The Joint Venture

di Noeru
(/viewuser.php?uid=110972)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hoenn I ***
Capitolo 2: *** Hoenn II ***
Capitolo 3: *** Kanto ***
Capitolo 4: *** Johto ***
Capitolo 5: *** Sinnoh ***
Capitolo 6: *** Unima ***



Capitolo 1
*** Hoenn I ***


Dopo aver buttato via le ultime scartoffie della giornata, Max tirò un sospiro di sollievo, ripulì i suoi occhiali in un quadratino di tessuto
magenta e passò dalla sedia rossa imbottita al rigido sgabello nero all'angolo; l'ultimo acquisto del leader del Team Magma troneggiava in un angolo
del suo ufficio, pronto ad essere aperto e suonato nei momenti in cui sentiva il cervello fumare come il monte alle cui pendici sorgeva il quartier generale rosso.
Da bambino in casa aveva un pianoforte a coda, ma era stato venduto dopo che lui se n'era andato per studiare all'università e la scoperta di tale fatto lo aveva spinto a troncare i rapporti già tesi coi suoi genitori, colpevoli di avergli trasmesso un pessimo corredo genetico, e a relegare in un angolo della sua mente la passione per la musica classica.
Da quando era iniziato il periodo di tregua col Team Idro tuttavia aveva deciso di concedersi un regalo speciale che lo distogliesse dalle preoccupazioni quotidiane sia legate alla propria salute che a quanto succedeva nel mondo esterno.
Non ci sarebbe più stato nulla a tenerlo sveglio; Ivan e la sua ciurma di imbranati avevano fallito nel tentativo di dominare Kyogre, ma anche Max e i suoi alleati si erano lasciati sopraffare da Groudon ed essere in pari era sempre meglio che aver perso.
Così si scaldò le dita, spesso fredde a causa dell'anemia, strofinando le mani fra loro e facendole scrocchiare e lasciò che la claustrofobica stanza rosso cupo si riempisse di suoni ben ordinati e melodiosi.
Le reclute che passavano davanti alla porta si fermavano ad ascoltare incantate, nonostante il loro capo non fosse un pianista professionista.
Però aveva considerato di rispolverare questo interesse e studiare musica seriamente.
Lo avrebbe fatto, tanto non c'era più nulla a cui correre dietro; Groudon era stato rispedito negli abissi da un giovanissimo allenatore che si narrava fosse un portento capace persino di sfidare la Lega Pokemon e la sfera rossa era ritornata sul Monte Pira, dove gli anziani la custodivano con doppia mandata insieme alla sua gemella blu.
La musica continuò a risuonare nell'atmosfera fredda del sottosuolo.
I due magmatenenti, che avevano accesso alle stanze di  Max, talvolta entravano e si sedevano a fargli compagnia in silenzio religioso: Ottavio diventava marmoreo, temendo con la sua corporatura di far cascare oggetti
o fare troppo rumore muovendosi mentre Rossella si avvicinava di più, sporgendosi sullo spartito nel tentativo di decifrare quello che sembrava un codice di Unown.
Il suo bel viso era terribilmente vicino all'incavo della spalla di Max, il quale ne avvertiva l'odore di violette in forte contrasto con quello di umidità, rocce e fuoco che permeava il rifugio.
Era un profumo tanto raro ed insolito, ma regalava solo qualche secondo di piacere al suo olfatto e la concentrazione sui tasti bianconeri non gli consentiva di abbandonarsi alla pace dei sensi.
Rossella gli voltava anche le pagine e lui si limitava ad esprimere gratitudine con un cenno del capo.
Di solito quel passatempo gli occupava le due ore tra la fine del giorno lavorativo e la cena, ma quel giorno, non riusciva a spiegarsi il perché, avrebbe desiderato continuare fino alla mezzanotte.
Povere reclute che si sarebbero addormentate in massa sul pavimento per assistere al concerto che non era loro permesso di vedere.
"Largooooooo!" Dal corridoio la voce di Ottavio spezzò l'incanto del silenzio. Le gambe robuste del Tenente correvano ad una velocità insolita ed il suo faccione era più rosso della felpa dell'organizzazione rendendolo simile ad un pomodoro gigantesco.
Senza troppo tatto spinse via le reclute con l'orecchio appoggiato all'uscio bordeaux ed ignorando le loro proteste immise l'impronta digitale destra.
La mano sinistra stringeva una busta bianca priva di scritte che la riconducessero a un mittente.
Le dita di Max frenarono la loro corsa frenetica con una cacofonia secca e brutale: "Ottavio! Lo sai bene che quando sto suonando..." Sembrava un adolescente dedito ad un allenamento speciale.
"C-c-c'è...u-u-una...l-l-let-t-tera-a-a..." Farfugliò il ragazzone; l'altro gliela strappò, aprendola in fretta e furia.
Dovette metterci un po' a riabituare la vista all'alfabeto.
Ottavio sloggiò fuori per evitarsi un sonoro rimprovero e si nascose nella sua stanza, evitando il dormitorio dove i suoi sottoposti lo avrebbero fatto a fettine incolpandolo di averli distratti da uno dei pochi momenti
di piacere previsti dalla dura vita di una recluta.

 
"Carissimo
Ci tenevo ad informarti che sei stato selezionato per essere parte di una nuova organizzazione criminale che riunisce nel suo nucleo le menti più pericolose ed efferate della nazione.
Un progetto destinato a non fallire grazie ad un cervello strategico e brillante come il tuo.
Questa nuova società si chiama Team Rainbow Rocket ed opererà ad Alola, dove ti aspetto per un primo meeting durante il quale conoscerai i futuri collaboratori e verrà stabilito un primo piano volto a far capire che SONO TORNATO!
L'incontro si terrà fra cinque giorni durante i quali avrai tutto il tempo di preparare la partenza ed organizzare tenenti e reclute nel periodo in cui sarai assente.
Un ultimo favore: ti chiedo se puoi cortesemente recarti nel bosco a nord di Forestopoli.
Senz'altro già sai che in quella zona ha sede il Team Erba.
Dovrai passare da loro e ritirare un pacco che dovrai portare qui ad Alola.
Non ti è dato sapere cosa contenga, ma il Team Erba fornirà gentilmente una dose di Ganja tale che passerà inosservato a ipotetici controlli di frontiera.
Spero di essere stato esauriente.
Ti aspetto!
G."
 
"Il solito megalomane!" Max sbatté il manoscritto sul tavolo ricordando a malincuore i suoi brevissimi trascorsi nel Team Rocket, dal quale era stato allontanato per
colpa della sua salute cagionevole.
Allora lavorava come impiegato ed Ivan, suo futuro rivale era una semplice recluta che presto aveva pure lui disertato l'organizzazione vedendo il male che faceva ai pokemon.
O forse perché le ragazze di Kanto e Johto erano frigide, pensò tra sé e sé il geologo.
La lettera era stata scritta con parole che avrebbero dovuto lusingarlo, ma si fiutava lontano un miglio dove Giovanni voleva andare a parare.
Max disapprovava questo modo di essere leader: mandare in giro i sottoposti a fare ciò che non gli andava di fare per pigrizia o perché ci avrebbe rimesso la faccia non era un atteggiamento da capitano.
Lui era severo, ma corretto nei confronti di reclute e tenenti e aveva aiutato coi suoi mezzi persone svantaggiate che in quel gruppo avevano trovato motivazione ed uno scopo di vita.
In particolare Rossella gli stava a cuore come una figlia o sorellina più piccola da quando aveva perso i genitori mentre Ottavio aveva subito bullismo a scuola e mobbing sul posto di lavoro a cui nemmeno il rosso era estraneo, da bambino gracilino qual era stato.
Inoltre era andato lui di persona nell'antro abissale con la sfera rossa a risvegliare Groudon.
Lui e non Ottavio o Rossella, che di certo non sarebbero sopravvissuti alla furia del gigante di fuoco e terra.
Con molta cura ripiegò la lettera e si diresse in camera da letto, decidendo sul da farsi.

 
**
 
"Como te llamas Baby?"
Una voce editata dai migliori programmi per la registrazione esplose accompagnata da battiti elettronici veloci e ritmati.
Proveniva da una piccola, ma potentissima cassa bluetooth che riposava sul braccio muscoloso e abbronzato di un energumeno perennemente a petto nudo che varcò una porta color zaffiro.
"Bella! è venerdì sera! Quindi..." La sua manona batté a tempo il palmo contro un'altra mano guantata di blu in un saluto speciale che solo due persone con un'intesa fortissima potevano condividere.
"Si sboccia, Bro!" Ivan rise forte, spingendo la sedia lontana dalla scrivania col piede precedentemente appoggiato al tavolo.
Per il leader del team Idro più che un sottoposto il tenente Alan era un fratello: entrambi cresciuti nei peggiori quartieri portuali di Hoenn, da quando giocavano a calcio in strada con lattine o stracci tenuti precariamente insieme avevano fatto affidamento l'uno sull'altro proteggendosi da fratelli serpenti, patrigni violenti e confortandosi durante i lutti peggiori.
Ivan si ricordava benissimo l'aver trovato sua madre, meno di quarant'anni, riversa sul letto con diversi lividi in volto e segni di coltellata inferti dall'ennesimo uomo che le aveva promesso stabilità economica e protezione.
Era corso a casa di Alan e aveva vissuto lì il resto della sua vita da minorenne, rivelandosi la spalla di cui il futuro tenente aveva bisogno per sopravvivere a due crudeli fratelli maggiori.
I due avevano catturato i loro Carvanha gemelli insieme e li allenavano nella sudicia acqua di porto e poi si recavano in una delle innumerevoli sale pesi improvvisate dove stavano ore ed ore.
Inseparabili, tranne durante il breve apprendistato di Ivan nel Team Rocket: "Va'che c'è figa a Kanto! Mica come qua..." Sospirava sognante Alan: "Vai e rimorchia anche per me!"
"Sarà fatto, Bro!" In seguito si erano riuniti e avevano fondato il Team Idro con l'obiettivo di contrastare le mire espansionistiche del Team Magma.
In particolare Ivan manifestava un accanimento negativo verso il leader della squadra rivale, reo di non aver prestato le dovute attenzioni alle condizioni degli operai in un progetto che aveva coinvolto entrambi dopo aver abbandonato il Team Rocket.
"Andiamo a prepararci!" Alan sollevò una cassa contenente un superalcolico azzurro ghiaccio destinato alla consumazione notturna collettiva.
Aver fallito nel manovrare Kyogre era stato sì umiliante, ma almeno anche i rossi erano rimasti ben lontani dalle loro aspettative e non dovevano più stare all'erta.
Fine del proibizionismo.
Ivan si sistemò la folta barba e si diede quel deodorante che attirava sciami di ragazze ai suoi piedi e fece per uscire quando una mano femminile lo bloccò.
"Una lettera, capo!" Due dita abbronzate ed affusolate dalle unghie laccate nelle sfumature di cielo e mare gli porsero un'anonima busta bianca.
Che fosse l'ennesima spasimante del pirata?
"La leggo dopo! Non vedi che sono impegnato?" Ivan fece per ignorarla, ma Ada gli si piazzò davanti decisa, un ginocchio pronto a puntare là dove non batte il sole.
E non col fine di eccitarlo: "Insomma! Chi è il capo qui? Essere leader non è solo svago mentre gli altri ti fanno da assistenti! Alan, puoi fare il piacere di abbassare quel dispositivo infernale e cambiare canzone, che questa è sessista da morire?!"
Ogni tanto Ada aveva l'impressione di doversi occupare di due eterni adolescenti e ne aveva sinceramente abbastanza della loro strafottenza e misoginia velata; nonostante Ivan avesse smesso di toccarle il didietro come faceva con alcune reclute più giovani, continuava a non considerare il suo parere quanto quello di Alan e talvolta farsi beffe di lei.
E dire che senza la sua voce della ragione sarebbero finiti tutti quanti nelle fauci di Kyogre.
"Come sei noiosa!" La canzonò Alan, impegnato a spargersi i muscoli di olio: "Rilassati che abbiamo già dato!"
"Cia'..." Sbuffò scocciato Ivan, aprendo il messaggio coi denti da squalo.

 
"Carissimo
Forse ti stupirà il fatto che questa mia lettera sia indirizzata a TE.
Sì, proprio te, che eri una tra le tante reclute e nemmeno sei arrivato fino in fondo. Credi ti abbia perso di vista, ma non è così: mi sono tenuto aggiornato sulla tua gloriosa impresa in quel di Hoenn e devo
ammettere che mi ha stupito vederti tirar fuori una grinta che mai ti avrei dato.
In merito a ciò rivolgo a te e ribadisco, SOLTANTO TE, questo invito a prendere parte alla mia nuova orgnizzazione: Il team Rainbow Rocket.
Tra cinque giorni ci troveremo tutti quanti ad Alola e cominceremo ad elaborare il piano definitivo.
Con la tua forza d'animo il successo sarà garantito.
Prima però ci tenevo a chiederti un favore: nelle foreste a nord di Forestopoli è situato il quartier generale del Team Erba.
Lì si trova un pacco da portare ad Alola.
Il contenuto è segreto, ma per fortuna ho convinto quei fricchettoni a farmi dare erba in quantità sufficiente da proteggerlo.
Ricorda: Forestopoli Nord!
G."
 
