivamo qui negli anni passati e non so come reagirebbe dopo una cosa del genere. Non so neanche come mi dovrei dopo comportarmi con loro. Spero solo che Elia riesca a farlo sembrare in qualche maniera un po’ meno traumatico di quello che può sembrare, anche se la vedo molto difficile. Questa mattina sono stata svegliata molto prima del solito da una serva poco cortese che mi ha aiutato a prepararmi e vestirmi con abiti strani, differenti da quelli che di solito indosso per la giornata. Sono di un marrone abbastanza scuro, quasi tendente al nero, e molto più sobri del solito, quasi senza abbellimenti, anche se la stoffa è pregiata. Mi acconcia anche i capelli stretti, in modo che non sia libera neanche una ciocca e poi se ne va, quasi senza dire una parola. Non capisco cosa stia succedendo e in parte tutto questo mi fa paura, se il colore del vestito fosse appena appena un po’ più scuro inizierei a pensare che sia morto qualcuno. Sembra quasi il vestito per un funerale! E poi è l’alba! Va bene che ci alziamo presto, ma non così tanto. Quando entrano nella mia stanza anche Rhaenys e zia Elia le cose iniziano a farmi paura. Rhaenys è stata vestita per l’occasione con i colori di casa Targaryen, cosa che mi fa preoccupare, e anche zia Elia è vestita di un rosso molto scuro, quasi tendente al nero. I vestiti sono sobri e le acconciature strette, molto simili alla mia. La cosa inizia a farmi veramente paura, che sia successo qualcosa di terribile e dobbiamo assistere a una funzione funebre? Rhaenys ha una faccia funebre e continua a guardarsi il suo vestito spaventata. Zia Elia difficilmente la fa vestire con i colori nero e rosso di casa Targaryen. Di solito la veste di rosso, per rispecchiare anche i colori di casa Martell. Il nero e il rosso sono lasciati per eventi molto importanti alla corte della capitale e le linee sobrie del vestito, come anche i colori del mio e di quello della zia, possono veramente far pensare alla morte di qualcuno. Una situazione simile è successa alla morte di ser Harlan. Anche in quell’occasione ci siamo vestite con sobri abiti scuri per andare a rendergli omaggio e Rhaenys era vestita con i colori della casa del padre. Ma non può essere successo nulla a un’altra guardia reale. Papà è venuto con zia Elia per scortarci ovunque dobbiamo andare e, per quanto sia teso, non è sconvolto come quando è morto ser Harlan. Hanno tutti la faccia scura e non faccio domande, non servirebbe a nulla. Guardo un attimo papà, in cerca di conforto, ma non ne ricevo. Preoccupata mi metto in fila per la processione, ultima come sempre insieme a una delle dame di zia Elia, e scendo le scale fino alla porta della sala del trono.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Nymeria era molto spaventata quando siamo andati a prenderla per questa pazzia ed ha cercato conforto in me, ma non sono riuscito a darglielo. Non sono materialmente capace di confortare chiunque in questo momento e non so come fare ad arrivare alla fine di questa giornata. Per fortuna non ha fatto storie e ci ha seguiti senza chiedere nulla, esattamente come Rhaenys, che si è spaventata non poco quando, questa mattina, ha visto il vestito che le era stato portato. La porta della sala del trono è spalancata e già molte persone la affollano. Si vedono ovunque volti tesi e pochi sorrisi. tutta la corte al completo è stata riunita questa mattina e tutti sanno a cosa devono assistere. Ormai nessuno non conosce quello che sta per succedere e in molti ne sono orripilati. Una cosa è sostenere le follie del re, una cosa è assistere a un rogo e continuare come se niente fosse la propria vita. Le bambine sono visibilmente spaventate e cercano conforto in chiunque conoscano, ma senza successo. Jamie Lannister ha un volto terreo e uno sguardo fisso che non riesco a capire. Non posso neanche immaginare quello che lui sta passando in questo momento, in fondo ha soli diciassette anni, anche se è già un cavaliere. Lascio che Elia porti le bambine verso i loro posti e mi avvicino a ser Jamie e gli metto una mano sulla spalla, anche se non riesco a sorridergli. In fondo rimane pur sempre un mio confratello e devo cercare di dargli un po’ di pace. Il re è già presente e sembra allegro, così come quel maniaco di Rossart, il capo dei piromanti tanto caro al re. La pira di altofuoco è già presente e accesa, mancano solo gli imputati, poi ci sono tutti. Le donne guardano la scena spaventate, gli uomini senza mostrare alcuna emozione e i pochi bambini non sanno cosa sta per accadere e sono tra i più tranquilli. Io guardo la pira per alcuni momenti, ma poi sono costretto a distogliere lo sguardo, disgustato. Volto il capo dall’altra parte e noto lord Varys che guarda tutto con uno sguardo assente, come se non fosse veramente presente, esattamente come, poco distante, sta succedendo con il gran maestro Pycelle, che comunque è estremamente terreo in viso, anche se apparentemente calmo. Il momento di calma apparente è spezzato dall’arrivo del primo imputato, lord Rickard Stark in persona, legato stretto e scortato da due guardie cittadine con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. Lord Rickard non guarda nessuno, ma ha uno sguardo e un portamento fiero, come se tutto quello non fosse qualcosa che sta per succedere a lui. Anche se di pochi giorni, la prigionia si fa vedere, ma lui si dimostra il lord rispettabile che si dice sia sempre stato e va ad affrontare la morte con una dignità incredibile. Non c’è odio ne disprezzo nel suo sguardo, solo una grande determinazione. Per mantenere un qualche tipo di formalità, lord Rickard è in armatura, come se dovesse davvero combattere per la sua vita e quella del figlio maggiore, ma tutti sappiamo che questo non è un duello, ma una vera e propria esecuzione. Come si fa a lottare contro l’altofuoco? È spaventoso, non so come altro descrivere quello che sto vedendo nella sala del trono. Già quando siamo entrati le cose sembravano inquietanti, ma adesso sono anche peggio. Non sapevo come spiegarmi una pira al centro della sala quando l’ho vista, soprattutto di uno strano color verde così diverso da quello solito delle fiamme, ma non mi potevo certo immaginare di veder arrivare una persona in armatura e legata che veniva messa appena sopra le fiamme. Non capisco, con tutta quell’armatura, non ha caldo, non soffre sopra quel fuoco? Rhaenys è bianca come un cadavere e non guarda nemmeno quello che sta accadendo. La zia è pallida, ma sembra sforzarsi di non distogliere lo sguardo da questa terribile visione. Io non oso continuare a guardare quello che sta succedendo e volto lo sguardo, vedendo gli occhi maligni ma stranamente eccitati del re posarsi su zia Elia e Rhaenys, come a controllare quello che fanno. Non capisco, non gli è mai interessato nulla di noi, come mai proprio ora deve osservare quello che facciamo? Vedo il re posare lo sguardo su Elia e le bambine, sorridendo in modo orribile. Adesso capisco come mai ha voluto anche la loro presenza. Voleva vedere come avrebbero reagito a quello che sta per succedere. È una cosa orribile. Rhaenys è terrorizzata e non vuole neanche guardare quello che succede, Elia è terrea ma mantiene una compostezza degna di una principessa mentre Nymeria continua a spostare lo sguardo tra la pira di altofuoco e le altre persone presenti nella stanza. Improvvisamente le porte si aprono di nuovo e nella stanza entra anche Brandon Stark, disarmato e imprigionato in uno strano congegno che sembra strangolarlo. Non ho mai visto un congegno del genere e non oso immaginare dove i consiglieri del re lo abbiano scovato. Mettono il giovane Stark a qualche metro dal padre, già sulla sua pira di morte, con una spada a poca distanza, ma non a portata di mano. Messo così in piedi e fermo, inizio a capire quello che quella macchina dovrebbe fare, non è troppo difficile. Per i Sette Dei, è terribile, quell’uomo si sta strozzando da solo! Non ci sono altri modi di spiegare quello che sta avvenendo davanti agli occhi di tutti, in un silenzio assoluto e atterrito. Solo il re sembra trovare tutto questo molto divertente e continua a sorridere, mentre anche quegli strani tipi che hanno acceso il fuoco se ne stanno in un angolo senza dire una sola parola e senza mostrare alcun sentimento. Ma come si fa a fare a una persona una cosa del genere, ma soprattutto come si fa a farla vedere a tutti, come una sottospecie di spettacolo. È terrificante. L’uomo imprigionato in quello strano macchinario, che mi sembra di aver già visto da qualche parte, anche se non ho idea di dove, si sta strangolando nel tentativo, che mi sembra vano, di arrivare alla spada che si trova poco distante da lui. Posso immaginare che poi con quella spada debba liberarsi e forse dopo deve liberare anche l’uomo che nel frattempo sta bruciando sul rogo, perché quell’uomo sta letteralmente bruciando vivo, si sentono anche le urla di dolore! Quando si iniziano a sentire anche le urla di dolore di lord Stark la scena inizia a diventare veramente grottesca. L’odore è terribile e le urla sono la cosa peggiore, come dover rimanere a guardare impotente mentre il re sogghigna tutto contento, insieme a quel pazzo invasato di Rossart, il capo dei piromanti. La corte sta ancora in qualche modo reggendo il colpo, ma molte donne iniziano ad accusare quello che stanno vedendo, per non parlare dei pochi bambini presenti. Rhaenys ha la faccia premuta contro il vestito di Elia per non guardare e immagino che stia piangendo e Nymeria ha uno sguardo vuoto, come se non fosse presente qui con la mente, ma si intravedono delle lacrime sulle sue guance. Elia sembra trasfigurata in una statua di cera tanto è immobile. Solo ogni tanto accarezza in modo distratto i capelli della piccola Rhaenys per cercare di darle un po’ di conforto, ma con pochi risultati. E il silenzio inquieto in cui è piombata la sala del trono è il sottofondo a tutto questo. L’uomo sulla pira non urla più ed è immobile come un cadavere, nonostante le fiamme che ancora ardono sotto di lui. L’altra persona, che continua a sembrarmi stranamente familiare, smette di dibattersi in questo momento e fa crollare il braccio che cercava di arrivare alla spada. Lo si vede poggiare lo sguardo per un attimo verso il padre prima di chiudere gli occhi. Non ci posso credere, sono morti tutti e due, non ci sono altre parole per descrivere quello che è appena successo, sono morti entrambi! Il momento in cui Rickard e Brandon Stark muoiono è il peggiore di tutti. Per primo muore lord Rickard e si capisce perché finiscono le urla strazianti che provenivano dalla pira dell’uomo. Praticamente un secondo dopo muore anche Brandon, ma riesce a vedere il suo fallimento e la morte del padre, prima di morire strozzato dalla corda che lo teneva legato alla strana macchina strangolatrice. - Giustizia è stata fatta! Che tutti sappiano quello che succede quando ci si mette contro un drago! – queste sono le terribili parole che dice il re, prima di ritirarsi dalla sala del trono tutto soddisfatto. Queste parole sembrano in qualche modo scuotere anche gli altri presenti, ancora immobili e silenziosi dopo aver assistito alla scena orribile. i bambini sono aggrappati alla gonna delle loro madri, che si avvicinano ai parenti maschi per trovare un po’ di conforto. Rhaenys ha ancora il viso affondato nella gonna di Elia, non fa un solo rumore ma molto probabilmente sta piangendo. Nymeria ha raggiunto silenziosamente ser Jamie e si è aggrappata a lui, forse cercando un po’ di conforto, anche se dalla faccia di Jamie non so come abbia potuto dargliene. Immagino che la piccola non sia venuta da me per la mia vicinanza al re. Per fortuna il compito adesso passa a ser Barristan, che non era materialmente presente nella sala durante questo processo. - Dobbiamo mandare subito un messaggio a Rhaegar, deve sapere quello che è successo qui. – Elia continua a passeggiare su e giù per la nursery mentre parla, sempre più agitata. Siamo solo noi due e l’agitazione in tutti e due è molto alta. Riuscire a portare le bambine lontano dalla sala del trono non è stato per nulla semplice e c’è voluto tutto il nostro autocontrollo. Le abbiamo lasciate a delle serve perché facciano loro un bel bagno caldo e poi cercheremo di spiegare tutto quello che è successo questa mattina, in qualche modo, anche se ancora non sappiamo come. Io ed Elia ci siamo ritirati nella nursery per trovare un modo di comunicare quello che è successo a Rhaegar a Dorne, ma non è semplice. Il messaggero non è ancora tornato con la risposta di Rhaegar e quindi dovremmo mandare un'altra persona, con il rischio che venga scoperto. Adesso il re sarà ancora più paranoico rispetto a prima e lord Varys ha spie veramente ovunque, ma dobbiamo farlo. Rhaegar deve sapere quello che suo padre ha fatto e lady Lyanna rimane pur sempre la figlia e la sorella delle due persone morte questa mattina. - Sono consapevole anch’io che devo decidermi a scrivere quella lettera, ma non so come fare. – - Lewyn, scrivila e basta. Non ci sarà modo di addolcire quello che è successo. Non so come la giovane lady prenderà la notizia della morte del padre e del fratello maggiore, ma non possiamo tenerli all’oscuro, anche perché questa situazione è impossibile che finisca così. Avrà sicuramente degli strascichi molto pericolosi. rischiamo seriamente la guerra civile. – - Hai ragione, come al solito. Va bene, scrivo e mando quella maledetta lettera e poi andiamo dalle bambine. – - Va bene. – Scrivere e mandare quella lettera è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto in vita mia, non so come altro definirlo, ma ho dovuto. So cosa mi ha chiesto di fare Rhaegar lasciandomi qui alla capitale e so anche di aver fallito in tutto, ma so anche che non sono né capace né nella posizione di far cambiare idea a quel pazzo del re. Anzi la sua pazzia inizia a far vacillare anche tutte le mie certezze sulla Guardia Reale. Inizio a non trovare più bello come un tempo farne parte e, conoscendo i progetti di Rhaegar sul suo futuro, inizio ad immaginarmi un futuro lontano da essa, con la piccola Nymeria, forse alla corte di Lancia del Sole. Guardo fuori dalla finestra della mia camera con sguardo perso, ripensando a quello che è successo questa mattina. Le urla di quel pover uomo sulla pira continuano a perseguitarmi, così come la faccia di molte persone presenti nella sala del trono, ma la cosa più inquietante è stata l’espressione compiaciuta del re, mi ha fatto realmente venire i brividi. Rhaenys ha affondato la faccia nella gonna di zia Elia nel momento in cui ha capito quello che stava succedendo e non ha visto la fine della scena, anche se ha potuto sentire. Io invece non sono riuscita a togliere lo sguardo dalla scena e ho ancora davanti agli occhi la scena in cui il ragazzo ha capito che il padre era morto, un secondo prima di morire anche lui. È stata la consapevolezza della morte del padre nei suoi occhi grigi che mi ha fatto capire veramente l’entità di quello che era successo davanti agli occhi di tutti, in un silenzio carico di tensione. È stato in quel momento, cercando un po’ di pace, che sono andata a rifugiarmi da ser Jamie, anche se non era in grado di aiutarmi, troppo sconvolto da quello che aveva davanti agli occhi. Non potevo però andare da papà, perché era accanto al re. Mi scuote dalla mia immobilità sentire dei singhiozzi stentati nella camera di Rhaenys, accanto alla mia. Può non aver visto molto di quello che è successo con il viso premuto contro la gonna di zia Elia, ma deve aver sentito tutto e adesso piange nell’intimità della sua camera. Sono sconvolta anche io, ma Rhaenys rimane pur sempre la mia sorellina e devo aiutarla, anche perché zia Elia e papà sono scomparsi da quando siamo tornati tutti nelle camere dopo essere usciti da quell’inferno. Ci hanno lasciate sole con delle serve che ci hanno fatto un bagno in modo sbrigativo e senza proferire neanche una parola e poi se ne sono andate, quasi senza neanche salutare. Apro la porta della stanza di Rhaenys senza neanche chiedere il permesso, non è mai servito tra noi due, entriamo e usciamo dalle nostre camere come se niente fosse. Rhaenys si gira, perfettamente consapevole di chi sia entrato in camera sua, e vedo i suoi occhi marroni. Sono gonfi e rossi di pianto e si vedono molto bene le lacrime che le solcano il viso. È sconvolta e non riesce a non farlo vedere. Mi avvicino e la abbraccio e lei si aggrappa a me come se fossi la sua ancora di salvataggio. Non si riesce a spiegare quello che è successo, ma neanche io so come tranquillizzarla, in fondo ho solo un anno in più e poi sono anche io sconvolta, non sono proprio in grado di tranquillizzarla in questo momento. Ci avviciniamo al letto e ci sediamo sopra. Continuo a tenere Rhaenys stretta e cerco di darle un po’ di conforto, mentre spero che zia Elia e papà vengano a spiegarci quello che è successo e a darci un po’ di conforto che serve a tutte e due. Ma adesso, per quanto io sia sconvolta, il mio compito deve essere quello di rassicurare la mia sorellina in tutti i modi possibili, nascondendo in fondo al mio cuore la mia paura.

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


La porta della camera di Rhaenys è chiusa, ma si sente piangere fin dal corridoio. Questo spiazza sia me sia Elia. Abbiamo visto, purtroppo, fin troppo spesso le bambine piangere per qualcosa in questo luogo, ma non si è mai sentito niente. Penso che nessuno lo abbia mai veramente saputo quanto entrambe siano infelici in questo castello. Ma adesso le cose sono molto diverse. Quello che è successo questa mattina deve aver spaventato entrambe moltissimo. Apriamo la porta piano piano e quello che vediamo è tremendo. Le bambine sono entrambe sul letto di Rhaenys e piangono abbracciate, cercando di confortarsi a vicenda, anche se con poco successo. Quando si accorgono del nostro ingresso ci puntano gli occhi addosso e vediamo due occhi rossi di pianto guardarci imploranti, come a chiedere una spiegazione di quello che hanno visto. Ma neanche noi possiamo dare una spiegazione di quello che è successo, non sappiamo nemmeno da dove cominciare, ma dobbiamo in qualche maniera riuscirci, dobbiamo rimanere in questo posto ancora per qualche tempo e non vogliamo che le bambine siano terrorizzate ma che cerchino di vivere questo momento in maniera serena. - Credo che noi dobbiamo parlare un po’, cosa ne dite? – zia Elia è molto pallida, ma cerca di farci un piccolo sorriso. Papà è molto nervoso e non si muove dalla porta della camera, impalato. - Come è potuto succedere una cosa del genere, perché? Che cosa avevano fatto di così male da finire in quel modo? perché il re era così contento? Perché le fiamme erano verdi? è così orribile morire? Fa così tanto male? – le domande terrorizzate di Rhaenys vanno avanti per parecchio tempo, ma sono domande che neanche la zia e papà sanno come rispondere, gli si legge in faccia. Intanto Rhaenys continua a piangere tra le braccia della zia, continuando a tirare fuori altre domande senza una risposta. - Piccola, non abbiamo neanche noi risposte da darvi. quelle persone erano cattive e avevano fatto una cosa molto brutta. Meritavano la morte, non dubitare di questo piccola. – - Ma dovevano morire così? Avevano fatto qualcosa di tanto brutto? – - Dovevano morire ed è stato il re tuo nonno a decidere come doveva avvenire. – - Non lo so, papà dice sempre che anche se qualcuno merita di morire perché ha fatto qualcosa di molto cattivo, non dobbiamo fargli provare altro dolore oltre a quello che già prova per quello che ha fatto. Ma quelle persone stavano provando molto dolore, quello sopra il fuoco stava urlando. – - Il re tuo nonno ha idee un po’ diverse da quelle di tuo padre sulla punizione di quelli che hanno sbagliato. – - Ma anche papà avrebbe fatto così? – - In maniera diversa, ma la fine sarebbe stata la stessa. – - Va bene. – Rhaenys si è calmata e anche io mi sento meglio. La scena è stata veramente orribile e inquietante, ma la spiegazione della zia ha senso. Quelle persone dovevano morire e anche io so che il re ha idee molto strane su come le persone devono morire. Ma voglio comunque capire una cosa. - Il ragazzo era quello che un mese fa urlava contro zio Rhaegar fuori dalle mura della città? – - Sì, piccola, proprio così. Voleva fare del male a Rhaegar, per questo è stato condannato a morte. – - Voleva fare del male a papà? Perché? – - Pensava che papà avesse fatto una cosa molto brutta alla sua famiglia. – - Ma non può essere! Papà non farebbe mai una cosa del genere! – - Hai ragione, piccola. Si sbagliava e adesso ha pagato per i suoi crimini. – Le bambine si sono calmate ed hanno accettato abbastanza bene quello che Elia ha spiegato loro. Per fortuna sono abbastanza piccola da non capire che quello che è successo è stato esagerato rispetto ai crimini commessi e aver spiegato che anche Rhaegar, anche se non è vero, avrebbe agito alla stessa maniera le ha calmata, per fortuna. Adesso dobbiamo solo sperare che tutto questo non crei altri problemi. Non sappiamo quella che sarà la reazione del Nord dopo quello che è successo e ormai non possiamo farci più niente. Ed al Nord presto scopriranno tutto, non possiamo impedirlo. Il re ha rispedito Ethan Glover, scudiero di Brandon e unico superstite del massacro, al nord con una lettera per i lord di quelle terre. Gerold era presente alla riunione del concilio ristretto quando è stata scritta e, per quanto non potesse dirci parola per parola quello che era il contenuto, la sua faccia parlava da sola. Ci ha comunque spiegato che nella lettera non c’erano parole concilianti, ma una velata minaccia di invasione in caso di sollevamento contro la corona da parte del nord. È stato terribile scoprire una cosa del genere. L’arrivo del messaggero dalla capitale ha fatto prendere un colpo a tutti, soprattutto dopo aver visto il sigillo di casa Martell sul messaggio. Era un codice messo a punto prima della partenza. Lewyn sapeva che in caso di notizie veramente molto brutte o dichiarazione di guerra, non avrebbe dovuto farsi problemi a mandare un qualsiasi messaggero e che avrebbe dovuto usare il sigillo personale di casa Martell nella lettera, a differenza della semplice cera bianca usata in altri casi. Tutti i messaggi che avrebbe dovuto mandare sarebbero dovuti essere solo per casi estremi, ma per casi ancora più gravi si doveva sapere subito. Il messaggio di Lewyn arriva il giorno dopo il giorno più felice di permanenza in questo luogo. Ieri siamo riusciti a trovare un septon disposto a risposare un uomo già sposato e Lyanna è diventata mia moglie a tutti gli effetti. La nostra notte di nozze è stata splendida e una parte di me si augura che anche in questo caso succeda come con Elia e Lyanna rimanga incinta. Sarebbe il più bel regalo di nozze che potrei avere. Ma non voglio metterle fretta. È ancora una ragazza molto giovane e di tempo per pensare ai figli ne abbiamo tanto. Il sigillo di casa Martell alla fine della lettera mi preannuncia già che le notizie scritte in essa sono terribile, ma non sono preparato a quello che leggo. Le parole scritte sono poche e lapidarie, proprio nello stile di Lewyn, ma hanno un impatto assurdo su tutti noi. Pianto in asso il messaggero, che tanto sono sicuro non ripartirà senza una mia parola. Quello precedente è ormai ripartito per la capitale da un mese, senza nessuna risposta da parte mia. Tanto sarebbe stato inutile scrivere qualcosa, non sarebbe mai arrivata in tempo. Quando consegno la lettera alla mia giovane moglie, la vedo piegarsi in due piangendo disperata, bianca come un cadavere. Come si fa a superare l’orrore di quello che è scritto nella lettera? Come si fa a superare l’orrore di essere consapevoli della propria colpevolezza per la morte della propria famiglia? Io so che Lyanna non è colpevole della morte del padre e del fratello maggiore, ma, quando è arrivata la notizia di quello che aveva fatto il fratello e poi della sua messa a morte, Lyanna ha iniziato a dire che era colpa sua se tutto questo era successo e adesso questo. Arthur e Oswell arrivano in questo momento, attirati dal pianto di Lyanna e mi chiedono spiegazioni con lo sguardo. - È arrivata un’altra lettera da Lewyn. – Non ho il coraggio di dire di persona quello che c’è scritto, è troppo terribile da spiegare con delle parole. - Cosa c’è scritto? – - Pessime notizie. – - Guerra? – Arthur ha notato il sigillo con la lancia e il sole e si adombra. - Peggio. – - Cosa ci può essere di peggio di una guerra alle porte? – - Questo, leggete. – Le loro facce passano presto dalla curiosità, alla consapevolezza all’orrore nel giro di pochi secondi, leggendo le sole due righe di lettera di Lewyn. - Non è possibile, li ha bruciati vivi? – - Sapevamo che aveva un amore morboso per l’altofuoco, ma non potevo immaginare che arrivasse mai a tanto. – - Lyanna, per favore calmati. – - Ha ucciso la mia famiglia per colpa mia! – - Non è vero, non è colpa tua. – - Sì, invece. Se non fossi mai scappata come una ricercata dal castello di Delta delle Acque mio fratello non sarebbe mai andato alla capitale a cercarci e tutto questo non sarebbe successo. – - Arthur, puoi pensare te a mandare una risposta a Lewyn per favore, io riporto Lyanna di là. Non so cosa scrivergli, ma cerca di calmarlo almeno un po’. Da quelle poche righe di lettera emerge molta rabbia. Non voglio che faccia qualche sciocchezza. Mi raccomando. E rimanda subito quel messaggero da dove è venuto. Con l’obbligo di non dire a nessuno dove è andato, pena il taglio della lingua. Non scordarti. – - Va bene. – Esco dalla torre con il cuore grave, senza sapere cosa fare. Rhaegar mi ha detto di mandare una lettera a Lewyn intimandogli di restare calmo, ma non so cosa scrivere. Anche io mi sono reso conto che quella lettera trasudava rabbia ma non so come calmare Lewyn. Lo conosco troppo bene e so come è fatto e come ragiona, anche più di Rhaegar. Ho imparato a conoscerlo facendogli da scudiero per dieci anni alla corte di Lancia del Sole e so bene che meno righe scrive in una lettera, più è arrabbiato quando lo fa e le tre sole righe di quella arrivata sono molto indicative. Il messaggero è ancora fuori ad attendere una risposta da Rhaegar e mi avvicino. Su una pergamena ho scritto spero le uniche parole adatte a questa situazione e adesso voglio mandare subito quella lettera, sperando che arrivi il prima possibile. - Ho la lettera del principe da riportare subito a corte. – - Sì, mio signore. – - Vai veloce e non fermarti a meno che non sia necessario. Devi arrivare a corte il prima possibile, sono stato chiaro? – - Certo, chiarissimo. Farò il prima possibile. – - Il Principe Rhaegar ha anche detto di non dire una sola parola di quello che hai visto qui né dire a nessuno dove sei stato. Se no ti farà tagliare la lingua, spero di essermi spiegato bene. – - Perfettamente, mio signore. Parto subito e non farò mai parola a nessuno di questo luogo. – - Lo spero per te perché il principe se ne ricorderà. Sono solo in pochissimi a conoscere questo posto a corte e sappiamo perfettamente chi sono. Non ci puoi ingannare. – - Ho capito, parto immediatamente. – Detto questo monta in sella e parte veloce. Non mi è piaciuto fare la parte del cattivo con quel messaggero, ma non potevamo fare diversamente. Non sappiamo nulla di lui e quindi non siamo certi che non sia una possibile spia di lord Varys e nessuno deve sapere dove siamo, men che meno il re, non in questo momento tanto importante. Ieri Rhaegar ha finalmente sposato lady Lyanna in maniera ufficiale, ma non possiamo ancora tornare, è troppo presto, ma le notizie riportate da Lewyn sono molto preoccupanti. Con lord Stark e il figlio maggiore morti per mano del re, non possiamo sapere quella che sarà la reazione del nord. Non conosciamo abbastanza le famiglie di quel regno e non sappiamo quale potrebbe essere la loro reazione, ma mi immagino che non sarà leggera. La sentenza è stata terribile e ingiusta, quindi la rabbia sarà enorme sommata al fatto che la principessa Lyanna rimane per il nord rapita dal principe Rhaegar e sparita nel nulla con lui, una situazione veramente difficile. Non posso sapere quello che potrebbe succedere al nord, ma so molto bene quello che succederebbe a Dorne se la situazione fosse simile. Non ci sarebbe corona che tenga in quel caso e la famiglia Targaryen si ricorderebbe nel modo peggiore del motivo per cui Dorne è stato l’unico regno non conquistato neanche dai draghi al tempo di re Aegon I. La rabbia del popolo sarebbe tremenda e tutti vorrebbero una guerra, nessuno escluso. In fondo casa Martell è amatissima e rispettata fin dentro il midollo della nostra regione. Adesso dobbiamo cercare di capire cosa vuole fare il nord. Non possiamo fare nulla da qui, ma speriamo che Lewyn, nonostante la rabbia e probabilmente anche il dolore per quello che è successo, riesca a mitigare in qualche modo le cose, anche se non gli sarà semplice. Rimane pur sempre una semplice guardia reale e nessuno presta particolare interesse per quello che una guardia reale dice, anche se è una cosa importante. In questo spero che gli venga in aiuto la principessa Elia. È una persona forte e una principessa fin dalla nascita, quindi sa come tenere testa a una corte, anche se le è ostile come quella della capitale. Guardo la torre con occhi diversi, più tristi. Fino ad adesso è rimasto un luogo di gioia per tutti noi, la nostra piccola bolla di felicità nel terribile mondo circostante, ma adesso le cose stanno per cambiare velocemente. Sappiamo bene tutti quanti che in caso di guerra dovremo tornare velocemente alla capitale per dare il nostro contributo e sappiamo anche quanto questo possa essere pericoloso. Non ho paura di andare in guerra, rimango pur sempre una guardia reale, ma ho timore del futuro, di non poter vedere la piccola Nymeria crescere e diventare grande, di non adempiere al mio dovere accanto a Rhaegar o peggio di veder morire proprio Rhaegar in una battaglia assurda. Non potrei sopportare la sua morte e neanche le sue terribili conseguenze.