Ivan si sentì inizialmente lusingato da quelle parole, ma le ultime righe assumevano un tono semi canzonatorio e lo trattavano come se non fosse in grado di fare due più due.
Era consapevole di non brillare per intelligenza, al contrario del suo rivale, ma odiava essere trattato da stupido e di Max detestava proprio quel fare saccente ed arrogante che esibiva solo perché aveva avuto più possibilità di lui, inclusa quella di studiare.
Certe volte lo avrebbe trascinato per i capelli nei palazzoni grigi macchiati di graffiti in cui era cresciuto e lì lo avrebbe lasciato una settimana per vedere quanto sarebbe resistito in mezzo a violenza, povertà ed ignoranza.
Riguardò le parole scritte dal più grande malvivente di Kanto, passandosi le mani nella barba pensieroso
Giovanni lo aveva spinto ad abbandonare il Team Rocket perché i suoi traffici illegali di pokemon danneggiavano soprattutto le creature e nessuna recluta mostrava sensibilità verso ciò; si limitavano a seguire
ciecamente gli ordini di un boss che quasi mai si palesava nelle missioni, preferendo starsene in palestra a farsi i suoi comodi e contare il denaro sporco accumulato sulle spalle di numerose vittime innocenti.
Certo, centinaia di pokemon avevano perso la vita quando Kyogre si era risvegliato, ma non perché lui, Ada, Alan o le loro reclute li seviziavano.
Il rispetto verso la natura era alla base del team Idro.
"Allora?!" Alan gli diede una pacca sulla spalla: "Non è festa se manchiamo noi!"
Ivan tentò di far canestro nel cestino fallendo miseramente e seguì il suo migliore amico fuori da quello che chiamava "ufficio", ma si traduceva come "stanza delle necessità"

**


Angolo dell'autrice: Cosa sceglieranno di fare i due Leader rivali?
Avviso che questa storia è frutto della quarantena a cui siamo recentemente costretti, ergo non stupitevi se cerco di ridere per non piangere.
Secondo il mio Headcanon, Max suona il pianoforte perché penso sia uno strumento che si addice alla sua personalità seria e glaciale, mentre Ivan è patito di reggaeton, tenendo conto del suo re-design in ORAS.
Spero sia stata di vostro gradimento e ci si vede al prossimo capitolo

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Hoenn II ***


"Ma guarda cosa mi ha fatto far...Eehtcì!"  Ivan starnutì per l'ennesima volta, il naso ed il volto arrossati e gli occhi lucidi rivelavano la sua pessima cera quel mattino.
"Avresti anche potuto dire di no!" Ada lo precedette seria e contrariata, osservando ammirata le meraviglie verdi cresciute tramite l'acqua, elemento sacro del team.
Non poté resistere dal sistemarsi un fiore bianco fra i capelli scuri striati d'azzurro.
Da bambina le piaceva indossare fiori bianchi durante le occasioni speciali e in cuor suo era contenta Ivan avesse accettato l'incarico di Giovanni solo per l'espediente di una gitarella nel verde, che di rado il Team Idro faceva a causa dell'allergia del leader a piante e pollini; già per recarsi nel Bosco Petalo avevano sottoposto tutto il team a tornei di morra cinese ed estrazioni di stecchini, bigliettini o numeri sebbene quella non fosse la loro missione chiave.
C'era da fare solo un po' di casino e far sentire a Hoenn la propria voce.
"Piuttosto...Quando si arriva?" Alan era rimasto indietro e si muoveva a piccoli passi, spaventato com'era dai pokemon di tipo erba.
Da bambino aveva preso un Seedot come palla da calcio, ma questo gli aveva usato semitraglia contro e chiamato il suo Shiftry-genitore a proteggerlo. Quel bestione legnoso dagli occhi infuocati che agitava gli arti nodosi gli era rimasto impresso e da quel giorno qualsiasi pokemon vagamente simile ad una pianta veniva associato alla sua disavventura.
Fortunatamente pochi giorni prima aveva piovuto e l'erba era ancora umida mentre gocce d'acqua adornavano gli alberi come luminarie natalizie, creando uno spettacolo suggestivo.
Ivan starnutì altre sei volte e cercò di improvvisare una mascherina con la sua bandana che ebbe un'efficacia solo momentanea poiché il leader non la voleva sporcare.
Diversi pokemon del posto si affacciavano incuriositi dal passaggio di tre individui abbronzati e semi-vestiti di blu.
"Dài, è solo uno Shroomish! Non ti fa niente! Anzi, è più spaventato lui di te!" ripeteva Ada. I pokemon erba non le andavano particolarmente a genio con le loro polverine velenose e mosse volte quasi solo a sfinire l'avversario, ma nemmeno li odiava quanto i suoi compagni: "Avanti!" Per quella volta prese lei il timone e si fece largo a testa alta tra i rami e le frasche.
***
"Questo è un albero di Baccarance! Queste invece sono baccamele!" Rossella sembrava essersi risvegliata dal torpore che la caratterizzava in ufficio ed era impossibile contenere il suo entusiasmo; conosceva tutti i tipi di bacche della regione e sapeva preparare rimedi sia per pokemon che per umani.
Anche Max si serviva di un integratore preparato da lei, la quale era contentissima di potersi occupare del suo capo e potergli stare vicino, nonostante lui tenesse a distanza tutti quanti attraverso il suo carattere freddo e razionale.
La giovane sperava prima o poi lui avrebbe fatto i passi necessari a portarli ad una relazione sentimentale, ma da parte sua non osava insistere e confidava i suoi sogni ad un diario tenuto ben nascosto nella sua stanza.
Guai per le reclute che avrebbero osato leggerlo!
Max non era il tipo da dichiarazioni plateali e un gesto avventato lo avrebbe fatto spaventare e chiudere ancora di più in sé stesso, o peggio ancora determinato la sua espulsione dal Team Magma, che per lei era molto più di un'organizzazione criminale; era famiglia da quando i suoi genitori erano morti e Max l'aveva presa sotto la sua ala protettrice, salvandola da quel mostro chiamato disturbo da stress post-traumatico.
Gliene era infinitamente grata e corse qua e là a raccogliere dei fiori che più tardi gli avrebbe regalato: "Amo queste gite!"
Il leader non disse nulla e continuò ad avanzare impettito; sorrideva a vedere la gioia sul volto di quella fanciulla dai capelli viola con cui la vita era stata crudele.
Nel frattempo Ottavio si guardava intorno curioso, chiedendosi come mai la sua collega non avesse pokemon di tipo erba sebbene amasse le bacche a tal punto da studiarne le proprietà.
La mattina soleggiata rendeva più piacevole l'escursione e dava loro meno l'impressione di trovarsi in territorio ostile; d'altronde le piante senza la terra non possono esistere.
Quei tre figuri in rosso catturarono l'attenzione degli abitanti della foresta, che ne monitoravano attentamente ogni passo temendo potessero far danni.
Max respirò quell'aria aperta, salubre e verde e si perse nei suoni di foglie, rami e arbusti come non gli era mai capitato di fare; ce l'aveva ancora con Giovanni per averlo scomodato, ma gli era grato in quanto aveva proprio bisogno di staccarsi dall'ufficio nelle viscere della terra.
***
"Cosa ci fate qui?!" Arrivati ad un bivio, Ottavio notò l'avanzare di tre sagome che gli erano tristemente note: due omaccioni tutti muscoli e niente cervello ed una sensuale donna che li precedeva decisa.
"Ci stavamo chiedendo lo stesso!" Rispose Ada, piccata dall'atteggiamento vittimista e sempre sul piede di guerra del ragazzone.
Alan sgranò gli occhi confuso: "Giovanni non aveva detto..."
"è affare nostro!" Ivan si fece avanti, ma uno starnuto lo piegò in avanti provocando risatine al team Magma.
"Per una volta posso prenderti in giro!" Sogghignò Max: "Non sapevo che fossi allergico all'erba!" Un disturbo che gli era stato risparmiato.
Rossella continuò il discorso dove Alan era stato interrotto: "A quanto pare ha inviato ad entrambi il messaggio, ma senza metterli in contatto! Chissà perché ha fatto così..."
"Te lo dico io!" Intervenne nuovamente Ada: "A saperlo si sarebbero scaricati a vicenda il barile e non avrebbe cavato uno Spinarak dal buco!"
"Sì, ma 'sto Team Erba dove si trova?!" Gridò Alan adirato, calciando via un Oddish che gli si era avvicinato troppo.
La piantina ambulante andò a rifugiarsi nelle vicinanze di Rossella mentre una Bellossom spuntò fuori dai cespugli danzando freneticamente intorno all'idrotenente uomo.
Al ché il palestrato tentò di uscire dal cerchio tracciato dal pokemon fiore, ma così facendo scivolò addosso ad un Vileplume che tramite sonnifero gli diede il colpo di grazia.
Era uno spettacolo talmente comico che persino Max rise di gusto; alla faccia del Team Idro, che li prendeva sempre in giro pensando fossero gli sfigati.
Ivan brandì furioso la Rete Ball di Sharpedo dimenticandosi un attimo che quello non era il posto giusto, ma un'altra sequenza di starnuti gli impedì di iniziare la sfida.
"E stammi lontano, ché i tuoi germi sono l'ultima cosa..." Max si allontanò alla svelta, ma una radice nel terreno lo fece cadere di schiena in una pozzanghera ancora fresca e fu il turno delle risate del Team Idro mentre il geologo cercava di stabilire se fosse peggio la fanghiglia o i batteri della sua nemesi.
**
U
na settima persona si unì al marasma creato dai due litiganti, scendendo leggiadra da un albero, a dispetto degli abiti larghi e comodi che si sarebbero potuti impigliare tra i rami..
Era un giovane dal viso delicato e le orecchie un po' sporgenti accompagnato da un esemplare di Breloom.
Ai suoi piedi si radunarono diversi Shroomish e Oddish, tra cui quello che Alan aveva assaltato non prima di aver fatto una pernacchia allo sventurato umano.
Intorno a lui aleggiava un stranissimo, caldo e denso aroma che ne impregnava i pantaloni verde mela, il gilet oliva e la camicia sesamo in tinta col cappello che portava in testa, deformato da numerosi e lunghissimi dreadlocks castani che gli scendevano fino alla cintola assumendo un tono verde erba.
Il ragazzo aiutò Max a rimettersi in piedi e chiamò due robusti Tropius per trasportare un Alan ancora tramortito; ci avrebbe messo un paio d'ore a riprendersi.
"Scusa, un'informazione..." gli chiese Rossella: "Dove si trova la base del Team Erba?"
Lo sconosciuto la guardò a lungo, come se cercasse di imprimersi i suoi occhi e capelli lillà e il profumo di violetta nella memoria: "Piacere, mi chiamo Herb e sono il leader del Team Erba! Seguitemi che manca poco!"
La piccola comitiva raggiunse una radura in mezzo agli alberi popolata da un cerchio di tende grandi e piccole e delimitata dalle coltivazioni di una strana pianta che a Hoenn non si era mai vista, avente foglie allungate simili al palmo di una mano.
Cresceva formando cespugli ruvidi e simili a torri abbozzate da uno Snorlax che giocava con la sabbia cinetica.
"Voi dovreste essere i membri di team magma e idro! Giovanni mi aveva parlato di voi nella sua lettera!" Herb strinse la mano ad entrambi i leader e fece loro strada verso un tavolo imbandito da un buffet di benvenuto a base di frutta e verdura cucinate in ogni modo possibile.
Ivan divenne paonazzo: "Quindi...Tu...Sapevi?!"
"In un certo senso...Sì" Herb annuì mentre mostrava loro i dintorni. Il suo "Ufficio" era stato ricavato da un vecchio minivan decorato a fiori e con diversi adesivi pacifisti mentre altre parti del covo erano state assemblate da roulottes adorne di mosaici colorati o costruite grazie alla cooperazione di uomini e Pokemon.
Poi c'era l'Anfiteatro sempre montato in legno e pietra grezza, rispettando la naturale forma incavata dell'area. Era lì dove il Team Erba organizzava le riunioni o celebrava la natura con spettacoli coinvolgenti diverse arti.
Le reclute del team bazzicavano rilassate nei dintorni. Alcune erano impegnate a creare grossi acchiappasogni da appendere agli alberi o costruire campane che suonavano sferzate dal vento, altre si prendevano cura della misteriosa piantagione abbeverandola o tagliandone le foglie già pronte, altre ancora si servivano di fiori per addobbare i dintorni.
Il tutto aiutati da pokemon di tipo erba, coleottero e normale residenti anche loro della foresta.
Erano tutti abbigliati similmente a Herb, ma prendendosi libertà tra gonnelloni, gioielli in legno, bandane recanti il logo del team, treccine, dreads o capelli lasciati crescere disordinati. Lavoravano imperterriti, ma rivolsero un sorriso ed un cenno ai nuovi arrivati, tenendo medio e indice a V.
"Accomodatevi e non fate troppi complimenti!" Sorrise un imponente e alto uomo che si distingueva da tutti grazie ad un cappello a cilindro sgualcito e i numerosi fiori intrecciati nella folta barba e i lunghi capelli castani.
Le sue spalle trasportavano senza problemi un gigantesco tronco marrone e teneva i piedi nudi fregandosene della sporcizia di terra ed erba.
Emanava lo stesso particolare odore di Herb e poteva vantare una fortissima stretta di mano: "Erba Tenente Fiorenzo, lieto di conoscervi! E perdonate le condizioni del luogo! Ancora non è giunto alla sua forma definitiva!"
Invitò le due compagini ad accomodarsi su due panchine decorate in mosaici variopinti sui toni del verde intervallati da oro e bronzo mentre alcune reclute servivano loro il rinfresco.
Di fianco a lui ed Herb si sedette per ultima una donna dai lunghi capelli ramati tenuti lontani dal viso con una fascia verde vestita con una lunghissima gonna e una camicia verde che le esponeva tutto l'addome ancora tonico nonostante avesse superato i quarantacinque anni, così come Fiorenzo, con il quale si notò subito l'intesa speciale: "Mi chiamo Gemma! Anch'io sono Erba Tenente! Spero raggiungere la nostra base non abbia causato inconvenienti!"
"State scherzando, Ver...EEhtcì!" Ivan starnutì: "Non...Eehtcì...Avet..Eehtcì!"
Fortunatamente la tenente capì subito: "Aspetta un attimo!" Si diresse in un capanno e tornò portando un flacone ed una mascherina protettiva: "Questo contrasta l'allergia alle piante e va assunto a due gocce..."
Non fece in tempo a terminare la spiegazione che il leader del team Idro lo buttò giù come uno shottino alcoolico, salvo poi pentirsene a causa della testa pesante che girava impedendogli di camminare con coordinazione.
"Si tratta di un rimedio naturale contro l'allergia ai pollini di cui il vostro Capitano soffre. è ricavato da un fungo particolarissimo proveniente da Galar unito ad una pianta anallergica ed è tutto naturale, ma va assunto solo due gocce per quattro volte al giorno senza eccedere perché stordisce anche soltanto superando la dose indcata di una goccia sola."
Rossella prese nota degli ingredienti: "E ne conosce altri?"
"Certo che sì! E dammi pure del tu, cara fanciulla!" Gemma si sporse verso di lei, abbassandole il cappuccio rosso e accarezzandole il caschetto lilla.
"Piuttosto si potrebbe avere altro?! Qualcosa di più sostanzioso...Tipo...Una bistecca ai ferri..." Domandò Ottavio con una certa indolenza; aveva finito tutto il cibo che si era messo nel piatto e sperava ne sarebbe arrivato ancora, possibilmente non vegetale.
I componenti del Team Erba lo fissarono in tralice: "Allora, qui siamo vegani. Non mangiamo nulla che derivi direttamente dai pokemon, eccezione fatta per i frutti gentilmente offerti dai nostri Tropius, a cui siamo grati anche per l'aiuto..."
Max desiderò addentrarsi nei cespugli imbarazzato dal comportamento del suo vice; durante un training aveva formato sia lui che Rossella sull'entrare in contatto con altre organizzazioni, fornendo tra le altre indicazioni una lista di linee guida sugli argomenti da evitare e la giusta maniera di presentarsi: "Vogliate chiedere perdono..."
"Ahah, ma di cosa?" Herb sorrise: "Non lo sapevate! Veniam ora ad un po' di storia..." Il tavolo fu sparecchiato da un capannello di ridenti reclute felici di avere degli ospiti mentre il leader e i due tenenti guidarono i rossi e i blu verso una gigantesca statua di Rayquaza arrotolato su sé stesso al centro della piazzola, sempre coperta da un mosaico irregolare di cristalli gialloverdi, neri e bianchi.
Al centro era posta una grezza conca lignea contenente braccialietti, ghirlande di fiori e foglie misteriose, foto in bianco e nero e spiccioli.
"Cosa c'entra Rayquaza in tutto questo?! Non è un pokemon boschivo!" Sottolineò Alan, che per quanto fosse poco acculturato almeno sapeva classificare i pokemon della regione per tipo; aveva dovuto impararlo, se desiderava scansare insetti e tipo erba.
"Se non li lasci parlare non lo sapremo!" Lo rimbeccò Ada.

 
Il Team Erba era la terza organizzazione presente nella regione.
Le loro azioni erano rimaste a lungo nell'ombra in quanto svicolate da qualsiasi antica leggenda, ma le idee portate avanti non erano da sottovalutare e i loro ideali erano radicati in diverse generazioni di persone: il loro primo obiettivo era
legalizzare il consumo di cannabis sia ad uso terapeutico che ricreativo in tutta la regione ed erano contrari alla sperimentazione sui pokemon nei laboratori dove si producevano carburanti, proteine, pozioni e qualunque rimedio venduto nei Pokemon Market, preferendo ricavare i loro rivitalizzanti da erbe e radici.
Le loro manifestazioni avvenivano tutte pacificamente, senza furti o aggressioni come solevano fare Team Idro e Magma.
I verdi preferivano scrivere il loro pensiero sui muri o lasciare piante negli angoli cittadini giudicati da loro troppo grigi o inquinati, avevano studiato agraria, biologia e botanica e fondavano su quelle tre scienze le loro dottrine, ma non dimenticavano
arte, poesia e filosofia nelle quali le reclute trovavano libero sfogo e possibilità di costruirsi una coscienza propria.
Ma cos'aveva visto Giovanni in una congrega così pacifica?
"Veniamo ora a Rayquaza..." Herb si sincerò i suoi interlocutori fossero ancora attenti e raccontò di quando aveva condotto la propria squadra alla torre dei cieli alla ricerca di un'altra varietà di erba che si era rivelata però non essere presente.
Arrivati in cima avevano deciso di fermarsi a contemplare il panorama fumandosi una canna come facevano sempre, ma l'entusiasmo per la gita e l'eccitazione provocata dalle droghe leggere era degenerata nel risveglio del dragone verde, consacrato da allora a Pokemon divinità
del fuorismo.
A fermarlo era stato un allenatore, forse lo stesso alla base del fallimento di Ivan e Max, ma il Team Erba era passato in secondo piano, tornando così tranquillamente alla base mentre i media ricoprivano il giovane di gloria, ignorando fosse stata una recluta del team erba in pieno trip a scatenare il caos.
Ciò era bastato ad attirare l'attenzione di Giovanni, che necessitava anche di un intermediario tra Magma e Idro, ma non voleva perdere la testa lui a cercare di mettere d'accordo uno scienziato pazzo e un pirata altrettanto fuori di testa.



Angolo dell'autrice: E così abbiamo fatto la conoscenza con il Team Erba!
Riguardo i miei headcanon, penso che Ivan sia allergico alle piante perché i pokemon di tipo acqua usati dal Team Idro sono deboli contro il tipo erba, mentre Alan ha una fobia dei pokemon erba simile a quella di Iris verso i pokemon ghiaccio o Misty coi coleotteri.

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Kanto ***


"Così dovrete partire per un lungo viaggio verso Alola in macchina per non essere scoperti" Gemma ricapitolò quanto le avevano raccontato Max ed Ivan dopo aver fatto leggere anche a lei le lettere di Giovanni: "Non siete emozionati? Se ripenso a quando eravamo andati a Galar per quel festival musicale...Avevamo attraversato 4 regioni in due giorni di guida ininterrotta...Non ricordi, caro?"
"Eccome!" Sospirò Fiorenzo, nostalgico: "Poi una settimana in tenda sotto la pioggia, ma vogliamo parlare di ciò che girava? C'erano certi funghi che gli allenatori li assumevano a lamelle e facevano di quelle cose tipo trasformare le cabine WC in piscine d'acqua piovana e gare di velocità scivolando sul fango coi sacchi a pelo!"
"E c'era quell'individuo talmente in botta che credeva di essere un Salamence e si era arrampicato in cima al palco principale e se non lo avessero fermato si sarebbe schiantato al suolo...Uno svarione..."
Max rabbrividì al pensiero di trovarsi in un posto del genere; le dita gli scattarono nervose attorno alla tazza di infuso ai frutti rossi che stringeva tra le mani e per poco non macchiò i vestiti prestatigli da Herb.
La sera, dopo la cena intorno al fuoco, era andato a farsi una doccia mentre Herb personalmente si era occupato di fargli il bucato con la divisa del Team Magma e gli aveva dato il permesso di attingere dal suo guardaroba per non stare ad aprire la valigia.
Max si era soffermato a lungo su quali abiti scegliere; non voleva sembrare un fricchettone come i membri del Team Erba, ma nemmeno uno che si era vestito con le luci spente.
Aveva optato infine per una camicia sesamo piuttosto larga, che gli scendeva fin sotto all'inguine e dei pantaloni larghi, ma dritti verde scurissimo.
Soffrendo il freddo aveva completato il tutto con un maglione di canapa filata dello stesso colore del sotto.
"Ahahah! Puzzi come un Wooloo di Alola!" Lo aveva canzonato Ivan pur di non ammettere che lo aveva osservato attentamente per tutto il tempo in cui era nudo sotto al getto d'acqua calda e nel mentre stava davanti all'armadio, cercando di imprimersi nella testa ogni sporgenza ossea, cicatrice, dettaglio di quel corpo gracile.
Era poi andato di soppiatto dove gli abiti rossoneri erano stesi e aveva tenuto a lungo in mano il dolcevita bordeaux quasi asciutto, portandoselo sulla guancia irsuta e annusandolo nella speranza vi fosse ancora traccia del profumo speziato del suo portatore.
A scoprirlo, Max avrebbe probabilmente bruciato quel capo d'abbigliamento e ne avrebbe pescato uno identico dai suoi cassetti.
Doveva ancora ringraziare Herb, che aveva anche ceduto loro il materasso dentro al pulmino e se n'era andato a dormire su un'amaca nelle vicinanze.
La notte era andata abbastanza tranquillamente e la colazione era sempre stata vegana.
"Un'ultima raccomandazione..." Fiorenzo prese da parte i tre: "Ricordatevi che ogni viaggio è soprattutto interiore"
Ivan non colse il significato di quelle ultime parole, preso dal caricare il minivan con l'erba da fumare che avrebbe celato con facilità il tesoro che dovevano trasportare.
Avrebbe dovuto farlo Max, data l'allergia alle piante del pirata, ma la forza fisica era sempre stata una croce del capo magma, che in compenso si era offerto di guidare.
"Allora ci rivedremo tra...Dieci giorni...Peccato solo che mi perderò la festa del solstizio" Herb sorrise con una nota di tristezza: "è la celebrazione più importante dell'anno per noi: viene gente da tutta Hoenn e non solo per canti, balli e spettacoli, ma anche perché gira un sacco di roba buona..."
Ottavio lo guardò perplesso, cercando di capire se si riferisse al cibo o agli stupefacenti a cui il Team Erba non era estraneo.
Max salutò lui e Rossella con un robotico cenno del capo mentre Ivan salutava Ada a parole, ma si scambiava un complicato saluto di mano con Alan.
Herb abbracciò entrambi i suoi tenenti e salutò Rossella con un sorriso; la sera prima si era approcciato a lei desideroso di saperne di più sulla sua conoscenza di piante e bacche, come l'aveva acquisita e cosa aveva preparato e lei gli aveva raccontato dei suoi studi erboristici, ma
senza dire nulla sulla situazione del suo leader.
Del resto per la persona che amava lei avrebbe tenuto i segreti più reconditi ben custoditi e Herb si era accorto che ogni volta veniva il nome del suo leader, lei non riusciva a spiccicarlo a dispetto della brevità di esso.
Max aveva tenuto d'occhio a distanza il loro primo incontro, forse per assicurarsi lui non le propinasse cose strane, ma in verità controllava qualsiasi essere umano di sesso maschile avvicinasse la sua tenente ed era arrivato a radiare dal team alcune reclute maschili che avevano
allungato troppo gli occhi su di lei.
D'altronde le voleva lo stesso bene di un padre, che se fosse ancora vivo non avrebbe permesso al primo sconosciuto di entrare in confidenza con sua figlia, ferirla e spezzarle il cuore.
Quando la macchina fu caricata di tutto punto, l'insolito terzetto finalmente partì: Max al volante, Ivan di fianco e Herb stravaccato sui sedili dietro, un joint in bocca e i piedi a prendere aria appoggiati al finestrino abbassato.
Giovanni avrebbe potuto benissimo mettere il suo jet privato a loro disposizione oppure avrebbero potuto usare un sottomarino, avendone ben due, ma Max si era rifiutato, memore di quanto aveva vomitato dopo esserci salito una volta sola.
Il bosco rapidamente scomparve dietro alla vettura e la guida si preannunciò spedita anche grazie alla funzione GPS del Pokenav.
Ivan decise di rilassarsi anche lui, reclinando il sedile e poggiando i piedi sul cruscotto.
Dallo specchietto pendeva un pacchianissimo amuleto ricoperto di brillanti e la figurina sbiadita di un Celebi che avrebbe dovuto profumare gli interni, ma non contrastava minimamente la puzza di muffa dei sedili grigi sui quali diverse persone prima dei tre avevano sudato e probabilmente sfogato anche impulsi poco casti.
Max aveva appoggiato sul suo sedile un telo anti-germi che era solito a portarsi dietro; già solo a vedere il mezzo gli si erano insinuati i pensieri più negativi su quello che lo stava aspettando: trascorrere ore ed ore in un luogo stretto e sudicio a meno di un metro di distanza dal suo
peggior nemico, i cui piedoni puzzolenti di alghe marce stendevano le dita corte e tozze.
"Ma dove credi di stare?! In un centro benessere?!" Max lo osservò accigliato e distratto da quello spettacolo che reputava osceno e gli impediva di tenere gli occhi sulla strada.
"Prendo un Margarita e l'antipasto di pesce, grazie" Sorrise, beffardo portandosi le braccia dietro la nuca, ma tornò serio: "Davvero, non ti capisco! Dici a me di abbassare le gambe e guarda quello come sta disteso!"
"Sono i tuoi piedi a darmi fastidio!" Precisò il leader del team magma.
"E dei tuoi vogliamo parlarne?!" Quella mattina la foresta si era risvegliata con l'urlo selvaggio di Ivan, entrato in rotta di collisione coi gelidi piedi del rivale.
Erano talmente impegnati nel loro diverbio da non accorgersi dello zigzagare del veicolo lungo la linea di mezzeria attirando diversi colpi di clacson nonostante la strada non fosse trafficata come nei giorni di vacanza.
"Che succede?" Herb parve risvegliarsi dal trip mentre scansavano un veicolo proveniente da dietro.
"E se facciamo un incidente muore solo il conducenteee..." Cantò a squarcagola Ivan dopo una frenata brusca, davanti al lungo traforo che conduceva a Kanto.
"Dai, cantiamo qualcosa che includa tutti!" Propose Herb: "Ce ne andiamo, ce ne andiamo, ce ne andiamo ad Alola...Alolaaa, Alolaaaa..."
"Vediamo se la radio prende..." Mormorò Ivan, armeggiando un'autoradio decisamente superata dalle moderne tecnologie, che permettevano di collegare il pokenav a sofisticati impianti stereo ed essere certi di non passare inascoltati.
"...Benvenuti su RadioArceus..." Gracchiò una voce spezzata dalla bassa frequenza nel tunnel: "...Pregate con noi affinché..."
"Cambia, ti prego! Questi sono degli ipocriti. Dicono di volere il bene di tutti gli umani e i pokemon, ma adattano questo concetto alle loro dottrine e chiunque abbia qualcosa in contrario è bollato loro nemico!" Spiegò Herb; Gemma era stata a fare volontariato in una comunità per ragazze madri gestita dagli stessi che cantavano insopportabili canzoncine e aveva riportato della loro corruzione, soffermandosi sulla pressione che mettevano alle gestanti anche se lo stato interessante derivava da una violenza sessuale.
"E poi hanno un giro di denaro sporco impressionante, forse addirittura più del Team Rocket, ma sono bravi a nasconderlo dietro divise bianche e il continuo appellarsi ad Arceus..."