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


- Dovete mandare subito un messaggio a Nido dell’Aquila a lord Arryn. – - Cosa dovremmo scrivere, sire? – - Voglio essere sicuro della sua lealtà. Ho saputo che Eddard Stark e Robert Baratheon sono nel suo castello e che lord Arryn li ha cresciuti. Voglio che mi spedisca le loro teste! – - Le loro teste, sire? – - Sì, esatto, proprio quelle. Non voglio rischiare che il nord insorga dietro un altro Stark e quel Baratheon è lord di Capo Tempesta. Non voglio rischiare una guerra. – - Rimane pur sempre il figlio di un vostro caro amico e non ha fatto nulla. – - Non mi interessa, devono morire entrambi, non voglio rischiare altri problemi come quelli successi in questi periodi qui alla capitale e le loro teste penzoloni dalle nostre mura saranno un ottimo espediente per evitare qualsiasi tipo di problema. – Le parole del re al concilio ristretto di quella mattina sono terribili. Come sempre non ci sono voci discordanti con la terribile sentenza di morte decretata dal re. Gerold partecipa a queste riunioni per mantenere una vecchia tradizione che vuole il lord comandate della Guardia Reale facente parte del concilio ristretto, ma non ha mai avuto modo di dire la sua opinione su qualsiasi cosa venisse detta dentro le quattro mura. Il resto del concilio è fin troppo asservita al suo ruolo per dire anche solo una parola discordante, anche quando le decisioni del re sono evidentemente terribili. Solo alcune volte lord Owen Merryweather ha avuto l’ardire di discutere le decisioni del re, ma deve aver pensato che assecondarlo in tutto è il modo migliore di mantenere la sua posizione, perché negli ultimi tempi ci siamo tutti accorti che la situazione è cambiata e adesso neanche lui tenta mai di mediare i comportamenti peggiori del re. Questo, però, è diventato un grosso problema. Senza più nessuno a mitigare i suoi comportamenti, le decisioni del re stanno diventando sempre peggio e sta portando il paese alla rovina. Le facce alla fine della riunione sono abbastanza tranquille anche se più scure del solito. Solo Gerold ha la faccia scura e pensierosa. Mi guarda per un attimo prima di proseguire e fa un leggero segno di diniego. Si iniziano a vedere i segni di questi tempi tempestosi sul suo volto di solito tanto austero. Ormai quel messaggero è più in viaggio tra la capitale e Dorne che nel castello, ma non posso fare altrimenti, Rhaegar deve sapere anche quest’ultima bella notizia per decidere cosa fare. La lettera per lord Arryn è stata spedita e quindi non si può più interrompere gli eventi che da qui a poco si innescheranno, ma Rhaegar deve comunque essere informato. Spero solo che questa volta il messaggero sia almeno in grado di tornare con la sua risposta prima che io sia costretto a mandargli un altro terribile messaggio. La risposta all’ultimo messaggio è stata angosciante. Ho riconosciuto fin troppo bene la calligrafia e lo stile di Arthur nella lettera, ma le parole erano sicuramente di Rhaegar. Arthur non sarebbe mai stato in grado di farmi ragionare in quel modo, nonostante mi conosca fin troppo bene. Non sono riuscito a dormirci per giorni su quelle parole e alla fine mi hanno aperto gli occhi sul mio comportamento. La rabbia stava prendendo il sopravvento su ogni altro sentimento che provavo e non potevo andare avanti così ancora per molto, prima di esplodere. Le parole di Rhaegar ed Arthur me lo hanno fatto capire e mi hanno fatto cambiare atteggiamento. - Non ho il coraggio di chiederti cosa è stato detto. – - Lo sai che non ti posso dire niente. – - Lo so zio Lewyn, ma inizio ad avere paura di questa situazione. – - Fai bene, e fra poco le cose potranno solo che peggiorare. – - Inizio a pensare che non abbiamo fatto bene a lasciare Roccia del Drago. Forse saremmo dovuti rimanere li. – - No, abbiamo fatto bene e tu lo sai, ma la situazione è veramente esplosiva. Sono stato costretto a rimandare il messaggero a Dorne. – - Non ho il coraggio sufficiente per una guerra, Lewyn. E non solo per me, ci sono anche le bambine. Se dovesse scoppiare una guerra civile, come farei da sola con due bambine piccole da rassicurare. – - Non lo so, non ne ho idea, ma la situazione è veramente difficile. – - In qualche modo continuo a pregare che Rhaegar ritorni e sistemi tutto in qualche modo, come fa sempre, ma questa volta so che non sarà così, è troppo lontano e impegnato. – - Sai che dovrà ritornare insieme agli altri, in caso scoppi una guerra. – - Lo so. Avete pensato a come fare per farli ritrovare in questo caso? Non penso che manderebbe te a cecarli, anzi sono molto dubbiosa di questo, ma Rhaegar dovrebbe essere trovato e in fretta. Rimane pur sempre il capo dell’esercito reale e non potrebbe mancare alle battaglie decisive per il regno. – - Abbiamo purtroppo pensato anche a questo. Abbiamo sempre saputo che in un caso simile sarebbe stato mandato ser Gerold e abbiamo messo in piedi un piano con Rhaegar per fargli arrivare notizia del luogo dove si nasconde, senza che ser Gerold scopra che sono mesi che io so tutto. – - L’importante è che vi siate accordati, il resto non conta. – Do un bacio sulla fronte di Elia e poi esco dalla stanza, lanciando un ultimo sguardo anche alle bambine, che chiacchierano tranquille tra loro davanti al camino acceso, non prestando ascolto ai nostri discorsi. Dopo la faccenda del rogo nella sala del trono si sono riprese perfettamente e adesso sono molto tranquille, come se questo fosse un semplice inverno e noi fossimo qui alla Fortezza Rossa per il solito viaggio mensile da Roccia del Drago e non praticamente rifugiati qui. Quando all’orizzonte spunta una nuova sagoma, siamo già pronti ad immaginarci il lord comandante trafelato che porta la notizia della guerra e che è venuto a prendere Rhaegar per comandare l’esercito reale. Siamo ormai pronti da qualche tempo a questa possibilità, d’altro canto è anche sempre più probabile visto le notizie allarmanti che sono arrivate tramite messaggero dalla capitale. Io ed Oswell guardiamo questa figura ancora troppo lontana avvicinarsi con un gran peso nel cuore. Sappiamo tutti quanti che l’arrivo della notizia certa della guerra e la chiamata alla capitale per il principe vorrebbe dire il dissolversi della nostra bolla di felicità, ma sappiamo anche che ormai tutto questo è inevitabile e non ci sottrarremo ai nostri compiti, nessuno di noi. Quando vediamo il semplice messaggero da una parte tiriamo un sospiro di sollievo, ma dall’altra il nostro sguardo diventa sempre più cupo. Nell’ultima lettera inviata a Lewyn il principe mi ha espressamente detto di riferirgli di essere ancora più cauto e di inviare messaggi solo se strettamente necessari, per non insospettire lord Varys. Lewyn non è stupido e sa perfettamente che questi viaggi fin troppo ravvicinati del solito messaggero potrebbero diventare sempre più sospetti e non vogliamo che il re inizi a dubitare di lui, sarebbe una catastrofe. Quando Rhaegar ci legge le parole di Lewyn è come se ci cadesse addosso tutto il mondo. Vedere in tutta la sua magnificenza la pazzia del re senza poter far nulla è terrificante, così come sapere che Lewyn non ha osato mettere di nuovo il suo sigillo sulla lettera per paura che questa potesse essere in qualche modo intercettata. Deve essere veramente difficile per lui quello che sta facendo, anche perché va contro il nostro giuramento. Tutto quello che ha scritto in questa lettera deve per forza averlo saputo stando davanti alla porta del concilio ristretto come guardia reale, e in questo caso il nostro giuramento ci impedirebbe in maniera categorica di riferire a chiunque quello che sentiamo. Lewyn probabilmente deve star soffrendo tantissimo in questo momento e farsi del male interiormente andando contro tutti i suoi principi pur di portare avanti il suo ruolo e tenerci tutti informati. Sono anche sicuro che Rhaegar sappia benissimo tutto questo, ma probabilmente non sa ancora come calmare l’anima in pesa di Lewyn. Anche Oswell è più pensieroso del solito, forse anche lui pensa a una cosa simile. Rhaegar è scuro in viso, ma cerca di apparire il più possibile calmo, anche per cercare di calmare la principessa Lyanna, scoppiata in lacrime dopo aver saputo quello che il re aveva deciso per la sua famiglia. - Non so più cosa fare. – Rhaegar continua da almeno un’ora a fare avanti a indietro per la stanza principale della torre dopo che la principessa Lyanna è andata a riposare dopo aver consumato tutte le sue lacrime. - Non lo so, Rhaegar, ma da adesso in poi dobbiamo stare ancora più attenti e anche Lewyn. – - Non posso continuare a chiedere a Lewyn tutto questo, ma non posso nemmeno rimanere senza informazioni fino a che ser Gerold non comparirà dalla strada per portarci tutti alla guerra. – - Hai ragione, ma dobbiamo trovare un’altra soluzione. - Rhaegar alza gli occhi su di me, come se avesse trovato un qualcosa nelle mie parole. - No, Rhaegar, la soluzione non è assolutamente quella di tornare, è troppo presto e lo sai anche tu. – - Hai ragione anche tu, ma non posso continuare a chiedere questo a Lewyn, va contro tutti i suoi principi. Ho deciso. – Lo vedo allontanarsi verso il messaggero con una luce negli occhi che non mi piace molto. Ho paura di quello che ha deciso, ma forse ho anche capito, e per un momento, in questi tempi così bui, faccio un piccolo sorriso, pensando al grande senso dell’onore di Rhaegar. - Perché sorridi? – Oswell non può aver capito quello che Rhaegar ha intenzione di fare e quindi non capisce la mia reazione. - Penso di aver capito quello che Rhaegar vuole fare con il messaggero. – - Che sarebbe? – - Rhaegar sa benissimo che Lewyn si sta torturando pur di tenerci informati. Quello che scrive nelle sue lettere non sono cose di pubblico dominio, o almeno non tutte, quindi quello che ha scritto, soprattutto quello che è arrivato oggi, deve per forza essere quello che lui sente dalle riunioni del concilio ristretto. – - E noi non dovremmo mai divulgare quello che sentiamo a quelle riunioni! Non ci avevo pensato! È quindi Rhaegar che cosa vuol fare? – - Impedire a Lewyn di continuare. Lewyn per Rhaegar è stato come un padre e gli vuole bene come a poche persone nella sua vita e non può sopportare che Lewyn venga meno ai suoi principi solo perché lui vuole essere tenuto informato. Non avevamo pensato che si arrivasse a tanto quando abbiamo deciso tutto questo. – - E se lo avessimo fatto non avrei mai detto a Lewyn di tenermi informato di quello che combina mio padre. – - Sai che Lewyn lo fa per te. Non gli importa veramente del suo giuramento in questo momento. – - Lo so, ma non voglio che si senta in obbligo perché sono io e in nessun altro caso lo avrebbe mai fatto. Non posso continuare ad avere sulla coscienza questa cosa. Ho scritto a Lewyn che non voglio che mandi nessun altro messaggio e che la prossima persona che deve arrivare è solo ser Gerold che ci porta tutti alla guerra. – - Non sarà semplice per lui accettarlo. – - Lo so bene, ma non posso continuare in questa maniera, ci sto male anch’io, soprattutto sapendo di non poter far nulla. Lewyn non può continuare ad uccidere tutti i suoi principi solo per me, non posso acconsentire a tutto questo e spero di essere stato abbastanza risoluto nella lettera. – Il messaggero con la risposta da Dorne torna in un momento di massima tensione qui nella capitale. È come se tutta Approdo del Re stesse aspettando qualcosa, ma in molti non sanno neanche cosa. Nella Fortezza Rossa ormai si contano le ore per una risposta, in un senso o nell’altro che provenga da Nido dell’Aquila, e tutti sono molto spaventati. Nessuno vuole darlo a vedere, ma in molti pensano che la risposta che arriverà da lord Arryn non sia quella sperata dal re e che questo porti tutti alla guerra civile. Quando leggo la risposta di Rhaegar non posso fare a meno di pensare quanto ha ragione, ma non per le ragioni che dice nella lettera. Non mi interessa minimamente, almeno in questo momento tanto difficile per tutti, andare contro i miei ideali e il mio giuramento, non per tenere informato lui in tutti i modi possibili, ma mi rendo conto che la cosa inizia a farsi sospetta, e questo non me lo posso permettere. È troppo rischioso, soprattutto in questo momento fare qualsiasi cosa fuori dall’ordinario, e una guardia reale, anche se un principe Martell, che manda continuamente un messaggero a Dorne, non è normale e può essere male interpretato da qualcuno, qualcuno che potrebbe informare il re e in quel caso io passerei dei brutti momenti. Non posso permettermi, soprattutto non in questo momento, che qualcuno dubiti della mia lealtà. Rhaegar ed Elia hanno bisogno di me qui, non posso in nessuna maniera dare nessun tipo di adito a dubbi, e questo mi impone di dare retta alla richiesta di Rhaegar di far finire le lettere che invio a lui a Dorne. Mi ha scritto che la prossima persona che vuole vedere arrivare alla torre è ser Gerold che richiama tutti alla guerra, e ormai sono più che convinto che non manchi più molto e inizio già a mettere in piedi il piano per far trovare la torre in fretta.

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


L’arrivo del messaggero con lo stemma di casa Arryn sancisce la fine del momento di stallo in cui è piombata tutta la Fortezza Rossa dopo che la lettera è stata spedita nella Valle. Il concilio ristretto è convocato immediatamente dopo che il re ha letto la risposta di lord Arryn, ma nella Fortezza Rossa non c’è bisogno di essere di guardia fuori dalla porta del concilio per scoprire cosa c’è scritto in essa. Le urla del re si sentono in tutto il castello e tutti hanno capito fin troppo bene quello che ha risposto lord Arryn, anche se in pochi dubitavano che la risposta fosse differente. Lord Jon Arryn in fondo è considerato come un padre dei due ragazzi che il re gli aveva ordinato di uccidere, e che non avesse nessuna intenzione di obbedire era nell’aria, cosa che dalle urla del re si è capito fin troppo bene che è successa. Il re ha inveito per tutto il tempo con voce possente del tradimento di lord Arryn, che da quello che si è saputo deve aver alzato direttamente i suoi vessilli di guerra come risposta al re e ha maledetto in tutti i modi tutta la sua famiglia, insieme a quelle dei lord Stark e Baratheon, senza minimamente pensare che il padre di Robert Baratheon, quando era ancora in vita, era un grande amico del re.   La faccia del lord comandate quando torna nella torre della spada bianca è terribile, ma sa che tocca a lui darci la brutta notizia, anche se ormai tutti noi ce lo aspettiamo dopo questa mattina. -        Vi ho riuniti tutti qui per darvi la notizia ormai certa. – -        Quindi è vero quello che si dice, lord Arryn ha alzato i vessilli di guerra e si è unito ai lord Stark e Baratheon per condurre una guerra contro la corona? – -        Sì, le voci purtroppo sono vere. Lord Arryn ha mandato un suo messaggero con la risposta definitiva e le notizie arrivate sono molto brutte. Sappiamo anche che lord Stark e lord Baratheon stanno cercando di tornare nei loro territori per fare altrettanto. Se dovessero riuscirci, sarebbe una catastrofe. Sarebbero ben tre dei grandi Regni a sostenere una ribellione aperta contro la corona. Una cosa del genere sarebbe disastrosa. Neanche ai tempi delle ribellioni dei Blackfire la situazione era altrettanto disperata. – -        Eddard Stark e Robert Baratheon non sono ancora riusciti a tornare a casa? – -        No, per fortuna non è così facile e immediato tornare al Nord e a Capo Tempesta dalla Valle. Questo ci da anche un piccolo vantaggio. A quanto pare non tutti i lord della Valle sono dalla parte della Ribellione. Sembra che alcuni lord ancora fedeli alla corona si stiano radunando a Città del Gabbiano per impedire che Robert Baratheon possa salpare per Capo Tempesta. – -        Ho paura che non sarà così facile stroncare questa ribellione così sul nascere. – -        Lo penso anche io, ma anche questo ci da un vantaggio. Lord Merryweather sta cercando di mettere in cattiva luce i lord traditori con voci poco edificanti sul loro conto, ma sembra sempre di più un modo per cercare di non incorrere nelle ire del sovrano, che è furioso con il suo Primo Cavaliere. Ho paura di quello che potrebbe succedergli se Eddard Stark e Robert Baratheon dovessero riuscire a tornare nelle loro terre e alzare anche loro i vessilli di guerra. – -        Si sa qualcosa degli altri lord? Chi tra gli altri Regni si schiererà con la ribellione e chi con la corona? – -        Ancora non possiamo dire nulla su quello che faranno gli altri Regni, è troppo presto per saperlo con certezza. Questo clima purtroppo non ci è favorevole e le notizie non sono confortanti. Il re e la corte sono abbastanza sicuri che Dorne si schieri con la corona – ser Gerold mi guarda con una strana espressione prima di continuare con il suo discorso. – L’unico altro Regno di cui sono tutti abbastanza convinti è l’Altopiano. – -        Capo Tempesta, il Nord e la Valle sono già in aperta ribellione. Cosa farà lord Tywin Lannister, ma soprattutto cosa farà lord Tully. Le Terre dei Fiumi sono un nodo nevralgico di tutto il Regno. – -        Nessuno può sapere che cosa farà lord Lannister, ma speriamo tutti che la sua antica amicizia con il re lo faccia combattere per la causa della corona. Un altro discorso è quello su lord Tully. Sua figlia maggiore doveva andare in sposa a Brandon Stark, ma ora è morto. Non possiamo sapere cosa deciderà di fare, ma il concilio ristretto pensa che potrebbe anche combinare il matrimonio tra la figlia ed Eddard Stark. Se questo fosse vero, sarebbe terribile. – -        I Regni rivoltosi sarebbero maggiori di quelli fedeli alla corona. Non sarebbe facile riuscire a mantenere l’ordine. – -        La pensa allo stesso modo la maggior parte del concilio ristretto. Noi dobbiamo solo prepararci a quello che succederà tra poco. – -        E il principe Rhaegar? Rimane pur sempre il comandante in capo dell’esercito reale? Qualcuno sa dov’è finito? È partito mesi fa con Arthur e Oswell e non si hanno più avute vere notizie di loro. Dobbiamo trovare tutti e tre il prima possibile. – -        Il re ancora non ha detto nulla in merito, ma immagino che presto verrò mandato a cercare il principe. – Il Lord comandante mi guarda di nuovo in modo strano e inizio a pensare che sospetti qualcosa. Non è uno stupido, ed è praticamente impossibile fargliela, ha visto troppo nella sua vita perché giochetti e mezze verità possano avere una qualche tipo di attrattiva per lui e deve aver ipotizzato qualcosa di quello che è il nostro piano e io rimango l’ultimo a cui può chiedere. Già aveva dei dubbi nei nostri confronti con tutto quello successo attorno al torneo di Harrenhal, ma in quel caso non ha mai detto nulla solo perché Rhaegar è sempre stato apertamente dalla nostra parte e il suo giuramento lo ha sempre tenuto al suo posto. Ma adesso le cose sono molto diverse. Rhaegar non è qui presente a proteggermi con il suo ruolo e io devo cavarmela da solo con una persona molto determinata e poco propensa a credere a storie non a prova di bomba.   -        Lewyn, dobbiamo parlare. – Lo sapevo che alla fine tutto questo sarebbe successo. Ser Gerold ha aspettato anche fin troppo per quello che pensavo, ma alla fine è venuto a chiedere spiegazioni. -        Voleva andare a vedere come va con la principessa Elia e i bambini. – -        Non ci vorrà molto, ma devo sapere che cosa sta succedendo. – -        Non so nulla, Gerold, devi credermi. – -        Non ci riesco, Lewyn, ci sono troppe cose strane in tutta questa storia. E non parlo solo della scomparsa del principe Rhaegar con Arthur e Oswell, ma anche del torneo di Harrenhal. Non ho voluto dire nulla per rispetto del principe, ma la cosa inizia a farsi sospetta e non credo che tu sia all’oscuro di tutto. – -        Ti garantisco che è proprio così ed a Harrenhal non è successo nulla. – -        Lewyn, non sono né stupido né cieco. Ho visto fin troppe cose strane sia al torneo che prima quando siamo andati fino alla Barriera per non capire che quel torneo era una copertura per qualcos’altro. – -        Ti garantisco che non so nulla di tutto questo. – -        Va bene, va bene. Adesso vai pure. – -        Grazie. – Mi è dispiaciuto moltissimo non essere stato sincero con ser Gerold, ma non posso assolutamente raccontargli tutto quello che sta succedendo, soprattutto non adesso, con la guerra alle porte. Ci sarà il tempo per le spiegazioni nel momento in cui andrà a prendere Rhaegar a Dorne e poi torneranno tutti insieme per andare in guerra.   Elia è di nuovo nella nursery con il piccolo Aegon. Lo sta cullando con movimenti scattanti senza prestare attenzione a nulla, guardando fuori dalla finestra con occhi distanti e preoccupati. Non deve essere stato molto difficile neanche per lei sentire le urla del re quando è arrivata la lettera dalla Valle. -        Quello che si dice è vero? – Non si volto neanche a guardarmi, ma la sua voce tradisce molta paura. -        Purtroppo sì. La lettera di lord Arryn non lascia alcun dubbio. La Valle ha riunito i suoi vessilli di guerra e anche il Nord e Capo Tempesta presto faranno altrettanto. – -        Questa guerra sarà un disastro. Tre Regni che si ribellano tutti insieme. Neanche ai tempi dei Blackfire. – -        Abbiamo tutti pensato la stessa cosa e i Regni ribelli potrebbero essere anche quattro. – -        Le Terre dei Fiumi, immagino. Brandon Stark si doveva sposare con Catelyn Tully. – -        Esatto. E trovare Regni fedeli alla Corona inizia a diventare sempre più difficile. Secondo ser Gerold il concilio ristretto considera Dorne una garanzia e probabilmente anche l’Altopiano. Per il resto rimane tutto un mistero. – -        Ho paura che il re consideri Dorne meno fedele di quanto creda il concilio e quindi costringa mio fratello a mandargli uomini solo perché ci siamo noi qui. Ho paura che io e i miei figli diventeremo degli ostaggi del re per far rimanere Doran sotto il suo controllo. – -        Non lo pensare neanche, Elia, non succederà mai una cosa del genere. Rimani pur sempre la principessa del Regno, non un ostaggio. E il piccolo Aegon rimane il successore di Rhaegar. Non vi succederà nulla di male, anche se noi partiremo presto per i campi di battaglia. – -        Forse è così, ma non sono tranquilla. Al re non piace nessuno di noi e non fa nulla per nasconderlo. E comunque Nymeria non è proprio una di famiglia e per il re non rappresenta nulla. Forse dovresti fare in modo di trovare il modo di farla andare a Lancia del Sole da Doran. – -        Nymeria non lo accetterebbe mai. Vuole troppo bene a Rhaenys. – -        Ma non sarebbe al sicuro qui. E con tutti voi sul campo di battaglia sarebbe ancora più difficile proteggerla da questa corte di serpi. Non voglio che sia in pericolo. – La conversazione con Elia mi ha lasciato parecchia ansia per la piccola Nymeria. Non avevo mai pensato che la lontananza di tutti noi potesse influire così negativamente sul rapporto che intercorre tra la piccola e la corte del re.   I giorni continuano a susseguirsi senza sosta e sempre più pieni di tensione. Alla capitale non è ancora arrivata nessuna notizia per quanto riguarda Eddard Stark e quindi nessuno sa che cosa sta succedendo al Nord. Riguardo invece Robert Baratheon le notizie arrivate sono sconfortanti. Abbiamo saputo della battaglia di Città del Gabbiano e ci siamo disperati quando abbiamo saputo della sconfitta di lord Grafton. Non sono arrivate molte notizie sulla battaglia vera e propria ma del suo esito finale purtroppo abbiamo avuto dimostrazione presto. Poco tempo dopo l’arrivo delle pessime notizie dalla Valle, abbiamo saputo che Robert Baratheon ha raggiunto Capo Tempesta per richiamare i suoi vessilli di guerra e che Jon Arryn, dopo aver convocato i suoi alfieri, si è impadronito degli eserciti nemici sconfitti a Città del Gabbiano ed ha inglobato anche quelli nell’esercito ribelle. Le notizie riguardanti il Nord e lord Eddard Stark, purtroppo non tardano ad arrivare. Non si sa ancora come, ma anche Eddard Stark è riuscito a raggiungere il suo Regno e a richiamare i suoi vessilli per riunirli a quelli della Valle e di Capo Tempesta contro il Trono di Spade e la corona. A questo punto risulta sempre più evidente che la ribellione non è una semplice rivolta di pochi lord contro l’egemonia Targaryen, ma qualcosa di molto più grande e la cosa inizia a fare paura. Le forze dei ribelli per adesso non sono poi così ampie, l’esercito reale è molto più numeroso, ma se anche altri Regni dovessero unirsi ai ribelli, tutto questo potrebbe cambiare molto presto, con esiti incerti.   La reazione del re non tarda ad arrivare. Quando la notizia che sia Eddard Stark che Robert Baratheon sono tornati nei rispettivi Regni ed hanno iniziato a radunare le forze per entrare in guerra arriva all’attenzione del concilio ristretto, il re è letteralmente furioso. Nella sua mente tutto questo è dovuto al tradimento di qualcuno, non si rende conto che nessuno avrebbe potuto impedire quello che è successo. Robert Baratheon è un terribile guerriero e uno spietato nemico e non è per nulla facile riuscire a sconfiggere lui e il suo terribile martello da guerra, con il quale combatte. Le poche notizie che si hanno sulla battaglia appena combattuta nella Valle parlano infatti quasi unicamente della sua furia in battaglia, proprio come dice il motto della sua famiglia, “Nostra è la furia”, e di come abbia sconfitto e ucciso in duello proprio Marq Grafton e ottenuto la vittoria fra i territori amici della Valle. Il re però non si da pace di quello che è successo e la sua furia non risparmia nessuno. La sua rabbia è terribile da vedere, ma non può riversarla su tutto il concilio ristretto, deve pur trovare un colpevole da incriminare per la disfatta subita e questo colpevole lo trova nel suo Primo Cavaliere, il povero lord Merryweather. Il re non aveva più nessuna fiducia nell’uomo e non vedeva l’ora di liberarsi di lui in qualche modo, ma doveva trovare una scusa plausibile, per non incorrere in altri problemi con la famiglia dell’uomo, così questo pretesto di essere un traditore per non essere riuscito a evitare il ritorno a casa di Eddard Stark e Robert Baratheon è stata l’occasione giusta. Il re non solo l’ha esautorato dal suo ruolo di Primo Cavaliere, ma lo ha anche esiliato e privato di tutte le sue terre. Guardo il vecchio lord Merryweather andarsene con quel poco di dignità che il re gli ha lasciato chiedendomi chi il re sceglierà come successivo Primo Cavaliere, sperando vivamente che non scelga quel pazzo invasato di Rossart, il capo dei piromanti, perché sarebbe una catastrofe per tutti.