 
"Ti ringrazio, O Arceus, non ho più paura perchééé...Cammino tra i pokemon della mia regione...Camminerò, camminerò...Nella tua luce, Arceus! AR-CE-US!
Quale gioia mi dissero! Andremo alla casa di Arceus!
Offri la vita tua al nostro protettoreeee...oooo finiraaaai...Nell'inferno di Giratinaaaa...
Benedetto colui che viene, nel nome di Arceus!"


Quest'ultimo verso strappò un sorrisetto furbo ad Ivan mentre Max diventava rosso come un peperone.
Il pirata cercò di cambiare stazione, ma l'unica a prendere in quel tunnel era la maledettissima Radio Arceus e c'era solo un mangia-cassette per ascoltare musica propria.
Fortunatamente c'erano almeno una cassetta che fu cacciata in fretta e furia nella fessura rettangolare dando il via ad un canto natalizio decisamente fuori luogo, considerato il tempo soleggiato.
"E dovreste vedere cos'altro c'è qui dietro!" Nell'ordine Herb tirò fuori una cartina sbiadita di Kanto pasticciata da elenchi di nomi sotto ogni città, una vecchia guida turistica impolverata avente le pagine incollate ed un romanzo rosa sulla cui copertina vi erano
un uomo e una donna di bellezza irreale che si fissavano esageratamente drammatici e una compilation di successi estivi
"è bellissimo cercare tesori nelle auto usate! Pensate che nel furgoncino dove dormo avevo trovato..." Herb si accese a raccontare una delle sue passioni.
"Qualsiasi cosa sia non arriverà mai a questo livello!" Ivan sventolò un tanga da donna in pizzo rosso acceso: "è un peccato non poter vedere cos'era successo..." ridacchiò sventolando quel tesoro davanti all'imbarazzo di Max.
"Che c'è? Non ne hai mai vista una? Proprio mai?"
"NON DISTRAETEMI MENTRE STO GUIDANDO!" Sbottò irato il più anziano dei tre.
Non appena uscirono dal traforo si fermarono in una stazione di servizio quando arrivò la chiamata di Giovanni: "Allora, come sta il trio delle meraviglie?"
Max aveva già pronto l'elenco di ciò che non andava nel mezzo di trasporto e sulla costrizione a sopportare i continui scherzi del suo vicino, il quale rispose per tutti e tre: "Bella lì! Ce la stiamo spassando un casino, siamo carichi come non mai e non vediamo l'ora di raggiungere Alola!"
"Herb, tu non hai toccato l'erba adibita a proteggere il mio piacco, eh? Vero?"
Il ragazzo dai capelli castani salutò rapidamente lo schermino, trattenendo il fiato con gli occhi rossi. Dopodiché lasciò uscire una fumata biancastra e densa: "Siamo a Kanto e c'è nebbia!"
"Già...Così tanta nebbia che non ci vedo..." Max gli corse in supporto; in fondo era in debito con Herb e il compagno di viaggio aveva preso solo pochi grammi che non avrebbero fatto la differenza nel carico.
Ivan tossì rumorosamente: "E fa freddo!"
"Va bene va bene! Ricordate che se volete fermarvi a dormire conosco un posto..." Giovanni non manifestò il minimo sospetto di fronte alle loro bugie.
"No, facciamo da soli! Non disturbarti così!" Tagliò corto Max; sicuramente il Capo Rocket intendeva la base segreta situata nel seminterrato del casinò ad Azzurropoli.
In quel posto aveva incontrato per la prima volta Ivan, che era una semplice recluta , mentre lui si occupava delle strategie pur sottostando agli strateghi più alti nella gerarchia.
Si erano parlati sporadicamente, inconsapevoli si sarebbero scontrati nel futuro prossimo e soprattutto che il loro ex capo li avrebbe richiamati in quello prossimo ancora.
"Va benissimo!" Giovanni chiuse la chiamata: "Ho fatto proprio bene ad affidarmi a voi tre! So che non mi deluderete al contrario di quelli che mando in giro! Loro a momenti manco sanno allacciarsi le scarpe!"
I tre scelsero un motel nei pressi di Plumbeopoli, cittadina abbastanza tranquilla dove non avrebbero destato alcun sospetto.
La stanza che venne assegnata loro era arredata da un tavolo, due letti di medie dimensioni e un armadio in cui riposero il carico volendo star certi non lo trovassero nel minivan.
Il giorno dopo all'alba si sarebbero rimessi in viaggio per Johto.
Come vi entrò, Max passò un dito sul tavolo, ritrovandoselo impolverato di grigio ed esaminò i letti, notando con grande disappunto macchie gialle di sudore: "Io su quello non ci dormo!"
In risposta Ivan ci si tuffò sopra: "Ma vuoi smetterla di essere così rigido?! Nemmeno un giorno e fai già la carogna! Prima in auto non mi lasci stendere i piedi, ora qui ti lamenti per la pulizia! Poi ti chiedi perché tutti vogliono entrare nel Team Idro..."
"Preferisco avere gente seria in squadra piuttosto che morti di sesso!"
"Io ho dormito in posti più scomodi..." mormorò Herb, lasciandosi andare sull'altro materasso con uno strano vaso verde che ribollente e fumante più del Monte Camino durante il risveglio di Groudon.
L'odore del fumo bianco ed impalpabile coprì la puzza di chiuso aleggiante nelle quattro pareti.
"Ok! Allora io sto qui!" Dichiarò Ivan, l'indice puntato al soffitto: "Non voglio odorare di fattanza!" Lanciò la sfida a Max, rimanendoci un po' di sasso non appena il rosso si stese di fianco a Herb; entrambi erano piuttosto magri, Max addirittura emaciato, ed insieme non occupavano che
una scarsa metà del letto.
"Buonanotte, Gentaglia!" Non era tardissimo allo spegnersi delle luci ed il primo a cedere al sonno fu Herb, complice l'aver appena fumato.
Max al contrario rimase a rigirarsi nel letto fin dopo la mezzanotte cercando una fonte di calore.
Il suo vicino non collaborava affatto, dormendo della grossa e solleticandolo involontariamente coi lunghi e ispidi dreads dentro ai quali certamente nascondeva altra erba.
Quando finalmente riuscì a chiudere gli occhi, neanche due ore e si sentì un peso assurdo addosso: "Ma che...Giratina?!" Erano solo in tre in quella stanza ed il tanfo di alghe era inconfondibile.
Con un'agile mossa, Max si invertì di posto con Herb e cercò di non cadere dal letto, che avrebbe ceduto se una quarta persona si fosse aggiunta.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Johto ***


La mattina era volata in fretta tra un risveglio in ritardo e tutta la calma del mondo per raggiungere la limitrofa Johto; Ivan e Max avevano dormito malissimo, sgomitandosi nel letto troppo stretto e cercando a forza una posizione comoda quando avrebbero potuto rispettare la disposizione iniziale.
Tuttavia il capitano blu aveva insistito per incunearsi tra gli altri due, sempre mantenendosi nel mezzo con braccia e gambe aperte a toccare i quattro angoli del materasso.
Forse era stata anche la cappa di fumo erboso a dare il colpo di grazia alle loro menti.
Trovarono Herb già sveglio intento a fare una verticale tenendo le gambe incrociate in modo strano, totalmente assorto: "Ma potevi svegliarci! Da quanto sei in piedi?!" Gridò Ivan, risvegliandolo dalla meditazione mattutina per lui irrinunciabile.
"Mi dispiace...è che non mi sembrava il caso di disturbarvi..." Cambiò posizione, distendendo piedi e polpacci e piegando i gomiti, ma rimanendo a testa in giù coi dread che lo rendevano simile ad un Tangrowth.
Così lo chiamavano le reclute, che si appellavano invece a Fiorenzo e Gemma rispettivamente usando "Saggio Shiftry" e "Wormadam dei venti"; darsi soprannomi poetici era un'abitudine più radicata del Team Erba della cannabis che cresceva rigogliosa nel loro bosco.
"Tu, Ivan del Team Idro, che insisti sulla puntualità?!" Max si infilò gli occhiali incredulo; di solito era il team magma quello noto per il rigore, mentre gli idro avevano il ruolo dei cazzoni festaioli che sapevano divertirsi, ma avevano piani facili da sventare persino per dei ragazzini di undici anni.
Fortunatamente la macchinata era stata veloce e avevano raggiunto Mogania, villaggio in perfetto equilibrio tra mari e monti dove nessuno avrebbe fatto polemiche.
Lì di solito faceva freddo, ma era estate ed il sole splendeva anche sui pochi tetti delle casette in legno scuro.
"è la prima volta che fai un viaggio così lungo, Herb?" Domandò Max mentre sistemavano la merce sotto al letto della stanza dove avrebbero alloggiato; era più piccola di quella di Plumbeopoli, ma era tenuta meglio ed arredata da mobili che la facevano sembrare uscita da un
romanzo scritto in tempi antichi.
La brevità del soggiorno era un vero peccato.
"Viaggio inteso come spostamento fisico o allucinazione?" Scherzò Ivan, ancora convinto il più giovane fosse bravo solo ad arrotolarsi quelle maledettissime sigarette che impestavano l'aria e rincretinivano chi le consumava.
"No, affatto! Cinque anni fa percorsi Unima in autostop e contando sul divano messo a disposizione da Artemisio, poi Kanto-Johto a piedi, passando attraverso le montagne e lo scorso anno ero andato a Galar per lo stesso festival di cui vi avevano raccontato i miei...Tenenti! è stato uno sballo pazzesco! La gente assumeva per davvero..." Il giovane si interruppe bruscamente davanti allo sguardo analitico di Max; tali inciscrezioni avrebbero aumentato il senso di allarme già presente nel rosso.
"L'esperienza non ti manca!" Commentò il leader del team magma, cercando di inquadrarlo sempre di più; nonostante il consumo di droghe leggere rimaneva un ragazzo con ideali ben radicati, indipendente e dalla mente aperta.
Inoltre riconosceva ci voleva una dose industriale di pazienza per fare da intermediario tra lui e Ivan.
Giovanni aveva il doppio dell'età di Herb, ma si sarebbe lanciato giù da un ponte dopo soli cinque minuti con i leader di team magma e idro.
"E non è finita qui! Quando torneremo voglio ripartire sul mio ufficio e attraversare Kalos! Se volete unirvi sarete i benvenuti!"
"No, grazie. Sono ormai...troppo avanti con gli anni per questo tipo di vacanze...Certo, le avrei fatte volentieri se solo avessi potuto..." Il massimo di viaggio che poteva permettersi era Porto Selcepoli, dove veniva portato con la forza sotto consiglio di esperti che spacciavano l'aria del mare per miracolosa a tal punto da risvegliare la gente in coma e ricordava con astio quelle vacanze forzate sotto un ombrellone identico a mille circondato da famigliole e bambini urlanti che lo distraevano dalle letture geologiche, la stessa musica oscena amata dal team idro sparata al massimo volume dagli amplificatori, gli odori di cibarie precotte consumate miste con la sabbia.
Un disgusto senza fine.
Preferiva mille volte la montagna, con i suoi percorsi impervi, la natura incontaminata e la sua quiete, che al mare in estate era un'utopia ed ogni volta che poteva andava in solitaria a passeggiare sul Monte Pira, sul monte Camino o a Sinnoh, autentico paradiso per sciatori e scalatori.
Ivan al contrario era stato con Alan il re incontrastato delle spiagge da Hoenn a Kalos: dovunque andassero portavano LA FESTA, riunendo le ragazze e qualsiasi giovane volesse emularli sotto ad un gazzebo dove c'erano i tavolini usati per il beer-pong, beach volley e reggaeton in quantità industriali.
Alcuni loro coetanei condividevano con nostalgia i ricordi di quelle ammucchiate selvagge ed altri erano entrati nel team idro proprio grazie ai ritrovi estivi organizzati dal leader e dal tenente dell'associazione criminale.
"E voi?" Domandò Herb, volendo scoprire di più sui suoi compagni di viaggio.
"Entrambi abbiamo vissuto brevemente a Kanto..." Cominciò a raccontare Max sovrappensiero.
"Insieme?" Herb alzò le sopracciglia.
Max diventò rosso: "Ma ti pare?! Come possono venirti certe idee?!" Si rimangiò quell'ultima affermazione, tenendo a mente tutte le sostanze stupefacenti sperimentate dal ragazzo in prima persona.
Le aveva provate tutte e inalava i fumi dell'erba non appena si annoiava eppure si reggeva in piedi meglio di lui e riusciva a piegare il suo corpo in posizioni assurde. Lo aveva visto sfocatissimo mentre faceva il ponte senza reggersi con le mani, che se l'avesse fatto lui gli si sarebbe spezzata la schiena.
"Beh..."Ivan rettificò: "Eravamo entrambi nel Team Rocket, ergo stavamo sotto lo stesso tetto..."
"MA NON DA QUEL PUNTO DI VISTA!" Max sembrava un Torkoal che stava caricando fuocobomba; il suo cervello aveva appena proiettato la sequenza di Ivan che si spogliava di una divisa consumata da un Golbat selvatico che già lasciava poco all'immaginazione proprio
davanti a lui perché la sua postazione era stata improvvisata in uno spogliatoio, essendosi unito al team nella delicata fase di trasloco da Kanto a Johto.
"Perché sei così teso?!" Ivan gli scompigliò i capelli, ridendo divertito.
L'altro si ritirò e cercò di rimettersi a posto: "Abbiamo davanti un ragazzo cresciuto a pane e anarchia che potrebbe fraintendere!"
"Cosa?" Herb rimase impassibile: "Anche io ho avuto dei trascorsi travagliati: sono stato per due anni con Gardenia, ma finimmo la cosa di comune accordo perché lei credeva fumassi troppa erba. Allora andai da Artemisio e..." Si bloccò, rabbrividendo al pensiero che Max gli avrebbe impedito di tenere i contatti con Rossella.
"E...?" Il geologo lo esortò a continuare. Pareva lo stesse sottoponendo ad un interrogatorio in confronto al quale quelli rivolti alle reclute erano una passeggiata.
Il leader del team Erba si accese una canna, rischiando di incendiare il materasso dal tremito delle dita: "...Ci prendemmo delle spore...Di Amoongus...E ci mettemmo a correre su un prato...Lui vide il mio serperior e io vidi il suo...L'erba diventava rossa, gialla, azzurra e il sole scendeva verso di noi come
un meteorite, ma nessuno se ne preoccupava. Le rocce cantavano e i Whimsicott nei prati rotolavano...Anche loro avevano provato quelle spore e stavano messi peggio di Rayquaza sulla torre dei cieli..." Si accasciò sul letto, i dread sparsi intorno a lui come un'aureola che
gli conferiva un'aria da santone.
La bocca produsse un anello di fumo perfettamente circolare: "Vedete qualche forma nel fumo? Quando sono confuso cerco di decifrare il flusso e dare un significato a quello che vedo..."
"Io sento solo una gran puzza di Woolo!" Replicò Ivan, spazzando via il fumo con le mani.
"Ha parlato quello con un ecosistema nella muta!" Lo difese Max: "Ti devi lavare!"
Il leader abbronzato abbassò la cerniera in gesto di sfida: "Allora vado a farmi la doccia!" Si sfilò prima un braccio, poi l'altro rimanendo a torso nudo.
"è-è-è d-di l-la...il-l b-b-bag-gno..." Lo scienziato della terra indicò la porta legnosa del bagno, concentrandosi sulla maniglia pur di distogliere lo sguardo dai muscoli forgiati da nuoto e palestra del rivale. ma il colorito più acceso sulle guance scarne tradiva tutto l'imbarazzo.
Ivan continuò a dare spettacolo, facendo scendere il capo di vestiario lungo l'addome e sogghignando soddisfatto davanti alla sua nemesi che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Esasperato, Max strappò lo spinello dalla mano di Herb e fece un lunghissimo tiro che lo abbandonò quasi senza fiato al quale seguirono diversi colpi di tosse: "...Scu...sami, Herb..b."
"Non ci sono problemi; l'erba è un bene da condividere. La prossima volta chiedi, però..." Herb lo aiutò a rimettersi in piedi e scacciare gli effetti negativi del joint: "Comunque anche per me la prima fumata fu uno shock...A saperlo che avresti voluto provare, ne avrei arrotolata una pure per te"
Il pirata si scordò del bagno là dietro e si accasciò a terra, vittima di un attacco di risate mentre Max esalava una nuvoletta, gli occhi arrossati dietro le lenti fascianti.
"Già che non c'è due senza tre..." Herb si riappropriò della cannetta e la passò ad Ivan, talmente fuori di sé da accettarla senza porsi freni.
Provò poi a rialzarsi, ma scivolò sulla porta, facendola sbattere contro il gabinetto: "Vedo un Kyogre che si tuffa dentro un vulcano..." Arrancando, raggiunse il letto e si buttò sopra contagiando gli altri con la sua ridarella.
"Ma avete sentito che Giovanni ha delle ciabatte a forma di Jigglypuff e quando non sa cosa fare indossa un travestimento da Ponyta di Galar?"
Rimasero lì distesi sotto la coltre di fumo: "Dài, raccontiamoci qualcosa..." propose Ivan non appena la botta fu scemata: "...Che ne so...Io sono venuto su nel peggiore rione di Porto Alghepoli...La violenza era all'ordine del giorno e ho perso diversi amici...E la vedete questa?"
Indicò una cicatrice sulla fronte quasi sempre nascosta dalla bandana: "Me l'ha fatta il quinto convivente di mia madre...Avevo solo dodici anni, ma ho comunque preso una sedia e gliel'ho data sul piede...Se ero forte come adesso lo avrei mandato all'ospedale a pensare a ciò che ha fatto un mese dopo"
Max rimase in ascolto, non riuscendo a credere alle proprie orecchie che un soggetto cafone, grezzo e megalomane come il suo rivale nascondesse un lato così fragile, al contrario di lui, che si era dovuto costruire la forza dentro per sopperire ad una salute cagionevole fin dalla nascita: "Ho sempre sofferto di una forma grave di anemia che mi ha sempre costretto a rinunce e controlli medici costanti. Mi davano trent'anni di vita massimo. Giusto affinché capiate quanto sia grave, Ho persino rischiato di morire la prima volta che consumai alcool e
fu sempre la talassemia la causa principale del mio licenziamento dal Team Rocket...Giovanni per poco non finì in carcere a causa della burocrazia ospedaliera...Altro che ciabatte a forma di Rapidash o dodicenni sguinzagliati ad allenare i pokemon...Avrei potuto benissimo distruggergli l'organizzazione se solo mi fossi sbilanciato con il personale sanitario..."
"Invece io sono stato adottato" I due leader più anziani fissarono Herb mentre raccontava la sua storia: "A cinque anni, Fiorenzo e Gemma vennero a prendermi alla casa famiglia dove stavo perché i miei veri genitori erano morti. Mio padre entrò nell'esercito giovanissimo, ma perse la vita dopo solo un anno.
Se lo portò via un incidente mentre era di pattuglia; mia madre aveva meno di vent'anni e mi aspettava già da sei mesi quando avvenne ciò, ma resistette fino alla mia nascita.
Stando a quanto dicono i medici, passò a miglior vita pochi minuti dopo che ero già fuori e non riuscirono a fare nulla per salvarla...Aveva perso troppo sangue...Comunque non preoccupatevi che non mi mancano, non avendoli mai potuti conoscere di persona..."
"E sei mai riuscito a recuperare loro fotografie?" Chiese curioso Max.
"due foto di mio padre, prima e dopo l'ingresso nell'esercito. Di mia madre presa singolarmente nessuna perché la sua famiglia disapprovava la relazione con mio padre; lei era una ragazza altolocata e lui..."
Nella prima foto sorrideva un uomo vestito in denim verdastro che si portava festosamente alla bocca una bottiglia verde con impresso un celebi sull'etichetta, I capelli lunghi e disordinati gli ricadevano sulle spalle ed erano gli stessi di Herb, se non li avesse annodati nei mille dread coperti dal berretto in canapa.
La seconda lo mostrava invece coi capelli rasati quasi a zero e un'espressione seriosa, simile a quella che Max aveva sempre: "Era un uomo allegro..."
"Già. Pensa che entrò nell'esercito per realizzare il sogno di un amico che venne respinto perché giudicato inidoneo e sprofondato in depressione per tale motivo. Non ce la faceva proprio a vederlo abbattuto e decise di realizzare il suo sogno per lui. Peccato che durò pochissimo, ma almeno morì facendo una buona azione..."
Approfittando del bel tempo nel pomeriggio si recarono al Lago D'Ira, che durante la bella stagione attirava visitatori dalle città circostanti che vi si recavano a pescare, fare pic-nic e grigliate o anche solo prendere il fresco: "Max, guarda i Magikarp! Ti spaventano?"
"Mai quanto gli Oddish fanno paura a te!" Sibilò il capo del team magma a denti stretti dopo aver trovato un posto all'ombra dove fare le parole crociate; ne adorava i quadrati incasellati in uno più grande e li riempiva prestando attenzione che le lettere non toccassero i bordi e fossero leggibili.
Inoltre aveva tre diverse penne ognuna per un tipo di gioco: rosso per il sudoku, verde per gli schemi scacchistici e nero per qualsiasi pagina riguardasse le lettere e le parole.
L'inchiostro blu era bandito nel Team Magma in quanto associato coi nemici.
"Ehi, guarda che io sono solo allergic...Eeehtcì!" Un piccolo gruppo di Hoppip svolazzò vicino ad Ivan dividendosi spaventati dai suoi gesti incontrollati.
Max si lasciò andare contro il tronco di un albero: "Cominciamo...Un tipo di albero che cresce quasi solo ad Alola...Palma...E mi dà suggerimenti utili per la settima orizzontale..." La mano scrisse veloce una dozzina di lettere: "Ah, così si tiene la mente allenata!"
"Io preferisco lo Yoga" Herb lo osservava pronto a rendersi utile qualora capitasse una definizione a cui avrebbe saputo rispondere; non era il genere di cose con cui si intratteneva, ma era un'ottima occasione per legare col leader del team magma e dimostrargli di essere alla sua altezza intellettiva.
"Un fatto straordinario..." Lesse in quel momento Max.
"è di fianco a te, ammesso lo veda!" Ivan scivolò alla destra del suo rivale, che in risposta si ritirò su sé stesso cercando di scomparire nei vestiti rossi; Herb afferrò un ramo e salì sull'albero, I dread dondolanti come liane.
Spesso permetteva ai pokemon più piccoli di fare l'altalena e ci legava foglie o fiori per adornarli come se le punte verde erba non fossero sufficienti a renderli unici.
Il più anziano andò avanti scocciato; la presenza di Herb poteva essere d'aiuto riguardo a piante o argomenti strani che catturavano la sua attenzione, ma Ivan era più inutile di un Torchic per imparare Sub: "Anima le feste..."
"Ce l'ho! Ce l'ho!" Il capitano del team idro alzò la mano: "Reggaeton!"
"Sono sei lettere!"
"R-E-G-GA-ET-ON! Sei! Ci stanno tutte! Da' qua!"
"ASSOLUTAMENTE NO! Sei proprio peggio di un Goodra quando stai addosso così!" Max si piazzò in riva al lago nella vana speranza Ivan decidesse di farsi un bagno e lasciarlo in pace, ma il pirata non sembrava dell'idea: "Si tenta con la respirazione bocca a bocca..."
"Slinguata..." Gli sussurrò il rivale in un orecchio, talmente vicino che il rosso poté annusarne l'alito caldo. Un braccio lo circondava impedendogli di svicolare da quella situazione già di suo scomodissima.
"Qualcuno deve imparare a rompere gli schemi..." Una fragile parete di carta si frappose tra i due e lo colpì in pieno volto, sbattendogli davanti l'immagine di un qualche personaggio famoso.
Poco lontano, su un molo c'era un gruppetto misto di preadolescenti tutti presi a tuffarsi e riemergere in una sfida volta a dimostrare il più coraggioso.
Alcuni ragazzi nonostante i fisici ancora lontani dalla pubertà, cercavano già il consenso delle compagne, ma anche le fanciulle non si lasciavano intimorire e si buttavano nell'acqua sistemandosi i reggiseni prima di venir fuori.
"Guardate che bomba!" Uno di loro si buttò in acqua con addosso il cappellino portato all'incontrario per darsi un'aria da duro
Un altro, dai capelli castano-rossicci alzati dal gel, sembrava prendere la competizione più seriamente rispetto agli altri: "Pff! Aspetta qua!" Si piazzò al centro del molo e prese la rincorsa, ma fu interrotto dal grido dei suoi compagni e si sposto appena in tempo per evitare
una serie di salti all'indietro compiuta da Ivan prima di arrestarsi e fare una verticale sulla punta del molo.
I piedi pari diedero un ulteriore slancio per un doppio avvitamento prima di finire in acqua: "Avete visto?! Avete visto?! Eh, chi è il migliore?! tornate a giocare coi Marill!"
Peccato Alan fosse assente e non ci fosse il tempo per una sana celebrazione tra Bros che con Max e Herb non ci sarebbe potuta mai essere in quanto erano rimasti a fissarlo ben lontani dal compiere lo stesso gesto: "Paura, eh?!" Rise divertito notando Max impallidire ed acquattarsi dietro ad Herb mentre il cielo si scuriva e tuonava.
Dal centro del lago si levò un ruggito fuorioso ed una creatura serpentiforme dalle scaglie rosso brillante si erse in tutta la sua lunghezza: "Guardate! Persino lui sta venendo a farmi i complimenti! Sono o non sono il re?!"
Herb tirò fuori la ball di Breloom: "Io invece credo sia leggermente scocciato!"
"No, lascia che ci pensi lui da sé" Max sorrise con aria di superiorità: "D'altronde ha interagito anche con Kyogre...Cosa vuoi che sia un Gyarados cromatico?"
Ivan schizzò fuori dalle acque agitate, prese al volo i suoi compagni di avventura e si fiondò verso la città: "Chi arriva ultimo è un Porco Arceus!" 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Sinnoh ***