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Il nome del nuovo Primo Cavaliere sorprende tutti, ma almeno non è una scelta completamente scellerata come quella di Rossart. Il re ha scelto lord Jon Connington, lord di Posatoio del Grifone e grande amico di Rhaegar per il ruolo. Una scelta difficile da comprendere, ma non completamente sconsiderata. Jon rimane un ottimo combattente, ma forse è troppo giovane per un incarico così difficile, soprattutto in una circostanza del genere. È molto giovane e non ha molta esperienza, ma ha negli occhi una luce che promette bene. Speriamo solo che sia la scelta migliore.   -        Lord Connington, volevo farle i miei complimenti per il prestigioso incarico che ha appena ottenuto. – Mi sono avvicinato giustamente per complimentarmi. Non lo conosco molto bene, ma per un periodo l’ho visto crescere. È stato per un periodo scudiero insieme a Rhaegar e io era già una Guardia reale all’epoca e l'affetto che ho sempre provato per Rhaegar mi ha sempre tenuto molto vicino a lui, anche quando non strettamente necessario. È stato allora che ho conosciuto, anche se di sfuggita, Jon Connington. Arthur lo conosce molto meglio di me e non ne parla in maniera confortante. Lo riconosce come un buon guerriero, ma i commenti che fa sono poco lusinghieri e le continue allusioni al fatto che molto probabilmente gli piacciono gli uomini sono veramente poco gentili da parte di Arthur. Mi sono accorto anche io di questa cosa, non è stato molto difficile, ma non mi è mai sembrato giusto fare continui commenti per questo. Certo, quando Arthur mi ha detto dell’opinione poco edificante che l’uomo ha di Elia, la cosa non mi ha fatto piacere, ma rimango dell’idea che le questioni private debbano rimanere tali. -        Grazie, ser Lewyn, è sempre un piacere rincontrarla. – -        Anche per me, spero che il suo sia un impiego lungo e proficuo per tutti. – -        Lo spero anche io, ma la guerra è la guerra, e non si sa mai che cosa potrebbe succedere. Mi dispiace solo che Rhaegar non si presente qui. – -        È partito ormai qualche mese fa, ed io non so proprio dove sia. Sono comunque sicuro che, in caso di bisogno, il Lord comandante sia perfettamente in grado di ritrovarlo. – -        Mi sa che presto avremo bisogno di lui, in fondo è il capo dell’esercito. Esattamente come avremo bisogno anche di ser Arthur e ser Oswell, che non sono presenti a corte. – -        Sono partiti con il principe e non sono mai tornati neanche loro. – -        Immagino che stiano adempiendo ai loro doveri, mi chiedo solo perché anche tu non sia con loro. – -        Rimango qui a proteggere Elia e i bambini. – -        Ma certo, ovvio. Ora devo andare, ser Lewyn. È stato bello fare due chiacchiere con te. – -        Anche per me, e ti rinnovo i miei complimenti. Non ti trattengo oltre dai tuoi impegni. – -        Grazie. – Lo vedo allontanarsi con un mezzo sospiro di sollievo. Non ci avevo pensato che la mia presenza qui con Rhaegar, Arthur e Oswell lontani potesse indurre qualcuno a pensare a qualcosa di strano, ma adesso mi rendo conto del mio errore, al quale non posso rimediare in alcun modo. Jon Connington ci conosce anche troppo bene e sa che io non mi allontano facilmente da Rhaegar senza una buona motivazione. Adesso la mia preoccupazione è che qualcun altro abbia notato questa cosa senza che io me ne accorgessi.   Rhaenys ed io siamo di nuovo nel cortile del palazzo con il piccolo Aegon. Nonostante il freddo e l’inverno cerchiamo di passare più tempo possibile nei giardini del palazzo, anche per scappare dal clima che c’è a palazzo. Papà e la zia non ci dicono nulla, ma non è stato difficile capire come stanno le cose anche da sole. Le urla del re alle notizie sulla guerra sono arrivate anche a noi, non che fosse difficile, e siamo entrambe molto preoccupate. Non vogliamo che tutti quelli a cui vogliamo bene partano per la guerra, soprattutto senza sapere quando e se torneranno. Papà ha cercato di convincerci che non sarebbe successo nulla, ma senza molto successo. Nel cortile del castello purtroppo non siamo sole. Molte dame della corte si sono rifugiate in questo posto e non fanno altro che parlare di quello che sta succedendo. ser Barristan è con noi e la sua faccia non dice nulla di buono, sembra molto preoccupato. -        Secondo te cosa succederà adesso? – -        Non lo so, Rhaenys, ma ho paura. – -        Anche io. Spero solo che papà torni presto. Lui è il migliore. – -        Lo spero anche io. Solo zio Rhaegar può aiutarci adesso. – -        Lo spero, anche perché il nonno mi fa paura. – -        Lo so, fa paura anche a me. – -        Bambine, siete qui? – La voce di zia Elia ci fa voltare tutte e due nella sua direzione, in parte preoccupate. La zia sapeva benissimo che saremmo andate in giardino con Aegon e adesso ci sembra strano che ci stia cercando. -        Sì, zia siamo qui. Cosa succede? – -        Dobbiamo parlare. Venite, per favore. –   La conversazione con la zia e papà è veramente difficile. Cercano di non farlo vedere, ma sono molto tesi entrambi. -        Non volevamo dirvi nulla, ma immagino che abbiate iniziato e sentire le voci su quello che sta succedendo fuori da qui anche voi. – -        Proprio così. È vero che siamo in guerra? – -        Purtroppo sì, piccola. È la verità. – -        E papà tornerà presto? – -        Questo non lo so. Ma immagino che presto qualcuno andrà a cercarlo per farlo tornare. – -        Spero che torni presto. Ho paura. – -        Lo so piccole, ma non dovete. Non c’è nulla da temere e presto sarà tutto finito. Adesso però voglio che mi ascoltiate molto bene. – Papà è molto serio e questo ci fa ammutolire all’istante. -        Le cose potrebbero diventare un po’ più difficili da questo momento in poi. Non so chi resterà alla capitale di noi guardie, ma non importa. Tutti noi vi vogliamo bene e vi proteggeremo, non dimenticatelo mai, vi prego. Anche se io dovessi andare in guerra, sono sicuro e voglio andare in battaglia tranquillo che voi starete sempre la sicuro. Non mettetevi nei guai e obbedite sempre ad Elia. Voglio che me lo promettiate. – -        Stai per partire per la guerra? – Lo guardo con occhi spaventati e il suo sorriso non mi conforta. Ho già visto partire zio Arthur, zio Oswell e zio Rhaegar e non voglio veder partire anche papà, ma sembra che succederà presto. -        Non subito, ma potrebbe succedere e voglio che siate preparate a questo. Sono una Guardia reale e il mio compito è combattere per difendere il re e la sua famiglia, non scordatevelo mai. Immagino che non sarà una cosa immediata, ma presto anche io dovrò fare la mia parte. – -        Va bene, papà. Ti promettiamo di fare le brave se anche tu dovessi partire per la guerra. Non devi andare con la preoccupazione per noi. Devi andare tranquillo. – -        Brave piccole, così mi rendete orgoglioso di voi, come sono sicuro che sia anche Rhaegar. – Rhaenys ha gli occhi lucidi dopo queste parole, ma non versa neanche una lacrima. Io invece sto piangendo, anche perché, per la prima volta, mi rendo conto che forse papà non sarà sempre con me e che tutto questo potrebbe anche finire molto male per tutti.   Le bambine sono state bravissime e questo mi ha fatto un gran piacere, anche perché non sapevo come intavolare questa conversazione senza troppa apprensione, ma era una cosa della quale alla fine dovevamo per forza parlare. La guerra è purtroppo alle porte e le prime battaglie sono già state combattute e prima o poi anche noi della Guardia reale dovremo dare il nostro contributo alla causa della corona. Anche Rhaegar prima o poi dovrà tornare da Dorne per mettersi alla testa dell’esercito reale e a quel punto immagino che saremo tutti impegnati nella guerra. Non sono sicuro di cosa voglia fare con lady Lyanna e la torre a Dorne, ma immagino che, se mai per qualche motivo decidesse di lasciarla lì, allora lascerebbe anche Arthur a proteggerla. Sono contento di questo perché vorrebbe dire che, in caso la guerra dovesse finire male per tutti noi, i bambini sarebbero al sicuro da ripercussioni. Arthur, al di là del suo giuramento, vuole molto bene a tutti e tre i bambini e li proteggerebbe anche a costo della sua vita. Immagino che li porterebbe a Dorne per crescere alla corte di Lancia del Sole.   intanto le notizie sulla guerra sono ogni giorno sempre peggiori. Non sappiamo di altri Regni che si sono uniti ancora alla causa dei ribelli, questo è vero, ma la notizia dell’arrivo nelle loro terre sia di Robert Baratheon che di Eddard Stark ha lasciato tutta la Fortezza Rossa interdetta. Tutti speravano che non fosse così facile per loro arrivare nelle loro terre per riunire i vessilli di guerra. Le notizie a questo punto iniziano a farsi molto più frammentarie. Del Nord abbiamo un veloce e breve messaggio mandato via corvo che lord Stark è riuscito a riunire tutti i suoi vessilli di guerra, nessuno escluso, e che si appresta a marciare verso sud per riunirsi con le truppe della Valle e di Capo Tempesta. Il fatto che abbia riunito tutti i vessilli del Nord non è molto difficile da capire, ma ha fatto infuriare ancora di più il re, che sperava che il suo monito contro il Nord fosse servito a impedire una sollevazione di quelle terre. Nessun altro ci credeva veramente, ma in molti, nel concilio ristretto hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco, primo fra tutti lord Connington, alle prese con le prime incombenze come Primo Cavaliere.     Le notizie da Capo Tempesta purtroppo non sono migliori, anche se all’inizio potevano sembrare. Come lord Stark, anche Robert Baratheon è riuscito a tornare nelle sue terre e a richiamare i suoi vessilli di guerra, questo è stato purtroppo chiaro fin dall’inizio, ma poi le cose non sono andate lisce come l’olio come a Eddard Stark. Non tutti gli alfieri di Capo Tempesta si sono riuniti sotto i vessilli del cervo di Casa Baratheon e alcuni lord si sono ribellati al loro signore. Questi lord poi si sarebbero dovuti riunire presso le rovine di Sala dell’Estate per combattere contro l’esercito, messo a quanto si diceva in piedi in fretta e furia da Robert Baratheon. La cosa poteva anche avere senso ed essere un buon piano, ma in qualche modo lord Baratheon ha scoperto tutto e ha sconfitto gli eserciti leali alla corona uno alla volta e preso come ostaggi i lord. Solo a questo punto la corte ha iniziato a comprendere la forza di questa ribellione, ma il re non ha voluto sentirne parlare. Solo una buona notizia arriva a questo punto alla corte della capitale. Finalmente una vittoria militare e una vittoria anche di un certo peso. Nella battaglia combattuta ad Ashford l’avanguardia di lord Tyrell, miracolosamente dalla parte della corona con anche la sua flotta, riesce a sconfiggere Robert Baratheon e successivamente a cingere d’assedio persino Capo Tempesta. Nel momento in cui questa notizia arriva a corte sono tutti contenti ed il re in persona manda un corvo di apprezzamento a lord Mace Tyrell. Il problema rimane quello delle continue sconfitte e delle notizie sempre peggiori che arrivano quasi ogni giorno alla capitale. La battaglia di Ashford, che all’inizio sembrava una bella vittoria, alla fine non si è rivelata tale. Robert Baratheon ha perso, questo è vero, ma non è stato catturato e ha perso relativamente pochi uomini. Quando poi arriva la notizia che non si è preoccupato per la sorte del suo castello, che sembra aver lasciato in mano al fratello minore, la reazione della corte è quasi scandalizzata. Ma il peggio deve ancora arrivare e non tarda. Con queste notizie e con la notizia del quasi ricongiungimento delle forze di Capo Tempesta con quelle del Nord e della Valle arriva anche la notizia della scesa sul campo di Casa Tully di Delta delle Acque… come sempre sono fuori dalla porta della sala del concilio quando il re scopre delle ultime notizie e le sue urla si sentono in tutto il castello.   -        Sire, abbiamo nuove notizie sulla guerra. – -        Qualcuno è riuscito a sconfiggere quei miserabili? – -        Purtroppo no, mio signore. E le Terre dei Fiumi sono scese in campo per i ribelli. – -        Che cosa? Prova a ripetere questa pazzia. – -        Mio signore, abbiamo prove inconfutabili di quello che è successo. Lord Hoster Tully ha stretto un’alleanza con i lord ribelli ed ha promesso in matrimonio sua figlia maggiore a Eddard Stark. – -        Impossibile! – Le parole di lord Connington sono la riprova di quanto nessuno sappia più come prendere questa ribellione, che si sta dimostrando ogni giorno che passa sempre più forte ed agguerrita a discapito di una corona ogni giorno più debole e divisa.

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Fortunatamente Jon Connington si dimostra meglio di quanto molti nella corte si potevano aspettare, me per primo. In questo frangente dimostra tutta la sua astuzia e la sua arguzia tattica, anche se insieme dimostra anche la propria vanità. Riesce in una maniera molto furba a scoprire dove Robert Baratheon, ferito durante un piccolo scontro sul confine delle sue terre, si è andato a rifugiare. È con enorme sorpresa che annuncia la sua scoperta e il suo piano all’intero concilio ristretto una sera… - Mio sire, ho scoperto un’informazione molto preziosa. – - Come avere le teste dei lord traditori sulle mura di Approdo del Re? – - Quello non ancora, ma potrei sapere come avere intanto quella di Robert Baratheon. – - Sire, sarebbe già un inizio molto promettente. Ricordatevi che tra i ribelli lord Baratheon rimane quello con la pretesa al trono maggiore. – - Non importa che mi ricordi che quel traditore è imparentato con la mia famiglia, maestro Pycelle. Non voglio sentirne parlare. – - Ma certo, mio signore, non volevo. – - Molto bene, che cosa hai scoperto? – - Sembra che Robert Baratheon sia stato ferito in uno scontro sul confine con le sue terre mentre stava andando incontro agli eserciti del Nord e della Valle e che si sia rifugiato a Tempio di Pietra, una cittadina nelle Terre dei Fiumi. – - Finalmente, il traditore avrà quello che gli spetta. Lord Primo Cavaliere ti ordino di uccidere il traditore Robert Baratheon e di mandarmi la sua testa così che la possa esporre sulle mura della città. – - Certo, sire. Il mio piano è quello di prendere con la forza la cittadina e poi di setacciarla palmo a palmo per trovare il ribelle. Spero solo che la popolazione dia una mano al nostro esercito. – - Sono sicuro che sarà così, in fondo siete sotto i vessilli del re. – - Non ne sarei così sicuro, le Terre dei Fiumi in fondo si sono schierate con la ribellione. – - Questo non significa nulla. Magari quella parte delle Terre dei Fiumi è ancora fedele alla corona. Anche Posatoio del Grifone è nelle terre di Capo Tempesta ma noi siamo rimasti fedeli al re. – - Speriamo che sia come lei dice, lord Connington. – La riunione di quella sera del concilio ristretto è stata tesa, ma lord Connington sembra anche fin troppo sicuro di sé e del suo piano. Io spero solo che non si trasformi tutto in un disastro. Lord Connington ha escogitato quello che sembra un buon piano, ma nasconde molte insidie e sperare che i cittadini di Tempio di Pietra insorgano contro lord Tully mi sembra un azzardo veramente tanto grande ma, quando il gran maestro Pycelle ha cercato di farglielo presente, lord Connington si è quasi offeso, ricordando a tutti che anche lui viene dai territori dei ribelli, ma è rimasto fedele alla corona. È mattina molto presto e siamo, insieme a tutta la corte tranne il re, a veder partire per la guerra anche il lord Primo Cavaliere. Papà ha la faccia adombrata quando vede la guarnigione partire con il Primo Cavaliere e anche zia Elia è più scura in viso. Io e Rhaenys, invece, ci guardiamo solo per un attimo quando vediamo anche l’ultimo soldato varcare il portone della fortezza, prima di rientrare. Siamo dispiaciute per quegli uomini che partono per la guerra, ma ci rendiamo anche conto che essa ancora non ci ha colpite direttamente e quindi non possiamo capire fino in fondo quello che gli altri provano quando hanno visto gli uomini varcare il confine della Fortezza Rossa senza sapere se sarebbero tornati indietro. Non conosco molto bene ser Connington ma spero vivamente che sopravviva e torni sano e salvo qui alla capitale. Papà mi ha detto che è un ottimo amico di zio Rhaegar e una bravissima persona ed io spero con tutto il cuore che sopravviva a questa battaglia. Gli auguro anche di vincere, così papà e gli altri zii non dovranno scendere anche loro in battaglia e non rischieranno la vita. Fino ad adesso nessuno degli zii è ancora sceso in battaglia e questo mi rincuora un po’ e spero che continui così per sempre, ma sono anche consapevole che, se tutto questo non si risolverà velocemente, prima o poi anche loro dovranno fare la loro parte. Come purtroppo avevo immaginato, il piano di lord Connington è stato troppo ambizioso e, quando arrivano alla fine le notizie della battaglia a Tempio di Pietra, non sono per niente favorevoli alla corona, anzi e quello che è successo ci viene spiegato con dovizia di particolari da Jon Connington in prima persona quando, per ordine del re, deve rendere conto della sua disfatta totale e dell’ennesima vittoria dei ribelli. - Lord Connington, aveva promesso di tornare con la testa di Robert Baratheon, invece torna con una sconfitta. – - Nessuno poteva vincere quella battaglia. I cittadini di Tempio di Pietra si sono schierati con i ribelli ed hanno nascosto quel miserabile. Ho fatto setacciare palmo a palmo quella maledetta cittadina ma non sono riuscito a trovare il nascondiglio del ribelle. Ho guardato dappertutto, anche nelle fogne, ma nulla. E il maledetto septon ha dato l’allarme non appena ci ha visti arrivare, in modo che i cittadini complici potessero nascondere il Baratheon. Mentre i miei uomini combattevano in tutta la cittadina, compresi i tetti, io con alcuni dei cavalieri abbiamo setacciato tutto il posto, ma non c’è stato verso di trovarlo. – - Dovevate radere al suolo quella cittadina per essere sicuri di uccidere tutti, compreso Robert Baratheon. – - Ero sicuro di poterlo trovare lo stesso, ma non è stato così. – - E alla fine gli eserciti del Nord e della Valle si sono presentati alle porte della cittadina per dare battaglia. Deve essere stata una ricerca particolarmente lunga per dare il tempo agli eserciti ribelli di arrivare in aiuto di Capo Tempesta. – - Proprio così, sire. E quando gli eserciti ribelli, comandati da Eddard Stark si sono presentati la battaglia è diventata caotica. Abbiamo provato a tenergli testa, ma erano molto più numerosi. E quando alla fine anche Robert Baratheon si è presentato con quel suo maledetto martello da guerra e ha iniziato ad uccidere i miei uomini, non ho potuto far altro che ordinare la ritirata e cercare di salvare più uomini possibili. – - Tutto questo è inaccettabile, lord Connington! Inizio a credere che la tua lealtà verso la corona non sia stata altro che una farsa! Sei un ribelle come tutti gli altri, non ci sono altre spiegazioni al tuo comportamento in questa battaglia! Ti privo di terre e del tuo titolo e ti spedisco in esilio. Se mai dovessi tornare nel continente occidentale verrai ucciso all’istante. – - Ma sire… - - Non voglio sentire una parola di più, vattene! Non sei più il benvenuto in queste terre. – Da dietro la porta chiusa del concilio ristretto non posso vedere la faccia di lord Connington, ma posso immaginare come si senta in questo momento. Ha fatto un azzardo ed ha perso. Non penso che immaginasse di rimetterci tutto quando ha accettato di diventare il Primo Cavaliere, ma non ha pensato bene di chi lo stava diventando e adesso deve andare in esilio per non morire. Mi dispiace per lui, ma il suo azzardo è stato veramente troppo grande ed ha perso, anche se non penso proprio che Jon Connington sia arrivato a perdere di proposito per aiutare la ribellione, come ha sostenuto il re, ma che semplicemente fosse veramente impossibile riuscire a trovare Robert Baratheon. Anzi il re avrebbe dovuto essere felice che lord Connington, nel momento in cui si è reso conto di non poter vincere la battaglia si sia ritirato in maniera ordinata riuscendo a salvare la maggior parte dei suoi uomini, se no le perdite sarebbero state ancora molto maggiori e la guerra a questo punto sarebbe stata veramente compromessa. A questo punto alla capitale anche i muri iniziano a capire quanto questa ribellione sia arrivata lontano. Robert Baratheon inizia a non essere solo un lord ribelle, ma anche la peggior minaccia alla corona dai tempi di Daemon Blackfire e le ribellioni che ne seguirono. Anche il re inizia a comprenderlo, ma le sue scelte continuano a far discutere molti a corte. Il nuovo Primo Cavaliere, che per fortuna non è ancora l’invasato di Rossart, è Oarlton Chelsted, ma dura veramente poco tempo. Iniziano a girare voci strane sul conto del re e dei suoi piromanti e lord Chelsted da quasi subito le dimissioni dal suo ruolo. Il re questa volta non lo manda in esilio come i suoi predecessori, ma lo brucia vivo sull’altofuoco direttamente e mette al suo posto, come in molti avevano temuto che prima o poi accadesse, sua saggezza Rossart e gli dà carta bianca sul governo della città. Una scelta completamente scellerata, soprattutto considerando le voci insistenti su quello che i piromanti starebbero facendo, voci alle quali non voglio nemmeno credere, perché sarebbe tutto ancora peggio dei miei peggiori incubi. - Principessa Elia… - Siamo di nuovo di fronte al re, nella sala del trono, ed ha un’espressione furiosa mentre guarda tutte noi. Non capisco come mai abbia voluto che fossimo presenti anche io e Rhaenys, quando doveva parlare solo con zia Elia. - Sire. – Zia Elia sembra tranquilla, ma secondo me è solo apparenza. - Vostro fratello è il principe regnante di Dorne, ma il Regno non ha ancora mandato aiuti al suo vero re. Devo iniziare a pensare che abbia dato in sposo mio figlio alla sorella di un traditore? – - No, sire. Le garantisco che mio fratello rimane un leale sostenitore della corona. E mio zio è una Guardia reale. – - Questo non significa che la vostra famiglia mi sia fedele, solo che vostro zio è una mia guardia. Cosa che non significa che non possa essere anche lui un traditore. – - Sire, mio zio è nella Guardia reale da quindici anni, è una vostra fedele guardia. – - Può essere, ma rimane il fatto che Dorne non si è ancora schierata con la corona. Voglio che questa cosa cambi in fretta. Mi aspetto che voi mandiate una lettera oggi stesso a vostro fratello e di vedere il prima possibile delle truppe dorniane qui pronte per la guerra. Potete andare. – - Certo sire, manderò oggi stesso quella lettera. – Usciamo dalla sala del trono senza capire bene che cosa sia successo. Capisco solo che il re è arrivato a mettere in discussione la lealtà di papà verso di lui, cosa impossibile, papà è la persona migliore che conosca e non farebbe mai nulla contro zio Rhaegar. Non facciamo quasi in tempo ad allontanarci dalla porta della sala del trono che veniamo di nuovo fermate da Rossart, l’uomo che è diventato Primo Cavaliere al posto di Jon Connington. Mi è dispiaciuto veramente tanto quando l’ho visto andarsene dalla capitale. Non lo conoscevo molto bene, ma tutti gli zii ne hanno sempre parlato molto bene e so che per un periodo è stato anche scudiero di zio Rhaegar, quindi dovevano essere molto legati. - Principessa Elia, una parola soltanto. – - Certo, Primo Cavaliere. Bambine per favore avviatevi intanto verso l’esterno, vi raggiungo subito. – - Preferirei che sentissero anche loro, ci vorrà solo un attimo. – Vedo la zia che impallidisce, ma non dice nulla. - Avete giustamente ricordato a sua grazia che vostro zio è una sua Guardia reale, ma vorrei che ricordaste anche a vostro fratello cosa abbiamo qui nella capitale e soprattutto chi. – Lo vedo allontanarsi con uno strano sorrisetto, guardando per un’ultima volta verso Rhaenys e me. - Lewyn, sono preoccupata. – - Non posso darti torto, ma non ti devi preoccupare di nulla. – - Come faccio. Quel pazzo di Rossart è arrivato a minacciare tutti noi se Doran non manderà dei soldati qui. Ho paura soprattutto per i bambini. – - Elia, mi devi credere, non arriveranno a fare nulla. Non starò mai a guardare mentre mettono le mani su di loro, al diavolo il mio giuramento! – - Lewyn, per favore, non parlare in questo modo. Se vuoi hanno minacciato anche te e la piccola Nymeria. – - Dannazione! Non si può mai stare tranquilli in questo posto. Non sarebbe mai dovuto diventare Primo Cavaliere quel pazzo di Rossart! – - Lo abbiamo sempre pensato, ma non ci potevamo fare nulla. E adesso siamo tutti in pericolo. Spero solo che le voci che dicono che lui e i piromanti stiano stipando barili di altofuoco sotto tutta la città non siano vere, se no sarebbe tutto perduto. – - Lo spero anche io, ma ormai non mi sorprenderei più di nulla. – - Adesso che cosa pensi di fare? – - Manderò quella lettera a Doran e farò entrare anche Dorne in guerra. Poi non lo so, vedremo quello che succederà nel frattempo. E tu? – - Non lo so più che cosa fare. Ormai ho perso ogni tipo di fiducia in questo ruolo, ma arriverò alla fine di questo periodo, e poi penso che accetterò l’offerta di Rhaegar e lascerò la Guardia Reale per sempre. Non ne posso più. –