"Posso guidare io?" Domandò Herb mentre si avviavano verso il minivan pronti ad affrontare un'altra tappa di quel bizzarro viaggio intrapreso per scelta; solo la metà delle avventure e disavventure accadute loro costituiva materiale interessante per un film comico o storie ai limiti dell'incredibile da raccontare a gruppi numerosi intorno a tavolate o più spartani falò.
"Tu?!" Lo rimbeccò Ivan: "Ma se sei sempre costantemente fatto! Guarda che io ci tengo alla mia pelle!"
"Non è vero!" Replicò il più giovane: "Adesso sono a secco!" Quindici minuti dopo era come di consueto svaccato sui sedili posteriori a inalare i fumi emessi dal suo bong verde che riproduceva un Rayquaza.
Max si appoggiò al suo telo antigermi cercando di prendere sonno, ma uno spiffero di aria condizionata diretto alla sua faccia glielo impediva: "Ivan, ma che ti dice il cervello?! Sembra di stare nella grotta gelata!"
"Dillo tu, a quel fattone, di non mandarmi le sue tossine addosso visto che ci sei tanto in confidenza!" Ivan aveva notato come i due esili figuri se la intendevano contro il gigante che era lui; il leader del team magma gli aveva preso un tiro dalla canna per primo e il ragazzo coi dread gli stava quasi sempre appresso.
Stavano forse pianificando di rovinargli la vita?
"Tanto non mi sente! Piuttosto mi sposto dietro io!"
"Eh no! Ti voglio qui davanti perché così l'odore della sua erba non mi arriva direttamente!"
"Poi dici che sono io quello che si lamenta sempre!" Max spense l'aria condizionata: "Almeno il suo fumo non mi fa venire la polmonite!"
Ivan in risposta abbassò i finestrini e premette il pedale dell'acceleratore al massimo, dribblando diverse macchine e sballando pericolosamente i passeggeri e il carico della vettura.
"Guido io...che sono lucido e soprattutto...prudente!!" Lo scienziato abbracciò lo schienale del sedile e inforcò gli occhiali per non perderli: "Il pacco! Fa' attenzione almeno a quello!"
Il pirata sorrise sottecchi, rallentò un attimo ed armeggiò con la vetusta radio, riuscendo a trovare una musica a lui gradita.
Lo spazio fra le quattro portiere si riempì di un battito che faceva tremare l'imbottitura dei sedili e parole in un linguaggio scurrile che parlavano di estate, spiaggia, balli sfrenati fino all'alba e feste danzanti al mare durante la bella stagione.
Ivan alzò al massimo il volume e si sporse dal finestrino gridando alcuni versi delle canzoni, aspettandosi l'approvazione degli altri guidatori o come minimo che bloccassero la circolazione ed uscissero fuori dai loro mezzi per ballare indiavolati.
Per un attimo lasciò andare il volante, sul quale si lanciò Max in un raro momento di energia con lo scopo di preservare la loro incolumità: "Forse è meglio che metta io la musica!"
"E sentiamo cosa avresti da proporre..."
"Tu pensa a guidare, va'!" L'altro cercò la sola cassetta da riavvolgere, ma gli si presentò ben altro davanti agli occhi: "C-c-che c-ci f-fan-no d-dei p-pres..Preservat-tivi...Per giunta la confezione sembra nuova..."
"Bisogna essere pronti ad ogni evenienza!" Ivan gli strizzò l'occhio: "A quanto pare non hai mai sentito parlare di Camporella, frigido come sei! Inoltre qui ci avranno fatto schifezze non so quanti!"
Max arrossì e svicolò dietro, finendo addosso a Herb: "Si chiama amore libero!" ribadì il capo dei verdi, facendogli spazio.
"Ma com'è che sono finito con due malati di sesso?!"
"In verità..." Il ragazzo tirò una boccata dal bong: "I miei genitori adottivi mi hanno detto che ognuno di noi costituisce la metà di una mela, anche se devi essere una mela intera già di tuo affinché funzioni..."
"Che cavolo di proverbio è?!" Protestò Ivan dal posto davanti: "Nemmeno da sbronzo me ne esco con frasi simili! Ad ogni modo, mela o non mela, l'importante è che Huntail riesca ad entrare da Clamperl!"
"Chissà chi sarà la mia..." Mormorò Max, interessato al discorso: "Tu, Herb, invece hai già trovato la tua? O la persona che pensi potrebbe esserlo?"
Rimase in attesa della risposta alle sue domande strategiche; I dread coprirono gli occhi verdi dell'interlocutore, che esalò diversi anelli di fumo biancastro: "Ho già individuato con chi vorrei dividere la mia capanna nel cuore della foresta..."
Nelle sue iridi comparve un lampo e parve risvegliarsi dal torpore fumogeno: "è difficile descriverla, ma quando l'ho vista mi sono sentito un Volbeat attratto da un'Illumise...Con le sue mani aiuta la natura a crescere, ha una pelle simile alle spore
di un Whimsicott..." Sospirò sognante.
Aveva cercato di tenersi sul vago, ma il più anziano aveva già mangiato la foglia: "Sono parole molto belle, però potrebbero non bastare. Rossella è una ragazza a cui tengo particolarmente, avendola aiutata in un momento delicatissimo della sua vita. L'ho vista letteralmente rifiorire e
non potrei mai accettare che il primo uomo di passaggio se la porti via o, peggio che mai, ferisca i suoi sentimenti che sono stati tristi e inquieti troppo a lungo per un'età giovane come la sua..."
Ivan rise forte: "Ti piace, eh?"
"Piantala di vedere cose false e proiettare la tua mente ristretta su ogni aspetto della vita!"
Una fumata bianca di sollievo riempì lo spazio tra i due. Era talmente densa che Max tornò davanti ed esaminò la scatoletta liscia e minimalista dei profilattici rigirandosela tra le mani. Ancora avvolta dal cellophan protettivo, quasi gli scivolò dai palmi sudati e tremanti al pensiero di
tenere in mano un oggetto tanto profano davanti ad altra gente: "Che c'è?! Non te ne sei mai messo uno in vita tua?!"
"Ti prego, no! Non in questo momento!" Sbottò Max. A calmarlo ci volle un'ora e mezza filata di musica Synth pop che per fortuna concluse il viaggio verso Sinnoh.
Scesero dal minivan nei pressi delle rovine Sinjoh, dove sorgeva una stazione di servizio circondata dal verde di una foresta: "Non dobbiamo dare troppo nell'occhio!"
"Ma qui la gente non sa chi siamo! Anche se mi metto a ballare nudo su quel tavolo non scrivono di certo Ivan-del-team-Idro, ma..."
"...Un Simipour cerebroleso!" Max completò la frase con un sogghigno al di sopra di un caffé nero e l'altro si allontanò verso uno scaffale di riviste.
"Ma secondo te..." Herb ne approfittò per avvicinarsi: "...Ivan mi detesta? Dice che sono bravo solo a fumarmi l'erba nociva e pensa potrei fare a meno di parlare perché dico cose senza senso..."
"Lui detesta chiunque non sia all'altezza della sua muscolatura, ma tolta quella gli rimane poco altro! Dovresti sentire ciò che dice a me quando ci scontriamo...Che sono un perdente, noioso, insopportabile...E questo perché non ho mai...Fatto...Sesso con una donna!" Pronunciò le ultime quattro parole tutte d'un fiato.
Herb rimase a guardarlo, ma non era sorpreso; Max gli aveva dato l'impressione di un uomo molto solo, che non si apriva nemmeno alle persone a lui vicine quando queste facevano i salti mortali per cercare di guardargli dentro.
"Quindi...Non devo darci molto peso...E lo stesso vale per te. D'altronde il sesso è una scelta molto personale e l'importante è che venga rispettata..." Si disse, abituato già com'era ad essere descritto come un folle, testa fumata, capelli strani, teppista.
C'era il vecchio Walter di Ciclamipoli che quando aveva il progetto Ciclamare all'attivo stipendiava giornalisti e reporter per esaltare i suoi inquinanti affari anche ingigantendo le manifestazioni pacifiche dell'allora neonato Team Erba, formato da lui allora appena quattordicenne e le prime reclute che si radunavano di fronte alla palestra elettrica con cartelli e striscioni dipinti a mano.
Il massimo che erano arrivati a fare era stato scrivere sui muri il loro messaggio ambientalista, ma le notizie avevano sovrapposto storie che non c'entravano niente legate a spaccio e consumo di droghe pesanti e l'ignoranza popolare aveva portato ad includervi anche la cannabis e renderla così illegale in tutta Hoenn.
"Ah, allora parlava di te, Walter! Lavoravo al progetto..." Confessò Max:"...Ma ero addetto alle risosrse umane e l'impiego era l'unico adatto alle mie condizioni di salute...Già ne avevo parlato...Ed un giorno Walter capitò nel mio ufficio con più fulmini nello sguardo di un Raikou, raccontando di alcuni ragazzacci che avevano scritto sul casinò e sulla sua palestra. Io non dissi nulla; fintanto che avevo il posto di lavoro nulla mi sfiorava, ma...Chissà cosa penserebbe a sapere che due suoi ex-dipendenti si trovano dalla parte opposta..."
Herb ascoltò la vicenda: "Un fatto curioso..."
"Fatto curioso!" Max puntò il dito verso di lui e ridacchiò genuinamente, contagiandolo; solo lui poteva permettersi di scherzare sulla fattanza.
"E comunque un po' mi mancano i tempi delle manifestazioni" Sospirò il ragazzo: "è stato grazie ad esse che ho capito chi avrei voluto essere e tutte le persone aggiuntesi sono ormai parte del mio team! Quanto ai miei genitori, loro si offrirono di darci una mano e trovare un posto dove stare, oltre che darmi preziose lezioni di leadership! Quanto al lavoro...Ammetto di non aver mai lavorato presso una corporazione grande...Dopo essermi laureato in scienze erboristiche ho approfondito discipline di mio interesse facendo nel mentre, e tuttora, i dread a domicilio! Ho acconciato personalmente la metà delle mie reclute ed insegnato loro come si fanno e mantengono in ordine...Tu avresti i capelli abbastanza lunghi per..."
"Non se ne parla! Sono fuori dalla mia portata! Ad ogni modo Ho visto una buona organizzazione nel tuo team...Pensa che quel Walrein microcefalo ha promosso a tenente quell'ancora più fesso gigante solo perché amico di lunga data...e Ada..." Max non ce la fece a trattenere le risate: "...Le alzò il grado solo perché in cambio doveva sedurmi e riportargli così i nostri piani! Quando lei venne a raccontarmi tutto ci inventammo insieme una menzogna stratosferica alla quale lui abboccò come un Carvanha all'amo!"
Ada era molto bella e anche sveglia, rifletté Herb, ma non lo prendeva quanto Rossella.
Forse non era nemmeno il tipo di Max, volendo affidarsi a quell'aneddoto.
Dall'altra parte del negozietto, Ivan li guardava rodendosi il fegato e stringendo una misteriosa bottiglietta allungata fra le dita: "Bella a tutti! Ci si rimette in marcia?"
Si fermarono all'ingresso del grande Bosco Evopoli, parcheggiando in una zona ben nascosta dagli alberi: "Ricordo che durante uno dei miei viaggi incontrai una ragazza molto carina accompagnata da un Chansey...Aveva una lunga treccia verde, ma quando mi offrii per aiutarla ad attraversare la foresta e le allungai una cannetta fuggì terrorizzata..."
"Se ci fossi stato io si sarebbe fidata! E la vicenda avrebbe avuto risvolti..." Ammiccò Ivan goliardico: "Grazie per avermelo detto, Herb!"
"Ma taci, che sei allergico all'erba e faresti una pessima figura!" Lo prese in giro Max, voltandosi verso destra, dove una presenza femminile li fissava indecisa se farsi avanti o meno, le mani strette al petto in modo protettivo.
Il pirata spinse via gli altri due, gonfiò il petto e avanzò verso di lei, ma uno starnuto violento gli rovinò la scena e le strappò una risata.
"Buongiorno...Signorina...Se hai bisogno di una mano..." Max la salutò, il gomito incollato al fianco e gli occhiali appannati dall'umidità: "Noi veniamo da Hoenn..."
"Mi chiamo Demetra" La giovane si lisciò pacatamente la treccia: "Di solito amo passeggiare in questa foresta, ma quando c'è nebbia possono capitare imprevisti e mi spaventa un pochino...Inoltre c'è l'antico Chateau, che pare sia infestato dagli spettri..."
"Ergo stai cercando un accompagn...EEEHTCI!" Ivan venne di nuovo messo fuorigioco dall'allergia.
"E non conosci questo posto!" Sottolineò il più grande dei tre: "E nemmeno io...Chiedo venia...è la prima volta che capito qui..."
Gli sguardi dei due rivali caddero su Herb: "Se non ci sono problemi per te, mi offro io!"
"Uh...Va bene..." Demetra alzò un sopracciglio; quel bizzarro ragazzo non le era nuovo ed il fatto che fosse insieme a due individui mai visti a Sinnoh non faceva che aumentare i suoi sospetti.
Ivan gli sventolò i profilattici, ma Herb declinò l'offerta: "Ci limitiamo a fare una passeggiata...Poi andrò a trovare Gardenia. Tornerò più tardi!"
"Anvedi il fattone dove infila il suo Serperior..."Ivan guardò Max sottecchi non appena il ragazzo fu abbastanza lontano: "E poi lo farà strisciare anche..."
"TU NON SAI NIENTE!" Gli gridò Max: "Io ho avuto modo di parlarci e ho scoperto che non è il fricchettone drogato che pensavo fosse all'inizio! Alla sua età ha già degli ideali solidi! Tu invece dov'eri e cosa facevi?"
Ivan si sentì inchiodato ad una parete di scomodità: "...E tu mi fai fare sempre brutta figura!"
"Dovrei dirlo io di te!" Il leader dei rossi si rifugiò stizzito sui sedili posteriori dove Herb era solito a stendersi, ma rimase raggomitolato col mento appoggiato alle ginocchia; non ne poteva proprio più di Ivan e delle sue rozze maniere, del suo linguaggio incensurato e della sua mancanza di tatto.
Rifletté a lungo sulla storia di violenza che questi aveva sviscerato, chiedendosi come un episodio di tali proporzioni avesse potuto renderlo così maleducato, brutale, sguaiato e volto a perpetrare dinamiche tossiche all'interno del suo stesso team.
Nel Team Magma erano entrate un paio di reclute con trascorsi turbolenti, ma erano tutte servizievoli e ci pensavano due volte prima di aprir bocca.
Da parte sua, Ivan rimase fuori e si appoggiò contro la portiera accarezzandosi la barba pensieroso. Gli succedeva raramente, ma in quelle occasioni le sue idee assumevano la profondità dell'oceano; Max aveva maledettamente ragione a considerarlo un idiota e riconosceva da solo quanto fossero sbagliati certi suoi comportamenti, ma come avrebbe potuto cambiarli se non conosceva alternative?
Cercava il sesso dalle sue reclute femminili risvegliandosi sempre insoddisfatto e allora ne esigeva di più e ci beveva sopra per trovare quell'ebbrezza che distanziasse il suo cervello da una realtà noiosa, opprimente e avversa.
Durava sempre troppo poco però e dopo averlo fatto si risvegliava appesantito e ancora più stanco, come un Houndoom che inseguiva una macchina solo perché essa era in movimento.
Max si incurvò ancora di più. Aveva tolto gli occhiali e li aveva riposti nella tasca del cappotto lasciando il buio gli facesse visualizzare il rumore che si sentiva nel cervello.
Voleva estrarlo chirurgicamente come se fosse stato un organo non più funzionale al corpo umano, ma purtroppo non era tangibile.
Ricordava quando gli era stata asportata l'appendice ed era rimasto diversi giorni incosciente sotto antidolorifici: Vedeva solo nero e qualsiasi attività provasse a fare interrompeva dopo pochi minuti crollando addormentato senza fare sogni o incubi.
"Ancora arrabbiato?" Due parole ed un palmo che esercitava pressione sulla testa interruppero la sua meditazione malinconica facendolo ritrarre ancora di più verso lo schienale del sedile, dove avvertì un gonfiore che gli frenava la comodità.
Senza porsi troppe domande infilò la mano in uno squarcio dell'imbottitura e ne estrasse una busta di plastica sigillata dalla quale usciva una finissima polvere giallo fluo: "Che cos'è questa roba qui?!"
"Che vuoi che ne sappia io! Ce l'avrà messa il fattone! Da' qua!"  Ivan gliela strappò di mano e le sue dita la impastarono cercando di decifrarne il contenuto; non era sabbia perché nessuna spiaggia era così fina e soprattutto presentava una tonalità cromatica apparentemente artificiale.
"Fossi in te non la mangerei!" L'altro tentò di riprendersela: "Mi sembra più tossica di...certe..tue
"Ah però!" L'uomo di mare si ricoprì tutta l'impronta digitale del pollice e la strisciò lungo il naso: "Lascia il segno! Vuoi provar..."
Max lo respinse con una manata, rompendo il delicato involucro di plastica in mezzo a loro due. La polverina esplose in una nube di corpuscoli che si deposero sulle mani e le facce di entrambi.
"Oh no!" Esclamò con l'ultimo barlume di lucidità: "E adesso cosa dirà Herb?!" Tentò di sgusciare fuori, ma Ivan se lo trascinò addosso e mise a tacere ogni parola e pensiero con un bacio forse agognato da entrambi in quanto Max non oppose resistenza ed accompagnò il gesto salendogli sopra a cavalcioni.
In cerca di più spazio uscirono e il geologo si distese sul cofano, invogliando il rivale a continuare laddove si era interrotto, aggiungendo lingua, denti e carezze che si trasformavano in prese e graffi accompagnate da un desiderio sessuale gonfiato a dismisura da voglia di trasgressione ed anni di astinenza.
Ivan baciava con una foga predatoria, come se volesse marchiare il corpo dell'altro di sua proprietà e manifestava il suo interesse attraverso morsi sul collo, comportamento simile a quello degli Sharpedo che si accoppiavano nelle acque tra Verdeazzupoli e Ceneride durante la bella stagione.
Le mani scesero sotto i vestiti, che volarono tutti intorno sporchi di sudore e polvere misteriosa mentre i corpi si stringevano l'uno all'altro guidati solo da un istinto primordiale che offuscava la ragione e i reciproci sentimenti di astio portati avanti dalla notte dei tempi.
Ivan allungò una mano verso il cruscotto e ne tirò fuori profilattici e gel: "Fortuna che non li ho dati al fattone... biascicò, ricevendo un'unghiata sulla schiena che pretendeva l'esclusività di quel rapporto; essere reclamato come proprietà gli stava meglio, si accorse Ivan, di essere condiviso da un numero più elevato di persone che non erano mai le stesse.
Erano passati troppi anni dall'ultima volta in cui Max aveva sperimentato un elevato livello di unione e i ricordi, oltre a sbiadirsi col tempo, stavano venendo soppiantati da quell'inaspettato momento rimandato fin troppo in là, ma che la linea del tempo e il fato mai avrebbero cancellato.
Reclinò lo schienale del sedile di guida e permise al rivale di divaricargli le gambe spalancando la portiera: "I tuoi occhi...hanno il colore...delle piume di Altaria..." esalarono le labbra arrossate poco prima di lasciarsi travolgere dallo tsunami e trasportare dal fiume in piena.
"Allora quando ricapiterai qui fammelo sapere!" Gardenia sorrise dall'uscio della sua palestra, cedendo una pokeball decorata da alcuni adesivi: "ad Evopoli sarai sempre il benvenuto!"
"Grazie a te e scusa la mancanza di preavviso!" Sorrise Herb: "è stata una cosa molto...Improvvisata...E grazie ancora per avermi aiutato! è un bel trend, quello che avete delle capsule...Anche se i Roselia ce li abbiamo pure a Hoenn..." Si strinse nelle spalle.
"Non starci a pensare troppo e vai, che non aspetta altro!" Le parole incoraggianti di Demetra stemperarono ulteriormente i suoi dubbi; restava solo Max da convincere Il giovane ritornò nella foresta e mandò in campo Shedinja per ritrovare l'altro ingresso; a Hoenn non c'erano grandi foreste dove smarrirsi, al contrario di Johto, Sinnoh e Unima che con le loro dimensioni maggiori e minore presenza del mare presentavano superfici alberate più estese e protette da pokemon leggendari o misteriosi.
Trovare una base stabile per il suo team era stata un'impresa: erano stati nel Bosco Petalo finché le forze dell'ordine non avevano attuato uno sgombero e avevano cercato a lungo prima di trovare pianta stabile nei pressi di Forestopoli, un'area frequentata da poche persone nella quale una congrega di individui accomunati da ideali pacifisti non avrebbe dato nell'occhio.
Creare un quartier generale degno di rispetto era stato un lavoro lungo e non ancora terminato, ma ripensare a com'erano riusciti a ritagliarsi il loro spazio e soprattutto a collaborare coi pokemon già presenti era un motivo d'orgoglio.
Shedinja fluttuava silenzioso al di sopra dell'erba alta indicandogli la via; Nincada era stato il suo secondo pokemon ed il primo trovato e catturato a Hoenn.
Poi lo aveva fatto evolvere e aveva donato Ninjask ad una delle primissime reclute del suo team, tenendosi Shedinja sorpreso di tale processo evolutivo mai riscontrato in altri pokemon.
Finalmente scorse un fanale verso cui il suo coleottero volò più veloce del vento, fermandosi davanti al cofano allarmato.
Quando avvertiva un pericolo girava su sé stesso rimanendo sul posto: "Qualcosa non va?!" domandò il giovane allarmato mentre l'insetto fantasma continuava a mandare il segnale.
Davanti ai suoi occhi verdi si presentarono i vestiti spiegazzati ed impolverati di Max e la muta scollata di Ivan anch'essa coperta di polverina fluorescente: "Ragazzi! Dove siete?!"
Nessuna risposta.
Herb riconobbe le spore ricavate da Shiinotic; qualcuno doveva essersi introdotto a bordo del minivan e averle somministrate ai suoi compagni per appropriarsi del pacco destinato a Giovanni, ma la scatola misteriosa era ancora nel bagagliaio.
Fu tentato da aprirla, ma senza la loro consultazione suonava una cattiva idea: "Breloom, in guardia! Vai ad ispezionare da quella parte!"
Il pokemon fungo balzò a quasi due metri sulle zampe quando vide una portiera quasi scardinata: "Nel nome di Arceus..." il ragazzo si sporse preoccupatissimo.
Addormentati abbracciati sull'imbottitura ed entrambi nudi, Max e Ivan non erano mai stati così sereni, vicini e soprattutto rilassati l'uno in compagnia dell'altro.
Era uno spettacolo silenzioso troppo bello per non essere immortalato.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Unima ***