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Le notizie peggiori devono comunque ancora arrivare e non tardano. Mentre il messaggero parte verso Dorne con una lettera di Elia per il fratello per far entrare anche lui in guerra, arriva una notizia che qualcuno si aspettava già da tempo alla capitale. Anche le Terre dei Fiumi entrano ufficialmente in guerra e lo fanno dalla parte dei ribelli. Lord Hoster Tully riesce a combinare il matrimonio della figlia maggiore con Eddard Stark, in sostituzione al fratello maggiore morto, ma anche della figlia minore, Lysa, con lord Jon Arryn. Poco dopo la battaglia di Tempio di Pietra si era venuto a sapere che tra i caduti c’era anche l’ultimo parente alla lontana di lord Arryn e che quindi il lord aveva bisogno di una lady fertile con cui sposarsi per quella che dovrebbe essere la terza volta. In questo modo, però, la ribellione si consolida ancora di più con un’unione non solo politica e militare, ma anche di sangue. Adesso sì che le cose iniziano a diventare difficili per tutti. Ed è proprio a questo punto che il re si decide a fare qualcosa di utile per tutti. Innanzitutto manda ser Barristan e ser Darry nelle Terre dei Fiumi alla ricerca di quella parte di esercito di Jon Connington che era sopravvissuta alla battaglia di Tempio di Pietra, ma soprattutto si decide a mandare il Lord comandante alla ricerca di Rhaegar. Era da tanto tempo che mi aspettavo questa mossa e mi era già preparato un piano per far sapere dove trovare il principe insieme ad Arthur e Oswell il prima possibile, anche perché le notizie che continuano ad arrivare dal fronte sono ogni giorno peggiori e sembra che i ribelli stiano radunando le forze nelle Terre dei Fiumi, magari in vista di una marcia verso la capitale e un possibile assedio. Il piano è sempre stato pronto e va solo messo in atto. Non ho la più piccola incertezza su questo e spedisco immediatamente il solito messaggero alla ricerca del lord comandante per fargli dare indicazioni. È sempre stato questo il nostro piano e spero solo che vada tutto bene. Sono partito da meno di una giornata, ma non so proprio dove andare. Il re mi ha mandato a cercare il principe Rhaegar, ma non so proprio dove possa essere. Il mio maggiore rammarico è stato quello di non essere riuscito a parlare con Lewyn prima di partire, perché sono sicuro che lui sa perfettamente dove si nasconde il principe. Gli è sempre stato fedele ed essendo un Martell di nascita immagino che sappia dove nascondere qualcuno per un po’ nelle terre di Dorne ed è per questo che mi sono subito diretto verso sud, sperando di trovare per strada qualcuno che avesse visto il principe passare, o anche solo Arthur e Oswell che devono per forza essere con lui. Dopo un’altra giornata di ricerche inutili, mi appresto ad accamparmi nel bosco, senza avere la più pallida idea di come portare avanti l’incarico che mi ha affidato il re, ma senza perdermi d’animo. Non riesco a capire come quei tre non siano stati visti da nessuno. Anche se nessuno di loro portava le loro normali armature, fin troppo vistose, l’aspetto del principe Rhaegar e di Arthur avrebbe dovuto farli riconoscere da lontano. Entrambi con i capelli argentati e gli occhi viola tipici della stirpe dell’antica Valyria, non sarebbe dovuto essere troppo difficile notarli, anche perché sicuramente Arthur porta ancora Alba, non se ne priverebbe mai, neanche per andare in incognito. Poi neanche troppo in incognito, in fondo Arthur è di Dorne e la strada che sto percorrendo porta proprio in quelle terre. è per questo che ho pensato fin da subito che anche Lewyn fosse coinvolto in tutto questo. Arthur può anche essere di Dorne, ma è Lewyn il principe Martell e quello con più influenza dei due. Se si sono rifugiati a Dorne non ci sono dubbi che è stato proprio Lewyn a trovare il posto dove si trovano adesso e non ho alcun dubbio che senza aiuto io da solo non lo troverei mai. Come spesso dice Arthur, si possono dire tante cose di Lewyn, ma quando si parla della sua terra, in pochi la conoscono bene come la conosce lui e non gli sarebbe stato troppo difficile trovare un piccolo castello abbandonato o una torre di avvistamento in rovina in tutta quella terra grande e per la maggior parte disabitata dove nascondere per un po’ il principe e le due guardie. Probabilmente anche la ragazza del Nord, se tutte le voci che sono arrivate alla capitale sono vere, cosa che anche io inizio a pensare. Un rumore improvviso che turba la quieta della notte mi fa mettere velocemente mano alla spada. Le strade non sono più sicure da molto tempo e questo bosco probabilmente lo è ancora meno, ma non potevo fare altrimenti, non conosco abbastanza bene il territorio qui intorno per sapere a quanta distanza ci fosse una taverna dove passare la notte. Mi giro alle mie spalle, quasi aspettandomi un’imboscata di fuorilegge pronti ad uccidermi per qualche soldo, in fondo l’esperienza con i la fratellanza del bosco del re mi ha insegnato ancora più prudenza in questi casi di quella che al suo tempo mi insegnò mio padre, solo per trovarmi davanti un ragazzo piuttosto giovane, vestito con abiti scuri, comuni, una faccia comune, non molto spaventato alla vista della mia spada. Inizio a pensare che sia veramente un bandito ma poi, guardandolo meglio, mi accorgo di averlo già visto in altre occasioni, alla corte. - Chi sei? Perché mi stai seguendo? – Ci sono pochi dubbi sul perché sia anche lui qui e la cosa inizia a non piacermi per nulla. - So che cosa vi ha chiesto di fare il re e sono qui per darvi una mano, Lord Comandante. – - Cosa sai della mia missione, dovrebbe essere segreta. – Il condizionale purtroppo è d’obbligo, visto la corte di vipere che è Approdo del Re, ma inizio anche a pensare che qualcuno abbia fatto la spia e so benissimo che tutti i miei confratelli sapevano bene dove stessi andando. Inizio a pensare sempre di più che Lewyn abbia qualcosa a che fare con tutta questa storia e la cosa non mi piace. - So che sua maestà vi ha mandato a cercare il principe Rhaegar per riportarlo alla capitale. – - E voi per caso sapete dove il principe è? – - Sì, Lord Comandante. Ho dovuto purtroppo percorrere spesso queste strade per portare delle missive al principe dalla capitale. – - Siete quindi uno dei messaggeri della capitale. Molto bene, ditemi subito dove si trova il principe Rhaegar e chi vi ha mandato a riferirgli qualunque cosa. – - Posso dirvi facilmente dove si trova il principe e se volete vi ci posso anche portare, ma ho l’ordine di non dirvi nulla su chi fosse a mandare quei messaggi. – - E di chi sarebbe questo ordine, sempre che almeno questo tu possa dirmelo. – - Lord Comandate, è stato il principe Rhaegar in persona a darmi l’ordine. – Non ci posso credere, il principe in persona ha dato l’ordine a un semplice messaggero di non dire a nessuno chi lo tenesse informato, neanche al Lord Comandante della Guardia reale, questo è un affronto al mio onore e al mio ruolo! E questo mi dà anche la quasi totale certezza che sia stato Lewyn a mantenere informato il principe di quello che stava succedendo alla capitale, in barba al suo giuramento. Questo fa crescere ancora di più la mia rabbia per tutta questa situazione. Mi sono rifiutato categoricamente di farmi accompagnare da un semplice messaggero e mi sono fatto spiegare attentamente dove sarei dovuto andare. Non è stato così difficile e la cosa ha fatto crescere ancora di più la mia rabbia, insieme alla consapevolezza del quasi mese che mi sarebbe servito per arrivare a destinazione. La strada da Approdo del Re a Dorne è lunga e puntellata da continui pericoli, ma non posso fare altrimenti. Per fortuna il posto dove sono tutti nascosti è sul confine tra Dorne e le Terre della Tempesta e quindi abbastanza agevole da raggiungere. Non mi sono mai fatto spaventare dai pericoli e dagli imprevisti che possono succedere durante un qualsiasi viaggio, ma attraversare tutto il deserto di Dorne senza un dorniano che mi indica la strada migliore non mi sarebbe mai piaciuto. Per mia fortuna il posto è abbastanza agevole e facile da trovare, una torre abbandonata e mezza diroccata sulle Montagne Rosse, proprio dopo il confine con le Terre della Tempesta, un posto che Arthur, originario di Stelle al Tramonto sul mare, non avrebbe mai potuto conoscere abbastanza bene da portare di sua iniziativa il principe lì. Sono settimane che non si hanno più notizie di alcun tipo dalla capitale ed iniziamo ad essere tutti piuttosto nervosi, ma almeno siamo contenti che Lewyn abbia obbedito a Rhaegar ed abbia smesso di mandare messaggi potenzialmente pericolosi. La principessa Lyanna è la più preoccupata da questa situazione, non sapendo quello che sta succedendo all’ultima parte della sua famiglia che le è ancora rimasta in vita, ma cerca di non darlo troppo a vedere per non far preoccupare ancora di più Rhaegar, già fin troppo suscettibile negli ultimi tempi, giustamente preoccupato per quello che potrebbe succedere alla sua famiglia rimasta ad Approdo del Re. Purtroppo il pensiero che Lewyn sia stato scoperto e ucciso non ci ha mai veramente lasciato da quando sono finite le sue lettere. Rhaegar cerca di non darlo a vedere per lasciare su tutti noi una parvenza di normalità, ma sono sicuro che è molto preoccupato. Quando scorgiamo all’orizzonte qualcuno che si sta avvicinando molto velocemente alla torre iniziamo a preoccuparci, soprattutto quando alla fine scorgiamo la faccia del Lord Comandante in sella ad un cavallo quasi schiumante per la cavalcata furiosa a cui deve averlo sottoposto per arrivare il prima possibile qui. Quando ci vede per un primo momento sembra quasi sorpreso, ma alla fine la sua espressione vira pericolosamente verso la rabbia e ci guarda come se fossimo dei fuorilegge pronti ad attaccarlo. - Lord comandate, non posso dire che è un piacere rivederla. – - Ser Arthur… non puoi nemmeno immaginare quello che provo in questo momento! Dov’è il principe Rhaegar? – la sua voce trasuda una rabbia repressa malamente e non mi è difficile immaginare quali siano le motivazioni di tutto questo. Lui è il nostro Lord comandante e noi dovremmo riferirgli tutto, ma è da troppo tempo che gli raccontiamo solo mezze verità e immagino che sia venuto a conoscenza di tutto quello che è veramente successo. - Il principe aspettava una sua venuta, purtroppo. Siete venuto a preannunciare la guerra? – - Immagino che fosse già tutto stabilito. Ormai non mi sorprenderei più di nulla da tutti voi. – - È proprio così ser Gerold. È da molto tempo che tutto questo era già stato stabilito e organizzato in ogni modo possibile. E purtroppo sapevo anche che quando vi avessi visto arrivare da quella strada l’unico motivo era che dovevamo ritornare per unirci all’esercito reale. – - Principe Rhaegar… - Il Lord comandante si è subito inginocchiato non appena ha sentito la voce di Rhaegar, ammorbidendo anche il tono duro che ha mantenuto con noi. - Penso che voi abbiate molte domande che aspettano una risposta valida da parte mia e sono pronto a darvi tutte le risposte che vi spettano. Spero solo che dopo rivaluterete il vostro atteggiamento nei confronti dei vostri confratelli. Hanno fatto tutto questo per mio ordine, non per mancanza di rispetto nei vostri confronti. – Sono grato a Rhaegar per le parole che ha detto al Lord comandate, ma non mi aspetto che perdoni tutte le bugie e mezze verità che gli sono state dette da molti di noi per più di un anno così facilmente. - Prima che ci ritiriamo per parlare con calma in privato, posso chiedervi se la mia famiglia sta bene? – La domanda di Rhaegar è innocente, ma il fatto che l’abbia fatta qui fuori, dove anche noi possiamo sentire subito la risposta ha un significato molto profondo. Rhaegar sa benissimo che anche noi abbiamo lasciato qualcuno di caro alla capitale e che siamo impazienti di conoscere quello che è successo in questo periodo. - Certo mio principe. Stanno tutti abbastanza bene, nonostante tutto. La principessa Elia è stata la roccia della sua famiglia in questo brutto periodo. La principessina Rhaenys cresce e diventa ogni giorno più simile a lei e il piccolo principe Aegon diventa ogni giorno un bambino più bello e buono. La piccola Nymeria sta bene e cresce testarda e forte come il padre. – - Molto bene, ser Gerold. Prego, si accomodi dentro, penso che abbiamo molto di cui parlare. – - Penso anche io. – Detto questo spariscono tutti dentro la torre lasciando me e Oswell fuori a pensare. Le notizie da casa ci rincuorano molto e ci fa piacere scoprire che, nonostante tutto quello che è successo, i bambini ed Elia stanno bene. Non avevamo molti dubbi, in fondo rimangono tutti principi e principesse, ma non si può mai sapere con il re. Almeno però così siamo sicuri che non si sia accanito con la famiglia del figlio per tutto questo tempo che Rhaegar ha passato lontano dalla corte. È proprio qui che ci trova la principessa Lyanna, felici e grati delle notizie arrivate dalla capitale, ma preoccupati di quello che la presenza del Lord comandate significa. La principessa è molto pallida, ma ci riserva un sorriso sincero. - Ho sentito dell’arrivo di ser Gerold. Immagino che sia arrivato a portare la guerra. – - Purtroppo è così, principessa. Non l’ha ancora detto in maniera ufficiale, ma non ci sono altre possibilità. Immagino che alla fine la guerra sia arrivata anche a noi. – - Non voglio vedervi morire per una cosa così stupida. Voglio che siate tutti con noi e facciate da zii anche al piccolo. – Dice toccandosi il ventre. Qualche giorno fa ci ha dato la bellissima notizia di essere incinta e la cosa è riuscita a rallegrare tutti noi, soprattutto Rhaegar. Ma adesso immagino che le cose saranno più difficili. Rhaegar non se la sente ancora di portare Lyanna a corte e questo significa che almeno uno di noi non tornerà alla capitale per andare a combattere e purtroppo mi posso immaginare anche chi sarà a rimanere qui con la principessa e il piccolo che deve ancora nascere e la cosa non mi piace per nulla, ma capisco le ragioni che spingeranno Rhaegar verso questa scelta. - Principessa, non dovete crucciarvi, andrà tutto bene e presto saremo tutti riuniti alla capitale. – - Non so cosa sperare. Tutto quello che rimane della mia famiglia è dall’altra parte dello schieramento, ma non voglio che Rhaegar muoia. – - Non dovete preoccuparvi di questo. Quando vinceremo, la vostra famiglia verrà risparmiata dal principe, non dovete dubitarne. Vostro fratello è sceso in guerra per un motivo e quando scoprirà che quel motivo non era davvero così, sarà perdonato dal principe e potrà tornare a Grande Inverno con il suo onore intatto. Mi rammarica solo che alla fine non si sia sposato con mia sorella Ashara. Al torneo di Harrenhal si erano avvicinati tanto e voi mi avete detto solo bene di lui, sarei stato più che lieto di averlo come suocero, ma immagino che sarà contento lo stesso con la sua nuova moglie. – - Lo immagino anche io, non la conosco molto bene, lady Catelyn, ma da quel poco che ho potuto a Delta delle Acque renderà molto felice mio fratello Ned. – - Sono comunque contento per lui e per voi. Non dovete mai dubitare di quello che potrebbe succedere alla vostra famiglia alla fine di tutto questo. – - Grazie, ser Arthur. Siete un uomo d’onore.

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Il principe e il Lord comandante escono dalla torre e ser Gerold è molto più tranquillo di quando è entrato. Immagino che Rhaegar gli abbia spiegato tutto nei dettagli e che in qualche modo lui abbia capito. Per quanto non legato a Rhaegar come alcuni di noi, ser Gerold gli vuole molto bene e lo ha visto crescere più di tutti e quindi gli è affezionato. Le parole scambiate prima con la principessa le ho dette convinto, ma sono comunque preoccupato per quello che succederà in futuro. In questo periodo abbiamo cercato di fare programmi per quello che succederà, ma non è stato facile e la preoccupazione di tutti per i nostri cari rimasti alla capitale ha reso tutto ancora più difficile. - Molto bene, adesso che ci siamo tutti, possiamo parlare di quello che avverrà. – Rhaegar è andato subito al dunque. Appena ci siamo tutti accomodati intorno al tavolo dentro la torre, ha preso la parola. - Ser Gerold mi ha spiegato per bene quello che sta succedendo, e non voglio mentirvi, le cose sono difficili. I ribelli stanno collezionando una vittoria dietro l’altra e stanno arrivando a minacciare direttamente la capitale. Ser Gerold, di pure a tutti quello che mi hai riferito prima. – Il racconto del Lord Comandante è terribile. A quanto pare le battaglie sono state tante, lunghe e difficili, ma soprattutto quasi tutte a discapito della corona e il re ha fatto delle scelte sempre meno comprensibili. Quando Gerold arriva alla parte in cui parla dei Primi Cavalieri che si sono susseguiti, la cosa si fa quasi grottesca. Non posso dire che mi dispiaccia troppo per il povero Jon Connington, non sono mai stato troppo legato a quel ragazzo un po’ troppo pieno di sé, ma sono più che sicuro che non si meritasse quello che il re gli ha fatto. Non lo conosco così bene, ma l’ho sempre visto come un ragazzo un po’ troppo pomposo che faceva di tutto per mettersi in mostra e dimostrare sempre di essere il migliore, soprattutto a Rhaegar, di cui forse provava più che semplice ammirazione. Per molto tempo mi è stato anche simpatico, prima di scoprire l’idea non proprio edificante che aveva della principessa Elia e di tutti quelli che fanno parte della cerchia ristretta di amicizie e conoscenze di Rhaegar. Solo per Lewyn, che in parte ha fatto da padre e mentore anche a lui per un periodo, ha sempre avuto parole buone, ma per nessun altro che non fosse Rhaegar. Come tutti nella torre posso anche io immaginare quello che deve aver pensato di fare a Tempio di Pietra. Ser Jon non era una persona che amava troppo la violenza gratuita e sicuramente non voleva che ci andassero di mezzo dei civili innocenti, per cui non ha deciso di radere al suolo la cittadina, come probabilmente sarebbe stato meglio che facesse, ma soprattutto magari pensava anche di mettere fine alla ribellione tutto da solo, anche per mettersi in luce con Rhaegar stesso, e magari voleva sfidare in singolar tenzone lo stesso Robert Baratheon e vincerlo. Quando il Lord comandante arriva a dirci che quel pazzo invasato di Rossart è diventato il nuovo Primo Cavaliere a Rhaegar viene quasi un colpo. Tutto ci aspettavamo dal re, ma questo proprio speravamo di no. Solo al re piace quel pazzo alchimista piromane, ma ormai non possiamo farci più nulla. Le notizie del Lord comandante si fermano a più di un mese fa, e nel frattempo speriamo solo che non sia successo nulla di male a tutti quelli rimasti alla capitale. - Ho lasciato Lewyn a comanda della Guardia reale mentre sono via, spero solo che non sia successo nulla in questo ultimo mese. – - Abbiamo un piano anche in questo caso, non abbiamo lasciato nulla al caso. In caso Lewyn dovesse morire, la città assediata o cose di questo genere, c’è sempre un messaggero pronto a partire. – - Non voglio tornare su questo argomento, per favore. Adesso come ci comportiamo? – - Semplice, non possiamo fare altrimenti. – - Ci metteremo un mese per tornare alla capitale. Spero che nel frattempo i ribelli non arrivino prima di noi. – - Lo spero anch’io, ma sarò il solo che tornerà. Voi tre resterete qui con la principessa Lyanna. – - Cosa!? – L’espressione di tutti noi tradisce la nostra sorpresa. Io mi ero già immaginato che sarei dovuto rimanere qui con la principessa, ma mai avrei immaginato che saremmo rimasti tutti e tre. - Principe, capisco che voglia proteggere la principessa, ma non serve far rimanere tutti e tre qui, ne basta uno solo. Noi serviamo in guerra. – - No, voi mi servite qui, con la principessa e mio figlio. – Ser Gerold non è per nulla felice della risposta del principe, ma cerca di non darlo troppo a verde. Io sono solo sorpreso, non mi aspettavo una cosa del genere. Oswell non ha ancora detto una sola parola di tutta questa situazione, ma sembra tranquillo. La mattina dopo, alla partenza di Rhaegar, la tensione si può tagliare con il coltello. Ser Gerold non ha osato ribattere l’ordine ricevuto, ma si vede da lontano che non è felice di rimanere qui e non dare una mano in guerra. Io potrei dire la stessa cosa, ma ero già abituato all’idea che sarei rimasto qui alla torre in caso di partenza. Rhaegar ha sempre voluto far rimanere qui qualcuno in caso la guerra finisse male, anche per proteggere la sua famiglia e io sapevo fin dall’inizio che quel qualcuno sarei stato io, legato per vari motivi sia ad Elia e i principi alla capitale, sia alla principessa Lyanna. L’unica cosa che mi dispiace veramente in tutta questa storia è non stare vicino a Rhaegar quando incontrerà Robert Baratheon e proteggerlo. Rhaegar cerca di non farlo vedere, ma anche lui è teso. Non gli è mai piaciuto combattere, ma sa bene che tutto questo si può risolvere solo in questo modo, non ci sono alternative. Ormai i ribelli non si fermerebbero neanche nel caso si scoprisse la verità sul “rapimento” della principessa, anche perché non è più solo quello il motivo. È un lungo viaggio di ritorno attraverso un regno in guerra. In queste terre, a differenza di altre, non ci sono stati scontri e la gente comune non ha avuto ripercussioni, ma le sue conseguenze si fanno comunque sentire. Nelle cittadine che incontro nel mio cammino per tornare a nord, le persone sono poche e di poche parole. La diffidenza verso chi non si conosce, ma è ben armato, è una costante. Nessuno è stato risparmiato in questo momento e la cosa mette tristezza. Viaggio celando chi sono per fare più in fretta, ma la diffidenza con la quale vengo accolto nelle locande la sera è veramente triste. Più mi avvicino alla capitale, più i miei pensieri corrono alla torre di Dorne dove ho lasciato una parte di me. La felicità che ho provato quando Lyanna mi ha annunciato che aspettava un bambino è stata indescrivibile. Ho già due bambini e quindi non pensavo di provare di nuovo un’emozione del genere, ma questa volta è stata una cosa ancora più bella delle precedenti. Quando Elia è rimasta incinta di Rhaenys e soprattutto dopo di Aegon, la mia felicità è stata immensa, ma in parte offuscata dalla preoccupazione per le condizioni di Elia, troppo fragile perché la gravidanza non potesse comportare dei rischi, soprattutto con Aegon, dopo aver visto in che condizioni si era ridotta con il parto di Rhaenys. Nonostante la mia smania di avere tre figli per poter adempiere alla profezia che lessi quando ero solo un bambino, dopo aver visto le condizioni di Elia dopo aver partorito Rhaenys, mi sarei anche accontentato di avere solo lei, me ne sarei in qualche modo fatto una ragione pur di non far subire ad Elia un secondo parto con il rischio di perderla. Nel nostro rapporto può non esserci mai stato l’amore, ma lei è stata una delle prime a vedermi per quello che ero realmente, ad andare oltre alla corona e cercare veramente di conoscermi per come sono e per l’uomo che sarò, e non vedermi solo come una testa coronata. Certo, qualcuno ha anche affermato che essere principessa di Dorne le ha dato un certo vantaggio, ma io non l’ho mai pensato seriamente, ma è stata Elia stessa a dirmi che lei voleva assolutamente un altro bambino, per darmi finalmente l’erede maschio che tutta la corte voleva. Approdo del Re, questa città mi mette sempre maggiore ansia tutte le volte che la vedo. Dovrei sentirla come una casa, come il posto dal quale regnerò come sovrano una volta che mio padre sarà morto, ma non ci riesco. Non mi sono mai trovato a mio agio tra le sue mura, e, da quando mi sono trasferito a Roccia del Drago per prendere il mio posto da erede al trono, la città mi piace anche meno di prima. In pochi ci credono quando dico che mi sento più a mio agio a Roccia del Drago che qui alla capitale, ma è proprio così. Troppe formalità sono intrise in questo luogo e la corte di mio padre non aiuta per nulla. Asservita ad un formalismo assoluto, non vede neanche tutto il male che il re sta facendo. Ser Gerold mi ha raccontato molte cose di quello che è successo in questi mesi e sono orripilato da quello che ho sentito. Lord Merryweather era un brav’uomo, anche se un po’ troppo compiacente verso mio padre e la sua condanna all’esilio mi è dispiaciuta, ma ancora peggio è stato scoprire quello che è successo a Jon. Per carità non ho mai ricambiato in alcun modo quello che lui provava nei miei confronti, anzi fin da subito ho messo dei paletti molto ben definiti tra noi due, ma Jon rimaneva comunque un mio buon amico e il suo esilio mi ha fatto male. Sono stato d’accordo con tutti nel pensare che sia stato troppo affrettato nel suo piano di battaglia contro Tempio di Pietra e che avrebbe dovuto pensare prima di agire, ma sono anche convinto che sia impossibile che fosse in combutta con i ribelli. Jon è un uomo d’onore e sono sicuro che il suo piano finale fosse quello di sconfiggere Robert Baratheon in singolar tenzone e poi di portare la sua testa a mio padre, come regalo. Il Lord comandante ha cercato di non esporsi troppo nei commenti, ma quello che pensa comunque si è capito bene, soprattutto quando ha parlato degli ultimi periodi nella capitale e di quello che il re sta facendo subire alla mia famiglia e alla piccola Nymeria. Ser Gerold non era presente di persona al rogo degli Stark e non ho ancora avuto il coraggio di dirgli della corrispondenza serrata che ho avuto con Lewyn, ma quello che mi ha raccontato mi ha fatto venire i brividi. Non voglio nemmeno immaginare quello che hanno passato le bambine dovendo assistere ad uno spettacolo del genere, e sono solo contento che in qualche maniera Lewyn ed Elia siano riusciti a rassicurarle. - Principe Rhaegar, è un piacere rivederla. – - Anche per me, ser Willem, anche se le circostanze non sono delle migliori. – Ser Willem mi fa un sorriso di circostanza ma non aggiunge nulla. Continua a far saettare lo sguardo da una parte all’altra, come se cercasse qualcuno. - È successo qualcosa? – - No, principe, niente. Siete venuto da solo? – Ecco cosa stava cercando. - Esatto. – - È successo qualcosa ai suoi compagni di viaggio? – Sorrido pensando al fratello di ser Willem, Jonothor, che fa parte della Guardia Reale. A volte fanno proprio gli stessi discorsi. - Niente di particolare, sono rimasti a fare la guardia a una cosa di enorme importanza. – - Capisco. Il re vi aspetta nella sala del trono. – - Molto bene. – Mi congedo velocemente da ser Willem e vado verso la sala del trono con un miscuglio di emozioni in testa che la metà basterebbe. Non so più cosa pensare di mio padre e le ultime notizie che ho avuto non mi possono rincuorare, ma devo prendermi la responsabilità di quello che è successo e cercare di appianare i dissapori con lui, almeno per il momento. A guerra finita le cose cambieranno molto velocemente, ma ancora c’è molta strada da fare e persone da proteggere, prima fra tutte Lyanna e il bambino che porta in grembo. Non ho nessuna intenzione di dire a mio padre del mio matrimonio, è troppo presto. - Finalmente ti degni di tornare qui. – Non faccio neanche in tempo ad entrare che mio padre mi aggredisce. Almeno ha avuto il buon gusto di farlo senza testimoni. Siamo quasi soli, c’è solo ser Jamie di guardia. Per fortuna non c’è Rossart, non ho la forza di affrontare mio padre in sua compagnia. - Padre. Sono tornato per prendere il mio posto a capo dell’esercito contro Robert Baratheon. – - C’è voluto fin troppo tempo, mi sembra. Se il tuo posto a capo dell’esercito reale era così importante non saresti scomparso con quella troia del Nord. – - Adesso sono tornato e questo è l’importante. – - Non hai neanche il coraggio di negarlo! – - Come tu non puoi negare che sono state le tue azioni a iniziare questa guerra! – - Come osi parlarmi in questo modo. Sei mio figlio, ma io sono il re! – - Se vai avanti in questo modo non sarai più il re di nulla! Con le tue azioni hai scatenato la peggiore ribellione dai tempi di Daemon Blackfire, te ne rendi conto! – - Che cosa dovevo fare, secondo te, lasciare quei traditori impuniti! – - Non arderli sul fuoco! Rickard Stark era pur sempre il protettore del Nord! – - Quel che è fatto è fatto. Adesso dobbiamo solo prepararci alla battaglia. – - E come pensi di prepararti. Mezzo regno è in rivolta e quei pochi alleati che ci rimangono non sono sufficienti. – - Non è vero! Finalmente Dorne ha mandato diecimila soldati a rinforzare il nostro esercito. Abbiamo una forza di circa quarantamila unità. È impossibile che i ribelli ne abbiano altrettante. – - E lord Tywin? Quanti uomini ha mandato? – - Nessuno, quel traditore! Quando tutto questo sarà finito lui e tutta la sua stirpe faranno una brutta fine! – - Padre! Non possiamo inimicarci anche le Terre dell’Ovest! Ti prego, manda un messaggio a lord Tywin, chiedigli di aiutarci! – - Non mi abbasserò mai a pregare un suddito di aiutarmi! – - Allora non pregarlo! Appellati alla vostra antica amicizia! Avete combattuto insieme altre volte! – - Potrei anche fare un tentativo! E se mai dovesse presentarsi magari risparmierò i suoi maledetti figli quando tutto questo sarà finito! – - Certo, padre! Ora, se volete scusarmi, vorrei andare a salutare la mia famiglia. – Il re non mi guarda neanche più e così posso ritirarmi, con una pesantezza nel cuore che non avrei mai pensato di avere. La notizia dei diecimila dorniani che si sono uniti all’esercito reale mi impensierisce e non poco, ma non posso farci nulla. Ho quasi paura di rivedere Lewyn e di scoprire come il re è riuscito a farseli mandare.

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Le camere di Elia e dei bambini sono vuote, ma una serva di passaggio mi ha detto che posso trovare la mia famiglia nel cortile del castello dove, a quanto mi ha detto, passano molto tempo. Quando li vedo tutti lì in giardino, tranquilli, che chiacchierano e sorridono, mi sento rinascere. Questo periodo è stato un miscuglio di cose tutte insieme, ma loro rimangono pur sempre la mia famiglia. Posso non amare Elia come Lyanna, ma rimane pur sempre la mia migliore amica e la mia confidente più cara, per non parlare dei bambini. Non so neanche come descrivere quello che provo per Rhaenys, Aegon e anche per Nymeria, che, pur non essendo mia figlia di sangue, un po’ è come se fosse entrata a far parte della famiglia. -        Padre! – Rhaenys è la prima a vedermi e a correre da me, buttandosi letteralmente tra le mie braccia. Sorrido felice mentre le accarezzo i capelli e intanto vedo che anche Elia mi si è fatta vicina con in braccio il piccolo Aegon, mentre Nymeria è rimasta più indietro e mi guarda sorridendo, ma restando a distanza in piedi, accanto a un Lewyn sorridente ma cupo. -        Rhaegar, sei tornato! – -        Non te ne andrai di nuovo, vero? – La voce di Rhaenys mi arriva titubante e un po’ incrinata. -        Purtroppo piccola, presto dovrò ripartire. – -        Perché!? – -        È la guerra, amore mio, non posso fare altrimenti. – -        Ma così finirai come tutti quelli che sono partiti e non tornerai più da noi. – -        Non dire così, amore, non succederà. Mi hai visto in torneo, non posso perdere. – Rhaenys mi guarda con un piccolo sorriso. Ha creduto alle mie parole, ma a me ha fatto male pronunciarle. Le ho fatto una promessa che purtroppo non posso mantenere, ma non posso dirle la verità, si spaventerebbe troppo. Elia è sempre lì che mi sorride con in braccio il piccolo Aegon che mi guarda meravigliato con i suoi bellissimi occhi viola che assomigliano sempre più a quelli di mia madre, ne deve essere veramente felice. Lascio Rhaenys per prenderlo in braccio e lui mi sorride felice, non so come faccia, ma sembra riconoscermi. Finalmente si avvicinano anche Nymeria e Lewyn e posso salutare anche loro. Non mi sono accorto che mi erano mancati tanto finché non me li sono trovati tutti qui davanti. -        Zio Arthur e zio Oswell non sono tornati? – -        No, piccolina. Sono rimasti a fare una cosa molto importante. – -        Quindi se partirai per la guerra, zio Arthur non ci sarà? Ha sempre detto di non preoccuparci perché lui ci sarebbe sempre stato per te. – -        Lo so, ma quello che deve fare è molto importante. E so che anche qualcun altro ha avuto un ruolo molto importante qui. – Vedo Nymeria sorridere felice guardando verso Lewyn, che fa un sorriso di circostanza e non dice una parola. Sono contento che ser Gerold abbia scelto lui come suo rimpiazzo temporaneo nel ruolo di Lord comandante, se lo merita perché è il più anziano rimasto e per quello che ha sempre dimostrato in questi anni di servizio. -        Sì, papà è diventato il capo delle guardie da quando zio Gerald è partito. Ma il re non era contento. – Le parole di Nymeria non mi sorprendono più di tanto, visto quello che mio padre pensa di tutti i dorniani, ma la faccia scura di Lewyn mi mette in guardia che le parole apparentemente innocenti di Nymeria forse nascondono qualcos’altro sotto. -        Vorrà dire che io sono contento per entrambi. – Nymeria fa praticamente i salti di gioia, ma l’espressione di Lewyn è quella che mi mette più ansia. Tutto questo periodo deve essere stato veramente difficile per lui, ed ho paura che inizi a pensare ad un futuro diverso da questo una volta che tutto sarà finito. Non lo obbligherei mai a mantenere il mantello bianco se questo non fosse più quello che vuole, ma ne sarei molto dispiaciuto.   Quella sera raggiungo Lewyn direttamente in una camera mentre cerca di consumare il pavimento andando avanti a indietro cercando di calmarsi un po’, ma senza successo. -        Lewyn, stai consumando il pavimento. – Cerco di apparire calmo e fargli passare la tensione, ma senza successo. La rabbia che vedo nei suoi occhi neri come la pece dice tutto. -        Come faccio a stare calmo, tu non c’eri durante questo periodo, non sai quello che è successo. Neanche ser Gerold può averti raccontato tutto, non sa neanche metà della storia. – -        Lewyn, per favore, cerca di ragionare con calma. – -        Non ce la faccio, Rhaegar. Tutto questo ha messo in seria discussione tutti i miei principi. E non mi riferisco certo a quello che ho fatto per te, magari fosse solo quello il problema. – -        Ne rimane comunque una buona fetta. E non avrei mai dovuto chiedertelo, mi rincresce molto. – -        Rhaegar tu non vuoi capire! – La rabbia che sento nella sua voce mi fa paura. Lewyn è sempre stata una persona calma e pacata e non l’ho mai sentito alzare la voce con nessuno. Non posso neanche immaginare quello che sta passando in questo momento. -        Prova a spiegarmelo, allora. Se non posso capirlo ti posso ascoltare. – -        Ascoltare cosa? Cosa ti dovrei dire? – -        Come mai stai consumando il pavimento, magari. O cosa voleva dire il discorso di Nymeria prima. – -        Non so neanche da dove cominciare. – Lo vedo continuare a camminare velocemente e a scatti con fare ancora più rabbioso, ma ad un certo punto si ferma, si gira e mi guarda con occhi quasi sperduti. -        Sapevo fin da quando abbiamo messo in piedi questo piano quale sarebbe stato il mio ruolo in tutto questo e l’ho accettato di buon grado, anche se avrei preferito venire con voi. Dopotutto era la cosa più sensata, no? Elia rimane mia nipote e quindi anche i bambini sono di famiglia, non sarebbe sembrato sospetto un mio avvicinamento alla tua famiglia nel momento in cui fossi mancato e la presenza di Nymeria ha facilitato le cose, almeno in teoria. – -        Allora qual è il problema? Hai fatto un ottimo lavoro. – -        Non è vero, sono stato un fallimento sotto ogni punto di vista. – -        Non è vero, Elia e i bambini stanno bene, non potevi fare nulla di diverso. – -        Avevi anche detto di cercare di evitare inutili stragi e invece non ci sono riuscito e per colpa mia è scoppiata la guerra! Sono responsabile di tutti i morti che ci sono stati. – -        Lewyn, non puoi pensarlo seriamente. Le morti che ci sono state sono colpa di mio padre e della guerra! – -        Ma io non ho fatto nulla per impedirlo! – -        E che cosa potevi fare? Nessuno avrebbe mai prestato attenzione all’opinione di una Guardia reale. Dimmi, quanto è riuscito a fare ser Gerold? – -        Niente, ma questo non significa nulla! – -        Invece sì. Ti stai dando delle colpe che non hai! – -        Forse hai ragione, ma continuo a pensare che avrei dovuto fare di più. – -        E io ti dico che hai fatto tutto quello che potevi. Elia e i bambini stanno bene e non è successo nulla di irreparabile. Quando la guerra sarà finita risolveremo anche gli altri problemi. – -        Sempre che finisca bene. – -        Non sei molto ottimista. – -        Per nulla. Ho conosciuto molte battaglie e questa situazione non finirà mai bene, anche se dovessimo sconfiggere i ribelli, Rhaegar. Robert Baratheon ha messo in piedi un esercito composto da molti regni uniti e i suoi più importanti sostenitori sono legati a lui da legami di sangue ormai. Non è una cosa che si può scindere così facilmente. Anche se dovessi vincere, e non è una cosa scontata visto come siamo messi, quei legami rimangono e le conseguenze di tutto questo ce le porteremo dietro per molti anni ancora. – -        Non puoi pensare ora a quello che succederà tra dieci anni, pensiamo un giorno alla volta. Arriviamo alla fine di questa guerra e poi troveremo il modo di risolvere i problemi con i lord ribelli. Non sono Bloodraven, non ho alcuna intenzione di uccidere i ribelli e poi non posso fare del male alla famiglia di Lyanna. – Vedo Lewyn calmarsi piano piano. I suoi movimenti si fanno meno scattanti a alla fine si siede, come ad accettare le mie parole di conforto. -        Ho quasi paura di chiederti come ha fatto il re a farsi mandare quei diecimila soldati dorniani. Elia mi ha detto fin da subito che voleva tenere fuori da tutto questo la sua famiglia ed io ero d’accordo. – -        Lo so, ma non poteva fare altrimenti, esattamente come Doran. Il re ha minacciato lei, i piccoli, Nymeria e quel pazzo di Rossart ha minacciato anche me. – -        Cosa diavolo è successo! – -        Poco prima che ser Gerold partisse per venire a rintracciarti a Dorne tuo padre ha fatto chiamare Elia e i bambini nella sala del trono per avere “informazioni” sul perché suo fratello non avesse ancora mandato uomini a rinforzare la causa del suo re. Elia ha cercato di mantenere i toni neutri ricordando anche che io sono una Guardia reale, ma il re non ha voluto sentire ragioni. E poi Rossart ha minacciato sia me che Nymeria di ripercussioni in caso non fossero arrivati dei rinforzi sostanziali da Dorne. Ormai è passata una settimana da quando sono arrivati e il re mi ha informato che sarò io a guidarli nella battaglia che verrà. Sta aspettando solo il ritorno di Barristan e Jonothor che sono alla ricerca dei superstiti della battaglia di Tempio di Pietra nelle Terre dei Fiumi e poi manderà tutto l’esercito al completo contro i ribelli che a quanto pare si stanno ammassando sul Tridente. – -        Sì, ho sentito le voci. Cosa intendi fare? – -        Cosa posso fare se non il mio dovere! Porterò il mio popolo alla morte in una guerra inutile e poi, appena potrò, abbandonerò per sempre questo mantello bianco! – -        Appena sarà possibile, Lewyn, appena sarà possibile, farò in modo che tu ed Arthur possiate farlo in tranquillità, ma come Arthur voglio che anche tu rimanga per aiutarmi a governare. Non posso farcela senza nessuno di voi due. – -        Sai che non ti abbandonerei mai, Rhaegar! Rimarrò a darti una mano, ma non chiedermi di rimanere nella Guardia Reale, non ci credo più, non come un tempo almeno. – -        Non mi interessa, possiamo sicuramente trovare un altro incarico altrettanto prestigioso, ma non posso fare a meno dei tuoi consigli. – Lo sguardo finalmente tranquillo di Lewyn finalmente tranquillizza anche me.   Alla fine il momento è arrivato, purtroppo, dobbiamo fare tutti il nostro dovere e scendere in guerra, non ci sono alternative. Mio padre si è arrabbiato molto quando ha scoperto che Arthur, Oswell e ser Gerold non sono tornati con me e che non sarebbero stati disponibili per questa battaglia, che purtroppo inizio a pensare che sarà quella decisiva per le sorti della guerra, sia in una direzione che nell’altra. Ser Barristan e ser Jonothor sono tornati una settimana dopo di me con quel poco di esercito che si è salvato dalla battaglia di Tempio di Pietra e dal successivo inseguimento da parte dei ribelli. Quando li abbiamo visti tornare ci saremmo aspettati molte più persone, anche per via del numero di uomini che era partito, ma in realtà sono tornati solo in circa duemila, tutti stremati e alcuni non in condizione di continuare, ma ormai quel che è fatto è fatto e ci dobbiamo accontentare di quei pochi uomini che sono rimasti all’esercito reale. Non siamo pochi, circa quarantamila unità, ma rimane il fatto che i ribelli, che sono sicuramente di meno, sono più agguerriti e più preparati a quello che succederà sul campo di battaglia, senza contare che sembra che la battaglia campale si terrà nelle Terre dei Fiumi, dove gli uomini al comando di lord Tully saranno avvantaggiati.   La sera prima di partire è tesa. Mi sono ritirato presto dalla “cena ufficiale” che mio padre ha dato per augurare buona fortuna agli uomini che stanno per partire per combattere. Elia è preoccupata, ma cerca di non darlo a vedere, per non far preoccupare anche me, ma senza grande successo. -        Elia, guardami, per favore. – Quando si gira, i suoi occhi rossi fanno quasi spavento. -        Non succederà nulla. Presto torneremo a staremo insieme. – -        Non lo puoi sapere, Rhaegar! – -        Invece sì, andrà tutto bene. – -        Non ci riesco, non riesco ad essere ottimista, non questa volta. Partite tutti quanti, non rimane nessuno di cui mi possa fidare in questo posto e non so come fare con le bambine. Se dovesse succedervi qualcosa… - -        Non ci succederà nulla. – -        Non lo puoi sapere. – -        Ti dico che sarà così, finirà tutto presto e bene e torneremo per restare finalmente tutti insieme. – -        Ho paura, Rhaegar, paura non solo per me, lo sai. E se facessero del male ai bambini? Parte anche Lewyn, non ci sarà nessuno a proteggerci da tuo padre. – -        Mio padre non vi farà mai del male. – -        Ma se dovesse succedere il peggio non puoi sapere neanche te che cosa potrebbe partorire la sua mente malata. E se non dovesse farne a noi, potrebbe sempre farne alla piccola Nymeria, in fondo lei non è nulla per lui e Rossart l’ha già minacciata. – -        Elia, ti prego, non piangere. Non voglio andare via con questa ansia nel cuore. – -        Ti prego, fai attenzione. E torna a casa da tutti noi. Non ti chiedo altro. – -        Lo farò. Te lo prometto. E anche Lewyn tornerà a casa. – Elia mi fa un sorriso stentato, ma almeno ci prova. Dà ancora una volta prova del suo carattere forte e sicuro cercando di tenere a bada la paura che la pervade. Mi fa male fare questi discorsi con lei, ma so che le sue paure sono purtroppo fondate. Non ci si può fidare di mio padre o di Rossart e quando, domani, sia io che Lewyn partiremo con l’esercito, tutti loro resteranno da soli e senza nessuno a proteggerli. Ho cercato di convincere mio padre a far rimanere Lewyn alla capitale per proteggere tutti, ma non c’è stato verso e la presenza dei soldati dorniani non ha aiutato. Il re ha deciso che ser Jamie resterà e che le altre tre Guardie reali rimaste verranno con me in guerra. Ho provato in tutti i modi di fargli cambiare idea, ma senza riuscirci. Anche ser Jamie era molto dispiaciuto, ma non ha potuto farci nulla. Dall’alto dei suoi diciassette anni avrebbe voluto vedere una battaglia vera e propria ed era anche emozionato all’idea, ma invece deve rimanere qui ed io penso che mio padre lo faccia anche per tenerselo vicino in caso suo padre volesse passare dalla parte dei ribelli. Alla fine mio padre si è deciso a mandare quelle famose lettere a lord Tywin per cercare in lui un alleato, ma nessuna risposta è mai arrivata.

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


La mattina dopo il cielo è grigio e promette pioggia. Sembra quasi che il cielo stesso stia presagendo quello che sta per succedere, come se la tensione non fosse già sufficientemente alta. il re non si è neanche presentato, ma tutta la corte sì. Tutti cercano di darsi un contegno per evitare di far vedere la paura che attanagli i cuori, ma non è facile. Sono tutti silenziosi e tetri, ma cercano di mostrare dei sorrisi di circostanza per mantenere le apparenze. C'è tutto l'esercito al completo che sta partendo per la guerra e il momento è solenne. Negli occhi di tutti c'è però la consapevolezza che non tutti questi uomini che partono torneranno e il pensiero va inevitabilmente alle conseguenze della battaglia. Rhaegar vuole dare un'immagine forte, per farlo credere anche a quelli che rimangono qui, soprattutto donne e bambini. Ė stato il primo a scendere nel cortile del castello, armato di tutto punto con noi Guardie reali di fianco, tuti pronti ad andare a combattere insieme. Ha guardato uno ad uno gli uomini arrivare e prendere il loro posto, pronti a partire e ne ha salutati la maggior parte, cercando sempre di apparire tranquillo e rilassato, per far vedere che la battaglia imminente non lo preoccupa. Ė stata un'abile mossa politica la sua ed è stata anche efficace. La gente lo ha visto come un uomo risoluto che non si fa scalfire da nulla, andando a rinsaldare la loro fedeltà nei suoi confronti. Elia è qui con tutti i bambini. Rhaenys, orgogliosamente vestita di rosso e nero, dimostra di essere la degna figlia di suo padre. Si staglia orgogliosa accanto alla madre e mostra un sorriso quasi sincero, come se fosse sicuro che tutti quegli uomini torneranno dalla battaglia imminente. Nymeria è più cupa, ma comunque sorridente. Si è vestita interamente di bianco, quasi a sottolineare ancora una volta di chi è figlia, ma il suo sorriso non riesce ad arrivare ai suoi occhi viola. Anche Elia è vestita di rosso e nero, esattamente come la copertina che copre il piccolo Aegon, che dorme beato tra le braccia della madre. Questa è una delle prime volte che Elia lo porta fuori dalla Fortezza Rossa per un evento ufficiale e sono in molti gli uomini che si sono girati a guardare nella loro direzione, attratti dalla bellissima immagine di calma e tranquillità che tutti loro stanno dando, come a dimostrare ancora una volta che tutto questo non influenza in alcun modo la vita della futura regina dei Sette Regni né dei suoi figli. Un'immagine semplice, ma potente, esattamente quello che Rhaegar voleva.   Sono emozionata ma anche molto preoccupata. Siamo di nuovo in questo cortile a salutare un altro gruppo di persone che partono per la guerra, ma questa volta è diverso, questi non sono semplici persone che partono, questi sono papà, zio Rhaegar, zio Barristan e zio Jonothor e la consapevolezza che potrebbero non tornare è terribile. Non posso neanche immaginare la mia vita senza anche uno solo di loro e questo mi fa avere un sorriso molto tirato, quasi innaturale. Zia Elia e Rhaenys, invece, sembrano molto più serene e il loro sorriso sembra così naturale. In questo momento vorrei tanto avere la loro sicurezza, ma non ci riesco. Non riesco a non pensare a tutti quegli uomini che stanno partendo, senza sapere in quanti torneranno, e con la consapevolezza di quanto angoscianti saranno questi giorni, senza avere notizie, sempre con il timore che sia successo qualcosa di male. È solo nel momento in cui Rhaenys vede il padre e tutti gli altri salire a cavallo ed iniziare a muoversi per uscire, che si incrina veramente il contegno che ha cercato di mantenere per tutto il tempo. Non piange, ma il suo sorriso svanisce miseramente e la sua espressione si fa cupa, come se avesse finalmente capito che non tutti quegli uomini sarebbero tornati. Stavolta non abbiamo il coraggio di guardarci negli occhi prima di rientrare nella fortezza e zia Elia nota il nostro turbamento.   La strada è lunga e faticosa. Un esercito di quarantamila persone non è semplice da spostare velocemente e ad una certa velocità lungo diversi tratti di strada. Per semplificare le cose, abbiamo deciso di tenerci sulla Strada del Re, l'unica vera strada che c'è tra la capitale e le Terre dei Fiumi. In questo modo abbiamo semplificato di molto il cammino, ma rimane pur sempre una lunga strada da percorrere. Le giornate a cavallo sono lunghe e faticose e le nottate nulle tende montate velocemente al calare della notte sono sempre troppo brevi, ma abbiamo molta fretta. Il Tridente non sarebbe mai stato il luogo che avremmo scelto per la battaglia imminente, ma a quanto pare l'esercito nemico ci ha anticipato. Sono ormai molti giorni che è accampato lungo le sponde di quel fiume in attesa di non si sa che cosa e noi dobbiamo arrivare in tempo per trovarceli ancora, prima di perderli e trascorrere altro tempo inutile a cercarli per delle Terre poco conosciute.   Alla fine di una lunga marcia eccolo, il Tridente, uno dei fiumi più grandi di tutti i Sette Regni. Risalendo il suo corso verso il castello delle Torri Gemelle, che ancora non si sono schierate ufficialmente con la ribellione, arriviamo al luogo della battaglia, lungo la Forca Verde del Tridente. Ci si staglia davanti un esercito di circa trentacinquemila uomini, quindi meno dei nostri, ma più agguerrito e con più esperienza di combattimento. I vessilli di lord Stark, Robert Baratheon, lord Hoster Tully e lord Arryn erano fieramente vicini. come a sottolineare ancora una volta il loro legame. La sera prima della battaglia l'ansia pervade la mente di molti, Rhaegar per primo, ma nessuno lo dà a vedere. Rhaegar si comporta in maniera ottimale, cercando di mantenere alto l'umore degli uomini, ma non è facile. Il nostro schieramento non è coeso come potrebbe sembrare, gli uomini sono tesi e i loro radi discorsi non mi piacciono per nulla.   -        Edric, dobbiamo parlare. – Edric è il nipote di Arthur e non mi sarei mai aspettato di ritrovarlo in mezzo ai soldati dorniani che Doran ha mandato per combattere, in fondo ha soli tredici anni, ma la sua smania di aiutare lo fa mettere spesso nei guai, come Arthur mi racconta spesso. Quando me lo sono trovato davanti non sapevo come comportarmi, mai avrei voluto un ragazzino così giovane in mezzo a uno scontro come questo, ma poi mi ha fatto venire in mente un buon piano e un modo per tenerlo al sicuro. -        Cosa posso fare? – Sorrido nel vedere una luce quasi gioiosa nei suoi occhi viola. Deve aver avuto paura che lo tenessi lontano dal campo di battaglia per via della sua giovane età. -        Siediti, devo raccontarti parecchie cose prima di dirti quello che dovrai fare. – La storia è lunga e difficile, ma non posso esimermi da raccontargli la verità se voglio che capisca l’importanza del ruolo che sto per dargli. -        Penso che ti sarai accorto che tuo zio Arthur non è presente. – -        Certo. Ma ho sentito delle voci che dicono che ha un ruolo comunque decisivo nella battaglia. –  Sorrido ancora una volta, anche io ho sentito quelle voci e mi hanno fatto impressione. I soldati si sono accorti dell’assenza di Arthur e sono già iniziate a circolare le voci più assurde, nessuna delle quali si avvicina però neanche lontanamente alla verità. -        Non credere mai troppo in quello che dicono i soldati prima di una battaglia, quasi mai è la verità. Ti posso dire solo che sta assolvendo ad un ruolo di massima importanza per conto del principe Rhaegar. E te ne dovrai fare uno altrettanto importante. – -        Qualsiasi cosa. – Gli spiego grosso modo quello che deve sapere sulla situazione attuale e poi il piano di Rhaegar. -        Non possiamo sapere quello che succederà in questa battaglia, ma non possiamo rischiare di lasciare sguarnita la capitale in caso noi perdessimo. Non è pessimismo, ma solo la verità. Noi siamo più numerosi ma loro sono più combattivi ed hanno più esperienza di noi. Non è una cosa da sottovalutare. Sia il principe Rhaegar che io ed il resto della Guardia reale scenderemo in campo domani e non possiamo sapere quale sarà il nostro futuro. Se tutto dovesse finire male tu devi fare due cose, due cose molto importanti. – -        Qualsiasi cosa. – -        Ne ero sicuro di poter contare su di te. Nel caso noi perdessimo e soprattutto se tutti noi dovessimo perdere la vita tu per prima cosa ti devi recare a Dorne, sulle Montagne Rosse c’è una torre diroccata e abbandonata dove troverai tuo zio ed altre persone e devi dare loro la notizia di quello che è successo qui, è molto importante che loro lo sappiano. Porta questo con te, sarà più sicuro. – Gli consegno il sigillo con lo stemma del sole trafitto di casa Martell. – Dopo di che è molto importante che tu corra il più possibile e provi ad arrivare alla capitale prima dell’esercito ribelle. Se noi dovessimo cadere qui in battaglia, nulla impedirà loro di prendere la capitale, ma sia io che il principe Rhaegar abbiamo troppe persone care che ci aspettano dentro quelle mura. – -        Da Dorne alla capitale ci vuole un mese di cammino, non arriverò mai in tempo prima che i ribelli l’abbiano conquistata. – -        Provaci, è l’unica cosa che ti chiedo. – -        Va bene, ma non posso credere che domani possa finire con una sconfitta. – -        Non lo voglio credere neanche io, ma non possiamo saperlo con certezza, le forze in gioco si equivalgono. –   Rhaegar sta facendo avanti e indietro dentro il suo padiglione, l’ansia per il domani stampata in faccia. -        Rhaegar, ti prego, così mi fai venire mal di testa. – -        Hai ragione, ma non riesco ad essere tranquillo. – -        Lo so, ma andrà tutto bene e domani sera festeggeremo con un buon rosso di Dorne la nostra vittoria. – -        Lo spero tanto, amico mio, lo spero tanto. Hai parlato con il nipote di Arthur? È stata un’inaspettata fortuna quella che anche lui fosse qui. – -        Una fortuna che avrei evitato volentieri, il ragazzo ha solo tredici anni. Comunque sì, gli ho parlato ed è tutto risolto, farà quello che deve in caso di bisogno. – -        Adesso sono almeno più tranquillo. In caso finisse tutto male, almeno abbiamo la certezza che Elia e i bambini saranno al sicuro. – -        Rhaegar, non possiamo saperlo. Edric mi ha fatto notare una cosa molto importante alla quale non avevamo pensato. Tra Dorne e la capitale c’è un mese di viaggio, per non parlare del viaggio tra qui e Dorne, Edric non arriverà mai in tempo. – -        Un ragazzo solo viaggia molto più velocemente di un esercito al completo. Potrebbe ancora farcela. – -        Spero tanto che non ce ne sarà bisogno. –   La mattina dopo il cielo è scuro e promette pioggia, non il modo migliore per cominciare una battaglia, ma ormai il tempo delle parole è finito, ormai solo le armi potranno decidere il destino dei Sette Regni. Gli eserciti sono schierati e fanno impressione, così come i due capitani. Da una parte Robert Baratheon, quasi due metri di muscoli ricoperti da acciaio, dall’altra Rhaegar Targaryen, meno alto e meno imponente del primo, ma comunque temibile nella sua armatura nera. Da una parte il cervo incoronato su sfondo oro di casa Baratheon e dall’altra il drago a tre teste di casa Targaryen. Gli schieramenti dell’esercito sono ormai definiti. A me spetta la parte destra dello schieramento, a me e ai diecimila dorniani sotto la mia responsabilità. Rhaegar è al centro, con ser Barristan e la maggior parte delle nostre forze, composte dai lord delle Terre della Corona. Il lato sinistro dell’esercito è formato principalmente dalle forze dell’Altopiano che si sono unite alla battaglia e sono comandate da ser Jonothor. Sembra tutto molto bello e gli schieramenti sembrano equivalersi, ma non riesco ad essere ottimista. Rhaegar è davanti a tutti, elmo ancora sotto braccio, con i capelli argentati scompigliati dal vento, dritto e fiero sul suo cavallo nero. Non riesco a vedere i suoi occhi, ma sono sicuro che dentro ci troverei una grande determinazione. Non ha voluto tutto questo, ma adesso combatterà fino alla fine. Guardo solo per un momento verso il bosco alla destra del nostro schieramento… Edric è nascosto lì con un cavallo fresco pronto a partire, spero solo che non sia necessario.   Nel silenzio quasi surreale che è calato sul campo di battaglia, si sentono solo le voci prima di Rhaegar e poi di Robert Baratheon che incitano i rispettivi eserciti ad essere coraggiosi per portare a casa la vittoria. Sembra quasi comico, ma i discorsi sono molto simili. Ho purtroppo avuto modo di partecipare ad altre battaglie nel corso della mia vita ed ho notato una cosa. Tutti i discorsi in questo momento si somigliano. Sembra quasi che i comandanti si tramandino le stesse parole che devono utilizzare da persona a persona, è quasi inquietante. Per mia fortuna non ho mai dovuto farne uno, non saprei proprio cosa dire per incitare le persone in un momento come questo.