Rimettersi in viaggio non fu facile.
Disteso sui sedili posteriori, Herb rimpiangeva il battibeccare continuo tra i capi delle ben più note organizzazioni criminali della regione di Hoenn; ognuno sembrava intenzionato a restare chiuso
nella propria sfera d'isolamento ed evitare di parlare del fattaccio accaduto a Sinnoh.
Lui ed Ivan si erano dovuti recare fino al Monte Corona per rintracciare Max, che vi si era recato volontariamente senza dire nulla a nessuno ed evitando persino di lasciare bigliettini che fornissero spiegazioni.
Lo avevano trovato raggomitolato su sé stesso e intento ad ascoltare musica attraverso delle enormi cuffie di ultima generazione e trascrivere i suoi pensieri su un taccuino che un tempo Ivan gli avrebbe strappato di mano e letto gridando a squarciagola.
Proprio l'uomo di mare, durante quella scampagnata, si era aperto ad Herb, forse per noia o perché necessitava davvero qualcuno con cui confidarsi su quanto era accaduto: "Sai, fattone, alla fine devo ammettere che sei molto più
sul pezzo di quello che immaginavo..."
"Cosa vorresti dire?" Aveva replicato l'altro, intento ad arrotolarsi una canna.
Aveva quasi fatto cadere l'astuccio dei materiali da fumo sorpreso da sentire il pirata rivolgergli la parola senza intenti offensivi o denigratori.
"Mi capiresti, se ti dicessi che il miglior sesso della mia vita l'ho fatto proprio con quel secco? Insomma...Nella vita di tutti i giorni sai come mi diverto a sfotterlo per il suo assurdo piano di espandere la terraferma aggrappandomi alle sue mancanze tipo dei muscoli ben definiti, la vista che nemmeno un Excadrill..."
Herb lo aveva lasciato continuare mentre accendeva ed esalava il primo tiro attento a non fargli finire il fumo addosso.
"...Eppure mentre mi perdevo in lui ai miei occhi assumeva tutt'altro aspetto, arrivando ad essere quasi...oserei definirlo affascinante...E mi sentivo apprezzato per davvero, se ripenso a come mi si stringeva contro e alla maniera in cui mi accarezzava i pettorali, gli addominali e le braccia. Sembrava seriamente desiderarmi, ma non vorrei fosse solo per la sostanza che ci eravamo presi...Ah, e scusa ancora se ti abbiamo consumato la polverina senza il permesso..."
"Non c'è di che preoccuparsi; gli Shiinotic sono pokemon generosi e mi doneranno altre spore...Riguardo invece gli effetti che hanno, arrivano ad inibire la ragione ed il controllo, motivo per cui molti artisti se ne servono quando
hanno bisogno d'ispirazione, ma non alterano i pensieri..."
Ivan era sbiancato in volto: "Come?! Stai per caso insinuando che sono innamorato del secco?! Oltretutto conduceva una vita da prete prima di finirmi addosso a causa di quei funghi maledetti!"
"Prova ad ascoltare la tua voce interiore..." aveva suggerito Herb: "Approfittane di questa passeggiata..."
"Certo che prendi robe belle pesanti!" Il pirata era andato avanti spedito fino a perdersi in un intrico di gallerie alla cui uscita si trovava Max più che mai assorto.
Arrivati ad Unima era stata la volta del leader del team magma, che si era confidato col più giovane alla stregua di un ladro che aveva rubato per disperazione: "Se gli effetti degli stupefacenti sono questi allora mi dispiace dirtelo, ma vanno banditi
dal mondo intero! Mi sento così...Sporco. Ho fatto tredici docce in due giorni eppure non riesco a togliermi di dosso l'odore della sua pelle.
E non il tanfo di alghe della sua ridicola muta...Proprio non credevo lo avrei mai detto...Il suo...profumo!"
"Max, ma alla fine ti era piaciuto farlo al di là della persona con cui è successo? Quando vi ho trovato ervate così stretti l'uno all'altro...Mi sembra strano sentirti tanto disgustato..."
Erano davanti ad un corso d'acqua chiaro e limpido nel quale Max immerse una mano, passandosela sulla fronte: "Ti prego, dammi una canna...Devo dimenticare..."
"Io non fumo per dimenticare, ma per espandere il mio inconscio e addentrarmi negli angoli più nascosti della mia anima. Vi è accaduto con le spore degli Shiinotic: siete entrati in contatto con qualcosa che vi forzate a reprimere che ha trovato un canale di sfogo"
"Questo vuol dire che...No! Non è possibile che io abbia più di una cotta per quel bruto col cervello pieno d'acqua salmastra! Non hai visto quando siamo alla guida?! Quando eravamo al lago o in quella sudicia stanza di motel a Plumbeopoli?!"
Herb avrebbe voluto replicare che era presente e che aveva visto molto chiaro dove quelle dinamiche avrebbero condotto i suoi compagni di viaggio, ma si trattenne dal farlo e rimase ad ascoltare lo sfogo di Max.
Sembrava un vulcano rimasto addormentato per secoli che ad un bel momento la terra aveva deciso di far eruttare senza che gli esperti potessero prevederlo.
"Ti prego! Cosa devo fare?!" coi capelli rossi disordinati e gli occhi spiritati e lucidi l'immagine del razionale, composto e autorevole leader del Team Magma si era sgretolata lasciando spazio ad un uomo vulnerabile, introverso e solitario che per primo si era precluso
certe idee ed esperienze: "Potessi solo tornare indietro..." Sempre più confuso buttò le braccia al collo del più giovane: "E la parte peggiore è che a ripensarci...Lo rifarei infinite volte! Non mi sono mai sentito più al sicuro che tra le sue braccia e mi ha trattato con
un rispetto che da parte sua non mi sarei mai immaginato basandomi sulle sue prese in giro...Ma probabilmente era solo...come dite? In botta?"
"Dovreste provare a chiarire parlandone tra di voi. Finché dite a me le vostre sensazioni in merito a qualcosa successo mentre io ero assente non risolverete quasi nulla. Io posso darvi dei consigli per la gestione del conflitto, ma non risolverlo al vostro posto"
Il ragazzo esperto di erba e coleotteri scomparve nel folto della boscaglia.
"Stavi sparlando di me col fattone?!" Ivan sbucò da dietro un albero.
"Vedo che la maleducazione non se n'è mai andata! Non si origliano le conversazioni private! E comunque suppongo ci abbia parlato pure tu!" Max incrociò le braccia e gli diede le spalle.
"Come fai a saperlo?! Ti ha forse rivelato...Ma ti sembro il soggetto che dialoga con un fuori di testa che crede Rayquaza sia il protettore di chi fuma?!"
"Hai avuto modo di discutere con lui esattamente lo stesso argomento su cui stavamo dibattendo prima che arrivassi tu!" Non si poteva dire che lo scienziato fosse disattento alle affermazioni degli altri.
"Eh?! Immagino te l'abbia detto! Quello spacciatore infame! Se si rifà vedere..." Il pirata perse il controllo, ma il suo interlocutore rimase impassibile.
"Guarda che Herb non ha colpe! Siamo stati noi a combinare questo casino maledetto, ad assumere le spore, perdere ogni controllo e..." Le guance di Max avvamparono: "...Fare..."
Ivan lo esortò, passandogli un braccio intorno alle spalle e attirandolo verso di sé; era così fragile rispetto a lui che non ci avrebbe messo nulla a sollevarlo o spingerlo a terra e rifare tutto quello che avevano fatto in preda alle spore con l'aggiunta della lucidità.
"Avanti, dillo!" Sogghignò il pirata, guardandolo dritto negli occhi poco prima di cadere sul prato vittima di un bacio famelico ed inaspettato da parte dell'altro.
Le lingue si cercarono appassionate e pienamente consapevoli di ciò che i loro proprietari stavano facendo mentre il più esile si avvinghiava al più forte strusciandosi contro al suo cavallo dei pantaloni.
Max si staccò per riprendere fiato: ..."Volevi...questo?!"
"Molto di più..." Ansimò Ivan, sfilandosi il sopra della muta e togliendo il cappotto dell'altro.
Continuarono a baciarsi e lasciarono le man scendere a sfiorare le reciproche erezioni per poi afferrarle e strofinarle con foga.
Stavano per andare oltre quando il tonfo di un albero in caduta li riportò bruscamente alla realtà: "Cosa sta succedendo?!"
"Ragazzi! è successa una cosa terribile!" Trovarono Herb intento a far duellare il suo Breloom contro alcuni Simipour allo stato brado: "Stavo...Tornando dalla mia...Passeggiata quando mi sono accorto che il van era stato preso d'assalto da degli esemplari di Simipour, Simisage e Simisear! Inizialmente erano solo uno per specie e ho cercato di fermarli usando i miei tre pokemon, ma hanno chiamato i rinforzi!"
Max non se lo fece ripetere due volte: "Vai, Camerupt!" L'imponente pokemon di terra e fuoco fece terra bruciata intorno a sé dirigendo le sue mosse verso le scimmie di erba.
Per non essere da meno, Ivan evocò il suo Sharpedo: "Era tempo che non combattevi, eh?! Vai con idropompa!"
"Ma che è successo?!" Il leader del team magma esigeva spiegazioni: "Perché ci hanno attaccato?!"
"A quanto pare la mia erba piace loro tantissimo!" Riuscì a dire Herb: "Se la sono portata via e credendo ce ne fosse ancora nel pacco, si sono presi pure quello!"
"è laggiù!" Ivan corse in direzione del torrente, dove degli esemplari di Panpour facevano sberleffi e si tuffò nell'acqua gelida nuotando controcorrente per raggiungere i ladruncoli, che avevano passato il testimone ad un Simisear.
La scimmia di fuoco fu messa KO da un riduttore di Sharpedo, ma la scatola tra le sue zampe sprofondò nell'acqua e venne trascinata giù seguendo una pericolosa rapida
"Nel nome di Arceus, sei un folle!" Gli gridò dietro Max: "Arrivato dove sei non puoi né uscire né proseguire! E io là dentro non mi ci tufferei manco morto!"
Il pokemon brutale si fiondò a recuperarla, ma un intero banco Basculin si frapposero tra di lui ed il suo obbiettivo. Sconfiggerli fu facile, ma quando riuscì a decimarli il pacco era già sparito nelle profondità di uno specchio d'acqua dal quale i pesci grigiastri saltavano fuori compiendo
acrobazie stratosferiche acclamati dalle scimmie che avevano derubato i tre di Hoenn poco prima.
"Ivan! Non ce la sta facendo più!" Herb attraversò il torrente su alcune pietre sporgenti e ne scelse uno abbastanza largo per inginocchiarsi sopra.
Poi si tolse il cappello, rivelando un ulteriore semiraccolto di dread che venne sciolto e lanciato alla mano del pirata.
Max gli corse dietro e si piazzò sul sasso che lo precedeva per impedirgli di sprofondare.
"Tu...tra di noi...sei il più pazzo..." Ivan si accasciò a riva: "non sono...un marinaio...d'acqua...dolce...Eppure...Mi hai...salvato...lo stesso...Fattone..."
Il suo rivale gli prese il volto assente tra le mani: "Me ne occupo io, Herb! Tu..." L'ordine venne interrotto da un bacio passionale ed intenzionato a riprendere dove era stato spezzato; non essendoci più una tabella di marcia serrata si sarebbero potuti trattenere nella regione di Unima per tutto il tempo desiderato.
"Ed ora?" Il più giovane si guardò intorno disorientato: "Abbiamo perso tutto il carico..."
"Raggiungeremo Alola comunque! Poi racconteremo di essere stati sconfitti da uno di quei giovinastri che sfidano le palestre!" La soluzione di Max era improntata sul dovere ad ogni costo, malgrado il piano fosse chiaramente naufragato ed irrecuperabile; le sue reclute avevano preso da lui la testardaggine di perseguire gli ideali e le missioni anche quando i loro pokemon erano KO e gli artefici del fallimento avevano trafugato gli oggetti d'interesse.
"A mani vuote?! Non hai la minima idea dell'ira di Giovanni quando si manifesta!" Ivan, nel suo passato di recluta, aveva assistito a vere e proprie esplosioni di rabbia del Capo Rocket. Non erano mai state indirizzate a lui, ma in confronto le sue sfuriate e quelle di Max sembravano innocui ruggiti di Zigzagoon. Se ne rendeva conto quando i suoi sottoposti che avevano bucato le acque erano gli stessi che si sbronzavano con lui alle scatenate feste serali, in particolare con Alan risolveva i conflitti con due pacche sulle spalle e un paio di drink oppure una sessione in palestra il giorno dopo.
"Io torno indietro!" Herb si avvicinò al mezzo: "La festa alla mia base è dopodomani e facendo un rapido calcolo, se facciamo una tirata unica dovremmo arrivare a Hoenn giusto in tempo! Ho dei sentimenti da dichiarare e non voglio perdermela per nessuna ragione al mondo!"
"D-d-due g-g-giorn-ni d-d-di g-guida inint-t-terrot-ta?!" Il volto del geologo si fece ancora più pallido mentre il suo Pokenav vibrava come impazzito nella tasca destra dei pantaloncini; La sua mano tremante e sudata incontrò non poche difficoltà a toccare l'icona di risposta verde chiaro mentre desiderava la cecità assoluta alla sola lettura del nome in grassetto sul display.
"STAI ZITTO, GIOVANNI!" Herb glielo strappò di mano più lesto di un Aipom: "A causa tua ho perso l'equivalente di un raccolto annuo d'erba e rischio di mancare a un evento che cambierà la mia vita! Perché non ti sei fatto sentire fino ad ora?! Dopo Kanto il nulla cosmico! Cosa ti sarebbe costata una maggiore frequenza nelle chiamate?! Passo e chiudo!"
Max e Ivan si sedettero attoniti al posto che lui occupava solitamente: "Ma...è lucido??"
"Certo che lo sono! Non gridrei mai a vuoto, sennò!" I motori scoppiettarono e i sedili cominciarono a vibrare mentre la regione di Unima scompariva alle loro spalle.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3892224