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


La battaglia diventa subito caotica. Nessuna delle due parti sembra surclassare l’altra, ma il momento di stallo purtroppo dura poco. Dura poco finché la parte sinistra non viene letteralmente falciata dall’avanzata delle truppe del Nord guidate dal vessillo del metalupo grigio. Sono troppo distante e occupato per vedere bene quello che sta succedendo, ma purtroppo mi accorgo di quando Jonothor viene tirato letteralmente giù da cavallo e ucciso a fil di spada da un uomo del Nord. Quando me ne rendo conto mi devo fermare per un momento, per non farmi sopraffare dalla disperazione. Jonothor era un mio confratello giurato e un grand’uomo, non meritava sicuramente la morte, ma almeno è caduto combattendo spada in mano, spero solo contro un avversario che si rispetti. Mi giro di nuovo verso il mio versante della battaglia, non posso farmi distrarre da quello che fanno gli altri, se no rischierei di essere ucciso anche io. Nel girarmi però, vedo per una frazione di secondo quello che sta succedendo nello schieramento centrale del nostro esercito. Vedo ser Barristan che si sta facendo largo tra le fila nemiche uccidendo chiunque incroci la sua strada con una furia incredibile. Rhaegar è lì vicino ed anche lui si dà da fare e intanto cerca di arrivare direttamente a Robert Baratheon. Mi ha spiegato che il suo piano è sempre stato quello di arrivare allo scontro diretto uno contro uno fra loro due, anche per evitare inutili morti. Glielo avrebbe anche proposto come alternativa a tutto questo se il capo dei ribelli si fosse degnato di parlamentare. Solo una notizia ci è stata riferita sul capo dei ribelli. A quanto ci è stato riferito Robert Baratheon non si definisce più un ribelle contro la tirannia di casa Targaryen, ma ha addirittura annunciato la sua pretesa al trono. Per giustificare questo, i ribelli asseriscono, purtroppo giustamente, che lord Baratheon ha effettivamente sangue Targaryen. Sua nonna in fondo era una delle figlie di Aegon V, il bisnonno di Rhaegar. La battaglia continua ed è sempre più impegnativa. La nostra parte dell’esercito è stata schierata contro la parte di esercito ribelle che fa capo a lord Arryn ed i cavalieri della Valle sono famosi per essere tra i migliori guerrieri di tutti i Sette Regni. Li guida direttamente Jon Arryn con una furia e un ardimento veramente ammirevole, se non fosse che siamo avversari. All’inizio sembrava che dovessimo riuscire a trionfare, almeno dal nostro lato della battaglia. Con una buona manovra a tenaglia ero riuscito a mettere alle strette la maggior parte degli uomini della Valle, ma poi è stato lo stesso Jon Arryn a mandare in fumo tutto. È un uomo previdente e la sua strategia è stata perfetta. Ha aspettato che ci inoltrassimo nelle sue fila abbastanza da essere separati dal resto dell’esercito prima di prenderci da dietro con il grosso del suo esercito. Da tutto questo è venuta fuori una mattanza dei miei uomini che mi ha lasciato interdetto. Avevo sottovalutato nettamente il mio avversario e questo ha portato alla nostra sconfitta. Sono ferito in maniera piuttosto seria ad un fianco e non riesco più a respirare bene, ma non posso abbandonare i pochi uomini che mi sono rimasti. Dobbiamo provare il tutto per tutto per dare la possibilità al resto dell’esercito di poter ancora vincere, ma mi rimangono veramente pochi uomini. Dei diecimila che eravamo all’inizio, ne saranno rimasti poco più di un centinaio ed io non ho potuto fare nulla per evitare questa carneficina. La strategia messa a punto con Rhaegar è andata in malora quasi subito ed io ho dovuto improvvisare. Non è stato difficile pensare ad un piano azzardato e la consapevolezza della devastante sconfitta inflitta alla parte sinistra del nostro esercito mi ha dato lo sprono ad attuare una manovra avventata e con poche possibilità di successo e adesso abbiamo fallito, la nostra strategia è fallita e sono morti quasi tutti i miei compagni. Li ho visti cadere uno dopo l’altro senza che potessi fare nulla per evitarlo. Sono rimasto ferito più volte durante una delle tante cariche della cavalleria della Valle e ormai sento le forze che mi abbandonano. I miei pensieri vanno presto a Nymeria. Le ferite sono molto gravi e solo un intervento tempestivo di un maestro mi potrebbe salvare a questo punto, ma questo vorrebbe dire abbandonare tutti quegli uomini che si sono battuti con me e io non lo posso fare. Finché avrò forza in corpo non abbandonerò mai il campo di battaglia, succeda quel che succeda. Nel momento stesso in cui lord Corbray cade sotto i colpi di spada di uno dei pochi uomini che mi sono rimasti, per un attimo penso che non tutto sia ancora spacciato. Sono al limite delle forze e non sono sicuro di arrivare a vedere un altro giorno, la ferita al fianco è veramente molto grave, ma la caduta di lord Corbray ridà alla nostra parte di esercito un minimo di vitalità. Lui e la sua spada in acciaio di Valyria, Lady Forlon, hanno fatto danni incommensurabili sul campo di battaglia e senza sarà tutto un po’ più facile, o almeno era quello che credevo finché non vedo il figlio minore di lord Corbray, ser Lyn, la raccoglie ed uccide velocemente il dorniano che aveva ferito suo padre. Non contento lo vedo attaccare con tutti i suoi uomini verso il nostro contingente ormai decimato e puntare direttamente su di me. Non sono stupido, sono perfettamente consapevole di quale mossa ha in mente il giovane cavaliere, ma non posso fare molto per impedire l’inevitabile. Non posso pensare minimamente di sconfiggere un nemico che ha almeno venti anni di meno, armato con una spada di acciaio di Valyria e ferito in maniera quasi mortale. Sarebbe uno scontro impari anche se non fossi ferito così gravemente, ma in queste condizioni è proprio uno scontro impossibile. Ma non posso fare altrimenti… Il mio ultimo pensiero va alla piccola Nymeria, che non potrò più veder crescere e diventare la bellissima donna che promette di diventare, di non poterla portare all’altare nel momento del suo matrimonio, di non prendere in braccio i suoi figli, di tutte quelle cose che mi perderò, ma poi impugno con più vigore la mia spada e vado incontro al mio destino a testa alta, senza rimpianti. Questo è il mio dovere ed io lo compirò fino alla fine, con onore. In un momento di calma guardo quello che sta succedendo alle altre sezioni del mio esercito, e quello che vedo non mi piace per niente. La parte sinistra sembra in rotta contro l’avanzata dell’esercito del Nord e nella parte destra, dopo un iniziale stallo, l’avanzata dell’esercito della Valle mette in rotta quei pochi uomini che sono rimasti. Mi ha fatto impressione vedere quanti pochi uomini sono rimasti ancora in piedi e penso alla carneficina che deve essere toccata loro. Sapevo dalle spie che quella era la parte più rinforzata e meglio armata dell’esercito nemico, anche per la presenza dei cavalieri della Valle, ma avevo pensato che mettergli davanti i soldati dorniani comandati direttamente da Lewyn avrebbe compensato almeno in parte i danni che avrebbero potuto fare i cavalieri nemici. Adesso mi rendo conto del mio sbaglio, ma sono altrettanto sicuro che nessun altro avrebbe potuto fare di meglio. Le lance lunghe dei soldati dorniani hanno tenuto a distanza per quanto hanno potuto i cavalieri nemici, ma alla fine quelle si sono spezzate e i nemici sono arrivati allo scontro alla spada, dove hanno avuto gioco più facile. Non riesco a vedere che fine abbia fatto Lewyn, ma spero che stia bene. Non è più un ragazzino e una battaglia così lunga ed impegnativa non è semplice da sostenere per lui. Ad un certo punto lo noto in mezzo alla battaglia, in sella al suo destriero bianco, alto e fiero, ma con una ferita terribile al fianco, che si nota anche da questa distanza e con l’armatura ancora indosso. Armatura che ormai non è più bianca come dovrebbe ma direttamente rossa di sangue. Non capisco come mai non si sia fermato dopo essere stato ferito in questo modo, quelle ferite non sono banali e immagino che se ne sia accorto anche lui, lui che predica sempre il non nascondere le ferite ricevute perché non si aggravino ancora di più, è arrivato a mettere a repentaglio la sua vita solo per non abbandonare quei pochi uomini che gli sono rimasti. Ha dato veramente prova di enorme coraggio, coraggio che purtroppo non gli serve a nulla contro un cavaliere che non riesco a distinguere. È solo un attimo, vedo Lewyn impugnare con ancora più determinazione la spada e prepararsi allo scontro. Scontro che dura poco. Con Lewyn già ferito gravemente, il cavaliere avversario ha gioco facile e butta giù presto da cavallo il principe dorniano e quando lui non si rialza più per continuare lo scontro, capisco che la caduta deve averlo ucciso. Mi si appannano gli occhi e mi scende una lacrima. Lewyn è presente nella maggior parte dei miei ricordi e per molti versi è stato il padre che non ho mai avuto, ma soprattutto quella lacrima è per Nymeria, che aspetta fiduciosa il ritorno del padre alla capitale. Padre che non tornerà mai, se non come cadavere. Mi sento anche incolpa. Avrei dovuto fare di più perché Lewyn non si unisse a noi in questa battaglia. Doveva convincere mio padre a tenerlo alla capitale come Guardia reale, invece mi sono fatto convincere dai soldati dorniani che avrei avuto bisogno di lui ed adesso è morto. Ser Barristan, vicino a me in questo momento e anche lui ferito gravemente, abbassa per un momento il capo in segno di rispetto verso il confratello morto. - Principe, adesso rimaniamo solo noi! Lewyn e Jonothor sono morti in combattimento e le loro ali dell’esercito sono in rotta, spinte dai ribelli verso il bosco. – - Ne sono consapevole, ser Barristan. Facciamo in modo che le loro morti non siano state invane. – Ser Barristan china il capo in segno di rispetto e riprende a combattere con ancora più foga di quella di prima, ma le sue ferite iniziano a farsi sentire e non è più veloce come prima. Eccolo! Robert Baratheon, il capo di questa ribellione, che si staglia sul suo destriero marrone in mezzo alle acque del Tridente, circondato da molti soldati di Capo Tempesta. Non è ferito e il suo ghigno ha qualcosa di inquietante. Quando mi vede avvicinarmi fa in modo che tutti i suoi armigeri si facciano da parte. A quanto pare vuole sconfiggermi in singolar tenzone, uno contro uno, quello che era sempre stato il mio piano fin dall’inizio, se avesse deciso di ascoltarmi e di parlamentare ieri sera avremmo anche potuto evitare tutte le morti che ci sono state oggi. - Lord Baratheon, alla fine tutto questo si deciderà con una sfida tra noi due, da veri cavalieri. Se mi avesse dato modo di parlamentare avremmo evitato tutte le morti che ci sono state sul campo. – - Non osare neanche rivolgermi la parola, maledetto. Hai rapito e stuprato la mia futura moglie, non hai diritto a nulla miserabile. Te e tuo padre siete fatti allo stesso modo. Lui è un pazzo che arde vivo chiunque non gli vada a genio e tu sei pazzo allo stesso modo. – - Non intendo discutere delle azioni di mio padre in questo momento. – - Io non intendo discutere affatto con voi. Avete perso quel diritto quando avete rapito la mia Lyanna! – - Molto bene, lord Baratheon, non vedo alternative. Sarà un nostro scontro uno contro uno a decretare la fine di questa battaglia. – Robert Baratheon non mi fa quasi finire di parlare che si scaglia su di me con il suo martellone da guerra in mano, accecato da una furia cieca. Combattere spada contro martello da guerra non è il massimo, soprattutto per chi è armato di spada, ma non posso farci nulla. Fossimo in un torneo questo non gli sarebbe stato permesso, ma adesso siamo in guerra e tutto è concesso in guerra. La battaglia è lunga e difficile. Io sono un cavaliere migliore, non ci sono molti dubbi a riguardo, ma combattere con un martello da guerra sta dando un vantaggio non da poco al mio avversario. Sono riuscito a ferirlo in maniera abbastanza seria in almeno tre occasioni, ma non sono mai riuscito ad affondare il colpo mortale perché dovevo nel frattempo sempre proteggermi dagli attacchi di quel maledetto martello. Ormai stiamo combattendo direttamente dentro il fiume e la cosa non è agevole, ma capisco troppo tardi che questo era uno stratagemma. Robert Baratheon ha fatto apposta a portarmi al centro del fiume per impedire al mio cavallo di scansare facilmente i suoi colpi. Ad un certo punto sento un dolore lancinante al braccio della spada e vedo tutto al rallentatore. Lo vedo alzare per l’ennesima volta il suo martello, il sorriso beffardo stampato sulle labbra e mirare perfettamente al centro del mio torace, dove fa sfoggio di sé il drago tricefalo di rubini della mia famiglia. È solo un attimo, ma è un attimo di troppo. Non sono in grado di difendermi per via del colpo precedente arrivato al braccio e vedo il pettorale della mia armatura andare in frantumi mentre cado all’indietro e i rubini che componevano il drago andare dispersi nella corrente del fiume. Sto morendo, me ne rendo conto in maniera quasi beffarda e il mio pensiero va subito alla sorte che capiterà alla mia famiglia. Con me muore anche la speranza che questa ribellione finisca in un nulla di fatto. Con questa sconfitta e la morte mia e dei membri della Guardia reale che erano con me, tutto viene meno. Penso ad Elia e a Rhaenys, preoccupato per quello che succederà loro quando la notizia di quello che è successo qui arriverà alla capitale e la paura prende il sopravvento. Vedo Robert Baratheon stagliarsi sopra di me, con il suo sorriso beffardo e, prima di chiudere gli occhi per l’ultima volta mi affiora alle labbra il nome della donna più importante della mia vita: - Lyanna. – Senza fare rumore e con gli occhi pieni di lacrime un ragazzino con i capelli argentati e gli occhi viola parte dal boschetto nel lato più a destra del campo di battaglia pronto ad eseguire l’ultimo ordine ricevuto da una persona morta, ripromettendosi di non fermarsi mai, per cercare di arrivare in tempo e dare le brutte notizie di cui è portatore. Non è stato difficile capire le indicazioni che il principe Lewyn gli ha dato per trovare la torre e non ha alcuna intenzione di mancare alla parola che ha dato all’uomo che è stato il mentore del suo zio preferito.

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***


Le notizie non tardano ad arrivare anche alla capitale, nello sgomento più totale. La notizia di tutte le morti che ci sono state e soprattutto di quelle più importanti lascia tutti nella disperazione più totale. La consapevolezza che la guerra sia stata persa pervade la mente di tutti dentro le mura della Fortezza Rossa e ormai nessuno sa più cosa aspettarsi dal futuro. Mai qualcuno avrebbe anche potuto solo pensare ad una sconfitta del principe e dell’esercito reale nella battaglia appena conclusa al Tridente, ma soprattutto mai nessuno avrebbe potuto immaginarsi le terribili conseguenze. La morte del principe Rhaegar, del principe Lewyn e di ser Jonothor Darry della Guardia Reale, ma anche la cattura di ser Barristan Selmy gettano un’ombra terribile sulla Fortezza Rossa. Per non parlare della reazione del re alla scoperta di tutto questo. Una delle riunioni del concilio ristretto peggiori di sempre… -        Qualcuno deve aver tradito mio figlio, non ci sono altre spiegazioni per quello che è successo! – Sono almeno dieci minuti che il re continua a ripetere sempre la stessa frase. -        Sire, non ci sono dubbi. Qualcuno deve per forza aver tradito e forse so già chi è. – A parlare questa volta è Rossart, che non vede l’ora di seminare zizzania nella corte. -        Chi! Chi è il traditore che ha permesso tutto questo! – -        Il principe Lewyn, mio signore. Non ci sono dubbi, la sua condotta in battaglia è stata terribile. Secondo me era in combutta fin dall’inizio con i ribelli. Dorne non ha mai voluto mandare quegli uomini a combattere, li abbiamo costretti, e c’è una sola spiegazione. Quegli uomini combattevano per la ribellione! – Il ragionamento di Rossart è terribile, così come le sue parole. Come si può anche solo pensare una cosa del genere, continuo a chiedermi io, di guardia dietro la porta chiusa. Sono entrato nella Guardia reale da pochi anni e non conosco molto bene tutti i suoi componenti, soprattutto quelli che erano più legati al principe Rhaegar e che erano con lui a Roccia del Drago, ma non posso credere veramente a quello che sento dire. Il principe Lewyn Martell ha sempre onorato il mantello bianco che portava sulle spalle e per nessuna ragione sarebbe mai andato contro il principe. -        Sire, non penso sia possibile. Il Principe Lewyn era nella Guardia Reale da quindici anni ed ha sempre servito con onore. Ser Gerold lo aveva anche nominato lord comandante in sua assenza. – Varys, il maestro delle spie cerca di far ragionare il re, ma senza grande successo. -        No, Rossart ha ragione. I dorniani non hanno mai avuto intenzione di entrare in guerra, dovevo capire che erano tutti dei traditori e quel pezzente di Martell deve aver tradito mio figlio. – -        Lewyn Martell è morto nella battaglia, sire. Si dice che abbia combattuto nonostante fosse ferito mortalmente contro ser Lyn Corbray. – -        Poteva anche essere sul letto di morte, per quanto ne sappiamo. Fatto è che ha perso da un semplice cavaliere. Che razza di Guardia reale si è dimostrato? – -        Sembra che ser Lyn Corbray abbia combattuto con la spada di acciaio di Valyria della sua famiglia, Lady Forlon. – -        Non è una scusa accettabile. Voglio che tutto il regno sappia del tradimento di quel miserabile! E mandate un messaggero a Dorne. Dobbiamo ricordare a quei traditori che abbiamo ancora come prigionieri la principessa Elia e i suoi figli. Il principe regnante del Regno è il fratello maggiore della principessa Elia e comprenderà che non deve continuare ad appoggiare i ribelli se non vuole che ci siano ripercussioni su sua sorella e i suoi nipoti. –  Le parole del re sono terribili. Si è fatto convincere quasi subito che Lewyn fosse colpevole e probabilmente perché aveva bisogno di dare la responsabilità della sconfitta a qualcuno. Adesso inizio a preoccuparmi anche per quello che succederà ad Elia e ai bambini, compresa la piccola Nymeria, figlia di Lewyn, che per fortuna non è ancora stata nominata in questa riunione. -        Sire, che cosa facciamo con sua moglie e suo figlio Viserys? È troppo pericoloso che rimangano qui alla capitale. – -        Ci ho pensato su e sono giunto alla conclusione che dobbiamo mandare subito entrambi a Roccia del Drago, saranno più al sicuro e poi Viserys è diventato il mio successore dopo la morte del fratello. – Non ci credo, come mai nessuno ha ricordato al re che suo figlio Rhaegar ha avuto un figlio maschio e che è lui il suo successore al Trono di Spade e non il piccolo principe Viserys. Non vorrà negare il diritto di sangue del piccolo solo perché il padre è morto e lui odia sua madre. -        Sire, cosa facciamo con la famiglia di Rhaegar? Dovremmo mandare anche loro a Roccia del Drago. È troppo pericoloso per loro rimanere qui. L’avanguardia dei ribelli si sta muovendo molto velocemente verso sud. Presto saranno alla capitale e ci sarà un assedio. – -        Non ho nessuna intenzione di mandare da nessuna parte la famiglia di mio figlio. Dobbiamo tenerli qui perché facciano da merce di scambio con Dorne. Non voglio che i pochi dorniani rimasti disertino per andare ad ingrossare le fila nemiche e questo glielo impedirà. –   È da quando ho scoperto della morte di mio marito e di mio zio Lewyn che cerco di essere forte, soprattutto per i bambini. Rhaenys è disperata e si rifugia spesso nella camera da letto di Rhaegar a piangere. Alcune volte l’ho trovata distesa sotto il letto che piangeva disperata e non è stato facile farla uscire. Aegon è troppo piccolo per capire quello che sta succedendo ed è il solito bambino felice di sempre, mi dispiace solo che non conserverà neanche un ricordo del padre. Spero solo di potergli spiegare io chi era e come gli voleva bene. Per me è stato devastante quando mi è stata riferita la notizia, ma i bambini sono stati la mia ancora di salvezza. Non sono potuta crollare perché c’erano loro che avevano bisogno del mio supporto. Soprattutto Nymeria. È stata la sua la reazione peggiore di tutte. Il suo pianto disperato di è sentito per giorni per tutto il castello e nessuno è riuscito a calmarla. Sono giorni che è rinchiusa dentro la piccola cappella dei Sette Dei della Fortezza Rossa a pregare e non c’è verso di farla uscire. Ci abbiamo provato un po’ tutti ma senza nessun tipo di risposta o di considerazione da parte della bambina, chiusa in un dolore e un mutismo terribili da vedersi. Ha praticamente smesso di mangiare e di dormire. Le poche volte che si è concessa di farlo sono state quando ser Jamie, una delle poche persone che ha fatto avvicinare, l’ha trovata addormentata dentro la cappella e l’ha portata nella torre della spada bianca per farla dormire e mangiare qualcosa.   Il re ci ha convocato di nuovo nella sala del trono, io e le bambine. Le bambine sono ancora scosse dalle ultime notizie e Nymeria ha degli occhi che fanno paura tanto sono rossi di pianto, ma almeno sono entrambe tranquille, con un sorriso tirato. -        Principessa Elia siete qui con i vostri figli per apprendere quello che sarà il vostro futuro. – -        Dopo la morte del principe Rhaegar è il principe Viserys il nuovo erede al trono di spade, non il piccolo Aegon e visto il suo nuovo status verrà mandato oggi stesso a Roccia del Drago con la madre per prendere il posto che gli spetta. – Sono sorpresa da queste parole. Il re può anche odiare me e la mia famiglia, in fondo non ne ha mai fatto mistero, ma arrivare addirittura a diseredare mio figlio in favore di quel buono a nulla di Viserys mi sembra una forzatura assurda, ma non posso dire nulla. Con la morte di Rhaegar la mia posizione qui alla corte è diventata molto precaria e onestamente speravo di potermi ritirare di nuovo a Roccia del Drago per cercare di ricomporre la famiglia. -        Certo, sire. – -        Voi resterete qui, con i bambini, e ci farete da garante presso vostro fratello. Nel concilio ristretto non crediamo più alla sua fedeltà e abbiamo validi sospetti che vostro zio abbia tradito il principe Rhaegar e si sia schierato con i ribelli andando contro i suoi obblighi in quanto Guardia reale. – Rossart ha un’espressione fin troppo felice mentre dice queste parole e guarda con occhi quasi desiderosi la piccola Nymeria, che ha sussultato quando ha sentito queste parole. Non ci posso credere, hanno dato la colpa della sconfitta a mio zio solo perché è un dorniano? Mi fa male solo a pensarlo. Non sono arrivati molti dettagli della battaglia in sé per sé, ma da quel poco che si è scoperto si dice invece che zio Lewyn abbia combattuto valorosamente contro un cavaliere che brandiva una spada in acciaio di Valyria.   Sono di nuovo nel tempio del castello a pregare o fare qualsiasi altra cosa a uno qualsiasi dei Sette, sperando che tutto questo sia solo un incubo e di risvegliarmi presto, sotto il mantello bianco di papà, con lui che mi dice che va tutto bene, che è stato solo un incubo e che i draghi sono tutti morti. Le somiglianze tra il mio incubo ricorrente e la situazione che sto vivendo è veramente tanta e la cosa mi fa ancora più paura. E non solo per questo, adesso ho paura anche per quello che potrebbe succedere. Il re non mi ha mai amato e negli ultimi tempi mi ha sempre guardato con maggiore sospetto e adesso che papà e zio Rhaegar sono morti ho paura di quello che farà il re. È stato molto difficile nella sala del trono, il re ha detto cose molto brutte, soprattutto su papà. Quando ha nominato lo zio di zia Elia ho capito che si riferiva a lui e mi ha quasi fatto piangere quando ha sostenuto che papà avesse tradito lo zio. Io sono certa che non lo avrebbe mai fatto, ma il re è il re e non c’è modo di fargli cambiare idea. Per fortuna è stata la zia a raccontare a me e a Rhaenys cosa era successo in privato e prima che lo venissimo a scoprire da altri. Non ricordo molto del discorso, ma sono sicura che la zia ha detto che papà è stato bravissimo ed è morto da eroe. Non so cosa voglia dire e avrei preferito che non si comportasse come un eroe ma che sopravvivesse, ma sono sicura che questo non coincide con quello detto dal re e la cosa fa male, molto male. Adesso spero solo che zio Arthur torni presto e ci porti tutti via da qui, anche se probabilmente non potremo più tornare a Roccia del Drago, visto che il re ci ha mandato quel buono a nulla di Viserys.   La comparsa all’orizzonte di un cavallo mette tutti in agitazione. Sono passati quasi due mesi dalla partenza di Rhaegar verso la guerra e da allora non abbiamo avuto più nessuna informazione. L’ansia e l’agitazione si fanno sempre maggiori, soprattutto per la mancanza di informazioni e quando scopro chi è il misterioso ragazzo che si sta avvicinando a tutta velocità alla torre, la paura prende il sopravvento. In fondo ero sicuro che in caso di vittoria Rhaegar sarebbe venuto di persona, oppure avrebbe mandato Lewyn, invece la presenza di mio nipote Edric non preannuncia nulla di buono, anche se non riesco a capire cosa ci facesse dentro una battaglia a soli tredici anni. -        Edric… cosa ci fai qui? – -        Zio Arthur, purtroppo porto terribili notizie. – -        Allora vieni dentro, presto. Devi riferirle a tutti. – Dentro la torre ad aspettarci ci sono tutti, anche la principessa Lyanna, anche se sofferente a causa della gravidanza. -        Zio, miei signori, la notizia che sono venuto a portare, è terribile. – -        La battaglia è andata male, vero? – -        Sì. Il principe Lewyn mi ha tenuto lontano dai combattimenti e mi ha detto dove trovare questa torre in caso le cose si fossero messe male per lo schieramento della corona e purtroppo è quello che è successo. Mi rincresce dirvi che sia il principe Lewyn che il principe Rhaegar hanno perso la vita, insieme ad un altro membro della guardia reale. La battaglia è stata persa sotto tutti i punti di vista e l’avanguardia dell’esercito ribelle sta marciando a tutta velocità verso la capitale. – Le notizie portata da Edric sono le peggiori che potessimo sentire, soprattutto per la principessa, che accusa malamente il colpo scoppiando a piangere disperata. Come darle torto, Rhaegar era tutta la sua vita e l’idea che sia morto in battaglia con la sua famiglia deve essere terribile da accettare. -        Il principe Lewyn mi ha anche consegnato questi. – Mi esce un sorriso amaro nonostante il momento difficile quando Edric tira fuori il sigillo personale di Lewyn e una lettera. Il fatto che Edric li abbia entrambi mette una grande tristezza. Lewyn si era già preparato alla morte prima ancora di iniziare a combattere ed ha voluto tutelare tutti con questo gesto. Il sigillo con la lancia ed il sole di casa Martell Lewyn non avrebbe dovuto più utilizzarlo da quindici anni, da quando è entrato a far parte della Guardia reale rinunciando alla sua posizione alla corte di Lancia del Sole, ma ha sempre voluto fare di testa proprio, da vero dorniano. Doran glielo ha lasciato per le emergenze e lui l’ha usato solo una volta nella sua vita, durante questo periodo così difficile, ma l’ha sempre portato con sé, pronto ad usarlo per questioni della massima importanza. La lettera, invece, è stata una precauzione che sia io che lui abbiamo voluto tenere nei confronti della piccola Nymeria. Con la consapevolezza che potessimo morire entrambi e lasciarla senza una famiglia, le abbiamo scritto alcune parole perché si ricordasse di noi e della famiglia che aveva.   Presto vedo Edric ripartire verso la capitale, portando con sé anche la mia lettera. Sapevo quale fosse la sua missione ancora prima di vederlo arrivare. Purtroppo avevamo ideato tutto questo insieme a Lewyn e a Rhaegar molto tempo fa. Nessuno sapeva ancora chi sarebbe stato il messaggero, ma sapevamo che qualcuno avrebbe fatto da tramite con quelli che sarebbero rimasti indietro a Dorne con la principessa Lyanna. Adesso spero solo che Edric riesca ad arrivare in tempo alla capitale prima che venga cinta d’assedio dalle forze dei ribelli.

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 ***


Gli ultimi giorni alla capitale sono stati tesi. Le persone sono ancora in lutto per le perdite della battaglia del Tridente e l’atmosfera è tesa, ma soprattutto il problema principale sta nelle notizie che arrivano via via dal fronte. A quanto pare l’avanguardia di Robert Baratheon, comandata da Eddard Stark, sta arrivando il più velocemente possibile perso le nostre mura per cingerci d’assedio, forse pensando di evitare una possibile fuga della famiglia reale a Roccia del Drago, ma soprattutto finalmente si hanno notizie di lord Tywin Lannister. Pur rimanendo neutrale per tutta la durata della ribellione adesso a quanto pare sta marciando verso di noi con un’armata di diecimila uomini. Nessuno sa quali siano le sue intenzioni, si spera solo che voglia darci una mano e non tirarci un brutto scherzo, ma in molti propendono per la seconda. Lord Tywin non è persone da schierarsi con i perdenti, come purtroppo ormai noi sembriamo, e quindi sembra molto più facile che voglia unirsi alle forze dei ribelli. Non si sa che fine abbia però fatto Robert Baratheon. Qualcuno dice che sia morto per le ferite riportate nello scontro contro il principe Rhaegar, altri che sia solo stato ferito troppo severamente per continuare una marcia instancabile come quella a cui ha sottoposto l’esercito ribelle quel pazzo di lord Stark, che sicuramente spera di arrivare prima dell’esercito di lord Tywin. L’arrivo dei vessilli di Castel Granito mette a dura prova i nervi già tesi del concilio ristretto, che non sa come comportarsi. - Sire, non possiamo fidarci di lord Tywin. Non ha mai preso posizione in questa battaglia per più di un anno. – - Sire, lord Tywin è sempre stato un ottimo alleato della corona e per molti anni vostro primo cavaliere. Ha portato diecimila soldati freschi. Dobbiamo aprirgli le porte. Saranno un valido aiuto contro l’avanguardia ribelle che è a meno di una giornata da qui. – Il gran maestro Pycelle sembra quasi un avvoltoio. La sua devozione alla causa della corona è sempre sembrata dubbia nonostante il suo giuramento di maestro. - Sire, non potete pensare seriamente ad aprire le porte, potrebbe benissimo essere una trappola. – Le parole di Varys sembrano quasi profetiche. Di solito il re da grande importanza alle parole del suo maestro delle spie, ma questa volta sembra combattuto. Forse anche lui pensa che non sia perfettamente chiaro come mai solo adesso lord Tywin si sia presentato, ma dall’altra è consapevole che così come è messa la capitale non può pensare di resistere ad un assedio per più di qualche giorno. Le scorte di cibo sono ai limiti per via della guerra e di uomini pronti a combattere ne sono rimasti veramente pochi, con invece moltissime donne e bambini che non sono utili per un assedio. - Mandate un messaggio a lord Tywin. Che si presenti subito alla fortezza per discutere dell’imminente assedio ed aprite le porte. Sono arrivati dei preziosi alleati a darci una mano. – Alla fine ha prevalso quell’avvoltoio del maestro Pycelle e le cose non potrebbero essere più pericolose. I discorsi di questa mattina non mi sono piaciuti per nulla. Conosco fin troppo bene mio padre e so che non è uomo da schierarsi con i perdenti, quindi sono più che propenso a pensare che lui sia qui per tirare un brutto scherzo al re, del quale non si fida più da molti anni. Se fosse stato chiesto il mio parere penso proprio che sarei stato d’accordo con Varys, ma ovviamente nessuno chiede il parere di una Guardia reale e adeso devo riuscire a correre ai ripari. Sono sicuro che mio padre sarà spietato contro la città e ci andranno di mezzo gli innocenti, compresi quelli rifugiati qui nella Fortezza Rossa. Non posso fare nulla, purtroppo, per la principessa Elia e i principini figli di Rhaegar, sono troppo sotto il controllo del re che li disprezza come poche persone, ma posso cercare di fare qualcosa per Nymeria. Da quando è morto suo padre è sempre rintanata dentro la cappella a pregare, come se potesse essere di qualche utilità, ma non sarebbe risparmiata anche se fosse trovata lì dentro ed io non lo posso permettere. Come tutte le altre Guardie reali anche io mi sono affezionato a quella bambina. Il suo atteggiamento così sincero verso ognuno di noi è stato una benedizione ed ho paura di quello che le potrebbe succedere, ma ho un piano. Penso e spero che ci sia solo un posto dove i soldati di mio padre non andrebbero mai a cercare qualcuno ed io sono la sola persona che ha accesso a quella torre infondo. Le luci delle candele si stanno affievolendo, segno che l’alba deve essere già trascorsa. Non so neanche da quanto tempo sono nella cappella, ma non riesco ad andare via, non con quello che è successo. Non voglio che qualcuno mi veda piangere più e qui non c’è mai nessuno e posso rimanere da sola con i miei demoni. Zia Elia ha cercato spesso di convincermi ad andare avanti, a non rimanere nel passato dicendo che papà non avrebbe voluto vedermi in questo stato, ma non ci riesco, non riesco neanche a concepire il fatto che non ci sarà più, che non rivedrò il suo sorriso, che non cavalcherò più sul suo cavallo e soprattutto che non sarà lui ad insegnarmi a tenere una spada. È sempre stato il mio sogno quello di poter imparare a duellare e papà mi aveva promesso che quando sarei stata abbastanza grande mi avrebbe fatto lui stesso da mentore, ma adesso non potrà più farlo. Mi scende un’altra lacrima e passo una mano sul pugnale di zio Arthur che porto sempre con me, soprattutto in questo periodo, così mi sento più vicina a tutti loro. Una mano sulla spalla mi riscuote dai miei pensieri. -Zio Jamie, cosa ci fai qui? – - Sono venuto per te piccola, devi venire con me. – - Dove? – - In un posto più sicuro dii questo. Presto arriveranno delle persone molto cattive e non ti possono trovare qui, sarebbe troppo pericoloso. – - Perché? Cosa sta succedendo? – - Non te lo posso spiegare adesso, piccola, ma devi venire con me. Ti porto al sicuro. – - È per quello che è successo in battaglia a papà e a zio Rhaegar? – - Anche, piccola, ma dobbiamo muoverci. – Nymeria scoppia a piangere ancora una volta, ma almeno mi segue fuori da questo posto. Non posso lasciarla qui nel tempio, è troppo pericoloso, ma posso portarla dentro la torre della spada bianca. La nostra torre non verrà mai toccata dai saccheggi degli uomini di mio padre, che non si preoccuperanno di una torre vuota, e la bambina si salverà. Sarà solo dopo che è finito tutto che andrò a prenderla. Davanti alla porta della torre la faccio fermare. - Nymeria, adesso devi essere coraggiosa e fare esattamente quello che ti dico, mi hai capito? – La bambina ha ancora gli occhi rossi di pianto, ma annuisce convinta. - Qui sarai al sicuro, tutti penseranno che questa torre sia vuota e non verranno a prenderti. Voglio che tu chiuda in una delle stanze e stia al sicuro. Non uscire per nessun motivo, sarò io che verrò a prenderti. Fatti vedere solo quando sentirai la mia voce. – - Va bene. – Mi fa anche un piccolo sorriso mentre si chiude la porta alle spalle. Quando torno verso la sala del trono il peggio è già avvenuto. Il re ha fatto aprire le porte della città e mio padre ha dato l’ordine di saccheggiarla. La carneficina che i suoi uomini stanno facendo delle persone innocenti è quasi senza precedenti e il re sta completamente perdendo la poca ragione che gli rimaneva. Quando un messaggero mi dice quali sono i miei ordini per la difesa della Fortezza Rossa quasi mi prende un colpo. Avevo immaginato che sarei stato messo di guardia alla principessa Elia ed ai suoi figli, oppure di guardia alla porta della sala del trono pronto a morire per evitare che gli uomini di mio padre arrivassero al re, ma mai mi sarei immaginato di avere l’ordine di uccidere mio padre, soprattutto quando il messaggero mi dice anche che con il re in questo momento c’è il suo Primo Cavaliere, Rossart. Ormai convinto che quei due pazzi possano fare qualcosa di molto avventato, come far saltare in aria tutti i depositi di altofuoco sparsi per la città e quindi uccidere tutti quelli che si sono salvati dalla furia dei conquistatori, decido di mettere da parte il mio giuramento e probabilmente anche il mio onore. Non posso più stare a guardare mentre un re in cui non ho mai creduto mette a morte tutto il popolo che avrebbe dovuto proteggere. È un attimo prendere questa decisione, ma un attimo scaturito da anni di pazzie mal digerite e angherie di ogni genere. Non ho intenzione di uccidere mio padre, anzi ho proprio intenzione di impedire a Rossart di fare il suo dovere. Quando me lo trovo davanti, vestito da semplice soldato, capisco che le mie preoccupazioni erano purtroppo vere. Rossart sembra dirigersi verso le segrete e le sue intenzioni non lasciano dubbi. È solo un attimo e la spada è già nel mio pugno. Rossart non fa quasi in tempo a vederla che è già morto. Adesso non rimane altro che andare direttamente dal re e finire quello che ho iniziato. Quando il re vede il sangue sulla mia spada, per un attimo ha un’espressione soddisfatta, pensando che sia di mio padre, ma quando gli dico che quel sangue è di Rossart va nel panico. Si urina addosso e poi cerca di scappare verso il trono di spade, ma io sono più veloce e lo sgozzo proprio lì, sui gradini del trono. Purtroppo non faccio neanche in tempo a rendermi conto di quello che è successo che le porte della sala si aprono ed entrano lord Elys Westerling e lord Crakehall, due vassalli di mio padre, e assistono alla fine della scena. Sono entrambi sconvolti, ma lord Crakehall ha più prestanza di spirito e va a chiamare mio padre. Io, stanco e provato da tutto quello che è successo, mi siedo sul trono, aspettando chiunque venga a reclamarlo. Non mi interessa chi sarà il nuovo re, ma voglio capire fino a dove la brama di potere di mio padre voglia arrivare. Sono nella nursery con Aegon quando tutto il trambusto direttamente dentro le mura della Fortezza Rossa inizia. Sono molto preoccupata non solo per quello che sta succedendo fuori da questa stanza, ma anche per la sorte che toccherà ai miei bambini. Sono delle creature innocenti, ma rimangono pur sempre i figli del loro padre ed Aegon è tecnicamente il legittimo successore al trono di spade, per quanto ne dica il re. Ho sempre maggiore paura che lord Lannister, che non mi può vedere da quando sono diventata io la sposa di Rhaegar al posto della sua adorata bambina, voglia vendicare i vari torti che il re gli ha inflitto uccidendo i miei bambini e magari pure me, in fondo non sono quasi nessuno per lui. Stringo ancora più forte a me Aegon mentre una lacrima lascia i miei occhi e penso anche a Rhaenys, la mia piccola principessa che quasi sicuramente si sarà rifugiata nella stanza di Rhaegar, probabilmente sotto il letto, per paura non appena ha saputo di questi uomini alle porte della città. Penso anche alla piccola Nymeria, la figlia di mio zio, che non ha più una famiglia e non riesce ancora a farsene una ragione. Spero solo che ser Jamie sia riuscito a portarla in salvo dentro la torre delle spade bianche, come era sua intenzione. È venuto a riferirmi quello che voleva fare perché sperava di trovare il modo di portarci anche Rhaenys, ma siamo dovuti essere realisti. Il re ha sempre gli occhi puntati su me e i bambini e si sarebbe accorto che qualcosa non andava. Ed alla fine eccolo, il momento che ho sempre temuto. La porta della stanza viene sfondata con un calcio da quello che sembra un ragazzino enorme con un sorriso beffardo sulla faccia. Provo a mettermi davanti ad Aegon, anche se è completamente inutile. Vengo spinta da una parte con uno schiaffo sul viso che mi fa girare la testa dall’altra parte mentre vedo sempre questo ragazzo enorme che prende Aegon dalla culla e schiaccia la sua piccola testa contro la parete della stanza. Inizio ad urlare. Lo shock è talmente forte che non riesco neanche a vedere quello che sta succedendo. Vedo solo il sorriso di quel ragazzo mentre viene sopra di me, con le mani sporche del sangue di mio figlio, e inizia a fare quello che vuole. Ad un certo punto il buio che avvinghia i miei sensi è una liberazione. Ho solo un ultimo pensiero, prima di cedere definitivamente, e va a Rhaenys, preoccupata di quello che le potrebbero fare. Le urla fuori dalla stanza sono terribili. Ho cercato di chiedere aiuto a papà, ma non ha mai risposto. In effetti è tanto che non risponde alle mie richieste. Dopo aver saputo quello che è successo nella battaglia mi sono rifugiata spesso nella sua camera per cercarlo, non convinta che non potesse più tornare indietro. Non ci potevo credere alle parole di mamma e non ci voglio credere neanche adesso. Ma papà continua a non rispondere alle mie preghiere. Non torna da me e da Aegon e non uccide tutte queste persone cattive che sono arrivate qui oggi. Ho paura, e non posso fare nulla per far cessare le lacrime che mi escono dagli occhi. Se la mia septa mi vedesse in questo momento, si arrabbierebbe molto con me per via del mio comportamento non appropriato per una principessa, ma non ci posso fare nulla, non riesco a fermarle. Le urla dietro la porta della camera di papà si fanno sempre più insistenti e alla fine sento la porta cedere di colpo, come colpita da qualcosa di molto pesante e mi sento trascinare fuori da sotto il letto per i piedi. Provo ad urlare e a scalciare, ma è tutto inutile. Vedo per un solo istante la faccia di un uomo con un sorriso tremendo prima di sentire un dolore lancinante. Urlo ancora più forte, ma nessuno viene da me. Piango disperata invocando il nome di papà ma è tutto inutile. Quando sento arrivare il buio senza dolore, mi fa paura, ma lo accolgo perché non riesco più a sopportare il dolore che quell’uomo mi sta infliggendo.

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Capitolo 37
*** Capitolo 36 ***


È tutto il giorno che sono rinchiusa in questa torre e nessuno è più venuto a dirmi qualcosa e sono molto preoccupata. Le urla sono riuscita a sentirle anche da questa distanza e non so che cosa possa significare, ma la cosa non mi piace. Come ha detto zio Jamie mi sono nascosta sotto il letto di papà e lo sto aspettando, ma spero che faccia presto, inizio ad avere paura anche di questa torre. Quando le porta della sala del trono si aprono di nuovo, per un secondo credo seriamente che quello appena arrivato sia mio padre, ma poi mi accorgo che è semplicemente lord Stark in groppa al suo cavallo, che sta arrivando a tutta velocità. Non so dire chi avrei preferito che arrivasse e la cosa onestamente non mi interessa neanche. Adesso sono solo curioso di capire se quell’uomo vuole rivendicare il trono per sé oppure per quel pazzo del suo amico. - Lord Stark… - - Che cosa succede qui. Come mai il re giace morto ai tuoi piedi. – - Cosa pensi che sia mai potuto succedere, secondo te. – Non mi è mai piaciuto quell’uomo e mi sento in dovere di sbeffeggiarlo un po’. - Cos’è successo mi sembra più che evidente, ser Jamie, ma mi chiedo come sia possibile che tutto questo lo abbiate fatto voi. Non avete un onore, voi Guardie Reali. – - Non parlare di onore a me, lord Stark. Ho fatto quello che dovevo e non ho nessun rimpianto. – - Questo si vedrà quando arriverà il nuovo re, Robert Baratheon. – Quindi non vuole il trono per sé, ma è venuto per cederlo al suo amico. Lascio cadere il discorso, tanto non mi interessa continuare a parlare con lui. Ho visto da come mi ha guardato che idea si è fatta di me e non mi interessa perdere tempo a spiegargli il perché delle mie azioni, in fondo lui non ha nessun motivo per giudicarmi, cosa che ha cominciato a fare nel momento in cui ha messo piede dentro questa sala. Il mio pensiero in questo momento va a Nymeria ed ai figli di Rhaegar. Sono abbastanza sicuro che la piccola stia bene e non sia stata toccata dai combattimenti nascosta bene nella torre della Guardia reale, ma inizio a preoccuparmi di quello che può essere successo ai bambini ed alla principessa Elia. Non penso che mio padre sia arrivato ad ordinare la sua morte, anche perché da stratega quale è sa che la corona adesso non può permettersi di inimicarsi anche Dorne, e l’uccisione della principessa Elia sarebbe come accendere un focolaio difficilmente spengibile. Già la morte del principe Lewyn non sarà semplice da digerire a Dorne, anche se è morto combattendo e facendo il suo dovere, ma se dovessero morire anche una donna innocente e i suoi figli sarebbe una catastrofe. Nessuno potrebbe fermare i dorniani dal loro intento di scatenare una guerra, e una guerra contro Dorne sarebbe fallimentare sotto tutti i punti di vista, neanche Aegon I e le sue sorelle con i loro draghi sono riusciti a conquistarla in fondo. L’arrivo in pompa magna di Robert Baratheon, ormai re anche se non ancora ufficialmente incoronato, mette fine al momento di stallo che si era creato in quel momento. E subito dopo arriva anche mio padre, visibilmente compiaciuto, portando con sé due corpi avvolti in mantelli porpora dei Lannister. Inizialmente non capisco chi possano essere, ma inorridisco quando comprendo. I capelli argentati che spuntano sul cranio fracassato del neonato non lasciano adito ad alcun dubbio sulla sua identità e quindi anche su quella del corpicino che gli sta accanto. - Sire, vi porto un pegno per la vostra vittoria più importante. I corpi morti di Aegon Targaryen e di sua sorella Rhaenys, i figli del principe Rhaegar. – - Cos’è successo. – La rabbia di lord Stark è quasi dirompente e l’indignazione nei suoi occhi grigi fa impressione. Non c’è quasi nessuno qui nella sala del trono, solo il nuovo re, il suo amico Eddard Stark, io, mio padre e Jon Arryn, che sembra il più calmo in questo momento. - Per suggellare il tuo diritto al trono questi bambini dovevano morire ed io ho fatto solo quello che andava fatto, sire. Adesso poi potete prendervi il trono senza che nessuno lo metta in discussione. – - Avete ucciso due bambini solo per questo? Noi non siamo delle bestie incivilizzate. Robert non puoi avvalorare veramente tutto questo. – - No, do ragione a lord Tywin, è una cosa che andava fatta e adesso la mia pretesa al trono è molto più forte. – - Questi sono dei bambini morti! Non degli oggetti! Questo è un infanticidio, non possiamo lasciarlo impunito. Come non possiamo lasciare impunito quello che ser Jamie Lannister ha fatto contro il re. Ha infranto la prima regola del suo giuramento senza alcun ritegno! – - No, non mi interessa quello che si può dire, ser Jamie ha fatto solo del bene per questo regno, uccidendo il re folle. Lo perdono per il suo crimine e non perderà il suo posto da Guardia reale. – Sorrido abbassando il capo. Onestamente non mi aspettavo un risvolto del genere, ma in parte sono contento. Sono entrato nella Guardia reale per motivi non proprio degni, ma alla fine mi è sempre piaciuto farne parte e spero di continuare per sempre. - E per quanto riguarda i bambini?! – Lord Stark è agguerrito e non demorde, almeno riguardo i due cadaveri che sono ancora ai loro piedi. – - Non ne voglio più sentir parlare. Sono morti e basta! – - Ma… - - Niente ma, Ned! Adesso basta. – - E la principessa Elia che fine ha fatto? – La voce pacata e tranquilla anche in una situazione del genere di lord Arryn mette per un attimo fine alla discussione tra i due vecchi amici. - Purtroppo è morta anche lei. I miei uomini l’hanno trovato uccisa stuprata a morte accanto al corpo del piccolo Aegon. – La reazione di lord Stark è quasi violenta e Jon Arryn è costretto a mettersi in mezzo tra lui e il re prima che succeda qualcosa di irreparabile. - Abbiamo ucciso anche la sorella del principe regnante di Dorne, non bastava solo lo zio? Adesso si scatenerà una guerra. – - Non è detto e di questo ce ne occuperemo a tempo debito. – Le parole di Jon Arryn mettono freno alla furia di lord Stark, almeno per il momento. - Bene, se questo è quanto, io me ne vado, non c’è più motivo per il quale debba restare. – - Ned, no! Ho ancora bisogno di te qui. – Le parole del re sono quasi comiche, insieme alla sua posizione. - No, non ho intenzione di rimanere un momento di più. Continuerò l’avanzata verso sud e finirò di liberare quei castelli ancora in mano ai lealisti Targaryen. E poi devo ancora fare una cosa… - Le parole lasciate in sospeso sono solo per noi, me e mio padre, perché gli altri si scambiano uno sguardo d’intesa prima che lord Stark esca dalla sala del trono. Quando sento la porta della torre che si apre, per un attimo sono contenta. Penso che sia finalmente zio Jamie che viene a prendermi, finché non sento le voci che accompagnano chiunque sia entrato. - Abbiamo controllato quasi tutto il castello. Rimane solo questa torre, facciamo in fretta. – Non è la voce di zio Jamie e la cosa mi fa paura. La voce che arriva sembra cattiva. Sento aprire con forza tutte le porta e avvicinarsi pericolosamente verso quella della stanza di papà. Impaurita impugno velocemente il pugnale di zio Arthur, che tenevo proprio in questa stanza, pronta a combattere contro questi sconosciuti. Quando sento qualcun sfondare di forza anche la porta della stanza mi sfugge un piccolo grido di paura e chiunque ci sia mi sente. Lo sento avvicinarsi al letto e improvvisamente sento qualcuno che mi prende il braccio. Spaventata prendo il pugnale e lo conficco nella mano che è spuntata sotto il letto. Le urla di dolore di chiunque sia nella stanza sono talmente forti che improvvisamente entra pure una seconda persona. - Che cosa succede qui? – - Ci deve essere qualcuno qui, mi ha appena pugnalato! – - Dove? – - Sotto questo letto. Vieni fuori piccolo bastardo, vieni fuori che non ti faccio nulla… - - Non credo che funzioni. – - Oh, sì che funzionerà. So dove si nasconde e non mi può sfuggire. E appena l’avrò preso si pentirà di quello che ha appena fatto. – La seconda volta che vedo la mano da sotto il letto, non riesco a difendermi. Questa volta la mano è molto più grande della prima e la persona a cui appartiene molto più determinata. Mi afferra in malo modo per un braccio e mi strattona finché non riesce a farmi uscire da sotto il letto, con un braccio dolorante. - Una bambina, sono stato attaccato da una semplice bambina? – - A quanto pare. – - Brutta stronza, adesso ti faccio passare io la voglia di attaccare gente molto più grande di te, te lo posso garantire. – - Stai lontano da me, brutto energumeno. Non ti avvicinare. – - E come pensi di fermarmi, con quello stuzzicadenti? – Ride del mio pugnale, ma io non mi faccio intimorire e non lascio la presa, se vuole farmi del male io non mi tirerò indietro. - Quanti anni hai, sembri proprio un bel bocconcino. – Rimango zitta, non ho alcuna intenzione di dire niente ad un uomo del genere. - Che cosa c’è, l’uomo cattivo ti ha strappato la lingua? – - Anche senza lingua rimane sempre un bel bocconcino, magari prima di farla prigioniera possiamo divertirci un po’. Non sono mai andato con una bambina con quei colori. – - Neanche io, penso che sia veramente bella. – Non capisco i loro discorsi e mi fanno paura, ma non riesco a difendermi. Loro sono due e sono molto più grossi di me, mi fanno paura. Zio Jamie mi aveva detto che qui sarei stata al sicuro, ma a quanto pare non è così. Adesso ho paura, anche perché quegli uomini sono sopra di me ed uno si sta slacciando i pantaloni, con un sorriso malvagio in faccia. Inizia anche a toccarmi in punti in cui nessuno l’ha mai fatto e mi fa male. Chiudo gli occhi, sperando che la cosa finisca presto, quando ad un certo punto sento che la porta viene di nuovo aperta con violenza e improvvisamente non c’è più nessuno sopra di me. Mi rannicchio spaventata in un angolo e infine riapro gli occhi. Quello che vedo mi fa paura. Davanti a me c’è zio Jamie, con la spada in pugno, che tiene per la gola un uomo. - Cosa credevi di fare in questa torre? – - Quello che mi ha detto di fare vostro padre, ser Jamie. Ci ha permesso di darci alla pazza gioia e di fare quello che volevamo dentro le mura di questa città ed io adesso voglio quella bambina. Non sono mai stato con una così bella e la voglio per me. – - Quella bambina non si tocca! – - E chi lo dice? – - Lo dico io! E lo dice la mia spada. Vai a trovarti qualcun altro, a meno che tu non voglia ritrovarti senza cazzo. – Vedo quell’uomo che se ne va molto in fretta e poi zio Jamie che si gira verso di me, con la rabbia ancora negli occhi. - Ti hanno fatto del male? – - No. – - Sei sicura? – - Sì, sì, non mi hanno fatto nulla. – Lo vedo farmi un sorriso stentato. - Adesso posso uscire da qui? – - Sì, piccola, ma ti devo prima dare una brutta notizia. – - Quale? – - Il re vuole vederti. – - Come mai? Ha sempre cercato zia Elia, mai me. – - È diverso, adesso il re è un altro. – - Come mai? – - Re Aerys è morto. – - Mi dispiace molto. – - Non devi, piccola, non era una brava persona. – Sento che mi sta nascondendo qualcosa e voglio capire quello che sta succedendo qui. - Zio Jamie, cosa succede? – - Perché dici questo? – - Perché mi stai nascondendo qualcosa, ne sono sicura. – - Purtroppo è vero, ma non ho il coraggio di dirtela. È molto brutta. – - Cosa? – - Anche la principessa Elia, e i piccoli principi sono morti. – - NO! Non ci credo! Zia Elia, Rhaenys, non possono essere morti! Papà aveva detto che saremmo stati tutti al sicuro! – - Lo so piccola, ma Lewyn non si poteva immaginare quello che è successo qui, nessuno poteva. Mi dispiace. – Non riesco più ad ascoltarlo, quello che dice fa troppo male. I ricordi della zia e di Rhaenys si accavallano nella mia mente senza un ordine preciso, mentre le lacrime solcano il mio volto. Sono troppo sconvolta anche solo per rendermi conto che siamo arrivati davanti alla sala del trono. - Lo so che è difficile, ma adesso devi essere coraggiosa. Le cose potrebbero sembrarti un po’ strane, ma sono certo che tutto andrà per il meglio. – Cerco di fargli un piccolo sorriso, anche se senza molto successo, mentre mi asciugo le lacrime e varco a testa alta la porta di quella sala.

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 ***


La sala del trono mi sembra improvvisamente molto diversa, molto più cupa di come l’ho sempre vista e le persone che ci sono dentro mi sono totalmente sconosciute. La persona che in questo momento sta seduta sul trono che è sempre stato del padre di zio Rhaegar è un uomo veramente enorme, alto e grosso, con una folta barba nera e occhi chiari, così diverso da zio Rhaegar e la sua famiglia. Le altre persone sono tutti uomini e sono in pochi quelli che in questo momento sorridono. Riconosco zio Barristan ai piedi dei gradini che portano al trono e provo a fargli un piccolo sorriso, cercando un po’ di conforto nella sua figura, ma il sorriso che ricevo da lui non mi convince. Non arriva agli occhi e non sembra neanche vero. - Molto bene, signori, adesso possiamo risolvere questo problema. – A parlare è stato proprio l’uomo sul trono, con una voce profonda e uno sguardo indecifrabile negli occhi. Occhi che mi fanno molta paura. Per quanto abbia un aspetto molto diverso e anche uno sguardo normale, mi ricorda troppo re Aerys prima di lui e mi fa paura. Mi giro in parte verso sinistra, come se accanto a me ci fosse mio padre e io fossi aggrappata al suo mantello bianco e questo mi dà sicurezza, come è successo spesso in questi anni. - Come ti chiami, bambina? – - Nymeria, sire. Nymeria Nymeros Martell. – - Se ho capito bene sei la figlia di una Guardia reale, il principe Lewyn, è esatto. – - Sì, sire, è esatto. Sono stata riconosciuta come sua figlia due anni fa. – - Siete molto legata alla famiglia del principe Rhaegar? – - Zio Rhaegar per me è stato un altro padre e zia Elia era imparentata con papà. Ero molto legata a tutti e due e consideravo sia Rhaenys che il piccolo Aegon come dei fratelli minori. – - Rimane il fatto che non è una Targaryen, nonostante l’aspetto, Robert. Non ha fatto nulla di male. – A parlare è un uomo restato sempre un po’ in disparte nella sala, un uomo che mi ricorda molto due altri che sono morti proprio qui, che fossero suoi parenti? - E che cosa dovrei fare di lei, Ned? Dimmelo, visto che non perdi tempo per ricordarmi la sua innocenza. – - Rimandala dalla sua famiglia a Lancia del Sole. Abbiamo già abbastanza problemi con i Martell senza che uccidiamo anche una bambina innocente. – - Non posso mandarla a Lancia del Sole come se niente fosse, era troppo legata alla famiglia Targaryen, potrebbe essere pericoloso. – - Allora cosa hai intenzione di fare, far giustiziare anche lei? Un altro bambino morto per colpa di questo assedio? Vogliamo essere ricordati tutti come infanticidi? – - Tu e il tuo dannato orgoglio, Ned! Non posso lasciarla libera come se niente fosse, punto e basta! Dobbiamo trovare un’altra soluzione, se non vuoi accettare forse la più semplice. – - Potremmo sempre tenerla qui come protetta. – A parlare è un altro uomo della sala, molto più vecchio degli altri due, ma anche molto più pacato. - Potrebbe anche essere una buona idea. – - No! Qualsiasi cosa ma non lasciatemi qui! – Le lacrime tornano prepotenti, ma cerco di darmi un contegno. Non voglio piangere davanti a questi sconosciuti, ma non posso rimanere in questo posto, è legato a troppi ricordi dolorosi. - Basta! – L’urlo del re mi gela il sangue e mi zittisce all’istante. I suoi occhi pieni di disprezzo mi mettono una paura incredibile addosso. - Per adesso sarai portata in una stanza e chiusa dentro. Non potrai uscire per nessuna ragione finché non verrà deciso il tuo destino. Potete andare. – Vengo trascinata fuori da questa sala da due uomini molto rudi, che con poco tatto mi portano fino in cima ad una torre, mi spingono senza tatto dentro ad una stanza e poi chiudono la porta a chiave. Finalmente mi prendo il lusso di piangere senza ritegno. Piango per mio padre, per zio Rhaegar e anche per zia Elia e i miei fratelli morti. - Robert, ti ripeto, abbiamo già abbastanza problemi con Dorne senza uccidere anche quella bambina. Lasciamola andare come pegno per quello che è successo alla principessa Elia ed ai suoi bambini. – - Non posso, Ned, è troppo pericoloso. La bambina era troppo legata alla famiglia di quel bastardo di Rhaegar Targaryen, lo chiama addirittura zio! – - E allora, è una bambina molto piccola, potrebbe essere solo un modo affettuoso di chiamarlo. – - E i due principi che credeva suoi fratelli? – - È cresciuta con loro e la differenza di età con la principessa Rhaenys deve essere stata veramente molto poca. È normale che a quest’età siano diventate come sorelle. È successo quasi lo stesso anche a noi due, ti ricordo. – - Non posso lasciarla andare come se niente fosse, non posso e basta! L’idea di Jon di tenerla come protetta mi piace molto. – - La bambina però non vuole restare alla capitale. – - Un protetto non decide dove stare! – - Robert… - - E va bene, quindi cosa suggerisci? – - Potrei prenderla io e portarla al Nord. – - Ne sei sicuro? La bambina potrebbe rivelarsi un problema non da poco. Le guardie mi hanno raccontato del pugnale. – - Sì, quella storia penso che farà il giro di mezza Approdo del Re. Due guardie che sono state pugnalate da una bambina di otto anni. – - Comunque non mi interessa, la bambina sarà al sicuro con me al Nord. – - Per me va bene, un posto vale l’altro. – - Bene, adesso che abbiamo risolto questo problema, devo andare. – - Ned, sei sicuro di andare? – - Sì, Robert, sono ancora arrabbiato per quello che è successo con i bambini e non posso perdonare quello che è successo così facilmente. Andrò a sud anche per cercare notizie di Lyanna. – - Bene. – L’ennesima nuvola all’orizzonte indica che qualcuno si sta avvicinando ancora una volta a questa torre. Da un posto abbandonato che nessuno conosceva come lo ha sempre definito Lewyn, sta improvvisamente diventando un posto fin troppo frequentato, soprattutto visto il momento delicato. È stato difficile per tutti questo periodo, dopo la scoperta di quello che è successo sul Tridente tutti noi abbiamo dovuto venire a compromessi con la nostra coscienza e con il nostro giuramento. Sapere che non eravamo lì quando Rhaegar è morto è stato un colpo terribile. E se lo è stato per noi, quello che ha passato la principessa Lyanna è stato ancora peggio. In fondo lei porta in grembo il figlio di Rhaegar e la prospettiva di crescere il bambino da sola e senza aiuto non deve essere stato facile da digerire. Almeno è tranquilla che il piccolo non sarà un bastardo. In fondo il loro matrimonio è stato ufficiale ed evidentemente consumato. I testimoni di tutto questo siamo noi e nessuno metterà mai in discussione l’eredità che questa creatura innocente si porta dietro. Sempre che le cose vadano a finire bene, cosa non così scontata. Le notizie arrivate dalla capitale hanno reso tutti ancora più nervosi. Non è stato facile, ma alla fine non ce la facevamo più ad aspettare notizie, quindi siamo andati a cercarcele da noi. Oswell, quello di noi meno riconoscibile e più facilmente passabile per un semplice passante, è stato spedito nel villaggio più vicino per avere delle notizie, qualsiasi tipo di notizia possibile, e quello che ci ha riferito ci ha fatto accapponare la pelle. La notizia della caduta della capitale e di quello che ne è seguito è arrivata presto a diffondersi in tutti e Sette i Regni. Ci ha fatto orrore scoprire quello che ha fatto un nostro confratello. Tutti noi eravamo perfettamente consapevoli che il re non fosse più adatto, ma mai saremmo andati contro il nostro giuramento di proteggerlo a tutti i costi come ha fatto ser Jamie Lannister. Uccidere il re già di per sé è un reato terribile, ma se ad ucciderlo è stato proprio colui che avrebbe dovuto proteggerlo a costo della vita, quel reato diventa dieci volte peggio. La scoperta di quello che hanno fatto alla principessa Elia ed ai suoi figli ci ha fatto orrore, senza contare l’ansia che ci ha messo per quello che è successo alla piccola Nymeria, che nessuna storia menziona. Questo può purtroppo significare troppe cose. Da una parte potrebbe essersi salvata, ma dall’altra le morti sono state molto più illustri di quella di una semplice bambina dorniana presente alla corte della capitale ed è anche possibile che sia morta e che nessuno si sia interessato alla sua sorte, troppo poco importante per i potenti. È stato a questo punto che è arrivata una lieta notizia. Ser Willem Darry, maestro d’armi della Fortezza Rossa e fratello di un nostro confratello, è riuscito a fuggire dalla capitale prima che venisse presa con il principe Viserys e la regina Rhaella incinta. Quando dall’orizzonte si vede più chiaramente chi sta arrivando, capiamo che la guerra è arrivata anche qui. Nonostante la distanza non è difficile capire chi sta arrivando. Lord Eddard Stark deve aver scoperto in qualche modo dove si trovava la sorella e adesso sta arrivando con un manipolo di uomini per riprendersela. Guardo per un’ultima volta questa torre che è stata la nostra casa per quasi un anno con occhi diversi. Adesso non è più possibile tornare indietro, succeda quel che succeda. Spero solo che la principessa non voglia tirarci un brutto scherzo proprio ora. È a fine della gravidanza, è ormai questione di ore, massimo di qualche giorno, e sono state chiamate delle levatrici dal villaggio più vicino proprio per questo, ma non sarebbe facile se decidesse di entrare in travaglio proprio adesso, con il fratello venuto a riprendersela. Ma non posso pensare a queste cose in questo momento. Il mio dovere, il mio onore e l’amicizia che mi ha legato a Rhaegar per tutti questi anni, mi dicono di mettermi davanti a questa torre diroccata e di combattere contro questi uomini che non hanno colpe, tranne quella di non sapere la verità. Verità che non abbiamo nessun diritto di dire noi. Ser Gerold è al centro, stagliato contro chiunque si stia avvicinando con la sua solita figura statuaria che incute timore in tutti i nemici, con me e Oswell ai lati. Oswell continua ad affilare la spada con la cote, inginocchiata per terra, senza preoccuparsi troppo di alzarsi per stagliarsi contro i nemici che stanno arrivando. Saranno pure in sette e sicuramente sette ottimi combattenti, ma noi rimaniamo pur sempre tre dei migliori guerrieri di tutti e Sette i Regni e non ci impensieriscono poi molto, nonostante il numero non vada a nostro favore. Ed eccolo qui, lord Eddard Stark, lord di Grande Inverno, protettore del Nord e grande amico dell’usurpatore Robert Baratheon. Arrivando si guarda intorno un po’ spaesato, ma si riprende in fretta quando ci trova tutti e tre pronti a combattere. - Vi ho cercati sulla Forca Rossa del Tridente. – Dice - Non eravamo là. – Controbatte ser Gerold. - Se ci fossimo stati, l’usurpatore avrebbe incontrato la sua fine. – - Anche quando Approdo del Re è caduta. Quando ser Jamie ha ucciso il vostro re con la sua spada dorata, ho continuato a chiedermi dove foste. – - Lontano. Diversamente, Aerys continuerebbe a sedere sul Trono di Spade e il tuo falso fratello Robert brucerebbe al fondo dei sette inferi. – - Sono venuto a Capo Tempesta a rompere l’assedio. I lord Tyrell e Redwyne hanno abbassato i loro vessilli e tutti i loro cavalieri si sono inginocchiati per giurare fedeltà. Ero certo di trovarvi tra loro. – - Noi non c’inginocchiamo facilmente. – - Ser Willem Darry è fuggito alla Roccia del Drago, con la tua regina e il principe Viserys. Ho pensato che vi foste imbarcati con loro. – - Ser Willem è un uomo valoroso e fedele. – - Ma non fa parte della Guardia reale. E la Guardia reale non fugge. – - Né allora, né ora. – - Abbiamo giurato. – - E questo è l’inizio. – - No. È la fine. – Nel momento in cui mettiamo tutti mano alla spada, sappiamo tutti come andrà a finire. Gli uomini del Nord sono risoluti e non si fanno scoraggiare dall’evidente disparità di forze. Fanno pressione incalzati dal maggior numero e non si fanno abbattere dalla palese discrepanza di forze. Sono risoluti a vincere a tutti i costi e ci danno del filo da torcere, ma sembra ancora che si possa vincere, finché non vedo nel giro di poco sia Oswell che ser Gerold cadere sotto i colpi di vari guerrieri. È terribile, ma non mi posso permettere il lusso di pensare alle loro morti, devo concentrarmi ancora di più per mettere fine a tutto questo il prima possibile. Adesso sono rimasto solo, ma questo non significa che gli uomini del Nord hanno già vinto. È una situazione molto simile a quello che è successo con la Fratellanza del Bosco del Re anni fa, l’ho già vissuta in prima persona e non ho paura. Ormai rimaniamo solo io e lord Stark, nessun altro degli uomini è ancora vivo e gli devo dar merito di essere un discreto combattente. Non certo al mio livello, ma non se la sta cavando per niente male, mi ha messo anche un paio di volte in difficoltà, ma inizio ad essere stanco di tutto questo, così impugno Alba, pronto a dare il colpo di grazia, quando sento qualcosa di metallico che mi trapassa il collo. È solo un attimo, sento un dolore lancinante, vedo tutto sfocato mentre cado a terra e poi l’impossibilità di respirare, il sangue che esce dalla mia bocca quando provo a respirare, la sensazione di annegare ad ogni singolo respiro. Un modo orribile di morire, soprattutto perché sono stato colpito alle spalle da qualcuno che credevo ormai già morto. Vedo per un ultimo istante lord Stark che incombe su di me con uno sguardo indecifrabile e alla fine sento la sua spada che mette fine al mio agonizzare.

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Capitolo 39
*** Capitolo 38 ***


Quando la porta della mia camera viene aperta, ho paura di quello che potrebbe succedere. Sono ormai quasi due mesi che sono tenuta qui prigioniera, senza più avere notizie di quello che sta succedendo fuori da queste mura. Non che avessi voglia di uscire, ma l’avere costantemente due guardie fuori dalla porta mi ha fatto un certo effetto, non lo posso negare. Questo periodo da sola mi ha comunque aiutato a venire a patti con tutto quello che è successo e con la morte della mia famiglia. Non posso dire di non essere più triste, ma almeno sono più tranquilla di prima e posso pensare a loro con minore tristezza, anche se non è ancora del tutto scomparsa. Sulla soglia della porta c’è un uomo che ho già visto nella sala del trono il giorno in cui ho parlato con il nuovo re, non so come si chiama ma riconosco in lui i tratti di quei due uomini uccisi sempre in quella sala qualche tempo fa dal re, immagino che fossero dei suoi parenti. Mi sorride con un sorriso vero, velato di tristezza, ma che arriva fino agli occhi. - Principessa Nymeria, dobbiamo parlare. – Sentirmi chiamare principessa mi fa un certo effetto. Non ci avevo mai riflettuto, ma anche io tecnicamente sono una principessa. Papà ha sempre mantenuto il suo titolo di principe e quindi io sono la figlia di un principe. - Cosa posso fare per voi? – Non so neanche come si chiama, ma la buona educazione che con tanta fatica la septa mi ha inculcato viene fuori in modo prepotente. - Devo darti una brutta notizia, purtroppo. Ser Arthur Dayne è morto in combattimento alla Torre della Gioia. – Non ci voglio né ci posso credere alle sue parole. Con tutta la mia famiglia ormai morta, speravo che almeno zio Arthur potesse continuare a stare con me in qualche modo, ma adesso questa maledetta guerra mi ha portato via anche lui. Non scoppio in lacrime solo perché non sono sola e quest’uomo non lo conosco, non posso sapere come reagirebbe. Abbasso comunque gli occhi, triste per la terribile notizia appena ricevuta. - Ho fatto un patto con il re. Non può rimandarti dalla tua famiglia a Lancia del Sole e tu non vuoi rimanere qui alla capitale, da quanto ho capito, giusto? – - È vero, signore. Questo posto mi porta alla mente troppi ricordi dolorosi. Non riuscirei a rimanerci. – - Abbiamo quindi preso una decisione che farà contenti tutti. Verrai con me nel Nord e crescerai alla corte di Grande Inverno con i miei figli. Intanto appena arrivati ti prometto che ti troveremo una septa che continui la tua istruzione. – - Molto bene, grazie per tutto. Posso chiedervi una cosa? – Non vorrei mai essere invadente, soprattutto per questioni che possono essere molto delicate, ma la curiosità prende il sopravvento. - Certo. Qualsiasi cosa. – - Qualche tempo fa sono stati uccisi due uomini tra le mura della sala del trono e… - Non mi dà neanche il tempo di finire la frase che mi risponde con un sorriso triste. - Erano mio fratello maggiore e mio padre. – - Scusate. Non volevo riportarvi alla mente brutti ricordi. – - Non vi preoccupate, piccola, la curiosità può anche essere lecita, se in piccole dosi. – Capisco facilmente quello che sta cercando di dirmi, non sono stupida. Non vuole parlare di quello che è successo alla sua famiglia e io lo capisco. - Partiremo domani mattina molto presto. – Detto questo se ne va, lasciandomi sola per un’ultima volta dentro queste mura. I miei sentimenti per questa partenza sono contrastanti. Ormai mi ero quasi abituata a questo castello e a tutto quello che era la vita al suo interno e adesso andarmene è più difficile di quello che credevo. Quando siamo arrivati non avrei mai pensato di dirlo, ma ho quasi paura di abbandonare le sue mura amiche. Possono essere successe anche troppe cose qui dentro, ma almeno questo è un posto che conosco e le persone hanno una cultura che comprendo. Le lezioni del maestro sul Nord, invece, mi hanno messo una grande preoccupazione anche dentro le mura di Roccia del Drago. Le spiegazioni sulla cultura, la tradizione e anche sui diversi Dei che vengono adorati in quelle terre mi hanno reso molto ansiosa e per nulla desiderosa di approfondire la questione. Quando siamo andati alla Barriera, ormai quasi due anni fa, le cose sono state diverse. Ero protetta da tutte le persone che conoscevo e il viaggio è durato solo pochi giorni. Adesso quello che mi si prospetta è tutta una vita in quelle terre sconosciute e così distanti da quello che mi hanno sempre insegnato papà e gli zii, ma ormai le cose stanno così ed io non le posso cambiare. Li renderò comunque tutti fieri, anche se non mi possono più vedere e affronterò la mia nuova vita a testa alta, come degna figlia di mio padre. La mattina dopo sono di nuovo nel cortile del castello, ma questa volta non devo vedere nessuno che parte per la guerra, questa volta sono io che parto e parto a testa alta verso l’ignoto. Il pensiero mi va quasi subito verso l’ultima volta che sono stata qui per un evento analogo, alla partenza di papà e degli zii per la battaglia che ormai viene chiamata la battaglia del Tridente, perché a quanto pare è stata combattuta sulla sponda di questo famoso fiume della terra dei Fiumi. Siamo ormai pronti a partire, manca veramente poco. Siamo un gruppo veramente molto numeroso, per la maggior parte sono gli uomini che devono essere andati in guerra con lord Stark e che adesso tornano a casa dalle proprie famiglie, cosa che io non posso fare, anche perché non ho più una famiglia. Quando mi hanno parlato della mia famiglia a Lancia del Sole e del fatto che non avrebbero potuto rimandarmi lì mi sono meravigliata. Sono figlia di mio padre, non lo metterò mai in dubbio, ma rimane il fatto che non sono mai stata a Lancia del Sole o a Dorne e non conosco quasi la famiglia di papà. Conoscevo zia Elia, ho incontrato un paio di volte anche il fratello maggiore della zia, Oberyn, mi è stato parlato spesso dell’altro fratello della zia, Doran e dei suoi figli, che ho sempre chiamato affettuosamente cugini, ma non li conosco veramente e non posso dire che sono la mia famiglia. Papà mi aveva promesso che saremmo presto andati a Dorne una volta finito questo brutto periodo per farmeli conoscere tutti, ma adesso non sarà più possibile. Papà è morto, la zia è morta ed io mi sto dirigendo nel posto più lontano possibile da loro. Guardo i cavalli e cavalieri con una certa invidia prima di prendere il mio posto sul carro di rifornimenti che mi porterà a destinazione. Avrei tanto voluto cavalcare da sola, sono perfettamente in grado di farlo a quasi otto anni di età, ma lord Stark non ha voluto. Ha detto che non sarebbe stato consono una cosa del genere e mi ha ricordato le litigate che ho sempre fatto con papà e gli zii su questo argomento, fin da quando ne ho ricordo, così come mi ricorda il mio ultimo viaggio a Nord e la bellissima sensazione di pace che mi ha dato poter cavalcare con papà sullo stesso cavallo e il calore del suo mantello. Su questo carro, però, non sarò da sola. Con me viaggeranno anche un neonato, che a quanto ho capito deve essere in qualche modo il figlio di lord Stark, anche se stranamente mi ricorda vagamente Aegon quando era appena nato, e la sua balia, una donna molto risoluta che mi resta subito simpatica appena mi dice da dove viene e dove prima prestava servizio. Passo la maggior parte del tempo che passiamo in viaggio, circa un mese, a tartassarla di domande su Dorne e sul castello di Stelle al Tramonto, il castello di casa Dayne dove mi ha detto che ha sempre prestato servizio. Mi ha fatto ridere molte volte raccontandomi le peripezie dei figli del fratello maggiore di zio Arthur. Lo zio mi aveva raccontato una volta di avere anche un fratello maggiore e una minore oltre a lady Ashara che è stata una delle dame di compagnia di zia Elia e per molti versi una vera e propria tata sia per me che per Rhaenys. Mi è dispiaciuto che non mi abbia potuto raccontare di quando anche zio Arthur era piccolo, ma è troppo giovane per averlo conosciuto a quei tempi. Il viaggio è molto lungo ma piacevole. I soldati e i lord che fanno parte del seguito che sta tornando verso le proprie terre sono persone socievoli e tranquille, ormai interessate solo a rimettere piedi nelle proprie terre che ad altro. Passo quasi tutto il tempo con la balia, che si è presentata come Wylla, e il piccolo Jon, un bambino tranquillo che assomiglia veramente tanto al padre, ma che continua a ricordarmi un po’ Aegon appena nato, ma forse perché tutti i bambini a questa età si assomigliano Le porte del castello che sarà la mia nuova casa mi sembrano la saracinesca che si chiude su quella che è stata la mia vita fino a questo momento. Da questo momento in avanti non si torna più indietro, vivrò in un posto nuovo, con persone nuove e con una cultura nuova, senza quella che ho sempre considerato la mia famiglia. Il cortile del castello è affollatissimo. Devono esserci tutti i suoi abitanti che sono venuti a rendere omaggio al loro signore che torna trionfante dalla guerra. Sono in molti a guardare verso di me quando scendo dal carro dei rifornimenti, ma non ci faccio caso, è sempre successo e ormai non mi fa più impressione come prima, ci sono abituata. È la persona davanti a tutti in questo cortile che mi fa impressione. Per quanto siano passati due anni da quando l’ho incontrato per l’ultima volta, non potrei mai dimenticarmi la sua faccia. È cresciuto e si è fatto uomo, arrivando ad assomigliare in maniera impressionante a quello che deve essere per forza il fratello maggiore. Gli sorrido e vedo che anche lui mi sorride di rimando, capendo che mi ha riconosciuta. Sono contenta, pensavo di non trovare nessuna faccia conosciuta in questo posto sperduto, ma almeno adesso so che mi sono sbagliata. Non avevo più pensato a quel ragazzo che mi era stato vicino per un paio di volte al torneo di Harrenhal quando portavo le spade per gli zii. Dopo quella volta in cui avevamo parlato per qualche secondo, non si era più avvicinato a me in nessuna maniera e lo avevo visto solo di sfuggita durante la cena o sugli spalti insieme alla sua famiglia. La camera che il servo mi apre è semplice, ma funzionale. C’è un bel camino già acceso, un letto grande ricoperto di pellicce, anche perché immagino che qui il freddo nelle notti invernali sia terribile, e davanti al camino c’è un bel tappeto di pelo per proteggersi dalla temperatura gelida. Una stanza molto più semplice di quelle a cui ero abituata sia a Roccia del Drago che nella capitale, ma forse mi piace anche di più, la sua semplicità mi intriga veramente molto. Ai piedi del letto un servo posa il mio baule, prima di chiudere la porta ed andarsene senza quasi proferire una parola. Non me la prendo per i suoi modi, ma apro subito il baule per tirare fuori i miei due tesori più preziosi. Il mantello bianco di papà è sempre con me, non lo lascerei mai per nessun motivo e adesso custodisce anche un prezioso segreto, un segreto che nessuno deve sapere. Avvolto dentro c’è il pugnale che zio Arthur mi ha donato quella mattina prima di partire insieme a zio Rhaegar. Mi era stato portato via dopo quello che era successo nella torre delle spade bianche ed era sicura che non lo avrei mai più rivisto. È stato zio Jamie a riportarmelo subito prima che partissi per il Nord. Quando è venuto nella mia stanza pensavo che volesse solo augurarmi buona fortuna per la mia nuova vita, come aveva già fatto zio Barristan, ma invece mi ha fatto questa enorme sorpresa. Mi ha detto di averlo visto insieme ai tesori che il re avrebbe dato ai suoi alfieri, gettato senza ritegno in mezzo al mucchio e l’ha riconosciuto per le sue caratteristiche, in fondo l’acciaio di Valyria non è difficile da riconoscere. Capendo di cosa si trattava l’ha preso e l’ha nascosto, inizialmente pensando che il re se ne potesse accorgere. Quando invece ha capito che non sarebbe successo, è venuto a consegnarmelo. Mi ha detto che zio Arthur lo aveva portato con orgoglio e valore e non gli sarebbe sembrato giusto che non lo avessi io. Mi ha fatto piangere quando me l’ha detto ed averlo un’altra volta in mano mi ha fatto sentire proprio bene, protetta, come se zio Arthur fosse ancora qui con me a proteggermi. Zio Jamie mi ha comunque detto che non devo attirare l’attenzione su di me e possedere un pugnale in acciaio di Valyria lo farebbe, quindi che sarebbe stato meglio che lo nascondessi, cosa che ho fatto. Nessuno ha mai pensato di guardare cosa c’era nel mio baule da viaggio, anche perché in fondo non ce n’era bisogno, quel pugnale nessuno lo sta cercando, quindi ho potuto tranquillamente portarmelo qui al Nord, basta che stia molto attenta che nessuno lo scopra. Un leggero bussare alla mia porta mi fa tornare alle realtà. È tutto bello, ma rimane il fatto che questa sarà un po’ la mia prigione da qui in avanti, non penso proprio che mi permetteranno mai di andarmene. - Principessa… - La persona che vedo entrare da quella porta mi dà un enorme piacere. - Lord Benjen… - - Non avrei mai pensato di rivedervi. – - Neanche io, ma adesso siamo qui. – - Mi fa piacere, ma immagino che a voi no. Ho saputo delle vostre perdite e mi rincresce molto. Non conoscevo né vostro padre né gli altri membri della Guardia reale che sono morti, ma la loro fama era arrivata anche qui. – - Grazie. Ho comunque avuto tempo di elaborare quello che è successo nei due mesi che sono rimasta ad Approdo del Re dopo la guerra. Vi sono comunque grata per le vostre parole. – - Molto bene. Volevo solo porgervi le mie condoglianze per la vostra famiglia e augurarvi di trovarvi bene qui. Adesso vi lascio sola. – - Grazie ancora della vostra premura. Siete sempre stato molto gentile con me, dalla prima volta che ci siamo incontrati. – - Non potevo fare altrimenti, principessa. Eravate una bambina sola in un posto potenzialmente molto pericoloso. – Dopo di che, sorridendo, esce dalla stanza lasciandomi sola a iniziare la mia nuova vita.

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